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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 429 di mercoledì 18 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'11 novembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dello Sviluppo economico e la Ministra dell'Istruzione. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte al superamento delle criticità del sistema sanitario in Molise, con particolare riferimento alle misure per fronteggiare l'attuale situazione emergenziale e all'assetto della struttura commissariale – n. 3-01915)

PRESIDENTE. La prima interrogazione all'ordine del giorno è la n. 3-01915 dei deputati Tartaglione ed altri (Vedi l'allegato A).

La deputata Annaelsa Tartaglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Grazie, Presidente. La seconda ondata della pandemia era prevedibile, ma ancora una volta vi ha colto impreparati ed ora sta mettendo a dura prova il nostro Servizio sanitario nazionale e specialmente nelle regioni più vulnerabili e carenti dal punto di vista dell'assistenza sanitaria ospedaliera e territoriale, quali quelle del Mezzogiorno, dove si scontano le croniche carenze di personale sanitario e strutture spesso inadeguate; a soffrire maggiormente sono proprio le regioni sottoposte a piano di rientro dai disavanzi sanitari, come la Calabria e il Molise, anch'essa commissariata e sprovvista di un vero e proprio centro COVID-19. Appare evidente che, in una situazione di emergenza straordinaria, l'attribuzione a soggetti esterni all'amministrazione regionale delle funzioni è destinata a creare dei conflitti di competenza tra la struttura e la presidenza della regione.

Forza Italia chiede quali siano le misure urgenti e la soluzione delle suddette criticità a colmare i ritardi e i rischi di inefficienza nella gestione dell'emergenza e dell'organizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, onorevole D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro della Salute, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Il Ministero della Salute, in ottemperanza alle disposizioni recate dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito dalla legge del 17 luglio 2020, n. 77 (decreto Rilancio), ha approvato il piano di potenziamento dell'offerta ospedaliera della regione Molise, per contrastare l'emergenza conseguente alla diffusione del COVID-19. Il piano, adottato dal commissario ad acta con decreto del 14 luglio 2020, n. 48, e condiviso dalla regione, ha previsto, nel pieno rispetto dei principi di separazione e di sicurezza dei percorsi, un incremento strutturale della dotazione di posti letto in terapia intensiva pari a 14 posti letto, di cui 9 al presidio ospedaliero Cardarelli, 2 al presidio ospedaliero Veneziale di Isernia, 3 presso il presidio ospedaliero di San Timoteo di Termoli. Detto incremento si aggiunge ai 30 posti letto di terapia intensiva già presenti nel territorio del Molise nella fase antecedente dell'emergenza, per un totale, quindi, di 44 posti letto regionali. Si segnala che il numero di posti letto della terapia intensiva, come previsti, appare coerente con lo standard di 0,14 posti letto per mille abitanti, fissato dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge Rilancio. Fin dal mese di agosto 2020, il Ministero della Salute ha avviato il monitoraggio settimanale sullo stato di implementazione dei piani ospedalieri regionali. È in corso il monitoraggio quotidiano relativo ai posti letto di terapia intensiva e di area medica attivati giornalmente. Alla data del 16 novembre 2020, risultano attivi, nella regione Molise, 4 posti letto di terapia intensiva, in aggiunta ai 30 posti letto presenti nel periodo della pre-emergenza; di questi, 12 posti letto sono dedicati ai pazienti con COVID-19. Risultano, inoltre, attivi 57 posti letto di area medica aggiuntivi ai 164 posti letto operanti nel periodo di pre-emergenza; di questi, 60 sono dedicati a pazienti con COVID-19. Inoltre, in data 7 settembre 2020, il commissario ad acta regionale ha trasmesso al Ministero il programma operativo per l'emergenza COVID-19. È stato costituito un gruppo di lavoro interistituzionale, composto da rappresentanti del Ministero della Salute e del Ministero dell'Economia e delle finanze, nonché dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, finalizzato anche al monitoraggio dello stato di implementazione dei piani di potenziamento dell'offerta territoriale di cui all'articolo 1 del richiamato decreto-legge n. 34 del 2020.

Ribadisco il più convinto impegno di tutto il Governo a seguire con la massima attenzione il processo di potenziamento della sanità molisana.

PRESIDENTE. La collega Tartaglione ha facoltà di replicare. Prego, onorevole.

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Grazie, Ministro. Io la ringrazio, però forse lei non sa che solamente quattro medici gestiscono sessanta pazienti COVID, questo all'ospedale Cardarelli di Campobasso, e quindi le sue risposte mi sembrano del tutto inadeguate. Ci ha letto una risposta burocratica, che le hanno suggerito, però appare evidente che ci sono delle carenze. Dal 1° giugno avreste potuto utilizzare quei fondi del MES. Questo avrebbe significato, per le regioni come il Molise e la Calabria, di liberarsi dal debito ed uscire dal piano di disavanzo sanitario e, quindi, fare a meno del commissario. Sarebbero spettati, con il MES, alla mia regione 190 milioni di euro, che avrebbero potuto dare quello che noi vi chiediamo oggi: lo sblocco del turnover, fare concorsi per i primari, fare accordi con le università anche limitrofe e permettere ai neolaureati di specializzarsi e di prendere servizio nei territori e nell'Italia intera. Questo avremmo potuto fare con questi 37 miliardi; addirittura, se questi 37 miliardi li ripartiamo per le venti regioni italiane, notiamo come in Sicilia sarebbero arrivati 3 miliardi, 2 miliardi e mezzo in Puglia, addirittura 6 miliardi in Lombardia. Questo avreste potuto fare, e non l'avete fatto. Io credo che questo conflitto che c'è anche tra Stato, regione e commissario debba finire, in una situazione così emergenziale. Basta vedere quello che è successo con i commissari in Calabria e possiamo capire quella che è la débâcle di questo Governo. Anzi, io vi consiglio, visto che dovete nominare un altro commissario, ditecelo adesso, casomai chiedetelo a Zingaretti che ha il miglior commissario più amato dagli italiani, il commissario Montalbano, almeno così finisce la situazione dei commissari. Questo conflitto tra Stato e regione ha dato i suoi frutti, fatelo per quei malati di COVID, per quelle famiglie che hanno pianto i propri cari, fateci uscire da questa situazione emergenziale.

(Iniziative di competenza a sostegno delle piccole e medie imprese, in vista dell'entrata in vigore della nuova normativa europea relativa alle soglie di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato - n. 3-01919)

PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01919 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Nel maggio del 2019 sono state previste nuove disposizioni proprio sull'erogazione del credito e sulla disciplina del default e anche del calendario del deterioramento del credito, introducendo un principio secondo il quale le persone fisiche che per 90 giorni abbiano un ritardo di pagamento nei confronti degli istituti, ma anche gli intermediatori finanziari, di pur solo 100 euro, o le aziende che abbiano una esposizione, sempre per 90 giorni, prolungata di 500 euro, sono tecnicamente considerabili in default. Questa disposizione, evidentemente, attiene a un mondo precedente al COVID, e la nostra preoccupazione è che chi è al Governo non si renda conto che, laddove confermate, dal 1° gennaio 2021, queste disposizioni, si realizzerà un'ulteriore stretta mortale nei confronti della filiera del credito, che colpirà famiglie, imprese e cittadini.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio e saluto gli onorevoli interroganti e gli onorevoli presenti. Le nuove regole unionali di classificazione dei debitori in default, richiamate dagli onorevoli interroganti, che entreranno in vigore, salvo interventi, al 1° gennaio 2021, prevedono, infatti, criteri e modalità molto più severi rispetto a quelli attuali e, quindi, ritengo che siano più che giustificate e condivise anche dal Governo le preoccupazioni che sono state esplicitate molto bene nell'intervento di illustrazione dell'interrogazione. La materia, ovviamente, è di preminente competenza del Ministero dell'Economia e delle finanze, e non del Ministero dello Sviluppo economico, però, per quanto di mia competenza, posso dire che interventi di proroga delle moratorie rispetto alle disposizioni fiscali credo che siano necessari - le scadenze oggi sono allineate a fine gennaio - e quindi credo che dovremo intervenire. Il percorso della legge bilancio inizia adesso, ma certamente dovremo intervenire anche attraverso lo scostamento per il 2021. È anche vero, però, che il Governo è intervenuto in tantissimi dispositivi normativi proprio per allontanare le disposizioni fiscali, i pagamenti e i versamenti che le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, non avrebbero potuto certamente onorare. L'articolo 68 del “Cura Italia” ha previsto la sospensione dei termini dei versamenti scadenti nel periodo dall'8 marzo al 31 dicembre, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti di riscossione e dalle ingiunzioni di pagamento; l'articolo 6 del “decreto Ristori” ha prorogato al 30 aprile 2021 il termine relativo al versamento della seconda o unica rata dell'acconto delle imposte sui redditi, dell'IRAP, indipendentemente dalla diminuzione del fatturato, in favore dei soggetti cosiddetti ISA; per i soggetti operanti in alcuni settori economici, l'articolo 7, sempre del decreto-legge n. 149 del 2020, ha previsto la sospensione dei versamenti in scadenza nel mese di novembre 2020 (in particolare, sono stati sospesi i versamenti delle ritenute alla fonte relative ai redditi da lavoro dipendente e assimilato, delle addizionali regionali e comunali e quelli relativi all'IVA); l'articolo 24 del decreto-legge n. 34 del 2020 ha disposto l'esenzione dal pagamento del saldo IRAP relativo al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2019 e del versamento della prima rata dell'acconto della medesima imposta dovuto per il periodo d'imposta 2020; anche gli articoli 126 e 127, sempre del decreto-legge n. 34 del 2020, hanno prorogato i termini per la ripresa della riscossione dei versamenti; l'articolo 97 del decreto-legge n. 104 del 2020 stabilisce un'ulteriore modalità alternativa al pagamento rateizzato per i versamenti di cui agli articoli 126 e 127 del decreto-legge n. 34 del 2020, consentendo il versamento del 50 per cento in unica soluzione entro il 16 settembre, ovvero in quattro rate mensili, con scadenze dal gennaio 2021.

Molto brevemente - perché il tempo ormai non c'è più - credo che sia non soltanto necessario intervenire sulle scadenze prossime venture delle imposte, che le imprese non avranno perché non avranno la liquidità per pagarle, ma ritengo anche che sia necessario intervenire in Europa affinché, come i proponenti dicevano, non scattino dal 1° gennaio 2021 quelle norme che erano previste in un quadro totalmente diverso da quello che oggi abbiamo di fronte.

PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di replicare.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Ministro, ci fa piacere che lei si faccia carico di quei problemi che noi le abbiamo evidenziato nella nostra interrogazione. Ci fa soprattutto piacere perché, come è noto, vi sono almeno 45 mila imprese che rischiano di essere espulse dal mondo del lavoro il 1° gennaio 2021 se il Regolamento Ue, che dovrebbe entrare in vigore proprio in quella data, entrerà in vigore. Ora, al di là della competenza di merito rispetto alla sua delega, è evidente che chi ha la delega dello Sviluppo economico non si può far carico di questo problema come, mi permetto di dirle, non si può far carico di un altro problema, cioè che i bilanci delle aziende e i bilanci che le aziende chiuderanno quest'anno, con ogni probabilità, nella maggioranza troveranno un limite invalicabile in quel merito di credito, cioè il rating, che le banche dovranno loro dare e affidare. In questo caso, lei capisce che rischiamo un'altra volta di avere delle imprese che non potranno accedere più al credito nella misura necessaria.

Allora, signor Presidente e signor Ministro, quando giustamente si evocano alcune situazioni non lo si fa per solleticare la piazza: lo si fa perché la situazione è veramente grave. Non dovrebbe sfuggire a nessuno che si sta mettendo in atto un meccanismo che rischia di contrapporre coloro i quali hanno il posto garantito con coloro i quali vedono sfuggire anni e anni di lavoro della propria impresa. Per evitare questa situazione non servono più dei “pannicelli caldi”, ma serve un intervento deciso del Governo! Lei ha elencato tante misure, signor Ministro, ma - glielo dico sinceramente - coloro i quali sono destinatari di queste misure hanno visto praticamente nulla: non gli bastano loro, non gli servono! Le aziende chiudono! Non facciamo chiudere le imprese perché, diversamente, chiudiamo l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

(Chiarimenti e iniziative in ordine al ruolo dell'azienda Acciai Speciali Terni nell'ambito del piano nazionale strategico siderurgico – n. 3-01917)

PRESIDENTE. Il deputato Guglielmo Epifani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01917 (Vedi l'allegato A).

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ogni tanto ritorniamo sul tema della siderurgia o dei suoi stabilimenti; questo della Terni sta in una fase, diciamo, di passaggio, con delle note positive perché a ottobre ha prodotto come mai negli ultimi cinque anni e con un grande punto interrogativo perché tra qualche mese si formalizzerà e definirà la vendita. Non sappiamo a chi andrà questo bene essenziale per l'Italia, perché è l'unico stabilimento che produce acciai speciali, e, dall'altra parte, ci sono le preoccupazioni del mondo del lavoro, dell'impresa umbra, perché si tratta di una delle più importanti imprese della regione. Quindi, da questo punto di vista, dopo l'incontro che avete favorito, come Ministero, nel mese di ottobre, si tratterebbe un po' di rifare il punto e di assumere un'iniziativa per accompagnare verso una soluzione positiva questa situazione.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. Come è noto, dal 1° ottobre, l'AST è formalmente entrata a far parte della business area “multi-tracks”, cioè di quelle nuove aziende Thyssenkrupp alla ricerca di un nuovo azionista. Al momento Thyssen ha aperto una procedura di manifestazione di interesse e ha individuato un advisor, J.P.Morgan: ci risultano diverse proposte, sia industriali che finanziarie, di soggetti che si occupano prevalentemente di interventi finanziari. Come è anche noto, nell'ultima plenaria, il 21 ottobre presso il MISE, guidata dalla sottosegretaria Todde, si è deciso di andare localmente a trovare un accordo sul “Piano ponte”, il piano industriale che deve accompagnare questo periodo dell'azienda di Terni e che sta vedendo un proficuo confronto tra l'azienda e le parti sociali, che presto dovrebbe tornare al MISE per la sottoscrizione di un accordo-quadro rispetto al nuovo piano industriale, cosiddetto ponte, nell'attesa della cessione dell'azienda, attorno alla quale c'è vivo interesse da parte di molti gruppi anche italiani. Riteniamo che, quindi, sia necessario aspettare domani, perché - come è noto - domani Thyssen comunica pubblicamente agli analisti i propri risultati economico-finanziari, dopodiché J.P. Morgan inizierà la fase di analisi e - immagino - delle manifestazioni di interesse. È chiaro che, essendo un'azienda privata, non possiamo entrare nel merito delle scelte di interlocuzione che farà il gruppo per la cessione, ma certamente - come mi è già capitato di ricordare, in alcuni interventi precedenti a questo, rispetto al tema di AST - la produzione di Acciai speciali è una produzione di valore, ad alto valore aggiunto, di grande strategicità e quegli impianti sono impianti che suscitano l'interesse industriale di diversi gruppi, quindi ritengo che questa fase si potrà risolvere in modo positivo.

PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di replicare.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, Ministro. Effettivamente la situazione sta entrando nel vivo. Se fossero rispettati i tempi che ha dato la Thyssenkrupp ad aprile-maggio, entro il mese di marzo, o di aprile, si dovrebbe concludere l'iter della vendita. Naturalmente, non è la stessa cosa se Thyssenkrupp vende e se ne esce, se Thyssenkrupp cerca una partnership, come aveva detto, restando in minoranza; se la Terni viene presa da un gruppo finanziario, che ha logica finanziaria, o da un gruppo industriale e, naturalmente, ferma restando la delicatezza del Governo, aggiungo io che non è la stessa cosa se viene presa da una cordata industriale importante italiana o da una cordata industriale, ad esempio cinese (a me fa qualche differenza una soluzione o l'altra).

Siccome capisco che il Governo deve essere cauto, la cosa che chiedo al Governo e al Ministro, una cosa precisa chiedo: deve esser chiaro, a chi vende, al Governo tedesco e a chi comprerà, quali sono gli interessi strategici del Paese in ordine a questa produzione, a questo stabilimento e alla filiera produttiva e commerciale che lo accompagna. Su questo non si può transigere e non bisogna avere timidezze perché sono in ballo interessi strategici dell'Italia, come quando si fa riferimento a materie prime essenziali per l'industria manifatturiera del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative volte a sostenere l'accesso al credito e la liquidità delle imprese in relazione alle ulteriori criticità dovute alla seconda ondata pandemica – n. 3-01918)

PRESIDENTE. Il deputato Camillo D'Alessandro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Librandi ed altri n. 3-01918 (Vedi l'allegato A).

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente, grazie Ministro. Con la presente interrogazione vogliamo sottoporre alla sua attenzione e a quella del Governo ciò che riteniamo essere una necessità, un'iniziativa da assumere. Nella prima fase della pandemia il Governo ha risposto con un sistema di concessione di prestiti alle piccole e medie imprese e alle grandi imprese, anche con l'intervento di SACE Simest. Eravamo nella prima fase e avevamo bisogno di una risposta immediata, adesso la crisi economica si è protratta e il suo impatto sulle imprese si è ulteriormente aggravato. Noi con la presente interrogazione poniamo a lei la richiesta di valutare la possibilità - considerati tutti gli studi dei commercialisti, della Banca centrale europea, della Banca d'Italia, che stima che il 12,4 per cento delle imprese italiane potrebbe trovarsi in una situazione di insufficienza patrimoniale, e quindi anche con problemi di liquidità - di estendere il piano di ammortamento per la restituzione dei finanziamenti ottenuti nella prima fase per liberare risorse a favore delle imprese, per la resistenza in questo momento e per la ripartenza domani.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Affrontare il tema della liquidità è stata una delle priorità di questo Governo. Abbiamo tentato di agire su vari fronti: garantendo prestiti in quantità - adesso citerò qualche dato - con le garanzie dello Stato, garantendo la sospensione del pagamento di imposte e tributi, nonché garantendo il pagamento della cassa integrazione per i dipendenti, prevedendo anche la cassa integrazione in deroga per molti settori che normalmente non hanno accesso a questa misura; infine con il fondo perduto, che è stata un'altra misura: se facciamo la somma del “decreto Rilancio”, del “decreto Ristori 1” e del “ decreto Ristori 2” parliamo di circa 10 miliardi che a fondo perduto sono stati garantiti alle imprese. Questo è stato il modo in cui abbiamo cercato di stare vicino alle imprese, garantendo liquidità.

È chiaro che il problema non è risolto, però non posso non sottolineare l'estensione del Fondo centrale di garanzia al perimetro anche delle mid-cap, quindi imprese fino a 499 dipendenti, la garanzia per i prestiti fino a 5 milioni al 90 per cento, il 100 per cento, 90 dello Stato e 10 del Confidi, per i prestiti fino a 800 mila euro, e, infine, il 100 per cento per i prestiti fino a 25 mila, poi portati a 30 mila nel corso dell'esame in sede parlamentare. Ricordo che soltanto l'Italia ha concesso agli imprenditori italiani garanzie dello Stato al 100 per cento. Credo che questo sia meritorio rispetto al lavoro che abbiamo fatto. I numeri ci dicono che oggi sono state 1.274.000 le garanzie erogate dal Fondo centrale per 1.274.000 imprese, per un importo complessivo di 104,2 miliardi di euro. Circa 20 sono i miliardi destinati agli imprenditori individuali, piccoli professionisti, lavoratori autonomi ed enti del Terzo settore. Come è noto, il Temporary Framework prevede il prolungamento fino al 30 giugno del 2021, e per questo in legge di bilancio abbiamo rifinanziato il Fondo centrale di garanzia, prolungando quindi tutte le disposizioni previste nel “decreto Liquidità” fino al 30 giugno del 2021. Ritengo che lo spostamento delle mid-cap verso SACE sia in questo momento pensabile, ma non è detto che sia l'unica strada. La legge di bilancio lo prevede, ma il percorso parlamentare potrà rifar tornare nel Fondo centrale di garanzia anche le mid-cap. Ritengo anche che lavorare sull'allungamento del periodo di restituzione, stando all'interno del Temporary Framework e utilizzando anche i tassi di interesse, perché, come è noto, il Temporary Framework dà alcuni parametri dai quali è difficile uscire, sia un ragionamento che anche questo Parlamento può fare e che vedrà il Governo ovviamente parte attiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Librandi ha facoltà di replicare.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Ringrazio il Ministro per la sua risposta puntuale e dettagliata, apprezziamo l'impegno del Governo, con il quale intendiamo collaborare per trovare soluzioni - e bisogna trovarle per forza, sennò sarà un vero problema - in favore delle imprese italiane. Il sostegno al tessuto produttivo e alla forza motrice dell'Italia per noi è una priorità irrinunciabile, che si traduce nella difesa del lavoro come valore costituzionalmente e socialmente imprescindibile. Nella prima fase pandemica, gli interventi del “decreto Liquidità”, è vero, hanno ottenuto risultati positivi e dato respiro alle piccole, medie e grandi imprese del nostro Paese, ma oggi questi interventi rischiano di essere vanificati dal nuovo rallentamento dovuto alla seconda ondata. Con il “decreto Rilancio” e il “decreto Ristori” si sono garantiti aiuti a fondo perduto e la cassa integrazione per sostenere le attività colpite dalla crisi. Inoltre, è apprezzabile che nella legge di bilancio si sia prorogata la possibilità di accedere alle garanzie pubbliche del fondo garanzia PMI e SACE, tuttavia resta il problema della durata dei prestiti. Quando, nella prima fase, si è pensato ai piani di rientro di questi prestiti, non si poteva immaginare ad una crisi così lunga. La situazione è cambiata, purtroppo, in peggio. Va, inoltre, considerato che, in molti casi, i tassi applicati su questo genere di prestiti siano risultati superiori a quelli di mercato, oltre che gravati dalla commissione di SACE. Pertanto, noi chiediamo che i piani di rientro dei prestiti garantiti dal fondo per le PMI e da SACE vengano allungati e portati da 6 a 12 anni, senza ulteriori aggravi per le imprese beneficiarie. Il ciclo economico richiede questo ulteriore sforzo per garantire ossigeno alle aziende del nostro Paese. Il Governo ne prenda atto, si tratta di un intervento relativamente semplice, che non richiede nuove misure, ma un adeguamento di quelle esistenti e che va nella direzione di tutelare il sistema economico, il tessuto produttivo e il lavoro di milioni di italiani.

(Intendimenti in ordine al rilancio della produzione dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto e degli altri stabilimenti ex-Ilva, anche in rapporto al piano nazionale strategico siderurgico – n. 3-01916)

PRESIDENTE. Il deputato Serse Soverini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benamati ed altri n. 3-01916 (Vedi l'allegato A).

SERSE SOVERINI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, se, come Governo e Parlamento, abbiamo messo risorse e impegno per l'Ilva, che è il cuore - lo ricordo per chi ci ascolta - della siderurgia italiana, che è un comparto con 200 mila addetti e 40 miliardi di fatturato, è perché abbiamo creduto fortemente in quel progetto per difendere il più grande stabilimento europeo, ma anche per annunciare una nuova visione di quell'azienda, che riguardava non solo la produzione, ma un salto di qualità, un grande salto di qualità, che combinava ambiente, salute e competitività. Oggi siamo di fronte ai soliti problemi di sempre, con 3 mila esuberi previsti dall'azienda, con scioperi in varie parti d'Italia, nelle varie sedi del settore, anche quelle minori, come Novi Ligure e altre. Mi chiedo come è possibile che ricadiamo nel solito problema dell'esubero e non siamo ancora in grado di imporre, finalmente, un passaggio per un salto. Mi chiedo, all'interno del Piano nazionale di resilienza, come pensiamo di impostare lo sviluppo della società.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io credo che non si possa non affrontare questo tema così complesso - poi, cercherò di dare qualche informazione dello stato attuale delle trattative in corso con ArcelorMittal -, guardando al presente. Il presente è fatto anche di un mercato dell'acciaio in difficoltà, di una minor produzione, lato domanda e lato offerta c'è una criticità, quindi il tema di oggi di chi è in cassa integrazione, con gli accordi sottoscritti e anche con l'integrazione salariale, dobbiamo vederlo come una parentesi. Io ricordo alcuni passaggi. A fine 2018, il passaggio, al termine della procedura di affitto dei rami d'azienda, con previsione di passaggio di proprietà ad agosto del 2023.

Ricordo, a novembre dello scorso anno, la presentazione, da parte di AMI, del diritto di recesso, con quella che oggi possiamo dire, chiaramente, che è stata esclusivamente una scusa, quella dello scudo penale, perché, ad oggi, si continua a lavorare e, nell'interlocuzione in corso, non è mai stato più toccato quel tema; quindi, era evidente ed è evidente che non era quello il problema, un accordo a marzo che superava le tensioni civilistiche messe sui tavoli dei tribunali e che prevede un piano industriale con la nuova realizzazione di Afo 5, le manutenzioni su Afo 4, la realizzazione di due linee elettriche e un impianto di preriduzione, con una piena occupazione a fine piano. A me non piace parlare di acciaio verde, perché l'acciaio non sarà mai verde in modo totale, perché, per far l'acciaio, serve il carbone e negli impianti di preriduzione dove si crea il preridotto o nell'impianto ad altoforno il carbone c'è e, quindi, è evidente che non sarà mai un acciaio verde; certamente, le condizioni degli stabilimenti, da quando lo Stato non c'è più a oggi, non hanno avuto un incremento del rispetto ambientale, anzi. Ed è per questo - è l'unica modalità per provare, non è detto che ci si riesca, ma per provare a tenere assieme sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica - che lo Stato deve esserci. Nelle trattative oggi in corso, lo Stato ci sarà e non sarà in minoranza in quello stabilimento. Credo che questo sia un elemento molto importante per garantire almeno il tentativo di raggiungere quell'obiettivo.

PRESIDENTE. Il deputato Gianluca Benamati ha facoltà di replicare.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Ministro, noi accogliamo le sue parole con fiducia, speranza e, anche, con una vigile attesa, perché, in questi mesi, le abbiamo più volte espresso la nostra profonda preoccupazione in ordine alla situazione del percorso industriale, con gli investimenti ambientali e tecnici, al mantenimento degli impianti (che, come lei ci sta dicendo, ha avuto qualche difficoltà), alla gestione dei pagamenti ai fornitori e, soprattutto, al mantenimento dell'occupazione (le 10.700 unità a Taranto, Genova e Novi, come diceva il collega). Ora, noi seguiamo con interesse - lei ha ragione - non l'acciaio verde, ma la diminuzione dell'impronta di carbonio nella produzione di acciaio e la nuova compagine industriale (che lei ci va descrivendo e che anche il Ministro Gualtieri contribuisce a definire) che dovrebbe restringere l'area a caldo con una miscela di altoforno e forno elettrico, ma lasciando il cuore dello stabilimento. In questo però, signor Ministro, le sue parole ci aprono qualche attenzione per il futuro. È chiaro che una società nella quale lo Stato sarà predominante, ma con un socio che, naturalmente, è concorrente…

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Concludo, signor Presidente. Vi sono - lo sapete - gli stabilimenti di Dunkerque e di Fos-sur-mer, il tema, anche da risolvere, dell'interrompibilità, i 4 gigawatt che a fine anno scadono. Su questo le chiediamo particolare attenzione, e concludo, Presidente.

Sui rapporti con le parti sociali non vogliamo vedere quello che sta succedendo oggi; lei è ingegnere, io sono ingegnere, parliamoci fra di noi; la buona gestione, anche tecnica, è fondamentale per questi stabilimenti. Su di lei ricade, purtroppo, signor Ministro, in questa fase storica, questa grande responsabilità. La assistiamo nel suo lavoro, ma questo lavoro è cruciale per il Paese.

(Iniziative volte a garantire tempestivamente a famiglie e istituti scolastici la dotazione informatica e infrastrutturale necessaria per la didattica a distanza, anche valutando il cambiamento di destinazione delle risorse previste per l'acquisto dei banchi a rotelle – 3-01920)

PRESIDENTE. Il deputato Rossano Sasso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01920 (Vedi l'allegato A).

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Azzolina, il mondo della scuola è nel caos ed il Governo, purtroppo, non riesce ancora oggi, 18 novembre, a dare risposte concrete né agli insegnanti, né agli studenti, né ai genitori. Con l'ultimo DPCM, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il suo benestare, Ministro Azzolina, ha chiuso le scuole e ha posto milioni di studenti in didattica a distanza, didattica che, però, non sta funzionando correttamente. Per uno studente su quattro ci sono interruzioni di connessione ogni 30 minuti, mentre per un altro studente su quattro, come ha certificato l'Istat, la didattica a distanza non arriva proprio. Il diritto allo studio è negato in Italia a milioni di studenti, come le testimoniano quotidianamente le mamme e i papà, compresa una mamma di Rosta, un comune del Piemonte, che le ha scritto una lettera e si aspetta una risposta, ma come testimonia anche la magistratura: c'è stata una sentenza del TAR Puglia, la settimana scorsa, che ha disposto la riapertura delle scuole…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA). …perché la didattica a distanza non funziona…

PRESIDENTE. Onorevole Sasso, la ringrazio.

ROSSANO SASSO (LEGA). …ragion per cui chiedo cosa ha intenzione di fare il Governo per cercare di salvare il salvabile, visto che l'anno scolastico ormai è andato perso.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha facoltà di rispondere.

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Sasso, questo Esecutivo muove dalla solida convinzione che il diritto alla salute e il diritto all'istruzione delle nostre studentesse e dei nostri studenti non siano in contrapposizione. Le decisioni che abbiamo preso in questi mesi vanno tutte in questa direttrice. Non si è investito impiegando 325 milioni di euro solo negli arredi, che rimarranno alla scuola come patrimonio arricchendola. Nel complesso, solo per l'avvio dell'anno scolastico sono stati stanziati più di 3 miliardi. Nell'affrontare la crisi si è velocizzata la capacità di spesa sull'innovazione proprio partendo dall'esigenza, da lei evidenziata, di potenziare gli strumenti di connessione a Internet e di apprendimento a distanza, con particolare riguardo alla banda ultralarga, per non lasciare indietro nessuno. Abbiamo definito in sede di comitato per la banda ultralarga uno specifico “piano scuola” per oltre 400 milioni di euro per potenziare la connettività delle scuole, sostenere costi strutturali e fare fronte ai costi di connettività per cinque anni, portando in 35.470 plessi scolastici una capacità di un giga al secondo. Ci stiamo impegnando duramente per recuperare in poco tempo il terreno perduto nel corso degli anni, anni di tagli riferiti a stagioni che la scuola italiana ha fretta di dimenticare perché rappresentano una ferita troppo grande per la comunità scolastica. Con il decreto-legge n. 137 del 2020, all'articolo 21 sono stati stanziati ulteriori 85 milioni di euro per l'anno 2020 che serviranno agli istituti scolastici per acquistare dispositivi digitali e strumenti per le connessioni da fornire in comodato d'uso agli studenti meno abbienti. Ho già firmato il decreto di riparto e le risorse sono già nella disponibilità delle scuole per essere utilizzate in base alle loro esigenze.

Analogo stanziamento di 85 milioni, disposto dal “decreto Cura Italia”, è stato utilizzato lo scorso anno scolastico dalle 8.223 istituzioni scolastiche per acquistare 211.469 dispositivi digitali e per fornire connettività a 117.727 studenti che ne risultavano privi. A queste risorse vanno aggiunti gli investimenti dei fondi strutturali, oltre 89 milioni per l'acquisto di dispositivi e strumenti digitali e 147 milioni per supporti e kit didattici, grazie ai quali le scuole hanno potuto acquistare nell'insieme finora oltre 430 mila dispositivi digitali. Posso assicurarle, onorevole, che, diversamente da quanto lei ha asserito, stiamo investendo risorse e lavorando non solo per l'oggi ma anche per il futuro, per una scuola nuova, aperta, coesa, solidale e innovativa ma, soprattutto, inclusiva.

PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di replicare.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Azzolina, qui non è che c'è qualcuno che fa il tifo contro la scuola: siamo tutti dalla stessa parte, però, la realtà è diversa da quello che lei ogni volta viene qui a raccontarci. Un tempo la scuola era un ascensore sociale, dove anche chi nasceva in una famiglia povera, ai piani bassi, grazie all'impegno e al merito poteva salire ai piani alti. Oggi, purtroppo, con questo Governo l'ascensore sociale è sprofondato al piano terra, perché le ricordo che non è la Lega che certifica che un quarto degli studenti non sono raggiunti dalla didattica a distanza ma è l'Istat. Quindi, lo contesti anche all'Istat questo dato. Ripeto: nonostante sette mesi di tempo, lei non solo non è riuscita a riaprire in sicurezza le scuole ma ha fallito pure in quel surrogato di scuola che chiamiamo “didattica a distanza”, per cui oggi - mi consenta, Presidente - è inutile e irrispettoso nei confronti di milioni di italiani, di mamme e di papà italiani, degli studenti, dei professori e dei dirigenti scolastici, che lei ci dica che avete fatto uno sforzo straordinario per la scuola quando qui l'unico sforzo straordinario che sembra di vedere è quello fisico che vi tiene incollati a quelle poltrone, nonostante il fallimento per quanto riguarda le politiche scolastiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il Presidente Mattarella ci chiede unione e responsabilità. Voi state mancando di rispetto al Presidente Mattarella, perché noi della Lega le proposte le abbiamo fatte; siete voi che non le avete mai ascoltate. In sette mesi avete ridotto al caos la nostra scuola, non avete accettato, ad esempio, la nostra proposta di dimezzare il numero degli alunni per classe. Le classi pollaio, che lei avrebbe voluto eliminare, sono sempre lì, Ministro Azzolina: non sono scomparse! Cosa avete fatto in tutti questi mesi? Io so che lei ci tiene tanto ai banchi a rotelle, ma lo scopo per il quale li avete comprati è venuto meno perché stanno arrivando in questi giorni, che le scuole sono chiuse, e i banchi a rotelle giacciono inutilizzati negli scantinati delle scuole.

Quindi, avete speso 325 milioni di euro inutilmente, per cui io chiedo maggiore rispetto per la comunità scolastica, per gli insegnanti, per gli studenti e per i genitori, perché, come ho detto all'inizio del mio intervento - e ho concluso, Presidente -, l'ascensore sociale della scuola si è rotto…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sasso…

ROSSANO SASSO (LEGA). …e prima ne uscite, prima ci darete la possibilità di ripararlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in ordine alla pianificazione di percorsi formativi sulla didattica digitale integrata, alle risorse investite e ai docenti coinvolti – 3-01921)

PRESIDENTE. La deputata Testamento ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vacca ed altri n. 3-01921 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, la grave situazione pandemica che ha investito l'Italia ha messo a dura prova il sistema formativo nazionale, introducendo nuove metodologie di insegnamento. L'ondata di marzo ha costretto alla chiusura delle scuole e all'avvio della didattica digitale a distanza, nello sforzo comune di docenti, dirigenti e famiglie di collaborare alla piena efficacia di un sistema sostanzialmente nuovo. La didattica digitale integrata, intesa come metodologia innovativa di insegnamento-apprendimento, è rivolta agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, come modalità didattica complementare, che integra la tradizionale esperienza di scuola in presenza, nonché, in caso di nuovo lockdown, anche agli alunni di tutti i gradi di scuola. L'amministrazione ha attivato molteplici iniziative, rispetto alle nuove tecnologie, anche al fine di non disperdere tutte le cognizioni e le competenze acquisite dagli studenti.

Le chiediamo, Ministra, quali iniziative abbia posto e porrà in essere, al fine di pianificare percorsi formativi sulla didattica digitale integrata e risorse investite e docenti coinvolti.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha facoltà di rispondere.

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie Presidente. Onorevole Testamento, come da lei evidenziato, la scuola è importantissima, non soltanto per l'acquisizione dei saperi, ma anche per le relazioni e la socialità, aspetti tutt'altro che secondari. Difenderò, quindi, nel faticoso bilanciamento dei diritti che l'attuale pandemia impone, gli studenti e il loro diritto allo studio, avendo chiaro quanto sia fondamentale per il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi garantire l'attività didattica in presenza.

Tuttavia, come da lei rilevato, ritengo che la didattica digitale rappresenti oggi un'occasione e una sfida per ripensare la scuola del futuro. In tal senso le risorse investite per la didattica digitale integrata, a valere sul Piano nazionale scuola digitale e sulle risorse PON, ammontano a 413,9 milioni, con cui sono stati finanziati 34.183 progetti autorizzati. L'utilizzo di metodologie didattiche innovative non può prescindere da un'adeguata formazione dei docenti e del personale scolastico rispetto alle nuove tecnologie, anche per capitalizzare e potenziare le esperienze e le competenze maturate in occasione della sospensione della didattica in presenza. Con i provvedimenti varati nei mesi precedenti, il Governo ha stanziato apposite risorse, dedicate alla formazione del personale scolastico sulla didattica digitale integrata, coinvolgendo oltre 572 mila docenti, più dei due terzi del totale. Abbiamo inoltre promosso il programma “Formare al futuro”, curato dai Future Labs, scuole polo per la formazione sul digitale, che ha consentito di formare on-line nei due mesi estivi, oltre 8 mila docenti, attraverso 97 iniziative formative. Tale programma sta proseguendo con altri corsi. Entro l'anno sarà attiva la nuova piattaforma dedicata alle lezioni.

Non bisogna sottovalutare neppure l'importante lavoro svolto dalle équipe formative territoriali, docenti che svolgono nei territori una funzione di supporto e accompagnamento alle scuole nella didattica digitale integrata. Infatti, sulla base delle rilevazioni effettuate dal Ministero, il 92,58 per cento dei docenti è stato formato proprio dagli animatori digitali e dal team per l'innovazione nella propria istituzione scolastica e il 21,1 per cento grazie all'attività svolta sui territori dalle équipe formative. Analoghi segnali positivi si evincono dall'uso della piattaforma nazionale Sofia e dall'esame delle scelte di acquisto realizzate dai docenti con la loro card.

Onorevoli, in questi mesi abbiamo affrontato l'emergenza sanitaria, cercando di trarne un'opportunità. L'accelerazione degli investimenti su innovazione e formazione sul digitale ne sono una dimostrazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Marco Bella.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Ministra, a nome mio, ma anche dell'intera comunità scolastica, la volevo ringraziare per il suo grande, grande, grande impegno che sta mettendo nelle scuole.

Come ha detto Papa Francesco, peggio di questa crisi c'è soltanto il dramma di sprecarla. A marzo noi ci trovavamo di fronte a una situazione complessa, una situazione che nessuno poteva immaginare, e i nostri insegnanti, i nostri studenti hanno avuto la difficoltà di dover imparare a nuotare all'improvviso proprio nel mare aperto e, devo dire con l'impegno di tutti, abbiamo fatto grandi, grandi passi avanti. Sicuramente adesso, come lei ha spiegato molto chiaramente, dobbiamo fare una formazione più strutturata, perché la didattica digitale deve diventare un patrimonio del nostro sistema formativo. Ministra, sicuramente la didattica digitale è importantissima, però c'è anche la didattica in presenza e ieri io ero alla manifestazione degli studenti, che hanno organizzato una lezione qui davanti a Montecitorio, mettendo le maschere dei parlamentari, con quella leggerezza, con quella spontaneità di cui soltanto i ragazzi sono capaci. Io ho imparato tanto da loro. Io volevo rivolgermi a loro, volevo rivolgermi ad Anita, che manifesta davanti alla scuola per dire che vuole un suo diritto. Questi ragazzi sono stati definiti da qualcuno “no DAD”, ma in realtà quasi per sminuirli, come per dirgli: “Guardate, siete dei “no mask”, qualcosa per… Non è così. Loro hanno diritto a tornare nelle loro classi e noi, qui dentro, noi tutti, dobbiamo ascoltarli, dobbiamo ascoltare quello che hanno detto fuori e dobbiamo aiutarli a tornare in presenza quanto prima, perché in presenza si impara la socialità e si vincono quelle piccole, grandi sfide tutti insieme. Allora, io guardi, le dico, Presidente, ieri io ho sentito da quei ragazzi delle argomentazioni molto più solide di quelle che a volte qua dentro sentiamo da noi. E quindi riapriamo queste scuole, riapriamole tutti insieme.

(Iniziative di competenza volte a scongiurare ulteriori sospensioni dell'attività didattica in presenza nelle differenti aree territoriali e chiarimenti in merito alla riprogrammazione delle ordinarie attività scolastiche – 3-01922)

PRESIDENTE. Il deputato Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01922 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Saluto la Ministra. Io volevo capire, data la situazione che si è creata di nuovo con la chiusura delle scuole e, come dato di partenza, una risoluzione di questa Camera, che ha impegnato il Governo in una certa direzione, e un DPCM il 3 novembre, che ha suddiviso come sappiamo le regioni d'Italia sulla base di tre tipologie diverse, a seconda dello stadio epidemiologico. Sappiamo benissimo che le regioni, come dire, alcune stanno facendo “un po' di più” - la metterei così - di quello che è previsto rispetto al colore che gli viene regolarmente e progressivamente attribuito e quindi sostanzialmente stanno chiudendo le scuole di più di quello che era il quadro generale previsto dal Governo e dal Ministero.

Quindi, vorrei chiedere alla Ministra che cosa facciamo per scongiurare ulteriori chiusure, che non siano dal mio punto di vista coerenti con una impostazione nazionale, e allo stesso tempo come ci prepariamo, Ministro, per riaprirle le scuole, sapendo che non si riaprono in un giorno, serve un piano, servono delle azioni mirate, perché non sappiamo quanto durerà ancora questo ed è chiaro il valore della didattica in presenza e delle scuole aperte.

PRESIDENTE. La Ministra Lucia Azzolina ha facoltà di rispondere.

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Fusacchia, nel rispetto dei princìpi di leale collaborazione, di proporzionalità e adeguatezza, con il DPCM del 3 novembre 2020 il Governo ha fornito una impostazione chiara rispetto alla tematica dello svolgimento dell'attività didattica, avendo a cuore l'importanza della didattica in presenza. Posso rassicurarla che il mio operato è quotidianamente volto a scongiurare il ricorso a soluzioni unilaterali, che in molti casi rischiano di accentuare la dispersione scolastica e le forme di disuguaglianza e di divario che invece è nostro precipuo dovere contrastare.

In alcuni dei casi, anche da lei citati, abbiamo dovuto assistere al disorientamento e allo sconforto manifestati dalle famiglie, dalle forze sociali, dai dirigenti scolastici, dal personale tutto, con riferimento alle disposizioni contenute in alcune ordinanze regionali. Per questo mi auguro, rinnovando l'appello formulato dalle più alte cariche istituzionali del nostro Paese, che le istituzioni collaborino con senso della misura e grande responsabilità. A tal fine, ho già avviato con molte regioni un serrato confronto, rappresentando formalmente la necessità che ogni decisione sia preceduta, in un'ottica di leale cooperazione, quantomeno da scambi informativi completi, attraverso i quali si possa pervenire alla condivisione di soluzioni rispettose del dettato costituzionale, delle prerogative di Stato, regioni, enti locali, del principio cardine di proporzionalità e adeguatezza delle misure da adottare, nonché dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, esplicitamente richiamata dall'articolo 117 della Costituzione.

Tale obiettivo è certamente perseguibile, attraverso le riunioni di coordinamento regionale e locale previste dal cosiddetto Piano scuola, condiviso e approvato da regioni ed enti locali, su cui si è favorevolmente espressa anche la Conferenza unificata.

Proprio per comprendere la ratio dei provvedimenti e per spingere regioni ed enti locali a programmare a stretto giro la ripresa dell'attività in presenza, ho invitato a condividere con il Ministero dell'istruzione i dati scientifici che hanno motivato le loro decisioni, a far conoscere gli interventi compiuti da parte delle autorità sanitarie locali competenti per un'adeguata organizzazione complessiva del nuovo anno scolastico, a rappresentare anche quali iniziative siano state poste in essere e saranno attivate per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale, secondo una programmazione sollecita e ben definita, viste anche le correlate risorse stanziate dal Governo.

Onorevole Fusacchia, il Ministero dell'Istruzione, che mi onoro di rappresentare in una fase così complessa per il Paese, comprendendo le responsabilità che gravano su ciascuno nell'esercizio delle funzioni di governo, a livello centrale e territoriale, ha come unico interesse quello di tutelare il diritto all'istruzione delle alunne e degli alunni, nel pieno rispetto della salute di tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Fusacchia ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra e ho tre commenti, mi verrebbe da dire, a quello che ho ascoltato adesso dalla Ministra.

Il primo è ricordare a tutti che chi ha a cuore la scuola dovrebbe interpretare la possibilità e la facoltà concesse alle regioni come un favore nella direzione di eventualmente tenere un pochino più aperto, laddove ci sono le condizioni, rispetto al quadro nazionale. Qui stiamo assistendo a delle regioni che fanno il contrario, cioè chiudono anche dove il quadro nazionale prescrive che, alla luce di alcuni dati, non vadano chiuse; quindi, rimettere in fila le cose già mi sembrerebbe utile. Detto questo, Ministra, il Governo chiaramente ha molti strumenti che può usare in aggiunta a quella che si chiama la moral suasion e agli scambi informativi, quindi io la inviterei, insieme a tutto il Governo a monitorare strettamente, per valutare anche ad un certo punto se questa leale collaborazione trovi sempre delle forme di reciprocità adeguate nell'interesse degli studenti e delle studentesse.

La seconda cosa, Presidente, che voglio dire alla Ministra e al Governo per il suo tramite è il punto richiamato sui dati scientifici. Io trovo che questo sia un punto serio, delicato e anche relativamente grave, nel senso che è responsabilità…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). …di tutti noi assicurare che i cittadini capiscano la base scientifica delle decisioni che vengono prese, anche delle decisioni politiche, delle decisioni più difficili, quindi, tutto quello che può essere fatto dal Governo nell'ottica di aumentare la trasparenza, non solo la trasparenza sui dati ma anche i processi di raccolta dei dati che stanno a monte, nella raccolta e gestione, è fondamentale.

Concludo, Presidente, con un punto molto veloce. A me non sfugge, Ministra, che la difficoltà di tenere aperte le scuole e la complessità che si è creata in questi mesi siano state legate a una filiera complessa, dove la scuola era un pezzo, ma c'era, semplificando brutalmente, da una parte il trasporto pubblico e dall'altra la sanità. Allora, su questo io credo ci serva una ulteriore assunzione di responsabilità da parte di tutta la filiera governativa, tra i Dicasteri e poi con la filiera verticale che va giù fino alle regioni e agli enti locali. La invito - ovviamente il Parlamento farà la sua parte su questo - a fare ancora di più, dando l'esempio, la sua parte di lavoro per quello riguarda la scuola, così che nessuno abbia più scuse quando si tratterà di decidere in maniera impopolare magari che cosa fare sulle scuole nelle prossime settimane e mesi.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Formentini, Giacometto, Orsini e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lattanzio. Ne ha facoltà.

PAOLO LATTANZIO (MISTO). Grazie, Presidente. Ci tengo a fare il mio personale “in bocca al lupo” alla nuova Garante nominata, la Garante per l'infanzia per l'adolescenza, la magistrata Carla Garlatti. Credo che la sua esperienza, sia con i minori in qualità di presidente del tribunale di Trieste, sia sui diritti delle donne vittime di violenza sarà molto utile a tutti noi in questa fase in cui è davvero importante che i diritti dei bambini e delle bambine vengano rimessi al centro dell'azione politica. Troverà un Parlamento in cui molti colleghi e molte colleghe già stanno lavorando in questa direzione, anche grazie all'aiuto del Dicastero della Ministra Bonetti. Spero, confido nel fatto che i diritti dei bambini e delle bambine previsti dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia tornino ad essere centrali.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO LATTANZIO (MISTO). È su questo che chiudo e ribadisco il mio augurio di “in bocca al lupo”, perché mai come in questa fase le disuguaglianze e la povertà rischiano di gravare in maniera ancora più violenta proprio sui bambini e sulle bambine, che invece dobbiamo tutelare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Oggi, Presidente, vorrei raccontare la storia del signor Carlo Gilardi, novant'anni, benestante, con qualche piccolo acciacco ma una mente lucidissima, scrittore e poeta. Carlo, professore in pensione, memoria storica della sua comunità, dispone di un grandissimo patrimonio e proprio per questo ha cercato, nella sua vita, di aiutare il prossimo, chi era in difficoltà. Un giorno, però, Carlo senza una giusta causa - così sembrerebbe - si trova ad avere un amministratore di sostegno. Da quel giorno non è più libero di gestire i suoi soldi, le sue proprietà; deve chiedere il permesso anche per svolgere le esigenze primarie e per le attività di propria passione. Come se non bastasse, poi, il 27 ottobre scorso, Carlo, su richiesta dell'amministratore di sostegno, viene confinato in una RSA e da allora si perde ogni traccia del signor Carlo. Questa triste vicenda, denunciata ieri dal programma “Le Iene”, merita a mio avviso attenzione, Presidente. Per questi motivi ho depositato oggi un'interrogazione al Ministro della Sanità e al Ministro della Giustizia, con cui chiedo che si faccia verità e chiarezza su questa triste vicenda, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula per portare la voce dei genitori di Montefiascone, che è un comune del viterbese, nel Lazio, una regione gialla adesso. In questa regione, in questo comune, il commissario prefettizio ha chiuso le scuole dal 3 al 24 novembre e potrebbe prorogare questa chiusura. Non c'è alcuna apparente evidenza per questo provvedimento, soprattutto perché il “fai da te” epidemiologico non li risolve i problemi, anzi rischia di aggravarli. Francia, Germania, Regno Unito in Europa e tanti altri Paesi europei hanno lasciato le scuole aperte; l'unico Paese in Europa che le ha chiuse è l'Austria, ma nell'ambito di un lockdown totale. I provvedimenti razionali servono a risolvere i problemi, quelli improvvisati no. Quindi io faccio un appello alla razionalità, anche perché la chiusura delle scuole sicuramente fa dei danni notevoli agli studenti dal punto di vista sociale, psicologico, formativo, ma non c'è evidenza che serva a controllare in maniera consistente il contagio. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. “La più grande operazione di vaccinazione di massa che la storia ricordi”: così, in una nota trasmissione televisiva, il commissario Arcuri ieri sera definiva la gestione del vaccino anti COVID-19, che di qui a poche settimane l'Italia si troverà ad affrontare. È di tutta evidenza che non si tratta soltanto di una questione specificamente sanitaria. La gestione di questo fenomeno è una gestione complessa, multidisciplinare, che riguarda non solo l'approvvigionamento ma anche la logistica e il trasporto, la sicurezza, la somministrazione, la comunicazione alla popolazione sugli aspetti e sui profili di questa operazione e anche l'approvvigionamento dei presidi sanitari necessari. Per esempio, è notizia di oggi su un quotidiano, con un articolo d'inchiesta, che l'Italia - sembra -non abbia o sia stato forse uno dei pochi Paesi a non aver ordinato siringhe di precisione alla società che le produce in tutto il mondo (su questo sto valutando anche l'idea di depositare un'interrogazione parlamentare). Da quello che ci dicono i ben informati e da quello che si legge anche sui giornali, sembra che, per esempio, gli Stati Uniti si stiano organizzando per questo appuntamento come se si fosse in vista dello sbarco in Normandia. Non vorrei che l'Italia, per utilizzare un'espressione utilizzata da Luciano Capone su Il Foglio e che rende molto bene l'idea, non si stesse preparando alla stessa stregua della campagna di Russia.

Ecco, io credo che il Governo non debba gestire unilateralmente questa cosa, perché è un appuntamento così complesso e importante che credo che condividere un piano e un cronoprogramma con il Parlamento e anche, probabilmente, con le forze di opposizione, non possa certamente far male; e lo dico nell'interesse dei cittadini, certamente, non della parte del Governo, ma dell'obiettivo che è comune a tutti quanti noi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 20 novembre 2020 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 1970 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (Approvato dal Senato). (C. 2779)

La seduta termina alle 16.