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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 454 di mercoledì 20 gennaio 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 gennaio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Ascari, Azzolina, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Casa, Castelli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Micheli, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Magi, Marattin, Mauri, Melilli, Molinari, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Paita, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rotta, Ruocco, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Varchi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19 (A.C. 2835-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2835-A: Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.

Ricordo che nella seduta del 13 gennaio si è conclusa la discussione generale e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2835-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 1-ter.100 Occhiuto è stato ritirato dal presentatore.

Le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nelle Commissioni, in quanto estranee rispetto al contenuto del provvedimento in esame: 1-bis.6 Gava, 1-bis.4 e 1-bis.2 Novelli; 1-quater.5 Bucalo; 1-quinquies.01 Boldi; gli identici 2.035 Gelmini, 2.055 Zucconi e 2.058 De Toma; gli identici 2.024 Guidesi e 2.038 Squeri; gli identici 2.025 Guidesi e 2.039 Squeri; 2.032 Torromino; 2.041 e 2.042 Prisco; 2.048, 2.052 e 2.050 Bellucci.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, i deputati De Toma e Rachele Silvestri sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Prendo la parola sul complesso degli emendamenti per sottolineare che tanti di questi emendamenti toccano un tema caro al sottoscritto, ma caro anche a tutto il gruppo del Partito Democratico, quello della grande difficoltà che in questo momento vivono le zone di montagna, i complessi sciistici, tutto il comparto del turismo invernale. Condividiamo questa preoccupazione - è inutile nascondersi - ed è chiaro che già questo pomeriggio ci sarà un momento molto importante, perché ovviamente per dare risposte a questo comparto, a un comparto fondamentale per la crescita armonica del nostro territorio, in particolare delle aree interne e delle zone di montagna, abbiamo bisogno di risorse e lo scostamento di oggi pomeriggio inizierà a dare queste risposte. Speriamo - e lo dico ovviamente fuori da qualsiasi polemica - di risolvere velocemente la crisi politica in cui siamo entrati in questi giorni perché io credo che il Paese non abbia tempo da perdere.

Il Paese aspetta delle risposte e queste risposte devono arrivare soprattutto a quegli operatori, ai tanti operatori, che per causa della pandemia oggi sono in grandissima difficoltà. Allora, ho letto con attenzione il contributo che hanno voluto dare le opposizioni rispetto a questi emendamenti proposti in questo decreto e credo che questi emendamenti possano essere un contributo fattivo per impostare il prossimo “decreto Ristori”, che deve - come dicevo - dare attenzione a tutto questo comparto.

Non dimentichiamo che quel comparto, il comparto degli sport invernali, il comparto del turismo di montagna, che vede tantissimi operatori in difficoltà, si occupa di un pezzo del Paese che è già dentro le cosiddette aree interne, che è già un pezzo del Paese che ha più difficoltà del resto del nostro territorio e, quindi, per questo noi dobbiamo porre una grande attenzione.

Come dicevo, risolvere velocemente la crisi politica vuol dire dare delle risposte concrete. Siamo qui, in questo Parlamento, alla Camera dei deputati, perché dobbiamo queste risposte ai cittadini italiani.

Proprio ieri, in Commissione cultura abbiamo sentito un pezzo di queste categorie: abbiamo sentito, dentro la riforma delle normative che legano gli sport invernali, gli operatori degli impianti a fune, abbiamo sentito le associazioni, come il CAI, abbiamo sentito, quindi, quelli che vivono direttamente in questo ambito. Nelle settimane scorse abbiamo portato l'interesse a comparti anche molto importanti, come tutti quelli della formazione, dai maestri di sci alle guide alpine, eccetera, eccetera.

Ecco, il messaggio che volevo mandare, condividendo questa impostazione, è proprio questo: grande attenzione, ma anche grande velocità. Approviamo velocemente lo scostamento di bilancio e concentriamoci sulle cose veramente importanti che vanno incontro ai cittadini e al popolo italiano, non perdiamo tempo su cose che nulla hanno a che vedere con il benessere dei nostri concittadini. E questo credo sia un passaggio molto importante, lo dico da deputato, lo dico, soprattutto, da montanaro, da uomo che vive la montagna italiana che, in questo momento, sta soffrendo in maniera importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, allora, ripeto, colgo l'occasione, lo stimolo degli emendamenti proposti soprattutto dalle forze di minoranza per stimolare il mio Governo, ma per stimolare, in particolare, tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento: attenzione, fuori di qui, i cittadini aspettano risposte e queste risposte noi abbiamo l'obbligo di darle velocemente. Non perdiamoci in cose che nulla hanno a che fare con il benessere dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede d'intervenire, invito i relatori e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Relatore De Filippo, emendamento 1.51 Tiramani.

VITO DE FILIPPO, Relatore per la XII Commissione. Presidente, non so come vogliamo procedere, se li citiamo tutti, dato che, dall'articolo 1 all'articolo 1-quinquies, i pareri, come sanno i colleghi che hanno lavorato nelle Commissioni, sono tutti contrari.

PRESIDENTE. Quindi, tutti gli emendamenti hanno un parere contrario?

VITO DE FILIPPO, Relatore per la XII Commissione. Tutti gli emendamenti dall'articolo 1 all'articolo 1-quinquies.

PRESIDENTE. E i successivi?

ANDREA GIARRIZZO, Relatore per la X Commissione. Sull'articolo 2 la stessa identica cosa, parere contrario.

PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.51 Tiramani.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Chi non riesce a votare? Colleghi, stiamo attendendo i colleghi in Transatlantico che stanno concludendo l'iter di login. Invito i colleghi, eventualmente, se devono registrarsi in Transatlantico, ad arrivare qualche minuto prima dell'inizio della votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Locatelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Locatelli, parere contrario Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Andreuzza, parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.04 Mollicone. Ha chiesto di intervenire il deputato Mollicone. Ne ha facoltà. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Con questo intervento illustro anche l'articolo aggiuntivo 1.02, perché è consimile, alla luce delle evidenze degli indirizzi del Comitato tecnico-scientifico, che ha detto che le scuole si possono riaprire, che alcune attività sono state già riaperte (come i centri commerciali e come l'uso dei mezzi pubblici), non si capisce per quale ragione si continuano a tenere chiusi gli impianti sportivi, le scuole di danza e i luoghi di spettacolo, fermo restando che sono state distrutte le stagioni teatrali. La chiusura delle sale cinema ha distrutto anche il mercato della distribuzione e per questo comunque si dovrà riprendere necessariamente ad ottobre.

Quindi, lanciamo un appello all'Aula, perché questo emendamento permette, in sicurezza, secondo gli indirizzi del Ministero della Sanità e del Comitato tecnico-scientifico, di riaprire e garantire la sostenibilità economica delle attività, compresa quella dei ristoratori che state affamando e che un'iniziativa di Fratelli d'Italia tutela con una azione collettiva, offrendo assistenza legale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.03 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto importante: riguarda la salute pubblica e la tutela in seguito alla diffusione delle epidemie. Nei nostri centri storici, basta citare la stazione Termini e il rione Esquilino per tutti, anche ieri c'è stato un servizio in televisione, a Fuori dal coro, che ha fatto vedere lo stato allucinante in cui versano le condizioni dei senza fissa dimora, per lo più extracomunitari, sotto i portici di piazza Vittorio, ma è così in tutte le stazioni e in tutti i centri storici. Fratelli d'Italia propone dei centri umanitari gestiti dalla Croce rossa, dalla Protezione civile e dal volontariato perché la vera solidarietà, colleghi, e mi rivolgo soprattutto alla sinistra, non è quella di lasciare le persone, gli esseri umani per strada come sacchi umani, come animali, a vivere e magari ad accoltellarsi per un pasto caldo, per un pezzo di cartone, o magari a violentare le donne che rientrano a casa la sera, come è successo al rione Esquilino.

La vera solidarietà è gestire queste persone in emergenza, aiutarle, curarle ed evitare che si diffondano focolai di COVID-19. Per cui rivolgiamo un appello trasversale a quest'Aula perché la si finisca con la solidarietà ipocrita e pelosa e poi magari si lasciano le persone, gli esseri umani per strada, e ciò anche per tutelare il decoro e la sicurezza dei nostri centri storici e delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.1 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, e anche il seguente, intendono portare l'attenzione del Governo rispetto al limite lineare imposto dei 30 chilometri. Ora, capirete bene che i 30 chilometri possono avere un senso se mi posso muovere da un comune a 360 gradi, ma sicuramente è un elemento che va a penalizzare e discriminare ulteriormente tutte le aree interne e le aree montane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo perché, oltre alla non possibilità di spostamento, c'è la non possibilità di raggiungere questi comuni che chiaramente si trovano ulteriormente penalizzati come i bar nelle finte aperture che a questo punto sono consentite.

Quindi, si vuole sottoporre l'attenzione su questo aspetto: ossia rivedere questi 30 chilometri in modalità effettivamente di spostamento per raggiungere queste aree interne, oppure anche quelle che si trovano penalizzate perché si trovano su un confine con un'altra regione, per cui, spesso e volentieri, in cima ad una valle i 30 chilometri portano ad incontrare pochi comuni che, messi tutti insieme, magari fanno un condominio romano. Chiedo, quindi, se si possa rivalutare questo emendamento e dare un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.1 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.5 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.3 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.1 Panizzut, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.2 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.101 Gava, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.102 Fogliani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.1 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 1-quater.2 Sasso.

Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo, per suo tramite, l'attenzione dei colleghi perché questo emendamento potrebbe rappresentare una sincera svolta nella gestione della famosa didattica in presenza. Questo emendamento riguarda i nostri studenti, riguarda la possibilità di realizzare quello che il Ministro Azzolina va ripetendo da settimane, da mesi, però senza cognizione di causa, cioè che le scuole debbano riaprire a tutti i costi.

Allora, questo emendamento - davvero chiedo alle forze che sostengono la maggioranza, compreso il senatore Ciampolillo, e non so se c'è una sua componente presente in quest'Aula - riguarda una soluzione che davvero potrebbe garantire la didattica in presenza nelle nostre scuole attraverso gli impianti di areazione. Sono già stati sperimentati in Italia: c'è un caso, noto alle cronache, che è quello di Vo' Euganeo, comune purtroppo celebre per essere stato al centro della prima ondata del Coronavirus. C'è una scuola che è COVID-free grazie ad un impianto di areazione. Vedete, colleghi, nel 2021, non è possibile leggere delle circolari del Ministero dell'Istruzione in cui si dice che il contagio tramite aerosol si può combattere tenendo le finestre aperte. Per carità, può sicuramente incidere positivamente, però la scienza ci consente di utilizzare lo stesso strumento che abbiamo qui, in quest'Aula. Oggi quanti saremo, 500, 550? C'è un impianto di areazione. Allora, se davvero ci tenete tanto alla didattica in presenza, considerando anche che, purtroppo, la didattica a distanza è stata fallimentare per le stesse dichiarazioni e affermazioni del Ministro Azzolina, noi abbiamo una possibilità di dare un segnale sincero al Paese, di votare tutti insieme questo emendamento, che non comporterebbe nemmeno una spesa particolare, perché nell'emendamento non viene quantificata, ma, facendo delle ricerche, andremmo a spendere più o meno quanto ha speso la Germania, cioè circa 500 milioni di euro. E allora si tratta di fare una scelta, se oltre agli annunci voi davvero volete che i vostri figli - i vostri figli! - possano andare a scuola, ma in condizioni di sicurezza, perché il Ministro Azzolina, oltre a dire “andiamo a scuola”, “riapriamo le scuole”, oltre a scaricare ogni responsabilità sulle regioni e sugli enti locali, non ha fatto nulla di concreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Mi rifiuto di prendere in considerazione l'argomento dei banchi a rotelle, perché è simbolo del degrado del dibattito pubblico per quanto riguarda la scuola. Qui, voi, oggi, avete la possibilità di votare favorevolmente a questo emendamento, perché, ripeto, insieme alla distribuzione dei tamponi rapidi da poter effettuare nelle nostre scuole, insieme ai termoscanner all'ingresso, ma, soprattutto, con il dimezzamento del numero degli alunni per classe, che evidentemente affronteremo nel capitolo della stabilizzazione degli insegnanti, voi oggi avete questa possibilità. Allora, volete o no passare dalle parole della Azzolina ai fatti? E' un momento importante, ci occupiamo di tutto, occupiamoci anche di scuola! Altrimenti oggi o domani, quando tornerete a casa dai vostri figli, guardateli negli occhi e siate in grado di dire che avete fatto qualcosa per garantire maggiori condizioni di sicurezza, come succede a Vo' Euganeo, come sta per succedere, su spinta di associazioni e comitati di genitori, in fase sperimentale in alcune scuole, dove stanno avviando delle raccolte fondi. Proprio perché noi la vogliamo, la scuola in presenza! La Lega si batte per la scuola in presenza, ma in sicurezza. E voglio citare l'esempio positivo della buona amministrazione del centrodestra, e della Lega in particolare, nella regione Marche, dove ieri l'assessore Giorgia Latini, che ringrazio a nome di tutti i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ha stanziato milioni di euro proprio per gli impianti di areazione: la dimostrazione che noi, dove abbiamo la possibilità, agiamo per il bene dei nostri studenti. Voi oggi vi assumete la responsabilità di poter passare dalle parole ai fatti per il bene di 8 milioni di studenti, ma anche di un milione e mezzo di lavoratori della scuola. Abbiate il coraggio, votate questo emendamento, per il bene della nostra comunità scolastica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? No. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.2 Sasso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-quater.3 Sasso.

Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, purtroppo noto con amarezza che, al di là della retorica e dell'ipocrisia dei grandi annunci, questa maggioranza non riesce ad andare al di là, proprio nel momento in cui leggo che il Ministro Azzolina, proprio adesso, ha stanziato 2 milioni e mezzo di euro per l'edilizia scolastica. È una bella notizia, assolutamente. Vai a vedere però in che cosa consiste questo stanziamento: non me ne vorranno i cittadini del paese natio del Ministro Azzolina, ma ha stanziato circa 1 milione di euro per una scuola dove lei andava da bambina, nel paese di Floridia. Per carità, è una cosa bella, è un bel segnale per il territorio, ma non è un segnale di ampia visione.

Questo emendamento, come il precedente, va nella direzione di poter garantire sicurezza ai nostri figli. Per cui non mi dilungherò più di tanto; però chiedo per suo tramite, Presidente, in quest'Aula e di fronte alla nostra comunità scolastica: si parla sempre di mettere la scuola al centro dell'agenda politica, il Ministro Azzolina indubbiamente c'è riuscita, ma in peggio, in peggio c'è riuscita! Perché non fa altro che umiliare e prendere in giro studenti, personale docente, personale educativo e personale ATA.

Mi rivolgo allora sinceramente ad una forza i cui esponenti, anche in Commissione cultura, hanno dimostrato maggiore sensibilità rispetto al MoVimento 5 Stelle, e anche purtroppo rispetto al PD, che comunque può avvalersi di colleghi che io stimo, e non ho problemi a dirlo. Per cui io chiedo per suo tramite ai colleghi di Italia Viva di dare un segnale, se è vero che vogliono pungolare il Governo a fare meglio, e se non è soltanto uno squallido teatrino per la spartizione di poltrone.

Per cui chiedo il voto su questo emendamento, che prevede la distribuzione di tamponi antigenici rapidi nelle nostre scuole, proprio ai fini della sicurezza in presenza della nostra attività. Altrimenti, e qui mi rivolgo a tutti i colleghi: se dovessero votare anche in questo caso “no”, per cortesia, parlate di tutto, parlate degli alberi di ulivo da lavare col sapone, parlate del domicilio parlamentare nei porcili per evitare… Sì, è un vostro esponente della maggioranza, si chiama Ciampolillo, che fa queste battaglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parlate di tutto quello che volete; però, per favore, non parlate di scuola, e sciacquatevi la bocca quando parlate di insegnanti e di studenti (Commenti - Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché li state affossando. Sì, li state affossando, perché al di là della vostra ipocrisia non muovete un dito, tranne acquistare 11 milioni di mascherine al giorno dal gruppo FCA, e chissà per quale motivo.

E allora, visto che mi provocate, ve lo dico: vergognatevi! Poiché avete speso e sperperato 400 milioni di euro di denaro pubblico che non sono serviti a niente, tranne a favorire qualche vostro amico; ma su questo aspettiamo che la procura ci faccia sapere qualcosa in più, dopo che la Lega ha presentato un esposto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Io vorrei rispondere su questo emendamento al collega Sasso, che è sempre molto attivo e vivace; però diciamo che in questo contesto è proprio fuori tema, perché sa benissimo che in moltissime regioni, in moltissime scuole già questi test si stanno facendo. La competenza è delle regioni. Credo quindi che un'iniziativa di questo tipo, chiedendo dei test all'interno delle scuole a cura del Ministero, sia proprio fuori luogo, perché non è proprio competenza. Rispetto a questo credo che questo emendamento non abbia alcun senso, e quindi penso che si debba votare assolutamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.3 Sasso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.4 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.6 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.7 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.1 Gemmato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.2 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 1-quinquies.3 Gemmato.

Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento che pongo all'attenzione dell'Aula si riferisce evidentemente alle vaccinazioni, in particolare alle vaccinazioni in RSA e in case protette dove risiede gente fragile che, molte volte, non ha la possibilità di esprimere il consenso all'inoculazione del vaccino, perché, appunto, inabile a farlo. In assenza di parenti e di congiunti di prossimità, genitori, figli, fratelli, soggetti che evidentemente hanno influenza nel poter, giuridicamente, spostare l'attenzione e, quindi, dare il consenso all'inoculazione del vaccino, noi chiediamo che possa essere il medico di medicina generale ad esprimere questo consenso, piuttosto che il direttore sanitario.

Perché, sottosegretario, Presidente, esprimiamo questo giudizio? Perché noi riteniamo che il medico di medicina generale sia la persona, il sanitario che conosce il quadro fisiopatologico del paziente fragile e che, quindi, con certezza può esprimere, con convinzione e seguendo scienza e coscienza, il parere rispetto all'inoculazione del vaccino, piuttosto che il direttore sanitario che, lo sappiamo bene, molte volte è una figura terza, una figura che presiede e presenzia in termini generici alla salubrità del luogo, al fatto che nelle RSA vi sia tutta una serie di parametri sanitari e che questi parametri vengano giustamente ossequiati. Però, qui, parliamo dell'individuo, della singola persona fragile alla quale noi chiediamo di fare il vaccino; evidentemente, non potendo la stessa soggettivamente esprimere una volontà, deroghiamo e diciamo al suo medico di medicina generale – che, lo voglio ricordare per una seconda volta, è la persona che lo segue quotidianamente nella sua difficile patologia, perché evidentemente parliamo di soggetti fragili - di esprimere questo consenso.

Perché è importante questo? Perché così dissiperemmo anche i dubbi circa l'inoculazione del vaccino e affideremmo alla persona più prossima, alla persona che conosce bene quel paziente, la volontà e quindi la possibilità di decidere sul vaccino.

Perché è importante questo? Perché così dissiperemmo anche i dubbi circa l'inoculazione del vaccino e affideremmo alla persona più prossima, alla persona che conosce bene quel paziente, la volontà e, quindi, la possibilità di decidere sul vaccino. Lo dobbiamo fare, e ne approfitto, perché noi, in tema più generale, siamo chiamati a convincere fino all'ultimo dei nostri concittadini che è giusto vaccinarsi; è giusto vaccinarsi per raggiungere quella copertura del 70 o 80, si spera 90 per cento degli italiani e, quindi, assicurare l'immunità di gregge, perché il virus, come dire, trova nell'organismo ospite la ragione di esistere; se, quindi, rompiamo la catena del contagio, sostanzialmente rompiamo la diffusione del virus e interrompiamo questa terribile pandemia. Ora, avere la possibilità di affidare questo convincimento ai medici di medicina generale, che sono le persone deputate ad esso perché persone prossime al paziente, mi sembra una cosa giusta sia dal punto di vista della forma che della sostanza.

Ne approfitto, sottosegretario, anche per esprimere, nel tempo che mi è dato, un dubbio che devo palesare all'Aula: questo mi sembra un emendamento, non uso il solito termine, di “buonsenso”, trito e ritrito, ma chiaro, non politico, di merito, scientifico. Perché insieme a tutti gli altri emendamenti è stato bocciato?

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Allora, questa è la domanda che pongo, e concludo, Presidente: perché tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza sono stati tutti bocciati, come se noi non avessimo capacità di intendere e di volere e dicessimo fesserie ripetute e diffuse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Allora, vorrei che mi fosse data una risposta sul perché questa è una fesseria tanto da ricevere un “no” da parte del Governo e della maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.3 Gemmato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.4 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.24 Mollicone.

Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sempre velocemente, ma per sottolineare che questo emendamento non è una provocazione; noi chiediamo di stanziare 7 più 4 miliardi, al posto degli spiccioli che avete stanziato per la filiera della ristorazione e non lo facciamo senza un motivo: lo facciamo perché, come fate voi quotidianamente, guardiamo alla Germania; ebbene, la Germania ha stanziato 11 miliardi di euro al mese per ristorare la filiera della ristorazione e del commercio. Quindi, se prendete esempio dalla Germania, per cortesia, fatelo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Andreuzza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.19 Andreuzza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Tiramani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Barelli. Parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Porchietto. Parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Gelmini. Parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Torromino. Parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Torromino. Parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.22 Costa.

Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Questo emendamento nasce da un'osservazione molto evidente di questo provvedimento: che si prendono delle misure piatte, uguali per ogni territorio. Io prevedo invece, con questo emendamento, una diversità delle misure per alcune zone, che hanno, ovviamente e oggettivamente, ricevuto un impatto maggiormente negativo dalle chiusure, ad esempio dalla chiusura della stagione sciistica in periodo natalizio, e sono le zone montane. Allora, è evidente che la chiusura, l'impatto di una chiusura, su un'attività di ristorazione in un comune totalmente montano durante il periodo natalizio ha un impatto diverso rispetto ad altre terre, perché è evidente che il periodo natalizio per le zone di montagna, con la chiusura degli impianti sciistici, vale una grande fetta dell'anno. Cosa chiede questo emendamento? Chiede semplicemente che per le zone totalmente montane certificate dall'Istat - ci sono: c'è un elenco di comuni totalmente montani certificati dall'Istat - le misure di ristoro siano superiori, siano doppie rispetto ad altre terre. Questo perché noi abbiamo, da un lato, il Governo che fa i bandi contro la desertificazione commerciale nelle aree montane, tantissimi di questi comuni montani non hanno più attività commerciali, e, dall'altra, non li aiuta in questa fase così difficile. Ci sono emendamenti, anche dei colleghi della Lega, di Fratelli d'Italia che vanno in questa direzione. Ecco, non si può stabilire e non si può avere un approccio piatto, perché l'Italia è diversa e variegata e ha diverse sfumature. Un colpo mortale all'economia in area montana lo si dà anche stabilendo un'omogeneità tra aree di montagna e aree che, invece, probabilmente hanno delle attualità diverse.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Costa, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Torromino, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Fiorini, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Zucconi, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 De Toma, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Albano, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Albano, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.25 Deidda, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Rachele Silvestri, parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Fiorini, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Fogliani, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.036 Squeri, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.037 Squeri, a pagina 25 del fascicolo, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.046 Ciaburro, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.043 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0100 Legnaioli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.040 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.044 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.045 Ciaburro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.017 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.018 Costa.

Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Questo emendamento e quello precedente sono volti a colmare una lacuna relativa al fatto che i rifugi alpini fossero esclusi dai ristori; per una serie di ragioni non erano contemplati nell'ambito delle attività di ristorazione e non sono stati quindi oggetto di attività di ristoro. L'Uncem ha segnalato a molti parlamentari questa anomalia, questa lacuna che, attraverso questi emendamenti, noi cercheremmo di colmare. Io non so se c'è una sensibilità da parte degli altri gruppi - e soprattutto dei gruppi di maggioranza - su questo tema, ma non vorrei che ci fosse una contraddizione forte in quello che ho sentito prima nell'intervento del collega De Menech, che ha evidenziato una serie di obiettivi, ma ha detto: ci sono dei begli emendamenti dell'opposizione, ne terremo conto nel prossimo “decreto Ristori”. Ma non funziona così: qui siamo in fase di conversione di un decreto, ci sono degli emendamenti che sono stati dichiarati ammissibili e, se sono stati dichiarati ammissibili, significa che sono coerenti per materia ed è evidente che dobbiamo trattarli oggi. Mi dispiace che il relatore ed il gruppo del Partito Democratico non ascoltino l'intervento, mi dispiace. Io mi fermo, Presidente - abbia pazienza - perché il relatore si è recato ai banchi del Partito Democratico e ritiene forse più importante discutere delle questioni, diciamo, di maggioranza o di quello che resta di questa maggioranza, piuttosto che del merito di questo provvedimento. Visto che mi è stato dato un parere negativo secco a questo emendamento e si tratta di colmare una lacuna, io chiedo alla maggioranza e chiedo al Governo…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo però di abbassare il tono della voce. Colleghi! E vi chiedo anche di mantenere il distanziamento.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, mi scusi, io le chiedo anche di fare in modo di consentirmi di avere un'interlocuzione con il Governo, oppure devo andare privatamente davanti…

PRESIDENTE. Collega, il Governo è presente.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Il Governo è presente e parla con una collega del gruppo di maggioranza. Il relatore…

PRESIDENTE. I relatori sono presenti. Al momento il Governo è presente, collega.

ENRICO COSTA….stava nell'ambito dei gruppi di maggioranza. Allora, va bene, io parlo - come fanno molti qui - per il verbale, per il resoconto stenografico. Va bene: abbiamo inaugurato anche questa nuova stagione. Io chiedo - se è possibile - di accantonare questo emendamento, di discuterlo e di fare in modo di evitare che le cose, che vengono ritenute ammissibili nell'ambito di questo decreto, non vengano poi posticipate ad altri “decreti Ristori” da parte del Governo. Discutiamone oggi: se c'è qualcosa da rettificare o da rivalutare lo facciamo, ma devo dire che è il secondo intervento che faccio, ma non si muove nulla nella maggioranza e c'è un voto contrario senza motivazione. Mi pare che le argomentazioni che abbiamo portato…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). E' scaduto?

PRESIDENTE. Sì.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Va bene. L'auspicio è che ci sia la possibilità di affrontare questi temi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi rendo conto che, dopo giornate un po' accalorate come quelle di ieri e l'altro ieri, si faccia fatica a ritornare a parlare del merito delle questioni, ma l'emendamento del collega Costa sinceramente io non lo lascerei passare così nell'indifferenza generale perché i rifugi di montagna sono un servizio; che poi siano gestiti anche privatamente è pur vero, ma sono un servizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono stati forzatamente chiusi…Adesso, io mi rendo conto che gente, che ieri ha ottenuto il suo quarto d'ora di visibilità, magari viene da territori dove rifugi non ce ne sono, perché Ciampolillo, secondo me, non sa bene che cosa sia un rifugio. Però vi posso assicurare, io che provengo dal lago di Como, che pure non è considerato normalmente alta montagna, che l'economia dei rifugi di montagna è importantissima (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), le alte vie lariane rappresentano un gioiello per l'Italia. E in questa situazione, prendere e non dare neanche un piccolo segno ai gestori di questo che è un servizio che, in certi casi, salva le vite delle persone, mi sembra assolutamente miope. Per cui, io chiederei al Governo di riconsiderare la decisione e, tra parentesi, mi rivolgo anche ai colleghi di Italia Viva: voi avete l'onorevole Del Barba, che è di Sondrio e queste problematiche le conosce bene. Mi risulterebbe incredibile che l'onorevole Del Barba votasse contro o non vi informasse sul fatto di come bisogna votare per un emendamento a favore dei rifugi di montagna, perché poi, dopo, a Sondrio, magari, qualcosa da dirgli ce l'avranno. E, quindi, io starei molto attento, sinceramente, su questo emendamento, perché non stiamo parlando di miliardi, non stiamo parlando di un emendamento pretestuoso e io penso che vada data molta attenzione a questo emendamento del collega Costa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Donina. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega Borghi, vorrei sottolineare l'importanza dei rifugi, completamente dimenticati, e chiederei veramente al Governo di mettersi una mano sul cuore. Qui stiamo parlando di territori e, tra l'altro, all'inizio della seduta, sentivo anche il collega De Menech che si è sforzato parlando di montagna, sempre a parole, ma, poi, con i fatti si va nella direzione opposta. È arrivato il momento, cari colleghi, che alle parole bisogna anche attribuire i fatti, bisogna collegare i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I rifugi sono la più grande opportunità di aiuto per chi cammina in montagna, per chi vive la montagna, è un posto dove ci si può fermare, dove ci si rifocilla, dove ci si aiuta.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Ho sentito in questi giorni parlare di aiutare tutto il mondo e ci si dimentica, come sempre, in quest'Aula, del proprio territorio e, soprattutto, del proprio Paese e delle proprie montagne (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Sì, Presidente, ovviamente, anche noi di Fratelli d'Italia la pensiamo in linea con questi emendamenti. I rifugi montani sono importantissimi, come sono importantissime le palestre, come sono importantissimi i ristoranti, come sono importantissime tantissime altre cose che abbiamo inserito un po' tutti quanti noi colleghi dell'opposizione. In maniera particolare, Fratelli d'Italia avrebbe da parlare ore su tutte le cose che questo Governo non ha fatto e sui tanti emendamenti che non ha preso in considerazione, ma stiamo cercando, comunque, in maniera sensibile e concordata, di portare avanti questo provvedimento. Andiamo avanti e cerchiamo di fare il nostro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Prendo spunto proprio dalle ultime parole del collega dell'opposizione proprio per dire che dobbiamo andare avanti. Allora, diciamoci solo la verità: sappiamo che abbiamo affrontato giornate particolari; è evidente che questo decreto, di fatto, è già scaduto, soprattutto le risorse sono già state spese. Quello che dobbiamo fare, io credo, davvero tutti insieme - perché questo è un tema che sta a cuore non solo alla maggioranza, ma anche all'opposizione, ma credo che debba stare a cuore a tutti noi - è lavorarci insieme.

Noi abbiamo già scritto al Ministro Gualtieri, dicendo che chiediamo che sul “Ristori 5” ci sia un intervento; so che su questo anche gli altri colleghi delle altre forze di opposizione si sono mossi. In questa direzione ci sono degli ordini del giorno, perché è giusto sottolineare l'importanza di traguardare un risultato di ristoro a sostegno dei rifugi di montagna nel decreto che, ovviamente, arriverà. Per cui, da questo punto di vista, non vorrei fare allarmismo e dico ai colleghi: lavoriamo insieme sul “Ristori 5”; è importante dare delle risposte, perché queste sono delle attività che hanno sofferto particolarmente ed è giusto che anche loro abbiano il loro riconoscimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Moretto. Ne ha facoltà.

Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento, per cortesia.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Intervengo nello specifico dell'argomento dell'emendamento, un argomento che ha occupato anche le Commissioni nel dibattito che c'è stato su questo provvedimento. È evidente che tutto il settore di cui stiamo discutendo e, quindi, delle attività anche invernali è stato pesantemente colpito, ovviamente, dalle restrizioni messe in campo. Durante queste discussioni - quindi, in sede di Commissione - tutte le forze politiche - anche il dibattito in Aula lo sta confermando - hanno espresso urgenza rispetto a delle misure specifiche che vadano incontro a queste attività, anche perché ci sono territori che proprio grazie a questa economia riescono a sopravvivere e che, altrimenti, vedono le loro comunità in grave difficoltà. Quindi, ribadisco, anche da parte di Italia Viva, come è già stato detto, il supporto e l'urgenza di pensare a misure specifiche per questi settori e, come dicevano i colleghi intervenuti prima di me, credo che anche gli ordini del giorno che discuteremo al termine delle votazioni confermeranno un impegno comune che va anche nelle direzioni degli impegni che il Governo si è assunto nelle diverse riunioni, di Commissione e non, che abbiamo tenuto, per sostenere nello specifico questo settore. Quindi, ribadisco anche l'impegno di Italia Viva per cercare una soluzione e andare incontro a queste attività di impresa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.018 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare il relatore Giarrizzo. Ne ha facoltà.

ANDREA GIARRIZZO, Relatore per la X Commissione. Semplicemente per dire che in Commissione abbiamo avuto una lunga discussione in merito all'argomento, con riferimento al quale c'è una enorme sensibilità e sicuramente è un argomento che seguirà nel “decreto Ristori” con particolare attenzione. Ci saranno degli ordini del giorno, quindi in questo caso l'accantonamento non verrà, però dico che c'è la massima sensibilità da parte di tutti i gruppi, anche del nostro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.018 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.026 Andreuzza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.047 Mollicone.

Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Sappiamo bene l'esito di questi emendamenti, ma crediamo che, anche attraverso il collegamento online, attraverso Radio Radicale, sia possibile, sia giusto far conoscere a tutte le categorie quale sia la risposta del Governo e delle forze di maggioranza rispetto ai ristori e ai fondi che l'opposizione chiede per le categorie stesse. Qui parliamo, in questo emendamento, di tutta la filiera sportiva; parliamo delle associazioni sportive dilettantistiche, degli enti di promozione sportiva, delle federazioni sportive, di tutte quelle realtà, professionali, dilettantistiche, di volontariato, che hanno fatto dello sport la propria missione. Un ambito che, ricordiamo, coinvolge 15 milioni di italiani e a cui sono stati dati solo gli spiccioli; costoro, pur essendosi messi in regola dopo la prima ondata, hanno visto di nuovo chiudersi i propri impianti, le proprie palestre, senza nessun rispetto del proprio destino. In questo emendamento Fratelli d'Italia continua la battaglia, che stiamo facendo anche in Commissione cultura, dove grazie all'opposizione tutte queste categorie sono venute a bocciare la riforma voluta soltanto dal Ministro Spadafora; siamo qui a chiedere 500 milioni per il 2020 e 500 per il 2021, con il criterio non del ristoro, ma quello del fatturato dall'inizio dell'emergenza fino a dicembre rispetto al 2019 (per cui ben altri contributi, ben altri fondi).

Colleghi, concludo chiedendo a quei rappresentanti che so essere onesti intellettualmente, anche della maggioranza, del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle e delle altre forze politiche che sono in Commissione cultura, un po' di coerenza. Non potete venire - su questo vi abbiamo sostenuto in Commissione - a criticare la riforma, a chiedere maggiori fondi per queste categorie, ma poi, quando ci sono emendamenti che fanno ciò, votare contro. Almeno abbiate la dignità di astenervi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.047 Mollicone, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.049 Bellucci, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.051 Bellucci, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.053 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Questo è un altro emendamento, sempre molto simbolico, che abbiamo presentato insieme alla collega Frassinetti, che riguarda sempre i temi della Commissione cultura; tutta la filiera dello spettacolo è ferma, compresa quella delle mostre, compresa quella dei circhi e degli spettacoli viaggianti, che sono allo stremo. È tutta una filiera, quella degli artisti, dei teatri, dei cinema, delle scuole di danza, dello spettacolo dal vivo e degli organizzatori di eventi, compresi quelli dei service, a cui sono stati destinati alcuni fondi, ma non sono sufficienti. Soprattutto, non è sufficiente la visione con cui questo Governo, insieme al Comitato tecnico-scientifico, pensa di gestire i tempi dello spettacolo dal vivo come se fosse un qualsiasi negozio, da aprire e chiudersi, senza una programmazione. Se tutto andrà bene, se la campagna di vaccinazione avrà la sua efficacia, si potranno riaprire i teatri soltanto in autunno, ma per riaprire in autunno, i teatri hanno bisogno di fare i cartelloni adesso, di avere i fondi adesso, fondi non ancora sufficienti.

Abbiamo ottenuto una grande vittoria, come Fratelli d'Italia, facendo costituire per la prima volta nella storia del MiBACT un tavolo permanente addirittura con un decreto.

Per la prima volta i lavoratori dello spettacolo e le associazioni, le compagnie e le produzioni hanno un tavolo di crisi dove poter incontrare il Capo di gabinetto, il Direttore generale; magari, come è successo all'inizio, anche il Ministro. E questa dignità gliel'ha restituita Fratelli d'Italia, perché fino ad allora dovevano elemosinare l'incontro attraverso qualche cugino o attraverso qualche simpatizzante del partito del Ministro oppure fare un attacco stampa o un appello sulla stampa attraverso i giornali. Noi riteniamo che il MiBACT debba mobilitarsi per garantire i giusti ristori e garantire a queste categorie, al mondo dell'arte e dello spettacolo dal vivo i giusti fondi per poter ripartire in sicurezza, anche se abbiamo contrastato duramente la chiusura all'epoca dei teatri. Adesso certo non ha senso aprirli, ma dovremo essere pronti per la stagione prossima e quindi bisogna farlo adesso.

E concludo, colleghi, ricordando il pianista jazz morto; io l'avevo già ricordato in un intervento. Dai resoconti stampa avevamo appreso che lui era morto perché, non avendo lavoro, faceva il rider ed era morto d'infarto. In realtà poi c'è stata un'intervista del fratello, che ne ha dipinto un ritratto ancora più gigantesco e da ammirare. Questo pianista jazz apparteneva a una famiglia abbiente, non aveva bisogno di lavorare in quel momento, lo faceva perché il lavoro dà dignità, lo faceva perché si voleva rendere utile. Questo merita sicuramente un tributo di quest'Aula, al di là delle appartenenze, voglio sperare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun'altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.053 Mollicone, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.0101 Belotti. Se nessuno chiede di intervenire …

Revoco la votazione. Abbiamo un ultimo voto, relatore De Filippo. Vuole intervenire?

VITO DE FILIPPO, Relatore per la XII Commissione. Sì, voglio intervenire. Prima dell'ultimo voto, Presidente, se è possibile, le chiederei un'interruzione di 20 minuti. Il Comitato dei nove ha un'esigenza di approfondimento su quell'emendamento.

PRESIDENTE. D'accordo. A questo punto sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 12,10. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2835-A. Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.0101 Belotti. Ha chiesto di parlare il collega Belotti. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi permetto solo di sottolineare ai colleghi e al relatore, oltre che al Governo, che stiamo parlando di un settore, quello delle scuole guida, che sta soffrendo in modo drammatico la situazione della pandemia. Vorrei sottolineare e dare solo qualche dato: solo in Lombardia stiamo parlando di circa 100 mila domande per la patente in sospeso. Sospendere con la zona rossa gli esami di guida per la patente vuol dire far attendere e superare l'anno di attesa che è necessario in questo momento per poter conseguire la patente, creando un grosso danno, un danno enorme, agli utenti, alle scuole guida, a tutto il mercato dell'auto che noi cerchiamo di rilanciare, ma, se poi non consentiamo a qualcosa come 100 mila, solo per la Lombardia, neopatentati di poter conseguire la patente, è ovvio che ne risente in modo pesantissimo tutto il settore automobilistico. L'emendamento chiede semplicemente di poter consentire gli esami di guida installando, come per i taxi, una paratia tra i sedili anteriori e quelli posteriori, in modo che si possa eseguire l'esame con l'addetto esaminatore, l'istruttore della scuola guida e, ovviamente, il neopatentato. Quindi, poniamo attenzione a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega per aver posto un tema importante, perché da tempo - anche prima dell'inizio della pandemia, ma con la pandemia si è aggravato - in tutto il territorio italiano stiamo registrando rallentamenti inaccettabili nelle motorizzazioni civili, con grave danno per i cittadini che si rivolgono e trovano sempre le porte sbarrate e rinvii di esami. Quindi, ha ragione nel rimarcare l'importanza di questo emendamento perché un settore economico e tanti cittadini stanno avendo grossi disagi, non solo economici, ma anche sociali, e rimarco anche per gli invalidi che portano nelle motorizzazioni le modifiche per i propri veicoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Quello che viene posto relativamente alle scuole guida è un problema molto serio, e lo dico parlando da un territorio che da tempo soffre per carenze di personale, anche, devo dire, con una grande disponibilità da parte delle scuole guida di mettere in campo tutti gli strumenti per poter garantire e soprattutto fare in modo di recuperare un arretrato che ormai limita davvero la possibilità per le imprese, per i cittadini, per i singoli di sostenere l'esame delle patenti. Non so se questo è il luogo adatto, credo che peraltro questa potrebbe essere regolamentata semplicemente anche da linee guida. Voglio che comunque l'attenzione del Governo su questo tema rimanga alta, perché è chiaro che in questo caso la possibilità di poter conseguire gli esami potrebbe anche trovare una soluzione di carattere non normativo, per legge, così come abbiamo magari normato tante altre esigenze, penso in altri luoghi e in altre strutture, però questo tema deve essere affrontato. Forse non è lo strumento e il veicolo giusto quello di farlo attraverso una norma di legge, ma non è che possiamo pensare di continuare a proseguire davvero mettendo in condizioni di enorme difficoltà un intero settore, con un impatto economico anche per molte famiglie. Quindi mi auguro che questo tema venga evaso, al di là del fatto della norma e dell'emendamento che oggi è stato presentato, il cui tema, peraltro, è tutt'altro che irrilevante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0101 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2835-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2835-A/11 Baratto è stato ritirato dal presentatore. Il deputato Ceccanti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2835-A/10.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie. Si tratta di un ordine del giorno che deriva da un parere del Comitato per la legislazione e che invita a ritornare ad una prassi più normale in materia dei cosiddetti decreti Minotauro, ovverosia di tornare al fatto che siano eccezioni e non una regola come sta accadendo in questo periodo.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2835-A/9.

DEVIS DORI (M5S). Grazie, Presidente. Anche l'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 è il frutto del lavoro svolto dal Comitato per la legislazione, in particolare della raccomandazione già contenuta nel parere espresso dal Comitato il 9 dicembre scorso relativamente al decreto-legge n. 158 del 2 dicembre, poi confluito nel decreto-legge n. 172, all'esame nella seduta odierna, con riferimento agli equilibri del sistema delle fonti normative. L'attività del Comitato per la legislazione in questa legislatura si è già contraddistinta per alcuni significativi interventi di indirizzo, che si sono concretizzati in forma emendativa o come ordini del giorno. Ricordo, ad esempio, l'ordine del giorno del 9 luglio del 2020 con il quale il Comitato ha impegnato il Governo a rendere una preventiva comunicazione alle Camere nel caso in cui si intenda procedere ad una nuova dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, al fine di ricevere gli opportuni indirizzi del Parlamento anche con riferimento alla durata temporale.

Il tema di questo ordine del giorno è altrettanto rilevante: quale deve essere il termine massimo di durata dei DPCM di contrasto dell'epidemia da COVID-19. In origine, l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 25 marzo 2020 aveva definito un periodo di durata non superiore a 30 giorni. Successivamente, il decreto-legge n. 158 del 2 dicembre 2020 ha elevato il termine massimo di durata a 50 giorni. Tale disposizione è poi confluita nel provvedimento oggi in esame, nello specifico nell'articolo 1, comma 3-bis, confermando quindi l'innalzamento da 30 a 50 giorni del termine massimo di durata dei DPCM, che possono essere adottati per introdurre misure limitative delle libertà personali nell'ambito del contrasto dell'epidemia da COVID-19.

Qualche mese fa, l'ex Presidente della Consulta, Marta Cartabia, nella relazione sull'attività della Corte costituzionale, ha ricordato che, nel nostro ordinamento costituzionale, le misure volte ad affrontare situazioni di emergenza devono rispettare i principi di necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporaneità. In particolare, ha affermato: “La Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali, e ciò per una scelta consapevole, ma offre la bussola anche per navigare per l'alto mare aperto nei tempi di crisi”.

È comprensibile la ragione che ha indotto il Governo a prevedere una disciplina che coprisse tutto il periodo delle festività natalizie e andando quindi necessariamente oltre il termine originario di 30 giorni. Allo stesso tempo, il termine di 30 giorni risulta maggiormente aderente ai principi di proporzionalità e temporaneità.

Per questo motivo si ritiene opportuno, con questo ordine del giorno, impegnare il Governo a ricondurre, con successive iniziative legislative, a 30 giorni il termine di durata massima dei DPCM di contrasto dell'epidemia da COVID-19. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Elisa Tripodi, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2835-A/22. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Tra poco approveremo lo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro e questa è una risposta che va necessariamente data a tutti gli operatori della montagna.

Questa emergenza sanitaria ha completamente distrutto queste economie. Le continue restrizioni per prevenire i contagi hanno impedito a tutti gli operatori della montagna di svolgere le loro attività e migliaia di famiglie sono letteralmente allo stremo, e questa non è un'esagerazione. Non è la prima volta che intervengo a sostegno di tutte queste categorie: avevo già avvertito anche il Governo con atti e richieste di aiuto per queste zone, che più di altre stanno soffrendo. La situazione è drammatica, a dir poco. Il Governo deve assolutamente prendere atto adesso, subito, della necessità di intervenire con misure mirate per queste categorie, per tutte le categorie che vivono di montagna. E non si parla solo ed esclusivamente di impianti di risalita, ma anche di tutte le attività che si sviluppano intorno alle attività sportive, e non solo, della montagna.

Vivere la montagna è complicato, non è un territorio semplice e lo dico con coscienza, lo dico perché provengo dalla montagna, lo dico perché la regione Valle d'Aosta è la regione, in questo momento, che più di tutte sta pagando le conseguenze di questa epidemia. Diversi ordini del giorno sono stati accolti da questo Governo, ordini del giorno presentati da tutti i gruppi parlamentari e, con lo scostamento di bilancio che dovremo poi approvare, il Governo deve dare un segnale concreto e immediato alla montagna, deve accogliere le proposte che provengono da tutti i gruppi, perché la lotta contro il COVID e la salvaguardia delle nostre imprese e delle nostre attività prescindono dal colore politico. Le famiglie di montagna hanno bisogno di sentire che Roma c'è, che è presente e che non si è dimenticata di loro perché lontani dalla conoscenza di quei territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la deputata Bellucci, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2835-A/36.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Zampa, sia nei lavori in Commissione che nei lavori d'Aula abbiamo visto come tutti i nostri emendamenti sono stati rigettati. Ci avevate detto che nel merito delle proposte eravate d'accordo, che avreste accolto i nostri ordini del giorno, perché vi sareste presi cura poi di attuare quelle idee e quelle proposte nei prossimi provvedimenti.

Ebbene, noi confidiamo nella parola che avete dato e nello specifico di questo ordine del giorno - il n. 9/2835-A/36 - vi chiediamo di dare attenzione all'assistenza domiciliare. L'Italia si trova in una situazione drammatica, è sotto la media europea delle ore offerte in assistenza domiciliare, il 2,9 per cento, a fronte del 6 per cento come media europea.

I nostri anziani, i più fragili, ricevono all'anno una media di circa 18 ore, a fronte invece di quello che viene richiesto a livello internazionale, come 240 ore l'anno. Siamo in una situazione veramente di drammatica assenza dell'assistenza domiciliare e quindi dell'attenzione ai più fragili: anziani, immunodepressi, pazienti oncologici. Allora, su questo noi vogliamo un impegno da parte vostra, almeno in un ordine del giorno, in cui voi possiate inserire risorse umane, economiche, anche attraverso degli operatori sociosanitari specializzati nell'assistenza, perché nessuno rimanga solo e possa essere curato e ricevere le giuste cure nella propria casa, perché questo combina l'interesse anche economico, cioè di una diminuzione della spesa, con l'interesse primario a dover tutelare la salute in particolare dei più fragili.

Contiamo nella promessa che ci avete fatto, contiamo che questo ordine del giorno venga accolto, insieme agli altri che Fratelli d'Italia ha proposto. E' una questione di coerenza, è una questione di rispetto, è una questione di dignità. E, allora, non tradite la vostra parola e accogliete questo ordine del giorno, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/2835-A/1 Mollicone, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/2 Carnevali, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/3 Cenni, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/4 Rizzo Nervo, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/5 Lepri, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/6 Gavino Manca, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/7 Benamati, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/8 Angiola, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2835-A/9 Dori e 9/2835-A/10 Ceccanti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2835-A/12 Cavandoli, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/13 Patassini, parere favorevole a condizione che venga premesso “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2835-A/14 Valente, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/15 D'Arrando, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/16 Menga, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/17 Alaimo, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/18 Ruggiero, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/19 Cancelleri, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/20 Papiro, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/21 Maraia, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2835-A/22 Elisa Tripodi, come il precedente, con la riformulazione “a valutare la possibilità di”, ordine del giorno n. 9/2835-A/23 Gribaudo, anche questo con la riformulazione “a valutare la possibilità di”, ordine del giorno n. 9/2835-A/24 Fiorini, anche questo con “a valutare la possibilità di”, ordine del giorno n. 9/2835-A/25 Gava, “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2835-A/26 Sasso, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/27 Caretta, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/28 Ciaburro, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/29 Mulè, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2835-A/30 Belotti, parere contrario, ordine del giorno n. 9/2835-A/31 Amitrano, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/32 Bergamini, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/33 Novelli, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/34 Spena, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/35 Montaruli, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di raccogliere, di concerto con le regioni, nel più breve tempo possibile”. Ordine del giorno n. 9/2835-A/36 Bellucci, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/37 Mantovani parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/38 Di Muro, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/39 Fregolent, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/40 Costa, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2835-A/41 Fogliani, parere favorevole con premessa riformulazione “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2835-A/42 Siracusano, parere favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2835-A/1 Mollicone, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/2 Carnevali, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/3 Cenni, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/4 Rizzo Nervo, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/5 Lepri, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/6 Gavino Manca, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/7 Benamati, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/8 Angiola, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, intervengo con un intervento onnicomprensivo sugli ordini del giorno n. 9/2835-A/9 Dori e n. 9/2835-A/10 Ceccanti, chiedendo al Governo di considerare con grande attenzione la formulazione del parere che ha reso, perché, come ha ricordato il collega Ceccanti in precedenza, si tratta di una raccomandazione di un organismo parlamentare nei confronti del Governo, su una tematica che è stata più volte oggetto di una discussione in quest'Aula.

Peraltro, questo ordine del giorno è anche sottoscritto unitariamente sia da componenti di maggioranza che di opposizione. Quindi, nel mio intervento - che concludo immediatamente - chiederei al Governo di riformulare il proprio parere rimettendosi all'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, appare irrituale che il Governo esprima parere contrario agli ordini del giorno nn. 9 e 10, atteso che il Comitato per la legislazione, quando venne costituito, venne costituito appositamente per un miglioramento di quello che è il procedimento legislativo e anche di quello che è il testo legislativo. Nel caso di specie, il Governo oltretutto, rifiutando questo ordine del giorno, rifiuta anche le premesse che sono contenute - e mi pare difficile poterlo fare - con il parere reso nella seduta del 9 dicembre 2020, seduta nella quale vengono fatti alcuni rilievi sulle modalità con cui vengono adottati i decreti-legge. Io penso che non sia un argomento di lana caprina: il fatto che il Governo possa adottare decreti-legge nei termini in cui la Carta costituzionale lo consente, deve trovare un limite ben preciso nel dettato della Carta costituzionale medesima. Pare evidente che dei decreti-legge omnibus, dei decreti-legge eterogenei, dei decreti-legge che, quando sono stati posti, per come presentati all'attenzione della Corte costituzionale, hanno ricevuto censura dalla Corte stessa, perché in alcuni casi proprio il tipo di materie affrontate, ovvero la modalità della legislazione è stata ritenuta dalla Corte Costituzionale in violazione dei principi costituzionali, io penso che anche in un rapporto corretto Governo-Parlamento non si possa esprimere parere contrario su questi due ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sottosegretaria Zampa, prego.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il Governo si rimette all'Aula, come è giusto che sia, proprio in nome della sovranità del Parlamento.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, il Governo si rimette all'Aula sia per l'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori che per il n. 9/2835-A/10 Ceccanti, è corretto? D'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Intanto chiedo ai colleghi la possibilità di sottoscrivere entrambi questi ordini del giorno. Guardate, qui non è la questione del Governo che si rimette all'Aula, è una questione posta dal Comitato per la legislazione nell'esercizio proprio della sua funzione. Se il Comitato per la legislazione non può chiedere…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento. Prego.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Se il Comitato per la legislazione non può chiedere al Governo di operare, al fine di evitare la confluenza tra diversi decreti-legge, limitando tale fenomeno a circostanze di assoluta eccezionalità, ma - scusate - cos'altro deve fare il Comitato per la legislazione? Mi pare imprudente non solo esprimere parere contrario da parte del Governo, ma anche imprudente, da parte del Governo, non accogliere una sollecitazione del genere. Che significa rimettersi all'Aula? È evidente che l'Aula esprimerà una posizione orientata dal buonsenso, dalla ragionevolezza e anche dalle sollecitazioni che vengono dal Comitato per la legislazione. Il Governo deve raccogliere, deve recepire e deve valorizzare quanto, in quest'Aula e nelle Commissioni, viene fatto. Per questa ragione, chiedo che il Governo valuti non di rimettersi all'Aula, ma valuti di accogliere, apprezzare, considerare e valorizzare quanto viene richiesto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io mi rivolgo alla sottosegretaria…Sono sfortunato, tutte le volte che intervengo c'è qualcuno che disturba…

PRESIDENTE. Vi chiedo di liberare i banchi del Governo… c'è il collega Costa che sta intervenendo.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Io mi rivolgo alla sottosegretaria relativamente ad un parere dato al mio ordine del giorno n. 9/2835-A/40. Quando si è bocciato l'emendamento sui rifugi alpini, nel dibattito la collega Gribaudo ha detto: ci saranno gli ordini del giorno. Ebbene, il Governo ha dato parere contrario a questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, noi siamo all'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori; lei sta facendo una dichiarazione di voto sul suo ordine del giorno n. 9/2835-A/40?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). No, mi scusi. Credevo che fossimo ancora nella fase precedente…

PRESIDENTE. No, non siamo più all'illustrazione.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Allora, chiedo scusa io.

PRESIDENTE. Non si preoccupi. Ha chiesto di parlare la collega Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Io intervengo nel merito dell'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori, ma in parte anche, ovviamente, del n. 9/2835-A/10 Ceccanti. Condividendo le valutazioni che sono emerse fin qui nel dibattito in corso, anch'io ho ascoltato il Governo, che si è rimesso all'Aula, e avrei auspicato, proprio alla luce del fatto che questo è un suggerimento che arriva dal Comitato per la legislazione e che è un'esigenza che in questo Parlamento diverse forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione hanno espresso (anche quella di cui faccio parte, Italia Viva, che fin dall'inizio ha chiesto un maggior coinvolgimento del Parlamento e delle procedure diverse di relazione anche tra l'Esecutivo e quest'Aula), alla luce di questi dibattiti ci saremmo aspettati magari un parere favorevole. Se il parere rimane quello di rimettersi all'Aula, anticipo che l'intero gruppo di Italia Viva sottoscrive i due ordini del giorno, sia il n. 9/2835-A/9 Dori che il n. 9/2835-A/10 Ceccanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (M5S). Grazie, Presidente. Volevo riprecisare che, effettivamente, le considerazioni svolte dal Comitato per la legislazione non sono valutazioni di natura politica, ma semplicemente di equilibrio tra il sistema delle fonti normative. Per questo motivo, quindi, chiedo e sollecito anch'io la revisione del parere da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? La collega Cavandoli chiede di intervenire? No. Ha chiesto di parlare la collega Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Grazie, Presidente. Qui, come hanno riferito i miei colleghi, si tratta in buona sostanza di un aspetto non politico, ma puramente giuridico. Francamente, mi rattrista il fatto che il Governo lasci al Parlamento questa responsabilità, sebbene sia nostra. È ovvio che quello che chiede il Comitato per la legislazione esorta il Governo stesso, pur consapevole che siamo in un momento pandemico, di compiere maggiori sforzi; questo per evitare forme di intreccio - perché questo è avvenuto - tra più provvedimenti d'urgenza all'esame del Parlamento; un intreccio che appare alterare il lineare svolgimento della procedura parlamentare in esame di tutti i disegni di legge e dei decreti-legge. Auspico, quindi, che il Governo cambi il proprio parere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/9 Dori, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/10 Ceccanti, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

L'ordine del giorno n. 9/2835-A/11 Baratto risulta ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2835-A/12 Cavandoli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2835-A/13 Patassini, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Non viene accettata.

Ha chiesto di parlare il collega Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, questo ordine del giorno, ricordo all'Aula e al Governo, tratta della questione della sospensione delle utenze di luce, acqua e gas nei territori colpiti dal sisma del 2016. È un ordine del giorno importante, perché, come nel corso di tutto il 2020 abbiamo sostenuto, non è possibile far pagare le bollette per immobili inagibili o quantomeno distrutti. Il Governo si era già posto nell'occasione di spiegare che sussisteva una questione, che avrebbero rinviato fino a fine anno, che sarebbe stata oggetto di discussione. C'è un ordine del giorno, signor sottosegretario, già approvato sul tema, in cui si chiedeva di valutare l'opportunità di fare qualcosa. Tenga presente che la normativa in questione è scaduta il 31 dicembre 2020; oggi è il 20 gennaio, e quindi siamo a fronte di una normativa scaduta.

Se il Governo e la maggioranza vogliono prendersi la responsabilità economica e morale di far arrivare migliaia e migliaia e migliaia di bollette ai terremotati, in quest'Aula lo possono fare. Perché mi permetta, signor sottosegretario, lei valuta l'opportunità di valutare l'opportunità di una cosa che ha già deciso! Allora io non lo dico perché questa cosa è stata sostenuta nel corso del 2020 dal gruppo Lega, ma perché siamo in emergenza. Io mi rivolgo ai colleghi deputati delle quattro Regioni interessate, Marche, Umbria Lazio ed Abruzzo: c'era stato detto che la soluzione sarebbe stato il “decreto Liquidità”, c'era stato detto che la soluzione sarebbe stato il “decreto Ristori”, e poi il “decreto Agosto”, e poi la legge di bilancio; la questione è che il 31 dicembre è passato.

Questa non è una questione legata ad una normativa così difficile: trattasi di una proroga indispensabile, perché, altrimenti, arriveranno migliaia di bollette su immobili distrutti. E tra l'altro colgo l'occasione per ricordare al Governo, visto che siamo alla vigilia della discussione del “Milleproroghe”, che i terremotati sulle cosiddette casette di legno, sulle SAE, hanno un carico che non è più sostenibile con riferimento al pagamento delle bollette. Anche ieri il Presidente del Consiglio Conte ha detto che i problemi dei terremotati erano risolti, e oggi ci ritroviamo nella situazione diametralmente opposta. Noi chiediamo semplicemente di concretizzare un impegno che vi eravate presi: non ci sono nuovi impegni, è una proroga. Questa, è quindi l'occasione, signor sottosegretario, per approvare l'ordine del giorno e far sì che al primo provvedimento utile, cioè il “Milleproroghe”, si risolva la questione delle bollette (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Presidente, mi permetto di rivolgermi… Presidente…Mi permetto di rivolgermi al sottosegretario affinché si riesca a formulare meglio questo ordine del giorno, perché il problema posto è reale, e riguarda i territori colpiti dal terremoto dell'Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. È evidente che, di fronte a scadenze consumate, l'espressione “valutare l'opportunità di” pare abbastanza debole. Io sono convinto, sottosegretario, che, con uno sforzo ulteriore, riusciremo a riformularlo meglio e a dare un segnale.

Anche perché il tema è reale; si tratta di un ordine del giorno che impegna il Governo, nei limiti delle risorse - trovi lei la formula -, a dare risposta ad un problema vero, quello che è stato esposto in questo ordine del giorno. Per cui, nel caso lei voglia ulteriormente rifletterci, l'accantoni; altrimenti, trovi una formula per poter procedere a rispondere ad un problema vero, reale, che riguarda molte persone e che è stato rappresentato in questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, solleviamo questo tema ormai da anni in quest'Aula. Mi permetto di fare presente al Governo che c'è stata una segnalazione di ARERA al Parlamento proprio su questo tema, denunciando una quantità di stratificazioni normative che riguardano, per esempio, le norme sulle utenze delle popolazioni colpite dal terremoto.

Su questo aspetto il gruppo di Forza Italia sta preparando e depositerà a breve anche un atto di sindacato ispettivo per chiedere quale sia l'orientamento del Governo al riguardo, quali siano le posizioni che intenda assumere per tutelare tali utenti, che, oltre ad avere avuto la casa distrutta, oltre ad avere avuto le bollette sospese, malgrado alcuni tipi di agevolazioni, magari rischiano di trovarsi di fronte a casi emblematici di bollette da migliaia di euro o, comunque, con una certa somma di costi fissi arretrati. Che cosa quindi intenda fare il Governo per dare linearità normativa a questo percorso e come si intenda procedere, soprattutto in un territorio dove si sommano due emergenze, emergenze nel senso proprio del termine, emergenze con tanto di commissario nominato: l'emergenza, che, da quattro anni, va di proroga in proroga sulle zone terremotate, e l'emergenza sanitaria di tipo COVID.

Per cui il tema c'è; non so se questo decreto sia il momento in cui discuterne, ma, certamente, liquidare un ordine del giorno con una riformulazione sin troppo scontata credo non faccia onore ad un Governo che, peraltro, nella replica del Presidente Conte proprio in quest'Aula, ci parlava di una ricostruzione che prendeva piede. Ora, io non so chi abbia mai visto riprendere piede la ricostruzione in questo momento, ma forse si stanno cominciando a velocizzare alcuni intoppi burocratici, questo sarebbe auspicabile; ma non ci venite a raccontare che è ripartita la ricostruzione, per carità di Dio! Non insultate l'intelligenza delle popolazioni terremotate!

Questi sono allora temi veri che vengono posti. È di tutta evidenza che si è costretti a discuterli in circostanze come queste, all'interno del “decreto Natale”. Però il “decreto Natale” ha un senso perché ci sono delle scadenze, perché c'è il cambio di anno; poi potrebbe essere un appuntamento che si dilaziona, si ridiscute all'interno del “Milleproroghe”. Io non so quante altre occasioni in questa legislatura avremo ancora per discutere di questo, viste le circostanze anche di natura politica che abbiamo di fronte, però credo che il Governo dovrebbe farsi parte diligente, perché di tante cose possiamo prendere atto, ma non di ritardi o di superficialità che riguardano popolazioni che, in questo momento, soffrono non una, ma due crisi e due emergenze. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, innanzitutto per chiedere al collega Patassini la possibilità di sottoscrivere anch'io questo ordine del giorno.

Vorrei l'attenzione del rappresentante del Governo…Sì, grazie. Perché trovo sia un paradosso assurdo, e per la verità anche vergognoso, che non venga accolto un ordine del giorno in cui è semplicemente riportato il disagio, il doppio disagio delle popolazioni colpite dal sisma, e che richiama sostanzialmente l'attenzione del Governo e della maggioranza a far fronte a questo doppio problema, che interessa intere comunità. Non vorrei, sottosegretario, che il suo parere, il fatto che questo ordine del giorno sia stato in qualche modo derubricato, sia la conseguenza dell'illusione derivante dal discorso del Presidente Conte dell'altro giorno: io mi auguro che, almeno in quest'Aula, ci si sia resi conto che, per l'ennesima volta, il Presidente del Consiglio sulla pelle dei terremotati ha fatto demagogia, passerella, e ha soprattutto raccontato una montagna di bugie.

Perché venirci a dire che la gente è ritornata all'interno delle proprie abitazioni e che la ricostruzione è definitivamente partita è un fatto che non ha nessun riferimento pratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo chiesto alla Commissione ambiente di tornare a fare un sopralluogo in quei posti, sollecito questo alla Presidenza, abbiamo chiesto una missione anche dalla mattina alla sera per andare a verificare se quello che dice il Presidente Conte è vero e cioè che la gente non sta più nelle cosiddette casette, ma è tornata nelle proprie abitazioni. Così non è, assolutamente non è così, piantiamola di prendere in giro quelle popolazioni e accogliamo l'ordine del giorno di Patassini. Se ci volete pensare, accantonatelo, però è vergognoso che non venga preso in considerazione e accolto esattamente così come è scritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Propongo la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad attivarsi a concretizzare le valutazioni di cui all'impegno” e tutto il resto resta uguale, ovviamente.

PRESIDENTE. Collega Patassini, accetta la riformulazione?

TULLIO PATASSINI (LEGA). Può ripetere la riformulazione, grazie?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. “Impegna il Governo ad attivarsi per concretizzare le valutazioni di cui all'impegno”, è tutto uguale il resto.

PRESIDENTE. Collega Patassini, le chiedo se viene accettata o meno la riformulazione.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Signora sottosegretario, mi perdoni, vorrei capire la differenza tra: “attivarsi per concretizzare” e: “concretizzare”.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Evidentemente ci sono delle differenze, sennò non l'avrei riformulato.

PRESIDENTE. Collega, mi deve dire se accetta la riformulazione o meno. Se non l'accetta, lo metto in votazione, se l'accetta, invece, proseguiamo. Collega, accetta la riformulazione?

TULLIO PATASSINI (LEGA). Non abbiamo sentito la spiegazione del rappresentante del Governo alla mia domanda. Io chiedo scusa, ma da quassù non si sente.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Zampa, vuole intervenire? No, bene.

Quindi, chiedo al collega Patassini se accetta o meno la riformulazione. Non l'accetta?

TULLIO PATASSINI (LEGA). Deve rispondere! Signor Presidente, io chiedo la cortesia, perché probabilmente ci sono delle questioni di acustica in quest'Aula. Io sto chiedendo al sottosegretario, vorrei che lo esplicitasse, la differenza tra: “impegna il Governo a concretizzare” e “impegna il Governo ad attivarsi per concretizzare”. Se lo può spiegare all'Aula e agli italiani, cortesemente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Collega, il Governo ha fatto una ulteriore riformulazione. Quindi, io le sto chiedendo se vuole accettarla o meno. Se accetta la riformulazione andiamo avanti se non l'accetta lo metto in votazione, però, ho bisogno di sapere se l'accetta.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, allora, o il Governo si prende carico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, c'è stata una riformulazione, io le sto chiedendo se l'accetta o meno. Questa è la domanda che le sto facendo.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Siccome sento brusio in Aula, mettiamolo ai voti e vediamo cosa succede (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione. Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/13 Patassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Il parere sugli ordini del giorno nn. 9/2835-A/14 Valente, 9/2835-A/15 D'Arrando, 9/2835-A/16 Menga, 9/2835-A/17 Alaimo, 9/2835-A/18 Ruggiero, 9/2835-A/19 Cancellieri e 9/2835-A/20 Papiro è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/21 Maraia, il parere è favorevole con riformulazione. Viene accettata? Sì, bene. Ordine del giorno n. 9/2835-A/22 Elisa Tripodi; viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2835-A/23 Gribaudo, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2835-A/24 Fiorini, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2835-A/25 Gava, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2835-A/26 Sasso, favorevole; ordine del giorno n. 9/2835-A/27 Caretta, favorevole; ordine del giorno n. 9/2835-A/28 Ciaburro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2835-A/29 Mulè, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, non accetto la riformulazione, per dichiarazione di voto, tranne che il sottosegretario non intenda cambiare il parere. Non è un problema semantico…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, può cambiare microfono, per cortesia?

GIORGIO MULE' (FI). Certo, Presidente. Si cambiano i Governi, non si cambia il microfono? Ci vuole così poco (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Allora, come dicevo, Presidente, non l'accetto e le vorrei spiegare perché, signora sottosegretario, perché lei può anche redimersi, se vuole. Lei insiste col dire: “a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative”. Ora, non è che c'è bisogno di andare a un master per capire che è un nonsenso. “Si valuta l'opportunità di adottare le opportune iniziative” è intanto una cacofonia, una ripetizione, ma, poi, vi vorrei dire, a furia di valutare l'opportunità, nel frattempo che voi valutate, il Paese muore, le aziende chiudono, le saracinesche si abbassano, la gente diventa disoccupata e, allora, non c'è da valutare un bel nulla, c'è da fare, c'è da impegnarsi a fare le cose adesso.

Se un'azienda - qui parliamo del Casinò di Sanremo, 231 persone che lavorano, lo ripeto, che lavorano - ha la possibilità di riaprire, ci sarà il Festival tra un po', lei mi deve spiegare, se ha tutti i dati sanitari di prevenzione a posto, i termoscanner, non ha avuto un contagio, cosa dovete valutare? Date la possibilità, se è in regola, di aprire. Cosa c'è da valutare rispetto ai tempi brevi? È stata chiusa 178 giorni e, allora, sottosegretario, non c'è da valutare, si adottano le “opportune iniziative”, che è una formula, come vede, che è rispettosa rispetto a quello che va fatto dal punto di vista della prevenzione sanitaria e del controllo che bisogna fare anche all'interno di un locale come il Casinò di Sanremo, che non è un posto dove si va a fare soltanto la bella vita, c'è gente che lavora, che si guadagna lo stipendio.

Allora, le ripeto, non le sto chiedendo di valutare l'opportunità di curare il COVID con i fiori della cannabis, non le sto chiedendo l'opportunità di valutare se curare la Xylella col sapone, quello è il vostro nuovo compagno di Governo, ve la sbrigate con lui. Noi vi chiediamo seriamente di mettere questo Paese in grado di alzarsi o provare a rialzarsi; mentre voi valutate l'opportunità, il Paese muore, lo volete capire o no? E, allora, o cambia il suo parere o non l'accetto.

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/9/2835-A/29 Mulè, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2835-A/30 Belotti, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il collega Belotti. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi chiediamo semplicemente un gesto di comprensione. Venerdì, alcuni ristoranti sono rimasti aperti con una manifestazione che voleva denunciare la situazione; era un grido di disperazione, la manifestazione “Io apro 1501” che si è tenuta venerdì scorso. È stata una manifestazione civile, pacifica, addirittura con la comprensione, in tanti casi, delle Forze dell'ordine che sono intervenute in questi ristoranti che sono rimasti aperti. Ieri sera, a Porta a Porta hanno fatto vedere un servizio con delle interviste ai ristoratori che hanno connotato la disperazione di un'intera categoria. Hanno tenuto aperto, sapendo benissimo che sarebbero stati sanzionati.

Noi chiediamo ciò, come era successo nei mesi scorsi, nei mesi scorsi, quando un gruppo, ancora di ristoratori, aveva manifestato pacificamente in piazza a Milano ed erano stati multati e questo aveva creato sconcerto tra l'opinione pubblica. Ma vale la pena dare un segnale ancora di oppressione, di rigore eccessivo, sanzionando di 400 euro questi ristoratori, sanzionando di 400 euro i clienti che erano andati lì a testimoniare la loro solidarietà, e non certo per farsi la cena, e prevedere anche la chiusura di cinque giorni di un esercizio? Era un grido ed è un grido di disperazione che noi chiediamo che venga recepito, annullando queste sanzioni. Sarebbe un gesto di attenzione da parte del Parlamento, in un momento di grandissima difficoltà, verso questi operatori che non hanno voluto fare i furbi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Hanno tenuto aperto, sapendo di andare in perdita con le sanzioni, sapendo di esporsi anche e mettendoci la faccia. Lo hanno fatto per tutti gli altri colleghi, che, invece, hanno tenuto legittimamente chiuso. Noi non ce la sentiamo di dargli una coltellata nella schiena (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2835-A/30 Belotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Ordini del giorno n. 9/2835-A/31 Amitrano, n. 9/2835-A/32 Bergamini, n. 9/2835-A/33 Novelli e n. 9/2835-A/34 Spena, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2835-A/35 Montaruli, parere favorevole con riformulazione. Chiedo alla deputata Montaruli se accetta la riformulazione? Prego, collega.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). No, Presidente, io non posso accettare la riformulazione. Il mio ordine del giorno è un ordine del giorno a costo zero per il Governo. Si chiede semplicemente di andare a raccogliere e di rendere pubblici - ma soprattutto di raccogliere - i dati circa il numero di ragazzi, di giovani, giovani adulti, adolescenti che sono colpiti da malattie di tipo mentale o disturbi legati all'alimentazione nel corso del 2020, del periodo del lockdown, perché la comunità scientifica ci dice che ha il presentimento di un aumento esponenziale dei numeri e di non avere gli strumenti per andarlo ad arginare, perché non ha, tuttavia, un quadro complessivo certo per basare una serie di proposte. E, allora, non posso francamente stare davanti a un Governo che ai nostri giovani dice addirittura che non vuole o deve ancora valutare l'opportunità di raccogliere questi dati. È un fatto che al Governo - ripeto - costa zero, perché basta contattare le ASL, basta contattare le regioni, basta contattare l'Istat, che, soprattutto in termini di tentativi di suicidio e di suicidi, non ha ancora dato uno studio e l'ultimo studio è assai risalente. Io veramente richiamo l'Aula a questa problematica, perché soltanto due giorni fa è stato lanciato un grido d'allarme molto forte di un grandissimo esperto in tema proprio di ospedali infantili. Ancora pochi giorni fa al Regina Margherita hanno segnalato che si sono addirittura quintuplicati i casi di tentativo di suicidio entrati nel pronto soccorso riguardanti proprio i minori. Noi, davanti a questa problematica, non possiamo, quanto meno, non avere un quadro serio e scientifico di quale sia la reale portata di questo fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signora Presidente. Io chiedo una riflessione aggiuntiva alla sottosegretaria. Questa pandemia sta mettendo in difficoltà soprattutto le giovani generazioni. Ce lo dicono persone che non appartengono a partiti politici, ma sono sociologi, psicologi. C'è un allarme riguardante i giovani, gli anziani, cioè le fasce più fragili in questa chiusura, in questo nuovo modo di affrontare la socialità. Oggettivamente, “valutare l'opportunità di raccogliere i dati”, visto che i DPCM, che i decreti nascono su dei numeri, spesso dei CTS, che sono composti da esperti sanitari, avremmo bisogno - trovi una formulazione sua, magari insieme anche alla prima firmataria - di una formulazione che non sia “valutare l'opportunità di raccogliere i dati”, perché la valutazione è oggettiva nel momento in cui noi continuiamo a prendere decisioni in base alla sofferenza medica. Noi abbiamo bisogno di capire anche il dolore delle persone più fragili proprio in ragione dei futuri decreti, dei futuri provvedimenti, che, sempre in ragione della pandemia, noi adotteremo. Quindi, la prego di aiutare, sottosegretaria, a trovare una soluzione su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie. Per comunicare che il parere del Governo è favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/2835-A/36 Bellucci, n. 9/2835-A/37 Mantovani e n. 9/2835-A/38 Di Muro, parere favorevole. Chiede di parlare il collega Mulè, sull'ordine dei lavori collega?

GIORGIO MULE' (FI). Sul Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

GIORGIO MULE' (FI). Allora, io non ho voluto rovinare la festa, perché è una battaglia comune…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi…

GIORGIO MULE' (FI). Articolo…

PRESIDENTE. Sì, però, deve cambiare microfono, non si sente.

GIORGIO MULE' (FI). Mi sembrava fosse cambiata la maggioranza un'altra volta. Allora, articoli 8 e seguenti e articoli 88 e 89. Abbiamo appena approvato - il Governo - un ordine del giorno - che leggo - che recita alla fine: “impegna il Governo ad adottare tutte le iniziative necessarie, al fine di prevedere in tempi rapidi la riapertura dell'attività del casinò di Sanremo (…)”. Nell'ordine del giorno n. 9/2835-A/29 Mulè, signor sottosegretario, l'impegno era: “ad adottare le opportune iniziative di propria competenza al fine di consentire la riapertura in tempi brevi del Casinò di Sanremo (…)”. Qualcuno direbbe che qui casca l'asino, Presidente, perché l'asino è cascato. Mi deve spiegare la differenza tra “in tempi brevi” e “in tempi rapidi”. Ha tanto insistito sul non accogliere la sua formulazione, che era, evidentemente, di una colossale ignoranza, e ha appena accettato un ordine del giorno che dice esattamente le stesse parole: invece di “tempi rapidi” “tempi brevi” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Casca l'asino perché amministrate così questo Paese: al casaccio! Non leggete, non sapete valutare. Allora, Presidente, che senso ha stare qui a discutere ordini del giorno se, come vede, l'asino semina, dissemina veramente di incredibili, incredibili…ma qui giocate con la vita delle persone. Lei, poco fa, è stata lì a guardarmi e non ha ascoltato. Adesso ha accolto un ordine del giorno che è identico. Ma si rende conto della figuraccia a cui espone il Paese? Lei rappresenta il Governo, lei rappresenta il Governo che non sa quello che fa: la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Presidente, è inaccettabile! È inaccettabile per il decoro di quest'Aula, per la funzione che ognuno di noi ha! “In tempi brevi” e “in tempi rapidi”: se qualcuno è in grado in quest'Aula, da Ciampolillo in giù, con qualche consulente, di spiegarmi la differenza tra “tempi rapidi” e “tempi brevi” io ve ne sarò grato. Siete la farsa continua di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2835-A/39 Fregolent, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2835-A/40 Costa, parere contrario. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il Governo propone una riformulazione: “a intervenire tempestivamente per le attività economiche delle aree montane, con particolare riguardo ai comuni totalmente montani classificati dall'Istat e ai rifugi montani”. Cioè, si propone di togliere, diciamo, tutte le specifiche tecniche che vengono indicate da questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Per il collega Costa va bene.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Foti, su che cosa?

TOMMASO FOTI (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente, perché il quesito che ha posto il collega Mulè è stato liquidato con un silenzio. Allora, vorrei far presente che in quest'Aula non si possono esprimere voti contraddittori: è impedito. Se si boccia un ordine del giorno e non si dicono le ragioni per le quali si dovrebbe invece accogliere altro ordine del giorno, vi è una contraddizione tra i dispositivi che riguardano materia identica ed espressioni affini. Dopo che è stato espresso il parere contrario sull'ordine del giorno del collega Mulè, l'altro ordine del giorno doveva risultare precluso! Per il semplice motivo che o si esprimeva ugualmente il parere contrario – e, quindi, in linea con il precedente - o non si poteva esprimere un parere diverso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Se poi la motivazione è nelle premesse, allora il Governo doveva dire e specificare che l'ordine del giorno Mulè veniva respinto, in relazione al fatto che non si accettava - ammesso che fosse stata presentata dal Governo - la proposta di espungere le premesse dell'ordine del giorno.

Io penso che ci si possa anche arrampicare sui vetri, per cercare soluzioni a queste buche clamorose che si prendono, però, a mio avviso, anche per una questione di correttezza - e perché comunque i precedenti poi rimangono - era doveroso dare una spiegazione ad una eccezione formale che, a termini di Regolamento, è stata qui avanzata dal collega Mulè (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo fatto una veloce verifica con gli uffici e risulta che i due ordini del giorno siano divergenti, sia nel dispositivo che nelle premesse, pur essendo ovviamente sullo stesso argomento. Il primo è stato respinto e la preclusione chiaramente opera soltanto in caso di approvazione.

GIORGIO MULE' (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Mulè? Prego. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Certo, Presidente, se mi provoca, facciamo come nel film di Alberto Sordi, perché non avete letto le premesse…

PRESIDENTE. Sta intervenendo su che cosa? Mi scusi, collega.

GIORGIO MULE' (FI). Per un richiamo al Regolamento, articoli 88, 89, 8 e seguenti. Non avete letto il dispositivo, non avete letto le premesse, perché sono uguali. Vuole che le leggo? Allora: “il provvedimento riproduce in parte le misure già previste (...)”, questo è il mio. Leggiamo l'ordine del giorno Di Muro: il provvedimento in titolo è finalizzato e riproduce (…). È eguale, è lo stesso. Ma sapete leggere? È uguale: le premesse sono le stesse. Ma vi date una sveglia? È il Parlamento italiano o l'ultimo dei condomini? Che cosa è diventato questo posto qua? È identico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sono le stesse parole, Presidente!

E il dispositivo è identico; il mio recita: “ad adottare le opportune iniziative di propria competenza al fine di consentire la riapertura in tempi brevi del Casinò di Sanremo”. E l'altro recita: ad adottare tutte le iniziative necessarie al fine di procedere in tempi brevi alla riapertura dell'attività del Casinò di Sanremo. È uguale! Sveglia!

PRESIDENTE. Colleghi…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sì, Presidente, sempre sul Regolamento, sugli stessi articoli invocati dal collega Mulè, con cui io devo dissentire, perché è chiaro che fra breve e rapido c'è una grande differenza. Nessuno chiamerebbe la schiuma da barba ultra breve: si chiama ultra rapida. Nessuno chiamerebbe una cascata la “breve”: si chiama la rapida. Nessuno direbbe Pipino il “Rapido”: direbbe Pipino il Breve. E il breviario non può diventare il “rapidario” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, mi sembra che il paradosso raggiunto in quest'Aula sia assoluto. Se qualcuno si sforza di tracciare una differenza fra breve e rapido, vuol dire che davvero abbiamo toccato il fondo, non del Parlamento, ma della lingua italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Andiamo avanti, ordine del giorno n. 9/2835-A/41 (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)… Colleghi! Io una risposta l'ho data. Colleghi, io la risposta l'ho data: i testi non sono identici, perché abbiamo controllato più volte. Il Governo ha dato un parere, gli ordini del giorno sono stati votati, io andrei avanti. Colleghi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)… Colleghi, intanto io proseguirei, visto che mancano soltanto due ordini del giorno, nel mentre che gli uffici mostrano al collega i due testi.

Ordine del giorno n. 9/2835-A/41 Fogliani: parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? D'accordo.

Abbiamo l'ultimo ordine del giorno n. 9/2835-A/42 Siracusano, che ha un parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento che, come previsto dall'ordine del giorno, riprenderà alle ore 20,30 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

La commemorazione di Emanuele Macaluso avrà luogo questo pomeriggio, prima della votazione della risoluzione riferita alla Relazione sullo scostamento di bilancio.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle ore 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative in ambito internazionale ed europeo a favore dell'oppositore russo Navalny e per il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto in Russia – n. 3-02027)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Quartapelle Procopio ed altri n. 3-02027 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Quartapelle Procopio se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Lo hanno seguito, gli agenti dell'FSB, per sette anni; lo hanno avvelenato il 20 agosto e si è salvato grazie all'intervento di medici tedeschi, che lo hanno curato in Germania; è tornato in Russia - sto parlando di Aleksej Navalny - perché non ha nulla da nascondere, perché quello è il suo Paese ed è lì che lui vuole combattere la corruzione di un regime che finora lo ha lasciato senza libertà a continuare a combattere le battaglie. È stato arrestato appena arrivato in aeroporto, hanno dovuto cambiare aeroporto, hanno dovuto arrestare i suoi sostenitori. È stato arrestato, forse, per la colpa di essere sopravvissuto. È stato processato rapidamente.

Abbiamo visto la sua dichiarazione a sostegno di Navalny per chiederne la liberazione, ma qui le chiediamo, proprio per il coraggio di questo oppositore, che cosa di più possiamo fare, che cosa di più può fare l'Europa per sostenere un uomo che, con coraggio, lotta per la libertà del proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Deputate e deputati, sopravvissuto all'avvelenamento di agosto, domenica scorsa, Aleksej Navalny è stato arrestato a Mosca con l'accusa di aver violato i termini di una condanna con sospensione della pena in un processo per truffa e riciclaggio risalente al 2014. Navalny, che dopo le cure in Germania tornava per la prima volta in Russia, è stato sottoposto a un fermo di polizia, con successiva convalida dell'arresto per trenta giorni, in attesa dell'udienza prevista il 29 gennaio. L'Italia, come già ribadito pubblicamente, lo ritiene inaccettabile e chiede l'immediato rilascio. La stessa posizione è condivisa da numerosi esponenti della comunità internazionale. L'Alto rappresentante Borrell ha emesso una dichiarazione a nome dei 27 per condannare la detenzione e ribadire la richiesta di rilascio, definendo inaccettabile la politicizzazione della giustizia e invocando il rispetto dei diritti dell'attivista e la liberazione dei giornalisti e cittadini contestualmente arrestati. Finora, le autorità russe hanno ignorato gli appelli internazionali, rivendicando il carattere interno del caso. A Bruxelles, i nostri ambasciatori stanno valutando gli strumenti migliori per una reazione europea, anche in vista della discussione che avremo al Consiglio affari esteri di lunedì prossimo. Come sapete, il 2 settembre 2020, le autorità tedesche avevano confermato l'avvelenamento di Navalny con un agente chimico di tipo Novichok, notizia ribadita dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Con il sostegno dell'Italia, il 15 ottobre, l'Unione europea ha pubblicato sette designazioni nell'ambito del regime sanzionatorio orizzontale sulle armi chimiche, includendo due Vice Ministri della difesa, il direttore dell'intelligence interna e dirigenti di vertice del Cremlino ritenuti responsabili a vario titolo. Sul tavolo c'è ora l'ipotesi di ulteriori misure restrittive: siamo pronti a valutarle. Per la credibilità dello strumento sanzionatorio, riteniamo opportuno che esse abbiano un fondamento giuridico solido, tale da superare il giudizio delle Corti europee in caso di ricorsi. Occorrerà, inoltre, riflettere sulla tempistica in funzione degli sviluppi del caso.

Continuiamo a seguire la questione anche all'interno dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, dove sono in corso, non senza difficoltà, i negoziati tra la Russia e il Segretario tecnico, per definire il quadro giuridico di una visita di assistenza tecnica dell'organizzazione. Concludendo, la detenzione di Navalny è inaccettabile e continueremo a sottolinearlo anche sul piano bilaterale. Per questo riteniamo che una reazione europea sia necessaria. Il caso suscita forte indignazione nelle nostre opinioni pubbliche, lo seguiremo con la massima attenzione in tutte le sedi, con franchezza e senza alcuna compiacenza. Siamo preoccupati dinanzi al progressivo restringersi degli spazi per i diritti civili e politici della Federazione russa e, allo stesso tempo, vediamo il rischio di un ulteriore approfondimento del solco tra Occidente e Mosca. L'Italia ha un'importante tradizione di dialogo e apertura che anche questo Governo rivendica, ma che non può svilupparsi a scapito del rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, che continueremo a promuovere in Russia e altrove.

PRESIDENTE. La deputata Quartapelle Procopio ha facoltà di replicare.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, sono particolarmente importanti gli aggettivi che lei ha scelto di utilizzare per raccontare quale è la posizione italiana: noi riteniamo inaccettabile la situazione di Navalny e lavoreremo con la massima attenzione per la sua liberazione; sosterremo tutte le iniziative europee, e con gli alleati americani, affinché l'attivista venga liberato. L'Italia ci sarà ed è molto importante sentirlo da lei, ancora una volta; sarebbe bello, però, che ci fosse tutta l'Italia, non solo il Governo, non solo questa maggioranza. L'opinione pubblica è stata molto colpita dalla coerenza, dal coraggio, dalla determinazione di Navalny, di sua moglie, dei suoi sostenitori, che non hanno paura e, a testa alta, vanno avanti nelle loro denunce contro la corruzione di Putin. Non è stata la stessa cosa da parte di tutte le altre forze politiche: la Lega, a Bruxelles, ieri, ha speso delle parole importanti a sostegno dell'attivista; sarebbe bello sentirle anche qui, in Italia, pronunciate dal loro leader, che tante volte, invece, ha detto cose molto lusinghiere su Putin; ha detto che si sarebbe trovato più sicuro a Mosca che a Bruxelles. E piacerebbe anche sentirle pronunciare da chi usa a proposito e a sproposito la parola “patriota”, perché Navalny è un patriota, una persona che non ha paura di lottare per il proprio Paese. Sarebbe bello sentirlo anche dai colleghi di Fratelli d'Italia, da cui non abbiamo sentito una parola su tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza volte ad una revisione delle procedure in materia di individuazione del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, con particolare riferimento al pieno coinvolgimento delle comunità locali e territoriali – n. 3-02028)

PRESIDENTE. La deputata Occhionero ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fregolent ed altri n. 3-02028 (Vedi l'allegato A).

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro, parliamo dell'individuazione dei siti per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, tenendo presente il decreto legislativo n. 31 del 2010 e la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Facciamo notare che, inspiegabilmente, da un lato, aree idonee e inserite nella Carta presentano particolare pregio artistico o rilevante pericolosità sismica; dall'altro, comunità disponibili alla candidatura sono state escluse dalla Carta che, per la sua articolata procedura di elaborazione, risulta oggi superata nei criteri di individuazione dei siti stessi, anche per le conseguenze della pandemia.

Le chiediamo se lei, come noi, non ritenga necessario procedere alla revisione del decreto legislativo menzionato, al ritiro della Carta e all'individuazione dei siti attraverso un maggiore coinvolgimento delle aree locali, per dare una risposta legislativa in piena sintonia con gli interessi e le esigenze territoriali, libere dai limiti imposti dalla pandemia.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Occhionero, grazie agli onorevoli interroganti, intanto, chiariamo subito di che tipi di rifiuti nucleari: parliamo di bassa e media intensità, che sono quelli che provengono, per esempio, dalla medicina (penso alle radioterapia, agli esiti, per esempio, delle TAC e quant'altro). Ciò per inquadrare, poi sappiamo che siamo di fronte ad una direttiva europea, sottoposti alla direttiva Euratom, che ci impone determinati passaggi e che, ahimè, siamo anche in infrazione adesso, all'inizio del percorso che ci porta all'infrazione europea. Perché? Perché, in questo momento, abbiamo poco più di venti siti distribuiti su tutto il territorio nazionale dove affluiscono questi rifiuti nucleari attualmente prodotti, come ho detto prima, e che sono siti di tipo provvisorio.

Abbiamo bisogno del sito definitivo. Il decreto legislativo, come lei ha ben ricordato, il n. 31 del 2010, costruito e votato in quest'Aula - ma nel 2010, sotto anche un altro Governo - pone le condizioni di ingaggio. Nel 2015 si termina il percorso tecnico, peraltro previsto sotto le linee dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica - quindi qualcosa di squisitamente tecnico - e dal 2015 viene secretato. Noi adesso lo abbiamo desecretato. Perché faccio questa storia? Per dire che chiaramente adesso inizia la consultazione e ho già detto che c'è la mia massima disponibilità - ovviamente attendendo gli emendamenti, perché è una modifica del decreto legislativo n. 31, ci vuole una norma, gli emendamenti del Parlamento e so che ce ne sono già, che si parla di depositi di emendamenti in questo senso -, quindi la mia massima disponibilità a rivedere nel termine dei tempi previsti per la consultazione pubblica, per le verifiche tecniche. Intendo dire che c'è la disponibilità per arrivare però a uscire dall'infrazione e a dare sicurezza al territorio. La consultazione - e chiudo, signor Presidente - ci consente chiaramente di capire anche quali sono gli aggiornamenti, sia rispetto a quanto lei sosteneva, sia ovviamente di natura più squisitamente tecnicistica. Non c'è nessuna indisponibilità, per quanto mi riguarda l'importante è arrivare a una definizione.

PRESIDENTE. La ringrazio, signor Ministro. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di replicare.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Ministro, vede, non è il problema dei rifiuti a bassa e media intensità. Lei ha omesso di parlare dei rifiuti provenienti dalla esperienza nefasta del nucleare in Italia, che verrebbero temporaneamente - e sappiamo che la parola “temporaneamente” in Italia ha un valore diverso rispetto al resto del mondo - inglobati nel sito che diventerebbe sito definitivo per quei rifiuti che lei ha indicato. Quando voi avete dato il nulla osta - e mi fa piacere che ci sia anche il ministro Patuanelli - siete entrati già nel merito di alcuni dei criteri, avete già stabilito delle fasce prioritarie e purtroppo il mio Piemonte già prevede tutte le aree - otto, situate nelle provincie di Torino e di Alessandria - tra cui, visto che uno dei criteri di esclusione era la sismicità, siete riusciti a trovare nel Piemonte, che è scarsamente sismico, l'unica zona sismica - ovviamente non lei, la Sogin. Ma quando il Ministero ha dato il nulla osta, ha avallato che quei siti erano comunque idonei, perché c'è scritto proprio nel nulla osta che voi avete pubblicato. Noi critichiamo - e concludo, signor Presidente - due cose: uno, che questa lista sia stata pubblicata, per colpa di Sogin, il 5 gennaio e mi aspettavo che dopo la pubblicazione i Ministeri facessero almeno una chiamata agli enti locali per dire la catastrofe che gli stava capitando sulla testa proprio prima dell'Epifania; forse era un atto di generosità nei confronti degli enti locali. E due, che in questa fase di epidemia gli enti locali non hanno la forza di provvedere a guardare nel merito questo provvedimento, data l'obbligatorietà dello smart working e non avendo, secondo me, le competenze tecniche in questo momento per entrare nel merito. Quindi probabilmente bisognerebbe arrivare alla fine della pandemia per poter dare i sessanta giorni per le considerazioni. Pertanto, signor Ministro, non siamo soddisfatti come Italia Viva della sua risposta e chiediamo veramente di rivalutare interamente quello che è successo e la pubblicazione dei siti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a valorizzare gli operatori e le professionalità del settore dei beni culturali – n. 3-02029)

PRESIDENTE. La deputata Rosa Alba Testamento ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02029 (Vedi l'allegato A).

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Grazie Presidente, Ministri. Le strutture del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo presentano ormai da tempo, come ben sa, notevoli carenze di organico. Certamente un primo positivo intervento è il piano di assunzioni per il triennio 2019-21 su 5.920 posti, ma la necessità di sopperire alle carenze di organico ha condotto all'utilizzo sempre più costante di personale volontario all'interno delle strutture appartenenti ai beni culturali, questo anche grazie a un quadro normativo che ha agevolato questo trend e, pur riconoscendo il valore dell'opera prestata dai volontari in ambito culturale, è necessario precisare che le forme volontaristiche non possono sostituirsi alle prestazioni specializzate nel settore. Questo però è ciò che è avvenuto, con la conseguenza di alterare il mercato del lavoro nel settore e condizionare sia le possibilità di accesso da parte dei professionisti sia i loro livelli retributivi, nonché la qualità dei servizi culturali offerti. Pertanto, Ministro, le chiediamo di sapere quali ulteriori iniziative intenda adottare al fine di incrementare, ma anche valorizzare, i professionisti dei beni culturali.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Grazie, Presidente. I temi sollevati sono assolutamente fondati, sia perché si tratta di dare la possibilità di uno sbocco adeguatamente riconosciuto a tutte le persone che hanno studiato - e sono tante – e che si sono professionalizzate nel settore dei beni culturali nel nostro Paese, sia contemporaneamente di dare funzionalità ed efficienza al Ministero che, come in generale tutta la pubblica amministrazione, ma in particolare anche nel mio settore, ha un un'età media molto avanzata, che richiede innesti di giovani competenze, di tecnologie, di competenze nuove e al passo coi tempi. Lo ha ricordato lei stessa, con il Piano triennale dei fabbisogni del personale 2019-2021 si è previsto anche il reclutamento di 250 professionalità specialistiche di qualifica non dirigenziale. Sono bibliotecari, archivisti, architetti, storici dell'arte, archeologi, paleontologi, biologi. Già nel periodo 2017-2018, grazie a un concorso bandito nel 2016 - era un periodo di blocco assunzionale in cui si riuscì ad avere una deroga - sono stati assunti mille funzionari tecnici, quali archeologi, architetti, storici dell'arte, bibliotecari, archivisti, esperti di promozione e formazione che sono già mediamente giovani di grande qualità in servizio presso il Ministero. Il decreto-legge n. 104, il cosiddetto “decreto Agosto”, ha previsto la possibilità di svolgere un apposito corso-concorso - è una novità per la nostra Pubblica amministrazione - per reclutare dirigenti dotati di specifiche professionalità tecniche nei settori della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, sulla base di una specifica collaborazione tra la scuola del patrimonio del Ministero e la Scuola nazionale di pubblica amministrazione, ed è già in fase attuativa. In aggiunta a questo, sono state adottate nell'ultimo decreto specifiche misure ispirate alle esperienze positive realizzate a Pompei e in altri Istituti autonomi, la possibilità per gli uffici periferici del Ministero di ricorrere a contratti di collaborazione per professionisti esperti in materia di tutela del patrimonio culturale. Basta questo? No, assolutamente non basta. Potrei ricordare il “Fondo giovani per la cultura” e altre misure. C'è un bisogno di innestare nuove professionalità, non è soltanto il tema di dare uno sbocco ai tanti che studiano in questo settore, ma anche di far funzionare i settori della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, che hanno bisogno di energie nuove. Io lo voglio dire, come tema di carattere generale: è finita la stagione in cui le assunzioni nella Pubblica amministrazione sollevavano ondate di critiche e sospetti di clientelismo; oggi noi abbiamo bisogno, se vogliamo tenere il passo con le nuove tecnologie, con la digitalizzazione, con l'aspirazione di semplificazione, di abbassare l'età media e di portare giovani professionalità all'interno della Pubblica amministrazione. Ce ne è un grande bisogno e credo che sarà una delle scelte che il Governo e il Parlamento dovranno affrontare nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. La deputata Rosa Alba Testamento ha facoltà di replicare.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Grazie, Presidente, grazie, Ministro, per la sua risposta e credo che il question time di oggi ha permesso anche di mettere all'attenzione dell'Aula e anche del Governo questa questione che secondo noi - e anche secondo lei, nella sua risposta - forse non può essere più differita, se si ha veramente a cuore il patrimonio culturale italiano, cioè la valorizzazione delle professionalità culturali e la necessità che nel settore culturale si creino opportunità lavorative maggiormente aggreganti per tante persone che hanno speso la propria vita nella formazione nel settore dei beni culturali, raggiungendo livelli elevati di competenze e di specializzazione. Negli ultimi vent'anni si è abusato anche dell'impiego di personale volontario presso gli istituti e i luoghi di cultura. In archivi, musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche, sono state assegnate ai volontari anche mansioni di responsabilità, come l'inventariazione, la catalogazione del patrimonio librario e archivistico, la conservazione e la valorizzazione e fruizione del patrimonio documentario e culturale. Al volontariato vanno ovviamente riconosciuti molti meriti e anche aver contribuito alla realizzazione di quelle comunità patrimoniali su cui si basa anche la Convenzione di Faro.

Però forse è anche arrivato il momento di definire, anche in maniera puntuale, quali sono gli ambiti di attività riservati ai professionisti culturali e quali riservati al personale volontario, al fine anche di porre fine alle distorsioni del mercato del lavoro e anche proprio di alzare la qualità dell'offerta dei servizi culturali. In Commissione cultura abbiamo anche presentato una risoluzione su questo tema e sulla valorizzazione delle professionalità culturali.

Concludo dicendo che abbiamo un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia; forse riusciremo a viverlo proprio nel pieno delle sue potenzialità anche quando riusciremo a valorizzare le professionalità che operano nel settore.

(Chiarimenti in merito al mancato rispetto dei termini previsti per la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione dell'ENIT – n. 3-02030)

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02030 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, recenti studi certificano che il turismo sia il comparto più colpito dalla crisi pandemica, con il recente calo di fatturato di 53 miliardi e il nuovo anno che inizia davvero molto male. Fratelli d'Italia l'ha già interrogata ad aprile scorso, signor Ministro, per l'opportunità di dichiarare lo stato di crisi del turismo, ma lei in quella sede ci ha detto che alle imprese non interessavano dichiarazioni simboliche, ma norme, risorse ed agevolazioni concrete.

Sono passati nove mesi e il Governo non ha fornito aiuti concreti, ma solo norme confuse e risorse insufficienti, bocciature di protocolli e rinvio di decisioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come per il turismo invernale, che da solo vale miliardi di euro all'anno.

Ebbene, il “decreto Rilancio” fissava in giugno la data limite per il completamento del CdA dell'Agenzia nazionale per il turismo, ENIT, ente che deve elaborare strategie per il sostegno del comparto e la cui inattività è un grave danno per il settore. C'è inoltre un allarme turismo-criminalità organizzata: quest'ultima acquista attività in crisi a prezzi vantaggiosi, vedi i recenti cambi di proprietà di alberghi ed altri esercizi in piena pandemia.

Si chiede per quale motivo non abbia rispettato i termini imposti dal decreto per la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione di ENIT (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Onorevole, credo che sia davvero una competizione poco utile sottolineare tutti, con toni sempre più forti, quanto i settori della cultura e del turismo sono stati danneggiati da questa crisi. In particolare, per il compito che ricopro attualmente, so bene quali sono i danni, di quanto più lunghi di altri settori saranno, perché altri settori si riprenderanno in fretta. Prima che si rimuova il turismo internazionale, che in Italia è circa il 50 per cento nel 2019 dell'intero movimento turistico del Paese, ci vorrà del tempo; quindi noi abbiamo il dovere, e questo abbiamo cercato di fare al meglio delle nostre capacità dal primo giorno, di aiutare le imprese e i lavoratori ad attraversare questo deserto.

Sono stati previsti ammortizzatori sociali sia per i lavoratori dipendenti che per quelli stagionali e intermittenti che non avevano mai avuto sistemi di protezione sociale o di ammortizzatori sociali o cassa integrazione, per tutti i lavoratori. Sono state previste misure significative per le imprese, per gli alberghi, per le strutture ricettive, per le agenzie di viaggio e i tour operator. Sette miliardi, più o meno, nei settori di cui mi occupo, tra strutture e turismo, sono già stati disposti e in gran parte erogati alle aziende e ai lavoratori del settore. Non bastano? Non bastano, perché la crisi continuerà; quindi, dobbiamo continuare in questo senso.

Non a caso, nel Recovery Fund, su cui discuteremo in Parlamento, e mi aspetto che su questo maggioranza e opposizione collaborino per migliorare le norme o le proposte piuttosto che rinfacciarsi a vicenda le cose, nella proposta di Recovery Fund che verrà mandata in Parlamento, sono 8 miliardi, è una delle voci più consistenti, le risorse destinate a cultura e al turismo, in particolare su una serie di progetti che riguardano i borghi, le periferie urbane, il turismo lento, la promozione con Turismo e Cultura 4.0 e, in particolare, il potenziamento e le risorse per ristrutturare e adeguare le strutture ricettive, perché noi sappiamo che il turismo, quando l'emergenza sarà finita, tornerà imponente in Italia.

Anzi, tutti gli indicatori dicono che tornerà più forte di prima, e quindi bisogna, per puntare su un turismo di qualità, aiutare le strutture ricettive, gli alberghi e le altre strutture ricettive a riqualificarsi e a migliorarsi.

In questa emergenza - e mi risulta davvero strana la critica, me lo consenta – rispetto a quella norma che voi avete criticato di cambio della governance dell'ENIT, perché ho previsto l'introduzione di una figura che non c'era e che servirà, cioè un amministratore delegato, che non era previsto nello statuto di prima, le accuse sono state “vuoi cambiare, vuoi fare le epurazioni, il Ministro vuole fare le epurazioni o vuole cambiare i consiglieri”. Ho ritenuto, a dimostrazione che quelle critiche non erano vere, ma si puntava solo a una maggiore funzionalità, che in questa fase di emergenza sia stato meglio far continuare nella gestione la governance precedente, quella che avete nominato con il vostro Governo, e quindi ho preferito dar continuità. Man mano che l'emergenza finirà, sarà il momento di introdurre la figura di un amministratore delegato secondo esclusivi criteri di grande competenza.

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di replicare.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Ministro, guardi che non è un esercizio di contrapposizione preconcetta quello che porta il gruppo di Fratelli d'Italia a stare addosso a questi problemi, perché le sue risposte di solito, purtroppo, siamo costretti a reiterarle, perché lei ha un atteggiamento refrattario, è come la pietra del Carso; un atteggiamento refrattario e disanimato quando si parla di turismo. Sostanzialmente non ha risposto sul CdA di ENIT: c'erano due mesi per andare alla riforma del CdA e sono stati fatti passare inutilmente. Non è una scelta, è inattivismo, semplicemente. Non batte un colpo sui problemi del turismo, il CdA è soltanto uno dei problemi. Non le sarà sfuggito che in questi giorni gli alberghi, il settore ricettivo è stato escluso dalla possibilità di trasferimenti, cosa che è stata consentita per le seconde case. Ci saremmo aspettati che lei dicesse qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

C'è una sentenza del TAR di Lecce di questi giorni sulla quale noi aspettavamo immediatamente il suo comunicato: è un'apertura giurisprudenziale da prendere al volo, da andare in Europa a far valere.

Anche in questo caso lo stato di abbandono della filiera del turismo è evidente, perché nella filiera ci sono gli alberghi, ci sono i bed and breakfast, c'è l'extra alberghiero, ma ci sono la ristorazione, ci sono i commerci. Va tutto unito insieme certamente alla cultura. E allora noi le avevamo dato un assist, visto che lei di turismo è refrattario ad occuparsene: istituiamo un Ministero del Turismo, facciamolo, così lei si scaricherà da queste responsabilità e attenderà meglio ad altri compiti presidenziali, a cui sta attendendo certo, non in tutela delle aziende e dei lavoratori, però (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Chiarimenti e iniziative in merito al divieto, per enoteche ed altri esercizi del piccolo dettaglio, di vendere le bevande da asporto dopo le ore 18, in relazione all'emergenza pandemica – n. 3-02031)

PRESIDENTE. Il deputato Dara ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02031 (Vedi l'allegato A).

ANDREA DARA (LEGA). Presidente, Ministro Patuanelli, l'ultimo DPCM vieta espressamente la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica ed analcolica da parte di tutti i negozi specializzati con codici Ateco 47.25, relativo al commercio al dettaglio di bevande, e 56.3, relativo a bar e altri esercizi simili, dalle ore 18, lasciando invece la libertà di vendere gli stessi prodotti a tutti gli altri negozi commerciali. Se infatti, come è ovvio supporre, la norma è volta non già a contrastare la vendita di bevande alcoliche, bensì ad evitare assembramenti ed uscite per acquisti, risulta incomprensibile la scelta di vietare a migliaia di enoteche e bar sparsi per il territorio nazionale di continuare a lavorare nel rispetto dei protocolli di sicurezza igienico-sanitari e di distanziamento interpersonali prescritti, consentendolo invece alla grande distribuzione.

Per questo chiediamo quali siano le ragioni sottese alla scelta di vietare, per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di queste identificate nei codici Ateco citati, l'asporto dopo le 18 e se il Governo non ritenga di rivedere tale decisione, eliminando detto divieto, puramente discriminatorio.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente, e ringrazio gli onorevoli interroganti. Innanzitutto, credo che tutto il Governo in questi ormai undici mesi in cui abbiamo affrontato la pandemia ha dovuto spesso fare scelte difficili; qualche volta sono state scelte giuste, qualche volta sono state probabilmente scelte che potevano essere fatte in modo diverso.

Posso assicurarvi che, da parte mia, essere Ministro dello Sviluppo economico in un periodo di pandemia è quasi un ossimoro e ho dovuto vedere la chiusura di attività - cosa che non avrei mai voluto nella mia esperienza, a prescindere dal ruolo politico - vedere da Ministro dello Sviluppo economico attività obbligate alla chiusura per quel principio di precauzione che nella sanità è fondamentale; ma ritengo che ci sia anche un legame stretto tra l'economia e la sanità, perché ormai dopo un anno si trasferisce da un problema prettamente sanitario a un problema sociale, di tenuta sociale, e quindi anche di salute delle persone. La salute non è soltanto se si ha o meno un virus, è anche le condizioni in cui viviamo.

Quindi, io comprendo al cento per cento anche le manifestazioni - come posso dire?- in cui le associazioni di categoria o anche i singoli pubblici esercizi manifestano la loro difficoltà. Cerco sempre di capire fino a quando dobbiamo alzare l'asticella delle limitazioni, in accordo ovviamente con la cabina di regia istituita il 30 aprile del 2020, che anche in questo senso è stata attivata proprio per il nuovo DPCM, che ha segnalato l'esigenza di introdurre misure ancora più restrittive rispetto agli assembramenti, che molto spesso avvengono e avvengono ovviamente più facilmente fuori da un'enoteca piuttosto che fuori da un supermercato. Cito un caso recentissimo che purtroppo è avvenuto qualche giorno fa nella mia città, tra l'altro. Un esercente è stato sanzionato perché, al di fuori del suo locale, dopo l'orario di chiusura, quando poteva ancora fare asporto, si sono fermate molte persone e lui ha detto: “Ma io cosa posso farci? Non posso mandarli via dal marciapiede o dalla strada”. Quindi, è evidente che la ratio di questo provvedimento, in accordo appunto con il Comitato tecnico scientifico, con la cabina di regia, è proprio quella di evitare tutti i possibili assembramenti, anche al di fuori di un'enoteca o di un locale commerciale che vende per asporto bevande alcoliche e non alcoliche. Il nostro contributo in questo percorso è quello di aver richiesto che fosse il codice prevalente, il 47.25, perché altrimenti abbiamo probabilmente creato una asimmetria nella concorrenza, ma preferivamo che qualcuno potesse continuare a lavorare perché non dava la possibilità di assembramento, mentre qualcun altro, ancora per qualche settimana, potesse rallentare la sua attività. Su questo tema, ovviamente, sullo scostamento che è oggi alla Camera e che riteniamo costituisca un passaggio importante, con l'approvazione di questo scostamento, avremo modo di utilizzare 32 miliardi di risorse aggiuntive a sostegno delle attività che hanno sofferto per le loro chiusure. Su come utilizzare questi soldi, io credo che dovrà esserci un grande confronto parlamentare, perché assieme dobbiamo trovare le risposte più adeguate per queste persone in difficoltà.

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Patuanelli. Il collega Dara ha facoltà di replicare.

ANDREA DARA (LEGA). Ministro, Presidente, grazie. Come gruppo Lega vogliamo qui oggi però portare una voce, che è quella del presidente di Vinarius, l'Associazione delle enoteche italiane, che con una lettera aperta cita quanto segue: “Pur comprendendo il momento di forte difficoltà che sta attraversando il nostro Paese a causa della pandemia e il carattere di urgenza con cui vengono prese le relative decisioni, incorrendo in possibili errori nella redazione dei codici Ateco, tale norma discrimina attività e operatori professionali appartenenti al settore del commercio di bevande alcoliche, preoccupato dal fatto che inibire l'apertura dopo le 18 toglie all'enoteca il 30 per cento del fatturato giornaliero, in un quadro economico generale che già ci vede penalizzati”. Ministro, io le ricordo anche gli ultimi dati della CGIA di Mestre, che ha stimato che dei quasi 423 miliardi di riduzioni di fatturato registrate nel 2020 - quindi con un 13,5 per cento in meno rispetto all'anno precedente - almeno 200 miliardi sarebbero relativi e ascrivibili alle imprese dei settori che sono stati costretti a chiudere per decreto. Fonti di Confcommercio parlano di 390 mila imprese che hanno chiuso. Nel turismo, nel 2020 le perdite ammontano a oltre 53 miliardi. Nell'anno 2020, oltre 500 mila persone hanno perso il posto di lavoro e per il 2021 si parla di oltre un milione di posti di lavoro. Quindi, Ministro, le devo dire proprio chiaramente: fate qualcosa! Queste persone chiedono di poter lavorare, lo chiedono loro, ve lo chiediamo noi adesso e lo dice anche l'articolo 1 della nostra Costituzione, laddove è chiaro che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Quindi, date loro la possibilità di lavorare in sicurezza, aumentiamo i controlli, perché questo è quello che chiedono, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a garantire la continuità produttiva del gruppo Iveco, con particolare riferimento alla tutela dei siti italiani e alla salvaguardia dei livelli occupazionali – n. 3-02032)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-02032, (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente, signor Ministro, Iveco è un'azienda leader a livello internazionale nei veicoli industriali: 25.000 dipendenti, presente in tutti e cinque i continenti e in Italia in diverse sedi produttive. Da fonti di stampa si apprende di una trattativa con il gruppo automobilistico cinese FAW Jiefang, che riguarderebbe gli autobus e i camion di Iveco, e interesserebbe gli stabilimenti di Suzzara, in provincia di Mantova, dove viene prodotto il Daily e quello di Brescia, da dove escono gli eurocargo; sarebbero interessati circa 1.680 lavoratori a Suzzara e 2.250 a Brescia; sarebbe in discussione anche la possibile acquisizione di una quota FPT Industrial, la divisione motori presente a Torino e a Foggia. Le chiediamo quali strumenti intende mettere in campo il Governo per garantire la continuità produttiva del gruppo, a seguito di un'eventuale acquisizione, in particolare la tutela dei siti italiani e la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche alla luce degli eventuali investimenti per accompagnare la transizione ecologica che è oggetto del Recovery.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti; com'è noto, presso il Ministero è attivo un tavolo di crisi nell'ambito del quale si sono già tenuti diversi incontri, tutti tesi a promuovere e a verificare gli eventuali interventi di reindustrializzazione dei siti produttivi della CNH Industrial, che in Italia controlla diverse società, tra le quali cito CNH Industrial Italia SpA., Iveco SpA., Iveco Defence Vehicles SpA, Iveco Mezzi Speciali SpA, per un totale complessivo - ci risulta - di 17.185 dipendenti.

In data 10 marzo 2020, l'azienda e le organizzazioni sindacali, riunitesi in videoconferenza, hanno ratificato un accordo quadro relativo ad alcuni stabilimenti italiani. In quella sede è stato inoltre convenuto di addivenire alla stipula, in una fase successiva, di specifici ed ulteriori accordi territoriali per ciascun sito produttivo interessato all'accordo. Come è evidente, la massima tutela sociale occupazionale e produttiva di CNH industrial Italia è la conditio sine qua non sia del perimetro industriale sottoscritto il 10 marzo, sia degli accordi successivi. Durante l'ultimo incontro di monitoraggio, svoltosi il 29 luglio 2020, i rappresentanti CNH, sulla base dei risultati preliminari della valutazione di concreta sostenibilità dell'accordo-quadro, hanno confermato gli impegni assunti con l'accordo, con alcuni correttivi determinati ovviamente dalla situazione pandemica in corso. A tal riguardo si osserva, con riferimento al sito di Brescia, che gli investimenti previsti dall'accordo quadro di marzo potrebbero essere posticipati e si prevede il ricorso al contratto di solidarietà per 30 mesi. Anche per lo stabilimento pugliese, CNH ha comunicato che non sarebbero previste eccedenze strutturali in organico, ma non si può escludere il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria o a eventuali contratti di solidarietà. Le organizzazioni sindacali, anche alla luce di possibili contatti tra il gruppo cinese FAW e la CNH industrial per le attività relative ad Iveco, hanno chiesto un ulteriore incontro al Ministero con i vertici della multinazionale CNH e, a tal riguardo, voglio informare che proprio oggi è in programma una riunione di aggiornamento del tavolo CNH in merito a questo accordo, volto a verificare le informazioni relative alla trattativa, in particolare sugli stabilimenti di Brescia, Foggia Pregnana e San Mauro; ovviamente, questo interessamento del gruppo FAW Jefang va verificato con CHN. Voglio far presente che Iveco ha presentato, rispetto all' ultima parte del quesito, la richiesta dell'accordo di innovazione. In particolare, ha chiesto un accordo che coinvolge la Regione Piemonte e la Regione Liguria ed è stato sottoscritto l'accordo tra le società, le regioni coinvolte e il Mise in data 5 febbraio e attualmente il progetto Daily elettrico per la mobilità del futuro, promosso dalla Iveco SpA, è in fase di valutazione rispetto al progetto definitivo, che prevedrà un investimento di 34,5 milioni, con un apporto da parte del Mise per 8 milioni e 79 mila euro, sommato a quello regionale (quindi un'agevolazione totale di oltre 9 milioni di euro). La società ha presentato un progetto definitivo che, appunto, come dicevo, è in corso di verifica e analisi.

PRESIDENTE. Il deputato Guglielmo Epifani ha facoltà di replicare.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Onorevole signor Ministro, sapevamo dell'incontro oggi al Ministero e naturalmente cercheremo anche di capirne gli esiti, ma credo che non le sfugga il dato vero: una eventuale vendita di Iveco a questo gruppo cinese determinerebbe tanti rischi per una parte importante del nostro sistema manifatturiero nel campo dei trasporti; aggiungo, tanto più perché poi questo gruppo è impegnato nel processo di elettrificazione dei camion ed è impegnato anche su alcuni territori; penso alla Regione Piemonte, nel progetto sull'idrogeno. Quindi, noi rischiamo di perdere, perché non è che mi fido che questa società cinese voglia investire nel futuro in Italia; tante volte abbiamo visto che queste grandi multinazionali arrivano, prendono la rete commerciale, prendono il know-how e poi sacrificano il Paese nel quale sono intervenuti. Io dico che l'Italia non se lo può permettere e, quindi, da questo punto di vista, la invito a riflettere se sia il caso, quando sarà, di utilizzare gli strumenti che il Governo si è dato: la golden power. Aggiungo e concludo (non c'entra con questo tema, ma è vicino): attenzione anche a Stellantis. Tutte le forze politiche, tutte, anche il professor Prodi, hanno detto: attenzione, c'è un'asimmetria in quella composizione azionaria e societaria, c'è uno Stato presente accanto a tanti privati. Io non credo che l'Italia debba fare lo stesso, ma non sarebbe sbagliato avere una presenza sentinella, una presenza simbolica, che però segnali gli interessi del nostro Paese, a difendere anche i nostri interessi. Grazie, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative a sostegno del settore del commercio, con particolare riferimento all'attuazione delle misure già previste in relazione all'emergenza pandemica e alla copertura dei costi fissi dovuti agli affitti commerciali - n. 3-02033)

PRESIDENTE. Il deputato Luca Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02033 (Vedi l'allegato A).

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la nostra interrogazione fa riferimento a una situazione che emerge, in tutta la sua drammaticità, da fonti autorevoli. La Confcommercio prevede, anzi stima, ormai, che nel 2020 ci sia stato un decremento di consumi di quasi l'11 per cento, una perdita di fatturato di almeno 120 miliardi, una chiusura di almeno 400 mila aziende. L'Istat parla, a novembre, di una diminuzione di occupati, nel settore del commercio, di circa 200 mila occupati. L'Agenzia delle entrate parla dei ristori dei decreti di ottobre e novembre: stanziati 4 miliardi e mezzo, erogati la metà; “decreto Agosto” per le località turistiche: 500 milioni stanziati, erogati 86 milioni; addirittura abbiamo, rispetto al “decreto Rilancio”, che è entrato in vigore a luglio, la mancata - ancora - attribuzione di specifici codici Ateco. Quello che chiediamo è cosa intenda fare il Governo rispetto a questi ritardi e cosa vorrà fare per gli ulteriori necessari sussidi che devono fronteggiare questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Il collega Dara prima citava un dato inquietante: 420 miliardi di euro di fatturato in meno. Ora, è evidente che, per quanto sia ampia la coperta degli scostamenti e degli stanziamenti ordinari che un Governo può mettere a disposizione di tutti i settori produttivi, perché tutti hanno avuto un danno dalla pandemia, non sarà mai sufficiente a coprire quell'enorme calo di fatturato che, ovviamente, riguarda in particolare il settore del commercio, particolarmente colpito perché molti sono stati i periodi in cui, in tutto il Paese prima e poi nelle diverse articolazioni delle zone rosse che sono state dichiarate in questi ultimi mesi, il settore del commercio è rimasto chiuso, è rimasto fermo, ma anche quando, aperto, ha subito il danno della minore circolazione delle persone. Quindi, è evidente che stiamo parlando di un settore particolarmente colpito.

Io posso dirvi che, dopo il voto di oggi, che ovviamente ci auguriamo, come Governo, che confermi la volontà del Parlamento di poter utilizzare le nuove risorse dell'ulteriore scostamento di bilancio per il 2021, pari a 32 miliardi, io credo che dobbiamo ragionare su tre elementi.

Il primo elemento, che è quello fondamentale, è individuare le forme di un ristoro perequativo per l'anno 2020, parametrato sul calo annuo di fatturato e non sul mese di aprile. Noi abbiamo usato molto spesso il mese di aprile perché abbiamo ripetuto la misura del “decreto Rilancio” nei “decreti Ristori”, perché ricordo che, dopo il primo “decreto Ristori”, i bonifici sono partiti, erogati quattro giorni dopo: ad oggi, abbiamo erogato quasi 11 miliardi complessivi tra il “decreto Rilancio” e i “decreti Ristori” alle aziende. La velocità era un elemento fondamentale e, quindi, per questo abbiamo continuato ad utilizzare i parametri del “decreto Rilancio”, perché non necessitavano di un'ulteriore domanda e, quindi, di un'analisi della domanda della singola azienda: avevamo già il dato. Non possiamo pensare di continuare così per il 2020. Il 2020 oggi va valutato; va valutato il danno complessivo della singola azienda e, con un meccanismo a domanda in questo caso, dovrà essere ristorata l'azienda per il danno che ha ricevuto in relazione al calo di fatturato, ai costi fissi che ha avuto e a quanto ha già ottenuto come sostegno, seppur limitato, da parte del Governo. E questo è un pezzo. L'altro pezzo è quello di continuare immediatamente a ristorare le attività che ancora oggi sono chiuse, perché è evidente che, ancora oggi, soprattutto il commercio, tutto il settore dei pubblici esercizi, la ristorazione e i bar continuano a subire questo danno e, quindi, va adottata un'ulteriore misura per il 2021. Dopodiché, dobbiamo anche prepararci ad accompagnare questo ulteriore periodo, che non possiamo oggi sapere quanto lungo sarà, di ulteriori restrizioni e, quindi, avere comunque un “tesoretto”, tra virgolette, da mettere a disposizione: ogni volta che faremo delle chiusure, dovremmo accompagnarle con un pacchetto di ristori.

Concludo, dicendo che, già oggi, abbiamo circa 5,3 miliardi disponibili, legati agli spostamenti delle scadenze fiscali, che possono essere utilizzati e dovranno essere utilizzati per stralciare alcune delle scadenze fiscali oggi; quindi, una parte dovrà essere erogata come contributo diretto e una parte sarà in detrazione di imposte che non saranno pagate dalle aziende. In totale, parliamo di cifre rilevanti per cui, tra la parte a fondo perduto e la parte legata alle imposte, dobbiamo arrivare ad un valore vicino ai 13 miliardi.

PRESIDENTE. Il deputato Luca Squeri ha facoltà di replicare.

LUCA SQUERI (FI). La ringrazio per la risposta, signor Ministro. Se è difficile accettare che venga negato a centinaia di milioni di operatori economici, a milioni di loro dipendenti, il diritto al lavoro, è inaccettabile vedere la loro umiliazione nei sussidi, che sono assolutamente insufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e per di più dati in ritardo e con lentezza. E potrei fare un elenco dei motivi per cui riteniamo che sia insufficiente l'azione del Governo, però voglio essere propositivo. Fra poche ore, in quest'Aula, si voterà lo scostamento da lei citato, ci sarà anche il nostro voto convinto, però chiediamo che vengano utilizzati nel migliore dei modi. Sono contento di sentire che avete già dato seguito alla nostra proposta di mettere fine ai criteri dei codici Ateco e fare riferimento, invece, a quello che è il decremento del volume del fatturato legato ai costi fissi, per cui verificheremo che questi criteri siano utilizzati al meglio, dicevo.

Ma vado oltre e le chiedo l'impegno per dar seguito alle proposte, che sono già da lei ricevute, da parte della Federazione italiana dei pubblici esercizi, FIPE-Confcommercio, che chiede l'immediata attivazione di un tavolo presso il suo Ministero, insieme al Ministero della Salute e al Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile, affinché si vedano protocolli sanitari, se necessario, ancora più restringenti, ancorché quelli esistenti abbiano già dato modo di essere efficaci, perché lei sa benissimo che, in questo momento, il tessuto commerciale del nostro Paese è terra di conquista di chi vuole approfittarsene, e sappiamo che chi ha interessi di riciclaggio in queste situazioni ci sguazza. Per cui, noi dobbiamo - dovete - in tutti i modi agire per porre fine e contrastare questa agonia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Intendimenti in ordine alla realizzazione da parte di Energas di un deposito costiero di GPL nel comune di Manfredonia (Foggia) - n. 3-02034)

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02034 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Patuanelli, questa di Energas, per la città di Manfredonia, è una macabra telenovela che dura dal 1998 e parte della richiesta della società Energas SpA dell'autorizzazione all'installazione di un deposito di GPL con annesso gasdotto di collegamento al porto industriale. Tale vicenda le è nota, Ministro Patuanelli, perché il 2 ottobre 2019 lei, rispondendo ad una mia interrogazione sullo stesso tema, oltre ai dettagli tecnici affermò che (cito testualmente) “ogni tipo di determinazione politica non prescinderà dall'esigenza di rispettare il territorio interessato e di tutelare i cittadini di quel territorio, anche e soprattutto a seguito dell'esito del referendum consultivo sul tema,…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). …che con il 95 per cento di votanti contrari ha decretato la netta contrarietà dei cittadini di Manfredonia alla realizzazione del deposito in questione”.

I fatti sopravvenuti nuovi per cui gliela ripropongo, questa interrogazione, riguardano il parere paesaggistico della soprintendenza, favorevole ad Energas, scandaloso a mio avviso, del 2 novembre scorso, avverso al quale la commissione straordinaria reggente la città ha prodotto ricorso, che verrà discusso domani.

PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Sostanzialmente le chiedo, Ministro, di confermare quello che su tale questione comunicò in diretta TV il 2 ottobre 2019 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante. La vicenda che si discute oggi, già oggetto, come ricordava l'onorevole Tasso, di un precedente question time, concerne il procedimento di autorizzazione relativo al progetto della società Energas relativo alla costruzione di un deposito costiero di stoccaggio GPL in Manfredonia, provincia di Foggia, della capacità di 60 mila metri cubi in serbatoi e 200 mila metri cubi in bombole, con annesso oleodotto di collegamento al porto industriale. Il procedimento si è svolto ai sensi dell'articolo 57 del decreto-legge n. 5 del 2012, convertito nella legge n. 35 del 2012, nell'ambito di tre riunioni della conferenza dei servizi, la prima delle quali nell'anno 2015 e l'ultima nell'anno 2018. Nel corso del procedimento sono stati acquisiti i pareri favorevoli connessi con la tutela ambientale del demanio marittimo e della navigazione e del trasporto ferroviario e stradale, e ha espresso posizione contraria il comune di Manfredonia, come ricordava l'onorevole Tasso, anche a seguito degli esiti di un referendum cittadino in cui è emerso il dissenso dei cittadini sul progetto.

Non mi soffermo su ulteriori passaggi autorizzativi. È vero che il 4 febbraio 2020 la società ha presentato alla soprintendenza le integrazioni documentali richieste nel procedimento, a seguito delle quali, con nota del 2 novembre 2020, la soprintendenza ha espresso un parere positivo ai fini dell'autorizzazione paesaggistica, seppur chiedendo l'osservanza di una serie di prescrizioni. Su questo procedimento è pendente il ricorso che ha citato l'onorevole interrogante; noi aspetteremo ovviamente l'esito. È anche vero che, avendo la soprintendenza espresso il proprio parere positivo, non è stato però acquisito ancora in modo definitivo il parere della regione Puglia. La competente direzione generale del Ministero dello sviluppo economico ha richiesto alla regione Puglia il 29 dicembre 2020 di esprimere entro 30 giorni dal ricevimento della nota l'intesa positiva o negativa, e attualmente quindi si è in attesa di ricevere da parte della regione Puglia riscontro a tale richiesta, con termine in scadenza il 29 gennaio, cioè tra 9 giorni. Questa è la mera ricostruzione dei fatti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Non posso che confermare però quanto già detto nella risposta all'interrogazione di qualche mese fa, ossia che, al di là degli aspetti tecnici, in primis dev'essere rispettato il volere dei cittadini e dev'essere rispettato l'ambiente del territorio di Manfredonia.

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Patuanelli, grazie. Lei non ha idea di quanto mi faccia felice questa sua risposta, ma soprattutto ai cittadini di Manfredonia, che hanno questa netta avversione non frutto di un capriccio, ma risultante di una serie di considerazioni, la prima delle quali è che non crea occupazione, ma solo beneficio all'azienda privata. Tanti motivi esplicitati più volte anche nel corposo dossier inviato dal sottoscritto alla sua attenzione, che riguardano la pericolosità dell'opera in sé e delle operazioni di scarico, carico e trasporto, lo sfregio ad una zona archeologicamente ed ecologicamente rilevante, la riduzione dell'attività di un porto che, con i nuovi finanziamenti in arrivo, dovrebbe rilanciarsi anche per l'attività crocieristica, ed infine l'inopportunità di tale installazione, in quanto bloccherebbe la vocazione turistica di una splendida città balneare.

Manfredonia ha subito e subisce i danni procurati alla salute dei cittadini dall'insediamento petrolchimico di triste memoria. Manfredonia subisce i gravi danni causati da 25 anni di amministrazioni indecenti, che nel 2018 hanno portato prima allo scioglimento del consiglio di città per problemi amministrativi, e naturalmente economici, e poi a quello per infiltrazioni criminali. Concludo ricordando che il governatore Michele Emiliano della Puglia si è sempre detto contrario a quest'opera, facendone una sua precisa battaglia elettorale sul territorio.

Quindi, Ministro, io, ringraziandola ancora una volta, continuerò a fornirle tutti i motivi ostativi a questo deposito, affinché Manfredonia e tutto il territorio cessino di subire tutte queste ingiurie e possano tranquillizzarsi e rilanciarsi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Cancelleri, Casa, Cirielli, Comaroli, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Magi, Nardi, Perantoni, Rizzo, Rotta, Schullian, Serracchiani, Sisto, Tasso e Valbusa sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, Presidente. A nome della Commissione bilancio, devo chiedere all'Aula un rinvio di 30 minuti, perché abbiamo ritardato con l'audizione del Ministro Gualtieri, a causa del ritardo della conclusione dei lavori dell'antimeridiana. Quindi, la Commissione non ha ancora finito i lavori. Chiediamo 30 minuti, a partire da adesso.

PRESIDENTE. Perfetto. Quindi, a questo punto, sospendiamo la seduta fino alle 16,35.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire la rappresentante del Governo.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Presidente, visti gli intendimenti di tutti i gruppi a voler votare tutti quanti favorevolmente, almeno negli intendimenti intercorsi per le vie brevi, ma non tutti - esatto -, le volevo chiedere se è possibile sospendere per circa mezz'ora, per capire quali sono le convergenze delle risoluzioni presentate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Concordiamo con la richiesta del Governo, anche perché credo che possa essere un atto importante quello dello scostamento di bilancio, anche con un voto, speriamo unitario, di tutto il Parlamento. Per questo credo che - maggioranza e opposizione hanno presentato le loro risoluzioni, sia alla Camera sia al Senato - sia utile avere un po' di tempo per cercare quantomeno di vedere come convergere in una risoluzione il più possibile unitaria. Quindi, mi sembra tempo utilizzato al meglio, vista la disponibilità del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Devo dire che, se c'è da chiedere del tempo, è ovvio che ci possa essere. Dubito che ci possa essere una convergenza, quando una richiesta di 32 miliardi di scostamento è concentrata in un foglio di quattro facciate. Ecco, soltanto per comprendere che forse non ci vorrebbe una mezz'ora, ma ci vorrebbero giorni e giorni, penso, a meno che non ci sia una scelta politica da parte di qualcuno di accettare qualunque cosa.

PRESIDENTE. A questo punto, sospendiamo la seduta per quaranta minuti.

La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 17,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 4).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 18 gennaio 2021 (Vedi l'allegato A della seduta del 18 gennaio 2021).

Avverto, inoltre, che, sulla base dei precedenti, la discussione si articolerà come segue: dopo gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo, potrà intervenire un deputato per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto, nonché i deputati che intendano esprimere posizioni dissenzienti dai rispettivi gruppi. Interverrà, quindi, in sede di replica, il rappresentante del Governo, anche al fine di esprimere il parere sulle risoluzioni, che devono essere presentate nel corso della discussione, ai sensi articolo 118, comma 1, del Regolamento. Si procederà, infine, ai voti. Al riguardo, ricordo che, ai sensi articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, la deliberazione delle Camere deve essere approvata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.

(Discussione – Doc. LVII-bis, n. 4)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Raphael Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore. Grazie, Presidente. Oggi siamo qui a discutere di uno scostamento importante, in un momento di forte difficoltà del nostro Paese. Faccio mie un po' le parole della direttrice operativa del Fondo monetario che, giusto qualche giorno fa, esortava i Governi a spendere quanto più possibile e, poi, spendere un pochino di più. Ecco, questo scostamento, questi ulteriori 32 miliardi di indebitamento vanno in questa direzione, nella direzione di sostenere le nostre imprese, le nostre famiglie e i nostri lavoratori. Quindi, anche grazie al lavoro che è stato svolto in Commissione - e ora con le opposizioni - mi appresto a leggere la relazione del relatore, che lasceremo ovviamente agli atti, e che, appunto, è stata condivisa in maniera molto ampia.

La relazione trasmessa dal Governo il 14 gennaio 2020, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, è adottata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, la cosiddetta legge rinforzata di attuazione del principio di pareggio di bilancio, il quale prevede che scostamenti temporanei del saldo di bilancio strutturale dall'OMT siano consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando, nel contempo, il piano di rientro verso l'OMT.

Ricordo, in via preliminare, che la relazione in esame è stata preceduta da cinque autorizzazioni allo scostamento dal piano di rientro, approvate a maggioranza assoluta dalle Camere nel corso del 2020, per far fronte alle crisi economico-sanitarie da COVID-19. Le risorse finanziarie della prima autorizzazione, presentata il 5 marzo, sono state impiegate quasi integralmente per finanziare le misure contenute nel decreto-legge n. 18 del 2020 e, in parte, per finanziare le misure del decreto-legge n. 23 del 2020 e del decreto-legge n. 34 del 2020, il cosiddetto “decreto Rilancio”. In occasione della presentazione del Documento di economia e finanza del 2020, il 14 aprile 2020, il Governo ha presentato al Parlamento una seconda relazione, le cui risorse finanziarie sono state quasi integralmente impiegate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020. Il 23 luglio 2020, il Governo ha presentato la terza relazione al Parlamento, le cui risorse sono state quasi integralmente impiegate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 104 del 2020. Il 6 ottobre, in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento del DEF, il Governo ha trasmesso al Parlamento la quarta relazione che illustra un ulteriore aggiornamento del piano per il rientro verso l'OMT, autorizzato dalle Camere il 14 ottobre, con l'approvazione di apposite risoluzioni a maggioranza assoluta. Infine, il 21 novembre 2020, il Governo ha trasmesso al Parlamento una quinta relazione, le cui risorse finanziarie sono state utilizzate per finanziare le misure previste dal decreto-legge n. 157, il cosiddetto “Ristori quater”, con cui sono stati estesi e rafforzati gli interventi introdotti a favore degli operatori economici e per il sostegno dei settori produttivi con i precedenti “decreti Ristori”, ossia i decreti-legge n. 137, n. 149 e n. 154. Le richieste di scostamento autorizzate finora dal Parlamento nel corso del 2020 hanno comportato il ricorso a maggior deficit per circa 108 miliardi.

Venendo ai contenuti della relazione in esame, si evidenzia che essa illustra, con l'aggiornamento del piano di rientro verso l'OMT, rispetto a quanto indicato nella Nota di aggiornamento del DEF 2020, già aggiornata con la relazione al Parlamento approvata il 26 novembre 2020 dalle Camere, con le relative risoluzioni in approvazione, le ulteriori misure che il Governo si appresta ad approvare per il contrasto agli effetti del protrarsi della pandemia da COVID-19 nell'anno 2021. Tale relazione, da approvarsi a maggioranza assoluta, tiene conto della clausola del cosiddetto “general escape clause”, approvata dalla Commissione europea anche per il 2021, che consente agli Stati membri di deviare dall'OMT per affrontare l'emergenza epidemica ed economica. Il quadro economico aggiornato prevede, dopo un rimbalzo nel terzo trimestre (più 15,9 per cento del tasso di crescita del PIL reale rispetto al trimestre precedente), una contrazione nel quarto trimestre del 2020, in linea con la stima annuale presentata dalla NADEF (meno 9 per cento). La necessità di ulteriori interventi di sostegno e ristoro, oltre a quelli previsti nella legge di bilancio 2021, supportati anche da politiche monetarie espansive della BCE, deriva da un peggioramento del quadro pandemico in Italia. A seguito dell'aumento dei contagi e dei ricoveri, dal mese di dicembre sono state infatti adottate misure selettive e rigorose per il contenimento dell'epidemia, che hanno colpito per lo più i settori produttivi della ristorazione (bar), spettacoli, turismo e sport, nonché tutte quelle attività che prevedono un forte contatto sociale. Sul fronte sanitario è appena cominciata la somministrazione di massa dei vaccini, ma questa campagna richiederà ancora molti mesi per la vaccinazione della popolazione, ivi compresa quella più vulnerabile. Al fine di sostenere i cittadini e i settori produttivi ed economici maggiormente colpiti dalla pandemia da COVID-19, nella relazione il Governo informa che si appresta ad adottare un pacchetto di misure che prevedono nuovi stanziamenti a tutela del lavoro, l'aumento del sostegno alle autonomie locali, l'incremento delle risorse per la Protezione civile e le Forze dell'ordine, ulteriori risorse per il settore sanitario, in particolare nel quadro della campagna di vaccinazione e del trattamento dei pazienti affetti da COVID-19, risorse aggiuntive destinate al sistema dei trasporti pubblici anche a sostegno delle aziende del settore, la gestione delle cartelle esattoriali anche attraverso interventi fiscali mirati; una serie di misure a favore delle imprese, in particolare quelle penalizzate in maniera diretta o indiretta dalle chiusure, superando la logica dei codici Ateco, anche in riferimento al settore sciistico, nonché all'ampliamento degli strumenti a tutela degli autonomi e delle partite IVA, anche con riferimento alla legge di bilancio.

Conseguentemente, il Governo richiede, per il corrente anno, l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento di 32 miliardi di euro come indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, 35 miliardi di euro in termini di fabbisogno, 40 miliardi di euro per il saldo netto del bilancio dello Stato in termini di competenza, 50 miliardi di euro in termini di cassa (si tratta di maggiori oneri derivanti dal servizio del debito). Si richiede l'autorizzazione al ricorso dell'indebitamento fino a 0,2 miliardi annui nel biennio 2022-2023, 0,3 miliardi annui nel biennio 2024-2025, 0,4 miliardi annui nel 2026-2027, 0,5 miliardi annui nel 2028-2029, 0,6 miliardi nel 2030 e 0,7 nel 2031. Tale scostamento, quindi, ridetermina, rispetto a quanto stabilito nella legge di bilancio approvata a dicembre, sia il livello massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato in termini di cassa e di competenza, sia l'importo massimo di emissione di titoli pubblici. Di conseguenza, a seguito dell'autorizzazione parlamentare, il debito pubblico e l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche potranno aumentare nel limite specificato nella relazione.

A differenza di quanto riportato nelle precedenti relazioni al Parlamento, peraltro, quella in esame non indica espressamente i nuovi valori - comprensivi del ricorso al maggiore indebitamento richiesto - dell'indebitamento netto per il 2021, né in termini assoluti, né in percentuale al PIL, e del debito pubblico rispetto al PIL. Tuttavia, considerando i valori da ultimo indicati nella nota tecnica illustrativa del disegno di legge di bilancio 2021 riferiti all'indebitamento netto e al PIL programmatici, l'indebitamento netto della PA aumenterebbe, in valore assoluto, a circa 155,7 miliardi, con un'incidenza rispetto al PIL pari a circa all'8,8 per cento.

In virtù della natura temporanea degli interventi previsti, il percorso di rientro, già delineato nella NADEF 2020, risultante dall'applicazione della legge di bilancio 2021-2023, si intende confermato anche dal 2022. Per approfondimenti si rinvia anche alla documentazione predisposta dai servizi studi e dai servizi di bilancio della Camera e del Senato. Qui ho concluso e ringrazio ancora i colleghi per aver collaborato alla stesura di un testo concordato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva.

È iscritto a parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Lo scostamento di bilancio che ci apprestiamo a votare è funzionale al “Ristori 5”, che aiuterà imprese, lavoratori e famiglie a continuare ad affrontare - e si spera a reggere - la crisi economica da COVID-19. La crisi economica si fa sempre più pesante, con le prospettive che non migliorano per il 2021 a causa delle nuove chiusure e restrizioni imposte dal Governo per arginare il diffondersi dei contagi da Coronavirus, in attesa che il vaccino porti i tanto attesi benefici. Confcommercio ha dichiarato che il rimbalzo dell'economia nel 2021 sembra essere già compromesso. I commercianti chiedono di poter riaprire in sicurezza per evitare l'ecatombe e siamo consapevoli che i ristori o gli indennizzi da soli non possono sopperire alle perdite di fatturato registrate per via dei lockdown. Bene i contributi a fondo perduto generalizzati - sono un'ottima cosa - anche per le partite IVA e bonus 1.000 euro per i lavoratori stagionali, intermittenti, autonomi. È bene anche la prevista “rottamazione quater” delle cartelle esattoriali, con nuovo saldo e stralcio, e una proroga della Cassa integrazione COVID. Io mi permetto di suggerire - ed è quanto il MAIE proporrà al Senato - una verifica dei codici Ateco indennizzati, in quanto da un nostro consueto ascolto territoriale risulta che alcune attività afferenti naturalmente a queste categorie invece non lo sono state per nulla. Quindi, io comprendo e apprezzo gli sforzi notevoli del Governo, anche in previsione di una possibile terza ondata che ha cominciato a far capolino in alcune zone del nostro Paese. In conclusione, noi abbiamo firmato la risoluzione di maggioranza, che naturalmente voteremo.

PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Paolo Ficara è diventato padre della piccola Andrea. Esprimo al collega, alla mamma e alla neonata gli auguri più sinceri da parte di tutta l'Assemblea (Applausi).

È iscritto a parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo scostamento di 32 miliardi, Presidente, però vorrei far notare, a lei, al Governo, che continua a scrivere messaggi sul telefono invece di ascoltare l'Aula, e a noi colleghi, che noi stiamo votando oggi tre fogli A4, di cui solo nell'ultimo - quindi, un foglio A4 - è spiegato, diciamo, questo scostamento di 32 miliardi. Però, noi lo voteremo questo scostamento, proprio perché siamo in una situazione di crisi politica e di emergenza sanitaria - lo ricordava poco fa il collega che mi ha preceduto - e, quindi, lo voteremo. Però, permettetemi di ricordare un'altra cosa a voi colleghi: che noi, nel 2020, abbiamo chiesto 108 miliardi di scostamento di bilancio e questi miliardi non sono spesso arrivati nelle tasche dei nostri cittadini. Mi auguro che questi 32 miliardi, invece, arrivino ai nostri cittadini e che vengano utilizzati in maniera seria e intelligente, non come nell'ultima legge di bilancio dove ci sono diverse mancette, tipo i rubinetti e i vini di qualità (per non ricordarli tutti). Io mi auguro, invece, che questa volta vengano utilizzati per far ritornare in aula i nostri ragazzi; vengano utilizzati per sostenere le nostre piccole e medie imprese, le famiglie, gli emarginati, spesso dimenticati in questa emergenza, nonché per accelerare la campagna vaccinale.

Poi, un'ultima cosa, Presidente. Si acceleri soprattutto nell'emanazione dei decreti attuativi. Noi siamo in ritardo: mancano ancora 64 decreti attuativi. Per quanto riguarda il “decreto Semplificazione”, per esempio, che era quello che doveva sbloccare i nostri cantieri, ne è stato emanato solo uno su 37, quindi abbiamo avuto l'effetto contrario, che, invece di sbloccare, ha bloccato i nostri cantieri.

Concludo, dicendo che, senza l'adozione di questi decreti attuativi richiesti, le risorse stanziate a favore dei cittadini non possono essere erogate. Quindi, mi auguro che, oltre a questo scostamento, si acceleri anche nello sbloccare ed emanare i decreti attuativi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Azione-+Europa non si accoderà a questo coro di consenso e di voto favorevole. Noi non voteremo questo scostamento di bilancio, al quale tutti si sono affrettati, anche durante il periodo della crisi di Governo, a dire “sì”. A dire “sì” per senso di responsabilità. Ma, a nostro giudizio, il senso di responsabilità richiederebbe qualcos'altro. Richiederebbe di capire come questo indebitamento di 32 miliardi vada speso. In quale direzione? Con quale ratio? Con quali obiettivi? Con quali progetti? Ebbene, la risposta del Governo è contenuta in questo foglio: 32 miliardi di indebitamento richiesti in 10-15 righe. Avete grande fiducia, amici dell'opposizione, verso l'attività del Governo! Aprite un credito nei confronti di questa maggioranza che è un credito enorme! Non lamentatevi poi se al dunque, nel momento in cui osserverete il decreto o vedrete i vostri emendamenti respinti, dovrete pentirvi di quello che avete fatto oggi.

Ebbene, noi non ci accodiamo, noi ricordiamo come è stata approvata la legge di bilancio, noi vediamo come si pone questo Governo nei confronti del MES, noi vediamo il pressappochismo della approvazione del Recovery Plan. Ebbene, alla luce di tutti questi aspetti, noi non ci sentiamo di dare fiducia, perché questo è un vero e proprio voto di fiducia nei confronti del Governo. Noi non lo diamo e ci dispiace che il resto dell'opposizione si accodi in modo - devo dire - così immotivato e irrazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Noi, come gruppo Centro Democratico-Italiani in Europa, votiamo a favore di questa ulteriore richiesta di scostamento. Finora lo Stato ha impegnato 108 miliardi, per fronteggiare le conseguenze della drammatica epidemia sia sul versante sociale che su quello economico. Cassa integrazione, crediti garantiti alle imprese, ristori per le perdite delle imprese configurano un intervento complessivo, che in Europa è secondo solo a quello assunto dalla Germania. Naturalmente tutte le azioni adottate possono essere considerate incomplete e insufficienti, ma lo sforzo fatto dallo Stato e anche la sua efficacia è valso ad evitare il tracollo del sistema produttivo, da un lato, e il collasso sociale, dal lato del lavoro e dell'occupazione. Le critiche si possono fare, ma non si può distorcere la realtà. Siamo in linea con le misure adottate dai Paesi leader in Europa, a cominciare dalla Germania.

Sul terreno macroeconomico si deve dare atto che le misure hanno consentito di ridurre la caduta del prodotto interno lordo, malgrado l'Italia sia stata colpita per prima e con maggiore profondità. Il calo tendenziale del PIL è in linea con quello francese nei primi tre trimestri del 2020 e migliore di molti altri Paesi europei, 9 per cento su base annuale, e coincide con le previsioni indicate nella NADEF. Siamo convinti che anche le agenzie internazionali, tra cui il Fondo monetario, che portavano previsioni più pessimistiche delle nostre per l'Italia, ora riconosceranno che le nostre erano sostanzialmente corrette. Questo approccio va proseguito anche di fronte al riproporsi della durezza dell'epidemia. Per questo il Governo richiede un nuovo ricorso all'indebitamento per 32 miliardi, per il quale si richiede l'autorizzazione al Parlamento. Centrale è il programma di vaccinazioni in corso, che deve metterci nella condizione di raggiungere nel 2021 una ripresa del PIL vicina alle previsioni della NADEF. Il rapporto debito-PIL sarà inferiore a 158 punti nel 2021, con una proiezione al 2031 di un rapporto debito-PIL in linea con quello pre-COVID.

Grazie a questo scostamento, proseguirà il sostegno ai settori colpiti dalla pandemia, sia per il lavoro, con un prolungamento della cassa integrazione guadagni, sia per le imprese. Le risorse saranno destinate al sistema trasportistico, nonché alle Forze dell'ordine e alla Protezione civile; un impegno importante sarà previsto per la campagna di vaccinazione; sarà adottata una direttiva per evitare assembramenti e appesantimenti nelle famiglie, nell'espletamento dei compiti dell'Agenzia delle entrate.

In conclusione, il Governo pensa che questo sia l'ultimo scostamento e ovviamente noi ce lo auguriamo. È importante che il Parlamento continui a manifestare unità e compattezza nel contrasto alla pandemia, perché è l'impegno centrale delle istituzioni nei confronti del Paese. Resta un certo grado di incertezza, prima che il piano di vaccinazione ci porti fuori dal tunnel, ma in questo momento nutriamo la speranza che si possa davvero voltare pagina. Certo, ci dovremo concentrare sull'attuazione efficace del Recovery Plan. I nostri concittadini ci guardano e confidano che le istituzioni, Governo e Parlamento, siano all'altezza della durezza della sfida, per poter guardare al futuro con speranza.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, noi voteremo a favore dello scostamento di bilancio, all'attenzione della Camera oggi, di 32 miliardi, come abbiamo fatto in altre occasioni, insieme a tutta l'opposizione, per la stessa ragione per cui abbiamo votato contro la fiducia al Governo Conte - lo ha ben illustrato il presidente Lupi, lunedì mattina, alla Camera -, perché abbiamo a cuore l'Italia. Amiamo il nostro Paese, reputiamo inadeguato questo Governo, crediamo che il Presidente Conte avrebbe già dovuto dare le dimissioni dopo il voto al Senato, ma nel frattempo la crisi economica non può aspettare i tempi della crisi politica.

E, allora, dobbiamo aiutare le imprese, dobbiamo aiutare i lavoratori e, votando a favore dello scostamento, diciamo al Governo che il confronto e il dialogo, evocati dal Presidente Conte alla Camera e al Senato, questa volta devono diventare veri, devono diventare concreti, perché in tutte le precedenti occasioni di scostamento di bilancio siamo arrivati a mettere a debito 108 miliardi di euro a disposizione del Governo, che sono stati spesi male. Infatti, noi crediamo che è un errore aver destinato 11 miliardi sino ad oggi al reddito di cittadinanza e che i ristori non proporzionali alle perdite subite dalle chiusure volute dal Governo sono stati un grave errore, perché 423 miliardi di perdite non possono essere ristorate con 28 miliardi, il 7 per cento. Un imprenditore che perde 900 mila euro non può avere come ristoro 24 mila euro: non è sufficiente, è troppo poco ed è danaro speso male. Come non servono i sussidi, come ad esempio il bonus turismo, 2 miliardi e 400 milioni di euro: sono stati utilizzati solo 600 milioni ed è il mercato, sono gli italiani, che non li hanno utilizzati. Vuol dire che è uno strumento sbagliato, per un settore che rappresenta il 13 per cento del PIL italiano.

Allora, sino a oggi è stato utilizzato, come ci ricordava Draghi l'estate scorsa, debito cattivo, che è quello che toglie soldi dalle tasche. Noi puntiamo, invece, al debito buono, che è quello che dà più risorse di quelle che vengono messe dal Governo a disposizione del mondo economico. Quindi, insistiamo per investire sulle filiere produttive, sul tagliare il costo del lavoro, sul cancellare tasse e contributi e trasformare i ristori in veri e propri risarcimenti.

Così crediamo che sia necessario eliminare le diseguaglianze. Ci sono italiani garantiti - per fortuna, meno male, siamo contenti - ma ci sono anche italiani non garantiti, come le partite IVA, come i commercianti, gli imprenditori, i tassisti. Ci sono categorie abbandonate, che hanno bisogno di essere aiutate.

Allora, sugli interventi bisogna lavorare insieme. Noi siamo preoccupati che il Governo sia troppo distratto dal problema della sua tenuta. Volete restare attaccati alle poltrone di Governo. Fate pure, io ricordo però ad alcuni partiti della maggioranza, che il loro leader - mi riferisco al MoVimento 5 Stelle - considerava i voltagabbana detestabili, considerava il mercato delle vacche qualcosa da disprezzare e addirittura considerava i responsabili quasi dei delinquenti politici.

Allora, io credo che avete dato il peggiore esempio delle persone che criticavate, perché avete usato quegli strumenti, quel mercimonio, quando si è tutti in Parlamento per lottare contro quel sistema e quei metodi.

E, allora, concludo, Presidente. Io credo che sia necessario utilizzare le energie che il Governo ha utilizzato sino ad oggi per pensare al proprio futuro, per pensare alla propria prospettiva, adesso, per iniziare a pensare alla prospettiva e al futuro degli italiani.

Abbiamo a che fare con un Governo che ha una maggioranza raccogliticcia: questi sono gli interlocutori con cui, però, noi ci daremo da fare, perché crediamo che è necessario utilizzare, questa volta, i soldi dello scostamento in modo adeguato, in modo efficace, bisogna ragionare tutti insieme. Io chiedo al Governo di non buttare questa occasione e di non buttare i 32 miliardi di scostamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Non siamo ad un passaggio rituale, sebbene siamo di fronte a un quinto scostamento importante in meno di un anno. Come è stato ricordato, ai 108 miliardi di scostamento che il Parlamento ha autorizzato fino a dicembre del 2020, si aggiungono altri 32 miliardi. Non è un passaggio rituale, è un passaggio importante e ha fatto bene il Governo a confermare i tempi dello scostamento, nonostante il quadro politico abbia le caratteristiche che abbiamo discusso in questi giorni. È stato importante perché, come sapete, sono state prese misure restrittive per quanto riguarda tante attività economiche, sono state prese misure restrittive necessarie e che incideranno anche nelle prospettive delle prossime settimane e dei prossimi mesi ed era necessario intervenire senza perdere tempo.

Come sapete, il decreto che utilizzerà i 32 miliardi dello scostamento che autorizziamo oggi è un decreto che arriverà a breve; potrà, da un lato, intervenire su settori, su imprese, su filiere che sono state solo parzialmente coperte e potrà intervenire su quelle filiere che hanno una stagionalità, come quella del settore sciistico, che, invece, hanno in queste settimane pagato i costi delle restrizioni.

È una misura, quindi, utile, una misura necessaria ed è importante sul piano politico che a questo passaggio si associno tutte le forze politiche o la stragrande maggioranza delle forze politiche rappresentate in Parlamento; è un segno importante di consapevolezza e dell'utilità delle misure che andiamo a prendere.

È un passaggio importante, un passaggio non rituale, un passaggio impegnativo e che dobbiamo valutare - lo farò brevemente - su due piani distinti: il piano macroeconomico, che non deve sfuggirci, nonostante l'attenzione, poi, all'utilizzo di queste risorse. I 32 miliardi che, appunto, si aggiungono a 108 sono una cifra enorme, arriviamo a mobilitare risorse aggiuntive per circa l'8 per cento del PIL.

Come è stato ricordato, siamo uno dei Paesi che nell'Unione europea si è speso di più, ha speso di più, però vi faccio notare, nonostante il volume delle risorse, che, in queste ore, il neo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, giura e si impegna su un pacchetto di 1,9 trilioni, cioè 1.900 miliardi di dollari, che si aggiungono a 3,9 trilioni di dollari, 3.900 miliardi di dollari. Complessivamente, siamo intorno al 27 per cento del PIL degli Stati Uniti: capite l'ordine di grandezza, nonostante i nostri sforzi. Ed è evidente che questo intervento serve a tenere su il tessuto produttivo, ad evitare conseguenze irreparabili; è un intervento che va fatto sul versante delle famiglie, sul versante dei lavoratori, sul versante delle imprese e va fatto per rianimare la crescita, che è il driver fondamentale, poi, per fare i conti con un debito pubblico che, ovviamente, aumenta.

Su questo non c'è tempo ora di intervenire, però abbiamo un'agenda da cambiare, perché se pensiamo, nell'Eurozona e nell'Unione europea, di andare avanti come negli ultimi tre decenni, attraverso le esportazioni come principale canale di crescita, temo che le risultanze saranno piuttosto deludenti. C'è bisogno di domanda interna a livello nazionale e a livello europeo, di cui una parte è il Recovery Fund, ma esso deve trovare sostegni consistenti e continuativi.

C'è un altro elemento fondamentale, che è la politica monetaria. L'anno scorso, la Banca centrale europea ha comprato 216 miliardi dei nostri titoli di debito pubblico; in dieci mesi, ha speso più dell'intero ammontare del Recovery Fund sui nostri titoli; quest'anno si muoverà su cifre analoghe. È evidente che, per quanto puoi tirare la crescita, c'è un problema di numeratore, c'è un problema di tassi di interesse, c'è un problema di sterilizzare - non cancellare, sterilizzare - quel debito che si è accumulato in anni straordinari, come sono gli anni che stiamo attraversando, ma su questo dovremo tornare.

Chiudo sulla parte che, invece, riguarda l'utilizzo delle risorse. Qui bisogna essere chiari: ovviamente, non abbiamo fatto abbastanza, non fai mai abbastanza, quando ti trovi di fronte a un crollo del PIL il del 9 per cento. È vero, ci sono imprese in grandissima difficoltà, però basta con le caricature: questa cosa che questa maggioranza non si è occupata delle partite IVA è infondata, è clamorosamente infondata! Lo dico con rispetto anche verso chi continua a citare i conti fatti dalla CGIA di Mestre, che studio sempre con grande attenzione, ma i conti fatti sono parziali: a quei 29 miliardi che si continuano a considerare, ne vanno aggiunti circa altri 60. Ora non ho tempo per entrare nel merito, ma ci sono i rinvii delle tasse, che sono stati per circa 17 miliardi, ci sono le misure a sostegno del lavoro. Se tu prendi a riferimento il fatturato per misurare quanto ti ho ristorato e non tieni conto che hai risparmiato 33 miliardi di ammortizzatori sociali, è chiaro che fai un conto che non funziona. Non vado avanti a citare gli interventi, ma questo non per giustificare che è andato tutto bene; sto dicendo, però, basta con le caricature. Questo Governo e questa maggioranza si preoccupano delle partite IVA tanto quanto si preoccupano dei lavoratori dipendenti, perché stiamo tutti sulla stessa barca, perché se non funziona l'impresa, il lavoro, poi, ovviamente, non ce la fa.

Chiudo su un punto: il reddito di cittadinanza. Guardate, possiamo pensare quello che vogliamo, ma chi continua a valutare il reddito di cittadinanza sulla base degli effetti che ha avuto in termini di occupazione è fuori dal mondo. In un momento in cui il PIL crolla del 10 per cento e hai centinaia di migliaia di disoccupati in più, ti aspetti che il reddito di cittadinanza generi lavoro? Il reddito di cittadinanza ha contribuito a ridurre l'impatto sulla povertà: 3 milioni di persone, grazie al reddito di cittadinanza, hanno evitato condizioni drammaticamente peggiori: è un dato, non è un'opinione politica!

Allora, chiudo. Noi, ovviamente, votiamo a favore dello scostamento e riteniamo che le priorità indicate siano giuste; questo è un passaggio importante, poi, ovviamente lavoreremo, nei limiti di questo bicameralismo alternato, sul decreto che conseguirà allo scostamento, ma deve essere evidente che è un passaggio, un passaggio che serve a ristorare ancora, a soccorrere e, in qualche misura, a precostituire le condizioni per lo sviluppo.

Chiudo su un punto che mi sta molto a cuore: il blocco dei licenziamenti. È vero, è un anno che c'è il blocco dei licenziamenti; al 31 marzo sarà un anno del blocco di licenziamenti, ma purtroppo a me pare che non sia sufficiente. Per evitare conseguenze sociali drammatiche quel blocco, almeno in misura selettiva, va esteso. Accompagnato, ovviamente, dalla cassa integrazione, per non pesare sui conti finanziari delle imprese, ma quel blocco dei licenziamenti va esteso, altrimenti le conseguenze saranno peggiori, non solo sul piano sociale ma anche sul piano economico (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Abbiamo avuto due giorni di intenso dibattito parlamentare in merito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio relative alla situazione politica. Io ho ascoltato quasi tutti gli interventi, o da qui o dal mio ufficio, e, alla fine, mi si è rafforzata la convinzione - che, devo dire, di aver spesso avuto - per cui in quest'Aula parliamo ma non ci ascoltiamo quasi mai. In quest'Aula va in onda un dialogo fra sordi, in cui magari in discussione generale si fa una domanda, poi qualcuno magari risponde e in dichiarazione di voto si ripete la stessa domanda, magari con più enfasi perché c'è la diretta televisiva.

Oggi parliamo di situazione economica e non mi aspetto niente di diverso. La mia forza politica sta ponendo da diversi mesi una questione molto semplice, che è alla base della scelta di ritirare la delegazione ministeriale - o almeno è la motivazione di molti di noi, la maggior parte. Quando butteremo queste mascherine, un bel giorno di fine 2021 - o, se non siamo così bravi, inizio 2022 -, il rapporto debito/PIL italiano sarà intorno al 160 per cento. Se a questo punto diremo: “È passata la nottata, possiamo tornare a fare quello che facevamo prima”, questo Paese avrà solo un insieme di rimpianti che chiamerà “futuro”, perché quello che facevamo prima significa crescere a un tasso medio dello 0,4 per cento. Questo è il tasso medio di crescita dell'economia italiana nei vent'anni precedenti il COVID: il più basso del mondo, del mondo. Nella zona euro stiamo vivendo il quinto mese consecutivo di deflazione - vuol dire prezzi che scendono - e l'ultimo bollettino della Banca d'Italia ci ricorda che le aspettative di inflazione a dieci anni - cioè quelle che avremo fra dieci anni - superano di poco l'un per cento, nella migliore delle ipotesi. In un mondo del genere, vedete, un Paese con un debito pubblico al 160 per cento del PIL e che cresce dello 0 virgola, finisce a gambe all'aria in un tempo inferiore a quello che serve ad alcuni a comprendere questo concetto. Questo accade perché la velocità inerziale di crescita del debito, anche a un livello minimo di costo del debito del 2 per cento a cui il MEF mira in futuro - ora è il 2,4 - sarebbe superiore alla velocità nominale di crescita dell'economia e questo metterebbe di per sé il debito su una traiettoria esplosiva, per fermare la quale sarebbero necessarie una serie di manovre fiscali restrittive che in questo Parlamento nessuna forza politica è in grado persino di promettere, figuriamoci di fare. L'unico modo per evitare tutto questo non è il quieto vivere del “ragazzi, fate i bravi, che c'è la pandemia”, che ci siamo sentiti ripetere così tanto spesso negli ultimi mesi e negli ultimi giorni. Se non agiamo subito l'Italia andrà incontro a qualcosa di peggiore di una pandemia, per la quale il vaccino non c'è né può essere trovato. E non è neanche il ripetere “dobbiamo andare veloci, non fateci perdere tempo con queste cose” - anche questo ce lo siamo sentiti ripetere parecchio negli ultimi giorni -, perché non c'è velocità sufficiente per chi non sa dove sta andando o, in certi casi, non ha la più pallida idea di dove stia andando e con quale automobile stia viaggiando. Il fatto di richiamare i tanti precedenti di tutte le volte in cui questo Paese è stato sull'orlo del baratro, per poi invece salvarsi, dimostra solo il non aver compreso né le debolezze strutturali della nostra economia degli ultimi due decenni, né lo shock di finanza pubblica e di economia reale rappresentato dal COVID. L'unico modo per evitare tutto questo è dirigere tutte le nostre energie, nessuna esclusa, a creare le condizioni per un'impresa immane: far sì che per il resto di questo decennio e in quello successivo l'Italia proceda a una velocità superiore - e di molto - a quella tenuta negli ultimi venti o persino negli ultimi trent'anni, in cui abbiamo governato tutti, dimostrando finalmente di aver capito che l'avvento della globalizzazione, che alcune forze politiche di maggioranza e di opposizione demonizzano, ha semplicemente messo a nudo problemi che in questo Paese covavano fin dalla fine del miracolo economico degli anni Sessanta.

Erano mesi che, in questo Parlamento, noi di Italia Viva dicevamo quali fossero le due strade principali per raggiungere l'obiettivo della crescita: una riforma strutturale dell'Irpef, a mezzo secolo dall'ultima, e un utilizzo saggio e corretto del Recovery Plan, che non è né una grande legge di bilancio né la bacchetta magica per decine e decine di problemi, ma deve essere un piano industriale di ristrutturazione del Paese. A questo proposito, siamo pronti a discutere con chi vorrà di un ambizioso piano di riforma della pubblica amministrazione che incarni il vero senso del Recovery Plan: riforme strutturali accompagnate dalla spesa necessaria per implementarle e non il contrario, cioè spesa accompagnata da riforme di contorno.

Oggi autorizziamo 32 miliardi di nuovo deficit che il gruppo di Italia Viva vota convintamente. Però, questi 32 miliardi di nuovo deficit - il relatore lo diceva prima - ci costano 4,1 miliardi nei prossimi dieci anni di interessi passivi. Potevano costarci zero, anzi, potevamo pure guadagnarci un po'. Sono i paradossi dei tassi di interesse negativi che sono quelli che avremmo avuto, accedendo alla linea pandemica del Meccanismo Europeo di Stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non rifarò il solito discorso, Presidente, perché non ne posso più e credo che tutti dovremmo fare un passo avanti, ma quello che farò - e, credetemi, non lo smetterò di fare - è chiedere che mi venga data risposta alla domanda che noi di Italia Viva ripetiamo da diverse settimane senza mai avere una risposta, a proposito di chi ha voluto interrompere il dialogo. La domanda è questa e magari la Vice Ministra Castelli mi può rispondere in replica: nell'attuale versione del Recovery Plan utilizziamo 75 miliardi dei 127 complessivi di prestiti non per fare nuovo deficit, non per cambiare il sentiero di finanza pubblica, ma per finanziare a un costo più basso spese future già previste in bilancio. I prestiti del Recovery Plan, come sapete, hanno molteplici condizionalità, anche di tipo macroeconomico, tra cui il rispetto delle tanto vituperate regole fiscali europee, l'accoppiamento obbligatorio alle riforme, la destinazione di spesa nei settori indicati dalla Commissione europea e persino il controllo di un organismo, il Comitato economico e finanziario, composto dai rappresentanti delle banche centrali e dei ministeri del Tesoro degli Stati membri. Facciamo tutto ciò - e facciamo benissimo a farlo - con fanfare, festeggiamenti e tappi di champagne che saltano, ma non ci avete ancora spiegato - nessuno ce l'ha spiegato in questo Parlamento - perché non facciamo la stessa identica cosa, non un millimetro di più e non un millimetro di meno, con i 36 miliardi di prestiti del MES che, nonostante le menzogne che si continuano a raccontare in quest'Aula e fuori, hanno un'unica e innocua condizionalità, cioè l'utilizzo di quelle risorse per l'emergenza sanitaria legata al COVID. La verità è che la decisione di non ricorrere al MES è stata dettata dalla peggior forma di populismo, quella di chi è perfettamente consapevole che stiamo dicendo il vero, ma non può permettersi di ammetterlo, per non rinnegare un passato di slogan utilizzati solo per lucrare il consenso di chi trova comodo dire solo “no” e individuare in altri il colpevole dei nostri guai. Lo rispettiamo, con il rispetto dovuto a qualsiasi partito rappresentato in questo Parlamento o non rappresentato in questo Parlamento, ma abbiamo fatto quello che abbiamo fatto perché non crediamo che questo modo di governare sia adatto alla settima potenza mondiale e tanto più in un momento così cruciale della nostra storia. Vedete, in Italia Viva non siamo tutti convinti, nonostante l'apparenza, che quello che diciamo e quello che facciamo e soprattutto come lo diciamo e come lo facciamo sia sempre il modo più giusto, il modo più adatto, il modo più utile, e siamo sempre pronti a discutere di tutto con chiunque. L'altro giorno però pensavo che sono due le cose che hanno sempre prevalso in Italia, se ci pensate. La prima è la convinzione che conti solo quello che accade domattina, non tra qualche mese o tra qualche anno; e la seconda è che la convinzione che si è sempre fatto così, continuiamo così, abbia da qualche parte un posto d'onore in fondo nelle bellissime parole scritte da Goffredo Mameli quando compose il nostro inno. È arrivato il momento di dire che entrambe queste convinzioni si devono dimostrare per quello che sono: due tra le cause principali dei nostri problemi. E così, in questi giorni, in tanti ci hanno chiesto se in fondo siamo matti. La risposta è un sonoro “sì”, ma, forse, non per i motivi che credete voi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Vice Ministro Castelli, onorevoli colleghi, siamo qui, oggi, per approvare lo scostamento di bilancio per altri 32 miliardi, per salire a 170, oltre 170, compresa la manovra di bilancio. Uno scostamento importante. In un momento difficile e complicato, nel quale il Paese è in ginocchio, una forza, come Fratelli d'Italia, di patrioti risponde “presente”; ci stiamo, nella speranza che le risposte siano tempestive, perché sappiamo, lo sappiamo per storia, perché ci siamo passati quando amministravamo anche i nostri territori, che la tempestività della risposta può fare la differenza, cosa che non c'è stata fino ad oggi. E allora senza indugio, senza perdere tempo, dovevamo rispondere e dare la disponibilità a mettere in campo queste importanti risorse. Abbiamo chiesto che ci sia più spazio per gli autonomi, che ci sia finalmente spazio per le imprese che operano nel mondo dello sci.

Abbiamo chiesto di superare finalmente l'aberrazione dei codici Ateco. Abbiamo chiesto maggiore tutela per quel mondo del lavoro che è stato troppo spesso dimenticato, messo da parte, per la scelta di questo Governo e della maggioranza di pensare soltanto a fare assistenza. Tempestività e concretezza, Presidente, che noi ci aspettiamo di trovare nei prossimi dibattiti parlamentari anche e soprattutto per le scelte del Recovery Plan; lo abbiamo chiesto anche oggi, lo abbiamo chiesto nuovamente a Gualtieri, ci sono state anche stamattina delle aperture da parte del Ministro in Aula. Noi siamo disponibili, a condizione che venga data voce e spazio alla nostra forza politica, che saprà, come già dimostrato in passato, proporre quelle proposte che possono fare la differenza. Ma, se siamo d'accordo a votare a favore dello scostamento di bilancio, siamo contrari, e denunciamo e continueremo sempre a farlo gli altri scostamenti, Presidente. Lo scostamento principale: quello dalla realtà, voi siete lontani dalla realtà della Nazione.

Quando parlate, anche come è successo qualche attimo fa, e mi dispiace di dirlo al collega Fassina, non arriva la potenza di fuoco, non arriva la vostra disponibilità ad occuparsi del mondo del lavoro, della ristorazione, del mondo alberghiero. Anche oggi abbiamo nuovamente interrogato il Ministro Franceschini per dirgli che il comparto del turismo è in ginocchio e che andrebbe dichiarato lo stato di calamità, come abbiamo chiesto ormai da un anno. Si fa fatica a portarvi all'interno delle città, all'interno dei problemi della gente, a parlare con voi di scuola, perché siete molto scostati dalla realtà, Presidente, e questo non finiremo mai di denunciarlo. E in questo vostro scostamento volate talmente alto che vi appuntate continuamente medaglie, anche oggi: voi siete i primi, siete i primi in questo, siete i primi in quest'altro, e ve lo ripetete probabilmente anche nell'intimità, anche a casa vi ripetete che siete primi nella gestione di questa pandemia, quando in realtà siete primi solo per numero di morti da COVID e primi nella catastrofe del PIL della nostra Nazione di questo periodo. E siete talmente scostati dalla realtà che il Presidente del Consiglio è venuto a raccontarci che le famiglie nei paesi colpiti dal sisma sono ritornate nelle case; uno scostamento incredibile, una dissociazione, un mondo che non c'è. Questo è molto grave perché è l'ennesima volta che Conte utilizza i paesi colpiti dal sisma per fare propaganda, per fare passerella e per dimostrare quel volto umano, gentile e buono che in realtà non ha, perché è in realtà il volto di chi cinicamente utilizza una tragedia a fini elettorali, propagandistici, e in questo caso per tenere in piedi la propria maggioranza; in questo caso, con l'aggravante, Presidente, di aver scelto il commissario Farabollini, che ci ha fatto soltanto perdere due anni nella ricostruzione post-sisma.

L'ho chiesto oggi, lo ripeto anche a lei: insisto perché una delegazione della competente Commissione si rechi sui luoghi colpiti dal sisma per vedere e andare a prendere un caffè nelle case che sono state ricostruite e di cui ha parlato Conte in Aula. Ma siete anche scostati, lontani, dai dettati costituzionali, perché un Governo senza numeri, Presidente, va a casa.

Per lo scempio che è andato in onda ieri credo che ci dovremmo vergognare tutti: lo ha visto tutta Europa, lo ha visto tutto il mondo che vi siete attaccati al VAR per cercare di mantenere in piedi una maggioranza. Un momento come questo non si può gestire con i Ciampolillo di passaggio, non si può gestire con i senatori a vita; un momento come questo ha bisogno di un Governo forte e ha bisogno che tutti quanti noi, per primo il Partito Democratico, ci ricordassimo che abbiamo una Costituzione e che la sovranità appartiene al popolo. Le faccio notare una cosa che a me colpisce molto e che in questi richiami sui social, ma anche sulla stampa, del centrosinistra e del MoVimento 5 Stelle si è sempre sottolineato e si è evocato che bisogna attaccarsi ai Ciampolillo perché non si può consegnare il Paese alle destre. No, non è così: il Paese alle destre, a Fratelli d'Italia, glielo consegnerebbe il popolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non una crisi di Governo.

E guardi che è dire la stessa cosa in maniera diversa, ma con una spocchia e un'arroganza che dimostra lo smodato senso di superiorità. Non posso permettermi di chiedere al popolo quello che vuole, perché poi il popolo vota a destra, e quindi noi non possiamo fare questo; peccato che in questo modo si calpesta il buonsenso, i cittadini e anche la Costituzione.

Ma ce n'è un altro di scostamento che è andato ieri in scena, l'altro ieri, in quest'Aula: è lo scostamento dai diritti umani; lei dovrebbe essere molto sensibile, Presidente Fico. Sì, perché il Presidente Conte ha associato la Cina al nostro sistema di valori e al nostro sistema di principi; la Cina, dove vengono calpestati quotidianamente i diritti umani, i diritti più elementari. Pensi che in Cina ancora oggi le insegnanti giurano sullo statuto del Partito Comunista; e noi siamo venuti, abbiamo dovuto ascoltare il Presidente del Consiglio, non un parlamentare magari un po' tifoso, magari anche clamorosamente nostalgico, ma il Presidente del Consiglio venirci a dire che la Cina ha il nostro sistema di valori e di principi. Probabilmente ha voluto, in questo modo, lanciare la ricorrenza che ci sarà domani, perché domani questa Nazione, qualcuno in questa Nazione festeggerà il centenario del Partito Comunista, cosa grave e vergognosa; verranno festeggiati con 400 mila euro che voi avete messo in bilancio per festeggiare il centenario del Partito Comunista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Certamente, in questo momento non si sente l'esigenza di questa festa e certamente non si sente l'esigenza di spendere soldi per questa manifestazione.

C'è un ultimo scostamento, Presidente, che è uno scostamento comico: è lo scostamento del MoVimento 5 Stelle rispetto a tutto quello che aveva detto in campagna elettorale; è lo scostamento di quello che si era e si diceva che sarebbero stati e poi non sono stati; è lo scostamento dalla scatoletta di tonno; è lo scostamento dal doppio mandato; è lo scostamento, Presidente, dell'utilizzo dei senatori a vita. Se dovessi ripercorrere tutti gli scostamenti del MoVimento 5 Stelle rispetto al credo, a tutto quello che hanno raccontato alle persone e ai loro elettori, certamente non mi basterebbe il tempo a mia disposizione. Insomma, con questo clamoroso scostamento hanno dimostrato che tra il dire e il fare, Presidente, c'è di mezzo il poltronare. E lei capisce che per una forza politica, come Fratelli d'Italia, che ha fatto della propria coerenza, che ha navigato in acque tormentate, con percentuali anche molto piccole, e che non ha mai, mai, fatto venire meno la stella cometa della coerenza, lei capisce che per noi oggi il MoVimento 5 Stelle è un movimento che è destinato a scomparire, ma soprattutto è un movimento che noi guardiamo dall'alto in basso, non solo e non soltanto da un punto di vista dei sondaggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Presidente, membri del Governo, una domanda, forse un po' retorica: e se tornassimo tutti con i piedi per terra, in mezzo alla gente? Se cominciassimo a uscire dai riti astratti delle procedure e ci domandassimo: ma cosa sta succedendo, cosa stiamo facendo? Vedi, oggi tocca a un rito sacrosanto, un rito costituzionale, previsto dall'articolo 81 della Costituzione, che ho contribuito anch'io a modificare, assieme all'amico Giorgetti, sesto comma, un rito inserito dentro la normativa europea sulle regole di bilancio: è il rito dello scostamento, cioè il Parlamento ci deve autorizzare a discostarci momentaneamente dall'OMT, vale a dire dall'obiettivo di medio termine. Già questo non lo capisce nessuno. E se poi spendiamo altri 32 miliardi, che assieme agli altri quattro scostamenti fa 140 miliardi e finiamo al 160 per cento del rapporto debito-PIL (e non dico altri numeri perché sono stati detti benissimo dai miei colleghi? Tutto questo ci potrebbe far sorridere, se la situazione non fosse drammatica; drammatica in economia, drammatica in termini di pandemia, drammatica nella situazione politica di maggioranza governativa, drammatica nel Paese, signor Presidente. Ma vede, signor Presidente, 140 miliardi, cinque scostamenti in un anno, cinque scostamenti in un anno per una cifra mostruosa, mai vista, bene, vede, questi scostamenti non vengono da Marte né da un fantomatico pozzo di San Patrizio. Sa da dove vengono, signor Presidente? Il concetto non è mio, cito sempre: vengono dal futuro, sono 140 miliardi che vengono dal futuro, vengono dai nostri figli, dal loro lavoro, dalle loro tasse, dal loro risparmio, dalla loro sicurezza sociale, dalla loro vita, dalla loro qualità della vita, che sarà inferiore, perché noi stiamo decidendo, abbiamo deciso su 140 miliardi che loro dovranno pagare, non noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E allora, se considerassimo tutti questi elementi come punti rilevanti su cui emozionarci, preoccuparci, fare un esame di coscienza, forse ci sarebbe un po' di più di contatto con la realtà. Noi stiamo decidendo al loro posto, al posto dei nostri figli e il rischio è che lo facciamo in maniera distratta, superficiale, per abitudine, a cuor leggero, in maniera confusa, in maniera iniqua, nella convinzione che i soldi ci sono e che basta spenderli. Non è così, signor Presidente, non è così. Noi abbiamo il dovere di meritarceli questi soldi, noi dobbiamo avere, come Paese, come Italia, come classe politica, come decisori, come policy maker, merito di credito, quello che le banche chiedono a noi quando andiamo a chiedere un mutuo – “ma qual è il suo merito di credito?”. E ci siamo fatti questa domanda: qual è il nostro merito di credito? Ce li meritiamo? Meritiamo di spendere per gli altri, per i nostri figli? Ecco, io ho grandi dubbi. Sarebbe il caso di farci qualche esame di coscienza, tutti: Governo, maggioranza, opposizione, ciascuno per la propria parte, Parlamento. Abbiamo fatto le cose giuste, Presidente, in questo anno, spendendo 108 miliardi (i 32 stanno per arrivare e li spenderemo)? Le cito solo alcuni termini: bonus, li abbiamo spesi in bonus, ristori, indennizzi, risarcimenti, moratorie, rimodulazioni, garanzie per la liquidità, ammortizzatori sociali, trasferimenti agli enti locali, il tutto a famiglie, lavoratori, imprese e governi locali, e ancora si potrebbero aggiungere altre tipologie.

Cosa ha funzionato di questi 108 miliardi, che diventeranno, nelle prossimi settimane, 140? Cosa ha funzionato, cosa no, quale efficacia, quale efficienza, abbiamo favorito più alcune classi verso altre, ci sono stati garantiti e non garantiti, abbiamo dimenticato? Signor Presidente, non sappiamo nulla. Oggi ho chiesto queste cose al Ministro Gualtieri e m'ha detto che sì, sarebbe bene fare un'indagine, capire come sono stati spesi questi 108 miliardi, se hanno prodotto disuguaglianze, se abbiamo favorito alcuni e non altri, se abbiamo garantito troppo alcuni e non altri: non lo sappiamo (Applausi del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ecco, vede, un Paese che ipoteca il futuro dei propri figli, spende 140 miliardi di euro e non sa come li ha spesi (Applausi del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ma le pare possibile, signor Presidente? Dov'è l'equità, l'efficienza, dove la lotta alle disuguaglianze? Al buio, a tentoni! E in Europa, sono stati più bravi di noi o meno bravi di noi? Perché vede, non è indifferente questo, perché da questa efficienza comparata dipende come usciremo dalla pandemia, se usciremo meglio di prima o peggio di prima. Io temo che usciremo da questa crisi peggio di prima.

E adesso, signor Presidente, in questo inizio d'anno, stiamo facendo le cose giuste per salvare il Paese oppure andiamo avanti per inerzia? Io temo che stiamo andando avanti per inerzia. Ecco qui, anche a nome del mio gruppo parlamentare, faccio una proposta: abbiamo 100 giorni davanti - una parte è già passata - 100 giorni per salvare questo Paese, per salvare il Paese dalla bancarotta, dalla pandemia, per salvare questo Paese dal suo egoismo. Abbiamo l'esperienza di un anno di dolore, sofferenze, confusione e caos. Abbiamo 100 giorni per riconciliarci con la gente, con il Paese reale. Abbiamo di fronte tre grandi strategie, scelte: la prima è il piano vaccini; il secondo lo stiamo discutendo questa sera, lo scostamento e il decreto che ne verrà, il “decreto Ristori”, e il terzo è il cosiddetto Recovery Plan. Ecco, vede, signor Presidente, questi non sono tre percorsi a sé stanti, divisi l'uno dall'altro, ma sono tutte parti dello stesso obiettivo e purtroppo non abbiamo mai ragionato in questi termini, quelli che i filosofi chiamerebbero termini olistici, cioè di sintesi del tutto: abbiamo solo ragionato per parti. Cento giorni. Ecco, bisognerebbe tenere queste tre strategie tutte e tre insieme, perché le dimostrerò che stanno insieme, in 100 giorni, perché il tempo è decisivo, determinante, essenziale.

Il tutto - i 100 giorni e queste 3 strategie - è più della loro sommatoria (piano vaccini, scostamento, Recovery). Vaccini: siamo sicuri che abbiamo fatto e scelto la strada giusta? Io credo di no, io sono per il modello israeliano: in 3 mesi arrivare all'immunità di gregge e destinare tutte le risorse umane possibili, necessarie, tecnologiche a raggiungere questo obiettivo in 100 giorni (Applausi del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non perché 100 giorni sia un fatto mitico, ma perché il tempo qui è fattore essenziale per il risultato (Applausi del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché se sono 8 mesi o 9 mesi non serve assolutamente a niente, perché il vaccino scade; prima e seconda dose, scade e bisogna ricominciare da capo.

E 100 giorni per la vaccinazione vuol dire procedere verticalmente, ma anche orizzontalmente, acquisire tutti i vaccini disponibili, mettere tutte le risorse finanziarie a disposizione di questa strategia preliminare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) che la gente ci chiede.

E cercherò di dimostrare che è anche conveniente dal punto di vista economico, perché, se si dà questo segnale - cento giorni e immunità di gregge - ricomincia la speranza, ricomincia la fiducia, ricomincia la mobilità della gente, ricominciano le riaperture, le ripartenze; e si spende di meno, si spende di meno di ristori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e salviamo tante vite!

Ecco, perché non ragionare in quest'Aula? Noi siamo l'Italia qui. Perché non ragioniamo per cambiare paradigma? Non me ne voglia Arcuri, ma forse il piano vaccini che anche noi qui abbiamo visto e abbiamo votato, forse è sbagliato; forse è sbagliato. Dovremmo leggerlo insieme alle risorse necessarie, i 32 miliardi che avremo a disposizione, e al Recovery Plan. Insieme! Insieme si salva l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Tre mesi, e vede, per questi tre obiettivi c'è anche un altro miracolo: che tutte le forze politiche hanno detto di votare a favore. Quindi, non ci sono divisioni: oggi voteremo all'unanimità, lavoreremo insieme per il “decreto Ristori” e voteremo verosimilmente all'unanimità anche per il Recovery Plan.

Allora, c'è il consenso politico, l'unità politica, e perché non ridisegnare i tempi e gli obiettivi per salvare l'Italia? Cento giorni, tre mesi. Pubblico o privato: ragioniamo anche su questo. Pubblico o privato, garantendo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma pubblico o privato; facciamo funzionare anche il mercato su questo obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

E basta con l'ossessione dei tamponi: l'era dei tamponi è finita! L'era dei tamponi è finita, adesso bisogna aprire la strada della vaccinazione di massa in cento giorni. Concentrare tutto sui vaccini non solo è giusto, ma va incontro alla domanda della gente e conviene in termini economici. Lo dicevo prima: più si vaccina, più si apre, meno costi, meno ristori, meno risarcimenti, più mobilità, il trade-off è straordinariamente positivo.

Vede, le risorse, se si operasse in questi termini, sarebbero tutte destinate alle ripartenze: per far ripartire le famiglie con i loro consumi, le imprese, quelle che sono state messe in sonno, in chiusura, e tutte le risorse sarebbero destinate a ripartire.

Vede, adesso abbiamo la neve, abbiamo ancora quel moloc delle cartelle esattoriali che stanno arrivando e che stanno ossessionando tutti, cittadini e imprese, ancora una volta moratorie, cioè stiamo andando avanti sempre inerzialmente, con gli errori del passato. Basta tutto questo! Superamento dei codici Ateco! Liberiamoci da queste catene e liberiamoci avendo fatto le scelte giuste sul tema dei vaccini e della lotta al virus. Facciamo riaprire questo Paese, facciamo sposare la gente, riaprendo alle cerimonie dei matrimoni, alle fiere ed ai mercati. Si riparte così, si riparte così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Per questo noi anteponiamo a tutto un nuovo piano vaccini, nel discutere qui, in quest'Aula, ed approvare subito, cento giorni; e sulla base di questo, poi, dire al bravo Gualtieri: riorganizza i 32 miliardi in funzione di questa scelta. E in funzione di questa scelta - e vado alla fine - approvare il Recovery Plan.

Ma il Recovery Plan, l'ha detto prima Marattin bene, deve avere il lievito delle riforme sui progetti, perché, se ci sono solo progetti di spesa senza riforme, non serve assolutamente a nulla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Riforma della pubblica amministrazione, semplificazione, riforma del fisco, riforma della giustizia: cento giorni, cento giorni per fare tutto questo, cento giorni per salvare l'Italia! La ringrazio, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, esponenti del Governo, colleghe e colleghi, può sembrare, a un osservatore esterno, curioso il fatto che il Parlamento approvi in così pochi giorni uno scostamento così importante, ma in realtà noi sappiamo che questo scostamento è annunciato sin dalla discussione sulla legge di bilancio e che ha orientato in parte le scelte che sono state fatte qui alla Camera sulla legge di bilancio e al Senato sul “decreto Ristori”. Quindi siamo tutti consapevoli che questo scostamento arriva dentro un percorso e l'urgenza della sua approvazione è anche legata alla rapida approvazione di un decreto che renda queste risorse rapidamente operanti per ristorare principalmente chi è colpito in questi giorni dai nuovi provvedimenti di chiusura. E' anche significativo il fatto che questo dibattito - che speriamo si concluda con un voto unanime del Parlamento, con un ampio consenso sullo scostamento -avvenga dopo un duro confronto politico avvenuto nei giorni scorsi con il dibattito sulla fiducia al Governo. Io credo che sia un segnale positivo al Paese il fatto che ci siamo duramente confrontati nei giorni scorsi, senza risparmiarci nulla nel confronto politico, ma allo stesso tempo sappiamo unirci nel voto, non burocratico ma sostanziale, di autorizzare 32 miliardi immediatamente disponibili per contrastare l'emergenza. Questo è un segnale di unità delle forze politiche senza consociativismo, di unità delle forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) nella distinzione tra maggioranza e opposizione.

Voglio solo dire al collega Trancassini - per suo tramite, Presidente - che il Governo ha ricevuto la fiducia piena dal Parlamento, alla Camera e al Senato; se l'opposizione - Fratelli d'Italia l'aveva annunciata - ritiene che non sia così, presenti la sua mozione di sfiducia e vediamo se ha i voti per mandarci a casa. Ciò era stato annunciato, ma non si è fatto perché si è consapevoli che non c'è consenso per farlo, quindi non serve alimentare l'idea, in piena emergenza, che ci sia un Governo dimezzato: il Governo ha piena la fiducia del Parlamento e deve operare in piena funzionalità. D'altronde, la risoluzione che ci prepariamo ad approvare non è una risoluzione burocratica; approviamo la relazione del collega Raduzzi, che è una relazione impegnativa, con la quale il Parlamento dà indicazioni al Governo su come queste risorse vanno utilizzate. I titoli di questa indicazione sono significativi: riguardano il lavoro privato e autonomo, con il completamento di quanto già previsto in legge di bilancio per i lavoratori autonomi, con l'estensione della Cassa integrazione, della NASpI, con le misure che sono attese dai lavoratori italiani. La risoluzione dà indicazioni per il sostegno alle imprese, un sostegno selettivo alle imprese che sono state penalizzate dalle chiusure e introduce anche settori che non sono stati fino adesso affrontati, come quello dello sci. La risoluzione dice che queste risorse vanno utilizzate per la sanità e per gli enti locali, e vanno utilizzate per affrontare la questione delle cartelle esattoriali e delle misure fiscali. Quindi il Parlamento non si limita a ratificare la richiesta del Governo dello scostamento, ma dà un'indicazione forte su come queste risorse debbano essere utilizzate, consapevoli che il “decreto Ristori” verrà in Parlamento tra poche settimane e dovrà contenere quelle misure attuative di quanto già discusso in sede di legge di bilancio e di “Ristori-quater”.

Abbiamo detto che consideriamo questo scostamento conclusivo; non è un fatto di ottimismo, perché siamo convinti che la campagna vaccinale sia in corso e che il prosieguo delle misure di distanziamento sociale ci metteranno nelle condizioni di non aver bisogno di ulteriori risorse nel corso dell'anno. Certo, essendo l'ultimo scostamento che prevediamo, va affrontato, il “decreto Ristori”, anche guardando all'esperienza maturata nei precedenti decreti ed anche affrontando alcuni punti che sono rimasti insoluti. In particolare, uno è legato al meccanismo di ristoro attraverso l'Agenzia delle entrate. Con la scelta di effettuare il ristoro mese su mese, aprile su aprile, maggio su maggio, si è velocizzato il meccanismo di erogazione attraverso l'Agenzia delle entrate del meccanismo dei ristori. All'interno di questo meccanismo, però, è chiaro che si sono prodotte delle situazioni particolari, tra attività stagionali, tra chi non era aperto magari nel mese di aprile su chi ha picchi di attività. Quindi, nel “decreto Ristori” a nostro avviso va inserito, proprio perché conclusivo, un elemento perequativo, che vada a favorire selettivamente quelle imprese che sono state penalizzate sul fatturato dell'anno. Questo si può fare perché, essendo chiuso l'anno 2020, si può prevedere un ristoro nel paragone tra 2020 e 2019; ciò può quindi dare un elemento di perequazione nell'erogazione dei ristori.

Nel momento in cui approviamo questo scostamento, come Partito Democratico però non perdiamo di vista la necessità di prestare un'attenzione seria e rigorosa all'equilibrio del bilancio e alla sostenibilità del debito. Abbiamo registrato positivamente l'informazione data dal Ministro oggi in Commissione bilancio, sul fatto che i dati relativi al 2021 attestano il debito 1 punto sotto a quanto previsto dalla NADEF per il 2020, quindi non al 158 per cento ma al 157 per cento. Tuttavia riteniamo che la politica che portiamo avanti, orientata agli aiuti, debba guardare a questo fondamentale, consapevoli che ci siamo impegnati con la NADEF ad abbassare in 10 anni questo indebitamento. Quindi, a nostro avviso, le misure che vanno inserite nel “decreto Ristori” e nei decreti con cui si utilizzeranno queste risorse devono avere carattere congiunturale relativo al 2021; dobbiamo cioè essere consapevoli che non devono essere misure strutturali che accentuano il debito.

Ma il rapporto debito/PIL che tanto ci preoccupa - concludo su questo, Presidente -, non va letto solo sul versante del debito, ma va letto anche sul versante del prodotto interno lordo. È stato richiamato nel dibattito dal collega Tabacci il dato del 9 per cento di riduzione del PIL a cui ci attestiamo al 2020, in linea con le previsioni della NADEF e smentendo qualche previsione più negativa, che pure era stata ufficializzata nei mesi passati. Questo dato del 9 per cento di calo del PIL richiede, per essere recuperato, tre anni di intenso lavoro delle istituzioni pubbliche e una grande capacità di mobilitare risorse, intelligenza e partecipazione di investimenti privati. Noi abbiamo un obiettivo ambizioso, fissato negli obiettivi del tendenziale, cioè quello di avere un rimbalzo nel 2021 che ci dia una crescita del 5,1 per cento del prodotto interno lordo e di recuperare il calo in tre anni, come abbiamo scritto nel documento propedeutico al Recovery Plan. Per fare questo, Presidente, non basta lo scostamento, non bastano i decreti, non bastano i nostri provvedimenti. Per fare questo c'è bisogno che le risorse che noi approviamo arrivino a terra, arrivino direttamente ai cittadini, ma arrivino anche alle imprese, arrivino alle amministrazioni locali e diventino risorse che entrano nel tessuto reale dell'economia.

Per fare questo bisogna superare le resistenze burocratiche, le pigrizie burocratiche, semplificare le procedure, avere capacità progettuale, mettere assieme, come ha detto il collega Brunetta, in maniera efficace, le risorse del bilancio con quelle del Recovery, con le risorse private e con le disponibilità che provengono dalle politiche della BCE; ma soprattutto, Presidente, noi democratici pensiamo che, per fare questo, serva una grande tensione civile, una grande mobilitazione politica, a prescindere dalle collocazioni, per fare in modo che il 2021 sia l'anno della ripartenza. Per fare questo, serve l'impegno dentro il Parlamento, nel Governo e nel Paese, per quanto riguarda il rapporto con la società. Noi siamo convinti che questo sia il compito che il Governo è in grado di portare avanti, e per questo votiamo lo scostamento e continuiamo a sostenere il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la Lega voterà questo scostamento di bilancio, anche se questo Governo non lo merita. Lo votiamo perché siamo responsabili e anche molto preoccupati.

È il sesto scostamento di bilancio che viene votato. Come è già stato detto - è interessante sottolinearlo - si può votare uno scostamento di bilancio, ma che cos'è? Vi è il pareggio di bilancio previsto dall'articolo 81, ma, grazie ad una modifica che venne introdotta dall'allora presidente della Commissione bilancio, Giancarlo Giorgetti, è previsto che il pareggio si possa superare quando è utile e quando è necessario. Adesso è utile e necessario e lo si fa, è la sesta volta che lo si fa. Qualcuno, soprattutto tra i 5 Stelle, dovrebbe chiedere scusa all'amico Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, per favore, un po' di silenzio! Colleghi!

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Altri 32 miliardi di debiti, ancora una politica espansiva, ma l'economia non va: come si dice, il cavallo non beve, il PIL non cresce. Perché? Gli economisti Nick Bloom e Scott Baker, americani, hanno realizzato uno studio molto interessante, una ricerca sull'impatto negativo dell'incertezza in economia. Ne consiglio la lettura. Ecco appunto, l'incertezza blocca l'economia. Noi abbiamo il record dei risparmi, triplicati, da 2,8 per cento al 9,2, oltre il 9 per cento. Chiaro, è una media: c'è chi è senza una lira e chi invece risparmia tutto e non spende, non consuma. Tanti purtroppo però stanno facendo fuori i risparmi di una vita; e per forza, anche perché, come ha fatto vedere lo studio della CGIA di Mestre, se i cosiddetti ristori… Noi preferiamo sempre chiamarli indennizzi, perché quando uno fa un danno, il danno va indennizzato, non va dato un ristoro del 7 per cento del fatturato, quello è il dato della CGA di Mestre. È chiaro che bisogna fare molto di più! È chiaro che con questi ristori piccoli, insufficienti, i risparmi di una vita vanno in fumo.

Dicevamo quindi, questo è il Governo dell'incertezza. Incertezza politica soprattutto: l'abbiamo visto ieri. In questi momenti, il Presidente del Consiglio Conte è dal Presidente Mattarella: speriamo che ne esca qualcosa. Incertezza politica: c'è un Governo? Ancora non è chiaro. Ieri 156 sono i voti che ha preso questo Governo al Senato, 156. Poesia dei numeri: lo stesso numero con cui Prodi, presenti in Aula, fu mandato a casa. Ieri, con 156, Conte, non presenti in Aula, continua a voler governare: con una maggioranza relativa, quindi con un Governo di minoranza, con una minoranza, in un momento difficilissimo. Nel momento più difficile della storia del Paese abbiamo il Governo più debole della storia del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E poi, colleghi, qual è il Governo? È ancora il Conte 2 o, se preferite, il Casalino 1, che fa lo stesso? O è il Governo Renzi, perché senza i voti di Renzi questo Governo non può governare? O è il Governo Ciampolillo, che abbiamo conosciuto tutti ieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), l'uomo che vive sull'Ulivo? Lo vedremo. Ma l'incertezza non blocca solo i consumi, l'incertezza blocca anche gli investimenti. Anche le aziende che possono investire sono ferme, hanno bloccato i piani di investimento. Anche le nostre mitiche multinazionali tascabili, che tutti ci invidiano, sono ferme, aspettano. Però, questo blocca il PIL. Tante addirittura pensano di spostare la casa madre in un altro Paese.

E poi c'è anche l'incertezza sulle politiche anti COVID. Allora, di che colore siamo oggi? Giallo, rosso, arancione? I colori cambiano tutti i giorni. Ma non solo cambiano i colori, cambiano anche le regole a parità di colori, tant'è che i cittadini ormai banalmente fanno l'unica roba che si può fare, se ne fregano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È impossibile seguire un caos così! È impossibile programmare, è impossibile programmare per i cittadini, è impossibile programmare per le aziende, per i ristoranti, per i bar. È un caos.

Incertezza anche sui vaccini. Bene, l'ineffabile Arcuri, secondo cui tutto andava bene, adesso ci dice che c'è un problemino nelle consegne. E quindi, prima si spinge: bisogna fare tutti i vaccini possibili e immaginabili; e adesso si dice: fermi lì, perché non riusciremo neanche a fare richiami di quelli già vaccinati. Neanche i vaccini si riescono a programmare. Ci dicevate che era tutto pronto. È stato fatto un emendamento in legge di bilancio, all'ultimo, 650 milioni per pagare i vaccini e per assumere i medici e, adesso, ci dite che nello scostamento metteremo altre risorse. Meno male che era tutto pronto!

Incertezza sul calendario fiscale: anche un'impresa che vuole pagare le tasse non sa come fare. Cambiano in continuazione le date, tra rinvii ridicoli; anche nel “Milleproroghe” ci sono ancora un paio di rinvii di un mese, di quindici giorni. Ma che senso ha rinviare di un mese, di quindici giorni? Per non dire dei rinvii fatti all'ultimo minuto. Ne abbiamo già visti e arriveremo ancora con il rinvio fatto all'ultimo minuto, con l'unico scopo non dichiarato di incassare il più possibile perché poi non si sa che cosa succede. Però, alla fine, si avvicina il momento della verità. Che fine faranno quelle decine di miliardi di tasse finora rinviate e a bilancio dello Stato? È impossibile programmare per un'azienda in questi termini, con questa situazione. Come fa un'azienda a investire se non sa che cosa succederà di quella montagna di debiti fiscali? E così il capitale delle aziende si consuma; e così le aziende falliscono. Il dato è proprio fresco: mancano 175 miliardi di capitale alle nostre aziende, 175 miliardi, altro che 32 miliardi di scostamento! Senza questi le aziende rischiano il fallimento. Ebbene, ce ne sono 40 nel fondo fatto presso Cassa depositi e prestiti per rimpinguare il capitale delle aziende. Ma che fine ha fatto? Tutto tace. Anche lì, incertezza; non se ne sa niente.

Incertezza anche in politica estera. Qui basta una parola sola: Libia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi fermo qui.

Incertezza in politica industriale. Tutti i dossier appena appena più complicati del normale sono rinviati: Ilva, Alitalia, Autostrade. Te le tolgo oggi, te le tolgo domani, e siamo ancora lì, da mesi, mesi e mesi. Non si decide nulla.

Incertezza sulla scuola. Si apre di sicuro a inizio gennaio. Perfetto. Poi non si apre più. Ma come fa una famiglia a organizzarsi?

Come fanno i ragazzi a organizzarsi e avere un minimo di fiducia in un Paese che non è in grado di dire quando diavolo riapre la scuola?

Incertezza sui numeri. Non c'è il Ministro Gualtieri, c'è la Vice Ministro Castelli. Abbiamo appena fatto la legge di bilancio, siamo a gennaio; dopo neanche un mese si modifica la legge di bilancio di 32 miliardi. Ma è impossibile che non era prevedibile che non era sufficiente quanto c'era in legge di bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro). Lo sapete, sì o no, che lo scostamento da Costituzione, in base alla legge rafforzata, si fa per motivi imprevedibili? Quindi, a Natale non era prevedibile il COVID, quando è un anno che siamo in pandemia? Va beh, pazienza. Solo che questa incapacità e questa incertezza nel decidere la pagano i cittadini perché, se questi 32 miliardi li avessimo messi per tempo in legge di bilancio, sarebbero già partiti gli indennizzi. Invece, così passeranno ancora due mesi e le aziende falliscono, la gente viene licenziata e le famiglie restano in bolletta.

Incertezza, dunque, anche nel rispetto delle regole. E questo è particolarmente grave, Presidente, perché non solo il Governo non ha rispettato la legge, che prevede che lo scostamento lo fai per fatti imprevedibili (ma questo fatto era palesemente prevedibile, quindi la legge n. 243 non è stata rispettata), ma anche la legge di bilancio è arrivata con oltre un mese di ritardo, e questo è il motivo per cui non si è potuto fare tutto per tempo. Ma ve l'ha ordinato il dottore di presentare la legge di bilancio con 35 giorni di ritardo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Poi, questa incertezza sui numeri alla fine porta anche a scelte sbagliate. Incertezza: si fanno delle previsioni incredibili e, poi, gli effetti delle misure che si mettono in campo sono inefficaci. Ora, qui rischiamo di ripetere l'errore dell'anno scorso. Lo scorso anno, a inizio crisi, noi vi abbiamo detto subito: finisce a meno 10, meno 10 per cento di PIL. Ci avete dato dei matti. Il Ministro Gualtieri venne in Aula per dire: ma no, niente di che, è recuperabile. Va beh, chiudiamo, se non a meno 10, a meno 9,9. Però, qual è il problema? Non avere preso contezza all'inizio dell'entità della crisi ha fatto sì che non è stato fatto tutto quello che andava fatto per tempo; un primo micro scostamento, poi un altro, un altro ancora, un altro ancora. Ma questo ritardo nell'azione e questa confusione, questa incertezza ha fatto chiudere tante aziende. Si è lamentata sfiducia e la crisi si è avvitata e, quindi, è finita molto peggio di come è finita negli altri Paesi. Perché noi andiamo così male rispetto agli altri Paesi? Perché non abbiamo agito per tempo nel modo corretto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E rischiamo di ripetere lo stesso errore perché, ancora oggi, se il Ministro Gualtieri dice “facciamo meno 6”, e Banca d'Italia dice 3,5, l'OCSE 4,3 e la Commissione europea 4,1, allora meglio prendere una previsione prudente, e poi andare meglio, che prendere una previsione eccessivamente ottimistica e schiantarsi contro un muro.

E mi tolgo un sassolino, se posso. Qualcuno anche in questa crisi ha detto: qua bisogna per forza tenere in piedi questo Governo, non sia mai che va a governare la Lega irresponsabile. Bene, la Lega è così responsabile che quando era al Governo, quando ha fatto la legge di bilancio, nel 2019, il deficit è finito a meno 1,6, molto meglio rispetto al 2 per cento previsto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Così si fa: tu prevedi il peggio e, poi, finisci meglio. Questa è l'Amministrazione del buon padre di famiglia!

Poi, incertezze sul Recovery. Qui veramente la situazione diventa imbarazzante. Siamo in enorme ritardo.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Sul Recovery siamo in enorme ritardo, ma il ritardo per l'Italia è particolarmente grave, perché? Perché già normalmente l'Italia spende in ritardo e con fatica i fondi europei: i tempi sono stretti, i progetti hanno tempi stretti. Se alla nostra strutturale incapacità di spendere nei tempi aggiungiamo, per incapacità del Governo di decidere, per le incertezze del Governo, per i litigi politici del Governo, all'inizio altri sei, otto mesi, rischiamo di bucare tutti gli obiettivi temporali con cui ci impegniamo con il Recovery (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per non dire, poi, che l'altro giorno il Presidente Conte parlava di condivisione col Parlamento del Recovery. Ebbene, è talmente condiviso che inizieremo a condividerlo, ma quando inizieremo a condividerlo lo dovremo anche riscrivere, perché nel frattempo la bozza è stata bocciata da fonti autorevoli europee, da Giovannini, dal presidente di Confindustria Bonomi, che sinteticamente ha detto le cose come stanno: ha parlato di un piano senza visione. Ecco, questa è la sintesi perfetta dell'azione di questo Governo: senza visione. Un'azione di Governo confusa, incerta, che rinvia tutte le scelte fondamentali. È l'esatto opposto dell'esortazione che Mario Draghi ha fatto l'estate scorsa, dicendo di fare tutto il possibile per rafforzare le aziende, tutto il possibile per tenerle in vita, perché così si mantiene la base imponibile (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro). Senza aziende, se chiudono le aziende, se falliscono le aziende e licenziano, alla fine le tasse chi le paga?

L'incertezza, quindi, ha un costo enorme, davvero. Vedo che è arrivato il Ministro Gualtieri. Consiglio anche al Ministro la lettura di quello studio: è molto interessante. L'incertezza in economia ha costi enormi.

Lo scostamento, Presidente, lo votiamo, anche se non lo meritate, per senso di responsabilità. Ma visto che abbiamo parlato tanto di incertezza, l'unica cosa certa è che prima finisce questa agonia meglio è per il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà. Colleghi! Prego, deputato Donno.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, dall'inizio della pandemia questo Governo è riuscito a finanziare uno sforzo economico senza precedenti: 150 miliardi di euro (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. No, colleghi! Colleghi, colleghi, tutti hanno potuto parlare tranquillamente e non è rispettoso. Quindi, facciamo andare avanti. Prego, deputato Donno.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo, 150 miliardi di euro: 108 miliardi di euro stanziati tra la prima e la seconda ondata e altri 40 miliardi di euro con la manovra approvata a fine dicembre. Non era scontato data la nostra situazione, la situazione della nostra finanza pubblica, ma ci siamo riusciti lavorando tutti insieme, talvolta anche con il sostegno meritevole dell'opposizione.

Eppure, non basta. Non basta perché il 2021 sarà un anno ancora più importante del 2020 dal punto di vista economico. Non possiamo permetterci ritardi e mancanze e dobbiamo avere ancora più ambizione, più coraggio, perché risparmiare oggi qualche miliardo di euro significherebbe condannare migliaia di imprese e di lavoratori al fallimento.

Il mio appello oggi è rivolto a tutto l'arco parlamentare: non fermiamoci a metà del guado. Le conseguenze negative sarebbero durature e in qualche caso irreversibili e ne pagheremo tutti le conseguenze; tutti, nessuno escluso.

Ecco perché dobbiamo rivedere anche la narrazione sul debito pubblico. In tempi di recessione e di crisi è assurdo pensare di farsi condizionare dai livelli del debito, perché la priorità è soddisfare le necessità primarie delle persone e delle attività produttive.

Guardando solo ai bilanci l'economia non ripartirà mai, anzi si otterrà un effetto paradossale di far aumentare nel tempo il rapporto debito-PIL anziché ridurlo. D'altronde, è uno dei grandi insegnamenti delle crisi del 2008 e del 2012 e se oggi siamo qui a votare un altro scostamento, uno scostamento da 32 miliardi di euro, è perché abbiamo imparato la lezione. Alle porte di una terza ondata pandemica epidemica, che si sta affacciando in tutta Europa e in Italia - Italia inclusa -, l'imperativo è quello di reagire in fretta e senza sterili polemiche, senza perdite di tempo, perché, mentre ogni giorno contiamo, purtroppo, ancora centinaia di morti, mentre migliaia di medici, infermieri, operatori sanitari ogni giorno lavorano senza sosta per salvare vite, mettendo a rischio e a repentaglio la propria vita, mentre milioni di lavoratori e imprenditori stanno facendo enormi sacrifici, mentre tutta Italia si dimostra unita, solidale, dimostrando, appunto, un grande senso di comunità, e mentre lavoriamo, come Governo, come maggioranza, come MoVimento 5 Stelle, per garantire che nessuno venga lasciato indietro, c'è chi ha attaccato in continuazione la sua stessa maggioranza, rilanciando polemiche che gli italiani per primi non hanno compreso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'è un Paese in ginocchio, c'è un Paese in ginocchio, signori, che, però, ha voglia di rialzarsi e noi siamo chiamati oggi ad assumerci la responsabilità di non abbandonare il nostro Paese in questo momento tragicamente storico.

È facile fare propaganda, è facile fare promesse irrealizzabili e lasciar credere ai cittadini italiani che, per esempio, sia possibile regalare loro, a ognuno di loro, 1.000 euro indistintamente, compilando magari un foglio di autocertificazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è facile da fare …

PRESIDENTE. Deputati!

LEONARDO DONNO (M5S). …è più difficile, invece, sedersi ai tavoli con le parti sociali, con le istituzioni europee, studiare e lavorare per trovare un percorso comune che garantisca la sopravvivenza del nostro comparto produttivo e sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora possiamo contare - finalmente dico io, Presidente - su un sostegno concreto da parte dell'Unione europea. Era ora, ed è quello che il MoVimento 5 Stelle ha sempre voluto, ossia un'Unione europea solidale e unita che non abbandona gli Stati membri soprattutto nei momenti di difficoltà. Sta per arrivare una risposta di peso anche per merito del Presidente Conte e di chi l'ha sostenuto. I 209 miliardi del Recovery Fund sono un successo di Giuseppe Conte e di questa maggioranza e sono la grande occasione per costruire un'Italia moderna sulle ceneri della crisi da COVID. Nel frattempo, però, bisogna evitare che ci siano pesanti perdite di posti di lavoro, bisogna sostenere i cittadini in difficoltà, bisogna impedire che le imprese più colpite dalle restrizioni chiudano i battenti per sempre. E quanto ai 32 miliardi di euro, io non so se verranno stanziati interamente con il prossimo “decreto Ristori”, ma è chiarissimo che serviranno tutti, fino all'ultimo centesimo. E lasciatemi indicare, a questo proposito, alcune priorità. Innanzitutto, la Cassa integrazione, perché, fino a che l'economia non ripartirà, dovremo garantire, per quanto possibile, i livelli occupazionali (Commenti)…perché è vitale impedire l'esplosione della disoccupazione; è vitale, dicevo Presidente, impedire l'esplosione della disoccupazione e della povertà dopo tutti gli sforzi che abbiamo messo in campo per contenerle. Servono più fondi ai servizi pubblici, ai trasporti, alla sanità anche per sostenere la campagna vaccinale, che, a differenza di ciò che dice qualcuno, sta procedendo in maniera spedita e ci vede tra i primi, tra i primi posti per numero di vaccinazioni in Europa. Qualcuno vorrebbe che i vaccini fossero destinati prioritariamente alle regioni che contribuiscono di più al PIL, Presidente.

Noi, invece, pensiamo che in un Paese normale chi fa queste dichiarazioni allucinanti debba vergognarsi e non debba rappresentare i cittadini italiani nelle istituzioni! Questo pensiamo, Presidente (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma torniamo alle priorità. Serviranno più fondi per la cultura e per la scuola, senza le quali non è possibile pensare ad un futuro degno di essere vissuto. Di conseguenza, servono risorse e idee per dare risposte concrete ai giovani. Lo dico, Presidente - mi permetta la battuta - da giovane di mezza età (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ecco, a 35 anni, ho ascoltato per anni le promesse di certa politica ed oggi, grazie al MoVimento 5 Stelle sono qui, insieme a tantissimi altri miei colleghi molto più giovani di me, in Parlamento, per cercare di mantenere quelle promesse che qualcuno ci ha fatto qualche anno fa e che, evidentemente, non ha mantenuto (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché dobbiamo garantire un futuro migliore ai giovani di oggi e a quelli di domani.

ROSSANO SASSO (LEGA). La tua poltrona!

LEONARDO DONNO (M5S). Serve poi intervenire sul fisco.

PRESIDENTE. Deputato Sasso, per favore (Commenti). No? Secondo me, sì. Andiamo avanti (Applausi).

LEONARDO DONNO (M5S). Serve intervenire, Presidente, sul fisco. Con un decreto di qualche giorno fa, il Governo è intervenuto e ha rinviato i termini per le cartelle esattoriali, ma con il prossimo decreto è necessario andare oltre e garantire ai contribuenti e alle imprese un quadro chiaro e stabile. Il MoVimento 5 Stelle è favorevole ad una rottamazione quater e ad un nuovo saldo e stralcio, mentre sui debiti accumulati nel 2020 andrà fatta per forza una riflessione seria e ponderata, data l'eccezionalità della situazione.

Poi una categoria che mi sta particolarmente a cuore, le partite IVA, i lavoratori autonomi, i professionisti. Nella manovra abbiamo iniziato a costruire una rete di welfare specifica per queste categorie e, per il 2021, è stato previsto un esonero dei contributi previdenziali per le partite IVA e i professionisti più colpiti dalla pandemia. Ma non basta. Non basta perché le piccole partite IVA, i piccoli imprenditori, gli artigiani, che sono il cuore pulsante del Paese, in questo periodo stanno soffrendo e dobbiamo sostenerle con tutte le nostre forze, uomini e donne, che hanno deciso di rischiare tutto, di mettersi in gioco. C'è chi parla, Presidente, continuamente di partite IVA, utilizzando slogan e facendo propaganda becera sui social e sulle TV, soffiando sul fuoco della rabbia delle preoccupazioni di chi ha investito tutto, la vita, nella propria attività. Ai cosiddetti leader di partito di parte dell'opposizione che parlano di partita IVA, pur non avendone mai avuto una in vita loro, dico: basta propaganda, basta propaganda (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Mi dispiace…

PRESIDENTE. Colleghi!

LEONARDO DONNO (M5S). Mi dispiace ( Vive e reiterate proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi! Donno, vada avanti!

LEONARDO DONNO (M5S). Mi dispiace…Presidente, mi dispiace, ma (Dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si scandice: “Buffone! Buffone!”)

PRESIDENTE. Colleghi!

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Donno, vada avanti, così concludiamo.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Mi dispiace, Presidente, ma io ai colleghi devo dire: non sapete di cosa parlate.

PRESIDENTE. Deputato Donno, vada avanti.

LEONARDO DONNO (M5S). E ve lo dico veramente.

PRESIDENTE. Deputato Donno! Vada avanti nell'intervento.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, io lo dico veramente, da partita IVA, lo dico da artigiano, perché io so che cosa vuol dire (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)… Colleghi…

PRESIDENTE. Vada avanti nel suo intervento.

LEONARDO DONNO (M5S). Colleghi, voi non avete la minima idea di cosa vuol dire alzarsi alle sei della mattina (Vive proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'ItaliaDai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si scandisce: “Buffone! Buffone! Buffone!”).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…. Colleghi, colleghi… Deputato Donno… Deputato Donno, vada avanti nell'intervento.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, stavo parlando di me stesso, quindi non so quale sia l'offesa per la quale i colleghi dell'opposizione se la stanno prendendo così tanto. Se mi è consentito di andare avanti…

PRESIDENTE. Deputato Donno, la sto pregando di andare avanti con l'intervento, passiamo avanti.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo, Presidente, questo passaggio è importante. Alcuni colleghi, alcuni leader di partito, non sanno cosa vuol dire alzarsi alle sei della mattina (Vive proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, è vietato lanciare fogli! Deidda! Deidda! Deputato Deidda! Colleghi, colleghi, colleghi… Colleghi, per favore: cerchiamo di non… Deputato Lorenzo Fontana… Cerchiamo di non sostare nell'emiciclo, cerchiamo di non sostare nell'emiciclo.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)… Presidente, forse non è chiaro che…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, cerchiamo…

LEONARDO DONNO (M5S). …in questo passaggio non volevo offendere nessuno, stavo parlando del sottoscritto (Vive e reiterate proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Ma andiamo avanti. Prendo atto che non mi è consentito.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi. Deputato Trancassini, non nell'emiciclo, però, torni nei suoi banchi… Se tornate nei banchi… Tornate, però, nei banchi, tornate nei banchi, per favore. Tornate. Deputato Ziello, per favore…

Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 19,13, è ripresa alle 19,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Prego, deputato Donno, concluda, vada avanti.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, volevo scusarmi se le mie parole sono state male interpretate, non volevo offendere nessun collega, nessun collega presente in quest'Aula, men che meno i colleghi dell'opposizione, non era un'offesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Prendo atto e andiamo avanti.

PRESIDENTE. Prendo atto di quello che ha detto e cerchiamo di andare avanti.

LEONARDO DONNO (M5S). Andiamo avanti, Presidente. Dobbiamo impegnarci per non perdere queste realtà che sono le partite IVA, le imprese, che sono realtà eccezionali, perché insieme ad esse perderemmo un patrimonio incalcolabile di competenze, di passione, di lavoro, di investimenti ed è questo che non ci possiamo permettere.

Poi ci sarebbero altri temi, Presidente, da trattare, come i temi dei fondi ai comuni, quello dei ristori, dei 10 miliardi già erogati, ma, Presidente, chiudo (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…

Chiudo, Presidente, dicendo che lo scostamento di bilancio è una tappa fondamentale nel percorso accidentato ma entusiasmante verso l'Italia del futuro; e di questo futuro noi vogliamo farne parte da protagonisti, da cittadini e da politici; e da politici dobbiamo essere tutti all'altezza delle sfide che ci sono davanti a noi.

Quindi, Presidente, concludo con una frase che mi è piaciuta e voglio citare questa sera: “Chi intende la politica in modo serio è chiamato dalla storia a dare il suo contributo”. Noi ci siamo e pertanto il Movimento 5 Stelle voterà a favore della risoluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Si è così conclusa la discussione.

(Annunzio di risoluzioni - Doc. LVII-bis, n. 4)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00169 e Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00170 (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Parere del Governo - Doc. LVII-bis, n. 4)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, che invito ad esprimere il parere su tali risoluzioni, precisando quale intenda accertare.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Presidente, il Governo accetta la risoluzione Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00169 e dà parere contrario alla risoluzione Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00170, ricordando che con una parte delle opposizioni abbiamo fatto un confronto netto sulla relazione al Parlamento col quale, insieme al relatore, si è trovato, per chi ha voluto insomma fare questo lavoro insieme, un punto di caduta comune, che ci permetterà di scrivere ciò che sarà l'intervento con le risorse che stiamo autorizzando oggi.

PRESIDENTE. Come convenuto, passiamo ora alla commemorazione di Emanuele Macaluso, al termine della quale si procederà alla votazione della risoluzione accettata dal Governo.

Commemorazione di Emanuele Macaluso (ore 19,28).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come sapete lo scorso 19 gennaio è venuto a mancare Emanuele Macaluso. Nato a Caltanissetta il 21 marzo 1924, fu deputato dalla IV alla VI legislatura e senatore dalla VII alla X legislatura. Nella sua attività di parlamentare, così come nel ruolo di dirigente di partito e di sindacalista, Emanuele Macaluso ha attraversato da protagonista fasi cruciali e delicate della storia politica e istituzionale del nostro Paese, ispirandosi costantemente agli ideali di solidarietà e giustizia sociale, nella costante difesa dei lavoratori e dei più deboli. Ha anche dedicato un impegno particolare alle questioni relative allo sviluppo del Mezzogiorno, che considerava centrali per il progresso dell'intero Paese. Come giornalista e come scrittore, ha offerto un contributo originale di analisi e di proposte al dibattito politico ed istituzionale del nostro Paese. È stato un uomo orgogliosamente di parte, ma capace di conquistare, con la sua coerenza e la sua onestà intellettuale, la stima di chi era portatore di posizioni profondamente diverse dalle sue. Con Macaluso scompare dunque una personalità di primissimo piano della nostra storia repubblicana. La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi). Ha chiesto di parlare il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, in due minuti non si può ricordare un uomo che ha vissuto quasi un secolo combattendo; e combattendo con le parole, con le idee e con le interviste, un uomo che da molto tempo non aveva incarichi pubblici, dal 1992, ma non aveva rinunciato a svolgere un ruolo pubblico. Un uomo che, da ragazzo, aveva vissuto nella sua Sicilia l'ingiustizia, un'ingiustizia così grande ed inaccettabile da spingerlo alla ribellione. E, da lì, l'iscrizione al Partito Comunista clandestino nella lotta antifascista e, poi, l'esperienza di leader sindacale nella lotta alla mafia agraria e al latifondo, di dirigente politico, prima ancora nella sua Sicilia, poi, a livello nazionale, con Togliatti, con Longo, con Berlinguer, nella ricostruzione del Paese e nella costruzione della democrazia, sino alla nascita del PDS, di cui fu senatore.

No, in due minuti non è possibile, però si possono almeno ricordare alcune parole che hanno segnato la sua vita. La prima è “unità”, il nome del giornale che ha diretto negli anni Ottanta, ma anche la sua stella polare, l'unità delle forze progressiste della sinistra: divise, diceva, perdono e perdono le loro ragioni. L'unità praticata nel sindacato nel dopoguerra e anche nei momenti più aspri della lotta tra comunisti e socialisti negli anni Ottanta. Macaluso non aveva aderito al PD, riteneva ancora irrisolta la sua identità e la sua funzione, ma non aveva esitato a condannare tutte le rotture e tutte le scissioni, anche quelle di questi anni e, per questo, si era battuto contro ogni dogmatismo e contro ogni settarismo e, da qui, la sua battaglia per trasformare il PCI in una grande forza del socialismo europeo.

La seconda parola è “garantismo”, non il sinonimo peloso di impunità per i propri amici. No, si nutriva di cose profonde, dell'amicizia con Leonardo Sciascia che aveva incontrato nella clandestinità e, poi, nell'esperienza di una magistratura che, negli anni Cinquanta, aveva girato le spalle di fronte alla repressione della mafia, utilizzata come polizia di classe, e, ancora, di una magistratura che aveva fatto la repressione contro le lotte per l'occupazione delle terre. Per questo sapeva che la lotta alla mafia - e lo ricordava sempre - non poteva essere delegata né alla Polizia né alla magistratura, perché può vincere soltanto se è lotta sociale e politica e per questo aveva l'idiosincrasia per qualunque forma di giustizialismo. Per me è stato un onore e una fortuna averlo al fianco nel conforto e nel confronto negli anni a via Arenula.

E l'ultima parola è “curiosità”. Nelle sue conversazioni mi chiedeva sempre dettagli, particolari, anche questioni che riguardavano protagonisti minori della vita politica. Non era erudizione e non era neanche pedanteria: era la curiosità di sapere come le cose sarebbero potute andare a finire. E, in fondo, dentro questa curiosità c'era una immensa fiducia per l'uomo e per la politica, pensando che la politica, se mette in fila le cose, se racconta i fatti guardandoli come premessa e come successione delle lotte, è in grado di cambiare il mondo. Lui almeno ci era riuscito, migliorando la condizione di quei contadini che aveva rappresentato all'indomani della Seconda guerra mondiale. Ecco, io, ricordandolo oggi, non posso che dire che sono stato un uomo molto fortunato per averlo incontrato, per averlo avuto, non so se come maestro, sicuramente come amico (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. La biografia di Emanuele Macaluso è quella del secolo, anzi di un secolo: il secolo che cominciò giusto cento anni fa con la fondazione del Partito Comunista d'Italia, un partito al quale si iscrisse clandestinamente all'età di soli 16 anni nel 1941: la sua febbre per la libertà e per la giustizia nel pieno della malattia della dittatura. Recentemente - e cito una sua frase -, ebbe a dire: “Noi eravamo antifascisti perché conoscevamo il sapore acre del nazionalismo, del sovranismo, dell'autarchia, delle frontiere chiuse e del filo spinato, che sempre portano alla tragedia della storia. Noi eravamo antifascisti perché eravamo europeisti”.

E fu nella lotta - parola chiave del suo vissuto - la tragedia della storia italiana, prima, il fascismo e, poi, contro la mafia, che forgiò la sua tempra e fu un interprete intransigente e curioso di una storia complessa che va esaminata in tutte le sue sfaccettature: quella del Partito comunista italiano.

Si è giustamente detto che Emanuele Macaluso non amasse le insegne del potere, eppure il potere lo conosceva a fondo e non ha mai smesso di indagarlo. Sapeva che il potere non è mai dato e non è mai eterno: lo sapeva perché, ventenne, stava tra i minatori delle zolfare di Caltanissetta, lo sapeva quando sfidava i fascisti, camminando per 50 chilometri insieme al segretario del PCI clandestino, Calogero Boccadutri, per tenere un comizio; perché non aveva paura delle pistole dei mafiosi, che pure erano nel grembo di coloro i quali volevano controllare gli operai e i lavoratori e che uccisero dirigenti sindacali e comunisti, da Portella della Ginestra in poi. Sapeva, soprattutto, che l'unico potere dei senza potere risiedeva nella cultura, nello studio, nella scrittura e nella lotta. E lui, che fu dirigente sindacale e politico con Togliatti, Berlinguer, Longo, deputato siciliano e italiano e, poi, giornalista e formidabile polemista, direttore de l'Unità, del mensile Le nuove ragioni del socialismo, fino a il Riformista, lui sapeva, soprattutto, che il suo potere era inscritto nella sua libertà, quella libertà di pensiero che manteneva pur nella disciplina di partito, una libertà che aveva la sua causazione ideale nella radice sindacale, nel suo indissolubile legame con le ragioni dei lavoratori.

Garantista, riformista, antimafioso, meridionalista, europeista: idee alimentate da un pensiero critico ed argomentazioni sprezzanti. E vi assicuro che, anche quando le parole sprezzanti sono toccate a me, queste avevano sempre il sapore schietto, autentico, sincero che avevano quelle dei grandi dirigenti comunisti. Mi ricordano sempre di più le differenze tra la polemica politica e lo spettacolo, spesso, desolante dell'oggi.

Emanuele Macaluso è stato per la mia generazione, per me, ma non solo, l'esempio di un politico a 360 gradi, che non viveva nel passato, nei ricordi o nei rimpianti, ma che ha vissuto fino all'ultimo senza mai risparmiarsi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, Presidente. La storia enorme, quasi ottant'anni, di vita economica, sociale, politica, morale e culturale del Paese che lo ha visto protagonista. A me ha sempre colpito che, di questa storia, la parte forse più significativa era quella dei primi anni: in quella Sicilia delle lotte dei braccianti e dei contadini poveri, dei carusi delle zolfatare, lui aveva mosso i primi passi, con responsabilità, a vent'anni, pesantissima. Erano gli anni in cui il blocco degli agrari e quello della mafia produceva la strage di Portella della Ginestra, in quel 1° maggio del 1947, oppure l'uccisione di venti sindacalisti, segretari dei capi lega dei braccianti e segretari delle camere del lavoro.

Macaluso era il segretario regionale della CGIL di quel periodo. Da lì, poi, tutto il resto. La segreteria del PCI, già a quel tempo voleva dire una cosa importante, enorme: con Togliatti segretario, con Longo segretario, con Berlinguer segretario. A lui Berlinguer confida il presunto attentato, che, poi, si rivelò, invece, verosimile in un suo viaggio in Bulgaria. Togliatti gli affidò il compito di responsabile dell'organizzazione della stampa e della propaganda e chi sa come funzionavano i partiti della Prima Repubblica - partiti di massa - sa che cosa significa. È stato tante volte in Parlamento, quasi trent'anni, ha speso la sua vita per questo. Ma perché io resto legato a quelle origini? Perché penso che il riformismo di Macaluso debba tanto a quelle origini. Che cosa deve? Deve un'appartenenza chiara, un campo, dove si sta, ma il modo di stare in quel campo è un modo tutto suo, molto originale. Si sta con obbedienza, ma si sta con libertà e giudizio critico. Si sta partendo dal basso, in mezzo alle trasformazioni, in mezzo ai luoghi di lavoro, dei territori, non dall'alto. Si sta senza settarismi e in spirito unitario e si sta chiarendo che il grande campo di tutti è quello europeo. Per questo ci manca la sua voce critica, la sua lucidità, la sua coerenza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Emanuele Macaluso ripeteva di essere orgoglioso di essere siciliano, lo ripeteva spesso. Lui era colui che aveva raccontato quella Sicilia di quei minatori che lavoravano nudi nelle miniere, di quei contadini che non avevano la terra, guarda caso, di quei professionisti, chiamiamoli così, che non possedevano nulla. Per ricordare però Emanuele Macaluso io credo che si debba partire dalla sua città di origine, che era Caltanissetta, dagli anni Quaranta, quando comincia a porre le basi solide per una opposizione al fascismo e alla oppressione mafiosa. Lui diceva della Sicilia questo: “Oggi l'agricoltura è l'unica base attiva, l'unica vera fonte produttiva della Sicilia. Quando io ero segretario della CGIL a Palermo c'era il cantiere navale con 5-6 mila operai, c'era la Ducrot, che faceva i mobili per i transatlantici, c'erano la Omsa che faceva i carri ferroviari e l'Aeronautica sicula che produsse qui il primo elicottero d'Italia, c'erano i mulini, i pastifici”. E c'era un senso di orgoglio in queste parole. Lui le pronunciava da storico, combattente, da siciliano, da uomo che amava la sua terra, la sua regione, e che per essa non giunse mai ad alcun compromesso. Visse la vita politica senza arricchirsi mai della politica. Io vorrei aggiungere, se mi è consentito, altre due parole perché possa essere definito e circoscritta la sua personalità. Lui era un pragmatico ed era anche un riformista. Ricordo un film di Peppuccio Tornatore che dice che riformista è chi non sbatte la testa al muro perché sa che la testa si rompe. Ecco, lui era proprio uno che pensava in questo modo. Riformista è chi vuole cambiare il mondo col buonsenso ed Emanuele Macaluso ne aveva tanto di buonsenso. Da lui noi oggi cogliamo quell'insegnamento di speranza del non volersi arrendere mai. Ecco un'altra regola che dovremmo ciascuno di noi ricordare: non arrenderci mai, difendendo le nostre idee, difendendo i nostri principi, perché in ogni lotta c'è sempre un motivo più importante della sopravvivenza, che è l'amore per la propria terra e per le proprie idee. Era questo che ripeteva sempre Emanuele Macaluso e che ritengo noi dobbiamo onorare della sua memoria (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Emanuele Macaluso era un uomo di partito e un uomo libero, un uomo che veniva da lontano. Molti bellissimi ricordi sono stati fatti in quest'Aula, molto sentiti, che ci ricordavano le origini dell'impegno sindacale di Macaluso, nella Sicilia degli anni Quaranta e Cinquanta, quando fare il sindacalista significava rischiare di essere uccisi, la Sicilia di Portella della Ginestra. L'impegno di partito, l'impegno parlamentare, sette legislature, la direzione del quotidiano di partito, de l'Unità, de il Riformista, una figura centrale nel dibattito della sinistra italiana e nel dibattito della politica italiana.

Fu un uomo di grande onestà intellettuale, non cedette mai né alla pregiudiziale antisocialista, aderì alla corrente riformista con Chiaromonte e con gli altri, e né alle sirene del giustizialismo, che pure ancora oggi ci portiamo avanti con grande drammaticità e che risuonano spesso a targhe alterne in questo sciagurato periodo politico.

Era preoccupato del vuoto culturale che vive il nostro Paese, Macaluso lo diceva nelle sue ultime interviste. Era uno che affrontava con grande onestà intellettuale, con coraggio, anche a costo di essere scomodo, temi che potevano risultare scomodi, anche della storia del proprio partito e della propria coalizione, del proprio mondo, quello della sinistra, dove anche sulla figura di Craxi - poi il caso ha voluto che se ne andasse proprio nel giorno in cui ricorreva il ventunesimo anniversario della morte di Craxi - anche su Craxi ebbe il coraggio di chiedere alla sinistra un giudizio equilibrato; giudizio che, ahimè, non ebbe.

Tra le ultime sue non dico battaglie ma posizioni politiche ci fu quella della sua contrarietà al taglio dei parlamentari. Macaluso ebbe a dire su questo: “La vera posta in gioco non è il numero dei parlamentari, ma la difesa del Parlamento, del suo ruolo, del suo significato, della sua funzione in una democrazia, di fronte ad una iniziativa antiparlamentare”.

Ecco, Macaluso era coscienza critica, spesso scomoda e spesso inascoltata, come ha fatto per tutta la vita. Macaluso lascia un vuoto nel dibattito e una grande eredità, che mi auguro qualcuno sappia raccogliere (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Al di là del doveroso encomio che si rivolge alle personalità che ci lasciano, come oggi per il mio concittadino senatore Emanuele Macaluso, l'occasione di una commemorazione serve anche a riflettere, sia pure a caldo e con tutti i limiti emozionali connaturati a un evento luttuoso, su un'eredità della quale noi parlamentari, rappresentanti del popolo italiano, ci riteniamo comunque affidatari.

Seppur distante per visione del mondo e per sensibilità politica da chi vi parla, al senatore Macaluso non si può non riconoscere un indubbio spessore umano, una profonda onestà intellettuale, uno spirito critico quali raramente si riescono a riscontrare nell'attuale panorama politico, qualità che ne impongono un apprezzamento oltre ogni qualsiasi logica di appartenenza.

Fra i tanti aspetti della sua personalità politica, alcuni qui ricordati, di lui mi preme rimarcare due aspetti. Il primo è la sua concezione riformista della militanza politica. Infatti, nel Partito Comunista, del quale è stato esponente di primo piano, egli fu avverso a scelte ideologicamente preconcette, all'idea cioè di fare tabula rasa del passato, di cancellarlo, magari per costruire un presunto - lo dico fra virgolette – “mondo nuovo”, progetto che sappiamo tutti storicamente come è finito.

La sua concezione della politica, infatti, lo ha sempre portato, da sindacalista preparato quale era, a fare i conti con l'effettività storica e a non lasciarsi mai trascinare in avventurismi ideologici. Egli ha messo al centro delle sue proposte ciò che era possibile fare nella realtà sociale ed economica nella quale era chiamato a confrontarsi e mai ad abbandonarsi a progetti irreali e astratti, per quanto suggestivi e affascinanti essi potessero apparire.

Il secondo aspetto è relativo al radicamento ideale nella sua terra, per la quale Macaluso si è speso senza mai risparmiarsi. E proprio a questo proposito desidero ricordare un momento emblematico della biografia politica di Macaluso, che oggi purtroppo sta passando sotto silenzio nelle commemorazioni apparse sulla stampa, e cioè quello relativo alla sua adesione e al suo ruolo da protagonista svolto nell'ideazione di quel progetto autonomista che vide la luce in Sicilia alla fine degli anni Cinquanta e che porta il nome di Silvio Milazzo.

In questa logica di attenzione all'autonomia della regione - ma vale per tutte le autonomie, per carità, il principio è universale - pur fra fronti diversi, molteplici furono gli incontri e gli scambi intellettuali di Macaluso con i grandi politici di quella straordinaria stagione politica della Sicilia, di cui fu lungamente protagonista prima di approdare al Parlamento nazionale.

In quel decennio, negli anni Cinquanta, il confronto con Giuseppe Alessi, Salvatore Aldisio, per esempio, guarda caso tutti e tre nisseni, produsse infinite pagine di grande politica autonomistica e di ottime esperienze legislative e istituzionali, che sono tutt'oggi ricordate e tramandate, a riprova che, pur tra fronti diversi, si può e si deve sempre lavorare per la realizzazione di un progetto comune.

Chiudo, Presidente: un progetto politico del quale, al di là delle contingenze e gli inevitabili limiti, rimane comunque vivo il suo spirito, e cioè mettere al centro l'uomo, sempre; porre al centro la politica e i territori; ascoltarne le esigenze, formulando proposte, a partire da quelle ultime contro ogni visione centralista della vita amministrativa. È anche per questo che, da deputato siciliano della Lega, nel formulare un giudizio storico sulla straordinaria sua personalità, essa si è espressa in uno spirito riformista, anti ideologico e di amore per le identità locali, e da qui una sincera consonanza ideale con il già comunista Emanuele Macaluso (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Nel ricordare la figura di Emanuele Macaluso, il suo impegno nel rappresentare la sua parte, sempre nella chiarezza delle posizioni, nell'assunzione di responsabilità anche in momenti difficili della storia d'Italia, ci piace ricordare un uomo politico che, anche con il forte impegno contro le mafie, ha comunque servito lo Stato; con le sue idee così lontane da quelle di chi vi parla e della nostra parte, ma ha servito lo Stato.

Ha rappresentato un'idea politica certamente distante dalla nostra, ma vissuta con passione, con senso etico, con serietà e coerenza - grande valore, la coerenza -, un senso continuo della riflessione e un'onestà intellettuale, un rispetto anche nel dimostrare stima verso gli avversari politici, verso quegli esponenti della destra che non la pensavano come lui, che lo accomuna proprio a tante altre figure che hanno caratterizzato la politica del secolo scorso.

Gli riconosciamo di essere stato sempre lontano dall'esaltazione effimera di un giacobinismo, di essere stato uomo di cultura, dimostrandolo anche non solo per gli incarichi e i ruoli che ha rivestito nella sua fase di politica attiva, con la direzione di testate nazionali e una bibliografia assolutamente rilevante, ma anche con le analisi lucide che hanno contraddistinto il suo periodo fuori dalla politica attiva, accomunandolo, come dicevo, a chi vive e ha vissuto la politica come passione, ma anche come continuo studio.

Ci piace concludere questo breve ricordo con una frase che abbiamo letto in questi giorni e che costituisce una risposta a una domanda sulla sua vita politica. Alla fine Emanuele Macaluso rispondeva semplicemente: ne è valsa la pena. Ecco, una frase che credo che ognuno di noi vorrebbe poter dire alla fine della sua vita politica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Emanuele Macaluso, un politico fine, un sindacalista appassionato, capace di coltivare con acuta intelligenza quel che sembrava un paradosso, e non lo era, come il passaggio dall'intransigenza comunista alla socialdemocrazia europea.

L'ho conosciuto alla fine degli anni Settanta, perché era un profondo conoscitore dell'agricoltura, specie quella meridionale, ed era un grandissimo amico del mio maestro, Giovanni Marcora, il comandante partigiano “Albertino”, senatore come lui e Ministro dell'Agricoltura per una lunga stagione.

Negli anni più recenti ho avuto modo di frequentarlo, spesso al tempo della direzione de il Riformista, 2011-2012, e di approfittare delle sue stimolanti conversazioni. Talvolta, l'ho visto a Milano perché amico di Gianni Cervetti, e insieme con il Presidente Napolitano rappresentavano i pilastri della cultura migliorista. Ho avuto dunque modo di apprezzarlo per la sua intelligenza, per la sua intelligenza politica, la sua umanità e la sua arguzia tagliente.

Con Macaluso se ne va un'altra delle figure chiave della nostra storia repubblicana, vissuta nel solco tracciato dalla Costituzione. Mi unisco al cordoglio dei familiari, degli amici e dei tanti estimatori (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). I tempi, il tempo, ci mettono in più occasioni a ricordare persone che sono state qua e che non ci sono più. È capitato con più frequenza che in altre legislature, ma delle commemorazioni ricordo quella della Rossanda, quella di Leonardo Sciascia, e questa mi pare quella in cui ho sentito più verità nelle parole dei colleghi, da Epifani a Orlando a Migliore a Baldelli; la verità di un'esperienza diretta di un uomo che è stato un maestro. Ho avuto la ventura, entrando in questo Parlamento nel 1992, di ascoltarlo e di frequentarlo nel momento più terribile di scontro tra politica e magistratura, che è la chiave della sua posizione che va vista non in termini coerenti neppure con la linea di Berlinguer.

Da questo punto di vista non è il momento delle polemiche, ma è il momento delle distinzioni, e ha detto bene Orlando di essere stato suo allievo di garantismo. Vorrei ricordare con Macaluso gli altri uomini che hanno dato un segnale forte, in contraddizione con una tendenza giustizialista che ha investito la sinistra e oggi investe anche altri partiti. Ricordo l'onorevole Correnti, poi sindaco di Novara. Ricordo Gerardo Chiaromonte, ricordo Colajanni, Napoleone Colajanni. Li vedevamo qui, qualcuno ormai non più in Parlamento, e sempre a loro si poteva chiedere una verità che era in contrasto con la linea inaugurata da Di Pietro, tenuta in piedi da Luciano Violante, da un mondo che rappresentava la necessità di combattere il nemico con l'azione giudiziaria.

E da questo punto di vista nessuno è stato più pronto a difendere gli individui, la loro libertà e la loro verità di Macaluso. È un temperamento siciliano, perché è quello che ha portato alla demonizzazione di Sciascia quando parlò di professionisti dell'antimafia. È una posizione che ha assunto il presidente dell'Antimafia Chiaromonte, è una posizione che ha assunto anche Guttuso. Questi siciliani sono stati il pensiero vivo e forte, il pensiero, vorrei dire, illuministico in tempi di oscurantismo. Vorrei con ciò ricordare due cose dette da Macaluso. Una ricordata da Baldelli: Macaluso vedeva il disagio e la difficoltà nel confronto con Berlinguer. E dice di Bettino Craxi: Craxi ha rivalutato la storia del socialismo e del PSI, ne ha accentuato i caratteri di socialdemocrazia, ha fatto un buon Governo, uno dei migliori Governi, un Governo di qualità, meglio del Governo D'Alema e del Governo Prodi. Lo ha detto.

L'ultima frase che mi pare giusto ricordare riguarda le sue condizioni di vita in questi tempi difficili: sono i giorni peggiori della mia vita - ha detto quando è iniziata la peste del Coronavirus -, spaventoso il cinismo contro noi anziani, per alcuni destinati a morire. Ho avuto una lunghissima vita, piena di grandi gioie e di grandi dolori, ma queste settimane mi sembrano tra le più terribili. Siamo dentro una vicenda che non ha precedenti. Il fatto inedito è che questo virus ci ha incarcerati, serrati nelle nostre case, senza nemmeno poter uscire per prendere un caffè, vedere un amico, chiusi dentro una vita che non è la nostra. Oggi se ne è andato senza essere tornato libero, ma la sua libertà è nel nostro pensiero e nella sua lezione (Applausi).

Si riprende la discussione del Doc. LVII-bis, n. 4.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

Ricordo che il Governo ha accettato la risoluzione Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00169 e che, a norma dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, per l'approvazione di tale risoluzione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

Ricordo altresì che, in caso di approvazione della risoluzione accettata dal Governo, risulterà preclusa l'altra risoluzione presentata.

(Votazione - Doc. LVII-bis, n. 4)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00169, accettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Mi risulta che vi sia il consenso di tutti i gruppi per procedere immediatamente alle dichiarazioni di voto finale e, successivamente, alla votazione finale del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 172 del 2020 in materia di contrasto alla diffusione del virus COVID-19, nel presupposto comunque che non si formino assembramenti in Aula.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2835-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2835-A.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2835-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, farò una dichiarazione che farà contenti tutti i colleghi. Credo di essermi espresso esaurientemente in discussione generale, pertanto dichiaro solo il voto favorevole del MAIE, per l'economia dei lavori (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-PP-AP-PSI). Presidente e onorevoli colleghi, questo decreto che stiamo valutando, anche se postumo e se ha già generato i suoi effetti, ci dà la possibilità oggi di affrontare alcuni temi, che sono ancora fondamentali per combattere la pandemia. Per quanto riguarda gli indicatori per assegnare i colori alle regioni, sembra che ancora oggi non si abbia la possibilità di acquisire i dati nei tempi. Alcuni esperti esterni ritengono che le medie che si compongono con questi indicatori possano creare distorsioni e scelte non adeguate e sembra che non ci sia una piena collaborazione tra Governo e regioni. Se è così è davvero molto grave: queste difficoltà dovrebbero essere superate, perché ci attendono ancora tanti mesi di impegno nella battaglia contro il virus, dove dobbiamo garantire trasparenza per mantenere coesione sociale ed equilibrio economico. Sappiamo anche che il contact tracing è fuori controllo e sarà necessario per molti mesi ancora mantenere le distanze, indossare le mascherine e l'igiene delle mani. Questo dobbiamo continuare a comunicarlo con chiarezza, per cui voglio soffermarmi su tre priorità: se vogliamo che le scuole superiori riprendano la loro attività in presenza, dobbiamo lavorare molto sul sistema dei mezzi di trasporto, che se affollati favoriscono il contagio, perché è evidente che le scuole dell'infanzia e le scuole medie, dove i ragazzi vengono accompagnati dai genitori o hanno trasporti dedicati, non hanno avuto particolari problemi. Inoltre, sarebbero importanti i tamponi di tracciamento in attesa delle vaccinazioni. Vorrei anche dire che, con una visione aperta al futuro, dobbiamo considerare che gli strumenti della didattica a distanza, in un percorso di apprendimento che si nutre anche di attività innovative, di ricerca e creatività. Applicazioni di intelligenza artificiale e nuove tecnologie possono essere strumenti complementari e non da demonizzare, ma da imparare a conoscere e saper utilizzare in maniera intelligente, come sullo smart working; le multinazionali che lo praticano da tanti anni si sono dimostrate all'altezza delle aspettative dei lavoratori. Gli altri datori di lavoro invece, i privati e in parte anche il pubblico, non hanno saputo comprendere il valore aggiunto di questo strumento per contrastare la pandemia e per proteggere anche i lavoratori più fragili. Se si attuasse davvero, si potrebbero evitare i tanti contagi e alleggerire la pressione sui mezzi di trasporto: nella prima ondata questo è avvenuto, forse perché c'era grande paura ed ha funzionato, perché sui luoghi di lavoro non ci sono stati molti contagi, mentre non abbiamo saputo portare avanti questa scelta nella seconda ondata. Invece, dobbiamo cercare di farlo anche adesso, perché la vaccinazione di massa è ancora lontana.

E poi ci preoccupiamo del benessere dei nostri cittadini proprio in questo momento e, con lo smart working, abbattiamo lo stress del viaggio in auto, sui mezzi, lo spreco di tempo, che restituisce tempo di vita, tempo alla famiglia. Non bisogna demonizzare questa opportunità e attuare un'evoluzione culturale, anche grazie indicazioni sui metodi di utilizzo e utilizzando un'informazione corretta.

La Commissione europea ci chiede di vaccinare entro marzo almeno l'80 per cento delle persone di età superiore agli ottanta anni, l'80 per cento degli operatori sanitari e sociali e il 70 per cento degli adulti entro l'estate. Per questo, però, i vaccini devono essere disponibili e quindi dobbiamo accelerare le forniture e sollecitare la Commissione europea a favorire accordi per accrescere la capacità di produzione di vaccini e, in primis, garantire la seconda dose a chi ha ricevuto la prima, per cui in questi giorni mi aspetto davvero un accordo di solidarietà tra le regioni, come è stato annunciato, per assicurare la somministrazione delle seconde dosi. Sarebbe un bel segnale, da parte di tutte le regioni, per sottolineare che siamo un Paese unito per la tutela della salute dei cittadini italiani. Nella fase di vaccinazione di massa che ci porterà fuori da questa crisi, dobbiamo prevedere come vaccinatori tutti i medici e infermieri disponibili, i dipendenti delle aziende sul territorio, liberi professionisti e organizzare i turni di vaccinazione nei luoghi preposti. Ancora oggi 524 morti, ieri 603 cittadini morti e siamo a quota 294 medici deceduti. Liberiamoci quindi da ogni ideologia e pregiudizio rispetto a quello che può essere utile a sconfiggere il virus, con pragmatismo, pensiamo al Paese e salviamo i cittadini da questa pandemia sanitaria ed economica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Gentili colleghe e colleghi, oggi continua la nostra battaglia contro il COVID, una lotta che da mesi impegna il nostro Paese, i nostri operatori sanitari, commercianti, ristoratori, studenti, cittadini e tutti noi in questo Parlamento. Tutti uniti per debellare questa pandemia, che ha colpito l'intero pianeta. Con le misure adottate e che continuiamo ad intraprendere, stiamo cercando di contrastare il COVID, perché è evidente che ci siamo ancora dentro. Questa è una lotta che vede impegnati i Paesi di tutto il mondo, una lotta che vinceremo grazie al nostro essere umani. Questo si può fare solo bloccando la diffusione, con quelle regole che ci siamo dati fin dal primo giorno e con quei sacrifici che pesano come macigni sulla nostra economia. E ancora di più contrasteremo e vinceremo la lotta al virus e alla pandemia attraverso la campagna di vaccinazione su tutta la popolazione. Dobbiamo impegnarci, come Paese e come Governo, per ottenere un numero ancora maggiore di dosi, in modo da poter proseguire e completare la vaccinazione in maniera ancora più tempestiva, perché la tempestività per sconfiggere la pandemia è fondamentale. Dobbiamo salvare vite umane, dobbiamo liberarci il prima possibile dal peso sotto il quale vengono schiacciate la nostra economia e la nostra società. Ma il peso lo sentono soprattutto i nostri giovani, i nostri ragazzi e i nostri bambini. Oggi dobbiamo essere coraggiosi: seguendo le norme del distanziamento sociale e di protezione individuale, dobbiamo far riprendere l'attività scolastica, non possiamo continuare con la didattica a distanza, i nostri ragazzi hanno bisogno del sapere, della socializzazione e hanno bisogno di una risata con gli amici e di quel processo di educazione, di un processo educativo con cui gli insegnanti supportano le famiglie. Gli studenti di oggi, Presidente, saranno gli adulti di domani, adulti che dovranno essere in grado di affrontare e vincere nuovi problemi e nuove sfide, adulti forti e capaci, capaci di guardare al futuro. Ed è con questo ottimismo, Presidente, che dichiaro il voto favorevole della componente Centro Democratico-Italiani in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente, credo che nessuno sia obbligato ad ascoltare il mio intervento, ma sarebbe opportuno che lei creasse le condizioni per cui in Aula ci sia un po' di rispetto verso i colleghi, per ascoltare.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, colleghi: un po' di silenzio, per favore.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Anche perché il Presidente Conte, in questi giorni, ci ha chiesto la collaborazione, ci ha chiesto di partecipare alla costruzione di un'ipotesi di lavoro e quindi o abbiamo questa possibilità di farlo, oppure si dichiari che non siamo interessati. Noi vogliamo essere costruttori di idee, non costruttori di posti e vogliamo subito fare qualche considerazione. Innanzitutto, la filosofia che il Governo sta portando avanti non ci convince: è un atteggiamento perdente, un atteggiamento paternalistico, rinunciatario, improntato al pessimismo. Noi crediamo che si debba uscire da questa situazione di pessimismo e cominciare a pensare che le conseguenze economiche, culturali, di sistema, saranno disastrose, se continuiamo a mantenere questa logica del lockdown.

Vorrei fare un paragone: in tempo di guerra c'erano i bombardamenti, ci si rifugiava nelle cantine, nei bunker, però a un certo punto bisognava uscire per procurarsi il pane, il latte, le cose necessarie per la sopravvivenza. Ecco, io credo che questa è la situazione che stiamo attraversando: bisogna uscire dal bunker, perché se continuiamo a rassegnarci a questa situazione, credo che davvero non ne possiamo più.

Rappresentavo, l'altro giorno, nel dibattito il fatto che da parte del Governo è presente il sottosegretario alla Salute. Sarebbe bene, in un momento come questo, su temi come questi, che oltre al sottosegretario alla Salute, ci fosse anche il sottosegretario all'Economia, perché non c'è solo la salute da tutelare, ma c'è anche la difficoltà economica in cui il Paese si si trova. Noi non ci rassegniamo ad avere una atteggiamento salvifico, in attesa che il COVID passi e qualche cosa succeda. Noi siamo convinti che si debba fare qualche progetto per il futuro, investimenti in opere pubbliche e apertura delle attività produttive. Sia chiaro: in chi vi parla, nelle mie parole, non c'è alcun atteggiamento negazionista, la scienza fa, ha fatto e farà bene il suo dovere; è la politica che sta rinunciando a fare il suo dovere, è la politica che non sta facendo il suo mestiere. E, allora, vogliamo e proviamo ad essere propositivi. Nessuno è obbligato…

PRESIDENTE. Colleghi… Colleghi… Colleghi… allora, anche qui, per favore, non dovete fare assembramenti e, soprattutto, dovete essere in silenzio… dovete tutti essere in silenzio. Prego, deputato Tondo.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Allora voglio provare ad essere propositivo, lo faccio dal mio punto di vista di osservazione e non si dica che il centrodestra è solo capace di snocciolare slogan e strumentalizzare. Vorrei fare alcune proposte, non demagogiche, che mettano sul tavolo del Governo, qualora volesse confrontarsi sui temi, alcune considerazioni che facciamo, soprattutto per non arrivare, presto - perché questo rischia di accadere - a una divisione del Paese tra chi è garantito e chi garantito non è, che sarebbe una cosa che non possiamo permetterci.

Io penso che si debba cominciare a fare aperture, altro che continui lockdown, aperture che siano governate con norme stringenti, con rispetto rigoroso di ciò che andiamo a prevedere, punendo pesantemente chi trasgredisce, ma creando le condizioni per una vita normale, per quanto possibile, una vita fatta di lavoro, di studio e di servizi. Ed è per questo che proponiamo che le scuole siano aperte anche in orari diversificati: ricordo che ai tempi delle elementari, quindi tanti anni fa, nella mia città non c'erano abbastanza aule, si andava a scuola anche il pomeriggio. Cominciamo a pensare di andare a scuola anche la sera, i nostri ragazzi possono farlo, anche andare a orari diversi da quelli a cui siamo abituati.

Pensiamo di aprire i centri commerciali anche fino alle 22, anche oltre, con un accesso scaglionato e con una prenotazione attraverso delle App, in modo che sappiamo chi entra, quando entra, e prenoti suo posto. Pensiamo ad aprire i ristoranti: io credo che siano tra i posti meno problematici che ci siano; faccio questo mestiere da una vita: chi viene in un ristorante, viene già con qualcuno che conosce, si siede in tavola con qualcuno che frequenta e non si alza per andare da altre parti. Creiamo le condizioni perché questo sia possibile, limitiamo i numeri, mettiamo le strutture in plexiglass che dividono, mettiamo le distanze e le mascherine, ma riapriamo i ristoranti, altro che chiuderli a tutte le ore, anzi diluiamo l'accesso in orari ancora maggiori. Lo stesso vale per i bar: creiamo le condizioni affinché si possa stare all'aperto, distanti, che non ci si trovi in tavoloni, ma riapriamoli, consentiamo a questa gente di vivere. E questo vale anche per la pubblica amministrazione: io penso che le persone che hanno fatto smart working, quindi con situazioni anche favorevoli dal punto di vista logistico, possano pensare di andare a lavorare e ricevere i cittadini nelle pubbliche amministrazioni anche in orari diversi da quelli a cui sono abituati. Utilizziamo i percettori di reddito di cittadinanza per fare cose buone, per intervenire, per fare delle attività a sostegno della comunità. Queste sono soltanto alcune delle richieste che potremmo fare ed essere interessati a portare avanti. Però, c'è una cultura di fondo - e chiudo davvero, Presidente - che va sottolineata.

Ieri ho ascoltato il dibattito al Senato: a un certo punto l'ex Presidente del Consiglio Monti ha fatto un intervento, una considerazione che voglio sottolineare. Monti, nel riferirsi al Presidente del Consiglio Conte per dargli il suo voto di fiducia, gli ha detto, tra le altre cose: adesso lei, Presidente Conte, avrà il dovere di aiutare il Paese a rendersi conto della realtà. È esattamente fuori dal posto, fuori luogo: chi ha un reddito sicuramente importante, come Monti, dice a Conte, che ha un reddito altrettanto importante: andiamo a spiegare al Paese come stanno le cose. Forse sono loro, Conte e Monti, che devono capire come stanno le cose in questo Paese, capire come vivono le nostre comunità, capire che i ragazzi soffrono nel non andare a scuola, capire che le piccole aziende stanno fallendo, capire che appena ci saranno i licenziamenti, decine, centinaia di persone, migliaia, resteranno a casa. Questa è la realtà. Confrontiamoci su queste cose e proviamo a vedere se possiamo affrontare il futuro, non con la rigidità passiva che ha contraddistinto l'attività del Governo fino a questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Soltanto per ringraziare, per il lavoro svolto in Commissione, tutti i parlamentari delle due Commissioni parlamentari, di opposizione e di maggioranza, per il lavoro che hanno svolto, i relatori De Filippo e Giarrizzo, per aver condotto in modo esemplare questo ulteriore decreto, e dichiarare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, sottosegretaria Zampa, io desidero anzitutto annunciare, a nome del gruppo di Italia Viva, il nostro voto favorevole su questo provvedimento. Voteremo favorevolmente anzitutto per una questione di coerenza, perché questo decreto è stato adottato dal Governo quando Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto erano parte dell'Esecutivo, ma il nostro voto favorevole è legato anche ad un'ulteriore ragione, forse più importante.

Noi abbiamo già ribadito più volte che, a prescindere dagli esiti della crisi di Governo, Italia Viva non farà mancare il proprio sostegno ai provvedimenti necessari per tutelare la salute delle italiane e degli italiani e per sostenere l'Italia nella crisi economica peggiore dal secondo dopoguerra.

Detto questo, vorrei svolgere alcune osservazioni rapide sul merito del provvedimento. È un po' paradossale che noi, oggi, ci troviamo a votare su un provvedimento che in gran parte ha già esaurito la sua efficacia, perché molte di quelle misure sono scadute, riguardavano il periodo natalizio e i primi quindici giorni del nuovo anno. Io lo dico non per muovere assolutamente una critica al Governo, ma per sottolineare la difficoltà oggettiva che c'è nel tenere insieme i tempi della pandemia e i tempi dei lavori parlamentari, e per richiamare quindi tutti noi, Parlamento e Governo, a fare in modo che questa discrasia sia sempre limitata al minimo indispensabile, e per rivendicare quindi che la centralità del Parlamento è un elemento fondamentale, anche in questa discrasia, per garantire la democrazia di questo Paese. E lo dico a proposito dell'aumento, dell'estensione a cinquanta giorni della possibile durata dei DPCM, per ricordare che è un termine massimo e che va usato con molta, molta, molta attenzione da parte del Governo.

Un altro aspetto del provvedimento riguarda il consenso informato al trattamento sanitario per il vaccino COVID da parte dei soggetti incapaci, ricoverati nelle strutture sanitarie assistite. È un aspetto importante della campagna vaccinale, però sulla campagna vaccinale vorrei svolgere qualche osservazione.

Vede, sottosegretaria Zampa, nessuno di noi sottovaluta la sfida epocale che il Governo deve affrontare: organizzare la più grande campagna vaccinale di massa della storia moderna. Noi ne siamo consapevoli e sappiamo che uno degli elementi fondamentali di questa campagna vaccinale, cioè la disponibilità di vaccini, in parte è fuori dal nostro controllo, perché dipende dalla capacità produttiva delle case farmaceutiche.

Ma se la capacità produttiva è fuori dal nostro controllo, tutto il resto, tutti gli altri fattori non sono fuori dal nostro controllo. Io lo dico davvero senza polemica, ma solo con spirito costruttivo: forse se smettessimo un pochino di rivendicare il numero elevato di dosi vaccinali che stiamo somministrando ed entrassimo un po' più nel dettaglio del piano vaccinale, per noi in Parlamento questo sarebbe molto utile.

Lo dico perché fare vaccini in ospedale al personale sanitario è cosa ben diversa da organizzare una campagna vaccinale di massa, e noi oggi non abbiamo ancora piena chiarezza su quali siano le categorie prioritarie. Noi oggi abbiamo approvato un ordine del giorno per dare priorità alle persone con disabilità: il che mi fa dire che ad oggi non erano contemplate, perché se no non ci sarebbe stata necessità di questo ordine del giorno.

Noi oggi abbiamo approvato un ordine del giorno per dare priorità al personale della scuola: come questo incide sul piano vaccinale, che oggi è fatto di scarne linee guida? Noi non abbiamo neanche dei dati certi e verificabili da noi in Parlamento sul piano organizzativo dettagliato, organizzativo per garantire che ogni dose disponibile sia messa a disposizione degli italiani nel minor tempo possibile. E lo dico perché vediamo che le regioni stanno andando comunque ad una velocità diversa, e questo non è ammissibile.

E vengo al secondo punto. Io ho perfettamente presenti le difficoltà legate al rapporto tra competenza statale e competenza regionale. Spero, però, che la stessa forza che il Governo ha adottato per forzare giustamente le regioni spesso a chiudere delle attività venga anche spesa per garantire che, laddove le regioni fossero inefficienti, interverrà il Governo per assicurare che le vaccinazioni avvengano su tutto il territorio nazionale in modo omogeneo.

Io non sottovaluto quanto sia difficile, quanto sia serio, quanto sia pesante esercitare, o anche solo prefigurare l'esercizio dei poteri sostitutivi dello Stato; però, vorrei che discutessimo di quanto potrebbe essere difficile, serio e pesante dover spiegare ai cittadini che, a seconda del territorio in cui si trovano, il loro diritto a essere vaccinati rapidamente possa essere esercitato in maniera diversa. Lo dico da cittadina lombarda, che ha visto la difficoltà della mia regione ad organizzare anche solo la campagna vaccinale contro l'influenza.

Un altro punto. Io ho letto in questi giorni che il commissario Arcuri strigliava le regioni su questo fronte. Guardi, io ho tutto il rispetto per il commissario Arcuri, però non è a lui che spetta questo ruolo. Il commissario Arcuri deve fare le gare, farle tempestivamente, farle correttamente, per garantire che sia organizzata la logistica e che sia messo a disposizione tutto ciò che serve per somministrare i vaccini: il personale medico, le siringhe, e su questo qualche chiarimento prima o poi speriamo che arrivi; ma non è compito di Arcuri essere la guida politica della campagna vaccinale. Questo è un compito che spetta al Governo, perché è la politica che è responsabile di fronte ai cittadini, non i manager o i commissari straordinari.

E questa stessa responsabilità riguarda anche i capitoli, tutti i capitoli che attengono alla sanità. Il Ministro Speranza ha presentato un piano molto ambizioso per la sanità: un piano che noi sosteniamo, è giusto, affronta tutte le problematiche che la sanità soffre. Però, noi ancora non abbiamo il dettaglio di questo piano; è anche normale, ma nel momento in cui discutiamo del Recovery Plan quel dettaglio serve. Serve perché il Recovery Plan non potrà finanziare tutti i progetti; serve perché vogliamo sapere nel dettaglio quali sono questi progetti; e serve perché in quel piano mancano ancora dei capitoli molto importanti. Io ne ricordo solo uno: non c'è nulla sulle malattie rare, non c'è nulla sui farmaci innovativi, non c'è nulla sulle terapie avanzate, cioè il futuro della sanità italiana.

Quindi, quando noi vogliamo discutere del MES noi non vogliamo provocare nessuno, vogliamo solo far chiarezza su come, quando, con che risorse offriremo agli italiani la sanità che meritano e che, in questi mesi, non sempre hanno avuto.

L'ultima parte del provvedimento riguarda il sostegno alle attività che sono state chiuse nel periodo natalizio, un elemento fondamentale che noi di Italia Viva abbiamo voluto fortemente. Su questo, sulle chiusure io vorrei dire solo una cosa: guardate, se c'è una persona in quest'Aula che non è mai caduta nella stucchevole polemica tra “aperturisti” e “chiusuristi” sono io, credo. Io non ho mai polemizzato e mai polemizzerò con il Governo rispetto a misure di cui capisco la fatica e la necessità e ho piena consapevolezza di quanto sia difficile tenere insieme la libertà e la necessità di evitare la diffusione del contagio. Quindi, credo di aver guadagnato, nel mio piccolo, una certa credibilità per dire: dopo dieci mesi di emergenza, possiamo dirci che ancora fatichiamo a darci una pianificazione delle aperture e delle chiusure? Non dico che non debbano essere anche dure le misure, però dobbiamo farci carico delle esigenze di programmazione delle attività economiche e anche delle famiglie, che devono sapere, con un minimo di anticipo, che cosa succederà della scuola, che cosa succederà dell'organizzazione lavorativa. Quindi, possiamo insieme, dico insieme, provare, dopo dieci mesi, a costruire un sistema in cui a ogni limitazione imposta ai cittadini corrisponda un impegno specifico del Governo, del Parlamento, degli enti locali, delle istituzioni tutte, ciascuno secondo la propria competenza, per porre rimedio rapidamente alle criticità da cui possono derivare quelle chiusure? Indichiamo le scadenze entro cui noi risolveremo i problemi, rendicontiamo cosa abbiamo fatto, chi l'ha fatto, con che risorse. Se noi non apriamo la scuola perché c'è un problema di trasporti pubblici, noi dobbiamo dire che cosa stiamo facendo esattamente per risolvere quel problema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Io lo dico perché, solo così, potremo creare una condivisione duratura di sforzi enormi che stanno compiendo gli italiani che ormai fanno fatica e noi di quella fatica ci dobbiamo fare carico (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, sottosegretario Zampa, cari colleghi, ci troviamo a votare un decreto che è denominato “COVID Natale” e, per questo, è lampante come si occupi in gran parte di qualcosa che è passato, che non c'è più, che purtroppo o per fortuna non tornerà. E oltre a questo, è un decreto che nelle parti poteva essere migliorato, come i ristori, come l'apertura delle scuole in sicurezza, come l'attenzione genuina a chi si prende cura dei più fragili, dei disabili, i caregiver familiari, di cui spesso parla Conte, non ultimo nelle comunicazioni fatte alla Camera e al Senato, ma che poi puntualmente vengono tradite nei fatti, perché, anche in questa occasione, avete rifiutato tutti i nostri emendamenti. Di fatto, questo Governo commissaria il Parlamento con l'ennesimo decreto-legge abusivo e illegittimo. Già tutto questo è folle, sembra folle; a chi sta fuori di qui sembra quasi uno scherzo di carnevale, ci approssimiamo al carnevale. Ma invece, oltre a essere folle, è immorale in quanto è volutamente lesivo del senso del pudore. Ma, sapete, ieri pensavo, quando ho ascoltato Conte al Senato, che certo è proprio il senso del pudore a mancare.

D'altronde, questo Governo e questa maggioranza ha un Presidente del Consiglio che manca del senso del pudore nel momento in cui, in una giornata come quella di ieri - che dal Ministro Di Maio, il vostro Ministro degli Esteri, verrebbe definita il “mercato delle vacche” - in quella giornata il Presidente del Consiglio Conte, per rafforzare la bontà del proprio agire, cita Borsellino.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 20,30)

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Ma io mi chiedo e vi chiedo come può pensare il Presidente del Consiglio Conte che, quando Borsellino si riferiva a un movimento culturale, morale che aiutasse tutti a poter godere della bellezza del fresco profumo di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che fa rifiutare il puzzo, il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità, della complicità, si riferisse al profumo del vostro agire invece che al puzzo del mercimonio, al puzzo di un Governo che si legge e si regge su partiti che hanno perso le elezioni, su un Presidente del Consiglio che non si è mai misurato con libere elezioni, che, anzi, fugge da libere elezioni come fossero la peste, che si regge su parlamentari che votano all'ultimo minuto perché tengono famiglia. Ma siete sicuri che Borsellino si riferisse a quello? E come può un Presidente del Consiglio citarlo nel momento in cui uccide la morale, uccide gli italiani e tradisce, con le sue ennesime dichiarazioni, quella sincera, autentica volontà di servire l'Italia e gli italiani? Io mi sarei aspettata un Parlamento che fosse impiegato a porre rimedio ai tanti tradimenti e ai tanti fallimenti di questo Governo, un Governo che non ricorresse i transfughi, che non rincorresse le poltrone alle quali si vuole incollare.

Eppure, i fallimenti a cui si dovrebbe porre rimedio sono tanti: i fallimenti nella gestione della pandemia, con gli oltre 80 mila morti che ci danno il primato in Europa per decessi, i fallimenti legati all'ennesimo sbaglio del commissario Arcuri che invia le siringhe sbagliate, i fallimenti che si apprestano a verificarsi con le 156 mila dosi in meno che la Pfizer consegnerà all'Italia, i fallimenti di chi non si sta occupando di rendere possibile in Italia la produzione interna di vaccini per far sì che non sia continuamente dipendente da qualcun altro, i fallimenti legati a una bozza del nuovo piano pandemico che discrimina i più fragili e seleziona le vite. Perché? Perché decide chi deve essere sacrificato e per voi, nei fatti, se la bozza viene confermata, coloro che devono essere sacrificati sono i più fragili. Con quale faccia inserite che, nel momento in cui ci dovessero essere minori risorse e minori strumenti, ci sarà una priorità di chi deve ricevere le cure? E che i più fragili - questa è la parola che avete utilizzato - verranno esclusi? Con quale faccia Conte, ieri e lunedì, è venuto in quest'Aula a promettere, con il futuro, che farà, si occuperà dei caregiver familiari e dei disabili? Con quale faccia, con quale senso del pudore? E a questi fallimenti si aggiungono quelli legati ad una crisi economica alla quale non state mettendo mano: il 7 per cento delle perdite risarcite sui 423 miliardi e chi voleva lavorare lo avete messo nelle condizioni di non lavorare; bar e ristoratori, a cui avete fatto spendere milioni di euro per prendere plexiglass e dispositivi di protezione perché a Natale sarebbero stati tranquilli - così gli avevate detto -, e poi, invece, non gli avete permesso di lavorare e li avete lasciati soli.

O gli altri fallimenti legati al 70 per cento dei decreti attuativi dei “decreti Ristori” che non avete ancora emanato, i fallimenti legati al solo decreto attuativo del “decreto Semplificazioni” su 38 che avete emanato. I fallimenti legati a una perdita del PIL del 10 per cento in Italia. I fallimenti di una disoccupazione giovanile che è salita al 29 per cento. I fallimenti, anche, legati all'allarme, che è stato promosso e proposto ieri, rispetto all'aumento dei tentati suicidi e degli atti di autolesionismo a carico dei più giovani. In questi mesi di pandemia i ragazzi sono stati ricoverati nei reparti di neuropsichiatria infantile, perché hanno tentato il suicidio o si sono tagliati, feriti, bruciati: il 30 per cento in più degli anni passati. Sono statistiche che fanno venire i brividi, sono numeri oggettivi che danno la misura del fallimento e della verità. Invece di occuparci in tutto questo e di tutto questo, ci legate e ci impedite di fare il nostro lavoro, quello di far rialzare la nostra Italia. E quando dite che voi non vi potete dimettere, perché c'è una tragedia che attraversa la nostra Italia, beh voi lo dovreste fare proprio per questo. Vi dovreste dimettere proprio perché la nostra Italia è in ginocchio. Ed è in ginocchio a causa dei fallimenti che Conte ha procurato. Conte si dovrebbe dimettere, sì, perché l'Italia è in difficoltà. Si dovrebbe dimettere per liberare l'Italia da un Governo fragile e incapace di affrontare le grandi sfide che questo momento richiede. Si dovrebbe dimettere per permettere a chi più di lui saprebbe traghettare l'Italia e gli italiani fuori da questa bufera. Si dovrebbe dimettere per dignità, per compassione, per umanità, per senso del limite di un'arroganza che sembra non avere confini. Si dovrebbe dimettere, sì, e voi lo dovreste consigliare in tal senso. Dovreste consigliare a Conte di dimettersi.

È per questo, a fronte di tutto questo, che noi voteremo contro questo decreto-legge, come abbiamo votato contro tutti gli altri decreti-legge abusivi e illegittimi, come abbiamo votato contro, come Fratelli d'Italia, come tutti i parlamentari di Fratelli d'Italia hanno votato contro la fiducia al Governo Conte, perché per noi è più importante l'interesse del popolo italiano che della poltrona. Per questo lo confermiamo ogni volta e lo dimostriamo in ogni momento della nostra presenza in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è francamente difficile non provare sentimenti di sconcerto e profonda preoccupazione per quanto sta accadendo, per quello che il Paese è costretto a subire, oltre alla fatica, all'impegno, al sacrificio che la più grave crisi sanitaria, sociale ed economica della storia recente ha già imposto a tutti i nostri connazionali. Quella a cui stiamo assistendo non è semplicemente una crisi di Governo, ma una crisi politica ben più grave, che riguarda l'intera classe dirigente della maggioranza, alla cui incompetenza, mancanza di unità e di visione, si aggiunge ora la pesante irresponsabilità di aver consumato questa sceneggiata nel momento più drammatico, con sfregio del disagio sociale che tutto il Paese sta vivendo. Quello che in questo drammatico contesto stiamo per votare è l'ennesimo provvedimento con il quale si cerca - senza riuscirci - di far fronte all'epidemia e alle sue conseguenze. Un testo fatto di misure eterogenee, in contrasto con la nostra Costituzione, non solo sul piano giuridico-formale, ma soprattutto su quello sostanziale, perché ancora una volta si tratta di misure che limitano la libertà, le libertà essenziali dei cittadini, tra le quali a spiccare non è solo la libertà agli spostamenti sul territorio nazionale, ma prima ancora la soppressione del diritto al lavoro, che sta umiliando, da ormai troppo tempo, milioni di cittadini.

Già la paura del futuro abbatte i consumi e mette in crisi le nostre imprese, se poi a questo aggiungiamo l'incertezza continua che ha caratterizzato l'azione di questo Governo e la difficoltà a capire la logica delle sue decisioni, allora è chiaro che la frustrazione dei nostri imprenditori è tanta ed è ampiamente comprensibile. Non è più accettabile che siano lasciati soli a farsi carico dell'azione di contrasto alla pandemia. Non è più accettabile che si chieda loro di pagare i costi di un sacrificio sociale senza adeguate e proporzionate misure compensative. Secondo i dati diffusi da Confcommercio a fine dicembre, l'effetto combinato del COVID e del crollo dei consumi, farà sì che ci sia un decremento dell'11 per cento dei consumi stessi, una perdita di 120 miliardi rispetto al 2019 e ci sarà la chiusura di 400 mila aziende. Pensiamo alla nostra ristorazione, un settore che nonostante abbia dimostrato di poter e saper lavorare in sicurezza, ha già pagato un prezzo altissimo: un 2020 chiuso nel peggiore dei modi, il 40 per cento dell'intero fatturato annuo andato in fumo. Certo, la salute viene prima di tutto. Ma chi ha fatto di tutto per tutelare la salute dei clienti sono proprio i nostri imprenditori, che adesso giustamente pretendono rispetto per l'impegno umano ed economico che hanno portato avanti nel tenere in piedi le loro attività e nel garantire occupazione. Le grandi città, in particolare le città d'arte, dove ha pesato di più l'assenza del turismo internazionale, non hanno invece beneficiato nemmeno della tregua estiva, registrando perdite complessivamente superiori all'80 per cento del fatturato.

Noi abbiamo presentato emendamenti a questo decreto in favore delle imprese del commercio e dei servizi, finalizzati a estendere i ristori sia in termini di contributo a fondo perduto, sia in termini di credito d'imposta per le locazioni non abitative. Abbiamo chiesto che venissero coperti col fondo cashback, perché in un momento in cui l'economia è in sofferenza non si possono utilizzare, o meglio sprecare, 1.700 milioni nel 2021 e 3.000 milioni di euro nel 2022 per favorire i pagamenti digitali, nella presunzione che il contante sia veicolo di evasione fiscale e peraltro attraverso un meccanismo sul quale la stessa BCE, ultimamente e ripetutamente, ha rilevato forti criticità.

Si continua a non ascoltare i commercianti, che oggi devono sostenere nuovi costi per aggiornare i registratori di cassa in vista dell'avvio della lotteria degli scontrini, un'operazione che si continua a chiedere che, visto il momento, venga posticipata, con la sordità del Governo. Così come continuiamo a chiedere che venga rinviata l'operatività del merito creditizio: dal 1° gennaio le banche, adeguandosi alla European Banking Authority hanno introdotto criteri più stringenti sui requisiti di capitale. Pensate che questo significa che il correntista in rosso rischia di essere segnalato se la sua esposizione sconfina la soglia di rilevanza, cioè per sconfinamenti superiori a una soglia di 100 euro per il privato o di 500 euro per l'impresa. Questo produrrà, nel mezzo di una gravissima crisi economica, effetti devastanti per le nostre aziende, sull'economia e sul tessuto sociale del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È davvero incredibile.

Ma perché succede questo? Succede perché questo Governo è figlio di un matrimonio innaturale, espressione della classe politica più incapace della storia repubblicana, un Governo che ha ritenuto di portare avanti, nel quadro appena delineato, politiche sterili, come ho detto, il cashback, la lotteria degli scontrini, bonus vari, scegliamo quello riferito ai banchi con le rotelle piuttosto che i monopattini.

Dunque, non c'è un vero disegno politico, perché quello che manca a questo Paese, purtroppo, è proprio un Governo che sia espressione di un progetto politico serio, capace, chiaro. L'ambiguità e l'incertezza che hanno caratterizzato l'azione di questo Esecutivo si ritrovano inevitabilmente anche sul piano Recovery, sui miliardi che ci spettano per far fronte al dramma in corso. Abbiamo un piano che manca di coerenza, disperde risorse importanti nella giungla degli incentivi e dei superbonus, fa finta di accontentare tutti ma non è altro che l'ennesima occasione mancata: quella di delineare un progetto di ampio respiro, che guardi al futuro con investimenti lungimiranti. È cruciale che queste risorse siano usate produttivamente per rilanciare la crescita, migliorando la sostenibilità e la digitalizzazione del Paese, ma stiamo correndo il rischio di presentare alla Commissione progetti non adeguati e difficili da raggiungere. Il pericolo che questo ingente, nuovo, finanziamento - se vogliamo chiamarlo nuovo debito - possa essere disperso dall'incompetenza del Governo è davvero concreto. I “decreti Ristori”, la legge di bilancio, il Recovery Plan, dovevano essere strumenti di importanza strategica, hanno occupato l'agenda politica degli ultimi mesi, senza, tuttavia, risolvere i problemi e senza portare le risposte che i cittadini ancora stanno aspettando.

Oggi, e concludo, vogliono farci credere che la crisi in atto sia frutto della inaffidabilità di un partito che, formalmente, rivendica la libertà di dissentire; ritengo, invece, che sia figlia della mancanza di un serio progetto politico. L'Italia non ha bisogno di una nuova maggioranza posticcia, incapace di prendere decisioni e risolvere i problemi, perché questo è quello a cui stiamo andando incontro. Di fronte alla inadeguatezza delle vostre scelte politiche e alla gravità dei vostri ritardi, non possiamo che dare un giudizio negativo. Votiamo “no” a questo provvedimento, “no” a questo Governo, “no” alla paralisi in cui state gettando il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Colleghi, ci accingiamo tra poco a votare un decreto che limita e circoscrive. Non illudiamoci, sarà così anche per i prossimi mesi, con una inevitabile e continua taratura delle misure, che devono essere imposte con la prudenza che si deve quando alla politica tocca limitare i diritti delle persone. Questi costanti aggiustamenti sono stati fatti attraverso un continuo confronto con le regioni, sulla base di indicatori condivisi e il PD ha apprezzato questo lavoro d'intesa; per questo vogliamo ringraziare i Ministri Boccia e Speranza per il loro, soprattutto, paziente lavoro. Sappiamo, infatti, che il virus si muove in modo non lineare e che solo con una straordinaria e corale azione di contrasto potrà finalmente essere debellato. Che questa battaglia la stiamo facendo bene è fuori discussione; ci saranno, inevitabilmente, ancora errori e ce ne sono stati, ma i fatti non si discutono. Rispetto a un anno fa, abbiamo 60 mila nuovi operatori sanitari, di cui 40 mila tra medici e infermieri; abbiamo impegnato 12 miliardi in più di stanziamenti nel 2020, che saranno garantiti negli anni futuri, per il Servizio sanitario nazionale. E se oggi, pur con grande fatica, siamo messi meglio di altre nazioni - ci dispiace ricordarlo, ma Germania e Gran Bretagna, oggi, sono in quasi completo lockdown e hanno fatto bene, perché la situazione è davvero terribile laggiù -, se oggi pur con grande fatica siamo messi un po' meglio di quelle grandi nazioni, qualche motivo, qualche merito ci sarà. Il merito è soprattutto della responsabilità degli italiani e dei tanti eroi quotidiani, nella professione e in famiglia; ma è anche merito di ciò che è stato fatto e di cui dobbiamo essere sinceramente orgogliosi.

Ora, come ricordato in quest'Aula dal Ministro, siamo all'ultimo miglio, ma sappiamo che saranno i mesi più difficili, ed è un po' come una maratona: pur esausti, bisogna trovare le energie per lo sprint finale. La sfida più urgente, la sfida delle sfide - lo sappiamo tutti - è fare presto e bene le vaccinazioni. Una volta messo in sicurezza il personale sanitario, quello delle strutture e le persone anziane, per noi del Partito Democratico deve toccare subito agli insegnanti, agli operatori sociosanitari educativi, anche del terzo settore, alle persone fragili e con disabilità, ai loro caregiver e agli assistenti familiari, per una ragione molto semplice: perché è vero che la fatica e le difficoltà maggiori sono negli ospedali e nelle scuole, ma la rete di assistenza e di educazione fuori dalle scuole e dagli ospedali è altrettanto per noi importante e fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Infine la questione ristori, che viene considerata nel decreto per alcune tipologie di attività. Lo scostamento votato oggi, se confermato, consentirà una nuova fase di ristori, che dovranno essere ancor più mirati ed equi, ora che la macchina amministrativa è più rodata e non è più chiamata a uno sforzo imprevisto e titanico come è successo nel 2020. È proprio di oggi l'annunciata volontà del Governo di orientare i ristori soprattutto a favore di chi ha avuto grandi perdite di fatturato e di chi finora ha ricevuto poco o nulla. Siamo d'accordo: si ristori nel ‘21 di più chi nel ‘20 ha avuto di meno, ed entro la primavera si completi una sacrosanta azione di sostegno per mantenere in vita lo straordinario patrimonio imprenditoriale e professionale italiano.

Concludo. Occorrerà in sintesi davvero ancora stringere i denti, ma già vediamo la luce in fondo al tunnel e sarà una luce bellissima. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente, membro del Governo, onorevoli colleghi, da due giorni avete tenuto il Paese sospeso di fronte ad un Governo in bilico e abbiamo assistito ad uno spettacolo della politica che governa il Paese imbarazzante. Un mercato indecoroso, persi i valori della coerenza, dove i tanto disprezzati voltagabbana incredibilmente li avete trasformati in costruttori. Il Premier Giuseppe Conte è diventato buono per tutte le stagioni, è diventato abile trasformista nel dire tutto e il contrario di tutto, ma con tanta ipocrisia: colleghi, non potete continuare a far finta che vada tutto bene. La vera realtà è che vi ostinate a non vedere che non avete la maggioranza; non avete una maggioranza fondata su visione e futuro del Paese, su valori, su progetti comuni. La verità è semplice, chiara: non avete la maggioranza assoluta; 156 senatori non daranno la stabilità. In questo momento avete il terrore di andare a casa, state anteponendo voi stessi al bene dei cittadini e siete uniti dalla paura che si percorra la strada delle elezioni, che possa vincere il centrodestra e che possa vincere Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non avete coraggio, non avete coraggio di lasciare che sia il popolo a decidere; vi nascondete dicendo che in questo momento non si può andare a votare perché sarebbe un danno per il Paese oppure con la scusa della pandemia; solo bugie, bugie. In una situazione così complicata e pesante per il Paese, che esige il massimo dell'adeguatezza, se un Governo non è in grado di dare risposte e se non esiste nemmeno una maggioranza, deve solo farsi da parte e togliere il disturbo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vedete, colleghi, questo “decreto Natale” contiene una piccolissima parte di ristori, ma voglio ricordare che abbiamo fatto cinque scostamenti di bilancio nell'anno per l'emergenza COVID, anche con il voto della maggioranza.

Abbiamo approvato, in tutto, quasi 150 miliardi di scostamento con quelli di oggi, che sono 32 miliardi. Ma tutti, tutti i cittadini si chiedono “dove sono finite queste risorse, che noi non le vediamo?”, dato che aumenta di giorno in giorno la protesta di persone che hanno ricevuto poche briciole o nulla.

Ma ci rendiamo conto dei dati che ci sono dati dalla CGIA di Mestre? Ci sono stati 423 miliardi di mancati incassi e sono stati immessi 23 miliardi per i ristori. Il PIL sta crollando, stiamo tornando indietro, per alcune attività, di quindici anni. Ma vi rendete conto che vi state dimenticando di una valanga di partite IVA, di imprenditori? Ve lo ricordate, nelle consuete dirette Facebook, a diretta unificata, che cosa ha detto Conte? Nessuno sarebbe rimasto solo e nessuno sarebbe stato dimenticato. Lo aveva promesso! Ebbene, promessa non mantenuta.

Oggi, poi, in questo contesto direi surreale, stiamo appunto votando il “decreto Natale”, e ricordo che ormai siamo quasi a fine gennaio. Un testo superato per quanto riguarda le misure sanitarie per limitare il COVID, di cui abbiamo già ampiamente discusso in discussione generale, ma resta, però, la parte concernente i ristori legati alla settimana del Natale, che interessa alcune attività. Ma vi siete dimenticati della montagna proprio a Natale! E qui di nuovo poi il Governo ricade e ripete lo stesso errore, legato al sistema dei codici Ateco con il sistema forfetario. Una miseria che non basta neanche per la copertura dei costi fissi delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Bollette, affitti, fornitori, trasporti, dipendenti, tutto ciò che serve per aprire l'attività, e poi ci sono le tasse. Attenzione, errare è umano e perseverare è diabolico. In questo decreto avete inserito alla fine una misera tabellina con 11 codici Ateco legati alla ristorazione; ripeto, una tabellina con undici righe. Ma vi rendete conto? E poi vi stupite se ristoratori, esercenti e commercianti hanno perso la pazienza e scendono in piazza.

Avete bocciato tutti i nostri emendamenti dove vi abbiamo segnalato tutto, tutto ciò che perveniva da questo grido di dolore: la protesta dei ristoratori, dei gestori di palestre, il mondo del turismo azzerato al 100 per cento, pensiamo alla montagna, alle città d'arte. Le persone che hanno un'attività stanno subendo dei danni drammatici: aumentano di giorno in giorno; sono persone che si trovano ormai sul lastrico del fallimento, sono disperate. In un primo momento hanno investito per adeguare al meglio il loro servizio, per dare sicurezza; hanno anche aiutato, di tasca loro, i loro dipendenti, e ora sono prossimi al fallimento, ma non per incapacità imprenditoriale. Falliranno perché lo Stato, dopo averli obbligati a chiudere, non è stato capace e non ha voluto sostenerli di fronte a una calamità sanitaria che si chiama virus e che li ha travolti come uno tsunami (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dobbiamo adottare tutte le misure per contrastare il COVID, ma certo, ci mancherebbe! Dobbiamo fare tutto il possibile per conciliare queste misure con la vita delle persone, degli anziani, dei disabili, degli studenti, dei lavoratori e degli imprenditori. Certo che è possibile, lo abbiamo detto in tutte le occasioni; lo ribadiamo anche in questo “decreto Natale”, dove si continua a elemosinare le attività sempre con questo sistema assurdo dei codici Ateco. Guardate, era molto semplice e quasi ovvio, perché i 150 miliardi, anzi, i 100 che abbiamo autorizzato, e quelli che abbiamo autorizzato oggi, con gli scostamenti di bilancio più quelli della manovra di bilancio, dovevano servire unicamente per misure sanitarie, veri indennizzi, programmazione, e non dovevano essere sprecati per inutili bonus, per banchi a rotelle, monopattini o addirittura 5 miliardi per il cashback da spendere proprio durante il periodo del Natale, dove avete inserito le misure più restrittive. Ma sapete che questa è schizofrenia?

Attenzione, ormai il limite è raggiunto e siamo sull'orlo di una rivolta sociale. Presidente, la gente è esausta, arrabbiata. Il Premier Conte fa sempre gli stessi discorsi, le solite dirette, il nulla. Risposte concrete non ne vediamo, zero assoluto e i cittadini si sentono presi in giro.

Abbiamo purtroppo il primato per i decessi COVID e il Paese con maggiore recessione economica. In tutti i programmi televisivi assistiamo al grido d'aiuto del Paese e i membri di maggioranza e del Governo tentano di negare l'evidenza. Nella crisi più drammatica del Paese, che ha investito il nostro Paese appunto dal dopoguerra, con un Paese lacerato di fronte alla salute e all'economia, siamo gestiti dal peggior Governo di tutti i tempi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per questo andare a votare era la soluzione migliore e lo è ancora.

Fonti di Confcommercio parlano di 400 mila imprese chiuse. Ormai sono in continuo aumento le persone sulla soglia di povertà: siamo a 8 milioni di persone povere. La Lega, anche in questo decreto, ha fatto moltissime proposte e ha presentato anche due emendamenti importanti, ma li avete bocciati. Dopo la confusione che abbiamo visto crearsi con il “Ristori 1”, “Ristori 2”, “Ristori 3”, “Ristori 4” e ora arriverà il “Ristori 5”, ogni volta è evidente che qualcuno è stato dimenticato.

Noi chiediamo di non soffermarci sulle imposizioni rigide dei codici Ateco, ma sostenere le intere filiere dei settori, per esempio tutta la filiera dell'agroalimentare, vale anche per l'abbigliamento, il turismo, lo sport. E' così semplice verificare la differenza di fatturato sul periodo dell'anno precedente e stabilire un rimborso del 70-80 per cento, che garantisca almeno la copertura dei costi fissi. Pazienza il guadagno, ma almeno le spese.

Ma mi chiedo: siamo noi, solo noi che incontriamo questi imprenditori, che hanno un volto umiliato, la disperazione? Uscite dalla bolla in cui vivete! Vedete, noi daremo voto contrario al “decreto Natale”, perché non siamo stati minimamente ascoltati, nessun emendamento è stato accolto.

Vede, Presidente, si sta creando un mondo di persone di serie A, che fortunatamente ricevono uno stipendio a fine mese, ma abbiamo lavoratori di serie B che sono abbandonati e questi spesso sono proprio le partite IVA e sono i lavoratori autonomi, e un Governo questo non lo può permettere.

Il nostro voto sarà contrario proprio di fronte a questa indifferenza e auspichiamo che, proprio con lo scostamento di oggi, dove la Lega ha dato importanti indicazioni, queste diventino veramente concretezza per aiutare tutte queste persone, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare L'onorevole Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi ci apprestiamo a votare la conversione in legge del decreto-legge n. 172 del 18 dicembre 2020, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19. Un provvedimento che prevede anche i giusti ristori per i cittadini danneggiati economicamente dagli effetti della pandemia.

Questo decreto è nato dall'esigenza di rafforzare le misure di contenimento della diffusione del contagio in occasione delle festività natalizie e di inizio anno e ha perseguito il fine di adottare adeguate misure di prevenzione e contrasto dell'emergenza epidemiologica, che avrebbe potuto acuirsi nel periodo festivo, a causa dei fenomeni di assembramento e naturale aumento di relazioni interpersonali connessi all'eccezionale momento dell'anno.

Questo provvedimento, raccogliendo quanto disposto e previsto da precedenti decreti in materia di spostamenti, ha inserito una serie di misure più stringenti unicamente per i giorni festivi e prefestivi, che vanno dal 24 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021, trasformando tutta l'Italia in zona rossa durante i giorni propriamente festivi e in zona arancione in tutti gli altri giorni, e questo al solo fine di contenere i contagi ed evitare di vanificare gli sforzi fatti da tutti i cittadini.

Per primi, già nei mesi scorsi, abbiamo intuito la gravità di ciò che stava accadendo, mettendo in campo misure straordinarie orientate dal principio di proporzionalità.

Dal punto di vista sanitario, abbiamo immediatamente incrementato le terapie intensive di oltre 3.500 posti, attivato oltre 36 mila assunzioni negli ospedali, potenziato l'assistenza domiciliare e attivato oltre 8 mila borse di studio di specializzazione in area medica. Nella legge di bilancio, da poco approvata da questo Parlamento, abbiamo stanziato 935 milioni per le indennità del personale sanitario e sociosanitario, 70 milioni per consentire a medici di famiglia e pediatri di eseguire tamponi ed incrementato di 30 milioni, fino al 2023, il fondo per i caregiver. Ma non abbiamo ignorato, né sottovalutato gli effetti economici legati a questi necessari interventi. I provvedimenti che fin qui si sono susseguiti hanno introdotto, di volta in volta, importanti aiuti economici, tra cui l'ultimo, che prevede un contributo a fondo perduto nel limite massimo di 455 milioni di euro per l'anno 2020 e di 190 milioni di euro per l'anno 2021, da destinare alle attività dei servizi di ristorazione che, come abbiamo potuto constatare, hanno dovuto limitare fortemente le proprie attività. I ristori erogati superano così i 10 miliardi.

Il Governo, consapevole dell'importanza che per tutti noi avevano questi giorni di festa, ha cercato, da un lato, di consentire alle famiglie di riunirsi come da tradizione, ma, dall'altro, di pensare a strumenti che potessero tutelare la salute dei cittadini. Questo è un Governo che, con coraggio, ha portato avanti delle scelte difficili, abbandonando la logica del consenso facile, facendosi guidare da scelte che sono sempre state supportate dal Comitato tecnico-scientifico e da studi sanitari, ma abbiamo fatto tutto il possibile affinché nessuno restasse indietro, perché, se da un lato venivano imposte misure seppur restrittive, ma necessarie, dall'altro non sono mai mancati aiuti e contributi economici. E vorrei ricordare che, mentre in Italia si lavorava di cesello per cercare di limitare le cosiddette giornate rosse, tra animate polemiche con una opposizione che non si è di certo risparmiata anche in questo caso, anche in un momento in cui sarebbe stato necessario essere uniti e far fronte comune, nel resto d'Europa si parlava di lockdown di mesi. L'obiettivo, dunque, era mediare e il Governo, consapevole del sacrificio, ha dovuto fare delle scelte responsabili e coraggiose per difendere tutti noi e per non vanificare gli sforzi finora fatti.

Purtroppo, questa pandemia ha trascinato il mondo intero all'interno di una spirale di paura, ma condividendo e mettendo in pratica comportamenti corretti, nel più generale quadro della prevenzione e nell'ottica della collaborazione istituzioni-cittadini, stiamo cercando di arginare i suoi effetti nefasti. Abbiamo imparato ad indossare le mascherine, igienizzare le mani, misurare spesso la temperatura corporea, ma soprattutto abbiamo imparato, attraverso questi gesti, a preoccuparci anche degli altri, a proteggere i nostri cari, i nostri nonni e le persone fragili. Abbiamo rinunciato agli abbracci, a vedere i sorrisi e a goderne in libertà.

Oggi, dunque, siamo qui per votare ed approvare un provvedimento, che, come obiettivo, ha la tutela della salute e il sostegno dell'economia, attraverso gli aiuti economici a sostegno dei lavoratori che stanno soffrendo e che, a seguito delle necessarie restrizioni, hanno patito e patiscono ancora. Al fianco dei cittadini, dei lavoratori, dei nonni, dei bambini, dei ragazzi, delle famiglie, dei cittadini più fragili, oggi il MoVimento 5 Stelle esprime il suo voto favorevole e consapevole alla conversione del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paxia, mi scusi se prima ho pronunciato male il suo cognome. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2835-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2835-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2835-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Maurizio Martina.

PRESIDENTE. Comunico che in data 19 gennaio 2021 è pervenuta alla Presidenza la lettera con la quale il deputato Maurizio Martina ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare per la carica di consigliere speciale del direttore generale - vicedirettore aggiunto presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), incompatibile con il mandato parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Trattandosi di un caso di incompatibilità, accertato dalla Giunta delle elezioni in data 20 gennaio 2021, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Maurizio Martina dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Maurizio Martina, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 20 gennaio 2021, ha accertato che il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 6 - Partito Democratico, nell'ambito del collegio plurinominale 02 della V circoscrizione Lombardia 3, risulta essere Giovanni Sanga.

Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la V circoscrizione Lombardia 3, nell'ambito del collegio plurinominale 02, il collega Giovanni Sanga, a cui facciamo i nostri migliori auguri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Veronica Giannone, già iscritta alla componente politica del gruppo parlamentare Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

Pregherei il silenzio in Aula e anche di uscire con prudenza.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. La vicenda si è chiusa con la sospensione della seduta, e poi successivamente c'è stato un momento piuttosto nobile ed alto di dibattito politico con il ricordo dell'onorevole Macaluso; però voglio lasciare agli atti di questa seduta una considerazione in relazione all'intervento svolto dal collega del MoVimento 5 Stelle sulla questione dello scostamento di bilancio.

Vedete, colleghi, già in condizioni normali una maggioranza e un partito di maggioranza relativa, almeno in termini di presenza parlamentare, che si permette di provocare l'opposizione, non è un bel modo di porsi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia); ma considerando le circostanze politiche e numeriche in cui la maggioranza si trova in questo momento, considerando la responsabilità di un'opposizione che vota uno scostamento non per sostenere il Governo, ma il Paese, l'ultima cosa che vi dovete permettere di fare è attaccare gratuitamente, in maniera provocatoria, i gruppi di opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), perché questa non è un'operazione né di intelligenza politica né di buonsenso.

La chiudiamo qui, Presidente, il collega si è scusato, va bene tutto; ma, a futura memoria, lasciamo agli atti che non è questo il modo di comportarsi in un Parlamento in cui ci sono forze politiche che, in un momento difficile per questo Paese, decidono di non far prevalere la logica di parte, ma di far prevalere l'interesse generale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Da molte settimane riceviamo centinaia di e-mail da parte di piccoli proprietari di immobili che si lamentano del prolungamento del blocco degli sfratti. Ebbene, qui dobbiamo sgombrare il campo da eccessive semplificazioni, perché dobbiamo considerare principalmente tre aspetti.

Il primo è che chi, con il sudore della propria fronte, con i sacrifici di una vita, con il lavoro di una vita, è riuscito ad acquistare un piccolo immobile da mettere in affitto di sicuro non necessariamente naviga nell'oro e, spesso, quella può essere anche l'unica fonte di introito. In secondo luogo, non possiamo permettere che una fascia della cittadinanza faccia da cuscinetto e, quindi, da ammortizzatore sociale verso un'altra. Da ultimo, in terzo luogo, è lo Stato che deve dare il giusto supporto, che deve trovare il giusto equilibrio tra giustizia ed equità. Quindi, io devo ringraziare anche la collega Valentina d'Orso che, in Commissione giustizia, sta portando avanti un lavoro, insieme anche ai colleghi della Commissione finanze, proprio per riuscire a rispondere alle istanze di questi proprietari. E a loro diciamo, appunto, che non siamo rimasti ciechi e sordi rispetto ai loro bisogni, ma abbiamo preso a cuore il problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). L'Agenzia europea ambientale stima che nel 2018 in Italia si sono verificati oltre 59 mila decessi a causa del particolato, delle polveri sottili PM 2,5. Quasi la metà dei decessi, oltre 24 mila, si è verificata nel bacino padano. La città record è Brescia, con il 14,3 per cento, seguita da Padova. Gli studi di speciazione, per capire cioè da cosa è provocato questo particolato, eseguiti da ISPRA, ci dicono che il 34 per cento deriva, in quel bacino, dai trasporti, il 19 per cento dall'agro-zootecnia, il 17 per cento dal settore civile, il 16 per cento dall'industria, il 7 per cento da incenerimento e trasporto di rifiuti. Per cui, adesso ci sono dati anche locali che ci impegnano ancora di più a ridurre le emissioni in atmosfera, e capiamo la portata di provvedimenti come i bonus mobilità privati. Sono venuto oggi qui in monopattino. Mobilità pubblica: la giunta Raggi ha fatto scendere da 17 a 13 il PM 2,5 medio grazie anche ai 700 nuovi bus in circolazione. È necessario, in particolare nelle realtà più impattate, evitare nuove autostrade, ridurre i capi allevati, rendere strutturale il super bonus, usare l'Industria 4.0 anche per filtrare le emissioni, come la Pro-gest a Mantova, ed evitare proliferazioni di nuovi impianti energetici, fossili o meno fossili, nuovi turbogas, dove già si produce 5 volte l'energia consumata, come a Mantova. Il Ministro dell'Ambiente Costa ha messo già in campo strumenti e risorse importanti per la qualità dell'aria nel Recovery Pan, presto all'attenzione delle Camere, che verrà analizzato. Ci sono risorse per la lotta all'inquinamento atmosferico. Dobbiamo migliorare ulteriormente il testo per ridurre la pressione dell'inquinamento che soffoca i nostri figli e il futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. L'accesso al Fondo controesodo presenta delle criticità e il decreto per definirne i criteri ancora non è stato emanato. Senza l'emanazione di questo decreto, i contribuenti che hanno trasferito la residenza in Italia tra aprile e luglio 2019 non possono avvalersi del regime speciale di tassazione, così come, invece, risulta dalle modifiche introdotte dalla vostra legge bilancio 2021 alla quale, comunque, anche noi come Lega abbiamo collaborato. Il 28 febbraio 2021, signor Presidente, scadranno i termini per la presentazione delle dichiarazioni tardive relative al periodo d'imposta 2019. Pertanto, Presidente, chiedo risposta urgente alla mia interrogazione n. 4-08010 e allo stesso tempo sollecito il Governo a risolvere questo problema al più presto. Presidente, è una vergogna che i parlamentari di maggioranza sbandierino come vittorie delle norme appena varate che il loro stesso Governo non mette in pratica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei far risuonare in quest'Aula la voce dei genitori di Melzo, dei genitori di Pioltello, di Paullo, di Cernusco sul Naviglio, di Segrate, di Rodano e Settala, di Mediglia e di Peschiera Borromeo, i genitori della Martesana che chiedono che per i loro figli sia rispettato il diritto all'istruzione. Nella Regione Lombardia, le scuole sono chiuse e questi genitori hanno scritto una lettera molto accorata chiedendo che almeno i loro figli di seconda e di terza media possano frequentare la scuola. In realtà, Presidente, chiudere le scuole ha un effetto minimo sul controllo dei contagi. Infatti, l'Istituto superiore di sanità ci dice che solo il 2 per cento dei focolai ha origine nel contesto scolastico; logicamente, sarebbe molto più semplice controllare il restante 98 per cento. La Lombardia, tuttavia, è in zona rossa e, quindi, non possiamo aprire le seconde e le terze medie (questo va detto ai genitori). Tuttavia, c'è un ricorso da parte della Regione Lombardia e in questo ricorso - io lo dico, Presidente - io faccio il tifo per il presidente Fontana, faccio il tifo per l'assessore Moratti, faccio il tifo per la giunta lombarda, faccio il tifo per la Lombardia, come farei il tifo per qualsiasi regione italiana. Spero che lo vincano, perché se la Lombardia uscisse dalla zona rossa questo significherebbe che la curva epidemica - questa orribile pandemia - sta davvero migliorando e, quindi, se la Lombardia esce dalla zona rossa finalmente questi ragazzi possono andare a scuola. Allora, Presidente, facciamo il tifo per i nostri ragazzi, facciamo il tifo per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà. Non era previsto, ma non ci sarà problema. Che cosa vuole fare, onorevole? Gli interventi di fine seduta - le darò la parola lo stesso - vanno prenotati due ore prima. Prego, onorevole Furgiuele, non sarà un problema.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Dopo i surreali giorni della crisi politica, ritorniamo alla realtà e la realtà parla di COVID, un'emergenza che sta facendo emergere la drammaticità che si vive in determinati territori della nostra Penisola, dove il sacrosanto e costituzionalmente riconosciuto diritto alla salute rimane una mera enunciazione di principio. In Calabria, oltre alle diverse emergenze che i commissari sanitari nominati da questo Governo non riescono ad affrontare e, peggio, negli ultimi undici anni forse hanno contribuito a creare, esiste la drammatica situazione dell'ospedale di Cariati. Sto parlando di una struttura molto importante, che è perfettamente funzionante, che potrebbe servire alle esigenze di una grande porzione di popolazione e che, evidentemente, questi commissari, sempre di nomina governativa, vogliono inevitabilmente mantenere chiuso. Questo per noi è inaccettabile. Grande responsabilità ce l'ha anche il commissario ad acta, Longo, che i comitati e le associazioni - e penso al comitato dei cittadini Le Lampare - stanno ancora aspettando, nonostante le proteste vibranti degli ultimi mesi. Allora, signor Presidente, chiedo e chiederò che il Governo intervenga affinché questo importante presidio ospedaliero, quello dell'ospedale di Cariati, possa riaprire nel più breve tempo possibile. Il Governo, il Ministro e soprattutto le forze politiche di maggioranza che sono presenti su quel territorio dovrebbero vigilare affinché le persone che vengono mandate a svernare sul territorio calabrese assolvano il loro compito. A noi questo non sembra.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 22 gennaio 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 21,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: RAPHAEL RADUZZI (DOC. LVII-BIS, N. 4)

RAPHAEL RADUZZI, Relatore (Relazione – Doc. LVII-bis, n. 4). La Relazione trasmessa dal Governo il 14 gennaio 2020, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine (OMT), è adottata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012 (c.d. legge rinforzata di attuazione del principio del pareggio di bilancio), il quale prevede che scostamenti temporanei del saldo di bilancio strutturale dall'OMT siano consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l'OMT.

Ricordo, in via preliminare, che la Relazione in esame è stata preceduta da cinque autorizzazioni allo scostamento dal piano di rientro approvate a maggioranza assoluta dalle Camere nel corso del 2020 per far fronte alla crisi economico-sanitaria da COVID-19.

Le risorse finanziarie della prima autorizzazione, presentata il 5 marzo, sono state impiegate quasi integralmente per finanziare le misure contenute nel decreto-legge n. 18 del 2020 e, in parte, per finanziare le misure del decreto-legge n. 23 del 2020 e del decreto-legge n. 34 del 2020.

In occasione della presentazione del Documento di economia e finanza (DEF) 2020, il 24 aprile 2020, il Governo ha presentato al Parlamento una seconda Relazione, le cui risorse finanziarie sono state quasi integralmente impiegate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020.

Il 23 luglio 2020 il Governo ha presentato la terza Relazione al Parlamento, le cui risorse finanziarie sono state quasi integralmente impiegate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 104 del 2020.

Il 6 ottobre 2020, in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento del DEF 2020, il Governo ha trasmesso al Parlamento la quarta relazione, che illustra un ulteriore aggiornamento del piano di rientro verso l'OMT, autorizzato dalle Camere il 14 ottobre con l'approvazione di apposite risoluzioni a maggioranza assoluta.

Infine, il 21 novembre 2020 il Governo ha trasmesso al Parlamento una quinta Relazione, le cui risorse finanziarie sono state utilizzate per finanziare le misure previste dal decreto-legge n.157 del 2020 (cd. Ristori-quater), con cui sono stati estesi e rafforzati gli interventi introdotti a favore degli operatori economici e per il sostegno dei settori produttivi con i precedenti Decreti-Ristori, ossia il decreto-legge n.137 del 2020 (cd. decreto-Ristori), il decreto-legge n.149 del 2020 (cd. Ristori–bis) e il decreto-legge n.154 del 2020 (cd. Ristori-ter).

Le richieste di scostamento autorizzate finora dal Parlamento nel corso del 2020 hanno comportato il ricorso al maggior deficit per circa 108 miliardi.

Venendo ai contenuti della Relazione in esame, si evidenzia che essa illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (OMT) rispetto a quanto indicato nella Nota di Aggiornamento al DEF 2020, già aggiornata con la Relazione al Parlamento approvata il 26 novembre 2020 dalle Camere con le relative Risoluzioni di approvazione, in relazione alle ulteriori misure che il Governo si appresta ad approvare per il contrasto agli effetti del protrarsi della pandemia da COVID-19 nell'anno 2021. Tale Relazione, da approvarsi a maggioranza assoluta, tiene conto della clausola c.d. general escape clause (GEC) approvata dalla Commissione Europea anche per il 2021, che consente agli Stati membri di deviare dall'OMT per affrontare l'emergenza epidemica ed economica.

Il quadro economico aggiornato prevede, dopo un rimbalzo del terzo trimestre (+15,9% del tasso di crescita del PIL reale rispetto al trimestre precedente), una contrazione nel quarto trimestre del 2020 in linea con la stima annuale presentata nella NADEF (-9%). La necessità di ulteriori interventi di sostegno e ristoro, oltre quelli previsti nella Legge di Bilancio 2021 supportati anche da politiche monetarie espansive della BCE, deriva da un peggioramento del quadro pandemico in Italia. A seguito dell'aumento dei contagi e dei ricoveri dal mese dicembre, sono state infatti adottate misure selettive e rigorose per il contenimento dell'epidemia, che hanno colpito per lo più i settori produttivi della ristorazione, bar, spettacoli, turismo e sport, nonché tutte quelle attività che prevedono un forte contatto sociale. Sul fronte sanitario, è appena cominciata la somministrazione di massa dei vaccini, ma questa campagna richiederà ancora molti mesi per la vaccinazione della popolazione ivi compresa quella più vulnerabile.

Al fine di sostenere i cittadini ed i settori produttivi ed economici maggiormente colpiti dalla pandemia da COVID-19, nella Relazione il Governo informa che si appresta ad adottare un pacchetto di misure che prevedono: nuovi stanziamenti a tutela del lavoro, l'aumento del sostegno alle autonomie locali, l'incremento delle risorse per la protezione civile e le forze dell'ordine, ulteriori risorse per il settore sanitario (in particolare nel quadro della campagna di vaccinazione e del trattamento dei pazienti affetti da COVID-19), risorse aggiuntive destinate al sistema dei trasporti pubblici anche a sostegno delle aziende del settore, la gestione delle cartelle esattoriali anche attraverso interventi fiscali mirati, una serie di misure a favore delle imprese, in particolare a quelle penalizzate in maniera diretta o indiretta dalle chiusure superando la logica dei codici ATECO anche in riferimento al settore sciistico, nonché all'ampliamento degli strumenti a tutela degli autonomi e delle partite IVA anche con riferimento alla legge di bilancio.

Conseguentemente il Governo richiede, per il corrente anno, l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento di: 32 miliardi di euro, come indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche; 35 miliardi di euro, in termini di fabbisogno; 40 miliardi di euro per il saldo netto del bilancio dello stato in termini di competenza; 50 miliardi di euro in termini di cassa. Stanti i maggiori oneri derivanti dal servizio del debito, si richiede l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento fino a: 0,2 miliardi annui nel biennio 2022-2023; 0,3 miliardi annui nel biennio 2024-2025; 0,4 miliardi annui nel 2026-2027; 0,5 miliardi annui nel 2028-2029; 0,6 miliardi nel 2030; 0,7 miliardi dal 2031.

Tale scostamento, quindi, ridetermina, rispetto a quanto stabilito nella legge di bilancio approvata a dicembre, sia il livello massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato in termini di cassa e di competenza, sia l'importo massimo di emissione di titoli pubblici. Di conseguenza, a seguito dell'autorizzazione parlamentare, il debito pubblico e l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche potranno aumentare nel limite specificato nella Relazione.

A differenza di quanto riportato in precedenti Relazioni al Parlamento, peraltro, quella in esame non indica espressamente i nuovi valori, comprensivi del ricorso al maggior indebitamento richiesto, dell'indebitamento netto per il 2021, né in termini assoluti né in percentuale di PIL, e del debito pubblico rispetto al PIL. Tuttavia, considerando i valori da ultimo indicati nella Nota tecnico illustrativa del disegno di legge di bilancio 2021 (NTI 2020), riferiti all'indebitamento netto e al PIL programmatici, l'indebitamento netto della p.a. aumenterebbe, in valore assoluto, a circa 155,7 miliardi, con un'incidenza rispetto al PIL pari a circa l'8,8 per cento.

In virtù della natura temporanea degli interventi previsti, il percorso di rientro già delineato nella NADEF 2020, risultante dall'applicazione della legge di bilancio 2021-2023, si intende confermato dal 2022.

Per approfondimenti, si rinvia alla Documentazione predisposta dai Servizi studi e dai Servizi del bilancio della Camera e del Senato.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 25 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n.40 la deputata Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 41 e 64 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 46 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 71 la deputata Spena ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 71 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2835-A - em. 1.51 440 440 0 221 188 252 68 Resp.
2 Nominale em. 1.100 452 452 0 227 192 260 66 Resp.
3 Nominale em. 1.52 460 459 1 230 197 262 66 Resp.
4 Nominale em. 1.53 460 458 2 230 196 262 65 Resp.
5 Nominale art. agg. 1.01 458 457 1 229 196 261 65 Resp.
6 Nominale art. agg. 1.04 462 462 0 232 200 262 65 Resp.
7 Nominale art. agg. 1.02 468 468 0 235 201 267 65 Resp.
8 Nominale art. agg. 1.03 465 465 0 233 203 262 65 Resp.
9 Nominale em. 1-bis.1 466 466 0 234 204 262 65 Resp.
10 Nominale em. 1-bis.5 462 462 0 232 202 260 65 Resp.
11 Nominale em. 1-bis.3 462 462 0 232 205 257 65 Resp.
12 Nominale em. 1-ter.1 476 475 1 238 206 269 64 Resp.
13 Nominale em. 1-ter.2 480 480 0 241 210 270 64 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1-ter.101 473 473 0 237 209 264 64 Resp.
15 Nominale em. 1-ter.102 466 466 0 234 208 258 64 Resp.
16 Nominale em. 1-quater.1 484 484 0 243 209 275 64 Resp.
17 Nominale em. 1-quater.2 480 480 0 241 211 269 65 Resp.
18 Nominale em. 1-quater.3 483 482 1 242 212 270 64 Resp.
19 Nominale em. 1-quater.4 476 476 0 239 209 267 64 Resp.
20 Nominale em. 1-quater.6 493 493 0 247 218 275 64 Resp.
21 Nominale em. 1-quater.7 488 487 1 244 217 270 64 Resp.
22 Nominale em. 1-quinquies.1 485 485 0 243 217 268 63 Resp.
23 Nominale em. 1-quinquies.2 486 486 0 244 218 268 63 Resp.
24 Nominale em. 1-quinquies.3 480 480 0 241 214 266 63 Resp.
25 Nominale em. 1-quinquies.4 486 486 0 244 216 270 63 Resp.
26 Nominale em. 2.24 492 491 1 246 216 275 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.23 482 482 0 242 212 270 63 Resp.
28 Nominale em. 2.14 487 487 0 244 215 272 63 Resp.
29 Nominale em. 2.17 488 487 1 244 214 273 63 Resp.
30 Nominale em. 2.19 486 485 1 243 212 273 63 Resp.
31 Nominale em. 2.15 483 483 0 242 215 268 63 Resp.
32 Nominale em. 2.16 480 480 0 241 210 270 63 Resp.
33 Nominale em. 2.11 487 486 1 244 214 272 63 Resp.
34 Nominale em. 2.12 480 480 0 241 213 267 63 Resp.
35 Nominale em. 2.26 483 483 0 242 213 270 63 Resp.
36 Nominale em. 2.27 493 493 0 247 215 278 63 Resp.
37 Nominale em. 2.28 484 484 0 243 209 275 63 Resp.
38 Nominale em. 2.22 470 469 1 235 208 261 63 Resp.
39 Nominale em. 2.29 472 472 0 237 208 264 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 2.18 475 475 0 238 211 264 63 Resp.
41 Nominale em. 2.8 479 479 0 240 213 266 63 Resp.
42 Nominale em. 2.5 482 481 1 241 214 267 63 Resp.
43 Nominale em. 2.100 473 472 1 237 212 260 63 Resp.
44 Nominale em. 2.101 474 473 1 237 210 263 63 Resp.
45 Nominale em. 2.25 480 480 0 241 212 268 63 Resp.
46 Nominale em. 2.10 484 483 1 242 216 267 63 Resp.
47 Nominale em. 2.20 490 490 0 246 217 273 63 Resp.
48 Nominale em. 2.102 489 489 0 245 218 271 63 Resp.
49 Nominale art. agg. 2.036 486 486 0 244 214 272 63 Resp.
50 Nominale art. agg. 2.037 484 483 1 242 216 267 63 Resp.
51 Nominale art. agg. 2.046 482 481 1 241 213 268 63 Resp.
52 Nominale art. agg. 2.043 485 484 1 243 212 272 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale art. agg. 2.0100 489 489 0 245 215 274 63 Resp.
54 Nominale art. agg. 2.040 483 482 1 242 212 270 63 Resp.
55 Nominale art. agg. 2.044 492 492 0 247 217 275 63 Resp.
56 Nominale art. agg. 2.045 491 491 0 246 216 275 63 Resp.
57 Nominale art. agg. 2.017 480 479 1 240 216 263 63 Resp.
58 Nominale art. agg. 2.018 471 469 2 235 209 260 63 Resp.
59 Nominale art. agg. 2.026 480 478 2 240 212 266 62 Resp.
60 Nominale art. agg. 2.047 473 473 0 237 211 262 62 Resp.
61 Nominale art. agg. 2.049 481 481 0 241 214 267 62 Resp.
62 Nominale art. agg. 2.051 480 480 0 241 214 266 62 Resp.
63 Nominale art. agg. 2.053 471 471 0 236 211 260 62 Resp.
64 Nominale art. agg. 2.0101 468 468 0 235 203 265 61 Resp.
65 Nominale odg 9/2835-A/9 472 470 2 236 465 5 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale odg 9/2835-A/10 466 465 1 233 464 1 61 Appr.
67 Nominale odg 9/2835-A/13 450 446 4 224 200 246 61 Resp.
68 Nominale odg 9/2835-A/29 448 446 2 224 185 261 61 Resp.
69 Nominale odg 9/2835-A/30 450 449 1 225 191 258 61 Resp.
70 Nominale Doc. LVII-bis, n. 4 - ris. n. 6-169 528 526 2 315 523 3 21 Appr.
71 Nominale Ddl 2835-A - voto finale 400 398 2 200 280 118 21 Appr.