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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 443 di venerdì 18 dicembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 8,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 dicembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Maniero è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 8,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1994 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 2828).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2828: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2828)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di intervenire il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Quando viene richiesta la fiducia al Governo non credo ci si debba riferire solo alla velocizzazione dell'iter di approvazione di un provvedimento, ma alla disamina dell'attività e dell'operato di quel Governo e allora analizziamo brevemente l'operato recentemente di questo Esecutivo.

Qualcuno ha criticato pesantemente e strumentalmente le restrizioni, per così dire, colorate, che miravano a flettere la curva dei contagi, concedendo un certo margine di movimento. Possiamo dire che tale provvedimento, pur non essendo stato un successo eclatante, ha conseguito dei risultati positivi, soprattutto se si prende in considerazione quanto avviene in Paesi spesso richiamati a modello di permissività e di efficienza. Penso alla Germania che, nonostante venga indicata come esempio positivo da alcuni commentatori nostrani, ha deciso di chiudere tutto per quasi un mese e proprio nel periodo più florido dell'anno, ma anche in Olanda la situazione non è migliore, così come in Francia ed in altri Paesi.

Ciò significa che in Italia probabilmente non si è operato poi così male, nonostante tutte le carenze sanitarie che ci giocano contro e di cui soffriamo, così come non si è operato poi tanto male nella vicenda della liberazione degli equipaggi dei pescatori di Mazara del Vallo, smentendo coloro che dichiaravano online guerra a un Paese straniero e incitavano scriteriate azioni di forza in uno scenario geopolitico tutt'altro che semplice e con protagonisti tutt'altro che affidabili. Anche in questo caso, riteniamo che il Governo abbia agito con buon senso, meritandosi la fiducia richiesta, che noi naturalmente accorderemo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Con rammarico dobbiamo constatare che, per l'ennesima volta, ad un ramo del Parlamento sia precluso l'esame di merito di un provvedimento. Accade sul “decreto Ristori” per la Camera, accadrà per il Senato in ordine alla manovra. Anche se non condividiamo questo metodo di lavoro, votiamo la fiducia anche per senso di responsabilità, in quanto l'ultima cosa che al Paese serve in questo momento difficile è una crisi di governo.

Nel merito valutiamo positivamente che con questo provvedimento siano stati riunificati i diversi “decreti Ristori” varati dal Governo: è un principio di ordine e di trasparenza legislativa, che infatti ha consentito al Senato un esame efficace del provvedimento. Vi sono temi e interventi a sostegno delle categorie economiche del nostro sistema di welfare che costituiscono una risposta importante, anche se non sufficiente, in relazione all'evoluzione della pandemia e dell'emergenza economica.

Il nostro voto favorevole, come Minoranze linguistiche Südtiroler Volkspartei, è a conferma anche di alcuni punti per noi prioritari, accolti nell'esame al Senato. Occorre ora un impegno che sia di prospettiva, con la manovra di bilancio e con il Piano nazionale relativo al Recovery Fund.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro la fiducia ad un Governo che sforna in modo schizofrenico DPCM. Parliamo di venti decreti del Presidente del Consiglio in meno di un anno, di quattro “decreti Ristori” in un mese: sono provvedimenti che modificano la libertà, garantita dalla Costituzione, dei cittadini in continuazione, con criteri diversi, cambiando quasi settimanalmente il modo in cui i cittadini devono comportarsi; sono provvedimenti che devono intervenire nell'ambito dell'economia per intervenire sulla crisi e sono uno la toppa e il rappezzo dell'altro. Crediamo che sia un modo di operare che crea solo incertezza, confusione e disorientamento.

I cittadini hanno bisogno di certezze: in base a ciò che viene indicato dal Governo modificano le loro abitudini, programmano la loro vita. Ma per arrivare a degli esempi concreti - sembra assurdo doverli fare in Aula, ma forse ogni tanto è giusto ricordarlo -, un ristoratore al quale viene detto durante l'attività che il giorno dopo deve chiudere o, quando è chiuso, che il giorno dopo deve riaprire ha una programmazione da portare avanti: se chiude improvvisamente, rischia di perdere molta della merce che ha stoccato, se deve aprire immediatamente deve programmare in giorni, non dall'oggi al domani, una riapertura dopo settimane di chiusura.

Allora, questa è vita normale, non si può ragionare pensando che i cittadini non abbiano nulla da fare e che devono aspettare l'illuminazione che arriva attraverso i decreti del Presidente del Consiglio.

Così come i commercianti che gestiscono beni deperibili e beni freschi: penso alle pescherie, alle macellerie, penso alle salumerie. Ma ci rendiamo conto che in questo periodo di festività ancora non si sa chi si può ospitare a casa, che ordini fare, non si sa quando si può andare a ritirare la merce e c'è il rischio che ci siano un sacco di prodotti invenduti? A quei negozianti e a quei commercianti, ma chi li risarcirà di quei danni? Ci rendiamo conto della situazione di enorme difficoltà in cui si sta mettendo il Paese?

Per poi non parlare del termine della libertà: in modo troppo schizofrenico si modificano le regole secondo cui ci si può muovere. Fino a qualche tempo fa si pensava che, durante le festività, ci si potesse muovere. Ci sono cittadini che hanno comprato biglietti dell'aereo, biglietti dei treni: improvvisamente non sanno più se possono utilizzarli, se non li utilizzano hanno perso soldi; ieri si è avuta qualche notizia, e stasera alle ore 18 avremo ulteriori informazioni. È veramente un modo di operare incredibile!

Come la definizione del criterio dei confini di un comune…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Arrivo alla conclusione, Presidente. Per la libertà di movimento. Ma a Roma ci si può muovere per 37 chilometri da Via del Corso ad Ostia, e un cittadino di Magenta non può fare 9 chilometri per andare a Abbiategrasso dalla sua mamma, o ancora peggio da Rovato a Coccaglio, che sono 2 chilometri e mezzo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Ma usate dei criteri comprensibili alle persone, perché non se ne fanno una ragione di queste limitazioni! È un modo assurdo quello che viene utilizzato!

Per non parlare poi delle contraddizioni: si fa il cashback e poi si chiudono i negozi. La gente è corsa iscriversi sul sito, e poi negozi vengono chiusi: ma ditemi quando viene utilizzato il cashback!

Insomma, ci sembra che non ci sia visione, strategia, per le imprese, per gli artigiani, per le partite IVA. Quattro “decreti Ristori” che sono una pezza uno dell'altro, che non danno indennizzi adeguati: ma io dico, se si deve chiudere il Paese, e noi non siamo d'accordo (concludo, Presidente), che si diano dei veri e propri risarcimenti proporzionali alle perdite.

Noi abbiamo agito in modo responsabile votando lo scostamento, dando la nostra disponibilità, non è stata accolta; il Governo litiga e pensa al rimpasto. È uno spettacolo indecoroso per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, siamo al completamento, con questo ultimo tassello, di una strategia di interventi che arriva da lontano. Arriva ovviamente in conseguenza della prima ondata, si chiuderà con questo che in realtà, lo ricordo, è un decreto che ne raccoglie altri tre, sono di fatto quattro decreti insieme: uno sforzo straordinario, anche di tipo burocratico-amministrativo, nella ricerca di soluzioni per una risposta ad un sistema economico che, mai come adesso, abbiamo scoperto, abbiamo - per molti di noi è una conferma - trovato estremamente articolato e, come dicevo prima, frastagliato. Ovviamente ci sarà poi fra qualche giorno anche la legge di bilancio.

Lo dico perché complessivamente noi abbiamo abbondantemente superato i 100 miliardi di intervento. Non c'era mai stato nella storia recente di questo Paese un simile sforzo gigantesco, ciclopico, per provare a rispondere agli effetti economici prodotti non dalle scelte del Governo, come ogni tanto si legge nella propaganda delle opposizioni e in molti social ma, lo ricordo a me stesso e a tutti, dal COVID-19. È il COVID-19 che ha prodotto questa crisi economica, non certo le scelte del Governo.

Poi ovviamente si può criticare, si possono avere opinioni differenti, però io resto dell'avviso che sia sbagliato - l'ho già detto in altre occasioni, ma lo ripeto anche in questa - dare la sensazione, per dirla come ha detto il mio collega Errani al Senato, come avrebbe detto Bartali: “l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare”. Perché credo che in questa critica, che leggo spesso negli ultimi tempi, in realtà non ci sia solo un giudizio negativo nei confronti del Governo, cosa che le opposizioni hanno tutto il diritto e, mi sia consentita la battuta, il dovere di fare, ma c'è l'idea che la politica alla fine sia incapace di dare risposte. Cioè io credo che se si continua in questa narrazione, o contronarrazione, totalmente negativa, come se non stessimo facendo niente, come se non rispettassimo gli impegni presi, come se non ci fosse attenzione spasmodica nel cercare di intervenire in tutti i settori, in tutti i rivoli della nostra economia, ecco, credo che alla fine siamo tutti ad apparire perdenti, e se si perde fiducia nella politica, si perde anche fiducia nella democrazia, e questo io credo debba interessarci tutti, nessuno escluso.

Questo vuol dire che con questo decreto noi risolviamo tutti i problemi? La risposta onesta intellettualmente è “no”, è evidente. Ma perché per molti versi intanto la dimensione, la profondità di questa crisi è tale che non è possibile pensare ad interventi risolutivi. Siamo arrivati anche - lo dico anche qui, onestamente - per passi successivi, anche ascoltando le opposizioni, a trovare dei sistemi per velocizzare la “messa a terra” di questi interventi.

E spiace che anche da questo punto di vista non sia stata apprezzata a sufficienza la scelta che ha consentito di far arrivare in tempi rapidissimi, nell'ordine di giorni, non di mesi, i denari dei ristori ai soggetti che ne avevano diritto attraverso l'Agenzia delle entrate. Questa era una critica che, ricordo benissimo, nella prima ondata era stata mossa dall'opposizione, che portava ad esempio la Germania, sia come dimensione, ma soprattutto come velocità. Ecco però, perché non condividere che attraverso l'Agenzia delle entrate in pochi giorni, ripeto, siamo arrivati sui conti correnti di centinaia di migliaia di imprese? Ecco, io credo che questo sia un elemento, perché vuol dire che questo è uno strumento che funziona. Mi si risponderà: sì, però l'azienda X, l'azienda Y, il soggetto Z non li hanno ancora ricevuti. Allora, intanto io credo che sia sbagliato dare questa dimensione di una sorta di buco nero, perché impedisce proprio di fare il lavoro che io credo spetti anche a noi: individuare dove ci sono ancora limiti a queste procedure, dove ci sono ancora intoppi, verificare in molti casi, uno per uno, le ragioni per le quali questo strumento in questo caso non abbia funzionato. Ma dire che non si è fatto niente, dire che il Presidente del Consiglio non ha rispettato l'impegno di far arrivare questi soldi il 15 novembre a tutti i soggetti che avevano ricevuto i ristori già nella primavera, è raccontare una cosa differente dalla realtà.

Io credo che questo sia un elemento di valutazione che sottopongo a tutti voi. Il che vuol dire, ripeto, che i problemi ci sono: ricevo anch'io segnalazioni di problemi, li riceviamo anche noi, non viviamo sulla luna, viviamo come voi attaccati al territorio; però quando poi si vanno a vedere i dati, si capisce anche lo sforzo straordinario compiuto con questo decreto in particolare e complessivamente nei quattro decreti che sono compendiati in questo.

C'è un altro elemento, in qualche modo anche ricordato dal collega Colletti prima. Io credo, noi crediamo, dall'inizio abbiamo detto che noi abbiamo condiviso in toto la scelta del Governo di seguire il principio di precauzione. Quando si viaggia in un territorio inesplorato, quando si affronta un'emergenza sanitaria senza precedenti, è evidente che occorre muoversi con prudenza e proporzionalità. Anche in quest'Aula, questa primavera e oltre, sono riecheggiate critiche e in qualche modo si sono disegnate soluzioni alternative, che guardavano per esempio a nazioni come la Svezia, che aveva scelto di fatto una strategia di immunità di gregge, che non aveva condiviso l'impostazione dei lockdown; e non più tardi di ieri il re svedese ha sostanzialmente detto che quella strategia ha fallito. E se alziamo lo sguardo fuori da logiche provincialistiche, vediamo che in fondo in altre nazioni simili all'Italia per dimensioni, per complessità della propria economia, si sono prese e si stanno prendendo misure analoghe, se non addirittura ancora più rigorose. Proprio in queste ore si sta andando al lockdown totale in molte nazioni europee: a dimostrazione che non c'è un problema di incapacità di previsione, come leggo anche in questi giorni.

C'è - e bisogna, anche qui, essere onesti nel riconoscerlo - un virus che sta sorprendendo. È un virus che, per capacità di diffusione, per capacità di penetrare, anche in questo caso, nelle nostre società, nelle società complesse come quelle contemporanee, sta stupendo gli stessi scienziati. E da questo punto di vista, l'unica risposta che gli scienziati oggi sono in grado di dire - la banalizzo e la sintetizzo – è: più chiudi, meglio è. C'è un esempio straordinario, a Valle di Cogne, in Val d'Aosta. Per una serie di ragioni, nella prima ondata, hanno di fatto chiuso una settimana prima degli altri ed è stato contagio zero. In questa seconda ondata, dove ci sono state delle contingenze differenti, il virus si è diffuso anche lì. Addirittura si era pensato e si erano fatti studi legati al DNA, alle origini, per capire perché in tutta la Valle non c'era stato. Semplicemente si era riusciti a bloccare il contagio, non facendo entrare nessuno.

Concludo, quindi, annunciando il voto favorevole del nostro gruppo sulla fiducia, nella convinzione che la strada sia ancora lunga e che la risposta finale non potrà che essere quella del vaccino. E fino ad allora abbiamo il dovere, come Governo, come maggioranza, io credo come politica nel suo insieme, di continuare a proteggere imprese e cittadini, perché salute ed economia non possono essere messe contrapposte, e il principio costituzionale che fa prevalere la salute per noi rimane un faro, a cui credo l'azione del Governo, l'azione del Parlamento, debba sempre guardare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Colleghi, questo è un provvedimento da 18 miliardi che verrà usato per ristorare e sostenere le imprese che sono state più colpite dalla pandemia del COVID e dalla crisi del COVID, e finanzierà 18 miliardi di sostegno economico a quelle aziende che hanno perso più fatturato.

La misura più importante del provvedimento è una misura sulla quale Italia Viva si è molto applicata nel richiederla: è il rinvio delle scadenze fiscali. Sappiamo che c'è una serie di scadenze fiscali, Irpef, Ires, IRAP, che vengono rinviate appunto da novembre a marzo. Adesso sappiamo molto bene che questo provvedimento accantona 5 miliardi di euro, pronti per essere usati l'anno prossimo, per poter condonare quelle tasse a quelle aziende che hanno perso più del 33 per cento del fatturato e che hanno meno di 50 milioni di fatturato. Inoltre, abbiamo spostato l'ultimo termine per il pagamento della “rottamazione-ter”, dando respiro a quelle aziende che sentono la pressione dei debiti tributari, e abbiamo anche spostato l'ultimo termine per il pagamento del saldo e stralcio.

Altre misure molto utili di questo provvedimento includono l'istituto della rateizzazione, il cui accesso viene reso più semplice. L'indennità è un'indennità per i lavoratori della cultura, del turismo, dello spettacolo e dello sport, settori estremamente colpiti dal divieto di assembramenti e dalla pandemia. Viene esteso il bonus vacanze fino al giugno del 2021. Vengono corrisposti degli indennizzi a quelle diverse attività da codice Ateco, indennizzi ben superiori a quelli di aprile. Parliamo dal 100 fino al 200 per cento del calo del fatturato, proprio per venire incontro, con contributi a fondo perduto, alle nostre imprese. Viene anche esteso il nucleo di codici Ateco, che possono beneficiare delle misure. Vengono inclusi, per esempio, anche gli agenti e i rappresentanti del commercio. Viene rifinanziato il reddito di emergenza, tra l'altro un istituto a cui possono fare richiesta anche i cittadini AIRE che hanno perso il lavoro e che sono tornati in Italia.

Come Italia Viva, ci siamo applicati soprattutto su una serie di misure, di cui siamo orgogliosi. Abbiamo permesso lo sgravio del 100 per cento sui nuovi apprendistati, gli apprendistati di primo livello per tre anni, per tutte le aziende con meno di nove dipendenti. Viene prolungata l'esenzione per la COSAP e per la TOSAP fino al marzo 2021. Vengono ridotte le utenze elettriche per quelle partite IVA che sono in chiara difficoltà. Ci sono sgravi per le cooperative che assumono le donne vittime di violenza. E, infine, viene corrisposto anche un contributo economico alle famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo, e su questo siamo molto felici della loro liberazione. Mi permetta di esprimere il senso di gioia del mio gruppo per la loro liberazione e complimenti e grazie ai servizi e al Governo. Certo, se posso permettermi, forse, avrei evitato, dopo 106 giorni di prigionia in terra straniera, di esibirli come dei trofei, per i fotografi e i giornalisti. Senza polemica, credo che sia una questione di stile. L'abbiamo già visto con la liberazione di Silvia Romano, questa è già la seconda volta. Ecco, io credo che lo si poteva evitare. Al tempo stesso, credo che sia stato molto grave rivelare la geolocalizzazione del nostro Premier, Presidente del Consiglio, mettendone chiaramente a rischio l'incolumità, in un teatro di guerra come quello libico. Spero veramente che le persone responsabili ne risponderanno davanti alle autorità preposte.

Cosa resta da fare? Ci sono tre cose - e qui mi appello al sottosegretario Baretta - che restano da fare, spero già dal “Ristori 5”, che vedrà la luce all'inizio dell'anno prossimo.

Sui professionisti e sulle partite IVA possiamo fare di più. Molte categorie di professionisti non hanno visto nessun indennizzo per la perdita di fatturato. Dovremmo pensare a un rinvio anche delle ritenute alla fonte. Buona la strada che ha ipotizzato il Ministro Gualtieri, di pensare a dei rimborsi sui costi fissi già, appunto, dal prossimo provvedimento. Credo che sia stato sbagliato in questo provvedimento, invece, allargare la platea del Fondo di garanzia prima casa anche alle categorie meno fragili. È un Fondo che era esclusivo, per aiutare categorie come le giovani coppie, i lavoratori under 35 di lavori atipici o le famiglie monogenitoriali. Invece, qui, è stato allargato anche ad altre fattispecie, il che, senza un rifinanziamento, rischia di mettere a rischio queste misure, che dovevano essere esclusive appunto per le categorie più deboli, e spero che si possa intervenire presto.

E, infine, il terzo consiglio che mi sento di dare al Governo, è di rivedere un attimo la platea di codici Ateco, che potranno beneficiare di contributi a fondo perduto. Anche adesso alcune categorie rimangono escluse, lo diceva ieri il mio collega Cosimo Ferri. Importante, appunto, è guardare, dare un'occhiata e, magari, allargare a tutta la filiera.

Mi permetta, Presidente, due o tre considerazioni di politica economica. La prima è che è molto importante questo provvedimento, perché è diverso dagli altri. È diverso dal “Cura Italia”, dal “Rilancio”, dal “decreto Agosto” e dal “decreto Liquidità”, perché, per la prima volta, si introducono delle misure selettive, specifiche, non a tappeto o a pioggia. Questo non permette soltanto un risparmio di denaro pubblico, ma soprattutto è molto importante per questa fase, in cui ci avviciniamo alla fine dell'emergenza e sta per cominciare la fase della ricostruzione, in cui il tema non sarà più quello della crisi di liquidità. Adesso arriva il tema di solvibilità delle aziende, e non tutte le aziende sono uguali. Ce lo ricordava Draghi, pochi giorni fa: basta con gli aiuti a pioggia, ora servono misure mirate. Perché, vede, Presidente, il mondo è cambiato, non torneremo più al mondo di prima del COVID. Il nostro tessuto economico subirà le conseguenze del cambio delle abitudini e delle preferenze dei consumatori e dei cittadini. Quindi, è molto importante per lo Stato non tenere in vita aziende che poi saranno decotte, saranno zombies, perché erano cresciute e si erano sviluppate in un mondo e in un'epoca che non esiste più. Quindi, è molto importante considerare che il sostegno indiscriminato avrà un costo incalcolabile, se non facciamo attenzione. Quindi, è molto importante evitare questo peso inutile, per i contribuenti e per le generazioni future. Serve, quindi, meno cassa integrazione e più NASpI, meno sostegno indiscriminato e più investimenti mirati, meno sussidi e più formazione, appunto per cercare di accompagnare i lavoratori a riconvertirsi e a riformarsi e per portarli ai nuovi settori in espansione nella nostra economia. Questo è un tema cruciale per il nostro Paese, che spiega perché per tanti anni il nostro Paese è sempre stato un Paese che, dalle crisi, ci ha messo moltissimo tempo a recuperare e a riadattarsi alla nuova realtà economica.

Inoltre, è importante ricordare che troppo spesso nella nostra storia lo Stato, da solo, non è stato capace di saper guidare questi processi. Lo Stato non è sempre l'entità migliore, per scegliere in quali aziende e in quali settori investire. Ci sono dei conflitti di interesse, ci sono degli incentivi non allineati, che hanno portato a delle scelte troppo spesso sbagliate. Quindi, sicuramente, c'è bisogno dello Stato durante una crisi grave come questa, che intervenga; ma lo deve fare in via temporanea. Questo è fondamentale. Anche come temporaneo appunto è il carattere del patrimonio destinato, questo, il più grande strumento di politica industriale, che verrà messo in campo nei prossimi mesi, con una potenza di fuoco da 44 miliardi di euro, che sarà gestito da Cassa depositi e prestiti, per sostenere quelle imprese che più hanno subìto la crisi del COVID. È, quindi, molto importante avviare una politica industriale scevra da inutili populismi. Continuo a pensare che, a regime, lo Stato non dovrà essere l'entità che fa volare gli aerei, produce l'acciaio o eroga prestiti. Quindi, è molto importante tenere i politici fuori dal privato. Ma, al contempo, Presidente, è importante tenere i manager fuori dalla politica. E, qui, credo che sia importante affrontare alcune cose che non vanno, per cercare di modificarle e di riaggiustarle, per continuare insieme il percorso di questa maggioranza, quando davanti a 209 miliardi di euro non possiamo dare una task force, non possiamo sostituire il Governo e i poteri del Governo con una task force.

Il Recovery è una sfida esistenziale, che è qui e ci aspetta a tutti quanti. Importante è ideare una governance ad hoc, appropriata, ma dobbiamo lasciare spazio alla politica e assolutamente proteggere la centralità del Parlamento: meglio dei politici eletti che dei manager nominati senza bando. Chiediamo, quindi, al Premier pieno coinvolgimento nelle decisioni e procedure snelle ed efficaci. Come ricordava sempre Draghi, la situazione è peggiore di quella che sembra e le autorità pubbliche devono agire con velocità. Dobbiamo assolutamente correre e, quindi, forse, è anche importante dirci che alcune cose non sono andate come avrebbero dovuto in questi ultimi mesi, penso, qui, alla gestione del COVID. La seconda ondata credo che avremmo potuto gestirla meglio, se guardo al fallimento del contact tracing con l'App Immuni, se guardo alla scuola, ai trasporti, dai banchi a rotelle fino ai tamponi. Insomma ci sono un po' di problemi che avremmo dovuto gestire meglio, se guardiamo anche come altri Paesi hanno affrontato una seconda ondata, di uguale intensità, ma chiaramente con una confusione minore. È essenziale rivedere il rapporto tra Stato e regioni alla luce del disastro di alcune regioni, soprattutto se guardiamo alla regione Lombardia, che ha portato il nostro Paese ad essere quello con più morti in tutta l'Unione europea. Speriamo che, nella strategia del vaccino, riusciremo ad essere efficaci e ad evitare gli errori del passato. Anche sul cashback, una iniziativa lodevole il programma cashback, ma francamente, forse, in questo momento, non era il momento migliore, perché lo Stato ha dato due messaggi contraddittori ai cittadini: andate a spendere nei negozi, ma rimanete a casa.

Infine, Presidente, vorrei attirare l'attenzione sul fatto che oltre ai ristori economici, qui serve un ristoro generazionale; abbiamo un debito elevatissimo, le scuole sono state chiuse per troppo tempo e il danno lo pagheranno le giovani generazioni. In questo Paese abbiamo 2,2 milioni di giovani inattivi, sarà quindi importante attribuire loro migliori e più alte risorse. Concludendo, Presidente, il Governo ha senso di esistere se fa le cose giuste per il Paese. Abbiamo davanti un'occasione unica e serve dare una chiara visione di sviluppo per il nostro Paese, fondata su investimenti, infrastrutture, digitalizzazione e giovani. Ce la possiamo fare soltanto se lavoriamo insieme: noi ve lo diciamo qui, mettendoci la faccia. Italia Viva pone dei temi, non questioni di poltrone, ma idee e temi per andare avanti. In merito a questo provvedimento, si tratta di misure fondamentali per il sostegno della nostra economia e, quindi, dichiaro il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Colleghi, oggi la Camera è chiamata ad approvare senza alcuna possibilità di approfondimento e di proposta un bouquet di decreti che risponde al criterio della “bonus economy”. Si persiste, quindi, nell'ottica di voler distribuire, in modo non selettivo, indistinto, inefficiente, le risorse che si procurano, via via, con continui scostamenti di un bilancio statale già disastroso. Siamo ormai da mesi in un perenne stato di eccezione, mentre persiste strisciante, ma conclamata, la conventio ad excludendum dei partiti della destra, con l'ausilio di consunti e cattivi maestri - De Benedetti l'altra sera, ad esempio - e l'appoggio invocato dei potentati europei, Francia e Germania fra tutte. Cosa abbastanza incredibile; cioè, si dice praticamente che la destra in Italia non potrà andare al Governo perché Francia e Germania non ce lo consentirebbero e danneggerebbero la nostra economia nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). È incredibile, ma, forse, a breve, dovremmo sempre più stare attenti alle perentorie indicazioni, magari, della Cina, con la quale abbiamo già cominciato a intessere dei rapporti commerciali e politici in una posizione di subalternità evidente.

Come è stato ben detto e, testualmente, Conte ha abusato dell'emergenza sanitaria in un momento grave per il Paese; è ora che si torni a un maggior senso dello Stato e di responsabilità. Segnalo che questa riflessione condivisibile, anche se tardiva, viene da un autorevole esponente di un partito della maggioranza, che, tra l'altro, è presente in Aula oggi, che, fra uno scricchiolio pentastellato e l'altro, riporta a quello che è sotto gli occhi di tutti. Questa è una verità conclamata. Già, una conventio ad excludendum anche rispetto alle proposte che, per esempio, Fratelli d'Italia aveva già fatto prima della pandemia. L'analisi del nostro sistema economico, imperniato soprattutto sulla micro e piccola azienda, ci aveva portato a concludere che questo sistema economico era - una volta si sarebbe detto - un gigante dai piedi di argilla, cioè non era strutturato, non era capitalizzato, era esposto a qualsiasi crisi internazionale dal punto di vista economico. Avevamo segnalato, ancora, che bisognava mettere fine alla depauperizzazione del sistema delle medie imprese italiane, bisognava intervenire immediatamente, ancor prima della pandemia. Vorrei ricordare Algida, Peroni, Ducati, Fendi, Pirelli, Merloni, Lamborghini, tutte eccellenze italiane che, con il tempo, sono state vendute e, poi, il fenomeno della delocalizzazione, che non è avulso da quello che può fare o non può fare la politica, perché queste aziende vengono acquistate o delocalizzano direttamente a causa del costo delle energie, a causa del costo del lavoro, per l'inefficienza del sistema giustizia in Italia. Ecco, anche sotto questo versante, avremmo avuto l'occasione, un Governo avrebbe avuto l'occasione di intervenire prima. Quindi, già prima si era palesata una incapacità di gestione della nostra economia, con la mancanza di un quadro concettuale complessivo, la conoscenza delle peculiarità e delle esigenze del nostro sistema economico. Niente, quel quadro è risultato mancante fin dall'inizio e avete cominciato a sfornare a ripetizione provvedimenti vari, dai prestiti ai crediti di imposta, fino a questi cosiddetti decreti Ristori, per i quali io direi che dovremmo chiarire subito che se uno Stato non permette a un'azienda di stare aperta, poi di ristori non si deve parlare, semmai si deve parlare di indennizzo o risarcimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché queste aziende incolpevolmente sono state costrette a limitare fortemente o interrompere la propria attività.

Non avete saputo sfruttare all'interno di questa pandemia, oggettivamente, delle opportunità che venivano date, nonostante la tragedia, per indirizzarvi verso uno snellimento della burocrazia, un rilancio del piano nazionale delle opere pubbliche, un riappropriarsi di strumenti commerciali di controllo del mondo dell'e-commerce e delle comunicazioni. Il terreno in questo caso era fertile, cioè l'opinione pubblica avrebbe capito certamente meglio interventi in questo senso. Si potevano fare, ma non si sono fatti. La stessa inadeguatezza che è ben presente nel prospettato piano di riparto delle risorse del Recovery Fund, dove i 3,1 miliardi che vengono assegnati al settore turismo sono la dimostrazione più evidente del fatto che non state capendo; cioè, una delle leve economiche, che oggi tutti conclamano esserci in Italia, è quella della filiera del turismo, che, probabilmente, riuscirà a riattivarsi e a tirarci fuori da questa palude della crisi. Niente, le direttrici continuano a essere sempre quelle: da un lato, accrescere lo strapotere degli apparati burocratici e la minuta, quanto dannosa, pervasività dello Stato nella società, dall'altro, favorire misure che creano e incentivano il disimpegno sociale. Perché anche il lavoro è un impegno sociale: voi lo state combattendo in tutte le sue forme, ma il lavoro è una forma di impegno sociale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In più, non vi è risultato neppure chiaro che una “bonus economy” indistinta, generalizzata, di sovvenzioni a pioggia non sarebbe stata possibile e sostenibile a lungo. A fine pandemia, il rapporto deficit-PIL sarà del 160 per cento, mentre, da circa dieci anni, la crescita del PIL e della produttività in Italia stanno a zero. Non avete, dunque, considerato e capito che questa politica non selettiva e non equa avrebbe portato alla dispersione di risorse, senza essere capace assolutamente di essere efficiente nel salvaguardare alcune categorie, di non essere fruibile per le fasce più deboli, ingenerando anche pesanti ingiustizie applicative. Ricordiamo che, ad oggi, già 100 miliardi sono stati spesi e ricordiamo ancora che, dal 1° gennaio, cioè tra poco più di quindici giorni, entreranno in vigore le norme sul credito, il calendar provisioning. Tali norme possono minare in modo drammatico il nostro sistema economico, l'hanno detto recentemente l'amministratore di Mediobanca e ribadito il direttore dell'ABI. Il 1° gennaio entrano in vigore quelle norme europee per le quali, ricordatevelo, basteranno novanta giorni di ritardi nel pagamento di solo 100 euro per le persone fisiche e di 500 per le imprese per diventare soggetti inaffidabili.

Ve lo ripetiamo ancora, sono queste le problematiche da affrontare, l'ottica della bonus economy non ha futuro, non può essere sostenibile, non è la risposta.

Questo provvedimento ha poi la caratteristica di essere stato congegnato in modo disorganico, frammentato, applicando una molteplicità di criteri che porteranno aiuto anche a chi non ne avrebbe avuto diritto, penalizzando magari i più colpiti: vi ricordiamo il pessimo trattamento riservato ai liberi professionisti a fronte di categorie, come quelle dei Cococo, che hanno potuto usufruire di aiuti anche se non ne avrebbero avuto diritto, in una confusione generalizzata che ci porta a non sapere ancora oggi, a non avere chiaro, a fronte dei miliardi di indebitamento netto, se le risorse provengono da risparmi rispetto alle misure previste nei tre scostamenti o da nuove stime rispetto alla NADEF 2021.

Le proposte di Fratelli d'Italia ci sono state, ma erano proposte che tentavano di mettere ordine in tutto questo sistema di reazione rispetto alla pandemia. Avevamo affrontato il problema dei costi fissi per le aziende, che è un problema essenziale, perché, vedete, se voi date quello che chiamate un ristoro, che poi è sempre limitato e non va a coprire la perdita delle aziende, beh, signori, voi risolvete un problema contingente, ma non date prospettiva. La prospettiva era da dare affrontando il problema dei costi fissi, la politica degli affitti, visto che l'85 per cento delle imprese di cui si parla, e che sono andate soprattutto in crisi, sono in regime di affitto.

La politica delle scadenze fiscali: anche qui si rincorrono dei rinvii e delle posticipazioni non sempre chiari. Avevamo proposto un cassetto fiscale che innestasse, poi, un meccanismo di restituzione spalmato nel tempo, ma che mettesse tutte le aziende nella tranquillità di poter operare e di poter aspettare, di fronte alla pandemia.

Benissimo, allora, di fronte a tutto questo, di fronte all'attuazione continua di questo monocameralismo alternato - obiettivamente non abbiamo avuto neanche il tempo quasi di leggerlo, come deputati, questo provvedimento - Fratelli d'Italia non può dare la fiducia a questo Governo e si augura che al più presto, con elezioni democratiche, si metta fine alla conventio ad excludendum e si ripristini il corretto rispetto della Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Claudia Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Debbo dire che questa mattina è stato istruttivo sentire anche una parte della maggioranza già intervenire prima di noi, perché su alcuni passaggi non possiamo non essere d'accordo, anche perché mi pare che in primis la maggioranza, soprattutto Italia Viva, abbia comunque sottolineato come ci siano state tante cose che non hanno funzionato. Mi permetta una battuta: siete anche voi al Governo, magari non dirlo soltanto in quest'Aula e dirlo al Governo credo che sia importante, a partire dal cashback (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): potevate tranquillamente chiedere al Governo che sul cashback si facesse un passo indietro, visto che concordo con lei nel dire che magari il contagio si sarebbe anche contenuto, non raccontando che con i 150 euro di ristorno del cashback avremmo potuto fare tante cose; oppure, come la lotteria degli scontrini: io credo che in questo momento non si abbia bisogno di lotterie, ma si abbia bisogno di cose molto più concrete. Scusatemi questa chiosa, ma penso che sia opportuno anche sottolineare come una opposizione responsabile in tutti questi mesi abbia sottolineato cosa non funzionasse, ma difficilmente siamo stati ascoltati.

E riprendo da un passaggio che ha fatto il mio collega di Fratelli d'Italia: il tema della compressione dei tempi. Noi siamo qua oggi, sappiamo che soltanto due giorni fa sono approdati tutti questi “decreti Ristori” alle Commissioni finanze e attività produttive e non abbiamo avuto tempo di vedere nulla: dovevamo di corsa venire in Aula, dovevamo votare l'ennesima fiducia, dopo che per mesi abbiamo chiesto al Governo di ascoltare quelle che erano le nostre riflessioni, che mettevamo a disposizione di un Governo che non immaginava come poter costruire una risposta solida e solidale per il nostro Paese.

Abbiamo guardato agli altri Paesi, ma non li abbiamo seguiti: parlavamo prima di ciò che è stato fatto in Germania, bastava che lo facessimo anche noi. L'onorevole Brunetta e l'onorevole Gelmini, a più riprese, hanno detto in questi mesi: cominciamo a ragionare su uno scostamento di 100 miliardi. Era uno scostamento monstre e lo sappiamo benissimo, ma poi alla fine ci siamo arrivati. Ci siamo arrivati facendo comunque degli interventi a spizzichi e bocconi: abbiamo fatto degli interventi rincorrendo sistematicamente il virus, non siamo mai stati un minuto avanti, sia nella fase dell'affrontare l'emergenza sanitaria e ancora di più nella fase in cui noi dobbiamo affrontare l'emergenza economica.

Aspettiamo che sia il cittadino italiano, il popolo, a dirci dove non ce la fa più ed interveniamo con questi maledetti codici Ateco. Scusate se parto da questo. Sappiamo che non funziona questo sistema dei ristori con i codici Ateco. Abbiamo completamente abbandonato intere filiere soltanto perché erano “figlie di un Ateco minore”, permettetemi la battuta; non ci siamo resi conto che noi abbiamo delle filiere che operano in settori, magari in zone gialle, che però operano in zone rosse, che pertanto hanno perso il 50, il 60, il 70 per cento del fatturato, e questi ce li siamo completamente dimenticati; quando, come stava dicendo precedentemente il mio collega, ci stiamo vantando da anni, fortunatamente, di aver informatizzato, di aver digitalizzato tutte quelle che erano le documentazioni da inviare all'Agenzia delle entrate: sarebbero bastate 24 ore di modifica di un software informatico - Sogei lo poteva fare benissimo, l'abbiamo anche chiesto - e noi saremmo stati in grado di avere tutte le informazioni per poter risarcire le categorie che ancora oggi stanno aspettando un risarcimento.

Guardate, non da ultimo - ma lo sapete perché ne abbiamo parlato a più riprese – vi è tutto il settore del turismo invernale, il settore della neve: non gli abbiamo ancora detto né quando riapriranno, né che cosa gli daremo, e per noi del nord è un comparto estremamente importante. Abbiamo i confini, abbiamo Macron che l'altro ieri ha già fatto una norma con 400 milioni di euro appostati per il sistema e noi non abbiamo ancora neanche detto a questi soggetti, come non l'abbiamo detto a tanti altri, che cosa succederà della loro vita, delle loro famiglie e dell'economia, di un sistema così importante per un'Italia che ha le Alpi e l'Appennino come dorsale estremamente importante per l'economia; non gli abbiamo ancora detto che cosa succederà.

Ma torno un attimo al tema che ho precedentemente soltanto accennato: i famosi scostamenti. Abbiamo raschiato il barile nei mesi scorsi, l'abbiamo visto, abbiamo cercato soldi dappertutto e ne abbiamo anche tolti, mi permetto di dire, in contesti che, invece, se utilizzati bene, sarebbero stati la panacea per molti mali: mi riferisco ai 5,3 miliardi che abbiamo preso dal fondo dei 12 miliardi dedicato agli enti locali per saldare i propri debiti. Bastava saldare i debiti per molte aziende, non serviva avere un'azione risarcitoria, bastava dare loro ciò che già era loro, vale a dire i debiti della pubblica amministrazione nei loro confronti. Eppure, non abbiamo toccato né i famosi 12 miliardi, perché era costruito in un modo tale per cui quel fondo, poi, doveva essere per forza un flop, né abbiamo, però, permesso loro di modificare poi la norma per ottenere queste somme che erano già loro, perché erano crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Che cosa succederà, però? Che il prossimo anno questi 5,3 miliardi, che adesso abbiamo preso dal fondo, si ripresenteranno e dovrebbero tradursi, in primis, in che cosa? Nella cancellazione delle tasse che in questo momento abbiamo solo sospeso; quelle tasse che, signori, tanto per cambiare, con un'azione, permettetemi la parola forte, quasi dolosa, abbiamo sistematicamente posticipato il giorno stesso della scadenza. Ma noi possiamo pensare di posticipare il 30 novembre la scadenza del pagamento delle imposte e delle tasse? Il 30 novembre! Allora, io capisco che si sia cercato di far pagare il più possibile a tutti, perché giustamente lo Stato ha bisogno di risorse, ma ci rendiamo conto che c'è gente onesta, gente capace, gente che non dorme di notte perché sa che non potrà pagare le tasse nel momento dovuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma ci immaginiamo come vive la gente, come viviamo noi italiani in questo momento?

Allora, un Governo serio, uno Stato serio accompagna il proprio cittadino, accompagna le imprese in un contesto come questo. E mi permetto, onorevole Ungaro, le chiedo scusa, le imprese zombie sono quelle imprese che hanno centinaia di lavoratori, ma cosa ne facciamo nel momento in cui cancelliamo le imprese zombie? Guardi, io ho fatto l'assessore al lavoro, le persone sotto l'assessorato ce le avevo quando avevo le imprese zombie, quelle da 200, 300 dipendenti, che poi l'opinione pubblica porterà il Governo a dover salvare per forza, ma dopo aver speso centinaia e centinaia di milioni di euro, come stiamo facendo con Alitalia, perché Alitalia è una di quelle imprese zombie, eppure sono anni che la salviamo per i 12 mila, 13 mila lavoratori. Non prendiamoci in giro!

Cerchiamo delle soluzioni serie, ma cerchiamo delle soluzioni serie fin da adesso, anche parlando del famoso patrimonio destinato: 44 miliardi di euro che non sappiamo come verranno impiegati. Rischiamo di utilizzare 44 miliardi di euro per fare veramente la nuova IRI. Allora, torniamo a parlare di cose serie, permettetemi.

Cerchiamo di programmare gli interventi, non l'abbiamo fatto fino ad oggi, lo dicevo prima. Noi abbiamo rincorso questo virus, l'abbiamo rincorso sistematicamente e non siamo mai riusciti ad essere un minuto avanti, non abbiamo guardato quello che hanno fatto gli altri Paesi in Europa, quello che invece sono riusciti a fare, torno a parlare della Germania, ma torno perché, lì, è vero che hanno chiuso tutto, onorevole Fornaro, ha ragione perfettamente, ma i soldi li hanno visti immediatamente. I ristori che ci sono stati per le imprese e per le famiglie sono arrivati 48 ore, 72 ore dopo, noi non lo stiamo facendo questo, perché, mi dispiace dire che ci sono delle attività che non hanno ancora visto, a oggi, i ristori. I famosi soldi che dovevano arrivare ad agosto, per molte delle attività, arriveranno forse a Natale, come regalo di Natale.

Allora, noi non possiamo pensare di affrontare anche i prossimi mesi in questo modo, perché rischiamo di arrivare nella primavera, sì, con un vaccino, per vaccinare fortunatamente tutti gli italiani, ma non avremo un vaccino per vaccinare le nostre imprese, non le avremo più, noi, quelle imprese e io sinceramente non vedo un Paese che viva sul reddito di cittadinanza o sul reddito di emergenza. Io so che la dignità degli italiani, la dignità del nostro Paese si basa sul lavoro e sulla possibilità di guadagnare e non di chiedere l'elemosina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E io su questo vorrei riportare davvero la maggioranza, perché noi non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno. Vi faccio un altro esempio, se me lo permettete. Nel “decreto Cura Italia” e, poi, nel “decreto Liquidità” si era prevista la possibilità di elevare il microcredito da 25 mila euro a 40 mila euro ed era una liquidità importante per le aziende molto piccole. Eppure il problema è che questo intervento non è avvenuto, perché mancava il decreto attuativo. Io inviterei la maggioranza a ricordare quanti sono i decreti attuativi dei decreti precedenti che mancano ancora; lì, c'è stato l'intoppo, lì, non ha funzionato la macchina, perché non basta fare la norma, bisogna attuarla la norma, eppure abbiamo decine e decine di decreti attuativi che ancora oggi non hanno visto vita. Certo che è facile, poi, andare a recuperare le risorse nei precedenti interventi normativi fatti: non avete attuato i decreti e pertanto i soldi sono rimasti lì. Allora, vediamo di essere seri, i decreti attuativi dovrebbero uscire dopo pochi giorni che la norma è stata votata, non arrivare a Natale a fare la conta ancora di quelli che mancano. Troppi oneri sono pesati sui datori di lavoro; anche su questo mi permetto…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Mi avvio a concludere, le chiedo scusa, Presidente. Anche su questo faccio soltanto un passaggio; voi sapete che la cassa integrazione è stata prorogata di sei settimane, fino al 31 gennaio 2021, peccato che qualcuno si sia dimenticato, per molte delle categorie, di togliere i contributi addizionali e, quindi, ancora una volta, sono i datori di lavoro quelli che devono pagare e non è lo Stato.

Presidente, concludo e mi scusi se mi sono dilungata troppo; io credo che noi abbiamo avuto chiaramente, attraverso questo Governo, l'immagine di un Paese che non ha saputo gestire questa pandemia, né quella sanitaria, né quella economica. Io prego il Governo di ricordarsi che noi siamo qui e siamo pronti, siamo pronti ad aiutare, l'abbiamo già fatto vedere con grande senso di responsabilità; fatevi aiutare, credetemi, ne avete tanto bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Presidente, sottosegretario Baretta, colleghe e colleghi, ci apprestiamo oggi al voto sul cosiddetto “decreto Ristori”. Il fatto che questo voto converta ben quattro decreti-legge rappresenta in pieno la straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo. Mi sento di ringraziare l'opposizione, in questo frangente, perché ha consentito di poter votare già stamane, derogando alle ventiquattro ore previste per il voto di fiducia, comprendendo l'importanza e l'urgenza del provvedimento da convertire che contiene misure ampiamente attese dai nostri cittadini, dai lavoratori e dalle imprese. I tempi non ci hanno consentito di migliorare il testo qui alla Camera e su questo punto non mi sento di nascondere il nostro disappunto che impone una seria riflessione sul lavoro legislativo, affinché il Parlamento, per salvaguardare le sue prerogative, metta in campo riforme tali da consentire sia tempi adeguati per gli interventi legislativi urgenti del Governo, sia un serio confronto nelle camere legislative. Se questo storico e attuale problema non è ancora risolto è anche colpa nostra.

Nonostante ciò, io penso che il confronto tra la maggioranza e l'opposizione sia stato utile e costruttivo, grazie alla collaborazione avvenuta al Senato, dove i provvedimenti sono stati migliorati, e di molto, in fase di esame nelle Commissioni di merito.

Tale collaborazione tra Parlamento e Governo, maggioranza e opposizione, si misura chiaramente se si tiene conto che dei 600 milioni di misure destinate al passaggio parlamentare ben 380 milioni hanno interessato misure suggerite dall'opposizione, passando da 73 a 130 i codici Ateco, per un totale di circa 18 miliardi, segno che quando giungono proposte serie e costruttive, la volontà della maggioranza è quella di lavorare trasversalmente per il bene dei cittadini. I risultati di questo provvedimento confermano quanto, in questo frangente, l'Italia sia unita, oltre le polemiche di giornata, oltre le diatribe della cronaca: un'unità di intenti nella società, come nelle istituzioni, indispensabile per fronteggiare una situazione straordinaria che, non a caso, molti osservatori paragonano a una guerra.

Solo un Paese unito può farcela e nonostante le differenze e le divisioni, le fratture evidenti o sotterranee della nostra società e della nostra politica stiamo affrontando questa pandemia nell'unico modo in cui va affrontata, con coesione e forza d'animo, condividendo idee, risorse e responsabilità. Quando saremo usciti dalla pandemia gli italiani non guarderanno alle nostre casacche o ai nostri simboli di partito, ringrazieranno tutti coloro che li hanno aiutati a sostenere questi mesi dolorosi e difficili, i medici, gli infermieri e il personale sanitario in primis, gli enti locali che si sono fatti carico di alleviare le sofferenze e la politica, ma quella con la P maiuscola, che di fronte alla tragedia ha trovato le risorse umane, intellettuali e materiali per abbandonare lo scontro di parte, in favore della comunità di intenti. Del resto non ho dubbi che, a parti invertite, colleghi del centrodestra, sarebbe accaduto lo stesso, avreste cercato di aiutare le persone e le imprese in difficoltà, distribuendo fino all'ultimo euro disponibile e noi avremmo offerto tutta la nostra collaborazione. Non ho alcun dubbio su questo.

Tornando al decreto, molti sono stati i temi e le norme utili ad affrontare l'emergenza contenuti nel provvedimento, a cominciare dall'esenzione della COSAP e della TOSAP, dal tema dei dottorandi al sostegno alle residenze sanitarie, così come gli interventi per favorire la riduzione dei canoni degli affitti, insieme alle tante proposte che vorrei provare a sottolineare: dalla riduzione del peso delle bollette energetiche fino agli interventi utili nei confronti del sistema delle regioni, dai fondi aggiuntivi per il sistema del trasporto pubblico locale alle risorse stanziate per uno dei settori più colpiti, come il turismo o lo spettacolo dal vivo, dalle fiere all'agricoltura. Sono tutti temi che hanno visto un largo consenso nella discussione tra le diverse forze politiche e sono il frutto di una prospettiva legislativa utile e complessa visto che, come stavamo dicendo, siamo davanti a quattro decreti convertiti in uno.

Detto questo, mi sento di respingere le accuse sentite in questi giorni, come nei mesi scorsi, di una maggioranza e di un Governo sordo alle proposte costruttive giunte dalle opposizioni. Troppo spesso, infatti, soprattutto attraverso i media, vediamo andare in scena un film diverso, direi opposto a quello che si vive nei due rami del Parlamento. Lo abbiamo visto nei primi “decreti COVID”, nei decreti “Rilancio” e “Agosto”, così come in questi “decreti Ristori”; quando si condivide la nostra visione, ovvero quella di mettere al centro la persona, la sua salute e l'incolumità, i punti di incontro sono possibili e i miglioramenti legislativi sono raggiunti con il contributo di tutti.

Anche le polemiche sul gran numero di interventi legislativi che si sono susseguiti, che siano i DPCM per le misure sanitarie o i decreti per ristorare le tante attività danneggiate dalle pur necessarie misure per la salute - ma dannose sul piano economico -, non tengono in alcun conto la necessità di adeguare l'azione di Governo al mutare della situazione, valutando innumerevoli fattori, tra cui i principali rimangono l'indice dei contagi, la disponibilità delle strutture sanitarie, l'esigenza di mantenere attive parti rilevanti della produzione nazionale. Governare è un'arte complessa e imperfetta per definizione; il giudizio basato sull'osservazione di una ristretta porzione della realtà è ingeneroso e, quindi, strumentale, oppure semplicemente incauto. Non ci sarà nessuna ripresa economica, nessuna uscita dalla crisi se non si riescono a stoppare la crisi sanitaria e la curva dei contagi; chiunque neghi questo o, peggio, metta sul piatto una sciocca e dannosa competizione tra economia e salute, fa male al Paese e allontana una soluzione vera dei problemi che abbiamo davanti. Per questo, tutto lo sforzo compiuto in questi lunghi e terribili mesi di pandemia globale che hanno colpito duramente l'Italia si è rivolto primariamente a cercare la dose minima necessaria delle misure per contenere il contagio; non è certo facile per una malattia nuova e sconosciuta nelle sue caratteristiche che, peraltro, svela ed esprime gli effetti delle misure adottate con due settimane di differita. Da qui, l'esigenza di procedere a piccoli passi, cercando talvolta una difficile coesione istituzionale con le regioni e con gli enti locali, perché, anziché inseguire il consenso popolare, chi governa ha questo compito e questa responsabilità: decidere per gli altri, non ciò che fa prendere voti, se questo può essere dannoso, ma ciò che è necessario.

Ogni misura di contenimento presa secondo principi medici e scientifici è stata accompagnata poi da misure di sostegno economico al reddito. Un ristoro sempre parziale, come anche nel provvedimento che ci accingiamo a votare, per tutti e tutte coloro che hanno sofferto, pagato un prezzo incolpevole, perso il lavoro, fermato la propria azienda, ridotto il reddito e faticato a pagare stipendi, affitto e fornitori. Il compito di questi ristori, grazie anche alla collaborazione di tutti noi, è, e deve essere, quello di scovare tutte queste realtà così gravemente colpite, non certo per un certo sadismo, come talvolta sembrano pensare taluni, ma per un bene superiore, il bene comune.

Mai come in questi mesi abbiamo avuto piena contezza di quante diversità, quante particolarità esistono nel nostro sistema economico produttivo e sociale. Onestà intellettuale deve riconoscere al Governo l'umiltà di aver cercato di non lasciare indietro nessuno, di sfaccettare gli aiuti secondo il bisogno effettivo e nel più breve tempo possibile, anche davanti a un Paese, il nostro, spesso vittima della sua stessa burocrazia, di un'architettura barocca sul piano istituzionale, che chiede sicuramente un grande intervento di semplificazione. È andato tutto bene? Forse no, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. Abbiamo visto tutti le lentezze di molti enti pubblici, anche locali, incertezze e decisioni talvolta contraddittorie. La Repubblica è un organismo plurale, complesso; abbiamo visto che, da un lato, i difetti del nostro sistema, con l'emergenza, sono cresciuti, con un effetto moltiplicatore; però, abbiamo anche visto e misurato con mano la forza e la potenzialità, l'energia delle persone, come per gli operatori sanitari e le Forze di pubblica sicurezza, così centrali per far rispettare le regole di civile convivenza, in un periodo che ha rimesso in discussione tutte le nostre certezze sulle libertà e sui diritti, dove questi si possono o si devono fermare. È evidente che si può e si deve fare di meglio. È la nostra intenzione, dentro uno schema politicamente trasversale, almeno con quella parte di opposizione che vorrà collaborare.

A breve inizierà la campagna vaccinale, che sarà lunga e fondamentale per superare definitivamente la pandemia. Il 2021 sarà l'anno della ripartenza, e le risorse europee saranno di fondamentale importanza per andare oltre l'emergenza. Oggi votiamo dei ristori che servono a traghettare il Paese, i suoi lavoratori e le sue imprese, fino all'uscita dal tunnel, far trovare pronto e vivo un sistema economico per cogliere le opportunità che arriveranno sul piano nazionale di ripresa e resilienza. Domani dovremo lavorare tutti, maggioranza e opposizione, per spendere bene queste risorse, per costruire l'Italia del futuro, un Paese più giusto, più digitale, sostenibile, efficiente e competitivo, dovremo saper superare gli attuali gap e colmare le lacune che si sono evidenziate durante questa pandemia.

È per tutte queste ragioni, e per tante altre che il tempo non mi consente di esporre, che, come Partito Democratico, pensiamo che il Governo meriti convintamente la nostra fiducia, sia su questo provvedimento, che voteremo favorevolmente, sia sulle tante cose che restano ancora da fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettazzi. Ne ha facoltà.

LINO PETTAZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi avremmo voluto arrivare in Aula dichiarando che siamo soddisfatti, che finalmente ci siamo. Purtroppo, però, non è così. Ancora una volta, la tanto sbandierata collaborazione con le opposizioni non c'è stata. Al Senato abbiamo presentato circa 1.400 emendamenti; ne sono passati solo tre. Erano proposte importanti, in alcuni casi indispensabili, per la sopravvivenza di alcune realtà produttive. Erano richieste arrivate da artigiani, commercianti, professionisti, partite IVA, associazioni di categoria, semplici cittadini; ma le priorità del Governo, in questi mesi, sono state evidentemente altre.

Ripassando alla storia di 100 miliardi, se ne è parlato con i decreti “Cura Italia”, “Rilancio” e “Agosto”, il tutto con ben quattro scostamenti di bilancio, votati anche da noi delle opposizioni. Ebbene, nonostante questo sforzo economico senza precedenti, tutti i giorni incontro cittadini che il ristoro lo stanno ancora aspettando o che, a distanza di mesi, non hanno ancora visto un euro di cassa integrazione. Non parliamo poi delle partite IVA, costrette a chiudere, perché è chiaro a tutti che con 600 euro non si possono pagare le spese relative all'attività e, in più, sopravvivere, senza altre fonti di reddito. Come gruppo Lega, abbiamo fatto ben più di una proposta su questo fronte e, se anche solo una di queste fosse stata ascoltata, molte attività oggi sarebbero ancora aperte. Parlo, ad esempio, della moratoria sui mutui bancari, per rendere immediatamente spendibile il credito d'imposta, della conversione dei crediti in contributi a fondo perduto, della cancellazione dei contributi fissi per gli autonomi, del rinvio delle scadenze di novembre, del taglio delle aliquote IVA, dell'indennizzo per i costi fissi delle piccole e medie imprese. Tali stanziamenti, se gestiti con lungimiranza, avrebbero gettato le basi per una radicale, profonda, vera e possibile ripartenza per il nostro Paese, slegata da un altro virus, quello della burocrazia, della lentezza e della mancanza di una visione strategica.

Ora ci chiedete di votare la fiducia sul “decreto Ristori”, inesorabilmente inefficace, perché lascerà ancora fuori molte categorie, segnalate da tutto il centrodestra, ma non prese in considerazione dall'attuale maggioranza, troppo impegnata a disarticolare i provvedimenti voluti dalla Lega – e, soprattutto, dall'allora Ministro Salvini - per bloccare gli sbarchi illegali e il raccapricciante mercato di vite su cui gli scafisti, con la complicità di questo Governo, continueranno a lucrare.

Dall'Europa c'è stato il via libera a un fiume di denaro. Si parla di miliardi di euro che, con ogni probabilità, in ogni altro Paese del mondo, avrebbero dato la possibilità di mettere in sicurezza l'economia nella fase iniziale della pandemia e di cercare di programmare il futuro. Era, infatti, evidente che ci sarebbe stata una seconda ondata, con le conseguenti ripercussioni in termini sanitari ed economici, ma il Governo era troppo impegnato nella scelta dei banchi a rotelle, e ora abbiamo un Paese in ginocchio, con enormi perdite in termini di produttività, il cui 25 per cento riguarda le piccole e medie imprese, 350 mila delle quali sono a rischio chiusura.

La vostra assoluta incapacità di pianificare è dimostrata dai fatti. Oggi siamo qui a votare un provvedimento che riguarda ben quattro decreti, approvati a distanza di una settimana l'uno dall'altro. Prima avete chiuso, poi riaperto; poi, in previsione della chiusura, ristorato; e, ancora una volta, siete stati miopi e intempestivi, portando avanti una politica assistenziale fine a se stessa. I ristori, per alcune categorie produttive, senza un'opportuna strategia di ripresa, sono solo mancette; oggi, invece, servirebbe un piano di investimenti per il futuro e la crescita del Paese.

In questi giorni, il Ministro Di Maio ha detto di voler proporre un “anno bianco” per le tasse del 2021; ci vorrebbe un applauso generale. Abbiamo detto circa otto mesi fa che non andavano riscosse le tasse per almeno un anno e che prima bisognava mettere in sicurezza il Paese. Mi auguro che, seppur in ritardo, il Governo e, in modo particolare, il Ministro dell'Economia prendano atto di questa grande intuizione. La Lega lo ha già fatto da tempo e per questo motivo ha presentato al Senato un pacchetto di emendamenti che andavano proprio in questa direzione e che, tra l'altro, avrebbero dato respiro e dignità alla categoria dei lavoratori fragili. Con un emendamento avevamo chiesto, infatti, la possibilità di equiparare l'assenza dal lavoro al ricovero ospedaliero per le persone immunodepresse, per i malati oncologici, per chi sta sostenendo cure salvavita e per le persone con gravi disabilità; bocciato. Avevamo chiesto di portare i giorni di permesso retribuito da 12 a 18 per i genitori lavoratori che hanno figli con gravi disabilità; anche questo bocciato. Non ci venite a dire che è una questione trasversale, che interessa tutti i partiti, perché altrimenti le nostre proposte, i nostri emendamenti non sarebbero finiti nel cestino. Come avete trovato le risorse per i monopattini e tanti altri soldi che avete rimesso nella legge di bilancio, come avete pagato 72 milioni di euro di provvigioni per l'acquisto di mascherine, avreste potuto trovare i soldi anche per questa categoria di persone. Non si potevano, dunque, utilizzare queste risorse per i lavoratori fragili o per andare a sostenere veramente le realtà produttive danneggiate?

Avete bocciato anche l'emendamento che andava a sostenere le attività commerciali nei centri storici dei piccoli comuni a vocazione turistica, che avete abbandonato, considerando solamente i capoluoghi di provincia. Con il cosiddetto decreto Agosto è stata perpetrata una grave ingiustizia - purtroppo non corretta con il provvedimento in esame - che riguarda le attività economiche nei centri storici delle città d'arte a vocazione turistica. Chi ha un'attività economica ha un danno economico per l'assenza dei turisti, tanto che il suo comune sia un capoluogo di provincia quanto che sia un comune normale. Questa è una profonda disparità, in quanto a fronte di 29 città comprese, migliaia di comuni italiani comunque turistici ne sono esclusi. Allo stesso modo, va benissimo aver dato un contributo alle città delle grotte, che magari hanno avuto meno turisti; per venti comuni sono previsti 2 milioni di euro. Occorre, però, ricordare che ci sono altri 1.840 comuni - le città dell'olio, del vino, della ceramica - che sono stati completamente dimenticati. Come sono stati dimenticati gli agenti di commercio, per i quali avevamo chiesto un contributo a fondo perduto, o quelli dell'abbigliamento, la cui filiera sta soffrendo terribilmente.

Per tutte queste attività il Governo non ha ritenuto di accogliere le nostre proposte di sostegno e rilancio tra le quali, ad esempio, la riduzione degli affitti commerciali su cui anche la maggioranza si era detta d'accordo ma che poi, come tante nostre buone idee, è rimasta sulla carta. Dei 19 miliardi stanziati per il “decreto Ristori” sono stati destinati solo 450 milioni alle proposte di buonsenso avanzate dalle opposizioni, con il solo obiettivo di aiutare quelle fasce di popolazione più penalizzate dall'emergenza. Briciole, o poco più, per le realtà artigianali e agricole, per i bar, per i ristoranti, per i benzinai, per gli ambulanti, per il mondo della moda, per le piccole e medie imprese nate proprio durante il periodo COVID, per le Spa, per le terme, per le palestre, per chi ha speso, come loro, soldi per mettersi in regola ma a cui poi avete, ancora una volta, cambiato in corsa le regole che voi stessi avete imposto. Abbiamo detto in tutte le sedi che le risorse destinate a questi comparti non sono sufficienti e che molte categorie sono rimaste escluse. Non si è riusciti ad andare oltre alla questione dei codici Ateco, non si è guardato alla logica del fatturato e addirittura sono state escluse tantissime filiere, in primis quella dell'agricoltura, di cui vi siete assolutamente dimenticati. In Germania hanno dato il 75 per cento di quello che le aziende hanno perso nei mesi in cui sono state chiuse mentre da noi, nel migliore dei casi, si va dal 20 al 40 per cento. Per fare degli esempi concreti, ad un bar, ad un piccolo commerciante sono stati dati, in media, 2 mila euro, mentre a quelli più grandi sono stati dati 5 mila euro. Stiamo parlando di elemosina e non del supporto che ci voleva a sostegno di queste categorie. È stato inoltre preso come riferimento il solo mese di aprile, ma sappiamo bene che i danni della pandemia avranno conseguenze per l'intero anno e, probabilmente, per buona parte del 2021. Dunque, andava preso in considerazione un periodo molto più ampio, com'è stato proposto in diversi nostri emendamenti, ma anche su questo non avete voluto ascoltare. Siamo molto lontani dalla nostra idea di collaborazione. Eravamo pronti a ragionare insieme sulle decisioni da prendere, ad ascoltare le voci dei cittadini e da lì partire per portare avanti delle proposte. Questo noi della Lega lo abbiamo sempre fatto con molta meticolosità e responsabilità, traducendo poi in emendamenti quelle richieste di salvataggio che ci arrivano dalle famiglie, dai lavoratori, dalle imprese, dai liberi professionisti, dai commercianti, dagli artigiani e da tutti coloro che, con molta dignità e determinazione, hanno mandato avanti il nostro Paese. Proprio per loro, per il profondo rispetto che dobbiamo loro, oggi non potremmo mai dare la fiducia a questo Governo che, ancora una volta, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza, la sua incapacità di far fronte ai reali bisogni del Paese. Per quanto sin qui esposto, ma anche perché, da imprenditore, sto provando quotidianamente sulla mia pelle tutte le anomalie, le criticità e le inettitudini di questo Governo, annuncio a nome della Lega-Salvini Premier il voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martinciglio. Ne ha facoltà.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). Grazie, Presidente, sottosegretario Baretta, onorevoli colleghi, il “decreto Ristori” che andiamo a votare oggi comprende, al suo interno, quattro diversi provvedimenti, approvati l'uno dopo l'altro per inseguire l'evoluzione della curva epidemica e delle nuove restrizioni. Si tratta, infatti, di un decreto da 19 miliardi di euro complessivi che è rivolto ad imprese, famiglie, lavoratori e ai settori strategici, quali la sanità, la cultura, il turismo, lo sport e l'export. Risorse che vanno ad aggiungersi ai 100 miliardi messi in campo a partire da marzo e ai 40 miliardi della manovra che discuteremo in quest'Aula tra pochi giorni. È vero che il periodo è eccezionale, ma è impossibile non riconoscere lo sforzo economico di questo Governo e di questa maggioranza in un contesto europeo in cui, nel frattempo, anche grazie alla determinazione dell'Italia, si è sbloccato il Recovery Fund, uno strumento di solidarietà che sosterrà la ripresa italiana con altri 209 miliardi. Il grosso del decreto riguarda naturalmente il fondo perduto per le imprese, che abbiamo voluto erogare il più rapidamente possibile per chi aveva già fatto domanda nella primavera scorsa; e la scommessa è stata vinta, dato che i pagamenti per il fondo perduto automatico, previsto nel primo “decreto Ristori”, sono stati completati in appena nove giorni. In totale, saranno aiutate, grazie al “decreto Ristori”, 613 mila imprese, che salgono a 3 milioni se consideriamo anche il “decreto Rilancio”. Sommando il fondo perduto erogato già in primavera, arriviamo ad oltre 11 miliardi di euro, senza considerare i 3,8 miliardi già stanziati in manovra e un possibile nuovo scostamento di bilancio ad inizio 2021.

Il “decreto Ristori”, però, è anche molto altro e consentitemi di ricordare oggi alcune delle misure di cui andiamo più orgogliosi. Mi riferisco, ad esempio, allo stanziamento da 400 milioni a beneficio dei comuni per l'emergenza alimentare che va a raddoppiare i 400 milioni già messi a disposizione dei sindaci durante la prima ondata. Continuiamo a dare assoluta priorità alla protezione sociale dei più deboli. Contando anche altri fondi finanziati nei decreti precedenti, abbiamo raggiunto, in questi mesi, la cifra di 900 milioni di euro per sostenere i cittadini e le famiglie più in difficoltà. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, oltre ad aver bloccato i licenziamenti fino a marzo 2021, confermando la cassa integrazione, abbiamo sostenuto, con un bonus da 1.000 euro i lavoratori stagionali e, in particolare, quelli del turismo e degli stabilimenti termali, i lavoratori dello spettacolo intermittenti e i venditori porta a porta e, con un bonus da 800 euro, i lavoratori dello sport. Abbiamo pensato anche alle famiglie, estendendo il reddito di emergenza fino a dicembre ed erogando altri 1.000 euro di bonus babysitter. Altrettanto importanti sono le proroghe fiscali, per dare respiro al nostro tessuto di piccole e medie imprese. Sin dall'inizio abbiamo detto che bisognava fare il possibile per rinviare le scadenze più gravose e, se possibile, cancellarne alcune. Abbiamo previsto una proroga generalizzata, dal 30 novembre al 10 dicembre, del termine di versamento degli acconti Ires, Irpef ed IRAP. Si tratta solo di una piccola finestra, che si affianca alla più ampia proroga, al 30 aprile 2021, degli stessi versamenti per le partite IVA e le imprese con ricavi fino a 50 milioni di euro che abbiano subìto una perdita di fatturato di almeno il 33 per cento nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso del 2019. Abbiamo prorogato al 16 marzo i versamenti delle ritenute, dell'IVA e dei contributi previdenziali di dicembre, sempre per tutte quelle aziende a partita IVA con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro che abbiano registrato un calo del 33 per cento del fatturato a novembre 2020 rispetto a novembre 2019. Abbiamo rinviato dal 10 dicembre al 1° marzo il termine di pagamento della rata della “rottamazione-ter” e del saldo e stralcio. Ma soprattutto, abbiamo introdotto un fondo perequativo di 5,3 miliardi di euro per il 2021 con lo scopo di rinviare ulteriormente, o addirittura cancellare, una parte delle tasse oggetto di rinvio. Puntiamo con determinazione all'esonero totale o parziale dalla ripresa dei versamenti fiscali e contributivi per tutte quelle attività che avranno subìto una significativa perdita di fatturato. È un obiettivo del MoVimento 5 Stelle e ci batteremo con forza per raggiungerlo.

Al Senato, inoltre, sono state approvate alcune importanti migliorie del provvedimento. Come sempre, da portavoce dei cittadini nelle istituzioni, ascoltiamo le persone e portiamo in Parlamento le loro istanze. Per quanto riguarda i mutui sulla prima casa, in particolare, abbiamo approvato la proroga della sospensione fino a tutto il 2021. Sempre in tema di immobili ad uso residenziale, abbiamo ottenuto la compensazione per tutti quei proprietari di abitazione che applicano sconti sull'affitto, con il contributo del 50 per cento del valore dello sconto fino a un massimo di 1.200 euro l'anno. E ancora abbiamo messo 50 milioni nel fondo per gli affitti nelle zone ad alta densità abitativa. Sul lato fiscale tengo a ricordare la proroga dell'esenzione della TOSAP e della COSAP fino a marzo 2021 per tutti i bar, ristoranti e gli ambulanti. Non va dimenticata, infine, la proroga al 30 giugno 2021 del rafforzamento della golden power che ci aiuta a proteggere i nostri settori strategici dalle scalate ostili, anche da parte di soggetti interni all'Unione europea. In un periodo così delicato sotto il profilo economico-finanziario, impedire la svendita di aziende importanti è un dovere per chiunque persegue l'interesse dei cittadini. È per tutte queste misure, e per altre ancora, che ritengo fondamentale convertire in legge questo decreto per poi concentrare tutte le nostre forze sulla legge di bilancio. Dichiaro dunque, a nome del MoVimento 5 Stelle, la massima fiducia nel provvedimento e nell'azione economica che stiamo portando tutti insieme avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 10, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2828)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Roberto Rossini.

Sulla base di tale estrazione sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Prendiamo atto che c'è un errore nella registrazione: Borghi Claudio risultava assente, ha votato “sì” Borghi Enrico.

(Segue la chiama) .

È così esaurita la prima chiama.

Invito i deputati segretari a procedere alla seconda chiama ed i colleghi a mantenere le distanze di sicurezza.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti: ……………….518

Maggioranza: ……………………260

Hanno risposto : ……………….303

Hanno risposto no: ………………215

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bilotti Anna

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghese Mario

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grippa Carmela

Gualtieri Roberto

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Mauri Matteo

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mura Romina

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Nesci Dalila

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Palmisano Valentina

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sani Luca

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Silvestri Francesco

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spessotto Arianna

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Volpi Leda

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Andreuzza Giorgia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benigni Stefano

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Brunetta Renato

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carrara Maurizio

Casciello Luigi

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comencini Vito

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Cristina Mirella

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Muro Flavio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Durigon Claudio

Ermellino Alessandra

Fantuz Marica

Ferrari Roberto Paolo

Ferro Wanda

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frate Flora

Furgiuele Domenico

Galantino Davide

Galli Dario

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Labriola Vincenza

Legnaioli Donatella

Liuni Marzio

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marchetti Riccardo Augusto

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Maschio Ciro

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Napoli Osvaldo

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pentangelo Antonio

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccolo Tiziana

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Racchella Germano

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rizzone Marco

Rosso Roberto

Rotelli Mauro

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saltamartini Barbara

Sasso Rossano

Savino Elvira

Sgarbi Vittorio

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Spena Maria

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Tiramani Paolo

Tombolato Giovanni Battista

Tonelli Gianni

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Turri Roberto

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vinci Gianluca

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Amitrano Alessandro

Azzolina Lucia

Baroni Massimo Enrico

Boccia Francesco

Bonafede Alfonso

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Colletti Andrea

Comaroli Silvana Andreina

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Fraccaro Riccardo

Franceschini Dario

Giacomoni Sestino

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Invernizzi Cristian

Iorio Marianna

L'Abbate Giuseppe

Lupi Maurizio

Maniero Alvise

Morani Alessia

Nevi Raffaele

Pallini Maria

Pittalis Pietro

Rampelli Fabio

Scalfarotto Ivan

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Tomasi Maura

Traversi Roberto

Volpi Raffaele

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2828)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/2828/24 Marchetti.

Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2828/111.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. In questo ordine del giorno si fa riferimento al problema delle concessioni demaniali. Io non entro, in questa fase, nel merito della questione, i cui tratti dovrebbero essere conosciuti da tutti perché la vicenda è annosa: vi ricordate l'applicazione della “legge Bolkestein”, le recente legge n. 145 e le procedure di infrazione minacciate dall'Unione europea. Non entro nel merito, perché vorrei farne una questione di diritto, prima di tutto, quale essa è. Noi non siamo in un Paese di common law. Normalmente, il nostro sistema di diritto privilegia la certezza del diritto e dobbiamo subito rilevare che, in base ai contenuti della legge n. 145, si sono avute una serie di pronunce giurisdizionali e una serie di prese di posizione da parte anche dei comuni, che in pratica disapplicano la legge n. 145. Quello che era riuscito però a Tacito, Catone e Cicerone evidentemente non sta riuscendo alla De Micheli e al Ministro Franceschini, perché questa disapplicazione a macchia di leopardo sta comportando gravi problemi per i concessionari balneari. Non citerò la Spagna, il Portogallo e la Croazia, dove si è risolto brillantemente il problema prorogando il regime delle concessioni addirittura per 75 anni. Citerò, invece, tutti i colleghi che sui territori vanno a fare manifestazioni accanto ai concessionari balneari, salvo, magari, poi nascondersi, quando si presenta l'occasione di approvare un ordine del giorno come questo, e non lo fanno per indirizzi di partito o di maggioranza.

Allora, chiedo al Governo di dare un giudizio positivo, un parere favorevole su questo ordine del giorno, che in pratica chiede semplicemente due cose: uno, di abrogare, riformare l'articolo 49 del codice della navigazione e, due, di manlevare i funzionari comunali che sono stati messi praticamente in mora da espressioni giurisprudenziali, che non sono tollerabili, però, in questo caso. La legge è la legge n. 145 e andrebbe fatta rispettare.

Ricordo che il 3 dicembre è arrivata una lettera di messa in mora rispetto alla quale il Governo ha il dovere entro 60 giorni di rispondere, e di levare così da un clima di incertezza assoluta tutti i concessionari demaniali. C'è una lettera del comune di Sestri Levante… Governo, scusi, Presidente, ma per lo meno un minimo d'ascolto al primo intervento; poi si sa che la soglia d'attenzione cala, ma il primo ascoltiamolo.

Allora, dicevo che c'è una lettera inviata dal comune di Sestri Levante a dei concessionari che chiedevano l'adozione da parte del comune della legge n. 145. Il comune stesso - viste le pronunce giurisprudenziali e visto che la UE ci ha messo in mora, ha mandato una lettera di messa in mora - praticamente risponde con un secco “no”. Questo non è accettabile per il decoro dello Stato e perché nello Stato italiano, fino a prova contraria, le leggi vanno applicate. Quindi, esorto il Governo a dare un parere favorevole e invito i colleghi a votare a favore dell'ordine del giorno n. 9/2828/111.

PRESIDENTE. L'onorevole Patassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2828/25.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno evidenzia la necessità di sostenere alcune regioni nella loro rinascita economica. Il “decreto Agosto” ha previsto lo sgravio contributivo del 30 per cento per le imprese ubicate nelle regioni che la Commissione europea definisce sottosviluppate o comunque con necessità di sviluppo perché hanno un PIL pro capite inferiore al 75 per cento o al 90 per cento della media europea. Questa misura, che è in corso di strutturazione, è fondamentale perché abbatte il cuneo fiscale delle imprese.

Vorrei porre all'attenzione del Governo e dell'Aula il fatto che, nella programmazione europea 2021-2027, vi sono altre due regioni che sono passate da regioni sviluppate a regioni in transizione perché hanno un PIL pro capite inferiore al 100 per cento della media UE. Trattasi delle Marche e dell'Umbria. Sono due regioni che hanno sofferto il terremoto del 2016, che ha ancora lasciato profondi segnali, e in particolare nelle Marche vi sono situazioni di criticità industriale ormai strutturate, ormai consolidate e che hanno trovato il loro riconoscimento giuridico attraverso la creazione di aree di crisi complessa.

Mi riferisco all'area di crisi complessa della zona di Val Vibrata nell'ascolano, all'area di crisi del bianco della zona del fabrianese ex Merloni e all'area di crisi complessa del comparto pellettiero del fermano-maceratese. Quello che chiediamo con questo ordine del giorno è porre all'attenzione del Governo, così come stiamo facendo anche con emendamenti in legge di bilancio in questo periodo, la necessità di prendere la stessa misura adottata nelle regioni del Sud e applicarla anche a queste regioni, in particolare in queste due aree, l'area del cratere sismico e le aree di crisi complessa, perché sono regioni che hanno notoriamente, in particolare le Marche, un importante tessuto industriale che in questo modo potrebbe ripartire compiacevolmente, essendo utile come contributo fondamentale per l'intero Paese e per lo sviluppo occupazionale di quei territori.

Quindi, chiediamo al Governo veramente una particolare attenzione sull'applicazione delle contribuzioni al Sud anche a queste regioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Bartolozzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2828/85.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente Rosato, sottosegretario, colleghi tutti della maggioranza e dell'opposizione, mi permetto di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2828/85, che è a pagina 60, perché spererei in una condivisione di quest'asse - prima ancora di sentire cosa ne pensa il Governo - totalitaria. Si tratta dell'annosa questione dei Pip, personale non stabilizzato, precario, della Regione siciliana, per il quale la Regione, già nel 2018, sottosegretario, approvò una forma di stabilizzazione, normando con una legge regionale. Purtroppo, in virtù anche del disposto della legge Madia, la Corte costituzionale nel 2020, con sentenza n. 194, pur ritenendo nel considerato in diritto n. 11 la legittimità e la bontà dell'operazione, diede parere contrario - quindi dichiarò incostituzionale la legge - perché è un riparto di competenza esclusiva dello Stato. Allora, cosa si è provato a fare già durante i lavori al Senato con il gruppo di Italia Viva, con il senatore Faraone? Si è formulato un emendamento teso ad avere la copertura normativa, ma, purtroppo, nonostante la spinta di Italia Viva l'emendamento è stato riformulato in sede di esame al “decreto Ristori” - devo dire, sottosegretario - al ribasso, perché si è semplicemente concessa una proroga di cui la Sicilia in realtà non avrebbe bisogno, perché lo potevamo già far da soli. Quello che vi chiediamo è di coprire a livello normativo il vuoto che è stato consacrato dalla pronuncia della Corte costituzionale. Sottosegretario, è una questione che va avanti da decenni, da tantissimo tempo; abbiamo la Corte costituzionale che ha consacrato nel considerato in diritto n. 11 la bontà dell'operazione, quindi adesso serve semplicemente l'impegno dello Stato, non a normare oggi ma a normare in futuro. Le dico una cosa in più (e chiudo approfittando della sua pazienza, ma credo che sia dovuto): senza oneri per la finanza pubblica.

La Regione siciliana coprirebbe da sé, quindi non c'è nessun aggravio, cosa che mancava durante la formulazione dell'emendamento al Senato. Quindi, veramente, le chiedo di dare una particolare attenzione, che a lei non manca; so che c'è l'attenzione del Governo su questa grande tematica, però non possiamo limitarci a quella proroga che è stata fatta al Senato -bene, buona -, ma quello che chiedo a tutti i colleghi oggi, a tutti i colleghi deputati, Presidente, e chiudo, a tutti i colleghi siciliani di controfirmare l'ordine del giorno.

Spero veramente di cuore che il sottosegretario possa esprimere un parere favorevole integralmente, perché quello che si chiede - e veramente chiudo - è un impegno a normare nei prossimi anni in aderenza a quello che è il dettato della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, intervengo per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Bartolozzi e per rappresentare quanto di buono è stato già articolato dalla collega Bartolozzi, a cui peraltro faccio…

PRESIDENTE. Onorevole Miceli, abbiamo preso atto della sua sottoscrizione; dopo può fare una dichiarazione di voto, se ritiene.

CARMELO MICELI (PD). Se posso, Presidente…

PRESIDENTE. Dopo può fare la dichiarazione; se si vota, sì. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento della collega Bartolozzi.

PRESIDENTE. Anche l'onorevole Bucalo e l'onorevole Trizzino lo sottoscrivono. Benissimo, non abbiamo altri illustratori. Chiederei, intanto, di lasciar stare il Governo; poi chiederei un attimo di attenzione ai segretari d'Aula e ai colleghi perché abbiamo 127 ordini del giorno da valutare, su cui fare le dichiarazioni di voto e votare entro le ore 13,30, quando ci sarà la diretta televisiva. Quindi, chiederei a tutti la collaborazione in tal senso, a cominciare dalla sottosegretaria Guerra, a cui chiedo una rapida espressione dei pareri. Anche l'onorevole Lucaselli sottoscrive l'ordine del giorno della collega Bartolozzi. Sottosegretaria Guerra, prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, l'ordine del giorno n. 9/2828/1 Aprile è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2828/2 Rospi, accolto con riformulazione. Scusi, Presidente, vorrei fare una piccola premessa per far capire i pareri che sto per dare. Poiché molti degli ordini del giorno che sono stati presentati riguardano il tema dei ristori, quindi il sostegno economico ad attività o soggetti che sono stati considerati solo in parte o non considerati e siccome - come abbiamo discusso anche ieri - è in corso di definizione, con un confronto che dovrà coinvolgere tutto il Parlamento, una norma di chiusura, diciamo perequativa, che vada quindi a dare di più a chi ha avuto meno, oppure abbia subito delle perdite eccetera, alcune riformulazioni che proporrò sono per espungere parti che dettagliano in modo troppo specifico le norme, perché ovviamente vogliamo fare un disegno che sia equilibrato e omogeneo; quindi, dire in un caso il 30 per cento, in un altro il 35 significherebbe entrare in una specificazione che in questo momento non possiamo permetterci, pur accogliendo ovviamente la sollecitazione a prenderci cura dei problemi che vengono posti. Mi scusi, Presidente, per questa precisazione.

Per quanto riguarda, invece, l'ordine del giorno n. 9/2828/2 Rospi, è accolto con una proposta di riformulazione che, per quanto riguarda il secondo impegno, richiede di introdurre la clausola: “a valutare l'opportunità di” e di espungere la parte “prevedere un fondo dedicato all'artigianato artistico tradizionale, in modo di assicurare almeno nel breve periodo la”. Quindi il secondo impegno risulterebbe: “a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative possibili, al fine di garantire tutela al settore, in attesa di formulare un serio progetto di rilancio dello stesso”.

PRESIDENTE. Colleghi, volevo ripetere una raccomandazione che prima non è stata ascoltata: abbiamo alle 13,30 la diretta televisiva. Se vogliamo rispettare i tempi, chiedo la collaborazione a tutta l'Aula e al Governo nella rapida espressione dei pareri.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/2828/3 Plangger è accolto. L'ordine del giorno n. 9/2828/4 Rizzone è accolto come raccomandazione, con riformulazione, con l'impegno che viene trasformato in questa forma: “a verificare l'ambito applicativo della normativa citata”. Pertanto questo ordine del giorno viene accolto come raccomandazione in questa versione riformulata. Ordine del giorno n. 9/2828/5 De Toma, accolto con riformulazione. L'impegno viene rivisto con la premessa: “a valutare l'opportunità di”, seguito da “intervenire con ulteriori misure di sostegno a favore delle imprese operanti nel settore tessile, della moda, del calzaturiero e della pelletteria”. Quindi, questo sostituisce integralmente l'impegno e, così come riformulato, l'ordine del giorno viene accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/6 Piera Aiello accolto. L'ordine del giorno n. 9/2828/7 Zennaro è accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di” ed espungendo le parole: “con il primo provvedimento legislativo utile”. L'ordine del giorno n. 9/2828/8 Fioramonti è accolto. L'ordine del giorno n. 9/2828/9 Berardini è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2828/10 De Girolamo è accolto con riformulazione. La riformulazione riguarda il primo impegno, che si fermerebbe con le parole: “al settore aeroportuale”, espungendo quindi tutta la frase seguente da “diretti” fino a “pre-COVID”. Ordine del giorno n. 9/2828/11 Trano, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2828/12 Longo, accolto come raccomandazione, con la riformulazione usuale del dispositivo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2828/13 Tarantino, accolto con riformulazione, che consiste nell'espungere l'ultimo paragrafo delle premesse, che appare peraltro paradossale. Ordine del giorno n. 9/2828/14 Ziello, accolto come raccomandazione, con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2828/15 Minardo, accolto come raccomandazione, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/282816 Maccanti, accolto con riformulazione. L'impegno viene così riscritto: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure di sostegno agli operatori economici del settore indicato”. L'ordine del giorno n. 9/2828/17 Potenti viene accolto come raccomandazione, con la riformulazione del dispositivo, premettendo la clausola: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2828/18 Ferrari, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2828/19 Silli, accolto con riformulazione, espungendo l'ultima riga dell'impegno: “estendendo a costoro la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto”. Ordine del giorno n. 9/2828/20 Gagliardi, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nell'espungere l'ultima riga dell'impegno: “estendendo a tali soggetti la possibilità di accedere (…)”. Ordini del giorno n. 9/2828/21 Sorte e n. 9/2828/22 Benigni, accolti. Ordine del giorno n. 9/2828/23 Lucchini, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/24 Marchetti, accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di considerare iniziative”. Ordine del giorno n. 9/2828/25 Patassini, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nel premettere all'impegno le parole: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica”, eccetera. Ordine del giorno n. 9/2828/26 Di Muro, accolto con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” come premessa dell'impegno. Ordine del giorno n. 9/2828/27 Zoffili, accolto con riformulazione, con la premessa all'impegno delle parole: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2828/28 Valbusa, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/2828/29 Guidesi, accolto con la seguente riformulazione del dispositivo: “a verificare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di valutare l'opportunità di adottare per le esigenze”, espungendo “e con le modalità”, per il motivo che ho detto prima, e il resto rimane uguale. Ordine del giorno n. 9/2828/30 Fiorini, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/31 Andreuzza, accolto con riformulazione: “al fine di valutare la possibilità di (…)” e togliere l'inciso “e con le modalità”. Ordine del giorno n. 9/2828/32 Legnaioli, accolto come raccomandazione con riformulazione. La riformulazione consiste nel premettere, dopo l'impegno al Governo la clausola: “al fine di valutare l'opportunità di adottare” e togliere l'inciso “e con le modalità”. Ordine del giorno n. 9/2828/33 Pettazzi, accolto con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di” ed espungere le ultime due righe: “favorendo l'attivazione di un tavolo tecnico”, fino ad “orafo”. Ordine del giorno n. 9/2828/34 Gastaldi, accolto con riformulazione, che consiste nel riscrivere l'impegno in questi termini: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative a supporto del settore dell'autotrasporto”. Ordine del giorno n. 9/2828/35 Cavandoli, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2828/36 Lolini, accolto come raccomandazione, con riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, di (…)”. Ordini del giorno n. 9/2828/37 Viviani e n. 9/2828/38 Golinelli, invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2828/39 Giaccone, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2828/40 Loss, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/2828/41 Manca, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2828/42 Zanella accolto con riformulazione, premettendo all'impegno la clausola “a valutare l'opportunità di” e espungendo i seguenti incisi troppo specifici. Il primo è: “lo stanziamento della somma di 50 milioni di euro o comunque di” e l'altro “da erogare alle emittenti” fino a “23 agosto 2017, n. 146”. Ordine del giorno n. 9/2828/43 Capitanio, accolto come raccomandazione con la usuale riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2828/44 Colmellere, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/45 Fregolent, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre”. Ordine del giorno n. 9/2828/46 Ferri, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/47 Ungaro, accolto con riformulazione, ossia l'impegno è accolto fino a “107 TFUE”, la restante parte dell'impegno è soppressa. Ordine del giorno n. 9/2828/48 Fusacchia, accolto con riformulazione, nel senso di premettere la clausola “a valutare l'opportunità di” e poi sopprimere la parte che chiede che in futuro potrebbero divenire strutturali e togliere la specificazione: “legate a progetti di traduzione”, fino a “scrittori e lettori”. Ordine del giorno n. 9/2828/49 Ascari, invito al ritiro altrimenti parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2828/50 Manzo e n. 9/2828/51 Ianaro, accolti. Ordine del giorno n. 9/2828/52 Mammì, accolto con riformulazione del secondo impegno, che diventa: “a valutare l'opportunità di incentivare l'occupazione di personale sanitario infermieristico nelle RSA e nelle RSD, anche prevedendo l'estensione delle misure (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, quindi cade l'inciso da “intervenendo con misure finalizzate” fino a “infermieristiche”. Ordine del giorno n. 9/2828/53 Trizzino, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/54 Aresta, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di(…)”. Ordine del giorno n. 9/2828/55 Rossini, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/56 Rizzo, accolto come raccomandazione, con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/2828/57 Martinciglio e n. 9/2828/58 Zanichelli, accolti come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/59 Sut, accolto. Ordini del giorno n. 9/2828/60 Cancelleri e n. 9/2828/61 Maglione, accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2828/62 Gagnarli, accolto con riformulazione, espungendo dal primo impegno l'aggettivo “specifici”.

Ordine del giorno n. 9/2828/63 Cassese, accolto con riformulazioni. Le riformulazioni riguardano sia le premesse che l'impegno, e sono volte a spiegare che questo dev'essere un nuovo intervento e non un chiarimento interpretativo. Quindi, nelle premesse, la quarta, dove c'è scritto “problemi in relazione all'interpretazione”, va messo “in relazione al campo di applicazione”. Nella successiva parte “un tale chiarimento interpretativo” diventa “un intervento normativo”. La penultima e l'ultima premessa vanno espunte. E poi l'impegno va riscritto: “valutare l'opportunità di considerare le imprese che, pur avendo aperto la partita IVA”, eccetera eccetera, “a quella data, nei prossimi interventi di sostegno dell'attività economica, anche di natura perequativa, legati al COVID-19”. C'è quindi interesse a sostenere questo ordine del giorno, ma non come interpretazione, bensì come intervento normativo autonomo.

Ordine del giorno n. 9/2828/64 Cillis, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2828/65 Pignatone, invito al ritiro, oppure parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2828/66 Nesci, n. 9/2828/67 Faro, n. 9/2828/68 Masi, n. 9/2828/69 Scanu e n. 9/2828/70 Corda, accolti.

Ordine del giorno n. 9/2828/71 Tripodi, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/2828/72 Ciprini e n. 9/2828/73 Amitrano, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/74 Casa, accolto con riformulazione: nell'impegno, a sostituire la parola “davvero” con “più”. Ordine del giorno n. 9/2828/75 Testamento, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2828/76 Corneli, accolto con riformulazione. Nel secondo impegno, laddove si dice “a valutare la possibilità”, invece che “specificare quali agevolazioni si vuole”, “a valutare la possibilità di prevedere agevolazioni a favore delle spese per l'acquisto di titoli”, e poi uguale fino alla fine. Ordine del giorno n. 9/2828/77 Ruggiero, invito al ritiro, oppure parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/2828/78 Galizia, n. 9/2828/79 Papiro e n. 9/2828/80 Federico, accolti.

Ordine del giorno n. 9/2828/81 Cattoi, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, e sostituire la parola “vessate” con la parola “provate” nelle premesse. Ordine del giorno n. 9/2828/82 Locatelli, accolto con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/2828/83 Di Giorgi, accolto. Ordine del giorno n. 9/2828/84 Ripani, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/2828/85 Bartolozzi, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ma mi si permetta di specificare che questo motivo cautelativo è dato dal fatto che le proposte sinora arrivate hanno una problematicità, compreso l'ordine del giorno che è stato riformulato, in quanto non è stato, sino ad ora, possibile dare una quantificazione effettiva di quanti soggetti si tratta, di dove devono essere trasferiti, con quale tipo di retribuzione. C'è, quindi, una grandissima disponibilità a valutare in tempi brevissimi la proposta, però una volta che siano stati forniti gli elementi che permettano una quantificazione dell'onere, perché anche se è vero che l'onere ricade sulla Regione Sicilia, è necessario, dal punto di vista della norma, far ricadere su un altro soggetto un onere che sia per esso sostenibile. La cosa è quindi stata ampiamente istruita, c'è grandissima disponibilità, ma la cautela è legata esclusivamente a questo tipo di problema.

Ordine del giorno n. 9/2828/86 Mulè, accolto con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, e togliere la specificità della misura, quindi “nella misura che si ritiene fino al 2020”.

Ordine del giorno n. 9/2828/87 Biancofiore… Presidente, le chiedo scusa perché in realtà ho letto come parere per l'ordine del giorno n. 9/2828/86 Mulè quello riferito all'ordine del giorno n. 9/2828/87 Biancofore. Quindi, tornando un attimo indietro - le chiedo scusa, Presidente - l'ordine del giorno n. 9/2828/86 Mulè è accolto con una riformulazione: togliere l'ultimo periodo della premessa “è intollerabile che dopo circa 15 mesi (…)” e premettere all'impegno “ad adoperarsi per garantire l'adozione”.

Ordine del giorno n. 9/2828/87 Biancofiore, accolto con la riformulazione “a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative”, aggiungendo dopo “specifiche e adeguate”, e togliendo “nella misura che si ritiene possa essere determinata”, fino alla fine del periodo.

Ordine del giorno n. 9/2828/88 Pentangelo, accolto con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/89 D'Attis, accolto con la riformulazione dell'impegno, in questi termini: “a valutare la possibilità di adottare ulteriori misure di sostegno agli operatori economici del settore”.

Ordine del giorno n. 9/2828/90 Ruffino, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente coi vincoli di finanza pubblica, di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/91 Zanettin, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/92 Casciello, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/93 Versace, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/94 Baroni, accolto con la riformulazione che consiste nel premettere “a valutare l'opportunità di”, nel sostituire il secondo e terzo impegno con i seguenti: “a valutare l'implementazione di eventuali azioni che favoriscano l'aumento delle esportazioni delle produzioni suinicole nazionali di eccellenza sui mercati ritenuti più promettenti, attraverso finanziamenti a valere sul Piano straordinario made in Italy”.

Ordine del giorno n. 9/2828/95 Novelli, accolto con la riformulazione: “valutare l'opportunità di”, e togliere anche “prevedendo in accordo con gli enti territoriali” fino alla fine, ed espungere dalle premesse la seconda premessa.

Ordine del giorno n. 9/2828/96 Mazzetti, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/97 Russo, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/98 Angiola, accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/99 Costa, invito al ritiro o parere contrario, in quanto è un intervento normativo inutile perché la giurisprudenza è già in questo senso orientata.

Ordine del giorno n. 9/2828/100 Magi, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nell'impegnare il Governo “a continuare il confronto intrapreso circa il modello di governance del PNRR, prendendo in esame le diverse proposte avanzate, tra cui quella di”, e poi si continua con “istituire un'unità di missione” eccetera, ed espungere le due ultime premesse.

Ordine del giorno n. 9/2828/101 Maschio, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, e togliere “da erogare sotto forma di contributi a fondo perduto”, e sostituire “attraverso la concertazione di specifiche misure” con “anche a partire da un confronto con”.

Ordine del giorno n. 9/2828/102 Ferro, premettere “a valutare l'opportunità di”. Accolto con questa riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/103 Ciaburro, accolto con riformulazione: togliere il secondo impegno, e dal primo togliere “con misure mirate” fino a eccetera.

Ordine del giorno n. 9/2828/104 Caretta, accolto con riformulazione: togliere le specificazioni “del 50 per cento” e “per il periodo di programmazione economico-finanziaria 2021-2023”.

Ordine del giorno n. 9/2828/105 Osnato, accolto con riformulazione dell'impegno, nel senso di scrivere “sollecitare, in sostegno alle attività commerciali, convenzioni con gli enti bancari volte a contenere i costi delle commissioni bancarie per i micropagamenti elettronici”. Inoltre togliere anche l'ultima premessa. Cioè, non si vuole un intervento normativo, ma un intervento di promozione di un accordo che può essere solo fra privati.

Ordine del giorno n. 9/2828/106 Silvestroni, accolto con riformulazione. Per quanto riguarda le premesse, togliere le ultime tre premesse. Per quanto riguarda l'impegno, “a valutare l'opportunità di…” e invece che “risarcire entro febbraio 2021” scrivere “dare sostegno ai…” e togliere da “al 75 per cento…” in poi.

Ordine del giorno n. 9/2828/107 Lollobrigida, accolto con riformulazione. Per quanto riguarda le premesse, nella seconda premessa, al posto di “mancanza poi corretta” scrivere invece “inclusi”. Togliere la premessa. “La strategia del Governo per l'erogazione dei rimborsi...”. Nella penultima premessa: “… le reali perdite fatturate subite “potrebbe” essere…”. L'impegno è riformulato con la premessa: “a valutare l'opportunità di…” e togliendo “stanziando le risorse necessarie…” fino a “lavoro”, e sostituire con “anche a partire da un apposito confronto con le associazioni della categoria”.

Ordine del giorno n. 9/2828/108 Trancassini, accolto come raccomandazione, riformulata,con la premessa “a valutare l'opportunità di” e togliendo il riferimento specifico al 4 per cento.

Ordine del giorno n. 9/2828/109 Mantovani, accolto con riformulazione, togliendo la penultima premessa “l'avere previsto, tra le categorie destinatarie…” e via dicendo. Nel dispositivo fermarsi a: “assimilabili agli alberghi”

Ordine del giorno n. 9/2828/110 Mollicone, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nella espunzione del secondo… dell'impegno.

Ordine del giorno n. 9/2828/111 Zucconi, invito al ritiro o parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2828/112 Prisco, accolto con riformulazione. La riformulazione è sostituire “nell'ambito di” con le parole: “anche ai fini di definire” un più ampio progetto e via dicendo.

Ordine del giorno n. 9/2828/113 Deidda, accolto con riformulazione. Impegna il Governo “a valutare l'opportunità di” e “al fine di sostenere e salvaguardare”, togliendo da: “se del caso prevedendo…” fino alla fine.

Ordine del giorno n. 9/2828/114 Bignami, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nel togliere dalle premesse: “purtroppo, il complesso delle disposizioni…” fino alla fine, e nel riscrivere l'impegno in questi termini: “a valutare la possibilità di incrementare gli interventi di sostegno delle strutture ricettive, aziende di un settore fortemente colpito dal COVID”.

Ordine del giorno n. 9/2828/115 Frassinetti, accolto con riformulazione. Togliere dalle premesse, nell'ultima premessa, “già a partire dall'esercizio fiscale 2021..” fino alla fine. Riscrivere l'impegno del Governo con: “valutare l'opportunità di intraprendere apposite misure finalizzate a sostenere il settore delle scuole paritarie, che ha subito…”, come è scritto, come segue, “danni a causa della pandemia”. Scusate, non riuscivo a leggere.

Ordine del giorno n. 9/2828/116 Lucaselli, accolto con riformulazione. La riformulazione consiste nel togliere tutte le premesse e aggiungere: “a valutare l'opportunità di”, togliendo “anche in occasione dell'esame della legge di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2828/117 Bucalo, accolto con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/118 Bellucci, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere adeguate forme di sostegno nelle strutture residenziali”, togliendo poi la specificazione: “rispetto al 2019…” fino a “tamponi”. Nel secondo impegno: “a valutare l'opportunità di”, sostituendo “disponendo” con: “considerando la possibilità”, aggiungendo infine “…ed intesa con le regioni”.

Ordine del giorno n. 9/2828/119 Varchi, accolto con riformulazione. La riformulazione dell'impegno è: “a valutare la possibilità di porre in essere iniziative volte a ristorare ed assistere, nella risoluzione delle problematiche esposte in premessa, i lavoratori del settore marittimo italiano”.

Ordine del giorno n. 9/2828/120 Rampelli, accolto con riformulazione. Togliere la seconda premessa e, nella terza, l'ultima espressione: “a cui non si è mai pensato di porre rimedio”. Per quanto riguarda l'impegno, aggiungere in premessa: “a valutare l'opportunità di”; togliere il secondo impegno; aggiungere al terzo: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/121 Bond, accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2828/122 Polidori, accolto con riformulazione. L'impegno potrebbe essere riscritto in questi termini: “a valutare l'opportunità di garantire attraverso ulteriori iniziative normative, anche in ottica perequativa, interventi di sostegno a favore dei soggetti che esercitano l'attività di mediazione immobiliare”.

Ordine del giorno n. 9/2828/123 Morrone, accolto con riformulazione. Dove è scritto: “a far fronte alle spese”, inserire: “a far fronte anche parzialmente e comunque nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica alle spese”.

Ordine del giorno n. 9/2828/124 Bisa, accolto con riformulazione. La riformulazione è: “a valutare la possibilità di adottare (...)”.

Ordine del giorno n. 9/2828/125 Lattanzio, accolto.

Ordine del giorno n. 9/2828/126 Mandelli, accolto con riformulazione. Al posto di “i codici Ateco” inserire: “misure di sostegno economico anche di natura perequativa a sostegno delle farmacie”.

Ordine del giorno n. 9/2828/127 Foti, accolto con riformulazione nell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere adeguate misure di ristoro in favore degli operatori sportivi e delle società sportive che tengano conto anche dei costi sostenuti”, quali affitto, bollette, utenze e via dicendo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2828/1 Aprile: accoglie la raccomandazione? È accolta la raccomandazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/2 Rospi: accoglie la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2828/3 Plangger è accolto.

Ordine del giorno n. 9/2828/4 Rizzone, accoglie la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/5 De Toma: accoglie la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/6 Piera Aiello, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2828/7 Zennaro: accoglie la riformulazione? De Toma non accoglie la riformulazione? No? Benissimo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/5 De Toma.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2828/6 Piera Aiello, c'è un parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2828/7 Zennaro: accoglie la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Zennaro. Prego.

ANTONIO ZENNARO (MISTO). Non accolgo la riformulazione, però vorrei chiarire all'Aula che l'ordine del giorno riguarda la proroga del super bonus sull'edilizia al 2023. Quindi, chi vota “verde” vota a favore della proroga, come è stato chiesto da tantissime categorie e famiglie; chi vota “rosso” vota contro la proroga al 2023.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la votazione. Blocchiamo un attimo il voto. Onorevole Benedetti, qual è il problema?

SILVIA BENEDETTI (MISTO). Per aggiungere la firma all'ordine del giorno del collega.

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Benedetti. Ci sono un po' di firme, i colleghi stanno alzando le mani. Benissimo, lo possono fare anche negli uffici, così cerchiamo di rispettare i tempi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/7 Zennaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/2828/8 Fioramonti: c'è un parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2828/9 Berardini: c'è una richiesta di raccomandazione. Viene accolta? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2828/10 De Girolamo: c'è una riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2828/11 Trano: c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire per illustrare questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Per fare la dichiarazione di voto, più propriamente.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Per la dichiarazione di voto, esatto. Questo ordine del giorno parla di un tema molto importante che arriverà, prima o poi: parliamo del saldo e stralcio delle cartelle ex Equitalia, oggi Agenzia delle entrate riscossione. È un tema molto serio, perché noi dobbiamo partire da un presupposto: dobbiamo capire in che stato versano le nostre aziende, in che scenario si trovano oggi. Innanzitutto, sono indebitate con le banche. C'è stato qui anche un decreto, il “decreto Liquidità”, e chi ha avuto la fortuna di poter accedere, con un merito creditizio, a quel tipo di prestito, in questo momento, sta versando le rate di preammortamento. Per i più fortunati.

Chi, purtroppo, non ha avuto la possibilità di accedere attraverso il sistema bancario, magari, è andato attraverso altre strade, ad esempio quelle dello strozzinaggio, perché, purtroppo, c'è un allarme lanciato anche dal Ministro dell'Interno Lamorgese, che ha segnalato questa grave drammaticità. Comunque, prima o poi, questi prestiti dovranno essere onorati.

Secondo: c'è una forte incertezza legata a un'eventuale terza ondata, tant'è vero che i consumi sono zoppicanti, c'è una contrazione forte di questi consumi, soprattutto per le aziende, per le attività che fatturano all'interno del circuito del Paese Italia; non per i più fortunati che in questo momento fanno esportazioni e, quindi, riescono ad avere i ricavi proprio perché hanno una buona parte del loro ricavato attraverso l'export, ma chi è legato al mercato interno, quello domestico, è in forte contrazione.

Terzo: abbiamo carichi pendenti delle cartelle esattoriali che, attraverso i tanti provvedimenti del Governo, vengono traslati sempre nel futuro, si cerca sempre di rinviarli al futuro. Ma fino a quando, mi domando? Fino a quando ci sarà questo spostamento del momento dell'obbligo tributario nel futuro? E, appunto, con il combinato disposto tra debiti tributari e debiti finanziari, a cui si aggiunge una ripresa incerta, fino a quando lo dovremo rinviare questo appuntamento?

Io credo che uno Stato serio dovrebbe tutelare le nostre imprese, che sono il vero tessuto della produttività italiana, che, tra l'altro, non va in smart working, perché un imprenditore si alza la mattina e deve alzare la serranda per incassare dei soldi, per pagare i fornitori, per pagare i dipendenti e, quindi, dobbiamo avere un'attenzione particolare su di loro.

Ecco perché abbiamo bisogno di ripartire con un saldo e stralcio e bisogna farlo subito, perché, poi, c'è un altro tema particolare su cui noi abbiamo discusso molto in Commissione finanze, che è il magazzino dei crediti tributari, che ha raggiunto una cifra esorbitante: siamo oltre i mille miliardi di euro, che è una cifra che farebbe impallidire anche il Recovery Fund.

Pertanto, io vi chiedo: fino a quando il Governo pensa di applicare questa misura per ridurre questo drastico carico tributario, che è in carico alle nostre aziende?

Vorrei ricordare che il “Saldo e stralcio” viene applicato quando? Quando ci sono degli eventi particolari, come possono essere delle guerre, dei cataclismi o delle pandemie, perché noi oggi, cari colleghi, ci troviamo in una pandemia che ha generato milioni e milioni di morti purtroppo e da cui ancora non ne siamo usciti fuori. Per questo bisogna, a mio avviso, siglare un patto per l'Italia che produce, minimizzando il pregresso tributario e ripartire. Ma bisogna pensare anche a chi è stato compliance, a chi le tasse le ha versate sempre regolarmente; anche a loro si potrebbe pensare, oltre al “Saldo e stralcio”, di dare un premio e potrebbe essere una riduzione, uno sconto sulle tasse oppure la garanzia di non avere accertamenti per un dato lasso di tempo.

Quindi, le soluzioni si trovano, ma mi domando: quando vogliamo decidere? Quando è il momento di occuparci delle nostre imprese? Stabiliamolo adesso con questo ordine del giorno. Pertanto, chiedo al Governo se magari, alla luce di questa illustrazione, di questo convincimento, voglia cambiare parere e iniziare a dare qualche speranza, qualche chance alle tante imprese che, molto probabilmente, dovranno chiudere i battenti, perché non ce la faranno. Nel momento in cui arriverà la fase del pagamento dei carichi tributari precedenti, dovranno onorare gli impegni finanziari con le banche - e speriamo che siano solo le banche -, con uno scenario di assoluta incertezza legato ai consumi, lì scoppierà la bomba. Pertanto, il Parlamento sta rinviando o, meglio, il Governo - perché il Parlamento io credo sarebbe favorevole a questo tipo di proposta - sta rinviando nel tempo un problema enorme, gigantesco. Pertanto, Presidente, per suo tramite, chiedo alla sottosegretaria Guerra se vuole avere un ripensamento e, magari, iniziare a discutere di questo problema oggi e non in modo raffazzonato e in ritardo, come, purtroppo, stiamo vedendo, poiché alcune proroghe arrivano sempre in zona Cesarini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/11 Trano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/2828/12 Longo: è accolto come raccomandazione. Va bene? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/13 Tarantino: accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/14 Ziello: accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/15 Minardo: accoglie la raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/16 Maccanti: accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/17 Potenti: accoglie la raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2828/18 Ferrari: c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/18 Ferrari.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/2828/19 Silli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, mi perdoni, tendenzialmente va bene la riformulazione, però, purtroppo, quando il sottosegretario ha letto non si è sentito benissimo, se può rileggerla.

PRESIDENTE. Adesso il sottosegretario le darà attenzione senz'altro.

Siamo sull'ordine del giorno n. 9/2828/19 Silli, che le chiede di rileggere la riformulazione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente. La riformulazione consiste nel togliere: “estendendo a costoro la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto”. È una riformulazione che è motivata soltanto dalla premessa che ho fatto all'inizio, ossia di non entrare in dettaglio sulle modalità delle misure che verranno intraprese, nell'idea di adottare misure omogenee e organiche, che non sono ancora state compiutamente definite. Però, è una cosa assolutamente secondaria, l'impegno c'è in tutti i casi.

PRESIDENTE. Bene, la riformulazione è accolta.

Ordine del giorno n. 9/2828/20 Gagliardi: va bene la riformulazione, onorevole Gagliardi? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2828/21 Sorte: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2828/22 Benigni: parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/23 Lucchini c'è una raccomandazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/24 Marchetti viene accolta la raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/25 Patassini va bene la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/26 Di Muro viene accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/27 Zoffili viene accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/28 Valbusa c'è un parere contrario. L'onorevole Valbusa chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

VANIA VALBUSA (LEGA). Sì, grazie, Presidente. Questo ordine del giorno impegnava semplicemente il Governo a prorogare al 30 giugno 2021 il termine per la sottoscrizione degli atti convenzionali di concessione relativi all'Autobrennero, ossia alla A22 Brennero-Modena. Ecco, Presidente, questo stesso ordine del giorno è stato presentato al Senato…

PRESIDENTE. Chiederei al Governo di ascoltare l'intervento e dopo…

VANIA VALBUSA (LEGA). Dicevo, questo stesso ordine del giorno è stato presentato al Senato dalla senatrice Conzatti di Italia Viva. Quindi, chiedo al Governo di accantonare questo ordine del giorno per una verifica e per un nuovo parere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Se il Governo intende prendere la parola sull'ordine del giorno n. 9/2828/28 Valbusa...

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Questo stesso ordine del giorno ha avuto lo stesso parere anche al Senato: c'è un invito al ritiro o parere contrario. L'ho espresso io, quindi, posso confermarglielo con assoluta certezza ed è motivato dal fatto che una proroga non è più possibile in quanto abbiamo dei vincoli di infrazione comunitaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/28 Valbusa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/29 Guidesi, l'onorevole Guidesi accoglie la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/30 Fiorini c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/31 Andreuzza c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/32 Legnaioli c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/33 Pettazzi c'è una riformulazione che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/34 Gastaldi c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/35 Cavandoli c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/36 Lolini, invece, c'è una raccomandazione, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/37 Viviani c'è un parere contrario, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/37 Viviani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/38 Golinelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/39 Giaccone c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/40 Loss è accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/41 Manca Gavino c'è una raccomandazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/42 Zanella c'è una riformulazione. Prego, onorevole Zanella.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). Grazie, vorrei chiedere cortesemente al rappresentante del Governo di specificarmi la riformulazione, perché mi sembra che lei abbia parlato di inciso: si intendeva la cifra dei 50 milioni, che peraltro hanno un senso, nel senso che è una cifra già stanziata nel 2020 nel “decreto Rilancio” e quindi è specificata per quello; lei dice di espungere, quindi mi rilegge quello che rimarrebbe? Grazie.

PRESIDENTE. Il Governo, prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Le riformulazioni sono tre: la prima, la premessa, “a valutare l'opportunità di”; la seconda è quella che lei ha detto, cioè non specificare la somma, lo stanziamento della somma di 50 milioni; la terza riguarda l'inciso “da erogare alle emittenti previ decreti direttoriali” fino a “146”, sempre nell'ottica di non dare il parere su misure troppo dettagliate.

PRESIDENTE. Non so se l'onorevole Zanella accoglie la riformulazione… sì, bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/43 Capitanio c'è una raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/44 Colmellere c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/45 Fregolent c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/46 Ferri c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/47 Ungaro c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/48 Fusacchia c'è una riformulazione, viene accolta? Onorevole Fusacchia, prego.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Io, purtroppo, ho un problema simile a quello del collega Silli, non sono riuscito… Ero fuori, sono entrato e volevo chiedere di capire un po' la riformulazione..

PRESIDENTE. Stranamente, perché erano molto chiare. Prego, onorevole sottosegretaria, se vuole…

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/47?

PRESIDENTE. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/2828/48 Fusacchia.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ah, mi scusi, perché qui faccio un po' fatica a seguire. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/48 Fusacchia le proposte di riformulazione erano due. La prima: premettere “a valutare l'opportunità di”… no, erano tre... La seconda: togliere l'inciso “che in futuro potrebbero divenire strutturali”. E la terza: togliere l'inciso “legate a progetti di traduzione verso l'italiano” fino a “scrittori e lettori”, in modo tale da mantenere l'impegno a: “considerare l'adozione di misure di sostegno, diretto al lavoro di traduttrici e traduttori, al fine di tutelare il patrimonio culturale (…)”, eccetera eccetera, perché misure troppo specifiche, in questo momento, non siamo in grado di accoglierle.

PRESIDENTE. Onorevole Fusacchia, prego.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Volevo chiedere: la nuova formulazione, aggiungendo “a valutare l'opportunità di”, se teniamo la prima parola “considerare”, diventa: “a valutare l'opportunità di considerare”. Mi sembra un po' troppo, quindi chiederei di togliere la parola “considerare” a questo punto, e mettere “a valutare l'opportunità dell'adozione (…)”. E poi volevo capire, in relazione a “strutturali” se viene tolta solo la parola “strutturali”… perché c'è un condizionale, “potrebbero”, quindi mi sembrava… Va tolto anche quello? Va bene.

PRESIDENTE. Abbiamo fatto questa riformulazione di questo ordine del giorno, che senz'altro avrà esecuzione immediata. Quindi, c'è un accordo sulla riformulazione (Applausi).

L'ordine del giorno n. 9/2828/49 Ascari è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/50 Manzo c'è un parere favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/2828/51 Ianaro. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/52 Mammì c'è una riformulazione, viene accolta? Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/53 Trizzino c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/54 Aresta c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/55 Rossini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/56 Rizzo c'è una raccomandazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/57 Martinciglio c'è una raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/58 Zanichelli c'è una raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/59 Sut c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/60 Cancelleri c'è una raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/61 Maglione c'è una raccomandazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/62 Gagnarli c'è una riformulazione, che viene accolta, così come sull'ordine del giorno n. 9/2828/63 Cassese. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/64 Cillis c'è una raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2828/65 Pignatone, invece, su cui c'era un parere contrario, viene ritirato. Sugli ordini del giorno n. 9/2828/66 Nesci, n. 9/2828/67 Faro, n. 9/2828/68 Masi, n. 9/2828/69 Scanu e n. 9/2828/70 Corda il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/71 Tripodi c'è una riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/2828/72 Ciprini e n. 9/2828/73 Amitrano c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/74 Casa c'è una riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/75 Testamento, va bene la raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/76 Corneli, c'è una riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2828/77 Ruggiero, con parere contrario, viene ritirato. Sugli ordini del giorno n. 9/2828/78 Galizia, n. 9/2828/79 Papiro e n. 9/2828/80 Federico il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/81 Cattoi c'è una riformulazione, che viene accolta? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/82 Locatelli c'è una riformulazione, che viene accolta? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/83 Di Giorgi c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/84 Ripani c'è una riformulazione, che viene accolta? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/85 Bartolozzi… Prego, sottosegretaria.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Vorrei rivedere il parere, sostituendo “a valutare l'opportunità di” con “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”; diventa quindi: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, (…)”… è più generoso (Commenti della deputata Bartolozzi)...

PRESIDENTE. Va bene, lo mettiamo due volte, così stiamo tranquilli, benissimo. Quindi viene accolto così. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/86 Mulè c'è una riformulazione. Prego, onorevole Mulè.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Io chiedo comunque che venga messo al voto e vorrei dichiarare il perché, in un minuto. Parliamo di un ordine del giorno che riguarda una categoria, quella dei frontalieri, della quale ci siamo occupati con sei mesi di ritardo nel decreto varato a luglio e che avrebbe dovuto ricevere, entro 30 giorni e, quindi, entro agosto, il contributo che era loro destinato; sono passati sei mesi e, ancora, nonostante l'impegno costante di Forza Italia, di questo gruppo, perché arrivino i fondi, non è stato emesso il decreto attuativo. L'ordine del giorno - e per questo è necessario il voto del Parlamento - impegna il Governo, in maniera prescrittiva, ad adottare entro trenta giorni, finalmente, dopo più di sei mesi, questo benedetto decreto attuativo per dare ai frontalieri il loro contributo.

PRESIDENTE. Mettiamo al voto l'ordine del giorno, così come riformulato, giusto? Quindi, con parere favorevole del Governo? Quindi, con parere favorevole del Governo, il collega Mulè chiede di votarlo, così come riformulato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, grazie. Intervengo anch'io su quest'ordine del giorno per significare come sia terminato il tempo delle promesse per i frontalieri. Io spero che il Parlamento, con questa espressione di voto, prenda coscienza che è stato fatto un lavoro unanime, riconoscendo finalmente un contributo per i frontalieri più disagiati, quelli che non hanno avuto sostegno al reddito nelle precedenti misure di ristoro; finora è rimasto lettera morta, speriamo che, con questa votazione collegiale, arrivino finalmente i soldi. I soldi ci sono, perché sono stati approvati in Commissione da parte di tutte le forze politiche, ma poi sono fermi e, quindi, concretamente non sono giunti nelle tasche dei lavoratori frontalieri, perché il Ministro del Lavoro è latitante. Aspettiamo un decreto con un bando per indicare i requisiti, i criteri per poter fare domanda e ottenere queste risorse sacrosante. In una situazione in cui ci sono dei licenziamenti che stanno interessando, ad esempio, i lavoratori nel Principato di Monaco, ecco, non c'è più tempo da aspettare, servono queste risorse in un momento difficile per i lavoratori frontalieri e le loro famiglie.

PRESIDENTE. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/86 Mulè, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2828/87 Biancofiore; accoglie la riformulazione? No, prego.

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Grazie, Presidente. Sono io che chiedo al Governo di riformulare il proprio parere e dare complessivamente appunto un parere positivo, perché ancora una volta, se ho ben capito, il sottosegretario mi chiede di valutare le opportune iniziative; stiamo parlando della filiera turistica invernale, stiamo parlando, in particolar modo, del settore dei maestri di sci che riguarda parecchie regioni italiane e, in particolar modo, quelle della mia terra, delle province autonome di Trento e di Bolzano. Io non credo, sottosegretario, che sia ancora il tempo di valutare, ma credo che sia il tempo di adottare dei ristori per queste categorie che sono le più bistrattate in quanto, nel periodo natalizio, fanno il 40 per cento del loro fatturato. In questo periodo, in queste quattro settimane natalizie, solo i maestri di sci perdono 3.500 euro lordi per ogni maestro di sci, perdono 12 milioni di euro gli insegnanti e le scuole di sci solo in Alto Adige, solo nella provincia autonoma di Bolzano, dove ci sono 60 scuole di sci, dove ci sono 3 mila maestri di sci, ma moltiplichiamo questo dato per il Friuli, moltiplichiamolo per il Veneto, moltiplichiamolo per l'Abruzzo, per il Piemonte, per la Valle d'Aosta, per la Lombardia; come si fa a dire di no ad un ordine del giorno che chiede appunto i ristori per questa categoria nella misura del 30 per cento, quantomeno, del fatturato di questo periodo, che è una misura minimale?

Quindi, io chiedo a lei di dare un parere favorevole a questo ordine del giorno, sottosegretario, perché francamente c'è un urlo di dolore. I maestri di sci e la filiera turistica invernale sono fermi dal marzo scorso, hanno perso centinaia di migliaia di euro e non ci sono sostegni in loro favore. Proprio ieri il comitato dei maestri di sci dell'Alto Adige, in particolar modo, ha lanciato un grido di dolore, perché ci sono famiglie sul lastrico. Io, veramente, la prego di dare un parere positivo che non è nulla, perché sappiamo che un ordine del giorno non è nulla, perché francamente non si capisce perché queste categorie debbano essere messe al bando.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Anche a miglior chiarimento del parere che era stato formulato, proporrei di togliere “valutare l'opportunità di”, perché sicuramente è nell'intenzione del Governo intervenire su questo e aggiungere, come già avevo messo, non solo “specifiche forme”, ma anche “specifiche e adeguate forme”, per venire proprio incontro, cosa che era già la mia intenzione, la nostra intenzione, nella formulazione proposta, mentre toglierei la specificazione della misura per le ragioni che avevo detto prima. Nel senso che il 30 per cento, il 25 per cento eccetera sono misure che verranno definite anche in maniera organica con le misure da prendere per i vari settori colpiti. Però, che su questo settore ci sia la necessità di un intervento immediato è sicuramente una posizione condivisa. Quindi, le riproporrei questa formulazione.

PRESIDENTE. Non è che possiamo ridiscutere le riformulazioni. C'è una proposta, onorevole Biancofiore, se l'accoglie, bene, se no, mettiamo in votazione.

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Io, sì, la accolgo, però, c'è da specificare che non è il momento di guardare le specifiche…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Biancofiore.

Onorevole Bond, non mettendo l'ordine del giorno in votazione, non si può intervenire.

Ordine del giorno n. 9/2828/88 Pentangelo. Onorevole Pentangelo, c'è una riformulazione, l'accoglie? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2828/89 D'Attis, c'è una riformulazione. La accoglie, D'Attis? Chiede la parola, per dichiarazione di voto, prego.

MAURO D'ATTIS (FI). Vedi Fusacchia, volevo chiedere soltanto di specificare meglio la riformulazione, perché purtroppo non l'ho sentita.

PRESIDENTE. Certo, ordine del giorno n. 9/2828/89 D'Attis, se la sottosegretaria può ripetere la riformulazione…

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, l'impegno verrebbe riformulato in questo modo: “a valutare la possibilità di adottare ulteriori misure di sostegno agli operatori economici del settore”.

PRESIDENTE. Onorevole D'Attis, accetta la riformulazione? Questo gesto vuol dire di sì? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2828/90 Ruffino, c'è una riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino.

DANIELA RUFFINO (FI). Chiedo al Governo di ripetere la riformulazione, specificando che questo ordine del giorno parla di tour operator e agenzie viaggi che, ad oggi, non hanno ricevuto ristori. C'è disperazione, sottosegretario, in questo settore e lei lo sa bene…

PRESIDENTE. Onorevole Ruffino, cerchiamo di mettere ordine. O lei fa la dichiarazione di voto oppure chiede di riascoltare la riformulazione…

DANIELA RUFFINO (FI). Chiedo di riascoltare la riformulazione, la ringrazio.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Guerra, prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Siccome le richieste sono molte e molto onerose, la riformulazione è: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di” e poi sono accolti tutti gli impegni.

PRESIDENTE. Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione? Sì, benissimo.

Ordine del giorno n. 9/2828/91 Zanettin. Onorevole, accetta la riformulazione?

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sì, Presidente, io accetto la riformulazione del Governo, però chiederei il voto; si tratta dei magistrati onorari, una categoria dimenticata spesso, ma della quale la giurisdizione ha grande bisogno. Anche in Commissione giustizia abbiamo affrontato tutto un percorso che non ha consentito di arrivare, né nella legge di bilancio né nel “decreto Ristori”, a degli indennizzi. Quanto meno un ordine del giorno votato dall'Aula, forse, rappresenta un minimo di attenzione a questa categoria e per questo chiedo il voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/91 Zanettin, riformulato, con parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/2828/92 Casciello, n. 9/2828/93 Versace e n. 9/2828/94 Anna Lisa Baroni accolgono le riformulazioni proposte dal Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/95 Novelli. Accoglie la riformulazione? Prego, onorevole Novelli.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, noi tutti abbiamo l'evidenza del fallimento del sistema di tracciamento con tutte le conseguenze che purtroppo incidono sulla salute dei cittadini italiani. Sappiamo perfettamente quelle che sono le difficoltà in cui versano i dipartimenti di prevenzione. Abbiamo sentito parole …

PRESIDENTE. Onorevole Novelli, ma lei accoglie la riformulazione?

ROBERTO NOVELLI (FI). No.

PRESIDENTE. Va bene.

ROBERTO NOVELLI (FI). Mi sembrava di essere abbastanza incisivo nell'intervento.

PRESIDENTE. Sì, infatti, mi scuso per la mia disattenzione.

ROBERTO NOVELLI (FI). Abbiamo tutti in evidenza quello che sta succedendo. Inoltre, le disposizioni che voi avete scritto sono finalizzate a implementare le misure di contrasto e contenimento dei rischi della diffusione da contagio di SARS-CoV-2. Se non ho capito male, nella riformulazione l'impegno si ferma a potenziare l'attività di tracciamento e screening di massa sul territorio nazionale e implementare le attività di esecuzione dei tamponi antigenici rapidi. Qui si ferma l'impegno. Ma questo impegno, fermandosi lì dove lei lo ha descritto, espunge tutta quella parte che potrebbe essere utile per cercare di creare quella rete, quel sostegno, quella condivisione, quell'azione comune di più forze che vanno a migliorare quella che dovrebbe essere l'azione.

Sembra che per voi i percettori di reddito di cittadinanza siano una specie protetta: è importante non farli lavorare, al contrario di quanto invece prevede la normativa specifica. Allora la domanda è: ma per quale motivo, così com'è formulato l'impegno, voi andate ad espungere una parte che dice che gli enti locali possono impiegare a titolo gratuito soggetti percettori del reddito di cittadinanza qualora non occupati - praticamente tutti - per lo svolgimento di attività di supporto - non attività sanitarie o mediche - del personale sanitario o altre attività di sostegno - o altre attività di sostegno - alle attività di screening e tracciamento di soggetti positivi? Perché i percettori di reddito di cittadinanza non possono essere utili in questa battaglia o, come l'ha definita qualcuno, in questa guerra, che ci dovrebbe vedere tutti uniti e compatti? Ognuno dovrebbe metterci la sua competenza e anche la sua volontà di aiutare il sistema. No, i percettori di reddito di cittadinanza non si possono toccare! E questo è abbastanza inconcepibile, anche perché non gli chiediamo di fare delle attività mediche o sanitarie ma di essere di supporto, attraverso la condivisione con gli enti locali. Questa è una cosa inconcepibile! Voi avete deciso che i percettori di reddito di cittadinanza siano una specie protetta! L'importante è erogargli i contributi ma non farli lavorare, mai (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/95 Novelli, sul quale il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/2828/96 Mazzetti, n. 9/2828/97 Paolo Russo e n. 9/2828/98 Angiola accolgono le riformulazioni avanzate dal Governo.

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/99 Costa c'è un parere contrario. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario, prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente, grazie. Vorrei riformulare il parere: può diventare un parere di accoglimento se i proponenti accettano questa riformulazione: espungere dalle premesse la frase di chiusura della prima premessa, ossia dalle parole: “Si arriverebbe al paradosso che più” fino a “d'innocenza”; la seconda premessa …

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Non si sente!

PRESIDENTE. È un problema di microfono da avvicinare di più.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Così si sente meglio?

PRESIDENTE. Sì, sì.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa. Il parere contrario potrebbe essere trasformato in accoglimento se i proponenti accettano la seguente riformulazione: per quanto riguarda la prima premessa, togliere l'ultimo periodo: “Si arriverebbe al paradosso” fino a “d'innocenza”; togliere la seconda premessa, togliere la quarta premessa e trasformare l'impegno in questo senso: “ad adottare quanto prima un'iniziativa di tipo normativo (…)”, e via seguitando.

PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Costa, prego.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io vorrei fare una dichiarazione su questo ordine del giorno perché …

PRESIDENTE. Onorevole Costa, lei accetta la riformulazione?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Abbia pazienza, io ho tempo …

PRESIDENTE. Ma io ho molta pazienza, eterna, ma lei mi deve dire ….

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Non posso intervenire?

PRESIDENTE. Lei può intervenire se mette in votazione l'ordine del giorno.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Allora io devo spiegare; poi alla fine del mio intervento spiegherò …

PRESIDENTE. Onorevole Costa, purtroppo non funziona così. Se fa una dichiarazione di voto, ed è legittimo e io l'ascolto volentieri e può farla anche su un parere favorevole, chiedendo di metterlo in votazione, mi deve dire se vuole votarlo, se accoglie la riformulazione o no.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Voglio che l'ordine del giorno arrivi ad essere messo in votazione e adesso le spiego in che termini. Questo decreto sancisce un passaggio devo dire molto, molto importante in tema di giustizia: stabilisce che, quando c'è un processo penale e il testimone, l'imputato, il consulente tecnico, il perito siano impossibilitati a partecipare all'udienza, perché in isolamento fiduciario oppure positivi al COVID, ci sia un rinvio. Ma quali sono le conseguenze che prevede questo decreto al rinvio? La sospensione del corso della prescrizione, quindi con effetto retroattivo su fatti già compiuti, e addirittura la sospensione dei termini di custodia cautelare. Noi sappiamo che, in custodia cautelare, vi sono dei termini massimi, perché sono persone presunte innocenti; ebbene, questo decreto dice: “Se il consulente tecnico è in isolamento fiduciario, tu ti fai dei giorni in più di custodia cautelare”. Questo scrive e viene fatto con decreto-legge, senza che nessuno abbia obiettato. Noi abbiamo presentato l'emendamento per cercare di sopprimere questa norma; è stato messo il voto di fiducia.

Ma c'è un aspetto molto, molto importante: è quello legato alla prescrizione. Noi abbiamo sempre saputo che l'istituto della prescrizione è un istituto di diritto sostanziale, cioè si applica per il futuro. La riforma Bonafede, che sospende dopo il primo grado la prescrizione, si applica per il futuro - ci hanno spiegato tutti. Però il Ministro della Giustizia Orlando, nella scorsa legislatura, poiché questo è un tema giurisprudenziale, aveva inserito nella sua riforma della prescrizione una norma transitoria e aveva scritto nero su bianco nella legge che si applicava per il futuro. Bonafede non lo ha scritto, anzi, con più interventi normativi - questo e un precedente intervento normativo - ha dato dei colpi a questo principio e ha applicato retroattivamente l'istituto della prescrizione. Allora, cosa vuole dire questo ordine del giorno? Dice: “Caro Bonafede, se tu con una mano colpisci il caposaldo della irretroattività della prescrizione, con l'altra mano devi formulare una norma transitoria, scrivere una norma transitoria che dica che la tua riforma non si può applicare ai fatti commessi prima, perché altrimenti arriva un giudice e vede tutta la scansione degli eventi e le posizioni del Parlamento e può - e lo sappiamo che può capitare - stabilire che a fatti precedenti si applichi la riforma Bonafede”. Questo dice l'ordine del giorno. Io lo dico al rappresentante del Governo, che queste considerazioni vuole siano espunte dalle premesse. Se vuole espungerle dalle premesse, sono fatti oggettivi; io capisco che lei non è una giurista, ma sono fatti oggettivi. Non è che, se io li tolgo dalle premesse, questi fatti non ci sono o non si sono verificati. Badate bene: dico ai rappresentanti del Governo che, legando ad un intervento di un DPCM, si possono allungare i termini massimi di custodia cautelare. È questo che state facendo. Cioè, una persona presunta innocente…Lo sa, sottosegretario, quanti sono i casi di ingiusta detenzione nel nostro Paese? Ebbene, in questi casi, con decreto-legge andiamo alla proroga. Allora, io vi dico: volete sostituire la parola “urgenza” con “quanto prima”? Io posso anche essere disponibile ma vorrei anche che si alzasse qualcuno, in questa maggioranza, che non facesse finta di non vedere che c'è l'urgenza veramente di approfondire questo tema e di intervenire con decreto-legge perché, quando farò un emendamento a un decreto-legge, vorrei che la maggioranza non mi dicesse: abbiamo detto “quanto prima”, può essere anche un disegno di legge, può essere anche il disegno di legge di riforma penale. Vorrei che vi fosse l'onestà intellettuale di intervenire subito. Questo è quello che chiedo. Quindi, io accetto la riformulazione però chiedo che venga messo in votazione questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ci sono parecchi interventi. Io richiamo solo la necessità delle 13,30 come orario di conclusione, se vogliamo fare la diretta televisiva.

Hanno chiesto di parlare l'onorevole Zanettin, poi l'onorevole Fassino, poi l'onorevole Giachetti.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole a questo ordine del giorno del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente. Il tema della sospensione della prescrizione è un tema assai controverso, sul quale noi ci siamo aspramente battuti. È ancora più grave che la sospensione della prescrizione, così come la sospensione dei termini di custodia cautelare, nella fattispecie vengano disposti attraverso degli atti amministrativi, come appunto i DPCM. Credo sia assolutamente il minimo che oggi l'Aula accolga, in maniera unanime, questo ordine del giorno dell'onorevole Costa, per il quale io lo ringrazio, e quindi le confermo il voto favorevole del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, solo per dire che, in una sessione che sta votando a raffica ordini del giorno, io chiederei ai colleghi di prendere in serissima considerazione le valutazioni e le considerazioni che ha esposto l'onorevole Costa perché, in effetti, si introduce ulteriormente nel nostro ordinamento un provvedimento che rappresenta un rischio molto grave e, secondo me, un vulnus. Quindi, siccome l'onorevole ha accolto la riformulazione, credo che questo ordine del giorno possa essere accolto ma vorrei che tutti valutassero che cosa stiamo votando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Grazie, Presidente. Anche io condivido molte delle considerazioni fatte dall'onorevole Costa e, soprattutto, lo ringrazio perché c'è stato un lavoro: siamo passati da un parere contrario a un parere favorevole modificato. Penso che, da una parte o dall'altra, non cambia molto tra “urgenza” o “quanto prima”; è evidente che c'è un'urgenza di un provvedimento cogente dal punto di vista legislativo. Vorrei rimarcare che è un fatto, secondo me, molto importante che, con il parere del Governo favorevole e con un voto che, presumo, sarà quasi unanime dell'Aula, noi approviamo un dispositivo che dice che la sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio si applicherà solo ai fatti successivi alla sua entrata in vigore. È un ordine del giorno, certamente, non è una norma; la norma deve essere fatta. Però, penso sia molto importante che sia un ordine del giorno…Nella valutazione dell'importanza degli ordini del giorno, un ordine del giorno ha la sua importanza e, se votato da tutta l'Aula, credo che abbia un'importanza ancora maggiore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente, soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno Costa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, la riformulazione che abbiamo concordato anche con il Governo ci soddisfa; salvaguarda il principio che ha voluto e, prima, descritto e illustrato il collega Costa, ossia il fatto che occorre garantire che la riforma della prescrizione si applicherà solo ai fatti successivi alla sua entrata in vigore, cosa che per noi peraltro era già pacifica. Ma se è necessario ribadirlo, anche normativamente, siamo assolutamente d'accordo.

Abbiamo riformulato le premesse, perché le premesse contenevano giudizi anche di natura politica sui quali non eravamo d'accordo, ma così riformulato siamo d'accordo sul principio. Ripeto: per noi non è necessario scriverlo, ma va bene se lo scriviamo; abbiamo fatto una cosa sulla quale otteniamo un consenso unanime da parte del Parlamento e penso che sia una cosa positiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, volevo solo un chiarimento di ordine tecnico: con chi aveva concordato il testo il collega della riformulazione, atteso che mi risulta che la riformulazione può essere concordata con il Governo ma solo dai presentatori, non da altri?

PRESIDENTE. Guardi, poi c'è la politica e, in questo caso, evidentemente ha agito (Commenti del deputato Lollobrigida). Eh, sì, ma perché è evidente che il collega, i colleghi parlamentari hanno il diritto di dialogare tra di loro e di dialogare col Governo. Quindi, capisco il senso dell'intervento dell'onorevole Foti.

Non ci sono altre richieste di intervento. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/99 Costa.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9//2828/100 Magi sul quale c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Noi non possiamo accettare la riformulazione del Governo, a meno che, anche in questo caso, non ci siano ulteriori riformulazioni dell'ultimo minuto, perché svuota il senso dell'impegno di questo ordine del giorno che è quello, appunto, di impegnare il Governo a istituire una unità di missione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che abbia il compito preciso e, diciamo, esclusivo di gestire la programmazione e la gestione delle risorse stanziate dal decreto in esame, dagli altri provvedimenti approvati e dai fondi provenienti dal dispositivo europeo di ripresa e di resilienza. Questo impegno farebbe chiarezza rispetto ad altre ipotesi, che sono circolate in queste settimane, di strutture parallele a quelle dell'Esecutivo e, quindi, potenzialmente sovrapposte, o in contrapposizione, su un tema estremamente delicato che è quello della gestione di decine e centinaia di miliardi di euro, con una programmazione strategica che non può essere fatta se non dall'Esecutivo. È un punto che va chiarito politicamente e questa è l'occasione per farlo. Quindi, chiedo la votazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Onorevole Tondo? No, evidentemente no.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/100 Magi, con il parere contrario, ricordo, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/101 Maschio. Accoglie la riformulazione, collega Maschio? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/102 Ferro. Accoglie la riformulazione? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/103 Ciaburro. Accoglie la riformulazione? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/104 Caretta. Accoglie la riformulazione? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/105 Osnato. Accoglie la riformulazione? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2828/106 Silvestroni. Accoglie la riformulazione? Onorevole Silvestroni? È fuori? La accoglie.

Il Governo? Su quale, mi scusi?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/107 Lollobrigida.

PRESIDENTE. Quando ci arriviamo… Intanto sull'ordine del giorno n. 9/2828/106 Silvestroni... Onorevole Silvestroni, i suoi colleghi mi hanno fatto un segno, per questo sono andato avanti: accoglie la riformulazione, onorevole Silvestroni?

MARCO SILVESTRONI (FDI). Allora, io accolgo la riformulazione, però chiedo che venga ugualmente messo al voto, Presidente, perché ritengo e, anzi, dico questo perché lei magari all'inizio non me lo avrebbe permesso. Chiederei una rivisitazione di questa riformulazione al Governo, perché in questo momento così particolare penalizzare i gestori di palestre, piscine, impianti sportivi e ridurre un ordine del giorno, che già non vale nulla…

PRESIDENTE. Onorevole Silvestroni, per mia comprensione, lei chiede la votazione sull'ordine del giorno così come riformulato o senza accogliere il parere?

MARCO SILVESTRONI (FDI). Sto guardando il Governo se è disponibile a rivedere la riformulazione, Presidente. Lo sto vedendo con gli occhi: non è disponibile.

PRESIDENTE. No, non possiamo fare questa conversazione, onorevole Silvestroni. Lei può dirmi se è favorevole o se è contrario.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Io, infatti, le ho detto che chiedo il voto su una riformulazione che accetto, per carità, perché, voglio dire, è una farsa che ormai è diventata quest'Aula di Parlamento e, quindi, accettate tutte le riformulazioni o, meglio, date riformulazioni e non ha più nessun senso portare neanche un ordine del giorno. Siamo in piena dittatura comunista, me lo permetta Presidente (Commenti), e non fate così perché siete dei dittatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Silvestroni!

MARCO SILVESTRONI (FDI). …perché, se in quest'Aula c'era la possibilità almeno di avere una discussione sugli ordini del giorno, con questa riformulazione avete decretato che non vale più la pena neanche di fare gli ordini del giorno. Quindi, chiedo che venga messo comunque al voto.

PRESIDENTE. Lo mettiamo al voto con parere così come riformulato, onorevole Silvestroni? Quindi, lo mettiamo in votazione così come riformulato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/106 Silvestroni, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/107 Lollobrigida c'è la richiesta del Governo di intervenire. Prego, onorevole sottosegretaria Guerra.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Volevo rivedere il parere, proponendo sempre un accoglimento con riformulazione, lasciando inalterate le modifiche che avevo proposto sulle premesse ma modificando l'impegno nei termini che vado a leggere: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare nei prossimi provvedimenti misure straordinarie di sostegno per la categoria dei maestri di sci, definite convocando un apposito tavolo di lavoro con le associazioni della categoria al fine di valutare con urgenza gli interventi più opportuni”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Io devo aver compreso male una parola perché, se noi condividiamo la necessità e l'urgenza, possiamo lasciare inalterata la durata del tempo e, quindi, possiamo convenire su una riformulazione in questo senso se togliamo “a valutare” e mettiamo “ad adottare”, senza scriverci le cifre, rinviando a un tavolo, ma togliendo “a valutare” e lasciando “ad adottare”, in maniera tale da dare una certezza della necessità di intervento. Quindi, io pregherei il Governo di togliere “a valutare”, di lasciare “ad adottare” e permetterci di votare questo ordine del giorno in sintonia, immagino, con la maggioranza delle forze politiche.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Guerra, io non ho capito qual è il punto, ma forse lei sì. Sottosegretaria Guerra, se crede, può dare questo chiarimento all'onorevole Lollobrigida e poi ci sono, nel caso che si vada in votazione, altri colleghi che vogliono intervenire. Prego, sottosegretaria Guerra.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, come ho già detto, ho già premesso che tutto il campo generale della montagna, degli sport invernali eccetera è…

PRESIDENTE. Signora sottosegretaria, solo se legge la riformulazione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì. Allora, “a valutare l'opportunità di adottare nei prossimi provvedimenti misure straordinarie di sostegno per la categoria dei maestri di sci, definite convocando un apposito tavolo di lavoro con le associazioni della categoria, al fine di valutare con urgenza gli interventi più opportuni”. La formula “a valutare l'opportunità di” è anche cautelativa dal punto di vista della valutazione, ovviamente, degli oneri dell'articolazione.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, onorevole Lollobrigida, per capire: si vota. Si vota l'ordine del giorno senza riformulazione?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). È evidente: se il Governo insiste sul fatto che non è necessario “a valutare la necessità”, noi avevamo immaginato e concordato con le altre forze politiche un percorso per arrivare all'approvazione di questo ordine del giorno, lasciando al Governo tutta la disponibilità ad aprire un tavolo, quindi…

PRESIDENTE. Sottosegretaria Guerra, è un'eccezione. Stiamo cercando di risolvere i problemi. Cerchiamo di arrivare a una conclusione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, mi scusi Presidente, non avevo capito qual era il punto. Quindi, allora io l'avevo premesso…

PRESIDENTE. Sottosegretaria, se ci legge… Abbiamo dieci minuti.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, ha ragione. Allora, “ad adottare nei prossimi provvedimenti misure straordinarie” eccetera eccetera.

PRESIDENTE. Benissimo. Chiedo se questa riformulazione vada bene. Ci sono l'onorevole Enrico Borghi e l'onorevole Fornaro che forse vogliono sottoscriverlo. Prego, onorevole Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Sì, per sottoscrivere.

PRESIDENTE. Per sottoscriverlo, come anche l'onorevole Fornaro, l'onorevole Fregolent e l'onorevole Gribaudo. Anche gli onorevoli Miceli, Bond e tanti altri colleghi che lo faranno sapere alla Presidenza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/107 Lollobrigida, così come riformulato. C'è un parere favorevole del Governo, perché stiamo votando il testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Onorevole Trancassini, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2828/108? Non l'accetta e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che sia inaccettabile e ne va, insomma, della dignità non solo del sottoscritto, ma anche del gruppo di Fratelli d'Italia, perché, vede sottosegretario, io ho presentato un ordine del giorno nel quale vi ho ricordato un impegno che voi avete già, perché avete un impegno con l'Agenzia delle entrate. L'Agenzia delle entrate vi ha comunicato che l'IVA nei ristoranti da asporto non può essere quella attuale ma deve scendere al 4 per cento. Lo sapete già, ve l'ha detto l'Agenzia delle entrate e, nonostante questo, per cautela nel mio ordine del giorno c'è scritto che impegna - voi - a valutare l'opportunità di portare l'IVA al 4 per cento. Lei mi toglie l'impegno, me lo fa diventare una raccomandazione e poi mi leva l'IVA. Che cosa fa? Si impegna a parlare di questo problema? Ci vediamo una sera e ci portiamo via la roba, la mangiamo io e lei insieme, così sperimentiamo l'asporto? Per capire, per capire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Cioè, se lei mi leva l'IVA e mi leva l'impegno, vuol dire che parliamo dell'asporto: lo possiamo fare una sera insieme, ma non credo che funzioni così. Quindi, lo mettiamo ai voti così come l'abbiamo formulato, in quanto - ripeto - è un preciso richiamo che è stato fatto dall'Agenzia delle entrate al Governo.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, volevo dire che c'è stata probabilmente una difficoltà a spiegare la riformulazione, perché ovviamente l'impegno è: “a valutare l'opportunità di abbassare l'IVA”. Il problema è il 4 per cento…

PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretaria. Invece di illustrarlo, se ci legge la riformulazione così è più facile.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, però spiegarlo. “A valutare l'opportunità di porre in essere iniziative che possano aiutare in maniera più sostanziale i ristoratori e a valutare l'opportunità di abbassare l'aliquota IVA per l'asporto e la consegna a domicilio di cibi e bevande, per tutto il periodo dell'emergenza”, perché il 4 per cento probabilmente è al di fuori delle nostre possibilità, entrando in contrasto con la normativa comunitaria. Quindi, era a suo sostegno, non contro di lei, onorevole Trancassini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Solo se accoglie questa riformulazione.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Noi l'abbiamo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Adesso cambierà anche questo, probabilmente, se lei lo accoglie come riformulazione, no.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/108 Trancassini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2828/109 Mantovani, accoglie la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/110 Mollicone, accoglie la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2828/111 Zucconi, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/111 Zucconi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2828/112 Prisco accoglie la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2828/113 Deidda si accoglie la riformulazione?

SALVATORE DEIDDA (FDI). La accolgo e chiedo, però, di metterlo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/113 Deidda, nel testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Sugli ordini del giorno n. 9/2828/114 Bignami e n. 9/2828/115 Frassinetti si accoglie la raccomandazione, mentre sugli ordini del giorno n. 9/2828/116 Lucaselli e n. 9/2828/117 Bucalo si accoglie la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/118 Bellucci ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, con questo ordine del giorno avevamo cercato di cogliere la sua attenzione rispetto alle residenze sanitarie assistite per anziani. Lei, come ci ha spiegato all'inizio, ha espunto una parte, quella che proprio andava a specificare la percentuale, il fatturato, al netto delle disposizioni per quanto riguarda la protezione individuale, quindi già ha espunto una parte importante. E, allora, su questo le chiedo di poter variare la parte che invece introduce la valutazione, “a valutare l'opportunità di”, e di poter inserire “ad adottare”. Dal momento che ha già epurato questo ordine del giorno, che sappiamo essere così debole, di una parte estremamente sostanziale, le chiediamo almeno di poter prendere un impegno cogente, e quindi di mettere “ad adottare” i supporti economici verso quelle residenze sanitarie assistite che hanno fatto così tanto per accogliere gli anziani, per proteggerli e che si sono trovate in particolare difficoltà.

PRESIDENTE. La sottosegretaria cambia il suo parere? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/118 Bellucci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Sugli ordini del giorno n. 9/2828/119 Varchi, n. 9/2828/120 Rampelli, n. 9/2828/121 Bond, n. 9/2828/122 Polidori e n. 9/2828/123 Morrone si accoglie la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/124 Bisa non si accoglie la riformulazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/124 Bisa.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/2828/125 Lattanzio parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/2828/126 Mandelli si accoglie la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2828/127 Foti si accoglie la riformulazione? Prego, onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, brevissimo, però non possiamo accettare una riformulazione che reca ancora “a valutare l'opportunità di”. Mi permetto di far presente alla sottosegretaria Guerra che accetto tutta la riformulazione per quanto riguarda le valutazioni che lei ha fatto, ma “valutare l'opportunità di” rispetto a palestre e centri sportivi che sono soggetti in mano ad associazioni dilettantistiche sportive che hanno chiuso per prime e apriranno per ultime… L'intervento deve essere garantito; tutt'al più, potremmo accettare una riformulazione che dicesse “a prevedere, in un prossimo provvedimento legislativo, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, ma “a valutare l'opportunità di” non lo accetto.

PRESIDENTE. La sottosegretaria Guerra non chiede di intervenire.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2828/127 Foti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2828)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo silenzio in Aula.

Ricordo la ripresa televisiva in corso. Prego, onorevole Tabacci.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo l'Aula in silenzio per chi non vuole ascoltare le dichiarazioni di voto. Lo dico anche ai colleghi vicino a lei, soprattutto. Prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Questo decreto n. 137 è figlio dell'emergenza, è diretto a sostenere i settori economici più colpiti dall'aggravarsi della pandemia. Ci sono inevitabili lacune, malgrado l'accorpamento di ben quattro “decreti Ristori” e il positivo lavoro svolto dai senatori in un clima di maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione. L'impegno finanziario dello Stato, inevitabilmente a debito, è davvero consistente. Si dice che inseguiamo il virus e che non siamo in grado di anticiparlo: è la critica più surreale, come se ci fosse qualcuno, non dico in quest'Aula, ma in giro per il mondo, in grado di neutralizzare un virus che ancora non abbiamo pienamente conosciuto.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 13,30)

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Il virus ha cambiato persino le prospettive della politica, valgano per tutti gli esiti delle elezioni presidenziali americane: solo pochi mesi fa, se qualcuno avesse scommesso sulla sconfitta di Trump, sarebbe stato considerato un folle temerario.

Il virus ha persino resuscitato l'Europa, che a luglio ha trovato la forza della disperazione di reagire con una spinta solidale fino al debito comune che pochi mesi fa era semplicemente impensabile.

In questo quadro i nostri comportamenti, dopo una prima fase molto coraggiosa, sono stati piuttosto ondivaghi; i nostri, cioè quelli di tutti. Basta vedere come abbiamo attraversato l'estate, convinti che il peggio fosse passato e presi dalla sindrome dell'apertura delle discoteche, e poi la difficile collaborazione tra le istituzioni, come si respira anche in queste ore, coltivando lo spazio della differenziazione strumentale come una rendita politica da conquistare.

Per non parlare dell'eccesso di esposizione dei virologi, spesso divisi tra di loro da personalismi senza senso. E l'opinione pubblica - e ho concluso, Presidente - appare sempre più frastornata.

In quest'ora così difficile ci sarebbe necessità di potersi affidare alla scienza e alla politica; questo richiederebbe sobrietà ed efficacia nelle azioni e nelle parole della scienza ed una dedizione totale della politica all'interesse generale, accantonando le tentazioni di questi giorni su improbabili verifiche, condotte, tra l'altro, in maniera confusa e contraddittoria.

Noi esprimiamo una fiducia di speranza nel Governo, che deve raddoppiare gli sforzi e dare l'esempio, nella consapevolezza che molte cose si potevano fare meglio, ma che la traiettoria complessiva è stata giusta e che deve essere mantenuto un equilibrio necessario tra primaria tutela della salute e salvaguardia delle ragioni dello sviluppo sociale ed economico del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Il voto del MAIE, che qui rappresento, sarà favorevole a questo provvedimento, che riteniamo importante e necessario, e che prevede un insieme di misure ristorative e una vasta serie di proroghe fiscali per diverse categorie di cui si avvertiva francamente la necessità. È la somma sostanzialmente di quattro decreti-legge, che comportano uno stanziamento di 18 miliardi di euro per fronteggiare le conseguenze di questa seconda ondata della pandemia, dai bonus ai contributi a fondo perduto, passando per le casse integrazioni, fisco, reddito di emergenza.

Ritengo che sia opportuno rilevare la tempestività con cui si è arrivati alla redazione del “decreto Ristori”, mi verrebbe da dire nomen omen, il cui obiettivo è quello di rifondere le categorie più colpite dalle misure di contenimento dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo, risollevare anche psicologicamente tali settori e potenziare la rete di protezione intorno ad essi, come ad esempio la ristorazione e il suo indotto, il mondo dello sport, della cultura, del turismo, che sono voci importantissime del bilancio del nostro Paese.

Si tratta di misure risolutive? Ma certo che no! Naturalmente ci sono dei soggetti, delle categorie e degli ambiti che non sono stati considerati o non lo sono stati a sufficienza; perciò bisognerà porre rimedio nei prossimi provvedimenti, a cominciare dal “Ristori-quinquies”, nel quale continueremo ad impegnarci per quei codici Ateco sfuggiti all'attenzione, come gli allevatori, i produttori agricoli legati agli allevamenti, i produttori di frutti oleosi, che costituiscono una parte importante della nostra economia, di cui sono buon testimone, soprattutto nel mio territorio che è la Capitanata.

In conclusione, Presidente, ribadisco il voto favorevole del MAIE al provvedimento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Lo dico subito: noi voteremo a favore di questo decreto. Voteremo a favore nonostante siano state bocciate tutte le nostre proposte migliorative, proposte che abbiamo ripresentato alla legge di bilancio in discussione in questi giorni, con la speranza che il Governo accolga, almeno in parte, i nostri suggerimenti di buona volontà.

Presidente, in questa crisi, 33 italiani su 100 hanno visto ridursi il proprio reddito di almeno un quarto, quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Abbiamo investito a debito 110 miliardi e la manovra di bilancio ne prevede altri 35 e oggi stiamo votando l'ennesimo decreto assistenzialista. Per noi, Presidente, questo è l'ultimo voto favorevole se non c'è un cambio immediato della rotta. Arriveranno 209 miliardi dall'Europa, di cui 127 miliardi di ulteriore debito: se il Governo continuerà a buttare i soldi in assistenzialismo e in aree dove il mercato sta fallendo, noi non ci saremo; se invece il Governo deciderà di investire i soldi in progetti utili per lasciare ai nostri figli una società migliore, potrà contare sul nostro appoggio.

Alexis Carrel, medico chirurgo francese, nel 1935, scriveva: “Sono soprattutto la debolezza intellettuale e morale dei capi e la loro ignoranza che mettono in pericolo la nostra civiltà”. Presidente, la situazione è molto grave e seria: evitiamo di mettere in pericolo il nostro futuro! Non è più il tempo di meline e tatticismi, basta con le task force e i comitati ristretti!

Mi rivolgo - e concludo - ai colleghi della maggioranza: non servono, colleghi, altri 300 tecnici per risolvere i problemi dei cittadini: serve solo buona volontà, meno egoismi e più condivisione delle scelte con il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, siamo arrivati alla ventisettesima questione di fiducia dall'inizio della legislatura e questo è un fatto politicamente e umanamente disdicevole. Sì, ho detto bene, anche umanamente, perché noi parlamentari siamo persone e professionisti, prima che politici, persone che lavorano e si attivano in tutti i modi per svolgere al meglio i propri compiti e questi compiti non possono di certo essere svolti al meglio se le prerogative parlamentari vengono compresse al punto da ritenere di poter fare a meno di una delle due Camere, in un sistema di bicameralismo perfetto.

Ho un tempo limitatissimo a disposizione e mi limiterò a fare alcuni esempi sulla moltitudine di delusi intorno a questo provvedimento. Sono sul piede di guerra i gestori delle migliaia di strutture residenziali, quali le residenze sanitarie assistenziali, le case di riposo, i centri di servizi per anziani; in numerosi casi si arriva al 50 per cento di posti vacanti, non ci sono ristori. È sul piede di guerra la categoria dei 60 mila fieristi, nelle varie macro-aree merceologiche, e degli operatori commerciali su aree pubbliche, ad oggi senza ristori, perché equiparate a quella dei venditori nei mercati ambulanti. È sul piede di guerra il settore legato al wedding e al mondo delle cerimonie, compresi i fotografi, con il 90 per cento dei matrimoni cancellati: non ci sono ristori, come dice Confartigianato. È sul piede di guerra il settore dei microbirrifici - più di mille - che non hanno trovato nessun ristoro nei provvedimenti del Governo, perché il loro codice Ateco è identico a quello degli industriali dei grandi marchi della birra. Sono sul piede di guerra le centinaia di migliaia di possessori di immobili, diversi dalla prima casa, che non ricevono alcun ristoro a fronte del blocco degli sfratti, di un mancato incasso di un affitto da parte di un inquilino che non può più permetterselo, o perché l'inquilino ha rinunciato all'appartamento, oppure perché la locazione di tipo turistico non c'è più; questi possessori a dicembre hanno dovuto pagare l'IMU.

Questo succede, caro Presidente e cari colleghi, perché non si accetta il contributo di Azione-+Europa, che fa opposizione in modo intransigente, ma costruttivo, ma di questi tempi, Presidente, più sei propositivo e più ti evitano. Per questo, Presidente, anticipo il voto contrario di Azione-+Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole della mia componente, Minoranze linguistiche, a questo provvedimento che fa riferimento a sussidi e aiuti, in parte già messi a terra sui territori e in parte in arrivo. Sono tutti aiuti assolutamente indispensabili e necessari per consentire alle aziende e ai lavoratori sul nostro territorio di arrivare in condizioni di sostenibilità a una prospettiva di crescita, che oggi appare possibile, ma non è immediata. Pertanto, dobbiamo tenere molto chiari questi piani. Il primo è quello di oggi, con questo provvedimento, poi la manovra di bilancio, ma poi c'è quell'altro che è molto decisivo ed è la fase delle riforme, che devono assolutamente partire, connesse al Recovery Fund e al Piano nazionale di ripresa: senza riforme il nostro Paese non sarà in grado di utilizzare gli ingenti fondi europei che stanno arrivando e, tra le riforme necessarie, c'è quella dell'efficientamento e della digitalizzazione della pubblica amministrazione. Oggi, dal 2014 al 2020, su 75 miliardi a nostra disposizione come Paese Italia, ne abbiamo utilizzati 26, pertanto dobbiamo avere il coraggio di avviare una riforma ampia e rivoluzionaria della pubblica amministrazione, rilanciando anche il ruolo dell'amministrazione pubblica, togliendo tutto quel coacervo di misure astratte e caotiche che ne debilitano e ne bloccano l'azione. Parlo con passione perché ce lo dicono i nostri territori, i nostri lavoratori e temiamo. È chiaro che è necessario una cabina di regia, è chiaro che noi non riusciamo a immaginare la pubblica amministrazione di oggi in grado di gestire la fase di rilancio. Armiamoci quindi di coraggio per avviare una fase di riforme lungimiranti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Io avrei voluto oggi vedere in Aula il Ministro D'Incà per esprimergli la mia totale solidarietà, ad un Ministro che, nella scorsa legislatura, si è trovato a guidare la pattuglia grillina, 5 Stelle, all'attacco dei voti di fiducia e a riporre il trentaseiesimo voto di fiducia; al Ministro D'Incà la mia solidarietà perché la legge del contrappasso non poteva essere più crudele per lui. Ma non è questo il problema ovviamente, mi sia consentito però questo passaggio. Siamo alla trentaseiesima fiducia in un momento drammatico: la situazione sanitaria non dà segni significativi di miglioramento, l'economia ha davanti a sé prospettive oscure, i presidi della Caritas e della Protezione civile hanno la gente in fila a fare la spesa o a prendere da mangiare. Ci sarebbe bisogno in un contesto di questo tipo di un progetto di ampio respiro, di una forte coesione nazionale, ma la verità è che la coesione non c'è neanche nella maggioranza. Voi cosa fate in questo momento? Avviate una verifica, ma avviate una verifica in un momento di crisi come questo, una verifica che non si sa se porterà a un nuovo Governo con un nuovo Premier, se porterà a un altro Governo con lo stesso Premier, se porterà ad elezioni anticipate, o se porterà ancora, come spesso succede, a quei pateracchi programmatici, che fanno finta di accontentare tutti, ma non accontentano nessuno. Ma questo ci interessa poco perché è una questione vostra, a noi ci interessa il fatto che, in un momento in cui c'è bisogno di coesione nazionale, di progettualità e di impegni, voi state lì a fare il balletto della maggioranza. Siete lontani dai cittadini. Ma vi immaginate cosa possono pensare di questa situazione l'anziano, che vorrebbe passare il Natale con un congiunto o magari anche più di uno, per dirla in contrasto con il Presidente Conte, il ristoratore o il barista, che si sono visti cambiare le cose continuamente, da un giorno all'altro (devono cambiare le prenotazioni, le ordinazioni, disdire tutto quello che hanno fatto), o l'artigiano alle prese con una rata del mutuo ipotecario perché deve pagare l'IMU per un capannone non suo, perché è ipotecato, in quanto ha il mutuo in piedi, o chi ha un'agenzia di viaggi o un hotel, praticamente chiusi per mancanza di clientela, ma ancor di più i dipendenti di queste aziende, che si vedranno recapitare fra qualche mese una Cassa integrazione assolutamente insufficiente rispetto alle necessità della loro vita? E tutto questo accade - mi sia consentito questo passaggio - mentre il sindacato della pubblica amministrazione rischia di proclamare uno sciopero. Credo sia una cosa assolutamente ingiusta, incoerente: io ho trovato molti dipendenti della pubblica amministrazione, a cui va la mia solidarietà, che si vergognavano della posizione del sindacato rispetto a questo.

E mentre l'opposizione vota responsabilmente quattro volte, dico quattro, lo scostamento di bilancio, voi siete lì ancora a pensare se fare il MES, cosa fare del Recovery, il Premier Conte dice “dovremo correre”, ma l'unica cosa che fa è andare a Bengasi a fotografare i marinai che vengono liberati finalmente da Haftar. Al Governo c'è confusione totale, ci sono i “lockdownisti” che vorrebbero chiudere tutto, ci sono quelli che sono a metà strada, ci sono quelli che vorrebbero aprire le attività commerciali. Il cittadino è disorientato, non sa come va a finire. Io non ho sentito ministri della Merkel o di Macron prendere posizioni diverse dai loro Capi di Governo, mi piacerebbe che ci fosse maggior coesione anche qui.

Concludo, Presidente. Ricordiamocelo tutti, non si vive in eterno di sussidi e non si vive di Cassa integrazione. Prima o poi i quattrini finiranno: chi pagherà la fiscalità per i medici, per le scuole, per le pensioni, per la pubblica amministrazione? È ora di finirla con la demagogia che avete perpetrato in questi mesi! Quando Di Maio dice “abbiamo dato i nostri soldi alle imprese”, gli chiedo se i cittadini e le imprese si aspettano i soldi della carità di Di Maio o si aspettano provvedimenti di Governo. Tenetevi pure i vostri soldi nelle vostre casse, tanto più che saranno sempre meno in quanto molti grillini stanno ovviamente scappando anche per queste ragioni, ma producete una politica di Governo seria, che vada incontro alle esigenze delle imprese e dei cittadini, che crei lo sviluppo di cui abbiamo bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Signor Presidente, oggi siamo chiamati in quest'Aula a discutere e a votare il disegno di legge di conversione del decreto-legge “Ristori”, che conta appunto, come sappiamo, su una dote complessiva di 18 miliardi di euro per potenziare ed estendere la rete di protezione intorno al nostro tessuto economico-produttivo. Le misure che molti in quest'Aula hanno chiamato assistenzialiste (e poi tornerò sul tema) sono varie. Ne cito alcune per completezza di informazione, perché in effetti i decreti sono stati tanti, e poi ci sarà la legge di bilancio, ci sarà un altro “decreto Ristori”, per cui vale la pena comunque ritornare su quello che è il contenuto del testo.

Cito ad esempio l'esonero dei contributi previdenziali novembre-dicembre per le aziende delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura; la ridefinizione del fondo per la filiera della ristorazione per il 2020-2021, con l'aggiunta di altre tipologie quali quelle relative ad alloggi connessi alle aziende agricole e all'ittiturismo; un'ulteriore proroga della Cassa integrazione; i contributi ai lavoratori stagionali del settore del turismo, termale e altre ancora. Ci sono bonus acquisti dei servizi di babysitting, la sospensione dei termini dei contributi previdenziali per le attività chiuse dal DPCM del 24 ottobre; c'è il rifinanziamento del Fondo del trasporto pubblico locale, con somme fino a 190 milioni utilizzabili per il trasporto scolastico, anche attraverso l'utilizzo di vettori privati. Ci sono interventi sulla casa anche a fondo perduto ai proprietari; l'abolizione della seconda rata IMU per le attività sospese dal DPCM, quindi alberghi, ristoranti, eccetera, eccetera. Ci sono proroghe fino al 30 aprile di imposte sui redditi per settori economici soggetti a ISEE in zona rossa, per i ristorante in zona arancione; ci sono i vari provvedimenti relativi al fondo perduto; c'è il contributo per la bolletta elettrica non domestica e 400 milioni per il Fondo agenzie di viaggio, rivolto alle agenzie di viaggio e ai tour operator. Ci sono ancora tante altre cose.

Ricordo queste voci, queste misure perché a me sembra anche poco rispettoso del dibattito che c'è stato al Senato sulla conversione di questi decreti, che, ricordo, erano tre, sono stati raggruppati in uno solo, perché molte di queste misure che ho citato adesso sono frutto di un dialogo che c'è stato all'interno della Commissione. Magari, un dialogo attraverso quelli che io chiamo i gregari: quelli che non si vedono, quelli che lavorano nella Commissione, al di là dei titoli dei vari leader politico; ma di fatto molti di questi accorgimenti, che voi chiamate interventi assistenenzialisti, sono stati prodotti con un grande lavoro d'intesa tra maggioranza ed opposizione.

E proprio per tornare al tema, io ho scorso un po' gli emendamenti presentati dalle minoranze ai “decreti Ristoro” al Senato: ebbene, erano molto simili a quelli della maggioranza. Cerchiamo quindi di dare responsabilità a noi stessi e dignità anche al lavoro che svolgiamo, e cerchiamo di far percepire l'utilità di una discussione che c'è stata e ha prodotto un risultato di questo tipo, che tutti noi abbiamo potuto toccare, perché certi temi sono stati inseriti su indicazione dell'opposizione.

Saranno temi assistenzialisti? Io non credo. Saranno temi sufficienti? Ecco, non credo che siano sufficienti. Però l'altra osservazione che si può fare è che certamente si può fare di più, però intanto la nostra interlocuzione sta andando avanti, badate, sta andando avanti in maniera composta anche all'interno della discussione della legge di bilancio che stiamo vivendo in questi giorni, in una ricerca di temi trasversali, di utilizzo migliore possibile delle risorse che abbiamo nel famoso “fondone” o “fondino” della legge di bilancio.

Comunque un obiettivo è stato sicuramente raggiunto: io mi aspetto che ci sia quantomeno soddisfazione in futuro da parte dell'opposizione, nel momento in cui il Governo stesso, col quinto “decreto Ristori”, supererà anche quello che giustamente forse va superato, ovvero il criterio dei codici Ateco. Le misure subiranno un'attenzione basata su criteri di calcolo diversi, quindi sul fatturato. Ci sarà un'attenzione decisa: l'intenzione è quella di azzerare le tasse, ad oggi soltanto traslate. Anche perché io ricordo la discussione che abbiamo avuto nei mesi scorsi, nel mese di aprile, dove sostanzialmente poi l'orizzonte di questi provvedimenti d'urgenza, i primi soprattutto, non avevano nemmeno la speranza di vedere limitati gli effetti nel tempo di una pandemia che comunque avremmo potuto arrestare, ma così non è stato. E che poi adesso torniamo a rincorrere anche in ragione di un'estate che, lo ha ricordato qualcuno prima, forse di regole ne ha avute troppe poche.

Si arriverà al “Ristori 5” e il “Ristori 5” viaggerà su un doppio binario: quello della cancellazione delle scadenze fiscali prorogate con l'ultimo decreto, e quello degli indennizzi con criterio di sistema. Tra le altre cose, e a me sembra una notizia importante, l'articolo 1-quater definisce un fondo di 5 miliardi 300 milioni finalizzato alla perequazione delle misure fiscali e di ristoro destinate a chi è stato oggi beneficiario di provvedimenti di sospensione fiscale e contributiva, e che comunque abbia subìto una perdita di fatturato significativa. Questo cosa vuol dire? Che probabilmente queste persone godranno di una cancellazione dei tributi oggi rinviati.

Così come è chiaro che, conoscendo gli effetti e la realtà della pandemia, quindi del devastante effetto economico che sta portando, un legislatore lungimirante oggi si pone l'obiettivo di tamponare la riduzione di gettito fiscale che oggettivamente l'anno prossimo ci sarà, in ragione di fatturati che oggi sono stati decapitati in tanti modi. E anche la non applicazione, per esempio, degli indici sintetici di affidabilità, perché questo è nelle corde, perché oggettivamente sarebbero questioni poco rispondenti alla realtà. E anche secondo noi nel “decreto Ristori 5” si dovrà trovare il modo di dare un aiuto a quei settori che, sebbene aperti, hanno subito danni nella stessa misura, se non maggiore, di quelli chiusi, in una logica appunto, come dicevamo prima, che superi l'elenco dei codici Ateco, ma guardi alla cosiddetta filiera.

Io credo, noi crediamo in ogni caso che per affrontare i problemi strategici occorrano riforme, che in questo Paese sono qualcosa di molto complesso. Vorremmo dire una cosa: che prima di tutto noi, anche noi stessi della maggioranza, siamo tutti consapevoli che il Recovery Fund è un'occasione storica, forse unica, per corrispondere… per farlo, però, bisogna avere il coraggio di cambiare il Paese. A noi francamente la discussione su una cabina di regia interessa poco: a noi interessano i progetti, che potremmo fare insieme per costruire un nuovo modello di sviluppo, un Paese più giusto, un sistema sociale in grado di affrontare certe situazioni. Quindi servono i progetti.

Serve l'equità, noi lo diciamo sempre. Adesso inizierà l'indagine conoscitiva, comunque il percorso che ci condurrà alla riforma fiscale. Ecco, quello è un percorso che noi attenzioniamo in un modo molto, molto particolare, alla ricerca appunto di un'equità in un sistema dove equità ce n'è poca, e lo diciamo sempre. Al di là del discorso che abbiamo introdotto, almeno come elemento di discussione: perché è un tema, ovvero quello di un contributo di solidarietà sui redditi o di una patrimoniale, in forme che possono essere declinate meglio. Secondo noi la società di oggi, in ragione proprio dei ristori di cui stiamo parlando ora - e che qualcuno chiama elemosina - ebbene, insomma, va corretta delle tante distorsioni che sono in atto. Ne cito una che è un tema a me caro, che è quello della web tax. Noi l'abbiamo posta come emendamento. Non vedrà la luce questo emendamento, che sostanzialmente prevede l'applicazione di quella che è secondo noi la vera web tax, ovvero se tu vuoi vendere dei prodotti, dei servizi in Italia devi avere una partita IVA italiana, e pagare le imposte esattamente come gli altri. Solo di gettito mancato di IVA si stima un'entrata, mancata, di 5 miliardi di euro. Capite bene che poi siamo qui a parlare di assistenzialismo, di riforme raffazzonate, cerchiamo di arrampicarci per trovare il rivolo di risorse da destinare a chiunque ne abbia bisogno - perché questa è la realtà - e poi permettiamo una cosa del genere. Allora, secondo noi, le cose sono due: o si pone fine a questo tipo di disparità oppure si decide scientemente, che forse i settori di cui parliamo sempre, di cui parliamo tutti, maggioranza e opposizione, le piccole attività, il piccolo commercio, le piccole produzioni che vogliamo salvaguardare, invece, non le salvaguardiamo. Le salvaguardiamo un po'. Poi siamo noi i primi che capiamo che dobbiamo aspettare, come ha detto il commissario Gentiloni, una sintesi europea di questa web tax. Ovvio, il problema è che questa sintesi europea l'aspettiamo da tanti anni. La prima proposta di web tax, fatta come l'abbiamo proposta noi oggi, è del 2013, dell'attuale Ministro Boccia, e oggi siamo nel 2020. Capite bene che in un momento così complicato le differenze, anche in termini di competitività e di abuso di posizione dominante, sono totali e sotto gli occhi di tutti. Basta vedere la pubblicità che passa in televisione, basta vedere il fatto che comunque abbiamo passato tanti periodi impediti, a non uscire da casa. Questa è una cosa comunque da contenere.

Quindi, come dicevo, la nostra funzione, che ci piaccia o non ci piaccia, è avere il coraggio e la determinazione di cambiarlo questo Paese. Questo è lo sforzo che dobbiamo fare. Tutto il resto rischia di essere un insieme di parole assolutamente autoreferenziali, parole dette tra noi e parole che non servono al Paese. Lo dico per quelle che a volte diciamo noi, lo dico per quelle che ho sentito prima del mio intervento e per quelle che magari sentirò, perché ci vuole anche la consapevolezza del momento, della difficoltà del momento, la consapevolezza comunque di essere entrati in una fase, che giudico molto positiva, di collaborazione tra le parti nell'individuazione di misure. Questo è certificato dagli andamenti dei nostri lavori e spero che lo possa essere anche - ripeto - nella legge di bilancio. Per cui, nell'auspicio che possiamo condividere un percorso complicato, discusso, ma proficuo, annuncio il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretaria Guerra, questa pandemia ha cambiato e cambierà le consuetudini di vita delle persone e anche la nostra azione deve essere all'altezza di una situazione così mutata. Se non impareremo niente da questa terribile esperienza, tutta la sofferenza e la fatica di questi mesi e di quelli a venire verrà sprecata. Tra la prima e la seconda ondata, forse, come si sono rilassati i cittadini, in parte si è rilassata anche la politica tutta. Ciò ci ha fatto giungere impreparati ad affrontare un quadro che, da un punto di vista economico, è rimasto gravissimo e che, da un punto di vista sanitario, è perfino più preoccupante. Questo periodo di emergenza ha messo alla prova il Governo, di fronte alla necessità di decisioni rapide ed efficaci, rapidità che è diventata alle volte un alibi per confinare l'azione del Parlamento. Sono invece questi i momenti in cui l'unità, a cui spesso ci si richiama formalmente, assume un significato sostanziale. È in momenti come questi che decisioni inedite, difficili, costose possono essere valide e utili, se frutto di un confronto politico vero.

La richiesta di confronto che Italia Viva ha fatto fin dall'inizio, chiedendo e ottenendo un coinvolgimento del Parlamento prima dell'emanazione dei DPCM, chiedendo che le decisioni sulle restrizioni fossero basate su rigorosi dati scientifici, chiedendo mesi fa di iniziare a pianificare la distribuzione dei vaccini, chiedendo in primavera di programmare il trasporto pubblico e la ripresa delle scuole a settembre, e invece ci troviamo ora con i ragazzi a casa, fino alla richiesta di scrivere insieme, anche con il contributo delle opposizioni, il piano di ripresa e resilienza per l'utilizzo di 209 miliardi. Tutto questo è la costruttiva pretesa di una corresponsabilità, nella definizione del percorso che deve portare gli italiani fuori da questo incubo, perché per noi, Presidente, la politica è prima di tutto responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E in una squadra ogni componente deve essere protagonista di un successo collettivo e, al contempo, non può essere spettatore di una sconfitta. Quando si chiede un cambio di tattica, lo si fa per vincere tutti insieme.

Questa pandemia ha impresso un'accelerazione anche ai tempi delle scelte di tutti noi. Da quando è iniziata l'emergenza ci misuriamo con decreti che, al momento della conversione, sono già maturi. Quando il Parlamento è riunito per il suo compito di trasformare in legge un decreto d'urgenza, l'urgenza è già un'altra.

Questo decreto, in particolare, raccoglie in sé l'esempio plastico di ciò che affermo. Nella conversione sono confluiti ben tre decreti successivi, emanati l'uno a pochi giorni dall'altro. Sia chiaro: niente che non sia in parte già successo in passato e con altri Governi. Ma credo che in questo momento straordinario ciò assegni ancor più pesantezza alla situazione. Imprese e famiglie, che già soffrono la condizione di incertezza sul loro futuro, faticano ad accettare anche un'incertezza normativa e sugli strumenti a loro sostegno. Dobbiamo evitare che smarrimento e disperazione, a volte strumentalizzati da una parte della politica, sfocino in fenomeni di rabbia sociale, che in questo momento non possiamo permetterci (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). I cittadini, anche in queste ore, sono in attesa di capire come trascorreranno le loro festività, in balia di provvedimenti nazionali annunciati, ma che ancora tardano ad arrivare, e ordinanze di alcuni presidenti di regione, come quello del Veneto. Dopo settimane di melina, infatti, il presidente Zaia, mentre nella mia regione continuano ad aumentare morti e malati, ha emanato un'ordinanza, che non fa altro se non aggiungere, alla vergogna dei posti di terapia intensiva solo nominali, quella di misure fintamente restrittive, che contengono più deroghe che divieti e non restringono proprio nulla. Mi domando: se i numeri continueranno a peggiorare e la sanità regionale non reggerà, di chi sarà, questa volta, la responsabilità?

Torniamo però al tema, il “decreto Ristori”, che ripropone e aggiorna, migliorandole, le principali misure applicate nella prima fase della pandemia, dà certamente molte risposte: contributi a fondo perduto, ammortizzatori sociali, credito d'imposta per le locazioni, indennità ai lavoratori dipendenti, anche stagionali e dello spettacolo, rinvii delle scadenze fiscali, compreso il saldo e stralcio della “rottamazione-ter”, rinvii per i quali Italia Viva si è fortemente battuta, e la sospensione di alcune imposte locali. Come i colleghi che mi precedevano, anche noi ci auguriamo che nel prossimo provvedimento si possa provvedere anche alla cancellazione di alcune di queste imposte.

Permangono, tuttavia, in questo decreto due fragilità. La prima, l'impianto di ristori basato sui codici Ateco, che hanno garantito, sì, speditezza nelle procedure, ma che lasciano escluse, ancora oggi, alcune attività, invece pesantemente colpite. Non è infatti un codice che può raccogliere le fatiche di un imprenditore o di un professionista che ha visto crollare le sue commesse. Non è una registrazione alla camera di commercio, che definisce appieno quello che poi si fa quotidianamente in un'azienda, che si evolve ogni giorno per adeguarsi al mercato. La seconda fragilità è il periodo di riferimento per il calcolo della perdita di fatturato: troppo breve e superato. Il mese di aprile non può fotografare la situazione di oggi.

Chiudiamo questa fase con l'impegno, già annunciato dal Governo, di portare in Parlamento il quinto “decreto Ristori”, che dovrebbe basarsi esclusivamente sulla perdita di fatturato in un periodo di calcolo più ampio. Credo che quello sarà un passaggio importante e significativo, per dare appieno risposte a tutte quelle attività che non sono state chiuse, ma che oggi veramente dubitano sul loro futuro e non sanno se ce la faranno a resistere. Oggi vorremmo tutti dire che la stagione dei necessari sussidi sia presto superata da una vera fase di ripresa. Ciò significherebbe, da un lato, che l'emergenza sta gradualmente rientrando e, dall'altro, che la politica ha cambiato il suo approccio nell'affrontare i problemi, pensando al futuro e alla creazione di un contesto favorevole alla ripresa, sia economica che sociale. Lo stesso Mario Draghi, già presidente della BCE, ha sottolineato pochi giorni fa che, con il progredire della crisi, servono risposte che tengano conto dei cambiamenti strutturali innescati dalla pandemia, che ci si deve concentrare sulla salute a lungo termine delle imprese e che, in questa fase, è fondamentale che le politiche pubbliche siano orientate verso una forte ripresa economica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Ci auguriamo, Presidente, che questa sia la strada che vorrà intraprendere subito anche il Governo italiano.

Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole di Italia Viva al provvedimento, convinta che le proposte messe in campo, anche in queste ultime ore, direttamente dal Presidente Conte, possano imprimere quel necessario cambio di passo, per far riprendere davvero la corsa al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente, grazie colleghi, rappresentante del Governo. Mi perdonerete se io non utilizzerò, nel commentare questo provvedimento, gli stessi toni entusiastici di chi mi ha preceduto, oggi e anche nella discussione generale di ieri. Non analizzerò questo provvedimento con la stessa visione salvifica che il Governo ha dato in tutto questo profluvio di comunicati e conferenze stampa che si sono succedute. Non lo farò, annunciando il voto negativo di Fratelli d'Italia, per due ordini di motivi. Il primo è quello più oggettivo, se vogliamo, più contenutistico: questo provvedimento non è quello di cui l'Italia ha bisogno in questo momento e, tantomeno, è quello di cui l'Italia ha bisogno, da qui a qualche mese, per ripartire. Vi è un'evidente carenza di prospettiva, di capacità di pianificazione, di visione del sistema produttivo e sociale della nostra nazione. Vi è un orizzonte che il Governo tenta maldestramente di traghettare in questo provvedimento, che è il 31 gennaio, evidentemente un orizzonte a troppo breve scadenza; ogni azione prevista in questo decreto appunto ha questa data di scadenza. È previsto qualche indennizzo, pochi, qualche sospensione abbastanza insignificante, anzi, abbastanza poco significativa di qualche adempimento, qualche proroga, anche questa, piuttosto poco rappresentativa degli adempimenti stessi, che, evidentemente, si riproporranno da qui a breve, lasciando sempre gli italiani, che siano imprenditori o famiglie, nella stessa situazione di disagio: imprenditori, professionisti, artigiani, commercianti.

Vedete, troppo semplice provare, appunto maldestramente, ad aiutare i codici Ateco che sono stati costretti a chiudere, dimenticandosi che intorno a questi codici Ateco, a queste realtà, c'è tutta una filiera che ha subito danni rilevanti e, spesso, irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Troppo facile permettere - e uso non a caso questo termine -, per esempio, agli ambulanti di aprire le loro bancarelle nelle nostre piazze, nelle nostre strade dicendo “tanto voi potete lavorare”; nel frattempo, però, si impediva ai cittadini di girare liberamente e, quindi, di andare a costituire una platea di utenti di questi ambulanti e, quindi, alla fine, limitando la loro capacità di lavoro.

Troppo facile chiudere le scuole, senza nessuna previsione di andare, poi, a riaprirle e di come riaprirle. C'è stato l'intervallo, sia dal punto di vista dell'anno scolastico sia, per fortuna, anche della virulenza, della pandemia nella tarda primavera e nell'estate, non abbiamo visto nessuna azione vera e propria che potesse permettere agli studenti di tornare in sicurezza nelle scuole: nessun termoscanner, nessuna vera procedura sul distanziamento, nessun utilizzo di quelle aule che pure noi abbiamo detto di aprire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cioè quelle dei cinema e dei teatri che avete chiuso, che, magari, gli stessi potevano prestare, magari così sollevando anche i loro bilanci, agli studenti e alle scuole; nessun intervento sullo scaglionamento degli orari, nessun intervento sul trasporto pubblico, con riferimento al quale noi vi abbiamo anche dato, al Senato, l'opportunità di andare incontro a questa esigenza, con un emendamento che stanzia fondi verso quelle società di trasporto privato che in questo momento non stanno operando e che possono supplire alle difficoltà del trasporto pubblico con i loro mezzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vedete, se avessimo avuto modo di discuterne, seriamente e approfonditamente e non nei famigerati ventisette minuti di Commissione in cui siamo stati costretti a lavorare dalla pervicace insistenza e protervia di questo Governo e di questa maggioranza - perché questo, Presidente, è stato il tempo che è stato dedicato alle Commissioni congiunte finanze e attività produttive per discutere di questi decreti -, avremmo potuto chiedere molte cose. Per esempio, avremmo potuto chiedere perché è da marzo che continuiamo a sentire parlare di potenza di fuoco o di bazooka e non troviamo una categoria che sia soddisfatta dall'azione di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sono tutti sovranisti o avete sbagliato qualcosa? Perché continuate a stanziare, grazie allo scostamento ottenuto anche grazie alla responsabilità dell'opposizione, fondi per provvedimenti che andate, poi, a propagandare in tutti i modi e che non riuscite ad attuare, perché non riuscite a fare i decreti attuativi, che voi dovete fare, di questi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, poi, con i soldi che non riuscite a spendere, fate altre illusorie attività di decreti ulteriori, che anche quelli, poi, finiranno nel vuoto? È ora, forse, di cominciare a fare qualcosa di concreto per questa nazione.

E arrivo al secondo ordine i motivi per cui siamo contrari a questo decreto, che è più politico, ovvero non riusciamo a capacitarci di come sia possibile, di fronte a questo disastro, che l'opinione pubblica debba assistere a continue liti da parte della maggioranza; liti sempre, ovviamente, riferite a questioni di potere, liti riferite a poltrone, liti che vivono di continui penultimatum, che poi purtroppo non si verificano mai. E dimostra solo una cosa: che a questa maggioranza interessa il potere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il potere fine a se stesso, il potere della lottizzazione, il potere della spartizione, esercitato con la logica del ‘prendiamo tutto finché ce n'è'.

Vedete, ormai non crediamo più a nessuna delle vostre umilianti messe in scena, neppure a quelle del senatore Renzi, che sono sempre periodiche, caso strano coincidono sempre con la stagione delle grandi nomine di Stato, è sicuramente un evento; diciamo, non crediamo più a quella che comunque rimane la nemesi del Partito Democratico, perché, vedete, da un altro partito, con percentuali irrisorie, continua incessantemente, però, a decidere qual è il dibattito intorno al Partito Democratico stesso; messe in scena, dicevo, che nessuno, almeno in età della ragione, può ancora credere siano reali.

Vedete, anche la letterina che abbiamo letto sui giornali che il presidente Renzi ha portato al suo successore Conte, ovvero la storiella della letterina del fanciullino bello e buono, piena di buoni propositi per l'anno nuovo, che porta a Babbo Natale, non è credibile, in effetti, perché Renzi innanzitutto non assomiglia al fanciullino bello e buono, è più rappresentativo di un discolo pronto a fare l'ennesimo dispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); il Presidente Conte, evidentemente, non può rappresentare Babbo Natale; peraltro, non è dato sapere se Babbo Natale quest'anno potrà circolare liberamente, visti i DPCM, se potrà circolare solo nel comune di residenza o se dovrà, comunque, mantenere l'autocertificazione. In ogni caso, dicevo, la storiella della lettera rassicurante, guarda caso in corrispondenza dell'ennesima stagione delle nomine, del senatore Renzi, questa lettera in cui, in questo scenario, si tenta di rassicurare il Presidente del Consiglio dicendo “non ti preoccupare, va tutto bene, noi vogliamo soltanto il bene del Paese” - mi verrebbe da dire, così, absit iniuria verbis, Conte stai sereno - è una storiella che è stata già scritta e, passatemi anche la pessima battuta, probabilmente è stata anche già “Letta” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non voteremo, Presidente, questo “decreto matrioska”, dove sono stati infilati il “decreto Ristori 1”, il “decreto Ristori bis”, il “decreto Ristori ter”, il “decreto Ristori quater”: probabilmente non siete andati avanti per la difficoltà di qualcuno di sapere come si diceva “quinto” in latino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sennò avreste continuato anche in questa incessante filiera. Perché non lo voteremo? Perché non è quello di cui gli italiani hanno bisogno, non è quello di cui necessita l'Italia per essere quella nazione forte, coesa, indipendente, che noi sogniamo.

Allora, oggi, stamattina, avete chiesto e ottenuto una scontatissima fiducia in Aula, una fiducia che - non nascondiamoci dietro a un dito - è figlia del terrore del giudizio elettorale, di questa maggioranza e di questo Governo, che gli italiani vi possono concedere.

Vi chiediamo, invece, e lo facciamo con il senso di responsabilità che spesso voi ci chiedete, di guardare nelle vostre coscienze, di domandarvi se gli italiani, invece, hanno fiducia in voi, e per questa risposta c'è solo un'opzione, non ce ne sono altre, e si chiama voto degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Le modalità con cui giungiamo all'approvazione di questo decreto rappresentano la cartina di tornasole della profonda inadeguatezza di questo Governo nell'affrontare la pandemia. Il Governo appare in grande affanno e sempre, come dire, con grandi difficoltà individua soluzioni efficaci. E se andiamo a vedere gli effetti di questo operato, sia dal punto di vista del contenimento sanitario, come anche dal punto di vista economico, gli effetti sono veramente insoddisfacenti. Ma, oggi, c'è un paradosso in più: vi apprestate a chiedere la trentaquattresima fiducia, ma si tratta di una fiducia di carta, di una fiducia virtuale, di una fiducia “salvo intese”, perché, mentre il Parlamento è impegnato ad esaminare la legge di bilancio, uno dei provvedimenti più importanti dell'anno, in un anno difficilissimo come questo, mentre il Paese con apprensione attende il vaccino, la maggioranza cosa fa? Non trova altro che trascorrere il tempo discutendo di rimpasti, di verifiche di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), si ipotizza addirittura un Conte-ter. Ecco, sembra di voler riesumare termini della Prima Repubblica. Ma davvero pensate che gli italiani non siano scandalizzati di fronte a questa discussione? Veramente pensate che il Paese meriti così poco rispetto? Perché, francamente, tutto ci saremmo aspettati, ma non un duello tra Conte e Renzi in un momento così complicato per tutti gli italiani.

La cosa che più spiace è che questa discussione evidenzia una distanza siderale fra il Paese reale e il teatrino della politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), al quale noi non vogliamo prendere parte.

Devo dire che anche un avversario di Forza Italia non può non riconoscerci, a noi e al centrodestra, serietà, perché dai banchi dell'opposizione non abbiamo mai ceduto ad atteggiamenti ostruzionistici; vi abbiamo agevolato nel mettere sul tavolo 100 miliardi per far fronte alla pandemia, abbiamo sempre avanzato delle proposte, lo abbiamo fatto anche in occasione dell'ultimo scostamento di bilancio, sul quale vi riconosciamo un tardivo ascolto delle nostre istanze e, grazie a Forza Italia e al centrodestra, ci sono 8 miliardi per quella platea di non garantiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), per le partite IVA, per le imprese, per gli studi professionali, per quei cittadini che hanno visto, con la pandemia, azzerare le loro istanze di futuro, le loro prospettive, che hanno visto ridotti i fatturati e messe in difficoltà attività nelle quali ci sono i sacrifici di una vita.

Non solo, anche al Senato i nostri colleghi hanno provato, e in parte ci sono riusciti, a migliorare questo decreto, lo hanno fatto consentendo in questo modo un taglio delle bollette energetiche per le utenze non private, lo hanno fatto rifinanziando una convenzione tra i comuni e il trasporto privato, perché anche il trasporto privato è una voce che fra i ristori non è assolutamente contemplata e, poi, abbiamo voluto dare alle regioni delle risorse per risarcire le attività che hanno avuto delle restrizioni.

Ma il risultato di cui siamo più orgogliosi, ancorché sia un risultato parziale, è il rinvio delle scadenze fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ecco, questo è un punto estremamente importante, sul quale ci siamo battuti. Certo, avremmo voluto molto di più, avremmo voluto innanzitutto che due giorni fa milioni di italiani non dovessero pagare l'IMU (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), così come ristoratori, esercizi commerciali chiusi credo che non dovrebbero pagare la Tari e, invece, siamo nell'assurdità in cui ristoranti chiusi, che per definizione non possono produrre rifiuti, devono continuare a pagare la Tari e questo non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Noi avremmo voluto un anno bianco fiscale e non ci avete ascoltato, ma i risultati che riguardano il rinvio delle scadenze fiscali sono frutto, innanzitutto, di una battaglia di Forza Italia.

Certo, il decreto rimane ampiamente insufficiente, perché resta sbagliato il meccanismo di calcolo del risarcimento.

Vedete, troppa burocrazia, troppo riferimento ai codici Ateco che hanno creato molte diseguaglianze tra le attività economiche, poi, il riferimento alla tavolozza dei colori delle regioni, un meccanismo che non può funzionare. Noi avremmo voluto un modello cosiddetto tedesco, cioè l'individuazione dei costi fissi e un riferimento netto e chiaro alla perdita di fatturato; così avremmo difeso le aziende e le attività economiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Noi siamo preoccupati per la condizione economica del Paese, perché siamo consapevoli che anche con il “decreto Ristori-quinquies” non si risollevano le condizioni della nostra economia se non c'è una visione economica del Paese. E in questi giorni tutti ad applaudire giustamente alle parole di Mario Draghi, ma quelle parole contengono però due moniti. Il primo è quello a non abusare delle nazionalizzazioni, delle statalizzazioni; e invece voi cosa avete fatto? Dall'Ilva alle autostrade, passando per le banche, per la compagnia di bandiera, avete nazionalizzato tutto, ma questa non può essere la strada giusta per una rinascita e una ripresa dell'economia di questo Paese. E poi giustamente Mario Draghi ha fatto un appello a riformare il diritto fallimentare, perché qui rischiamo che aziende sane, aziende che sono il frutto di sacrifici di una vita vadano in fallimento per regole sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Noi abbiamo combattuto e siamo riusciti a malapena a rinviare l'entrata in vigore del codice sulle crisi d'impresa, ma il Parlamento dovrebbe prendere atto che una riforma del diritto fallimentare è ormai un'emergenza se vogliamo salvare le aziende. E poi c'è il Natale; mancano sette giorni al Natale e ancora gli italiani, i ristoratori, non sono in grado di sapere cosa si potrà fare a Natale, se i genitori che abitano a Milano e i figli che abitano a Rozzano si potranno incontrare oppure no, ma vi sembra normale? Vi sembra normale gettare il Paese in questa condizione di incertezza? Ma cosa aspettate a prendere queste decisioni, che arrivi Santo Stefano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Passi che il Parlamento nemmeno possa valutare il “decreto Natale”, ma almeno volete dire agli italiani di che colore sarà questo Natale, cosa potranno fare e cosa no, invece di sorprendervi per le file fuori dai negozi? Ma non siete stati voi a lanciare la lotteria degli scontrini e il cashback? E nel momento in cui gli italiani, con i negozi aperti, finalmente possono fare compere, non credo che debbano essere criminalizzati, anche perché in questi mesi gli italiani sono stati molto rigorosi, hanno rispettato tutte le regole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), hanno accettato anche molte inadeguatezze e molti errori. E noi ancora oggi siamo per la linea della prudenza, comprendiamo che forse una stretta delle regole severa ancora servirà, ma siamo per la linea della prudenza, non per la linea della confusione e del caos (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che è francamente la linea del Governo Conte.

In conclusione, ci sono ancora due questioni molto importanti sulle quali il Parlamento non può essere meramente spettatore. La prima è la legge di bilancio. Noi, come Forza Italia - ma con il centrodestra unito - abbiamo avanzato delle proposte serie. Ancora una volta abbiamo chiesto risorse per le professioni, per le partite IVA, per i lavoratori autonomi. Ci auguriamo che le promesse da parte del Governo di un accoglimento si traducano in fatti concreti, perché dobbiamo salvare l'economia, dobbiamo salvare tutte queste attività economiche che rischiano la chiusura. Abbiamo anche chiesto risorse per il settore dell'auto, lo abbiamo chiesto con Claudia Porchietto, con gli amici piemontesi, e riteniamo che questo sia un punto fondamentale, e so anche che all'interno della maggioranza c'è una sensibilità su questo punto. Abbiamo chiesto risorse per il settore del turismo, per fare in modo almeno che non si debba far pagare l'IMU a realtà economiche come gli alberghi, i ristoranti, che sono chiusi e sono in grandissima difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non abbiamo dimenticato la scuola. Abbiamo chiesto risorse, perché anche qui una comunicazione scomposta rende incerta la ripresa dell'attività scolastica il 7 di gennaio; ma è possibile rendere ancora più angosciante la vita degli italiani non dando certezze sulla ripresa dell'anno scolastico a gennaio? Ma perché? Questo tempo non lo potevate utilizzare per sistemare i trasporti, per fare ciò che durante l'estate non siete riusciti a fare? Mi auguro che la legge di bilancio sia questo: un momento di confronto alto tra maggioranza e opposizione e una capacità di ascolto che si traduca in emendamenti approvati. Così come anche il dibattito sul Recovery Fund ci lascia sconcertati, perché quelle risorse sono risorse messe a disposizione dall'Europa, non possono essere oggetto di una contesa tra il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle, Renzi, Conte. Quelle risorse non sono del Governo o della maggioranza, appartengono agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! È chiaro, quindi, che su quel dibattito il Parlamento deve essere protagonista e quelle risorse devono servire per disegnare un futuro di speranza e di ricrescita per questo Paese. Noi proveremo a fare fino in fondo la nostra parte. Certo, non siamo molto ottimisti sul fatto di essere ascoltati ma non ci tiriamo indietro, perché riteniamo che il dialogo, il confronto e la capacità di costruire qualcosa di buono, anche dai banchi dell'opposizione, sia un dovere. Nel frattempo, stiamo costruendo, con gli alleati di centrodestra, un'alternativa di Governo credibile, perché gli italiani meritano un Governo migliore, meritano di essere governati da persone serie e da coloro che hanno un progetto di futuro. Non è più il tempo della distribuzione delle risorse a pioggia, è il tempo di un progetto vero per chi ama l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, noi oggi completiamo l'approvazione del decreto del sostegno ai lavoratori e alle imprese a seguito dell'emergenza COVID, già approfondito dal Senato; così come noi, alla Camera, approveremo nei prossimi giorni la legge di bilancio 2021. Un decreto complesso e impegnativo - 13 miliardi di euro: in tempi ordinari, una mezza legge di bilancio - che è stato emanato, lo vogliamo ribadire chiaramente agli italiani, in un contesto completamente diverso rispetto a quello in cui siamo stati impegnati nella prima ondata. Decisamente un'altra storia. Questo perché avevamo promesso al Paese che avremmo evitato la chiusura totale, che avremmo tenuto in considerazione i numeri della diffusione, le strutture sanitarie presenti, la salute degli italiani prima di tutto, però mantenendo aperte il maggior numero di attività economiche possibili. Noi questo patto con le regioni, le imprese, i lavoratori e le famiglie, seppur tra mille difficoltà, lo abbiamo mantenuto perché fermare per mesi l'Italia intera sarebbe stato certamente più facile per arginare il contagio, ma anche assolutamente drammatico per la nostra economia. Il Parlamento impiega, in media, 60 giorni ad approvare un decreto-legge, un solo decreto-legge. Per rispondere adeguatamente ai danni della pandemia, alla necessità di essere pronti, rapidi nel sostenere il nostro sistema economico, oggi, invece, approviamo quattro decreti-legge. Di questo ringraziamo tutte le opposizioni che hanno consentito l'accelerazione dei lavori d'Aula. Stiamo correndo, sì, è vero, e lo facciamo perché la crisi ha colpito ferocemente la vita, il lavoro di tutti noi italiani; ma in molti, nonostante i sacrifici compiuti, rischiano di non superarla. Per questo abbiamo chiesto di correre agli enti dello Stato, abbiamo chiesto loro di non ripetere i tempi lunghi nelle erogazioni della scorsa primavera. Oggi il Ministero dell'Economia, con l'Agenzia delle entrate sempre più al servizio del contribuente, riesce ad erogare i contributi a fondo perduto per le aziende e le partite IVA in un tempo che va da 4 a 15 giorni. Stiamo parlando di quasi 3 miliardi in poche settimane, e non lo afferma un semplice deputato del Partito Democratico, lo confermano i bonifici arrivati di giorno e di notte sui conti correnti delle imprese e delle partite IVA italiane. Certo, abbiamo chiesto erogazioni automatiche con un livello ridotto di burocrazia, tenendo in considerazione le domande già fatte a luglio, per contributi massimi fino a 150 mila euro. A ulteriore riprova di quanto questa seconda ondata sia molto più difficile, i dati ci dicono che circa due terzi delle nuove richieste di contributo provengono da aziende che non avevano presentato domanda nel mese di luglio. Permettetemi quindi di fare una critica. Noi condanniamo fermamente le dichiarazioni fatte in quest'Aula da alcune forze politiche che hanno paragonato i contributi erogati a briciole, a un'elemosina. A nostro parere, anche poche migliaia di euro di ristoro per un'impresa, per un lavoratore meritano sempre rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa nuova ondata pandemica non sta risparmiando nessuno in Europa, sia in termini di contagio, sia in termini di chiusure, di lockdown. Ne sono la dimostrazione la Germania, l'Olanda; e noi, per rispondere a questo, allarghiamo il numero delle imprese, delle partite IVA destinatarie di nuovi contributi.

Nei settori più colpiti, dalla ristorazione all'alberghiero e al turismo, 400 sono i milioni destinati agli operatori turistici. Ci siamo occupati delle indennità per i lavoratori stagionali, gli interinali, quelli a tempo determinato. Abbiamo esteso le agevolazioni anche agli autonomi senza partita IVA, ai lavoratori dello spettacolo, ai venditori a domicilio, ai Cococo operanti nelle associazioni sportive, tanti lavori che per troppo tempo non sono stati valorizzati e che erroneamente sono sempre stati considerati gli ultimi nella catena della contrattualistica lavorativa. Per noi del Partito Democratico questa stagione è ormai tramontata. Una volta fuori dalla pandemia la mappatura delle tutele dovrà essere riscritta, guardando a più ampi confini. La risposta ai bisogni delle nuove generazioni e dei nuovi lavori non sta semplicemente nel rincorrere la tassa più bassa, nel rincorrere la flat-tax: ciò non è sufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La risposta va cercata in un progetto di sistema che sappia guardare con lungimiranza al futuro di ogni singolo lavoratore, imprenditore o partita IVA.

Ma non solo erogazioni finanziarie. Abbiamo riconfermato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre i crediti di imposta: 60 per cento sugli affitti. Quello sì è un costo fisso particolarmente oneroso per le attività costrette oggi a tenere la saracinesca abbassata. Abbiamo introdotto la cancellazione della seconda rata IMU, che ieri l'altro avrebbero pagato per le attività al momento sospese a causa della seconda ondata. Penso, in particolare, agli alberghi, ai teatri, ai cinema. A cavallo di repentini passaggi da una zona rossa a una zona arancio e viceversa, abbiamo rinviato al 30 aprile il pagamento della seconda rata dell'imposta sui redditi, dell'IRAP. Abbiamo sospeso i versamenti per i contributi previdenziali, tributari, le addizionali comunali e regionali. Abbiamo fatto molti rinvii in questa fase, ma ci siamo occupati anche dalle imprese con meno problematiche, di quelle cosiddette sane, quelle che sono riuscite a evitare la cassa integrazione, garantendo così i lavoratori, che hanno percepito uno stipendio pieno in piena crisi. A questi datori di lavoro abbiamo riconosciuto sgravi contributivi fino al 31 gennaio dell'anno prossimo. Grazie a un lavoro corale - lo voglio dire -, che ha visto anche le opposizioni dare il loro contributo, abbiamo inserito la riduzione delle bollette elettriche per le imprese. Le attività commerciali sono state esonerate dal pagamento dell'occupazione del suolo pubblico, dalle imposte di pubblicità fino al 31 marzo.

Naturalmente, non ci siamo preoccupati solo di dare una risposta alla crisi delle imprese. Infatti, ci siamo occupati delle lavoratrici e dei lavoratori, rifinanziando con oltre mezzo miliardo di euro la proroga della cassa integrazione COVID e il blocco contestuale dei licenziamenti. Ci siamo occupati delle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori, prevedendo il lavoro agile così come il congedo straordinario, in modo da potersi dedicare ai propri figli, perché merita una risposta certa anche chi riceve una telefonata improvvisa alle cinque del pomeriggio dalla scuola del figlio adolescente e viene messo in allarme per un'inaspettata quarantena o per la sospensione dell'attività didattica! Abbiamo riconosciuto il diritto al bonus babysitting per i lavoratori non dipendenti in caso di sospensione dell'attività scolastica e la chiusura dei centri assistenziali diurni per chi ha figli con disabilità. Abbiamo riproposto il Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, che non è più riservato solo alle giovani coppie, ma è esteso a tutte le famiglie.

Ci siamo occupati anche della fragilità dei territori, perché non c'è solo una fragilità sociale; c'è anche una fragilità dei territori, dei comuni piccoli fino a 3 mila abitanti, spesso montani, dove le farmacie, insieme alla figura del sindaco e del parroco, rappresentano ancora il punto di riferimento di una comunità. Per loro abbiamo previsto crediti d'imposta per l'acquisto di apparecchiature per la telemedicina. Allo stesso modo, abbiamo poi finanziato per 100 milioni di euro il Fondo emergenze nazionali per l'acquisto e la distribuzione dei farmaci. Ammontano, infine, a 400 milioni le risorse destinate a ciascun comune per la solidarietà alimentare. Questo perché siamo consci, consapevoli dell'efficienza dimostrata dai comuni nel consegnare beni di prima necessità in tempi brevi, garantendo così pasti dignitosi alle persone in maggiore difficoltà, ancor più in prossimità del Natale.

Siamo consapevoli che il lavoro da fare è ancora molto; ce lo ricordano, tutti i giorni, i numeri della pandemia e le difficoltà delle nostre imprese nel far quadrare i conti. È per questo che a breve approveremo un quinto decreto, destinato al sostegno economico delle attività produttive e dei lavoratori, che terrà conto non più, come i precedenti decreti, di alcune mensilità, ma che terrà conto di tutta l'annualità 2020 e, quindi, riusciremo a capire l'effettiva difficoltà che le imprese e il sistema produttivo italiano hanno avuto e risponderemo con le necessarie risorse.

In ultimo - e voglio concludere -, posso garantire che noi democratici, da convinti europeisti quali siamo, con le stesse caparbietà e credibilità espresse per riuscire a ottenere dall'Europa il più grande finanziamento mai ricevuto, di oltre 200 miliardi, affronteremo al meglio la gestione del Recovery Plan e lavoreremo senza sosta al rilancio del nostro sistema economico, senza mai lasciare indietro nessuno.

Con questo impegno verso gli italiani, a nome del Partito Democratico, dichiaro il voto favorevole al decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, stiamo vivendo la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica più grave che l'Italia ricordi, forse che il mondo ricordi, e la stiamo vivendo con il peggior Governo che l'Italia ricordi. Un Governo che non ascolta; non ascolta il Parlamento, non ascolta il Paese, non ascolta la gente e non ascolta nemmeno la propria maggioranza. Un Governo che ogni giorno cambia idea, prende decisioni altalenanti, tentennanti, schizofreniche; e oggi, a sei giorni dal Natale, ancora gli italiani non sanno che cosa potranno o non potranno fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un Governo che, se non lo avete capito, non è più in sintonia con il Paese, se mai lo fosse stato. E, attenzione, un dato è impietoso, e ci vede tutti uniti e tutti affranti: il dato dei morti, morti in rapporto alla popolazione, che vede l'Italia essere prima al mondo, prima del Brasile, degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, primi in Europa, i peggiori. E questo ci deve far riflettere: se chiediamo ancora sforzi agli italiani, e dobbiamo chiederli, bisogna prima fare autocritica e chiedere scusa agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Le grandi battaglie si fanno insieme al Parlamento in uno Stato democratico, si fanno insieme al Paese, insieme alla gente, insieme alle regioni, alle province e ai comuni. I comuni mai ascoltati. Se si vuole tenere insieme il Paese, non si impongono DPCM senza ascoltare il Parlamento, non si impongono regole che non hanno a che fare con il buonsenso e la razionalità, non si chiede sempre il voto di fiducia, esautorando il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Avete assoldato 470 consulenti e adesso ne volete altri 300 per i soldi del Recovery Fund, perché? Perché neanche voi credete nel vostro Governo, non credete nei vostri Ministri e nei vostri Vice Ministri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Ebbene, siete probabilmente chiusi nei vostri palazzi, abbarbicati, che non sapete neanche che questo è il Paese dei comuni, 8 mila comuni, e che il buon senso vuole che ci siano differenze tra piccoli comuni e grandi comuni. In Italia, gli 8 mila comuni sono composti da 500 grandi comuni, ma tutti gli altri sono piccolini; e non lo dico solo per il Natale, per cui è assurdo che genitori con i figli a poche centinaia di metri, solo perché cambia il comune, non potranno vedersi, ma lo dico anche per quelle attività che sono rimaste aperte e che, grazie al fatto che non si poteva uscire dal comune, hanno avuto una perdita di fatturato enorme. Parliamo di artigiani, carrozzieri, meccanici, parrucchieri; parliamo di persone che non otterranno neanche questi ristori, che non dobbiamo chiamare ristori, dobbiamo chiamare risarcimenti. Ma, se li chiamiamo risarcimenti, non possiamo parlare di queste cifre; dobbiamo essere seri, parlare di cifre che altri Stati hanno applicato, non come l'Italia. Ma, ragazzi, quattro decreti… Credo che non ci sia un Paese al mondo che sullo stesso argomento, nel giro di tre mesi, fa, quattro decreti-legge.

Sullo stesso identico argomento, e questo evidenzia in tutta la sua completezza la povertà di idee di questo Governo.

Attenzione, a gennaio, e qui ho portato ItaliaOggi: “Dopo le feste l'inferno fiscale, 31 milioni di cartelle esattoriali”. Anche qui voi non avete ascoltato, non avete ascoltato la Lega che vi ha detto: pace fiscale, non condono, ma pace fiscale, rottamazione, rateizzazioni a 20, a 30 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché non è una colpa dichiarare le imposte e non riuscire a pagarle! Voi dovete smetterla di terrorizzare gli italiani, gli italiani vanno rasserenati.

Entriamo nel merito. Attività che hanno perso fatturato aperte non le avete ristorate. Vi abbiamo detto: riducete ai minimi le imposte sugli affitti, così i proprietari abbassano i canoni di locazione alle famiglie e alle attività economiche. No, avete dovuto creare un meccanismo complicatissimo, e anche qui non ci credete nemmeno voi, perché avete messo 50 milioni di euro per tutto l'anno per tutta Italia, cioè un'inezia. Cioè, voi non credete alle norme che introducete; in più complicate. Pensiamo al bonus del 110 per cento: una norma che la Lega ha votato, che è assolutamente importante, ma che avete reso talmente complicata che nessuno riesce ad applicarla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e avete bloccato anche il mercato delle ristrutturazioni in questo modo.

Ancora, nel “decreto Ristori” c'è la sospensione dei mutui, ma anche qui avete dimenticato quelli degli artigiani, dei commercianti, dei professionisti. Voi create i cittadini di serie A e i cittadini di serie B, voi siete divisivi in un momento in cui bisogna unire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

In questi decreti noi abbiamo fatto un enorme lavoro di aiuto al Paese e a voi inserendo codici che avete dimenticato, codici Ateco che avete dimenticato; ma ancora, tutte le filiere: dietro un ristorante ci sono un sacco di aziende, e voi le avete dimenticate, pur avendo noi presentato parecchi emendamenti. Perché, anche qui, cittadini di serie A e cittadini di serie B. I ristori bisogna darli, ma bisogna darli all'altezza della crisi economica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

In conclusione avete gestito la crisi sanitaria nel modo peggiore, ma lì, lì risponderete alla storia. La crisi economica è qui da vedere, abbiamo già 500 mila posti di lavoro persi, abbiamo aziende che stanno chiudendo. Dovete cambiare completamente rotta e ascoltarci assolutamente. Attenzione, adesso arrivano i soldi del Recovery Fund. Non possono essere sprecati! Questa è un'ipoteca sul futuro dei nostri figli. Voi non siete all'altezza di utilizzare, di impegnare e di progettare per questi soldi. C'è bisogno di un Governo all'altezza di questo nostro Paese, che è un grande Paese, un Paese che merita un Governo migliore. Voi colpevolizzate gli italiani che hanno usato del gran buon senso e della gran pazienza, perché in fondo i veri colpevoli siete voi. Per questo voteremo contro questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Masi. Ne ha facoltà.

ANGELA MASI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, ci ritroviamo oggi a votare un nuovo provvedimento, anzi quattro provvedimenti in uno, che hanno l'obiettivo di aiutare e sostenere vari settori del nostro Paese e tanti italiani in difficoltà, provvedimenti che rappresentano un segno tangibile degli sforzi compiuti dal Governo e dal Parlamento, perché voglio ricordare che le opposizioni hanno votato anche l'ultimo scostamento insieme alla maggioranza. Chiaramente l'intento è stato, per quanto possibile, rispondere ad effetti di un evento senza precedenti. Dall'inizio della pandemia sono stati messi in campo, tra manovre e decreti, circa 100 miliardi di euro. Giusto per intenderci, una manovra solitamente ha un valore di 30 miliardi. Ecco, è come se ne avessimo approvate tre in pochissimi mesi. Mesi difficili, mesi terribili, mesi che hanno messo a dura prova il nostro Paese. Quello che abbiamo fatto è stato sufficiente? No, non lo è, e non certo perché il Governo e il Parlamento si sono risparmiati o non abbiano fatto tutto ciò che potevano. Non è sufficiente, perché nessun intervento sarà mai sufficiente di fronte alle conseguenze di questa tragedia mondiale. Ma si è fatto tutto il possibile, questo è certo. E si è fatto quello che mai è stato fatto prima d'ora. Siamo intervenuti in difesa del nostro sistema sanitario, delle famiglie, dell'istruzione, delle attività produttive, delle Forze dell'ordine. Chiaramente entrare nel dettaglio di questo provvedimento è praticamente impossibile. È un provvedimento articolato, vasto, perché complessa è stata l'emergenza.

Ma alcuni di questi interventi vanno ricordati certamente. Comincerei con gli interventi a fondo perduto, a favore delle imprese danneggiate dalla pandemia. Già col primo “decreto Ristori 1” abbiamo previsto, infatti, dal 100 al 400 per cento delle somme già ricevute in occasione del “decreto Rilancio”, qualche mese fa, cifre poi confermate e ampliate nel “decreto Ristori bis” e con gli altri decreti, dove sono stati ampliati i ristori anche per le zone danneggiate da maggiori restrizioni, quelle che ormai conosciamo tutti, le zone arancioni e le zone rosse.

Nel complesso, i quattro “Ristori” e le risorse a fondo perduto ammontano a quasi 5 miliardi, che diventano 11, se consideriamo anche i 6 miliardi del “decreto Rilancio” di primavera. Nella prossima manovra, inoltre, sempre per il fondo perduto, ci sono ulteriori 3,8 miliardi. Chiaramente il fondo perduto - che qualcuno ha chiamato “mancette” -, è una misura di giustizia sociale, in una fase difficile come questa, che continueremo a sostenere e a rafforzare, provvedimento dopo provvedimento, fino a quando sarà necessario. Siamo intervenuti, poi, rivolgendoci ai lavoratori fin dall'inizio, assicurando la cassa integrazione dai primi mesi dell'emergenza. Ma non solo. Abbiamo stanziato un'indennità ad alcune specifiche categorie di lavoratori, gli stagionali del turismo, i lavoratori dello sport, i lavoratori dello spettacolo, giusto per fare alcuni esempi. Ma consentitemi, poi, di ricordare una misura che, a nostro parere, è stata fondamentale. È stata fondamentale per evitare un collasso della nostra società. Con il blocco dei licenziamenti fino a marzo, lo Stato ha dato un chiaro messaggio: ti sono accanto, ti sono vicino, non ti lascio solo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È sufficiente? No, certo. Così siamo intervenuti anche sulle scadenze fiscali e sulle imposte. Abbiamo cancellato la rata IMU di dicembre, abbiamo sospeso gli acconti Ires, Irpef e Irap, rinviati al 30 aprile 2021 per tantissime attività. Anzi, grazie a un fondo di 5 miliardi, l'anno prossimo parte di queste sospensioni verranno trasformate in cancellazioni e ulteriori differimenti per quelle attività economiche che sono ancora danneggiate. Abbiamo interrotto i pagamenti delle cartelle della rottamazione e se ne parlerà a marzo 2021. Basta tutto questo? No, nemmeno questo, lo sappiamo. Così, ad esempio, nell'ultimo “Ristori” e nel “Ristori quater” abbiamo rifinanziato il fondo di 400 milioni per le emergenze alimentari a beneficio dei comuni italiani. Abbiamo rilanciato il made in Italy, incrementando di 500 milioni per il 2020 il fondo rotativo per i finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici.

Nel “Ristori-quater”, in particolare, abbiamo pensato a chi garantisce ogni giorno la nostra sicurezza, stanziando le risorse per pagare gli straordinari alle Forze di polizia e ai vigili del fuoco, che ringraziamo per l'importante lavoro che stanno svolgendo ormai da mesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): oltre 50 milioni di euro per il pagamento, tra le altre cose, di indennità e straordinari per le Forze di polizia e, allo stesso modo, stanziamo, per il 2020, ulteriori 5,3 milioni di euro per le prestazioni di lavoro straordinario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. È chiaro, sono solo esempi del numero straordinario di investimenti messi in campo dal Governo, interventi che, lo ribadisco, non sono sufficienti e non lo saranno mai, ma sono stati preziosi, importanti, fondamentali, in un momento drammatico, come quello che abbiamo vissuto e, purtroppo, stiamo ancora vivendo.

Adesso però, Presidente, ci aspetta la sfida del futuro, un futuro difficile, lo sappiamo, sì, perché ci sono settori che più di altri hanno bisogno di un forte aiuto e penso, ad esempio, al turismo, al settore della cultura, al settore delle cerimonie, al settore dello spettacolo, su cui bisogna ancora darsi da fare tanto, visto che l'onda lunga di questa pandemia sarà avvertita a maggior ragione da questi operatori. E, allora, bisognerà continuare a lavorare a misure lungimiranti, perché quando l'emergenza sarà terminata dobbiamo avere un Paese già pronto, pronto a ripartire anche facendo tesoro di quello che abbiamo vissuto questi mesi, ridisegnando un Paese diverso, perché è chiaro che nulla sarà più come prima.

Mi avvio a conclusione, ringraziando i tanti operatori della sanità non solo perché hanno dato prova della grande professionalità, ma perché hanno dimostrato tenacia e coraggio. Ma il mio pensiero va, soprattutto, alle vittime di questa epidemia. Dobbiamo evitare di abituarci alle notizie quotidiane, dobbiamo ricordarci in ogni momento, in ogni istante che, dentro quei numeri, ci sono dei visi, delle storie, delle sofferenze, delle persone e dobbiamo ricordarcelo tutte le volte che siamo chiamati a rispettare regole, prescrizioni, indicazioni necessarie per salvaguardare la nostra salute, ma, soprattutto, quella degli altri. Perché senza tutto questo, senza un'idea di Paese che si riscopre unito contro un nemico che non guarda in faccia a nessuno, che non fa distinzione di nessun tipo, ecco, se non ci riconosceremo come un Paese unito contro il virus, ogni sforzo, ogni intervento non solo sarà insufficiente, ma risulterà completamente inutile. E, allora, è il momento di ritrovarci uniti, di stringere i denti, in attesa che si possa ripartire. Il Governo e la maggioranza stanno facendo il possibile, stanno facendo uno sforzo mai visto prima, in attesa di sconfiggere tutti insieme un nemico comune. Per tutti questi motivi, dichiaro il voto del Movimento 5 Stelle a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, sentita la discussione, ho ritenuto necessario intervenire per chiedervi perché, in quest'Aula in cui siamo da mesi, non c'è uno strumento di sanificazione stabile, come in grandi industrie come la Nestlé, come la Montedison (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ci sono due mondi: quello della finzione, del teatro, di un pessimo Governo che inventa soluzioni sbagliate e le industrie italiane. Ne ho parlato con Arcuri, ne ho parlato con il Ministro Speranza, ne ho parlato con il Ministro Sileri: ignorano completamente la possibilità di sanificare ambienti chiusi per renderli immuni al COVID. È grottesco, l'insufficienza di misure adottate nei luoghi del lavoro. È una denuncia fondamentale per capire che qui stiamo recitando la parte di chi vive un dramma che potrebbe essere stato superato da almeno sei mesi! Da almeno sei mesi! Vigliacchi! Incapaci! Nemici del popolo (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti)!

PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Emanuele Scagliusi è diventato padre del piccolo Edoardo. Esprimo al collega, alla mamma e al neonato gli auguri più sinceri da parte di tutta l'Assemblea (Applausi).

Poiché in Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto che il voto finale abbia luogo alle ore 15, sospendo la seduta fino a tale orario.

La seduta, sospesa alle 14,55, è ripresa alle 15.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2828)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2828:

S. 1994 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21) (Applausi).

Annuncio della elezione di un giudice della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 16 dicembre 2020, il Presidente della Corte Suprema di Cassazione mi ha inviato la seguente lettera: “Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 2, ultimo comma, della legge 11 marzo 1953 n. 87, contenente norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale, ho l'onore di comunicarLe che il collegio di questa Corte Suprema di Cassazione, appositamente convocato, ha eletto in data odierna la dottoressa Maria Rosaria San Giorgio giudice della Corte costituzionale in sostituzione del dottor Mario Rosario Morelli, che ha compiuto il suo mandato in data 12 dicembre 2020” (Applausi).

In morte dell'onorevole Enrico Ferri.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Enrico Ferri, già membro della Camera dei deputati nella XI legislatura, nonché padre del collega Cosimo Maria Ferri. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea (Applausi).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica, con lettera in data 17 dicembre 2020, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il senatore Alessandro Alfieri, in sostituzione del senatore Dario Stefano, dimissionario.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, la ringrazio. Solo per rappresentare un'indagine condotta dalla DDA di Firenze che, ancora una volta, viene condotta in un sito di discarica che si trova nel comune di Rosignano Marittimo e che porta il nome di Scapigliato. Già circa cinque anni fa una precedente indagine condotta dalla DDA di Firenze aveva condotto a questo sito di discarica, dove venivano conferiti in maniera del tutto illecita rifiuti al di fuori delle regole e delle normative che dovrebbero disciplinare la gestione dei rifiuti. Questo ulteriore fatto si aggiunge a una relazione di inchiesta, condotta nella XVII legislatura dalla Commissione di cui mi pregio di far parte, quella di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti, che aveva precisato, riguardo a questa discarica di Scapigliato gestita dalla pubblica amministrazione, una modalità non troppo regolare in termini di garanzie a favore dell'ambiente e dei cittadini; ebbene, io mi voglio responsabilizzare e portare qui la voce dei cittadini di Rosignano, che chiedono di fare luce e chiedono verità per Scapigliato!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Presidente, gli italiani all'estero pagano l'IMU sulla loro unica casa in Italia di proprietà, addirittura con un'aliquota maggiorata, come se fosse una seconda casa. Quest'anno il COVID ha impedito a molti di loro di usufruire della casa in Italia perché impossibilitati a tornare nel Paese di origine. Questa tassa, Presidente, è ingiusta e vergognosa, soprattutto in questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica. Presidente, il Comites di Zurigo mi ha addirittura inviato 3 mila firme, raccolte per dimostrare quanto è sentito il problema e per chiedere a gran forza che questa tassa venga abolita. Come Lega, Presidente, abbiamo proposto e stiamo lottando per ampliare l'esenzione IMU per l'impossibilità di utilizzare gli immobili a causa del COVID. Il Partito Democratico, Italia Viva e i Cinque stelle al Governo sono sordi alle esigenze di noi italiani all'estero. Pertanto, chiedo a nome di questi 3 mila italiani all'estero che siano rispettati e che possano avere lo stesso trattamento degli italiani in Italia: l'abolizione di questa iniqua e odiosa tassa. Presidente, siamo tutti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Deputata Papiro, prego.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, mentre ieri tutta l'Italia gioiva per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo, il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, non ha potuto fare a meno di risparmiarci un episodio indegno e indecoroso, volto ad offendere il nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e a mortificare inevitabilmente anche il prezioso operato di questi mesi …

PRESIDENTE. Colleghi, per favore …

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Portato avanti dall'intelligence e da tutto il corpo diplomatico. Le parole utilizzate per commentare il meraviglioso risultato ottenuto - che, ricordo, è frutto di un grande lavoro di mediazione portato avanti con grande discrezione - sono vergognose e indegne, soprattutto se avanzate da una carica istituzionale che dovrebbe solo dare dimostrazione di eleganza - questa sconosciuta - e responsabilità. Trovo davvero imbarazzante per la mia Sicilia e la dignità di tutti i siciliani che una giornata di festa sia stata infangata da polemiche sterili, volte solo sminuire l'operato del Governo nazionale e a centrare tutta l'attenzione su se stessi. Se poi aggiungiamo l'aggravante di divulgare l'attribuzione di meriti tramite comunicati - smentiti poi tra l'altro dalle stesse famiglie - allora tocchiamo davvero il fondo. Invece di perdere il suo tempo a criticare le azioni di questo Governo, il Presidente Miccichè quel tempo lo impegni a risanare la mia terra e si domandi - ma seriamente - se merita davvero di rappresentarla. Che la smetta con questo atteggiamento poco consono al ruolo che riveste e gioisca senza polemiche ad un bellissimo e importante risultato che è di tutto il paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Deputato Acunzo.

NICOLA ACUNZO (MISTO). Questi mesi di pandemia ovviamente stanno relativizzando una crisi destinata a settori specifici. Intervengo solo per sensibilizzare in questo momento l'Aula - e soprattutto il Governo e il Parlamento - affinché ci sia la possibilità di digitalizzare, come è giusto che si faccia, ma si digitalizzi in qualche modo - credo Presidente sia necessario - italiano. Noi abbiamo delle eccellenze nel nostro Paese che sono state anche da altri Governi evidenziate, come ad esempio il gruppo Prysmian, che opera anche in Italia, come la FOS di Battipaglia, che è un'eccellenza in questo settore. È importante che anche il nostro paese, anche il nostro Governo in qualche modo possa avere una sensibilità nei confronti di questo e cercare, pur mantenendo il liberismo che ci deve essere, di fare in modo che le eccellenze italiane, come la FOS di Battipaglia, che è veramente un'eccellenza internazionale... Il gruppo Prysmian ha già, ad esempio, fatto un accordo con il Governo francese affinché si digitalizzi francese, perché il gruppo Prysmian è anche in Francia. Io gradirei che in qualche modo ci fosse la possibilità e soprattutto evidenziare elementi di qualità: digitalizzare con qualità, soprattutto perché in questo momento il tutto può ricadere anche su una tematica di crisi occupazionale.

PRESIDENTE. Deputato Bond, prego.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. So che è un argomento che lo si legge sui giornali e in qualche maniera è anche stato trattato tante volte in tanti provvedimenti qui dentro l'Aula. Però, volevo informare l'Aula che, come Veneto, in questo momento stiamo vivendo una situazione sanitaria molto, molto grave. Abbiamo non solo le terapie intensive piene di persone che hanno bisogno di tanto aiuto ma abbiamo anche proprio il territorio pieno di casi positivi di COVID.

Il mio intervento, il voler prendere la parola, senza togliere tempo, prima, agli interventi, è proprio perché, oltre al COVID, caro Presidente, noi abbiamo tantissimi casi di malattie non COVID, soprattutto malattie oncologiche, che non trovano risposta. E allora tante famiglie sono lì con il pensiero di avere un proprio caro da poter operare o poter curare con della chemioterapia, che si trova in una regione virtuosa dal punto di vista sanitario, molte volte con delle risposte fumose, con delle date che non ci sono.

In un momento così bello come il Natale, una riflessione sul futuro della nostra salute, sul futuro della pianificazione sanitaria, anche in una regione virtuosa come il Veneto, la dobbiamo fare.

Ecco, il messaggio che io porto è che non c'è un virtuoso in Italia della sanità ma che ci deve essere una grande solidarietà in questo momento, come noi l'abbiamo portata in tanti momenti, perché il Veneto sta soffrendo, sta soffrendo tantissimo di malattie anche non COVID e ci sono tanti, tanti morti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente, la ringrazio anche per la deroga agli interventi di fine seduta, visto che questo non era previsto, ma non potevamo prevedere cosa è successo questa mattina, secondo quanto hanno riportato le fonti stampa. Questa notte, le proprietà del candidato sindaco Paolo Damilano per il comune di Torino sono state distrutte, sia nella città di Torino sia nel comune di Barolo dove Paolo Damilano, come imprenditore, ha i suoi vigneti. È stato distrutto il suo bar, è stato distrutto il suo pastificio, sono stati distrutti i vigneti nel comune di Barolo. La cosa che è particolare, e che deve essere di interesse di quest'Aula, è che questo raid vandalico, evidentemente organizzato, su due comuni diversi è avvenuto il giorno dopo che, a mezzo stampa, è uscita la notizia che Paolo Damilano avrebbe avuto il via libera dai partiti del centrodestra per essere il candidato unitario del centrodestra alle elezioni comunali di Torino. Ora, io mi auguro che la condanna di questi gesti, su cui ovviamente indagheranno le autorità competenti, sia unanime, ma la contemporaneità dei fatti lascia per forza immaginare che ci sia un legame tra la notizia della candidatura e l'atto vandalico. Ed è un'intimidazione che in uno Stato democratico non può essere tollerata. Ci si può confrontare politicamente, si può dibattere, si possono avere idee diverse, ma che un candidato, soltanto per aver fatto una scelta di campo, venga intimidito in questo modo prima delle elezioni penso che sia qualcosa che merita la condanna unanime di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non sia degno di un Paese civile.

Quindi, dal gruppo della Lega-Salvini Premier e, mi auguro, da tutto il Parlamento, arriva la massima solidarietà al candidato Paolo Damilano, nella speranza che questo resti un gesto isolato e che la campagna elettorale, nel comune di Torino, che è una grande città, che ha insegnato la democrazia e la civiltà a questo Paese, si possa svolgere nella maniera più corretta, come merita la nostra città e come merita la nostra regione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzo. Ne ha facoltà.

TERESA MANZO (M5S). Grazie, Presidente. Questa mattina, durante i lavori dell'Aula, ho appreso che gli operai della Meridbulloni di Castellammare hanno trovato i cancelli della fabbrica chiusi e presidiati dalle guardie giurate. Uno shock per quei lavoratori che, senza alcun preavviso, si sono ritrovati fuori dal proprio posto di lavoro come se fossero ospiti indesiderati. Un comportamento, quello della dirigenza della Meridbulloni, che fa parte del gruppo brianzolo Fontana Group, ampiamente discutibile e irrispettoso verso i suoi operai, trattati come soggetti irrilevanti a cui non è stata concessa neanche la cortesia di essere avvisati in anticipo dell'improvvisa chiusura.

È a rischio il futuro di circa 80 famiglie stabiesi, che da un giorno all'altro e senza alcun preavviso si sono viste private della serenità, fatto ancora più grave se si considera la difficile congiuntura economica attraversata dal Paese a causa dell'emergenza COVID.

Con questo mio intervento, Presidente, chiedo al Governo di intervenire per far luce sulla vicenda e fare chiarezza sulle ragioni che hanno spinto la dirigenza a chiudere da un giorno all'altro i cancelli di uno stabilimento storico, che per la città di Castellammare rappresenta uno dei simboli della città.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. C'è stata parzialità da parte della procura di Torino nella valutazione dei processi che riguardano i no-TAV per gli scontri del 27 giugno e del 3 luglio 2011? La procura avrebbe, insomma, usato velocità diverse quando i militanti erano imputati e quando erano parti offese? In sintesi, Presidente, è questo che ha richiesto ieri, 17 dicembre, l'avvocato Stefano Bertone, uno dei legali nell'appello bis del maxiprocesso no-TAV. L'avvocato Bertone fa riferimento a una vicenda del 2014. Questa vicenda riguarda due attiviste no-TAV, Nicoletta Dosio e Dana Lauriola, e un altro processo in cui entrambe erano parti lese: imputato per diffamazione nei loro riguardi, invece, era il senatore Esposito.

Ebbene, sembra che quel processo, che giaceva negli armadi da tempo senza mai arrivare in aula, sia stato rallentato, tanto che l'allora procuratore generale Maddalena, a cui si era rivolto l'avvocato Bertone per una trattazione più solerte del fascicolo, invia una lettera al PM Andrea Padalino chiedendogli di non tergiversare. Una prova insomma, secondo l'avvocato, delle diverse velocità nell'affrontare i processi.

Presidente, non è mio compito intervenire in queste questioni, ma voglio rivolgere un pensiero a Dana, tuttora in carcere a Torino, che dovrà scontare due anni per blocco stradale e voglio citare in quest'Aula parole non mie ma di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “È urgente che le autorità riconsiderino la richiesta di misure alternative alla detenzione e liberino immediatamente Dana Lauriola, arrestata per aver esercitato il suo diritto alla libera espressione e alla manifestazione pacifica”. Buon Natale, Dana. Non sei sola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 21 dicembre 2020 - Ore 11:

(ore 11, con votazioni non prima delle ore 15)

1. Discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. (C. 2790-bis)

La seduta termina alle 15,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 17 la deputata Bilotti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 20 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 i deputati Cannizzaro e D'Ettore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2828 - odg 9/5 474 472 2 237 216 256 33 Resp.
2 Nominale odg 9/2828/7 467 466 1 234 221 245 33 Resp.
3 Nominale odg 9/2828/11 488 485 3 243 222 263 33 Resp.
4 Nominale odg 9/2828/18 478 475 3 238 214 261 33 Resp.
5 Nominale odg 9/2828/28 484 477 7 239 210 267 33 Resp.
6 Nominale odg 9/2828/37 486 480 6 241 211 269 33 Resp.
7 Nominale odg 9/2828/38 482 479 3 240 209 270 33 Resp.
8 Nominale odg 9/2828/86 rif. 488 487 1 244 479 8 33 Appr.
9 Nominale odg 9/2828/91 rif. 491 490 1 246 488 2 33 Appr.
10 Nominale odg 9/2828/95 489 481 8 241 211 270 33 Resp.
11 Nominale odg 9/2828/99 rif. 489 485 4 243 483 2 33 Appr.
12 Nominale odg 9/2828/100 483 476 7 239 23 453 33 Resp.
13 Nominale odg 9/2828/106 rif. 479 475 4 238 464 11 33 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2828/107 rif. 477 476 1 239 475 1 33 Appr.
15 Nominale odg 9/2828/108 465 462 3 232 212 250 33 Resp.
16 Nominale odg 9/2828/111 455 453 2 227 201 252 33 Resp.
17 Nominale odg 9/2828/113 rif. 469 466 3 234 447 19 33 Appr.
18 Nominale odg 9/2828/118 455 451 4 226 202 249 33 Resp.
19 Nominale odg 9/2828/124 452 449 3 225 201 248 33 Resp.
20 Nominale odg 9/2828/127 427 421 6 211 182 239 33 Resp.
21 Nominale Ddl 2828 - voto finale 457 456 1 229 280 176 32 Appr.