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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 435 di lunedì 30 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 13,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 27 novembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Berlinghieri, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Bubisutti, Buffagni, Cancelleri, Casa, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, De Menech, De Micheli, Del Grosso, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacometto, Giacomoni, Giglio Vigna, Giorgis, Grimaldi, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Maniero, Marattin, Mauri, Micillo, Molinari, Morani, Morassut, Napoli, Nardi, Novelli, Orrico, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Pittalis, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruffino, Ruocco, Giovanni Russo, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Tondo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili e Zordan sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centotre, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (A.C. 2727-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2727-A: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Ricordo che nella seduta di venerdì 27 novembre il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2727-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, i decreti “Immigrazione” e “Sicurezza” avevano tradotto, a suo tempo, la retorica salviniana sull'immigrazione. Il Presidente della Repubblica aveva accompagnato la promulgazione dei decreti-legge con osservazioni molto precise e pertinenti. Ho sentito stamane alla radio che Salvini intende chiamare il Capo dello Stato: lo faccia, perché dal senso di responsabilità e dall'equilibrio politico e istituzionale del Capo dello Stato ha molto da imparare.

Il COVID-19 ha messo in un angolo il primato della drammatizzazione dei fenomeni migratori. Ebbene, il Parlamento si occupa con un certo ritardo di un atto dovuto: produrre modifiche di buonsenso istituzionalmente sollecitate dal Capo dello Stato. Perché il Parlamento se ne occupa in pieno COVID-19? La questione può essere ritorta: come si può pensare ad un'azione di ostruzionismo parlamentare in pieno COVID-19?

La fiducia della nostra componente al Governo è fuori discussione; nel merito è ancora più convinta. Quei “decreti Sicurezza” andavano modificati almeno su un paio di punti: una sostanziale reintroduzione della tutela umanitaria, con un ulteriore allargamento delle protezioni speciali per sanare le condizioni di migliaia di persone ridotte allo stato di clandestinità dai “decreti Salvini”, e ciò anche attraverso la ristrutturazione del sistema di accoglienza basato su piccoli centri diffusi sul territorio; e poi la doverosa revisione delle multe e delle confische delle navi umanitarie, con il conseguente riconoscimento del diritto costituzionale e internazionale di salvare le vite in mare, con il ripristino dell'iscrizione all'anagrafe e di alcuni servizi necessari per integrare in maniera efficace i richiedenti asilo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Ho concluso. Il Presidente Mattarella aveva osservato che i vecchi decreti-legge su questi punti non rispettavano la necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti; e inoltre il Presidente ricordava l'obbligo di rispettare i trattati internazionali e citava la Convenzione di Montego Bay. Anche per queste ragioni la fiducia, per quel che ci riguarda, è un passaggio doveroso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, com'è consuetudine negli interventi effettuati dal sottoscritto finora sulle questioni di fiducia, non entro nel merito del provvedimento per cui è stata richiesta, cosa che farò però in dichiarazione di voto, ma espongo le ragioni per cui a mio avviso la si debba concedere.

Essa non può ridursi all'essere d'accordo o meno sull'opportunità di un provvedimento, se il medesimo sia aderente alle nostre idee in proposito; e nel caso di specie vi sono effettivamente alcuni riflessioni e dubbi che vanno fugati, sia sulla scelta della tempistica sia sulle modalità di applicazione delle modifiche al provvedimento in esame, e sia sui rapporti e il sostegno che il nostro Paese dovrebbe ricevere dall'Unione europea. Ma ritornando al tema della fiducia, la domanda dovrebbe essere: questo Esecutivo ha meritato la considerazione e la possibilità di continuare il suo impegno per il Paese?

Ebbene, io ritengo di sì per una serie di motivi. Per quante difficoltà possa avere incontrato nella gestione di questa emergenza e per quanti errori inevitabilmente possano essere stati commessi, il giudizio sull'operato di questo Esecutivo non può che essere positivo. E non è solamente la mia opinione, badate, ma scorrendo i resoconti di stampa, leggo che un illustre medico, che non credo sia tra i sostenitori più accesi di questo Governo, ha espresso favore, sentendosi tutelato; un famoso giornalista qualche mese fa, che certamente non ha simpatie per il Premier, lo ha ringraziato per la sua gestione; e recentemente un rispettato e considerato collega dell'opposizione ha cambiato la sua opinione da molto negativa a molto positiva verso un membro dell'Esecutivo verso cui siamo chiamati ad esprimerci.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Ma al di là di queste segnalazioni - e concludo, Presidente -, è la nostra valutazione che conta in questo momento, della componente che rappresento e mia, e pertanto dichiaro che voteremo a favore della fiducia richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, voteremo contro la fiducia al Governo oggi più convintamente che in altre occasioni, perché questo decreto-legge è la più evidente dimostrazione che il Governo, la maggioranza, ma soprattutto il MoVimento 5 Stelle non hanno dignità, non conoscono vergogna. Non ci sorprende la posizione della sinistra del Governo, che ha sempre combattuto contro il decreto-legge “Sicurezza” e il decreto-legge “Immigrazione” del Ministro Salvini, ma una parte di questa maggioranza, quella rappresentata dal MoVimento 5 Stelle, più o meno un anno fa ha votato un decreto-legge sulla stessa materia che riportava contenuti totalmente diversi, contrari a quelli che è disposto a votare oggi in questi giorni alla Camera. Ma dove è arrivata la politica? Ma si è mai visto un trasformismo così esasperato, così estremo? Parliamo di un gruppo parlamentare che doveva riportare la credibilità in politica, e oggi sta dando uno dei peggiori esempi della storia repubblicana.

E poi con tutte le vicende che deve affrontare il nostro Paese, sull'emergenza sanitaria e sulla crisi economica, vere priorità del nostro Paese, ci ritroviamo ad avere un decreto-legge, e quindi si attribuisce la caratteristica di necessità ed urgenza ad un provvedimento sull'immigrazione: perché la priorità in Italia è questa, rispetto alle priorità che abbiamo, per quanto ha individuato il Governo decidendo di portare in Aula questo decreto-legge. Abbiamo famiglie in difficoltà, abbiamo imprese in ginocchio, e invece di occuparci di queste priorità si parla di immigrazione: crediamo che questo sia un atteggiamento irresponsabile.

E nel merito, noi abbiamo votato, pur essendo all'opposizione, il “decreto Sicurezza” e il “decreto Immigrazione” voluti dal Ministro Salvini perché erano nel programma di centrodestra, perché affrontavano in modo concreto una delle più grandi problematiche del Paese che è quella dell'immigrazione di clandestini. Sono decreti-legge che consentono di gestire invece meglio chi scappa dal proprio Paese per guerre, per persecuzioni e per trattamenti disumani. Noi abbiamo votato a sostegno di quei decreti-legge perché noi siamo per un'immigrazione regolare e controllata e contro un'immigrazione irregolare.

Questo decreto-legge invece amplia la possibilità di rilasciare permessi di soggiorno per ragioni certe volte stravaganti, poco chiare: basti pensare alla possibilità di avere queste opportunità per lavoro artistico, sarebbe bello capire esattamente com'è identificata questa fattispecie di lavoro che viene menzionato dentro il decreto-legge; come pure calamità naturali lasciate in modo generale, senza identificare delle caratteristiche precise. A cosa si riferisce? A frane, a esondazioni di fiumi, a problemi di siccità? Pensiamo a un continente come l'Africa, quant'è facile individuare problemi ambientali senza specificarne le caratteristiche; magari poi dovremo affidare alle Forze dell'ordine la responsabilità di dover interpretare queste norme, come spesso succede. Già le povere Forze dell'ordine sono affaticate, impegnate nella loro quotidianità: per un'ennesima volta il Governo si affida a chi è sul territorio per cercare di rendere efficace una legge.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Arrivo alla conclusione, Presidente, parlando del tema dell'accoglienza, che viene evocato all'interno di questo decreto-legge. Come si può immaginare di fare integrazione attraverso la distribuzione di zero risorse su questo argomento? Si faranno entrare migliaia di immigrati in Italia destinandoli alla criminalità organizzata nel nostro Paese. Per non parlare poi delle tematiche sul terrorismo: abbiamo visto che negli eventi del dicembre 2016 a Berlino e in quelli più recenti dell'ottobre 2020 a Nizza purtroppo chi si è fatto autore di quelle drammatiche vicende terroristiche era transitato per il nostro Paese.

Io credo che con questo provvedimento perdiamo di credibilità nei confronti dell'Europa e nei confronti…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Colucci.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Concludo, Presidente. Di partner europei. È un'occasione persa, quella di non aver dibattuto su questo argomento,…

PRESIDENTE. La ringrazio.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). …ma è un'occasione invece conquistata per la maggioranza, perché si rafforza intorno al tema del potere,…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). …del compromesso, e non fa nulla per aiutare il Paese che ha bisogno di essere aiutato su ben altre priorità (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, innanzitutto un ringraziamento non formale ai due relatori, alla collega Baldini e al collega Miceli, al Vice Ministro Matteo Mauri. Ringraziamento non formale, perché in Commissione, nel rispetto del Regolamento, è stato fatto un lavoro importante, che credo sia giusto sottolineare, con un impegno straordinario da parte loro, e anche ovviamente dei colleghi della opposizione.

Noi voteremo convintamente questo decreto concernente disposizioni urgenti in materia di immigrazione e sicurezza; lo voteremo perché è il frutto di un lavoro importante, che rispetta uno dei punti qualificanti del programma di Governo. Questo Governo è nato nel 2019 nei modi che tutti ricorderanno, ma è nato anche, rispetto a questa questione, con l'idea che quelli che sono stati, in maniera errata, definiti “decreti Sicurezza”, in realtà stessero creando insicurezza nel Paese e, soprattutto, stessero portando fuori il nostro Paese dal novero delle nazioni civili. Quindi, per noi quel punto del programma era e rimane un punto qualificante. Erano “decreti Insicurezza”, perché, in realtà, hanno creato un limbo entro il quale si è buttati, scientemente, in una situazione, in una sorta di buco nero, decine di migliaia di persone, di uomini e di donne in carne ed ossa che, da un giorno all'altro, sono stati messi fuori dal sistema ordinato di accoglienza regolare e sono finiti, come dicevo prima, in un limbo. E questa è la dimostrazione, in realtà, che la destra nel mondo, in particolare quella italiana, non è interessata ad affrontare una questione epocale, come quella dell'immigrazione, per cercare di risolvere i problemi. Un fenomeno di questa entità, di entità globale, pone alla società contemporanea problemi anche di non facile soluzione, rispetto al quale si preferisce, invece, ragionare sempre in una logica emergenziale, dimenticando che il tema delle migrazioni è e rimane uno dei fenomeni della nostra contemporaneità. Come società occidentali, dovremmo continuare a confrontarci per molto tempo su questa questione; invece si preferisce fare gli imprenditori politici della paura, iniettare veleni nell'opinione pubblica, come quelli, per esempio, per cui sarebbe in atto un'invasione dell'Africa nei confronti del nostro Paese. I dati dell'altro giorno sulle presenze degli stranieri in Italia dimostrano quanto questa immagine sia totalmente falsa e lontana dalla realtà. Una destra che non è interessata a risolvere i problemi usa, anche questo sforzo del Governo di rimettere a posto alcune questioni, in una logica che, ripeto, nulla ha a che fare con l'interesse del Paese e, soprattutto, con l'idea, come dicevo prima, che l'accoglienza, l'immigrazione e l'integrazione sono questioni epocali che andrebbero affrontate in una visione ideale, in una logica più ampia. Da questo punto di vista, questo decreto va nella direzione giusta. È un decreto che - lo dico qui con assoluta trasparenza - inevitabilmente trova delle soluzioni di compromesso, trova delle soluzioni mediane. Siamo in una coalizione, ed essere arrivati a questo risultato - non dobbiamo vergognarci di questo - io lo considero un risultato importante; do atto al MoVimento 5 Stelle, da questo punto di vista, di aver fatto passi in avanti significativi alla ricerca di punti ed elementi che potessero portarci tutti sulla stessa posizione, a cominciare dall'idea che l'accoglienza debba ritornare ad essere diffusa, e che modelli come lo SPRAR - lo si chiami in futuro come si vuole - siano modelli giusti, che l'accoglienza diffusa sia una delle strade da seguire, che il tema della tutela umanitaria non vuol dire chiamare in Italia le persone, i migranti, ma, semplicemente, rispettare le convenzioni internazionali; vuol dire anche smetterla con quella che è stata una campagna odiosa - che continua costantemente anche al di fuori di tutti i dati di fatto - di criminalizzazione delle ONG. Abbiamo assistito in questi anni a un ribaltamento della realtà assolutamente inaccettabile: i nemici non sono le ONG, sono i mercanti di morte, sono quelli che gestiscono i campi di concentramento in Libia, sono quelli che gestiscono le tratte, sono quelli che - e ce lo dimentichiamo spesso - organizzano questi traffici e, poi, si disinteressano completamente delle persone. E non bisogna mai dimenticare che noi abbiamo di fronte il Mediterraneo, che è diventato la tomba di tante, troppe persone; ma il maggior numero dei morti non si vedono neppure, sono quelli nel deserto e, per molti di loro, la morte si trova lì. E, quindi, le ONG sono uno strumento positivo da questo punto di vista: hanno aiutato e aiutano a evitare che il Mediterraneo diventi la tomba di un'intera generazione di migranti e, in qualche modo, anche che noi ne diventiamo, volenti o nolenti, di fronte alla storia, responsabili. In estrema sintesi, lo dico per chi è fuori e che ascolta, questo decreto semplicemente - mi correggeranno e mi scuseranno le persone più addentro di me a queste questioni - riporta le cose alla normalità, alla normalità di un Paese civile che rispetta le convenzioni internazionali. I decreti precedenti, invece, avevano portato l'Italia - lo dicono i rapporti dell'ONU, lo dicono i rapporti delle organizzazioni collegate all'ONU -, nel migliore dei casi, ad essere un Paese border rispetto alla civiltà e, in molti altri casi, alla realtà di oltrepassarla. Quindi, nel rispetto delle convenzioni internazionali, c'è l'idea di civiltà, c'è l'idea che il soccorso in mare è un obbligo e non una scelta, che prima si evita la morte delle persone in mare e, poi, si discute se queste persone possono rimanere, nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni, nel nostro Paese, e non il contrario, perché questo significherebbe, come purtroppo è stato in molti casi, condannarle alla morte senza neppure un processo. Credo che si inizi a percorrere una strada con questo decreto, che è stato ulteriormente migliorato; voglio, qui, ringraziare tutti i colleghi che ci hanno lavorato e su cui tornerà, poi, in dichiarazione di voto finale, il collega Palazzotto, che ringrazio per aver seguito per noi l'intera l'attività in Commissione. Si è cercato, in particolare, di dare ad alcuni principi, che erano già inseriti nel decreto iniziale, concreta possibilità di essere esercitati. Ovviamente - e mi avvio alla conclusione, signor Presidente -, l'Italia non può essere lasciata sola di fronte a una questione epocale. Da questo punto di vista, ci sono stati alcuni segnali da parte dell'Unione europea e della Commissione di cambiamento di rotta, ma noi li riteniamo ancora insufficienti. Da questo punto di vista, sul tema della redistribuzione dei migranti, sul tema del contrasto nei confronti delle organizzazioni criminali, si può e si deve fare di più, in una logica solidale e in una logica che vede il confine italiano non soltanto come un confine nazionale, ma come il confine dell'intera Europa. Credo che, da questo punto di vista, con questo decreto si faccia un passo in avanti, si dia un segnale chiaro di un cambiamento di prospettiva e di un ritorno alla normalità, una normalità che vede questo Paese, per la sua storia, ma anche per la sua geografia, essere il punto di approdo naturale dei flussi migratori. Da questo punto di vista - e chiudo su questo - davvero con questo decreto vorremmo provare ad uscire dalla retorica propagandistica dell'emergenza continua e dare a questo fenomeno una risposta strutturale, nel segno della civiltà e di un Paese ospitale, come è sempre stato il nostro Paese. Per queste ragioni, il nostro gruppo voterà convintamente a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo di Italia Viva voterà senza dubbio a favore della questione di fiducia posta dal Governo su questo provvedimento. Lo facciamo non solo per lealtà nei confronti dell'Esecutivo, ma perché ci convince la natura stessa del testo di legge che stiamo approvando. È un decreto che non è fatto contro qualcuno, ma per la tutela di due principi che, dopo i decreti del Ministro Salvini, sono stati scissi in modo grave e irresponsabile: umanità e legalità. Quando, nel 2018 e nel 2019, si sono votati i due “decreti Salvini” abbiamo parlato di quei provvedimenti come di due bombe sociali a orologeria, perché entrambi, con interventi diversi e del tutto sproporzionati rispetto all'entità dei problemi da affrontare, hanno gettato le basi per creare un deteriorarsi profondo dello stato di sicurezza del nostro Paese, generando, ad esempio, un esercito di persone invisibili sbattute fuori dai percorsi di integrazione in cui erano inserite con la cancellazione della protezione umanitaria. Una cancellazione che ha colpevolmente incrementato di molte migliaia di persone il numero di coloro che soggiornavano e soggiornano irregolarmente sul nostro territorio, con un numero così esiguo di rimpatri, soprattutto rispetto alle promesse annunciate, da rasentare il ridicolo. Una vergogna non solo dal punto di vista politico ma, in primo luogo, sotto il profilo umanitario e istituzionale, a cui finalmente andiamo a porre rimedio.

Nello strepitare delle opposizioni in Commissione - soprattutto della Lega, seguita a ruota da Fratelli d'Italia e Forza Italia - abbiamo sentito lanciare accuse senza ritegno. La più ridicola è quella che teorizza la non urgenza di questo provvedimento, secondario rispetto ad altre attività. In primo luogo, vorrei segnalare che l'iter del decreto finora non ha in alcun modo impedito o rallentato nessuno degli altri interventi di legge urgenti, a cominciare da quelli legati alle misure anti COVID e agli interventi economici a favore di famiglie e imprese. Certo, se - come viene annunciato - si utilizzerà ogni piega del Regolamento per bloccare i lavori dell'Aula, probabilmente avremmo un ritardo nell'esame di altri provvedimenti altrettanto importanti, a cominciare dalla legge di bilancio, e anche dall'atteggiamento che si avrà su questo provvedimento vedremo se la annunciata volontà di contribuire a quel testo - la legge di bilancio - è reale oppure semplicemente un'enunciazione.

Tornando al contenuto del provvedimento, questa legge va a ripristinare legalità e umanità, tenendo insieme diritti e doveri; lo fa reintroducendo forme di protezione umanitaria, sotto forma di protezione speciale, garantita a coloro che, nel proprio paese, rischierebbero trattamenti inumani o degradanti. Rivendichiamo questa norma a testa alta perché, se vogliamo illuderci che la soluzione della gestione dei flussi migratori sia negare la protezione a questi esseri umani che fuggono da guerre e devastazioni, violenze e disperazione, illudiamo le persone e rendiamo il nostro Paese meno sicuro, come è avvenuto dopo i due decreti del Ministro Salvini.

Ancora, per le navi di chi effettua salvataggi in mare vengono cancellate le sanzioni amministrative e la confisca della nave, a patto che gli equipaggi informino, per ogni salvataggio, le autorità italiane e quelle dello Stato di cui battono bandiera. In caso di mancato avviso o di inosservanza dei divieti scatteranno le sanzioni penali. A tal proposito vogliamo ricordare in questa sede che fu proprio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, promulgando il secondo “decreto Salvini” - tra l'altro, proprio il giorno prima dell'annuncio della fine del Governo di allora da parte dello stesso Ministro - a segnalare pubblicamente al Parlamento e al Governo la necessità di modificare quel decreto. Il Presidente Mattarella dovette richiamare il Governo e il Parlamento - tra i vari appunti che fece in quella lettera - anche al rispetto dei trattati internazionali, in particolare la Convenzione di Montego Bay, la quale stabilisce che ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l'equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo. Dunque, care colleghe e colleghi del centrodestra, e anche di parte del MoVimento 5 Stelle, che votò quel decreto, mettetevi il cuore in pace: l'obbligo di salvare vite umane resta un cardine del nostro ordinamento ed è un principio scolpito tra i valori fondanti non solo della nostra Repubblica, ma anche tra ciò che fa la differenza tra quello che è umanità e quello che è bestialità.

Anche la Corte costituzionale è intervenuta smontando una parte dei “decreti Salvini”. Con il testo che andremo ad approvare, che abbiamo ulteriormente migliorato in Commissione, si recepiscono i rilievi mossi dalla Corte oltre a quelli, già citati, del Presidente della Repubblica. Tra questi voglio ricordare la bocciatura della norma che precludeva l'iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo perché violava l'articolo 3 della Costituzione, per il quale - voglio ricordarlo - tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.

Quella norma era uno dei pilastri del primo “decreto Sicurezza”, ma era anche un provvedimento iniquo e non degno della nostra civiltà, in quanto andava a ledere la dignità, l'identità e il diritto all'assistenza sanitaria e all'inserimento in programmi di integrazione; siamo convinti che un Paese, per essere più sicuro, ha bisogno di un maggiore investimento in sicurezza e in integrazione.

Resta ancora molto da fare - certamente sì - a partire dal promuovere una sempre più incisiva azione italiana in sede europea per riformare i regolamenti di Dublino e addivenire a una più equa suddivisione delle responsabilità. È un punto che non può scomparire dall'Agenda europea per riapparirvi solo in occasione di emergenze o fatti drammatici.

Siamo convinti del voto favorevole a questo provvedimento anche per le molte altre norme che lo qualificano come migliorativo e positivo per il Paese: ad esempio, l'inasprimento delle pene per il reato di rissa, insieme al Daspo dai locali pubblici e di intrattenimento per chi sia stato denunciato o condannato per atti di violenza davanti a locali notturni; o, ancora, la norma che interviene per vietare e punire la distribuzione e lo smercio di telefonini nelle carceri, fenomeno incredibilmente dimenticato fino ad oggi; e, ancora, gli interventi per il contrasto di reati stupefacenti commesso attraverso l'utilizzo della rete Internet.

Potremmo continuare a lungo nella disamina dei molti contenuti qualificanti di questo provvedimento, ma lo ha già fatto prima di me in discussione generale il collega Massimo Ungaro e lo farà, in dichiarazione di voto finale, il collega Gennaro Migliore, che ringrazio per avere seguito, assieme a tutti i colleghi di maggioranza, i lavori della Commissione, con il supporto fondamentale dei due relatori; e mi unisco ai ringraziamenti nei loro confronti.

Nel concludere questo intervento, però, voglio soffermarmi su una differenza decisiva tra questo provvedimento e i vostri “decreti Sicurezza” (i “decreti Salvini”); è una differenza lessicale, eppure sostanziale. Voi avete definito i vostri decreti col cognome del Ministro; noi non chiamiamo questo decreto “decreto Lamorgese”, pur riconoscendo alla Ministra un ruolo fondamentale nella sua definizione e nell'individuazione delle mediazioni giuste e necessarie tra le diverse posizioni. Lo chiamiamo semplicemente “decreto Sicurezza”, perché le politiche di sicurezza non sono prerogative di un solo soggetto, di un leader politico, di un determinato individuo; la sicurezza è un fatto collettivo, collaborativo, cui partecipano tanti soggetti.

Lo abbiamo ribadito più volte anche in Commissione e lo ha ribadito il Vice Ministro Mauri, che è qui presente e che ringrazio per non essersi perso neanche un minuto dell'esame di questo provvedimento. È un principio che vale anche sui territori, dove lo straordinario lavoro delle forze dell'ordine sarebbe inutile senza il concorso fattivo delle istituzioni locali, delle organizzazioni economiche, sociali e culturali dei singoli cittadini. Si tratta di quel patto tra cittadinanza e istituzioni che avevate in parte smantellato e che noi, oggi, andiamo a ricostruire; per questo, riteniamo che il provvedimento in esame sia urgente e non rinviabile.

La pandemia sta catalizzano tutte le nostre energie, comprensibilmente e giustamente, ma pensare adesso all'Italia post COVID significa anche impostare una politica che sappia coniugare umanità e legalità, diritti e doveri, sicurezza e integrazione. Questo decreto va sicuramente in questa direzione ed è anche la ragione del nostro impegno e uno dei motivi per i quali voteremo la fiducia a questo provvedimento, a questo Governo. È una delle ragioni per le quali, nell'agosto del 2019, abbiamo voluto la nascita di questo Esecutivo, trasformando il Governo del Paese da sovranista a europeista, da un Governo che ignorava il diritto internazionale e i principi di umanità a un Paese che rientra, finalmente, negli accordi internazionali, da un Governo che scommetteva sulla paura a un Governo che torna a investire sulla speranza e sulla ricostruzione.

Certo, non tutto ci convince e lavoriamo ogni giorno per contribuire a migliorare le cose, ma continueremo lealmente a sostenere questo Esecutivo perché è certamente meglio della sua alternativa; dunque, per questo, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galeazzo Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche le parole di chi mi ha preceduto rendono necessario apporre un punto fermo alla discussione che, diversamente, rischia di subire un imbarbarimento che non ha davvero ragione d'essere. Lo diciamo con chiarezza, semmai ciò fosse necessario, e ci sentiamo anche un po' sviliti nel doverlo dire: nessuno, in Fratelli d'Italia, ma, credo, nessuno in questo Parlamento, laddove dovesse vedere una persona in difficoltà o che, peggio ancora, si trovasse ad affogare, lo lascerebbe affogare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anzi, sono convinto che chiunque, di Fratelli d'Italia, si getterebbe anche in mare per salvare quell'uomo, quella donna, quel bambino! Ma questo non ci impedisce di vedere il problema nella sua complessità e nella sua integrità.

Vedete, colleghi della maggioranza rosso-gialla, su temi analoghi, che sempre hanno a che fare con la vicenda dei fenomeni migratori, avete un grosso problema di identità, perché quando un musulmano, un islamico, una persona che viene da qualsiasi parte del mondo, arriva in Italia e chiede di rimuovere i simboli della nostra cristianità, di togliere il crocifisso, di togliere il presepe, certo noi ci opponiamo, certo noi contrastiamo queste pretese, ma questo non ci impedisce di vedere che, se quelle richieste vengono avanzate, se quelle pretese vengano portate avanti, è perché qualcuno in Italia ha creato le condizioni per cui quelle pretese e quelle richieste venissero portate avanti; e quel qualcuno - ci assumiamo la responsabilità di dirlo - ha un nome e un cognome: Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, maggioranza rosso-gialla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E analogamente, sui fenomeni migratori, la responsabilità di chi ha creato le condizioni perché questi flussi si sviluppassero ha lo stesso nome e cognome.

Voi ci dite che lo fate per salvare vite umane, non abbiamo nessun dubbio che questo sia vero, così come non ammettiamo nessun dubbio sul fatto che è una priorità anche per Fratelli d'Italia salvare vite umane, ma non siamo convinti che per voi sia l'unica priorità, perché secondo noi operano almeno altre due priorità: la prima è di natura economica, perché è innegabile che, a fianco della ripresa dei fenomeni migratori, vi sia anche l'affluenza di ingenti somme di denaro, che vanno a strutture che sono certamente vicine al vostro mondo - se è lecito o illecito non sta a noi a dirlo, saranno altri ad appurarlo -, altrimenti non si spiega perché avete respinto l'emendamento, con primo firmatario Giorgia Meloni, che diceva: se un italiano, un pensionato, può vivere con 516 euro, perché un migrante può vivere con 1.200 euro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Equipariamo i valori in campo, ma avete detto “no”.

E c'è un altro tema, che evidentemente vi ispira, ed è quello di natura culturale: anche qui, Fratelli d'Italia aveva chiesto che venisse insegnata e venisse verificata la conoscenza della lingua italiana da parte dei migranti, e anche qui, su questo emendamento, avete votato contro. Perché, vedete, voi avete un problema col tema dell'identità: che sia identità di genere, che sia identità familiare, come dimostra il disegno di legge Zan, che sia un'identità nazionale, perché riconosciamo al Partito Democratico che, nella propria cultura globalista e immigrazionista, è necessario rimuovere ogni identità, perché l'identità è un ostacolo alla creazione del consumatore perfetto, indistinto, omogeneizzato rispetto alle esigenze del mercato, che voi volete creare. Riconosciamo al MoVimento 5 Stelle di non aver tradito nessun valore, perché non ha valori da tradire, quelli che aveva forse li ha mandati - come dimostrano le cronache di questi giorni - in fumo. Ma, se esiste un diritto ad emigrare, così come ci ha insegnato Joseph Ratzinger, esiste anche un diritto a non emigrare; e ci dispiace che nell'enciclica “Fratelli tutti”, dove vi è scritto che Papa Bergoglio ha ripreso quelle stesse parole, qualcuno non abbia voluto sottolinearne la portata, perché forse spera o immagina un Vaticano che sia supino rispetto a questa cultura immigrazionista e globalista. Ma non c'è dubbio che, se qualcuno scappa da guerre e devastazioni, sia giusto e doveroso aiutarlo: se scappa da guerra e devastazioni; ma se, invece, cerca surrettiziamente di utilizzare queste aperture del nostro ordinamento per sfruttarle in maniera ingannevole e fraudolenta, a quel punto non può, chi infrange le nostre regole, giovarsi delle nostre regole e delle nostre leggi per ottenere, magari, indennizzi, sussidi, case o altri servizi. E questo va detto affermando anche che non si tratta di un pericoloso messaggio di matrice sovranista: uno dei fondatori del pensiero conservatore, Edmund Burke, un paio di secoli fa ebbe a dire: il patrimonio che noi oggi ci troviamo a gestire è un patrimonio ereditato dai nostri nonni e dai nostri padri e noi abbiamo il diritto di utilizzarlo, ma il dovere di tramandarlo intatto ed integro ai nostri figli e ai nostri nipoti, come l'abbiamo ricevuto dai nostri padri e dai nostri nonni. E noi lo vogliamo valorizzare, lo vogliamo difendere, per questo Fratelli d'Italia aveva proposto un emendamento con cui si chiedeva che venisse allegata, nella richiesta di utilizzare questi sussidi e queste forme di sostegno, una certificazione che comprovasse che la persona migrante, immigrata, richiedente, che chiedeva quel tipo di sussidio, non fosse titolare a casa propria di beni, patrimonio o altro; cosa che, invece, gli italiani devono fare, perché un italiano, se vuole ottenere dei sussidi o dei benefici, deve dire qual è il suo patrimonio. Ma voi avete respinto questo emendamento ed avete anche respinto l'emendamento per il quale noi avevamo chiesto che analoga documentazione venisse allegata da parte di chi chiedeva, ad esempio, l'ammissione al gratuito patrocinio, creando una situazione irreale e inaccettabile per noi secondo la quale, ad esempio, i nostri agenti, le Forze dell'ordine, devono pagarsi le difese che lo Stato non anticipa loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre invece un migrante che vuole, anche qui surrettiziamente, fare richiesta per avere un permesso, può farlo pagato dallo Stato stesso, che gli contesta i motivi di permanenza.

Fratelli d'Italia ha formulato proposte chiare su tutto, perché noi abbiamo idee chiare sul fenomeno migratorio. Abbiamo proposto il blocco navale, ci è stato detto che non era possibile perché, nel momento in cui si realizzasse, sarebbe un atto di guerra. Ma scusate, se di là c'è uno Stato che consente a tutti di partire, già quello è un atto di ostilità; e se, invece, non c'è uno Stato sovrano in grado di garantire e tutelare i propri stessi confini, non può esserci un'ostilità e uno stato di guerra dichiarati dall'Italia. Il blocco navale è un presidio che viene realizzato, in primo luogo, in favore di quegli Stati che non riescono a controllare i propri confini e la propria sovranità. Abbiamo proposto che, una volta sbarcati gli uomini, sequestrate le navi, messo in sicurezza donne e bambini, le navi venissero immediatamente affondate, se utilizzate per trasportare in maniera illegittima e illegale queste persone: e anche qui avete votato contro. Abbiamo proposto che la richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato potesse essere avanzata soltanto alla frontiera, alla Polizia di confine: e avete, anche in questo caso, votato contro. Abbiamo richiesto che venissero aperti ulteriori centri di permanenza per il rimpatrio, perché non ammettiamo la teoria del Ministro Lamorgese, per la quale opererebbero delle sorte di porte girevoli, per cui, dopo novanta giorni, se non è stato possibile espellere qualcuno, questo può uscire per far entrare altri; le leggi vanno rispettate e le regole vanno, evidentemente, garantite: e anche in questo caso avete votato contro. Abbiamo anche chiesto che si incrementasse il catalogo dei reati per i quali potesse essere prevista l'espulsione, perché riteniamo che un migrante che arriva in Italia, un richiedente, un immigrato, abbia comunque un dovere di rispettare quel popolo che lo ospita: e anche in questo caso avete votato contro. E ho voluto citare questi esempi, non perché siano le uniche, ma perché ricostruiscono quella filiera di proposte che, dal momento in cui queste persone partono al momento in cui arrivano e devono essere espulse, caratterizzano le posizioni di Fratelli d'Italia su ogni singolo aspetto.

Per questo non riteniamo che sia in nessuna maniera ammissibile l'accusa, che abbiamo sentito anche qui rieccheggiare nei giorni scorsi e anche quest'oggi, un po' stantia, quasi che fosse un anatema, secondo la quale chi non la pensa come voi è un razzista, uno xenofobo. Ma con ciò facendo, non offendete Fratelli d'Italia, ma mancate di rispetto a quei milioni di italiani che hanno dimostrato nel tempo e nella storia del nostro popolo di essere un popolo anche in grado di accogliere, anche in grado di dimostrare la piena solidarietà, ma che non è disponibile a farsi prendere in giro da chi viola, entrando in Italia e mancando le nostre stesse regole, le nostre leggi e il nostro ordinamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È nei confronti di quelle persone che voi mancate di rispetto. E allora deve essere chiaro che, se esiste una linea ideale che separa le persone che sono disponibili ad accogliere e ad aiutare, nel rispetto delle regole, con una finalità di integrazione, chi davvero ha bisogno e chi scappa da guerra e devastazione e chi, invece, cerca fraudolentemente di entrare in Italia per abusare della fiducia del popolo italiano, Fratelli d'Italia sa da che parte stare: dalla parte degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carmelo Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Signor Presidente, signor Vice Ministro, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà “sì” alla questione di fiducia e lo farà in modo convinto, per coerenza al programma di Governo e per mantenere fede ad un impegno solenne che, tra questi banchi, ognuno di noi ha assunto anzitutto con la propria coscienza. Voteremo “sì” per ridare al nostro Paese il suo volto umano e per lasciarci alle spalle un periodo di assurde contrapposizioni tra diritti e valori fondamentali, quali quelli della vita, della sicurezza e della salute; una contrapposizione figlia di un disegno politico lucido e pericoloso, che, facendo leva sulle paure ancestrali, ha individuato nel diverso e soprattutto nel migrante la causa del male e delle insoddisfazioni dei cittadini italiani. Diremo “sì” per superare quelle inaccettabili semplificazioni concettuali che hanno visto diventare, senza alcuna distinzione, bambine, donne e uomini che fuggono da guerre, torture e carestie, pericolosi invasori della nazione, portatori di malattia e delinquenza.

Le ONG, tutte indistintamente, organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani via mare, il Terzo settore una criminale mangiatoia. Sì, per ripristinare la verità e per superare quel tentativo di capitalizzazione del consenso attraverso una surrettizia divisione della comunità politica in due grandi blocchi: da un lato, i custodi dei confini e, dall'altro, i responsabili dell'invasione, a destra i tutori dell'integrità della razza e a sinistra i fautori della sostituzione etnica, da una parte i garanti della sicurezza e dall'altra coloro che sono collusi o comunque conniventi con chi specula sulle disgrazie.

Ecco, diremo “sì” per archiviare queste pericolose e strumentali banalizzazioni, nella convinzione che l'approvazione del provvedimento di oggi costituisce solo il primo passo verso il ritorno ad un metodo serio e responsabile di affrontare i flussi migratori, non come un fenomeno occasionale o eventuale, ma come un fatto sociale complesso, presente nei secoli e storicamente determinato da scenari geopolitici che necessitano di essere affrontati facendo lo sforzo di tenere sempre insieme politica estera, politica comunitaria e politica interna. E quando un fatto sociale come quello dei flussi migratori si affronta fino in fondo nella sua complessità e nella sua totalità, quello che accade è che paradossalmente coloro che hanno asserito avere incentrato il proprio agire sul brocardo “prima l'Italia e gli italiani” si rivelano essere gli alleati di quel blocco di Visegrád che impedisce la modifica del Trattato di Dublino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Analisi articolate e risposte complesse per fatti sociali complessi, è questo l'unico vero approccio efficace. E con questo approccio la pandemia, quella drammatica condizione che ad avviso di qualcuno dovrebbe rendere l'immigrazione e l'integrazione questione avulsa dalla realtà di cui non bisognerebbe occuparsi diventa invece il principale degli eventi geopolitici e la principale tra le cause dell'intensificazione dei flussi migratori. Per chi volesse trovare conforto nella storia è infatti agevole verificare che tra le pandemie la “spagnola”, per fare un esempio, ha di fatto riconfigurato la popolazione umana radicalmente, ha influito sul corso della prima guerra mondiale, verosimilmente ha contribuito allo scoppio della seconda, ha avvicinato l'India all'indipendenza e il Sudafrica all'apartheid. Ecco, dire “sì” a questo provvedimento per noi è il primo passo verso un cambiamento di paradigma, un approccio sistematico ad una inevitabile combinazione tra un fatto sociale complesso, i flussi migratori, e un fenomeno, la pandemia, che stanno condizionando e condizioneranno ancora a lungo la vita del nostro pianeta. È per effetto di tale impostazione che risulta evidente che la fantomatica e tanto sbandierata operazione di politica interna di chiusura dei porti non ha mai, e sottolineo mai, arrestato né mai potrà arrestare o contrarre i flussi migratori; e la circostanza che in piena vigenza dei “decreti Sicurezza” siano approdati sulle nostre coste circa 30 mila migranti ne è la palese dimostrazione, senza che nessuno possa consentirsi di blaterare su presunte disapplicazioni dei “decreti Sicurezza” da parte del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Signor Presidente, muovendo da tali doverose considerazioni, confermo che diremo “sì” alla fiducia perché questo provvedimento, ripristinando il diritto all'iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, elimina quei pericoli per la sicurezza e per il controllo del territorio che, per usare le parole della Corte costituzionale, discendevano dal divieto di iscrizione anagrafica e dalla conseguente privazione per i richiedenti asilo di qualsiasi identità, qualsiasi diritto e qualsiasi dovere. Soggetti che i “decreti Sicurezza” avevano reso niente di più che fantasmi alla mercé della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). “Sì” perché, al di là delle mistificazioni, con questo provvedimento il divieto di transito e sosta impartito ad una nave per ragioni di sicurezza ed ordine pubblico non solo rimane in vigore, ma, come prima dei “decreti Sicurezza”, torna ad essere un reato penale; un reato penale e non più una mera sanzione amministrativa, punito ai sensi dell'articolo 1102 del codice della navigazione con pene che noi abbiamo aggravato. Con la conseguenza che, mentre sarà ancora possibile sequestrare e confiscare la nave di chi avrà violato la legge, ciò che invece finalmente non sarà più possibile sarà dare vita a quelle ignobili sceneggiate a favore di telecamera nelle quali chi aveva salvato vite umane, operando in conformità della legge, anziché essere ringraziato, veniva appellato e trattato da delinquente, da criminale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Diremo “sì” perché eliminare il farraginoso vincolo di indicare entro il 30 novembre dell'anno in corso la quota massima di migranti ammissibile per motivi di lavoro per l'anno successivo non è la precondizione all'invasione, ma è uno strumento per consentire al Governo di modificare tale quota in qualsiasi momento dell'anno, anche in difetto, così da rispondere con immediatezza ad eventuali esigenze di maggior controllo sopravvenute. E a tal proposito, a chi si ostina ad asserire di una presunta volontà del Governo di volere duplicare, triplicare, quadruplicare queste quote per gli anni a venire, segnalo che oggi, proprio oggi, ironia della sorte, è il 30 novembre, cioè è la data entro la quale il Governo, se avesse voluto, avrebbe potuto modificare quella quota, aumentandola a dismisura, senza bisogno di dare luogo a nessuna modifica legislativa.

Signor Presidente, nell'avviarmi alle conclusioni, voglio ribadire che il nostro sarà un “sì” convinto perché per noi l'introduzione di una formula che preveda espressamente il rispetto degli obblighi costituzionali e internazionali in materia di rifiuto o revoca del permesso di soggiorno non è un mero esercizio stilistico, ma è il sigillo di garanzia dell'avvenuta completa percezione della complessità cui facevo cenno nelle premesse, perché per noi l'introduzione di un permesso di soggiorno per protezione speciale per le ipotesi nelle quali il rimpatrio comporti il rischio di essere sottoposti a trattamenti inumani o degradanti o quello di violazione del diritto alla propria vita privata e familiare, anche con riferimento ai rischi per la propria incolumità e libertà personale connessi all'orientamento sessuale e all'identità di genere, non è soltanto un atto doveroso e necessario, ma è una evidente e piacevole dimostrazione che il nostro Paese sta cambiando, si sta evolvendo nel segno della modernità e della civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). “Sì” perché per il Partito Democratico introdurre la convertibilità in permessi di soggiorno per motivi di lavoro di alcuni permessi come quello della protezione speciale, per calamità, per motivi religiosi o di assistenza ai minori è il modo migliore per dimostrare che il nostro Paese intende fare dell'integrazione legittima e della multiculturalità un'occasione di crescita, se del caso anche economica. Diremo “sì” perché per la nostra comunità è fondamentale introdurre un sistema di accoglienza e di integrazione per i richiedenti asilo e per i beneficiari di protezione internazionale che si realizzi attraverso forme di effettiva inclusione sociale con l'apprendimento della lingua italiana e dei valori fondamentali della Carta costituzionale. Diremo “sì” per archiviare una stagione di veleni, signor Presidente; una stagione nella quale gli scontri tra poteri dello Stato sono stati inscenati unilateralmente da un rappresentante dell'Esecutivo che con totale assenza…

PRESIDENTE. Deputato Miceli, le chiedo scusa se la interrompo, un attimo soltanto perché vedo che non cessano i chiacchiericci in Aula, e quindi questo rumore di fondo disturba un giusto e adeguato ascolto del suo intervento. Chiedo ai colleghi, cortesemente, se vogliono conversare, di recarsi fuori dall'Aula.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. Dicevo, diremo “sì” per archiviare una stagione di veleni. Una stagione nella quale gli scontri tra poteri dello Stato sono stati inscenati unilateralmente da un rappresentante dell'Esecutivo che, con totale assenza del senso delle istituzioni, non ha avuto remore a definire politiche tutte quelle statuizioni con cui pubblici ministeri, giudici per le indagini preliminari, magistrati dei tribunali ordinari e di sorveglianza e financo giudici della Corte costituzionale, in doveroso ossequio al principio della gerarchia delle fonti, hanno ricordato che al di sopra dei “decreti Sicurezza” c'erano i diritti inviolabili dell'individuo, i principi fondamentali della Carta costituzionale e quella elevata ius cogens della comunità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Diremo “sì” perché riteniamo fondamentali provvedimenti in tema di risse, l'introduzione del reato per chi introduce telefonini all'interno degli istituti penitenziari. Signor Presidente, signor Ministro, signor Vice Ministro, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, “sì”, diremo “sì”, e questa volta concludo davvero, perché la mistificazione, l'odio e il rifiuto di creare comunità affondano le radici nel pregiudizio, e il pregiudizio si contrasta con la conoscenza, con il rispetto e con il dialogo della verità. “Sì” nella convinzione che i valori che hanno ispirato questo provvedimento anche e soprattutto domani saranno il faro che continuerà ad illuminare il cammino di questa maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Onorevoli colleghi, onorevoli membri del Governo, la questione di fiducia, soprattutto se reiteratamente proposta come fatto da questo Esecutivo, costituisce una mortificazione del confronto parlamentare, un'opportunistica adesione alla logica degli schieramenti, in contraddizione a quel rispettoso e leale dialogo istituzionale invocato dalla Presidenza della Repubblica. Tale illegittima reiterazione ha svuotato la partecipazione delle Camere dalla funzione legislativa a loro attribuita dall'articolo 70 della Costituzione. Se stiamo solo agli ultimi mesi, la maggior parte delle leggi approvate sono conversioni di decreti e se si considera che il rapporto tra fiducie e leggi approvate arriva all'80 per cento - 31 questioni a fronte di 47 leggi - e che, peraltro, nei casi in cui si è ricorso allo strumento questo è stato proposto sia alla Camera che al Senato, siamo più che probabilmente oltre il dettato costituzionale. Le normali dinamiche d'Aula, da quando siete al Governo, ne escono stravolte e il ricorso smodato alla fiducia disvela il suo unico biasimevole fine: l'essere un formidabile mezzo di pressione che ha sinora consentito al Governo di dominare una maggioranza eterogenea e recalcitrante anche in materia di controllo all'immigrazione clandestina. Avete così strumentalizzato i due rilievi sollevati dalla Presidenza della Repubblica in sede di emanazione e promulgazione dei precedenti “decreti Sicurezza”. Un intero anno per apprestare - lo ricordo - dei semplici correttivi: l'uno in materia di quantum della sanzione amministrativa pecuniaria e l'altro di applicazione della causa di non punibilità. Se era doveroso per noi tutti dar seguito ai due rilievi del capo dello Stato, per il Governo è stato un mero pretesto per disarticolare tutto un impianto di norme che aveva dato buoni risultati. Dopo un anno - e, quindi, in assenza dei requisiti di necessità ed urgenza -, avete licenziato il testo di un decreto-legge di tutt'altra natura e portata, per il quale non potrete essere politicamente assolti; non le quattro sinistre, non quella parte, purtroppo ancora predominante, del MoVimento 5 Stelle che, pur di stare al Governo muta ancora una volta pelle e dimentica, con cinico opportunismo, di avere contribuito a formare e a licenziare i “decreti Sicurezza”, per poi oggi, a distanza di nemmeno un anno, con un colpo di spugna cancellarli del tutto.

In questa Assemblea è, allora, doveroso, da parte mia, differenziare il lavoro di un collega del MoVimento, che, con coraggio, ha detto “no” a tutto questo e ha espresso in Commissione parere contrario. Abbiamo la certezza che lui non sia il solo e che altri, come lui, non si trovino in questa posticcia maggioranza di Governo, ed è a loro che ci rivolgiamo: abbiate coraggio, nell'interesse del Paese, oggi; non assentite supini alla strumentalizzazione dei diritti umani.

Il tema della sicurezza e del contrasto all'immigrazione clandestina è da sempre al centro delle nostre politiche e del programma del centrodestra. Ci sta a cuore il rispetto dei principi costituzionali e vieppiù dei principi sanciti dalle convenzioni internazionali. Quei principi li abbiamo nel DNA e, dunque, non accetteremo alcuna lezione di etica o morale, come avete fatto in discussione sulle linee generali e ancora oggi avete fatto nelle dichiarazioni sul voto di fiducia. Noi siamo per una migrazione controllata e integrata. Diciamo “no” all'accesso indiscriminato nel territorio italiano, perché la verità è che troppo spesso l'accoglienza è finita in mano alla criminalità a scopo di lucro, senza nessun riguardo agli immigrati e alla loro effettiva integrazione. Si piange giustamente per le stragi in mare di molti innocenti, ma al Governo o a coloro che altezzosamente impartiscono lezioni di umanità non è evidente che sarà possibile mettere fine a questa immensa tragedia solo fermando le ininterrotte partenze di quanti si sono mossi nel sogno di raggiungere uno stato di benessere che in Italia non potranno certamente trovare? Il vostro odierno operare dimostra la mancanza di visione strategica. Subite i flussi migratori e dimostrate di non saperli controllare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le frontiere sono tornate a maglie larghe: nulla è posto ad argine degli sbarchi fantasma e nulla è fatto per garantire i rimpatri. Dunque, basta con il finto buonismo che contraddistingue una retorica di altri tempi. Un Paese con un tasso di disoccupazione giovanile ai massimi storici, soprattutto nel contesto dell'emergenza COVID-19, non ha possibilità oggettive d'inserimento lavorativo di chi arriva nella speranza di migliorare le proprie condizioni. Dite la verità al Paese, non ciò che vi fa più comodo. Dite che, in nome di una migrazione ambientale, come in discussione sulle linee generali è detto finalmente a chiare lettere da LEU, per una siccità piuttosto che per un'esondazione di un fiume, state consentendo accessi indiscriminati a tutti senza controlli. Dite che, per gli stessi motivi, state impedendo ogni e qualsiasi respingimento e che non farete nulla per riportare nelle loro terre i migranti irregolari, desertificando e mortificando, di fatto, quei fragili territori e così vanificandone ogni possibilità di dignitoso riscatto. Dite che erogate una moltitudine di nuovi servizi, di cui non godono neanche i cittadini italiani, e viepiù senza aver determinato a oggi alcuna risorsa economica sul Governo centrale, con la conseguenza che i nuovi oneri saranno a carico interamente - questi sì! - dei nostri sindaci.

Signor Presidente, membri del Governo, abbiamo tutti - credo - la consapevolezza di vivere un'ora drammatica della nostra Repubblica ed è in ragione di questo che l'opposizione, dall'inizio della pandemia COVID-19, ha, con i fatti, dimostrato una leale e istituzionale collaborazione per il bene del nostro Paese. Come ha precisato il presidente Berlusconi, quando ciò è stato non si è trattato di sostegno politico a un Governo che non approviamo e a una maggioranza i cui valori e i cui programmi sono incompatibili con i nostri, ma proprio per i nostri valori, che sono liberali, cristiani, europeisti e garantisti, è stato predominante per noi il dovere della responsabilità verso gli italiani e, quindi, della disponibilità a dare una mano, dall'opposizione, per far uscire l'Italia dall'emergenza nella quale ci troviamo. Lo abbiamo fatto, da ultimo, giovedì scorso con il voto favorevole che tutta l'opposizione ha espresso allo scostamento di bilancio per 8 miliardi, ma così non può essere e non sarà oggi, perché oggi voi e solo voi assumerete la responsabilità di un'invasione incontrollata e permanente di giovani vite che altra strada non avranno che costituire bassa manovalanza per sfruttatori di turno o, ancor peggio, nuove braccia per la criminalità organizzata. Riteniamo necessario - ed è per questo che non vi daremo la nostra fiducia - un'altra e diversa linea politica per contrastare l'immigrazione clandestina, una politica più incisiva, più articolata, più lungimirante, che combini, da una parte, misure severe per bloccarla e accordi bilaterali per rimpatriare chi non ha diritto a entrare e, dall'altra, una tessitura internazionale, in concertazione con gli altri Paesi dell'Unione europea, utile ad attuare, in prospettiva, un'azione volta a sanare strutturalmente questa grave piaga dell'umanità. Questo è un dovere nostro ma, riteniamo, anche vostro, non solo nei confronti della nostra comunità ma anche di coloro che lasciano il proprio Paese con illusioni che troppo spesso amaramente si tramutano in disperazione e rabbia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, il gruppo della Lega voterà contro la fiducia al Governo, ma voterà anche contro questo decreto, il “decreto Invasione”, il “decreto Clandestini”, il “decreto Insicurezza”: un inno e un manifesto alla clandestinità. Presidente, il dibattito è tendenzialmente surreale. In questo momento il Paese si aspetterebbe, da Governo e maggioranza, che Governo e maggioranza avessero un'unica preoccupazione: tutelare e difendere gli interessi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, invece, Governo e maggioranza hanno una sola ossessione: l'unica ossessione di questo Governo e di questa maggioranza è cancellare Salvini, cancellare i “decreti Salvini” e tutelare i diritti dei migranti, e questo è francamente inaccettabile. Presidente, dal dibattito emergono, in maniera chiara, due visioni diverse, due visioni opposte, due visioni contrapposte dell'immigrazione: la nostra e la loro. La nostra, un'immigrazione governata dalle regole, un'immigrazione ordinata, un'immigrazione gestita e non subìta, un'immigrazione pianificata, un'immigrazione dove esiste il diritto ad emigrare ma esiste anche il diritto a non emigrare, a rimanere a casa propria a tutelare gli interessi del proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Esiste per noi un'immigrazione dove, se scappi dalla guerra, dalla persecuzione e dalla tortura, hai il diritto dell'accoglienza, ma il migrante economico, l'immigrato irregolare deve essere respinto. Per noi esistono umanità e solidarietà, ma un'umanità autentica, una solidarietà autentica, vera, spontanea, ma soprattutto gratuita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): l'umanità non la si fa mettendo le mani nelle tasche dei cittadini italiani con i soldi degli italiani!

E poi, Presidente, esiste un'immigrazione di qualità. La grande sfida di un popolo, la grande sfida di un Paese, è quella di potersi scegliere l'immigrazione utile e necessaria, se il mercato interno lo richiede, per lo sviluppo e per la crescita del Paese e, quindi, un'immigrazione di qualità, qualificata, selezionata. Il nostro Paese non ha bisogno di schiavi a tre euro all'ora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non abbiamo bisogno di una nuova schiavitù! Questa, Presidente, è la nostra visione dell'immigrazione.

Dall'altro lato, che tipo di immigrazione abbiamo, Presidente? Abbiamo un'immigrazione senza regole. E l'immigrazione senza regole cosa determina? Determina anarchia, determina il caos, determina il disordine, determina quella conflittualità sociale, determina discriminazione, determina disagio e determina conflitti sui territori! È inaccettabile pensare di poter scaricare l'immigrazione a comuni, sindaci e comunità locali! Non è questa la giusta immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è un'immigrazione con una mobilità senza regole.

E, ancora. Per noi c'era un'immigrazione di qualità, per voi c'è un'immigrazione di opportunità, un'immigrazione di affari, un'immigrazione speculativa, un'immigrazione che non è fatta col cuore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma che è fatta col portafoglio, un'immigrazione che non produce solidarietà, ma produce reddito, guadagno e utile. Un'immigrazione, dove il centro di accoglienza, non è un luogo di accoglienza, ma diventa un luogo di gestione di servizi e di forniture. Un'immigrazione che produce business, il business dei permessi di soggiorno, dell'integrazione, della finta integrazione, della finta accoglienza.

Questa evidentemente non è la nostra immigrazione. Quindi, Presidente, o si sta di qua sull'immigrazione o si sta di là. O si sta con Matteo Salvini o si sta col Presidente Boldrini. O si votano i “decreti Sicurezza” o si votano i “decreti Clandestini”. O si considerano le ONG, come dichiarò nel 2017 Luigi Di Maio, i “taxi del mare”, oppure si sta con coloro i quali ritengono che le ONG sono l'unico strumento per garantire soccorsi e sicurezza. O si sta di qua e si considera Carola Rackete colei la quale ha violato le leggi del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e ha messo in pericolo la sicurezza dell'Italia, oppure si sta dalla parte di coloro i quali considerano Carola Rackete una eroina.

E questo per dire che cosa e a chi lo dico? Lo dico agli amici del MoVimento 5 Stelle, MoVimento 5 Stelle che, un giorno, vota i “decreti Salvini” e, il giorno dopo, vota per azzerare i “decreti Salvini”. Guardate, la poltrona sarà importante, ma la dignità e l'onore contano molto di più di una poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non si può vendere dignità e onore per una poltrona e per un posto in Parlamento.

Quindi, Presidente, perché abbiamo fatto “i decreti Salvini”? I “decreti Immigrazione e Sicurezza”? Sì, immigrazione e sicurezza, perché i due termini vanno di pari passo, perché, se c'è un'immigrazione incontrollata, questa produce insicurezza, questa produce criminalità e questa produce tensioni sociali sui territori. Abbiamo raccolto una eredità drammatica. Tre numeri: 700 mila richiedenti asilo sbarcati in Italia dal 2012 a inizio 2018. Le due grandi responsabilità della sinistra: aver aperto a 700 mila falsi richiedenti asilo e non averli integrati. Infatti, noi abbiamo invisibili, fantasmi e gravi marginalità, proprio per la - cattiva - integrazione, che voi non avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): un conto è l'accoglienza, un conto è l'integrazione. 10 mila centri d'accoglienza sparsi sul territorio, senza aver sentito neanche lontanamente un sindaco e una comunità locale! 5 miliardi di euro spesi per l'immigrazione e 2,2 miliardi di euro per la finta accoglienza, che abbiamo noi tagliati.

Quindi i “decreti Salvini” cos'hanno consentito? Hanno consentito di rimettere ordine, hanno consentito di fare quello che qualunque Paese, qualunque Ministro al mondo, deve fare: difendere e proteggere confini e frontiere e interessi nazionali. Questo deve fare un Ministro e questo deve fare un Governo. Quindi, abbiamo ridotto le partenze, abbiamo ridotto gli sbarchi, abbiamo ridotto le morti nel Mediterraneo, abbiamo tagliato la finta accoglienza, abbiamo chiuso migliaia di centri di accoglienza, abbiamo potenziato le commissioni territoriali, abbiamo velocizzato le procedure, per impedire che gente rimanesse qui, senza averne il sacrosanto diritto.

E, oggi, che quadro abbiamo? Abbiamo un quadro drammatico, abbiamo una situazione al collasso, abbiamo una situazione difficile e complicata, scaricata sulla pelle dei cittadini italiani, in un momento difficile per i cittadini italiani. Amici, andate a fare un giro al centro di accoglienza di Lampedusa. Quel luogo è la negazione dei diritti umani. Lampedusa, il centro di Lampedusa, è una polveriera a cielo aperto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Alla faccia di coloro i quali ci dicevano che i “decreti Salvini” producono insicurezza, producono odio, producono razzismo, producono discriminazione e producono disumanità. Ai parlamentari di sinistra chiedo cosa c'è di umano nell'obbligare gente a salire su un barcone, uomini, donne e minori, a pagare uno scafista, a rischiare la vita, ad attraversare il Mediterraneo e, poi, ad andare in un centro di accoglienza, come quelli che abbiamo visto, come quello di Lampedusa, oppure a vivere da fantasmi e da invisibili, alimentando la marginalità. Questa è disumanità! Questa è la vera disumanità, che deve essere imputata a una cattiva politica di gestione dell'immigrazione.

E il Ministro Lamorgese? C'è il suo Vice Ministro Mauri, che ringraziamo, ovviamente, per la presenza. Il Ministro Lamorgese, il 23 settembre 2019, al momento della firma dell'accordo di Malta, disse: l'Italia non è più sola, chi entra in Italia entra in Europa e Lampedusa è la porta dell'Italia, è la porta dell'Europa. Balle, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non è vero! Chi entra in Italia e sbarca in Italia, rimane in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a carico dei cittadini italiani. Quindi, il Ministro Lamorgese ci dovrebbe spiegare che fine ha fatto l'accordo di Malta, che fine ha fatto la cancellazione di Dublino, chi arriva in Italia rimane gestito in Italia, ci deve spiegare il principio della rotazione dei porti! Avevamo capito che il principio della rotazione dei porti riguardasse i porti europei: gli unici porti che stanno ruotando sono i porti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ci deve spiegare che fine ha fatto la distribuzione dei migranti in Europa - gli unici migranti stanno ruotando tra i comuni e tra i territori italiani - che fine ha fatto l'Immigration Act, che fine hanno fatto gli accordi bilaterali per i rimpatri, che fine hanno fatto le espulsioni, che fine ha fatto tutto quello che è contenuto in questo decreto estremamente negativo.

Presidente, vado a concludere, dicendo che la Lega vota contro la fiducia. Vota contro il decreto, perché questo è un decreto contro gli italiani, contro gli immigrati regolari e a favore dei clandestini.

Concludo, Presidente, citando un grande uomo di chiesa, che il 31 agosto 1999, a Sant'Abbondio, giorno di sant'Abbondio, a Como, diceva questo: se esiste un dovere all'ospitalità, il dovere all'ospitalità non può trasformarsi nel diritto all'invasione. E queste sono le parole di monsignor Maggiolini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), parole che io mi auguro possano servire da monito e da insegnamento, per coloro i quali che, votando questo decreto, svendono la dignità, l'onore e la sovranità dell'Italia e degli italiani (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vittoria Baldino. Ne ha facoltà. Prego, deputata Baldino, può iniziare il suo intervento.

VITTORIA BALDINO (M5S). No, attendo che finiscano, Presidente. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, quando, ormai quindici mesi fa, accordammo la fiducia a questo Governo, mai ci saremmo aspettati che avremmo dovuto affrontare la più grave crisi sanitaria ed economica del dopoguerra. Quando, esattamente un anno fa, ci apprestavamo ad avviare i lavori per la legge di bilancio, mai ci saremmo aspettati che, di lì a poco, ci saremmo ritrovati a fare i conti con il dilagare di una pandemia, che avrebbe messo a dura prova la nostra vita, la vita dei nostri concittadini, l'economia di un intero Paese. È stato un anno difficile. È stato un anno difficile per tutti, ma, come sempre, è stato molto più difficile per alcuni.

Mi riferisco alle categorie già in difficoltà, come le partite IVA, le piccole e medie imprese, le categorie sociali vulnerabili. E, di fronte a questa situazione drammatica, il Governo - che oggi ci chiede di confermare la fiducia, la nostra fiducia - nel privilegiare la tutela della salute ha messo in campo risorse e sforzi importanti. È di poche ore fa la notizia del “decreto Ristori-quater”, per ulteriori 8 miliardi, che fa seguito allo scostamento di bilancio che abbiamo approvato pochi giorni fa, quasi all'unanimità in quest'Aula. Quello è stato un bel segnale, un segnale di compattezza della politica, che non mi aspetto certo di ritrovare in questa sede, quando si discute di temi molto più divisivi, come quello oggi all'oggetto, ma il cui spirito dovrebbe informare tutta l'azione politica in questa fase. Capisco che coniugare pragmatismo e propaganda non è una cosa semplice, capisco anche che il ruolo dell'opposizione sia quello di evidenziare le debolezze e le carenze della maggioranza, ma io credo che in questa fase storica, di cui leggeranno i nostri nipoti, dovremmo remare tutti nella stessa direzione. Invece ho sentito, negli interventi di alcuni colleghi che mi hanno preceduto, attacchi, mistificazioni, bugie, con il solo scopo di fare breccia alla pancia di chi in questo momento è in difficoltà. Dal dilagare della pandemia ad oggi sono state stanziate risorse per circa 120 miliardi, più il “decreto Liquidità”, che ha liberato importantissime risorse.

Perché dico questo? Dico questo per rispondere a coloro che accusano, mistificando la realtà, il Governo e la maggioranza di occuparsi di altro, mentre il Paese sprofonda. È così che si reagisce quando vengono approvati provvedimenti che non piacciono agli oppositori, ormai siamo abituati a questo mantra. Il Paese sprofonda e la maggioranza si occupa di riforme costituzionali, così ci dicevano durante la campagna referendaria, come se il referendum l'avessimo chiesto noi. Il Paese sprofonda e la maggioranza si occupa della legge elettorale, come se scrivere le regole per le elezioni del Parlamento non fosse importante in un paese democratico; eppure, a chiedere le elezioni, un giorno sì e l'altro pure, non siamo certo noi. Il Paese sprofonda e la maggioranza si occupa dei migranti, eppure non siamo stati noi quelli che hanno messo al primo posto della scala gerarchica dei problemi degli italiani il tema dell'immigrazione. E a dirlo sono gli stessi che denunciavano che il Parlamento fosse chiuso per pandemia - altra falsità -, gli stessi che oggi minacciano che ci terranno inchiodati qui per tutta la settimana, con pratiche ostruzionistiche. Ma come? E i problemi reali del Paese? E il Parlamento che dovrebbe occuparsi di ben altro? E la maggioranza che tiene in ostaggio il Parlamento su questioni che non interessano agli italiani? Ecco che tutto cede di fronte alla fame di consenso. E tutte le proposte che ho citato prima e che non hanno mai - e dico mai - sottratto tempo, risorse ed energie alla ricerca di soluzioni alla crisi pandemica ed economica sono state bollate come inutili, non utili o addirittura dannose, secondo quel noto espediente retorico ormai invalso nella politica contemporanea del cosiddetto “benaltrismo”: quando la musica non è gradita si trasformano tutti in novelli soloni che dimostrano la propria saccenteria indicando dal pulpito i “veri problemi” degli italiani, le “vere soluzioni”, mentre in realtà, nei fatti, ci si crogiola in quella che è una sostanziale inerzia oppure, ancor peggio, propaganda spicciola. Lo abbiamo visto con le polemiche sui banchi a rotelle e sul plexiglass nelle scuole, lo abbiamo visto con le discoteche a Ferragosto e con gli impianti sciistici adesso, lo vediamo tutti i giorni leggendo i giornali.

E così, Presidente, venendo al provvedimento oggi in discussione, noi abbiamo avuto il compito arduo, difficile, nel corso del precedente Governo, di stanare quel tentativo di trasformare in legge quella propaganda. Non mi sottraggo alle mie responsabilità, né rinnego quello che è stato fatto. Non lo faccio per rispetto del gruppo di cui oggi porto la voce, che in quel Governo e in quei provvedimenti credeva. Abbiamo creduto che fosse diritto e dovere di quella forza politica che formava insieme a noi la compagine di Governo misurarsi e mettersi alla prova sul tema dell'immigrazione, particolarmente importante per la loro sensibilità politica, pur non nascondendo mai - mai, in nessuna fase - le nostre perplessità, perplessità che, oltre al tema della legittimità costituzionale di alcune norme, riguardavano anche e soprattutto il tema della cosiddetta sicurezza. Ci siamo chiesti, infatti, se fosse davvero maggiormente sicuro sfornire quelle persone di tutele e percorsi di accoglienza senza avere la certezza che poi non si ritrovassero comunque sul nostro territorio senza identità. Questo, è evidente, non ha fatto altro che rendere più difficile, se non impossibile, il monitoraggio della loro presenza nel Paese, obiettivo al quale questo provvedimento intende puntare con serietà. Ebbene, quei dubbi e quelle perplessità si sono manifestate fondate, e cito un passaggio della sentenza dello scorso luglio in cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di quella norma contenuta nell'articolo 13 del “decreto Sicurezza 1” che di fatto inibiva ai richiedenti protezione internazionale il diritto all'iscrizione anagrafica: Da tutti i punti di vista considerati, la norma censurata contraddice le finalità del decreto-legge n. 113, poiché non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal “decreto Sicurezza”. Tradotto in parole semplici: minore controllo, minore sicurezza, anche sanitaria, sia per i richiedenti asilo sia, di conseguenza, per i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In questo passaggio sta tutta la parabola della propaganda leghista sui migranti, che si aggiunge a quella della crescita abnorme degli irregolari sul territorio a seguito della famosissima legge Bossi-Fini, che ha di fatto impedito di fare ingresso in Italia in maniera regolare. Insomma, il decreto voluto fortemente dall'ex Ministro dell'Interno e sul quale avevamo sollevato, in tempi non sospetti, non pochi dubbi - che sono agli atti di questa Camera - non ha funzionato, non ha centrato l'obiettivo che si era dato; anzi, ha prodotto certamente il contrario di quella tanto decantata sicurezza. Con questo provvedimento, quindi, abbiamo cercato di fornire gli strumenti per una corretta gestione del fenomeno migratorio, perché la legge Bossi-Fini prima e i “decreti Sicurezza” poi ci hanno dimostrato che i flussi non si fermano con le leggi e che le persone che arrivano e arriveranno devono poter trovarsi in percorsi di un sistema, in un sistema di regole chiaro e preciso e, allo stesso tempo, è necessario che gli vengano forniti l'assistenza e i servizi per evitare che divengano emarginati della società e quindi socialmente pericolosi, per se stessi e per gli altri.

Un tema quello della sicurezza delle nostre città a cui noi teniamo per davvero, che è stato affrontato proprio con questo decreto, grazie alle norme volute fortemente dal Movimento 5 Stelle, come il Daspo per i violenti della movida e i provvedimenti più severi in caso di introduzione di cellulari nelle carceri.

Ma, tornando al tema dell'immigrazione - e mi avvio a conclusione -, noi abbiamo sempre creduto - e i colleghi della Lega ne sono perfettamente al corrente - che la risposta più efficace fosse un sistema di accoglienza diffuso ed efficiente, gestito in modo trasparente, grazie alla norma che il Movimento 5 Stelle ha introdotto nel “Sicurezza 1”, che non è stata abrogata e che obbliga i gestori a rendicontare pubblicamente le spese per servizi, in modo da porre fine al business che si celava dietro l'accoglienza e che noi siamo stati i primi a denunciare.

Io credo che ci sia una profonda differenza tra chi cavalca un fenomeno sociale per fini elettorali e chi decide di occuparsene senza farne una bandiera politica. Credo che alimentare la contrapposizione tra buoni e cattivi non serva affatto a risolvere il problema, se vogliamo aderire allo schema mentale di chi lo considera un problema. Così come sono convinta che non occuparsene o comunque minimizzare la dimensione del fenomeno, per chi lo considera puramente un fenomeno, non faccia altro che alimentarne la portata, fino al punto che venga sempre più percepito come un problema da risolvere, e non come un fenomeno da affrontare o, per essere ancora più corretti, come un fatto sociale, un fatto sociale totale. Noi, oggi, lo stiamo affrontando e, sperando che questo sia solo il primo passo, il Movimento 5 Stelle voterà a favore di questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Poiché, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 14,30, anche per l'insediamento dei colleghi segretari, sospendo la seduta fino alle 14,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 14,40.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2727-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di venerdì 27 novembre. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Boccia. Sulla base di tale estrazione sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali, all'orario stabilito per ciascuna fascia, faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Colleghi, chiedo scusa per questa breve interruzione. Soltanto per dare riscontro delle vibranti proteste dei segretari, che non riescono a captare la voce, notoriamente ostruita dalla mascherina. Vi chiedo, quindi, all'atto dell'espressione del voto, di aumentare il tono della voce e di dare cenni chiari, possibilmente anche attraverso la mimica, del voto favorevole o contrario alla fiducia.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 16,15)

PRESIDENTE. (Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16,20)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti:…….522

Maggioranza:………….262

Hanno risposto :……..298

Hanno risposto no:……224

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Bella Marco

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bilotti Anna

Boccia Francesco

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bordo Michele

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Cantini Laura

Cantone Luciano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Colaninno Matteo

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Monaco Antonio

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Fornaro Federico

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Mauri Matteo

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mura Romina

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Portas Giacomo

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Ricciardi Riccardo

Rizzo Nervo Luca

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sani Luca

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Silvestri Francesco

Sodano Michele

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vizzini Gloria

Volpi Leda

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Brunetta Renato

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carrara Maurizio

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassinelli Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Cristina Mirella

Cunial Sara

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Muro Flavio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Durigon Claudio

Ermellino Alessandra

Ferrari Roberto Paolo

Ferro Wanda

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frate Flora

Furgiuele Domenico

Galantino Davide

Galli Dario

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Grimoldi Paolo

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Invernizzi Cristian

Labriola Vincenza

Legnaioli Donatella

Liuni Marzio

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marchetti Riccardo Augusto

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martino Antonio

Maschio Ciro

Maturi Filippo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Nevi Raffaele

Occhiuto Roberto

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pentangelo Antonio

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccolo Tiziana

Polidori Catia

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Rizzetto Walter

Rizzone Marco

Rossello Cristina

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saltamartini Barbara

Sarro Carlo

Sasso Rossano

Sgarbi Vittorio

Silli Giorgio

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Spena Maria

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tonelli Gianni

Torromino Sergio

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Tripodi Maria

Turri Roberto

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Vinci Gianluca

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Castiello Giuseppina

Colletti Andrea

Dadone Fabiana

De Menech Roger

Del Grosso Daniele

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Ferraresi Vittorio

Franceschini Dario

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Grimaldi Nicola

Gualtieri Roberto

Iorio Marianna

Maniero Alvise

Marattin Luigi

Micillo Salvatore

Napoli Osvaldo

Novelli Roberto

Pallini Maria

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Pittalis Pietro

Rizzo Gianluca

Ruffino Daniela

Russo Giovanni

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Tondo Renzo

Zordan Adolfo

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2727-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la seduta odierna proseguirà fino alle ore 19 con gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno presentati.

Avverto che l'ordine del giorno Polverini n. 9/2727-A/205 è stato ritirato dalla presentatrice.

Il deputato Antonio Angelucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/248 (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Non risulta presente: si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Intanto il Governo è stato chiamato e si sta avvicinando. Era per questo, deputato Borghi?

CLAUDIO BORGHI (LEGA). No.

PRESIDENTE. Prego.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Approfittavo, già che c'ero, per domandare chi ci fosse lì fra i banchi del Governo, e adesso…Bene.

PRESIDENTE. Ha ragione, ci eravamo distratti. Comunque avevamo già provveduto.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie. Invece sull'ordine dei lavori ci tenevo a informare l'Aula di quanto è successo stamattina in Commissioni riunite riguardo all'audizione del Ministro Gualtieri, perché è una cosa che penso debba essere portata alla conoscenza di tutti i colleghi. In buona sostanza stamattina c'è stata l'audizione del Ministro relativa al MES, per intendersi, e precedente all'Eurogruppo.

Bene, cos'è successo? Che durante l'audizione tutti i gruppi, tutti i rappresentanti dei gruppi di maggioranza, tranne quelli del Partito Democratico, hanno dato indicazione al Ministro di non procedere con la ratifica e con l'approvazione della ratifica del MES. Hanno preso la parola rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, della Lega, di Fratelli d'Italia, di LeU, e tutti, tranne, ripeto, i componenti di… No, scusate, Partito Democratico e Italia Viva, credo. Hanno detto al Ministro che non bisognava procedere alla riforma del MES.

Il Ministro, ignorando totalmente questa indicazione, in termine di audizione ha detto che lui non avrebbe mai ostacolato la riforma del MES e che andava orientato a dire di sì, e questa cosa è stata ripresa da tutte le agenzie. Quindi non solo il Ministro non è arrivato in Aula, e questa dichiarazione, questa trattazione, stante la rilevanza dell'argomento, avrebbe dovuto svolgersi qui, non certo in una Commissione; non solo quindi ha fatto una cosa in Commissione pochi minuti prima dell'Eurogruppo, ma anzi ha ignorato in pieno quello che è stato detto in Commissione.

Quindi, scusi, Presidente, delle due l'una: o l'audizione di stamattina non serviva a niente, e allora non è verificata la condizione necessaria dell'informativa e dell'indirizzo da parte del Parlamento; oppure, se serviva a qualcosa, lui sta disattendendo quanto è stato detto in questa audizione. Quindi è molto grave, è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E dato che le cose che stanno venendo portate avanti adesso avranno influenza pesante sul nostro futuro, io mi aspetto che il Presidente telefoni subito, subito al Ministro e lo informi che quello che sta facendo è privo di autorizzazione del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ovviamente darò la parola anche al deputato Ungaro, che l'ha chiesta; però, a scanso di ogni equivoco, vorrei precisare che abbiamo anche consentito un richiamo all'ordine dei lavori improprio, o parzialmente proprio se preferite, perché il Governo non era presente, e quindi nelle more abbiamo occupato il nostro tempo in questa maniera. Fermo restando che una risposta comunque va data, per onore di verità, e cioè che il Ministro Gualtieri è stato presente oggi in Commissione per esplicita indicazione della Camera dei deputati attraverso le decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, vorrei solo ristabilire un attimo di verità su cosa è successo stamattina. Stamattina eravamo oltre 100 colleghi collegati, di sei Commissioni parlamentari. A me risulta che tantissimi gruppi parlamentari si siano espressi a favore dell'apertura alla riforma del MES: oltre a Forza Italia, Partito Democratico, Italia Viva, e da poco è arrivata un'agenzia di Vito Crimi, capo politico del MoVimento 5 Stelle, che chiaramente dice che non c'è nessun problema a proseguire sulla riforma del MES. Quindi veramente non so se il collega Borghi forse viva in una dimensione parallela (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morelli.

Deputato Morelli, su cosa? Perché sull'ordine lavori ha già parlato il suo collega di gruppo Borghi. Ci dica.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti. Presidente, Ricordiamo che la Camera dei deputati e la democrazia funzionano con i voti, non con le parole e con i giornali. E proprio perché la Camera dei deputati e la democrazia non si basano sulle parole dei giornali, noi però, Presidente, leggiamo dai giornali, oggi, che il Presidente Conte sarebbe indagato per peculato. Noi, la Lega chiede a lei, Presidente, chiede all'Aula di poter avere qui il Presidente Conte, qui il Ministro Lamorgese, competente per le vicende di cui leggiamo sui giornali, anche grazie allo scoop dei colleghi de Le Iene, perché gli italiani e l'Italia devono avere chiaro…

PRESIDENTE. Collega Morelli, le chiedo scusa. Intanto, la correggo perché non è un richiamo al Regolamento, quindi, se lei chiede la presenza di Conte in Aula, diciamo che convertiamo la sua richiesta di parola in un intervento sull'ordine dei lavori, che, però, io già le avevo detto, la pregherei di concludere velocemente, perché dobbiamo passare all'esame degli ordini del giorno, come è previsto dall'ordine dei nostri lavori, su cui hanno convenuto tutti i capigruppo. Quindi, la prego di concludere.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente, di questo la ringrazio, capirà che, chiaramente, però l'argomento è un argomento che, probabilmente, ai nostri concittadini interessi…

PRESIDENTE. È chiaro, lo ha detto.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). …visto che a coloro i quali volevano fuori gli indagati dalla politica questo tema non interessa più (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie. Il concetto è chiaro. La deputata Baldini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/253.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame affronta temi diversi e disomogenei tra loro: si spazia dall'intervento della legislazione speciale, con modifiche alle norme di ordinamento penitenziario per ciò che attiene alla comunicazione dei detenuti, agli interventi nel settore dello smercio di stupefacenti via web e modifiche di alcuni articoli del codice penale, nonché a modifiche sulla normativa relativa al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale. Il capitolo sulla modifica di alcune norme sull'immigrazione, infine, come articolato, produrrà un ulteriore calo della percezione della sicurezza da parte dei cittadini, oltre a contribuire a un isolamento dell'Italia nel contesto europeo e a rendere più complicato il ricollocamento dei migranti in altri Paesi dell'Unione. La modifica di tali articoli del testo unico sull'immigrazione, così come previsto dall'articolo 1 del testo in esame, con la previsione di permessi di soggiorno di protezione speciale, nonché la possibile trasformazione di diverse tipologie di permessi di soggiorno temporaneo - per studio, per cure mediche, per motivi religiosi, per protezione speciale, per attività sportive, per calamità, eccetera - in permessi proprio di soggiorno per lavoro, avrà sicuramente l'effetto negativo di un ulteriore aumento dei flussi migratori. In un siffatto quadro, appare quantomeno opportuno porre in essere ogni sinergia per rafforzare in maniera determinante i sistemi di informazione per la gestione dei flussi migratori, permettendo l'identificazione dei soggetti che transitano dai confini dell'Europa.

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/8.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è finalizzato a chiedere al Governo la costituzione del GIO nelle carceri, il Gruppo di intervento operativo, quindi un gruppo all'interno alla Polizia penitenziaria adeguatamente formato, equipaggiato ed addestrato per riportare l'ordine e la sicurezza internamente alle carceri. Il problema del sovraffollamento carcerario ha creato problemi di pubblica sicurezza che si sono aggravati, ricorderete, anche durante l'emergenza COVID. Questo tema al Ministero è allo studio da molto tempo; è ora di dargli corso e su questo Fratelli d'Italia ha presentato anche un emendamento alla legge di bilancio, oltre ovviamente al necessario inserimento di personale, con maggiori assunzioni, con nuove dotazioni strumentali, perché, non dimentichiamo, molti poliziotti penitenziari ci hanno segnalato che hanno anche le divise logore. Io capisco che abbiamo un'impostazione - è emerso anche in Commissione - diversa tra Fratelli d'Italia e questa maggioranza, ma quando il Ministro della Giustizia dice che è il Ministro dei detenuti e non spende, invece, una parola nei confronti dei suoi uomini e delle sue donne in divisa; quando modificate, all'articolo 13, la disciplina del Garante dei detenuti ridefinendo, leggo per essere preciso, il ruolo di meccanismo nazionale di prevenzione della tortura, dei trattamenti inumani, crudeli e degradanti, mi chiedo e vi chiedo - l'ho fatto anche in Commissione, ma, ovviamente, nessuno ha saputo spiegarmelo -, visto che nelle carceri ci sono due spaccati di popolazione - chi sta lì perché ha commesso un reato e chi sta lì perché veste una divisa e rappresenta lo Stato -, mi chiedo, ripeto, e vi chiedo di spiegarmi, a chi ha scritto questa norma, chi l'ha pensata: chi pensate che nelle carceri farebbe torture, trattamenti crudeli, trattamenti inumani o degradanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? E, per caso, mi chiedo e vi chiedo, se si pensa che questi comportamenti indegni li compiano le Forze dell'ordine, se serve di ridefinire il ruolo del Garante? Io credo che dietro queste norme ci sia un sotteso sentimento di odio ingiustificato e vile nei confronti di chi, per 1.300 euro al mese, garantisce la legalità, il rispetto delle regole e la dignità dei detenuti nelle carceri italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È lo stesso sotteso clima d'odio che si trova in quegli emendamenti che chiedevano di schedare i poliziotti durante le rivolte e non, invece, chi devasta le nostre città: lo stesso clima d'odio. Quindi, vi chiedo e mi chiedo di chiarire questo punto: nessuno l'ha fatto in Commissione. Fratelli d'Italia da parte sua, con gli emendamenti, con le proposte serie che ha fatto e che farà anche in legge di bilancio sulla Polizia penitenziaria, sta, con orgoglio, con fermezza, senza se e senza ma, dalla parte di chi, in carcere, veste una divisa e rappresenta la dignità, la libertà, i valori del nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Paternoster ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/71.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo qui, oggi, signor Presidente, un dibattito secondo me un po' surreale: pensate che esattamente due anni fa, non vent'anni fa, due anni fa, i colleghi onorevoli del MoVimento 5 Stelle stavano facendo, ed hanno fatto, la cosa esattamente contraria a quella che oggi stanno facendo. Quindi, questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È una vergogna perché non è possibile, per mantenere le sedie (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si scandisce: “Vergogna! Vergogna!”)!

PRESIDENTE. Colleghi deputati, per cortesia, non è una corrida il Parlamento!

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Per mantenere le sedie, per mantenere il potere, si fanno tante cose, ma fare questi gesti, queste schifezze alla faccia degli italiani è veramente troppo e noi non lo permetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Anche perché, signor Presidente, quello che è successo negli ultimi due anni dà sicuramente ragione all'approvazione del “decreto Sicurezza”, tanto è vero che, prima, gli sbarchi, le morti erano all'ordine del giorno.

Da quando Matteo Salvini ha introdotto questo provvedimento, la sicurezza è aumentata, gli sbarchi sono diminuiti, se non azzerati, e le morti altrettanto. Quindi, questo noi ci chiediamo: ma perché il MoVimento 5 Stelle fa un'operazione del genere? Solamente per mantenere il potere? Solamente per essere al guinzaglio del Partito Democratico? Solamente perché voi non volete andare a casa! Ma saranno gli italiani che vi manderanno a casa dopo che avrete votato questa schifezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: A casa, a casa!). Una schifezza che non ha paragoni, una schifezza che gli italiani vi giudicheranno perché non è che si fanno tanti provvedimenti, prima tronfi, come il Presidente Conte che è andato in conferenza stampa con Matteo Salvini con il cartello “decreto Sicurezza approvato”, e, oggi, si approva l'esatto contrario! Fate schifo! Fate schifo! Dovete vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Vi dovete vergognare davanti agli italiani!

PRESIDENTE. Deputato Paternoster (Dai banchi del gruppo Lega: Buffoni, buffoni!)…

Chiedo scusa, interrompete per cortesia l'audio.

In quest'aula non è consentito a nessuno di insultare. Si possono utilizzare tutti gli argomenti possibili, piena dignità e legittimità nel farlo, ma non si può insultare nessuno! Quindi, la richiamo all'ordine.

Prego, prosegua il suo intervento in maniera composta ed educata.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie Presidente. Dirò, se si può dire, che fanno pena invece che schifo: fate pena, fate pena (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non è possibile un comportamento del genere in un Paese civile. Noi con questo ordine del giorno, signor Presidente, diamo dignità a quelli che vengono in Italia. Chiediamo che vengano in Italia, gli assicuriamo la scolarizzazione ai figli, gli assicuriamo, per lo meno, un minimo di vita civile che non avevano a casa loro. Invece, voi siete quelli della dell'accoglienza diffusa, degli scafisti, siete quelli che fanno ingrassare le false cooperative che lucrano sulla pelle di questa povera gente che, magari, muore durante l'attraversamento del Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Siete quelli delle ONG, quelli dei campi di concentramento, che vanno in Libia a prendere con gli scafisti i poveri immigrati che vengono in Italia per cercare la fortuna quando la fortuna non c'è più in Italia, quindi avete una grandissima responsabilità, una grandissima colpa! Allora, quando nell'estate del 2019, non tanti anni, fa un anno fa, il nostro Matteo Salvini ha introdotto il “decreto Sicurezza-bis”, anche lì avete dato prova di essere con la Lega, di condividere questi valori, di condividere questi ideali e di condividere questa condotta: un anno fa, cari signori, non dieci anni fa, un anno fa! Se io fossi voi mi alzerei ogni mattina e mi sputerei davanti allo specchio! Vergogna, vergogna (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Deputato Paternoster, vedo che lei non ha inteso accogliere le indicazioni della Presidenza. Ne prendo atto.

Ha chiesto di parlare, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2772-A/40, il deputato Maurizio Lupi. Il deputato Lupi non è presente.

Ha chiesto di parlare…Colleghi deputati! Colleghi! Abbiamo finito?

Ha chiesto di parlare, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2772-A/193 la deputata Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie Presidente. Io lo dico subito: abbiamo sentito - abbiamo dovuto assistere a ciò in sede di discussione generale sul “decreto Immigrazione” e l'ho sentito anche oggi ripetere in dichiarazione di voto sulla fiducia - parte dei colleghi della maggioranza, al solito, attaccare le opposizioni con “brutti, sporchi e cattivi”, e loro, quelli bravi, che sono a favore di un'immigrazione regolare e integrata. Ora, Presidente, ci teniamo a ribadirlo, e arriverò al contenuto dell'ordine del giorno: noi siamo, noi tutti siamo per una migrazione regolare, integrata ma “no” ad una migrazione senza limiti di nessuna sorta. Allora, perché le persone che seguono i nostri lavori lo sappiano, avete a dismisura e oltremodo convertito gli ex permessi di soggiorno in permessi di lavoro; avete aumentato le ipotesi di divieto di respingimento - anche per quello che la collega di LeU diceva l'altro giorno - nell'ipotesi di, Presidente, migrazione ambientale, cioè, se in Africa hanno una siccità, tutti gli africani possono venire da noi e saremo impediti dal rimandarli a casa, perché questa è migrazione ambientale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)! Anche se c'è l'esondazione di un fiume, tutti vengono, stanno da noi e voi non li respingete a casa. Ma, Presidente, quello che è ancor più grave è che voi vi prendete la responsabilità di dire alle persone, soprattutto ai migranti che vengono qui pensando che in Italia possono avere servizi, che gli date una serie di servizi aggiuntivi. Presidente, io ne elenco solo qualcuno perché è giusto che le cose si sappiano per quello che sono. Voi dite che erogate, anche con modalità di organizzazione su base territoriale - e poi ci tornerò -, servizi e prestazioni di accoglienza materiale, assistenza sanitaria, assistenza sociale e psicologica, mediazione linguistica e culturale, somministrazione di corsi di lingua italiana, servizi di orientamento legale e di orientamento al territorio. Cioè, al migrante che, in teoria, dovete mandare a casa gli spiegate come sono fatte le nostre regioni, province e comuni, cosa che non garantite, certamente, ad un cittadino italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Allora, Presidente la beffa qual è, la beffa qual è di tutto questo vostro buonismo di misura? Che fate tutto questo, pensate di fare tutto questo, vendendolo al popolo italiano, senza risorse perché il vostro provvedimento chiude con una bellissima clausola di invarianza finanziaria all'articolo 15. Invarianza finanziaria, cioè senza “piccioli”, come si direbbe noi in Sicilia, o, quando vi va bene, con la neutralità finanziaria, cioè spostate risorse da un Ministero all'altro. Ora, Presidente, in Commissione abbiamo cercato - noi dell'opposizione seria, matura, pronta a governare, noi di Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia - di farvi capire che tutto questo progetto politico poteva fa poteva essere fatto, ma prima cosa serviva? Una relazione tecnica che dicesse che i “decreti Sicurezza”, o come vi piace chiamarli per spazzare via i “decreti Salvini”, non funzionavano e quindi si potevano apprestare altre misure con delle risorse appropriate. Abbiamo invocato, Presidente, l'acquisizione di una relazione tecnica e poi dal Vice Ministro Mauri - sempre cortese durante i lavori ma, evidentemente, non ha potuto o voluto darci i numeri - non abbiamo ottenuto niente. Vedete, non è stato ostruzionismo perché noi non ve l'abbiamo chiesto all'ultimo giorno dei lavori, quei dati ve li abbiamo chiesti all'inizio dei lavori, lunedì (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)! E niente! Presidente, se avessimo voluto mettere in difficoltà la maggioranza, avremmo chiesto di audire in Commissione l'UPB, che sicuramente ci avrebbe detto che quella della clausola e quella “bollinatura” della Ragioneria non aveva nessun senso! Perché non si può “bollinare” un testo che non ha coperture quando si prevedono solo i nuovi servizi. Allora, Presidente, cosa vogliamo fare noi di Forza Italia con questo ordine del giorno? Vogliamo imporre al Governo di prendere un impegno fattivo, serio; vogliamo che nella prossima finanziaria, nella legge di bilancio siano appostate le risorse aggiuntive per i comuni rivieraschi e di frontiera per far corso ai nuovi oneri legati all'immigrazione irregolare. Il punto qual è, Presidente? Che quello che non riescono a dire - chiudo Presidente - quelli della maggioranza è che, non avendo messo risorse, lo sapete su chi graveranno tutti questi nuovi servizi? Sugli amministratori locali, sui sindaci, che dovranno di tasca loro - di tasca loro - sovvenzionare quello che voi fate. Allora, Presidente, un attimo di riflessione. Io mi aspetto che il parere su questo ordine del giorno sia favorevole. Ove così non fosse Presidente - ove con così non fosse - la maggioranza rassegnerebbe la realtà, la vera intenzione di questo provvedimento, che è solo quello di fare spot, propaganda inutile che crea discriminazione nella discriminazione e certamente non aiuterà il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/20. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie Presidente. Con questo ordine del giorno intendiamo ribadire la necessità inderogabile di ripristinare immediatamente il controllo delle frontiere del Paese per restituire sicurezza ai nostri cittadini.

I dati sui flussi migratori ed in particolare sui flussi di clandestini in Italia sono catastrofici e le cronache quotidiane evidenziano come la situazione sia ormai sempre più fuori dal controllo delle istituzioni. Queste non sono parole mie o di Fratelli d'Italia, ma la triste fotografia descritta dal Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Al 15 novembre si sono registrati 32 mila arrivi prevalentemente da Algeria e Tunisia, con la stragrande maggioranza, pari al 38 per cento, proprio dalla Tunisia, Paese di provenienza di oltre 13 mila immigrati clandestini. Preso atto di questo aumento esponenziale di immigrati clandestini in particolare dalla Tunisia, vi invito a riflettere sulle stime ipotetiche, ancor più preoccupanti, inerenti gli sbarchi di potenziali terroristi e assassini annidati nei barconi e diretti sulle nostre coste. Non siamo in presenza di ipotesi frutto della mera speculazione politica, di cui la sinistra è solita accusarci ogni qual volta si tenti di far ragionare le istituzioni di questo Paese circa la necessità di vigilare su chi si introduce nei nostri confini. Non si tratta di ipotesi, perché purtroppo è già accaduto.

Signori del Governo, colleghi della maggioranza, ci volete spiegare come mai il terrorista tunisino ventunenne, che il 29 ottobre scorso ha decapitato il sacrestano della basilica di Notre-Dame a Nizza, ucciso una settantenne e un'altra donna ancora, proveniva da Lampedusa? Come mai le testate nazionali francesi, purtroppo suffragate dai fatti, scrivono che importiamo la jihad dei poveri? E per quale motivo, ogni volta che si tratta di gente che dovrebbe essere cacciata da questo Paese per un motivo o per un altro, queste persone riescono a restare indisturbate in Italia? Quando questo signore ha ricevuto l'ordine di espulsione e poi ha deciso di andare in Francia in totale clandestinità, voi dove eravate? Forse eravate impegnati a dettare gli articoli, tra l'altro tutti uguali, ai giornali. Stavate istruendo i media, ormai rassegnati a riportare il pensiero unico imposto nelle conferenze stampa a reti unificate alle 10 di sera. Ricordo a me stessa, prima ancora che agli altri, che il Trattato di Lisbona della nostra e vostra amata Unione Europea lo scrive chiaramente nero su bianco, circa il principio di solidarietà: quando uno Stato membro è vittima di un attacco terroristico, si mobilitano tutti i mezzi a disposizione per proteggere le istituzioni e i cittadini, inclusi i mezzi militari. Basterebbe questo per mettere il vostro decreto-legge e il vostro Governo sotto procedura di infrazione.

Torniamo per un attimo al massacro perpetrato dal terrorista tunisino, che voi avete lasciato entrare e uscire dal nostro Paese: lo sapete chi sono le vittime e sapete cosa le accomuna agli occhi dell'assassino? I loro nomi sono Nadine, 60 anni, Vincent, 55 anni, Simone 44 anni, e sono state ammazzate perché cristiane: questo era il loro crimine, questa la loro colpa! Tre vite spezzate, famiglie distrutte, e questa volta in Francia, ma le vittime potevano essere di un qualunque Paese europeo. E infatti, subito dopo, ecco un altro orribile attacco islamico, che questa volta ha colpito Vienna, una delle capitali storiche della cristianità europea, il 2 novembre scorso.

Colleghi, non voglio fare questo ragionamento per far polemica sterile, ma perché il mio timore - e mi rifiuto di dire il mio terrore - è che, di questo passo, i prossimi potremmo essere noi. Se guardiamo bene, se ci fermiamo a riflettere sulla realtà che ci circonda, le nostre tradizioni, i nostri valori e la nostra italianità sono già sotto attacco: il 27 novembre scorso, la statua della Madonna di Marghera, a Venezia, è stata vandalizzata e decapitata. Sapete chi è il responsabile? Un palestinese, trentunenne, con status di rifugiato politico in Belgio e mi chiedo che cosa ci facesse in Italia (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È incredibile come, di fronte alla peggiore crisi socio-economica degli ultimi sessant'anni, con intere famiglie e milioni di cittadini in ginocchio, privi di sussistenze economiche, dopo il voto sullo scostamento di bilancio di giovedì scorso, siamo in quest'Aula non per parlare delle prospettive inerenti il futuro di questa nazione, ma a dover subire l'ennesimo voto di fiducia su un provvedimento, che altro non è che un ulteriore tentativo di autodistruzione del nostro Paese.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Concludo, Presidente. In questo momento, la politica dovrebbe saper urlare “presente”, invece si ammutolisce, palesando preoccupanti segnali di arrendevolezza. Alla luce di questo quadro deprimente, le nostre non sono solo richieste, ma necessità inderogabili: blocco degli sbarchi, controllo delle frontiere, controllo delle nostre acque, del nostro territorio, difesa dei nostri cittadini e un fermo deciso alle infiltrazioni terroristiche (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Morelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/157.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie perché questo è un momento storico: è un momento storico perché, innanzitutto, dobbiamo spiegare agli italiani che cosa sta avvenendo in quest'Aula. Primo, stiamo parlando del “decreto Sicurezza”, dei “decreti Sicurezza” cancellati dalla maggioranza, PD, 5 Stelle, LeU, Renzi. Questa è una responsabilità importante perché noi stiamo parlando in quest'Aula, dove le opposizioni sono presenti e sono sedute, e dove la responsabilità della maggioranza è dimostrata dalle presenze: undici parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) della sinistra e dei 5 Stelle presenti in quest'Aula! Una vergogna, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), una vergogna nei confronti di quest'Aula e degli italiani, che sono in estreme difficoltà in questa fase economica, pandemica, in questa fase nella quale tutti si stanno dimenticando degli italiani e stanno più vicini ai clandestini e alle ONG. Qui ci sono i parlamentari della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, lì non ci sono il MoVimento 5 Stelle, il PD, LeU, i renziani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Dove siete? Dove siete? Questa è la vergogna che agli italiani deve essere denunciata!

Dunque, Presidente, il mio ordine del giorno riguarda la lotta agli stupefacenti, una lotta che il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha compiuto senza frontiere, lotta agli spacciatori di fronte alle scuole, lotta sul web. Oggi scopriamo che anche parte della maggioranza, evidentemente, attraverso alcuni strumenti è contro le droghe. Non ce ne accorgiamo attraverso questo decreto, perché questo decreto cancella quanto fatto da Matteo Salvini. Ce ne accorgiamo perché la signora Paladino, la compagna del Premier Conte, scopriamo, è abituale frequentatrice delle palestre, almeno questo ci dicono i servizi dei colleghi de Le Iene. Peccato che, però, attraverso questo sistema malato, perché voi ci avete riempito di salviette igienizzanti, ma la vera igiene che devono fare gli italiani è quella nei confronti della politica sbagliata di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è contro l'Italia e gli italiani. Beh, noi scopriamo che gli agenti di pubblica sicurezza, cari miei, cari italiani, non vengono utilizzati per controllare le frontiere, ma vengono utilizzati, gli agenti di pubblica sicurezza, per salvare la compagna del Premier Conte dalle domande scomode dei colleghi de Le Iene. Vergogna! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

E allora, con tranquillità e serenità, Presidente, quella che abbiamo nel cuore, ribadiamo con estrema forza, la forza dei valori che è all'interno di questi banchi e all'interno dei milioni di persone che hanno sostenuto con forza la battaglia della Lega contro l'immigrazione clandestina e il business delle ONG… Beh, noi non possiamo che ricordare, Presidente, il lavoro svolto da decine di migliaia di operatori della pubblica sicurezza, non possiamo che ricordare il lavoro svolto dai magistrati, che hanno eseguito quello che quest'Aula parlamentare ha fatto e ha imposto fino a poco tempo fa attraverso delle leggi. Oggi, però, siamo a vedere come coloro i quali, l'anno scorso, erano a favore dei “decreti Sicurezza” di Matteo Salvini, oggi sono proprio i primi a guardare dall'altra parte, sono proprio i primi, cioè il MoVimento 5 Stelle, quelli che abbiamo scoperto avere addirittura un grande leader, un grande leader, un leader di cui non c'eravamo assolutamente accorti, Luigi Di Maio.

L'augurio, l'auspicio è che i colleghi de Le Iene possano trasmettere il servizio che per ora è stato nascosto, perché questo evidentemente è dirimente per la sostanza e la vita di questo Governo; è dirimente per molte altre questioni che riguardano i degni rapporti istituzionali tra forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Colucci ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/39.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Il decreto-legge all'attenzione dell'Aula in questi giorni all'articolo 1 e all'articolo 3 stravolge totalmente l'intero impianto normativo che era stato pensato con il decreto sicurezza e il decreto immigrazione voluti dal Ministro Salvini; stravolge su un punto importante, quello della concessione dei permessi di soggiorno. Viene pesantemente ampliata la fattispecie con cui si possono concedere permessi di soggiorno, arrivando addirittura a individuare delle motivazioni che certe volte sono un po' stravaganti, un po' poco chiare, come, ad esempio, il fatto di svolgere un'attività nell'ambito artistico. Non si capisce cosa voglia dire questa cosa all'interno del decreto, rende fumosa e difficilmente interpretabile l'applicazione di una norma dentro la quale rischiano di infilarsi le cose verso le quali noi lottiamo e per le quali noi abbiamo votato a favore dei decreti voluti dal Ministro Salvini, ovvero l'immigrazione clandestina, un'immigrazione immotivata.

Noi crediamo che ci debba essere un principio importante da salvaguardare su norme di questo tipo: quello di contrastare l'immigrazione clandestina, l'immigrazione che non è motivata da persecuzioni legate ad aspetti religiosi, da guerre, da trattamenti disumani, mentre siamo convinti che è giusto, attraverso delle regole certe e chiare, riuscire a garantire un'ospitalità a chi fugge da questi soprusi. Allora ci sembra incredibile che si ampli così tanto l'opportunità di concedere permessi di soggiorno, anche perché vediamo nell'immigrazione clandestina e nell'immigrazione incontrollata, che in questo ultimo periodo ha avuto un incremento impressionante… se pensiamo che dal gennaio al novembre 2019 ci sono stati 11 mila ingressi in Italia e da gennaio a novembre 2020 37 mila, ci rendiamo conto che davanti a variazioni di norme o maggiori concessioni ci sono degli ingressi incontrollati; tra l'altro ingressi che non riescono a essere accolti attraverso una vera e propria politica dell'integrazione, anche perché, come ricordava qualche collega in interventi precedenti, se non ci sono risorse a sostegno di un'integrazione di chi viene accolto, è chiaro che poi il flusso migratorio rischia di diventare un bacino dal quale la criminalità organizzata può attingere le forze per svolgere le proprie attività, ed è proprio su questo che l'ordine del giorno si concentra. Il fatto che a fianco all'immigrazione clandestina e all'attività che è ad essa connessa c'è una conseguenza, un'altra attività che ci inquieta, come il traffico di migranti e la tratta degli esseri umani.

È necessario che ci sia un coordinamento dell'attività investigativa, essere certi che si possa indagare e approfondire la presenza di alcuni soggetti, anche perché abbiamo davanti agli occhi vicende traumatiche sulle quali purtroppo il territorio italiano ha avuto un ruolo, come gli eventi nel dicembre del 2016 a Berlino, gli attentati terroristici, ma Berlino è solo un esempio. Uno dei più recenti è quello che è accaduto nell'ottobre del 2020 a Nizza, dove purtroppo chi è stato protagonista di quelle iniziative è transitato sul territorio italiano. Allora noi dobbiamo però non solo sollecitare un'attività investigativa, ma fornire gli strumenti necessari perché si possa concretizzare, e quindi dare forza e coraggio anche alle nostre forze dell'ordine, che purtroppo troppo spesso sono abbandonate, non hanno gli strumenti adeguati e rischiano di sentirsi sole e di vivere anche con frustrazione la loro attività.

L'obiettivo per cui abbiamo presentato questo ordine del giorno è perché crediamo che le motivazioni per cui sono state ampliate le possibilità dei permessi di soggiorno sono talmente vaghe che rischiano veramente di stravolgere totalmente il flusso migratorio nel nostro Paese, anche perché ci sono altri aspetti previsti in questa norma che ci inquietano, come l'impossibilità da parte del Ministro dell'Interno di esercitare la forza di un Paese nei confronti di navi che arrivano nei nostri porti o entrano nelle acque italiane. Crediamo che sia fondamentale dare retta agli ordini del giorno. Mi rendo conto, l'Aula vuota da parte della maggioranza vuol dire un totale disinteresse rispetto agli indirizzi che dentro gli ordini del giorno sono contenuti, ma noi crediamo che, per fare un lavoro serio e concreto, sia necessario - e concludo, Presidente - che si leggano gli ordini del giorno e che si dia almeno su alcuni passaggi un segnale forte di serietà come Paese Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Cappellacci ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 2727-A/267.

UGO CAPPELLACCI (FI). Presidente, cari colleghi, questo decreto, oltre che rappresentare una gravissima minaccia per il Paese e per la sicurezza dei nostri cittadini, è emblematico della situazione politica che stiamo attraversando: è la prima volta nella storia che un Presidente del Consiglio e una parte della sua maggioranza si rimangiano norme approvate da loro stessi quando governavano con un altro partito. Questo certo non ci sorprende, non sorprende noi che sulla coerenza del MoVimento 5 Stelle avevamo già una nostra idea ben precisa, ma c'è un fatto che è importante, che va ben oltre le maggioranze pro tempore e che attiene a quello che è il ruolo del nostro Paese in Europa e nel mondo.

Infatti questo provvedimento non è solo una cambiale che il MoVimento 5 Stelle deve pagare al Partito Democratico; è molto di più, perché con questo provvedimento si riesuma e si rilancia un quadro in cui l'Italia, da un lato, vede un incremento dei flussi migratori e, dall'altro, viene lasciata sola da un'Europa che volta ancora una volta le spalle al Mediterraneo. E lo dico con estrema chiarezza, senza alcuna paura o timore di essere bollato come razzista, sia perché in quest'Aula il mio partito rappresenta in modo autentico quei valori liberali e cristiani che sono lontani anni luce dalle ideologie che hanno attraversato e insanguinato il Novecento, compresa quella comunista, sia perché provengo da una terra, la Sardegna, che ancora oggi è terra di emigrazione.

Sono 3.500 i sardi che ogni anno, magari con una laurea in tasca, lasciano la nostra isola in cerca di migliori fortune. Per questa emergenza sociale, culturale e generazionale però non ci sono decreti, non si fanno decreti; anzi, si usa la nostra terra come luogo in cui stipare migranti in centri che non funzionano, anche se il Ministero dell'Interno, al quale abbiamo rivolto più volte interpellanze e al quale sono arrivate le segnalazioni non solo dei sindaci, ma anche delle forze dell'ordine, continua a fare spallucce e dice che tutto va bene. Noi con questo ordine del giorno, visto che purtroppo userete la forza dei numeri per difendere la debolezza delle vostre idee e delle vostre scelte politiche, proviamo ancora una volta a non lasciare nulla di intentato e provocare un supplemento di riflessione in quest'Aula.

In un testo confusionario avete fatto un minestrone di norme: ci sono le norme sull'immigrazione, sul regime del 41-bis, sul Garante dei diritti dei detenuti e delle persone sottoposte a limitazione delle libertà personali. Le disposizioni sul tema dell'immigrazione sono un vero e proprio spot per i flussi illegali; non solo si amplia, con una protezione speciale, il ventaglio di ipotesi che permettono di ottenere il permesso di soggiorno, ma si arriva anche a rendere vaghi i presupposti, con il prevedibile e scontato risultato che aumenterà il contenzioso e con esso il numero dei soggetti che nel frattempo diventeranno invisibili. Tale situazione ridurrà ai minimi termini sia le ipotesi in cui in concreto sarà possibile effettuare il ricollocamento negli altri Paesi dell'Unione europea sia i rimpatri. Insomma, è un messaggio chiaro a quell'immigrazione che non ha nulla a che fare con l'accoglienza umanitaria, che è malaffare, che è cinica speculazione, che è traffico di persone umane e contro la quale tutti dovremmo essere in prima linea, soprattutto chi si autoproclama difensore dei più deboli.

Tutto questo avviene con una norma - lo ha detto bene la mia collega Bartolozzi - che prevede la clausola di invarianza finanziaria.

Ciò, tradotto in italiano, significa una cosa molto semplice: che lo Stato non mette un euro in più e scarica completamente le conseguenze delle decisioni che vengono prese a Roma sui sindaci, sui cittadini, su tutti coloro i quali si trovano a tu per tu con il problema ogni giorno. È il caso, per esempio, di un comune del sud della Sardegna, il comune di Monastir, dove, in piena emergenza pandemia, immigranti illegali sono andati a spasso per le vie del paese e non solo, infischiandosene dei vostri decreti e delle misure restrittive, che sono fatte rispettare col pugno di ferro solo nei confronti dei cittadini italiani. Noi non vogliamo arrenderci e vi chiediamo un impegno a presentare con cadenza annuale al Parlamento una relazione dettagliata sul numero degli ingressi di cittadini stranieri nel territorio italiano dai confini terrestri, marittimi e aerei. Numeri alla mano, noi siamo sicuri che si dimostrerà l'inadeguatezza delle scelte politiche irresponsabili che state compiendo e ci auguriamo - ma non siamo particolarmente ottimisti - che si potrà cambiare rotta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/33.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente e signor rappresentante del Governo, è ormai da un po' di tempo che, non so se per malafede o per propaganda interessata, si tende a presentare quella dell'immigrazione come una fobia della destra e del centrodestra. In realtà, noi abbiamo sempre evidenziato che quello dell'immigrazione non era un problema da poco; era un tema epocale che nel corso degli anni si sarebbe vieppiù aggravato. Voglio ricordarlo proprio oggi quando sono passati trent'anni dal primo provvedimento, il decreto-legge “Martelli”, la prima grande sanatoria di immigrati in Italia che vide, proprio su questi banchi, l'ostruzionismo dei parlamentari del Movimento Sociale Italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E perché vi fu quell'ostruzionismo? Vi fu quell'ostruzionismo per un ben preciso motivo: che fin da allora ci era chiaro che il problema dell'immigrazione lo si poteva prevenire e risolvere soltanto aiutando quei disperati a casa loro; non sicuramente pensando di poter portare l'Africa in Europa. Lo dicemmo allora e non fummo ascoltati. Diciamo, per evocare quello che è stato un manifesto della destra del 2000, che eravamo in pochi a dire che i clandestini sarebbero stati un problema, mentre oggi siamo la maggioranza. Vede, noi dicevamo ciò per due ragioni: la prima, certo, nostra, che era quella di difendere la nostra identità, perché quello dell'immigrazione è anche un problema quantitativo; perché noi sapevamo perfettamente che la curva demografica italiana ed europea era in calando e così è stato; perché abbiamo ribadito, in più occasioni, che i costumi e le tradizioni secolari del popolo italiano sarebbero state messe a dura prova. Non è un caso che, proprio nel mese di dicembre, improvvisamente si scopra che il presepe offenderebbe altrui sensibilità, così come l'esposizione del crocifisso ne disturberebbe di altre. È evidente che noi non possiamo accettare uno snaturamento di quelle tradizioni che sono proprie del popolo italiano e della civiltà europea; ma dicevamo anche che era un dramma per chi pativa il dramma dell'immigrazione, proprio perché vi era uno sradicamento dalle proprie terre, dalle proprie tradizioni e dai propri costumi. Vede, signor Presidente, che noi fossimo profeti lo ha dimostrato qualche anno dopo Mitterrand, quando per primo iniziò a parlare di soglie di tollerabilità e di tolleranza dell'immigrazione. Ecco, noi oggi dobbiamo chiederci se le aree urbane, ridotte a veri e propri ghetti, rappresentino quello che era un modello di immigrazione caro alla sinistra.

Per andare a concludere con il mio ordine del giorno, noi, come Fratelli d'Italia, chiediamo che, come previsto dalle norme di questo decreto, vi sia un rapporto semestrale da parte dei Ministri competenti affinché ci dicano quali provvedimenti sono stati assunti nei confronti dei fiancheggiatori del terrorismo e quanti provvedimenti di espulsione e per quali ragioni sono stati assunti nel momento in cui vi siano stati provvedimenti di espulsione dovuti pure alla necessità di difendere la sicurezza nazionale. La destra della libertà dice che non è ammissibile portare avanti dei decreti-legge come quello in esame e soprattutto ci piacerebbe sapere quale Giano Bifronte alimenta il MoVimento 5 Stelle, una volta al Governo con la Lega, sostenitore di un provvedimento, che oggi, al Governo col PD, nega: vergogna, vergogna, vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. La deputata Laura Cavandoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/140.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Spiace parlare in quest'Aula per spiegare le ragioni su questo decreto, che chiameremo “Clandestini” - ma ci torneremo abbastanza in questi giorni -, e spiegarlo ad una maggioranza assente. È stato detto: mi riferisco alla maggioranza, soprattutto la parte costituita dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, quelli che hanno avuto un ripensamento; molti di questi colleghi, anche oggi, non hanno votato, per cui un ripensamento non tutti lo hanno avuto, ma oggi non ci sono. La maggioranza di questi deputati non sono presenti, anzi si contano proprio sulle dita di una mano i presenti del MoVimento 5 Stelle, così come manca tutta una parte degli altri partiti che sostengono questo Governo. Questo Governo ha pensato bene di voler abrogare le norme più importanti dei decreti voluti dal Ministro Salvini e questo, a noi della Lega, ovviamente, ci ha fatto venire qui per aprire una battaglia proprio contro queste norme, una battaglia perché queste norme sono sbagliate. Lo hanno detto i colleghi della Commissione, lo hanno detto in Aula durante gli interventi e, ora, noi, uno per uno, lo diremo a chi ci ascolterà.

Il mio ordine del giorno è molto tecnico, però pone l'attenzione del Governo su delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale. Si chiede al Governo o, per lo meno, si mette sull'attenti un Governo che è molto distratto, oltre al sottosegretario che è qui presente, anche quando ha scritto questa norma, perché gli chiediamo di porre rimedio alle storture conseguenti alle modifiche introdotte dall'articolo 2. Infatti, nell'intento e nella foga di voler cancellare i “decreti Sicurezza” voluti dall'ex Ministro Salvini e di regolamentazione dell'immigrazione, si sono tutti fatti prendere - la maggioranza insieme al Governo - dalla voracità di voler far approdare sulle nostre coste ancora più migranti, ancora più clandestini. Lo avevano fatto questa estate con quelle norme e con la possibilità di regolarizzare tutti quelli che sarebbero dovuti entrare in Italia per lavorare, mentre invece erano già qui; lavoravano nei campi e ce n'erano pochi. Penso alla Ministra Bellanova, che si commuove quando parla dei migranti, un po' meno quando parla della nostra agricoltura. Quindi questi clandestini in Italia sono tantissimi. Negli ultimi tre anni gli aventi diritto alla protezione internazionale non raggiungono nemmeno il 7-8 per cento delle domande presentate. Questa è una problematica, perché queste persone, che vedono un diniego alla loro richiesta di protezione internazionale, vengono però lasciate libere nel nostro Paese, perché sappiamo benissimo che i rimpatri non sono possibili perché mancano molti accordi internazionali, ma anche con i Paesi con cui gli accordi ci sono è ancora più difficile spesso eseguire i rimpatri.

Eppure, quest'anno, sono arrivati oltre 12 mila tunisini e ricordiamo quanti contributi sono stati dati alla Tunisia, anche a scapito della nostra agricoltura. Ma, anche qui, il Ministro Bellanova non ci ha degnato di nessun commento. Ci sono persone che, una volta avuto il diniego o comunque quando arrivano in Italia e chiedono la protezione internazionale, fanno poi quello che vogliono. Spariscono, vanno in Europa, vanno in Germania, come è stato ricordato, vanno in Francia, a Nizza, e, magari, diventano protagonisti o meglio colpevoli organizzatori di attentati terroristi, che causano morti ingiuste e ingiustificabili. Questo non deve accadere in un Paese normale, in un Paese in cui c'è un rispetto fondamentale del diritto alla vita. E, invece di inasprire le pene e di pensare a ridurre gli arrivi sul territorio, il nostro Governo ha aperto i confini e i porti. Non è certo un segreto affermare che l'unico Ministro italiano che si è interessato dei diritti degli stranieri irregolari è stato il Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Solo grazie a lui, si sono ridotti gli sbarchi, i morti nel Mediterraneo e i numeri dell'immigrazione stavano finalmente diventando sostenibili. Sostenibili per noi italiani, che eravamo già presi da una crisi economica, oggi aggravata dall'emergenza Coronavirus, ma sostenibili anche per i tanti stranieri che vivono in Italia, rispettano le leggi e contribuiscono, con il loro lavoro e la loro attività, anche alla nostra economia, persone che hanno fatto grandi sacrifici e che vedono gli altri connazionali, ultimi arrivati, chiedere la protezione internazionale e ricevere tutto - casa, cibo, soldi - senza dare nulla. Oggi il nuovo - chiamiamolo - sistema di accoglienza e integrazione prevede, appunto, a carico delle nostre tasche, delle tasche degli italiani e anche dei comuni, che a queste persone sia assicurata qualunque cosa: corsi di lingua, ricerca del lavoro, anche se questi…

PRESIDENTE. È concluso il suo tempo da un po'. Concluda.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Sì, concludo, concludo, Presidente, per dire che il mio ordine del giorno, vuole che il Governo intervenga e che...

PRESIDENTE. La ringrazio.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Un attimo solo Presidente, concludo: si occupi di affermare il rispetto della Costituzione, anche nei procedimenti giurisdizionali che riguardano i richiedenti asilo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maurizio Lupi per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/40.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente, grazie anche della cortesia. Illustro volentieri l'ordine del giorno n. 9/2727-A/40, perché è anche l'opportunità e l'occasione …

PRESIDENTE. La prego, magari, di essere un po' più conciso.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, sì, ovviamente, Presidente, mi richiamerà lei, con la sua cortesia e con il suo garbo. Dicevo, questa è l'opportunità e l'occasione - qui si parla nell'ordine del giorno del sistema d'accoglienza - per chiarire e per precisare - visto che questo è l'unico strumento e l'unica opportunità che ci è data in un dibattito che sarà tutto contratto nei tempi - qual è la nostra posizione sul tema della accoglienza e dell'immigrazione, tema di cui si dibatte da anni. Dobbiamo essere molto sintetici e anche molto chiari: l'accoglienza è fondamentale, ma l'accoglienza deve essere dignitosa. L'immigrazione regolare e controllata non è una negatività per il sistema Paese, ma può essere un'opportunità. Quello che tutti noi combattiamo con forza è l'immigrazione clandestina, l'accoglienza che non è dignitosa, i luoghi dei sistemi di accoglienza dove la dignità umana viene calpestata, lo strumento con cui l'immigrazione diventa il commercio delle persone e diventa lo strumento per infiltrarsi, come ha già detto il collega Colucci nella sua dichiarazione di voto sulla questione di fiducia.

Ricordiamo il decreto del 2018 dell'allora Governo Salvini-Di Maio; Conte è lo stesso Presidente del Consiglio di allora e non so – apro e chiudo una parentesi - con quale criterio il Presidente del Consiglio Conte approva un decreto nel 2018, che ha un certo contenuto, e, successivamente, lo stesso Presidente del Consiglio approva un decreto-legge, in cui sconfessa, elimina e cambia radicalmente lo stesso decreto-legge. C'è una sola ragione per cui questo si può fare: si valutano i risultati, si vedono se i risultati di quel decreto-legge hanno avuto effetti positivi o hanno avuto effetti negativi e, se hanno avuto effetti negativi, questi si cambiano. In questo caso non lo si fa in base ai risultati, anzi, i dati di quel decreto erano andati esattamente in un'altra direzione. Tra l'altro, mi ricordo che, in sede di dibattito parlamentare, noi abbiamo molto insistito. Su questo devo dire che lo stesso Ministro dell'Interno allora aveva insistito. Era il famoso slogan, che tutti noi dicevamo: aiutiamoli a casa loro; le risorse dal sistema dell'accoglienza spostiamole al sistema degli aiuti nei Paesi da dove questi immigrati arrivano; lavoriamo perché la cooperazione e la possibilità dell'accoglienza sia fatta in quei Paesi; lavoriamo diplomaticamente perché si possa frenare quel flusso e selezioniamo chi vogliamo accogliere. È evidente che nessuno di noi non vuole non accogliere, per esempio, l'immigrazione derivata dalle guerre che accadono in questi Paesi e dalla limitazione delle libertà, i cosiddetti rifugiati politici. Ma quello che accade con l'immigrazione clandestina è sotto gli occhi di tutti e non possiamo negarlo e non lo si può confondere con l'idea di un'accoglienza pelosa, per cui non siamo uno Stato, non siamo una cultura accogliente, solo perché non accogliamo tutti. Ribadisco il principio dell'accoglienza dignitosa, altrimenti non è accoglienza, è un principio fondamentale. Chi viene accolto deve avere la possibilità poi di essere integrato e deve avere poi la possibilità di dare un proprio contributo. Quindi, la limitazione all'accoglienza è un dovere morale da parte dello Stato. Il proteggere i propri confini è un dovere da parte di uno Stato, non si può pensare che questo non accada. Così come, per il sistema di accoglienza, dobbiamo porre fine a quei luoghi di accoglienza che diventano dei lager, dove tutti i diritti umani vengono calpestati. Infine, c'è una direttiva europea - così illustro l'ultima parte dell'ordine del giorno -, mi scusi Presidente, altrimenti lei mi direbbe che sono andato fuori tema e non ho illustrato l'ordine del giorno...

PRESIDENTE. È andato, però, fuori tempo, più che fuori tema.

MAURIZIO LUPI….che all'articolo 17, paragrafo 4, dispone che gli Stati membri possono obbligare i richiedenti a sostenere o a contribuire ai costi delle condizioni materiali di accoglienza e dell'assistenza, previsti nella direttiva, qualora i richiedenti dispongano di sufficienti risorse; ad esempio, qualora siano stati occupati per un ragionevole lasso di tempo. Ecco, noi, siccome vogliamo adeguarci alle direttive europee, con questo ordine del giorno, chiediamo che il Governo attui questa direttiva. Ci sono soggetti che hanno la disponibilità economica per poter sostenere e contribuire a questi costi?

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Lo si faccia e vorremmo avere un impegno da parte del Governo in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casino per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/275.

MICHELE CASINO (FI). Grazie, Presidente. Il provvedimento all'esame dell'Aula, composto da 16 articoli, appare riconducibile a due finalità: la disciplina dell'immigrazione e dell'asilo, nonché l'adozione di misure in materia di ordine pubblico, in connessione con fenomeni quali il traffico di stupefacenti e disordini in pubblici esercizi.

Il preambolo del decreto-legge in esame fa, altresì, riferimento alla straordinaria necessità ed urgenza di introdurre disposizioni in materia di diritto penale. Nello specifico il provvedimento risulta, quindi, caratterizzato da un contenuto disorganico ed eterogeneo. Alle disposizioni in materia di immigrazione si aggiungono persino quelle relative alle comunicazioni dei detenuti sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis della legge 26 luglio, al divieto d'ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico intrattenimento o nelle loro adiacenze, al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web; infine, è prevista la modifica della denominazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in quella di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, con una ridefinizione sul piano normativo primario del suo ruolo di meccanismo nazionale di prevenzione, prorogando al contempo per due anni il mandato del collegio attualmente in carica. In riferimento alle politiche migratorie, il provvedimento introduce una serie di novità che non fanno altro che aumentare l'immigrazione clandestina.

Tra le quali la previsione del permesso di soggiorno per protezione speciale, che contribuirà, ancora una volta, inevitabilmente, ad isolare l'Italia e a rendere più complicato il ricollocamento dei migranti in altri Paesi dell'Unione europea. Come se non bastassero, vengono estese le casistiche e le possibilità di ottenimento dei permessi di soggiorno, prevedendo altresì un meccanismo di concessione degli stessi permessi talmente macchinoso tale da aumentare il contenzioso, senza considerare il fatto che l'introduzione di ipotesi di permessi di soggiorno poco tipizzate e dai confini estremamente vaghi si presteranno inevitabilmente a interpretazioni e prassi applicative altamente discrezionali. A ciò si aggiunga che, nonostante l'articolo 14 del presente provvedimento preveda la clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che le disposizioni in esso contenute non debbano comportare costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica, i bilanci dei comuni saranno inevitabilmente gravati dall'attuazione delle novelle introdotte dal presente provvedimento. Perciò, per queste motivazioni, chiediamo al Governo di impegnarsi a consultare in modo permanente, con cadenza trimestrale, nelle opportune sedi istituzionali, il sindaco e i consigli comunali dei comuni lì dove sono previsti i centri di accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonino Germanà. Ne ha facoltà. Non è presente in aula.

Il deputato Alessio Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/14.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Io illustro, come lei ha gentilmente ricordato, l'ordine del giorno n. 9/2727-A/71, che di fatto mira a programmare i flussi migratori sui prossimi tre anni, anche in considerazione della condizione della situazione economica in cui versa il Paese. Poco fa un collega della maggioranza, che peraltro stimo, mi ha ricordato come questo fosse uno dei capisaldi della legge Bossi-Fini e io, con una risposta ironica e spiritosa, ho detto: sì, perché noi eravamo già avanti all'epoca e quindi avevamo questa dote di comprendere che cosa vent'anni dopo sarebbe accaduto. E in effetti occorre programmare i flussi migratori, occorre governarli, soprattutto per non subirli. E facemmo una valutazione, leggendo la documentazione di cui siamo in possesso, relativamente alla legislazione prodotta dal centrodestra in materia di immigrazione, e tutta è - ed era - improntata a governare e non a subire i flussi migratori. Del resto ricordo ai colleghi della maggioranza, specie ai più schizzinosi del centrosinistra e del PD, che una tattica del genere venne adottata anche nel 1996 dall'allora Presidente del Consiglio democratico Romano Prodi, per affrontare quella che all'epoca era definita unanimemente l'incredibile ondata migratoria del popolo albanese. E che cosa fece? Ricorse semplicemente al blocco navale. Eppure all'epoca non ci furono le polemiche che sistematicamente leggiamo e ascoltiamo quando Fratelli d'Italia propone il blocco navale. Ed è statisticamente innegabile - statisticamente innegabile - che gli sbarchi siano ripresi in questo ultimo anno e con loro purtroppo aumentano anche le vittime, le vittime del mare, e chissà che ora che c'è il Partito Democratico al Governo su quali coscienze peseranno queste vittime del mare, che sono più o meno importanti, soprattutto in funzione di chi governa questo Paese. Ebbene, Fratelli d'Italia considera remota la possibilità che, con questa maggioranza di Governo, il flusso possa ridursi e così insistiamo affinché possa essere gestito e governato anche in funzione della utilità economica nazionale, perché, se proprio deve esserci un ritorno economico, vorremmo fosse per il Paese piuttosto che per le cooperative - bianche, rosse, non importa, fate voi - che hanno lucrato, creando il business sull'immigrazione. È con tutte le contraddizioni del caso che già diversi colleghi hanno ricordato qui in Aula, per cui a un anziano, a un pensionato italiano, 500 euro al mese sono sufficienti per vivere, ma esattamente il doppio e forse più del doppio sono insufficienti invece per un immigrato. E magari questo doppio proveniente pure dalla patrimoniale che la maggioranza vorrebbe imporre agli italiani!

E allora la protezione internazionale di cui si è parlato anche oggi è riservata ai richiedenti asilo e un Paese civile accoglie le persone perseguitate per i più disparati motivi, ma un Paese civile ha anche il diritto-dovere - vado a concludere Presidente - di vigilare rigorosamente sui requisiti necessari per ottenere quello status. Concludendo, quindi, noi chiediamo di definire nel documento programmatico sulle politiche migratorie un numero massimo di stranieri che lo Stato può ospitare, garantendo loro lavoro e dignità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Eduardo Ziello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/103.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Innanzitutto, prima di entrare all'interno del provvedimento e anche all'interno dell'illustrazione del mio ordine del giorno, va evidenziato come, per colpa del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, noi deputati della Lega e anche del centrodestra in generale siamo costretti a parlare di immigrazione quando ci sono milioni di imprese che stanno chiudendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quando ci sono migliaia di nostri connazionali alla fame, quando c'è una disoccupazione alle stelle! E per colpa della vostra ideologia, per colpa del vostro furore ideologico, voi ci obbligate a stare qui per parlare di quella politica che voi volete fare ripartire esattamente come accadeva fino al 2018, prima dell'insediamento di Matteo Salvini, quel sistema d'accoglienza che si fonderà totalmente sul vostro modello, quello dell'accoglienza diffusa: tanti centri sparsi dappertutto per creare una grande fascia di soldi a pioggia che andranno a quelle associazioni, a quelle cooperative, che lucreranno sul fenomeno dell'accoglienza e non faranno integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma creeranno ancora più insicurezza, cosa che noi avevamo eliminato con il nostro schema dei “decreti Sicurezza 1” e “2”. Non è assolutamente una priorità, non rientra all'interno dei fabbisogni principali del nostro contesto attuale, a meno che qualcuno non individui il “decreto Immigrazione” - che noi abbiamo definito come “decreto Invasione” - come una sorta di “decreto Ristori”. Certo, perché da quando è arrivato Matteo Salvini, tanti non hanno preso più niente; è arrivato il momento di restituirgli il torto fatto dal Ministro Salvini, visto che questo decreto esattamente costa quasi come un “decreto Ristori”: quasi 5 miliardi. Vi dovreste vergognare per questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), altro che “si fa l'invarianza finanziaria”.

Entriamo all'interno del merito del provvedimento. È un decreto assolutamente pericoloso, ma non dobbiamo stupirci di questo provvedimento, perché basta semplicemente leggere le dichiarazioni del Presidente del Parlamento europeo Sassoli per capire qual è la vostra filosofia. Dice il Presidente del Parlamento europeo: le società stanno invecchiando e quindi bisogna accogliere nuovi immigrati che andranno di fatto a sostituire i vecchi italiani. Questo è lo schema; e quindi come si fa ad attuare questo schema diabolico? Semplice, con un nuovo decreto, che va a smontare esattamente quel muro all'immigrazione clandestina che aveva costruito con tanto impegno il nostro Matteo Salvini, insieme al lavoro dell'ex sottosegretario Nicola Molteni. Voi andrete a distruggere un muro non di disumanità, voi state distruggendo un muro che andava a garantire la legalità e la sicurezza delle nostre città, perché per colpa del vostro decreto voi lascerete tantissimi sindaci, anche del Partito Democratico, senza tutele per i cittadini che amministrano. I sindaci nel vostro decreto non sono assolutamente citati, i sindaci si ritroveranno centinaia di immigrati da un giorno all'altro nel comune che amministrano, senza neanche una comunicazione.

Noi avevamo chiesto di informare preventivamente il sindaco e voi ci avete bocciato l'emendamento; questo è il rispetto che avete dei rappresentanti a livello locale dei cittadini, dovreste vergognarvi per questo, perché i sindaci sono in prima linea, sono in frontiera; soprattutto in una situazione difficoltosa come quella pandemica, stanno dando delle risposte importanti ai cittadini e il Parlamento italiano dovrebbe tutelarli e dargli nuovi poteri, non andare a mortificarli soprattutto nel sistema dell'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poi, e chiudo, Presidente, introducete ben otto permessi di soggiorno che potranno essere riconvertiti in permessi di lavoro. Lo dicevo all'inizio del mio intervento, stiamo vivendo una fase di disoccupazione enorme e voi che cosa fate? Andate a creare una guerra atroce tra poveri, perché tantissimi immigrati che avranno il permesso di soggiorno convertito in permesso per motivi di lavoro andranno a rubare un posto di lavoro a un nostro connazionale.

Altro punto: eliminate la mega multa che avevamo determinato per tutte quelle navi che andavano a violare il divieto del Ministro dell'Interno sulla circolazione e sulla sosta all'interno delle nostre acque territoriali e, tra l'altro, che cosa inserite, qui? Inserite un bello scudo penale per chi fa questo, perché basterà semplicemente comunicare il soccorso al centro per il coordinamento e quella nave non sarà mai oggetto di alcuna sanzione, è esattamente una sanatoria per l'immigrazione clandestina, sanatoria dalla quale ripartirà quella mangiatoia che noi avevamo fermato grazie a Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Veronica Giannone per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/42. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 261 del 21 ottobre 2020 è stato pubblicato il decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, che ha introdotto rilevanti novità in materia di immigrazione e modifiche ai procedimenti di protezione internazionale. È notevolmente ampliato il numero di permessi di soggiorno per i quali è possibile chiedere la conversione in permesso di lavoro subordinato. Oltre al permesso per motivi di studio, adesso anche i permessi per protezione speciale, calamità, residenza elettiva, sport, attività artistica, motivi religiosi, attesa cittadinanza e assistenza minori potranno essere convertiti, alla scadenza, in permessi di lavoro subordinato. Il permesso per protezione speciale, prima circoscritto ai casi in cui, pur mancando i presupposti per la concessione della protezione internazionale, lo straniero non poteva fare ritorno nel proprio Paese per il rischio di essere sottoposto a tortura o a trattamento inumano e degradante, è stato esteso anche ai casi in cui l'allontanamento dello straniero comporterebbe una violazione del diritto alla sua vita privata e familiare, valutata tenendo conto dell'effettività dei vincoli familiari dell'interessato, del suo effettivo inserimento sociale, della durata del soggiorno in Italia, dell'esistenza di legami familiari, sociali e culturali con il proprio Paese di origine.

Come sappiamo, Presidente, le espulsioni sono uno dei principali problemi della gestione dei flussi migratori verso l'Italia, ma anche uno dei più delicati; non ci dimentichiamo che fra i cosiddetti irregolari ci sono anche decine di persone che hanno un lavoro, ma che non possono essere regolarizzate e il Governo, invece di pensare a risolvere questo annoso problema, cosa fa? Amplia a dismisura la possibilità di convertire i permessi di soggiorno temporanei legati a determinate situazioni; questo diventerà un trampolino per la regolarizzazione di un numero poco controllabile di persone giunte nel nostro Paese soltanto in maniera temporanea per assolvere ad impegni di lavoro in ambito artistico, per esempio, o religioso. Non dimentichiamo - e ci tengo a ribadirlo - che la titolarità di un permesso di soggiorno per lavoro consente, tra le altre cose, di effettuare il ricongiungimento familiare e che, di conseguenza, un accesso troppo facilitato a tale tipologia di permesso di soggiorno potrebbe generare delle disfunzioni nel sistema dei flussi migratori. In generale, comunque, espellere una persona è materialmente molto difficile, sia per questioni di forze e costi, sia per ragioni legislative. Insomma, Presidente, si apre la strada ad innumerevoli richieste di conversione.

Con quest'ordine del giorno si richiede di mantenere esclusivamente due tipologie di permesso: per assistenza minori e per protezione speciale. Tutti gli altri tipi andrebbero eliminati, perché snaturano l'essenza stessa del titolo originario di questo decreto. Si richiede, inoltre, di intervenire sul sistema delle espulsioni. È necessario prevedere misure idonee per riformare questo sistema che soffre di scarsa efficacia e penuria di risorse.

Per concludere, Presidente, la convertibilità al lavoro dovrebbe tenere conto di caratteristiche tipiche e peculiari del titolo di soggiorno; quanto si sta apprestando a fare comporterà l'apertura di una porta di accesso poco controllabile a forme più stabili di permesso di soggiorno, senza alcun progetto di reale integrazione per tutte queste persone (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. È evidente che questo decreto nella sua conversione è stato ulteriormente peggiorato dalla maggioranza, se ancora poteva essere peggiorato. C'è qui il Vice Ministro, il quale è stato sempre presente nei lavori della Commissione affari costituzionali e al quale abbiamo proposto molto spesso quelle che vengono normalmente definite proposte emendative ragionevoli, di buonsenso, in realtà, anche sul piano tecnico, proposte che potevano migliorare l'efficacia del provvedimento, in alcune parti, evidentemente, del tutto sconclusionato, mi permetta il rappresentante del Governo, ma lo sa anche lui, perché ha visto nei vari passaggi quello che abbiamo evidenziato.

Tuttavia, c'è una parte che, sicuramente, dimostra qual è anche la finalità a questo punto esclusivamente politica del provvedimento, al di là delle paventate novità che, invece, dovevano trasformare l'ordinamento in materia di immigrazione in senso più umanitario o, comunque, tenendo conto di tutti i presupposti ai fini dell'accoglienza. In realtà, con quell'emendamento, mi pare a firma Ceccanti, sul “decreto Flussi”, avete eliminato il “decreto Flussi”; di fatto, non c'è più questo provvedimento e, quindi, nel mio ordine del giorno, vado subito all'impegno, credo che su questo si possa ragionare, perché voi avete detto: no, non è così, tenteremo di verificare, di vedere… Ebbene, l'impegno è solo quello di tenere conto di una gestione ordinata del fenomeno migratorio attraverso un provvedimento apposito, quindi un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentite le competenti Commissioni parlamentari, con il quale si definiscano le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale, tenuto conto dei ricongiungimenti familiari e delle misure di protezione temporanea eventualmente disposte. È evidente che con il meccanismo di conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro, con tutti i meccanismi che sono stati introdotti, con l'idea di percorsi di accoglienza che prevedono varie forme di orientamento culturale, di assistenza psicologica e così via, quindi, non si comprende perché nel campo del lavoro non si debba tenere conto di una quota e tenere conto anche - come si diceva, ricorda Vice Ministro, nel lungo dibattito in questi giorni in Commissione affari costituzionali - delle condizioni macro economiche del momento o della situazione emergenziale. Infatti, non si comprende perché la decretazione emergenziale produca effetti su qualsiasi cittadino italiano, anche ai fini economici e finanziari, anche ai fini della libertà personale e, invece, l'emergenza che crea diritto, come ci dice sempre il Presidente del Consiglio, e può creare diritto, non crei il diritto anche in funzione di quelle che sono le possibilità effettive, secondo i limiti della situazione macro economica del Paese, secondo, quindi, i limiti anche dei flussi che sono ammissibili rispetto alle quote di lavoro, e perché questo non debba essere considerato. Quindi, non comprendo perché non si possa - se è vero, così come, lo ricordo, il relatore in Commissione ha più volte ribadito, che comunque dovremo fare e verificare queste quote, perché una quota massima rispetto al lavoro deve tenere conto delle condizioni complessive in questo momento particolare, anche di quelle di emergenza sanitaria che determinano effetti, abbiamo decreti COVID che determinano effetti emergenziali sull'economia e sul sistema finanziario, nei preamboli tutti i decreti c'è scritto questo - tenere conto di questo, delle contingenze e, quindi, anche di determinare questi flussi.

Io parlo di queste questioni, perché sono state oggetto della discussione in Commissione. Ho sentito tanti interventi, mi permetto di dire, a volte slegati dal dibattito che è avvenuto in Commissione; io ancora credo che sia possibile, nel dibattito parlamentare, almeno negli impegni del Governo, tenere conto che questa disciplina delle quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato o per attività anche stagionale sia comunque determinabile sulla base di quello che è il combinato disposto di tutta la situazione attuale, economica, sanitaria ed emergenziale, se è vero, come è vero, che quell'emendamento Ceccanti, così come voi avete detto, non ha toccato o intaccato questo aspetto.

Se non ha intaccato questo impegno, o almeno l'ha intaccato solo in parte, si può prendere, viste le condizioni in cui ci troviamo in questo momento, tenendo conto - poi lo potete anche riformulare, anche precisando, se volete - anche delle condizioni e della contingenza economica e sanitaria del momento. Perché, se questo è ammissibile ed è doveroso per i cittadini italiani, deve essere anche previsto per i cittadini stranieri…

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE….in particolare con il “decreto Flussi”. Penso che ciò sia possibile; mi rivolgo al relatore, con cui praticamente abbiamo discusso a lungo di questi temi, e al rappresentante del Governo, sperando che sia accolta questa proposta, per dimostrare anche che politicamente l'intendimento non è quello che invece sembra essere quello principale da parte vostra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucrezia Maria Benedetta Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno che ho presentato parte dalla riflessione che una minaccia internazionale non possa essere affrontata senza guardare a ciò che sta accadendo in Europa. Non mi riferisco alle decisioni che sono state prese in sede istituzionale o dai partner europei, da cui peraltro siamo stati esclusi durante il Summit dedicato al tema del terrorismo, ma sto parlando dei tanti attacchi che il nostro continente ha subito nell'ultimo triennio; fatti tragici, fatti sanguinosi, che hanno sconvolto l'Europa intera, ma che non hanno focalizzato l'attenzione sulla tutela dei confini e sull'interesse dell'intera nazione. Come ricordava poco fa l'onorevole Caretta, è trascorso solo un mese dalla tragedia che ha sconvolto la Francia, la tragedia dell'attentato nella cattedrale di Nizza, ma tutto questo sembra essere stato lasciato alle spalle almeno per questo Governo. L'Italia, infatti, è entrata con disonore nella cronaca francese come punto d'approdo dell'attentatore, che poi ha compiuto liberamente la sua mattanza sul suolo transalpino. Nemmeno questo, Presidente, è servito a fermare lo scempio di un provvedimento che sembra essere un regalo natalizio per scafisti, per terroristi e per tutti coloro che lucrano sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Vede, Presidente, l'attentatore, sbarcato a Lampedusa il 20 settembre scorso, nel giro di un mese, è riuscito a mettere in atto il suo piano di morte senza evidentemente subire alcun controllo e io credo che questo fatto meriti davvero una riflessione. La libera circolazione di persone è un valore imprescindibile per questa Europa, ma certamente devono essere rafforzati la sicurezza e i controlli, soprattutto nei Paesi come il nostro, che sono confine esterno dell'Unione europea. Ed è inutile dire che l'Unione europea non è stata in grado di sostenere il nostro bisogno rispetto alle necessità di tutelare le frontiere: a questa lacuna si potrà porre rimedio solo attraverso un'adeguata cooperazione tra apparati di sicurezza. Presidente, questo ordine del giorno intende infatti impegnare il Governo ad affrontare il binomio “immigrazione illegale-terrorismo internazionale” attraverso una maggiore sinergia tra intelligence europee, uno scambio di informazioni costante e proficuo in un'ottica di prevenzione, che necessita anche di un rafforzamento dei controlli delle frontiere marittime e terrestri, al fine di tutelare la sicurezza nazionale e continentale. Perché, Presidente, credere nell'Europa dei popoli significa avere il coraggio di prendere posizioni decise per proteggere e tutelare i nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgia Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Il Governo e la maggioranza hanno smantellato il “decreto Sicurezza” di Salvini e hanno dato vita al “decreto Clandestini” che farà entrare tutti - porti aperti - e l'Italia ritornerà ad essere il centro profughi dell'Europa che c'era prima.

Ma voglio ricordare alla sinistra che, proprio sull'immigrazione, siete andati a casa l'ultima volta, per cui vi dovete vergognare di riportare qualcosa per cui i cittadini vi hanno già bocciato. Nel mio ordine del giorno richiamo un problema che ho già sollevato al Ministro Lamorgese attraverso un'interrogazione che ho presentato lo scorso mese di luglio e che riguardava gli episodi avvenuti questa estate nel nostro Paese in diversi centri d'accoglienza, dove, in piena emergenza COVID, dopo essere stati riscontrati diversi casi di immigrati positivi, si sono verificate delle vere e proprie fughe dai centri d'accoglienza, creando problemi per la salute e di ordine pubblico. In quell'occasione ho portato all'attenzione del Ministro Lamorgese il caso verificatosi nel centro d'accoglienza di Jesolo, una nota località turistica del litorale veneziano, centro gestito dalla Croce rossa, con la presenza di un centinaio di immigrati, tra cui la metà risultavano positivi al COVID e, nonostante questo, riuscivano a fuggire ai controlli, ad uscire dal centro, creando forti preoccupazioni tra la popolazione ed i turisti. In quell'occasione chiesi la revoca della concessione alla Croce rossa, proprio per la sua carente e irresponsabile gestione, oltre, ovviamente, alla totale inadeguatezza del sito, posizionato in una spiaggia turistica. La risposta del Ministro alla mia interrogazione è stata molto vaga o quasi nulla, senza un particolare impegno, che però con questo ordine del giorno potrebbe magari esplicitarsi. Ritengo che questo “decreto Clandestini”, dei porti aperti a tutti, riporterà davvero l'Italia a essere il centro profughi d'Europa e chiedo che almeno vi sia il buon senso di inserire delle regole ferree e adeguate per chi deve gestire e chi deve controllare i centri d'accoglienza. Non è tollerabile scherzare sulla pelle dei cittadini, pensare al solo scopo di riattivare la mangiatoia del business degli immigrati nascosta dietro il vostro finto buonismo. Il “decreto Salvini”, che avevano voluto anche i 5 Stelle, con Conte, aveva bloccato gli sbarchi, che sono ripartiti solo dopo, quando la sinistra ha voluto non applicare il “decreto Salvini”; così è ripartito il vostro percorso. Tornando al tema, appare fondamentale che le strutture per l'accoglienza vengano gestite da operatori che abbiano esperienza e competenza, in grado di effettuare controlli efficaci e rigorosi all'interno dei centri. È importante che siano previsti controlli regolari sui gestori delle strutture, tali da poter individuare le situazioni non idonee ed impedire il rinnovo delle concessioni e le partecipazioni ai bandi a certe cooperative che hanno solo a che fare con il business dei clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! I responsabili delle strutture per l'accoglienza dei rifugiati hanno la responsabilità della gestione del centro di accoglienza e delle persone che vengono ospitate, e devono ritenersi responsabili se una mancata sorveglianza causa la fuga di queste persone, come appunto è avvenuto in Umbria, in Puglia, in Basilicata, in Veneto e in molte località. Se già è grave in qualunque circostanza che vi siano dei clandestini senza identità, affidati a strutture autorizzate, finalizzate, finanziate con i fondi pubblici, che possono fuggire da ogni tipo di vigilanza, è addirittura pericoloso per la salute di tutti i cittadini che ciò accada in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui viene posta particolare attenzione per il COVID dai nostri cittadini, che stanno facendo tantissime rinunce. Vedete, quello che chiediamo con questo ordine del giorno sono regole rigide, è far sì che siano fissati stringenti criteri per coloro ai quali viene affidata la gestione dell'immigrazione e dell'accoglienza e che ci sia la possibilità di revocare queste concessioni, o addirittura di non ammettere ai bandi chi non è in grado di garantire vera vigilanza, tutto il giorno, giorno e notte: nessuno deve poter uscire dal centro, se non è nelle condizioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Concludo semplicemente auspicando che questo ordine del giorno venga approvato, ma sono certa che, dopo questo “decreto Clandestini”, andrete sicuramente a casa con le prossime votazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Eugenio Sangregorio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

Non c'è: si intende che vi abbia rinunziato.

La deputata Fitzgerald Nissoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/276.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Vice Ministro, in questo provvedimento si tocca anche il tema della cittadinanza per gli aspetti inerenti l'iter burocratico, ma c'è un grande assente, e cioè quell'insieme di persone che, nate in Italia da genitori italiani, hanno perso la cittadinanza in seguito ad espatrio. Italiani di fatto, italiani come me, come lei, signor Vice Ministro, nati in Italia: alcuni, pensate, hanno addirittura fatto il servizio militare in Italia. Persone che hanno perduto la cittadinanza, e adesso chiedono, e lo stanno chiedendo da diversi anni, di poterla riacquistare. Per questa ragione ho presentato questo ordine del giorno, che chiede al Governo di lavorare per permettere a queste persone - lo ripeto, italiani di fatto - di riacquistare la cittadinanza, facendone espressa richiesta all'ufficio consolare italiano nel territorio della loro residenza estera.

Signor Presidente, si tratta di una questione irrisolta, poiché negli anni Novanta, quando vi è stata la possibilità di riacquistare la cittadinanza, pochi ne erano a conoscenza, purtroppo per una mancanza di un'adeguata comunicazione istituzionale, e per questa ragione oggi faccio appello affinché questa ingiustizia venga sanata.

Ogni giorno ricevo lettere da qualche italiano all'estero, o meglio, ex italiano, dato che appunto ha perduto la cittadinanza, che mi chiede: “Quando posso riacquistare la cittadinanza? Io, che figlio di italiani, sono nato in Italia, che ho fatto le scuole in Italia, che ho zii, cugini, amici e parenti in Italia, quando potrò riavere la mia cittadinanza?” Ecco, io questa domanda la faccio a lei, signor Vice Ministro, chiedendo di accogliere il mio ordine del giorno e di prendere un impegno che, sia ben chiaro, non è un impegno verso di me, ma è verso quegli italiani che sono italiani a tutti gli effetti, ma necessitano di una nuova norma che permetta loro di essere cittadini con pieni diritti. Parliamo di italiani che vivono la loro identità nazionale ogni giorno, in tutto ciò che fanno, anche se lontani dalla madrepatria, che portano però sempre nel cuore; un fatto che ha anche risvolti esistenziali, perché vivono un conflitto tra la realtà di fatto e quella di diritto, che non li considera più italiani.

Signor Vice Ministro, dobbiamo prestare attenzione anche a queste persone: un Paese come l'Italia, culla della civiltà giuridica e ricca di umanesimo, non può dimenticare i propri figli. Stiamo lavorando per rendere l'Italia più innovativa, e sicuramente lo potrà essere anche con il contributo prezioso degli italiani all'estero. Si tratta di persone che hanno sempre promosso il made in Italy, persone che hanno il sangue italiano e che promuovono in maniera efficace la cultura italiana; anche perché a volte sono dei veri e propri influencer nella società dove vivono.

Signor Presidente, signor Vice Ministro, si tratta di un vero debito di riconoscenza verso queste persone, e credo che sia davvero arrivato il momento che la legge e la realtà tornino a coincidere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Marco Osnato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/6.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Signori del Governo, colleghi, questo ordine del giorno tratta di un argomento che è stato nelle scorse settimane, ed è tuttora, un nervo scoperto di questo Governo: stiamo parlando del tema delle carceri e di coloro che operano nelle carceri, ovvero la Polizia penitenziaria. Abbiamo ancora tutti negli occhi le scene di ribellione all'interno delle case di reclusione, abbiamo ancora tutti contezza di quello che abbiamo letto nelle cronache, della difficoltà di una vera attività di controllo su ciò che succede all'interno di alcune carceri, abbiamo letto di telefonini che girano serenamente, come fossero caramelle, all'interno di celle in carceri di massima sicurezza; abbiamo letto tutti e abbiamo visto tutti agenti della Polizia penitenziaria, magari, costretti a turni massacranti, che, addirittura, sono stati presi in ostaggio da coloro che, rispondendo probabilmente a logiche criminali, avevano deciso di trasformare in campi di battaglia le carceri italiane, magari, aspettando che qualche Ministro un po' distratto continuasse a firmare decreti di scarcerazione per boss o per pericolosi criminali, come è successo incredibilmente nella nostra nazione.

E, allora, qui noi chiediamo di creare quelle condizioni affinché, proprio agevolando l'attività di Polizia penitenziaria all'interno degli istituti di reclusione, si possa anche aumentare l'attività di controllo, l'attività di vigilanza, l'attività di intelligence all'interno degli stessi e, quindi, migliorare anche la vivibilità generale nelle carceri stesse. Perché se è vero che, generalmente, se si è in reclusi, evidentemente, qualche reato si è commesso, è anche vero che qualcuno vuole espiare la propria pena, magari in una logica di redenzione e anche di recupero verso un inserimento futuro in società e non vuole essere costretto a subire angherie, ingiustizie e violenze da coloro che, invece, criminali rimangono e vogliono ottenere l'atteggiamento tale anche nei confronti degli altri.

E allora, noi possiamo capire da questo ordine del giorno che, dal 2015, dalla famosa “legge Madia” in poi, con una serie di decreti attuativi della stessa, le unità di Polizia penitenziaria sono state ridotte fino, addirittura, a 4 mila e oltre unità. Ciò a fronte di uno sforzo che, se non ricordo male, fu condiviso a livello quasi unanime: nella prima occasione di bilancio del Governo giallo-verde stanziammo delle cifre in modo condiviso per creare delle nuove assunzioni, per fare dei nuovi concorsi per le Forze di polizia penitenziaria, che però aspettano ancora, per essere assegnate, che, all'interno del Dipartimento di amministrazione penitenziaria - altro grande vulnus di questi ultimi mesi -, si faccia una sorta di pianificazione della pianta organica dei diversi istituti. Ossia, noi abbiamo approvato e finanziato, tutti insieme, degli inserimenti di agenti di Polizia penitenziaria, mi pare che gran parte dei concorsi siano stati anche espletati, ma non possiamo arrivare all'assegnazione perché qualcuno non ha ancora deliberato come, in che modo e in che fattispecie logistica queste attribuzioni possano essere svolte. E, quindi, anche a fronte di una difficoltà di decidere come smistare le 715 unità di carattere dirigenziale, stiamo aspettando che questa grande emergenza di personale all'interno delle case di reclusione possa essere risolta, quando, qui dentro, quello che c'era da fare era stato fatto.

E questo, Presidente, è l'aspetto più frustrante per chi, come noi, fa politica con l'idea del fare: quelle che erano le nostre prerogative noi le abbiamo esercitate, le abbiamo, come dicevo, esercitate anche in modo abbastanza condiviso, poi chi deve mettere in pratica queste istruzioni non lo fa. Quindi, concludo, dicendo che auspichiamo che, anche grazie a questo ordine del giorno, il Ministero della Giustizia possa finalmente concludere questo iter e dare risposte a coloro che aspettano di entrare in servizio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Mirco Bàdole ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/163.

MIRCO BADOLE (LEGA). Badòle, Presidente. Grazie, Presidente, in questo clima surreale, con i banchi della maggioranza praticamente vuoti, intervengo per illustrare questo mio ordine del giorno, sperando che venga preso in considerazione ed approvato, perché riguarda uno dei tanti temi riguardanti la sicurezza, a cui noi del gruppo Lega cerchiamo di metterci qualche penosa pezza.

In particolare con quest'ordine del giorno si propone di intervenire sulle disposizioni in materia di trattenimento degli stranieri e, nello specifico, per quanto riguarda le zone aeroportuali. Gli stranieri, infatti, giunti in modo irregolare in Italia e che non fanno richiesta di protezione internazionale, o non ne hanno i requisiti, sono destinatari di un provvedimento di espulsione da parte delle forze dell'ordine. Le operazioni aeroportuali dei cosiddetti voli di rimpatrio e le procedure di riconoscimento dei cittadini extracomunitari entrati illegalmente nel nostro territorio nazionale sono spesso espletate all'interno del sedime aeroportuale, derogando alle più elementari misure di sicurezza aeroportuale, con il rischio di causare incidenti anche gravi. Inoltre, spesso accade che la sorveglianza degli immigrati sia affidata a personale qualificato in materia di prevenzione in ambito aeroportuale destinato, ad esempio, ad operazioni di antisabotaggio e antiterrorismo e che, quindi, viene distolto da questi importanti compiti.

Questo ordine del giorno impegna il Governo ad intervenire con degli appositi strumenti per dare indicazioni attuative sulle modalità di gestione dei rimpatri affinché vengano effettuate senza distogliere personale qualificato che opera all'interno degli aeroporti con importanti compiti di prevenzione dei rischi e che, quindi, la vigilanza degli immigrati clandestini sia svolta esclusivamente dal personale delle Forze di polizia appositamente designato e potenziato, disponendo che la permanenza dei cittadini irregolari nell'aeroporto sia limitata esclusivamente alle procedure d'imbarco e sbarco, mitigando così il rischio di procurare incidenti che possono pregiudicare il normale traffico aereo. Come ho detto prima, questo è un tentativo di “mettere una piccola pezza” a questo scandaloso e vergognoso provvedimento partorito dal Governo PD- MoVimento 5 Stelle-LeU-Italia Viva.

Concludo invitandovi a pensare di più alle nostre imprese, alle nostre attività commerciali, al nostro tessuto produttivo ed a pensare un po' meno ai clandestini che già tanti problemi ci hanno portato e chissà quanti ne porteranno ancora dentro casa nostra. Colleghi di maggioranza, vergognatevi per questo decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Il decreto che oggi discutiamo, l'ordine del giorno che è a corredo di questo decreto riguarda un decreto omnibus nel quale convergono tante di quelle materie che, come dire, neanche Nostro Signore, con tutte le fatiche che, in sette giorni dovette…, si riposò il settimo giorno, ma qui ne sono state messe talmente tante che Lui stesso avrebbe avuto problemi. Perché fare un pot-pourri infilando dentro il divieto di accesso agli esercizi pubblici, l'immigrazione, la protezione internazionale, il contrasto all'utilizzo distorto del web, la disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Presidente, non è un decreto ordinato; qui regnano il caos e il disordine. Venendo a questo disordine, in questo totale disordine il Governo, la maggioranza non trovano di meglio che intervenire in uno di quelli che erano i punti nodali del “decreto Salvini”, del “decreto Sicurezza”. Il punto nodale era legato al contrasto dell'immigrazione clandestina, soprattutto a quelle fabbriche, fabbriche di immigrazione clandestina che, ahimè, erano diventate varie ONG che, lucrando, ahimè, sulla pelle dei disperati, portavano in Italia migliaia e migliaia di clandestini. Bene, erano previste delle sanzioni, sanzioni chiare che riguardavano l'ingresso, riguardavano la sosta, riguardavano il transito delle ONG. Una sanzione per essere effettiva e per essere efficace deve avere la capacità di impedire un comportamento. Per questo motivo, le multe previste andavano da 150 mila a un milione di euro, con peraltro l'estensione della responsabilità solidale all'armatore della nave. Beh, cosa è rimasto di tutto questo? Nulla, nulla. Cioè, tutto questo è stato spazzato via! Noi…Voi, anzi non noi, voi, in questo modo, togliendo via peraltro anche questo riferimento all'ingresso delle navi, perché sono rimasti soltanto il transito e la sosta, togliendo via questo riferimento all'ingresso, disponete l'esclusione per le operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento, quindi io prendo gli immigrati, lo comunico al centro di coordinamento e solo per questo entro, senza rischiare nulla, dentro lo Stato italiano. Cosa avviene se non c'è l'osservanza delle regole minime? C'è il rischio di andare incontro a una multa, Presidente, da 10 mila euro a 50 mila euro. Ora, signori del Governo, signori della maggioranza, vorrei che fosse chiaro: da 10 mila a 50 mila euro. Ma, per avere un'idea, il nostro codice penale è ricco, ovviamente, in termini di sanzioni, di multe, di sanzioni che partono o arrivano a 10 mila euro; ce n'è una, prevista dall'articolo 726 del codice penale, che riguarda coloro che compiono atti contrari alla pubblica decenza: per questo reato è prevista una multa di 10 mila euro. Ora, secondo voi, l'offesa all'integrità dello Stato italiano, la violazione dei principi costituzionali di uno Stato, equivale a mostrare le terga in pubblico? Equivale, tutto ciò, soltanto a una sanzione del genere? Bene, tutto ciò non è un'offesa alla pubblica decenza, tutto quello che state facendo è un'offesa allo Stato italiano e a quello che dovrebbe essere il vostro interesse: proteggere non i confini, ma l'integrità di una comunità, che così viene violata nella sua natura esistenziale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Io la ringrazio per l'accostamento a un famoso giornalista, che non ho avuto piacere, però, di conoscere…

PRESIDENTE. Ci sono un po' di correzioni sul foglio, quindi le chiedo scusa…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ha ragione lei, sicuramente, Presidente.

PRESIDENTE. Esatto, anche perché voi siete i protagonisti di una serie di spostamenti…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Siamo creativi, siamo creativi, sì…

PRESIDENTE. Prego, deputato Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Questo ordine del giorno sarebbe volto a cercare di far presente a questo Governo che con questo disegno di legge non sta tutelando delle debolezze che sono di fatto all'interno di una debolezza più generale. Infatti, premesso che il provvedimento in esame, negli articoli da 6 a 10, prevede specifiche modifiche al codice penale; che le politiche di immigrazione incontrollata poste in atto dal Governo comportano, tra l'altro, l'effetto di un continuo incremento degli episodi legati alla criminalità più o meno organizzata, sia nella commissione dei classici reati di minaccia, di violenza privata, di offesa al decoro, di mancato rispetto dell'ordine pubblico e spaccio, compiuti come singoli, che nella presenza sempre più radicata sul nostro territorio delle nuove mafie legate specificamente ai Paesi a maggior flusso immigratorio; che recentemente si è, d'altro canto, celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma che molte immigrate irregolari sono costrette a prostituirsi dai loro aguzzini, trovandosi le stesse donne in una situazione di evidente debolezza, determinata tra l'altro dal mancato possesso di documenti regolari, dalla mancata comprensione della lingua e da una condizione complessiva che si avvicina molto a quella che potrebbe essere definita come una vera e propria situazione di schiavitù; che tra i reati che comportano il diniego e la revoca dello status di rifugiato e l'esclusione dalla protezione sussidiaria, non rientrano quindi, con queste modifiche, ad oggi, i delitti di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione; ci cominciamo a chiedere e a segnalare al Governo perché, per questa maggioranza, per questo Governo, l'universo femminile, di quelle donne che vengono da questi Paesi, da questi flussi migratori, sia costituito da donne invisibili.

Voi state dimenticando che, se un Paese cede su questi principi, cioè quelli della mancata tutela di questo universo, cioè dei deboli fra i deboli, allora non può dirsi sicuramente un Paese civile. Fratelli d'Italia aveva fatto molte proposte in merito: avevamo chiesto che, per godere dei benefici economici da parte dello Stato, si dovesse produrre una certificazione del proprio stato patrimoniale; ci è stato bocciato. Poi - e su questo credo che dovremmo essere tutti d'accordo, manca una politica verso l'Africa, manca una politica di sostegno a livello internazionale verso l'Africa - avevamo chiesto che si creassero degli hotspot nei Paesi di provenienza, che costringerebbero ad un'attività però diplomatica ad oggi inesistente, e non parlo soltanto di Libia, parlo di Tunisia, di Algeria, di Nigeria, di Senegal. Ecco, l'immobilità dell'Occidente a fronte di un perdurante fenomeno di colonialismo economico, quanto meno, prodotto ad esempio dalla Cina; anche in questa immobilità l'Italia, purtroppo, sta brillando per mancanza di iniziative. Avevamo chiesto di irrobustire i motivi di espulsione di fronte a crimini commessi in Italia, ma anche su questo si vuole chiudere gli occhi, cioè noi fingiamo di non vedere e di non sapere che nelle periferie d'Italia, fra i vari misfatti che vengono compiuti, c'è anche quello di uno sfruttamento della prostituzione che veramente rasenta la riduzione in schiavitù per molte donne che vengono tradotte in Italia praticamente per essere poi sfruttate. Ed ecco perché con questo ordine del giorno chiedevamo che il Governo si impegnasse ad adottare le opportune iniziative, anche mediante l'adozione di provvedimenti normativi, volte a modificare il testo del decreto legislativo del 9 novembre 2007, n. 251, prevedendo espressamente il diniego e la revoca dello status di rifugiato e l'esclusione della protezione sussidiaria anche per tutti i soggetti che abbiano commesso uno dei delitti previsti dall'articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75. Capiamo che questo ordine del giorno sia di difficile accoglimento perché significherebbe ammettere che in effetti e in realtà noi non vogliamo tutelare quelle donne, non interessano, non fanno voti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Vittorio che avevo chiamato prima era il deputato Sgarbi, che dovrebbe illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/38, ma non è presente. La deputata Bisa ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/144.

INGRID BISA (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, è veramente surreale, voglio ribadirlo nuovamente, che noi stiamo parlando in quest'Aula di questo decreto e fuori ci sono aziende che chiudono, professionisti in grosse difficoltà senza nessun tipo di aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e questo è giusto che i cittadini che ci ascoltano lo sappiano. È surreale che ci sia una maggioranza distante dal Paese reale, è surreale che ci sia una parte della maggioranza, oggi non presente in quest'Aula, che voterà a favore di questo decreto per smantellare quel “decreto Salvini”, il decreto in materia di immigrazione su cui nel precedente Governo aveva votato a favore. Questa è una cosa veramente vergognosa, solo per far sì che voi rimaniate attaccati a quelle poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Presidente, l'esame di questo ordine del giorno è di particolare importanza sia per una questione procedurale in ordine all'iter del provvedimento in esame sia per le modifiche di merito. A livello procedurale perché è importante l'esame? Perché è la prima volta in cui viene esaminato questo articolo, essendo stato bloccato l'esame del provvedimento in I Commissione all'articolo 6, perché avevate fretta, avevate fretta di dare il mandato al relatore affinché riferisse in Assemblea; e questa è l'ennesima vergogna di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È stata una discussione strozzata in Commissione e questa è un'altrettanta vergogna. Ecco l'importanza dell'illustrazione di questo ordine del giorno, che ora vi spiego nel merito. Vedete, siamo in Parlamento, dove la forma è anche sostanza, e non aver permesso alla Commissione Giustizia di lavorare in congiunta con la I Commissione è stato veramente riduttivo per l'apporto che la Commissione Giustizia poteva dare a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Infatti, l'articolo 7 di questo decreto va a modificare l'articolo 131 del codice penale; articolo che era stato modificato con i “decreti Salvini” e aveva ampliato l'applicazione della norma, escludendo la tenuità del fatto per i reati contro i pubblici ufficiali. Sappiamo che non è la prima volta che in quest'Aula, in questa legislatura, si parla di pubblici ufficiali e l'intento dei “decreti Salvini”, che ora con questo “decreto Clandestini” state smantellando, era proprio quello di cercare di tutelare tutti i soggetti che rientrano nella disciplina e nella categoria dei pubblici ufficiali. Quando la Lega col “decreto Salvini” aveva modificato l'articolo 131-bis del codice penale, cosa aveva disposto? Aveva disposto che se un soggetto offendeva un altro soggetto, quell'offesa non poteva essere ritenuta di particolare tenuità del fatto nel caso di violenza o minaccia a pubblico ufficiale; resistenza a pubblico ufficiale; oltraggio a pubblico ufficiale. E ciò quando il reato era commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni. Quindi, se una persona offendeva un'altra persona, pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni, non le poteva essere applicata la tenuità del fatto. Ma cosa vuol dire questa tenuità del fatto - tutti lo sappiamo - che noi volevamo tanto venisse esclusa per tutti i pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni? Era una causa di non punibilità. Quindi, noi volevamo che chi agiva con resistenza, violenza, minaccia e oltraggio verso un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni fosse punito. Non ci vedo nulla di strano o fuori luogo su questa norma che avevamo introdotto. Voi, invece, cosa volete fare? Dite: va bene, puniamo, ma non più colui che agisce nei confronti di un pubblico ufficiale…

PRESIDENTE. Concluda.

INGRID BISA (LEGA). …ma solo nei confronti di un ufficiale o di un agente di pubblica sicurezza o di un ufficiale o agente di Polizia giudiziaria nell'esercizio delle pubbliche funzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/211. Non è in Aula; s'intende abbia rinunciato. Il deputato Alex Bazzaro ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2727-A/176.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, francamente, Presidente, è qualcosa di quasi incredibile che, nel mezzo di una crisi pandemica sociale ed economica, con milioni di italiani fuori da quest'Aula a chiederci risposte, a chiederle a voi, membri del Governo, le risposte, relative, ad esempio, ai loro negozi chiusi, ai milioni di italiani che in questo momento non sanno quando e se potranno riaprire, agli italiani che chiedono ancora quando e se riceveranno i benedetti ristori, questi italiani fuori da quest'Aula ci chiedono di andare a riformare i codici Ateco, ci chiedono, ad esempio, se e quando potranno spostarsi tra una regione e l'altra, ci chiedono addirittura - e lo chiedono a voi - se potranno passare il Santo Natale in famiglia, ebbene, mentre il Paese, il mondo reale ci chiede queste cose, il Parlamento, oggi e nelle prossime giornate, sarà impegnato non a dare queste risposte, bensì ad andare a cancellare i “decreti Sicurezza e Immigrazione” voluti da Matteo Salvini. Voglio ricordare ai colleghi presenti in quest'Aula che quei decreti hanno permesso al nostro Paese di fare qualcosa che veniva definito impossibile: l'85 per cento di sbarchi in meno di immigrati clandestini sulle nostre coste. Dati reali, numeri veri che voi oggi volete andare a cancellare, facendo tornare l'Italia ad essere il campo profughi d'Europa.

Ebbene, signor Presidente, mentre il Paese reale ci chiede risposte sui temi concreti, da parlamentari vorremmo darle, vorremmo essere in quest'Aula a discutere di quei temi. Invece, ci troviamo con dei colleghi dell'attuale maggioranza, che hanno prima voluto e votato in quest'Aula i decreti e che, oggi, per mantenersi la poltrona, per mantenere questa legislatura, sono disposti a cancellarli senza colpo ferire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Onestamente basterebbe questo, oltre agli italiani che aspettano risposte, per sentirsi in imbarazzo ad essere in quest'Aula oggi e nei prossimi giorni, a non dare risposte, ma a parlare di queste cose.

Vorrei ricordare che i “decreti Sicurezza e Immigrazione”, voluti e portati avanti dalla Lega e dal Ministro Matteo Salvini, non sono stati solo un fermo all'immigrazione clandestina, bensì sono stati dei salva vite, perché hanno permesso che centinaia di migliaia di persone non prendessero delle carrette del mare, andando a morire nel mar Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, ai tanti colleghi, che si sono lavati la bocca in questi mesi, parlando di razzismo, parlando di xenofobia, vorrei ricordare che quei decreti hanno salvato vite umane, perché noi l'immigrazione vogliamo difenderla, quando è un'immigrazione controllata e a favore del Paese che viene ad ospitare. Ma vogliamo evitare che migliaia di disperati vengano ad ingrassare le file della criminalità organizzata, delle mafie e, magari, di qualche cooperativa che, con quegli immigrati, ci ha mangiato e guadagnato per anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ebbene, signor Presidente, come sempre, come da un anno e qualche mese del vostro Governo, ci siamo trovati ancora una volta con quei colleghi a dibattere in Commissione, salvo poi vedere questo decreto con l'ennesima questione di fiducia, che ha ammazzato ancora una volta la discussione parlamentare, la possibilità di emendare, di disquisire e di discutere, che sarebbe la funzione di questo Parlamento. Avete posto l'ennesima questione di fiducia e noi, oggi, con questi ordini del giorno e con il lavoro di tutti i colleghi del gruppo Lega, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, faremo una cosa semplice. In primo luogo, spiegheremo al Paese quali sono le vostre priorità, che non sono le nostre, che non sono quelle degli italiani. Spiegheremo al Paese in che modo occupate il tempo in quest'Aula. E cercheremo, con la nostra funzione di parlamentari - come adesso, illustrando il mio ordine del giorno - di cercare di salvare il salvabile, di modificare qualche piccola cosa.

Ebbene, Presidente, vede Matteo Salvini, come Ministro dell'Interno, aveva un progetto, che non era solo quello di bloccare l'immigrazione clandestina, bensì di attuare la seconda fase, cioè quella dei rimpatri. Rimpatri che erano una parte fondamentale di quel processo, per andare a far sì che non solo l'Italia, ma tutta Europa, si occupasse della questione migratoria. Il mio ordine del giorno, per l'appunto, parla dei respingimenti, che permangono ad essere un elemento fondamentale della politica di controllo e contrasto ai flussi migratori irregolari. Ma, affinché questa politica di controllo, di respingimenti e poi di espulsioni venga fatta, servono aiuti concreti e anche in termini numerici di organico alle nostre Forze dell'ordine. È proprio qui che il mio ordine del giorno verte, cioè nella richiesta al Governo di non solidarizzare con le Forze dell'ordine solamente a parole, di non dare, a chi rischia la vita, per difendere i confini e per tutelare la sicurezza dei cittadini italiani, supporto solo con qualche bella dichiarazione, ma aumentandone de facto i numeri di organico, per far sì che, oltre a bloccare l'immigrazione, si possa finalmente andare a fare tutti quei respingimenti e quelle espulsioni, per tutte quelle persone che non hanno diritto di rimanere nel nostro Paese.

Io auspico e spero, signor Presidente, che questa cancellazione dei decreti - e vado a concludere - venga ritirata, perché io credo che gli italiani, fuori da quest'Aula, si aspettino ben altre risposte su ben altri temi. Se davvero volete continuare con questa miope volontà di tenere insieme la vostra maggioranza, andando a cancellare quanto di buono fatto dal Ministro Salvini nel nostro Governo, troverete la Lega in quest'Aula, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, a dare battaglia per gli italiani, che fuori aspettano risposte e che da voi non le hanno ancora ottenute (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/31. Ne ha facoltà

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Proprio ieri, alle 3 del mattino, tre algerini, lungo la strada statale 131, sono stati fermati, mentre rientravano verso il centro di Monastir, dove c'è il centro di prima accoglienza, fermati dai carabinieri. Dopo che sono stati soccorsi per farli rientrare, uno di loro, siccome non gradiva un telo termico del 118, ha spaccato in testa a un carabiniere una bottiglietta. Questo è l'ennesimo episodio da parte di questi cittadini algerini, che sbarcano in Sardegna con delle barche e questo succede da anni. Ho presentato, nel corso di questa legislatura, anche due interpellanze e l'unica misura che questo Governo ha fatto è alzare un muro di cinta nel centro di permanenza di Monastir, perché così, secondo loro, non scappavano più. Scappano, escono, depredano i centri commerciali là vicino, depredano i centri di Cagliari, di notte vanno lungo la 131, mettendo a rischio l'incolumità degli automobilisti e la loro, due di loro sono stati accoltellati in un quartiere periferico di Cagliari durante la notte (ci sono delle indagini). E questo nonostante noi abbiamo chiesto miliardi di volte che ci fosse un blocco navale lungo il mare della Sardegna, lungo la tratta tra l'Algeria, visto che anche il Governo algerino si è detto disponibile, ma sbarcano nelle nostre spiagge anche durante l'estate, comodamente, andando in giro, e vivaddio non sappiamo con certezza quanti ne sono sbarcati, perché chi vuole chiama i carabinieri che li portano a Monastir, ma ci sono altri che scompaiono.

Quest'estate un rapper, un trapper - come si chiama? - algerino ha girato addirittura nel centro di Monastir un video dove mimava lo sgozzamento degli italiani (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) e non sappiamo minimamente dove sia. Lo stanno cercando le Forze di polizia, non l'hanno più individuato, forse è a Roma, forse non si sa. Perché, come noi diciamo e denunciamo, gli algerini vengono, si prendono il decreto di espulsione e scompaiono. Bene, il Governo non ha fatto niente. Il Governo continua a fare orecchie da mercante, non ascolta tutte quelle che sono le richieste, anche dei sindacati di polizia, che chiude il centro di permanenza di Monastir, dove c'è un guazzabuglio indegno contro le Forze di polizia. Perché dopo la risposta del sottosegretario alla mia interpellanza, in cui appunto ha risposto che alzava un muro di cinta, dopo due giorni gli algerini hanno inscenato una sassaiola contro le forze dell'ordine. Denunce: zero. Espulsioni: zero. Rimpatri: zero. Ma siamo tutti razzisti? No! Perché c'è un comunicato dell'associazione dei marocchini – Marocco, Nordafrica, in Italia - che solidarizza con i sardi e con gli italiani, dove dice che c'è da parte del Governo algerino una manifesta incapacità a fermare gli sbarchi. Si chiama Yassine Belkassem, coordinatore nazionale della rete di associazioni della comunità marocchina in Italia, e dice: “Una brutta aria che tira in Algeria e un pessimo messaggio che l'Algeria manda a se stessa e alla Sardegna. Inaccettabile il continuo degli sbarchi alle coste italiane davanti agli occhi delle autorità algerine. Tutta la nostra solidarietà alla Sardegna”. Queste sono parole dell'associazione dei marocchini in Italia. Il Governo non fa niente, il Governo non ha fatto niente neanche dopo l'ordine del giorno della Cinque Stelle Emanuela Corda, che era stato approvato. Il Movimento 5 Stelle aveva messo grande un banner “Basta sbarchi in Sardegna”, mentre gli sbarchi sono non solo non sono stati fermati, ma sono aumentati. E questo è un Governo che ha piena responsabilità dei misfatti degli algerini, la responsabilità politica, e per tutto quello che succederà d'ora in avanti dei gambiani, dei tunisini, dei libici, dei senegalesi, che son stati arrestati per spaccio, per delinquenza, in Sardegna, la responsabilità è vostra: perché non attuate i rimpatri, non aumentate le forze dell'ordine e continuate a fare orecchie da mercante e non accettate l'unica soluzione, che è quella del blocco navale davanti alle coste, e riportare indietro, perché non è contro la legge, non è un atto di ostilità. Perché il passaggio inoffensivo nelle coste e il transito inoffensivo si attuano quando c'è un pericolo per l'incolumità pubblica, e qui ci sono dei fatti di criminalità accertati, dove mentono anche sulla proprietà e sulla propria identità, che voi continuate a ignorare. E l'insicurezza noi non la tolleriamo. Guardi, l'ho fatto anche quando c'era il Governo della Lega e il Governo dei Cinque Stelle, quindi non è un fatto politico. È un fatto che qualunque Governo …

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il suo tempo.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì, ho concluso. Anche quando c'era il Ministro Minniti sono andati in Algeria, è andato il Premier Conte, è andato il Premier Di Maio. Risultati: zero. Quindi svegliatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Il deputato Belotti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/61.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie Presidente…

PRESIDENTE. Io ho chiamato il deputato Belotti, veramente.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Ecco, prego, se vuole le cedo il posto…

Allora, partiamo dal dato delle domande di richiesta di asilo: solo il 12 per cento ottiene lo status di rifugiato, un altro 14 per cento riceve una forma di protezione umanitaria, ma ben 3 su 4 di queste domande vengono respinte. Quindi, ogni 100 migranti che voi, PD, 5 Stelle, LeU e sinistra varia invitate, incentivate, sollecitate e spingete a sbarcare da noi, 74 di questi diventeranno clandestini. Il punto è: ma voi, un minimo di coscienza l'avete? Voi usate questi uomini e queste donne per soddisfare i vostri sofismi radical chic, con cui riempite le vostre vuote discussioni in ‘sti cazzo di salotti snob che avete (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Voi le periferie non le vedete mai, voi ve ne state nei vostri salotti della ZTL a parlare di società multiculturale, di melting pot, ‘ste minchiate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Deputato Belotti…

DANIELE BELOTTI (LEGA). Ma voi della gente normale, di coloro che subiscono l'arroganza, la prepotenza, la delinquenza…

PRESIDENTE. Deputato Belotti, la richiamo all'ordine.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Di queste persone che non vengono qui a lavorare…

PRESIDENTE. Deputato Belotti, intanto se cessa cortesemente di parlare…Non so se si è accorto che sto parlando con lei. Quindi, dovrebbe avere la cortesia di ascoltarmi. Lei non si può rivolgere all'Aula, a nessun deputato e a nessun gruppo, utilizzando i termini che ha usato poco fa.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Sospendiamo l'Aula.

PRESIDENTE. No, sospendiamo il suo intervento, non l'Aula…Si può togliere, cortesemente, la voce al deputato Belotti?

Io sono stato già clemente con lei, perché non pensi che non mi sia accorto, circa un paio d'ore fa, degli improperi che ha lanciato nei confronti dei suoi colleghi. Lei ha diritto di parlare, non ha alcun diritto di insultare gli altri (Applausi). Se vuole parlare, lei può parlare, perché è suo diritto svolgere qualunque tipo di riflessione ed esprimere il suo parere sul decreto in esame. Non ha alcun diritto di proferire improperi, di insultare, di essere volgare. A queste condizioni può parlare.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Presidente, accetto il fatto che io abbia usato termini un po' così, coloriti, ma non era un insulto verso qualcuno, era verso i salotti radical chic. Se qualcuno si sente coinvolto nei salotti radical chic è un'altra roba (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Guardi, se lei avesse detto: salotti radical chic, nessuno si sarebbe permesso di interromperla.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Per qualcuno è uno status quo il salotto radical chic. Comunque, torno velocemente al punto. Il problema è che di questi 74 su 100 che vengono illusi che potranno avere un futuro da noi, dovranno fare una vita da clandestini, però, nel frattempo 100 su 100 alimentano e permettono a qualcuno di arricchirsi alle spalle degli italiani.

Vi diamo anche un dato interessante, che magari non conoscete. Sapete da dove provengono i richiedenti asilo che hanno ottenuto il maggior numero di domande accolte nel 2019 e nel 2020? Dall'Iraq, 84 per cento di domande positive, e, soprattutto, dal Venezuela, 97,5 per cento. Quindi, cari compagni, vecchi e nuovi, in stampo grillino, mentre voi fate il filo al sinistro Governo bolivariano rivoluzionario di Maduro, dall'altro, le commissioni territoriali certificano che è una dittatura comunista, visto che lo status di rifugiato si concede a chi proviene da zone di guerra, come può essere l'Iraq, o da Paesi in cui non c'è libertà e democrazia, come evidentemente funzionari più obiettivi e meno ideologizzati di voi hanno certificato essere il Venezuela di Maduro e dell'ex dittatore Chávez. Ora, voi, con questo provvedimento, che non è altro che un vergognoso scambio…

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Sono già in chiusura?

PRESIDENTE. Sì.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Ah, bene.

PRESIDENTE. Mancano nove secondi, per esattezza.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno. Siete una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. La deputata Maria Tripodi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/198.

MARIA TRIPODI (FI). Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, questo provvedimento risulta caratterizzato da un contenuto fortemente disorganico in materia di immigrazione, al quale, come se non bastasse, si aggiungono diverse criticità: prime tra tutte quelle relative ai detenuti in regime di 41-bis, ma non solo. In riferimento alle politiche migratorie il provvedimento introduce una serie di novità che altro non fanno che aumentare l'immigrazione clandestina, tra le quali la previsione del permesso di soggiorno per protezione speciale, che contribuirà inevitabilmente ad isolare l'Italia e a rendere più complicato il ricollocamento dei migranti in altri Paesi dell'Unione europea. A ciò si aggiunge che, nonostante l'articolo 14 del presente provvedimento preveda la clausola di salvaguardia finanziaria, stabilendo che le disposizioni in esso contenute non debbano comportare costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica, i bilanci dei comuni saranno inevitabilmente gravati dall'attuazione delle nuove norme introdotte dal presente provvedimento.

Vede, signor rappresentante del Governo, tutto questo non è tollerabile: noi non possiamo tollerare, come centrodestra e come Forza Italia, che ci sia un'invasione nei nostri confini; e chiediamo perciò, proprio per suo tramite, al Governo di potenziare il contingente del personale delle Forze armate impiegato nell'operazione “Strade sicure”, al fine di contrastare l'immigrazione clandestina e di portare quell'ordine di cui necessitano le nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2727-A/12. È l'ultimo intervento di oggi.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, tengo a ribadire il concetto che Fratelli d'Italia non è contro l'accoglienza di chi proviene da un Paese ritenuto a rischio. Perché non siamo come alcuni esponenti di quest'Aula ci vogliono dipingere, tipo razzisti o xenofobi: Fratelli d'Italia è contro il business che si nasconde dietro il fenomeno dell'immigrazione clandestina, Fratelli d'Italia è contro chi specula sulla pelle dei migranti. Noi non smetteremo mai di ricordarvelo, perché occorre smentire chi cerca di distogliere l'attenzione dalle proprie responsabilità.

Noi siamo per il rispetto dei confini, siamo solidali verso i rifugiati, e soprattutto siamo solidali con chi finisce nella morsa della criminalità organizzata: quella criminalità che voi incentivate a fare il proprio sporco lavoro anche grazie a quest'ultimo provvedimento. Avete messo la fiducia su un decreto-legge che va a modificare quei “decreti Sicurezza” che una parte di questo Governo ha sottoscritto quando la maggioranza aveva un altro colore, e con questo decreto voi incentivate l'immigrazione clandestina. A voi non interessa neanche l'integrazione, che è per voi una parola senza significato, perché non vivete nelle periferie dove si rifugiano i clandestini, dove comuni, onesti cittadini vivono sulla loro pelle il disagio di non poter vivere tranquilli il proprio quartiere, dove si consuma regolarmente lo spaccio di droga o la prostituzione di donne africane, che magari sognavano un'Italia in cui si poteva vivere da persone libere.

Abbiamo chiesto molte volte di aiutare gli immigrati a casa loro, perché abbiano la possibilità di vivere e lavorare nella propria terra; ma probabilmente è difficile rinunciare ad un malloppo di miliardi di euro su cui mettere le mani, se consideriamo che spendiamo in quattro giorni ciò che le Nazioni Unite hanno stimato in un anno di spesa pro capite per rispondere alle crisi umanitarie: 135 euro l'anno a persona, noi in Italia, anzi voi, riuscite a spenderli in circa quattro giorni.

In ogni caso, noi continueremo a fare la nostra parte, a rispettare il nostro mandato elettorale, perché il 4 marzo 2018 la maggioranza degli italiani ha detto stop al business dell'immigrazione: ciò che era lo slogan del 5 Stelle, che poi si sono persi per strada.

Quindi, continueremo a presentare tutti gli atti necessari per portare in quest'Aula la voce degli italiani che ci hanno onorato di rappresentarli.

Il provvedimento di cui stiamo parlando, all'articolo 1, “Disposizioni in materia di permesso di soggiorno e controlli di frontiera”, apporta modificazioni al decreto legislativo del 25 luglio 1988, n. 286, riguardante soggetti in possesso di regolare permesso. Il patrocinio a spese dello Stato, comunemente detto gratuito patrocinio, trova il suo fondamento normativo nel testo unico in materia di spese di giustizia, ed è finalizzato all'attuazione dell'articolo 24 della Costituzione e a garantire l'accesso di diritto di difesa a persone non in grado di munirsi autonomamente del patrocinio di un avvocato per incapacità reddituale di sostenerne il costo. Con questo strumento, pertanto, si garantisce il diritto di farsi assistere da un avvocato iscritto in apposite liste e il cui onorario sia a carico dello Stato - quindi, dei cittadini italiani - a coloro che, non avendo mezzi adeguati, versino in condizioni economiche precarie e non possano, pertanto, provvedere in maniera autonoma al pagamento delle spese giudiziali.

Le categorie di soggetti ammessi a questo istituto sono diverse, tra cui i soggetti privi di cittadinanza, enti o associazioni senza fini di lucro che non esercitano attività economiche, gli stranieri con regolare permesso di soggiorno, chi possiede un reddito imponibile risultante dall'ultima dichiarazione non superiore ad euro 11.493,82. Nel dato reddituale però, ad oggi, non è contemplato l'inserimento dei beni e del patrimonio che il titolare di permesso di soggiorno abbia anche nel proprio Paese di origine. Si determina, quindi, una ingiustificata esclusione nel calcolo reddituale di beni che potrebbero comprovare come il richiedente non abbia, in realtà, diritto al gratuito patrocinio.

Pertanto, chiedo al Governo - concludo, Presidente - l'impegno di introdurre, mediante appositi decreti ministeriali attuativi delle disposizioni richiamate sul gratuito patrocinio, strumenti utili all'inclusione, nel calcolo del patrimonio e del reddito dei soggetti che richiedano il gratuito patrocinio, anche dei beni di cui i medesimi siano titolari all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Essendo giunti alle ore 19, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, con la prosecuzione dei residui interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

In morte dell'onorevole Francesco Nerli.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Francesco Nerli, già membro della Camera dei deputati nella X legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cenni. Ne ha facoltà, per due minuti.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Come lei ha ricordato, si è spento all'età di 72 anni Francesco Nerli, già deputato e, poi, senatore della Repubblica, eletto nelle liste del PCI e, poi, del PDS.

Francesco nasce a Rosignano Marittimo nel gennaio del 1948, svolge i suoi studi a Siena ed è lì che inizia il suo impegno politico e sindacale, prima, nel movimento studentesco, nella FGCI, poi nella CGIL, con gli edili, con i metalmeccanici, raggiungendo anche un ruolo nazionale, nella segreteria nazionale della Fillea.

Nerli diventa, poi, negli anni Ottanta, dirigente del Partito Comunista, assumendo, nel 1983, la carica di segretario provinciale di una delle più forti federazioni italiane in quegli anni, quella di Siena. In quel ruolo fu protagonista di una stagione di grande ricambio generazionale, di rinnovamento, investendo su molti giovani nel territorio provinciale.

Nel 1986 inizia il suo percorso parlamentare, prima, nella Commissione bilancio della Camera, poi, nella Commissione infrastrutture del Senato, ed è lì che lavora alla legge che porta il suo nome e che sarebbe diventata la norma fondamentale di riforma dell'ordinamento del sistema portuale italiano. È in quel comparto che prosegue dopo il 1994 il suo impegno, godendo di stima e di riconoscimento generale, a capo dell'autorità del porto di Civitavecchia. Assume, poi, la carica di presidente dell'Associazione dei porti italiani e, ancora, dell'autorità del porto di Napoli. È stato - e così in molti lo hanno ricordato in questi giorni - il punto di riferimento del sistema portuale italiano. Francesco capitava spesso qui, veniva a parlare con i colleghi della Commissione infrastrutture, veniva a salutare tanti che, come me, lo hanno incontrato ventenne, quando ha aperto le porte di un partito così importante a tanti giovani. È stato un uomo innamorato della politica, della vita, dei suoi tre figli. Un uomo appassionato, competente e che, purtroppo, ha avuto anche una vicenda giudiziaria pesante, da cui è uscito a testa alta. È un uomo perbene, che ci ha lasciato davvero troppo presto, e che a noi tutti mancherà molto.

A nome mio e del gruppo del Partito Democratico, desidero trasmettere a tutti i suoi cari l'abbraccio e la vicinanza più sincera (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paita. Ne ha facoltà, , per due minuti.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Presidente. Francesco Nerli ha rappresentato, negli ultimi 26 anni, uno dei più autorevoli e preparati protagonisti della politica di portualità italiana. Ha incarnato competenza specifica abbinata a una visione politica e a un'incessante difesa del ruolo pubblico. Era nato - come diceva la collega Cenni - a Rosignano Marittimo, nella provincia di Livorno, ed ha iniziato lì la militanza politica nel movimento studentesco e, poi, nella FGCI, sino a rivestire ruoli di primissimo piano nel Partito Comunista Italiano, di cui è diventato segretario provinciale. Eletto alla Camera dei deputati nel 1987 e al Senato nel 1992, in Parlamento ha caratterizzato la sua azione nel delicato passaggio di transizione della portualità italiana e della sua organizzazione pubblica.

Al suo impegno e alla sua determinazione si deve la legge di riforma portuale n. 84 del 1994 che ha contribuito molto al rilancio del settore e alla crescita dei traffici commerciali nel nostro Paese. È stato un eccellente presidente dell'autorità portuale di Civitavecchia e di Napoli e, per lunghissimo tempo, presidente di Assoporti che è l'associazione dei porti italiani. Ha sempre difeso con vigore e determinazione e l'autonomia dei presidenti, rivendicandone sia funzione di pianificazione sia programmazione autonoma, rispetto a chi - ed era una corrente di pensiero molto diffusa - voleva trasformarli in burocrati asettici.

Francesco aveva sofferto molto per una vicenda giudiziaria che lo ha accompagnato per otto lunghissimi anni, e da cui è uscito totalmente estraneo ma, come ebbe a dichiarare a Il Secolo XIX, con una vita rovinata. A seguito di quella vicenda, lui che avrebbe potuto dare importanti contributi in ruoli istituzionali, fu costretto a fare un passo indietro e questo è stato, prima di tutto, un danno per il Paese.

Per onorare il suo lavoro e la sua memoria dobbiamo continuare a lavorare per dare forza e autonomia alle autorità di sistema portuale, salvaguardandone certamente le funzioni e recuperando lo spirito originario della legge n. 84 del 1994.

Francesco Nerli, anche senza alcun ruolo formale, continuava ad essere voce autorevole e consigliere attento per chiunque si occupasse di questi temi. Anche io, spesso, mi sono trovata a chiedergli consigli e spunti per la nostra azione politica.

A nome di Italia Viva, e personale, voglio rivolgere alla famiglia le nostre più sentite condoglianze (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 1 dicembre 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. (C. 2727-A)

Relatori: BALDINO e MICELI.

La seduta termina alle 19,10.