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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 417 di mercoledì 28 ottobre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Azzolina, Battelli, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Casa, Comaroli, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Fassino, Ferraresi, Gebhard, Giachetti, Giorgis, L'Abbate, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Mancini, Maniero, Molinari, Morani, Nardi, Paita, Palazzotto, Perantoni, Rizzo, Scalfarotto, Serracchiani, Sisto, Sodano, Tasso, Tomasi, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (A.C. 2727) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Iezzi ed altri n. 1, Lollobrigida ed altri n. 2 e Gelmini ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A) presentate al disegno di legge n. 2727: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

Colleghi, pregherei di mantenere le distanze di sicurezza, così come previsto dalle disposizioni e anche dal buon senso, grazie.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 2727)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tali questioni pregiudiziali.

Illustra la questione pregiudiziale Iezzi ed altri n. 1 la deputata Simona Bordonali. Deve conservare la mascherina, quindi può, forse, parlare su. Prego.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, prima di entrare nel dettaglio, dal punto di vista giuridico, della pregiudiziale e perché mi auguro che la Camera, i colleghi tutti votino il non procedere all'esame del decreto che modifica i decreti Salvini, i decreti sicurezza e immigrazione, che avevano bloccato il business dell'immigrazione e l'arrivo indiscriminato nei nostri porti, ritengo che vadano fatte alcune considerazioni.

Io mi chiedo e chiedo a voi, colleghi, che vedo in quest'Aula, molto distratti, però vedo in quest'Aula: ma voi vi siete accorti che, al di fuori del palazzo di Montecitorio, c'è un grave problema, c'è un'emergenza sanitaria che il vostro Governo ha mal gestito, per non dire non ha gestito, in questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ha gestito talmente male, soprattutto, con l'ultimo DPCM, creando un'ulteriore emergenza economica? Perché, al di fuori di questo palazzo, stiamo vedendo tante manifestazioni, alcune violente, e vanno assolutamente condannate, ma ci sono tante manifestazioni pacifiche di tutti quei lavoratori, quei baristi, quei ristoratori, quei gestori di piscine, di palestre, gli operatori dello spettacolo, tutti coloro che hanno seguito le vostre indicazioni per lavorare in sicurezza e per garantire la sicurezza, investendo importanti risorse in questi mesi. E voi adesso, con un DPCM non condiviso in quest'Aula, non discusso in quest'Aula, un DPCM che solo voi, Governo, direi, ma non ne sono più sicura…

PRESIDENTE. Onorevole Bordonali, siamo però su questo decreto.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Sì, ma…

PRESIDENTE. No, no, glielo ricordavo…

SIMONA BORDONALI (LEGA). Sì, ma è collegato al decreto, è collegato, perché, in questo momento di emergenza, noi, anziché discutere e parlare, appunto, di questa emergenza, parliamo di immigrazione, parliamo di omotransfobia. Fuori da qui la gente non capisce quello che qui sta accadendo, ma, sinceramente, nemmeno noi, e non siamo d'accordo su quello che sta accadendo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Mi chiedo se in questo momento, e lo chiedo a voi, in cui, con i DPCM stiamo limitando la libertà degli italiani, dobbiamo, con questo decreto, continuare a garantire quello che il vostro Governo ha continuato a garantire in questi mesi, ovvero i porti aperti e le risorse nuovamente, anziché agli italiani in emergenza, alla cassa integrazione - che non è ancora arrivata, ed è una grande vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! - garantire per le navi da crociera - oltre 4 miliardi, voglio ricordare - per accogliere quei clandestini, quegli immigrati che hanno continuato ad arrivare sulle nostre coste e, visto che c'è un'emergenza sanitaria, in buona parte, positivi al COVID. E, quindi, i nostri connazionali, le nostre famiglie che devono stare in quarantena e non hanno la possibilità, spesso, di farla all'interno dei loro appartamenti e, quindi, con grandi difficoltà - perché, come dicono i virologi e gli esperti, il virus colpisce soprattutto all'interno delle famiglie -, però, oltre 4 miliardi per le navi da crociera per i clandestini.

Terzo punto che voglio sottolineare e che mi lascia veramente perplessa: i “decreti Sicurezza” voluti da Salvini, approvati, però, dal passato Governo, passato Governo dove c'era lo stesso Premier che oggi praticamente li cancella; approvati dallo stesso Governo all'interno del quale ci sono membri che erano nel Governo Conte I, che hanno approvato quei decreti e che oggi li cancellano. Ma quei decreti approderanno in quest'Aula e io mi chiedo con quale coerenza, con quale faccia, permettetemi, molti di voi, colleghi dei 5 Stelle, con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco, con i quali abbiamo difeso questi decreti - perché io, in I Commissione, parlavo con molti di voi: c'era qualche perplessità da parte di pochi, ma la stragrande maggioranza di voi era convinta di quei “decreti Sicurezza”, che ha sempre difeso e ha sempre voluto quanto volevamo noi -, con quale faccia voi, oggi, cambierete questi decreti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Ma mi permetta di entrare nel merito della pregiudiziale e, quindi, sui due aspetti fondamentali per cui deve essere assolutamente votato affinché questo decreto non possa procedere. Manca, come prevede l'articolo 77, comma 2, della Costituzione, prima di tutto, l'aspetto dell'omogeneità. Vi leggo il titolo del decreto, perché, oltre a cancellare i decreti Salvini, voi avete aggiunto, quindi: “disposizioni urgenti in maniera in materia di immigrazione e protezione internazionale”, eccetera, eccetera, nonché “misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale”. Ci chiediamo, in tutto questo pot-pourri, che senso abbia avuto questo decreto.

Ma l'altro aspetto - e vi chiedo veramente di prestare attenzione - è la necessità e l'urgenza. Allora, prima di tutto, per quanto riguarda la necessità, c'era la necessità di questo decreto, oggi? Come ho già detto, c'è una urgenza e una necessità importante oggi, che riguarda il contrasto a questa emergenza sanitaria. Vanificando questo decreto, che è quello che, comunque, avete già fatto, perché parte del “decreto Salvini” sull'immigrazione l'avete già cancellato con i decreti che sono stati approvati durante la primavera, quindi i vari provvedimenti COVID, voi avete già parzialmente cancellato quei decreti, e i risultati si sono visti: si sono visti sul numero degli immigrati sbarcati all'interno del nostro Paese, che sono passati, dai 9.475 del 2019 ai 27 mila di oggi.

Una cifra impressionante, allucinante, soprattutto, considerando che siamo in un'emergenza sanitaria. Molte di queste persone che arrivano, vengono trovate positive al COVID-19; molte di queste persone che arrivano e sono all'interno dei nostri centri d'accoglienza spesso, pur essendo positivi, scappano e sono liberi di circolare e, quindi, di infettare altre persone. Noi, invece, stiamo limitando la libertà dei nostri cittadini italiani e permettiamo che persone che non appartengono al nostro Paese, che arrivano in clandestinità, che vengono mantenute sulle navi da crociera, che vanno nei nostri centri d'accoglienza e continuano ad essere mantenute (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); tutte queste persone possono scappare liberamente e far circolare ulteriormente il virus. Quindi, che necessità c'è oggi di questo decreto? Una necessità c'è: quella di rimanere incollati alla vostra poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il presupposto di questo decreto era il vostro accordo di Governo, perché i 5 Stelle avevano votato i “decreti Salvini” e quindi erano d'accordo su quella linea; però, ovviamente, c'è da parte del Governo - PD, LEU, Italia Viva, che per questo accordo, per tenere in piedi questo Governo, doveva cancellarli. Quindi, si partì subito all'indomani, anzi ancora alla formazione del Governo, mettendo questa necessità, questo percorso, di abrogazione dei “decreti Salvini”. Ciò era fondamentale per la sopravvivenza di questo Governo e se ne iniziò a parlare già allora tanto erano urgenti; se ne iniziò - concludo, Presidente - a parlare allora. Ricordo che ad agosto si parlava già del decreto che era pronto, ma non l'avete approvato: c'erano le elezioni e non potevate vanificare i decreti “Sicurezza” e “Immigrazione” prima delle elezioni! Allora l'avete approvato il 5 ottobre, ma era talmente urgente che il Presidente Mattarella l'ha firmato solo il 16 ottobre, ben parecchi giorni dopo. Ecco, colleghi, non c'era urgenza, non c'era uniformità, non c'era necessità. Su questo decreto, io vi invito a votare la questione pregiudiziale, perché esso creerà ulteriormente problemi per il nostro Paese, per la nostra sopravvivenza in un momento di grande criticità, dove le priorità sono altre. Vi invito: non parliamo di immigrazione, non parliamo di omotransfobia; parliamo di quali sono i reali problemi degli italiani oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Stiamo parlando del DL “Immigrazione”, vale a dire un decreto-legge caratterizzato, quindi, secondo chi l'ha proposto, secondo questo Governo, da connotati di urgenza. Secondo questo Governo oggi l'urgenza è rivedere i “decreti Sicurezza” per incentivare, di fatto, l'immigrazione clandestina. Nel momento in cui vengono varati questi decreti, si manda un messaggio devastante indirizzato a tutti quei criminali, agli scafisti, a tutti coloro che campano andando a sfruttare e a favorire l'immigrazione clandestina, ai danni soprattutto di quegli sciagurati che si trovano nelle loro mani, fissando così un'evidente priorità che questo Governo individua rispetto al proprio agire politico e che questa maggioranza rossogiallo fissa rispetto al proprio agire. Secondo questa maggioranza, secondo questo Governo, la priorità è dire a scafisti e a immigrati clandestini: “Venite in Italia in un momento di emergenza”, invece di dire agli italiani che ci preoccupiamo soprattutto ed esclusivamente del benessere del nostro popolo, mettendo in sicurezza sia lo Stato al proprio interno che i propri confini.

Nel momento in cui abbiamo manifestazioni di piazza, categorie intere disperate, ristoratori in ginocchio, artigiani, commercianti, imprenditori che sono allo stremo, questo Governo si preoccupa di aprire ancora di più i confini, in un momento in cui l'apertura dei confini non solo significa, appunto, favorire questi flussi di immigrazione clandestina, ma significa anche esporsi a rischi di contagio, come dimostrano i focolai avvenuti a Terzigno, a Treviso, a Bolzano, a Fiuggi, in tutta Italia, il che dimostra che per questo Governo la priorità non sono gli italiani ma sono, appunto, altri.

Anche sul piano delle risorse abbiamo visto i bandi emessi dal Governo: 4 milioni di euro per ogni singola nave in quarantena, determinata dall'esigenza di ricollocare quelle persone che grazie a queste politiche sciagurate stanno venendo in Italia. Invece, quei soldi - 4 milioni di euro con sei navi che erano a settembre già impegnate, con totali di 20, 25, 30 milioni di euro - ben potevano essere impiegati in altre risorse: sul trasporto pubblico locale, da dare ai nostri commercianti, da dare ai nostri imprenditori, da dare alle famiglie, da dare a chi aveva bisogno, invece di impegnarli con queste modalità. Ma è evidente che le priorità che questo Governo va a individuare sono ben distanti da quelle che noi invece riteniamo essenziali ed è il motivo per il quale noi, in questo documento che presentiamo e che auspichiamo che l'Aula voti, individuiamo innanzitutto l'esigenza di declinare, in un secondo momento, se proprio volete andare avanti, se proprio non volete fermarvi, se proprio volete riaprire i porti assumendovi la responsabilità politica di quello che state per fare, di far ciò, appunto, in un momento in cui gli italiani non saranno così esposti al contagio; in un momento cui gli italiani non saranno comunque esposti a una situazione di crisi economica di cui, comunque, non si vede la fine a causa delle politiche sciagurate che state realizzando. È per questo che, appunto, per noi non sussistono i requisiti dell'urgenza, che invece caratterizzano qualsiasi decreto, ma non sussistono neanche i requisiti di quella eterogeneità, di cui voi, invece, connotate questo provvedimento e dentro al quale avete messo tutto, tutto ciò che può favorire l'ingresso in Italia di persone che non ne hanno titolo.

Allora, confidiamo che il Governo decida di ritirare questo provvedimento, che l'Aula non lo esamini, che si rimandi a un momento più sereno - se mai ve ne saranno - e che, soprattutto, questa maggioranza e questo Governo inizino davvero a preoccuparsi delle esigenze degli italiani, perché quello che sta succedendo fuori da questo palazzo dimostra che abbiamo perso mesi su mesi nel tentativo di arginare un'emergenza. Quindici giorni fa ci parlavate del modello Italia preso ad esempio da tutta Europa e oggi, invece, state realizzando dei coprifuoco selettivi; anche quest'oggi su alcuni quotidiani il Presidente del Consiglio non esclude anche un nuovo lockdown, che costituirebbe e rappresenterebbe la pietra tombale sopra la nostra economia. Quindi, l'auspicio che Fratelli d'Italia formula con questa pregiudiziale e che ognuno di noi chiede è che venga definitivamente superato l'esame di questi provvedimenti e che vengano accantonati definitivamente; che venga accolto e si restituisca la priorità che deve individuare nell'Italia e negli italiani l'unico agire vero e concreto di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). La ringrazio, Presidente, per la parola. È del tutto evidente, Presidente, che noi oggi discutiamo di questo decreto-legge sull'immigrazione ma che il tema non appare attuale. È un po' surreale che noi discutiamo oggi di questi argomenti che, effettivamente, paiono non essere di grande urgenza, quando in realtà tutto intorno a noi brucia, il Paese è nella pandemia, il contagio si espande senza controllo; francamente, appare imbarazzante per tutti discutere di argomenti che, allo stato, paiono essere, come dire, virtuali.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, il decreto-legge che stiamo esaminando oggi reca disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale complementare, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Il testo in esame introduce nel nostro ordinamento rilevanti modifiche alle normative attualmente vigenti in materia di immigrazione, al superamento delle multe nei confronti delle ONG, nonché la riforma del sistema di accoglienza e desta evidenti preoccupazioni in materia di immigrazione irregolare, nonché dal punto di vista della sua legittimità costituzionale, e a questo mi riferisco in particolare.

Il provvedimento interessa, infatti, una materia profondamente intrecciata con una pluralità di questioni, che assumono una particolare rilevanza nell'ambito del diritto costituzionale, del diritto internazionale e dell'Unione europea, che non può essere esaminata attraverso una logica esclusivamente emergenziale. La relazione illustrativa del provvedimento specifica che, a seguito dell'entrata in vigore delle disposizioni previste dal decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113 e dal decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, si è manifestata la straordinaria necessità e urgenza di chiarire alcuni profili tramite una loro rimodulazione che tenga conto dei principi costituzionali e di diritto internazionale vigenti in materia, e di porre rimedio ad alcuni aspetti funzionali che avevano generato difficoltà applicative. Appare in tal senso del tutto illegittimo l'utilizzo dello strumento della decretazione di necessità e urgenza. La puntuale giurisprudenza costituzionale in materia, con le sentenze della Corte n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008, ha stabilito che l'utilizzazione del decreto-legge non può essere sostenuta dall'apodittica enunciazione dell'esistenza delle ragioni di necessità e di urgenza, né può esaurirsi nella constatazione della ragionevolezza della disciplina che è stata introdotta, sottolineando che la valutazione della sussistenza dei presupposti di costituzionalità non può essere meramente soggettiva, ma deve invece fondarsi anche su riscontri oggettivi, secondo un giudizio che non può ridursi alla valutazione in ordine alla mera ragionevolezza od opportunità delle norme introdotte.

Nello specifico, con la sentenza n. 128 del 2008, la Corte ha precisato che la preesistenza di una situazione di fatto, comportante la necessità e l'urgenza di provvedere tramite l'utilizzazione di uno strumento eccezionale quale il decreto-legge, costituisce un requisito di validità costituzionale dell'adozione del predetto atto, di modo che l'eventuale evidente mancanza di quel presupposto configura in primo luogo un vizio di illegittimità costituzionale del decreto-legge. Lo strumento della decretazione d'urgenza dovrebbe essere per sua natura eccezionale e, soprattutto, non ripetibile, ma la circostanza che l'attuale Esecutivo se ne avvalga conferma una forma di sbilanciamento e di forzatura degli equilibri dei poteri previsti dal dettato costituzionale vigente, un vulnus all'articolo 70 della Carta costituzionale che affida la funzione legislativa collettivamente alle due Camere.

Il provvedimento in esame risulta altresì caratterizzato da un contenuto disorganico ed eterogeneo. Alle disposizioni in materia di immigrazione si aggiungono perfino quelle relative alle comunicazioni dei detenuti sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis, al divieto d'ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico intrattenimento o nelle loro adiacenze, al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web, e infine è prevista la modifica della denominazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in quella di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e viene ridefinito sul piano normativo primario il suo ruolo di meccanismo nazionale di prevenzione, prorogando nel contempo per due anni il mandato del collegio attualmente in carica. Il rilievo del criterio di omogeneità nel contenuto costituisce uno dei perni fondamentali sui quali la Corte costituzionale ha fondato i percorsi argomentativi legati alla verifica del rispetto degli indispensabili requisiti di straordinaria necessità e urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione per la legittima adozione di decreti-legge. Da ultimo, nella sentenza n. 247 del 2019 la Corte ha osservato che la legge di conversione è fonte funzionalizzata alla stabilizzazione di un provvedimento avente forza di legge ed è caratterizzata da un procedimento di approvazione peculiare e semplificato rispetto a quello ordinario. Essa quindi non può aprirsi a qualsiasi contenuto, come del resto prescrive in particolare l'articolo 96-bis del Regolamento della Camera dei deputati. Le continue deroghe alle procedure ordinarie di predisposizione di provvedimenti normativi, che anche nel corso di questa legislatura stanno assumendo la forma di decretazione d'urgenza, attraverso la continua e reiterata composizione di decreti-legge omnibus, oltre a rappresentare un'alterazione degli equilibri istituzionali riconducibili al rapporto tra Governo e Parlamento, determina un'evidente lesione delle prerogative parlamentari nell'esercizio della funzione legislativa. Il provvedimento è quindi viziato dal punto di vista della legittimità costituzionale, sia perché ha un contenuto disomogeneo, non soddisfacendo dunque le esigenze di chiarezza e semplificazione della legislazione, sia perché privo dei requisiti straordinari di necessità e urgenza. Forza Italia pertanto voterà a favore di questa pregiudiziale.

PRESIDENTE. Onorevole Migliore, prego.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, nell'illustrare il nostro voto contrario a queste tre pregiudiziali, vorrei iniziare da una considerazione. Mi sembra che questo Parlamento sia pervaso ormai da qualche giorno da un'epidemia di benaltrismo, perché ogni provvedimento che viene discusso in questo momento qui, alla Camera dei deputati, viene bollato come non adeguato allo spirito dei tempi e alla necessità di fronteggiare quello che noi fronteggiamo tutti i giorni, e cioè l'emergenza sanitaria e l'emergenza economica. Ma il Parlamento prosegue la sua attività e il Paese continua la sua attività, che riveste un'importanza altrettanto significativa rispetto a quelli che sono gli impegni che la classe politica non può abdicare. Noi abbiamo la piena consapevolezza che questo provvedimento non solo era urgente ma era necessario, rispetto ai guasti enormi realizzati dai decreti del Ministro Salvini; guasti che sono esattamente il racconto di quel fallimento che viene riproposto come se dipendesse da una legislazione fatta da noi. Parlate degli sbarchi? Gli sbarchi sono aumentati proprio in vigenza del precedente “decreto Sicurezza”. Parlate degli irregolari? Gli irregolari, e questa è stata davvero un'emergenza, sono aumentati in virtù, e anzi in peccato, se posso usare questa metafora, del decreto di Salvini che ha abolito la protezione umanitaria, aumentando in maniera esponenziale il numero di persone che irregolarmente soggiornano nel nostro territorio. Questo provvedimento interviene esattamente a sanare queste inefficienze e queste ingiustizie. Si tratta perciò di un provvedimento la cui urgenza era a nostro giudizio, a dir la verità, anche più stringente della tempistica con la quale si è realizzato, ma nello stesso tempo necessario, perché abbiamo da affrontare una stagione lunga. Peraltro nel benaltrismo che vi ha contraddistinto, cari colleghi dell'opposizione, avete anche introdotto elementi che hanno perturbato la tranquillità e anche la sicurezza della comunicazione pubblica, per esempio in relazione alla diffusione del contagio da parte degli irregolari (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Sapete benissimo, perché oggi non ne parlate più, perché avete probabilmente pudore nel parlarne, che quando lo utilizzavate come argomento retorico dicevate che nello stesso tempo non c'era una minaccia incipiente del COVID-19; e invece oggi, quando questa diffusione è ormai conclamata e necessita anche di misure di contenimento, anche diverse magari da quelle che sono previste dall'attuale DPCM, ma misure di contenimento e di precauzione, oggi voi non tirate più fuori questo argomento perché sapevate che ieri come oggi non era adeguato. E poi lasciatemi dire una cosa: i vostri decreti-legge erano scritti con i piedi! Nell'articolo 7 abbiamo dovuto modificare una dizione relativa a un generico pubblico ufficiale, che non era semplicemente un poliziotto, ma poteva essere anche un insegnante. E poi, se noi vogliamo parlare davvero di sicurezza, parliamo di quello che è introdotto qui dentro: perché non le avete adottate voi le misure di contrasto alla diffusione e allo smercio di telefonini all'interno delle strutture carcerarie? Si tratta, questa sì, di una politica di sicurezza, e noi abbiamo in piena coscienza definito questo come un elemento prioritario per il nostro Paese. La vostra opposizione mi sembra ormai sterile su questo punto, certamente non dignitosa rispetto ad una situazione che nel Paese si sta aggravando (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Onorevole Ceccanti, prego.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, vorrei anzitutto sottolineare che non c'è solo benaltrismo nelle posizioni dell'opposizione, come ha giustamente detto il collega Migliore.

Voi vi lamentate perché dibattiamo troppo di omotransfobia, ma voi avete presentato 700 emendamenti e noi 7! Voi vi lamentate che stamattina discutiamo in sicurezza, ma ne discutiamo perché voi avete presentato tre pregiudiziali, e noi nessuna! Costruite delle trappole in cui cadete voi stessi. È poi curioso che si presentino pregiudiziali su decreti che nascono per superare problemi di costituzionalità dei decreti precedenti fatti da Salvini, problemi fatti valere da entrambi gli organi di garanzia. Avete chiesto cosa c'è fuori di qui: fuori di qui ci sono gli organi di garanzia. Ricordiamo, anzitutto, cosa accadde sul “decreto Sicurezza bis”: una promulgazione con riserva del Presidente Mattarella, con una puntuale lettera dell'8 agosto 2019; una riserva non solo su due aspetti specifici ma che attraverso di essi ha richiamato anche - e sono parole del Presidente - il principio generale della necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti, che nel testo mancava, e altresì, richiamava quella promulgazione con riserva, la necessaria conformità alla normativa internazionale, a partire dalla Convenzione di Montego Bay. Una promulgazione con riserva non è uno scherzo, non è un predicozzo: è una dura censura che per senso di responsabilità, non essendo possibile un rinvio parziale, vuole evitare la decadenza ab origine di un'intera normativa.

Poi è venuta anche la sentenza della Corte costituzionale sull'irragionevolezza della norma relativa alla preclusione dell'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo. Anche lì il punto non è solo la singola censura, ma l'insieme delle motivazioni che colpivano la filosofia di fondo dell'intervento normativo. Quando la Corte dice testualmente, nella sentenza n. 186 del 2020, che “a dispetto del dichiarato obiettivo dell'intervento normativo di aumentare il livello di sicurezza pubblica, la norma in esame, impedendo l'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, finisce con il limitare la capacità di controllo e il monitoraggio dell'autorità pubblica sulla popolazione effettivamente residente sul territorio”, cosa ci sta dicendo? Ci sta dicendo che, in nome della sicurezza, quelle norme creavano più insicurezza! Non reggono, quindi, le pregiudiziali, perché a partire da queste importanti riserve e censure, sono innegabili sia la necessità e urgenza, sia un certo grado di omogeneità. La necessità e l'urgenza perché la gestione dell'immigrazione continua ad essere difficile, a partire dai contenziosi giurisdizionali e dalle situazioni di clandestinità create dal venir meno della protezione umanitaria; un certo grado ragionevole di omogeneità, perché già i decreti Salvini univano sotto il cappello della sicurezza norme sull'immigrazione e varie norme di ordine pubblico.

Per questo votiamo convintamente contro. Si torna alla normalità dopo la propaganda, quella che continua con le pregiudiziali: noi siamo per la normalità, voi continuate la propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Iezzi ed altri n. 1, Lollobrigida ed altri n. 2, Gelmini ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colgo l'occasione per invitare tutti i colleghi e tutte le colleghe a non venire più in Aula con i soprabiti, i cappotti e quant'altro, ma ad utilizzare il guardaroba per motivi che sono facilmente intuibili.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Invito nuovamente i colleghi a non entrare in Aula con soprabiti e cappotti, ma a lasciarli nel guardaroba, grazie.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Boldrini e Speranza; Zan ed altri; Scalfarotto ed altri; Perantoni ed altri; Bartolozzi: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere (A.C. 107-569-868-2171-2255-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 107-569-868-2171-2255-A: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato per ultimo respinto l'articolo premissivo Alessandro Pagano 01.06.

Passiamo all'articolo premissivo 01.0400 Costa, sul quale il relatore e il rappresentante del Governo hanno formulato un invito al ritiro. Il collega Costa chiede di intervenire. Prego, collega Costa.

ENRICO COSTA (MISTO). Grazie, Presidente. Io penso di voler sottoporre all'Aula un tema che secondo me è il tema centrale di questa legge.

Questa legge, per essere una legge che non venga approvata a colpi di maggioranza, ha bisogno di rendere compatibili due principi costituzionali: il diritto, principio costituzionale, ad esprimere la propria personalità - e su questo siamo assolutamente d'accordo, e devo dire anche nell'ambito della Commissione il nostro atteggiamento è stato molto costruttivo - e un principio liberale, ed è il principio liberale per il quale ciascuno può legittimamente esprimere le proprie opinioni. Non si tratta di un conflitto, e mi dispiace per i colleghi della Lega che in quest'Aula, in più circostanze, l'amico Pagano, il collega Borghi, hanno evidenziato come questi due principi non possono stare insieme.

PRESIDENTE. Onorevole Costa, lei purtroppo un minuto. Purtroppo… cioè, per Regolamento, non purtroppo.

ENRICO COSTA (MISTO). Presidente, lo spiego a lei, ma lei lo sa, quindi, diciamo, mi rivolgevo… questi principi…

PRESIDENTE. No, onorevole Costa, dicevo che lei aveva un minuto, nel senso che siamo già a un minuto e mezzo…

ENRICO COSTA (MISTO). Ma io non sono il primo del gruppo Misto?

PRESIDENTE. Il gruppo Misto ha un minuto, il suo tempo è questo.

ENRICO COSTA (MISTO). Io penso questo. Essendo il nucleo centrale della legge, questo emendamento, ed essendo un emendamento costruttivo, io chiederei al relatore, prima di arrivare poi a voti segreti, altre cose, eccetera, di accantonarlo, accantonare il tema, accantonare l'argomento, perché io penso che si possa arrivare, tra questo e il testo dell'articolo 3, ad una formulazione condivisa. Guardate, lo chiedo pur contestando…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Costa.

ENRICO COSTA (MISTO). …alcuni interventi che ci sono stati ieri, che non condivido affatto.

PRESIDENTE. Se il relatore riterrà di intervenire, lo dirà. Colleghi, io sono costretto a richiedere nuovamente - lo dico anche ai colleghi che si stanno abbracciando adesso in Aula - di mantenere le distanze di sicurezza, lo dico nell'interesse di tutti quanti noi. Quindi, pregherei veramente… non cito i colleghi interessati perché lo hanno capito da soli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei rivolgere un appello al relatore per un accantonamento di questo emendamento. Questo è un emendamento la cui paternità rivendico a Forza Italia, tant'è che nella richiesta di accantonamento aggiungo anche l'emendamento 3.430, a pagina 29, dell'onorevole Sisto, che solo per un fatto di collocazione all'interno della proposta di legge si trova sull'articolo 3, ma che ha il medesimo identico contenuto, perché ricordiamo che il parere della Commissione affari costituzionali è nato proprio su impulso e sulla base di un altro emendamento presentato dal nostro gruppo.

Lei sa, Presidente, che noi queste materie le affrontiamo in maniera laica, con spirito costruttivo e con spirito collaborativo nei confronti della maggioranza. Quindi, essendo questo uno dei temi che incidono sul carattere liberticida di questa proposta di legge, come ci è pervenuta in Aula, io inviterei la maggioranza ad un attimo di riflessione, ad un accantonamento, al fine di una più avveduta espressione del parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Sono d'accordo sull'accantonamento proposto dai colleghi, perché l'intero tema della esclusione di una illiceità e punibilità del fatto per questo tipo di fattispecie è un tema concreto. Sappiamo che questo argomento è uno dei nodi di questo progetto di legge, e cioè quello di consentire che non ci siano dubbi ed equivoci sul fatto che questa legge voglia introdurre dei reati d'opinione. Uno dei modi per limitare i danni e prevenire questo rischio è quello di spiegare, in modo chiaro, che ogni forma di libera manifestazione del pensiero che non configuri in sostanza dei reati, dei pericoli concreti, non possa essere perseguita, altrimenti si ritorna nel reato d'opinione e nel processo alle intenzioni.

Quindi, al di là di questo emendamento specifico - ce ne sono diversi anche presentati da Fratelli d'Italia sull'articolo 3 - condivido che l'argomento del reato d'opinione e l'argomento di formulare in modo chiaro che ogni comportamento e ogni libera manifestazione di pensiero o di opinioni non possa in alcun modo essere neanche indirettamente perseguita, è uno dei nodi di questa proposta di legge. Se non verrà risolto questo nodo, sarà evidente che è una legge bavaglio, che vuole processare e incarcerare chi ha delle opinioni diverse da quelle dei proponenti questa legge. Quindi, anch'io condivido l'appello all'accantonamento e soprattutto faccio un appello a tutta l'Aula a fare una riflessione molto approfondita su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, questo emendamento fa il paio con quello presentato dalla Lega poco prima e che, in verità, anche se non è esplicito come quello che abbiamo fatto e impostato noi, risulta però assolutamente condivisibile, nel senso che viene detto in maniera molto chiara ciò che non costituisce discriminazione, cioè il libero convincimento, l'effettivo ed equivoco fatto di opinione in quanto tale. Ora, vede, Presidente, il testo unico Zan individua, quindi, una fattispecie generale di reato di opinione basato sul presunto movente d'odio che è del tutto disancorato al fatto e per la quale un giudice viene chiamato a punire perché attribuisce all'accusato un pensiero, diciamo, cattivo. Quindi, si passa dal diritto penale del fatto, cari colleghi, al diritto penale che punisce la manifestazione di idee per correggere i cittadini che non la pensano così. E come lo si vuole correggere? Con pene che vanno da un anno a sei mesi, multe da 6 mila euro; addirittura poi, nel caso in cui fossero movimenti a portare avanti questa operazione di opinione, gli anni passano a quattro. E tutte queste non è che sono cose buttate così, per caso, Presidente, in maniera figurativa, si tratta di sanzioni che permettono di utilizzare strumenti di indagine come le intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, di imporre misure cautelari restrittive della libertà, fino al carcere. Ma siamo impazziti? Cioè, io parlo al telefono e dico che per me la famiglia tradizionale è l'unica che esiste, parlo col mio movimento che ritiene che la famiglia tradizionale in quanto tale deve essere tutelata e difesa, dichiaro di essere contrario all'utero in affitto, e mi si fa l'indagine telefonica perché gli strumenti sono questi e poi, alla fine, il reato di opinione diventa talmente grave e talmente perseguitato da imporre addirittura anche strumenti di controllo.

Insomma, signori, come si fa a non votare a favore di un emendamento come questo? Riteniamo che sia la coscienza di ciascuno di questi parlamentari che oggi viene solleticata. Non è possibile che esistano indirizzi di questo genere. Non è possibile che ci vogliano e vi vogliano rieducare ideologicamente. Siamo di fronte alle parole di Orwell, che parlava proprio di educazione sessuale, di rieducazione sessuale.

Ecco, perché riteniamo assolutamente normale che questo emendamento come minimo venga accantonato e sia oggetto di una discussione ampia e approfondita, che non può restare nell'ambito di questo “non parlare” da parte della maggioranza. Che significa che la maggioranza non parla? I dibattiti servono a questo, i dibattiti servono a confrontare le idee. Quante volte sono cambiate le opinioni nel corso di una seduta? Perché, evidentemente, il confronto dialettico produce una capacità anche di capire dove sono i punti di vista dell'altro. Ditemi, voi, voi del 5 Stelle, voi di Italia Viva, voi del Partito Democratico, al di fuori e al di sopra degli schemi ideologici che vi vogliono imporre, se questa non è una norma di buonsenso? Abbiamo il dovere di prenderla in esame.

Ma poi approvatevi la legge che volete. Presidente, che se la facciano pure, i numeri ce li hanno, però che sia chiaro che la discriminante deve essere chiara: dire, in maniera assolutamente certa, che non si traducono in effettive equivoche violenze, episodi di un certo tipo come quelli che potremmo anche immaginare, li abbiamo citati e li continuano a citare, mi sembra assolutamente il minimo! Speriamo veramente che quest'Aula faccia proprio tesoro del buonsenso e della ragionevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, prego.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie Presidente. Sì, l'emendamento è praticamente identico - l'emendamento Costa - a quello proposto dalla Lega, ed è frutto di buonsenso. Risolverebbe gran parte dei problemi che questa legge ha e avrà comunque in sede di vaglio di costituzionalità. Ho ricordato ieri la legge inglese, l'Order Act, l'Hate Speech Order Act del 1986, che diceva, in questa parte, ad evitare qualsiasi dubbio: discutere o criticare atteggiamenti o pratiche sessuali o l'invito alle persone a modificare certe condotte o pratiche non saranno considerate in se stesse minacciose o finalizzate ad istigare odio. Questo dice il Parlamento inglese già nell'86. Perché è tutto qui il problema. Allora chiedo davvero al relatore di fare un salto di qualità, di passare da attivista a statista, parliamone, rinviamo e parliamo di questa cosa che darebbe un altro profilo alla sua stessa legge e agli altri firmatari.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Foti, io devo insistere per il rispetto delle distanze di sicurezza. Devo insistere per il rispetto delle distanze di sicurezza. Colleghi, chiederei anche ai delegati d'Aula di collaborare in questa funzione, che non ha alcuna natura politica ma semplicemente di rispettare regole che ci siamo dati. Onorevole Bartolozzi!

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, prego, sull'ordine dei lavori.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, come le è noto, oggi era stata convocata per le ore 13,30 la Conferenza dei capigruppo. La Conferenza dei capigruppo è stata sconvocata e rinviata a domani alle ore 13,30. Altrettanto nota, soprattutto al Presidente Fico, era la richiesta che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato perché il Presidente Conte venga in quest'Aula a rendere comunicazioni e non un'informativa per quanto riguarda la questione sanitaria in atto nel Paese, i provvedimenti da assumere, gli indirizzi che il Parlamento deve dare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo chiesto chiaramente che vi fosse un pronunciamento al riguardo. Il pronunciamento che è stato dato è il rinvio a dopo la prevista venuta in quest'Aula del Presidente Conte, ovviamente volendo bypassare la nostra richiesta e consentire quindi solo un'informativa al Presidente Conte che, come è noto, si concluderà senza voto alcuno. Sotto questo profilo sono del tutto inutili i pelosi appelli all'unità del Paese se persino un gruppo parlamentare, che qui già rappresenta qualcosa, ma fuori di qui rappresenta molto, molto, molto di più, non ha il diritto di essere quanto meno ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È una cosa indecente che sta facendo il Presidente Fico, che è arbitro e non giocatore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché, se vuol scendere in campo, scenda da quello scranno, si metta sui nostri scranni e dopodiché ci confrontiamo! Noi le rinnoviamo, signor Presidente, la formale richiesta di una immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo perché non ci stiamo a vedere il Parlamento utilizzato in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Immagino sullo stesso argomento, l'onorevole Lupi. Prego, onorevole Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, grazie Presidente. Io credo che la richiesta fatta, non solo per le vie informali ma, adesso, per le vie formali, da parte dell'onorevole Foti, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, interessi non solo il gruppo di Fratelli d'Italia, non solo l'opposizione ma, credo, tutta l'Aula. Anche perché questo Parlamento ha approvato una legge in cui prevede l'obbligatorietà da parte del Governo di venire a comunicare in Parlamento e di ricevere un voto da parte del Parlamento riguardo ai DPCM che poi dovrebbe adottare. Si è verificato, nell'ultima settimana, negli ultimi dieci giorni, che ben tre DPCM, per una questione di eccezionalità, non hanno visto un voto preventivo, un indirizzo preventivo del Parlamento ma hanno eventualmente visto una sola comunicazione successiva. È evidente, anche a seguito della situazione in cui ci troviamo e delle dichiarazioni continue a cui assistiamo - il consulente primo del Ministro della Salute, il giorno dopo che il Presidente del Consiglio annuncia un DPCM che limita alcune libertà, chiede formalmente che sia adottato un lockdown totale -, che la comunicazione o l'informativa del Presidente del Consiglio in Aula non può essere semplicemente un atto di cortesia nei confronti del Parlamento. A questo punto domani è necessario, nell'interesse di maggioranza e opposizione e di tutto il Paese, che ci sia un pronunciamento, così come previsto dalla legge, da parte del Parlamento riguardo alla questione di cui il Presidente del Consiglio domani ci informerà. La convocazione dei capigruppo, urgente oggi, va esattamente in quella direzione. Io capisco il Presidente Fico che non può prendere una decisione sua sponte. Lo potrebbe fare, perché il Regolamento glielo permette, ma credo che una convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo possa, nell'interesse dello stesso Esecutivo, portare ad un pronunciamento dell'intero Parlamento. In ogni caso, anche da parte nostra c'è una richiesta formale e credo che l'unica cosa che non ci si può permettere è la confusione, il non pronunciamento e il fatto che il Governo non possa, per l'ennesima volta, venire in quest'Aula e dire che l'urgenza gli ha impedito di sentirci preventivamente! Domani il Presidente del Consiglio è già programmato che venga prima alla Camera e poi al Senato: non credo che ci sia alcun problema, né da un punto di vista formale né da un punto di vista sostanziale, a chiedere che il Parlamento si pronunci, come previsto dalla legge, con un voto di indirizzo al Governo. Rafforza l'Esecutivo, rafforza il Parlamento e dà tranquillità all'intero Paese. Se c'è una cosa - viste anche le tensioni sociali a cui assistiamo - che non possiamo permetterci è la confusione e l'incertezza. Noi continuiamo a chiedere unità e responsabilità su questo tema, coinvolgimento. Non si comprende - e concludo Presidente - la ragione per cui, quale paura ha il Governo, quale paura ha il Presidente del Consiglio a chiedere che questa unità possa tradursi con un voto chiaro di indirizzo su temi così importanti e così delicati da parte del Parlamento, sia della Camera sia del Senato. Questa è la ragione per cui la invitiamo di farsi partecipe della richiesta, anche da parte nostra, di una convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, l'onorevole Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Sì, Presidente, perché anche noi ci associamo alle richieste testé fatte dal gruppo Fratelli d'Italia e dall'onorevole Lupi. È normale che l'opposizione chieda che il Presidente del Consiglio venga qui a discutere in Aula di quello che tutto il Paese sta discutendo. Noi ieri abbiamo approvato una mozione sull'indice di benessere, dovremmo discutere della legge sul florovivaismo. Sembriamo marziani, e gli italiani non capiscono perché il Parlamento non abbia la possibilità di discutere immediatamente di quello che interessa loro. Allora sarebbe utile che questo appello che l'opposizione rivolge fosse condiviso anche dai gruppi di maggioranza perché non è in gioco il ruolo dell'opposizione, è in gioco la dignità del Parlamento rispetto a quello che gli italiani chiedono che il Parlamento discuta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ecco, io vorrei che questo appello fosse condiviso dal gruppo del Movimento 5 Stelle e dal gruppo del Partito Democratico. Anche noi abbiamo trovato sconvolgente che la Conferenza dei capigruppo, che era già convocata per oggi, sia stata differita a domani dopo l'informativa del Presidente del Consiglio, proprio allo scopo di evitare che il Parlamento si esprimesse con un voto.

Quindi, chiediamo anche noi formalmente al Presidente Fico, che dovrebbe garantire la dignità e la possibilità di esercitare la nostra funzione in Parlamento, di anticipare la Conferenza dei presidenti di gruppo. Infatti, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, noi ribadiremo quello che formalmente stiamo chiedendo, che domani il Presidente del Consiglio venga, non per rendere solo un'informativa - che diventa, come dire, un altro spot che si fa utilizzando il Parlamento -, ma per rendere comunicazioni, al termine delle quali ci sia un'assunzione di responsabilità attraverso un voto da parte dei gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Mi rivolgo al Governo e alla maggioranza, per chiudere. Non chiedeteci collaborazione. Non chiedetecela più, se poi questa collaborazione voi non la offrite nemmeno nella possibilità di farci discutere e votare sulle cose (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non ce la chiedete, perché è una richiesta ipocrita. Noi ve la daremo, perché la daremo al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma solo se ci darete la possibilità di discutere, di confrontarci e di assumerci le nostre responsabilità attraverso un voto parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano, sempre sul tema. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, noi riteniamo che tutto quello che sta accadendo sia surreale. Ci sono questi DPCM che stanno limitando pesantemente le libertà economiche. Mi pare di potere dire che il Paese reale sia in una oggettiva difficoltà e qui il Paese legale, quello che in questo momento è rappresentativo di un intero contesto nazionale e, cioè, questo Parlamento si sta occupando di tutt'altro. Addirittura, si sta occupando di materie che vanno a limitare pesantemente le libertà individuali, che limitano il pensiero e la capacità concreta di potere dire che questo sia ancora un Paese libero. Mi pare di potere dire che, prima ancora che arrivi il Presidente del Consiglio a spiegare non si sa che cosa, riteniamo necessario e indispensabile anche noi allinearci a quello che è stato, mi pare, il pensiero comune di tutte le opinioni che si stanno sviluppando in questo momento in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Riferirò subito al Presidente della Camera, al Presidente Fico, la richiesta, assolutamente comprensibile, che i gruppi di opposizione hanno presentato e vi farò sapere nel più breve tempo possibile.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Proseguiamo con gli interventi invece programmati sull'emendamento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Prego.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Lo slittamento del dibattito sul tema della comunicazione del Presidente non fa altro che aggiungere positività al buon senso della proposta del collega Enrico Costa. Il diritto penale dovrebbe consigliare cautela, dovrebbe consigliare precisione normativa, soprattutto quando si tratta di toccare i diritti delle persone. Ecco, io credo che possiamo rivolgere un appello al Governo e alla sinistra, la sinistra che si è sempre giustamente qualificata per un diritto penale minimo, per la correttezza nell'interpretazione del diritto penale.

Io credo che sia legittimo e giusto chiedere un rinvio in Commissione di questo provvedimento, anche perché posso assicurare che, se questo rinvio dovesse esserci, ci saranno numeri di approvazione di questo provvedimento più ampi di quelli della maggioranza che lo propone.

Chiedo veramente che si possa fare attenzione a questo, perché il provvedimento che stiamo per prendere è un provvedimento importante, sul quale è necessario manovrare con cautela ed essere molto precisi nelle parole che si scrivono. Non c'è il clima giusto oggi, in questo momento, per approvare un disegno di legge così importante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Io volevo intervenire successivamente, sull'articolo 3, ma vedo che ormai l'argomento della discussione è esattamente quello e, quindi, intervengo ora e poi mi riservo di farlo anche successivamente.

Io voglio dire che noi siamo perfettamente consapevoli - lo siamo noi, come maggioranza, lo siamo noi, come Partito Democratico, lo è il relatore - del fatto che forse l'unico vero tema, l'unica vera questione critica che riguarda questa legge, che noi riteniamo opportuna e necessaria, è esattamente il tema della libertà di espressione. Infatti, siamo consapevoli che affrontiamo temi e argomenti, sui quali, nell'individuare delle fattispecie criminose, che incriminino istigazione alla discriminazione e alla violenza, non possiamo correre il rischio di censurare, insieme a queste fattispecie, anche la libera espressione di manifestazioni del pensiero, che devono essere assolutamente tutelate e garantite in uno Stato democratico. Infatti, si tratta di questioni che riguardano il sesso, l'identità di genere, la famiglia, i rapporti di filiazione, temi sui quali è legittimo avere opinioni diverse, senza che debbano essere criminalizzate, anche se magari non condivise. Quindi, questo è un punto molto delicato e molto critico. Ma noi l'abbiamo affrontato - l'ha affrontato il relatore - anzitutto immaginando una proposta di legge che escludeva dalla criminalizzazione la propaganda delle idee, perché noi abbiamo introdotto l'istigazione alla discriminazione e alla violenza e gli atti di discriminazione di violenza, senza includere la propaganda delle idee, che è contenuta nella legge Mancino, questo per evitare che ci fosse il rischio di incriminazione delle opinioni e delle idee. L'abbiamo tolta, fin dall'inizio: non c'è nella fattispecie e nella proposta di legge Zan. Lo abbiamo fatto anche consapevoli che c'è una giurisprudenza consolidata sulla legge Mancino - alla quale noi contribuiamo introducendo queste nuove fattispecie -, che dice esattamente che anche l'istigazione alla discriminazione non è tale se non c'è un pericolo concreto di discriminazione. Quindi, c'è già una giurisprudenza consolidata, che esclude in radice la possibilità che vengano punite solo le opinioni, perché occorre che l'istigazione alla discriminazione produca un rischio concreto, un pericolo concreto, per le fattispecie e per i beni protetti.

Ma non ci siamo accontentati di questo, perché, sulla scorta delle sollecitazioni che ci venivano dalle opposizioni, ma anche dall'interno della maggioranza - perché ci sono stati anche emendamenti all'interno della maggioranza che andavano in questa direzione -, abbiamo deciso di fare un passo in più. Abbiamo introdotto nel disegno di legge l'articolo 3, l'articolo 3 che esattamente dice che questa legge non può pregiudicare la libera espressione di convincimenti ed opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte. Abbiamo preso un emendamento che era stato proposto dall'opposizione, dal collega Costa, che ringrazio per averci aiutato a trovare questa soluzione. L'abbiamo fatto per rendere ancora più chiaro che non c'è alcuna intenzione, della maggioranza e di nessuno, di incriminare o punire la legittima espressione del pensiero e le legittime manifestazioni delle proprie idee, su nessuna delle questioni che sono oggetto di questa legge.

Non ci siamo accontentati ancora, perché, sulla scorta della opinione che è venuta dalla Commissione Affari costituzionali, abbiamo precisato ancora ulteriormente. Sarà oggetto di un emendamento che poi verrà discusso all'articolo 3, che è esattamente l'oggetto della discussione che stiamo facendo adesso, che preciserà ulteriormente che, comunque, non potranno mai essere oggetto di incriminazione le idee, se non quando producono un concreto pericolo per le fattispecie oggetto di tutela, cioè se non quando ci sarà un concreto pericolo di discriminazione. Quindi, noi introduciamo nella legge un criterio ermeneutico interpretativo, che eviterà che il giudice possa mai incriminare rappresentazioni di idee e di opinioni legittime.

Aggiungo e chiudo, Presidente, che deve essere chiaro che, nell'interpretazione delle leggi, contano molto anche i lavori preparatori e lavori parlamentari. Se noi diciamo, come noi stiamo dicendo da quando è iniziata la discussione di questa legge e come anche c'è scritto nella relazione introduttiva, che non ci sarà mai la punibilità, ai sensi di questa legge, delle opinioni e delle idee legittimamente espresse, io penso che questo tolga ogni dubbio e ogni ragionevole preoccupazione sul tema della libertà delle idee, ai sensi dell'articolo 21. Penso che abbiamo fatto un lavoro ottimo grazie al relatore Zan (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il relatore Zan e poi ho numerosi altri interventi. Prego.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Grazie, Presidente. Nonostante mantenga l'invito al ritiro per questo emendamento, essendo l'articolo 3 deputato alla discussione di questo tema, lo accantono, per riprenderlo poi, al momento della discussione dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Bene, quindi accantoniamo questo emendamento e passiamo ai successivi, in particolare gli identici emendamenti Turri 1.1, Varchi 1.2, Palmieri 1.3 e Rospi 1.4, che sono soppressivi. Ci sono richieste di intervento? Onorevole Palmieri, prego.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie Presidente Rosato, io mi rivolgo a lei direttamente, perché lei non solo nella sua qualità di Presidente, ma nella qualità di parlamentare d'Italia Viva, è il prototipo del deputato di maggioranza che è assolutamente convinto di stare facendo una cosa buona e giusta e quindi, come ricordava prima il collega Pagano, siccome l'Aula è il luogo nel quale ci si può confrontare e ci si deve confrontare, soprattutto su materie come questa, io mi rivolgo a lei, Presidente Rosato, perché tramite lei spero che anche le colleghe e i colleghi della maggioranza possano avere qualche elemento su cui riflettere, in merito alle conseguenze che questo testo, se verrà approvato così come è uscito dalla Commissione, porterà. Ci sono due conseguenze fondamentali, a mio avviso, che porgo alla vostra attenzione; la prima: voi state creando un cittadino iper tutelato sulla base delle sue preferenze sessuali, cioè create una nuova forma, un nuovo tipo di cittadino. La seconda questione - e secondo me è la più rilevante - è questa: attraverso questo testo, ripeto, Presidente Rosato, se non verrà modificato, voi di fatto introducete da un lato, nella prima parte della norma, la polizia del pensiero e dall'altro lato, nella seconda parte della norma, la pulizia del pensiero. Cerco di spiegarmi; prima parte: polizia del pensiero; il peccato originale di questa norma è il fatto che si aggancia all'articolo 604-bis del codice penale. L'articolo 604-bis del codice penale, come sapete, elenca un catalogo di crimini e comprende quelli che possiamo chiamare delitti di opinione, propaganda di idee, atti di discriminazione, istigazione a delinquere. Vedete, io ho sentito il collega Bazoli, poco fa, nel suo intervento e non ho dubbi sulla buona fede del collega Bazoli, del Presidente Rosato, della stragrande maggioranza, oserei dire di tutti quanti i colleghi della maggioranza, però resta un punto ineludibile: voi state caricando un'arma che mettete nelle mani sbagliate. Il problema non siete voi, non è la vostra interpretazione della norma, non è lo spirito con il quale voi mettete capo a questa legge, su questo nulla quaestio. Questo luogo, il Parlamento, è il luogo del dibattito delle idee e dei convincimenti. La questione è che voi mettete un'arma nelle mani di chi, fuori di qui, la userà per intimidire coloro i quali la pensano diversamente su questi punti, questo è il problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E dite: ci sarà un magistrato che giudicherà; ma la questione non è il magistrato, che poi non sappiamo come potrà valutare, la questione è che se un singolo cittadino, una piccola associazione, si vede portato a processo, si trova a dover sopportare già esso stesso una pena per il solo fatto di essere inquisito e indagato, lui e i suoi familiari. Questo è il punto dirimente, il primo punto che riguarda il tema della polizia del pensiero. Mi avvio a concludere.

Secondo punto: la pulizia del pensiero. Non contenti di questo, perché la seconda parte della norma è rivelatoria, rivela le vere intenzioni di alcuni dei proponenti, non contenti della polizia del pensiero, con la seconda parte della legge, in particolare gli articoli 6 e 7, voi volete introdurre la pulizia del pensiero. Che cos'è la giornata dedicata all'omofobia, transfobia, eccetera, eccetera, nelle scuole, se non un elemento di pulizia del pensiero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Che cos'è l'articolo 7, la predisposizione di un piano triennale per intervenire – udite, udite - nei luoghi di lavoro, nei mezzi di comunicazione, nella scuola a ogni livello, se non un'azione per riprogrammare una pulizia del pensiero? Ecco, mi avvio a chiudere su questo punto, ricordandovi che l'educazione è una cosa ben diversa dall'indottrinamento: l'educazione è fatta di cura, attenzione, pazienza, ascolto, vicinanza, tempo, non è fatta di forzature, non è fatta di forzature che inducono reazioni di segno opposto e contrario, non è fatta di neolingua, non è fatta di costruzioni così arbitrarie e astruse che non tengono conto della realtà come essa è. Per questo - e chiudo, Presidente Rosato, ringraziandola per l'attenzione e convinto di aver toccato quantomeno la sua coscienza e la sua mente -, rinviando ai successivi emendamenti, invito i colleghi a votare favorevolmente a questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Maschio, prego.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente, l'articolo 604-bis del codice penale è il cuore di questa proposta di legge. È un articolo che deriva dalle leggi Reale e Mancino e si è trasferito poi nel codice penale, che di fatto incrimina i cosiddetti reati d'opinione, cioè è uno di quei rari casi in cui il nostro legislatore ha anticipato la tutela penale, realizzando un difficilissimo bilanciamento rispetto alla libera espressione del pensiero tutelata dall'articolo 21 della Costituzione. Ebbene, la scelta di collocare le espressioni ritenute omotransfobiche nell'articolo 604 realizza una forzatura di questo sistema, che era già molto delicato e apre il fronte alla introduzione molto pericolosa dei reati di opinione, anche perché le nozioni di identità di genere, orientamento sessuale, eccetera, come abbiamo già evidenziato, sono molto incerte ed aleatorie e neanche l'emendamento Annibali di ieri ha minimamente risolto il problema, anzi lo ha complicato e quindi si consegna nelle mani del giudice un'ampia discrezionalità nel considerare determinate affermazioni come omofobe e nell'applicare le pene pesantissime che prevede l'articolo 604, che era stato costruito su forme e comportamenti ben diversi, cioè quelli legati al razzismo, alla discriminazione razziale, che ha una codificazione molto più precisa, anche se non sempre pacifica, nella giurisprudenza.

Il cuore di questa proposta di legge è questo articolo e il successivo articolo 604-ter, che di fatto aprono il fronte all'introduzione di reati di opinione. Non basta che i lavori parlamentari, con le dichiarazioni della maggioranza, cerchino di rassicurare che non sarà così, perché in realtà poi sarà il giudice che applica la norma ad aprire il fronte all'introduzione di reati di opinione. La soluzione che noi proponiamo è la più semplice, la più radicale, cioè l'emendamento soppressivo dell'articolo 1; ciò non preclude che si affermi il principio di libera scelta dei cittadini della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale, ma impedisce che si apra, a chi ha opinioni diverse, per il solo fatto di esprimerle in un modo che un giudice potrebbe ritenere, in maniera molto discrezionale, discriminatorie, il fronte di pene pesantissime e quindi, di fatto, l'introduzione di reati di opinione e un bavaglio ai cittadini e a chi la pensa diversamente da chi sta proponendo questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Cirielli. Onorevole Potenti, prego.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio Presidente, vorrei rifarmi alle parole che poco fa l'onorevole Bazoli ha pronunciato rispetto ad un suo convincimento, che spero sia condiviso non solo dal gruppo del PD, ma anche da quello del MoVimento 5 Stelle e dagli altri componenti della maggioranza. Mi si dice di condividere uno dei principi base del diritto penale, ovverosia quello che postula che, alla base di un qualunque reato, vi sia un fatto offensivo nei riguardi di un bene sociale, che è oggetto appunto di esperienza concreta, ossia che si può effettivamente misurare e in qualche modo valutare.

Allora dico, senza andare in discussioni molto cavillose, che entrano in argomenti ampiamente sensibili, su cui si sviluppano le diverse sensibilità delle nostre stesse realtà politiche: cerchiamo di prendere esempio, visto che il sistema tedesco piace tanto almeno in Europa in questo momento, è un po' il sistema che va di moda. Ieri onorevoli auditi - non perché sono nostri colleghi, ma perché li consideriamo effettivamente dei grandi esperti della materia penale -, ci dicevano: anche nella paventata riforma del codice di procedura penale stiamo prendendo ad esempio il sistema tedesco. Che cosa dice il sistema tedesco in riferimento a questo tipo di reati? Prendiamo il paragrafo 130, che può essere ampiamente sovrapposto al nostro 604-bis. Questo afferma che: “chiunque, in maniera idonea a causare un disordine per la pubblica pace, incita all'odio (…)” eccetera, eccetera; la definizione di “idoneità” crea un discrimine fondamentale nella norma perché la nostra dizione, di cui all'articolo 604-bis è totalmente disancorata dal fatto - lo diceva poc'anzi anche il collega di Fratelli d'Italia -, è una norma ai limiti della costituzionalità, eredità chiaramente, anche quella, di una visione politica che già - si rammentava - deriva dalla sensibilità insomma dell'allora collega Mancino, che poi è stata trasposta in una norma scritta male, ma questa norma è totalmente estranea al sistema penale italiano, talché, già nel 1974, la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità del reato di istigazione all'odio tra classi, di cui all'articolo 415 del codice penale, nella parte in cui non specificava che tale istigazione doveva essere attuata in modo pericoloso per la pubblica tranquillità. Il discrimine di tutto è questo: a noi non interessa se a casa di qualcuno è uso vestirsi di rosa, di blu, andare in coppia, andare singoli o andare in tre, a noi interessa il mantenimento di principi cardine del nostro ordinamento penale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, con questo emendamento si vuole la soppressione dell'intero articolo 1 e in realtà è questa la nostra posizione. La discussione che abbiamo fatto prima rispetto al cercare di limitare o di escludere quali fossero gli atti che potessero appunto non essere riconducibili a questo reato è solo il male minore, perché, per quanto ci riguarda, questa norma che si vuole introdurre è sbagliata alla radice. Innanzitutto, perché abbiamo detto che non c'è un'emergenza che ci deve spingere ad approvarla, non c'è un fenomeno di discriminazione o di istigazione rispetto all'orientamento sessuale o di genere, evidentemente non nascondiamo che ci possono essere dei casi, ma non è certo un fenomeno, e neppure c'è una lacuna all'interno del nostro ordinamento: quegli episodi, in relazione ai quali molti esempi si son fatti, vengono comunque puniti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, intervengo sempre a titolo personale perché ritengo che ancora qualcosa vada detto. Vede, collega Palmieri, non si creano cittadini iperprotetti con questa legge, perché l'intervento normativo che stiamo cercando di portare avanti interviene proprio in un titolo che tutela le disuguaglianze, quindi questa legge è una declinazione, un'attuazione pratica, di quello che è l'articolo 3 della Costituzione: crimini d'odio, che - ricordo - presuppongono, da una parte, una fattispecie penale e, dall'altra, un movente discriminatorio, quindi non si tratta di creare cittadini di serie A contro cittadini serie B, ma si tratta di dare pieno riconoscimento, piena garanzia e piena tutela anche a quei soggetti che nel nostro ordinamento purtroppo tale tutela non ricevono. Presidente - e concludo -, non basta dire che il nostro sistema già contempla una previsione penale: ieri ho sentito citare l'articolo 61, in materia di aggravanti, o l'articolo 200, in materia di misure di sicurezza: chi è pratico di diritto sa che le aggravanti vanno in bilanciamento, quindi una cosa è prevedere fattispecie autonome, altra cosa è prevedere un delitto aggravato, quindi non si tratta di una tutela rafforzata, si tratta di concedere a tutti gli stessi diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, in realtà, abbiamo apprezzato anche l'onestà intellettuale del collega Bazoli, che ha poc'anzi riferito le preoccupazioni inerenti all'effettiva declinazione che si può dare del concetto di discriminazione, ma proprio la sussistenza di questa aleatorietà del concetto rende difficile la realizzazione di un catalogo giuridico dentro cui racchiudere questa stessa definizione. E, quando egli dice che l'intervento, che ha poi portato all'accantonamento - ma noi riteniamo che sia necessario un emendamento soppressivo - potrebbe portare a escludere qualsiasi forma di incriminazione, in realtà anticipa con un esercizio d'ottimismo il rischio che comunque qualche giudice o qualche PM non condivida questa impostazione, che non significa che, all'esito del giudizio, vi sia una condanna, ma significa che il giudizio viene approntato. E proprio per rendere evidentemente scevro da questo rischio il testo di legge, secondo noi, non rimane altro che sopprimere questo stesso articolo perché, diversamente da quello che è stato fatto dal collega Annibali ieri, l'introduzione nel catalogo anche di quella definizione aggraverebbe ulteriormente il quadro entro cui ci muoviamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, come detto ieri, ma continuo a dirlo anche per questo emendamento soppressivo presentato dal collega Maschio, io ritengo veramente che noi dovremmo fare un pensiero, un pensiero contro quella che tutti ci rassicurano non essere una “legge bavaglio”, con cui non si tocca la libertà d'opinione. Ma che credibilità si ha e si può avere verso chi ci ha dato ampie rassicurazioni su tanti altri argomenti e ha fatto tante promesse che non sono state mai mantenute, come quella dei confronti prima di ogni DPCM - cosa che è stata scavalcata e vediamo sempre conferenze stampa - e tante rassicurazioni sul coinvolgimento dell'opposizione, ma non è mai stato così? Ebbene, chi ha promesso tanto, non ha mai garantito e continua a ignorare quello che sta succedendo fuori da questo palazzo e sono orgoglioso che anche oggi Cagliari sia bloccata dai titolari delle palestre e dei ristoranti, che stanno protestando contro la maggioranza e un Governo che è veramente liberticida (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, anch'io mi unisco, a titolo personale, al supporto a questo emendamento soppressivo, sia per motivi di carattere più organico, nel senso che è chiaro - come ha ben detto il collega Maschio - che qui si interviene su un articolo del codice penale che già di per sé è un articolo delicato dal punto di vista dell'interpretazione costituzionale e si inserisce un ulteriore vulnus rispetto - scusate il gioco di parole - al rispetto del dettato costituzionale stesso, e in più anche per una questione ulteriormente giuridica, perché evidentemente poi complichiamo di molto il lavoro di chi dovrà - e mi riferisco alla polizia giudiziaria e alla magistratura - indagare su eventuali fattispecie di reato, perché vorrei chiedere a coloro che ci propongono questo testo, alla fine poi quanti processi veramente sono istruiti, quante condanne ci sono, quante effettivamente sono le vere violazioni che ci sono state precedentemente con l'articolo 604 e quanto ancora più difficile potrebbe essere poi andare con oggettività con queste modificazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, io condivido questo emendamento soprattutto per un ragionamento giuridico molto semplice: penso che non ci sia bisogno di una norma specifica che appesantisca ulteriormente il nostro codice e quindi tutto il sistema legislativo. Già è stato detto: in questo caso non esiste un vuoto normativo, non era assolutamente giusto creare una nuova fattispecie di reato, non era assolutamente necessario. Quindi, insisto su questo punto, perché questo punto è la base, è la filosofia che regge l'avversione a questo provvedimento ed è molto semplice ed è molto facile confutarla, prendendo proprio spunto anche dalle attività giudiziarie della magistratura, che, quando si è trovata davanti a fattispecie di questo tipo, è sicuramente riuscita a condannare il reo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per rimarcare quanto già correttamente detto dai colleghi di Fratelli d'Italia e dagli altri colleghi che mi hanno preceduta, perché, vede, le norme devono essere colmate lì dove ci sia effettivamente un vuoto, dove ci sia l'impossibilità di tutelare un diritto nelle apposite sedi giurisdizionali e, invece, in questo caso, il vuoto normativo non c'è. E, quindi, parliamo di una norma, dell'introduzione di una norma che, di fatto, non è assolutamente necessaria non solo per tutelare, in questo caso, reati specifici, ma perché la nostra Costituzione, il nostro ordinamento, il nostro codice penale ha già dentro di sé la tutela di quei diritti e la garanzia per l'esercizio degli stessi diritti. Per cui, necessariamente, bisogna rivedere e rivalutare alla luce dell'emendamento soppressivo presentato da Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento soppressivo nasce dall'esigenza, ancora una volta, di sottolineare in quest'Aula che state configurando un reato di pericolo astratto e, quindi, lambite, se non sconfinate decisamente nel reato di opinione. E allora, noi riteniamo che in Italia non ci sia la necessità di riprogrammare culturalmente gli italiani: siamo assolutamente convinti che gli italiani abbiano tutto il diritto di esprimere, per esempio, cosa è per loro famiglia e cosa non è, e non sarà mai, famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), abbiano tutto il diritto, per esempio, di ritenere pratiche ignobili, immorali e immonde quelle dell'utero in affitto a vantaggio del capriccio di qualche ricco omosessuale che espropria la donna financo del suo più intimo frutto e, in virtù di questi motivi, riteniamo che nessuno possa essere condannato dalla psico-polizia che volete mettere in campo per condannare reati di opinioni, boldrinizzare gli italiani contro la loro volontà e contro la loro libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io a titolo personale, per sostenere la richiesta di soppressione di questo provvedimento, perché è l'unica soluzione ragionevole, in un provvedimento che di ragionevole ha molto poco. Ha molto poco di ragionevole non per l'obiettivo che mira a tutelare, cioè quello della sensibilità sessuale di ciascuno di noi, ma perché per farlo lo fa con uno strumento totalmente sbagliato, cioè quello di costruire un archetipo giuridico-culturale per cui ogni opinione espressa in dissenso di quella che è la sensibilità che ognuno si sente di essere diventa un reato penale e, quindi, un reato di opinione, quindi una aberrazione giuridica…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). …di quello - termino, Presidente - che si vorrebbe, invece, fare. Concludo, Presidente, rinnovando…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, a noi pare che in questo momento - e già l'ho detto ieri - vi siano altri temi da affrontare che meriterebbero l'attenzione di questo Parlamento. Mentre le piazze si infiammano, mentre la diffusione del virus non rallenta, noi ci stiamo occupando di un tema che per un anno è rimasto nei cassetti della Camera e non è mai stato affrontato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non possiamo continuare su questa strada, stiamo dando un pessimo segnale agli italiani del nostro comportamento o, meglio, del vostro comportamento, perché, se fosse per noi, questo argomento non sarebbe mai stato trattato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Mi riallaccio a quello che ha già riferito il mio capogruppo per sostenere questo emendamento soppressivo, perché riteniamo fondamentalmente che inserire il concetto di omotransfobia all'interno di un articolo, che appunto è l'articolo 604-bis del codice penale, che era nato per, in qualche maniera, contrastare atti di tutt'altro genere, che sono, appunto, gli atti di razzismo e le discriminazioni razziali, assolutamente non sia corretto, prima ancora di entrare nel merito, a livello di logicità e a livello, appunto, di inserimento all'interno del nostro codice penale di una fattispecie totalmente diversa rispetto a quella che è stata la ratio del legislatore al momento della costituzione, appunto, e della creazione dell'articolo 604-bis del codice penale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Dichiaro aperta la votazione... No? Allora sospendo la votazione. Il voto è palese.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1.Turri, 1.2 Varchi, 1.3 Palmieri e 1.4 Rospi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.8 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà. E allora non alzi lei la mano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Una breve nota anche alla luce di quello che si è già detto. La ragione sistematica di questo emendamento fa il paio con la sua ragione ideologica, o teleologica anzi, cioè di riportare la punizione di fatti all'interno del codice penale e non in leggi speciali che, in questo particolare caso, mal si attagliano alla realtà.

Allora, per far capire meglio ancora il concetto (All'ingresso in Aula della deputata Gelmini applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) si dice che una legge ha bisogno di una necessità. Le norme attuali, proprio modificando questo articolo, aggiungendo alla fattispecie che è oggetto della legge, oggetto di esame, si potrebbe arrivare ad una pena per fatti di ben 16 anni di carcere. Perché, ad esempio, riferendoci al caso di quel povero ragazzo cui è stata rotta la mandibola, una lesione gravissima come quella comporta una pena edittale massima di 12 anni; con l'aggravante dell'articolo 61 del codice penale, cioè dei motivi futili e abietti, si arriva a 16 anni di pena massima teorica; con le riduzioni anche del rito e di un terzo, si arriva sempre a 12 anni, che non mi pare poco. Ora, la “legge Zan” prevede come pena massima quattro anni, quindi siamo in un range di gran lunga più basso. Questo per dire che cosa? Che se noi chiediamo al giudice di essere più severo, introducendo all'articolo 61 del codice penale, primo comma, anche questa aggravante, noi diamo un invito alla magistratura a punire con particolare severità fatti gravi. Ma fatti, non idee, questo è il problema di fondo. E, quindi, con questo spostamento sistematico, noi avremmo anche una maggiore razionalità.

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, un gesto…

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Mi scusi. Il cittadino sa che, se compie quel gesto, viene punito per il fatto delle lesioni gravissime in questo caso, aggravato in modo molto pesante. Poi, la collega Bartolozzi faceva riferimento al fatto che, poi, le pene non vengono applicate: ho capito, ma se poi i magistrati, anziché partire da 12 anni per un fatto gravissimo, perché rompe la mandibola a uno perché va in mano con l'innamorato, è un fatto gravissimo, se poi i magistrati partono dal minimo della pena, è chiaro che andiamo a pene irrisorie. C'è poi il discorso…

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, sostituisca la sua mascherina con una che funzioni.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Ha ragione, Presidente, mi sfugge; scivola. Poi c'è il problema generale della non bilanciabilità delle aggravanti, cioè in questo tipo di reato, così come è configurato, le aggravanti non si possono bilanciare con le attenuanti e non si capisce il perché. Per quale motivo se compio un altro reato posso portare a mia discolpa delle attenuanti e in questo specifico reato no? È una scelta politica, anzi ideologica, anzi di manifesto ideologico di un certo orientamento di certe associazioni LGBT, che non ha giustificazione sistematica né logica. Quindi, chiedo di votare a favore su questo emendamento, evidentemente perché semplificherebbe il quadro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo favorevoli all'approvazione di questo emendamento, anche in risposta a chi sostiene che la proposta di legge Zan serva a colmare una lacuna normativa in base alla quale non sarebbero tutelati coloro che subiscono un'offesa per avere un orientamento sessuale particolare. Non è così, perché già oggi il sistema, con numerosi articoli del codice penale che sono stati più volte evidenziati, tutela senza alcun dubbio anche chi subisce delle offese e dei reati in ragione del proprio orientamento sessuale. In particolare, non vi è alcun dubbio, anche per giurisprudenza, che rientri tra i motivi abietti e futili anche la motivazione di una discriminazione sessuale e, quindi, la collocazione all'interno dell'articolo 61. Quindi, questa proposta, questo emendamento, che va a riportare l'intero articolo 604 nell'alveo dell'articolo 61, è condivisibile, è di buonsenso e ricolloca in quella che dovrebbe essere la sede più opportuna la tutela penale non solo di chi ha un orientamento sessuale omo o trans, ma di tutti i cittadini, che vanno considerati alla pari di fronte alla legge, di fronte a comportamenti che sono inaccettabili e che il nostro ordinamento penale già adeguatamente punisce. Quindi, è condivisibile questo emendamento, che risolverebbe alla radice il problema dei reati di opinione, che viene surrettiziamente introdotto con l'articolo 604.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, grazie. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Signor Presidente, colleghi, la volontà espressa - a titolo personale, ovviamente - da parte del relatore e del Governo di parere contrario su questo emendamento conferma che non c'è alcuna volontà di migliorare il nostro codice penale, ma semplicemente di fare una norma manifesto. È stato già detto che tante norme e, attualmente, tanti reati puniscono comportamenti violenti e che l'articolo 61 copre ciò, ma si poteva fare molto più semplicemente una circostanza aggravante che copre tutti i casi di discriminazione previsti dall'articolo 3 della Costituzione (magari proprio una circostanza aggravante ad effetto speciale con un aumento anche del triplo o del quadruplo delle pene dei reati commessi) e si sarebbe risolto anche un problema di carattere giuridico grave; invece si vuole introdurre il concetto dell'omosessualità, dell'orientamento sessuale nel codice penale e questa è l'unica cosa che interessa a questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sarò telegrafica. Sempre a titolo personale, voterò contro l'emendamento perché fa entrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta. Lei introduce - il collega, il gruppo che ha rappresentato - il movente discriminatorio per i delitti non colposi. Quindi, se passa questo emendamento anche una diffamazione fondata su motivi legati all'orientamento sessuale potrebbe essere punita con l'aggravante, cosa che non è con la fattispecie che noi introduciamo adesso.

Poi, Presidente, voterò “no” anche perché va a toccare e a incidere profondamente sulla legge Reale-Mancino, facendo diventare quello che è reato autonomo aggravante e poi perché - mi dispiace dirlo al collega Paolini, con il quale lavoriamo sempre in Commissione - non è un problema di determinazione del quantum della pena applicare l'aggravante o prevedere l'aggravante o meno; infatti, se dovessi seguire il suo ragionamento, non avrebbe avuto senso introdurre - Presidente, concludo - la legge contro il bullismo e contro il femminicidio, ma le avremmo potute prevedere come aggravanti a reati, diciamo, già statuiti.

Non l'abbiamo fatto perché abbiamo ritenuto che ci fosse un'esigenza anche di altro genere, anche educativa, anche formativa, ed è lo stesso intento che anima la proposta di legge all'esame.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale

Sospendiamo la votazione.

Colleghi, bisogna alzare la mano (Commenti)! Allora, non c'era un elenco per tutti gli emendamenti: ditemi che c'è un elenco per tutti gli emendamenti e il sottoscritto sa che voi volete intervenire su tutti gli emendamenti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà. Visto che sapete anche l'ordine, preparatevi, perché lo avete preparato voi l'ordine. Prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Rimane, secondo me, un tema - mi perdoni - in ordine al fatto che chi viene da fuori rischia di venir meno alle regole di distanziamento. Quindi, in questo senso, sommessamente, mi permetto di rappresentare che i trespoli che erano lì avevano una loro logicità…

PRESIDENTE. Lei ha assolutamente ragione. Pregherei i collaboratori parlamentari di rimettere il microfono al centro dell'Aula.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si inserisce, in realtà, nel contesto di una serie di criticità che noi abbiamo rilevato e che inevitabilmente portano a una disamina di contrarietà. Non è facile migliorare questo testo perché è un testo in larga parte inaccettabile e che presenta anche degli elementi che rischiano di renderlo da inutile a dannoso e in questo momento siamo profondamente nell'alveo della dannosità. Con questo emendamento, tuttavia, si può provare a correggere e, ancora una volta, a superare l'incertezza che lo caratterizza, con degli elementi che, a nostro modo di vedere, rischiano altrimenti di essere restituiti esclusivamente alla disponibilità dell'autorità giudiziale, con tutto ciò che ne comporta sul profilo dell'effettiva delimitazione del provvedimento stesso.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bignami. Per rispondere anche alla sua sollecitazione, appena possibile verranno rimessi i microfoni; li stanno predisponendo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Mi scuso per prima se ho comunicato, in maniera forse irrispettosa, il problema della segnalazione degli interventi, ma ci tenevo e ci tengo sempre a lasciare traccia, anche in questo momento, per continuare a ripetere che stiamo affrontando - e voterò questo emendamento soppressivo e tutti quelli che saranno presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia e dall'opposizione - un falso problema, soprattutto in un momento storico particolare dove qui sembra quasi che siamo distaccati da quello che succede nel mondo esterno. Oggi l'unica discriminazione vera che c'è ed è in atto è quella verso una categoria di italiani che sta soffrendo, che è nelle piazze e che, da Nord a Sud, sta manifestando contro il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Businarolo, ma ha cambiato idea.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Vede, io sono favorevole su questo emendamento, perché ritengo che colga lo spirito anche con il quale bisogna lavorare in quest'Aula. Io credo che se noi abbiamo a cuore lo scopo per cui ci siamo - o, meglio, i commissari, in questo caso, della Commissione giustizia - impegnati in questi mesi, cioè quello di evitare discriminazioni, persecuzioni e quanto di più brutto possa esserci verso alcune categorie del nostro vivere civile, questo emendamento chiarisca giuridicamente, anche nella costruzione giuridica di una fattispecie di reato, come si possa arrivare alla penalizzazione delle fattispecie di reato. Invece, sembra che nella predisposizione della proposta di legge che noi oggi stiamo cercando di migliorare ci sia la volontà esclusiva di fare della propaganda politica pura e non di andare a migliorare l'ordinamento giuridico della nostra nazione, in modo tale che possa, appunto, tutelare queste persone. Quindi, io credo che racchiudere in modo molto più semplice ma allo stesso tempo più efficace queste fattispecie di aggravanti dia anche una valutazione più universale in merito à dove possano essere poi applicate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata oggi alle 13,30 presso la Sala della Regina, come è stato richiesto dai gruppi di opposizione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, anche questo emendamento è condivisibile, innanzitutto perché risponde a regole di buonsenso, ma anche e soprattutto perché non c'è alcuna lacuna normativa da mutare nella fattispecie: abbiamo gli articoli previsti dal codice penale sul tema, che tutelano le persone offese, abbiamo l'articolo 61, che prevede le circostanze aggravanti, e da giurisprudenza è chiaro che i motivi abietti e futili rientrano comunque soprattutto in questi casi, e sono stati presi in considerazione dai magistrati proprio in occasione di reati effettuati contro persone che sono state offese per il loro orientamento sessuale. Le pene quindi con le aggravanti sono aumentate: non si vede quindi, ed è giusto ribadirlo, il motivo dell'approvazione di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, forse per far capire alla maggioranza l'importanza di questo emendamento ci vorrebbe un altro sciopero della fame, come quello che stanno facendo i nostri colleghi di Fratelli d'Italia da 48 ore per comunicare le esigenze italiane, che non sono quelle che in questo momento discutiamo e dibattiamo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, giuridicamente questo emendamento è corretto: riporta sulla giusta strada e sui giusti binari un provvedimento assolutamente indiscutibile in quest'Aula nelle forme e all'interno dei contorni dati dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, evidentemente con questo emendamento la minoranza non solo vuole portare un suo contributo, ma scopre quelle che sono le reali intenzioni della maggioranza. Perché per la denegata ipotesi che questa maggioranza ritenesse per davvero di voler colpire fatti di rilevanza penale che siano motivati dalla discriminazione di sesso o di genere, con questo emendamento, che sopprime l'intero articolato di una legge, che introduce larvatamente i reati di opinione, introducendo un'aggravante specifica: cioè qualora tu commetta qualsivoglia reato del codice penale italiano, verrai punito con l'aggravante se le motivazioni sono quelle disdicevoli dell'odio di genere, dell'odio sessuale. Evidentemente altro avete in mente, altro, cioè costruire un universo…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Provo a continuare io il ragionamento che il collega Delmastro aveva posto all'attenzione di quest'Aula, che dimostra in realtà la volontà, con il parere negativo del Governo, con la chiusura da parte della maggioranza, di non voler discutere sul miglioramento della legge, cioè sul tentativo di dare una risposta a un'esigenza che viene rappresentata in quest'Aula; anche se in questo momento storico è un'esigenza diversa da quella che viene rappresentata fuori da quest'Aula, in un'Italia dove molte categorie si sentono disperate. Ma rimanendo al tema che ci viene proposto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Con questo emendamento, concludo Presidente, si cerca di raggiungere lo stesso obiettivo con uno strumento differente, forse più razionale e più aderente al nostro ordinamento. Per cui prego la maggioranza anche di rivedere, il Governo di rivedere il parere che è stato proposto, per poter discutere di temi…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, l'azione che sta svolgendo il gruppo di Fratelli d'Italia è nel segno della chiarezza, rispetto ad un disegno di legge che non condividiamo in radice. Già in molte Regioni si è tentato di introdurre surrettiziamente norme che invece sono di competenza statale; oggi in questa sede si sta modificando in un modo quantomeno anomalo un codice penale che, da monumento di quello che poteva essere un capolavoro della giustizia, si sta trasformando in un abbecedario delle più varie e variopinte norme. Non è così che funziona, e soprattutto vedrete gli effetti negativi che queste norme introdurranno in sede di applicazione concreta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Turri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.394 Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, mi scuso per prima per l'inconveniente della prenotazione a parlare. Con questo emendamento, che più o meno ricalca anche il successivo con delle terminologie che vanno poi a mutare, noi intendiamo evidenziare la necessità di rendere evidente la soglia di concreta offensività per i delitti di istigazione, per dare certezza ad un necessario discrimine tra le limitazioni consentite e quelle che non sono consentite. Ritorno quindi a quello che avevo poc'anzi affermato, circa uno dei principi cardine del diritto penale che individua e postula che alla base del reato vi sia un fatto offensivo nei riguardi di un bene sociale oggetto di esperienza concreta. Nel momento in cui noi proponiamo di introdurre una terminologia che fa riferimento al concetto di istigare in modo concretamente idoneo, andiamo ad individuare una soglia di offensività che dev'essere quindi attinta nel caso in cui il giudice vorrà ritenere determinate condotte idonee a ledere i beni tutelati dalla norma. Quindi, situazioni di effettivo pericolo, situazioni che siano concretamente idonee, tanto da risultare con sufficiente tasso di determinatezza all'interno della norma. Crediamo opportuno che questo tipo di formulazione vada a correggere l'articolato del 604-bis, proprio perché sarebbe inopportuno lasciare al giudice una discrezione molto ampia sulla decisione se una determinata opinione, che sia stata espressa per convinzione religiosa, culturale, familiare, vada a costituire quel minimo presupposto - non voglio attingere alla soglia del tentativo -, quella idonea minimale capacità di offendere il bene tutelato dalla norma. Noi su questo punto insisteremo come la goccia d'acqua cinese: picchieremo sulla pietra fintantoché questo intendimento non verrà chiaramente compreso dai nostri interlocutori di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, solo per dire che siamo d'accordo e che voteremo a favore di questo emendamento che tenta di riscrivere l'articolo 604, riportandolo nell'alveo di una configurazione di un pericolo concreto, anziché arretrare la soglia della tutela penale di fatto ai cosiddetti reati di opinione. Già oggi nella prassi non sempre l'articolo 604 è applicato in modo uniforme. Diciamo che la giurisprudenza è intervenuta in modo molto significativo nei confronti, ad esempio, di reati che hanno la motivazione nazifascista o razzista; molto meno si sono viste applicazioni, per esempio, per analoghe manifestazioni quando riferite a fenomeni di integralismo islamico che configurano una pericolosità quantomeno uguale e sicuramente non minore di quella di cui sopra; il che significa che anche la giurisprudenza segue discrezionalmente un orientamento e ha un'ampia facoltà di decidere quindi cosa ritenere reato e cosa ritenere semplicemente un'opinione, ma non punibile con l'articolo 604. La proposta di modifica proposta dai colleghi della Lega, che condividiamo, tende proprio a riportare nell'alveo del pericolo concreto e non della mera manifestazione di un pensiero, di un'opinione - seppur totalmente condannabile da parte della sensibilità sociale - queste fattispecie, quindi siamo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, continuando su questo ragionamento vorrei dare un contributo di natura sociale, per evitare che poi tutto diventi o sia limitato all'aspetto giuridico. Allora, io provo a immaginare in questo momento che questo reato dell'omofobia, certamente un reato turpissimo, però rischia di coincidere secondo il parere soltanto di una lobby. Sì, perché, di fatto, chi può andare a denunciare oggi può essere soltanto una persona che si sente offesa. Ora, chi da questo punto di vista è sereno, tranquillo - l'omosessuale che ovviamente non ha nessun tipo di problema - non andrà mai a denunciare niente rispetto alle fattispecie che stiamo individuando; sarà l'omosessuale che è all'interno di lobby, che ovviamente hanno interesse a portare avanti progetti di tipo ideologico, che invece si sentirà di andare a denunciare il malcapitato, e tutto questo su casistiche che sono le più comuni, anche quelle che riguardano la morale sessuale…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin, Ne ha facoltà..

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Io vorrei approfondire il tema giuridico perché mi sembra determinante nel dimostrare la strumentalità della proposta, oltre alla pericolosità. Utilizzare il sistema delle circostanze aggravanti ad effetto speciale, peraltro senza neanche il giudizio di prevalenza e di equivalenza, può rappresentare un momento formidabile per punire ogni forma di discriminazione prevista dall'articolo 3 della Costituzione, anche in maniera grave. È giusto - contrariamente a quello che dice qualche collega che dovrebbe essere anche più esperto in materia giuridica -, in quanto anche una diffamazione per motivi di discriminazione sessuale merita il massimo della punizione. Quello che è sbagliato è usare un reato, anche dal punto di vista processuale, perché una circostanza aggravante è più facilmente attribuibile da un giudice, senza un grande esame specifico, anche sulla natura dolosa o colposa dell'intervento. Penso, quindi, che bisognerebbe riflettere su questo o che almeno debba rimanere a verbale quello che facciamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Questo emendamento è l'ennesimo tentativo che facciamo di porre in qualche maniera rimedio a questa proposta di legge. Avete bocciato uno dei precedenti emendamenti che chiedeva la soppressione dell'articolo 1 e in qualche modo cerchiamo, con questo emendamento, di riscrivere quell'articolo 604-bis del codice penale, in modo tale da circoscrivere il più possibile questa nuova fattispecie di reato, che entrerà nel nostro ordinamento nel momento in cui questa proposta di legge vedrà appunto la luce. Ma la cosa che mi preoccupa - e l'ho detto già da ieri, nella questione pregiudiziale - è l'ampia discrezionalità che daremo al magistrato nell'applicazione estensiva o nel restringimento di questa fattispecie. Quindi con questo emendamento facciamo un appello a quest'Aula, ad ogni singolo parlamentare che rappresenta all'interno di quest'Aula l'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Sempre sul tema, la difficoltà di questa legge è capire esattamente quali sono i limiti, perché immaginiamo il caso tipico, che si pone anche a normativa vigente, di un signore che assume un impiegato che ha un certo orientamento sessuale e che lo licenzia perché viene in ufficio vestito in un modo poco consono all'ufficio; quello dirà, naturalmente, che è stato licenziato perché ha un certo orientamento sessuale, mentre invece così non è. Poi si dice: “Beh, ma poi il giudice ti assolve”, ma oggi la durata media dei processi penali è nove anni! Con riferimento a quello che ha detto il collega poco fa, se quel processo è arrivato in Cassazione, vuol dire che c'è stato prima un primo grado e un secondo grado in cui il malcapitato o l'imputato era stato condannato ingiustamente, tant'è vero che poi è stato assolto in Cassazione. Io ricordo a tutti che il processo è già una pena anticipata! Lo stigma sociale è già di essere…“Ah, lui è un razzista! Lui è uno che è contro gli omosessuali!” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI). È questo il problema! Io ho citato a luglio il caso Shepard - dopo vi dirò cosa è - e sono stato massacrato dalla lobby(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Come ha rappresentato il collega Cirielli, l'atteggiamento di voto di Fratelli d'Italia, che quindi dimostra di volere anche scendere su un discernimento in ordine ai singoli emendamenti, è in questo caso favorevole rispetto invece ad altri emendamenti di cui abbiamo poc'anzi parlato, soprattutto quello dei colleghi Annibali e Costa, ritenendo che anche in questo caso si possa intervenire - e confidiamo nel buonsenso della maggioranza - in una correzione di rotta utile a modificare un approccio della legge, che diversamente risulterebbe ancor più nociva e pervasiva negli effetti che svilupperebbe in ordine ai riflessi sulle opinioni personali che questo chiaramente realizza. Pertanto confidiamo nell'accoglimento dell'emendamento così come formulato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sono d'accordo, anche personalmente, con questo intervento, con quanto si diceva, per cui il processo a volte è già anche una pena, soprattutto il processo mediatico. Basta una denuncia - non deve esserci neanche l'indagine - per essere massacrati mediaticamente nei social, accusati di tutte le nefandezze, per poi non procedere a nulla, nell'attesa che tutto venga dimenticato. Continuo a ribadire sempre - e continueremo a farlo - che è un tema, questo, una proposta di legge di vanità personale, demagogica, di propaganda, che non interessa a nessuno, se non ad una fazione politica, ad una minoranza politica, ad una minoranza politica che è anche nel Paese. Si continua con questi lavori, quando - come ha detto il vicepresidente Foti - è stato accantonato per mesi questo provvedimento, forse per le divisioni interne anche alla stessa maggioranza, e si riporta oggi quando le priorità sono ben altre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Anch'io a titolo personale esprimo un parere favorevole rispetto a questo emendamento, che mi sembra, ancora una volta, che tenda a riportare nell'alveo di una costruzione giuridica - uno scheletro, appunto, di un provvedimento che poi dovrebbe intervenire nel nostro ordinamento giudiziario - un po' più chiara, un po' più - se vogliamo - anche volta ad avere un'efficacia poi in un eventuale procedimento, in una eventuale indagine preventiva.

Mi sembra evidente che spostare, come ha detto il collega Ciro Maschio, da un reato d'opinione a un reato definiamolo di pericolo, ossia andare a identificare più concretamente (questo è l'avverbio che viene diffuso all'interno dell'emendamento molto spesso) quale può essere l'elemento di pericolo discriminatorio o insultante o persecutorio aiuterà anche coloro che poi devono svolgere questi indagini. Io, continuo a ripetere, non so quante siano le persone che hanno avuto una condanna…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento diamo un parere favorevole, quindi voteremo favorevolmente. Intervengo a titolo personale e leggendo proprio, facendo l'esegesi del testo, si può verificare e individuare il passaggio fondamentale che riguarda l'avversione alle condizioni sull'età, sul sesso e sull'orientamento sessuale. Quindi, avere così specificato anche nel dettaglio queste caratteristiche dà garanzia che ci sia la possibilità, quindi, di andare in maniera molto precisa a sanzionare dei comportamenti che potrebbero offendere chi ha degli orientamenti sessuali diversi, come questo è giusto che sia. Quindi, convintamente noi siamo favorevoli. Io personalmente sono favorevole all'approvazione di questo emendamento, non solo perché di buon senso, ma anche perché giuridicamente individua delle categorie che vanno tutelate e protette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Indubbiamente questo emendamento riporta e vuole riportare la norma sui giusti binari, perché, vede, il codice penale, il codice di rito, non può essere pervaso da ideologia e invece è proprio l'approccio ideologico a questi argomenti che noi contestiamo. E secondo noi l'introduzione di questo testo, che ripropone la riscrittura dell'articolo 1, può essere il vero modo e un modo sicuramente concreto per affrontare questa questione, per affrontare questa tipologia di reato in maniera non ideologica e, quindi, fuori dagli schemi partitici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove... Mi sembra che non sia neanche in Transatlantico, mi confermate? Non c'è neanche in Transatlantico. Bene, se non ci sono altre richieste di interventi, procediamo alla votazione.

Avverto che sono esauriti i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza concederà per gli interventi a tale titolo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.394 Turri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.417 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Nuovamente, come stavo anticipando poc'anzi, con questo ulteriore emendamento andiamo a modificare una terminologia che avremmo il piacere di inserire nella formulazione attuale dell'articolo 604-bis, che questa volta utilizza dei termini ancora più ancorati alla necessità di rilevare l'effettiva sussistenza di un fatto, perché utilizziamo termini che riguardano l'istigazione con atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere in modo concretamente idoneo, forse anche cavilloso da capire, ma per voler espressamente e precisamente sottolineare, ancora una volta, lo ripeterò come la goccia cinese che scava la pietra, la necessità di non andare ulteriormente nel senso di rafforzare, nell'articolo 604-bis del codice penale, lo svilimento del principio del diritto penale, per cui alla base di un reato deve esservi un fatto offensivo nei riguardi di un bene sociale oggetto di esperienza concreta. Ebbene, noi vogliamo anche ricordare che la Costituzione italiana non prescrive un codice di convinzioni legittimamente sostenibili, proibendone altre e quindi dovremmo chiederci se effettivamente valga la pena continuare a insistere nel senso che ci viene proposto dalla maggioranza, quindi con uno svilimento dell'articolo 21, oppure riconoscere i valori fondanti, costituzionali, che fanno riferimento a tutela dell'espressione di tutte le opinioni, che non abbiano in sé, naturalmente, per le modalità stesse con cui vengono riportate alla nostra comunità, sintomi di minaccia rivolta a terzi ed effetti istigatori rispetto alla commissione di delitti. Questo, chiaramente, la Costituzione già lo dice e per noi è un sacrosanto diritto ricordare questi pregevoli nostri pilastri, fondanti un sistema di garanzia costituzionale.

L'emendamento, quindi, vuole riproporre all'Aula un'idea di base che si fonda sulla necessaria presenza di elementi che il giudice dovrà esaminare, dovrà concretamente percepire prima di formalizzare una contestazione penale, perché altrimenti ci troveremo di fronte, come in realtà che fortunatamente oggi non fanno più parte dei sistemi politici intercontinentali, faccio il caso dell'Unione Sovietica, che aveva legiferato e inserito nel proprio sistema normativo il delitto di azione controrivoluzionaria, un reato penale del quale appunto non esisteva una definizione chiara e che consentiva di poter perseguire qualunque azione diretta a rovesciare, minare e indebolire il potere dei Soviet operai. In realtà era una norma vacua, era una norma vuota, una norma che poteva essere riempita a seconda delle occasioni, lasciando totalmente nell'incertezza e all'oscuro il destinatario della norma su quelle che potevano divenire delle condotte penalmente rilevanti. Questi sistemi non ci appartengono, li respingiamo e vogliamo mantenere fede ai principi costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per dire che siamo d'accordo con l'emendamento del collega e voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come già anticipato dal collega Maschio, ribadiamo il consenso rispetto a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda: non parla.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato: non parla. Ah sì, onorevole Osnato, prego, ne ha facoltà. Mi scusi.

MARCO OSNATO (FDI). Sì, le dicevo che non c'era l'onorevole Deidda, che ha un impegno di partito. Io personalmente - ma mi fa piacere che gran parte degli interventi che mi hanno preceduto all'interno del gruppo siano collegati al mio pensiero - sono a favore di questo emendamento, sempre in un'ottica di percorribilità giuridica di un provvedimento. Noi qui siamo, è vero, di varia estrazione anche culturale e professionale, e quindi non tutti possono avere competenze giuridiche, io non ce le ho per esempio, come ho sentito da altri esponenti che ne hanno dato sfoggio oggi; però credo che, proprio perché stiamo svolgendo il nostro lavoro di legislatori, dobbiamo evidentemente creare un sistema giuridico che sia percorribile.

Insisto, voler fare una norma perché domani possiamo dire che l'abbiamo fatta, ma che mette in difficoltà coloro che poi la norma devono utilizzarla e, ancora peggio, coloro che sono sottoposti al giudizio di questa norma, credo che sia altamente pericoloso. Quindi, credo che tutto ciò che semplifica – ripeto – il lavoro di coloro che devono giudicare e investigare preventivamente sia una cosa opportuna. Questo emendamento, come alcuni di quelli che prima sono stati bocciati, invece, andavano proprio in questa direzione. Mi stupisce che il relatore…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Osnato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per dire che sono a favore di questo emendamento. È evidente che il timore dell'introduzione, attraverso questo provvedimento, di un reato d'opinione è purtroppo una realtà che può essere individuata in questa fattispecie, in questa situazione, Non c'è bisogno - l'abbiamo già detto, ma è giusto ribadirlo - di una legge particolare perché attraverso questa legge si crea un pericoloso precedente, che è proprio quello di poter costituire un reato d'opinione, quando non ce n'è bisogno, in situazioni soltanto di discussione che possono ledere la libertà di opinione nel dare delle valutazioni ad alcuni comportamenti che uno valuta negativamente, come il fatto che la famiglia sia composta da un uomo e da una donna. Non c'è nulla di male. Eppure, in questa legge si intravede già il grimaldello per poter andare contro a queste opinioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). La verità è che ogni emendamento ci consente di confermare che da parte nostra non c'è alcuna volontà di non punire adeguatamente comportamenti violenti e intolleranti. Anzi, secondo noi, in altra maniera lo si poteva fare, anche in maniera più energica. Ci sembra sbagliato il sistema, che peraltro presenta tante lacune. Vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale motivo una discriminazione ai danni di un diversamente abile sia meno grave di una discriminazione per motivi sessuali e per orientamento sessuale. È la conferma che si vuole semplicemente procedere per manifesti ideologici, e nel diritto penale questo è assai grave.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Diceva prima, correttamente, il collega Cirielli: un conto è intenderci sui principi, un conto è andare a declinare poi le norme in relazione ai principi medesimi. Qui siamo di fronte ad una situazione per la quale se l'autore del codice penale ancora vigente fosse vivo chiederebbe di poter togliere la propria firma, perché non si riconoscerebbe più in principi che vengono tolti dal diritto e trasferiti all'ambito politico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, visto che ci costringete a discutere questo provvedimento in questo momento in cui, tra l'altro, ci dovremmo impegnare su altro, visto quello che c'è fuori da questo Palazzo, ci sembrava giusto proporre questo emendamento per cercare di correggere questa norma, norma su cui già in passato, anche nel 2006, il legislatore è intervenuto. Tutti l'hanno ammesso, anche la maggioranza, proponendo quell'emendamento che tende a limitare appunto la possibilità che possano essere limitate le libertà di pensiero. Allora, abbiamo proposto quest'emendamento, che cercava di determinare un po' di più questo, aggiungendo “concretamente”; e, quindi, diventa “istiga in modo concretamente idoneo” e “atti gravi, concreti e attuali”. Altrimenti, la genericità della formulazione originaria è evidente: “istiga a commettere atti di discriminazione”. È evidente che il margine che rimane al giudice è amplissimo.

Altra cosa che volevo evidenziare è che qui si allargano anche i soggetti che vengono discriminati: quindi, non soltanto l'orientamento sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Anche con questo mio intervento, appunto, voglio appellarmi all'Aula perché, come ha appena riferito il mio capogruppo, Turri, è un tentativo che facciamo e che tentiamo di fare per cercare di limitare quella che è la portata della norma. Come, appunto, ho detto anche nel mio precedente intervento, ci troveremo nelle aule di tribunale con dei magistrati che avranno maglie veramente molto larghe di applicazione della norma. Quindi, avremo veramente la perplessità e la paura e abbiamo, appunto, la necessità di tentare di limitare la norma di cui stiamo discutendo, proprio inserendo, cercando di inserire all'interno dell'articolo 604-bis del codice penale quelle limitazioni che, invece, abbiamo visto, con la bocciatura degli emendamenti fino a questo momento, la maggioranza non vuole assolutamente fare.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento... Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Signor Presidente, è un emendamento che evidentemente mette ulteriormente in difficoltà un DDL che è palesemente liberticida, una proposta che potrebbe essere approvata soltanto in un contesto come quello della Corea del Nord. È una legge, questa, che - come diceva qualche nostro collega - rende reato un'opinione diversa da quella che può essere consentita, fuori dal tempo, fuori dal contesto di grave crisi economica, di grave crisi occupazionale e di grave crisi sanitaria che noi stiamo vivendo. Una legge che vorrebbe imporre la teoria transgender, vorrebbe favorirla, questo è inevitabile, ormai è riconosciuto da tutti. Vede, signor Presidente, non si può consentire che si pensi che la dignità appartenga soltanto alle minoranze che vogliono scardinare il Parlamento pensando di essere solo queste, perché la dignità appartiene anche e soprattutto alla maggioranza degli italiani che vogliono rimanere ancorati alle millenarie radici della civiltà occidentale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di intervento? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.417 Turri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Ora passiamo a una serie di emendamenti soppressivi. Sappiamo che non sono il massimo della propositività da parte di un gruppo parlamentare, ma spesso dobbiamo ricorrere anche all'emendamento soppressivo allorché si intende introdurre una normativa che agganciandosi, e ritorno, quindi, al famoso articolo 604-bis, intende trasformare l'odio da movente dell'azione a motivo per agire. Quindi, che cos'è l'odio? È uno stato soggettivo assolutamente indiscernibile da una legge, perché afferisce a delle motivazioni interiori, a un turbamento personale, psichico, non spesso intellegibile dall'esterno, figuriamoci da parte di un giudice. Ebbene, costruire un reato d'odio significa travalicare i confini di ciò che alla legge e al giudice è ragionevolmente possibile fare, perché, evidentemente, andiamo ad invitare il giudice e gli operatori della giustizia a confrontarsi su un campo di battaglia paludoso, dove purtroppo si fatica a camminare, dove non è facile mantenere una retta via per seguire dei principi cardine che il sistema penale vuole garantire anche a coloro i quali, fino alla sentenza definitiva, non sono definitivamente colpevoli.

E dobbiamo considerarli innocenti, fino a quel momento. Ebbene, l'ordinamento, se dovessimo andare avanti secondo i propositi di questa maggioranza, rischia di trasformare questo strumento normativo, che vedrà la luce probabilmente nel nostro sistema, in una causa di discriminazione tra le persone. Infatti, è evidente quello che spesso e volentieri ci sentiamo dire come centrodestra, ovverosia quella tendenza di cui ci accusano sempre, di voler promuovere e creare terrore, di vivere nella paura, di creare delle diversità. Mi sembra che questa proposta di legge vada proprio in quel senso, quindi rimando la palla sugli altri banchi della maggioranza, rispetto ad accuse di cui solitamente siamo ormai abituati a farci carico, da dirigenti politici, senza a volte neppure rispondere a queste accuse. Infatti, qua provocheremo, nella sfera soggettiva dei soggetti che poi saranno imputati per questi reati, degli atti e dei comportamenti reattivi di chi si sente perseguito nella propria identità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente, siamo a favore anche di questo emendamento, che cerca di limitare i danni, sopprimendo almeno una parte delle modifiche che questa legge propone all'articolo 604, sempre con l'intento di limitare l'intenzione dei proponenti di introdurre, di fatto, senza dirlo, dei reati d'opinione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Sarò più sintetico del solito, perché evidentemente siamo sempre allo stesso punto: tutto ciò che riduce una elefantiaca volontà di inserire proclami politici, invece che dare senso a un costrutto giuridico, è giustamente da sopprimere, da togliere appunto, dalla predisposizione di un atto normativo. Quindi, anche personalmente, sono a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Non ho più altri iscritti… Onorevole Cirielli, prego! Mi avevano dato una segnalazione sbagliata. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Mi scusi, Presidente, solo per dire che dispiace così, votare semplicemente per emendamenti soppressivi. Insomma, si vorrebbe essere anche costruttivi nel collaborare a questa norma. Ma anche il contingentamento dei tempi, su un argomento così delicato, che investe la libertà di professione del credo religioso e la libertà d'opinione, poi porta a giudizi e valutazioni frettolosi. Pertanto, anche noi voteremo favorevolmente a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, a titolo personale. Come hanno anche appena annunciato i miei colleghi, siamo favorevoli a questo emendamento, che ha una natura soppressiva, ma non per questo è meno importante degli altri, perché questa natura soppressiva lo porta proprio ad eliminare le anomalie che ci sono nell'individuazione di questa nuova fattispecie dell'articolo 604. Lo abbiamo già detto e ripetuto, ma penso che il metodo della soppressione possa fare un po' di chiarezza giuridica, andando a sfrondare delle parti normative che sono in eccesso e del tutto inutili.

PRESIDENTE. Non vi sono altri deputati iscritti che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Turri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, restate in Aula, perché non è che sempre gli stessi possono costringere gli altri ad aspettare.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. In alcune argomentazioni che siamo stati molto attenti a valutare durante i lavori, anche di Commissione, di questo provvedimento, ci siamo sentiti in qualche modo contrapporre delle tesi, che si fondano anche su eminenti pronunciamenti di corti, come la Corte EDU comunitaria, che, nel 2016, nel dirimere una causa iniziata nel 2012 - a testimonianza anche della non eccessiva velocità delle strutture giudiziarie comunitarie, oltre che di quelle italiane -, andava a confermare la possibilità che gli ordinamenti dei Paesi comunitari, membri appunto della nostra comunità, potessero operare nel senso di introdurre nei rispettivi sistemi ordinistici delle limitazioni al diritto di libertà di espressione, naturalmente laddove esso sia esercitato in maniera irresponsabile.

Questo fondamentalmente era il concetto di questa pronuncia. Questo tipo di pronunciamento non è assolutamente da porre in contraddizione con le proposte anche soppressive, che abbiamo voluto in qualche modo calare all'interno di questa discussione. Infatti, vogliamo anche ricordare che il nostro sistema penale già ha la possibilità, come ricordavano alcuni colleghi, di rispondere sin da ora, ad esempio utilizzando delle aggravanti per motivi abietti e futili nei confronti di comportamenti disdicevoli, penalmente rilevanti, compiuti nei confronti di persone che manifestano apertamente la loro identità sessuale, il loro orientamento e la loro cultura in materia di sessualità.

Ebbene, nessuno è contrario, chiaramente, ad intervenire su questa materia, purché lo si faccia seguendo dei principi e delle cautele assolutamente dovuti. In questo senso ribadisco ancora una volta e, come la gocciolina cinese che scava la pietra, ritorno a sottolineare l'assoluta e rischiosissima strada intrapresa da questa maggioranza, allorché intende innestare sull'articolo 604-bis del codice penale, una normativa che andrebbe a rappresentare l'ulteriore ampliamento di criteri di persecuzione penale, al di fuori di alcun ancoraggio ai fatti concreti, che nella fenomenologia quotidiana possono riguardare questi deplorevoli e gravissimi fatti, perché nessuno vuole certamente legittimare condotte penali che sono volte a discriminare, ad offendere, ad aggredire o, peggio ancora, ad escludere qualcuno che faccia parte della nostra comunità, dalla possibilità di condividere principi costituzionali, libertà di pensiero e di espressione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Soltanto perché volevo premiare la capacità del collega Potenti. Però, vorrei permettermi, tramite lei, di correggerlo, perché va bene questo appassionato ricordo della goccia cinese, però ricordo che già i latini dicevano gutta cavat lapidem, quindi possiamo anche citare qualcosa di più patriottico e più identitario, cioè i nostri avi romani e latini.

PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Ringrazio il collega di Fratelli d'Italia che poc'anzi ha voluto giustamente nazionalizzare un mio riferimento metaforico, che naturalmente fa riferimento a una civiltà antica, che sono i nostri padri, coloro i quali hanno creato, nel sistema planetario, un giusto diritto, norme che si sono succedute nel corso dell'Impero romano, e non solo, anticipate da grandissime esperienze tribali nate su questi colli, romani, tantissimi anni fa e hanno permesso a tutto il mondo di maturare convincimenti in materia di diritto, in materia di anche principi saldi e ormai fermi in gran parte dei Paesi del mondo.

Ebbene, tuttavia, quando - e torno all'emendamento in questione, a quello soppressivo - la volontà dei proponenti il testo di legge sia quella di valorizzare il momento punitivo, attraverso una anticipazione della soglia di pericolo, per inibire alcune condotte che, pur non arrivando a ledere aspetti dell'orientamento sessuale o della cosiddetta identità di genere, ma per il solo fatto di essere stati commessi senza che attingano alla soglia della turbativa dell'ordine sociale pubblico, non siamo favorevoli a che si possano aggredire e perseguire questi fatti, che non costituiscono, come dicevo prima, un elemento percepibile, dato che si vorrebbe anticipare la soglia di punibilità sul nascere di un convincimento che magari è soltanto finalizzato a poter rendere nota a terze persone, senza velleità di ledere alcun diritto e arrecare alcuna offesa. Quando questi convincimenti rimangono nell'alveo della liceità noi vogliamo vederli garantiti con una norma scritta in chiaro, anche mutuando, dicevo prima, quel paragrafo 130 del codice penale tedesco, e, andando molto di moda sponsorizzare tutto ciò che arriva dalla Germania, siamo ben lieti di prendere uno spunto, una volta tanto, da un sistema ordinamentale che, guarda caso, ha attinto in maniera sistematica al diritto romano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo emendamento va sempre nella stessa direzione di ricordare all'Aula che stiamo introducendo norme penali, che sono ispirate al principio di tassatività. Ora, io mi chiedo cosa vuol dire discriminazione fondata sull'identità di genere. Mi dovrebbe aiutare la definizione dell'onorevole Annibali: per l'identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione. Ma se io licenzio un signore che viene da me perché vestito male, rientro in questa cosa? È discriminazione? Accogliete l'emendamento.

PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Lei, Presidente, tenta di sfuggire alla famosa lista.

PRESIDENTE. No, onorevole Osnato, non tento di sfuggire alla lista. Questi sono gli interventi a titolo personale: se non c'è nessuna richiesta di intervento da parte del gruppo, io non…

MARCO OSNATO (FDI). No, l'abbiamo chiarito che era una lista presente per ogni tipo di emendamento.

PRESIDENTE. No, questi sono gli interventi a titolo personale, mi è stato detto: se non c'è un intervento a nome del gruppo, non faccio gli interventi.

MARCO OSNATO (FDI). Allora, è stato modificato, perché ieri funzionava in un altro modo, comunque lei sa che io ho una grandissima ammirazione…

PRESIDENTE. Ma si figuri.

MARCO OSNATO (FDI). …per la sua capacità la sua capacità di gestione, per cui mi affido a lei in tutto e per tutto. Quindi, vado a svolgere il mio intervento. Ha ragione, appunto, il collega Paolini: la tassatività è una caratteristica precipua dell'ordinamento penale e quindi è evidente a tutti che, grazie anche a come ha chiarito benissimo, con la sua esposizione, diventa di una soggettività assoluta l'interpretazione dei canoni che appunto già ieri abbiamo commentato. L'onorevole Annibali, per esempio, voleva modificare insomma quanto già esposto nel disegno di legge.

Quindi, chiediamo che, ripeto, ci si sottragga da una logica - non so se c'è qui il collega Delmastro, che poi riparte con una analisi semantica - partigiana del tema che stiamo affrontando e si vada verso una logica più tecnica della possibilità di utilizzare questo eventuale provvedimento, semmai sarà approvato. Quindi, ecco, noi siamo, io personalmente anzi, visto che intervengo a titolo personale, sono favorevole a questo emendamento e chiedo all'Aula di votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Sì, Presidente, colleghi, componenti autorevoli del Governo, proprio tutta la discussione che stiamo facendo conferma l'indeterminatezza del tema di cui parliamo. Se anche i colleghi di maggioranza vogliono specificare con iperboli grammaticali il tema, significa che siamo nel campo dell'incertezza, ecco perché c'è una violazione del principio di tassatività, e il fatto di rimettere all'interpretazione del giudice è ancora più preoccupante, anche perché ci sono alcuni magistrati organizzati che addirittura teorizzano che con la loro interpretazione devono applicare il senso comune dei tempi. Insomma, stiamo scivolando veramente, visto che parliamo di diritto penale, su un tema assai grave e pericoloso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per dire che sono favorevole a questo emendamento, anche per le motivazioni che hanno espresso i colleghi che mi hanno preceduta, ma anche qui abbiamo un intento soppressivo, che quindi va, in maniera molto decisa, a riequilibrare questa norma, che già aveva in sé una nota completa, secondo me, per poter andare a colpire chi offende con violenza, con opinioni, delle persone che hanno un orientamento sessuale diverso. È uno scontro indubbiamente politico, così come si sta ponendo anche nell'attualità della nazione, ma per me è soprattutto un discorso giuridico, perché emergono tantissime, tantissime, inadeguatezze.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.419 Turri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cominciamo, anzi continuiamo, con l'opera di convincimento della maggioranza per cercare di modificare l'articolo 1, quindi, l'articolo 604-bis. Lo facciamo per parti separate, perché nei precedenti emendamenti si riproponeva la trascrizione, intera, dell'intero articolo e quindi posso immaginare che magari non tutte le modifiche che venivano proposte potessero insomma andare bene alla maggioranza, quindi, per andarle incontro, adesso le separiamo. Questo emendamento, nello specifico, va a modificare la lettera a) dell'articolo 604-bis, andando a togliere la reclusione, perché la lettera a) prevede la reclusione, nel caso di propaganda di idee - propaganda di idee, in questo caso, non istigazione - fino a un anno e sei mesi e con la multa fino a 6 mila euro. Noi togliamo la reclusione e mettiamo la multa 4 mila euro. Ricordo che già nel 2006 si era intervenuti, perché inizialmente la “legge Reale” prevedeva, come pena, da un anno a cinque anni di reclusione.

Nel 2006 è stata riscritta la lettera a) completamente ed è stata introdotta la multa fino a 6 mila euro e di molto ridimensionata quella che è la reclusione. Ripeto, siamo sulla propaganda di idee. In realtà nel 2006 si erano fatte anche altre modifiche, che però non hanno sortito grandi risultati. Si era trasformato chi incita in istigazione e la diffusione in propaganda, ma poi, di fatto, nella trasposizione da parte dei giudici alla fine non è cambiato sostanzialmente nulla. Comunque questo emendamento, ripeto, va a ridimensionare quella che è la pena per la propaganda di idee a scopo razziale, etnico e religioso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ci sono altre richieste? Onorevole Osnato, non c'è. Onorevole Cirielli, no? Onorevole Foti, nemmeno. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.419 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.420 Turri. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Questo emendamento nasce come risposta alla preoccupante audizione che abbiamo avuto modo di svolgere in Commissione giustizia allorché alcuni degli auditi hanno riferito agli onorevoli membri della Commissione giustizia dati statistici sulla maggiore incidenza discriminatoria all'interno di alcune comunità sul comune pensare laddove sia presente un radicamento cristiano e cattolico, palesando l'evidente necessità loro di munire il giudice della più ampia discrezionalità di apprezzamento e di valutazione. Non solo, alcuni auditi hanno avanzato il gravissimo convincimento che l'omofobia si origini attraverso l'educazione anziché la diseducazione, e sin da subito ci hanno anticipato quelli che potrebbero divenire i margini di manovra su questo campo, che poi abbiamo visto concretizzarsi con la proposta di legge in questione. Quindi famiglia, politica, chiesa e media vengono messi all'indice come autori o promotori di una certa tendenza, che consisterebbe nel rivolgere messaggi negativi nei confronti degli omosessuali e della malizia discriminatoria. Orbene, introducendo il termine “pubblicamente” nella lettera a) dell'articolo 604-bis, ove naturalmente verrà condizionata la propaganda soltanto in un'occasione nella quale questa si manifesti pubblicamente, riteniamo di voler rispondere al rischio che taluni pensatori che sono venuti a confrontarsi con noi possano ulteriormente pretendere delle misure restrittive anche nei confronti di contesti che certamente si collocano in un ambito non pubblico, ma all'interno di legittimi contesti, consessi, istituti, come la famiglia e come quello del mondo religioso, ove è, credo, assolutamente legittimo poter propugnare un certo tipo di pensiero, naturalmente allorché questo non sia intenzionalmente diretto a creare i presupposti di un delitto; l'idoneità, ritorno sempre al solito concetto. Evidentemente anche su questo punto intendiamo nuovamente sottoporre ai pregevoli colleghi, la necessità di limitare il rischio di lasciare impregiudicata l'idoneità degli atti anche in ambito chiaramente privato.

PRESIDENTE. Ci sono richieste di intervento? Onorevole Cirielli, onorevole Frassinetti, onorevole Foti, no?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.420 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.421 Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Sempre allo scopo di circoscrivere la norma, rispettando il carattere di tassatività che ogni norma penale deve avere. Qui si chiede semplicemente di aggiungere alla parola “istigazione” i termini “con atti idonei e diretti in modo non equivoco”, perché, nell'esempio che facevo prima, se uno assume una persona che a un certo punto licenzia perché non idonea a fare il suo lavoro e questa obietta che è stata licenziata perché “magari hai saputo che sono di un certo orientamento sessuale”, potrebbe denunciarlo per fatti compresi in questa legge, quando invece la ratio non è quella, ma lo ha licenziato perché non era idoneo a fare il lavoro. Con questa specificazione noi consentiremmo di evitare il processo, che in Italia non si nega a nessuno, e di dare al giudice un parametro certo di valutazione della illiceità del fatto. La sinistra dimentica che subire un processo è già una pena, anche se dopo cinque anni ti assolvono, ma per un fatto inesistente, ma che vantaggio è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia, Fratelli Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro)? Sputtanamento, soldi spesi, denigrazione sociale, stigma sociale. Dopo vi racconto che è successo a me per aver usato la parola “poverino” in quest'Aula nel caso Shepard, ve lo dico dopo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Molto brevemente, perché con questo emendamento andiamo chiaramente ad intervenire rafforzando il nostro convincimento sulla necessità di estrinsecare nell'ordinamento, all'articolo 604-bis, il concetto di esperienza concreta e fatto offensivo percepibile. L'istigazione è l'induzione con suggerimenti o incitamenti spesso subdoli ad azioni riprovevoli o illegittime. Inserendo l'inciso “con atti idonei e diretti in modo non equivoco” vogliamo insistere sul punto, da me più volte ricordato, della necessaria attinenza a un fatto concreto, che deve essere il riferimento per il giudice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, solo per giustificare il nostro voto favorevole, e mettere in evidenza, ancora una volta, l'indeterminatezza di questa norma avente allocuzioni assolutamente pericolose dal punto di vista dell'interpretazione penale su un terreno assai scivoloso. Noi ci sentiamo di dover sposare l'idea di circoscrivere il più possibile il significato, o meglio, di rendere esplicito il significato di alcune parole, nella speranza che questa norma non diventi un grave boomerang liberticida.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo è un ulteriore emendamento frutto di un lavoro che abbiamo fatto come gruppo della Lega in Commissione giustizia.

E' un ulteriore passaggio utile a delimitare il perimetro di azione di un giudice quando si trova a dirimere una controversia di una persona che, magari, inconsapevole di questa nuova legge, si trova a turbare la percezione del suo interlocutore in via di transizione. Cerchiamo di tutelare i nostri concittadini che si trovano magari a dire parole sconvenienti ma in contesti che devono essere un po' delimitati. Quindi, quando parliamo dell'interlocuzione, nell'emendamento precedente, “pubblicamente” è, ad esempio, per evitare certe situazioni in taluni contesti; penso ad esempio ad un prete che, all'interno di una chiesa cattolica, spiega quali sono i valori della famiglia tradizionale mentre si trova a giustificarsi all'esterno della sua chiesa. Quindi, quando qualcuno entra all'interno di un consesso, che condivide quei principi e quei valori, deve poter esprimersi liberamente così come nell'istituzione scolastica o in qualsiasi associazione che ha qualche carattere di un certo tipo.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). La ringrazio, Presidente, per la parola. Intervengo per preannunziare il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anche io questa volta voterò con il gruppo, favorevole all'emendamento, sebbene io lo ritenga in parte ridondante, perché l'istigazione comunque comporta il compimento di atti concreti, ma poiché poco fa sentivo, da colleghi dell'opposizione, dire che si tratta di un reato di pericolo, presunto o astratto che dir si voglia, tengo a rappresentare che è un reato di pericolo concreto; quindi, ai fini dell'indagine e dell'accertamento, occorrerà che il giudice dimostri che si tratta - come è scritto qui - di “atti idonei e diretti in modo non equivoco”. Pertanto, la formula per me è ridondante, ma se serve a togliere qualsiasi dubbio ai giudici e ai PM che si vorranno occupare della cosa. La specifica non toglie e non fa nulla di male, quindi voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente, con questo emendamento, vogliamo cercare, per l'ennesima volta, di circoscrivere il più possibile le maglie della norma, perché non ritengo assolutamente che sia un emendamento a contenuto ridondante, come ha riferito la collega che mi ha preceduto; credo che il legislatore abbia l'obbligo nelle norme di essere il più preciso possibile, in modo tale che, in fase di applicazione, si dia meno possibilità interpretativa e che il magistrato in qualche maniera si sostituisca al legislatore, creando giurisprudenza. Infatti, vediamo quotidianamente nelle aule dei tribunali che vi sono delle situazioni in cui addirittura la ratio della norma viene, in sede giudicante, assolutamente stravolta e quindi con l'emendamento in esame vi è proprio la volontà e la richiesta avanzata a quest'Aula dal gruppo della Lega di emanare un provvedimento il più preciso possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si vuole essere più chiari perché di fatto poi, a differenza di come diceva prima la collega Bartolozzi, non è che sia ridondante: capita molte volte invece che l'interpretazione che viene data non è quella del reato di pericolo concreto, ma astratto. Quindi, noi vogliamo scriverlo, vogliamo che sia scritto nella norma, perché il compito del legislatore è quello di essere il più chiaro possibile, quindi non capisco quale sia la controindicazione nel cercare di essere più dettagliati, di essere più chiari. Quindi, io chiedo alla maggioranza di rivedere la posizione su questo emendamento, che non sposta e non cambia la sostanza della loro iniziativa, ma serve solo ad essere più chiari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.421 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14,30, questa settimana, per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata con la partecipazione del Presidente del Consiglio. La seduta è tolta.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei Ministri.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in ordine a tempi e modalità di erogazione di misure a sostegno di aziende e lavoratori in relazione alle prescrizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 – n. 3-01839)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Delrio ed altri n. 3-01839 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Viscomi ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario. Prego.

ANTONIO VISCOMI (PD). Signor Presidente, il Partito Democratico la interroga per sapere quali siano i tempi e quali le modalità per l'erogazione dei contributi a fondo perduto della cassa integrazione e delle indennità specifiche per le aziende e i lavoratori, la cui attività è stata ridotta o bloccata dall'ultimo DPCM del 24 ottobre.

Non è una domanda retorica, Presidente, e neppure funzionale ad una narrazione, per così dire, panglossiana per cui tutto va bene. È, invece, una domanda che trova origine nell'essere fortemente consapevoli che “tempestività” è termine in grado di tenere insieme, da un lato, l'urgenza necessaria delle misure di contrasto all'emergenza e, dall'altro lato, la diversa esigenza di assicurare la necessaria coesione sociale del Paese e di assicurarla, facendosi carico della fragilità economica e del disagio esistenziale, ma anche per impedire che quel fragile disagio possa essere oggi attratto da attori irresponsabili.

Tempestività degli interventi, signor Presidente, ma anche semplicità delle misure. Ecco, signor Presidente, il Partito Democratico, ponendole queste domande, intende ancora una volta sottolineare che il criterio guida dell'azione di Governo deve essere in questo momento proprio l'effettività delle norme, che rinvia alla capacità delle norme di tradursi in fatti, perché è di fatti che abbiamo bisogno, signor Presidente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Proprio per venire incontro alle esigenze che lei diceva, abbiamo introdotto con il decreto-legge approvato durante il Consiglio dei ministri ieri, martedì, misure di sostegno immediato ai lavoratori e alle imprese interessate dalle ultime misure del DPCM del 24 ottobre. Contiene interventi, questo decreto-legge, per 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, tra questi vi è un contributo a fondo perduto rivolto alle attività maggiormente colpite dalle nuove restrizioni e, poi, le imprese dei settori oggetto delle nuove restrizioni riceveranno un ristoro con la stessa procedura già utilizzata dall'Agenzia delle entrate in relazione ai contributi previsti dal “decreto Rilancio”.

L'entità degli importi corrisposti varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza con il “decreto Rilancio” in funzione del danno economico subito dalle categorie, quali, ad esempio, bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, taxi, noleggio con conducente, attività ricettive, centri sportivi, cinema, teatri e altri centri ricreativi e discoteche. La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro, con un ristoro pari al 10 per cento del calo del fatturato, nel limite massimo di 150 mila euro.

Per coloro che avevano già presentato domanda per i contributi del “decreto Rilancio” è prevista l'erogazione automatica sul conto corrente entro il 15 novembre. Potranno richiedere il nuovo ristoro, con erogazioni previste entro il 15 dicembre, anche le attività che non avevano richiesto i contributi del “decreto Rilancio” e quelle con fatturato maggiore di 5 milioni di euro.

Inoltre, il decreto finanzia ulteriori sei settimane di cassa integrazione per i lavoratori delle attività interessate dalle restrizioni, nonché indennità specifiche per autonomi, per intermittenti del mondo dello spettacolo, del turismo e dello sport.

Sono previste anche misure di sostegno alle attività coinvolte, come l'ulteriore estensione del credito d'imposta sugli affitti per tre mesi, la cancellazione della seconda rata IMU per il 2020 e fondi di sostegno diretto per i settori più colpiti, come turismo, editoria, fiere, agricoltura, pesca e sport dilettantistico.

PRESIDENTE. Il deputato Viscomi ha facoltà di replicare.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, signor Presidente. Mi rassicura e rassicura il Partito Democratico la mole degli interventi e il suo impegno per garantire tempestività e semplicità nel sostegno alle imprese e ai lavoratori coinvolti nelle misure emergenziali, impegno del Governo che, mi consenta, deve diventare obiettivo anche dei sistemi burocratici interessati. Questo perché fra norme e fatti, tra politica e politiche, il termine medio è organizzazione e, mai come in questo periodo di emergenza, abbiamo potuto verificare quanto sia importante adottare una logica di sistema, superando la frammentazione o la frantumazione delle competenze amministrative, in una prospettiva che tenga insieme le giuste ragioni dei tanti soggetti coinvolti. Mi consenta solo di portare un esempio: la recentissima disciplina del Fondo nuove competenze previsto dal decreto n. 34 pone come termine finale per la presentazione delle richieste il 31 dicembre, a fronte di una procedura complessa che prevede il coinvolgimento negoziale di una pluralità di soggetti pubblici e privati, tanto da revocare in dubbio, nell'opinione dei diretti interessati, la possibilità di rispettare il termine stesso di fine anno. Una buona idea che rischia di naufragare. E altre vicende analoghe potrei qui ricordare. Il fatto è, signor Presidente, che una logica di sistema richiede un elemento unificante e questo è dato dalla nostra stessa Costituzione, che la solidarietà pone come dovere inderogabile e come elemento vivificatore di una comunità. Lo ha ricordato più volte il Presidente Mattarella: la forza principale del Paese è il senso di comunità e il non sentirsi soli di fronte all'ignoto della vita e ancora più soli di fronte alle incertezze della pandemia. Per questo l'attenzione al tempo e al modo degli interventi di sostegno alle categorie deboli, agli imprenditori, ai piccoli imprenditori, ai lavoratori, ai lavoratori precari di settori e filiere fragili, resi ancora più fragili dai recenti provvedimenti, è l'unico modo per mantenere quel senso di comunità che costituisce la forza di questo Paese. Per questo, signor Presidente, ferirlo sarebbe la più grave delle colpe e noi non possiamo permettere che questo accada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in ordine alle risorse da destinare al ristoro dei danni conseguenti alle limitazioni alle attività imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 – n. 3-01840)

PRESIDENTE. Il deputato Valentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gelmini ed altri n. 3-01840 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie. Signor Presidente del Consiglio, con questa nostra interrogazione urgente le chiediamo di dare certezze a tutti quei settori economici che sono stati duramente colpiti dal DPCM del 24 ottobre e che hanno scoperto, domenica scorsa, di essere nuovamente tornati dentro l'incubo del semi-lockdown. Si tratta di pubblici esercizi, bar, ristoranti, piscine, palestre, oltre a tutto il mondo dello spettacolo, che sono stati chiusi da marzo a giugno e che, oltre al danno, ora devono anche subire la beffa. Sì, perché queste attività non hanno riaperto per la scomparsa della pandemia, ma perché hanno effettuato rilevanti investimenti per adeguarsi ai protocolli sanitari, hanno ridotto capienze, scaglionato le presenze dei clienti e, di conseguenza, hanno già pagato un prezzo altissimo alle emergenze. A queste attività economiche lei ha promesso congrui ed immediati ristori che giuridicamente, come sa, non esistono: mance? Indennizzi? Ieri ha convocato un Consiglio dei ministri che ha varato un decreto di cui ancora non conosciamo né testi né allegati e coperture e, ancora una volta, ha preferito la conferenza stampa al dialogo con il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevoli interroganti, confermo - l'ho già ricordato nel primo quesito, nella prima interrogazione che mi è stata posta - che abbiamo inserito nel decreto-legge che è stato appena approvato misure di sostegno immediato ai lavoratori e alle imprese che più sono direttamente interessate dalle nuove misure restrittive. Contiene interventi, questo decreto-legge, per 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, che mobilitano risorse già disponibili in bilancio a legislazione vigente. Innanzitutto, oltre 2 miliardi sono stati riservati a un nuovo contributo a fondo perduto per le attività dei comparti interessati dalle disposizioni del nuovo DPCM, con livelli di ristoro - li possiamo chiamare indennizzi anche, se preferisce - differenziati a seconda dell'intensità del danno economico, del pregiudizio economico, subito dalle categorie. L'entità degli importi corrisposti varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza dal “decreto Rilancio” in funzione dei danni economici subiti dalle categorie. Ancora, una novità rispetto al precedente fondo perduto riguarda l'estensione del diritto al ristoro ad attività che, come ho già detto e sottolineato, hanno un volume di affari superiore ai 5 milioni di euro: il ristoro è pari al 10 per cento del calo del fatturato e il tetto massimo di indennizzo è pari a 150 mila euro. In aggiunta, per ulteriori sei settimane sarà rifinanziata la cassa integrazione ordinaria, l'assegno ordinario e la cassa integrazione in deroga legati all'emergenza COVID-19. Si è poi provveduto a estendere il credito d'imposta del 60 per cento sugli affitti commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Il credito continuerà a essere cedibile al locatore e sarà esteso anche a volumi di affari superiori ai 5 milioni di euro. Abbiamo, inoltre, disposto l'esenzione della seconda rata IMU, che scade il prossimo 16 dicembre. A favore delle filiere dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura è stato istituito un fondo da 100 milioni di euro volto a concedere contributi al Fondo delle imprese del settore. Abbiamo, inoltre, stanziato un miliardo di euro a sostegno del mondo della cultura e del turismo. Inoltre, per le associazioni e le società sportive dilettantistiche viene istituito un apposito Fondo da 50 milioni di euro per il 2020 volto a preservare le attività di interesse generale che queste associazioni svolgono per le comunità e per i nostri giovani. Infine, abbiamo predisposto un insieme di interventi volti a rafforzare la risposta sanitaria all'emergenza epidemiologica; tra questi, sono stati stanziati 30 milioni di euro per favorire la somministrazione di tamponi rapidi presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Nel momento in cui vi parlo credo che sia stato annunciato, o stia per essere annunciato, il rinnovo del contratto di categoria, che faciliterà proprio, tra le clausole inserite, anche il coinvolgimento dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nella somministrazione dei tamponi.

PRESIDENTE. Il deputato Valentini ha facoltà di replicare.

VALENTINO VALENTINI (FI). Presidente, vorremmo poterle dire che siamo soddisfatti delle sue parole. Purtroppo questo decreto arriva dopo che il Governo ha consumato la sua residua credibilità: lo ha fatto con provvedimenti dai nomi altisonanti ma di scarso impatto pratico, lo ha fatto con decreti che attendono ancora 200 provvedimenti attuativi, lo ha fatto impiegando quattro mesi per erogare un bonus mobilità che stiamo attendendo, per non parlare della cassa integrazione ai lavoratori dipendenti, che è stata pagata ad aprile o maggio ma da giugno in poi non si è visto nulla. I lavoratori autonomi hanno avuto 600 euro e hanno visto la loro attività bloccata per sei mesi - cento euro al mese - e l'indennizzo per mancato fatturato alle imprese è stato dato solo ad aprile ed è stato un indennizzo di questo tipo: se un'impresa aveva 100 mila euro di fatturato in sei mesi, ha visto 5 mila euro di indennizzo. I prestiti bancari con garanzia sono stati erogati col contagocce perché le banche stanno ancora svolgendo le istruttorie.

Non ci si può meravigliare, quindi, che commercianti, artigiani, ristoratori, tutte le categorie travolte anche dalle urgenze economiche, abbiano una totale sfiducia verso le istituzioni. Per tenere unito questo Paese, per evitare che la situazione degeneri, occorre cambiare passo: le emergenze vanno scongiurate e non rincorse. Sapevamo da aprile che con la riapertura delle scuole si spostavano 9 milioni di persone, che ora viaggiano ammassate ogni giorno; sapevamo da aprile che era necessario ampliare la capacità di fare tamponi e tracciamento e abbiamo code di ore per i test; sapevamo da aprile che erano necessari i vaccini influenzali, ma nessuno li trova; sapevamo da aprile che sarebbe arrivata una seconda ondata e che cosa abbiamo fatto di concreto per sanità, scuola e trasporti? È stato fatto un piano di emergenza in questi settori? No, e allora lockdown, perché non c'è altra alternativa! Sono passati sei mesi nei quali l'unico piano che abbiamo visto è stato quello di tenere le dita incrociate per il calo dei contagi e un Paese bloccato in attesa dell'esito delle elezioni del 20 settembre.

Noi non siamo gli Stati Uniti e non ce lo possiamo permettere o, forse, semplicemente, manca solo la capacità ed ecco perché il Paese non si fida più di voi. Per tutto questo, Presidente, l'attendiamo di nuovo qui per comunicazioni in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in ordine a entità, modalità e tempistica di erogazione delle risorse da destinare al sostegno delle attività maggiormente colpite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 – n. 3-01841)

PRESIDENTE. La deputata Maria Soave Alemanno ha facoltà di illustrare l'interrogazione Crippa ed altri n. 3-01841 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Da marzo gli effetti della pandemia da COVID-19 hanno spinto il Governo a prendere misure di sostegno all'economia per oltre 100 miliardi di euro. Ai drammatici effetti del virus sulla salute dei cittadini, infatti, si sono aggiunti quelli riguardanti le attività economiche. Purtroppo, nelle ultime settimane il COVID-19 ha accelerato ulteriormente la sua diffusione in tutto il pianeta. In ragione di ciò, il Presidente Conte ha firmato il DPCM 24 ottobre, con nuove misure per fronteggiare l'emergenza, e ieri è stato adottato un ulteriore decreto-legge per sostenere l'occupazione e le attività economiche più colpite dalle nuove restrizioni. Si chiede di sapere quale sia l'apporto economico-finanziario, la modalità e la relativa tempistica che il Governo prevede nel “decreto Ristoro”.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevoli interroganti, rispondo anche a voi e, ovviamente, sintetizzo delle risposte che ho già offerto nelle precedenti interrogazioni, in replica alle precedenti interrogazioni. Il decreto che abbiamo adottato - tra l'altro, sottolineo che l'abbiamo programmato già quando stavamo per firmare il DPCM e prima di firmarlo ci siamo assicurati che ci fossero i fondi e avevamo già abbozzato più o meno i ristori - contiene 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e soprattutto è concentrato sui contributi a fondo perduto per quelle attività che sono più direttamente coinvolte e che subiranno l'impatto negativo delle nuove misure restrittive. Peraltro, la modalità scelta per l'erogazione è quella che si è rivelata più spedita negli scorsi mesi, cioè l'erogazione direttamente da parte dell'Agenzia delle entrate con accreditamento sull'IBAN dei diretti interessati. L'entità degli importi corrisposti varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza con il “decreto Rilancio”, in funzione, appunto, dei pregiudizi economici che verranno denunciati e che subiranno le categorie. Stiamo parlando di bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, taxi e noleggio con conducente, attività ricettive, centri sportivi, cinema e teatri, altri centri ricreativi, discoteche. La platea dei beneficiari - l'ho già sottolineato - riguarderà anche le imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro, che erano state in precedenza tagliate fuori, con un ristoro pari al 10 per cento del calo del fatturato nel limite massimo di 150 mila euro. Per coloro che avevano presentato domanda per i contributi del “decreto Rilancio” è prevista l'erogazione automatica sul conto corrente e confidiamo di farla in breve (15 novembre). Potranno richiedere il nuovo ristoro, con erogazioni previste entro il 15 dicembre, anche le attività che non avevano chiesto già i contributi in precedenza. Poi, c'è anche un finanziamento di ulteriori 6 settimane della cassa integrazione per i lavoratori delle attività interessate dalle restrizioni, indennità specifiche per i lavoratori autonomi, gli intermittenti del mondo dello spettacolo, del turismo e dello sport. Poi, c'è il reddito di emergenza: verrà riproposta con una nuova tranche mensile a partire da 400 euro esigibili da tutti coloro che ne avevano già diritto e da chi nel mese di settembre ha percepito un reddito familiare inferiore al beneficio stesso. Poi c'è anche, a favore della filiera dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura, un Fondo da 100 milioni di euro. E ancora, come ho già detto, ci sono delle misure anche per rafforzare la risposta sanitaria, tra cui 30 milioni di euro per favorire la somministrazione di tamponi rapidi presso medici di medicina generale e pediatri di libera scelta.

PRESIDENTE. Il deputato Marino ha facoltà di replicare.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie. Presidente Conte, lei sa che il MoVimento 5 Stelle ha accolto con preoccupazione, così come tutti gli italiani, le nuove misure di contenimento della pandemia, ma non siamo ciechi e vediamo anche quanto sta accadendo negli altri Paesi europei.

Pensiamo alla Svizzera, alla fosca ipotesi che i loro pazienti vengano un giorno curati in base alle rispettive possibilità di sopravvivenza.

Consci dei nuovi pesanti sacrifici che tutti gli italiani sono chiamati a fare oggi per la tutela della salute, che resta il bene più prezioso, abbiamo chiesto, però, due cose molto chiare, Presidente: congruità e tempi strettissimi nell'erogazione dei ristori per le imprese e per i lavoratori. Dico, in maniera convinta, ora, di fronte a lei, che questo decreto, ideato, concertato, emanato in tempi che credo abbiano pochi precedenti, va nella giusta direzione, e questo non fa che rafforzare la nostra fiducia nei suoi confronti e nei confronti del Governo tutto.

Vede, Presidente, siamo convinti che usciremo vincitori da questa sfida così difficile, una sfida contro un nemico invisibile e imprevedibile, che sta mettendo a dura prova a tutti noi e tutti gli italiani. Il MoVimento 5 Stelle è con lei e con il Governo tutto, ed è pronto a triplicare gli sforzi per trovare il modo migliore di difendere il Paese e i suoi cittadini, senza distinzioni di sorta, perché nessuno deve rimanere indietro.

Vede, il tempo sarà galantuomo, come sempre accade, e arriverà il giorno in cui si capirà chiaramente chi è davvero vicino al popolo e chi, invece, strumentalizza comprensibili proteste, pensando esclusivamente al proprio ritorno elettorale, incurante delle conseguenze e dei rischi di destabilizzazione di un Paese che però ha la forza e il coraggio per vincere anche questa sfida.

A nome del MoVimento 5 Stelle, esprimo la nostra vicinanza a tutti gli operatori della sanità che sono sul fronte in questo momento e alle nostre Forze dell'ordine, vittime di indegni e inaccettabili attacchi. Restiamo uniti, Presidente, e ce la faremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Chiarimenti in ordine alla consistenza e ai tempi di erogazione delle risorse da destinare al sostegno degli imprenditori e delle famiglie a seguito delle misure restrittive del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020 e iniziative volte a rivedere la chiusura delle attività culturali – n. 3-01842)

PRESIDENTE. Il deputato Schullian ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rospi n. 3-01842 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, ammetto che lei ha già risposto per buona parte a questa interrogazione, che mira a sapere quali siano le prospettive di indennizzo o di ristoro a favore delle categorie colpite dagli ultimi DPCM e quali siano l'intenzione e le prospettive del Governo in ordine alla chiusura delle attività culturali, pure disposte con il DPCM del 24 ottobre.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevoli interroganti, prendo anche atto che nel vostro intervento di richiamo avete già sottolineato che per buona parte ho risposto all'interrogazione che mi avete posto; però, anche per cortesia istituzionale, riassumo anche a voi che con questo decreto-legge confidiamo di intervenire con misure di sostegno a favore delle imprese più direttamente colpite dalle misure restrittive dell'ultimo DPCM e a favore anche dei lavoratori interessati da questi comparti.

I comparti riguardano, ormai è chiaro, soprattutto la ristorazione: bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie; attività dei centri sportivi, delle palestre; centri ricreativi, discoteche, cinema, teatri; e anche taxi e noleggio con conducente. è incentrato soprattutto sull'erogazione di ristori nella forma più rapida possibile. Ci rendiamo conto della sofferenza economica, sociale, del forte disagio e del senso anche di frustrazione che tanti lavoratori, tante famiglie, tanti operatori economici stanno accumulando: di qui la chiusura del DPCM e la sottoscrizione solo quando siamo stati sicuri di aver trovato una modalità e somme sufficienti per operare delle compensazioni; compensazioni per 5,4 miliardi di euro in termini, l'ho già detto, di indebitamento netto.

L'erogazione dei contributi a fondo perduto avverrà tramite l'Agenzia delle entrate, e sarà estesa questa volta anche a operatori economici che fatturano oltre 5 milioni di euro. È prevista un'erogazione automatica per tutti coloro che già hanno avuto, in virtù dei contributi previsti dal “decreto Rilancio”, subito, entro il 15 novembre; per gli altri comunque confidiamo entro il 15 dicembre. Inoltre, ci sono misure di sostegno per i lavoratori e per le imprese, più in generale: ad esempio, ho fatto riferimento alla rata IMU, ho fatto riferimento al credito d'imposta per quanto riguarda gli affitti commerciali. E, in ogni caso queste restrizioni, che anche altri partner europei hanno adottato o stanno adottando, rispondono a una precisa strategia del Governo, volta a gestire la pandemia senza rimanere sopraffatti, perché l'esperienza ci insegna che tutelando la salute, preservando la salute pubblica e la salute dei singoli cittadini, noi preserviamo anche e possiamo proteggere meglio il tessuto economico-produttivo del Paese.

Ridurre le occasioni di contagio in questo momento rappresenta l'unica possibilità che abbiamo per consentire da un lato, la tenuta del Sistema sanitario nazionale, e dall'altro, per scongiurare un secondo lockdown generalizzato, che danneggerebbe in misura ancora maggiore l'economia del Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Rospi ha facoltà di replicare.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-AP-PSI). Grazie, Presidente. Sono parzialmente soddisfatto della sua risposta e le dico il perché. Oggi ci troviamo in questa situazione dopo le distrazioni e i tanti errori fatti durante l'estate, come l'aver incentivato la mobilità dei cittadini, per esempio attraverso il voucher vacanze, o aver riaperto le discoteche e le sale da ballo.

E poi, Presidente, dopo aver messo in campo diverse misure e investito ben 130 miliardi in debito, si è fatto, a mio avviso, ben poco per quanto riguarda le attività di prevenzione. L'app Immuni, per esempio, è rimasta un logo sui nostri cellulari: se non comunica con le aziende sanitarie serve a ben poco. Il sistema di tracciamento con i tamponi si è dimostrato non adeguato: tempi lunghi e pochi tamponi. Ora che la curva è diventata esponenziale sarà praticamente impossibile ripristinare il sistema di tracciamento: esiste un serio rischio di collasso del nostro sistema sanitario, anche perché le misure prese con l'ultimo DPCM non porteranno i risultati sperati. E, poi, non penso che la chiusura dei luoghi della cultura sia la sola misura utile, soprattutto se non si interviene con immediatezza sulla gestione del trasporto pubblico, dove si è spesso costretti a viaggiare ammassati gomito a gomito: in questi casi la mascherina può fare poco. E poi, Presidente, con le raccomandazioni non penso si possano risolvere i problemi.

Come ne usciamo? Oggi, colleghi, siamo in una guerra contro un nemico invisibile e molto potente. In una situazione di guerra i Paesi forti si distinguono perché riescono a stabilire un clima di unità nazionale, che coinvolga tutti, dalle opposizioni alle diverse istituzioni territoriali. Allora, Presidente, colga il mio suggerimento: istituisca subito un tavolo di lavoro composto da tutti i gruppi politici, in maniera tale da lavorare in maniera condivisa in un'unica direzione e con un solo obiettivo, il bene comune di tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Popolo Protagonista-Alternativa Popolare (AP)-Partito Socialista Italiano (PSI)).

(Iniziative volte a scongiurare la chiusura del sito Whirlpool di Napoli e a salvaguardare i livelli occupazionali – n. 3-01843)

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01843 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, nei giorni scorsi Whirlpool ha annunciato la dismissione e la vendita dello stabilimento di Napoli a terzi, nonostante i conti della multinazionale siano positivi. La cessazione della produzione comporterebbe la cancellazione di quasi mille posti di lavoro tra diretti e indiretti, con il dramma che ne deriva per i lavoratori e le loro famiglie, e cogliamo l'occasione per dichiarare la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta in queste ore a Napoli.

È necessario, a nostro giudizio, dare una risposta concreta ai lavoratori con un nuovo e diretto impegno del management di Whirlpool al tavolo per offrire solide prospettive di occupazione. Le chiediamo, quindi, di convocare al più presto, in accordo col Ministero per lo Sviluppo economico, un tavolo a Palazzo Chigi con l'azienda e i rappresentanti dei lavoratori, per scongiurare la chiusura del sito Whirlpool di Napoli, che - lo ricordo - è uno dei siti più importanti fra le realtà produttive rimaste oggi a Sud del Paese, con l'obiettivo di salvaguardare la prosecuzione dell'attività dell'azienda e i livelli occupazionali.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. In merito al quesito posto dagli onorevoli interroganti, ricordo che Whirpool già dallo scorso settembre 2019 aveva deciso di cedere lo stabilimento di Napoli, definendo il sito non produttivo. Successivamente, però, il 30 ottobre 2019 la medesima società comunicava al Ministro Patuanelli l'intenzione di revocare la procedura di cessione e di continuare la produzione di lavatrici. In linea con tale decisione, nella riunione del 29 gennaio 2020 si sono verificate le condizioni per garantire la continuità produttiva e la tutela dei lavoratori dello stabilimento di Napoli.

L'azienda stessa peraltro manifestava la disponibilità a mantenere le attività produttive quantomeno fino al 31 ottobre 2020. Tuttavia, nell'ambito delle interlocuzioni avvenute successivamente, l'azienda ha ribadito le difficoltà nel proseguire la produzione dello stabilimento di Napoli oltre la data del 31 ottobre. Da ultimo, lo scorso 22 ottobre l'azienda ha evidenziato di aver subito un drastico crollo nella domanda globale per il modello di lavatrici di alta gamma prodotto proprio nel sito di Napoli. Pur ritenendo l'Italia un Paese strategico, dove addirittura prevede di investire 250 milioni di euro entro il 2021, Whirlpool ha confermato il 31 ottobre come data di cessazione della produzione di Napoli. Nel confermare tale decisione la multinazionale ha affermato che avrebbe comunque garantito la retribuzione dei lavoratori fino al 31 dicembre di quest'anno e, solo dopo da tale data, avrebbe avviato le procedure di licenziamento. L'azienda si è resa infine disponibile a collaborare con il Governo e con tutte le istituzioni coinvolte e, preso atto di tale decisione, il Ministro Patuanelli ha dato riscontro alle richieste dei sindacati approvando l'istituzione di un tavolo permanente. I lavoratori legati allo stabilimento - circa 400 diretti, a cui però dobbiamo aggiungere all'incirca 500 dell'indotto - sono in stato evidentemente di agitazione e di fibrillazione e anche oggi - è notizia di oggi, di qualche ora fa - un presidio di dipendenti dello stabilimento è in sciopero. A tal proposito vorrei ribadire l'impegno massimo del Governo a fare tutto ciò che è necessario per preservare l'occupazione dei lavoratori di Napoli e per rilanciare le prospettive industriali del sito produttivo. È stato appena diffuso - credo proprio poco fa - un comunicato a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri che attesta l'impegno del Governo, mio personale e del Ministro Patuanelli, di contattare i vertici della multinazionale per assicurare la massima premura del Governo italiano affinché vi sia una soluzione nel segno della continuità aziendale e della protezione di un presidio produttivo che riteniamo essenziale per Napoli e per l'intero territorio campano. Sono diversi, infatti, gli strumenti di supporto e di attrazione degli investimenti a disposizione del Governo, come quelli contenuti negli ultimi provvedimenti legislativi. Molteplici sono anche i possibili interventi diretti per il rilancio industriale, come anche dimostra la creazione di un polo di compressori, nato proprio dalla risoluzione delle crisi di Embraco e di Acc. Quindi faremo il massimo per preservare questo presidio produttivo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Epifani. Prego.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Io credo che questa che lei adesso ha indicato e confermato sia la strada più breve e la migliore per provare a uscire da questa situazione. Perché una cosa non convince: ma perché chiudere adesso? Possibile che la Whirlpool non si accorga che, durante una pandemia che brucia lavoro, brucia occupazione, riduce la condizione delle persone e delle aziende, un segno di chiusura in questa fase rappresenti, innanzitutto per l'immagine della Whirlpool, un colpo devastante? Ci battiamo per avere più cassa integrazione, licenziamenti bloccati, e poi dovremmo assistere alla chiusura di un sito importante in un'area come quella di Napoli, che produce in un settore la cui dinamica di mercato oggi è paradossalmente migliore di quella di due anni fa? Gli stessi conti dell'azienda... Per questo è incomprensibile! Già nel passato la Whirlpool ha cambiato un paio di volte idea. Io spero che, con l'intervento massimo suo e del Ministro, con la disponibilità che già era stata messa e che può essere reiterata e ampliata a trovare le modalità, si creino le condizioni, per cosa? Per passare almeno questa fase - io voglio essere realista -, per consentire il prosieguo dell'attività in questa condizione e prendere il tempo per trovare poi una soluzione definitiva. Io non riesco a capacitarmi perché il Paese debba perdere, proprio in questa fase, un presidio produttivo in un'area come Napoli, con lavoratori professionali e da parte di una multinazionale che ha mezzi e risorse - se vuole - per continuare a investire e a operare, a Napoli, per il bene dei lavoratori e di se stessa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del Partito Democratico).

(Chiarimenti in ordine ai dati scientifici alla base delle chiusure disposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020, e intendimenti in ordine a possibili modifiche – n. 3-01844)

PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01844 (Vedi l'allegato A).

GUIDO GUIDESI (LEGA). Signor Presidente del Consiglio, con questa interrogazione siamo a chiederle su quali basi scientifiche lei abbia preso la decisione con l'ultimo DPCM di chiudere alcune attività, che tra l'altro già si erano adeguate ai protocolli sanitari indicati a suo tempo. Incuriositi da come una cena distanziata, una personale lezione in palestra o uno spettacolo teatrale distanziato possano essere più rischiosi di un bus o di un vagone affollato. Inoltre siamo a chiederle, Presidente, che fine hanno fatto le proposte pre-estive, sia delle opposizioni che delle Regioni, in materia sanitaria e in materia economica.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere. Prego.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Il quadro europeo relativo alla diffusione dell'infezione da COVID-19 è allarmante: molti Paesi presentano un notevole incremento nel numero di nuovi casi positivi e, come state vedendo proprio in queste ore, anche Francia e Germania sono state costrette a preannunciare severe misure restrittive. In Italia, nonostante le misure finora adottate, la diffusione del contagio ha raggiunto un picco massimo di 21.994, quasi 22.000 casi ieri, e si osserva un'accelerazione e un progressivo peggioramento dell'epidemia, segnalato ormai da dodici settimane. Il forte incremento dei casi ha portato l'incidenza cumulativa, se guardiamo gli ultimi 14 giorni, a 146,18 per 100 mila abitanti contro 75 per 100 mila abitanti nel periodo 28 settembre-11 ottobre. Sulla base di tale incremento è risultato necessario rafforzare le misure per tenere sotto controllo la curva epidemiologica e salvaguardare la salute pubblica. In vista di una possibile ripresa autunnale della circolazione del virus, l'Istituto superiore di sanità con il Ministero della Salute, con la Conferenza delle regioni e con altri organismi di ricerca nazionale, ha reso pubblico il documento che si intitola “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione autunno-invernale”. In tale documento sono rappresentate, in relazione all'evoluzione degli scenari epidemiologici, le specifiche diverse modulazioni delle possibili misure da adottare. Allo stato, l'epidemia in rapido peggioramento risulta compatibile a livello nazionale - perché ormai è abbastanza uniforme - con lo scenario di tipo 3 descritto nello studio, con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane. In particolare, per lo scenario di tipo 3 lo studio menzionato prevede, tra le altre misure: la possibilità di interruzione di alcune attività sociali e culturali maggiormente a rischio, quali discoteche, bar, anche su base oraria; incentivazione del lavoro agile al fine di ridurre l'affollamento dei trasporti pubblici e delle sedi lavorative; per quanto riguarda la scuola, la possibilità di attivare lezioni scaglionate a rotazione (mattina, pomeriggio), possibilità della didattica a distanza, chiusure temporanee in funzione del numero dei casi sospetti nella singola comunità scolastica. A tali misure proprie dello scenario di tipo 3 si è attenuto il Governo nell'adozione del recente DPCM. Non solo, preciso che, una volta elaborato il quadro delle nuove misure da inserire nell'ultimo DPCM, nel primo pomeriggio di sabato scorso 24 ottobre il Governo, nella persona del Ministro della Salute, ha inviato la bozza al Comitato tecnico-scientifico, sollecitando un parere degli esperti anche sul merito delle specifiche misure. Con verbale n. 121, reso qualche ora più tardi, nello stesso giorno, il CTS - leggo letteralmente - dopo ampia analisi condivide i provvedimenti previsti nel testo, formulando alcune limitate osservazioni, che il Governo peraltro ha sostanzialmente recepito.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Quindi, adesso il Parlamento è il CTS?

PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di replicare. Prego.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Se così fosse, è evidente che il suo provvedimento è totalmente incoerente rispetto alle indicazioni sanitarie dei protocolli che avevate dato alle stesse attività che avete chiuso alcuni mesi fa, per cui le spese che hanno fatto sono risultate assolutamente inutili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Le proposte in materia economica e sanitaria glielo dico io dove sono finite: le proposte economiche della Lega sono finite nel piano Colao, una task force da lei formata e poi totalmente inascoltata. I ristori: mancano ancora dei ristori rispetto al primo bonus. Presidente, se va sul sito dell'Agenzia delle entrate, vedrà che alcune richieste sono ancora in fase di lavorazione, come mancano alcuni pagamenti della cassa integrazione.

E nel decreto di ieri vi siete dimenticati di prevedere i ristori per tutte le filiere che lavorano con le attività che avete chiuso: i manutentori, i fornitori, i fieristi, eccetera, eccetera, eccetera, e non basteranno quei soldi. Invece le proposte delle regioni sono rimaste ferme nella Conferenza Stato-regioni; non gliele cito tutte, gliele può citare qualche governatore del partito che governa insieme a lei, perché quelle proposte non avevano colore politico. Presidente, la verità è che in questi sei mesi vi siete tanto occupati di creare l'aspettativa rispetto ai fondi del Recovery Fund, che non ci sono ancora adesso, sui papabili investimenti e sulla data del vaccino, che ancora non c'è adesso: di questo vi siete occupati in questi sei mesi e non di prevenire la seconda ondata della pandemia.

Presidente, non esistono attività non indispensabili: la dignità non è data dal lavoro che si fa ma dal fatto di poterlo fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ascolti, Presidente: le nostre proposte sono ancora lì e sono ancora lì quelle delle regioni; ascolti prima che sia troppo tardi. Lei non ha nemmeno il limite della coerenza, perché stamattina abbiamo iniziato i lavori votando una pregiudiziale su un decreto da lei firmato che cancella i “decreti Sicurezza”, sempre da lei firmati, pensi un po' (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni)!

(Chiarimenti in ordine ai dati scientifici alla base delle misure disposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020, anche in relazione alla asserita carenza di pubblicità dei lavori del Comitato tecnico-scientifico – n. 3-01845)

PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01845 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, lei con un atto amministrativo, ovviamente notturno, ha messo in crisi centinaia di migliaia di piccole imprese e gettato nella disperazione i loro titolari. Vede, Presidente, quell'atto amministrativo richiama verbali del Comitato tecnico-scientifico, ma neppure sono allegati, sempre per via che lei era l'avvocato dei cittadini e si ispirava alla trasparenza. Allora, Fratelli d'Italia le dice: basta, Presidente Conte, con le passerelle mediatiche; basta, Presidente Conte, con il considerare quest'Aula un covo di figuranti. Presidente Conte, noi i provvedimenti li vogliamo discutere e votare in Parlamento, non subirli dall'alto della sua protervia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Come ho già sottolineato, il quadro europeo relativo alla diffusione di questa pandemia è molto preoccupante e il Governo, a partire dalla prima ondata della pandemia, non ha mai smesso di investire per rendere più resiliente l'intero sistema nazionale, potenziando in particolare il Servizio sanitario e la scuola. Solo gli investimenti in questi due comparti dall'inizio dell'anno ammontano a oltre 17 miliardi di euro. Abbiamo continuato a operare per mettere in sicurezza il Paese anche quando la necessità di prorogare lo stato di emergenza veniva messa duramente in discussione, anche dal vostro gruppo e dal gruppo che ha posto l'interrogazione immediatamente precedente.

Nel mese di ottobre in particolare si è assistito in Italia ad un progressivo aumento dei nuovi casi giornalieri, del numero di ospedalizzazioni e dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Ho già fatto riferimento nella precedente risposta allo studio dell'Istituto superiore di sanità, intitolato “Prevenzione e risposta a COVID-19”. In relazione all'evoluzione degli scenari epidemiologici, questo studio descrive i vari scenari, con il risultato che la nostra curva epidemiologica, allo stato, risulta complessivamente compatibile con lo scenario di “tipo 3”. Il Governo, nell'adottare l'ultimo DPCM, si è attenuto a questo scenario, conformando le misure restrittive a quelle adeguate e proporzionate a questa fase evolutiva della pandemia. Non abbiamo, quindi, adottato misure secondo un criterio meramente arbitrario, né operando una gerarchia di valori tra le attività, con il risultato di apprezzarne alcune a discapito di altre.

L'insieme delle misure va valutato in termini unitari e complessivi, come pure gli effetti non dovranno essere valutati in questi primi giorni, ma nell'arco di circa due settimane. Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi e di mitigare la diffusione della pandemia. Con lo smart working e il ricorso alla didattica a distanza nelle scuole superiori di secondo grado, contiamo di ridurre le occasioni di incontro, di alleggerire l'afflusso nei mezzi di trasporto durante il giorno. Stesso criterio è stato adottato per le ore serali: abbiamo ridotto tutte le occasioni di socialità che spingono le persone a uscire nella fascia serale e a spostarsi con i mezzi pubblici. Di qui la decisione di sospendere le attività di ristorazione dopo le ore 18, di tenere chiusi cinema e teatri. Diminuendo le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero dei contatti che ognuno di noi può avere, rendendo anche più facili i tracciamenti nel caso una persona risulti positiva al virus.

Siamo pienamente consapevoli che si tratta di misure severe, ma le riteniamo assolutamente necessarie per contenere i contagi. Lei non ha ricordato nel suo intervento iniziale che abbiamo avuto anche un confronto; ho infatti illustrato preventivamente le misure ai capigruppo di maggioranza e di opposizione. Diversamente, la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci completamente di mano e per quanto riguarda la pubblicità degli ultimi verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico, ricordo che il Governo, lo scorso 4 settembre, ha deciso di procedere alla pubblicazione dei verbali, decorsi 45 giorni dalla data della relativa riunione. Questo differimento si giustifica in quanto si rende necessario valutare con rigore e ponderazione i diritti e gli interessi pubblici e privati coinvolti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, le avevamo chiesto dei dati, ci ha fatto una predica. Peccato che si sia dimenticato di dire alcune cose: comunicare l'esito di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri non significa discutere con i gruppi di opposizione, accogliere le loro proposte e confrontarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Lei pensa di essere un decisore, l'hanno illusa di essere tale; in realtà sta guidando una “nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!.

E le dirò di più, signor Presidente: lei non ha detto e non ha citato un dato che giustifichi le chiusure che ha fatto. Ci dica qual era la diffusione del COVID nel settore della ristorazione, nel settore dei pub, nel settore ristoranti, nel settore delle palestre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché questo è il dato che lei avrebbe dovuto dare!

Allora io ringrazio i colleghi Caiata, Zucconi e Trancassini che, da ristoratori, stanno attuando quello sciopero della fame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che è solo anticipatore di ciò a cui lei li ridurrà, e cioè alla fame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Vede, signor Presidente del Consiglio, noi avremmo capito un provvedimento ponderato, ma lei lo sa cosa ha fatto? Prima avete chiesto a tutti gli operatori economici di adeguarsi a dei protocolli; si sono adeguati e appena si sono adeguati li avete chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vuole sapere cosa avete fatto con le palestre? Ancora peggio! Lei, venerdì mattina, ha un rappresentante del suo Governo che firma un decreto con il quale stabilisce delle nuove linee guida per le palestre e i centri sportivi, e la domenica mattina li avete chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma dove pensate di poter andare? Ma come pensate di poter continuare a prendere in giro il popolo italiano? Signor Presidente, se ne vada, ha già fatto troppi danni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

(Iniziative volte a prevedere l'utilizzo di parte della flotta del trasporto commerciale per ovviare alla situazione di sovraffollamento nei servizi del trasporto pubblico locale, nonché per una riforma strutturale del trasporto pubblico – n. 3-01846)

PRESIDENTE. La deputata Paita ha facoltà di illustrare l'interrogazione Nobili ed altri n. 3-01846 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, non è la prima volta che Italia Viva pone il problema del trasporto, sottolineando criticità e preoccupazioni; lo abbiamo già fatto rivolgendoci alle Ministre De Micheli e Azzolina. Per noi questa è un'occasione importante per capire, sui 100 miliardi di scostamento di bilancio, quante risorse reali sono state destinate ai trasporti.

A noi risulta 300 milioni, e ci sembra pochissimo, ma le chiediamo di aiutarci a fare chiarezza sul tema. Abbiamo poi esaminato l'ultimo “decreto Ristori” e, dalle prime bozze, neppure lì abbiamo trovato nulla. Questo ovviamente ci preoccupa. Tutti capiscono che il trasporto locale è uno dei settori potenzialmente più pericolosi per la trasmissione del virus. Ogni giorno abbiamo testimonianze di una situazione preoccupante nelle grandi città. È giusto fare appelli per evitare assembramenti ma, poi, non possiamo permettere che si verifichino proprio sui servizi pubblici. Noi abbiamo, in pieno spirito collaborativo, avanzato delle proposte, come quelle di usare per il TPL le migliaia di bus turistici, taxi e NCC fermi, con gli autisti attualmente in cassa integrazione. Signor Presidente del Consiglio, consapevoli della situazione di difficoltà che il Governo sta gestendo, vi chiediamo uno scatto su questo tema e di agire subito, con forti investimenti, perché le nostre città possano davvero ripartire, perché le attività possano davvero riaprire e i nostri ragazzi possano in futuro andare in sicurezza a scuola (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. L'esigenza di adottare efficaci misure di contenimento del contagio da COVID-19 e, al contempo, la necessità di garantire la mobilità delle persone hanno imposto l'adozione di apposite linee guida in materia di trasporto pubblico locale il cui contenuto, come sapete, è stato definito sulla base dell'analisi dei flussi della domanda di trasporto elaborata dall'INAIL. Il contenuto è stato anche condiviso con il Comitato tecnico-scientifico, con i titolari dei servizi di trasporto pubblico locale, con i responsabili dell'erogazione di servizi trasporto scolastico dedicato, regioni ed enti locali. L'intesa del 31 agosto 2020, raggiunta in sede di Conferenza unificata, ha contemplato inoltre lo stanziamento di 300 milioni di euro per i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e di 150 milioni di euro per i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico dedicato. Nel corso degli incontri di coordinamento avuti, in queste settimane, dalla Ministra De Micheli, il Governo ha confermato l'istituzione di tavoli operativi permanenti per la risoluzione delle situazioni di maggiore criticità. Il MIT sta anche intervenendo per il rafforzamento dei controlli, il costante monitoraggio dell'andamento della domanda, anche collegata agli orari di apertura delle scuole e dei luoghi di lavoro, e il conseguente incremento, in caso di necessità, del numero di corse. Da parte loro, le regioni e gli enti locali hanno confermato di aver già incrementato i mezzi per le tratte con maggiore domanda, utilizzando 120 - allo stato - dei 300 milioni di euro a disposizione che hanno consentito, ad oggi, l'utilizzo di circa 2000 mezzi di trasporto privati aggiuntivi, con conseguente potenziamento di oltre 4 mila tratte, oltre al potenziamento dei controlli da parte del personale sulle banchine e nelle aree di sosta dei mezzi, garantendo l'intervento anche a seguito delle segnalazioni di criticità. Con i decreti-legge “Rilancio” e “Semplificazioni” è stata specificamente prevista poi la possibilità di ricorrere ai taxi in servizio NCC per potenziare i servizi di trasporto pubblico e l'istituzione di buoni viaggio per gli spostamenti effettuati a mezzo taxi o NCC e sono state introdotte procedure semplificate per l'affidamento dei servizi aggiuntivi. A dette risorse si aggiungono quelle finalizzate alla compensazione dei minori ricavi - 900 milioni - e quelle destinate al finanziamento dell'acquisto dei nuovi mezzi di trasporto e i trasferimenti ordinari effettuati a valere sulle risorse del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale. Nella prossima legge di bilancio troverete anche ulteriori risorse destinate a questa finalità, ma è evidente che, a dispetto delle varie iniziative, degli investimenti e delle misure adottate, vi sia - dobbiamo riconoscerlo - un'oggettiva difficoltà di assicurare che le regole di distanziamento, certificate anche dai protocolli, pur severi, di sicurezza, siano sempre rispettate da tutti gli utenti dei servizi di trasporto nel corso dell'intera giornata. È anche per questo che nell'ultimo DPCM abbiamo approvato misure anche cercando di alleggerire l'afflusso sui mezzi di trasporto pubblico, quindi nelle ore diurne, incrementando la didattica a distanza nelle scuole superiori e rafforzando il ricorso allo smart working nelle pubbliche amministrazioni, ma raccomandandolo anche nelle aziende private; nelle ore serali, poi, con la sospensione delle attività di bar e ristoranti alle ore 18 e la chiusura di cinema e teatri.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Nobili.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie Presidente, grazie Presidente Conte per la sua risposta. Speravamo di essere rassicurati; le confesso che continuiamo ad essere un pochino preoccupati. Sappiamo bene che stiamo affrontando una fase nuovamente molto complicata e che ognuno deve fare la propria parte. Noi di Italia Viva lo facciamo sostenendo il Governo fino in fondo ma senza nascondere perplessità quando le misure non ci convincono o quando le nostre preoccupazioni rimangono inascoltate. Da alcuni mesi - come ricordava la collega Paita - in tutte le sedi possibili abbiamo posto la questione del potenziamento e delle integrazioni necessarie al servizio di trasporto pubblico locale, con aziende che, come sa e come ricordava, Presidente, sono già in difficoltà per il calo dei ricavi - siamo felici che in legge di bilancio si provvederà a questo - e che devono poter garantire servizi aggiuntivi, maggiori corse e controlli che continuano obiettivamente a non esserci. Le immagini, Presidente, che mostrano centinaia di casi di assembramenti assolutamente incompatibili con l'emergenza che stiamo affrontando su bus, metro e treni regionali, che viaggiano nelle ore di punta con carichi inaccettabili, non sono una percezione ma purtroppo un dato di fatto. I cittadini che non hanno alternative di mobilità sono esposti a rischi che dobbiamo assolutamente evitare. Capisce, Presidente, che 300 milioni, a fronte degli oltre 100 miliardi di scostamento che abbiamo previsto in questi mesi, sono poca cosa. In ogni caso, se ci sono delle responsabilità delle Regioni il Governo eserciti i poteri sostitutivi. Noi vogliamo dare una mano, con buon senso, nell'interesse del Paese. Abbiamo proposto tante soluzioni, si ricordavano: ci sono i mezzi del trasporto commerciale, aziende grandi e piccole di trasporto turistico che hanno tanti mezzi inutilizzati, NCC e taxi. Il “decreto Semplificazioni” ci aiuta, ma questi servizi non sono stati implementati. A maggior ragione, rispetto alle misure di chiusura che il Governo ha preso in questi giorni e sulle quali abbiamo espresso perplessità: teatri, cinema, palestre e piscine; ed ogniqualvolta abbiamo fatto notare che in quei settori i protocolli sono stati rispettati con scrupolo e con responsabilità i Ministri competenti ci hanno risposto: è vero, è così, ma noi dobbiamo chiudere queste realtà perché ci sono degli obiettivi problemi per la mobilità dei cittadini. Insomma, Presidente, converrà e condividerà che non è giustificabile che oggi un insegnante, un poliziotto, una casalinga, uno studente corrano dei rischi, per il sovraffollamento dei mezzi, in termini di contagio. Dobbiamo porre rimedio in ogni modo, abbiamo gli strumenti: il “decreto Ristori”, la legge di bilancio in arrivo. Facciamolo, Presidente, facciamolo subito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Bonafede, Brescia, Casa, Cirielli, Comaroli, D'Incà, De Maria, Delmastro Delle Vedove Delrio, Ferraresi, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Iovino, Lorefice, Lupi, Mauri, Melilli, Molinari, Nardi, Orrico, Perantoni, Rizzetto, Serracchiani, Tasso e Tomasi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del Testo unificato - A.C. 107-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 107-569-868-2171-2255-A: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Turri 1.421 e che risulta accantonato l'articolo premissivo Costa 01.0400.

Avverto che, fuori dalla seduta, la deputata Bartolozzi ha ritirato i seguenti emendamenti a sua prima firma: 1.10, 2.11, 4.180 e 5.403.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Turri 1.422, a pagina 5 del fascicolo.

Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Signor Presidente, la ringrazio, è solo per sottolineare che con questo emendamento continuiamo a rappresentare all'Aula, al fine di stimolare una certa sensibilità riguardo alla problematica, il principio del diritto penale che postula come alla base del reato ci sia necessariamente la presenza di un fatto offensivo nei riguardi di un bene sociale oggetto di esperienza concreta. In questo caso introduciamo una frase che rende questo principio attinente al rispetto delle normative in materia penale riguardo alle fattispecie criminose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Sì, Presidente, sull'ordine dei lavori poiché mi comunicano che in Commissione bilancio stanno ancora lavorando e sono in corso votazioni; vorrei chiederle se potesse verificare e, nel caso, ovviamente, attendere e sospendere fino alla fine di quei lavori.

PRESIDENTE. Verifichiamo subito. Intanto chiedo se ci sono altri colleghi che intendono intervenire; stiamo esaminando l'emendamento 1.422 Turri. Stiamo attendendo una risposta dalla Commissione bilancio: collega Bartolozzi, voleva intervenire? La collega Bartolozzi non vuole più intervenire, d'accordo. Sembra che la Commissione bilancio sia sconvocata (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi!

Ha chiesto di intervenire la collega Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Relativamente…(Proteste di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi! Prego, collega Giuliano.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Relativamente all'emendamento 1.422 del collega Turri, che stiamo analizzando, è ovviamente nostra premura specificare ulteriormente che si tratterebbe di un emendamento assolutamente ultroneo. Ricordo, infatti, come già fatto in precedenza da altri colleghi, che già la giurisprudenza ha sottolineato che l'istigazione a commettere atti di discriminazione - e questo è il punto della lettera a) dell'articolo 604-bis, sul quale interveniamo con questo provvedimento di legge - ha già un contenuto fattivo, perché l'istigazione è un incitamento, che, appunto, ha un contenuto già fattivo di istigazione ad una condotta; quindi già presenta qualcosa di più, un quid pluris rispetto alla semplice manifestazione del pensiero, di opinioni o di convincimenti personali. Anche qui, quindi, non c'è nessun vulnus rispetto alla libera manifestazione del pensiero, che tra l'altro - ricordiamo sempre - è sempre tutelata a livello costituzionale dall'articolo 21 della Costituzione. Quindi assolutamente strumentali ed errate sono tutte le affermazioni dell'opposizione in questo senso. Peraltro, ricordo ancora una volta che, grazie ad un approfondito lavoro che abbiamo fatto in Commissione, proprio nell'articolo 3 andiamo a specificare ulteriormente la norma che riguarda la libertà di manifestazione del pensiero, di idee legittime e di legittimi convincimenti. Anche qui, quindi, nessun vulnus e nessun pericolo per una ipotetica compressione della libertà di manifestazione del pensiero, che resta assolutamente tutelata. Quello che andiamo a colpire sono gli atti di discriminazione, l'istigazione a commettere atti di discriminazione, ma si tratta di una punibilità fondata su condotte concrete. Quindi, nessun vulnus ai princìpi costituzionali e ai princìpi del diritto penale, che devono sempre informare la nostra azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento è un emendamento che fa seguito a tanti altri dello stesso tenore. Nel corso della seduta della mattinata abbiamo sentito molto spesso ripetere argomenti che supporterebbero la presentazione di questo emendamento e dei quali io comprendo la logica. Si dice e si è detto - e questo emendamento avrebbe questa funzione - che occorrerebbe specificare nella fattispecie di reato, che è contenuta nella ex legge Mancino, alla quale noi contribuiamo introducendo la nuova fattispecie di discriminazione e di violenza, che sarebbe opportuno aggiungere una specificazione che fa capire che si tratta non di un reato di pericolo astratto ma di un reato di pericolo concreto. È una preoccupazione che io penso abbia un suo fondamento, senonché occorre sapere - e questo mi pare che sia rimasto un po' nell'ombra nella discussione di questa mattina, quindi io colgo l'occasione per ribadirlo in questa circostanza - e non si è ricordato che la giurisprudenza è già arrivata lì. La giurisprudenza, nell'interpretazione dell'istigazione alla discriminazione o dell'istigazione alla violenza, è già arrivata a ritenere che solo nelle fattispecie di cui si mette concretamente in pericolo il bene protetto, allora scatta l'incriminazione: siamo già pervenuti lì, siamo già arrivati lì. Quindi, in teoria, non è necessario aggiungere questa specificazione, alla quale - ripeto - la giurisprudenza già consolidata è arrivata.

Ed è la ragione per la quale noi riteniamo non necessario introdurre un emendamento di questa natura. Ma aggiungo, ad abundantiam e l'ho già detto stamattina nel corso del mio intervento che si riferiva all'articolo 3 - e quindi a quell'articolo che, secondo noi, chiude la questione rilevante della libertà di manifestazione del pensiero, che è l'articolo con il quale noi abbiamo fatte nostre le richieste dell'opposizione, introducendo un emendamento che era esattamente un emendamento dell'opposizione e che noi ci proponiamo di migliorare, con un ulteriore emendamento che è stato presentato e che valuteremo appunto in sede di discussione dell'articolo 3 -, ebbene, in quell'emendamento, noi introduciamo una specificazione che va esattamente nella direzione che sta dietro la ratio di questo emendamento, perché in quell'emendamento, che completa l'articolo 3, che quindi è l'articolo che garantisce in maniera piena la libertà di manifestazione del pensiero, noi specificheremo che quella libertà vale fino a quando non si corre il rischio di istigare, appunto, alla discriminazione o alla violenza in modo concreto, quindi con una previsione che questa libertà di espressione del pensiero esiste fino a quando appunto - noi lo diremo con chiarezza - questa libertà di manifestare il pensiero non diventi idonea a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori violenti. Così noi mi pare che chiudiamo in modo giuridicamente ineccepibile e inappuntabile una disciplina che da un lato, punisce in maniera adeguata comportamenti di discriminazione e di violenza - fa salvi, però comportamenti che non sono concretamente idonei a mettere in pericolo i beni giuridici protetti - e dall'altro lato, garantisce in maniera piena e, ripeto, non contestabile la libertà di manifestazione del pensiero. Pertanto, per queste ragioni noi riteniamo che questo emendamento non sia né utile, né efficace e quindi riteniamo utile votare contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turri 1.422, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(C ommenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Colleghi! Colleghi! Stiamo attendendo il Transatlantico e le tribune.

(Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Colleghi! Colleghi! Ci sono dei problemi in tribuna!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Turri 1.18 e Palmieri 1.19.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Gentile Presidente Spadoni, vorrei iniziare l'intervento innanzitutto salutando, anche se non è qui in Aula, la nostra presidente Mariastella Gelmini, che è tornata dalla malattia, così come saluterei l'onorevole Lupi, che stamattina era qui con noi (Applausi) e vorrei salutare anche gli altri capigruppo che non vedo e naturalmente tutte le colleghe e i colleghi che sono ancora a casa malati. A beneficio di coloro che non sono tra noi ma, a beneficio di coloro che sono tra noi, cioè i colleghi e le colleghe della maggioranza che hanno appena strappato un voto a loro favorevole, volevo ricordare che noi, da ieri, vi stiamo dicendo sostanzialmente quattro semplici cose. La prima: che siamo fermamente contrari ad ogni forma di discriminazione nei confronti di chicchessia a motivo della sua scelta sessuale. La seconda: che questo provvedimento non è un'emergenza, e non lo è tanto più in un momento come questo. La terza: che c'è già la legge, le leggi ci sono che tutelano le persone, tutte le persone, indiscriminatamente, da ogni tipo di violenza. E la quarta e ultima, di conseguenza: che per questo non serve alcuna legge speciale. Questi sono i quattro concetti che noi stiamo ribadendo, da ieri, in quest'Aula.

Allora, se non servono leggi speciali - e vengo all'emendamento - l'emendamento in questione attacca il punto nel quale la norma si appende all'articolo 604-bis, dove si parla della propaganda delle idee, degli atti di discriminazione e, in sostanza, dei delitti d'opinione. Allora, come è noto, io non pratico il diritto: come sanno i colleghi della Commissione giustizia delle scorse legislature, io ho fatto giurisprudenza per una sola settimana, dopodiché sono passato a filosofia. Non pratico il diritto, non pratico il dirittismo, però tento di praticare il buon senso e il realismo: leggo, studio, e leggendo e studiando ho scoperto che ingiuriare e discriminare una persona omosessuale è già stato sanzionato più volte nel nostro Paese a legislazione vigente. Cito alcuni episodi: Corte di cassazione, sentenza n. 1126 del 2015, risarcimento danni per una persona omosessuale della Sicilia, alla quale era stata ritirata ingiustamente la patente per questo motivo; Corte di cassazione, sentenza n. 10248 del 2010: dire gay in modo spregiativo è ingiuria, quindi rientra nell'articolo 594 del codice penale; tribunale di Milano, sentenza n. 9393 del 2017: diffamare, cioè, nel caso specifico, rivelare pubblicamente che una persona è omosessuale per tentare di diffamarlo rientra nella fattispecie dell'articolo 595 del codice penale, diffamazione; ultimo, tribunale di Torino, pronuncia n. 5009 del 2018: molestare una coppia gay rientra negli atti di stalking. Allora, per questo motivo è inutile fare una nuova legge agganciandola ai reati di opinione, per questo motivo vi chiedo e vi chiediamo di votare positivamente a questo nostro emendamento, memori di quelle conseguenze a cui ho fatto riferimento nel mio primo intervento stamattina, cioè - lo ribadisco - voi state mettendo un'arma carica nelle mani sbagliate, state armando l'arma dell'intimidazione, e non è solo una mia supposizione.

Vi leggo cosa ha detto il relatore Zan il 16 ottobre, venerdì, in una intervista a Il Foglio. Apro le virgolette, Zan: “La legge serve a instillare nelle persone un atteggiamento di prudenza”. Lo rileggo a beneficio delle colleghe e dei colleghi della maggioranza, che vedo alquanto distratti. Zan, Il Foglio, 16 ottobre: “La legge serve a instillare nelle persone un atteggiamento di prudenza”. A casa mia, che non pratico il diritto, si traduce come intimidazione. Allora, per questo motivo, vi invito a recedere da questa norma che sta veleggiando e voi state portando verso quel doppio esito negativo, la polizia del pensiero e la pulizia del pensiero. Siete ancora in tempo per fermarvi, molti di voi non sono affatto convinti della bontà di questo provvedimento. Avremo modo di continuare a discutere nei prossimi emendamenti e chiudo, rinnovando l'invito forte, convinto e deciso da parte di Forza Italia a votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Sempre a titolo personale, invito, con lo stesso calore che ha usato il collega Palmieri, i colleghi di Forza Italia invece a meditare di votare contro questo emendamento, perché, vedete, non lo dico io. Userò le parole della risoluzione adottata dal Parlamento europeo, una risoluzione comune sull'omofobia, sul contrasto all'omofobia, il 24 maggio 2012, presentata proprio dal gruppo del PPE, al quale il partito di Forza Italia aderisce, anzi è forza trainante, nella quale si dice che si condanna con forza tutte le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere e deplora vivamente che tuttora all'interno dell'Unione europea i diritti fondamentali delle persone LGTB non siano sempre rispettati appieno, e invita pertanto gli Stati membri a garantire la protezione di lesbiche, gay, bisessuali e transgender da discorsi omofobi di incitamento all'odio e alla violenza e ad assicurare che le coppie dello stesso sesso godano del medesimo rispetto.

Chiudo, Presidente, con l'invito che fa la Commissione a garantire che la discriminazione in relazione all'orientamento sessuale sia proibita in tutti i settori. Questa risoluzione è stata adottata in maniera concorde dall'80 per cento dei membri a Strasburgo, e Forza Italia faceva parte di quel voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, questo emendamento è nuovamente un soppressivo e vuole essere anche la cartina di tornasole di una situazione che potrebbe essere tranquillamente sostenibile nell'impatto dell'entrata in vigore di questo testo con un soppressivo della lettera a) dell'articolo 1. Questa proposta normativa muove fondamentalmente da due presupposti: il primo è quello di intervenire per disciplinare un fenomeno socialmente rilevante, quindi qualcosa che nell'ordinamento ha necessità di venire disciplinato; il secondo punto, che ricaviamo anche dalle relazioni dei presentatori delle varie proposte, che poi sono state riunite nell'unica che abbiamo oggi qui in esame, che è il testo di cui ci stiamo occupando, è la problematica del vuoto normativo.

Quindi, tutti coloro che hanno pregevolmente proposto le loro proposte, il collega Zan, l'onorevole Boldrini, hanno mosso dalla circostanza, secondo loro provata, di un fenomeno socialmente rilevante e dell'esistenza di un vuoto normativo. Vorremmo, quindi, sconfessare entrambe queste due circostanze. Quanto al vuoto normativo, abbiamo già discusso, anche in precedenza, in occasione di proposte emendative nelle quali abbiamo introdotto la questione della possibile applicazione di un'aggravante, l'aggravante dei motivi futili e abietti, rispetto a comportamenti meritevoli di una pena aggravata, come il fatto di aggredire una persona solo perché è omosessuale.

In realtà, poi, il sistema penale sanziona qualsiasi tipo di offesa alla persona e potrei portarvi decine di esempi, dall'attentato alla vita, l'omicidio, al delitto contro l'onore, il prestigio e il decoro delle persone, la diffamazione, ai delitti contro la personalità individuale (gli articoli 600 e seguenti) o afferenti atti di violenza sessuale (articoli 609 e seguenti). Quindi, esiste un corpo normativo che è già preordinato a tutelare situazioni di aggressione alla persona, e, per assurdo, una tutela rafforzata nei confronti di una sola parte di soggetti che vogliamo inquadrare per il loro orientamento sessuale, per la loro posizione rispetto a delle tematiche molto delicate che attengono alla sfera sessuale, per assurdo, discriminerebbe persone dell'altro orientamento, quelle che magari hanno un orientamento eterosessuale.

Questo chiaramente è un dato di fatto, quindi ci sarebbe uno sbilanciamento all'interno del sistema rispetto all'attuale conformazione. Quanto invece al problema del fenomeno socialmente rilevante, ossia il fatto che possa essere stata in qualche modo rilevata una massiva quantità di fatti delittuosi riguardanti aggressioni, discriminazioni e odio nei confronti delle categorie che ci si propone di tutelare, ebbene, anche in questo senso, rifacendosi all'esperienza dell'Osservatorio contro gli atti discriminatori, ovverosia un organismo che è afferente al Ministero dell'Interno, e concludo, anche in questo senso abbiamo dei dati che vanno tutti in controtendenza rispetto al fattore allarmistico che è rilevabile all'interno delle relazioni di accompagnamento delle varie proposte di legge.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare il collega Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sono entrambi cognomi tronchi, però io sono Zanettin. Vorrei dire, Presidente, che, in qualità di capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia, voterò l'emendamento a prima firma Palmieri, e voglio citare, a proposito di questa legge, quanto ha detto il Presidente Berlusconi recentemente in una sua intervista: ovviamente, da liberali, siamo anche assolutamente contrari ad ogni discriminazione basata sugli orientamenti sessuali o sugli stili di vita, ma questo risultato va garantito senza bisogno di leggi speciali che mettano in pericolo la libertà di opinione e di espressione. Per questo Forza Italia voterà convintamente contro un provvedimento del quale, del resto, non vi è alcuna necessità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Presidente, giusto per far chiarezza, perché abbiamo sentito cose non appropriate: è vero che nel nostro ordinamento ci sono delle tutele contro i crimini violenti, certamente ci sono, ma non esiste nessuna norma che intervenga nello specifico contro le discriminazioni e la violenza perpetrate ai danni di persone omo-transessuali o di donne in virtù della loro identità sessuale. Quindi, a queste persone, come vittime di reati violenti, fa riferimento anche, come è stato già detto, la direttiva europea n. 29 del 2012. Per colmare questo vuoto normativo, poi, Presidente, il Parlamento europeo ha chiesto agli Stati membri, con le risoluzioni del 2006 e del 2014, di legiferare.

Quindi, colleghi, capisco tutto, però dobbiamo essere completi nell'esposizione. Noi facciamo riferimento proprio a questo ambito, che è lacunoso, e l'Italia è tra i pochissimi Paesi nell'Unione europea a non avere delle norme specifiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, al di là dell'appropriatezza con la quale ogni gruppo e ogni parlamentare esprime le proprie opinioni in maniera soggettiva, la lacuna di questo ordinamento penale su questa specificità è molto relativa.

In effetti, ci sono reati, condotte che possono essere messe in piedi di varia natura che colpiscono la persona e se si voleva tutelare in maniera particolare determinate condizioni personali, tra cui quelle di cui stiamo parlando quest'oggi, ciò si poteva realizzare anche con un'aggravante ad effetto speciale; non c'era bisogno di istituire un nuovo reato che puniva anche manifestazioni di opinione che, di per sé, non erano reato. Se uno ingiuria o diffama e fa ciò, non per futili motivi ma per discriminazioni sessuali, di orientamento sessuale, si poteva prevedere una triplicazione, quadruplicazione della pena, peraltro anche ritenuta in maniera oggettiva, così come avviene per le circostanze. Quindi, non è vero che si vuole colmare una lacuna: si vuole tutelare una lobby, si vuole tutelare una categoria, peraltro ignorando tante altre persone che hanno delle condizioni personali per le quali vengono discriminate, per esempio, i disabili. Io non credo che i diversamente abili debbano avere una tutela inferiore rispetto agli omosessuali se vengono discriminati, ingiuriati o se uno commette un reato. Quindi, se volevamo essere seri, dovevamo prendere l'articolo 3 della Costituzione e dargli piena attuazione anche con un reato - secondo me non ce n'era bisogno -, con una circostanza aggravante; invece, non lo fate per una motivazione ideologica ed è sbagliato mettere l'ideologia nel diritto penale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Vede, Presidente, si parla tanto quando la cosa non è chiara e la cosa non è chiara perché il codice penale come verrà modificato punirà la propaganda di idee fondate “sul” e una serie di casistiche. Ora, se uno propaganda in senso lato, è vero, si dice “ma poi ti assolvono”, sì, ma intanto vai sotto processo, l'ho già detto, ma lo ripeto, perché non è irrilevante. Ma se io propagando la superiorità della famiglia, diciamo così, naturale, perché la ritengo il modello migliore, rientro o no in questo reato? Con questa norma è possibile. Poi ti assolveranno, ma intanto ci rientri. Propagando qualcosa legato all'orientamento sessuale, al sesso, alla famiglia, questo è il punto vero: è uno strumento messo in mano alle procure in primis e ai tribunali poi, per coartare la libertà di dire chiaramente una cosa. Uno deve vivere nella paura di esprimersi male per non andare sotto processo, questa è l'essenza del problema. Quindi, questo emendamento è sacrosanto.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, brevemente, semplicemente perché ho sentito dire poco fa che l'atteggiamento della maggioranza, con l'introduzione di queste nuove fattispecie di reato, sarebbe ideologico, tanto è vero che non si capisce per quale motivo ci sono alcune categorie di persone che vengono messe dentro il provvedimento e altre, come i disabili, che sarebbero escluse dal provvedimento. Ebbene, informo il mio interlocutore che è l'esatto contrario, perché noi, con un emendamento che voteremo tra poco, introdurremo esattamente nella tutela prevista da questa norma anche i disabili. Questo a testimonianza del fatto che non c'è nessun approccio ideologico di alcuna natura; noi vogliamo fare una legge nell'interesse delle categorie che vanno protette in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Riguardo alle categorie escluse, ce n'è una di cui non si è parlato finora e di cui è grande testimonianza Luca Di Tolve che ha scritto il libro “Ero gay”. La sua è una testimonianza personale, umana, reale; è una persona che dichiara semplicemente che era omosessuale, era gay; ora è tornato o è diventato, come vogliamo dire, eterosessuale. Una persona che, e come lui anche altri, è la dimostrazione che prima, forse, avevano, con questa legge, una tutela speciale, un privilegio, tra virgolette, e adesso non solo non hanno questa tutela, ma, anzi, rischiano di essere perseguitati se dicono quello che hanno avuto, se esprimono la propria opinione, se dicono quello che fanno le lobby LGBT, il business che c'è dietro, se dicono di volere una società fatta di uomini e di donne.

PRESIDENTE. Concluda.

VITO COMENCINI (LEGA). Se dicono che vogliamo una società non con il “genitore 1” e il “genitore 2”, ma con “madre” e “padre”, perché è questa la vera battaglia; è una battaglia di diritto naturale, perché si vuole negare la realtà, che c'è l'uomo e c'è la donna.

PRESIDENTE. Concluda.

VITO COMENCINI (LEGA). E queste persone ne sono una testimonianza, perché sono state qualcosa, hanno avuto un'esperienza, hanno sofferto e ora sono persone che non possono dire liberamente quello che hanno avuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, collega. Altri che chiedono di intervenire, no? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.18 Turri e 1.19 Palmieri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.390 Bartolozzi, 1.429 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 1.7 Turri. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. per annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Signor Presidente, anche in questo caso a titolo personale, perché mi sembra che ci sia ancora una grande confusione. Io non dubito dell'onestà intellettuale del collega Paolini, perché è serio, scrupoloso e attento, però, Presidente, non si può ancora dire, dopo quattro ore di discussione su questo progetto di legge, che ci sia propaganda, che noi puniamo la propaganda.

Collega Paolini, per il suo tramite, la rubrica viene modificata: da una parte, c'è la propaganda di idee sulla superiorità, sull'odio razziale o etnico, che è un reato (che sarebbe la legge Reale-Mancino), dall'altra, c'è l'istigazione a delinquere e atti discriminatori violenti per motivi razziali, tanto che si ripete: razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso e sul genere. Quindi, Presidente, io veramente trovo sbalorditivo che dopo sei ore di discussioni si continui a dire che ancora perseguiamo e puniamo la propaganda fondata su motivi legati all'identità sessuale, perché così non è, collega…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). …così non è!

PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza per interventi a titolo personale. La Presidenza, pertanto, non consentirà lo svolgimento di ulteriori interventi a tale titolo.

Ha chiesto di parlare il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Vorrei conferma che stiamo parlando dell'emendamento 1.7 Turri.

PRESIDENTE. Come, collega?

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Stiamo parlando dell'emendamento 1.7 Turri.

PRESIDENTE. Siamo sull'emendamento 1.7 Turri, sì.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Vorrei dire che la conferma che si va avanti non per tutelare i discriminati e non per contrastare le discriminazioni è il fatto che non si vuole accettare l'idea generale che ci sia un titolo in tal senso. Mi fa piacere che la maggioranza, e il PD in maniera particolare, dopo tanti anni abbia accettato questa proposta di Fratelli d'Italia di aggiungere la tutela penale, se proprio si è coerenti, anche ai diversamente abili, e, quindi, ovviamente noi voteremo a favore, ma è la conferma che sinora, dopo tanti anni, ci si era sbagliati e si vuole fare un passo in avanti. Allora, facciamolo fino in fondo e cambiamo anche la rubrica e il titolo e facciamo un reato contro le discriminazioni piuttosto che altro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Alessandro Pagano.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, io mi permetto di sottoporre alla sua attenzione l'opportunità di estendere ulteriormente, rispetto a quanto già è stato fatto, il tempo a titolo personale, atteso che siamo in una fase di contingentamento con riferimento alla quale, per quanto riguarda l'opposizione, mi pare che, tenuta presente l'importanza anche di questo provvedimento, i tempi siano oltremodo ristretti. Quindi, chiederei un supplemento per quanto riguarda la possibilità di poter disporre del titolo personale.

PRESIDENTE. D'accordo. Ovviamente trasmetterò al Presidente della Camera la sua richiesta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, questo emendamento è sacrosanto perché introduce, per la prima volta, quello di cui poco fa il collega Bazoli si è vantato come se fosse farina del loro sacco. I “grandi legislatori” di questo provvedimento avevano dimenticato i disabili da questa normativa, per cui sarebbe stato assolutamente foriero di responsabilità penale compiere o dire certe cose su alcuni transessuali ma non sui disabili. Quando io glielo feci notare - e non solo io - in varie sedi ma anche in Aula qui ad agosto e citai l'esempio proprio leggendo lo Shepard Act, che tanto mi costò in termini di ingiurie da parte di certe lobby, presero coscienza di questo fatto perché feci un esempio calzante - e chi vuole lo va a vedere negli atti - e adesso lo introducono.

Certamente è positivo, ma non dimentichiamo che noi l'avevamo proposto e adesso voglio capire perché voterete contro questo emendamento che allarga a tutte le discriminazioni, come sarebbe giusto che sia, e non solo a quelle per ragioni sessuali eccetera eccetera, ma anche per disabilità e io ci aggiungo anche per l'aspetto fisico e le condizioni economiche. Dire a una donna: “Brutta racchiona” perché non è altrettanto infamante e foriero di discriminazione? O discriminarla per il suo aspetto fisico? Perché per l'orientamento sessuale sì, quattro anni di galera, e per la discriminazione, ad esempio in un posto di lavoro solo perché una donna non è particolarmente bella, non succede niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Questo è il punto e ci avete messo anche i disabili! Questo è il punto, questo è il punto. Quindi, accoglietelo, dimostrate di avere un minimo di onestà intellettuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.35 Bellucci.

Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Più volte nel corso dei lavori, di fronte al delirio ideologico-monomaniacale finalizzato solo a tutelare una determinata categoria, noi abbiamo, come Fratelli d'Italia, assieme ad altri colleghi dell'opposizione, più volte sollevato la questione che questo progetto di legge non considerava altre forme di discriminazione, altrettanto se non ancora più disdicevoli nella comune sensibilità sociale attuale.

Mi riferisco a quelle nei confronti di persone con disabilità, quindi più volte abbiamo visto rifiutati e respinti anche in Commissione nostri emendamenti che andavano in tal senso.

Ora sentiamo, apprendiamo con piacere che, seppur tardi, la maggioranza sembra aprire anche alla possibilità di introdurre le discriminazioni nei confronti di persone disabili; e allora non capiamo perché non si possa votare l'emendamento 1.35 Bellucci che va esattamente in tal senso, è formulato in modo semplice, chiaro ed elementare e non c'è alcun motivo per non condividerlo, a meno che non si voglia invece fare di questa legge solo una legge manifesto per avere una etichetta da esibire all'esterno, nei confronti di determinati mondi, e per ignorare tutte le proposte costruttive che sono arrivate anche e soprattutto dall'opposizione.

Quindi, io rivolgo un appello a non contraddirsi rispetto a quanto poco fa detto da alcuni colleghi della maggioranza, e ad accogliere l'emendamento 1.35 Bellucci, che chiede di introdurre la discriminazione per motivazioni di disabilità fisica o psichica. È molto semplice, non si può non condividerlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà convintamente questo emendamento. Ce ne sono anche altri a firma di nostri esponenti, sul tema della discriminazione per motivi di disabilità, che oggettivamente non poteva essere espunta dal testo oggi all'esame di questa Camera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

L'emendamento 1.10 Bartolozzi risulta ritirato prima della seduta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.445 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.44 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.450 Noja.

Chiedo, però, prima al collega Novelli se accetta la riformulazione dell'1.433 a sua prima firma, dato che diventerebbero identici, quindi li porremmo in votazione insieme. Collega Novelli? Collega Palmieri? Viene accettata la riformulazione, d'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Mi scusi, sull'emendamento 1.450 Noja? Sugli identici emendamenti, sta bene. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, gentile Presidente. Come ha già annunciato il nostro presidente di gruppo Zanettin, per ribadire anche su questo emendamento il voto favorevole di Forza Italia. Noi abbiamo stima, simpatia nei confronti della collega Noja, e soprattutto assieme a lei abbiamo attenzione costante al mondo e alle persone con disabilità, come testimoniano gli emendamenti Novelli e Versace che abbiamo depositato lo scorso luglio.

Ciò premesso però, votiamo, ma con l'amaro in bocca, perché è indubbio che questo emendamento, presentato all'ultimissimo momento, abbia un inevitabile motivo e sapore tattico, motivo e sapore tattico perché, appunto, in primo luogo, presentato all'ultimo momento; in secondo luogo, questa inclusione delle persone con disabilità riguarda unicamente questa prima parte del provvedimento, e non riguarda la seconda parte, laddove si istituisce la Giornata di sensibilità, laddove si istituisce il Piano triennale che verrà agito nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei mass media; in terzo luogo, vi è un evidente motivo tattico nel tentativo di dividere sia Forza Italia che l'opposizione rispetto a questo tema; in quarto e ultimo luogo, vi è l'evidente motivo tattico di somministrare un placebo alle colleghe e ai colleghi di maggioranza, e sono molti, silenti, ma sono molti, che su questo provvedimento hanno e continuano ad avere forti e fortissimi dubbi. Questo va detto per chiarezza, lealtà e onestà qui dentro, tra di noi e nei confronti delle persone che ci stanno ascoltando.

Tutto questo premesso, confermo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Locatelli!

PRESIDENTE. Mi scusi.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Niente.

PRESIDENTE. Perché c'è anche il collega Cirielli. Prego.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Ci mancherebbe, e lo stimiamo tutti.

PRESIDENTE. Lasciamo a lei la parola, prima. Prego.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega vota convinta, ovviamente, qualsiasi emendamento che estenda la tutela alla disabilità in qualsiasi provvedimento, anche in questo che ci sembra particolarmente inutile. Però vorrei fare un po' di chiarezza, perché noi stiamo portando il tema della disabilità in questo provvedimento, mentre fuori la gente sta protestando in piazza per tutto quello che sta succedendo, e mentre mancano ancora tutele importantissime alle persone con disabilità, alle loro famiglie, mancano ancora gli insegnanti di sostegno, mancano ancora dei potenziamenti per la didattica a distanza, mancano ancora i congedi per le famiglie che hanno dei ragazzi disabili positivi costretti a stare a casa, mancano ancora le tutele per i lavoratori fragili. E, allora, non prendiamoci in giro: questo emendamento lo possiamo votare così come potevamo votare quello che aveva portato il nostro capogruppo Turri.

Però, purtroppo, anche se è a firma Noja o a firma Turri, in questo provvedimento non ce ne facciamo niente del riconoscimento delle tutele se sono solo sulla carta e non nei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Perché fuori le famiglie sono disperate, perché in realtà della tutela “a parole” non se ne fanno niente, in un momento di crisi profonda, in cui le persone sono fuori a protestare! Anche perché alcune delle attività che voi state chiudendo - piscine, palestre, ristoranti, bar - sono frequentate, necessarie per i nostri ragazzi con disabilità e magari anche necessarie per la loro sopravvivenza! Queste sono le cose che contano, non quello che è scritto in questo inutile provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cirielli.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Il nostro gruppo, pur non condividendo il principio dell'introduzione di un nuovo reato per la tutela penale delle diversità e delle discriminazioni, ritiene che sia comunque una cosa positiva, e, personalmente, ringrazio anche chi lo ha presentato della maggioranza. Mi sembra giusto almeno l'articolo 3 della Costituzione. Non lo violiamo in maniera palese, ma in sé mi sembra comunque una cosa corretta e apprezzabile e, quindi, voteremo favorevolmente. È una lunga battaglia, non solo di Fratelli d'Italia, anche di Alleanza Nazionale, sin dal 2006, quella di inserire nell'ambito di questa norma anche una tutela specifica, tra le condizioni personali sicuramente più gravose, legata alla disabilità. Pertanto, nel momento in cui il Parlamento ritiene di intervenire con una tutela penale è sacrosanto che essa sia inclusa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Noja, prego.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Io volevo intervenire solo per qualche breve chiarimento, due di ordine tecnico. Il primo è: alcuni degli emendamenti presentati da altri colleghi parlavano di disabilità fisica o psichica. Non potevano essere accolti quegli emendamenti perché c'è un errore tecnico di fondo molto grave: la disabilità non può essere definita solo come fisica o psichica, perché vi sono altre disabilità. Il termine “disabilità” è codificato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che definisce perfettamente che cosa sia la disabilità, senza bisogno di altri aggettivi. È il nostro faro e quindi la nostra formulazione è la più corretta dal punto di vista tecnico. In secondo luogo, noi facciamo riferimento alla disabilità e non ad altri elementi quali quelli che venivano identificati dal collega Paolini, perché la disabilità è un fattore di discriminazione codificato a livello internazionale. Stiamo scegliendo di includere in questa legge dei fattori di discriminazione codificati proprio perché parliamo di diritto penale e quindi dobbiamo essere precisi e tassativi nella indicazione delle fattispecie.

Poi un'osservazione di tipo politico. Io penso che risulti semmai abbastanza manifesta l'ideologia che c'è in chi rifiuta questa legge nel momento in cui accetta di tutelare le persone con disabilità e rifiuta invece la tutela a tutte le altre categorie legate all'orientamento sessuale (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico, Liberi e Uguali e della deputata Bartolozzi). Il fatto che non in modo alternativo ma in modo aggiuntivo noi, proprio cogliendo il dialogo che c'è stato con le associazioni, cogliendo lo spirito che è emerso durante le audizioni e anche le sollecitazioni che sono venute dall'opposizione - ne diamo atto -, abbiamo aggiunto una categoria di tutela, senza toglierne altre, è la dimostrazione che lo spirito di questa proposta di legge non è quello di una bandiera ideologica, ma quello di tutelare le persone più vulnerabili dagli atti violenti e discriminatori che ne frenano l'esistenza. Il che è perfettamente in linea con l'articolo 3, comma secondo, della Costituzione, che riconosce il diritto all'uguaglianza sostanziale e che quindi ci sono figure più vulnerabili che meritano maggiore tutela. È qui che sta la dimostrazione del fatto che non c'è ideologia, mentre - mi spiace dirlo - nel vostro riconoscimento delle esigenze di tutela delle persone con disabilità e nel vostro rifiuto di tutela delle persone, per esempio omosessuali, è palese la vostra ideologia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico, Liberi e Uguali e della deputata Bartolozzi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Giuliano, prego.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Soltanto per ribadire l'importanza di questo emendamento di maggioranza per tutelare qualsiasi tipo di discriminazione. In particolare, in questo momento di difficoltà per il Paese, è importante dare un segnale da tutto il Parlamento, che lotti contro qualsiasi tipo di discriminazione, a tutela sia dei disabili che di tutte quelle categorie che - come ci dice anche l'Europa - vengono discriminate per motivi fondati sul genere, sul sesso e sull'orientamento sessuale. È importante perché proprio in questo momento noi dobbiamo dare un segnale di responsabilità. Sappiamo che la tematica della disabilità è sempre al centro di ogni nostro intervento, come è stato ribadito anche dal Presidente Conte. Quindi respingiamo al mittente qualsiasi strumentalizzazione. L'obiettivo di questa legge è tutelare i soggetti più vulnerabili dalle discriminazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Carnevali, prego.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Noi di questo emendamento ce ne facciamo molto invece. Ce ne facciamo molto tutte le volte che noi alziamo l'asticella nei confronti dei diritti civili, nei confronti di tutto ciò che si può fare contro le discriminazioni, contro le violenze. Una domanda che vorremmo porre a quest'Aula è: quanto ancora violenza, discriminazione, offese, campagne di odio nei confronti delle persone più fragili, ma altrettanto per le persone che hanno un orientamento sessuale diverso, dobbiamo vedere? Questo è un emendamento sottoscritto da tutta la maggioranza, che ha un alto valore civile. È di questo che stiamo discutendo. Guardate - questo lo dico spesso - dal riconoscimento dei diritti civili di quella uguaglianza sostanziale di cui abbiamo parlato e si parlava anche prima dipendono anche molti diritti sociali. Di strada ne abbiamo fatta molta in questa legislatura, ne abbiamo ancora tanta da fare. Ma non si può dire che di questo emendamento non ce ne facciamo nulla tenuto conto della tutela e del riconoscimento di tutto ciò che si può fare contro le condizioni di discriminazione. Credo che renderemo questo Paese più civile nei confronti di tutte le persone, in quanto persone, non in quanto appartenenti a un qualsiasi tipo di fragilità od orientamento sessuale o di genere. Credo con molta convinzione, oltre ad averlo non solo condiviso ma sottoscritto, nel valore e nell'importanza di questo emendamento, che sgombra finalmente il campo da chi pensa che questa legge sia stata fatta solo con un approccio di carattere ideologico oppure strumentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.450 Noja e 1.433 Novelli, così come riformulato, parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, intanto vi ricordo il distanziamento e di indossare correttamente la mascherina, coprendo naso e bocca.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.434 Novelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.395 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.104 Varchi.

Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. La ratio di questo emendamento è sempre quella di cercare di attenuare la portata di reati d'opinione che si vogliono introdurre con questa proposta di legge e di configurare come fattispecie di reato i casi in cui i comportamenti, le affermazioni, le istigazioni discriminatorie siano idonei a costituire una minaccia per l'ordine pubblico, quindi che vi sia quanto meno un pericolo concreto. Auspichiamo, quindi, che venga approvato.

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.396 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.397 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.75 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.418 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.423 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Gli emendamenti 1.14 e 1.15 Turri, gli identici emendamenti 1.142 Palmieri e 1.143 Turri, nonché l'emendamento 1.147 Alessandro Pagano risultano preclusi dall'emendamento 1.450 Noja.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.402 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.213 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.352 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.406 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.407 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.391 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.424 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Gli emendamenti 1.16 Turri, gli identici emendamenti 1.239 Turri e 1.240 Palmieri e 1.404 Alessandro Pagano risultano preclusi dall'emendamento 1.450.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.408 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.430 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41)

Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.431 Turri.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.431 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.410 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.411 Alessandro Pagano. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, la ringrazio. Intervengo qui, perché i miei emendamenti vengono tutti sistematicamente assorbiti. Intervengo per portare l'attenzione delle colleghe e dei colleghi della maggioranza su questo punto. Noi stiamo parlando del punto in cui voi attaccate la “legge Mancino”, laddove dice che è vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi.

Allora, questo nuovamente è un punto che capite tutti essere enormemente delicato, enormemente delicato. E su questo punto io vi pongo una domanda vera: con questa legge, per esempio, sull'associazione Family day – Comitato Difendiamo i nostri figli, che si fonda, secondo il suo statuto, su questi principi, sul fatto di affermare e difendere il diritto di ogni bambino ad avere e crescere con una mamma femmina e un papà maschio, affermare e difendere il diritto di ogni bambino di crescere ed essere educato nel rispetto, in coerenza con la propria identità sessuata, maschio o femmina, contrastando in modo rigoroso e con ogni mezzo lecito la diffusione, soprattutto in ambiente scolastico, delle istanze proprie dell'ideologia gender, e via dicendo, un'associazione di questo tipo potrebbe avere ancora cittadinanza oppure sarebbe esposta all'atto intimidatorio di qualunque altra associazione di segno avverso o di qualunque altro singolo che volesse presentare querela contro quanto viene affermato da questa associazione? Oppure ancora - e mi avvio a chiudere - ricorderete cosa è successo nel paese di Lizzano in Puglia, alla fine di luglio. Una piccola associazione culturale chiede alla parrocchia un locale per riunirsi a pregare per tutti noi, cioè per tutti noi parlamentari della Camera, che dobbiamo discutere la “legge Zan”. Al di fuori del locale della parrocchia, si crea un assembramento di persone che contestano la riunione di preghiera. Interviene la signora sindaco di quella città, che dice alla forza pubblica non di identificare coloro i quali stavano disturbando una pacifica riunione di preghiera, ma di identificare coloro i quali stavano altrettanto pacificamente pregando. La signora sindaco ha detto, testualmente: con la “legge Zan” queste cose non sarebbero più possibili.

Allora, questo è il punto ineludibile, che riguarda questo frangente della norma, ma riguarda l'intera norma, cioè voi mettete una pistola carica nelle mani sbagliate, in nome di questa azione duplice, che riguarda la polizia del pensiero e la pulizia del pensiero. Io vi invito veramente a riflettere e, per questo, aggiungo la mia firma a questo emendamento e invito tutti a votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, buongiorno. Allora, vorrei ricordare anche l'aspetto opposto, vale a dire: se questo emendamento 1.411 esclude la punibilità o la rilevanza se i fatti sono conclusi in associazioni, movimenti o gruppi che operano con finalità religiose, mi aspetto che, in caso di bocciatura di quest'emendamento, il secondo dopo che è stata approvata la legge, tutte le procure d'Italia si precipitino in ogni associazione islamica a farle chiudere. Perché è evidente, dato che l'Islam non mi risulta che abbia al suo interno la parità di genere, dato che mi risulta che la differenza fra uomo e donna sia assolutamente accertata e stratificata all'interno della confessione islamica, se il fatto di essere una organizzazione religiosa diventa in ogni caso punibile, sappiate che, se bocciate questo emendamento, l'Islam diventa fuorilegge. Basta che lo sappiate, così vediamo di tirare fuori almeno qualcosa di interessante in questa discussione e in questa legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.411 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44) (Applausi ironici di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.412 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.413 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.351 Montaruli. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, qui, in teoria, si dovrebbe escludere il reato se la condotta è fondata su un mero sentimento di generica antipatia, insofferenza o rifiuto riconducibile a motivazioni eventualmente anche attinenti alla nazionalità. Quindi, occhio al tifo ai Mondiali, se mi capitasse di dire che i francesi mi stanno antipatici, cosa che peraltro ogni tanto, quantomeno al momento della testata di Zidane a Materazzi, un po' forse potrebbe anche venire a chi è lì allo stadio, un motto di antipatia. E, invece, no, qui, attenzione, incriminiamo tutta la curva! Io ci penserei un po' su, perché cominciamo a ingorgare un po' i tribunali con le antipatie, con i dubbi, l'insofferenza e cose di questo tipo. Qui stiamo legiferando, ma, attenzione, mi sembrano delle cose che non stanno né in cielo né in terra.

Va bene, mettiamoci pure che, rifiutando questo emendamento, l'antipatia è condannabile, avanti così.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.351 Montaruli, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.432 Varchi, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.425 Turri, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Gli emendamenti identici 1.331 Turri, 1.446 Palmieri e  1.405 Alessandro Pagano risultano preclusi dall'emendamento 1.450 Noja.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Sugli identici emendamenti 2.1 Montaruli, 2.2 Rospi, 2.460  Palmieri e 2.3 Turri parere contrario; 2.5 Turri contrario, 2.4 Paolini contrario, identici 2.420 Maschio e 2.465 Tomasi, contrario; 2.13 Bellucci contrario, 2.11 Bartolozzi risulta ritirato, 2.456 Alessandro Pagano, contrario; 2.470 Noja favorevole, 2.457 Alessandro Pagano contrario, 2.455 Alessandro Pagano contrario, 2.458 Alessandro Pagano contrario, 2.459 Alessandro Pagano contrario, 2.292 Alessandro Pagano contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli del relatore.

Passiamo alla votazione degli emendamenti identici 2.1 Montaruli, 2.2 Rospi, 2.460  Palmieri e 2.3 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie gentile Presidente, giriamo pagina. Come ho detto prima, io non mi intendo di diritto, però cerco di essere un deputato coscienzioso, quindi, come ho detto, leggo, studio, cerco e, leggendo, studiando e cercando, ho trovato una cosa che adesso mi consente di rivolgermi a lei direttamente, gentile Presidente Spadoni, e a tutte le colleghe e i colleghi della maggioranza che appoggiano questa legge. Questa volta, mi consente di rivolgermi a voi donne di quest'Aula, perché vorrei portare alla vostra attenzione le obiezioni che arrivano da molte parti, da molte parti delle antiche compagne femministe dell'UDI, dell'Unione donne democratiche italiane, fino alle giovani di “Se non ora quando?”, da tutto questo arcipelago del femminismo che, in questi mesi, ha fatto sentire la sua voce contro questa legge; ed è curioso e paradossale che sia un deputato maschio di Forza Italia a ricordare alle deputate della maggioranza questa parte del loro mondo che sta protestando vigorosamente contro questa norma, perché la reputa fondamentalmente ingiusta e dannosa per tutte le donne. Leggo le principali obiezioni che loro hanno portato inutilmente alla vostra attenzione in questi mesi. La prima: questa legge riduce la donna all'autopercezione di sé, ossia alimenta una cultura che cancella la donna come dato di natura e la riduce - aperte le virgolette, che non sono mie - “a soggetto mestruatore”. Il secondo punto è sull'identità di genere, che è l'architrave di questa norma; dicono le femministe: loro hanno chiesto, vi hanno chiesto con forza di sostituire questo termine con il limpido termine “transessualità” e nuovamente questa richiesta da voi non è stata presa in considerazione. Terzo punto: loro sono fermamente contrarie, le femministe, all'utero in affitto, alla somministrazione degli ormoni ai bambini, all'identità di genere e per questo vengono, loro sì, bullizzate, minacciate, intimorite, intimidite, on line e non solo, anche fisicamente e, anche di fronte a questa situazione, voi avete apposto un silenzio assolutamente eloquente. Oggi - dicono loro, e termino - dirsi donna e madre è diventato transfobico. Vedete a che punto si arriva quando si forza la realtà, quando, in nome di un'astrazione, ci si rifiuta di prendere atto delle cose come realmente stanno. Allora, io vi dico: non ascoltate me, non ascoltate noi, ascoltate le femministe, ascoltate le femministe. Se ci fosse, se fosse questo un tempo nel quale ci fosse spazio per il sorriso, bisognerebbe dire che voi, con questa norma, state immettendo un nuovo modello di autocertificazione, ossia l'autocertificazione di genere. Purtroppo, questo non è un tempo per il sorriso, ma è un tempo di riflessione. Allora, ripeto, ve lo dico: pensate, rifletteteci.

E chiudo con la citazione di un'amica, la quale mi dice così: quindi, in base a questa norma, dire che una donna è un essere umano adulto di sesso femminile sarebbe transfobico, però non poterlo dire è misogino. Allora, è importante che vi mettiate d'accordo con voi stessi e con voi stesse soprattutto, perché nuovamente ricadiamo nel paradosso di chi vuole e sta portando avanti - alcuni di voi inconsapevolmente, come ho detto, la stragrande maggioranza anzi in assoluta buonafede - una norma che prevede e contempla la polizia del pensiero e la pulizia del pensiero, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Montaruli, 2.2 Rospi, 2.460 Palmieri e 2.3 Turri, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.5 Turri. Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo anche per il successivo, che è mio: sono sostanzialmente diretti all'identica finalità di modificare il testo dell'articolo 604-ter del codice penale. Lo scopo di questi emendamenti, che sono sacrosanti, è quello di evitare inutili e incomprensibili discriminazioni tra le discriminazioni, cioè non si capisce perché volete accordare tutela penale ad alcuni fatti e ad altri no. Noi quindi elenchiamo alcune fattispecie che andrebbero, a nostro avviso, ugualmente tutelate. Una piccola replica alla collega Noja, che dice che la disabilità è codificata. Cosa significa? Nulla vieta di aggiungere. Anche lo schiavismo per secoli è stato codificato, ma un bel giorno il mondo civile si è reso conto che era una cosa non corretta. Bisogna evitare un'odiosa discriminazione tra discriminazioni, questo è il punto vero. Discriminare qualcuno perché non è esteticamente gradevole, escluderlo da certi ambiti, escludere qualcuno perché povero non è meno grave di escludere qualcuno perché ha un diverso orientamento sessuale, e, se voi lo leggeste una volta tanto, potreste approvarlo tranquillamente, perché non snaturerebbe. Per riprendere le parole di Zan, non toglie, ma aggiunge categorie protette da quelle che sono discriminazioni. Sono certo che ce lo boccerete, ma mi sostiene una certezza: che presto si voterà, il buon senso tornerà ad abitare in quest'Aula e non sarà più ostaggio di pregiudiziali ideologiche che non hanno alcun apparentamento con la vita reale. La vita reale non è discutere di queste cose qua, ma di quello che sta succedendo fuori nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Paolini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.420 Maschio e 2.465 Tomasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

L'emendamento 2.11 Bartolozzi risulta ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.456 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.470 Noja. Ha chiesto di parlare la collega Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Solo per dire che questo emendamento ha la stessa ratio del precedente, cioè estendere anche alla disabilità le fattispecie previste all'articolo 604-ter. Spero che, come il precedente, troverà un consenso unanime di quest'Aula, e quindi penso che sia un passo ulteriore per dimostrare che questa proposta di legge ha come unico scopo quello di aumentare le tutele delle persone più vulnerabili e più soggette ad atti di discriminazione e di violenza nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Gentile Presidente, come ho detto prima, noi tutti abbiamo stima e simpatia per la collega Noja e soprattutto abbiamo simpatia e stima per tutte le persone con disabilità, quindi con piacere confermiamo il nostro voto favorevole, ma con dispiacere confermiamo anche tutte le considerazioni fatte a proposito dell'articolo precedente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Un breve intervento per confermare il voto favorevole del nostro gruppo a questo emendamento, che estende le discriminazioni anche alla disabilità, e per ricordare, è già stato detto prima per quanto riguarda l'articolo 1, che nei nostri emendamenti, proposti anche in Commissione, c'era l'estensione alla disabilità. Mi spiace per l'intervento precedente dell'onorevole Noja, che ci accusava di avere un atteggiamento ideologico contro l'orientamento sessuale. In realtà noi, nel lavoro che abbiamo fatto in Commissione, ma anche in quello qui, in Aula, abbiamo cercato di estendere la tutela a tutte le discriminazioni. Prima si diceva che occorre combattere le discriminazioni; in realtà, invece, questo provvedimento nasce solo per le discriminazioni legate all'orientamento sessuale. Infatti l'introduzione della disabilità è intervenuta proprio un'ora prima che cominciassero i lavori d'Aula. Siamo felici che i nostri interventi siano serviti per convincere la maggioranza, però hanno perso l'occasione per dimostrare che questo provvedimento non nasce solo per dare soddisfazione a qualche lobby; poteva essere invece un provvedimento che serviva veramente a contrastare la discriminazione in generale, e quindi più categorie, non semplicemente e soltanto quelle legate all'orientamento sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.470 Noja, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.457 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.455 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.458 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.459 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.292 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Avverto che l'articolo premissivo 01.0400 Costa, precedentemente accantonato, è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Passiamo ai pareri agli articoli aggiuntivi. Relatore?

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Presidente, sugli articoli aggiuntivi 2.020, 2.021, 2.022, 2.023 e 2.024, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme del Governo al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.020 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Con questo emendamento vogliamo sottolineare una necessità sistematica, aspetto fondamentale per la parte penalistica di un codice.

Vogliamo introdurre, con un articolo 604-quater, l'inciso, di cui all'articolo 3 del testo normativo che racchiude il famoso emendamento Costa che è stato accolto dalla maggioranza, per trasporlo all'interno della legge codicistica e far sì che anche l'operatore del diritto, l'avvocato, il giudice possano, con maggiore facilità, andare a intellegere la disposizione, altrimenti collocata in maniera residuale nel testo di legge. Dopo che avete stravolto per una forzatura ideologica la parte sostanziale del diritto penale, ci sembra quantomeno doveroso rispettare almeno le forme (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.020 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.021 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.022 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.023 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Questo emendamento, anzi, questo aggiuntivo mira a introdurre la querela e la sua remissibilità. Ancora una volta, dire no vuol dire che, quando si innesca un meccanismo, poi anche la parte offesa, quella che può disporre del diritto, la vittima, non può più tornare indietro. Dimostra che l'intento non è quello di tutelare le persone, ma di innescare un meccanismo che, una volta partito, va in automatico, perché ha la finalità generale e preventiva di dissuadere le persone dall'esprimere opinioni in dissenso al mainstream, come si dice in questa materia. Chiedo a chi ha un po' di coscienza di approvare questo aggiuntivo, che introduce, ripeto, la querela e la remissibilità e non l'officialità. Vale a dire che, una volta partita l'azione penale, eventualmente, si può fermare, così no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.023 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.024 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Emendamento 3.410 Maschio, contrario; 3.450 Bazoli, favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.420 Paolini.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Mi scusi, ha ragione. È favorevole con riformulazione, Presidente, sull'emendamento 3.450 Bazoli.

PRESIDENTE. Prego.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. “Ai fini della presente legge” anziché: “restano salve” sostituire con: “sono fatte salve”.

PRESIDENTE. D'accordo. Quindi, è un parere favorevole così come riformulato.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Così come riformulato.

Emendamenti 3.420 Paolini, contrario; identici 3.402 Varchi e 3.430 Sisto, contrario; 3.415 Turri, contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Pareri conformi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.410 Maschio.

Collega Cirielli, voleva intervenire sull'emendamento 3.410 Maschio?

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Se era ancora possibile, volevo intervenire sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Ormai abbiamo dato il parere, collega. Quindi, doveva intervenire prima del parere. Se vuole può intervenire sull'emendamento 3.410 Maschio.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Sì, va bene. Allora, io voglio solo dire una cosa, insomma, che dal punto di vista giuridico e anche politico se non fosse un argomento serio ci sarebbe da ridere per questo articolo 3. C'è un articolo 3 che si intitola: “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte”. Si fa un manifesto, in questo articolo, declamando che questa legge non viola l'articolo 21 della Costituzione. È una cosa più unica che rara nel nostro ordinamento. Vuol dire che, sotto sotto, anche voi vi rendete conto che questa norma è una norma che impatta prepotentemente su questo valore importante tutelato dall'articolo 21 e, peraltro, anche incompleto, perché non parla della libertà religiosa, tema molto scottante proprio per una parte di questa norma e tutelato dall'articolo 19. È chiaro che è la conferma della bontà della nostra preoccupazione, che non significa non voler tutelare le persone che hanno condizioni personali o battersi contro le discriminazioni; è il metodo sbagliato che voi avete voluto perseguire ed è talmente sbagliato perché avete voluto fare una cosa giuridica incredibile, mettendo un articolo di una norma ordinaria che ripete e ribadisce un concetto che dovrebbe essere ormai acquisito nella nostra società e nel nostro Stato. Evidentemente lo state minando, l'articolo 21 della Costituzione, e non prendete in considerazione l'articolo 19, perché, evidentemente, per voi il valore e il credo religioso sono qualcosa che non funziona e credo, da questo punto di vista, che Fratelli d'Italia abbia fatto una sacrosanta battaglia per ribadire la lotta contro le discriminazioni, la lotta contro le violenze, ma anche la lotta contro la criminalizzazione delle idee e del pensiero, che in questo Stato devono essere sempre tutelati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Innanzitutto, abbiamo compreso quella che è la grande modifica fatta dal collega Zan: da “restano salve” a “fatte salve”. Sembra più una presa in giro, Presidente. La proposta di legge o, meglio, questo “manifesto Zan” non solo mette a rischio quelle che sono le libertà di pensiero e l'espressione di ideologismi e strumentalizzazioni, ma non è neppure necessario perché, come abbiamo ripetuto più volte - e vorremmo ripetere ancora una volta, per vedere se riusciamo a cambiare la volontà della maggioranza -, non riempie alcun vuoto normativo. Il codice penale prevede già tutti quelli che sono gli strumenti per garantire le tutele ai diretti interessati contro ogni tipo di violenza, contro ogni tipo di aggressione e per salvaguardare il rispetto delle loro dignità. Al contrario, Presidente, introduce una fattispecie di reato di opinione, contraria a ogni regola democratica o addirittura discriminante verso chi non è allineato al pensiero unico, su temi delicati che riguardano la sfera etica e morale di ogni persona. Da liberi cittadini, dobbiamo avere, quindi, la possibilità di dissentire su certi argomenti, senza per questo essere calpestati o emarginati da chi pretende di imporci per legge cosa pensare o, peggio ancora, da chi cerca di portarci nelle aule dei tribunali, esattamente ciò che avviene nei regimi liberticidi. Paradossalmente, infatti, la legge cosiddetta “Zan” andrebbe a generare una nuova serie di discriminazioni, in primo luogo limitando una libertà costituzionale, quella di espressione del pensiero. Quanti individui ci sono che hanno opinioni diverse basate su convincimenti non pregiudiziali, né umorali, ma morali o religiosi che non possono essere censurati a priori o magari anche perseguiti? Perseguiti, poi, per quale reato? Il diritto penale richiederebbe una precisa definizione del reato commesso. Qui sembra tutto molto generico, alla mercé dell'interpretazione, per non dire ai convincimenti di chi giudica, che acquisirebbe un potere e un arbitro che mal si coniuga con una democrazia liberale. Ecco, dunque, svelata quella che è una matrice ideologica imbevuta di totalitarismo che ingenera questo testo, una matrice politica-culturale che non si fa scrupolo di violare la libertà, di censurare le opinioni finendo per trasformarsi, come si dice, in una legge.

Poi c'è un documento, un documento sottoscritto ormai da diversi autori, dove si dice: “Una dittatura del pensiero morale unico che non tollera alcun pluralismo”. E, ancora, gli stessi autori hanno scritto: “Solo gli Stati totalitari pretendono di fissare la morale con la legge e di imporre la legge con la forza. Solo essi abbattono le statue, distruggono i monumenti, riscrivono i libri di storia, mettono il bavaglio alle coscienze”. Io mi auguro…e faccio un appello ai cari colleghi della maggioranza di non lasciarsi intimidire, di non lasciarsi zittire, di non “lasciamoci imbavagliare”. La libertà è quello che è il bene più importante. La libertà significa dialettica, significa libertà di pensiero, significa confronto, libero arbitrio, coscienza, responsabilità di sesso e scelta. La libertà, cara Presidente, è una conquista da difendere ogni giorno, e in questi mesi abbiamo ben capito cosa significa questo principio. Ecco, oggi, contrastando questo testo, stiamo difendendo quella che è la libertà, la base imprescindibile della nostra democrazia, e ci auguriamo che prima o poi si riescano a cambiare le cose e questi appelli siano ascoltati dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Forza Italia voterà convintamente questo emendamento, perché pone nel modo corretto il tema della libertà di pensiero. C'è stata una riformulazione da parte, in particolare, del collega Bazoli sul tema, ma noi non la possiamo accettare. È una riformulazione minimale, confusa e che non coglie il segno, perché voi sostanzialmente prevedete una scriminante. Noi non possiamo accettarlo. Forza Italia, il partito della libertà, partito che ha nella libertà di espressione e nella libertà di pensiero il fulcro centrale, non può accettare che l'esercizio di un diritto - l'articolo 21 della Costituzione, un diritto costituzionalmente sancito - possa essere trasformato in una scriminante. Questo è aberrante dal punto di vista della costruzione costituzionale del nostro Paese. Per questo il nostro voto sarà contrario sull'emendamento Bazoli, ma questo poi lo spiegheremo nel successivo intervento, e sicuramente positivo nei confronti dell'emendamento 3.410 Maschio, perché pone correttamente il tema e stabilisce che “ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione (…)”. Questa è la terminologia esatta, che poi veniva riproposta nell'emendamento 3.430 Sisto, che, però, probabilmente verrà travolto dalla votazione dell'emendamento 3.450 Bazoli.

PRESIDENTE. Non ci sono titoli personali, collega Maschio. Quindi, ha già parlato il collega Cirielli per il suo gruppo.

Ha chiesto di parlare il relatore Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Grazie, Presidente. Solo per precisare, visto che siamo di fronte a un tema importante e rilevante per questa legge, per il dibattito che c'è stato anche in questi mesi, visto che in Commissione giustizia - ricordo - la proposta di legge è approdata il 24 ottobre dello scorso anno e, dunque, è un anno che l'iter di questa legge va avanti; ma volevo rispondere anche, per sua interposta persona, al collega Zanettin, che sostiene che la nostra formulazione, il nostro emendamento, sarebbe una scriminante.

È l'esatto contrario e lo voglio dire con forza; è l'emendamento che hanno presentato loro, è questo emendamento che ci apprestiamo a votare che rappresenta una scriminante, e le scriminanti possono essere ritenute tali dalla giurisprudenza a seconda di come vengono formulate. Il nostro emendamento è stato costruito, scritto proprio nel solco dell'impostazione della giurisprudenza, di una giurisprudenza consolidata sulla “legge Reale-Mancino” che ha più di quarant'anni e che parla appunto di pericolo concreto; e garantendo anche, colleghi, proprio quel principio di rispetto delle opinioni che sta a cuore principalmente a noi. La scriminante che con questo emendamento si rischia di introdurre esclude a priori la illiceità di alcune condotte ed ha un effetto molto pericoloso, perché rischia di essere applicata a tutto l'impianto della “legge Reale-Mancino” e dunque anche alle discriminazioni etniche, alle discriminazioni religiose, alle discriminazioni per nazionalità. Noi con questa formulazione rischiamo veramente di compromettere tutto l'impianto della “legge Mancino” e di creare nella nostra norma una sorta di definizione autonoma. Nel diritto penale sappiamo che quando si introduce una scriminante e si crea una situazione di favore per il reo, questa, per analogia, poi va a tutte le altre fattispecie della norma. Questa è una materia, colleghi, molto delicata, che dobbiamo maneggiare con cura. La “legge Mancino”, che poi era “legge Reale” del 1975, poi diventata “legge Reale-Mancino” con le introduzioni delle fattispecie per nazionalità e religione, vuole punire attraverso gli articoli 604-bis e 604-ter le condotte di istigazione all'odio e di compimento di violenze, cosa che proprio con questo emendamento noi rischieremmo di compromettere, anche nei confronti delle religioni, perché non dimentichiamo che la “legge Reale-Mancino” tutela anche la religione dalle condotte di odio e di violenza. Ecco perché è importante stare attenti e respingere questo emendamento, sapendo che noi abbiamo cercato di applicare un'impostazione molto equilibrata, che non può però discostarsi di un millimetro dalla consolidata giurisprudenza della “legge Mancino”, a meno di non comprometterne tutto l'impianto. Ciò spiega perché abbiamo dato parere contrario e siamo favorevoli all'emendamento che abbiamo proposto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.410 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.450 Bazoli. Sull'emendamento 3.450 Bazoli vi è parere favorevole con una riformulazione. Chiedo se venga accettata la riformulazione. Il collega Bazoli accetta la riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi, prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, su ciò che ha detto il collega Zan un po' di amarezza mi rimane e la devo rassegnare all'Aula. È stato ritirato dal collega Costa un emendamento per il quale avevamo ottenuto l'accantonamento, e che era stato frutto del lavoro che Forza Italia e non solo il collega Costa, allora componente del gruppo di Forza Italia, aveva svolto in Commissione giustizia. Quello era un emendamento, Presidente, che ogni singolo componente della Commissione giustizia di Forza Italia aveva voluto e per il quale si era battuto. Stamattina, mi sono premurata di sottoscrivere l'emendamento tenuto conto del passaggio di Enrico Costa in un altro gruppo e, senza essere stata interpellata - questa cosa la devo rassegnare perché mi rimane una profonda amarezza su un modo di fare politica che non mi appartiene e non mi apparterrà mai -, scopro, nonostante eravamo riusciti con sforzi con il Governo e con il relatore a farlo accantonare, mi viene detto da lei, Presidente, che l'emendamento è stato ritirato; evidentemente, se è ritirato, un qualche accordo sarà stato raggiunto, in beffa al lavoro che Forza Italia aveva fatto. L'accordo, Presidente, come è stato raggiunto? L'accordo evidentemente…

PRESIDENTE. Collega.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, ciò è connesso al discorso che ha fatto Zan. Dicevo, l'accordo è stato raggiunto sul testo Zan, che non risolve il problema, anzi lo complica. Perché, collega, lei dice: l'emendamento voluto da Costa, che era l'emendamento voluto da Forza Italia, introduceva una scriminante. Sì, perché noi volevamo che la libertà di pensiero ex articolo 21 non fosse minimamente intaccata da quella che è la nostra proposta di legge, tanto che il lavoro che aveva fatto Forza Italia insieme a lei aveva portato ad eliminare da questa proposta di legge la propaganda. Quindi, colleghi della maggioranza, una cosa è certa: una cosa è la “legge Reale-Mancino”, una cosa è la legge sull'omofobia, perché nella “legge Reale-Mancino” si punisce la propaganda…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, lei sta parlando di un emendamento che è stato ritirato. Le chiedo di attenersi all'emendamento 3.450 Bazoli.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sto parlando esattamente di questo, non di un altro, sto parlando di questo, e ora si renderà conto del perché. La “legge Reale-Mancino” punisce quindi anche la propaganda, la legge sull'omofobia non la punisce. Ecco perché, collega Zan, devono essere introdotte delle fattispecie diverse, ma soprattutto devono essere adottati accorgimenti diversi. Ecco perché non è singolare che introducevamo qui e solo qui la scriminante, e non per la “legge Reale-Mancino”, che avrebbe mantenuto la sua connotazione così come è adesso disciplinata negli articoli 604-bis e 604-ter; ecco perché non c'è allarme nel fatto di prevedere discipline diverse per reati che rimanevano diversi. E cosa ha fatto invece la maggioranza? Ha tolto quel “sono consentite” che era la vecchia riformulazione, che a me non piaceva, ma per la quale avevamo fatto un passo in avanti, e adesso si prevede “restano salve”. Mi spiegherà il collega Zan cosa vuol dire in termini giuridici “restano salve”. È una scriminante? No, ce l'ha appena detto lei e così doveva essere, perché se no ho seri dubbi che invece cambi opinione e che vogliate in qualche modo inglobare la libertà di pensiero. Quindi non è scriminante? Cos'è, un'esimente? È una causa per la quale non viene applicata e non c'è punibilità? Non credo. Che cos'è, una causa di giustificazione? Me lo spiega dove trova in una norma del codice penale l'inciso “restano salve”? Questa terminologia, questa locuzione, Presidente, colleghi, è comunemente adoperata in leggi amministrative, nel codice di procedura penale. Può essere che a me manchi la conoscenza, però io vorrei che lei mi indicasse una norma dei codici di diritto sostanziale dove sono scritte le due parole “restano salve”. Che cos'è, una clausola di riserva? Che cos'è? Collega Ceccanti, cosa vuol dire “restano salve”? O è scriminante, o è causa di giustificazione o è un'esimente: che cos'è “restano salve” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)? E allora, Presidente, perché il tema era connesso con l'emendamento Costa, che non doveva essere ritirato, e lì avete fatto un accordo al ribasso del quale sono indignata? Perché l'emendamento Costa doveva rimanere? Perché quella era l'unica formulazione possibile per scrivere una norma corretta, che avrebbe fatto differenza con la “legge Reale-Mancino”, ma l'abbiamo voluta noi, collega Zan,…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI).…la differenza, e concludo, laddove abbiamo eliminato la propaganda. L'abbiamo voluta noi insieme a voi la differenza! Quindi fattispecie diverse che meritavano una tutela diversa; questo è un pasticcio. Per questo, Presidente, per quanto mi riguarda voterò assolutamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Solo per ribadire quanto già ha detto il collega Cirielli sul nostro emendamento 3.410, che è stato purtroppo respinto e che era formulato in modo chiaro e inequivoco. Questo emendamento, al contrario, è un tentativo di far finta di non punire i reati di opinione ma, in realtà, con una formulazione ambigua, che lascia aperti ampi spiragli al giudice, che dovrà interpretare; quindi è un aggirare l'ostacolo, così potete far finta ufficialmente di dichiarare che non avete introdotto un reato d'opinione, ma in realtà i riferimenti concreti di questa norma non risolvono minimamente il problema. Quindi, non si può votare perché è insufficiente rispetto alla ratio che noi avevamo perseguito con l'emendamento precedente e con il successivo, che tuttora rimane depositato, ma che probabilmente non arriverà al voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). C'è un brocardo che dice: “Ubi lex voluit dixit”. Cosa vuol dire sostituire “sono consentite” - che almeno è chiaro - con “sono fatte salve” la libera espressione e i convincimenti? Non vuol dire niente, ma vuol dire che volete introdurre una variabile a quella che è la chiarezza della norma iniziale, per quanto sia criticabile. Quando dite: “sono consentite”, lo capisce anche un bambino, mentre “sono fatte salve” vuol dire che volete dire qualcos'altro rispetto al semplice consentire. È veramente indecente anche questo modo di legiferare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Se si scrive: “sono consentite”, vuol dire che il legislatore ha davanti a sé due strade e decide di consentire o non consentire; se dice “sono fatte salve”, significa che riconosce un vincolo costituzionale che gli preesiste e lo esplicita. Questo è il senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.450 Bazoli, nel testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Gli emendamenti 3.420 Paolini, gli identici 3.402 Varchi, 3.430 Sisto e 3.415 Turri risultano preclusi dall'emendamento 3.450 Bazoli.

Passiamo all'articolo 3. Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Io ho chiesto di intervenire su questo articolo per una ragione precisa. Io credo che oggi noi stiamo - finalmente, aggiungo - scrivendo una pagina importante. Da tanti anni si aspettava una legge che tutelasse le persone dalla discriminazione per l'omolesbobitransfobia e noi oggi abbiamo segnato un passo avanti importante. Questa legge è già il secondo tentativo; ricordo a me stesso e all'Aula che già nella scorsa legislatura ci fu un tentativo che vide l'approvazione in quest'Aula e non vide il completamento dell'iter legislativo nell'altro ramo del Parlamento. Ma intervengo su questo articolo perché, secondo me, proprio questo articolo segnala un punto debole di questa legge, un punto critico di questa legge. Lo dico perché il neo di questa legge è rappresentato nella stessa esistenza in parte di questo articolo. Permettetemi di esprimere un disagio rispetto a questa discussione. Questo articolo in qualche modo esprime un distinguo quando si parla di orientamento sessuale e di identità di genere, e manifesta una subalternità a una cultura omolesbotransfobica che si è manifestata in grande spolvero nel dibattito di oggi (lo voglio dire con molta tranquillità).

Abbiamo sentito colleghi della destra parlare di “gusti sessuali” quando si parla di identità di genere. Ecco, già questo e i toni che sono stati utilizzati dicono molto del tema che stiamo affrontando e di quanto questo sia un tema che pone una questione culturale, prima ancora che legislativa, e questa legge, da questo punto di vista, contiene degli strumenti che intervengono su quel terreno e che abbiamo già discusso.

Io penso che se la ratio della legge è quella di estendere tutele e garanzie previste dalla legge Mancino per le altre minoranze, bastava aggiungere una parola alla legge Mancino. Invece proprio quella cultura, quella subalternità ci porta oggi a non integrare la legge Mancino, ma a costruire un impianto normativo che in sé crea una discriminazione normativa, perché crea uno strumento legislativo ad hoc per le persone LGBT. Ecco, questo è il contesto in cui noi ci troviamo. Ora, io lo voglio dire: nel momento in cui la legge viene approvata in questo modo e noi inseriamo questa scriminante - lo ha spiegato perfettamente il collega Zan, in quanto noi stiamo inserendo una scriminante che serve anche a tutelare il resto dell'impianto della legge Mancino -, noi rischiamo di creare anche un pericoloso salvacondotto per chi domani produrrà una discriminazione, anche solo verbale. Nel momento in cui noi approviamo questa legge noi permettiamo, per esempio, che dichiarare che l'omosessualità è una malattia o che i gay sono malati possa ricondursi alla libertà di pensiero, al pluralismo delle idee. Se noi non avessimo messo questo articolo, se uno avesse detto che le persone nere sono inferiori, avrebbe avuto la stessa scriminante, cosa che invece per fortuna non si può fare. Ma io mi aspetto che nel 2020 questo Parlamento dica che valga la stessa cosa per le persone omosessuali: è questo il punto debole che noi affrontiamo ed è questo il disagio che io voglio manifestare con questo intervento, Presidente. Io credo che noi non ci possiamo permettere - e spero che nel corso dell'iter legislativo e che quindi nel passaggio nell'altro ramo del Parlamento si corregga questa stortura - di autorizzare atteggiamenti discriminatori con la stessa legge che dovrebbe tutelare le persone da discriminazioni di questo tipo.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo sempre di mantenere il distanziamento e anche di indossare sempre correttamente la mascherina.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Identici emendamenti 4.100 Rospi, 4.3 Palmieri e 4.4 Turri, contrario; 4.291, 4.224, 4.225 e 4.290 Turri, contrario; emendamento 4.450 Conte, favorevole; 4.222 Turri, contrario.

Sugli emendamenti 4.222, 4.223 e 4.226 Turri, sugli identici emendamenti 4.187 Lucaselli e 4.227 Turri, sugli emendamenti 4.190 e 4.191 Varchi, 4.228 Potenti, sugli identici emendamenti 4.231 Turri e 4.413 Lupi, sugli identici emendamenti 4.232 Turri e 4.414 Lupi, sull'emendamento 4.418 Giannone, sugli identici emendamenti 4.234 Turri e 4.415 Lupi, e sugli emendamenti 4.199 Varchi e 4.466 Turri, il parere è contrario. Sull'emendamento 4.451 Conte, il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.235 Turri, 4.236 Paolini e 4.467 Turri, il parere è contrario. Sull'emendamento 4.700, il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.286, 4.287, 4.288, 4.114, 4.284, 4.285, 4.283, 4.281, 4.282 e 4.229 Alessandro Pagano, 4.237 Turri e 4.239 Tomasi, il parere è contrario. Sull'emendamento 4.216 Varchi, il parere è favorevole. Sull'emendamento 4.440 Varchi, il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 4.430 Varchi e 4.238 Tomasi, il parere è favorevole. Sull'emendamento 4.435 Varchi, il parere è contrario. Sull'articolo aggiuntivo 4.03 Magi, c'è un invito al ritiro, con trasformazione in eventuale ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. I pareri sono conformi a quelli del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo quindi agli identici emendamenti 4.100 Rospi, 4.3 Palmieri e 4.4 Turri.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie. Gentile Presidente, come ci diciamo da tutta questa giornata, le conseguenze di questa norma, così come la state approvando, produrranno la polizia del pensiero, cioè l'attacco alla libertà di espressione, da un lato, e la pulizia del pensiero, cioè l'attacco alla libertà di pensare, dall'altro.

In questo articolo, queste due conseguenze trovano la loro sublimazione, cioè la rieducazione. Allora, io invito veramente le colleghe e colleghi della maggioranza, che, ripeto, so molti di loro essere, in realtà, titubanti su questa norma, a riflettere almeno su questo articolo, a riflettere sul fatto che almeno la rieducazione ce la possiamo risparmiare. Noi siamo a favore della educazione, come ho detto stamattina, non dell'indottrinamento; e l'educazione, come ho detto stamattina e ripeto ora, presuppone ascolto, pazienza, vicinanza, costanza, mitezza, tutto l'esatto opposto della rieducazione alla quale voi volete costringere quelli che osano dire o pensare cose che a voi non vanno bene.

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? No. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.100 Rospi, 4.3 Palmieri e 4.4 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.291 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.224 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.225 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

In merito alla richiesta avanzata dal gruppo Fratelli d'Italia di un ulteriore ampliamento dei tempi previsti dal contingentamento per interventi a titolo personale, il Presidente della Camera mi ha comunicato che tali tempi devono ritenersi ampliati di un ulteriore terzo rispetto a quanto originariamente previsto.

Passiamo all'emendamento 4.290 Turri. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.290 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.450 Conte, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Gli emendamenti 4.222, 4.223 e 4.226 Turri risultano preclusi dall'emendamento 4.450 Conte.

Passiamo quindi agli identici emendamenti 4.187 Lucaselli e 4.227 Turri. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.187 Lucaselli e 4.227 Turri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.190 Varchi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.190 Varchi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.191 Varchi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.191 Varchi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80)

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.228 Potenti.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.228 Potenti, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81)

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.231 Turri e 4.413 Lupi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.231 Turri e 4.413 Lupi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82)

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.232 Turri e 4.414 Lupi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.232 Turri e 4.414 Lupi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83)

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.418 Giannone.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.418 Giannone, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.234 Turri e 4.415 Lupi.

Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). A titolo personale. Voglio solo far notare che queste norme, queste ultime che stiamo approvando, ricordano tanto la rivoluzione maoista; cioè, il condannato per avere diritto a una misura alternativa deve acconsentire a lavorare magari proprio per quelli che lui stesso non ama tanto. È veramente una condizione che appare francamente incomprensibile: dagli il lavoro sostitutivo sociale, il servizio sociale ma non lo obbligare, non gli condizionare quel beneficio obbligandolo a lavorare per soggetti che magari in precedenza - perché è stato condannato - ha offeso. Non si vede proprio che senso abbia se non quello di rimarcare il carattere ideologico di queste norme.

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.234 Turri e 4.415 Lupi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.199 Varchi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.199 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.466 Turri.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.466 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87)

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.451 Conte.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, molto brevemente, solo per dire che laddove nel testo che - abbiamo già detto - non ci soddisfa e che giudichiamo pernicioso e pericoloso si parla della disabilità, noi ci siamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Preciso che intervengo a titolo personale. Anche noi voteremo a favore di questo emendamento, in linea con quelli precedenti, dove si allarga appunto alle discriminazioni

PRESIDENTE. Onorevole Turri, lei sta parlando a nome del gruppo, non a titolo personale, perché è il primo a intervenire.

ROBERTO TURRI (LEGA). A titolo personale, a titolo personale.

PRESIDENTE. Collega, il primo che interviene, interviene a nome del gruppo.

ROBERTO TURRI (LEGA). Ho precisato che…Comunque votiamo a favore di questo emendamento, che allarga alla disabilità.

PRESIDENTE. D'accordo. Altri chiedono di intervenire? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.451 Conte, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega Scoma, sta votando per due postazioni (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

Gli emendamenti 4.235, 4.236 e 4.467 risultano preclusi dall'emendamento 4.451 Conte.

Passiamo, quindi, all'emendamento 4.700 della V Commissione (Bilancio).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.286 Alessandro Pagano, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.287 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.288 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.114 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.284 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.285 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.283 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.281 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.282 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.229 Alessandro Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Avverto che l'emendamento 4.237 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 4.700.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.239 Tomasi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.216 Varchi. Ha chiesto di parlare la collega Bisa.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo, giustificandolo nel fatto che il precedente emendamento è stato bocciato e chiedevamo novanta giorni per l'entrata in vigore della norma, in riferimento sostanzialmente alla messa alla prova. La collega Varchi, con questo emendamento, fa sostituire i trenta giorni per l'entrata in vigore, con sessanta giorni per l'entrata in vigore.

Non capiamo sinceramente perché ci sia stata la bocciatura del precedente emendamento, che prevedeva comunque un tempo più ampio per l'entrata in vigore, che secondo noi era tutto dovuto e necessario. A fronte di questo, voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Varchi 4.216, parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Varchi 4.440, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.430 Varchi e 4.238 Tomasi, parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.435 Varchi, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Magi 4.03, c'è un invito al ritiro. Chiedo. Viene ritirato, d'accordo.

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO ZAN, Relatore. I pareri sono tutti contrari.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.401 Turri, 5.27 Varchi, 5.300 Rospi e 5.400 Palmieri, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.402 Turri, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.32 Varchi, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.404 Alessandro Pagano, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 110).

(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Non so se il relatore Zani vuole darmi un parere univoco, prego.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Vista l'ora, Presidente, direi che possiamo rimandare a domani.

PRESIDENTE. Se c'è intesa tra i gruppi non ho problemi in tal senso.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Posso dare i pareri. Pensavo di far contenti i colleghi, però do i pareri (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Colleghi!

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Identici emendamenti 6.405 Turri e 6.406 Bartolozzi, parere contrario; 6.408 Alessandro Pagano, parere contrario; 6.409 Potenti, parere contrario; 6.407 Turri, parere contrario; 6.412 Lupi, parere contrario; 6.61 Maschio parere contrario; 6.25 Montaruli, parere contrario; 6.413 Alessandro Pagano, parere contrario; 6.194 Varchi parere contrario; 6.195 Varchi, parere contrario; 6. 414 Maschio parere contrario; 6.450 Bazoli accantonato.

PRESIDENTE. Accantoniamo a questo punto anche gli emendamenti 6.415 Turri e 6.500 Giannone, è corretto, relatore?

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Emendamento 6.700 parere favorevole, 6.197 contrario, 6.417 contrario, 6.208 contrario; infine, anche sull'aggiuntivo, 6.01 il parere è contrario.

PRESIDENTE. Facciamo anche l'articolo aggiuntivo 6.01.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme, Presidente.  

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Avevo chiesto, ma lei era girata; comunque, volevo intervenire sul complesso degli emendamenti all'articolo 6.

PRESIDENTE. Collega Cirielli, i pareri sono già stati dati.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Ma io ho alzato la mano, lo avevo anche indicato al commesso.

PRESIDENTE. Collega, guardi, ovviamente non è stato visto; può intervenire sul primo emendamento. Ha ovviamente cinque minuti e può anche fare una disamina degli altri emendamenti, se vuole. Al momento siamo all'emendamento 6.405.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Nelle occasioni precedenti ha impedito a un mio collega di gruppo di intervenire sull'emendamento, però. Visto che non è una responsabilità mia, ma è una responsabilità della Presidenza, o lei deve guardare l'Aula, altrimenti non mette in condizione….Già abbiamo tempi contingentati, è un argomento delicato e importante, come dobbiamo fare per poter parlare?

PRESIDENTE. Le posso dare la parola sull'emendamento 6.405, collega.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Non lo ritengo corretto, quindi non intervengo.

PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 29 ottobre, dopo l'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri sul DPCM del 24 ottobre 2020, recante ulteriori misure per il contrasto nella diffusione dell'epidemia da COVID-19, che avrà luogo alle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Fitzgerald Nissoli, che non vedo in Aula; si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi di uscire in silenzio.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, prendo la parola perché sto ricevendo quotidianamente da Nord a Sud numerose segnalazioni di irregolarità che si starebbero verificando nelle sedi del concorso straordinario per insegnanti: mancanza di sicurezza, mancanza di distanza, con 20-25 persone in aule piccole e senza controllo della temperatura, alla faccia di quanto dichiarato dal Ministro Azzolina. Irregolarità anche nelle consegne delle buste. Caso emblematico a Napoli, poi, dove i candidati si sono presentati in sede d'esame, ma la sede d'esame non c'era: caos, sede allestita dopo tre ore, commissari d'esame assenti e candidati che sporgono denuncia ai carabinieri. La Lega, invece, sporge pubblicamente denuncia qui alla Camera contro un concorso inutile ed inopportuno, perché in piena pandemia, frutto del capriccio di una Ministra…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio, di mantenere il distanziamento e di permettere al collega di poter intervenire.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Dicevo, frutto del capriccio di un Ministro irresponsabile ed animato da puro odio ideologico nei confronti degli insegnanti, costretti a sostenere questo concorso in uno stato di prostrazione psicologica. Ministro Azzolina, se ci sente, faccia lei un concorso a 500 chilometri da casa sua; prenda lei treno, traghetto, pullman in piena pandemia ed esponendosi inutilmente ad un contagio, mantenendo poi la mente serena durante l'esame, sapendo che, se dovesse sbagliare una - e dico solo una - risposta, lei non lavorerà più nella scuola. Ministro Azzolina, lo faccia il concorso, così capirà cosa stanno provando 66 mila donne e 66 mila uomini; 66 mila insegnanti ai quali va la mia vicinanza e per i quali la Lega darà sempre battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Nei giorni scorsi a Torino è scomparso uno dei più significativi esponenti del riformismo italiano, che ha segnato l'esperienza per quattro legislature all'interno di questa Camera del Partito Socialista Italiano e che ha partecipato anche alla nascita e all'esperienza del Partito Democratico. Mi riferisco a Giusi La Ganga, che fu parlamentare in questa Camera dal 1979 al 1994, giungendo ad esprimere anche importanti ruoli quale il presidente del gruppo del Partito Socialista. Giusi apparteneva alla corrente autonomista e, in funzione di questa sua autentica vocazione per il socialismo riformista e liberale, fu tra i principali collaboratori di Bettino Craxi nel corso della stagione che vide il Partito Socialista acquisire importanti responsabilità nel nostro Paese.

Si potrebbe dire, con una battuta, che Giusi era la politica fatta persona e chi lo ha conosciuto sa quanto fosse il suo ancoraggio alle culture politiche e quanto fosse il suo monito alla necessità di comprendere i fenomeni per essere in grado di elaborare delle risposte all'altezza dei tempi; era una persona con la quale si dialogava sempre molto favorevolmente e una persona di grande capacità di analisi e di grande sintesi. A noi manca molto e lo vorrei dire, signora Presidente, in conclusione. Inviterei, per capire la sua personalità, anche a scorrere le pagine del suo profilo Facebook, almeno fino a quando lo ha potuto riempire. Il suo ultimo contributo è dell'11 aprile dello scorso anno, in cui postò una fotografia nella quale campeggiano Turati, Pertini e i fratelli Rosselli. Ecco, questa è, credo, in qualche misura anche la sua testimonianza finale verso quel socialismo liberale per il quale con passione e tenacia si spese e per il quale vogliamo, intristiti, ringraziarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO). Grazie, Presidente. I pochi minuti che ho a disposizione non serviranno e non saranno abbastanza per ricordare la figura del giornalista Pino Scaccia, che purtroppo oggi è venuto a mancare per questa bruttissima pandemia che ha colpito anche questo grande professionista della comunicazione e del giornalismo, che è riuscito a raccontare agli italiani tante vicende internazionali, a partire dall'evidenziare cosa accadde a Chernobyl piuttosto che cosa accadde a Che Guevara, piuttosto che il racconto, nei suoi meravigliosi reportage, di ciò che accadde in Italia a causa della camorra, piuttosto che delle mafie e del terrorismo. Il mio costernato ricordo a questo grande professionista da parte di tutto l'Intergruppo cinema e arti dello spettacolo e credo sicuramente anche da questa onorevole Aula (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Ancora una volta il COVID-19, ancora una volta un giornalista, e che giornalista. Lo ricordava adesso il collega: Pino Scaccia, una vita alla RAI, al TG1; se ne è andato via oggi. Tanti anni da inviato dappertutto, non c'è stato quasi evento che non portasse il suo graffio, la sua zampata: crollo dell'Unione Sovietica, la guerra in Afghanistan, il conflitto in Iraq con l'amico Enzo Baldoni, quello nella ex Jugoslavia, la Libia, il Medioriente, poi gli anni di piombo e la già ricordata lotta alla mafia. Gli scoop, come si chiamavano un tempo, a dispetto di un giornalismo inodore e da remoto che non era fatto per lui. Lo piange tutto il mondo dell'informazione. Fu tra i fondatori di Articolo 21 per la sua umanità larga; quell'aria scanzonata di chi si caccia volentieri nei guai per poi uscirne sempre all'ultimo tuffo, in tempo per darne notizia; stavolta non c'è riuscito. Cronista fino alla fine, aveva raccontato la sua ultima battaglia, quella con la malattia, lasciando però a noi, suoi lettori, l'ultima parola oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, ancora una volta voglio riportare all'attenzione dell'Aula quanto sta succedendo in Sardegna in queste drammatiche settimane, funestate dall'emergenza COVID.

Secondo quanto riportato recentemente dai giornali e per mia conoscenza diretta, l'ospedale “San Francesco” di Nuoro è ormai sull'orlo del collasso. A causa della mancanza di personale sanitario - medici, infermieri e OSS - non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza sanitaria in quasi tutti i reparti dell'ospedale. A rischio è anche l'assistenza dell'urgenza. La stessa situazione si registra negli altri presidi ospedalieri della provincia, ma l'ATS non sta facendo nulla per porre rimedio.

A questo riguardo, voglio riportare l'attenzione sulla situazione in cui si trova un gruppo di operatori sociosanitari del Nuorese e dell'Ogliastra, che, pur provenendo dalle graduatorie 2013 e dalle ex ASSL di Nuoro e Olbia e dalla graduatoria 2017 di Oristano, attualmente lavorano negli ospedali di Cagliari e Sassari. Alcuni di questi lavoratori sono stati messi in ruolo lo scorso anno e, tra mille difficoltà, hanno accettato di trasferirsi lontano da casa; altri attendono ancora la stabilizzazione e hanno preso servizio in realtà distanti dalle loro case e dalle loro famiglie. Ora, però, hanno appreso con amarezza che le ASSL di appartenenza, pur essendo in grave difficoltà per la mancanza di OSS, non hanno attinto da quelle graduatorie. Non solo. Di recente, l'azienda ospedaliera “Brotzu” ha indetto una selezione per reperire varie figure, tra cui proprio gli OSS, che potrebbero arrivare dalla graduatoria ATS, dove figura personale residente nel Nuorese. Inoltre, c'è stato un ricorso all'agenzia interinale con un maggiore esborso di denaro pubblico.

Concludo, Presidente. Qui, in Aula, oggi voglio denunciare questa situazione, alla quale si potrebbe rimediare utilizzando quel buonsenso che sembra mancare nella gestione della sanità sarda da parte di Regione e azienda per la tutela della salute. In questa drammatica situazione, occorre procedere all'assunzione immediata di nuovi OSS e alle stabilizzazioni di quelli che ancora non sono stati stabilizzati. Occorre, inoltre, trovare il modo, attraverso le procedure di mobilità, per avvicinare i lavoratori del Nuorese e dell'Ogliastra che lavorano nelle altre zone della Sardegna alle loro residenze. In questo modo si assicurerebbe una migliore organizzazione del lavoro dell'ospedale di Nuoro e degli altri presidi ospedalieri che operano sul territorio. I ritardi di Regione e ATS sono inaccettabili. Attendiamo risposte concrete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (MISTO). Grazie, Presidente. Sono ore drammatiche quelle che il Paese sta vivendo e siamo consapevoli che, più di altre volte, dobbiamo avere senso di responsabilità, evitando soprattutto di soffiare sul fuoco della rabbia e della legittima disperazione di imprese e lavoratori. Sono convinto che solo istituzioni forti, credibili e rappresentative possono dare risposte adeguate ad un evento che, per gravità, forse, non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica. Il punto è proprio questo: la forza, la credibilità e la rappresentatività delle istituzioni. Questo Governo non è né forte né credibile né rappresentativo. Un governo forte avrebbe cercato di ampliare il raggio della sua rappresentatività con le organizzazioni economiche e sociali e con le forze politiche di opposizione prima di qualsiasi misura da intraprendere. Quanto sta accadendo è la conseguenza di un fallimento politico ed organizzativo, non servono sofisticate analisi, basta vedere le piazze italiane di questi giorni. E se a marzo, forse, c'era qualche alibi, adesso non ce ne sono.

Concludo. Un Governo forte e rappresentativo non può pensare di delegare il proprio ruolo a quello del Parlamento e ad un Comitato tecnico-scientifico. In questo momento storico c'è assoluto bisogno che la politica torni a fare la politica e che il Parlamento torni al centro della politica. Non possiamo guardare questa problematica solo con l'occhio sanitario, perché è anche economica e sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. In questi giorni di bavaglio di Stato, alcuni medici sono in attesa del verdetto della loro radiazione pronunciata in seguito all'espressione di opinioni critiche sull'obbligo vaccinale. I fatti addebitati sono oggettivamente privi di rilevanza penale e la sanzione sproporzionata e irragionevole. Con la Rete sostenibilità e salute ci si chiede, quindi, se in Italia sia ancora lecito per un medico esprimere le proprie opinioni, come prevede l'articolo 21 della Costituzione.

L'articolo 33 afferma che l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento: non può, dunque, esserci un vincolo ad una scienza unica e di Stato. Ma sappiamo che scienza e scienziati agiscono all'interno dei sistemi sociali, culturali, economici che ne condizionano priorità, orientamenti e risultati, fino a minarne l'onestà intellettuale. L'indipendenza e l'autonomia dei medici sono da preservare in un ambiente anti-dogmatico favorevole al libero dibattito scientifico trasparente e il più possibile esente da conflitti di interesse. Nessun ricercatore, nessun operatore sanitario dovrebbe essere messo in condizione di avere timore ad esporre i propri convincimenti su temi attinenti alla medicina e alla scienza in continuo progresso, anche per quanto riguarda la cosiddetta emergenza COVID che, tra tamponi inaffidabili e positivi asintomatici, sta svendendo il nostro Paese, i nostri risparmi e le nostre attività alle lobby finanziarie farmaceutiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola in quanto, ad oggi, ci troviamo nel caos più totale, visto che ci è giunta notizia da parte dei vari segretari federali delle varie associazioni sportive che, purtroppo, che si è creato un caso sull'ultimo DPCM che è stato emanato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Perché, in data 26 ottobre, quindi l'altro ieri, il Consiglio federale si era riunito in videoconferenza e prendeva atto del nuovo DPCM con il nuovo protocollo per l'invio a tutte le società sportive sui nuovi termini e nuove modalità di attuazione di questo nuovo DPCM.

Bene, in data 27 ottobre, quindi ieri, alle ore 16,30, veniva pubblicato sul sito della Federazione il nuovo protocollo, dove veniva riportata l'interpretazione del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovverosia: gli allenamenti di squadre non di interesse nazionale possono continuare in forma individuale, con la sola eccezione per il top 10. Ebbene, la stessa sera, quindi la stessa sera della giornata di ieri, alle ore 18,05, quindi poco meno di due ore dopo, il Ministro dell'Interno ha emanato una circolare nella quale affermava una cosa diametralmente opposta rispetto a quanto emanato da parte del Dipartimento per lo sport. Oltretutto, queste direttive di applicazione dell'ultimo DPCM erano parte integrante della faq pubblicata ieri dal Ministero per lo Sport.

Quindi, cerchiamo, Presidente, di fare chiarezza, soprattutto perché non è possibile che il Viminale dia delle indicazioni, quando abbiamo, invece, il Dipartimento per lo sport che ne dà delle altre. Chiediamo veramente che venga fatta chiarezza nel rispetto, soprattutto, di tutte quelle società sportive che cercano, comunque, di portare avanti un'attività utile per tutti, a tutti i livelli, non solo quelli professionali, ma anche quelli dilettantistici e anche, soprattutto, quelli che riguardano i nostri giovani ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Il Rapporto “Italiani nel mondo” della Migrantes evidenzia come ci sia ancora una considerevole percentuale di giovani ad alto know-how che lasciano l'Italia per realizzare la propria vita professionale all'estero. Tra questi, molti medici e altri operatori del settore sanitario e questo, nonostante l'emergenza sanitaria da COVID-19 richieda più personale per far fronte alle esigenze. Pertanto, vorrei richiamare l'attenzione sul fatto di impegnarsi a creare le condizioni affinché questi giovani formati con le nostre risorse possano tornare presto in Italia, soprattutto e con più urgenza, i medici. A tal proposito, voglio condividere con voi l'invito lanciato dalla sigla UNSA Esteri, maggiormente rappresentativa degli impiegati dalla Farnesina oltre confine, ad individuare, attraverso i registri AIRE, i professionisti sanitari emigrati in questi anni, al fine di creare una task-force di professionisti di buona volontà, nel contesto delle cure per il COVID, da coinvolgere in un piano di rientro, anche temporaneo, volto ad alleggerire il carico di lavoro del Sistema sanitario nazionale.

Secondo i dati della Commissione europea, tra i medici che decidono di lasciare il proprio Paese il 52 per cento è costituito da italiani, la percentuale più alta, considerando che, ogni anno, sono circa 1.500 i professionisti sanitari che si recano all'estero per trovare occasioni migliori. Il tempo stringe e bisogna agire di fretta. Non si tratta di retorica, ma di un semplice invito al pragmatismo e alla celerità, alla vigilia di una débâcle sociosanitaria che ci auguriamo sinceramente non arrivi ad attuarsi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 29 ottobre 2020 - Ore 9,30:

1. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sul DPCM del 24 ottobre 2020, recante ulteriori misure per il contrasto della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BOLDRINI e SPERANZA; ZAN ed altri; SCALFAROTTO ed altri; PERANTONI ed altri; BARTOLOZZI: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere. (C. 107-569-868-2171-2255-A)

Relatore: ZAN.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

LIUNI ed altri: Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico. (C. 1824-A)

Relatrici: GADDA E LOSS.

4. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

L'ABBATE e PARENTELA; D'ALESSANDRO ed altri; VIVIANI ed altri: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. (C. 1008-1009-1636-A)

Relatori: GALLINELLA e VIVIANI.

5. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00382 e Centemero ed altri n. 1-00383 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana .

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

DI STASIO ed altri: Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. (C. 2313-A)

Relatore: CABRAS.

7. Seguito della discussione della Relazione sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. (Doc. XXIII, n. 4)

8. Seguito della discussione della mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 concernente iniziative di carattere diplomatico volte a salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, con particolare riferimento alla figura di Cristoforo Colombo .

La seduta termina alle 19,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Rospi ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 14 il deputato Migliorino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 50 la deputata Versace ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 65 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 74 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 77 i deputati Centemero e Andreuzza hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;

nella votazione n. 83 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere contrario;

nella votazione n. 84 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 84 il deputato De Maria ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 101 il deputato Ferri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2727 - quest. preg. 1, 2 e 3 428 427 1 214 181 246 86 Resp.
2 Nominale TU pdl 107 e ab-A-em1.1,1.2,1.3,1.4 424 421 3 211 182 239 86 Resp.
3 Nominale em. 1.8 425 421 4 211 181 240 84 Resp.
4 Nominale em. 1.394 427 423 4 212 184 239 84 Resp.
5 Nominale em. 1.417 415 410 5 206 165 245 84 Resp.
6 Nominale em. 1.11 404 402 2 202 167 235 84 Resp.
7 Nominale em. 1.12 401 399 2 200 166 233 83 Resp.
8 Nominale em. 1.13 412 410 2 206 169 241 83 Resp.
9 Nominale em. 1.419 398 396 2 199 158 238 84 Resp.
10 Nominale em. 1.420 414 412 2 207 166 246 83 Resp.
11 Nominale em. 1.421 413 411 2 206 167 244 83 Resp.
12 Nominale em. 1.422 237 235 2 118 7 228 93 Resp.
13 Nominale em. 1.18, 1.19 418 415 3 208 175 240 88 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.390, 1.429 419 415 4 208 176 239 88 Resp.
15 Nominale em. 1.7 417 412 5 207 170 242 88 Resp.
16 Nominale em. 1.20 420 415 5 208 174 241 88 Resp.
17 Nominale em. 1.34 418 415 3 208 173 242 88 Resp.
18 Nominale em. 1.21 422 417 5 209 174 243 88 Resp.
19 Nominale em. 1.35 417 413 4 207 176 237 87 Resp.
20 Nominale em. 1.445 422 417 5 209 178 239 87 Resp.
21 Nominale em. 1.44 416 413 3 207 179 234 87 Resp.
22 Nominale em. 1.30 421 416 5 209 176 240 87 Resp.
23 Nominale em. 1.450, 1.433 rif. 430 430 0 216 429 1 87 Appr.
24 Nominale em. 1.434 428 425 3 213 186 239 87 Resp.
25 Nominale em. 1.395 421 416 5 209 179 237 87 Resp.
26 Nominale em. 1.104 422 417 5 209 177 240 87 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.396 420 415 5 208 175 240 87 Resp.
28 Nominale em. 1.397 424 419 5 210 182 237 86 Resp.
29 Nominale em. 1.75 420 415 5 208 178 237 86 Resp.
30 Nominale em. 1.418 427 422 5 212 181 241 86 Resp.
31 Nominale em. 1.423 427 424 3 213 183 241 86 Resp.
32 Nominale em. 1.400 429 424 5 213 182 242 86 Resp.
33 Nominale em. 1.402 425 420 5 211 182 238 86 Resp.
34 Nominale em. 1.213 434 429 5 215 186 243 86 Resp.
35 Nominale em. 1.352 419 416 3 209 183 233 86 Resp.
36 Nominale em. 1.406 419 416 3 209 185 231 86 Resp.
37 Nominale em. 1.407 423 419 4 210 186 233 86 Resp.
38 Nominale em. 1.391 426 422 4 212 186 236 86 Resp.
39 Nominale em. 1.424 426 423 3 212 184 239 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 1.408 430 426 4 214 185 241 86 Resp.
41 Nominale em. 1.430 422 418 4 210 180 238 86 Resp.
42 Nominale em. 1.431 417 413 4 207 181 232 86 Resp.
43 Nominale em. 1.410 416 412 4 207 181 231 86 Resp.
44 Nominale em. 1.411 411 406 5 204 168 238 86 Resp.
45 Nominale em. 1.412 418 415 3 208 181 234 86 Resp.
46 Nominale em. 1.413 421 418 3 210 183 235 86 Resp.
47 Nominale em. 1.351 419 415 4 208 182 233 86 Resp.
48 Nominale em. 1.432 416 412 4 207 176 236 86 Resp.
49 Nominale em. 1.425 427 423 4 212 179 244 86 Resp.
50 Nominale articolo 1 432 427 5 214 249 178 86 Appr.
51 Nominale em. 2.1, 2.2, 2.460, 2.3 424 420 4 211 178 242 86 Resp.
52 Nominale em. 2.5 424 422 2 212 181 241 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 2.4 417 414 3 208 177 237 86 Resp.
54 Nominale em. 2.420, 2.465 425 422 3 212 178 244 86 Resp.
55 Nominale em. 2.13 423 419 4 210 176 243 86 Resp.
56 Nominale em. 2.456 419 414 5 208 176 238 86 Resp.
57 Nominale em. 2.470 432 431 1 216 429 2 85 Appr.
58 Nominale em. 2.457 427 422 5 212 178 244 85 Resp.
59 Nominale em. 2.455 416 412 4 207 171 241 85 Resp.
60 Nominale em. 2.458 425 420 5 211 178 242 85 Resp.
61 Nominale em. 2.459 429 423 6 212 176 247 85 Resp.
62 Nominale em. 2.292 429 423 6 212 178 245 85 Resp.
63 Nominale articolo 2 435 432 3 217 252 180 85 Appr.
64 Nominale art. agg. 2.020 426 422 4 212 179 243 85 Resp.
65 Nominale art. agg. 2.021 416 411 5 206 176 235 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale art. agg. 2.022 430 425 5 213 183 242 85 Resp.
67 Nominale art. agg. 2.023 431 428 3 215 182 246 85 Resp.
68 Nominale art. agg. 2.024 427 424 3 213 179 245 85 Resp.
69 Nominale em. 3.410 426 422 4 212 180 242 85 Resp.
70 Nominale em. 3.450 rif. 428 397 31 199 240 157 85 Appr.
71 Nominale articolo 3 420 413 7 207 242 171 85 Appr.
72 Nominale em. 4.100, 4.3, 4.4 413 412 1 207 171 241 85 Resp.
73 Nominale em. 4.291 413 410 3 206 171 239 85 Resp.
74 Nominale em. 4.224 407 404 3 203 170 234 85 Resp.
75 Nominale em. 4.225 416 411 5 206 172 239 85 Resp.
76 Nominale em. 4.290 418 415 3 208 174 241 85 Resp.
77 Nominale em. 4.450 425 420 5 211 258 162 85 Appr.
78 Nominale em. 4.187, 4.227 424 421 3 211 175 246 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 4.190 419 416 3 209 177 239 85 Resp.
80 Nominale em. 4.191 422 419 3 210 176 243 85 Resp.
81 Nominale em. 4.228 424 421 3 211 177 244 85 Resp.
82 Nominale em. 4.231, 4.413 416 414 2 208 175 239 85 Resp.
83 Nominale em. 4.232, 4.414 419 415 4 208 178 237 85 Resp.
84 Nominale em. 4.418 412 410 2 206 176 234 85 Resp.
85 Nominale em. 4.234, 4.415 421 417 4 209 177 240 85 Resp.
86 Nominale em. 4.199 410 407 3 204 169 238 85 Resp.
87 Nominale em. 4.466 408 405 3 203 170 235 85 Resp.
88 Nominale em. 4.451 421 420 1 211 419 1 85 Appr.
89 Nominale em. 4.700 417 414 3 208 259 155 85 Appr.
90 Nominale em. 4.286 416 413 3 207 172 241 85 Resp.
91 Nominale em. 4.287 419 416 3 209 175 241 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 4.288 418 415 3 208 175 240 85 Resp.
93 Nominale em. 4.114 420 417 3 209 173 244 85 Resp.
94 Nominale em. 4.284 421 416 5 209 171 245 85 Resp.
95 Nominale em. 4.285 415 411 4 206 168 243 85 Resp.
96 Nominale em. 4.283 407 402 5 202 166 236 85 Resp.
97 Nominale em. 4.281 417 412 5 207 171 241 85 Resp.
98 Nominale em. 4.282 416 411 5 206 172 239 85 Resp.
99 Nominale em. 4.229 410 405 5 203 169 236 85 Resp.
100 Nominale em. 4.239 416 411 5 206 171 240 85 Resp.
101 Nominale em. 4.216 408 403 5 202 401 2 85 Appr.
102 Nominale em. 4.440 407 404 3 203 171 233 85 Resp.
103 Nominale em. 4.430, 4.238 414 411 3 206 405 6 85 Appr.
104 Nominale em. 4.435 409 405 4 203 170 235 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 110)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale articolo 4 411 408 3 205 245 163 85 Appr.
106 Nominale em. 5.401, 5.27, 5.300, 5.400 413 409 4 205 171 238 85 Resp.
107 Nominale em. 5.402 402 398 4 200 165 233 85 Resp.
108 Nominale em. 5.32 406 402 4 202 168 234 85 Resp.
109 Nominale em. 5.404 403 399 4 200 168 231 85 Resp.
110 Nominale articolo 5 412 409 3 205 240 169 85 Appr.