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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 430 di venerdì 20 novembre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 17 novembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Berlinghieri, Maniero, Montaruli, Orlando e Zordan sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data 19 novembre 2020, i deputati Maurizio Carrara, Laura Ravetto e Federica Zanella, già iscritti al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier. La Presidenza di tale gruppo, con lettere pervenute in pari data, ha comunicato di aver accolto le richieste.

Discussione del disegno di legge: S. 1970 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (Approvato dal Senato) (A.C. 2779).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2779: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2779)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Michela Rostan.

MICHELA ROSTAN, Relatrice. Grazie, Presidente, colleghi. Il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 125 del 2020, già approvato dal Senato, di cui oggi in Assemblea cominciamo la discussione e l'esame, è parte integrante di un catalogo ricco e articolato di provvedimenti normativi dettati dall'urgenza della situazione pandemica, che hanno portato il Governo ad assumere iniziative e ad adottare provvedimenti rispetto alla vicenda COVID-19. Va subito detto che la modalità legislativa risente chiaramente delle circostanze, per cui si determina spesso un quadro frastagliato di connessione fra norme diverse, come ha fatto notare nel suo parere il Comitato per la legislazione. Un po' è inevitabile, date le circostanze, un po' è auspicabile cercare una maggiore uniformità e maggiore chiarezza e linearità. Vanno qui ricordati, nell'ambito del predetto elenco, i decreti-legge 23 febbraio 2020, n. 6, e 25 marzo 2020 n. 19, recanti misure volte a fronteggiare la pandemia in atto, a seguito dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020 e poi un successivo decreto-legge del 16 maggio 2020, n. 33: quest'ultimo ha, da un lato, stabilito un progressivo allentamento di divieti e vincoli calibrati sulla fase più acuta dell'emergenza, dall'altro, ha previsto una maggiore articolazione nei rapporti fra Stato e regioni, circa l'adozione delle misure per fronteggiare l'emergenza. Tale decreto-legge ha avviato quella che viene correttamente definita come la “fase 2” della gestione dell'epidemia. Va ricordato altresì il decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, che ha prorogato diverse misure a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2020, che ha prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre 2020. Infine, è stato adottato il presente decreto-legge 7 ottobre n. 125, in una congiuntura in cui l'andamento epidemiologico mostra segni di significativa ripresa.

In parallelo al decreto-legge, la delibera del Consiglio dei Ministri del 7 ottobre ha prorogato al 31 gennaio 2021 lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. I decreti appena ricordati, tutti esaminati in sede referente alla Camera, presso la XII Commissione, costituiscono l'intelaiatura giuridica entro cui si collocano altri provvedimenti, contenenti misure puntuali in vari settori, riconnesse all'emergenza epidemiologica.

Entrando nel merito delle disposizioni recate dal provvedimento, di cui cominciamo oggi la discussione, così come modificato nel corso dell'esame al Senato, va segnalato innanzitutto che l'articolo 1 proroga il termine di efficacia di disposizioni dettate dai decreti-legge nn. 19, 33 e 83 del 2020 (comma 2, lettera b) e comma 3 lettera a)). Il termine del 15 ottobre diviene ora 31 gennaio 2021. Si prevede altresì l'obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l'obbligatorietà dell'utilizzo nei luoghi al chiuso, diversi dalle abitazioni private, e in tutti i luoghi all'aperto, ad eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee-guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive amministrative e sociali, nonché delle linee-guida per il consumo di cibi e bevande. Sono esclusi da tali obblighi alcuni soggetti: coloro i quali stiano svolgendo un'attività sportiva, i bambini di età inferiore ai 6 anni, i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché coloro che per interagire con loro versino nella medesima incompatibilità. Ai sensi del comma 2 lettera a), che interviene sul decreto-legge n. 33 del 2020, la facoltà delle regioni di introdurre misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 in deroga a quelle contenute nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri è esercitabile solo se si tratti di misure più restrittive, salvo che sia altrimenti disposto dai medesimi decreti. Le misure ampliative possono quindi essere adottate nei soli casi eventualmente previsti dai decreti del Presidente del Consiglio, nel rispetto dei criteri ivi indicati, previa intesa con il Ministero della Salute. Tale novella è ritenuta opportuna alla luce della recrudescenza dell'infezione da COVID-19, al fine di evitare che possano essere adottate misure di contrasto all'epidemia meno restrittive di quelle previste a livello nazionale, tranne nei casi in cui si tratti di modulare diversamente le predette misure sul territorio in ragione della diffusione del virus.

L'articolo 1, comma 3, lettera b), novella l'allegato 1 del decreto-legge n. 83 del 2020, recante un elenco di norme, i cui termini sono prorogati al 31 dicembre 2020 (dal 15 ottobre 2020) dal decreto-legge in esame. L'articolo 1, comma 4, modificando l'articolo 87, comma 8, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 prevede che gli accertamenti diagnostici funzionali all'applicazione delle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 del medesimo articolo 87, relative all'esposizione al rischio di contagio da COVID-19, nonché gli accertamenti relativi alle assenze per malattia o quarantena o per permanenza domiciliare fiduciaria del personale delle Forze di Polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco possano essere effettuati dal rispettivo servizio sanitario di ciascuna Forza di Polizia, Forza armata o Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Il comma 4-bis dell'articolo 1, introdotto nel corso dell'esame al Senato, dispone che, qualora i mandati dei componenti degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca, ad esclusione dell'Istat, siano scaduti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame si procede al loro rinnovo entro il 31 gennaio 2021. Viene inoltre posposto al 31 marzo 2021 il termine per ottemperare all'obbligo di trasmissione di dati per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale e si posticipa al 30 aprile 2021 il termine di validità dei documenti di riconoscimento e di identità con scadenza dal 31 gennaio 2020. Resta invece ferma la data di scadenza indicata nel documento ai fini dell'espatrio. Non rientrano nella definizione di documenti di identità e di riconoscimento le tessere sanitarie (le quali sono state prorogate al 30 giugno 2020 dall'articolo 17-quater del decreto-legge n. 18 del 2020). I commi aggiuntivi da 4-quinquies a 4-septies - introdotti dal Senato - prorogano al 31 gennaio 2021 il termine per la pubblicazione da parte dei comuni, sul sito del Dipartimento delle finanze del Ministero dell'Economia e delle finanze, delle aliquote dei regolamenti concernenti i tributi comunali. E' altresì prorogata al 31 dicembre 2020 la data entro la quale il comune deve inserire il prospetto delle aliquote IMU e il relativo regolamento sul portale del federalismo fiscale. Resta fermo il termine per il versamento della seconda rata IMU al 16 dicembre 2020. L'eventuale differenza positiva fra l'IMU calcolata e l'imposta versata entro il 16 dicembre è dovuta, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il 28 febbraio 2021. Nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto il comma 4-octies, che ha disposto la proroga al 31 dicembre 2020 del termine concernente l'adozione dei provvedimenti di riorganizzazione degli uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ivi compresi quelli di diretta collaborazione. Con l'aggiuntivo comma 4-novies si incide sull'articolo 101, comma 2, del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del 2017.

Si tratta del differimento al 31 marzo 2021 del termine di adeguamento dei propri statuti alle disposizioni inderogabili dello stesso codice per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le ONLUS, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Questo differimento investe altresì la facoltà attribuita agli enti appena ricordati di modificare gli statuti con procedimento semplificato, ossia con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell'assemblea ordinaria, al fine sia dell'adeguamento alle nuove disposizioni inderogabili del codice sia dell'introduzione di clausole che escludano l'applicazione di nuove disposizioni derogabili mediante specifica clausola statutaria. Tale differimento vale anche per le imprese sociali.

Il nuovo comma 4-undecies modifica l'articolo 36 del decreto-legge n. 34 del 2019, posticipando al 31 gennaio 2021 il termine per l'adozione dei regolamenti per definire le condizioni e le modalità di svolgimento di una sperimentazione per le attività che perseguono l'innovazione di servizi e prodotti finanziari, creditizi e assicurativi mediante l'utilizzo di nuove tecnologie. Viene ampliata la durata massima potenziale della sperimentazione, specificando che la stessa potrà essere prorogata per ulteriori dodici mesi. Si prevede inoltre che Banca d'Italia, Consob e Ivass, nell'ambito delle proprie competenze, adottino i provvedimenti per l'ammissione alla sperimentazione.

Il nuovo comma 4-duodecies prevede l'applicazione alle società in house dal 17 marzo 2020 al 15 dicembre 2020 della disciplina prevista dal codice civile in materia di cessazione degli organi amministrativi e di controllo in luogo della disciplina prevista dalla legislazione vigente nella stessa materia per le società a partecipazione pubblica. Il nuovo comma 4-terdecies, primo periodo, stabilisce che le elezioni dei comuni i cui organi sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa o similare, già indette per le date del 22 e 23 novembre 2020, sono rinviate e che si terranno entro il 31 marzo 2021. Il comma in esame dispone altresì, in relazione alle citate elezioni, l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione di tutte le liste e candidature a sindaco e consigliere comunale. Al fine di assicurare la continuità nel governo degli enti interessati, il secondo periodo del comma 4-terdecies dispone la contestuale proroga della durata della gestione della commissione straordinaria fino al rinnovo degli organi. Viene anche stabilita la disciplina in materia di rinnovo dei consigli metropolitani per il 2020 attraverso la fissazione in 180 giorni dalla proclamazione del sindaco del comune capoluogo - non in 60, come previsto in via ordinaria - del termine entro il quale si procede allo svolgimento delle elezioni del consiglio metropolitano.

Le elezioni dei presidenti delle province e dei consigli provinciali sono rinviate, anche nel caso in cui siano già state indette, e si svolgono entro il 31 marzo 2021 mediante l'integrale rinnovo del relativo procedimento elettorale. Al fine di garantire continuità nell'amministrazione delle città metropolitane e delle province, fintanto che non si sia proceduto al rinnovo dei relativi organi, è prorogata la durata del mandato di quelli in carica. Il differimento delle consultazioni elettorali, come si evince anche dalla relazione illustrativa al decreto-legge n. 148 del 2020, di cui si prevede l'abrogazione con salvezza degli effetti e del quale le disposizioni in esame riproducono i contenuti, è da collegare alla significativa recrudescenza del contagio del virus COVID-19 e alla connessa esigenza che le ulteriori consultazioni elettorali si svolgano in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini.

Il nuovo comma 4-duodevicies prevede, in considerazione delle difficoltà gestionali derivanti dall'emergenza COVID-19, la proroga di ulteriori 12 mesi dello stato di emergenza relativo agli eccezionali eventi meteorologici verificatisi, a partire dal 2 ottobre 2018, in dieci regioni e nelle due province autonome di Trento e Bolzano. Il comma 4-undevicies, anch'esso introdotto al Senato, prevede la prorogabilità, fino al 31 dicembre 2024, delle contabilità speciali dei commissari delegati delle regioni e province autonome colpite da determinati eventi calamitosi del 2017-2018, in cui sono confluite risorse per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e per altri investimenti, tenuto conto dell'impossibilità di concludere gli interventi finanziati a causa dell'emergenza epidemiologica.

L'articolo 1-bis, introdotto al Senato, ai commi da 1 a 3 reca proroghe in termini di materia di riscossione. Essi riproducono le disposizioni del decreto-legge n. 129 del 2020, di cui si prevede quindi l'abrogazione con salvezza degli effetti. Il citato decreto-legge n. 129 proroga dal 15 ottobre al 31 dicembre 2020 i termini di sospensione del versamento di somme derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi degli enti locali. Viene estesa ai provvedimenti di accoglimento emessi con riferimento alle richieste presentate fino al 31 dicembre 2020 la cosiddetta decadenza lunga del debitore. Con riferimento a tali richieste la decadenza del beneficio della rateazione accordata dall'agente della riscossione e gli altri effetti di legge legati alla decadenza si verificano in caso di mancato pagamento di dieci anziché cinque rate, anche non consecutive. Sono, inoltre, prorogati di dodici mesi, per i carichi tributari e non tributari affidati all'agente della riscossione durante il periodo di sospensione, e dunque fino al 31 dicembre 2020, i termini per l'effettuazione degli adempimenti di esercizio del diritto al discarico, nonché i termini di decadenza e prescrizione per la notifica delle cartelle di pagamento in scadenza nel 2021. Infine, la norma proroga dal 15 ottobre al 31 dicembre 2020 il termine di sospensione degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati sulle somme dovute a titolo di stipendio, pensione e trattamenti assimilati. I commi da 4 a 6 del medesimo articolo 1-bis prevedono la sospensione di adempimenti e versamenti nei confronti degli armatori delle imbarcazioni sequestrate da autorità libiche il 1° settembre 2020. L'articolo 1-ter, inserito dal Senato, proroga dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 il termine temporale per la possibilità di alcune assunzioni, da parte di pubbliche amministrazioni, derivanti da cessazioni dall'impiego verificatesi in determinati anni.

Passando all'articolo 2, rilevo come il comma 1 rechi alcune novelle alla disciplina dell'applicazione per dispositivi di telefonia mobile complementare per un sistema di allerta e della gestione e dell'utilizzo della relativa piattaforma, cosiddetta App Immuni. Tale sistema di allerta, come è noto, si riferisce alle persone che siano entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi al virus SARS-CoV-2. Le modifiche apportate concernono l'introduzione del riferimento all'interoperabilità con le piattaforme che svolgano le medesime finalità nel territorio dell'Unione europea, il differimento del termine finale per l'utilizzo dell'applicazione della piattaforma, nonché del termine finale per il trattamento dei relativi dati personali e per la cancellazione o la conversione in forma definitivamente anonima degli stessi dati. Al riguardo, ricordo che l'Unione europea ha definito uno strumento per garantire l'interoperabilità delle applicazioni mobili nazionali di tracciamento dei contatti e di allerta, cosiddetto gateway federativo, con riferimento agli Stati membri che abbiano deciso di far progredire la loro collaborazione in questo settore su base volontaria. La richiamata novella di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2 specifica che l'applicazione dell'interoperabilità al sistema di allerta italiano deve essere preceduta da una valutazione di impatto relativa alla protezione dei dati personali, ai sensi dell'articolo 35 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea. Con riferimento ai predetti termini finali la formulazione vigente prima dell'entrata in vigore del decreto-legge in esame faceva riferimento alla durata dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, con un termine finale di chiusura posto al 31 dicembre 2020. La novella di cui al comma 1, lettera b), fa invece riferimento alla futura cessazione delle esigenze di protezione e prevenzione sanitaria legate alla diffusione, anche a carattere transfrontaliero, del virus SARS-CoV-2. Si demanda l'individuazione di tale momento a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi su proposta del Ministro della Salute. In ogni caso, il termine non può ricadere in un periodo successivo al 31 dicembre 2021. Il comma 1-bis, inserito dal Senato, prevede che i lavoratori del settore pubblico e privato possano utilizzare i propri dispositivi telematici e telefonici durante l'orario di lavoro, anche in deroga ai regolamenti aziendali, ai fini della fruizione dell'App Immuni durante il medesimo orario, fino alla conclusione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19.

Passando all'articolo 3, osservo che il comma 1 modifica alcuni termini temporali relativi alle procedure per gli interventi di integrazione salariale riconosciuti in relazione all'emergenza epidemiologica. In particolare, le modifiche apportate differiscono al 31 ottobre 2020 i termini già scaduti, in base a fattispecie transitorie, il 31 agosto 2020 e il 30 settembre 2020, concernenti la richiesta di accesso agli interventi di integrazione in esame o la trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo degli stessi trattamenti.

I commi 1-bis e 1-ter inseriti dal Senato concernono gli accordi di ristrutturazione dei debiti delle imprese insolventi e i concordati preventivi.

L'articolo 3-bis, introdotto dal Senato, reca la proroga degli effetti di certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati. A tal fine si interviene sull'articolo 103 del decreto-legge n. 18 del 2020, il cosiddetto Cura Italia. Si prevede l'esclusione da tale disciplina del documento unico di regolarità contributiva. Su questo punto segnalo anche un emendamento presentato dal collega De Filippo in Commissione teso a riconoscere anche a tale documento una proroga in ragione dell'eccezionalità della situazione del Paese. L'emendamento è stato poi trasformato in una richiesta di impegni a carico del Governo a cui mi auguro voglia dare seguito anche in ragione dell'osservazione che ha accompagnato il parere favorevole della VII Commissione, la quale ha chiesto una proroga in questo senso per i datori di lavoro del settore dello spettacolo.

L'articolo 4 concerne l'inserimento del virus SARS-CoV-2, con l'impiego della locuzione “Sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus”, nell'elenco degli agenti biologici classificati posto dalla disciplina in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Si ricorda che tale elenco è definito con riferimento alle attività lavorative che comportano l'uso dell'agente biologico, nell'esposizione allo stesso, ai fini dell'applicazione della disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro relativa agli agenti biologici. La novella in esame costituisce il recepimento dell'articolo 1 della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020. La nuova voce viene inserita in conformità con la citata direttiva con un livello di classificazione 3: in quest'ultimo rientrano, ai sensi dell'articolo 268 del decreto legislativo n. 81 del 2008, gli agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che costituiscono un serio rischio per i lavoratori e che possono propagarsi nella comunità ma per i quali di norma sono disponibili efficaci misure profilattico-terapeutiche. Si specifica, sempre in conformità con la direttiva, che il lavoro di laboratorio diagnostico non propagativo riguardante il SARS-CoV-2 deve essere condotto in una struttura in cui si utilizzano procedure equivalenti almeno al livello di contenimento 2.

L'articolo 4-bis, introdotto dal Senato, attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di verificare, mediante apposita istruttoria, la sussistenza di eventuali effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo nei casi in cui un soggetto si trovi ad operare contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e in un mercato diverso ricadente nel sistema integrato delle comunicazioni. Il termine di conclusione dell'istruttoria è fissato in sei mesi dalla data di avvio del procedimento.

L'articolo 5 dispone, fino al 15 ottobre 2020, salvo che sopraggiunga prima un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, l'ultrattività del DPCM 7 settembre 2020 nonché l'applicazione dei previsti obblighi di avere con sé e indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie. Come è noto, al DPCM del 7 settembre hanno fatto seguito…

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

MICHELA ROSTAN, Relatrice. … altri provvedimenti analoghi - ho concluso Presidente - da ultimo il DPCM 3 novembre 2020.

Infine, gli articoli 6 e 7 del decreto-legge concernono, rispettivamente, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore del decreto stesso.

Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di intervenire in una fase successiva.

È iscritto a parlare il deputato Guido De Martini. Prego.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Presidente, Governo, onorevoli colleghi, mentre ci accingiamo a convertire in legge questo decreto-legge di ottobre niente è cambiato nel modus operandi del Governo. Nonostante le rassicurazioni ricevute, si va avanti a colpi di DPCM e la collaborazione assicurata all'opposizione si limita a qualche telefonata ai leader dei partiti pochi minuti prima della presentazione delle nuove misure.

Parliamo, per cominciare, del trasporto pubblico. Anziché sfruttare la flotta degli autobus turistici privati inutilizzati e i taxi praticamente fermi, senza passeggeri, per dare nel contempo un po' di respiro ai lavoratori del settore danneggiati dalle restrizioni, il Governo ha pensato di trascorrere l'estate senza fare nulla, a parte baloccarsi con l'assurdo incentivo per i monopattini elettrici, peraltro di fabbricazione cinese o, comunque, straniera. Ancora una volta ha prevalso una visione ideologica fondata sulla decrescita infelice, cioè la desertificazione dell'economia italiana, rispetto a una reale volontà e capacità di risolvere i problemi.

Per quanto riguarda il tema della riapertura delle scuole (quest'estate ha tenuto banco, con le gesta del Ministro Azzolina e del commissario straordinario per la riapertura delle scuole, Arcuri), sarà ricordato per l'acquisto degli inutili banchi rotanti e per le elucubrazioni sulle barriere in plexiglass. Allo stato attuale, dopo che l'Italia è stata la nazione europea che in primavera ha chiuso le scuole, mentre negli altri Paesi europei erano aperte, ci avviamo a ripetere la stessa negativa esperienza, con le scuole superiori già in didattica a distanza e le scuole primarie che rischiano di fare la stessa fine. Balza agli occhi quanto il tema della riapertura delle scuole sia legato anche al mancato potenziamento della rete dei trasporti pubblici. Quel che è certo è il grido di allarme lanciato da educatori, insegnanti e psicologi sulle ripercussioni negative che la didattica a distanza prolungata nel tempo avrà sui bambini, proprio negli anni della formazione in cui è così fondamentale e importante la socializzazione.

A proposito del commissario Arcuri, è giunta notizia che sarà proprio lui il responsabile del piano operativo per la distribuzione dei vaccini anti-COVID sul territorio nazionale. Speriamo che non si ripetano le esperienze già vissute con gli immancabili ritardi nei bandi di acquisto prima per i dispositivi di protezione individuale, poi per i tamponi, poi per i banchi scolastici ed, infine, nel bando per il potenziamento degli ospedali e delle terapie intensive. Quest'ultimo bando sulla riorganizzazione delle strutture ospedaliere è stato pubblicato solo nel mese di ottobre nonostante le regioni avessero presentato i progetti fin dai primi giorni del mese di luglio. Che cosa facevano al Governo durante l'estate? Non sarà che qualcuno non sapeva bene che pesci prendere? È di fondamentale importanza capire che, in questo momento, l'Italia ha bisogno più che mai di contemperare l'esigenza della tutela della salute con il sacrosanto diritto di lavorare dei privati che hanno impiegato una vita, se non intere generazioni, per creare piccole, medie e grandi imprese, che sono la vera spina dorsale del nostro Paese. In ogni caso, tralasciando le cervellotiche decisioni tra orari di apertura e chiusura e il tipo di attività aperte o chiuse, è un dovere dello Stato prima indennizzare adeguatamente i cittadini e poi, casomai, chiedere loro il sacrificio della chiusura. Non è possibile che ancora oggi ci siano persone e imprese in attesa di quanto promesso nella scorsa primavera. Ciò che chiedono gli italiani, più di ogni altra cosa, è poter lavorare. Dal momento che nessuno è in grado di prevedere per quanto tempo dovremo convivere con il Coronavirus, la risposta dello Stato deve essere, più che chiudere tutto, potenziare le proprie strutture sanitarie, curare adeguatamente e tempestivamente i propri cittadini malati, con una priorità da accordare alle persone più fragili, come anziani, malati di altre patologie e disabili, in modo da restituire ai sani il diritto al lavoro.

Un altro tema che sta emergendo prepotentemente è la riduzione di accesso alle diagnosi e alle terapie da parte dei pazienti non COVID-19. Le patologie oncologiche sono in Italia la seconda causa di decesso, con oltre 180 mila casi l'anno, subito dopo le malattie del sistema circolatorio, al primo posto, con 230 mila casi per anno. Le associazioni degli specialisti oncologi ci segnalano una riduzione del 52 per cento delle diagnosi e delle biopsie, una riduzione del 57 per cento delle visite settimanali presso i reparti di oncologia e il 64 per cento di ritardi negli interventi chirurgici. Tutto questo comporterà inevitabilmente un elevato aumento di sofferenza e di decessi negli anni a venire, di non facile quantificazione, così come l'attribuzione delle cause legate ai ritardi. La stessa situazione vale per altre patologie acute e croniche. In questo momento, con la complicità dei mass media che tendono a fare più terrorismo che informazione, si è creata una distinzione tra malati di serie A, affetti da Coronavirus, e malati di serie B, con altre patologie che sono non sono certo nel frattempo scomparse.

Una domanda, da cui non possiamo esimerci, è se stiamo facendo tutto il possibile per affrontare al meglio la pandemia da Coronavirus. Mi riferisco in particolare a ciò che può fare la differenza per vincere questa battaglia e, cioè, curare i malati il più precocemente possibile e presso il proprio domicilio. Esistono validi protocolli terapeutici che, per essere efficaci, devono essere somministrati nella fase iniziale della malattia. Quindi, diventa fondamentale il ruolo dei medici di medicina generale, delle guardie mediche, dei servizi di igiene pubblica e, soprattutto, delle USCA affinché intervengano tutti recandosi, anche per fare i tamponi, a casa dei malati. Va da sé che, se nessuno segue i malati a domicilio, questi possono peggiorare fino a vedersi costretti a ricorrere al pronto soccorso, con gravi rischi per la tenuta di tutto il sistema sanitario. Si potrebbe parlare ancora dei diversi tipi di test e della loro attendibilità, compresi i tamponi.

Si potrebbe parlare del numero limite dei cicli di amplificazione della PCR, perché questo esame possa essere ritenuto valido e attendibile, ma vorrei spendere ancora qualche parola sulla terapia a base di idrossiclorochina.

In Italia, in questo momento, è stato vietato l'utilizzo per curare l'infezione da Coronavirus, nonostante questo farmaco sia presente sul mercato fin dagli anni Cinquanta. Negli Stati Uniti è un farmaco di uso comune, di basso costo, con 5 milioni di dosi prescritte nel 2017; in Italia ne è ammessa la prescrizione come terapia per numerose malattie reumatiche e autoimmuni, terapie di lunga e lunghissima durata. L'idrossiclorochina viene regolarmente utilizzata in Germania e in Cina come terapia anti-COVID, in fase iniziale, nell'ambito protocolli che, spesso, portano dei miglioramenti che evitano il ricovero in ospedale; non si comprende, quindi, bene a cosa sia dovuta la demonizzazione di questo farmaco.

Sono stati condotti degli studi scientifici con dei risultati controversi, fermo restando che lo studio principale che aveva convinto l'OMS a sospendere i trial sull'idrossiclorochina come anti-COVID, pubblicato su The Lancet, è stato poi ritirato dalla stessa rivista medica. Probabilmente, la soluzione per ridurre gli effetti collaterali dell'idrossiclorochina sta nel dosaggio non eccessivo, ma non sembrano esserci le condizioni per escludere questa molecola dall'arsenale terapeutico dei medici, considerando che viene utilizzata regolarmente per altre patologie, senza effetti collaterali degni di nota, come altri farmaci di uso comune.

Spero sia chiaro che la Lega-Salvini Premier non chiede di meglio che poter collaborare per risolvere i problemi degli italiani, ma chiede, per poterlo fare, il massimo rispetto e che il confronto avvenga, più che nelle segrete stanze di comitati di esperti più o meno attendibili, nell'Aula di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice Rostan per una precisazione. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN, Relatrice. Presidente, solo per chiedere l'autorizzazione al deposito integrale della relazione.

PRESIDENTE. La Presidenza, ovviamente, autorizza. E' iscritta a parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, il disegno di legge all'esame odierno dell'Aula, con il quale il Governo chiede la conversione in legge del decreto n. 125 dello scorso 7 ottobre, è da inquadrarsi nel tessuto normativo attraverso il quale il Governo ha inteso affrontare questa emergenza pandemica da COVID-19 e qui si inserisce, quindi, a seguito dello stato di emergenza già dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, dopo vari decreti: il n. 6 del febbraio 2020, il n. 19 del marzo 2020, il n. 33 del maggio 2020 e, in ultimo, il n. 83 del luglio 2020, quest'ultimo varato a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2020, che ha prorogato lo stato di emergenza del 15 ottobre 2020.

Il suddetto corso normativo ha seguito, com'era naturale, l'evolversi di un evento calamitoso, esogeno, di portata storica che, in considerazione dell'eccezionalità del caso, è stato fin da subito contraddistinto da un andamento difficilmente prevedibile nel breve periodo. Se i primi dispositivi citati hanno consentito l'adozione di misure fortemente restrittive in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, con il decreto del 16 maggio 2020 si sono volute, invece, allentare progressivamente le limitazioni precedentemente imposte, al fine del contenimento del contagio, per dirigersi verso un sistema di misure articolato su scala regionale, che ha inaugurato la cosiddetta fase 2 della pandemia.

Con l'arrivo dell'autunno e della conseguente nuova impennata della curva epidemiologica, il Governo ha, quindi, varato il decreto n. 125 del 7 ottobre del 2020, che oggi è al vaglio di quest'Aula, e in pari data, con delibera del Consiglio dei Ministri, ha prorogato al 31 gennaio 2021 lo stato di emergenza. Questo dispositivo in esame chiude così un anno solare - 31 gennaio 2020-31 gennaio 2021 - che sarà ricordato, purtroppo, per la più grave emergenza sanitaria mai affrontata nella storia dell'Italia repubblicana. Grazie a questa proroga, il Governo è messo in condizione di fronteggiare, con mezzi e poteri straordinari, una crisi sanitaria, manifestatasi principalmente come crisi ospedaliera, che è ancora in atto, e governare la consequenziale ricaduta economico-sociale che ne sta derivando. Ciò, si intenda, nel pieno rispetto dei principi generali del nostro ordinamento giuridico e con speciale anche riguardo alle prerogative del Parlamento, che sono state ulteriormente garantite grazie alla recente approvazione dell'emendamento al “decreto COVID”, che ha introdotto la cosiddetta parlamentarizzazione dell'uso del DPCM.

Con la proroga dello stato di emergenza sarà possibile continuare a monitorare puntualmente l'evoluzione della pandemia nel nostro Paese, acquistare con procedure semplificate quei dispositivi che il commissario straordinario ritenga necessari per affrontare l'emergenza, controllare l'ingresso nel Paese da parte di cittadini stranieri provenienti da zone ad elevato rischio pandemico, continuare a ricorrere al lavoro agile per ridurre il più possibile contatti e garantire così il distanziamento sociale.

Più nello specifico, il presente disegno di legge, così come approvato dall'altro ramo del Parlamento, oltre a prorogare una serie di scadenze normative in relazione al perdurare dell'emergenza pandemica, introduce ex novo alcune importanti norme di portata generale. Si prevede, infatti, l'obbligo per chiunque - fatte salve alcune specifiche categorie e determinate circostanze - di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con la possibilità di prevederne l'obbligatorietà dell'utilizzo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto.

Si esplicita, poi, la facoltà delle regioni di introdurre misure per fronteggiare l'emergenza in deroga a quelle contenute nel DPCM, solo laddove, però, si tratti di misure più restrittive. In questo modo, il Governo è in grado di garantire uno standard minimo di misure contenitive del contagio valido su tutto il territorio nazionale, pur consentendo, a livello locale, la possibilità di scelte ancora più drastiche.

Si introduce, per l'App Immuni, il riferimento all'interoperabilità con le piattaforme che svolgano le medesime finalità nel territorio dell'Unione europea e anche, nell'ottica di una ottimizzazione della rilevazione dell'App suddetta, si consente ai lavoratori del settore pubblico e privato di poter utilizzare i propri dispositivi telematici e telefonici durante l'orario di lavoro. Si inserisce, poi, la locuzione “sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus 2 (SARS-CoV-2)” nell'elenco degli agenti biologici classificati, posta la disciplina in materia di sicurezza e salute sul lavoro, come recepimento dell'articolo 1 della direttiva (UE) 2020/739.

Per quanto concerne le proroghe specifiche di determinati settori, si interviene sui mandati dei componenti degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca, sui termini per ottemperare all'obbligo di trasmissione di dati per le rilevazioni previste dal Programma statistico nazionale, sui termini di validità dei documenti di riconoscimento e di identità, sui termini del prospetto delle aliquote IMU, sul codice del terzo settore, sulla durata della gestione della Commissione straordinaria degli enti sciolti per mafia, sul differimento delle consultazioni elettorali, sui termini di sospensione del versamento di somme derivanti da cartelle di pagamento, sui termini di assunzione da parte della pubblica amministrazione e sui termini delle procedure per gli interventi di integrazione salariale riconosciuti in relazione all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Mi rendo conto, Presidente, che alcuni passaggi parlamentari, come la conversione in legge di questo decreto di proroga, possano apparire squisitamente tecnici e privi di uno specifico spessore politico; ritengo, tuttavia, che, invece, questa pandemia sia alla stregua di un conflitto bellico. Se questa crisi è la più grave dai tempi del dopoguerra, allora ogni scelta, ogni voto, ogni singola parola che saremo chiamati a proferire in quest'Aula devono essere rivestiti della medesima gravità, proprio come avrebbero fatto i padri fondatori della Repubblica, che ebbero l'ingrato ma nobile compito di ricostruire dalle macerie il nostro Paese. A questa unità nazionale, lo stesso sentimento a cui si ispirarono democristiani, socialisti, comunisti, liberali, repubblicani, azionisti, in un momento che fu così delicato per la vita democratica degli italiani, a quell'alto sentimento richiamo oggi i miei colleghi.

Nessuno è escluso, perché sono certa che solo nell'unità potremo uscire vittoriosi da questo conflitto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Prego.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Il decreto-legge che oggi è all'esame di quest'Aula e che convertiremo nei prossimi giorni rappresenta una conferma e quindi rinnova, introducendo alcuni elementi ulteriori di novità, la strategia che si è sviluppata, con un impianto normativo che fin qui è stato messo in campo per dare strumenti di contrasto alla forza enorme e del tutto inedita di questa pandemia; una strategia che ha visto nella flessibilità e nella tempestività di reazione rispetto alle evoluzioni, anche difficilmente prevedibili di questa pandemia, i suoi tratti fondamentali. Io credo che, ad esito di questi primi mesi, noi possiamo dire che questa strategia, questa capacità di intervento anche straordinario, questi poteri straordinari che sono stati affidati al Governo per garantire questa flessibilità e questa tempestività sono stati una scelta giusta. Credo che ogni nostra riflessione, che responsabilmente volesse sfuggire alla tentazione della banalizzazione ai fini di un'incessante e sterile polemica politica di parte, che volesse ancorarsi alla pacatezza e al merito, come il momento richiederebbe, dovrebbe ancora una volta riconoscere che il nostro Paese, come tutta l'Europa e come tutto il mondo, sta affrontando una delle situazioni più gravi e drammatiche dalla fine dell'ultima guerra mondiale. Dobbiamo averne consapevolezza, perché un dramma di questa portata chiede serietà e responsabilità dell'intero sistema Paese nessuno escluso, a partire, ovviamente, da chi rappresenta il popolo nelle istituzioni democratiche. E serietà e responsabilità, Presidente, sono fatte anche della rinuncia alle polemiche inutili, agli attacchi gratuiti, ai conflitti istituzionali, alle alternative, ma ugualmente inutili, affermazioni del “si è sbagliato tutto”, quanto ugualmente del “è andato tutto bene”. In Italia oggi abbiamo quasi 30 mila persone ricoverate nei reparti COVID-19 ormai strapieni, più di 3 mila persone in terapia intensiva, 600 mila positivi. Abbiamo oltre 42 mila italiani morti per il COVID-19 e quasi due milioni di persone morte in tutto il mondo. A loro dobbiamo un dibattito pubblico e scelte conseguenti che siano all'altezza di questa situazione. Dobbiamo abbandonare una retorica piena di menzogna sul fatto che non si è fatto nulla, che si è perso tempo dall'estate a oggi. Certo, ci saranno stati anche errori, ma lungo questi mesi intorno alla coerenza di una strategia, che, come dicevo, è stata messa in campo fin dall'inizio, si è cercato di fare ogni sforzo per migliorare la nostra capacità di resistere alla pandemia sotto diversi punti di vista, senza la bacchetta magica e con tutta la difficoltà di adeguare in pochissimo tempo sistemi sanitari, economici e sociali che non erano affatto tarati per sopportare una pandemia globale, affrontando anche le enormi diseguaglianze, di possibilità e di opportunità, che attraversano il nostro Paese a seconda del luogo dove vivi, dovendo gestire, altresì, l'emersione di tutta una serie di vizi che preesistevano rispetto al COVID-19 e che il virus ha messo ancora più in luce. Ma dentro a questa complessità che è l'Italia, dire che non si è fatto nulla non fa giustizia a un lavoro che non ha potuto e non poteva probabilmente metterci al riparo dalla seconda ondata, ma che ci ha dato strumenti nuovi per affrontarla. É - lo dico con franchezza - una rappresentazione macchiettistica dire che i mesi che abbiamo alle spalle hanno visto, mentre il Paese era in sofferenza, un impegno per i monopattini o per rendere rotanti i banchi, piuttosto che per strutturare una risposta alla pandemia. Con queste parole si fanno efficacemente dei tweet, si conquista qualche like in più, ma si fa un torto ingeneroso, si dicono cose ingenerose rispetto all'impegno del nostro Paese, non solo del nostro Governo. Ed è ingeneroso perché non è stato “nulla” incrementare gli organici della sanità di 36 mila unità, non è stato “nulla” stanziare centinaia di milioni che hanno permesso di avere cantieri in 12 mila scuole e 40 mila nuove aule alla partenza dell'anno scolastico, non è stato “nulla” aver raddoppiato i posti di terapia intensiva nel nostro Paese, non è stato “nulla” aver decuplicato la capacità di screening, passando dai 26 mila tamponi al giorno, nel mese di marzo, ai 230 mila e oltre di oggi. Tutti strumenti che non c'erano e che oggi ci sono ad esito di scelte e della capacità di tradurle in fatti. Certo, questo non ci consente di indugiare neppure un secondo sull'autocelebrazione e nel sentirsi a posto con se stessi. Ci sono amplissimi margini di miglioramento che, tuttavia, non muovono dal nulla ma da cose fatte che una discussione onesta potrebbe e dovrebbe riconoscere, senza distorcere la realtà a ragioni di propaganda di parte, affermando che alle spalle abbiamo mesi di ozio, di sottovalutazioni e di inattività. Qui spesso quella discussione onesta pare non svilupparsi, laddove, invece, in molti altri Paesi in Europa – ultima, in ordine di tempo, la Francia - avviene anche con votazioni pressoché unanimi dei Parlamenti sui provvedimenti sull'emergenza sanitaria. Certo - lo ribadisco - la resistenza a questo virus ha dovuto fare i conti con tutti i limiti, i nodi gordiani, le burocrazie miopi, con i deficit di programmazione, con gli esiti di tagli lineari di questi anni, con le diseguaglianze territoriali che tengono troppo spesso al palo il nostro Paese e che chiedono il coraggio di un riformismo che abbia i tratti della radicalità. Ma la resistenza a questo virus ha anche potuto beneficiare della straordinaria resilienza degli italiani, della straordinarietà - che non mi stancherò mai di ripetere - di operatrici e operatori sanitari che continuano in modo esemplare, con una fatica ancora maggiore di quanto non fosse a marzo, a dare il massimo e ancora qualcosa di più all'interno di un Servizio sanitario nazionale provato ma resistente nelle sue espressioni di universalismo e gratuità. Una resistenza al virus che, come dicevo all'inizio, ha potuto contare su una strategia che questo decreto ribadisce; una strategia fondata su un criterio di massima prudenza nella gestione dell'emergenza. Abbiamo detto che si sarebbero dovute adottare tutte le restrizioni necessarie per tutelare la salute degli italiani, contemporaneamente cercare di farlo evitando di giungere a un lockdown generalizzato, cercando di stanziare le somme necessarie per alleviare la sofferenza economica e sociale delle persone e delle aziende colpite dall'emergenza. Abbiamo fatto questo a più riprese. Oggi con il “decreto Ristori”, anche constatando con soddisfazione come i pagamenti siano stati molto celeri e in linea con le promesse che il Governo aveva fatto e con gli impegni che aveva assunto all'atto dell'approvazione in Consiglio dei Ministri del provvedimento, abbiamo ribadito questa scelta. Questo virus ci ha mostrato tutta la fragilità della condizione umana davanti a una sfida di simile portata, ma ci ha anche messo in evidenza dei moltiplicatori di questa fragilità. Alcuni dipendono dalla nostra età, dalle nostre patologie, ma molti altri dipendono dal livello, dalla qualità e dall'accessibilità ai servizi sanitari nel nostro territorio, dalle condizioni delle reti familiari, amicali, dal lavoro che facciamo e dal livello di garanzie e di tutele. Questi fattori sociali di fragilità rendono i cittadini molto diversi fra loro di fronte alla pandemia e alla crisi sanitaria, economica e sociale che ne consegue. Sta alle nostre scelte, Presidente, quelle del Parlamento e del Governo, ridurre questi moltiplicatori di fragilità per consentire a ogni cittadino di affrontare questa fase tanto difficile con gli strumenti adeguati, per produrre condizioni di uguaglianza laddove c'è ancora troppa diseguaglianza. E, allora, la strategia realizzata con la sequenza di questi decreti – l'ultimo, quello che affrontiamo in questa giornata - deve contribuire a ridurre incertezza, fragilità e precarietà di vita nella drammaticità della situazione contingente e dovrebbe essere espressione di una maturità politica che fa compiere a tutti un salto di qualità fatto di dialogo, di confronto e, dove è possibile, di condivisione, nell'interesse esclusivo che è l'Italia e i cittadini italiani.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alessandro Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Il disegno di legge ora all'esame dell'Aula è solo l'ultimo dei numerosissimi provvedimenti di urgenza e di altri atti legislativi con i quali il Governo ha finora affrontato la pandemia da COVID-19.

E ciò, da quando, per la prima volta, il 31 gennaio scorso, ossia dieci mesi fa, è stato deliberato lo stato di emergenza sanitaria, poi prorogato fino al 15 ottobre 2020 e poi, ancora, fino al prossimo 31 gennaio. Dieci mesi drammatici, che hanno visto susseguirsi, in una sorta di confusione normativa, una quantità di norme e disposizioni, che si sono via via aggiunte e accavallate; mesi in cui abbiamo assistito e assistiamo a norme di rango secondario - vedi gli infiniti DPCM -, con chiari problemi di costituzionalità, che hanno introdotto divieti e limitazioni, che incidono su diritti costituzionalmente garantiti e che il Governo ha surrettiziamente voluto, nei fatti, elevare a rango di legge - cosa del tutto incostituzionale - e, viceversa, leggi che hanno normato interventi minori e che di solito dovrebbero, invece, essere regolati con norme di rango minore.

A questo si aggiunga una sorta di perenne caos istituzionale, una cacofonia, che vede un rimpallo di responsabilità tra il Governo e le regioni e tra le regioni e gli enti locali, così come tra i comuni ed il Ministero. È vero che la nostra Costituzione assegna la tutela della salute alla legislazione concorrente, con un ruolo principale alle regioni, ma in questi orribili mesi di pandemia troppo spesso il Governo si è mostrato non sempre all'altezza della sua funzione.

Ricordo che la nostra Carta costituzionale, in particolare l'articolo 117, attribuisce allo Stato la competenza concorrente, in materia di tutela della salute. Ciò significa che allo Stato spetta il coordinamento dell'azione delle regioni a tutela della salute. Ma, ahimè, questo ruolo di regia troppo spesso è mancato e questo ha contribuito, in queste settimane, a esasperare gli animi dei cittadini. Ci siamo ritrovati di fronte, in queste lunghe settimane, a un continuo susseguirsi di norme regionali, che anticipano o contraddicono norme statali, che vengono superate qualche giorno dopo da ordinanze sindacali, che a loro volta valgono fino al nuovo contrordine imposto dal Ministero della Salute o dal DPCM di turno.

Poi, quest'estate, siamo andati in vacanza, credendo che il peggio fosse alle spalle. Il problema è che, colpevolmente, in vacanza è andato pure il Governo, che ha lasciato trascorrere i mesi estivi, dimenticandosi di organizzarsi per una seconda ondata, che tutti gli esperti avevano dato per più che probabile.

A tutto questo caos sulla gestione della pandemia si aggiunga una produzione normativa a dir poco esuberante e in continua rapidissima evoluzione: interi territori che cambiano colorazione tra rosso, arancione e giallo, sulla base dei famosi 21 parametri, che, però, cominciano a creare qualche dubbio tra la stessa comunità scientifica. In tutto questo mancano dati dettagliati dei contagi.

Questo è lo scenario fosco, nel quale si inserisce questo ennesimo decreto d'urgenza, ora all'esame di quest'Aula. Il decreto contiene, in una forma obiettivamente assai confusa - e sotto questo aspetto in linea con la gestione della pandemia - alcuni dei differimenti di termini introdotti da precedenti decreti e proroga, in particolare, il termine di efficacia delle disposizioni introdotte dai decreti-legge n. 19, n. 33 e n. 83 del 2020. Oltre a questo, si ripropongono tutte le disposizioni previste da due decreti-legge, il n. 148 e il n. 129, che ora vengono conseguentemente lasciati cadere, facendo comunque salvi gli effetti che, nel frattempo, si sono prodotti.

Si passa dalle norme di proroga, relative all'operazione “Strade sicure”, all'obbligo per legge di indossare la mascherina, dal quorum necessario per consentire la partecipazione alle assemblee condominiali in modalità di videoconferenza alla facoltà concessa alle regioni di introdurre solo misure più restrittive di quelle contenute nei DPCM, senza eventuali possibilità di misure ampliative.

Detto questo, diverse proroghe termini e diverse norme introdotte al Senato possono essere giudicate necessarie e condivisibili. Lo abbiamo detto a Palazzo Madama e lo ribadiremo in questa sede, in maniera coerente. In Commissione, purtroppo, non c'è stata data alcuna possibilità di discutere in maniera approfondita gli emendamenti presentati dai gruppi. Come Forza Italia, li ripresentiamo comunque per l'Aula, sperando che si riesca a introdurre qualche miglioramento al testo.

A titolo esemplificativo, in Commissione abbiamo proposto la possibilità di svolgere udienze da remoto, relativamente al processo amministrativo e tributario e l'adozione di linee guida e di un protocollo COVID per l'applicazione uniforme, su tutto il territorio nazionale, dei piani terapeutico-farmacologici e di controllo dell'infezione per la gestione dei pazienti COVID a domicilio. Abbiamo chiesto di implementare l'effettuazione dei tamponi e dei test sierologici presso le strutture sanitarie accreditate con il Servizio sanitario nazionale. Abbiamo chiesto la proroga a fine anno della sospensione dei versamenti previsti dal “Cura Italia”, dell'IVA, delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e di altri tributi. Abbiamo proposto l'erogazione di un bonus destinato alle famiglie a più basso reddito e che abbiano al loro interno almeno un figlio minore disabile, per l'acquisto di servizi volti ad agevolare le attività di studenti con difficoltà motorie, sensoriali o di approfondimento.

Non posso non segnalare che, ancora una volta, questo ramo del Parlamento o comunque un ramo del Parlamento si trova nell'impossibilità, principalmente per responsabilità del Governo, di discutere e modificare un testo approvato dall'altro ramo. Si continuano ad approvare i provvedimenti in un solo ramo del Parlamento, con l'altro che non ha altra funzione che ratificare quanto già deciso. Siamo, di fatto, da tempo in una sorta di monocameralismo perfetto. È chiaro che questo andazzo non è più accettabile e ciò vale anche oggi, di fronte a tale decreto. Il decreto scade il prossimo 6 dicembre. Questo significa che, nonostante vi siano tempi obiettivamente stretti, se ci fosse la volontà politica, si potrebbero ancora apportare dei miglioramenti al testo. La realtà è che maggioranza e Governo hanno optato anche stavolta per l'immodificabilità del testo. Siamo, però, ancora in tempo e, se la maggioranza riterrà, potremo rendere questo provvedimento più completo, più incisivo e più efficace, ascoltando alcune delle proposte che arrivano dall'opposizione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, rappresentanti del Governo, inizio subito con un reclamo d'Aula: è assurdo che, come era stato precedentemente autorizzato, non si possa parlare ai microfoni senza mascherina, perché questo discrimina, colleghi, come vedete, chi come me ha gli occhiali. Per cui: o leggo o respiro, Presidente. Quindi, lo rivolgo a lei, in quanto rappresentante del Parlamento e di quest'Aula, perché i questori prendano provvedimenti, perché è discriminatorio nei confronti…

PRESIDENTE. I questori hanno già preso i provvedimenti, facendo la delibera. Quindi, ovviamente, tutti devono rispettare la delibera dei questori. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …nei confronti dei colleghi che hanno gli occhiali e che hanno bisogno degli occhiali per leggere.

Onorevoli colleghi, signor Presidente, signori del Governo, finita l'illusione estiva della libertà concessa da Conte, siamo tornati ai lockdown leggeri, alle zone rosse e via così.

Il Governo, colleghi, ha ora iniziato l'operazione di relazioni pubbliche “salviamo il Natale”: siamo sempre nel campo della fiction e della narrazione. E quello che era stato presentato come il “modello italiano” non c'è più, colleghi. La pandemia si ferma prorogando lo stato di emergenza, come vuole questo provvedimento che oggi discutiamo, e con conseguente lockdown, che arrecherà evidente danno ulteriore all'economia italiana, quella reale. La pandemia non si ferma, colleghi, con i lockdown; si può solo contenere e rallentare. Le chiusure servono a guadagnare tempo e programmare una difesa attiva, così come viene definita, ma quel tempo non è gratis: si compra distruggendo l'economia, falcidia il reddito, produce disoccupazione e povertà, ha un costo in termini finanziari, diminuisce l'aspettativa di vita generale, aumenta i rischi di morte per altre patologie - e poi vedremo anche qualche dato - che non vengono più curate o vengono differite. Penso alle chiusure come quelle dei teatri e dei cinema: su 347.262 spettatori, in 2.782 spettacoli monitorati, tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento - perché le platee, come sappiamo, erano contingentate - nel periodo che va dal 15 giugno, giorno della riapertura dopo il lockdown, a inizio ottobre, pensate un po', colleghi, rappresentante del Governo, si registra un solo caso di contagio da COVID-19, sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali, quindi dati ufficiali. Una percentuale questa pari allo zero assoluto, assolutamente irrilevante, che testimonia quanto i luoghi che continuano ad ospitare lo spettacolo siano assolutamente sicuri e sia possibile metterli ancora più in sicurezza. Allora perché li avete chiusi?

Il modello italiano di cui vi siete riempiti la bocca, colleghi e rappresentanti del Governo, non esiste, a meno che non si intenda quello dei peggiori. Siamo al terzo posto per tasso di mortalità, pensate, indovinate dopo chi? Dopo il Messico e l'Iran, prima degli inglesi, e dopo di noi ci sono Paesi che nelle cronache nostrane vengono dipinti come l'inferno, a cominciare dagli Stati Uniti (2,3 per cento di tasso di mortalità). Siamo il Paese più vecchio del mondo, si obietta, dunque il nostro tasso di mortalità è più alto perché i soggetti a rischio sono di più: è falso anche questo. Anche la Germania è il Paese più vecchio del mondo, insieme all'Italia e al Giappone, e il tasso di mortalità della Germania è pari a 1,6 per cento, lo stesso del Giappone, che ha solo 118.601 casi e - purtroppo - 1872 morti dall'inizio della pandemia, per 126 milioni di abitanti, il doppio dell'Italia. Nazioni simili all'Italia, performance migliori di quelle dell'Italia.

In 17 regioni è stata superata la soglia critica delle terapie intensive che Arcuri - il mitico Arcuri, questa forma mitologica metà uomo e metà bando - ha indetto, per bando scaduto a metà ottobre, che ancora devono essere garantite dalle regioni. Quindi, colleghi e rappresentanti del Governo - ovviamente mi rivolgo non alla persona che mi è di fronte, ma in quanto rappresentante del Governo -, avete ottenuto 100 miliardi di scostamento in primavera e avete realizzato, con il mitico Arcuri - metà commissario e metà bando - avete realizzato soltanto a fine ottobre un bando non sufficiente per le terapie intensive. Se questa non è incapacità e malgoverno di un'emergenza, non ho non ho più altri esempi da fare.

I medici di base sono giustamente in stato di agitazione. Dicono che il sistema è al collasso, ha fallito l'operazione delle tre T: test, trattamento, tracciamento e su questo, colleghi, abbiamo visto il fallimento di Immuni: il Ministro Pisano si dovrebbe dimettere per dignità. Pisano riconosca il fallimento dell'applicazione e del suo dicastero. Gli utenti positivi rilevati sono stati solo 4.305 su 77.021 notifiche inviate. Calcolando anche gli errori dei sistemi operativi, che abbiamo visto sui giornali, come indicato tra l'altro dallo stesso sito di Immuni, le notifiche inviate finora dovrebbero essere state circa 150 mila, con una rilevazione dei casi positivi del 2 per cento. Come ha detto anche l'avvocato Andrea Lisi, Segretario Generale di Anorc, l'Associazione nazionale operatori e responsabili della custodia di contenuti digitali, cito: “Questa app è un disastro”. Vi cito poi la Fondazione GIMBE di Cartabellotta: “Le misure di contenimento introdotte non hanno affatto appiattito la curva dei contagi che continua a salire, seppure con velocità ridotta, analogamente a quella dei ricoverati con sintomi e delle terapie intensive. Il contagio, in sostanza, è come un'automobile che, dopo avere accelerato la corsa per settimane (incremento percentuale dei casi), ora viaggia ad una velocità molto elevata ma costante (numero di casi settimanali), nonostante abbia ridotto l'accelerazione. Tuttavia non conoscendo i flussi dei pazienti in entrata e in uscita, non si può escludere che questo dato sia influenzato dall'effetto saturazione dei posti letto che nelle terapie intensive purtroppo causano un incremento della letalità”. Fin qui la citazione. Mi sembra abbastanza chiaro il quadro deprimente ed emergenziale.

Abbiamo avuto quindi otto mesi, colleghi, per attrezzarci. Il Governo ha buttato tempo e messo l'economia in ginocchio con un lockdown alla cinese, un lockdown anche psicologico. L'OMS l'ha dichiarato “stress pandemico”: si esce di casa, si lavora, si torna a casa. E su questo ho avuto la possibilità di conoscere, come molti di voi, testimonianze dirette. C'è una mia amica, una dirigente d'azienda, che tutte le mattine si mette la mascherina, fa il tragitto per l'ufficio, entra in ufficio, si chiude in stanza, non ha socialità con i colleghi, se non per via elettronica, esce dall'ufficio la sera, torna a casa e non frequenta nessuno. Eppure siamo nella regione Lazio, che non è in lockdown. E per quale motivo ci sono questi comportamenti sociali? Perché questa narrazione del panico e dell'emergenza ha creato una psicosi sociale, sta modificando i rapporti antropici, e di questo pure dovrete rispondere!

Certo, ormai ricopro il ruolo di parlamentare da due anni e mezzo circa, ma stavolta vedete la denuncia è anche per fatto personale. Le inadempienze le ho potute testare personalmente, essendo risultato positivo al COVID il 26 ottobre. Per carità, il sistema di rilevamento dei tamponi è stato efficace: ho avuto i sintomi, sintomi forti, mi sono rifiutato di farmi ricoverare, mi sono curato a casa con la terapia ospedaliera, comprese le iniezioni di eparina sulla pancia, ma vedete nessuno, nessuno in 21 giorni della rete territoriale ASL mi ha mai contattato! E devo ringraziare sapete chi? Un medico di base, il medico di famiglia che, con coraggio e senza avere le attrezzature necessarie fornite da nessuno, è venuto nella mia casa, un focolaio COVID - io, mia moglie, mia figlia - e mi ha fatto una visita completa e mi ha curato e mi ha garantito la terapia ospedaliera.

Quindi, colleghi, non scherziamo. Non andate a vantarvi in televisione della rete territoriale, del potenziamento delle ASL. Abbiamo letto cose deprimenti, delle ASL che si perdono gli esiti dei test, che vanno rifatti… Non è così che si gestisce un'emergenza! Credo che questa sia una testimonianza personale, ma ininfluente, colleghi, perché so bene che anche qua dentro ci sono stati casi molto più gravi, persone ricoverate in terapia intensiva, come fuori, quindi la mia solidarietà va soprattutto ai familiari di queste persone, perché una famiglia che viene colpita da un focolaio COVID, è abbandonata, tranne appunto eccezioni, in occasione del fatto che magari ci sono medici scrupolosi che appunto le assistono. Una storia personale, quindi, che però è storia di molti e appunto, come ho ricordato, anche di molti colleghi che hanno avuto il COVID in maniera molto più grave e a cui va la mia solidarietà.

Ma prendiamo l'esempio delle terapie intensive. Partiamo da quanto detto dal commissario all'emergenza COVID Domenico Arcuri, sempre la figura mitologica, “semidio”, metà commissario e metà bando: “In Germania a marzo c'erano 30 mila posti di terapia intensiva, sei volte di più che in Italia, dove erano 5 mila. Al picco abbiamo avuto nel nostro Paese circa 7 mila pazienti in rianimazione, 2.000 di più della totale capienza dei reparti.

Oggi abbiamo circa 10 mila posti di terapia intensiva e arriveremo a 11.300 nel prossimo mese. Attualmente ci sono circa 3.300 ricoverati in terapia intensiva per COVID, quindi la pressione su questi reparti non c'è”.

I conti di Arcuri però, colleghi, non tornano, a Carlo Palermo, presidente del sindacato dei medici ospedalieri, quindi una persona che questa situazione la testa tutti i giorni dal vivo. Aperte sempre virgolette: “I posti di terapia intensiva disponibili in Italia oggi sono 7.500. Di questi, circa il 60 per cento è occupato da malati gravissimi non-COVID-19. La soglia del 30 per cento, indicata come livello di allarme di posti letto di rianimazione dedicati al COVID-19, è di circa 2.300, mentre i pazienti sono già oltre i 3.400”. Non solo. “Ci sono malati non-COVID-19.” - dice il presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori, Francesco Schittulli - “È delittuoso” - citazione - “il comportamento delle autorità sanitarie nei confronti di patologie gravi come il cancro e le malattie cardiologiche. Ogni giorno” - ogni giorno, colleghi – “mille italiani hanno la diagnosi TAC e 500 ogni giorno muoiono di cancro”. Parliamo poi di quello che è diventato l'emblema di questa pandemia, le mascherine: le mascherine, che il provvedimento fa diventare obbligatorie. Ogni giorno, per prendere l'esempio della scuola, colleghi, vengono distribuite più di 130 milioni di mascherine chirurgiche. Ogni mese abbiamo bisogno di un miliardo di mascherine: sacchetti, guanti e appunto mascherine sono stati prodotti all'ordine del giorno durante questo periodo. Il loro smaltimento e l'eventuale loro impatto sulla biodiversità, in particolare marittima, sono temi cruciali per il futuro dell'ecosistema. Un tema, colleghi, che abbiamo sollevato anche in alcuni atti di sindacato ispettivo - sperando che rispondiate -, e che storicamente solleviamo da anni, in particolare ora con le mascherine, con l'associazione ambientalista “Fare Verde”, fondata dall'indimenticato e indimenticabile presidente Paolo Colli. Le mascherine, colleghi, sono composte da polipropilene, polimeri plastici che, se non correttamente smaltiti, possono aumentare il quantitativo di rifiuti plastici in grado di raggiungere i nostri mari. Colleghi, non è stato predisposto un circuito di raccolta differenziata delle mascherine: io le ho viste per strada, buttate in ogni posto, in ogni dove, perché non c'è stata una campagna di sensibilizzazione adeguata e un circuito di raccolta di questo prodotto, che a miliardi di pezzi invade le nostre strade e i nostri mari. Nel pieno della crisi sanitaria della scorsa primavera, quando le mascherine erano introvabili, men che meno quelle a 50 centesimi di Arcuri, Conte chiamò a raccolta i maggiori industriali italiani. Ve lo ricordate, il “patto della mascherina” con John Elkann di FCA, da cui sono usciti dispositivi purtroppo deficitari, delle vere e proprie giarrettiere, come sono state definite, difficili da indossare e sicuramente neanche utili alla bisogna. La Cina, di cui tutti dubitiamo rispetto alla qualità commerciale, pensate, sta lucrando su questo: cioè la Cina, che è l'origine del virus, sta lucrando e detiene, pensate un po', il 92 per cento della quota di mercato delle mascherine; probabilmente anche queste che indossa la Presidente e che indosso io e che indossa il sottosegretario sono fatte in Cina. L'opacità delle commissioni dei dispositivi di protezione individuale. Apprendiamo da fonti stampa di questa mattina – colleghi, qui fate attenzione - che Mario Benotti - mi dispiace che non ci sia nessuno del Partito Democratico -, legato al Partito Democratico e già con ruoli di rilievo come quello di consigliere giuridico dell'allora Ministro delle Infrastrutture Delrio e del sottosegretario Gozi, quindi penso persona conosciuta, avrebbe presentato una società cinese per una commessa ultramilionaria ad Arcuri, metà uomo e metà bando, per la fornitura di mascherine. Vogliamo spiegazioni su questo, sottosegretario. Parafrasando una nota canzone di questa edizione di X Factor (che penso sia una forse delle migliori, perché ha fatto emergere veramente tanti talenti, e ce n'è uno in particolare che ha colpito per la sua genialità), una canzone, per usare un tono anche un po' sarcastico, di NAIP: “C'è un sacco di gente seguita da un sacco di gente seguita da un sacco di gente”, che sta lucrando sull'emergenza COVID, colleghi. Ricordiamo, ad esempio, lo scandalo della regione Lazio sulle mascherine, governata dal segretario del Partito Democratico, non da un passante, Zingaretti. La regione, nel silenzio generale, non ha ancora ricevuto i soldi della truffa subita e denunciata da Fratelli d'Italia, dal nostro gruppo regionale, che grava sui cittadini e sui contribuenti, colleghi, per milioni di euro. Va detto, quindi: il Governo ha fallito a tutti i livelli, a livello centrale, a livello regionale, dove si governa con il centrosinistra in particolare e nella gestione pandemica generale e ha fallito anche nel tamponare la crisi economica. Il provvedimento in esame, infatti, prevede la proroga della scadenza della validità di tutti gli atti amministrativi, tranne il documento unico di regolarità contributiva. In sede di conversione del decreto-legge al Senato, infatti, è stato approvato uno sciagurato emendamento della senatrice L'Abbate, del MoVimento 5 Stelle - perché è bene che tutte le categorie lo sappiano - che introduce questa previsione; in caso di mancata proroga tante imprese, anche dello spettacolo, rischiano per questo una grave crisi. La mancata proroga degli effetti del DURC comporta per moltissime realtà, appartenenti a diversi settori - non soltanto quello dello spettacolo, ma è di quello dello spettacolo che parliamo anche qui oggi -, il mancato accesso ai contributi emergenziali stanziati dal MiBACT e altri Ministeri, a causa appunto della mancata possibilità di presentazione del DURC regolare. Tale impossibilità deriva infatti dalla imposta chiusura e relativa difficoltà che si è perpetuata da marzo ad oggi, causa COVID-19. Si ricorda infatti che la verifica della regolarità del DURC è operazione propedeutica - propedeutica - ai fini di accettazione di ogni tipo di pagamento erogato da parte della pubblica amministrazione nei confronti di soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione. Inoltre, in considerazione della sospensione dei versamenti contributivi per i settori maggiormente colpiti dalla crisi, risulta assolutamente incoerente e incongruente fissare la corretta presentazione del DURC alla fine di ottobre 2020. Si consideri in tal senso come anche le realtà che a gennaio 2020 mostravano difficoltà nella regolarizzazione del DURC, si trovino, colleghi, nell'impossibilità, se pur volendo, di poter saldare le proprie posizioni con l'Agenzia delle entrate, a causa, appunto, della sospensione dell'invio delle cartelle. In sostanza, con questa proposta si impedirebbe alle strutture di sanare le precedenti posizioni pendenti e allo stesso tempo si priverebbero dei contributi ad esse destinabili. Praticamente, tutti quei soggetti in regola per poter ricevere un sostegno vitale di emergenza - se non l'unico in questo periodo, perché non possono lavorare – ne sarebbero di fatto impossibilitati, a causa della presentazione di DURC irregolare in ragione della crisi e questo capolavoro, colleghi, l'ha fatto il MoVimento 5 Stelle e ne deve rispondere in quest'Aula e davanti alle categorie, perché quando si governa bisogna avere contezza, contezza delle proposte anche emendative che si fanno, per capire l'effetto che queste avranno sulla vita reale dei cittadini e delle categorie e di questo un po' vi dovreste vergognare! Tutto ciò, giova ricordare, a strutture chiuse, incassi zero e tutt'oggi inattive in ragione della mancata riapertura, dovuta sia alla limitata fiducia degli spettatori - chi è che con questo clima di terrore va a teatro? - nel ripopolare le sale di pubblico spettacolo, all'impossibile programmazione delle attività, alle ingenti spese di sanificazione e sicurezza per l'adeguamento delle strutture, quindi impossibilità di un reale rientro dei costi. Vedete, colleghi, abbiamo presentato emendamenti sia a questo decreto-legge per la soppressione della previsione - e facciamo un appello al Governo perché lo recepisca - ma anche la maggioranza, con Italia Viva, ha fatto lo stesso, quindi è trasversale, sia anche al “decreto-legge Ristori”. Al MoVimento 5 Stelle, che tramite la senatrice L'Abbate ha proposto questo emendamento, chiediamo di cambiare almeno idea, di provarci, di provare a dare una soluzione a questo errore tragico che ha commesso, in modo da mostrare sensibilità per il comparto dell'industria culturale. Ricordo che la Commissione cultura ha introdotto una nostra osservazione per indirizzare l'azione del Parlamento verso l'adozione di iniziative per conservare la validità dei documenti unici di regolarità contributiva per i 90 giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza. Una contraddizione evidente con l'emendamento L'Abbate, ma anche una dimostrazione di buonsenso proposta da Fratelli d'Italia e approvata da tutta la Commissione cultura, compreso il relatore Tuzi del MoVimento 5 Stelle, e di Vacca, già sottosegretario, e di tutta la maggioranza. Quindi, come vedete, quando poi prevale il buonsenso, c'è l'unanimità.

Come indicato, su nostra domanda, da Tridico, il presidente stesso dell'INPS, è necessaria una riforma complessiva dell'istituto del DURC, che rischia di generare esclusioni dai contributi con soglie di accettazione della validità: un'indicazione che, in Commissione affari sociali, ieri, è stata sposata anche dal Governo, tramite il sottosegretario Malpezzi. Quindi, vedete, ovviamente, se lo dice l'INPS, lo chiede l'opposizione, lo chiede la maggioranza, tranne la senatrice L'Abbate, lo dice l'INPS, per quale ragione lo avete introdotto? È un errore grave, un errore blu, lo dovete correggere, dovete stralciarlo, dovete riformularlo; lo faccia il Governo, ma fatelo, perché è veramente il paradosso dei paradossi: voi date i soldi di emergenza e, magari, per 600 euro rimasti sospesi in un DURC di tre anni fa, quell'azienda muore, quella compagnia teatrale muore, quell'impresa di spettacolo muore, per l'ottusità del governatore, del legislatore.

Ma vediamo gli aspetti economici: chiusura dei locali significa ormai chiusura definitiva. Fratelli d'Italia, attraverso Giorgia Meloni, dopo aver ascoltato più di 500 categorie con il presidio permanente davanti a Montecitorio, ha presentato un pacchetto, come si chiama, di cinque proposte che si dividono principalmente in cinque grandi macro voci, a dimostrazione che l'opposizione fa proposte anche per il Governo, frutto anche delle tante ore di ascolto, appunto, nel presidio di piazza Capranica. Su questo, nel dettaglio, si tratta di assicurare ristori, ma non con la logica errata, legata al codice ATECO, perché vanno estesi a tutte le attività con un calo del fatturato superiore al 33 per cento rispetto all'anno precedente: quindi, non ristori, indennizzi, non ristori, rappresentante del Governo, indennizzi. Lo stesso abbiamo proposto nel “DL Ristori” per la cultura: siamo riusciti, grazie a due ordini del giorno approvati, a promuovere finalmente la creazione di un tavolo istituzionale sullo spettacolo, il cinema, il teatro, la danza e tutta la filiera, così che tutte le categorie potranno essere ascoltate; e questa è una vittoria di Fratelli d'Italia. Devo riconoscere al Ministro Franceschini di aver fatto addirittura un decreto, per la prima volta nella storia del MiBACT, per cui non sarà un finto tavolo che si riunisce quando vuole, c'è un decreto che lo norma.

Dopo mesi persi a occuparsi di banchi a rotelle e monopattini, il Governo arranca ancora nell'affrontare la seconda ondata, che era prevista e prevedibile, anzi annunciata, ma continua a fare tutto da solo. Fratelli d'Italia chiede, una volta per tutte, concretezza, perché quello che abbiamo compreso sul COVID è che il virus - un virus vero, duro, anche molto difficile da sconfiggere - non può essere azzerato in tempi brevi. Quindi, basta con la logica dei lockdown e delle chiusure generalizzate, perché la priorità è tutelare i soggetti più a rischio, che sono gli anziani e le persone fragili, esposte, e dare aiuti immediati alle famiglie e a chi produce. Citazione: “una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del Governo centrale”, non lo dice Fratelli d'Italia, lo diceva Huxley, ma è una citazione che riteniamo di profonda attualità.

Colleghi, concludo. Il Governo ha sbagliato su tutto: sulle terapie intensive, che non ci sono, sul tracciamento, che è inefficace e ridicolo, su Immuni, che è inutile, sulla messa in sicurezza delle scuole, che è ancora in corso, nonostante ragazzi e ragazze siano tornati a scuola, sul potenziamento del trasporto pubblico sacrificato per i bonus alla mobilità a pioggia. Avete fallito, ma cercate di far ricadere in maniera incredibile tutta la responsabilità sugli italiani che si assembrano, quando la responsabilità è solo vostra. E come recitava uno slogan di qualche decennio fa, che la sinistra, oggi assente a questo dibattito in Aula, urlava nelle strade contro il sistema di potere di allora: “pagherete caro, pagherete tutto”.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Questo decreto di proroga dello stato di emergenza - stato di emergenza su cui pure ci sono state polemiche, non da parte mia - è un'occasione per intervenire su quella che noi dovremo sperare sia la fine di un'emergenza. Premesso che, almeno chi, come me è eletto in quei territori, sa bene che noi ci portiamo avanti lo stato di emergenza, per esempio, sul terremoto del centro Italia da oltre quattro anni, per cui, come dire, lo stato di emergenza può diventare quasi uno status permanente, sappiamo però bene che l'emergenza COVID, in questo momento, è un obiettivo fondamentale che bisogna cercare di superare il più possibile e tutti insieme. Seppur nella divisione dei ruoli, seppur questa circostanza non escluda responsabilità e irresponsabilità, credo che, alla luce dello spirito costruttivo che la circostanza richiede, si abbia il dovere di mettere in campo tutte le migliori energie possibili per cercare di cogliere, se ve ne sono, occasioni all'orizzonte che possano permettere un'inversione di rotta. Certamente - e questo lo hanno in qualche misura capito con grande intensità i mercati finanziari - quella dei vaccini è una questione centrale, dirimente, che può segnare, potrebbe segnare un punto di svolta a livello mondiale di questa emergenza. Io personalmente resto sempre convinto che sia meglio avere cure efficaci che vaccini salvifici; purtuttavia, non da pochi giorni ormai, il dibattito sugli interventi, sulle cure, sull'uscita dall'emergenza si lega agli annunci di case farmaceutiche che hanno messo a punto il vaccino, che di qui a qualche settimana sarà in distribuzione. Questo è il tema che intendo affrontare, su cui già da qualche giorno intervengo in questo Parlamento, su cui ho presentato atti di sindacato ispettivo, su cui credo che il Governo dovrebbe condividere con il Parlamento le informazioni che ha e soprattutto i piani che dovrebbe avere, ma che temo in qualche misura non abbia a livello di cronoprogramma, di chi fa cosa, di entro quando si fa questo, entro quando si fa quest'altro. A parte il fatto che, nella comunicazione del commissario straordinario alle regioni, in cui si chiedeva di dare una lista di luoghi predisposti alla somministrazione del vaccino, è stata perfino sbagliata la data, ma va bene, io credo che tuttavia noi dovremmo svolgere una riflessione sullo stato di preparazione di questo piano. La Germania a metà dicembre è pronta; ora, io non mi voglio lanciare in paragoni diciamo improbabili tra l'Italia e la Germania, ma certamente c'è il dovere, da parte del commissario e del Governo, di non arrivare tardi a questo appuntamento. Mi spiego: se noi immaginiamo che lunedì si apra una specie di bando per le siringhe, probabilmente siamo già molto in ritardo rispetto a tutti quei Paesi che, in una condizione di emergenza, le siringhe le hanno già ordinate da tempo. Allora, il commissario ha parlato con le aziende che producono il vaccino? Sappiamo di quali presidi sanitari c'è bisogno? La logistica è stata in qualche modo organizzata e programmata? La sicurezza, la tutela, la protezione fisica dei vaccini, il loro stoccaggio è stato immaginato, è stato programmato, è stato organizzato? La somministrazione dei vaccini chi la fa? La fanno i medici, la fa il personale sanitario? E se la fanno loro, devono essere formati per fare questa somministrazione? Dove avverrà questa somministrazione e con quali precauzioni sanitarie?

Perché poi - come qualcuno paventava - c'è il rischio addirittura che, in una sorta di vaccinazione di massa, che lo stesso commissario Arcuri definisce la più grande vaccinazione di massa che la storia ricordi, per andare a fare il vaccino si creino focolai di contagio. Sul richiamo, se è vero che deve essere fatto entro tre settimane - 21 giorni - c'è un sistema di tracciamento e di call center che permetta a coloro che lo hanno fatto di essere richiamati nei tempi utili? Perché se sono veri i dati che - non in Parlamento ma nelle trasmissioni televisive - ascoltiamo, il primo stock di vaccini dovrebbe contenere un milione e 700 mila dosi - che sono la prima vaccinazione - e poi un richiamo da altrettante dosi entro 21 giorni; ciò significa che soltanto per il mese di gennaio abbiamo poco meno di 3 milioni e mezzo di vaccini da fare. Non vorrei che ci si trovasse nella condizione di arrivare tardi, impreparati a questo appuntamento. Gli Stati Uniti hanno messo nelle mani di un generale dell'esercito questa operazione di distribuzione del vaccino su tutto il territorio degli Stati Uniti: spendono 12 miliardi di dollari, cioè, per capirci, come ha detto con un'immagine molto efficace un giornalista de Il Foglio, Luciano Capone, gli Stati Uniti si stanno preparando per lo sbarco in Normandia. Noi che facciamo, la campagna di Russia? Lunedì - perché è stato detto che solo il 17 novembre il Ministero della Salute ha fatto presente che servivano certi tipi di siringhe, con certi tipi di aghi -si mette a bando, si verifica la possibilità di trovare le siringhe. Allora, il commissario straordinario, avendo poteri straordinari, dovrebbe poter comprare le siringhe e non credo che sia un bene che si trovi facilmente sul mercato in quelle quantità. Quindi, io credo che se c'è un'emergenza non ci si possa comportare come in tempo di pace; credo che si debba fare tutto ciò che è necessario per non farsi cogliere impreparati, per non arrivare in ritardo. Dico ciò perché, così come i mercati finanziari reagiscono positivamente alla notizia della presenza del vaccino, credo che la maggior parte delle cose che ci diciamo in quest'Aula - rimpallandoci responsabilità tra Governo, regioni, maggioranza, opposizione, commissario, non commissario - potrebbero risolversi almeno nel cercare una via comune di uscita da questa emergenza (non dallo stato di emergenza, che, ahimè, continuerà finché probabilmente non usciremo dalla pandemia). Siccome abbiamo di fronte la prospettiva di una vaccinazione di massa, anche dal punto di vista della comunicazione, c'è qualcuno che si è posto il problema di comunicare alla popolazione informazioni su questo?

Ma se questo è ciò che abbiamo di fronte e questo è il giro di boa di questa epidemia, insomma, cerchiamo di arrivarci. Non credo di essere stato l'unico ad ascoltare il Presidente del Consiglio dire che il vaccino sarebbe addirittura arrivato per dicembre; lo disse qualche tempo fa. Allora, prendiamo atto che non è più dicembre, che sarà gennaio, ma qualcuno nel frattempo si sta organizzando per fare questa cosa? Ieri abbiamo chiesto che il commissario venga in Commissione trasporti: ho come la sensazione che il commissario straordinario all'emergenza non possa fare tutto! Se negli Stati Uniti per la sola distribuzione e l'organizzazione del vaccino hanno incaricato una persona ad hoc, una struttura ad hoc, e hanno fatto un piano straordinario da sbarco in Normandia, forse è il caso che a questa sola voce si dedichino tempo, energia e attenzione per il peso che questa voce merita, non soltanto finché sta in terza o quarta pagina sui giornali, perché poi arriverà ad essere la prima e noi dovremo spiegare come questa cosa potremo farla. Per capirci, come si contengono, come si stoccano, come si mantengono a temperatura i vaccini? Alcuni hanno delle caratteristiche, altri ne hanno altre, insomma, con le aziende ci ha parlato qualcuno per capire che cosa serve per organizzare tutto questo? Per fare in modo che tutto questo, non dico fili liscio e giri come un orologio svizzero, ma almeno non si trasformi in una débâcle organizzativa e sanitaria per questo Paese? Io credo che, con il massimo dello spirito costruttivo, porre questo tema sia necessario. Io credo che il Governo, o il Commissario, avrebbe tutto l'interesse - non di parte, l'interesse del bene comune - a condividere strategie su questo con le opposizioni, con tutti coloro che possono dare effettivamente un contributo, cioè, cominciare a chiarire quali sono i punti: chi può somministrare il vaccino? Solo i medici, i medici e il personale sanitario? Addirittura, c'è qualcuno che dice che possa essere chiunque sia in grado di fare un'iniezione! Che iniezioni si faranno? Chi potrà farle? Dove si potranno fare? Quali potrebbero essere le controindicazioni? Chi segue gli effetti collaterali di coloro a cui viene somministrato il vaccino, tra il vaccino e il richiamo? Chi monitora l'immunità che le persone che ricevono il vaccino hanno e quanto dura, o eventuali ricadute, o contagi delle persone sottoposte a vaccino? C'è tutta una quantità di questioni delle quali io non sento parlare il Governo, non leggo sui giornali se non forse in questi ultimi due tre giorni, ma marginalmente. L'unica cosa del piano vaccini che ho letto è che è stata mandata una lettera alle regioni, dove si è chiesto alle regioni dove si possono fare i vaccini, con la data sbagliata.

Allora io ho come la sensazione che nel corso di questo provvedimento il Governo metterà la fiducia. Non so se ci siano questioni normative che possono intervenire su questo tema. Credibilmente, presenterò un ordine del giorno per chiedere al Governo di darci un cronoprogramma vero su questo tema, perché secondo me questo è un tema centrale: una riflessione sull'efficacia di questo vaccino, sulle modalità di distribuzione, di logistica, di somministrazione, di comunicazione, di sicurezza e su tutto quel mondo interdisciplinare che ruota attorno a quello che dovrebbe diventare il giro di boa di questa epidemia, rispetto al quale in questo Paese, drammaticamente, io vedo, percepisco, approssimazione e ritardo, ma sempre con la speranza di sbagliarmi.

Faccio questo intervento in un'Aula semivuota - dove forse l'attenzione del rappresentante del Governo è l'unico elemento di conforto, e spero che prenda buona nota di quanto si dice - e credo che abbia valore il poter dire: noi su questo ci siamo, ma anche voi fate la vostra parte, perché non si può arrivare in ritardo, impreparati a questa occasione. Se ci sono poteri straordinari, se lo stato di emergenza ha un senso, il senso è che serva a superare ritardi, burocrazie, lentezze e lungaggini per poter arrivare a questi appuntamenti preparati! Arrivateci, arriviamoci!

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2779)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice deputata Michela Rostan, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, sottosegretario Castaldi, che rinuncia.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà per la comunicazione del parere della V Commissione (Bilancio), previsto dall'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e l'assegnazione del disegno di legge di bilancio per il 2021.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 17,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Formentini e Giorgetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni sul contenuto del disegno di legge di bilancio ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le decisioni in merito al contenuto del disegno di legge di bilancio (Atto Camera n. 2790). Al riguardo do lettura del parere espresso in data odierna dalla V Commissione (Bilancio):

“La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,

esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023;

premesso che:

l'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge n. 196 del 2009, come modificato dalla legge n. 163 del 2016, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, stabilendo che essa, in ogni caso, non deve contenere norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale ovvero norme che dispongono la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella seconda sezione del predetto disegno di legge;

le limitazioni di contenuto del disegno di legge di bilancio rilevano anche con riferimento alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al medesimo disegno di legge nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia le proposte emendative che non rispondano alle previsioni dell'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge n. 196 del 2009;

premesso altresì che:

il bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 243 del 2012, soggiace ad una regola di equilibrio per effetto della quale il valore del saldo netto da finanziare o da impiegare in esso contenuto deve risultare coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica;

di tale coerenza si deve dare conto sia nella relazione tecnica che nella nota tecnico-illustrativa, allegate al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, commi 12-bis, lettera c), e 12-quater, lettera a), della legge n. 196 del 2009;

rilevato che, per quanto concerne i profili finanziari:

la relazione tecnica reca elementi di informazione sulla coerenza del valore programmatico del saldo netto da finanziare o da impiegare risultante dal disegno di legge di bilancio con gli obiettivi programmatici attraverso una tavola di raccordo tra il saldo netto da finanziare programmatico e il conto della pubblica amministrazione programmatico;

dalla tavola di raccordo emerge che, in corrispondenza di un saldo netto da finanziare, in termini di competenza, risultante dal disegno di legge di bilancio pari a circa 196 miliardi di euro nel 2021, a 157 miliardi di euro nel 2022 e a 138,5 miliardi di euro nel 2023, l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni si attesta a circa 124 miliardi di euro nel 2021, a 87 miliardi di euro nel 2022 e a 58 miliardi di euro nel 2023;

tali valori del saldo netto appaiono coerenti, al netto degli arrotondamenti, sia con il livello massimo del saldo netto da finanziare fissato dall'articolo 1 del disegno di legge di bilancio, sia con l'indebitamento netto programmatico risultante dai valori tendenziali riportati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020, come modificati alla luce degli effetti complessivi della manovra;

ritiene che i valori del saldo netto da finanziare risultanti dal disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 appaiono coerenti con l'indebitamento netto programmatico risultante dai valori tendenziali riportati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020, come modificati alla luce degli effetti complessivi della manovra;

ritiene di sottoporre all'attenzione del Presidente della Camera, al fine delle decisioni da assumere ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le seguenti disposizioni, suscettibili di essere valutate estranee al contenuto proprio della legge di bilancio, come determinato dalla legislazione vigente:

A) Disposizioni di carattere ordinamentale e organizzatorio che , anche alla luce delle indicazioni contenute nella relazione tecnica , non comportano apprezzabili effetti finanziari e non concorrono alla definizione della manovra di bilancio:

l'articolo 22, che reca disposizioni volte a facilitare il ricongiungimento familiare dei congiunti di lavoratori stranieri che abbiano costituito start up;

l'articolo 30, che reca disposizioni volte a semplificare e velocizzare il processo di attuazione della Strategia nazionale per le aree interne, sostituendo lo strumento della programmazione negoziata agli Accordi di programma quadro;

l'articolo 88, che reca disposizioni finalizzate all'accelerazione degli interventi nel campo dell'edilizia scolastica attraverso una semplificazione delle procedure;

l'articolo 103, che reca disposizioni concernenti le procedure di pagamento degli indennizzi di cui alla legge n. 89 del 2001 (cosiddetta legge Pinto) e delle altre somme dovute sulla base di titoli giudiziali attraverso la digitalizzazione degli stessi;

l'articolo 104, che prevede la proroga al 2021 della operatività del gruppo di supporto digitale alla Presidenza del Consiglio dei ministri, creato per le attività strettamente legate all'emergenza COVID;

l'articolo 111, che reca disposizioni di deroga temporanea volte ad escludere la responsabilità dei soggetti preposti all'erogazione degli aiuti di Stato per inadempimento degli obblighi di trascrizione nel registro nazionale di cui all'articolo 52 della legge n. 234 del 2012;

l'articolo 112, che reca disposizioni volte ad uniformare la disciplina relativa agli interessi applicabili alle imposte dovute dal contribuente nell'ambito delle procedure amichevoli internazionali;

l'articolo 116, che istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, un tavolo istituzionale con il compito di definire un piano degli interventi e delle opere necessarie allo svolgimento del Giubileo universale della Chiesa Cattolica previsto per l'anno 2025;

l'articolo 117, volto a prevedere che i revisori dei conti competenti a certificare i consuntivi presentati dai Comitati degli italiani all'estero possono essere individuati tra coloro che sono riconosciuti come esperti contabili;

l'articolo 118, che qualifica Studiare Sviluppo Srl quale società in house delle Amministrazioni centrali dello Stato e la abilita a collaborare con il Polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI) e ad offrire assistenza e supporto alle Amministrazioni di riferimento in materia di progettazione di interventi, efficienza amministrativa e capacity building;

l'articolo 129, che reca disposizioni in materia di procedure liquidatorie della società Stretto di Messina Spa;

l'articolo 130, comma 2, che consente alle regioni e agli enti locali di potersi avvalere, in relazione a talune infrastrutture stradali, di società in house nel ruolo di concessionario;

l'articolo 136, commi 2 e 3, che reca disposizioni in materia di misurazione dei volumi della risorsa idrica per unità immobiliare;

l'articolo 138, comma 2, che interviene sul decreto-legge “Clima”, precisando che il programma di educazione ambientale “io sono ambiente” sia rivolto principalmente alle scuole localizzate nei SIN (Siti di interesse nazionale);

l'articolo 151, che rinvia al 2022 l'applicazione delle disposizioni recate dal decreto legislativo n 68 del 2011 in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario; l'articolo 156, che reca disposizioni che incidono sulla delega alle regioni della normazione di dettaglio delle procedure di assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche;

l'articolo 169, volto a prorogare i contratti a tempo determinato presso l'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (EIPLI);

l'articolo 170, che reca disposizioni in materia di razionalizzazione del modello contrattuale del Ministero dell'economia e delle finanze con la Sogei Spa;

l'articolo 175, che prevede un'estensione del censimento annuale volto alla conoscenza puntuale degli immobili pubblici, anche alle Aziende per l'edilizia residenziale pubblica nate dalla trasformazione degli Istituti Autonomi Case Popolari (IACP);

l'articolo 176, che reca disposizioni in materia di rappresentatività sindacale ai fini della contrattazione collettiva all'interno della pubblica amministrazione;

l'articolo 178, che reca disposizioni in materia di convenzioni stipulate da uffici giudiziari;

l'articolo 179, che reca disposizioni volte all'estensione del regime di impignorabilità alle somme accreditate delle Prefetture in regime di contabilità ordinaria;

l'articolo 182, con l'annesso elenco 1, che reca disposizioni volte a individuare gli enti che concorrono comunque alla determinazione dei saldi di finanza pubblica del conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche;

l'articolo 192, che reca disposizioni volte ad accelerare e semplificare le modalità di pagamento delle spese di giudizio da parte dell'agente della riscossione;

l'articolo 202, che reca disposizioni volte a costituire un'ulteriore ipotesi di impignorabilità delle somme relative a depositi cauzionali di diritti doganali e degli ordini di accreditamento presso la Banca d'Italia a favore di funzionari delegati dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli per il rimborso di tributi a privati;

l'articolo 203, che reca disposizioni volte a permettere di applicare la normativa del whistleblowing anche ai concessionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e alle imprese soggette a controllo e regolazione da parte della medesima Agenzia;

l'articolo 206, che reca disposizioni volte a consentire all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di istituire la figura del Vicedirettore, fino ad un massimo di tre posizioni, solo nei casi in cui tale previsione sia effettivamente necessaria.

B) Disposizioni che prevedono interventi di carattere localistico o microsettoriale:

l'articolo 95, che reca un'autorizzazione di spesa di 6,5 milioni di euro per l'anno 2021 al fine di consentire il completamento dei lavori del Progetto Mantova HUB;

l'articolo 96, comma 4, che reca un contributo di 1 milione di euro annui a decorrere dal 2021 in favore della Fondazione Orchestra giovanile Luigi Cherubini;

l'articolo 131, che reca disposizioni volte a consentire, con riferimento alla strada a scorrimento veloce Lioni-Grottaminarda, la riassegnazione delle risorse rivenienti dalla contabilità speciale ad alcuni capitoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dello sviluppo economico”.

Questa è la pronuncia della V Commissione (Bilancio). Sulla base di tale parere, le disposizioni in esso indicate sono pertanto da considerarsi estranee all'oggetto del disegno di legge di bilancio, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e contabilità dello Stato, e sono stralciate dal medesimo disegno di legge, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento. Esse andranno a costituire autonomi disegni di legge, che saranno assegnati alle competenti Commissioni.

Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:

“Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023” (2790-bis).

L'iscrizione del disegno di legge di bilancio nel calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre sarà definita in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i Gruppi, è stata convenuta la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per la prossima settimana:

Martedì 24 novembre (ore 11)

Discussione sulle linee generali della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45).

Martedì 24 novembre (ore 15.30 – 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30), mercoledì 25 novembre (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 26 novembre (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23)

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali Panizzut ed altri n. 1 e Bellucci ed altri n. 2 riferite al disegno di legge n. 2779 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, sulla proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 (approvato dal Senato - scadenza 6 dicembre 2020).

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali Occhiuto ed altri n. 1, Panizzut ed altri n. 2 e Ferro ed altri n. 3 riferite al disegno di legge n. 2772 - Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario (da inviare al Senato - scadenza: 9 gennaio 2021).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2779 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, sulla proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 (approvato dal Senato - scadenza 6 dicembre 2020) (la votazione finale del provvedimento avrà luogo entro la giornata di mercoledì 25 novembre).

Seguito dell'esame della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri (Doc. IV, n. 9-A).

Mercoledì 25 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 27 novembre (ore 10, con votazioni non prima delle ore 14 e con prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge n. 2727 - Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e di sicurezza (da inviare al Senato - scadenza 20 dicembre 2020).

Ove presentata dal Governo, nella seduta di giovedì 26 novembre, a partire dalle ore 10.30, sarà previsto l'esame della Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 (per l'approvazione della relativa risoluzione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Camera).

L'organizzazione dei tempi per l'esame della Relazione sarà pubblicata dopo la sua presentazione.

Avverto inoltre che nell'allegato A al Resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45) (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 24 novembre 2020 - Ore 11:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare:

PALAZZOTTO ed altri: Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.

(Doc. XXII, n. 45)

Relatori: SAITTA, per la II Commissione; DE CARLO, per la III Commissione.

(ore 15,30)

2. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

S. 1970 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (Approvato dal Senato). (C. 2779)

Relatrice: ROSTAN.

3. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario. (C. 2772)

4. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1970 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (Approvato dal Senato). (C. 2779)

Relatrice: ROSTAN.

5. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:

PALAZZOTTO ed altri: Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.

(Doc. XXII, n. 45)

Relatori: SAITTA, per la II Commissione; DE CARLO, per la III Commissione.

6. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri. (Doc. IV, n. 9-A)

Relatore: DI SARNO.

La seduta termina alle 17,20.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MICHELA ROSTAN (A.C. 2779)

MICHELA ROSTAN, Relatrice. (Relazione – A.C. 2779). Colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 125 del 2020, già approvato dal Senato, di cui oggi in Assemblea cominciamo la discussione e l'esame, è parte integrante di un catalogo ricco e articolato di provvedimenti normativi, dettati dall'urgenza della situazione pandemica, che hanno portato il Governo ad assumere iniziative e ad adottare provvedimenti rispetto alla vicenda Covid-19.

Va detto subito che la modalità legislativa risente chiaramente delle circostanze, per cui si determina spesso un quadro frastagliato, di connessione tra norme diverse, come ha fatto notare nel suo parere il Comitato per legislazione. Un po' è inevitabile, date le circostanze, un po' è auspicabile cercare una maggiore uniformità e maggiori chiarezza e linearità.

Vanno qui ricordati, nell'ambito del predetto elenco, i decreti-legge 23 febbraio 2020, n. 6, e 25 marzo 2020, n. 19, recanti misure volte a fronteggiare la pandemia in atto, a seguito dello stato d'emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020. E poi un successivo decreto-legge del 16 maggio 2020, n. 33. Quest'ultimo ha, da un lato, stabilito un progressivo allentamento di divieti e vincoli calibrati sulla fase più acuta dell'emergenza, dall'altro hanno previsto una maggiore articolazione, nei rapporti tra Stato e regioni, circa l'adozione delle misure per fronteggiare l'emergenza. Tale decreto-legge ha avviato quella che viene correntemente definita come la “fase due” della gestione dell'epidemia.

Va ricordato, altresì, il decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, che ha prorogato diverse misure a seguito della delibera del Consiglio dei ministri del 29 luglio 2020, che ha prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre 2020.

Infine, è stato adottato il presente decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, in una congiuntura in cui l'andamento epidemiologico mostra segni di significativa ripresa.

In parallelo al decreto-legge, la delibera del Consiglio dei ministri del 7 ottobre 2020 ha prorogato al 31 gennaio 2021 lo stato di emergenza epidemiologica da Covid-19.

I decreti-legge appena ricordati, tutti esaminati in sede referente, alla Camera, presso la XII Commissione, costituiscono l'intelaiatura giuridica entro cui si collocano altri provvedimenti, contenenti misure puntuali in vari settori, riconnesse all'emergenza epidemiologica.

Entrando nel merito delle disposizioni recate dal provvedimento di cui cominciamo oggi la discussione, così come modificato nel corso dell'esame al Senato, va segnalato innanzitutto che l'articolo 1 proroga il termine di efficacia di disposizioni dettate dai decreti-legge nn. 19, 33 e 83 del 2020 (comma 1, lettera a), comma 2, lettera b), comma 3, lettera a)).

Il termine del 15 ottobre 2020 diviene ora 31 gennaio 2021. Si prevede altresì l'obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l'obbligatorietà dell'utilizzo nei luoghi al chiuso, diversi dalle abitazioni private, e in tutti i luoghi all'aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande (articolo 1, comma 1, lettera b)).

Sono esclusi da tali obblighi alcuni soggetti: coloro i quali stiano svolgendo un'attività sportiva, i bambini di età inferiore ai sei anni, i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché coloro che per interagire con loro versino nella medesima incompatibilità.

Ai sensi del comma 2, lettera a), che interviene sul decreto-legge n. 33 del 2020, la facoltà delle regioni di introdurre misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 in deroga a quelle contenute nei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri è esercitabile solo se si tratti di misure più restrittive, salvo che sia altrimenti disposto dai medesimi decreti.

Le misure ampliative possono, quindi, essere adottate nei soli casi eventualmente previsti dai decreti del Presidente del Consiglio, nel rispetto dei criteri ivi indicati, previa intesa con il Ministro della salute.

Tale novella è ritenuta opportuna, alla luce della recrudescenza dell'infezione da Covid-19, al fine di evitare che possano essere adottate misure di contrasto all'epidemia meno restrittive di quelle previste a livello nazionale, tranne nei casi in cui si tratti di modulare diversamente le predette misure sul territorio, in ragione della diffusione del virus.

L'articolo 1, comma 3, lettera b), novella l'allegato 1 del decreto-legge n. 83 del 2020, recante un elenco di norme i cui termini sono prorogati al 31 dicembre 2020 (dal 15 ottobre 2020) dal decreto-legge in esame.

L'articolo 1, comma 4, modificando l'articolo 87, comma 8, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, prevede che gli accertamenti diagnostici funzionali all'applicazione delle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 del medesimo articolo 87, relativi all'esposizione a rischio di contagio da COVID-19 nonché gli accertamenti relativi alle assenze per malattia o quarantena o per permanenza domiciliare fiduciaria del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, possano essere effettuati dal rispettivo servizio sanitario di ciascuna Forza di polizia, Forza Armata o Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.

Il comma 4-bis dell'articolo 1 – introdotto nel corso dell'esame al Senato – dispone che, qualora i mandati dei componenti degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca – ad esclusione dell'ISTAT – siano scaduti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, si procede al loro rinnovo entro il 31 gennaio 2021.

Viene, inoltre, posposto al 31 marzo 2021 il termine per ottemperare all'obbligo di trasmissione di dati per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale (comma 4-ter dell'articolo 1) e si posticipa al 30 aprile 2021 il termine di validità dei documenti di riconoscimento e di identità con scadenza dal 31 gennaio 2020 (comma 4-quater dell'articolo 1). Resta ferma, invece, la data di scadenza indicata nel documento ai fini dell'espatrio. Non rientrano nella definizione di documenti di identità e di riconoscimento le tessere sanitarie (le quali sono state prorogate al 30 giugno 2020 dall'articolo 17-quater del decreto-legge n. 18 del 2020).

I commi aggiuntivi da 4-quinquies a 4-septies – introdotti al Senato - prorogano al 31 gennaio 2021 il termine per la pubblicazione, da parte dei comuni, sul sito del Dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia e delle finanze, delle aliquote e dei regolamenti concernenti i tributi comunali. È altresì prorogata al 31 dicembre 2020 la data entro la quale il comune deve inserire il prospetto delle aliquote IMU e il relativo regolamento sul Portale del federalismo fiscale. Resta fermo il termine per il versamento della seconda rata IMU al 16 dicembre 2020. L'eventuale differenza positiva tra l'IMU calcolata e l'imposta versata entro il 16 dicembre 2020 è dovuta, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il 28 febbraio 2021.

Nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto il comma 4-octies, che ha disposto la proroga al 31 dicembre 2020 del termine concernente l'adozione dei provvedimenti di riorganizzazione degli uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ivi compresi quelli di diretta collaborazione (previsto dall'articolo 4, comma 5, del decreto-legge n. 104 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 132 del 2019).

Con l'aggiuntivo comma 4-novies - introdotto dal Senato - si incide sull'articolo 101, comma 2, del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del 2017. Si tratta del differimento al 31 marzo 2021 del termine di adeguamento dei propri statuti alle disposizioni inderogabili dello stesso codice, per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), le organizzazioni di volontariato (ODV) e le associazioni di promozione sociale (ASP). Questo differimento investe altresì la facoltà (attribuita agli enti ricordati dal medesimo comma 2 dell'articolo 101 del codice) di modificare gli statuti con procedimento “semplificato” ossia con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell'assemblea ordinaria, al fine sia dell'adeguamento alle nuove disposizioni inderogabili del codice sia dell'introduzione di clausole che escludano l'applicazione di nuove disposizioni derogabili mediante specifica clausola statutaria.

Tale differimento vale anche per le imprese sociali (comma 4-decies).

Il nuovo comma 4-undecies modifica l'articolo 36 del decreto legge n. 34 del 2019, posticipando al 31 gennaio 2021 il termine per l'adozione dei regolamenti per definire le condizioni e le modalità di svolgimento di una sperimentazione per le attività che perseguono l'innovazione di servizi e prodotti finanziari, creditizi e assicurativi mediante l'utilizzo di nuove tecnologie. Viene ampliata la durata massima potenziale della sperimentazione, specificando che la stessa potrà essere prorogata per ulteriori dodici mesi. Si prevede, inoltre, che Banca d'Italia, Consob e Ivass, nell'ambito delle proprie competenze, adottino i provvedimenti per l'ammissione alla sperimentazione.

Il nuovo comma 4-duodecies prevede l'applicazione alle società in house, dal 17 marzo 2020 al 15 dicembre 2020, della disciplina prevista dal codice civile in materia di cessazione degli organi amministrativi e di controllo, in luogo della disciplina prevista dalla legislazione vigente nella stessa materia per le società a partecipazione pubblica.

Il nuovo comma 4-terdecies, primo periodo, stabilisce che le elezioni dei comuni i cui organi sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa o similare, già indette per le date del 22 e 23 novembre 2020, sono rinviate e che si terranno entro il 31 marzo 2021. Il comma in esame dispone altresì, in relazione alle citate elezioni, l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione di tutte le liste e candidature a sindaco e a consigliere comunale.

Al fine di assicurare la continuità nel governo degli enti interessati, il secondo periodo del comma 4-terdecies dispone la contestuale proroga della durata della gestione della Commissione straordinaria fino al rinnovo degli organi.

Viene anche stabilita la disciplina in materia di rinnovo dei consigli metropolitani per il 2020 (nuovo comma 4-quaterdecies), attraverso la fissazione in centottanta giorni dalla proclamazione del sindaco del comune capoluogo (e non sessanta come previsto in via ordinaria) del termine entro il quale si procede allo svolgimento delle elezioni del consiglio metropolitano.

Le elezioni dei presidenti delle province e dei consigli provinciali - già disciplinate dall'articolo 1, comma 1, lettera d-bis), del decreto-legge n. 26 del 2020 - sono rinviate, anche nel caso in cui siano già state indette, e si svolgono entro il 31 marzo 2021, mediante l'integrale rinnovo del relativo procedimento elettorale (nuovo comma 4-quinquiesdecies).

Al fine di garantire continuità nell'amministrazioni delle città metropolitane e delle province, fintanto che non si sia proceduto al rinnovo dei relativi organi, è prorogata la durata del mandato di quelli in carica (nuovo comma 4-sexiesdecies).

Il differimento delle consultazioni elettorali, come si evince anche dalla relazione illustrativa al decreto-legge n. 148 del 2020 (A.S. 2010), di cui si prevede l'abrogazione, con salvezza degli effetti (ai sensi dell'articolo 1, comma 3, del disegno di legge di conversione) e del quale le disposizioni in esame riproducono i contenuti, è da collegare alla “significativa recrudescenza del contagio del virus COVID-19” e alla connessa esigenza che le ulteriori consultazioni elettorali si svolgano in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini.

Il nuovo comma 4-duodevicies prevede, in considerazione delle difficoltà gestionali derivanti dall'emergenza epidemiologica provocata dal Covid-19, la proroga di ulteriori dodici mesi dello stato di emergenza relativo agli eccezionali eventi meteorologici verificatisi, a partire dal 2 ottobre 2018, in dieci regioni e nelle due province autonome di Trento e Bolzano.

Il comma 4-undevicies, anch'esso introdotto al Senato, prevede la prorogabilità, fino al 31 dicembre 2024, delle contabilità speciali dei commissari delegati delle regioni e province autonome colpite da determinati eventi calamitosi del 2017 e 2018, in cui sono confluite risorse per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e per altri investimenti, tenuto conto dell'impossibilità di concludere gli interventi finanziati a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.

L'articolo 1-bis, introdotto dal Senato, ai commi da 1 a 3 reca proroghe di termini in materia di riscossione. Essi riproducono le disposizioni del decreto-legge n. 129 del 2020, di cui si prevede quindi l'abrogazione, con salvezza degli effetti (ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione).

Il citato decreto-legge n. 129 proroga dal 15 ottobre al 31 dicembre 2020 i termini di sospensione del versamento di somme derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi degli enti locali. Viene estesa ai provvedimenti di accoglimento emessi con riferimento alle richieste presentate fino al 31 dicembre 2020 la cosiddetta “decadenza lunga” del debitore: con riferimento a tali richieste, la decadenza del beneficio della rateazione accordata dall'agente della riscossione e gli altri effetti di legge legati alla decadenza si verificano in caso di mancato pagamento di dieci, anziché cinque rate, anche non consecutive. Sono, inoltre, prorogati di dodici mesi, per i carichi - tributari e non tributari - affidati all'agente della riscossione durante il periodo di sospensione (dunque fino al 31 dicembre 2020), i termini per l'effettuazione degli adempimenti di esercizio del diritto al discarico, nonché i termini di decadenza e prescrizione per la notifica delle cartelle di pagamento in scadenza nell'anno 2021.

Infine, la norma proroga dal 15 ottobre al 31 dicembre 2020 il termine di sospensione degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati sulle somme dovute a titolo di stipendio, pensione e trattamenti assimilati.

I commi da 4 a 6 del medesimo articolo 1-bis prevedono la sospensione di adempimenti e versamenti nei confronti degli armatori delle imbarcazioni sequestrate da autorità libiche il 1° settembre 2020.

L'articolo 1-ter - inserito dal Senato - proroga dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 il termine temporale per le possibilità di alcune assunzioni, da parte di pubbliche amministrazioni, derivanti da cessazioni dall'impiego verificatesi in determinati anni.

Passando all'articolo 2, rilevo come il comma 1 rechi alcune novelle alla disciplina dell'applicazione per dispositivi di telefonia mobile complementare per un sistema di allerta e della gestione e dell'utilizzo della relativa piattaforma (la cosiddetta app Immuni).

Tale sistema di allerta, come è noto, si riferisce alle persone che siano entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi al virus SARS-CoV-2. Le modifiche apportate concernono: l'introduzione del riferimento all'interoperabilità con le piattaforme che svolgano le medesime finalità nel territorio dell'Unione europea (lettera a) del comma 1); il differimento del termine finale per l'utilizzo dell'applicazione e della piattaforma, nonché del termine finale per il trattamento dei relativi dati personali e per la cancellazione o la conversione in forma definitivamente anonima degli stessi dati (lettera b) del comma 1).

Al riguardo, ricordo che l'Unione europea ha definito uno strumento per garantire l'interoperabilità delle applicazioni mobili nazionali di tracciamento dei contatti e di allerta (cosiddetto gateway federativo), con riferimento agli Stati membri che abbiano deciso di far progredire la loro collaborazione in questo settore su base volontaria. La richiamata novella di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2 specifica che l'applicazione dell'interoperabilità al sistema di allerta italiano deve essere preceduta da una valutazione d'impatto relativa alla protezione dei dati personali, ai sensi dell'articolo 35 del regolamento (UE) 2016/679/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea, del 27 aprile 2016.

Con riferimento ai predetti termini finali, la formulazione vigente prima dell'entrata in vigore del decreto-legge in esame faceva riferimento alla durata dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, con un termine finale di chiusura posto al 31 dicembre 2020. La novella di cui al comma 1, lettera b), fa invece riferimento alla futura cessazione delle esigenze di protezione e prevenzione sanitaria, legate alla diffusione, anche a carattere transfrontaliero, del virus SARS-CoV-2. Si demanda l'individuazione di tale momento a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi su proposta del Ministro della salute; in ogni caso, il termine non può ricadere in un periodo successivo al 31 dicembre 2021.

Il comma 1-bis, inserito dal Senato, prevede che i lavoratori del settore pubblico e privato possano utilizzare i propri dispositivi telematici e telefonici durante l'orario di lavoro, anche in deroga ai regolamenti aziendali e ai fini della fruizione dell'app Immuni durante il medesimo orario, fino alla conclusione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19.

Passando all'articolo 3, osservo che il comma 1 modifica alcuni termini temporali, relativi alle procedure per gli interventi di integrazione salariale riconosciuti in relazione all'emergenza epidemiologica da COVID-19. In particolare, le modifiche apportate differiscono al 31 ottobre 2020 i termini già scaduti, in base a fattispecie transitorie, il 31 agosto 2020 ed il 30 settembre 2020, concernenti la richiesta di accesso agli interventi di integrazione in esame o la trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo degli stessi trattamenti.

I commi 1-bis e 1-ter, inseriti dal Senato, concernono gli accordi di ristrutturazione dei debiti delle imprese insolventi e i concordati preventivi.

L'articolo 3-bis, introdotto dal Senato, reca la proroga degli effetti di certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati. A tal fine esso interviene sull'articolo 103 del decreto-legge n. 18 del 2020 (cosiddetto cura Italia, convertito dalla legge n. 27 del 2020).

Si prevede l'esclusione, da tale disciplina, del documento unico di regolarità contributiva. Su questo punto segnalo un emendamento presentato dal collega De Filippo in Commissione teso a riconoscere anche a tale documento una proroga, in ragione della eccezionalità della situazione del Paese. L'emendamento è stato poi trasformato in una richiesta di impegno a carico del Governo, che mi auguro voglia poi dare seguito, anche in ragione dell'osservazione che ha accompagnato il parere favorevole della VII Commissione, la quale ha chiesto una proroga in questo senso per i datori di lavoro del settore dello spettacolo.

L'articolo 4 concerne l'inserimento del virus SARS-CoV-2 (con l'impiego della locuzione “Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2)”) nell'elenco degli “agenti biologici classificati”, posto dalla disciplina in materia di sicurezza e salute sul lavoro.

Si ricorda che tale elenco è definito - con riferimento alle attività lavorative che comportano l'uso dell'agente biologico o un'esposizione allo stesso - ai fini dell'applicazione della disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro relativa agli agenti biologici. La novella in esame costituisce il recepimento dell'articolo 1 della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.

La nuova voce viene inserita, in conformità con la citata direttiva, con un livello di classificazione 3. In quest'ultimo rientrano, ai sensi dell'articolo 268 del decreto legislativo n. 81 del 2008, gli agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che costituiscono un serio rischio per i lavoratori e che possono propagarsi nella comunità, ma per i quali di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

Si specifica - sempre in conformità con la direttiva - che: il lavoro di laboratorio diagnostico non propagativo riguardante il SARS-CoV-2 deve essere condotto in una struttura in cui si utilizzano procedure equivalenti almeno al livello di contenimento 2; il lavoro (riguardante il medesimo agente) che sia invece propagativo deve essere condotto in un laboratorio con livello di contenimento 3, a una pressione dell'aria inferiore a quella atmosferica.

L'articolo 4-bis, introdotto al Senato, attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di verificare, mediante apposita istruttoria, la sussistenza di eventuali effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo nei casi in cui un soggetto si trovi ad operare, contemporaneamente, nei mercati delle comunicazioni elettroniche e in un mercato diverso, ricadente nel sistema integrato delle comunicazioni (SIC). Il termine di conclusione dell'istruttoria è fissato in sei mesi dalla data di avvio del procedimento.

L'attività istruttoria dell'Autorità indipendente dovrà essere volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo sulla base di criteri previamente individuati che dovranno tenere conto, tra l'altro: dei ricavi; delle barriere all'ingresso; del livello di concorrenza nei mercati coinvolti. L'Autorità, al termine dell'istruttoria, potrà eventualmente adottare i provvedimenti di cui all'articolo 43, comma 5 del decreto legislativo n. 177 del 2005 (Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici). Si segnala che l'articolo in questione richiama la recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 3 settembre 2020, emanata a seguito del ricorso presentato dalla società Vivendi contro l'Autorità per le garanzie delle comunicazioni e Mediaset SpA.

Il comma 2 dell'articolo in esame prevede che le disposizioni di cui al comma 1 si applichino anche ai procedimenti già conclusi dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in applicazione del comma 11 dell'articolo 43 del decreto legislativo n. 177 del 2005.

L'articolo 5 dispone fino al 15 ottobre 2020, salvo che sopraggiunga prima un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, - l'ultrattività del d.P.C.m. 7 settembre 2020 (che diversamente risulterebbe cessare gli effetti il 7 ottobre) nonché circa l'applicazione dei previsti obblighi di avere con sé e indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie.

Com'è noto, al d.P.C.m. 7 settembre 2020 hanno fatto seguito altri provvedimenti analoghi e, da ultimo, il d.P.C.m. 3 novembre 2020, che ha introdotto misure più stringenti, in considerazione dell'aggravarsi della situazione, efficaci fino al prossimo 3 dicembre.

L'articolo 5-bis, introdotto durante l'esame presso il Senato, modificando l'articolo 66, sesto comma delle disposizioni di attuazione del codice civile, abbassa il quorum necessario per consentire la partecipazione all'assemblea in modalità di videoconferenza. Si può ricorrere a tale modalità previo consenso della maggioranza dei condomini (e quindi non più della totalità).

Infine, gli articoli 6 e 7 del decreto-legge concernono, rispettivamente, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore del decreto.

In conclusione, voglio sottolineare che il Parlamento, sebbene in condizioni di difficoltà a causa della sovrapposizione di più decreti, nel lavoro di conversione degli atti di cui discutiamo ha giocato un ruolo importante.

Il Senato ha modificato e integrato le misure del provvedimento intervenendo in diversi settori e introducendo anche quelle di due decreti recanti, rispettivamente, norme in materia di riscossione fiscale e disposizioni per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

Anche la discussione in Commissione Affari sociali, e nelle Commissioni competenti in sede consultiva, è apparsa feconda di proposte costruttive, nella consapevolezza evidentemente che ci troviamo dentro una situazione di emergenza reale, che attraversa il Paese e la vita delle persone, su cui è utile riflettere e lavorare mettendo insieme idee e spunti.

Nella Commissione Affari sociali, in particolare, è emersa con forza la preoccupazione per le categorie più fragili. Qui è importante segnare una nota da tenere bene in mente.

La pandemia attraversa tutta la società, ne mette a repentaglio la tenuta, crea problemi economici, alimenta un allarme sanitario, una profonda paura nelle persone. Ovviamente in situazioni così difficili, le persone che hanno già una loro situazione di svantaggio, sia per ragioni di salute sia per ragioni economiche, di età, di condizione sociale, pagano un prezzo più alto.

Abbiamo valutato e considerato la ricaduta della pandemia sui soggetti più esposti che necessitano di un'attenzione straordinaria. Anziani, disabili, persone affette da altre patologie: per tutte queste categorie è necessario un supplemento di attenzione e di azioni. Tra l'altro, sono anche i soggetti esposti maggiormente alla forma severa della malattia e, quindi, dobbiamo farcene carico in modo davvero speciale.

I temi proposti da molti emendamenti riguardavano proprio le categorie fragili e a rischio. Le questioni poste sono così importanti e complesse che, però, andrebbero valutate all'interno di provvedimenti più ampi, con adeguati stanziamenti di risorse, dal momento che non si possono immaginare servizi senza costi.

Essi possono costituire una base per interventi normativi successivi. Ringrazio, in questo senso, la sottosegretaria Simona Malpezzi, che in Commissione, ricordando che quello in oggetto è un provvedimento di natura sostanzialmente ordinamentale, ha assunto l'impegno di fare proprie molte osservazioni, molti spunti, molti suggerimenti, al fine di promuovere l'individuazione di adeguate soluzioni in altri provvedimenti, con adeguata copertura finanziaria.

Un lavoro in questo senso, per esempio, sui lavoratori fragili si sta già facendo in Senato con il cosiddetto decreto ristori.

I temi sono complessi, gli aspetti su cui intervenire sono molti. Ma ci sono anche molti provvedimenti in cui poterlo fare. Mi auguro che il Governo assuma e dia seguito agli impegni in questa direzione. Grazie.