Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 441 di giovedì 10 dicembre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Corda, Delmastro Delle Vedove e Palazzotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Rampelli.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. E' purtroppo rimbalzata, nel corso della nottata e stamattina, la notizia della morte di Paolo Rossi. È stato definito una sorta di eroe silenzioso, il simbolo dei campionati del mondo di calcio del 1982 e penso che sia opportuno e giusto tributare, non solo e non tanto a lui in quanto talento sportivo, ma a Pablito in quanto campione nella vita, il giusto ricordo (Applausi).

Io penso che vi siano davvero tanti modi per vivere la tensione e l'emozione di una competizione sportiva; si può essere baciati dalla fortuna ed essere dei talenti sportivi in quanto tali e, quindi, riuscire a conseguire i primati più incredibili e diventare famosi nella propria nazione e nel mondo intero; si può, però, anche essere un esempio riconosciuto da tutto un popolo. Paolo Rossi aveva anche un impegno di carattere sociale, ma comunque ha vissuto anche la sua uscita di scena dal palcoscenico della notorietà in maniera sobria, elegante, silenziosa, discreta e giusta. Quindi, questo è quello che vogliamo lasciare agli atti della Camera dei deputati e del Parlamento italiano del suo transito terreno. Le nostre bandiere sono inchinate di fronte a Paolo Rossi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il collega Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Questa mattina presto un brivido mi ha percorso la schiena perché il Paolo Rossi che ha ricordato il collega Rampelli era un pratese, era nato a Prato, nel quartiere di Santa Lucia, dove ha iniziato a giocare a calcio giovanissimo, poi sempre più su, in varie squadre giovanili, fino ad arrivare nell'Olimpo dei campioni.

Mi corre l'obbligo di ricordarlo e di ringraziarlo a nome non solo - credo - di tutto il Parlamento, ma anche della città che gli ha dato i natali, Prato. Paolo Rossi è stato una tessera di quell'enorme mosaico che ha fatto grande la mia città e il mio Paese. Grazie. E grazie, Presidente, di avermi concesso il tempo per ricordare questo grande campione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Ringrazio il presidente Rampelli di avere voluto aprire i nostri lavori di oggi con un ricordo doveroso, sentito e giusto, al quale ci associamo come gruppo del Partito Democratico, della figura di Paolo Rossi. Un grande campione, uno sportivo di riferimento per moltissime generazioni e un uomo che ha saputo dare prova di sé anche al di fuori del contesto sportivo che aveva così intensamente calcato. Paolo Rossi è stato non solo un grande campione, ma, al tempo stesso, una metafora e un simbolo: la metafora di come, nella vita, si possa avere successo, si possa cadere, di come possano non avere più fiducia in te e quindi arriva un momento nel quale devi fare appello a tutte le tue forze interne, alle tue più profonde convinzioni per reagire di fronte a un mondo che non crede più nelle tue capacità; e poi la resurrezione, il successo, la capacità di diventare un punto di riferimento a livello internazionale. Ricordiamo la sua straordinaria epopea dei Mondiali dell'82, il Pallone d'oro, i successi internazionali, i suoi gol, ma soprattutto, credo, in questo contesto, il suo carattere e il simbolo che lui ha voluto rappresentare. Quindi, non solo la metafora di un uomo che cade, risorge e si afferma, ma anche il simbolo di un'Italia, quella dell'82, che usciva da un momento drammatico per chi, come chi le parla, signor Presidente, ha avuto la fortuna di attraversare quei momenti. Il 1982 fu un momento di passaggio: non aprivamo più il radiogiornale del mattino con la conta dei morti, ma con il racconto dei gol di Paolo Rossi. E fu quindi anche uno straordinario momento di rinascita, di speranza, di prospettiva per un Paese che usciva da una notte e che si apriva verso un orizzonte più radioso. È anche per questo che, credo, noi dobbiamo ringraziarlo, perché, in questi quindici giorni in cui abbiamo accompagnato due straordinari campioni come Diego Armando Maradona e Paolo Rossi, ci sentiamo davvero tutti quanti più poveri (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fontana. Ne ha facoltà.

LORENZO FONTANA (LEGA). Grazie, Presidente. È un momento sicuramente triste, quello che ci coglie oggi, perché - magari per averlo vissuto personalmente, magari perché lo ha sentito dai racconti dei genitori perché era troppo piccolo per ricordarlo, come è il mio caso - chi non sa chi è stato Paolo Pablito Rossi? Tra l'altro, nella mia terra lui ha vissuto sicuramente dei momenti molto importanti, perché è stato un grande centravanti del Vicenza, ma anche del Verona. Probabilmente, a Vicenza ha avuto uno dei momenti più belli della sua carriera e, quindi, è diventato anche cittadino onorario della città di Vicenza, quindi sicuramente tanti appassionati, tanti sportivi. Ma condividevo quello che si diceva prima: è stato un simbolo di tutta Italia in un particolare momento storico, un momento di rinascita, ed è stato il simbolo anche da un punto di vista umano, di ciò che significa avere dei momenti di gravissima difficoltà, di gravissima delusione per poi riprendersi tutto con gli interessi, diventando uno dei simboli migliori che lo sport italiano abbia mai avuto. Una persona, tra l'altro, molto umile, anche questo mi va di ricordare, una persona umile che, con il suo modo di fare, con il suo modo di lavorare, ha saputo rappresentare al meglio la nostra Nazione soprattutto in quegli anni fantastici che sono stati gli anni Ottanta. Io credo che tutti noi dobbiamo a lui un profondo ricordo per quello che ha rappresentato, per quello che è stato e per quello che sarà sempre nella nostra memoria collettiva (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi non ci lascia soltanto un campione di calcio, ma probabilmente ci lascia anche il ricordo di un eterno ragazzo pulito, il simbolo di un'Italia felice che, in quel momento, in quegli anni, viveva probabilmente un tempo di sogni, di ottimismo.

Era il 1982, un anno nel quale in Italia vi erano anche grandi problematiche e quella forse è stata una stagione nella quale, anche attraverso i successi calcistici, abbiamo immaginato e fantasticato tempi migliori. Sono oggi in quest'Aula anche abbastanza commosso per il fatto di aver vissuto per quarant'anni nel mondo del calcio e aver visto la mia passione alimentata da personaggi come Paolo Rossi; e forse anche il mio ricordo, la mia percezione, amplificata dai ventidue anni che avevo, nel momento in cui si svolgeva il mondiale che ha segnato la storia della nostra Italia calcistica, mi faceva percepire probabilmente un mondo bellissimo. Anche per questo noi, oggi, probabilmente, piangiamo un campione: perché Paolo Rossi ha abitato i nostri sogni di bambini e li ha trasformati in realtà. Grazie, Pablito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno ritenuto di dover ricordare un simbolo del nostro Paese. Chi della mia generazione, gli ex giovani che hanno seguito il grande mondiale dell'82, si sono non tanto appassionati al calcio, ma forse per la prima volta si sono appassionati alla maglia azzurra. Lo dobbiamo soprattutto a quello straordinario entusiasmo in campo e fuori dal campo di un campione che ci regalò non poche soddisfazioni, gioie, emozioni, lacrime. L'Italia pianse davanti agli schermi della TV, si ritrovò nelle strade a festeggiare, si ritrovarono tanti ragazzi con le maglie della nazionale, ma, soprattutto, con in mano le bandiere e il nostro tricolore. Facciamo bene, oggi, in Parlamento, a ricordarlo per esprimere a lui la nostra gratitudine, perché lo sport, la maglia azzurra, quelle giornate, le giornate che ha vissuto e che ci ha fatto vivere, ci hanno reso orgogliosi di essere italiani. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso per lo svolgimento di votazioni elettroniche, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,20, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario (A.C. 2772-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2772-A: Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2772-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti ad esso e agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Gemmato 6.012, già dichiarato inammissibile in sede referente.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto alla materia oggetto del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Zolezzi 6.0100, non previamente presentato in Commissione, volto ad autorizzare il Ministro della Salute a modificare il decreto ministeriale del 15 dicembre 1990 sul Sistema informativo delle malattie infettive diffusive, al fine di ricomprendervi la polmonite a genesi infettiva.

Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti la collega Bruno Bossio. Prego. Chiedo ai colleghi di abbassare il tono della voce.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, oggi è una giornata importante per la Calabria. È una giornata importante perché questo decreto, a differenza di quello che si dice in questi giorni, sul fatto che rappresenti una mera proroga del commissariamento della sanità in Calabria, può essere - deve essere - il momento in cui finalmente si fa chiarezza su quello che è successo effettivamente in questi undici anni di commissariamento e su come incominciare ad affrontare il tema della sanità calabrese senza superficialità. Purtroppo in queste settimane siamo stati massacrati, come regione Calabria, come calabresi, dai talk show nazionali, che hanno affrontato la questione in termini grotteschi e spesso non completamente netti e chiari su quello che è successo veramente. Sicuramente c'è un problema che riguarda le regioni del Mezzogiorno, che è stato posto dal Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, che riguarda l'indice di deprivazione. C'è una ripartizione del Fondo sanitario nazionale che non è uguale per tutti; riguarda, come altri elementi - legati, per esempio, non solo ai livelli essenziali di assistenza, ma anche ai livelli di servizi - la spesa storica, che penalizza - continua a penalizzare - le regioni meridionali. Sicuramente sarebbe importante, come ha detto anche il Ministro Speranza, introdurre l'indice di deprivazione nel riparto del Fondo sanitario nazionale, ma già in questo decreto ci sono degli elementi importanti, degli elementi che riguardano un contributo di solidarietà, che finalmente incomincia ad intervenire sul tema del ripiano del debito; un debito che non abbiamo mai conosciuto, un debito che non è stato mai completamente certificato, un debito che è stato però usato come clava sulla testa dei calabresi per dimostrare che non siamo capaci di autogovernarci. Io penso, invece, che la Calabria può dimostrare, proprio attraverso questo decreto, di incominciare a svoltare e l'aiuto, l'appoggio, l'intervento, in questo caso, del Governo, di questo Parlamento - che ha modificato in termini molto importanti il decreto - può finalmente farci capire perché sono stati chiusi 18 ospedali in Calabria, come possono essere riaperti, come può ricominciare a funzionare la sanità calabrese che - ricordo - non è lo scantinato d'Italia, ma è una terra normale, che ha bisogno di riuscire ad avere quello che è un diritto costituzionale, il diritto alla salute per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Il parere è contrario sull'emendamento Dis 1.1 De Martini, sugli identici emendamenti 1.1 De Martini, 1.8 Occhiuto e 1.12 Ferro; sugli emendamenti 1.13 Ferro e 1.14 Ferro; sugli identici emendamenti 1.2 Foscolo e 1.9 Occhiuto; sugli emendamenti 1.10 Occhiuto, 1.3 Panizzut, 1.15 Ferro, 1.4 Sutto, 1.16 Ferro e 1.11 Occhiuto. Il parere è favorevole sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, mentre è contrario sull'emendamento 1.102 Occhiuto.

PRESIDENTE. Il Governo?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 De Martini Dis. Collega Nesci, prego.

DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo primo emendamento, che ha il parere contrario del relatore e del Governo, perché è un emendamento …

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, i pareri devono essere dati su tutti gli emendamenti di tutti gli articoli, quindi proseguirei con il relatore.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Con riferimento all'articolo 2, il parere è contrario sugli emendamenti 2.28 Ferro, 2.26 Occhiuto, 2.1 Foscolo, 2.17 Occhiuto, 2.29 Ferro, 2.16 Occhiuto, 2.2 Tiramani, 2.37 Ferro, 2.3 Panizzut; sugli identici emendamenti 2.19 Occhiuto e 2.30 Ferro e sugli identici 2.4 Locatelli e 2.31 Ferro, nonché sugli emendamenti 2.27 Ferro, 2.33 Ferro, 2.22 Occhiuto, 2.23 Occhiuto, 2.5 Boldi e 2.20 Occhiuto. Il parere è favorevole sull'emendamento 2.200 della Commissione. Il parere è contrario sugli emendamenti 2.34 Ferro e 2.35 Ferro, mentre è favorevole sull'emendamento 2.25 Occhiuto ove fosse accettata una riformulazione nei seguenti termini: “nei casi di revoca o di decadenza di cui al presente comma, ai commissari straordinari non è riconosciuto il compenso aggiuntivo di cui al comma 3”. Si mantiene inalterato il senso dell'emendamento, ma ne cambia la forma. Il parere è contrario sugli emendamenti 2.36 Ferro, 2.50 Ferro e sull'articolo aggiuntivo 2.02 Ferro.

Con riferimento all'articolo 3, il parere è contrario sugli emendamenti 3.100 Furgiuele, 3.8 e 3.7 Ferro e 3.1 De Martini; il parere è favorevole sull'emendamento 3.150 Siani; il parere è contrario sugli emendamenti 3.4 Occhiuto, 3.10 e 3.9 Ferro e 3.5 Occhiuto; il parere è favorevole sull'emendamento 3.200 della Commissione; il parere è contrario sull'emendamento 4.3 Occhiuto; il parere è favorevole sugli emendamenti 4.200 della Commissione, 5.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 5.100 Misiti; il parere è contrario sugli emendamenti 6.1 Lazzarini e 6.3, 6.5, 6.6 e 6.7 Occhiuto.

PRESIDENTE. L'emendamento 6.012 Gemmato risulta inammissibile.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Il parere è contrario sull'emendamento 6.016 Ferro.

PRESIDENTE. L'emendamento 6.0100 Zolezzi è inammissibile.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Il parere è contrario sugli emendamenti 7.7 e 7.11 Ferro, sugli identici emendamenti 7.1 Paolin e 7.10 Ferro, sugli emendamenti 7.8 e 7.9 Ferro, 7.100 e 7.6 Occhiuto, sugli identici emendamenti 8.2 Ferro e 8.100 De Martini e sugli emendamenti 8.1, 8.3, 8.4, 8.5, 8.6 e 8.7 Ferro.

PRESIDENTE. Il Governo?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'emendamento Dis 1.1 De Martini la collega Nesci, che rinuncia.

Se non ci sono colleghi che intendono intervenire, passiamo ai voti…

Ritiro la votazione.

Ha chiesto di parlare la collega Bordonali sull'ordine dei lavori.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo solo segnalare che mi risulterebbe ancora convocata la Commissione di vigilanza e, quindi, o si sollecita la Commissione di vigilanza ad interrompere i lavori oppure si sospende, dando il tempo ai colleghi di arrivare in Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, collega. Ci risulta che la Commissione sia ancora convocata. Ovviamente abbiamo avvertito che stiamo iniziando con i voti, quindi devono sconvocarla. A questo punto, io sospendo brevemente la seduta per permettere la sconvocazione.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dis. 1.1 De Martini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 De Martini, 1.8 Occhiuto e 1.12 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Con riferimento a questo emendamento (come la sorte di tutti gli altri; del resto, abbiamo sentito esprimere pareri al 100 per cento negativi, ovviamente da parte della Commissione, con parere concorde da parte del Governo) e in questa prima fase di emendamenti abbiamo sollevato - era stato già dibattuto attraverso la pregiudiziale di incostituzionalità - tutto ciò che presenta aspetti che certamente non andavano e da parte nostra non potevano non essere sottolineati rispetto, in questo caso, al Capo I, il quale doveva servire, con questo emendamento, ad essere abrogato per tutto ciò che riguarda le disposizioni urgenti del sistema sanitario della regione Calabria e, soprattutto, perché proprio soggetti a un'incostituzionalità chiara ed evidente.

Lo dico con una forma di amarezza e di rammarico, perché ieri abbiamo sentito in Aula anche colleghi della maggioranza e la collega del PD aveva sottolineato, invece, una forma di ascolto che, in qualche modo, sarebbe avvenuta all'interno della Commissione affari sociali. Ringrazio, ovviamente, la presidente e ringrazio i colleghi che ne fanno parte, la collega Bellucci, il collega Gemmato, nell'avermi delegato in un provvedimento di grande importanza, ma probabilmente non so a quale opposizione si riferisca considerato che, insomma, su 40 emendamenti tranne uno… che è stato poi ripreso in fase successiva ma che aveva avuto parere contrario, in quanto parlava, ovviamente, di risorse cumulative piuttosto che aggiuntive ai vari incarichi. Quindi, insomma, al rammarico devo dire che credo che ci sia anche una forma di cecità per chi, al contrario di noi, vive quella terra da cittadino, la vive da sempre da politico ma, soprattutto, da chi ha amministrato e forse un contributo a questo decreto poteva sicuramente venir fuori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Maria Tripodi. Ne ha facoltà.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Beh, che dire? Purtroppo, noi dobbiamo registrare il fatto che il Governo è sordo su questa materia della sanità, perché, vede, il nostro emendamento, che richiedeva la fine del commissariamento, sistematicamente era bocciato. Ora, io non voglio fare una battaglia, vede, di natura della politica politicante, ma la nostra è una battaglia semplicemente di principio, Presidente. Il commissariamento è fallito dopo 15 anni in Calabria e, vede, la nostra credo che sia una battaglia di buonsenso. Sinceramente, ci dispiace molto che anche questa volta, a dispetto degli slogan che vengono usati più o meno in diretta Facebook, i cittadini calabresi si vedono espropriati di un loro diritto e non parliamo poi della classe medica, - e lo voglio sottolineare anche in quest'Aula - che gode di altissime eccellenze, che, purtroppo, si vede sistematicamente surclassata dai diktat del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 De Martini, 1.8 Occhiuto e 1.12 Ferro. Parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Ovviamente, Presidente, solo per sottolineare un altro aspetto di incostituzionalità rispetto alla parte che è stata attribuita per quanto riguarda le funzioni del commissario, che, come già anticipato dalla collega Tripodi, in qualche modo in questa fase, rispetto anche al precedente decreto che avevamo approvato ad aprile, ha dei poteri ancora più forti, ancora, credo, più incisivi, che credo non potranno essere dichiarati costituzionali rispetto a quanto previsto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Ferro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Ferro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo agli identici emendamenti 1.2 Foscolo e 1.9 Occhiuto.

Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, questo emendamento riporta alla normalità del rapporto fra Stato e regioni anche l'eventuale scelta commissariale, che è il fondamento e la ratio di questo provvedimento, soprattutto con riguardo ai programmi operativi relativi ai piani di rientro dai disavanzi. Siccome si va in prosecuzione rispetto al precedente decreto e nel provvedimento non c'è nessuna spiegazione, anche nel preambolo nessun richiamo alla precedente attività cosiddetta manageriale, ne abbiamo già parlato in Commissione e ieri in discussione sulle linee generali, è del tutto evidente che quanto meno bisogna ricucire il rapporto fra Stato e regioni e dare fiducia al popolo calabrese in una scelta inibitoria e impositiva, perché si inibisce e si impone attraverso l'opzione commissariale, del commissario ad acta, quantomeno per stabilire nei piani del disavanzo la realtà, la situazione reale, ciò che deve avvenire sul piano contabile.

Almeno su questo si vuole avere un'intesa con la regione? Vorrei capire dal relatore, dal rappresentante del Governo - più volte abbiamo sollecitato, vi ringrazio per la disponibilità rappresentata in Commissione, ieri in discussione sulle linee generali abbiamo chiesto un'interlocuzione su questi temi - per quale ragione non si può mettere e aggiungere, usiamo termini semplici, “d'intesa con la regione Calabria”, che è l'organo in questo momento eletto dai cittadini. È l'autorità politica che rappresenta i cittadini; non li rappresentano i commissari, tanto meno questo Governo, con tutto il rispetto del Governo legittimamente formato nei palazzi e sulla base della prassi costituzionale, ma che non ha mai preso un voto da nessuno.

Allora, quantomeno l'autorità politica regionale può d'intesa… scegliamo un modello quantomeno alternativo, una ricucitura nel rapporto Stato-regione, per dare fiducia alla Calabria e soprattutto all'autorità politica che è il frutto delle scelte del corpo elettorale.

Non comprendo la ragione: avete detto più volte di essere disponibili, chiedete collaborazione. Ieri l'ho chiesto, vediamo se qui collaborate: d'intesa con la regione. Quantomeno volete avere il parere della regione sul piano di rientro dal disavanzo? Chi in quest'Aula può pensare che l'imposizione e l'inibitoria del commissariamento non debba passare anche attraverso un'interlocuzione istituzionale con la regione. Basta mettere una norma di legge, dimostrate questa volontà. Altrimenti, vuol dire che la vostra volontà è solo una: quella di imporre nuovamente alla regione Calabria un commissariamento privo di efficacia sul piano manageriale e soprattutto giuridicamente insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Mi ritrovo spesso ad inseguire il collega D'Ettore, ma per rafforzare un concetto evidentemente ragionevole rispetto anche al ruolo centrale che la regione Calabria sta vivendo in questo momento, tant'è vero che il nuovo commissario che voi avete mandato in Calabria - sottosegretario Zampa, lei non lo sa, ma glielo dico io - è tutti i giorni alla cittadella regionale, perché evidentemente ha l'esigenza di partire proprio da lì, da chi comunque nella sanità calabrese, e mi riferisco evidentemente al dipartimento salute della regione Calabria, ha piena contezza di quelle che sono le problematiche.

Quindi, credo che con questo emendamento noi andremo a dare un segnale importante e a sancire un rapporto che necessariamente deve esserci tra l'ufficio del commissario e la regione Calabria per avviare una stagione finalmente di rilancio della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 Foscolo e 1.9 Occhiuto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Occhiuto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Panizzut, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Ferro, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Sutto, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.102 Occhiuto.

Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, mi rivolgo ancora al Governo e al relatore, come abbiamo fatto in Commissione, come abbiamo fatto ieri in discussione generale: vediamo se questa disponibilità c'è o se invece state qui in attesa che la cavalcata degli emendamenti arrivi il più velocemente possibile alla fine; intanto la regione Calabria aspetta risposte su questi temi.

Questo emendamento, come altri (è a prima firma dell'onorevole Occhiuto, ma aggiungiamo anche la nostra firma), autorizza il ricorso a procedure concorsuali semplificate per titoli e colloqui, e i contratti, relativi quindi al personale da assumere, sono prorogati fino all'espletamento delle anzidette procedure. Che vuol dire? Noi abbiamo già, con un emendamento a prima firma sempre del collega Occhiuto, aperto le procedure per l'assunzione di nuovo personale e stanziato delle somme, ancorché non si sia ritenuto di prevedere anche contratti a tempo indeterminato, ma, quantomeno su questo tema, cioè il ricorso a procedure concorsuali semplificate, esso è stato previsto ovunque. Nel “decreto Immigrazione” abbiamo procedure semplificate su ogni possibile fattispecie, anche sulla conversione del permesso di soggiorno in permesso di lavoro; abbiamo visto norme incredibili di semplificazione lì per consentire tutte le misure di accoglienza. Qui trattiamo, per la Regione Calabria, delle procedure semplificate, un principio cioè di semplificazione amministrativa, quantomeno nell'impatto concorsuale, per consentire di assumere quel personale senza il quale le altre risorse non sono allocate in maniera efficace, soprattutto sugli impianti e sulle dotazioni. Per quale ragione non è possibile qui prevedere una procedura semplificata attraverso titoli e colloquio, come è previsto in tantissimi altri settori? Per esempio, ciò è previsto anche nel settore universitario per i concorsi di prima e di seconda fascia, o per altro tipo di concorsi.

Chiediamo, che in questo caso, vista la penuria di personale, in particolare medico-sanitario, si provveda attraverso serie valutazioni anche a questa semplificazione. I procedimenti di semplificazione in tutti i settori siano ritenuti importanti; qui, in un'emergenza, se l'emergenza crea diritto, creiamo un diritto ad hoc anche per l'assunzione del personale e, quantomeno, manteniamo quelli che ci sono in proroga fino a che non sono svolte le nuove procedure. Sottosegretario, qual è la ragione per dire no? Relatore, qual è la ragione per dire no?

Avete solo un intento, impositivo e inibitorio sulla regione Calabria, non avete altro intento: allora ditelo chiaramente! È inutile che noi interveniamo e ci dite in questi giorni “vediamo di collaborare”: a cosa collaboriamo, su che cosa? Nemmeno sulle ragionevoli proposte per una procedura semplificata concorsuale per assumere al più presto persone che possano offrire il loro servizio nella sanità calabrese, che ha bisogno di immediate risposte. Però per le semplificazioni del “decreto Immigrazione”, su quelle non c'era problema; ne abbiamo trovate 100 mila e per ogni norma c'era una semplificazione (tutto ciò che era necessario per accogliere e trasformare in permesso di lavoro). Qui per assumere, probabilmente perché sono quasi tutti italiani o calabresi, la questione diventa un problema, forse per l'impatto sul Governo (è meglio forse se abbiamo un permesso di soggiorno di qualche immigrato, che dice pure che è laureato in medicina internazionale e lo assumiamo, allora quello va bene).

Per quale motivo qui non è possibile una procedura semplificata? Siccome so che non mi risponderete, comprendo ancora una volta che voi non avete alcuna intenzione di far fronte all'emergenza sanitaria calabrese, ma semplicemente di prorogare un provvedimento del 2019 nel 2020 per un mero interesse politico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, io credo che questo emendamento, sottosegretario, sia un emendamento di buonsenso, perché un cruccio della sanità calabrese evidentemente è la mancanza di personale. Quindi, come dire? Consolidare, accelerare quei processi anche di assunzione, credo che sia assolutamente una cosa di buonsenso. Se realmente dobbiamo collaborare per rilanciare la sanità calabrese, da qui dobbiamo partire: questo emendamento e ragionevole. Il professor D'Ettore - e dico “professore” e non “collega deputato” - credo abbia tenuto una lezione magistrale al Governo. Io credo che il suo intervento non possa essere assolutamente smentito nemmeno dai fatti che in questo momento viviamo in Calabria. Quindi io credo che il sottosegretario e il relatore debbano assolutamente accettare questo emendamento, che è realmente di buonsenso, per dare una risposta anche a tutto quel personale che è lì in attesa di poter apportare un contributo a questo rilancio per la ripartenza della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Sottoscrivo l'emendamento.

PRESIDENTE. Lo sottoscrive? D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.28 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, viste le precedenti bocciature che riguardavano la possibilità che il Ministero mettesse a disposizione del personale, con le giuste capacità, professionalità e competenze per poter supportare il commissario ad acta, considerato che siamo stati oggetto di dibattiti televisivi sempre e comunque rispetto alle tante inefficaci e inefficienti scelte operate fino ad oggi dal Governo sulla sanità calabrese, e dopo aver bocciato l'altro emendamento che riguardava in qualche modo la possibilità da parte del commissario ad acta di proseguire rispetto a determinati criteri per il Piano di rientro, siamo a discutere sull'emendamento 2.28. Questa è una proposta emendativa che in qualche modo dovrebbe sancire la soppressione di una parte di incostituzionalità per quanto riguarda la nomina dei commissari degli enti calabresi sanitari scelti anche dall'albo nazionale.

Credo che anche questo non troverà sicuramente accoglimento, ma sottolineo al sottosegretario, che ringrazio per l'ascolto, che, anche rispetto a quelle professionalità che troppe volte sono state più un fatto legato alla tessera di partito, alla militanza o a qualche candidatura, forse sancire dei criteri di trasparenza rispetto a quello che dovrebbe apportare come valore aggiunto questo decreto, io credo stia nelle cose.

Quindi, mi rivolgo ai colleghi che mi hanno preceduto, che tentano come me di parlare di buon senso: io credo che, forse, in questo decreto non passerà nulla che riguarda il buonsenso, semmai forse quello che riguarda mettere le mani sulla sanità calabrese, perché questa sarà una partita importante per la Calabria e per le future elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Ferro, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Occhiuto, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Foscolo, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

L'emendamento 2.17 Occhiuto risulta ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.29 Ferro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Semplicemente per dire che questo dovrebbe essere un rapporto che sancisce il rispetto delle istituzioni ancor di più quando, a ricoprire dei ruoli istituzionali, sono - e speriamo molto presto saranno - i cittadini. Invece, a livello nazionale, in qualche modo, si governa senza aver avuto il consenso del famoso potere, che riconosciamo, che è quello, per quanto riguarda noi di Fratelli d'Italia, del popolo sovrano.

In questo caso, si chiede ovviamente che si possa escludere qualsiasi possibilità, affinché il commissario in Calabria venga nominato senza la preventiva intesa con la Regione Calabria. Ad oggi, in qualche modo, i vari commissari - poi, insomma, chi è andato via, chi diceva di arrivare e non è mai arrivato – sono stati solo comunicati al presidente Spirlì facente funzione, attraverso una semplice comunicazione, ma certamente non un'intesa. Se questa è la forma di dialogo e di rispetto istituzionale, io credo che forse qualche padre costituente si starà rivoltando nella tomba (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Ferro, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Per rendere nota a tutti i colleghi l'articolazione della seduta odierna, avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, entro le ore 13 si concluderà l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti al decreto-legge sulla sanità in Calabria.

L'esame del provvedimento sarà quindi sospeso e riprenderà alle ore 15,30, per lo svolgimento, con ripresa televisiva diretta, delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. La votazione finale avrà luogo alle ore 17.

Nella parte pomeridiana della seduta, dalle ore 14,30 alle ore 15,30, avrà luogo l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali presentate al decreto-legge relativo al COVID-19.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

L'emendamento 2.16 Occhiuto risulta ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Tiramani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione .

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.37 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Panizzut, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.19 Occhiuto e 2.30 Ferro.

Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare all'Aula il contenuto di questo emendamento che interviene sui criteri di nomina dei commissari ad acta, posti alla guida delle aziende sanitarie, sostanzialmente dei direttori generali, nominati dal commissario della sanità per le aziende sanitarie della regione Calabria.

Ebbene, io vorrei che l'Aula sapesse che, mentre in Italia, mentre in tutte le regioni, i direttori generali delle ASL devono essere scelti in ragione delle loro competenze, in ragione dell'esperienza che hanno, delle competenze che hanno in materia sanitaria e di economia sanitaria, in Calabria voi dite che non è così: voi scrivete in questo decreto che in Calabria i direttori generali nominati dal commissario possono anche non avere competenze specifiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

A livello nazionale è previsto che i direttori generali si scelgano da un albo dove sono inclusi tutti quelli che hanno le competenze per svolgere questo ruolo; voi, nel decreto, dite che i commissari ad acta per la guida delle aziende sanitarie in Calabria possono essere scelti anche al di fuori di quest'albo; vi è, quindi, un'infrazione alla norma generale che vale a livello nazionale.

Ebbene, in Calabria, so bene che voi per la guida della sanità spesso scegliete generali dei Carabinieri, generali della Guardia di finanza, perché è giusto che ci siano persone che abbiano la capacità di contrastare la 'ndrangheta, ma vorrei che sapeste che il modo migliore di contrastare la 'ndrangheta è investire sulle competenze per chi guida la sanità nella regione Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché un direttore generale incompetente è utile alla 'ndrangheta, così come un direttore generale disonesto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! La Calabria e la sanità calabrese hanno bisogno soprattutto di competenze e queste competenze voi escludete che possano e che debbano averle quanti guideranno le aziende sanitarie della nostra regione. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? Ha chiesto di parlare il collega Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Vorrei associarmi a quello che ha detto il collega, perché effettivamente qui siamo di fronte a qualcosa che è di puro buonsenso, oltre a rispettare, anche, in Calabria una norma generale. Io vorrei che il Governo riflettesse e cambiasse posizione su questo, perché altrimenti si potrà dire del Governo quello che si diceva del colonnello Buttiglione: che non si arrende neanche davanti all'evidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.19 Occhiuto e 2.30 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo agli identici emendamenti 2.4 Locatelli e 2.31 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Come negli emendamenti precedenti, insomma, i 2.19 e 2.30, dove si sancisce che la meritocrazia… devo dire è una parola che affiora sulla bocca di molti, ma nella testa e nei cuori di pochi e, soprattutto, di questo Governo, rispetto a quello che insomma ha appena detto il collega Occhiuto, lì chiedevamo dei criteri di professionalità, qui invece chiediamo che possano essere tolte le parole “anche in quiescenza”, perché devo dire, al di là, insomma, dei graduati che sono arrivati in Calabria, credo che la scelta di mettere persone che in qualche modo hanno già raggiunto un loro percorso lavorativo, spesso, ovviamente, in altri settori, come quelli appena citati dell'Arma dei carabinieri, piuttosto che della Guardia di finanza, ben poco abbia a che fare sia con le capacità manageriali legate al tema della sanità, ma ancor di più a quella energia e a quella possibilità di comprendere un sistema così farraginoso da rimettere in piedi e farlo ripartire e che probabilmente dovrebbe dare spazio anche a tanti giovani.

Ricordo che in quest'Aula, insomma, ci sono forze politiche che parlavano di rottamazione della politica, chi in qualche modo si è riempito la bocca del nuovo che avanza e che, mi pare, tutto sia tranne il nuovo che avanza, oggi, chiediamo che questo possa essere emendato, togliendo le parole: “anche in quiescenza” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.4 Locatelli e 2.31 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 2.27 Ferro, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, grazie. Un po' avevo anticipato il tema prima nel dire che, con questo emendamento, noi chiediamo che vengano esclusi da eventuali nomine, onde evitare insomma quello che si è registrato in questa fase, coloro che hanno avuto incarichi politici, chi in qualche modo ha anche gestito la sanità calabrese; in questo senso, non uno per tutti, ma ovviamente potremmo fare molti nomi, ricordo il caso del commissario Zuccatelli, che credo in qualche modo avesse già operato in Calabria, in due, devo dire, territori importanti, prima nel cosentino poi nell'azienda Mater Domini Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, ma che per di più in qualche modo è stato sostenuto, più che sulla base del merito e dei risultati apportati, dal fatto che, in qualche modo, avesse chiaramente quelli che noi intendiamo definire i padrini e i padroni della politica. Noi vogliamo uomini liberi, uomini che vengano in Calabria soltanto per gestire e per un curriculum che riguardi solo ed esclusivamente le capacità sanitarie.

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento che segue la scia degli ultimi due interventi, degli ultimi due emendamenti che sono stati votati.

Qualità e competenze, di questo ha bisogno la Calabria. Io l'ho detto pure in discussione generale, per quanto riguarda il nostro territorio che, evidentemente, deve rimanere marchiato a fuoco, evidentemente ha bisogno per qualche sistema di avere una ferita sempre aperta, si mandano persone che non hanno attitudini e competenze e spesso sono figlie della politica. Noi abbiamo sempre detto che per risollevare le sorti della sanità in Calabria c'è bisogno di scollegarla nettamente da quelle che sono determinate idee e determinate prassi che si sono succedute, anche nei trent'anni che hanno preceduto i dieci anni di commissariamento. Abbiamo messo persone, i Governi hanno messo persone, che non avevano competenze, per cui a un certo punto abbiamo mandato - e mandiamo ancora - prefetti, generali di corpo d'armata, che poi non hanno una visione, neanche dal punto di vista manageriale.

La Calabria è un territorio che non ha una stazione centrale unica per gli acquisti, che già da sola per esempio, dove esiste, fa risparmiare il 30 per cento dei costi. Se la spesa sanitaria in Calabria è di 3 miliardi di euro, il 30 per cento sarebbe un risparmio di 600 milioni di euro. La Calabria non ha avuto dei commissari in undici anni che hanno previsto delle centrali uniche per l'organizzazione dei medicinali che poi vanno in obsolescenza. Il 30 per cento dei medicinali in Calabria vanno in obsolescenza, il che vuol dire che, su una spesa di 400 milioni di euro, per esempio, sui medicinali, almeno 120 milioni di euro si potrebbero risparmiare. Quindi c'è bisogno o di medici o di gente che comunque sia manager della sanità e abbia anche la capacità di mantenere le redini dei conti. Così si può anche risparmiare e si può migliorare la sanità in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferro 2.27, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferro 2.33, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Occhiuto 2.22, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Occhiuto 2.23. Ha chiesto di parlare il collega Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Per sollecitare una riflessione in quest'Aula sull'istituto del commissariamento. Il commissariamento può avere una necessità, sul piano della finalità, per una missione, per un'opera, per una funzione. Il più delle volte abbiamo registrato, negli ultimi trent'anni, che il commissariamento ha rappresentato in sé l'elemento dell'automantenimento: ha alimentato la funzione, una sorta di funzione che alimenta l'organo piuttosto che il contrario. Talvolta si invera nella sua stessa esistenza, trova la ragione d'essere, il commissariamento, nell'esercizio delle funzioni, indebolendo le funzioni ordinarie, addirittura piegando le funzioni ordinarie all'esigenza commissariale.

Insomma, si piega la gestione alla programmazione. E ciò riguarda qualunque commissariamento, il commissariamento in ambito sanitario, ma anche talune esperienze nella gestione dei rifiuti e taluni commissariamenti per la realizzazione di opere pubbliche. Si piega dunque la gestione alla programmazione e addirittura alla logica extra ordinem emergenziale. Tutto diventa un circolo vizioso, funzionale all'esistenza stessa della funzione commissariale. Soprattutto il più delle volte, Presidente, mancano i target da raggiungere, manca la misurazione di questi target, mancano i riferimenti agli obiettivi, mancano le penalità e le premialità. Anzi, talvolta, il meccanismo delle premialità è inverso: più si mantiene in carico l'emergenza, più si registra l'emergenza e più perdura il commissariamento che rappresenterebbe un meccanismo perverso di gestione di un commissariamento. In realtà, si dovrebbe misurare in tempi esattamente opposti, vale a dire: più si determina una condizione del perdurare delle emergenze e prima dovrebbe venir meno quel commissario, quel commissariamento, perché vuol dire che c'è una incapacità di funzione. Per questa ragione, proverei a suggerire di introdurre elementi di maggiore certezza nella valutazione dell'istituto commissariale e soprattutto elementi di maggiore premialità e penalità per ottenere l'obiettivo. E l'obiettivo non è il mantenimento del commissariamento; semmai l'obiettivo è rendere efficiente la spesa e, soprattutto, nel caso di specie di sanità, rispondere alla domanda di salute dei cittadini calabresi. In questa direzione mi pare che non vada questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che questo sia un emendamento di giustizia, perché parla di un corrispettivo che si va ad aggiungere allo stipendio base del commissario e quindi dovrebbe essere erogato al commissario soltanto se - e chiediamo questo attraverso questo emendamento - vi è la riduzione della migrazione sanitaria, se c'è l'abbattimento delle liste d'attesa, se vi è l'aumento della prestazione sanitaria, cose che tutti i commissari, che in questi anni voi avete mandato, non hanno fatto, salvo qualche commissario che è venuto a dichiarare in Calabria che le mascherine non servono per il contagio del COVID e che, per prendere il virus, bisogna limonare per 15 minuti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Quindi, accettate questo emendamento, altrimenti sarete i mandanti di una speculazione economica; alla faccia di tutto il personale che è lì in attesa di essere assunto per dare un contributo alla sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Presidente, grazie. Vorrei solo specificare che, su questa materia, che ha riguardato più emendamenti, tra l'altro di maggioranza e di minoranza, all'interno della Commissione abbiamo svolto una valutazione che ha portato a riformulare alcuni emendamenti presentati dalla minoranza - nella fattispecie dal collega Occhiuto e dalla collega Ferro - che hanno portato poi alla definizione della formulazione definitiva del testo, che dice che la corresponsione del compenso aggiuntivo, di cui al secondo periodo, è subordinata alla valutazione positiva della verifica di cui al comma 6. La verifica, ovviamente, è sugli obiettivi del mandato, entro il quale vi sono tutti questi aspetti che vengono richiamati anche in questo emendamento. Quindi, questo tema è stato affrontato e ha trovato una soluzione condivisa all'interno della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Occhiuto, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Boldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.20 Occhiuto.

Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Questa proposta emendativa dà modo anche di rispondere al relatore. Il compenso aggiuntivo, infatti, è parametrato al rispetto dei tetti di spesa, non alle valutazioni che riguardano le liste d'attesa per gli interventi chirurgici, la diagnostica, la riduzione della migrazione sanitaria e la parte relativa, importante, all'aumento delle prestazioni sanitarie. Quindi, quest'altro emendamento è collegato all'altra proposta emendativa. La valutazione degli obiettivi rispetto al piano, che il commissario ad acta fa ogni tre mesi, non riguarda ciò che avevamo previsto nell'emendamento 2.23, che specificava invece una razionale e puntuale valutazione. Per quanto riguarda, invece, il 2.20, il compenso aggiuntivo deve essere riferito…Ricordo che si tratta di 50 mila euro, 50 mila euro di compenso aggiuntivo, oltre al compenso che viene erogato in via ordinaria sulla base degli emolumenti e prestazioni accessorie, che già ci sono, e i premi per i direttori generali del singolo ente. Quindi, già c'è un emolumento molto rilevante; voi aggiungete 50 mila euro. Bene, deve essere premiale, no? Se è premiale, noi riteniamo che il premio è unico, cioè unico e complessivo per tutta la durata dell'incarico. Infatti, così come è formulato, i 50 mila euro potrebbero, sulla base delle valutazioni successive che vengono fatte, non essere unici e complessivi. Ciò soprattutto perché, siccome nella disciplina, nell'ordinamento che riguarda la dirigenza sanitaria calabrese già è prevista una serie di prestazioni accessorie, di emolumenti aggiuntivi e di premi, come benissimo sa - ne abbiamo discusso in Commissione - anche il rappresentante del Governo, noi ci troveremmo nella possibilità, se non ci fosse, cioè se fosse una norma così com'è in questo momento di limitazione sulla base di un'unica soluzione del premio, ad aggiungere ai premi che già sono previsti per la dirigenza, e quindi per lo stipendio parametrato alla dirigenza del commissario straordinario, un'ulteriore emolumento di 50 mila euro che non ha un termine unico. Quindi, potrebbe essere rinnovato più volte, come è già accaduto, del resto; come è già accaduto. Allora già noi abbiamo impedito la norma del cumulo cioè, se un commissario straordinario è nominato per più enti, di ottenere il cumulo delle prestazioni di dirigente sanitario. L'abbiamo eliminato noi con un emendamento Occhiuto, era un emendamento di Forza Italia. Stiamo chiedendo ora, da un lato, una specifica e puntuale normativa, valutazione di quei parametri sulla migrazione, sugli interventi diagnostici e chirurgici, su quello che è l'aumento delle prestazioni sanitarie e, dall'altro, una unica soluzione nel premio, unica, di 50 mila euro, onde evitare che la norma possa lasciare dubbi interpretativi. Non solo si applica l'emolumento del direttore generale dell'ente, con tutti i premi e le prestazioni accessorie, ma un ulteriore compenso che può essere non dato in un'unica soluzione ma in più soluzioni. Quindi, se lo chiariamo, si toglie ogni dubbio interpretativo. La norma così de plano dice che puoi prendere il premio di 50 mila euro una sola volta, se hai raggiunto determinati risultati. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'emendamento 2.200 della Commissione. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'emendamento 2.34 Ferro. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.34 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento 2.35 Ferro. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.35 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto, colleghi, vi comunico che il presidente Brescia è diventato papà di Edoardo. Al collega, alla mamma e al piccolo estendo gli auguri di tutta l'Assemblea (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.25 Occhiuto, su cui c'è il parere favorevole con riformulazione. Chiedo se la riformulazione viene accettata o meno. Viene accettata, d'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.25 Occhiuto, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.36 Ferro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.50 Ferro. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo in esame era un emendamento al quale noi di Fratelli d'Italia tenevamo particolarmente. Io avevo sollecitato un'attenzione maggiore, perché uno dei problemi ormai atavici, ma che hanno visto, sempre di più l'ingrandirsi del debito, è quello di non avere dati certi rispetto ai titolari dei crediti certi e alla massa debitoria, soprattutto in situazioni come le ASP sciolte per infiltrazioni - vedi Reggio Calabria - dove abbiamo tutti, credo anche chi non è calabrese, ascoltato della procedura del famoso bilancio orale. Io credo che proporre un commissario, che possa riscontrare i titolari dei crediti certi, liquidi e soprattutto esigibili, ma anche la possibilità di vedere in questa nomina il comandante del Corpo della guardia di finanza, che collabora con l'Agenzia delle entrate rispetto a delle scadenze che vedrebbero un ragguaglio sia con il commissario ad acta ma anche con la regione stessa, potrebbe, in qualche modo, risolvere questo problema. Da quello che ho capito il parere è favorevole. Lo stato passivo dei debiti piuttosto che i tanti contenziosi in essere rimarranno e continueranno ad aggravare un sistema delle ASP che certamente non verrà risanato. Io auspico che si possa accantonare e possa essere rivista, in qualche modo, questa decisione, altrimenti ci ritroveremo a riparlare di bilanci orali e di crediti certi piuttosto che incerti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Avendo seguito con le colleghe, anche in un clima molto costruttivo, mi pare che l'emendamento a cui si riferiva forse non è quello di cui stiamo discutendo. Questa è una positiva inclusione di un argomento che è quello di coinvolgere i sindaci nell'attività del commissario. Noi, come gruppo parlamentare, abbiamo fatto un'ostinata azione di persuasione affinché questa parte del decreto venisse riformulata nel senso che vediamo nell'edizione finale, che ovviamente condividiamo. E approfitto della parola per dire all'ottimo collega, professore onorevole D'Ettore, che ha fatto un'osservazione, sempre collegata allo stesso emendamento, sugli emolumenti: gli emolumenti, come si interpreta correttamente dall'articolato, non possono che essere annui, sono per forza annuali, perché le norme che vengono citate sono nel contesto di un calcolo che bisogna fare annualmente. Ovviamente, se l'incarico finisce prima dell'anno, si calcola la frazione dell'anno. Quindi, quei 50 mila euro, che noi abbiamo accettato anche in un clima di collaborazione con la maggioranza, non possono che essere ritenuti come annui, non quindi ripetibili come lei prevedeva in termini di rischi.

PRESIDENTE. Abbiamo una richiesta di accantonamento, corretto, collega Ferro? Collega Ferro, la richiesta di accantonamento l'ha fatta, chiedo al relatore cosa ne pensa. Prego, relatore.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Presidente, non intendiamo accantonare.

PRESIDENTE. D'accordo. Se la collega Ferro insiste con l'accantonamento, mettiamo in votazione la richiesta. Qualcuno vuole intervenire a favore dell'accantonamento? No. Contro l'accantonamento? No.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 2.50 Ferro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 41 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Ferro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Furgiuele, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 De Martini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.150 Siani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'emendamento 3.10 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). La proposta, vado velocemente, era soltanto per intanto sbloccare quelle che sono strutture sanitarie, ospedaliere, che da anni sono ferme alla posa della prima pietra o dove comunque i progetti che all'epoca furono approvati sono ormai atavici e, in qualche modo, andrebbero adeguati. Credo che per questo bisognerebbe dare la possibilità a chi rappresenta la regione Calabria, insieme al commissario ad acta, di avvalersi di una task force, non una di quelle messe in campo da Renzi, però coadiuvando ovviamente il prefetto di Catanzaro, il comandante dell'esercito militare Calabria, il provveditore delle opere pubbliche per Sicilia e Calabria o loro delegati per compiti gestionali, ovviamente dando la possibilità di avere delle procedure snelle e veloci, ma soprattutto dei poteri, come è stato nel caso del ponte di Genova, affinché la prima pietra possa diventare un futuro ospedale piuttosto che sbloccare le tante strutture esistenti e ferme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.3 Occhiuto.

Ha chiesto di parlare il collega Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, questo articolo, che voi avete inserito nel provvedimento, riguarda le aziende sanitarie sciolte e evidenzia che la commissione straordinaria ha la facoltà di avvalersi di un tecnico scelto congiuntamente al Ministro della Salute e al Ministro dell'Interno. Noi, allora, attraverso questo emendamento, crediamo sia assolutamente opportuno aggiungere, ove possibile, l'intesa anche con la regione, perché darebbe chiaramente sempre un segnale di attenzione all'organo democratico eletto dal popolo, che potrebbe contribuire ad individuare una professionalità - perché no? - magari anche del territorio, che conosce non solo le problematiche delle aziende sanitarie, delle strutture periferiche, ma anche le problematiche che insistono e che sono oramai diventate ataviche all'interno delle strutture sanitarie stesse, soprattutto quelle sciolte per infiltrazioni mafiose. Perché spesso accade, sottosegretario, che la commissione individua magari dei soggetti che provengono da altre regioni; e allora prima di inserirsi nel contesto lavorativo, conoscere il personale, entrare in sinergia con il personale stesso, ecco arriva poi realmente la fine anche del mandato del commissario.

Io credo, allora, che questo emendamento sia anch'esso di buonsenso, come i precedenti, che avete ignorato, alla faccia della democrazia, alla faccia della collaborazione. Noi, durante i lavori della Commissione affari sociali, assieme ai colleghi D'Ettore, Occhiuto, alla stessa collega Wanda Ferro, abbiamo manifestato un'apertura, e ci siamo anche ritrovati su alcuni emendamenti d'accordo e concordi con il Governo, per apportare il nostro contributo. Io credo occorra riprendere un attimo quello spirito anche oggi qui in Aula, e dare un segnale a chi comunque sottopone, in questo caso alle forze di opposizione, delle riflessioni attraverso l'attività emendativa, che certamente migliorano l'andamento di questo provvedimento poi una volta attuato.

Se voi, invece, continuate, sottosegretario, ad ignorare quella che è la nostra attività, quello che è il nostro eventuale contributo, allora è inutile essere qui ad intervenire. Noi avremmo potuto certamente organizzarci prima, tenere una batteria di interventi ad ogni emendamento, avremmo preso la parola: ecco, saremmo stati qui fino anche a Natale. Ma siccome è proprio Natale, ci accingiamo ad essere tutti più buoni e più sereni, vogliamo semplicemente dare un contributo di buonsenso. Io credo che questo emendamento vada in questa direzione.

Mi auguro quindi che il Governo e anche il relatore possano cambiare il parere, dando un segnale certamente anche a tutta l'attività e al lavoro, all'attività emendativa che questa forza di opposizione in maniera assolutamente puntuale, intelligente e costruttiva ha messo in campo durante l'attività della Commissione, e non solo.

Mi auguro quindi che possa essere cambiato il parere su questo emendamento, e possa essere accolto: certamente per noi sarebbe anche un risultato importante, e andremmo a salutarlo con soddisfazione, perché ci riteniamo soddisfatti nella misura in cui… in queste aziende sanitarie ancora oggi, nonostante i commissari, ribadisco, che provengono da altre regioni ce la mettono tutta a dare stabilità ai bilanci, all'attività amministrativa, non ci riescono. Quindi, ecco, un contributo sull'aspetto tecnico nell'individuazione di un soggetto che potrebbe realmente sapere dove mettere le mani e da dove ripartire, credo che sarebbe cosa buona e giusta, sarebbe saggio, sarebbe intelligente. Ci appelliamo quindi alla sua saggezza e intelligenza, sottosegretario, affinché questo emendamento possa essere accolto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Avverto che l'emendamento 5.100 Misiti risulta assorbito dall'emendamento 5.300, votato ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Lazzarini, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Gli emendamenti 6.3, 6.5, 6.6 e 6.7 Occhiuto sono ritirati e l'articolo aggiuntivo 6.012 Gemmato risulta inammissibile.

Passiamo, quindi, all'articolo aggiuntivo 6.016 Ferro, a pagina 16. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che questa è la testimonianza di quello che ho detto poc'anzi, rispetto, secondo me, ad una superficialità e incapacità che c'è stata nel gestire anche la seconda ondata, che certamente non ci doveva cogliere di sorpresa, essendo stata ampiamente annunciata.

In questo emendamento c'è una proposta che io feci come gruppo di Fratelli d'Italia, all'epoca - parlo di aprile dell'anno in corso - nell'utilizzo dell'ex struttura Villa Bianca, nonché ex policlinico universitario, unico policlinico calabrese, affinché si potesse trasformare in centro COVID, in modo da consentire intanto la possibilità per le tante strutture ospedaliere di poter curare anche altre patologie, che in qualche modo vedono ritardi. Ma soprattutto ricordai che non si muore soltanto di COVID, perché tante strutture, purtroppo, non possono espletare tutto ciò che arriva. Anche perché era una struttura che, in qualche modo, prevedeva pochissimi interventi. Sì, saremmo stati pronti per la seconda ondata. Il commissario Zuccatelli, allora, come commissario di quell'azienda, si oppose. Quindi, io ripropongo questa idea, rispetto anche alla novità dell'arrivo di Emergency in Calabria, dove, per quanto terra di confine, non avremmo bisogno di tende o tendoni da montare e smontare. Avremmo necessità di avere strutture che rimarranno anche dopo.

In questo caso, ovviamente, sarebbe stata una struttura a supporto di tutta la Calabria, d'accordo sia l'università che la parte medico-sanitaria degli ospedalieri. E, chissà, magari, un domani, passata questa pandemia, poterla trasformare in un centro di ricerca. Il problema è che questo Governo non guarda all'oggi, figuriamoci al futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele dalla tribuna. Prego.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento e mi associo a quanto ha detto la collega Ferro. Sono diverse le strutture in Calabria, che ad opera dei commissari sono state addirittura soppresse, sono state chiuse. Voglio ricordare che a Lamezia Terme insisteva un reparto di malattie infettive, che sarebbe stato utilissimo per un bacino di utenza di oltre 150 mila abitanti, e l'opera dei commissari negli ultimi undici anni non ha fatto altro che privare l'utenza di questa possibilità.

Se l'azione dei Governi che hanno nominato i commissari fosse stata utile, se i commissariamenti fossero stati utili, a quest'ora noi non staremmo qui a parlare di Emergency, non staremmo qui a parlare degli ospedali da campo, ma staremmo qui a parlare, magari, dei diciotto ospedali che in Calabria sono chiusi: un'ulteriore umiliazione che non è accettabile e che sicuramente ha fatto male ad una popolazione, che poi è stata relegata a zona rossa per motivi amministrativi, ma soprattutto per motivi strutturali, che certamente non sono dipesi da chi ha gestito effettivamente la sanità in Calabria, ovvero quella politica, che, suo malgrado o per sua fortuna, poi è riuscita anche a trincerarsi dietro le nomine dei commissari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.016 Ferro, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

L'articolo aggiuntivo 6.0100 Zolezzi è inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.11 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.1 Paolin e 7.10 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.8 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.9 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.100 Occhiuto.

Ha chiesto di parlare il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Prima di descrivere il contenuto di questo emendamento, faccio un breve riassunto delle puntate precedenti, Presidente. La Calabria è commissariata da undici anni. I commissari avevano per missione e per obiettivo il recupero del deficit e del debito sanitario e il miglioramento dei livelli essenziali di assistenza. Non hanno migliorato la qualità dell'assistenza, ma non hanno nemmeno recuperato il deficit e il debito in sanità in Calabria.

Nel 2019 il Governo si rende conto che ha sbagliato, che i commissari non hanno funzionato, e fa un decreto-legge, il “decreto Calabria”, che dà ulteriori poteri ai commissari incapaci. Scoppia l'emergenza COVID e, non solo il Governo, ma tutta la comunità nazionale si rende conto, in maniera ancora più ineludibile, della incapacità dei commissari. Il caso Cotticelli, il caso Zuccatelli. Il Governo, allora, che fa? Fa un altro decreto, questo decreto, con il quale sostanzialmente commissaria se stesso, commissaria il commissariamento. In questo decreto fa una serie di norme, che noi abbiamo contestato, ma si dimentica di farne una, che sarebbe stata davvero solutiva del problema.

Se il problema è il recupero del debito sanitario, se il problema è, oltre a questo, anche il miglioramento dei LEA, dei livelli essenziali di assistenza, il modo migliore per rilanciare la sanità in Calabria è quello di resettare tutto, di far partire il sistema sanitario senza questo fardello di debito sulle spalle, che impedisce gli investimenti nella medicina del territorio, nell'assunzione di medici e di personale sanitario. E, allora, noi con questo emendamento vi avevamo proposto davvero di risolvere il problema, non regalando soldi alla Calabria a fondo perduto, perché vi abbiamo proposto di azzerare il debito della sanità, dando la possibilità alla regione di accendere un mutuo presso Cassa depositi e prestiti per colmare questo debito, restituendo queste risorse attraverso rate trentennali.

Era una proposta di assoluto buonsenso, forse più utile della nomina di tanti commissari incapaci. Su questa proposta voi avete espresso un parere negativo, noi la riproporremo nella legge di bilancio, sperando che, in quella sede, questa proposta possa trovare accoglimento. Intanto rimane la delusione, perché, ancora una volta, sulla sanità calabrese continuate a sbagliare, a dimostrazione del fatto che non conoscete né la Calabria né i problemi della sanità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, è evidente che questo emendamento, come ha ben esposto il collega Occhiuto, parte da una scelta tecnico-contabile precisa: la ricognizione dell'indebitamento al 31 dicembre 2019, l'apertura di credito, con liquidità immediata, da parte di Cassa depositi e prestiti e un piano di ammortamento trentennale. E Cassa depositi e prestiti può continuare a influire sul conto corrente acceso presso la Tesoreria centrale per gli accreditamenti e i prelevamenti in funzione di questo piano.

Qual è la ragione per dire di “no”? È una proposta tecnico-contabile che risolve, insieme al commissariamento che voi volete, l'indebitamento e fa fronte ad un'esigenza di immediata liquidità. Così risolviamo la questione, senza perpetuare un commissariamento che costa e che non risolve. Perché questo non si può fare? Perché non volete tornare alla normalità; volete sempre il commissariamento. È una scelta politica che pagherete molto cara nella regione Calabria: l'avete già pagata a livello elettorale e continuerete a pagarla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Disavanzo in crescita, livello dei LEA a picco, organizzazione sanitaria da Terzo mondo, emigrazione sanitaria: queste cose non sono dipese dal popolo calabrese. Azzeramento del debito per ripartire, per ricominciare, per dare la possibilità alla regione di prendere impegni seri con gli istituti che possono risollevare le sorti della nostra regione, soprattutto, nel sistema sanitario. Credo che ci siano molte storture in questo decreto, storture che, evidentemente, dipendono dal fatto che quella ferita, che qualcuno vuole mantenere aperta, debba ancora rimanere tale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.6 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.2 Ferro e 8.100 De Martini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto, colleghi, vi ricordo, come sempre, di indossare correttamente la mascherina, coprendo naso e bocca, e di mantenere il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'emendamento 8.1 Ferro.

Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, mi riferisco un po' a tutti gli emendamenti in cui sono prima firmataria, insieme ai colleghi di Fratelli d'Italia, per quanto riguarda lo spostamento delle elezioni regionali. Noi abbiamo posto degli emendamenti, in questo caso di buonsenso, che vedono, per quanto ci riguarda, la data del 14 febbraio, ma dove in qualche modo si può prevedere la disapplicazione o l'applicazione della norma rispetto alla possibilità di espletare le elezioni in sicurezza e, al contrario, dove ci sono regioni che hanno forti criticità, di non farlo. Siamo, in qualche modo, diventati la regione - lo dico senza nessuna forma strumentale - “arcobaleno” perché, nell'arco di pochissimo, siamo passati da rosso ad arancione e, da domenica, è stata già annunciata la zona gialla. Probabilmente, ci voleva la nomina di un commissario per passare da rossa ad arancione; auspichiamo che con la gialla, in qualche modo, almeno si possa pensare a ridare, come è stata sempre nostra abitudine, potere al popolo sovrano di scegliersi da chi essere governati e, certamente, anche nel nome del ricordo di Jole Santelli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.6 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Si è così concluso l'esame degli emendamenti.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2772-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretaria Zampa.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2772-A/1 Viscomi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/2 Bruno Bossio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/3 Trancassini, parere favorevole purché sia premesso: “a valutare l'opportunità di realizzare un centro”. Ordine del giorno n. 9/2772-A/4 Mollicone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/5 Galantino, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/6 Ferro c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/2772-A/7 Caretta, parere contrario, in quanto la materia non è pertinente. Ordine del giorno n. 9/2772-A/8 Ciaburro, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2772-A/9 D'Ettore, parere favorevole, a condizione che siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di avviare”. Ordini del giorno n. 9/2772-A/10 Occhiuto, n. 9/2772-A/11 Nesci, n. 9/2772-A/12 Parentela, n. 9/2772-A/13 Barbuto, n. 9/2772-A/14 Maraia, n. 9/2772-A/15 Grippa, n. 9/2772-A/16 Sapia, n. 9/2772-A/17 Forciniti, n. 9/2772-A/18 Misiti e n. 9/2772-A/19 D'Ippolito, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/20 Zolezzi c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Ordini del giorno n. 9/2772-A/21 Mammì e n. 9/2772-A/22 Ianaro, parere favorevole.

PRESIDENTE. Allora, ordine del giorno n. 9/2772-A/1 Viscomi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/2 Bruno Bossio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/3 Trancassini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì, d'accordo. Ordine del giorno n. 9/2772-A/4 Mollicone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2772-A/5 Galantino, parere contrario, quindi lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/5 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/6 Ferro c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, su questo ordine del giorno andiamo direttamente ovviamente in votazione. Io e il collega Cannizzaro volevamo sottoscrivere, se è possibile, gli ordini del giorno n. 9/2772-A/1 Viscomi e n. 9/2772-A/2 Bruno Bossio.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/6 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/7 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/8 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2772-A/9 D'Ettore, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega D'Ettore, accetta la riformulazione? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/10 Occhiuto c'è un parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/11 Nesci c'è un parere favorevole.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Ferro, su che cosa?

WANDA FERRO (FDI). Presidente, noi vorremmo che sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/10 Occhiuto comunque si faccia la votazione, perché è stato un impegno, un po', preso in Commissione, attraverso questo ordine del giorno sottoscritto dai…

PRESIDENTE. Collega Ferro, è il presentatore che dovrebbe richiederlo.

WANDA FERRO (FDI). Purtroppo, credo che il collega Occhiuto si sia spostato.

PRESIDENTE. Capisco, però se non viene richiesta dal presentatore io vado avanti. Quindi passiamo… Se non è presente, io vado avanti colleghi, perché lo deve chiedere il presentatore… Collega Occhiuto, prego.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Per confermare quanto testé detto dalla collega Ferro. Affinché l'Aula della Camera esprima in maniera ineludibile una dichiarazione di volontà sulla necessità di procedere all'apertura degli ospedali parzialmente utilizzati, ringraziamo il Governo per l'espressione del parere favorevole, ma chiediamo un voto da parte dell'Aula della Camera dei deputati.

PRESIDENTE. D'accordo, Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/10 Occhiuto, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Sugli ordini del giorno n. 9/2772-A/11 Nesci, n. 9/2772-A/12 Parentela, n. 9/2772-A/13 Barbuto, n. 9/2772-A/14 Maraia, n. 9/2772-A/15 Grippa, n. 9/2772-A/16 Sapia, n. 9/2772-A/17 Forciniti, n. 9/2772-A/18 Misiti e n. 9/2772-A/19 D'Ippolito, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2772-A/20 Zolezzi c'è un invito al ritiro, viene ritirato? Viene ritirato, d'accordo.

Sugli ordini del giorno n. 9/2772-A/21 Mammì e n. 9/2772-A/22 Ianaro il parere è favorevole.

Si è così concluso anche l'esame degli ordini del giorno.

Come preannunciato, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30 per lo svolgimento, con ripresa televisiva diretta, delle dichiarazioni di voto finale. Alle ore 17 avrà luogo la votazione finale.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14,30 per l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge relativo al COVID-19.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Maggioni, Magi, Nardi, Perantoni, Rizzo, Scoma, Tasso e Tomasi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data odierna, i deputati Fabio Berardini, Carlo Ugo De Girolamo, Mara Lapia e Antonio Lombardo, già iscritti al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, hanno dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Sull'ordine dei lavori.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, per che cosa? Sull'ordine dei lavori, immagino.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, sull'ordine dei lavori. Signor Presidente, mi rivolgo a lei, anche se non può essere altro che tramite in questo caso, perché la questione è abbastanza delicata e, quindi, ovviamente, dovrà pronunciarsi sulla stessa il Presidente della Camera. Però, essendo lei persona di esperienza, converrà con me che quanto si profila come calendario dei lavori nelle prossime due settimane renda abbastanza inutile quest'Aula.

Dico ciò, perché al Senato si sta pensando di prendere il “decreto Ristori 1”, farne un tutt'uno con i “Ristori-bis, “ter” e “quater” e mandarlo in quest'Aula blindato, senza possibilità, quindi, di alcuna modifica, essendo il primo “decreto Ristori” in scadenza il 27 dicembre. La Commissione bilancio inizierà a esaminare gli emendamenti alla legge di bilancio lunedì, per chiudere, secondo il calendario ipotetico, giovedì e io penso di poter dire, per l'esperienza reciproca che abbiamo, che questo termine ovviamente è un termine puramente aleatorio. Ciò significa che, per l'ennesima volta, in quest'Aula ci sarà un voto di fiducia sulla legge di bilancio nel testo che uscirà dalla Commissione bilancio stessa.

Ebbene, signor Presidente, è dall'inizio di quest'anno che noi stiamo in una situazione di questo tipo: il Parlamento non è in grado di incidere su uno solo dei provvedimenti di legge significativi posti alla sua attenzione, almeno per quanto riguarda l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ora, lo dico per l'economia, anche, dei lavori: se si ritiene che quest'Aula non abbia da assolvere più altra funzione che quella di ratifica, riuniamoci una volta al mese ed evitiamo tante sceneggiate, tanto chi aveva da decidere ha già deciso e la chiudiamo lì. Ah, dimenticavo, nel frattempo, forse come agrément all'opposizione per l'atteggiamento responsabile che ha avuto sul decreto-legge Calabria, il Consiglio dei Ministri ha sbloccato, ma non ha inviato alla Commissione, almeno con la documentazione voluta, i duecento commissari per quanto riguarda lo sblocco delle opere pubbliche in questo Paese; cioè, vi siete lottizzati pure quelli e fate finta che ciò non sia accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non siamo disposti a tollerare ulteriormente un atteggiamento di questo tipo.

Quindi, io le chiedo, signor Presidente, di far presente al Presidente Fico che, così facendo, ci si fa male, perché prima o poi l'incidente capita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, come lei ha evidenziato bene, si tratta di un notifica che lei ci dà, rispetto alle sue valutazioni; le farò presente al Presidente della Camera, ma, lei, mi sembra che avesse ben chiaro tutto il quadro di termini perentori e di termini ordinatori. Le volevo ricordare anche la funzione degli ordini del giorno che questa Camera si pregia di avere in ogni provvedimento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (MISTO). Presidente, sempre sull'ordine dei lavori, avendo appreso da lei che altri quattro deputati sono passati…

PRESIDENTE. Ne parliamo a fine seduta.

MARCO RIZZONE (MISTO). No, no, è sull'ordine dei lavori, mi scusi.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, prego.

MARCO RIZZONE (MISTO). Il fatto che noi parlamentari possiamo svolgere la nostra funzione negli uffici in sicurezza è un dato rilevante, credo sia importante parlarne. Attualmente, noi abbiamo uffici condivisi con altri gruppi parlamentari e non abbiamo la possibilità di avere la dovuta riservatezza, essendo noi anche senza componente; siamo 23 persone senza componente e 54 nel Misto. Questa cosa va fatta rilevare ai fini della sicurezza, anche perché in tempi COVID noi non possiamo stare in 20 metri quadri in 6 persone e, soprattutto, mi sembra indecoroso che un parlamentare della Repubblica debba ricevere persone in corridoio o debba andare a fare le telefonate alla toilette.

Io, quindi, la invito a prendere i provvedimenti per far sì che ogni parlamentare del gruppo Misto, almeno quelli senza componente, abbia un ufficio singolo, al limite eventualmente tagliando gli uffici al MoVimento 5 Stelle che, ovviamente, non protesterà, avendo tagliato Palazzo Marini e avendo svilito la figura del parlamentare (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Rizzone, lei sa qual è stato tutto il percorso, ma non credo che ci sia una diatriba tra i gruppi da attivare. I Questori si faranno sicuramente carico di trovare una risposta anche alle sue richieste.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, recante disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19 (A.C. 2812) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Panizzut ed altri n. 1, Bellucci ed altri n. 2 e Bagnasco ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A) presentate al disegno di legge n. 2812: Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, recante disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

Avverto che, per un errore tipografico, la questione pregiudiziale n. 2 reca la firma del deputato Molinari, in luogo di quella del deputato Lollobrigida. La versione corretta è in distribuzione. Avverto, inoltre, che la questione pregiudiziale Bagnasco ed altri n. 3 è stata sottoscritta dal deputato Mulè.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 2812)

PRESIDENTE. Illustra la questione pregiudiziale Panizzut ed altri n. 1 la deputata Sara Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Zampa, ci ritroviamo di nuovo qui, oggi, di fronte all'ennesimo provvedimento legato all'emergenza COVID che reca disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari. Ci troviamo di nuovo qui, oggi, a parlare di un decreto che va a limitare le libertà personali degli italiani. Nelle ultime settimane si è parlato molto, anche in Italia, di rispetto dello Stato di diritto in Europa, si è puntato il dito contro altri Paesi, senza che si guardasse cosa stava succedendo in casa nostra.

Ma noi abbiamo a cuore la sorte dei nostri cittadini e abbiamo molte volte provato, dai banchi dell'opposizione, a spiegarvi l'incostituzionalità degli atti che state facendo arrivare in Parlamento; abbiamo molte volte ripetuto, da questi banchi, che il vostro operato era illegittimo, ma il Governo, sordo, ha continuato imperterrito a partorire decreti con carattere d'urgenza che andavano via via a limitare sempre più le libertà basilari dei cittadini e a noi questo non sembra normale.

Ricordiamo tutti il Premier Conte, a ottobre, da una delle sue famose dirette Facebook, che ormai hanno sostituito il Parlamento, dirci che i sacrifici di allora sarebbero serviti a passare le festività natalizie più in tranquillità e cito: “A dicembre non ci sarà catarsi liberatoria, dovremo seguire le norme, ma eviteremo misure più restrittive”. E, ora, il 2 dicembre, il regalo per gli italiani è un decreto che limita, dal 21 dicembre al 6 gennaio, gli spostamenti tra territori di regioni o province autonome diverse e limita - e questa è la cosa più assurda - gli spostamenti tra comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, a prescindere dal livello di rischio epidemiologico. Si tratta di un'assurdità senza precedenti. Forse questo è il peggior decreto che siate mai riusciti a scrivere, perché qui si legittimano misure arbitrarie indipendentemente dal fine. Queste misure sono irragionevoli, sproporzionate e costituzionalmente illegittime.

Siamo molto preoccupati dalla deriva che sta prendendo questo Esecutivo. L'assurdità che salta subito agli occhi è quella di trattare i piccoli comuni alla stessa stregua delle grandi aree metropolitane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Secondo fonti stampa, lo stesso Comitato tecnico-scientifico avrebbe chiesto al Governo di prevedere delle deroghe per i piccoli comuni, richieste che voi, non si sa perché, avete rigettato; così un cittadino di una metropoli può fare chilometri indisturbato, mentre un cittadino di un piccolo comune, magari di quelli con poche decine di anime, di fatto, non può muoversi. Ma vi sembra normale?

I piccoli comuni sono più di 5 mila in Italia, 5 mila piccoli comuni che vengono isolati nei giorni delle festività; e penso soprattutto agli anziani che vivono in questi comuni, ai soggetti più fragili, che saranno costretti a trascorrere il giorno di Natale da soli, quando magari i loro cari si trovano a pochi chilometri, ma che hanno la sfortuna di abitare in un comune diverso. Poi - e qui è l'assurdità più grave - io posso andare a trovare i miei genitori, posso andare a mangiare con i miei nonni il 23 di dicembre, però a Natale io li devo lasciare da soli: spiegatemi, spiegatelo agli italiani se il 25 di dicembre il virus diventa più contagioso, se diventa più aggressivo. Su quale fondamento scientifico si basa questa decisione? Guardate che questo dilemma non l'ho sollevato io, ma l'ha sollevato il dottor Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova.

Signori, volete dare questa ennesima picconata ai nostri anziani, che oltre a vivere nella paura del COVID si vedranno abbandonati nel giorno di Natale? E poi, volete dare un'ennesima bastonata alle aziende, ai ristoratori, agli albergatori? Fonti Censis parlavano di 7,6 milioni di italiani che a causa di questa pandemia hanno visto peggiorare il loro tenore di vita, e parliamo di 600 mila poveri in più che si aggiungono ai 5 milioni di italiani che già facevano fatica a mettere in tavola un pasto decente. Sempre fonti Censis parlano del 60 per cento di persone che hanno paura di perdere il lavoro il prossimo anno e dati recenti di Confturismo e Confcommercio ci dicono che tra dicembre e gennaio verranno persi 8,5 miliardi per il turismo, altri 8,5 miliardi che si aggiungono ai cento persi durante la stagione estiva. Cosa facciamo, andiamo avanti con altri “decreti Ristori”, mentre ci sono attività e categorie che ancora non hanno visto un centesimo? Aspettiamo la pioggia di miliardi dall'Europa, che ancora non si vede neanche col binocolo. Veniamo, poi, ad altri aspetti di incostituzionalità di questo provvedimento, che spieghiamo ampliamente nella nostra pregiudiziale che abbiamo depositato. Preciso che l'incostituzionalità non è a detta di questi deputati di opposizione, ma a detta di autorevoli giuristi e costituzionalisti fuori da questo palazzo. Si attribuisce al Presidente del Consiglio dei Ministri il potere di comprimere l'esercizio dei diritti e delle libertà inviolabili a colpi di DPCM, non soggetti ad alcuna forma di controllo da parte del Parlamento. La nostra Costituzione non autorizza la sospensione dei diritti fondamentali e il Presidente del Consiglio, che è uomo di legge, dovrebbe ben saperlo. Ma andiamo avanti: al primo comma all'articolo 1 si prolunga il termine massimo di efficacia dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri da 30 a 50 giorni, prolungando automaticamente il periodo entro il quale è consentito al Presidente del Consiglio dei Ministri di limitare, condizionare, comprimere e impedire - sempre a colpi di decreto - l'esercizio dei diritti inviolabili, in un momento in cui peraltro la curva dei contagi sta rallentando. Quindi, questa modifica non è dettata dai dati epidemiologici ma ha lo scopo di scavalcare l'Epifania con un unico DPCM e di trascorrere in questo modo più serenamente le festività natalizie, quelle che vengono negate a milioni di italiani.

Senza parlare di ciò che accade sulle nostre coste, perché il Governo comprime il diritto dei cittadini, mentre con il decreto che avete approvato ieri sera autorizza ulteriori sbarchi di clandestini sulle coste italiane, clandestini che anche a Natale e a Capodanno potranno tranquillamente raggiungere l'Italia, scappare dai centri di accoglienza e girare indisturbati sul nostro territorio. Dai titoli dei giornali sembrava quasi che il Governo si preparasse a invadere un altro Paese, dato il dispiegamento di forze che è stato predisposto: 70 mila agenti, droni, elicotteri per controllare gli spostamenti degli italiani nelle feste; però tutto va bene se un clandestino dalla Tunisia sbarca in Italia, attraversa il Paese, oltrepassa la frontiera a Ventimiglia per arrivare a Nizza e fare un attentato in una chiesa. Ma stiamo scherzando? Non avete ascoltato nessuno! Non avete ascoltato il Comitato tecnico-scientifico, non avete ascoltato le categorie, non avete ascoltato i sindaci, non avete ascoltato i governatori delle regioni: questa sarebbe la stagione del dialogo?

Quindi, oggi, con la nostra pregiudiziale, vi chiediamo per una volta di ascoltare noi, di accogliere questa questione pregiudiziale su cui la Lega voterà fermamente e convintamente a favore, in cui chiediamo di non procedere all'esame di questo disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bellucci ed altri n. 2. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Diventa quasi imbarazzante trovarci qui per l'ennesima volta a presentare delle pregiudiziali di incostituzionalità rispetto al ventiduesimo DPCM che ci troviamo a dover convertire: ve l'abbiamo detto in tutti i modi che questi DPCM sono illegittimi e abusivi, ma voi non volete assolutamente ascoltare.

D'altronde, anche questa volta avete utilizzato delle motivazioni che sembrano non poter essere confutate; la motivazione, questa volta, è quella delle festività natalizie. Come intendete risolvere la problematica che voi osservate delle festività natalizie? Limitando gli spostamenti degli italiani. Allora, si aprono almeno due questioni. La prima - che vi ripetiamo un'altra volta, nella speranza che voi possiate avere una mente più capace di essere onesta e giusta - è quella proprio della incostituzionalità. Voi, per l'ennesima volta, affrontate la limitazione di libertà fondamentali attraverso un atto amministrativo. Voi negate la Costituzione, tradite articoli importanti, come l'articolo 13, il 17, il 19, il 32 e il 41, e lo fate in spregio dell'articolo 16, che - sì - mette una riserva di legge nel caso non si voglia far circolare liberamente il popolo italiano, ma voi quella riserva di legge non la rispettate. E poi parlate di Stato di diritto? Lo Stato di diritto viene negato nella nostra Italia e viene negato da questo Governo rosso-giallo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e da questa maggioranza tenuta con l'Attack e che scricchiola ad ogni momento.

Ma arriviamo al secondo punto, perché il secondo punto è l'irragionevolezza di quello che voi fate e proponete. Anche qui, abbiamo la limitazione degli spostamenti tra comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e 1° gennaio, cioè le persone non potranno spostarsi da un comune all'altro indipendentemente dalla grandezza del comune. Io sono romana, quindi se volessi andare a trovare mia nonna che si trova dall'altra parte della città e devo percorrere venti chilometri non ho problema; ma se mi trovo in uno di quei 5 mila comuni italiani - piccoli comuni, invece - che hanno una densità di popolazione ben inferiore rispetto ai 3 milioni che si trovano a Roma, non posso andare a trovare mia nonna che si trova nel comune limitrofo a dieci chilometri di distanza, e questo è profondamente ingiusto, oltre che sbagliato! In un momento in cui noi viviamo la problematica dell'aumento delle diseguaglianze a causa del Coronavirus, voi non fate altro che incentivare, promuovere le diseguaglianze: è una questione di ingiustizia.

Ma non basta, l'irragionevolezza si vede anche nel momento in cui voi vietate, invece, dal 21 dicembre al 6 gennaio gli spostamenti tra regioni. È irragionevole perché proprio questa settimana avete voi approvato un decreto-legge sull'immigrazione clandestina che non fa nulla per vietare l'accesso a immigrati clandestini e quindi proteggere la salute degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La Lamorgese, un vostro Ministro, a ben dire, ha deciso di mettere 70 mila agenti per fare blocchi nelle autostrade, per fare blocchi nelle strade, ha proposto droni, ogni misura per far sì che gli italiani non si possano spostare da una regione e l'altra, ma invece il blocco navale no, eh? Il blocco navale per far sì che le coste italiane possano essere più sicure rispetto ad immigrati che entrano in Italia, la attraversano, scappano dai centri di accoglienza e poi magari vanno anche ad uccidere qualcuno in Francia, come a Nizza, ebbene, questa cosa non l'avete proprio fatta!

Ma non basta, non basta qui perché l'irragionevolezza è anche legata al fatto che voi negate la proporzionalità delle misure. Per voi le misure non sono proporzionali nella misura in cui in questo decreto-legge inserite anche che tutto ciò viene proposto nella limitazione degli spostamenti, indipendentemente dal livello di rischio: cioè un ossimoro giuridico e logico, una contraddizione, una confusione che create. Siccome limitate le libertà fondamentali, beh, almeno ci dovrebbe essere una correlazione tra l'entità delle libertà fondamentali che voi negate e il livello di rischio italiano. Ma invece no, questo non è così. Ma, d'altronde, noi stiamo parlando di un Governo che, infatti, di coerenza e di trasparenza è vergognosamente colpevole. D'altronde siete voi che state pensando di stanziare nel Recovery Plan 9 miliardi a fronte dei 209, cioè una proporzione del 4,6 per cento, cioè ben lontana da quei 32 miliardi di cui avevate parlato, in sfregio a qualsiasi promessa di ritenere che un pilastro di ogni manovra e misura economica sarebbe stata la sanità. Avete parlato di aumentare il personale, avete parlato di ristrutturare il sistema sanitario, avete parlato di togliere la diseguaglianza che c'è tra Nord e Sud nella sanità. Ma tutto questo come pensate di farlo con 9 miliardi? E questa è una vostra scelta. Ma non solo. D'altronde voi siete anche il Governo che rispetta il piano pandemico nazionale: un'altra incoerenza, un'altra mancanza di trasparenza. Avete dimenticato di aggiornarlo. E non solo. Sembrerebbe addirittura che, quando l'Organizzazione mondiale della sanità, in un documento, ha voluto sottolineare che l'Italia, in maniera rabberciata, non aveva proposto il piano pandemico e non lo aveva fatto in maniera puntuale, beh, sembrerebbe addirittura che voi avevate fatto pressioni, cioè che il Governo rosso-giallo, PD-MoVimento 5 Stelle-LeU-Italia Viva, abbia fatto pressioni per ritirare quel documento. Perché per voi la coerenza e la trasparenza non hanno diritto di esistere. E non solo. D'altronde, voi siete anche il Governo che, nel momento in cui dovevate rendere pubblici i verbali del Comitato tecnico-scientifico, l'avete fatto soltanto con sollecitazioni da parte dell'opposizione di centrodestra, con una richiesta da parte della Fondazione Einaudi, financo arrivando ad impugnare la sentenza del TAR che vi obbligava a pubblicare i verbali. Beh, certo, in fondo uno non si dovrebbe sorprendere se voi siete incoerenti, irragionevoli e non trasparenti perché, d'altronde, sono i fatti, i fatti del vostro agire che dimostrano puntualmente la vostra incoerenza. Allora, sapete, a me fa veramente pensare perché a proposito di foglie di fico - Ranieri Guerra parlava di foglie di fico nel momento in cui il Ministro della Salute intendeva motivare alcune sue scelte rispetto a indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità - a proposito di foglie di fico mi sembra che con questo DPCM, con la limitazione degli spostamenti degli italiani nei giorni di festa, voi vogliate proprio utilizzare una foglia di fico per proteggere la salute degli italiani, o per far credere agli italiani di proteggere la loro salute, nella misura in cui voi, di certo, non l'avete protetta facendo un piano pandemico nazionale, che era fondamentale per la protezione degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Infatti, impedite anche, ricorrendo all'immunità diplomatica, la possibilità di fare chiarezza attraverso la magistratura che vuole farla! E non l'avete certo neanche fatto proponendo un potenziamento delle strutture sanitarie con un bando nei tempi giusti, a maggio; non l'avete fatto dando i poteri giusti e le risorse giuste alle regioni, perché voi sulle regioni scaricate le vostre incapacità, la vostra incompetenza e poi, invece, le piegate nel momento in cui prendono decisioni legittime - queste sì, giuste - come il governatore Marsilio in Regione Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che va bene quando fa la regione rossa, perché lì si impennano i contagi. Quando fa una cosa ragionevole perché i contagi sono diminuiti, e quindi apre ad un altro livello di rischio, allora no, allora sì che vessate la regione!

E allora sono veramente tante le vostre incapacità, le vostre incoerenze, le vostre irragionevolezze, sono talmente tante che è difficile proporle tutte. Io ci ho provato. Sicuramente una cosa vergognosa è questa...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). … la vostra foglia di fico, al limite, lascerà nudo Conte, il suo Governo traballante…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …e questo non è un problema, il problema è che lascerà nudo il popolo italiano che non se lo merita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. L'onorevole Mulè ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bagnasco ed altri n. 3.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Il decreto-legge del 2 dicembre, in realtà, somiglia a un editto. Ora, l'editto è una figura sconosciuta alla Costituzione; lo rintracciamo nel diritto romano e, infatti, aveva un valore di legge. Però, per chi se lo fosse scordato - lo ricordava bene prima il collega Foti - qui siamo ancora in Parlamento, qui non vige lo ius edicendi o il diritto precostituito per legge, di un sovrano, qui vige la Costituzione. Ora, sembra paradossale ma al punto in cui siamo arrivati, direi oramai un punto di non ritorno, bisogna ritornare ai principi elementari. Dunque, il Parlamento non è una creatura mitologica, che ne so, un unicorno, ecco; il Parlamento è il massimo organo rappresentativo della volontà popolare, è la cerniera, il sigillo che occorre affinché una disposizione di legge sia tale. Allora, il decreto-legge con il termine perentorio della conversione in 60 giorni, è soggetto al controllo politico delle Camere per conferirgli quel timbro di legittimità legislativa del quale altrimenti è privo. Allora, in dottrina - per chi vuole ancora perdere tempo sui libri e non su Wikipedia - si parla diffusamente di efficacia sanante. L'efficacia sanante è quella riferita alle leggi di conversione ed è quell'efficacia che interviene, non a caso, tra la legge di conversione e il decreto-legge e interviene per sanare eventuali vizi che sono sui presupposti della decretazione d'urgenza, così come stabilito dall'articolo 77. Allora, il decreto-legge non a caso è un provvedimento provvisorio, che è fondato, come recita giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale, certamente su presupposti straordinari di necessità e urgenza ma che, laddove rappresentano un vizio, possono ritenersi sanati quando le Camere - noi, qui, in questo bel posto dove siamo - abbiano assunto come propri i contenuti e gli effetti della disciplina adottata dal Governo in sede di decretazione d'urgenza. In questo caso, non avviene nulla di tutto ciò. L'articolo 1 del decreto-legge, sull'evolversi della situazione epidemiologica con incremento dei casi e di decessi, statuisce una verità che è cristallizzata all'emanazione del decreto-legge del 2 dicembre, ma che, invece, è una situazione in divenire e, nel suo divenire, è soggetta a cambiamenti delle restrizioni contenute nel decreto-legge. Invece, si prevede che questo provvedimento non debba essere analizzato dall'Aula. Ma qui noi siamo chiamati a emendare, a correggere, a specificare. Prevedere che dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si sposta dalle regioni significa mandare a quel paese il CTS, gli esperti, tutti quelli che, ogni giorno, dicono al Governo: guarda, la curva epidemiologica si sposta in un modo o nell'altro. Allora, qui siamo al ruolo del Parlamento e qui viene da dire, pensando a chi abita a Palazzo Chigi, forse casca l'asino: 22 DPCM, oramai siamo alla tombola, task-force esterna al Parlamento, strutture parallele immaginate di tipo anticostituzionale, dirette Facebook che hanno sostituito il dibattito parlamentare, che sono fatte umiliando la funzione delle Camere mentre questa Camera, ad esempio, è riunita; lo ricordate, pochi giorni fa, il Premier, in diretta tv, ad annunciare che tutti stiamo chiusi in casa e a discettare sui problemi presunti della fidanzata, mentre noi siamo qui invece a approvare un decreto inutile e dannoso sull'immigrazione. Allora, questo decreto-legge è palesemente incostituzionale perché non sarà validato da alcuna maggioranza parlamentare, perché giungerà alle Camere quando gli effetti saranno esauriti.

Ci saranno effetti paradossali, prima ancora che anticostituzionali. Roma - lo ricordava prima la collega Bellucci - è un comune che è grande: 1.287 chilometri quadrati e ha una popolazione di 2 milioni 800 mila persone. Qui uno può circolare a proprio piacimento, a destra, a manca, dall'EUR al Torrino, eccetera. Ci sono milioni di persone, centinaia di migliaia e milioni di persone a cui questa possibilità è negata, ed è negata in barba ai principi fondamentali della Costituzione, che riguardano, ricordatevi, anche i comuni piccoli e piccolissimi, i centri isolati che distano 3-4 chilometri l'uno dall'altro. Ma la domanda è, poi, sempre la stessa: scusate, ma dove vivete? Sapete che ci sono moltissimi comuni, peraltro, dove non c'è un panificio, non c'è la macelleria e non parliamo dell'ufficio postale. Ma, secondo voi, chi abita in questi comuni deve rimanere recluso agli arresti domiciliari, non potendo neanche andare a comprare il pane e la carne? No, a casa senza nessun tipo di libertà! Allora, il Governo ieri, ancora ieri, aveva detto: “No, le regole non si cambiano!”. Ovviamente, questo si dice fuori dal Parlamento, sottolineando che non ci saranno deroghe - sempre ieri - al divieto di spostamento il 25, il 26 dicembre o il 1° gennaio. Però, il decreto codifica tutto in maniera dettagliata. Poi, stupore e meraviglia, leggo poco fa - udite, udite! - che oggi il nostro nume tutelare, nonché Premier, Conte avrebbe aperto una riflessione. Ora, il Premier Conte riflette a Palazzo Chigi, non ricordando che c'è la Camera. E su cosa riflettere il Premier Conte, bontà sua? Sull'opportunità di allargare la possibilità di spostamento tra comuni a Natale. Ora, tutto ciò è veramente quasi ridicolo, anche perché le agenzie adesso annunciano che “il Premier Conte ha deciso di derogare sugli spostamenti” ma, di grazia, lo farà nel provvedimento che è all'esame del Parlamento. Scusate: ma quale provvedimento, se non è calendarizzato e noi non riusciremo neanche a discutere la legge di bilancio nei prossimi dieci giorni di Aula che avremo? Ma davvero voi volete farvi prendere per i fondelli dal signore che lì decide sulle libertà, se uno si può spostare o meno, e continua a prendere in giro gli italiani dicendo, là fuori, che lo spostamento sarà derogato da una discussione in Parlamento? Discussione, dove? Quel decreto è un decreto fantasma che non arriverà mai, che non verrà mai discusso dalle Camere, in violazione della Costituzione, facendo discendere, peraltro sempre con il DPCM, che è una fonte secondaria, e aggrappandosi, quindi, a un diritto che non esiste. Insomma, da un decreto-legge che non passa all'esame della Camera, e quindi è ibernato, si fa discendere un DPCM che, nella cornice del decreto, non viene in alcun modo discusso dalle Camere. È come se venga considerato, il Parlamento, alla stregua delle tre scimmiette: quella che non vede, quella che non sente e quella che non parla. Ora, però, evidentemente avete fatto male i conti, perché da questa parte ci sono occhi che guardano, orecchie che sentono e, soprattutto, bocche che parlano e non si stancheranno di parlare e schiaffeggiarvi con la Costituzione che voi così allegramente mettete sotto i piedi, calpestando libertà fondamentali e inginocchiandovi - voi, non noi! - a un Presidente del Consiglio che, a cento metri da qui, decide come se foste tutti voi nella sua testa, in barba a quelli che sono principi fondamentali dello Stato di diritto, di cui noi celebriamo oggi, qui, ancora una volta, il funerale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Credo che in questa fase della discussione, cioè quella dove siamo chiamati a valutare delle pregiudiziali di costituzionalità, si debba scindere nell'analisi del provvedimento ciò che è, appunto, un aspetto che attiene, in qualche modo, alla conformità del testo alle norme previste dalla nostra Costituzione con il contenuto specifico di questo provvedimento. In questo breve intervento cercherò, appunto, di distinguere le due valutazioni.

Credo che nei documenti che sono stati presentati dai colleghi dell'opposizione per sostenere le ipotesi di non costituzionalità di questi provvedimenti ci siano diverse lacune e ne cito alcune. Ad esempio, si dice che questo decreto-legge introdurrebbe delle modifiche sganciate dai dati epidemici e, quindi, che il Governo ha adottato questo provvedimento in un momento nel quale la curva dei contagi è in una fase di obiettivo rallentamento. Quindi, sostanzialmente le cose stanno migliorando e non c'è bisogno di introdurre misure restrittive. Come dimostrano i dati, seppure in lieve miglioramento, siamo tutt'altro che fuori dall'emergenza e, tra l'altro, il giorno in cui è stato adottato questo decreto si è, purtroppo, toccato anche il picco di numero di vittime. Un'altra tesi che viene sostenuta riguarda la presunta impossibilità di raggiungere i propri cari per le festività natalizie, specie se anziani, disabili o genitori separati. Anche questa è una tesi che non trova fondamento nel testo, anche perché si specifica che è sempre consentito lo spostamento per assistenza ai non autosufficienti e per il genitore separato che può raggiungere il figlio. Quindi, si utilizzano, a nostro parere, argomentazioni che ci portano a dire che, nel merito di un giudizio di costituzionalità, questo decreto è conforme.

Altro ragionamento, invece, è quello che attiene alla logicità e al contenuto specifico del testo, sul quale dirò alcune cose sapendo che, essendo un decreto-legge, che va a disciplinare sostanzialmente gli spostamenti fino al 6 gennaio, probabilmente non avremo molte altre occasioni per discuterlo in quest'Aula o, se ci saranno, forse non avverranno in questo ramo del Parlamento.

Voglio assolutamente sottolineare alcuni aspetti che noi abbiamo anche già evidenziato in Consiglio dei Ministri, mettendo a verbale, da parte delle Ministre Bellanova e Bonetti, una contrarietà su alcuni elementi di questo provvedimento che riteniamo non perfettamente congrui rispetto alle esigenze. Intanto, gli spostamenti per quanto riguarda i piccoli comuni; quindi l'impossibilità di spostarsi da un comune all'altro in determinate giornate - mentre nelle altre giornate lo si potrà fare -, in particolare, 25 e 26 dicembre e 1° gennaio. Pensiamo sia necessario un ripensamento su questo punto e cogliamo favorevolmente il fatto che si apprende dalle agenzie di stampa che c'è in corso una riflessione per modificare questo elemento, perché non è solo un elemento affettivo. Nessuno mette in discussione il fatto che ci sia qualcuno nel Governo che non è sensibile al tema dell'affettività e del valore che per molte famiglie e per molte persone rappresenta il Natale, però è evidente che ci sono delle storture: piccoli comuni montani, ma anche di pianura, lontani dai grandi centri urbani probabilmente non potranno fare nulla in quelle giornate, mentre nelle grandi città, nei comuni capoluogo, ci si potrà spostare liberamente. A questo aggiungo anche il fatto che, ad esempio, il 31 dicembre le persone si potranno spostare fino a mezzanotte liberamente su tutto il territorio regionale, ma non il 1° gennaio, quando ben sappiamo che è molto inferiore il pericolo di assembramenti, perché è la notte di Capodanno che ci sono raggruppamenti e quant'altro e i pericoli sono maggiori. Quindi, riscontriamo delle illogicità importanti. Pensiamo sia anche assolutamente rilevante il chiarimento che è arrivato attraverso le cosiddette FAQ, le risposte alle domande più frequenti, da parte del Governo, sugli spostamenti per i congiunti fuori regione e i congiunti fuori dai comuni; abbiamo trovato su questo tema molti chiarimenti. Riteniamo, invece, assolutamente necessario cogliere questa occasione per portare l'attenzione, come già abbiamo fatto in altre sedi, sulla crisi che sta colpendo, in maniera molto profonda, gli oltre 40 mila punti vendita che operano dentro ai centri commerciali, che saranno chiusi per la gran parte delle festività subendo un danno economico molto rilevante, tra l'altro senza che questo comporti una maggiore sicurezza e la possibilità di evitare assembramenti. Abbiamo visto in questo fine settimana scene molto preoccupanti in tante città italiane, grandi e piccole. Anche su questo tema penso ci sia bisogno di una riflessione ulteriore, che tenga conto dello stato di crisi di questi 40 mila punti vendita e anche delle incertezze che riguardano i quasi 800 mila occupati che lavorano in questi negozi. Concludo, Presidente, con un riferimento al mondo della scuola, che riaprirà - deve riaprire! - il 7 gennaio. I provvedimenti di legge affidano alle prefetture il potere di predisporre tutte le condizioni e di valutare se ci sono tutte le condizioni per garantire la riapertura il 7 gennaio. La scuola deve riaprire il 7 gennaio e deve farlo, però, senza le criticità che abbiamo avuto nella riapertura di settembre. Tamponi rapidi e trasporti pubblici devono essere garantiti per tutti, perché la scuola è un diritto fondamentale già per troppo tempo negato ai nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Arrando. Ne ha facoltà.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Presidente, colleghi e colleghe, il decreto-legge n. 158, “decreto Spostamenti”, fa da cornice, fornendone legittimità costituzionale, ai DPCM che recano le misure per fronteggiare nel modo più efficace l'emergenza in atto, ivi incluse quelle misure che incidono sulla circolazione e sugli spostamenti delle persone sul territorio nazionale, modificando, in particolare, anche gli spostamenti in prossimità del periodo natalizio. Per tutti noi, come per tutti i nostri concittadini e concittadine, i giorni delle feste natalizie rappresentano momenti di incontro e ritrovo con le proprie famiglie, attimi che fanno parte della nostra tradizione. Sicuramente questo Natale non sarà come quelli precedenti, soprattutto dopo un anno, ormai, in cui tutto il Paese ha combattuto e sta continuando a lottare contro il Coronavirus; e sicuramente nemmeno il Governo, quando compie scelte che vanno ad impattare sulla vita delle persone, lo fa a cuor leggero, conscio del sacrificio che sta chiedendo ai cittadini italiani. Il Governo, come tutti noi d'altronde, ha un unico obiettivo: quello di salvaguardare la salute. Proprio per questo e proprio per salvaguardare un diritto anch'esso costituzionalmente sancito qual è il diritto alla salute è necessario essere prudenti. Le pregiudiziali arrivano in un momento in cui i dati, per esempio quelli della giornata di ieri, ci ricordano che l'emergenza epidemiologica da COVID-19 continua ad essere purtroppo una condizione attuale: più 12.756 i casi totali, più 499 i deceduti, per un totale di 61.739 persone che purtroppo sono state vittime di questo virus.

Essere oggi prudenti è un atto di responsabilità soprattutto a fronte di due aspetti importanti: il primo, scongiurare l'aumento dei casi e un'ulteriore ondata; il secondo, evitare di mettere ulteriormente in difficoltà il nostro Sistema sanitario nazionale e, con esso, tutti i professionisti sanitari e sociosanitari che continuano a stare in prima linea. Occorre in ogni caso specificare che le limitazioni, previste dal decreto-legge che si andrà ad esaminare, consentono, come in quelli precedenti, la possibilità di spostarsi per comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute e necessità. Durante il periodo di maggiore restrizione si potrà sempre raggiungere la propria residenza, il domicilio o abitazione. Oltre che il prolungamento del termine massimo di durata dei DPCM vengono dunque prorogate le misure più idonee a fronteggiare nel modo più efficace l'emergenza in atto. A causa dell'evolversi della situazione epidemiologica relativa all'emergenza sanitaria e del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia, in prossimità delle festività natalizie si rende altresì necessario apportare alcune modifiche alla disciplina delle misure volte a contenere e a contrastare i rischi sanitari nell'ambito del territorio nazionale; si rende necessario proprio per evitare un'ulteriore recrudescenza, come quella che è conseguita dopo l'allentamento delle misure nel mese di agosto. Il provvedimento, nel limitare con norma di rango primario la possibilità di spostamento tra le regioni e al loro interno nel periodo natalizio, recepisce la raccomandazione al Parlamento e al medesimo Governo ad avere cura che, con riferimento alle misure di contrasto dell'epidemia da COVID-19, ogni eventuale modifica delle misure di contrasto dell'epidemia avvenisse nel rispetto della riserva di legge in materia. Le misure di contrasto dell'epidemia sono inequivocabilmente legate all'emergenza che stiamo vivendo, e, se non è una situazione di emergenza, come quella che stiamo vivendo, una motivazione valida per l'emanazione di questi decreti e dei conseguenti DPCM, ci chiediamo quale altra possa essere.

Non si comprende il senso di una pregiudiziale sul provvedimento in questione; un provvedimento necessario e doveroso per salvaguardare la salute della nostra comunità, soprattutto nelle sue componenti più fragili che, purtroppo, stanno soffrendo e morendo in modalità insopportabili.

Vado a chiudere, Presidente: noi, come MoVimento, sicuramente siamo consci del periodo difficile e critico che i cittadini stanno vivendo e colgo l'occasione per ringraziarli per i sacrifici e le privazioni che stanno affrontando. E non dimentichiamoci che, proprio in queste ore, mentre siamo qui, in quest'Aula, medici, infermieri e tutto il personale sanitario e sociosanitario sono ancora in prima linea per garantire cure adeguate e il diritto alla salute di tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. I testi delle pregiudiziali che discutiamo stupiscono sia per ciò che c'è scritto, e che in realtà non tiene, sia per ciò che manca, e che invece avrebbe dovuto esserci, sia pure in modo non sufficiente a giustificare una pregiudiziale.

C'è anzitutto un attacco generalizzato a questo decreto, ignorando del tutto gli analoghi dibattiti precedenti. La previsione della limitazione della libertà di circolazione con fonte legislativa primaria qual è il decreto è in realtà una vittoria significativa del Parlamento, compresa l'opposizione, perché è stato il Parlamento, in particolare la Camera, a insistere in più occasioni che le misure contro l'epidemia fossero proporzionate e temporanee con norma primaria, e fu un emendamento parlamentare, sulla scia dei pareri della I Commissione, della Commissione bicamerale per le questioni regionali e del Comitato per la legislazione, a chiarire la scorsa estate che il decreto n. 33 prevaleva sempre sul decreto n. 19, e che quindi non si poteva limitare la circolazione su tutto il territorio con DPCM senza una nuova norma primaria. Correttamente, quindi, il Governo, a fronte di una situazione assai peggiorata rispetto all'estate, è intervenuto con decreto, con una norma primaria, per una limitazione circoscritta al periodo natalizio.

In secondo luogo, l'allungamento del termine dei DPCM a cinquanta giorni deriva da un fatto specifico e obiettivo: un DPCM di trenta giorni da adottare alla scadenza del precedente, il 4 dicembre, sarebbe arrivato in modo incongruo solo il 4 gennaio. Certo, si può discutere - il Parlamento ha molti modi per indicare un termine massimo di durata dei DPCM, comunque inferiore ai sessanta giorni per armonia con la decretazione d'urgenza - sia da ritenersi compatibile con i principi di temporaneità e proporzionalità. La pregiudiziale, però, che impedisce ogni discussione, non è tra questi.

Cosa manca, invece? Manca una riflessione sulla questione, sollevata da più parti, sia pure con esiti opposti, sull'opportunità di introdurre, esplicitamente in sede emendativa, sanzioni amministrative, che, ad avviso di alcuni, sarebbero mancanti e che non potrebbero, secondo gli stessi, essere implicite, anche se a questo ha replicato il Ministero dell'Interno; un tema su cui il Comitato per la legislazione ci ha già invitato a riflettere. Questo manca e casomai su questo avremmo potuto e dovuto riflettere e, forse, nella giornata che ricorda la Dichiarazione dei diritti umani, dovremmo occuparci dei veri diritti violati e non dei diritti che non sono violati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Panizzut ed altri n. 1, Bellucci ed altri n. 2 e Bagnasco ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

La discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.

Sospendiamo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle 15,30, per lo svolgimento, con ripresa televisiva, delle dichiarazioni di voto già previste.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 15,30.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2772-A.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2772-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

Richiamo tutti al rispetto rigoroso dei tempi. Prego, collega Tasso.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito di questa mia dichiarazione di voto, desidero rivolgere un pensiero sincero alla presidente Santelli, che sono certo avrebbe voluto operare per il bene della sua terra (Applausi). Finora non avevo avuto modo di esprimerlo pubblicamente, quindi lo faccio ora, intervenendo su un tema che per molti versi è simile a quello del mio territorio, la provincia di Foggia, dove accanto a gravi problemi sociali vi è una realtà delle strutture sanitarie insostenibile.

I fatti ci raccontano una realtà incontrovertibile: la Calabria purtroppo è di gran lunga la regione italiana con il peggior sistema sanitario, è un posto dove gli anni di vita in buona salute sono in media 53 circa, a fronte dei circa 68 del Trentino-Alto Adige; l'assessorato regionale alla salute è sotto commissariamento da anni; i durissimi tagli alle strutture e al personale hanno peggiorato una situazione che viene ulteriormente compromessa dagli scioglimenti per infiltrazione di tipo criminale, come per la ASL della zona di Reggio Calabria, che viene anche definita la più indebitata d'Europa. E come se non bastasse, anche lo Stato ci ha messo del suo, con l'imbarazzante spettacolo di un commissario ignaro dei suoi compiti, uno volgarmente negazionista ed un altro bloccato da motivi familiari.

In questa cornice, quando evidentemente si auspicava un ritorno alla gestione politica, arriva la tegola dell'arresto di un rappresentante istituzionale di rilievo, che rinnova a mio parere la necessità di una gestione commissariale per la quale noi del MAIE voteremo favorevolmente, cogliendo l'occasione per formulare la nostra vicinanza al neonominato commissario dottor Guido Longo, al dottor Gino Strada e a tutti i cittadini calabresi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-PP-AP-PSI). Gentile sottosegretaria, questo provvedimento ha la finalità di assicurare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza ed il rispetto di obiettivi economico-finanziari per garantire l'esigibilità di salute da parte dei cittadini calabresi. Per fare questo è necessaria una governance con competenze manageriali specifiche per la materia sanitaria, con una visione che si acquisisce anche con una formazione specialistica.

Evidenzio tre priorità che dovranno essere perseguite per il buon esito delle misure che si vogliono intraprendere. Prima fra tutte, un coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, Stato, regioni e aziende, per superare ogni conflittualità e creare un'alleanza che rispetti la specificità di ogni azienda e del territorio, che stabilisca specifiche responsabilità e che si proponga un adeguato orizzonte temporale per la realizzazione dei progetti.

La seconda, a fronte dell'assunzione straordinaria di personale, è quella di costruire una forte motivazione ed identità aziendale, orientata agli obiettivi che devono essere comunicati e verificati periodicamente.

La terza è la verifica dei fabbisogni, a cui si deve affiancare un sistema di misurazione delle performance, con pochi indicatori che siano attendibili e coerenti, per valutare periodicamente l'efficacia delle decisioni intraprese. In sintesi, io credo che sarà fondamentale attuare un buon management sanitario.

Voglio sottolineare che la Calabria è solo la punta di un iceberg nel panorama sanitario del nostro Paese, e oggi più che mai, alla luce della nostra esperienza con la pandemia, sappiamo che la tutela della salute è legata alla salvaguardia dell'economia e al benessere di un Paese.

Per questo mi permetto di sottolineare in conclusione che i 9 miliardi dedicati alla sanità nel Recovery Fund non sono proporzionati ai bisogni, ma sono sicura che il Presidente Conte e il Ministro Speranza avranno la lungimiranza di riconsiderare l'investimento, assegnando risorse adeguate per sostenere il nostro Sistema sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro il decreto recante Misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria, perché si ripropone un metodo utilizzato negli ultimi undici anni, quello del commissariamento, tra l'altro, prevedendo anche forme di sub-commissari. Voteremo contro, perché il termine “rilancio” dovrebbe presupporre una valutazione di ciò che è avvenuto in questi ultimi anni, per intervenire sulle storture, sui difetti, sulle inefficienze. Noi questa valutazione l'abbiamo fatta e ci sembra che la gestione commissariale sia stata dannosa e fallimentare. Abbiamo assistito a tagli, chiusure, ma non ci sono stati investimenti.

E non lo dichiariamo solo in Aula, ma crediamo che la realtà dimostra esattamente quello che stiamo dicendo, perché i calabresi, purtroppo, non si fanno curare in Calabria. Piuttosto che farsi curare in Calabria, vanno in altre regioni, ad esempio la mia regione, la Regione Lombardia, magari facendosi curare da medici calabresi. Io sono testimone del talento e della professionalità di medici calabresi, perché ho un medico di fiducia che recentemente mi ha curato e con successo ha trovato le risposte necessarie per il COVID. Ma perché essere costretti a fuggire da una regione? Perché non dare la propria competenza nel luogo di origine? E perché insistere, da parte del Governo, sullo stesso metodo, che è quello del commissariamento, sullo stesso modello, che, tra l'altro, anche in questo caso, in modo straordinario rispetto ad altri commissariamenti, non annovera il coinvolgimento della regione, che è necessario, perché chi è sul territorio deve conoscere il contesto? Noi crediamo che sia importante un commissariamento, ma se c'è un coinvolgimento anche degli enti locali.

E, poi, il tema delle competenze, come è stato ricordato da tanti colleghi nei loro interventi. Noi crediamo sia necessario puntare su questo aspetto. Io non voglio speculare su ciò che è avvenuto recentemente sulle nomine del commissario in Calabria, però abbiamo tutti visto che c'è stato un commissario che non sapeva che doveva redigere il piano COVID, un altro che, dopo un giorno, lo stesso Governo che lo ha nominato, lo ha cacciato. Allora, si abbia il coraggio di lavorare sulle competenze e di non lavorare invece su altri criteri, che fanno scegliere le persone sbagliate.

Io non conosco benissimo il sistema calabrese, lo sto conoscendo in questo periodo, però ho ascoltato gli interventi dei colleghi Occhiuto, Cannizzaro, D'Ettore, Tripodi, Furgiuele e Ferro e hanno rappresentato molto bene qual è la situazione nella regione Calabria, una situazione sulla quale si era appassionata, con grande forza e insistenza nei suoi mesi di lavoro, la presidente Jole Santelli, che, con grande passione e con grande coinvolgimento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente), aveva voluto mettersi a disposizione, non in termini polemici verso il Governo, ma in termini costruttivi, per trovare una soluzione alla regione che tanto amava. Purtroppo, la compianta Jole non c'è più, ma c'è una giunta e c'è una maggioranza, che è stata eletta e che risponde di ciò che fa. Il Governo dovrebbe coinvolgere chi è stato eletto e chi conosce il territorio.

Arrivo alla conclusione, Presidente. Era necessario studiare un nuovo modello, che coinvolgesse non solo la regione, ma anche i sindaci che, secondo la Costituzione, sono i primi responsabili della salute dei loro concittadini, un modello che puntasse a un pareggio di bilancio, un modello che studiasse dei livelli di assistenza che possano dare delle risposte, misurando i risultati e prevedendo un serio piano di assunzioni, che garantisca una prospettiva professionale a chi viene coinvolto. Insomma, crediamo che sia una scelta sbagliata quella del Governo, ma faccio un ultimo passaggio. Ma perché non ci misuriamo seriamente su un modello, su un piano, sul programma e sugli uomini, che in Calabria si devono dedicare a questo settore? Perché è l'unico modo vero con cui si può dare dignità a delle scelte. Questo decreto non è dignitoso per i calabresi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretaria, noi oggi parliamo del “decreto Calabria”. L'abbiamo fatto diciotto mesi fa.

In questi diciotto mesi non si sono risolti i problemi della sanità in Calabria, però questo non significa che si poteva fare a meno del commissariamento. Chi lo dice, lo dice per poter fare un po' di propaganda. La realtà è altra. Il commissariamento è stato atto di questi undici anni, dei quali bisognerebbe anche ricordarne la nascita. I primi quattro anni sono stati quattro anni di commissariamento politico: era commissario il presidente della regione di quegli anni. Sono terminati, perché quel presidente smise di fare il presidente. Ci fu un altro commissario, nominato questa volta, non più il presidente. In quei quattro anni non è migliorata la sanità in Calabria. Non è migliorata: in quei quattro anni sono stati fatti degli atti che hanno portato alle cose che diceva, per esempio, Colucci ora. Volete che ci ricordiamo l'accordo tra la sanità calabrese e la sanità privata della Lombardia, per ricordare i viaggi della speranza? Questo è quello che noi dovremmo ricordare. C'è scritto, ci sono gli atti degli accordi tra la sanità calabrese e la sanità privata lombarda, dove si va a spendere i soldi pubblici e non per curare i cittadini in Calabria. Allora, per chiudere la stagione dei commissariamenti, bisogna uscire dal piano di rientro. È norma dello Stato, non è un'invenzione di nessuno. Per uscire dal piano di rientro, bisogna approvare i bilanci, perché bisogna sapere quant'è almeno il debito della Calabria nella sanità. Sapete da quanti anni non si approvano i bilanci, per esempio, nella ASP di Reggio Calabria? E volete dare responsabilità all'ultimo anno e mezzo, per caso, se sono sette gli anni in cui non si approva il bilancio e, quindi, non si sa quant'è il debito? Questo vale anche per quella di Catanzaro, vale anche per quella di altre ASP di quella regione. In questo decreto, per la prima volta, non solo si entra con coraggio e si mettono dei soldi, 180 milioni, a sostegno della sanità della Calabria per uscire dal debito, ma si impone ai commissari di approvare i bilanci. Approvare i bilanci! Quelli scritti negli anni passati a matita o trasferiti oralmente, come qualcuno ha detto, perché, in quei bilanci, c'era chi veniva pagato due, tre volte e chi non veniva pagato mai. Allora, il giudizio che bisogna dare di questo decreto non è se c'è il commissariamento, ma se si va nell'indirizzo di uscire dal commissariamento, cosa che non era mai stata fatta. In questo decreto si provano a sbloccare i fondi per le assunzioni, bloccate in Calabria dal piano di rientro, da una norma che, siccome non c'era la certezza, bloccava la capacità di dare diritti e sicurezza ai cittadini calabresi. Noi cerchiamo di togliere questa insicurezza. Questi sono i tre punti chiave del commissariamento. Il resto sono norme oggettive, messe lì, come è normale che si faccia in un commissariamento. Ci abbiamo messo qualcosa in più. Per la prima volta, il commissario – in bocca al lupo, al prefetto Longo - avrà a disposizione 25 persone, scelte dentro le strutture della Regione Calabria - non da fuori la Calabria, ma dentro la Regione Calabria e dentro le ASL calabresi - che dipenderanno dal commissario e lavoreranno con il commissario, non avranno nascoste le carte per poter risolvere i problemi. È questo quello che abbiamo fatto. Dopotutto - diciamocela anche onestamente - il lavoro che abbiamo fatto in Commissione - e di questo ringrazio tutta la Commissione - si è svolto con un livello alto di condivisione, anche se poi c'è chi vota a favore e chi vota contro, come è normale che sia; di atti irriguardosi verso la Calabria qui non ce ne sono, anzi, è un aiuto concreto che si fa verso i cittadini calabresi innanzitutto, non verso le istituzioni calabresi, verso i cittadini calabresi, per riconsegnare alla Calabria il diritto alla salute.

E, allora, se vogliamo andare a verificare alcune cose, in questa legislatura, uno dei primi atti che io ho depositato concerne una Commissione d'inchiesta sul debito della sanità in Calabria. Io penso che questa Commissione possa andare a verificare; si è storicizzato quel dato, potremmo andare a vedere noi, facendo una Commissione, anziché dare colpe a destra e a manca su alcune questioni, perché è lì che bisogna capire cosa è successo non negli ultimi due anni, perché questo debito non ammonta agli ultimi anni, ammonta a un malaffare di quando le ASP attuali si chiamavano SAUB. Io ero un bambino quando si chiamavano SAUB, ma è da lì che parte. Io mi ricordo la SAUB di Taurianova con don Ciccio “Mazzetta” che la presiedeva, va bene? Vogliamo partire da lì a discutere di quello che è stato il malaffare della sanità in Calabria? Perché, altrimenti, è sempre troppo poco, sempre.

Infine, non voglio andare molto oltre, però credo che ci siano delle cose, che anche in questo decreto, noi non abbiamo trattato, ma che io oggi voglio provare a dire, perché è stato inserito in questo decreto ed è stato utilizzato dalla giunta regionale. Io chiedo a noi, a tutti quanti noi, in scienza e coscienza se, dopo aver discusso del decreto di Natale ora, il 14 febbraio può essere la data giusta per andare alle elezioni in Calabria, che significa che, dal 14 dicembre, bisogna iniziare a raccogliere le firme e che, dal 14 gennaio, bisogna iniziare a fare la campagna elettorale. Qui dentro la campagna elettorale l'hanno fatta tutti: tutti sanno che in campagna elettorale si incontra qualcuno, bisogna fare iniziative; poi, ci sono quelli più bravi a farla per via telematica, io sono rimasto ancora al rapporto diretto con le persone, penso che sia utile in campagna elettorale vedersi, incontrarsi, raccontare quello che si vuole fare. La risposta va data in scienza e coscienza, non bisogna guardare ad un interesse politico di parte, bisogna avere il coraggio di dire la verità. È scomodo quello che io sto dicendo, lo sto dicendo in diretta, lo vedono i cittadini calabresi che hanno diritto ad avere i loro rappresentanti eletti. Bisogna avere anche il coraggio di sapere quando bisogna esporsi controcorrente e non per interessi di parte; invito tutti, a partire dal presidente facente funzioni, a fare un ragionamento con tutte le forze politiche, con le autorità di questo Paese, per capire se quella è la data oggettiva e che serve più di altre, oppure se ne possono trovare altre che possano mettere in sicurezza di più i cittadini e non dover piangere, eventualmente, lacrime di coccodrillo dopo, quando non ci sarà più tempo per farlo. Infine, badate, noi parliamo di Calabria, parliamo di sanità, ci sono tante cose di cui dovremmo parlare. Proprio perché stiamo andando verso una campagna elettorale, penso che ci sia la necessità di dire ai calabresi che non c'è soltanto questo tema, ce ne sono altri, che chi ha a cuore la Calabria dovrebbe provare a sviluppare di più. Vi dico solo una cosa e, poi, concludo. In Calabria si produce il 30 per cento di olive, si imbottiglia il 3 per cento di olio. Quel tasso di ricchezza fugge via dalla Calabria e la colpa è della classe politica che, in questi anni, non si è occupata mai di produrre ricchezza per il nostro territorio, l'abbiamo fatta fuggire via. Non esistono - e concludo, Presidente - altre cose, vale per il turismo, ma di questo ne parleremo in campagna elettorale. Ultima cosa che voglio dire, lo dico a tutti noi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stumpo.

NICOLA STUMPO (LEU). …in meno di un secondo, Presidente.

PRESIDENTE. Un secondo, sì.

NICOLA STUMPO (LEU). Io penso che la compianta presidente Jole Santelli sia una figura che, nell'interesse di tutti, vada salvaguardata e deve diventare una figura comune che non dobbiamo tirare dalla parte di nessuno. E per questo chiederei - lo faccio anche io per l'ultima volta - di utilizzarla solo come fatto positivo di tutti e non come questione di parte (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, io mi rendo conto che, nel parlare di commissariamento, di piani di rientro, quando ci si riferisce alla sanità, che è materia così invasiva dei diritti delle persone, è facile la retorica ed è facile far saltare dentro a questo binomio anche argomenti di propaganda, come li abbiamo ascoltati anche questa mattina, suscitando o provando a suscitare quel sentimento profondo da parte di chi conosce, essendo nato in una regione limitrofa (mi sento di poter dire di conoscerla questa regione), quell'ethnos profondo, quello dei calabresi, che è l'attaccamento alla propria identità. E abbiamo sentito, come sempre, in quest'Aula, argomenti che, per fortuna, devo dire, nel lavoro delle Commissioni fatto sempre con molta diligenza e con molta collaborazione anche con i gruppi dell'opposizione, sono stati molto più attutiti; sicuramente lì c'è un tono più responsabile e più serio, che ha prodotto anche ulteriori miglioramenti al testo del decreto che il Governo ci ha presentato.

Ma io vorrei dire ai colleghi che, se volessimo ricostruire la storia anche di questo strumento, del commissariamento, dei piani di rientro, io lo sconsiglierei, soprattutto, in una parte di questo emiciclo, perché sarebbe una ricostruzione anche un po' perigliosa per loro, perché ci sono responsabilità e ci sono state scelte politiche, io credo, anche condivisibili e doverose nel nostro sistema sanitario quando ha fatto l'esordio questo nuovo vocabolario: piani di rientro, commissariamento, tetti di spesa, procedure particolari per l'acquisto di beni e servizi, blocco del turnover del personale, dal 2009, dal 2010, dal 2011. Fondamentali leggi del nostro Paese, finanziarie - io, ovviamente, non voglio imbarazzare nessuno nel dire chi era il Ministro dell'Economia, chi era il Presidente del Consiglio in quel periodo -, ci fu un clamoroso, collega D'Ettore, un clamoroso dibattito, anche costituzionale, su questa materia, uno scontro al fulmicotone con le regioni di quel tempo, tant'è che uno dei punti di mediazione fu esattamente quello che diceva il collega Stumpo: dare il commissariamento, in una paradossale contraddizione, a chi quella regione l'amministrava, il presidente della regione. Io, avendo fatto quel mestiere, sono stato sempre contrario a questa ipotesi. Bene, quello scontro si concluse in maniera, devo dire, solenne nella parte più importante della giurisprudenza del nostro Paese, che è la Corte costituzionale, con una bellissima e ancora memorabile sentenza, che è la n. 123 del 2011, che affermava una cosa molto semplice, colleghi: essendo materia di coordinamento di finanza pubblica e avendo prodotto il debito della sanità (non solo quella calabrese, ma quella, purtroppo, siciliana, calabrese, pugliese, campana, molisana, abruzzese, laziale, sarda e mi riferisco anche al bilancio, per un certo periodo, per fare l'unità d'Italia, piemontese), avendo prodotto queste regioni un indebitamento straordinario, che rischiava di travolgere il sistema sanitario e la sostenibilità del sistema sanitario del nostro Paese, entrò in campo questa nuova legislazione del commissariamento e dei piani di rientro.

Quindi, io lo sconsiglierei, perché al centro, purtroppo, di questa necessitata procedura non c'è le democrazia né la rappresentanza né argomenti assolutamente estranei a questo dibattito, ma uno straordinario interesse, che è quello esattamente del diritto alla salute del calabrese e delle calabresi, che, fino ad ora, non abbiamo saputo ricostruire.

In questo senso, abbiamo usato toni collaborativi con il precedente decreto del 2019, che è stato approvato da un'altra maggioranza, provando a segnalare, in quella circostanza, le materie che bisognava aggiungere e non abbiamo dubbi, pur con qualche piccolo punto che poteva essere ulteriormente qualificato, che la formulazione oggi di questo decreto è sicuramente molto più positiva rispetto alle precedenti edizioni. Ci sono novazioni che io vorrei segnalare a quest'Aula, che dovremmo in qualche modo condividere, io consiglierei ai gruppi della minoranza di guardarli con attenzione perché sono novazioni assolutamente straordinarie, lo dico non soltanto ai parlamentari e alle parlamentari calabresi. Centrare il lavoro del commissario non solo sull'equilibrio di bilancio, che è fondamentale e decisivo, ma scrivere un po' di più su che cosa significa quel lavoro in ragione dei livelli essenziali di assistenza e della garanzia che questi livelli essenziali di assistenza siano sostanzialmente a disposizione di tutti i calabresi mi sembra una grande novità rispetto anche alle precedenti edizioni di decreti. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei sindaci nella dimensione istituzionale, devo dire, non populista, di questa materia, a parte il fatto che i sindaci, nella legislazione sanitaria, hanno già un ruolo e una funzione, come si sa, dal decreto legislativo n. 502 in poi, in questo caso si è aggiunta addirittura una nuova possibilità che il commissario, soprattutto sul lavoro e sull'attività che deve fare per l'emergenza del COVID-19, tenga informati mensilmente i sindaci; come sanno bene i colleghi, noi, come gruppo di Italia Viva, abbiamo voluto molto questo tipo di possibilità. C'è una norma - in questo senso è una novazione, mi consentirete, senza essere troppo aulica, storica - che riguarda il personale: noi abbiamo conosciuto, dal 2004 in poi, soltanto tetti di spesa e congelamento del turnover; per la prima volta nella storia italiana, in una regione commissariata, mi consentite, ci sarà la possibilità, nel lavoro combinato del rapporto - io spero istituzionalmente corretto - tra regione e commissario e subcommissari, di fare un lavoro finalmente di reclutamento di personale. E lo si fa in un momento in cui - non è un annuncio di propaganda - ci sono le risorse, per la prima volta, per svolgere questo tipo di attività, perché, come è evidente, sia nella legge di bilancio, sia negli interventi che sono stati costruiti in questi anni, in questi ultimi mesi, si consentirà sicuramente l'assunzione di personale in quella regione. Ultimo, ma non ultimo, credo anche questo, collega D'Ettore, una novazione assolutamente di qualità: mettere a disposizione un contributo di 60 milioni di euro per ripianare il bilancio di quella regione è, come dire, il reset definitivo di un meccanismo che i piani di rientro e anche i commissariamenti avevano ampiamente consolidato nel nostro Paese, che era la formula delle “tre T”: quando c'era il debito in sanità, si tagliavano i servizi, si aggiungevano i ticket e si mettevano le tasse. Le regioni sanno bene che, quando hanno avuto debiti in sanità, dovevano adeguare le addizionali Irpef regionali. Alla Calabria si dà un'opportunità assolutamente diversa: né tasse in più, né ticket in più, né tagli ai servizi, ma un contributo di sostegno dello Stato di 60 milioni di euro, speriamo sufficiente, per far rientrare quel bilancio che un Ministro non della mia parte politica, ma un fantasmagorico nel linguaggio, Ministro della Repubblica all'Economia e alla finanza, qualche anno fa, considerava, il bilancio della sanità calabrese, come un bilancio onirico, cioè che non era comprensibile se non nei sogni, diceva allora il Ministro Tremonti; lo possiamo citare perché è una personalità attiva anche nella vita politica e culturale del nostro Paese. Quindi, queste novazioni sono un fatto assolutamente straordinario per la Calabria. Il Parlamento ha svolto un lavoro molto importante: la più grande pubblicità che le istituzioni, e non la propaganda…Purtroppo, la coincidenza con le elezioni drammaticamente determinate dalla perdita di una collega, che tutti quanti, anche chi ha frequentato un po' di meno, aveva sicuramente stimato per la sua impeccabile autonomia e libertà di pensiero, è un mix che è generalmente il più difficile per fare cose buone in sanità, quando ci sono le vigilie o quando ci sono le campagne elettorali. Noi dobbiamo resistere a questa tentazione perché abbiamo fatto un ottimo lavoro. Io spero che il Parlamento, rispetto a queste novità, sappia assumere unitariamente decisioni importanti per i calabresi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, questo decreto, per quanto ci riguarda, mortifica una terra già ingiustamente penalizzata dalle misure restrittive decise da questo Governo. Il decreto in discussione è solo l'ultimo di una lunga serie di atti che rappresentano una continua prevaricazione politica sul ruolo del Parlamento e, per quanto riguarda la Calabria, del governo democraticamente eletto dai cittadini.

La sensazione è quella che il vostro Governo sia preso da una semplice bramosia di gestire direttamente la sanità, in fondo è la prima industria calabrese dal punto di vista economico, la prima industria di consensi per parte della politica.

Noi di Fratelli d'Italia abbiamo presentato tantissimi emendamenti al decreto, nel tentativo di migliorarne gli effetti e nel solo interesse di garantire l'efficienza del sistema e assicurare il diritto alla salute dei cittadini calabresi.

Requisiti semplici, criteri, tempi, trasparenza, efficacia. Avevamo proposto, ad esempio, la nomina del comandante della Guardia di finanza come commissario straordinario per la revisione dei conti della sanità; avremmo potuto così avere un accertamento adeguato della situazione finanziaria in essere. Abbiamo proposto di rendere il presidente della regione soggetto attuatore del piano di edilizia sanitaria, insieme ad una task force con il prefetto, il comandante dell'Esercito, il provveditore per le opere pubbliche per la Calabria e la Sicilia, ovviamente con dei compiti agili e snelli, come dicevo stamani, in stile ponte di Genova.

Abbiamo proposto di realizzare un centro COVID, che potesse poi, passato il periodo di pandemia, diventare un centro di studio per quanto riguarda le malattie infettive, ma fu proprio il commissario Zuccatelli a non volerlo e a vietare di poter, in qualche modo, affrontare la seconda ondata di pandemia nel modo migliore.

Ma anche prima di destinare questa struttura, l'ex Villa Bianca, nonché ex Policlinico universitario, si poteva pensare a riconvertire le tante strutture degli ospedali dismessi o perlomeno quelli da potenziare che sono parzialmente utilizzati. E, invece, si è deciso di affidare ad Emergency la realizzazione degli ospedali da campo, dei quali, una volta finita l'emergenza, in Calabria non rimarrà traccia.

Quale utilità di realizzare delle tende militari, una delle quali, a Crotone, ha addirittura subito un cedimento a causa dell'ondata di maltempo, sollevando ovviamente forti preoccupazioni sulla sicurezza dei pazienti?

Diciamolo fuori dall'ipocrisia, poiché nel penoso valzer dei possibili commissari alla sanità era stato fatto anche il nome - per carità, autorevole - di Gino Strada, al termine della vergognosa collezione di figuracce da parte del Governo, qualcosa bisognava fargli fare.

E allora, Gino Strada, che ha avuto l'onestà intellettuale di ammettere di non avere le competenze necessarie per questo tipo di compiti di gestione sanitaria, in qualche modo è stato messo in campo per la gestione di ospedali in quanto esperto in zone di guerra; e, allora, si è pensato di paragonare la Calabria e Crotone all'Afghanistan, al Sudan, piuttosto che alla Sierra Leone.

Perché non pensare, ripeto, ad un piano straordinario per l'adeguamento dei tanti ospedali chiusi o sottoutilizzati? Perché - in qualche modo, ci domandiamo - affidare ad Emergency la gestione di queste strutture? E se Gino Strada, puntualmente, ovviamente, parla della sanità privata, abbiamo un po' l'idea di considerare anche Emergency come un soggetto privato in termini di affidamento, quindi fuori dalle procedure di concorrenza, di trasparenza e di evidenza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Solo per una manovra di marketing da parte di un Governo che non aveva altro modo di rivoltare , secondo me, la frittata, perché voglio ricordare Cotticelli, figlio di nessuno, Zuccatelli, Gaudio, Varratta, Strada, Mostarda, Miozzo, Bindi.

Alla fine è arrivato - e ne siamo contenti - il prefetto Guido Longo, al quale Fratelli d'Italia starà a fianco, conoscendolo come serio e valente servitore dello Stato. E speriamo si possa vedere l'epilogo positivo e ormai quasi insperato di questa grottesca commedia che ha dimostrato, ancora una volta, quanto il Governo fosse sprovveduto e incompetente.

Di oggi la notizia delle 25 unità che, ovviamente, il prefetto Longo dovrà prendere attorno a sé, ma le dovrà prendere da tutti i settori del palazzo della regione Calabria, quindi dal settore rifiuti, piuttosto che dal settore ambiente o attività produttive.

E, quindi, facciamo un ‘in bocca al lupo'. E qui noi avevamo proposto, invece, che il Ministero desse delle unità operative, che avessero le competenze per poter sostenere questo percorso. Io devo ringraziare tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ovviamente, che è stato impegnato in questo “decreto Sanità”, perché non riguarda solo la Calabria, anche se di Calabria parliamo, e i colleghi Gemmato e Bellucci della Commissione affari istituzionali, con i quali abbiamo anche sollevato tante questioni e perplessità rispetto insomma a degli aspetti incostituzionali.

Mi dispiace contraddire il collega Stumpo, Presidente, ma è di poche ore fa, di un paio d'ore fa, una nota molto grave uscita da parte della Corte dei conti - e non è l'opposizione a dirlo, ma è su tutte le agenzie - dove si attesta che la Corte dei conti della Calabria, nelle relazioni tenute in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto generale della regione Calabria - battute, quindi, come dicevo, dalle agenzie – parla di una voragine finanziaria della sanità, una voragine che si alimenta di anno in anno da oltre dieci anni e che viene colmata con il versamento delle aliquote dai cittadini calabresi, che, a fronte dei tanti sacrifici finanziari, non hanno e non godono di servizi adeguati. Nella relazione, la magistratura contabile ricorda di avere, da anni, rimarcato le patologie della sanità calabrese, che non ha sempre approvato, come dicevamo, i bilanci; gli ultimi atti ufficiali del bilancio risalgono al 2014.

Dieci anni dopo l'adozione del piano di rientro, cioè a fine 2019, il disavanzo sanitario è passato a circa 225 milioni; dopo il conferimento delle coperture derivate dal gettito delle aliquote massimizzate, il risultato di gestione evidenzia un disavanzo di 118 milioni circa. Tenuto conto del deficit non coperto - sto leggendo atti della Corte dei conti - del 2018, il disavanzo complessivo a cui dare copertura al 31 dicembre 2019 è pari a 160 milioni di euro. Secondo la Corte dei conti, in dieci anni, il deficit sanitario a cui dare copertura si è ridotto di un valore di soli 6,2 milioni; infatti, è passato da 104 milioni al 31 dicembre 2009 a circa 98 milioni al 31 dicembre 2019.

La Magistratura contabile ricorda che il punteggio dei LEA tradisce ancora numerose anomalie. La Corte dei conti evidenzia che il disavanzo sanitario, a differenza di quello accumulato da un comune, non mette in pericolo i livelli dei servizi pubblici di un territorio circoscritto, ma pregiudica la realizzazione dei LEA per tutti gli abitanti di una regione: è messa in pericolo la piena tutela della salute che è un diritto per i calabresi.

Inoltre, la magistratura contabile sottolinea che, ad eccezione dell'azienda ospedaliera di Reggio Calabria, chiudono il 2019 in perdita tutte le aziende sanitarie provinciali e tutte le aziende ospedaliere che sono state commissariate dal Governo. Complessivamente, le perdite di esercizio degli enti del servizio sanitario regionale ammontano a 223 milioni. Oltre a ciò, permane l'assoluta opacità amministrativa che connota la gestione di molte di queste aziende, il cui esempio più evidente è quello dell'ASP di Reggio Calabria.

Secondo la magistratura contabile emerge una vera e propria dispersione di risorse finanziare che potrebbero essere indirizzate in modo più efficiente per il miglioramento dei servizi ai cittadini.

Alla luce di questa impietosa relazione, noi di Fratelli d'Italia chiediamo su quali criteri e su quali basi abbiate ritenuto, ovviamente, di prorogare il commissariamento, aumentando anche i termini a 24 mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quando i commissari di questi ultimi anni e, soprattutto, di quest'ultimo periodo, avevano realizzato solo il 5 per cento delle infrastrutture sanitarie, non aumentando la qualità dei LEA.

Fratelli d'Italia è contrario, quindi, ad una scelta che mette in secondo piano la salute dei cittadini calabresi e che comporterà ancor di più una sanità di per sé al collasso, a causa di scelte che nulla avevano a che fare con l'ambito sanitario. Si tratta di un decreto che, non ritenendo sufficienti i poteri straordinari che già erano stati attribuiti al commissario, decide addirittura di potenziarli.

Allora, voglio concludere con un riferimento, e chiedo veramente un minuto in più al Presidente, perché l'onorevole Stumpo ha citato un presidente che non ha smesso di fare il presidente per motivi legati alla sanità e mi sembra doveroso chiarirlo, ma quel presidente, e ci sono gli atti depositati, diminuì ovviamente la parte del debito di meno 33 milioni e, poi, se vuole io le fornirò tutto ciò che, invece, è stato fatto in questi anni.

Allora, chiudo, dicendo che dieci anni di commissariamento non hanno prodotto proprio nulla e, quindi, in qualche modo io credo che si continui a trasmettere l'idea di una Calabria fatta solo di mafia, di ‘ndrangheta. La Calabria dobbiamo restituirla ai calabresi che hanno energie, intelligenza, forza e coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A voi chiedo un atto di responsabilità, quella responsabilità che, con anni di commissariamento da parte dei Governi nazionali e mi dispiace che non ci sia l'ex Ministro Lorenzin, in qualche modo è sfuggita da ogni forma di controllo, in un continuo scarico di competenze e di attribuzioni, ma soprattutto non potendo mai realmente individuare i veri colpevoli. Fate in modo che i prossimi colpevoli non siate voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, oggi, approviamo la conversione in legge del cosiddetto decreto Calabria che reca le misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario e per il rinnovo degli organi elettivi sempre della regione. Per quel che riguarda il Capo II, credo che ormai vada preso atto che sono state indette le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale calabrese, conseguenti, come hanno detto tutti, alla prematura scomparsa della presidente Santelli che già in quest'Aula abbiamo commemorato con affetto e con l'onore dovutole. La data del 14 febbraio 2021 è stata scelta dal presidente facente funzioni della giunta, Spirlì, la prima domenica utile prevista nella finestra tra il 14 febbraio e il 15 aprile. Vorrei anch'io sottolineare, come l'onorevole Stumpo, di verificare la validità di tale data sulla base dell'andamento della curva epidemica.

Oggi, però, siamo chiamati ad affrontare il tema della gestione del servizio sanitario in Calabria, anche nella fase drammatica di pandemia, in una regione in cui non era garantito, già prima dell'emergenza COVID, il rispetto dei livelli essenziali di assistenza e, come recita il preambolo del decreto, non sono stati raggiunti gli obiettivi previsti nei programmi operativi di prosecuzione del piano di rientro dei disavanzi finanziari. Mi vorrei fermare su questa parola chiave; il problema di questo decreto, per cui nasce questo decreto, non è il commissariamento, ma il piano di rientro inventato in un'epoca in cui la sanità era considerata solo un costo e non solo per la Calabria. Tutti, però, hanno condiviso quel modello che ancora non abbiamo cambiato e chi oggi parla di esproprio dei poteri della regione dimentica che la regione Calabria è in piano di rientro da undici anni e il primo commissario per quattro anni è stato l'allora presidente del centrodestra della giunta regionale.

Ma io dico: proprio perché si tratta di mettere in discussione un modello superato dai fatti, anche per la lezione che ci ha dato questa pandemia, la missione di questo provvedimento dovrà essere più ambiziosa di quella che l'articolato stesso esprime, ovvero quella di determinare un'azione interruttiva di quelle gestioni commissariali. E credo che, nelle scorse settimane, su questo tema siano prevalse interpretazioni e narrazioni soprattutto in molti talk show televisivi distorcenti, spesso privi di contezza di quello che è accaduto effettivamente in Calabria. La Calabria e i calabresi sono stati massacrati, denigrati, spesso derisi e, in questo contesto, lo voglio sottolineare, è maturata, non senza strumentalità, una campagna criminalizzatrice, tesa a impallinare ogni proposta di nomina di un nuovo commissario, fino al punto che non si è disdegnato di provare a usare personalità come Gino Strada come clave di vera e propria propaganda politica.

Per fortuna, tutti noi conosciamo bene lo straordinario lavoro di Strada e di Emergency; io stessa ho avuto modo di apprezzare personalmente il lavoro importante fatto dalla struttura sanitaria di Emergency di Polistena, soprattutto nelle fasi più drammatiche della presenza degli immigrati nella tendopoli di San Ferdinando. Questa campagna è cessata con la nomina a commissario del dottor Guido Longo; ora c'è grande attesa verso l'arduo lavoro che egli è chiamato a fare. Noi confidiamo, avendolo conosciuto anche come prefetto di Vibo, che saprà affrontare in maniera tempestiva queste annose criticità.

Dunque, per tornare al decreto, lo dobbiamo intendere come strumento con cui capire, selezionare e risolvere una volta per tutte queste criticità. Vogliamo dirlo con chiarezza: la Calabria non è un'irrecuperabile eccezione del Sistema sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

D'altra parte, la Regione Calabria entra in piano di rientro nel 2009 e, sin da quella data, non sono stati mai fatti pervenire - quindi non so dove prende l'onorevole Ferro quelle informazioni - dai vari commissari che si sono succeduti il puntuale accertamento e la certificazione di tutto il debito pregresso. Ma mentre questo non è mai avvenuto, è stata invece resa immediatamente esecutiva una serie di delibere, dal 2010 al 2012, che hanno chiuso ospedali senza alcuna attenzione su come garantire l'assistenza sanitaria e il primo intervento sui territori. Ma se questa chiusura è stata deliberata dal primo commissario ad acta - che è stato anche l'unico presidente della regione a ricoprire questo ruolo, Scopelliti -, questa chiusura però degli ospedali non è stata mai modificata dai commissari che si sono succeduti negli anni e in particolare prima Scura, poi Cotticelli hanno confermato in tre programmi operativi questa scelta. E allora non ci si può superficialmente indignare sulla chiusura di 18 ospedali senza capire come intervenire e facendo passare la suggestione di una Calabria non in grado di affrontare i propri problemi. È evidente che quella decisione è una scelta sbagliata, quella cosiddetta opera di deospedalizzazione degli anni 2009-2010 non è stata accompagnata da servizi di assistenza territoriale. Vaste aree territoriali sono state abbandonate, sono aumentati i disagi, non sono stati garantiti i livelli essenziali di assistenza. Dobbiamo ricordarci che la scelta della chiusura degli ospedali è stata assunta talmente come irreversibile che persino si è omesso di applicare le sentenze emesse dal Consiglio di Stato a favore della riapertura degli ospedali di frontiera di Praia a Mare e Trebisacce. Ho sentito il commissario Longo che ha dichiarato che vuole riaprire gli ospedali, i 18 ospedali chiusi: bene, però dobbiamo sapere che, se potrà farlo, anche grazie a questo decreto, dovrà presentare una nuova impostazione programmatoria. E per riaprire gli ospedali ci vuole un nuovo Piano della rete ospedaliera e le necessarie figure professionali. Questa duplice scelta oggi può essere fatta, grazie a questo decreto. E voglio dire che mi corre l'obbligo di ricordare, grazie all'abnegazione dei nostri medici e dei nostri operatori sanitari calabresi, che meriterebbero una medaglia al valore, come sono stati in grado, nonostante tutte queste difficoltà, di rispondere alle richieste di salute dei cittadini calabresi. Per questo, con questa nuova governance, dovremo valorizzare i nostri medici e i nostri operatori sanitari ancora più sacrificati dall'emergenza COVID e dotarli di tutta la strumentazione necessaria per operare al meglio. Ci sono ovviamente questioni nazionali che vanno risolte e che non abbiamo potuto affrontare con questo decreto, dalla riforma del DM n. 70 all'inserimento nei criteri dell'indice di deprivazione nel riparto del Fondo sanitario. Ma appunto alcune cose importanti le abbiamo inserite, l'hanno detto altri colleghi: prima di tutto un piano straordinario per l'assunzione del personale medico, sanitario, sociosanitario, per cui è autorizzata una spesa di 12 milioni annui a partire dal 2021. D'altra parte, l'individuazione delle coperture per questi fabbisogni trova risposta nell'erogazione del contributo di solidarietà di 60 milioni di euro all'anno per tre anni, al fine di supportare proprio questo potenziamento. Un grande atto di fiducia del Governo e delle altre regioni, al quale abbiamo risposto, sempre nel decreto, affrontando un'altra questione importante: l'esigenza fissata nel decreto di approvare con puntualità gli atti aziendali e i bilanci, pena la decadenza dei commissari. Ci sono due aziende in Calabria che non hanno approvato i bilanci, quella di Cosenza (2018 e 2019) e l'ASP di Reggio (dal 2013).

Per l'ASP di Cosenza sarà compito del nuovo commissario nominato entro trenta giorni. Per l'ASP di Reggio, che è sciolta, commissariata per inquinamento mafioso, ci sarà comunque la certificazione dei bilanci perché, se la Commissione straordinaria non adotta questo provvedimento, passerà al commissario ad acta, sentito il Ministro. Poi sono sancite, diciamo così, le relazioni importanti con le forze sociali, sindacali, con i sindaci.

Concludendo, si potrebbe convenire dunque che queste criticità strutturali del sistema sanitario calabrese devono essere assunte come un'occasione per una riforma del Sistema sanitario nazionale. Giustamente, in un bell'articolo su Internazionale, la giornalista Ida Dominijanni fa il paragone tra il sistema sanitario calabrese e il sistema sanitario lombardo e le debolezze sono le stesse, legate fondamentalmente ad una ospedalizzazione eccessiva, e una eccellenza delle strutture private lombarde - finisco - che si nutre anche del cosiddetto “turismo sanitario”. Dobbiamo - e finisco - usare invece un altro linguaggio, quello dei diritti, che deve riunificare il sistema sanitario …

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bruno Bossio…

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). E noi, come gruppo PD, dichiariamo per questo il voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, l'emergenza COVID ha svelato, in maniera evidente, ineludibile, la debolezza e la fragilità del sistema sanitario calabrese. Ma ha svelato questa debolezza rispetto alla comunità nazionale, perché i calabresi già conoscevano la fragilità del loro sistema sanitario, per averla vissuta ogni giorno sulla loro pelle, per viverla anche oggi, ogni giorno, sulla loro pelle.

E però, in queste settimane, si è reso più evidente il perimetro delle responsabilità, si è fugato anche il luogo comune di una regione che ha un sistema sanitario inefficiente perché ha una classe dirigente incapace. Io non voglio fare un intervento che sia in qualche modo autoassolutorio rispetto alla classe dirigente calabrese, che negli anni passati ha accumulato molte responsabilità, quando ha aperto ospedali all'ombra di ogni campanile. La classe dirigente calabrese ha grandi responsabilità, lo dice anche chi, come me, non ha mai partecipato al governo regionale o al Governo nazionale, ma si ascrive quota parte di queste responsabilità. E però da undici anni la sanità calabrese è governata non dai rappresentanti della politica calabrese, ma dal Governo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e in queste settimane tutti se ne sono resi conto che è così. E allora io sorrido quando ascolto qualche scienziato da talk show televisivo dire che bisogna riportare la sanità al Governo nazionale, sottrarla alle regioni e riportarla al Governo nazionale. Bestie! Ma possibile che non sappiate che se c'è un caso nel quale la sanità dalla regione è stata riportata a livello nazionale, quel caso è la Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? E i disastri sono sotto gli occhi di tutti! Non è non è questo il tema.

E con questo decreto continuate a sbagliare, scrivete un'altra pagina inutile, anzi dannosa per la Calabria. Vi faccio il riassunto delle puntate precedenti. Per undici anni la Calabria è stata governata da commissari scelti dal Governo, quindi non dalla politica regionale. In questi undici anni, questi commissari avrebbero dovuto ripianare il debito sanitario e aumentare la qualità dell'assistenza per i calabresi: non hanno fatto né l'una né l'altra cosa, perché il debito è aumentato ed è peggiorata la qualità di assistenza per i calabresi. Poi vi accorgete che qualcosa non funziona e l'anno scorso fate il primo “decreto-Calabria”, col quale rafforzate il ruolo dei commissari. Guarda caso, però, questi poteri rafforzati li date ad un commissario, Cotticelli, che poi dimostra alla comunità nazionale quanto incapaci siano stati i vostri commissari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E voi scoprite questa incapacità da una trasmissione televisiva! Ma come, questo Commissario non l'avete mai convocato a Roma al Ministero della Salute? Non ci avete mai parlato per capire se aveva capacità e competenze? No, l'avete scoperto da una trasmissione televisiva!

Continuo il riassunto delle puntate precedenti, perché poi vi siete coperti di ridicolo con gli altri commissari, prima nominati, poi revocati, per responsabilità vostra o delle mogli, e vi siete coperti di ridicolo, nelle ultime settimane, lasciando il governo della sanità della regione più debole rispetto al sistema sanitario, senza guida. Oggi fate un nuovo decreto col quale sostanzialmente commissariate voi stessi, perché commissariate i commissari che avete nominato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E noi voteremo contro perché voi prorogate di altri due anni il Commissario, questo istituto che non ha funzionato! E vi diciamo anche che ai calabresi - noi li conosciamo - non interessa se a governare la sanità è un commissario o il presidente della regione; ai calabresi interessa che se hanno bisogno di una TAC, di una risonanza possono averla in tempi civili come accade in altre parti d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non interessa loro se a governare la sanità è l'uno o l'altro livello di governo; interessa loro che ci sia una medicina del territorio, che in Calabria - l'emergenza COVID lo ha dimostrato alla comunità nazionale, ma i calabresi lo sapevano - è quasi inesistente. In Calabria, la sanità è sempre stata soltanto rete ospedaliera, nonostante il Patto per la salute preveda che la maggior parte delle risorse impiegate per la sanità, in tutte le regioni, debba essere orientata verso il territorio e solo una parte minoritaria, pure consistente, alla rete ospedaliera. La sanità è stata sempre rete ospedaliera. E poi gli ospedali non funzionano, scoppiano, perché manca un sistema di medicina del territorio attraverso poliambulatori che funzionano e che farebbero risparmiare al sistema sanitario, perché una prestazione erogata in regime ambulatoriale costa 250-300 euro al sistema sanitario, la stessa prestazione erogata DRG, in ricovero ospedaliero, costa 1.200-1.300 euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Perché i vostri commissari non hanno investito su questo? Perché non hanno investito nel potenziamento della rete territoriale, nel potenziamento della rete anche dei medici di famiglia? Si risparmia e si qualifica l'assistenza sanitaria se si fa questo. Invece ci sono diciotto ospedali chiusi! Oggi, con un ordine del giorno noi abbiamo rafforzato l'intenzione del commissario Longo - al quale facciamo gli auguri di buon lavoro - perché si riaprano gli ospedali parzialmente chiusi, o comunque ancora efficienti ma non in funzione, e siano adibiti anche gli ospedali di montagna all'emergenza COVID, e per la rianimazione e anche per i ricoveri COVID ordinari. Ma noi avremmo voluto che in questo decreto voi aveste accolto qualche bisogno dei calabresi, che noi abbiamo rappresentato attraverso i nostri emendamenti. Qualcuno è passato, pure rimodulato, come quello sulla rimozione del blocco delle assunzioni. Perché i calabresi hanno bisogno di ospedali ma anche hanno bisogno di personale sanitario che stia in quegli ospedali e in Calabria, in questi anni, non si è potuto assumere nessuno. I migliori medici giovani calabresi sono stati costretti ad andare nelle altre regioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e poi noi siamo senza medici, senza personale sanitario. Vi abbiamo chiesto di rimuovere il blocco ma di prevedere la possibilità di assumerli, non a tempo determinato, come prevedete, ma a tempo indeterminato perché possano lavorare in Calabria, ora che c'è l'emergenza COVID, e possano essere ricollocati, poi, fuori dalla Calabria quando l'emergenza sarà finita, perché un giovane medico che lavora, per esempio, in un'altra struttura, in una struttura privata, non viene in Calabria se lo chiami a tempo determinato, non lascia un lavoro per un altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); se gli dai la possibilità incardinarsi del sistema sanitario a tempo indeterminato, ci viene e dà una mano alla propria terra! Vi abbiamo chiesto anche un reset della sanità in Calabria attraverso il ripiano del debito sanitario.

Abbiamo previsto, con un nostro emendamento, che questo ripiano avvenisse a spese della Regione, dicendo: si dà la possibilità alla Regione di accedere ad un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti per ripianare il debito e restituirlo in trent'anni, avendo la possibilità quindi di fare nuovi investimenti perché investire in sanità significa risparmiare in sanità e qualificare l'offerta sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Niente, avete bocciato questo emendamento! I calabresi hanno bisogno di buona sanità. Al vostro commissario noi chiediamo di mettere mano anche al sistema della sanità privata convenzionata perché, guardate, in Calabria succede che il privato convenzionato spesso non lavora in termini qualitativi in maniera concorrenziale con la sanità pubblica. Noi abbiamo un privato, ma non abbiamo un privato d'eccellenza. Io non ho pregiudizi verso il privato, perché la maggior parte dei centri di eccellenza in sanità in Italia sono privati, ma in Calabria questi centri di eccellenza privati spesso non sono esempi di sanità eccellente. Allora, su questo bisogna investire e investire fortemente, anche per recuperare i 300 milioni di mobilità passiva. Eppoi, il tema delle competenze, e concludo: finitela di mandare in Calabria generali della Guardia di finanza, generali dei carabinieri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non se ne può più! Vengano, li rispettiamo; ma il vero modo di contrastare la 'ndrangheta è quello di mandare persone competenti per governare la sanità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Mandateci generali, ma mandateci anche persone che sappiano organizzare la sanità perché, sappiatelo, alla 'ndrangheta fanno comodo i direttori generali delle ASL disonesti, ma fanno ancor più comodo i direttori delle ASL incapaci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che fanno fare alla 'ndrangheta ciò che vogliono! Allora, concludo…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI)...., dicendo anche all'onorevole Stumpo…

PRESIDENTE. No, guardi, il tempo è uguale per tutti, onorevole Occhiuto. Chiuda, prego.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Allora concludo dicendo: basta con il rimpallo di responsabilità. Le responsabilità si ascrivono a tutti, ma è utile che il Governo nazionale finalmente faccia un investimento sulla Calabria in termini di fiducia e di competenza senza pregiudizi, perché solo così la Calabria si salva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente. Questa è l'ennesima conferma che la Lega non ha mai avuto preclusioni nei confronti delle regioni del Sud, anzi. Federalismo vuol dire autonomia delle regioni. La Lega si è sempre battuta per responsabilizzare tutte le realtà che compongono questo Paese. Colgo l'occasione per ricordare che il Governo deve ancora attuare l'autonomia di Lombardia e Veneto, chiesta dai cittadini elettori con regolare democratico referendum (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! So che “democratico” ed “elezioni” per voi sono parole estranee. Sicuramente, se avessero avuto totale autonomia, queste regioni, senza dover dipendere da commissari, da task force, alcune cose mesi fa sarebbero andate di certo in maniera diversa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Entrando nel merito del provvedimento, come gruppo Lega voteremo contro al decreto con cui, per il dodicesimo anno, si vorrà imporre un commissario alla sanità della Regione Calabria. Questo non per una prevenuta contrapposizione al Governo, ma proprio per un fatto oggettivo e di considerazione di buon senso. Tra l'altro, l'urgenza e l'omogeneità non trovano alcuna rispondenza in questo decreto. L'esame del decreto-legge non può prescindere da un rapidissimo esame in merito alle vicende che, in questi anni, hanno riguardato il Servizio sanitario della Regione Calabria, certificando il totale fallimento della gestione commissariale. Rammentate innanzitutto che nella Regione Calabria il commissariamento perdura ininterrottamente da undici anni, con risultati disastrosi che hanno portato i livelli essenziali di assistenza a rimanere costantemente al di sotto della soglia di sufficienza, a danno dei cittadini e del loro diritto alla salute. La situazione è tristemente peggiorata con l'entrata in vigore del decreto n. 35 e con l'avvento della pandemia da Coronavirus nel nostro Paese, con la quale i nodi della gestione commissariale sono inevitabilmente venuti al pettine. Ricordo che in data 6 novembre i cittadini della regione hanno scoperto in diretta televisiva di trovarsi nelle mani di un commissario che non sapeva neppure di essere tenuto alla predisposizione del piano di potenziamento delle strutture sanitarie, indispensabile per fronteggiare l'emergenza COVID.

Successivamente, sempre in diretta televisiva, sono andate in scena le surreali giustificazioni del commissario stesso, che aveva riferito di aver predisposto il piano in questione, piano che, però, non sapeva di dover predisporre, di aver preso contatti con un medico per capire se durante la precedente intervista avesse avuto un malore o qualche altra cosa o addirittura fosse stato drogato. Mentre il commissario rassegnava le dimissioni e rilasciava improbabili giustificazioni, il Governo, però, è riuscito a fare di peggio, perché si è limitato a scaricare ogni responsabilità su di lui, dimenticandosi stranamente di averlo riconfermato solamente pochi giorni prima della scioccante intervista. Per quanto riguarda poi il piano COVID, si rammenta che i soggetti responsabili della sua approvazione e attuazione sono il Ministro della Salute e il commissario straordinario e che, dunque, a essi è imputabile in primis il mancato potenziamento delle strutture ospedaliere. Non dovete scaricare sempre responsabilità sulle regioni! Ancora più assurda è la vicenda relativa alla sostituzione del commissario dimissionario, con il Consiglio dei Ministri che ha deliberato, in un primo momento, la nomina di un sostituto e poi, il giorno successivo, l'ha immediatamente congelata, quando sono emerse delle dichiarazioni scioccanti rese da quest'ultimo sulle modalità di trasmissione del virus, che per decenza eviteremo di ripetere (sorvolo sulle seguenti e ripetute ricerche di una figura che desse la propria disponibilità). È, quindi, di tutta evidenza la necessità di revisionare profondamente l'attuale sistema di gestione della sanità calabrese, inaugurando una nuova stagione all'insegna del rispetto delle competenze costituzionali, del principio di leale collaborazione e delle prerogative della regione. Il decreto-legge in questione, invece, va inspiegabilmente nella direzione opposta e, contro ogni principio logico, prima ancora che tecnico-giuridico, proroga per altri due anni un regime che non ha sortito alcuno degli effetti sperati. Praticamente, il decreto-legge si pone, quindi, in violazione del principio di ragionevolezza perché pretende di risolvere i danni causati dal precedente decreto del 2019 con una proroga delle misure lì contenute. Evidente, è la violazione del criterio di riparto di competenze tra Stato e regioni e del principio di leale collaborazione, giacché la regione viene nuovamente esautorata delle proprie competenze in materia di sanità, in maniera ancora più rigida rispetto al passato e ciò sebbene non sia la responsabile dell'attuale situazione di disastro organizzativo, bensì i Governi, considerati gli undici anni fallimentari di gestione. Se per altre regioni in passato il commissariamento ha portato risultati positivi, qui ci pare non sia così. Non si dica, però, che la regione non ha personale in grado di affrontare il comparto sanitario, perché in questo caso il commissario si avvarrà proprio del personale della regione stessa. Da parte nostra si è chiesto di non mettere altri commissari o, comunque, che il commissario sia scelto d'intesa con la regione o che il commissario stesso costituisca un tavolo di lavoro assieme alla regione e a tutti gli uffici regionali. Stranamente, come al solito, non ci avete ascoltato. Reputiamo ora che sia venuto il momento di responsabilizzare le figure politiche e tecniche della regione, che risponderanno poi direttamente ai cittadini elettori. Adesso è stata trovata finalmente una persona che ha accettato l'incarico commissariale, il prefetto Longo, che ha già operato in Calabria a difesa della legalità. Noi, ovviamente, non abbiamo preclusioni sulla persona. Prendiamo atto delle sue dichiarazioni di voler collaborare con la regione, di aiutarsi a vicenda per risolvere la grave situazione non solo legata al COVID. Al limite chiediamo al commissario, come primo atto, di rinunciare ai compensi aggiuntivi, perché inspiegabilmente in Italia c'è il vizio sempre di pagare di più chi fa il proprio dovere per cui è già pagato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - questo non si capisce - o che al limite devolva il surplus a chi è stato in prima linea sull'emergenza sanitaria. Restiamo, quindi, contrari al metodo e, per quanto sopra esposto, esprimo il voto contrario del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Come ammoniva Corrado Alvaro, probabilmente il più importante scrittore calabrese del secolo scorso, “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Ecco, signor Presidente, io sono convinta che in Calabria vivano milioni di cittadini onesti ma altrettanto dubbiosi che la loro onestà serva veramente a qualcosa.

Dal 2014, nell'arco di due anni, ho ispezionato di persona il 90 per cento degli ospedali calabresi, per documentarne lo smantellamento sistematico causato dai tagli orizzontali a posti letto, strutture e piante organiche del personale, cercando di lottare sempre contro le narrazioni dominanti e spesso becere sulla mia terra, che non andavano mai in fondo all'origine dei problemi economici e di gestione manageriale. Ho constatato che la disperazione sociale, come la definiva Alvaro, che deriva da quell'amaro dubbio diventa spesso motivo di emigrazione o, peggio, linfa vitale per le ‘ndrine e per i potentati locali di ogni genere. Sebbene mi rattristi per tutto questo, non mi stupisce che quando il Governo è stato chiamato a nominare il commissario ad acta per la sanità calabrese abbia incontrato forti difficoltà. Ora, finalmente, è stato nominato un commissario, un fedele servitore dello Stato, il prefetto Guido Longo, a cui va, da questi banchi, il mio ringraziamento e quello di tutto il MoVimento 5 Stelle; ma Longo, oltre a far fronte alla situazione emergenziale in corso, dovrà innanzitutto assumersi la responsabilità di attivare in Calabria quelle misure eccezionali che garantiscano i livelli essenziali di assistenza. Una sfida certamente difficile per il commissario Longo, ma avrà poteri e misure straordinarie, oltre, ovviamente, al pieno supporto istituzionale da parte di tutti noi.

Voglio ricordare anche, per amore di verità, che se oggi siamo chiamati a convertire in legge il “decreto Calabria-bis” è perché nel 2019 è stato emanato il “decreto Calabria 1”, che sanciva per la prima volta questa necessità di risorse e mezzi straordinari alla Calabria. Nonostante gli sforzi, però, da parte nostra, la sanità calabrese purtroppo non è ancora uscita da quel limbo in cui si trova da oltre un decennio. Come ci ha recentemente ragguagliati il dottor Andrea Urbani, già subcommissario in Calabria e oggi direttore generale della programmazione sanitaria al Ministero della Salute, il disavanzo regionale continua a crescere: a consuntivo 2019 ha raggiunto quota 160 milioni di euro dopo le coperture economiche, anche a causa dei 42 milioni di disavanzo del 2018 e della svalutazione del credito di 62 milioni di euro operata dall'Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” per la nota quanto scabrosa vicenda della fondazione “Tommaso Campanella”, ex polo oncologico di Catanzaro. Attenzione, però, perché non siamo purtroppo di fronte a dei dati certi, in quanto l'ASP di Reggio Calabria non presenta i bilanci dal 2013 e anche molti altri enti dal 2017, come l'ASP di Cosenza e di Vibo Valentia, quella di Catanzaro e la Mater Domini, presentano dei bilanci che hanno un parere non favorevole da parte dei rispettivi collegi sindacali e, ovviamente, queste criticità si riverberano anche nella gestione sanitaria accentrata, il cui bilancio di esercizio, invece, non risulterebbe adottato dal 2015, quindi, in sintesi, la Calabria ancora è in continua perdita. Il perché lo denunciamo da tempo: ci sono lestofanti che hanno avidamente spolpato in questi lustri la sanità pubblica in favore di quella privata, milioni di euro di crediti sanitari - chissà, poi, quanto corrispondenti a reali servizi e forniture - vantati verso le nostre aziende ospedaliere e poi magari venduti a società veicolo del Nord per essere subito cartolarizzati, come è stato riportato da una recente inchiesta del Financial Times, e piazzati come titoli ad alto rendimento su mercati esteri. Si badi, signor Presidente, questo è un circolo vizioso in cui troppo spesso hanno avuto la meglio imprese e fornitori legati alla 'ndrangheta; l'hanno fatta franca dirigenti pubblici non perseguiti per la loro sciatteria o incapacità manageriale e ha lucrato persino la spregiudicata finanza internazionale; e poi ci sono le vittime, i cittadini calabresi bisognosi di cure. Noi cittadini calabresi abbiamo visto affievolirsi nel tempo il nostro diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Vivere sotto la soglia dei livelli essenziali di assistenza equivale a emigrare al Nord in cerca di assistenza, alimentando ulteriormente, nostro malgrado, il deficit sanitario calabrese da mobilità passiva, il cui saldo oggi è in lieve calo ma arriva sempre a 281 milioni di euro. Se poi a questo aggiungiamo che per molti anni, come ho denunciato anche in una mia interrogazione, la regione Calabria non ha espletato le necessarie verifiche sulle prestazioni realmente erogate dalle altre regioni in favore di cittadini calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ci rendiamo conto a questo punto di quanto sia stata indebitamente decimata la nostra quota del Fondo sanitario nazionale; un Fondo che a questo punto diventa prioritario ridisegnare, se davvero si vuole condurre la sanità calabrese oltre il piano di rientro, verso una condizione normalizzata, di gestione ordinaria; un Fondo sanitario nazionale che preveda criteri di riparto riformati sulla base di un'esigenza di perequazione storica delle risorse e su reali e differenziati bisogni di salute.

Per tutto questo, ritengo che bisogna prorogare quei poteri straordinari, aggiungendo risorse umane e finanziarie. Questo disegno di legge definisce nuove responsabilità in capo al commissario ad acta, che diventa anche gestore dell'emergenza pandemica e c'è anche l'obbligo per la Regione di affiancarlo, con l'obbligo di fornire mezzi e risorse; ovviamente anche, qualora lo ostacolasse, ci sarà la possibilità questa volta di assumere autonomi atti amministrativi, organizzativi e gestionali. Inoltre, è importante perché è prevista la facoltà di scegliere i commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere anche nell'ambito dell'elenco nazionale dei direttori generali e per le commissioni prefettizie delle aziende sanitarie sciolte per mafia ci sarà la possibilità di affiancare manager della sanità.

I commissari straordinari, poi, saranno anche chiamati ad informare sulle misure adottate ogni tre mesi la conferenza dei sindaci e anche le organizzazioni sindacali. Al fine, poi, di supportare questi interventi di potenziamento del servizio sanitario regionale stanziamo 180 milioni di euro in tre anni a copertura dell'attuale disavanzo sanitario, oltre a 15 milioni che sono accantonati per garantire la disponibilità dei dati economico-gestionali. Grazie, poi, ad un emendamento che ho fortemente voluto, ma che è stato approvato grazie alla volontà trasversale di tutti i partiti nella Commissione affari sociali e sanità, il commissario ad acta potrà ora adottare un piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato di personale medico, sanitario, tecnico e sociosanitario, finalmente sulla base del fabbisogno rilevato dalle aziende del servizio sanitario regionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una misura necessaria se vogliamo veramente rimediare alle carenze sistemiche che sono state indotte dai tagli dell'austerity.

Presidente, mi avvio alla conclusione, perché chi parla è un cittadino calabrese che ancora non si arrende a quel dubbio di cui parlava Corrado Alvaro: non sarà mai inutile essere onesti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Queste sono parole guerriere, Presidente, perché la mia Calabria, così come l'intera nazione, è chiamata ad evolvere. Non abbiamo bisogno né di moniti, né di paternali, ma di proposte politiche lungimiranti e di persone credibili ai posti di comando sul territorio, e soprattutto di donne e di uomini pronti ad incarnare responsabilità istituzionali. Questo nuovo decreto è un'opportunità per la Calabria, che ovviamente non può permettersi di sprecare, nella consapevolezza, però, che un sistema inefficiente potrà essere superato soltanto con uno scatto di orgoglio corale.

La nostra costante testimonianza, la nostra incrollabile determinazione, la nostra fiera lotta per una Calabria libera e giusta non saranno vane ed il dubbio che essere onesti sia inutile verrà presto fugato, perché il popolo calabrese unito ce la può fare e ce la farà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale previste in diretta TV.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, vorrei fare soltanto una chiosa rispetto al tema tanto discusso del commissariamento e alla fatica dell'ultimo commissario. Ebbene, appare chiaro che il debito della sanità in Calabria non lo ha fatto Regione o lo Stato, ma lo hanno fatto i commissari.

Per loro natura, i commissari devono essere in un tempo limitato, non una norma che prende il posto delle funzioni normali. E per questo mi appoggerò a delle parole molto chiare di Roberto Saviano, che ha detto, e va condiviso: dieci anni di gestione commissariale senza direzione politica sono stati peggio che avere le ‘ndrine direttamente al comando. I clan non hanno smesso di guadagnare dal sistema sanitario calabrese e il commissariamento ha spesso portato solo a tagli e nessuna modifica. Credo che sia ora di chiedere per la Calabria la normalità, non i commissari, e che ogni commissario aumenta il debito e non lo chiude. Per questo credo che sia la normalità che va richiesta per una regione abbandonata e affidata a commissari per tempi più lunghi di un Governo, di una presidenza di regione, di un'amministrazione regolare. Regolarità e normalità, non commissari (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

(Coordinamento formale - A.C. 2772-A )

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2772-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2772-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data odierna, i deputati Paolo Lattanzio e Michele Nitti, già iscritti al gruppo parlamentare Misto, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico.

La presidenza di tale gruppo, con lettere pervenute in pari data, ha comunicato di aver accolto le richieste.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di giovedì 17 dicembre, a partire dalle ore 9,30, si svolgeranno le discussioni generali della mozione concernente la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e della mozione concernente iniziative per un ampio programma di investimenti e misure nel settore sanitario in relazione all'emergenza da COVID-19.

Conseguentemente, nella stessa seduta, il già previsto seguito della discussione dei predetti atti di indirizzo e delle mozioni concernenti il ruolo del Ministero dell'Economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana avrà luogo a partire dalle ore 15.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono numerosi interventi di fine seduta. Raccomando - sarò molto severo - il rispetto dei tempi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Paternoster; ha rinunciato, perfetto rispetto dei tempi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Utilizzo questo spazio, tramite lei, per appellarmi al Ministro Speranza e al Ministro Boccia. Si è creata in Abruzzo, a causa del presidente Marsilio, una situazione paradossale: nel non rispetto delle regole, della buona creanza, della buona educazione istituzionale, il presidente Marsilio inopinatamente ha ritenuto, con un proprio atto, di passare da un'area classificata come rossa ad un'area arancione. Fin qui tutti lo sappiamo, perché ha riempito la cronaca nazionale. Ora, il problema qual è? Che il Governo ha dovuto, per colpa del presidente Marsilio, fare un ricorso al TAR e impugnare quella decisione.

Il risultato, tuttavia, è che adesso ci troviamo in una situazione paradossale, perché, se il TAR dovesse dare ragione al Governo, come purtroppo sarà, anche con la sola sospensiva, l'Abruzzo rientra nell'incertezza tra la zona rossa e la zona arancione. Questo può essere superato con il Governo in un'azione parallela: da un lato l'azione legittima di ripristino della legalità attraverso il TAR, dall'altro il decreto immediato che consente all'Abruzzo stabilmente di rimanere zona arancione. Chiuderemmo una pagina indegna di un presidente venuto in Abruzzo in vacanza da Roma (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. L'Abruzzo sta vivendo uno dei momenti più assurdi e complicati. A causare questa situazione è intervenuto il presidente della regione, il “caudillo de noantri”. Il presidente, infatti, ha approvato e firmato un'ordinanza che, fuori da ogni canone e da ogni norma, ha deciso autonomamente di fare dell'Abruzzo zona arancione. Il Governo ha dovuto ricorrere per ripristinare la legalità. L'Abruzzo vive quindi una profonda e assurda incertezza.

Io chiedo al Ministro Speranza e al Governo, visto che domani ci sarà la seduta del TAR sul ricorso del Governo, ed insieme è anche il giorno in cui si esaminano i dati delle regioni, di fare in modo che l'Abruzzo sia in zona arancione legalmente, e che non sia più messa nelle mani e nelle decisioni di un presidente che fa cose fuori dalla legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, i responsabili del disastro ambientale nei territori di Acerra, Caivano, Qualiano e Bacoli sono stati scarcerati per la terza volta: ora sono agli arresti domiciliari nelle loro ville sontuose. I cittadini sono sdegnati e sconcertati.

È appunto la terza volta che i Pellini vengono scarcerati: la prima risale al 2006, quando furono arrestati e trascorsero in prigione soltanto alcuni mesi di custodia cautelare; nel maggio 2017, con la condanna definitiva della Cassazione, i tre fecero di nuovo ingresso in carcere, ma dopo dieci mesi, a marzo 2018, furono di nuovo liberati; nel novembre 2019 i tre fratelli dello smaltimento di veleni tornarono in galera. Ora però sono di nuovo a casa: dunque per la magistratura non è un reato grave il disastro ambientale aggravato! I giudici devono rivedere subito questo ennesimo assurdo provvedimento: è inconcepibile che chi ha commesso un disastro ambientale aggravato, compromettendo il territorio e le future generazioni, possa beneficiare di ulteriori provvedimenti.

I reati commessi dai Pellini forse sono anche peggiori di quelli commessi dai più pericolosi camorristi; eppure finora hanno trascorso in carcere solo pochi mesi. Con lo smaltimento illecito dei rifiuti tossici, scaricati nelle falde acquifere e spalmati su terreni agricoli spacciandoli per fertilizzanti, i Pellini hanno accumulato una ricchezza finora identificata di 222 milioni: uomini che hanno prodotto strage e che continuano a mietere morte. Chiedo al Ministro della Giustizia un autorevole intervento affinché venga fatta luce sulla scarcerazione in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Presidente, il mio intervento verte sulle condizioni in cui versa la Villa Comunale di Napoli a causa dei lavori della linea LTR 6 della metropolitana. La Villa Reale, progettata nel Settecento, fu descritta da Alexandre Dumas come la più bella e aristocratica passeggiata del mondo, affacciata sul lungomare della città. I lavori della linea 6 della metro, ancora in costruzione, hanno già prodotto lungo il percorso una serie di gravi danni, a cominciare dal crollo, fortunatamente senza vittime, nel marzo 2013 di un'ala del monumentale Palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia, per cause accertate riconducibili appunto alla realizzazione della metro.

I danni, che hanno interessato la Villa Reale, sono causati dalle modifiche del flusso delle acque sotterranee provenienti dalla collina e dalle falde acquifere che alimentavano gli alberi secolari.

La realizzazione della metro ha interessato anche Piazza del Plebiscito, patrimonio UNESCO, dove sono in corso da ben due anni scavi per un tunnel di areazione coperto da grate, che, anche se celate, testimoniano il volto sfigurato di una città dall'immenso patrimonio artistico e culturale. Non mi soffermo sugli altri danni procurati alla Galleria Vittoria e al Monte Echia, che richiedono attenzione e vigilanza.

Certamente nessuno potrà ripristinare l'aspetto di luoghi e monumenti sfigurati, per i quali ho chiesto, e continuerò a chiedere, ai Ministri competenti sollecito interessamento, a tutela di una città a cui va restituita la dignità tradita (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Dopo Roma, Milano e altre città, anche a Bergamo sono apparsi manifesti 6x3 che ritraggono una contemporanea Biancaneve in sottoveste semimorente, con una mela in mano, con l'esplicito riferimento alla velenosa RU486: una procedura medica autorizzata, utilizzata, riconosciuta dal nostro Servizio sanitario nazionale per interrompere la gravidanza. Un messaggio pubblicitario basato su una menzogna indegna, di grave violazione della dignità delle donne, una gigantesca fake, che solo le autorità locali potranno rimuovere ed oscurare. Siamo certe che non mancherà la premura del sindaco Gori nel procedere alla cancellazione di questa disinformazione medico-scientifica e di questo attacco palese ai diritti e all'autodeterminazione delle donne.

Colpisce, Presidente, dopo 42 anni dalla promulgazione della legge n. 194, Norme sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza, due diritti e principi di civiltà, che ci sia ancora tanto accanimento e crudeltà nei confronti delle donne. Troverete in quest'Aula la difesa più dura, più ferma, più ostinata e instancabile a difesa delle libertà e contro le menzogne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Oggi, ma lo sapranno le colleghe e i colleghi, è la Giornata mondiale dei diritti umani. Si tiene il 10 dicembre perché è il giorno in cui nel 1948 le Nazioni Unite proclamarono la Dichiarazione universale dei diritti umani. L'articolo 1 recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Vede, signor Presidente, la pandemia reca sofferenze nel nostro Paese e ovunque, ma insieme a quella si sommano altri dolori. Nell'altra e nell'altro, in ogni angolo della Terra e in ogni ingiustizia, in ogni guerra o violenza subita, c'è una parte di noi e della nostra identità. Oggi ricordare quella Dichiarazione universale credo che possa essere una buona bussola per ognuna e ognuno di noi, per politica e istituzioni che vogliano dare un senso alle persone e a noi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, in questo 2020, che spesso affastella cattive notizie, ci sono anche delle notizie confortanti. Lo Stato, attraverso due sentenze degli uffici giudiziari di Ragusa, ha da un lato condannato una signora che è una reggente di un clan, il clan Ventura, che aveva diffamato sui social Paolo Borrometi, e l'ha condannata per gravi reati di diffamazione a una multa molto seria; dall'altro lato, l'altra sentenza ha rigettato un ricorso di un ex consigliere regionale siciliano che aveva chiesto l'oblio e la cancellazione di articoli che Paolo Borrometi aveva scritto contro le mafie nella zona di Comiso.

Queste due sentenze aiutano ad avere fiducia nella giustizia e nella lotta contro le mafie. Paolo Borrometi, un giornalista coraggioso, minacciato, a cui sono stati fatti attentati, che vive sotto scorta, con queste sentenze è meno solo. Non lo è mai stato: ha avuto scorta mediatica e solidarietà di tante associazioni. Ma anche in questa sede io credo che sia giusto tributare vicinanza e solidarietà a Paolo Borrometi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, signor Presidente. Anche oggi registriamo la chiusura definitiva di diverse aziende agricole. Quando chiude un'azienda agricola, un'azienda allevatoriale, un'azienda vitivinicola, una stalla, non è detto che mai più riaprirà. Le aziende agricole stanno morendo a suon di codici Ateco, una specie di mannaia che colpisce pezzi delle nostre filiere di eccellenza. Il paradosso è per i ristori, quelli impossibili - quelli dei decreti - per aziende che viceversa si dovrebbero occupare, e si occupano, di ristorare cittadini con gli straordinari prodotti. Penso alle aziende agricole, colpite dalla chiusura dei ristoranti, ai divieti di feste, pranzi sociali, nessun riferimento nei codici Ateco. Hôtellerie: nulla a chi serve e rifornisce il sistema Horeca, niente a chi si occupa di tovaglie da tavolo. Zero su zero per gli agricoltori e i vitivinicoltori. Ma direte che vi sono le provvidenze del Ministero dell'Agricoltura. Certo, queste misure sono però riservate a chi ha stoccato, per il 2019, non meno di 100 mila ettolitri. Insomma, come sempre, per le grandi aziende, peraltro protette anche dalla grande distribuzione, grande distribuzione che addirittura ha accresciuto le vendite in questo periodo.

Allora, se nulla farà il Governo, però perlomeno taccia sul modello italiano, fatto di competenza, di sensibilità e passione. Le piccole: si è sempre detto “piccolo è bello”. Sì, quella competenza, che ormai è utilizzata per sfuggire alla tassazione insostenibile; quella sensibilità, nell'evitare la burocrazia ed i blocchi della pubblica amministrazione; e quella passione, per continuare a lavorare ogni giorno quella terra dei padri, contro il Governo ed i codici delle sperequazioni e delle vergogne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente La Maremma laziale, Presidente, in maniera particolare il tratto viterbese, è una terra di enormi ricchezze e bellezze, ma, purtroppo, anche di dissesto idrogeologico. Dopo alcune disastrose esondazioni, ora stanno per partire i lavori, pensati e progettati, purtroppo molti decenni fa, sul lato sinistro del fiume Fiora, nel comune di Montalto di Castro. Il cantiere, Presidente, rischia di diventare e di violentare - mi scusi - quel territorio, con la costruzione, pensi, di un muro alto tre metri e lungo un chilometro, fino all'arrivo al mare. Chi ama quel mare e quella terra non può darsi pace. Questo appello, che faccio qui, dalla Camera, spero arrivi agli amministratori regionali, alla regione governata dal Partito Democratico e del presidente Zingaretti in maniera particolare, perché, chi ama la pesca, la nautica e quel territorio, si ritroverà purtroppo, invece, un bastione. Questo non è soltanto inaccettabile, ma anche fuori dalla storia e dalla contemporaneità. Quindi, “no” al muro sul fiume Fiora e si riveda immediatamente il progetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soverini. Ne ha facoltà.

SERSE SOVERINI (PD). Grazie, Presidente Oggi è morto Luigi Mariucci, ex assessore regionale, professore giuslavorista, conosciuto in tutta Italia e, in particolar modo, a Bologna. Una vita caratterizzata da uno spirito innovatore, importantissimi i suoi lavori in Regione e importantissimo il suo impegno civile. Qui, a nome del presidente della Regione, del sindaco di Bologna, della federazione del Partito Democratico e dei tanti amici bolognesi che l'hanno frequentato e hanno goduto della sua amicizia, siamo a riportare un commosso ricordo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 17 dicembre 2020 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali della mozione Lazzarini ed altri n. 1-00246 concernente iniziative per la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle relative famiglie .

2. Discussione sulle linee generali della mozione Gelmini ed altri n. 1-00404 concernente iniziative per un ampio programma di investimenti e misure nel settore sanitario in relazione all'emergenza da COVID-19 .

(ore 15)

3. Seguito della discussione della mozione Lazzarini ed altri n. 1-00246 concernente iniziative per la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle relative famiglie .

4. Seguito della discussione della mozione Gelmini ed altri n. 1-00404 concernente iniziative per un ampio programma di investimenti e misure nel settore sanitario in relazione all'emergenza da COVID-19 .

5. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00382 e Centemero ed altri n. 1-00383 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana .

La seduta termina alle 17,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 12 la deputata Lorenzoni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni dalla n. 15 alla n. 20 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2772-A - Dis. 1.1 453 453 0 227 200 253 82 Resp.
2 Nominale em. 1.1, 1.8, 1.12 460 460 0 231 204 256 80 Resp.
3 Nominale em. 1.13 461 461 0 231 209 252 80 Resp.
4 Nominale em. 1.14 457 457 0 229 207 250 80 Resp.
5 Nominale em. 1.2, 1.9 464 464 0 233 210 254 80 Resp.
6 Nominale em. 1.10 460 460 0 231 209 251 80 Resp.
7 Nominale em. 1.3 457 457 0 229 206 251 80 Resp.
8 Nominale em. 1.15 464 464 0 233 211 253 80 Resp.
9 Nominale em. 1.4 463 463 0 232 210 253 80 Resp.
10 Nominale em. 1.16 465 465 0 233 209 256 80 Resp.
11 Nominale em. 1.11 466 466 0 234 210 256 80 Resp.
12 Nominale em. 1.300 462 462 0 232 258 204 80 Appr.
13 Nominale em. 1.102 465 465 0 233 208 257 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.28 465 465 0 233 209 256 80 Resp.
15 Nominale em. 2.26 461 460 1 231 207 253 80 Resp.
16 Nominale em. 2.1 462 462 0 232 209 253 80 Resp.
17 Nominale em. 2.29 449 449 0 225 205 244 80 Resp.
18 Nominale em. 2.2 460 460 0 231 210 250 80 Resp.
19 Nominale em. 2.37 457 457 0 229 207 250 80 Resp.
20 Nominale em. 2.3 464 464 0 233 211 253 80 Resp.
21 Nominale em. 2.19, 2.30 459 459 0 230 213 246 80 Resp.
22 Nominale em. 2.4, 2.31 459 459 0 230 211 248 80 Resp.
23 Nominale em. 2.27 460 460 0 231 210 250 80 Resp.
24 Nominale em. 2.33 458 458 0 230 209 249 80 Resp.
25 Nominale em. 2.22 456 456 0 229 211 245 80 Resp.
26 Nominale em. 2.23 464 464 0 233 212 252 80 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.5 461 460 1 231 211 249 80 Resp.
28 Nominale em. 2.20 469 469 0 235 216 253 79 Resp.
29 Nominale em. 2.200 465 465 0 233 462 3 79 Appr.
30 Nominale em. 2.34 466 466 0 234 216 250 79 Resp.
31 Nominale em. 2.35 471 471 0 236 217 254 78 Resp.
32 Nominale em. 2.25 rif. 468 468 0 235 467 1 78 Appr.
33 Nominale em. 2.36 465 465 0 233 215 250 78 Resp.
34 Nominale em. 2.50 454 454 0 228 206 248 78 Resp.
35 Nominale art. agg. 2.02 461 461 0 231 211 250 78 Resp.
36 Nominale em. 3.100 465 465 0 233 215 250 78 Resp.
37 Nominale em. 3.8 461 461 0 231 215 246 78 Resp.
38 Nominale em. 3.7 465 465 0 233 215 250 78 Resp.
39 Nominale em. 3.1 466 466 0 234 216 250 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 3.150 472 471 1 236 469 2 78 Appr.
41 Nominale em. 3.4 468 468 0 235 216 252 78 Resp.
42 Nominale em. 3.10 464 464 0 233 211 253 78 Resp.
43 Nominale em. 3.9 469 468 1 235 206 262 78 Resp.
44 Nominale em. 3.5 462 462 0 232 210 252 78 Resp.
45 Nominale em. 3.200 466 466 0 234 457 9 78 Appr.
46 Nominale em. 4.3 455 455 0 228 212 243 77 Resp.
47 Nominale em. 4.200 462 462 0 232 454 8 77 Appr.
48 Nominale em. 5.300 461 461 0 231 460 1 77 Appr.
49 Nominale em. 6.1 468 468 0 235 218 250 77 Resp.
50 Nominale art. agg. 6.016 466 466 0 234 217 249 77 Resp.
51 Nominale em. 7.7 470 470 0 236 215 255 77 Resp.
52 Nominale em. 7.11 466 466 0 234 216 250 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 7.1, 7.10 470 470 0 236 215 255 77 Resp.
54 Nominale em. 7.8 461 461 0 231 208 253 77 Resp.
55 Nominale em. 7.9 466 466 0 234 211 255 77 Resp.
56 Nominale em. 7.100 450 450 0 226 201 249 77 Resp.
57 Nominale em. 7.6 453 453 0 227 203 250 77 Resp.
58 Nominale em. 8.2, 8.100 457 457 0 229 205 252 77 Resp.
59 Nominale em. 8.1 459 459 0 230 208 251 77 Resp.
60 Nominale em. 8.3 454 454 0 228 207 247 77 Resp.
61 Nominale em. 8.4 453 453 0 227 206 247 77 Resp.
62 Nominale em. 8.5 455 455 0 228 204 251 77 Resp.
63 Nominale em. 8.6 457 457 0 229 205 252 77 Resp.
64 Nominale em. 8.7 457 456 1 229 206 250 77 Resp.
65 Nominale odg 9/2772-A/5 431 431 0 216 194 237 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale odg 9/2772-A/6 437 437 0 219 195 242 77 Resp.
67 Nominale odg 9/2772-A/7 437 437 0 219 193 244 77 Resp.
68 Nominale odg 9/2772-A/8 450 450 0 226 198 252 77 Resp.
69 Nominale odg 9/2772-A/10 455 455 0 228 449 6 77 Appr.
70 Nominale Ddl 2812 - quest. preg. 1, 2 e 3 379 377 2 189 144 233 77 Resp.
71 Nominale Ddl 2772-A - voto finale 368 365 3 183 246 119 71 Appr.