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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 425 di martedì 10 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 6 novembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Bergamini, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Casa, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, Daga, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimaldi, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Marattin, Mauri, Migliore, Molinari, Mollicone, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Perantoni, Rizzo, Ruocco, Scalfarotto, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tateo, Tofalo, Tomasi, Traversi, Villarosa, Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge:

Francesco di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

il commissariamento dei comuni in dissesto finanziario o che non rispettano le percentuali di presenza di entrambi i sessi nelle giunte comunali e l'istituzione di un Osservatorio nazionale sui comuni (600) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

di dotare di defibrillatori le ambulanze e gli uffici dei comuni e delle aziende sanitarie locali (601) alla XII Commissione (Affari sociali);

iniziative a tutela dei cristiani perseguitati in Pakistan e in altre parti del mondo (602) alla III Commissione (Affari esteri);

interventi a difesa dei prodotti del made in Italy (603) – alla X Commissione (Attività produttive);

iniziative per favorire una soluzione al conflitto in Siria (604) – alla III Commissione (Affari esteri);

Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede l'emissione di monete da un euro raffiguranti le regioni italiane e di una moneta commemorativa da 2 euro raffigurante il Duomo di Milano (605) – alla V Commissione (Bilancio);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:

l'abrogazione della legge 22 maggio 1980, n. 194, in materia di interruzione volontaria della gravidanza e delle linee guida del Ministero della salute per l'utilizzo della pillola RU 486 (606) – alla XII Commissione (Affari sociali);

una riforma della Costituzione che preveda l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e il superamento del bicameralismo perfetto (607) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Claudio Crosta, da Saronno (Varese), chiede che il Governo italiano richieda a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Libia e Malta la documentazione in loro possesso relativa alla tragedia aerea di Ustica del 27 giugno 1980 (608) – alla III Commissione (Affari esteri);

Alessio Sundas, da Lerici (La Spezia), chiede modifiche alla legge 8 agosto 2019, n. 86, in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (609) – alla VII Commissione (Cultura);

Tiziana Zampieri, da Santa Maria di Sala (Venezia), chiede modifiche alle modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione di avvocato per l'anno 2020, in considerazione dell'emergenza da COVID-19 (610) – alla II Commissione (Giustizia);

Vincenzo Crea, da Motta San Giovanni (Reggio Calabria), e altri cittadini chiedono misure per il risanamento ambientale dei terreni della località Comunia di Lazzaro, frazione del comune di Motta San Giovanni (611) – alla VIII Commissione (Ambiente);

Gabriella Franzone, da Roma, e altri cittadini chiedono disposizioni volte a garantire l'erogazione relativa al mese di marzo 2020 del reddito di ultima istanza di cui all'articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, anche ai professionisti iscritti alla Cassa forense in via non esclusiva (612) – alla V Commissione (Bilancio);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede misure urgenti volte a ridurre il numero di alunni per classe, all'assunzione di personale ATA e dei docenti precari e misure per prevenire la diffusione dell'epidemia di COVID-19 nelle scuole (613) – alla VII Commissione (Cultura);

Fabio D'Angeli, da Pesaro, chiede una legge elettorale proporzionale che tenga conto anche dell'astensionismo, attribuendo tramite sorteggio un numero di seggi proporzionale agli aventi diritto che si sono astenuti (614) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:

la riduzione degli importi richiesti a titolo di diritti di segreteria per ottenere copie delle sentenze civili e penali e di altri atti legali della Pubblica amministrazione nonché l'eliminazione della maggiorazione di costo legata alle richieste con procedura d'urgenza (615) – alla VI Commissione (Finanze);

la modifica del Regolamento della Camera dei deputati per introdurre l'obbligo di risposta tramite posta elettronica certificata ove ne sia fatta richiesta dal presentatore di una petizione (616) – alla Giunta per il Regolamento;

la modifica dell'articolo 445, comma 2, del codice di procedura penale in materia di effetti dell'applicazione della pena su richiesta (617) – alla II Commissione (Giustizia);

Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede:

il vaccino antinfluenzale gratuito per tutti gli studenti (618) – alla XII Commissione (Affari sociali);

l'attivazione della didattica a distanza o la registrazione audio e video delle lezioni per gli studenti assenti per malattia e altre misure per gli adulti iscritti ai corsi serali (619) – alla VII Commissione (Cultura);

Mirko Antonio Spampinato, da Catania, chiede nuove norme in materia di progressione di carriera del personale delle Forze armate (620) – alla IV Commissione (Difesa);

Iole Natoli, da Milano, e altri cittadini chiedono norme per contrastare la pratica della maternità surrogata (621) – alla XII Commissione (Affari sociali);

Stefano Pacini, da Roma, chiede che siano aumentati i poteri della Società Equitalia Giustizia Spa (622) - alla II Commissione (Giustizia);

Stefano Morini, da Firenze, chiede la modifica dell'articolo 1754 del codice civile relativo alla figura del mediatore e la regolamentazione dell'attività pubblicitaria nonché della documentazione necessaria per il trasferimento della proprietà di immobili (623) - alla II Commissione (Giustizia);

Francesco Vittori, da Siena, chiede l'innalzamento delle percentuali di detraibilità per le spese di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica (624) - alla VI Commissione (Finanze);

Sandro Pascucci, da Colleferro (Roma), chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle misure prese per contenere la pandemia da COVID-19 (625) – alla XII Commissione (Affari sociali);

Vittorio Quattrone, da Reggio Calabria, chiede disposizioni relative alla sicurezza aerea, con particolare riferimento al miglioramento delle performance di aborto del decollo dell'aeromobile nei casi in cui lo stesso non sia idoneo al volo (626) – alla IX Commissione (Trasporti);

Annalisa Lodrini, da Brescia, e altri cittadini chiedono l'ampliamento della sfera di competenza dei docenti della classe di concorso A203 e la riserva delle cattedre di insegnamento della lingua italiana a persone straniere nei centri provinciali per l'istruzione degli adulti esclusivamente a tali docenti (627) – alla VII Commissione (Cultura);

Michele Vecchione, da Alatri (Frosinone), chiede che siano riconosciuti gli indennizzi da infortunio sul lavoro ai lavoratori che si tolgono la vita a seguito di minacce e comportamenti persecutori subiti sul luogo di lavoro (628) – alla XI Commissione (Lavoro);

Giangiacomo Savogin, da Cormons (Gorizia), e altri cittadini chiedono l'istituzione di una commissione di vigilanza composta da magistrati e ufficiali del Corpo della Guardia di finanza per verificare la corretta contabilizzazione dei flussi finanziari della GST@Virtual Bank (629) – alla VI Commissione (Finanze).

Cessazione dal mandato parlamentare della deputata Giorgia Latini.

PRESIDENTE. Comunico che in data 6 novembre 2020 è pervenuta alla Presidenza la lettera con la quale la deputata Giorgia Latini ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare per la carica incompatibile di assessore nella Giunta regionale delle Marche.

“Egregio Presidente, Le comunico la volontà di dimettermi da parlamentare della Repubblica. Dallo scorso 16 ottobre sono stata nominata Assessore alla Cultura, Sport e Istruzione nella Giunta regionale della Regione Marche, carica incompatibile con quella di parlamentare.

Una nuova ardua sfida mi aspetta e la affronterò con la stessa passione e determinazione che ho profuso in questi anni da parlamentare.

Una bellissima esperienza che porterò con me per sempre, che mi ha permesso di crescere come persona, di fare tanto per il mio territorio e di costruire tante nuove relazioni che metterò a disposizione dei marchigiani. Distinti saluti.”

Trattandosi di un caso di incompatibilità, ai sensi dell'articolo 122, secondo comma, della Costituzione, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione della deputata Giorgia Latini dal mandato parlamentare, collega cui facciamo i migliori auguri per il suo futuro lavoro.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni della deputata Giorgia Latini, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 27 ottobre 2020, ha accertato che il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 8 - Lega, nell'ambito del collegio plurinominale 01 della XIV Circoscrizione Marche, risulta essere Mauro Lucentini.

Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XIV Circoscrizione Marche, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Mauro Lucentini.

Si intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Chiarimenti e iniziative in relazione ai contributi scolastici volontari richiesti dall'istituto di istruzione superiore “Almerico Da Schio” di Vicenza – n. 3-01777)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanettin e Sisto n. 3-01777 (Vedi l'allegato A).

La Vice Ministra dell'Istruzione, Anna Ascani, ha facoltà di rispondere.

ANNA ASCANI, Vice Ministra dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Zanettin, con riferimento al suo quesito, non posso che riferire le informazioni acquisite, tramite nota del competente ufficio scolastico regionale per il Veneto, da cui emerge quanto di seguito descrivo.

Il dirigente scolastico dell'istituto Almerico da Schio, nella relazione inviata all'U.S.R. per il Veneto, riferisce di aver chiarito, in occasione di un incontro con i genitori degli studenti, risalente al mese di settembre scorso, il fine del contributo scolastico, precisando che lo stesso è volontario e facoltativo ed è funzionale all'ampliamento dell'offerta formativa.

Nella stessa circostanza, il dirigente scolastico ha prospettato ai genitori la possibilità di avvalersi della detrazione fiscale del contributo, come previsto dalla normativa vigente, e della facoltà di rateizzare il pagamento del relativo importo, come deliberato dal consiglio d'istituto. Secondo quanto riportato dal dirigente scolastico, nessun genitore ha manifestato contrarietà a quanto comunicato in quella sede.

Per quanto sopra esposto, l'ufficio scolastico regionale per il Veneto ha ritenuto che l'operato del dirigente scolastico sia stato conforme a quanto sancito nella nota protocollo 312 del 20 marzo 2012 relativa alle “Indicazioni utilizzo contributi scolastici delle famiglie”.

Onorevole, a tal proposito la sua interrogazione mi offre l'occasione per ricordare che, proprio in virtù della delicatezza e della rilevanza della questione, il Ministero, con l'anzidetta nota ha voluto richiamare l'attenzione delle istituzioni scolastiche sulla problematica in argomento e, al tempo stesso, fornire chiare indicazioni al riguardo.

Nella nota si precisa che i versamenti in questione sono assolutamente volontari, anche in ossequio al principio di obbligatorietà e gratuità dell'istruzione inferiore. Per tale ragione, le istituzioni scolastiche sono tenute a fornire le dovute informazioni alle famiglie, tenendo ben distinti i contributi volontari dalle tasse scolastiche, che, al contrario, sono obbligatorie con l'eccezione dei casi di esonero.

Doveroso precisare che, come riporta la nota, le risorse raccolte con contributi volontari delle famiglie devono essere indirizzate esclusivamente ad interventi di ampliamento dell'offerta culturale e formativa e non ad attività di funzionamento ordinario e amministrativo, che hanno una ricaduta soltanto indiretta sull'azione educativa rivolta agli studenti. All'atto del versamento, poi, le famiglie vanno sempre informate in ordine alla possibilità di avvalersi della detrazione fiscale. In ultimo, la richiamata nota invita le istituzioni scolastiche ad improntare l'intera gestione delle somme in questione a criteri di trasparenza ed efficienza.

Le famiglie, difatti, dovranno essere informate sulla destinazione dei contributi, in modo da poter conoscere in anticipo le attività che saranno finanziate con gli stessi. In tal modo si evita che l'utilizzo di tali versamenti sia rimesso esclusivamente alla decisione dell'istituzione scolastica. Parimenti, alle famiglie, al termine dell'anno scolastico, va assicurata una rendicontazione chiara ed esaustiva della gestione dei contributi, dalla quale risulti come sono state effettivamente spese le somme e quali benefici ne ha ricavato la comunità scolastica. Tale modalità operativa, come descritta, contribuisce a una corretta gestione delle risorse finanziarie della scuola e a un uso responsabile delle stesse.

PRESIDENTE. Il deputato Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Non posso che dichiararmi soddisfatto della risposta che mi ha fornito il Vice Ministro Ascani. Evidentemente, presentando questo atto di sindacato ispettivo la finalità che mi proponevo non era certo quella di sollevare una polemica, ma, invece, di chiarire quello che probabilmente era un qui pro quo che si era creato fra dirigente scolastico e genitori.

Se c'è un appunto che mi sento di fare alla ricostruzione che è stata fatta dal Vice Ministro è che evidentemente qualcuno ha trovato motivo di lamentarsi dopo l'esposizione del dirigente scolastico, tant'è che sono stati pubblicati degli articoli di giornale, e le posso confessare, Vice Ministro, che anche l'interrogante ha subito una sollecitazione a procedere a questo atto di sindacato ispettivo.

Devo dire che ho apprezzato la sua risposta, che ha chiarito in modo definitivo che si tratta di contributi volontari, spontanei, e non “spintanei”. Probabilmente il dirigente scolastico, nella fattispecie, ha messo una solerzia - che io apprezzo, perché la solerzia dei dirigenti pubblici la apprezzo sempre - probabilmente un po' eccessiva, e quindi ha creato questo qui pro quo. Bene che sia stato chiarito e che adesso problemi non ce ne siano più. Una cosa che va detta è che viviamo in un momento di grande difficoltà economica, e quindi le famiglie, evidentemente, nel momento in cui vengono sollecitate a fare dei versamenti, hanno delle difficoltà. Quindi, la raccomandazione è che vengano fatti, ma sempre tenendo conto anche del contesto nel quale stiamo vivendo, che è drammatico, e per tante famiglie è davvero difficile.

(Iniziative volte a istituire un tavolo di confronto con le parti sociali presso il Ministero dello Sviluppo economico in relazione alla crisi aziendale della società Safilo group – n. 3-01874)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Sabrina De Carlo n. 3-01874 (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA TODDE, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Rispondo all'atto in esame, concernente le vicende del gruppo Safilo, nota azienda presente nel mercato dell'occhialeria dal 1934 e controllata dal 2009 dal fondo olandese Hal. Si tiene a precisare in primis che il Ministero dello Sviluppo economico è sin da subito intervenuto al fine di risolvere le vicende del gruppo Safilo. L'azienda, infatti, nello scorso dicembre aveva annunciato una riorganizzazione che coinvolgeva circa 700 lavoratori, tra il Veneto e il Friuli e aveva previsto la chiusura dello stabilimento friulano di Martignacco. Il 16 gennaio 2020 si è aperto, al Ministero dello Sviluppo economico, il tavolo di confronto tra le parti, presieduto dal Ministro Stefano Patuanelli. In tale sede, la Safilo ha confermato quanto aveva annunciato nel dicembre 2019, ovvero il piano di ristrutturazione e la riduzione del personale per far fronte al calo dei volumi conseguenti alla perdita di alcune licenze afferenti alle produzioni italiane. Da gennaio 2020, a seguito di una successiva riunione presso il Ministero, si è aperto il confronto tra le parti, nelle sedi territoriali. Il 18 marzo 2020, essendo intervenuta l'emergenza sanitaria COVID-19, si è svolta una call conference avente ad oggetto le sedi italiane della società Safilo Spa, cui hanno partecipato gli assessori al lavoro e alle attività produttive della regione Friuli-Venezia Giulia, il rappresentante della regione Veneto, l'amministratore delegato e il direttore del personale, in rappresentanza della società Safilo, nonché i rappresentanti delle sigle sindacali di categoria. Presso il Ministero dello Sviluppo economico è stato raggiunto un accordo quadro in cui sono stati recepiti gli accordi raggiunti tra le parti, con i quali si sono individuate le soluzioni per ridurre l'impatto sociale del citato piano di ristrutturazione. In particolare, per la sede di Martignacco, accordo siglato il 17 febbraio scorso, si è previsto l'avvio di una procedura di licenziamento collettivo e un incentivo all'esodo per i lavoratori che avessero manifestato la non opposizione al licenziamento, nonché il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione dell'attività. Al riguardo, la società Safilo si è impegnata a conferire ad un advisor l'incarico per la possibile individuazione di potenziali investitori, con la finalità di reindustrializzare l'impianto. Per la sede di Longarone, è stato raggiunto un accordo, siglato il 2 marzo 2020, che ha previsto il ricorso allo strumento del contratto di solidarietà difensivo, al quale si affiancheranno strumenti di incentivazione all'esodo su base volontaria. Per la sede di Padova, è stata raggiunta un'intesa il 10 marzo 2020, con la quale le parti hanno condiviso un piano di incentivazione all'esodo, con la finalità di gestire l'esubero.

Nell'evidenziare l'attenzione massima tenuta dal Ministero dello Sviluppo economico sulla questione, si ricorda che l'azienda Safilo ha recentemente concluso un accordo per la reindustrializzazione del sito di Martignacco con l'intervento di un terzo investitore.

PRESIDENTE. La collega Sabrina De Carlo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

SABRINA DE CARLO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Governo, per essere qui oggi presente, mi ritengo soddisfatta e ringrazio, in particolare, il Governo per essere stato presente quest'anno, quest'anno difficile, in particolare, anche per i miei corregionali. Come detto, lo scorso anno, una nuova crisi industriale ha messo a rischio centinaia di posti di lavoro a Martignacco, in provincia di Udine. Il piano aziendale dello storico marchio dell'occhialeria Safilo prevedeva, infatti, la chiusura dello stabilimento in loco, nonché ben 235 esuberi di un organico che, ci tengo a ricordare, era composto, per l'80 per cento, da donne residenti in zona e con un'età media di circa quarant'anni.

Sono convinta che toccare con mano un problema guardando negli occhi chi lo vive sulla propria pelle sia la base fondamentale per riuscire ad affrontarlo con maggiore intensità. E, quindi, non dimenticherò mai la mattina in cui, con il collega Sut, abbiamo incontrato per la prima volta quei lavoratori, catapultati, dall'oggi al domani, nell'incubo di perdere il lavoro e quello stipendio che permetteva loro di mantenere i figli e di fare la spesa, da vent'anni. Fin da subito ci siamo adoperati affinché il Ministero attivasse in tempi rapidi un tavolo al Mise, coinvolgendo l'azienda e le parti coinvolte per poter dare risposte nel più breve tempo possibile.

La stessa sottosegretaria Todde si recò a Martignacco, dove incontrò i lavoratori e toccò in prima persona le loro profonde preoccupazioni, raccogliendone le istanze. Successivamente, venne confermata la chiusura dello stabilimento di Martignacco e quando, lo scorso maggio, Safilo chiuse i battenti in Friuli-Venezia Giulia, è stato il Ministro Patuanelli ad aver chiesto all'azienda di non procedere ad azioni unilaterali nei confronti dei lavoratori e di avviare un confronto con le parti sociali per discutere i dettagli del piano industriale e per individuare tutti gli strumenti a disposizione per supportare il rilancio produttivo dell'azienda, puntando anche sugli investimenti in campo tecnologico e digitale. L'obiettivo finale, infatti, doveva essere quello di un piano industriale che non si basasse solo sulla razionalizzazione dei costi, ma che avesse, invece, anche una prospettiva di sviluppo in grado di salvaguardare i siti produttivi e i lavoratori.

A settembre è stato firmato il passaggio di proprietà del ramo d'azienda da Safilo ad iVision Group, e la riconversione dello stabilimento ha rappresentato un primo passo verso la riqualificazione del personale, come detto, soprattutto femminile. Il piano industriale prevede, infatti, il riassorbimento scaglionato in continuità di tutti gli addetti ex Safilo dello stabilimento di Martignacco: i primi 50 assunti entro il mese di ottobre, altri 70 entro il 2021 e i rimanenti entro il 2022.

La iVision Group di Martignacco è nata proprio dalla riconversione e reindustrializzazione di Safilo e, soprattutto, dalla volontà e dal coraggio di investire del nostro tessuto imprenditoriale, coinvolgendo pienamente i lavoratori in difficoltà in un processo di trasformazione produttiva.

Oggi la divisione Tech, oltre a portare avanti la produzione di occhiali per terzi, si sta organizzando per produrre protesi esterne, così come prodotti ecosostenibili, quali monopattini, colonnine elettriche e prodotti innovativi di robotica già sviluppati. La divisione Health, nata proprio in piena pandemia COVID, in pochissimi mesi, è riuscita a passare dalla produzione di occhiali a quella di mascherine chirurgiche - ne produrranno circa 15 milioni al mese - e, a breve, avvieranno anche la produzione di guanti e di dispositivi di protezione individuali e medici. L'obiettivo è di arrivare, entro ottobre 2020, a produrre oltre 25 milioni di mascherine chirurgiche, oltre 30 milioni di pezzi di guanti in nitrile e oltre 5 mila pezzi, tra visiere e occhiali di protezione individuale, al mese.

Nei prossimi mesi e nei prossimi anni, il mondo dell'industria italiana continuerà ad essere interessato da un processo di trasformazione produttiva. Le transazioni energetiche e di sostenibilità ci porteranno a cambiare e a innovare non solo i processi produttivi, ma anche i prodotti. Questo processo è stato, inoltre, accelerato drasticamente dall'intervento della pandemia che, ovviamente, ci obbliga tutti a ripensare a un nuovo modello di sviluppo per il Paese. Come affermato dal Ministro Patuanelli, ci vuole un po' di lucida follia e tanto coraggio per investire, in questo momento. E non è facile gestire momenti come questo, dove il personale, prima impiegato nella produzione di occhiali, si trova ora a doversi formare per fare altro. E questo non è un unicum, bensì rappresenta un modello che possiamo ritrovare in tante realtà industriali del nostro Paese. L'ex Safilo è una delle crisi industriali che il Governo è riuscito a risolvere, e questo anche grazie alla collaborazione del territorio, delle parti sociali, di tutte le istituzioni coinvolte e, in particolare, del sindaco di Martignacco, Gianluca Casali.

La competenza, la passione e la voglia di rimettersi in gioco del personale ex Safilo ci hanno davvero emozionato e se dal mese scorso gli sguardi dei lavoratori e delle lavoratrici si sono riaccesi di speranza per le prospettive future, se si è ricominciato a sentire il rumore delle macchine all'opera, il merito è della sinergia che si è creata tra istituzioni centrali e locali che hanno anteposto a tutto gli interessi dei cittadini, una collaborazione che va presa da esempio e replicata su altre realtà italiane per affrontare le numerose sfide che ci riserverà il futuro.

(Iniziative di competenza volte a garantire il corretto funzionamento della rete telefonica in Sardegna – n. 3-01801)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Zoffili ed altri n. 3-01801 (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA TODDE, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. L'atto in discussione pone l'attenzione sulla sussistenza di disservizi concernenti il funzionamento delle reti telefoniche, con particolare riferimento alla copertura della telefonia mobile in varie zone della Sardegna. Al riguardo, sono state sentite innanzitutto le compagnie di telefonia che operano sul territorio sardo, le quali hanno comunicato i dati relativi alle coperture telefoniche dell'intera regione e delle singole province. La società Vodafone ha riportato la percentuale media di copertura in 4G dell'intero territorio sardo, corrispondente al 98,10 per cento, con una oscillazione nelle singole province tra il 97 per cento (Carbonia Iglesias e Nuoro) e il 99 per cento (Cagliari). L'operatore Tim ha informato che la propria copertura ultrabroadband al 30 giugno 2020 risulta pari a oltre il 77 per cento della popolazione telefonica sarda, percentuale che crescerà sensibilmente nei prossimi mesi con lo sviluppo delle realizzazioni che Tim sta conducendo con un proprio piano di investimenti e del progetto del “Diretto Infratel”, realizzato di concerto con la regione Sardegna e con Infratel Italia. Tuttavia, Tim riferisce che la propria copertura 4G supera il 98 per cento del territorio sardo, dove sussistono zone di scarsa copertura soprattutto nell'entroterra, caratterizzato da un'orografia complessa accompagnata da una scarsa densità abitativa. In tali aree sono previsti per il 2021 degli interventi che dovrebbero contribuire a migliorare sia la qualità del servizio sia parzialmente la sua estensione. La prefettura di Cagliari, alla quale sono state richieste informazioni aggiornate in merito alla problematica esposta dagli onorevoli interroganti, ha riferito che disservizi concernenti il funzionamento delle reti telefoniche risultano presenti solo in alcune zone del territorio di propria competenza. Le criticità della rete di telefonia fissa e mobile segnalate hanno riguardato, in particolare, tre comuni e sono state risolte grazie all'intervento delle compagnie telefoniche presenti sul territorio. La stessa prefettura ha comunicato, infine, che non risultano, escluse le suddette limitate eccezioni, difficoltà da parte dei cittadini del territorio cagliaritano per l'accesso ai numeri di telefonia di emergenza.

In merito alla specifica situazione della Sardegna, è stata interpellata anche l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni la quale ha condiviso ulteriori dati riguardanti il livello di copertura sia in termini di popolazione che di territorio e di tutte le tecnologie attualmente disponibili, ossia dal 2G al 4G, essendo il 5G solo agli inizi. Da tale confronto sembra risultare in effetti che una percentuale del territorio sardo non risulti coperta (tra il 10 e il 20 per cento circa). L'Agcom evidenzia che a causa della specifica morfologia del territorio, in taluni casi, anche se l'area risulta coperta dall'infrastruttura di uno o più operatori, la qualità del segnale mobile può risultare molto scadente a causa di zone d'ombra, rendendo scarso il livello delle comunicazioni. Per facilitare gli operatori è auspicabile, in tali situazioni complesse da analizzare caso per caso, che le amministrazioni locali si attivino a supporto dell'installazione da parte degli operatori di ulteriori stazioni radio base. Infatti, gli operatori hanno informato di aver gestito e risolto diverse segnalazioni nel corso del 2020 relative a disservizi sul territorio sardo anche mediante interventi di potenziamento della rete. L'utilizzo delle reti 5G potrebbe contribuire nel medio-lungo periodo al miglioramento della copertura e della capacità trasmissiva, disponibile anche grazie all'uso di bande a 700 megahertz. A tale riguardo, l'Autorità segnala che con la delibera n. 231/18/CONS ha inteso ora indirizzare la copertura 5G verso una serie di aree a cosiddetto deep digital divide, ovvero generalmente prive di servizi di comunicazione a larga banda e contemporaneamente prive di copertura mobile con tecnologie di tipo 4G come nel caso in argomento. In particolare, sono stati individuati 120 comuni che includono una popolazione di circa 100 mila abitanti, tra i quali figurano tre comuni sardi, ovvero Segariu, Pompu e Noragugume.

A completamento della descrizione dello stato della connettività in Sardegna, l'Agcom fa presente di aver realizzato durante la prima fase di emergenza da COVID-19 un censimento dei comuni italiani con indirizzi senza banda larga, mettendolo a disposizione delle istituzioni governative che stanno valutando azioni per contribuire a colmare tale divario. In particolare, l'Autorità ha raccolto i dati di copertura della popolazione con tecnologia 4G, rilevati dai quattro operatori infrastrutturali nel valore massimo per ciascun comune della Sardegna. Da tale comparazione si evince che in 12 comuni su 45 la copertura massima è pari al 99 per cento e in ulteriori 15 è compresa tra il 95 e il 98 per cento. Tra i comuni con i più bassi valori di copertura ve ne sono cinque (Villaputzu, Arborea, Luogosanto, Lei e Burgos) in cui il dato è pari all'85 per cento e soltanto uno, Onanì, in cui scende al 51 per cento. Infine, nel quadro dei provvedimenti messi in campo dal Governo nel primo periodo emergenziale, giova ricordare che l'articolo 82, del DL n. 18 del 17 marzo 2020, convertito dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, il cosiddetto Salva Italia, ha disposto una serie di misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazione elettroniche. In particolare, il comma 2 ha previsto che dette imprese intraprendono misure e svolgono ogni utile iniziativa atta a potenziare le infrastrutture, a garantire il funzionamento delle reti e l'operatività e continuità dei servizi. Il successivo comma 4 ha disposto inoltre che gli operatori del settore soddisfano qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità della rete e della qualità del servizio da parte degli utenti, dando priorità alle richieste provenienti dalle strutture e dai settori ritenuti “prioritari”, come nel caso di accesso ai servizi di emergenza. Al fine di contribuire alla rapida soluzione delle criticità rappresentate si conferma l'attività di vigilanza da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, competente al riguardo, con il coordinamento del Ministero dello Sviluppo economico, laddove necessario. È indubbio infatti che è richiesto il dovuto impegno da parte degli operatori delle telecomunicazioni, oltre alle modalità operative già adottate, al fine di assicurare la massima copertura telefonica e la continuità dei servizi essenziali, come i numeri di emergenza, soprattutto in quelle zone dell'entroterra sardo dove ancora tali disservizi sussistono.

PRESIDENTE. Il deputato Zoffili ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente Rosato, una buona giornata a lei e all'Aula. Grazie al Governo, ma, sottosegretario, io non mi ritengo assolutamente soddisfatto. Rispetto a questo tema ho presentato dal 2018, una volta che sono stato eletto alla Camera dei Deputati, quattro atti di sindacato ispettivo, quattro interrogazioni e ho rilevato personalmente il disservizio che è diffuso. Voi avete costruito, Governo, una risposta ascoltando e interpellando i gestori delle reti telefoniche, avete interpellato la prefettura di Cagliari e sarà mia premura contattare a stretto giro il prefetto di Cagliari e chiedergli un appuntamento, perché, da quanto si evince dalla risposta, insomma la prefettura ha un po' minimizzato: i gestori telefonici parlano di una copertura sul territorio sardo - leggo perché ho preso velocemente appunti, signor sottosegretario, dalla sua risposta - di un 98 per cento di copertura del segnale 4G; avete costruito la risposta ascoltando giustamente, Governo e sottosegretario, l'autorità Agcom e già lì ci sono dei rilievi insomma un po' diversi. Chi ci sta ascoltando, chi ci sta guardando, i sardi - lei poi, sottosegretario Todde è della Sardegna, di Nuoro - chi ci sta guardando sa bene che, se partiamo, Presidente Rosato, da Cagliari, si prende la macchina e si va a Nuoro o si va in Ogliastra, io Presidente non riesco a contattarla, non riesco ad avere una telefonata che duri più di un minuto, due minuti o tre minuti, perché, Presidente, la linea cade inesorabilmente e questo succede anche nelle gallerie di quel tratto di strada che va da Cagliari ad Olbia, piuttosto che, se atterriamo in aeroporto, Presidente, insieme, ad Alghero e abbiamo necessità di servizio e vogliamo chiamare il Presidente Fico, e ci vogliamo dirigere verso Bosa, passano dei minuti interminabili.

Io ho provato - ho per gestore Vodafone - a rimanere per 30 minuti senza poter effettuare una telefonata o collegarmi al servizio dati, ad Internet. Fatto più grave, Presidente - e per suo tramite mi rivolgo al Governo - è che ho fatto personalmente una prova in determinate aree della Sardegna non coperte dal segnale, dove proprio non viene visualizzato il logo 4G, così come i segnali classici che conosciamo tutti sul telefono, e a un certo punto ho chiamato il 113; non avevo una necessità, un'evidenza di urgenza, ma ho voluto fare una prova e mi è capitato che una volta non mi ha risposto proprio nessuno, perché sul telefono si visualizzava “errore di sistema”, “errore di chiamata”; un'altra volta mi hanno risposto - ero nel nord della Sardegna - da Cagliari. Ho avuto anche un incidente stradale in Sardegna e ho chiamato i soccorsi ma, nel corso di questo incidente, una volta chiamato l'operatore del 113, questi non è stato in grado di geolocalizzare la mia chiamata, cosa che in altre regioni d'Italia succede. Quindi, quello che voglio dirvi è che quando i gestori dicono che il 98 per cento della Sardegna è coperta, però poi se entro in galleria per andare in nord Sardegna, da Cagliari e da Nuoro, e il telefono non funziona….

Signori, siamo nell'anno del Signore 2020; ho presentato quattro interrogazioni e il Governo mi ha risposto a due (mi ha risposto anche in quest'Aula). Ci sono state tante promesse da parte del Governo ma bisogna fare di più. Mi rivolgo anche a lei, che è una donna sarda: si faccia promotrice per risolvere questo problema! Soprattutto con questo lockdown, dalla Barbagia alla città, a Cagliari, i telefoni devono funzionare: i sardi non sono cittadini di serie B; Internet e il telefono cellulare devono funzionare; ci sono persone anziane. Mi ha interpellato il sindaco, l'ex sindaco del comune di Mara. Vi leggo un post del sindaco attuale del comune di Padria, in provincia di Sassari - e chiudo così - che aveva pubblicato nel gennaio 2020: “È vergognoso dover prendere atto, dopo innumerevoli segnalazioni e proteste, che le compagnie telefoniche, Vodafone e Tim su tutte, abbiano deciso di non realizzare né programmare gli interventi volti al potenziamento del segnale telefonico. È del tutto evidente che ritengano scarsamente vantaggiosi da un punto di vista economico gli eventuali investimenti. Di fatto hanno abbandonato a se stessi i nostri piccoli comuni e questo è molto grave, anche perché il Governo, attraverso il Ministero competente, non ha dimostrato di essere in grado di tutelarci con azioni di controllo e sanzionatorie verso le multinazionali che fanno utili e non erogano il servizio. Vergogna!”. E chiude così il sindaco nel messaggio che mi manda: “Nemmeno durante questa pandemia hanno avuto la sensibilità di comprendere che se un anziano che vive da solo non è in grado di raggiungere telefonicamente il proprio medico può lasciarci le penne. Intervenite: i sardi non sono cittadini di serie B”. Grazie, Presidente.

(Elementi circa lo stato di attuazione del piano di reindustrializzazione dello stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri (Torino) – n. 3-00966)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Delmastro Delle Vedove ed altri n. 3-00966 (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA TODDE, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie Presidente. Con riferimento alle vicende della società Ventures ex Embraco, fermo restando quanto descritto con l'atto di sindacato ispettivo cui si risponde, tengo ad informare sugli eventi successivi che hanno caratterizzato la società.

Presso il Ministero dello sviluppo economico è aperto un tavolo di vertenza da diversi anni. I frequenti incontri ministeriali nel corrente anno sono stati tutti tesi a promuovere e a verificare il percorso di reindustrializzazione avviato dalla società Ventures rispetto al sito ex Embraco di Riva di Chieri. In particolare, nell'incontro ministeriale del 28 luglio scorso, successivo alla dichiarazione di fallimento del citato soggetto industriale, si sono informate le parti che la Whirlpool, insieme ad Invitalia, avevano confermato la loro massima disponibilità ad individuare, in collaborazione con il Governo, una soluzione alla crisi della Ventures. Lo scorso 15 settembre, inoltre, si è convocato un incontro, che si è svolto presso la prefettura di Torino, alla presenza, oltre che del prefetto, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, dei rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, delle istituzioni regionali e locali, delle organizzazioni sindacali e del commissario straordinario della società ACC in amministrazione straordinaria. In quella sede si è avuto modo di comunicare ai partecipanti che il progetto di reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri si basa sull'obiettivo di creare un polo italiano dei compressori, di cui farà parte anche lo stabilimento di Riva di Chieri, i cui volumi di produzione potrebbero essere anche garantiti da Whirlpool, che ha una elevata domanda di compressori da soddisfare.

Il commissario straordinario della società ACC è passato ad esporre il progetto industriale denominato Italcomp, per la creazione di un polo italiano integrato per la produzione di compressori. Le linee guida di tale progetto industriale sono state individuate nell'incremento dei volumi di produzione, nell'ampliamento della gamma dei prodotti offerti e nell'espansione delle attività su nuove regioni. La produzione si realizzerà in due siti, che avranno le seguenti destinazioni: Mei (Belluno), come centro di eccellenza compressori; Chieri (Torino), come centro di eccellenza motori. Con particolare riferimento al sito di Riva di Chieri, sono previsti dei volumi pari a 6 milioni di motori per compressori, ai quali si aggiungono eventuali 2 milioni di motori per nuovi business. Gli investimenti saranno pari a 10 milioni di euro per la realizzazione della nuova linea motori VSD. I tempi stimati, sempre avendo riguardo al sito di Chieri, sono: gennaio 2022 per l'avvio della nuova linea motori e gennaio 2023 per il trasferimento motori linea K. I potenziali clienti sono così elencati nella Whirlpool come clienti europei, oltre a potenziali clienti light commercial negli USA e nel Medioriente.

Il progetto prevede anche lo sviluppo del business dei motori elettrici alternativi ai frigoriferi (ad esempio, motori per lavatrici e scooter elettrici). Per quanto riguarda la compagine societaria è stato chiarito che è ancora prematuro darne una definizione completa, giacché sarà necessario, tra l'altro, che il curatore fallimentare definisca la posizione delle parti coinvolte e che i commissari straordinari di ACC determinino i vari passaggi della procedura di amministrazione straordinaria, in maniera compatibile con il progetto industriale presentato. Gli investitori eventualmente interessati al progetto industriale sono già stati contattati, ma il percorso deve essere seguito in maniera graduale.

Per quanto riguarda la specifica tematica della tutela dei posti di lavoro, si informa che il competente Ministero del Lavoro ha comunicato che, con proprio decreto del 22 ottobre 2018, è stato approvato il programma per riorganizzazione aziendale relativamente al periodo dal 16 luglio 2018 al 15 luglio 2020, ed è stata autorizzata per il medesimo periodo la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 413 lavoratori impiegati presso l'unità di Riva di Chieri. L'efficacia di tale trattamento è stata sospesa, a seguito della richiesta di intervento di Cassa integrazione guadagni - con causale COVID-19 nazionale, sospensione cassa integrazione straordinaria -, per i periodi dal 1° aprile 2020 al 30 maggio 20 20 (decreto direttoriale n. 104821 del 15 aprile 2020) e dal 6 luglio 2020 al 1° agosto 2020 (decreto direttoriale n. 107072 del 23 luglio 2020). Con il decreto direttoriale del 25 settembre 2020 è stato approvato, poi, il programma di cassa integrazione straordinaria per crisi per cessazione di attività, relativamente al periodo dal 23 luglio 2020 al 22 luglio 2021, ed è stata autorizzata, per il medesimo periodo, la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 400 lavoratori impiegati presso l'unità di Riva di Chieri. Tale trattamento, in deroga agli articoli 4, comma 1 e 22, e comma 2, del decreto legislativo n. 148 del 2015, ha annullato i suindicati i decreti a decorrere dal 23 luglio 2020.

Contestualmente, le parti hanno sottoscritto, ai sensi dell'articolo 24-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 un accordo di ricollocazione per il ricorso all'assegno di ricollocazione in favore dei lavoratori rientranti negli ambiti aziendali e nei profili professionali a rischio di esubero. Una nuova riunione del tavolo di crisi è prevista per il prossimo 12 novembre 2020.

In conclusione, si tiene a comunicare che il Ministero dello Sviluppo economico continuerà a monitorare le vicende della società, al fine di trovare la migliore soluzione possibile per garantire la continuità produttiva di tutti i siti interessati e di salvaguardare i lavoratori coinvolti.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove ha facoltà di dichiarare se si ritenga soddisfatto o meno. Prego.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, solo parzialmente soddisfatto. Con luciferina intelligenza, il sottosegretario Todde ha sorvolato sul passato, però il passato non è passato, perché per un anno noi siamo andato dietro a Ventures, gruppo cino-israeliano che, pur non avendo prodotto un solo bullone, ha evaporato milioni e milioni di euro in consulenze, mentre chi doveva vigilare anche a livello ministeriale - non lei, ma chi l'ha preceduta - ha dormito il sonno degli ingiusti. Ancora ricordo i roboanti annunci di quel mix di quel convegno di intelligenze, fatto prima da Calenda e dopo da Di Maio, che ci raccontavano che avremmo prodotto - me lo sono segnato - il robot per pulire i pannelli fotovoltaici: una “supercazzola” di dimensioni mondiali, comiche cosmiche…

PRESIDENTE. Onorevole Delmastro Delle Vedove!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). È una citazione cinematografica…

PRESIDENTE. Sì, ma noi non facciamo cinema, almeno qui.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE….con la quale noi ci siamo fatti prendere e portare con l'anello al naso per un anno intero. Da luglio 2020, mentre altri pensano ai termini che uso io, 400 dipendenti attendono la Cassa integrazione e non l'hanno; il procuratore aggiunto di Torino, mentre altri pensano ai termini che uso io in quest'Aula, ha ipotizzato la bancarotta fraudolenta per distrazione di somme inquietanti anche finite all'estero, mentre qualcuno doveva vigilare. È una pesante eredità quella che ha lei, quella del duo straordinario, di quel mix di intelligenze Calenda e Di Maio.

Ma andiamo al futuro; il piano di industrializzazione che c'è oggi è un piano vero, ve lo riconosciamo, noi di Fratelli Italia: 50 per cento Invitalia, 20 per cento Piemonte e Veneto, 30 per cento privati, per realizzare il campione europeo nella produzione dei compressori per frigoriferi; una nazionalizzazione a tempo che dà la risposta di un Governo - mi scusi, che si arrende al declino e che vive di reddito di cittadinanza - che, per la prima volta, di fronte ad una crisi industriale, non sa solo balbettare timidi ammortizzatori sociali con cui accompagnare alla decozione l'azienda, ma ha un modello industriale; 170 milioni di compressori vengono prodotti nel mondo, 95 milioni dai cinesi, 60 dagli asiatici in genere al di fuori dei cinesi; l'Europa ne ha bisogno di 34 milioni, perché produce 34 milioni di frigo, ma produce solo 12 milioni di compressori. La crisi pandemica ci ha spiegato che noi dobbiamo avere la filiera finita e l'Italia può essere in quello il campione europeo della produzione di frigoriferi. Due “ma” però: vogliamo aiutare e vogliamo collaborare ma - primo “ma” - l'articolo 43 del “decreto Rilancio” è quello che serve per iniettare denaro e difendere quella produzione; subito i decreti attuativi, sottosegretario, perché i decreti attuativi ancora non ci sono e senza quelli rimangono promesse e non atterrano realtà. E, ancora, mi permetta di dirlo da destra - però sociale - utilizzi la “legge Marcora”, immagini di coinvolgere gli operai nella partecipazione agli utili e alla gestione di questa azienda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), archivi la lotta di classe, abbia il coraggio di delineare un modello per un futuro di collaborazione. La lotta non è fra le classi, ma è una lotta di produzione nazionale contro il resto del mondo. Non vinciamo contro la Cina se riduciamo i salari, ma se mettiamo in ogni ora lavorata la passione e l'anima italiana e ciò lo si può fare con la partecipazione agli utili e alla gestione dell'azienda. Non vinciamo affidandoci ai predoni internazionali come quelli di Ventures, ma a chi vive in fabbrica, della fabbrica e per la fabbrica. Non vinciamo con capitali finanziari anonimi che uccidono i tempi degli investimenti, perché devono massimizzare il profitto nel minor tempo possibile, ma radicando e ancorando l'azienda nella fabbrica, nell'anima degli operai, superando la lotta di classe in una logica di collaborazione di classe e nella lotta per la produzione nazionale. “Innovazione, qualità, flessibilità”, ormai è un mantra, a volte anche stanco, trito e ritrito, …

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ma sono ricette che si possono fare – e termino – non riducendo i salari, ma coinvolgendo nella ragione dell'impresa e della produzione gli operai, rubando l'anima agli operai, e portandoli al centro dell'azienda. Se questo è lo scenario, se questa è la grande scommessa per reindustrializzare l'Italia, e non per accompagnare alla decozione le aziende con ammortizzatori sociali, noi saremo dalla vostra parte; vi incalzeremo su Embraco, vi incalzeremo - e termino - sull'erogazione della Cassa integrazione, vi incalzeremo sui decreti attuativi dell'articolo 43 del “DL Rilancio” altrimenti non potete fare nulla, ma vi offriamo, oggi, il modello della partecipazione quale unico modello, e ce l'ha detto la Germania con la Mitbestimmung tedesca, che coniuga qualità, innovazione e flessibilità con difesa dell'occupazione e produttività nazionale. Ve lo offriamo generosamente, perché è da sempre il modello dell'economia sociale di mercato della destra italiana, ma soprattutto perché la Germania ci ha spiegato che quello è il modo per vincere le sfide globali, facendo la guerra anche ai cinesi: non abbassando i salari, ma coinvolgendo gli operai in una battaglia per la produzione nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Delmastro Delle Vedove, grazie alla sottosegretaria per la sua intelligenza non luciferina.

(Elementi in ordine ai recenti incendi boschivi nel Parco nazionale del Vesuvio e nel Parco regionale dei Monti Lattari e iniziative di competenza volte a potenziare i presidi e le attività per la prevenzione e il contrasto di tali eventi – n. 3-01779)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Di Lauro n. 3-01779 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente, il Ministero dell'Ambiente ha competenza diretta in materia di incendi per i piani antincendi boschivi (o Piani AIB) delle aree protette statali (i parchi nazionali e le riserve naturali statali), in attuazione dell'articolo 8, comma 2, della legge n. 353 del 2000. Le aree protette statali sono dotate di un proprio Piano AIB pluriennale, da rinnovare ogni cinque anni e che viene aggiornato con una relazione annuale da parte degli enti gestori. Per quello che riguarda invece la lotta attiva (o spegnimento degli incendi boschivi) su tutto il territorio nazionale, anche all'interno delle suddette aree protette statali, la vigente normativa di settore attribuisce alle regioni le attività di previsione, di prevenzione e di lotta attiva contro gli incendi boschivi con mezzi da terra e aerei, con l'obbligo di dotarsi di un Piano regionale per il contrasto agli incendi boschivi, da revisionare annualmente. In tali piani vengono individuati, tra l'altro, gli interventi per la previsione e prevenzione degli incendi, anche attraverso sistemi di monitoraggio satellitare, la consistenza e la localizzazione dei mezzi, degli strumenti e delle risorse umane, nonché le procedure per la lotta attiva contro gli incendi boschivi, la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso dei tracciati spartifuoco, nonché di adeguate fonti di approvvigionamento idrico, le operazioni selvicolturali di pulizia e manutenzione del bosco, le esigenze formative e le relative programmazioni, le attività informative e la previsione economico-finanziaria delle attività previste nel piano stesso. Le attività di prevenzione diretta e lotta agli incendi boschivi sono coordinate, pertanto, direttamente dalle regioni mediante un'organizzazione articolata che coinvolge vari soggetti. Inoltre, i compiti prima attribuiti al disciolto Corpo forestale dello Stato in tema di contrasto attivo agli incendi del bosco sono state riallocate in capo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, a titolo esemplificativo, di concerto con l'amministrazione regionale, ha il compito di gestire i mezzi aerei della lotta nazionale allocati presso il COAU, il Centro operativo aereo unificato afferente al Dipartimento della Protezione civile, con proprio idoneo personale adeguatamente formato. A ciò si aggiunga che, al fine di favorire le possibili sinergie da attuare nella previsione della prevenzione della lotta attiva agli incendi boschivi, il 9 luglio del 2018 è stato siglato congiuntamente dal Ministero dell'Ambiente, dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco un importante protocollo d'intesa che, nel richiamare le pertinenti norme in materia di incendi boschivi interessanti le aree protette statali, evidenzia le rispondenti competenze delle diverse istituzioni cointeressate, proprio al fine di realizzare una fattiva collaborazione. Inoltre, a seguito dei grandi incendi del 2017, che hanno interessato in particolare i parchi nazionali, il Dipartimento di Protezione civile ha istituito un tavolo tecnico interistituzionale antincendi boschivi, al quale partecipa anche il Ministero dell'Ambiente. Tale tavolo, costituito dalle istituzioni centrali direttamente interessate dagli incendi boschivi e da una rappresentanza delle regioni, cura la predisposizione dei documenti tecnici su appositi temi specifici. Per quanto attiene al Programma nazionale di incremento della resilienza dei sistemi forestali naturali e semi-naturali, mediante recupero e ripristino strutturale e funzionale degli ecosistemi e della funzionalità dei loro servizi tramite azioni coerenti con la tutela e la conservazione della biodiversità (flora, fauna, vegetazione, paesaggio naturale e rurale) nelle aree protette percorse dal fuoco, si rappresenta che lo stesso è stato interamente finanziato, per l'importo di 5 milioni di euro, mediante l'utilizzo delle risorse di cui all'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo del 13 marzo 2013, n. 30. A seguito dei lavori della Commissione, con decreto n. 90 del 19 luglio 2019, sono stati ammessi a finanziamento 11 progetti, nei limiti delle risorse disponibili. I progetti ammessi a finanziamento hanno definito le attività progettuali e ottenuto il rilascio delle necessarie autorizzazioni per intervenire in aree percorse dal fuoco. Conseguentemente, il Ministero procederà, entro il corrente mese, alla sottoscrizione di singoli accordi di programma per il trasferimento delle risorse secondo la previsione del bando e alla definizione delle procedure di attuazione degli interventi. Per quanto riguarda nello specifico il fenomeno degli incendi boschivi in Campania, la stessa regione ha fatto presente innanzitutto di aver stipulato diverse convenzioni al fine di ottimizzare gli interventi di contrasto agli incendi boschivi e di interfaccia, in particolare con il Corpo dei vigili del fuoco, con la SMA Campania (società di sistemi per la meteorologia e l'ambiente), e con le organizzazioni di volontariato di protezione civile. Inoltre, ai sensi della normativa regionale in campo forestale, la regione Campania ha il coordinamento degli interventi di prevenzione e difesa dei boschi dagli incendi, delegati alle comunità montane e amministrazioni provinciali, ricompresi in appositi piani annuali di forestazione e bonifica montana, predisposti e realizzati dai suddetti enti delegati, finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, messe a disposizione dalla regione Campania grazie alla delibera CIPE n. 26 del 10 agosto 2016, con cui è stato approvato il Patto per lo sviluppo della regione Campania, che annovera anche il progetto strategico denominato “Interventi sulle green infrastructures forestali regionali nell'ambito di piani di forestazione e bonifica montana degli enti delegati”. Sempre secondo quanto riferito dalla regione Campania con specifico riferimento agli incendi boschivi che hanno interessato il Parco Nazionale del Vesuvio e il Parco regionale dei Monti Lattari durante la trascorsa stagione estiva, la regione ha comunicato i dati elaborati dal Dipartimento DSS (Decision support system) di supporto alle decisioni utilizzato nel territorio regionale per le gestioni degli eventi AIB.

In particolare, sono stati elaborati dati di carattere generale, per contestualizzare il fenomeno degli incendi boschivi in Campania per l'anno in corso, effettuati dei focus per le province di Napoli e Caserta e per i territori ricadenti nei due parchi in argomento. Con un provvedimento dirigenziale della regione del giugno 2020, recante “Dichiarazione dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi - Anno 2020” è stato fissato il periodo di massima pericolosità con decorrenza 1° luglio - 30 settembre 2020. Durante lo stesso periodo la regione ha reso disponibili per il contrasto agli incendi boschivi sette elicotteri, uno bimotore e sei monomotore, dislocati nelle basi di Bellizzi, Fisciano, Centola e Ogliastro Cilento, Mercogliano, in provincia di Avellino, Cellole, in provincia di Caserta e Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Nel restante periodo dell'anno resta operativo l'elicottero bimotore, di base a Bellizzi. Nel medesimo periodo hanno operato in media quotidianamente 140 squadre e 570 uomini, tra personale regionale e personale AIB di SMA, degli enti delegati (province e comunità montane) e dei Vigili del fuoco, oltre al supporto garantito dal volontariato AIB di Protezione civile. Durante il 2020, fino al 30 settembre dello stesso anno, in tutta la regione si sono registrati 2.268 incendi, tra boschivi e non boschivi, mentre, nel periodo di massima pericolosità, si sono registrati, in tutto il territorio regionale, 1.931 incendi, dei quali 781 boschivi. In particolare, nelle province di Napoli e Caserta dal 1° gennaio 2020 al 30 settembre 2020 si sono registrati 442 incendi; di questi, 365, dei quali 157 boschivi, si sono verificati nel periodo di massima pericolosità. Nel periodo estivo, luglio 2020 - 30 settembre 2020, in provincia di Napoli, su un totale di 103 incendi, 58 sono stati quelli boschivi, con una media giornaliera di poco più di un incendio al giorno. Nel medesimo periodo, in provincia di Caserta, su 262 incendi, i boschivi sono stati 99, con una media giornaliera di tre incendi al giorno. Per quanto concerne, più nello specifico, il numero degli incendi ricadenti nel Parco Nazionale del Vesuvio, nel periodo 1° gennaio 2020-30 settembre 2020 sono stati in totale 27, di cui 14 boschivi. Questi ultimi hanno interessato una superficie di 3 ettari. Il numero di incendi ricadenti, invece, nel Parco regionale dei Monti Lattari, nel medesimo periodo, è stato, in totale, di 36, di cui 27 boschivi. Questi ultimi hanno interessato una superficie pari a 89,39 ettari.

Sempre secondo quanto riferito dalla regione Campania, nell'ambito delle sue specifiche competenze, per quanto concerne il restante territorio regionale, il più colpito è stato quello ricadente nel comune di San Lorenzello, in provincia di Benevento, con un evento che si è protratto dal 5 settembre al 12 settembre del 2020. Nel comune di Camerota, il giorno 19 settembre un incendio si è esteso per 120 ettari. Il giorno 20 settembre un incendio molto esteso ha riguardato anche il territorio del comune di Piana di Monte Verna. Si segnala, infine, che il Parco Nazionale del Vesuvio ha predisposto il nuovo Piano AIB 2020-2024, che è stato trasmesso al Ministero, per l'iter istruttorio previsto dalla legge n. 353 del 2000. Ad oggi, è pervenuto il parere dei Carabinieri forestali, mentre si è in attesa di quello dei Vigili del fuoco.

PRESIDENTE. La deputata Di Lauro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente, e grazie al sottosegretario per la risposta, molto completa e articolata, che ci ha fornito. Questa interrogazione nasce una sera di fine settembre, quando ero davanti al computer e, attraverso lo schermo del mio computer, vedevo scorrere immagini di fiamme che, per l'ennesima volta, stavano devastando il territorio boschivo delle mie zone. In quel momento, con quei sentimenti di dolore, di impotenza, ho pensato che qualcosa si doveva fare, si deve fare. Gli ettari di superficie verde andati in fumo costituiscono un dato allarmante: i 781 incendi boschivi, in Campania in questo caso, come diceva prima il sottosegretario, nel solo periodo di massima pericolosità sono sicuramente ancora troppi; ed è ancora più allarmante intuire che talvolta dietro questi scempi ambientali ci siano probabilmente intenzioni criminali di persone che vogliono solo lucrare. Stiamo parlando di veri e propri criminali.

Le numerose iniziative citate portano, però, sicuramente un po' di speranza; ad esempio, la riforestazione. La riforestazione è, se ben organizzata e monitorata, fondamentale per recuperare i boschi andati in fumo e consentire anche di mitigare il grave impatto ambientale registrato. Voglio ricordare che i boschi e gli alberi ci aiutano a ripulire l'area dall'inquinamento, quell'inquinamento che uccide migliaia di persone ogni anno; ci aiutano a combattere i cambiamenti climatici e ci aiutano anche a combattere il rischio idrogeologico, anch'esso purtroppo responsabile di innumerevoli danni a persone e cose.

Ringrazio, quindi, il Governo e il Ministero dell'Ambiente, che stanno dimostrando di tenere a cuore questo tema, sicuramente più del passato, sicuramente di più rispetto a quanto abbiamo visto negli anni passati, e la centralità che questo tema dovrà avere per la sopravvivenza dell'essere umano sulla Terra, perché è di questo che stiamo parlando. Da parte mia, ovviamente, continuerò ad attivarmi e, se sarà necessario, sarò pronta a chiedere, di nuovo, al Governo di intervenire in modo rapido e incisivo, superando gli ostacoli che può creare la competenza, in questo caso, per questa materia, divisa fra Stato e regioni.

Ecco, io spero davvero che non ci faremo trovare impreparati la prossima stagione estiva. Ormai i mesi estivi, da troppi anni, sono diventati un appuntamento fisso di morte e dolore per i boschi e per tutti gli animali che li popolano. Secondo degli studi, gli alberi comunicano tra di loro, grazie alle radici, attraverso un sistema molto complesso: si pensi che se, ad esempio, un albero viene abbattuto, gli alberi intorno lo sentono e, in qualche modo, si mettono in allerta. Ecco, quindi, immaginiamo cosa accade, cosa può accadere durante un incendio. Il regno vegetale non sa urlare, non può farlo, ma, se sapesse farlo, io sono sicura che, in quegli attimi, noi ascolteremmo delle grida strazianti di dolore. Vede, sottosegretario - e qui concludo -, un bosco non può urlare, non può farlo: sta a noi imparare ad ascoltarlo. Un bosco non può difendersi e non può fuggire: sta a noi fare di tutto per proteggerlo.

(Iniziative volte a rivedere la disciplina relativa all'utilizzo dell'uniforme da parte del personale militare in congedo – nn. 3-01680 e 3-01790)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Bignami e Deidda n. 3-01680 e Deidda ed altri n. 3-01790, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A). Il sottosegretario di Stato per la Difesa, Angelo Tofalo, ha facoltà di rispondere.

ANGELO TOFALO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. In considerazione dell'argomento e della sostanziale analogia dei quesiti posti, mi accingo a fornire un'unica risposta alle interrogazioni presentate dagli onorevoli colleghi.

L'aggiornamento della pubblicazione dello Stato Maggiore Difesa-G-010 “Regolamento per la disciplina delle uniformi”, resosi necessario a seguito dell'intervenuta introduzione del codice dell'ordinamento militare e del relativo testo unico, ha inteso rivedere la direttiva in questione - come a suo tempo anticipato ai rappresentanti delle associazioni d'arma da parte del Ministro della Difesa pro tempore - secondo un criterio di ancor maggiore chiarezza nei confronti del personale non più in servizio. Ciò, sia al fine di prevenire errate interpretazioni della disciplina di settore, scongiurando, magari, abusi difficilmente prevenibili - e perseguibili - da parte dei comandi territoriali, sia allo scopo di evitare possibili disorientamenti nella collettività a causa del mutare delle fogge delle uniformi nel tempo e nel consolidato quotidiano impiego del personale militare nelle operazioni di concorso alla pubblica sicurezza. Tali previsioni sono, peraltro, in linea di continuità con quelle del codice dell'ordinamento militare che, all'articolo 880, comma 6, già richiamava come l'uso dell'uniforme per il personale militare in congedo fosse, comunque, subordinato alle disposizioni delle Forze armate. Nel merito va, inoltre, evidenziato che la direttiva in parola prevede l'ipotesi di utilizzo dell'uniforme da parte del personale in congedo nel caso di particolari incarichi o funzioni che, proprio in ragione della loro natura, delle loro modalità e delle loro finalità, possono sottendere un interesse dell'Amministrazione della Difesa, richiamato da specifiche ulteriori disposizioni che sono in via di emanazione.

Non ultimo, mi preme rappresentare che l'aggiornamento della pubblicazione è stato altresì mirato a favorire e ad incentivare l'affiliazione alle associazioni d'arma, nel presupposto che solo gli iscritti possano indossare i previsti elementi uniformologici distintivi, individuati di concerto con le rispettive Forze armate di riferimento, consentendo l'uso dell'uniforme, previa richiesta degli iscritti, nei casi in cui sussista uno specifico interesse della Difesa. In tale ottica, la nuova versione della direttiva, lungi dall'escludere l'uso delle uniformi nelle ipotesi indicate, tende ad ulteriormente valorizzare il ruolo delle associazioni, che potranno formulare, sulle richieste avanzate, il proprio qualificato parere.

PRESIDENTE. Il deputato Deidda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto o meno per la risposta.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, sono parzialmente soddisfatto, sottosegretario. La ringrazio per la gentilezza. Questa è una duplice interrogazione fatta dal collega Bignami e ho recuperato un'interrogazione che aveva fatto l'attuale senatore Luca De Carlo, all'epoca deputato. Ci sembra un'interpretazione, quella di vietare l'uso della divisa per i militari in congedo, l'uniforme, così come era uscita, abbastanza severa, perché dobbiamo ricordare che le Forze armate sono una grande famiglia e, purtroppo, anche i tagli, quelli che sono stati previsti dalla legge n. 244, hanno agevolato questa migrazione verso il congedo e hanno portato fuori dalla Forza armata tanti militari che, invece, avrebbero voluto rimanere, soprattutto anche negli ufficiali, che potrebbero dare una mano e possono dare una mano in tante occasioni, normando magari come deve essere utilizzata l'uniforme anche in congedo. A proposito di quello che ha detto lei sull'importanza delle associazioni d'arma, noi tra poco esamineremo anche quello che è il finanziamento del Ministero della Difesa e io la invito - e poi sarà giustamente durante i lavori della Commissione, domani o dopo - a valorizzare veramente queste associazioni d'arma. Dobbiamo valorizzare i militari in congedo, dobbiamo utilizzarli, perché in questo momento, soprattutto in tempo di pandemia, ci sono tanti uomini e donne che possono dare una mano anche quando sono in congedo, anche continuando a vestire l'uniforme, continuando ad andare nelle scuole con un compito di formazione e un compito anche di rappresentanza nella società. Con questo, io lo so benissimo: con voi collaboriamo benissimo, anche come opposizione. Sappiamo che ascoltate i nostri suggerimenti e anche in questo caso vi invitiamo a valorizzare sempre di più il personale in congedo in tutte le occasioni dove è possibile.

(Iniziative finalizzate a garantire un'adeguata dotazione di mezzi e risorse per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco nell'area dei Castelli romani, con particolare riferimento alla disponibilità di un'autoscala per il distaccamento di Velletri – n. 3-01290)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Silvestroni n. 3-01290 (Vedi l'allegato A). Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo il deputato interrogante, nel richiedere nuovi urgenti investimenti per garantire un'adeguata dotazione di mezzi e strumenti al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, lamenta l'assenza di un'autoscala nel territorio dei comuni dei Castelli romani. Al riguardo, occorre evidenziare che il comando dei Vigili del fuoco di Roma assicura il soccorso tecnico urgente alla cittadinanza attraverso un complesso dispositivo formato da 26 distaccamenti ordinari presenti sull'intero territorio provinciale, cui si aggiungono quattro distaccamenti specialistici, due aeroportuali e tre distaccamenti volontari. Nell'ottica di una proficua gestione delle risorse, la distribuzione territoriale degli automezzi ordinari segue il prioritario criterio di garantire una prima risposta operativa, mentre per la dislocazione di automezzi più specifici, quali proprio le autoscale, si segue una diversa logica che tiene conto della distribuzione della popolazione, della presenza di insediamenti industriali e artigianali, nonché di agglomerati urbani con edifici di elevata altezza. In virtù dei suddetti criteri, è stato ritenuto di dislocare le autoscale in dotazione al comando di Roma in otto sedi operative che assicurano la copertura dell'intero territorio di competenza. Gli interventi sull'area dei Castelli romani, cui fa specifico riferimento l'interrogante, sono ordinariamente garantiti dal distaccamento Tuscolano II e da quello di Pomezia. I dati relativi alle operazioni effettuate negli ultimi cinque anni evidenziano che, a fronte dei 9.155 interventi di soccorso tecnico urgente in cui si è reso necessario l'utilizzo dell'autoscala, solo 129 sono stati effettuati nel territorio in questione, dato di poco inferiore all'1,5 per cento del totale. Va anche considerato, più in generale, che molti degli interventi in elevazione non richiedono necessariamente l'utilizzo di autoscale. In via esemplificativa, per fronteggiare le esigenze legate a verifiche su edifici o al taglio di alberature che minacciano la caduta, sono a disposizione del Corpo nazionale piattaforme aeree tridimensionali che consentono di effettuare interventi in altezza, preservando l'uso delle autoscale per altra tipologia di interventi, mezzi che sono anche disponibili nei distaccamenti che poi sono effettivamente di competenza dell'area. Mi preme anche sottolineare che ogni anno i dati statistici relativi agli interventi di soccorso effettuati vengono esaminati in modo dettagliato, anche al fine di programmare, ottimizzandola, la dislocazione delle risorse strumentali a disposizione tenendo conto delle eventuali necessità che nel tempo possono manifestarsi. Assicuro che le esigenze del territorio della città metropolitana di Roma saranno tenute in debita considerazione, unitamente alle problematiche dell'intero territorio nazionale, in occasione delle prossime forniture di autoscale e piattaforme aeree. Riguardo alle iniziative intraprese per garantire una maggiore dotazione di mezzi e risorse, rappresento che il parco mezzi di soccorso del Corpo nazionale ha subito negli anni passati un progressivo invecchiamento per i tagli di finanza pubblica e il Ministero dell'Interno, grazie a diverse linee di finanziamento di fondi straordinari, ha avviato un piano pluriennale di rinnovo dei mezzi operativi del Corpo, con cui si sta provvedendo alla loro implementazione, sostituendo i più obsoleti allo scopo di soddisfare le principali esigenze operative. Mi riferisco in particolare ai fondi straordinari messi a disposizione dalla legge di bilancio per l'anno 2017, che ha una dotazione finanziaria di 70 milioni di euro per l'anno 2017 e di 180 milioni di euro annui per il periodo 2018-2030, finalizzata all'acquisto e all'ammodernamento dei mezzi strumentali in uso sia alle forze di polizia che al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 agosto 2017 sono state ripartite le predette risorse e per il Corpo nazionale è stata stanziata per l'anno 2017 la somma di oltre 9 milioni 600 mila euro, mentre per le annualità che vanno dal 2018 al 2030 la somma è di oltre 25 milioni 700 mila euro per ciascuno degli anni. Ulteriori fondi cui può accedere anche il Corpo nazionale sono stati stanziati nella legge di bilancio per il 2018 per le annualità dal 2018 fino al 2033, con la finalità di potenziare infrastrutture e mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza ed il soccorso; inoltre, si conta di acquisire ulteriori risorse e comunque di procedere alla loro utilizzazione in tempi celeri. Grazie a tali risorse, il Corpo nazionale ha dunque avviato nel 2017 e portato avanti nei successivi tre anni un Piano di progressiva sostituzione dei 33 elicotteri AB 412, procedendo all'acquisto dei primi 15 elicotteri AgustaWestland 139, di cui 9 già consegnati; tre ulteriori elicotteri saranno acquistati nel 2023. I fondi citati sono stati altresì impiegati per acquistare due elicotteri antincendio S-64F e per finanziare la revisione dei quattro elicotteri S-64F già in servizio nel Corpo, nonché per la sostituzione di un P-180 Avanti Evo (mezzo ad ala fissa). In ordine alle attività volte al rinnovamento e all'implementazione delle altre dotazioni, a partire dal 2017, sono stati acquistati una serie di mezzi, quali 300 autopompe serbatoio, 109 autobotti pompa, 45 mezzi antincendio boschivo, 50 autoscale, 13 piattaforme aeree, 27 mezzi antincendio aeroportuali, 596 fuoristrada, 1055 autovetture e 253 furgoni, ivi compresi quelli acquisiti a seguito di confisca. L'utilizzo delle predette risorse finanziarie sta quindi consentendo, attraverso contratti di acquisto pluriennali, un crescente tasso di sostituzione degli automezzi e soprattutto di quelli impiegati nel soccorso.

Colgo l'occasione che mi offre tale intervento per ringraziare gli uomini e le donne del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che esercitano con impegno e professionalità le complesse funzioni riservate allo Stato, che rispondono alle esigenze fondamentali di tutela dell'incolumità delle persone e dell'integrità dei beni. Le attività di soccorso pubblico e di prevenzione incendi, come gli altri compiti assegnati, quali quelli di difesa civile e di protezione civile, sono espressione della rilevanza degli obiettivi perseguiti dal predetto Corpo dello Stato, che da sempre fa dell'immediata operatività delle proprie strutture e dell'elevatissima professionalità dei propri operatori gli elementi cardine della propria organizzazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Silvestroni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Guardi, sottosegretario, non posso essere soddisfatto dalla sua relazione, anche se anch'io mi associo a lei nella vicinanza a tutto il Corpo delle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, nella fattispecie, dei Vigili del fuoco. Lei ha fatto chiaramente un'ottima relazione, per quello che è l'intervento di programmazione degli investimenti, però la invito - o lei personalmente, o eventualmente il Ministero che presiede - a rinnovare lo studio, perché probabilmente quello studio è uno studio vecchio. Infatti il Tuscolano, così come Pomezia, non sono in grado, per ormai la grande affluenza di autoveicoli e di cittadini che abitano un'area interessata, come quella dei Castelli romani, che va da Velletri, Artena, Lariano e arriva fino ad Ariccia, Albano, Castel Gandolfo e così via, che consiste in 300 mila abitanti.

Non è un'area dove - prima ha fatto l'esempio - sono stati investiti per esempio gli elicotteri; benissimo, ma quell'area per esempio non può essere usata, quindi va fatta una ricerca, perché sono comuni che possono ridursi in 300 mila abitanti ma in realtà in un unico comune, perché sono tutti confinanti. Le faccio presente che ci sono comuni nell'area dei Castelli Romani, per esempio ad Albano, che confina con Ariccia, dove - sembra un paradosso - c'è chi ha il salone nel comune di Albano e la cucina nel comune di Ariccia, quindi gli elicotteri in aree a così alta densità abitativa è impossibile usarli. Se è stata fatta la richiesta di un'autoscala, questa non viene dai cittadini ma viene da quelle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nella fattispecie i vigili urbani, che insistono in quell'area e che denunciano una carenza, da questo punto di vista, di un'autoscala, che può servire per dover intervenire in casi sicuramente estremi. Faccio presente - io l'ho messo anche nell'interrogazione - che Velletri, per quell'area, al di là del Tuscolano, se in linea d'aria può essere vicina, in linea di comunicazione effettiva è in realtà lontanissima, così come Pomezia. Velletri potrebbe essere centrale per quell'area dei Castelli Romani, soprattutto in un momento come questo di pandemia, in era COVID, dove potrebbe essere necessario, oltre alle perizie sulla staticità degli immobili o per problemi dovuti alle alberature. Noi sappiamo dai comunicati stampa che probabilmente ci potrebbe essere un lockdown totale ancora, quindi avere anche a disposizione un Corpo dei Vigili del fuoco in un'area che - ripeto - insiste in 300 mila abitanti contigui, può essere utile. Quindi, la invito eventualmente a rivedere la questione e a farsi promotore presso il Ministero che lei presiede al fine di dotare eventualmente la caserma, cioè il distaccamento di Velletri, di una autoscala. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi in ordine all'attuazione del protocollo di intesa concluso con l'associazione “La Gabbianella e altri animali” per l'accoglienza di minori presenti nella casa di reclusione femminile di Venezia e iniziative per promuovere analoghi protocolli sul territorio nazionale – n. 3-01220)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Ascari ed altri n. 3-01220 (Vedi l'allegato A). La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere. Prego, signora Ministra.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Il 14 maggio 2019 il Garante dei diritti della persona della regione del Veneto, l'ICAM presso la Casa di reclusione femminile di Venezia, la Questura e il comune di Venezia hanno sottoscritto, assieme ad altri enti istituzionali, il protocollo d'intesa con l'associazione “La Gabbianella e altri animali”, intitolato “Procedure per l'attivazione di forme di accoglienza dei bambini in carcere con le madri”. Alla fine del mese di agosto 2019, il comune di Venezia e la predetta associazione hanno segnalato al Garante regionale che al gruppo di lavoro per redigere il progetto quadro per i minori presenti nell'ICAM partecipavano indebitamente persone non previste dal protocollo che, dopo le verifiche svolte, risultavano essere operatori inviati dalla direzione del carcere perché coinvolti nei casi in discussione. A seguito di ciò, in una riunione svoltasi l'11 novembre 2019, il Garante dei diritti della persona della regione del Veneto ha ribadito che al gruppo di lavoro dovessero partecipare esclusivamente i soggetti menzionati nel protocollo d'intesa. Il direttivo dell'associazione “La Gabbianella e altri animali” ha successivamente comunicato di aver deciso di recedere dal protocollo, in quanto sfiduciato circa la possibilità di darne efficace attuazione. In data 9 marzo 2020 è stato sottoscritto un nuovo protocollo, essendo cessato il precedente dove ai sottoscrittori iniziali si è aggiunta l'azienda ULSS 3 Serenissima, Venezia, mentre la predetta associazione non vi ha aderito. La sottoscrizione del nuovo accordo di collaborazione con l'associazione “La Misericordia” non ha invece avuto seguito a causa dell'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del contagio da COVID-19, nonostante fosse già stata predisposta la relativa bozza. Lo scorso 12 ottobre è stato effettuato un primo incontro di monitoraggio; dagli elementi che ci sono pervenuti, i bambini, quando presenti, sono accompagnati all'esterno da un'educatrice per l'infanzia, e, in sua assenza, da una volontaria della diocesi. Allo stato, presso l'ICAM della Casa di reclusione femminile di Venezia-Giudecca è reclusa una sola detenuta madre di nazionalità straniera con un solo figlio minore al seguito. Si evidenzia che si tratta di intese peculiari, che vogliono favorire un approccio collegiale all'importante e delicato tema della gestione delle madri detenute in carcere e dei loro figli. È auspicabile che si diffondano anche in altre situazioni territoriali sinergie analoghe nell'ambito dei rapporti tra soggetti associativi ed enti istituzionali, nell'auspicio che ciascuno si attenga al rispetto degli accordi stabiliti.

PRESIDENTE. La deputata Stefania Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, Ministra Bonetti, grazie per quanto riferitoci oggi in quest'Aula con riguardo alla tutela dei bambini nel sistema detentivo. Abbiamo seguito il caso dell'associazione “La Gabbianella”, costituita nel 1999 e da oltre 15 anni impegnata nell'aiutare fattivamente i bambini presenti nel carcere femminile della Giudecca, a Venezia, provvedendo ad accompagnarli all'asilo comunale, portandoli a giocare fuori dalla casa di reclusione nelle festività e al mare d'estate; è inoltre stata presente nella Casa circondariale di Santa Maria Maggiore con progetti di supporto alla genitorialità in carcere, assistendo i padri durante i colloqui con i bambini.

L'attività di questa associazione e delle altre associazioni similari attive sul territorio nazionale è di particolare rilevanza sociale; esse svolgono infatti un ruolo importantissimo, che spesso non viene riconosciuto. Poter passare del tempo al di fuori di quelle mura detentive è un aspetto di fondamentale importanza per lo sviluppo dei minori; sarà infatti un fattore determinante per il loro sviluppo e per il loro futuro, anche per assicurarsi che possano crescere e fare un'esperienza di normalità.

Signor Presidente, queste associazioni dovrebbero essere sostenute, favorite, supportate dal sistema pubblico e non di certo ostacolate o limitate, per cui non posso far altro che ribadire quanto già fatto in più occasioni e ringraziare queste associazioni, in particolare, qui oggi, “La Gabbianella”, che si spendono in prima persona per il bene delle bambine e dei bambini, che loro malgrado sono costretti a vivere all'interno del sistema detentivo. Sono tuttavia consapevole dei limiti che questo periodo storico sta imponendo a tutti noi. L'impennata dei contagi, con il riacutizzarsi della crisi pandemica, è un fenomeno che incide anche sulle strutture detentive. Sono quindi soddisfatta, tenuto conto di tutte le criticità legate all'emergenza da Coronavirus, di questa presa di posizione da parte del Governo, che ringrazio. Tuttavia, credo sia fondamentale oggi una revisione della legge 21 aprile 2011, n. 62 sulle detenute madri e sugli istituti a custodia attenuata per madri; in particolare, sulla possibilità che i figli vengano cresciuti in carcere non più fino a tre anni, come prima, ma fino a sei anni. È fondamentale garantire ai bambini e alle bambine un'istruzione adeguata, un progetto concreto che riguardi la loro crescita e che coinvolga la loro madre. Tutto ciò è volto ad evitare la reiterazione di comportamenti delinquenziali di generazione in generazione ed eviterebbe tanto dolore nelle vite di madri e figli. È compito del legislatore intervenire perché ciò sia realizzato concretamente.

(Iniziative, anche normative, volte a contrastare il fenomeno della diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti tramite piattaforme informatiche e telematiche – n. 3-01447)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Ascari ed altri n. 3-01447 (Vedi l'allegato A). La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Presidente, il Governo è pienamente consapevole della crescente gravità del fenomeno del revenge porn e della necessità impellente di contrastarlo in ogni sua forma. In proposito, si condividono le valutazioni espresse dagli stessi interroganti, ritenendo particolarmente pericolosa e ignobile la diffusione illecita di materiale attinente alla sfera più privata e sensibile della persona, considerando in aggiunta che le vittime sono prevalentemente donne e adolescenti.

La configurazione del nuovo reato introdotto dalla legge n. 69 del 2019 rappresenta indubbiamente un utile strumento giuridico di repressione e deterrenza, consentendo alla polizia postale e delle comunicazioni di intervenire in modo più diretto e incisivo, come dimostra anche la vicenda Telegram richiamata dagli stessi interroganti. Tuttavia, l'esperienza stessa della polizia postale rivela come l'individuazione degli estremi del reato nei sistemi di crittografia end-to-end sia estremamente complessa, sia sul piano tecnologico che giuridico, e perfino la chiusura di un canale non sempre è di per sé efficace ai fini della tutela della vittima, in quanto gli utenti trasmigrano facilmente in altri canali dai medesimi contenuti.

L'ampio quadro normativo offriva già numerosi altri strumenti, tra cui l'articolo 600-ter del codice penale in materia di pornografia minorile che, al terzo comma, prevede, in particolare, l'ipotesi di divulgazione, anche per via telematica, di materiale pornografico, concernente minori di anni 18, e il reato di adescamento di minori, realizzabile anche attraverso la rete Internet, il cosiddetto grooming, che è stato introdotto con la legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote, potenziando le norme a tutela dei minori contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale.

A fronte di un fenomeno così dilagante e insidioso, assume però un grande rilievo l'azione di prevenzione, che deve avvenire con messaggi di sensibilizzazione e comunicazione istituzionale, mirati principalmente agli adolescenti, alle scuole e alle famiglie, per evidenziare i rischi della rete e invitare alla massima prudenza nella riproduzione di comportamenti privati e nella condivisione dei relativi video e immagini. Il Governo, nell'ambito dell'annuale programmazione di attività di sensibilizzazione, che porta avanti anche tramite il Dipartimento per le pari opportunità e il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, assicura una specifica attenzione al contrasto del fenomeno del revenge porn.

PRESIDENTE. La deputata Stefania Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta o meno della risposta ricevuta.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministra Bonetti, per aver fornito risposta a quello che è un fenomeno estremamente preoccupante, il revenge porn. Si tratta di un fenomeno relativamente recente, sviluppatosi con l'avanzare della tecnologia digitale, ed esploso, purtroppo, negli ultimi anni. Vede come protagonisti, per lo più, uomini, di ogni età ed estrazione sociale senza alcuna distinzione, che operano a danno soprattutto delle ex partner, anche se spesso è terrificante il ritrovamento di materiale pedopornografico.

A lanciare questo allarme, tra gli altri, è stato anche il report di Amnesty international. Almeno una donna su cinque ha subito molestie e minacce online, con un gravissimo impatto psicologico, anche di lunga durata. Tra i canali di maggiore diffusione vi è soprattutto l'App di messaggistica Telegram. Si tratta di un sistema che ormai è collaudato da anni. Il gruppo nasce, raggiunge il picco di utenti e viene infine cancellato da Telegram, perché utilizzato per diffondere contenuti pornografici. Tuttavia, un messaggio fissato nella parte superiore della chat reindirizza a un “gruppo di riserva”, quello da ripopolare in caso di cancellazione, tramandando un'eredità condivisa, fatta di foto e video privati su canale Telegram.

Sono numerose - ormai non si contano neppure più - le inchieste giornalistiche e della magistratura, che hanno messo in luce gravissimi fatti di revenge porn. Troppi sono ancora gli spazi nei social network che permettono a centinaia, a volte migliaia, di utenti di scambiarsi materiale illecito, compiendo, tra l'altro, il reato introdotto con il codice rosso nel 2019. Tuttavia, ciò non sembra essere sufficiente. Senza un coordinamento con le società che gestiscono queste piattaforme, sarà sempre troppo complicato perseguire questi criminali, che potranno impunemente agire, devastando la vita a centinaia di donne, di ragazze, di bambine e di bambini e, talvolta, provocando esiti tragici. La vita e la reputazione di queste donne vengono distrutte. C'è chi si è suicidato, come la giovane Tiziana Cantone, che si è tolta la vita nel settembre 2016, ma si sono registrati anche tanti altri casi di donne che sono cadute in depressione, hanno perso il lavoro, sono rimaste totalmente isolate, vivono nella paura e in una ingiustificata vergogna. Vergogna, che, invece, dovrebbero provare solo i criminali autori di questi reati. Sono, quindi, contenta e soddisfatta di questa ferma presa di posizione da parte del Governo, ma non deve finire qui. È un buon punto di partenza, ma non di arrivo. Continueremo a monitorare l'attività su questo tema e a proporre ulteriori interventi per porre fine a questo drammatico fenomeno e a tutelare le donne.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta. Il primo è proprio quello del collega Deidda, in memoria di un dirigente politico. Prego, onorevole Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ci tenevo a ricordare qui Paolo Camedda, un nostro dirigente, prima della Giovane Italia, poi del FUAN, consigliere comunale di Cagliari con il Movimento Sociale Italiano, consigliere provinciale, ma, soprattutto nostro padre politico; ci ha preso per mano quando eravamo ragazzini e cominciavamo i nostri primi passi; purtroppo, l'altro giorno l'abbiamo perso; ha perso questa battaglia con il COVID, purtroppo, anche a causa di altri mali, però, devo dire che rimane sempre la sua figura, perché, nonostante gli incarichi, lui rappresentava per noi veramente un padre politico. Ci ha sempre seguito e la sua presenza non è mai mancata nella nostra sede, nella nostra sezione, dai lavori manuali alle parole di incoraggiamento, anche quando ci rimproverava per i ritardi negli appuntamenti o quando non facevamo le cose alla perfezione. Purtroppo, questo è un anno maledetto: è andato via lui, è andato via Emilio Belli, sono andati via altri cari nostri fratelli che, purtroppo, non ce l'hanno fatta in questa grande sfida che è la vita. Però loro non mollano mai, sono sempre con noi, saranno sempre nei nostri ricordi e sulle pareti delle nostre sezioni e li ricorderemo con le loro parole.

Ad Ennio, a Francesca, ma a tutta la nostra comunità politica che lo ha amato e lo ama tutt'oggi: non lo dimenticheremo mai, Paolo Camedda, sempre presente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, volevo ricordare in quest'Aula il mio amico Fabio Nobili, già consigliere della città di Ardea. Con Fabio eravamo scienziati e, quindi, come avete saputo e come avete visto in questi tempi, gli scienziati non hanno mai due idee perfettamente coincidenti, ma purtroppo non potremo più discutere come abbiamo fatto già tante volte. Io volevo ricordare Fabio con le parole del suo sindaco, il sindaco di Ardea, Mario Savarese: Ciao Fabio. Voglio ringraziarti per i doni che ci hai lasciato. Con la tua passione, con la tua caparbietà, con la tua immensa cultura ti sei battuto sempre in prima fila davanti a tutti per salvaguardare la salute dei nostri concittadini. Sapevi, con la scienza, con la tua intelligenza e con la tua preparazione tecnica, portare ai tavoli delle conferenze di servizi tutte quelle incredibili motivazioni che solo tu potevi cogliere. Ce ne rendevi edotti e poi convincevi tutti degli errori che, in nome del profitto, si vogliono compiere sulle nostre terre. Ti sei sempre messo a disposizione di tutti i comitati scientifici per aiutarli col tuo immenso sapere a comprendere e a prevenire i danni provocati dagli incendi terribili come quelli a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni: la EcoX, la Loas. Quando ti hanno colto i primi sintomi della malattia stavi lavorando per noi. Ti ha strappato a noi un nemico subdolo e terribile; uno di quei virus che, in un'intera vita da ricercatore, ti sei impegnato a combattere. Eri appena andato in pensione, ma la passione per il tuo lavoro non la potevi lasciare da parte, la scienza è sempre stata la tua vita. Sei il nostro orgoglio, non ti dimenticheremo mai.

Ciao, Fabio, ciao, nostro grande amico. Ardea e le persone che ti conoscono non ti dimenticheranno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 11 novembre 2020 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 12,40.