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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 437 di mercoledì 2 dicembre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, le deputate Cavandoli e Montaruli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (A.C. 2727-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2727-A: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2727-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare il deputato Massimiliano Panizzut per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/89. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Buongiorno. Grazie, Presidente. Il presente decreto riguarda alcune disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche al codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento. Primo: non ci pare che, in questo momento di emergenza sanitaria ed economica, i temi siano urgenti; abbiamo difficoltà a gestire un'emergenza sanitaria e a difendere le nostre categorie economiche da una crisi epocale e voi portate in Parlamento un decreto simile! Oltre al merito, anche la tempistica è vergognosa, tra l'altro mettendo l'ennesima fiducia. È l'ennesimo decreto - secondo voi urgente - che non contiene il criterio di omogeneità nei suoi Capi ed è quindi in contrasto con la giurisprudenza della Corte costituzionale. Venendo nello specifico dell'ordine del giorno, si chiede l'impegno del Governo ad adottare ogni iniziativa ritenuta più opportuna al fine di promuovere ed incrementare gli accertamenti nel Paese di origine dei minori stranieri non accompagnati. Fatto salvo - e lo abbiamo sempre detto - che chi scappa da guerre e da persecuzioni ha il totale diritto di essere accolto, ma mi pare che la maggior parte dei ragazzotti che arrivano oggi non scappino da quelle realtà e nemmeno dalla fame, visto che abbiamo spesso visto che in certi casi si permettono pure di buttare il cibo che gli viene offerto per terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Come riferito dal Ministro dell'Interno in audizione in Commissione affari costituzionali, proprio qualche giorno fa, e confermato dai dati resi pubblici sul cruscotto statistico giornaliero, il numero dei minori stranieri non accompagnati e sbarcati illegalmente in Italia è aumentato vertiginosamente (siamo passati da circa 1.600 nel 2019 a 4.300 nel 2020). Oltre agli arrivi via mare desta un'enorme preoccupazione il numero di ingressi di stranieri, che si dichiarano minori, dalla rotta terrestre, in particolare quella balcanica. Solo a titolo esemplificativo, nella città di Udine, nella mia regione Friuli Venezia Giulia, ormai definita la Lampedusa del nord, per l'aumento esponenziale degli arrivi dalla rotta balcanica, tra luglio ed agosto di quest'anno, il numero dei minori stranieri non accompagnati è aumentato del 300 per cento rispetto all'anno passato, con una spesa per l'amministrazione comunale di 400.000 euro ogni mese e di circa 6 milioni di euro all'anno, quindi anche qui si carica il problema sui comuni e sui sindaci, che mi pare che abbiano oggettive difficoltà economiche su altri fronti. A tale proposito ricordo che, allo stato attuale, l'accertamento dell'età dei minori avviene in base alle dichiarazioni del presunto minore, oppure con una documentazione che ovviamente raramente sussiste. Nel merito faccio presente una mia proposta di legge in cui si chiede che sia direttamente l'autorità sanitaria a disporre l'accertamento della stessa età con esami sociosanitari. Ricordiamo che in un'inchiesta su una struttura proprio di Udine che ospita minori stranieri è emerso da intercettazioni che sarebbero state certificate come minorenni addirittura delle persone con oltre trent'anni. In realtà, si dovrebbe andare nella direzione opposta: più che incentivare gli arrivi di minori stranieri nel nostro Paese non bisognerebbe incentivare il loro sradicamento dalla loro realtà; occorre incentivare gli accertamenti nel Paese di origine, ma anche che vengano nominati dei tutori, poiché è proprio nel contesto di origine che è più facile l'integrazione e il ricongiungimento con il proprio contesto familiare. È noto che spesso che le partenze di minori sono dettate da motivi di natura economica perché gli stessi vengono mandati in Europa a cercare lavoro e, stante la situazione economica dell'intero continente, mi chiedo che tipo di occupazione potrebbero trovare, se non finire nelle mani della criminalità, i mercati oggi non chiedono l'immigrazione economica. È altrettanto noto che i minori sono proprio una delle categorie più vulnerabili nel corso del viaggio verso l'Europa e vittime privilegiate di trafficanti di esseri umani. Quanto sopra è confermato anche dalla normativa comunitaria ed in particolare dall'articolo 10 della “direttiva Rimpatri”, che prevede che gli Stati membri devono attivarsi per procedere all'accertamento, oltre che di membri della famiglia del minore straniero non accompagnato, anche di tutori, oppure alla ricerca di strutture di accoglienza nel Paese di origine. Il noto slogan: “Aiutiamoli a casa loro”, che a volte stupidamente qualcuno prende in giro, e da sempre il cavallo di battaglia della Lega, deve essere sempre più che mai messo in pratica oggi. È impensabile accogliere ragazzi, uomini e donne senza poter garantire un futuro certo ed è logisticamente impensabile accogliere indiscriminatamente tutti. Mi spiace che ieri sera, forse qualcuno non l'ha sentito, un collega della maggioranza ha definito quello che dice il gruppo della Lega delle “baggianate”. Ricordo che, in questa parte dell'emiciclo, c'è il primo partito d'Italia e non è che lo diciamo noi, ma lo dicono i cittadini, per cui ci vedremo alle prossime elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mario Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Presidente, colleghi, l'articolo 1 del decreto-legge n. 130, del 21 ottobre 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 261, del 21 ottobre 2020, oggetto del procedimento di conversione in legge all'esame dell'Assemblea, contiene nuove disposizioni in materia di permesso di soggiorno e di controlli di frontiera, mentre, all'articolo 4, contempla disposizioni in materia di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei titolari di protezione, in particolare, modificando il decreto legislativo n. 142, del 18 agosto 2015. Tale articolo, il 4, per l'appunto, delinea un nuovo sistema di accoglienza per i richiedenti protezione internazionale, all'interno del quale coesistono strutture di vario tipo e differente funzione. Questo, a nostro avviso, comporterà prevedibilmente, con la mitigazione complessiva della disciplina concernente la gestione del fenomeno dell'immigrazione irregolare, un'intensificazione dei flussi migratori irregolari diretti verso il nostro Paese, il tutto sollecitando fortemente, e mettendolo in grave difficoltà, il sistema di controllo predisposto alle frontiere aeroportuali e marittimo-portuali e quello a ridosso dei confini terrestri. Questi ultimi, si badi bene, potranno essere interessati tanto da flussi in uscita, quanto da quelli alimentati da migranti irregolari transitati attraverso il nostro Paese e respinti dagli Stati con cui confiniamo, fatti già accaduti nel recente passato ai confini con la Francia, l'Austria e la Slovenia.

Sappiamo bene tutti quanto il nostro sistema di controllo sia fragile, non tanto per incapacità delle nostre Forze di polizia o militari in essere, quanto per la complessità del nostro Paese, circondato dal mare per la gran parte e dalla catena montuosa delle Alpi dall'altra. Per questo motivo, siamo a chiedere un impegno preciso al Governo affinché si potenzino sensibilmente le risorse umane, nonché quelle strumentali, presenti nei reparti delle Forze di polizia proposte al controllo delle frontiere, che siano esse aeroportuali, portuali o terrestri, dotandole anche di risorse strumentali, quali visori notturni, in modo da poter operare con più efficacia anche e soprattutto durante le ore notturne, quando le problematiche inerenti il controllo delle frontiere divengono maggiormente difficoltose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eva Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Presidente, sottosegretario, colleghi di maggioranza, esigui colleghi dell'opposizione, ci troviamo purtroppo a discutere, oggi, la conversione in legge di un decreto che ritengo essere di natura squisitamente ideologica, atto a demolire quanto di buono è stato fatto dal precedente Governo e dall'allora Ministro dell'Interno Matteo Salvini. Dico “purtroppo”, non soltanto per il merito dell'operazione, che già basterebbe per definire la cosa come scandalosa, ma anche per il tempismo che avete scelto che, se è possibile, riesce a peggiorare le cose. Smantellare i decreti Salvini, oggi, nel pieno di una pandemia mondiale, togliere l'unico argine che si era riusciti faticosamente a porre per evitare che chiunque entrasse in Italia senza autorizzazione, farlo in questo particolare momento, con i nostri cittadini stremati dalla crisi sanitaria ed economica, è veramente degno della peggiore spregiudicatezza politica. Il tutto, ovviamente, nella speranza che questa cosa passasse in qualche modo sottotraccia e che la gente impegnata su altri fronti non si accorgesse del vostro colpo di mano. Proprio quando bisognerebbe tutelare ancora di più i confini, voi li spalancate, con il paradosso per cui due fidanzati che abitano in regioni diverse non sono nemmeno liberi di vedersi, mentre però, al contempo, ai clandestini è concesso di entrare senza problemi nel nostro Paese.

Il passo successivo quale sarà? Andrete direttamente nei Paesi d'origine a mettere a forza la gente sull'aereo per portarla in Italia? Pagherete loro il biglietto? Gli offrirete l'albergo con pensione completa? Ah, no, scusate, questo lo avete già fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Nonostante le premesse siano davvero pessime, come Lega cerchiamo comunque di essere costruttivi, nell'ottica quantomeno di limitare i danni che ci saranno e che saranno tanti.

L'ordine del giorno di cui sono prima firmataria pone una richiesta di buon senso, nonostante l'impianto del vostro decreto e della ratio che vi ha mossi sia quanto di più distante possibile dalla ragionevolezza. Partendo dal presupposto di come la legislazione definisca con chiarezza quali sono i Paesi non europei considerati sicuri, ovvero quelli dove non sono presenti conflitti armati, atti di persecuzione o tortura, chiediamo che i migranti provenienti da questi Stati siano sottoposti a una procedura prioritaria nella valutazione delle domande di asilo. Questo perché, numeri alla mano, la maggioranza degli attuali richiedenti è proveniente da Tunisia e Bangladesh, due Paesi in cui, con buona pace di chi vorrebbe spalancare le frontiere al mondo, non sussistono pericoli tali da giustificare la concessione di protezione umanitaria e di diritto d'asilo; la necessità di una procedura prioritaria è pienamente giustificata dal fatto che l'attuale meccanismo, nella prassi, richiede un tempo sproporzionato per la valutazione del merito. Sarebbe dunque razionale cercare di evadere il prima possibile le richieste che con tutta probabilità saranno bocciate; questo consentirebbe un enorme risparmio di soldi pubblici, anche perché occorre ricordare che più tempo ci mettiamo ad analizzare le richieste e per più tempo questi migranti risultano a carico della collettività. Francamente, il mio auspicio è che la mia richiesta venga accolta, quantomeno per evitare un grande spreco di denaro in un momento di difficoltà estrema per i conti pubblici, dove non possiamo permetterci di mantenere persone improduttive per colpa della burocrazia o, peggio, per questioni di natura assolutamente ideologica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, il disegno di legge in discussione, atto Camera 2727, testo di conversione del decreto-legge n. 130 del 21 ottobre 2020, reca non solo disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale complementare, ma anche modifiche di articoli del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento, misure di contrasto all'utilizzo del web e anche disciplina del Garante nazionale dei diritti dei detenuti. E già qui ci sarebbe molto da dire, se questo testo fosse veramente urgente da meritare un decreto-legge o se veramente riguardi i temi essenziali per l'Italia di oggi.

Ad ogni modo, questo ordine del giorno si concentra sull'articolo 1 del testo in discussione che apporta numerose modificazioni al Testo unico dell'immigrazione, disponendo anche la convertibilità in permessi di soggiorno per motivi di lavoro di un ampio numero di permessi di soggiorno di altro tipo, inclusi quelli con carattere temporaneo. Fino a oggi, per convertire la tipologia del permesso di soggiorno di cui si era già in possesso, era necessario chiedere un nullaosta alla prefettura competente per territorio di residenza dello straniero e, poi, chiederne la conversione alla questura; condizione per la conversione è che vi fossero quote di ingresso previste dal “decreto Flussi”. Il “decreto Flussi” è un provvedimento con il quale il Governo italiano stabilisce ogni anno le quote di ingresso dei cittadini stranieri non comunitari che possono entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato, autonomo e stagionale. Per chiarirci, con la programmazione del “decreto Flussi” si consente di entrare in Italia ogni anno a decine di migliaia di lavoratori stranieri specializzati e anche stagionali che svolgono ogni anno la loro attività nelle filiere produttive del nostro Paese, come, ad esempio, quelle agricole. Il “decreto Flussi” consente di entrare in Italia e riguarda, quindi, cittadini stranieri che si trovano ancora nel loro Paese d'origine. Con la modifica introdotta dal testo in esame, invece, sarà possibile convertire il permesso di soggiorno acquisito anche dopo l'ingresso irregolare nel nostro Paese in un permesso collegato al lavoro, anche se non vi siano quote disponibili nel “decreto Flussi”, anzi, con un emendamento in Commissione si è persino soppresso non solo il termine per la programmazione triennale dei flussi, ma anche le stesse quote stabilite per il “decreto Flussi” annuale. Quelle quote erano concordate con il mondo economico delle filiere dove gli stranieri venivano inseriti in piena legalità e ora spariranno, consentendo l'aumento a dismisura dei permessi concessi e aprendo le porte al mondo del lavoro irregolare, incluso quello agricolo, dove rischieranno di finire migliaia di lavoratori in possesso di questi nuovi permessi di soggiorno per lavoro. Il lavoro irregolare in agricoltura, a cui tra l'altro è associata la piaga del caporalato, vede diverse forme di irregolarità, sia per contratto, sia retributive, e ha registrato una crescita costante negli ultimi dieci anni.

Ancora oggi, infatti, nonostante la legge per la lotta al caporalato e al lavoro nero del 2016 abbia introdotto norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto al caporalato, continuano a essere riscontrati periodicamente nel nostro Paese gravi episodi di questo fenomeno e di sfruttamento del lavoro nero in agricoltura, soprattutto a danno degli immigrati clandestini. L'impossibilità di realizzare l'incontro concreto tra domanda e offerta determina situazioni favorevoli alla diffusione di transazioni illecite, gestite da cosiddetti “caporali”, e incrementa la concentrazione di immigrati irregolari in zone spesso già degradate del Paese. Inoltre, la situazione di grave vulnerabilità e marginalità dei lavoratori nell'agricoltura, in gran parte stranieri a rischio di grave sfruttamento lavorativo, si riflette anche sulla competitività delle imprese che, invece, rispettano le regole. Alcuni dati rilevano che in Italia sono oltre 430 mila i lavoratori agricoli a rischio di caporalato, dei quali l'80 per cento sono stranieri. Inoltre, oltre 132 mila si trovano in condizioni di grave vulnerabilità sociale e sofferenza occupazionale. Tra l'altro, la pratica del caporalato danneggia l'intero Paese, portando anche un mancato gettito contributivo stimato attorno agli oltre 600 milioni di euro l'anno.

Per questi motivi, con questo ordine del giorno si vuole impegnare il Governo ad assumere urgentemente iniziative volte a rafforzare e a completare il nuovo quadro normativo introdotto per contrastare il lavoro nero e il caporalato, al fine di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e la tutela delle migliaia di aziende oneste che subiscono la concorrenza sleale di chi fa ricorso al lavoro illegale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Lucchini. Ne ha facoltà.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Grazie, Presidente. Al di là del fatto che stiamo vivendo una situazione a dir poco paradossale, perché mentre gli italiani sono da mesi chiusi nelle proprie abitazioni a causa dell'emergenza sanitaria, il Governo, allo stesso tempo, consente l'ingresso in Italia a migliaia di immigrati. Mentre viene, quindi, prorogato lo stato di emergenza nel nostro Paese, mentre agli italiani viene limitata la libera circolazione da una regione all'altra, da un comune all'altro o, addirittura, all'interno dello stesso comune, tanto è vero che ci sono tantissimi casi di persone che non vedono parenti, non vedono genitori, non vedono più gli affetti familiari ormai da mesi, mentre le attività commerciali, i negozi, gli artigiani, che rappresentano la spina dorsale del tessuto produttivo del nostro Paese, vengono chiusi per ragioni di sicurezza sanitaria nonostante i sacrifici compiuti per adeguarsi rispetto agli standard di sicurezza, mentre accade tutto questo cosa fa il Governo? Ebbene, consente lo sbarco di migliaia di immigrati e, anziché discutere di quella che dovrebbe essere la priorità del Paese, ovvero gli aiuti economici alle categorie colpite dalla crisi, questa settimana in Aula alla Camera porta un provvedimento che produrrà come unico effetto un afflusso continuo, giorno e notte, di immigrati in Italia che arrivano da chissà dove, con chissà quali intenzioni - vedi gli ultimi attentati di Nizza - e con il rischio reale di peggiorare la situazione sanitaria. E tra le tante modifiche apportate alle leggi in materia di immigrazione al fine di aprire a chiunque arrivi in Italia, troviamo anche una norma, al comma 1 dell'articolo 1 di questo provvedimento che trattiamo oggi, che prevede la possibilità di convertire diversi permessi di soggiorno in permessi per motivi di lavoro. È il caso, ad esempio, del permesso di soggiorno per la protezione speciale, per le calamità naturali, per la residenza elettiva, per l'attività sportiva, per il lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza a minori. In quest'ultimo caso, il ricongiungimento familiare per assistere un minore è contenuto all'articolo 31 del decreto legislativo n. 286 del 1998 e, nello specifico, prevede che il tribunale per i minorenni possa autorizzare l'ingresso o la permanenza di un familiare del minore che si trova nel territorio italiano per un periodo di tempo determinato e solo per motivi eccezionali ovvero quando ricorrano gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore, tenuto conto dell'età e delle condizioni di salute del minore. Prevede, inoltre, che detto permesso di soggiorno per assistenza ai minori debba essere revocato quando vengono a cessare i gravi motivi che ne giustificavano il rilascio. Questa modifica alla norma, contenuta nel decreto-legge che stiamo affrontando ora in Aula, tuttavia contrasta con quanto è previsto dal decreto legislativo n. 286 del 1998, che citavo poc'anzi.

Si presuppone, infatti, che, per convertire un permesso di soggiorno in permesso per motivi di lavoro, la persona in questione debba conoscere almeno la lingua italiana, requisito necessario e fondamentale per firmare un contratto di lavoro e per potersi integrare, e che vi debba, quindi, essere un accertamento in merito, che, tuttavia, non è esplicitamente previsto nella norma, il che induce a pensare che si possa verificare un uso scorretto della legge, dispensando a chiunque i permessi di soggiorno per motivi di lavoro in maniera inappropriata. Per evitare, quindi, un uso strumentale nella conversione del permesso di soggiorno per assistenza a minore in permesso per motivi di lavoro, nell'ordine del giorno che ho presentato chiedo al Governo di valutare gli effetti della norma e di integrarla inserendo la necessità di certificare un'adeguata conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue e di una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica, della cultura civica e della vita civile in Italia. Insomma, per concludere, Presidente, non si può prescindere dalla conoscenza della lingua e dalle regole basilari del Paese al quale lo straniero chiede ospitalità, a maggior ragione se è per motivi di lavoro. Anche da questo si distingue l'integrazione dalla finta accoglienza che voi state promuovendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, onorevole sottosegretario, ieri qui alla Camera, nel mio primo intervento in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nella maggioranza erano sedute sette persone; oggi tre o quattro. Io non sono abituato. Vengo dalla regione Marche, vengo da un consiglio comunale in cui sono ancora consigliere, Montegranaro, e sono abituato a parlare con delle persone davanti. Provengo dal distretto calzaturiero del Fermano, dove i problemi oggi sono altri. Sir Robert Baden-Powell, fondatore scout, scriveva, nella sua ultima lettera: “Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto lo avete trovato perché così, quando scatterà la vostra ora, quella di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto il vostro meglio. Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato”. E, allora, oggi la domanda è obbligatoria: la maggioranza sta lasciando questo mondo un po' migliore di come lo ha trovato? Quali sono le priorità in questo momento? Secondo me, sono: pandemia, COVID-19, crisi economica, sopravvivenza delle famiglie. Questo ci chiedono gli italiani. Io ho le chat piene, nel telefonino, di domande semplici, in cui mi dicono: “Ma quando arriva, Mauro, la Cassa integrazione? C'è la proroga per il blocco dei licenziamenti? C'è il blocco delle cartelle Equitalia? La nostra regione resterà arancione o finalmente diventeremo gialli? Quando arriva il vaccino contro il COVID-19? Le scuole resteranno aperte o ancora faremo didattica a distanza?”. Vede, sottosegretario, noi siamo un distretto manifatturiero. Nelle Marche, sul totale delle imprese, nel rapporto manifatturiero-imprese al primo posto ci sono le Marche con il 13 per cento, prima della Toscana e prima del Veneto addirittura, e il primo distretto è quello fermano-maceratese. Nelle Marche, nel 2014, eravamo 4.238 imprese calzaturiere; nel 2019, 3.700 - meno 500 imprese - e naturalmente Montegranaro in testa come capofila. Tra gennaio e agosto 2020, l'Italia ha perso il 21 per cento delle imprese. Nel solo agosto, l'Italia ha perso il 46 per cento delle imprese e le Marche il 43.

E, allora, io dico che mi dispiace di parlare in quest'Aula vuota e vorrei sapere, a parte l'onorevole sottosegretario, dov'è il Governo, dov'è questa maggioranza, premesso che questa maggioranza è maggioranza solo in quest'Aula e non nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo lo voglio sottolineare con forza.

Posso capire il PD, perché l'ha sempre detto: vogliamo smantellare i “decreti Sicurezza”, chiamandoli erroneamente “decreti Salvini”, come se fosse un problema solo di Matteo Salvini la sicurezza in questo Paese. Ma, permettetemi, non posso capire i colleghi dei 5 Stelle, che questi decreti li hanno scritti insieme alla Lega. Vergogna! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non posso capire, perché ricordo il Presidente Conte, che esponeva fiero, orgoglioso e sorridente il cartello # decreto sicurezza. Oggi il Presidente Conte dovrebbe avere il coraggio di andare in TV - tanto ci ha preso gusto - ed esporre il cartello “decreto Clandestini”. Questo dovrebbe fare il Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ma, per fare questo, il Presidente Conte dovrebbe dimostrare di essere persona con la schiena dritta e non di essere un Presidente a corrente alternata: se sto con Salvini, chiudo i porti; se sto con il PD, i porti li apro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Presidente Conte…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Concludo, concludo Presidente. Io ricordo la scatoletta di tonno. Ricordo che qualcuno diceva: verremo in Parlamento e vi apriremo come una scatoletta di tonno. Vedete, il decreto si fa in carattere di urgenza e di necessità. Oggi l'urgenza e la necessità non c'è. In conclusione, signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento aprirete le porte dell'Italia ai clandestini, mentre gli italiani sono chiusi in casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Maccanti. Prego.

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, Presidente, vorrei innanzitutto ricordare per suo tramite al Governo che la parola “emergenza” sta a indicare una grave e particolare condizione, che richiede interventi immediati. Allora, anch'io, come la maggior parte dei colleghi, intervengo questa mattina in quest'Aula con un po' di disagio, Presidente, e anche - me lo deve permettere - con un po' di rabbia, perché con un Governo che si è autoproclamato alla guida di questo Paese senza consenso popolare, perché lo sapete - è vero - che, se noi fossimo andati a votare o se andassimo a votare domani, questa maggioranza sarebbe cacciata a calci e a governare questo Paese ci sarebbero Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), la Lega e il centrodestra unito. Allora, Presidente, a un Governo che si è autoproclamato alla guida di questo Paese, noi chiediamo perlomeno di saper distinguere tra le principali e le subordinate e di saper individuare le priorità del Paese, perché, Presidente, noi vorremmo essere qui, mattina, pomeriggio e sera, a parlare e a portare soluzioni immediate ai problemi del Paese, confrontandoci con le forze di maggioranza, confrontandoci con il Governo, problemi del Paese che sono stati certamente causati da questa pandemia, ma che sono aggravati dall'incapacità di questo Governo, dalla mancanza di programmazione e dalla totale mancanza di visione.

Noi vorremmo essere qui a parlare di ripartenze, perché i milioni di cittadini che sono lì fuori vorrebbero tanto fare a meno degli aiuti del Governo, pochi e male indirizzati: vorrebbero poter lavorare, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, allora, certamente, lavorare in sicurezza, perché l'emergenza sanitaria resta assolutamente una priorità.

Allora, noi vorremmo, per esempio, essere qui a parlare del piano vaccini, a parlare di come i vaccini arriveranno in questo Paese. Il commissario Arcuri - lo audiremo domani in Commissione e con lui il Governo - dice che a gennaio inizieranno le vaccinazioni. Noi ci chiediamo e gli chiederemo e vi chiediamo come sarà possibile, se ad oggi, per esempio, tutte le aziende che producono macchinari per la catena del freddo non sono state nemmeno ascoltate. Come faremo, se le associazioni di trasporto e di logistica, che hanno dichiarato al Governo la loro disponibilità a collaborare sin dal 16 ottobre, sono state sino adesso completamente ignorate?

Vorremmo anche essere qui a parlare di come riaprire le scuole a gennaio, perché non accada quello che è successo a settembre, cioè il caos sui mezzi di trasporto, salvo poi sentirci dire dal Ministro De Micheli che i mezzi di trasporto non sono la causa del contagio.

Vorremmo anche essere qui, Presidente, a parlare delle nostre proposte economiche, perché è chiaro a tutti che la ripartenza non potrà partire dal bonus monopattino (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - su cui, anche in questa manovra di bilancio, avete stanziato 100 milioni di euro - e non potrà certamente ripartire neanche dalla patrimoniale.

Presidente, sono tante, sono troppe, le nostre preoccupazioni, che vorremmo esprimere e condividere qui con spirito costruttivo e senso di responsabilità, lo stesso senso di responsabilità che ci ha portato la scorsa settimana a votare lo scostamento di bilancio. Invece, siamo qui indignati, Presidente, arrabbiati e preoccupati, per il fatto che la priorità del Governo e della maggioranza - che hanno addirittura deciso di portare in Aula questo provvedimento, rinviando l'esame della manovra - non è concentrare ogni sforzo sull'emergenza, ma regolare i conti e tenere insieme i pezzi di questa traballante, litigiosa, confusa e improduttiva maggioranza. Ritirate questo decreto, Presidente, lo chiedo per suo tramite, e iniziamo subito a esaminare la legge di bilancio, perché la priorità oggi non può essere cancellare i “decreti Salvini”, voluti peraltro anche da una parte di questa maggioranza, ma soprattutto voluti e richiesti dalla maggioranza dei cittadini che sono qua fuori. La priorità non può essere riaprire i porti all'immigrazione incontrollata e incontrollabile, con tutti i rischi sanitari che questa politica si porta dietro, che tornerà ad alimentare il business della finta accoglienza e della falsa solidarietà. Ecco, perché, Presidente, siamo arrabbiati e preoccupati. Arrabbiati per le occasioni perse e preoccupati per quelle che si continuano a perdere, preferendo portare in Aula provvedimenti che sono contro l'opposizione e soprattutto contro i cittadini, piuttosto che contro questa terribile pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Mauro Sutto. Prego.

MAURO SUTTO (LEGA). Presidente, Governo, colleghi, noi siamo in Aula da lunedì. Da lunedì probabilmente la gente immagina che parliamo di sanità, immagina che parliamo di lavoro, di posti di lavoro, di economia. In realtà, nulla di tutto questo, colleghi. Stiamo parlando di immigrazione, stiamo parlando di come voi volete smontare i “decreti Sicurezza”, creati da Matteo Salvini e creati fortemente e voluti dalla Lega. Pensiamo che sia una follia, una follia portare in Aula in questo momento un “decreto Insicurezza”, un “decreto Clandestini”, che andrà a favorire un'immigrazione incontrollata, andrà ad allargare le maglie dell'immigrazione e andrà a favorire le cooperative e tutto il business che si è creato precedentemente.

Colleghi, voi dei 5 Stelle - mi riferisco a voi - ci avete abituato a votare di tutto, a votare prima i “decreti Sicurezza” con orgoglio e a votare adesso l'esatto contrario. Noi capiamo che per voi è importante la poltrona, perché sappiamo benissimo che, se tutto cade, domani mattina non sapete cosa fare. Quindi, è logico che ve la tenete stretta. Però, dovete avere anche un minimo di dignità di affrontare le persone, di affrontare i cittadini, di affrontare i vostri elettori e dare delle spiegazioni domani mattina. Vorrei capire in che modo siete in grado poi di dare queste spiegazioni. È da lunedì - lo ripeto - che tenete il Parlamento bloccato, in un momento delicato come questo, a livello di pandemia mondiale. Siamo in Aula per discutere gli ordini del giorno, perché questo ci resta. Voi ci avete abituato a mettere la fiducia ad ogni provvedimento e ogni parlamentare è qui a discutere i propri ordini del giorno. Ogni parlamentare dell'opposizione, oserei dire, perché noto con dispiacere che della maggioranza sono cinque i rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo fa male a noi, ma fa male anche agli italiani, che guardano in questo momento i lavori parlamentari.

La cosa importante degli ordini del giorno è porre all'attenzione del Governo i punti salienti di ogni provvedimento, di ogni decreto. Il mio ordine del giorno n. 9/2727-A/151 parla sostanzialmente dei Centri di elaborazione dei dati, CED-SDI denominati.

L'accesso ai dati e alle informazioni conservati proprio negli archivi automatizzati dei CED è consentito attualmente agli ufficiali di polizia giudiziaria, agli ufficiali di pubblica sicurezza e a funzionari dei servizi di sicurezza, nonché agli agenti di Polizia penitenziaria. La Polizia locale - lo ricordo -, quando svolge attività di pubblica sicurezza, in servizio naturalmente sul territorio, concorre all'aggiornamento proprio dei CED. Il 6 maggio del 2019 il Garante per la protezione dei dati personali ha dato parere favorevole ai due schemi del Presidente della Repubblica e quindi anche gli operatori della Polizia Municipale possono consultare i dati del CED. Attualmente però mancano i decreti attuativi. L'impegno che noi chiediamo al Governo è quello di consentire al più presto, nel primo provvedimento utile, l'accesso al centro di elaborazione dati anche agli agenti della polizia locale presenti sul territorio per lo svolgimento dell'attività di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, al fine di renderne l'operatività più sicura.

E naturalmente faccio di nuovo un appello al Governo, un appello affinché ritiri questo decreto, un decreto ignobile, che va contro ogni logica, ma va incontro solamente alla propria ideologia politica. Ricordo agli amici 5 Stelle cosa hanno votato prima, cosa sbandieravano prima: “Immigrazione, obiettivi sbarchi zero”, “Basta speculare sulla pelle dei migranti”, “Stop al business dell'immigrazione” (Mostra alcuni cartelli).

PRESIDENTE. La invito ad abbassare i cartelli…

MAURO SUTTO (LEGA). Presidente, sono un completamento al mio intervento. Creando un forte dispiacere per tutto questo, auspicando che il Governo ragioni in questo momento di pandemia nazionale e che intervenga ritirando immediatamente il decreto. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Torromino. Ne ha facoltà.

SERGIO TORROMINO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario, parto subito dall'impegno per questo ordine del giorno e cioè che il Governo riferisca in Parlamento circa l'orientamento che intende assumere in merito al nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, presentato dalla Commissione europea il 23 settembre scorso. La migrazione, signor Presidente, è una questione complessa, con molte sfaccettature, che devono essere soppesate insieme: la preoccupazione per le vite umane, quelle persone che vengono in Italia cercando sicurezza, protezione internazionale o semplicemente prospettive di una vita migliore; le preoccupazioni dei Paesi alle frontiere esterne dell'Unione europea, che temono che le pressioni migratorie supereranno le loro capacità di accoglienza e necessiteranno della solidarietà degli altri Paesi; le preoccupazioni di altri Stati membri dell'Unione europea, che temono che i rispettivi sistemi di asilo, di integrazione o rimpatrio non saranno in grado di far fronte alla situazione in casi di flussi. Praticamente signor Presidente, sulla base di una valutazione globale, la Commissione propone un nuovo inizio in materia di immigrazione: rafforzare la fiducia attraverso procedure più efficaci e trovare un nuovo equilibrio tra responsabilità e solidarietà.

Da quanto si legge, il provvedimento introduce una serie di novità che non fanno altro che aumentare l'immigrazione clandestina. I permessi cosiddetti “per protezione speciale” non faranno altro che impedire la ricollocazione dei migranti negli altri Paesi dell'Unione europea, isolando di fatto l'Italia. Praticamente avete reso così macchinosa la concessione del permesso di soggiorno che lascerà spazio solo a interpretazioni discrezionali, aumentando la confusione. Complimenti. Ecco, in sintesi, per essere pragmatici, avete reso l'Italia il centro dei profughi dell'Europa. Ancora complimenti.

Mi permetta inoltre, signor Presidente, di chiederle di farsi portavoce con il Governo affinché, oltre a riferire sulla Commissione europea in materia, venga a riferire in Aula quale orientamento vuole dare ai cittadini italiani, e magari non solo in materia di sicurezza e di immigrazione. Ci sono aree come la Calabria, la regione da cui provengo, che vivono drammi perenni, in continua emergenza in ogni settore, solo per citarne uno la sanità, dove è conclamata l'incapacità di questo Governo. Anche solo nominare il commissario! E mi fermo qui, perché veramente il teatrino che si è visto è stato vergognoso e dequalificante. Un Governo che invece di aprire gli ospedali chiusi, uno su tutti quello di Cariati, in provincia di Cosenza, dove basterebbe girare la chiave - giusto per parafrasare il procuratore capo Gratteri -, si ostina ad allestire ospedali da campo, rendendo noi calabresi profughi in terra nostra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Provengo da una provincia, signor Presidente, quella di Crotone, sempre relegata agli ultimi posti delle classifiche per quanto riguarda lavoro, economia, vivibilità, una provincia in continua emergenza, che necessiterebbe di provvedimenti urgenti da parte del Governo. E mi riferisco anche alla vicenda dell'Abramo Customer Care, dove si rischiano 4 mila posti di lavoro. Il flusso migratorio in Calabria, signor Presidente, è molto sentito anche al contrario. Vede, la pressione migratoria dei giovani, che si spostano per lavoro e per studio, è altissima, così come quella dei migranti che sbarcano sulle nostre coste illegalmente e dove nella stessa provincia esiste un centro d'accoglienza tra i più grandi d'Italia. Per non parlare di quelli che sono gli ultimi eventi alluvionali, dove le piogge torrenziali hanno distrutto attività produttive; e qui sì che sarebbero opportune le lacrime del Ministro Bellanova. Ritorno anche sul discorso delle infrastrutture, dove il gap è ormai incolmabile con il Nord Italia.

Vede, signor Presidente, gli ho dato molti spunti su cui lavorare. Figuriamoci quanti provvedimenti - e chiudo, signor Presidente - sarebbero necessari in una sola provincia e in tutte le province d'Italia! Ma inspiegabilmente questo Governo si ostina a non guardare alle esigenze degli italiani.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

SERGIO TORROMINO (FI). Le priorità diventano l'applicazione di provvedimenti ambigui, che generano confusione e favoriscono il business dei migranti attraverso le cooperative amiche. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franco Manzato. Ne ha facoltà.

FRANCO MANZATO (LEGA). Grazie, Presidente. Saluto anche l'amico e collega Achille Variati, con il quale abbiamo qualche lavoro in Veneto, in giunta regionale, e mi rivolgo anche a lui perché sono convinto che nemmeno lui crede a questo tipo di provvedimento che state portando in votazione. Perché ovviamente si parla di un “provvedimento clandestini” che interviene in maniera molto molto forte e impatta in un momento economico molto difficile per il sistema italiano, soprattutto per quelle zone che hanno cercato e stanno cercando di emergere dalla povertà e zone dove insiste una malavita che controlla in maniera molto forte la clandestinità di queste persone che arrivano dal mare e che trovano non solamente disperazione, ma spesso anche morte.

Questo ordine del giorno chiede al Governo una riforma del sistema del lavoro stagionale, ovviamente si parla di caporalato, si parla di sfruttamento di quelle persone che arrivano con grande disperazione in questo territorio, magari spinti da una voglia economica soprattutto di trovare soluzioni migliori per la propria vita, non sapendo che in Italia invece la crisi è talmente importante che mette in condizione gli italiani di essere i veri disperati in questo momento. Ricordo che, prima degli anni Ottanta, la parte più debole che veniva sfruttata, soprattutto in campo agricolo, era quella femminile, la componente più schiavizzata. Dopo gli anni Ottanta, questo tipo di categoria è stata sostituita dagli immigrati, dagli immigrati che oggi vengono in Italia e chiedono loro di essere sfruttati pur di avere un permesso di soggiorno. L'80 per cento di questi 430 mila lavoratori nel settore agricolo sono a rischio di sfruttamento, di schiavitù. Sono loro stessi che chiedono un lavoro per avere il permesso di soggiorno. Ovviamente non troveranno lavoro, non trovano lavoro, e dove andranno? Dove finiranno? Finiranno a lavorare in quelle aziende italiane, soprattutto italiane, che sono assolutamente floride in questo momento, e hanno nome e cognome: si chiamano Cosa Nostra, si chiamano 'ndrangheta, si chiamano camorra, si chiamano Stidda, si chiamano Sacra Corona Unita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sono queste le aziende che brinderanno a champagne, perché loro i soldi li hanno, mentre le nostre imprese non li hanno, e questi clandestini, questi immigrati, andranno a rimpinguare quelle fila della mafia che dovrebbe essere argomento, questo sì - e lo chiedo ai colleghi Cinque stelle - di cui dovrebbero investire un presidente di Commissione, che si chiama Morra, che invece di commentare la morte di una presidente di regione, dovrebbe occuparsi di questi problemi e capire che questo tipo di provvedimento affronta e lacera ancora di più il tessuto italiano, configurando per l'ennesima volta probabilmente un accordo forte tra Stato e mafia, rivisto in maniera diversa, in una forma completamente diversa. Ma le mafie saranno gli unici soggetti, le uniche aziende che sapranno interpretare in maniera eccezionale questo tipo di provvedimento, un provvedimento assolutamente criminale e lo si vedrà nei prossimi mesi, soprattutto - sperando che non succeda -, quando arriveranno sicuramente, attratti da questo provvedimento, nuovi sbarchi, magari nei mesi di primavera ed estate; vedremo non solamente nuovi sbarchi, ma vedremo ancora criminali che trasporteranno, da una parte all'altra del Mediterraneo, persone disperate e vedremo ancora nuovi morti. Io ricordo semplicemente questo: che quando noi eravamo al Governo non facevamo solamente i “decreti Sicurezza” dell'onorevole Salvini, ma parallelamente - io penso al comparto agricolo nel Ministero - avevamo fatto degli incontri con l'ambasciatrice italiana presso la FAO, perché, attraverso i fondi della PAC, avremmo preso circa un miliardo e mezzo di euro per migliorare tutta la tecnologia italiana del comparto agricolo e questi macchinari sarebbero stati ad appannaggio di quelle nazioni, di quegli Stati africani che avevano bisogno: una cosa è fermare l'immigrazione…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCO MANZATO….e un'altra cosa è aiutarli a casa loro. Questo è quello che non avete fatto e che non state facendo. Oggi come oggi state mettendo a rischio il tessuto sociale italiano per un'ideologia che era già morta e che i cittadini italiani avevano condannato già un anno fa, prima che ci presentassimo a queste elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Diego Sozzani, che non vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Augusto Marchetti. Ne ha facoltà.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo, secondo me, al paradosso più totale, stiamo attraversando un momento difficile, un momento che non ha precedenti nella storia, un momento dove chi, come la Lega, batte e vive i territori sa di che cosa stiamo parlando: tutti i giorni, con cadenza quotidiana, noi riceviamo e incontriamo associazioni di categoria, imprenditori, cittadini, partite IVA disperate, parliamo e incontriamo dipendenti che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione da marzo, completamente abbandonati da questo Governo, da questa maggioranza che oggi deserta anche l'Aula, mentre si parla di un provvedimento che andrà ad incidere sul futuro di questo Paese e dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E allora credo che sia importante dare i numeri, ma non i numeri a cui siamo abituati da parte della maggioranza giallo-rossa o da parte di questo Governo, i numeri reali ed i numeri ci dicono che, durante l'emergenza COVID, 90.000 imprese esercenti, e il turismo in particolare, hanno chiuso i battenti e sicuramente non riapriranno, ci dicono che 600.000 sono a rischio chiusura. Dietro a questi numeri, colleghi, ci sono famiglie, ci sono storie, ci sono uomini e donne che non riusciranno ad andare avanti, che non riusciranno ad avere quelle risposte che un Governo serio in un momento come questo dovrebbe dare. E cosa stiamo facendo noi invece qua dentro oggi? Di cosa stiamo discutendo? Per cosa stiamo impegnando il Parlamento della Repubblica italiana? Per discutere di un decreto inutile, che dà false speranze a disperati che verranno in questo Paese a cercare un lavoro, che non c'è neanche per i nostri figli e non c'è neanche per gli italiani, di questo stiamo discutendo. E sapete quanto è impopolare, lo sapete bene, tanto che, essendo pronto già nei cassetti di Palazzo Chigi, voi avete tirato fuori questo provvedimento una volta che avete quasi perso tutte le elezioni regionali, perché lo sapevate che, tirandolo fuori prima, sarebbe andata molto peggio di come è andata, lo sapevate e, nonostante questo, l'avete fatto, evidentemente per accontentare qualcuna delle vostre parlamentari, penso all'onorevole Boldrini, che ci teneva così tanto che questo provvedimento tornasse e che si smantellate un dispositivo che era sacrosanto e che è stato riconosciuto da tutti, dai cittadini, da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, che ringraziamo, perché sono loro che dovranno arginare il dramma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), il dramma che state causando a questo Paese per un'altra volta!

Poi in Commissione ho sentito: “però, anche gli italiani sono emigrati all'estero”. Era un po' diverso. Noi siamo immigrati verso altri Paesi, uno, per lavorare e, due, erano occidentali che andavano in Paesi occidentali: stessa cultura, stesse tradizioni. Qua stiamo importando persone che entrano nel nostro Paese, attraversano tutta la nazione e vanno in giro per l'Europa, a sgozzare preti e ammazzare persone, per l'unica colpa di non essere allineati al pensiero dei musulmani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Di questo stiamo parlando. Un problema, come quello dell'immigrazione, non lo si risolve aprendo i porti, non lo si risolve dando false speranze. Lo si risolve aiutandoli a casa loro, perché, se noi fossimo scappati da questo Paese, quando abbiamo affrontato grandi difficoltà, e non avessimo lottato per ottenere la più grande democrazia che c'è oggi in Europa e nell'Occidente, forse non saremmo arrivati a questo punto. Quindi, il nostro dovere è sicuramente quello di aiutarli, di andare incontro a chi scappa da una guerra, ma anche di dare il diritto a queste persone di rimanere a casa loro.

Poi, tutti fanno un gran parlare di immigrazione. Ma di emigrazione ne vogliamo parlare? Perché stiamo parlando di 265 mila italiani, che sono scappati negli ultimi anni all'estero, a cercare un'opportunità lavorativa, che evidentemente la classe politica di questo Paese non è stata in grado di garantire! Di questo stiamo parlando ed è di questo che dovrebbero occuparsi le Aule e le Commissioni, in questi giorni, tutti insieme, unitariamente. Il Capo dello Stato ha detto più volte che pretende, vorrebbe, l'unità da parte del Parlamento. La vorremmo. Questa si chiama irresponsabilità: come fa a esserci unità, portando un provvedimento tanto divisivo, in un momento storico tanto difficile? Poi, magari, ce lo spiegherete, quando vi degnerete di venire in Aula, visto che non c'è nessuno e stiamo parlando - e ringrazio i colleghi della Lega - ad un'Aula completamente vuota, anche con una forte mancanza di rispetto verso chi sta lottando per dare un futuro diverso gli italiani.

Concludo, Presidente. Era il 1981, quando dei colleghi parlamentari molto seri portarono una proposta di legge, che si chiamava: norme in materia di trattamento dei lavoratori immigrati in Italia e di regolarizzazione delle immigrazioni clandestine. Leggo l'articolo 17, che è il campo di applicazione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI (LEGA). Lavoratore immigrato è colui che emigra dal suo Paese verso l'Italia, nel rispetto delle norme dettate dalla presente legge, in vista di un'occupazione, e i suoi familiari più stretti. Sono esclusi dall'applicazione della presente legge: i lavoratori frontalieri; gli artisti e professionisti che entrano in Italia per un breve periodo; i marittimi; i lavoratori occupati in organizzazioni od imprese straniere in Italia che siano ammessi nel nostro Paese per adempiere funzioni e compiti specifici…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI (LEGA). E questa legge l'ha portata il Partito Comunista Italiano. Il Partito Comunista Italiano tutelava gli italiani e lo faceva per difendere la classe operaia e le classi deboli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Andrea Orsini, che non vedo in Aula, quindi, si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto intervenire il deputato Raffaele Volpi. Prego. Colleghi, poi, vi ricordo sempre di indossare correttamente la mascherina su naso e bocca. Grazie.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Sì, Presidente, grazie, Presidente. La riflessione che faccio inizialmente è che io ho vissuto, dallo stesso posto del sottosegretario, il momento in cui venne approvato il “decreto Sicurezza” di Salvini. Oggi, quindi, lo faccio guardando con una certa nostalgia e pensando che potrei salutare quasi tutti i colleghi dell'opposizione per nome. Guardando, invece, il centro dell'emiciclo, direi “buongiorno” a nessuno. Ma, com'è noto, Presidente, il baro difficilmente torna nella stessa taverna, perché viene riconosciuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, in questo caso credo che sia evidente.

Rispetto invece al contenuto, io penso che ci sia un aspetto che si può dire, come non so, direi che è quasi negazionismo sociologico. Stamattina sulla stampa - seppur non La Stampa giornale, ma intesa come stampa in generale - c'erano due passaggi che ricordavano la Svezia. La Svezia è notoriamente un Paese di storia socialdemocratica, quella che era ritenuta ed è ancora ritenuta una delle grandi socialdemocrazie europee. Richiamava proprio il fatto che il Governo svedese sta facendo una grossa riflessione, sulla concessione addirittura dei permessi di soggiorno ai rifugiati, perché si sono accorti che questa nazione di 10 milioni di abitanti, con più di 100 mila richieste, pur avendone ormai apprezzate 90 mila, non è più in grado socialmente di assorbirne ulteriori forme.

E stiamo parlando di rifugiati. Allora, se noi guardiamo a questo provvedimento che voi avete così incisivamente modificato, troveremo l'esatto opposto ovvero che, in una forma assolutamente peraltro anti-europea - che dice chiaramente quali sono i parametri anche per le ridistribuzioni - ha aperto delle frontiere, che diventano frontiere aperte a tutti.

Signor sottosegretario, colleghi, io penso che l'Italia non sia un Paese egoista. L'Italia è un Paese che sta vivendo una difficoltà enorme. Aveva già una difficoltà prima, ora abbiamo una difficoltà che è inevitabilmente derivata dal Coronavirus, come in molti Paesi, e negare la realtà è una grave colpa. È una colpa di mancanza di sensibilità verso i propri concittadini. Come possiamo pensare noi in questo momento, come Italia, ma anche come Occidente, di poter fare da cuscinetto ammortizzatore a un intero continente, dove le tensioni geopolitiche ed economiche, dove le impronte di alcune grandi potenze diventano quasi colonialiste? E come pensare noi, solo noi, senza guardare i nostri valori - che non sono quelli dell'egoismo, ma sono quelli che diventano centrali - di assorbire completamente un continente? Le prove ci sono e le difficoltà. Sottosegretario, lei sa bene, anche perché so la sua esperienza anche diretta di territorio. Le difficoltà noi le abbiamo. Ma si immagina addirittura di parametrare quello che c'è storicamente in Francia, dove addirittura terze generazioni di non integrati hanno creato problematiche consequenziali con la storia riconosciuta delle banlieue. Eppure, noi pensiamo di poter assorbire tutti. Io penso che l'Occidente, l'Italia ma l'Occidente, debba cominciare a guardare il mondo con più realismo e superare specialmente in Europa quello che io sto definendo il pensiero timido: ci siamo, ma non ci siamo; diciamo, ma non diciamo; interveniamo ma non interveniamo. Ci sono dei momenti in cui, se si ritiene di essere una grande potenza o comunque una potenza importante - finisco in pochi secondi -, credo che si debba anche dimostrarlo. Presidente, finisco con una frase di Churchill, quello vero, non quello che c'è a Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il successo non è mai definitivo - ed è un richiamo a tutti noi - il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta. Ebbene, noi, come Lega, continuiamo a fare una battaglia per l'Italia e per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di interviene il deputato Antonio Pentangelo, che non vedo in Aula, quindi, si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto intervenire il deputato Germano Racchella. Ne ha facoltà.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, ho ascoltato attentamente tutti i colleghi che in questi giorni si sono succeduti nell'illustrazione degli ordini del giorno e, ovviamente, non posso che essere pienamente in sintonia con i loro interventi. Capisco che molti di voi della maggioranza vi sentite sotto attacco e reagite con insulti o la voce grossa a chi vi fa notare l'assurdità di questo “decreto Clandestini”. Vi capisco, perché sapete perfettamente di avere torto, torto marcio. Siamo in un momento tragico della nostra storia repubblicana, esattamente come tutti gli altri Paesi europei e del resto del mondo. Ma, a differenza vostra, nelle altre nazioni si interessano prima di tutto dei propri cittadini, cercano di risalire la china cercando soluzioni economiche, che non siano le briciole dei bonus o delle una tantum da distribuire come foste degli hidalgo. Voi non siete i nobili che gettano al popolo i rimasugli. Voi siete degli incapaci che continuano a giocare sulla pelle degli italiani con il MES, con il Recovery Fund, con la potenza di fuoco, che nessuno di noi e nemmeno di voi ha ancora visto. Chiacchere, tante chiacchiere, tanto fumo. Tanto fumo, ma niente arrosto. Però, vi interessa fare sanatorie in tutti i modi per gli immigrati clandestini, che sbarcano continuamente sulle nostre coste. Eppure sapete bene, o dovreste saperlo, che gli sbarchi, nonostante l'emergenza sanitaria, sono tre volte superiori rispetto allo stesso periodo del 2019 e quasi 10 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2018, ma a voi, che operate non per il bene degli italiani, ma votate continuamente fiducie solo ed esclusivamente per livore ideologico, dopo le sberle nelle elezioni amministrative, interessa esclusivamente portare a casa un risultato politico, cancellando l'eccellente lavoro svolto dall'allora Ministro Matteo Salvini. Una vera e propria ripicca politica, ecco cos'è questo “decreto Clandestini” e per far questo andate avanti incuranti delle critiche che arrivano anche dal vostro interno. È una vergogna, è una vergogna anche perché sappiamo bene che dietro il volto buonista e solidarista si cela anche il discorso economico sostanzioso a cui punta un intero mondo da sempre vicino alla sinistra, che lucra sull'accoglienza degli immigrati. Se li vanno anche a prendere con le navi pur di avere un tornaconto chi politico, chi economico. Con i “decreti Salvini” la mangiatoia era finita, ora riprenderà e questo è il dato di fatto, altro che solidarietà ed è inutile che vi affanniate ad indignarvi perché i dati parlano sempre molto chiaro: prima dell'introduzione del “decreto Salvini”, lo Stato spendeva 5 miliardi di euro l'anno, una vera e propria follia; ora con la valanga di clandestini riversatasi sulle nostre coste, questa cifra tornerà a essere ancora più alta, ad uscire dalle casse dello Stato, quando non si riescono ancora a pagare bonus e casse integrazioni straordinarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Vengo all'illustrazione dell'ordine del giorno: nell'articolo 1, comma 1, si modifica l'articolo 6 del decreto legislativo n. 286 del 1998, prevedendo la possibilità di convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro il permesso di soggiorno rilasciato per attività sportiva, come se in Italia giungessero valanghe di atleti chiamati dalle società sportive di tutti gli sport afferenti alle federazioni nazionali sportive e quindi al CONI. Mi sorge il dubbio che non abbiate la più pallida idea di come funzioni lo sport in Italia e non solo in Italia. Nella sostanza, onorevoli colleghi, in modo automatico e senza alcuna espressa previsione di specifici vincoli o requisiti, ciò permetterebbe la convertibilità di numerosi altri permessi di soggiorno in permessi di lavoro. Si tratta, di fatto, di una vera e propria sanatoria indiscriminata che avrà l'effetto di richiamare nel nostro Paese altre migliaia di migranti economici, oltre a quelle già sbarcate negli ultimi mesi sulle nostre coste, magari fatte arrivare con il miraggio di una vita da campioni. Non mi sembra che questo sia lo spirito giusto per affrontare la questione dell'immigrazione clandestina ed è per questo che con questo ordine del giorno si impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni a cui si fa riferimento, affinché si abbia la cognizione esatta degli effetti negativi che le stesse potrebbero produrre sull'intero territorio nazionale.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Concludo, Presidente; conseguentemente, si richiede al Governo di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere e, quindi, a dimostrare documentalmente da parte dell'interessato e della società sportiva al quale è iscritto, tra i requisiti per la conversione del permesso di soggiorno per l'attività sportiva in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, il possesso in capo al richiedente della disponibilità di adeguati mezzi di sussistenza, di idonea sistemazione alloggiativa e di una copertura sanitaria assicurativa, affinché la conversione di lavoro non vada poi a gravare ulteriormente sugli impegni di spesa dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Grazie, collega.

Ha chiesto di parlare il deputato Diego Sozzani che recupera l'intervento. Prego.

DIEGO SOZZANI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, noi oggi andiamo a discutere una serie di emendamenti che riguardano un provvedimento che appare riconducibile, secondo noi, a due finalità: una prima finalità è quella dell'immigrazione, della disciplina dell'immigrazione e dell'asilo, nonché dell'adozione di misure in materia di ordine pubblico in connessione con fenomeni quali traffico di stupefacenti e disordini in pubblici esercizi.

Ora, questo preambolo del decreto-legge in esame fa, altresì, un riferimento alla straordinaria necessità ed urgenza di introdurre disposizioni in materia di diritto penale, in un momento particolare, in un momento in cui l'economia del Paese è in grandissima difficoltà, in un momento in cui le priorità erano altre e, comunque, i decreti, che noi avevamo approvato in questa Camera precedentemente a questo erano sicuramente funzionali, hanno funzionato, e oggi, invece, cerchiamo, in un momento così particolare della nostra economia, di discutere una legge che non aveva certamente questo tipo di urgenza che viene decretata all'interno.

Nello specifico, il provvedimento risulta, quindi, caratterizzato anche da un contenuto disorganico, a nostro modo di vedere, ed eterogeneo. Alle disposizioni in materia di immigrazione si aggiungono persino - pensate - quelle relative alle comunicazioni dei detenuti sottoposti al regime previsto dall'articolo 4-bis della legge del luglio 1975, la n. 354. Quindi, usiamo questa legge sull'immigrazione per introdurre una serie e una pletora di altre norme: il divieto di ingresso nei pubblici esercizi, nei locali di pubblico intrattenimento, nelle loro adiacenze, il contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web; infine, è prevista la modifica della denominazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in quella di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, con una ridefinizione sul piano normativo primario e del suo ruolo di meccanismo nazionale di prevenzione, prorogando, al contempo, per due anni il mandato del collegio attualmente in carica. Quindi, pensate quali sono gli elementi contenuti in questa norma.

Ora, in riferimento alle politiche migratorie, il provvedimento introduce anche un'altra serie di novità che non fanno altro che aumentare l'immigrazione clandestina - questo sicuramente - e tra le quali c'è la previsione del permesso di soggiorno per la protezione speciale, che contribuirà inevitabilmente a isolare l'Italia e a rendere più complicato il ricollocamento dei migranti negli altri Paesi dell'Unione europea. Come se non bastassero questi elementi di analisi di premessa, vengono estese le casistiche e le possibilità di ottenimento dei permessi di soggiorno, prevedendo altresì un meccanismo di concessione degli stessi permessi talmente macchinoso tale da aumentare il contenzioso, senza considerare il fatto che l'introduzione di ipotesi di permesso di soggiorno poco tipizzate e dai confini estremamente vaghi si presterà inevitabilmente ad interpretazioni e prassi applicative altamente discrezionali. A ciò si aggiunga che, nonostante l'articolo 14 del presente provvedimento - e lo hanno già detto altri colleghi prima di me - preveda la clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che le disposizioni in esso contenute non devono comportare costi aggiuntivi per gli oneri dello Stato, alla fine i bilanci dei comuni saranno inevitabilmente gravati dall'attuazione delle novelle introdotte dal presente provvedimento. Senza contare, poi, la difficoltà nell'interpretazione di queste novelle all'interno degli enti, che poi saranno coloro - gli enti ultimi - che dovranno gestire i migranti sul proprio territorio.

Ora, questo nostro ordine del giorno chiede di impegnare…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DIEGO SOZZANI (FI). … il nostro ordine del giorno chiede di impegnare il Governo a trasmettere semplicemente una relazione annuale alle Camere in merito allo stato di attuazione delle disposizioni introdotte dal presente decreto-legge concernenti il reato del traffico di stupefacenti sul web. Non è difficile: è un elemento che, evidentemente, è di informativa alla Camera. Un ordine del giorno che non ha implicazioni economiche…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

DIEGO SOZZANI (FI). …ma ha sicuramente un elemento di grande impatto, perché il Parlamento deve essere centrale anche su argomenti di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Iezzi sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi abbiamo avuto pochissimo tempo di discussione in Commissione, abbiamo pochissimo tempo di discussione qui in Aula e stiamo cercando di onorare il lavoro del Parlamento, discutendo nel merito di ogni singolo ordine del giorno. Io le chiedo di controllare bene il suo scampanellio e la sua interruzione degli interventi dei parlamentari presenti, perché io sto verificando che arriva un po' troppo in anticipo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ho il cronometro, non voglio fare una polemica ridicola e, poiché stiamo cercando di onorare il Parlamento, intervenendo nel merito e ogni secondo, visti gli spazi che ci avete lasciato, i rimasugli di spazi del dibattito che ci avete lasciato, e per noi è fondamentale poter spiegare le nostre tesi, io le chiedo, senza polemica, di lasciarci tutti i cinque minuti di cui noi abbiamo necessità e che abbiamo a disposizione per spiegare i nostri ordini del giorno e di non tagliarci gli interventi prima. Non mi dica che non è successo perché ho il cronometro in mano, l'ho verificato dopo segnalazioni di colleghi, l'ho verificato con l'ultimo intervento, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega, chiaramente tutti hanno la possibilità di potersi esprimere, lei può controllare i tabulati e ho lasciato a tutti i colleghi più secondi rispetto ai cinque minuti consentiti, potete controllare i tabulati (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), poi ovviamente io posso scampanellare un pochino prima se desiderate, però è chiaro che una cosa è certa: non ho interrotto i colleghi prima dei cinque minuti, assolutamente.

Andiamo avanti, ha chiesto di intervenire la deputata Donatella Legnaioli. Ne ha facoltà.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Onorevole Presidente, Onorevoli colleghi, non è stato facile per me decidere su quale punto, tra i tanti trattati dal provvedimento, proporre al Governo un ordine del giorno e, anzi, mi permetta subito un'osservazione: ma la decretazione d'urgenza non prevedrebbe tra i suoi vari criteri una omogeneità dei temi e questioni? La questione pregiudiziale mi costringerebbe ad investire una ampia e diffusa osservazione sul concetto stesso di urgenza. Personalmente, io e tutti i miei colleghi abbiamo serissimi dubbi sulla corretta applicazione di questo aspetto, ma tra le tante criticità che questo decreto comporta ve ne è una che ho particolarmente a cuore e che evidentemente è sfuggita a chi era accecato, voglio pensare in buona fede, dall'impeto di voler stravolgere quanto di buono era stato fatto dal Ministro Matteo Salvini. In questo provvedimento infatti verrebbe stabilito che sarà di nuovo possibile per i richiedenti asilo partecipare a lavori di utilità sociale. L'articolo 1 del decreto-legge amplia notevolmente i casi per il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale, stabilendo il divieto di espulsione dello straniero nel caso di un suo generico inserimento sociale in Italia e ne prevede la sua conversione in permesso di lavoro. Pertanto, ne consegue che sarà molto più difficile procedere al rimpatrio degli stranieri irregolari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi sarei aspettata che il Governo affrontasse il tema del lavoro molto più seriamente con proposte a medio e lungo periodo strutturali ed efficaci, efficienti e solide, ma soprattutto rivolte prima di tutto agli italiani, perché di italiani senza lavoro, forse vi è sfuggito, ce ne sono a migliaia, purtroppo; e sono lì tutti in attesa di capire cosa avete intenzione di fare per ridare loro la speranza di poter tornare al lavoro. Ma invece siamo qui. A parlare di cosa? Di salute? No! Di lavoro? No! Siamo qui a parlare di aprire i porti, a parlare di clandestini. Follia! Follia! Questa non è l'emergenza per il nostro Paese e per gli italiani.

Tornando però al merito del presente decreto e al punto, si impone una riflessione. Se tutti coloro a cui state aprendo le porte del nostro Paese avessero davvero diritto a rimanere nel nostro Paese - cosa della quale dai dati sappiamo non essere vera - e se lo facessero per avere un lavoro, costruirsi un percorso pagando le tasse e le pensioni come qualcuno continua a raccontare, sarebbe un conto. Siccome però alla favola di Babbo Natale ci credete solo voi, noi tutti sappiamo benissimo che la reintroduzione di questa norma altro non è che un vostro gentile omaggio natalizio, un bel biglietto vincente per chi sbarca illegalmente nel nostro Paese e non solo via mare, ma anche per quelli che arrivano dalla rotta balcanica, per poi rivendicare il diritto illegittimo a rimanere qui.

E' un pretesto politico per il Presidente Conte per mangiare il panettone senza preoccuparsi degli agguati dal fianco sinistro dell'Aula; abbiate almeno il buongusto di ritirare questo “pacco” agli italiani e di permettere di svolgere attività sociale a chi davvero, senza secondi fini, vuole occuparsi del sociale. Il “decreto Clandestini” - questo oggi portate in quest'Aula - è la moneta di scambio che il Governo Conte doveva pagare alla sinistra per continuare la sua sciagurata avventura al Palazzo; state barattando la sicurezza degli italiani con la vostra poltrona, avete venduto i nostri confini, la sicurezza dei nostri figli per una legge che permette a migranti e profughi di agire indisturbati per il nostro Paese. Oggi ci viene sottoposto questo provvedimento, anzi “no” questo obbrobrio, un obbrobrio giuridico, silente ma sprezzante della pandemia che sta devastando il mondo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Il Presidente Conte, dopo aver nascosto medaglie e mostrine, che erano state tributate grazie al lavoro del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il più amato dagli italiani, oggi ci vorrebbe convincere di un provvedimento che invece porterà l'Italia in un baratro, trascinando anche chi non c'entra assolutamente nulla come gli italiani. Sappiate che, in questo ignobile teatrino ci troverete sempre fermi, concludo Presidente, per le politiche di buonsenso accanto alla gente perbene che ogni giorno, nonostante mille difficoltà e nonostante voi, manda avanti questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie collega. Ha chiesto di parlare la deputata Elisabetta Ripani: se non è presente in Aula, si intende vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI (LEGA). Grazie Presidente, circa un mese fa il Ministro degli Esteri, il giorno successivo dell'attentato di matrice islamista a Nizza, in un'intervista al Corriere della Sera, cosa diceva? Diceva che l'immigrazione va gestita, l'immigrazione va controllata perché un'immigrazione non controllata e non gestita influisce negativamente sulla sicurezza del Paese. Il Ministro degli Esteri diceva che gli sbarchi vanno bloccati e in modo particolare i cosiddetti sbarchi autonomi; il Ministro degli Esteri diceva che i comuni vanno aiutati, i comuni vanno messi nelle condizioni, informandoli di poter contribuire alla gestione del fenomeno migratorio che, ricordiamolo, è un fenomeno prettamente nazionale; il Ministro degli Esteri diceva che vanno fatti i rimpatri nazionali e, se è possibile, quelli a livello europeo; il Ministro degli Esteri diceva che l'Europa non può guardare dall'altra parte: deve essere attore, un player, protagonista nella gestione dei flussi migratori in Europa stessa. Tutte affermazioni assolutamente di buonsenso, condivise, tutte affermazioni che si rivedono in quello che l'attuale Ministro degli Esteri, ex vicepremier nel precedente Governo, aveva trovato condensazione nei decreti Salvini, nei “decreti Immigrazione e Sicurezza”, lo ripeto immigrazione e sicurezza, perché l'immigrazione e la sicurezza vanno di pari passo. Oggi, con questo decreto, si va nella direzione esattamente opposta: si va esattamente in quella direzione contraria rispetto a quello che era stato fatto dal precedente Governo. Io credo che i rischi, i problemi e i danni, che una cattiva gestione dell'immigrazione arreca ai sistemi nazionali, siano evidenti. Lo ricordava prima il collega Volpi, citando la Svezia, non uno dei Paesi di Visegrád ma uno di quei Paesi e una di quelle socialdemocrazie che hanno fatto dell'accoglienza, dell'assistenza, dell'ospitalità dell'apertura dei porti e delle porte una propria cifra qualificativa dell'azione del Governo: politiche fallimentari, politiche totalmente fallimentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo dibattito è talmente surreale non solo per la decontestualizzazione rispetto al Paese reale, che oggi ha altri problemi, ma anche al dibattito sul tema dell'immigrazione, tema che viviamo oggi, che abbiamo vissuto ieri, ma che vivremo anche nel futuro.

Si tratta infatti di un fenomeno, di un problema complesso, globale, quello dell'immigrazione, che ci porteremo dietro per generazioni perché andrà ad incidere profondamente sui sistemi economici, sui sistemi sociali e sui sistemi culturali dei Paesi e, siccome l'immigrazione, da fenomeno globale, non ha avuto una risposta globale e non ha avuto una risposta europea, sempre più le risposte ai fenomeni migratori diventano risposte nazionali, non nazionalistiche, nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E oggi, voi, credetemi - e lo dico al sottosegretario, che è nel più bel Ministero che ci possa essere, il Ministero dell'Interno - non andate semplicemente a cancellare i “decreti Salvini”, non andate semplicemente ad azzerare delle scelte politiche, che hanno, comunque, portato risultati importanti, sensibili, visibili e che si toccano con mano sulla situazione del Paese, voi oggi andate oltre: andate a toccare la “legge Turco-Napolitano”, andate a toccare il decreto legislativo sull'accoglienza, andate a creare un sistema tale per cui, la migrazione oggi andrebbe contenuta, andrebbe ridotta, andrebbe gestita e questo decreto diventa un fattore di attrazione di nuova immigrazione, che porterà inevitabilmente al Paese, ai cittadini, ai territori e ai popoli, in Italia e in Europa, problemi, problemi che, evidentemente, poi, non potranno essere gestiti.

Quindi, io la raccomandazione che faccio e lo sguardo che rivolgo, lo faccio a quei parlamentari, che con responsabilità, con coscienza, con onestà e con coerenza, hanno votato il “decreto Sicurezza” e oggi vivono un evidente imbarazzo, perché questo decreto va esattamente nella direzione opposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). A quei parlamentari chiedo di mantenere quella responsabilità e quella coscienza che hanno contraddistinto la loro azione del precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossello, che non vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno che presento riguarda la ridefinizione del ruolo del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Sembra uno scioglilingua, ma, nella realtà, è una figura dotata di grande autorevolezza istituzionale, su cui attualmente ci sono, purtroppo, più ombre che luci, e che ci sembra abbia perduto nel corso degli anni quel ruolo super partes che dovrebbe garantire l'imparzialità e l'osservanza del buon andamento in ambito carcerario, per deviare, poi, in un campo molto più politico o direi, addirittura, ideologico. Non si discute del ruolo di questa istituzione come garante dei diritti di cittadinanza nella realtà difficile del carcere per facilitare quello che è il reinserimento sociale dei detenuti, voluto anche dalla Costituzione italiana come strumento indispensabile per tutelare le persone e per prevenire e contrastare quella che è la criminalità organizzata.

Oggi, tuttavia, ci chiediamo se si possa ancora parlare di Garante dei detenuti o se si debba, al contrario, fare riferimento al Garante dei privilegi ai detenuti e all'accoglienza indiscriminata e senza controlli, perché, se il Garante dei detenuti deve essere un'autorità di garanzia indipendente, non può entrare a gamba tesa nei confronti di decisioni politiche e di leggi e norme a salvaguardia della sicurezza e contro gli ingressi illegali nel Paese. Se così fosse, ovvero se il Garante dei detenuti fosse l'ennesima figura politicizzata e ideologicamente ascrivibile a un'area intrisa di retorica immigrazionista, di lassismo e sottovalutazione delle attività criminali, si ridurrebbe ad essere del tutto superflua, per non dire dannosa, ma, soprattutto, poco credibile.

La maggioranza in quest'Aula non è detentrice unica delle preoccupazioni sui vari problemi che affliggono, a titolo, più o meno, grave, gli istituti penitenziari italiani. La differenza è che noi della Lega, oltre a occuparsi di questi problemi reali, ci preoccupiamo, e molto, anche dei problemi ormai storici e, purtroppo, cronici che pesano sull'attività complicata e misconosciuta del Corpo della polizia penitenziaria. La maggioranza si sveglia per mandare a casa gli altri carcerati, ma si dimentica della Polizia penitenziaria, quando - e questo è scandaloso Presidente - non inserisce nel “decreto Ristori” le risorse per pagare gli straordinari della Polizia penitenziaria. Non inserisce nel “decreto Ristori” le risorse per pagare gli straordinari della Polizia penitenziaria. Sottosegretario, non inserisce nel “decreto Ristori” le risorse per pagare gli straordinari della Polizia penitenziaria! Questo è il vero problema, la maggioranza pensa ai detenuti, ad aprire i porti, a far ripartire la macchina dell'immigrazione illegale e del relativo business, ma sorvola sui problemi degli italiani, sui problemi veri che il nostro Paese sta vivendo attualmente e che vanno ben al di là del problema delle carceri.

E, allora, Presidente, torno al mio ordine del giorno. Non è affatto chiaro per quali motivi il Garante sia oggetto di una ridenominazione molto più indefinita e suscettibile di interpretazioni.

Cosa significa “Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale”? Quali confini avrà, sottosegretario? Quale operatività concreta? Abbiamo serie perplessità che si tratti della solita operazione strumentale e ideologica, con finalità non dichiarate, ma che si possono ben immaginare.

Come non bastasse, nell'ambito della normativa sul Garante, si proroga in modo incomprensibile e illogico il mandato dell'attuale titolare di ben due anni, oltre a consentire al medesimo, mediante la modifica dell'articolo 7 del decreto-legge n. 146 del 2013, di delegare le proprie prerogative a non meglio identificati garanti territoriali, senza ben precisare se siano, poi, comunali, provinciali, regionali, chi siano e a quale titolo e per quali ragioni siano nominati. Non si precisa se i poteri sono attribuiti in via alternativa o congiunta e non precisa quali siano i criteri di selezione di questi ultimi, il tutto senza valutare le molteplici implicazioni che tale allargamento potrà avere. Noi dobbiamo capire, Presidente, il Paese deve capire la ratio di queste previsioni, dobbiamo poter valutare gli effetti applicativi di queste misure (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cortelazzo, che non vedo in Aula, quindi si intende che abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Moschioni. Ne ha facoltà.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Devo essere sincero, non nascondo il mio imbarazzo qui, oggi, a fare questo intervento, alla mia prima esperienza parlamentare, da sindaco e da piccolo imprenditore di quel lontano Friuli-Venezia Giulia, perché, in un momento di emergenza sanitaria ed economica, noi oggi siamo qui, già da tre giorni, più le giornate in Commissione, a discutere del “decreto Sicurezza e Immigrazione”. Io chiedo al Governo e alla maggioranza che abbiano almeno il buonsenso di chiamarlo “decreto Insicurezza” e “decreto Clandestini”. Questa è la realtà delle cose.

Ma vengo all'ordine del giorno a mia prima firma, che chiede di implementare le attività di presidio terrestre nei confini del Friuli-Venezia Giulia. Perché questo? Io ricordo, già a inizio pandemia, il grande - secondo me e secondo noi del gruppo Lega - presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, l'onorevole Massimiliano Fedriga, aveva chiesto a suo tempo, a inizio pandemia, di chiudere i confini e di mettere in quarantena quei ragazzi che venivano e arrivavano dal Capodanno cinese. È stato attestato come un presidente razzista che non poteva far sì di dare la possibilità dello studio agli studenti cinesi. Cosa è successo? Invece di tenere quindici giorni questi ragazzi a casa, è successo - ormai siamo vicini a un anno - che i ragazzi non solo i cinesi, ma tutti i ragazzi, italiani, cinesi, di tutte le nazionalità, non hanno la possibilità e il diritto allo studio in presenza. Questa è la realtà.

Quindi, chiediamo polizia nei confini del Friuli-Venezia Giulia, perché si sente parlare spesso, soprattutto alla TV, di bloccare le barche, quelli che arrivano dal mare, ma la realtà è un'altra: noi abbiamo la rotta balcanica che poche volte viene menzionata, soprattutto, da parte della maggioranza di questo Governo. Io voglio solo darvi un dato, anzi due dati vi do oggi, qui, in Aula: negli ultimi quindici giorni, sono entrati, dalla parte dell'Austria, 300 clandestini, 300 clandestini che sono stati trovati sulla A23 da Tarvisio a Udine. Ma un dato ancora più forte qual è? Quello che, da gennaio ad oggi, i clandestini entrati in Friuli-Venezia Giulia, dalla Slovenia e dall'Austria, sono ben 5 mila. Io voglio solo mettervi a conoscenza del fatto che il 73 per cento dei comuni del Friuli-Venezia Giulia è al di sotto dei 5 mila abitanti. Quindi, pensate solo voi il disagio che ha creato questo ingresso azzardato e lasciato libero di poter entrare nel Friuli-Venezia Giulia a tutti questi comuni del Friuli.

Prima, all'inizio, ho detto anche da sindaco. Perché da sindaco? Perché, in questo provvedimento, non viene menzionata la figura del sindaco, però il sindaco è in prima linea. E io ricordo i mesi da aprile a settembre, quando chiedevamo rinforzi sul territorio friulano e, soprattutto, sui confini con la Slovenia e l'Austria - venivamo quasi derisi - e io ricordo la preoccupazione dei sindaci, non sindaci di centro-destra, non sindaci della Lega, perché conoscono bene cosa porta l'immigrazione clandestina, ma sindaci di centro-sinistra e, visto che sanno che io sono in questo consesso, le telefonate che mi facevano per chiedermi: “Aiutateci perché non ce la facciamo più”, perché, oltre che accogliere tutti, come ben sapete …

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). E' già finito il tempo? Come ben sapete…

PRESIDENTE. Prego, ha cinquanta secondi.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). … come ben sapete, i minorenni sono a tutela del sindaco, a spese del proprio comune. Cerco di andare veloce. Iezzi, controlla il tempo però, per cortesia. Allora, veniamo a questo decreto. Io credo che sul decreto vigente, quello attuale, non dobbiamo, cari colleghi della Lega o cari colleghi della maggioranza, vergognarci di dire che era il “decreto Salvini”, perché noi ne andiamo fieri, chiamandolo “decreto Salvini”. Ma perché dico questo? Perché lo abbiamo fatto con i 5 Stelle. Ieri ho sentito da parte di un collega del mio gruppo dire: “gli amici dei 5 Stelle”, ma no, sono nemici i 5 Stelle, voi dei 5 Stelle non siete nemici della Lega, siete nemici degli italiani, perché non avete a cuore il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) perché avevate promesso “sbarchi zero”.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DANIELE MOSCHIONI (LEGA). Concludo velocemente, chiedendo una cosa. Tanti hanno chiesto il ritiro di questo provvedimento, io mi avvalgo del buonsenso del nostro Presidente della Repubblica, che, in quanto a buon senso, ce ne ha tanto; visto che il Governo e l'attuale maggioranza non ce l'ha, io chiedo al Presidente della Repubblica che abbia il coraggio di chiedere a questo Governo e a questa maggioranza di ritirare questo decreto, perché è ancora in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianfranco Rotondi, ma non lo vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Elena Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente, gentilissimi colleghi. Sono tre giorni che siamo in Aula per discutere il “decreto Immigrazione”, o possiamo chiamarlo “decreto Clandestini”, proprio perché parte dall'ideologia di andare a smantellare i “decreti Sicurezza” o “decreti Salvini”, senza vedere reali e concrete possibilità di affrontare diversamente le problematiche inerenti l'ingresso nel nostro Paese di immigrati irregolari e vorrei sottolineare “irregolari”. Ciò perché - togliamo gli stereotipi - la Lega nulla ha contro chi viene in Italia regolarmente per lavorare e per contribuire alla crescita del nostro Paese, siamo invece pienamente contrari a chi usa l'Italia, il suo sistema sanitario, il suo sistema assistenziale solo per delinquere e lavorare in nero, alimentando la mafia, la criminalità, la prostituzione, il traffico di minori e le organizzazioni che speculano sulla pelle dei poveri immigrati, che credono di trovare in Italia una vita migliore. Questo nuovo “decreto Immigrazione” che vi accingete a votare stride con la seconda ondata di pandemia in corso e con la crisi economica che attanaglia il nostro Paese. È del tutto contraddittoria infatti la politica governativa di limitare le libertà costituzionali, la circolazione dei cittadini, nonché fermare l'attività lavorativa, con la chiusura dei bar, dei ristoranti, dei negozi nell'ottica di contenere il rischio di contagi da COVID e, al contempo, lasciare i porti aperti e non limitare nessuno sbarco e fughe dai centri d'accoglienza. Non lo dico direttamente solo io, ma lo ha detto direttamente anche il Ministro Lamorgese, lo ha affermato in audizione alla Camera in Commissione affari costituzionali. Lei disse: “I flussi migratori sono aumentati: al 15 novembre sono arrivati circa 32.000 persone, circa il 38,7 per cento di questi sono tunisini”. E quindi non scappano dalla guerra, lo voglio sottolineare. Sempre il Ministro ha anche spiegato che gli arrivi si verificano nel pieno dell'emergenza COVID, il che è un fattore di complicazione per tutti gli Stati, in particolare per l'Italia. Ecco, vede, in tale contesto non appare opportuna, né congrua la situazione attuale in Italia e la scelta di procedere con un nuovo sistema accoglienza e quindi rimando al mio ordine del giorno, in cui si sottolinea, nell'articolo 4, l'orientamento di andare a prevedere dei servizi aggiuntivi al lavoro e alla formazione professionale, che comportano un ulteriore eccessivo utilizzo di risorse pubbliche, che invece potrebbero essere destinate ad altre priorità, di cui sicuramente questo Paese ha bisogno in questo momento.

Inoltre, nell'articolo 1 sempre di questo provvedimento, si inseriscono una serie di tipologie di permessi cosiddetti speciali che prima non erano contemplati, parlo del permesso di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per acquisto della cittadinanza e dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro artistico per motivi religiosi, creando il fondato rischio del concretizzarsi di rapporti di lavoro fittizi, aumentando i cosiddetti finti profughi, e celandosi dietro questi rapporti il pericolo terroristico. Voglio ricordare in quest'Aula, purtroppo, i recenti episodi di Vienna e di Nizza, che impongono una seria e puntuale riflessione sulle politiche migratorie adottate da questo Governo e sulle reali necessità di interventi più stringenti, invece che l'allentamento delle maglie. Lo dimostra il fatto che l'attentatore di Nizza era sbarcato in Italia, era passato per Ventimiglia, nonché il fatto che i leader d'Europa si sono riuniti in videoconferenza per parlare di immigrazione, lotta al terrorismo, rafforzamento delle politiche penali. E l'Italia? Assente. E questo Governo vuole andare a smantellare i “decreti Salvini” solo perché si parla di Salvini, senza andare direttamente invece a rafforzare quelli che sono i livelli di sicurezza del nostro Paese. Ritorno al mio ordine del giorno: vorrei far presente che l'aumento considerevole dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro rischia di non avere alcun effetto positivo sui livelli occupazionali nazionali, come confermato anche dalla recente “sanatoria Bellanova” per il settore agricolo, tenuto altresì conto della grave crisi economica e produttiva che il Paese sta attraversando. Da ultimo - e concludo, Presidente - si rinviene l'assoluta contraddizione tra un aumento esponenziale dei permessi di soggiorno convertibili e la totale mancanza di norme che compensano i maggiori costi che gli enti pubblici dovranno sostenere. Da oggi in poi spenderemo soldi per tutti, basta chiedere asilo e si ottiene il pacchetto completo: assistenza sanitaria, mediazione linguistica, servizi legali di lavoro, corsi di lingua a spese degli italiani e dei comuni. Riparte la mangiatoia per gli immigrati, ma non riparte invece la “potenza di fuoco”, annunciata da Conte mesi e mesi fa. Per dare dignità invece agli immigrati bisognerebbe aiutarli a casa loro, cosa che invece noi diciamo da tempo e questo Governo non vuole fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, illustro il mio ordine del giorno n. 9/2727-A/138, che prevede misure di ristoro a vantaggio dei comuni e dei territori che maggiormente sono colpiti da questa piaga dei flussi migratori. Desidero iniziare questo intervento ricordando un attimo quello che succedeva quest'estate e questo autunno, quando una certa narrativa, soprattutto in casa PD, mirava a dire che erano le movide ed erano i comizi di Matteo Salvini, oceanici in tutta Italia, a generare il problema del contagio da COVID. Peccato che però i dati sono stati clamorosamente smentiti perché, con una faccia tosta incredibile, questa narrazione ha trovato una contraddizione palese rispetto a quello che è avvenuto e cioè che nei flussi turistici - li chiamo chiaramente così in maniera molto ironica -, che sono avvenuti da parte di presunti soggetti che scappavano da guerre, ci fossero percentuali importanti che portavano con loro anche il COVID. Tutto questo abbiamo visto che cosa ha prodotto, sono state anche messe in pista delle navi da crociera per potere far sì che la quarantena fosse svolta nel migliore dei modi, a dimostrazione di un'attenzione anche nei confronti di queste persone - parleremo anche dell'attenzione pelosa tra un po' -, ma a dimostrazione anche da parte del PD di un certo mondo clientelare, che sta attorno a questo business. È evidente infatti che il Partito Democratico oggi è riuscito a creare le condizioni per avere dei vantaggi fortissimi da un punto di vista elettorale: quando si spendono 5 miliardi di euro - chiaramente sono le cifre pre-Matteo Salvini, ma io sono convinto che l'obiettivo che hanno in mente è esattamente di tornare alle antiche abitudini - ecco che si hanno un mare di interessi politici e clientelari, a riprova che questo 19 per cento circa che il Partito Democratico riesce a lucrare tutt'oggi non può essere un voto di opinione, se non in una piccolissima parte, ma è invece il frutto di una gestione clientelare, di cui questa voce “immigrazione” è una componente importante, assieme ovviamente alla gestione di tutti gli altri enti locali e di un potere che viene tramandato ormai da decenni, anche a livello centrale.

Questi sono aspetti che non dobbiamo sottovalutare; lo sanno tutti, eh, non è che sto inventando nulla o sto raccontando una cosa nuova, però è arrivato il momento in cui cominciamo anche a fare delle analisi sociologiche vere e proprie e agli italiani, quelli perbene, quelli “onesti intellettualmente”, quelli anche un po' ingenui che si chiedono come mai questo Governo faccia delle scelte che sono illogiche, diciamo che non sono illogiche, nel senso che sono assolutamente frutto di una scelta ben precisa, anzi frutto di due scelte ben precise: la prima ho provato a spiegarla, all'interno dei cinque minuti che sono messi a disposizione, si rischia di essere superficiali e, quindi, come tale mi scuso qualora qualche passaggio possa essere sintetico per stare nei tempi, però, è chiaro che la voce “clientela” e la voce “aiuto agli amici che poi ristoreranno posti di lavoro e opportunità” non sono un fatto secondario; la seconda voce è, invece, quella dell'ideologia, un'ideologia pesantissima, fortissima, perché l'accoglienza non può essere che dignitosa, l'accoglienza non può essere che il principio regolatore di un'attenzione nei confronti dell'altro che viene in un Paese e che deve essere rispettato. Io se faccio venire qualcuno a casa mia, evidentemente, cerco di farlo stare bene, però, se questa persona è ospite a casa mia e io ho tre stanze è ovvio che stiamo tutti bene, ma se questi ospiti diventano cinque, sei, dieci o venti è evidente che stanno tutti male, sia coloro che ospitano, sia gli ospitati e questo, ovviamente, è un buonismo peloso, che trova accoglienza anche in ambienti clericali o, comunque, che ne hanno fatto una ragione di vita anch'essa di tipo ideologico e che, quindi, va condannata.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Invece, l'ideologia perversa è quella del mondialismo, su cui ovviamente si giocano grandi fette di disagio mondiale; è un'ideologia vera, un “comunismo 3.0”, che poi, spero, nella seconda parte dell'intervento, cioè quando ci saranno gli interventi durante la dichiarazione di voto, di chiarire bene, ma non tanto a vantaggio dei presenti, sappiamo bene che non c'è nessuno, quindi, c'è una disattenzione voluta e scientifica, quanto a vantaggio di tutti quegli italiani che devono capire che non c'è incapacità; la vulgata che passa è: “sono degli incapaci”, oppure: “ma come, non ragionano?” No, in verità il passaggio che bisogna dire è che sono in malafede e qui adesso vogliamo dimostrare come e perché (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Presidente, il mio ordine del giorno a questa proposta di smantellamento del “decreto Salvini” tratta il tema della sicurezza sanitaria degli operatori all'interno dei centri d'accoglienza, un tema che ovviamente per questo Governo passa in secondo piano ed è per questo che in questi giorni, da quando è iniziata la discussione sullo smantellamento del “decreto Salvini” per dar luce e vita a un “decreto Clandestini”, mi domandavo perché il Governo stia cercando di distruggere il lavoro di un Ministro che ha lavorato per tutelare i confini, che ha lavorato per tutelare i propri cittadini, perché il Governo, anziché occuparsi della salute e dell'economia di questo Paese, si stia occupando di tutelare la salute, l'arrivo, il benessere di tanti clandestini che non dovrebbero essere nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E, poi, mi sto chiedendo perché preferite dedicarvi da settimane, con cuore e anima, a questo unico obiettivo fisso, ormai da tempo, quello di riportare in Italia sempre più clandestini. Questo interessa da sempre la sinistra e da qualche mese anche le banderuole dei 5 Stelle, non è una grande novità per la sinistra, ma ci aspettavamo un atteggiamento più responsabile da parte dei 5 Stelle rispetto ai cittadini che li hanno anche votati e che li hanno visti votare il “decreto Salvini” per la sicurezza. Voi, probabilmente, ignorate cosa significhi, invece, per gli italiani dover lavorare, dover mangiare, dover curare qualcuno ogni giorno e non farcela, purtroppo anche grazie alla vostra grave incapacità.

Preferite chiudere in casa le famiglie, gli italiani, limitarli negli affetti, nelle credenze, obbligare le aziende a chiudere e interi settori alla morte e questo perché vi interessa tutelare forse più i clandestini che gli italiani, non vi interessa che siano in ginocchio, che le vostre inadempienze abbiano causato gravi mancanze, perché ovviamente il ripristino del lavoro delle cooperative, del lavoro delle attività che alimentano il business degli immigrati e garantire le navi per i migranti, il vitto, l'alloggio, il monitoraggio, le attività ricreative e ripristinare tutto quello che c'era prima dei “decreti Salvini” per la sicurezza è una vostra priorità. Ma in questi giorni mi sono anche chiesta chi vi poteva ispirare in tutto ciò e mi sono trovata davanti due volti: uno, quello di quel tizio che si è permesso di insultare una donna, una persona malata, un'istituzione, una donna che si è battuta in politica e nella vita e anche nella malattia, quel tal signor Morra che io vorrei vedere fuori dal nostro Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Queste sono le persone che vi rappresentano e che ispirano la vostra politica e probabilmente è per questo che non riuscite a capire perché sono da tutelare i lavoratori fragili, le persone malate, le persone che hanno immunodepressione e che lottano e vivono la loro vita nonostante le difficoltà, perché voi rappresentati da tal signor Morra pensate prima ai clandestini e poi agli italiani in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E l'altra figura naturalmente che rappresenta a pieno la vostra mentalità politica e al meglio le vostre espressioni, soprattutto in questo periodo, è la collega Boldrini che qualche anno fa ci parlava di risorse, di uno stile di vita da adottare da parte di tutti noi, ci diceva. Ecco, diciamo che ci è andata vicino, perché in queste condizioni, adesso, grazie al vostro Governo, ci sono gli italiani che fanno fatica a lavorare, che fanno fatica a dar da mangiare ai figli, ai quali mancano ancora delle cure, ma è evidente che, se a condurvi nelle vostre scelte politiche sono persone di questo tipo, che pensano prima a se stesse, ai clandestini e al business dell'immigrazione, gli italiani non possono aspettarsi altro da voi, ma si meritano di meglio rispetto a voi e mi auguro che presto l'occasione per mandarvi a casa arrivi e in fretta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Paolin. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi ricordo anche di mantenere il distanziamento.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Variati, non nascondo anch'io il mio grande disagio a dover affrontare la discussione su questo decreto, privo dei più elementari requisiti di emergenza e omogeneità, in un momento di grave crisi sanitaria ed economica per il nostro Paese, disagio che credo abbiano anche il Presidente Conte e tutto il Movimento 5 Stelle che, due anni fa, approvarono, su proposta del nostro segretario Matteo Salvini, le norme che oggi vogliono abrogare; è una grande prova di coerenza che gli elettori avranno modo di giudicare severamente alle prossime consultazioni elettorali.

Venendo all'ordine del giorno n. 9/2727-A/132 in discussione, che mi vede primo firmatario, ricordo che la direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 è volta a tutelare il diritto a un ambiente di lavoro sano e adeguato, come anche previsto dal principio 10 del pilastro europeo dei diritti sociali. Tale direttiva vale non solo per chi arriva da un altro Paese, ma anche per coloro che si occupano di ricevere queste persone. Inoltre, dà agli Stati membri indicazioni precise per quanto riguarda i livelli di esposizione dei lavoratori agli agenti biologici…

PRESIDENTE. Mi scusi…

Colleghi, vi chiedo di non fare fotografie, di non dare le spalle alla Presidenza…Collega Pagano, collega Fornaro… grazie, prego, collega.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie. Dicevo: agli agenti biologici e a tutela della loro salute, soprattutto in relazione ai rischi presenti nell'attuale situazione di crisi epidemiologica. Con il decreto-legge n. 125 del 7 ottobre 2020 sono state adottate misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza da COVID-19, misure che limitano in maniera importante i diritti costituzionali dei cittadini, come, ad esempio, il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 6 del mattino, la chiusura di bar e ristoranti dalle 18, limitazione agli spostamenti tra regioni e comuni. La gestione dell'epidemia da COVID-19 ha gettato i cittadini italiani in una crisi economica e sociale senza precedenti e continua a generare perdite di posti di lavoro e il conseguente aumento del tasso di disoccupazione. Purtroppo, esiste un collegamento tra l'immigrazione e la situazione sanitaria e un bravo amministratore deve pensare di adottare nei confronti dei migranti quelle stesse misure restrittive adottate nei confronti della generalità dei cittadini italiani. Per tutti questi gravissimi motivi, questo ordine del giorno impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a sospendere il rilascio di permessi di soggiorno fino alla conclusione della crisi epidemiologica da COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Sestino Giacomoni, che non vedo in Aula; quindi, s'intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di intervenire il deputato Luca Rodolfo Paolini. Prego.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei dapprima rivolgere un grazie e un saluto ai deputati grillini, per la loro enorme attenzione e presenza in quest'Aula (ne vedo uno, però gli altri arriveranno). Ecco, questo è il livello d'attenzione su un provvedimento che, sotto il mentito nome di “decreto Sicurezza”, in realtà cela diverse altre cose. Il mio ordine del giorno si riferisce, in particolare, al Garante. Un'operazione francamente incredibile: si proroga di due anni un ufficio che non poteva essere rinnovato (se scadeva quella persona fisica in quell'ufficio non poteva tornare lì) e si proroga perché, evidentemente, ci sono degli interessi politici a che quella persona e quel gruppo rimangano al comando. Ma la cosa più grave di questo provvedimento è l'introduzione di norme assurde per la permanenza in Italia. Nessuno potrà più essere cacciato, ma assisteremo a cose surreali. Sembra una pièce teatrale. Arriva il tizio che si presenta davanti al presidente della commissione che gli deve dare il permesso di soggiorno e dirà: “Ma io vorrei restare in Italia perché, sa, io gioco a calcio in una squadretta”; “Ma lei non è un professionista”.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 11)

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). “Sì, ma guardi che l'articolo 27, comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 286 del 1998, come richiamato all'articolo 1, comma 1, della lettera e)” - del decreto che state approvando - “mica specifica che uno dev'essere un professionista di un certo livello. Io gioco, lo faccio come attività professionale, gioco in una squadretta scapoli contro ammogliati del mio centro di accoglienza e, quindi, campo di quello e, quindi, sono un professionista e, quindi, posso rimanere”. Immaginate il presidente, che dice: “Non mi pare un grande argomento”; “Sì, ma guardi che io sono anche un'artista, sì”; “Perché?”; “Perché suono per strada, recito nella parrocchia, nel teatrino della parrocchia. Inoltre, insegno danze latine, aiuto uno a insegnare danze latine in un locale”; “E questo cosa vuol dire?”; “È semplice: che l'articolo 27, comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 286 parla di lavoro di tipo artistico e parla di ballerini artisti e musicisti da impiegare presso locali di intrattenimento. Io lavoro presso un locale di intrattenimento e, quindi, rientro”. Il presidente evidentemente si troverà un pochino spiazzato di fronte a ciò: “Beh, in effetti forse ha ragione”; “Sì, certo. E poi questo decreto l'ha fatto il vostro Parlamento il 3 dicembre 2020. E poi ricordi che io ho anche motivi religiosi. Sì, perché io sono l'equivalente del vostro viceparroco nella mia comunità animista. Lo aiuto tutti i giorni nelle funzioni. Vi allego un certificato, un'autocertificazione, un video che dimostra che io effettivamente faccio questa attività e, quindi, lei, ai sensi dell'articolo 19, comma 1, punto 1, come modificato il 3 dicembre, appunto, non mi potrà mandare via. Quindi, ho anche motivi religiosi. Lei me lo deve dare questo permesso, signor presidente!”; “Ah sì”, dirà il povero presidente.

“Poi, se proprio volesse insistere, signor presidente, nel non darmi il permesso, aggiungo che ho anche motivi privati”; “Come motivi privati?”; “Certo. Sono fidanzato con una ragazza italiana, frequento la bocciofila, vado tutte le sere al bar e ho una serie di amici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, quindi, le allego anche qui un'autocertificazione e un video che dimostrano che io da due settimane frequento una ragazza italiana. Quindi, se lei mi rimanda in Africa, lei turba, lei altera la mia vita privata e lei non lo può fare. Infine, le aggiungo” - e questa è la cosa più incredibile - “il mio stato di famiglia nel Paese di origine, perché lei vedrà che io continuo a partecipare alla vita attiva del mio villaggio. Questa è la fotografia della mia famiglia, questi sono i link e queste sono le connessioni che dimostrano che tutti i giorni mi interfaccio con il mio capo villaggio e, quindi, partecipo alla vita del mio Paese e questo dimostra che esistono legami familiari, culturali e sociali con il mio Paese di origine”. E il Presidente poveraccio - e in effetti questo è un fatto vero, è accaduto - obietterà: “Ma, scusi, cosa c'entra il mantenimento di legami col suo Paese di origine con la permanenza in Italia?”; “C'entra, Presidente. C'entra, perché il nostro beneamato Parlamento, con voto di fiducia di PD e M5S alla legge n. 2727 del 2020, ha introdotto, all'articolo 1, comma 1, lettera b), sottocomma 1-bis, lettera e), che modifica l'articolo 19 della legge n. 394 del 1999 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), introducendovi il comma 1 e il sottocomma 1.1, che al primo capoverso testualmente recita - e chiudo - che non sono altresì ammessi il respingimento, l'espulsione e l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare” - è fidanzato: lo vogliamo togliere alla fidanzata? - “a meno che non sia necessario per motivi di sicurezza. Ai fini della valutazione del rischio” - e chiudo veramente - “si tiene conto…

PRESIDENTE. Grazie.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). …della natura e dell'effettività dei vincoli familiari dell'interessato nel suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell'esistenza di legami familiari, culturali e sociali con il Paese di origine”.

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha finito il tempo.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Sì. Il presidente dirà: “Ma cosa c'entra?”. E il povero richiedente gli dirà: “Veramente questa non l'ho capita neanche io”, perché cosa c'entra con il fatto di restare in Italia aver mantenuto rapporti col Paese di origine.

PRESIDENTE. Grazie…

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Accogliete il mio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Savino, che s'intende abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Fantuz. Ne ha facoltà.

MARICA FANTUZ (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è triste, oltre che imbarazzante per me, dover fare questo intervento oggi. Lo è perché, mentre nei territori i cittadini mi e ci chiedono, a chi ha ancora il coraggio di uscire di casa, cosa stiamo facendo per sostenere chi è in difficoltà a causa dell'emergenza che sta attraversando il nostro Paese, siamo qui, da giorni, a fare cosa? A parlare di come la pandemia continua la sua diffusione? Siamo qui a parlare degli effetti socioeconomici sempre più gravi che la crisi pandemica sta portando con sé? Di come aiutare davvero professionisti, autonomi, partite IVA? Di come sostenere davvero i settori della ristorazione, dello sport e della cultura? Parliamo di chi non arriva alla terza settimana del mese, dei tanti che hanno perso il lavoro e degli altrettanti che hanno abbassato per sempre le serrande delle proprie attività? No! Siamo qui a guardarvi mentre con un blitz tentate di smantellare i “decreti Sicurezza”, siamo qui a guardarvi mentre provate a cancellare i decreti grazie ai quali la riduzione degli sbarchi era arrivata all'85 per cento, siamo qui per il vostro insaziabile bisogno di cancellare tutto ciò che vi ricorda l'allora Ministro Salvini, Ministro che, con la sua giustamente dura politica sull'immigrazione, ha dato un chiaro giro di vite agli effetti di un fenomeno migratorio incontrollato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, aumentando la deterrenza, è arrivato a una riduzione degli sbarchi da record, sempre nel rispetto delle vite umane. Con la diminuzione degli sbarchi dei viaggi della speranza, infatti, i morti in mare sono più che dimezzati e sempre nel rispetto di un principio fondamentale, quello di garantire prima di tutto la sicurezza, la libertà e il benessere dei nostri cittadini.

Presidente, è ormai chiaro a tutti che della sicurezza degli italiani a questa maggioranza non frega assolutamente nulla. Ciò che interessa a questa maggioranza è solo cancellare Salvini e tutto ciò che lo ricorda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), oltre ad avere a cuore il dare nuovamente il lavoro alle loro cooperative rosse, alle loro ONLUS e associazioni varie. Quindi, via al “decreto Clandestini”, tana libera tutti, riapriamo la mangiatoia, via con lo sperpero di soldi pubblici, via al business dell'accoglienza, avanti con i taxi del mare - definizione del Ministro Di Maio -, riduciamo le multe alle ONG, velocizziamo l'iter per la cittadinanza, reintroduciamo l'iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, permessi umanitari à gogo - avanti, c'è posto! - enti locali e comunità che subiscono e i trafficanti di esseri umani che stappano le bottiglie, il vecchio sistema pronto a ripartire.

Ma vi chiedo: è per voi così innaturale pensare che, in un Paese civile, chi vi entra non può dettare le proprie condizioni e ne deve invece rispettare le leggi, i principi e i valori? È così innaturale avere a cuore le sorti dell'Italia e cercare di impedire che chiunque possa entrarvi illegalmente? È così innaturale pensare di tutelare il diritto degli italiani alla sicurezza e ad essere pienamente se stessi a casa propria? Vi dico io cosa è innaturale. Innaturale è legittimare la clandestinità. Innaturale è promuovere l'auto-invasione, finanziandola con risorse illimitate. Innaturale è dare agli immigrati privilegi che neghiamo agli italiani. Innaturale è spingere al rispetto della sensibilità altrui, al punto di mortificare la nostra. Innaturale è pensare che una comunità non abbia il diritto di decidere chi possa e non possa entrarvi.

E penso ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e al Presidente Conte, che un anno fa hanno convintamente sostenuto e votato quei decreti. E mi chiedo con quale delle tante facce si stiano guardando allo specchio in questi giorni. E mi viene in mente il detto che solo uno stolto non cambia idea. E, sì, è corretto, perché cambiare idea è legittimo, ma, cari colleghi, i principi e la dignità vengono prima delle poltrone. E quelli, no, non si possono cambiare dalla sera alla mattina e i valori non sono negoziabili. State aprendo un'altra brutta pagina per questo Paese e, colleghi della maggioranza, sarete chiamati presto tutti ad assumervi questa grande responsabilità.

Vado al mio ordine del giorno, perché si vede inserita nel codice della navigazione - all'articolo 1, comma 2 - la facoltà di limitare e vietare solo la sosta e il transito di navi nel mare territoriale, eliminando l'ipotesi di vietarne l'ingresso. Questa facoltà viene soppressa - new entry - per le ipotesi di soccorso in mare immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente. Da tale norma è chiaro, visto che basta una comunicazione, l'invito a farsi avanti, che c'è posto. Ma non si comprende quali siano i centri di coordinamento competenti per il soccorso marino, considerando che le zone di ricerca e soccorso spesso sono confinanti o addirittura si sovrappongono. Quindi, con questo ordine del giorno - concludo, Presidente - chiediamo al Governo di valutare bene gli effetti applicativi di queste disposizioni e di disporre un coordinamento tra Paesi, onde evitare che le comunicazioni di soccorso vengano indirizzate tutte verso l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sarro: si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Patassini. Prego.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, oggi milioni di uomini, donne e bambini sono comprati e venduti come merce, spinti al lavoro forzato, tenuti come schiavi per scopi rituali o religiosi oppure resi vittime di tratte transfrontaliere, spesso per essere avviati alla prostituzione. Tutte queste forme di schiavitù sono ripugnanti e devono essere sradicate. Queste parole non sono di un cattivo leghista, ma sono del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, storico segretario generale, perché oggi è la giornata internazionale contro la schiavitù e dobbiamo avere rispetto per tutte queste vite.

A questo punto, caro Governo e cari signori della maggioranza, spiegate non solo a quest'Aula, ma anche agli italiani cosa significa concretamente la differenza tra traffico di migranti via terra, via mare e via aria e traffico illecito di migranti. Infatti, non è che cambiando una parola cambia la sostanza. Qual è il risultato solo dell'enunciazione di questo “decreto Clandestini”? Perché - permettetemi - mi vergogno a chiamarlo con un altro nome, diamo il giusto nome alle cose: “decreto Clandestini”. Spiegatemi perché, solo all'annuncio di questo documento, è ripartita la pressione dei trafficanti di schiavi sulle nostre coste.

Spiegatelo agli italiani, spiegatelo a tutti coloro che subiscono questa tratta. E, addirittura, date una spiegazione, se la avete, al perché sono emerse ancora situazioni non regolari, perché è evidente che ciò accada, se noi confondiamo i migranti regolari con gli irregolari, dandogli dei nomi fantasiosi. Infatti, nessuno della Lega è contro il migrante regolare, come hanno già detto i miei colleghi, che lavora, che si impegna, che produce reddito e contribuisce alla ricchezza di questo Paese. Diversa cosa sono i migranti irregolari oppure quelli fintamente regolari, cosa che state creando voi, con questo decreto: migranti fintamente regolari. Infatti, se uno viene qui, non fa niente, e poi non può essere in alcun modo rimandato a casa, è chiaro che può diventare facilmente preda della criminalità organizzata, sempre alla ricerca di manovalanza a basso costo. Ed è evidente come in questi anni abbiamo assistito alle politiche di accoglienza e di integrazione che hanno dato dei frutti terrificanti per l'ordine pubblico e la sicurezza delle nostre città. Io vorrei riportare un caso all'attenzione di quest'Aula, il nome di Innocent Oseghale. Qualcuno di voi mi dirà: ma chi è questo signore? Questo signore faceva parte di un programma di accoglienza e protezione, messo in piedi dal GUS di Macerata. Attenzione, nessuno ha mai verificato se questa persona vivesse, partecipasse e avesse effettuato delle politiche di integrazione nel nostro Paese. In realtà, cosa è successo, visto che nessuno fa cenno di ricordarsi, o fa finta di non ricordarsi? Che questo signore è stato condannato per l'omicidio di Pamela Mastropietro, una ragazza di diciott'anni che è stata tagliata a pezzi e chiusa in due valigie, a Macerata, due anni fa. E, attenzione, è di questo che dobbiamo vergognarci. Dobbiamo vergognarci tutti. Dobbiamo vergognarci, per la vittima e perché c'è stata una politica fallimentare di accoglienza e di integrazione nel nostro Paese. Ecco, perché dobbiamo dire con forza e senza paura “no” al “decreto Clandestini” che stiamo votando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Barelli? Si intende abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro Mauri, della sua presenza. Grazie, ai colleghi presenti, per la verità, pochissimi della maggioranza, praticamente inesistenti quelli dei 5 Stelle. Però, era ovvio, perché immagino l'imbarazzo dei colleghi dei 5 Stelle a votare un provvedimento che va in netta contraddizione, rispetto a quello che avevano votato poco più di un anno fa. Ma grazie, soprattutto, a tutti i colleghi del centrodestra, ma in particolar modo della Lega, che hanno passato giorni e notti, in Commissione e in Aula, per contrastare questa “boldrininata” di provvedimento, come ormai è stata definita, ovvero il “decreto Clandestini”.

Ormai è chiaro. Abbiamo passato non sufficiente tempo in Commissione e in Aula per discutere questo provvedimento, sul quale avete messo l'ennesima fiducia, ma sono uscite due visioni diametralmente opposte. Per la verità, abbiamo sentito dai colleghi della maggioranza, nei loro pochi interventi, tacciare la Lega, tacciare i “decreti Salvini”, tacciare coloro che hanno difeso il “decreto Salvini” e i “decreti Sicurezza”. Siamo stati tacciati come razzisti, xenofobi. Ci siamo sentiti dire addirittura che eravamo inumani, anzi, che siamo inumani, perché quei decreti continuiamo a difenderli. D'altro canto, voi vi siete definiti accoglienti, umani, coloro che hanno una visione idilliaca rispetto all'invasione che avete già vissuto, che avete già sponsorizzato negli anni passati e che oggi tornate a sponsorizzare. Allora, io ho analizzato quello che i “decreti Salvini” hanno in realtà portato: i “decreti Salvini”, numeri alla mano, hanno diminuito gli arrivi nel nostro Paese, hanno vietato l'ingresso per chi non aveva il diritto di arrivare nel nostro Paese, contrastando quei traghettatori di vite umane, i traghettatori che hanno causato tantissime morti nel Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quelle morti per le quali ho sentito piangere i colleghi qui, in Aula! Ma quelle morti sono tornate, e non per il “decreto Salvini”, per l'apertura che il Ministro Lamorgese, da quando è insediata in questo Governo, ha realizzato, nell'ultimo periodo.

Con Salvini, oltre ad aver bloccato gli arrivi, venivano dati i permessi a chi realmente fuggiva da una guerra, a chi realmente fuggiva dalla schiavitù e dalla tortura, non permessi a pioggia come quelli che oggi vi accingete a dare. E il percorso di accoglienza e integrazione con il Ministro Salvini, con i “decreti Salvini”, era reale, era concreto, perché l'integrazione era avviata solo per i titolari di protezione internazionale, cioè coloro che restavano nel nostro Paese, che avevano il diritto di restare, non tutti i tipi di assistenza, dall'assistenza psicologica, economica, all'avviamento al lavoro, tutto per chi non ha il diritto, come oggi voi prevedete. E, allora, ci siamo chiesti perché il PD con i 5 Stelle. Beh, i 5 Stelle lo fanno per garantirsi ancora la poltrona per qualche mese, qualche anno, perché non hanno voglia di tornare a lavorare; ah no, forse non lavoravano neanche. Quindi, perché questo? Allora, abbiamo analizzato a fondo e ci sono vari motivi. Il primo, che è evidente, è che voi volete riportare o volete ampliare quello scontro tra poveri, quello scontro tra chi arriva nel nostro Paese e non ha diritto di restare, ma in qualche modo deve poter vivere, e quindi potrà trovare forse un lavoro, un lavoro sottopagato, e quindi il contrasto con gli italiani che quel lavoro non ce l'hanno e anche loro hanno diritto di avere un lavoro, quindi l'abbassamento della paga oraria. Uno scontro tra poveri dove, di fatto, si crea quella nuova classe, che non è più il proletariato, ma è una nuova classe di schiavi che voi state creando. Non è razzismo questo, non è essere inumani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Voi siete inumani, perché chi poi non troverà lavoro, perché non si adeguerà a queste basse paghe e quindi vorrà di più, alla fine cosa farà? Entrerà nella criminalità, nella piccola, nella grande criminalità organizzata, e quindi un ulteriore problema all'interno del nostro territorio. E si creerà quel caos, quello scontro sociale, quella impossibilità di gestire una situazione ormai allo sbando nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Mi avvio a concludere. E, quindi, chi godrà di questo caos? Lo sapete, quando c'è il caos è più facile governare senza passare dalle vie istituzionali, dal Parlamento, è più facile governare senza tenere conto di quelli che sono gli organismi democratici di questo Paese. È più facile fare quello che già state facendo: scavalcare il Parlamento, come avete fatto, da marzo ad oggi, con i DPCM, perché sarà più facile per voi mantenere il vostro potere, che va contro quello dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri … Si intende abbia rinunciato. Ah, Palmieri, mi scusi, non l'avevo vista. Ha facoltà di parlare.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, sono piccolino ma …

PRESIDENTE. No, no, è colpa mia, non l'avevo vista.

ANTONIO PALMIERI (FI). Ha dato per scontato, ha fatto un “discount” degli interventi di Forza Italia, però io, in realtà, mi rivolgo a lei e al Vice Ministro Mauri - che ho il piacere di salutare - perché ritengo che questo momento di ostruzionismo possa diventare un seme che potenzialmente potrebbe germinare una pianticella utile per il nostro Paese. Perché dico questo?

Perché io sono qui da tanti anni - sotto certi aspetti, forse anche troppi, dal 2001 - quindi ho potuto attraversare tutta un'ampia fetta di tempo, di politiche legate all'immigrazione, e ho sempre rifiutato… Voglio ribadirlo ancora oggi - lo hanno ribadito anche colleghi di Forza Italia, colleghi della Lega, ma anche colleghi di Fratelli d'Italia - che se vogliamo fare veramente un passo in avanti dovremmo superare una visione caricaturale, per cui ci sono da una parte quelli che vogliono costruire i muri, e dall'altra gli altri, quelli che vogliono costruire i ponti. Questo è proprio un punto di partenza radicalmente sbagliato, che non ci aiuta a cercare di risolvere un problema epocale e globale. Come è noto, rispetto a problemi epocali e globali, i singoli Governi nazionali oggi possono fare ben poco. Ma quel poco che possono fare hanno bisogno di farlo in un clima di unità, in un clima che tenga insieme il Paese e le forze politiche e che non divida, invece, né il Paese né le forze politiche.

A me spiace, ma devo ricordare le cose che in parte ho vissuto e quelle che vivo da abitante dell'estrema periferia di Milano, dove sono nato. Io amo descrivere il luogo dove abitiamo, con la mia famiglia: noi abitiamo nel penultimo condominio a sud della città di Milano, dopodiché - come sa bene Matteo Mauri - partono i prati che portano all'Abbazia di Chiaravalle. Quindi, è per me evidente quello che succede: normalmente - purtroppo - quando governa la sinistra l'immigrazione diventa un tema di ordine pubblico. Quando tu vedi che ogni panetteria, ogni tabaccheria, ogni supermercato è presidiato da nerboruti giovanotti ben vestiti, dotati di cellulare, che ti chiedono l'obolo e te lo chiedono magari - lei prima non mi ha visto, perché sono piccolo - essendo alti sei metri e larghi due, allora è evidente che vedere tutto questo produce un doppio elemento di insicurezza, un tema di insicurezza fisica - temere per la propria incolumità personale - e un tema di insicurezza culturale, che era quella alla quale hanno accennato alcune delle colleghe della Lega, nei loro ultimi interventi. Perché da un lato hai timore per te, dall'altro lato vedi che le regole valgono solo per chi le rispetta. Questo è un grande problema della nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dell'Italia. Vale in questo ambito, vale in tanti altri ambiti, ma questo è un punto nodale.

Allora, quello che ne deriva è che ci sentiamo abbandonati. Ci sentiamo abbandonati. Quando, nel 2010, il nostro Governo, il Governo Berlusconi, iniziò l'operazione “Strade sicure” e a casa nostra arrivò, fu una delle prime vie della città di Milano ad avere militari che presidiavano, tutti tirammo un sospiro di sollievo, tutti inteso elettori di centrodestra, di centrosinistra - a quel tempo il Movimento 5 Stelle non era ancora sulla piazza della politica. Allora, noi abbiamo cercato, con i nostri Governi, un tentativo di tenere insieme i ponti e di avere dei muri, di avere dei ponti levatoi che potessero garantire un ingresso controllato delle persone. E vi ricordo che nel 2003 il Governo Berlusconi fece una sanatoria con la quale regolarizzò oltre 600 mila - ripeto, oltre 600 mila - persone immigrate che avevano un lavoro nel nostro Paese e che erano sprovviste di ogni tipo di tutela e di garanzia. Quello è un gesto ed è una testimonianza che prova in modo inequivocabile qual è la posizione di Forza Italia rispetto al tema dell'immigrazione, qual è la posizione dell'intero centrodestra rispetto al tema dell'immigrazione.

Allora - e mi avvio alla conclusione - io credo che noi dovremmo lavorare tutti insieme per cercare di sottrarre migliaia di persone al doppio ricatto, al ricatto dei trafficanti di esseri umani da un lato, al ricatto della povertà e della miseria dall'altro. Come farlo? Servirebbe un Governo forte e autorevole, servirebbe un Governo forte e autorevole, sostenuto dalla coesione delle forze politiche, per poter andare in Europa e poter andare a interloquire con i Governi africani, in modo appunto autorevole, concreto, capace di ottenere risultati. Questo, al momento, non ce l'abbiamo; l'auspicio è che si possa cambiare. Sapientis est mutare consilium, non “Presidente del Consilium”, lo specifico perché non vorrei che si creassero equivoci da parte vostra. Però, al di là delle battute, rimane un tema, il tema di fondo: sfruttiamo questa opportunità, sfruttate questa occasione, cioè l'occasione di questo ostruzionismo, per avviare un ragionamento per modificare delle categorie culturali, che generano appunto quell'abbandono, che generano quell'insicurezza fisica, quell'insicurezza culturale, che poi producono effetti sicuramente negativi, ma rispetto ai quali nessuno di noi può alzare il dito colpevolizzando le persone che vivono nelle periferie e che si vedono costantemente sottrarre pezzi del loro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettazzi. Ne ha facoltà.

LINO PETTAZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame, e meglio definito “decreto Clandestini”: fortemente voluto da questo Governo giallo-fucsia, vuole stravolgere il “decreto Salvini”, che non aveva nessuna necessità di essere modificato, e tantomeno ha carattere d'urgenza.

In un momento in cui proprio ieri l'Istat ha certificato in oltre 5 milioni il numero degli italiani che vivono sotto la soglia di povertà, in un momento in cui la maggior parte delle nostre aziende, i commercianti, gli artigiani, le nostre famiglie stanno attraversando il periodo più buio e più triste della storia, voi di cosa vi preoccupate? Vi preoccupate di aumentare a dismisura i clandestini che andranno a girovagare nel nostro Paese, di concedere loro ulteriori diritti, come se già non ne avessero. Mi chiedo, allora: dove vivete? Ci andate, ogni tanto, nelle periferie delle nostre città? Ci sono zone in cui è impossibile addentrarsi, zone dedite allo spaccio e completamente in mano alla criminalità straniera. Volete incentivare queste situazioni? Perché questo sarà il risultato delle vostre scelte scellerate.

Vi ricordo che nel 2020, mentre agli italiani venivano chiesti sacrifici e privazioni, avete fatto sbarcare oltre 30 mila clandestini, molti dei quali positivi al COVID e di molti dei quali si sono perse le tracce. Così facendo, andrete a sovraccaricare ulteriormente di responsabilità e di incombenze i nostri sindaci; così come sarà impossibile da parte delle Forze dell'ordine gestire i tanti fenomeni di criminalità, che aumenteranno a dismisura.

Ma se da un lato criticare il vostro operato è come sparare sulla Croce rossa, dall'altro siamo anche in grado di fare delle proposte, così come da molti anni propone la Lega di aiutarli a casa loro. Ed allora voglio proporre un modello, che ho avuto la fortuna di sperimentare personalmente. In qualità di sindaco, sono stato alcune volte in Africa, dove la mia comunità di 1.600 anime, tramite un'associazione locale e molti volontari, ha investito davvero tanto, portando i servizi minimi ed alleviando notevolmente quei disagi e problematiche soprattutto derivanti da una grande povertà. Abbiamo costruito i vari gradi di scuola, ospedali, pozzi per l'acqua, e, in ultimo, è partita anche la fattoria, che permetterà loro, nel tempo, di essere autonomi anche dal punto di vista economico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, infine, dal 2012 ho firmato un patto di gemellaggio che ci lega ancora più saldamente a quella comunità. La popolazione sta cambiando modo di vivere, e mai vi è stata la necessità da parte loro di andare a cercare benessere altrove, magari in Italia; anzi, non è mai mancata la riconoscenza a quanto di positivo e di costruttivo dall'Italia è arrivato su quel territorio. Questo penso sia il modello da seguire: un modello che funziona, e che permette di razionalizzare le montagne di risorse che, invece, in Italia si vogliono mettere in campo per alimentare le cooperative rosse amiche.

Questo decreto è un regalo a scafisti, clandestini e a tutta la macchina mangiasoldi della finta accoglienza; un decreto contro gli italiani, contro le nostre famiglie e anche contro le nostre aziende, che, in questa fase di sofferenza, si aspettavano più considerazione dallo Stato. Questa sarà l'ultima vergogna che andrete ad approvare: sì, perché ci penseranno poi gli italiani, appena verrà data loro la possibilità, a darvi il benservito, statene certi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piastra. Ne ha facoltà.

CARLO PIASTRA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi deputati, purtroppo sono negativamente sorpreso dall'essere qui, oggi, per discutere, tra i mille imperanti problemi che il nostro Paese sta affrontando, della vostra volontà di distruggere punto per punto i “decreti Sicurezza”.

Mi stupisce che ci ritroviamo a discutere questo ordine del giorno, che abbiamo presentato per difendere i nostri ragazzi dall'illegalità e dalle conseguenze alla persona ed alla comunità che ad esempio lo spaccio di sostanze stupefacenti porta in luoghi chiave come le scuole o le discoteche. Queste sono battaglie, colleghi della maggioranza, che dovrebbero farci trovare dallo stesso lato, ed invece non siete nemmeno presenti qui a discutere insieme a noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sono sorpreso perché in primo luogo credo che il Parlamento, in un momento di difficoltà economica e sociale per milioni di italiani come questa che stiamo vivendo, dovrebbe essere riunito ininterrottamente per rispondere con immediatezza ai lamenti di una comunità che soffre e che si interroga sulla sua stessa sopravvivenza, prima ancora che sul proprio futuro. Il Parlamento dovrebbe essere il luogo di confronto dove discutere sulle nuove restrizioni di libertà previste dal Governo, che si confermeranno nel periodo natalizio, oltre ovviamente a come sostenere con agevolazioni ed aiuti i nostri baristi, i nostri ristoratori, i nostri albergatori, i nostri operatori del turismo, negozianti, tassisti, artigiani, ai quali continuano ad arrivare risposte sbagliate, alle loro istanze, da parte del Governo. Invece su questi fronti nulla è all'orizzonte, e se mi permettete questo è particolarmente sconfortante.

Solo pochissimi giorni fa è stata votata in questa stessa Camera l'estensione dello stato di emergenza, per permettere - pare - al Governo di prendere decisioni celeri e gestire l'epidemia in corso. Ci siamo invece ritrovati davanti ad un Governo che non ha preso nessuna decisione, ha tentennato, ha lasciato trascorrere tempo invano e lasciato scivolare il Paese nella seconda ondata di pandemia, senza di fatto attuare alcuna opera di contrasto. È stata votata una riduzione del nostro potere di controllo e di rappresentanza dei cittadini, con la motivazione di privilegiare la rapidità d'azione, e ci siamo ritrovati invece ad affrontare un totale vuoto decisionale. Questo è a mio avviso già il primo vulnus della nostra democrazia: concedere al Governo poteri speciali per poi finire ammalati a causa del più totale immobilismo! Non si dovrebbe fare per argomenti così seri.

Ma possiamo anche fingere di sorvolare, anzi facciamolo: fingiamo che questa seconda ondata fosse imprevedibile e che non ci fosse nessuno strumento aggiuntivo per rispondere adeguatamente. Bene, anche fingendo questo, ora ci ritroviamo con una Camera di nuovo convocata a dare manforte ad un altro vulnus della democrazia: quello dove un secondo Governo, peraltro presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio, vuole disfare punto per punto le misure che gli italiani hanno espressamente chiesto venissero implementate con il voto del 4 marzo 2018. Anche questo è un attacco al cuore della democrazia! Non ci si sorprenda poi di ritrovarsi in un Paese completamente immobile.

È assolutamente inaccettabile e antidemocratico tutto questo; e noi, da veri sostenitori della democrazia quali siamo, accettiamo comunque opinioni diverse dalla nostra sulla presunta normalità di una situazione del genere, ma fatichiamo però a credere che alcuni elementi di questo Governo siano nel pieno delle loro facoltà per definire cosa è normale, o meglio legale, e cosa non lo è. Infatti, mentre il fallimentare sistema dei porti aperti mostra tutte le sue crepe, PD e 5 Stelle decidono di cancellare i “decreti Sicurezza”, ponendo le basi per una nuova ondata di immigrazione clandestina, in uno dei momenti più difficili della storia del nostro Paese. Altri rischi per la sicurezza e la salute pubblica, altri soldi per l'accoglienza chiesti agli italiani, altre follie, che scateneranno a mio parere non solo nuovi problemi di ordine pubblico, ma accentueranno ancora di più il divario tra immigrati irregolari e clandestini, scavando un solco ancora più profondo nel rapporto di fiducia tra Stato e cittadini. Questa è l'ennesima scelta di bandiera, odiosa, insostenibile, e tanto lontana dalla realtà: quanti radical-chic, che dai loro palazzi d'avorio promulgano l'ennesima porcheria ai danni dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Presidente, mentre noi parliamo in quest'Aula, intanto il Governo inglese ha approvato il vaccino Pfizer-BioNTech. Noi speriamo che oggi il Ministro Speranza venga a dirci qualcosa di utile, perché, se quello che ha cominciato a dire al Senato stamattina fosse il grande piano di vaccinazioni, bisogna veramente preoccuparsi. Perché dico questo? Perché mi pare che questo Governo non sia dietro alle priorità per il Paese, e lo dimostra il fatto che oggi ci troviamo non a parlare della legge di bilancio, a decidere quali debbano essere le norme per l'anno prossimo, per dare una risposta alla gravissima crisi economica in cui il Paese versa, ma ci troviamo a discutere di immigrazione. E potrebbe anche andare bene, se lo facessimo nella direzione utile al Paese, ossia governare il fenomeno migratorio, non subirlo, come fate voi. E quindi questa discussione è un'opportunità per svelare le ipocrisie di questa maggioranza. Vedete, ci sono due visioni molto banali di come si guarda l'immigrazione: la vostra, quella della maggioranza, che ogni mattina si sveglia per presentare un nuovo progetto, una nuova idea per dare sostegno e aiuto agli immigrati clandestini in Italia, a spese di tutti i contribuenti; l'altra visione, che è la nostra, quella della Lega, di Matteo Salvini, che è quella di pensare prima al bene degli italiani, poi a tutti gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E allora, con queste norme che voi avete inserito in questo “decreto Clandestini”, è evidente che si va a favorire l'immigrazione clandestina, l'immigrazione dei migranti economici, che nemmeno le Nazioni Unite ammettono. Voi favorite il business dell'accoglienza, quelle clientele legate ai centri di accoglienza, con le cooperative, e gli immigrati clandestini, in attesa di risposta sulla propria domanda d'asilo, che ricevono tutti. Noi, questo business, lo abbiamo smantellato. Con le vostre norme rimettiamo i clandestini in strada, noi abbiamo fatto di tutto per toglierli dalle strade e rimandarli nei propri Paesi. Per fare questo non bastano norme di pubblica sicurezza, ci vuole il percorso che avevamo intrapreso quando eravamo al Governo, ossia andare alle cause dell'emigrazione, eravamo andati ai Paesi di transito, penso agli accordi che avevamo fatto con il Niger e con il Ciad, cioè quei corridoi da cui passavano i migranti, dall'Africa orientale e dall'Africa occidentale. Di tutto questo lavoro si è perso traccia. Il Ministero degli Affari esteri non esiste, non siamo in grado di riportare diciotto pescatori italiani, che senza motivo sono detenuti in Libia da oramai tre mesi: è un'indegnità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Dov'è il Governo? Dove è Di Maio? Cosa sta facendo? E la differenza tra noi e voi è che voi a parole avete sempre difeso coloro, dicendo bisogna accogliere coloro che scappano da guerre e carestie; vi informo che i primi ponti aerei, i primi corridoi umanitari per coloro che scappano da guerre e carestie li ha fatti Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e la Lega al Governo, non voi! Sulla protezione umanitaria avevamo finalmente stabilito regole chiare e certe per accogliere queste persone, dare l'asilo politico; voi avete introdotto norme per rimettere la confusione. Ricordatevi: il 75 per cento delle persone che fanno domanda di asilo politico hanno la loro domanda respinta, e questi rimangono sul territorio nazionale, e non si sa cosa si fa fare loro, se non si va a stabilire regole per i rimpatri, regole per farli tornare nei loro Paesi d'origine. Vedete, con questo decreto avete gettato il Paese nell'insicurezza, nel caos, nuovamente: è una responsabilità che vi porterete dietro. La differenza tra voi e noi è che noi il fenomeno migratorio lo governiamo, voi lo alimentate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Perego Di Cremnago. Si intende che abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Tiziana Piccolo. Ne ha facoltà. Ne ha facoltà.

TIZIANA PICCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento dell'articolo 1, comma 2, che quest'Aula prende in esame, contiene delle catastrofiche disposizioni che mirano a ledere il diritto dello Stato di tutelare i propri confini nazionali. L'obbligo è palesemente quello di impedire a chi domani andrà al Governo di esercitare la propria facoltà di disciplinare gli ingressi degli immigrati nel nostro territorio. La prima parte del comma reca la seguente disposizione: “il Ministro dell'Interno, di concerto con il Ministro della Difesa e con il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, e previa informazione al Presidente del Consiglio dei ministri, può limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale.” Ebbene, questa parte risulterebbe obiettivamente incontestabile, se non fosse seguita dalla parte che recita: “Non trovano comunque applicazione le disposizioni del presente comma nell'ipotesi di operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo (…)”. Con queste poche parole si vorrebbe liquidare il “decreto Sicurezza” del Ministro Salvini, che è stato voluto da milioni di italiani a tutela della propria sicurezza. Infatti, se le disposizioni di divieto di transito di navi in acque italiane, come afferma il comma, non si applicano nell'ipotesi di operazioni di soccorso immediatamente comunicate, vuol dire che i barconi di clandestini, con potenziali spacciatori e persino terroristi, potranno tranquillamente entrare nelle acque italiane e non soltanto non saranno respinti, ma saranno persino soccorsi e accolti sulla terraferma, senza neppure valutare con criterio l'identità dei membri dell'imbarcazione. Sarebbe un provvedimento scellerato, anche perché darebbe praticamente il via libera a far ripartire quel vero e proprio business dell'immigrazione clandestina che il Ministro Salvini era riuscito a stroncare col “decreto Sicurezza”. Se il Governo vuole davvero salvare vite umane, dovrebbe scoraggiare i viaggi della speranza attraverso il Mediterraneo: è stato oramai appurato che minori sono le partenze, minori sono le morti in mare. Questo provvedimento, con il suo permissivismo, manda un messaggio molto sbagliato ai trafficanti di esseri umani, ossia che basterà loro riuscire ad arrivare a ridosso delle nostre acque e se richiederanno soccorso non potranno essere fermati. Le nostre coste saranno nuovamente prese d'assalto, come avveniva fino al 2018, prima del “decreto Sicurezza”. Il livore ideologico che questo Governo nutre nei confronti di Salvini si spinge persino al punto di giocare con la sicurezza degli italiani: ricordate il terrorista dell'attentato di Nizza il mese scorso? A quanto pare sarebbe sbarcato a Lampedusa i primi di ottobre, per poi raggiungere la Francia. Con l'abolizione del “decreto Sicurezza” non si disporrà più di mezzi atti a fermare l'ingresso di veri e propri criminali nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Anni fa, su una rivista, che ancora conservo, era allegato, in inserto regalo, un piccolo gioco, un gioco dell'oca: era stato denominato “Il giringiro del clandestino”; mi ricordo ancora una simpatica casella, nella quale c'era disegnata la vignetta di Borghezio, con scritto: “torni al via”. Ebbene, perché questo paragone? Nell'ordine del giorno che ci accingiamo ad esporre e a esaminare, andiamo ad interferire con le regole di queste caselle, perché io vorrei paragonare questa situazione veramente assurda degli ingressi nel nostro Paese - per esemplificare con il massimo rispetto per le persone e gli esseri umani che si trovano purtroppo a vivere questo tragico gioco - al gioco dell'oca. Ebbene, con l'ordine del giorno in questione ci soffermiamo sulla casella che io ho denominato “ingresso in porto”, ovverosia quella simpatica circostanza nella quale un comandante di una nave afferente a una ONG si accinse a speronare un'imbarcazione della Guardia di finanza. La giurisprudenza si accese per diversi giorni nel cercare di qualificare la natura di quella nave; abbiamo visto che la Corte di cassazione ha più volte cercato di mitigare tutte quelle normative che fossero volte al contenimento e alla difesa del nostro Paese. Che cosa facciamo? Non andiamo a scontrarci con la magistratura, facciamo quello che il potere legislativo ha ancora, e speriamo per un altro po', il potere di fare: cambiare quelle regole. Che cosa proponiamo? Agli articoli 1099 e 1100 del codice della navigazione duplichiamo queste stesse fattispecie in 1099-bis e 1100-bis, andando ad estendere le stesse pene, fattispecie di reato, a qualunque imbarcazione, a qualunque natante che abbia a bordo membri militari di Polizia o forze di Polizia o di qualunque altro genere di attività di controllo che lo Stato voglia garantire nelle nostre acque territoriali.

Quando poi arriveremo alle dichiarazioni di voto entrerò ancora più nel merito della vicenda, ma vorrei tornare indietro nelle caselle di quel gioco dell'oca virtuale per andare ad un'altra casella: soccorso in mare. Anche qui, come diceva poc'anzi la collega, la Corte di cassazione interviene con una simpatica interpretazione per scarcerare chiaramente e mitigare le pene previste in caso di forzatura di blocchi navali, la condizione della libertà del comandante della nave di andarsi a scegliere il porto più sicuro nel quale poter approdare. Vorrei rappresentare che un domani qualunque imbarcazione potrebbe entrare nella laguna di Venezia e sbarcare in Piazza San Marco tranquillamente, perché evidentemente qualunque blocco sarebbe liberamente superabile o forzabile. Poi andiamo alla casella ancora precedente: partenza. Si parte ovviamente dalla costa di un Paese nordafricano. Qualcuno di voi conosce il signor Abd al-Rahman al-Milad? Probabilmente ci starà ascoltando: il signore in questione è uno stipendiato del Governo libico, capo della Guardia costiera a Zawiya. È un soggetto che diverse organizzazioni internazionali hanno appurato essere il responsabile di legami con organizzazioni criminali che si divertono a mettere in mare queste persone.

In questa casella chi incontra il signor Abd al-Rahman al-Milad avanza di due caselle. Poi le strutture (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): questi migranti sono trattenuti in alcune strutture dove vengono forzatamente rinchiusi e disumanamente puniti. Ebbene, qui si affaccia un'altra figura molto interessante, il signor Abd Raman Milan, cognome anche molto indicativo di una squadra sportiva, ma questo non è uno sportivo. Questo è un signore che si diverte a trafficare fra Niger e Libia esseri umani. E poi arriviamo alla prima casella, il confine tra Libia e alcuni Paesi africani. Ebbene, qui violazioni di diritti umani, poi fatti che accadono in alcuni centri e che diverse associazioni ci segnalano che sono in qualche modo caratterizzati da implicazioni che basterebbe cinque minuti a risolvere, ma evidentemente, signor Presidente, questo Governo non è in grado di farlo; non è in grado di farlo perché dietro a questa realtà dell'immigrazione si è ormai strutturata una banda criminale che purtroppo approfitta anche della semplicità di alcune persone, di alcuni personaggi che fanno parte di questa ruota del gioco dell'oca, come la comandante Rackete.

Non so se abbia dei genitori coscienziosi che volessero in qualche modo integrare l'educazione impartitale per segnalare a lei che non è opportuno andare a speronare delle navi militari di un altro Paese facente parte dell'Unione europea, ma con il nostro ordine del giorno sistemeremo la questione al prossimo comandante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pretto. Ne ha facoltà.

ERIK UMBERTO PRETTO (LEGA). Presidente, decine di parlamentari del centrodestra sono impegnati in questa maratona da molte ore con il supporto di tanti cittadini che ci contattano puntualmente per incoraggiare questa nostra giusta iniziativa. Stiamo cercando di approfondire, davanti a un Governo e a una maggioranza sorda, i motivi per cui siamo profondamente contrari al folle smantellamento dei “decreti Sicurezza” che il primo Governo Conte aveva varato su proposta del Ministro Matteo Salvini.

Provvedimenti condivisi dallo stesso MoVimento 5 Stelle, che oggi, per esigenze molto umane e non certamente politiche, è disposto a rinnegare quanto fatto nel recente passato. Una poltrona val bene la dignità dovrà essere evidentemente il pensiero di qualcuno, concentrato sulla salvaguardia della propria posizione personale anziché sulle reali esigenze del Paese. In un momento delicatissimo della storia repubblicana, dove la crisi sanitaria, la congiuntura economica, la disoccupazione, la denatalità, l'emigrazione di tanti giovani all'estero per mancanza di prospettive e l'aumento della povertà dovrebbero essere le priorità quotidiane di una seria classe dirigente si perseguono invece battaglie ideologiche ispirate dalla sinistra più radicale, che chiaramente intende aprire in questo modo le nostre frontiere per far entrare migliaia di persone che andranno poi certamente a creare quel nuovo sottoproletariato necessario alla loro sussistenza politica.

Non sono bastati i recenti attentati in terra europea, né l'aumento del senso di insicurezza percepito dai nostri cittadini a far capire al Governo e alla maggioranza che l'immigrazione può essere una risorsa soltanto se gestita in maniera precisa, ragionata, sulla base delle effettive necessità del nostro Paese. Con le vostre azioni si preferisce piuttosto dare spazio alla confusione, al caos, alla mancanza di controlli; elementi che non possono far altro che ridurre l'autorevolezza dell'Italia anche nei confronti degli altri Stati europei. Ancora una volta, come accadeva in passato, si intende creare un sistema di accoglienza diffuso, con fondi a pioggia, appetibile per chi vorrà tornare a lucrare sul business dell'immigrazione clandestina. Un sistema che incoraggerà le partenze, anziché rallentarle. Con l'apposizione della questione di fiducia ci è stata negata la possibilità di discutere nel merito questo provvedimento, tale era vigorosa la volontà dell'attuale maggioranza di approvare un testo intriso di ideologia.

In particolare, gli articoli 4 e 5 del decreto-legge riformulano l'intero sistema di accoglienza, di fatto eliminando quanto previsto nei “decreti Sicurezza”, che riservava questo trattamento solo ai titolari di protezione internazionale. Tale sistema viene così snaturato, allargandolo anche a tutti i richiedenti protezione internazionale, in maniera similare a quanto già avveniva in passato con il vecchio sistema SPRAR. Un impianto fallimentare, che oggi viene in qualche modo riproposto, ridenominandolo SAI, ovvero sistema di accoglienza e integrazione. Vitto e alloggio per tutti, insomma, a spese dei cittadini italiani e senza nessun tipo di controllo; basterà una semplice richiesta di asilo, senza nessun vaglio istituzionale, per diventare un cliente del nuovo business dell'immigrazione clandestina. Un pacchetto succulento, che prevede, fra le altre cose, anche la possibilità di accesso a successivi e ulteriori percorsi di integrazione che contemplano varie forme di assistenza, orientamento legale, mediazione linguistica e culturale e la somministrazione di corsi di lingua italiana che possano facilitare l'integrazione; cosa che probabilmente non avverrà mai, ma intanto i cittadini italiani pagheranno credo meno felicemente.

Ma non è tutto: come troppo spesso accade, il Governo manterrà compiti di indirizzo, mentre ai comuni e ai poveri sindaci verranno rilasciati i difficili compiti di programmazione operativa e l'effettiva erogazione di misure e interventi in materia di inclusione di immigrati irregolari, con conseguenti oneri a carico. Su questo punto interviene dunque questo ordine del giorno, con il quale si chiede che possano aderire ai cosiddetti successivi e ulteriori percorsi di integrazione soltanto coloro i quali saranno già in possesso di una adeguata formazione linguistica, e in modo particolare della conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue. Non possiamo infatti davvero farci carico anche della formazione culturale dei clandestini. L'integrazione, come sempre abbiamo detto, deve essere voluta e cercata, non certamente regalata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Minardo. Non è presente, s'intende abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Dunque, prendo la parola in quest'Aula perché voglio fare la mia parte in questo ostruzionismo che il centrodestra compatto sta facendo per tentare di impedire l'approvazione di questo “decreto Insicurezza”, cioè dell'ennesima porcata con la quale questo Governo cerca di far guadagnare miliardi di euro agli scafisti, alla tratta degli schiavi del terzo millennio, riempiendo l'Italia, e non solo, di immigrati clandestini.

E, vede, io dovrei argomentare le ragioni del nostro “no”, dovrei entrare nel merito e provare a far finta che quello che si sta svolgendo in quest'Aula sia un confronto tra modi diversi, ma entrambi legittimi, di voler governare i flussi migratori, ma non lo farò, Presidente Fico, non lo farò banalmente perché non c'è nulla di sensato in quello che state facendo, non c'è nulla che possa ragionevolmente essere considerato un tentativo di governare un fenomeno complesso come quello dell'immigrazione irregolare, e la maggioranza lo sa bene, lo sa nella misura in cui sono anni che tenta di scappare da questo confronto. Chiunque abbia tentato di fare domande banali è stato considerato, tacciato di essere xenofobo, razzista, di non volere guardare il diverso da sé (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Eppure, vede, non erano non erano domande difficili, ma la verità è che la sinistra sa che quello che sta accadendo altro non è che figlio di un delirio ideologico, ed è la risposta migliore a questa domanda, perché la risposta peggiore è che quello che sta accadendo è figlio di una sinistra ormai totalmente prona agli interessi della grande speculazione finanziaria del grande capitale, di quelli che usano centinaia di migliaia di disperati per produrre un'omologazione delle società e per rivedere al ribasso i diritti delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la risposta peggiore. Però, vede, uno pensa sempre che magari si sbaglia; non mi parevano difficili le domande che abbiamo fatto in questi mesi, ma io capisco che la sinistra abbia un problema a rispondere; mi rendo conto che sia difficile riuscire a spiegare agli italiani perché, mentre ci sono milioni di disperati a causa dell'emergenza COVID e migliaia di problemi dei quali occuparsi, il Parlamento della Repubblica italiana non si occupa di quei milioni di italiani che pagano lo stipendio a questi parlamentari e si sta occupando degli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Mi rendo conto che sia difficile spiegarlo, mi rendo conto che sia difficile spiegarlo, perché, mentre il contagio corre in tutto il mondo, noi, invece di difendere i nostri confini, li spalanchiamo. Mi rendo conto che sia difficile spiegare la ragione per la quale, mentre agli italiani diciamo che verrà impedito il passaggio da una regione all'altra e da un comune all'altro, invece agli immigrati consentiamo il passaggio da una nazione all'altra o da un continente all'altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Mi rendo conto che sia difficile spiegare, mi rendo conto che sia difficile spiegare perché per mesi ci hanno detto che il virus non correva sui barconi, e quando chiedevamo quali fossero le evidenze scientifiche di queste intelligentissime dichiarazioni, ci si diceva che eravamo razzisti; poi la cronaca ha raccontato un'altra storia, la stessa storia che ha raccontato, confermando quello che Fratelli d'Italia dice da anni, e cioè che sui barconi, oltre al virus correva anche il terrorismo islamico internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, guardi che le domande sono moltissime, mi dia un altro minuto. Per esempio, si potrebbe chiedere perché nel “decreto Rilancio” abbiamo speso 30 milioni di euro per fare delle assunzioni che servivano a velocizzare le pratiche di regolarizzazione degli immigrati, quando ce ne siamo fregati, o ve ne siete fregati se agli italiani, dopo cinque mesi, non arrivava la Cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); o perché, mentre si impedisce agli italiani di pagare con i soldi contanti, togliete la tassa sui money transfer, cioè sul trasferimento di soldi contanti all'estero, strumento utilizzato dalla criminalità organizzata straniera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per esempio, dalla mafia nigeriana. Tutte cose che non hanno senso.

Poi, arriva la collega Boldrini - e vado alla conclusione - e ci aggiunge degli elementi di grande serietà, con il suo emendamento che dice che chi si dichiara omosessuale non può essere più rimpatriato; e, vede, io delle domande me le faccio, perché vorrei chiedere alla collega Boldrini, punto primo: come si fa a verificare se qualcuno sia o no omosessuale?

Perché non fate direttamente un emendamento scrivendo una cosa più semplice: i confini italiani sono aboliti, chiunque voglia venire in Italia lo può fare, senza nascondervi dietro cose che non c'entrano niente (Applausi dei deputati del gruppi Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Presidente Fico, non è che lo vedo solo io che da domani noi avremo flotte di barconi battenti bandiera arcobaleno! Non lo vedo solo io, non ci vuole un genio (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)! Non ci vuole un genio. E non è, questa, una discriminazione? Li avete letti anche voi gli articoli dei pochi, veri omosessuali immigrati che vanno nei circoli Arcigay e vengono derisi e insultati dai finti omosessuali immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Li avete letti anche voi. E non è una discriminazione verso le donne che, domani, un congolese uomo che si dichiara omosessuale non potrà essere rimpatriato, ma una congolese donna, invece, potrà essere rimpatriata? E voi sareste quelli che difendono i diritti delle donne? Vergogna (Applausi dei deputati del gruppi Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Non ci sono risposte a queste domande, Presidente, e concludo; non ci sono risposte sensate, perché l'unica risposta vera è che questa è una maggioranza di pazzi, cinici e irresponsabili, e la storia li giudicherà, la storia vi giudicherà per questo (Applausi dei deputati del gruppi Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Raffaelli. Ne ha facoltà.

ELENA RAFFAELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, membri del Governo, intervengo con grande piacere per illustrare questo ordine del giorno, che mette a nudo la vostra ormai consolidata abitudine di scaricare i problemi sugli amministratori locali. Eh, sì, perché in questo siete maestri, e lo avete ampiamente dimostrato…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi, per favore. Se dovete uscire dall'Aula, fatelo in silenzio. Prego, deputata Raffaelli.

ELENA RAFFAELLI (LEGA). E lo avete ampiamente dimostrato nella gestione dell'emergenza sanitaria, e lo dimostrate oltremodo con questa vostra ossessione di smantellare i “decreti Salvini”; riaprite le porte all'immigrazione clandestina, quella senza regole, quella che porterà caos, insicurezza, nuove tensioni sociali, quella che tornerà a riempire le piazze, i parchi, le stazioni di “nuove risorse”, come le chiamate voi; scaricate il problema sui sindaci e sulle nostre comunità, già fortemente provate dall'emergenza sanitaria ed economica. E sa perché dico questo, Presidente? Perché questo vostro “decreto Clandestini” - solo così possiamo qualificarlo -, figlio della maggioranza di Governo più a sinistra della storia di questo Paese, elargisce permessi di soggiorno per motivi di lavoro a piene mani, e saranno ancora una volta i sindaci a doversi attrezzare per un maggiore, sicuramente necessario, controllo e pattugliamento di aree che torneranno nelle mani della microcriminalità, che oggi festeggia. Il vostro “decreto Clandestini”, infatti, pare ignorare completamente le diverse inchieste sulla stipulazione di falsi contratti di lavoro finalizzati all'ottenimento di permessi di soggiorno dietro il pagamento di ingenti somme, e sottolineo dietro il pagamento di ingenti somme. Non prende, inoltre, in considerazione la problematica del commercio ambulante abusivo e della contraffazione, molto spesso connessi all'immigrazione clandestina, forme, queste, di criminalità economica che fanno gola alla criminalità organizzata e aumentano il livello di insicurezza pubblica, nonché il degrado ambientale e urbano delle nostre città, indebolendone fortemente anche l'attrattività turistica. L'abusivismo commerciale ha rappresentato in passato, e rappresenta tuttora, una piaga che attanaglia molti comuni ad alta vocazione turistica, che, negli anni, si sono dovuti attrezzare impegnando risorse proprie, sia umane sia economiche, ed è solo grazie a Matteo Salvini al suo piano “Spiagge sicure” se i comuni hanno potuto beneficiare di risorse, di tante risorse sequestrate alla mafia - e di questo siamo orgogliosi -, risorse che abbiamo destinato ad assunzioni a tempo determinato di personale della polizia locale, al pagamento di straordinari, all'acquisto di mezzi e attrezzature impiegati nel pattugliamento delle spiagge; tutto questo per debellare quell'abusivismo commerciale ambulante che spesso schiavizza uomini e donne per qualche euro l'ora, e questo sì che è disumano, Presidente. Ma c'è di più: l'abusivismo rappresenta una forma grave di concorrenza sleale nei confronti dei tanti operatori, italiani o immigrati regolari, soffocati da una miriade di adempimenti di legge e che per aprire un negozio devono diventare matti per ottenere delle autorizzazioni, gente che paga onestamente affitti, tasse, contributi, dipendenti. Ed è questa la vera discriminazione, Presidente, perché, per questa sinistra, il motto era, è, e rimarrà sempre: “Prima i clandestini”, e sono orgogliosa di appartenere ad un gruppo che non si stanca mai di dire: “Prima gli italiani” e, tra questi, tutti quegli immigrati regolari e perbene che hanno compreso da subito che questo non è solo il Paese dei diritti, ma è anche il Paese dei doveri. Ma quando lo capirete che è solo attraverso il rispetto dei reciproci diritti e doveri che è possibile garantire la vera integrazione, la legalità e la sicurezza, oltre a combattere il lavoro nero? Ma l'abusivismo commerciale e la contraffazione, oltre a danneggiare il made in Italy, mettono anche a rischio la salute di chi acquista prodotti realizzati con materiali di pessima qualità, o addirittura con prodotti nocivi o tossici per la salute stessa. Mi avvio alle conclusioni, Presidente. La tutela della legalità, delle aziende, della sicurezza dei consumatori è evidente che per questa maggioranza di Governo valgano poco o nulla, ma, con questo ordine del giorno, chiedo al Governo di stanziare, nel primo provvedimento utile, apposite risorse da trasferire ai comuni, quale contributo per il finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto dell'abusivismo commerciale e alla vendita di prodotti contraffatti nelle località ad alta vocazione turistica. I nostri sindaci, Presidente, i nostri amministratori locali, sempre in prima linea nelle emergenze, e le nostre comunità meritano attenzione, risorse e soprattutto rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Il 20 settembre sono sbarcati sulle nostre coste 20 navi con 100 tunisini: uno di questi aveva ventun anni, fu tenuto su una nave quarantena, doveva essere rimpatriato - in Tunisia non c'è la guerra -, eppure, incredibilmente, non fu mandato in un centro di rimpatrio, no, fu mandato in un centro di accoglienza a Bari, gli fu dato un foglio di via in cui lo si invitò a lasciare il nostro Paese entro sette giorni; questo tunisino non accolse ovviamente l'invito, passò le nostre frontiere, andò a Nizza e compì l'efferato attentato del 29 ottobre, in cui persero la vita tre persone. Cosa fa un Governo serio, una maggioranza seria, in questi casi? Prima di tutto si interroga: come mai non sono stato in grado di mandarlo in un centro di rimpatrio? Poi si interroga: come mai non sono riuscito a rimpatriarlo, quando ho accordi di rimpatrio? Magari va in Tunisia e inizia a trattare, si rende conto magari che due aerei al giorno per 40 posti non bastano per rimpatriare. Poi si interroga ancora e dice: ma come mai sulle nostre coste il 40 per cento delle persone che arrivano sono tunisine? Evidentemente dovrei essere attento, dovrei capire che non ci sono i rifugiati, quindi dovrei applicare le norme che ci sono e concentrarmi per dare i fondi alle Forze dell'ordine per fare i rimpatri. Poi si interrogherebbe ancora: ma, probabilmente con questo atto, avendo consentito il passaggio dei confini, ho fatto fare una figuraccia al mio Paese. Forse, è così. Questo Governo si vergognerebbe, magari direbbe: ma non è che ho mandato l'immagine del mio Paese, da centro di accoglienza europeo, ad hub internazionale di terroristi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? E invece no, e invece no! Cosa fa questo Governo dopo un simile accadimento? Pensa bene di rendere ancora più fluidi i nostri confini, pensa bene di dire: no, sapete che c'è? Potete venire tutti. Attenzione: se anche venite e siete migranti irregolari e magari qualche organizzazione criminale se n'è pure approfittata, inserendo dentro dei potenziali terroristi, noi no, non ci impegneremo per rimpatriarli. Noi faremo una sanatoria mascherata! Noi, anche se l'80 per cento delle richieste sul nostro territorio oggi sono respinte grazie ai “decreti Salvini”, porremo fine a tutto questo, li saneremo tutti. E perché li sanerete? Per coprire le vostre inefficienze! Non siete in grado di rimpatriarli? Li sanate! Tutti sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, attenzione, non vi fermate qui; no, non vi fermate qui, decidete anche che i respingimenti diventano praticamente impossibili, decidete anche che se un soggetto tunisino dirà che per motivi artistici è venuto qui - che ne so, fa il mimo, il mimo tunisino -, potrà rimanere sul nostro territorio. E non vi accontentate neanche di mandare un segnale alle nostre Forze dell'ordine che, per la vostra responsabilità - perché adesso avremo le commissioni territoriali paralizzate, raddoppieranno le persone sulle nostre coste -, manderete un messaggio chiaro ai trafficanti di esseri umani, manderete un messaggio chiaro a chi vuol compiere atti terroristici di rete. Tutto il mondo è bloccato, tutti i Paesi europei dicono ai loro cittadini: non circolate! A maggior ragione dicono: Non venite! E, invece l'Italia, dice: no tranquilli, tranquilli terroristi, potete andare in Italia perché ci saranno innumerevoli persone, si confonderanno e potrete arrivare fino a lì.

E cosa fate? Non date un euro alle Forze dell'ordine? Loro sì che si troveranno a fronteggiare tutta l'insicurezza sociale che andrete a costruire! E cosa ci avete detto in Commissione? Noi abbiamo proposto degli emendamenti per stanziare delle risorse e ci avete detto: “No” - me lo insegna il collega Tonelli - “non c'è compatibilità di materia, mi spiace”. Però Salvini, nei suoi decreti, gli stanziamenti per le Forze dell'ordine nei “decreti Sicurezza” li aveva inseriti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Come mai era riuscito lui a superare l'eccezione della materia? Ma noi non ci siamo fermati e quindi con tutti i colleghi, con il collega Tonelli, abbiamo presentato anche degli emendamenti alla legge di bilancio. Che cosa ci direte oggi? Anche questi ci verranno respinti? È notizia di queste ore che due tunisini, uno abitante in provincia di Ferrara, hanno percepito (denuncia della Guardia di finanza di Bologna) un reddito di cittadinanza nell'ultimo anno per 12.000 euro. E dove l'hanno mandato attraverso il money transfer? A finanziare un foreign fighter, a finanziare un terrorista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è l'assetto sociale che state creando voi. E allora non farete passare il messaggio che voi siete i buoni e noi siamo i cattivi, perché voi non siete buoni, voi siete, nella migliore delle ipotesi, gli ideologici, nella peggiore, gli interessati e noi siamo quelli che difenderemo il nostro popolo da questo vostro atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi. Mentre al di fuori di quest'Aula i nostri cittadini ci chiedono di cercare di risolvere i problemi urgenti sanitari ed economici che affliggono il nostro Paese, voi ci obbligate a discutere in questi giorni di un decreto, il “decreto Clandestini”, che è tutt'altro che urgente, che è tutt'altro che necessario al nostro Paese. Dove sono i caratteri di urgenza e necessità, se non nel fatto di voler abrogare i “decreti Sicurezza”, fortemente voluti dalla Lega e da Matteo Salvini? Questo decreto, se da un lato risulta oggettivamente privo dei requisiti, dall'altro, appare più che altro un risultato di scelte e valutazioni politiche, addirittura incomprensibili in parte, visto che quegli stessi “decreti Sicurezza” furono approvati da una parte dell'attuale maggioranza, dai 5 Stelle, assenti da quest'Aula, che ora invece stanno per abrogarli, pur di mantenere la poltrona, rimangiandosi non solo la parola, ma anche la dignità politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo decreto è totalmente estraneo alla realtà del Paese, alle necessità dei nostri cittadini, dei commercianti e degli imprenditori, alle crisi aziendali, ai 500.000 italiani che hanno perso il posto di lavoro. Io, Presidente, svolgo la professione di commercialista e i cittadini mi chiamano perché non ricevono la cassa integrazione, perché non ricevono gli aiuti, assolutamente insufficienti, promessi da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La necessità è di dare risposte rapide a loro, ai loro problemi economici, la necessità è quella, Presidente, di applicare le norme e bloccare subito, ripeto: subito, gli sbarchi dei clandestini che si susseguono giorno dopo giorno, in maniera incessante, nonostante la situazione sanitaria, e non quella di cancellare i “decreti Sicurezza” della Lega. Negli ultimi mesi, secondo i dati forniti dal Ministero dell'Interno, mentre ai cittadini si sono richiesti sacrifici, l'attuale Governo ha consentito l'ingresso in Italia di migliaia e migliaia di clandestini, quattro volte in più rispetto al 2019, quattro volte in più rispetto a quando un Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, faceva il suo lavoro e difendeva i nostri confini, un aumento esponenziale degli sbarchi - dicevo - che hanno raggiunto e superato quota 30.000, un numero destinato a crescere ancora di più con l'abrogazione dei “decreti Sicurezza”, un evidente incentivo verso l'Italia dei flussi migratori illegali gestiti dai trafficanti di esseri umani. E voi siete complici perché con le vostre politiche invogliare la gente a partire, ma sapete benissimo che il 75 per cento di queste persone, ripeto: il 75 per cento di queste persone, sarà un clandestino e li condannate a vivere da clandestini. Le continue fughe dai centri di accoglienza di soggetti anche positivi al COVID dimostrano l'incapacità del Governo nella gestione delle politiche dell'immigrazione, ancor di più in un momento così delicato. Tutto ciò, Presidente, sta esponendo tutta la popolazione e anche le Forze dell'ordine a gravissimi rischi di carattere sanitario e di sicurezza. Come non ricordare che il terrorista di Nizza di fine ottobre era un clandestino, sbarcato poco prima Lampedusa, l'ultimo dei tanti? Il pericolo che dietro agli immigrati clandestini che sbarcano in Italia si possano celare dei terroristi islamici è reale.

Quindi, Presidente, in un momento particolarmente difficile per il Paese, appare assurdo bloccare il Parlamento per discutere della riapertura di porti e confini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, colleghi del PD, dei 5 Stelle, Di LEU e di Italia Viva, non vi rendete conto che la gente fuori da quest'Aula, fuori dai palazzi della politica, vuole risposte veloci, concrete, rapide, certe e semplici ai problemi economici e sanitari della pandemia, vuole che si discuta concretamente di queste tematiche e non di come riempire ancora di più città e paesi di immigrati clandestini che, poi, molto spesso, delinquono? Quante volte abbiamo letto di richiedenti asilo inseriti anche nei percorsi dell'accoglienza fermati per spaccio di droga? Nella mia città, Bergamo, è accaduto molto spesso: soggetti ai quali pagavamo vitto e alloggio, soggetti in attesa di esito della domanda di asilo fermati fuori dalle scuole e dalle stazioni mentre spacciavano droga e non sono casi isolati, non accadono solo all'esterno, ma anche all'interno dei centri di accoglienza.

Allora, Presidente, bisogna consentire anche alle nostre Forze dell'ordine - che ogni giorno garantiscono la sicurezza dei nostri cittadini, che ogni giorno combattono contro la criminalità, che ogni giorno sono in strada a rischiare la vita nonostante gli stipendi inadeguati - di agire con strumenti adeguati, come quelli di cui parla il mio ordine del giorno, anche per accertare i reati commessi all'interno dei centri e permettergli di agire di conseguenza, perché non è un mistero che il nesso tra criminalità e stranieri sia un nesso forte, quasi il 35 per cento dei carcerati è straniero, così come oltre il 30 per cento dei reati è commesso da cittadini stranieri. E cosa pensate, che aprendo i confini, che facendoci invadere da clandestini questi dati cambieranno? No, peggioreranno ed è nostro dovere - e concludo, Presidente - in qualità di rappresentanti dei cittadini, far sapere che questo decreto e le sue conseguenze hanno un chiaro mandante politico e che le responsabilità per ciò che accadrà nelle nostre città sono ben chiare e sono del Governo PD e 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Cari colleghi, oggi, faccio un intervento su un tema che mi auguravo di non dover andare a trattare prima della legge di bilancio. Intanto, faccio una premessa: noi, la settimana scorsa, come opposizione, abbiamo votato uno scostamento per aiutare a trovare un clima condiviso su una legge di bilancio che possa rilanciare il nostro Paese in un momento di difficoltà. Trovo assolutamente scorretto da parte della maggioranza porre un elemento divisivo come questo, dopo aver aspettato per più di un anno, proprio alla vigilia di un provvedimento come la legge di bilancio che poteva trovare una condivisione almeno parziale anche dalle forze di opposizione. È evidente che l'ideologia a voi sta più a cuore che non le esigenze dei cittadini italiani che, in questo momento, causa COVID, subiscono delle ripercussioni economiche assolutamente gravi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È altrettanto evidente che questo Parlamento che, ormai, è frequentato esclusivamente dall'opposizione sta diventando un luogo dove far sfogare degli interventi a difesa di regole e consuetudini parlamentari che vedevano proprio nei momenti di difficoltà del Paese un momento di unità ideale dell'intera nazione.

Noi, nelle ultime settimane e nell'ultimo mese, abbiamo visto quello che vuol dire non difendere i propri confini e non contrastare in maniera efficace l'immigrazione clandestina; siamo stati esclusi da un vertice europeo e voi ci avete detto: il problema è la Lega che spaventa l'Europa; no, caro Presidente e cari colleghi, il problema è l'Italia gestita da voi che sta preoccupando l'Europa, perché nell'ultimo vertice in cui si è parlato, a livello europeo, della revisione di Schengen, il nostro Paese non è stato direttamente invitato, ma è stato accusato di consentire l'ingresso in Europa di terroristi islamici.

Le dichiarazioni del sindaco di Nizza, risalenti ormai a poco più di un mese fa, sono state molto chiare: Nizza non è stata attaccata perché è Nizza, è stata attaccata perché è una città vicina a un confine italiano, dove, in Italia, non vengano presi i provvedimenti adeguati per impedire le infiltrazioni terroristiche islamiche nel continente europeo. Questo è avvenuto dopo una visita che aveva fatto il Presidente Macron ai confini con la Spagna dopo quello che è successo, purtroppo, l'8 ottobre, quando era sbarcato un immigrato clandestino al porto di Bari che è stato immediatamente rilasciato col foglio di via, perché il nostro sistema, così efficiente, non è stato neanche in grado di dare quell'accoglienza minima e di gestirlo nelle strutture, e si è trovato sostanzialmente a rimanere sul territorio nazionale fino al 27 ottobre, senza alcun tipo di controllo, per poi andare in Francia. Ebbene, io lo dico perché la città di Nizza - a cui noi liguri siamo particolarmente affezionati, perché vorrei ricordare che, non tantissimi anni fa, era parte integrante del nostro sistema culturale e del nostro territorio – Nizza è stato uno dei territori che, con l'unità d'Italia, sostanzialmente il nostro Paese ha perso, in qualche maniera, ma con cui c'è un forte legame di amicizia e di fratellanza -, e io mi sono trovato a dover andare a far visita all'ambasciatore francese, vergognandomi di come il nostro Paese ha reagito, anche in un momento in cui è stato consapevolmente, come posso dire, protagonista, magari involontario, di una vicenda tragica. È assolutamente inaccettabile, un mese e mezzo dopo che, addirittura, invece di fare come stanno facendo la Francia, l'Austria, la Germania e la Spagna, cioè incrementare il numero delle Forze dell'ordine sui confini, chiedere una revisione del sistema degli asili a livello europeo, noi andiamo in una direzione ostinatamente contraria e opposta, semplicemente perché alcuni membri, minoritari, della maggioranza hanno una visione, come posso dire, completamente diversa e, forse, hanno anche qualche convenienza economica, perché parti dei loro partiti sono state fortemente danneggiate dai decreti che hanno limitato fortemente quella che era una situazione indecente in questo Paese, cioè chi lucrava sull'immigrazione clandestina.

Allora, diciamo la verità, noi non troviamo i soldi per gli italiani, per chi fa impresa in questo Paese, ma torneremo a dare soldi per lucrare sull'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), torneremo a gestire l'ospitalità, a prendere gli alberghi, deserti, perché facciano delle leggi che impediscono il turismo, perché c'è il COVID, facendo in modo che nella prossima stagione turistica negli alberghi ci siano i clandestini pagati dallo Stato, gestendo questo con delle cooperative fuori controllo, come è risultato anche negli ultimi anni, dalle indagini fatte, e torneremo a creare quel business parallelo che ha fatto vergognare, non solo il nostro Paese, ma l'intero sistema comunitario, tant'è vero che, torno a dire, mentre siamo stati criticati su alcune espressioni dall'Europa, l'Europa è sempre stata favorevole nei confronti dell'atteggiamento che il nostro Paese, nel Governo Conte 1, ha avuto nei confronti dell'immigrazione clandestina. E questo è un tema che in questo Parlamento non si è affrontato, e mi piacerebbe, prima di aprire dibattiti come questo, andare a fare un'analisi di quelle che sono le posizioni degli altri Paesi…

PRESIDENTE. Concluda.

EDOARDO RIXI (LEGA). …per capire che non può l'ideologia regnare sopra la razionalità e la coscienza, che in un Paese devono muovere sempre le forze politiche e non gli interessi personali o di parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno, coerentemente con la posizione del nostro gruppo politico, propone di aumentare il Fondo per la cooperazione internazionale, e perché? Perché, secondo noi, è più giusto aumentare i fondi della cooperazione internazionale, aiutare le persone in difficoltà ad avere un futuro nel proprio Paese, come diceva Ratzinger, piuttosto che farle venire qui per avere quale futuro, quale prospettiva in un Paese che, oltretutto, è in una forte crisi? Questo è quanto.

Dopodiché, andiamo a vedere, invece, qual è la vostra posizione. Anziché aumentare il Fondo per la cooperazione internazionale, in maniera abbastanza incredibile, ci è stato detto che questo nuovo decreto non ha costi. Allora, cerchiamo di capirci. Come fa a non avere costi aggiuntivi un decreto che dichiaratamente è un fattore di attrazione, come diceva l'amico collega Molteni? Dichiaratamente è vostra intenzione allargare le maglie. Allora, capiamoci. Con i “decreti Salvini” si sono avuti dei risparmi, con quei risparmi, per esempio, è stato assunto personale delle Forze dell'ordine. Una stretta, risparmio, spendo quei soldi. Voi ci dite che, invece, dichiaratamente allargando le maglie non ci sono risorse aggiuntive, non c'è necessità di risorse aggiuntive, mentendo spudoratamente. Ora, che il Governo menta spudoratamente può anche starci, l'hanno capito tutti; che, però, anche la Commissione bilancio faccia finta di niente - la maggioranza intendo - e permetta questa cosa è inammissibile, anche perché le regole quando le pieghi alla volontà politica una volta poi le pieghi sempre, e questo non va bene. Stiamo vedendo come questo Parlamento, giorno per giorno, viene svilito e questo - Presidente Fico lei è Presidente di tutti -, il fatto che la Commissione bilancio riesca a dire che palesemente, dichiaratamente, un decreto che allarga la platea dei beneficiari di interessi di intervento pubblico non abbia costi aggiuntivi è una cosa che poi è un danno per tutta l'istituzione della Camera, e non si può fare finta di niente. Soprattutto, non si può fare finta di niente quando la bugia ha le gambe corte perché, a fronte di un decreto che dice che non ci sono costi aggiuntivi quando tutti sappiamo che ci sono - formazione, gli psicologi, i numeri in più negli SPRAR, se riduco i termini; insomma, è banale che ci sono costi aggiuntivi -, a fronte di una dichiarazione palesemente falsa c'è l'attestazione che la dichiarazione è falsa. Dove la troviamo? Banalmente, la troviamo nel bilancio. Se uno va a vedere il bilancio, il capitolo relativo esattamente a questo decreto citato, perché è citato il “decreto madre”, aumenta di 100 milioni l'anno. Quindi, a decorrere, ogni anno 100 milioni in più: un miliardo in dieci anni. Ora, è ammissibile, Presidente, che il Parlamento venga così svilito? È ammissibile che si riesca a mentire in maniera così spudorata? Qui diciamo che non ci sono costi aggiuntivi e il Governo, sapendo che invece ci sono, in legge di bilancio mette 100 milioni in più l'anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa cosa non fa onore all'istituzione. Avremmo preferito alle coperture che qui si scrivesse “100 milioni in più”. Almeno aveva un senso: scelta politica della maggioranza, allarghiamo le maglie, diciamo: “Venite pure, non c'è problema”, però ci mettiamo anche i soldi. Invece così si creano diritti soggettivi, i soldi li devi mettere comunque, si fa finta di niente, si crea un buco in bilancio, si svilisce l'istituzione Camera, si svilisce l'istituzione Commissione bilancio, tutto a fini politici. Però, la politica è anche tecnica. Quando forzi le regole tecniche per interesse politico crei un danno a tutta l'istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, sospendiamo, a questo punto, lo svolgimento degli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno, che riprenderà nell'odierna seduta notturna a partire dalle ore 21,30. Questa sera, una volta conclusi tali interventi, sempre secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il Governo esprimerà il parere sugli ordini del giorno.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per gli Affari europei, la Ministra dell'Interno, la Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro per il Sud e la coesione territoriale.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative a favore dei pensionati italiani residenti all'estero, al fine di salvaguardare il diritto al trattamento pensionistico nell'attuale contesto pandemico, con particolare riferimento alle procedure per la verifica dell'esistenza in vita – n. 3-01949)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli ed altri n. 3-01949 (Vedi l'allegato A).

La deputata Fitzgerald Nissoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. Prego, collega.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Signora Ministro, buon pomeriggio. Con questa interrogazione pongo all'attenzione del Governo la questione della certificazione dell'esistenza in vita di circa 388 mila pensionati italiani all'estero che ricevono la pensione dall'INPS tramite Citibank, che effettua annualmente anche la verifica dell'esistenza in vita. Il pensionato per effettuare la CEV deve compilare un modulo convalidato da un testimone accettabile e, cioè, consolato, patronato o autorità locale. La pandemia imperversa, quindi, possiamo evitare ai pensionati di spostarsi e cercare modalità innovative per effettuare tale certificazione? Dovremmo dare loro fiducia, che, in fondo, sarebbe la cosa giusta, e accettare la certificazione senza convalida, salvaguardando così sia il loro diritto alla salute che quello a ricevere ogni mese la pensione. Non ritiene, signora Ministro, che in una situazione di grave emergenza come questa possiamo fidarci dei nostri pensionati?

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha facoltà di rispondere.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. L'interrogazione presentata dall'onorevole Fitzgerald concerne una questione che, sin dalle prime fasi della pandemia, ci siamo attivati per risolvere. In particolare, l'INPS, con la collaborazione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha da subito adottato le iniziative ritenute più idonee a garantire la continuità della corresponsione dei trattamenti pensionistici ai residenti all'estero, salvaguardando, al contempo, la salute e la sicurezza dei pensionati nonché dei funzionari e degli operatori coinvolti nel processo di erogazione delle pensioni. Il dilagare dell'emergenza epidemiologica, tuttavia, ha imposto un adeguamento della procedura di verifica, al fine di renderla compatibile con le esigenze di tutela della salute pubblica. Pertanto, si è innanzitutto proceduto alla sospensione della seconda fase dell'attività di accertamento dell'esistenza in vita relativa al periodo febbraio 2020 - luglio 2020, che avrebbe coinvolto i pensionati residenti in Asia, continente americano, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell'Est dell'Europa e Paesi limitrofi. Successivamente, con riferimento ai pensionati residenti nel continente americano, ha differito l'avvio dell'accertamento dell'esistenza in vita al mese di ottobre 2020. Conseguentemente, Citibank ha avviato a ottobre la spedizione dei moduli di richiesta di attestazione dell'esistenza in vita e tale modulistica dovrà pervenire allo stesso istituto bancario entro il mese di febbraio 2021. Pertanto, i pensionati avranno quattro mesi a disposizione per assolvere ai propri obblighi volti ad attestare la propria esistenza in vita. In tal modo, si è inteso evitare che i soggetti interessati, come in passato, si recassero immediatamente, non appena ricevute le lettere, presso gli uffici consolari, i patronati e le autorità locali, scongiurando così il rischio di assembramenti. Qualora il processo di verifica non dovesse essere completato entro il termine fissato, l'INPS assicurerà, comunque, l'erogazione della rata di marzo 2021, versandola in contanti presso le agenzie di Western Union. Soltanto in caso di mancata riscossione personale o di mancata produzione dell'attestazione di esistenza in vita, entro i primi giorni del mese di marzo 2021, il pagamento della pensione sarà sospeso dalla banca a partire dalla successiva rata di aprile 2021. Analoghe attività e modalità sono state adottate nei riguardi dei pensionati residenti nei Paesi scandinavi, negli Stati dell'Est dell'Europa e Paesi limitrofi, in Asia e Medio ed Estremo Oriente. Ancora, accanto alla tradizionale modalità di accertamento dell'esistenza in vita, è stata introdotta una procedura aggiuntiva interamente dematerializzata, in base alla quale l'accertamento dell'esistenza in vita avviene tramite videochiamata. Questa modalità assicura al pensionato di assolvere totalmente da remoto i necessari adempimenti burocratici connessi all'erogazione del trattamento pensionistico.

Si ricorda, infine, che il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, su proposta dell'INPS, ha recentemente emanato una circolare, nella quale si invitano le strutture consolari a considerare gli adempimenti relativi all'accertamento dell'esistenza in vita tra i servizi urgenti, indifferibili e garantiti ai pensionati residenti all'estero, anche in caso di chiusura a causa dell'emergenza sanitaria.

PRESIDENTE. La deputata Fitzgerald Nissoli ha facoltà di replicare.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie. C'è ancora molto lavoro da fare, signora Ministro. Auspico che si possa migliorare ulteriormente il meccanismo ed accelerare velocemente le nuove procedure semplificate, che andrebbero, però, fatte conoscere a tutti i pensionati subito, perché, in un periodo grave come questo, rischiano di contrarre il COVID, se dovessero poi spostarsi per recarsi presso gli uffici, generalmente lontani dai luoghi della loro residenza, per fare, appunto, tale certificazione.

Abbiamo fatto piccoli passi avanti, ma non nascondo che avrei preferito che il Governo avesse mostrato la piena fiducia verso i nostri pensionati all'estero e avesse considerato l'opportunità di chiedere all'INPS di accettare la semplice autocertificazione, senza convalida, per dimostrare l'esistenza in vita; del resto, lo hanno già fatto altri Paesi europei, come la Germania, la Francia, la Svizzera, che non hanno richiesto - e solamente per quest'anno - la convalida dall'autorità consolare per le certificazioni dell'esistenza in vita dei loro pensionati esteri.

Abbiamo bisogno di una risposta per procedure semplificate subito, altrimenti ci sarà il rischio che molti pensionati non effettueranno la certificazione, con la conseguenza di non ricevere la pensione; una cosa molto triste e lesiva di un diritto acquisito con anni di duro lavoro. Non possiamo permetterci un ulteriore disagio, con un aggravio di lavoro difficile da sostenere sia per l'INPS che per i patronati. Per questo chiediamo, signora Ministro, di raccordarsi con i soggetti interessati e di agire subito, perché il tempo corre veloce. Sarebbe un bel gesto di gratitudine per chi ha tanto lavorato in Italia e ora si trova lontano dalla madrepatria e sarebbe anche un bel regalo di Natale da fare a tutti i nostri cari pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative per un pieno coinvolgimento del Parlamento nell'elaborazione del piano nazionale di utilizzo delle risorse del Recovery Fund – n. 3-01950)

PRESIDENTE. La deputata De Lorenzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01950 (Vedi l'allegato A).

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, entro aprile del prossimo anno, i Governi dei Paesi Ue dovranno inviare alla Commissione europea i piani di ripresa e resilienza per l'utilizzo del Recovery Fund. L'Italia provvederà a trasmettere tale piano all'inizio del prossimo anno, un piano che prevede un impegno di 209 miliardi di euro, ripartiti tra sussidi e prestiti per oltre 127 miliardi. Si tratta di risorse fondamentali per il rilancio del nostro Paese gravemente colpito dalla crisi pandemica, una crisi che ha aggravato le diseguaglianze sociali ed economiche e che potranno essere superate grazie all'utilizzo del Recovery Fund.

Signor Ministro, gli organi di stampa danno notizia che la redazione del piano sarà affidata ad un Comitato interministeriale, a cui si affiancherà un team di sei manager, coadiuvati ciascuno da una squadra di cinquanta esperti. Le chiedo, signor Ministro, quale percorso intenda adottare affinché sia garantito il coinvolgimento delle forze parlamentari e una piena condivisione da parte delle Camere nella redazione e nel compimento del Recovery Plan.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio i deputati Fornaro e De Lorenzo. Vorrei, innanzitutto, sottolineare come, nella definizione del Piano nazionale di riforma e resilienza, il raccordo con il Parlamento, ma anche con le amministrazioni centrali, le regioni e gli enti locali, le rappresentanze del mondo delle imprese, dei lavoratori e della società civile, è stato e resta essenziale. Il 15 settembre il Governo ha trasmesso alle Camere la proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale, adottata dal Comitato interministeriale per gli affari europei, a cui partecipano tutti i Ministri del Governo, oltre ai rappresentanti di regioni e enti locali.

Ricordo, inoltre, che vi si sono svolti, ad oggi, quindici comitati tecnici di valutazione e che l'Italia è stato il primo Stato membro a rimettere al vaglio parlamentare le linee guida, che costituiscono il punto di partenza per l'avvio del dialogo informale con la Commissione europea.

Successivamente, il 13 e 14 ottobre, sono state approvate, rispettivamente al Senato e alla Camera, due risoluzioni che esprimono valutazioni di indirizzo e di cui il Governo ha tenuto e terrà conto in sede di predisposizione dello schema del Piano. In particolare, con la risoluzione approvata alla Camera il 13 ottobre, si impegnava il Governo a coinvolgere l'intero arco parlamentare nella fase di predisposizione e attuazione del Piano. La risoluzione approvata al Senato il 14 ottobre impegnava il Governo a dare rapida attuazione ai contenuti della proposta di linee guida per la definizione del Piano.

Su queste basi, il 15 ottobre ho avviato l'interlocuzione informale con la task force per la ripresa e la resilienza della Commissione europea, un dialogo che è continuato e continua nelle settimane successive, i cui primi risultati saranno presentati al Parlamento nei prossimi giorni. Viene, quindi, confermato il costante coinvolgimento del Parlamento in tutte le fasi del processo di presentazione.

In concreto, i prossimi passaggi prevedono: la convocazione di un CdM e di un Comitato interministeriale per gli affari europei in cui analizzare gli aggiornamenti del Piano, la sua trasmissione immediata al Parlamento, così che esso possa disporre del tempo necessario per esaminarlo, e la fase successiva di elaborazione fino alla consegna formale a Bruxelles. I Piani - e concludo - potranno essere presentati solo dopo l'approvazione formale del pacchetto del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, una volta superati, però, i famosi veti di Polonia e Ungheria per la questione dello stato di diritto. In questo scenario, mi rendo, naturalmente, fin da ora disponibile a presenziare a ogni ulteriore occasione di confronto e informazione al Parlamento.

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, sia per la completezza della risposta e, se mi è consentito, anche per il prezioso lavoro che sta svolgendo in questi mesi, in una situazione, certamente, difficile e complessa. Noi siamo assolutamente convinti che il Recovery Plan italiano, che le misure europee siano una sfida per l'intero Paese, per il sistema Paese: da un lato, continuare a proteggere imprese e cittadini dalla crisi economica e dall'emergenza sanitaria e, dall'altro, però recuperare anche ritardi strutturali relativi alla rivoluzione digitale, a quella ambientale e, soprattutto, al tema delle disuguaglianze. Quindi, da questo punto di vista, per noi deve essere chiara una cosa: va bene cercare il meglio della cultura manageriale e delle competenze tecniche e scientifiche del Paese, ma la guida del processo è e deve rimanere politica e, da questo punto di vista, il Parlamento deve svolgere un ruolo non da semplice spettatore, ma da protagonista. Da questo punto di vista, sia nella fase di predisposizione che nell'attuazione, ci aspettiamo che ci possa essere, da parte del Parlamento, una capacità propositiva, oltre che decisionale, che consenta di far vivere il Recovery come una sfida di tutti e non soltanto del Governo di cui facciamo, ovviamente, parte, ma crediamo, per le cose che ho detto all'inizio, che sia il sistema Paese, che sia l'Italia ad essere chiamata a combattere e a vincere questa sfida per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Intendimenti del Governo in ordine al coinvolgimento del Parlamento nella definizione della strategia per la gestione delle risorse del Recovery Fund – n. 3-01951)

PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01951 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro, lo scorso 28 novembre, a Palazzo Chigi, c'è stato il vertice con la finalità di fissare i canoni all'interno dei quali strutturare questa task force, che abbia un po' di politica, ma che abbia, soprattutto, sei manager e i loro staff, senza considerare che, in questo momento, il Governo italiano non è in grado di dare risposte a imprese e famiglie, ma sa trovare i fondi per pagare delle task force che sono, per lo più inutili, in maniera immediata. Allora, noi le chiediamo quando, quando il Parlamento verrà coinvolto in quella decisione, quella sulla struttura del Recovery, su come utilizzare quelle somme, quando verrà finalmente coinvolto il Parlamento, che è l'unico deputato a prendere queste decisioni, non la task force.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Ringrazio i deputati proponenti le interrogazioni e specifico quanto segue. La Commissione europea, nelle linee guida del 17 settembre 2020, ha richiesto l'identificazione di un'autorità di gestione nazionale, che funga da punto di interlocuzione unico e costante con la task force europea per la ripresa e la resilienza e che, quindi, sia dotata, come tale, di adeguato profilo politico e delle necessarie professionalità amministrative. La complessità attuativa dei piani nazionali e l'articolazione in tappe e obiettivi intermedi - i famosi milestone e target - le cospicue risorse, l'esigenza di una corretta pianificazione dal punto di vista sia temporale che finanziario e i relativi impegni di spesa rendono indispensabile, come recitano le linee guida europea, un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione dei progetti. La Commissione europea si aspetta che gli Stati membri, tutti i 27 Stati membri, siano in grado di garantire la necessaria capacità amministrativa per l'effettiva attuazione dei piani, assicurando una gestione adeguata di aspetti critici, quali la pianificazione con impegnativa al 2023 e spesa finale al 2026, la gestione efficace e le necessarie procedure di gara, le relative necessità di assistenza tecnica da fornire ai diversi livelli di pubblica amministrazione e le misure atte a prevenire le frodi, la corruzione e la cattiva amministrazione.

Come sapete, proprio in base anche a quello che ho detto prima nella scorsa interrogazione, è in corso l'elaborazione di una proposta di legge del Governo che verrà presentata al Parlamento su come organizzare una struttura incaricata, in base agli obiettivi stabiliti dal Governo e dal Parlamento, di una governance attuativa ed esecutiva del piano. Tale riflessione e proposta tiene conto delle indicazioni proprio contenute nella risoluzione di maggioranza, approvata dal Parlamento lo scorso ottobre. Su quale sia il modello di esecuzione e il soggetto attuatore, sul quale si deciderà di convergere, verrà data piena, ovviamente trasparente, informazione al Parlamento, con proposte che saranno discusse in quest'Aula.

Per quanto attiene - e concludo - gli aspetti di informazione al Parlamento sul complesso delle scelte di pianificazione del PNR, rimando a quanto detto e già illustrato nella risposta precedente, perché il Parlamento avrà gli aggiornamenti e avrà ovviamente la parola finale sulla presentazione del piano a Bruxelles.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Giovanni Donzelli. Prego, collega.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Resto sorpreso che, come se fosse una concessione, il Ministro Amendola ci comunica che il Parlamento verrà via via aggiornato su quelle che saranno le decisioni di questi esperti.

Trovo anche surreale che questo Governo e questa maggioranza nominano adesso 300 esperti, quando ne avevano già nominati 450 in altre task force. Arriviamo ormai ad avere oltre 750 persone, nominate dal Governo per prendere le decisioni e per trovare le idee, che il Governo non riesce a trovare, che la maggioranza non riesce a trovare. Obiettivamente noi ci ritroviamo con una valanga di esperti, una corsa, una catena infinita di esperti, che non sappiamo cosa hanno prodotto nel frattempo. Abbiamo il “decreto Aprile”, che è stato poi cambiato con “decreto Maggio”, poi “Giugno” e poi approvato a luglio. Il 30 per cento dei decreti attuativi è stato reso operativo e, quindi, anche tutte le operazioni fatte finora non sono servite a niente. Nel frattempo, questi grandi geni che abbiamo coinvolto, fra “click day” e banchi a rotelle, non hanno prodotto niente. L'unica cosa che abbiamo saputo era che hanno riflettuto su a che ora doveva nascere Gesù. Io credo che questo Governo e questa maggioranza, se hanno uno scopo, devono governare l'Italia e non pensare a nominare altre persone. Altrimenti, obiettivamente, ci troviamo davanti a una situazione in cui alcuni partiti di Governo hanno ormai più consulenti che voti e questa situazione è insostenibile in questa emergenza in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti del Governo con riguardo alla relazione “Su una nuova strategia industriale per l'Europa” recentemente approvata dal Parlamento europeo, ai fini dell'inserimento delle proposte ivi contenute nel Piano nazionale di riforma relativo al programma Next Generation EU – n. 3-01952)

PRESIDENTE. Il deputato Nunzio Angiola ha facoltà di illustrare l'interrogazione Costa ed altri n. 3-01952 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente Rosato. Signor Ministro Amendola, lo scorso 25 novembre il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la relazione intitolata “Su una nuova strategia industriale per l'Europa”. Il rapporto sulla politica industriale dell'Europarlamento, curato dall'onorevole Carlo Calenda, in veste di relatore, pone al centro due priorità assolute per le industrie europee: la ripresa dalla crisi economica e la preparazione ad affrontare la doppia transizione verde digitale, ponendo le basi per un'industria sostenibile, sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Questo rapporto, signor Ministro, è un testo fondamentale che il Governo non può ignorare nella redazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Ad oggi, non sappiamo se il Governo italiano ne abbia preso nota e quale sia la sua posizione al riguardo. Per questo Azione chiede che il Governo ci comunichi quali aspetti della nuova strategia industriale europea intenda recepire nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, per implementare il Next Generation EU.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio i deputati per l'interrogazione, perché, come ha ben detto, una tappa fondamentale sarà il prossimo aggiornamento della strategia industriale europea, atteso per il secondo trimestre del 2021, come annunciato alla Commissione. Il focus di tale revisione dovrebbe essere quello di collegare le sfide poste dalla gestione della pandemia e le conseguenze per l'industria, nonché l'utilizzo di queste sfide, come opportunità economiche per realizzare gli obiettivi citati.

Next Generation EU sarà uno strumento fondamentale in questo senso e, in questo scenario, l'approvazione da parte del Parlamento europeo a larga maggioranza della relazione “Su una nuova strategia industriale per l'Europa”, avvenuta con la risoluzione lo scorso 25 novembre, segna sicuramente un passaggio di grande rilevanza. A proposito ricordo come abbia avuto la possibilità di confrontarmi, proprio in un incontro ad hoc presso il Dipartimento delle politiche europee il 24 settembre scorso, con il relatore del Parlamento, onorevole Carlo Calenda, che - tengo a sottolineare - ha svolto un eccellente lavoro di mediazione in sede europea. Vi è un chiaro allineamento tra le priorità nazionali e quelle del Parlamento europeo, perché i singoli piani nazionali sono parte di uno sforzo integrato per conseguire gli obiettivi comuni, su cui l'Italia e gli altri 26 Stati hanno convenuto.

Nel Piano è prevista la destinazione di non meno del 57 per cento delle risorse per le due missioni della riconversione industriale in ottica green e per la digitalizzazione, con particolare attenzione a strumenti che si sono dimostrati efficaci, quali gli incentivi alla digitalizzazione delle imprese, a Industria 4.0 e a quelli per il sostegno alla competitività del nostro sistema di piccole e medie imprese. Sul Green Deal l'Italia può contare su una serie di eccellenze a livello mondiale nei settori dell'economia circolare, dell'agricoltura sostenibile e delle energie rinnovabili. Sono inoltre - e concludo - previsti forti investimenti in progetti che riguardano sia il settore pubblico, con la digitalizzazione della PA e dei servizi al cittadino, sia il settore privato con il sostegno a processi di digitalizzazione delle imprese, i servizi alla clientela come il cashless, il quadro di sviluppo infrastrutturale attraverso la banda larga, l'intelligenza artificiale e il cloud europeo Gaia-X. Per il rafforzamento della cooperazione tecnologica e industriale, punteremo a potenziare la ricerca anche attraverso l'estensione del raggio di azione dei centri di competenza e digital innovation hub, che dovrebbero essere orientati anche agli obiettivi della transizione verde.

In conclusione, sarà uno strumento, questo Piano, proprio per supportare la trasformazione del nostro Paese e del settore produttivo, in un'ottica di politica comune industriale europea.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Enrico Costa.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, signor Ministro, nutriamo stima nella sua persona e apprezziamo le sue affermazioni, che effettivamente - va detto - stridono con le quotidiane scelte di questo Esecutivo. Le risorse per il nostro Paese, il loro proficuo utilizzo, la governance che deve accompagnare i progetti, i tempi e le decisioni non possono essere utilizzati per risolvere le contraddizioni di questa maggioranza. Questa occasione di sviluppo del nostro Paese andrà oltre il Governo attuale, le persone e i partiti che ne fanno parte. Abbiamo, invece, l'impressione che il Premier se ne faccia scudo, per difendere non il Paese, ma la sua posizione. Noi oggi abbiamo avanzato una proposta, perché questo è il nostro stile: fare delle osservazioni e portare delle idee. È una proposta chiara e di merito: si utilizzi la strategia industriale dell'Europarlamento, curata da Carlo Calenda come relatore, come punto di riferimento nelle sfide progettuali che avremo di fronte. Un rapporto che propone strumenti che possono essere molto preziosi, come la possibilità di usare fondi europei come credito di imposta per investimenti verdi e digitali. Misure di questo tipo facilitano l'accesso al credito e liberano le imprese da quei vincoli che tradizionalmente impediscono, soprattutto alle piccole e medie imprese, di spendere adeguatamente i fondi europei. E questo dovrebbe essere in cima all'agenda del Premier. Dal Governo, al contrario, non abbiamo intravisto proposte che indicassero una direzione, un'identità, una chiave di lettura; solo organigrammi, commissioni di esperti, task force, commissari. Ma le scelte competono all'Esecutivo, non alle commissioni tecniche. Si chiamano scelte politiche, c'è una responsabilità politica e non ci sono piramidi di sorta dietro le quali trincerarsi per coprire le fragilità interne. I ministri devono fare i ministri e non farsi commissariare. Se questo Governo non è in condizione di affrontare questa sfida, ne prenda atto, ma non si nasconda dietro pletoriche strutture. Ne parleremo anche oggi: il Governo non è stato in grado neanche di rendicontare a questo Parlamento di come sono stati spesi 9 miliardi e mezzo sulla sanità. E la polemica che emerge sul MES è ancora una testimonianza delle contraddizioni. Almeno su questo fronte, cercate di ascoltare tutto il Parlamento e soprattutto le buone proposte che arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

(Chiarimenti di competenza in ordine all'eventuale utilizzo dell'auto di servizio e della scorta attribuiti al Presidente del Consiglio dei Ministri per fini distinti da necessità strettamente istituzionali – n. 3-01953)

PRESIDENTE. Il deputato Morelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01953 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo a parlare di un argomento scottante, visto che, a quanto pare, la procura di Roma ha inviato al Tribunale dei ministri proprio un'indagine per ipotesi di abuso di ufficio riguardo al Presidente del Consiglio. La tematica la conosciamo, riguarda un servizio dei colleghi de Le Iene, che dicono di aver visto la signora Paladino, compagna del Premier Conte, sostanzialmente letteralmente “salvata” dalla di lui scorta, in occasione di una semplice intervista per strada. Dunque volevamo sapere qual era la posizione del Governo rispetto a questo. Grazie.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere. Prego ministra.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'onorevole Morelli richiama l'attenzione del Governo su un asserito intervento improprio del dispositivo di sicurezza ravvicinata di cui usufruisce il Presidente del Consiglio dei Ministri, professor Giuseppe Conte, posto in essere a favore della compagna del Presidente, signora Olivia Paladino, avvenuto in una strada del centro storico di Roma. Riguardo all'episodio in questione, fornisco una ricostruzione dei fatti, precisando preliminarmente che gli elementi che mi appresto a riferire non sono tratti da una presunta relazione di servizio di cui è cenno nell'interrogazione, bensì da un appunto informativo fornitomi dai competenti uffici e predisposto a seguito della pubblicazione di alcuni articoli di stampa.

Nella mattina del 26 ottobre scorso, personale del predetto dispositivo di tutela si trovava nelle immediate vicinanze dell'abitazione della signora Paladino, in attesa che ne uscisse il Presidente del Consiglio dei Ministri. Com'è d'uso nell'attuazione di siffatti servizi tutori, alcuni operatori impegnati in una preliminare attività di osservazione notavano la presenza di una troupe televisiva, risultata poi essere del programma Le Iene, munita di videocamera e microfono, che stazionava dinanzi ad un vicino supermercato. In relazione a tale presenza, uno degli addetti alla tutela del Presidente si avvicinava alla troupe allo scopo di verificare eventuali aspetti critici collegati all'imminente passaggio del Presidente Conte. In quel frangente, la signora Paladino, uscita a piedi dal palazzo e immediatamente inseguita dalla troupe televisiva, decideva, per sottrarsi alle insistenti domande dell'inviato del programma, il giornalista Filippo Roma, di rifugiarsi all'interno dell'attiguo supermercato, raggiungendo il fondo del locale.

A questo punto, il titolare del negozio richiamava l'attenzione dell'operatore della scorta, avvertendolo di aver chiesto all'inviato e ai tecnici della troupe televisiva di uscire dall'esercizio, tenuto conto che il loro ingresso era avvenuto al solo scopo di ottenere dichiarazioni dalla signora Paladino. Aggiungo che, dagli elementi informativi riferiti, la stessa signora appariva chiaramente turbata, sicché uno degli operatori addetti alla tutela, coadiuvato da due colleghi, provvedeva esclusivamente ad accompagnarla verso l'abitazione, distante poche decine di metri, dove peraltro in quel momento si trovava il Presidente del Consiglio. La troupe televisiva continuava comunque a seguire la signora Paladino e a porle con insistenza domande, senza tener conto del turbamento della signora e della sua volontà di non rilasciare alcuna dichiarazione, desistendo solo a pochi metri dal portone dell'abitazione, da cui poi si allontanava spontaneamente. Preciso infine che, in base alle informazioni pervenutemi, la persona alla quale la signora Paladino, prima di lasciare il negozio, ha consegnato una borsa, non era un operatore del servizio di tutela del Presidente Conte, bensì uno dei titolari dell'esercizio commerciale.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Morelli ha facoltà di replicare. Prego, collega Morelli.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, oggi ci saremmo aspettati una scena ben diversa; ci saremmo aspettati di vedere numerosi parlamentari grillini urlare alla casta, urlare alla vergogna, urlare rispetto al fatto che la vera scorta dei rappresentanti del popolo, dei cosiddetti “portavoce”, sarebbe stato il popolo; invece, ancora una volta, grazie alle sue parole, Ministro, ci dimostrate come la vera scorta dei rappresentanti del popolo sono i poliziotti. Grazie, dunque, ai poliziotti che hanno fatto il loro lavoro. È necessario a questo punto, però, approfittare del buon lavoro dei giornalisti di Mediaset e quindi noi, da telespettatori, siamo in attesa di vedere, di verificare, dalle immagini de Le Iene in diretta, dal servizio, come sia andata realmente questa storia.

Capisce, Ministro, mentre voi state votando per cancellare i “decreti Sicurezza”, mentre voi state decidendo che i poliziotti devono fare la scorta alla signora, alla compagna del Presidente Conte e non bloccare le frontiere all'immigrazione clandestina e verificare il rispetto delle leggi da parte delle ONG, tutto questo stride, soprattutto quando siamo di fronte a un caso internazionale, mondiale, che è dovuto alla pandemia, che, ancora una volta, colpisce la nostra popolazione, dal punto di vista sanitario, della sicurezza e sociale. Quindi grazie; grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative urgenti a favore delle aziende agricole dei territori della Sardegna recentemente colpiti da eventi calamitosi – n. 3-01954)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Frailis ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01954 (Vedi l'allegato A).

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie, Presidente. Gentile signora Ministra Bellanova, come lei ben sa, una tremenda alluvione ha colpito la Sardegna qualche giorno fa, il 27 e 28 novembre. Ci sono stati danni gravissimi ai centri abitati - Bitti nel particolare - ma gravissimi sono stati anche i danni alle campagne del Nuorese e non solo; coltivatori e allevatori sono praticamente in ginocchio, moltissime aziende rischiano di non poter ripartire, aziende già messe in crisi dalla pandemia. La regione sarda ha stanziato dieci milioni di euro per l'immediato, altri tre sono previsti per il ripristino delle strade rurali, ma non bastano; bisogna fare di più e anche alla svelta, magari già nella prossima manovra di bilancio. Sappiamo che la collega Boschi è firmataria di un emendamento con Italia Viva per fare questo, appunto per dare più soldi immediatamente alla Sardegna e noi questo emendamento ovviamente lo appoggiamo. Io le chiedo, signora Ministra, che cosa il Governo intenda fare subito per sostenere l'economia agropastorale di quelle zone, magari un qualcosa già dalla prossima manovra di bilancio.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatrice Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato la Sardegna il 27 e 28 novembre scorso hanno messo a dura prova la capacità del sistema idraulico della regione di smaltire l'eccesso di precipitazioni, provocando la perdita di vite umane, oltre ad ingenti danni al patrimonio anche aziendale. La difficoltà di adattamento del sistema produttivo ai cambiamenti climatici in atto è sotto gli occhi di tutti; il settore agricolo è senz'altro quello più esposto, per questa necessità di investimenti mirati, in grado di affrontare non solo la fase emergenziale ma di guardare al futuro. Fondamentale è la gestione del territorio, fortemente compromessa dall'abbandono delle aree marginali e dalla cementificazione indiscriminata.

Con questo obiettivo, il Governo ha previsto, all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un ambizioso piano di investimenti strutturali e di manutenzione straordinaria del territorio, per ridurre il rischio alluvioni e contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico. A ciò si aggiungono ulteriori investimenti nella resilienza e nell'agrosistema irriguo, non solo per la migliore gestione delle risorse idriche, per interventi di gestione forestale sostenibile e manutenzione dei sistemi di idraulica forestale in area montana e collinare, ma anche per la gestione e manutenzione del territorio rurale. Si tratta di un piano che non ha precedenti nella storia recente sia per la quantità delle risorse che saranno investite sia per la qualità degli investimenti da realizzare.

Ricordo, inoltre, che dal 2018 questo Ministero ha investito oltre 1 miliardo 100 milioni di euro per la realizzazione di 133 progetti, che intervengono sul reticolo idrografico a prevalente uso irriguo, grazie ad una programmazione sinergica di diverse fonti di finanziamento nazionali, europee e di coesione. Relativamente al sostegno delle imprese agricole danneggiate, ricordo che la regione Sardegna, oltre a poter attivare nell'ambito del proprio programma di sviluppo rurale la misura 5.1, destinata al ripristino delle potenzialità produttive delle imprese agricole danneggiate da avversità atmosferiche, può richiedere, entro 90 giorni dal termine dell'evento, l'attivazione degli interventi compensativi ex post del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, nei termini e con le modalità ivi previste. Al riguardo, assicuro fin d'ora che, non appena la regione formalizzerà la proposta, questo Ministero provvederà all'istruttoria di competenza per l'emissione del decreto di declaratoria, con il quale potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole, tra cui i contributi in conto capitale, volti al ripristino delle strutture aziendali danneggiate e alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte.

PRESIDENTE. Il deputato Frailis ha facoltà di replicare.

ANDREA FRAILIS (PD). Presidente, ringrazio la signora Ministra per la sua risposta e mi ritengo soddisfatto di quanto mi ha detto. Il settore agropastorale della Sardegna e, in generale, le zone interne della Sardegna, soffrono molto e questo è stato il colpo di grazia rispetto a una economia che ormai è in ginocchio. Ricordo altre emergenze di cui alcune zone interne della Sardegna e il settore agropastorale soffrono: ad esempio, la peste suina, che ancora devasta alcune zone della Sardegna; però non ci sono più casi da molti mesi, signora Ministra, e gli operatori attendono di poter commercializzare, di poter esportare i propri prodotti.

Vi è poi il prezzo del latte ovino, che non è stato ancora risolto; sono molti anni che aspettiamo una risposta da questo punto di vista. Le ricordo, signora Ministra, se fosse possibile inserire all'interno del “bando indigenti” (per dare risposte alla situazione economica delle famiglie, e non soltanto economica, alla quotidianità difficile delle famiglie) alcuni dei prodotti degli allevamenti tipici sardi: i maialetti, per esempio, o gli agnelli darebbero risposta a molte famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure a favore del comparto della pesca – n. 3-01955)

PRESIDENTE. La deputata Sara Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-01955 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA MORETTO (IV). Presidente. buongiorno Ministra. Tra i settori che più stanno soffrendo gli effetti di questa crisi c'è quello della pesca, che già da anni lotta tra mille difficoltà, e, non da ultimo, quella di far comprendere in sede europea le peculiarità della nostra piccola pesca italiana. La sfida è garantire redditività e sviluppo ad un comparto chiave del nostro agroalimentare di qualità.

Lei, Ministra, conosce bene la situazione e ciò l'ha portata a mettere in atto alcune azioni fondamentali in questi mesi di emergenza, come il recente ampliamento del bonus ristorazione o l'indennità di 950 euro ai pescatori autonomi, che ci auguriamo superi le attuali difficoltà poste dall'INPS per un'erronea procedura di esame.

Oggi le chiediamo, Ministra, cosa intende portare avanti nell'ambito della legge di bilancio e del Recovery Plan a sostegno di questo strategico settore economico.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, colleghi, il settore della pesca rappresenta uno degli asset strategici di questo Ministero, ancor di più in questo momento, in cui è indispensabile fronteggiare le criticità prodotte dall'emergenza COVID-19 e dare sostegno alle imprese, alle lavoratrici e ai lavoratori.

Gli interventi del Governo, nel corso di questi drammatici mesi, hanno avuto l'obiettivo di contenere le gravi conseguenze di carattere economico e sociale derivanti dalla sospensione delle attività produttive dovute alla diffusione del virus. Nei provvedimenti che abbiamo adottato da marzo in poi abbiamo garantito la possibilità alle imprese del settore di accedere al Fondo perduto previsto dall'articolo 25 del “decreto Rilancio” e alle garanzie ISMEA, compresa la cambiale per la pesca. Abbiamo istituito un fondo da 20 milioni di euro finalizzato al ristoro dei danni delle imprese della pesca e dell'acquacoltura, e assicurato alle stesse di beneficiare per otto mesi nel 2020 di un esonero totale dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro. Ci siamo adoperati affinché l'anello più fragile della catena, costituito dalle lavoratrici e dai lavoratori, non fosse ulteriormente penalizzato; a tal fine abbiamo attivato gli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori dipendenti e il bonus per i lavoratori e le lavoratrici autonomi della pesca.

A questi interventi è seguito quello previsto dal decreto-legge Agosto, col quale abbiamo istituito un fondo di 600 milioni di euro, che si pone il duplice obiettivo di sostenere il settore agricolo e della pesca nonché l'attività di ristorazione, mediante la concessione di un bonus fino a 10 mila euro a fronte dell'acquisto di prodotti, anche ittici, legati al territorio. Da ieri, con l'entrata in vigore del decreto-legge Ristori-quater, tale bonus potrà essere concesso anche alle imprese itti-turistiche particolarmente segnate dalla crisi.

Per rafforzare l'impianto di interventi, ho voluto inserire all'interno della legge di bilancio per l'anno 2021 misure ulteriori volte a sostenere il settore nella sua complessità. È prevista l'istituzione di un fondo di 150 milioni di euro per il sostegno alle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura; una parte di tali risorse sarà destinata al mondo della pesca e il decreto attuativo di tale misura sarà frutto di un confronto con tutte le parti interessate, allo scopo di individuare le modalità più efficaci di utilizzo. Abbiamo rifinanziato con 7 milioni di euro per il 2021 il Piano triennale della pesca e con 14 milioni di euro nel triennio 2021-2023 il Fondo solidarietà della pesca, e assicurato anche per il 2021 il finanziamento dell'indennità di fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio anche per i soci lavoratori delle cooperative di piccola pesca, con un importo complessivo di 19 milioni di euro.

Gli strumenti di sostegno al settore non esauriscono le azioni del Ministero perché il mio obiettivo è quello di far diventare la filiera agroalimentare della pesca uno degli asset strategici del Recovery Plan, anche in considerazione delle potenzialità di questi comparti nell'intercettare una considerevole parte degli stanziamenti previsti. Su questo ultimo tema sarà mia cura tenere costantemente aggiornato il Parlamento in merito agli sviluppi che stanno maturando in queste settimane.

PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Presidente, grazie, signora Ministra. La sua risposta è molto puntuale e delinea numerosi tasselli, che fanno parte di un percorso che è in atto da tanti anni, fatto di richieste del comparto della pesca e dell'acquacoltura, uno dei settori più fragili del nostro agroalimentare; tasselli che finalmente trovano una collocazione puntuale all'interno dei decreti emergenziali, ma soprattutto in un'ottica di visione, di rilancio e di prospettiva.

Io credo che in questi mesi nel lavoro parlamentare, ma soprattutto nelle scelte che il suo Ministero ha condotto, abbiano trovato spazio misure di carattere generale, come lei ha ricordato: l'accesso al credito, il tema degli esoneri contributivi - su cui dovremo continuare anche nei prossimi mesi - ma anche misure che riconoscono la specificità di questo mondo; la crisi del settore turistico, la chiusura di alcuni canali commerciali, soprattutto nella prima fase dell'emergenza, e la lunga coda che in quel settore essa ha avuto, ha avuto delle ripercussioni fortissime nel mondo della pesca, dell'acquacoltura e in particolare della piccola pesca. Da questo punto di vista, quindi, credo che aver esteso anche agli ittiturismi nel “decreto Ristori” sia frutto anche di un grande percorso di interlocuzione con le rappresentanze del mondo della pesca, perché proprio questo tassello mancava ed è giunta positivamente la risposta. Così come aver concesso la possibilità di estendere l'acquisto di prodotti ittici proprio in quel bonus ristorazione; un altro tema che a me sta particolarmente a cuore, e che è una novità di questi anni, è l'avere esteso anche il Fondo indigenti all'acquisto di prodotti che vengono dal mondo della pesca e dell'acquacoltura; questo è fondamentale.

Una richiesta, e credo che coglierà la sua sensibilità, perché lo ha già dimostrato. Il Recovery Plan è un appuntamento importante e la sfida della sostenibilità il mondo della pesca lo vuole intercettare, perché chi sta in mare vive del mare, con il mare. Bisogna accompagnarli con misure sociali, misure che riguardano il trattamento pensionistico, ma soprattutto vedere in chi vive dalla pesca un alleato anche nella sfida della sostenibilità, quindi, non con meccanismi punitivi, ma con un accompagnamento che possa essere positivo.

(Elementi e iniziative in merito alla riprogrammazione delle risorse derivanti dai fondi europei, al fine di migliorare l'efficacia e la qualità degli investimenti delle politiche di coesione - n. 3-01956)

PRESIDENTE. La deputata Francesca Galizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01956 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, sicuramente grazie all'impegno di questo Governo e di questa maggioranza parlamentare, il Paese sta vivendo una nuova fase di protagonismo in Europa, ma la pandemia, come ben sa, rende necessario nuovo approccio nei confronti degli strumenti messi a disposizione dell'Unione europea. Mi riferisco agli ultimi dati sull'avanzamento della spesa dei fondi europei nella programmazione 2014-2020 e a fronte di un conclamato il ritardo accumulato dall'Italia negli anni. La responsabilità non è soltanto nostra - non ci sono dubbi - ma è dovuta alla complessità delle procedure europee, che fortunatamente si sono snellite nella seconda metà del 2020, grazie ad una flessibilità introdotta dalla Presidente von der Leyen, con il pacchetto legislativo denominato Coronavirus Response Investment Initiative, che lei, signor Ministro, ha saputo ben sfruttare. Restano, però, risorse ancora da investire e l'obiettivo resta una riprogrammazione tale da spostare fondi, superando anche quello che è il vincolo di concentrazione tematica. A tal proposito, le volevo chiedere, Ministro, quali iniziative intende adottare per favorire un'accelerata nella spesa delle risorse europee ancora disponibili e per la riprogrammazione a valere sui Programmi operativi FESR e FSE 2014-2020 e quali per monitorare l'efficacia e la qualità degli investimenti delle politiche di coesione, preziosi in vista di un reale recupero del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno, a cui noi terremmo molto.

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Luciano Calogero Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per l'occasione che mi offrono di raccontare a quest'Aula il lavoro di accelerazione che abbiamo fatto nell'utilizzo dei fondi europei e che ha conseguito il risultato, alla fine dell'anno scorso, di raggiungere tutti i target di spesa per i programmi operativi, grazie al lavoro di affiancamento e a volte anche di cooperazione rafforzata dell'Agenzia della coesione con le Autorità di gestione regionali e nazionali. Tuttavia, è un risultato non soddisfacente, a mio avviso, che ha determinato un ulteriore sforzo di accelerazione, che abbiamo registrato nel corso dei primi mesi di quest'anno, come ci è stato riconosciuto dalla Commissione europea. Tra febbraio e agosto, secondo gli ultimi dati disponibili di monitoraggio, noi, in termini di pagamenti, abbiamo accelerato di circa 3 miliardi la spesa dei fondi strutturali, portando dal 30 a quasi il 40 per cento il grado di assorbimento delle risorse. È uno sforzo di accelerazione che vedrà ulteriore impulso dall'azione di riprogrammazione, che, grazie alla flessibilità e alla semplificazione condivisa con la Commissione europea, ha determinato un'ulteriore accelerazione nella spesa e nell'impiego dei fondi strutturali europei, che è stata utile per fronteggiare l'emergenza. Ricordo che 300 milioni di fondi strutturali sono stati indirizzati alla didattica a distanza nelle scuole, 650 milioni per il reclutamento di ricercatori e per attrezzature in ambito universitario, ma anche a fornire innovazioni di metodo che saranno fondamentali per la nuova programmazione e si fondano su un rafforzamento del presidio centrale di coordinamento nell'utilizzo dei fondi europei, di una concentrazione degli interventi che abbiamo preteso nella fase di riprogrammazione delle riforme, di una cooperazione rafforzata che verrà ulteriormente migliorata anche dall'azione di rigenerazione amministrativa proposta nella legge di bilancio per il prossimo anno.

Tutte queste innovazioni di metodo saranno utili per la nuova programmazione 2021-2027, che, insieme alle risorse di Next Generation EU, rappresenta la più grande stagione per avviare una politica di sviluppo e di coesione nel nostro Paese, che certamente non possiamo mancare.

PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Buompane ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, ci dichiariamo soddisfatti della risposta. L'attuale crisi economica e sociale, generata dall'emergenza epidemiologica da COVID-19, rende necessario un nuovo approccio nei confronti degli strumenti messi a disposizione dall'Unione Europea. L'ampia flessibilità concessa da quest'ultima agli Stati membri in tema di riprogrammazione dei fondi europei deve essere centrale nell'agenda di Governo. La modifica dei vari programmi operativi non necessiterà, infatti, di autorizzazione da parte della Commissione europea, ma potrà avvenire con la sola approvazione del Comitato di sorveglianza. È bene, inoltre, rimarcare che questi fondi, come il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo, possono essere impegnati, tra gli altri, per acquistare dispositivi sanitari e di protezione e prevenzione delle malattie, sanità elettronica, dispositivi medici, sicurezza dell'ambiente di lavoro nel settore dell'assistenza sanitaria e garanzie dell'accesso all'assistenza sanitaria per i gruppi più vulnerabili. Su questi temi, oggi al centro del dibattito politico, i cittadini chiedono risposte immediate, chiare e certe. In Italia, la maggior parte della spesa è stata impiegata in cinque regioni meridionali: Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia; molta attenzione è stata dedicata alla politica regionale dell'Unione Europea da parte degli economisti, queste risorse infatti sono fondamentali per il sud. Analizzando gli investimenti sulle infrastrutture, ad esempio, numerosi studi hanno evidenziato come i fondi europei abbiano avuto un impatto positivo e significativo sulla crescita del fattore produttività. Lei, signor Ministro, in quest'Aula, in diverse occasioni ha ribadito che la coesione territoriale è un aspetto fondamentale dell'azione politica del suo Dicastero; questo valga ancor di più in questo momento di emergenza economica e sanitaria, e troverà in tal senso disponibile e attento il MoVimento 5 Stelle, a supportare ogni azione volta a migliorare l'allocazione, la gestione e il successivo monitoraggio delle risorse disponibili.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Massimo Enrico Baroni, Bergamini, Orsini, Roberto Rossini e Tucci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni del Ministro della Salute sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Ministro della Salute sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da COVID-19.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Intervento del Ministro della Salute)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, onorevoli colleghi, è trascorso meno di un mese da quando il 6 novembre, con la mia ultima informativa, ho riferito al Parlamento sull'evoluzione della pandemia in Italia e sulla prima ordinanza, da me firmata il 4 novembre in attuazione del DPCM del 3 novembre. Adesso, con il rispetto che si deve al lavoro della Camera dei deputati, seguirò attentamente le osservazioni, le proposte e gli indirizzi che verranno formulati nel corso di questo dibattito parlamentare da tutte le forze politiche, ai sensi del comma 1, articolo 2, del decreto-legge n. 19.

La seduta odierna assume un'ulteriore particolare rilevanza perché, nella seconda parte del mio intervento, intendo illustrare le linee guida del nostro piano strategico sui vaccini anti COVID, elaborato dal Ministero della Salute, dal commissario straordinario per l'emergenza, dall'Istituto superiore di sanità, da Agenas e da Aifa. Nei principali Paesi europei un passaggio parlamentare come questo non è ancora avvenuto; penso che sia fondamentale il pieno coinvolgimento del Parlamento su una sfida così strategica.

Ma partiamo dal prossimo DPCM e dal quadro epidemiologico da cui esso deriva: prima di soffermarmi sugli effetti che hanno avuto le ordinanze firmate in queste quattro settimane, mi preme ricordare che il Governo, già prima del DPCM del 3 novembre, dinanzi all'aumento del numero dei contagi e dell'indice Rt, aveva immediatamente assunto misure più stringenti per contrastare una diffusione incontrollata dell'epidemia.

Le mie ordinanze sono state adottate, come prescritto dalla norma, sulla base della classificazione delle regioni effettuata con cadenza settimanale dalla cabina di monitoraggio, sentiti i presidenti di regione e il nostro Comitato tecnico-scientifico. Sono scelte dettate da valutazioni scientifiche ispirate, come sempre, al principio di precauzione e dalla nostra ferma volontà di tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, come indica la nostra Costituzione. Sono scelte che, come dimostrano gli ultimi dati, hanno aiutato le regioni prima a rallentare l'espansione del contagio e poi a ridurre, anche in valore assoluto, il numero quotidiano dei nuovi casi.

Il Governo, attraverso le mie ordinanze, si è assunto la responsabilità di scelte difficili quanto necessarie; ogni ordinanza restrittiva comporta sacrifici di cui siamo ben consapevoli, ma senza queste scelte sarebbe impossibile mettere la curva sotto controllo. La pressione sulle strutture ospedaliere diverrebbe insostenibile, non reggerebbero i nostri medici, infermieri e tutti i professionisti sanitari, cui va sempre la nostra più convinta gratitudine per il lavoro incessante che stanno svolgendo (Applausi). I dati dell'ultima rilevazione della cabina di monitoraggio, ed in modo particolare il lavoro incessante dell'Istituto superiore di sanità, ci forniscono indicazioni certamente molto utili per orientare le prossime scelte. Dall'analisi dei dati, considerati soprattutto nel loro quadro evolutivo, emerge che l'insieme delle misure che abbiamo adottato iniziano a dare i primi incoraggianti risultati. Diminuisce l'incremento quotidiano dei contagiati e tutto lascia prevedere che la prossima rilevazione della cabina di monitoraggio dovrebbe confermare la tendenza in discesa dell'indice Rt, che è passato in quattro settimane da 1,7 a 1,4 a 1,2 a 1,08.

Sono fiducioso che a breve l'indice possa scendere sotto 1, e questo, come è noto, è un elemento essenziale per riportare il contagio sotto controllo. La situazione è molto seria in tutto il Paese e nessuna sottovalutazione può essere ammissibile, però mi sembra giusto sottolineare dinanzi al Parlamento quella che è una verità ormai evidente: le misure che le regioni e il Governo nazionale hanno messo in campo stanno funzionando, le valutazioni dei nostri scienziati si stanno rivelando fondate. A marzo fu l'Italia con coraggio e determinazione ad indicare agli altri Paesi occidentali la strada del lockdown per fermare la pandemia; adesso, nella seconda ondata, stiamo sperimentando una strada diversa; l'obiettivo del Governo è piegare la curva senza un lockdown generalizzato, che invece altri Paesi sono stati costretti a scegliere. L'esperienza di queste settimane ci dice che la nostra scelta di adottare un modello per classificare le regioni in base allo scenario e al livello di rischio e di modulare proporzionalmente le misure da adottare appare essere in grado di appiattire la curva del contagio senza ricorrere nuovamente ad un lockdown totale in tutto il Paese, con i costi sociali ed economici che esso comporterebbe.

È un risultato non scontato, sul quale non mi soffermo oltre, perché oggi mi preme parlare, innanzitutto, di quel che dobbiamo fare da domani e nelle prossime settimane, più che rivendicare i primi passi avanti fatti. Credo che sia indispensabile avere gli occhi ben aperti: guardare i progressi che stiamo compiendo grazie alle misure adottate non può significare non vedere con altrettanta nitidezza le grandi difficoltà che permangono. I dati evidenziati dall'ultima rilevazione della cabina di monitoraggio sono molto chiari, guai a non leggerli tutti con la stessa attenzione.

Siamo in presenza di una sostenuta circolazione del virus che rende molto difficile il contact tracing e può alimentare nuovi consistenti focolai. Siamo in presenza di una forte pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive. Per la stabilizzazione di questi primi risultati positivi c'è bisogno di altre settimane di sacrifici e poi di una robusta cura di mantenimento. Lo dico con tutta la forza che ho dentro: attenzione a scambiare un primo raggio di sole con lo scampato pericolo. L'onda resta molto alta e la nostra navigazione continuerà ad essere esposta a mille imprevisti e difficoltà. Lo dico con la chiarezza e la forza che deve avere in questi passaggi il Ministro della Salute: non facciamoci illusioni, se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l'angolo. Ripeto ancora una volta un'espressione che ho usato mille volte in questi mesi: non dobbiamo perdere la memoria, conosciamo ormai il virus, sappiamo i danni che fa e la facilità con cui se ne può perdere il controllo.

In troppi, nei mesi susseguenti al lockdown, hanno frettolosamente teorizzato che il virus avesse perso forza, che il rischio di una seconda ondata era sostanzialmente inesistente e che si poteva fare a meno dell'obbligo di rispettare le regole, a partire dall'utilizzo delle mascherine. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si è pericolosamente abbassata la soglia di attenzione ed il rispetto delle tre regole fondamentali di prevenzione (mascherine, distanziamento e igiene delle mani), e si è determinato un clima da liberi tutti sbagliato ed ingiustificabile. Ricordo questi fatti con preoccupazione, senza voler alimentare polemiche che non servirebbero a nulla, unicamente per rinnovare un monito ed un allarme che ho più volte ripetuto anche dopo il lockdown e prima dei mesi estivi.

Voglio ricordare alcuni numeri che dobbiamo avere sempre ben impressi perché non si ripetano nelle festività natalizie le stesse leggerezze viste in estate. Il 20 marzo, nella giornata più drammatica della prima ondata, abbiamo registrato 6.237 casi; dopo il lockdown, a luglio, la media giornaliera era scesa a 237,4 casi al giorno; ad agosto eravamo a 778,5; a settembre la media è salita a 1.608 casi, con una punta massima di 2.588 nuovi casi. Nel mese di settembre - questo è il punto - il virus ha iniziato a rompere gli argini, a tracimare, uscendo dai confini dentro i quali eravamo riusciti a tenerlo.

Ammesso che qualcuno coltivi ancora dubbi sulla forza e la velocità di propagazione del COVID, voglio ricordare brevemente ancora qualche dato: nella settimana che va dal 28 settembre al 4 ottobre abbiamo avuto 14.587 casi, in quella successiva 28.196, poi 52.960, poi 100.446, poi 183.243, poco meno di un raddoppio settimanale; nella settimana che va dal 2 all'8 novembre è iniziata leggermente a diminuire questa corsa, con un incremento di 200.829 casi, che sono divenuti 211.850 in quella successiva. Nell'ultima rilevazione della cabina di monitoraggio c'è la prima riduzione in valore assoluto del numero dei contagiati, che si assesta su 193.309, con una media di 27.615 al giorno ed un indice Rt, come dicevo, pari a 1,08. Dal rilevamento di fine settembre-inizio ottobre alla settimana scorsa, il tasso medio di occupazione dei posti letto in area medica è passato dal 7 per cento a circa il 50 per cento, e quello delle terapie intensive dal 4 per cento al 38 per cento; questi numeri non credo abbiano bisogno di parole per commentarli. A settembre, dopo il lockdown, eravamo mediamente a 1.608 casi al giorno, adesso abbiamo dati certamente in diminuzione, ma siamo ancora, ieri sera, a 19.350 nuovi contagiati. è del tutto evidente che, con una tale circolazione del virus, se abbassiamo la guardia andiamo incontro ad un esito segnato; abbiamo un'incidenza di 320 casi ogni 100 mila abitanti, dobbiamo arrivare sotto il dato di 50. Ecco perché le prossime festività vanno affrontate con estrema serietà, se non vogliamo nuove pesanti chiusure tra gennaio e febbraio. Ripeto ancora una volta un concetto per me basilare: senza consistenti limitazioni dei movimenti, senza un cambio sostanziale delle nostre abitudini, un rigoroso rispetto delle regole di sicurezza, la convivenza col virus sino al vaccino è destinata ad essere molto complessa. Questa è la verità che è dinanzi a noi; in società fortemente sviluppate come la nostra, senza ridurre gli spostamenti e le occasioni di contagio, la convivenza con il virus è difficilmente realizzabile. Ecco perché, con il prossimo DPCM, dobbiamo continuare con misure chiare e rigorose, anche per non vanificare il lavoro fatto nelle ultime settimane.

Gli orientamenti del Governo possono essere riassunti in due scelte di fondo. La prima: riconfermare il modello della classificazione delle regioni per scenario ed indice di rischio; il sistema delle tre zone (rossa, arancione e gialla) ha dato risultati soddisfacenti. I tecnici del Ministero, assieme a quelli dell'Istituto superiore di sanità e delle regioni, si stanno confrontando sui parametri, ma l'impianto di fondo è corretto e sta funzionando. E' uno strumento efficace che ci consente di agire rapidamente ed in modo proporzionale al variare della situazione epidemiologica; oggi, in un contesto di primo miglioramento, le regioni tendono verso il giallo, ma, qualora il quadro dovesse peggiorare, abbiamo vigente uno strumento automatico che può riattivare misure più restrittive. Seconda scelta: per affrontare adeguatamente le festività natalizie e quelle di fine anno le limitazioni previste dovranno essere rafforzate, anche nel quadro di un coordinamento europeo che il nostro Paese ha promosso nelle ultime settimane. Questo coordinamento è sempre utile, ma diventa indispensabile se si pensa ad attività che si svolgono sui confini naturali tra Stati diversi. In questo contesto, appare necessario limitare il più possibile i contatti non indispensabili tra le persone. L'orientamento del Governo è, per questo, durante le festività natalizie, di disincentivare gli spostamenti internazionali, di limitare gli spostamenti tra le regioni, come già oggi avviene in presenza di zone rosse e arancioni e, nei giorni più importanti di festa, il 25, il 26 dicembre, il 1° gennaio, limitare anche gli spostamenti tra i comuni.

Bisognerà poi evitare potenziali assembramenti nei luoghi di attrazione turistica, legati, in modo particolare, alle attività sciistiche. è opportuno, più in generale, ridurre i rischi di diffusione del contagio connessi ai momenti di aggregazione durante le festività del Natale e del Capodanno. Si tratta di misure indispensabili se non vogliamo vanificare i primi segnali di miglioramento. Non sarà un Natale come gli altri, ma serve davvero il contributo di tutti per ridurre il numero dei contagi, e quello - purtroppo molto alto - dei decessi e per alleggerire la pressione sulle nostre strutture sanitarie.

Abbiamo scelto, consapevolmente, di mantenere le lezioni in presenza nella scuola primaria e nella scuola media anche nelle zone rosse; è una scelta che rivendichiamo e che si connette con la centralità che le attività scolastiche assumono nella vita delle nostre comunità. Con l'uscita di molte regioni dalle zone rosse è già in corso una ripresa delle lezioni in presenza per le classi seconda e terza media; compatibilmente con l'evoluzione del quadro epidemiologico, è obiettivo del Governo riportare gradualmente in presenza anche gli studenti delle scuole superiori.

Vengo ora alla seconda parte del mio intervento, quella relativa al piano strategico dei vaccini COVID. Intendo, in via preliminare, svolgere due considerazioni che considero molto importanti, decisive. Innanzitutto, dopo le parole crude che ho utilizzato per sottolineare i tanti rischi che sono ancora dinanzi a noi, mi preme evidenziare, con la stessa nettezza, un chiaro messaggio di speranza: dopo mesi difficilissimi e giornate che non dimenticheremo mai, il messaggio di fondo che voglio rivolgere al Parlamento e, attraverso il Parlamento, ai cittadini del nostro Paese, è un messaggio di ragionata fiducia.

Cari colleghi, dentro la tempesta che ancora stiamo vivendo, finalmente vediamo un approdo, abbiamo una rotta chiara verso un porto sicuro; adesso è possibile, perché appare probabile che, a fine gennaio, avremo i primi vaccini e, poi, progressivamente, saremo in grado di vaccinare un numero sempre più alto di italiani; è la svolta che auspichiamo e alla quale lavoriamo da mesi. Siamo stati i primi in Europa, assieme a Germania, Francia e Olanda a costruire l'Alleanza per i vaccini, nel mese di maggio, e a porre il tema di un impegno comunitario perché si investisse sulla ricerca e su tutte le sperimentazioni; ora, finalmente, si vedono i primi risultati. Serve ancora prudenza e cautela; la verità è che, al momento, nessun vaccino è stato approvato né dall'EMA, l'Agenzia europea del farmaco, né da FDA l'Agenzia statunitense, ma i segnali che arrivano dagli studi effettuati sono incoraggianti e ci hanno portato ad accelerare la definizione del piano strategico che individua le linee essenziali di visione ed azione che intendiamo adottare. Dal piano strategico, che illustro oggi in Parlamento, deriverà poi un piano esecutivo, che sarà adeguato permanentemente sulla base dei processi autorizzativi delle agenzie regolatorie e della conseguente effettiva disponibilità dei vaccini. Ho sempre pensato che la scienza ci avrebbe portato fuori da questa crisi; ancora è presto e serve cautela, ma si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Al momento, non è intenzione del Governo disporre l'obbligatorietà della vaccinazione; nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione dei cittadini; il nostro obiettivo è, senza dubbio, raggiungere l'immunità di gregge. Oggi più che mai serve il contributo di tutti, con comportamenti responsabili, per affrontare questa fase di transizione e di resistenza; sono sacrifici con una scadenza temporale definita, che ci porteranno finalmente a chiudere questa pagina così difficile nella storia del nostro Paese, dell'Europa e dell'intera umanità. Dobbiamo compiere ogni sforzo per non far coincidere la campagna di vaccinazione con una nuova fase di grave diffusione del COVID. La campagna di vaccinazione sarà imponente e richiederà uno sforzo senza precedenti, dobbiamo evitare di arrivarci con i nostri presidi sanitari in difficoltà, con il personale totalmente impegnato nella lotta contro il COVID.

La seconda considerazione che voglio svolgere è relativa al clima politico con il quale affronteremo la stagione di vaccinazione COVID. La piena riuscita della campagna di vaccinazione deve rappresentare un obiettivo fondamentale di tutto il Paese. Non ci può essere, su questo tema, alcuna divisione tra di noi; non possiamo permettercelo.

Su questo serve un grande patto Paese con tutti dentro, nessuno escluso. Non ci sono maggioranza ed opposizione ma gli italiani e il loro fondamentale diritto alla salute come precondizione indispensabile per una solida ripresa economica e sociale.

È partendo da queste considerazioni di carattere generale che voglio, entrando nel dettaglio, illustrare al Parlamento le linee fondamentali del piano strategico dell'Italia per la vaccinazione anti SARS-CoV-2 (COVID-19).

Il primo asse è tanto semplice quanto importante: l'acquisto del vaccino è centralizzato e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, un diritto che va assicurato a tutte le persone, alle donne e agli uomini indipendentemente dal loro reddito e dal territorio nel quale ciascuno vive o lavora. Nessuna diseguaglianza sarà ammissibile nella campagna di vaccinazione.

Il secondo asse è altrettanto importante e rende concreto il principio precedentemente annunciato. L'Italia ha opzionato 202.573.000 dosi che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza. Con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale. Va inoltre ricordato che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi di durata dell'immunità prodotta dal vaccino. La scelta compiuta anche in questo caso è stata ispirata dal principio di massima precauzione. Abbiamo sottoscritto infatti, in quota parte, per la parte che riguarda l'Italia, pari al 13,46 per cento, tutti i contratti che l'Unione europea ha formalizzato. Non abbiamo mai esercitato il diritto di opting-out. Non vogliamo correre neanche il più piccolo rischio di non poter disporre di un vaccino autorizzato prima di altri o che dovesse risultare più efficace in conseguenza della scelta di non partecipare ad una delle acquisizioni stipulate dall'Unione europea.

Voglio ricordare ancora che questo meccanismo europeo di acquisti dei vaccini è stato promosso e favorito da una nostra iniziativa. Infatti, è dalla prima intesa per la fornitura dei vaccini, siglata il 13 giugno da Italia, Germania, Francia e Olanda, che poi è scaturita la decisione dell'Unione europea di centralizzare a Bruxelles la negoziazione e la stipula dei contratti. Non sono dunque i singoli Stati nazionali a trattare con le case farmaceutiche, ma è la Commissione a negoziare per tutti i Paesi membri. La Commissione europea e gli Stati membri hanno infatti sottoscritto un accordo in base al quale i negoziati con le aziende produttrici sono stati affidati in esclusiva alla stessa Commissione, affiancata da un gruppo di sette negoziatori in rappresentanza degli Stati membri, tra cui l'Italia, e da uno steering board, che assume le decisioni finali, ove siedono rappresentanti di tutti gli Stati membri. Le trattative avviate si sono concentrate su un gruppo di aziende che stanno sviluppando vaccini con diversa tecnologia. Queste dosi saranno distribuite agli Stati membri in proporzione alle rispettive popolazioni a partire dal primo trimestre del 2021 e con una più significativa distribuzione delle dosi nel secondo e terzo trimestre dell'anno, per completarsi sostanzialmente nel quarto trimestre. Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine - cosa su cui non possiamo ancora avere certezza assoluta - l'Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: AstraZeneca 40,38 milioni; Johnson & Johnson 53,84 milioni; Sanofi 40,38 milioni; Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni; CureVac 30,285 milioni; Moderna 10,768 milioni.

Il terzo asse è relativo ai tempi di autorizzazione dei vaccini che abbiamo acquistato. A tal proposito, voglio innanzitutto sottolineare che la corsa contro il tempo che la comunità scientifica sta compiendo cammina di pari passo con la massima sicurezza e il pieno rispetto di tutti i protocolli di garanzia e di controllo. Disporre di vaccini efficaci e sicuri è una priorità che non può essere subordinata o condizionata da qualsiasi altro interesse. Attorno a questo impegno si determina anche un'importante responsabilità sociale d'impresa. Voglio essere molto chiaro: la distribuzione e la produzione del vaccino non può essere regolata unicamente dalle leggi del mercato. Su questo ho trovato molto efficace il parere inviatomi dal professor Lorenzo D'Avack, presidente del Comitato nazionale per la bioetica, che ringrazio per la disponibilità e il prezioso contributo. L'emergenza - ha scritto - non deve portare a ridurre i tempi o addirittura ad omettere le fasi della sperimentazione, definite dalla comunità scientifica internazionale, requisiti indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico per garantire la qualità, la sicurezza e l'efficacia di un farmaco. L'Europa ha scelto questa strada, non abbreviando le fasi di studio e sperimentazione dei candidati vaccini e continuando a subordinare la messa in commercio al parere definitivo e vincolante dell'EMA. L'accelerazione dei tempi è stata realizzata facendo procedere in parallelo le diverse fasi di sperimentazione, produzione e autorizzazione. Infatti, parallelamente agli studi preclinici e clinici di fase uno, due e tre, si è avviata la preparazione della produzione su scala industriale ai fini della distribuzione commerciale. Contestualmente, l'Agenzia europea per i medicinali, onde contribuire all'accelerazione del processo senza venir meno al proprio fondamentale ruolo, sta procedendo con una procedura finalizzata definita di rolling review, che consiste nel valutare le singole parti del dossier mano a mano che vengono presentate dalle aziende, anziché attendere l'invio di un dossier completo. Tale procedura, senza inficiare la valutazione complessiva, abbrevia significativamente i tempi e può creare le condizioni perché si arrivi a concedere una prima autorizzazione di immissione in commercio già entro l'anno. Ad oggi sono state indicate due date da EMA, che potrebbe esprimersi il 29 dicembre su Pfizer-BioNTech e il 12 gennaio su Moderna. Queste due aziende, nel primo trimestre, da contratto dovrebbero fornirci, rispettivamente, 8 milioni 749 mila dosi Pfizer e un milione 346 mila dosi Moderna. Mentre vi parlo, non ci sono altre date già fissate da EMA.

Voglio ricordare che i contratti sottoscritti dalla Commissione europea vanno considerati come best scenario e sono ovviamente subordinati ai processi autorizzativi che - ribadisco - non hanno ancora certezza assoluta. Noi dobbiamo essere pronti allo scenario migliore e poi adattarci, se le scadenze dovessero cambiare a causa del dilungarsi dei processi di autorizzazione delle agenzie regolatorie. Il cuore della campagna vaccinale, secondo le nostre previsioni, sarà l'arco di tempo tra la prossima primavera e l'estate.

Il quarto asse è relativo alla scelta delle prime categorie che dovremo decidere di vaccinare, a partire da quando arriveranno in Italia le prime dosi di vaccino. Si tratta di una scelta non facile; dobbiamo farla in modo chiaro, trasparente, tenendo conto delle raccomandazioni internazionali ed europee ed informando puntualmente i cittadini. Attualmente l'Italia si trova nella fase di trasmissione sostenuta in comunità. In tale situazione epidemiologica, la strategia di sanità pubblica dovrà focalizzarsi inizialmente sulla riduzione diretta della morbilità e della mortalità nonché sul mantenimento dei servizi essenziali più critici. Al fine di sfruttare l'effetto protettivo diretto dei vaccini, sono state identificate le seguenti categorie da vaccinare in via prioritaria nella fase iniziale. La prima: operatori sanitari e sociosanitari. Sono in prima linea, hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Difendere questi professionisti in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del Servizio sanitario nazionale. La seconda: residenti e personale dei presidi residenziali per anziani.

Un'elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali è stata gravemente colpita dal COVID-19; i residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell'età avanzata, della presenza di molteplici comorbilità e della necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione.

La terza: persone in età avanzata. Un programma vaccinale basato sull'età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull'età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbilità aumenta con l'età. Per questo il gruppo che ho appena rappresentato è sicuramente una priorità per le vaccinazioni.

Ecco alcuni numeri rispetto alle categorie sopra indicate; sono numeri costruiti da dati Istat, da dati delle regioni e da dati del Ministero della Salute: operatori sanitari e sociosanitari, 1.404.037; personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani, 570.287; anziani over 80, 4.442.048; persone dai 60 ai 79 anni, 13.432.005; popolazione con almeno una comorbilità cronica, 7.403.578. Naturalmente, con l'aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazione, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali, quali, anzitutto, gli insegnanti, il personale scolastico, le Forze dell'ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità. Nel caso in cui si sviluppassero, poi, focolai epidemici rilevanti in specifiche aree del Paese, saranno destinate eventuali scorte di vaccino a strategie vaccinali di tipo reattivo.

Il quinto asse è quello relativo alla logistica, all'approvvigionamento, allo stoccaggio e al trasporto, che saranno di competenza del commissario straordinario. Nella definizione dei piani di fattibilità e delle forniture di tutte le attrezzature, strumenti e materiali necessari, sono stati considerati diversi aspetti, tra cui la catena del freddo estrema per la conservazione di alcuni vaccini o la catena del freddo standard, il confezionamento dei vaccini multidose e la necessità di diluizione. Per i vaccini che necessitano di catena del freddo standard si adotterà un modello di distribuzione hub and spoke, con un sito nazionale di stoccaggio e una serie di siti territoriali di secondo livello. Per quanto riguarda, invece, i vaccini che necessitano di catena del freddo estrema, questi verranno consegnati direttamente dall'azienda produttrice a 300 punti vaccinali che sono già stati condivisi con le regioni e le province autonome. Il confezionamento dei vaccini multidose richiede l'acquisizione di un adeguato numero di siringhe, aghi e diluente, che verrà assicurata sia tramite joint procurement europeo, sia attraverso la richiesta di offerta pubblica già emessa dagli uffici del commissario per l'emergenza COVID-19. Esso stesso assicurerà anche il materiale ritenuto essenziale per lo svolgimento delle sedute vaccinali.

La distribuzione dei vaccini, in particolare quelli relativi alla catena del freddo standard, avverrà con il coinvolgimento delle Forze armate che, in accordo con il commissario straordinario, stanno già pianificando vettori, modalità e logistica. Voglio a tal proposito ringraziare il Ministro Lorenzo Guerini per la preziosa collaborazione e con lui, chiaramente, tutte le Forze armate del nostro Paese (Applausi).

Il sesto asse riguarda la governance del piano di vaccinazione, che verrà assicurata dal coordinamento costante tra il Ministero della Salute, la struttura del commissario e le regioni e le province autonome. Nella fase iniziale della campagna vaccinale si prevede una gestione centralizzata della vaccinazione, con l'identificazione di siti ospedalieri e peri-ospedalieri e l'impiego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione. Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, OSS e personale amministrativo di supporto. Si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20 mila persone.

A tal riguardo, si prevede di agire, da un lato, ricorrendo a un cospicuo e temporaneo ricorso alle professionalità esistenti nel Paese, anche attraverso la pubblicazione di un invito a manifestare la disponibilità a contribuire alla campagna di vaccinazione, con l'attivazione di conseguenti modalità contrattuali definite ad hoc, nonché alla stipula di accordi con il Ministero dell'Università e della ricerca, nell'ambito dei percorsi formativi delle scuole di specializzazione medica. È quest'ultima una scelta qualificante, per la quale mi corre l'obbligo di ringraziare il Ministro dell'Università, Gaetano Manfredi. Migliaia di giovani laureati in medicina, iscritti ai primi anni delle scuole di specializzazione, per un lasso di tempo che stiamo definendo, parteciperanno alla campagna vaccinale che rappresenterà una parte del loro percorso formativo. Sul piano organizzativo, a livello nazionale saranno definite le procedure, gli standard operativi e il layout degli spazi per l'accettazione, la somministrazione e la sorveglianza degli eventuali effetti a breve termine. A livello territoriale verranno stabilite le localizzazioni fisiche dei siti, il coordinamento operativo degli addetti, nonché il controllo sull'esecuzione delle attività. A livello regionale e a livello locale saranno pertanto identificati i referenti che risponderanno direttamente alla struttura di coordinamento nazionale e si interfacceranno con gli attori del territorio, a partire dai dipartimenti di prevenzione, per garantire l'implementazione del piano regionale di vaccinazione e il suo raccordo con il piano nazionale di vaccinazione.

Con l'aumentare della disponibilità dei vaccini, a livello territoriale, potranno essere realizzate campagne su larga scala, walk-in per la popolazione presso centri vaccinali ad hoc organizzati e, in fase avanzata, accanto all'utilizzo delle unità mobili, il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio, seguendo sempre più la normale filiera tradizionale, incluso il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, della sanità militare e dei medici competenti delle aziende.

Settimo asse: un moderno sistema informativo per gestire in modo efficace, integrato, sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione. Per la realizzazione delle attività del piano si sta predisponendo un sistema informativo efficiente ed interfacciabile con i diversi sistemi regionali e nazionali, per poter ottimizzare tutti i processi organizzativi e gestionali, a partire dalle forniture fino alla programmazione e gestione delle sedute vaccinali. Inoltre, dovranno essere garantite funzionalità omogenee su tutto il territorio nazionale, in particolare relativamente al sistema di chiamata attiva, prenotazione, alla registrazione e certificazione della vaccinazione, al sistema di recall e al calcolo puntuale in real time delle coperture vaccinali e all'integrazione con i sistemi regionali e nazionali di vaccino sorveglianza e di sorveglianza epidemiologica.

Ottavo asse: un'efficace farmacosorveglianza e una sorveglianza immunologica per assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso della campagna di vaccinazione. L'obiettivo fondamentale è quello di predisporre una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi, monitorando gli eventuali eventi avversi ai nuovi vaccini COVID nel contesto del loro utilizzo reale, di identificare e caratterizzare prontamente eventuali nuovi rischi ancora non emersi e di individuare eventuali problematiche relative alla qualità. Le attività di sorveglianza saranno pianificate accuratamente in termini sia di raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa - farmacovigilanza passiva - che di azioni proattive attraverso studi e progetti di farmacovigilanza attiva e farmaco-epidemiologia. L'AIFA, in aggiunta alle attività di farmacovigilanza che sono normalmente previste per i farmaci e i vaccini, promuoverà l'avvio di alcuni studi indipendenti post autorizzativi sui vaccini COVID. L'AIFA si doterà, inoltre, di un comitato scientifico che per tutto il periodo della campagna vaccinale avrà la funzione di supportare l'Agenzia e i responsabili scientifici dei singoli studi nella fase di impostazione delle attività, nell'analisi complessiva dei dati che saranno raccolti e nell'individuazione di possibili interventi. Assieme alla vaccinovigilanza sarà molto importante la sorveglianza immunologica che consentirà di valutare la risposta immunitaria indotta dal vaccino ai diversi gruppi di popolazione.

Colleghi, spero sia risultato evidente, dalle informazioni che vi ho fornito, la portata e la complessità della campagna di vaccinazione che stiamo organizzando. Si tratta, da tutti i punti di vista, di uno sforzo senza precedenti, che richiederà un grandissimo impegno collettivo. Avremo bisogno di coinvolgere puntualmente i nostri concittadini per assicurare trasparenza, serietà e massima sicurezza a tutti. Non possiamo sottovalutare nessun aspetto scientifico, logistico o organizzativo che sia. Io sono certo che, in un clima positivo e unitario, tutte le istituzioni repubblicane saranno in grado di svolgere un ottimo lavoro. Dobbiamo lavorare tutti insieme e operare per assicurare il pieno successo della campagna di vaccinazione per sconfiggere definitivamente questo terribile virus, per creare le condizioni sanitarie per far ripartire l'Italia. Siamo un grande Paese, non dobbiamo dimenticarlo mai. Dimostriamo ancora una volta di essere all'altezza delle sfide più difficili (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Ministro della Salute.

È iscritto a parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà. Pregherei tutti di indossare bene la mascherina, grazie.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Ministro, onorevoli colleghi, credo che ognuno di voi convenga su quello che, in conseguenza dell'azione dei talebani che distrussero nell'anno 2000 i Buddha a Bamiyan, si leggeva su un vessillo innalzato…

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la mascherina naturalmente…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Io ho la certificazione per non portarla.

PRESIDENTE. …proprio per coprire la bocca, perché se lei non la copre…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Non lo so. Ho il certificato per non portarla quando parlo e l'ho mandato. Non vale niente. Va be', allora facciamo quello che volete voi.

PRESIDENTE. Forza, onorevole Sgarbi, lo sa.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). È un dato di fatto. Il dato è stato consegnato ai vostri uffici, però parliamo come dice lei e teniamo il bavaglio.

Ricomincio. Nell'ordine di quell'azione criminale, chiunque di voi avrà condiviso, spero, il vessillo che diceva: “Una nazione è viva quando la sua cultura è viva”. Noi abbiamo, dal 25 ottobre, chiusi i musei e sono chiuse le scuole. Non abbiamo evidenze che i musei portino contagio, non abbiamo evidenze che nella scuola la soluzione debba essere questa, perché il dato inquietante delle parole dell'illustre Ministro è questo: “Noi seguiamo le regole europee”. Le seguiamo per i vaccini, ma perché non seguiamo le regole europee per le scuole, che sono aperte in Inghilterra, Germania, Spagna, Francia? Forse le regole vanno a intermittenza? Vanno accolte soltanto rispetto ai vaccini? E perché, in virtù della Brexit e, quindi, di uno Stato libero, come siamo liberi nel fare quello che gli altri Stati europei non fanno a danno dei diritti dei cittadini, avviene che, lunedì 7, vengano distribuiti i vaccini a 40 milioni di inglesi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Perché l'Inghilterra ha ottenuto, attraverso il proprio controllore nazionale, la vidimazione del vaccino Pfizer in 40 milioni, che verranno distribuiti con l'esercito, con l'indicazione del regolatore britannico, e gli Stati Uniti cominceranno a metà dicembre, mentre noi in gennaio? Perché la Commissione europea deve ottenere la valutazione dell'EMA, ma se non vale l'Europa per le scuole, perché vale per i vaccini? Gli inglesi sono un popolo diverso? È una diversa condizione essere nato in Inghilterra? Come si permette di dire che dovete verificare quel vaccino che è stato verificato per inglesi e americani? Quale logica è? Perché l'Europa vale soltanto per questa idiozia che ci impone di vivere nell'incubo per un altro mese, con musei chiusi, ristoranti chiusi, quando il CTS non vi ha mai detto che i ristoranti devono stare chiusi? Non c'è nessuna indicazione, tant'è vero che forse li aprirete, dimostrando non che fate una cosa giusta ma che era sbagliato quello che avevate fatto. Tenere i ristoranti chiusi è un'idiozia! Io ho fatto di tutto per introdurre, con molto ritardo, i saturimetri, dei quali oggi si parla, ma dentro al CTS c'era un esperto di quei saturimetri, che si potevano già ottenere in aprile e arriverà forse adesso, in dicembre, una dotazione.

Perché occorre che un deputato debba intervenire per fare un ricorso al TAR contro la chiusura dei musei, ritenuti servizi essenziali come gli ospedali e come gli autotrasporti da una legge del 2015 che voi avete violato? Perché deve essere un deputato a dire da solo quello che è all'evidenza di tutti? Perché siamo diversi dagli inglesi e dagli americani? Risponda a questo, invece di fare prediche rassicuranti sulla vostra inadempienza. Si vergogni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, tanto lei lo sa. Serve a poco.

È iscritto a parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, grazie per la sua comunicazione, una volta ancora ricca, onesta, puntuale, al Parlamento, che ha messo, senza infingimenti, in chiarezza l'enorme sfida che abbiamo davanti, una sfida decisiva. Infatti, o riusciremo, attraverso misure e comportamenti adeguati, a evitare una terza ondata del virus e lo diciamo di fronte a dati incoraggianti sulla flessione della seconda, da cui, però - è bene ribadirlo e lei lo ha fatto - non siamo ancora affatto fuori, o riusciremo a bloccare, dicevo, una terza ondata e riusciremo contestualmente a rendere trasparente, efficace e di successo il piano vaccinale - e la contestualità è un elemento di ulteriore complessità in questo quadro - o noi perderemo questa sfida in termini di credibilità, di fiducia, di capacità di una risposta di resilienza, fin qui encomiabile, da parte dei cittadini italiani. Questa consapevolezza dovrebbe orientare la risposta di tutti noi all'ulteriore chiamata alla comune responsabilità - lo dico anche ai colleghi - che anche oggi lei ci ha fatto e che non può essere un rito stanco che precede la solita dinamica di faziosa contrapposizione politica per qualche presunto decimale nei sondaggi. Non ce lo possiamo più permettere. Anche questo Parlamento - le sue parole - è chiamato a un cambio di fase, perché o vinciamo questa sfida come Paese o la perdiamo tutti insieme. E pur tuttavia dobbiamo farlo esercitando fino in fondo il ruolo di indirizzo del Parlamento sull'azione del Governo, utilizzando questo spazio di confronto anche per fugare dubbi, per offrire quanto più possibile ai cittadini che rappresentiamo un quadro di certezze, pur in un tempo governato necessariamente da tanta incertezza sul futuro. Dobbiamo chiarezza e dobbiamo poi corrispondere puntualmente con i fatti a quella chiarezza, perché - lo ripeto - siamo di fronte a un atto decisivo: il vaccino o, per meglio dire, i vaccini, l'immunità diffusa, di gregge, come si suole dire, che in tempi auspicabilmente rapidi produrranno. Il vaccino è lo strumento per uscire da questo incubo collettivo che condiziona le vite di tutti, le relazioni, le dinamiche sociali, lavorative e affettive, che condiziona il percorso educativo e scolastico di una generazione, e per affrontarlo serve fiducia. Lei, signor Ministro, ha usato una parola fondamentale per produrre fiducia, una parola fondamentale per favorire un'adesione piena dei cittadini non solo alla campagna vaccinale ma alla strategia complessiva dei prossimi mesi. Quella parola è “trasparenza”: trasparenza delle responsabilità, trasparenza della catena decisionale, trasparenza sulla scelta delle priorità da dare, trasparenza sulla sicurezza, trasparenza su quali vaccini scegliamo di somministrare e perché, trasparenza sul modello organizzativo, trasparenza sulla dimensione universale della vaccinazione per tutti e gratuita, trasparenza sugli esiti.

Ecco, come Partito Democratico chiediamo sin da oggi trasparenza e chiarezza su un processo così delicato, sapendo che queste saranno decisive per il buon esito delle ottime intenzioni che lei oggi ha espresso e intorno a questa esigenza di trasparenza e chiarezza verso i cittadini, di cui questa sua comunicazione al Parlamento fa parte, mi concentrerò in questi pochi minuti, sull'elemento di maggiore novità che lei ha portato alla nostra attenzione: il piano strategico vaccinale. Come ha detto, si è fatta una scelta corretta, politicamente significativa, con la tempestività di costruire un'alleanza per i vaccini con un impegno comunitario.

Da quella dimensione, quella europea, nello specifico dell'EMA, l'Agenzia europea per i farmaci, attendiamo ora l'autorizzazione di questi diversi vaccini. Dispiace aver sentito oggi il presidente Zaia, a cui si è associato poco fa il collega Sgarbi, che ha detto, sostanzialmente, che il fatto che siamo in Europa ci fa arrivare tardi rispetto alla Gran Bretagna. In realtà, l'esserci affidati ancora una volta all'Europa, alla sua Agenzia indipendente, ci farà arrivare bene, ci farà arrivare con le garanzie di un'Agenzia indipendente, con dati ed evidenze disponibili sui diversi vaccini e sulle diverse tecnologie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché è giusto ricordare che non stiamo solo parlando di vaccini di case farmaceutiche differenti, ma di vaccini con tecnologie diverse l'uno dall'altro ed è scelta corretta che l'Italia partecipi, con una quota significativa, all'approvvigionamento e alla fornitura di tutti i diversi vaccini. Altrettanto necessario sarà, però, signor Ministro, rendere espliciti, al termine del processo autorizzativo, gli elementi di sicurezza di questi vaccini, con un discorso pubblico trasparente, con evidenze comprensibili e con la chiarezza dei meccanismi di scelta su quali vaccini somministrare e a chi. Ognuno deve sapere cosa sta prendendo e perché quello e non un altro vaccino.

Questa trasparenza aiuterà a fugare paure, preoccupazioni ritrosie, quando non a prevenire fantasiose teorie anti-Vax, che pur, sappiamo, attraversano sottotraccia il nostro Paese e, ahimè, talvolta, anche questo Parlamento. Non banalizziamo le paure, non sottovalutiamo le domande, ma rispondiamo con competenza ed evidenze, ripeto, con massima trasparenza, presupposto per un'adesione responsabile e consapevole degli italiani a questa campagna e diciamo loro, a fronte della trasparenza dei dati e delle evidenze scientifiche, che vaccinarsi è un dovere, non come un semplice atto individuale, ma come un gesto di responsabilità civile e comunitaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E trasparenza vuol dire, signor Ministro, anche valorizzare il fondamentale ruolo di una farmacovigilanza rafforzata, come lei ha detto - bene le sue parole anche su questo -, per monitorare con una puntualità massima l'andamento di questa campagna vaccinale, gli eventuali eventi avversi rispetto ai vaccini, la diversa efficacia dei vaccini, gli esiti immunitari. In questo, bene la centralizzazione logistica e per l'approvvigionamento nella struttura commissariale, ma sul processo, come ha detto, di realizzazione e monitoraggio della campagna vaccinale, per accompagnare con rigore scientifico questi mesi decisivi, sarà fondamentale il ruolo dell'Agenzia italiana per il farmaco.

E ancora, signor Ministro, lo ha detto lei bene: vi è, nei prossimi mesi, una enorme sfida organizzativa, gigantesca, che non si può fallire. Bene il modello “Hub and Spoke” per il sistema di approvvigionamento e distribuzione, ma abbiamo la necessità che vi sia un processo puntualmente organizzato ed efficace fino all'erogazione del vaccino, in una necessaria armonizzazione dei modelli organizzativi differenti che vi sono nel nostro Paese. Non ci possiamo su questo permettere conflitti istituzionali, discussioni, polemiche in corso d'opera, scarico di responsabilità: serve una catena decisionale chiara e condivisa, serve un piano chiaro distribuito nel tempo, con certezze su logistica, modalità di somministrazione, definizione di chi somministra e con quale organizzazione.

Lei oggi ci ha detto, prima, cose molto importanti in questa direzione: abbiamo necessità che alle parole riusciamo a far corrispondere puntualmente i fatti, sapendo di doverci muovere su un terreno nuovo e contro i vizi organizzativi che, spesso, tengono al palo il nostro Paese. Dobbiamo - lo dico con serenità - riuscire ad assicurare un'efficienza anche migliore di quella che si è avuta con la campagna antinfluenzale. Bene aver già chiaro le categorie che per prime avranno i vaccini e la chiarezza e la trasparenza delle tempistiche, che, se ho ben compreso, entro la fine del 2021, dovrebbero portarci a somministrare il vaccino all'intera popolazione. Bene avere incluso fra le priorità, oltre agli operatori sanitari e sociosanitari degli ospedali, anche il personale delle RSA e delle strutture socioassistenziali. Mi permetto anche, Ministro, di segnalarle in questo senso l'attenzione agli operatori sanitari e sociosanitari che operano all'interno del terzo settore, non meno esposti in prima linea, spesso, anche nei contesti domiciliari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Bene, quindi, un piano così scadenzato e precisato nelle priorità, che possa mirare ad ottenere una copertura vaccinale tale da coprire, quanto prima, tutte le categorie a rischio, altrimenti tutto rischierebbe di essere vanificato. Per una simile complessa organizzazione sarà davvero necessario un potenziamento del sistema informativo, della sua interfacciabilità con i sistemi informativi regionali, di un puntuale sistema di chiamata delle persone, di un altrettanto puntuale registrazione delle avvenute vaccinazioni, quindi, di un registro delle vaccinazioni, ancor più decisivo per vaccini che chiedono la somministrazione di due dosi a breve distanza.

Sarebbe anche questa l'occasione, signor Ministro, per rendere pienamente operativo lo strumento dell'anagrafe vaccinale nazionale e di quelle regionali, che abbiamo già da qualche tempo sulla carta, senza però poterne ancora pienamente fruire. Servirà, Ministro, anche una logistica che contempli le distanze, lei lo ha detto: le difficoltà di spostamento nelle aree interne, l'età delle persone a cui prioritariamente diamo il vaccino e, quindi, l'esigenza di soluzioni flessibili, dinamiche e di buonsenso. Bene anche coinvolgere ed ingaggiare in questa sfida tutti i professionisti sanitari, pur con l'attenzione di sapere che questo, talvolta, vorrà dire sottrarli ad altri compiti. Bene anche coinvolgere i medici specializzandi ,a cui chiediamo, ancora una volta, di esserci, dopo questi mesi che li hanno già visti protagonisti nelle USCA e, più in generale, nel contrasto alla pandemia.

Mi consenta su questo, signor Ministro, una digressione su un tema che si sta svolgendo parallelamente in queste settimane. Ricordiamoci dei medici specializzandi anche in sede di legge di bilancio per mettere al bando quell'odioso paradosso che è l'imbuto formativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che tiene al palo non solo il futuro di tanti giovani medici italiani, ma anche quello della nostra capacità in prospettiva di risposta alla domanda, ai bisogni di salute.

E ancora, un altro elemento di chiarezza e trasparenza da offrire sarà capire come si intreccia tutto questo ambizioso piano vaccinale con il resto, con il sistema delle terapie in arrivo, con le linee guida che sono state già emanate sulle terapie esistenti, con la riorganizzazione del sistema di prevenzione della medicina del territorio. Infine, dovremo rendere anche chiaro come ci muoveremo da oggi fino al raggiungimento dell'immunità di gregge, che, verosimilmente, arriverà non prima della fine del 2021, se con l'efficacia della campagna vaccinale riusciremo ad assicurare una diffusione dei vaccini tale da metterci definitivamente, allora, al sicuro. Dovremo, cioè, rendere esplicito se, quando saremo alla fine della seconda ondata, con numeri auspicabilmente di nuovo molto bassi, riteniamo di reiterare una strategia che ha fatto ricorso alle misure di protezione individuale e alle norme igieniche, da un lato, e a chiusure e interruzioni delle attività sociali ed economiche in forma più o meno intensa, dall'altro, o se si ritenga utile completare, affiancare questa strategia con un modello di prevenzione ulteriore, che ci consenta non solo di agire in presenza di un incremento dell'indice di contagio, con le complessità che abbiamo conosciuto del contact tracing, con gli alti numeri di questi ultimi mesi, ma di intervenire a monte, prima, cioè, che riparta la dinamica esponenziale dei contagi. Credo che anche su questo, Ministro, nei prossimi tempi, in trasparenza, dovremo discutere.

Insomma, signor Ministro - e chiudo davvero -, ci aspettano settimane decisive, perché non ci può essere nemmeno un singolo rischio di fallimento del processo vaccinale. Ci giochiamo il futuro non solo sanitario, ma anche economico del nostro Paese e dobbiamo, quindi, preparare adeguatamente, tutti quanti dentro alle proprie responsabilità, il Paese a questa enorme sfida. Come lei ricordava, l'Italia è un grande Paese, che può e deve sicuramente vincerla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Presidente Rosato, Ministro Speranza, sottosegretario Zampa, onorevoli colleghi, eccoci di nuovo riuniti per assistere all'emanazione dell'ennesimo DPCM. Pensavamo che questo strumento non sarebbe stato più utilizzato e, invece, siamo alle solite: DPCM e presentazione poche ore prima dell'uscita del provvedimento. Per quanto riguarda la collaborazione e la condivisione con l'opposizione, come sempre, zero assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E cominciamo a entrare nel merito dei vari temi. Trasporto pubblico: passano i mesi, ma nulla cambia. Esistono limitazioni severissime per quasi ogni ambito, ma sui mezzi pubblici è sempre presente un grande assembramento.

Le misure alternative non sono utilizzate. Si sarebbero potuti usare i mezzi dei privati, i bus turistici, gli NCC e i taxi, peraltro tutti sotto utilizzati, quando non completamente fermi, per mancanza di passeggeri. In questo modo si sarebbe potuto assicurare anche un ristoro economico, collegato al lavoro di queste categorie per lo Stato. Pensate, quanti studenti o quanti anziani avrebbero potuto usufruire del servizio. L'unica misura che questo Governo ha scelto di mettere in campo è l'incentivo per i monopattini elettrici. Sembra uno scherzo, ma invece è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Veniamo adesso alla scuola. Anche qui per adesso siamo in difficoltà e, dopo aver passato l'estate a seguire le gesta del Ministro Azzolina e del commissario Arcuri, restano solo l'acquisto degli inutili banchi rotanti e le elucubrazioni sulle barriere in plexiglass. Allo stato attuale, dopo che l'Italia è stata nazione europea che in primavera ha chiuso le scuole, mentre negli altri Paesi europei erano aperte, ci avviamo a ripetere una negativa esperienza, con le scuole superiori già in didattica a distanza e le scuole primarie che rischiano di fare la stessa fine. Balza agli occhi quanto questo tema della riapertura delle scuole sia collegato anche al mancato potenziamento della rete dei trasporti pubblici. Nel frattempo si alza forte il grido d'allarme, lanciato da educatori, insegnanti e psicologi, sulle ripercussioni negative che la didattica a distanza prolungata nel tempo avrà sui bambini, proprio negli anni della formazione in cui è così importante la socializzazione.

Arriviamo adesso al capitolo delle terapie. È di primaria importanza riuscire a garantire le cure nella fase iniziale della malattia presso il domicilio dei pazienti, anche per non intasare…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega. Almeno nel suo gruppo, se possono evitare di urlare durante il suo intervento.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). …anche per non intasare i pronto soccorso e i reparti degli ospedali. Esistono dei protocolli terapeutici che possono essere utilizzati, a patto che i medici di medicina generale, le guardie mediche e i medici dei servizi di igiene pubblica e delle USCA siano messi in condizione di collaborare tra loro e di raggiungere il più presto possibile i pazienti. Si potrebbe parlare a questo punto anche dei diversi tipi di test e della loro attendibilità, compresi i tamponi. Si potrebbe parlare del numero limite di cicli di amplificazione della PCR, perché questa possa essere ritenuta valida e attendibile.

Ma, restando sul tema della terapia, vorrei spendere qualche parola e parlare della idrossiclorochina. In Italia in questo momento ne è stato vietato l'utilizzo per l'infezione da Coronavirus, nonostante questo farmaco sia presente sul mercato fin dagli anni Cinquanta. Negli Stati Uniti è un farmaco di uso comune, di basso costo, con 5 milioni di dosi prescritte nel 2017. In Italia ne è ammessa la prescrizione come terapia per numerose malattie reumatiche e autoimmuni, terapie di lunga e lunghissima durata. Io ho difficoltà a capire, come oculista, come sia possibile, che io visitavo ogni sei mesi dei pazienti, che fanno la cura con l'idrossiclorochina per anni e anni, senza vedere effetti collaterali importanti - anche quelli oculistici sono rarissimi - e ne sia vietato l'uso, per una o due settimane, in corrispondenza dell'infezione da COVID. L'idrossiclorochina viene regolarmente utilizzata in Germania e in Cina, come terapia anti COVID in fase iniziale. Si tratta di protocolli che spesso portano dei miglioramenti, che evitano il ricovero in ospedale. Quindi, non si comprende a cosa sia dovuta la demonizzazione di questo farmaco. I risultati degli studi scientifici sono controversi, fermo restando che lo studio principale, che aveva convinto l'OMS a sospendere i trial sull'idrossiclorochina come terapia anti COVID, pubblicato su The Lancet, è stato poi ritirato dalla stessa rivista medica. Probabilmente, la soluzione per ridurre gli effetti collaterali di idrossiclorochina sta nel dosaggio non è eccessivo, ma non sembrano esserci le condizioni per escludere questa molecola dall'arsenale terapeutico dei medici, considerando che viene utilizzata regolarmente per altre patologie senza effetti collaterali degni di nota, come altri farmaci di uso comune.

Altre patologie. È questo un tema sempre più stringente, che desta grande preoccupazione negli operatori sanitari e nei pazienti. È difficile calcolare il numero delle prestazioni sanitarie che si perderanno o si ritarderanno per colpa dell'epidemia da COVID-19, ma stiamo sicuramente parlando di un numero elevatissimo. Giusto per fare un esempio, possiamo parlare delle patologie oncologiche, che sono la seconda causa di decesso in Italia, con oltre 180 mila casi l'anno, subito dopo le malattie del sistema circolatorio, al primo posto, con 230 mila casi annui.

Le associazioni degli specialisti oncologi segnalano una riduzione del 52 per cento delle diagnosi e biopsie, una riduzione del 57 per cento delle visite settimanali presso i reparti di oncologia e il 64 per cento dei ritardi negli interventi chirurgici. Tutto questo comporterà inevitabilmente un elevato aumento di sofferenza e di decessi negli anni a venire, di non facile quantificazione, così come l'attribuzione delle cause legate ai ritardi. Stessa situazione vale per le altre patologie acute e croniche. In questo momento, purtroppo, con la complicità dei mass media, che tendono a fare spesso più terrorismo che informazione, si è creata una distinzione tra malati di serie A, affetti da Coronavirus, e malati di serie B con tutte le altre patologie, che non sono certo scomparse.

Per quanto riguarda i vaccini, abbiamo due capitoli. Uno è il capitolo della vaccinazione antinfluenzale, che dovrebbe essere in corso, nonostante le difficoltà di approvvigionamento delle dosi di vaccino stesso, e l'altro è la vaccinazione anti COVID, di cui ci ha parlato in maniera estensiva il Ministro Speranza. Una cosa importante da dire è il fatto che la campagna di distribuzione dei vaccini sia sotto il controllo del commissario Arcuri. Speriamo che non si ripetano esperienze già vissute con gli immancabili ritardi nei bandi di acquisto, prima per i DPI, poi per i tamponi, poi per i banchi scolastici e, infine, col bando per il potenziamento degli ospedali e delle terapie intensive. Sui vaccini, per la Lega, uno dei punti fondamentali rimane la non obbligatorietà. Detto questo, il piano vaccini dovrà rispettare i criteri fondamentali di sicurezza, universalità e gratuità e, nel rispetto del principio di libertà di scelta dei cittadini, anche assicurare l'appropriatezza e l'adeguatezza della comunicazione per la promozione della vaccinazione stessa.

Per quanto riguarda le riaperture, a questo punto è doveroso porsi una domanda: per quanto tempo dovremo convivere con il Coronavirus? Potrebbe l'epidemia assumere un andamento stagionale, con miglioramento in estate e peggioramento nelle stagioni più fredde, come peraltro avviene in genere con i Coronavirus? Questa situazione ci indica che anche le misure di chiusura, più o meno forzata, devono essere sostenibili nel tempo dal punto di vista economico. Quindi, il nostro invito è a riconsiderare la riapertura di teatri, cinema, palestre, impianti sciistici, musei e altre attività ubicate in aree a basso rischio, rispettando i protocolli di sicurezza e prevenzione.

Quanto al Natale, è importante il rispetto delle tradizionali celebrazioni eucaristiche del Santo Natale, garantendo l'esercizio della libertà di culto nelle chiese e negli orari canonici.

Ho lasciato per ultimo una parola importante. Questa parola è “confusione”, che potrebbe riassumere l'operato del Governo giallorosso. Da comune cittadino, comincio ad avere grosse difficoltà a ricordare cosa si può e cosa non si può fare, visto il numero esorbitante di misure emanate, non potendo circolare con l'enciclopedia delle autocertificazioni e dei DPCM. Regna la confusione sovrana. Attività sportiva: ci vuole la mascherina sì, ci vuole la mascherina no? Quando si corre, ci vuole la mascherina? No. Quando si cammina? Sì. Se uno corre e cammina, come deve fare? Non si capisce bene. Spostamenti: gli spostamenti sono condizionati da orari, limiti comunali, regionali, lavoro, stato di necessità, ordinanze comunali. Non si capisce più niente. Ed è previsto adesso che, in coincidenza con Natale e Santo Stefano, avremo ulteriori limitazioni degli spostamenti. Riunioni a casa: qui siamo davanti non più ai divieti, ma alle raccomandazioni. Raccomandazioni con il dubbio sulle categorie interessate (parenti, congiunti, conviventi e amici). Ricordiamo ancora la dichiarazione del sottosegretario che, a suo tempo, disse che gli amici andavano bene, ma quelli veri. Anche in questo caso non è facile regolarsi. Bar, ristoranti, asporto: tutto cambia con gli orari (prima delle 18, dopo le 18 ma prima delle 22, dopo le 22) e con i colori della regione, che può, a sua volta, cambiare da giallo in arancione, al rosso. Anche in questo caso: confusione totale. L'altro giorno mi chiedevo: ma si può consumare un panino in strada o no? Dipenderà dall'orario? Boh, chi lo capisce più? Non si sa.

Per quanto riguarda gli aerei, adesso è obbligatorio l'uso della mascherina chirurgica; per un periodo è stato vietato anche riporre i trolley nelle cappelliere. La mascherina chirurgica ci vuole negli aerei, ma non ci vuole nei pullman e in metropolitana. Camera dei Deputati: adesso è obbligatorio l'uso della mascherina chirurgica e soprattutto è vietato parlare senza, anche quando - come mi è capitato recentemente - erano presenti una decina di deputati in tutta l'Aula, distanti metri e metri l'uno dall'altro. È veramente difficile ricordare le disposizioni quando non sono accompagnate dal buonsenso. Potrei proseguire per ore, ma davanti alla vostra confusione mi arrendo, citando un noto cantautore italiano: “Sul ponte sventola bandiera bianca”. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Calabria. Prego.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Siamo alla vigilia di un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con il quale state per introdurre nuovi obblighi validi per le prossime settimane. Come tutte le altre volte, come in un copione, anche queste comunicazioni al Parlamento si svolgono solo poche ore prima della sua emanazione, su un testo praticamente già scritto dall'esecutivo, mentre il ruolo delle Camere è ridotto ai minimi termini. Oltre dieci mesi fa, per la prima volta, si è deliberato lo stato di emergenza sanitaria in conseguenza alla pandemia in atto. Sono stati dieci mesi difficilissimi, che hanno visto susseguirsi una grandissima quantità di norme e di disposizioni che si sono via via aggiunte e accavallate, troppo spesso in modo confuso e non sempre razionali, con una miriade di norme statali, ordinanze regionali e disposizioni comunali spesso non coerenti tra di loro e con una regia del Governo centrale troppo spesso carente e quasi mai all'altezza. Troppe sono le criticità a cui non si è riusciti a dare una risposta soddisfacente. Dopo tutti questi lunghi mesi, oggi ancora siamo molto indietro sul decisivo lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati, il sistema di tracciamento è clamorosamente fallito, in maniera ovviamente conclamata, e preferisco sorvolare riguardo l'App Immuni.

Detto questo, la recente divisione dell'Italia in zone di diversa allerta, introdotta con l'ultimo DPCM, sulla base di diversi indici di contagio e di rischio, sembra fortunatamente aver contribuito al lieve rallentamento e alla stabilizzazione della curva pandemica. Ma non possiamo dimenticare che questo per intere categorie economiche costrette alla chiusura dell'attività sta creando una situazione di enorme difficoltà, anche a causa dell'indeterminatezza e della impossibilità da parte delle imprese di poter pianificare, questo a causa del meccanismo di automatismo cui faceva riferimento. Signor Ministro, le chiedo di prestare attenzione. Magari i parlamentari deputati potranno dopo avere la possibilità di conferire con lei.

PRESIDENTE. Sì, mi scusi. Onorevole Costa? Grazie.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). C'è necessità, Ministro, che le decisioni che vi apprestate ad adottare e che incidono sugli ambiti della vita familiare, sociale ed economica del Paese siano prese secondo i principi di adeguatezza e di proporzionalità al rischio effettivo in ciascun territorio. Non sempre questo è avvenuto. Il nuovo DPCM che state per emanare confermerà limitazioni già in vigore e introdurrà ulteriori restrizioni per le imminenti festività natalizie ed è certamente importante non abbassare la guardia in termini di prevenzione della diffusione del virus. Ma viene da chiedersi quali maggiori rischi l'apertura dei ristoranti per il pranzo del 25 possa arrecare quando si può tranquillamente pranzare negli stessi posti in qualunque altro giorno della settimana, ovviamente rispettando le norme in vigore; o quale pericolo per la collettività potrebbe provocare lo spostamento di un nucleo familiare che si sposta nella propria auto per raggiungere la seconda casa, che sì, magari è in un'altra regione. Siete davvero convinti che sia una decisione utile quella di proibire a uno studente fuori sede o a un figlio, a una moglie, a un marito, che lavorano fuori regione, di poter rientrare per ritrovarsi con i propri cari nei giorni di Natale? Perché non consentire ai nuclei familiari di potersi momentaneamente ritrovare, ovviamente nel rispetto delle regole, secondo quel principio di proporzionalità di cui parlavo prima. E certo non credo che un ricongiungimento familiare sia più pericoloso, dal punto di vista della diffusione del virus, di una qualunque passeggiata in centro durante i giorni di festa, magari andandoci in metropolitana o in autobus dove, per inciso, non esiste alcuna forma di controllo sull'affluenza dei passeggeri. Una criticità, Ministro, non risolta questa, una colpa gravissima del Governo, quella del trasporto pubblico, che è stato tra l'altro uno degli inneschi, insieme alla scuola, della nuova ondata pandemica. Noi vi avevamo avvertiti.

Peraltro nel decidere cosa aprire, cosa chiudere, cosa limitare, cosa autorizzare, nelle ultime ore è arrivata un'indicazione sorprendente da parte dell'Unione europea, quella della necessità di non celebrare le liturgie natalizie in presenza di fedeli. Bene. Il diritto di definire la vita spirituale dei cittadini, dopo averlo fatto con quella sociale, familiare e lavorativa, non spetta alle istituzioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). In questo senso vi chiediamo, Governo, una moratoria sulle esternazioni in tema di fede. Abbiamo ascoltato il Presidente del Consiglio sostenere che la dimensione del raccoglimento “non viene bene” se è svolta in modo collettivo; abbiamo ascoltato il Ministro degli Affari regionali affermare che se Gesù viene fatto nascere due ore prima, alludendo ovviamente alla messa di Natale, non è un'eresia. Ecco, almeno su questo fermatevi un attimo, fermatevi un attimo perché sono parole che testimoniano la volontà di dettare la linea persino su una componente intima e personale dell'individuo, che corrisponde anche all'anima culturale, identitaria di questo Paese.

C'è un altro aspetto sul quale si misureranno la serietà e la capacità di questo Governo, ne ha parlato lei dettagliatamente Ministro. Mi riferisco, ovviamente, al piano vaccinale. Si avvierà la più grande campagna vaccinale mai fatta. Sarà una campagna decisiva e ci auguriamo davvero che non si ripeta quanto purtroppo è accaduto per le vaccinazioni antinfluenzali, peraltro quanto mai necessarie in questa fase di pandemia per agevolare la diagnosi differenziata e ridurre l'inevitabile pressione sul nostro sistema nazionale. Ancora oggi - siamo ormai a dicembre già iniziato - una gran parte dei cittadini non riesce a vaccinarsi perché mancano le dosi: questo è inammissibile, siamo di fronte a una disorganizzazione che non ci possiamo più permettere e che non possiamo certo replicare con la vaccinazione anti-COVID. Lei, Ministro, ha giustamente sottolineato che la piena riuscita della campagna di vaccinazione deve rappresentare l'obiettivo di tutti, maggioranza e opposizione; ebbene è chiaro che su questo noi ci siamo. E se proprio dobbiamo tutti assumerci però l'onere dell'onestà, a ben vedere, Ministro, lei ha colto l'occasione dell'informativa sul nuovo DPCM per parlarci del cronoprogramma, della strategia del Governo sul piano vaccinazioni, perché solo grazie a Forza Italia, che ha ripetutamente chiesto in quest'Aula a lei, Ministro, di venire a riferire su questo argomento. E siamo infatti molto in ritardo. Si sarebbe sarebbero potuti evitare dibattiti inutili, basati su indiscrezioni dannose. Allora adesso ci aspettiamo di essere coinvolti, perché questa volta davvero non possiamo farci trovare impreparati. Le chiediamo a questo proposito un totale potenziamento, magari delle reti territoriali, attraverso anche la farmacia di servizio, in modo trasparente.

Con riferimento invece alle scuole, che è un altro tema importante, la riapertura del 7 gennaio ha necessità di una serie di misure e di un coordinamento efficace per poter arrivare a un ritorno alla didattica in presenza in sicurezza. Che ne è del piano per implementare i trasporti, di un nuovo schema organizzativo degli orari di ingresso e di uscita dei ragazzi, come da mesi chiede il CTS? Ecco, tutto questo - e concludo Presidente, mi dia la possibilità di recuperare quei secondi persi prima -, tutto questo attraversa grandissimi limiti che noi abbiamo denunciato durante la prima ondata pandemica e che adesso però purtroppo vediamo attraverso gli sgambetti incrociati degli alleati, il risiko delle poltrone. Perché, vede, mentre la gente muore di COVID - adesso muore anche di fame, perché sono stimati in circa 5 milioni e mezzo i nuovi poveri, sono stimati in 5 milioni e mezzo dal Censis, dall'Istat, anche dalla Caritas -, sembra che per il Governo la priorità sia il rimpasto, sia il risiko delle poltrone. E questo perché non si ha magari il coraggio di aprire una crisi, perché quella crisi magari potrebbe mettere in luce l'effettivo fallimento, l'effettiva incapacità di questo Esecutivo. Metterebbe in luce il vizio costitutivo di questo Governo che è la scelta di stare insieme per spartirsi il potere, le poltrone, per mantenerle, quelle poltrone. Ecco, il Governo perde tempo anche con le task force. A proposito di task force, noi abbiamo 945 parlamentari distribuiti tra Camera e Senato e, pensate un po', eletti dal popolo. Non abbiamo bisogno che la politica venga sostituita dalla tecnocrazia, non ne abbiamo bisogno proprio adesso, signor Ministro. Noi ci siamo, sulle cose serie ci siamo, però non ci rassegneremo mai ad un Paese che non prende sul serio le proprie responsabilità e che abdica ogni giorno alle proprie responsabilità. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Presidente, signor Ministro, ho trovato giusto la sua preoccupazione sul fatto che si alimenti di nuovo un clima da scampato pericolo: non credo dobbiamo riproporre l'euforia estiva. Io ho mantenuto in lei piena fiducia, malgrado la vicenda calabrese: forse lì si è fidato troppo. Purtroppo nel mese di settembre il virus ha di nuovo determinato una forte espansione, con un raddoppio di settimana in settimana. Per questo bisogna stare molto attenti nelle feste di Natale, riducendo gli spostamenti per contrastare il contagio.

È giusto riconfermare il modello sulla classificazione delle regioni per indici di rischio con l'evidenziazione dei colori: il Governo sul punto ha avuto certamente ragione. Dal colore dipende l'automatismo delle azioni conseguenti; si può dire che abbia funzionato abbastanza bene in queste difficili settimane. Per questo il prossimo DPCM deve limitare gli spostamenti sia internazionali che interni. La fiducia si può rafforzare nel Paese, e meno si fanno polemiche, meno si fa confusione e meglio è, e questo vale sia per i virologi sia tra le istituzioni.

Nella seconda parte lei ha rivolto al Parlamento un messaggio di speranza intriso di prudenza. Ci ha fornito punti essenziali: è vero che nessun vaccino è stato finora approvato, ma ci siamo vicini. Da qui la necessità di varare un piano strategico per essere pronti, dove si dovrà valutare anche l'obbligatorietà della vaccinazione. La campagna sarà imponente e sarà necessario affrontarla con un sistema sanitario che non sia sotto pressione come è stato in queste settimane, perché diversamente non si capisce come riusciremo a fare un'azione ordinata.

Ecco, l'acquisto del vaccino è centralizzato e la gestione della vaccinazione (è distribuito gratuitamente a tutti gli italiani) è un punto essenziale. L'esperienza dei vaccini antinfluenzali a livello regionale è stata molto negativa, questo è un punto che lei avrà sicuramente presente; anzi, una delle regioni più importanti, come la Lombardia, si è segnalata per una totale inefficienza sul punto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Concludo. I tempi di autorizzazione dei vaccini che sono stati acquistati non sono ancora del tutto definiti, perché devono essere rispettati i protocolli: mi sembra una preoccupazione giusta. Credo che la gestione della struttura centralizzata che lei oggi ha indicato al Parlamento e la relativa distribuzione alla popolazione ed in centri specializzati debba tenere conto anche del rafforzamento del rapporto con i medici di famiglia, che non vanno lasciati soli, ma sostenuti dalle strutture sanitarie locali.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, Ministro Speranza, lei oggi nelle sue comunicazioni ha parlato del fatto che siamo dentro una tempesta. Io l'ho ascoltata bene e attentamente, e quelle parole mi hanno fatto venire in mente un'altra frase, quella detta da monsignor Paglia: lui sosteneva e sostiene che siamo tutti nella stessa tempesta, ma siamo in barche diverse; e purtroppo, Ministro, rispetto a quell'approdo, a quel porto sicuro a cui arriveremo, ebbene, questo dipenderà dalla barca in cui siamo.

E allora, Ministro, rispetto a questo, certamente vi sono delle colpe importanti, perché questa pandemia ha aumentato le diseguaglianze e le ha aumentate a fronte delle vostre incapacità: nonostante i poteri speciali, nonostante le risorse straordinarie, 100 miliardi di euro che avevate a disposizione. E nonostante tutto questo, nonostante i nove mesi che avete avuto per prepararvi ad una seconda ondata, che era del tutto prevedibile, quello che abbiamo visto è un aumento delle diseguaglianze e un colpire in maniera drammatica i più fragili.

Ministro, domani è la Giornata internazionale delle persone con disabilità e io credo che effettivamente questa Giornata, più che essere celebrata con degli atti formali, debba avere un'attenzione rispetto ad un piano straordinario, che deve essere proposto da questo Governo e da lei in particolare, che è il Ministro della Salute. Perché vede, i disabili hanno vissuto e stanno vivendo una mancanza di assistenza domiciliare infermieristica; stanno vivendo una mancanza di percorsi dedicati per i tamponi e l'assistenza sanitaria; stanno vivendo un'assenza di attenzione per i caregiver familiari, cioè quei familiari che si sono fatti carico di riempire il vuoto lasciato dalle istituzioni e dall'assenza della scuola, dei servizi di assistenza sanitaria e sociosanitaria, e che non hanno visto nemmeno riconosciuto un bonus. Ebbene, i più fragili, i disabili poi sono stati anche colpiti da una tragedia: la nascita oggi delle classi differenziali, cioè quelle classi che vedono soltanto bambini, alunni disabili essere legati a dei ghetti; e questo anche a causa di un Governo manchevole, che ha pensato ai banchi a rotelle e non ha pensato a come riconoscere il diritto degli studenti e degli alunni italiani di andare a scuola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché questo è possibile, Ministro, è possibile: si può vivere a scuola e si può convivere con il COVID. Non è straordinario! In questo l'Italia è l'ultima, non è la prima.

E rispetto a tutto questo, ai più fragili, Ministro, mi corre l'obbligo anche ricordarle i malati non COVID. Esiste un'emergenza oncologica in Italia: il 67 per cento degli interventi chirurgici sono stati negati, il 51 per cento delle visite è stato negato. Ci saranno migliaia di persone che moriranno di cancro; e rispetto a tutto questo, in questi giorni, abbiamo dovuto ascoltare non da lei, ma da partecipanti alla sua maggioranza delle parole orribili nei confronti di chi è un paziente oncologico, come se non bastasse quello che sta vivendo durante l'epoca della pandemia e del COVID.

E rispetto a tutto questo, alla mancanza di assistenza per i pazienti non COVID, ebbene, c'è una colpa, anche qui una colpa grave: non avete voluto dare poteri e risorse ai governatori per fare presto e subito, perché siamo in emergenza, e avete aspettato fino al 2 ottobre, nonostante la presenza di risorse ingenti, per emanare un bando per potenziare le strutture sanitarie; il 2 ottobre, con una procedura d'urgenza scaduta il 12 ottobre e che ancora non vede l'ampliamento di posti letto, di terapie intensive in numero sufficiente a dare risposte ai pazienti COVID, ma anche ai malati oncologici, ai cardiopatici, agli immunodepressi, a chi soffre di sclerosi multipla, che invece versa in peggiori condizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E poi le altre sue parole - perché sarebbero tante le cose da dirle, Ministro - che mi hanno colpito sono “non dobbiamo perdere la memoria”, questo dice lei. Ebbene, io credo che voi non dobbiate perdere la memoria: perché sembrerebbe che l'abbiate fatto, nel momento in cui in legge di bilancio avete assoggettato al regime IVA quel Terzo settore per le attività fondate sul mutualismo che vi siate sperticati a ringraziare in tutti questi mesi, perché hanno protetto la salute degli italiani e sono andate a riempire il vuoto delle istituzioni; ebbene, le ringraziate, ma poi, nello stesso momento invece, nel momento in cui c'è da non colpirle con un'applicazione dell'IVA che inevitabilmente le porterà alla chiusura, ve ne dimenticate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Speranza, i dati che ci ha comunicato forniscono una serie di indicazioni. La prima è che lei svolge un ruolo non invidiabile, e questo glielo devo riconoscere: cercare di contemperare quotidianamente e costituzionalmente il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 e il diritto al lavoro sancito dall'articolo 4 della nostra Costituzione, in una situazione di emergenza, dove la letalità del SARS-COV-2, che poi è il nome del nostro microscopico e micidiale nemico, impone spesso una scelta. E quindi, dal momento che per gli italiani, statisticamente, godere di buona salute è la condizione più desiderata, dopo quella di avere una famiglia, decidere se le condizioni di buona salute possano essere messe a rischio dalle difficoltà economiche, particolarmente acuite in questo periodo, non è affatto semplice.

Ecco perché servono linee guida chiare, precise, in modo che ci si possa organizzare al meglio soprattutto per poter seguire le regole in modo ordinato e consapevole; ed a questi cittadini, che si comporteranno in modo - ne sono certo - diligente e rispettoso verso le prescrizioni, bisognerà inviare il segnale che lo Stato profonde ogni impegno per far sì che alle restrizioni imposte seguano gli aiuti, i sostegni, i ristori, in modo veloce e quanto più possibile congruo. In buona sostanza, se lo Stato impone un comportamento che causa problemi economici alle diverse attività, per quanto esso lo faccia in modo legittimo e all'interno di una strategia di contrasto ad una pandemia, deve mettere in condizioni queste attività, a tempesta passata, di potersi rilanciare con meno problemi possibile.

Naturalmente, vi sono diversi altri temi da affrontare, come la gestione sanitaria, le strutture, il personale medico e paramedico. Questa emergenza, oltre ad una grande sofferenza per chi non è più tra noi, ci offre delle opportunità per dare una svolta a diverse situazioni critiche, e qualcuna di queste proverò ad argomentarla in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente Rosato. Il Governo ha stanziato 9 miliardi e mezzo sulla sanità nel contesto dell'emergenza COVID-19. Ecco, dobbiamo purtroppo constatare che mancano i minimi rudimenti su cui si fondano i sistemi di pianificazione, programmazione e controllo, non essendo, noi di Azione, riusciti in queste settimane a sapere quanta parte di questi 9 miliardi e mezzo di euro è stata effettivamente spesa per l'emergenza COVID. Per questo motivo, nella nostra risoluzione riteniamo utile, opportuno, doveroso, che il Governo riferisca urgentemente al Parlamento e renda pubblici i dati relativi alla spesa dei circa 9,5 miliardi stanziati dal Governo per la sanità nell'ambito della crisi COVID: eventuali somme non spese, con riferimento alle singole misure, ai soggetti cui compete la gestione delle risorse, alle ragioni della mancata erogazione, con il dettaglio delle risorse attualmente non ancora spese dalle singole regioni e dei motivi degli eventuali ritardi. Riteniamo, altresì, utile, opportuno, doveroso, che il Governo renda pubblici, trasparenti e facilmente consultabili, i dati riferiti al numero di persone impiegate nei dipartimenti di prevenzione dei Servizi sanitari regionali, con il dettaglio dei medici competenti del lavoro e di medicina generale, attivi sul territorio, nonché le informazioni sul numero potenziale di stanze per isolamento fiduciario disponibili in ogni regione, nonché le informazioni sulla capacità massima di analisi e di tamponi disponibili nei laboratori di ogni regione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, ricordo come fosse ieri il mio intervento in quest'Aula del 30 gennaio scorso, al termine di una sua puntuale informativa su quella che ancora doveva essere dichiarata dall'Organizzazione mondiale della sanità un'emergenza di rilevanza internazionale e tantomeno, dunque, poteva ancora rivelarsi come una pandemia. Avevamo dinanzi un virus sconosciuto, certamente temibile poiché aveva già colpito oltre 7 mila persone in Cina, ma appena 11 erano il numero di persone contagiate in tutto il continente europeo. Soltanto poche ore dopo quella informativa sarebbe arrivato l'annuncio ufficiale del primo caso certo di infezione da SARS-CoV-2 nel nostro Paese, in Italia: un cittadino cinese che si trovava ricoverato presso l'Istituto Spallanzani di Roma, esattamente dieci mesi fa; dieci mesi in cui è cambiato il mondo ed è cambiato anche il nostro Paese, un Paese provato dalla lotta a questa emergenza sanitaria, ma anche economica, sociale, unito contro questo invisibile e impalpabile nemico comune, fiero dello sforzo immane compiuto dal personale sanitario e sociosanitario, addolorato dalla perdita di numerose vite umane, ma felice di guardare al futuro prossimo con ritrovata speranza, confidando nella propria innata indole, che lo porta a rialzarsi dopo ogni caduta.

Ecco, dieci mesi fa io mi univo al suo appello alla calma, oggi mi associo al richiamo alla responsabilità: non è ancora giunta l'ora di abbassare la guardia e lo dico, spogliandomi delle vesti di parlamentare, tornando ad indossare quelle di medico, perché, in tutti questi mesi, ho avuto l'onere, ma anche e soprattutto il privilegio di restare al fianco dei miei colleghi impegnati in prima linea nella lotta a questo virus, sul territorio, negli ambulatori di medicina generale, per conto dei Dipartimenti di igiene e prevenzione, di condividerne le preoccupazioni e, soprattutto, di ascoltare quelle dei pazienti. Ecco, il nostro compito in questo momento è proprio quello di mantenere il contatto con la realtà che c'è fuori da questi palazzi e anche quello di constatare con rammarico che, a fronte dell'impiego di risorse da parte di questo Governo, che sono state investite in sanità come non si era mai visto fare prima d'ora, non sempre e non ovunque sul territorio nazionale si sono raccolti i frutti delle misure approvate; non sempre le misure approvate hanno trovato una puntuale declinazione sul territorio. Voglio ricordare rapidamente, a tal proposito, i 660 milioni di euro stanziati nel “decreto Cura Italia” per l'istituzione delle USCA, le unità speciali di continuità assistenziale, che sono poi state potenziate nel “decreto Rilancio”: erano state previste nel numero di circa 1.200, ovverosia una ogni 50 mila abitanti, ma molte di esse, nonostante siano trascorsi mesi, devono ancora partire. Ricordo anche i 330 milioni di euro per il 2020 e i 460 milioni di euro per il 2021, previsti sempre dal “decreto Rilancio” per le assunzioni di 9.600 infermieri di famiglia, ma ad oggi risultano impiegate soltanto poche centinaia di unità. E poi tutte le risorse che ci hanno consentito di raddoppiare il numero di posti letto nelle terapie intensive e di assumere ben 36.300 unità di personale nei nostri ospedali, se contiamo medici, infermieri, operatori sociosanitari, assistenti sociali. Questo è un dato di fine ottobre, perché ancora non abbiamo dati più aggiornati, ancora non li abbiamo ricevuti dalle regioni. Si tratta, sì, di risultati tangibili, però è arduo effettuare un monitoraggio a livello centrale di tutte queste misure a causa dell'incertezza che si è fatta più volte strada rispetto all'attendibilità dei dati comunicati dalle regioni. Non sempre, dunque, ci duole constatarlo in quest'Aula, le regioni hanno saputo porre in essere con rapidità quanto di loro competenza per non arrivare impreparati a questa seconda ondata. E drammatica dimostrazione di ciò proviene anche dalle numerosissime segnalazioni degli ultimi giorni, giunte alla ribalta dei media nazionali, sui ritardi nelle consegne o, addirittura, sulle carenze di dosi di vaccino antinfluenzale e antipneumococcico, nonostante con mesi d'anticipo il Ministero della Salute, nelle proprie linee guida, avesse messo in allerta le regioni, affinché provvedessero anticipatamente a rifornirsi dei vaccini in un numero anche maggiore rispetto alle stagioni invernali degli anni precedenti, vista la concomitanza con questa nuova epidemia di COVID-19, che in moltissimi casi dà una sintomatologia del tutto sovrapponibile alle altre infezioni delle vie respiratorie. Quando si sottolineano questi ritardi, queste inadempienze, si badi bene, lo si fa senza alcun distinguo di colore politico tra i vari Governi regionali: il danno alla salute dei cittadini è lo stesso, dalla Lombardia alla mia regione, la Puglia. Ma non è questo il tempo delle polemiche e delle contrapposizioni politiche: è doveroso proseguire uniti, lungo un percorso già intrapreso, con un dialogo costante tra Stato e territorio e con il supporto imprescindibile delle evidenze epidemiologiche, che ancora oggi, nonostante i primi segnali incoraggianti di abbassamento della curva dei contagi, come il Ministro ricordava poc'anzi, ci impongono la massima cautela; proseguire con il contributo fondamentale del mondo della ricerca scientifica, che sta compiendo passi da gigante nella sperimentazione di nuove terapie e, soprattutto, per il vaccino contro il SARS-CoV-2. Sarebbe un errore imperdonabile, in questa fase, allentare le restrizioni in concomitanza delle festività natalizie, per dare agli italiani soltanto l'illusione di un ritorno alla normalità. Io sono certa, invece, che ciascun cittadino comprenderà che, in un momento come questo, di lieve rallentamento dell'epidemia, ma in cui rimane ancora troppo alto il numero dei decessi e dei casi positivi, risulterebbe parimenti troppo alto il prezzo da pagare per qualche giorno di vacanza o qualche ora di svago con la famiglia o con gli amici.

Corretto, dunque, che si disincentivino gli spostamenti e più in generale tutte le occasioni di assembramento non necessarie, e accolgo anche con favore le sue parole sulla scuola. Come MoVimento 5 Stelle difendiamo con orgoglio la scelta di garantire la didattica in presenza nelle scuole primarie e ci auguriamo che presto, non appena la situazione sanitaria lo consentirà, possa riprendere per tutti i bambini e i ragazzi a cui questa crudele epidemia ha tolto un bene prezioso, quello della relazione con gli altri, delle prime interazioni sociali che si svolgono all'infuori del proprio nucleo familiare, che proprio nella scuola trovano un luogo naturale. Chi ancora oggi, quando critica l'operato di questo Governo e della Ministra Lucia Azzolina, sembra riuscire a pronunciare soltanto tre parole, “banchi a rotelle”, perseverando in una polemica inutile, visto che sono stati richiesti dagli stessi dirigenti scolastici, dimostra di ignorare, non so se volutamente o meno, che con le risorse stanziate per il comparto scuola siamo riusciti a fare ben più che mettere le rotelle ai banchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo riusciti in pochi mesi a consegnare 2,4 milioni di nuovi arredi, l'equivalente di un ricambio che normalmente avveniva in 11 anni, e ad allestire 40 mila nuove scuole, con interventi di edilizia leggera, dando anche lavoro alle nostre imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Onorevole Pagano!

ROSA MENGA (M5S). Ma ancora tanto c'è da fare e adesso la sfida chiave per il nostro Paese sarà rappresentata proprio dall'approvvigionamento dei nuovi vaccini per il COVID-19, non appena questi avranno il nulla osta degli organismi autorizzativi competenti, e dalla loro distribuzione. Una sfida che mi auguro, e le parole del Ministro mi confortano in tal senso, non ci troverà impreparati. È assolutamente necessario un coordinamento centrale per evitare che ci siano regioni che viaggiano a velocità separate, come già accaduto per questa campagna vaccinale antinfluenzale, così come è necessaria l'individuazione di categorie all'interno della popolazione generale che avranno priorità di accesso alla vaccinazione, che - voglio ricordarlo perché l'universalità è un fiore all'occhiello del nostro sistema sanitario - sarà gratuita per tutti. Diventa fondamentale, dunque, continuare ad investire su due fronti: da un lato la rete dell'assistenza territoriale, dall'altro la formazione del personale sanitario.

E lungo queste due direttrici ci si sta già muovendo nella legge di bilancio, con lo stanziamento ad esempio di 70 milioni di euro per il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nell'esecuzione dei tamponi antigenici rapidi. Anche in questo caso, come avverrà con l'istituzione delle reti hub and spoke di stoccaggio dei vaccini, non andrà sottovalutato il monitoraggio dell'organizzazione sul territorio, poiché sul piano logistico permangono ancora difficoltà per questi medici a gestire in sicurezza l'afflusso dei pazienti in sedi fisiche spesso non idonee a garantire la separazione tra il cosiddetto percorso sporco, cioè quello dedicato ai pazienti COVID positivi o sospetti tali, e pulito per tutti gli altri pazienti, che tuttora avvertono il bisogno di recarsi presso gli studi di questi medici per un'assistenza che purtroppo nella fase del lockdown, nel 40 per cento dei casi, come ci segnalava il report di Cittadinanzattiva, è stata negata.

Sul fronte della formazione, invece, confermiamo sempre in questa manovra l'impegno ad aumentare il numero delle borse di specializzazione e di formazione in medicina generale, stanziando 105 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022 e ulteriori 109 milioni di euro per il 2023, il 2024 e il 2025; un impegno concreto assunto dal Governo, ma che questo Parlamento ha inteso rafforzare, presentando, con il supporto trasversale - questo va riconosciuto - di maggioranza e opposizioni, emendamenti che chiedono ulteriori risorse da investire in borse di formazione, perché non si può più attendere. Bisogna colmare adesso la già grave carenza di medici specialisti. Mi auguro, dunque, che con questo proficuo spirito di collaborazione si possa continuare a lavorare in vista dell'appuntamento cruciale dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei primi vaccini, della loro distribuzione e del trasparente monitoraggio della loro efficacia e sicurezza. È un appuntamento con la scienza, ma è soprattutto un appuntamento con la storia, a cui l'Italia non può mancare; anzi, per il quale potrà avere un ruolo da protagonista, sperando che presto si possa voltare pagina per sfogliare capitoli più lieti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Egregio signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, non sentirà mai nessun deputato o senatore di Italia Viva, signor Ministro, dire che il periodo consente soluzioni semplici; anzi, il periodo determina soluzioni complicate perché si deve contemperare da un lato l'esigenza di tutelare la salute e dall'altro quella di limitare gli spostamenti dei cittadini, il loro stile di vita, cambiargli radicalmente le loro abitudini. Nessuno di noi pensa che pertanto la salute non sia un bene primario e che le misure da adottare debbano andare verso la direzione di tutelare tutti, non solo le persone più fragili. Abbiamo visto giovani morire di COVID in questo periodo. Proprio per questo, signor Ministro, occorre, ad avviso di chi le parla, maggiore sobrietà nelle dichiarazioni di tutti. Abbiamo visto in questi giorni Ministri fare dichiarazioni un po' improvvide, che non sono giustificate, perché gli italiani sono fiacchi, sono stanchi, sono anche un po' delusi e arrabbiati.

E quindi siamo passati da quando doveva nascere Gesù Bambino alle scuole aperte di sera o al sabato e alla domenica e a indicare chi vedere a Natale. Mi sembra che gli italiani, quelli che hanno rispettato le regole, e sono la gran parte delle persone, a cui deve andare il nostro ringraziamento, meritino maggiore considerazione. Come diceva il cardinale Richelieu: per agire bene nel governo di uno Stato bisogna ascoltare molto e parlare poco. Spero che lei, signor Ministro, voglia riportare al Governo tutto questo nostro modesto suggerimento. Il mio collega Vito De Filippo nella sua dichiarazione si soffermerà soprattutto sulla parte dei vaccini e sulle aperture delle scuole, quindi a me preme sottolineare alcuni argomenti che lei ha trattato qui oggi e che noi riteniamo prioritari, partendo appunto dalla riapertura delle scuole in presenza, per non vedere smarrita un'intera generazione di studenti. Non tutti possono fare la didattica a distanza. Ad esempio, quando ci fu la prima ondata di pandemia, ci furono delle richieste d'aiuto soprattutto degli insegnanti di periferia, che dicevano che la didattica a distanza veniva seguita da un esiguo numero di allievi. Ebbene, noi non possiamo permetterci di perdere un'intera generazione di ragazzi. Ovviamente la riapertura delle scuole deve essere fatta rispettando le norme di sicurezza sui trasporti pubblici, perché, signor Ministro, la seconda ondata del virus non è arrivata per come gli italiani hanno trascorso le loro vacanze estive, ma per come è stato riorganizzato il rientro degli italiani nelle attività lavorative e scolastiche. Eppure fin da marzo il nostro partito, il leader Matteo Renzi aveva sollecitato il Governo a una programmazione in tal senso e si è sentito insultare da tutti, considerato un essere superficiale. Avevamo ragione in quella circostanza. Vediamo poi il nuovo DPCM, quello che si appresta a regolare le nostre festività e, come mi preme dire, le nostre attività, perché è proprio nei momenti come questi che si ha voglia di stare vicini ai propri cari. Lei ci ha parlato di nuovi restringimenti dei movimenti; ecco, signor Ministro, la realtà, come spesso accade, è più complessa dei modelli schematici. Sarebbe opportuno non solo consentire gli spostamenti tra regioni, ma anche tra comuni, non stabilendo solo di rientrare nel comune di residenza. Lo si deve a chi risiede dove lavora e ha la famiglia in altri luoghi, oppure chi dovrà lavorare fino all'ultimo e non può prendere le vacanze al 21 di dicembre, l'ultima data pare opportuna per potersi muovere liberamente, come, ad esempio, le Forze dell'ordine, che noi ogni volta ringraziamo in modo trionfale, e poi però non teniamo conto delle loro esigenze. Spesso queste persone lavorano al di fuori del comune di residenza. Oppure ci preoccupa, lo devo dire, che venga imposta la quarantena a chi viene dall'estero (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), perché capiamo la necessità di disincentivare ad andare a sciare in Svizzera, ad esempio, ma spero che si possa garantire agli italiani residenti all'estero o anche ai lavoratori transfrontalieri di poter rientrare e rivedere le proprie famiglie senza dover stare isolati 14 giorni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Per non parlare, poi, delle attività che vedono nel Natale metà dei loro introiti economici. E mi permetta, signor Ministro, non si può dire: di fronte a 800 morti, si pensa andare a sciare, perché di fronte a 800 morti, allora, io mi aspetto che venga preso il MES e si riformi completamente la sanità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Di fronte a 800 morti, c'è il rispetto dei morti, ma c'è il rispetto anche di chi ha un'attività lavorativa, come quella delle stazioni sciistiche, il che non vuol dire, per questo, essere superficiali: si tratta di persone che lavorano con la neve, e lavorano per le nostre montagne per i nostri luoghi, che altrimenti verrebbero completamente spopolati; ed è inutile che continuiamo a ripeterci quanto sono belli i piccoli borghi, facciamo le leggi per le piccole residenze e poi non diamo gli strumenti economici per resistere a quei piccoli borghi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), perché se nella mia Val di Susa non si può sciare, non ci sono le possibilità di far aprire un'Ilva - per fortuna, perché c'è la tutela dell'ambiente e la grande industria è da tempo che se ne è andata da quelle valli –, si costringono intere famiglie a morire di fame, anche perché comunque c'è un tipo di lavoro, quello stagionale, che non ha le regole del lavoro dipendente, e non si può dire a coloro che lavorano in quel settore che verranno ristorati, una tantum, con una provvidenza da mille euro, perché per quel periodo di Natale loro vivono tutto l'anno e dei mille euro francamente non se ne fanno niente (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Fratelli d'Italia). Nessuno di noi pensa che si possa fare un Natale senza regole; non l'ha chiesto nessuno, neanche gli operatori della neve; anzi faccio riferimento a una interrogazione a risposta immediata a prima firma Italia Viva, svolta in un question time del 14 ottobre, in cui la Ministra dei Trasporti ci assicurava che le regole sarebbero state scritte dal CTS seguendo e sentendo ANEF; non sono stati sentiti gli esponenti di ANEF; ora, massima fiducia al CTS, ma sarebbe opportuno anche un confronto con chi vive una realtà e ha stabilito delle regole, che erano la sanificazione delle ovovie, il distanziamento, il biglietto elettronico, il fatto che il pre-ski veniva chiuso, esattamente come in Austria. Dopodiché non si vuole aprire a Natale, per paura dei contagi? Benissimo. Si vuole aprire a gennaio? Benissimo, ma si dia una tempistica certa, perché continuare a far vivere queste persone nella aleatorietà e nella non certezza vuol dire che si determinano certe situazioni. Ad esempio, oggi nel mio Piemonte ha nevicato e non sono andati fuori i gatti delle nevi, perché i gatti delle nevi, che servono per pianificare la neve, costano almeno 200 mila euro, cadauno; e queste persone, che non avranno un ristoro vero, non l'hanno fatto; vuol dire che fra una settimana, alla prima ventata di Foehn, quella neve sarà andata via e quindi si troveranno senza la materia prima che gli consente di lavorare. Vede, nessuno pensa che negli altri Paesi si stia meglio, perché, per fortuna, noi europei - e io francamente dissento da chi parla di un modello orientale, dei Paesi orientali come un modello migliore rispetto a quello dell'Europa - siamo vissuti nelle libertà. Oggi si chiede, giustamente, di fare un sacrificio delle nostre libertà per la salute, e noi siamo disposti a farlo, tutti, non c'è nessuno che nega questo sacrificio; e in tutti gli Stati europei ci sono state delle proteste; in Francia, in Germania, addirittura c'è chi ha negato il virus, cose folli, ci sono state delle proteste a seguito di respingimenti, però, vede, io mi sarei aspettata, visto che noi siamo stati il primo Paese ad entrare in questa pandemia, che adesso avessimo imparato e, ad esempio, ci deste delle date di riaperture, come ha fatto, per esempio, Macron, in Francia, ovviamente con la postilla se il virus ce lo permette, perché nessuno di noi pensa di riaprire tutto se il virus non ce lo consente. E, allora, visto che ci sono le palestre, i teatri, i cinema che sono chiusi dal 20 ottobre, quando riapriranno? Si ha la contezza di quando si potrà dire a queste persone che potranno tornare a lavorare? Concludo, signor Ministro, dicendo che da più parti sempre si chiede la collaborazione istituzionale, e penso che nessuno si debba tirare indietro. Deve avvenire, e deve essere normale, quello che è avvenuto la scorsa settimana, col voto all'unanimità, in questo Parlamento, sullo scostamento di bilancio, una grande pagina politica. Però, mi permetta, signor Ministro, per fare questo abbiamo bisogno che il Governo ci ascolti veramente, perché altrimenti è abbastanza frustrante portare qui le esigenze dei territori che ce lo chiedono e poi, invece, vedere le persone che devono decidere andare avanti, senza mai un momento di confronto vero (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mulé. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, tra qualche ora chiederete a un figlio di rinunciare a vedere a Natale la mamma, il padre, o a un nipote di incontrare i nonni; tra qualche ora magari imporrete anche di rinunciare all'unico vaccino dell'anima attualmente in circolazione per alleviare le sofferenze del COVID, che è l'affetto. Se, dunque, obbligate il Paese a rinunciare all'affettività, allora avete, a maggior ragione, il dovere della trasparenza, ed è un dovere totale e assoluto. C'è, tra le tante, una pagina ancora oscura, rimasta tale anche dopo il suo discorso e che pretende, ora, la luce della verità, perché è stata svelata a milioni di cittadini da una trasmissione della RAI, e cioè dal servizio pubblico. Riguarda il piano italiano contro l'influenza, che non sarebbe mai stato aggiornato dal 2006; l'Organizzazione mondiale della sanità lo denunciò, meglio sarebbe dire stava per denunciarlo, insieme alle evidenze su una reazione giudicata improvvisata, caotica e creativa del nostro Sistema sanitario sul Coronavirus. Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'OMS, inviato da marzo 2019 a Roma al suo fianco, e già al Ministero della Salute come direttore generale della prevenzione dal 2014 al 2017, secondo e-mail e varie testimonianze, pretese che quel rapporto venisse smacchiato, sbianchettato cambiando 2006 in 2016. Si legge in una e-mail di Guerra, alla vigilia della pubblicazione del rapporto, che non venne mai diffuso: “Non fatemi casino su questo, adesso blocco tutto. Così non può uscire, evitate cazzate.”, e ancora “Uno degli atout di Speranza è stato sempre il potersi riferire a OMS come consapevole figlia di fico” - voleva scrivere: foglia di fico – “per certe decisioni impopolari e criticate. Se anche l'OMS si mette in veste critica, non concordata con la sensibilità politica del Ministro, che certo è superiore alla mia, non credo che facciamo un buon servizio al Paese. Ricordati” – concludeva – “che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza per quanto fatto finora”. Bene, il rapporto sparì, con modalità piuttosto tragicomiche, in 24 ore perché, ripeto, metteva, tra l'altro, a nudo una mancanza gravissima: non aver aggiornato il rapporto. Invece di spiegare agli italiani quanto accaduto, il dottor Guerra ha preferito ingaggiare, nomen omen, una guerra su Facebook con professionisti della calunnia e dell'offesa, un duello digitale a sciabolate verbali su tutti i fronti. Ora, quello che farà Guerra, con querele o citazioni civili è affar suo, ma rimane affare nostro il diritto a conoscere la verità, ed è affar suo, Ministro Speranza, il dovere di sollecitare e spiegare senza ripiegare sulla procura di Bergamo, perché è troppo comodo. Com'era quella frase? Ah, “La politica non può aspettare i tempi della magistratura”. Lo sa chi la disse? Il suo Presidente del Consiglio. E, allora, applichi cortesemente questa massima, perché è al limite dell'offensivo ciò che è stato diffuso dall'ufficio stampa del suo Ministero, e cioè che non risulta che si tratta di un documento ufficiale dell'OMS, che non è mai stato trasmesso al Ministero, che non l'ha mai né valutato, né commentato perché ogni informazione deriva da fonti non istituzionali: è ovvio, venne bloccata apposta; come poteva saperlo? Ma lei, al quale abbiamo sempre riconosciuto onestà intellettuale e al quale qui io rinnovo personalmente la mia stima, a fronte di ciò che non ha letto, ma di ciò che le ha raccontato la Rai mostrando documenti originali, deve dirci se ripone ancora fiducia nell'OMS e nel direttore generale che rappresenta in Italia, e, cioè, nel dottor Guerra. Ce l'ha questa fiducia? Vede, io e milioni di italiani siamo smarriti e sbigottiti da quanto ha mostrato la Rai, dalla reazione di Guerra, dalle parole che ancora oggi ha rilasciato Francesco Zambon al Corriere del Veneto, il ricercatore di Venezia dell'OMS che curò il rapporto censurato. Dice Zambon: “Ho ricevuto pressioni e minacce di licenziamento affinché modificassi il rapporto e scrivessi che il piano pandemico risale al 2016, e non al 2006”. Pressioni e minacce, si rende conto? E per che cosa? Per far sparire il rapporto che è uscito l'11 maggio; è stato ritirato nel giro di 24 ore.

Racconta ancora Zambon: sono state fatte sparire tutte le copie cartacee, le mie le tengo gelosamente in cassaforte. Allora, Ministro, perché non chiede all'OMS, che ha ricevuto 14 milioni dagli italiani attraverso tasse che abbiamo pagato tutti noi, di svelare quello che appare come il terzo segreto di Fatima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Perché non convoca Zambon? Perché non pretende chiarezza da Guerra? Quel rapporto è fondamentale perché avrebbe dovuto contenere informazioni, dati e notizie utili a ricostruire un quadro per affrontare la diffusione del virus. Se fosse stato aggiornato, forse, signor Ministro, avremmo salvato migliaia di vite. Mentre lo dico, penso con ribrezzo a chi, nella maggioranza, è arrivato al punto di dire che, con il centrodestra, al Governo ci sarebbero state più vittime. Allora, Ministro, qui ci sono dei fatti gravissimi e noi abbiamo l'obbligo della trasparenza e della verità. Guerra parla, nei suoi duelli rusticani, di odi personali di nuova e vecchia data, di un mandante dello sciacallaggio. Ministro Speranza, la domanda è semplice, e concludo, mentre ascolta il suo collega: lei ha ancora fiducia in Ranieri Guerra? Sì, poi me lo dirà magari! C'è un simpatico colloquio tra il Ministro…

PRESIDENTE. Forse, onorevole Mulè, il colloquio è finito e il suo tempo è finito.

GIORGIO MULE' (FI). Non mi rivolgevo a lei. È che se lui non ascolta la domanda io non posso fargli la domanda; se lui parla col collega..

PRESIDENTE. Onorevole Mulè, il suo tempo è finito.

GIORGIO MULE' (FI). Ma no, ma sto finendo, Presidente. Mi fa finire? Aspettavo che…

PRESIDENTE. No, onorevole Mulè, il suo tempo era finito prima che arrivasse qui l'onorevole Fornaro.

GIORGIO MULE' (FI). Ma sono sei minuti e venti adesso. Presidente. Erano sei minuti. Abbiamo fatto venti minuti…

PRESIDENTE. Appunto. Onorevole Mulè, dica la frase finale.

GIORGIO MULE' (FI). Va bene.

Dico al Ministro Speranza: lei ha ancora fiducia in Raineri Guerra? Lei pensa che possiamo fidarci dell'OMS? Ce lo dica ora e adesso perché sta per ordinarci di avere fiducia in lei e questa fiducia se la deve meritare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Mulè. E' iscritta a parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo siamo qui quest'oggi per ribadire ancora una volta il gravissimo ritardo e la colpevole inadeguatezza che ha caratterizzato l'operato di questo Governo nella gestione della pandemia. Difatti, l'Italia ha pagato uno dei prezzi più alti al mondo in termini di vite umane. Colleghi, lo scenario sarebbe potuto essere catastrofico se non ci fosse stato il sacrificio personale da parte dei tanti sanitari ridotti ormai allo stremo. Nonostante ciò, il Governo continua a riempirsi la bocca di moltissimi encomi verso questi angeli ma pochi sono i fatti. La confusione nella gestione della situazione di emergenza ha creato un pericoloso ingorgo sanitario all'interno degli ospedali, che ha causato innumerevoli vittime per patologie estranee al COVID-19 che, in caso qualcuno non lo ricordasse, continuano ad essere presenti e a causare vittime. Il vostro menefreghismo ancora una volta miete vittime. Avete escluso la possibilità in molte zone di costruire o riconvertire strutture già esistenti per la cura dei malati del COVID-19.

Fratelli d'Italia da mesi segnala proposte di buonsenso volte alla protezione delle fasce più deboli della popolazione che, in molti casi, non dispongono neanche del vaccino antinfluenzale, lasciate sole ed isolate. È assurdo il pressappochismo e l'insensibilità di questo Governo che pretende di anticipare le celebrazioni natalizie semplicemente spostando le lancette dell'orologio, facendo nascere Gesù qualche ora prima. Non si preoccupa inoltre di prestare attenzione agli ingressi di clandestini nel nostro territorio, che rappresentano un'ulteriore causa di contagio. Così come non si è riusciti in alcun modo a intervenire sull'affollamento dei mezzi pubblici. Un Governo incapace di organizzare il sistema scolastico, facendolo diventare da luogo di inclusione a luogo di esclusione sociale. Auspichiamo che questo Governo possa anche chiarire quanto riportato dalle inchieste giornalistiche - come ha detto il collega che mi ha preceduto - secondo cui qualcuno sarebbe intervenuto presso l'Organizzazione mondiale della sanità per nascondere i disastri del Governo e coprire i ritardi nella definizione del piano pandemico, preoccupato di non urtare la suscettibilità politica del Ministro stesso. Questo pressappochismo, ormai caratteristico della maggioranza, ha fatto si che si fosse impreparati ad affrontare questa minaccia. Gravissime altresì le affermazioni del direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Sanità che, il 20 aprile scorso, ammise l'esistenza di un piano tenuto segreto dal Governo, così violando palesemente le prescrizioni dell'OMS, le quali prescrivevano una piena condivisione delle informazioni con la popolazione. Questo vulnus informativo ha portato il popolo italiano a non avere l'adeguata contezza del nemico da affrontare, sottovalutandolo pericolosamente.

In relazione a quanto più volte detto da noi di Fratelli d'Italia, credo che, in questa risoluzione, chiediamo delle cose importanti: la definizione di un efficace piano di vaccini, che prevede il coinvolgimento delle Regioni, e la definizione di un piano nazionale per test rapidi, da effettuarsi nella misura di almeno mezzo milione di test al giorno; esentare dall'IVA i futuri vaccini, i kit per i test COVID e i dispositivi di protezione individuale; garantire il piano vaccini che rispetti tutti i criteri di sicurezza, universalità e gratuità, assicurando la libera scelta dei cittadini; riconsiderare i criteri utilizzati per definire le zone di contagio, promuovendo un più forte ed efficace rapporto con le Regioni; riprogrammare il trasporto pubblico locale; riconsiderare la riapertura dei teatri, cinema, palestre e impianti sciistici, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza; predisporre un piano nazionale straordinario di assunzione di personale sanitario, garantendo un congruo riconoscimento a chi è impegnato in prima linea nella lotta al COVID (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); garantire, appena è possibile, la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado nel rispetto dei protocolli di sicurezza, garantendo la didattica in presenza; e, devo dire, tante altre soluzioni per le strutture di degenza, le visite dei familiari, il periodo di isolamento obbligatorio e, soprattutto, rispetto anche al fallimento dell'App, identificare un sistema e un metodo scientifico per garantire un effettivo tracciamento della catena di contagio; garantire l'esercizio della libertà di culto religioso, attraverso la frequentazione di luoghi di culto, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Ministro, proposte semplici che rappresentano le istanze più diffuse che vengono dai cittadini. Ma siete così lontani dalla gente, dalle amministrazioni locali, da chi, con il proprio lavoro quotidiano (medici, infermieri, Forze dell'ordine, imprenditori e professionisti) sta conducendo una grande battaglia contro il virus e contro gli effetti devastanti della sua economia. E allora chiudo, dicendo che esortiamo il Governo ad ascoltare queste nostre proposte in quest'Aula, perché partiamo dal presupposto che si lavora, per quanto ci riguarda, per i nostri concittadini. Perché, signor Ministro, una cosa è pensare la cosa giusta, tutt'altra cosa è credere che la sua sia l'unica strada da perseguire. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole De Toma. Prego.

MASSIMILIANO DE TOMA (MISTO). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, poiché il diritto alla salute è una precondizione necessaria per la ripresa economica, come ci ha ricordato il Ministro Speranza, presento una risoluzione a mia prima firma per porre l'attenzione su alcune tematiche fondamentali. La prima riguarda la necessità di garantire soluzioni immediate per far fronte alla carenza e, quindi, ricerca di medici e di infermieri nelle strutture pubbliche, anche attraverso l'utilizzo di strutture sanitarie private già convenzionate, in vista dell'avvio del piano nazionale per la somministrazione del vaccino per il COVID-19. Un'ulteriore tematica riguarda la lista prioritaria delle categorie alle quali sarà somministrato il vaccino, elenco da cui sono stati totalmente esclusi gli operatori commerciali i quali, maggiormente esposti al contatto con il pubblico, se messi in sicurezza, potrebbero contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese. Inoltre l'attenzione va posta nei confronti delle esigenze dei pazienti affetti da patologie croniche, oncologiche e le persone con disabilità, che necessitano di continuità assistenziale e terapeutica, anche domiciliare, per la tutela del diritto alla salute.

Concludo, chiedendo al Ministro di non mostrarsi indifferente alle esigenze delle suddette fasce di popolazione e accogliere le proposte presenti nella risoluzione. Grazie Presidente, grazie Ministro.

PRESIDENTE. È così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni De Toma ed altri n. 6-00155, Costa ed altri n. 6-00156, Molinari, Lollobrigida, Gelmini e Lupi n. 6-00157 e Carnevali, Stumpo, De Filippo e Sportiello n. 6-00158. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 18,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che, come stabilito in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo, la replica del Ministro della Salute e le dichiarazioni di voto avranno luogo con ripresa televisiva diretta.

(Replica e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare quindi il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che esprimerà altresì il parere sulle risoluzioni presentate. Prego Ministro.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, onorevoli colleghi, vista la lunga introduzione che ho fatto, mi limiterò a dare i pareri, oltre a esprimere veramente pochissimi concetti in replica. Sul piano epidemiologico, per quanto riguarda il DPCM, credo che si possa semplicemente dire che abbiamo bisogno di affermare due verità, due verità che sembrano anche differenti e, forse, addirittura, in contrasto tra loro, ma entrambe hanno un senso e meritano di essere esplicitate. La prima è che nelle ultime settimane abbiamo finalmente qualche segnale incoraggiante; l'indice Rt sta scendendo nelle ultime quattro settimane, da 1,7 a 1,4, a 1,2 e, poi, a 1,08 e questo è sicuramente un segnale positivo che testimonia anche come le misure messe in campo dal Governo nazionale e dalle regioni e anche i comportamenti delle persone ci consentono finalmente di provare a piegare questa curva. La strategia del Governo in questa seconda ondata è stata esattamente quella di provare a mettere sotto controllo la curva, senza fare un lockdown generalizzato per il prezzo che nell'opinione, diciamo, diffusa avrebbe avuto questo lockdown in termini sociali, economici, finanche culturali. Quindi, la prima verità, oggettiva, è che le cose iniziano a muoversi nella direzione giusta.

La seconda verità altrettanto “realista” con la quale dobbiamo fare i conti è che le cose sono ancora complicate, abbiamo ancora numeri molto alti - i numeri del contagio -, abbiamo, ahimè, un numero di decessi molto significativo e, quindi, è assolutamente indispensabile tenere alto il livello d'attenzione. Abbassare il livello d'attenzione rischia immediatamente di farci vanificare anche il buon lavoro delle ultime settimane e i segnali incoraggianti che abbiamo messo in campo. Per questa ragione, l'opinione e l'orientamento del Governo sono quelli di continuare questo percorso che abbiamo avviato già da un mese di differenziazione dell'Italia. Le tre aree, l'area rossa, l'area arancione e l'area gialla, ci consentono di fare interventi mirati, non interventi generalizzati uguali dappertutto, ma interventi mirati che riescano a fotografare l'evoluzione epidemiologica di ogni singolo territorio. Questo schema, nelle ultime settimane, ci ha consentito di raggiungere quei primi risultati importanti.

Da questo punto di vista, quindi, l'intenzione del Governo è confermare questo modello, nell'auspicio chiaramente che le regioni nelle prossime settimane possano ancora uscire dalle aree rosse e dalle aree arancioni e, se riusciremo a tenere la curva sotto controllo, ampliare gli spazi di libertà.

Il secondo grande punto di iniziativa del prossimo DPCM avrà a che fare con il periodo delle vacanze di Natale, che è un periodo di particolare delicatezza, perché mediamente aumentano le relazioni tra le persone, aumentano gli spostamenti e, quindi, aumentano le possibilità del contagio. Per questo noi vogliamo costruire norme che ci consentano di disincentivare gli spostamenti internazionali, di limitare gli spostamenti regionali e di provare a controllare il più possibile le eventuali aggregazioni e gli eventuali assembramenti anche nei giorni più delicati delle feste che stanno arrivando. Dobbiamo in tutti i modi evitare la coincidenza tra una eventuale nuova fase di recrudescenza del virus all'inizio dell'anno e la fase di vaccinazione. Su questo ho voluto illustrare al Parlamento il senso del piano strategico vaccinale; io penso che sia una sfida fondamentale e da sempre sono stato convinto che la scienza ci metterà nelle condizioni, finalmente, di vincere in via definitiva questa battaglia. Serve ancora prudenza, serve ancora cautela; in questo momento nessun vaccino è stato autorizzato dall'EMA, che è l'Agenzia europea del farmaco, che per noi è l'agenzia di riferimento, ma i segnali che abbiamo sono incoraggianti e, probabilmente, a partire dal 29 dicembre per il vaccino Pfitzer e a partire dal 12 gennaio per il vaccino Moderna potremo finalmente avere queste autorizzazioni e iniziare la campagna vaccinale. Il vaccino sarà gratuito per tutti e sarà centralizzato nella gestione; sarà lo Stato a comprarlo e ad assicurarsi che ci sia una distribuzione equa, nel rispetto dei principi della nostra Costituzione. Abbiamo opzionato oltre 202 milioni di dosi, quindi, un numero molto alto. Ad ogni cittadino andranno somministrate due dosi; è un numero che ci consentirà di gestire questa fase della campagna di vaccinazione.

Ancora, io penso che sia fondamentale indicare da subito quali saranno i primi soggetti. Anche dalla discussione del Parlamento, che ho ascoltato con molta attenzione, mi pare che le figure che noi abbiamo provato ad individuare, le categorie che abbiamo provato ad individuare ricevano una sostanziale positiva valutazione da parte del Parlamento, cioè l'idea che i primi ad essere vaccinati possano essere gli operatori della sanità, i nostri medici, i nostri infermieri, le persone, le donne, gli uomini, i tecnici, i professionisti della sanità che ogni giorno hanno a che fare con questa sfida fondamentale del contenimento del virus, le persone più anziane, in modo particolare quelle che vivono nelle RSA, nei presidi per gli anziani, dove abbiamo visto che quando il virus entra può produrre danni incalcolabili e, ancora, evidentemente, tutte le persone che hanno un'età più avanzata, chiaramente a partire da chi ha più di ottant'anni e, poi, a scendere rispetto all'anagrafe. Io penso che questa sia un'enorme sfida per tutto il Paese.

Ho avuto già modo di dire nella mia introduzione che dobbiamo unire le istituzioni repubblicane su questa sfida; non possono esserci differenze tra forze politiche. Occorre una grande campagna di vaccinazione che porti l'Italia finalmente fuori da queste settimane e questi mesi così difficili. In sintonia con le cose che ho detto nella mia introduzione e in sintonia con questa veloce replica voglio esprimere i pareri. Il primo parere è un parere naturalmente positivo rispetto alla risoluzione presentata dalla maggioranza, ma voglio esprimere un parere positivo anche su due punti della risoluzione presentata dalle forze di opposizione. In modo particolare, sono i due punti più strettamente connessi alla questione del vaccino. Questo messaggio è in sintonia con lo sforzo che dobbiamo compiere, è una partita di tutti; vaccinare il Paese, fare una grande campagna, è un obiettivo di tutte le istituzioni repubblicane senza alcuna differenza. Per questo, della risoluzione di opposizione io do parere favorevole al punto 1, fino alla parola: “COVID-19”, e al punto 3 nella sua interezza. Esprimo invece parere non favorevole alla risoluzione n. 6-00155 De Toma ed altri, e, invece, per quanto riguarda la risoluzione n. 6-00156, presentata come primo firmatario dall'onorevole Costa, voglio chiedere un invito al ritiro, semplicemente perché non è materia connessa alle scelte che dobbiamo fare in queste ore, in questa discussione, ma io ritengo che i temi che sono stati indicati, sia nel testo che negli impegni, meritino il massimo di attenzione e di approfondimento e da parte mia come Ministro della Salute, per quanto di mia competenza, se dovesse pervenirmi un'interrogazione anche scritta nelle prossime ore, sarò molto lieto di poter dare tutte le risposte del caso, che sono risposte che ci possono senz'altro aiutare a capire meglio come gestiamo l'ammontare di risorse che viene speso attorno al tema della salute.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

La prima dichiarazione di voto è quella del collega Fusacchia; raccomando il rispetto dei tempi.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Ho ascoltato e apprezzato la sua relazione, Ministro Speranza, dettagliata e puntuale su quello che succederà nel 2021, se tutto andrà bene, con i vaccini. Ho particolarmente apprezzato, in questo piano sui vaccini, la centralità che assumerà la scuola, che avrà la scuola. Noi, però, Ministro, abbiamo anche un'altra esigenza più impellente che è riportare gli studenti a scuola in presenza. Non spendo una parola per ribadire perché ciò sia cruciale per non perderci qualche milione di giovani. Cito solo due questioni; la prima: giallo, arancione, rosso, in corrispondenza dei quali c'è uno specifico livello di chiusura, con alcuni presidenti di regione che continuano però a tenere chiuse le scuole nonostante la situazione migliori. Mi viene da chiedere se non sia più facile questo che organizzare il trasporto pubblico locale, evidentemente.

La seconda: tracciamenti e tamponi, non sufficienti e soprattutto non sufficientemente rapidi nelle scuole, con la conseguenza che anche in tanti casi dove in teoria la scuola continua in presenza, nei fatti, si tiene in remoto anche lì, visto il numero di studenti e docenti che precauzionalmente devono restare a casa più del necessario.

Ho citato questi due temi e ce ne sono altri. Questi due e gli altri hanno in comune un tema cruciale, che sono i dati. Io non credo sia accettabile non disporre di abbastanza tamponi nelle scuole. Ci sono poche macchine per i tamponi molecolari, pochi reagenti, poco personale. Non riusciamo, quindi, neppure a misurare a sufficienza e ci mancano i dati. Così non è accettabile, francamente, che per avere un po' dei dati disponibili sui contagi a scuola serva una rivista come Wired, che fa un accesso agli atti, e non credo sia accettabile che negli uffici scolastici regionali debbano chiedere i dati alle ASL, perché non c'è una condivisione fra pubbliche amministrazioni a monte, costante, puntuale e aggiornata. Avere i dati ci permetterebbe di differenziare, averli buoni, puliti e averli tutti, e ci potrebbe aiutare - e parlo solo della scuola, ma vale per tutto - a decidere diversamente e in maniera più mirata: non tutto - e chiudo, Presidente - aperto o chiuso, come sta avvenendo per le scuole superiori in tutta Italia, e nemmeno tutto omogeneo necessariamente entro la singola regione. Ora, Ministro, sulla questione dei dati ci sono interrogazioni, interpellanze e anche emendamenti. Chiedono un diverso e più moderno e trasparente sistema di raccolta, trasmissione e pubblicazione completa e accessibile dei dati.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fusacchia.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-IE). Chiedo a lei, Ministro, di interessarsi - e a tutto il Governo - a questa questione, perché aumenterebbe notevolmente la fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. In fase di discussione sulle linee generali ho sostenuto la necessità di provvedere con tempestività al ristoro di quelle attività danneggiate con provvedimenti restrittivi, quantunque assunti legittimamente e in situazione emergenziale. Il tema sanitario è vasto e paga una passata visione gestionale miope, che ha portato all'accentramento dei servizi sanitari in grandi complessi, lasciando i territori periferici sguarniti sia di strutture, che sono state depotenziate ove non chiuse addirittura, sia dalla pratica di quella medicina territoriale, che, costituendo un importante argine, avrebbe potuto contenere in modo significativo l'insostenibile afflusso che si è verificato ai centri ospedalieri, che, di conseguenza, sono andati in affanno di posti - naturalmente posti letto -, medici, infermieri e operatori in genere. E, allora, l'opportunità che ci è offerta da questa tragedia, che ha fatto sì che venisse messa in campo una notevole mole di fondi, oltre che alla riapertura e al potenziamento delle strutture trascurate che possono decongestionare i centri sanitari principali, è quella di rivedere i percorsi di specializzazione dei giovani medici, che non vedono l'ora di potersi cimentare e aiutare il Paese in questo momento delicato. Per fare questo abbiamo tanti modelli da cui prendere esempio, come la formazione e il lavoro attuati in qualche Paese europeo, dove gli specializzandi lavorano anche in ospedali minori, coprendo turni dove vi sono significative carenze, giovandosi, quindi, di questa esperienza e poi dedicando la parte finale del loro percorso di specializzazione all'ambito specifico.

Due parole, infine, sul vaccino, che costituisce la risposta che il mondo aspetta e che, oltre alla tempestività, ha bisogno di una chiara campagna di informazione, in modo che ognuno possa assumerlo con cognizione e con consapevolezza. L'obbligatorietà dell'assunzione non può essere una strada percorribile e non lo sarà se la chiarezza dell'informazione sarà totale. Voteremo favorevolmente sulla risoluzione che il Governo ha indicato positivamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-PP-AP-PSI). Presidente, gentile Ministro, il piano strategico per il vaccino anti-COVID da lei presentato ha l'obiettivo di garantire una gestione centralizzata degli acquisti, delle scorte, della conservazione e della spedizione. Un piano vaccinale di questa portata ha individuato altri aspetti del progetto che possono essere pianificati, gestiti e valutati. In particolare, mi soffermo su tre aspetti, a mio avviso fondamentali anche alla luce della recente esperienza con le vaccinazioni antinfluenzali, che hanno presentato diverse problematiche prevenibili, e ritengo necessario un immediato coordinamento con i territori e con il personale incaricato di attuare il piano. Il primo aspetto è dove si eseguono le vaccinazioni. È necessario stabilire da subito le sedi di somministrazione su tutto il territorio nazionale e le micro équipe che si occuperanno, in queste sedi, della somministrazione e della gestione dei vaccini: medici, infermieri e amministrativi, ognuno che opera per le sue competenze, superando anche la sterile conflittualità tra professioni sanitarie. Dobbiamo essere consapevoli che ogni professione ha delle competenze specifiche derivate dai percorsi formativi e dalle abilitazioni.

Il secondo aspetto è l'attivazione di una campagna vaccinale per comunicare e sensibilizzare la popolazione. Questa è un'attività fondamentale, perché permette di informare i cittadini, prepararli al piano che si vuole attuare e alle tempistiche, in modo da evitare incomprensioni che poi si riversano sui medici, come è successo per i vaccini antinfluenzali, anche con episodi di rabbia e frustrazione. Il terzo aspetto fondamentale è che ognuna di queste attività deve avere un responsabile che ne monitori l'andamento e possa trovare soluzioni fattive per il raggiungimento dell'obiettivo. Ci auguriamo, quindi, di uscire da questa pandemia con un'organizzazione efficiente e un monitoraggio centralizzato, determinanti, oggi più che mai, per fare buona politica a servizio dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io devo ringraziare il Ministro Speranza per il riscontro che ha dato alla nostra risoluzione. Noi chiedevamo trasparenza, chiedevamo di comprendere, nello specifico, come sono stati spesi i 9,5 miliardi assegnati ai temi della sanità dai vari decreti e lo chiedevamo con un obiettivo, quello di capire se ci sono state delle regioni, ad esempio, che non hanno avanzato queste somme, delle regioni che, invece, sono state inerti, delle strutture, anche eventualmente governative, che non hanno speso queste risorse, per capire eventualmente dove sono stati gli errori e poter prevenire eventuali errori futuri. Questo era l'obiettivo. Il Ministro ci ha dato una risposta molto chiara e ha detto: “Risponderò a un'interrogazione scritta”. Questo era l'obiettivo della risoluzione: era un impegno del Governo a rispondere. Questo impegno è stato preso, è stato assunto. Noi ci fidiamo del Ministro Speranza, comprendiamo anche come la sua attività, il suo lavoro in questa fase sia un lavoro difficile, però ha riconosciuto la bontà, ha riconosciuto la fondatezza della nostra richiesta, una richiesta che abbiamo reiterato più volte ma che potrà essere fondamentale per il suo lavoro, per il lavoro del suo Ministero, per il lavoro del Governo, per il lavoro delle singole regioni, perché se si comprende che eventualmente determinate misure non sono state avviate tempestivamente e magari conseguentemente i dati epidemiologici hanno delle proporzioni, diciamo, collegate a questi fenomeni si potranno certamente trarre delle conclusioni. Non competono a noi: competono al Ministero. Noi forniamo questo elemento e apprezziamo che sia stato preso in considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente e membri del Governo, al centro del prossimo DPCM dobbiamo porre, come legislatori, regole che dettino comportamenti per evitare assembramenti, tenendo conto della parte produttiva del Paese che è stata finora nostra alleata nell'applicazione delle misure restrittive. Ora, da deputata trentina constato che una chiusura secca di alberghi in zone di alta montagna, come prospettato, vada a creare una situazione di oggettiva disuguaglianza: è irragionevole che un albergo nel cuore di Roma o di Trento possa rimanere aperto, ma non un albergo in alta quota. Chiedo, dunque, due condizioni per tenere in piedi il microsistema economico del Trentino-Alto Adige e delle località alpine: la possibilità di un'apertura degli alberghi uniforme su tutto il territorio nazionale, garantendo l'applicazione del criterio della flessione del fatturato ai fini del ristoro; poi, il mantenimento di una mobilità limitata e controllata tra zone gialle durante le festività natalizie, almeno per chi ha una proprietà o una prenotazione online in albergo. Voglio ripeterlo: è l'applicazione delle misure che regolano i comportamenti che frena il virus, non il tipo di territori su cui viene applicata. Voglio anche ricordare la serietà e la responsabilità di tutte le regioni alpine nelle scorse settimane, che hanno prodotto quattro protocolli di sicurezza per la montagna per tutte le strutture ricettive, ristorative e abitative.

Infine, chiediamo che le misure post 10 gennaio vadano fissate ora per la montagna: non si possono decidere all'Epifania perché non si programma nulla. Ricordo, gli imprenditori e le strutture economiche sono i nostri principali alleati nel mantenere le misure restrittive, ma anche ad aiutarci ad uscire dalla crisi, sostenendo la ristrutturazione e la riorganizzazione del Servizio sanitario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, da mesi viviamo in una condizione surreale, quasi schizofrenica: un conflitto interno a noi stessi e molto profondo sta minando i nostri principali valori. Il conflitto lacerante tra le ragioni della salute e della sanità e quelle del lavoro, del sistema produttivo, della scuola, dell'università, dell'equilibrio sociale e delle situazioni più fragili: non sono io che pronuncio, ma è un articolo scritto sul Corriere della Sera dal professor Harari e dal rettore del Politecnico, il professor Resta. Nello stesso tempo, rischiamo di entrare in una visione paranoica della società: è il vescovo di Reggio Emilia che lo dice. La paranoia, signor Ministro, è una visione distorta della realtà. Il profluvio di annunci, di allarmi, di divieti annunciati e, poi, smentiti, poi riconfermati, di discussione addirittura sull'ora del Natale e di quando deve nascere Gesù Bambino, non fa che aumentare il rischio, la confusione e l'incertezza che ne consegue.

La pandemia, 5 milioni di nuovi poveri, oltre 50 mila imprese che chiuderanno, il ritardo scolastico per milioni di studenti, ci dice che dobbiamo accettare che entrambe queste realtà coesistano, senza contrapposizioni e, invece, la contrapposizione continua. Ascolti questa denuncia che le facciamo. Stiamo continuando in una bulimia comunicativa giunta a vertici paradossali, per cui, se si possono allentare certe restrizioni - abbiamo riaperto i negozi -, è merito dei provvedimenti del Governo, salvo, poi, dire, attraverso i telegiornali, che bisogna lamentarsi, perché la gente, avendo riaperto i negozi, è andata a comprare in quei negozi e, quindi, l'irresponsabilità delle persone. La gente, le imprese, le famiglie, gli studenti hanno dimostrato grande responsabilità nell'osservare le norme, di volta in volta, emanate. Ora hanno bisogno di protocolli chiari e non di divieti che cambiano a seconda dell'emozione dei dati di giornata, la preoccupazione di questo o di quel Ministro o l'allarme lanciato da qualche suo consulente. Siamo arrivati all'assurdo - è un assurdo - per cui una messa celebrata secondo le norme del distanziamento ed igiene sin qui validi è consentita alle ore 22 e, invece, non è consentita alle ore 24, con le stesse regole. A sostegno di questa tesi del virus ad ore è stato perfino scomodato il concetto di eresia. Ministro, non è molto più semplice dire, a proposito di lockdown personalizzati o no, che non si vuole che la gente esca di casa? Non è più semplice dire questo: non apriamo i ristoranti, non apriamo le palestre, non facciamo andare a messa, perché vogliamo che la gente stia a casa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro)? È possibile che non si possano fare (sono accorato per questo, so la sua sensibilità) le cose con più equilibrio? È mai possibile che si continuino a trattare i cittadini come sudditi, come plebe irresponsabile?

Dite: non vogliamo che si ripeta quanto è successo a Ferragosto con le discoteche. Ora, a parte la differenza - e sto per concludere - tra una discoteca e una chiesa o una sala da pranzo di una casa privata, insistere su questo argomento vuol dire prendere in giro la gente e colpevolizzarla oltremodo, oltre la curva dei contagi. Noi vogliamo responsabilizzare la gente. Ci dite che volete evitare - concludo veramente - gli spostamenti fra regioni. Vi do un suggerimento: non si capisce perché, se un lombardo può andare da Mantova a Bormio, percorrendo 200 chilometri, un lucano - lei è lucano - non può spostarsi dall'altra parte, percorrendo 65 chilometri. Capisce l'assurdo per cui la gente non capisce (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro)? Ci sono 6 mila comuni sotto i 5 mila abitanti: voi dite che non ci si può spostare da un comune all'altro, ma quello che abita in un comune di 5 mila abitanti e a fianco c'è Merate e, poi, c'è Casatenovo, non può spostarsi e lo zio e la nonna sono a Casatenovo e la figlia vive a Merate: la distanza è 2 chilometri e non possono vedersi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Non abusiamo della responsabilità che i cittadini italiani hanno dimostrato fino adesso e che continuano a dimostrarci (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, io non ritengo retorico e, anzi, credo dovremmo farlo ogni volta, ringraziare chi sta in trincea, chi, tutti i giorni, si confronta con il COVID-19 (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), i nostri medici, i nostri infermieri, gli OSS, gli operatori, chi fa pulizia, e mai nei nostri ragionamenti, nei nostri eloqui, dovremmo dimenticare che, dietro ai numeri che ogni giorno vengono forniti dalla Protezione civile, su cui facciamo analisi e riflessioni, vi sono donne e uomini in carne ed ossa e, dietro quel numero di morti, vi sono storie che se ne vanno; sono pezzi della nostra vita che se ne vanno.

Ripeto, non lo considero un esercizio retorico, è una profonda convinzione, perché vedo, e lo vedo in maniera drammatica, che c'è una grande differenza, nel Paese e anche in quest'Aula, tra la prima ondata e questa seconda ondata. Se qualcuno di voi lo ricorderà, nella prima ondata, pur nella differenza delle posizioni, c'era un altro clima, c'era un altro rispetto, c'era più silenzio quando ognuno di noi parlava. Noi oggi fotografiamo un clima nel Paese che, per una parte, può essere anche spiegabile con le cose che ha detto il collega Lupi prima di me e, cioè, che, ovviamente, c'è una stanchezza di fondo, c'è la voglia, in qualche modo, di vedere finalmente conclusa questa lunga odissea, non c'è la consapevolezza, ahinoi - e mi sembra sempre più diffusa -, di dove siamo esattamente oggi.

Il Ministro ha provato a delinearlo con i numeri; io provo a dirlo in un altro modo, perché, altrimenti, non si capirebbe la differenza rispetto alle misure previste per l'estate, per esempio, che, ovviamente, anche in ragione della tipologia di vacanze, si prestava e si presta ad assembramenti anche superiori a quelli delle vacanze natalizie. Perché c'è differenza? Ma perché, alla vigilia dell'estate, noi avevamo un Rt, quindi un indice di trasmissione del virus, vicino a zero; oggi continuiamo ad avere indici molto elevati, c'è ancora - sono parole del Ministro - una sostenuta diffusione del virus, c'è una sostenuta pressione nei confronti del Sistema sanitario. Figuriamoci se non posso essere d'accordo con quello che diceva il collega Lupi, vivendo in un Paese che ha 700 abitanti e, quando mi si dice di non uscire dal mio comune, sono finito lì; poi, anche l'esercizio di alimentari ha avuto la sfortuna di avere il COVID e, quindi, come dire, il lockdown era totale. Ma, detto questo, posso dimenticarmi, da parlamentare, da rappresentante delle istituzioni, che ancora oggi, nella mia regione, ci sono 4.500 persone in area medica ricoverate? Posso dimenticare che sono 380 quelli in terapia intensiva? Possiamo fare finta che questo non ci sia? Io credo di no, sarebbe da irresponsabili.

Io credo che il messaggio che dovrebbe arrivare qui, l'indirizzo vero, al di là delle cose che scriviamo nelle risoluzioni, è chiedere al Governo di proseguire, con testardaggine, non sentendo molte sirene, a lavorare, seguendo il principio di precauzione. Non possiamo permetterci il lusso di non seguire il principio di precauzione. E, poi, dovremmo tutti insieme riconoscere anche che, grazie ai sacrifici, grazie agli sforzi di tutti, evidentemente, ci sono state misure e scelte che si sono rivelate giuste ed efficaci. Possiamo dirlo?

Possiamo dirlo che, a differenza, di una nazione importante, molto simile alla nostra, come la Francia, che ha scelto la strada del lockdown totale anche nella seconda ondata, l'individuazione e la scelta del modello della classificazione delle colorazioni è stato un modello che ha funzionato? Vi invito a leggere le curve dei contagi, a leggere i dati di queste ultime settimane, per capire come si è riusciti attraverso queste misure restrittive. Queste misure restrittive quando sono state chieste e imposte - molte regioni, grazie a quelle misure hanno visto diminuire il numero di ricoverati e la pressione sul sistema sanitario - il Governo è stato sbeffeggiato. Si è data, in molti casi, un'interpretazione demagogica, sostenendo che le scelte sarebbero state dettate non dalla colorazione costruita in modo scientifico, ma dalla colorazione politica di quelle regioni. Ma, facendo così, si fa del male alla politica, prima di tutto, perché si fa perdere la fiducia e si perde la fiducia dei cittadini. Credo che oggi, di fronte alle proposte e alle comunicazioni del Ministro, non si possa non riconfermare la necessità di non abbassare la guardia, di non abbassare la soglia di attenzione, perché i sacrifici non vadano persi. Poi, ovviamente, ci sono delle emergenze. Noi riconosciamo che esiste un'emergenza sulla scuola. Dobbiamo anche qui ringraziare gli insegnanti e ringraziare gli alunni, per gli sforzi che sono stati fatti. Si continua a dire che la scuola è chiusa, ma non è vero e ciò l'ho ancora sentito in quest'Aula. La primaria non ha mai chiuso in questo Paese!

Dobbiamo - io lo dico e qua parlo per me evidentemente - chiedere scusa, certamente, agli alunni della seconda e terza media delle regioni rosse e agli alunni delle superiori, perché non siamo riusciti, come sistema Italia, a garantire sufficiente sicurezza, perché si continuasse nella didattica in presenza, ma hanno continuato con la didattica a distanza, che sicuramente ha dei limiti, ma non vuol dire zero scuola. Anche qua, non facciamo passare un messaggio, che è un messaggio sbagliato e diseducativo. Poi io credo che si stia sottovalutando - spero che i colleghi che interverranno dopo di me possano invece valorizzarlo - la seconda parte dell'intervento del Ministro, cioè il piano vaccini. Si dice sempre che il Parlamento è tenuto in poca considerazione - ci è stato detto - e non ho motivo di dubitare che noi siamo il primo Parlamento in Europa, a cui un Governo, il Governo nazionale, comunica le linee guida del piano vaccini. Per quel che ci riguarda, ci sono due aspetti che vanno sottolineati e che condividiamo totalmente. Il primo è la gratuità. La gratuità è un elemento importante, vuol dire azzerare le disuguaglianze e, ovviamente, nella gratuità, signor Ministro, ci sarà poi una distribuzione alle categorie più deboli, che noi riteniamo vada fatta nella maniera, anche qua, più eguale possibile, non lasciando indietro nessuno. Così come siamo assolutamente convinti della giustezza dell'acquisto centralizzato. Anche qua ho sentito retoricamente le battute, per quel che riguarda i vaccini antinfluenzali, che ricordo, però, non sono competenza del Governo centrale ed erano competenza delle regioni. E, guarda caso, le aziende, alcune aziende in particolare, non hanno rispettato i contratti. Ma io non sono qui ad accusare la mia regione, perché l'azienda farmaceutica non ha rispettato i contratti. Sono qui, però, a evidenziare come questo sia un tema molto delicato, quello del rispetto dei contratti, ovviamente anche rispetto ai numeri importanti che il Ministro ha ricordato. Bisogna che il sistema farmaceutico, che le aziende farmaceutiche rispettino i loro impegni. È evidente che un acquisto a livello europeo consente una capacità contrattuale nettamente superiore all'acquisto di una regione, per quanto grande, come è stata, per esempio, la Lombardia o il Piemonte. Concludo, quindi, annunciando il voto convinto del gruppo di Liberi e Uguali sulle comunicazioni e, in particolare, sulla risoluzione di maggioranza, nella convinzione che occorra continuare a tenere la barra dritta, massima precauzione e attenzione ai soggetti più deboli e concludo da dove avevo iniziato, proprio perché non lo intendevo come un annuncio retorico. Credo che tutti noi dovremmo unirci, nel ringraziare medici, infermieri, operatori, operatori delle pulizie e tutti quelli che ogni giorno sono sulla breccia e ci rappresentano, credo, meglio di qualsiasi altro nel mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Prego.

VITO DE FILIPPO (IV). Presidente, Ministro, colleghi e colleghe, la seconda ondata della pandemia si è rivelata oggettivamente più complessa e, per molti aspetti, anche più disordinata della prima. Diciamolo con semplicità: la prima lezione della pandemia non è stata seguita e non è servita totalmente. In queste fasi serve alla maggioranza - ma direi serve al Paese - la chiarezza anche delle nostre parole qui dentro e - io spero - le azioni e la concretezza che il Governo produrrà nei fatti. Non ci dobbiamo dividere, come succede spesso, tra aperturisti e sacerdoti del lockdown, ma fra chi vuole lavorare e difendere il benessere complessivo del Paese, che contiene sia la salute che l'economia, e chi invece vuole fare molte volte solo propaganda e certe volte populismo. Perciò diciamo noiosamente da sempre: ristori veloci e automatici per chi deve rispettare le chiusure; trasporti meglio organizzati; coordinamento istituzionale più attento. Si poteva fare meglio e di più, lo sentiamo e lo abbiamo capito anche dalle parole di alcuni Ministri, anche del Ministro. Si poteva fare meglio e di più nella scuola, sospesa, come è evidente, a volte, tra una DAD non sempre efficace - anche per ragioni infrastrutturali in alcuni punti del nostro Paese -, comitati vari di docenti e angosciati genitori, decisioni regionali perentorie, contenzioso davanti ai tribunali amministrativi. C'è qualche decisione proprio di oggi sulla scuola, in alcune regioni italiane. La solennità delle parole della Ministra sulla fondamentale funzione della scuola poteva, secondo me, e doveva meglio essere accompagnata, per esempio, come abbiamo detto già dal mese di agosto, da più tamponi e più test prima e meglio, più personale prima e meglio, da trasporti più sicuri e via elencando. Ora bisogna andare avanti con grande diligenza e noi percepiamo anche le preoccupazioni del Governo e dello stesso Ministro. Noi siamo quelli che abbiamo voluto il confronto in Parlamento prima dei DPCM e ci sono stati molti incontri con i capigruppo e con la maggioranza. Tutta questa faticosa attività - io vorrei dire al Ministro - rendiamola utile e decisiva e non facciamola diventare meri passaggi rituali, che sono oltremodo faticosi per tutti in questa fase. Commentando alcune anticipazioni da lei fatte, direi, Ministro, che bisogna valutare meglio il tema del ricongiungimento familiare nelle feste di Natale. Il cortocircuito della geografia dei trasporti e della demografia, che si intravede in alcune delle previsioni del DPCM, secondo me, bisognerebbe guardarlo con più attenzione. E io credo che lo farete. Valuterei con più attenzione anche il tema degli italiani che lavorano all'estero. Quarantena breve? Tamponi immediati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Sulla base di organizzazioni rigorose, non mi sottrarrei ad una valutazione dell'apertura di alcune attività anche durante le feste natalizie. Ascoltiamo sempre la scienza, come ripetutamente stiamo dicendo, per qualsiasi ambito e per qualsiasi attività, ma diamo a quelle indicazioni la oggettiva e puntuale, come si dice di questi tempi, messa a terra delle decisioni. Sui vaccini. Il 15 ottobre scorso la Commissione europea ha inviato al Parlamento un testo, che lei ha ampiamente anche inquadrato nella sua relazione, nel quale testo si esortava i Paesi a considerare, oltre alle iniziative di sanità pubblica, anche quelle farmacologiche.

In particolare si raccomandava di predisporre per tempo le strategie di vaccinazione del COVID-19 e le modalità per la rapidità e la equa diffusione del vaccino. Le sue parole sono in totale sintonia con questo documento. L'industria, dobbiamo dire, e anche il mondo della ricerca hanno condiviso l'impegno a rendere la sicurezza e il benessere delle persone vaccinate la priorità nel pianeta - bisogna darne atto - e ad assicurare un accesso equo, universale e gratuito ai vaccini che saranno autorizzati nel nostro continente e nel mondo.

Avere un approccio coordinato, come lei ci indicava, delle risposte nazionali alla pandemia, con una strategia comune per la diffusione dei vaccini, contribuirà in modo significativo a rafforzare la fiducia in questi trattamenti. La storia recente sui vaccini ci insegna qualcosa. Si prospetta che, nonostante gli enormi sforzi delle parti interessate, la disponibilità dei vaccini non sarà sufficiente sin dall'inizio a soddisfare il fabbisogno della salute pubblica globale. Inoltre anche lo sforzo organizzativo necessario per procedere ad una vaccinazione, Ministro, universale, in un momento critico, cioè durante una pandemia, non deve essere sottovalutato; siamo in una circostanza che per molti aspetti si è ripetuta poche volte nella storia del nostro Paese.

Proprio su questo punto io vorrei ripetermi, per lasciare agli atti alcune considerazioni che spero verranno confermate e non smentite nell'azione che dovremo insieme coordinare, affiancando le attività che il Governo ci ha proposto in questa circostanza. Gli elementi chiave da considerare per la strategia di vaccinazione nazionale includono sicuramente la capacità dei servizi di vaccinazione di fornire vaccini, incluse la forza lavoro qualificata, formata, attrezzature mediche - protetta, questa forza lavoro -, facile accesso ai vaccini per le popolazioni target, sulle quali dirò soltanto un brevissimo pensiero, sia in termini di accessibilità economica, come è stato ampiamente confermato, che anche di prossimità fisica per l'accessibilità. Diffusione dei vaccini con caratteristiche ed esigenze, come è noto, di stoccaggio e di trasporto differenti, in particolare in termini di catena del freddo, di trasporto refrigerato e anche di capacità di stoccaggio. Una comunicazione chiara sui benefici, sui rischi e l'importanza dei vaccini, per costruire quella fiducia sulla quale in conclusione dirò un altro breve pensiero.

Nel frattempo, in cima alla lista delle azioni, lei ci ha indicato qual è la decisione che il Governo si appresta a prendere su quali gruppi dovrebbero avere accesso prioritario ai vaccini. Si devono prendere sicuramente in considerazione gli operatori sanitari, le persone che hanno più di sessant'anni, come lei ha detto, le persone il cui stato di salute rende particolarmente a rischio. Io aggiungerei i lavoratori essenziali, anche al di fuori del settore della sanità, lavoratori che non possono essere socialmente distanziati nella loro attività, gruppi economici vulnerabili e altri gruppi a rischio più elevato. Gli elementi necessari per questo piano straordinario, per molti aspetti storico, sono sicuramente alcuni che vi indicherò: il timing dell'approvazione anche dei farmaci, il timing per la disponibilità delle dosi, le popolazioni studiate, le priorità e i numeri che lei ci ha indicato, le caratteristiche per la conservazione, la logistica, la distribuzione. Le suggerirei ulteriori elementi di riflessione. Anche non avendo i contorni precisi della decisione inglese di queste ultime ore - l'agenzia regolatoria di quel Paese ha autorizzato in queste ore già il vaccino della Pfizer -, ma comunque le tempistiche di approvazione, anche in Italia, io spero, sia da parte di Ema che da parte della nostra agenzia di regolazione, l'AIC, di marca italiana, vengano assicurate con velocità e con tempestività. La Comunità europea ha costruito piattaforme su cui si vanno ad inserire i singoli Stati membri. Anche l'esperienza dei vaccini antinfluenzali che, pur dando ragione al collega che mi ha preceduto, ma anche in quella circostanza si è rilevata la necessità di una pianificazione anticipata, puntuale, da parte delle regioni, e i fabbisogni che sono stati definiti in maniera non precisa, attraverso un coinvolgimento e un dialogo con le stazioni appaltanti, che hanno prodotto distorsioni sicuramente evidenti. Un registro elettronico nazionale e regionale, una cabina che - io consiglierei - in questo caso serve veramente; di cabine ne abbiamo viste tante, ma la cabina tra Ministero, Conferenza delle regioni, medici, farmacisti, a cui io includerei anche i rappresentanti di tante associazioni di cittadini e di pazienti, che sui temi generali del piano dei vaccini li coinvolgerei. Serve molto, molto, ma molto, una campagna educazionale per superare le cosiddette esitazioni e i dubbi che anche questa campagna di vaccinazione sicuramente produrrà. Il dibattito è ampiamente rilevato anche in queste ore, una gestione degli eventi avversi, come ci ha detto. Al momento in Europa si dibatte molto su questi temi di fondo, delicati, che sono a protezione dei cittadini del nostro Paese e del nostro continente. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, prego.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, parto dall'ultima sua affermazione, quando ci chiede di unire le forze repubblicane - e quindi evidentemente parlamentari - nella battaglia al Coronavirus. Però, Ministro, a questa, che come sempre è una enunciazione di principio condivisibile, corrisponde poi il fatto che a 16 punti presentati nella nostra risoluzione di minoranza, del centrodestra, il Governo risponde con un “sì” a un punto e mezzo. Allora, Ministro, io la invito nuovamente a coinvolgere il Parlamento in toto e a coinvolgerlo nella misura in cui questa forza politica vuole collaborare con la maggioranza, ma purtroppo si trova di fronte a scene come quella di questa sera e comunque a chiusure in generale contro la minoranza, che poi non determinano atteggiamenti positivi da parte nostra.

Ministro, nella sua relazione che - mi permetterà - è afflitta da “annuncite”, una nuova patologia che sta colpendo la maggioranza… Io, glielo dico simpaticamente, l'avevo qualificato come paucisintomatico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sta iniziando a conclamare dei sintomi; l'archetipo è il Presidente del Consiglio Conte, che invece evidentemente i sintomi ce li ha tutti. Ora è evidente che ci sono dei problemi, Ministro. Partiamo dai vaccini. Oggi noi abbiamo l'ignominia per cui larghissime fasce della nostra popolazione, che dovrebbero essere vaccinate - immagino gli ultrasessantenni, immagino e penso ai pluripatologici - non possono accedere al vaccino. E a me non interessa il gioco dello scaricabarile o della responsabilità, se è colpa della Regione, se è colpa dello Stato, anche perché al cittadino questo interessa poco. A me interessa un altro aspetto, che è quello strategico, Ministro, della nostra Nazione. In quest'Aula noi l'abbiamo già detto altre volte: l'Italia non ha una indipendenza dal punto di vista di produzione farmaceutica. Durante la prima fase del lockdown, espressioni dell'industria farmaceutica italiana ci hanno rappresentato il fatto per cui, se proseguiva il lockdown, le industrie non avevano autonomia per produrre farmaci salvavita. La stessa cosa sta avvenendo per i vaccini: noi abbiamo perso, Ministro, i siti di produzione vaccinale in Italia. In Italia c'è soltanto un unico sito, piccolo, che produce vaccini. Che cosa determina questo? Determina che altre nazioni, evidentemente sovraniste, e penso alla Germania… Nel momento in cui producono vaccini in Germania - parlo di quelli dell'influenza - non li fanno esportare all'estero, soddisfano prima le esigenze e i LEA territoriali, per poi esportare. Noi, invece, ormai abbiamo un atteggiamento remissivo di fronte a questo e rispondiamo in maniera sbagliata, sia dal punto di vista di strategia industriale, perché all'industria farmaceutica infliggiamo tasse, come quella del payback - non voglio entrare nel tecnicismo -, ma d'altra parte non abbiamo neanche una strategia pubblica.

Noi avevamo suggerito, per esempio, di implementare, di investire nell'Istituto chimico-farmaceutico di Firenze, militare, statale, che poteva servire anche in questa fase a determinare per la produzione dei vaccini una luce, e quindi evidentemente a sopperire alla mancanza di vaccini, e parlo dei vaccini per l'influenza. Io non vorrei che la “faciloneria” - lo dico fra virgolette - con la quale noi diciamo: acquistiamo 200 milioni di vaccini, poi li distribuiamo, poi lasci il passo al fatto che non siamo riusciti a gestire come sistema Italia la vaccinazione influenzale, che è una cosa routinaria, che abbiamo fatto ogni anno, e che evidentemente quest'anno ha avuto dei picchi, però non si è riuscita a gestire.

E questo lo dico, Ministro, anche in forza di altri pensieri che ho. Ministro, noi ci saremmo aspettati che in quest'Aula per esempio lei ci avesse parlato secondo noi di quella che è la notizia del giorno, cioè del fatto che vi è l'assenza del piano pandemico nazionale. E non perché questo lo riporti una testata giornalistica statale, sulla quale noi abbiamo tanti dubbi, ma per il fatto che dei parlamentari della Repubblica, segnatamente io e il collega Bignami, abbiamo prodotto dieci interrogazioni parlamentari nelle quali chiedevamo se c'era o meno questo piano pandemico nazionale e se è vero non è vero che questa relazione dell'OMS è stata stralciata, è scomparsa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi vogliamo sapere che cosa c'è scritto, o meglio lo abbiamo saputo e letto, e vogliamo sapere se è vero, e perché è avvenuto questo. Il confronto parlamentare si basa, soprattutto in questi momenti di criticità per la nazione, in questo modo, e non eludendo tematiche così importanti, semplicemente perché il piano pandemico nazionale avrebbe dovuto prevedere cose semplici, che non sono state fatte.

Le tre “T”: il test, l'azione di testing che in Italia non è stata fatta. Nella nostra risoluzione noi chiedevamo di fare 500 mila test al giorno; oggi ci ritroviamo ad assistere al fatto che i test oramai si fanno in maniera capotica, si è perso il tracing. Altro aspetto, numero due: l'altra “T”, il tracing, il tracciamento. Ormai l'App Immuni ha fallito, questo è all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo afferma anche il plenipotenziario Arcuri, che dopo questo fallimento è stato ulteriormente premiato e al quale avete dato la responsabilità della campagna vaccinale. Leggiamo oggi che i call center di Immuni sono stati bloccati da un altro potere dello Stato, che è il Garante per la privacy, che ci dice che non possono chiamare i malati, ed è stata anche questa bloccata. La terza “T”, il trattamento: non esiste un protocollo condiviso per i medici di medicina generale, per le USCA, cioè per quelle strutture del territorio che avrebbero dovuto gestire la pandemia domestica. Oggi anche lì si agisce a tentoni, e peraltro raccogliamo il grido di dolore dei medici, che in questo momento hanno paura, in assenza di un protocollo, di avere ex post delle azioni giudiziarie. Allora, anche qui una classe dirigente nazionale seria, avrebbe messo in sicurezza i medici, assicurando il fatto che ci fosse l'immunità quantomeno in questa fase nebulosa. Ma tutto questo che cosa ha determinato, Ministro? Ha determinato il fatto, al di là dei trionfalismi, che noi abbiamo un indice di mortalità fra i più elevati al mondo, noi siamo sesti al mondo per mortalità. Dopo di noi c'è la tanto vituperata America, dopo di noi c'è la tanto vituperata Ungheria, dopo di noi ci sono tutti quei Paesi che hanno inteso affrontare il problema della pandemia in maniera diversa. E quindi, Ministro, da lei ci saremmo aspettati anche un inquadramento di quello che è stato il problema, degli errori fatti, del decreto ministeriale n. 70 del 2015, del fatto che si sia destrutturata l'assistenza sanitaria pubblica sul territorio e che oggi si assista alla desertificazione in ampie parti della nostra nazione e della sanità pubblica, del fatto che negli ultimi dieci anni sono stati sottratti 36 miliardi di euro alla sanità pubblica. E ricordo per verità e per amore di appartenenza che negli ultimi 36 anni non ha governato Fratelli d'Italia e non ha governato il centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e quindi anche la rappresentazione e la favola per cui il centrodestra ha destrutturato l'assistenza sanitaria pubblica la rimandiamo al mittente. E poi, Ministro, noi avremmo tanti dubbi da sottoporre rispetto alla gestione. Voglio ricordare che il bando per il contact tracing è stato fatto il 24 ottobre, quando noi avevamo avuto, stante un allentamento della morsa del Coronavirus, dei mesi per poter programmare. Il bando di acquisto di 5 milioni di test è stato fatto il 19 settembre. Ministro, questa non è gestione da buon padre di famiglia di un evento pandemico e straordinario come quello che stiamo vivendo, e per questo…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARCELLO GEMMATO (FDI).…noi voteremo a favore della nostra risoluzione, ma contro la risoluzione di maggioranza, perché non abbiamo raccolto neanche questa volta segnali da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Presidente, signor Ministro, ci ha annunciato misure dure in un periodo delicato dell'anno che viviamo, che è il Natale. Sappiamo che sono misure dure ma necessarie; e lei sa, signor Ministro, come so io, che tra qualche settimana arriverà anche l'influenza, quella stagionale, che metterà ancora più in crisi il nostro Sistema unitario nazionale, quindi è necessario in questo momento dare delle restrizioni ai nostri concittadini. Bene, io vorrei fare un intervento, signor Ministro, con delle parole chiave, delle parole che devono secondo me guidare il nostro cammino per uscire dalla pandemia. La prima che mi viene in mente, e che molti hanno citato in quest'Aula, è la “scienza”: grazie alla scienza e al lavoro di tante ricercatrici e tanti ricercatori noi usciremo da questa pandemia. E infatti l'enorme varietà di vaccini proposti in questi mesi ne è testimonianza, e sono state messe in campo nuove e moderne tecnologie. Questa è una delle grandi novità e delle grandi opportunità che ci lascia il COVID-19. Perché si aprono nuove prospettive anche terapeutiche: io penso anche ai nuovi farmaci con anticorpi monoclonali, che saranno una svolta per la cura del COVID-19. E allora, signor Ministro, scienza vuol dire tutelare i nostri giovani ricercatori. L'Italia è in uno stato di mancato reclutamento di giovani ricercatori negli ultimi dieci anni: abbiamo pochi ricercatori e con un'età media molto alta. Ecco, il COVID-19 deve consentirci di investire in ricerca e in giovani ricercatori. La seconda parola chiave che mi viene da suggerirle è la “fiducia”. La fiducia della popolazione è una parte fondamentale per vincere questa battaglia. Bisogna essere capaci però di conquistarsela, la fiducia: che si conquista con messaggi chiari, messaggi utili e messaggi “dimostratamente” efficaci e condivisi, guai a far passare messaggi contraddittori. Ma la fiducia si conquista anche senza avere nessun conflitto di interessi. La terza parola chiave che deve guidarci in questo momento è la “trasparenza”. Trasparenza degli studi: è un atto decisivo per comprendere l'efficacia dei vaccini e conquistare la fiducia della gente. Siano pubblici tutti i dati delle varie sperimentazioni. Qui voglio ricordare però un dato piuttosto tecnico, e cioè come viene studiato un vaccino. Esiste una sperimentazione preclinica in laboratorio, in vivo e in vitro, e poi una sperimentazione clinica, che è fatta di quattro fasi, man mano crescenti: nella prima si studiano fondamentalmente su un numero limitato di persone eventuali effetti collaterali; nella seconda, con un più ampio numero di persone, si studia una dose minima efficace; nella terza si amplia il numero di soggetti da testare per valutarne gli effetti collaterali. E a questo punto siamo in questo momento: siamo in fase 3; i risultati della fase 3 saranno valutati dalla EMA e dalla FDA americana, e questi dati devono essere pubblici. Seguirà la fase 4, che è la diffusione su tutta la popolazione: fase questa anche delicata, e dev'essere trasparente.

La quarta parola chiave è “efficacia”: efficacia delle misure di contenimento, efficacia del vaccino, efficacia a breve e a lungo termine. Lei ha accennato ad un sistema di farmacovigilanza, che è necessario nel modo più assoluto, esiste già per i vaccini esistenti: è necessario valutare tutti gli eventuali eventi avversi, discriminando ovviamente i falsi dai veri, e sarà importante mostrare in modo inequivocabile i risultati significativi raccolti su campioni molto ampi di persone. E con efficacia va d'accordo la “sicurezza”: nulla può farci perdere di vista la sicurezza, dovrà essere un vaccino efficace, ma altrettanto sicuro; e neanche lo stato di emergenza può farci rinunciare alla sicurezza di un vaccino.

L'altra parola chiave è il “tempo”: per fare un vaccino che sia efficace e sicuro ci vuole tempo, non può esser fatto prima di un certo periodo. Le nuove tecnologie hanno accorciato i tempi e io qua voglio richiamare il Comitato di bioetica, che ci chiede di accelerare i tempi burocratici e amministrativi, ma non i tempi della tecnologia o i tempi del testare sugli individui. Due aziende, infatti, oggi sappiamo che sono in fase 3 quasi completata e saranno valutati tra poco i risultati. Quindi, il tempo è necessario per valutare tutti gli studi. Infine, “sanità pubblica”: questa è una parola chiave, perché è stata messa a dura prova in questi mesi; io ricordo, come tutti avete fatto in quest'Aula, i miei colleghi medici, i miei colleghi infermieri e tutto il personale sanitario, che ha affrontato una grande prova e ci ha rimesso anche la vita in tante, tante parti d'Italia, ma che ha risposto in modo straordinario a uno stress test mai vissuto prima. Ora c'è bisogno di organizzare bene la campagna vaccinale, che, sappiamo, richiede una doppia dose di vaccino e non bisogna commettere errori. È il momento, questo, di far funzionare al meglio, signor Ministro, l'anagrafe vaccinale, che da pediatra ho chiesto da tanti, tanti anni. Bene il coinvolgimento delle università, bene che i giovani colleghi vadano a somministrare il vaccino, bene che siano messi in campo subito, per dare una mano e testare questa che è la più grande campagna vaccinale mai realizzata nel nostro Paese. Non basta avere un vaccino sicuro ed efficace, se non c'è un piano in grado di somministrare questo vaccino; e perché un piano funzioni c'è bisogno di informare in modo chiaro e semplice i cittadini, che hanno bisogno che sia loro spiegato che è un vaccino sicuro ed efficace e che servirà a sconfiggere il virus; c'è bisogno di una formazione adeguata del personale sanitario, anche per mettere al corrente degli eventi avversi: se i medici non sono convinti che il farmaco serva, non se lo procureranno e non lo faranno mai; è necessaria una gestione della fase post-vaccinale, è necessaria un'attenta sorveglianza delle reazioni avverse, è necessario utilizzare un'anamnesi vaccinale ed è necessario valutare tutte le altre vaccinazioni. Io le segnalo, signor Ministro, che le vaccinazioni della difto-tetano in età pediatrica è in calo preoccupante, quindi questa campagna vaccinale che impegnerà tutto il nostro Paese non deve in nessun modo danneggiare le vaccinazioni che già sono in effettuazione. Il vaccino come “bene comune”: lo ha detto molto bene ieri il Comitato di bioetica e voglio qui rilanciare il loro appello, che impegna la politica a intervenire e a controllare una produzione e una distribuzione del vaccino, che non risponda unicamente, signor Ministro, alle leggi del mercato: sia questo del vaccino, che stiamo adesso sperimentando e provando, un esempio virtuoso di contrasto alle disuguaglianze in salute. E si arrivi a garantire la doppia dose di vaccino, signor Ministro, anche alle popolazioni a rischio: e qui molto bene le unità mobili, che devono recarsi nei quartieri più difficili, dove le persone si vaccinano poco. Chi vaccinare in emergenza? Lo avete detto tutti, io aggiungerei una piccola parolina: gli insegnanti. Pensiamoci, perché questo ci consentirebbe di poter riaprire con più sicurezza anche le nostre scuole. Un'altra parola chiave è l'“obbligo”, obbligo vaccinale, anche qui il Comitato di bioetica: è sempre auspicabile il rispetto del principio che nessuno subisca un trattamento sanitario contro la propria volontà e si facciano tutti gli sforzi perché ci sia una buona copertura vaccinale attraverso una adesione spontanea e consapevole. Chiudo, signor Ministro, dicendole che questa, più che una pandemia, è una sindemia, come ha scritto Richard Horton su The Lancet, a settembre: questo virus colpisce in modo duro le popolazioni in condizioni di disagio sociosanitario, le popolazioni più povere e più disturbate.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO SIANI (PD). E chiudo davvero con due parole chiave, secondo me, che sono “sobrietà” e “collaborazione”: io chiedo che ci sia sobrietà in un momento in cui, anche oggi, contiamo oltre 600 vittime e ci sia una collaborazione fra tutti. Noi siamo pronti per darla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. Ministro Speranza, noi da qualche settimana chiediamo che il Governo venga in Parlamento ad informare il Parlamento su un tema importante come quello dei vaccini. Lei ha colto questa occasione oggi, ci ha parlato della situazione sanitaria e ci ha anche dato delle informazioni molto utili sul tema dei vaccini. Questo dimostra il suo rispetto per il Parlamento e anche la sua presenza qui durante tutto il dibattito è segnale di rispetto. Mi auguro che, avendo ascoltato gli interventi dei colleghi anche dell'opposizione, abbia preso buona nota delle considerazioni svolte anche dal collega Mulè, in ordine all'inchiesta del programma Report sui rapporti tra Governo italiano e Organizzazione mondiale della sanità, e sulle considerazioni sul sistema sanitario che ha svolto la collega Calabria, sulle criticità che in questo momento il nostro sistema sanitario vive sulla propria pelle. Lei ci ha spiegato che la situazione consiglia, anzi, per alcuni versi impone prudenza, rispetto delle regole, e ci mancherebbe altro; non abbassare la guardia, e per carità; certo, evitare pasticci, evitare dichiarazioni contraddittorie o estemporanee: ecco, questo aiuterebbe il clima di insieme. Stendo un velo pietoso sulla questione del commissario alla sanità in Calabria, ma insomma, ecco, ci sarebbe tanto e tanto da dire. Ma noi dobbiamo tenere l'attenzione su due grandi filoni: quello della guardia alta sul piano sanitario, ma anche quello del sostegno a chi, a causa di queste regole complesse e difficili, che impongono sacrifici, sta soffrendo grandemente. E non a caso il centrodestra, unito, ha votato a favore dello scostamento di bilancio, proprio per sostenere coloro che, grazie a queste regole, purtroppo, subiscono dei gravi danni alle loro attività produttive; quel ceto produttivo che apriva la serranda e mandava avanti questo Paese e che in questo momento sta in grave sofferenza. Ecco, è proprio per aiutare queste persone, non per aiutare il Governo, che si è votato lo scostamento di bilancio, proprio per questo accettiamo con responsabilità di prenderci le nostre responsabilità. Ma crediamo che in questo momento si abbia il dovere di considerare il passaggio della vaccinazione come un possibile giro di boa, che ci possa portare - ci auguriamo presto e bene - fuori dalla crisi sanitaria e anche dalla crisi economica: può essere il primo punto vero per rialzare la testa, per cominciare davvero a guardare al futuro. Lei ci ha detto molti aspetti, Ministro Speranza, altri ce li illustrerà il commissario Arcuri nelle Commissioni trasporti e salute, nella giornata di domani.

Sulla carta c'è tanto, forse c'è quasi tutto, però sappiamo benissimo che tra una lista della spesa e la cucina fatta c'è un abisso. Ecco, quando si passa dalle parole ai fatti poi è molto difficile mettere in campo i piani che si programmano, e le esperienze più recenti non ci raccontano di storie brillanti. Per questo, signor Ministro, abbiamo chiesto in uno dei punti della risoluzione del centrodestra, che però non è stato accolto, un cronoprogramma preciso, da condividere con il Parlamento; abbiamo chiesto una condivisione e un monitoraggio di questo cronoprogramma, perché questa, è vero, è un'operazione senza colore politico, ma è un'operazione che nella distinzione dei ruoli dovrebbe evitare una gestione unilaterale, che spesso comporta pasticci. E figuriamoci le gestioni monocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Negli Stati Uniti hanno messo in mano la logistica e la distribuzione dei vaccini a un generale dell'esercito, che può contare su un budget di circa 12 miliardi di dollari. Noi abbiamo il commissario Arcuri, che pure mi sembra abbia il problema di occupare il proprio tempo a fare delle cose. Per cui credo che una riflessione su questo, sulla possibilità di rendere effettivo un programma così complesso, difficile, articolato, vada svolta. Mi conforta la considerazione, l'informazione, che ci conferma anche lei, che già il Ministro Guerini ha dato nel corso dei giorni scorsi, che le Forze armate saranno coinvolte in questo processo, ma le chiedo, Ministro Speranza, una ricognizione del fabbisogno, di quanto costerà questa operazione aggiuntiva a una sanità già in affanno è stata fatta? Quanto costerà mobilitare le Forze dell'ordine in questa operazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Perché noi lo diciamo da mesi, inascoltati, che forse un ragionamento su quei 37 miliardi per far funzionare meglio la sanità andrebbe fatto, e forse siamo anche molto in ritardo per farlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però, attenzione, quando si ringraziano - e per carità, ci mancherebbe altro - gli operatori sanitari, coloro che nel mondo della sanità ci lavorano a vario titolo per il loro lavoro, considerando lo sfiancamento anche psicologico, la tensione alla quale sono sottoposti loro e le loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché chi è in trincea vive su di sé la responsabilità, il rischio del contagio quotidiano, facciamo in modo anche che possano lavorare meglio, che questa operazione si faccia avendo alle spalle anche un investimento economico importante. Credo che in questo momento noi dobbiamo poter contare, Ministro Speranza, su due stelle polari: quella della democrazia e quella della scienza. Noi siamo una democrazia e siamo una democrazia che crede nella scienza. Per questo abbiamo il dovere di affrontare questa operazione con trasparenza e con serietà. Per questo abbiamo proposto - anche qui, c'è nella mozione del centrodestra, mi auguro che venga accolto, ma al momento c'è parere contrario - una campagna di informazione per i cittadini, affinché si sfatino luoghi comuni, pregiudizi, fake news. Insomma, noi, se vogliamo vincere, dobbiamo convincere. Proprio nei giorni scorsi ho ascoltato cinque minuti in TV le dichiarazioni del dottor Rasi, che per nove anni, un italiano autorevole, ha guidato un istituto europeo come l'EMA; mi hanno convinto più cinque minuti del dottor Rasi che sei mesi di virologi, biologi e infettivologi nelle diverse trasmissioni televisive (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che ci hanno raccontato tutto e il contrario di tutto, sui droplet, sulle mascherine, sul contagio, sulla distanza, eccetera, eccetera, eccetera.

Allora, Ministro, quella informazione che oggi lei è venuto a dare al Parlamento correttamente sulle validazioni delle autorità regolatorie, su quanto questo sia sottoposto a processi rigorosi, sui tempi dei vaccini, sulle diverse tipologie dei vaccini, facciamo in modo che arrivi ai cittadini, perché più arriva ai cittadini e più noi abbiamo un atteggiamento consapevole, democratico e fiducioso, signor Ministro, nella scienza, perché credo che, così come c'è il diritto alla salute, noi dobbiamo oggi stabilire che esiste un diritto al vaccino, con le priorità che si sceglieranno e con tutto ciò che questo comporta. Quindi, signor Ministro, credo che nella distinzione netta dei nostri ruoli noi vogliamo fare la nostra parte. Non ci saranno questioni sulle quali noi ci risparmieremo di fare obiezioni, se crediamo che siano giuste. E guardi, il nostro rischio su una questione che non ha colore politico, la nostra paura è quella che ci arrivino prima i vaccini che le siringhe, e noi non possiamo permetterci che ci siano vaccini senza siringhe e su questo dobbiamo stare attenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Da noi non ascolterà polemiche strumentali, sterili, di maniera, però ascolterà obiezioni e proposte; spesso e volentieri le proposte che sono arrivate da noi, da Forza Italia o dal centrodestra sono rimaste lettera morta perché si è scelta una posizione unilaterale. Ci auguriamo che su questo, proprio a partire dalle sue comunicazioni di oggi, signor Ministro, non si faccia lo stesso errore. Non possiamo permetterci ritardi, pasticci organizzativi e perdite di tempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È nell'interesse di tutti, del Paese che vuole rialzare la testa; è un appuntamento fondamentale: non possiamo arrivarci tardi, non possiamo arrivarci male. Dobbiamo arrivarci bene, dobbiamo arrivarci insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho sentito una frase prima nell'esposizione del Ministro Speranza che recitava così: attenzione a scambiare il primo raggio di sole allo scampato pericolo. Mi chiedevo se derivasse dal suo libro, che purtroppo non ho potuto ancora leggere e che parlava della scampata emergenza, oppure se magari parlava e si riferiva al Presidente Conte, che pensa di scampare ancora a lungo alla giustizia e al voto degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Direi che fare la morale e le prediche ai cittadini non è esattamente il modo giusto di giustificare i vostri ritardi, le scelte sbagliate e tutte le inadempienze, ma vedo che ancora qualcuno, anzi, il gruppo dei 5 Stelle si schiera a favore totale del Governo e ancora una volta contro le regioni. Forse perché in questi giorni sono talmente presi a giustificare, a proteggere, a tutelare e ad aiutare il destino dei clandestini che degli italiani non gliene importa un bel niente ai colleghi dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi vorremmo dare una mano, noi abbiamo suggerito tante cose, tante proposte, purtroppo puntualmente ignorate: i caregiver, i lavoratori fragili, che, nonostante ancora siano passati mesi e mesi in cui chiediamo e supplichiamo che venga prorogato l'articolo 26 del “Cura Italia”, ancora non hanno avuto risposte. Forse adesso sento dalle voci che magari c'è qualche possibilità. Parliamo anche noi di terapie a domicilio, di cure domiciliari integrate, di sburocratizzare le procedure, e poi vi chiediamo anche di emanare le linee guida per la governance della telemedicina. Ma parliamo anche di pianificare questa mastodontica distribuzione dei vaccini, di cercare di farlo nel migliore dei modi, nei tempi più rapidi possibili, con tutte le accortezze, e voi cosa fate? La date in mano ad Arcuri, dopo che ha fallito con la distribuzione delle mascherine, con le terapie intensive, pure con i banchi a rotelle, che sono stati citati e che, non dimentichiamolo, continuiamo a citare, perché non è che ce ne si dimentica. Purtroppo voi avete passato l'estate a fare quello, a pensare ai banchi mentre cadevano le scuole, a pensare ai banchi a rotelle mentre non c'erano gli insegnanti di sostegno, a pensare ai monopattini mentre non avevate pianificato il trasporto pubblico come doveva essere organizzato, e nel frattempo agli italiani avete chiesto i sacrifici, perché questo state facendo. Noi ci preoccupiamo molto.

Vi chiediamo di riflettere seriamente sul tema peraltro delle altre malattie perché, per via di questa grave emergenza, molte persone stanno soffrendo, stanno lottando, stanno rinviando cure strettamente necessarie, ma non possono rinviare oltre perché in questo modo stanno mettendo a rischio la loro vita. I ritardi sono iniziati, purtroppo, da febbraio, marzo quando io mi chiedo voi che cavolo stavate facendo. Sono passati due mesi in cui siete stati immobili, completamente fermi a vedere quello che stava succedendo e nemmeno lo comprendevate; due mesi in cui era necessario pensare agli approvvigionamenti, in cui voi, invece, facevate audizioni, leggevate dati. Ci sono, forse, dei verbali? Non lo sappiamo. Noi chiediamo, signor Ministro, prima o poi di fare chiarezza. Se voi chiedete di essere supportati, aiutati in una condivisione di intenti, a questo punto tutti hanno diritto di sapere cosa vi siete detti in questi mesi, dove sono tutti i dati e dove sono i verbali che già vi abbiamo chiesto più volte. Voi continuate a chiederci una comunità di intenti, mentre, appunto, nella vostra folle estate avete pensato ad altro e dopo aver collezionato ritardi, mancanze, aver sbagliato anche le figure di riferimento, ora decidete di togliere agli italiani il diritto al lavoro e il diritto di stare in famiglia; voi continuate a chiedere sacrifici agli italiani con proposte incoerenti; chiudete le piste da sci, ma tutti siamo sui treni, sugli aerei, sui bus sulle metropolitane. Ma dove sta la logica di queste soluzioni? Avete pure 150 persone che vi aiutano. Voi siete arrivati in ritardo con i protocolli, gli investimenti, ma fate in fretta chiudere negozi, a chiudere ristoranti, a chiudere le imprese e, purtroppo, nemmeno col quarto capitolo dell'edizione della telenovela dei ristori siete riusciti a ristorare e includere tutti in quello che potrebbe essere un minimo sollievo, perché per anni di sacrifici certamente non possono essere quei soldi a fare la differenza. Fate in fretta ad invocare il sacrificio degli altri, a chiudere tutto: chiedete addirittura anche a Gesù Bambino di arrivare in tempo, quando lo dite voi. Gli unici che possono arrivare quando vogliono, dove vogliono e avere la vostra attenzione, i nostri soldi, il vostro cuore e il vostro impegno sono i clandestini che stanno sbarcando in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e per i quali non c'è orario d'arrivo, non c'è coprifuoco per i barconi, e continueranno, anche a Natale, anche a Capodanno, a fare quel cavolo che vogliono! Per voi questa è la sopravvivenza, per voi questo è il vero business, non la tutela, la cura degli italiani, non ripristinare l'economia e il lavoro di questo Paese, ma far arrivare il numero più alto possibile di clandestini in Italia, perché così riaprirete il business dei migranti e darete lavoro a tutti quelli che volete, voi, a discapito degli italiani.

Io vi lascio solo con due altri pensieri: uno riguarda questa campagna vaccinale, che sarà molto dunga, che richiederà impegno, sforzi, tempo soprattutto. Io mi auguro che voi non abbiate intenzione di tenere blindati gli italiani in casa e chiuse le aziende e i negozi fino a quando non sarà passata tutta l'emergenza e quando sarà superata la fase vaccinale, perché così famiglie, lavoratori e imprese moriranno e non ci sarà più nessun vaccino che tenga.

Il secondo pensiero è un saluto a tutte le persone che stanno a casa, che soffrono, che hanno qualche malattia degenerativa, una disabilità, una malattia rara, un problema serio e devono essere curate, o a chi li cura. Pensiamo a tutte queste persone e cerchiamo, per il loro futuro, di avere un po' più di attenzione: un po' meno per i clandestini e un po' più per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Colleghi, vi invito a rispettare le distanze previste. Prego, onorevole Provenza.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Ministro Speranza. Il pieno coinvolgimento del Parlamento in questa vicenda pandemica deve vivere, oggi, una ulteriore pagina decisiva per mostrare finalmente appieno la consapevolezza e la responsabilità di un'intera classe politica, con colori, con casacche, con appartenenze diverse, ma senza un muro contro muro preconcetto, con un solo orizzonte condiviso: la salute, il benessere sociale ed economico diffuso, il rilancio del nostro Paese. Questa, dunque, è una opportunità da cogliere, una sfida da accettare, una pianificazione da condividere. Vigilare, tenere gli occhi aperti, significa, oggi, anche valutare il perché siamo arrivati all'emergenza con gravi carenze organizzative, strutturali e gestionali. Allora, il nostro senso civico, individuale e collettivo, accompagni l'azione del Governo nel piegare la curva epidemiologica senza piegare l'economia, continuando a calibrare ogni misura in base al variare delle condizioni epidemiologiche in maniera chiara, trasparente e rigorosa. Abbiamo il dovere di tenere gli occhi aperti anche rispetto ad una necessità programmatica, suggerita dai messaggi che ci ha consegnato questa situazione emergenziale; occhi aperti non solo per guardare ma soprattutto per vedere, cioè non soltanto fotografare una situazione, ma cercare di comprendere appieno il fenomeno che stiamo vivendo. Questa valutazione dovrebbe innanzitutto portarci a ragionare sulla convivenza con il virus, cioè insistere sulla necessità di indossare la mascherina, lavare frequentemente le mani, mantenere il distanziamento fisico, investendo nell'applicazione normale di quest'ultima misura, quanto mai efficace; far comprendere i rischi intrafamiliari in presenza di conviventi fragili, ai quali va assicurata una sempre più adeguata assistenza domiciliare. Allora, se calibrare le misure in maniera proporzionata al variare delle condizioni epidemiologiche ha dato dei risultati soddisfacenti…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Provenza, lei è molto tenace e io l'apprezzo, ma chiedo ai colleghi di fare maggior silenzio, a tutti i colleghi, di tutti i gruppi. Grazie. Prego, onorevole Provenza.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo che se calibrare le misure in maniera proporzionata al variare delle condizioni epidemiologiche ha dato dei risultati soddisfacenti, vuol dire che il sistema delle tre zone ha una sua efficacia e pone, quindi, le regioni, in maniera uniforme e condivisa, nelle condizioni di assumere, in maniera definitiva, un atteggiamento pienamente collaborativo e di alto profilo istituzionale. Molte regioni stanno passando rapidamente, proprio grazie a queste misure, come ha ricordato anche il Ministro, in zona gialla, pur non avendo chiuso le scuole. Allora, occhi aperti anche su questo, non per guardare ma per vedere. Infatti, nonostante la non chiusura in presenza almeno della scuola primaria, non vi è stato un rimbalzo della curva epidemica e questo conferma l'ottimo lavoro svolto per diversi mesi dal Ministero dell'Istruzione ed in particolare dalla Ministra Lucia Azzolina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Uno sforzo gigantesco, premiato dal fatto che si è mosso nel quadro delle conoscenze offerte dalla letteratura scientifica, pur non esistendo il rischio zero, ovviamente, nemmeno nelle scuole. La letteratura scientifica ha mostrato che il contagio all'interno delle scuole non è significativamente elevato, tenuto conto dell'età dei bambini nei primi cicli e dei protocolli vigenti per tutti i cicli, anche in una vicina prospettiva. Peraltro, la letteratura ci conferma che i danni derivanti dalla chiusura delle attività in presenza sono assai significativi e tanto più lo sono per i bambini più piccoli e quelli provenienti da ambienti svantaggiati.

È accaduto incredibilmente che alcuni presidenti di regione ed alcuni sindaci - clamoroso è stato il caso della regione Campania e della città di Salerno - siano intervenuti di continuo per prevedere chiusure anche in aree e per cicli in cui, sulla base delle norme nazionali, si sarebbe dovuta invece garantire la didattica in presenza. Tutto ciò ha creato su tali territori una situazione confusa, frammentaria e sempre mutevole, certamente dannosa per la qualità educativa oltre che per la serenità e la possibilità per le famiglie di programmare la propria vita. Nelle scorse settimane, sono tornati in classe ben 719 mila studenti; tra questi non ci sono i bambini campani, che sono a casa da marzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), gli unici in tutta Europa, quando gli studi internazionali lo confermano ampiamente, attestando una bassissima percentuale del contagio nelle scuole nella fascia di età 0-11! Non è una questione di opinioni, è una questione di dati! Allora dico, a chi ha queste responsabilità negli enti locali: assumetevi in pieno questa responsabilità e abbiatene il coraggio! Nel settore della scuola c'è ancora tanto da lavorare per assicurare una presenza in sicurezza, ma su una traiettoria di riforme condivise, ragionate con i vari attori della scuola, considerando però cosa comporta per i nostri figli, per i nostri nipoti la riduzione o la sospensione delle attività didattiche in presenza. La scuola per noi resta una priorità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Anche sui vaccini dobbiamo avere gli occhi aperti, Ministro. Lei lo ha ribadito e io lo ribadisco con questa frase: “non per guardare, ma per vedere”. È necessario fare il punto della situazione con chiarezza, in modo scientificamente impeccabile sui vaccini COVID. Ad oggi, dai trial clinici di fase 3 del vaccino Pfizer-BioNTech, risulta un profilo di efficacia che supera il 90 per cento ed una sostanziale mancanza di effetti collaterali severi. Al momento - il Ministro questo lo ha ribadito - non sappiamo la durata della protezione indotta da questo vaccino. Sappiamo che ci sono diversi altri candidati vaccini che sono, al momento, in studio clinico di fase 3; quello della Moderna, che è strutturalmente e biochimicamente simile al vaccino Pfizer-BioNTech a RNA messaggero, e altri, tra i quali quello di Oxford-AstraZeneca, basati su vettori adenovirali. Consultando la letteratura scientifica più recente, pare che da un punto di vista teorico i vaccini ad RNA, cioè Pfizer e Moderna, siano più interessanti, non hanno materiale di origine animale o fetale, non si integrano nel genoma e, dopo l'uso, vengono metabolizzati ed eliminati attraverso i naturali meccanismi di degradazione. Tutte queste caratteristiche determinano un profilo di sicurezza del tutto soddisfacente. Ad oggi, però, ci troviamo in un quadro nel quale nessun vaccino è ancora approvato e non abbiamo evidenze rispetto ai tempi di immunità. Aspettiamo dunque la richiesta formale di autorizzazione per uso in emergenza da inoltrare alle autorità competenti e il completamento formale dello studio. Dopodiché, si potrà dare inizio alla campagna vaccinale, compatibilmente con le dosi disponibili e identificando le priorità delle categorie interessate. In questo scenario possiamo sicuramente essere ottimisti.

Vado alla conclusione, Presidente, perché mi è sembrato di sentire in Aula un richiamo a come trascorreremo le prossime festività natalizie. Occhi aperti anche per questo, non per guardare ma per vedere. Se non sarà un Natale come gli altri, dobbiamo valutare anche la possibilità che possa essere migliore degli altri, recuperando fino in fondo il senso e il significato della sua essenza interiore, senza fantasmagoriche luci ma con l'umiltà della resa alla verità delle nostre esistenze. Chiudo dedicando un pensiero a tutti i professionisti sanitari. Con il nostro comportamento individuale, con la nostra azione politica poniamoci ulteriormente al loro fianco, con l'obiettivo prioritario di tutelare la salute di ogni persona, di ogni ammalato e di ogni comunità. Come MoVimento 5 Stelle, pur non rinunciando a un pensiero critico-costruttivo, sentiamo in pieno il peso di responsabilità politico-istituzionale di questo tempo e in maniera convinta preannuncio il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi dei gruppi. Ci sono tre interventi a titolo personale dei colleghi. Il primo è il collega Zennaro, un minuto.

ANTONIO ZENNARO (MISTO). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato con attenzione le parole del Ministro. In molti casi belle parole, però, ahimè, ad oggi - e lo dobbiamo ricordare in questa sede - non c'è un protocollo unico nazionale per la gestione del malato COVID negli ospedali. Non c'è! Avete perso mesi nel decidere, con fughe di notizie. Avete offeso tantissimi credenti sul Natale; avete fatto tantissime conferenze stampa; Arcuri ha fatto tantissime conferenze stampa. Fatto sta che oggi abbiamo visite specialistiche rimandate, abbiamo operazioni rimandate e una situazione difficilissima sulla sanità: anche oggi, 680 malati che sono morti. Allora, vi chiediamo di ascoltare delle proposte concrete, fattive ma ce le bocciate per l'ennesima volta, richiudendovi in voi stessi. La verità è che avete preferito occupare il Parlamento per occuparsi di immigrazione, invece di lavorare notte e giorno…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zennaro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial. Prego.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro Speranza che, finalmente, qui, oggi, ci ha dato i nomi dei suoi datori di lavoro e di commesse, elencando le aziende farmaceutiche chiamate a compiere questa sperimentazione di massa. Perché dopo aver distrutto i nostri diritti, la nostra economia, i nostri beni e i nostri sogni, obbedienti al grande reset, oggi siete qui a sostituirli con il bene comune vaccino OGM, inutile e dannoso. State usando gli italiani come cavie, sacrificati all'altare di un manipolo di lobby sostenute da una scienza venduta e da un gruppo di politici corrotti e collusi, che si fanno pagare anche le campagne elettorali dalle lobby della morte, come IRBM e Philip Morris. Le parole del Ministro di oggi sono in realtà delle gravi minacce alla salute…

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, si possono esprimere i concetti in maniera analoga, senza usare tutte queste descrizioni…

SARA CUNIAL (MISTO). ..ed al futuro degli italiani. Quello che si sta predisponendo…

PRESIDENTE. … che umiliano il Parlamento in tutte le sue componenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SARA CUNIAL (MISTO). … è un piano di alienazione di massa in primis ai danni di quegli anziani che avete lasciato morire da soli e per la vostra disciplina “Nuovo ordine mondiale”; ed ancora, Forze dell'ordine, Forze armate, operatori sociosanitari e sanitari. Tutto questo avviene nei giorni in cui la Cassazione, supportata da un centinaio di …

PRESIDENTE. Grazie onorevole Cunial.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Caro e gentile Ministro senza speranza, le raccomando, per le sue preghiere serali…

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Non posso dire che uno è senza speranza? Lo dico affettuosamente e dico che ripassi per le sue preghiere serali i begli interventi dell'onorevole Rossini, sulle comunità trentine e sulla possibilità di sciare all'aria aperta, come qualunque medico ha sempre consigliato, e l'intervento dell'onorevole Lupi, sul Natale. Penso che anche per lei Gesù Bambino sia un riferimento importante: vada messa a mezzanotte, lo faccia per noi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Lega-Salvini Premier).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedura procedimento elettronico, sulla risoluzione De Toma e altri, n. 6-155, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1)

Ricordo che la risoluzione Costa e altri n. 6-00156 è stata ritirata dal presentatore su invito del Governo e, pertanto, non verrà posta in votazione.

Passiamo, quindi, alla votazione della risoluzione Molinari, Lollobrigida, Gelmini e Lupi n. 6-00157. Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativamente al primo capoverso del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle su cui il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Lollobrigida, Gelmini e Lupi n. 6-00157, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, e al terzo capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Lollobrigida, Gelmini e Lupi n. 6-00157, ad eccezione del primo e del terzo capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Carnevali, Stumpo, De Filippo e Sportiello n. 6-00158, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Sono così esaurite le comunicazioni del Ministro della Salute sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da COVID-19. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 21,30, con il seguito della discussione del disegno di legge recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione.

La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 21,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Battelli, Boschi, Brescia, Cancelleri, Casa, Cirielli, Colletti, D'Incà, D'Uva, De Maria, Fassino, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giorgis, Invernizzi, L'Abbate, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Mauri, Nardi, Orrico, Paita, Perantoni, Rizzo, Rotta, Serracchiani, Carlo Sibilia, Speranza, Tasso, Tomasi, Traversi, Villarosa e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2727-A.

PRESIDENTE. Ricordo che, sulla base delle intese intercorse tra tutti i gruppi, questa sera, dopo la conclusione degli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno, il rappresentante del Governo esprimerà il prescritto parere.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2727-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/120 il deputato Andrea Crippa. Ne ha facoltà.

ANDREA CRIPPA (LEGA). Grazie, signor Presidente. Grazie all'unico membro del Governo che si è degnato, questa sera, di venire in quest'Aula parlamentare, grazie ai due - ai due (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - colleghi onorevoli di maggioranza, forse tre, per essere venuti qui ad assistere, Presidente, a una discussione surreale. In questo momento, fuori da questo palazzo, fuori da quest'Aula, ci sono milioni di italiani, migliaia di famiglie, migliaia di imprese che sono sul lastrico, che fanno fatica a tirare alla fine del mese, che stanno fallendo, che stanno chiudendo e io chiedo scusa agli italiani che ci pagano lo stipendio e che vedono il Parlamento bloccato da quasi un mese per parlare di omofobia, transfobia e “decreti Insicurezza” o “Invasione” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché, evidentemente - e questo l'abbiamo capito -, siamo diventati l'ossessione di quei tanti radical-chic con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra, quelli sempre capaci di offrire buonismo, accoglienza, collaborazionismo a spese degli altri, quelli che vivono nei quartieri “chiccosi” delle città e che, però, riempiono i marciapiedi delle periferie di persone dedite allo spaccio, alla delinquenza, al favoreggiamento della prostituzione. Vedete, con l'invasione incontrollata c'è qualcuno che, evidentemente, sta cercando di usare l'arma dei clandestini per comprimere i diritti dei lavoratori. In questo momento ci sono tanti miei coetanei che, per avere la possibilità di sperare in un futuro migliore, dall'Italia se ne devono andare, dall'Italia devono scappare, perché, spesso, l'immigrato è più conveniente, perché spesso nel mercato del lavoro si genera una concorrenza al ribasso, per cui o sei disponibile a lavorare a 3,50 euro all'ora, magari con contratti a tempo determinato per tutta la vita, oppure devi emigrare dall'altra parte del mondo, oppure devi vivere sulle spalle dei tuoi genitori, perché siamo in un momento storico, a differenza di quello dei miei nonni e dei miei genitori, in cui non sono più i figli a mantenere i nonni e i genitori, ma sono i nonni e i genitori che si stanno indebitando per mantenere i loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è quello che sta succedendo. L'immigrazione è un valore aggiunto se è limitata e controllata, altrimenti è il caos, però, evidentemente, c'è qualcuno che sta pensando alla sostituzione: meno italiani e più immigrati clandestini, meno lavoratori e più schiavi sottopagati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la verità delle cose che stanno succedendo. Vedete, spesso io, da esponente leghista, da militante leghista, da parlamentare leghista, mi sento tacciato di essere un razzista, uno xenofobo, ma i veri razzisti, i veri xenofobi sono quelli che mettono queste povere persone sui marciapiedi delle tante periferie delle città italiane a spacciare, a offrire delinquenza, a essere dedite alla prostituzione. Se volessimo veramente aiutare l'Africa e gli africani, investiremmo i soldi e le risorse dell'Italia e dell'Europa per aiutarli a casa loro, per aprire scuole, strade, ponti, ospedali, per permettergli di avere una vita migliore in Africa, perché in Italia non c'è spazio per tutti.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA CRIPPA (LEGA). E, quindi, chiudo, dicendo che oggi noi stiamo facendo opposizione in quest'Aula, ma, domani e nei prossimi giorni, la Lega e i militanti della Lega faranno opposizione a questa follia, a questo “decreto Invasione”, in ogni strada, in ogni comune, in ogni municipio, in ogni piazza e in ogni via d'Italia. Per la libertà dei cittadini e perché noi saremo sempre orgogliosi di difendere i nostri confini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con questo ordine del giorno noi vogliamo intervenire sull'articolo 3 della legge di conversione di questo decreto-legge con cui volete demolire i “decreti Sicurezza” che una parte della vostra maggioranza ha votato con noi durante la scorsa esperienza di Governo e vogliamo farlo, avendo in filigrana i dati statistici che ciascuno di voi può visionare nell'apposita sezione del sito del Ministero dell'Interno. E, all'interno di questi dati statistici, scoprirete che gli sbarchi, dal 2019 al 2020, prendendo in considerazione il periodo gennaio-settembre, sono quadruplicati; e scopriremo che, lungo questa direzione, con questo decreto, sfioreremo i 100 mila sbarchi all'anno, se non di più, durante il prossimo anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); e scopriremo anche e scoprirete anche, perché noi ormai già lo sappiamo, che il 74 per cento dei provvedimenti che vengono assunti nei confronti dei richiedenti asilo sono provvedimenti di diniego e, quindi, questo 74 per cento non scappa dalla guerra, non scappa dalle persecuzioni e non scappa da trattamenti inumani e degradanti, e dovete dirlo agli italiani. E a tutto questo che soluzione date? Date la soluzione di diminuire i tempi di permanenza all'interno dei centri per i rimpatri, con la conseguenza che queste persone rinsalderanno le fila di quell'esercito di invisibili che, ogni giorno e per le vie delle grandi e piccole città d'Italia, è dedito allo spaccio e come utile strumento di associazioni criminali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E non vedere questo, colleghi, significa deliberatamente chiudere gli occhi di fronte alla realtà, accecati, sì, dall'odio nei confronti della Lega, ma accecati anche da un'ideologia ipocrita, l'ideologia ipocrita di chi si è inventato il diritto all'accoglienza, che non c'è in nessuna convenzione internazionale: c'è il diritto all'assistenza, non il diritto all'accoglienza indiscriminata. L'ipocrisia di chi ci racconta che tutti quelli che vengono in Italia scappano dalla guerra.

Smettiamola di raccontare bugie gli italiani! E non lo dice la Lega: lo dice la Direzione investigativa antimafia, lo dicono i report dell'intelligence al Parlamento, che dovreste leggere prima di votare queste schifezze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ci vengono a dire che su quei barconi non ci sono solo persone che scappano dalla guerra: ci sono associazioni criminali, c'è Boko Haram, ci sono cellule jihadiste, che sfruttano le vostre leggi permissive per commettere terrorismo in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E lo dovete spiegare ai migliaia di imprenditori, che chiudono le saracinesche, alle migliaia di ristoratori, che a causa delle vostre restrizioni sono costretti a chiudere alle 18, se non a chiudere del tutto in alcune zone di questo Paese. Lo dovete spiegare alle centinaia di migliaia di famiglie, che ancora non ricevono la cassa integrazione, che forse un regalo ai propri figli non lo possono fare a Natale. Dovete spiegarlo a tutte queste persone che dovranno sborsare dei soldi, per assicurare la seconda accoglienza, i sistemi di accoglienza integrazione, anche ai richiedenti asilo non titolari di protezione internazionale, quindi, a chi non è rifugiato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a chi non gode della protezione sussidiaria, a chi non scappa dalla guerra! Dovete dirlo guardandoli negli occhi e non raccontarci balle in quest'Aula parlamentare! Spiegatelo ai sindaci, ai tanti sindaci, che dopo questa emergenza dovranno affrontarne un'altra: l'emergenza immigrazione, l'emergenza accoglienza. Ma, soprattutto, cari colleghi, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle - che stanno ascoltando silenti e timorosi questo dibattito da giorni e non intervengono - dovete cambiare il vostro grido di battaglia. Non si tratta più di onestà, quando si abbassa lo sguardo e non si difende una cosa che si è votata in quest'Aula. Si tratta di omertà, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E noi, di fronte a questo imbarazzante silenzio, di fronte al vostro timore, noi restiamo qui a fare muro compatto. Restiamo qui per quanto tempo i Regolamenti parlamentari ce lo permetteranno, per ricordarvi che non solo avete tradito la Lega al Governo: avete tradito l'Italia, avete tradito gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Maggioni, prego. Qua c'è scritto Maggioni, se poi Maggioni non vuole parlare: Maggioni non c'è. Onorevole Turri. Prego.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, nutrito gruppo di opposizione e sparuto della maggioranza, che si contano in una mano - comunque li ringrazio per la presenza - il mio ordine del giorno interviene sull'articolo 7, ma, prima di affrontarlo nello specifico, sono doverose alcune considerazioni di insieme. Innanzitutto mi chiedo con che coraggio i colleghi del MoVimento 5 Stelle potranno ancora guardarsi allo specchio. Di certo, pur guardandosi, non potranno riconoscersi, perché oggi stanno smontando quegli stessi “decreti Sicurezza”, che hanno votato poco più di un anno fa, al fianco di Matteo Salvini. Un movimento che ormai dice tutto e il contrario di tutto, che non ha più nessuna credibilità, perché è pronto a rinnegare le proprie idee in favore dell'alleato del momento. I cittadini lo hanno capito benissimo, così come hanno capito benissimo di non rientrare tra le priorità di questo Governo, che nel tempo della pandemia, invece di offrire risposte agli italiani, offre soluzioni ai clandestini e, ancor prima, al business del loro traffico. Non si può dimenticare che solo un anno fa quello che allora era il capo politico dei 5 Stelle, Di Maio, dichiarava: con il “decreto Sicurezza-bis” mettiamo fine allo show dell'immigrazione. Lo ripeto: sono dichiarazioni di Di Maio, non di Salvini. Oggi, invece, a quanto pare, per i 5 Stelle non solo non c'è più questa esigenza, ma viene addirittura adottata una politica migratoria che è completamente all'antitesi, rispetto a quella dei “decreti Sicurezza” di Salvini. Infatti, con questo provvedimento, non ci saranno più irregolari nel nostro Paese da rimpatriare. No! Perché questa maggioranza li regolarizzerà tutti, senza alcun criterio. È stato giusto, giusto pensato a permessi di soggiorno buoni per ogni occasione, del tipo: venghino, signori, venghino, permessi di soggiorno a prezzi stracciati. Purtroppo, però, il prezzo c'è; solo che verrà pagato ancora una volta dagli italiani. D'altronde voi siete quelli buoni, noi invece i disumani. Sentivo qualche giorno fa un collega, intervenuto in Aula, che, per sottolineare la nostra disumanità nel sostenere i “decreti Sicurezza”, si è spinto a riportare, ad esempio, la tragica morte di Joseph, il bimbo di sei mesi, morto nel naufragio dell'11 novembre scorso. Tralasciando la condanna e la strumentalizzazione di questi drammi, che, a mio avviso, dimostra solo la miseria di chi la compie, vorrei far notare a tutti i benpensanti che l'equazione più sbarchi uguale più morti, più barconi in mare uguale più naufragi, è piuttosto ovvia e oggettiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi limitare, se non addirittura azzerare, gli sbarchi, come aveva fatto il Ministro Salvini, dava queste garanzie in primis proprio alle vittime della vostra ipocrisia. Quindi, chi è disumano? Di contro, è umano accogliere tutti e non garantire dignità a nessuno? Se, da un lato, volete regolarizzare più clandestini possibili, dall'altro, nulla di concreto avete previsto per la loro gestione all'interno del nostro Paese, se non delle inattuabili direttive di accoglienza e integrazione, che si limitano a riversare sui comuni tutte quelle problematiche che voi stessi, che siete al Governo, non riuscite a risolvere. Non occorre avere una fervida immaginazione, piuttosto è un film già visto. Prima che la Lega andasse al Governo e soprattutto che Matteo Salvini fosse a capo del Viminale, gli sbarchi erano come lo sono oggi, all'ordine del giorno, centinaia e centinaia ogni giorno, centri di accoglienza al collasso - vediamo cosa accade, ad esempio, oggi a Lampedusa -, persone disperate, distribuite senza criterio nei comuni del territorio, a creare forti tensioni sociali, gestite da cooperative interessate ai propri profitti, piuttosto che all'integrazione. Ancora: è umano non considerare le gravi ripercussioni che questo fenomeno ha sui cittadini, soprattutto in questo difficile periodo? Leggevo da recenti dichiarazioni della Ministra, ex prefetta, Lamorgese: si rammentava che l'Europa le chiedeva l'intervento. Ma come? Non aveva risolto tutto con gli accordi presi a Malta? Sembrava che fosse l'Europa unita, ad accollarsi il problema migratorio, favole che avete raccontato agli italiani e prima ancora a voi stessi, per poter legittimare la vostra lotta personale contro Salvini e le idee che rappresenta, solo perché scomode alle lobby al potere, che vivono del vostro sostegno. State attenti, gli italiani non dimenticano, non dimenticheranno. Prima o poi andremo al voto. In occasione delle scorse elezioni amministrative, avete visto bene di rinviare il provvedimento, consapevoli del fatto che non avrebbe incontrato il favore degli elettori. Ma, come dicevo, alle prossime elezioni gli italiani vi faranno pagare il conto per gli effetti che subiranno dall'approvazione di questo scellerato provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tateo. Prego.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, ci troviamo oggi qui, perché questa maggioranza ha votato per l'ennesima volta la fiducia a questo Governo, un atto che svilisce il Parlamento, quale organo di discussione dei rappresentanti dei cittadini. Perché avete posto la questione di fiducia? Perché avete timore del confronto politico e ve ne infischiate dell'opinione di chi non la pensa come voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con questa ennesima fiducia, avete impedito il dibattito parlamentare, avete impedito l'esercizio della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per suo tramite, Presidente, mi rivolgo a quei pochi colleghi del PD e di Italia Viva, qui presenti, e non posso rivolgermi ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che non sono presenti in Aula, ma che fuori da quest'Aula dichiarano a gran voce che, con questo decreto, finalmente, sono stati ristabiliti due principi cardine, ossia l'umanità e la legalità. Ora io mi chiedo e vi chiedo: dove sono indicati nel vostro decreto questi principi? Anche perché faccio notare che, da quando i 5 Stelle sono al Governo con la Boldrini, Renzi e quel PD che Di Maio definiva il partito di Bibbiano, sono triplicati gli sbarchi e sono aumentati i morti in mare. Ricordo a quest'Aula e ai cittadini italiani che con i “decreti Sicurezza 1 e 2” noi abbiamo ridotto gli sbarchi e le morti in mare, noi abbiamo fermato la mangiatoia delle ONG e delle cooperative rosse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi del gruppo della Lega-Salvini Premier si grida: “Vergogna!”), noi abbiamo velocizzato le procedure di espulsione, noi abbiamo fermato la tratta degli schiavi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, quando dico noi, cari colleghi, mi rivolgo anche al MoVimento 5 Stelle, che i “decreti Sicurezza” di Salvini non solo li ha votati, ma ha pure cercato di accaparrarsene i meriti politici.

Tutti ci ricordiamo di un Bonafede gongolante nei salotti televisivi, quando gli sbarchi venivano fermati; tutti ci ricordiamo il piano “immigrazione zero” del programma elettorale grillino; tutti ci ricordiamo quella sciagura di Ministro, quale era Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che all'epoca rincorreva i temi di Salvini, mentre oggi si è ridotto a rincorrere i monopattini: sembra una barzelletta ma è tutto vero, Presidente!

Per non parlare poi del Premier Conte, la stessa identica persona che mesi fa presentava con Salvini il “decreto Sicurezza” e che oggi, invece, sceglie di affossarlo insieme a una maggioranza sconclusionata, che voterebbe le peggiori cose pur di salvare la propria poltrona.

Siete, voi del 5 Stelle, la quinta essenza dell'incoerenza, ma i cittadini italiani - statene certi - se ne ricorderanno; e come se ne ricorderanno! Infatti, in questo decreto noi assistiamo ad un cambio di passo, ossia più tutele ai clandestini e meno diritti ai cittadini italiani. Questo lo si evince anche dall'articolo 7 di questo decreto che modifica l'articolo 131-bis del codice penale, prevedendo che l'esclusione della specifica causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto sia circoscritta al reato commesso nei confronti di un ufficiale o agente di polizia giudiziaria nell'esercizio delle proprie funzioni. Cosa vuol dire questo? Che avete creato gli ufficiali di serie A e gli ufficiali di serie B. E' chiaro, quindi, come questo Governo crea disuguaglianze sociali, come è evidente che questo Governo, formato da un mix di colori - giallo, rosso, fucsia - non pensa agli italiani che in questo momento vivono in una situazione di forte disagio ma ha un solo obiettivo: demolire i “decreti Sicurezza 1 e 2” per attaccare Matteo Salvini: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tateo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo questa sera per illustrare il mio ordine del giorno in materia di permessi di soggiorno in un clima surreale. In un clima surreale perché qua fuori l'Italia sta affrontando una grave seconda ondata pandemica, l'Italia sta affrontando la più grave crisi socio-economica dal dopoguerra ad oggi, e il Governo cosa fa? Il Governo porta in quest'Aula un'assurda riforma: quella dell'abolizione dei “decreti Salvini”, perché questo state facendo e non avete nemmeno il coraggio di venire qui a confrontarvi con noi. Quanti siete: tre, quattro. Sono queste le cose che, secondo voi, gli italiani vogliono? Vedete, io faccio il sindaco di una cittadina, Borgo Sesia, in Piemonte: 13 mila abitanti. Ogni giorno tocco con mano quelli che sono i problemi dei miei concittadini, li potrei dire in ordine sparso: molti hanno difficoltà economiche, molti non hanno i soldi per fare la spesa, per regalare un qualche cosa ai loro figli, non riescono a pagare le bollette, il mutuo. Voi – mi rivolgo soprattutto agli esponenti del Movimento 5 Stelle - dovevate venire qui per cambiare il Parlamento. Bene, il Parlamento ha cambiato voi, siete cambiati. Questi palazzi dorati vi hanno cambiato: non siete più i rappresentanti del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E io mi chiedo, visto che quello che volete evidentemente è portare di nuovo della disorganizzazione, riportare i barconi, il traffico degli esseri umani di notte: voi, quando andate a dormire, con che coraggio vi addormentate? Quando vi alzate al mattino, con che coraggio vi guardate allo specchio, sapendo che decine di persone muoiono ogni giorno per colpa vostra? Perché voi, invece di pensare ai problemi dell'Italia e degli italiani, pensate a ingrassare le cooperative rosse, perché questo è. Ma evidentemente a voi va bene.

Vi ricordo, molti di voi, tronfi sulle ONG a contestare quelli che erano i “decreti Salvini”, con alcuni del Movimento 5 Stelle a criticarvi, poi adesso andate a braccetto tutti insieme, perché l'unico vostro collante è arrivare a fine legislatura. Riuscireste a votare qualsiasi cosa perché l'interesse degli italiani non vi rappresenta più il vostro unico interesse è arrivare al 2023 per mantenere quei privilegi che avete sempre combattuto che evidentemente vi vanno bene.

Ebbene, io da padre e da uomo, da politico, da sindaco mi vergogno per quello che sta succedendo qua, mi vergogno perché vorrei vedere un Governo che ha una visione, che affronta questa crisi pandemica non con quello che avete fatto, che ha del ridicolo, ma con un Governo che ha una visione di una ripresa socio-economica, che quindi pensa a un grande Piano Marshall, che pensa di fare delle cose. Qui, invece, si vivacchia alla giornata, perché quello che avete in mente è vivacchiare. Io non ci sto, io voglio combattere insieme al grande gruppo della Lega che questa sera è qui presente per dire come la pensano milioni di italiani, che con la matita il 4 marzo del 2018 hanno dato un voto, un mandato ben preciso a questo movimento e a Matteo Salvini, che è quello di difendere i confini nazionali; quei confini nazionali che voi volete svendere e svilire. L'Italia non merita tutto questo, l'Italia è stata la settima potenza mondiale, io la voglio ricordare oggi, sono stato a Città del Vaticano ed ho trovato solo questo la voglio ricordare così (Il deputato Tiramani mostra un drappo raffigurante la carta geografica delle province e dei comuni italiani – Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), la voglio ricordare come un posto dove tante piccole province, tante regioni hanno combattuto…

PRESIDENTE. Collega, molta bella però, non si può esporre nulla! La ringrazio.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Lei da triestino dovrebbe pensarla come me. Invece lei…

PRESIDENTE. Io da triestino penso che non può esporre nulla.

PAOLO TIRAMANI….ha svenduto, anche lei l'Italia!

PRESIDENTE. Onorevole, su!

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Piazza Unità d'Italia, da dove arriva lei, evidentemente non se lo ricorda più, vuole stare anche lei attaccato alla poltrona.

PRESIDENTE. Onorevole non se la prenda con la Presidenza che, mi sembra, abbia tollerato, anche da parte sua, comportamenti non consoni e non previsti dal Regolamento. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccalini. Prego.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie Presidente, una delle tante follie introdotta con un emendamento a questo decreto in sede referente riguarda la soppressione del termine per l'emanazione del cosiddetto decreto Flusso, anche chiaramente delle relative quote, ovvero quel decreto che entro il 30 novembre il Presidente del Consiglio, tramite un DPCM, doveva emanare per stabilire quanti migranti regolari potevano arrivare sul nostro territorio per motivi di lavoro.

Noi siamo preoccupati per tre motivi. Il primo è una questione di numeri innegabile, ovvero l'aumento drammatico degli sbarchi che c'è stato quest'anno, siamo arrivati ad oltre 32.500 sbarchi contro i 10.700 del rispettivo periodo dell'anno precedente. Siamo anche però preoccupati perché appunto come dicevo si tratta di DPCM; ecco immaginarmi Conte fare dei DPCM visti i danni fatti con i DPCM per quanto riguarda il Coronavirus anche sulla questione immigrazione, se permette sono un po' preoccupato perché evidentemente ha dimostrato di non avere tutta questa destrezza nel corso di questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo preoccupati perché appunto si parla di questa norma transitoria del Presidente del Consiglio e lo traduco per chi ci sta anche ascoltando da casa; una norma transitoria che tradotta significa sanatoria e di sanatoria ne abbiamo già visto una con la Bellanova e non penso sia opportuno, purtroppo, fare sanatorie in eterno nei prossimi mesi, motivo per il quale in questo ordine del giorno chiediamo appunto che questo venga cancellato, che venga stralciato dal decreto. Sono poi un po' in imbarazzo perché vede Presidente siamo stati accusati per anni di essere xenofobi e razzisti, fascisti, nazisti; i colleghi del PD ogni tanto inventavano anche dei neologismi pur di accusarci di qualcosa in questo genere, ecco noi siamo stati probabilmente gli unici orgogliosamente ad essere sempre stati a favore di un'immigrazione regolare, di un'immigrazione controllata, ma sempre fortemente contrari, avendola combattuta con il nostro ex Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ad un'immigrazione clandestina. Peccato che, per questa motivazione, il nostro ex Ministro dell'Interno Matteo Salvini oggi sta rischiando 32 anni di carcere per due processi a Catania e a Palermo. Questa è una vergogna, noi siamo vicini e solidali come sempre al leader della Lega Matteo. Purtroppo, però questa è un po' la visione che c'è nel nostro Paese in termini di immigrazione.

Provo fortemente imbarazzo anche a vedere i colleghi del Movimento 5 Stelle che entusiasti manifestavano solidarietà e vicinanza Matteo Salvini nel primo processo per il caso di Ciotti ma soprattutto che avevano votato il “decreto Sicurezza 1” e il “decreto Sicurezza-bis” insieme a noi, e leggendo alcune dichiarazioni rimango abbastanza sorpreso. Penso a Di Maio, che mi risulta ancora facente parte del MoVimento 5 Stelle, che il 4 novembre diceva che l'immigrazione va fermata, perché è un problema di sicurezza nazionale. Ecco, queste parole le ha dette dieci giorni dopo, forse anche meno, l'attentato di Nizza, dove anche in quel caso noi siamo stati accusati e tacciati, per mesi e per anni, di essere dei terroristi mediatici, di avere inventato fake news dicendo che su qualche barcone evidentemente qualche terrorista poteva nascondersi. Speravamo di avere torto; purtroppo anche il caso di Nizza ci ha dovuto dare ragione. I numeri ci danno ragione, i fatti ci danno ragione.

Ancora più grave però è la citazione del 5 giugno 2018, dello stesso Presidente del Consiglio Conte, che oggi vediamo in Aula in fasi chiaramente diverse con delle posizioni nettamente opposte rispetto al primo Governo, quando davanti all'Aula del Senato diceva, con grandissimo entusiasmo: “Metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà”. Ecco, io mi chiedo che maschera si sia messo Conte in questi due anni; tra l'altro dopo quel discorso c'era una platea di senatori, anche del MoVimento 5 Stelle, che batteva orgogliosamente le mani: lo stesso MoVimento che in questi giorni voterà il “decreto Sicurezza”, che smonterà esattamente quella volontà dell'allora Presidente del Consiglio e del Ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Concludo, Presidente, sempre in imbarazzo, perché girando il territorio, anche passeggiando qui per Roma, ogni giorno che passa vediamo sempre più cartelli “affittasi” davanti ai negozi: negozi che chiudono definitivamente le saracinesche, imprese che falliscono, le scuole e le università che in gran parte del Paese sono chiuse. Qui è tutto zona rossa e zona arancione; l'unica zona verde, grazie al MoVimento 5 Stelle, al Pd e a LeU, penso sia rimasta ormai Lampedusa. Ecco, noi siamo stanchi, siamo stanchi di vedere un'immigrazione devastante, che poi vediamo sui nostri territori: penso soprattutto alle nostre periferie e alle nostre stazioni. Un appello quindi alla maggioranza: andatevene a casa, date la parola agli italiani, e finalmente ci sarà un Governo che penserà ai cittadini italiani e non agli ultimi arrivati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno a mia prima firma riporta centrale il tema della sovranità dello Stato, e conseguentemente del suo esercizio. Questo decreto, a cui la maggioranza presta fiducia, è un clamoroso errore, poiché saranno incentivati gli sbarchi, si vedrà come attrattivo il porto italiano rispetto a quelli altrui; e cosa ancora più deprecabile, saranno sviliti i connotati della nostra sovranità in favore dell'autonoma determinazione di ONG straniere.

Ebbene, questo decreto realizzerà una gestione dell'immigrazione completamente fallimentare. E mentre altri Paesi, e penso da ultimo il Regno Unito, introducono un sistema di premialità a punti, il cosiddetto PBS, in base al quale i cittadini dell'Ue sono equiparati a quelli dei Paesi extra UE, e che privilegia le competenze e il talento delle persone, noi cosa facciamo? Decidiamo di spalancare le porte di casa nostra senza regole preventive, senza controlli, come recenti fatti terroristici in mezza Europa hanno dimostrato; e senza screening sanitario, a cui invece i nostri concittadini sono sottoposti.

Tale incompetenza elevata al quadrato è assolutamente incompatibile con la logica che imporrebbe di gestire con regolarità e trasparenza i canali di accesso al nostro Paese. Proprio per questo vi ricordo che il legislatore ha dato all'autorità nazionale di pubblica sicurezza, il Ministero dell'Interno, facoltà e poteri per prevenire tali criticità. E sapete quando l'ha fatto, cari colleghi? Non recentemente: nel 1942, quando ancora non c'erano primavere arabe o autunni terroristici, quando era ancora comune sentire la tutela del nostro Stato e riconoscerne la sua sovranità.

Reputo opportuno, signor Presidente, che il Governo si impegni di fronte a quest'Aula ad inserire una norma che limiti, a discrezione del Ministro dell'Interno quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, la possibilità, per le persone salvate a seguito delle operazioni di soccorso e curabili a bordo delle imbarcazioni coinvolte in tali operazioni, di accedere alla terraferma, almeno fino ai primi screening sanitari; e così pure al fine di essere identificate, proprio per evitare il pericolo di fuga.

La ratio della proposta di questo mio ordine del giorno sarebbe proprio quella di evitare il pericolo di fughe incontrollate prima dell'identificazione e prima della valutazione della sussistenza di motivi di riconoscimento di protezione, alla stregua di quelle che sono anche le fonti sovranazionali. Non esiste nel sistema ordinamentale in nessuno Stato europeo, e avanzo anche l'ipotesi a livello extra europeo, alcuna norma che permetta ad un cittadino di entrare in un Paese senza titoli di espatrio, ed ogni Stato sovrano ha il diritto, ma soprattutto il dovere, di manifestare la propria legittima capacità di interdizione di questo fenomeno.

Per queste ragioni, signor Presidente, ritengo che istituire un obbligo a livello legislativo di svolgere uno screening identificativo e sanitario anche a bordo dei mezzi di trasporto, laddove non sia possibile fare ciò preventivamente, possa costituire un'esigenza fondamentale, specie in un periodo di pandemia come l'attuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, il decreto su cui stiamo dibattendo ha oramai un'infinità di sinonimi: potremmo chiamarlo “decreto Clandestini”, ma anche “decreto Invasione”, oppure “decreto Insicurezza”, e perché no, “decreto Greppieria”. Ma nella presentazione di questo ordine del giorno vorrei chiamarlo “decreto Irresponsabilità”. Sì, colleghi della sinistra, e voi dei 5 Stelle: folgorati sulla via della poltrona, siete degli irresponsabili! Voi non avete considerato in alcun modo, nel concepire questo impianto normativo, l'interesse dell'Italia e degli italiani. Certo, è vero, certo, dimenticavo: voi ancora inebriati dal vento dell'Internazionale aborrite i confini, il concetto di patria e di interesse nazionale e le grette gelosie identitarie.

La irresponsabilità è il denominatore comune dei tre motivi principali che vi hanno spinto a plasmare la malefatta del “decreto Clandestini”: quello ideologico, di cui ho appena parlato, che vi annebbia la mente lasciandovi in preda a un'irrefrenabile agire compulsivo; quello falsamente umanitario, che nulla ha a che fare con l'omonima protezione, ma che in realtà mira unicamente ad attivare il collettore per il foraggio destinato all'indegna greppia che preda e lucra sulle disgrazie degli esseri umani. Non è l'ubbidienza a un dovere morale, ma la necessità di ristorare i collettori del vostro consenso e rinsaldare i nodi della vostra ragnatela politica, quella elettorale, presente e futura. Una falsa cultura e un'azione pervasiva di indottrinamento hanno creato sacche di seguaci di un deformato concetto di empatia, irrazionale e prevalente su ogni altra esigenza, facendo dimenticare che, se realmente si ha l'intenzione di praticare la carità, è necessario ed imperante un insindacabile dovere: preservare il collettore economico.

In questo la Chiesa cattolica ci è maestra: preservare il collettore economico non significa debilitare il sistema che produce la ricchezza per destinare alla carità. Ecco perché siete degli irresponsabili: voi farete saltare il sistema aprendo porti e portoni. Voi state smantellando un sistema, quello dei “decreti Salvini”, che si è dimostrato all'esperienza pratica efficiente e idoneo. Voi avete previsto un'infinità di cause e artifizi con l'obiettivo di consentire l'ingresso a tutti e garantire la permanenza ai clandestini. Voi penalizzerete coloro che realmente fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni, che hanno subito trattamenti inumani e degradanti.

Voi condannerete le nostre piazze, i nostri parchi, le nostre strade, a diventare zone di bivacco, spaccio di sostanze stupefacenti e assunzione smodata di alcolici. Colleghi della sinistra, siete a conoscenza - la notizia è di stamattina - che in Lombardia il 60 per cento dei denunciati per spaccio è immigrato? Marocchini, gambiani , nigeriani, albanesi ed egiziani. Analogamente, in tutte le altre regioni d'Italia voi farete nuovamente impennare le statistiche dei reati contro il patrimonio e la persona. Voi farete crollare i livelli dell'ordine e della sicurezza pubblica. Voi scaricherete queste vostre nefandezze sull'azione delle Forze dell'ordine, chiamate ad affrontare un'ondata di degenerazione generale conseguente, senza sostenerle in alcun modo. Ci avete non ammesso o respinto tutti gli emendamenti finalizzati allo stanziamento dei fondi per il potenziamento di dotazioni e trattamenti economici. Voi determinerete, in un contesto di lievitazione delle esigenze, una diminuzione delle pattuglie delle Forze di Polizia, perché non avete provveduto ad assumere personale per far fronte all'appesantimento burocratico sugli uffici stranieri della questura, conseguenti a questo decreto. Voi, sotto la falsa bandiera di una carità pelosa, riverserete un fiume di denaro per rimpinguare le crepe dell'accoglienza che altererà una criminalità organizzata in zone del Paese dove non si muove foglia che la mafia non voglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Voi farete la fortuna del caporalato, favorendo lo sfruttamento dei nuovi schiavi: fate una passeggiata alla piana di Rosarno e vi renderete conto di cosa c'è da decenni! Voi vi ostinate ad importare COVID, a mezzo clandestini, per poi farli scappare dai centri. Voi, irresponsabili, continuate a garantire l'ingresso ai terroristi e ai fiancheggiatori: Anis Amri, mercatini di Natale di Berlino; Brahim, Nizza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e oggi, fresca fresca, due tunisini a Ferrara finanziavano con il reddito di cittadinanza un foreign fighters in Tunisia. Voi ci farete nuovamente assistere alla crescita di morti in mare. Voi e solo voi, voi sarete la fonte di pregiudizio o di ostilità verso gli immigrati, che inevitabilmente germinerà contro l'intero fenomeno!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tonelli.

GIANNI TONELLI (LEGA). Questo è un Governo di irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non è degno di governare il nostro…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tarantino. Ne ha facoltà.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Signor Presidente, intervengo ad illustrare questo ordine del giorno, ma prima mi è doverosa una premessa: non avrei mai pensato di dover essere qui, in questo mese di dicembre, mentre le Camere sono impegnate a discutere e approfondire importantissimi provvedimenti economici come la legge di bilancio e come la sequela di “decreti Ristori” che il Governo ha approvato, non avrei mai immaginato di essere qui a distrarci con un “decreto Clandestini”. Non l'avrei mai pensato perché, in tarda primavera, quando l'Italia si avviava a normalizzare l'emergenza sanitaria, avevo fatto un sogno; avevo immaginato che, senza l'emergenza che ci aveva appena colpito, il Governo avrebbe avuto il tempo di programmare seriamente provvedimenti che ci avrebbero aiutato ad affrontare la seconda ondata - se malauguratamente fosse arrivata - e avevo pensato che il Governo in questi mesi potesse preparare, già pronto nei cassetti di Palazzo Chigi o degli uffici governativi, magari qualche tanto odiato DPCM ma già pronto - e soprattutto dei provvedimenti legislativi adatti ad affrontare le nuove emergenze. Ed ecco, invece, che vi abbiamo visto approvare a fine ottobre e poi, ogni settimana, a novembre, un nuovo DPCM, e poi, messe le spalle al muro dalle proteste degli italiani, approvare in fretta e furia, e di notte, prima il “decreto Ristori uno”, poi il “decreto Ristori bis”, poi il “decreto Ristori ter”, poi il quater. Mi viene da dire che non c'era pronto niente e ancora oggi ci pare che il Governo rincorra i provvedimenti e gli eventi. Sempre ad ottobre, però, c'era un provvedimento pronto, già pronto nei cassetti, che avete impacchettato e che ci avete proposto, che è quello di cui discutiamo oggi: il “decreto Clandestini”.

E quindi, nei mesi scorsi, invece che lavorare per programmare e aiutare gli italiani, avete lavorato per la nuova immigrazione. Eppure non è difficile capire che il tema dell'immigrazione in questo momento non è una priorità. Sono sicuro che anche a voi capiterà di essere stati sollecitati dai cittadini, dagli imprenditori, dalle mamme, per tutt'altro. Il mondo reale fuori di qui ha altri problemi e di esempi se ne possono fare a decine: c'è la mamma che vuole sapere come saranno organizzate le lezioni di scuola; mi ha chiamato l'imprenditore che voleva sapere se con il suo codice ATECO aveva diritto ai ristori; mi ha chiamato un ristoratore che voleva capire quale aliquota IVA applicare alle vendite da asporto che è costretto ad effettuare; oppure mi ha chiamato il presidente della società sportiva dilettantistica, spaventato dalle notizie che giungono dall'attuazione della delega sullo sport; e mi ha chiamato anche il commercialista, che vive alla giornata aspettando proroghe spesso di pochi giorni. Ci sono i sindaci preoccupati di far quadrare i conti dei loro bilanci. Mi hanno chiamato anche alcuni sindaci dei miei territori, della provincia di Varese, preoccupatissimi per il futuro dell'aeroporto di Malpensa, oggi praticamente deserto e con migliaia di lavoratori diretti e indiretti che guardano al futuro con grande incertezza. Ecco, questa è la realtà innegabile, invece noi siamo qui a discutere il “decreto Clandestini”. È singolare, tra l'altro, che questo decreto non si limiti a modificare le innovazioni introdotte da i cosiddetti “decreti Salvini”, ma addirittura su alcuni temi fa passi indietro anche rispetto alla legge preesistente. Allora, per tornare all'ordine del giorno, non vorrei che, magari, proprio quei sindaci, che mi hanno chiamato e che ho citato e che hanno ben altri problemi, debbano trovarsi ad affrontare le nuove disposizioni, in particolare quelle degli articoli 4 e 5 del decreto, che modificano la struttura dell'accoglienza finora in corso e accollano ai comuni ulteriori servizi aggiuntivi all'interno del previsto nuovo sistema di accoglienza internazionale. Per questo motivo, con questo ordine del giorno chiedo al Governo di prevedere, quale requisito per poter accedere ai servizi aggiuntivi, l'assenza, in capo allo straniero beneficiario, di procedimenti o condanne, anche con sentenza non definitiva, che aumenterebbe notevolmente il numero dei richiedenti asilo soggetti al sistema di accoglienza e integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valbusa. Ne ha facoltà.

VANIA VALBUSA (LEGA). Grazie, Presidente. Perdiamo una settimana importante di lavori parlamentari per discutere questo decreto, con cui la maggioranza e il Governo renderanno impossibili i rimpatri e le ONG torneranno ad essere le vere padrone del Mediterraneo. Signor Presidente, il grado di civiltà di uno Stato si misura proprio sull'attenzione che questo dedica alla tutela delle persone più deboli, in difficoltà. Qui in quest'Aula, oggi, il Governo e la maggioranza si sono completamente dimenticati delle uniche persone di cui si dovevano ricordare, e cioè gli italiani. Pensiamo che, al di fuori di questa Aula, abbiamo italiani con attività chiuse, senza ristori, attività che stanno per fallire, partite IVA che arrancano nel buio, imprenditori in enormi difficoltà, dipendenti che ancora aspettano la Cassa integrazione. Nonostante il drammatico quadro economico e sociale del Paese, la maggioranza a che cosa pensa? Pensa alla politica dei porti aperti, con sbarchi che hanno raggiunto il numero di oltre 32 mila da inizio anno, sono praticamente triplicati rispetto all'anno scorso. Ebbene, signor Presidente, lo smantellamento dei “decreti Sicurezza”, voluti fortemente dalla Lega di Matteo Salvini, è un processo pianificato per cancellare l'identità e le radici d'Europa, le radici cristiane dell'Europa. La crisi demografica italiana fa parte di questo tentativo di distruggere i popoli. Lo Stato deve, quindi, intervenire immediatamente con politiche volte alla difesa del valore famiglia, valore inestimabile, che abbiamo il dovere morale di proteggere sempre, perché chi vuole distruggere i popoli, vuole distruggere la famiglia.

Ma la sinistra e i Cinquestelle vogliono il caos universale, lo stesso caos che viene diretto da pochi centri di potere, cioè quelli che, attraverso la mondializzazione dei mercati, indeboliscono gli Stati nazionali, tra cui l'Italia, a favore di nuovi poteri finanziari, poteri che assicurano il controllo totale della società a discapito del potere che può avere la politica oggi. Ebbene, signor Presidente, se vogliamo proteggere e salvaguardare le nostre comunità dobbiamo difendere i nostri confini, dobbiamo difendere la nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici, le nostre tradizioni. Abbiamo il dovere di rafforzare la nostra identità, ed è per questo che noi diciamo basta, diciamo basta ai traditori dei popoli d'Europa, stop invasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (LEGA). Grazie, Presidente. Questa sera in quest'Aula, invece che parlare dell'emergenza COVID, invece che parlare delle varie problematiche che tutti i cittadini del nostro Paese sentono come vive, un coprifuoco chiamato coprifuoco alle 22, la chiusura in casa di alcuni cittadini, l'interdizione a muoversi dal proprio comune, un problema sentito da moltissimi italiani come lo spostamento dei fidanzati da una casa all'altra, ma lo Stato, se non si tratta del Presidente Conte, non si interessa di spostamenti tra fidanzati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), noi ci troviamo qui, troviamo il tempo per parlare di immigrazione, ma non troviamo il tempo di parlare di questi problemi. Troviamo il tempo per parlare nelle settimane scorse della legge Zan per i diritti degli LGBT, ma non troviamo il tempo per parlare della famiglia e del COVID.

Ci ritroviamo oggi, proprio oggi, a parlare di immigrazione quando un'altra genialata dei Cinque Stelle, il reddito di cittadinanza, veniva utilizzato - almeno la Guardia di finanza dalle indagini ritiene questo - per finanziare dei terroristi. Quindi si tratta di denaro - immaginate quanto siano contenti -, di tasse dei cittadini italiani date a dei cittadini stranieri, a due tunisini, di denaro che viene utilizzato per finanziare il terrorismo. Questa sicuramente non è la nostra visuale e la nostra visione d'Italia, noi abbiamo una visione diversa. Quei “decreti Sicurezza” hanno bloccato quello che era l'arrivo indiscriminato di cittadini extracomunitari. Ricordo che prima dell'arrivo del Governo precedente sbarcavano in Italia circa 180 mila clandestini ogni anno.

Cosa significa? Centottantamila persone che qualcuno diceva nella sinistra “guardate che serviranno, serviranno perché c'è un calo demografico”, quando in Italia c'erano 200 mila giovani italiani che ogni anno se ne andavano, 200 mila giovani italiani che andavano all'estero a trovare e a cercare lavoro, laureati e diplomati, perché noi abbiamo investito sulla cultura e la sinistra ha sempre detto “investiamo sulla cultura”, questa era la loro parola. Poi imbarchiamo in Italia 180 mila immigrati, lo abbiamo fatto fino a quando è arrivato il “decreto Sicurezza”. Benissimo, imbarcavamo 180 mila immigrati e i dati di alcune stesse cooperative di accoglienza parlano di un 25 per cento di analfabetismo di questi nuovi arrivi. Quindi noi puntiamo sui nostri giovani che scappano all'estero e invece importiamo dei giovani stranieri che neanche conoscono la nostra lingua e spesso non sanno neanche leggere e scrivere. Li importiamo perché scappano da una guerra; scappano dalla Tunisia, dal Senegal, dal Ghana, dove molti cittadini europei vanno in vacanza, perché non c'è nessuna guerra.

Scappano con 6 mila euro in contanti per pagarsi il viaggio, quando moltissimi cittadini italiani 6 mila euro non li hanno neanche mai visti e se partono in due o in tre hanno 12 o 18 mila euro. Ma di cosa stiamo parlando? Chi sta fuggendo da cosa? Veramente avete una visione distorta, avete una visione distorta assolutamente di parte. State sfruttando il voto che nel 2018 vi hanno dato per altri motivi, per combattere la casta, e invece lo state utilizzando voi del MoVimento 5 Stelle per imbarcare su quella che è la nave Italia degli altri clandestini. Vi faccio soltanto un esempio dell'Italia che non vogliamo: mi è stato girato un video soltanto questa sera di un immigrato che con un bel monopattino girava in tangenziale a Reggio Emilia sotto la neve. Se lo avesse fatto un italiano forse sarebbe stato al limite dell'arresto. In ogni caso, questa non è la visuale e la visione d'Italia che abbiamo noi, questa è la vostra, distorta. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Lo hanno già detto tanti miei colleghi: è del tutto anacronistico, fuori dal tempo, fuori da ogni logica, fatemi dire, parlare di questo decreto in questo momento, in cui limitiamo le libertà personali ai nostri concittadini per motivi sanitari, in cui abbiamo il motore del nostro Paese, il motore economico, le piccole e medie imprese, gli imprenditori, le partite IVA che stanno soffrendo, che stanno - tornando al paragone del motore - ingrippando proprio perché c'è questa emergenza in atto, proprio perché non ci sono degli interventi strutturali che li riguardano. In tutto questo frangente, in cui abbiamo un'emergenza economica, ci mettiamo a bloccare il Parlamento con una discussione sui “decreti Clandestini”, come li chiamiamo noi, e non pensiamo all'attualità del nostro tempo.

Paradossalmente, l'ordine del giorno che abbiamo presentato, che riguarda il mondo agricolo, è più coerente, più al passo con i tempi rispetto a questo provvedimento, perché parliamo di mondo agricolo, parliamo di lavoro agricolo, parliamo di quello che è successo nel mondo dell'agricoltura, la strumentalizzazione che è avvenuta nella sanatoria del Ministro Bellanova, che ha strumentalizzato un'emergenza, quella della manodopera agricola, per permettere una sanatoria, che non ha dato i frutti sperati dal Ministro, sponsorizzati dal Ministro.

Infatti l'85 per cento di chi ha usufruito di questa sanatoria erano collaboratori domestici e gran parte di queste persone erano connazionali, quindi con contratti fittizi. Hanno fatto flop anche quei pochi che sono stati regolarizzati nel mondo agricolo, perché tanti, dato che comunque c'era una spesa da sostenere, sono stati ricattati. Quindi una sanatoria che è nata per dare delle risposte al lavoro agricolo e combattere il caporalato si è trasformata in un altro motivo di caporalato, perché gli dicevano: “Volete regolarizzarvi? Allora venite qua, vi facciamo lavorare, vi schiavizziamo, così sarete cittadini italiani”. Questa è una vergogna! Quindi continuiamo con questa litania che gli italiani non vogliono effettuare certi lavori.

Noi, invece, pensiamo che gli italiani, se giustamente pagati, certi lavori li vogliono fare. Pensavamo di introdurre una misura come quella che presentiamo nell'ordine del giorno, cioè quella dei voucher agricoli, che davano la possibilità di sburocratizzare il mondo dell'agricoltura. Noi li sosteniamo da sempre, però in questo momento pandemico riuscivamo a coinvolgere in questi lavori pensionati, persone che volevano incrementare il loro reddito, studenti; i ragazzi senza ideali, fatemi dire, che stiamo costruendo “divanizzati”, che pensano solamente al reddito di cittadinanza. Questo non ve lo dice un parlamentare, ve lo dice una persona con una laurea in tasca che per dieci anni è stato imbarcato su un peschereccio. Quindi so cosa vuol dire la dignità del lavoro: gli italiani lo vogliono fare il lavoro, lo vogliono intraprendere anche un lavoro, che può essere quello della pesca o dell'agricoltura; basta che sia dignitoso, basta che sia giustamente pagato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi non permetteremo di introdurre nuovi schiavi sottopagati nel nostro Paese per fare dei lavori che possono fare benissimo gli italiani. E poi altre proposte erano, ad esempio, i corridoi verdi, un'immigrazione controllata dai Paesi dell'Est Europa con manodopera qualificata, dove avevamo ideato il fatto di poter fare un tampone alla partenza e un tampone all'arrivo. Tutte idee che sono state cestinate da questo Governo; hanno lasciato un settore, quello dell'agricoltura, completamente allo sbando.

Voi in questo momento non state tradendo solamente il Paese, voi avete tradito pescatori e agricoltori, pescatori che sono anche stati sequestrati dall'altra parte del Mediterraneo, ricordiamocelo sempre, da più di 90 giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voi avete tradito chi lavora nell'agroalimentare, che ha garantito sulle tavole degli italiani la sussistenza alimentare, che ha portato sulle tavole degli italiani un cibo, un prodotto fresco di qualità tutti i giorni. Questo è un valore inestimabile e voi li avete traditi nuovamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maturi. Ne ha facoltà.

FILIPPO MATURI (LEGA). Grazie Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi. Presidente, è per suo tramite che desidero aggiornare la maggioranza e i membri del Governo su cosa sta accadendo, perché evidentemente non ne hanno contezza. Oggi, mercoledì 2 dicembre, l'Italia, l'Europa, tutto il mondo sono nella morsa di una pandemia, di un virus che si chiama COVID-19. Il punto è che questa dovrebbe sembrare un'ovvietà, ma evidentemente non lo è. Evidentemente, voglio credere che la maggioranza, troppo intenta nei giochi di palazzo, nei rimpasti, nella spartizione delle poltrone, non si sia accorta di cosa effettivamente stia succedendo fuori da questi palazzi. Fuori da questi palazzi, da quando è iniziata l'emergenza, prima sanitaria, che poi è diventata economica e sociale, ci sono state diverse centinaia di migliaia di morti, decine di migliaia solo nel nostro Paese; 90 mila sono già le imprese che hanno dovuto chiudere, 500 mila i nuovi disoccupati; la Caritas segnala che ci sono 5 milioni di nuovi poveri. Ecco, io sono profondamente convinto che evidentemente la maggioranza non si renda conto di cosa stia succedendo veramente al di fuori di quest'Aula, perché sennò, diversamente, non riesco a capacitarmi di come si sia potuto calendarizzare, occupare, il lavoro del Parlamento italiano in questa assise: la settimana scorsa con discorsi sull'omotransfobia, questa settimana per smantellare i “decreti Salvini”. Siamo totalmente fuori dalla realtà e io, di questo, come membro di questa assise, me ne vergogno, perché dobbiamo rendere conto agli italiani di come impegniamo il nostro tempo.

Io sono preoccupato perché la volontà di smantellare questi decreti è probabilmente più orientata a smantellare ed attaccare il nome di questi decreti, che sono conosciuti come “decreti Salvini”, che non il loro contenuto. Torniamo indietro di qualche anno, al 2016. Il nostro Paese, nel 2016, ha raggiunto la quota di quasi 200 mila sbarchi clandestini, quasi 200 mila persone che sono venute illegalmente sul territorio italiano; i media, il Governo, l'Europa ci dicevano che era impossibile fermare questo tipo di fenomeno, perché era un fenomeno epocale. Poi ci sono state le elezioni, Salvini si è insediato al Viminale e, grazie anche a questi decreti, che voi adesso cercate di picconare, si è dato un argine. Con il lavoro del già Ministro Matteo Salvini siamo riusciti a ridurre - è riuscito a ridurre - del 91 per cento l'immigrazione clandestina rispetto all'anno precedente. Ma perché è così problematica l'immigrazione clandestina ed è un fenomeno che va assolutamente, quello dell'immigrazione, regolato e controllato? Io vi do qualche dato e poi penso che ognuno sappia trarre le proprie conseguenze. Di tutte le domande effettuate da parte di chi viene in Italia, solo l'8 per cento delle richieste vengono accolte come effettivamente meritevoli di tutela; il 38 per cento dei richiedenti asilo sono tunisini, ma non mi risulta che in Tunisia ci sia alcuna guerra; il 37 per cento della popolazione carceraria è composta da stranieri; il 38 per cento dei reati commessi in Italia sono commessi da stranieri, a fronte dell'8 per cento della popolazione in Italia composta da stranieri, quindi una esigua minoranza commette una gran parte dei reati sul nostro territorio. Ora, a seguito del cambio al Viminale - Matteo Salvini non è più il Ministro dell'Interno - purtroppo siamo passati da 11 mila sbarchi ai 37 mila. Vado a concludere, Presidente. Il trend è assolutamente preoccupante e sta salendo a dismisura: con l'abolizione dei “decreti Salvini” saremo veramente di nuovo in preda all'invasione. Quindi, questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Concluda.

FILIPPO MATURI (LEGA). Concludo, posso concludere? Un secondo.

PRESIDENTE. Sì, onorevole, concluda.

FILIPPO MATURI (LEGA). Grazie, molto gentile.

PRESIDENTE. è una prassi che si usa, no? Adesso non parleremo tre minuti sul “concluda”, forza.

FILIPPO MATURI (LEGA). Quindi, questo ordine del giorno è volto a richiedere maggiori attrezzature e maggiori forniture per le nostre Forze dell'ordine che si troveranno a dover arginare un problema sempre più grande (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Grazie.

FILIPPO MATURI (LEGA). Grazie a lei.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). Grazie, Presidente, cari colleghi, membro, solitario, del Governo, noi abbiamo cercato di ribadirlo in tutti i modi che troviamo surreale trovarci, da giorni, qui a parlare di questo “decreto Clandestini”, anziché di provvedimenti economici che devono dare risposte a milioni di cittadini e di aziende che si trovano sull'orlo del baratro, e questo dimostra tutto il vostro scollamento con la realtà. Certo, per il vero, questo decreto può anche vedersi come una sorta di “Ristori-quinquies”, diciamo, perché riapre il business dell'immigrazione illegale, dei permessi di soggiorno, della finta accoglienza, della finta solidarietà, insomma, le coop e le associazioni che ci girano intorno sicuramente ringraziano. I costi per l'accoglienza, lo sappiamo, risalgono a 35 euro pro capite, si amplia la platea, con buona pace dell'invarianza finanziaria. Cosa sconcertante devo dire, è anche, vista la priorità che avete dato a questo decreto, subordinando tutti gli altri decreti economici a questo, vedere da giorni, non alle 22 e 37 di stasera, i banchi della maggioranza desolatamente deserti, perché se era così importante, almeno così, supportare in maniera vivace le vostre posizioni non sarebbe stato male. Certo, magari una parte della maggioranza - infatti è sempre presente con una persona - si vergogna dell'inversione a U dal Conte 1 al Conte 2. In compenso, però, abbiamo ascoltato delle chicche in discussione generale, che da sole bastavano, per le persone di buon senso, a capire perché non votare il “decreto Clandestini”. Faccio riferimento, nello specifico, e sicuramente la palma va a lei, a una collega che posso anche non citare, perché dissemina ovunque, come il prezzemolo, concetti come identità di genere, orientamento sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e con i suoi emendamenti riuscirà sicuramente a far rimanere in suolo italico, indistintamente, chiunque vi venga fatto approdare da trafficanti di uomini che sono tornati a pullulare grazie a questa normativa; “boldrinate” appunto, una terminologia ormai entrata nell'accezione comune (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ora, al netto del fatto che avremo una serie di clandestini, di immigrati irregolari che andranno a spiegare alle Forze dell'ordine che loro hanno un certo orientamento sessuale - non so, anzi temo, come faranno a dimostrarlo - significo, mi permetto, che detti orientamento sessuale e identità di genere sono espressioni che nell'ordinamento italiano non ricevono una puntuale definizione normativa, non parliamo poi dell'inserimento sociale che è indeclinabile; non si capisce cosa vogliate dire, e infatti voi state legiferando su qualcosa di indefinito, che neppure voi sapete spiegare. Pur di ampliare il novero a chiunque, state veramente legiferando sul nulla; allora usate “chiunque”, magari è più chiaro quantomeno. E, come legiferate su qualcosa di indefinito, legiferate anche su materie importanti, senza competenze specifiche perché è vero che il vostro intento effettivamente non è quello di proteggere i cittadini italiani appunto in merito, per esempio, a una tematica molto delicata come quella di cui si occupa il mio ordine del giorno, come lo spaccio di stupefacenti sul web; infatti, non mettete denari su questa misura, perché i denari li date tutti al circuito della finta accoglienza che alimentate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), però, ecco, io entro solo velocemente nel merito dell'ordine del giorno perché, visto che legiferate con una superficialità sconcertante, mi permetto pietosamente di darvi qualche suggerimento tecnico per andare a correggere la vostra articolazione, per esempio, dell'articolo 12, mi permetta un minuto di tempo, Presidente, tanto dobbiamo tirare a mezzanotte…

PRESIDENTE. No, guardi, non dobbiamo tirare a mezzanotte.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). …utilizza strumenti propri delle misure volte al contrasto della pedopornografia, disciplina che appare già obsoleta, già obsoleta anche declinata sul web tradizionale, figuratevi col deep web, dark web, e quant'altro. Quindi io ho proposto nell'ordine del giorno - che spero recepiate in parte - appunto qualche specifica tecnica, su cui non entro nel dettaglio, chiedendo in realtà una cosa nel dispositivo lapalissiana, ovvero l'introduzione di un unitario complesso normativo in materia di contrasto all'utilizzo distorto del web. Però mi rendo conto che sia quasi impossibile cercare di migliorare…

PRESIDENTE. Grazie onorevole Zanella.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). Mi dia un minuto solo, trenta secondi, trenta secondi, trenta secondi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. No, no. Grazie onorevole Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zicchieri, prego.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). Grazie, Presidente. Poteva far finire la collega che sicuramente aveva qualcosa da dire. Capiamo che non c'è, fra i banchi della maggioranza, la dovuta e giusta presenza però è un argomento che interessa sicuramente poco, a loro, e tanto a noi, invece, perché non le nascondo che, per suo tramite, vorrei manifestare a questo Governo, a questo scellerato Governo, e a questa scellerata maggioranza che lo sostiene, che oggi dentro di me prevalgono due sentimenti: la rabbia e l'amore. Sì, la rabbia, perché oggi, in questo momento così particolare per il nostro Paese, bloccare l'attività del Parlamento e costringerci a difendere e costringere gli italiani a difendere il “decreto Sicurezza e Immigrazione”, perché c'è qualcuno, Conte, il suo Governo e questa maggioranza, che vuole trasformarlo nel “decreto Insicurezza e Clandestini”, è davvero deprimente. È davvero deprimente perché fuori da questo palazzo ci sono famiglie, ci sono commercianti, ci sono imprese, ci sono serrande abbassate, ci sono vite umane in difficoltà che lottano per la sopravvivenza negli ospedali e il Parlamento e questo Governo che cosa pensano che sia importante oggi? Trasformare questi decreti per far sì che gli italiani in difficoltà continuino ad esserlo e invece rimettiamo ancora miliardi per i trafficanti di immigrati, per le tratte di esseri umani che vengono venduti, molte volte, solo ed esclusivamente per un mero interesse di denaro. Ecco noi, invece, pensiamo che oggi in quest'Aula avremmo dovuto discutere di altri argomenti. Penso agli uomini e alle donne delle Forze dell'ordine in difficoltà, lasciati soli da questo Governo, che si battono a difendere i nostri confini, che sono lì, nelle strade e nelle piazze, proprio molte volte contro questi clandestini che girano nel nostro Paese, in attesa poi di chiedere il permesso per stare qui e l'accoglienza; e intanto compiono reati, intanto spacciano droga, intanto violentano donne! Ecco noi a queste persone, a questi uomini e donne… Che poi questo Governo cosa ha fatto? Ha permesso anche a una eroina come Carola Rackete di speronare una nave militare. Ecco, l'imbarcazione militare per noi rappresenta lo Stato, e quello Stato che non sta difendendo lo Stato è un Governo indegno, è un Governo che non merita di rappresentare gli italiani e il Paese più bello del mondo: l'Italia. Ci viene da pensare alle Forze di Polizia penitenziaria che, grazie al Ministro che ogni giorno ne pensa una su come non tutelare queste persone, con grande sacrificio servono lo Stato, mantenendo fede a quelli che sono gli impegni da onorare. Perché quando si è dediti a un lavoro, una professione la si onora fino in fondo. C'è un Ministro che, invece, pensa a liberare ogni giorno, a mettere in libertà sulle nostre strade delinquenti e mafiosi. E allora a loro va il nostro grazie e la nostra solidarietà e va a quei supereroi che voi chiamate solamente quando serve a Conte, o a qualche ministro, per fare lo spot in tv, ma poi ve ne dimenticate il giorno dopo quando dovete, con fatti concreti, essere di sostegno a medici, infermieri, personale sanitario che in questi giorni si stanno adoperando, dando non solo le cure mediche ma dando amore intorno a quei letti di ospedale, dando solidarietà. Mi viene in mente l'immagine ieri di quel medico che, entrando in una stanza di un paziente anziano che gli dice che gli manca la moglie, lo abbraccia forte. Ecco, quella immagine è l'immagine dell'Italia che si rialza, che risorge, Italia viva, quell'immagine di un'Italia che torna a sperare e non questa immagine di un'Italia che contrapponiamo stasera, di questi banchi della maggioranza vuoti. Perché quei medici quegli infermieri, quel personale sanitario guadagna molto meno di un'indennità parlamentare ed è lì a combattere. E qui ci sono parlamentari che sono fuori da quest'Aula quando dovrebbero essere in servizio ad onorare il loro mandato. Ecco, Presidente - mi accingo a concludere - prima di una piattaforma Rousseau o di una bandiera di Partito, per noi c'è la sicurezza dei nostri figli; prima di chinare la testa, rinnegando anche alcune cose che si sono sostenute in passato..

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zicchieri.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). …c'è la testa alta per il dovere del Paese.

Presidente, chiudo veramente.

A porti chiusi, palestre chiuse, arte e musica chiusi, voi avete risposto con porti aperti ma noi saremo qui a batterci perché sappiamo che fuori da quest'Aula c'è il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zoffili, prego.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, grazie Presidente Rosato. Il collega Zicchieri, Presidente, poi insomma nella sua veste istituzionale è anche membro di Italia Viva; ha citato Italia Viva. Faccio un piccolo inciso: oggi ho ascoltato gli interventi dei suoi colleghi e non si capiva se siete in opposizione o se siete in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Comunque l'ordine del giorno - resto sul tema - parla di Sardegna (non parlerò solo di Sardegna), parla del centro accoglienza di Monastir e, in cinque minuti, cercherò di portare questo Parlamento anche qua sul continente ma anche in Europa. Fuori da quest'Aula, Presidente Rosato, fuori dai palazzi di Roma le famiglie, le famiglie soffrono per i problemi di salute legati al coronavirus, per i problemi economici e di lavoro che già c'erano anche prima del coronavirus e adesso, adesso si sono aggravati. All'emergenza sanitaria, all'emergenza economica, alle emergenze e anche, sempre stando in Sardegna, alla solidarietà a chi non c'è più e a quello che hanno sofferto questo fine settimana, in Sardegna, alle emergenze atmosferiche il Governo cosa fa? Il Governo mette un carico all'emergenza legata all'immigrazione, attraverso questo decreto che noi abbiamo chiamato “decreto Clandestini che è un favoreggiamento di fatto all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io abbraccio - e cercherò di farlo velocemente perché il tempo è breve - io ho avuto modo, sono anche presidente della bicamerale Schengen-Europol-Immigrazione, e abbraccio di cuore gli agenti e i cittadini che ho conosciuto nelle missioni che ho avuto modo di fare in giro per l'Italia e per l'Europa. Sono stato a Frontex nei giorni in cui il Governo parlava di accordo di Malta, e degli agenti, degli ufficiali che lavorano lì, mi han detto: “This is a pull factor”, quello che sta facendo il vostro Governo avrà un effetto attrattore per l'immigrazione clandestina. Abbraccio di cuore all'Aja, dove sono stato due volte, gli agenti di Europol, gli italiani, i nostri ufficiali italiani che lavoran su e che avranno ancora di più, con la cancellazione dei “decreti Salvini” ancor più lavoro. Ringrazio e abbraccio Tonelli, gli agenti di Porto Empedocle, gli agenti di Pozzallo, gli agenti di Lampedusa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ci sono andato quattro volte. La prima volta, era il 2019, il Ministro era Salvini: capienza hot spot 96 persone, c'eran 20 immigrati. L'ultima volta, ci son stato proprio a sorpresa però, Presidente, questa volta, perché quando andavo con tutta la Commissione, sa, un po' di pulizie le faceva questo Governo: capienza hot spot 192 persone, abbiam trovato 685 immigrati, con punte di 1.300 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Una voce dai banchi della Lega: “Vergogna!”). Questa non è accoglienza! Io ho fatto le scuole cattoliche, ho fatto le scuole cattoliche, dalla scuola materna al liceo classico. Le suore di Santa Giovanna Antida, i Padri Somaschi mi hanno insegnato degli altri valori, Presidente, sulla cristianità, sul fatto di essere cattolici e accoglienti, non far morire le persone in mare. Io mi sogno di notte una bimba nigeriana, che ho visto nel centro, nell' hotspot di Lampedusa.

Lei non doveva essere lì, lei sa ha diritto di essere in questo Paese, l'andiamo a prendere come faceva Salvini: con gli aerei, in sicurezza, (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); non la facciamo morire in mare e non rischiamo che questa bimba, quando poi diventerà grande, magari possa ritrovarsi - spero proprio di no - su una strada a fare quel mestiere che non voglio neanche menzionare e nominare.

Io apprezzo di cuore anche una parlamentare del MoVimento 5 Stelle, Emanuela Corda, e faccio un appello al MoVimento 5 Stelle. Emanuela Corda dichiara: “Il nuovo decreto creerà sicuramente tensioni sociali. Su questi temi, come MoVimento 5 Stelle, dovremmo essere più incisivi e determinati nel far pesare i nostri voti in Parlamento”. 5 Stelle siate coerenti, non votatelo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Governo, Vice Ministro Mauri, che sta guardando il telefonino, ascolti parlamentari eletti dal popolo: ritirate questa vergogna! Io abbraccio gli italiani: la Lega sarà sempre al vostro fianco, torneremo al Governo e torneremo ai decreti di Matteo Salvini, che sarà Premier di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli, che aveva chiesto di parlare, rinuncia.

Avendo esaurito l'illustrazione degli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno stessi. Inviterei al silenzio, se siamo interessati a scoprire i pareri. Prego, onorevole Mauri.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/1 Marco Di Maio e n. 9/2727-A/2 Pollastrini, parere favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/3 Rotelli, n. 9/2727-A/4 Zucconi e n. 9/2727-A/5 Rampelli, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/6 Osnato, parere favorevole con riformulazione. Su questo, se permette, Presidente, farei una nota metodologica che vale anche per altri. In molti, anche se non tutti, gli ordini del giorno delle opposizioni, che, come vedrete, in buona parte vengono accolti con parere favorevole, abbiamo dato parere favorevole al dispositivo, in alcuni casi riformulato, ma parere contrario alle premesse. Per cui, sostanzialmente, se non diversamente specificato, le premesse si intendono con parere contrario e ci riferiamo al dispositivo. Questo lo dico per non ripeterlo semplicemente ogni volta, perché sia chiaro tra di noi. Per cui, dicevamo, che sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/6 Osnato, c'è parere favorevole con riformulazione, quindi senza le premesse, e con la riformulazione che recita così: “impegna il Governo ad adottare tutte le misure di competenza volte a emanare decreti ministeriali afferenti alla dotazione organica del Corpo di polizia penitenziaria”.

Sui successivi ordini del giorno n. 9/2727-A/7 Meloni, n. 9/2727-A/8 Prisco, n. 9/2727-A/9 Montaruli, n. 9/2727-A/10 Gemmato, n. 9/2727-A/11 Lollobrigida, n. 9/2727-A/12 Galantino, n. 9/2727-A/ 13 Caiata, n. 9/2727-A/14 Butti, n. 9/2727-A/15 Donzelli, n. 9/2727-A/16 Bucalo e n. 9/2727-A/17 Delmastro Delle Vedove, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/18 Bignami, parere favorevole con riformulazione: al terzo capoverso delle premesse, sostituire “maggior parte del flusso migratorio” con “buona parte del flusso migratorio”, non per una ragione politica, ma esclusivamente matematica.

PRESIDENTE. Nel resoconto ci sarà tutto, come sempre. Prego, siamo sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/18 Bignami, con la riformulazione.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sempre per quanto riguarda le premesse, togliere l'ultimo capoverso, quello che inizia per: “nonostante le suddette”. Invece, per quanto riguarda il dispositivo, sono quattro capoversi: al primo capoverso, sostituire “intraprendere” con “continuare”; al secondo capoverso, sostituire “a farsi parte attiva” con “a continuare ogni azione”, ed eliminare il terzo e il quarto capoverso.

Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/19 Ciaburro e n. 9/2727-A/20 Caretta, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/21 Bellucci, il parere è contrario alle premesse, come già detto prima, e favorevole con riformulazione per il dispositivo, che verrebbe così riformulato: “impegna il Governo a rafforzare l'assistenza psicologica all'interno delle carceri, a supporto di tutta la popolazione penitenziaria, quale strategia di prevenzione volta a minimizzare i fattori di rischio per ognuno e salvaguardare l'incolumità professionale”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/22 Albano, n. 9/2727-A/23 Ferri, n. 9/2727-A/24 Lucaselli, n. 9/2727-A/25 Mollicone, n. 9/2727-A/26 Cirielli, n. 9/2727-A/27 Silvestroni, n. 9/2727-A/28 Maschio, n. 9/2727-A/29 Frassinetti, n. 9/2727-A/30 Varchi, n. 9/2727-A/31 Deidda, n. 9/2727-A/32 Mantovani, n. 9/2727-A/33 Foti, n. 9/2727-A/34 Lattanzio, n. 9/2727-A/35 Tondo, n. 9/2727-A/36 Germanà, n. 9/2727-A/37 Sangregorio, n. 9/2727-A/38 Sgarbi, n. 9/2727-A/39 Colucci, n. 9/2727-A/40 Lupi, n. 9/2727-A/41 Trano, n. 9/2727-A/42 Giannone, n. 9/2727-A/43 Ascari, n. 9/2727-A/44 Perantoni e n. 9/2727-A/45 Giuliano il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/46 Sarti, n. 9/2727-A/47 Salafia e n. 9/2727-A/48 Di Sarno il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/49 Barbuto il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/50 Saitta il parere è favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: dopo le parole “valutare l'opportunità” inserire le parole “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/51 Barzotti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/52 Rizzo il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/53 Grippa il parere è favorevole con la seguente riformulazione: nel dispositivo sostituire le parole “a valutare l'opportunità di prevedere nel sistema di accoglienza dello straniero” con le parole “a valutare l'efficacia di quanto già vigente nel sistema di accoglienza dello straniero, in ordine alla previsione di”. L'ordine del giorno n. 9/2727-A/54 De Carlo, se è possibile, lo accantonerei per un attimo per riprenderlo dopo l'ordine del giorno n. 9/2727-A/56 Brescia.

PRESIDENTE. Lo accantoniamo, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2727-A/55 Sut.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/55 Sut il parere è contrario.

PRESIDENTE. Adesso torniamo sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/54 De Carlo.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Darei prima il parere sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/56 Brescia.

PRESIDENTE. Va bene, prima il n. 9/2727-A/56 Brescia e poi il n. 9/2727-A/54 De Carlo.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/56 Brescia il parere è favorevole sostituendo il dispositivo nel modo che segue: “valutare di istituire, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, un fondo destinato al consolidamento di contributi strutturali in favore dei comuni di frontiera maggiormente interessati dalla gestione dei flussi migratori”. E sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/54 De Carlo il parere è favorevole se riformulato esattamente come il n. 9/2727-A/56 Brescia.

PRESIDENTE. Perfetto. L'ordine del giorno n. 9/2727-A/57 Ungaro è ritirato.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/58 Iezzi il parere è sempre contrario alle premesse e favorevole al dispositivo, se così riformulato: sostituire le parole “ad adottare ogni iniziativa ritenuta più opportuna al fine di intensificare” con le parole “a valutare l'ulteriore intensificazione delle”. Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/59 Centemero, n. 9/2727-A/60 Gusmeroli, n. 9/2727-A/61 Belotti e n. 9/2727-A/62 Stefani il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/63 Giglio Vigna il parere è contrario alle premesse e favorevole al dispositivo, c'è solamente una questione grammaticale: sostituire la parola “esse” con la parola “essi”, però il dispositivo è quello. Sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/64 Molteni, n. 9/2727-A/65 Bordonali, n. 9/2727-A/66 Durigon, n. 9/2727-A/67 Maggioni, n. 9/2727-A/68 Racchella, n. 9/2727-A/69 Valbusa, n. 9/2727-A/70 Tiramani, n. 9/2727-A/71 Paternoster, n. 9/2727-A/72 Pettazzi, n. 9/2727-A/73 Bubisutti, n. 9/2727-A/74 Giaccone, n. 9/2727-A/75 Lucchini, n. 9/2727-A/76 Cecchetti, n. 9/2727-A/77 Caparvi, n. 9/2727-A/78 Lazzarini, n. 9/2727-A/79 Minardo e n. 9/2727-A/80 Zoffili il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/81 Carrara il parere è contrario alle premesse e favorevole per quanto riguarda il dispositivo, se riformulato in questo modo: “ad adottare, ove ulteriormente occorra, ogni utile iniziativa per la tutela dell'incolumità e della salute degli agenti delle forze dell'ordine, in particolare di quelli impegnati quotidianamente nelle operazioni successive agli sbarchi”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/82 Foscolo il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/2727-A/83 Invernizzi, contrario alle premesse, favorevole per quanto riguarda il dispositivo, con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “ad implementare”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità di implementare” e poi eliminare tutte le parole successive a “n. 146”. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/84 Ravetto, n. 9/2727-A/85 Moschioni e n. 9/2727-A/86 Furgiuele.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/87 Garavaglia, parere favorevole e in questo caso anche alla premessa, con riformulazione del dispositivo, aggiungendo: “a continuare a implementare”.

Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/88 Covolo¸ n. 9/2727-A/89 Panizzut, n. 9/2727-A/90 Boldi, n. 9/2727-A/91 Fogliani, n. 9/2727-A/92 Eva Lorenzoni, n. 9/2727-A/93 Frassini, n. 9/2727-A/94 Legnaioli, n. 9/2727-A/95 Cestari, n. 9/2727-A/96 Vanessa Cattoi, n. 9/2727-A/97 Galli, n. 9/2727-A/98 Pretto, n. 9/2727-A/99 Tarantino, n. 9/2727-A/100 Claudio Borghi, n. 9/2727-A/101 Gava, n. 9/2727-A/102 Cantalamessa, n. 9/2727-A/103 Ziello, n. 9/2727-A/104 Gobbato, n. 9/2727-A/105 Piastra, n. 9/2727-A/106 Viviani, n. 9/2727-A/107 Liuni, n. 9/2727-A/108 Golinelli, n. 9/2727-A/109 Manzato, n. 9/2727-A/110 Gastaldi, n. 9/2727-A/111 Loss, n. 9/2727-A/112 Piccolo, n. 9/2727-A/113 Fantuz, n. 9/2727-A/114 Ferrari, n. 9/2727-A/115 Comencini, n. 9/2727-A/116 Raffaele Volpi, n. 9/2727-A/117 Lucentini, n. 9/2727-A/118 Boniardi, n. 9/2727-A/119 Zicchieri, n. 9/2727-A/120 Andrea Crippa, n. 9/2727-A/121 Lorenzo Fontana, n. 9/2727-A/122 Raffaelli, n. 9/2727-A/123 Caffaratto, n. 9/2727-A/124 Colla, n. 9/2727-A/125 Maturi, n. 9/2727-A/126 Bellachioma, n. 9/2727-A/127 Bianchi, n. 9/2727-A/128 Grimoldi¸ n. 9/2727-A/129 Molinari, n. 9/2727-A/130 Picchi, n. 9/2727-A/131 De Martini e n. 9/2727-A/132 Paolin.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/133 Parolo, in questo caso ci troviamo nello stesso argomento, già affrontato dal n. 9/2727-A/56 e dal n. 9/2727-A/54. Di conseguenza, si esprime parere favorevole, se il testo complessivo del n. 9/2727-A/133 - e di alcuni seguenti che vedremo - viene riformulato come il solo dispositivo già riformulato nel n. 9/2727-A/56. Per cui non tutto, solo quello. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/134 Fiorini, n. 9/2727-A/135 Murelli, n. 9/2727-A/136 Bitonci.

Sull'ordine del giorno n. 9/2727-A/137 Di Muro vale lo stesso che per il n. 9/2727-A/133 e cioè…

PRESIDENTE. …favorevole con riformulazione. Bene. Ordine del giorno n. 9/2727-A/138 Alessandro Pagano?

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Sempre uguale al n. 9/2727-A/133.

Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/139 Marchetti, n. 9/2727-A/140 Cavandoli, n. 9/2727-A/141 Sasso, n. 9/2727-A/142 Turri¸ n. 9/2727-A/143 Tateo. Ordine del giorno n. 9/2727-A/144 Bisa, favorevole eliminando l'ultimo capoverso delle premesse, se mi permette un attimo, Presidente, lo recupero.

PRESIDENTE. Il Vice Ministro è sul n. 9/2727-A/144 Bisa.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Ordine del giorno n. 9/2727-A/144 Bisa, contrario.

PRESIDENTE. Contrario. Va bene.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Ordine del giorno n. 9/2727-A/145 Morrone favorevole, eliminando l'ultimo capoverso delle premesse. E tutto il resto è favorevole.

PRESIDENTE. Benissimo.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/146 Potenti, n. 9/2727-A/147 Paolini, n. 9/2727-A/148 Tomasi, n. 9/2727-A/149 Tonelli, n. 9/2727-A/150 De Angelis n. 9/2727-A/151 Sutto e n. 9/2727-A/152 Capitanio.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/153 Maccanti, favorevole con l'eliminazione del secondo capoverso delle premesse e riformulando il dispositivo, sostituendo le parole: “sostenere la” con le seguenti: “proseguire nelle iniziative finalizzate alla”.

Ordine del giorno Donina n. 9/2727-A/154, parere contrario. Ordine del giorno Giacometti n. 9/2727-A/155, parere contrario. Ordine del giorno Zanella n. 9/2727-A/156, parere contrario. Ordine del giorno Morelli n. 9/2727-A/157, parere favorevole. Ordine del giorno Andreuzza n. 9/2727-A/158, parere contrario. Ordine del giorno Guidesi n. 9/2727-A/159, parere contrario. Ordine del giorno Dara n. 9/2727-A/160, parere contrario.

Ordine del giorno Gerardi n. 9/2727-A/161, parere contrario. Ordine del giorno Benvenuto n. 9/2727-A/162, parere contrario. Ordine del giorno Badole n. 9/2727-A/163, parere contrario. Ordine del giorno Locatelli n. 9/2727-A/164, parere contrario. Ordine del giorno Colmellere n. 9/2727-A/165, parere contrario. Ordine del giorno Binelli n. 9/2727-A/166, parere contrario. Ordine del giorno Patassini n. 9/2727-A/167, parere contrario. Ordine del giorno Basini n. 9/2727-A/168, parere contrario.

Ordine del giorno Saltamartini n. 9/2727-A/169, parere favorevole con riformulazione, che posso lasciare anche agli atti, ma nella quale sostanzialmente si dà parere favorevole al secondo capoverso, così riformulato. Diciamo, alle premesse parere contrario al primo capoverso, quello che inizia con “il dilagante fenomeno”; parere favorevole al secondo capoverso, così riformulato: “così come già aveva autorevolmente sostenuto il Consiglio di Stato, nel parere n. 63 espresso in data 27 aprile 1988: la Costituzione repubblicana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose, non prescrive alcun divieto all'esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del crocefisso, per i principi che evoca fa parte del patrimonio storico”. Poi, parere favorevole al paragrafo successivo, il terzo, però espungendo le parole da “non solo ha riproposto molte delle deduzioni” fino a “ben oltre, fino”, dove poi si riparte dicendo “ha altresì affermato che”. Poi, parere favorevole al capoverso seguente, quello che inizia con il parere del Consiglio di Stato. Parere contrario agli ulteriori quattro capoversi, e parere favorevole al dispositivo, all'impegno.

Ordine del giorno Patelli n. 9/2727-A/170, parere contrario. Ordine del giorno Toccalini n. 9/2727-A/171, parere contrario. Ordine del giorno Rixi n. 9/2727-A/172, parere contrario. Ordine del giorno Castiello n. 9/2727-A/173, parere contrario. Ordine del giorno Billi n. 9/2727-A/174, parere contrario. Ordine del giorno Coin n. 9/2727-A/175, parere contrario. Ordine del giorno Bazzaro n. 9/2727-A/176, parere contrario.

Ordine del giorno Di San Martino Lorenzato Di Ivrea n. 9/2727-A/177, parere contrario alle premesse, favorevole al dispositivo se riformulato nel modo seguente: “a proseguire nelle attività addestrative e di preparazione delle Forze di polizia, al fine di prevenire e contrastare il terrorismo”. Ordine del giorno Formentini n. 9/2727-A/178, parere contrario. Ordine del giorno Vinci n. 9/2727-A/179, parere contrario. Ordine del giorno D'Eramo n. 9/2727-A/180, parere contrario. Ordine del giorno Lolini n. 9/2727-A/181, parere contrario alle premesse, favorevole nel dispositivo se riformulato nel modo seguente: “a valutare la necessità di potenziare i reparti delle Forze di Polizia preposte al controllo delle frontiere aeroportuali, portuali e terrestri”.

Ordine del giorno Ribolla n. 9/2727-A/182, parere contrario. Ordine del giorno Zordan n. 9/2727-A/183, parere contrario. Ordine del giorno Vallotto n. 9/2727-A/184, parere contrario. Ordine del giorno Tombolato n. 9/2727-A/185, parere contrario. Ordine del giorno Giorgetti n. 9/2727-A/186, parere contrario. Ordine del giorno Comaroli n. 9/2727-A/187, parere contrario. Ordine del giorno Silli n. 9/2727-A/188, parere contrario. Ordine del giorno Gagliardi n. 9/2727-A/189, parere contrario. Ordine del giorno Sorte n. 9/2727-A/190, parere contrario.

Ordine del giorno Benigni n. 9/2727-A/191, parere contrario. Ordine del giorno Pedrazzini n. 9/2727-A/192, parere contrario. Ordine del giorno Bartolozzi n. 9/2727-A/193, parere favorevole, con riformulazione come gli ordini del giorno 133, 137 e 138.

Ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2727-A/194, parere contrario. Ordine del giorno Biancofiore n. 9/2727-A/195, parere contrario. Ordine del giorno Rossello n. 9/2727-A/196, parere contrario. Ordine del giorno Siracusano n. 9/2727-A/197, parere contrario. Ordine del giorno Maria Tripodi n. 9/2727-A/198, parere contrario. Ordine del giorno Pittalis n. 9/2727-A/199, parere favorevole se con riformulazione uguale a quella data per l'ordine del giorno n. 9/2727-A/87. Ordine del giorno Tartaglione n. 9/2727-A/200, parere contrario. Ordine del giorno Carfagna n. 9/2727-A/201, parere contrario. Ordine del giorno Occhiuto n. 9/2727-A/202, parere contrario. Ordine del giorno Pella n. 9/2727-A/203, parere contrario. Ordine del giorno Baroni n. 9/2727-A/204, parere contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Polverini n. 9/2727-A/205 è ritirato.

MATTEO MAURI, Vice Ministro dell'Interno. Ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/2727-A/206, parere contrario. Ordine del giorno Milanato n. 9/2727-A/207, parere contrario. Ordine del giorno Sarro n. 9/2727-A/208, parere contrario. Ordine del giorno Cannizzaro n. 9/2727-A/209, parere contrario alle premesse, favorevole al dispositivo se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità di potenziare, ove necessario, il personale impiegato nelle autorità portuali su cui insistano le operazioni di soccorso ai migranti”. Ordine del giorno Bagnasco n. 9/2727-A/210, parere contrario.

Ordine del giorno Marrocco n. 9/2727-A/211, parere favorevole al dispositivo e parere contrario alle premesse. Ordine del giorno Paolo Russo n. 9/2727-A/212, parere contrario. Ordine del giorno Fascina n. 9/2727-A/213, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2727-A/214 Mugnai contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel senso di sostituire le parole: “ad adottare”, con le parole: “a continuare ad adottare”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/215 Brunetta contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel senso di eliminare l'inciso da: “entro quindici giorni” fino a: “decreto- legge”, cioè tutta quella parte che inizia da “entro quindici giorni” fino al “decreto-legge” viene espunta. Ordine del giorno n. 9/2727-A/216 Palmieri contrario, n. 9/2727-A/217 Ruggieri contrario, n. 9/2727-A/218 Zangrillo contrario, n. 9/2727-A/219 Mulè, n. 9/2727-A/220 Squeri contrario, n. 9/2727-A/221 Vito contrario. Ordine del giorno n. 9/2727-A/222 Bergamini contrario alle premesse e favorevole al dispositivo, n. 9/2727-A/223 Dall'Osso contrario, n. 9/2727-A/224 D'Ettore contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel modo seguente: “ad adottare, in conformità a quanto già disposto dalla normativa vigente, un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale si definiscono le quote massime annuali di stranieri ammissibili nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche di carattere stagionale, e di lavoro autonomo, tenuto conto dei ricongiungimenti familiari e delle misure di protezione temporanea eventualmente disposte”.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/225 Cattaneo contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel seguente modo: “a valutare l'opportunità di incrementare le dotazioni organiche delle prefetture”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/226 Ferraioli contrario, n. 9/2727-A/227 Perego Di Cremnago contrario, n. 9/2727-A/228 Casciello contrario, n. 9/2727-A/229 Elvira Savino contrario, n. 9/2727-A/230 Ripani contrario, n. 9/2727-A/231 Cristina contrario, n. 9/2727-A/232 Napoli contrario, n. 9/2727-A/233 Ruffino contrario, n. 9/2727-A/234 Nevi contrario, n. 9/2727-A/235 Pettarin contrario, n. 9/2727-A/236 Mandelli contrario, n. 9/2727-A/237 Orsini contrario, n. 9/2727-A/238 Polidori contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel senso che segue: prima delle parole: “ad adottare” inserire le parole: “a continuare”, cioè “a continuare ad adottare”.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/239 Cassinelli contrario, n. 9/2727-A/240 Zanettin contrario, n. 9/2727-A/241 Sozzani contrario, n. 9/2727-A/242 D'Attis contrario, n. 9/2727-A/243 Spena contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato come segue: sostituire le parole: “ad adottare le opportune” con: “a valutare le”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/244 Barelli contrario, n. 9/2727-A/245 Giacometto contrario, n. 9/2727-A/246 Baratto contrario, n. 9/2727-A/247 Saccani Jotti contrario, n. 9/2727-A/248 Angelucci contrario, n. 9/2727-A/249 Versace contrario, n. 9/2727-A/250 Bond contrario, n. 9/2727-A/251 Mazzetti contrario, n. 9/2727-A/252 Labriola contrario, n. 9/2727-A/253 Baldini contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel modo che segue: “a proseguire nell'implementazione dei sistemi di informazione per la gestione delle frontiere e dei flussi migratori, al fine di fornire alle autorità competenti le informazioni utili ad avviare le attività di identificazione dei soggetti che attraversano i confini dell'Unione europea”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/254 Vietina contrario, n. 9/2727-A/255 Caon contrario, n. 9/2727-A/256 Martino contrario, n. 9/2727-A/257 Marin contrario, n. 9/2727-A/258 Sisto contrario, n. 9/2727-A/259 Giacomoni contrario, n. 9/2727-A/260 Porchietto contrario, n. 9/2727-A/261 Pentangelo contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato come segue: “a proseguire nelle attività finalizzate ad intercettare le imbarcazioni, barchini, di piccole dimensioni che entrano o transitano nelle acque territoriali con le quali si effettuano i cosiddetti sbarchi fantasma”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/262 Musella contrario, n. 9/2727-A/263 Sandra Savino contrario, n. 9/2727-A/264 Della Frera contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato come segue: “a proseguire con le attività di controllo sanitario relative ai migranti, in particolare nelle regioni di maggiore approdo degli stessi”. Ordine del giorno n. 9/2727-A/265 Gelmini contrario alle premesse e favorevole al dispositivo se riformulato nel modo che segue: sostituire le parole “ad adottare misure idonee al fine di” con “a proseguire con le iniziative volte a”.

Ordine del giorno n. 9/2727-A/266 Valentini, contrario alle premesse, favorevole al dispositivo a condizione che lo stesso sia rivisto come il precedente 265.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/267 Cappellacci, n. 9/2727-A/268 Baldelli, n. 9/2727-A/269 Aprea, n. 9/2727-A/270 Brambilla, n. 9/2727-A/271 Battilocchio, n. 9/2727-A/272 Cannatelli, n. 9/2727-A/273 Calabria, n. 9/2727-A/274 Rotondi, n. 9/2727-A/275 Casino e n. 9/2727-A/276 Fitzgerald Nissoli. Ordine del n. 9/2727-A/277 Torromino, contrario alle premesse, favorevole al dispositivo. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/2727-A/278 Cortelazzo, n. 9/2727-A/279 Fasano, n. 9/2727-A/280 Fatuzzo, n. 9/2727-A/281 Rosso, n. 9/2727-A/282 Cosimo Sibilia e n. 9/2727-A/283 Novelli. Ordine del n. 9/2727-A/284 Sodano, contrario alle premesse, favorevole al dispositivo riformulato nel modo che segue: “a dare continuità alla scelta di individuare anche altri luoghi, oltre a Porto Empedocle, per consentire la sosta delle navi quarantena”.

PRESIDENTE. Grazie, Vice Ministro. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 9,30.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 3 dicembre 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. (C. 2727-A)

Relatori: BALDINO e MICELI.

La seduta termina alle 23,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

Nella votazione n. 1 la deputata Grillo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ris. De Toma e a. 6-155 500 307 193 154 33 274 71 Resp.
2 Nominale Ris. Molinari e a. 6-157 I p. 500 498 2 250 495 3 70 Appr.
3 Nominale Ris. Molinari e a. 6-157 II p. 501 493 8 247 218 275 70 Resp.
4 Nominale Ris. Carnevali e a. 6-158 500 495 5 248 276 219 70 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.