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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 428 di martedì 17 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 novembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Casa, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Micheli, Del Grosso, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimaldi, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Marattin, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Musella, Nardi, Orrico, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Giovanni Russo, Scalfarotto, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tateo, Tofalo, Tomasi, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Leda Volpi e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza, ai sensi dell'articolo 126 della Costituzione, in relazione al mancato rispetto, da parte del Consiglio regionale della Calabria, dei termini statutari per l'esame delle proposte di legge di iniziativa popolare, con specifico riguardo ad una proposta in materia di riduzione dei costi della politica – n. 3-01633)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Melicchio ed altri n. 3-01633 (Vedi l'allegato A). Il sottosegretario di Stato, Gianluca Castaldi, ha facoltà di rispondere.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La ringrazio, Presidente. L'onorevole interrogante lamenta la grave violazione statutaria e di legge, tale da poter integrare il presupposto per l'avvio della procedura di cui all'articolo 126 della Costituzione, in cui sarebbe incorso il consiglio regionale della Calabria per aver omesso di inserire, all'ordine del giorno e nei termini fissati dalla legge e dallo Statuto, la proposta di legge d'iniziativa popolare denominata “Taglio privilegi”. L'articolo 40, comma 2, dello Statuto della regione Calabria dispone che i progetti di legge popolare “sono portati all'esame del consiglio regionale entro tre mesi dalla data di presentazione. Scaduto tale termine, il progetto è iscritto all'ordine del giorno della prima seduta del consiglio e discusso con precedenza su ogni altro argomento”.

Dagli elementi raccolti risulta che la suddetta proposta di legge d'iniziativa popolare è stata presentata presso il consiglio regionale della Calabria il 14 maggio 2018 (il deposito delle firme certificate è stato eseguito dagli elettori il successivo 15 novembre). Il testo, previa declaratoria di ammissibilità dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale (21 dicembre 2018), è stato portato all'esame della competente commissione permanente in data 28 febbraio 2019. Medio tempore il consiglio regionale ha approvato la legge 28 maggio 2019, n. 13, recante “Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al decreto-legge n. 174 del 2012”. Dieci giorni dopo, esattamente il 7 giugno 2019, nonostante l'approvazione della suddetta legge, il consiglio regionale veniva diffidato ad iscrivere all'ordine del giorno la proposta normativa di iniziativa popolare “Taglio privilegi”. Il successivo 26 luglio veniva notificato all'amministrazione il ricorso innanzi al TAR della Calabria attraverso la nota con la quale il capo di gabinetto regionale rappresentava l'insussistenza di condotte omissive da parte dell'organo consiliare, che si era anzi attivato per il contenimento dei costi della politica in conformità alla normativa statale, in particolare, la legge n. 145 del 2018, e alle intese interistituzionali, in particolare, il documento d'indirizzo adottato dalla conferenza dei presidenti delle assemblee legislative il 17 aprile 2019.

Nel predetto giudizio, in sede di udienza preliminare (11 settembre 2019), i ricorrenti firmatari della proposta di legge hanno rinunciato all'istanza cautelare. Nelle more della trattazione del ricorso nel merito, precisamente il 23 novembre 2019, il consiglio regionale uscente, entrato in regime di prorogatio, ha provveduto all'approvazione dei soli atti necessari e urgenti, considerata altresì la natura ordinatoria del termine di trattazione delle proposte di iniziativa popolare che non decadono con la fine della legislatura (articolo 39, comma 4, dello Statuto). Con il rinnovo del consiglio regionale, il cui insediamento è avvenuto solo il 26 marzo 2020, le proposte d'iniziativa popolare non trattate, tra cui quella denominata “Taglio privilegi”, per prassi, avrebbero dovuto essere nuovamente numerate ed assegnate per competenza alla specifica commissione consiliare permanente - nel caso di specie, alla Prima commissione, che si è insediata soltanto in data 28 luglio 2020 -, tuttavia, lo stato di emergenza epidemiologica ha dilatato i termini procedurali in maniera imprevedibile.

La descritta evoluzione dei fatti, secondo le intenzioni dell'onorevole interrogante, viene assunta come presupposto di diritto per l'eventuale applicazione dell'articolo 126 della Costituzione. In proposito, nella sentenza della Corte costituzionale del 19 luglio 2013, n. 219, richiamata dall'onorevole Melicchio, si evince che lo scioglimento sanzionatorio del consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 126 della Costituzione, può avvenire solo a fronte di una situazione veramente eccezionale (sentenza n. 50 del 1959), determinata da atti contrari alla Costituzione, gravi violazioni di legge e ragioni di sicurezza nazionale. Eccezionalità della situazione che non sembra ricorrere nel caso di specie, che esaurisce i profili di criticità in un contesto fattuale che non denota fattori eversivi ordinamentali.

PRESIDENTE. Il deputato Melicchio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario, la ringrazio per la risposta, ma non posso ritenermi soddisfatto della stessa, in quanto l'articolo 40, comma 2, dello Statuto regionale calabrese dispone che i progetti di legge di iniziativa popolare sono portati all'esame del consiglio regionale entro tre mesi dalla data di presentazione. Scaduto tale termine, il progetto è iscritto all'ordine del giorno della prima seduta del consiglio e discusso con precedenza su ogni altro argomento. È ancora più dettagliata la legge regionale n. 13 del 1983, in cui si specifica un preciso procedimento per quanto riguarda la discussione nella commissione referente e, poi, nel consiglio regionale. Nella risposta del sottosegretario si fa richiamo a quanto dichiarato dall'ufficio di gabinetto del precedente presidente del consiglio regionale, che, a suo dire, avrebbe assolto agli obblighi statutari e di legge, avendo discusso il consiglio una proposta di legge sulla stessa materia, ma non quella di iniziativa popolare. A giudizio mio, quindi, non è coerente quanto dichiarato dal capo di gabinetto e, di conseguenza, permane il problema di dover far rispettare gli obblighi di legge, gli obblighi statutari ad un organo regionale che, seppur nella sua autonomia, è evidente che, in questo caso, non rispetta gli obblighi di legge che esso stesso si è dato. Quindi, mi rifaccio ai quesiti che avevo posto al Ministro, perché noi non richiamiamo soltanto l'articolo 126 della Costituzione e, quindi, lo scioglimento - consiglio che, tra l'altro, è già sciolto per il venire a mancare del presidente della giunta -, ma chiedevamo un intervento del Governo al fine di sollecitare il consiglio regionale al rispetto delle leggi che esso stesso si è dato, perché, dal quadro che emerge, non si capisce chi è tenuto a far rispettare la legge. Se non è il TAR, in quanto non trattasi di procedimento amministrativo - ed è per questa ragione che i proponenti hanno rinunciato al procedimento dinanzi al TAR - dunque, se non è il TAR, a nostro giudizio, è il Governo, così come disposto dall'articolo 51 della legge n. 62 del 1953, confermato dall'articolo 3, comma 3, lettera o), della legge n. 400 del 1988, che riserva al Governo l'iniziativa per quanto riguarda il rispetto dell'articolo 126 della Costituzione.

(Iniziative di competenza per l'attuazione del piano di assunzioni dei magistrati vincitori del concorso bandito il 31 maggio 2017 – n. 3-01145)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Vittorio Ferraresi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Silvestroni n. 3-01145 (Vedi l'allegato A).

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Negli ultimi anni, l'assunzione dei vincitori del concorso in magistratura è stata sempre subordinata alla norma di autorizzazione contenuta nella legge di bilancio. Infatti, a differenza delle altre categorie di pubblici dipendenti, la procedura concorsuale per magistrati onorari e la successiva assunzione non sono sottoposte alla preventiva autorizzazione del Dipartimento della Funzione pubblica. Tale peculiarità è espressione della prerogativa costituzionale del Ministro della Giustizia in tema di organizzazione e funzionamento dei servizi della giustizia.

Nell'anno 2019 si è verificata una particolare contingenza temporale per cui si sono sovrapposti gli esiti di due procedure concorsuali, l'una indetta con DM 19 ottobre 2016 e l'altra, a cui fa riferimento l'interrogante, indetta con DM 31 maggio 2017. I vincitori del primo dei due concorsi indicati sono già stati regolarmente assunti, grazie alla copertura finanziaria che ha trovato spazio nella legge di bilancio precedente. Il concorso bandito nel 2017, invece, ha risentito anche di rallentamenti che risalgono alla fase relativa all'approvazione della graduatoria e che sono giunti a soluzione nella seconda metà del 2019; sono stati tempestivamente eseguiti la pubblicazione del DM 31 ottobre 2019 di approvazione della graduatoria sul Bollettino ufficiale del Ministero della Giustizia del 30 novembre 2019 e l'avviso in Gazzetta Ufficiale del 3 dicembre 2019. Le coperture di bilancio e il decreto ministeriale di nomina del 3 gennaio 2020 sono intervenuti in rapida successione e i 251 magistrati ordinari vincitori del concorso sono già stati assunti e destinati alle sedi di tirocinio.

Le nuove risorse professionali invocate dall'interrogante sono dunque una realtà, a beneficio dell'intero sistema giustizia, e costituiscono un ulteriore segnale della particolare attenzione con cui questo Ministero - già artefice dello storico incremento del personale di magistratura di 600 unità, oltretutto finanziato, cosa che non avveniva tra l'altro da circa vent'anni - guarda alle politiche assunzionali del personale giudiziario, nella ferma convinzione che l'efficienza della giustizia passi innanzitutto attraverso un significativo rafforzamento organico di chi l'amministra quotidianamente.

PRESIDENTE. L'onorevole Silvestroni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ebbene, non sono e non posso essere soddisfatto, perché, comunque sia, questa è un'interrogazione fatta il 26 novembre 2019 e ci è voluto un anno per dare una risposta. Questo non avviene neanche in un piccolo comune montano di 30 abitanti, perché se bisogna aspettare un anno per avere una risposta questo è irrispettoso nei confronti dell'attività parlamentare, dopodiché, belle le parole dette, è tutto quanto bello, ma manca una cosa. Il problema è stato che, comunque, nella legge di bilancio non c'erano i fondi per questi 250 magistrati che oggi sono stati regolarizzati. È chiaro che sono passati otto mesi da quando hanno vinto il concorso, quindi, sono passati otto mesi di mancati stipendi, sono mancati 8 mesi di anzianità, ma, soprattutto, chi ne ha sofferto è stata l'amministrazione della giustizia.

Visto anche quello che sta accadendo in questi giorni - è di ieri la notizia che la cancelleria di Roma è in stato di agitazione, perché, secondo quanto dicono i magistrati, mancano 400 addetti cancellieri -, allora, chiedo al sottosegretario e al Ministro che non deve e non può avvenire quello che è successo per i 250 magistrati e che in questa legge di bilancio, che approderà qui in Aula e che verrà portata in Aula la prossima settimana, vengano previsti i fondi affinché lo Stato di diritto venga ripristinato, perché siamo in una situazione di COVID-19 ma quando finirà questa emergenza virale bisognerà mettere mano alla giustizia e, quindi, invito a prevedere i fondi affinché l'amministrazione giudiziaria possa essere efficiente e garantire lo Stato di diritto che a oggi in realtà non è rispettato.

(Interrogazione Ferri – n. 3-01900)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-01900 del deputato Ferri. Avverto che, per accordi intercorsi tra il presentatore e il Governo in data odierna, l'interrogazione è stata trasformata in interrogazione a risposta scritta.

Dovremmo passare all'interrogazione n. 3-01901 dei deputati Sarli ed altri, a cui deve rispondere il sottosegretario Giuseppe De Cristofaro che è in arrivo, mi dicono. Quindi, sospendo per cinque minuti la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,15, è ripresa alle 11,20.

(Iniziative di competenza volte a rendere la laurea in medicina veterinaria titolo abilitante per l'esercizio della professione – n. 3-01901)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Sarli ed altri n. 3-01901 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Università e la ricerca, Giuseppe De Cristofaro, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE DE CRISTOFARO, Sottosegretario di Stato per l'Università e la ricerca. Grazie, Presidente. Desidero ringraziare gli onorevoli interroganti poiché con il loro quesito, che pure si concentra sulla sola figura dei medici veterinari, consentono, in realtà, di illustrare il percorso più generale e sistemico che il Ministero dell'Università e della ricerca ha intrapreso al fine di riformare l'intero sistema dell'accesso alle professioni regolamentate, tra le quali, per l'appunto, anche quella, da loro indicata, del medico veterinario. Com'è noto, sin dall'inizio del mandato il Ministro dell'Università e della ricerca ha ritenuto prioritaria l'esigenza di procedere al generale intervento di semplificazione del sistema delle lauree e di attuare un rinnovamento delle modalità di espletamento dell'esame di Stato, allo scopo di consentire l'accesso immediato all'esercizio delle professioni, neutralizzando così il lasso temporale finora intercorrente tra il conseguimento della laurea e la partecipazione alla prima sessione utile per l'esame di Stato.

Il primo passo è stato rappresentato dalla laurea in medicina e chirurgia. Ciò è avvenuto sia per dare una risposta immediata all'esigenza di fronteggiare le condizioni di criticità del Servizio sanitario nazionale, in conseguenza dell'emergenza epidemica, sia in nome di un processo, già avviato, di revisione dell'ordinamento didattico di tale corso di laurea, all'interno del quale era già stato incluso un tirocinio professionalizzante.

Così, già con il cosiddetto decreto Cura Italia, è stato previsto, come ben sappiamo in quest'Aula, peraltro, che il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia abiliti all'esercizio della professione di medico chirurgo.

Sulla base degli ottimi risultati di questa prima misura, si è ritenuto, dunque, anche e soprattutto in ragione delle tante sollecitazioni ricevute in questi mesi dalle forze parlamentari, che fosse ormai maturo un più ambizioso intervento, che, in considerazione del particolare rilievo anche costituzionale della materia, non poteva che formare oggetto di uno specifico disegno di legge da sottoporre alla valutazione del Parlamento. Nella visione di un nuovo sistema di formazione universitaria, che concorra alla necessaria transizione in chiave di ammodernamento del Paese, è stato, dunque, predisposto un disegno di legge governativo, presentato nei giorni scorsi proprio in questo ramo del Parlamento, che ha l'ambizione di riformare in chiave sistematica il sistema dei titoli abilitanti, facendo leva su quei percorsi universitari che contengono già, per propria natura, importanti segmenti formativi di valore professionalizzante. Va detto, peraltro, che, proprio in ragione dell'elevato valore strategico che il Ministero gli ha assegnato, al disegno di legge è stato conferito dal Governo il formale valore di collegato alla manovra di bilancio, il che consentirà, dunque, di proseguire nel suo esame parlamentare anche in parallelo alla predetta manovra.

Il disegno di legge enumera innanzitutto una serie di lauree alle quali può conferirsi valore abilitante. A tal riguardo, sono lieto di far presente che, tra queste, vi è proprio la laurea magistrale in veterinaria, che, assieme a quelle in odontoiatria, farmacia e psicologia, completa il percorso in tal senso già avviato per le professioni sanitarie. Per completezza di informazione, in vista dell'esame che prenderà inizio proprio qui alla Camera dei deputati, è opportuno far presente che il disegno di legge non esaurisce la propria finalità con il conferimento del valore abilitante alle citate lauree, ma consentirà di proseguire in futuro il percorso già avviato. Ciò sarà possibile grazie alla norma aperta, introdotta dal disegno di legge, che permetterà di continuare ad ampliare il sistema dei titoli universitari abilitanti, estendendoli a ulteriori classi di laurea, che sono state individuate sulla base delle specifiche caratteristiche formative dei relativi corsi di studio. La procedura prevista, che coinvolge ordini e collegi professionali, nonché il Ministero vigilante sulla professione interessata, potrà consentire di rendere abilitanti le lauree per l'accesso alle professioni regolamentate di tecnologo alimentare, dottore agronomo e dottore forestale, pianificatore paesaggista, conservatore, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo. Un intervento, dunque, che si inserisce nel solco delle misure di modernizzazione e di semplificazione, che, come abbiamo compreso, - ovviamente abbiamo compreso vivendo la dolorosa esperienza della crisi attuale -, servono molto, naturalmente, in questo quadro, al nostro Paese e ai nostri giovani.

Concludo, pertanto, confidando che la proposta del Governo possa essere ben accolta e, anzi, migliorata nel corso dell'esame parlamentare, sul quale si registrano davvero tante e positive attese, non solo da parte delle università, ma anche e soprattutto da parte del mondo degli studenti, ai quali verranno date maggiori possibilità di accedere, peraltro in tempi più ristretti per loro, al mondo delle professioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Sarli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta o meno della risposta ricevuta.

DORIANA SARLI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario e grazie anche al Ministero interrogato. Come lei sa, la mia interrogazione è stata presentata a maggio scorso, nel pieno dell'ondata della pandemia, quando l'emergenza sanitaria aveva già evidenziato le mancanze del Servizio sanitario nazionale e la scarsità, nel Paese, di professionisti medici per fronteggiare la pandemia stessa.

I servizi veterinari - tengo a sottolinearlo - nel corso di queste emergenze hanno rivestito, e rivestono tuttora, un ruolo strategico. Hanno svolto, e svolgono, infatti, senza interruzione di servizio, attività essenziali di controllo e di vigilanza per garantire che sia assicurato il rispetto rigoroso dei requisiti di sicurezza alimentare e di salute e benessere degli animali, a tutela della salute pubblica. Hanno, inoltre, fornito - in particolare i veterinari degli istituti zooprofilattici sperimentali, in numerose regioni - un valido supporto diagnostico al personale medico nella processazione, e talvolta anche nell'esecuzione, dei tamponi. La figura del medico veterinario è di primaria importanza per il controllo delle zoonosi, per le strategie di prevenzione e contenimento delle emergenze sanitarie e per la sicurezza degli alimenti che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole. Va ricordato che è grazie alla sanità veterinaria se negli ultimi cinquant'anni si sono scongiurate pandemie, quale quella influenzale da sierotipi aviari e suini, se si sono eradicate, nel nostro Paese, malattie quali la rabbia, la morva, il vaiolo, l'afta epizootica, e se altre pericolose zoonosi, quali la tubercolosi e la brucellosi, sono costantemente monitorate attraverso le profilassi di Stato.

A maggio scorso ho ricevuto molte sollecitazioni dalla società civile, da studenti universitari di veterinaria e da numerosi professionisti, per promuovere iniziative che rendessero la laurea in medicina veterinaria abilitante alla professione, al pari della laurea in medicina e chirurgia. Per questo sono molto soddisfatta della presentazione, da parte del Governo, il 27 ottobre scorso, del disegno di legge contenente disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti, che comprende misure specifiche per semplificare le modalità di accesso all'esercizio delle professioni sanitarie, compresa quella di medicina veterinaria.

Auspico anch'io che il percorso avviato si concluda in tempi brevi e che, grazie all'iniziativa del Governo e del Parlamento, molti giovani professionisti possano essere inseriti in tempi più rapidi nel mondo del lavoro, e sono altrettanto soddisfatta che questo riguarderà una serie di lauree alle quali si conferirà valore abilitante.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo ad alcuni interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il collega Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula per far risuonare qui la voce dei cittadini della città di Ardea, una città del Lazio. Questa città è stata scelta dallo scultore Giacomo Manzù come sua dimora. Nella città di Ardea c'è il Museo Manzù, che è un'eccellenza, ci sono tutte le sue opere. Alla sua scomparsa, lo scultore Manzù chiese di essere sepolto lì, nel posto che aveva scelto lui, vicino alle sue opere, e così è successo. E quindi Manzù, da allora, riposa lì.

La città di Ardea ha un legame molto forte con lo scultore, un legame che è rimasto anche dopo la sua morte. Ora c'è qualcuno che ha chiesto che la salma di Manzù sia portata via e cremata. Il sindaco di Ardea si è opposto a questa decisione e il TAR ha nominato un commissario ad acta, il signor Giancarlo Dionisi. Ora, io non posso, qui, contestare decisioni del TAR, ma posso fare un appello, a nome di tutta la cittadinanza, a Giancarlo Dionisi: non porti via lo scultore Giacomo Manzù dalla sua terra, non lo porti via, perché la sua volontà è stata espressa più volte, ed era quella di riposare vicino alle sue opere. Portare via Giacomo Manzù da Ardea sarebbe una ferita gravissima per la città.

Infine, Presidente, io capisco che siamo in un momento della pandemia, in un momento in cui questa cosa può sembrare marginale, ma noi torneremo alla vita di prima solo se possiamo rispettare quella che è la nostra storia, quelli che sono i nostri valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. La scorsa settimana ho annunciato la presentazione di un atto di sindacato ispettivo - che effettivamente poi ho presentato - sul tema della distribuzione del vaccino anti-COVID, che sarà uno degli appuntamenti più complessi, dal punto di vista sanitario, organizzativo, logistico che il Governo si troverà ad affrontare.

Con lo spirito più costruttivo, a cui richiamava il Presidente Berlusconi proprio in questi giorni, ho chiesto al Governo di condividere con il Parlamento il piano che sta preparando, o quello che almeno si legge sui giornali stia preparando; si parla soltanto di piano sui titoli dei giornali, ma concretamente non si capisce quale sia il piano, se non quello possibilmente di affidare a Pfizer una parte importante della distribuzione, fino all'ultimo miglio, del vaccino che forse per primo arriverà in Italia per i primi di gennaio.

Mi permetto di sottolineare come la Germania per la metà di dicembre abbia già predisposto l'attivazione dei centri di vaccinazione. Ora, non mi voglio lanciare in paragoni azzardati, ma credo sia di tutta evidenza che un piano di logistica, di distribuzione di questi vaccini sia necessario approntarlo con un cronoprogramma molto ben dettagliato: io ho come la sensazione che questo piano non ci sia, ma sollecito una risposta del Governo a questa interrogazione, perché credo sia un punto centrale. Ripeto, lo dico col massimo dello spirito costruttivo possibile: qui noi dobbiamo garantire la conservazione del vaccino, il trasporto del vaccino, la somministrazione del vaccino, qualunque sia la scala di priorità che si intenda dare per la tipologia di popolazione che per prima si deciderà sia assistita da questo presidio sanitario.

Però, Presidente, io credo che questo sia un tema centrale, rispetto al quale in questo momento il Governo ha il dovere di dare risposte al Paese e, soprattutto, ha il dovere di non farsi trovare impreparato, come, ahimè, è accaduto in diverse altre occasioni, specie di recente all'interno del quadro di questa epidemia.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 18 novembre 2020 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 11,30.