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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 426 di mercoledì 11 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 26 ottobre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, la Ministra per la Pubblica amministrazione, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, la Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport.

(Chiarimenti in ordine ai ritardi nella predisposizione e attuazione del piano anti-COVID della regione Calabria e iniziative volte a garantire una figura commissariale competente e super partes – n. 3-01883)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno.

Il deputato Cristian Invernizzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01883 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, buongiorno. Riteniamo opportuno che venga portata anche in Parlamento una vicenda che potremmo definire surreale, grottesca, comica, se non vi fossero profili di altissima drammaticità alle sue spalle. Mi riferisco ovviamente alla questione dell'ex commissario Cotticelli in Calabria, che sarebbe stato chiamato dal Governo (infatti era stato riconfermato pochi giorni prima) a gestire una situazione già di per sé difficile, aggravata dalla questione del COVID. Abbiamo letto di tutto: qualcuno ha sorriso, molti comunque stanno piangendo. Noi le chiediamo, signor Ministro, innanzitutto quali siano le responsabilità del Governo centrale per quanto riguarda la struttura commissariale, che evidentemente era drammatica nella sua interezza, e quali siano gli intendimenti soprattutto adesso, dal momento che la Calabria si trova in una situazione nella quale il neonominato commissario Zuccatelli non sembra dare garanzie di completa affidabilità, come invece una situazione drammatica come quella calabrese esige. Aspettiamo con ansia una sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro della Salute, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Il quesito posto consente di fare chiarezza sulla gestione dell'emergenza sanitaria in Calabria che ha priorità per l'azione del Governo. Il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l'emergenza COVID-19 in Calabria, ai sensi del decreto-legge n. 34 del 2020, è stato adottato dalla struttura commissariale con decreto del commissario ad acta n. 91 del 18 giugno 2020. Il medesimo Piano è stato quindi approvato dal Ministero della Salute il 3 luglio 2020 e trasmesso al commissario straordinario per l'emergenza il successivo 6 luglio. Il piano prevede, rispetto alla dotazione iniziale di posti letto di terapia intensiva, un incremento di 134 posti letto, nel rispetto dello standard previsto dal citato decreto-legge n. 34 del 2020 (0,14 posti letto per mille abitanti). Quanto all'attività della struttura commissariale, ferma restando la situazione di squilibrio economico e finanziario della regione Calabria, si osserva che il monitoraggio effettuato a maggio 2020, del competente tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali (MEF-Salute), con riferimento all'ultimo trimestre del 2019, ha presentato un disavanzo, dopo il conferimento delle coperture, pari a 10 milioni di euro, con un disavanzo, prima del conferimento delle coperture, pari a 116,172 milioni di euro. Solo nel tavolo tecnico di verifica di ottobre 2020 dedicato alla valutazione del bilancio consuntivo dell'anno 2019 sono emerse criticità derivanti dall'inesigibilità di un credito in seguito a una sentenza della Corte di cassazione, la n. 1189 del 2020. L'impossibilità di riprodurre questa posta positiva in bilancio, unitamente ad altre poste di debito, ha determinato un disavanzo di circa 104 milioni di euro.

Agli elementi informativi sopra resi si aggiunge una valutazione complessiva riferita all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, i LEA, che numericamente non ha raggiunto la sufficienza. Con riferimento alla conferma del commissario Cotticelli, ricordo che lo stesso è stato nominato nel dicembre 2018 e confermato in occasione della sostituzione del relativo subcommissario nel luglio 2019. Il decreto-legge recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria, presentato ieri alla Camera, ha come obiettivo principale rialzare in modo adeguato i livelli essenziali di assistenza. Esso cambia profondamente il vecchio “decreto Calabria” e crea condizioni nuove per un rilancio della sanità calabrese. Di seguito ricordo le principali finalità: stabilire procedure più rapide per scegliere i commissari; definire con chiarezza compiti e funzioni della regione e del commissario per superare i conflitti di competenza che hanno paralizzato le attività; affidare al commissario straordinario per l'emergenza gli interventi di edilizia sanitaria bloccati da anni in Calabria per un valore di circa 800 milioni di euro; prevedere la nomina di un esperto con competenze sanitarie che supporti la commissione prefettizia nelle aziende sciolte per infiltrazioni; prevedere un fondo di solidarietà di 60 milioni di euro per tre anni per ridurre il debito della sanità calabrese.

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di replicare.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, esprimo, a nome del mio gruppo e a nome di tantissimi calabresi, la mia disapprovazione, la mia insoddisfazione per quelle che sono le sue ragioni; le ragioni di un Governo che, evidentemente, con gli atti e con i fatti, ancora oggi dimostra di essere contro la regione Calabria e questo è un dato di fatto, si va verso quella direzione. Voi volete fare della Calabria una comunità eterna commissariata per quello che riguarda la sanità; volete smembrare gli ultimi brandelli che esistono per quanto riguarda il diritto alla salute dei calabresi attraverso la logica del commissariamento. Il “decreto Calabria” e la nomina di ulteriori commissari vanno tutti in quella direzione. Un Governo lucido avrebbe compreso che bisogna cambiare direzione; un Governo lucido avrebbe compreso che gli ultimi undici anni fallimentari di commissariamento dovevano dare un'altra impronta, bisognava cambiare strategia verso la Calabria. Bisogna riconsegnare la sanità calabrese alle migliaia di eccellenze che quel territorio, il territorio calabro, esporta in tutto il mondo. E invece questo Governo, che non ha rispetto, questo Governo che non ha memoria storica dei propri fallimenti, insieme a quelli degli ultimi dieci anni, ci rifila un'ulteriore e catastrofica ingiustizia e questo per noi non è accettabile. Nominare un ulteriore commissario rispetto a quello che è stato nominato nel primo Governo Conte e addirittura paventare la sua rimozione con la paventata nomina di Gino Strada, che poi è suggerito anche dal Movimento delle sardine (bisognerebbe capire che ingerenza ha il Movimento delle sardine sul Governo Conte, poi qualcuno ce lo spiegherà), porta soltanto a problemi di ordine pubblico che potrebbero essere superati soltanto se il Governo si ferma e ritorna sui suoi passi. Signor Presidente, concludo: penso che il Governo stia sottovalutando la pentola a pressione Calabria, la stia portando all'esasperazione, come già è successo nel passato a Reggio Calabria, quando poi scoppiarono i moti. Volete che scoppino i moti? Accomodatevi, ci saranno i moti della Calabria del 2020 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

(Chiarimenti in ordine all'inadeguatezza della gestione commissariale della sanità calabrese e iniziative volte alla revoca dell'attuale commissario ad acta in vista della nomina di una personalità competente ed autorevole – n. 3-01884)

PRESIDENTE. Il deputato Cannizzaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01884 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, grazie, grazie due volte, intanto per esserci e per aver messo la faccia, sostituendosi al Ministro Speranza, colui il quale avrebbe dovuto essere qui al suo posto, ma evidentemente la risposta alla nostra interrogazione per lui era abbastanza scomoda.

Due anni fa, il Governo Conte ha confermato il commissariamento della sanità calabrese, mettendoci a capo l'oramai noto generale Saverio Cotticelli, che non ha bisogno di presentazione alcuna, perché, grazie alle sue imbarazzanti performance televisive, si è fatto conoscere in tutto il Paese. In queste ore vi siete accorti che era inadeguato al ruolo - noi, invece, lo sosteniamo da molti anni - e l'avete sostituito, ma la pezza è peggio del buco, perché chi lo dovrebbe sostituire è tale dottor Giuseppe Zuccatelli, 76 anni, di Cesena, compartecipe del disastro di questi ultimi anni della sanità calabrese, già candidato alle politiche nella sua regione, Emilia-Romagna, ma sconfitto sonoramente. E' colui che sostiene che le mascherine non servono a niente e per nulla e, in più, sostiene che, per contrarre il virus, bisogna “limonare” per quindici minuti. Non è solo Forza Italia o il centrodestra che non lo accetta, ma persino gli stessi compagni di partito.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Notoria è la presa di posizione di un nutrito numero di parlamentari - e concludo, Presidente - della maggioranza, oltre alla comunità medica e al popolo calabrese. Quindi, qui per chiedere, con grande forza, la revoca immediata di tale nomina e la più ampia condivisione sulla scelta del sostituto, attenzionando i tantissimi professionisti della Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro della Salute impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. L'analogia dei quesiti con quelli della precedente interrogazione determina la necessità di ribadire quanto appena illustrato. Confermo, pertanto, che il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l'emergenza COVID-19 in Calabria è stato adottato dalla struttura commissariale con decreto del commissario ad acta n. 91 del 18 giugno 2020, approvato dal Ministero della salute il 3 luglio 2020 e trasmesso al commissario straordinario per l'emergenza il 6 luglio 2020. Il piano prevede, rispetto alla dotazione iniziale di posti letto di terapia intensiva, un incremento di 134 posti letto, nel rispetto dello standard previsto dal decreto-legge n. 34 del 2020, 0,14 posti letto per mille abitanti. Per quanto concerne la struttura commissariale e ferma restando la situazione di squilibrio economico-finanziario della regione, il monitoraggio effettuato a maggio 2020 del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali MEF-Salute, con riferimento all'ultimo trimestre 2019, ha presentato un disavanzo, dopo il conferimento delle coperture, pari a 10 milioni di euro, con un disavanzo, prima del conferimento delle coperture, pari a 116,172 milioni di euro. Nel corso dei lavori del tavolo tecnico di verifica di ottobre 2020, con all'ordine del giorno la valutazione del bilancio consuntivo dell'anno 2019, sono emerse criticità derivanti dall'inesigibilità di un credito in seguito a una sentenza della Corte di cassazione, la n. 1189 del 2020. L'impossibilità di riprodurre questa posta positiva in bilancio, unitamente ad altre poste di debito, ha determinato un disavanzo di 104 milioni di euro. Rispetto a quanto appena ricordato, si aggiunge una valutazione complessiva riferita all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza - i LEA - che numericamente non ha raggiunto la sufficienza. Con riferimento alla conferma del commissario Cotticelli, ricordo che lo stesso è stato nominato nel dicembre 2018 e confermato in occasione della sostituzione del relativo subcommissario nel luglio 2019. Il decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, presentato ieri alla Camera, intende principalmente rialzare in modo adeguato i livelli essenziali di assistenza e, in particolare, l'intervento normativo è volto ad innovare profondamente il precedente “decreto Calabria” e, come ha già riferito nel precedente intervento, crea condizioni nuove per un rilancio della sanità in Calabria.

PRESIDENTE. Il deputato Cannizzaro ha facoltà di replicare.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro D'Incà, io la stimo, però ciò non mi consente di esimermi nel dire che il compitino che le hanno preparato da leggere oggi qui, in Aula, è veramente imbarazzante, così come sono tutte le azioni messe in atto dal Governo non solo nei confronti della Calabria, ma per l'intero Paese. Lei non mi ha dato una risposta, lei non ha dato una risposta a tutti coloro i quali, in questo momento, anche in diretta, ci stanno ascoltando. La Calabria ha bisogno di una risposta certa e immediata: lo sostituite questo Giuseppe Zuccatelli o no (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)? Lei non ce lo ha detto. La Calabria è in mobilitazione. Le do una notizia: domani, alle ore 12, sotto Palazzo Chigi, lei troverà, per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese, le fasce tricolori della Calabria, perché i tanti sindaci si mobiliteranno, arriveranno per protestare, per dire fine al commissariamento, chiedendo con grande forza la revoca di questo inadeguato Zuccatelli, che il Ministro Speranza, uomo del suo partito, uomo del presidente Bersani, notorio a tutto il Paese, è stato nominato in queste ore suscitando una grande protesta generale come mai è successo nella nostra regione. Ministro D'Incà, riferisca al Ministro della Salute e al Presidente Conte che state scherzando veramente col fuoco. In questo momento in atto ci sono delle proteste pacifiche, pacifiche ma che stanno veramente degenerando. Non dite poi che non ve l'avevamo detto: noi ve lo stiamo dicendo in tutte le salse e in tutte le lingue e in qualsiasi sede. Persino oggi qui al Governo rafforziamo la nostra idea: dateci la possibilità di condividere un sostituto degno di nome che possa dare finalmente un diritto negato per dieci anni alla Calabria, il diritto alla salute (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte a disciplinare modalità e garanzie di svolgimento del lavoro agile, con particolare riferimento al diritto alla disconnessione – n. 3-01885)

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01885 (Vedi l'allegato A).

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-AP-PSI). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, durante la prima fase della pandemia il lavoro agile ha rappresentato una valida soluzione al duplice fine di ridurre il rischio di contagio e mantenere in attività numerose realtà lavorative. Anche in questa seconda ondata, nel DPCM 3 novembre 2020 si ribadisce da parte del Governo questa scelta. Secondo i dati dell'osservatorio smart working del Politecnico di Milano, durante la prima fase della pandemia circa un terzo dei lavoratori dipendenti è passato al lavoro agile, con miglioramento delle competenze digitali dei dipendenti e ammodernamento e ripensamento dei processi aziendali, mentre resistenze sono state rilevate nel mondo imprenditoriale e tra alcuni sindacati. La domanda è se il Ministro interrogato, di concerto con le organizzazioni sindacali, non ritenga necessario predisporre per il futuro un indirizzo politico che regolamenti le modalità, l'uso degli strumenti informatici, la sicurezza, l'organizzazione e gli obiettivi, le modalità di controllo, l'adozione di un codice disciplinare…

PRESIDENTE. Concluda.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-AP-PSI). …che garantisca il diritto alla disconnessione nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale.

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Gentili colleghi, come ha rappresentato l'interrogante, lo stato di emergenza, che è conseguente alla pandemia, ha previsto una proroga dello stato emergenziale e nel DPCM del 13 ottobre vi è stato un esplicito riferimento all'incremento il più possibile delle modalità di lavoro agile, rimettendo poi alle competenze del Ministero della Funzione pubblica le modalità attuative. A questo scopo, con un decreto ministeriale dello scorso ottobre sono state adottate le misure organizzative in materia di lavoro flessibile, le modalità di svolgimento del lavoro agile, di valutazione e di monitoraggio. È chiaro che qui si tratta ancora di un contesto emergenziale che ha un'impostazione derogatoria rispetto a quella che dovrebbe essere, invece, la fase di attuazione del lavoro agile a regime, ma abbiamo già dato anche un taglio di visione verso quello che dovrà essere il lavoro agile del futuro. Per questo faccio riferimento al fatto che, in merito alla Nota di aggiornamento del DEF, il Governo ha adottato un disegno di legge collegato alla legge di bilancio che prevede proprio disposizioni in materia di lavoro agile, perché credo che sia giusto mettere al centro del dibattito parlamentare proprio il lavoro agile a regime in tutti i suoi aspetti. Aggiungo che è stato emanato un nuovo decreto ministeriale che contiene - è in via di emanazione, in realtà, questo decreto ministeriale - le linee di indirizzo per l'attuazione del piano organizzativo, il cosiddetto POLA, con gli indicatori delle performance, che fornirà poi alle amministrazioni pubbliche delle indicazioni che sono metodologiche per l'organizzazione del lavoro agile e questo testo sarà poi sottoposto alla Conferenza unificata, come previsto da legge. Per quanto riguarda, invece, il lavoro agile all'interno del contesto del lavoro pubblico, si tratta di ripensare ad alcuni aspetti di istituti tipici, come ha rappresentato prima la collega, che dovranno essere, dal mio punto di vista, al centro della prossima tornata contrattuale. A titolo esemplificativo, proprio il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, quelle di contattabilità, ma anche la sicurezza sul lavoro oppure l'utilizzo di dispositivi tecnologici, ma anche la valutazione e gli aspetti disciplinari, in maniera che ci sia un adeguato bilanciamento tra i diritti e i doveri. Faccio, però, presente che in questa fase il diritto alla disconnessione, come misura a tutela del lavoratore, è già stato segnalato all'interno del decreto lo scorso ottobre, come richiesta all'amministrazione di attenzione, in maniera da garantire sia la funzionalità dei servizi sia che una possibilità di un tempo di disconnessione venga garantito ai funzionari pubblici.

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di replicare.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-AP-PSI). Grazie, Presidente, Ringrazio il Ministro per la risposta. L'emergenza COVID ha accelerato la trasformazione del modello di organizzazione del lavoro, e la pubblica amministrazione devo dire che ha dimostrato da subito di avere una visione proiettata al futuro, perché lo smart working è molto di più di una modalità per favorire la conciliazione vita-lavoro; non è destinato solo alle donne, come spesso si cerca di farlo passare, ma ha una connotazione fortemente produttiva per obiettivi, come diceva il Ministro. Nella prima ondata della pandemia è stato utilizzato da molte aziende, anche private, per un alto numero di uomini, oltre che di donne, anche in funzioni apicali, rendendo più visibile la maturità e l'attitudine dei lavoratori, in un'ottica di efficienza e di benessere, oltre che essere in primo luogo un argine per i contagi. Nella seconda ondata, mentre la pubblica amministrazione e le multinazionali hanno confermato l'utilizzo del modello, le resistenze culturali al lavoro agile si stanno verificando soprattutto tra gli imprenditori delle medie e piccole imprese, anche in regione Lombardia, dove, in questo momento, visto l'incremento dei contagi e lo stress del sistema sanitario, sarebbe necessario per garantire condizioni di maggiore salute e sicurezza dei lavoratori. E non dimentichiamo che far lavorare da casa i dipendenti degli uffici, anche nelle piccole e medie aziende, protegge anche gli altri lavoratori, che, per le loro mansioni, devono recarsi sul luogo di lavoro, e decongestiona i trasporti.

Un appello, quindi, al senso di responsabilità per tutti, anche per gli imprenditori, affinché attivino il lavoro da casa ovunque possibile, e anche ai sindacati, che, vincendo la resistenza al cambiamento, comprendano la priorità sanitaria di questo momento e favoriscano questo modello lavorativo, che in altri Paesi è praticato con successo da molto tempo.

(Iniziative volte a scongiurare la guerra civile in Etiopia e a tutelare le aziende italiane operanti sul relativo territorio – n. 3-01886)

PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01886 (Vedi l'allegato A).

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, come lei sa, l'Etiopia è sull'orlo della guerra civile. Il 4 novembre il Primo Ministro Abiy ha iniziato le operazioni militari nello Stato settentrionale del Tigrai, al confine con l'Eritrea. La decisione è stata maturata da un presunto attacco del TPLF a una base governativa a Macallè, ma è una decisione che è avvenuta dopo un periodo di tensioni molto forti tra Addis Abeba e la regione del Tigrai e la minoranza che la abita.

La domanda è molto semplice. Che cosa sta facendo l'Italia per scongiurare il fatto che questo Paese, questo grande Paese africano, sprofondi nella guerra civile?

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente; vorrei ringraziare la deputata Quartapelle per avere posto questo tema, che ritengo di cruciale importanza. Stiamo seguendo con particolare attenzione e preoccupazione l'evoluzione della situazione interna in Etiopia, da quando, il 4 novembre scorso, forze del Governo sono state attaccate dalle truppe del Fronte popolare di liberazione del Tigrai.

Voglio sottolineare subito, anche per rassicurare le famiglie dei connazionali presenti nel Paese, che, sin dall'inizio delle ostilità in Tigrai, attraverso la nostra ambasciata ad Addis Abeba e l'unità di crisi, stiamo monitorando la situazione degli italiani presenti nella regione, nonostante le difficoltà derivanti dalla sospensione delle linee di comunicazione dopo l'avvio dell'escalation militare. Siamo in contatto con i membri delle ONG e con i dipendenti delle realtà produttive italiane, in particolare Calzedonia, che si trovano in territorio tigrino e stiamo valutando, in raccordo con le organizzazioni internazionali, tutte le possibili opzioni a tutela dei nostri connazionali.

Sul piano bilaterale, nel corso dell'ultima settimana, si sono susseguite interlocuzioni con la controparte etiopica. Nel confermare il nostro pieno sostegno e la nostra amicizia al popolo etiopico, come ha sottolineato anche la Vice Ministra Marina Sereni, non abbiamo tuttavia celato la nostra preoccupazione per gli sviluppi sul terreno. Il nostro interesse prioritario, infatti, è evitare un ulteriore deterioramento della situazione interna e garantire la stabilità del Paese, incoraggiando il dialogo tra le parti. Siamo impegnati a sostenere gli sforzi a favore della stabilità e sicurezza dell'Etiopia e della regione del Corno d'Africa anche sul piano multilaterale, attraverso una costante consultazione con i nostri partner, in particolare, nel quadro dell'Unione europea. L'Alto rappresentante Borrell è di recente intervenuto sulla situazione etiopica, offrendo la disponibilità dell'UE a favorire la riapertura del dialogo ed esprimendo sostegno a possibili iniziative dell'Unione africana e dell'Organizzazione dei Paesi del Corno d'Africa. Ho affrontato il dossier Etiopia anche nella mia recente missione ad Abu Dhabi di due giorni fa, alla luce della crescente influenza dei Paesi del Golfo nell'area. L'Etiopia è il più importante partner dell'Italia nell'Africa subsahariana e il perno della sicurezza del Corno d'Africa. Addis Abeba, a sua volta, considera Roma il principale interlocutore politico nell'ambito dell'Unione europea; l'Italia, tradizionalmente, tiene alta l'attenzione dell'Europa e di tutta la comunità internazionale sulle vicende del Corno d'Africa. A conferma di questo ruolo, siamo copresidenti nella piattaforma dei partner della principale organizzazione regionale, l'Organizzazione dei Paesi del Corno d'Africa. L'Etiopia è centrale per gli equilibri dell'Africa orientale, e la stabilità non può essere imposta con la forza, va quindi scongiurata la prospettiva di un conflitto interno.

In conclusione, continueremo a seguire ogni evoluzione della situazione in Etiopia, a favorire la stabilizzazione del Paese e la soluzione della crisi in corso, che non può che passare attraverso un dialogo approfondito e inclusivo tra le parti. Seguiteremo ad adottare ogni azione utile, in stretto raccordo con la nostra ambasciata, per tutelare i connazionali presenti nel Paese e gli interessi delle aziende italiane che vi operano.

PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di replicare.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie. È bene, Ministro, che l'Italia valorizzi e lavori per la stabilità nell'area e, in particolare, per la stabilità in Etiopia. Lei sa bene che la pace e la stabilità, però, non si possono imporre con la forza, che, purtroppo, è quello che sta accadendo in questo momento in Etiopia.

Il rischio è grande, lo diceva anche lei; c'è il rischio che l'Etiopia, da Paese più stabile della regione e da Paese più promettente d'Africa, si trasformi e venga risucchiato nelle dinamiche di instabilità che sono tipiche del Corno d'Africa.

Non è da specialisti occuparsene, abbiamo scelto questo argomento per il question time non solo per le relazioni profonde che ci sono tra Italia e Etiopia, che anche lei ha ricordato, che danno all'Italia una grande possibilità di influire in quello che sta accadendo in quel Paese, ma anche per la posizione strategica dell'Etiopia, che è appunto un Paese cruciale nel Corno d'Africa, ma che fa parte di dinamiche più ampie del Golfo e del Mediterraneo allargato.

Lei sa bene che l'instabilità protratta di un Paese come l'Etiopia potrebbe avere delle conseguenze devastanti sul tema del contrasto al terrorismo, sul tema della capacità di governare i flussi migratori di quella regione che, spesso, arrivano in Italia e, più in generale, sulla regione tutta.

Infine, è importante che l'Italia intervenga a livello bilaterale e non lasci solo il campo a un'iniziativa europea, perché non dimentichiamo che ogni volta che l'Italia non ha agito e non ha fatto valere il proprio peso, soprattutto nel Corno d'Africa, ha lasciato spazio ad altri attori, a partire dalla Turchia. Io credo che i rischi connessi con l'instabilità dell'Etiopia e con la possibilità di far entrare altri attori siano troppo alti perché l'Italia non si occupi quotidianamente di questa crisi, molto grave e molto pericolosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a contenere l'espansionismo turco, anche in relazione al rispetto del Trattato di Montego Bay con riguardo alle zone economiche esclusive – n. 3-01887)

PRESIDENTE. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore ed altri n. 3-01887 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, la Turchia sta intraprendendo iniziative volte ad aumentare considerevolmente la propria influenza e il proprio ruolo strategico nell'area mediterranea, in ragione di una politica espansionistica e ipernazionalista dell'attuale Governo guidato da Erdogan. Il ruolo della Turchia negli scenari più instabili della regione (Siria, Libia, Nagorno Karabakh) non è stato orientato alla misura e alla ricerca della stabilità, ma esclusivamente al rafforzamento della politica nazionalista di Erdogan; da ultimo, ricordo la provocazione della Turchia per lo sfruttamento energetico nelle zone economiche esclusive di Grecia e di Cipro, due regioni che fanno parte dell'Unione europea e della NATO.

Da qui la domanda al Governo sulle iniziative adottate, in modo bilaterale e multilaterale, al fine di contenere l'espansionismo turco, sia nei confronti di due Paesi membri dell'Unione europea, come Grecia e Cipro, che per la salvaguardia degli interessi strategici del nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. In merito alla postura turca nel Mediterraneo, l'Italia ha attivamente contribuito alla definizione delle posizioni comuni europee in materia. Da ultimo, le conclusioni del Consiglio europeo del 1° ottobre ribadiscono l'interesse strategico dell'Unione europea a sviluppare una relazione cooperativa e mutualmente benefica con Ankara, ma, al contempo, chiedono alla Turchia di astenersi da azioni unilaterali e contrarie agli interessi europei e di rispettare i diritti sovrani degli Stati membri.

Il Consiglio europeo ha dato mandato ai vertici delle istituzioni europee di rilanciare un'agenda politica positiva tra Unione europea e Turchia, a condizione che Ankara assuma un atteggiamento costruttivo. La Turchia rimane un interlocutore chiave per dossier prioritari per il nostro Paese - a partire da Libia, migrazione e terrorismo -, è un partner economico commerciale importante per le nostre imprese. Ciononostante riteniamo inaccettabili - l'ho dichiarato io stesso pubblicamente di recente in occasione della mia visita in Israele - i toni provocatori utilizzati dal Presidente turco Erdogan nei confronti dei nostri principali partner (in particolare Francia e Germania), toni che inevitabilmente contribuiscono ad alimentare un clima di tensione già evidente agli occhi della comunità internazionale, toni peraltro spesso in contrasto con i valori democratici su cui si fonda l'Unione Europea. È evidente in tal senso la necessità di aprire una riflessione nel merito. Questo non significa però che risolutivo possa essere un approccio conflittuale con Ankara: continueremo a promuovere una soluzione politica in tutti i contesti, soprattutto alla luce delle difficoltà che registriamo nel Mediterraneo orientale. Per questo motivo dobbiamo continuare ad incoraggiare l'avvio di colloqui esplorativi tra Grecia e Turchia sulla delimitazione delle rispettive aree marittime. Sulla questione cipriota auspichiamo la ripresa dei negoziati sotto l'egida dell'ONU - e ci stiamo lavorando - che potrebbero fornire un importante contributo alla stabilità complessiva dell'area. Al contempo, l'Italia continua a sostenere l'azione del segretario generale della NATO Stoltenberg a tutela dell'unità e coesione dell'Alleanza atlantica, in cui - ricordo a me stesso - c'è la Turchia. Quanto alla difesa degli interessi energetici nazionali, il foro del gas del Mediterraneo orientale, cui partecipiamo con Egitto, Grecia, Cipro, Israele, Giordania e Autorità palestinese, oltre alla Commissione dell'Unione europea in qualità di osservatore, costituisce senz'altro un efficace luogo di confronto, con il coinvolgimento del settore privato, su politiche comuni per l'utilizzo delle riserve di gas nel Mediterraneo orientale. A tal proposito, l'Italia crede nel valore inclusivo dell'energia. Il Governo continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi nelle varie aree dove si registra un particolare attivismo turco, vigilando affinché siano tutelati il rispetto del diritto internazionale, gli interessi italiani, anche economici, e con l'obiettivo di scongiurare qualsiasi escalation. Continueremo ad agire sia sul piano bilaterale sia per promuovere una linea unitaria e credibile in seno all'Unione europea, ove il tema delle tensioni con la Turchia figura costantemente in agenda.

PRESIDENTE. Il deputato Gennaro Migliore ha facoltà di replicare. A lei la parola.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Ministro, per questa illustrazione. In realtà questa interrogazione, questo question time, andrebbe rivolto anche all'Unione europea nel suo complesso, perché si tratta di un tema che riguarda il nostro Paese per quota parte della sua presenza all'interno dell'Unione. Segnalo che i tentativi che, in questi anni, sono stati portati avanti per ricondurre Ankara ad una seria politica di mediazione degli interessi sono stati quasi tutti fallimentari ed è per questo motivo che abbiamo ritenuto di dover interrogare il Governo sulle iniziative che, di qui ai prossimi mesi, dovranno essere intraprese. Voglio dire con grande chiarezza che noi abbiamo ben chiara la distinzione tra la Turchia, che è un grande Paese ed un partner importante dal punto di vista economico, commerciale, nonché culturale e sociale, e quella che è, invece, la determinazione dell'attuale amministrazione che, peraltro, vede la Turchia in una profondissima crisi economica e che potrebbe vedere le determinazioni del Governo Erdogan proiettarsi all'esterno con un atteggiamento ostile nei confronti dei Paesi vicini, o comunque di espansionismo egemonico, anche per nascondere i tratti di crisi al proprio interno. Per quanto ci riguarda, il fatto che riguarda - e concludo - Kastellorizo, che è una delle isole del Dodecaneso, che peraltro Ankara, come abbiamo sottolineato all'interno dell'interrogazione, continua a disconoscere dal punto di vista della sovranità e dell'integrità territoriale della Grecia, è certamente un atto ostile, non solo perché si trattava di una nave che faceva ispezioni dal punto di vista energetico, ma perché era una chiara violazione dei Trattati bilaterali. Per questo motivo, noi riteniamo che vi sia la necessità, nella tensione che lei ha giustamente ribadito nei rapporti anche bilaterali e con l'Unione europea, di avere un atteggiamento fermo nei confronti della Turchia.

(Iniziative di competenza volte ad accrescere la sicurezza delle frontiere europee, rafforzando la cooperazione antiterrorismo e il contrasto alla diffusione in rete di contenuti di matrice terroristica – n. 3-01888)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Suriano ed Olgiati n. 3-01888 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Riccardo Olgiati ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Presidente, Ministro, gli attentati a Nizza e Vienna sono solo gli ultimi di una lunga serie di attacchi terroristici: negli ultimi cinque anni l'Europa ha subito 30 attacchi terroristici che hanno causato circa 300 morti. La lotta al terrorismo internazionale continua ad essere una delle grandi sfide del nostro continente. Il Presidente francese Macron e il Cancelliere austriaco Kurz hanno lanciato messaggi di fermezza contro la minaccia terroristica, evocando i rischi, in termini di sicurezza, provocati dall'immigrazione irregolare. Nel mentre, il 6 novembre la Ministra dell'Interno Lamorgese e il suo collega francese hanno chiesto il coinvolgimento dell'Europa nel piano operativo per fermare gli arrivi dalla Tunisia e nei rimpatri di migranti economici irregolari. Contemporaneamente lei, Ministro Di Maio, ha fatto appello all'adozione di un piano europeo che, nel rispetto dei nostri valori comuni, innalzi i nostri livelli di sicurezza e protegga i nostri confini. Così il Consiglio europeo del 2018 ha avanzato una proposta per la prevenzione della diffusione…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO OLGIATI (M5S). …di contenuti terroristici online, ma il livello attuale di prevenzione e repressione evidentemente non basta. In tal senso, Ministro, si chiede quali strategie intenda promuovere il Governo italiano per accrescere la sicurezza delle frontiere europee e lo scambio delle informazioni tra Paesi membri, rafforzando in particolare la cooperazione antiterrorismo e il contrasto della diffusione di contenuti di matrice terroristica online.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, la minaccia del terrorismo cui l'Europa è soggetta mette a rischio la nostra sicurezza e i principi democratici, i diritti e le libertà cui non vogliamo rinunciare. La tutela di questi valori deve rimanere una priorità dell'Unione europea. L'Italia si è sempre fatta promotrice di un rafforzamento delle politiche europee a tutela della sicurezza dei cittadini. Molti strumenti già esistono; si tratta però di utilizzarli in modo più coordinato ed efficace e crearne altri adeguati alle nuove sfide. La strategia dell'Unione europea identifica quattro pilastri di azione: prevenire, proteggere, perseguire e rispondere. Quanto ai provvedimenti già assunti, vorrei mettere in evidenza alcune criticità. Dobbiamo prevenire la radicalizzazione in Europa e all'estero: gli atti di terrorismo di pochi giorni fa hanno messo in evidenza come molti attentati siano perpetrati da individui autoradicalizzati, indottrinati e addestrati da tutorial su Internet. Per questo, con la Francia e altri partner europei, sosteniamo la rapida adozione del regolamento per la prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online. Quanto al secondo pilastro, “proteggere”, un regolamento del 2017 obbliga gli Stati membri a verificare tutte le persone che attraversano le frontiere esterne tramite banche dati dedicate, ma le banche dati spesso non si parlano tra loro.

Riguardo al terzo obiettivo della strategia europea, “perseguire i terroristi”, il Centro europeo antiterrorismo istituito nel 2016 ha la funzione di favorire la condivisione delle informazioni e la cooperazione operativa tra Stati membri. Nuove norme, volte a migliorare il sistema di informazione Schengen, sono state introdotte l'anno scorso, ma i database disponibili nell'ambito dell'Unione europea diventeranno interoperabili solo dopo il 2023: è impensabile, alla luce anche dei recenti attacchi terroristici, che l'Europa debba aspettare altri tre anni, dobbiamo accelerare i tempi. C'è infine il quarto pilastro: “rispondere agli attacchi”. Le autorità dei singoli Stati membri devono rafforzare il proprio coordinamento, superando particolarismi e gelosie nella condivisione delle informazioni. La strategia europea per combattere il terrorismo va quindi arricchita e tradotta in fatti. L'Italia è impegnata per far compiere all'Unione europea passi avanti: dobbiamo lavorare per creare una procura europea antiterrorismo, che favorisca un'attivazione in tempo reale contro le minacce a livello continentale; dobbiamo dotarci di un sistema europeo di prevenzione degli attacchi, interloquendo con gli Stati ritenuti più a rischio e utilizzando in modo più efficiente organismi già esistenti, come Europol, Eurojust e Frontex, a contrasto della criminalità e a protezione delle frontiere europee.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Serve inoltre, concludo, Presidente, un nuovo codice dell'Unione europea per la sicurezza dei trasporti. Equiparare il richiedente asilo al potenziale terrorista è un errore che contraddice la realtà e i valori europei.

Vanno separati i diritti dalla minaccia, ma allo stesso tempo l'Europa deve farsi pienamente carico delle proprie frontiere, finanziare i rimpatri e cambiare davvero il principio di Dublino, rivedendo la regola ingiusta: “Chi prima accoglie, poi gestisce”. Non riteniamo ancora soddisfacente la proposta della Commissione europea sul nuovo Patto sull'immigrazione e l'asilo ed è per questo che stiamo lavorando, con la Ministra Lamorgese, per rendere prioritari questi obiettivi ai tavoli europei.

PRESIDENTE. La deputata Simona Suriano ha facoltà di replicare.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie Presidente e grazie signor Ministro, i fatti recenti di Nizza e Vienna ci mostrano come non si può parlare più di attacchi sporadici, ma di una seria minaccia alla nostra libertà, alla nostra democrazia e alla sicurezza europea. Per questo, riteniamo che oggi più che mai sia urgente una risposta decisa ed unitaria a livello europeo. Nessuno Stato può essere lasciato solo contro la minaccia del terrorismo. Sappiamo benissimo che le reti del terrorismo si muovono anche grazie ai canali di legalità internazionale, dalla tratta degli esseri umani ai flussi di finanziamento illecito, quindi riteniamo sia giusto e doveroso aumentare i livelli di prevenzione ma anche di repressione e quindi accogliamo con favore le proposte che lei oggi ci ha illustrato. Vorrei ricordare inoltre il fatto che i nuovi strumenti digitali sono un passo importante per lo sviluppo e per il progresso del Paese, ma nascondono delle insidie che vanno comunque fermate e combattute. A nostro avviso, infatti, un accordo europeo per la sicurezza che comprenda l'intelligenza artificiale, l'uso delle tecnologie spaziali e l'analisi dei big data che si fondino sulla certezza dello stato di diritto sono fondamentali. Occorre istituire anche una superprocura a livello europeo di lotta al terrorismo, che sia coordinata e che agisca in tempo reale sulle minacce del terrorismo a livello continentale. È anche importante per noi che l'Europol e l'Eurojust abbiano sempre un ruolo più incisivo e definito, affinché vengano coordinate le operazioni sia di giustizia che di polizia e non meno importante, come lei ha citato, avere un codice univoco per la sicurezza dei trasporti, di accordo anche con altri Paesi, che permettano di tracciare gli spostamenti anche di eventuali potenziali terroristi. Quindi, riteniamo urgente anche che si investa sull'istruzione e sulla cooperazione internazionale quali strumenti per la lotta efficiente contro ogni teoria estremista o terroristica, tenendo in alta considerazione il rispetto e la tutela dei diritti dell'uomo. Vanno garantite sempre la libertà di circolazione dentro gli spazi Schengen, ma rafforzati comunque gli strumenti di controllo. In questi giorni tutti i leader europei hanno ribadito l'importanza dell'unità nella lotta comune al terrorismo: non siamo di fronte, come ha detto la cancelliera Merkel, a uno scontro tra civiltà, ma di fronte a una grave minaccia, per cui si richiede uno sforzo congiunto, grazie.(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a limitare l'incremento annuo delle tariffe autostradali prospettato nel piano economico-finanziario predisposto da Autostrade per l'Italia – n. 3-01889)

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01889 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie Presidente, sulla gestione delle autostrade in concessione, anche stamattina la magistratura ha messo in evidenza possibili gravissime responsabilità individuali dei manager di ASPI-Atlantia, ma qui voglio affrontare il problema generale, la cui ultima espressione è data dal piano economico finanziario preparata da ASPI, un piano che prevede un incremento medio annuo delle tariffe autostradali dell'1,75 per cento, a fronte di quanto calcolato dall'autorità di regolazione dei trasporti che, sulla base dei costi ammissibili, prevede un aumento di 0,87. In valore attuale, vuol dire una differenza di 4-5 miliardi a vantaggio degli azionisti di Atlantia. Allora, chiediamo al Governo se non ritenga imprescindibile correggere il piano economico-finanziario di ASPI al fine di limitare l'incremento delle tariffe a 0,87 ed evitare ingiustificati aumenti per gli automobilisti e un ulteriore regalo miliardario a Benetton, Atlantia e soci.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e onorevoli colleghi, la procedura di risoluzione della convenzione per grave inadempimento avviata nell'agosto del 2018 nei confronti di ASPI, a seguito del tragico evento del crollo del ponte Morandi, è stata sospesa nel mese di luglio 2019, a seguito della richiesta di ASPI stessa di avviare una fase finalizzata ad un accordo transattivo e a una modifica della convenzione maggiormente rispondente all'interesse pubblico e depurata da pattuizioni sbilanciate a favore del concessionario. La fase per la verifica di un possibile accordo transattivo, avviata dal mio predecessore e da me proseguita sulla base di una specifica decisione dell'Esecutivo, ha fatto sì che il confronto con il concessionario, al fine di verificare - nel rispetto del principio costituzionale del buon andamento dell'azione amministrativa e per perseguire l'esclusivo interesse pubblico - la sussistenza delle condizioni per la definizione consensuale della procedura di contestazione da sottoporre alla valutazione del Governo.

Dopo una lunga interlocuzione con ASPI, peraltro molto aspra, e anche con l'azionista Atlantia, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 14 luglio di quest'anno, ha esaminato le ultime proposte transattive trasmesse, giunte all'esito di una lunga, complessa e - come dicevo - aspra valutazione di tutte le problematiche tecnico-giuridiche e di un minuzioso confronto tra gli uffici del mio Ministero, del MEF e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avviando così l'iter previsto dalla legge per la formale definizione di una transazione. Tale eventuale transazione è volta a garantire la piena realizzazione degli interessi pubblici connessi alle esigenze dell'utenza e di salvaguardare i livelli occupazionali, di effettuare nuovi e consistenti investimenti e di tutelare gli interessi dei risparmiatori. Su questo si concentra e si dovrà concentrare esclusivamente il Piano economico-finanziario presentato da ASPI. Nell'evidenziare che il MIT, il MEF e la Presidenza del Consiglio hanno costantemente rappresentato alla società la necessità di sviluppare la proposta di PEF, recependo la nuova regolazione tariffaria introdotta dall'Autorità, ai sensi dell'articolo 16 della legge n. 109 del 2018, ricordo che l'approvazione del PEF da parte del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministero dell'Economia, segue precise regole procedurali, tra cui l'acquisizione del parere dell'Autorità.

Le osservazioni formulate dall'Autorità sulla proposta di PEF di ASPI sono attualmente oggetto di specifici approfondimenti, che saranno ovviamente resi noti non appena definiti.

Concludo, però, evidenziando e sottolineando che questo snodo procedurale risponde unicamente a delle regole tecniche, che sono di carattere economico-finanziario e trasportistico, e non ha nessuna influenza sulla trattativa riguardante gli impegni di ASPI e di Atlantia sul futuro assetto societario del concessionario. Peraltro, tale trattativa non è gestita dal mio Ministero, in quanto concedente tale trattativa, rispetto alla quale posso soltanto riferire che Cassa depositi e prestiti ha confermato al Governo che tutte le interlocuzioni si sono svolte e si svolgono sulla base di criteri competitivi e di prassi correnti di mercato.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Stefano Fassina.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Ministro, per la risposta, però al punto in cui siamo credo che il Governo debba assumere un atteggiamento più determinato, perché i criteri di mercato non valgono in questo caso. Siamo di fronte ad un monopolio naturale, che, gestito in mano ai privati, determina quello che oggi è stato riportato dalle intercettazioni fatte nel dialogo tra un manager di Atlantia, anzi della holding Edizione, con un suo interlocutore, cioè: aumento delle tariffe, investimenti minimi e rendite stratosferiche. I criteri di mercato non valgono. Il PEF, come sa meglio di me, serve a determinare il prezzo della vendita della quota di Atlantia, di ASPI. Quindi, di fronte al perdurare dell'indisponibilità di ASPI-Atlantia a riconoscere quello che è un dato di realtà, cioè che nell'aumento delle tariffe si possono mettere soltanto i costi propri, non si può mettere la compensazione degli investimenti non fatti in passato in relazione alla A10 dentro le tariffe del periodo 2021-2038. Di fronte a questa indisponibilità, è necessario che il Governo con la massima determinazione proceda alla revoca, perché, anche se dovessimo pagare nel peggiore dei casi la penale prevista, con le tariffe definite dall'Autorità di regolazione dei trasporti, ne avremmo più che abbastanza.

È ora che la gestione dei monopoli naturali, come le autostrade e gli aeroporti, ritorni in mano pubblica, altrimenti i risultati saranno sempre quelli che vediamo.

(Chiarimenti in ordine alle ragioni della sospensione generalizzata delle attività sportive disposta dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 – n. 3-01890)

PRESIDENTE. La deputata Augusta Montaruli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01890 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Spadafora, il 24 ottobre del 2020, di quest'anno, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, veniva impedito alle attività sportive di continuare a svolgere appunto la propria attività. Soltanto due giorni prima della chiusura, il 22 ottobre, il Dipartimento dello Sport aveva approvato il nuovo protocollo attuativo delle linee-guida per l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere. Il 19 ottobre lei dichiarava: “Nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all'allenamento individuale nei luoghi controllati. Sarebbe stato peggio spingere migliaia di appassionati e di giovani nei parchi cittadini piuttosto che proseguire in luoghi che rispettano regole e protocolli”. Allora, la domanda nostra è molto semplice: Ministro Spadafora, ma cosa è successo dal 19 al 24 ottobre? Come fa un Ministro…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …ad assumere una posizione così schizofrenica? Come fa un Governo ad assumere una posizione schizofrenica, chiudendo le palestre e costringendo gli anziani a salire, per esempio, su autobus sempre più affollati? Ci risponda su questo, perché l'incomprensione delle vostre restrizioni sta causando caos e perdite economiche ad un intero settore vitale per la nostra nazione.

PRESIDENTE. Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, signor Presidente, grazie all'interrogante. La risposta è molto semplice: i dati del Ministero della Salute che riguardano i contagi dal 12 al 18 ottobre 2020 parlavano di 52.960 contagi, mentre tra il 19 e il 25 ottobre riguardavano 100 mila casi, un quadro in continua evoluzione che abbiamo dovuto tener presente per prendere, anche se a distanza di così breve tempo, delle decisioni molto drastiche. Credo che un incremento del 50 per cento dei contagi in soli sette giorni non sia assolutamente da considerare alla base di un atto schizofrenico, quanto diciamo neanche una novità avente validazione emotiva, ma diciamo scientifica, da tutti i punti di vista. Quindi, mi sembra evidente - e io lo ribadisco - che in quel momento i NAS, che anche avevano fatto dei controlli, ritenevano che nelle palestre e nelle strutture sportive in generale non vi fossero particolari focolai, come non c'erano nei teatri, come non c'erano in tutte le numerose altre strutture che pure sono state chiuse perché, anche a fronte di evidenze scientifiche che mancavano rispetto a luoghi specifici, il numero, a distanza dei pochi giorni ai quali l'interrogante faceva riferimento, si è addirittura raddoppiato; quindi voleva dire che comunque mancava un sistema di protezione e di sicurezza, anche forse per la mancanza di regole di rispetto generale, che a volte alcuni cittadini hanno, che ha costretto a evitare tutte le occasioni possibili per uscire di casa. Questo è, poi, sostanzialmente il criterio con cui noi abbiamo chiuso tutta una serie di cose, non soltanto i centri sportivi; ovviamente lo abbiamo fatto a malincuore perché ci rendiamo perfettamente conto del ruolo dello sport per la salute e per il benessere psicofisico, non solo degli anziani - ai quali faceva riferimento l'interrogante -, ma io penso anche ai tanti bambini, agli adolescenti e ai giovani, che sono stati costretti a stare chiusi in casa, ma il dato vero, scientifico che raddoppia in pochi giorni il numero dei contagi non poteva consentirci di fare altro. Oggi tutte queste realtà che hanno chiuso sono realtà che stiamo sostenendo con risorse economiche straordinarie, mai viste prima dal mondo dello sport, e che consentiranno a queste strutture di sopravvivere in questo momento così complicato e, quando l'epidemia sarà superata e potranno riaprire, poter ricominciare, sicuramente con fatica, perché i danni che avranno subito dall'epidemia non sono pochi, ma sicuramente anche con la voglia e la passione che il mondo dello sport ha sempre espresso.

PRESIDENTE. Il deputato Ciro Maschio ha facoltà di replicare.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non siamo minimamente soddisfatti della sua risposta. L'impressione è che l'unico sport che abbiate lasciato aperto in questo momento sia il ping-pong, o, anzi, il flipper, con una pallina che continua a rimbalzare impazzita da una soluzione al suo esatto contrario, seminando caos e contraddizioni su tutti gli operatori. La constatazione che facciamo è che anche sullo sport, come su tutte le misure, il Governo abbia perso mesi, sia arrivato estremamente impreparato a questa impennata della curva degli ultimi giorni e abbia scaricato la sua impreparazione su operatori che non hanno nessuna colpa, nessuna responsabilità, e che, anzi, si erano già adeguati, come già avevano fatto altre volte, alle continue indicazioni e linee e ai continui protocolli che il Governo ha dato. Avete, quindi, creato delle aspettative, per lasciarle poi totalmente disattese, dopo pochi giorni. Ci sono società che hanno speso centinaia, migliaia di euro per adeguarsi, per poi essere costrette a chiudere. Non ha senso poi - anche qui sta la schizofrenia - chiudere piscine e palestre - che, fra l'altro, rispettavano distanziamento e sanificazione - per lasciare aperte le frontiere, per lasciare aperti autobus e mezzi di trasporto pieni e stipati di persone.

Quindi, un'accozzaglia di misure contraddittorie, che hanno aumentato il caos e vanno nella direzione opposta rispetto a quello che serve. Serve buon senso, serve una programmazione chiara, che venga mantenuta e rispettata nel tempo, in modo affidabile, e occorre consentire che si possa praticare l'attività motoria, perché è uno strumento per salvaguardare e migliorare la salute, soprattutto se viene fatta come fanno i milioni di operatori sportivi che state penalizzando, nel pieno rispetto di tutte le precauzioni richieste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,55.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Castiello, Musella, Parolo, Rosato, Giovanni Russo e Sozzani sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 10 novembre 2020, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

“Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi direttivi delle regioni a statuto ordinario” (2772) – Parere delle Commissioni I,V,VIII, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Mauro Lucentini, proclamato il 10 novembre 2020, ha dichiarato, con lettera pervenuta in data 11 novembre 2020, di aderire al gruppo Lega-Salvini Premier. La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Modifiche nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, in data 5 novembre 2020, la deputata Elena Maccanti in sostituzione del deputato Igor Giancarlo Iezzi, dimissionario, e, in data 10 novembre 2020, il deputato Alessandro Morelli in sostituzione del deputato Paolo Tiramani, dimissionario.

In morte dell'onorevole Giuseppe Amadei.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giuseppe Amadei, deputato dalla III alla IX legislatura, nonché Segretario di Presidenza della Camera dei deputati nella IX legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per il mese di novembre 2020:

Nella settimana dal 16 al 20 novembre, l'Assemblea non terrà sedute con votazioni.

Martedì 17 novembre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Mercoledì 18 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 20 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1970 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (ove trasmesso dal Senato - scadenza 6 dicembre 2020)

Lunedì 23 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2727 - Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (da inviare al Senato - scadenza 20 dicembre 2020)

Discussione sulle linee generali della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45) (ove concluso dalla Commissione)

Martedì 24 (ore 11 – 14.30 e 16 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 25 (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), giovedì 26 (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 27 novembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2727 - Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (da inviare al Senato - scadenza 20 dicembre 2020)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1970 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 (ove trasmesso dal Senato - scadenza 6 dicembre 2020)

Seguito dell'esame della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45) (ove concluso dalla Commissione)

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Stefano Zicchieri (Doc. IV. n. 9-A)

Mercoledì 25 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

L'articolazione dei lavori della settimana 23-27 novembre potrà essere integrata con la previsione dell'esame della Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (ove presentata dal Governo).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 13 novembre 2020 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17.