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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 460 di lunedì 22 febbraio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 18 febbraio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Boschi, Brescia, Brunetta, Cancelleri, Casa, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Mammì, Marattin, Molinari, Nardi, Occhiuto, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Piccolo, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Schullian, Scoma, Serracchiani, Silli, Sisto, Speranza, Tasso, Trancassini, Vianello, Vignaroli, Raffaele Volpi, Zanichelli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta il 19 febbraio 2021, il presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato l'espulsione dei deputati Massimo Enrico Baroni, Pino Cabras, Andrea Colletti, Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Francesco Forciniti, Paolo Giuliodori, Alvise Maniero, Rosa Menga, Maria Laura Paxia, Raphael Raduzzi, Giovanni Russo, Francesco Sapia, Doriana Sarli, Michele Sodano, Arianna Spessotto, Guia Termini, Rosa Alba Testamento, Andrea Vallascas, Alessio Villarosa, Leda Volpi, ai sensi dell'articolo 21 dello statuto del gruppo. Pertanto, a decorrere dalla medesima data, i deputati suddetti cessano di far parte del gruppo MoVimento 5 Stelle. I predetti deputati si intendono conseguentemente iscritti al gruppo Misto.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 19 febbraio 2021, il deputato Gianluca Vinci, già iscritto al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria di Presidenza a dare lettura delle petizioni pervenute:

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge:

Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

iniziative per il riconoscimento della canzone “Avanti ragazzi di Buda” quale inno ufficiale dell'Unione europea (659) - alla III Commissione (Affari esteri);

iniziative a sostegno della Repubblica di Armenia (660) - alla III Commissione (Affari esteri);

disposizioni per l'eliminazione degli oneri generali di sistema dalle bollette elettriche (661) - alla X Commissione (Attività produttive);

l'introduzione del divieto di pignoramento dei conti correnti per la riscossione delle cartelle esattoriali (662) - alla VI Commissione (Finanze);

la concessione di buoni libro per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (663) - alla VII Commissione (Cultura);

Luca Cattaneo, da Gravellona Lomellina (Pavia), chiede disposizioni per la completa digitalizzazione delle autocertificazioni nonché delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste elettorali, per le richieste di referendum e per la presentazione di proposte di legge di iniziativa popolare (664) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Giuseppe Battiato, da Augusta (Siracusa), chiede che le banche non possano concedere prestiti ai privati cittadini con rate che superino il quinto dello stipendio o della pensione (665) - alla VI Commissione (Finanze);

Fulvio Pelizzoni, da Milano, chiede che siano vietate la caccia, la pesca sportiva e la vivisezione (666) - alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);

Michela Marruccelli, da Santa Maria Capua Vetere (Caserta), chiede la soppressione dell'articolo 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183 (atto Camera n. 2845), in materia di sospensione delle procedure di sfratto (667) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio);

Antonio Sorrento, da Martano (Lecce), chiede:

disposizioni volte a prorogare il termine relativo all'obbligo di adozione del registratore di cassa telematico nonché della data di avvio della lotteria degli scontrini (668) - alla VI Commissione (Finanze);

modifiche alle norme in materia di lotteria degli scontrini e al cosiddetto piano cashless (669) - alla VI Commissione (Finanze);

modifiche alla convenzione tra Ministero dell'Economia e delle finanze e l'Agenzia delle entrate volte a escludere il riconoscimento di incentivi ai dipendenti dell'Agenzia in relazione agli incrementi di gettito (670) - alla VI Commissione (Finanze);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:

iniziative per chiedere alla Cina il risarcimento dei danni causati dall'epidemia di Coronavirus (671) - alla III Commissione (Affari esteri);

iniziative per la rimozione delle sanzioni nei confronti della Russia (672) - alla III Commissione (Affari esteri);

l'abrogazione della legge 22 dicembre 2017, n. 219, recante norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (673) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Maurizio Bellucci, da Roma, chiede nuove norme in materia di obblighi di trasparenza dell'INPS in ordine alle modalità di determinazione della pensione (674) - alla XI Commissione (Lavoro);

Davide Ren, da Lodi, chiede iniziative per l'attivazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per il risarcimento dei danni causati dal maltempo nel comune di Gosaldo nel dicembre 2020 e per l'utilizzo di risorse europee per la salvaguardia e la tutela ambientale della provincia di Belluno (675) - alla VIII Commissione (Ambiente);

Giampietro De Toma, da San Leucio del Sannio (Benevento), chiede modifiche alla Costituzione in materia di referendum propositivo e di giudizio preventivo di legittimità costituzionale delle leggi (676) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Aurelio Rosini, da Mariglianella (Napoli), chiede l'introduzione del divieto di utilizzo di monopattini e simili veicoli sulle strade pubbliche (677) - alla IX Commissione (Trasporti);

Gennaro Iorio, da Napoli, chiede di inserire tra le iniziative finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza il progetto promosso dall'Associazione Movimento azzurro per la promozione dell'identità e della cultura del popolo campano (678) - alla VII Commissione (Cultura);

Alessandra Agnello, da Roma, e altri cittadini chiedono di dotare Roma Capitale di forme e condizioni particolari di autonomia (679) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Pietro Cotroneo, da Reggio Calabria, e altri cittadini chiedono misure urgenti per affrontare l'emergenza rifiuti nel comune di Reggio Calabria (680) - alla VIII Commissione (Ambiente);

Adriano Iacobucci, da Bolognano (Pescara), e altri cittadini chiedono la sospensione della procedura per la realizzazione di un impianto eolico in un'area adiacente al comune di Bolognano (681) - alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

Enrico Andreoni, da Pesaro, chiede modifiche all'articolo 3 della legge 3 agosto 2007, n. 124, concernente il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto (682) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Guerrino Forlivesi, da Cervia (Ravenna), chiede il potenziamento dell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado (683) - alla VII Commissione (Cultura);

Umberto Franchini e Carmela Panariello Franchini, da Telese Terme (Benevento), chiedono misure per favorire la nascita di nuove fondazioni con finalità culturali (684) - alla VII Commissione (Cultura);

Sara Coli, da Rapallo (Genova), chiede l'esonero dal pagamento delle imposte di successione per gli eredi delle vittime del COVID-19 (685) - alla VI Commissione (Finanze);

Daniele Bellu, da Albignasego (Padova), chiede una revisione organica della Costituzione, volta all'istituzione dello Stato cooperativo federale italiano (686) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Raffaele Tafuro, da Milano, chiede la riforma del settore creditizio e misure diverse in favore dei titolari di partita IVA (687) - alla VI Commissione (Finanze).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea (A.C. 2845-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2845-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea.

Ricordo che nella seduta del 12 gennaio 2021 sono state respinte le questioni pregiudiziali Iezzi ed altri n. 1, Sisto ed altri n. 2 e Prisco ed altri n. 3.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento.

Avverto, altresì, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione affari costituzionali, presidente della medesima Commissione, il deputato Giuseppe Brescia.

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Grazie, Presidente. Gentile Ministro, onorevoli colleghi, il disegno di legge di conversione del “Milleproroghe” arriva in Aula dopo un iter fortemente condizionato dalla crisi di Governo. Il cambio dell'Esecutivo ha, di fatto, compromesso i tempi dell'esame degli emendamenti al provvedimento in Commissione e, insieme al presidente Melilli, che ringrazio, abbiamo richiesto ai gruppi un enorme sforzo di sintesi e di collaborazione. Sono state, pertanto, abbandonate provocazioni, abbiamo fatto prevalere il dialogo nella discussione sugli emendamenti; un dialogo non solo all'interno di questa nuova maggioranza, ma anche tra Governo, maggioranza e opposizione. Il risultato finale contiene diverse misure concrete in favore di cittadini e imprese, più avanti ne citerò alcune e depositerò una relazione più dettagliata. Il Parlamento ha compreso le difficoltà di un Governo appena insediato. Molte misure onerose e importanti sono state rinviate ai prossimi provvedimenti, come il “decreto Ristori”, che speriamo veda la luce quanto prima nell'interesse dei cittadini italiani. Il Governo sa che ci sono richieste che non possono essere trascurate e che troverà un Parlamento pronto a controllare e vigilare. Se il “Milleproroghe” spesso è il veicolo di ritardi e rinvii, noi ci aspettiamo dal Governo Draghi una svolta radicale su un punto concreto: l'adozione dei provvedimenti attuativi. Permettetemi una breve parentesi su questo. Al Ministro D'Incà io chiedo di farsi portavoce presso il Governo rispetto a questa esigenza: centinaia di decreti attuativi ancora in standby sono davvero uno schiaffo, sia al Parlamento che al Governo stesso. Troppo spesso approviamo norme che non riescono a diventare realtà, stanziamo fondi che non vengono spesi; insomma, ci aspettiamo non solo rapidità, ma anche maggiore trasparenza.

Venendo ai contenuti del decreto, come è stato ricordato dal Presidente, il decreto-legge del 31 dicembre 2020, n. 183, come modificato nel corso dell'esame in sede referente delle Commissioni riunite I e V, reca diverse disposizioni di proroga di termini legislativi in scadenza e alcune altre disposizioni, quali la semplificazione del collegamento digitale delle scuole e degli ospedali, il recepimento nell'ordinamento interno del nuovo sistema di finanziamento del bilancio dell'Unione europea, nonché misure in materia finanziaria collegate alla Brexit. Inoltre, il decreto-legge reca in allegato un elenco di misure adottate in conseguenza della epidemia in corso, che vengono prorogate a causa della perdurante emergenza sanitaria.

Passando alle misure che sono contenute nel decreto, ne citerò alcune molto rilevanti per i cittadini italiani, ad esempio: la proroga del mercato tutelato di gas e luce per i consumatori fino alla fine del 2022; la proroga anche per il 2022 degli incentivi alle aziende agricole per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas con potenza elettrica fino a 300 chilowatt; il rinvio dei tempi per la realizzazione del deposito nucleare, che consentirà di dare molto più tempo alle istituzioni per ascoltare i territori rispetto a questa delicata tematica; lo stop alle trivelle fino a settembre e, poi, l'adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Grazie a questo provvedimento abbiamo spostato a fine marzo 2021 i termini di decadenza per l'invio delle domande di accesso ai trattamenti di integrazione salariale collegati al COVID e i termini di trasmissione dei dati necessari per il pagamento e per il saldo degli stessi scaduti entro fine 2020.

Abbiamo esteso fino al 2021 le agevolazioni per le bollette dei titolari di immobili inagibili per via del terremoto del Centro Italia, facendo passare la rateizzazione da trentasei a centoventi mesi. Abbiamo approvato un'agevolazione delle bollette proprio per le popolazioni del terremoto del Centro Italia nelle soluzioni abitative in emergenza, fino al completamento della ricostruzione. Fino al termine della ricostruzione pubblica, nelle aree del terremoto del Centro Italia, le stazioni appaltanti procederanno all'affidamento diretto dell'esecuzione dei lavori, servizi e forniture e dei servizi di ingegneria e architettura fino a 150 mila euro.

Abbiamo prorogato - passando ad un altro argomento - il decreto per la sperimentazione del voto elettronico entro giugno. Abbiamo approvato le proroghe per assicurare ai comuni la possibilità di realizzare gli interventi per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici, per l'abbattimento delle barriere architettoniche e per gli interventi di incremento dell'efficienza energetica e di sviluppo territoriale sostenibile. Abbiamo previsto più assunzioni al MEF per monitorare gli interventi del Recovery Fund. Abbiamo dato l'ok all'utilizzo di personale in quiescenza per smaltire l'arretrato di autoscuole e motorizzazioni. Ci siamo occupati anche della proroga della Commissione d'inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" fino a fine anno, e delle assemblee societarie, che si potranno tenere con modalità semplificate fino a fine luglio 2021.

Insomma, non ci siamo limitati a quella che poteva essere una via di fuga semplice, che ci avrebbe consentito anche di lavorare meno. Invece, ci siamo voluti impegnare, non approvando il provvedimento per quello che era - scelta, lo ripeto, che poteva risultare comoda per tutti -, ma impegnandoci fino in fondo per cercare di riuscire ad ottenere quanti più risultati utili possibili per il territorio.

Si tratta di un provvedimento corposo, che ha impegnato non solo i componenti delle Commissioni ma anche gli uffici - che ringrazio davvero - delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera; li ringrazio, anche a nome del relatore Melilli, per il prezioso lavoro svolto in queste settimane.

Sicuramente, sono rimaste fuori diverse questioni importanti, che, come ho detto, potranno trovare la loro soluzione e potranno essere affrontate nei prossimi provvedimenti, a cominciare dal “decreto Ristori”, che speriamo vedere la luce il prima possibile, ma, tutto sommato, possiamo dire che se questo era un primo banco di prova per questa maggioranza, seppure con diversi intoppi e diversi incidenti di percorso, che sono stati risolti grazie alla pazienza e alla disponibilità di tutti, questo banco di prova sia stato superato.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, Ministro D'Incà. Prendo atto che si riserva di farlo.

È iscritto a parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, ebbene, siamo arrivati alla discussione finalmente del “decreto Milleproroghe”, che è l'ultimo atto, di fatto, del Governo Conte; la conclusione mal scritta di un'esperienza fallimentare, talmente fallimentare, che le stesse forze di maggioranza che lo sostenevano hanno dato vita a un nuovo governo. Eppure, Luigi Di Maio, Patuanelli, Franceschini, Lamorgese, Dadone, D'Incà, Bonetti, Speranza, Guerini, ci sono, prima nel “Conte 2”, ora nel “Draghi-ter: tutto cambia, colleghi, niente cambia.

Vedete, la scienza giuridica ci parla di proroghe infinite e proroghe affannose. Quelle infinite sono le norme la cui applicazione a ogni “Milleproroghe” viene spostata in avanti. Ho apprezzato l'intervento critico del relatore, che come tale dovrebbe essere istituzionale e giustamente, invece, sottolinea e richiama la mancata approvazione dei decreti attuativi. Sappiamo bene, colleghi, che se in quest'Aula noi approviamo un provvedimento, ma poi questo non viene trasformato dai decreti attuativi, quel provvedimento è carta straccia. Certo, è singolare che lo faccia il relatore, a dimostrazione che forse questa grande compattezza di questa magnifica armata del “Draghi-ter” evidentemente ha già qualche incrinatura. Di fatto, penso alle assunzioni nella pubblica amministrazione, che non si sa per quale ragione vengono posticipate ogni anno; poi ci sono le proroghe affannose, che trovano soluzioni a norme che non possono avere applicazione; forse, colleghi, si preferisce prorogare piuttosto che abrogare.

Si scopre, forse, che alcune norme bandiera del Conte-bis, come quelle sugli appalti pubblici, si scontrano con la realtà, con il rischio di conseguenze negative per la nostra economia. Così come la riforma Crimi sull'editoria, che siamo riusciti trasversalmente - ringrazio i colleghi della maggioranza che lo hanno capito, compreso e portato avanti, con una pagina parlamentare direi ben scritta fra maggioranza e opposizione nell'interesse nazionale - a posticipare nella propria applicazione a garantire il rifinanziamento di Radio Radicale, presidio di libertà e pluralismo informativo. Vedete, Crimi si spese in prima persona per una riforma del finanziamento dell'editoria, con un taglio previsto di circa 60 milioni di euro, un procedimento che sembrava avere come obiettivo primario, appunto, Radio Radicale e, con lei, le altre realtà cooperative e medio-piccole della carta stampata, come il manifesto, l'Avvenire, Il Secolo, per esempio. Tanto che il taglio prendeva di mira 34 cooperative, tre giornali di minoranze linguistiche, alcuni periodici legati ai diritti dei consumatori e oltre un centinaio di piccole testate no-profit. In tutto si parla, colleghi, di oltre 900 persone, di cui 677 tra giornalisti e giornaliste, 190 poligrafici e almeno 8 tecnici. Lo ricordiamo: solo un buon giornalismo è antidoto alle fake news e alla disinformazione. Questo è solo l'inizio, perché io credo che ciò che è accaduto rispetto al differimento della riforma Crimi possa essere un preludio anche a un sostegno a tutto il comparto editoria. Io ricordo che nell'ultimo provvedimento, in legge di bilancio, era stato inserito un emendamento votato all'unanimità - e questo fu anche una bella pagina parlamentare - da tutta la Commissione VII, MoVimento 5 Stelle compreso, proprio a favore del rifinanziamento del credito d'imposta e della forfetizzazione delle rese. Poi, purtroppo, non si sa non si sa che cosa accadde in quelle notti tempestose e questo emendamento, invece di essere difeso anche dal Governo che aveva dato parere favorevole, scomparve nel nulla. Ecco, noi siamo qui a difendere, ad essere in prima fila, come Fratelli d'Italia, a difendere tutta l'editoria nazionale.

Quindi, lo faremo con convinzione, vi staremo, come si dice, alle calcagna perché venga salvato un settore che, in Francia e in Germania, ha ricevuto miliardi, più di un miliardo di finanziamenti, proprio per tutelare la buona informazione da quella ormai inquinata dei social o eterodiretta.

Nel “Milleproroghe”, poi, manca, secondo noi, la proroga chiave per molte aziende: la proroga della validità del DURC, su cui abbiamo presentato emendamenti, che il Governo si è impegnato a posticipare in altro atto durante i lavori di Commissione. Di questo ringrazio il Ministro D'Incà, che è qui presente e che, in maniera da parte sua molto corretta e istituzionale, ha spiegato il motivo tecnico e, cioè, che doveva essere allineato alla proroga della emergenza. Ma siccome sappiamo che, purtroppo, i tempi in Italia, come quello del “Milleproroghe” che stiamo discutendo solo adesso, si dilatano e che l'emergenza non è affatto chiaro quando terminerà, è bene per noi ribadire che questo intervento vada fatto al più presto possibile, perché - io ho citato un esempio per tutti, ma ne potrei fare decine - anche nella filiera dello spettacolo dal vivo, anche nella filiera delle imprese culturali, anche nella filiera delle fondazioni, ci sono fondazioni che si sono viste bloccare i fondi dei ristori per 84 euro di DURC negativo.

Quindi, anche intervenendo in audizione, abbiamo chiesto al presidente dell'INPS Tricarico se non valutasse l'ipotesi di garantire una tolleranza, attraverso, ovviamente, un'indicazione del Parlamento, di almeno mille euro per il DURC negativo, e lui stesso ha detto che era assolutamente auspicabile, come era auspicabile - e questo pure lo abbiamo chiesto noi di Fratelli d'Italia - che magari, in tempi di emergenza nazionale, il DURC, che è un documento importante per la trasparenza e la legalità - ci mancherebbe altro! - potesse essere, però, analizzato ed esaminato durante il finanziamento, l'erogazione e, come si fa e come si sta facendo anche per i 600 euro, nel caso di DURC negativo per motivi seri, allora, poi, si congelano le somme erogate e si richiedono indietro.

Ma su questo non abbiamo avuto aperture da parte del Governo. Già, infatti, ricordo che nel “Ristori 4”, grazie a un nostro ordine del giorno, anche presentato da Italia Viva, su questo venne garantita la validità fino al 30 gennaio, per cui ci sembrava assolutamente di buon senso, a costo zero, prorogare il DURC anche fino almeno a dicembre, perché, poi, l'emergenza sarà rinnovata, immagino, più volte anche dal sentiment, dal sentimento che vediamo ora aleggiare nel Governo.

Di fatto, va solo introdotto un nuovo termine, cosicché tante realtà, appunto, possano vedere un flusso di ristoro nelle proprie casse. Vedremo comunque; consideriamo questo un provvedimento necessario per garantire la sopravvivenza di numerosissime imprese, trasversalmente agli ambiti considerati. Quindi, noi partiamo da quelle dello spettacolo dal vivo e della cultura che sono le più colpite, ma ce ne sono nel turismo, sono colpite nella ristorazione, nel terziario, quindi, trasversalmente, in tutte le categorie.

Colleghi, dobbiamo riconoscere anche un altro elemento. Questo Governo, nato sotto l'insegna dell'unità nazionale, in realtà, è il Governo di una parte della Nazione; di fatto, analizzando i dati di Openpolis, quasi un monocolore di sinistra. Un'eterogenea maggioranza esapartitica esprime un Governo costruito con l'algoritmo Cencelli, che evidentemente non passa mai di moda, vagheggiando grandi e complesse riforme strutturali, celando la sua intima natura di divisione di potere. La lista dei sottosegretari, che rimbalza come l'unicorno nelle chat WhatsApp, segna un percorso di continuità con il “Conte 2”. Luigi Di Maio siede al Governo dal 2018, 9 ministri su 23 facevano parte della precedente maggioranza, con l'anomalia del Ministro dell'Istruzione, formalmente tecnico, ma, in realtà, organico al PD. Patrizio Bianchi, infatti, è stato per dieci anni assessore regionale dell'Emilia-Romagna con il centrosinistra: come facciate a chiamarlo tecnico è un mistero della politica.

Diamo, però, altri numeri. Sono nove i Ministri che vengono riconfermati dal precedente Governo “Conte-bis”, due dal “Conte 1”, due da Renzi e Gentiloni, tre dal Governo Letta. Insomma, un Governo così attento all'ambiente, che il riciclo è la riforma e la norma. Un monocolore della sinistra, di fatto.

Per non parlare della presenza di Arcuri, colleghi: il simbolo del fallimento della gestione pandemica è rimasto ancora là, negli stessi corridoi, negli stessi palazzi. Perché il commissario straordinario ha avuto più di 1.200 contatti con Benotti, un faccendiere senza titoli ora indagato per la commessa sulle mascherine cinesi? Non lo sappiamo. Aspettiamo, con garanzia certo, i rilievi della magistratura, ma non è questo che ci interessa. Vedete, noi pensiamo che la magistratura debba fare il suo corso e, se ci saranno degli illeciti debba, ovviamente, perseguirli, ma adesso il tema è l'incapacità del commissario Arcuri, l'incapacità a fare il commissario ed è per questo che, a nostro parere, come più volte chiesto pubblicamente anche da Giorgia Meloni, debba essere cacciato immediatamente per incapacità.

Eppure, c'è qualcosa che non va. Come mai Benotti ha ricoperto ruoli chiave nei Ministeri del Partito Democratico? Ormai è diventata una gag Delrio che sfugge alla troupe di Non è l'arena, come se fosse, appunto, un tapiro; ma, purtroppo, non è il tapiro, è la trasparenza, cioè capire perché Delrio abbia nominato un consigliere giuridico che non aveva titoli e che dice di non aver mai incontrato, e dice di averlo fatto perché si è autodichiarato. Come se io autodichiarassi un'esperienza come astronauta e potessi andare nello spazio: questo è un po' il ragionamento di Delrio.

Arcuri, dopo le ultime rivelazioni dei suoi contatti continui con Benotti e i sequestri della Guardia di finanza, venga, di fatto, sospeso dal suo incarico in una struttura commissariale: penso sia la richiesta più naturale da parte di qualsiasi Nazione dotata di buonsenso, di qualsiasi Governo dotato di buonsenso.

Prima Immuni, poi le “primule” - ricordate le “primule”, quanto costavano e si stavano facendo? - poi le siringhe, che pagavamo il doppio rispetto al costo di mercato, infine i vaccini, senza dimenticare, ovviamente, le mascherine, perché, come abbiamo dimostrato, le pagava tre volte quello che il presidente delle Marche aveva, di fatto, pagato. Arcuri è tutto fuorché Mr. Wolf, quello famoso che risolveva i problemi: di fatto, è quello che li aggrava, è quello dei fallimenti, è quello degli amici degli amici che lucrano. Vengano messi a disposizione i contratti che la struttura commissariale ha stipulato in questo anno pandemico.

Veniamo, poi, alle politiche del Governo. Dispiace che la cultura non sia stata il centro delle linee programmatiche del nuovo Premier, nonostante sia uno dei settori più colpiti dalla pandemia e riguardi, con tutto l'indotto, 15 milioni di persone. Quindi, non è un indotto secondario: questo, forse, è bene che ve lo stampiate bene nel cervello.

La cultura è prestigio nazionale, cultura è economia, è moltiplicatrice di PIL. La riscrittura del Piano nazionale di ripresa e resilienza, poi, rimetta al centro la cultura, lo spettacolo, l'editoria, l'innovazione e l'informazione, ridotti a pochi incisi e con pochi soldi a disposizione.

Noi abbiamo apprezzato la pacatezza dell'intervento del Presidente Draghi, ma, in questa pacatezza, ci è dispiaciuto dover notare solo, appunto, qualche accenno - proprio neanche i titoli, solo l'accenno - alla definizione di cultura e anche a frasi abbastanza stereotipate su quanto fosse importante per l'Italia, perché siamo l'Italia, e così il turismo e, se non lo facciamo noi questo rilancio, chi lo dovrebbe fare. Ecco, questi stereotipi, forse, potrebbero essere ultronei all'interno di una relazione di visione di un Presidente del Consiglio, da cui ci si aspetterebbe, invece, politiche attive di visione su comparti strategici, proprio perché siamo l'Italia, la patria delle arti rispetto alla cultura.

Il PNRR, quello di Conte, è stato persino criticato da Draghi stesso. Vi elenco delle citazioni dal suo intervento programmatico. Uno: dovremmo rafforzare il programma, prima di tutto, per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano. Due: non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni, dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050. In poche parole, colleghi, una bocciatura totale della visione del “Conte-bis”.

Ancora, il Ministro dei Trasporti Giovannini, fino a qualche settimana fa, era portavoce dell'ASviS.

In un'audizione sul PNRR sentite cosa disse: “Attualmente nel PNRR italiano manca la definizione di target e obiettivi quantificabili come invece dovrebbe essere e servono indicatori di risultato di tipo finanziario e non”. I grandi successi del Conte-bis e di parte di questa maggioranza quindi, vengono molto ridimensionati. Chiediamo che sia il Parlamento il centro dell'azione sul PNRR - e questo è un aspetto che ci ha inquietato molto del nuovo corso draghiano -; accentrare tutti i poteri sul Ministro Franco, al MEF, lo consideriamo inaccettabile. Colleghi, in Commissione abbiamo già chiesto l'immediata convocazione dei Ministri delle materie di competenza per l'illustrazione delle linee programmatiche, come la cultura, lo spettacolo, l'informazione, la scuola, l'università, la ricerca e l'editoria. Avremmo già chiesto anche quella del Ministro dello Sport, Ministro D'Incà, se ci fate sapere chi sarà il Ministro dello Sport. Aleggiano due misteri in questa nuova compagine di Governo: uno è lo sport e l'altro è l'editoria. Il povero Martella è scomparso dal giorno alla notte, non si sa dove starà vagando nei corridoi di Palazzo Chigi, mentre il Ministro dello Sport, dopo la gaffe mondiale delle Olimpiadi, speriamo non venga riconfermato; ma intanto crediamo che serva un titolare, proprio perché siamo l'Italia anche in questo, dello sport che possa intanto come primo atto far riaprire tutte le strutture sportive che stanno morendo di fame. Ma non sappiamo appunto ancora chi sarà, anche se la riforma, una pessima riforma, è in scadenza con tanti punti negativi. C'è poco tempo, colleghi, e tanto da fare. Noi, come opposizione patriottica, sosterremo quei provvedimenti utili alla Nazione. Lo abbiamo detto, lo stiamo facendo, lo abbiamo fatto anche con una gestione dell'opposizione durante il “Milleproroghe” in Commissione bilancio. Il Presidente Draghi però deve dare dei segnali di discontinuità: Domenico Arcuri deve essere cacciato per incompetenza, poi se la vedrà con la magistratura, con tutte le garanzie del caso, ma per incapacità manifesta, per mancanza di trasparenza nella gestione degli appalti, come commissario ha fallito e questo è un importantissimo segno di discontinuità che chiediamo al Presidente Draghi. Se Draghi vuole dimostrare di non essere il Premier del Draghi-ter, cacci questo commissario e i Ministeri riprendano il controllo della situazione garantendo efficienza e trasparenza, potenziando la rete ospedaliera, le cure domiciliari - che erano le prime cose che avreste dovuto fare - e le terapie intensive. Con questa forbice, potenziare le cure domiciliari e le terapie intensive, oltre al vero tracciamento, si sarebbe risolta l'emergenza e l'Italia sarebbe potuta rimanere tutta aperta: così i negozi, così le aziende, così le palestre, così cinema, così i teatri. E invece che cosa avete fatto? Avete fatto il contrario: avete chiuso tutto per la incapacità di potenziare i medici di base, di dargli degli staff formati che potessero andare nelle case ai primi sintomi, perché questo virus si combatte così e ce lo dicono fior fiore di virologi anche internazionali. Si combatte affrontandolo nelle prime ore, andando nelle case con le giuste attrezzature, con degli staff medici che somministrano subito la terapia ospedaliera, prevenendo ed escludendo il ricovero e limitando il contagio. Si combatte in questo modo, potenziando e creando le terapie intensive, cosa che non avete fatto con Arcuri; e di quelle poche che sono state fatte sono stati chiusi i bandi soltanto a fine ottobre e sono limitate e non basteranno in caso di vera emergenza che, Dio non voglia, ci sarà. Per cui l'incapacità del Conte 1, Conte 2 e purtroppo della maggioranza di questo Governo, è manifesta e noi ancora siamo qui a contribuire a dirvi quello che andrebbe fatto e che voi vi ostinate a non fare.

Si può affrontare la guerra del virus facendo ripartire l'economia. Abbiamo gli strumenti per difenderci. L'OMS dice ad esempio, colleghi, che i casi nonostante le varianti si sono dimezzati; e se lo dice l'OMS, perché questa narrazione dell'emergenza, del chiudiamo tutto, dell'attenzione che le varianti sono una, due, tre, quattro, cinque, cento? Perché molti di questi virologi, o alcuni più in vista, hanno ambizioni politiche, forse? Perché forse volevano diventare Ministri al posto di Speranza e non lo sono diventati e quindi si vendicano creando allarmismi inutili e terrorizzando? Persino Macron in Francia ha chiesto ai virologi di smetterla di fare gli allarmisti e di creare la narrazione del terrore, perché questo distrugge l'economia e una Nazione forte sa gestire l'emergenza, ma non distrugge la propria economia. Draghi quindi riapra i luoghi della cultura e dello sport per il 6 marzo, lo dice persino Franceschini, che molto spesso è sembrato un po' il “sor Tentenna”, figura del carattere italiano. Lo dice persino Franceschini, noi lo abbiamo chiesto sin dall'inizio proprio con questa prospettiva, anche con un ordine del giorno che era stato accolto. Si può riaprire in sicurezza mantenendo i ristori, perché ovviamente per esempio con i teatri, con i cinema, quando gli sono state distrutte due stagioni e la terza in programmazione, forse, sicuramente se li si fanno riaprire il 6 aprile - e questa è una buona notizia - lo si deve fare mantenendo i ristori e sostenendo le nuove stagioni dal punto di vista economico. Stasera l'UNITA sarà di fronte ai maggiori teatri per chiederne appunto la riapertura e noi siamo con loro, con questa mobilitazione spontanea che segue già le richieste del tavolo di crisi al MiBAC, istituito grazie a Fratelli d'Italia, e questa è un'altra vittoria dell'opposizione patriottica.

L'economia rischia di sparire, di lasciare spazio solo a quella digitale con i grandi gruppi che stanno estirpando le reti locali e glocali. Nel Trattato del ribelle, vedete, Jünger parla di chi vuole rendere perenne la paura per rafforzare il potere. Ecco, la stragrande maggioranza dei virologi è contraria al lockdown totale e vorreste chiudere tutto, ancora una volta facendoci vivere nella paura. Spiegatelo poi agli attori, agli artisti, ai gestori dei teatri, dei cinema, delle scuole di danza, spiegatelo ai ristoratori, spiegatelo ai professionisti, spiegatelo a chi vive del proprio lavoro e non di reddito di cittadinanza, spiegatelo a chi vive di cultura, a chi vive di spettacolo, a chi vive di sport, a chi vive di turismo, ai piccoli esercenti, a chi ha i negozi nei centri storici, spiegatelo a chi vive di turismo in montagna. Colleghi, non vorremmo scoprire, per dirla con Bennato, e noi abbiamo dimostrato rispetto per il Presidente Draghi, che tra un po' i draghi del potere non sono altro che draghi di cartone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fausto Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie Presidente, io mi atterrò più allo stile del relatore nel mio intervento, richiamandomi, avvisando anche chi mi segue nelle iscrizioni a parlare, a uno stile un po' più conciso. Su questo provvedimento vanno dette alcune cose in premessa: è evidente che questo provvedimento era arrivato già appesantito alla discussione di quest'Aula dall'emergenza COVID-19 sia per quello che ha riguardato le misure strettamente connesse all'emergenza stessa, sia per quello che ha riguardato il rallentamento del normale funzionamento della macchina amministrativa, che dell'emergenza COVID-19 è stato un correlato con strascichi anche abbastanza significativi, a cui il provvedimento “Milleproroghe” si propone di porre rimedio. L'altra premessa riguarda il quadro politico e parlamentare, soprattutto, nel quale la discussione di questo provvedimento si è svolta.

E' noto a tutti, perché quest'Aula ne è stata protagonista, che è cambiata sia la composizione della maggioranza, sia, significativamente, la composizione del Governo e che questo quadro politico nuovo ha influito - e ha influito, eccome - sulle modalità di discussione del provvedimento stesso, rendendo necessaria una compressione significativa sia del numero degli emendamenti posti in discussione, sia della selezione degli emendamenti da approvare nell'ambito di una maggioranza che ha caratteristiche molto particolari, sia per quello che riguarda la sua vastità, sia per ciò che, come è noto, riguarda la sua composizione politica. Ciò ha quindi comportato un lavoro anche di confronto e di dialogo con le forze di opposizione che sono state coinvolte nella discussione del provvedimento e nella selezione degli emendamenti da approvare. Al termine di questa discussione arriva in quest'Aula un provvedimento che, oltre a ricomprendere ciò che, appunto, vi era vi era già compreso, introduce alcuni elementi di novità e rimanda alcuni nodi a provvedimenti successivi.

Importante e significativa, dal punto di vista della discussione nelle Commissioni di merito, è la proroga dei termini per le procedure concorsuali, la proroga del reclutamento per il personale degli enti locali, la proroga dei termini per i PIP di Palermo, più l'istituzione del tavolo che si dovrebbe occupare una volta per tutte della loro stabilizzazione. È noto - ed è stato un punto controverso all'interno della maggioranza ma secondo me è significativo che sia rimasto, seppur sappiamo che arriverà un ordine del giorno su questo - l'emendamento che prevede il blocco dell'esecuzione degli sfratti. È stato spostato a fine marzo il termine per la presentazione delle domande per la CIG COVID, che è una presa d'atto da parte del Parlamento, io credo doverosa, rispetto a una condizione di difficoltà che investe e continua a investire centinaia di migliaia di lavoratori. È chiaro che si tratta di provvedimenti che tamponano una situazione che, come dire, è una situazione di fatto, ma è altrettanto vero che si tratta di una situazione potenzialmente esplosiva, che è esplosiva e che meritava un'attenzione particolare da parte del Parlamento.

Inoltre, viene rafforzata la struttura del Ministero dell'Economia e delle finanze, che sarà chiamata, come è noto, ad occuparsi del Recovery Plan; viene concesso più tempo ai sindaci chiamati in causa sulle vicenda del deposito unico per le scorie nucleari, per svolgere una riflessione e un confronto con il Ministero dell'Ambiente; viene prorogato il cosiddetto bonus vacanze, che comunque è stata una misura diciamo, per quanto tampone, di stimolo al settore turistico e di sostegno alle famiglie; viene giustamente prorogata, grazie ad un emendamento, la durata dell'anno accademico 2019-2020 per gli studenti che hanno sofferto la condizione particolare a cui sono state sottoposte le università nel corso di quest'ultimo anno. Infine, vengono poi ampliati i requisiti per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, cercando di mettere in campo strumenti che consentano di portare una parte importante del personale della pubblica amministrazione, proseguendo un percorso che era già cominciato la scorsa legislatura, per poter ovviare a un problema strutturale della nostra della nostra pubblica amministrazione; così come significativo io credo sia il rinvio dei tagli all'editoria e rinnovo il contributo a Radio Radicale.

Solo un dispiacere - lo dico al rappresentante del Governo e al relatore - per quello che riguarda la mancata proroga per la ricerca sugli animali: si trattava di una proposta che aveva un consenso molto largo anche all'interno della maggioranza; si tratta di uno strumento necessario alla ricerca scientifica italiana per potere partecipare ai bandi europei che non prevedono durata dei progetti di ricerca annuale, ma la prevedono almeno triennale. Molti di noi avevano sperato - forse si erano illusi - che la contestuale emergenza COVID che stiamo attraversando avrebbe potuto suscitare una riflessione leggermente più coraggiosa da parte del Governo e del Ministero della Salute, soprattutto in riferimento a quanto è avvenuto fino a questo momento. Questo non è avvenuto, ma ciò non toglie che è un tema che si riproporrà, perché lo pongono di nuovo gli accadimenti, oltre che il mondo della ricerca e della medicina italiana.

Detto questo, si è trattato di un lavoro straordinario, egregiamente condotto da i due presidenti di Commissione, che sono stati per l'occasione anche relatori e che io colgo l'occasione per ringraziare, così come ringrazio il Ministro che ha seguito di persona, se non altro diciamo perché è necessitato dalla condizione iniziale nella quale si trova il Governo.

Spero che i temi che non sono stati affrontati e che non sono stati risolti da questo “Milleproroghe” possano trovare, nell'impegno comune di Governo e Parlamento, una risposta nel corso dei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Il “decreto Milleproroghe” ripropone tutti gli anni questioni che sono ormai note. Alcune considerazioni, prima di andare nel merito anche della tecnica legislativa, credo che si possano fare, in questo contesto. Come dico sempre, insieme con il collega Ceccanti: noi ormai, se eravamo tecnici, diventando deputati - visto che oramai c'è il Governo dei migliori - non possiamo più essere considerati tecnici, ma semplici deputati, che si affannano nel ricostruire le questioni, o almeno provano, dipende dalle persone. Io vorrei innanzitutto riconoscere al Ministro D'Incà, in questi giorni, grande misura e proporzione - vedo che mi ascolta con grande interesse - nei lavori del cosiddetto “Milleproroghe”, soprattutto nel costruire una cerniera di proposte emendative che potevano essere in qualche modo riconosciute come rilevanti nel percorso che ha visto un decreto geneticamente espressione del precedente Governo e che doveva essere traghettato in questa transizione con la nuova maggioranza, che non è politica ma che ha tutt'altro profilo e che, quindi, doveva in qualche modo ricostruire un provvedimento di una certa efficacia. Riconosco anche, al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, questa misura, questa proporzionalità e adeguatezza nel trovare delle soluzioni che poi abbiamo, anche noi stessi, dovuto rinviare su tanti temi che erano in qualche modo anche bandiera delle singole forze politiche (e così anche al presidente Brescia e al presidente Melilli, delle Commissioni, che hanno lavorato in questo senso).

Io, come al solito, sono stato un po' discolo nella Commissione, ma perché ancora portavo con me, come dire, questa identità forte di opposizione di centrodestra e non era del tutto facile riuscire a trovare delle soluzioni; quindi ai presidenti Brescia e Melilli e, in particolare al Ministro D'Incà, va riconosciuta questa capacità di mediazione, con momenti anche non semplici per trovare delle soluzioni. Se questo sarà il metodo e il modello probabilmente andremo avanti molto bene e spero che il Ministro D'Incà sia affiancato ora da un sottosegretario che abbia lo stesso modello di comportamento e di relazione forte con il Parlamento, perché comunque questo è il Parlamento. Ogni Governo deve avere un indirizzo politico, che si esprime poi nelle Camere, e, pertanto, ci vuole anche un rapporto, una mediazione, una risoluzione delle questioni. Penso che il Ministro D'Incà, in questo senso, sia una garanzia per questa maggioranza.

Chiedo al Ministro di far capire ad altri Ministri che già in queste ore - prima della fiducia - si stanno muovendo che, forse, anche all'economia e da altre parti esiste il Parlamento, anche quando si prendono le decisioni, e che probabilmente un'interlocuzione forte con chi ha un'esperienza parlamentare non è del tutto, come dire, da mettere da parte, perché sennò è difficile poi trovare, come dire, delle proposte coerenti e provvedimenti che siano adeguati a quello che è comunque l'indirizzo politico.

Se non sbaglio, c'è una forza di maggioranza relativa, che sono i 5 Stelle, poi c'è il PD, Forza Italia, LEU, la Lega, cioè facciamo difficoltà a ricordare tutti quelli che siamo - tanti! -, ma questo non vuol dire che sia del tutto, come dire, sufficiente, perché poi nelle Aule parlamentari molte proposte, anche molte questioni che sono nel “Milleproroghe”, sono affrontate all'interno di provvedimenti che sono proposti nelle Commissioni. Quindi, il lavoro che già le Commissioni hanno fatto sugli stessi temi può essere utile, in modo da illuminare tutti i tecnici e i migliori che ci stanno illuminando, in modo tale che noi, che siamo i sub-illuminati, che abbiamo la luce più bassa, possiamo pure noi trovare delle soluzioni; e il lavoro che abbiamo fatto può essere portato, come dire, a conoscenza del Governo e aiutare nelle soluzioni.

È la centralità del parlamento - ecco, per capirci, no? -, quella tanto agognata dal Presidente della Camera fin dal suo primo discorso d'insediamento. Su quello non possiamo, come dire, recedere e anche in un provvedimento come il “Milleproroghe” il Parlamento rimane centrale. Il Parlamento è il luogo che esprime il legame diretto con il corpo elettorale - per ricordarlo a tutti noi - e quando entriamo in queste Aule tutti coloro che sentono il dovere e l'impegno che nasce da questo legame con il corpo elettorale tentano di trasfonderlo in ogni provvedimento, anche nel cosiddetto “Milleproroghe”.

E andiamo alle questioni sia di tecnica legislativa che di contenuto. Qualche anno fa un collega costituzionalista fiorentino, Andrea Simoncini, su Quaderni costituzionali del 2004, in un interessante articolo - lui si è spesso occupato della decretazione di urgenza: la decretazione d'urgenza e il collaudo delle leggi - ci ricordava che le proroghe possono essere definite in due accezioni: le cosiddette “proroghe infinite”, cioè le proroghe che nascono dalla necessità di dare manutenzione e collaudo alle leggi, ma senza fare manutenzione e collaudo si arrivava a prorogare infinitamente (e si arriva a prorogare infinitamente), perché - diventa, con quel modo, a regime - i sistemi a regime non sono tali ma diventano tali sulla base, appunto, di questo meccanismo di proliferazione delle proroghe; dall'altro lato, invece, vi sono le cosiddette “proroghe affannose”. Ma, al di là di ciò che ci ricordano anche i nostri uffici, chi ha letto quell'articolo sa bene che quella ricostruzione era, in qualche modo, anche il portato di ciò che diceva la Corte costituzionale, di ciò che poi la Corte costituzionale ha espresso in materia.

Ora abbiamo un Ministro della Giustizia che viene dalla Corte costituzionale e ricordo che, a quel tempo, Andrea Simoncini, collega di Firenze, era tra i possibili candidati. Poi probabilmente - non so per quale ragione; era tra i candidati alla Corte - a volte c'è chi è più avvezzo alla proliferazione delle nomine e chi, invece, fa gli articoli e ricostruisce le questioni (vedo qui l'amico Ceccanti, che è un produttore infinito di saggi e di articoli e, quindi, forse comprende quello che sto dicendo).

È evidente che ci sono proroghe che, in qualche modo, nascono anche da una necessità. A volte ci troviamo dei provvedimenti, come la legge di bilancio, la cui scadenza è al 31 dicembre e norme che vengono prorogate dal 1° gennaio.

Io capisco la necessità di prorogare - a volte l'esigenza della proroga è assolutamente ineludibile - quando ci sono situazioni e questioni di interessi vivi sui quali interviene il provvedimento. Poco si comprende quando si utilizza questa via per due sostanziali ragioni: la prima è perché è il modo migliore per fare cose impopolari e non del tutto riconoscibili sul piano del consenso elettorale e si possono fare meglio in un grande provvedimento non omnibus ma super omnibus in cui si infila tutto; l'altra è che probabilmente non si tiene conto di quello che anche il nostro Regolamento della Camera (articolo 79) ci dice in ordine alla valutazione dell'adeguatezza dei termini previsti per l'attuazione della normativa. Questa adeguatezza, la valutazione di adeguatezza, di proporzione, dovrebbe essere già fatta dal Parlamento, ma spesso il Parlamento ha subito, in questi mesi, in questi anni, uno - tra virgolette – “strapotere” del Governo, il quale ha imposto tempi e modalità di approvazione e, quindi, abbiamo recepito questo modello che ha portato, poi, a che cosa? Al fatto che le Camere potevano reintervenire per manutenere, collaudare e sperimentare quella che è l'applicazione reale della disciplina di legge e, soprattutto, la necessità di tornare al principio di realtà, cioè a quello che poi era necessario fare prima e non è stato fatto quando le leggi prevedono termini che non si possono rispettare. Questo è un andazzo. Tutti possono dire: va be', ora ci fa un po' di discorsi, ci dice qualcosina tanto per. Ma è la soddisfazione di poterlo dire nella Camera dei deputati e di fare una critica allo stesso provvedimento che mi accingo a votare, dicendo che forse questo Governo potrebbe essere il primo Governo, con questa larga maggioranza, che cambia rotta su questo modo di fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che non si affanna sulla necessità di prorogare i termini, che non accetta la proroga infinita dei termini (via via negli anni si prorogano i termini che riguardano una determinata disciplina), per ritornare a svolgere il compito che noi abbiamo: fare leggi adeguate che valutano in modo proporzionato la loro applicazione, che siano espressione di valori pregnanti del sistema, di quegli interessi, come il professor Grossi diceva - visto che questo è un momento in cui la Corte costituzionale va di moda, quindi ridiciamolo - come dire, anche fattuali che nascono dalla Costituzione vivente, da quello che è poi il portato reale dell'applicazione delle leggi.

Se noi riusciamo a fare questo… In un Governo dei migliori questo non può non esserci, soprattutto perché i parlamentari non è che faranno sconti al Governo su questi temi e non è che questa nostra fiducia… come dice qualcuno, non è che avete dato una fiducia distruttiva: vedo qui un collega che sta entrando in Aula e, quindi, potrei citare chi lo ha detto. Non è una fiducia distruttiva; è una fiducia costruttiva. Abbiamo dato la fiducia con l'idea di costruire, di dare un ruolo, e su provvedimenti come questi tutti i parlamentari che partecipano alle Commissioni, ad Affari costituzionali e Bilancio, sanno benissimo - compreso qui il presidente Brescia, pur nell'acume che ha avuto nel trovare soluzioni - che abbiamo fatto notevoli sforzi, ovviamente sforzi che anche l'amico Tabacci ha più volte stigmatizzato. E' il dire: “Beh, si può andare avanti” per evitare che ci fossero ulteriori frizioni.

Però, è evidente che i requisiti costituzionali dovrebbero essere il portato della nostra capacità di legiferare, e mi viene quasi di pensare alla capacità di intendere e di volere, ma la capacità di legiferare in qualche modo presuppone una capacità di intendere e di volere di tutto il Parlamento. E, quindi, a volte è vero che abbiamo momenti, come dire, di lucido intervallo, ma, voglio dire, il lucido intervallo dovrebbe proseguire nel tempo e quindi, Ministro D'Incà, chiediamo che i prossimi provvedimenti… sarebbe facile per me dire che vengono dal precedente Governo: ma era una roba del precedente Governo, quelli lì non sapevano fare niente e noi, invece, siamo ora i geniacci che li hanno sostituiti. So benissimo che non è così e certamente ne è consapevole il Ministro, che rappresenta qui il Governo da solo.

Rappresenta il Governo e speriamo che ogni tanto i migliori tecnici vengano in queste Aule anche nella discussione generale sul “Milleproroghe”. Speriamo, penso che saranno presenti.

Confido molto sui sottosegretari o Vice Ministri, non lo so, che arriveranno e che saranno più presenti per far capire che c'è questa intenzione di ascoltare le Camere. Io so già, sono consapevole di essere tedioso per quello che ho detto, in questo momento, perché immaginiamoci, per un Governo tecnico, dire che ci sono delle atecnicità o degli affanni nel fare la normativa, è un'offesa che potrebbe essere non più rimediabile. Allora, è evidente che il “Milleproroghe 2021” - perché, qui, ormai, è come la legge comunitaria che abbiamo ogni anno, e, qui, anche il “Milleproroghe” ce lo abbiamo ogni anno - come tutti sapete, proroga qualsiasi cosa sia prorogabile e vi sono dei passaggi che sono chiaramente da riverificare nei prossimi provvedimenti; il presidente Brescia su questo mi pare che durante la discussione in Commissione sia stato consenziente, nel senso che ha recepito le istanze che venivano da tutti i gruppi. Ebbene, pensiamo solo all'articolo 1; non mi ricordo quanti commi abbia, mi sembrano parecchi, mi pare 15 o 17, molti dei quali prorogano di un anno, dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021, ad esempio, la possibilità per le pubbliche amministrazioni di assumere personale a tempo determinato in sostituzione delle cessazioni avvenute tra il 2009 e il 2012. Si tratta di proroghe e rinvii già presenti dal 2011. Ecco, su questo penso che si possa già intervenire, Ministro; fatta questa proroga, che sia l'ultima, perché affrontiamo, sulle pubbliche amministrazioni, un tema che non credo sia di instabilità, ma di stabilità e, quindi, soprattutto ora, con il Recovery Plan c'è la necessità che la pubblica amministrazione debba essere il più possibile pronta a dare risposte e sono certo che il Ministro Brunetta in materia avrà modo di riformare organicamente il settore. Ciò anche perché i vincoli di finanza pubblica in materia sono molto rilevanti. Le proroghe, poi, incidono su questi vincoli, perché poi torniamo alla legge di bilancio ogni anno e non riusciamo ad intervenire - vedo qui qualche collega della Commissione bilancio -, tutte le volte vogliamo intervenire in materia, poi i vincoli ci dicono “no”. E allora che si fa? Un'altra proroghetta. Però, insomma, è dal 2011, e anche nel 2014, che sulla possibilità di assumere, anche negli anni precedenti, ci sono i vincoli di finanza pubblica, ma anche tutti i contenziosi che sono sorti dopo l'approvazione delle assunzioni derivanti dalle diverse proroghe. Anche lì, c'è il tema dei contenziosi che dovrà essere risolto, però, intanto, ecco, questa norma probabilmente, ancorché reiterata, era del tutto necessaria, vista la situazione in cui ci troviamo. L'articolo 3, comma 2, prevede il blocco, anche per il 2021, della rivalutazione Istat dei canoni di affitto dovuti dalle amministrazioni pubbliche nazionali e locali ai locatori per tutti gli immobili in affitto. È una norma di favore per la pubblica amministrazione e anche su questo bisogna cominciare a valutare qualche provvedimento anche diverso, perché bloccare le rivalutazioni Istat solo per i canoni d'affitto di tutte le amministrazioni pubbliche, quando nel settore privato vige una norma diversa, lei comprende, Ministro, che, insomma, è un favor che si capisce per l'esercizio di funzioni pubbliche, per gli enti, ma sappiamo che molto spesso le amministrazioni pubbliche nazionali e locali pagano copiosi affitti anche per immobili non sempre vocati solo a una destinazione pubblicistica, spesso sono anche non del tutto utilizzati e, quindi, forse, anche qui, una revisione è necessaria.

Ancora, ricordo l'articolo 4 che prevede la proroga anche per il 2021 del regime transitorio per l'assegnazione alle regioni virtuose di una quota premiale delle risorse ordinarie del sistema sanitario nazionale. Benissimo, la legge a cui si fa riferimento è del 2009! Anche qui bisogna andare a regime, non è possibile che questo regime transitorio sia in qualche modo in piedi dal 2009. Questa quota premiale delle risorse ordinarie era del tutto necessaria in questa fase pandemica, ne abbiamo discusso in Commissione, ma, probabilmente, anche qui, si può pensare, ora, viste anche le risorse che sono state assegnate con il Recovery Plan, a intervenire a regime, come dicevo prima, in maniera sistemica per non dare ragione all'amico professor Simoncini che dice invece che, se no, le proroghe diventano solo proroghe affannose; “affanno” nel dover rincorrere, come dire, errori o valutazioni non adeguate sui termini precedentemente fissati nella disciplina di base. Ci sono altri temi, per esempio, che vado a riassumere, perché sono tantissimi: l'articolo 3, ai commi da 9 a 11, per esempio, è relativo alla partenza della nota lotteria degli scontrini, rinviata dal 1° gennaio al 1° febbraio; capisco l'importanza del decreto attuativo, con riguardo anche all'intervento dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Mi risulterebbe, mi dicono, si sussurra che il Ministero dell'Economia già stia pensando a rinnovare i vertici di queste Agenzie; ancora non hanno neanche la fiducia e già pensano a rinnovare i vertici? Forse è meglio pensare ai provvedimenti che devono essere fatti, no? Si dice - basta leggere i giornali, non è che lo dico io - che ci sarebbero ipotesi di questo tipo. Ma lo sa il Ministro D'Incà, lo sanno le forze di maggioranza che c'è questa ipotesi? Qui ci sono da fare provvedimenti che abbiamo rinviato di un mese, ricordo che il Governo Conte su questi temi si confrontò non solo con la maggioranza, ma si confrontò anche con il Parlamento, si confrontò con le regioni; vi ricordate il dibattito sulle Agenzie fiscali, ma non solo? Mi pare che siano temi importanti. A me dei nomi non importa niente, chiunque ci sia, li sceglie il Governo, però, c'è il Parlamento e, quindi, prima di avere la fiducia o appena avuta la fiducia già si parla di sostituzioni. Ce lo fate sapere, ce lo comunicate, ci dite che cosa volete fare? Oppure, noi dobbiamo resuscitare un istituto che non c'è più e che non c'è mai stato all'interno del Parlamento, che è quello della ratifica, se non per alcune questioni, i trattati internazionali, ma non ratifichiamo altre decisioni; cioè informate, che ne so, quanto meno i presidenti delle Commissioni più importanti, i gruppi di maggioranza, perché su questi temi noi interveniamo e poi ci dicono - esce sui giornali, quindi, noi purtroppo come informazione questa abbiamo - che si vorrebbero fare. Benissimo, si parla di tanti commissari, direttori di Agenzie, bene, saperlo, no? Mi rivolgo anche ai colleghi, sempre ormai di maggioranza, lo possiamo sapere? Il precedente vituperato Governo quantomeno questo l'ha fatto sapere e si confrontava con il Parlamento. Non si tratta di decisioni di poco conto, visto cosa prevede la legge di bilancio su questi temi. Anche l'articolo 13, comma 1, proroga dal 30 giugno 2021 al 31 dicembre 2021 un termine che era stato approvato nel luglio scorso nel “decreto Rilancio”, cioè le disposizioni del “decreto Rilancio” che per alcune fattispecie consentono alle stazioni appaltanti di elevare al 30 per cento l'importo dell'anticipazione prevista dal codice dei contratti pubblici a favore dell'appaltatore. Va bene, c'è anche qui un affanno, no? Anche qui, va benissimo, però vogliamo mettere mano al codice dei contratti pubblici, vogliamo metterci mano, vogliamo cominciare a pensare - ci sono tante proposte qui in Parlamento depositate - a una riforma organica, anche emergenziale? Ci diceva il precedente Governo che l'emergenza crea diritto; benissimo, che crei, però, un diritto adeguato alle necessità e alle esigenze del momento, tra cui anche questa dei contratti pubblici, del codice dei contratti pubblici. Le lettere b) del comma 2 e del comma 3, dell'articolo 13, estendono a tutto il 2021 le semplificazioni previste per gli anni 2019 e 2020 fino al 31 dicembre 2020 dal cosiddetto decreto-legge Sblocca cantieri - qui è il punto - per l'affidamento delle attività di progettazione dei contratti di lavoro di manutenzione ordinaria e straordinaria in materia di subappalto.

Anche questo, con lo “Sblocca cantieri”, è un tema. Avevamo segnalato noi problematiche sui termini. Ebbene, anche qui bisogna reintervenire sullo “Sblocca cantieri”, rendendolo veramente sblocca cantieri, perché non mi pare che ci sia stato tutto questo sblocco. Ministro D'Incà, su questo anche il precedente Ministro, qui in Aula, con interrogazioni che c'erano state, aveva riconosciuto la necessità di modificare la farraginosità della disciplina in materia per dare impulso reale allo “Sblocca cantieri”. Vi ricordo che anche la Banca d'Italia, in sede di audizione sulla proposta di Recovery Plan, ci ha detto che sono, come dire, parecchio ambiziose le linee guida che sono state proposte dal Governo in materia di cantieri e cantierabilità di tante opere (opere anche di sblocco con riguardo a servizi essenziali), che sono molto ambiziose e non facilmente valutabili sulla loro effettiva realizzabilità.

Nelle audizioni lo ha detto anche la Corte dei conti su questo, ma in particolare la Banca d'Italia. Quindi, anche lì, siccome questo Governo nasce su questo tema, cioè di un importante Recovery Plan, lo “Sblocca cantieri” probabilmente deve essere rivisto, perché se prevedo una serie di interventi e di opere, ma poi tutti ci dicono che con la normativa vigente e per come ci stiamo comportando in questo momento - anche con l'applicazione dello “Sblocca cantieri”, che infatti è soggetto a una serie di proroghe, soprattutto sull'affidamento per i subappalti e per la progettazione - ciò non funziona, quindi, forse, è meglio metterci mano. È inutile fare una bellissima costruzione di centinaia di pagine e poi manca la disciplina effettiva per sbloccare i cantieri. Poi, salto alcuni temi ma uno in particolare mi interessa: l'articolo 5, comma 2, proroga dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 il termine previsto da una norma del 2020 che autorizzava alcune assunzioni nei Ministeri dell'Istruzione e dell'Università. Penso che questa tipologia di assunzioni, sicuramente, in sede di legge di bilancio 2021, dovrà essere riconsiderata. La domanda è come mai in quella sede non si sia pensato di prorogare anche i termini per le altre assunzioni, non solo per quelle del Ministero dell'Istruzione e dell'Università e della ricerca. Ricordo, per l'università e la ricerca, il fondamentale pilastro della ricerca nell'accesso ai fondi del Recovery Fund: attenzione, ciò è fondamentale, ed è sfuggito a molti. Abbiamo ora un nuovo Ministro - c'era prima il rettore Manfredi, ora abbiamo un altro rettore - e sicuramente lavorerà benissimo, ma attenzione a questi temi. Questo è un tema molto importante, cioè quello delle risorse umane che saranno applicate alla previsione, che dovremo mettere nel Recovery Plan, dei fondi per la ricerca. Non voglio dire come alcuni che “l'Europa ha detto”, ma l'Europa ha prescritto che in quella materia, che è fondamentale per qualsiasi progettazione, la ricerca sia, non solo in campo sanitario ed epidemiologico ma in generale, fondamento delle scelte, quindi anche rispetto agli operatori, alle assunzioni e ai soggetti che devono lavorare in quel settore. Chi conosce bene il mondo dell'università e della ricerca - sono ben contento che ci sia un Ministero dedicato all'università e alla ricerca - sa bene che bisogna intervenire con celerità, con immediatezza. Non bastano proroghe, perché nel Recovery Plan la prescrizione è precisa: o hai un adeguato comparto della ricerca, o inserisci immediatamente risorse, oppure un pilastro, un piede fondamentale del Recovery Plan, non sta in piedi, per dirla semplicemente. È passato, in qualche modo, dall'attenzione questo tema, mentre quello dell'università e della ricerca, invece, è un tema centrale, in particolare della ricerca scientifica. Quindi, confido che il nuovo Ministro su questo si muova celermente - sicuramente lo farà, essendo persona di altissimo profilo, su questo non c'è dubbio -, però bisognerà che su questo il Parlamento si muova rapidamente, perché questa era una delle carenze che è stata individuata nel piano presentato dal precedente Governo. Sanno ciò i colleghi di maggioranza: lo sapevano già loro e ora siamo maggioranza insieme (ne abbiamo discusso con più d'uno in materia). Spero che si vogliano ascoltare le Commissioni competenti su questo, non solo quelle che si dedicano direttamente alla ricerca e all'università, perché la ricerca trasversalmente riguarda una serie di settori e comparti da cui il Recovery Plan prende linfa.

Concludendo, Presidente, avevo detto al collega dopo di me che sarei stato rapido e veloce, ma a volte sono prolisso e non ce l'ho fatta: Di Maio, devi scusarmi, anche perché mi stimola anche il presidente della Commissione bilancio - non eri prima presente - a cui ho riconosciuto, insieme al presidente Brescia, la capacità di mediare e di trovare soluzioni in un momento complicato.

Quello è stato il primo banco di prova per questa maggioranza e abbiamo dato prova - i presidenti delle Commissioni affari costituzionali e bilancio e il Ministro D'Incà hanno dato prova - di come si può fare per andare avanti con questa maggioranza e trovare soluzioni. Però, siccome lo abbiamo fatto in Parlamento, diciamoglielo anche a tutti gli altri Ministri: facciamoglielo capire che qui c'è gente e persone che magari hanno limitate competenze, ma sicuramente hanno il buonsenso e la capacità di trovare insieme soluzioni. Ero seduto e mi è capitato, dalla parte della sinistra e del PD, dove c'erano amici del PD e di Italia Viva…

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …e c'era il collega Tabacci, con cui insieme abbiamo discusso, anche se da posizioni totalmente diverse, e trovato soluzioni. Questo metodo - Melilli - dobbiamo farlo capire al Governo.

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Concludo dicendo che nel “decreto Milleproroghe” sono molte le proposte di Forza Italia; molte sono passate e sono di buonsenso. Credo che questo modello che abbiamo sperimentato per la prima volta con il “decreto Milleproroghe” possa consentire a questa maggioranza di funzionare.

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato D'Ettore: ha parlato 30 minuti e 37 secondi!

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ho concluso semplicemente dicendo che questo auspicio spero che sia accolto dall'intero Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Presidente, colleghi e membri del Governo, il “decreto Milleproroghe” quest'anno va ad unirsi a molti altri provvedimenti urgenti, data l'eccezionalità della situazione che ci troviamo a dover gestire. Nel 2020 lo sforzo economico è stato impressionante e ha superato i 140 miliardi di euro, considerando l'insieme dei decreti primaverili e dei ristori uniti alla legge di bilancio. Si tratta di un intervento che, peraltro, sarà ulteriormente rinnovato nelle prossime settimane e mesi. Per quanto riguarda il “Milleproroghe”, anche se la portata finanziaria del decreto è molto ridotta rispetto a quella dei provvedimenti appena citati, siamo riusciti ad approvare misure altrettanto utili per consentire ad imprese e famiglie di superare, una volta per tutte, l'emergenza e al Paese di modernizzarsi.

Sappiamo bene, infatti, che questo dovrà essere il Governo della transizione ecologica, perché non può esistere un'Italia competitiva e moderna senza la profonda revisione di un modello di sviluppo che ormai risulta datato. Allo stesso tempo, questa transizione dovrà essere socialmente sostenibile e puntare nel lungo periodo a raggiungere alti livelli occupazionali, nonché a ridurre i livelli di povertà. Nell'immediato, invece, di fronte all'emergenza da COVID-19, la priorità deve essere quella di sostenere le famiglie più in difficoltà e le micro imprese. Ecco il perché del rinvio al 2023 della fine del mercato tutelato di energia elettrica e gas, una misura che abbiamo fortemente voluto e che siamo riusciti ad inserire all'interno del “Milleproroghe” grazie ad un nostro emendamento. Nel 2022, infatti, l'Italia si troverà ancora nel percorso di recupero dalla recessione del 2020: penalizzare famiglie e imprese di piccole dimensioni con bollette più alte sarebbe dunque insensato. D'altra parte, sappiamo che le famiglie che sono già passate al mercato libero hanno dovuto pagare in media bollette più alte del 26 per cento rispetto a quelle che sono rimaste al mercato tutelato. È quindi un passaggio che va fatto con gradualità e con la massima trasparenza: rinviarlo di un altro anno è fondamentale per permettere ai cittadini di superare la fase emergenziale senza ulteriori incombenze.

Nell'alveo della transizione ecologica rientra anche la proroga della moratoria sulle trivellazioni, che, anche in questo caso, è stata fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle. Si tratta, in particolare, di prorogare i termini per la presentazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee e, contestualmente, di bloccare lo svolgimento delle attività di prospezione ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Il principio che abbiamo voluto difendere è molto chiaro: prima di prendere decisioni sulle attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas, si deve procedere ad una pianificazione complessiva, che tenga debitamente in conto gli obiettivi di decarbonizzazione individuati anche in sede comunitaria.

Infatti, solo attraverso un piano organico possiamo conciliare ambiente. sviluppo economico, occupazione e solidarietà sociale. A questo proposito ricordo che, se ben gestita, la transizione ecologica può produrre un guadagno netto in termini di posti di lavoro ed è proprio questa la strada che dobbiamo assolutamente percorrere con i prossimi provvedimenti e con questo Governo.

Quando parliamo di ambiente, naturalmente, parliamo anche di Recovery Fund. Nei prossimi anni avremo a disposizione decine di miliardi per la transizione ecologica, che andranno decisamente sfruttati al meglio e bisognerà contrastare, con ogni forza, gli sprechi già a monte. Ecco perché nel “decreto Milleproroghe” abbiamo approvato un emendamento che rafforza la struttura del Ministero dell'economia, a cui spetterà, in prima istanza, l'attuazione degli investimenti.

Abbiamo introdotto criteri più stringenti per i concorsi e la possibilità di aggiungere all'Unità di missione creata dalla Ragioneria generale dello Stato fino a dieci dipendenti delle altre amministrazioni. Tra i tanti altri interventi utili, infine, mi preme citarne due in particolare, che riguardano la pubblica amministrazione. Da anni e anni sentiamo parlare della necessità di migliorare la qualità della spesa pubblica e di ridurre le inefficienze dello Stato.

Al netto della digitalizzazione, che ovviamente sosteniamo con grande forza, non è pensabile una pubblica amministrazione efficiente se il personale che ci lavora non gode di stabilità esistenziale e professionale. Il Movimento 5 Stelle ha sempre lottato per aumentare l'incidenza dei contratti a tempo indeterminato, anche nella pubblica amministrazione, e l'emendamento con cui proroghiamo al 31 dicembre 2021 il termine per raggiungere i tre anni di lavoro e concorrere alla stabilizzazione, né è l'ennesima dimostrazione.

Inoltre, al fine di far funzionare meglio la macchina dello Stato, sbloccheremo anche le assunzioni al TAR, al Consiglio e all'Avvocatura dello Stato.

Per concludere questa rassegna sulle misure più importanti che hanno arricchito il decreto, Presidente, ricordo la proroga dei termini per la presentazione della domanda per la Cassa integrazione COVID e per concludere gli esami universitari e laurearsi.

Tutto questo dimostra che, anche nel “decreto Milleproroghe”, abbiamo cercato di tenere insieme ambiente, lavoro e formazione dei giovani ed è solo il primo passo. Grazie mille Presidente.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Elisa Siragusa ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica “Centro Democratico-Italiani in Europa”, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Si riprende la discussione.

(Ripresa discussione sulle linee generali – A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie presidente. Il decreto che stiamo convertendo in legge è ormai un grande classico dei lavori parlamentari. Da quasi vent'anni, anzi, direi da una ventina d'anni, questo Parlamento, ogni anno, all'inizio, ha da affrontare la conversione del “decreto Milleproroghe” e, in apertura di questo intervento, credo che sia doveroso dirsi con grande franchezza che è una consuetudine che dovremmo cercare di superare (non mi faccio illusioni che lo si riesca a fare a breve). Però, credo che sia doveroso segnalare il fatto che non esiste nell'ordinamento, quantomeno dei principali Paesi europei occidentali, un provvedimento di questa natura, il che la dice lunga, a mio parere, sulla grande necessità che noi abbiamo di intervenire per dare più stabilità all'apparato normativo del nostro Paese e anche per dare più fluidità agli enti pubblici, alle istituzioni nel prendere le decisioni. Mi riferisco, in questo caso, a due riforme fondamentali, che abbiamo ritrovato anche, in parte, nelle parole col quale il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiesto la fiducia a questo Parlamento. In particolare, quando egli ha fatto riferimento alla necessità di una riforma della pubblica amministrazione, che vada ad affrontare in profondità i nodi che non funzionano nel nostro sistema pubblico, e noi aggiungiamo anche la necessità di una riforma istituzionale che metta veramente ordine e dia maggior celerità da un lato, e qualità dall'altro nella modalità con la quale le Istituzioni nazionali, a partire dal Parlamento prendono le decisioni. Anche perché - e qui c'è un'altra anomalia - questo è l'ennesimo decreto che viene esaminato da un solo ramo del Parlamento, perché, come sappiamo, i colleghi del Senato non potranno ragionevolmente modificarlo. Dunque, ci sono una serie di problemi che non possiamo sottacere e che, ovviamente, dobbiamo tenere in considerazione perché stanno sullo sfondo del nostro dibattito parlamentare e, soprattutto, stanno nell'orizzonte delle cose di cui ci dobbiamo occupare in questa ultima fase della legislatura. Tuttavia, su impulso delle forze di maggioranza - ringrazio in tal senso i Presidenti delle due Commissioni, Melilli, Brescia, e il collega D'Incà nella sua veste di Ministro dei Rapporti con il Parlamento - abbiamo deciso di intraprendere una strada differente da quella che poteva essere la più semplice e la più lineare, ovvero la sola approvazione del decreto così come era stato emanato dal Consiglio dei Ministri, magari con l'aggiunta degli emendamenti governativi che davano risposte importanti in termini di riscossione. Avremmo potuto terminare lì il nostro lavoro, invece si è scelto, a mio avviso giustamente, di provare ad arricchire e migliorare, a cogliere questo veicolo legislativo per dare alcune risposte concrete che, effettivamente, in molti casi, non in tutti, ma in molti casi, siamo riusciti a dare.

Una prima risposta concreta arriva contro, ad esempio, il precariato della pubblica amministrazione. Grazie anche a un nostro emendamento, si assicura un anno in più ai precari della PA per maturare i requisiti anche per partecipare ai concorsi con posti riservati a loro al cinquanta per cento e si prevede, quindi, che i tre anni di contratto, anche non continuativi negli ultimi otto, vadano maturati, non entro il 31 dicembre dello scorso anno ma possano essere maturati entro il 31 dicembre di quest'anno, del 2021.

Abbiamo anche affrontato un tema delicato, come quello dell'individuazione delle aree utilizzabili per il deposito di scorie nucleari e, grazie anche a un nostro emendamento - ma devo dire che molti gruppi parlamentari di maggioranza, e non solo, avevano posto questo tema - si è arrivati a un risultato apprezzabile, cioè quello di concedere un maggior numero di giorni - siamo passati, sostanzialmente, da due a sei mesi - per poter inviare osservazioni, quindi, anche confrontarsi con i territori, alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito nazionale e Parco tecnologico. Questo è un elemento che stava a cuore a tanti e che ha trovato una risposta.

Sono stati approvati emendamenti anche che danno più tempo gli studenti universitari per concludere gli esami e laurearsi in corso, nonostante i rallentamenti inevitabili che la pandemia ha imposto all'andamento dei corsi universitari e su questo tema credo che si debba innestare anche una riflessione necessaria sulla emergenza educativa che noi abbiamo di fronte. Abbiamo parlato più volte di quella sanitaria, tuttora in corso, di quella economica, assolutamente rilevante al pari di quella sanitaria, ma c'è un'emergenza educativa che va affrontata con grande decisione, prendendo anche decisioni rapide su come recuperare parte del tempo, che non si è perso. È sbagliato dire che le mancate lezioni in presenza, sostituite dalle lezioni con didattica a distanza, sono state tempo perso, perché sembra che dietro questa frase si possa sottendere che gli studenti, gli insegnanti, il personale scolastico non abbiano lavorato, invece hanno lavorato: hanno lavorato eccome! Tuttavia è, a detta di tutti gli esperti e di tutti gli educatori, innegabile che questa pandemia ha posto dei problemi seri sotto il profilo educativo, quindi è giusto mettersi nelle condizioni di recuperare, almeno in parte, quello che non si è riusciti a fare, quindi credo che questo, per l'anno in corso, ma anche programmando il prossimo anno scolastico, debba essere un tema da mettere al centro dell'agenda. Del resto, l'abbiamo sentito nel suo discorso di insediamento, il Presidente Draghi ha ben presente quanto l'emergenza educativa, per l'oggi e per il domani, sia rilevante nel nostro Paese.

Abbiamo approvato, tra i vari emendamenti, due proposte emendative particolarmente rilevanti, con il consenso di tutti i gruppi: un finanziamento di 2 milioni per il 2021 per il Fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica e, in questo contesto, mi piace ricordare in quest'Aula anche l'ottimo risultato raggiunto grazie alla tenacia della collega Lisa Noja, al sostegno di tutto il gruppo di Italia Viva e alla disponibilità del Governo a trovare le soluzioni migliori per riuscire a tenere in piedi una risposta concreta, come quella che dirò tra poco, con la sostenibilità finanziaria; mi riferisco ad una norma che stabilisce il termine del 31 maggio 2021 per la conclusione dei lavori del tavolo tecnico sullo screening neonatale, che estenderà questo tipo di monitoraggio anche ad altre patologie, come quelle neuromuscolari genetiche. Questo è un risultato importantissimo atteso da moltissime famiglie che dà una spinta positiva all'ampliamento delle cure, fornendo risposte concrete alle famiglie che si trovano in situazioni davvero disagevoli. Abbiamo contribuito, anche con nostre proposte, all'approvazione di due emendamenti che spostano di altri due anni l'entrata in vigore della riforma dell'editoria, o meglio dei tagli al settore dell'editoria, dei tagli al Fondo per il pluralismo dell'informazione - perché dobbiamo considerarlo in questi termini quel tipo di finanziamento - e questo è stato un fatto positivo in attesa di una riforma più organica di tutto il settore e di una riforma più organica anche dei contributi che vengono concessi all'editoria, considerando anche l'editoria innovativa ovviamente, non solo quella cartacea, ma anche quella dei quotidiani online. Sono stati stanziati poi 2 milioni per continuare a dar voce a un'emittente come Radio Radicale che rappresenta, per tutti coloro che lavorano nelle istituzioni, ma per tutti i cittadini che vogliono conoscere dall'interno quello che accade nelle istituzioni e nella vita politica italiana, un indubbio punto di riferimento. Abbiamo poi dato risposte ai Confidi: i Confidi hanno un ruolo fondamentale in questo momento nel sostenere le piccole e medie imprese nell'accesso al credito e nell'accesso alla liquidità, che è una delle grandi emergenze che le nostre aziende, soprattutto quelle medio-piccole, stanno affrontando. C'è un intervento che consente, con un'ulteriore proroga, agli aspiranti cassazionisti di potervi accedere, maturando i requisiti entro il febbraio 2022, e poi c'è un intervento, che noi consideriamo simbolicamente molto rilevante, che va nella direzione che Italia Viva auspica da molto tempo, cioè quella di liberare gli investimenti, liberarli da rallentamenti burocratici, che spesso - a proposito di mancanza di decreti attuativi o di mancanza di operatività dopo le decisioni del Parlamento - frenano la partenza dei cantieri. Mi riferisco a un emendamento che è stato approvato, a prima firma Paita, ma sottoscritto da diversi colleghi di Italia Viva, che propone procedure semplificate per l'installazione e l'adeguamento degli impianti e delle infrastrutture di telecomunicazioni per copertura di banda ultralarga degli edifici scolastici e ospedalieri. In questo modo, andremo a bypassare una serie di procedure burocratiche, che spesso limitano questo tipo di investimenti, e diamo vita a un modello positivo, da adottare anche per altri tipi di investimenti strategici. Ci fa piacere, a proposito della necessità di far ripartire i cantieri, il fatto che sia stato più volte citato il “modello Genova” come modello da prendere ad esempio per sbloccare le opere pubbliche; è un tema che abbiamo posto più volte negli ultimi mesi e vediamo positivamente riscontro in questo. Ora si tratta - come dicevano altri colleghi prima di me - di tradurre in atti concreti questa volontà, ma l'approvazione di questo emendamento a nostro parere va proprio nella direzione da noi auspicata e credo da tutti auspicata, cioè quella di liberare gli investimenti e renderli più semplici, di rendere più semplice investire nel nostro Paese.

Ci sono anche in questo provvedimento alcuni temi su cui dovremo, a nostro avviso, tornare: sono stati approvati emendamenti di compromesso, anche sulla base della ristrettezza dei tempi che avevamo a nostra disposizione e del fatto che la compagine di Governo non è ancora completata (mancano Vice Ministri e sottosegretari). Mi riferisco a due temi in particolare: uno è quello del mercato tutelato - è stato citato - ed è stata giustamente individuata una mediazione tra posizioni tra loro differenti. Questo, del resto, era il primo banco di prova di questa nuova maggioranza e condivido chi, prima di me, citava il metodo di lavoro che è stato adottato come un metodo positivo da riproporre anche su altri provvedimenti. Su questo versante giova ricordare - io credo sia necessario farlo - che l'Autorità per la concorrenza aveva già ripetutamente segnalato l'inopportunità di ulteriori slittamenti su questo versante e credo quindi che la soluzione che si è individuata, con una proroga di un anno, sia una soluzione mediana in attesa di una revisione più complessiva in questo ambito e, del resto, lo stesso Presidente del Consiglio Draghi, in maniera molto chiara nei giorni scorsi, nel suo discorso di insediamento, ha fatto riferimento alle indicazioni dell'Antitrust come ad indicazioni importanti in generale - non si riferiva nello specifico a questo tema - per costruire una nuova legge sulla concorrenza, che è uno degli architravi sui quali dovrà poggiare e articolarsi lo sviluppo futuro del nostro Paese, non solo le politiche che verranno incluse nel Recovery Plan; quindi credo sia importante tenerlo presente. L'altro tema, su cui sarà necessario tornare - e, anche qui, si è individuata una soluzione di compromesso io credo positiva, in attesa di un intervento più ampio e concreto da parte del Ministro Cingolani, nel quale riponiamo la massima fiducia - è quello che riguarda il settore dell'oil & gas. L'emendamento, che è stato approvato, e che rappresenta un punto di equilibrio in tutta la maggioranza, posticipa al 30 settembre il termine entro il quale adottare il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Non risponde al 100 per cento ovviamente alla nostra posizione, ma lo abbiamo approvato con grande convinzione perché abbiamo fiducia nelle intenzioni del Ministro Cingolani: abbiamo avuto modo, assieme ad altri colleghi anche di altri partiti, di confrontarci con lui e sappiamo che la sfida enorme che il Ministero della transizione ecologica ha di fronte, è una sfida che ovviamente passa anche dai necessari approfondimenti che devono essere fatti; tuttavia, non possiamo non dirci che ci sono settori che hanno bisogno di certezze normative; ci sono investimenti, che possono essere innescati, positivi ed utili per il Paese e questo comparto in particolare - lo dico provenendo da un'area, come quella romagnola, in cui ci sono migliaia di persone che lavorano e vivono grazie al settore dell'oil & gas - ha bisogno di certezze, di certezze normative, anche nell'ottica, giusta e assolutamente condivisa da Italia Viva, come credo da larga parte di questo Parlamento, di dover compiere un'accelerazione nella transizione ecologica. Ma in questa accelerazione non dobbiamo dimenticarci che ci sono settori nevralgici per la nostra economia, non solo per chi ci lavora, ma in questo caso anche per garantire l'autonomia nazionale nell'approvvigionamento energetico, che è un tema di grande rilevanza anche in un ambito più ampio delle sole politiche energetiche (mi riferisco ad esempio agli equilibri geopolitici ed alle relazioni internazionali). Ci sono temi che si è scelto di non trattare in questo provvedimento e sui quali ovviamente dovremmo entrare: mi riferisco, ad esempio, alla questione del blocco degli sfratti, sul quale verrà presentato - credo - un ordine del giorno di tutta la maggioranza con un obiettivo, ossia quello di concedere un po' più di tempo al Governo per trovare una sintesi tra interessi tra loro differenti, ma che devono essere entrambi tenuti nella doverosa considerazione. È necessario, a nostro avviso, un intervento quindi che vada a tutelare i proprietari, soprattutto quelli più piccoli, ma dall'altra parte dia garanzie alle fasce di popolazione che sono in maggiore difficoltà e che soffrono di più il disagio abitativo di poter vedere rispettato il proprio diritto alla casa. È un equilibrio difficile da trovare, ma credo che, anche con il concorso positivo e propositivo del Parlamento (un lavoro in Commissione lo si era già iniziato a fare e credo si possa partire da quello), si possa arrivare ad una soluzione positiva. Così come sul tema della prescrizione, un tema per noi molto rilevante ma credo lo sia nell'ottica di garantire uno dei principi cardine della nostra democrazia, come di tutte le democrazie liberali.

Noi, per senso di responsabilità, in accordo con tutte le altre forze politiche che avevano proposto emendamenti sul tema, abbiamo scelto di ritirarli e, in qualche modo, anche qui, di investire - e sappiamo che è un investimento molto ben riposto - nelle capacità, nella competenza e nella cultura giuridica della Ministra Cartabia e del Presidente Draghi, che ha fatto riferimenti espliciti, anche in quest'Aula, nelle repliche al discorso col quale ha ottenuto la fiducia e nel dibattito che ne è seguito, alla necessità di una revisione del processo penale e, più in generale, di vari temi che riguardano la giustizia. Nelle forme che si andranno a individuare e che si riterranno più opportune, però, per noi è inderogabile agire al più presto, affinché lo Stato abbia la capacità di accertare i fatti con rilevanza penale in tempi ragionevoli, come previsto dall'articolo 111 della Costituzione, uniformando la durata media dei processi a quella europea; ma, nello stesso tempo, occorre assicurare a coloro che sono vittime di reati la possibilità di trovare giustizia. Ma la giustizia deve in qualche modo prendersi l'onere di considerare, come previsto dalla nostra Costituzione, ogni cittadino innocente fino a prova contraria e non ribaltare questo caposaldo della nostra cultura giuridica e della nostra convivenza civile, come è avvenuto negli ultimi tre anni e come, nonostante l'impegno e le battaglie politiche fatte, non siamo riusciti ad affermare. Quindi, ci aspettiamo su questo tema un forte cambio di passo, nell'ambito più ampio di una revisione del processo penale; e quindi, anche qui, con un ordine del giorno, d'intesa con tutta la maggioranza, diamo un ulteriore segno di disponibilità e di collaborazione ma anche di volontà di intervenire su un tema che sappiamo essere un tema molto delicato per la diversa sensibilità di ciascuna forza politica, ma che non può essere ulteriormente rinviato, perché riguarda la qualità della nostra convivenza civile ma soprattutto il rispetto di alcuni diritti fondamentali previsti dalla nostra Carta.

Concludo, riaffermando che credo, come già altri colleghi prima di me hanno evidenziato, che il cambio di passo che noi dobbiamo chiedere, e per il quale è nato questo Governo di collaborazione nazionale tra forze politiche tra loro contrapposte, si debba sostanziare anche nel coinvolgimento fattivo, reale del Parlamento. Anche qui, abbiamo sentito parole rassicuranti e che meritano la massima fiducia da parte del nuovo Governo. Credo che avremo molte sfide sulle quali dovremo misurarci e già nelle prossime settimane andremo a testare questa disponibilità. È indubbio che, di fronte ai grandi obiettivi di breve, di medio e di lungo periodo che dobbiamo affrontare, il Parlamento possa giocare un ruolo assolutamente rilevante: nell'immediato, ad esempio, sul tema dei vaccini, su un nuovo piano dei vaccini che abbia una maggiore efficacia e chi ci porti davvero fuori da questa emergenza e, più in generale, su tutti i temi che riguardano la gestione dell'emergenza pandemica e lo sviluppo del nostro Paese. C'è un grande lavoro da fare, ma credo che ci siano anche le condizioni politiche e istituzionali per farlo in maniera positiva e per rendere questo spazio di legislatura che ci resta uno spazio davvero utile al Paese, nella consapevolezza che le decisioni che noi prenderemo nei prossimi mesi avranno un'incisività molto forte sulla direzione che prenderà nel prossimo decennio il nostro Paese. Quindi, dobbiamo muoverci con la massima cautela, con la massima determinazione, ma anche con spirito collaborativo, o meglio, con spirito repubblicano, come ci ha ricordato il Presidente Draghi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gianni Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro D'Incà, questo “decreto Milleproroghe”, chiaramente, ha avuto una vita un attimo travagliata, ma non per ragioni intrinseche al provvedimento quanto per le dinamiche politiche generali. Tutti sappiamo che, purtroppo, si è dovuta affrontare una crisi di Governo, che si è alla fine risolta, che ha compresso fortemente tutti i tempi, il problema del voto di fiducia, il problema dei pareri. E quindi ci siamo trovati di fronte alla necessità - e ci siamo dovuti misurare, come gruppo Lega, con il senso di responsabilità, assieme agli altri gruppi della maggioranza - di dover ritirare parecchi pacchetti di emendamenti che necessariamente avrebbero migliorato il provvedimento: questo sulla giustizia, questo sulla scuola, questo sugli sfratti, questo sulle attività economiche e nel sociale.

Però, vi è anche un pacchetto che mi sta particolarmente a cuore, e di cui mi ero fatto promotore, che riguardava proprio il tema della sicurezza, che certamente non è e non deve essere un tema secondario ma, voglio dire, è il primo apparato del nostro Paese. Questo pacchetto si inserisce, però, in un contesto che necessariamente va analizzato, ossia quello di una parziale debilitazione dell'apparato a cui, con la legge di bilancio, i due “decreti Sicurezza” e la legge di bilancio nel 2019, abbiamo cercato in parte di porre rimedio, ossia quello di un taglio di organici e di risorse, in questi dieci anni di spending review, che hanno decapitato sia gli organici sia la logistica dell'apparato della sicurezza. Pensiamo che, nel luglio 2015, la riforma della pubblica amministrazione ha tagliato più di 40 mila unità nell'apparato della sicurezza. Questo che cosa significa concretamente? Significa avere, ad esempio, in Sicilia, un Esercito antimafia decapitato di 4 mila unità; significa una riduzione del 40 per cento delle pattuglie sul controllo del territorio, e questo pure nelle attività investigative ed altro. In questo contesto già negativo, si inserisce in parte - come ho detto, nel 2019 abbiamo postato le risorse per un parziale aumento degli organici, che chiaramente poi bisognava proseguire durante i Governi precedenti ma così non è stato - l'emergenza COVID, che si accavalla ad un'altra emergenza all'interno delle Forze dell'ordine, quella dell'invecchiamento. A cavallo degli anni Ottanta, infatti, nella Polizia di Stato è stato assunto, perché chiaramente il personale è andato in quiescenza, oltre il 60 per cento della forza organica; e siamo proprio allo scadere, per cui ogni anno vanno in pensione numerose migliaia di persone. E in questo momento, con l'emergenza COVID, vi è la difficoltà di fare i concorsi, anzi sono stati bloccati, e anche i corsi di perfezionamento per le persone che sono state assunte. Quindi, in funzione proprio di questo, insomma, avevamo predisposto una serie di emendamenti che vorrei elencare, ma non perché devo riempire il tempo a mia disposizione, ma per fare comprendere che erano soltanto emendamenti che avevano una finalità non di carattere politico-ideologico, ma semplicemente tendevano ad affrontare le distorsioni che una emergenza, purtroppo, ci ha imposto. Ad esempio: lo scorrimento delle graduatorie di un concorso interno per 501 vice ispettori della Polizia di Stato, indetto con decreto del Capo della Polizia, del 2 novembre 2017. Consideriamo, ad esempio, per fare un'analisi, che l'organico degli ispettori è di circa 25 mila unità; in questo momento ne mancano 10 mila e significa che mancano 10 mila ufficiali di Polizia giudiziaria, che sono poi i soggetti titolati a ricevere le deleghe dell'autorità giudiziaria e a sviluppare alcuni atti di Polizia giudiziaria che un semplice agente non può compiere. Ad esempio, in questo periodo vi è una preoccupazione infinita per come verrà speso il denaro del Recovery Fund e, soprattutto, per come la criminalità organizzata tenterà di predare questi denari. Ma le sentinelle di queste attività e del corretto investimento di questo denaro sono le forze dell'ordine. Quindi, non dobbiamo dimenticare che sono proprio strumentali ed è una miopia pensare soltanto ad un concetto di ordine pubblico quando si pensa all'apparato della sicurezza. Sono gli strumenti e sono il braccio di pressoché tutte le diramazioni periferiche e governative dello Stato, per poter verificare e per fare in modo che concordia, legalità e pacifica convivenza possano garantire il progresso e la ripresa economica e sociale del nostro Paese.

Poi, per esempio, vista l'impossibilità di sviluppare dei concorsi esterni in questo momento, perché gli assembramenti sono vietati e perché chiaramente si ha il timore di pericolo di contagio, vi sono altri tipi di scorrimenti possibili. Uno l'avevamo già operato con i precedenti “decreti Sicurezza”, ossia quello di una graduatoria che era stata altamente selettiva e che era stata bandita per un concorso del 2017 che, in questo momento, avrebbe consentito, assieme anche all'utilizzo dello strumento del vaccino - non possiamo vaccinare 50-100 mila concorrenti ma possiamo tranquillamente vaccinare 1.000-2.000 persone, allievi, agenti che vanno al corso – di poter tranquillamente accedere, in condizioni di sicurezza, a questa formazione.

Anche perché sennò, tra un po', non potendo fare concorsi e corsi, ci troveremo a lasciare le volanti nei parcheggi e gli uffici investigativi vuoti, perché non c'è personale. Quindi, questi emendamenti dovranno trovare sfogo, assieme a tutte le altre materie di cui prima ho parlato, in qualche altro provvedimento. È una valutazione rivolgo alla maggioranza - non è che questa preghiera o questa riflessione è rivolta al Governo – ma a tutti i colleghi della maggioranza, che, in qualche modo, per senso di responsabilità saranno chiamati a fare.

Parliamo, ad esempio, dello scorrimento delle graduatorie dei concorsi interni per titoli ed esami per 263 e per 614 posti da vice ispettore della Polizia di Stato, indetto con decreto del capo della Polizia del 31 dicembre del 2018; dello scorrimento delle graduatorie del concorso interno a 436 vice commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto del capo della Polizia del 12 aprile 2019. Come vedete, sono tutti concorsi già banditi e, di fronte a una necessità acclarata, ma a una impossibilità a sviluppare i concorsi, dobbiamo per forza attingere a questi strumenti, se vogliamo sopperire alle lacune e ai vuoti che il COVID ci lascia anche nell'apparato della sicurezza. E ancora, lo scorrimento della graduatoria di un concorso interno per titoli per la copertura di 400 posti di vice ispettore tecnico della Polizia di Stato, indetto con decreto del capo della Polizia del 31 dicembre 2019. Abbiamo la necessità di prorogare la validità di alcune graduatorie fino al 2022, 2023 e 2024. Poi, lo scorrimento della graduatoria del concorso a 559 allievi agenti della Polizia di Stato, riservato ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale, indetto con decreto del capo della Polizia del 12 gennaio 2016, addirittura; lo scorrimento della graduatoria del concorso pubblico per l'assunzione di 1.148 allievi, bandito il 18 maggio 2017; lo scorrimento della graduatoria del concorso per 654 allievi agenti della Polizia di Stato, riservato ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale in servizio o in congedo, indetto con decreto del capo della Polizia dell'8 novembre 2018. La stessa cosa vale per gli allievi agenti della Polizia di Stato, bandito dal capo della Polizia per il 3 giugno 2019 e anche per i ruoli tecnici. La stessa cosa vale per lo scorrimento della graduatoria del ruolo di ispettore per il “vecchio” corpo, oramai annullato, della Polizia forestale.

Ecco, in questo senso io credo che il Governo e tutti noi, tutte le forze di maggioranza, dobbiamo essere chiamati ad una riflessione. Possiamo - e la ripropongo - lasciare le volanti nei parcheggi? Possiamo lasciare gli uffici investigativi vuoti? Possiamo lasciare le deleghe dell'autorità giudiziaria sulle scrivanie? Possiamo interrompere l'attività di controllo del territorio perché non abbiamo avuto l'accortezza - e qui vorrei sapere il perché anche dalle amministrazioni - di stimolare adeguatamente il precedente Governo in questa direzione? Perché non abbiamo avuto l'avvedutezza di mettere, senza spese ulteriori, alcuni correttivi che il COVID ci impone di dover fare? Questa è una banale riflessione e mi rivolgo al Ministro D'Incà - al quale consegnerò questo elenco dopo - proprio perché eventualmente si provveda serenamente a fare una valutazione. Mi vengono segnalate continuamente dal territorio delle situazioni di collasso e, non da ultimo, anche il provvedimento di chiusura degli uffici di Polizia, di oltre 20 uffici di polizia, proprio per recuperare uomini.

Allora, io non penso che lo Stato debba arretrare, anche in un periodo di COVID e anche in un periodo di emergenza di carattere economico, non solo sanitario, ma non è possibile che debba arretrare nei confronti di un principio di legalità, di concordia e di pacifica convivenza.

Un altro tema - e vado a conclusione, Presidente – che vorrei proporre non soltanto al Ministro D'Incà, in quanto responsabile, diciamo, rappresentante del Governo, ma a tutte le forze politiche: negli ultimi dieci anni, sull'altare della spending review abbiamo visto consumare parecchie malefatte , una di queste è quella sanitaria: oggi, si mostra in maniera dirompente. e prendiamo atto che il nostro Paese, dai tagli operati al settore sanitario, oggi garantisce una percentuale elevatissima di posti in difetto rispetto alla media degli altri Paesi europei. È chiaro, quindi, che, con riferimento al Recovery Fund, una grande parte, una parte consistente di questi denari andranno proprio a eliminare le malefatte perpetrate precedentemente.

Io volevo, però, farvi riflettere anche sul settore della sicurezza. Si è parlato in questi giorni di come investire. Non ho sentito una volta un intervento che indicasse una percentuale di fondi per il settore della sicurezza. Eppure posso assicurarvi che, in dieci anni di spending review, l'apparato è stato devastato. Vi faccio alcuni esempi. Pensate che nel 1992 solo la Polizia di Stato aveva a disposizione per il vestiario e la logistica un budget di 90 milioni di euro; nel 2015 di 15,8; da 90 a 15,8. Sono stati tagliati oltre 40 mila uomini, operatori, negli organici. Vi faccio un esempio: ha senso, secondo voi, poter sostenere che questure come Siracusa, come Latina, come Mantova, come Ferrara debbano alimentarsi, nel settore della cancelleria, con circa 500 euro all'anno? Forse un bambino di scuola elementare spende 500 euro all'anno. Questo, come in tutti gli altri ambiti, dalla formazione alla logistica e potrei continuare. Io penso che tutte le forze di maggioranza debbano fare una riflessione in questo senso. Io non parlo in questo caso di stipendi, non voglio parlare di stipendi, per quanto qui ci sarebbe da aprire in questo settore veramente un discorso che è estremamente approfondito e lungo, perché non voglio cadere in questa trappola. Voglio parlare di efficienza di apparato, di funzionalità di apparato e penso che tutte le forze di maggioranza, che hanno aderito con buona volontà...

PRESIDENTE. Concluda.

GIANNI TONELLI (LEGA). …che hanno aderito - sì, Presidente, grazie, concludo - con spirito veramente costruttivo di buona volontà, per guardare al futuro del Paese, debbano pensare che anche il settore della sicurezza non possa essere oggetto delle miopie che lo hanno menomato fortemente nel passato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sul grave attacco nella Repubblica democratica del Congo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio molto, signor Presidente. Purtroppo, devo chiedere la parola sull'ordine dei lavori per un gravissimo fatto luttuoso che ha colpito il nostro Paese, in un attacco che si è svolto a Goma, in Congo, in queste ore, ad un convoglio delle Nazioni Unite di cui faceva parte anche l'ambasciatore italiano Luca Attanasio e una scorta di carabinieri. Si apprende, dalle fonti di agenzia, che sia morto sia l'ambasciatore sia uno dei carabinieri. Esprimo qui a nome del Partito Democratico - e ovviamente immagino di tutti noi - il nostro cordoglio per le vittime, il nostro abbraccio alle loro famiglie, all'intera delegazione, per questo gravissimo evento luttuoso. Chiedo, per il suo tramite, Presidente, che il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio venga in Aula a riferirci su quanto è successo, sui particolari di quello che è successo. Il nostro pensiero ovviamente va alle famiglie dei nostri caduti (Applausi).

PRESIDENTE. Anche noi stiamo seguendo con trepidazione e partecipazione gli accadimenti.

Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Solo per aggiungere, Presidente, anche a nome di Italia Viva, la nostra più totale adesione ai sentimenti di cordoglio per la morte del nostro ambasciatore Attanasio e per l'uomo dell'Arma dei carabinieri che è stato, purtroppo, coinvolto e ucciso in questo attentato nella Repubblica Democratica del Congo, nell'ambito di una missione ONU che avrebbe e ha l'obiettivo di provare a stabilizzare la situazione in quel Paese.

Nell'inviare, ovviamente, i nostri sentimenti più sinceri di gratitudine e di vicinanza alle famiglie, cogliamo l'occasione anche per esprimere gratitudine nei confronti di tutti i nostri connazionali che rappresentano l'Italia in tutti gli scenari internazionali nei quali sono impegnati e che contribuiscono a rendere grande il nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Come gruppo MoVimento 5 Stelle ci uniamo al cordoglio per le vittime ed esprimiamo vicinanza ai familiari delle vittime. Ci uniamo anche all'apprensione e alla preoccupazione per quello che sta succedendo in quella regione, in cui l'Italia e la comunità internazionale sono impegnate per portare stabilità, per portare un senso di equità. Abbiamo letto in questi minuti anche una conferma da parte della Farnesina sulla morte dell'ambasciatore e del militare dell'Arma dei carabinieri. Ci uniamo alla richiesta di poter ascoltare, anche da parte del Ministro degli Affari esteri, informazioni maggiori nei prossimi giorni anche qui in Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. A nome del mio gruppo, di Forza Italia, naturalmente, ci associamo alle parole dei nostri colleghi. Il dolore è grandissimo, l'allarme è grandissimo. L'attentato che ha portato alla morte del nostro ambasciatore e del milite dei carabinieri è dolorosissimo e ricorda, purtroppo, vicende nemmeno tante lontane come Nassiriya e tutto ciò che questo ha comportato e continua a comportare.

In questo contesto, quindi, è importantissimo che tutti quanti insieme, continuando nell'attività di condivisione di questa fase difficilissima per il nostro Paese, noi si possa, anche su questo, dimostrare una reazione composta, certo, ma assolutamente puntuale, congiunta e condivisa. E anche per questo, naturalmente, ci associamo alle richieste già fatte dai colleghi di chiedere al Ministro Di Maio di poter al più presto possibile, tramite il nostro Presidente e il Ministro D'Incà, venire a riferire al Parlamento, per poter anche dar modo a tutti quanti noi di supportare nel modo più adeguato possibile questo momento estremamente difficile per il nostro Paese, anche sul versante internazionale. La nostra sensibilità e le nostre condoglianze più sentite all'Arma dei carabinieri, alle famiglie e, naturalmente, alla nostra Nazione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire un'interruzione dolorosa, considerata la notizia che è apparsa su tutte le agenzie di questo agguato mortale, che ha visto una perdita importante per la nostra Nazione: l'ambasciatore italiano e un componente dell'Arma dei carabinieri.

Ci stringiamo come gruppo di Fratelli d'Italia al cordoglio dei familiari, ovviamente, a quel cordoglio che riguarda non soltanto l'Arma dei carabinieri, piuttosto che tutto il mondo della diplomazia italiana, ma, ancor di più, tutto quel mondo degli italiani che hanno sempre visto nelle nostre Forze armate uno dei pilastri più importanti dei quali andare orgogliosi.

Ovviamente, come gruppo, ci uniamo alla richiesta dei colleghi, attraverso il Ministro D'Incà, di poter sentire al più presto il Ministro Di Maio per capire cosa è avvenuto e, soprattutto, per far sì che ci sia una risposta decisa, puntuale di una Nazione che, certamente, in questo modo, sta perdendo i veri eroi, quelli che troppo spesso ricordiamo, ahimè, soltanto in queste occasioni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie mille, Presidente. Parlando a nome del gruppo della Lega, non posso nascondere quello che è anche un sentimento personale. Ogni volta che un mio collega in divisa, ogni volta che un servitore dello Stato perde la vita e cade per servire il suo Paese nascono sempre dei sentimenti di forte non solo dolore ma a volte rabbia, e di vicinanza, perché il pensiero subito va alle famiglie.

Voglio mostrare particolare attenzione e vicinanza a tutta l'Arma dei carabinieri e ai familiari del carabiniere, del mio collega caduto e dell'ambasciatore Attanasio. Io vorrei soltanto invitarvi - perché questo è il desiderio sincero di chi ha pianto molte volte i colleghi morti - a tentare non solo di mostrare sensibilità verso le famiglie e partecipazione al dolore, ma anche capitalizzare questo sacrificio, e questa non è un'espressione cinica. Pare, ad esempio, che fosse un tentativo di sequestro: ecco, allora, forse, dobbiamo imparare, come abbiamo imparato in Italia, che, anche se vi è convenienza politica nel fare questo, non si tratta con i terroristi, perché alimentiamo una spirale perversa.

Lo abbiamo imparato decenni fa, io ero un giovane ragazzino e facevo fatica a comprendere perché, di fronte all'Anonima sequestri, lo Stato si irrigidì e proibì qualsiasi tipo di trattativa e di pagamento di riscatto. I nostri uomini, i nostri servitori lavorano all'estero molte volte e non li possiamo esporre per interessi di carattere politico, alimentando atteggiamenti non dico benevoli, ma, comunque, di incontro con il terrorismo internazionale. Se vogliamo realmente rendere onore, onorare la morte di queste persone, dobbiamo tenere bene in considerazione quello che vi sto appena dicendo: non si tratta con i terroristi, non si tratta con i mascalzoni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Di fronte a tragedie come quella di cui abbiamo appreso, ci ricordiamo quanto è esteso, profondo, appassionato e rilevante l'impegno di militari italiani, in questo caso un ufficiale dei carabinieri, l'impegno delle nostre diplomazie, la Farnesina, un ambasciatore.

Ecco, con questo intervento vorrei innanzitutto esprimere, a nome di Liberi e Uguali, un sentimento di vicinanza alle famiglie che in questo momento sono travolte da un dolore indicibile e, poi, rivolgere veramente un abbraccio solidale a tutta l'Arma dei carabinieri, al Corpo diplomatico italiano, che è così impegnato per la pace, per la sicurezza in tanti angoli del mondo.

Come hanno fatto gli altri colleghi che mi hanno preceduto, anche noi riteniamo sia importante e utile che il Ministro degli Affari esteri venga a riferire al più presto per capire quanto è successo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, come Governo anche noi apprendiamo in questi minuti questa gravissima notizia della morte dell'ambasciatore Attanasio e del carabiniere di scorta. È un momento gravissimo per il nostro Paese, esprimo a nome del Presidente Draghi e del Ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio la vicinanza alla famiglia portando le nostre condoglianze, come tutto il Governo, in queste ore. È un fatto gravissimo, che ci deve vedere assolutamente impegnati nelle prossime giornate per la ricerca della verità su quello che è successo e chiaramente per poter assicurare alla giustizia internazionale gli attentatori colpevoli nei confronti del nostro corpo diplomatico, nei confronti dell'Arma dei Carabinieri, delle persone che appunto sono cadute in queste ore in Congo. L'ambasciatore e il carabiniere erano impegnati nel cercare di portare giustizia e pace in uno degli angoli più difficili del mondo. Per quanto riguarda l'informativa, vi è la massima disponibilità da parte del Governo a riferire nelle prossime giornate in Aula. Ancora una volta esprimiamo la massima vicinanza nei confronti dei familiari (Applausi).

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro D'Incà. La Presidenza si unisce ai sentimenti di cordoglio manifestati dai gruppi parlamentari e dal Governo, offre la propria sincera solidarietà alle famiglie del carabiniere e dell'ambasciatore Attanasio uccisi in Congo, alla famiglia della diplomazia italiana e all'Arma dei carabinieri.

Si riprende la discussione.

(Ripresa discussione sulle linee generali – A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo a questo punto il dibattito, la discussione generale. È iscritta a parlare la deputata Elisa Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO). Grazie Presidente. Ovviamente è abbastanza difficile continuare la discussione generale dopo questa grave notizia. Cercherò di cambiare anche un po' il tono di quello che era il mio originale intervento. Prima di tutto nel mio intervento volevo comunque esprimere la mia contrarietà per la gestione del provvedimento, un tema su cui anche quando ero dentro al MoVimento 5 Stelle ho sempre combattuto, ossia il fatto che la centralità del Parlamento ormai è sparita; in questa legislatura non abbiamo abolito la povertà ma abbiamo probabilmente abolito il Parlamento. Io mi auguro davvero che col nuovo Governo, con la nuova maggioranza l'atteggiamento verso il Parlamento cambi. Mi auguro di vedere meno fiducie, solo quando è necessario; mi auguro di vedere pochi provvedimenti blindati e questo è un provvedimento che per l'urgenza è stato quasi immodificabile alla Camera e sarà completamente immodificabile al Senato. Mi auguro che il Parlamento torni ad essere centrale. Dopo questa premessa torno sul provvedimento che stiamo discutendo: il “Milleproroghe”. “Milleproroghe” perché l'Italia è il Paese in cui si fanno le leggi per modificare leggi che modificano altre leggi, ma è anche il Paese in cui si fanno le leggi che poi non entrano mai in vigore, perché la loro entrata in vigore viene rinviata, prorogata; rinviata un po' come tante cose, come ad esempio, lo sappiamo, nel caso dei tagli dell'editoria, la cui entrata in vigore era stata annunciata con grande orgoglio in passato ma vediamo che continua a essere rinviata.

Un tema che a me sta molto a cuore riguarda il rinvio del divieto di sperimentazione animale sugli xenotrapianti e sulle sostanze d'abuso. Voglio spiegare un attimo bene di cosa stiamo parlando, perché spesso si fa confusione, si confondono i temi: non stiamo parlando della sperimentazione sugli animali in senso lato, comprendendo tutta la sperimentazione animale. Non stiamo parlando della sperimentazione per creare farmaci, vaccini, insomma per salvare vite umane, stiamo parlando esclusivamente di due tipi di ricerca: la ricerca di base e la ricerca applicata. Stiamo parlando solo di un settore, del settore delle sostanze d'abuso e degli xenotrapianti. Sostanze come la nicotina, la cocaina, l'etanolo, gli anfetaminici, l'LSD. Queste sono appunto sostanze che sono elencate nella relazione che il Ministro Speranza ha dato alle Camere. Noi sottoponiamo a sofferenza degli animali, degli esseri viventi, degli esseri senzienti, per testare la cocaina. La cocaina, stiamo parlando di questo. Il decreto legislativo che introduceva il divieto di sperimentazione animale per questo ambito della ricerca era del 2014 e prevedeva già all'inizio un posticipo dell'entrata in vigore di questa norma di tre anni, sarebbe dovuto entrare in vigore nel 2017. Poi abbiamo visto che nel 2016 c'è stata una proroga di altri tre anni, una proroga a cui il MoVimento 5 Stelle si oppose, era contrario, perché ovviamente difendeva gli animali. Tuttavia in questa legislatura abbiamo rinviato per la seconda volta ancora l'entrata in vigore di questa norma dal 2020 al 2021 e oggi dal 2021 al 2022. La norma è stata approvata nel 2014 e se non ci saranno proroghe entrerà forse in vigore nel 2022. Otto anni, otto lunghi anni in cui gli animali hanno continuato ad essere utilizzati per le ricerche su droghe e alcol. Questo Governo, questa maggioranza dice di essere ambientalista, di avere a cuore la tutela dell'ambiente. Io credo che chi è lontano dagli animali non possa essere vicino all'ambiente e se questo Governo, se questa maggioranza vuole dare un vero segnale anche di discontinuità rispetto al passato, allora dovrebbe almeno valutare di iniziare ad escludere dalla proroga la ricerca su alcune sostanze, la cocaina, ad esempio, l'LSD o anche gli xenotrapianti. Nella relazione stessa del “Milleproroghe” si evince che relativamente agli xenotrapianti si rileva che nel settore non si registrano nuove domande. Se non si registrano nuove domande - ce lo dice la relazione del “Milleproroghe” - possiamo iniziare ad escludere questa proroga. Mi ripeterò, ma credo sia fondamentale: chi è lontano dagli animali non può essere vicino all'ambiente.

Un altro tema che ritenevo importante e purtroppo si è deciso di ignorare completamente o comunque posticipare, è quello del blocco degli sfratti. Il Ministro D'Incà è andato in Commissione a chiedere di ritirare tutti gli emendamenti su questo tema chiedendo di presentare in Assemblea un ordine del giorno. Un ordine del giorno sappiamo benissimo tutti che cosa significa, ossia una vaga promessa “a valutare l'opportunità di”, con i tempi e i modi, che poi sono indeterminati, che verranno decisi di volta in volta. Io non so se avete letto le tante, le centinaia di e-mail che abbiamo ricevuto; io le ho lette. Ve ne leggo qualcuna: “Mia madre, donna di quasi 73 anni malata di Parkinson, ha un appartamento con il quale sosteneva alcune delle tante spese dovute alla sua grave patologia. Da marzo 2019 - 2019! - l'inquilino non paga più le mensilità. Dopo un anno e mezzo siamo riusciti ad avere una sentenza di sfratto per il giorno primo gennaio 2021 e ora ci ritroviamo con un ennesimo prolungamento”. Un'altra e-mail: “Con il mio umile lavoro ho pagato gli oneri condominiali per quell'abitazione da maggio 2018, per il tutto il 2019 e il 2020 e continuerò a farlo per i mesi a venire. Sto pagando la rata del mutuo, le spese e non ho la possibilità nemmeno di provare a ottenere definitivamente quanto mi spetta di diritto”. Ancora: “Abbiamo acquistato in asta una prima casa, data dello sfratto ad aprile 2020. Da mesi ci ritroviamo a dover pagare un affitto, le rate del mutuo, due rate IMU perché non abbiamo trasferito la residenza”. Io le ho lette quasi tutte queste e-mail e spesso ho risposto ad una ad una, quando ho potuto, e mi chiedo che Stato è quello che si mette contro a dei cittadini senza valutare e soppesare le diverse necessità ed esigenze. C'è necessariamente il tema di tutelare chi è in una situazione di fragilità e di difficoltà, ma questo presuppone prima di tutto una verifica del reale stato di necessità di entrambe le parti, ripeto: di entrambe le parti. E una volta che lo stato di necessità, di fragilità è verificato, allora è lo Stato che deve farsi carico della situazione e deve trovare una soluzione, non si può scaricare la tutela sociale sulle spalle di altri cittadini. I cittadini non possono essere un ammortizzatore sociale; e comprendo la necessità della nuova maggioranza di trovare nuovi equilibri sui diversi temi. Io spero tuttavia che lo faccia presto, perché non è possibile lasciare nel limbo e in difficoltà tanti cittadini la cui unica colpa è quella di possedere una casa.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo siamo riuniti qui, oggi, a discutere, in questo emiciclo, di un provvedimento che in qualche modo aveva tante aspettative, un provvedimento molto importante, il decreto-legge “Proroga termini”. Questo provvedimento segna l'esordio di un Esecutivo nuovo, quantomeno ufficialmente. Ci saremmo aspettati discontinuità con il precedente Governo, anche e soprattutto nel metodo, e invece ci duole constatare come sia in piena assonanza con il precedente modus operandi; purtroppo, una struttura senza fondamenta salde e forti, nonostante quell'ornamento, e destinata a crollare a causa della sua stessa base.

Quest'atto è l'emblema dell'operato del precedente e, ahimè, forse anche del nuovo Governo; una serie infinita di proroghe che dimostrano come sia sempre comunque facile rimandare i problemi più che risolverli. Siamo passati da un Parlamento esautorato a un Parlamento commissariato. Un Governo oligarchico che, come ormai da anni avviene, consegna le chiavi di casa, come forse da anni in qualche modo vengono consegnate, a coloro che escono sconfitti dalle competizioni elettorali.

Fratelli d'Italia ha preso una scelta molto chiara, inequivocabile, e non intendiamo ovviamente in alcun modo tradire quel mandato elettorale che il popolo ci ha dato, anche se farlo sembra pratica alquanto comune per molti, qui, e redditizia in questo Parlamento.

Un Governo che ha avuto l'autolesionistico coraggio di confermare il super commissario delle “primule” Arcuri, campione dei fallimenti ed esperto nello spreco di denaro pubblico.

Ciò che più ci preoccupa è la mancanza di visione programmatica che emerge da questo provvedimento, quella malsana abitudine, ormai consolidata, di navigare a vista e che non farà altro che rinviare nuovamente i problemi, che invece necessitano di un approccio deciso, forte e risoluto, un po' con l'idea di quella frase che dice: aspettate il momento giusto per fare le cose; l'unico momento giusto è adesso.

Il decreto in questione ha molte assonanze con i provvedimenti del precedente Esecutivo. Di fatto, come già spesso accaduto, dovrà essere discusso, ovviamente - e così è stato - in tempi brevissimi (e lo sarà), insufficienti, come l'azione di Governo, ad approfondire tematiche, anche per Fratelli d'Italia, che più volte hanno sottolineato la necessità di tempo e di attenzione.

Ancora una volta, con una formula devo dire ormai stucchevole, ripetitiva, si preferisce la forma alla sostanza, la velocità e l'approssimazione alla qualità. Questa pericolosa indecisione, questa incapacità di decidere, questo procrastinare sono emblematici del modo di fare ormai noto, e per noi abbastanza riconoscibile, della precedente e attuale maggioranza giallo-rossa, e questo perché, anche se con qualche aggiunta alle equazioni di Governo, il risultato finale non è cambiato e siamo convinti che non cambierà.

Sembra, inoltre, che le ataviche incomprensioni abbiano permesso la creazione di questo nuovo Esecutivo e che siano tutte ad un tratto sparite alla vista ghiotta di nuove poltrone e di postazioni di potere.

Siamo qui a discutere di un provvedimento che ha nell'eterogeneità la sua ragion d'essere. Fratelli d'Italia, come fatto con il precedente Esecutivo, lavorerà per il bene della Nazione; lo farà in modo certamente concreto e pragmatico, con un'opposizione non ostruzionistica, ma responsabile e guardinga, pronta - come sempre pronti siamo stati - ad arginare qualsiasi atto che non dovesse avere come priorità l'interesse degli italiani.

Fratelli d'Italia ha presentato numerosissimi emendamenti migliorativi a questo provvedimento, ma purtroppo molti di questi sono stati prontamente bocciati. Abbiamo provato a intervenire sulla giustizia, proponendo l'assunzione di 1.500 unità di personale all'interno dell'amministrazione giudiziaria, con l'unico obiettivo di permettere a questa costosa e farraginosa macchina di contenere in qualche modo l'emorragia giudiziaria che da anni affligge il nostro Paese e per assicurare la piena efficacia dell'attività di previsione e repressione dei reati.

Vedete, il nostro Paese, dal punto di vista normativo o giurisdizionale, è tra i più avanzati del mondo, ma le pene sono tutt'altro che garantite e i tempi biblici della giustizia minano pericolosamente la certezza del diritto, causando un vulnus non solo sociale, ma anche economico, di fatto disincentivando gli investimenti esteri.

Per non parlare poi di quello che è stato, invece, approvato: l'emendamento che proroga al 30 aprile 2021 lo “Svuota carceri”, un decreto che già in qualche modo abbiamo pagato sulla nostra pelle con le tante scarcerazioni di boss e criminali; l'unico voto ovviamente contrario è stato quello di Fratelli d'Italia.

Si potrebbe tristemente dire che in Italia l'incertezza del diritto, alla fine, è una cosa certa. Questa pericolosa situazione, se, da un lato, scoraggia gli investitori stranieri, minando la credibilità internazionale della nostra Nazione, dall'altro, non invoglia gli imprenditori nazionali ad avviare delle nuove attività, men che meno a rafforzare e sviluppare le esistenti, preferendo tante volte l'estero.

Vedete, sembra proprio che, a differenza degli altri Paesi europei, l'Italia tenga particolarmente poco alle proprie aziende, le quali ormai, senza difesa alcuna da parte di uno Stato assente, si ritrovano puntualmente ad essere preda della brama colonialista dei presunti amici di confine. Oltralpe, i colleghi francesi parlano di acquisizione, da parte della Peugeot, della FIAT e della Chrysler e, semmai non gli si volesse credere, vi sono dei segnali che sinistramente avallano questa lettura; vedete, la maggioranza dei consiglieri di amministrazione è infatti indicata dal socio francese e il Governo francese ha una sostanziale somma del pacchetto azionario che, insieme a quello detenuto dalla Peugeot, supera il 14,4 per cento detenuto dal socio italiano Exor. Anni di Governi asserviti ai poteri finanziari esteri hanno fatto sì, forse per ricevere qualche encomio di più da parte dell'Europa, che l'Italia diventasse terra di conquista, colonia prima tedesca poi francese, a seconda degli interessi dei vari Governi.

Fratelli d'Italia vorrebbe che vi fosse una grande Europa politica, paritetica e che abbia a cuore gli interessi di tutte le Nazioni che ne fanno parte; invece, assistiamo ogni giorno a veri e propri saccheggi, da parte dei Paesi stranieri, del genio e delle eccellenze prodotte con fatica, nel corso di tanti anni di sacrificio, da parte degli italiani.

Abbiamo provato, senza successo, a prorogare la misura del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, al fine di provare a creare un'Italia ad un'unica velocità; ormai da anni, quella terra è stata dimenticata da chi aveva il dovere di ricordarsene e fatta preda delle mire elettorali e di convenienza di partiti che hanno a cuore solo ed esclusivamente il proprio posto nell'Esecutivo.

Siamo tutti consapevoli che la trasformazione digitale e green è una delle priorità europee e di questa legislatura, ma se, da un lato, questa è necessaria per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile simile a quello degli altri Paesi della zona euro, dall'altro, deve essere comunque garantita a tutti i soggetti, senza lasciare indietro alcuno. Per questo abbiamo proposto, senza successo, di posticipare di un anno l'adesione alla piattaforma della pubblica amministrazione, permettendo alle pubbliche amministrazioni - soprattutto a quelle di ridottissime dimensioni, come, per esempio, alcuni ordini professionali, in quanto non dispongono di risorse umane ed economiche necessarie - di adattarsi a questo cambiamento e attuarlo pienamente ed efficacemente.

Abbiamo provato a dare voce alla categoria dei fisici che svolgono una professione sanitaria: questi si ritrovano nel paradosso, tutto italiano, di avere un'apposita sezione all'interno della quale possono iscriversi, situata nell'albo dei chimici e dei fisici ma, in mancanza della previsione di uno specifico esame di Stato, sono impossibilitati a regolarizzare la propria iscrizione all'albo, pur avendo esercitato la professione sanitaria per diversi anni.

Altro paradosso all'italiana è quello che riguarda il Fondo esattoriali gestito dall'INPS; in questo caso, nonostante la contribuzione dei lavoratori al suddetto, il trattamento pensionistico integrativo al quale è preposto lo strumento in questione, a causa dell'evoluzione delle norme previdenziali, è divenuto inesigibile; sarebbe stata opportuna una revisione che mirasse a valorizzare i contributi versati con grande fatica dei lavoratori, che si vedono costretti a veder valorizzati senza alcuna utilità i propri versamenti: eppure, anche questa possibilità ci è stata negata.

Abbiamo invano provato a difendere, a tutelare i lavoratori socialmente utili, in Calabria come in altre regioni, estendendo a questi le risorse del Fondo per la stabilizzazione dei lavoratori che operano in quei campi. Altra questione importante è quella relativa all'articolo 29 del “decreto Semplificazioni” del 2020, che modifica la legge n. 4 del 2004 con riguardo all'accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici. Tali obblighi, infatti, sono stati estesi anche a soggetti di natura privata e destinano un servizio attraverso strumenti digitali al pubblico. La precedente estensione, però, non è stata accompagnata dalla precisazione di un termine entro il quale potersi adottare. In mancanza di questo, le linee guida applicabili precisano i termini di una parte - devo dire, una buona parte - già decorsi. Come di sovente ormai accade, poi non si sono tenuti in debita considerazione molti fattori importanti come l'attuale situazione emergenziale, il quadro europeo in continuo cambiamento, le difficoltà operative presenti in questa fase e la platea di nuovi soggetti che si ritrovano a doversi adattare. In considerazione di quanto detto, abbiamo provato a proporre un emendamento, mosso dal comune buonsenso, che permettesse ai soggetti privati di adattarsi in maniera proporzionata e graduale ai nuovi obblighi di accessibilità, ma sembra che questo non importi molto alla maggioranza giallorossa, troppo impegnata nell'asservirsi a potenze straniere per mantenere ben saldo il timone del Parlamento balcanizzato. Fratelli d'Italia da sempre si è dimostrata vicina al territorio e alle sue problematiche, che vedono, invece, un noncurante approccio da parte del nuovo Esecutivo, in perfetta e allarmante continuità col precedente. Uno dei temi a noi molto cari, per il quale ci siamo da sempre battuti, è il dissesto idrogeologico, che rappresenta una criticità importante e da affrontare con decisione del nostro territorio italiano. A dimostrazione di quanto detto, l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale nel 2018 ha presentato alla Camera dei deputati gli ultimi dati in merito, dai quali emerge una realtà molto preoccupante: il 91 per cento dei comuni italiani sono a rischio di dissesto idrogeologico e oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in aree ad alta densità e vulnerabili. Sembrava che con un piano “Proteggi Italia” del 2019, mirato a mitigare il dissesto idrogeologico, si fosse presa coscienza reale di un problema di tale importanza, che mette giornalmente in pericolo la sicurezza dei cittadini. Invece, come ormai di sovente accade, una rondine - potremmo dire - non fa primavera. Di fatto, per la correttezza e l'attuazione del piano è di vitale importanza l'acquisizione da parte del servizio geologico d'Italia degli elementi e delle informazioni pertinenti per avere un quadro chiaro del territorio, soprattutto per potenziare le banche dati che opportunamente vengono usate dai tecnici per poter individuare gli interventi prioritari. Per ottenere questo semplice seppur straordinario risultato, è necessario recuperare le informazioni che, in virtù della legge n. 4 dell'agosto 1984, dovevano essere obbligatoriamente trasmesse e che, invece, risultano ad oggi disperse o trattenute in banche dati presso enti locali e professionisti. Abbiamo, perciò, proposto alla fine di favorire la trasmissione spontanea di questi dati e di sospendere momentaneamente le sanzioni amministrative permanenti previste dalla precedente legge per sanzionare il ritardo nelle specifiche comunicazione dei dati. Purtroppo, però, anche questa volta il nostro lavoro è rimasto un lavoro vano e, soprattutto, la nostra voce è rimasta inascoltata. Si è provato, con riguardo all'assunzione nella Polizia penitenziaria prevista dalla legge di bilancio 2020, a far sì che questo potesse avvenire mediante uno scorrimento delle varie graduatorie, ma anche questa proposta logica e meritocratica - e, quindi, inadatta e non tipica del modus operandi della maggioranza - è stata rispedita al mittente. Colleghi, la situazione carceraria - l'abbiamo vista - è veramente pericolosa, instabile. I nostri operatori sono ormai allo stremo. Urge l'assunzione di nuovo personale penitenziario per garantire la sicurezza degli operatori, che giornalmente si recano in carcere, e per tutelare la popolazione carceraria, che è ormai sovraffollata pericolosamente in strutture inidonee soprattutto per il loro contenimento. Avevamo chiesto più volte la necessità di delegare a qualcuno la costruzione di quattro carceri per 5 mila posti e chiudere quegli istituti carcerari di poche persone per potere in qualche modo mettere ordine a tutta questa situazione, ma da quello che abbiamo capito, tra la proroga dello “Svuota carceri” e la mancata assunzione di personale, mi pare che rispetto al dopo Bonafede ben poco c'è da sperare.

Abbiamo, infine, con i colleghi di Fratelli d'Italia provato a rimediare all'aberrazione di una normativa che sta, purtroppo, coinvolgendo una delle ormai più sempre nutrite schiere di invisibili e sacrificabili agli occhi del Governo: i chimici. Il decreto legislativo n. 121 del 2020, entrato in vigore solo 15 giorni dalla sua pubblicazione, ha previsto, infatti, che per effettuare dei test propedeutici all'ammissibilità in discarica dei rifiuti si debba fare riferimento ai laboratori accreditati e non più ai laboratori dotati di sistema di gestione di qualità garantita dalla presenza di un professionista iscritto all'albo. Il precedente decreto scelleratamente non ha previsto alcuna normativa transitoria, di fatto tagliando fuori numerosi laboratori che non hanno avuto il tempo di adattarsi alle nuove disposizioni avendo soltanto quindici giorni di tempo per farlo. A quanto detto si aggiunge che dette attività costituivano un'importante voce di reddito per la categoria dei chimici, che ora rischiano di subire anche un pesante danno di immagine dovuto ai recessi con gli operatori commerciali preposti. L'emendamento presentato e puntualmente rigettato mirava soltanto a rimediare a questa ingiustizia di diritto, istituendo un periodo transitorio che avrebbe permesso ai laboratori di adattarsi alle nuove prescrizioni legali. Fratelli d'Italia da sempre si batte per migliorare i provvedimenti con proposte di buonsenso che vanno a esclusivo beneficio degli italiani e, seppure in misura minima, siamo riusciti anche questa volta a dare il nostro responsabile apporto. Abbiamo visto, in continuità con quanto prima detto sui sacrificabili chimici, prima condivisa e poi approvata la nostra proposta di correggere alcune storture originarie presenti nella legge n. 3 del 2018, riguardanti le procedure elettorali degli ordini dei chimici e dei fisici. L'approvazione di questa proposta, unita al precedente rigetto sullo stesso argomento, dimostra, ancora una volta, la mancanza di organicità e di visione che permea questo Esecutivo.

Siamo riusciti a portare a termine una battaglia storica di Fratelli d'Italia, facendo concedere un anno in più ai precari della pubblica amministrazione per maturare i requisiti per la stabilizzazione. Siamo così riusciti a dare una speranza a migliaia di precari delle pubbliche amministrazioni, ottenendo che i tre anni di contratto necessari alla stabilizzazione possano maturare entro il 31 dicembre 2021. La lotta al precariato, soprattutto in questo periodo storico, è di prioritaria importanza per il nostro gruppo e questa conquista ci rende fieri per il nostro lavoro, che continuerà incessante. Per fortuna siamo riusciti ad approvare un importante emendamento che proroga al 30 giugno 2021 la garanzia SACE sulle obbligazioni delle imprese, allineandone la validità temporale a quella degli altri strumenti di garanzia. Infatti, a causa del perdurare della situazione emergenziale relativa al COVID-19, si modifica - è una modifica che si è resa necessaria - al fine di poter consentire alle aziende interessate le emissioni obbligazionarie e beneficiare delle garanzie SACE. Questo rappresenta un modo diverso per aiutare il tessuto produttivo, dando allo stesso nuove possibilità di finanziamento. In qualche modo, mentre parliamo di proroghe, osserviamo, come nei Governi che si sono già presentati, un'abitudine che viene confermata dal nuovo Esecutivo, cioè quella di decidere per non decidere.

Vorrei concludere, comunicando anche quello che in questa settimana per noi è stato un impegno, come Fratelli d'Italia, presenti insomma nelle zone montane più importanti, turisticamente parlando, e, quindi, anche una forma di sdegno di questo gruppo verso il Governo, ma soprattutto verso il Ministro Speranza che, quattro ore prima della riapertura delle piste di sci, comunica ai tantissimi operatori, i quali per tanti, tanti mesi hanno lavorato per adattarsi alle prescrizioni, che il CTS non aveva dato il via libera alla riapertura. Si continua ancora perseverando diabolicamente a parlare di ristori per queste categorie, ma in un Governo moderno, in un Governo democratico, legittimato da una così ampia maggioranza, ci saremmo aspettati di udire la parola “risarcimento”. Sembra, ormai, però, che le aspettative di migliaia e migliaia di italiani che guardano con rinnovata speranza alla formazione di questo Esecutivo dei migliori siano state infrante fin dalla squadra di Governo. Questa, ahinoi, ahimè, è solo l'ennesima mazzata data a una delle tante categorie ormai in ginocchio, a causa dell'incompetenza del nostro Esecutivo e, forse, l'ultima e lampante dimostrazione che, ormai, sarebbe certamente più corretto parlare di “sudditi” piuttosto che di “popolo”. Signori, se il buongiorno si vede dal mattino, ho l'impressione che qui sia profonda notte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Stefano Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, il collega Raciti ha già spiegato molto bene, stamani, le ragioni che inducono il Partito Democratico a votare a favore, con convinzione, a questo provvedimento per le tante soluzioni ai problemi dei cittadini che qui si ritrovano e vorrei ringraziare anch'io i presidenti Brescia e Melilli che in questo delicato passaggio di maggioranza e di Governo hanno gestito saggiamente tutta la partita degli emendamenti, consentendoci di arrivare in Aula in modo condiviso.

Vorrei ricordare all'inizio una cosa: domani, nella storia delle istituzioni democratiche e parlamentari europee è una giornata importantissima, il tenente colonnello Tejero irruppe nella Camera dei deputati spagnola cercando di riportare all'indietro le lancette verso uno Stato autoritario, ma i cittadini videro nell'istituzione parlamentare un momento chiave di soluzione dei loro problemi e scesero in piazza rapidamente nei giorni successivi: si calcola che tre milioni e mezzo di spagnoli siano discesi nelle piazze a difendere la democrazia. Noi non dobbiamo mai dare per scontato niente, dobbiamo far funzionare sempre bene le istituzioni democratiche, perché i cittadini vi vedano, appunto, una soluzione e non un problema. Allora, nel momento in cui noi diciamo che questo decreto, sia nella versione originaria, sia negli emendamenti introdotti, risolve molti problemi dei cittadini, debbo, però, dire, soprattutto come presidente del Comitato per la legislazione pro tempore - vedo la Ministra Dadone, che è stata dapprima presidente in questa legislatura del Comitato per la legislazione e sa bene cosa significhi questo ruolo - che è bene che noi, però, non ci nascondiamo le criticità di questo provvedimento in termini istituzionali, per fare meglio per il futuro, non per contestare il passaggio attuale. Qui, io ricordo che in questo decreto noi abbiamo necessariamente assorbito tre altri decreti, ma qui c'è un problema, ci sono vari problemi: prima cosa, noi abbiamo assorbito il decreto n. 182 del 2000 che nasceva da un errore della legge di bilancio e che fu emanato in simultanea alla legge di bilancio per eliminare quell'errore e questo già pone dei problemi su come noi approviamo i testi, dobbiamo stare attenti a non dover ricorrere a questi escamotage. Poi, abbiamo altri due decreti, il n. 3 e il n. 7 che sono assorbiti e, anzi, il n. 7 era stato fatto per emendare già il n. 3, cioè siamo di fronte a quel fenomeno su cui, in particolare nelle ultime settimane, il Comitato per la legislazione insiste che non si debba ripetere, cioè il fenomeno dei cosiddetti “decreti Minotauro” o “decreti matrioska”. Perché questo fenomeno è così negativo? Perché, anzitutto, rende difficilmente comprensibile agli operatori del diritto e a tutti i cittadini la successione delle norme nel tempo, con decreti che vengono emanati e anziché essere corretti vengono inseriti in altri decreti e già questo, appunto, è un problema, ma anche perché questa è una delle radici della limitazione del potere di emendamento dei parlamentari nell'una e nell'altra Camera, perché una volta che noi ricorriamo a questo marchingegno e dobbiamo, quindi, assorbire decreti precedenti, che altrimenti decadrebbero, o attendere che vengano emanati i decreti successivi, l'unica soluzione, alla fine, è limitare il potere di emendamento esclusivamente ai parlamentari delle Commissioni della prima Camera che esamina il testo, con un monocameralismo di fatto che è diventato dall'inizio della pandemia la regola di fondo. Ora, era inevitabile in questo passaggio, indubbiamente; c'è stato un cambiamento di Governo e di maggioranza che ha accelerato i tempi, benissimo; la cosa importante è che tutti noi ci prendiamo l'impegno di ridurre al minimo questi fenomeni o che quando accadono li motiviamo esplicitamente come eccezione; non può essere una regola. Quella che è diventata una regolarità non può essere una regola, lo sa il Ministro D'Incà che su questo con lui sono un po' uno stalker in questo periodo, ma il problema non è tanto cosa ne pensi ciascuno di noi o che una maggioranza si trovi, li voti, sappiamo i motivi, però, da qui in avanti, avendo anche una maggioranza molto più ampia di quanto accadesse prima, proviamo tutti insieme a fare uno sforzo per limitare questo fenomeno e consentire quindi che il potere di emendamento dei parlamentari non venga compresso. Ritorniamo a una fisiologia, facciamo vedere che il Parlamento è in grado di funzionare in modo più normale di quello che abbiamo visto finora. Se vogliamo che le persone identifichino nel Parlamento la soluzione e non il problema, non basta che siano risolti i singoli problemi, come facciamo qui nel caso del “Milleproroghe”, ma bisogna che l'istituzione nel complesso appaia funzionante. Per cui, vale la pena di votare a favore della conversione di questo decreto, ma bisogna anche prendere seriamente tutti l'impegno a non ripetere le criticità rilevanti che si sono manifestate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo è un provvedimento ereditato, che a causa del prolungarsi della crisi e del repentino cambio di Governo e di maggioranza, ovviamente, non ha consentito ai nuovi membri di Governo di approfondire la tematica; non ci sono state ancora tutte le nomine, quindi, è un provvedimento su cui si è potuto discutere poco anche in Commissione; nello stesso tempo i tempi erano compressi, scade tra pochissimi giorni, lo dobbiamo votare ora noi, poi, passerà in Senato, quindi, si è creato un clima differente rispetto al passato e, in più, si parla sempre di “Milleproroghe”, quindi, questi sono sempre stati provvedimenti complessi perché toccano diversi ambiti e in questo caso si è aggiunta complessità a complessità, perché si sono dovute aggiungere tutte quelle proroghe che sono relative in particolare all'emergenza COVID. Questo spiega il poco tempo che abbiamo avuto in Commissione, le Commissioni riunite si sono viste anche nel weekend, lo sanno bene i colleghi Comaroli e Iezzi che ci hanno guidato in Lega in questo percorso; naturalmente c'è stata la presenza del Ministro D'Incà durante la Commissione, perché ancora non sono state effettuate le nomine dei sottosegretari relative alle competenze, oggi, vediamo qua - e la ringraziamo - la Ministra Dadone e, quindi, chiaramente era tutto anomalo, ma soprattutto c'è stato un dato, un elemento positivo di anomalia che è un po' il nuovo clima che si è creato, perché obiettivamente questo è un momento eccezionale nella storia del nostro Paese. È la seconda volta che assistiamo ad un Governo e a una maggioranza di cui abbiamo un esempio solo nel secondo dopoguerra e, quindi, chiaramente è stato un clima diverso, oserei dire che c'è stato un codice comportamentale da parte dei parlamentari, per cui ci siamo focalizzati tutti sulle cose assolutamente concrete, anche da parte di chi ha deciso di non dare la fiducia a questo Governo.

Gli stessi Ministri, lo stesso Governo, dobbiamo ammettere, ha dato parere positivo a emendamenti che sono stati per lo più condivisi da tutti i gruppi. Quindi speriamo che possa essere magari un inizio di un rapporto migliore anche tra le forze politiche, di maggiore rispetto anche nei prossimi mesi, salvo che anch'io accedo alla precisazione del collega Ceccanti per cui potrebbe anche magari essere poi un'occasione domani per strutturare il prossimo “Milleproroghe” in maniera differente, lasciando effettivamente al Parlamento più spazio anche per ampliare, per dare fiato a quelle proroghe che già sono state previste. Arriviamo al provvedimento: il provvedimento si compone - lo ha detto lo stesso relatore - di 23 articoli, con un totale di 129 commi, e poi si aggiungono tre macro ambiti, che sono quelli sull'innovazione tecnologica, l'articolo 20, l'esecuzione della decisione europea in materia di risorse proprie, l'articolo 21, e la disciplina degli intermediari bancari e finanziari in relazione alla fuoriuscita dalla UE del Regno Unito.

Ci sono poi proroghe in materia di assunzioni nella pubblica amministrazione, in particolare nel reparto istruzione e sicurezza. È stato fissato lo stop all'esecuzione degli sfratti, su questo vi dirò dopo. La Lega non si trovava assolutamente d'accordo sull'impostazione che è stata fatta, però dobbiamo anche dire che non è che non si possa più attivare il procedimento di sfratto, ma è stato stabilito che durante il periodo COVID deve esserci, di fatto, una differita. Poi sul tema dei trasporti e nell'ottica di limitare l'uso dei mezzi pubblici sono stati prolungati dei bonus; al fine di non appesantire le casse delle società di trasporto pubblico è stata prorogata la sospensione delle sanzioni per le società che riducono le corse. In materia di scuola sono stati prorogati dei concorsi, sono stati congelati i termini per la prescrizione dei contributi della previdenza, sono state prorogate anche delle misure sullo smart working. Anche in materia di giustizia, sempre nell'ottica di non appesantire le casse dello Stato, è stata prorogata anche qui l'assunzione di personale. Però è l'articolo 19 quello che maggiormente dava l'occasione di fare una riflessione sull'emergenza COVID. Ci sono effettivamente degli aspetti di interesse, noi li rileviamo: la proroga di permanenza in servizio del personale sanitario che serve a tamponare, almeno in parte, la carenza di organico che è emersa nell'ultimo anno, le disposizioni sulla produzione e fornitura semplificata di mascherine e la proroga sulla stabilizzazione dei precari nel settore sanitario, sia per le procedure di stabilizzazione diretta che per le procedure di concorso riservato. Noi riteniamo sia di rilievo anche la parte relativa all'allegato che permette l'entrata anticipata degli specializzandi nei reparti ospedalieri, e quindi un aumento del personale sanitario. Però il Parlamento ha tentato di ampliare queste proroghe soprattutto in relazione al COVID, cioè quale era qua l'obiettivo che ci ponevamo noi come parlamentari? L'obiettivo era quello di dar maggiore fiato ai cittadini in questo periodo, e quindi prorogare, rinviare tutti quegli adempimenti, tutti quegli oneri che di fatto l'emergenza COVID aveva reso ancora maggiormente onerosi. La Lega, quindi, si è concentrata su degli aspetti che noi ritenevamo e riteniamo tuttora decisivi: su alcune cose il Governo ci ha ascoltati, erano anche condivise con altri gruppi; su altre, purtroppo, non siamo stati ascoltati. Mi focalizzo su quello che è stato ottenuto: abbiamo ottenuto, insieme, anche qui, ad altri gruppi politici, la sospensione del pagamento delle bollette e la sospensione di taluni oneri nelle zone terremotate, pensiamo all'Umbria, all'Emilia Romagna, lo riteniamo determinante. Abbiamo ottenuto - questo era chiesto a tutti i gruppi anche dall'ANCI - di prorogare per i comuni la costituzione dei cosiddetti fondi per i debiti commerciali, in modo da consentire in questo periodo emergenziale ai comuni di poter immediatamente impiegare le risorse disponibili, senza immobilizzarli. Abbiamo ottenuto che i comuni possano assumere personale per i servizi educativi. È importante, lo abbiamo visto tutti in emergenza COVID, spesso, soprattutto sulle madri, ma in generale sulle famiglie, grava il problema della gestione dei bambini. Ci sono state le didattiche a distanza. Allora, servizi educativi, pensiamo ai centri estivi, l'importanza di consentire ai comuni di avere del personale che organizzi queste possibilità per le famiglie. Abbiamo ottenuto la proroga per gli enti, quindi in generale per le regioni e per i comuni, che, in base alla normativa europea, avrebbero dovuto da subito alienare le partecipate in sofferenza, perché è stata una riflessione di tutto il Parlamento che, in una situazione come questa, che ha determinato chiaramente sofferenze economiche anche nelle partecipate, sarebbe stato utile rinviare quest'onere. Abbiamo ottenuto, insieme anche agli altri gruppi, la proroga dei contributi all'editoria. In questo senso spiace che il MoVimento 5 Stelle, e non lo voglio dire in maniera polemica, però anche in questo caso pretendeva un parere negativo; noi della Lega non siamo contrari alle gare, noi non siamo contrari a fare le cose in assoluta trasparenza per il servizio pubblico, però prendiamo anche atto che il precedente Governo poi, di fatto, la riforma non l'ha attuata. Quindi crediamo che vada ringraziato chi, ad esempio, come Radio Radicale, questo servizio pubblico nel frattempo lo continua a fare, perché anche durante l'emergenza COVID era fondamentale e determinante un'informazione ai cittadini. In questo senso sono stati ottenuti due milioni di finanziamento a Radio Radicale: li rivendichiamo, ne siamo convintamente felici e lo condividiamo anche con gli altri gruppi. Poi ci sono temi su cui la Lega si è battuta strenuamente e purtroppo non è stata ascoltata. Questo, in particolare, è relativo al blocco degli sfratti: noi comprendiamo benissimo che, in una situazione di emergenza sanitaria, vada aiutato chi non si è trovato in grado di onorare gli affitti, onorare le locazioni, di pagare i canoni delle locazioni. Tuttavia, abbiamo ritenuto perlomeno illogico - avevamo previsto un emendamento in questo senso - equiparare chi si trovava in stato di morosità accertata dal giudice pre COVID a chi era in stato di morosità post COVID. Era di tutta evidenza che questa doveva essere una norma non generalizzata, ma focalizzata su coloro che si sono trovati in stato di morosità a causa dell'emergenza COVID e non precedentemente. In più, noi, consapevoli che la casa, come sappiamo, è bene primario per gli italiani, che i proprietari l'hanno acquistata a prezzo di sacrifici della vita e spesso non è neanche loro questa casa, perché rimane ancora delle banche, perché hanno mutui di venti o trent'anni, avevamo proposto degli elementi di perequazione, un minimo di equità anche nei confronti dei proprietari. Su questo anche altri gruppi, ho sentito prima il collega Di Maio che diceva “si farà un ordine del giorno in tal senso”. Noi sappiamo, chi è avvezzo dei lavori parlamentari sa che, purtroppo, gli ordini del giorno trovano un po' il tempo che trovano; tuttavia riteniamo che questa era l'occasione anche per dire “se sospendi, in qualche modo differisci gli oneri per il pagamento del canone, dovresti altresì sospendere, non dico il pagamento dei canoni del mutuo, che magari è una difficile negoziazione a livello di istituti bancari, ma perlomeno il pagamento delle tasse relative agli immobili”. Quindi questo, probabilmente, sarebbe stato un punto di equità anche nei confronti dei proprietari. Sul punto degli adempimenti e accertamenti fiscali, secondo noi della Lega si è persa un'occasione anche in questo senso. Noi auspichiamo, lo diciamo da tempo, questa sorta di anno bianco, cioè in una situazione economica di questo tipo dovrebbero essere sospesi gli adempimenti fiscali e gli accertamenti fiscali. Comunque confidiamo nel nuovo Governo e nel Presidente Draghi, che ha detto che farà un provvedimento ad hoc. Certamente la Lega lotterà perché non partano le 50 milioni di cartelle e di atti esattoriali che sarebbero in partenza. Un altro tema che avevamo chiesto venisse valutato e non lo è stato, è quello dell'applicazione della direttiva europea che obbliga alla segnalazione automatica alla centrale dei rischi di un soggetto che effettua i pagamenti allo scoperto, perché, anche qui, il principio è condivisibile; rimane, però, che, in un chiaro caso di emergenza economica come questa, i pagamenti allo scoperto possono accadere. Il fatto di avere una segnalazione automatica in questo periodo non lo riteniamo equo per i cittadini, perché poi è chiaro che dà il via a tutta una serie di problematiche, come essere individuato come un cattivo pagatore. Noi su questo avevamo proposto almeno una proroga, una posticipazione, ma, ripeto, non siamo stati ascoltati. Nonostante le velleità anche del precedente Governo in materia ambientale - speriamo che da adesso in poi, con questo nuovo Governo, si possa parlare di ambiente in maniera non ideologica -, la Lega aveva proposto un emendamento per ridurre le emissioni di PM10 nel bacino padano e nel bacino laziale. Anche su questo, di veicolare risorse a questo scopo, il nostro emendamento non è stato accolto, ma abbiamo ottenuto, però, altre cose in materia ambientale. Per esempio, l'emendamento a prima firma del nostro capogruppo Molinari che posticipa di centottanta giorni gli adempimenti sul registro nazionale dei rifiuti radioattivi. Però, c'è un'occasione, colleghi, che secondo noi è stata persa. Capiamo che il Governo si sia appena insediato, però qua probabilmente si doveva mostrare più coraggio.

Ho detto prima che c'è tutta una parte dedicata all'emergenza COVID. Allora, andava sviscerato e discusso il tema del Commissario alla salute, andava discusso il ruolo di Arcuri in questo momento. Questo per due motivi, e qua mi rivolgo anche al Governo che è appena subentrato e che tutti appoggiamo. Quali sono i due tratti caratteristici che si è voluto dare il Governo Draghi? Sono due: il criterio della discontinuità e il criterio della competenza.

Sulla discontinuità dobbiamo dire che è stato, in qualche modo, anzi decisamente attuato in alcuni ambiti: penso all'economia, via Gualtieri dentro Franco. Penso all'atteggiamento di Draghi nei confronti del Recovery Plan, lo sta completamente riscrivendo.

Ma qual è l'altro tema che, in questo momento, necessita di discontinuità, è ovvio accanto all'economia? Quello della salute. Allora, già abbiamo visto la conferma del Ministro Speranza, che può essere in una logica di continuità, però abbiamo anche visto e, anzi, ci pare dalle prime dichiarazioni, che, finalmente, ci sarà un cambio di filosofia. Ci pare di capire che il Governo Draghi dica addio alle primule e che si vada verso un modello, magari, come quello inglese sul piano vaccinazioni. Ci pare di capire che verrà ascoltata la Lega quando si dice “basta con gli annunci dalla mattina alla sera”. Ci pare di capire che vada ascoltata anche la Lega quando dice “sulle misure generalizzate, adesso parlare di un arancione diffuso, ma siamo certi che, invece, non si debba evitare, soprattutto, l'annuncio, quindi, creare l'allarmismo e magari concentrarsi invece su delle aree specifiche, su dei provvedimenti specifici di zone specifiche?”. Quindi, ecco, noi vediamo un cambio di passo, potremmo dire un cambio di filosofia. Allora, ci stupiamo che, nel cambiare la filosofia, non venga cambiato il filosofo. Cioè, secondo noi, il vero segnale di discontinuità, in questo, sarebbe stato anche sul commissario.

Relativamente alla competenza, io non mi permetto di dire, come ho sentito anche dire oggi da altri colleghi, in Aula (mi pare un collega di Fratelli d'Italia), che il commissario non abbia competenze, non me lo permetto, però, ecco, registro che, certamente, è un soggetto che si è occupato di tante cose: si è occupato di Ilva e Invitalia. Probabilmente, questo nuovo criterio della competenza diciamo specializzata non dovrebbe indurre, anche qui, a fare un ragionamento su un soggetto che abbia delle competenze specifiche? Ecco, noi su questo crediamo sia stata persa un'occasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Generoso Maraia. Ne ha facoltà.

GENEROSO MARAIA (M5S). Presidente, grazie. Uno degli elementi di maggiore continuità tra l'attuale e il precedente Governo, e che mi ha spinto a votare la fiducia, è la consapevolezza della crisi ambientale che il nostro pianeta sta attraversando. Una crisi che sta accelerando e sta mettendo a repentaglio il nostro territorio, è evidente a tutti. Una consapevolezza che si è concretizzata con la creazione del nuovo Ministero per la transizione e ribadisco che questo Ministero è stato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle.

Per il Movimento 5 Stelle però, la sfida ambientale non deve essere vissuta con una logica regressiva, adottando, appunto, una logica regressiva. Dobbiamo ripensare i processi e le produzioni industriali per ottenere un migliore e più proficuo utilizzo delle risorse naturali, così da portare ricchezza e prosperità per questa e le future generazioni.

Per noi i concetti di ricchezza e prosperità fanno parte della transizione energetica ed economica. Una concezione di benessere che tiene insieme le condizioni economiche, quelle sanitarie e quelle ambientali, troppo spesso contrapposte le une alle altre. Non c'è alternativa e non è un caso che lo abbia compreso anche la nuova amministrazione degli Stati Uniti: tra i primi atti del Presidente Biden c'è, infatti, lo stop alle nuove trivelle e un forte investimento alle rinnovabili.

In questo percorso di transizione economica l'Italia non è sola, si muove all'interno della strategia proposta dall'Unione europea, in primis con gli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 e il 2050. Come detto, però, la logica è quella di puntare sulla ripresa economica e, ci tengo a precisare, sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Una crescita sostenibile, che già animava la prospettiva del Green New Deal del Governo Conte, e questo avveniva prima della pandemia. Nella costruzione del mondo post COVID oggi dobbiamo impegnarci ancora di più su quella strada.

Gli obiettivi posti dalla disciplina UE sono sei: la mitigazione dei cambiamenti climatici, l'adattamento ai cambiamenti climatici, l'uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione verso un'economia circolare, la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

In queste sfide, che non è retorico definire epocali, gioca un ruolo fondamentale il cosiddetto PiTESAI, Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Questo ha l'obiettivo - il PiTESAI - di individuare un quadro definito di riferimento delle aree dove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Nelle more della sua approvazione, al fine di salvaguardare il territorio e non vanificare i benefici che questo piano potrebbe portare, i procedimenti amministrativi relativi ai nuovi permessi, in special modo per quanto attiene le trivellazioni, sono sospesi, fatti salvo casi eccezionali, in base a una moratoria prevista dal decreto-legge n. 135 del 2018.

Su questo, Presidente, si è aperto un forte dibattito, in questi giorni, su numerosi tavoli della maggioranza che sostiene l'attuale Governo, proprio sul PiTESAI, perché il Movimento 5 Stelle ha provato ed è riuscito a costruire una sintesi con le altre maggioranze su questo concetto e su, diciamo, una posizione di buonsenso. Non possiamo permettere e continuare ad autorizzare la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi, senza adottare un piano che ci dica dove poter fare queste attività.

Il PiTESAI non è altro che questo: è un piano della transizione energetica che ci dice quali sono quei siti idonei e quali non sono idonei. Quindi è un piano, è uno strumento importante a salvaguardia del nostro territorio.

L'approvazione del PiTESAI, però, sarebbe dovuta avvenire entro il 13 febbraio ma, data la mancata adozione, tramite un emendamento approvato su spinta del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio, il termine viene posticipato al 30 di settembre, che è la stessa scadenza di vigenza della moratoria suddetta. Ci tengo qui a chiarire che questo è stato un altro elemento che ha introdotto il Movimento 5 Stelle, ed è un passo in avanti anche rispetto ai precedenti Governi, cioè riuscire ad allineare la data di approvazione del PiTESAI con la scadenza della moratoria.

La scelta non è, ovviamente, casuale, ma il frutto di un intenso lavoro di sintesi con i colleghi della maggioranza. Difatti le sensibilità del Movimento 5 Stelle verso i temi ambientali e della transizione ecologica nascono ben prima che divenissero argomenti condivisi e ancora ci vedono sentinelle particolarmente attente, affinché non si ricada in logiche del passato. Il Presidente Draghi ha detto che l'unità è un dovere. Ebbene, sappiamo che, in un Governo di unità nazionale, che l'attuale contingenza impone, si deve mediare fra le parti, ma la sintesi - badate bene non compromesso - deve sempre essere al rialzo.

Voglio portare l'attenzione dell'Aula anche su un altro importante passo in avanti arrivato grazie al nostro lavoro. Mi riferisco alla proroga dei termini della consultazione pubblica e del seminario nazionale per l'individuazione delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Una proroga necessaria e, anche qui, a breve aprirò una riflessione proprio sul concetto di proroga spesso criticato in quest'Aula. Una proroga necessaria per garantire ai territori e ai soggetti competenti di conoscere e approfondire, di dare un contributo di merito e informato alla discussione. Questa è la nostra partecipazione.

Voglio, però, chiarire un punto, come appena detto: il deposito serve a mettere in sicurezza materiale altamente pericoloso, oggi conservato, a volte in condizioni che non possono certo definirsi di massima sicurezza, in una ventina di siti sparsi per la penisola.

Quindi, così come è fondamentale fare bene tutti i passaggi e coinvolgere appieno i cittadini, è altrettanto importante che quelle scorie siano messe in sicurezza in tempi congrui e che non si pensi di utilizzare le proroghe per un rinvio sine die dell'individuazione del sito. Questo è il nostro “sì” e la nostra scelta. Se questo è il momento dell'unità e della responsabilità, Presidente, dovremmo essere tutti d'accordo nel voler garantire la massima sicurezza alle italiane e agli italiani, e sicurezza, in questo caso, vuol dire avere il coraggio di individuare quel deposito così come di scegliere di abbandonare le fonti energetiche fossili, puntando su efficienza, eco-energie e idrogeno verde. Il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo di farsi garante di questi obiettivi e, per quanto riguarda le attività di estrazione di petrolio e gas, di garantire il rispetto della tempistica prevista dall'approvazione del PiTESAI. Questo fa comprendere che il MoVimento vuole questo strumento, anche mediante ulteriori interventi normativi o un prolungamento dei termini nella moratoria. Direi che è quasi scontato che si assicuri la sospensione dei procedimenti e dei permessi di prospezione e di ricerca fino all'adozione del PiTESAI. Il Presidente Draghi ha garantito che il Parlamento verrà costantemente informato, sia sull'impianto complessivo, sia sulle politiche di settore. Ci aspettiamo che questo impegno sia mantenuto fino in fondo, che si collabori con le Commissioni parlamentari competenti nelle varie fasi di approvazione di questo importante strumento posto a salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e del nostro futuro.

Il PiTESAI deve essere una leva della transizione energetica ed ecologica, in coerenza con il principio europeo per cui le attività industriali non devono arrecare danni agli ecosistemi e alla salute, contribuendo a ridurre le emissioni climalteranti e a costruire un nuovo assetto energetico. Il MoVimento 5 Stelle è al Governo per raggiungere questi obiettivi. Il nostro contributo al “decreto Milleproroghe” è la conferma che senza di noi al Governo il traguardo della transizione oggi sarebbe più lontano e sarebbe più lontano l'obiettivo di costruire una società più giusta e più sostenibile, fondata sul benessere diffuso e sulla tutela della salute e degli ecosistemi. Io sono consapevole che il MoVimento 5 Stelle non ha la verità in tasca, tant'è vero che i nostri tre pilastri sono la partecipazione, la scelta e la volontà di cambiare. Noi rimarremo fedeli alle promesse fatte ai cittadini italiani e ai nostri attivisti: noi sceglieremo, noi continueremo a partecipare, noi cambieremo insieme l'Italia in meglio.

PRESIDENTE. A questo punto dobbiamo dirimere la matassa su come proseguire, perché sarebbe iscritta a parlare, anzi è iscritta a parlare, la deputata Bartolozzi, però alle 13,30 dobbiamo sospendere la seduta. Io non so se la deputata Bartolozzi intenda parlare per i residui cinque minuti che restano, oppure se vuole parlare per prima alla ripresa.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, come vuole lei, cioè mi rimetto alle sue decisioni. Posso anche contrarre l'intervento, considerati insomma anche gli eventi che ci hanno tristemente coinvolto…

PRESIDENTE. Se lei ce la fa. Lei non deve rimettersi alle mie decisioni. Se lei ce la fa, può proseguire.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Volentieri, Presidente.

PRESIDENTE. L'unica prescrizione è che alle 13,30 dobbiamo chiudere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). D'accordo, starò nei sette minuti, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, allora a lei la parola. Proceda.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente, Ministro Dadone, onorevoli colleghi. Siamo alla discussione del primo provvedimento dopo la crisi di Governo, il “Milleproroghe” e, certamente, Presidente, io sento doveroso intervenire all'esito dei lavori in Commissione perché è l'unico modo che tante volte si ha per rappresentare all'esterno come si lavora e che cosa vuol dire “lavorare un provvedimento” in Commissione. Ancor di più, Presidente, sento il dovere di far ciò oggi perché - devo dirlo con sincerità - io, ma credo tutto il gruppo di Forza Italia, nelle Commissioni riunite I e V, per la prima volta abbiamo registrato un'aria diversa e di questo siamo profondamente lieti. È evidente che abbiamo registrato un'anomalia, anzi una doppia anomalia, perché - come bene diceva il collega, il professore Ceccanti, ricordando il “golpe Tejero”, per il quale domani ricorre l'anniversario del 23 febbraio del 1982, e come ha fatto anche il collega D'Ettore - andiamo avanti con continuativi “decreti Milleproroghe”. Tuttavia - è giusto ricordarlo all'Aula - questa, Presidente, non è certamente una questione di questi anni, di questi due o tre anni, ma è una storia infinita - tristemente infinita - che va avanti da oltre un trentennio, a cui evidentemente il Parlamento dovrebbe rimediare e, probabilmente, oggi, con questa nuova maggioranza, come ben diceva il collega Ceccanti, saprà e dovrà rimediare.

L'altra anomalia che avevamo registrato, che certamente ha in qualche modo inficiato i nostri lavori - in minor misura, ma evidentemente li ha compressi -, è che il “decreto Milleproroghe”, come ricorderete, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 31 dicembre scorso con una certa maggioranza e poi, invece, in sede di esame in Commissioni riunite, è stato evidentemente licenziato da una maggioranza diversa, più larga, che vede Forza Italia come una forza non solo propulsiva, come una forza di opposizione una volta, ma adesso di costruzione, costruttiva, aperta al confronto e propositiva. Questo, Presidente, per noi non è un cambio di passo. Io da poco siedo in quest'Aula e da poco faccio politica, ma, per quel che ho registrato sinceramente nei già trascorsi due anni e mezzo, Forza Italia non ha cambiato assolutamente passo, né tiro. Forza Italia è sempre stata una forza che ha fatto del confronto costruttivo la sua essenza e questo metodo, questo approccio, ha portato, ha seguito e ha introdotto anche i nostri lavori durante l'esame del “decreto Milleproroghe” in Commissioni riunite, con un confronto aperto e costruttivo e proposte serie. Penso all'emendamento della collega Prestigiacomo sullo slittamento dei termini per l'agevolazione della prima casa, ma penso anche agli emendamenti per le zone colpite dal sisma; penso al contributo per l'editoria e Radio Radicale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), emendamento che è stato sottoscritto e presentato da tutti i gruppi di quest'asse parlamentare. Quindi, da parte nostra, da parte del gruppo di Forza Italia, non è cambiato nulla. Quello che cambierà, che sicuramente faremo con maggior forza e maggior vigore, è dettare ed essere incisivi anche nell'individuare quelle che sono le linee strategiche dell'azione di Governo, quindi non ci limiteremo, adesso, da forza che compone l'odierna maggioranza, a limare i testi: quello che faremo è dare il nostro apporto fattivo per individuare quelle che riteniamo essere le linee strategiche per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Presidente, quindi, con la premessa di una piccola critica all'andamento dei lavori per quanto riguarda l'uso, l'utilizzo, l'abuso del “Milleproroghe”, nel merito la domanda è: ci possiamo ritenere soddisfatti? Io credo che nessuna delle forze di maggioranza si possa ritenere soddisfatta nel merito perché abbiamo tutti - dico tutti - dovuto rinunciare a qualcosa che avremmo voluto avere oggi. Tuttavia, non abbiamo rinunciato invano, Presidente; abbiamo rinunciato in vista di provvedimenti che avranno luce magari fra qualche giorno, nelle prossime settimane; provvedimenti nei quali saranno trasfuse tutte le esigenze che provengono dal territorio, prima fra tutte l'annosa questione degli sfratti. Qualche collega stamane ne ha parlato anche in termini critici, addebitando a questa nuova maggioranza il mancato sblocco dell'annosa questione degli sfratti. Io, per prima, Presidente, stamattina, aprendo le mie mail, ho dovuto rispondere a tanti proprietari che mi chiedevano come fosse possibile che, sebbene con una nuova maggioranza di governo, la tematica degli sfratti non avesse visto risoluzione? Ecco, la risposta che io mi sento di dare, non a noi, a quest'Aula, ma a chi ascolta i nostri lavori, ai cittadini è che questa tematica, che tutti i gruppi parlamentari hanno a cuore, nessuno escluso, sicuramente troverà la giusta e la dovuta risoluzione a breve, nei prossimi giorni, se non nella prossima settimana con l'individuazione di un provvedimento ad hoc. Ciò che ha concluso i nostri lavori in Commissione è stato proprio l'impegno alla presentazione di un ordine del giorno, presentato e sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, che ponesse in qualche modo, che desse luce alle tante domande che ci vengono dal territorio.

Presidente, nel concludere, non posso non ricordare una battaglia che abbiamo fatto per un bacino di lavoratori palermitani - sono i PIP Palermo - un bacino di 2.500 persone che provengono da un vissuto molto difficile, in parte dal recupero di tossicodipendenze, alcolismo, purtroppo commissione di reati, ma ai quali lo Stato, la Regione siciliana, ha offerto una via diversa e ha detto: ti accompagno, ti do un'alternativa, dimostrami che puoi farlo. È stato difficile, Presidente, perché in Commissione abbiamo provato tutti insieme - devo dire, tutti insieme - a dare, ad avere una risposta che fosse esaustiva con la stabilizzazione. Non ci siamo riusciti ancora, ma abbiamo ottenuto - e lo voglio ringraziare pubblicamente: grazie al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, che si è speso in prima linea insieme al nostro presidente, Renato Brunetta - l'attivazione di un tavolo tecnico presso il Ministero, che adesso è presieduto, appunto, dal presidente Brunetta, e che vedrà partecipi il MEF, le parti sociali e la Regione siciliana. Credo che quello sarà il luogo giusto per porre fine a quella che è una tragedia, Presidente, che va avanti da vent'anni e per la quale questo bacino di lavoratori palermitani non può più attendere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Concludo, sperando di essere stata nei tempi, con la certezza, Presidente, che si è aperta una nuova fase per il Paese: una nuova fase che dovrà vedere tutte le forze politiche che la compongono, di questa nuova maggioranza, impegnate a sostegno del Premier Draghi, al quale rinnoviamo e rinnoveremo ogni giorno la nostra fiducia e il nostro sostegno, nella consapevolezza che il Paese non abbia altre alternative se non quella di unirsi, individuare strategie comuni e lottare per il raggiungimento di fini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, deputata Bartolozzi, anche per la assoluta e impeccabile puntualità. Sospendiamo a questo punto la discussione generale, che riprenderà alle 14,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 14,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati D'Uva, Lorenzo Fontana e Spadoni sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 70, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2845-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea.

(Ripresa discussione sulle linee generali – A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Emanuele Prisco. Ne ha facoltà.

Però aspetti un secondo soltanto, anzi i secondi necessari per chiedere all'Aula e ai colleghi deputati di fare silenzio e consentire alla discussione generale di riprendere il suo corso naturale e al collega Prisco di prendere la parola. Colleghi per cortesia, colleghi deputati, vale sempre la legge che chi vuole conversare lo può fare, a patto che esca di qui. Prego.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Gentili onorevoli colleghi, Ministro D'Incà, innanzitutto una precisazione che debbo fare sul metodo, visto che alcuni deputati, in particolar modo il collega Ceccanti ha ritenuto di dover correttamente e giustamente far riferimento al fatto che è sempre più palese un passaggio, una riduzione ormai monocamerale di fatto nei lavori parlamentari, una volta giustificata dalla fretta, una volta giustificata dal cambio di Governo, una volta giustificata dall'ostruzionismo interno alla maggioranza; ecco, su questo io vorrei precisare che si arriva ad una deliberazione monocamerale di fatto su questo provvedimento, non consentendo l'esame degli emendamenti all'altro ramo del Parlamento, non per responsabilità dell'opposizione, non per responsabilità di Fratelli d'Italia che, correttamente, nei rapporti parlamentari, rappresentando l'unica opposizione, non ha mai fatto, durante la discussione di questo provvedimento, ostruzionismo di alcun genere, presentando un numero di emendamenti limitato, discutendo non tutti gli emendamenti per poco più di qualche minuto. Evidentemente, come avveniva per la maggioranza del “Conte 2”, l'ostruzionismo viene spesso, molto spesso, dalla stessa maggioranza perché è evidente che maggioranze disomogenee trovano con difficoltà - e poi ci torno - un accordo sui molti temi che anche questo provvedimento d'interesse dei cittadini, delle imprese, delle famiglie, dell'Italia, ha e tratta. È evidente perché poi - e ci tornerò - gli accordi di maggioranza si possono fare, ma si fanno al ribasso, come è già stato evidenziato in più di una circostanza nel corso dell'esperienza, fortunatamente terminata, del “Conte 2”.

Nel merito del provvedimento, senza tornare sui molti importanti temi trattati in questa giornata già anche dai colleghi di Fratelli d'Italia che mi hanno preceduto, mi corre l'obbligo di segnalare l'importanza di alcune norme, che, grazie anche all'impegno insistente - e su questo ringrazio per l'entusiasmo, per la forza e la passione che ci ha messo il collega Trancassini -, anche grazie al ruolo fondamentale di Fratelli d'Italia e dell'opposizione, si è arrivati ad inserire: numerose e importanti proroghe sulla questione del sisma, norme più semplificate per gli appalti, le bollette, norme agevolative sulle concessioni per i depositi dei detriti, cuore della ricostruzione.

Ci spiace, però, che nulla si sia potuto fare sulla questione del credito di imposta, che è un po' lo strumento principale con cui si incentiva la ripartenza della ricostruzione, soprattutto privata. Nonostante Fratelli d'Italia l'abbia posto all'attenzione delle Commissioni con forza e con insistenza, non si è riusciti a portare questa maggioranza a riesaminare questo tema importantissimo.

Poi c'è stata un'altra discussione importante - ci tengo a ricordarla - sul mondo delle professioni, su quello strano, complesso, articolato ginepraio normativo, che si è costruito anche in conseguenza dell'emergenza COVID, per cui si scarica tutta la materia dei ristori e tutta la materia degli incentivi alle imprese sul ruolo e sul lavoro dei professionisti, ma, se questi poi si ammalano di COVID o sono in quarantena o sono in quarantena in conseguenza, per esempio, dell'isolamento dei figli, non vengono prorogate né le scadenze né si escludono i termini di responsabilità del professionista stesso. Quindi, beffati due volte, in continuazione perfetta con quello che è stato l'approccio contro le professioni del Governo Conte, per cui i professionisti tanto sono tutti evasori, tanto sono tutti al servizio di quegli imprenditori che vogliono evadere, non consideriamoli, non prestiamo loro attenzione. Quella stessa impostazione non sembra essere mutata.

Noi riteniamo, invece, che nel cuore, nella possibilità, di riscatto di questa Nazione, nella azione dei professionisti…

È molto difficile, Presidente. Io ci provo a continuare a parlare, ma il rumoreggiare…. non chiedo, per carità, che mi si ascolti; chiedo solo di poterlo fare con la massima serenità possibile. Come dicevo, quel mondo delle professioni, che è l'intellighenzia…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi! Presidente Melilli…. presidente Melilli, chiedo scusa, stiamo aspettando che lei concluda la sua conversazione. Giustamente è stato fatto un richiamo al silenzio da parte dell'oratore. Prego, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, almeno per il tentativo.

Come dicevo, quel mondo delle professioni è una rete importantissima di competenze intellettuali, che è l'intellighenzia su cui si è deciso di scaricare o di caricare l'onere del ristoro, l'onere della ripartenza del mondo produttivo, anche in questo provvedimento non è stata adeguatamente tutelata e difesa, come invece Fratelli d'Italia ha chiesto con forza e con coerenza come nei mesi scorsi dell'emergenza.

E poi vi è tutta la partita delle Forze dell'ordine. Ho sentito anche questa mattina, nel corso della discussione generale, correttamente alcuni colleghi fare riferimento a tutta la partita delle Forze dell'ordine. Molti emendamenti sono stati presentati da molte forze politiche, in particolar modo per prorogare le graduatorie esistenti dei concorsi, per offrire, nel caso in cui la Polizia, i carabinieri, la penitenziaria, i vigili del fuoco, non fossero in grado in conseguenza delle norme sull'emergenza di poter svolgere pienamente nuovi concorsi, di poter comunque attingere e non perdere la possibilità di fare nuove assunzioni, perché da questo dipende anche la sicurezza delle nostre città e la sicurezza delle nostre donne e dei nostri uomini in divisa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se poi io mi trovo respinto un emendamento che chiede lo scorrimento delle graduatorie della Polizia penitenziaria e, di contro, in fondo al decreto, mi trovo uno svuota carceri, noi pensiamo che non possa essere la soluzione quella, se non si è in grado di mantenere la sicurezza all'interno delle carceri, di far uscire coloro che nelle carceri stanno lì perché hanno commesso un reato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in danno spesso anche di chi lì sta a rappresentare lo Stato.

Un emendamento del Governo che è arrivato come ultimo atto del “Conte 2”, l'ultimo atto del Ministro Bonafede e del Presidente Conte, legato al tema della proroga delle cartelle: come dire, bere o affogare. Volete salvare i cittadini e le imprese dalla morsa delle cartelle esattoriali? Beh, dovete pagare il pegno di avere in cambio lo svuotamento delle carceri con la proroga di quel provvedimento cancerogeno che ha determinato, seppur in modo indiretto, l'uscita dal carcere di pericolosi criminali. Se quello è l'ultimo atto del Governo Conte, io spero che le forze libere in questo Parlamento lo fermino una volta per sempre; ma se quello è il primo atto del Governo Draghi, non ci siamo proprio, perché non è il miglior segnale quello della resa, che lo Stato può offrire alla Nazione che rappresenta.

Poi vi è la questione dei bonus. Vi è in questo provvedimento, purtroppo - nonostante Fratelli d'Italia abbia tentato di far soprassedere la maggioranza dall'approvazione - la proroga del famosissimo bonus vacanze. Bonus vacanze che non ha funzionato come strumento, come il centrodestra ha più volte rappresentato in quest'Aula del Parlamento, quando forse quelle risorse, come prevedeva un emendamento di Fratelli d'Italia, andavano utilizzate per indennizzare il mondo del turismo e, in particolar modo, quello della montagna che, anche in conseguenza di provvedimenti estemporanei, come quelli del Ministro Speranza, è stato messo in ginocchio fino all'ultimo giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), prima che si approvasse questo decreto!

Poi il rinvio delle tasse per il turismo, per il mondo del turismo: noi abbiamo chiuso per decreto (non noi, insomma, ma il Governo ha chiuso per decreto). Non entriamo nel merito se questo dovesse essere fatto o meno, ma il fatto è che ha chiuso per decreto un intero comparto, come quello turistico. A questo almeno diamo l'indennizzo nel dire: i costi fissi, cioè la Tari, cioè l'IMU, cioè le tasse fisse, non le pagare. Ovviamente, sappiamo e sapete tutti, colleghi, che le strutture ricettive sono di grandi dimensioni e queste spese gravano in modo forte, fortissimo, sui bilanci di questa parte del mondo economico.

Noi riteniamo che vi siano tanti altri provvedimenti che hanno trovato accoglimento in questa legge, ma molti, come ho ricordato con qualche esempio, non l'hanno trovato; così come non l'ha trovato una semplicissima e banalissima proroga della validità del DURC delle imprese. Voi sapete, colleghi, meglio di me, che per accedere a tutto il meccanismo dei ristori, sia nazionali, sia regionali, le aziende debbono avere il Documento unico di regolarità contabile in regola. Spesso, purtroppo, non per malafede, non perché sono evasori, ma semplicemente in conseguenza della pandemia, molte aziende si sono trovati a non avere perfettamente in regola questo documento. Cosa costava, signor Ministro, prorogare questa validità di un anno, cosicché gli imprenditori seri, che sono la stragrande maggioranza del corpo imprenditoriale di questo Paese, avessero la possibilità di rimettersi in piedi non con il vostro aiuto, ma con le loro stesse forze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Che vi costava?

Vedete, noi dal Governo dei migliori ci aspettiamo delle soluzioni! Sorvolo il giudizio su alcuni Ministri per cui varrebbe la pena spendere qualche parola, ma so che lo si è fatto anche in quest'Aula più di una volta, quindi, come dire, non infierisco, però ci aspettiamo risposte, non rinvii. Ci aspettavamo risposte sulla questione degli sfratti, che è stata posta con forza da molti proprietari nel corso della Commissione, così come ci aspettavamo e ci aspettiamo risposte sul tema della prescrizione, perché la disciplina attuale si dimostra essere un abominio giuridico e il centrodestra su questo ha fatto una battaglia in questi anni che poteva trovare accoglimento nel corso dei lavori della Commissione e, invece, si è deciso di rinviare. Su molti altri temi, Fratelli d'Italia è qui e su questo, forse, dovrebbe avere il ringraziamento delle altre forze politiche, perché, in una maggioranza arcobaleno, dove c'è tutto e il contrario di tutto, ha l'onore e l'onere di portare l'attenzione tanti temi che vogliamo affrontare come sempre senza pregiudizio, ma anche senza sconti. Nel merito, se quale scusante di questo provvedimento vi è il fatto che questo si è sovrapposto al cambio di Governo - questo è l'unico provvedimento che sta a cavallo tra un Governo e un altro - non ci saranno, immaginiamo, dal Governo dei migliori altri provvedimenti per cui si sceglierà la politica del rinvio, anziché quella delle soluzioni.

Dicevo, ci sono tanti temi che noi vorremmo poter affrontare. Abbiamo presentato su questo alcuni, pochissimi, emendamenti qualificanti; alcuni li ho detti poc'anzi e mi auguro che trovino accoglimento nel corso del dibattito parlamentare di questo provvedimento, anche con il concorso dell'opposizione, che si è dimostrata seria, patriottica, costruttiva, responsabile in ognuna delle fasi, nonostante il Governo ci abbia portato all'ultimo giorno di Commissione utile per poterlo approvare. Molti di questi temi - quello delle professioni, delle Forze dell'ordine, del turismo, degli sfratti, delle cartelle esattoriali - non sarebbero passati sottotono se non ci fosse stato anche il ruolo della opposizione democratica, repubblicana, come si sarebbe detto in altri tempi e da altri parti di questo emiciclo, capace di sottolineare un'esigenza che c'è fuori dal palazzo rispetto ad alcuni temi. Sono temi che riguardano la vita delle persone, delle imprese, temi che riguardano le famiglie, che riguardano un mondo fuori da lì, fuori da questo portone e che non meritano certamente di passare sottotono, come si rischiava di far passare.

Per questo, Fratelli d'Italia è qui, è stata qui, sarà qui a provare a dare una voce, un portone aperto verso il mondo reale, a cui, spesso, giochi di palazzo o Governi provati in laboratorio non riescono a dare risposte, soprattutto quando maggioranze eterogenee rischiano di concludere i provvedimenti con compromessi al ribasso che non danno le risposte di cui ha bisogno l'Italia per difendersi da questa crisi pandemica ed economica e per rilanciarsi verso il futuro che gli appartiene e che merita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzoni, se è presente in Aula. Mi pare che non sia presente, non c'è, quindi si intende decaduto. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione affari costituzionali, presidente della medesima Commissione, deputato Giuseppe Brescia, che rinuncia. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione bilancio, deputato Fabio Melilli, anche lui rinuncia. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, Ministro D'Incà, che rinuncia.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, i deputati Sarli e Colletti sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che fuori dalla seduta gli emendamenti Trancassini 7.81 e 7.83 sono stati ritirati dal presentatore. Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'emendamento Caretta 10.84, già dichiarato inammissibile in sede referente.

La Presidenza non ritiene inoltre ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento, i seguenti articoli aggiuntivi, non previamente presentati nelle Commissioni: Frassinetti 6.0400, in materia di sospensione delle procedure elettorali per il rinnovo degli organi degli atenei e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica; Colletti 8.0400, non segnalato per la votazione, volto a modificare i termini per l'applicazione delle procedure per l'affidamento di lavori, servizi e forniture, di cui agli articoli 1 e 2 del decreto-legge n. 76 del 2020. Avverto, infine, che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 1.500, 3.500 e 17-quater.500, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Colletti. Se è presente, gli diamo la parola. Prego.

ANDREA COLLETTI (MISTO). Grazie, Presidente. Un richiamo agli articoli 8 e 41 del Regolamento. Vorrei far presente alla Presidenza che, in sede di Commissione, è stato inserito, in questo decreto-legge, l'articolo 1-bis, che prevede disposizioni in materia di assunzione di personale nelle pubbliche amministrazioni. In specie, prevede le norme riguardanti l'Avvocatura dello Stato, il Ministero dell'Economia e delle finanze, il TAR e il Consiglio di Stato. Farei presente che una “manina” collegata al Consiglio di Stato ha inserito, quindi, una nuova e ambita e remunerativa presidenza di sezione del Consiglio di Stato, grazie a questa conversione di decreto-legge. Sarà sicuramente un caso che molti capi di gabinetto e capi legislativi siano anche consiglieri di Stato. Mi domando però, Presidente, cosa c'entri tale normativa con le disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Le ricordo la lettera del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa, per cui la materia per il vaglio di ammissibilità delle proposte emendative deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo. Le ricordo anche la sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012, in cui si chiede, proprio per i decreti “Milleproroghe”, ovvero per un decreto del genere, che devono obbedire alla ratio unitaria di intervenire con urgenza sulla scadenza dei termini - e richiamo: la scadenza dei termini - e che l'inserimento di norme eterogenee rispetto all'oggetto o alla finalità, determina la violazione dell'articolo 77, secondo comma.

Presidente, il disegno di legge viene chiamato: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea. Ora, inserire una nuova presidenza del Consiglio di Stato non rientra né nella ratio né nell'ammissibilità di tali emendamenti e, pertanto, io le chiedo formalmente che coinvolga la Presidenza della Camera per l'espunzione dell'intero articolo 1-bis, ovvero per l'espunzione solo della parte riguardante il Consiglio di Stato e la presidenza del Consiglio di Stato. Mi domando: ma cosa succederebbe se la Corte costituzionale dovesse dichiarare incostituzionale una presidenza di sezione del Consiglio di Stato o dovesse dichiarare incostituzionali le posizioni dell'Avvocatura dello Stato? Significherebbe creare un corto circuito allarmante. Vede, Presidente, questo emendamento doveva essere inserito nella legge di bilancio. Prevede per i profili dell'Avvocatura una spesa di 11 milioni di euro annui; per i profili del Consiglio di Stato 3 milioni di euro annui. Vien da sé che è totalmente illegittimo presentare e votare questo decreto con tale articolo. Per questo chiedo, prima che intervenga la Corte costituzionale o anche la Presidenza del Senato, che intervenga la Presidenza (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Colletti, ma l'articolo del provvedimento a cui lei fa riferimento è stato introdotto nel testo a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato nelle Commissioni e quindi, come tutte le altre proposte emendative presentate in quella sede, sottoposto al vaglio di ammissibilità da parte delle rispettive presidenze, che lo hanno ritenuto ammissibile. Si tratta, infatti, di disposizioni che essendo volte principalmente ad ampliare l'ambito temporale di applicazione del piano di assunzioni vigente relativo al personale dell'Avvocatura dello Stato e della magistratura amministrativa, recando altresì le conseguenti previsioni di natura applicativa o transitoria e di copertura finanziaria, appaiono in linea con le materie e l'oggetto del provvedimento in esame. Non vi sono quindi i presupposti per un intervento della Presidenza quale quello da lei prospettato.

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'emendamento Delmastro Delle Vedove 8.400 (Vedi l'allegato A).

ANDREA COLLETTI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Chiede la parola su cosa, deputato Colletti?

ANDREA COLLETTI (MISTO). Sul Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE. Perché se è sulla medesima questione la risposta c'è stata ed è risolutiva, quindi la prego di non insistere se la materia è la stessa. Se vuole fare un richiamo al Regolamento su altre questioni le do volentieri la parola, ma se è sulla stessa questione c'è una risposta della Presidenza.

ANDREA COLLETTI (MISTO). Presidente, guardi c'è stata una risposta che non risponde ai quesiti perché noi non stiamo facendo una proroga, qui si inserisce una nuova presidenza nel Consiglio di Stato.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49 comma 5 del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, desidero iniziare il mio intervento prendendo spunto da una lettera di una docente. “Ricordo la magistrale lezione della mia maestra quando ci spiegò le addizioni: cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia”. Ecco, Presidente, anche questo Governo è la chiara dimostrazione che pur cambiando i Ministri, quindi gli addendi, il risultato non cambia.

Andiamo nel merito degli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia riguardanti i problemi irrisolti della scuola. Emendamenti che hanno avuto la solita risposta: inammissibili o respinti. Eliminazione delle “classi pollaio”, proroga, fino alla scadenza dello stato di emergenza, della tutela dei lavoratori fragili, stabilizzazione dei docenti con trentasei mesi, proroga dei contratti sull'organico COVID, ma anche l'eliminazione del vincolo quinquennale. Questo è un punto che merita molta attenzione poiché, forse non ve ne siete resi conto, ma le assunzioni negli ultimi anni sono state un flop e una delle cause maggiori è proprio questo vincolo. Norma assurda e discriminatoria che ingabbia decine di migliaia di neo insegnanti per cinque anni, costretti ad abbandonare la famiglia, magari con figli minori, per dedicarsi ad una vita di vagabondaggio. Il tutto completato da uno stipendio da fame, che il più delle volte va via pagando affitti o albergo. Un “no”, un “no” categorico in Commissione bilancio alla mobilità straordinaria, altro emendamento che pone le sue basi sulle svariate sentenze o ordinanze che sanciscono il principio della priorità del trasferimento di coloro i quali sono già in ruolo rispetto a chi si vede assegnata una sede di nuova nomina. E lo stabilisce l'articolo 470 del decreto legislativo n. 297 del 1994, lo stabilisce l'articolo 30, comma 1, della legge n. 165 del pubblico impiego, che riconosce infatti alla mobilità territoriale il valore di procedura necessariamente prodromica all'espletamento delle procedure di reclutamento. Quindi, è chiaro che la mobilità sia volontaria che obbligatoria vada compiuta necessariamente su tutti i posti disponibili e vacanti prima di bandire nuove procedure di reclutamento; e quest'ultime appaiono necessarie e giustificate proprio perché le amministrazioni lamentano la vacanza di personale in organico, visto che la mobilità volontaria non è riuscita a sopperire al fabbisogno. Le soluzioni ci sono, le soluzioni ci sono e non si devono trovare, perché ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Si sta giocando con la vita di migliaia di docenti di ruolo immobilizzati fuori provincia, il più delle volte fuori dalla loro regione, bloccati nella trappola di un lavoro che amano ed in cui hanno creduto per anni; e per svolgerlo molti di loro hanno dovuto rinunciare alla famiglia. State chiudendo ancora una volta la porta a tantissimi docenti con storie drammatiche alle spalle. Signor Presidente, famiglie che si separano, rapporti coniugali che si interrompono, figli che sono cresciuti senza le loro madri, genitori anziani rimasti soli a distanza di chilometri. Signori della maggioranza e del Governo, basta con le parole, adesso basta con le parole, rilasciate meno interviste, fate meno promesse e cominciate a dare soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di venti minuti previsto dal Regolamento per le votazioni mediante procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 15,25.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,25.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, a nome di Fratelli d'Italia, rivolgo un ringraziamento al Presidente della Repubblica, Mattarella, al Presidente Draghi, alle forze politiche e ai tantissimi…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata Ferro.

Colleghi deputati…Onorevole Tabacci, non vedo, dalle spalle, chi è l'interlocutore… Bene, vi prego di osservare silenzio. La ringrazio. Prego, deputata Ferro, prosegua.

WANDA FERRO (FDI). …ai tantissimi italiani che hanno rivolto la loro solidarietà a Giorgia Meloni per i vergognosi insulti ricevuti da un docente dell'Università di Siena. Un attacco gravissimo, non solo perché Giorgia Meloni è una leader, l'unica di un partito di opposizione, non solo perché le argomentazioni utilizzate da questi signori seguono i canoni più beceri del sessismo, ma perché proviene da rappresentanti del mondo accademico, da chi ha una grande, grandissima responsabilità, quella della crescita culturale, della piena formazione e costruzione delle coscienze dei nostri giovani. Un attacco che non può essere sottovalutato, che non può essere derubricato ad una critica legittima, seppur eccessiva nei toni e nel linguaggio. è evidente che si punta ad alzare il livello di odio nel dibattito politico; in un momento di profonda crisi sociale, il rischio è che quell'odio possa arrivare ad esasperazione e si possa sfociare in comportamenti ancora più preoccupanti.

La solidarietà a Giorgia Meloni, oltre ad essere un atto dovuto, per lei, per la sua famiglia, per la comunità umana che rappresenta, con merito e certamente a testa alta, è un gesto di grande responsabilità collettiva; sono state tantissime le manifestazioni di condanna da parte della sinistra, alcune immediate, altre più sofferte, ma che hanno riaffermato un principio: per quanto possa essere radicale e profondo il disaccordo sulle posizioni politiche, sulle idee e sulle scelte, mai possono essere giustificati o tollerati attacchi come quelli che sta ricevendo Giorgia Meloni, rivolti sempre e comunque alla sfera del suo essere donna. Riflettano certi sedicenti intellettuali, prima di vestirsi di chissà quale autorità e di rivelare, a microfono libero, i loro meschini sentimenti di odio e di intolleranza, propri di chi, non avendo argomenti per rispondere nel merito, nasconde la propria debolezza dietro la violenza verbale. L'episodio, Presidente, che ha visto protagonista tal Gozzini, spalleggiato nella volgarità da altri due opinionisti, dimostra purtroppo quale sia il livello culturale, etico e la sensibilità democratica di una certa intellighenzia e, soprattutto, mostra quanto ci sia anche una seppur piccola parte del nostro mondo accademico, rispetto ad un livello formativo che viene proposto ai nostri giovani, abbastanza basso.

Fratelli d'Italia ha dimostrato di essere pronta al confronto sugli argomenti, nel merito delle questioni, ma non si fa certamente trascinare nelle logiche di odio e di violenza, finora verbale, che sono proprie di un mondo che non c'è più e di cui forse qualcuno conserva una tetra nostalgia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. In merito a che cosa?

SIMONE BALDELLI (FI). Sullo stesso argomento, Presidente.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori. Prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Ovviamente, Presidente. Il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, esponenti di tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento hanno espresso solidarietà a Giorgia Meloni per quanto accaduto. Il gruppo di Forza Italia la ribadisce qui, oggi, in questa Assemblea. Peraltro, non è la prima volta che Giorgia Meloni viene attaccata sul piano personale e su quello familiare. In questo caso, non si tratta di un leone da tastiera, di quelli che credono che la rete sia una zona franca rispetto alle regole, al diritto, a ciò che si può o non si può dire. Si tratta di un professore universitario, con una responsabilità di insegnamento verso degli studenti. Ecco, tutto questo ci induce a una riflessione: quando il dissenso politico trascende, si trasforma in disprezzo, a volte in odio e in insulto personale, allora, probabilmente, c'è qualcosa nella nostra società che non gira per il verso giusto. Giorgia Meloni è stata offesa come donna, è stata offesa come leader politico, è stata offesa come esponente di una forza politica di opposizione. Noi le esprimiamo solidarietà da alleati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ma anche nel suo ruolo di leader di una forza di opposizione perché, Presidente, colleghi, in una democrazia la cosa importante non è solo che ci sia una maggioranza ma che ci sia un'opposizione e che a questa opposizione si debba rispetto. Per questo, credo che sia positivo che la solidarietà a Giorgia Meloni sia stata espressa trasversalmente da tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, perché la tutela della dignità dell'opposizione vale e vale tanto in una democrazia parlamentare come la nostra. Io credo che noi abbiamo una responsabilità nel nostro confronto politico: quella di tenere alto il livello del dibattito e di dimostrare, sempre e comunque, seppure nella durezza dello scontro, rispetto per gli avversari politici. Questo va fatto sempre, perché quello che succede qui dentro spesso è esempio di quanto può succedere fuori. Di fronte a un episodio come questo la condanna più ferma di Forza Italia, la solidarietà a Giorgia Meloni e al suo movimento politico e la sottolineatura che in una democrazia l'opposizione è sacra (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Anch'io, come molti altri, ho espresso la mia solidarietà a Giorgia Meloni per gli insulti che ha ricevuto. Non l'ho fatto con fatica né con sofferenza. Credo che insulti come quelli vadano sempre condannati senza se e senza ma, con decisione e con determinazione. Mi auguro vivamente che questo episodio, così sgradevole e pesante, diventi un'occasione però, un'occasione per tutto il Parlamento, per la politica, per chi svolge ruoli pubblici, per riflettere fino in fondo, senza pesi e misure talvolta diversi, su quanto pesi l'odio, su quanto siano pesanti le parole nel linguaggio pubblico, su quanto le parole siano performanti, in grado di orientare i comportamenti, di costruire cultura o controcultura, perché - lo dico ai colleghi e alle colleghe di Fratelli d'Italia, della Lega, di Forza Italia, di tutte le forze politiche - di odio in questi anni ne è stato distribuito a piene mani. È stato fatto spesso senza preoccuparsi delle conseguenze che quelle parole e quella cultura producevano nel corpo profondo del Paese. Colleghe e colleghi, questo è un Paese nel quale l'odio si distribuisce ogni giorno e a piene mani nei confronti di chi è più fragile, di chi non ha notorietà, di chi non è né un leader, né una donna, né un dirigente politico, di chi è ai margini ed è ogni giorno colpito dalle parole e dai comportamenti che ne derivano. Dunque, sia questa l'occasione - e qui chiudo -, l'occasione per bandire la cultura dell'odio, per bandirla per tutti, però, per bandirla contro le differenze, contro i marginali, contro gli esclusi, tutto ciò che in questi anni non solo non è avvenuto ma, Presidente, è diventato il terreno su cui una certa impresa politica ha costruito tante delle sue fortune senza reciprocità, senza l'onestà di bandire quel linguaggio e quelle parole non come atto di dimostrazione dei propri buoni sentimenti ma come elemento di riflessione profondo sul nesso tra la cultura, le parole e la qualità della nostra democrazia. Bene, sia questa l'occasione per cambiare strada e farlo tutti e tutte, non solo quando a essere colpito o colpita - cosa ancora più grave - è un uomo o una donna nota delle istituzioni.

Per la verità, diciamolo: ci sono donne di questo Parlamento - Laura Boldrini è una di queste e ce ne sono molte altre - che sono state colpite a più riprese senza che tanta solidarietà si levasse, ma non è questo il problema: da oggi succederà e io non ne ho dubbi. Ma la verità è che sono troppi e troppe coloro che, senza lo schermo del proprio ruolo e della propria visibilità, ogni giorno soffrono di quella sottocultura che, appunto, è intrisa di odio e di disprezzo per le differenze. Sia l'occasione per cambiare strada, Presidente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Non è la prima volta che come Italia Viva prendo la parola per difendere Giorgia Meloni, anche se non ne ha bisogno perché è riuscita anche in questa occasione a difendersi da sola, ma la solidarietà a nome del mio partito la testimonio perché, a prescindere da cosa uno pensa delle proprie idee politiche, qui è stata oggetto di un insulto personale che non va mai fatto. Noi ne sappiamo qualcosa: in questi giorni sia il mio leader, Matteo Renzi, che altri nostri esponenti - penso a Maria Elena Boschi o alla mia collega Lucia Annibali - per il solo fatto di aver aperto una crisi di Governo abbiamo ricevuto minacce di morte e anche insulti pesanti da chi veniva dalla stessa cultura politica. Questa non è la prima volta che capita: quando si trascende da una diversa opinione, incominciando a insultare, minacciando di morte o, addirittura, dileggiando il prossimo, non si fa un bel servizio alla cosa pubblica, alla politica che noi rappresentiamo e neanche a quel senso civile di coscienza, di risveglio delle coscienze che dovrebbe essere l'arma principale di una sana critica. Ecco, a Giorgia Meloni e al suo partito la solidarietà e a tutti quelli che, nel silenzio anche di quest'Aula, hanno subito in questi giorni insulti pesanti solo per aver difeso la propria coerenza. Mi auguro che sia una pagina brutta ma che sia veramente l'ultima rispetto a quello che uno può fare, cioè fa la differenza dicendo: “Così non è il mio stile, io non ci sto”. Solidarietà a Giorgia Meloni e al suo partito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Io ho espresso solidarietà convintamente, l'ho fatto e ho espresso solidarietà a Giorgia Meloni. L'ho fatto come donna ma anche perché conosco la solitudine della mancanza di solidarietà unanime. Sa che cosa vuol dire essere fatto oggetto di violenza, di minacce e non ricevere la solidarietà unanime? Ecco, lei, Giorgia Meloni, è stata offesa da un docente e questo lo trovo molto grave perché un docente dovrebbe usare altre parole, altri metodi, dovrebbe essere animato anche da altre, come dire, ispirazioni, altre intenzioni e, quindi, questo fa male, però, signor Presidente, io vorrei dire che la sottoscritta, chi parla, è stata più volte offesa da leader politici, leader politici che non si sono fatti scrupoli, signor Presidente, che hanno usato quell'odio causando male, causando molto dolore, creando anche dei limiti alla sicurezza personale della sottoscritta e della mia famiglia. Ho il dovere di menzionare quei nomi, perché se oggi siamo arrivati a questo livello di odio è perché la politica ha dato un cattivo esempio. Allora ho il dovere di ricordare che la stagione dell'odio, dell'odio misogino, è stata avviata da leader politici che non siedono in quest'Aula ma i cui gruppi sono in quest'Aula: Beppe Grillo fu uno di quelli; Matteo Salvini sventolò una bambola gonfiabile, signor Presidente. E, allora, se la politica fa questo, noi non ci dobbiamo poi meravigliare di quello che accade. Quindi, che questa occasione serva per metterci un punto, per lasciare l'odio, perché alla fine l'odio sfugge di mano a tutti e allora tutti quanti ne paghiamo le conseguenze. Quindi, mi auguro che questa manifestazione di solidarietà sincera, bipartisan, arrivata anche dalle più alte istituzioni serva per dire: basta, basta con l'odio. Almeno noi, diamo l'esempio di non voler più giocare con questo sentimento che può veramente infettare tutta la società (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, abbiamo sentito nominare con rispetto e con la giusta attenzione politica e la responsabilità nel dibattito e nel dialogo il nome di Giorgia Meloni e devo riconoscere che i riferimenti personali che ha fatto l'onorevole Boldrini valgono parimenti per indicare comportamenti che tutti hanno condannato, forse proprio non tutti; ma credo sia giusto ricordare anche i nomi di quelli a cui ci riferiamo, dall'alto della loro posizione culturale e al di là delle parolacce o delle offese che certamente sono esecrabili, ma appartengono a un costume grottesco e forse paradossale in cui l'offesa nasce e muore e può prevedere una controffensiva, a cui faceva giustamente riferimento l'onorevole Boldrini; vorrei ricordare che si trattava di un professore, Giovanni Gozzini, che ha partecipato anche alla presentazione di un libro della medesima onorevole Boldrini, quindi, conosciuto e rispettato come un uomo di posizioni politiche molto precise, insieme a un altro militante che si chiama Raffaele Palumbo, che insisteva per dire la sua, sostenendo gli insulti e le offese, e a un illustre letterato italiano molto vicino all'onorevole Veltroni, che si chiama Giorgio van Straten, scrittore, membro del consiglio d'amministrazione della RAI, presidente della Quadriennale, quindi, persone importanti, le quali hanno detto cose scurrili, ma, soprattutto, e questa mi pare la cosa più grave, hanno detto che sembrava loro intollerabile che in Parlamento gente simile, di una tale ignoranza, che non ha mai letto un libro - tutte cose che presumono - potesse pensare di rivolgersi da pari a pari a un nome come Mario Draghi. E, qui, siamo di fronte a una violenza culturale molto più grave delle offese. Se la democrazia è fatta soltanto di una casta, a cui Draghi apparterrebbe, e un contadino deputato, un operaio deputato, un uomo che ha letto pochi libri non meriterebbero, in Parlamento, di dialogare con Draghi, perché? C'è razzismo, c'è mancanza di rispetto della democrazia, c'è violenza culturale, di un'arroganza, di una cultura alta rispetto alla cultura bassa che sarebbe a destra, questo è molto grave (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! Quella supponenza, a cui non ha fatto riferimento l'onorevole Boldrini, che è propria di una sinistra armata culturalmente contro i poveri, gli ignoranti, gli incolti che non hanno letto un libro! E che ne sa, Gozzini, di quello che ha letto la Meloni? Quanti libri non ha letto lui? Come si permette, come si permette di dire che lei non dovrebbe rivolgersi da pari a pari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? C'è allora un pari e un dispari? Pari Draghi e dispari lei? Perché? Questo è fascismo, questa è intolleranza, questa è violenza culturale, questa è dittatura di un mondo che ritiene di essere più alto! Allora, proprio lì, in Parlamento, gente simile, disprezzo, di un'ignoranza tale che non ha mai letto un libro all'evidenza….

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, cortesemente, tiri su la mascherina che le è calata già da qualche minuto…

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). …che poi possa rivolgersi “da pari a pari”. È in quel “da pari a pari” che occorre che la sinistra faccia una riflessione per valutare se non ci sia un atteggiamento di falsa supremazia, di arroganza culturale, di pretesa che dall'altra parte ci siano rozzi, ignoranti, contadini, plebei.

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Ebbene, lo fossero, contadini e plebei, avrebbero diritto democraticamente di dire quello che ritengono giusto, anche con un nome come Mario Draghi. Si tenga il suo nome, noi ci teniamo la dignità e la cultura alta e nobile da qualunque parte stia, non solo a sinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io penso che di fronte a tali episodi non ci siano e non ci debbano essere divergenze politiche che tengano. Quando non si trovano ulteriori argomenti per criticare il pensiero politico altrui se non l'insulto, vuol dire che ciò che si sta attaccando non è il pensiero politico, ma è la persona, in questo caso la donna. Questo è tanto più grave se si considera che gli attacchi, in questo caso, provengono da una persona che aveva gli strumenti per una critica politica, laddove avesse voluto, nei confronti della persona, quindi io lo considero davvero grave, perché se una persona che ha il compito di trasmettere il proprio sapere alle nuove generazioni trascende a un livello così basso, vuol dire che la nostra società è in pericolo.

Io ritengo che la politica abbia e svolga un ruolo fondamentale in questo momento e che la trasversalità delle manifestazioni di solidarietà nei confronti anche di un'avversaria politica, come Giorgia Meloni, da parte di tutto l'arco parlamentare sia un bel segnale e, quindi, mi unisco, a nome del MoVimento 5 Stelle, alla solidarietà nei confronti di Giorgia Meloni e di tutte le donne che, ogni giorno, subiscono attacchi ingiustificati (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Colmellere. Ne ha facoltà.

ANGELA COLMELLERE (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega vuole portare la solidarietà a Giorgia Meloni per l'attacco vile di cui è stata oggetto, attacco vile da un uomo di cultura che avrebbe proprio il compito di insegnarci ad essere, ma mi sembra che di questi tempi abbiamo ben poco imparato. È triste constatare che manca il rispetto; l'essere contro sembra essere diventata la regola, la normalità, ma questa normalità non può essere accettata perché è una violenza e noi a questa violenza non vogliamo prestare il fianco.

Voglio ricordare che quello che è accaduto a Giorgia Meloni poco tempo fa è accaduto in misura uguale anche a Matteo Salvini, perché un professore universitario, un docente universitario di Padova, proprio due settimane fa, non ha mancato di attaccarlo in maniera spregevole sui social, come è la quotidianità. Noi a questo diciamo “no”, a questo diciamo “basta”: noi vogliamo una cultura del rispetto, che venga a misurare prima le persone, ancor prima delle idee che hanno, perché le idee, in qualsiasi caso, vanno sempre rispettate (Applausi).

PRESIDENTE. Abbiamo esaurito questo giro di interventi sull'ordine dei lavori.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Torniamo, dunque, al provvedimento.

Invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti.

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Grazie, Presidente. All'articolo 1 i pareri sono tutti contrari, fatta eccezione per l'emendamento 1.500 delle Commissioni, che ha parere favorevole.

PRESIDENTE. Pagina?

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Quello non ha una pagina, è stato distribuito a parte, non è nel fascicolo.

PRESIDENTE. Li deve esprimere tutti insieme i pareri.

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Tutti i pareri sono contrari, tranne i tre delle Commissioni che sono fuori fascicolo e che hanno parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo? Ministro D'Incà?

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, il parere è conforme a quello del relatore ed è favorevole, appunto, per gli emendamenti della Commissione valutati prima. Inoltre, con particolare riferimento all'emendamento 8.400 Delmastro Delle Vedove, che è relativo alla sospensione dell'efficacia della riforma sulla prescrizione, desidero esporre brevemente le ragioni dell'invito al ritiro o, in mancanza, del parere contrario. In particolare, desidero sottolineare come tale parere sull'emendamento sia motivato dalla necessità di consentire il confronto tra le diverse forze politiche già avviato insieme alla Ministra Cartabia fin dalla scorsa settimana a margine del dibattito fiduciario. L'intendimento del Governo è di trovare una sintesi positiva sulla questione in tempi rapidi ed è evidente che la sede appropriata in cui dibattere un tema così importante e delicato, a meno di una settimana dall'ottenimento della fiducia alle Camere, non sia un emendamento al decreto-legge Milleproroghe. A conferma di tale intenzione, voglio preannunciare fin d'ora la disponibilità del Governo ad accogliere un ordine del giorno sulla materia, su cui si è già svolto un dibattito approfondito tra le forze di maggioranza e su cui auspico anche un atteggiamento positivo dei colleghi che hanno presentato l'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.169 Prisco, su cui vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, in realtà, è la proroga di un emendamento che si è ripetuto nel tempo, dopo lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, per il mantenimento in vita dell'unica graduatoria rimasta, laddove è aperto il dibattito, anche nelle Commissioni affari costituzionali e difesa, sulla possibilità di ripensare il ruolo del Corpo forestale dello Stato. Non entro nel merito della questione; dico che la reviviscenza di questa graduatoria, la permanenza di questa graduatoria aperta, laddove i lavori parlamentari si concludessero in un senso o nell'altro, permetterebbe, se non altro, di avere già personale da inserire. Nel corso del dibattito è emersa pure la valutazione sulle ipotesi di reinserimento di questo personale ancora giovane, che ha superato delle prove anche complesse, sicuramente qualificato, anche in altri corpi dello Stato. Mi pare che vi sia stata unanimemente, anche in ossequio a quegli ordini del giorno sulla stessa materia che sono stati approvati da questa Camera, anche la necessità di mantenere viva questa graduatoria, per poi decidere, all'esito dei lavori parlamentari, che cosa farne. Mi sembra tuttora una proposta a costo zero e di assoluto buon senso. Ritengo ancora inspiegabile il parere negativo, ripetuto oggi da relatori e Governo, così come è stato fatto già in Commissione. Quindi auspico dal Governo o dai relatori un accantonamento dello stesso, per essere rivisto, oppure una riformulazione del parere negativo in parere positivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere questo emendamento, sottolineo ancora una volta l'importanza - lo abbiamo fatto con i Governi precedenti, lo facciamo ancora adesso - di dare risposte e giustizia a questi 400 ragazzi che sono rimasti nel limbo dopo che il loro Corpo forestale è stato unito ai carabinieri. Una graduatoria valida, una graduatoria che potrebbe essere utilissima per tanti servizi dello Stato: noi chiediamo semplicemente di dare a questi ragazzi la possibilità di avere una speranza. Questi ragazzi hanno superato delle prove e si sono dimostrati meritevoli comunque. Visto che quel Corpo forestale dello Stato è stato unito ai carabinieri e qui ci sono forze politiche che stanno, anche in questa legislatura, lottando per ricostituirlo, allora, se voi siete d'accordo nel ricostituire il Corpo forestale, dovete dare dignità a questi ragazzi che hanno partecipato a un concorso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento, che è il primo degli emendamenti proposti dal gruppo di Fratelli d'Italia, per dire cose che avrei potuto dire per ogni emendamento presentato dai colleghi di Fratelli d'Italia: noi voteremo contro questo emendamento, pur condividendone il merito. Voteremo contro per due ragioni: la prima è perché così si addice ad un gruppo parlamentare che ha scelto di sostenere il Governo; la seconda è perché ciò che chiede il gruppo di Fratelli d'Italia attraverso questo emendamento e anche attraverso altri emendamenti è proprio ciò che insieme abbiamo chiesto in occasione di tanti altri provvedimenti, noi insieme alla Lega e a Fratelli d'Italia, quando tutti e tre i gruppi parlamentari stavano all'opposizione del Governo precedente.

E la ragione per cui noi abbiamo deciso di sostenere questo Governo l'abbiamo rappresentata nel dibattito fiduciario: la crisi, la necessità di unire le forze per fronteggiare la pandemia. Ma la ragione per cui abbiamo deciso di sostenere questo Governo è anche quella di dare cittadinanza ad alcune questioni che altrimenti non avrebbero avuto cittadinanza nel Governo del Paese; e molte di queste questioni sono contenute nelle proposte emendative presentate dai colleghi di Fratelli d'Italia. Noi riteniamo, però, che non sia questo il modo, il metodo per affrontare e risolvere questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È un modo che abbiamo già sperimentato quando eravamo all'opposizione. Non mi stupisce che una forza di opposizione come Fratelli d'Italia lo faccia: lo faremmo anche noi se fossimo all'opposizione, ma noi abbiamo scelto di stare da quest'altra parte proprio per tentare di affrontare e di risolvere alcune questioni.

Ebbene, lo sappiamo, non sarà semplice, non tutte le materie che sono contenute nei vostri emendamenti troveranno cittadinanza nelle azioni del Governo che si è appena formato, non potremo sostenerle con la forza che avremmo se si trattasse di un Governo di centrodestra. Ci rendiamo conto che c'è una maggioranza composita, una maggioranza che ha sensibilità diverse, sensibilità che devono reciprocamente rispettarsi. Noi siamo orgogliosi della nostra cultura politica, delle nostre differenze, come legittimamente è orgoglioso delle proprie differenze chi sta dall'altra parte. Noi non annulliamo la nostra identità né rinneghiamo ciò che abbiamo sempre sostenuto; se votiamo contro oggi, votiamo contro perché siamo convinti che questo non sia il metodo giusto per affrontare e risolvere i problemi che voi avete prospettato nei vostri emendamenti.

Anzi, affidiamo queste vostre indicazioni, proposte attraverso gli emendamenti, anche alla nostra delegazione al Governo perché possano trovare rappresentazione nei provvedimenti che il Governo realizzerà; le consideriamo in qualche modo, anche le vostre proposte, amici di Fratelli d'Italia, come traccia del nostro lavoro, del lavoro che dovremo svolgere all'interno del Governo stesso (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Svolgeremo questo lavoro, ve lo assicuriamo, in coerenza con la nostra cultura politica, che è simile alla vostra cultura politica, e nello stesso tempo in un rapporto, però, di leale collaborazione con le altre forze che sostengono il Governo e che sono impegnate, insieme a noi, a fare uscire, attraverso questo Governo, il Paese dalla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come già anticipato dal collega Prisco, si tratta di tenere in vita una graduatoria rispetto a una scelta che diversamente verrebbe a quel punto preclusa, perché è chiaro che, se la graduatoria decadesse, anche a fronte dell'esame del testo di legge che si sta affrontando, con cui si può anche trovare una collocazione e un destino alle persone che hanno partecipato a questo concorso, e che conseguentemente possono legittimamente ambire a entrare a far parte dell'organico dello Stato, se questo emendamento non venisse votato si tratterebbe, con tutta chiarezza, di una scelta dirimente, con cui si interrompe qualsiasi possibilità a queste persone di entrare nell'organizzazione statale.

Quindi, è un modo per tenere una porta aperta, per riuscire a definire nel contesto di quello che deve essere il percorso di validazione della graduatoria e, al contempo, per non vanificare l'esame di quel testo di legge che,…

PRESIDENTE. Concluda.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). …ove questo emendamento chiaramente non dovesse passare, si troverebbe di fatto precluso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per ribadire, insomma, quanto su questo emendamento chiediamo l'attenzione da parte del Governo. E' vero, è un emendamento che nel corso di più decreti abbiamo inserito e più volte respinto al mittente; qui, ovviamente, al di là del periodo del COVID, si parla di 400 allievi, sulla base di un concorso di 507, che non hanno avuto la stessa, in qualche modo, pari opportunità, fra virgolette, degli altri comparti della pubblica sicurezza nel corso di questi anni che hanno visto, invece, scalare delle graduatorie.

Allora io ritengo che si stia parlando di un emendamento che rafforza il comparto ma, nello stesso tempo, abbatte quel muro di ingiustizia che, troppo spesso, fa un peso e due misure.

Chiedo, ovviamente, al Ministro D'Inca di riflette su questa proposta. Io ringrazio anche il collega Occhiuto ma, personalmente, insomma, se anche oggi verrà respinto, lo riproporremo puntualmente, perché saremmo noiosi, ma non cambiano mai idea grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie. Volevo, rispetto a questo emendamento, sottolineare anche una questione di rispetto. Nel senso che questi 400 candidati a un concorso, che si sono sottoposti a esami e li hanno superati e poi, non per colpa loro, il corpo forestale è stato assorbito, hanno comunque tutte le capacità e i requisiti che vengono richiesti dalle forze in campo di cui oggi anche abbiamo bisogno. Non si capisce, davvero, il rifiuto a far scorrere questa graduatoria, quand'anche non ci sia un costo effettivo per approvare questo emendamento. Quindi, davvero, se si riuscisse a rivalutarlo e capire che si tratta di 400 persone che sono in un limbo da troppo tempo e non hanno nessuna colpa. Quindi, davvero una mano sulla coscienza, rispetto a 400 esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Si, signor Presidente. A me pare di poter dire che i pochi emendamenti presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia sicuramente non sono nel solco di voler perdere tempo o, quantomeno, di ostacolare la vita parlamentare ma, proprio perché ritenuti utili, dovrebbero essere votati in quanto tali. Cioè, noi non possiamo pensare che il bene della nazione c'è solo se la maggioranza presenta dei provvedimenti. La opposizione presenta emendamenti per integrare quello che è un provvedimento sul quale, ovviamente, il giudizio finale sarà all'esito delle votazioni sugli emendamenti stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.169 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.167 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Si tratta di un tema che questo Parlamento, nelle sue diverse composizioni di maggioranza, ha più volte dibattuto e che attiene alle possibilità di utilizzare le graduatorie già utilizzate, grazie ad un lavoro bipartisan, con riferimento ai 1.148 allievi di agenti di polizia. In questo caso, la richiesta è quella di mantenere vive queste graduatorie, prorogandone l'utilizzo, sempre per dare la possibilità, come abbiamo spiegato anche in discussione generale, al Corpo della polizia di Stato, laddove fosse impossibilitato in ragione della permanenza dell'epidemia, di svolgere i concorsi, anche se il Parlamento ha dato ai Corpi di polizia dello Stato una norma in deroga per poterli comunque svolgere, a differenza di altre pubbliche amministrazioni; l'obiettivo è quello di offrire un parterre più ampio di graduatorie esistenti così che, laddove non si potessero svolgere tutti i concorsi, laddove non si completassero le procedure, si possa comunque dar luogo allo scorrimento e alle capacità assunzionali del Corpo della polizia di Stato, perché da questo, ovviamente, passa il supporto alle donne e agli uomini in divisa, che hanno necessità di supporto e di ricambio, la sicurezza delle nostre città e la sicurezza di tutti noi.

Quindi, riteniamo che non sia null'altro che una possibilità in più; ed anche in questo caso come nell'emendamento precedente, mi parrebbe illogico per lo Stato precludersi questa possibilità. Mi auguro che, anche su questo punto, il Governo voglia rivedere il suo parere perché ritengo - è stato oggetto di molti interventi nel corso di questa legislatura da parte di un po' tutte le forze politiche - che tenerci aperte alcune possibilità anche su questo ambito possa fornire un contributo in più all'attività dello Stato, all'attività, già nobile, che riconosciamo e ringraziamo della Polizia di Stato, e perdere l'occasione, magari, di sfruttare a pieno le facoltà assunzionali che la legge di bilancio, seppur non sufficienti, ha riconosciuto al Corpo della polizia, sarebbe davvero un peccato ma, soprattutto, se non lo si facesse, sarebbe davvero una grande e grave responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io mi unisco all'appello del collega Prisco affinché il Governo cambi il parere rispetto all'emendamento di Fratelli d'Italia. L'emergenza Coronavirus e, in seguito, la gestione della pandemia, con le restrizioni volute dal Governo, ha imposto un dispiegamento di Forze di polizia straordinario che ,spesso, però, ha sottratto l'attenzione degli agenti in divisa, per carenza di organico, da altri settori. L'aumento, in particolare, di reati che si è registrato, penso, da donna, prima di tutto quelli legati alla violenza contro le donne, richiede assolutamente un organico adeguato alle esigenze attuali, che non sono solo il controllo del rispetto delle restrizioni, ma anche di dare una giusta risposta in termini di controllo, prevenzione e rispetto della legalità su tutto il territorio nazionale. Per fare questo, è necessario, quindi, occupare tutte le risorse necessarie per ampliare l'organico delle Forze dell'ordine ed è giusto che questo avvenga tramite lo scorrimento delle graduatorie…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …affinché anche tante persone, che sono in attesa di onorare la divisa, possano farlo nel periodo più critico per la legalità del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo è un emendamento che ricalca e che rappresenta una battaglia che Fratelli d'Italia porta avanti in questo Parlamento anche con altre forze politiche. Il problema è sempre lo stesso, quello che riguarda la graduatoria del Corpo di polizia dello Stato, ragazzi che hanno diritto a svolgere delle prove e ad uno scorrimento, visto che i concorsi sono bloccati e che le Forze di polizia hanno bisogno sicuramente di personale: Polizia di Stato, Polizia penitenziaria e altri Corpi, e anche molti altri enti dello Stato. Noi non cambiamo posizione, lo riproponiamo sempre, chiedendo lo scorrimento, e non è una posizione demagogica espressa da una forza di opposizione; visto che con noi, quando quei ragazzi manifestavano qui in piazza, c'erano diversi esponenti di varie forze politiche, abbiamo fatto loro la promessa di non dimenticarci: noi la manteniamo e la riproponiamo qui, sperando che sia accolta, perché non c'è niente di così difficoltoso nel dare la proroga di una graduatoria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, come giustamente sottolineava il collega Prisco, questo è un tema dibattuto, ma è un emendamento importante, che speriamo il Governo accetti di accogliere. Si tratta delle graduatorie delle Forze di polizia, in un momento pandemico così difficile, dove ci sono stati blocchi, dove si avverte sicuramente il bisogno supplementare di questi agenti sul territorio; ce n'è bisogno perché, purtroppo, non è una situazione ancora di normalità. Quindi, lo strumento più semplice, anche da un punto di vista normativo, è proprio lo scorrimento delle graduatorie. Perché precludersi questa possibilità? Cerchiamo di ragionare e di dare un'opportunità a questi ragazzi che vogliono naturalmente offrire un servizio alla Patria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.167 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.500 delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è anche stato oggetto di un significativo dibattito, anche se qui interviene in correzione di una riformulazione che già il Governo aveva fatto nei confronti di molti emendamenti sul punto presentati e che danno una possibilità al personale cosiddetto precario delle pubbliche amministrazioni; molti enti locali e molte regioni ne hanno a bizzeffe e anche di grandissima qualità, anche in settori delicatissimi come quelli della progettazione europea, oggi che le regioni, oltre che lo Stato, giocano una partita per il proprio futuro, per il futuro dei propri territori, importante su questo punto.

Anche grazie a Fratelli d'Italia si è arrivati - lo ha ricordato nel suo intervento, molto bene e molto correttamente, la collega Ferro - alla proroga dei titoli per poter partecipare ad eventuali procedure di concorso e, quindi, sostanzialmente, con un ruolo prioritario in termini di stabilizzazione. Ci sembrava corretto e giusto ribadirlo, corretto e giusto sottolineare anche il ruolo di una opposizione costruttiva come quella che Fratelli d'Italia ha posto in essere in queste giornate di lavori nelle Commissioni I e V. Ci sembra una risposta che, forse, poteva intervenire con maggior forza, con maggiore determinatezza, nei confronti di queste persone, di questi servitori della Cosa pubblica, che hanno dimostrato negli anni anche dedizione e professionalità. Ci sembrava giusto e doveroso volerlo e doverlo ricordare e sottolineare. Questo è un allineamento, come ci hanno spiegato i funzionari nel corso dei lavori della Commissione che ha corretto l'errore formale della riformulazione, una riformulazione dovuta, rispetto alla quale ovviamente non potremo che votare favorevolmente. Dico però, lo dico al Governo, visto che c'è stato tutto il tempo anche per svolgere le riformulazioni, se fosse possibile, quando le approviamo in Commissione, che arrivino in modo definitivo, perché la rincorsa fino all'ultimo minuto a correggere gli atti non può diventare un metodo, non può esserlo certamente per il Governo dei migliori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso chiediamo al Governo e alla maggioranza di pensare bene quanto alla decisione su questa votazione. Noi ci stiamo mettendo tutta la nostra buona volontà nel dimostrarci collaborativi, nel cercare di fare delle proposte sensate, ricalcando quelle che erano state sempre le nostre posizioni e sempre le nostre battaglie, e quindi non c'è nessuna volontà di ostruzionismo, non c'è nessuna novità nell'andare contro, ma semplicemente sono proposte di buon senso, che cercano di lavorare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento Fratelli d'Italia non fa altro che ribadire una posizione che già da tempo abbiamo assunto e su cui riteniamo che sarebbe preziosa una valutazione ulteriore da parte del Governo, anche al fine magari di pervenire ad un accantonamento che possa consentire un riesame del contenuto dello stesso. È una posizione che sappiamo aver avuto anche una condivisione da parte degli alleati di centrodestra e su cui abbiamo la speranza, laddove non venga espresso un parere favorevole, di una valutazione ulteriore, visto che crediamo che questo emendamento possa pervenire a un risultato utile per un miglioramento del testo sottoposto alla nostra attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti, che rinunzia.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti, che rinunzia.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini, che rinunzia.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

Io ho letto soltanto le prenotazioni che mi sono state fatte pervenire, quindi non vorrei mettere in difficoltà nessuno.

WANDA FERRO (FDI). No, ho chiesto io, poi, al collega di poter intervenire, essendo un tema che abbiamo già trattato stamattina anche in discussione generale, perché è una delle battaglie che, devo dire, Fratelli d'Italia, in ogni possibilità di aggancio a qualche decreto, ha inserito rispetto a quella grande battaglia che dovrebbe essere quella del precariato e, quindi, della possibilità di prorogare fino al 31 dicembre 2021, affinché si possa raggiungere, entro quella data, i tre anni per coloro che hanno prestato servizio all'interno delle pubbliche amministrazioni. Credo questa dovrebbe essere una priorità da parte di tutte le forze politiche, ieri come oggi, perché in qualche modo, con questa volontà - se c'è - da parte del Governo di accantonarlo o di dare parere favorevole, possiamo in qualche modo sostenere le pubbliche amministrazioni, che di per sé hanno necessità di risorse umane. In questo caso noi parliamo di risorse umane che, negli anni, hanno acquisito ovviamente professionalità. Quindi, l'approvazione che il Governo ha fatto di questo emendamento per noi è un motivo di plauso e un motivo ovviamente che ci vedrà votare favorevolmente ma che potrebbe estendersi anche ad altre categorie, che vedremo successivamente, in qualche altro emendamento puntuale che Fratelli d'Italia ha nuovamente presentato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 delle Commissioni con parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.163 Caiata.

Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Onestamente non capisco come si possa non dare parere favorevole a questo emendamento. Non capisco se prendere a cuore una causa di venti dipendenti comunali del comune di Matera sia stato, in realtà, per loro positivo o addirittura penalizzante, perché ho come la sensazione che il parere contrario venga quasi, in un certo senso, precostituito rispetto a chi presenta l'emendamento.

Vado a spiegare di che cosa si tratta. Matera, Capitale europea della Cultura 2019, ha istituito una fondazione per la gestione dell'evento e, parallelamente, sono state date maggiori risorse al comune di Matera affinché i dipendenti comunali potessero esercitare tutte le attività amministrative e di rendicontazioni relative all'evento, così importante per la città.

L'arrivo della pandemia ha provocato poi lo spostamento di tutte queste attività di rendicontazione, per cui in realtà sono state prorogate, prima al 2021 e poi al 2022, tutte le attività della fondazione. Avevamo semplicemente chiesto, e nel “decreto Rilancio” erano stati accordati, 1,5 milioni di euro da destinare ai dipendenti comunali, per continuare in questa attività di rendicontazione. Alla fine dell'anno c'era ancora una disponibilità residua, quindi sarebbe bastato solamente utilizzare le risorse già stanziate per 1 milione 300 mila, per poter prorogare fino al 2022 l'attività di questi venti dipendenti comunali. Invece, nel “decreto Milleproroghe” si è chiesto di ridurre e, quindi, al comune di Matera di restituire, di questo 1 milione e 300 mila euro, 400 mila euro, riducendo a 900 mila euro la dotazione e cessando le attività al 31 dicembre 2021. Allora, è un po' paradossale e posso capire che rispetto alla richiesta di nuovi stanziamenti c'è sempre l'alibi del fabbisogno che non può essere coperto.

Ma, in un caso come questo, dove non c'è nuovo fabbisogno e sono cifre già stanziate, mi sembra paradossale fare marcia indietro, soprattutto, Ministro D'Incà, mi consenta, nel comune di Matera, dove voi stessi amministrate e dove invece Fratelli d'Italia si preoccupa per questi venti dipendenti dell'amministrazione comunale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda, per un minuto. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento, che trovo doveroso, visto e considerato che di Matera ci ricordiamo e ci siamo ricordati quando per le sue bellezze ha conquistato un grande titolo, ma poi sembra che le sue esigenze siano cadute nel dimenticatoio, come ha illustrato il mio collega Salvatore Caiata.

Quindi, in questo caso, chiediamo anche di pensare all'accantonamento e fare una riflessione per una grande battaglia di giustizia e per dare una soddisfazione al comune di Matera, dopo che si sono spenti i riflettori per il grande traguardo raggiunto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami, per un minuto. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta di procedere all'accantonamento dell'emendamento per i motivi esposti dal collega Caiata, che ha ben spiegato come si tratti di un numero tutto sommato significativo per quanto riguarda le persone coinvolte, ma ancor più importante per una valorizzazione del personale del comune di Matera. In tal senso, condivido anche lo stupore di una espressione di parere negativo, inteso appunto come una non disponibilità ad accogliere la richiesta, che diversamente riteniamo possa costituire un elemento positivo, non solo per i singoli evidentemente, ma anche per l'efficienza complessiva dell'amministrazione comunale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Al di là del merito dell'emendamento, che è stato testé illustrato dal collega Caiata, cioè la proroga dei contratti di chi ha lavorato all'evento Matera Capitale europea del 2019, cioè un evento straordinario, che ha portato questa città del Sud ad essere proprio la prima città del Sud insignita di un tale onore, ecco, al di là del merito, non si può ignorare la rilevanza della città di Matera. Questo emendamento potete considerarlo anche, se volete, come una sorta di risarcimento, che è cosa diversa dal ristoro, materia della quale peraltro non siete grandi esperti; un risarcimento per la città di Matera, che è stata collocata da un noto Ministro del Governo “Conte 1” e poi del Governo “Conte 2” e poi del Governo Draghi, semplicemente perché era bravo o forse uno dei migliori, in una regione diversa da quella di appartenenza, che è la Basilicata (e segnatamente in Puglia). Quindi, solo e semplicemente per un mero risarcimento, vi preghiamo di sostenere l'emendamento di Caiata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, ricordo quando in Commissione cultura arrivò la notizia di Matera Capitale, Capitale della cultura. Sicuramente è stato un grande momento, apprezzato da tutti. Ricordo i preparativi, i sopralluoghi e tutti i sacrifici che sono stati fatti, per mettere al centro del mondo culturale questa città, così particolare, ricca di tesori d'arte, con un patrimonio artistico che il mondo ci invidia.

Quindi mi chiedo come, a fronte di tutto questo, a fronte del fatto che per mesi Matera è stata al centro del mondo culturale in tutto il mondo, non si possa riuscire a prorogare i contratti a venti dipendenti.

Siamo veramente in una fase assurda. Chiedo anch'io, come i colleghi che sono intervenuti precedentemente, che venga accantonato questo emendamento, perché indubbiamente nel merito è molto importante dare risalto a questa città, ma anche da un punto di vista formale vediamo che non ci sono costi aggiuntivi in questo caso e, quindi, lo sforzo sarebbe veramente minimo.

Diamo questo segnale, per ricordare a tutti che non si è chiusa una parentesi, dopo che Matera ha avuto questa possibilità, essendo rappresentante di tutto il Sud e di tutto il Meridione d'Italia in quel momento, ma rimane aperta perché questa è una città che deve continuare ad essere un biglietto da visita nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Preliminarmente, Presidente, ho sentito che più di qualche collega ha chiesto l'accantonamento. Credo che dovrebbe essere messo ai voti, se la memoria non mi inganna…

PRESIDENTE. Stavamo giusto cercando di farvi parlare negli interventi prenotati che avete consegnato prima di formalizzare l'accantonamento.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …perché se lei lo mette ai voti io potrei fare l'intervento…

PRESIDENTE. Ma se preferite, lo possiamo fare anche prima.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Io vorrei intervenire a sostegno dell'accantonamento.

PRESIDENTE. Relatore, deputato Brescia, presidente Brescia, c'è una richiesta di accantonamento fatta, al principio, dal deputato Caiata per Fratelli d'Italia e serve il suo parere.

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Mettiamo in votazione la richiesta di accantonamento. La votazione è senza registrazione di nomi, c'è però la possibilità, per chi vuole, di esprimersi a favore o contro. Deputato Trancassini, prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a favore dell'accantonamento e vorrei, se è possibile, l'attenzione del relatore e, magari, anche quella del Ministro D'Incà, con il quale abbiamo già parlato di questo emendamento in Commissione. Ma, ancora di più, Ministro D'Incà, io vorrei l'attenzione dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Lo dico con molta tranquillità e molta serenità: io parlerò per qualche minuto, quindi c'è il tempo, per qualcuno di voi, di chiamare il sindaco di Matera, perché io ho fatto il sindaco e credo che nessuno meglio del sindaco di Matera può dirimere questa questione, può indicarvi la strada migliore.

Abbiamo in quest'Aula applaudito, celebrato l'evento di Matera; il Governo ha dato delle risorse a quella città; oggi, farsi ridare indietro quelle risorse io credo che sia un atto contro natura, sia una follia. Perderebbero il posto di lavoro venti persone che hanno, invece, il diritto di completare il proprio lavoro, farebbero l'interesse dell'amministrazione comunale, perché chiuderebbero la contabilità e, quindi, metterebbero il sindaco e gli assessori di operare nel migliore dei modi e, soprattutto, permetteremmo loro di non mettersi in coda a chiedere il reddito di cittadinanza. Perché è sempre questa la differenza: noi siamo per chi lavora, siamo per chi si trova una strada rispetto, invece, a chi cerca assistenza e non vorremmo che, anche in questa circostanza, la demagogia dell'assistenzialismo prendesse il sopravvento.

Il tema è molto chiaro: non vengono stanziate risorse, queste risorse ci sono già e con questo emendamento permetteremmo al comune di Matera di concludere il lavoro di questi venti ragazzi per la contabilità.

Ma c'è un ulteriore aspetto sul quale io vi invito a fare una ulteriore riflessione. Anche questa è burocrazia, perché gli dobbiamo chiedere i soldi indietro, li devono contabilizzare in entrata e prima che questi soldi - parliamo di un milione e 300 mila euro - possano essere nelle disponibilità delle casse del Governo passeranno mesi perché dovranno fare tutta una serie di passaggi.

In questo caso, invece, con questo emendamento, tutto va nella medesima direzione, i venti ragazzi lavoreranno per altri mesi, il comune di Matera si troverà la contabilità chiusa e noi abbiamo messo a sistema delle somme che il Governo ha deciso di utilizzare in quel modo; non c'è un cambio di destinazione.

Adesso, una domanda che vi faccio: ma perché dovete fare questa cattiveria a uno dei pochi sindaci del MoVimento 5 Stelle? Perché? È un emendamento che non incontra le simpatie di quale forza politica? Ecco io per questo, presidente Brescia, per verificare queste cose, per verificare se questo che diciamo noi è giusto e reale e, soprattutto, per fare una telefonata al sindaco di Matera, io vi chiedo l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è qualcuno che vuole parlare contro questa proposta di accantonamento? Non mi pare.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, la richiesta di accantonamento avanzata dal deputato Caiata.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 353 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.163 Caiata, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.011 Rizzetto, sul quale c'è il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, al netto di quelle che possono essere le considerazioni di tutti sulle successive modificazioni normative in materia di graduatorie. In un primo momento, lo ricordiamo, con il provvedimento del Ministro Bongiorno si decise e decise il Parlamento di vietare lo scorrimento delle graduatorie; in un secondo momento, con un successivo intervento del Ministro Dadone, si decise di mantenerne la validità per i tre anni fissati dalla legge. Oggi vi è, a fronte della richiesta del collega Rizzetto, una situazione eccezionale, determinata dalle stringenti norme sulla pandemia, che restringono le possibilità per molte pubbliche amministrazioni di svolgere concorsi e di dare luogo a assunzioni. Onde evitare che molte pubbliche amministrazioni, i comuni, le ASL stesse, le regioni, anche impegnate in prima linea nel contrasto della pandemia, nel tentativo di dare risposta alle aziende, nel tentativo di dare risposta ai bisogni delle famiglie (non dimentichiamo che in alcuni territori sono chiuse anche le scuole), potrebbero trovarsi nella necessità di sostituire del personale, anche perché, di contro, non sono bloccati i pensionamenti.

Quindi, questa proposta normativa di assoluto buonsenso, soprattutto in questo contesto socioeconomico, mi sembra che mantenga sempre aperta la platea delle opportunità. Non è una decisione per cui si dice che al netto di come ognuno di noi la possa pensare nel merito, si deve assumere scorrendo le graduatorie. No, noi diciamo: teniamo aperte più possibilità, cosicché, secondo le diverse necessità che si dovessero determinare, si può decidere di attingere alle graduatorie, anche ormai scadute; oppure si decida di non farlo. Offrire delle opportunità credo che sia un dovere, perché alle volte il mostro della burocrazia ci chiude rispetto all'impossibilità di dar luogo ad un bisogno, ad una risposta necessaria nella pubblica amministrazione, che non lo fa per vanità del sindaco, del presidente della regione, del ministro, ma per la necessità in cui si dovesse trovare a dover sostituire o incrementare, nell'ambito ovviamente del proprio fabbisogno assunzionale, le unità di personale. Quindi, questa è una norma di opportunità e mi sembra francamente inopportuno precludere questa possibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, chiedo di sottoscrivere questo emendamento, che non ho fatto a tempo a sottoscrivere prima, quindi chiedo di poterlo sottoscrivere. Chiedo anche, in questo caso, un ripensamento e la possibilità anche dell'accantonamento, in modo che ci sia un dibattito più compiuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà. La proposta di accantonamento è ufficializzata da parte del gruppo di Fratelli d'Italia?

WANDA FERRO (FDI). Sì, è ufficializzata, ovviamente rispetto a questo emendamento che ha visto una coralità da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia, con l'esigenza di poterlo integrare, considerato che i pensionamenti continuano ad andare avanti, quindi sostenendo, in qualche modo, la necessità di rinvigorire l'apparato burocratico all'interno della pubblica amministrazione con una proroga dei concorsi per la pubblica amministrazione stessa al 31 dicembre 2021. Credo che dovrebbe trovare l'accoglimento; chiediamo al Ministro D'Incà di accantonarlo, di fare una giusta riflessione, anche perché credo che il Governo abbia la contezza delle grandi difficoltà nelle quali, attraverso quello che è il depauperamento delle risorse umane, hanno le tante amministrazioni; credo che non ci sia possibilità alcuna se non di integrarlo attraverso questa proroga. Quindi chiediamo un ripensamento e confermo la richiesta di accantonamento che ha fatto il collega.

PRESIDENTE. Presidente Brescia, c'è una proposta di accantonamento da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, qual è la sua opinione al riguardo?

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Contrario. Quindi, per un intervento a favore e uno intervento contro, c'è qualcuno che vuole fare l'intervento a favore? Deputato Trancassini, a lei la parola.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, nella speranza di aver maggior fortuna dell'intervento precedente, chiedo ai colleghi deputati di accantonare questo emendamento per la proroga delle graduatorie e lo farò utilizzando i vostri - della precedente maggioranza – argomenti, perché noi abbiamo parlato dei posti messi all'interno del decreto “Rilancio”, del bilancio. Abbiamo spesso denunciato, noi di Fratelli d'Italia, che in mezzo all'emergenza ogni tanto trovavamo qualche norma che prevedeva l'assunzione di qualche centinaio di dipendenti in questo o in quel ministero, ribadendo invece che c'era difficoltà presso le amministrazioni colpite dal sisma, che c'era difficoltà nei piccoli comuni. Insomma, è un tema che abbiamo largamente dibattuto e la risposta è stata sempre, da parte della vecchia maggioranza: servono posti di lavoro in una pubblica amministrazione, servono ai ministeri, servono adesso. L'emergenza si combatte anche in questo modo, con una pubblica amministrazione efficiente, efficace e bisogna riempire tutti i posti in pianta organica e se è possibile anche averne di più, perché alla pandemia servono risposte immediate e tempestive.

Se a questo argomento aggiungiamo quello notorio per il quale, in questa Nazione, non si può andare a votare perché c'è il rischio degli assembramenti, non ci si può incontrare, non possiamo andare al ristorante dopo una certa ora, non possiamo andare a teatro, non possiamo andare al cinema, perché la gente è bene che non faccia assembramenti, e siamo sempre pronti a puntare il dito, il lunedì, rispetto a quelle vie che, negli ultimi giorni, ritroviamo affollate dei centri storici o dei litorali delle nostre città, ecco, se mettiamo insieme queste due cose, la risposta è: scorrimento delle graduatorie. Se, infatti, scorriamo le graduatorie della pubblica amministrazione certamente facciamo presto, certamente riempiamo quei buchi di pianta organica, certamente mettiamo in condizione i ministeri, i comuni, le province, le regioni di dare quelle risposte immediate e certo è che non facciamo assembramenti, ben sapendo che un nuovo concorso pubblico ha dei tempi molto, molto lunghi e quindi è antitetica la tempestività con la creazione di nuove graduatorie. Questo al netto della gente che aspetta, al netto delle aspettative di quei ragazzi, al netto di tutto questo, ci sono dei principi logici che sono stati quelli che ci avete abbondantemente spiegato ogni volta che noi eravamo scettici perché trovavamo nel “decreto Rilancio” 500 posti nel Ministero “x”, 300 posti nel ministero “y”, eccetera, eccetera, eccetera.

Allora, io mi auguro che almeno il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico ricordino questi ragionamenti e li facciano propri in questo momento per accantonare, prima, e approvare, poi, l'emendamento Rizzetto che permette lo scorrimento delle graduatorie della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Ci sono interventi contrari? Non ce ne sono.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 1.011 Rizzetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 361 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, chiedo la parola intanto per sottoscrivere anch'io questo emendamento. E' un emendamento quindi che proroga le graduatorie dei concorsi per la pubblica amministrazione. Sappiamo come gli enti pubblici, i comuni, le ASL, le regioni abbiano bisogno in questo momento di personale per addivenire in maniera adeguata, per ottemperare alle proprie funzioni. Sappiamo anche che in questo momento, a causa dei pensionamenti che comunque non sono stati bloccati e quindi stanno andando avanti, c'è una penuria di personale e quindi le risorse umane sono sguarnite mentre le necessità invece sono impellenti. Crediamo che, quindi, lasciare aperta questa possibilità sia fondamentale in questo momento e sia anche nell'ottica di uno snellimento dell'attività della pubblica amministrazione per arrivare ad un buon andamento della stessa. Chiediamo pertanto che ci possa essere un ripensamento e quindi un diverso parere sull'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami, che non è in postazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini, che però è già intervento sulla richiesta di accantonamento.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, sono ovviamente in linea con quanto già esposto con grande chiarezza dalla collega Albano, che mi ha preceduto, rispetto all'esigenza di implementare una carenza che vede le pubbliche amministrazioni con gravi disagi ma, soprattutto, con gravi carenze, che poi si ripercuotono ovviamente anche sulle risposte in termini di servizi ai cittadini, di quella che può essere una integrazione - come avevamo già sottolineato precedentemente - di un personale che continua ad invecchiare, ad andare in pensione, perché i pensionamenti non sono stati bloccati. Quindi, in qualche modo auspichiamo di poter vedere, nella sensibilità e soprattutto nella conoscenza delle difficoltà dei tanti enti, territoriali e non, e soprattutto della pubblica amministrazione in generale, un ripensamento e soprattutto un parere favorevole da parte del Ministro D'Incà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

Deputato Bignami, l'avevo già chiamata. Prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Le chiedo scusa, ma avendo la postazione fuori, non sempre si riesce ad arrivare in tempo.

Credo che le motivazioni per le quali sussiste una ragione di opportunità nel congelare le graduatorie sono state illustrate dalla collega Albano, così come anche, in precedenza, dal collega Prisco, giacché proprio la difficoltà nello svolgimento di concorsi, determinata dalla situazione pandemica, inevitabilmente consiglia, per quelle amministrazioni che dovessero procedere all'assunzione di personale eventualmente resosi necessario per ragioni interne all'amministrazione stessa, di poter attingere a queste senza l'indizione di ulteriori concorsi. D'altronde, l'efficienza dell'amministrazione pubblica, al di là di quello che si può richiedere nello svolgimento dell'attività, deve essere garantita e deve essere garantita mediante la preservazione di quelle piante organiche che, al momento, laddove non si dovesse procedere a una ulteriore proroga delle graduatorie, sarebbero inevitabilmente esposte al rischio di una riduzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, grazie. Solo per rimarcare e sottolineare l'importanza, in un momento di crisi generale per causa della pandemia, come questo, di far scorrere le graduatorie nell'ambito della pubblica amministrazione. Sarebbe, questa, una soluzione, seppure parziale, alla grave mancanza di personale e anche ovviamente per dare delle risposte a persone, uomini e donne, che stanno attendendo da tempo questo scorrimento. Quindi, quale migliore occasione di quella in cui ci troviamo, un'occasione di emergenza, per superare questo muro, che sembra incrollabile e insuperabile, della burocrazia e del fermo burocratico? Far scorrere le graduatorie nella pubblica amministrazione è anche un modo per garantire, per rinnovare quello che è il parco dei dipendenti e fare in modo appunto che ci sia anche magari maggiore tempestività nella risposta ai cittadini, in tutti i settori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Sì, chiedo di sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.011 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.028 Cirielli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, signor Presidente. Colleghi, soprattutto il Governo, non capiamo perché non c'è una apertura. In effetti, non c'è alcuna spesa, non ci sarebbe alcuna controindicazione; si tratta semplicemente prorogare la validità delle graduatorie, cosa che è stata fatta tante altre volte, quindi veramente non si comprende. Inoltre, c'è una motivazione; noi non lo chiediamo così, per sostenere una categoria rispetto ad altre, anche se nella fattispecie degli appartenenti alle Forze armate si tratta al 90 per cento di giovani che hanno prestato servizio per diversi anni nella Marina, nell'Aeronautica, e nell'Esercito. Con una vecchia legge era stato loro promesso che chi veniva raffermato rimaneva nelle Forze armate o nelle Forze di polizia. Poi sono arrivati i momenti di difficoltà economiche, i Governi delle larghe intese, che hanno ridotto i posti, hanno bloccato il turnover. Alla fine, la legge sulla professionalizzazione ha previsto la possibilità anche dell'immissione direttamente di civili. Quindi, c'è una marea di giovani che sono precari, che hanno vinto tre concorsi pubblici, di cui il primo per diventare volontari in ferma breve e il secondo per raffermarsi. In questo caso, sono - è vero - idonei non vincitori, ma perché c'è stato un numero inferiore di posti messi a concorso. Ricordo, insomma, che tante forze politiche li hanno sostenuti e oggi mi sembra strano che tutti votino contro; ciò effettivamente è incomprensibile.

Peraltro, si è fatto un “decreto Dignità” che giustamente ha previsto la stabilizzazione di tutti i lavoratori; ci si è battuti in questa legislatura affinché fosse data un'importanza vera al precariato, poi, però, per quanto riguarda gli appartenenti alle Forze armate, nessuno si occupa del loro precariato. Ci sono giovani che da tre o quattro anni servono le Forze armate, molti anche in teatri di guerra; oggi c'è la possibilità di dare loro almeno l'opportunità di utilizzare lo scorrimento delle graduatorie e si tratta, in questo caso, neanche di uno scorrimento ma soltanto di una proroga della validità. Quindi, io spero che non ci sia una preclusione. Insomma, si fa tanto parlare di unità nazionale, poi ci sono elementi di valutazione su fatti che dovrebbero essere quasi burocratici anche se, per quello che ho detto, l'aspetto morale, etico è di ben altra natura. Io spero che il Ministro, che è qui presente in Aula, ma anche i colleghi della maggioranza, della larga maggioranza, tengano conto che, in fin dei conti, una proroga di una graduatoria non è assolutamente un atto politicamente così impegnativo, soprattutto, poi, quando c'è dietro una vicenda morale, che è quella della lotta al precariato soprattutto nelle Forze armate. Credo che ciò rappresenterebbe una bella cosa per tutti quanti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami, proviene da fuori dell'Aula, quindi aspettiamo.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Mi scuso. Le valutazioni che ha illustrato il collega Cirielli sono le medesime che, in precedenza, i colleghi Albano e Prisco avevano addotto a fondamento di un ragionamento che, prima ancora di natura giuridica, è di buonsenso. È il motivo per il quale, senza entrare nel merito degli effettivi fabbisogni delle singole amministrazioni, consentire la possibilità di un prolungamento, visto che non è neanche sottesa l'attivazione effettiva di queste graduatorie, potrebbe portare ad un giovamento potenziale, perché è del tutto evidente che, se queste graduatorie non servono, la proroga che qui si invoca è destinata a rimanere lettera morta; se, al contrario, queste amministrazioni dovessero sviluppare un fabbisogno la proroga delle graduatorie stesse consentirebbe di avere uno strumento per far fronte a questi fabbisogni senza con ciò esporre all'indizione di concorsi, con i gravi rischi sanitari di cui abbiamo già parlato, i partecipanti alla selezione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, vorrei sottoscrivere questo emendamento a prima firma del collega Cirielli che, devo dire, è entrato nel dettaglio rispetto all'esigenza di poter attingere e, quindi, poter rafforzare tutti i comparti di difesa, sicurezza e soccorso pubblico rispetto ai tre concorsi che si sono espletati, ma anche a quella carenza che ci fu in passato e che vede tanti giovani in qualche modo esclusi. È un momento in cui io credo che questi comparti dovrebbero vedere un sostegno anche numerico rispetto alle esigenze che ci sono sui territori, al momento che stiamo vivendo e soprattutto in una giornata particolarmente triste dove credo che, insomma, dovremmo, attraverso delle azioni importanti, dimostrare la nostra vicinanza a questo mondo. Purtroppo, devo dire che spesso non è così e spesso lo si fa soltanto in caso di commemorazioni, quindi chiedo al Ministro e al Governo di avere un ripensamento, perché conosciamo le esigenze dei territori…

PRESIDENTE. La ringrazio.

WANDA FERRO (FDI). …alcuni, in particolare, dove le risorse umane in questi comparti sono veramente scarse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato già anticipato dai colleghi, Fratelli d'Italia, di nuovo con questo emendamento, chiede buon senso e soprattutto di affrontare questa pandemia, come di fatto è, con lo scorrimento di queste graduatorie dei comparti difesa, sicurezza e soccorso pubblico, proprio perché nella difficoltà di reperire anche personale qualificato e capace abbiamo la possibilità di utilizzare graduatorie già esistenti. Con questo emendamento si chiede, appunto, la proroga solo fino al 31 dicembre di quest'anno, quindi, davvero, cerchiamo di capirne l'efficacia, con la volontà di essere davvero utili alla nostra nazione, con persone qualificate che rischiano peraltro la vita tutti i giorni sia per la pandemia ma anche per difenderci. Credo che sarebbe cosa assolutamente giusta, da parte di questo Governo, anche dare un segnale di inizio di un nuovo Governo rispetto a questa situazione

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come per altre questioni, questo emendamento va a toccare un po' tutto il tema di tutte le graduatorie che attengono alla difesa, alla sicurezza e al soccorso pubblico, sempre per quel tema di opportunità che si può dare ai vari comparti di poter attingere a ognuna delle graduatorie esistenti, da prorogare, come da proposta, per questo anno, anche al fine di superare eventuali complicazioni dovute all'impossibilità temporanea o prolungata di svolgere concorsi. A questo si aggiunge, come correttamente ha detto il collega Cirielli, anche un elemento significativo, cioè che queste persone, che hanno svolto il servizio militare a diverso titolo per la nostra Nazione, hanno già prestato la loro opera, il proprio giuramento, le proprie competenze, la propria professionalità e la propria passione al servizio della nazione. Sarebbe un bel segnale…

PRESIDENTE. La ringrazio.

EMANUELE PRISCO (FDI). …quello di poterne tenere ancora conto almeno dandogli la speranza di poter avere un futuro come sognano…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …ancora al servizio della nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, io mi scuserò con l'Aula se non riesco a parlare di questo emendamento senza ricordare due italiani che oggi sono morti in Congo, cioè Vittorio Iacovacci e Luca Attanasio (Applausi - I deputati si levano in piedi), perché è impossibile per me parlare della Difesa senza ricordare due uomini che, proprio a titolo della Difesa italiana, sono caduti all'estero rappresentando la nostra bandiera, tenendola alta in nome della solidarietà, dell'unione, della Patria e della pace. Quindi, ricordando loro, voglio appellarmi non tanto al Governo ma a tanti ragazzi che guardano e fanno parte delle graduatorie…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …e dire loro soltanto una parola: grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento. Devo dire che questo emendamento racchiude un po' il senso di tutti quelli che sono stati presentati da Fratelli d'Italia sull'argomento, ossia la necessità di scorrere delle graduatorie aperte per dare alle Forze armate e alle Forze di Polizia una dotazione organica che tutti i capi di stato maggiore e quelli che sono i vertici richiedono da tempo. C'è tempo di fare i concorsi? No! C'è la capacità di spesa di fare i concorsi? No! Allora, abbiamo la necessità di dare un organico finalmente adeguato a Forze dell'ordine e Forze armate. Non lo stiamo chiedendo in maniera strumentale e polemica ma nei lavori di Commissione queste cose sono emerse e continuare a dire di no è sbagliato e anche profondamente ingiusto, perché poi se ai vertici delle Forze armate e delle Forze di Polizia diamo sempre ragione sulla necessità di ringiovanire gli organici allora dobbiamo dare…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …la possibilità a questi ragazzi di poter accedere a fare le prove.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.028 Cirielli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.61 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento di Fratelli d'Italia riguarda le autocertificazioni, le dichiarazioni sostitutive delle certificazioni, le dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà che possono rendere gli stranieri. Com'è noto, in virtù di una legge del 2012 è stata estesa agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia la possibilità di fare le autocertificazioni ma proprio sino a oggi è sempre stata rinviata - o, meglio, sino al 31 dicembre 2021 - questa possibilità per le autocertificazioni di qualità personali, di fatti accertabili e di status richieste dal testo unico sull'immigrazione. È evidente il motivo: la difficoltà della verifica, a volte la impossibilità della verifica di determinate autodichiarazioni al fine di ottenere benefici quali il rilascio, il rinnovo o la conversione dei permessi di soggiorno. E, quindi, le autocertificazioni, di cui agli articoli 46 e 47 del DPR n. 445 del 2000, valgono per tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti eccezion fatta per quanto riguarda le richieste relative al testo unico sull'immigrazione. Sono nove anni che viene prorogato e sono nove anni che viene prorogato non già perché, per nove anni, hanno governato l'Italia sovranisti brutti, sporchi e cattivi ma perché il legislatore, per nove anni, si è reso conto che non si può, come dire, sovraccaricare la pubblica amministrazione, nella fattispecie le questure, le prefetture e quant'altro, di un onere di verifica delle autodichiarazioni e delle autocertificazioni su un tema così delicato come quello che involge le richieste di permesso di soggiorno, di rinnovo del permesso di soggiorno, di conversione dei permessi di soggiorno e, perché no, di cittadinanza; atteso che, evidentemente, il conferimento della cittadinanza o del permesso di soggiorno, il rinnovo del permesso di soggiorno o la conversione del permesso di soggiorno incidono sulla composizione del nostro Paese e incidono sulla nostra comunità in termini decisamente significativi. A volte sono un approdo talmente desiderato da taluno che potrebbe fatalmente essere indotto a produrre autocertificazioni false che, in ogni caso, dovrebbero essere verificate dagli organi preposti.

Allora, così come è sempre stata prorogata, dal 2012 ad oggi, con questo emendamento Fratelli d'Italia - anche a tutela delle nostre Forze dell'ordine che dovrebbero essere, soprattutto in un momento di pandemia, dirottate a svolgere ben altri servizi e non essere ingolfate dalla verifica delle autodichiarazioni e delle autocertificazioni degli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia per la richiesta di permessi di soggiorno, rinnovi o conversioni di permessi di soggiorno - chiede che venga nuovamente prorogata sino al 2023 la norma speciale che dice che lo straniero, quand'anche regolarmente soggiornante in Italia, non possa produrre autocertificazioni relativamente al testo unico sull'immigrazione.

Debbo anche dire che la storia, anche recente, delle autocertificazioni ha prodotto qualcosa di disumano, disdicevole, immondo e putribondo, laddove abbiamo visto a quali e quante persone è pervenuto il reddito di cittadinanza sebbene non ne avessero alcun titolo; non vorremmo che questo sciagurato e apocalittico quadro si ritrovasse anche in materia di immigrazione con una serie di richieste farlocche, per le quali o ci si arrende oppure si sovraccarica la pubblica amministrazione di oneri ispettivi e di verifica, come dire, distogliendo le nostre Forze dell'ordine da altri ben più significativi compiti, soprattutto in fase di pandemia.

Allora, con questo emendamento, Fratelli d'Italia insiste per chiedere che venga nuovamente prorogata tale disposizione, così come è stato fatto in questi nove anni dai legislatori, come dire, trasversalmente, perché questa è banalmente l'esigenza di uno Stato che non si può arrendere all'autocertificazione, sovraccaricando le nostre Forze dell'ordine di sindacati ispettivi o, comunque, di verifiche e di controlli.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Vi chiediamo, quindi, con questo emendamento di prorogare – e termino - al 2023 la normativa già esistente a tutela della genuinità dei permessi di soggiorno, dei rinnovi dei permessi di soggiorno, delle conversioni dei permessi di soggiorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento e intervengo dopo aver visitato più volte gli uffici della questura o aver visitato le prefetture, andando a vedere qual è il carico burocratico a cui è sottoposto il personale. La lamentela più grande è che, a volte, le nostre Forze dell'ordine sono chiamate a dover gestire una mole impressionante di scartoffie; e non si parli, poi, di quella degli uffici dell'immigrazione, a dover verificare le identità, a dover verificare qual è la provenienza. Quindi, mi pare che questo emendamento sia totalmente di buonsenso e venga incontro a quelle che sono le richieste dei sindacati di Polizia.

Dovremmo metterci una mano sulla coscienza anche per quella che è la realtà che vivono le nostre Forze dell'ordine. Quindi, l'appello è quello di pensare a una proposta di buonsenso che Fratelli d'Italia fa in maniera pienamente collaborativa, recependo, lo ripeto, quelle che sono le richieste che vengono dal mondo sindacale delle Forze dell'ordine, e che, quindi, forse dovrebbe avere un approccio sicuramente unanime di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come illustrato dal collega Delmastro Delle Vedove, si tratta di una norma con cui si cerca di introdurre soprattutto buonsenso in ordine alla facoltà che verrebbe così riconosciuta, ove l'emendamento non trovasse accoglimento, di condurre autocertificazioni funzionali, poi, all'acquisizione di uno status anche giuridico, oltre che personale, di fatto irretrattabile. E questa è una richiesta che perviene, come giustamente ricordava il collega Deidda, dalle stesse Forze di Polizia che, d'altronde, trovandosi come principali attori nella valutazione e nella verificazione dei fenomeni che sono spesso sottesi a queste autocertificazioni, evidenziano e lanciano un segnale di preoccupazione che quest'Aula dovrebbe considerare, soprattutto in un'ottica di buonsenso. Quindi, continuiamo nella richiesta di accoglimento di questo emendamento, confidando che, appunto, vi sia un miglioramento del testo in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come correttamente anticipato dai colleghi, di fatto, la mancata proroga di questa norma, che sposta l'inizio della validità dello strumento delle autocertificazioni anche per provvedimenti amministrativi, tra cui quelli sul permesso di soggiorno, che cristallizzano, di fatto, dei diritti e consolidano uno status, se vista anche in combinato disposto con le norme che noi continuiamo a contestare, introdotte recentemente nei correttivi al “decreto Sicurezza”, poi diventato “decreto Immigrazione clandestina”, di fatto, si costituisce un combinato disposto che consente, con un'autocertificazione di difficile comprovazione, perché sovraccaricherebbe - ed è questa la ragione, l'ha spiegato bene il collega Delmastro Delle Vedove, per cui questa norma applicativa è stata più volte rinviata, con Governi di tutti i colori politici - le questure e le prefetture, soprattutto gli uffici dedicati.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Arrivo al punto, Presidente. Concludendo: il combinato disposto tra un'autocertificazione di difficile comprova e la norma che vieta di fatto di espellere chi ha un permesso di soggiorno a qualunque titolo, comunque dichiarato, diventa un ulteriore strumento per chi vuole superare le nostre norme e restare illegalmente sul territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Se non ci fosse un'opposizione in questo Parlamento non si saprebbe che dopo nove anni diventa legge, diventa operativa una riforma che, per nove anni, i Governi che hanno preceduto questo hanno ritenuto di non rendere, appunto, operativa. Ma non basta un'opposizione per spiegare alla nazione del perché avviene questo e, quindi, il mio intervento, il mio minuto lo utilizzo per cercare di avere una risposta dal Ministro D'Incà, dai relatori, da qualche autorevole esponente della maggioranza, del perché improvvisamente quello che abbiamo evitato di fare per nove anni diventa improvvisamente importante farlo oggi, in un momento in cui credo che le nostra pubblica amministrazione, che i nostri pubblici dipendenti e che la nostra nazione abbiano ben altro da fare.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Perché a questa domanda le risposte possono essere le più disparate: o c'è soltanto superficialità o c'è, invece, una motivazione politica che credo in questo caso, soprattutto in questo caso, ci dovreste dire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, il senso dell'autocertificazione, come si sa, è semplificare e ridurre i tempi per presentare le domande e venire incontro al richiedente, ma presuppone anche una rete capillare di controllo, perché autocertificazione non significa di per sé veridicità delle informazioni rese all'interno dell'autocertificazione. In un momento come quello attuale, dove le restrizioni impongono, e lo abbiamo già detto più volte in quest'Aula, un numero spropositato anche di controlli al di fuori di questa tematica, è evidente che manca quella forza capace di verificare la veridicità dell'autocertificazione e andare a punire i furbetti. E allora, per questo, è necessaria una proroga che permetta di fare in modo che l'autocertificazione assuma il suo originario senso e la sua ratio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.61 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell' articolo aggiuntivo 2.09 Zucconi.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

Mancano così - per informazione - circa dieci minuti, nove minuti all'interruzione per la pausa sanificazione. Lo faccio presente ai deputati iscritti sull'emendamento 2.09 del gruppo di Fratelli d'Italia.

Prego, a lei la parola, deputato Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda una categoria abbastanza settoriale della ricettività, che è quella che si svolge all'aria aperta, e riguarda in modo particolare una proroga, che chiediamo con l'emendamento, al 7 ottobre 2021 per quanto riguarda le disposizioni in materia di prevenzione incendi. Ora, vorrei ricordare che questo settore, come altri della ricettività italiana, è andato molto in difficoltà nel 2020 anche perché era particolarmente caratterizzato da un afflusso di turismo straniero. A fronte di queste difficoltà, poi, se ne aggiungono altre e cioè quelle che caratterizzano molte strutture ricettive di qualsiasi tipo in Italia, e quindi la mancanza di corrispondenza fra proprietà e gestione di queste aziende.

Nel caso in cui, come per i lavori in materia di prevenzione incendi, si deve quindi arrivare a fare dei lavori che spesso non sono commisurati alla struttura, perché la legislazione è abbastanza indefinita, quindi non prende…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, la devo interrompere per pochi istanti perché il deputato Furgiuele è pregato di tenere la mascherina sempre a copertura della bocca e del naso. Fino adesso abbiamo mandato, con la gentile collaborazione degli assistenti parlamentari, degli avvisi informali; adesso ci deve fare la cortesia di comportarsi come tutti gli altri deputati che sono qui, in quest'Aula. Prego, prosegua, Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Faremo un emendamento apposito. Insomma, questi lavori che devono essere fatti per le messe a norma spesso comportano spese molto rilevanti e, nel caso in cui non ci sia corrispondenza fra proprietario e gestore, per molte strutture ricettive questo comporta quasi sempre la chiusura dell'azienda, perché, stante la scadenza per le messe a norma e stante che le parti non si trovano d'accordo su chi debba pagare queste spese, arrivano difficoltà suppletive. E allora noi dovremmo innanzitutto impostare - questo è un discorso per il futuro - un lavoro che permetta di incentivare questa corrispondenza.

Ma, ritornando all'emendamento in questione, non si capisce il motivo di un rifiuto per vari motivi, perché è un settore che tutti riconoscono essere colpito, perché non comporta assolutamente oneri di spesa. Allora, che nel 2021 ci siano già aziende messe in mora e che hanno questa ulteriore difficoltà è facilmente evitabile: basta prorogare questi adempimenti fino alla fine dell'anno quantomeno, in maniera tale che, se questa estate si riuscisse a riaccantonare qualche risorsa, le aziende si metterebbero a norma. Sarebbe, quindi, un semplice segnale di attenzione verso un settore che non è stato aiutato, né poco né tanto, ad uscire dalla difficoltà. Credo che ci sia stata una certa miopia da parte del Governo precedente e ci auguriamo che ciò non si ripeta anche con questo Governo nei confronti di tutto il settore della filiera del turismo. È una miopia che, tra l'altro, è controproducente, perché se noi portiamo tante aziende a chiudere per varie problematiche, è chiaro ed evidente che l'afflusso in termini di imposte che riceveremo da queste aziende in futuro sarà pari a zero. Quindi lo Stato, in questa strana partita di giro, non potrà che rimetterci. Del resto, qualcuno si è stupito a vedere il monte ore - dati di settembre - delle casse integrazioni: ebbene, quelli erano tanti piccolissimi rivoli che, affluendo in un unico fiume, hanno fatto lievitare le ore di cassa integrazione in modo pazzesco; questa è la realtà produttiva dell'Italia. Allora, capisco che oggi ci siano partiti di maggioranza e partiti di minoranza, però - lo dico ai relatori e lo dico anche al Governo -, rispetto a un emendamento che sposta di qualche mese i termini per le messe a norma, che non comporta oneri di spese e che è un segnale verso questo tipo di aziende, ci sembra quasi cattiveria non volerlo approvare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere con piacere questo ordine del giorno, che riguarda quelle che sono le attività all'aperto, ma vorrei ricordare quello che è accaduto poco fa, questa mattina, quando i deputati di Fratelli d'Italia hanno accolto, qui fuori, Ercole Battistone, che è arrivato a piedi da Genova a Roma per protestare in favore delle palestre, degli impianti sportivi o dei centri dove si fa attività. Purtroppo non c'è una normativa adeguata neanche per quella che è l'attività all'aperto. Cosa c'entra con l'emendamento Zucconi? Serve finalmente una normativa adeguata affinché gli imprenditori possano finalmente fare il loro mestiere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, come illustrato dal collega Zucconi, si tratta di una proroga che consentirebbe nella fase anche attuale, come abbiamo visto prima anche rispetto all'intervento del collega Delmastro, di poter realizzare per questo settore specifico, quello dei camping, una possibile, non voglio chiamarla moratoria, ma chiamiamola proroga in termini generici, finalizzata a consentire agli stessi di continuare in un'attività che diversamente rischierebbe di esporsi a scadenze di termini non semplici, soprattutto, quindi, impattando su un settore, quello comunque sotteso all'attività svolta dai camping, ovvero quella di natura turistica o di villeggiatura. Conseguentemente, chiediamo che possa essere valutato positivamente questo emendamento nella logica, che anche in questo caso riteniamo essere soprattutto di buon senso, che il collega Zucconi illustrava (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano, che però rinuncia.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.09 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Colleghi, essendo giunti alle ore 17,30, secondo le intese intercorse, sospendiamo la seduta al fine di consentire la sanificazione dell'Aula.

I nostri lavori riprenderanno alle ore 19 e, sempre secondo le intese intercorse, proseguiranno fino alle ore 20,30.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 19.

La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 19,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Cirielli, Colletti, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giachetti, Lorefice, Losacco, Maggioni, Magi, Molinari, Nardi, Occhiuto, Perantoni, Silli, Sisto e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2845-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2845-A. Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 2.09 Zucconi.

Passiamo all'emendamento 3.199 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, a prima firma del Presidente Lollobrigida, a testimonianza anche dell'importanza dell'emendamento, Fratelli d'Italia chiede di prorogare la moratoria dei mutui con la Cassa depositi e prestiti degli enti pubblici dei comuni colpiti dal sisma. Un tema molto importante, sollecitato da tutte quelle comunità e vivamente sostenuto dalla dall'ANCI.

Purtroppo in Commissione abbiamo provato a farlo approvare, ma non ci siamo riusciti. Questa è l'ultima occasione che abbiamo per richiamarvi all'importanza di questo emendamento, ma anche per fare cercare di fare insieme una considerazione, che anche il commissario Legnini ha fatto in audizione, cioè che proprio per semplificare, per dare un segnale anche di concretezza e di tempestività, sarebbe necessario allineare tutte le misure emergenziali per le popolazioni colpite dal sisma allo stato d'emergenza. Vede, Presidente e Ministro D'Incà, non ha un grande senso che lo Stato dica a se stesso che siamo ancora in emergenza dopo quattro anni - e ci credo che dice questo a se stesso, vista la situazione dei Paesi più colpiti dal sisma -, ma dice a se stesso, contemporaneamente, ai cittadini e soprattutto agli enti pubblici che l'emergenza è finita, quindi che si deve rientrare dai mutui. Quindi, ciò crea un problema enorme e nasconde agli enti pubblici questa realtà, che è doppiamente negativa, perché non solo l'emergenza non è finita - e ha ragione il Commissario a chiedere la proroga dell'emergenza - ma l'emergenza è diventata ancora più grave perché è l'Italia che in emergenza da pandemia. Quindi, nel momento in cui noi viviamo una incredibile emergenza a livello nazionale, che si sovrappone alla emergenza delle popolazioni colpite dal sisma (vorrei ricordare a tutti la difficoltà di gestire nelle piccole abitazioni e nelle cosiddette casette la problematica del distanziamento, laddove abbiamo avuto casi veramente molto, molto problematici), ebbene, in una situazione come questa - lo vedremo poi anche in altri emendamenti - il Governo, questo Governo, tira dritto e dice ai comuni che devono assolutamente rientrare dai mutui. Allora, delle due l'una: o non aveva senso sospenderli in precedenza, o non vi è motivo alcuno di non prorogare in questo momento. Dico questo perché ciò è stato sollecitato da tutte le amministrazioni, indipendentemente dall'appartenenza politica: l'ha sollecitato il presidente dell'ANCI e così anche i presidenti di regione, eppure noi non troviamo ascolto in questo Governo. Dato che noi siamo ottimisti, Presidente, ci aspettiamo dal Presidente Draghi, da questa larga maggioranza, una nuova visione, più serena, più concreta, soprattutto su questo tipo di problematica. Anche se il buon giorno si vede dal mattino, e il Presidente Draghi ha dimenticato nel discorso tenuto al Senato, e alla Camera in replica, di nominare l'emergenza della ricostruzione fra i temi centrali, noi coltiviamo la speranza che a differenza di Conte che lo ripeteva in continuazione e non ha fatto niente, magari Draghi non ne parla ma poi pensa di fare ciò.

Se c'è questa intenzione, che noi ci auguriamo, questo emendamento diventa allora fondamentale, perché attiene alla vita delle amministrazioni piccole, di quei piccoli centri, di quelle realtà che hanno dovuto fronteggiare una emergenza enorme con strutture e con bilanci molto risibili. Quindi, insisto perché venga accolto questo emendamento e mi auguro che tutti i parlamentari che provengono dai paesi e dalle comunità colpite dal sisma, votino questo emendamento anziché voltarsi dall'altra parte per esigenza di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come già in parte correttamente enunciato dal collega Trancassini in sede di illustrazione, questo emendamento assumerebbe il sapore di una beffa, se avesse esito negativo, perché, ovviamente, oltre ad essere utile, questa proroga dei mutui per i comuni colpiti dal sisma, il venir meno di questa proroga cade proprio in un momento in cui queste amministrazioni sono gravate oltre che dalla indecenza di una ricostruzione che è partita nei casi più fortunati con grande lentezza, anche in un momento particolare socio-economico come quello che stiamo vivendo ora. Quindi, mi auguro che, in un gesto di ragionevolezza, il Governo possa rivedere questo parere, che altrimenti risulterebbe irragionevole, oltre che decontestualizzato nei confronti del tessuto socio-economico di questi territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti, che rinuncia.

Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Su questo argomento e su questo emendamento che sottoscrivo, io leggo un'agenzia appena uscita, dove i deputati del PD, Morgoni e Pezzopane, denunciano come l'argomento che noi stiamo sottoponendo sia un'ingiusta penalizzazione per i comuni terremotati. Si fa una discriminazione fra sismi, quindi il PD denuncia - e ci dà ragione - che questa è un'ingiusta penalizzazione, quindi l'emendamento è giusto, e annuncia un ordine del giorno: ma è una presa in giro? Ci date parere contrario su un argomento che il PD reputa giusto, lo denuncia tramite le agenzie stampa, tramite un ordine del giorno, ma questo vuol dire prendere in giro le popolazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché i mutui vanno pagati subito, non con un ordine del giorno, come si suol dire, a babbo morto!

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Quindi, io faccio appello, per l'onestà intellettuale anche del Partito Democratico, a molti colleghi che hanno questa onestà intellettuale: se lo ritenete giusto, approvate adesso l'emendamento e non prendiamo in giro, invece, con ordini del giorno che, sappiamo, andranno in un cassetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per sottolineare e ribadire l'insensatezza di questo parere contrario rispetto alla proroga al 2022-2023, relativa alla moratoria per gli enti locali da parte di Cassa depositi e prestiti dei mutui. Noi riteniamo che questa sia un'iniziativa assolutamente etica, anche per la lentezza con cui procede la ricostruzione di questi giorni.

Noi riteniamo che questa sia un'iniziativa assolutamente etica, anche per la lentezza con cui procede la ricostruzione di questi giorni.

In televisione abbiamo visto le immagini: interi comuni ancora colpiti, con le macerie ancora di fatto rimaste non rimosse dai centri storici, intere aree assolutamente recintate con le cosiddette casette che dovevano essere temporanee, inabitabili e invivibili, che sono invece diventate da anni la residenza abituale dei cittadini delle aree colpite dal sisma.

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Per cui, sinceramente - e concludo -, anche l'Aula potrebbe avere una diversa sensibilità rispetto a questo emendamento, al di là del parere del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Si tratta di una richiesta che è funzionale a consentire alle amministrazioni comunali, che già si trovano in evidente difficoltà rispetto alla gestione di cassa e anche di competenza vista la situazione che tutti noi conosciamo, di potere ottenere e usufruire di una normativa di agevolazione, che certamente non risolverebbe i problemi, ma sicuramente non ne creerebbe di nuovi. E in questo senso, soprattutto per le ragioni indicate dal collega Trancassini, per quanto evidentemente attiene ai comuni ricadenti nelle zone interessate dal sisma, lo riterremmo francamente un atto quasi dovuto e doveroso, in quanto, diversamente, dovremmo concludere che ancora una volta si predica in un modo, ma poi si razzola in tutt'altra maniera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.199 Lollobrigida, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 3.198 Gemmato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Per illustrare l'emendamento 3.198 del collega Gemmato, che intendo anche sottoscrivere, e che riguarda la liquidità delle imprese attraverso la compensazione dei crediti. Si rammenta che l'articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997 prevede la compensazione dei crediti per tutti i contribuenti che devono effettuare versamenti unitari dei contributi, delle ritenute e di altre somme nei confronti dello Stato, delle regioni e degli altri enti, prevedendo l'eventuale compensazione dei crediti dello stesso periodo nei confronti dei medesimi soggetti che sono relativi alle dichiarazioni e alle denunce periodiche. Ora, dal 1° gennaio 2001, l'articolo 34 della legge n. 388 del 2000 fissava il limite massimo in 516 mila euro; dal 1° gennaio 2010, lo stesso limite è stato elevato a 700 mila euro. Ora, il decreto legislativo n. 34 del 2020, che è oggetto dell'attività emendativa di quest'oggi, prevedeva per il tutto il 2020 l'aumento della compensazione ad 1 milione di euro. Noi chiediamo, quindi, l'estensione di tale importo per tutto il 2021, ma perché? Perché attraverso l'istituto della compensazione si può aumentare la liquidità delle imprese, consentendo alle stesse lo smobilizzo dei crediti nei confronti dell'erario. Tale compensazione è fondamentale per consentire alle aziende di poter avere maggiore liquidità, in particolare - ed è per questo che era stato definito l'aumento dell'importo - in un momento così complesso e difficile. Allora, noi di Fratelli d'Italia siamo certi, siamo sempre vicino alle aziende. Si tratta di importi che sono di solito utilizzati dalle piccole e medie imprese, non certo dalle imprese di grandissime dimensioni, ma sono importi che possono consentire una maggiore liquidità. Pertanto, è proprio nella nostra cifra: semplificazione, flessibilità, maggiori agevolazioni per poter far ripartire le nostre aziende. Ecco perché chiediamo un parere diverso da parte del Governo su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.198 Gemmato, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.219 Lucaselli, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.302 Osnato, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 Mollicone, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.241 Donzelli, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.196 Gemmato, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.232 Ciaburro, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.400 Sodano, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500 delle Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio), con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione nominale dell'articolo aggiuntivo 3.02 Zucconi, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, oggi pomeriggio, in piazza Montecitorio, qui di fronte, c'è stata una lunga manifestazione di imprese e di lavoratori, che difendevano le loro aziende e le loro famiglie. Sono arrivati allo stremo, nessuno li ascolta, hanno protestato per l'ennesima volta in piazza, erano addirittura associazioni spontanee, Tutela nazionale imprese, Ristoratori toscani ed altre, e si sono aggiunte alle proteste e alle proposte anche che avanzano continuamente ogni giorno anche tante associazioni di categoria. Non c'erano bandiere di partito, c'erano soltanto i volti di tante persone che vogliono difendere la loro famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un progetto di vita che magari hanno ereditato dai padri e che speravano di poter lasciare i figli e a cui anche oggi, per la verità, nessuno ha dato una risposta.

Allora, vede, questo emendamento molto semplice, che esonera dal pagamento del canone Rai per l'anno 2021 le imprese turistiche ricettive e proprio i pubblici esercizi che nel 2020 abbiano seguito un calo di fatturato considerevole, superiore al 30 per cento, serve appunto a rimediare a un'ingiustizia, perché nel 2020 queste aziende, di qualsiasi tipo fossero, quel canone l'hanno pagato e non è giusto che l'abbiano fatto, visto che lo Stato le ha costrette a stare chiuse per mesi o le ha limitate fortemente nella operatività. Lo stesso si potrebbe dire anche per altre imposte e tasse, come la Tari, per esempio. Gli sconti che sono stati fatti a livello comunale – lo dovreste sapere - sono veramente irrisori, decine di migliaia di euro di tassazione sui rifiuti solidi urbani, che le aziende hanno dovuto pagare pur non producendoli! L'assurdità è questa: uno Stato che chiude, limita la libertà di impresa, ma poi impone comunque gabelle. Queste aziende sono allo stremo.

Noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato veramente tanti emendamenti, che andavano a incidere proprio sulle tematiche dei costi fissi, che per le aziende non sono evitabili assolutamente. Sì, ci sono le casse integrazioni e, di fronte al fatto che tanti lavoratori hanno veramente a questo punto un reddito da fame, che andrebbe assolutamente implementato, le aziende devono comunque mettere da parte i ratei della tredicesima, della quattordicesima, dei contributi INAIL. Allora, noi chiediamo di accettare come segnale di attenzione questo emendamento. Preghiamo veramente che da questa Aula, anche nei confronti delle persone che sono ancora fuori ad aspettare un segnale, riesca a farlo, anche attraverso l'approvazione di un emendamento e di altri emendamenti di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, sbagliando, nel 2016 la sinistra ha introdotto la presunzione di detenzione del televisore nel caso in cui esista un'utenza per la fornitura di energia elettrica, in teoria per combattere l'evasione del canone, in pratica per consentire alla Rai di continuare a produrre i soliti sprechi indotti dalla partitocrazia. Ma nell'emendamento firmato ed egregiamente illustrato dal collega Zucconi c'è un problema, perché le imprese turistico-ricettive, in realtà non sono nemmeno riuscite a consumare energia, non hanno acceso l'interruttore semplicemente perché una pandemia li ha investiti e semplicemente perché il Governo non è riuscito a gestire una crisi economica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è il problema! E, allora, come potete pensare di non ridurre o, quantomeno, di togliere il canone Rai da queste imprese? Questo è un emendamento di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Solo perché hanno bene illustrato i colleghi e queste sono quelle posizioni che diventano beffarde. Non si può capire come si chiede di pagare un canone di un'azienda chiusa. Forse, l'ho capito e, quindi, lo volevo spiegare: state dicendo a questa gente che, dato che non può lavorare, deve solo guardare la televisione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Questo emendamento è identico a quello da me presentato in precedenza, il 3.400 e riguarda un tema: il fatto che oggi tantissime persone che hanno basato la propria attività economica sui bed and breakfast, su un affitto, sulle case vacanze oggi devono pagare un canone Rai speciale che arriva fino a 460 euro che non possono sostenere. Non hanno lavorato durante tutti questi mesi e, quindi, il mio emendamento - come questo - prevede, quantomeno, di posticipare al 31 dicembre il pagamento di questo canone, anche per pensare, nei prossimi mesi, di poterlo ristorare completamente. È un tema importante e che grava soprattutto su un'economia molto giovane, pensando a quanti sono quei giovani che hanno investito tutte le loro risorse nell'apertura di una struttura ricettiva. Quindi, pensiamoci bene, perché il tema c'è (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.0113 Lollobrigida, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Velocissimamente, ma credo che meriti un appunto questo emendamento, che pone uno dei temi che Fratelli d'Italia ha posto più volte anche nel corso della discussione in Commissione. Lo Stato ha chiuso per decreto un comparto intero, quello del turismo: con questo emendamento si chiede di esentare dal pagamento della seconda rata IMU per il 2021 gli stabilimenti balneari marittimi, termali, i magazzini, gli agriturismi, i villaggi turistici, le discoteche, tutta quella parte, diretta o indiretta, legata al turismo.

È evidente che questi costi fissi, ossia quelli delle tasse sulla proprietà, quindi dell'IMU, sia comunale che, ovviamente, per la parte di competenza dello Stato, gravano in modo fortissimo su questo comparto turistico, che è chiuso, che non può produrre e che, in qualche modo, si troverà costretto a doverle pagare rispetto a una inattività non dipendente dall'attività economica, ma dalla contingenza economica e di sicurezza della salute cui sono sottoposti. Quindi, un ripensamento anche in questo senso lo abbiamo posto in vari termini. Il tema delle attività turistiche costrette a farsi carico, nonostante la chiusura, dei costi fissi credo che meriti un ripensamento, ma, soprattutto, un'attenzione dovuta dalla parte dello Stato e che non si possa ancora girarsi dall'altra parte rispetto a questo comparto che rappresenta una parte, una componente importantissima del prodotto interno lordo nazionale, ma anche del sistema dell'accoglienza della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.0113 Lollobrigida, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 4.400 Leda Volpi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). Signor Presidente, questo è l'emendamento a prima firma Volpi, giusto?

PRESIDENTE. A prima firma Leda Volpi, 4.400.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). Grazie, Presidente. Questo emendamento è un tentativo di ristabilire comunque un equilibrio rispetto ad un passaggio, un altro emendamento, passato in Commissione, che, a mio avviso, non fa giustizia di un altro provvedimento che era il famoso “ddl Lorenzin”, che prevedeva la riforma degli ordini professionali. Ebbene, con questo emendamento si crea un dissolvimento, una dissoluzione, perché si crea una deroga con il pretesto del COVID. Mi spiego meglio. L'Enpam, la cassa previdenziale dei medici, ha voluto ad ogni costo fare le elezioni online. Il “ddl Lorenzin” prevede per gli ordini la possibilità di fare elezioni online. Da ben tre anni è in vigore il “ddl Lorenzin” che prevede, proprio grazie al MoVimento 5 Stelle, la possibilità di votare da remoto, con la PEC, che è già obbligatoria per gli ordini professionali. Allora, si utilizzano, a seconda delle opportunità, in maniera estremamente scorretta a mio avviso, e a seconda di chi, in quel momento, è a capo della cosiddetta struttura…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo da venti secondi.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). … in realtà delle logiche estremamente diverse. Quindi, l'emendamento soppressivo vorrebbe ribadire che il “ddl Lorenzin” è stato un buon lavoro…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). Grazie Presidente (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.400, Leda Volpi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.401 Massimo Enrico Baroni, che chiede di parlare. Prego, ne ha facoltà per un minuto.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). Presidente, questo emendamento chiede la soppressione dell'ultimo periodo, perché l'ultimo periodo è la vera perla di questo emendamento, che è passato in maniera sicuramente notturna e furtiva, perché non credo che i miei colleghi si siano accorti che si sta chiedendo esattamente il contrario di quello che era stato votato tre anni fa nel “ddl Lorenzin”: è vero che, dopo due mandati da presidenti di ordine, bisogna fermarsi un giro. Il Partito Democratico nel suo statuto prevede due mandati in Parlamento con una deroga del 20 per cento, il MoVimento 5 Stelle prevede due mandati, abbiamo l'onorevole Mandelli che è da diciotto anni - ripeto, diciotto anni - presidente dell'ordine dei farmacisti e grazie a questo emendamento potrà esserlo per altri otto anni. Abbiamo un presidente dell'ordine dei medici di Palermo che ha fatto otto mandati - otto! - e, grazie a questo emendamento, ne potrà fare altri due, molto vicino al senatore Faraone. Allora, è ovvio che questo è un emendamento per ripristinare il conflitto di interessi, perché dobbiamo liberare risorse…

PRESIDENTE. La ringrazio…

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO). … e liberare le rendite di posizione (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA COLLETTI (MISTO). Presidente io mi associo al mio collega Baroni e vorrei sapere dal Ministro dei Rapporti con il Parlamento, che è qui presente, le motivazioni che hanno portato alla votazione favorevole in Commissione di questo che pare un favor senatoris, ovvero una tipica marchetta nei confronti di un senatore, oggi in maggioranza e quindi una maggioranza che appoggia il Governo, ma vorrei anche avere conoscenza delle posizioni dei colleghi della Commissione affari sociali e magari anche della presidente della Commissione affari sociali; è stata, infatti, una battaglia che è stata condotta per anni dal MoVimento 5 Stelle, ma anche in realtà dal Partito Democratico che è arrivato su quelle posizioni, e qui c'è un arretramento che appare sempre più culturale; un arretramento culturale per cui gli interessi vengono preservati ad libitum e su questo noi ci dobbiamo opporre. Gradirei cortesemente una risposta da parte del Ministro, grazie (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Il Ministro è presente, se vuole prendere la parola…

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.401, Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.74 Rizzetto, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

L'emendamento non segnalato è il 4.139.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.141 Sarli, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie Presidente, ci tenevo a spiegare le motivazioni di questo emendamento di cui, confesso, faccio fatica a comprendere il parere contrario. In realtà, investire maggiori risorse nella ricerca basata su nuovi approcci metodologici senza l'uso degli animali, non solo è coerente con il lavoro che abbiamo iniziato nello scorso “Milleproroghe”, ma risponde anche alla necessità di investire su questo cambio di paradigma. Ne abbiamo avuto prova con questa pandemia: i risultati arrivano solo se si investono risorse importanti. Così fanno in Europa e nel mondo, finanziando studi oggi, sapendo che, domani, i risultati arriveranno. E questa è una forte esigenza e una richiesta di una larga parte del Paese, ma non solo: i nuovi approcci metodologici rispondono anche a requisiti ai fini dell'approvazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza; nei pilastri del Recovery non c'è solo la sostenibilità, il rispetto dell'ambiente e per la biodiversità…

PRESIDENTE. Concluda.

DORIANA SARLI (MISTO). … ma anche la modernizzazione - arrivo a concludere - dei processi e dell'innovazione tecnologica. Anche questo capitolo si inserisce quindi a pieno titolo nella visione di un Paese da qui a venti, trent'anni…

PRESIDENTE. La ringrazio…

DORIANA SARLI (MISTO). … una visione che nasce dai principi di tipo etico, ma anche dalla necessità di sviluppo per una ricerca più predittiva e al passo coi tempi (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.141 Sarli con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.120 Rampelli, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.97 Gemmato, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…Un attimo, revoco la votazione, il deputato Gemmato, che è in tribuna e quindi è poco visibile, ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, questo emendamento si inserisce in una serie di richieste che Fratelli d'Italia fa ed è sostanzialmente riferito ai contratti medici. Oggi noi, stante l'emergenza da Coronavirus, abbiamo chiesto a medici in quiescenza, cioè a medici pensionati e ad operatori sanitari in quiescenza in genere, di ritornare nei ranghi per prestare il loro servizio al Sistema sanitario nazionale evidentemente per arginare il fenomeno del Coronavirus. Ciò detto però, noi chiediamo e vincoliamo la presenza di questi medici per sei mesi non rinnovabili. Quindi, noi chiamiamo dei medici in pensione, gli chiediamo di prestare servizio nel Sistema sanitario nazionale, però vincoliamo a sei mesi non rinnovabili la loro permanenza all'interno del Servizio sanitario nazionale. Ciò che noi chiediamo, invece, è di non ancorare ai sei mesi, ma di ancorare la scadenza dei contratti e la possibilità di rinnovo alla permanenza dell'emergenza pandemica, perché è di tutta evidenza: noi, per sei mesi, facciamo tornare al lavoro dei medici, dei biologi, degli infermieri, dei farmacisti, che erano in pensione; li reintroduciamo in un contesto lavorativo e, dopo sei mesi, siamo costretti a mandarli a casa senza possibilità di appello, ossia senza avere la possibilità di farli rientrare nei ranghi sanitari. Che significa questo? Significa che, se la pandemia dura otto mesi, nove mesi, dieci mesi o più - Iddio non voglia -, queste persone non potranno essere più utilizzate o ci dovremmo ritrovare a produrre leggi in tal senso. Noi vogliamo prevenire ciò e vogliamo quindi ancorare la permanenza di questi specialisti in quiescenza, richiamati nei ranghi per fronteggiare il Coronavirus, non ai sei mesi, ma alla durata della pandemia che evidentemente viene decisa dal Governo e quindi da questa maggioranza. Ritengo sia un emendamento accettabile che rende snella la macchina anche della gestione del momento del Coronavirus, perché, lo ripeto - Iddio non voglia - dovesse durare più di sei mesi l'emergenza pandemica ci ritroveremmo a dover produrre nuove leggi per tenere in presenza negli ospedali, nei centri vaccinali questi professionisti. Dico, abbiamo l'occasione; il “Milleproroghe” evidentemente non ha anche un impatto economico, lo possiamo fare; perché non farlo in questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Gemmato che richiama ad un senso di realtà l'intero Parlamento. Come è possibile aver fatto una retorica del tipo: “abbiamo un esercito di medici in quiescenza che saranno al nostro fianco per sconfiggere la pandemia per i prossimi sei mesi”, perché, al settimo mese, questo esercito evapora oppure dovremo reintervenire? E allora è di banale buonsenso l'emendamento suggerito dal collega Gemmato, laddove dice banalmente che quell'esercito di medici, che noi abbiamo schierato in prima linea per combattere la pandemia, non è come lo yogurt, non ha scadenza, scade quando termina la pandemia. Sotto questo profilo, penso che non vi sia alcuna trappola nei confronti di questa maggioranza, ma solo una sollecitazione ad un'operazione di buonsenso che ci permetta di programmare, almeno sanitariamente, la nostra battaglia contro la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per rimarcare l'importanza di un emendamento come questo, anche alla luce degli altri emendamenti analoghi, come quello della proroga del DURC, perché il concetto è: siccome è stata prorogata l'emergenza solo per pochi mesi, noi tutti allineiamo le scadenze a questi pochi mesi, ma sappiamo che l'emergenza in realtà non finisce in pochi mesi, e speriamo tutti ovviamente che sia e sarà così, ma dobbiamo essere pronti soprattutto a rafforzare quella rete di cura domiciliare che, se fosse stata rafforzata fin dall'inizio insieme alle terapie intensive e agli organici degli ospedali, non ci sarebbero stati tutti questi contagi e magari, chissà, anche tutti questi morti. Questo è stato uno dei punti più deboli della gestione, da parte di questa maggioranza e di quelle precedenti, della pandemia, per cui, su questo emendamento, chiediamo il voto favorevole dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.97 Gemmato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'emendamento 4.95 Gemmato. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto tecnico, che cerco di riportare e rendere comprensibile all'Aula. La legge n. 405 del 2001 identifica come canali distributivi di elezione per i farmaci le farmacie private convenzionate, le comuni farmacie di comunità presenti su tutto il territorio nazionale e anche le farmacie ospedaliere. In queste ultime si distribuiscono farmaci che hanno un particolare costo o comunque anche dei metodi di somministrazione particolari. Con un emendamento alla scorsa legge di bilancio, abbiamo introdotto la possibilità di poter distribuire questa seconda categoria di farmaci non più direttamente negli ospedali, ma nelle farmacie private convenzionate. Perché questo? è di tutta evidenza che soprattutto con le chiusure, con i lockdown, con le zone rosse, le zone arancioni non vi è possibilità, da parte dei cittadini, di poter andare da un comune all'altro, ed è altresì evidente che le farmacie comunali, quasi sempre presenti in strutture ospedaliere, non sono presenti in tutti i comuni. Quindi, si era generata la fattispecie per cui noi chiedevamo ai nostri cittadini di non uscire dal loro comuni perché appunto in condizione di lockdown, di chiusura, però altresì per prendere farmaci che sono quasi sempre, anzi sempre, farmaci salvavita dovevano violare appunto questa restrizione.

Quindi, abbiamo presentato un emendamento che è stato approvato e offriva la possibilità alle Regioni di poter distribuire quel tipo di farmaci nelle farmacie private convenzionate che, come si sa, in forza di una pianta organica, sono presenti su tutto il territorio nazionale a distanza di 200 metri l'una dall'altra e soprattutto sono presenti in tutti i comuni, dal centro cittadino fino al paesino di montagna, dove peraltro la farmacia rimane l'ultimo e l'unico presidio sanitario sul territorio. Ora, vincolare però la possibilità di poter distribuire questi farmaci soltanto alla fase pandemica e non dare un orizzonte più lungo - noi, nell'emendamento da me immaginato al “Milleproroghe” davamo come termine ultimo il 31 dicembre - ovviamente non dà la possibilità al sistema sanitario pubblico, quindi agli ospedali, alle ASL di potersi organizzare e quindi organizzare questo servizio di distribuzione nelle farmacie private convenzionate con un orizzonte lungo. Parimenti anche alle farmacie private convenzionate non si offre, pur in questo momento, sopperendo ad una necessità della struttura pubblica, un orizzonte lungo tale da poter anche organizzare la distribuzione all'interno delle farmacie e quindi lasciando il tutto collegato alla fase di emergenza. Noi chiediamo di scollegare questa possibilità alla fase di emergenza e, invece, dare l'orizzonte lungo dell'anno solare, che può servire sia alla struttura pubblica sia alle strutture private di organizzarsi e soprattutto dando la possibilità al cittadino di sopperire a quella scomodità, anche e soprattutto in un momento di restrizioni, di dover raggiungere gli ospedali, e quindi di poter fruire di questi medicinali all'interno delle farmacie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.95 Gemmato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.86 Menga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.09 Bucalo, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.013 Bucalo, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Abbiamo una sequenza di inammissibili.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.115 Trancassini, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Siamo in attesa di risolvere un problema sulla rete in tribuna. Stiamo risolvendo un problema sul rettilineo della tribuna, quindi occorre portare un pochino di pazienza (Il deputato Zucconi espone un cartello). Intanto chiedo al deputato Zucconi di abbassare il cartello.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.71 Galantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.400 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà per un minuto.

ANDREA COLLETTI (MISTO). Presidente, in Commissione è stato approvato un emendamento che rinvia nuovamente il taglio ai fondi dell'editoria disposto in primis durante il Governo Conte 1. In pratica, si ritorna nuovamente indietro. Ricordo, oltretutto, che spesso gli editori e i giornalisti sono i primi a voler essere i liberisti nei confronti di chi soffre e di chi ha di meno, ma sono i primi a voler essere tutelati quando riguarda il loro ruolo e i fondi che lo Stato deve loro dare. Sono i famosi prenditori, come molte posizioni di Confindustria, e giustamente all'epoca si previde di tagliare i fondi all'editoria. Con questo emendamento noi vorremmo tornare a quello spirito primigenio che coinvolgeva il MoVimento 5 Stelle e i nostri principi (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.400 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Zucconi, con il parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.111 Lollobrigida, con il parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'emendamento 8.400, nel testo corretto, Delmastro Delle Vedove. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Su questo emendamento, che è uno di quelli che riguardano una questione di civiltà che noi stiamo provando, con coerenza, a sottoporre a quest'Aula, concernente la prescrizione, noi vogliamo raccogliere l'invito che ha fatto il Ministro D'Incà di aprire una riflessione sul tema; anche da altre forze politiche, lo ricordo, è venuta la stessa sollecitazione. Allora, la richiesta che noi facciamo è di accantonare questo emendamento, di darci la possibilità di aprire un confronto in questo senso per capire se si trovano giustificate ragioni per non arrivare a metterlo in votazione. Se ci fosse la disponibilità dell'Aula, noi saremmo disposti al confronto, se no, ovviamente, lo metteremo in votazione con serenità, come finora abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Presidente Melilli, c'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 8.400, nel testo corretto, Delmastro Delle Vedove.

FABIO MELILLI, Relatore per la V Commissione. No, Presidente, non accettiamo la richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. La richiesta di accantonamento, pertanto, la poniamo in votazione. C'è il diritto a un intervento a favore e a uno contro. Allora, il deputato Foti, interviene a favore della richiesta di accantonamento. Deputato Foti, a lei la parola.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, noi prendiamo atto del parere anche suggerito di non voler accantonare, ma in realtà mi pare, Ministro D'Incà, che la notte avrebbe potuto portare consiglio, perché tanto su questa vicenda ci dovete tornare, non potete pensare di scappare. Se abbiamo ben compreso le parole del Presidente del Consiglio, ebbene, sotto il profilo della giustizia ha detto cose abbastanza chiare, anche in termini di ragionevole durata del processo e, allora, non si vede per quale ragione, oggi, non si voglia neppure accettare un confronto su questo tema che, peraltro, lei stesso, assieme a un altro pacchetto di temi, in Commissione ha così suggerito: non trattiamoli in questo momento perché saranno oggetto di un altro provvedimento. Se sono oggetto di un altro provvedimento, almeno iniziamo a parlare di quale provvedimento trattasi. A questo punto, io penso che sia stato un po' per partito preso che non si è voluta accettare la proposta del capogruppo Lollobrigida che, tra l'altro, avrebbe consentito di esaurire tutti gli emendamenti questa sera, ad eccezione di questo, di cui avremmo parlato domani mattina. Ne prendiamo atto, prendiamo atto cioè del parere del presidente della Commissione, auspichiamo che l'Aula abbia più autonomia di quanta non ne abbia avuta il presidente della Commissione a seguito anche del suggerimento del collega Fiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ci sono interventi contrari alla richiesta di accantonamento? Non ce ne sono.

Passiamo ai voti. Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento avanzata dal gruppo di Fratelli d'Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 201 voti di differenza.

Passiamo dunque alla prosecuzione del dibattito su questo emendamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Prendiamo dolorosamente atto dell'indisponibilità della maggioranza financo all'accantonamento di questo emendamento. Un emendamento che andava incontro esattamente a ciò che ha detto il neo Ministro della Giustizia giovedì scorso in Commissione ai capigruppo, allorquando ha detto: metterò mano alla infausta - lo diciamo noi di Fratelli d'Italia, speriamo di non essere gli ultimi rimasti a dirlo - invenzione bonafediana dell'abolizione della prescrizione, per creare un universo concentrazionario ove il cittadino non è tale, ma è suddito, e, come ogni buon suddito, è sottoposto indefinitamente all'autorità giudiziaria e, come ogni buon suddito, vive da presunto colpevole sine die. Noi abbiamo tentato di raccogliere il grido di sofferenza anche di alcuni colleghi del centrodestra, perché questa è sempre stata una battaglia qualificante del centrodestra, una battaglia che tutti insieme…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ho cinque minuti.

PRESIDENTE. Ha parlato il presidente Lollobrigida.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Per l'accantonamento.

PRESIDENTE. Il suo è il secondo intervento del suo gruppo sull'emendamento. Il deputato Lollobrigida era intervenuto sull'ordine dei lavori? Comunque intanto prosegua, mentre ci accertiamo. Prego, deputato.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Tento di andare quindi velocemente al succo: abbiamo chiesto sostanzialmente che quella di Bonafede fosse un'infausta parentesi nell'ambito della giustizia italiana da dimenticare, per riconsegnare ai cittadini il diritto di essere verticali di fronte allo Stato, per riconsegnare ai cittadini il diritto ad avere un giusto processo, che implica una ragionevole durata del processo, sapendo noi, come tutto il centrodestra, come tutti gli avvocati di questo emiciclo, che il 70 per cento dei processi cade in prescrizione già nella fase delle indagini preliminari; sapendo noi che l'1 per cento del Recovery Fund è stanziato sul capitolo giustizia e che, se si vuole velocizzare la giustizia, la si può digitalizzare senza smaterializzarla, si può assumere l'organico dovuto, magari stabilizzando i magistrati onorari, ma non si può, di fronte all'ingiuria di molti processi che cadono in prescrizione, realizzare un'ulteriore patologia che è il processo a vita. E con questo emendamento sospendiamo l'efficacia dell'infausta abolizione della prescrizione sino al 2023, affinché la giustizia non sia un vestito, una riforma d'Arlecchino con dei pezzi di vari colori, ma sia una riforma organica. Accettiamo la sfida che avete lanciato: “riformeremo il processo penale, e quindi anche la prescrizione”. In verità, per ora, traccia della riforma del processo penale non vi è; ciò che stanziate nel Piano nazionale, l'1 per cento del Recovery Fund, ci racconta che non ci saranno neanche le risorse per farla. In compenso, per il momento, i cittadini vengono scagliati in quell'universo concentrazionario del processo a vita.

Il processo, lo sappiamo, come diceva il Carnelutti, è già una pena in se stesso. Come diceva il Calamandrei, giudici e avvocati devono collaborare per abbreviare i tempi del processo, rendendo giustizia al cittadino. Sappiamo che questa norma viola sostanzialmente il diritto alla difesa, viola la funzione rieducativa della pena, viola l'articolo 111 del giusto processo e della ragionevole durata del processo e non è arma, come dire, per segnare fratture all'interno di questa maggioranza; è una battaglia di civiltà che ci appartiene da sempre e per la quale vi chiediamo di rappresentare, oggi, almeno sulla giustizia, una netta discontinuità rispetto al Governo Conte-bis, per raccontare che, almeno sulla giustizia, si intravede un barlume di discontinuità rispetto all'infausta era dei giustizialisti. Non ci siamo mai iscritti, né nel campo degli ultras del giustizialismo, né nel campo degli ultras dei garantisti.

Abbiamo sempre tentato di compensare le esigenze delle procure di accertare i reati, con quelle del cittadino di rimanere tale. Il primo diritto per rimanere tale è non essere un suddito sottoposto sine die, per un tempo indefinito, all'autorità giudiziaria, perché questo è il tratto con cui si delinea il rapporto fra cittadino e Stato e in quel tratto lì, a rivendicare in quest'Aula e ad alzarla con fierezza, la cultura liberale, che racconta che vi sono diritti non conculcabili, siamo rimasti noi e vi facciamo un appello, tutti assieme, quantomeno, non per abrogare, ma per sospendere questa normativa sino al momento in cui non vi sarà una riforma della giustizia condivisa, di alto profilo, e non pezzi di un vestito Arlecchino che disegnano sempre il cittadino come suddito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Abbiamo verificato, con l'aiuto degli uffici, non c'era stata effettivamente una richiesta di intervento sull'ordine lavori da parte del deputato Lollobrigida, ma per deduzione ex post, avendo il deputato Lollobrigida parlato per soli due minuti, la Presidenza si è assunta la responsabilità, comunque. Ringrazio gli altri gruppi parlamentari per non aver posto obiezioni al riguardo.

Deputato Zanettin, al lei la parola.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia si asterrà su questo emendamento. Questo emendamento ripropone, sostanzialmente, altri emendamenti, in particolare uno a mia prima firma, che Forza Italia aveva presentato all'inizio di questo iter legislativo. Evidentemente qualcosa è cambiato. Siamo a cavallo di due Governi, nella prima fase Forza Italia era all'opposizione, ora siamo in maggioranza. I colleghi di Fratelli d'Italia hanno presentato questo emendamento, con una tecnica parlamentare assolutamente legittima, cercando di evidenziare delle contraddizioni che ci possono essere, ma contraddizioni non ve ne sono. Tra l'altro, la stessa Fratelli d'Italia non aveva presentato emendamenti sul punto fino a quando noi non li abbiamo accantonati. Noi facciamo questa nostra scelta con atto di fiducia nei confronti del nuovo Ministro della Giustizia. Questo non è un Ministro della Giustizia qualsiasi, è un'insigne giurista, è stata giudice costituzionale, è stata Presidente della Corte costituzionale. Abbiamo apprezzato molto i suoi primi interventi resi alla stampa.

Ricordava, prima, il collega Delmastro Delle Vedove, il concetto di processo che è esso stesso una pena, lo ha detto nella sua prima intervista pubblica il neo-Ministro. Il neo-Ministro ha parlato di ragionevole durata dei processi. è musica per le nostre orecchie perché per tre anni, qui, abbiamo ascoltato solo declamazioni di puro giustizialismo, fine processo mai, è stato sancito nel testo Bonafede. Ora noi siamo convinti che cambi la musica, siamo convinti che le cose cambiano, e non potrà che essere così, perché è impensabile che un giudice costituzionale, un Presidente della Corte costituzionale, che parla di ragionevole durata del processo, accetti il concetto di fine processo mai, quello proprio sancito nel testo Bonafede (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quindi una inversione ad “U”. Quindi, Forza Italia non può che essere favorevole a questo nuovo ciclo, a questa nuova fase che si apre. Noi vogliamo, Ministro D'Incà - ce lo siamo detti anche poc'anzi, su un altro tema - aderire fino in fondo al concetto di una nuova maggioranza, ma una nuova maggioranza vuol dire anche discontinuità, nuove sensibilità; e il rispetto dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della CEDU non può che essere patrimonio comune di tutto l'emiciclo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signor Presidente. Anche noi, come Italia Viva, naturalmente, avevamo presentato un emendamento al “Milleproroghe” che chiedeva il rinvio e la sospensione della riforma Bonafede. Anche in quel caso, come sempre abbiamo fatto in questi mesi, abbiamo utilizzato gli strumenti parlamentari che sono a nostra disposizione, quindi abbiamo utilizzato le nostre prerogative per far valere quelle che sono le nostre idee; idee che non cambiano: resta comunque la nostra contrarietà alla riforma Bonafede, non nascondiamo quello che pensiamo. Abbiamo, però, scelto - in ottica di collaborazione, ma soprattutto in vista di una nuova fase che anche noi da tempo in realtà chiedevamo in tema di giustizia, soprattutto giustizia penale - di ritirare i nostri emendamenti. Non ritiriamo le nostre idee, ritiriamo i nostri emendamenti, ma, naturalmente, quello che noi pensiamo in realtà e che condividiamo in quest'Aula non cambia. Lo abbiamo fatto anche grazie, comunque, e di nuovo ringraziamo la Ministra Cartabia per la sua disponibilità, abbiamo avuto con lei un confronto, siamo certi che lei sarà una più che autorevole interlocutrice per noi, che potrà segnare quel cambio di passo in tema di giustizia, in particolare giustizia penale, come dicevamo, perché finalmente un tema così complesso e così importante possa essere riportato dentro i principi costituzionali in cui deve stare.

Un cambio di passo che noi abbiamo chiesto da sempre e, quindi, vogliamo accoglierlo con grande favore. Pensiamo che tutti si debba collaborare in questa ottica e, probabilmente, anche la richiesta del collega Lollobrigida poteva andare in questo senso, forse era una richiesta di buonsenso per riuscire a ricomporre un tema che è sempre stato divisivo e, invece, portarlo su un tema di collaborazione costruttiva.

Per noi, comunque, l'ordine del giorno è un punto di partenza, un nuovo metodo di lavoro dal quale vogliamo cominciare per trattare la materia della giustizia penale in modo più complessivo. Quindi, da ciò, dichiariamo il nostro voto di astensione rispetto all'emendamento dei colleghi di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà, per tre minuti.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Delmastro per aver ripreso il testo di un emendamento che abbiamo presentato come Azione-+Europa. È un testo, devo dire, dal punto di vista di merito, assolutamente condivisibile perché richiede la sospensione della riforma Bonafede, alla quale tutti, o quasi tutti, ci siamo opposti, e chiede di fatto di approvare prima la riforma del processo penale. Anche noi abbiamo presentato un emendamento di questo genere in Commissione, poi non abbiamo chiesto che venisse messo in votazione perché, tra la presentazione dell'emendamento e la votazione in Commissione, c'è stato - forse se ne è accorto anche il collega Delmastro - un evento nuovo: c'è stato l'avvicendamento al Ministero della Giustizia e, ovviamente, c'è stata una posizione, da parte del Ministro Cartabia, che, da parte nostra, ci ha ispirato una grande fiducia, è stata una posizione assolutamente neutra.

Io lo dico in quest'Aula, ho letto questa mattina un'intervista del Ministro Bonafede - e lo dico anche al Ministro D'Incà, qui presente, suo compagno di partito - che dice: ‘noi non ci schioderemo dal lodo Conte-bis'. Ecco, io vi dico che forse non avete capito che c'è stato un cambio di Governo e c'è stato un cambio di maggioranza. Per questa ragione, noi abbiamo fatto un atto di fiducia nei confronti del Ministro, non è una fiducia incondizionata, abbiamo detto: fino a che il Ministro verrà in Commissione ed esporrà le sue linee programmatiche, noi ci fermiamo e attendiamo; attendiamo le linee programmatiche e attendiamo fatti concreti.

Per questa ragione noi non ci asterremo, perché io penso che il voto di astensione sia un'indifferenza tra il voto favorevole di Fratelli d'Italia e il voto contrario di PD e 5 Stelle. Noi non parteciperemo al voto, perché io non mi sentirei, dovessi votare nel merito, di non votare a favore dell'emendamento presentato dal collega Delmastro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo aveva presentato un emendamento sulla prescrizione, come abbiamo fatto in tante occasioni. Abbiamo deciso poi di ritirarli, non perché evidentemente abbiamo cambiato opinione a riguardo - la pensiamo sempre allo stesso modo - ma, un po', come hanno già anticipato i colleghi che hanno parlato prima di me e come chiedeva anche Fratelli d'Italia, per un confronto, un tavolo di confronto su questo tema (è proprio quello che abbiamo avuto, le rassicurazioni che abbiamo avuto dal nuovo Ministro della Giustizia su questo punto). Ci siamo incontrati e evidentemente il Ministro, che non ha ancora potuto vedere nulla, ci ha chiesto del tempo, ma ci ha assicurato che anche per lei è una priorità non solo la prescrizione, ma riformare proprio il processo penale. Noi evidentemente gli abbiamo fatto presente l'anomalia con cui sono entrate in vigore queste norme sulla prescrizione, perché in teoria non essere condizionate alla riforma del processo penale. Il Ministro aveva ben presente ciò e ci ha assicurato che è sua priorità quella di intervenire, per modificare appunto questa norma. È evidente che è difficile oggi poter aprire un confronto all'interno di questo provvedimento, quindi il confronto ci sarà e noi siamo sicuri che il confronto sarà anche a brevissimo tempo. Insomma, è cambiato il Governo, il Ministro della Giustizia ha dato rassicurazioni e noi siamo convinti che ci sarà un confronto per cambiare le regole della prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO). Presidente, nessuno è intervenuto per difendere la legge sulla prescrizione fatta durante il “Conte 1”, quindi vorrei intervenire proprio per questo (Commenti). Era una delle poche leggi in tema di giustizia fatte bene nel “Conte 1” e nel “Conte 2”. Io comprendo benissimo perché Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia avversino una tale legge: l'istituto della prescrizione era un unicum nel panorama internazionale (Commenti) ed era un unicum per colpa di una legge, la “legge Cirielli”, “legge Cirielli” che era una delle tante leggi vergogna del Governo Berlusconi per salvare l'allora Presidente del Consiglio e i suoi sodali. Quindi, Presidente, andando ad analizzare come funziona la prescrizione negli altri Paesi europei…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA COLLETTI (MISTO). …noteremo facilmente come questa legge è identica o quasi identica a quella della Repubblica federale tedesca: in Germania funziona così, in Francia funziona in maniera ancora più estrema, così come in Spagna. Lo capisco: il centrodestra è sempre stato a favore della tutela dei grandi delinquenti (Commenti), anche che facevano politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Deputato Colletti, intanto la richiamo all'ordine per le parole inopportune che ha utilizzato. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Io penso che, al di là di questo spiacevole tono usato, però, comunque il dibattito, sia pur breve, che stasera si sta sviluppando sul tema che nel tempo ha creato ben altro clima incandescente, comunque sia già il frutto di un risultato significativo dell'incontro che i capigruppo della Commissione Giustizia di tutta la maggioranza hanno avuto la scorsa settimana con la nuova Ministra Cartabia.

Noi ci atteniamo, come Partito Democratico, all'esito di quella riunione, all'esito di quell'incontro, perché ha scaturito, come è noto, una proposta di percorso, che sarà formalizzata in un ordine del giorno, che credo ponga, però, onestamente al centro i veri temi, che anche altri rappresentanti di gruppo hanno sottolineato: il tema del rispetto della Costituzione. La Costituzione - giustamente l'ha richiamata il Presidente Draghi nella sua replica, l'ha richiamata la Ministra Cartabia - prevede una durata ragionevole dei processi. Non è esatto, come ho ascoltato prima, dire che la riforma del processo penale è di là da venire: non è così, perché ci sono state 46 audizioni da parte della Commissione; perché gli emendamenti sono stati depositati e il termine scadrà l'8 marzo, ma dopo si potrà iniziare a votare.

Insomma, la riforma per portare il processo a una durata ragionevole è in cammino, così come sarà in cammino l'altra architrave, ovvero la riforma del processo civile. La Ministra ha detto: lavoriamo su questo, cogliamo questo, cogliamo l'attimo di fare delle riforme in linea con la Costituzione. Io aggiungo, magari, anche l'occasione per rispettare l'articolo 27 della Costituzione, cioè il carcere come rieducazione, riabilitazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e non il carcere come luogo dove buttar via la chiave, affinché i detenuti marciscano in galera, ma questa è una sottolineatura più nostra, diciamo così.

Infine, proprio perché noi siamo d'accordo con lo spirito e la sostanza che il Ministro Cartabia ha già annunciato, è proprio per questo che noi, francamente, comprendiamo poco le astensioni, perché giustamente mi facevano notare che se tutta la maggioranza si astenesse, passerebbe l'emendamento di Fratelli d'Italia, che come è noto non fa parte della maggioranza. Quindi, noi siamo con il Governo, con il Ministro Cartabia, con il suo spirito, con la sua proposta, con il suo percorso e siamo con il Governo quando esprime oggi, per quei motivi che il Ministro ha ricordato, che siano motivi derivanti proprio dal percorso che il Ministro ci ha indicato.

Quindi, io penso, concludendo, che sia giusto respingere l'ordine del giorno, perché noi dovremo poi tutti insieme, se riusciamo, chiudere una pagina che dura da più di vent'anni, dove si sono scontrati spesso opposti estremismi, tra un giustizialismo manettaro da una parte e un garantismo, spesso a corrente alternata, a intermittenza. È, ora, insieme - e per noi è questo il percorso - di fare delle riforme condivise in ambito civile, penale e dell'ordinamento penitenziario, e di farle mettendo via le cose tossiche, quelle cose che hanno intossicato il dibattito politico. Se poi riuscissimo, alla fine di questa legislatura, quando sarà, a portare un processo civile a un anno, un anno e mezzo e a portare i tre gradi del penale a sei anni, forse avremmo fatto qualche litigata in meno, ma avremmo rispettato la Costituzione e avremmo dato delle risposte anche nel campo della giustizia al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Mi dispiace non sia stata accolta la proposta di accantonare questo emendamento perché avrebbe consentito un confronto, una eventuale riformulazione che fosse compatibile anche con molte delle cose che tanti colleghi, ben consapevoli di cosa significhi la prescrizione, hanno detto anche questa sera in quest'Aula. Ci ricordiamo tutti che la modifica della prescrizione non è avvenuta all'interno di una riforma organica, ma è stata una forzatura demagogica gravissima fatta dai 5 Stelle a inizio di legislatura, con un emendamento in un progetto di legge in cui si parlava di tutt'altro. Da quel momento in poi, sulla giustizia, è stato segnato un percorso fatto di propaganda, con il quale i 5 Stelle hanno cercato di tenere in ostaggio qualunque Governo di cui hanno fatto parte. Noi crediamo che la giustizia tocchi la vita dei cittadini, che non possono essere lasciati sotto processo a vita, e deve tornare in Parlamento e non più essere in ostaggio dei 5 Stelle e della loro propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, innanzitutto nel merito, ovviamente, mi sembra non contrastante con l'idea del dibattito approfondito sul tema che merita una questione così delicata la richiesta di proroga dei termini o almeno l'accantonamento per parlarne un po'.

Ma siamo convinti e speriamo che la nuova maggioranza voglia affrontare in maniera organica il tema, ricordando che queste problematiche non devono essere una questione di maggioranza e opposizione, ma vanno affrontate con grande apertura. Voglio solo dire, perché insomma ci sono molti parlamentari giovani, e che però devono studiare prima di parlare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che la proposta di legge che io ho fatto sulla prescrizione in realtà era sulla recidiva e sul sistema della detenzione alternativa al carcere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Peraltro, l'unica parte della mia proposta originaria che parlava della prescrizione la inaspriva per i plurirecidivi, tutto qua (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano, poi c'è il deputato Sisto. Avremmo dovuto concludere alle venti e trenta, vediamo, se possibile, di arrivare alla votazione di questo emendamento. A lei la parola, deputata Giuliano.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Voglio iniziare il mio intervento ricordando un fatto che tutti abbiamo bene a mente e cioè lo scorso 8 gennaio la Corte di cassazione ha dichiarato prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio (Commenti), che ha causato purtroppo 32 morti, e ricordo questo fatto non per fare polemica e neanche per una questione retorica, ma perché tutti in quell'occasione ovviamente si sono espressi con parole che hanno fatto intendere come la prescrizione che, come MoVimento 5 Stelle e con il precedente Governo, abbiamo finalmente reso norma, sia una norma di civiltà, una norma che aspettavamo da tempo e che per il MoVimento 5 Stelle si è sempre inserita in un discorso più ampio, e cioè quello di velocizzare e di rendere più efficace e più efficiente il processo penale; per questo già nel precedente Governo l'ex ministro Bonafede, che ringrazio per tutto il lavoro che ha fatto in questo periodo, ha alacremente lavorato per portare in Consiglio dei Ministri una seria riforma del processo penale (Commenti); anche con il Conte-bis si è portato avanti questo lavoro, tant'è che ora pende alla Camera dei deputati il disegno di legge di riforma del processo penale che prevede tutta una serie di interventi strutturali per dare ai cittadini una vera giustizia. Abbiamo portato a casa un pezzo per dare ai cittadini la vera giustizia e per fare in modo che le vittime di reati e i familiari di vittime che sono stati vittime appunto di reati così atroci, non si trovino in una situazione di denegata giustizia. Ma il lavoro che dobbiamo fare è tanto altro: dobbiamo portare a casa la riforma del processo penale, e proprio per questo accogliamo con estremo favore l'intervento e le dichiarazioni della nuova Ministra Cartabia, che ci ha fatto comprendere chiaramente che siamo effettivamente sulla strada giusta. Il Ministro Bonafede anche nell'ultima legge di bilancio e in questi tre anni ha messo in campo una quantità e un piano di assunzioni senza precedenti (Commenti); ora, senza polemiche e senza retorica alcuna, ma muovendoci, anche come MoVimento 5 Stelle, nell'ambito di quello che è stato il mandato degli iscritti, rivendichiamo il lavoro fatto e siamo disponibili a metterci seriamente al lavoro per portare a casa la delega e la riforma del processo penale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei rassicurare tutti; l'epoca Bonafede è finita (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), è cambiato l'arbitro. Per fortuna, è cambiato l'arbitro, non c'è più bisogno di risse, non c'è più bisogno di insulti; anche il linguaggio dell'Aula deve assumere un tono diverso; la qualificazione del Ministro e dei Ministri ci mette nelle condizioni di evitare risse. Forza Italia non accetta più provocazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vuole costruire, con questo Ministro una giustizia diversa, costituzionale, con un ritorno al futuro assolutamente inevitabile. La collaborazione di tutti sarà necessaria. Da questo punto di vista il Parlamento si riprenderà la sua dignità e noi, insieme alla dignità del Parlamento, riprenderemo la dignità di un processo penale fondato sull'accertamento della verità e non sulla ricerca dei colpevoli (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà per tre minuti.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente e colleghi, colgo l'occasione di questo emendamento e di questo clima, in cui ci si prospetta di fare qualcosa in ambito della giustizia, per fare un appello a tutti i colleghi e le colleghe che in quest'Aula si occupano di penale. Parlo sgomenta, veramente, perché poche ore fa è avvenuto un efferato femminicidio nella mia città (il terzo in questa giornata): una donna con quattro bambini. Noi dobbiamo fare qualcosa, noi dobbiamo pensare a una detenzione per gli uomini violenti, con la cura. Vi prego, pensate a qualcosa in questo campo proprio perché si sta riflettendo di agire sul tema della giustizia (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli, ultimo intervento e poi chiudiamo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io mi permetto di dire ai colleghi di sinistra e del MoVimento 5 Stelle, che ho sentito intervenire, che la civiltà - e lo dico soprattutto a tutela delle vittime, di chi subisce qualcosa; ho sentito citare Viareggio, la strage di Viareggio - non è un processo che non ha una data di fine; la civiltà è un processo con una data certa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in cui si individuano immediatamente le colpe e si fanno pagare le colpe a chi ha le colpe e a chi è indagato ed è sotto processo gli si dà una data certa in cui ufficialmente è innocente o colpevole. Questa è la civiltà e finché non arriviamo, come Parlamento, a riformare la giustizia, mi permetto di chiedere ai colleghi che stanno dall'altra parte dell'emiciclo se per caso abbiano letto il libro del direttore Sallusti su Palamara, perché finché non viene riformata la giustizia quale serenità e quale civiltà ci può essere a sospendere la prescrizione e a non dare nessuna tutela con questa giustizia a chi si ritrova a dover affrontare un processo? E allora, proprio in nome della civiltà, proprio a tutela delle vittime, proprio a tutela della giustizia, sarebbe necessario votare a favore su questo emendamento, a prescindere dagli schieramenti di Governo.

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Ho concluso.

PRESIDENTE. Ricordo che gli accordi presi dai gruppi erano per una conclusione alle 20,30. Quindi, siamo 15 minuti oltre.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento e poi votiamo.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, sicuramente sto nel minuto. Era solo per fare una riflessione di questo tipo: quello che ha fatto Fratelli d'Italia, l'emendamento che ha presentato, non era una provocazione o un tentativo di voler dividere questa maggioranza. Noi non abbiamo partecipato, essendo all'opposizione, alla riunione, di cui avete dato atto prima, con il Ministro Cartabia da parte dei capigruppo della Commissione giustizia e, quindi, non sappiamo esattamente cosa vi siete detti, anche se la ricostruzione di quella riunione non è all'unisono perché mi pare di aver sentito dei toni abbastanza differenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma, al di là di questo, se fosse venuto il Ministro Cartabia e ci avesse detto…

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). …esattamente quello che ci è stato riferito, anche se a interpretazioni diverse, il nostro emendamento sarebbe stato sicuramente ritirato, perché la sede per parlare di giustizia non è fuori dal Parlamento ma è nel Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.400, nel testo corretto, Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, sospendiamo l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Melicchio. Ne ha facoltà, per due minuti.

Il deputato Melicchio sta raggiungendo la sua postazione, nel frattempo prego i colleghi deputati di defluire dall'Aula senza rumoreggiare, in modo tale che chi ha facoltà di parola possa essere ascoltato e possa svolgere il proprio intervento senza essere disturbato.

Deputato Melicchio, a lei la parola.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo ricordare in quest'aula Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto e anima dello scatenato gruppo folk Bandabardò, che ci ha lasciato dopo una lunga malattia, all'età di sessant'anni, con dodici album, una raccolta e centinaia di concerti in giro per l'Italia e l'Europa. Aveva da poco festeggiato i 25 anni di carriera, lungo la quale ha sempre mandato un messaggio di unione tra le persone; un segno dell'allegria e della solidarietà, la sua musica è stata un'esposizione di vitalità, gioia di suonare, cantare e ballare insieme, superando le barriere etniche e culturali. Molto riservato ma solare, Erriquez si è battuto da sempre nel sociale, sposando le cause dei più deboli.

“Ogni storia ha una sua vita e ogni vita ha mille storie. La mia vita è stata musica che accade, incontri di popoli, magie, racconti, mille soli splendenti e vento in faccia. Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un'avventura”, così ha scritto in un suo ultimo messaggio.

Erriquez era così, poetico, scanzonato, impegnato, allegro e un po' punk. I suoi concerti sono sempre stati una festa, un abbraccio collettivo a cui era impossibile resistere. Mancheranno a tutti i suoi infiniti concerti, i suoi modi da guerriero romantico che emanavano gioia di vivere e voglia di combattere. È uno degli ultimi cantori del fascino ribelle che se ne è andato, ma le sue canzoni restano e resteranno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rodolfo Paolini, che ha rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. La sanità molisana è al collasso. La mia regione sta pagando un prezzo altissimo in numero di vite umane, troppe, che nel basso Molise, anche nel mio paese, Campomarino, ci hanno lasciato nella solitudine, con la confusione della gestione della pandemia e un inaccettabile scaricabarile tra il Governo regionale e la struttura commissariale; ad oggi, ancora non abbiamo un ospedale COVID, nonostante qualche giorno fa il Ministro Speranza abbia autorizzato l'apertura del Vietri. Solo stamattina sono iniziati i lavori per l'ospedale da campo che, però, non dà risposte di terapia intensiva e subintensiva e sembra più che altro un inspiegabile, inaccettabile e pericoloso gioco di cambio di opinioni che fa solo male ai nostri cittadini molisani. Di fatto, l'ospedale di Termoli, il San Timoteo, è diventato un ospedale COVID. Sono necessarie, però, delle divisioni più marcate tra i percorsi COVID e quelli non COVID e un riassestamento del reparto di rianimazione che, così com'è, non è sufficiente a dare risposte adeguate ai malati COVID. Poi c'è il Piano dei vaccini che è in pericoloso ritardo. Ecco, per questo motivo, credo che adesso non sia il caso di cercare i responsabili e i colpevoli che, pure, domani, dovranno essere individuati, ma abbiamo un unico comune nemico, il COVID-19 ed è ora di agire adesso, subito, perché oggi è già tardi. Ecco perché ho presentato un'interrogazione al Ministro Speranza: per renderlo edotto della gravissima situazione molisana; chiedo inoltre al Governo di accompagnare la mia regione nell'adozione, nell'ambito delle proprie competenze, delle opportune azioni in tempi celeri che possano dare una mano ai cittadini molisani e di fronteggiare la gravissima crisi sanitaria che ci sta mettendo a dura prova. Per questi motivi sono intervenuta oggi perché il Molise non ha più tempo di aspettare tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD-IE). Presidente, voglio denunciare quanto accaduto a Bruxelles sul fronte del contrasto alla peste suina africana in Sardegna. L'inerzia della regione non ha saputo valorizzare il lavoro svolto sotto il coordinamento dell'Unità di Progetto appositamente costituita nel 2014 per l'eradicazione della malattia; perciò la Commissione europea, con decisione di esecuzione 2021/123 del 2 febbraio scorso, ha prorogato il blocco dell'export per le carni e i prodotti suini al di fuori della regione. La giunta Solinas ha così vanificato l'impegno profuso in sei anni dall'UdP, medici veterinari, Forze dell'ordine e allevatori sardi. Non è difficile immaginare che i risvolti sull'economia dell'isola, condannata ancora una volta dall'Unione europea, saranno notevoli.

Questa decisione avrà enormi ripercussioni sul settore, ostaggio della PSA da ben 42 anni, e soprattutto colpirà tutti gli allevatori che hanno lavorato onestamente e si sono messi in regola per poter esportare i nostri prodotti di qualità. Mi auguro, pertanto, in questa sede, che il Ministero della Salute intervenga immediatamente su questa drammatica vicenda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Voglio ricordare in questa giornata che due italiani, Vittorio Iacovacci, carabiniere, e l'ambasciatore Luca Attanasio sono stati uccisi in Africa. Le immagini che sono arrivate dell'ambasciatore ci mostrano un uomo che sente il passaggio dalla vita alla morte e, al di là delle ripercussioni internazionali che avrà questa violenza ruandese di ribelli contro non si capisce quale nemico, la morte di un italiano ci pone davanti a una necessità di memoria rispetto a quanti per questo Stato combattono per la pace e per la libertà (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Domani in Italia ci sarà un delitto efferato, annunciato. A cosa mi riferisco? Comincia il processo di Walter De Benedetto. Chi è Walter De Benedetto? È un criminale? No, è un malato di artrite reumatoide, che non si può muovere dal proprio letto, che è stato indagato dalla procura di Arezzo per coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti. Cosa fa Walter De Benedetto? Ha coltivato cannabis nella propria casa perché lo Stato italiano non gli fornisce la quantità di cannabis per lenire il proprio dolore, un dolore che nessuno di noi in quest'Aula può capire. Allora, perché non ne parlano i telegiornali, il TG1, il TG2, il TG3? Un malato va a processo reo solo di essere figlio di una patologia gravissima. I partiti politici non possono più solamente mostrarsi favorevoli alla tematica. Parlo del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle. Qui è il momento di agire perché il dolore non aspetta e di questo tema devono parlare tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSALBA DE GIORGI (MISTO). Il piccolo Federico sta combattendo contro una grave patologia, la SMA di tipo 1. Si tratta dell'atrofia muscolare spinale che porta progressivamente chi ne è affetto ad un immobilismo che impedisce qualsiasi tipo di movimento, anche quello più naturale, come respirare, deglutire, mangiare, camminare. Questa malattia non permette di sperare in una vita normale; senza cure l'epilogo è la morte. Oggi Federico ha 17 mesi e l'unica possibilità di salvezza è rappresentata da un farmaco, il Zolgensma, conosciuto anche per essere il più costoso al mondo: quasi 2 milioni di euro per una sola dose. La terapia consiste nell'iniettare un gene artificiale, che va a sostituire quello malato, ripristinando le normali funzioni dei motoneuroni.

In Italia è fornito dal Servizio sanitario gratuitamente solo ai bambini al di sotto dei sei mesi di età.

Federico, ma anche altri piccoli che si trovano nella sua condizione, non hanno alternative: o il nostro Paese autorizza la somministrazione del medicinale anche a chi ha più di sei mesi, oppure dovrà recarsi all'estero e affrontare una spesa milionaria. I genitori di Federico hanno organizzato una raccolta fondi. Il mio, onorevoli colleghi, è un appello: aiutiamo Federico a vivere (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 23 febbraio 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea. (C. 2845-A)

Relatori: BRESCIA, per la I Commissione; MELILLI, per la V Commissione.

2. Discussione della proposta di legge:

S. 1961 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PIARULLI ed altri: Proroga del termine previsto dall'articolo 8, comma 1, della legge 8 marzo 2019, n. 21, per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (Approvata dalla 2a Commissione permanente del Senato). (C. 2827)

Relatori: ASCARI, per la II Commissione; RIZZO NERVO, per la XII Commissione.

La seduta termina alle 20,55.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIUSEPPE BRESCIA (A.C. 2845-A)

GIUSEPPE BRESCIA, Relatore per la I Commissione. (Relazione – A.C. 2845-A). Il decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, come modificato nel corso dell'esame in sede referente delle Commissioni riunite I e V, reca diverse disposizioni di proroga di termini legislativi in scadenza e alcune altre disposizioni quali la semplificazione del collegamento digitale delle scuole e ospedali, il recepimento nell'ordinamento interno del nuovo sistema di finanziamento del bilancio dell'Unione europea, nonché misure in materia finanziaria collegate alla Brexit. Inoltre, il decreto-legge reca in allegato un elenco di misure, adottate in conseguenza della epidemia in corso, che vengono prorogate a causa della perdurante emergenza sanitaria. Nel testo del provvedimento, a seguito delle modifiche apportate dalle Commissioni I e V, sono inoltre confluite le previsioni dei decreti-legge n. 182 del 2020, n. 3 del 2021 e n. 7 del 2021 (articolo 22-bis e articolo 1 del ddl di conversione).

Nella relazione ci si limita a indicare le modifiche e le integrazioni approvate nel corso dell'esame in sede referente, suddivise per settore di intervento.

Per quanto attiene alla materia elettorale, il provvedimento interviene, in particolare, a prorogare il termine di svolgimento delle elezioni degli organi delle città metropolitane, dei presidenti delle province e dei consigli provinciali (articolo 2, commi 4-bis e 4-ter).

È inoltre differito al 30 giugno 2021 il termine per l'adozione del decreto ministeriale volto a disciplinare le modalità attuative di utilizzo del Fondo di cui è stata prevista l'istituzione dalla legge di bilancio 2020 per l'introduzione in via sperimentale del voto elettronico (articolo 2, comma 4-sexies).

Sempre alla luce dell'emergenza sanitaria in essere, con una integrazione approvata in sede referente si interviene riguardo ai termini di validità delle vidimazioni dei fogli recanti le sottoscrizioni per la presentazione dei progetti di legge di iniziativa popolare, prorogandoli fino a 6 mesi a decorrere dalla cessazione dello stato di emergenza nazionale, attualmente fissato al 30 aprile 2021 (articolo 1, comma 17-bis).

Diversi sono gli interventi in materia di giustizia previsti dal provvedimento in esame, arricchiti e discussi nel corso dell'esame in sede referente.

Tra le disposizioni introdotte nel corso dell'esame parlamentare vi sono quelle volte:

- a prorogare di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma forense del 2012 (articolo 8, comma 5-bis);

- ad autorizzare l'Avvocatura dello Stato ad assumere 27 unità di livello dirigenziale non generale e 166 unità appartenenti all'area III, con conseguente aumento della dotazione organica. Inoltre, la Giustizia amministrativa è autorizzata per il triennio 2021-2023, ad assumere un contingente di personale non dirigenziale, nonché 10 Consiglieri di Stato e 20 referendari Tar, con conseguente incremento delle rispettive dotazioni organiche (articolo 1-bis, commi da 1 a 6);

- ad intervenire sulla disciplina a tutela degli acquirenti degli immobili da costruire per posticipare alla data di entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza l'emanazione dei decreti ministeriali che dovranno introdurre modelli standard di fideiussione e di polizza assicurativa a beneficio dell'acquirente. In assenza dei decreti, il contenuto di tali atti è rimesso alla libera volontà delle parti (articolo 12, comma 9-quater);

- a prorogare, con disposizioni identiche a quelle dell'articolo 2 del decreto-legge n. 7 del 2021, contestualmente abrogato, al 30 aprile 2021 l'efficacia di alcune norme speciali dettate per fronteggiare l'emergenza sanitaria negli istituti penitenziari. Si tratta delle disposizioni relative all'ammissione al regime di semilibertà, alla concessione di permessi premio e alla esecuzione domiciliare della pena detentiva non superiore a 18 mesi (articolo 22-ter).

In sede referente è stata altresì disposta la proroga, fino al 31 dicembre 2021, del termine entro il quale la Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la Comunità "Il Forteto" deve concludere i propri lavori (art. 1, commi 4 e 5 del disegno di legge di conversione).

In tema di lavoro, il provvedimento proroga, tra gli altri, al 31 marzo 2021 i termini di decadenza per l'invio delle domande di accesso ai trattamenti di integrazione salariale collegati all'emergenza epidemiologica, nonché i termini di trasmissione dei dati necessari per il pagamento del saldo degli stessi scaduti entro il 31 dicembre 2020 (articolo 11, commi 10-bis e 10-ter).

In materia previdenziale il provvedimento, solo per il 2019, differisce al 31 dicembre 2020 (in luogo del 30 settembre 2020) i termini per la presentazione delle domande di accredito della contribuzione figurativa presso la gestione previdenziale interessata da parte dei lavoratori collocati in aspettativa non retribuita chiamati a ricoprire funzioni pubbliche elettive o cariche sindacali (articolo 11, comma 1-bis).

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione sono disposte proroghe riguardanti diversi profili - quale la promozione della digitalizzazione - e il personale.

Nell'ambito delle procedure di stabilizzazione del personale a tempo determinato delle PA, in particolare, viene prorogato dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 il termine entro il quale deve essere maturato il requisito minimo dei tre anni di contratto (anche non continuativi, negli ultimi otto anni) presso l'amministrazione che procede all'assunzione diretta o che bandisce procedure concorsuali riservate. Il medesimo differimento opera con riferimento alla stabilizzazione del personale medico, tecnico-professionale e infermieristico presso gli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale (articolo 1, comma 7-bis).

In tema di sanità il decreto-legge reca diversi interventi tra i quali:

- la stabilizzazione del personale degli enti e delle aziende del Servizio sanitario nazionale, la proroga fino al 30 settembre 2021, per gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico e gli Istituti zooprofilattici sperimentali, dei contratti di lavoro flessibile in corso, relativi ad attività di ricerca o di supporto alla ricerca (art. 4, comma 7);

- il riconoscimento alle regioni e alle province autonome della facoltà di riconoscere, alle strutture private accreditate che abbiano concorso a sostenere il SSN convertendo parte delle attività per destinarle a pazienti COVID-19, un contributo una tantum in proporzione al costo complessivo sostenuto nel 2020 per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale (art. 4, comma 8-ter);

- la proroga della durata degli organi elettivi degli ordini professionali sanitari territoriali;

- l'incremento per l'anno 2021 da 5 a 7 milioni di euro della dotazione del fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica. Si ricorda che, per gli anni 2022 e successivi, la dotazione del fondo resta pari a 5 milioni di euro annui, in base allo stanziamento permanente introdotto dall'articolo 1, comma 329, della L. 30 dicembre 2020, n. 178 (art. 4, comma 8-quater);

- il differimento dal 30 giugno 2020 al 31 maggio 2021 del termine per la prima revisione della lista delle patologie da ricercare attraverso lo screening neonatale (art. 4, comma 8-quinquies);

- la proroga dal 31 marzo 2021 al 31 dicembre 2021 delle deroghe alle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie e, innovando rispetto alla legislazione vigente, di operatore socio sanitario conseguite all'estero e regolate da specifiche direttive Ue. Inoltre l'esercizio temporaneo delle professioni sanitarie e di operatore socio-sanitario è consentito anche in via autonoma o dipendente presso strutture sanitarie private o accreditate, purché impegnate nell'emergenza da COVID-19. Infine, la possibilità di procedere all'assunzione di cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione europea, viene consentita anche presso strutture sanitarie private autorizzate o accreditate, purché impegnate nell'emergenza da COVID-19. L'intervento legislativo opera una sostituzione integrale dell'articolo 13 del decreto-legge n. 18 del 2020 (art. 4, comma 8-sexies);

- la previsione di alcune modifiche in ordine ai contributi a sostegno delle aziende ospedaliero- universitarie e ai policlinici universitari non costituiti in azienda, in ottemperanza dell'obbligo di notifica alla Commissione europea da parte del Ministero della salute con riferimento alla disciplina sugli aiuti di Stato (art. 4 comma 2-septies e 2-octies);

- per la scuola, si differisce (rispettivamente, dal 31 dicembre 2021 e dal 31 dicembre 2019) al 31 dicembre 2022 il termine per l'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici e dei locali adibiti a scuola, nonché degli edifici e dei locali adibiti ad asilo nido, per i quali non si sia ancora provveduto (art. 2, comma 4-septies);

- si proroga ulteriormente (dal 30 settembre 2021) al 30 settembre 2022 il termine di validità delle graduatorie comunali del personale scolastico, educativo e ausiliario destinato ai servizi educativi e scolastici gestiti direttamente dai comuni approvate negli anni dal 2012 al 2017 (art. 5-bis).

Con riferimento al turismo, si dispone la proroga dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 del termine previsto per la delimitazione dei Distretti turistici ad opera delle Regioni, d'intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con i Comuni interessati, previa conferenza di servizi (articolo 7, comma 1). Si segnala, inoltre, la posticipazione all'anno 2022 dei termini per il completamento dell'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per alcune categorie di strutture ricettive turistico- alberghiere, inserita in sede referente (articolo 5, comma 5-ter).

Si segnala, sempre in sede referente, l'inserimento di una norma inerente i presidenti delle Camere di Commercio, volta a consentirne la seconda rielezione (articolo 2, comma 4-quinquies).

Nel settore dei trasporti, nel corso dell'esame parlamentare si è introdotta la possibilità di utilizzare, fino al 31 dicembre 2021, il personale della Motorizzazione civile in quiescenza ed abilitato, per far fronte all'arretrato nell'espletamento delle prove pratiche di guida svolte in conto privato (art. 13, comma 6-bis).

Sono stati poi rinviati gli adempimenti relativi all'esercizio degli impianti a fune dopo la scadenza della vita tecnica, successivamente alla cessazione dello stato di emergenza COVID-19, nonché le scadenze relative alle revisioni generali e speciali quinquennali, prorogate fino alla cessazione dello stato di emergenza COVID-19 (art. 13, commi 7-bis e 7-ter). Inoltre vengono differiti di 24 mesi, i termini di inizio e di conclusione delle opere di realizzazione di impianti a fune per le quali sia già stata rilasciata l'approvazione dei progetti (art. 13, comma 7-quater).

Nel corso dell'esame in sede referente è stato inoltre prorogato fino al 31 dicembre 2021, o, se anteriore, fino alla data di nomina dei Commissari straordinari previsti dal decreto-legge sblocca cantieri (n. 32 del 2019) il relativo termine con riferimento alle infrastrutture ferroviarie Napoli –Bari ed all'asse ferroviario AV/AC Palermo-Catania-Messina (art. 13, comma 14-bis).

Inoltre è stata prevista l'approvazione di specifiche linee guida, indirizzate ai gestori delle infrastrutture ferroviarie e alle imprese ferroviarie e finalizzate ad assicurare la sicurezza nelle gallerie ferroviarie, ed il differimento fino al 31 dicembre 2023 dell'attuazione di alcune disposizioni del decreto ministeriale concernente la sicurezza delle gallerie ferroviarie. Viene poi introdotta la possibilità che, per la progettazione e la costruzione delle nuove infrastrutture ferroviarie nazionali nonché per gli adeguamenti di quelle esistenti si applichino, a determinate condizioni, parametri e standard tecnici e funzionali più stringenti rispetto a quelli dell'Unione europea (art. 13, commi 17-bis e 17-ter).

Per quanto riguarda la materia fiscale e finanziaria, sono state introdotte le seguenti norme: un complesso di misure fiscali relative al comune di Campione d'Italia (articolo 3, comma 11-bis); la proroga al 31 dicembre 2021 della possibilità di usufruire del cosiddetto tax credit vacanze (articolo 7, comma 3-bis); la possibilità di usufruire del credito di imposta per i costi di costituzione o trasformazione in società benefit fino al 30 giugno 2021 (articolo 12, comma 1-bis); riproducendo il contenuto del decreto-legge n. 7 del 2021, la proroga al 28 febbraio 2021 di alcuni termini per adempimenti di natura tributaria (notifica di cartelle esattoriali, termini di versamento derivanti da cartelle di pagamento, sospensione degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati dall'agente della riscossione su stipendi e pensioni) (articolo 22-bis); riproducendo il contenuto dell'articolo 2 del decreto-legge n. 3 del 2021, la proroga del termine di versamento dell'imposta sui servizi digitali, dal 16 febbraio al l6 marzo 2021, e quello di presentazione della relativa dichiarazione, dal 31 marzo al 30 aprile 2021 (articolo 22-quarter); riproducendo il contenuto del decreto-legge n. 182 del 2020, norme in materia di stabilizzazione della detrazione spettante ai percettori di reddito di lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati, prevista per il solo secondo semestre 2020 e resa permanente dall'articolo 1, comma 8, della legge di bilancio 2021 (articolo 22-sexies).

Con riguardo alle norme in materia di ambiente e territorio, con particolare attenzione alla questione delle popolazioni terremotate, si è intervenuti: differendo dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 i termini entro i quali, nei territori dell'Italia centrale colpiti dagli eventi sismici a partire dal 24 agosto 2016, è possibile utilizzare le procedure derogatorie previste per il deposito temporaneo delle macerie derivanti da tali eventi sismici e dei rifiuti derivanti dagli interventi di ricostruzione (articolo 7-bis, comma 3); differendo, da 60 a 180 giorni, il termine - decorrente dalla pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Parco Tecnologico annesso al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi – per la formulazione di osservazioni da parte delle regioni, degli enti locali e dei soggetti portatori di interessi qualificati, e da 120 a 240 giorni il termine, decorrente dalla medesima pubblicazione, entro il quale la SOGIN S.p.A. promuove un Seminario nazionale sul Parco tecnologico (articolo 12-bis); prorogando, limitatamente al 2021, alcuni termini di cui all'art. 30, comma 14-bis, del D.L. 34/2019, in materia di programma pluriennale per potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile (articolo 13, comma 19-bis). Inoltre, sono state introdotte misure a favore delle popolazioni dei territori dell'Italia centrale colpiti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, tra le quali: un incremento di 180 milioni di euro delle risorse destinate all'erogazione dei contributi per interventi su edifici danneggiati; la previsione dell'esenzione del contributo di costruzione per i titolari di contratti di locazione riferiti ad immobili adibiti ad abitazione principale, distrutti o danneggiati dagli eventi sismici in questione; ulteriori agevolazioni di natura tariffaria e patrimoniale (articolo 17-quater).

In materia di cultura e spettacolo, è stata introdotta una norma volta a prevedere che gli organismi dello spettacolo dal vivo possono utilizzare anche nel 2021 le risorse loro erogate a valere sul Fondo unico per lo spettacolo (FUS) anche per integrare le misure di sostegno del reddito dei propri dipendenti (art. 7, comma 4-quater).

Per quanto concerne le principali misure per gli enti territoriali, è stata introdotta una norma volta a prevedere che il tardivo deposito dei bilanci presso la camera di commercio, da parte di aziende speciali e istituzioni degli enti locali, non dà luogo a sanzioni, purché effettuato entro il 31 marzo 2021 (articolo 3-bis).

Sono state poi introdotte semplificazioni relative alla realizzazione dei collegamenti in fibra ottica ad alta velocità degli edifici scolastici e degli edifici ospedalieri, nonché per gli interventi di modifica, installazione e adeguamento di impianti di telecomunicazione multi-operatore per la copertura mobile in banda ultra-larga (articolo 20).

In materia di contratti pubblici, sono state introdotte alcune disposizioni volte a prevedere: per i territori colpiti dagli eventi sismici in Italia centrale del 2016-2017, l'affidamento diretto di lavori, servizi e forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria e architettura e l'attività di progettazione, per importi inferiori a 150.000 euro, in deroga alle norme del Codice dei contratti pubblici, fino al completamento delle previste attività di ricostruzione (articolo 7-bis, comma 4); la modifica della disciplina relativa all'adozione degli stati di avanzamento dei lavori (SAL) in corso di esecuzione, al fine di differire i termini in essa previsti e fissare un limite per il pagamento dei SAL medesimi (articolo 13, comma 1-bis); il differimento, al 31 dicembre 2021, del termine – scaduto il 31 dicembre 2020 e fissato dal c.d. D.L. sblocca cantieri (D.L. 32/2019) – fino al quale possono essere oggetto di riserva anche gli aspetti progettuali che sono stati oggetto di verifica preventiva e la conseguente estensione dell'ambito di applicazione dell'accordo bonario (articolo 13, comma 2, lettera b-bis).

Con riferimento alle attività economiche, è stata inserita una norma che differisce dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021 l'operatività della garanzia straordinaria SACE (cd. "Garanzia Italia") sulle emissioni di titoli di debito da parte delle imprese colpite dagli effetti della pandemia cui sia attribuito un rating pari ad almeno BB- o equivalente. La garanzia opera in favore delle banche, delle istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e degli altri soggetti che sottoscrivono in Italia i suddetti titoli di debito (articolo 3, comma 6-bis). Una ulteriore norma, inserita presso le Commissioni riunite, proroga fina al 30 giugno 2021 la facoltà, concessa agli intermediari finanziari non professionali di concedere finanziamenti a condizioni più favorevoli di quelle esistenti sul mercato - fino al volume complessivo di 30 milioni di euro e per importi unitari non superiori a 40.000 euro per ciascun finanziamento - per la costituzione di nuove imprese, nelle forme di società o società cooperativa, da parte di lavoratori di imprese in crisi o provenienti da imprese in crisi, nonché per la promozione e lo sviluppo di società cooperative che gestiscono aziende confiscate alla criminalità organizzata e di cooperative sociali per la salvaguardia dei livelli di occupazione (articolo 12, comma 8-bis).

Con riferimento al settore dell'energia, in sede referente sono state previste: la proroga, dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023, del termine di cessazione del regime di tutela del prezzo per i clienti finali di piccole dimensioni nel mercato del gas; proroga del termine di cessazione dello stesso regime nel mercato dell'energia elettrica per le micro imprese e per i clienti domestici, dal 1° luglio 2022 al 1° gennaio 2023 (articolo 12-ter).

Sempre in sede referente, è stata inserita una norma che dispone l'ulteriore proroga, dal 2020 al 2021, degli incentivi previsti dalla legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019) per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, con potenza non superiore a 300 kW, realizzati da imprenditori agricoli a servizio dei processi aziendali e con specifici requisiti (articolo 12, comma 9-ter).

Una nuova disposizione modifica inoltre la disciplina della prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, fissando al 30 settembre 2021 il termine per l'adozione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI). Alla stessa data viene fissato il termine per la ripresa dell'istruttoria - in caso di mancata adozione del PiTESAI - dei procedimenti di concessione sospesi e per la ripresa dell'efficacia dei permessi di prospezione e ricerca sospesi (articolo 12-ter).

Infine, in materia di agricoltura, è stata introdotta la proroga di 12 mesi degli attestati di funzionalità delle macchine agricole e degli attestati per la vendita e l'acquisto dei prodotti fitosanitari in scadenza nel 2021 o in corso di rinnovo (art. 10, comma 6-bis).

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 6 e 7 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 12 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 24 il deputato Morrone ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 32 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2845-A - em. 1.169 431 424 7 213 34 390 49 Resp.
2 Nominale em. 1.167 433 426 7 214 33 393 49 Resp.
3 Nominale em. 1.500 434 431 3 216 428 3 49 Appr.
4 Nominale em. 1.163 436 430 6 216 33 397 48 Resp.
5 Nominale art. agg. 1.011 443 439 4 220 38 401 47 Resp.
6 Nominale art. agg. 1.028 432 426 6 214 34 392 47 Resp.
7 Nominale em. 2.61 447 438 9 220 28 410 46 Resp.
8 Nominale art. agg. 2.09 440 433 7 217 31 402 46 Resp.
9 Nominale em. 3.199 445 441 4 221 38 403 49 Resp.
10 Nominale em. 3.198 449 444 5 223 35 409 48 Resp.
11 Nominale em. 3.219 438 432 6 217 34 398 48 Resp.
12 Nominale em. 3.302 436 431 5 216 36 395 48 Resp.
13 Nominale em. 3.200 447 442 5 222 35 407 48 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.241 435 429 6 215 33 396 48 Resp.
15 Nominale em. 3.196 442 437 5 219 32 405 48 Resp.
16 Nominale em. 3.232 448 442 6 222 34 408 48 Resp.
17 Nominale em. 3.400 449 446 3 224 43 403 48 Resp.
18 Nominale em. 3.500 455 455 0 228 453 2 48 Appr.
19 Nominale art. agg. 3.02 452 449 3 225 50 399 48 Resp.
20 Nominale art. agg. 3.0113 458 456 2 229 39 417 48 Resp.
21 Nominale em. 4.400 450 417 33 209 25 392 47 Resp.
22 Nominale em. 4.401 425 419 6 210 31 388 47 Resp.
23 Nominale em. 4.74 439 435 4 218 41 394 47 Resp.
24 Nominale em. 4.141 443 442 1 222 57 385 47 Resp.
25 Nominale em. 4.120 452 445 7 223 32 413 47 Resp.
26 Nominale em. 4.97 453 445 8 223 37 408 47 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 36)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 4.95 451 444 7 223 39 405 47 Resp.
28 Nominale em. 4.86 451 443 8 222 41 402 47 Resp.
29 Nominale art. agg. 5.09 448 439 9 220 35 404 47 Resp.
30 Nominale art. agg. 5.013 429 420 9 211 32 388 47 Resp.
31 Nominale em. 7.115 450 440 10 221 33 407 47 Resp.
32 Nominale em. 7.71 451 443 8 222 34 409 47 Resp.
33 Nominale em. 7.400 440 437 3 219 21 416 47 Resp.
34 Nominale em. 7.3 439 432 7 217 33 399 47 Resp.
35 Nominale em. 7.111 435 429 6 215 43 386 47 Resp.
36 Nominale em. 8.400 418 256 162 129 29 227 46 Resp.