Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 413 di mercoledì 21 ottobre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

ANNA RITA TATEO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 ottobre 2020.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, la Ministra dell'Interno ed il Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti circa l'attivazione dei posti aggiuntivi di terapia intensiva in ambito regionale, anche alla luce della riprogrammazione disposta dal “decreto Rilancio” – n. 3-01823)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sportiello ed altri n. 3-01823 (Vedi l'allegato A). La deputata Mara Lapia ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmataria, per un minuto. Prego.

MARA LAPIA (M5S). Grazie Presidente. Signor Ministro, gli sforzi e le misure varate da questo Governo e dal Parlamento per contrastare la pandemia da Coronavirus sono evidenti. La seconda fase della pandemia ci mette davanti a nuove sfide, a partire da quella di dotare i nostri ospedali e le nostre Regioni del numero necessario di terapie intensive. Nel nostro Paese, prima dell'emergenza COVID-19, i posti letto in terapia intensiva erano 5.179. A seguito dell'insorgere della pandemia, con il “decreto Rilancio”, sono stati programmati 3.553 nuovi posti aggiuntivi, fino ad un totale che dovrebbe arrivare a 9.000 posti circa. Nel “decreto Rilancio” è previsto altresì che le Regioni garantiscano l'incremento delle terapie intensive. Il commissario per l'emergenza ha sostenuto che, in questi mesi, alle Regioni sono stati inviati 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive e 1.429 per le sub intensive e altri 1.500 ventilatori sono disponibili, ma che per essere distribuiti necessitano dell'attivazione di ulteriori 1.600 posti letto di terapia intensiva. Signor Ministro, per questi motivi vorremmo sapere quale sia esattamente il numero complessivo dei nuovi posti aggiuntivi di terapia intensiva realmente attivati e il tasso di saturazione delle stesse, alla luce dei piani di riorganizzazione delle Regioni e delle risorse eventualmente trasferite ad esse.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente e colleghi deputati rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministero della Salute, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. A livello nazionale, il numero dei posti letto di terapia intensiva esistenti era, prima dell'emergenza COVID-19, pari a 5.179. Durante la fase emergenziale della pandemia, il commissario straordinario ha distribuito alle Regioni 3.109 ventilatori per terapia intensiva, per un totale di posti potenzialmente disponibili pari a 8.288, un numero molto prossimo a quello previsto dal piano di potenziamento strutturale della rete ospedaliera previsto dall'articolo 2 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, detto “decreto Rilancio”. Vanno poi aggiunti ulteriori 83 ventilatori acquistati direttamente dalle Regioni. I posti letto che risultano allo stato disponibili, in base ai dati del nuovo sistema informativo sanitario del Ministero della Salute, sono pari a 6.628. Vi sono pertanto ulteriori 1.660 ventilatori distribuiti alle Regioni, che consentiranno di attivare in tempi rapidi ulteriori posti letto. A tal fine, il commissario straordinario ha avviato una ricognizione presso ogni Regione per verificare l'attuale collocazione delle forniture consegnate. Il commissario dispone inoltre di 1.300 ventilatori aggiuntivi pronti per essere consegnati, laddove si verificasse l'esigenza di incrementare i posti letto di terapia intensiva in emergenza. Il piano di potenziamento degli ospedali COVID, previsto dal richiamato articolo 2 del decreto-legge n. 34 del 2020, prevede di raggiungere a regime 8.679 posti letto in terapia intensiva. Tale obiettivo sarà conseguito in misura pari al 95 per cento, non appena le Regioni completeranno l'allestimento dei posti di terapia intensiva con tutti i ventilatori che sono stati già consegnati dalla struttura commissariale. Inoltre, con l'utilizzo dei 1.300 ventilatori aggiuntivi già disponibili, il predetto obiettivo sarà largamente superato, atteso che la dotazione complessiva di posti letto di terapia intensiva salirà così a 9.588 unità. Le Regioni hanno provveduto altresì ad individuare 11.012 posti letto di area medica suscettibili di utilizzazione anche come posti letto di terapia semintensiva. I pazienti COVID-19 al 20 ottobre 2020 sono 870 rispetto al totale dei posti letto di terapia intensiva concretamente attivabili, pari, come evidenziato, a 8.288 unità. Al 20 ottobre 2020 risulta dunque un tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva da parte dei pazienti affetti da COVID-19 pari al 10,49 per cento.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Nicola Provenza, per due minuti. Prego.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente e grazie Ministro, i dati che lei ci ha fornito oggi rappresentano penso una fotografia fedele di tutto ciò che il Governo ha messo in campo. Devo dire che quello che emerge in maniera lampante lei lo ha citato alla fine del suo intervento: quando ha parlato del tasso di occupazione dei posti letto, ho annotato che, rispetto ai posti concretamente attivabili, lei ha parlato del 10,49 per cento rispetto al 14 per cento previsto dal “decreto Rilancio”.

Quando le regioni - e questo emerge dai suoi dati - completeranno l'allestimento dei posti in terapia intensiva, con tutti i ventilatori già consegnati dalla struttura commissariale, andremo ben oltre il numero previsto nel “decreto Rilancio”. Ho dovuto utilizzare il futuro e mi dispiace, perché l'emergenza è, purtroppo, di strettissima attualità. E, allora, bisogna avere un grande senso di responsabilità, riconoscere i dati, interpretarli nella maniera opportuna e, qualche volta, anche le difficoltà che emergono a livello territoriale, forse, rappresentano un'occasione mancata, per non dire un fallimento gestionale e organizzativo, da parte degli enti territoriali.

E, poi, c'è un altro tema, Ministro, che io mi permetto di porre al centro, che emerge in maniera prepotente. Noi non possiamo, a livello locale, tenere riguardo solo per il contenimento della pandemia: ci sono pazienti cronici, pazienti fragili, pazienti anziani che, in queste ore, mentre io sto parlando in quest'Aula, in alcune regioni, si vedono messi da parte per un'evidente inefficienza, incapacità, da parte degli enti territoriali; evidentemente, il DM n. 70 non è in maniera diffusa applicato su tutto il territorio.

Allora, chiudo, dicendo che noi non abbiamo bisogno di cantastorie o di pifferai magici locali per affrontare con dignità istituzionale ed efficacia un momento storico delicato e drammatico della storia del nostro Paese: noi abbiamo bisogno di amministratori efficienti. Chiudo dicendo che, ancora oggi, voglio ribadire in quest'Aula che coesione istituzionale e leale collaborazione rappresentano la strada maestra per affrontare questa pandemia.

(Iniziative volte a garantire la sicurezza e l'efficienza dei servizi del trasporto pubblico locale e del trasporto ferroviario regionale in considerazione dell'emergenza da Covid-19 – n. 3-01824)

PRESIDENTE. Il deputato Trancassini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01824 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mentre l'attività…

PRESIDENTE. Le chiedo di cambiare la postazione.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mentre il suo Governo combatte l'epidemia, soprattutto, occupandosi dei tavoli dal numero di sette persone in poi nei ristoranti, nelle nostre stazioni ferroviarie, nelle stazioni della metro, sui bus del servizio pubblico di tutte le regioni d'Italia c'è un sovraffollamento che, sicuramente, può diventare un grandissimo veicolo di contagio. Nulla è stato fatto in questa direzione, nonostante Fratelli d'Italia, già all'inizio dell'estate, avesse sollecitato sul problema. Ricordo un accorato intervento del nostro presidente Giorgia Meloni, che richiamava l'attenzione del Governo sulla necessità di investire nel potenziamento del servizio pubblico, richiamo di Fratelli d'Italia a cui siete rimasti sordi, pensando e scegliendo di investire in monopattini e in consulenze. Oggi siamo nuovamente qui, a ricordarvi questo problema, nella speranza che riusciate a fare qualcosa per evitare questo grandissimo problema.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dalla Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna. Adottare efficaci misure di contenimento del contagio da COVID-19 e, al contempo, garantire la mobilità delle persone hanno imposto l'adozione di apposite linee guida in materia di trasporto pubblico locale, definite sulla base dell'analisi dei flussi della domanda di trasporto elaborata dall'INAIL e oggetto di specifica condivisione sia con il Comitato tecnico-scientifico, sia con le regioni, titolari dei servizi di trasporto pubblico locale, sia con le province e i comuni titolari dei servizi di trasporto scolastico dedicato.

L'intesa del 31 agosto 2020 in sede di Conferenza unificata prevede un coefficiente di riempimento dei mezzi di trasporto pubblico locale non superiore all'80 per cento dei posti consentiti, un coefficiente di riempimento dei mezzi di trasporto scolastico dedicato pari al 100 per cento dei posti consentiti, limitatamente agli ultimi quindici minuti del tragitto casa-scuola e scuola-casa, nonché lo stanziamento di 300 milioni di euro per il finanziamento dei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e di 150 milioni di euro per i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico dedicato. L'accordo è stato attuato dal Governo anche con il decreto-legge 8 settembre 2020, n. 111, il cui contenuto è stato trasfuso nella legge di conversione del decreto-legge n. 104 del 2020, cosiddetto “decreto Agosto”

In data 14 e 18 ottobre, la Ministra delle infrastrutture e dei trasporti ha incontrato le associazioni delle aziende del trasporto pubblico locale, la Conferenza delle regioni, l'ANCI, l'UPI per verificare gli esiti del monitoraggio relativo all'attuazione delle misure di contenimento indicate nelle linee guida e l'individuazione delle modalità attraverso cui assicurarne il pieno rispetto. È stata confermata la volontà del Governo di costruire tavoli operativi permanenti finalizzati alla risoluzione delle situazioni di maggiore criticità.

La Ministra ha rappresentato di essere già intervenuta, a seguito delle segnalazioni pervenute, per garantire il rispetto delle misure di contenimento, il rafforzamento dei controlli e il monitoraggio dell'andamento della domanda collegata agli orari di apertura dei luoghi di lavoro e delle scuole, l'incremento del numero di corse.

La Ministra De Micheli ha anche illustrato gli studi internazionali che confermano la bassissima correlazione tra il riempimento dei mezzi di trasporto e l'incremento del numero dei contagi: ciò sulla base delle evidenze scientifiche attualmente disponibili e in considerazione dei tempi di permanenza media dei passeggeri, come affermato dal Comitato tecnico-scientifico nella seduta del 26 agosto 2020 in sede di approvazione delle vigenti linee guida.

Le regioni hanno confermato di aver già provveduto a incrementare i mezzi, utilizzando 120 dei 300 milioni di euro a disposizione, ricorrendo all'affidamento ai privati. Con i decreti-legge “rilancio” e “semplificazioni” è stata prevista la possibilità di ricorrere ai taxi e ai servizi NCC per potenziare i servizi di trasporto pubblico e l'istituzione di buoni viaggio da utilizzare, entro il 31 dicembre 2020, per gli spostamenti effettuati a mezzo taxi o NCC e sono state introdotte procedure semplificate per l'affidamento dei servizi aggiuntivi. Fino ad ora sono stati impiegati 1.770 bus privati, che hanno garantito di potenziare 4 mila tratte.

PRESIDENTE. Il deputato Silvestroni ha facoltà di replicare.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, qui dovrebbe scattare l'applauso per quanto lei ha letto, anche se, chiaramente, non è lei il Ministro di riferimento, mi dispiace che non è presente il Ministro De Micheli. Continua però, anche se lei non è il colpevole, la farsa di tutta questa estate: questa estate abbiamo sentito dai notiziari di regime raccontare il duro lavoro del Ministro De Micheli, il suo, come quello dei suoi colleghi, ma, di fatto, da quello che lei oggi ha letto e ci ha raccontato, si corre continuamente dietro le emergenze. È da marzo che si sapeva che sarebbe arrivata questa pandemia e siamo a novembre, non ascoltando da subito o, forse, ascoltando l'opposizione, perché Fratelli d'Italia vi ha sempre detto, dall'inizio, di poter usare i mezzi, ad esempio, i bus turistici privati - tra l'altro, settore in grave crisi per mancanza delle gite scolastiche, per mancanza del turismo -, e che, quindi, si potevano anche usare questi mezzi, aiutarli, e in più, per aiutare i mezzi pubblici e, così come lei ha detto, i taxi. Tutte cose che, in realtà, vi vengono dette dall'inizio, ma che non recepite mai e a cui correte dietro.

Quindi, c'è grande e grave carenza di organizzazione da parte, in questo caso, del Ministero dei trasporti, del Ministro De Micheli. Se io fossi in De Micheli, così come se fossi un Ministro - spesso, voi decantate sempre gli Stati esteri in Europa - in Europa, avrei dato le dimissioni. Ma sicuramente - concludo, Presidente -, non darà le dimissioni, perché è troppo attaccata alla poltrona, così come lei e i suoi colleghi. Le dovrebbe dare il Presidente del Consiglio Conte, che non lo farà neanche lui. Ma allora, a questo punto, auspichiamo che almeno Conte individui i responsabili e faccia un rimpasto dei Ministri per aiutare la nazione e il popolo italiano, invece - e concludo, Presidente - di andare a colpevolizzare le famiglie, per cui nei mezzi pubblici si può stare accalcati, mentre in casa solo sei persone. Questo è vergognoso. Ripeto, che Conte che ha avuto un barlume di saggezza, domenica sera, dicendo “no” al MES, utilizzi anche questa saggezza, magari, per rifare un rimpasto di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Ulteriori misure a sostegno dei settori della cultura e del turismo, gravemente colpiti dalle ripercussioni dell'emergenza da Covid-19 – n. 3-01825)

PRESIDENTE. La deputata Piccoli Nardelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01825 (Vedi l'allegato A).

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, Ministro, il 9 marzo ha precipitato il Paese in una situazione di grandissima difficoltà per le attività produttive, per le scuole, per il mondo della cultura e quello del turismo.

Mi soffermerò, in particolare, sulla cultura perché, se cultura e turismo sono stati ambedue pesantemente colpiti dalla diffusione del Coronavirus e dai conseguenti provvedimenti adottati dal Governo per contrastare il contagio, per il mondo della cultura, in particolare, questi sono stati interventi che hanno toccato il modo stesso di vivere del nostro Paese e di fare cultura. Sono stati chiusi i cinema, sono stati chiusi i teatri, grandi e piccoli, sono state interrotte le rappresentazioni lirico-sinfoniche, si è fermato tutto lo spettacolo dal vivo, chiusi i musei statali e quelli locali, chiuse le biblioteche e gli archivi, ferme le industrie culturali e creative, annullate o rinviate le mostre, bloccata l'editoria, il mercato discografico e quello della musica dal vivo fermi, migliaia e migliaia di lavoratori bloccati e senza prospettive.

Quello che le chiediamo, Ministro, è di fare il punto sul lavoro fatto fino ad ora dal Governo e dal suo Ministero rispetto a questi settori, così diversi fra loro ma tutti in gravissima crisi, anche per capire come continuare a intervenire per dare sostegno e per promuovere queste realtà così fortemente identitarie per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Grazie Presidente. L'onorevole Nardelli ha ricordato la situazione drammatica, in una crisi complicata di carattere generale, in particolare del settore della cultura. è chiaro infatti che tutti i luoghi in cui molte persone devono stare insieme hanno avuto una penalizzazione molto più forte. Noi abbiamo cercato di intervenire - oltre che con l'allargamento di misure di carattere generale come l'estensione degli ammortizzatori sociali ad un settore che non li aveva, l'indennità ai lavoratori stagionali, che non avevano alcun tipo di ammortizzatore sociale, e le misure universali per il ristoro delle aziende in base al calo di fatturato, estese anche al settore culturale - con una serie di provvedimenti, che io ho firmato in questi mesi, a valere sui fondi emergenze che il Parlamento ha approvato. Li cito molto velocemente: 20 milioni per gli operatori dello spettacolo extra FUS, 5 milioni per lo spettacolo viaggiante, 100 milioni per il cinema e l'audiovisivo, 60 milioni per le sale cinematografiche, 6,8 milioni agli operatori dello spettacolo extra FUS, 10 milioni agli esercizi teatrali, 10 milioni per il sostegno dell'industria musicale, discografica e fonografica, 10 milioni agli operatori del settore della musica dal vivo, 50 milioni per l'Istituto Luce e il Fondo Cinema, 5 milioni ai centri di produzione teatrale e di danza, 4 milioni agli organismi di programmazione dell'esercizio teatrale. Altre misure sono intervenute nel settore del libro: ricordo i 30 milioni per il sostegno del libro e della filiera dell'editoria, i 10 milioni di Stato trasferiti alle librerie, 10 milioni ai piccoli editori, 70 milioni ai musei e ai luoghi della cultura non statale, cioè i musei non dello Stato, 20 milioni per il ristoro delle perdite per il rinvio di mostre d'arte, 12 milioni per il ristoro delle perdite per le organizzazioni di musica leggera, 5 milioni per i traduttori editoriali. Si tratta di un elenco di misure - che non leggo nemmeno tutte per ragioni di brevità - che hanno cercato di andare a toccare tutti i settori, anche quelli minori, quelli che hanno avuto meno voce per farsi ascoltare, che sono stati colpiti.

è evidente che queste misure - quindi vengo alla seconda parte dell'interrogazione - sono misure che hanno colpito l'emergenza nella fase in cui è arrivata, ma che dovranno continuare - lo dirò poi, perché c'è un'altra interrogazione sul tema del turismo - in base alla durata della crisi. è evidente infatti che alcuni settori hanno attraversato questa crisi e ne sono usciti, o ne stanno uscendo con maggior velocità mentre altri sono totalmente piombati in uno stato di crisi che non si supera - risponderò poi all'interrogazione precedente - perché è chiaro che, se ci sono dei problemi a stare insieme, legati all'andamento epidemiologico, la crisi dura. Quindi, l'impegno che il Governo ha preso, a differenza del lockdown che ha comportato misure di carattere universale e generale, è di dedicare attenzione nel prolungamento delle misure di sostegno sia per le imprese, in questo caso le istituzioni della cultura, sia per i lavoratori in base al prolungarsi della crisi. Purtroppo, la cultura è un settore in cui la crisi si prolungherà.

PRESIDENTE. La deputata Flavia Piccoli Nardelli ha facoltà di replicare.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie Presidente. Ministro, prendo atto con soddisfazione di quanto lei ci ha detto. Considero particolarmente significativa l'ampiezza degli interventi effettuati che hanno toccato categorie diverse di lavoratori, intervenendo su situazioni contrattuali fra le più variegate e fragili nell'intento davvero di non lasciare nessuno indietro. Sottolineo la complessità di quanto si è fatto, a fronte di una situazione difficilissima, per garantire resilienza a realtà spesso già in crisi, difficili da mappare, che proprio da questo intervento potranno, spero, trovare motivi per stabilire nuove e reciproche forme di aggregazione e di alleanze.

Noto che in progressione sono stati individuati criteri sempre più specifici per l'attribuzione delle risorse, introducendo maggiore flessibilità nella ripartizione e allargandole via via a platee sempre più ampie, utilizzando ogni possibile forma di sostegno ai lavoratori e agli utenti, dedicando ascolto e attenzione alle richieste delle diverse categorie considerate. Va sottolineato e dato merito a questo capillare lavoro di ascolto, dando voce anche a chi non aveva voce per farsi ascoltare, che ha coinvolto tutti i soggetti del mondo della cultura. Voglio sottolineare anche come, accanto a provvedimenti di tutela e di salvaguardia rispetto alle realtà piegate dai provvedimenti di chiusura, sono state messe in atto anche misure di rilancio su cui io credo dovremmo investire sempre di più, traendo lezione da quanto è emerso in questi momenti di difficoltà.

Registro infine con soddisfazione, Ministro, la rapidità con cui si è dato seguito ai provvedimenti decisi, emanando in tempi brevi i decreti attuativi necessari alla loro operatività. Siamo certi che la creazione di nuovi fondi di emergenza e l'estensione e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali debbano essere protratti per consentire che i segnali di ripresa, che si erano registrati alla fine dell'estate scorsa, possano trovare effettiva conferma.

(Iniziative urgenti a sostegno del settore dello spettacolo, anche in sede di modifica delle più recenti misure adottate per contrastare la pandemia da Covid-19 – n. 3-01826)

PRESIDENTE. Il deputato Michele Anzaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fregolent ed altri n. 3-01826 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie Presidente, grazie Ministro. Ministro, a tante delle domande che avevamo posto in questa interrogazione lei ha risposto, citando quei numeri. Purtroppo, però, la realtà è diversa. Qui ci sono tante realtà, tanti singoli che ancora sono in grande sofferenza e non hanno ricevuto. Solo pochi giorni fa, vi è stata a Milano la manifestazione dei “500 bauli”, una manifestazione nel rispetto delle norme anti COVID, che ha visto, a piazza del Duomo, a Milano, protestare tanti artisti del mondo dello spettacolo in nero in rappresentanza dei 570 mila che soffrono e che sono in difficoltà. Le cito solo due esempi eclatanti, conosciuti nel mondo: quello della Scala di Milano, che ha sospeso gli abbonamenti, e quello del rinvio del tax credit per il mondo del cinema. Sono cose che bloccano il sistema. Per questo la invito personalmente a seguire, a fare una task force che segua nel dettaglio i casi più drammatici. Noi abbiamo tante richieste in questo campo La situazione è troppo complicata. Come abbiamo visto sul bonus vacanze e sul 110 per cento per le ristrutturazioni, al momento di attuarle, la cosa sfugge e vi sono grandi casi di sofferenza. Grazie.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Vorrei dire all'onorevole Anzaldi che i provvedimenti che prima ho citato sono tutti i provvedimenti non annunciati, sono già provvedimenti operativi, che gran parte dei fondi sono stati erogati e che tutto questo è avvenuto in un costante contatto con tutte le organizzazioni di categoria e anche con i singoli comitati di artisti che si sono mobilitati, come con la bellissima manifestazione in piazza del Duomo, per sollecitare l'attenzione alla loro categoria. Si è partiti da un dato di fatto: questa categoria non aveva alcun sistema di protezione sociale, non aveva ammortizzatori sociali. Abbiamo esteso gli ammortizzatori sociali, abbiamo introdotto le indennità - 600 euro, più 600, più 1.000, più 1.000 - ad un settore che non aveva alcuna forma di protezione. Ci siamo preoccupati di coprire, con interventi che sono già stati erogati, tutti quei tipi di organizzazioni musicali e teatrali che non prendevano i contributi dal FUS e abbiamo erogato il FUS anche in assenza dei requisiti che normalmente sono richiesti. Quindi, abbiamo assolutamente fatto degli interventi di protezione per i lavoratori e per le istituzioni, che sono stati accolti con soddisfazione dal settore. Il fatto che poi ci sia una sollecitazione, è evidente che c'è. Il testo scritto dell'interrogazione era un po' diverso. Anche il fatto della misura delle sale: si discute se vanno bene i 200 e se è necessaria la deroga per darne di più. Il problema è che la crisi si prolungherà perché, man mano che l'andamento epidemiologico preoccupa, difficilmente la gente va a teatro o al cinema, cioè in un luogo in cui c'è un margine di preoccupazione, anche se le misure di sicurezza sono totali perché c'è il distanziamento, ci sono le mascherine e tutte le misure di sicurezza applicate in modo molto intelligente, molto rigido.

Quindi noi continueremo ad occuparci delle istituzioni e dei lavoratori. Naturalmente, è chiaro che la durata della crisi dipenderà dall'andamento dell'epidemia, ma le misure che stiamo chiedendo sono misure sia rispetto al completamento del 2020 (per esempio c'è il tema degli ammortizzatori sociali), sia per il 2021, se la crisi proseguirà anche nel 2021: vorrei che ci fosse l'assoluta certezza che questo è un settore che è stato seguito momento per momento. Poi non c'è stato alcun rinvio del tax credit cinema, non ho capito a cosa fa riferimento.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Nobili.

LUCIANO NOBILI (IV). Ministro, grazie della risposta, per le misure che ha ricordato e che sono state messe in campo in quest'anno complicato per sostenere un universo complesso come il mondo dei lavoratori dello spettacolo, che vede situazioni molto disomogenee, e quindi hanno necessitato di interventi specifici e molto dettagliati. Nonostante questo, nonostante questo tentativo e questo sforzo, tante realtà ancora oggi denunciano una sofferenza che dobbiamo ascoltare.

Un sostegno nella crisi, che, anche alla luce dello sviluppo e dell'andamento del contagio, della diffusione della pandemia, è una crisi che durerà, anche con le misure che il suo Ministero ha già annunciato per la prossima legge di bilancio e che sono sicuramente significative e importanti. La manifestazione dei 500 bauli a Milano è una manifestazione che è stata molto bella e anche improntata a un grande senso di responsabilità, sembrava quasi una performance artistica, Ministro, e sono certo che lei l'avrà apprezzata; però lanciava anche un grido di dolore: il grido di dolore di quegli oltre 500 mila lavoratori che sono artisti, tecnici, attrezzisti, operatori di vario genere, che chiedono aiuto anche per una ripartenza, per una ripartenza possibile, responsabile nelle regole che in parte c'è già stata.

Ministro, che segno bellissimo di forza per il nostro Paese, di speranza è stato poter svolgere in piena sicurezza la Mostra del cinema di Venezia, o in questi giorni la Festa del cinema di Roma, che segno potente è stata la ripartenza di alcune produzioni cinematografiche; o il fatto che ci siano sale, quelle che ce l'hanno fatta, quelle che non hanno chiuso, che hanno avuto la possibilità di ripartire.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUCIANO NOBILI (IV). Proprio da questo mondo ci viene anche il grido e l'esigenza di lavorare: per quanto possibile, la tutela del diritto alla salute e contemporaneamente del diritto al lavoro, perché è un'industria anche questa, ma anche del diritto alla cultura e alla bellezza. Lavoriamo insieme, Ministro, per tutelare questi lavoratori e insieme per garantire delle misure: penso a una percentuale magari più alta e più flessibile del numero dei 200 negli spazi al chiuso; ovviamente, come sa, Ministro, 200 su una sala da 1.000 non sono 200 su una sala da 2.000, e così via. Lavorare, nel rispetto delle misure che sono necessarie e che servono al Paese per contenere il contagio, per dare forza e ancora ripartenza a un settore che è importante per chi ci lavora, ma è importante per le nostre vite (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza a sostegno degli operatori del settore turistico, nel quadro delle misure adottate per contrastare la pandemia da Covid-19 – n. 3-01827)

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01827 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Franceschini, la normativa prevista nel nuovo DPCM potrebbe aggravare la situazione di bar, locali, attività commerciali che operano in località turistiche e anche non: questo potrebbe costare circa 1,3 miliardi di euro al mese, aumentando l'incertezza e mettendo a rischio decine di migliaia di imprese. Mentre altri settori erano sulla via della ripresa, le attività commerciali e della ristorazione ne erano ancora ben lontane; e le nuove regole che prevedono chiusure anticipate, ripeto, soprattutto in zone turisticamente frequentate, rendono critico un momento già difficoltoso.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Da diverse fonti autorevoli si contano circa 90 mila imprese piegate dalla crisi che rischiano la chiusura a fine anno, e l'Istat avverte che tra esse vi è circa il 41 per cento delle micro-imprese, in particolare quelle ricettive, di ristorazione, attività sportive e intrattenimento: tradotto, si parla di circa 1 milione di posti di lavoro. Quindi, per concludere, le chiedo quali iniziative, oltre a quelle già adottate e che ho ascoltato poc'anzi, intenda attivare per le imprese e gli operatori del turismo, al fine di superare la crisi di un settore fondamentale per l'economia italiana e per rilanciarlo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Non ripeto anche in questo caso, per ragioni di brevità, le misure che abbiamo adottato in questi mesi per il settore del turismo: quelle specifiche, per le agenzie di viaggio, per la promozione, per i tour operator, per il Fondo nazionale del turismo costituito con Cassa depositi e prestiti; che si sono aggiunte a quelle generali che sono state estese per la prima volta al settore: appunto, il sistema degli ammortizzatori sociali, l'esenzione dall'IMU, l'esonero dal versamento IRAP, l'esonero dal pagamento della Tosap e della Cosap, eccetera.

È evidente che il settore del turismo è quello che viene colpito più a lungo termine, perché nei mesi estivi, quest'estate, quando i dati avevano un andamento migliore, abbiamo dovuto affrontare la scomparsa del turismo internazionale in Italia, o la grandissima riduzione del turismo internazionale, in particolare nelle città d'arte: per questo abbiamo previsto quella misura di ristoro per tutte le attività commerciali aperte al pubblico nelle città che avevano il maggior rapporto tra turismo internazionale e residenti. Adesso è chiaro il tema che man mano che l'andamento epidemiologico porta dei numeri negativi scompare anche il turismo interno, scompaiono i weekend; e l'andamento del bonus vacanze, che ha avuto un andamento fortissimo nei mesi di luglio, agosto e all'inizio di settembre, via via va esaurendosi, al punto tale che ci sono 1 un milione di persone o di famiglie che hanno già ritirato il bonus vacanze, cioè ce l'hanno in tasca, ma non lo spendono perché evidentemente hanno paura a muoversi in una situazione non di sicurezza, e hanno ragione.

È allora evidente che in questo caso l'impegno è, in un settore colpito dalla crisi, prolungare gli interventi di sostegno in generale al settore, quindi prolungando queste misure sia nel 2020, ammortizzatori sociali e misure finalizzate al settore turismo sui fondi dell'emergenza, utilizzando in questo caso i risparmi dalla copertura del bonus vacanze, che sono spendibili nel 2020; e poi nella legge di bilancio del 2021, con il fondo di emergenza di 4 miliardi che è stato previsto per i settori più colpiti: così dice l'indicazione del capitolo, utilizzare quelle risorse per allungare anche nel 2021 il sostegno agli interventi ai settori più colpiti dalla crisi, e quindi praticamente tutta la filiera del turismo, ma in particolare per sostenere con delle misure di ristoro quei settori per cui per ordinanza o per DPCM viene ordinata la chiusura. È chiaro che se tu fai chiudere i bar a una certa ora, e quindi diminuisci loro il fatturato, devi ristorare immediatamente, e non inventando misure nuove, ma prolungando o rifinanziando le misure precedenti per quei settori per cui o la crisi si prolunga, e quindi parlo di tutto il settore turismo, o con misure specifiche viene disposta la chiusura, tipo per esempio i congressi, com'è avvenuto con l'ultimo DPCM.

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Franceschini, io comprendo benissimo gli sforzi che il Governo sta compiendo per evitare una catastrofe sanitaria, e prendo atto di quanto lei oggi ha dichiarato e la ringrazio di questo. Vede, noi al pari dei sindaci delle nostre città siamo i destinatari delle preoccupazioni dei cittadini del territorio che rappresentiamo, e mi consta una fotografia comune, è così dappertutto. Nelle grandi città la crisi è ancora più evidente a causa della mancanza di turisti, dello smart working che svuota i centri e dei costi troppo alti degli affitti. Il tutto arriva poi, come lei ha ricordato, dopo un terzo trimestre caratterizzato da un buon recupero: il 10,6 per cento rispetto al secondo trimestre dell'anno aveva fatto ben sperare, sebbene, ricordo, meno intenso rispetto alle previsioni contenute nella NADEF, che indicavano il 13,6 per cento. Di certo bisogna preservare la priorità per la salute, per la vita, che va contemperata allo stesso tempo con la necessità di mantenere in vita la propria attività: bar, ristoranti, alberghi, B&B invocano attenzione per la loro situazione, di certo difficile alla pari di tante altre realtà economiche, lavorative e occupazionali.

Personalmente con le segnalazioni ricevute dagli operatori commerciali del settore ho redatto, Ministro, delle riflessioni che non mancherò di inoltrare agli uffici ministeriali competenti. È un momento in cui davvero sono necessari l'apporto e la competenza di tutti: medici, scienziati e anche di esperti dei vari settori e categorie lavorative, che più di tutti possono offrire preziosi suggerimenti e proposte.

(Chiarimenti e iniziative in merito ai trasferimenti sulle navi-quarantena dei migranti e richiedenti asilo risultati positivi al Covid-19 – n. 3-01828)

PRESIDENTE. Il deputato Erasmo Palazzotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01828 (Vedi l'allegato A).

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Signora Presidente, signora Ministro, abbiamo appreso in questi giorni che diversi richiedenti asilo risultati positivi al COVID-19 sono stati trasferiti dalle strutture di accoglienza in cui erano ospitati sulle navi quarantena previste per la gestione degli sbarchi.

Al netto della valutazione sulla legittimità di tale procedura, non prevista da alcun protocollo né da previsione normativa, le chiediamo di sapere sulla base di quali disposizioni siano stati effettuati questi trasferimenti e se non ritiene siano stati lesi i diritti delle persone coinvolte che, a seguito di tale scelta, in molti casi, hanno perso anche il diritto all'accoglienza ed hanno dovuto ricominciare l'iter per la domanda di protezione.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Il trasferimento di alcuni migranti risultati positivi al COVID-19 dai centri d'accoglienza dove erano ospitati a bordo di una delle cinque navi quarantena ha corrisposto ad un'esigenza del tutto eccezionale, in considerazione dell'impossibilità di individuare, nella contingenza, i posti necessari nelle strutture del territorio destinate all'accoglienza e alla sorveglianza sanitaria. Tale esigenza si è resa indispensabile per tutelare anche la salute degli altri stranieri presenti in quei centri, viste le difficoltà di compartimentazione delle strutture.

Tuttavia, desidero precisare che il trasferimento sulle navi è stato effettuato con l'adozione di ogni misura precauzionale, nel pieno rispetto delle misure anti-COVID, d'intesa con il dipartimento della Protezione civile e senza alcuna compromissione della situazione dei migranti trasferiti che, peraltro, sono già in larga parte, non appena negativizzati, rientrati nelle strutture di accoglienza precedenti e lo stesso, naturalmente, avverrà anche per quei pochi che sono ancora positivi, quindi, che sono ancora in quarantena.

Peraltro, a bordo delle navi quarantena è assicurata l'erogazione di tutti i servizi prestati nei centri di accoglienza rafforzati anche, per i profili sanitari, dalla presenza della Croce rossa italiana che gestisce questi profili.

Voglio anche sottolineare che la strategia posta in essere dal Ministero dell'Interno è volta a dare priorità all'applicazione delle misure di sorveglianza sanitaria sul territorio in cui i migranti sono ospitati e proprio per questo sono state reperite altre 25 strutture a terra che hanno una ricettività totale di 2.700 posti. In tale prospettiva, che richiede ovviamente la collaborazione di tutte le istituzioni interessate, la linea d'azione potrà essere rafforzata e in questo senso ho dato specifiche indicazioni ai miei uffici.

PRESIDENTE. Il deputato Erasmo Palazzotto ha facoltà di replicare.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, signora Ministra, prendiamo atto della sua risposta augurandoci, appunto, che fatti come questi non si verifichino più. Ma la questione posta ci offre l'opportunità di aprire una riflessione sulle navi quarantena, uno strumento approntato durante l'emergenza che sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza, come ci dimostra anche la drammatica vicenda di Abou, un ragazzo di 15 anni morto perché a bordo di una di quelle navi non ha ricevuto le cure e l'assistenza adeguate alla sua condizione di naufrago e di sopravvissuto alle torture dei campi di concentramento in Libia. Abou, sulla base delle nostre leggi, in particolar modo della “legge Zampa” sulla tutela dei minori stranieri non accompagnati, non doveva neppure trovarsi su quella nave, eppure rimaneva ancora lì; è rimasto lì per più di dieci giorni prima di essere ricoverato in un ospedale.

Le navi si stanno rivelando uno strumento lesivo dei diritti delle persone e particolarmente costoso. Con le risorse che spendiamo per mantenere in attività le navi si potrebbero attivare strutture più adeguate sulla terraferma a garantire un sistema di accoglienza dignitoso e a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri che accogliamo e dei cittadini italiani.

Se vogliamo poi discutere dell'utilizzo di navi quarantena per far svolgere la quarantena a cittadini stranieri - e non – positivi, quello è un altro discorso, ma non possiamo permetterci che lo stato di eccezione legato alla pandemia travolga principi e valori fondativi della nostra Repubblica che sono sanciti nella nostra Costituzione e, quindi, prevedere trattamenti diversi in base alla nazionalità dei cittadini di cui stiamo parlando. Se ciò dovesse accadere, sarebbe messo in discussione lo Stato di diritto che è architrave della nostra democrazia.

La invito, quindi, signora Ministro, a valutare l'opportunità di sospendere l'utilizzo di dette navi quarantena e a trovare sistemi di accoglienza e di tutela della sicurezza sanitaria dei cittadini più adeguati.

(Chiarimenti in ordine ai controlli da effettuare nel caso di attivazione di zone rosse nei centri urbani in base al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020 – n. 3-01829)

PRESIDENTE. Il deputato Alberto Stefani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01829 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, con l'ultimo DPCM, l'undicesimo dall'inizio dell'emergenza sanitaria, il Governo ha delegato ai sindaci la gestione del rischio “assembramenti” in vie, strade e piazze. Tuttavia, scarica su di loro una responsabilità impopolare, tra l'altro senza il supporto degli adeguati mezzi e degli adeguati agenti che, come lei ben sa, non ci sono.

Non è chiaro chi debba effettuare controlli né chi debba effettuare il monitoraggio, mentre una cosa è molto chiara, nonostante abbiate espunto solo formalmente il termine “sindaci”, e cioè che spetta ai sindaci istituire il coprifuoco cittadino.

Allora, Ministro, noi le chiediamo se e in che termini il Governo intenda assumersi la responsabilità dei controlli in materia di coprifuoco cittadino nelle zone rosse.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Il DPCM del 18 ottobre scorso, tra le misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19, ha previsto la possibilità della chiusura al pubblico, dopo le ore 21, delle strade o piazze nei centri urbani dove si possono creare assembramenti, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso ad esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.

Proprio nella giornata di ieri, è stata emanata una specifica circolare ai prefetti che fornisce chiare indicazioni applicative sulla portata della norma; in particolare, viene evidenziato come la nuova disposizione possa essere attuata attraverso il ricorso allo strumento delle ordinanze già previste dal testo unico degli enti locali, adottate dal sindaco in qualità di rappresentante della comunità locale o di ufficiale di Governo in tema di incolumità pubblica e sicurezza urbana, nonché di quelle che il sindaco può adottare quale autorità sanitaria locale.

Resta fermo che la concreta attuazione di tale misura richiede la necessaria concertazione tra sindaco e prefetto, da realizzare in seno al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, collaborazione che, sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, è stata attuata con grande senso di responsabilità e che ha consentito di affrontare una situazione assolutamente difficile ed inedita. In sede di Comitato saranno ponderate le scelte anche in relazione alla sostenibilità dell'impegno attuativo e all'estensione temporale delle misure da adottare.

Per quanto riguarda i controlli, nello specifico, la definizione della forza pubblica da impiegare nell'espletamento dei servizi sarà oggetto di apposita riunione tecnica di coordinamento con le Forze di polizia e con gli altri attori della sicurezza territoriale, anche al fine dell'individuazione delle unità di Polizia locale che potranno essere utilizzate per integrare il dispositivo di controllo.

Sottolineo che l'attuazione delle misure potrà beneficiare anche del concorso delle unità dei militari dell'operazione “Strade sicure”, attraverso ovviamente una rimodulazione del piano di impiego della Forza. Quindi, si tratta di misure la cui efficacia non può prescindere da una responsabilità comunque collettiva, a cui tutti siamo chiamati in via principale con i nostri comportamenti quotidiani.

PRESIDENTE. Il deputato Alberto Stefani ha facoltà di replicare.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Ministro, per la risposta, che, tuttavia, certifica il fatto che questo Governo non abbia minimamente ascoltato i sindaci. Un Governo che ha preferito telefonare prima agli influencer dei social che ascoltare chi ha combattuto e combatte tutti i giorni a mani nude questa emergenza.

Presidente, in questo Parlamento c'era chi chiedeva la testa di sindaci, assessori comunali, consiglieri comunali al primo sospetto, spesso infondato; gente che di politica locale spesso non sa nulla e che si permette di giudicare e che oggi viene a chiederci aiuto. Ministro, questa è la mia fascia da sindaco (Il deputato Alberto Stefani mostra una fascia tricolore da sindaco) ed è la fascia che migliaia di altri sindaci in Italia in questi mesi hanno onorato, mesi difficili, mesi bui, mesi di bilanci in sofferenza, di servizi da reinventare, di servizi da garantire.

Fuori ci sono i cittadini e noi, in questi mesi, abbiamo visto le nostre comunità sparire nel vuoto, nel silenzio delle restrizioni. Noi eravamo lì, Ministro, ed eravamo lì anche quando da Roma ci venivano a dire che le mascherine non servivano, mentre noi sindaci, insieme ai nostri consiglieri, eravamo lì ad imbustarle e a consegnarle casa per casa, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché per un sindaco prima vengono i propri cittadini, prima viene la propria comunità e poi viene tutto il resto, poi viene la vita privata, poi vengono gli interessi di partito. Questo significa fare politica locale, questo significa fare i conti con la propria cittadinanza. E lei, Ministro, e concludo, lo dica al suo Presidente, al professor Giuseppe Conte, che forse a lezione qualche volta dai sindaci farebbe bene ad andarci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti circa risorse, modalità e tempi di avvio del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) delle città di Lecce e Brindisi – n. 3-01830)

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01830 (Vedi l'allegato A).

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Su proposta del Ministro pro tempore per il Sud, le città di Lecce e Brindisi hanno avviato nel corso del 2019 un lavoro congiunto di scrittura e messa a punto di un Contratto istituzionale di sviluppo. Già un anno fa le città di Lecce e Brindisi hanno avanzato proposte di lavoro per avviare la fase di negoziazione, c'è stata anche una riunione del tavolo istituzionale tenutosi a Palazzo Chigi il 3 luglio 2019, ma da quel momento in poi tutto risulta fermo, se non fosse per una dichiarazione pubblica, recentissima, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco, che parla di richiedere risorse per il Cis Brindisi e Lecce, da aprire a fine anno. La interroghiamo per sapere quali sono le risorse effettivamente stanziate e quali quelle richieste, lo stato di avanzamento della fase e quali sono i tempi di effettiva realizzazione e avvio del progetto.

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Luciano Calogero Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente, e grazie agli onorevoli interroganti perché mi consentono di dare aggiornamenti sul lavoro in corso per il Cis di Lecce e Brindisi. Al mio insediamento ho immediatamente ripreso il confronto istituzionale con le istituzioni locali, e nel mese di dicembre del 2019 è partita l'attività istruttoria che consente di tradurre quelle idee di sviluppo, già meritevoli, che le città avevano avanzato, in vere e proprie progettualità. Solo all'esito di questa attività istruttoria, che è andata avanti nel corso del 2020, noi sapremo quantificare esattamente il fabbisogno finanziario per assegnare le risorse al Contratto istituzionale di sviluppo, risorse che saranno ricavate dalla nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, in quanto all'esito delle riprogrammazioni conseguenti all'articolo 44 del “decreto Crescita” e a quelle che abbiamo utilizzato per i fondi europei nell'emergenza le risorse del 2014-2020 risultano già tutte impegnate.

In ogni caso, il Piano Sud 2030, riservato ai contratti istituzionali di sviluppo, ha un ruolo essenziale anche proprio nel metodo di cooperazione rafforzata da realizzare con le istituzioni locali, che ci devono consentire, però, di evitare due rischi, per non snaturare lo strumento Cis, che non può essere buono per tutte le stagioni. Il primo è che i Cis riguardino e coprano il territorio di intere regioni, e così non può essere; il secondo è che i Cis diventino un progettificio fine a se stesso, al finanziamento a piè di lista di interventi proposti dai comuni privi di una logica integrata di sviluppo. Invece, i Cis devono andare a intercettare una vocazione specifica di sviluppo territoriale, e questo è il lavoro che stiamo facendo, che deve coinvolgere anche l'area vasta, non le singole città che si dotano anche di strumenti diversi, anche strumenti nuovi. Noi, nella nuova programmazione 2021-2027, estenderemo, in particolare nel Mezzogiorno, il Piano nazionale per le città metropolitane anche alle città medie. In questo caso le eccezioni riguardano alcune esigenze specifiche, tipo i centri storici di alcune città o la città di Taranto; per il resto, invece, devono guardare allo sviluppo di territori altrimenti sprovvisti di una politica specifica di intervento

In questo quadro, il Cis Lecce-Brindisi, esteso all'area vasta con una specifica vocazione di sviluppo, sta andando avanti e andrà avanti con determinazione, in tempo per intercettare le risorse del 2021-2027, che saranno già disponibili e sono già state stanziate nella legge di bilancio, e quindi dal 1° gennaio saranno disponibili quelle risorse.

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di replicare.

MAURO D'ATTIS (FI). Guardi, Ministro, la ringrazio per la risposta, che ritengo completa. Ovviamente non mi soddisfa il merito perché, come direbbe Pappalardo a proposito di Brindisi e Lecce, che è un noto cantante salentino, noi potremmo dare il titolo “Ricominciamo”, perché la sua risposta, di fatto, conferma che da luglio 2019 a oggi nulla è stato fatto di concreto in funzione del fatto che proprio l'ultima dichiarazione che riguarda la pianificazione strategica di area vasta smonta completamente l'impostazione iniziale che è stata data. Quindi, l'idea che i sindaci di Brindisi e di Lecce si sono fatta e che, per la verità, in campagna elettorale è ben circolata pure, soprattutto quella per le regionali, è sbagliata, perché fondi non ce ne sono. Lo ha detto lei, le risorse sono tutte impegnate, decideremo poi quanti saranno i fondi e vedremo da dove andarli a prendere. Non c'è stata un'istruttoria seria, perché non è visibile questa istruttoria. Addirittura, potrebbe essere criticato come progettificio quello che è stato il paniere di progetti presentati e non si sa, o meglio, non si sapeva fino ad adesso, e quindi erano corrette le dichiarazioni del sottosegretario Turco, se il Cis poteva riguardare le sole città di Brindisi e di Lecce, come è stato fatto e inizialmente detto, o invece l'area vasta.

Insomma, ci voleva l'interrogazione di Forza Italia per capire che siamo a zero e che, appunto, per Brindisi e Lecce bisogna ricominciare. Signor Ministro, noi vigileremo per quanto di nostra competenza e chiederemo un idoneo stanziamento già da subito per attivare veramente e concretamente i Cis di Brindisi e di Lecce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boldi, Maniero, Pallini e Perconti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data 20 ottobre 2020, il presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato l'espulsione del deputato Paolo Nicolò Romano, ai sensi dell'articolo 21 dello statuto del gruppo. Pertanto, a decorrere dalla medesima data, il deputato Paolo Nicolò Romano cessa di far parte del gruppo MoVimento 5 Stelle.

Il predetto deputato si intende conseguentemente iscritto al gruppo Misto.

Modifica nella composizione della Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato il deputato Marco Di Maio a far parte della Giunta per il Regolamento, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del Regolamento, in sostituzione del deputato Roberto Giachetti, dimissionario.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella seduta di domani, giovedì 22 ottobre, alle ore 10, avrà luogo un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure adottate per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 22 ottobre 2020 - Ore 10:

1. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure adottate per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

La seduta termina alle 16.