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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 403 di martedì 6 ottobre 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,40.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 2 ottobre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Battelli, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Casa, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, De Micheli, Del Re, Delmastro delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico che in data 2 ottobre 2020 la Presidente del Senato ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, i senatori Maria Domenica Castellone e Gianmauro Dell'Olio in sostituzione dei senatori Paola Nugnes e Carlo Martelli, dimissionari.

Modifica nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che il vicepresidente del gruppo parlamentare Misto, in rappresentanza della componente Popolo protagonista - Alternativa Popolare, con lettera pervenuta in data 5 ottobre 2020, ha reso noto che la nuova denominazione della componente è: “Popolo protagonista-Alternativa popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI)”.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Fregolent.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, sono ore drammatiche per il Piemonte e la Liguria, flagellati da un maltempo senza precedenti, anche se purtroppo ogni anno in autunno sempre più spesso degli eventi meteorologici straordinari flagellano il nostro Paese. Si contano morti, ahimè, si contano perdite di attività produttive, negozi, case distrutte, campi allagati, con dei danni inenarrabili.

In questi minuti ci accingiamo a stare vicino alle autorità tutte, dal presidente Cirio al presidente Toti: non ci sono differenze politiche quando si parla di questi temi. So che il Governo sta valutando lo stato di emergenza, come richiesto dalle regioni, valutando i danni; ma prima ancora della richiesta dello stato di emergenza, che spetta al Presidente del Consiglio, noi vorremmo chiedere, come Italia Viva, la presenza del Ministro Costa per un'informativa urgente sullo stato del dissesto idrogeologico del nostro Paese, perché oggi è toccato al Piemonte e alla Liguria, nelle settimane scorse ad altri territori del nostro Paese.

Vorremmo, quindi, sapere dal Ministro a che punto è l'attività per il contrasto alle emergenze e alla tutela del nostro territorio, perché penso sia arrivata l'ora di mettere una parola comune di salvaguardia del nostro territorio. E penso che quando si parla di questi temi, troveremo d'accordo tutte le forze politiche, perché si piangono i morti tutti, si piangono attività produttive perse, si piange un intero territorio flagellato, e penso siano arrivati il punto e il momento di mettere insieme la parola “fine” a questo disastro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, intervengo per associarmi al dolore e alle condoglianze per le famiglie che hanno perso i loro cari in questa alluvione disastrosa che ha colpito il Piemonte e la Liguria, e per dimostrare anche la vicinanza del Parlamento alle istituzioni, ai sindaci, ai tanti volontari che stanno ancora spalando fango e togliendo detriti.

Come ha sottolineato prima di me la collega Fregolent, sono stati eventi assolutamente eccezionali: secondo l'ARPA Piemonte bisogna riandare agli anni Cinquanta per avere un livello di piovosità concentrata così elevato: ci sono centraline che hanno registrato oltre 600 millimetri d'acqua in sole 24 ore.

Credo, quindi, che con grande onestà intellettuale sia difficile pensare di riuscire ad eliminare completamente il rischio di fronte a questi cambiamenti climatici; però, crediamo giusto che anche in quest'Aula ci sia un confronto attorno alla questione dei cambiamenti climatici, e su come noi proviamo a dare una risposta anche grazie ai fondi europei, perché la periodicità con cui questi eventi ritornano sta ormai togliendo qualsiasi carattere in realtà di eccezionalità, e le nostre popolazioni devono ogni giorno temere, nei mesi che vanno tra settembre e dicembre, eventi come questi.

Quindi, credo che, da questo punto di vista, un dibattito in questa sede sia una risposta giusta, oltre che (ma credo che questo il Governo lo farà, ne sono certo, nelle prossime ore) dichiarare lo stato di emergenza per i territori che sono stati colpiti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Presidente, a nome del Partito Democratico esprimo la vicinanza alle popolazioni, agli amministratori locali, a quanti si sono prodigati in queste ore per far fronte alla grave emergenza che ha sconvolto le aree del Nord Ovest del nostro Paese, in Piemonte e in Liguria in particolare, e ovviamente ai familiari delle vittime di questa ennesima tragedia, dettata certamente dall'impatto devastante dei cambiamenti climatici, ma anche da una condizione strutturale di debolezza del nostro territorio.

Per noi è fondamentale ora dare le risposte attese da quei territori in termini di supporto agli enti locali, a chi dovrà ricostruire fisicamente quelle aree colpite; ma anche dare un segnale molto concreto già in queste settimane, non solo con la dichiarazione immediata dello stato di emergenza e l'attivazione di tutti gli strumenti conseguenti, ma anche con la consapevolezza che la priorità vera su cui investire risorse, e la capacità di accelerare le procedure di utilizzo delle risorse stesse, devono essere punti fondamentali dell'azione con cui ci accingiamo a utilizzare le risorse per il piano di ripresa, e non a caso di resilienza, a cui l'Europa ci richiama in questo passaggio.

Sappiamo che c'è bisogno di aggiustare alcuni meccanismi, sappiamo anche che, di fronte a queste calamità, la dialettica politica deve trovare un freno, e deve prevalere lo sforzo di individuare le risorse e le risposte migliori per supportare quei territori e affrontare la vera priorità del nostro Paese: la messa in sicurezza del suolo, del territorio e il supporto alle aree interne, alle aree montane, come quelle che sono state particolarmente colpite da questa calamità, per costruire delle condizioni di sicurezza per la vita delle persone.

Concludo, Presidente, ringraziando ancora una volta il sistema della Protezione civile e tutti i volontari che ancora in questa occasione, come è accaduto nel Veneto qualche settimana fa, hanno dato prova di altissimo senso dello Stato e di vicinanza alle popolazioni colpite (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, intervengo per esprimere anch'io a nome del gruppo di Forza Italia, ed in particolare evidentemente di tutti i deputati piemontesi e liguri, ma di tutto il gruppo, intanto le condoglianze per le tante, troppe vittime che anche questa volta hanno visto protagonista il nostro territorio.

L'emergenza ovviamente è la priorità assoluta: sono convinto che le richieste che vengono dai presidenti delle regioni Piemonte e Liguria verranno da subito portate avanti a livello governativo. Ma non basta l'emergenza: noi abbiamo visto in questi anni che purtroppo le situazioni si sono ripetute in maniera ormai continuativa. È vero, dal mese di settembre al mese di dicembre le nostre popolazioni vivono nel terrore - perché ormai diventa terrore, soprattutto per quanto riguarda gli operatori economici - di disastri sul territorio. Per parte nostra la Liguria è fatta di terra, è fatta evidentemente di mare e di monti, e quindi le disgrazie avvengono sia sui monti, purtroppo, che sul mare.

In questo caso, c'è stata, come in altre occasioni, una mareggiata devastante, e oltre alla mareggiata devastante c'è stato uno straripamento dei fiumi, soprattutto nella zona di Ventimiglia. E al sindaco di Ventimiglia e a tutti gli amministratori e soprattutto alle popolazioni di Ventimiglia va il nostro particolare pensiero.

Ovviamente, insieme a questa situazione, anche nella zona che va verso Cuneo, che va verso il Piemonte, si è creata una situazione disastrosa e nei prossimi mesi, nei prossimi anni, questi territori, i territori intorno al Tenda, dovranno subire le conseguenze di questa tragedia; una tragedia per coloro i quali sono morti, ma che sarà, purtroppo, anche se per fortuna in maniera diversa, una tragedia anche per le popolazioni che risiedono in questo territorio. Non basta la dichiarazione dello stato d'emergenza; non basta sicuramente neanche lo stanziamento di fondi importanti, che ora ci sono o ci saranno (questo, penso, sarà un fatto sicuramente assodato, almeno me lo auguro). In realtà, bisogna cambiare anche il modo di potere spendere velocemente questi denari e poterli far spendere - lo dico con grande convinzione - dai protagonisti del territorio, dai sindaci, dai presidenti delle regioni e dagli eventuali commissari creati per alcune situazioni particolari. Dobbiamo poter intervenire in maniera veloce e questo molto spesso non è successo.

Nel caso specifico delle zone che conosco, non avevamo ancora finito di mettere a posto in qualche modo i danni di due anni fa, della mareggiata di due anni fa, che sugli stessi territori sono successe le stesse identiche disgrazie: evidentemente, ormai, bisogna anche fare un'opera di prevenzione. Quindi, collegandomi anche a quello che ha detto qualcheduno dei colleghi che mi hanno preceduto, bisogna lavorare ora di prevenzione. Sarà molto interessante sentire il Ministro Costa. Mi auguro che voglia venire in Parlamento a brevissima scadenza e che possa dare delle risposte importanti e concrete (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Ferro, sempre sull'ordine dei lavori. Prego.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia, del partito, esprimo la nostra vicinanza, in questa fase di emergenza totale, a tutte quelle popolazioni che hanno visto regioni del Nord-ovest colpite in modo quasi mortale, rispetto non soltanto e soprattutto a vite umane, ma anche a quello che dovrebbe garantire la politica in termini di sicurezza. Un grazie agli uomini e alle donne che stanno quotidianamente lavorando nei soccorsi; un grazie ai governatori e agli amministratori spesso lasciati soli. Però, devo dire con grande rammarico che non è la prima volta che ci troviamo in quest'Aula a esprimere vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite; non è la prima volta che ci riempiamo la bocca di buoni propositi. Allora, credo che una risposta reale, concreta e soprattutto credibile da parte del Governo, sia quella, ovviamente, di far venire anche in Aula il Ministro competente, il Ministro Costa, rispetto a quella politica sul dissesto idrogeologico che da troppi anni si annuncia e mai si applica. Non la si applica dicendo quali sono le risorse e come verranno spese e troppo spesso ci ritroviamo con richieste di calamità, a dover in qualche modo impiegare risorse che, alla fine, nulla hanno di preventivo, nulla hanno di risparmio in generale, ma che spesso diventano delle risorse spese in più, che non mettono in sicurezza i cittadini e le popolazioni.

Allora, come Fratelli d'Italia, noi, con la fermezza e con la chiarezza che ci ha sempre contraddistinto nel chiedere, invochiamo questa volta che finalmente si faccia una politica seria, una politica che possa in qualche modo tutelare attività, cittadini e soprattutto le tante vite umane che, ahimè, oggi si contano ma che in passato non sono state minori. È un territorio fragile, un territorio che deve vedere l'attenzione di chi in qualche modo oggi governa questo Paese, che vedrà il sostegno, per quanto ci riguarda, dell'opposizione, ma soprattutto di quell'opposizione che è stanca di fare le stesse richieste e di esprimere soltanto solidarietà.

Io credo che oltre a noi, ad essere stanchi sono proprio le popolazioni colpite ma soprattutto i cittadini italiani, che mai vedono risposte concrete ai loro bisogni di sicurezza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Prego.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del gruppo della Lega per esprimere la nostra solidarietà alle popolazioni colpite dal maltempo in Piemonte e in Liguria. Limone Piemonte è un muro d'acqua, come è stato descritto dal sindaco del piccolo paese in provincia di Cuneo; le vallate del cuneese, la Valsesia, il ponte di Romagnano Sesia, appena inaugurato, totalmente distrutto dal fiume Sesia in piena; e poi, ancora, la Val d'Ossola e poi ovviamente in Liguria il comune di Ventimiglia, investito dal fiume Roya.

La nostra solidarietà alle famiglie che hanno avuto vittime e a tutta la popolazione che ha avuto danni. Ringraziamenti alla Protezione civile e ringraziamenti a tutti i volontari del territorio. Questo è il momento, ovviamente, dell'unità, per fare fronte a questa emergenza. Come gruppo Lega, però, oltre ad affiancarci ai governatori di Piemonte e Liguria nel chiedere lo stato di emergenza, non possiamo che stigmatizzare le gravi parole del Ministro Costa di ieri: un attacco ai comuni, un attacco agli enti locali totalmente gratuito, in un momento come questo. Noi ricordiamo che i nostri sindaci e i nostri amministratori sono, prima di tutto, volontari del territorio, volontari fra volontari che, in questo momento, stanno spalando il fango e stanno cercando di rimettere in sesto le proprie comunità, alcune volte abbandonati dall'ente Stato, che non si è in certe realtà ancora fatto vedere.

C'è bisogno di un discorso politico, c'è bisogno di mettere la montagna al centro, perché quando ci sono problemi di questo tipo in montagna anche la pianura ne risente. Oggi questa ne è stata una vera e propria dimostrazione; le piogge di questi giorni ne sono state una vera e propria dimostrazione, quindi bisogna mettere la montagna al centro. Bisogna iniziare un discorso politico per un impianto normativo ad hoc per il tema montagna, perché ne parliamo ancora troppo, troppo, troppo poco (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. A nome di tutto il gruppo Cinque Stelle ci associamo alla richiesta anche di aprire un dibattito parlamentare, per la necessità di intervenire con estrema urgenza su opere significative sul nostro territorio, quindi con opere per la salvaguardia idrogeologica. Quello che c'è stato in questi giorni è stata un'ondata di acqua a cui, purtroppo, ci stiamo quasi ormai abituando rispetto alla violenza con cui le precipitazioni colpiscono i nostri territori. Ma non possiamo non tener conto anche dei dati: quella che è stata rilevata sul fiume Sesia è stata una portata di 120 anni, cioè una portata che non si verificava da 120 anni a questa parte. Credo che mai come oggi sia veramente necessario dare un impulso significativo alla opere per la difesa idrogeologica dei nostri territori e promuovere quelli che sono i piani di espansione e di laminazione dei fiumi. Non possiamo più considerare come secondario il tema del consumo zero dei territori e dei suoli perché, quando noi ragioniamo in termini di incapacità spesso dei suoli di assorbire anche una grande quantità d'acqua, ciò è il frutto anche di una pianificazione, che in alcuni contesti spesso porta a urbanizzare le aree golenali dei fiumi e dei torrenti.

Io credo oggi sia sempre più prioritario cercare di pianificare molto meglio i nostri territori e soprattutto andare a realizzare le opere strettamente necessarie, come quelle di difesa idrogeologica nelle aree montane. Tutte le zone piemontesi - e in questo caso anche si è esteso il maltempo alla Liguria - sono state caratterizzate da frane e smottamenti su strutture viarie principali, fondamentali, che oggi consegnano al Paese delle realtà non collegate, distaccate e difficilmente raggiungibili. Credo sia prioritario cercare di dare una sistemazione viaria stradale corretta a queste opere, soprattutto indicandole come prioritarie rispetto a una pianificazione del sistema Paese. Quindi, ben venga un dibattito parlamentare sempre più incentrato sul tema di un urgente piano per la difesa idrogeologica di tutto il nostro territorio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Come rappresentante di un territorio di montagna innanzitutto desidero esprimere vicinanza alle regioni colpite. So cosa vuol dire e io credo che dobbiamo veramente fare un salto, come Paese, nel modo in cui gestiamo il territorio e attraverso i fondi del Recovery Fund una delle priorità dovrà essere quella di implementare l'azione di mantenimento idrogeologico attraverso le tecnologie naturalistiche. Gli alvei dei fiumi non possono più essere fatti col cemento, con materiali che si rompono, che creano disastri dentro ai disastri. Le tecnologie naturalistiche, già utilizzate per la cura dei territori e il rassodamento proprio di alcune zone, devono diventare anche un asse della nostra economia. Secondariamente, noi dobbiamo riprendere alcune azioni quotidiane, con il coinvolgimento di tutti i cittadini, che sono ormai improcrastinabili. Parlo di tre azioni che dovrebbero diventare obbligatorie su tutti i territori, ovvero in primavera la pulizia di tutti gli alvei dei fiumi, la pulizia dei tombini, l'abbattimento di alberi pericolanti. Queste tre azioni quotidiane, annuali, anche attraverso un'azione di volontariato, ci garantirebbero che il 50 per cento dei disastri che sono accaduti sarebbero impediti. Quindi, dobbiamo veramente agire su due piani: uno di sistema, innovando le tecnologie e il modo di gestire i nostri territori; e l'altro implementando un'azione, anche quotidiana, partendo con il coinvolgimento dei ragazzi, dei cittadini, dei quartieri. La pulizia degli alvei dei fiumi è veramente indispensabile, come le altre due che dicevo. È un impegno che dobbiamo prenderci anche noi sui nostri territori e qui, nella discussione sul Recovery Fund, come hanno detto i miei colleghi, l'attenzione alla montagna significhi salvare la pianura. Quindi, dobbiamo assolutamente viverli come territori nazionali, perché è da lì che poi partono tantissime problematiche che poi degenerano nel tempo se non fermate (Applausi).

Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus Covid-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Intervento del Ministro della Salute)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, considero ogni passaggio parlamentare un'occasione utile per un confronto e una condivisione di analisi, di scenario e anche di iniziativa rispetto a una vicenda epidemiologica che, come è sotto gli occhi di tutti, è in costante evoluzione. Ho sempre considerato fin dall'inizio - e lo considero oggi in maniera particolare - ogni momento di dialettica parlamentare un bene per la nostra democrazia. Come sempre, come già fatto in altre occasioni, prima di arrivare a ragionare sulle valutazioni del Governo, in modo particolare rispetto al prossimo DPCM, così come previsto dalla normativa appena richiamata dal Presidente della Camera, cioè dal decreto n. 19, che proprio quest'Aula ha inteso modificare indicando l'ipotesi di un confronto parlamentare preliminare a ogni adozione di DPCM, io vorrei, prima di arrivare a questa parte, offrire alcuni dati di scenario, perché poi ritengo che i numeri su cui ogni giorno ci confrontiamo siano l'elemento da cui far partire le valutazioni che poi ci portano ai diversi provvedimenti.

Ed è sotto gli occhi di tutti che il quadro internazionale, il quadro europeo e anche il quadro nazionale, segnali oggettivamente una mutazione di fase rispetto ai mesi passati. Vorrei partire, dentro questo contesto, da alcuni dati di carattere internazionale. Il primo è quello del numero dei contagiati nel mondo, che è arrivato a superare il dato di 35 milioni e, come è noto, nei giorni scorsi il dato dei decessi avvenuti per via del COVID-19 ha superato ben un milione di persone, un dato assolutamente rilevante. Poi, vorrei ricordare l'indicazione dell'ECDC, cioè il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ci offre settimanalmente un'indicazione di incidenza del virus nei diversi Paesi europei. Questa indicazione ci arriva attraverso un indice, un numero, che viene costruito sulla base dei contagi avvenuti in quel Paese in 14 giorni su 100 mila abitanti. Questo è un numero importante che ci consente di avere una prima fotografia di ciò che sta avvenendo in Europa. Provo a citare velocemente questi numeri: la Spagna è a 319, ed è il Paese europeo con la maggiore difficoltà in questo momento; la Francia è arrivata a 246; l'Olanda a 243; il Belgio a 220; la Gran Bretagna a 163. L'Italia è in questo momento, dentro questo scenario che ho provato velocemente a indicare, al dato di 45, quindi un numero notevolmente più basso, in questo momento, rispetto agli altri Paesi europei. In questi Paesi è del tutto evidente che siamo a un cambio di fase. Cioè, dopo una fase lunga in cui la tendenza dei Governi è stata quella di alleggerire le misure e di favorire le ripartenze della vita sociale, economica e produttiva, in questo cambio di fase in tutti i Paesi che ho elencato c'è, invece, un'inversione di marcia e, quindi, si ripristinano le misure restrittive che erano state in qualche modo caratterizzanti della fase precedente, cioè dei mesi di marzo, di aprile e di maggio. La tendenza è molto chiara, riguarda tutti i Paesi europei e chiaramente riguarda anche il nostro Paese. L'Italia sta meglio in questo momento - i numeri sono chiari - rispetto agli altri Paesi europei e, insieme alla Germania, è in questo momento tra i grandi Paesi europei quello che sta reggendo meglio questa seconda ondata, ma non dobbiamo farci alcuna illusione. Io vorrei su questo punto essere molto chiaro e molto netto: sarebbe sbagliato, profondamente sbagliato, immaginare, soltanto sulla base di questi numeri, di esserne fuori, cioè immaginare, ad esempio, che un grande Paese, un Paese importante come la Francia ha 17 mila casi in un solo giorno, che un Paese importante come la Gran Bretagna nella giornata di ieri fa riscontrare 12.500 casi e che noi, invece, siamo fuori pericolo. Sarebbe un azzardo, sarebbe un errore, sarebbe una valutazione priva di fondamento. In queste ultime ore - lo avete visto - in alcune importantissime capitali europee si assumono provvedimenti coercitivi significativi. A Madrid e a Parigi ci sono tracce, diciamo, di nuove forme restrittive, in alcuni casi abbastanza vicine anche a ipotesi di lockdown. Nella giornata di ieri, come è noto, il Governo francese ha disposto, per la città di Parigi, ad esempio, la chiusura dei bar, la chiusura delle piscine, la chiusura delle palestre, e io penso che noi dobbiamo essere pienamente consapevoli di quello che sta avvenendo, cioè che c'è una fase di peggioramento oggettivo e dentro questa fase di peggioramento c'è un Paese, come l'Italia, che sta un po' meglio rispetto agli altri, ma che da nove settimane, da ben nove settimane, ha una tendenza che va nella direzione di una crescita di questi numeri.

Io penso che questo sia l'elemento di partenza della nostra valutazione, ma c'è in Italia anche un altro elemento che vorrei subito mettere sul tavolo di questa discussione e riflessione parlamentare, e che io penso rappresenti una grande novità rispetto alla stagione della primavera e delle giornate difficilissime di febbraio, marzo e aprile. Allora il virus, nel nostro Paese, aveva colpito essenzialmente, prevalentemente, un pezzo di Italia geograficamente circoscritto: la Lombardia, prima regione ad essere colpita, e alcune province rilevanti, molto importanti, del nord del Paese; oggi, dentro questo secondo passaggio, c'è un elemento di novità rilevante perché non c'è più una dinamica di territorialità, per cui c'è un pezzo di territorio pesantemente colpito e larga parte del resto del Paese sostanzialmente colpito in modo molto marginale. Tra l'altro, permettetemi di ricordarlo, lo studio di sieroprevalenza che noi abbiamo condotto, grazie al lavoro dell'Istat e dei volontari della Croce Rossa, ha segnalato nel mese di luglio questi dati con evidente chiarezza: la sieroprevalenza in Lombardia è del 7 per cento, tutte le regioni del Sud in quello studio di luglio erano sotto l'un per cento, a dimostrare una fotografia di un Paese che aveva un'enorme differenza sul piano dell'impatto. In questa seconda fase, non è più così: i numeri ci segnalano con grande chiarezza che la crescita è una crescita diffusa, generalizzata, che tocca tutti i territori, anche quelli che erano stati risparmiati nella fase precedente, e quindi nessuna regione e nessuna realtà possono sentirsi fuori dai rischi che tutto il Paese corre. Questo ci porta a dire che c'è bisogno, più che mai, della massima attenzione in ogni angolo del Paese. Questo mi porta a dire, da subito, che ci sarà bisogno in queste ore di ripristinare, come è stato già nei mesi precedenti, la massima condivisione nella relazione tra Stato e regioni; ieri sera c'è stata una riunione con i presidenti di regione e ce ne sarà un'altra successiva a questo momento di confronto parlamentare, prima della disposizione del nuovo DPCM. Le Regioni potranno naturalmente assumere misure più restrittive, ma è evidente che in questo tempo nuovo ci sarà bisogno di un livello di coordinamento molto più forte e molto significativo rispetto agli ultimi mesi. Per essere ancora più chiari, io penso che l'Italia in questo momento abbia un piccolo vantaggio rispetto agli altri Paesi europei e lo dicono i numeri, numeri chiari che ho provato velocemente ad indicare e che sono appunto i numeri certificati dall'agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie, l'ECDC, ma questo vantaggio non può essere sprecato, non possono essere vanificati il lavoro e i sacrifici di milioni di italiani che nei mesi più difficili ci hanno consentito, in primis con le loro abitudini e con i loro comportamenti, di piegare la curva.

In questo momento il nostro lavoro è guardato anche con attenzione da altri Paesi del mondo. Io sono, però, per una linea di grande prudenza, per mantenere i piedi per terra e per dare un messaggio molto chiaro a noi stessi e all'opinione pubblica del nostro Paese. I risultati ottenuti sono senz'altro figli del lavoro della nostra comunità nazionale, lo voglio ribadire anche qui: non è il risultato di una parte, non è il risultato del Governo o di una regione, ma è il risultato di tutta la comunità nazionale e, in primis, io penso, del nostro Servizio sanitario nazionale, delle donne e degli uomini del nostro Servizio sanitario nazionale (Applausi), che non smetteremo mai di ringraziare per il contributo fondamentale che ci hanno dato e ci stanno dando per reggere questa sfida dentro cui ancora siamo pienamente. Però la chiarezza deve portarci a questa valutazione, e voglio essere su questo molto chiaro e molto netto: i risultati non sono risultati acquisiti, non sono acquisiti per sempre, la sfida è aperta e tutto si rimette in discussione ogni giorno. Per questo bisogna insistere e continuare su quella linea della prudenza che io credo finora ci abbia guidato. È questa la ragione di fondo per cui il Presidente del Consiglio ha già annunciato pubblicamente che la valutazione del Governo va nella direzione di una continuità rispetto allo stato di emergenza fino al 31 di gennaio. Io credo personalmente che questa valutazione sia semplicemente corrispondente allo stato reale del Paese. L'emergenza non è finita, questa è la semplice verità con cui dobbiamo fare i conti, e per noi è fondamentale mantenere quell'impalcatura istituzionale che abbiamo costruito in questi mesi, questa impalcatura istituzionale che gravita attorno alla Protezione civile come soggetto fondamentale, ai suoi poteri di ordinanza, al commissario straordinario e al ruolo del Comitato tecnico-scientifico che ha aiutato con un ruolo importante di supporto il Governo, le regioni, persino i soggetti sociali, nell'individuazione di strade adeguate anche in questa stagione tutt'altro che facile di convivenza con il virus. Io penso che questa impalcatura, pur nella difficoltà delle situazioni, pur nella complessità delle situazioni che evolvono di giorno in giorno, sia un'impalcatura che ha funzionato e che ci ha consentito evidentemente una maggiore rapidità di intervento dinanzi alle necessità che si sono presentate.

Anche qui mi sia permesso di dirlo, lo stato di emergenza in molte occasioni nella storia d'Italia è stato prorogato: dal 2004 ci sono state 154 dichiarazioni di emergenza e 84 di queste sono state rinnovate. Anche qui, con grande serenità, credo che dovremmo valutare la specificità di un'epidemia, anche rispetto a tutte le altre emergenze. Le emergenze con cui il nostro Paese ha tradizionalmente avuto a che fare - lo ricordo, 154 dal 2004 a oggi - erano mediamente eventi unici, che si svolgevano dentro un arco temporale molto ristretto, molto determinato; penso all'ipotesi di un terremoto, penso all'ipotesi di un'alluvione, eventi che hanno un inizio e una fine, che si consumano in un ambito molto ristretto; qui, invece, siamo di fronte a una inedita realtà e cioè a un evento che è in qualche modo dinamico, che si protrae nel tempo, la cui prevedibilità è molto complicata, come ci dimostrano i fatti di queste ore.

Allora, io penso che nel prossimo DPCM, che è la ragione formale della mia presenza, sulla base della norma che è stata prima richiamata del decreto-legge n. 19, noi dobbiamo continuare su quella linea della prudenza che ci ha guidato finora, proprio sulla base delle valutazioni di fondo che ho velocemente provato ad offrirvi. Dentro questo DPCM, che è in scadenza domani e che dopo il confronto con queste Regioni dovrà vederci chiaramente approvarlo, probabilmente già nella serata di domani, noi proveremo a confermare l'indirizzo del Governo, a confermare quelle misure essenziali che fin qui ci hanno consentito di provare a gestire la fase di convivenza con l'epidemia, ma provando anche a dare un segnale al Paese di primo rafforzamento di queste misure. È un primo rafforzamento che è utile perché in sintonia con la tendenza epidemiologica di risalita dei casi che, da nove settimane, come ho già detto, contraddistingue la situazione epidemiologica dell'Italia. Tre regole fondamentali sono l'asse portante del DPCM che andremo a proporre al Parlamento, come stiamo facendo stamattina, e poi alle regioni nelle prossime ore. Le tre regole fondamentali, le tre regole che abbiamo chiesto con insistenza ai cittadini italiani di rispettare e che ci hanno consentito di gestire questa fase di transizione sono le seguenti: la prima è l'utilizzo corretto delle mascherine; le mascherine sono uno strumento essenziale per contrastare la diffusione del COVID.

Noi, nel DPCM che ci accingiamo ad adottare, valutiamo l'estensione dell'obbligo dell'utilizzo delle mascherine anche all'aperto e diciamo con forza ai cittadini del nostro Paese che dobbiamo fare uno sforzo in più, perché, in ogni situazione in cui c'è il rischio di incontrare persone non conviventi, c'è la necessità di usare queste mascherine. I dati della diffusione del contagio delle ultime ore, degli ultimi giorni, segnalano che la stragrande maggioranza di questi contagi avviene dentro relazioni consolidate delle persone, dentro relazioni amicali, dentro relazioni strette, dentro relazioni familiari. E quindi abbiamo la necessità di dare questo messaggio molto forte: quando si ha a che fare e si incontrano persone con cui non si convive, l'utilizzo della mascherina è il primo strumento essenziale. E per questo la proposta che noi facciamo e a cui stiamo lavorando è esattamente quella di estenderne l'utilizzo in maniera continuativa anche all'aperto.

Il secondo punto, la seconda regola essenziale che abbiamo imparato in questi mesi, è quella del distanziamento di almeno un metro ed è quella del divieto di assembramenti: sono norme già vigenti nel nostro Paese, che, però, dobbiamo rendere più esecutive possibili dentro questa stagione di ripresa del contagio e del virus; per questo noi lavoriamo nelle prossime ore, chiaramente con gli strumenti che sono a nostra disposizione, per aumentare il livello di controllo, perché gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci e che rischia di favorire un'ulteriore impennata della curva.

E ancora, il terzo punto, come è noto, ha a che fare con il rispetto delle fondamentali norme igieniche e, in modo particolare, con il lavaggio delle mani.

Su queste tre regole essenziali è costruito il DPCM che approveremo nella giornata di domani e permettetemi subito di dire che su queste regole essenziali c'è la piena condivisione di tutta la comunità scientifica mondiale. Anche qui, voglio dirlo con tutto il garbo possibile, ma sarebbe profondamente sbagliato dividersi su questo: qui non c'entra la politica, non c'entrano destra e sinistra: sono le indicazioni della comunità scientifica internazionale per provare a contrastare il virus (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva) e su questo credo che noi dovremo dare un grande messaggio di unità del nostro Paese.

Rispettare queste norme, rispettare queste regole fondamentali significa provare a tenere la curva sotto controllo e significa, di conseguenza, evitare una dinamica che può mettere in difficoltà il nostro Servizio sanitario nazionale. Anche qui voglio dare alcuni numeri perché credo che i numeri siano importanti, i numeri del nostro Paese: in questo momento in Italia ci sono 58.900 persone che hanno riscontrato, registrato, la positività al Coronavirus; nel mese di agosto, il 6 agosto, quindi esattamente due mesi fa, le persone positive al Coronavirus erano 12.600, quindi in due mesi c'è un salto in avanti significativo, che non possiamo far finta di non vedere; le persone ricoverate con sintomi in questo momento, nelle nostre strutture sanitarie, sono 3.487; e ancora, le persone in terapia intensiva, a ieri sera, sono 323.

È chiaro che questi numeri, ad oggi, per come ve li ho velocemente indicati, sono numeri sostenibili per il nostro Servizio sanitario nazionale, che è un Servizio sanitario nazionale che ha dimostrato la sua forza, con le sue donne, con i suoi uomini, e su cui tra l'altro stiamo continuando ad investire risorse molto significative. L'ho ripetuto in varie occasioni: noi abbiamo messo più soldi in cinque mesi sul Servizio sanitario nazionale che negli ultimi cinque anni. Sul piano delle terapie intensive, come è noto, nel “decreto Rilancio” abbiamo fatto uno stanziamento che ci porterà a un più 115 per cento alla fine di questo percorso, rispetto al dato iniziale di posti letto disponibili.

Però, anche qui, la realtà va guardata per quello che è: è chiaro che, rispetto ai giorni più difficili, quando avevamo 4 mila persone in terapia intensiva, noi abbiamo superato ad un certo punto di questa storia le 4 mila persone in terapia intensiva; è chiaro che averne 323 significa stare in una situazione che evidentemente è molto migliore rispetto a quella, però non possiamo anche in questo caso non vedere la tendenza: durante l'estate eravamo arrivati ad avere trenta persone in terapia intensiva, oggi siamo a 323 persone.

Questo significa che stiamo gestendo una fase di convivenza, ma che il virus c'è, circola e continua a mandare persone in stato di vera e significativa sofferenza. E quindi dobbiamo avere grande prudenza, grande attenzione. E qual è la novità di fondo, l'altra grande novità di fondo di questa seconda ondata, che spiega almeno parzialmente anche i dati di impatto sul Servizio sanitario nazionale? L'altra novità di fondo ha a che fare con l'età mediana dei contagiati, perché, nei mesi più difficili di marzo e di aprile, l'età mediana delle persone contagiate ha sfiorato i 70 anni, è stata sostanzialmente tra i 65 e i 70, in qualche giorno addirittura ha raggiunto, ha toccato i 70 anni. Oggi, in questo momento, nell'ultima settimana, l'età mediana delle persone contagiate è di 41 anni, ed è chiaro che una persona più giovane è mediamente molto più capace di resistere, diciamo, alle evoluzioni più complicate che il virus può portare al corpo umano. Però, anche da questo punto di vista, c'è una tendenza che non può farci stare tranquilli, perché nel mese di agosto l'età mediana era, invece, 31 anni; quindi, anche sul piano dell'età, c'è una tendenza che va nella direzione di un innalzamento. E dovremo, in modo particolare in questi mesi difficili, tenere la massima attenzione possibile alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha altre patologie. E dobbiamo stare attenti, in modo particolare, al contagio infra-familiare, perché, se l'età si è così alzata, è perché evidentemente è dentro le famiglie che dalle generazioni più giovani, almeno parzialmente, il virus è stato portato a generazioni che sono più avanti negli anni.

Ancora, in queste ore stiamo tenendo la massima attenzione sulla questione delle scuole: io credo che la riapertura delle scuole sia stata una scelta giustissima che le nostre istituzioni e la nostra comunità nazionale hanno condiviso; lo stesso Parlamento, in più atti di indirizzo, aveva spinto il Governo ad accelerare la riapertura delle scuole e anche a seguirla con la massima attenzione. Io penso che sia ancora presto per un giudizio definitivo sulla capacità del Paese di reggere e di mantenere un livello basso del contagio nelle scuole, ma i primi dati, i primi numeri, che ieri il Ministro della Pubblica istruzione ha voluto offrire anche all'opinione pubblica, segnalano un impatto in questo momento basso e una buona capacità di tenuta. E di questo, permettetemi, voglio ringraziare tutta la nostra comunità nazionale, ma, permettetemi, in modo particolare gli insegnanti, il personale delle scuole, i presidi (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati del gruppo Misto), che stanno facendo un lavoro inedito, un lavoro senza precedenti, oggettivamente, anche dentro questo lavoro di nuova connessione, a cui io credo molto, tra l'universo del Servizio sanitario nazionale e l'universo del sistema scolastico.

I casi ci sono, è evidente, i casi ci saranno ancora nelle prossime settimane; come è noto, in una parte del Paese le scuole hanno riaperto il 14 di settembre, ma in un'altra parte, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, soltanto nell'ultima decade di settembre le scuole hanno riaperto, quindi valuteremo e monitoreremo passo per passo con molta attenzione. I casi ci sono, ma i protocolli che abbiamo individuato, tra l'altro con il voto unanime della Conferenza unificata, quindi di tutte le regioni, le province e i comuni italiani, in questo momento sono protocolli solidi che, se rispettati con rigore, possono, io credo, consentirci di gestire la partita decisiva delle scuole.

Ancora, stiamo rafforzando la nostra capacità di testing, che, come noto, è un'arma fondamentale per gestire questa fase di transizione. Abbiamo superato nei giorni scorsi la soglia dei 120 mila test al giorno, una soglia molto più alta rispetto a quelle che avevamo raggiunto in precedenza. Quando sono stato in Aula l'ultima volta avevamo indicato in 100 mila la soglia record di quel momento, ora siamo arrivati a 120 mila, io credo che dobbiamo ancora lavorare per crescere e per rendere la nostra capacità di testing e di tracciamento la più forte, la più rapida e la più veloce possibile.

Oltre ai test molecolari classici, che rappresentano il gold standard, quindi il riferimento più solido per la diagnosi, abbiamo utilizzato, ormai dal 13 di agosto, a partire dall'esperienza degli aeroporti, i test antigenici. L'esperienza negli aeroporti è stata un'esperienza che abbiamo verificato per più settimane; ha dato risultati incoraggianti e, come è noto, con una circolare del Ministero della Salute abbiamo allargato l'ambito di utilizzo dei test antigenici anche fuori dagli aeroporti, a partire proprio da quei luoghi dove è più indispensabile avere - diciamo - una capacità di testing molto rapida e molto veloce. Sugli aeroporti, tra l'altro, un lavoro importante è stato fatto in questi mesi e continueremo a verificare ora per ora l'evoluzione epidemiologica di ogni singolo Paese e adattare anche le nostre scelte. Ci sono Paesi che oggi stanno meglio rispetto a mesi scorsi e Paesi che stanno peggio e, quindi, noi adatteremo chiaramente le misure del Governo anche rispetto al testing dei passeggeri in arrivo a seconda dell'evoluzione epidemiologica dei singoli Paesi. L'auspicio è che oltre ai test antigenici si possa al più presto anche arrivare ad un utilizzo significativo dei test salivari. I test salivari hanno un grande vantaggio: sono meno invasivi rispetto al tampone classico e quindi possono metterci in condizione di un migliore utilizzo, in modo particolare rispetto ai più piccoli. La mia opinione è che la scienza, che è quella che di volta in volta ci fornisce strumenti nuovi - i test di oggi sono più rapidi e più affidabili di quelli di ieri, quelli di domani lo saranno molto probabilmente rispetto a quelli di oggi -, sono convinto che ci darà ben presto anche risultati incoraggianti sugli altri grandi fronti, che toccherò molto velocemente. L'EMA, come è noto, cioè l'Agenzia europea del farmaco, ha iniziato formalmente - e questa è sicuramente una buona notizia - il percorso di validazione del primo vaccino COVID e questo primo vaccino COVID è proprio quello di AstraZeneca, il vaccino studiato ed elaborato dalla Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e il cui infialamento avverrà ad Anagni. L'Italia è in prima fila dentro questa partita e deve continuare ad investire con forza. Quando, nel mese di giugno, abbiamo firmato con i Governi di Francia, Germania e Olanda l'intesa per i vaccini, l'alleanza per i vaccini, abbiamo “dato il la” ad un percorso che vede oggi la Commissione europea nelle condizioni di chiudere contratti con le principali agenzie farmaceutiche del mondo per provare ad assicurare la popolazione di tutti i Paesi europei rispetto ad un vaccino efficace e sicuro. Se ne parla di meno ma un lavoro molto importante sta andando avanti anche sul terreno delle cure e, in modo particolare, le ricerche attorno agli anticorpi monoclonali stanno producendo risultati incoraggianti e anche da questo punto di vista l'Italia è in prima fila. Nel “decreto Agosto” che proprio in queste ore è in conversione - credo ci sia proprio stamattina un voto al Senato rispetto a questo provvedimento - abbiamo indicato 80 milioni di euro proprio per questo tipo di ricerca per il 2020 e 300 milioni di euro per il 2021. È chiaro che dentro questa sfida abbiamo una doppia esigenza: l'esigenza di correre, di essere veloci, di essere rapidi ma al tempo stesso l'esigenza di procedere con la massima sicurezza. Sono due gambe che dobbiamo assolutamente tenere insieme perché gli standard di sicurezza sono per noi decisivi e fondamentali. Personalmente, io ho molta fiducia nel lavoro che la comunità scientifica mondiale sta mettendo in campo in questi mesi e sono sicuro che, alla fine, questo sforzo enorme di natura mondiale porterà i risultati che tutti noi aspettiamo. È chiaro che, però, c'è ancora bisogno di tempo - e qui vengo alla chiusura di questo mio intervento -, avremo bisogno di alcuni mesi perché questi strumenti arriveranno, arriverà un vaccino sicuro e arriveranno cure efficaci. Ma ci sono ancora dei mesi davanti a noi e questi mesi sono mesi non facili da gestire, sono mesi di resistenza, sono mesi in cui dobbiamo convivere col virus senza avere quegli strumenti che presto, ci auguriamo tutti, potranno arrivare. Le armi che abbiamo sono quelle che abbiamo conosciuto in questi mesi: i comportamenti delle persone, le misure dello Stato e dei governi regionali, il tracciamento - permettetemi di ringraziare i media, gli editori italiani, anche per il contributo importante che hanno dato a rafforzare la campagna per la App “Immuni”, che nelle ultime ore ha avuto un'impennata e che è uno degli strumenti che noi abbiamo in campo per rafforzare il tracciamento -, e poi, naturalmente, il nostro Servizio sanitario nazionale che, dal mio punto di vista, è l'arma più forte che abbiamo.

Nei giorni scorsi sono stato in Commissione Salute, prima alla Camera, poi al Senato, per presentare un piano di rafforzamento, anche sulla base delle nuove linee di finanziamento europeo del nostro Servizio sanitario nazionale. Io credo che questa sia un'occasione da non perdere, una grande opportunità che ci lascia la lezione del COVID e, cioè, che sul Servizio sanitario nazionale dobbiamo ricominciare ad investire con tutta la forza che abbiamo. E allora io voglio concludere con due messaggi finali. Il mio messaggio fondamentale è quello che dobbiamo alzare il livello di guardia, dentro la consapevolezza del fatto che il nostro Paese sta meglio rispetto ad altri Paesi europei, ma ora è indispensabile alzare il nostro livello di guardia. Qui voglio dire due cose finali. La prima: la sicurezza sanitaria è la prima mattonella su cui costruire la ripartenza del Paese. Quando qualcuno dice, anche nel dibattito pubblico, che avere meno lacci, meno vincoli sanitari, ci consentirebbe di correre di più, dice una cosa che, dal mio punto di vista, non è corrispondente alla realtà, perché un Paese può correre, può ripartire, può essere veloce solo se è in grado di vincere la battaglia sanitaria. Dove si è più in difficoltà ci sono chiusure che ricadono poi sulla vicenda economica e dello sviluppo del Paese. E allora, io penso che dobbiamo svincolarci da questa vulgata e riconfermare, invece, la nostra linea essenziale, cioè che la battaglia sanitaria è la premessa per la vittoria anche della sfida economica e della ripartenza del Paese. E poi un ultimo punto, anche qui con grande onestà: io penso che i prossimi mesi, proprio per le ragioni che ho provato ad elencare, non saranno mesi facili, saranno mesi di convivenza in attesa di questi vaccini, di queste cure. Saranno mesi non facili e io penso che noi dobbiamo riprendere, in questi mesi non facili, e recuperare appieno lo spirito anche di unità, di comunità nazionale, che ci ha guidato nelle settimane più difficili; lo spirito di marzo e di aprile, quando il Paese si è stretto a coorte, ha saputo percepire il senso di una sfida complicata che è arrivata su di esso e ha saputo essere unito, con il contributo di tutti, nessuno escluso. Io penso che, in quei mesi più difficili - e concludo - l'Italia abbia dimostrato di essere un grande Paese. Penso che arriva il tempo in cui dovremo dimostrarlo di nuovo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Ministro della Salute. È iscritto a parlare il deputato Tondo. Prego.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Io desidero innanzitutto apprezzare l'esposizione che il signor Ministro ha fatto. La posizione è chiara, non la condividerò in tutto però il metodo di rapporto col Parlamento è senz'altro positivo e devo dire che è uno dei pochi Ministri che viene a illustrarci le sue comunicazioni senza leggere le solite “pappardelle” a cui spesso siamo abituati. Di questo, Ministro, la ringrazio. Prendiamo atto che l'indicazione del Governo è quella di prorogare lo stato di emergenza. È una preoccupazione però che, per certi aspetti, condividiamo ma sulla quale raccomandiamo il massimo di attenzione e il massimo di ragionevolezza perché i temi sono ovviamente, come ha detto il Ministro, abbastanza complessi. Nelle prossime ore, quindi, il Ministro ci informa, ci verrà comunicato il percorso che ormai è lo stigma di questo Governo e cioè un percorso che prevede il combinato disposto tra decretazione d'urgenza e voto di fiducia.

Non è certamente il migliore dei percorsi per chi crede nella democrazia parlamentare, ma, ormai, bisogna adeguarsi allo stile di questo Governo e, soprattutto, di questo Presidente del Consiglio.

Le informazioni che ci vengono fornite - vorremmo averne di più e più costantemente e più dettagliate - ci dicono che se, da un lato, ci troviamo di fronte al rischio di un ritorno ad indici preoccupanti dal punto di vista sanitario (questo rischio c'è), dall'altro lato, vi è, invece, la certezza che la situazione economica del Paese sta entrando in una fase di difficoltà. Non è finita, ovviamente, l'emergenza sanitaria, ma, certamente, è iniziata l'emergenza economica: cala il reddito delle famiglie - lo vediamo tutti i giorni -, aumentano le tasse e le bollette - pensiamo a quelle della luce e non solo a quelle -, manca il lavoro, ci sono molte partite IVA che stanno aspettando di capire se potranno emettere fatture, se saranno riuscite a fare fatture nei prossimi mesi, ci sono molte aziende che hanno lasciato gli operai a casa.

Questo ci preoccupa. La stessa Ministra dell'Interno Lamorgese ci mette in guardia - la Ministra dell'Interno, non qualcuno che passa per strada - dal rischio di tensioni sociali. Si aggiunge, poi - il Ministro l'ha toccato -, il tema della scuola: famiglie e mamme disorientate, per non parlare degli insegnanti che, spesso, si trovano ad operare senza direttive precise o, addirittura, anche in assenza di indicazioni. Io ho saputo, in questi giorni, che una mamma è stata richiamata dal lavoro perché la maestra aveva mandato a casa la bambina che aveva 37,1 di febbre, che non è febbre. Prevale la confusione, la comunicazione da parte del Governo non ci aiuta.

Noi crediamo sia il momento di essere responsabili, siamo in un passaggio delicato. Noi abbiamo la certezza che il Paese non sopporterebbe un ulteriore lockdown. Non si può vivere a lungo con interventi assistenziali e blocco dei licenziamenti. Io penso che ci vogliano le tre “R”: ragionevolezza, rigore, responsabilità e fiducia nel cittadino e nella sua capacità di rispondere a quanto la realtà richiede e impone. E, a queste tre “R”, ci aggiungerei tre “I”: investimenti, infrastrutture e innovazione. Qui vogliamo vedere come lavorerete sui 209 miliardi che stanno arrivando, se arriveranno, se avete una visione strategica del Paese e vorremmo chiedere al Ministro e al Presidente del Consiglio se intendono o no utilizzare le risorse del MES per quanto riguarda la sanità.

Un'ultima cosa e chiudo, signor Ministro, Presidente della Camera. Il Presidente del Consiglio Conte l'altro giorno, ad Assisi, ha detto una cosa gravissima; ha detto che il compito del Governo è realizzare una rigenerazione interiore del Paese sul piano culturale. Queste cose le facevano nel MinCulPop fascista. La rigenerazione culturale non la fa il Governo, la rigenerazione culturale sta nella responsabilità di ciascuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E lei, signor Ministro, che viene - ho letto una volta una sua apprezzata intervista - dalla sinistra lombardiana del PSI, che aveva legami in quel mondo, che crede nella libertà dell'individuo, dica al Presidente del Consiglio che si occupi, eventualmente, di governare meglio questo Paese, che non abbiamo bisogno di lui per le lezioni etiche e morali, da un Presidente del Consiglio che cambia maggioranza e tradisce i suoi Ministri. Faccia il suo dovere e le lezioni morali non le faccia a noi, che ce la facciamo da soli, senza ascoltare le lezioni del professor Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, signor Presidente. In primo luogo, vorrei ringraziare il Ministro Speranza per la costante disponibilità che ha dimostrato in questi mesi a confrontarsi con il Parlamento in merito all'evolversi dell'emergenza da COVID-19. Sappiamo che, da tempo, ci muoviamo in una cornice legislativa che prevede espressamente le procedure per garantire questo confronto con il Parlamento, procedure su cui, lo ricordo, Italia Viva ha insistito fin dall'inizio, che noi ribadiremo nella risoluzione di maggioranza che andremo a votare; tuttavia, anche lo stile e la sensibilità con cui i membri dell'Esecutivo interpretano queste procedure conta, e di questo le vogliamo dare atto.

Noi oggi svolgiamo un dibattito indispensabile, lo è più che mai perché, come sottolineava il Ministro, ci apprestiamo ad affrontare una sfida molto complicata, forse una delle fasi più critiche di questa emergenza. Non è più critica perché è più pericolosa di quella già affrontata a marzo e aprile dal punto di vista sanitario, ma è critica perché siamo in una stagione diversa.

Settimane fa, quando in quest'Aula abbiamo discusso il “decreto COVID 3” e, poi, la precedente proroga dello stato di emergenza, noi avevamo messo in guardia circa le difficoltà a cui saremmo andati incontro. I numeri dei contagi in Europa erano in netto rialzo, certo ancora nulla di paragonabile a quello che stiamo vedendo in molti Paesi europei, eppure il trend era chiaro, bastava vederlo e bastava guardare i numeri per capirlo.

Avevamo anche già sottolineato, nel valutare i dati di quest'estate, l'età media giovanile dei contagiati in diminuzione, il loro essere asintomatici, occorreva, però, combinare questo dato con la situazione demografica del nostro Paese, in cui i giovani vivono nelle loro famiglie molto più a lungo che in altri Paesi europei, mediamente, fino ai trent'anni, e questo crea un'intersezione generazionale che è particolarmente favorevole alla diffusione del virus, anche nelle categorie più a rischio.

Sapevamo che sarebbero aumentati i contagi, perché avremmo dovuto riaprire le scuole, e riaprire le scuole e mantenerle aperte è la priorità del nostro Paese in questo momento. Sapevamo che sarebbero aumentati i contagi anche perché c'era un'altra priorità, che era quella di consentire alle attività produttive ed economiche del nostro Paese di continuare ad operare in sicurezza. Ecco, rispetto a questi due elementi, io credo che veniamo al nodo della questione, che lei Ministro, in qualche modo, ha già accennato.

A oltre sei mesi dall'inizio della pandemia, io spero che sia chiaro a tutti come non ci sia un errore più fatale in questa emergenza, che è quello di contrapporre le esigenze legate alla tutela della salute a quelle legate alla ripresa economica. Sono due binari che devono sempre correre in parallelo, altrimenti il treno italiano deraglierà.

Io credo che lo dimostrino in modo palese i fallimenti di quei Governi che hanno pensato, invece, di poter prendere delle scorciatoie, negando la portata del rischio sanitario: l'esempio degli Stati Uniti, l'esempio del Brasile credo siano sotto gli occhi di tutti.

Partendo da questa constatazione, io vorrei anche che uscissimo dalla descrizione grottesca di una maggioranza, di un Governo che desidera terrorizzare gli italiani, che vuole tenerli in casa. Non è così, questa è una descrizione della realtà ridicola.

La verità è che oggi noi possiamo affermare con certezza alcuni punti e io spero che siano i punti su cui partire per un confronto serio, profondo, utile e costruttivo per valutare le comunicazioni del Ministro Speranza.

Il primo punto è che sarà una sfida lunga: chi ha pensato o, peggio, chi ha detto che l'emergenza era finita ha gravemente sbagliato e dobbiamo dircelo con chiarezza.

Il secondo punto: i trend dei contagi vanno sempre valutati guardandone e proiettandone la portata nel futuro. Noi siamo di fronte a un fenomeno esponenziale - è chiaro, questa pandemia ha tutte le caratteristiche di un fenomeno esponenziale - e questo richiede di intervenire in modo rapido e precauzionale per evitare di trovarsi in una situazione in cui l'elemento esponenziale esplode ed è molto più difficile intervenire. È alla luce di questo elemento dell'esponenzialità che credo vadano valutati i criteri della prudenza e della proporzionalità richiamati anche dal Ministro e a cui la gestione della pandemia da parte del Governo deve ispirarsi.

Il terzo punto è che il virus non è mutato e tuttavia, grazie alla scienza, stiamo imparando a tenerlo un po' più a bada. Per farlo, noi sappiamo che la prima arma è l'applicazione di quelle tre regole di comportamento a cui faceva riferimento il Ministro Speranza e che sono, ormai, unanimemente riconosciute da tutto il mondo scientifico. Ecco, io credo che su questo non ci sia più spazio per alcuna ambiguità: queste tre regole vanno rispettate e vanno rispettate sempre da parte di tutti.

È chi non le rispetta e chi è ambiguo sulla loro importanza che non ha a cuore non solo la salute degli italiani, ma anche la ripresa economica del nostro Paese, perché ogni mascherina abbassata, ogni assembramento non autorizzato o che avviene senza il rispetto delle misure di sicurezza è un aiuto al virus e alla sua capacità di condizionare le nostre vite o addirittura di mettere in pericolo la vita delle persone più fragili. E noi, cari colleghi, che rappresentiamo le istituzioni, abbiamo il dovere di affermare questa verità quotidianamente anche con i nostri comportamenti. In merito a questo perdonatemi, però trovo che sia mortificante avere la Presidenza che quotidianamente deve invitare in quest'Aula al rispetto delle regole di base, deve invitare a tenere le mascherine correttamente, deve invitare a tenere le distanze.

Scusatemi, so che tenere le mascherine è faticoso; io faccio molta fatica a tenere la mascherina perché ho delle difficoltà respiratorie serie. Allora, se la tengo io per otto ore, non c'è nessuno in quest'Aula che non abbia la possibilità di tenerla (Applausi). Per tenere a bada il COVID, poi, dobbiamo continuare ad aumentare la capacità di testing e di tracciamento rapido che abbiamo; da ciò dipende non solo la possibilità di tenere aperte le scuole, di continuare a tenere aperte le attività produttive, ma dipende anche la capacità di essere tempestivi nel trattamento delle persone malate. Abbiamo visto quanto questo sia importante non solo per ridurre la mortalità di questo virus, ma anche per ridurre la possibilità di ricorso alle terapie intensive. Anche su questo, consentitemelo, ogni volta che nel nostro Paese in un ospedale si programma un intervento di media difficoltà occorre avere un posto di terapia intensiva a disposizione.

Ogni posto di terapia intensiva occupato da un paziente COVID è un posto in meno a disposizione di chi deve fare un intervento programmato; quindi, tenere le terapie intensive basse è una priorità assoluta per consentire alle persone, malate di altre malattie, di curarsi. Per fare tutto questo, però, occorrono risorse, risorse importanti, come occorrono risorse importanti per potenziare la medicina territoriale, per renderla complementare alla teleassistenza, per integrarla con i servizi socioassistenziali necessari per l'assistenza delle persone più fragili, delle persone con malattie croniche, così come occorrono risorse ingenti per proteggere i lavoratori fragili. Plaudo al fatto che siano stati trovati, in sede di conversione del “decreto Agosto”, 370 milioni aggiuntivi per i lavoratori fragili e per l'estensione dell'articolo 26, ma noi sappiamo che l'emergenza andrà avanti oltre il 15 ottobre e che non tutti potranno svolgere le attività di smart working, e quindi serviranno altre risorse.

Per esempio, quando discutiamo dell'attivazione della linea di credito MES dedicata al COVID, vorrei che parlassimo di questo, vorrei che pensassimo che, quando ne discutiamo, stiamo scegliendo se accedere a risorse a tasso praticamente zero, che diminuiranno quindi l'indebitamento delle future generazioni, a risorse che sono disponibili subito, o se stiamo semplicemente dicendo che non intendiamo occuparci in modo efficace ed efficiente di tutte le priorità dell'emergenza che ho citato. Discutiamo di questo: non di condizionalità inesistenti, non di preclusioni ideologiche, ma di bisogni concreti dei cittadini e degli strumenti che dobbiamo mettere in campo, anche accedendo alle risorse del MES, per dare risposte altrettanto concrete a quei problemi. Concludo, dunque, esprimendo l'apprezzamento di Italia Viva per le comunicazioni del Ministro e ribadendo oggi più che mai l'auspicio che, in questa fase, soprattutto in questa fase, il confronto politico fuori e dentro quest'Aula possa essere coerente con la sfida grandissima che attende il nostro Paese nei prossimi mesi.

Siamo nella fase della resistenza, lo ha detto lei, Ministro, la fase in cui dobbiamo resistere con serietà, con realismo, con coraggio, raccontando sempre la verità ai cittadini e comportandoci in modo responsabile, sentendoci tutti parte di un enorme impegno collettivo che va ben oltre noi e le nostre appartenenze politiche. La parola “responsabilità” deriva dal latino responsus, è il participio passato di rispondere. Il virus ci ha insegnato che oggi più che mai non ci potrà essere responsabilità, non ci potrà essere risposta, se non sarà una risposta collettiva e condivisa. Mai come ora ciascuno risponde per sé del benessere di tutti gli altri e spero che davvero noi partiremo con il dibattito che stiamo svolgendo da questa consapevolezza condivisa per portare avanti nei mesi prossimi un confronto all'altezza dello sforzo enorme che hanno compiuto e che stanno compiendo ogni giorno i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, signor Ministro, colleghi, partirei con una considerazione che ha fatto lei, signor Ministro: l'emergenza non è finita. Da nove settimane i contagi stanno tornando a essere significativi nel Paese, siamo in attesa della risposta della scienza, siano il vaccino per il COVID o le grandi scoperte scientifiche nel campo della medicina. Dobbiamo resistere con la battaglia sanitaria, ma non possiamo neanche dimenticarci del problema economico, che è un problema che rischia di mietere vittime tante quante sono state le vittime mietute dal COVID. Quindi, la prima riflessione che voglio fare è che sicuramente la tendenza ad accentrare sotto l'egida dello Stato ogni decisione, marginalizzando di fatto il Parlamento e il contributo che noi tutti possiamo dare, è un errore e credo che gli effetti che siano sortiti da questi interventi non siano stati così importanti.

Abbiamo assistito al tentativo di svuotare il mare della crisi con il cucchiaio dei bonus, dei provvedimenti tampone; abbiamo assistito a decreti semplificazioni che si sono trasformati in veicoli straordinari per rimettere a posto il codice della strada. Non abbiamo pensato a rimettere in moto il Paese, non abbiamo pensato a creare posti di lavoro, non abbiamo pensato a sistemare le cose. Sicuramente, sulla scuola ieri il Ministro dava dei risultati importanti: i numeri dei contagi sono incoraggianti (non sono sicuramente un dato così buono, però non sono neanche un dato così sconfortante), però rimane il caos, signor Ministro. Quando un bambino starnutisce la maestra non sa che fare, il pediatra aspetta il tampone, il tampone ci mette delle giornate a dare la risposta, le classi sono in quarantena. C'è ancora una forma di confusione: questi mesi non li abbiamo passati per cercare davvero di dare un'indicazione ai nostri cittadini. Sui tamponi, nel Lazio, abbiamo visto immagini alla TV di code chilometriche di cittadini che si sono sottoposti a dei veri sforzi personali per riuscire ad ottenere un diritto, il diritto di sapere a che stato è la propria salute. La preoccupazione della gente sta montando, signor Ministro, e il clima è cambiato. La gente ti incontra per strada, ti chiede “cosa succede, cosa sarà di me, cosa sarà della mia famiglia, come riuscirò a gestire questi mesi?”, proprio con la duplice tenaglia della salute e dell'economia. Però ora cominciano i problemi veri: queste nove settimane di aumento ci lasciano intravedere momenti delicati e difficili per il Paese; quindi, la mia domanda è capire anche cosa volete fare voi. È evidente che nel centrodestra c'è un dibattito sull'utilizzo del MES, è un dibattito che fa parte della dinamica e della politica, ci mancherebbe altro, sono momenti di crescita per tutti, però vorrei capire cosa vuole fare il Governo, perché sicuramente nell'opposizione il dibattito c'è, esiste ed è foriero di momenti anche strategici di scelte, però vorrei capire oggi dal signor Ministro cosa facciamo. Gli ospedali sono davvero pronti a reggere questa seconda ondata? Stiamo davvero reagendo in maniera giusta? Abbiamo fatto tutto quello che dobbiamo fare?

Il territorio è pronto. Abbiamo visto che in questo momento forse la risposta più forte deve arrivare proprio dal territorio dove il fronte dei medici, degli infermieri, dei farmacisti, che io rappresento, come sanno tutti in quest'Aula, e non posso che testimoniare che lo sforzo del territorio è stato veramente importante. Però forse nella rete medici, farmacisti, infermieri qualcosa da mettere a posto c'è ancora. Abbiamo assistito, la settimana scorsa, a un dibattito in quest'Aula in cui si indicava una linea per la somministrazione dei vaccini, una mozione che dava una via per la somministrazione dei vaccini e vedo il presidente Zingaretti che imbocca una via completamente opposta rispetto a quanto il Parlamento sette giorni fa ha detto, proprio in quest'Aula. E allora qui bisogna cominciare a metterci d'accordo per davvero, signor Ministro. I medici di medicina generale riescono a far fronte a questa serie di problematiche? Riescono davvero a dare una risposta al territorio o riavremo l'assalto alle farmacie, l'assalto agli ospedali, l'assalto ai pronto soccorso?

L'articolo 32 della Costituzione: quante volte io e lei ci siamo trovati a discuterne, quanti pezzi di strada abbiamo fatto insieme, in questi mesi, per cercare di mettere in sicurezza i nostri cittadini. Ecco, l'articolo 32, di fronte ai problemi che viviamo oggi sulla vaccinazione, che risposte dà? È vero le regioni hanno acquistato molti più vaccini. Questo ha messo un po' in crisi il sistema di distribuzione nel nostro Paese; forse il nostro Paese non è neanche tanto più un punto di riferimento per le gare, vista la situazione che abbiamo verificato, con le risposte delle gare andate male. Ma, se il cittadino ha diritto a essere uguale rispetto alla salute per Costituzione, come farà, nelle prossime settimane, a discriminare uno dei problemi più grossi che avrà: ho due lineette di febbre; circola il virus dell'influenza che si sovrappone al virus del COVID; io ho l'influenza o il COVID? Allora, il tema sarà importante. Avremo probabilmente molte persone che si allarmeranno proprio per la situazione di preoccupazione che sta pervadendo il territorio e il cittadino.

Allora, noi dobbiamo trovare una soluzione insieme cioè, se è vero che le regioni hanno dato una risposta per le persone che hanno necessità, per gli anziani, per chi ha una patologia, noi dobbiamo cercare di trovare una soluzione, signor Ministro, per il territorio. Non possiamo replicare una situazione tale quale si è verificata per le mascherine in cui non si sapeva di chi fosse la colpa ma il cittadino girava impazzito per cercare di trovare il modo di difendere se stessi e la propria famiglia. Allora, noi abbiamo necessità di capire urgentemente, nelle prossime ore, come affrontare il tema perché lo stato di allarme e di allerta sta superando il livello di guardia, sta diventando un momento di difficoltà e di frizione ancora nel territorio, e questo non ce lo possiamo permettere.

Allora, ciò che voglio dirle, signor Ministro, è che noi dobbiamo fare ancora molto per la sanità italiana. Questi mesi abbiamo cercato di dare risposte però ancora tante zone d'ombra si creano nel Paese sulla risposta che il cittadino vuole da noi: vuole capire cosa farà e dove potrà andare per affrontare – speriamo mai – i problemi che potrebbero esserci. Allora ciò che voglio dirle è che il Parlamento deve essere ancora la stella polare del Ministero e della Presidenza del Consiglio perché solo qui ci si potrà confrontare, magari in maniera aspra, magari non avendo le stesse linee di partenza ma, se nella testa avremo la necessità di dare risposte ai cittadini, sapremo cercare di fare sintesi e di uscire insieme da questo momento difficile che davvero tutti vorremmo dimenticare presto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, oggi stiamo discutendo del problema di questa fase, della fase più complicata che stiamo vivendo ormai da diversi mesi e sono convinto delle cose che si stanno provando a mettere in campo, nella difficoltà di cui ognuno di noi è consapevole, nel senso che ogni qualvolta si discute della vicenda del COVID c'è sempre un “ma”. Infatti, stiamo affrontando un tema, non noi da soli, ma tutto il mondo come il Ministro ci ha ricordato, anche dai numeri, in cui nulla è certo e nulla si può dare per scontato. Si dice che, rispetto alla fase iniziale in cui noi, questa parte del mondo, ahinoi, siamo stati quelli più colpiti, le cure iniziano ad essere più efficaci, ma non sono risolutive, nel senso che non esiste una medicina, ad ora, capace di curare il virus. I numeri vanno meglio, almeno per noi, vanno peggio sicuramente in altre parti, ma dobbiamo - c'è sempre quel “ma” - evitare che diventino di nuovo drammatici. Se ogni qualvolta noi ci troviamo ad affrontare questa discussione dobbiamo aggiungere un “ma”, significa che l'unica cosa che possiamo continuare a fare è provare a fare le cose che il mondo scientifico ci consiglia confrontandole, dandone poi approvazione, facendo seguito a queste segnalazioni e a questi studi, cercando appunto di evitare che la situazione possa peggiorare in attesa - ci si augura nel minor tempo possibile, ma pure qui con il condizionale - che si possa arrivare a cure definitivamente efficaci e ad un vaccino che possa chiudere, magari definitivamente, questa vicenda. Però c'è sempre in queste nostre discussioni il dubbio e, allora, concordo con le cose che ci ha detto il Ministro oggi che sono poi le linee guida alle quali attenersi: l'uso delle mascherine, evitare gli assembramenti, dare le informazioni più alte possibili rispetto a quali azioni di igiene attenersi per evitare il contagio. Tutte cose che devono entrare nella quotidianità e che noi dobbiamo provare a rendere normali sapendo che abbiamo, in questa fase, nel nostro Paese, una situazione molto diversa rispetto a prima dell'estate quando, usciti dal lockdown, abbiamo ripreso “una vita normale”, e dobbiamo difenderlo questo. Oggi vi sono milioni di ragazzi che vanno nelle scuole con le difficoltà di cui avete e abbiamo parlato, di cui sentiamo parlare: ognuno di noi ha figli che vanno a scuola. So, per esperienza diretta, della difficoltà che stanno incontrando i ragazzi, i dirigenti, i professori, a cui va il mio ringraziamento per quanto stanno facendo nel tenere aperta la scuola. Non si va a scuola, in tutte le scuole, continuativamente per cinque, sei giorni alla settimana, non si va per tutte le ore, c'è ancora un po' di alternanza, c'è qualcuno che segue da casa. Ma guardate che abbiamo messo in giro milioni di persone che, quotidianamente, escono per andare a scuola, per insegnare, vi sono i genitori che accompagnano e ciò, rispetto al mese di giugno, crea un problema di maggiore potenziale diffusione del virus. E da questo che dobbiamo provare a dare una risposta, per evitare che diventi poi un fattore esponenziale che ci porti in quelle condizioni di problematizzazione, e su questo dobbiamo investire perché ne va del futuro del nostro Paese, non sulle altre cose. Per questo concordo sul fatto che, per esempio, gli assembramenti serali non sono indispensabili, non sono indispensabili, mentre andare a scuola è fondamentale.

Quindi, con riferimento alle modalità con le quali il Ministro ci ha esposto il percorso, anche il fatto - lo dico - di continuare nello stato di emergenza, è diventato un dibattito un po' così; noi lo stiamo prendendo e riprendendo, come se lo stato di emergenza non fosse una delle modalità anche per gestire questa vicenda, sapendo - perché questo è ciò che insieme si è deciso - che il Parlamento avrà sempre una sua centralità. Quindi è inutile che ogni volta ci sia il bisogno di ritornare su questa discussione, cioè sul fatto che c'è qualcuno che vuole più centralità e qualcuno che ne vuole meno: ciò è deciso, è così. Quando ci saranno i provvedimenti che toccheranno alcune vicende dovute alla lotta contro il COVID-19, ci sarà la centralità del Parlamento e il Parlamento li approverà: questo è quello che si è già deciso, non che dovremo decidere, per cui starei di più alle cose.

Infine, sento a volte questo nesso tra situazione sanitaria - alcuni la chiamano “dittatura sanitaria” - e situazione economica: io proverei ad affrontare le due cose in modo separato.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA STUMPO (LEU). Mi avvio a concludere, Presidente. C'è la situazione sanitaria e quindi vi chiediamo di affrontare la situazione economica: sembra come se a qualcuno mancasse la possibilità di dire la propria su quello che si deve fare; invece se la centralità del Parlamento c'è, queste vicende avranno la loro centralità, questo Parlamento avrà una sua centralità e ce l'avrà a prescindere dalla situazione sanitaria. Io mi auguro che il dibattito che fin qui si è svolto possa continuare ad avere questo carattere, abbastanza - se posso usare questo termine - tranquillo, senza picchi dei decibel. Anche perché quello che poi va fuori non è quello che ci diciamo qui, ma quello che riusciremo a fare ed io mi auguro, mi auguro seriamente, che tra quello che il Governo ci proporrà e quello che riuscirà a fare questo Parlamento, le cose si faranno nell'interesse del Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, abbiamo ascoltato le comunicazioni del Ministro Speranza sul contenuto del nuovo DPCM, quello che andrà a sostituire il DPCM del 7 settembre 2020 in scadenza a domani. Dovremmo essere arrivati al diciassettesimo decreto, ma è difficile tenere il conto: non è semplice per un parlamentare, figuriamoci per un cittadino.

Mi soffermerò inizialmente sul metodo, sull'approccio che il Governo continua a tenere nella gestione della pandemia: sono passati nove mesi dalla dichiarazione dello stato d'emergenza, ma l'approccio, mi spiace dirlo, è sempre lo stesso. Il tempo passa, le fasi dell'epidemia si succedono, la situazione rimane sempre la stessa: venite a comunicarci il contenuto di decisioni già prese, decisioni che dovrebbero formarsi qui e invece si formano altrove; noi non sappiamo dove, come e quando. Per l'ennesima volta ci avete tagliato fuori anche da quest'ultimo DPCM. Il provvedimento entra in vigore domani e voi puntualmente venite in Parlamento oggi, all'ultimo secondo, per comunicarci quello che avete già deciso, o meglio, quello che i vostri tecnici hanno deciso per il futuro degli italiani. Ancora peggio, io oggi dovrei intervenire su un DPCM in cui non so cosa c'è scritto, quindi non posso fare altro che svolgere un intervento al buio, un intervento su quello che abbiamo letto sui giornali.

Provo adesso ad entrare nel contenuto del DPCM e non più nel metodo. Io penso una cosa, cioè che gli italiani hanno dimostrato nella fase del lockdown una grande responsabilità nell'ottemperare a tutte le misure che sono state imposte; non vorrei che adesso, quando c'è una nuova fase della malattia, venisse scaricata sugli italiani la responsabilità di alcune scelte, come se fossero degli irresponsabili, cosa che non è. Nei numeri che il Ministro ci ha precedentemente comunicato c'è qualcosa da dire. Praticamente, noi, in una prima fase della malattia, abbiamo fatto i test sui malati che erano sintomatici e abbiamo messo in isolamento i contatti, quindi abbiamo trovato un certo numero di positivi. Adesso è cambiata la metodologia ed eseguiamo i test anche a campione, facendo test di screening e i test sui contatti, quindi troviamo un numero di malati che è relativo anche al numero dei tamponi.

Non dobbiamo dimenticarci che noi oggi ci facciamo più o meno dieci volte il numero dei tamponi che facevamo durante la fase del lockdown: siamo oltre i 100 mila tamponi, mentre prima eravamo a 7, 8, 10 mila, quindi il paio di migliaia di malati che troviamo sono relativi anche al numero dei tamponi. Di più: una gran parte di questi che troviamo sono dei pazienti asintomatici.

Per dire cosa? Che quello che ci deve guidare, secondo me, è un dato fondamentale, cioè il numero dei malati che abbiamo in terapia intensiva, ed è quello che ci ha guidato ai tempi del lockdown, che ci ha portato anche al lockdown stesso. In questo momento il numero dei malati in terapia intensiva è pari a circa 300 in Italia, quindi, rispetto alla nostra possibilità di capienza - 8 mila posti - siamo molto al di sotto. Sulla definizione dello stato di emergenza, quindi, noi siamo contrari; stiamo anche parlando di proroga dello stato d'emergenza e siamo contrari perché in questo momento non c'è un'emergenza, cioè possiamo tranquillamente provvedere con gli strumenti ordinari, tant'è vero che noi siamo l'unica nazione in Europa in cui c'è uno stato di emergenza, e non altrove.

Per quanto riguarda il contenuto del DPCM, io mi riferisco a quello che abbiamo appreso dalla stampa. Io credo che le misure che vanno imposte debbano essere fondamentalmente guidate dalla logica e dal buon senso, visto che la malattia nessuno la conosce perfettamente e nessuno è in grado di sapere cosa succederà, nonostante gli sproloqui che sentiamo da esperti più o meno validi del Comitato tecnico-scientifico. Quindi dobbiamo usare la logica e il buon senso per dire cosa? Le misure che noi imporremo ai nostri concittadini devono essere ragionevoli: se voi mi chiedete di utilizzare la mascherina in un posto in cui c'è un assembramento, io non posso che essere d'accordo, ma se voi mi chiedete di usare la mascherina mentre torno da solo, magari di notte dal Parlamento, in una strada deserta, questa è una cosa che non ha logica, non è di buon senso. Non vorrei che tornassimo al tempo del lockdown, in cui abbiamo visto camminatori solitari inseguiti da elicotteri, droni e motovedette della Polizia. Di più: non vorrei che domani ci fosse il coprifuoco con la chiusura dei locali pubblici alle 23, o non vorrei, cosa ventilata dai giornali, che fossero mandati in strada contro le persone i militari, l'Esercito; questa è una cosa che non è ragionevole.

Davvero non mi spiego come in un momento come questo si possa pensare all'abrogazione dei decreti-legge “Sicurezza” e all'abolizione di “Quota 100”: siete al Governo, ma davvero non avete alcun collegamento con la realtà. La vostra agenda politica non si basa sulle necessità degli italiani, si basa sulla necessità di mantenere questo stato di eccezione, che voi stessi avete creato in violazione della Costituzione.

Di più: abbiamo parlato ripetutamente dell'economia e io vi invito a riflettere su questo. C'è tutta una categoria di persone che vivono di alcuni pezzi dell'economia. La chiusura di un ristorante, di una discoteca, di un albergo mette delle persone in ginocchio. Io non so se voi avete un amico che fa parte di queste categorie, ma se aveste parlato con queste persone, avreste visto la disperazione che ci può essere in queste persone. Quindi, anche in questo il buonsenso ci deve guidare. Dobbiamo porre in essere delle misure che siano tollerabili. Il discorso del testare le persone che non hanno sintomi ci porta a una malattia che ha un'altissima contagiosità. L'abbiamo visto con una squadra di calcio, il Genoa, dove non c'erano positivi nei primi due tamponi, mentre nel terzo c'erano 14 persone positive. Abbiamo visto persone supercontrollate, come il Presidente degli Stati Uniti, diventare positivo alla malattia. Abbiamo visto una nostra collega, la deputata Lorenzin, riferirci di avere contratto la malattia nonostante le massime cautele e precauzioni. Per dire cosa? Se questa malattia, come lo è, è una malattia che viene trasmessa da un Coronavirus, il Coronavirus è lo stesso virus che provoca il raffreddore. Logicamente, nessuno dice che essa è paragonabile ad un raffreddore, ma è vero che il tipo di trasmissione è dovuto a un virus come quello del raffreddore, cioè molto difficile da controllare.

Quindi, noi dobbiamo prepararci ad una fase di convivenza con la malattia più o meno lunga. Perciò, bisogna riflettere bene su quali misure imporre ai cittadini e alla limitazione della loro libertà personale. Questa è una cosa da tenere seriamente in considerazione. Per ultimo, vorrei citare le parole di un costituzionalista, che è Sabino Cassese, il quale, per quanto riguarda la proroga dello stato di emergenza ci ha parlato di proroga dell'incapacità. Il nostro auspicio, colleghi, è che questa incapacità del Governo non sia prorogata all'infinito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghe e colleghi, abbiamo dovuto fare i conti in questo tempo con dei termini, che poi sono le norme fondamentali, che richiamiamo ogni volta che siamo in Aula, a commentare tutti gli eventi che attengono all'emergenza pandemica: distanziamento fisico, lavaggio delle mani, mascherine, evitare gli assembramenti in tutti i contesti. Basti pensare che rispettare queste regole, in questo momento, fa in modo che si venga infettati in qualche caso, ma con una bassa carica virale, con pazienti che presentano meno sintomi o siano addirittura asintomatici, quindi sintomi meno aggressivi, meno pericolosi. Ecco, perché utilizzare la mascherina rallenta la diffusione della malattia e, in caso di infezione, ne riduce la pericolosità. Ma tornerò più avanti su questo tema, anche perché sono state fatte delle considerazioni, anche sui reparti di terapia intensiva, di sub-intensiva, dei Pronto soccorso, che iniziano in qualche modo a ripopolarsi.

La composizione percentuale dei casi attualmente positivi si mantiene costante. Mediamente - questi sono i dati - il 93-94 per cento sono asintomatici o oligosintomatici; i pazienti ricoverati con sintomi rappresentano il 5-6 per cento del totale; quelli in terapia intensiva lo 0,5 per cento, anche se - lo sappiamo - con differenze regionali rilevanti. Allora, è fondamentale mantenere alta la consapevolezza dei cittadini, visto anche - il Ministro lo ha citato - un contesto europeo nel quale vi è un rischio elevatissimo, tale che - dobbiamo dirlo con chiarezza - la proroga dell'emergenza non è assolutamente in discussione. Vi è un altro dato - su questo inviterei anche a una riflessione- e cioè che le misure anti-COVID in altre zone del pianeta, in particolare in Oceania, in Argentina, in Cile e in Sudafrica, hanno addirittura quasi azzerato la diffusione del virus influenzale. Allora, adottare tutte le misure precauzionali, comportandoci in maniera corretta, ci consentirà di evitare sia l'uno che l'altro, cioè sia il SARS-COV-2 che il virus dell'influenza, con un vantaggio non da poco direi, vista la somiglianza dei sintomi e la grande confusione che ne può derivare. Anche perché, come il Ministro ha sottolineato, in Italia, come in Europa, si è verificata una transizione epidemiologica relativamente al dato del contrarre l'infezione da SARS-COV-2, con un forte abbassamento dell'età media, ma con dati che devono essere seguiti e monitorati in maniera costante. Comunque, tutti questi dati ci dicono inevitabilmente che il virus continua a esserci e continua a diffondersi. Quindi, rimane valido il concetto che gli strumenti e le azioni, che dobbiamo mettere in campo, vanno modulati in maniera graduale, a seconda del mutevole quadro epidemiologico. È necessario che alcune misure siano operative su tutto il territorio nazionale, ma altre devono essere proporzionate alle situazioni dei singoli territori, almeno fino a quando si può constatare un controllo dell'epidemia. Cresce, come abbiamo detto e abbiamo anche ascoltato, il numero delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva. Riporto i dati ufficiali nella settimana tra il 16 e il 22 settembre. Circa l'85 per cento dei pazienti ricoverati con sintomi erano concentrati nel Lazio (482), in Campania (360) e in Lombardia (294), con una tendenza, che - anche qui il Ministro mi sembra che sia stato abbastanza chiaro - è diversa da quella che abbiamo vissuto all'epoca del lockdown. L'82,8 per cento dei pazienti in terapia intensiva si distribuisce in questo modo nelle seguenti tre regioni: 34 in Lombardia, 31 nel Lazio e 23 in Campania. Insomma, in due mesi, i pazienti ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.604 e quelli in terapia intensiva da 49 a 239 - questi sono i dati che facevano riferimento alla settimana che ho citato - con i tassi di ospedalizzazione per 100 mila abitanti superiori alla media nazionale (4,7): Liguria (10,6); Lazio (8,7); Sardegna (7,1); Campania (6,6).

Allora è giusto che tutti noi, infine, oltre a rispettare in maniera rigorosa tutte le misure raccomandate, siamo chiamati ad un altro compito importante, fondamentale e io direi prioritario, quello di proteggere al meglio gli anziani, di proteggere al meglio le persone fragili, vista la notevole circolazione in ambito familiare del virus, soprattutto tra i giovani asintomatici. Bisogna giocare d'anticipo, rispetto alla diffusione del virus, alla possibilità quindi di contenere la seconda ondata. Ma l'obiettivo è sempre lo stesso: evitare sovraccarichi del Servizio sanitario nazionale. Serve un potenziamento consistente del sistema di testing and tracing, come nella App “Immuni”, che finalmente riesce a far vedere dei numeri molto più significativi, che sono chiaramente più funzionali all'obiettivo, oltre ad adeguate misure di isolamento domiciliare. In secondo luogo, devono essere garantite anche le coperture vaccinali a tutte le categorie a rischio.

Infine, bisogna assicurarsi - e questo è un tema veramente determinante - che i servizi sanitari delle regioni del Centro sud, che sono meno avvezzi alla gestione dell'emergenza ospedaliera da COVID-19, siano adeguatamente organizzati e si facciano trovare pronti. Non vorrei dimenticare - qualche collega lo ha già sottolineato - che abbiamo affrontato due fasi abbastanza rischiose e critiche. Ricordo anche in quest'Aula una serie di considerazioni fatte rispetto a queste due condizioni, che erano qualche settimana fa all'attenzione. Mi riferisco alle consultazioni elettorali e alla riapertura delle scuole. Devo dire che anche i dati più recenti ci confermano che questa sfida, in qualche modo affrontata con coraggio, si sta vincendo attraverso uno sforzo collettivo. Mi riferisco in particolare alla scuola. È un segnale che da tutti veniva invocato, ma da pochi praticato nel senso del lavorare intensamente, per farsi trovare pronti a questa tanto invocata riapertura, soprattutto per garantire il diritto allo studio, in particolare per i più giovani. È indispensabile ancora oggi - lo si è detto anche in questa mattinata - una costante prudenza, ma i dati sono positivi. Il sistema scolastico sta tenendo perché si è attrezzato per questa sfida. Quindi, va dato merito anche al nostro Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ma va dato merito anche ai grandi sacrifici da parte delle famiglie. Dobbiamo tenere alta l'attenzione, soprattutto per quello che viene definito il pre-scuola ed il post-scuola. Devo dire, ma con rammarico, che non mancano, con una scorrettezza istituzionale notevole, le strumentalizzazioni e le alchimie di una politica che non riesce ad uscire quasi mai da una becera campagna elettorale permanente. Questo, però, non è il momento di fare polemica.

Abbiamo sempre invocato un atteggiamento istituzionale responsabile per affrontare questo momento critico e soprattutto un momento nel quale la classe politica ha una grande opportunità che non può mancare nel suo complesso. La necessità di salvaguardare il rischio di contagio rimane un obiettivo assolutamente prioritario. Un allentamento delle misure, in particolare per eventi e iniziative a rischio di aggregazione in luoghi pubblici e privati, e comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei renderebbero concreto il rischio di un rapido peggioramento epidemico.

E allora, in un contesto di necessaria uniformità di accesso all'assistenza, noi ci auguriamo anche che i presidenti di regione abbiano utilizzato al meglio le risorse per affrontare degnamente tutte le necessità o le urgenze del momento ma, in particolare, lo abbiano fatto per affrontare le tematiche dei pazienti fragili e dei pazienti cronici. Il tema delle mascherine - il Ministro lo ha preannunciato, preannunciando in qualche modo la volontà di estendere l'uso a chiunque esca di casa su tutto il territorio nazionale - devo dire che è un tema abbastanza complesso. Non è affatto semplice come usarle, soprattutto dove usarle e quindi - lo ha ribadito anche in questa occasione il Ministro Speranza - i dati scientifici in qualche modo devono fare da guida. Assistiamo, infatti, ad un confronto, talvolta come se fosse una partita di calcio, tra tifosi, tra estremisti, negazionisti e quant'altro.

Io tengo ancora una volta in questa occasione a dire che noi dobbiamo portare al centro il primato della politica. La politica ha la necessità di assumere le decisioni anche tenendo conto delle valutazioni scientifiche e dei dati, come ho provato prima a illustrare in questo mio intervento. Noi pensiamo che la popolazione vada proprio incoraggiata a indossare le mascherine in situazioni specifiche secondo alcuni criteri, chiarendo quali sono i vantaggi che offre questa pratica ma tenendo conto - e devo dire anche questo con molta chiarezza - della densità della popolazione: una cosa è una strada di una città affollata - consentitemelo - ma altra cosa è una strada di campagna. Occorre aprire anche un po' lo scenario rispetto alla disponibilità delle mascherine e al tipo di mascherine, con un'informazione che sia quanto più diffusa e capillare possibile rispetto alla grande possibilità di limitare il contagio da persone asintomatiche, e trasferire a tutti che siamo una comunità, una comunità che coopera per contenere la diffusione del virus, ed è questo senso di comunità che dobbiamo continuare ad alimentare. Occorre altresì ricordare alle persone che il virus c'è e che bisogna prendere, però, anche altre misure, come il lavaggio delle mani e il mantenimento del distanziamento fisico. Questo non deve portare, però, ad alimentare un falso senso di sicurezza, perché qualche volta il dibattito centrato sulle mascherine evidentemente fa in modo che le persone poi non possano rispettare contemporaneamente le altre indicazioni. Non trascurerei, poi, tutte le problematiche legate allo smaltimento delle mascherine e a pensare come dobbiamo affrontare un'altra serie di difficoltà, difficoltà specifiche come, per esempio, quelle di comunicazione per le persone non udenti, difficoltà per persone con disabilità intellettiva o con problemi respiratori cronici.

Allora, diciamolo una volta per tutte, con chiarezza e anche con onestà intellettuale: noi dobbiamo comunicare ai cittadini cosa le mascherine possono ottenere e cosa no e soprattutto spiegare bene che le mascherine non possono essere usate da sole ma serve anche il distanziamento fisico e l'igiene delle mani. Bisogna informare la popolazione su come smaltire le mascherine e continuare a valutare tutti gli studi che ci sono su questo tema, a valutare, quindi, l'impatto da un punto di vista epidemiologico ma anche della scienza sociale. Quindi, concluderei questo ragionamento, osservando che rispettare le regole è per noi un indirizzo prioritario, ma non dobbiamo mai chiudere tutti gli spazi di discussione. Non c'è dubbio sulla necessità dell'uso delle mascherine, ma, all'interno dei provvedimenti che verranno adottati, è indispensabile declinare con precisione le dovute eccezioni. Questo lo dobbiamo non solo a una chiarezza e a un senso di responsabilità comune, ma lo dobbiamo a tutti i pazienti che, in questo tempo, hanno dovuto confrontarsi con una patologia terribile, spesso isolati e incapaci anche di poter comunicare ed essere assistiti. Il focus ancora una volta in questo tempo deve andare, ovviamente, al tema del COVID e a tutto quello che ho cercato di illustrare, ma non deve mai dimenticare tutte le altre patologie, tutte le altre patologie che non scompaiono di colpo, tutti gli altri pazienti e i cittadini in difficoltà che hanno dovuto rinunciare all'assistenza e che hanno dovuto, in qualche modo, rinviare anche alcuni appuntamenti importanti con gli screening oncologici e con interventi urgenti.

Allora, una politica integrata, ancora una volta, oggi rappresenta lo scenario futuro nel quale inserire qualsiasi tipo di provvedimento per rendere l'Italia, ancora una volta, orgogliosa di rivestire un ruolo determinante e di guida anche sullo scenario europeo per i risultati che ha ottenuto e che - io sono convinto - continuerà a ottenere per la capacità e la responsabilità di questo Governo ma anche di tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Abbiamo appena ascoltato un dotto intervento, degno probabilmente della partecipazione ad una delle tante task force di scienziati che hanno contribuito a fare anziché chiarezza molto spesso confusione. Credo che il tema sia leggermente diverso: non è dare consigli al Ministro per quello che deve in qualche maniera decidere, ma chiederci se questa proroga dell'emergenza abbia un fondamento e che fondamento abbia. Diceva il Ministro: “Non sprechiamo il vantaggio” - l'ho ascoltato con molta attenzione -, dando atto che è un'emergenza in progress, ossia, sostanzialmente, noi siamo tra i Paesi meglio messi rispetto ad altri e, quindi, noi dovremmo entrare in emergenza nella prospettiva di un'emergenza e questo già costituisce un punto di difficile digestione, perché il giudizio dovrebbe essere diagnostico e non prognostico. L'emergenza non è una prospettiva ma è uno status: è indispensabile verificare che ci sia una situazione di emergenza per poter legittimare una proroga, perché, illustre Presidente e illustri colleghi, il vero problema dell'emergenza non è il merito ma il metodo, perché io rammenterò che, sotto la specie dell'emergenza, si sono consumati i più gravi attentati alla democrazia e anche alla democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo va detto con molta chiarezza! Ecco perché il concetto di emergenza non può essere un'opzione, non può essere un'opinione, non può essere un'illazione, non può essere una scelta marcatamente soggettiva, ma deve essere una verifica oggettivamente insuperabile per legittimare…Adesso, D'Incà, giusto per chiarire, perché io ci tengo al Ministro Speranza, amico di antiche battaglie: ora siamo su fronti opposti ma l'attenzione credo che me la meriti, almeno per questo.

Allora, detto questo, il problema è rappresentato dagli strumenti. Gli strumenti: il DPCM. Il DPCM è uno strumento terribile, che non è sottoposto né al Presidente della Repubblica, né alla Corte costituzionale e nemmeno al Parlamento. E' un'arma nelle mani del Presidente del Consiglio micidiale, letale. Ora, le armi si possono usare, illustre Presidente, per una legittima difesa da una situazione di emergenza sanitaria ma per una illegittima offesa della democrazia.

Allora, il punto è: quanti DPCM sono stati utilizzati per comprimere le libertà personali, molto spesso semplicemente per rispondere a una domanda di sopravvivenza quotidiana del Governo? Noi siamo preoccupati, da questo punto di vista, di un utilizzo non esorbitante, illegittimo del DPCM, semplicemente per offrire risposte e superare i controlli parlamentari del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 11,40)

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Il tema non è di poco conto, perché si accompagna, come sempre, a una reazione di sistema, la cosiddetta disintermediazione parlamentare; il Parlamento diventa ancillare, se non inutile, ad ascoltare illustri guru del passato, non si capisce se del presente, comunque vintage, del MoVimento 5 Stelle e, secondo alcuni attuali filosofi dello stesso MoVimento, le leggi si scrivono nelle Commissioni e non più in Parlamento. Allora, io avverto, avverto, un segnale molto preoccupante, cioè un Parlamento che diventa sempre più inutile e sempre più dismesso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e i DPCM contribuiscono, contribuiscono, ad offrire un'immagine sbagliata di un dibattito parlamentare ormai inutile e non mi riferisco alla prassi vergognosa dei decreti-legge più fiducia, decreti-legge più fiducia, mantenuti fino all'ultimo giorno in una Camera per bypassare il bicameralismo costituzionale, ormai mortificato e inesistente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la situazione politica; caro Ministro e illustre Presidente, qui si colloca la richiesta di proroga, si colloca in un contesto intollerabile.

E che cosa dire dell'ultimo coup de foudre che viene dal Partito Democratico di, addirittura, sponsorizzare il voto telematico, cioè votare sui computer? Ma che cosa vi ricorda il voto informatico, quale piattaforma vi ricorda? Vogliamo trasformare il Parlamento in una piattaforma informatica, magari con una associazione che litiga con i suoi stessi appartenenti? Io credo che questa sia la dimostrazione plastica, ed è una proposta che viene incredibilmente dal Partito Democratico, di consentire il voto telematico; allora, DPCM, più voto telematico, più fiducia, più provvedimenti trattenuti in una Camera fino all'ultimo, qual è il risultato di questa mistura? La fine della democrazia rappresentativa; noi diventiamo una democrazia di Governo, cioè di potere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la verità, voi volete continuare a comandare a tutti i costi, senza nessun controllo.

Lo dico, Presidente, Ministro, con molto rispetto, ma prendendo atto di dati che sono alla portata di tutti e che ci vedono sempre più inutili in quest'Aula e sempre meno importanti nell'ambito delle Commissioni, perché, come diceva la nostra presidente, Gelmini, il 14 luglio, a casa Conte le opposizioni non contano nulla. Ed è vero, le opposizioni non contano nulla, voi volete continuare a governare il Paese, facendo a meno delle opposizioni, ma questo non è possibile, il Ministro, che è un parlamentare di esperienza, lo sa, senza le opposizioni non si va da nessuna parte, soprattutto su provvedimenti importanti e fondamentali, pensate alla legge elettorale: se qualcuno si illude di introdurre una legge elettorale che distrugga qualsiasi forma di chiarezza nei confronti dell'elettore si sbaglia, perché sarà giustiziata in quest'Aula, quella legge elettorale; se qualcuno pensa di poter fare il furbo con cinque numeri in più e poter fare della legge elettorale una sorta di DPCM atipico si sbaglia!

Allora, è chiaro che noi siamo molto, ultra favorevoli a tutte le forme di prudenza, a tutte le forme di offerta sanitaria, perché qui ha ragione il collega Provenza, attenzione che il COVID non diventi un modo per dismettere l'offerta sanitaria del Paese che è notevolmente peggiorata in seguito al COVID (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), qui, occhio, io parlo della mia regione, in particolare, in cui l'offerta sanitaria si è ridotta al lumicino, nella prospettiva di una sorta di modo di legiferare di emergenza che mortifichi il resto; quindi, attenzione, Ministro, al caos, al caos della quotidianità e della necessità di sbarcare il lunario. Io penso che fra Stato, regioni, Governo e Parlamento voi non riusciate più a capire dove state, noi certamente sì (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, signor Ministro, noi abbiamo apprezzato la puntualità e la coerenza delle sue parole, con cui ha voluto, ancora una volta, ribadire una altrettanto coerente strategia che si è sviluppata lungo questi mesi difficili, complessi per il nostro Paese, una strategia informata a un principio di prudenza e di precauzione, una strategia che ha avuto, altresì, però, una continua capacità adattiva rispetto a un contesto in continua e costante evoluzione. E, come lei ricordava, questo contesto in evoluzione è anche la situazione che ci troviamo ad affrontare adesso e, verosimilmente, nei prossimi mesi. Io, al di là o a differenza di quello che hanno sostenuto alcuni colleghi lungo questi primi interventi nella discussione generale, credo che la scelta che abbiamo compiuto, come Parlamento, di parlamentarizzare i DPCM, di farli anticipare da una discussione franca, in un reciproco ascolto attivo fra l'Esecutivo e le forze parlamentari, abbia espresso e continui ad esprimere la sua bontà, la sua utilità. Ci serve anche in questo contesto che, ripeto, è un contesto sicuramente preoccupante; lei faceva riferimento a un contesto internazionale che ha raggiunto i 35 milioni di contagiati in tutto il mondo, un milione di morti, a dati giornalieri che provengono da Paesi europei, Paesi anche, in molti casi, contigui all'Italia, molto, molto preoccupanti.

L'Italia, in tutto questo, in questo contesto, ha un tasso di contagio notevolmente più basso degli altri Paesi europei; senza eccedere, diciamo, in autocompiacimento, però, io credo che questo non sia un fatto casuale, ma sia anche l'esito di questa strategia che, al netto delle opinioni rispettabilissime di tutti i componenti di questa assise, si è dimostrata vincente e si è dimostrata efficace a detta anche dell'Organizzazione mondiale della sanità che ha riconosciuto come la strategia italiana sia stata capace di rispondere più efficacemente di altre alla straordinaria complessità di questa situazione inedita. Ed è normale che, invece, altri Paesi che, forse, in altre situazioni, in situazioni precedenti hanno a volte sottovalutato o, forse, ridimensionato la portata dell'evento, oggi, ancora, vivano situazioni di particolare complessità; e questo ci dice anche, lo dico anche a fronte del dibattito che si è, non solo questa volta, sviluppato in quest'Aula, circa la tesi che non ci sarebbero i presupposti per prorogare lo stato di emergenza, che – visti i dati epidemiologici di queste settimane, questa crescita che lei richiamava nelle ultime nove settimane e il fatto che sta risalendo l'età media delle persone contagiate, con tutta la pericolosità che questo porta con sé – quindi, ci siano dei presupposti oggettivi nel nostro Paese, ma credo che nel parlare dello stato di emergenza, non si possa non fare riferimento a un contesto globale, pandemico, appunto, dentro il quale siamo inseriti e che, quindi, non consente visioni autarchiche e con occhiali nazionalistici. E quindi, credo che sia giusto prorogare lo stato di emergenza, credo che sia giusto proseguire in questa strategia, perché è sbagliato pensare di esserne fuori e credo che sia giusto, altresì, contemperare il rigore delle scelte che stiamo facendo e che abbiamo compiuto fin qui con la tenuta di una ripartenza, sapendo che senza la sicurezza, come ha detto lei, senza la tenuta di una sicurezza sanitaria nel nostro Paese non vi sarà alcuna ripartenza.

L'altro dato significativo su cui è bene interrogarsi, anche per ulteriormente precisare le nostre strategie e, anche, giustamente, ribadire una capacità di strategia nazionale rispetto alla pandemia, è che non c'è più una dinamica territoriale. Non stiamo parlando più, solo e tanto, di cluster territoriali, ma di una dinamica diventata nazionale e ciò ci interroga, anche sapendo le enormi diseguaglianze di salute, le enormi diseguaglianze nell'offerta dei servizi di salute, pur nel quadro di un unico grande Sistema sanitario nazionale, che attraversano il nostro Paese.

Questo, sicuramente, è motivo di particolare attenzione anche nella declinazione della nostra strategia. Credo sia importante - lo ribadisco, l'ho detto in altre occasioni - costruire una massima condivisione nel prosieguo di questa strategia fra lo Stato, le regioni e le autonomie locali tutte, un livello di coordinamento maggiore e che si esprima anche in termini più evidenti. Credo che per farlo sia necessario uscire da un dibattito asfittico e inutile fra centralismo o autonomia. Noi abbiamo bisogno di costruire una nuova governance fra Stato e regioni per affrontare la pandemia e che sarà utile anche quando, speriamo presto, questa situazione sarà superata. E credo che questa strategia, ripeto, di cautela, di prudenza, di rigore, efficace, che abbiamo messo in campo, sia davvero un dovere di rispetto verso la resistenza e la resilienza che gli italiani hanno messo in campo lungo tutti questi mesi. E credo, altresì, sia giusto contrastare, prevenire possibilmente, i comportamenti irresponsabili che ancora vediamo; certo, spesso salgono agli onori della cronaca più gli atteggiamenti irresponsabili, di quanto non siano molto più diffusi, invece, gli atteggiamenti responsabili e rispettosi degli italiani; ma certamente credo che, anche con le misure ulteriori che vengono immaginate nel prossimo DPCM, si possa contrastare e prevenire comportamenti irresponsabili, perché, ripeto, ne va del rispetto verso lo straordinario sacrificio che gli italiani hanno compiuto.

E credo - lo ha detto lei, Ministro e mi associo alle sue parole - che, se questa strategia ha dato buona prova di sé, è anche per un esito positivo davanti a questo straordinario crash test che ha saputo offrire il nostro Servizio sanitario nazionale, il suo modello universalistico e gratuito delle cure; spesso, anche a proposito, ne segnaliamo i limiti, le diseguaglianze, ma io credo che mai come oggi dovremmo esserne fieri, fieri e ben felici di un sistema che ha queste caratteristiche. E ha funzionato il Servizio sanitario nazionale, ma, al di là delle semplificazioni sul ruolo dei tecnici, io credo che invece abbia anche funzionato la costruzione di un sistema articolato in cui il punto di vista tecnico, fondamentale quando si parla di ragioni di scienza, e la responsabilità politica, centrale e diffusa, degli enti locali, hanno convissuto non solo, ma hanno costruito un sistema che ha avuto una capacità operativa importante. Non possiamo, certamente, sederci sugli allori, bisogna continuare con questa scelta. Bene i tre assi portanti che lei ha richiamato, l'utilizzo corretto delle mascherine, l'estensione anche all'aperto per contrastare degli atteggiamenti irresponsabili che pure abbiamo constatato e questa attenzione anche rispetto a una dinamica di contagio intra-familiare e fra amici, che lei ci segnalava. Quindi bene i tre assi portanti, a cui mi permetto di aggiungere, non dico un altro asse portante, ma un elemento che secondo me va ribadito, e cioè il sostegno e la promozione di una prevenzione vaccinale antinfluenzale, che sarà fondamentale in una fase come quella invernale, in cui appunto convivranno la dinamica epidemica del Coronavirus con le sindromi virali influenzali.

Ecco, io credo che sia importante sostenere con forza la prevenzione vaccinale antinfluenzale e anche verificare, a proposito del rapporto dinamico con le regioni, il tempestivo e adeguato approvvigionamento, da parte delle diverse regioni, delle dosi di vaccino.

Ultima cosa che tengo a sottolineare, in questa fase di discussione generale, è il tema della scuola, che anche lei ha richiamato. È fuori da ogni dubbio che la scuola, la sua ripartenza, la sua ripartenza in sicurezza, sia la sfida di credibilità decisiva per questo Paese. Ad oggi, come lei richiamava, in mezzo a molti messaggeri di sventura la trasmissione del COVID-19 negli studenti e nel personale scolastico è, ad oggi appunto, molto limitata e i protocolli stanno funzionando, come ha certificato oggi anche l'Istituto superiore di sanità. Su questo occorre, tuttavia, non abbassare la guardia e continuare a prestare cura alla scuola e a questa sua coraggiosa ripartenza. Lei ha giustamente ringraziato gli insegnanti, il personale docente, il personale tutto della scuola; mi permetta di aggiungere a questo elenco un ringraziamento per le famiglie italiane, che hanno sostenuto e accompagnato la ripartenza della scuola, fra molte incertezze, fra molti necessari cambiamenti della già complessa dinamica di conciliazione della vita lavorativa e della vita familiare. E quindi io credo che anche a loro vada un plauso rispetto ad una capacità, anche qui, di resilienza e di accompagnamento delle scelte importanti. E ancora, e concludo davvero, lo ha detto, lo ribadisco, abbiamo bisogno di continuare anche sulla strada dell'aumento dei test diagnostici, del tracciamento; su questo c'è la necessità di rafforzare i presìdi di sanità pubblica delle aziende sanitarie, che stanno facendo un lavoro straordinario, ma su cui c'è necessità di investire, e sicuramente lo si sta facendo già negli ultimi giorni, negli ultimi tempi e anche con dei risultati che lei ha richiamato; ribadire l'importanza e anche insistere e far percepire l'importanza dello strumento di tracciamento telematico dell'App Immuni. Ecco, io credo che intorno a questa strategia, le cose che lei oggi ha ribadito, l'Italia possa certamente e dovrà certamente stare all'erta rispetto alla pericolosità di questo virus, ma abbia gli strumenti, si sia data gli strumenti per affrontare anche questa ulteriore fase complessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà. Ha due minuti.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Ministro, nei due minuti a mia disposizione, tocco una tematica molto cruciale per chiederle se nel prossimo DPCM o protocolli collaterali possiamo occuparci e dare attenzione alla situazione dei figli dei lavoratori a rischio, ovvero personale sanitario e delle RSA. Il caso Pisa, per intenderci, ha posto male il problema, perché non sono le scuole, per lo meno in generale, che scoraggiano i medici a portare i loro bambini a scuola perché portatori di maggiori rischi ipotetici, in realtà sono gli stessi medici, infermieri e OSS, che, consapevoli dell'impatto che avrebbe se loro venissero contagiati, stanno blindando le loro famiglie. Non sono più disposti a non abbracciare i loro bambini per altri sei mesi, come è successo a marzo. Pertanto, in questo momento c'è questa situazione silenziosa, ma diffusa, anche incoraggiata dall'ambiente ospedaliero, di non portare i bambini ai nidi, alle materne e alle scuole elementari.

Quindi io chiedo: dobbiamo monitorare le assenze nelle scuole, perché sta saltando il diritto allo studio, per una causa nobile, la sicurezza, però dobbiamo intervenire e devo dire che, guardando il panorama europeo, forse l'unica cosa che - mi permetto di dirlo - i nostri amici britannici hanno fatto è che la prima azione è stata di fare classi ad hoc per i figli degli operatori sanitari. Le strade sono due, perché è quello che stanno chiedendo i medici: o di avere la possibilità di vedere più monitorata la situazione di sicurezza dei loro bambini, parlo fino ai dieci anni soprattutto, o di avere la possibilità di avere una corsia preferenziale o con un controllo maggiore dei tamponi, perché, per il rischio e lo stigma che possono avere se infettano un intero reparto - e sappiamo che il lasso di tempo tra il caso sospetto e quello conclamato è di tre giorni - loro stanno tenendo i bambini a casa.

PRESIDENTE. Pregherei maggior silenzio in Aula.

È iscritto a parlare il collega, onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente, siamo in un momento in cui serve tutta la precauzione sanitaria necessaria ma serve, da parte di tutte le istituzioni, a partire dal Governo, responsabilità. La responsabilità che hanno avuto i medici - che lei ministro ha ringraziato - le famiglie, il personale scolastico, le imprese e i commercianti ma quella responsabilità che non ha avuto lei, che non ha avuto il Governo e che non ha avuto la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché lei, caro ministro, è venuto meno alle sue responsabilità quando non ha coinvolto le regioni, quando è andato avanti senza avere una politica coordinata con le nostre regioni sul tema sanitario. Non ha avuto responsabilità, oggi, Conte, quando ha mandato lei sulla vicenda dell'emergenza, sulla proroga dell'emergenza, quando non era compito suo parlare della proroga dell'emergenza e non era questo l'atto in discussione oggi. È gravemente irresponsabile mandare avanti lei che, tra l'altro, rappresenta anche una minoranza all'interno di questa presupposta maggioranza. Responsabilità che non ha avuto il ministro Azzolina, quando ha mandato i nostri ragazzi nelle scuole senza banchi; responsabilità che non ha avuto il Governo, quando ha raddoppiato lo stipendio a Tridico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) mentre ancora non venivano pagate le casse integrazioni alle nostre famiglie, alle nostre aziende; la responsabilità che non ha avuto il leader del Partito Democratico quando ha detto che, se ci fosse stata al Governo la Meloni, sarebbero arrivate le fosse comuni - come i loro amici Bolsonaro e Orbán - dimenticando alcune cose: intanto, che non solo in Brasile ci sono meno morti per popolazione che in Italia e in Ungheria, addirittura, un decimo di morti per popolazione che in Italia; ma Zingaretti si è dimenticato che era quello che andava a dire che il virus era il razzismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), era quello che andava a fare gli aperitivi a Milano! E mentre faceva questo, regalava 5 milioni per mascherine mai arrivate ad aziende in odore di mafia! Questo è il senso di responsabilità che voi avete avuto e non è così che si gestisce la situazione!

Oggi ho sentito dire, sempre a proposito di irresponsabilità, tante cose anche su Immuni. è molto irresponsabile che ancora non ci abbiate detto quanto è costata questa app in termini di consulenze, di pubblicità, di sponsorizzazioni, di prebende agli amici degli amici. Lo chiediamo come Fratelli d'Italia, l'ha chiesto il nostro capogruppo, e ancora non sono arrivati i costi di Immuni ma, oggi, lei viene qui a dirci che è un successo. Per carità, massima solidarietà a tutti i colleghi che sono in quest'Aula colpiti dal virus, a partire dalla collega Beatrice Lorenzin a cui mando un abbraccio affettuoso e auguri di prontissima guarigione. Però, mi fa un po' ridere che lei viene qui a dirci che Immuni è stato un successo quando l'ex Ministro della Salute, che oggi siede in maggioranza, era uno di quelli che non ha nemmeno scaricato Immuni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Massima solidarietà ma questo successo di Immuni è tutto da dimostrare.

E allora, caro Presidente, le chiedo di farsi portavoce con il Governo che non è più il momento dell'irresponsabilità. È una fase delicata, delicata per le nostre aziende, per la nostra economia, per la salute degli italiani. Adesso è il momento della responsabilità, ve la dovete prendere. E oggi portare qui, in modo truffaldino, la proroga dello stato d'emergenza è irresponsabile! Perché truffaldino? Perché non è nel decreto che si doveva discutere oggi, non è quello in scadenza nella data prevista oggi. È un altro atto, doveva essere discusso come altro atto; doveva essere coinvolto il Parlamento in un dibattito solo sullo stato d'emergenza.

E poi giocate con le parole perché emergenza vuol dire qualcosa che emerge e il virus è già emerso. Quello che ancora non è finito di emergere è l'incapacità vostra a gestire questa fase. Perché in questi mesi voi stessi avete dimostrato di capire che l'emergenza per voi non è il virus ma è sfruttare il virus per i vostri interessi. E la riprova è arrivata ieri: siamo così in emergenza per cui la massima emergenza per il Governo era la spalancare le porte all'immigrazione clandestina con un decreto, in queste ore! Dov'è l'emergenza sanitaria se per voi la priorità è spalancare le porte all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

E allora, la proroga dello stato d'emergenza a cosa serve? In base a quali dati? Lei oggi ci ha fatto un quadro generale, non ci ha dato le prove per cui serve numericamente, scientificamente, sanitariamente prorogare lo stato di emergenza. Allora noi ci chiediamo: serve per motivi sanitari o serve perché siete così litigiosi in maggioranza che volete limitare la democrazia in quest'Aula per risolvere i vostri problemi di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Se è il secondo caso noi non ci stiamo! Perché noi vi chiediamo responsabilità, come il centrodestra ha dimostrato, fin dall'inizio, responsabilità nella vicenda COVID, in questa fase delicatissima per la nostra nazione! Basta con le accuse all'opposizione, basta con i giochi alle spalle degli italiani! Prendetevi la responsabilità di governare questo popolo come meriterebbe in una fase così delicata. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie Presidente. Ministro, mi perdonerà, io proverò a sfruttare anche gli altri due minuti in dichiarazione di voto che ho per dire complessivamente, in questi quattro minuti, alcune cose. Alcune voglio dirle a lei, altre le voglio dire a noi stessi, come Camera dei deputati, come Presidenza della Camera e come colleghi.

Lei oggi ad un certo punto - io mi sono segnato quello che ha detto e ho apprezzato l'intervento che ha fatto - ha detto giustamente: risalgono i contagi, c'è una situazione complessa in giro per l'Europa e nel mondo e tutto si rimette in discussione ogni giorno.

Io, signor ministro, riprendo quello che lei ha detto. Lei è qui formalmente perché c'è un DPCM che sta per essere approvato e, quindi, rappresenta il Governo, non rappresenta ovviamente solo il suo Dicastero. Il messaggio che le trasferisco, signor ministro, è: faccia di tutto, con i suoi colleghi, per assicurare che tutto il Paese capisca che stiamo andando verso un'emergenza che non finirà necessariamente presto e che trasforma in profondità e, quindi, per attrezzare, attraverso l'uso delle nuove tecnologie, non solo la parte sanitaria, non solo la parte di Immuni, la parte del sistema sanitario ma per fare in modo che le nuove tecnologie non vengano viste come un fantasma, come una paura. È chiaramente qualcosa che va gestito, che va governato, ma è una grande e straordinaria opportunità di modernizzazione, a partire da tutta la Pubblica Amministrazione.

Aggiungo solo una frase: io ho sentito un collega prima dire che sarebbe uno scempio, sarebbe un dramma per il nostro Paese se questa Camera dei deputati usasse il voto telematico. Oggi pomeriggio, fra poco, quando finiamo, vado in Commissione. Come in tutte le Commissioni, c'è un contingentamento e in questo contingentamento la metà dei parlamentari non possono partecipare neppure per sentire e seguire le discussioni da remoto; non arrivo nemmeno ancora al voto. Nei mesi del lockdown - chiudo Presidente - abbiamo fatto con tantissimi colleghi una battaglia per dire che, se il Parlamento europeo può deliberare con voto a distanza e che se il Governo fa una norma, che poi noi ovviamente approviamo e ratifichiamo qui, per far votare i Comuni - Giunte e Consigli comunali - a distanza, forse anche questa Camera e questo livello nazionale di democrazia si può permettere di intervenire, di ammodernare e di contribuire a questa fase storica di ammodernamento generale del Paese. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Fusacchia.

È iscritto a parlare l'onorevole Bignami.

L'onorevole Bignami ha rinunciato.

È così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Sportiello, Rizzo Nervo, Noja, Stumpo e Bologna n. 6-00129 e Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00130.

I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendiamo per due minuti la seduta perché è arrivata una nuova formulazione.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,10.

Si riprende la discussione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della salute Roberto Speranza per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate. Prego, signor Ministro.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie. Esprimo parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza, parere contrario su quella di opposizione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su due questioni molto puntuali, in questi due minuti, che ha citato e sollevato anche il Ministro Speranza nella sua relazione. La prima è la questione dei conviventi, della convivenza e della convivialità, perché, chiaramente, qui si sta creando, alla luce di quello che diceva il Ministro rispetto ai dati, cioè questi contagi che crescono all'interno di rapporti solidi e consolidati, una valutazione che è sicuramente da fare è che se vogliamo mantenere questo track record “positivo” rispetto agli altri Paesi e tenere tutto sotto controllo, c'è probabilmente qualche domanda da farsi rispetto al fatto che nella nostra vita pubblica, ovviamente, in alcuni casi, con questi rapporti consolidati diventiamo di fatto conviventi. Ad esempio, quando andiamo in un ristorante o in un bar il distanziamento fisico è assicurato solo fra tavoli diversi - faccio solo questo esempio - ma nessuno sta ovviamente a vigilare, perché non è previsto, su chi si siede allo stesso tavolo. Questo lo dico, perché vorrei evitare - credo vorremmo tutti evitare - che si passasse da una situazione come quella attuale a una situazione, magari nelle prossime settimane, più drastica, di impostazione francese - mettiamola così - e quindi qualsiasi cosa, Ministro, che possa essere fatta, almeno dal mio punto di vista, per essere ancora un po' più rigidi, evitando però il rischio che poi si arrivi ad una situazione molto più drastica, credo che sia utile e importante valutarla ed apprezzarla.

La seconda questione, Ministro, ha a che fare con la scuola. Qui c'è una cosa che ci dobbiamo dire: c'è una grande difficoltà e per fortuna i contagi, almeno al momento, sono sotto controllo o, comunque, sono in un numero gestibile; stiamo tutti apprezzando l'applicazione dei protocolli che sono stati fatti ma io non posso che ribadirle in quest'Aula, però, una sollecitazione affinché tutta la parte di organizzazione della scuola, che non attiene alla parte sanitaria, venga portata a termine molto rapidamente. Nelle scuole manca ancora tanto personale scolastico, mancano ancora troppi docenti e questo non ha a che vedere con il COVID, ha a che vedere con le procedure che sono state messe in piedi. C'è una comprensibile attenzione e una condivisione di preoccupazione e di difficoltà della gestione del dossier scuola, però è chiaro che, soprattutto nel momento in cui risalgono i contagi e cresce la complessità della gestione delle scuole, attrezzarsi per essere sicuri che siano tutti al proprio posto, sia per la didattica in presenza, sia eventualmente per gestire una didattica a distanza, o parzialmente a distanza, nel momento in cui ciò fosse necessario, diventa assolutamente indispensabile e deve restare una priorità. Abbiamo riaperto le scuole, ma non le abbiamo ancora riaperte completamente. Quando c'è stato il lockdown la scuola è stata la prima a chiudere e l'ultima a riaprire: dobbiamo solamente assicurarci che, anche nella peggiore delle ipotesi, adesso sia l'ultima a chiudere e non risucceda quello che è successo a marzo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, noi siamo giustamente in apprensione per ciò che nuovamente sta accadendo nel nostro Paese - crescita dei contagi, ricoveri, terapie intensive -, in realtà e, per fortuna, la nostra situazione non è neanche paragonabile a quella della Francia, dove, da oggi, i bar e i punti di incontro e di ritrovo saranno chiusi, oppure come la Gran Bretagna, che registra, al pari della Francia e della Spagna, un numero di contagi cinque volte maggiori a quelli registrati in Italia. Situazione in Italia che deriva - dobbiamo ricordarlo - da un più efficace contrasto iniziale all'emergenza sanitaria e, prendiamoci anche qualche merito, da una più attenta osservanza delle pratiche precauzionali.

Io credo che oramai vi sia la consapevolezza di una mutazione dei nostri comportamenti e che è necessario continuare su questa strada per evitare dannose ripercussioni su alcune categorie commerciali e, di conseguenza, economiche. Per questo, ho accolto con piacere la smentita di Palazzo Chigi sulla paventata chiusura di bar e ristoranti alle 23 sul territorio nazionale, chiusura che si è resa purtroppo necessaria in Campania, dove i numeri registrati sono allarmanti.

Due, in conclusione, Presidente, sono i punti che vorrei sottolineare e lasciare agli atti di questa Assemblea. Il primo: contemperare la salvaguardia sacrosanta della salute pubblica con il diritto alla sopravvivenza - perché di questo si tratta in molti casi - di soggetti produttivi che vanno supportati per poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Il secondo, e concludo: cogliere l'opportunità che questa tragedia però ci offre e, cioè, rivedere la strategia che riguarda i presidi sanitari, ripotenziando quelli periferici affinché costituiscano un fronte per il decongestionamento dei centri sanitari principali. Le azioni che in passato erano improntate, come dire, al risparmio, conseguenza dei troppi, vergognosi sprechi, siano oggi basate sì sul risparmio, ma della vita umana, che meriterebbe azioni e riflessioni in merito. Noi voteremo, come MAIE, la risoluzione di maggioranza.

PRESIDENTE. Salutiamo il Ministro Speranza, che deve andare a dare l'informativa al Senato. Resta il Vice Ministro Sileri, accanto sempre al Ministro D'Incà.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Considerata la tempistica di cui disponiamo e in considerazione del fatto che risulta essere convocata, per le ore 13, la Commissione d'inchiesta sulle banche, con votazioni all'ordine del giorno, chiederei alla Presidenza di poter disporre una comunicazione ai fini del differimento di quei lavori per poter consentire lo svolgimento dei voti in Aula.

PRESIDENTE. Assolutamente sì, onorevole Borghi, provvediamo subito.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-AP-PSI). Grazie, Presidente. Il dibattito pubblico sulla pandemia riguarda, ancora oggi, le misure di contenimento adottate dalle autorità e la misura percepita come più dura dall'opinione pubblica rimane il lockdown. In questo momento, lo Stato e i cittadini devono combattere insieme la battaglia contro il COVID e i fondamentali sono sempre le tre “T”: testare, tracciare, trattare. Lo Stato per testare e tracciare può investire e organizzarsi; al cittadino viene richiesto un atteggiamento responsabile, cioè indossare la mascherina, mantenere le distanze, lavarsi le mani, evitare assembramenti, riferire eventuali sintomi al proprio medico. D'altra parte, vi è la consapevolezza che, per prendere le decisioni, bisogna valutare gli impatti sanitari diretti e indiretti, gli impatti sull'economia, sull'istruzione, sui diritti dei cittadini e sulla coesione sociale.

Sono decisioni complesse che, in un contesto di emergenza sanitaria, devono essere prese in fretta, senza una completa conoscenza dei fenomeni, con una incertezza elevata e in rapida evoluzione. Tuttavia, questa esperienza ha dato un impulso allo sviluppo di strumenti digitali rimasti in panchina per molti anni; ha acceso i riflettori sulle patologie croniche e rare, sul mondo degli anziani, sulla carenza della rete sociosanitaria territoriale, sulla mancanza di valorizzazione dei medici e delle professioni sanitarie e sul dramma dell'imbuto formativo che ha lasciato tanti laureati in medicina senza una specializzazione. È quindi possibile trasformare questa tragica pandemia in un'occasione solo se avremo un approccio metodico e razionale. Se è vero che gli esseri moderni sono l'ultimo ominide sopravvissuto per la capacità di creare grandi reti sociali, questo è il momento di esprimere pienamente queste capacità, costruendo un'alleanza tra Governo, Parlamento, regioni e cittadini che, a partire dall'esperienza già vissuta, ci permetta di condividere un piano anti-pandemia aggiornato, efficiente e sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Ci sono, onorevoli colleghi, due mondi: c'è l'Europa e c'è l'Italia. L'Europa ha misure diverse e non ha stato di emergenza; anche le misure di cui si è appena parlato per la Francia non comportano quello che all'evidenza di virologi radicali come Crisanti e Galli indica l'assurdità dell'obbligo se intorno non c'è nessuno. Un virologo ancora più sensibile come Guido Silvestri scrive: obbligare all'uso delle mascherine all'aperto tutti e senza riguardo per la distanza interpersonale è, scientificamente parlando, una completa idiozia e tutti quelli che capiscono un briciolo di epidemiologia e virologia lo sanno benissimo. Aggiungo che il TAR di Strasburgo ha annullato un decreto del prefetto che imponeva la mascherina in qualunque momento, di giorno e anche da soli. Ho provveduto, con il Codacons, a fare un analogo intervento presso il TAR. Ma l'idea generale di questa situazione di pandemia è contrastata dal fatto che il 95 per cento dei positivi sono asintomatici. Siamo, quindi, in una situazione particolarmente favorevole non certo per il modello italiano, perché in Svezia non è stato adottato e abbiamo meno morti. In Albania - ho parlato ieri con il Premier Edi Rama - non si parla in nessun modo per non creare allarme sociale, quello di cui parla oggi Vargas Llosa, quello per cui una cameriera macedone, con molta intelligenza, ieri mi ha detto: chi ha il virus se la cava bene, è chi non ce l'ha che se la cava male. Il resto dell'umanità, quel 95 per cento che non ha nessun sintomo.

Allora, da questo punto di vista, credo che siamo arrivati a un paradosso di limitazione della libertà a cui spero che il TAR dia una misura, ma l'idea che la prevenzione sia il nome che si dà alla repressione, all'idiozia e alla minaccia di nuovi provvedimenti è tutta nelle parole del segretario del PD Zingaretti, che ha detto “toglieremo dalla vita sociale coloro che sono positivi”. E com'è possibile che un malato non stia nella vita sociale quando guarisce dopo dieci giorni? Quale misura repressiva, fascista, intollerabile, viene adottata da questa gente, a partire dal bravissimo e divertente presidente De Luca, a quelli che lo imitano? Ma perché, perché non c'è in Albania, perché non c'è in Svezia, perché non c'è in Francia, perché non c'è in Germania, perché c'è solo qui lo stato d'emergenza? Che Europa è la nostra? In nome di chi parliamo, di quale modello europeo? Non potete parlare dell'Europa: dovete parlare di un'Italia ristretta, chiusa e fascista, in cui chi è malato deve essere cacciato. E andiamo a cercarli i malati, non loro cercano lo Stato; non si cercano tutti i malati di epatite C o tutti i malati di altre più gravi malattie. Questa, come prova il Vice Ministro Sileri, è una malattia da cui si guarisce e si è in ottima forma, non è necessariamente una malattia mortale.

Occorre individuare i rischi reali e non esagerarli, con una psicosi collettiva che impone agli italiani la paura di camminare da soli in un bosco. C'è qualcosa di folle! Perfino l'onorevole Aprea è preoccupata per Trump, come se fosse grottesco che Trump si ammali. Si è ammalato e guarirà: è guarito Berlusconi, è guarito Briatore, tutti quelli che si sarebbe voluto vedere forse morti per dire “vedi cosa fa il Coronavirus?” sono guariti. Allora, di cosa stiamo parlando? Di una malattia certamente grave, per cui le misure prese non sono state necessarie perché non hanno salvaguardato gli italiani più che non gli svedesi o i giapponesi. Siamo i più bravi di tutti a inventare soluzioni ridicole, intimidatorie, repressive e fasciste? Vogliamo che il malato sia fuori dalla vita sociale? Questo è intollerabile, è antidemocratico, è una follia!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, colleghi, ci ritroviamo, ancora una volta, a dover discutere e confrontarci dopo, devo dire, una puntuale - ma è stato riconosciuto anche dai colleghi dell'opposizione - seria e approfondita comunicazione del Ministro Speranza. Credo che debba essere anche ricordato che il Governo ha rispettato l'impegno che si era assunto nei mesi scorsi, cioè quello di venire in Aula ad ascoltare le ragioni del Parlamento, e quindi ricevere anche delle indicazioni, come sono contenute, ad esempio, nella risoluzione di maggioranza, prima di adottare i DPCM, su cui si continua a fare una farsesca montatura, richiamando elementi sia storici che anche di carattere giuridico totalmente infondati e fuori luogo. Infatti, la migliore risposta a chi contesta le scelte del Governo arriva dai numeri, e i numeri - li ricordo perché molti di voi non erano presenti all'inizio della seduta - dicono – e la fonte è l'istituzione europea che è deputata a controllare le diffusioni delle malattie - che nella classifica dei contagi per COVID-19 negli ultimi 14 giorni per 100 mila abitanti al primo posto c'è la Spagna con 319, poi la Francia con 246, l'Olanda con 243, il Belgio con 220, la Gran Bretagna con 163 e l'Italia è tra gli ultimi posti con 45. Credo che questi dati siano la migliore risposta a molte polemiche e a molte strumentalizzazioni; sono la migliore risposta che occorra, e lo abbiamo ribadito in questa sede tutte le volte che ce ne è stata data opportunità, affinché il Governo, a nostro giudizio, debba continuare a tenere la barra dritta, la barra dritta del principio di precauzione, della proporzionalità, della prevenzione.

Quello che è necessario - lo ha sottolineato il Ministro, e noi lo condividiamo - è che ci sia una consapevolezza maggiore di una differenza fondamentale rispetto alla diffusione del COVID durante i primi mesi dell'anno, cioè che a febbraio, marzo, aprile, anche per una scelta difficile, ma alla fine rivelatesi giusta, di lockdown generalizzato, si era riusciti a contenere il virus. Il virus si era diffuso in Lombardia e in una parte significativa delle regioni del Nord, ma non aveva sostanzialmente superato, in termini di preoccupazioni e di rischio grave, il Centro-Sud. Viceversa - questo è l'elemento che va sottolineato, a mio giudizio, con preoccupazione - il rischio in questo momento è diffuso su tutte le regioni. Basta guardare il report giornaliero per comprendere come non ci troviamo più di fronte al picco in tre o quattro regioni - Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto -, ma c'è una diffusione più ampia.

Questo riporta una cosa che noi abbiamo ribadito anche qui in tutte le occasioni, ossia che ci sia necessità di una risposta nazionale al COVID-19, che ci sia quindi necessità di un coordinamento che necessariamente passa per il Governo centrale, di una collaborazione istituzionale con le regioni che hanno, come tutti noi sappiamo, la responsabilità fondamentale della sanità in una logica però che non vorrei finisse per inseguire sempre il più uno. Credo, cioè, che in uno Stato nazionale sia giusto avere le autonomie ma un cittadino che sta da questa parte del confine di una regione e quello che sta dall'altra parte, magari per poche centinaia di metri, non possono avere regole differenti che non abbiano una loro radice connaturata con la specificità di quella regione, perché altrimenti la gara del più uno è la gara a dire che io tutelo di più il mio cittadino rispetto a quello della regione confinante e lo dico qua con molta nettezza. L'ho già detto: i presidenti della regione svolgono un ruolo fondamentale; il Governo delle regioni, insieme con gli assessori alla sanità evidentemente, hanno una responsabilità fondamentale, però i presidenti facciano i presidenti, da questo punto di vista cioè va sempre ricercato l'elemento di collaborazione istituzionale. Quindi auspichiamo che, nelle prossime ore, prima della pubblicazione del DPCM si possa trovare un'intesa che eviti di avere poi alla fine un proliferare di ordinanze più o meno restrittive perché questo, ripeto, confligge con l'idea che la salute e la tutela della salute sia di tipo nazionale. Così come credo che vada ribadito - il Ministro lo ha fatto - come mai come in questo momento sia fondamentale la difesa e la valorizzazione del Sistema sanitario nazionale, lasciatemi dire, quasi come valore in sé, come idea di comunità, di Stato, di civiltà.

E poi non voglio sottrarmi rispetto alle questioni che sono anche oggetto e saranno oggetto del DPCM, secondo quanto il Ministro ha riferito. Riguardo all'obbligo delle mascherine anche all'aperto, non ci vedo ma neanche lontanamente obiettivi di repressione, di fascismo, come il collega Sgarbi ha enunciato. Credo che siamo ormai al tentativo di trovare strumenti di opposizione che - lo dico con tutto il rispetto - non hanno fondamento alcuno con la realtà e gli italiani lo sanno benissimo. Il tema delle mascherine con obbligo all'aperto ovviamente va visto, a nostro modo di vedere, anche come un modo per segnalare all'opinione pubblica che i risultati, la situazione è preoccupante ma sotto controllo, ma che non possiamo permetterci di abbassare la guardia, che in nessun modo possiamo pensare di ritornare alle situazioni drammatiche sia in termini di vite umane perse sia di gestione degli ospedali che abbiamo avuto nella primavera di quest'anno. In qualche modo l'uso della mascherina è anche simbolico, oltre che efficace, come dimostrano tutti gli studi, per evitare e contenere il diffondersi dell'epidemia. Poi è ovvio che c'è il buon senso: l'immagine di quello solo nel bosco senza la mascherina è un'iperbole che francamente non serve a trasmettere io credo la preoccupazione e la situazione seria che stiamo vivendo. Si continuano ad evocare paure infondate: guardate, credo che alla lunga queste evocazioni si ritorceranno anche con chi le fa, perché non è pensabile che in una fase come questa, invece, non si ricerchi tutti insieme, istituzioni in primo luogo, una risposta unitaria, perché credo che nessuno in quest'Aula possa dire che non è interessato ovviamente alla tutela e alla salute dei cittadini italiani. E, da questo punto di vista, mi domando anche a cosa servono queste polemiche attorno alla ipotesi, che, secondo la nostra mozione, è un impegno che noi mettiamo al Governo, di disporre la proroga dello stato d'emergenza fino al 31 gennaio 2021. Credo che a luglio, quando venne proposta la prima proroga, c'erano determinati dati e su quello si innestò una polemica e alla fine però bisogna avere anche l'onestà intellettuale di dire (spero che chi interverrà dopo di me dai banchi dell'opposizione lo faccia) che quella proroga era giusta, è stato giusto farla. Ahimè i numeri del contagio sono saliti in maniera preoccupante, sono saliti in maniera ancor più preoccupante negli altri Paesi europei e, quindi, da questo punto di vista, oggi, che messaggio sarebbe non prorogare lo stato di emergenza? Mi chiedo, mi domando quale irresponsabilità ci sarebbe nel non farlo. Quindi credo che ci siano tutte le condizioni per affrontare la questione della seconda ondata della pandemia con responsabilità, con serietà, continuando a tenere la barra dritta. Per queste ragioni noi voteremo a favore della risoluzione presentata dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ancora una volta, come previsto ai sensi del decreto n. 19, il Governo è venuto in quest'Aula a relazionare sulla decisione di proroga dello stato di emergenza per il COVID-19 pronto ad ascoltare le sollecitazioni provenienti dai deputati di tutti gli schieramenti politici. Di questo ringraziamo il Ministro Speranza e ringraziamo il Governo per averlo fatto in modo non formale come potrebbe apparire un rito che si è ripetuto più di una volta, perché non deve essere formale il modo con il quale il Governo si presta ad ascoltare le Camere e magari rivedendo la propria posizione. Faccio mie le parole espresse dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sabato scorso nei giardini del Quirinale in occasione delle celebrazioni di Dante circa la preoccupazione per l'aumento dei contagi del virus e la sua sollecitazione a non abbassare la guardia. Bisogna partire da qui per capire la necessità di proroga dello stato di emergenza. Questi mesi non sono passati inutilmente: oggi il Paese è preparato. I sacrifici fatti nei mesi scorsi hanno portato ad una maggiore consapevolezza. Le nazioni che non hanno seguito da subito il nostro modello per contenere la propagazione del virus con decisioni severe, anche impopolari, mai prese a cuor leggero, perché non è facile e soprattutto non è privo di conseguenze sociali ed economiche chiudere un intero Paese, si ritrovano a farlo oggi: vedasi la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna, per restare in Europa con i numeri che giustamente qui sono stati richiamati. Chi in questi mesi ha minimizzato la portata del virus, i modi per contenerlo, come l'uso delle mascherine, poi si è dovuto ricredere come accaduto al Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, o del Brasile, Bolsonaro, o della Gran Bretagna, Boris Johnson, tutti i negazionisti che hanno dovuto fare i conti con la realtà del virus. E anche nel nostro Paese qualcuno ha cercato di minimizzare la portata del COVID e delle conseguenze, forse per avere un po' di visibilità sui social, ma anche in questi casi le conseguenze non si sono fatte attendere. Il richiamo della mia collega Lisa Noja questa mattina, qui in Aula, penso che sia il modo più giusto per dirci come le scuse che adottiamo per non essere prudenti sono appunto degli infantilismi pericolosi e diseducativi. Sentire dire in quest'Aula che chi ha il virus sta bene e chi non ha il virus è quello che sta veramente male è assurdo. Lo dice la realtà; lo si dica a chi ha perso i propri cari, a quelle realtà dove i cadaveri sono stati portati via con i camion militari. Quello che vivremo quest'anno sarà un autunno e un inverno nel quale il Paese sarà messo alla prova, ma un Paese appunto che vi arriva già preparato. Lo sono le nostre strutture ospedaliere grazie agli investimenti fatti e sicuramente che potranno aumentare, se volessimo utilizzare le risorse del MES. Abbiamo messo a punto cure più efficaci grazie alla sperimentazione di questi mesi e l'aumento delle richieste per vaccinarsi contro l'influenza quest'anno dimostra come il messaggio a favore della scienza sia giunto forte e chiaro alla popolazione. Diciamo che i no-Vax sono stati sconfitti dalla realtà. Sappiamo come comportarci in pubblico con il distanziamento sociale, le regole dell'igiene alle mani e l'uso della mascherina: oggi si provvede anche nei luoghi pubblici, come in alcune regioni era già vigente in alcuni orari, dalla Campania al Veneto, per dire che non ci sono distinzioni politici politiche quando si vuole tutelare la salute dei cittadini. Non ci saranno ulteriori elementi restrittivi per gli orari di apertura di esercizi aperti al pubblico, cosa che apprendiamo e sottolineiamo con grande sollievo: scelta saggia. Faccio mie le parole rilasciate ieri ad un quotidiano nazionale dal presidente della Conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini: non c'è nulla di più inefficace che inasprire misure laddove non si riesce a far rispettare quelle che già ci sono.

Abbiamo previsto regole per tutto: dal ritorno nelle aule scolastiche allo svolgimento di una partita di calcio; tutto è previsto, basta per l'appunto rispettare le regole e farle rispettare a chi pensa ci sia sempre il diritto ad una scorciatoia o ad una furbizia. È il tempo della responsabilità, per chi ha un ruolo pubblico e, con le proprie parole, può condizionare i comportamenti degli altri.

Questo Paese non si può permettere altri lockdown, ce lo dice la NADEF, resa pubblica ieri: meno 9 per cento del PIL, con una lieve ripresa negli ultimi mesi, che non può essere vanificata. Occorre dare fiducia agli italiani, che rispettano le regole e che hanno dimostrato, nella maggior parte dei casi, di aver capito il messaggio delle misure fino ad oggi prodotte. Stanno arrivando importanti risorse dall'Europa, che devono essere investite in modo adeguato nella ricerca, nella trasformazione ecologica del modo di produrre, nella possibilità di poter dare risorse e risposte sociali ad un Paese che ha bisogno di equità sociale. Bisogna avere coraggio nel fare procedere il Paese, altrimenti vedremo solo macerie.

Non ci si può dimenticare di nessuno: ci sono comparti produttivi che attendono risposte nella concretezza qui richiamata dal Ministro Speranza questa mattina. Porto due esempi che possono sembrare dei diversivi, ma che riguardano comparti importanti per il motore economico del Paese. Il primo esempio è quello del comparto della neve, che riguarda le nostre montagne, con 4 milioni di sportivi, solo italiani, per non parlare delle persone provenienti dall'estero. È di questi giorni la notizia che a Pragelato il Club Med non aprirà: troppa incertezza causa Coronavirus. È da tempo che gli impiantisti hanno chiesto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti regole certe, sottolineando come quelle di giugno andassero bene solo per l'estate, e che in mancanza di nuove indicazioni non apriranno gli impianti. Ricordo al Governo che il comparto vale 1,6 miliardi. Occorrerebbe fare come in Austria, dove si sono decisi ad aprire gli impianti di risalita, sapendo che il contatto con gli sciatori è complicato, dati il casco e la mascherina, ed invece regole severe per quel che riguarda i rifugi e le attività di ristoro, dove gli elementi di protezione rischiano di essere minori. Anche in Italia gli operatori del settore sono pronti a questo ragionamento: chiedono solo al Governo di essere sentiti ed ascoltati.

Il secondo è il mondo della produzione culturale. Sicuramente il Governo saprà che tra il 2011 e il 2015, mentre molti settori produttivi erano in crisi, il sistema produttivo culturale, dai musei al design, passando per le performing art, il cinema, la letteratura, i festival, è arrivato a muovere 249,8 miliardi, il 17 per cento del PIL; il mondo ricreativo in senso stretto 89,7 miliardi, il 6,1 per cento del PIL. E allora non si capiscono alcune restrizioni, che non hanno alcuna attinenza con la realtà: se si può viaggiare in aereo… E mi perdoni, lo dico soprattutto alla sottosegretaria Zampa, che fa parte del Ministero della Salute: la storia della areazione che determinerebbe minor rischio di contagio è in contrasto con quanto detto agli inizi, del propagarsi del virus. Non si capisce invece, per vedere uno spettacolo, che venga fissato il numero massimo di 200 spettatori, non lasciando che la presenza dipenda dalla capienza del luogo: per il mio Teatro Regio di Torino, per il San Carlo di Napoli, per la Scala di Milano, per l'Auditorium di Roma o Torino 200 posti sono pochissimi, per un piccolo teatro sono tantissimi. Da tempo i lavoratori del settore, sia pubblici che privati, chiedono un confronto: di arrivare almeno al 50 per cento della capienza. Ecco, penso che debbano essere ascoltati con attenzione dal Ministro della Cultura e dello spettacolo e da tutto il Governo. Nessuno discute la scienza, e si deve sicuramente tener conto di tutti i comitati scientifici del mondo; ma poi le decisioni spettano alla politica. Nella certezza delle regole e nella richiesta di rigore occorre anche avere il coraggio di far ripartire il Paese, dargli una prospettiva ed un futuro: altrimenti rischiamo di far vivere a milioni di persone conseguenze drammatiche, con perdita di lavoro, chiusure di attività produttive e dramma sociale

Anche noi di Italia Viva ci appelliamo a quello spirito di comunità nazionale che ha contraddistinto il nostro Paese nei primi mesi della pandemia; ma questo spirito si ritrova con un confronto costante e continuo con le parti sociali tutte, con la cittadinanza attiva, che dimostra di sentirsi comunità proprio quando viene coinvolta. Nella convinzione, pertanto, che l'ascolto reciproco possa portare a trovare soluzioni per il bene degli italiani, Italia Viva voterà a favore della risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in dichiarazione di voto dichiaro la mia profonda insoddisfazione per il dibattito e per le parole del Ministro. Ci saremmo aspettati parole di profondità: ci saremmo aspettati che si parlasse, per esempio, di sanità di prossimità, di superamento del decreto ministeriale n. 70 del 2015, di medicina territoriale, di finanziamento del Sistema sanitario nazionale, del finanziamento dei LEA, della sperequazione che esiste fra Nord e Sud in sanità. Ci siamo ritrovati, in maniera stanca, a riparlare di numeri, a riparlare di distanziamento sociale, a riparlare della igiene delle mani, e viva Iddio, io spero che il concetto di igiene sia ormai proprio del popolo italiano; non abbiamo parlato, e abbiamo sprecato un'occasione per parlare, di sanità, del Sistema sanitario nazionale. Ma soprattutto in dichiarazione di voto non posso non tener presente una cosa: il Ministro non ha parlato dell'impegno numero uno di questa sua risoluzione, ovvero della proroga dello stato di emergenza. Secondo noi, secondo Fratelli d'Italia, se si deve parlare di proroga dello stato di emergenza in Aula deve venire il Primo Ministro Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); diversamente parliamo d'altro, e diversamente Fratelli d'Italia non potrà votare questa mozione: voterà la propria mozione che dice proprio questo e rimarrà sempre guardinga in Aula a salvaguardare gli interessi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, sottosegretaria, abbiamo alle nostre spalle mesi incredibilmente complessi e inediti per il nostro Paese: mesi di dolore, mesi di sacrificio, mesi di reazione e di ripartenza; mesi che abbiamo affrontato con il rigore e la tempestività delle scelte e con la straordinaria resilienza degli italiani. Solo questa alleanza non dichiarata, anch'essa forse inedita in tempi spesso raccontati come quelli del distacco, della diffidenza nel rapporto fra cittadini e istituzioni, è stata decisiva nel contenere quanto più possibile la potenza di un virus che ha comunque mutato ogni aspetto della vita personale e comunitaria di ognuno di noi, chiedendoci di cambiare abitudini, di sacrificare pezzi rilevanti della libertà, in nome di una responsabilità comune da esercitare come singoli e tutti insieme.

Poi abbiamo via via riassaporato, pur dentro questa responsabilità, il recupero di alcune normalità, recuperando una dimensione di relazione con gli altri che ci era terribilmente mancata nei mesi del lockdown, mentre osservavamo gli esiti del rigore collettivo messo in atto fin lì: il numero delle persone positive al virus che calava, le terapie intensive che si svuotavano, il tragico bollettino delle vittime che diminuiva. Ora, sapevamo e sappiamo che la sfida del COVID-19 non era e non è ancora vinta, sapevamo e sappiamo che solo la ricerca prima, e la produzione su larga scala di un vaccino e una capacità di copertura vaccinale progressivamente universalistica, insieme ad una sempre più efficace strategia terapeutica, ci libereranno da questa prova difficilissima; e ci riempie di orgoglio sapere l'Italia, le sue eccellenze in campo scientifico, biomedico, in prima fila nella ricerca di questa soluzione definitiva. Ma sapevamo e sappiamo di dover ancora, per diversi mesi, convivere con il virus, sapevamo e sappiamo di dover affrontare con l'arrivo dell'autunno una seconda ondata, non meno complessa, pur in un quadro di conoscenze e di esperienza sicuramente mutato in meglio. E sappiamo di dover affrontare questa nuova stagione di resistenza al virus preservando quanto più possibile quelle normalità nuove, riacquisite; sappiamo di dover fare ogni sforzo per evitare la ripresa di una dinamica esponenziale di contagio del virus; sappiamo di dover fare ogni sforzo per evitare di dover ricorrere agli strumenti, e quindi ai sacrifici estremi che si sono resi necessari a marzo.

Sappiamo, e deve essere per noi un'ossessione quotidiana, di dover preservare la continuità della scuola, accompagnarne una complessa ripresa piena di incognite, ma necessariamente ad ogni costo da tutelare, garantendo quella continuità educativa prevalentemente in presenza che è condizione irrinunciabile. Per farlo abbiamo bisogno di rinnovare quell'alleanza fra scelte rigorose delle istituzioni e responsabilità dei cittadini, abbiamo la necessità di dare continuità ad una strategia la cui efficacia ci viene riconosciuta come un esempio dall'Organizzazione mondiale della sanità, e che oggi è fonte di ispirazione per tutti gli altri Paesi, anche quelli che per troppo tempo hanno sottovalutato, ridimensionato, talvolta finanche negato, la portata di questa sfida. Abbiamo, avremo bisogno di farlo riconoscendoci come Paese in questa battaglia, ritrovando le ragioni di un'unità nazionale anche fra le forze politiche democraticamente contrapposte, alternative in questo Parlamento, facendo prevalere patriotticamente le ragioni di un'immane sfida comune a quelle, pur legittime, della distinzione di parte.

Ancor più in questa fase delicatissima, difatti, i dati epidemiologici evidenziano, da ormai molte settimane, un nuovo progressivo peggioramento dell'epidemia, l'avvio di una recrudescenza attesa e, però, non per questo meno insidiosa, che ha già comportato anche un progressivo aumento del carico dei servizi sanitari del nostro Paese. Ancor più serio e preoccupante è poi il quadro epidemiologico, con un andamento significativamente peggiorativo negli altri Paesi europei e internazionali, un quadro che ha messo in evidenza, oltre ogni ragionevole dubbio, che pur vi è stato da parte di qualcuno, anche oggi, lungo questi mesi, in cui talvolta si è guardato in modo un po' miope e poco prospettico all'evoluzione dei dati epidemiologici, un quadro che ha messo in evidenza dicevo, oltre ogni ragionevole dubbio, che lo stato di emergenza non è concluso nei fatti. È, quindi, giusto e opportuno reiterarlo per altri mesi, consentendo, anche nell'alveo della dinamica democratica, una rapidità e tempestività di scelte anche preventive, che – ripeto - si è già dimostrata decisiva nel recente passato. È infatti dimostrato come con il COVID non sia possibile agire in modo proporzionale e contingente, rispetto ai numeri in essere in quel preciso momento. Quando vi sono fenomeni esponenziali, devi intervenire con scelte rigorose e preventive il prima possibile, per evitare che la dinamica esponenziale faccia il suo corso e, dopo, sia molto, molto più difficile intervenire.

È evidente dunque, che in tale contesto generale, un eventuale allentamento delle misure, un cedimento alla richiesta, per certi versi comprensibile, di consentire eventi e iniziative, che comportino aggregazioni in luoghi pubblici e privati, renderebbe concreto ed immediato il rischio di un rapido peggioramento epidemico. Conseguentemente, è evidente che la regolazione dei diversi ambiti della vita familiare, sociale, lavorativa ed economica del Paese deve informarsi ai criteri di massima prudenza e prevenzione, deve vedere un sempre più forte ed efficace coordinamento tra Esecutivo, Parlamento, regioni ed autonomie locali e una capacità di adattamento delle scelte, di rapidità decisionale e di flessibilità della risposta al mutare delle situazioni. Certo, flessibilità vuol dire anche l'assunzione di una responsabilità politica piena, non delegabile a nessun organismo tecnico o consulenziale, nel costruire la massima compatibilità possibile fra queste scelte di rigore e precauzione con la continuità delle attività economiche, lavorative e sociali, perché non sfugge a nessuno la complessità economica e lavorativa, che deriva e, può ancora più derivare, da questa crisi sanitaria. È necessario ribadire gli strumenti di sostegno e di tutela, che hanno consentito fin qui di tutelare quanto più possibile il lavoro e l'economia reale, con strumenti di protezione sociale efficaci, perché questa crisi sanitaria non traguardi pericolosamente in una crisi economica e sociale senza precedenti. Ed è necessario che le scelte adottate, pur - lo ripeto - senza cedere nulla al necessario rigore, siano anche espressione di un dialogo e, quanto più possibile, di una condivisione con le forme di rappresentanza economica e sociale del nostro Paese. In questo quadro - lo ribadisco – è necessario proseguire e intensificare la strategia già adottata. Quindi, è giusto e necessario limitare i movimenti di persone da luoghi ad alta prevalenza nel contesto europeo internazionale a luoghi a più bassa prevalenza, come è ancora oggi il nostro Paese. È quindi giusto e necessario l'uso delle mascherine in luoghi ad alta densità di persone, anche all'esterno, in modo uniforme, su tutto il territorio nazionale. È giusto e necessario proseguire e ancor più rafforzare l'attività diagnostica, attraverso un alto numero di tamponi e, contestualmente, proseguire e rafforzare l'attività di contact tracing, per cercare attivamente di isolare tutti i contatti dei positivi e prevenire o limitare il sorgere di focolai. In questo si ribadisce la necessità, già evidenziata in altre occasioni, di rafforzare le dotazioni organiche e, quindi, le capacità operative dei dipartimenti di sanità pubblica, chiamati in questi mesi ad un lavoro straordinario, non sostenibile sul medio periodo nella rapidità necessaria (sono infatti oggetto di importanti investimenti). Ed è necessaria una particolare attenzione agli strumenti di protezione rafforzata dei cittadini più anziani e, in generale, delle persone più esposte al rischio COVID, in particolare penso alle CRA. È necessario e giusto, ancora, un monitoraggio sistematico tramite test sierologici, dei numeri reali degli infettati sul territorio, per costruire curve epidemiche reali, che forniscano una reale possibilità predittiva. Ed è giusto e necessario un attento monitoraggio, in termini di controllo ma anche in termini di consulenza, per garantire un'efficace prevenzione della sicurezza dei luoghi di lavoro, che, come era prevedibile con il riavvio dell'attività, possono essere - e sono già in alcuni casi - sede di cluster epidemici pericolosi.

È anche, e non meno, importante la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico, così decisivi nel recupero di quella quotidianità a lungo attesa, ma anche essi potenzialmente fonte di rischio. E sono necessari – e concludo, Presidente -, e lo ribadisco, finendo da dove avevo iniziato, una straordinaria attenzione, uno straordinario impegno per la scuola, i servizi educativi e la formazione universitaria. L'introduzione annunciata dei test rapidi e, più in generale, la possibilità di screening di popolazione scolastica rappresentano utili strumenti di questa sfida, davvero decisiva come nessun'altra, per fare davvero ripartire il Paese.

Trovando conforto rispetto a questi temi nelle parole che ha espresso questa mattina il Ministro e trovando un'efficace sintesi nella risoluzione di maggioranza, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi noi, in quest'Aula, avremmo dovuto discutere del prossimo DPCM, di quello che il Governo si appresta a varare. E, invece, siamo stati costretti a svolgere una discussione sullo stato di emergenza. E questo perché il Presidente Conte ha di fatto già annunciato questo stato di emergenza ai giornali - non al Parlamento -, la maggioranza ha preparato una risoluzione, che invita il Governo a fare ciò che il Governo ha già deciso - anzi ha già detto in conferenza stampa -, a dichiarare cioè lo stato di emergenza. Dico subito che noi voteremo contro questa risoluzione di maggioranza, perché vogliamo confrontarci sulla necessità o meno di dichiarare lo stato di emergenza, soltanto dopo aver ascoltato Conte in quest'Aula e dopo aver ottenuto da Conte e dal comitato scientifico tutte le informazioni necessarie, nella totale trasparenza. Non si fa così. Si deve avere rispetto del Parlamento e questo Governo dimostra di non averne affatto.

Mi dispiace che non ci sia il Ministro Speranza, perché avrei voluto dargli atto del fatto che è intervenuto con un atteggiamento che abbiamo apprezzato in Aula, con una sobrietà che gli riconosciamo e che gli abbiamo riconosciuto nelle scorse settimane e negli scorsi mesi, una sobrietà che, però, stride con l'enfasi, la bulimia della comunicazione, l'incontinenza del Presidente Conte, che ha una straordinaria incontinenza quando deve parlare di COVID e di emergenza. Il Presidente Conte e il suo Governo ci sembrano immobilizzati su tutto, dalle divisioni interne al Partito Democratico e al MoVimento 5 Stelle. Soltanto sulla dichiarazione dello stato di emergenza il Presidente Conte è risoluto come non mai, al punto di far ritenere che consideri l'emergenza sanitaria alla stregua di una straordinaria assicurazione sulla durata del suo Governo e di questa legislatura. No. Occorre serietà, occorre grande serietà, quando si deve fronteggiare un'emergenza come quella della pandemia e quando si è chiamati a comprimere la libertà dei cittadini.

Noi riteniamo che non si debba sottovalutare l'aumento dei contagi, non vogliamo nemmeno esasperare i toni contro il Governo in questa fase di emergenza. Abbiamo coscienza, però, che questa decisione non possa essere assunta a cuor leggero. Dichiararsi in stato di emergenza significa offrire alla comunità internazionale uno spot terribile sul nostro Paese, dire che il nostro Paese è incapace, nell'ordinarietà, di affrontare ciò che stanno affrontando gli altri Paesi europei. Significa dire al resto della comunità internazionale che noi siamo incapaci di fronteggiare la pandemia, e questo è uno spot terribile, non solo per il settore del turismo, ma per tutta l'economia del nostro Paese.

Noi chiediamo al Governo, invece, di essere conseguenti. Se siamo in emergenza, allora il Governo operi con sollecitudine, come si deve fare nell'emergenza, affronti per tempo i problemi, evitando di scaricare responsabilità sui cittadini o sulle regioni. Infatti, troppo spesso abbiamo ascoltato il Governo dire, quando i contagi sono inferiori a quelli europei, che il Governo ha fatto bene, e, quando invece le cose vanno male, dire che i cittadini sono stati irresponsabili. Non è così. Non è giusto e non è onesto. E non è più tollerabile che il Governo sia sempre pronto a dichiarare lo stato di emergenza, ad assumersi tutti i poteri, senza avere poi la capacità di esercitarli, questi poteri. L'abbiamo visto, per esempio, sulla scuola, sulla vicenda dei banchi a rotelle. Lo abbiamo visto anche sulla vaccinazione antinfluenzale.

Mi dispiace non ci sia Speranza, avrei voluto ricordargli che il suo Dicastero, il Ministero della Salute, in particolare la direzione per la prevenzione sanitaria, ai primi di giugno ha detto che occorreva in questo Paese una grande campagna di vaccinazione antinfluenzale, quella per l'influenza stagionale, perché, altrimenti, fra qualche settimana, quelli che avranno dei sintomi da influenza stagionale ingolferanno le nostre strutture sanitarie, ritenendo di avere il COVID e impediranno di offrire assistenza a quanti, invece, ne hanno necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, invece, che ha fatto il Governo? Nulla, niente: non una campagna di sensibilizzazione, non un bando per acquisire il quantitativo necessario di vaccini! Quando succederà quello che noi vorremmo non succedesse, scaricherete la responsabilità sulle regioni, dicendo che l'organizzazione della sanità è di competenza delle regioni. Ma, allora, a che vi servono i DPCM per assumere in capo al Governo tutti i poteri, anche quelli delle regioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Un altro esempio: il Recovery Fund. La Francia, che è in una condizione di grande emergenza più dell'Italia, ad agosto non ha riposato; ha già preparato gli elaborati che servono per ottenere le risorse dell'Unione europea. E noi, invece? E noi, invece, a che punto siamo? A che punto siete? A che punto è, purtroppo, il nostro Paese? Ancora a “caro amico”!

Ecco, noi crediamo che sia disonesto dichiarare l'emergenza per poter assumere con urgenza dei provvedimenti e poi non essere conseguenti. Avete licenziato ventidue tra decreti e provvedimenti d'urgenza e il settantuno per cento dei decreti di attuazione che servono a inverare quelle norme non sono stati approvati. Non siete neanche capaci di fare ciò che scrivete nei vostri provvedimenti d'urgenza. Non ci piace questo modo di procedere. E poi, a proposito delle risorse dell'Unione Europea, scusate: ma perché siamo in emergenza? Per l'aumento dei contagi? Sì, ma non solo, perché è vero che i contagi oggi sono a livello di aprile. Ieri, 5 ottobre, avevamo lo stesso numero di contagi che avevamo il 26 aprile, ma il numero dei ricoverati in terapia intensiva è dieci volte inferiore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il 26 aprile c'erano stati 260 morti; ieri soltanto 16 morti. Dunque, sono due situazioni imparagonabili. Allora, perché siamo in una condizione di emergenza? Perché c'è la fondata preoccupazione - la riconosciamo anche noi - che l'aumento esponenziale della curva dei contagi provochi un sovraffollamento nelle nostre strutture sanitarie e che le nostre strutture sanitarie non siano in grado di contenerlo e di occuparsene. Ma se allora c'è un deficit nelle nostre strutture sanitarie, perché non utilizzate le risorse del MES che servono proprio a colmare questo deficit (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ecco, non si possono fare due parti in commedia: la parte preoccupata, la faccia preoccupata del Governo davanti alla pandemia e poi quella dell'ignavia, di chi non fa le cose che deve fare.

Allora, noi siamo felici che oggi il Ministro non abbia parlato, per esempio, della chiusura o del coprifuoco per i ristoranti e per i bar. Sappiatelo: noi su questo non saremo d'accordo, perché non si può scaricare l'effetto della pandemia su attività economiche che già hanno pagato un prezzo altissimo per l'incapacità del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e poi perché il coprifuoco e la chiusura ad un certo orario delle attività economiche sono il preludio del lockdown e un altro lockdown nel nostro Paese non possiamo concedercelo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché nel lockdown sono garantiti soltanto i dipendenti pubblici, quelli come noi che a fine mese sono stipendiati perché dipendono dallo Stato, ma tutti gli altri, quelli che non sono dipendenti pubblici, muoiono non di COVID ma di fame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E, allora, noi chiediamo al Governo di essere conseguente.

Un'ultima cosa. Il Governo, il Ministro non ci ha detto che vuole fare a proposito delle multe. Questo è un tema sensibile per i cittadini e non ci ha detto nemmeno come vuole controllare che gli obblighi previsti nei DPCM vengano rispettati. Ho letto che si vorrebbe fare ricorso all'esercito. Allora, io vi invito - personalmente vi invito - a riconsiderarla questa cosa: l'esercito per controllare i cittadini. I cittadini non hanno bisogno dello Stato in assetto da regime. Hanno già dimostrato serietà e responsabilità, più di quella che ha dimostrato il Governo.

Pensate, piuttosto, a inserire nel prossimo decreto, quello che stabilirà lo stato d'emergenza, la proroga dello stop alle cartelle esattoriali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che non avete fatto nel “DL Agosto” e che determinerà il lastrico per tante attività economiche.

In conclusione, signor Ministro e signor Presidente, noi non voteremo la risoluzione di maggioranza perché contiene l'invito al Governo a dichiarare lo stato d'emergenza senza dare prima al Parlamento le informazioni necessarie nella totale trasparenza. Non la voteremo anche perché noi siamo liberali e crediamo nella sacralità del valore della libertà. La libertà è sacra come sacra è la vita e i cittadini possono cedere una quota di questa libertà se ritengono di averla riposta in mani sicure, in quelle del Governo. E, allora, noi vi chiediamo di essere conseguenti: nel momento in cui chiedete ai cittadini di cedervi una quota della loro libertà attraverso i DPCM, assicuratevi, intanto, di rispettare quelli che sono i vostri doveri, i doveri di Governo che finora non siete stati capaci di assicurare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, io penso di poter commentare abbastanza brevemente quello che è stato l'intervento del Ministro Speranza. Intanto, non ci ha convinto assolutamente che questo modo di procedere sia un modo serio di interloquire con il Parlamento. In realtà, lui viene e ci racconta - e questo è successo anche tutte le altre volte - cose che sono state già decise e che non verranno per niente modificate da quello che noi diciamo in quest'Aula oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi fa piacere che abbia detto che c'è stato un risultato - se c'è stato un risultato - su questa calamità del Coronavirus e che questo è un risultato di tutta la comunità. Mi fa piacere che l'abbia riconosciuto perché, invece, quando parla il nostro Presidente del Consiglio, sembra che, quando le cose vanno bene, vanno bene per merito del Governo; se le cose vanno male, vanno male per colpa dei cittadini e questo è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), intollerabile proprio come tipo di ragionamento.

Si parla di prorogare lo stato di emergenza e, tra l'altro, io non pensavo oggi di dover parlare di proroga dello stato di emergenza. Pensavo di dover parlare dei contenuti del DPCM, perché non penso che nel DPCM vi sarà la proroga dello stato di emergenza, non penso proprio che possa essere inserita in un DPCM la proroga dello stato di emergenza e, comunque, noi non siamo d'accordo con questa proroga. Siamo convinti che sia una decisione di tipo esclusivamente politico che ben poco ha a che fare con le reali necessità di governo della pandemia e con noi questo lo pensa anche Ranieri Guerra, che è il direttore aggiunto dell'OMS, che ha detto più volte che il Governo non si deve nascondere dietro indicazioni tecniche perché nessuna indicazione tecnica è stata data perché si prosegua sullo stato di emergenza. Dica chiaramente che vuole mantenere lo stato di emergenza perché gli fa più comodo mantenere in piedi tutti gli organismi che con lo stato di emergenza può mantenere senza passare tutte le volte dal Parlamento. Certo, è più veloce ma, secondo me, non è corretto nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Mascherine, distanziamento e lavaggio mani: siamo tutti perfettamente d'accordo. L'unica cosa - mi permetterei - sono le mascherine all'aperto soltanto in luoghi dove c'è effettivamente rischio di assembramento, come è già stato deciso da alcune regioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono decisioni di buon senso e io mi auguro che, nella decisione finale, si tenga conto di questo. Non parliamo, poi, della possibilità di dare delle multe terribili, di sfruttare l'esercito non per aiutare, spiegare e via seguitando, ma solo per punire e mazzolare pesantemente gli italiani.

Non credo che sia questo lo scopo. Un'ultima cosa; speriamo che siano sempre più implementati i test salivari rispetto ai tamponi che si fanno ora, questo me lo auguro specialmente per i piccoli, perché è impensabile che i bambini vengano sottoposti spesso a dei tamponi e, aggiungo, sarebbe forse ora di aggiungere la clinica, cioè l'osservazione del paziente, cosa che è la base dell'atto medico, alla necessità di fare o meno tamponi, un discrimine ci deve essere in questo, un coinvolgimento della sapienza dei medici, di quello che da sempre hanno fatto nel distinguere la sintomatologia e, quindi, dare indicazioni. Molto bene se si sono stanziati dei soldi per gli anticorpi monoclonali.

Finisco, reiterando la convinzione che noi ci opporremo strenuamente al fatto che venga riproposto lo stato di emergenza. Si è parlato di altri Paesi che hanno situazioni peggiori della nostra; faccio notare che in questi Paesi da giugno non c'è più lo stato di emergenza, in nessuno di questi; noi saremo gli unici a mantenerlo e senza necessità, perché tutto quello che si può fare con lo stato di emergenza, si può fare in modo più civile e più coinvolgente per il Parlamento e per la nostra Costituzione senza dover usare lo stato di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (M5S). Grazie, Presidente. La discussione di oggi in quest'Aula rappresenta la logica prosecuzione rispetto a una delle pagine di storia più difficili e dolorose per il nostro Paese. È una pagina di un libro che stiamo ancora sfogliando, ma nel quale l'Italia ha certamente saputo dimostrare di essere una protagonista coraggiosa e responsabile. I mesi trascorsi dal periodo più buio, quello del lockdown, sono ancora troppo pochi per dimenticare, e d'altronde dimenticare non sarebbe giusto, la straziante immagine dei camion militari che attraversavano città come Bergamo, la conta dei nuovi casi che ogni giorno ci ricordava quanto fragili fossimo di fronte ad un virus sconosciuto, il lutto per chi non ce l'ha fatta e la gioia per i pazienti guariti, il plauso al lavoro incessante dei nostri professionisti sanitari, i canti dai balconi per sentirci vicini, tutti uniti, tutti i fratelli, come ci ha definiti Papa Francesco nel titolo della sua ultima Enciclica firmata lo scorso 4 ottobre sulla tomba di San Francesco d'Assisi, nostro patrono; di tutto questo dobbiamo serbare il ricordo per vivere una nuova fase iniziata il 4 maggio scorso, a partire dalla fine del lockdown, che è quella di convivenza con il virus, convivenza che, forse, fa paura, ma che dobbiamo vivere con nuova consapevolezza e per farlo dobbiamo innanzitutto riconoscere a questo Governo di aver agito con responsabilità e ponderazione, rispettando sempre quei principi di precauzione, adeguatezza e proporzionalità che imponevano scelte diverse in relazione alle diverse fasi dell'epidemia di COVID-19. Questo riconoscimento va fatto al di là della logica della contrapposizione politica a prescindere, ad oltranza, al di là degli slogan “chiudere tutto”, “riaprire tutto”, che faceva comodo gridare a giorni alterni con leggerezza, come se non ci fossero in ballo le vite di milioni di italiani, e va fatto al di là del feroce “opinionismo” che troppo spesso, senza averne titolo, prevarica persino sulle opinioni espresse dalla comunità scientifica internazionale che, ancora oggi, si interroga sulle strategie per il contrasto a questa pandemia. Questo riconoscimento, come dicevo, va fatto e non per mero spirito di patriottismo, né per logiche di posizionamento politico, ma per proseguire tutti insieme, consapevoli della strada già percorsa e di quella che ancora dobbiamo fare.

Soltanto un paio di settimane fa, sempre ad Assisi, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Ghebreyesus, ha definito il nostro Paese un esempio scintillante e ha aggiunto che con unità nazionale e solidarietà, con impegno comune e con umiltà, anche la situazione peggiore si può invertire; ha espresso apprezzamento nei confronti dell'operato del Presidente della Repubblica, Mattarella, del Presidente del Consiglio, Conte, nei confronti del Governo tutto e, soprattutto, nei confronti del popolo italiano, per come ha saputo affrontare questa crisi; ha ricordato che l'Italia ha preso decisioni difficili, ma che questo ha consentito di ridurre drasticamente la trasmissione del virus e di salvare molte vite umane. Tuttavia il direttore generale ha concluso con un monito: non si deve abbassare la guardia, perché tutto quello che è stato raggiunto può essere perso; la seconda ondata è nelle nostre mani, si può evitarla o tenerla sotto controllo, ma seguendo delle regole: primo, evitando gli assembramenti di massa; secondo, proteggendo i più vulnerabili, soprattutto gli anziani e coloro che hanno patologie pregresse; terzo, facendo informazione e ricercando la collaborazione dei cittadini; quarto, continuando a fare i test.

Ebbene, io faccio mie queste parole e faccio mio anche questo monito, a cui si aggiungono le considerazioni che poc'anzi il Ministro Speranza ha espresso in quest'Aula, nel corso delle comunicazioni rese alla Camera, soprattutto in relazione al preoccupante aumento del numero dei contagi a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, che, da un lato, ci ricorda i dati di fine aprile, ma, dall'altro lato, presenta un elemento rilevante di novità ed è l'omogeneità dei casi su tutto il territorio nazionale, non più, quindi, focolai di contagio a macchia di leopardo, diffusione localizzata o limitata a singole regioni. Il Ministro ci ha citato i dati odierni, ha fatto un confronto, una fotografia della realtà attuale rispetto a quella del 6 agosto, esattamente due mesi fa; ci ha detto che, oggi, ci ritroviamo con 58.900 persone attualmente positive al Coronavirus, contro le 12.600 di due mesi fa; ci ha detto che nei mesi estivi avevamo 30 persone ricoverate in terapia intensiva ed oggi il numero ammonta a 320. Questi sono dati che non possiamo assolutamente sottovalutare e, anche se l'Italia versa indubbiamente in condizioni migliori rispetto al resto dello scenario europeo e non solo, non possiamo vanificare gli sforzi sinora fatti. Di certo non siamo più impreparati a gestire questa emergenza: abbiamo raggiunto una produzione interna di 30 milioni di mascherine giornaliere, rendendoci di fatto indipendenti rispetto al mercato internazionale, e abbiamo superato la cifra di 120 mila tamponi eseguiti in un solo giorno, possiamo puntare anche ad elevare ulteriormente questo numero, abbiamo aumentato i posti letto in ospedale, fino al 50 per cento in più nelle terapie intensive, ma parallelamente abbiamo lavorato a realizzare una vera sanità di prossimità, puntando all'assistenza domiciliare, anche grazie all'implementazione di modelli di telemedicina e con un nuovo impulso alla digitalizzazione. Continueremo a lavorare in questa direzione, perché le risorse del Recovery Fund rappresentano un'occasione unica per il nostro Servizio sanitario nazionale, un'occasione, dopo decenni di tagli lineari, nella quale si può operare finalmente un cambio di paradigma, considerando la sanità non più come uno spreco di risorse, bensì come un investimento, non più, quindi, come un doloroso, quasi, capitolo nel bilancio pubblico.

Affinché tutti questi sforzi presenti e futuri non vengano vanificati, e si tratta degli sforzi non tanto di questo Governo che deve emanare i decreti, ma di tutti i cittadini italiani che poi sono chiamati ad applicarli e ad osservarli, occorre intervenire su due fronti e questi sono, appunto, gli impegni chiesti nel testo della risoluzione presentata dal MoVimento 5 Stelle congiuntamente a tutte le forze di maggioranza: da un lato, contrastare la circolazione del virus, estendendo l'obbligo di utilizzo delle mascherine anche all'aperto, sulla scia delle ordinanze già emanate da numerose regioni. Su questo punto è chiaro che se, da un lato, siamo qui a chiedere al Governo di impegnarsi in tal senso, sarà poi compito dell'annunciato DPCM, ma anche di tutti i successivi provvedimenti che eventualmente si renderanno necessari, disciplinare attentamente le eventuali eccezioni a questa disposizione, perché va contemperata l'esigenza della tutela della salute pubblica, in particolare dei soggetti più vulnerabili, con la ragionevolezza dell'utilizzo dei dispositivi di protezione anche in quei contesti di totale isolamento, in cui l'obbligo potrebbe risultare sproporzionato. Mi duole constatare che lo Stato abbia ritenuto doveroso intervenire laddove purtroppo si è fermato il buonsenso, come abbiamo visto nelle cronache che hanno avuto al centro i comportamenti di coloro, anche volti noti, pochi per fortuna, che si illudevano di essere al di sopra delle regole e delle precauzioni.

Il virus, invece, non distingue per status sociale e non chiede di esibire la dichiarazione dei redditi; si diffonde tanto nel bar di periferia quanto al Billionaire e occorre, perciò, dare un forte segnale di invito alla responsabilità collettiva, non solo nel corretto utilizzo delle mascherine, ma anche più in generale nell'osservanza di tutte le norme igieniche e di prevenzione.

Il secondo impegno oggetto della risoluzione riguarda la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio del 2021, e anche qui il Ministro ha avuto modo di ricordare a quest'Aula come lo stato di emergenza in sé sia un contenitore, un contenitore vuoto, che va poi riempito di tutti i provvedimenti e di tutti quelli che già sono in essere e che, evidentemente, perderebbero con effetto immediato di efficacia qualora, invece, non si operasse con questa proroga. Pensiamo solo all'enorme lavoro del Comitato tecnico-scientifico, nonché delle forze militari e della Protezione civile, impegnate nella distribuzione dei kit di protezione e dei banchi all'interno delle scuole, affinché venisse garantito un regolare svolgimento dell'anno scolastico che ha da poco avuto inizio. Il riavvio della didattica a distanza e in presenza non era affatto un risultato scontato e va difeso con il massimo impegno, evitando strumentalizzazioni sulla pelle dei bambini.

Infine, ultimo impegno: occorre che il Governo coinvolga preventivamente, oltre che le amministrazioni locali, il Parlamento tutto, maggioranza e opposizioni, recependone gli indirizzi sulla scorta di quanto già previsto con il decreto-legge n. 19 del 2020 nel caso si rendesse necessario intervenire con ulteriori misure di prevenzione. Questo dialogo costante e sincero, questo lavoro di squadra tra le istituzioni è una prima immagine di unità e collaborazione che abbiamo il dovere di restituire ai cittadini italiani.

Per questi motivi, a nome del MoVimento 5 Stelle, annuncio il voto favorevole al testo della risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Menga, mi scuso per il brusio che ha accompagnato il suo intervento, lei è stata molto brava a non farsi distrarre.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (MISTO). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione le parole del Ministro. Se siamo in emergenza sanitaria, allora siamo anche in emergenza economica; e non lo dico io, ma lo dicono i documenti ufficiali del Governo, che certificano un meno 10 per cento del PIL, il più grande calo dell'economia italiana da quando c'è la Repubblica italiana. E allora mi chiedo: perché si permette, a partire dal 15 ottobre, l'invio di 9 milioni di cartelle esattoriali, azioni di pignoramento nei confronti degli italiani in un momento di così grande difficoltà dell'economia? E aggiungo: perché si è permesso che dal 1° ottobre ci sia stato questo aumento generalizzato delle bollette della luce e del gas, in un momento in cui tantissime famiglie non riescono ad arrivare a fine mese? E aggiungo: con queste restrizioni e limitazioni ci sono tantissime attività, dai bar, ai ristoranti, ai locali, che rischiamo di far diventare chiusure definitive. E allora servono azioni immediate di taglio delle tasse e non le promesse dei soldi del Recovery Fund, che arriveranno forse nel 2021. E aggiungo: ci sono questi obblighi sulle mascherine, bene, ma diciamo anche che lo Stato italiano sta comprando per miliardi di euro mascherine prodotte in Cina, non tutelando la produzione italiana di mascherine, quando tantissime aziende e tantissimi produttori del made in Italy oggi non riescono a fare fatturato. E allora attenzione, perché un Governo che non è attento all'economia, un Governo che ignora tantissime categorie, è un Governo destinato al declino, ma porterà con sé anche il declino del Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Colgo l'occasione per dare una lieta notizia: i colleghi Nicola Grimaldi e Marianna Iorio festeggiano la nascita della loro piccola Camilla.

Facciamo loro gli auguri da parte di tutti quanti noi (Applausi).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Sportiello, Rizzo Nervo, Noja, Stumpo e Bologna n. 6-00129, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione (Vedi votazione n. 1).

Manca il numero legale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)… Colleghi, colleghi, colleghi… Non mi sembra mai una cosa da festeggiare la mancanza del numero legale.

A norma dell'articolo 47, comma 2, del Regolamento, rinvio la seduta di un'ora.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Ziello. Onorevole Fiano, prego.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, vorrei segnalare (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, penso… Colleghi, non tollererò atteggiamenti non rispettosi di chi interviene, lo dico in premessa. Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Non so per quanto riguarda gli altri gruppi, ma questo gruppo ha diverse persone assenti per ragioni inerenti al COVID: o positive, o che fanno parte di Commissioni (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…Io capisco il dispiacere per l'andamento dei ballottaggi, ma tenetevelo per voi. La tristezza che, dopo i risultati di ieri e delle due settimane scorse, vi prende, tenetevela per voi. Ho già fatto presente prima che ciò avvenisse, all'ultima riunione dei capigruppo, dove rappresentavo il gruppo del Partito Democratico, che noi non possiamo continuare come se nulla fosse l'andamento dei lavori di questa istituzione senza considerare che l'assenza (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si grida: Vergogna!)

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Lavorate!

PRESIDENTE. Colleghi (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia

Onorevole Golinelli!

EMANUELE FIANO (PD). Guardi, per chiarire, senza nulla togliere che il fatto della mancanza del numero legale è un problema politico della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), sempre, senza nulla togliere questo, sono ben cosciente di questo, però, oltre all'elenco che è nelle mani della Presidenza, per il quale lei sa esattamente il numero di persone che, su richiesta dei questori, sono rimaste a casa, oltre a questo, ci sono altre persone. Per esempio, vi è un'iniziativa di alcune Commissioni, che ha previsto che le persone oggi non venissero in Aula (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), per cui io chiedo, Presidente, le chiedo semplicemente, di verificare se (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)… mi sono già assunto tutte le responsabilità politiche perché è la maggioranza che deve tenere il numero legale…

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, dialoghi con me!

EMANUELE FIANO (PD). …di verificare se il numero delle persone che sono assenti dei gruppi di maggioranza e che risultano in elenco, perché richieste di non partecipare al voto dalla struttura della Camera, inficia l'assenza del numero legale in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Io non riprenderò la seduta fin quando non vengono riprese le distanze di sicurezza previste. Quindi, quando i colleghi riprenderanno… altrimenti sospendo la seduta. Vale anche per chi è nel corridoio; si prenda posto in Transatlantico o sugli spalti o sulle tribune, come previsto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Vede, secondo me, l'assenza del numero legale della maggioranza rende evidente l'assenza totale di una maggioranza parlamentare che regge ancora questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), signor Presidente, su un provvedimento importante come questo, che va a dare delle linee fondamentali per la tutela della salute pubblica, visto che siamo un Paese che ancora sta fronteggiando un'emergenza creata ad arte dalla Cina, perché questo virus è un virus cinese, abbiamo una maggioranza parlamentare che non riesce a difendere i provvedimenti della maggioranza e del Governo, signor Presidente. Siamo a questo paradosso. Quando l'onorevole Fiano cerca di nascondere la disorganizzazione del proprio Gruppo parlamentare, dicendo che ci sono alcuni parlamentari che, purtroppo, hanno delle questioni sanitarie che impediscono loro di stare in quest'Aula, forse dimentica che noi, durante il periodo più buio, siamo stati in quest'Aula con l'assenza dell'onorevole Guidesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che, per tantissimo tempo, è stato in isolamento e noi più volte abbiamo detto che bisognava risolvere questo problema e siamo stati inascoltati, come inascoltati siamo sempre ogni qualvolta cerchiamo di proporre delle azioni per rendere più forte questo Paese.

Signor Presidente, questa maggioranza dopo questo fallimento parlamentare deve assolutamente togliere il disturbo da quest'Aula perché ha dimostrato la propria incapacità di garantire l'interesse pubblico della nostra grande nazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche il suo richiamo al distanziamento è corretto. Purtroppo, in alcune Commissioni a presidenza Partito Democratico non è stato garantito, ma su questo torneremo nelle sedi più opportune perché questo può causare dei problemi di natura importante.

Io dico al collega Fiano - io alla riunione dei capigruppo c'ero e lui era in sostituzione del capogruppo del Partito Democratico - che ho chiesto un protocollo per prevenire casi come quelli delle assenze forzate. Però, se invece l'intervento tendenzioso del collega volesse porre in essere il tentativo di modificare dei dettami chiari, costituzionali che prevedono che questa assise si riunisca qui, in quest'Aula, dove dobbiamo stare, come stanno gli infermieri negli ospedali, come stanno i medici in corsia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in ogni circostanza e in ogni condizione, con ben minori tutele di quelle che abbiamo noi, allora Presidente noi non ci staremmo mai, perché la nostra Costituzione garantisce l'autonomia del voto.

Oggi, colleghi, qui, in quest'Aula si doveva consumare un impegno a dare un'indicazione al Governo sul DPCM in scadenza domani. La maggioranza ha tentato, ha tentato di garantire un atteggiamento che non è equivoco, è chiaro, del presidente Conte, di delegittimare quest'assise (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), annunciando ai giornali, precedentemente all'indicazione del Parlamento, un atto che intendeva fare che è stato bocciato da quest'Aula, in questa circostanza, perché la maggioranza è assente. Noi, responsabilmente, abbiamo presentato una risoluzione che chiede di discutere dell'emergenza sanitaria con il Presidente del Consiglio italiano affinché possa rendere edotto questo Parlamento non solo delle condizioni sanitarie che il ministro Speranza ha provato a descrivere, ma anche delle condizioni economiche, dell'impatto sul turismo, sui trasporti e sulla nostra economia che, di fatto, discendono evidentemente dalla scelta di uno stato di emergenza prolungato per tre mesi, tre mesi.

Colleghi della maggioranza, oggi avete mancato, tentando una forzatura che non vi è riuscita. Scusatevi piuttosto di strumentalizzare i malati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) tentando di giustificare una vostra assenza con questioni che nulla c'entrano! Sarete occupati a fare altro, magari a riposare dopo la campagna elettorale. Sicuramente il centrodestra è qui e chiediamo, Presidente, che dia corso allo scioglimento di questa assise come previsto quando si constata la mancanza di numero legale, che si è resa evidente dal voto appena svolto(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, la seduta verrà sospesa, dopo gli interventi dei rappresentanti di tutti i gruppi che hanno chiesto la parola, e riprenderà alle 14,27, come già annunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Il mio intervento non è volto a rimarcare l'effetto politico, il senso politico di una maggioranza che non riesce a garantire il numero legale nemmeno su un tema così importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma non è questo il punto, il punto è un altro. Noi prendiamo per buone le parole del collega Fiano che denuncia l'assenza di una serie di colleghi per il COVID - evidentemente il COVID non è che sia selettivo e colpisca solo la maggioranza – e probabilmente ci sono assenze anche tra i banchi del centrodestra. Ma il punto è un altro. Voi pensate davvero che il dialogo con l'opposizione debba servire solo a voi per garantire il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? O volete un rapporto vero, ripristinare un metodo di confronto? E allora visto che, se ci sono dei malati per COVID, ci saranno anche tra un'ora, noi chiediamo che venga in quest'Aula il Premier Conte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Noi vogliamo discutere con il Presidente del Consiglio della proroga dell'emergenza.

Tutto sommato, la richiesta dell'opposizione è una richiesta di buon senso. Noi non siamo negazionisti rispetto al COVID, sappiamo che siamo dentro una stagione difficile, sappiamo che occorrono tutte le cautele del caso per affrontare la pandemia. Ma non si può pensare di agire con i DPCM (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per bypassare il Parlamento e chiedere l'aiuto e la collaborazione dell'opposizione solo per garantire il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Allora, se vogliamo ripristinare un metodo, l'assenza del numero legale dà una grande opportunità anche alla maggioranza, soprattutto alla maggioranza e al premier Conte: quella di venire in quest'Aula, di darci tutte le informazioni necessarie che provengono dal CTS, in una logica di trasparenza, per giustificare e per convincerci del perché della proroga dello stato di emergenza. Cogliete questa opportunità, fate un atto di umiltà ripristinate un dialogo vero con l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché siamo stanchi di leggere delle agenzie e delle dichiarazioni in cui la maggioranza dice siamo pronti a dialogare con l'opposizione. Bene, oggi avete l'opportunità, dimostrate che le vostre parole non sono parole al vento ma rappresentano una volontà vera e autentica. Farete un servizio, non a noi, ma a quest'Aula e all'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie signor Presidente. C'è il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, e chiederei un minuto un attimo di attenzione. Correttamente, il collega Fiano ha da una parte sottolineato - è uomo di esperienza e collega di esperienza - il valore politico di quello che è accaduto. Ma c'è un'altra questione di fondo e se noi non ci riflettiamo - credo abbia lo stesso valore politico - credo che non ci porti da nessuna parte. Lo dico con forza al Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

È evidente rispetto alla situazione che si è creata che noi potremmo trovarci nello stato paradossale di avere, teoricamente, un Parlamento che non funziona. La Commissione bilancio - lo ha sottolineato il collega Lollobrigida - appunto sta funzionando come deve funzionare e abbiamo un decreto da convertire. Lo dico con chiarezza il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e ai colleghi della maggioranza: la strada non è quella breve di dire allora facciamo il voto per corrispondenza, perché il voto per corrispondenza snatura la natura di questo Parlamento, che non è un Parlamento europeo, che ha una funzione di rapporto tra Esecutivo e Legislativo. Per cui, quella strada non si può percorrere. Allora, la questione che sottolineo, Presidente, è esattamente su questo punto.

L'altra strada breve che state percorrendo è: siccome la maggioranza – vedi osservazione politica – non sta insieme, facciamo diventare il Parlamento italiano un monocameralismo, per cui si governa per decreti e una sola Camera interviene evitando il rischio del dibattito parlamentare, vedi il “decreto Sicurezza”.

L'unica strada da percorrere è quella che sottolineava la collega Gelmini: in un momento di emergenza ed eccezionale come questo, si dialoga seriamente e oggettivamente con l'opposizione, non formalmente. Allora, ci si incontra, si prendono provvedimenti condivisi e si capisce come il Parlamento, in momenti come questi, diventa il luogo oggettivo dell'unità di un lavoro insieme. Se non c'è questa strada, non c'è la strada breve del voto a distanza - e concludo - o dei decreti con il monocameralismo.

La maggioranza si assuma la responsabilità, perché, attenzione, venerdì, sabato, domenica e lunedì c'è un “decreto agosto” da convertire, che questa Camera dei deputati non ha esaminato ed è stato fatto solo da questa maggioranza. Non si può continuamente fare appello all'opposizione in nome della responsabilità: siccome ci sono “x” miliardi da destinare, lo si voti a scatola chiusa o a occhi chiusi. Quindi, mi auguro che ci sarà una Conferenza dei capigruppo e la richiesta dell'opposizione è che su questo il Presidente del Consiglio venga in Aula, si assuma la responsabilità e ci dica come coinvolgere l'opposizione; dall'altra parte, si organizzino i lavori e il Governo pensi seriamente a come effettivamente il Parlamento può e deve continuare a funzionare, anche con situazioni in cui i colleghi si ammalano e non possono essere presenti. Questa è la strada maestra. Mi auguro che ci sia una Conferenza dei capigruppo su questo e attendiamo che il Governo ci dia risposte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei portare un minimo di chiarezza, perché mi sembra che alcuni toni che sono stati usati facciano presupporre che si sia votata una sfiducia, in realtà, è un mancamento di un numero legale: responsabilità della maggioranza, ma i toni trionfalistici da stadio, con esultanze rispetto al fatto che sia mancato il numero legale in Aula è qualcosa che lascia, soprattutto, l'amaro in bocca per il provvedimento anche associato a questo voto di mancanza del numero legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Segnalo una cosa, Presidente, le sottopongo questa problematica: mi risulta che, rispetto a delle decisioni della Giunta per il Regolamento, le persone che sono in quarantena fiduciaria dovrebbero risultare, tendenzialmente, inserite in missione automatica. Le faccio un esempio, perché il numero legale mi risulta mancato di quindici persone, poi, probabilmente, c'è una questione di aggiornamento anche delle comunicazioni tra i soggetti in quarantena e quando, poi, effettivamente noi approdiamo in Aula, perché voi lo specchietto delle missioni lo avete al mattino, quindi credo sia importante considerare che, ad esempio - lo ricordo, ma alle minoranze che tanto gioivano -, ci sono tredici colleghi del nostro gruppo che sono stati sottoposti a tampone per questioni legate strettamente ai lavori delle aule delle Commissioni delle scorse settimane. Questo credo riguardi anche e, soprattutto, alcuni colleghi delle minoranze, con la differenza, cara collega Gelmini, che voi non avete votato, facendo mancare il voto dei presenti al numero legale e, quindi, conseguentemente, questo squilibrio si palesa maggiormente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, le vorrei rappresentare che, guardando anche nei banchi sempre della maggioranza, sommando le quarantene fiduciarie più quelle richieste a loro, siamo sicuramente a un numero che si avvicina intorno alle trenta unità. Mancando il numero legale di quindici, posso già rassicurare ora che i colleghi della minoranza possano non gioire più per un voto con mancanza di un numero legale, ma debbano, forse, preoccuparsi del fatto che, quando ci sono delle azioni che costringono, perché le azioni a cui i nostri colleghi oggi sono costretti a rimanere a casa per un dispositivo giusto e di norma di legge, di fatto, impone di non poter venire a votare all'interno delle Aule parlamentari. Però le chiederei, se possibile, verificare l'elenco del numero delle persone in missione con quelle che hanno comunicato la quarantena fiduciaria e conseguentemente, magari, a questo punto, adeguare anche quel numero per le prossime votazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano è già intervenuto prima.

EMANUELE FIANO (PD). Per chiedere la convocazione della Conferenza dei capigruppo...

PRESIDENTE. Lo dico alla fine dell'intervento. Onorevole Crippa, le sue osservazioni, naturalmente, hanno molta ragionevolezza, nel senso che abbiamo disposto, come lei ricorderà, per i deputati che erano nella “zona rossa”, le missioni a suo tempo. Non è stata presa analoga decisione, che non compete alla Presidenza, ma compete agli organismi preposti del Parlamento, una decisione che riguardi coloro che, per obblighi di legge, come ricordava anche lei, devono stare a casa dopo aver fatto il tampone; naturalmente, questo ha delle conseguenze evidenti nei lavori anche parlamentari.

Ha chiesto di parlare il collega Fornaro prima, poi c'è il collega Fiano che voleva la Conferenza dei capigruppo e ciò sarà consentito. Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Io credo che ci stia il gioco tra maggioranza e opposizione: quando ero all'opposizione è capitato anche a me di gioire, quindi togliamo questo elemento. Qui, però, c'è una questione reale che va affrontata: un componente del mio gruppo, questa mattina, si è presentato all'entrata del Parlamento, al numero 24, e gli è stato impedito di entrare perché, negli elenchi che erano stati dati alla portineria, era in quarantena fiduciaria, avendo fatto ieri il tampone in quanto membro della Commissione bilancio.

Allora, io lo dico serenamente ai colleghi dell'opposizione: non si può considerare tra gli assenti una persona che, fisicamente, si è presentata per esserci e gli è stato impedito, dobbiamo trovare una formula perché questo non sia conteggiato ai fini del numero legale. Mi sembra che questa sia una cosa di assoluto buonsenso. Quindi, anticipo - non me ne vorrà il collega Fiano -, io credo che la convocazione della Conferenza dei capigruppo sia assolutamente necessaria prima che si vada a votare alle 14,30.

PRESIDENTE. Sì, è anche necessario ricordare ai colleghi che sono in quarantena obbligatoria di non presentarsi davanti a nessun ingresso, né a quello della Camera né ad altri (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Commenti del deputato Fornaro). Onorevole Fornaro, ha dato lei questa notizia, non io.

FEDERICO FORNARO (LEU). Assolutamente sì, ma la persona non lo sapeva, altrimenti non sarebbe stato così stolto da venire fin qua, abbia pazienza.

PRESIDENTE. Non approfondiamo…

FEDERICO FORNARO (LEU). Il problema è che non c'è stata la comunicazione, per cui lui non riteneva, avendo fatto il tampone ieri, di essere in fiduciaria, lo ha appreso e, infatti, ha parlato con il questore.

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Fornaro, non approfondirei il tema. Onorevole Fiano, prego.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente, per avermi ridato la parola. Solo per dirle, condividendo lo spirito e la lettera degli interventi del collega Crippa e del collega Fornaro, noi abbiamo impedite per norma a partecipare alla seduta di oggi 21 persone, il gruppo del MoVimento 5 Stelle mi ha detto che sono 14, più 5 Italia Viva, uno LEU. Per questo noi chiediamo la Conferenza dei capigruppo, perché giustamente, come ha sottolineato adesso il collega Fornaro, da qui a tra un'ora, questo problema di ordine regolamentare va risolto, perché noi, tra un'ora, non siamo in grado, anzi non dobbiamo in alcun modo pensare che le ventuno persone del Partito Democratico possano venire qui se, secondo legge e secondo l'autorità medica, non devono venire. Quindi, se non dovessimo, di nuovo, essere in grado di garantire i numeri del Partito Democratico - poi, per gli altri gruppi, parlano gli altri responsabili dei gruppi -, c'è un problema, lo ha sottolineato anche il collega Lupi, io l'ho posto all'ultima riunione dei capigruppo, c'è un problema di ordine regolamentare che la Presidenza della Camera deve…

PRESIDENTE. Benissimo, c'è la sua richiesta della Conferenza dei capigruppo, che si sposa con la richiesta… io volevo evitare un secondo giro, ma arriveremo alle 14,27 qui.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Io volevo solo aggiungere due elementi, visto che stiamo facendo questa riflessione e mi pare che andiamo verso una Capigruppo importante, dove spero che vengano prese delle decisioni. Il primo: noi stiamo discutendo di colleghi in quarantena fiduciaria a seguito di alcuni casi che si sono verificati dentro l'Aula e dentro le Commissioni. Io voglio fare due riflessioni, perché vorrei chiedere anche alla Capigruppo di ragionare su questo e farci sapere come dobbiamo regolarci. La prima: io ho fatto la quarantena fiduciaria qualche settimana fa per un contatto COVID esterno, che è risultato positivo. Quando ho chiamato, Presidente, gli uffici della Camera, mi è stato risposto che la procedura era che chiamassi il mio medico di base, come credo che sia stato detto a tutti gli altri colleghi. Allora, io mi chiedo se non sia necessario che l'apprezzamento e la valutazione non venga fatta in maniera omogenea, visto che stiamo discutendo di uno statuto simile per tutti i colleghi.

Cioè, mi chiedo se sia corretto, quantomeno, di ragionare su questo, ossia di andare su 630 medici di base diversi, piuttosto che su una procedura più omogenea e uniformata, per cui venga fatto l'apprezzamento del “caso per caso” secondo una procedura, in quanto alcuni sono sottoposti ad un unico tampone e liberati dalla quarantena fiduciaria dopo il primo tampone, altri devono fare il secondo tampone e aspettare, quindi stare altri giorni fuori dal Parlamento, un Parlamento che non vota a distanza, non può discutere a distanza e così via, fino al secondo tampone negativo.

Secondo punto, Presidente: noi oggi stiamo discutendo di una questione importante alla luce del fatto che è venuto a mancare il numero legale. Credo che dobbiamo essere potenzialmente lungimiranti, sperando che questo caso non si verifichi mai: cosa succede se a un certo punto il numero delle quarantene fiduciarie impedisce alla maggioranza di avere la maggioranza e di avere i voti? Noi non votiamo più? Perché lì, a quel punto, non si tratta più di portare i parlamentari o no in Aula per il numero legale, si tratta proprio di votare i provvedimenti. Vorrei evitare che, il giorno in cui ci fossero, magari malauguratamente troppe quarantene e mancassero i voti proprio della maggioranza perché non ci sono abbastanza deputati di maggioranza, ci ritrovassimo a bloccare il Parlamento per un'eventuale modifica regolamentare, solo a quel punto per non si sa quanto tempo. Quindi, prendiamo di petto la questione una volta per tutte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ovviamente, mi atterrò al tema posto dal collega Fiano. Allora, collega Fiano, la informo che la maggioranza è ben più ampia dei 15 assenti. Lei sa che oggi da quest'Aula, su una maggioranza di 221, sono mancati alla maggioranza più di 100 voti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); quindi la giustificazione e l'arrampicarsi sugli specchi per i malati di COVID è grave, ma, collega Fiano, il centrodestra è di una correttezza cristallina. Pensi, lei: noi abbiamo garantito in quest'Aula la presenza di quindici colleghi, anzi circa venti colleghi in missione - io, il collega Molinari e altri colleghi - che vi hanno aiutato a garantire quei numeri di cui voi oggi vi fate vanto. Non mancano 15 persone, ve ne mancano ben di più; ho qui il foglio di quelli in missione e lei troverà i nomi di tanti esponenti del centrodestra che si sommano ai vostri banchi semivuoti.

Non vi arrampicate sugli specchi, perché il COVID non c'entra niente! C'è una maggioranza che non è in grado, su un provvedimento così importante, che avete scritto nella vostra risoluzione, sull'emergenza, di garantire una presenza dei ministri, dei sottosegretari, dei componenti della maggioranza, che avrebbero dovuto dare un indirizzo al proprio Governo. Quindi, caro collega Fiano, noi alle 14,45 qui saremo a votare, nel rispetto dei malati, quelli di COVID ma anche quelli che non hanno il COVID, che hanno altre malattie, anche gravi, che sono impossibilitati ad arrivare in quest'Aula, e se il Regolamento va modificato, va modificato per tutte le circostanze. Come ha ricordato il Presidente, ci siamo riuniti e io, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ho chiesto nell'ultima riunione di stabilire un protocollo. Voi siete stati silenti, non avete posto all'attenzione questa cosa; abbiamo detto di riunire i questori, non so se lo avete fatto, ma quella è una subordinata rispetto al fatto che oggi quella che è mancata è la maggioranza politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che su un provvedimento importante, che è legato all'emergenza, alla salvaguardia della nostra salute, fa mancare la sua presenza in Aula.

Noi ve lo abbiamo detto prima dell'inizio dei lavori che se ci fosse stato il provvedimento di emergenza non avremmo votato. Voi, che lo avevate inserito, avreste dovuto garantire i numeri, se avete la dignità di comprendere che il rapporto con l'opposizione è un rapporto specchiato e lineare, come hanno ricordato i colleghi, che prevede di condividere le azioni, non di utilizzare il Parlamento a giustificazione delle azioni di Governo in sede postuma come è avvenuto - come avete tentato di fare avvenire - oggi in quest'Aula. Quindi, la prego, collega Fiano, siamo sempre disposti a confrontarci, ma alle 14,45 saremo qui per il voto a verificare che i ministri e i sottosegretari si interessino del popolo italiano, venendo qui, esercitando il loro voto, se considerate questo provvedimento importante; se invece lo considerate come oggetto di mera comunicazione, pubblicità progresso per il Governo, avrete sempre quest'esito, cioè banchi vuoti, maggioranza sfinita e fibrillante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Qui le questioni sono due, una di metodo e una di merito. Sul metodo sono valide tutte le osservazioni che sono state fatte, anche dai colleghi della maggioranza, ma, come hanno ricordato il collega Lollobrigida e altri colleghi del centrodestra, nelle varie Conferenze dei presidenti di gruppo noi abbiamo chiesto di adottare un protocollo e abbiamo chiesto di avere delle regole che siano valide sempre per evitare che situazioni come queste si ingenerassero. Non possiamo, però, adesso dai banchi della maggioranza sentire la richiesta di cambiare le regole perché le regole che non sono state fissate hanno danneggiato la maggioranza stessa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Le regole, se ci sono, devono valere sempre e devono permettere a tutti i gruppi parlamentari di organizzare il loro lavoro. Poi c'è una questione, invece, più di sostanza, politica. Oggi noi dovevamo discutere di un indirizzo sui nuovi DPCM di contenimento del COVID e, in realtà, la maggioranza ha cercato di fare una forzatura politica.

La maggioranza ha cercato, attraverso la risoluzione, di sgravare il Governo della responsabilità politica di venire qui e spiegare il perché vuole prorogare lo stato di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voi avete fatto una risoluzione in cui fate chiedere al Parlamento la proroga dello stato di emergenza su un documento che stavamo discutendo e che non c'entra nulla perché volevate tutelare il Governo dalle sue responsabilità. Allora, se voi, per l'ennesima volta, nel nome dell'emergenza sanitaria volete spodestare il Parlamento della sua funzione, volete avere un atteggiamento autoritario da parte del Governo e volete sminuire il dibattito parlamentare, non appellatevi alle questioni di forma: la sostanza politica è che avete fatto una forzatura e non avete avuto i numeri per fare la forzatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Questo è quello che è successo e questo è il dato politico vero. Non so se i numeri ci saranno tra un'ora, ma il dato politico che gli italiani devono sapere è che sullo stato di emergenza c'è un Governo che non vuole prendersi le sue responsabilità e delega questo compito a una maggioranza parlamentare, che nonostante la forzatura non ha neanche i numeri per imporre la forzatura. Questo è lo stato in cui siamo oggi, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà. Dopo sospenderei, anche per dare modo alla Conferenza dei presidenti di gruppo, se il Presidente lo ritiene, di riunirsi. Onorevole Crippa, prego.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Ci terrei giusto a ricordare a quest'Aula una cosa perché il dibattito tra minoranza e maggioranza lo conosco bene e credo che ognuno abbia il diritto di poter esprimere liberamente le proprie considerazioni. Però quando mi viene detto all'interno dell'Aula che i ministri e i sottosegretari assenti devono venire oggi qui per mostrare che i numeri ci sono, volevo rappresentare al collega Lollobrigida che probabilmente un ripasso del Regolamento sul numero legale probabilmente gli sarebbe utile, perché i colleghi del Governo sono notoriamente in missione e le missioni non vengono conteggiate ai fini del numero legale, per cui questo non avrebbe comportato una modifica di questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi è inutile che cerchiamo di speculare in questa occasione, cercando ancora una volta un proprio consenso politico quando, in realtà, viene posto un tema rispetto al fatto che alcuni colleghi della maggioranza non possono sedersi in questi banchi per dei dispositivi normativi di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, a questo punto io richiedo che siano verificate anche le deliberazioni della Giunta rispetto alla questione che lei ha riportato come legata esclusivamente alla zona rossa. Credo che quel criterio di scelta sia un criterio ampiamente da estendere, perché le questioni legate alle zone rosse erano una quarantena precauzionale come lo sono quelle di adesso; pertanto il motivo, secondo me, è ampiamente estensibile anche senza un'ulteriore interpretazione della Giunta. Tuttavia anche io le chiedo una Conferenza dei presidenti di gruppo urgente sul tema ai fini di poter riprendere e mettere a tacere polemiche sterili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, siccome ne ho sentite tante, vorrei molto francamente dire una cosa: io non penso che sia un problema politico, però è del tutto evidente che le assenze nella maggioranza vanno ben oltre le persone che sono in isolamento, sono al netto delle missioni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) e non è un problema politico, Presidente: è un problema di sciatteria, perché se si sa che si sta affrontando un provvedimento del genere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) con quel tipo di problema, ciascun gruppo deve fare in modo che qui dentro ci sia il numero di deputati necessari per garantire il numero legale. Non è un problema politico, ma dobbiamo dircelo perché magari durante la Conferenza dei presidenti di gruppo i 50 che dovevano essere qui e che non hanno altri impedimenti vengano qui a votare come hanno fatto gli altri 250 (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 14,27, o nell'orario che la Conferenza dei presidenti di gruppo evidentemente determinerà.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame delle risoluzioni relative alle Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del COVID-19.

Dobbiamo procedere nuovamente alla votazione della risoluzione Sportiello, Rizzo Nervo, Noja, Stumpo e Bologna n. 6-00129 nella quale in precedenza è mancato il numero legale. Onorevole Fornaro, cosa succede?

FEDERICO FORNARO (LEU). Sul Regolamento. Presidente, sono a richiederle una conferma. Durante il periodo del lockdown e in particolare nella prima fase, il collega Guidesi fu impossibilitato a partecipare. Il collega Molinari, sia in occasione dell'Aula sia nella Conferenza dei presidenti di gruppo, pose la questione. Mi risulterebbe - però può darsi che la memoria sia fallace ed è questa la ragione della domanda - che poi, successivamente alle giuste osservazioni dei colleghi del suo gruppo, il collega Guidesi venne messo in missione proprio perché impossibilitato a partecipare in ragione di una decisione di autorità. Credo e volevo avere conferma di questo perché mi pare che, a questo punto, possano essere fatte poi valutazioni successive.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, senz'altro ma questo l'ho già comunicato nella fase precedente. Ho ricordato che l'onorevole Guidesi e un altro collega furono messi in missione a motivo della loro residenza in zona rossa, quindi impossibilitati a muoversi. È stata una decisione assunta dagli organismi della Camera con le caratteristiche che queste decisioni devono avere. Onorevole Fiano, prego.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, siccome lei giustamente è entrato nel particolare che ha citato adesso il collega Fornaro, vorrei che rimanesse a verbale dell'Aula il brevissimo testo di verbale della Giunta per il Regolamento che riguarda quel giorno in cui fu presa la decisione su Guido Guidesi, perché lei mi perdonerà, magari mi sbaglio io, ma non condivido la sua interpretazione. Le leggo il verbale. “Si è convenuto, tenuto conto della particolare situazione di emergenza” - leggo il verbale della Giunta per il Regolamento – “di poter applicare al deputato impossibilitato a partecipare ai lavori parlamentari per effetto di misure restrittive della libertà di circolazione, l'istituto della missione adottando un criterio interpretativo estensivo del dettato regolamentare analogo a quello assunto dalla Giunta per il Regolamento per le deputate in maternità”. Quel criterio non cita zone rosse, perché i ventitré parlamentari del Partito Democratico sono oggi per legge entro misure restrittive della loro libertà di circolazione. Lo dico perché rimanga a verbale di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la mia non è un'interpretazione. La decisione che fu assunta in quel momento dalla Giunta per il Regolamento era una decisione che va collocata storicamente in quel momento nel quale le disposizioni riguardavano esclusivamente le zone rosse. Ove ci sia un'interpretazione diversa, dipende anche dai gruppi: gli uffici non hanno ricevuto richieste di missione da nessuno dei colleghi in questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo naturalmente non può non essere preso in considerazione; dopodiché, la sua lettura che quel Regolamento può essere applicato in maniera diversa credo che sia molto ragionevole e deve essere oggetto di una discussione che va fatta in questo senso. Prego, onorevole Crippa.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Mi scusi, Presidente, credo che nel percorso che lei ha appena detto ci sia una problematica nel senso che i gruppi interpretano la Giunta per il Regolamento che ha letto poc'anzi il collega Fiano, ovvero del 4 marzo 2020, nella quale si esplicita chiaramente l'impossibilità rispetto al fatto di essere impossibilitato a partecipare ai lavori parlamentari e mi preme rilevare, Presidente, se mi consente, rispetto ad alcune motivazioni che ci sono arrivate dai medici competenti dei colleghi, che viene citato il divieto di abbandono del domicilio e l'essere reperibile telefonicamente. Per cui a noi sembra che il criterio non debba essere di richiesta ma di automatismo; quindi nel momento in cui c'è un percorso di missione che riguarda l'impossibilità di un nostro collega di poter raggiungere l'Aula e quindi di poter lasciare il proprio domicilio, esso rientra nelle casistiche previste nella Giunta per il Regolamento del 4 marzo.

E le aggiungo - poi magari sono io in difetto di conoscenza - che, a un certo punto, sempre nella medesima Giunta viene detto, nello speech letto dal Presidente, “osserva come sia chiaro che l'istituto della missione non appare idoneo a dare una risposta esaustiva alle diverse e complesse questioni che sono state poste”. Il fatto che non sia uno strumento esaustivo non vuol dire che non esista e che non debba essere applicato per gli stessi criteri. Quindi, nel momento in cui la risposta successiva non c'è stata, di fatto rimane lo strumento della missione con le medesime caratteristiche applicabile ai soggetti che oggi sono interdetti ad uscire dalla propria abitazione per le limitazioni imposte dal COVID.

Quindi, temo anch'io di dover segnalare di mettere a verbale che noi riteniamo assolutamente errata la mancata collocazione in missione delle persone oggi assenti per essere impossibilitate a partecipare ai lavori d'Aula per COVID, non averle inserite in missione. Questo all'esito anche di quello che accadrà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa. Non vorrei che ciò venga addebitato alla Presidenza soprattutto qui. Ribadisco che comunque le missioni possono essere solo richieste, non vengono date in maniera automatica a nessuno. Dopodiché, questo ragionamento mi sembra più da effettuare in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo che in sede d'Aula. Onorevole Fregolent. Solo un intervento per gruppo, lo ricordo.

SILVIA FREGOLENT (IV). Presidente, prendo atto della sua risposta, però a noi risulta che alcuni nostri colleghi hanno richiesto la missione, erano regolarmente in missione e sono stati chiamati per togliersi dalla missione. Quindi, come giustamente dice lei, non è un automatismo entrare in missione ma ci sono persone che dalla missione sono state tolte in seguito al fatto che sono momentaneamente indisposti a causa degli accertamenti clinici.

Quindi chiedo, come hanno chiesto giustamente gli altri colleghi, di verificare bene questa situazione perché oggettivamente aver tolto alcuni parlamentari dalla missione a mattinata inoltrata ha modificato gli equilibri dei gruppi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Qui siamo nelle fasi illogiche: non conosco il fatto in particolare, lo verificheremo. Onorevole Fregolent, ha ragione a ribadirlo, ha fatto bene a verificarlo, sarà anche questo oggetto delle valutazioni che la Conferenza dei presidenti di gruppo dovrà fare. Onorevole Fusacchia.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Volevo solo portare una testimonianza molto personale e molto semplice, ma è perfettamente collegato a quanto dicevano i colleghi Crippa, Fiano e Fregolent. Io sono stato in quarantena fiduciaria, come ho detto prima; quando sono stato in quarantena fiduciaria, non per una segnalazione arrivata da dentro l'Aula o da dentro le Commissioni ma per un caso esterno, ho chiamato il Parlamento e la Camera per sapere cosa fare. Primo tampone; secondo tampone; ho chiesto che cosa prevedeva la Camera nel caso in cui un deputato in quarantena non poteva fisicamente venire a votare in termini di missione, non missione, di giustificazione dell'assenza: la chiamo così per usare un termine neutrale. Mi è stato chiesto di mandare un certificato medico dal mio medico di base che mi diceva che, a seguito del contatto con una persona COVID-positiva, dovevo fare un tampone e un secondo tampone; nel certificato il medico mi metteva quattordici giorni in quarantena al netto dell'esito negativo del primo tampone, quindi comunque dovevo fare due tamponi, e la Camera mi ha messo in missione.

Questo è quanto mi è stato comunicato, quindi lo dico perché mi sembra corretto riportarlo alla luce di questa discussione; tant'è, Presidente, che, quando sono tornato qui, i commessi gentilmente mi hanno fatto notare che non avevo formalmente comunicato l'esito del secondo tampone, anche se era negativo ed erano passati 14 giorni: ho mandato una mail alla Camera e abbiamo puntualizzato quel passaggio. A me risulta di essere stato messo in missione per questo caso e lo troverei di grande buonsenso onestamente, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Fusacchia, lei non è stato messo in missione - hanno verificato - ma è stata coperta la sua assenza rispetto alla diaria e a quanto di dovere. Bene, possiamo passare alle votazioni.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Sportiello, Rizzo Nervo, Noja, Stumpo e Bologna n. 6-00129 su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione (Vedi votazione n. 2).

Mancano otto deputati per il numero legale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Apprezzate le circostanze, la votazione delle risoluzioni riferite alle comunicazioni del Ministro della Salute (Dai banchi dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia si scandisce: “Dimissioni! Dimissioni!”)… Mamma mia, colleghi! Colleghi! Colleghi! Bene. Apprezzate le circostanze, la votazione delle risoluzioni riferite alle comunicazioni del Ministro della Salute è rinviata alla seduta di domani, dove sarà collocata dopo il primo argomento già previsto all'ordine del giorno (Commenti). Colleghi! Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi all'ordine del giorno della seduta di domani, 7 ottobre, sarà previsto alle ore 16 lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulle iniziative per contrastare il dissesto idrogeologico.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, io intervengo…

PRESIDENTE. Colleghi, c'è l'onorevole Romano che sta intervenendo.

ANDREA ROMANO (PD). Se è possibile, capisco la concitazione del momento, ma il mio intervento riguarda il destino di quattro giornali locali. Il gruppo GEDI, un grande gruppo editoriale italiano, ha annunciato nei giorni scorsi la messa in vendita di quattro quotidiani locali, Il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara. Sono in ballo centinaia di posti di lavoro, tra giornalisti e poligrafici di queste quattro testate. Noi naturalmente, come Partito Democratico, esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a questi lavoratori, garantendo la nostra intenzione di seguire questa trattativa con la massima attenzione. Ma è in ballo anche qualcos'altro, oltre al valore fondamentale del lavoro di queste centinaia di persone, ovvero un patrimonio di conoscenze, di professionalità, di racconto dei territori, che solo i quotidiani locali sono in grado di rappresentare.

Sappiamo bene che la ricchezza dell'informazione in Italia è garantita anche dai quotidiani locali, che vengono letti da cittadini e persone di ogni età, che non sono raggiunti dai quotidiani nazionali e che a volte non vogliono nemmeno essere raggiunti dai quotidiani nazionali. E se vi fosse un impoverimento di questo tessuto, fatto di giornali locali e di lettori particolari, ne verrebbero impoveriti, noi crediamo, anche la qualità dell'informazione italiana, il pluralismo dell'informazione italiana, la capacità di raccontare i nostri territori in modo tale che, appunto, l'informazione nazionale o mainstream non è in grado di garantire.

E quindi anche per questo noi guardiamo alla trattativa in corso con particolare attenzione, naturalmente nel rispetto di strategie aziendali che sono legittime, e ci mancherebbe altro; e tuttavia, strategie aziendali legittime non possono e non devono arrivare a indebolire un patrimonio di ricchezza informativa, civica mi viene da dire, e così corrispondente alla ricchezza e alla multiformità del nostro territorio, perché, se questo avvenisse, sarebbe davvero un danno per tutti. Per questo, il Partito Democratico farà in modo di attivare il ruolo di vigilanza ad ogni livello delle nostre istituzioni, affinché la trattativa per la vendita di questi quattro quotidiani non arrechi alcun danno né ai posti di lavoro che sono in ballo, né alla ricchezza e al pluralismo della nostra informazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Presidente, la prima volta che manca il numero legale può essere per distrazione della maggioranza o per abilità dell'opposizione nel calcolare i tempi; ma se dopo un'ora di tempo la maggioranza non è riuscita a raccogliere i numeri su un tema importante come quello del COVID, della salute dei cittadini, della proroga dello stato di emergenza, è oggettivo ed evidente che c'è un problema politico interno alla maggioranza e che la maggioranza non ha i numeri per portare avanti la linea politica che si è proposta nella seduta di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, signor Presidente, il tentativo fatto oggi è stato dal nostro punto di vista uno sgarbo al Parlamento, perché noi siamo disponibili a ragionare della proroga dello stato di emergenza, ma lo vogliamo fare secondo quelle che sono le regole: noi vogliamo che venga qui il Presidente del Consiglio Conte e ci spieghi quali sono le esigenze che portano a prorogare lo stato di emergenza; non possiamo accettare che nuovamente il Parlamento sia superato con un artificio, cioè votare una risoluzione su un altro tema in cui la maggioranza inserisce la proroga dello stato di emergenza. Non ci siete riusciti per due volte di fila, avete fatto una pessima figura davanti al Parlamento e davanti al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ve lo diamo noi un consiglio: riportiamo il Parlamento alla sua funzione, torniamo a giocare con le regole della democrazia parlamentare, tornate ad avere rispetto di questa sacra Aula e della nostra Costituzione e dei cittadini italiani e insieme discutiamo di tutto. Fare gli autoritari senza avere neanche la forza di farlo, vi espone soltanto al ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, prego. Colleghi, invito veramente a mantenere le distanze, così come previsto dalle delibere dei questori.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Avevamo richiamato nell'intervento precedente l'attenzione del Governo: in una giornata importante come questa, dovevamo dare le linee guida al Governo su quella che doveva essere, ed è, una problematica che riguarda tutti noi. Eravamo disponibili, avevamo chiesto la presenza del Governo che era in missione, cioè non si presentava in Aula. Di corsa, in un'oretta, pure se, come diceva il collega Crippa, non servivano a mantenere il numero legale, abbiamo visto Di Maio, Gualtieri e tanti altri precipitarsi nei banchi a fare presenza per la foto di gruppo, e non per trattare con noi temi che riguardano le emergenze degli italiani: di questo parliamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però io, Presidente, credo che ci sia un problema di merito e di sostanza. Oggi questa Camera è stata chiamata ad autorizzare un DPCM e il suo contenuto: questa Camera non ha dato un parere al Governo sull'argomento. Io credo che la Camera su questo argomento dovrebbe, andando incontro a quello che è il dispositivo di norma, riunirsi immediatamente per riuscire a dare un indirizzo: per non lasciare nell'indeterminatezza le regioni italiane, che in queste ore non hanno avuto una guida certa da parte del Governo, per non lasciare senza guida gli italiani, che non sanno che cosa dovranno fare nelle prossime ore; perché un pezzo importante della norma che riguarda i DPCM sarebbe violato se dovessero ritenersi efficaci senza che questo Parlamento, chiamato per questa ragione (quindi è insito nella convocazione di questa Assemblea, l'imprescindibile riunione che abbiamo svolto)…Oggi manca al Governo, per colpa della maggioranza, un indirizzo chiaro. Il Governo su questo deve riconvocare il Parlamento e chiedere un parere o sospendere quelle attività che sono state annunciate dai giornali, ma che non hanno visto il Parlamento italiano dare alcun consenso.

Quindi nel merito… Lo dico al Ministro D'Incà, che è stato presente, e lo ringrazio, durante tutta la giornata, a differenza dei suoi colleghi che sono stati otto minuti in quest'Aula per tentare di accreditarsi come non assenteisti rispetto al dibattito così grave. Ebbene, collega D'Incà, io credo che lei sappia bene che, senza l'autorizzazione del Parlamento, non potete procedere nel senso che avete annunciato ai giornali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prendete atto di questa indicazione che il Parlamento non vi ha dato e chiedete scusa al popolo italiano per continuare ad abusare anche della sua pazienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, la domanda su che cosa sia successo è abbastanza obbligata; la risposta è nei fatti. Presidente, quando una maggioranza non è in grado di garantire la propria presenza in Aula in una circostanza eccezionale come questa, è di tutta evidenza che si sta sbagliando qualcosa nel metodo oltre che nel merito.

Proseguire a colpi di maggioranza in una situazione di emergenza sanitaria e di emergenza economica è l'ultima cosa che un Governo e una maggioranza devono fare: ve lo abbiamo dimostrato un'ora fa e ve lo abbiamo ridimostrato ancora adesso. E non venite a raccontarci… Io ringrazio l'onorevole Giachetti, per l'onestà intellettuale con la quale si è alzato in quest'Aula e ha detto la verità che andava detta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Poi si può fare tutto: mettere gli isolati in missione. Si può fare tutto. Ma, collega Fiano, vogliamo anche parlare di almeno quindici colleghi del centrodestra in missione, che abbassavano il numero legale, che non si sono tolti dalla missione?

Allora, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di qualcuno che vuole fare forzature muscolari, non avendo né i muscoli né la forza. In un momento del genere, si dovrebbe tendere una mano all'opposizione, si dovrebbe fare qualcosa insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), si dovrebbe avere uno spirito collaborativo. Invece, probabilmente, interessano altre cose. E, guardate, tutto quello che si sta facendo anche nella disarticolazione del nostro sistema democratico e rappresentativo poi comporta che cosa? Comporta sciatteria, comporta pasticci, comporta menefreghismo delle dinamiche d'Aula, di maggioranza e anche forse di opposizione. Ma voi avete il dovere di garantire il numero legale in quest'Aula, non l'opposizione.

Allora, pensateci bene. Il COVID si è detto dovrebbe rappresentare per tutti un'occasione per un cambio di passo, per immaginare un modo migliore, anziché peggiore. Fatelo anche voi, che siete in maggioranza. Guardate, non è difficile, basta gestirle le cose. Ma è pensabile che, di fronte a un'emergenza sanitaria, ci si debba trovare con due mozioni contrapposte, quella di maggioranza e quella di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma non c'è un regista che metta intorno a un tavolo tutte le forze politiche e dica “facciamo un percorso insieme”? È possibile che manchi questo regista? È possibile che abbiate un Presidente del Consiglio, ma non abbiate un capo politico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma, allora, quale coalizione politica avete messo in piedi? L'avete messa in piedi con l'unico obiettivo di non lasciar vincere le elezioni al centrodestra. Ma non mi sembra una grande vittoria, un progetto nobile. E, per una serie di causalità e di disgrazie, vi siete trovati in una situazione di grande emergenza. Allora, in una situazione di questo tipo, agli uomini è chiesto un surplus di responsabilità, è chiesto di alzare la testa dalle umane miserie e, come succede anche nel calcio, giocare un po' a testa alta. Ecco, alzate la testa e cominciate a giocare a testa alta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non vi chiediamo di governare insieme, vi chiediamo almeno un filo di dialogo sulle cose più importanti: l'emergenza sanitaria, l'emergenza economica, un progetto per rilanciare questo Paese, per farlo uscire dalle secche di una crisi economica, che c'era prima, figuriamoci adesso! Qual è la risposta? Il voto della risoluzioncina di maggioranza. Dove stavano i vostri parlamentari? A provare le mascherine all'esterno, forse?

Allora, per cortesia, approfittate di queste 24 ore per immaginare, forse, che state sbagliando qualcosa, che non è sempre colpa dell'opposizione o di qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente, ho ascoltato con molta attenzione sia l'intervento del collega Molinari che l'intervento del collega Lollobrigida e, adesso, l'intervento del collega Baldelli. Io penso sempre che ci sia da ascoltare nelle parole delle opposizioni e che ci sia da ascoltare l'aspetto politico che loro mettono in rilievo e, cioè, che la traduzione di quello che oggi è successo, per responsabilità della maggioranza, e cioè mancanza del numero legale, sia dovuto ad un'impuntatura della maggioranza di introdurre nella risoluzione con la quale si doveva approvare la relazione del Ministro sul DPCM di argomento sanitario, di introdurre lì, come indirizzo del Parlamento, l'argomento del prolungamento della fase di emergenza. Credo che debbano essere ascoltate queste parole dell'opposizione.

In parallelo, però, alla questione politica, visto che siamo stati accusati di non saper garantire in quest'Aula i numeri, io parlo a nome del mio gruppo. Su oltre novanta persone del mio gruppo, quattro erano assenti senza giustificazione sanitaria, meno del 5 per cento, collega Molinari. Ho difficoltà, quindi, a pensare che l'assenza di meno del 5 per cento dei nostri deputati - chiedo a voi che dirigete gruppi più grandi del nostro e sapete cosa vuol dire avere assenze di meno del 5 per cento - sia un indice di mancanza di volontà di mantenere in piedi questa maggioranza su un argomento così importante, come il DPCM sanitario.

Ha ragione il collega Giachetti, ha ragione il collega Giachetti (Commenti del deputato Claudio Borghi)… Ma voi potete far parlare anche gli altri o solo…?

PRESIDENTE. Onorevole Claudio Borghi!

EMANUELE FIANO (PD). Ha ragione il collega Giachetti a dire che va fortemente criticata, in particolare da chi, come noi, sta in maggioranza, la sciatteria di non sentire su di sé l'obbligo di partecipare ad ogni lavoro di questa Assemblea. Ne convengo. Ma sarebbe da parte vostra - consentitemi - ipocrita fare finta di non sapere che, nella giornata di oggi, quasi cinquanta membri della maggioranza erano assenti al di là della loro volontà. Al di là della loro volontà! Io ho qui le relazioni, i messaggi, i certificati delle persone a cui è stato impedito di venire a votare, ventisette assenti del mio gruppo, ventitré dei quali assenti per giustificato motivo sanitario.

Quindi, scindiamo le due questioni. La questione politica che voi ponete è da ascoltare, secondo me, da parte del Governo e da parte della maggioranza. Ma, visto che ponete così lucidamente una questione politica, non fate finta di non sapere che il Partito Democratico e la maggioranza, da marzo, hanno posto il problema dell'impossibilità delle persone a venire a votare. E nella scorsa riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a cui era presente la collega Gelmini, a cui era presente il collega Molinari, a cui era presente il collega Lollobrigida, a cui era presente il collega Baldelli, io ho posto la questione. Visto che era arrivata la notizia dei due senatori assenti per motivi di malattia del Senato e che la Presidenza del Senato aveva interrotto i lavori di quell'Aula e la Commissione bilancio del Senato era stata sconvocata, io ho detto, a verbale - voi eravate tutti presenti e mi avete sentito -, e ho ripetuto le parole che, a nome del PD, avevo detto a marzo: è impossibile mantenere un corretto funzionamento delle istituzioni, al di là dei problemi politici, che come avete visto non nego, se non procederemo con modifiche regolamentari. Oggi abbiamo una proposta di modifica del Regolamento, a prima firma Ceccanti - credo con oltre cento firme -, che chiede di mettere per iscritto quello che io penso e ho riletto prima al Presidente Rosato, che ringrazio, il verbale dell'allora Giunta per il Regolamento. Se non decideremo che la situazione di assenza per COVID o per tampone o per isolamento obbligatorio o per positività non è una situazione normale di questo Parlamento. Parliamo pure di politica, non fate finta di non vedere il problema sanitario, che sta inficiando il lavoro di questa istituzione!

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Anche gli italiani stanno a casa dal lavoro e dalla scuola!

PRESIDENTE. Onorevole Locatelli! Onorevole Locatelli! Il suo gruppo è già intervenuto, onorevole Locatelli!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, ci tengo a riportare però un dato. Io porto una riflessione personale. Ho svolto il compito di delegato del gruppo per oltre un anno e ci tengo a riportare il fatto a quest'Aula - possiamo saperlo tutti - che il mio gruppo, quello di cui mi onoro di far parte, è quello che è sempre stato più presente nelle votazioni e le statistiche lo dimostrano.

Detto questo, mi dispiace anche del fatto che, nonostante il voto che abbiamo affrontato oggi sia stato abbastanza delicato, ma non tanto per noi. Guardate, il fatto che l'opposizione, pur presente e seduta nei banchi, non abbia votato, non arreca tanto un danno alla maggioranza o forse a quest'Aula, ma forse di più agli italiani, e di questo forse si dovrebbe rendere conto (Commenti di deputati della Lega-Salvini Premier). Detto questo, però, ci tengo anche a portare uno schietto appello alla Presidenza (Commenti della deputata Boldi)…

PRESIDENTE. Onorevole Boldi! Ma anche senza mascherina urla, poi?

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Sono abbastanza incresciosi anche questi esempi. Comunque, al di là di questo (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Zanichelli, su…

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). …ci tengo a fare un appello alla Presidenza, perché….

PRESIDENTE. Colleghi!

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). …quello che è successo a inizio anno è stato il frutto di numerosi contagi e sapevamo, com'è successo anche a marzo, che alcuni deputati sono stati costretti a casa.

È da lì che, secondo me, si doveva partire e utilizzare questi mesi per affrontare il problema, perché, colleghi, nelle prossime settimane dovremo affrontare ulteriori voti e sarà importante che quest'Aula sia in grado di poter operare e deliberare. Quindi, dal mio punto di vista, ci tengo a portare (Commenti dei deputati del gruppi Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Onorevole Locatelli, onorevole Pagano!

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). …alla Presidenza quello che, secondo me, è un aspetto che…

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, secondo richiamo non formale. Il prossimo sarà formale.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). …è imprescindibile affrontare, cioè quest'Aula dev'essere messa in grado di operare anche quando decine di propri componenti, per questioni che non attengono alla loro volontà, non potranno essere presenti e votare. Questa è una situazione che non può essere più derogata. Quindi, io faccio un appello, da questo punto di vista personale perché non ricopro più il ruolo di delegato del gruppo, che quest'Aula sia in grado - e, quindi, le componenti della Presidenza e della Giunta per il Regolamento - di intervenire quanto prima per far sì che quest'Aula sia in grado di poter deliberare in totale sicurezza e anche in totale rispetto di quelle che sono le prerogative della maggioranza e soprattutto delle opposizioni, che devono essere garantite adesso e sicuramente anche nelle questioni del futuro e anche qualora purtroppo - speriamo di no - situazioni come l'epidemia che stiamo vivendo dovessero ripresentarsi. Speriamo di no, ma quest'Aula dev'essere pronta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Non avrei voluto intervenire, ma gli interventi del collega del MoVimento 5 Stelle e del collega Fiano credo - e il dibattito che c'è stato, condividendo le osservazioni dei colleghi Lollobrigida, Baldelli e Molinari - pongano il dovere, anche da parte della nostra componente, di sottolineare un paio di cose. La prima: basta col ricatto morale. Il ricatto morale in quest'Aula non funziona (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! È da febbraio che diciamo che viviamo in uno stato di eccezione. Alcuni hanno detto: “Non ci si salva da soli”. È da febbraio che diciamo che è evidente che siamo in uno stato eccezionale, a tal punto che stiamo facendo debito pubblico su debito pubblico sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti: 110 miliardi e 250 miliardi eccezionali del Recovery Fund. Non è un uno stato eccezionale?

La responsabilità politica (correggo, con la stima che ho, il collega Fiano): Regolamento e politica in quest'Aula coincidono. Sono una declinazione, i Regolamenti, del modo con cui noi vogliamo far funzionare l'Aula. Ma questa non è un'Aula asettica: è il luogo che rappresenta il Paese e la politica (c'è qui il Ministro per i Rapporti con il Parlamento). In questi mesi eccezionali la maggioranza si è ritenuta a tal punto autosufficiente da decidere legittimamente, avendo la maggioranza, Esecutivo e maggioranza del Parlamento, come portare avanti, come declinare, come spendere, se fare lo stato di emergenza, quali DPCM eccetera. Lo ha fatto da sola o ha chiesto non l'informazione, non il contentino al Senato dei 20 milioni che vanno dati all'opposizione per come spenderli, ma la condivisione, perché è uno stato eccezionale, del Parlamento, della maggioranza e dell'opposizione? Oggi il presidente di Confindustria fa di nuovo questo appello. E, allora, il ricatto morale non funziona, perché la responsabilità davanti ai cittadini: se non convertite il decreto-legge Agosto, non è dell'opposizione, è della maggioranza, che non ha i numeri ed è divisa (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente); ed è della maggioranza, che essendo divisa - e lo sa meglio di me il Ministro per i Rapporti con il Parlamento - decide di far diventare questa Assemblea legislativa, costituzionalmente bicameralismo perfetto, un monocameralismo a turno - a turno! -, per cui è necessario fare un solo passaggio.

Il secondo dato politico, al collega del 5 Stelle. COVID, non COVID eccetera, ma quando un gruppo di maggioranza - e per chi ha l'esperienza del Parlamento sa che cosa vuol dire - di 197 deputati, come il MoVimento 5 Stelle, ha 41 deputati assenti, allora il 21 per cento dei deputati di quel gruppo - non malati eccetera - ha deciso di non partecipare a questa seduta e parlo del MoVimento 5 Stelle e non del PD (Commenti del deputato Fiano)… sì, va bene. Quanti sono?

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, onorevole Fiano! Onorevole Lupi, prenda appunti prima! Abbia pazienza!

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Scusi, devo parlare con il Presidente, sono stato interrotto. Dunque, c'è un problema oggettivo di divisione politica nella maggioranza e non è che ci nascondiamo dietro ai malati di COVID-19. La discussione legittima all'interno del MoVimento 5 Stelle tra movimento e partito, tra Di Battista e Di Maio, è un problema politico o no? È un problema del MoVimento 5 Stelle, ma non si può dire all'opposizione che, siccome dovete avere la responsabilità morale, convertite il decreto-legge e fateci dare la possibilità dello stato d'emergenza, quando l'opposizione vi chiede, per esempio, di far venire il Presidente del Consiglio qui in Aula e di discutere della proroga dello stato di emergenza insieme, tra maggioranza e opposizione. Questo è il nocciolo della questione: non girateci attorno!

E Presidente, attraverso lei al collega Fiano, non mi può rispondere che su 41 deputati 13 del MoVimento 5 Stelle non possono partecipare, perché 41 meno 15 fa 26 ed è sempre il 15 per cento. Cioè quel gruppo, la maggioranza politicamente dev'essere presente a sostenere i suoi provvedimenti e quando non c'è vuol dire che c'è qualcosa che non funziona all'interno della maggioranza e non lo si scarica sull'opposizione. Allora, ripongo e concludo la questione: io credo che dobbiamo fare tesoro di quello che succede, fare tesoro di quello che sta accadendo. Viviamo momenti eccezionali? Potrebbe esserci un ritorno dell'ondata di contagio del COVID-19? La democrazia deve andare avanti a funzionare e il voto per delega non appartiene alla Costituzione del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Noi non siamo il Parlamento europeo. È chiaro che il voto per delega - chiunque lo può capire - favorisce sempre l'Esecutivo e favorisce sempre la maggioranza, perché è evidente che è così (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Allora, non si può chiedere che, siccome siamo in uno stato eccezionale, modifichiamo i Regolamenti e permettiamo il voto per delega, perché il Parlamento italiano è innanzitutto il luogo non del “votificio” - e concludo - perché lo sminuite il valore di questo Parlamento. Il Parlamento italiano è il luogo in cui tra maggioranza e opposizione nel merito dei provvedimenti ci si confronta anche duramente e dopo si vota e non prima si vota. Allora, queste sono le questioni che vogliamo sottolineare e - grazie, Presidente - mi auguro che il buonsenso dell'Esecutivo e della maggioranza…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). … porti a una condivisione e a un confronto serio, che spero avverrà nella prossima capigruppo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia per un intervento di fine seduta. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, colleghe e colleghi, voglio riportare l'attenzione dell'Aula su quanto sta accadendo in Sardegna in questi giorni. Secondo quanto riportato da alcuni autorevoli organi d'informazione, nell'isola i contagi hanno avuto un'impennata e proprio in questi giorni è previsto un ulteriore incremento (ricordo che le scuole in Sardegna sono state riaperte il 22 settembre). Il dato della Sardegna è preoccupante, perché l'isola in alcuni giorni ha avuto un maggiore numero di contagi rispetto a regioni come il Piemonte, l'Emilia-Romagna, la Toscana e la Sicilia, che hanno una popolazione più numerosa. L'impennata dei contagi ha fatto scattare le restrizioni soprattutto nei piccoli centri, dato che i nuovi casi si registrano soprattutto nei comuni minori. L'amministrazione comunale di Aidomaggiore, in provincia di Oristano, ha emanato un'ordinanza che prevede un lockdown locale, con chiusura di uffici e scuole. Analoghe restrizioni sono previste in decine di comuni come Orgosolo, Orune, Bono, Gonnesa, Villasor, Seui, Ollolai e altri. L'emergenza viene riferita anche da Il Sole 24 Ore che riporta una notizia dal titolo: “Allarme in Sardegna, in tre mesi da 5 a 80 focolai. Ed è rissa tra i sindaci e l'assessore leghista sulla gestione dell'emergenza”. La gestione da parte della giunta regionale, guidata dal presidente Solinas, appare del tutto inadeguata. I sindaci, in sostanza, vengono lasciati soli. La gestione dell'emergenza risulta talmente inadeguata da richiedere, a mio giudizio, un intervento forte da parte del Governo, considerando il fatto che le regioni e i comuni possono disporre prescrizioni più restrittive rispetto a quelle statali. Inoltre, occorre verificare se all'aumento dei casi di contagio corrisponda anche un incremento della disponibilità dei posti di terapia intensiva e, inoltre, occorrerebbe valutare lo stato del coordinamento tra le ordinanze predisposte dai sindaci, le leggi regionali e le leggi nazionali in merito ai provvedimenti di contrasto al propagarsi della pandemia da COVID-19. La Sardegna è rimasta praticamente indenne dal contagio sino all'estate scorsa, ma in assenza di strutture sanitarie in grado di affrontare l'emergenza potrebbe pagare un tributo troppo alto alla pandemia. Occorre intervenire subito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliorino. Ne ha facoltà.

LUCA MIGLIORINO (M5S). Signor Presidente, lo dico subito, le mie parole sono di ambito generale, perché non mi abbasso a commentare esternazioni recenti sulla mafia. Pensare di accostare la parola “coraggio” alla mafia è un dolore per questo Paese: i mafiosi sono dei vigliacchi e chi ne tesse le lodi non è da meno. Ogni anno ricordiamo chi ha lottato contro questo cancro, le centinaia di uomini e di donne di Stato, queste sì, coraggiose e sensibili, che hanno dato la vita e che, ne sono sicuro, lo rifarebbero. Mi riferisco ai cittadini che stanno a casa, da membro della Commissione antimafia, sapete cosa vi dico? Vi dico che l'antimafia siete voi. Forse non ve ne rendete conto, ma per chi vi sta vicino, per le persone che vi amano, nel vostro piccolo, siete dei maestri; intorno a voi qualcuno vi segue, date forza a costoro per il rispetto della legalità; non avete bisogno di chi grida “coraggio”, di chi grida “coraggio” alla mafia, perché questa si sostituisca allo Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, desidero significare all'Aula e approfittare della circostanza per esprimere un appello al Governo rispetto alla grave situazione già oggetto di comunicazioni in precedenza sugli eventi alluvionali che hanno colpito il Piemonte, la Liguria, in particolare le province del Verbano-Cusio-Ossola, di Biella, di Vercelli e di Cuneo, e all'esigenza di dovere provvedere nel più rapido tempo possibile all'emanazione dello stato d'emergenza. Ci risulta che in queste ore il Governo stia definendo le procedure istruttorie con le regioni interessate. Si tratta naturalmente di un'esigenza molto forte, in quanto sono stati significativi e rilevanti i danni alle attività economiche, alle abitazioni private, al territorio complessivamente, ma c'è anche da porre attenzione all'esigenza di un monitoraggio attento di quanto è accaduto nell'ondata di piena del bacino del Toce, in quanto appaiono piuttosto incongrui i livelli di crescita di un fiume che nel giro di poche ore - significativamente di due ore - è incrementato di 8 metri nella sua portata. Quindi, si tratterà di approfondire, anche in sede di Protezione civile, quanto è accaduto, ma la circostanza è funzionale - e concludo, signor Presidente - per richiedere che il Consiglio dei ministri, non appena acquisiti gli elementi istruttori da parte delle regioni, provveda nel più breve tempo possibile all'emanazione della delibera dello stato di emergenza per i territori interessati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Brevemente, per portare a conoscenza dell'Aula che le donne, le madri, le figlie e le sorelle dei pescatori sequestrati in Libia sono nuovamente incatenate qui di fronte. Magari ci passiamo molte volte in maniera distratta, perché ci sono tante manifestazioni, ma qui loro passeranno le notti delle prossime settimane per portare la loro testimonianza e il loro impegno verso i loro cari che sono caduti nel completo oblio. La notizia di ieri sera è data dall'indiscrezione per cui un esponente dell'esercito libico avrebbe detto che sono in carcere e che sono accusati di essere entrati nella zona economica esclusiva. Alle nostre interrogazioni, purtroppo, il Governo non ha dato nessuna delucidazione ulteriore, tutto è rimasto molto vago. Ecco, purtroppo, devo dire la verità, come forza politica non abbiamo voluto fare sin dall'inizio una speculazione politica, ma è inaccettabile pensare che 18 pescatori, otto nostri connazionali, siano in Libia, siano stati sequestrati dall'esercito di Haftar e non ci siano spiegazioni. Non abbiamo comunicazioni, i loro cari dal 1° settembre non riescono ad avere neanche la minima comunicazione con i loro familiari. Qui serve un intervento forte del Governo in politica estera, serve un intervento della Comunità europea per le politiche sulla pesca di quella zona. Sappiamo che la politica della pesca mediterranea, italiana ed europea dipende da Bruxelles, che molte volte entra a gamba tesa sui regolamenti italiani, proibendo alcune tipologie di pesca tipiche delle nostre zone, ma è latitante sulle politiche internazionali della pesca, latitante sul destino dei nostri pescatori. Quella è una zona che, storicamente, viene utilizzata dalla marineria di Mazara del Vallo; tutti ci fermiamo nei ristoranti ad assaggiare e a gustare il gambero rosso di Mazara del Vallo, che viene dalla fatica di pescatori con la P maiuscola e da marinai con la M maiuscola, perché rimangono, con tutti i tempi, in mare: si meritano un Governo migliore, ma soprattutto si meritano un Governo che, da questo momento, prenda come prima priorità il fatto di riportarli a casa immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Prendo la parola per richiamare l'attenzione del Governo su un disagio che stanno vivendo molti connazionali negli Stati Uniti che devono rinnovare il passaporto italiano per venire in Italia per motivi urgenti. Molti di loro abitano lontano dalla sede consolare competente, ma vicini alla sede di un altro consolato italiano, come nel caso di chi abita vicino a Washington ma ha come consolato di riferimento Filadelfia e, quindi, deve fare quattro ore di macchina, attraversando gli stati della Virginia, del Maryland e del Delaware, per arrivare in Pennsylvania; un rischio totalmente inutile. Chiedo che in un momento di crisi sanitaria come questo si dia la possibilità al cittadino di ritirare il passaporto, dietro esplicita richiesta, presso la sede consolare più vicina; credo che sia una richiesta di buonsenso e all'insegna della sicurezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). La ringrazio, Presidente, per l'occasione di intervenire, perché volevo parlare di scuola. Si è parlato prima di quarantena, del tema del COVID, della sicurezza e pensavo allora alla scuola. Per esempio, sono stati rinviati i concorsi in magistratura, il concorso per notaio, ma non è stato rinviato il concorso per la scuola. Questa è la riflessione che pongo all'Aula. Mi chiedo il perché di ciò, posto che comunque va garantita la sicurezza; poi mi chiedo se chi è in quarantena durante le prove del concorso possa ripeterle. Quindi chiedo alla Ministra Azzolina di provvedere e di garantire, anche a chi è obbligato a stare a casa perché è in quarantena forzata, di poter poi fare le prove del concorso in una data successiva.

C'è poi il tema degli insegnanti di sostegno, ai quali non è stata ancora data una risposta e che sembrano obbligati, anche loro, a fare il concorso anziché poter essere immessi subito in ruolo e il tema - e chiudo - dei dirigenti scolastici; ci sono alcuni istituti senza dirigente scolastico titolare. Nella realtà dalla quale provengo io, Massa, l'istituto alberghiero Minuto non ha un dirigente titolare; ha un reggente che ha già cinque scuole; l'alberghiero ha ben quasi 800 studenti, un corpo docente di 160 persone, personale amministrativo tecnico e personale ATA e ha bisogno di una guida per la quotidianità, per affrontare tanti temi legati al convitto, legati alle supplenze e, quindi, non può essere assegnato a un reggente; ci vuole un titolare, c'era un titolare, che si è dimesso ed è tornato addirittura a fare l'insegnante vista la criticità e la complessità, e non c'è problema di copertura finanziaria. Quindi, diamo una risposta concreta a tutti gli istituti, come quello del Minuto, e affrontiamo questo tema della quarantena per chi non potrà partecipare ai concorsi. Se la Ministra non intende spostare la data, almeno garantisca a tutti il diritto al concorso.

Annuncio dell'elezione di un vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha proceduto, in data odierna, all'elezione di un vicepresidente in sostituzione del senatore Luciano D'Alfonso, dimessosi. È risultato eletto vicepresidente il senatore Mauro Antonio Donato Laus.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 7 ottobre 2020 - Ore 10:

(ore 10 e al termine del punto 4)

1. Seguito delle comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus Covid-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020 (per la votazione delle risoluzioni presentate).

2. Discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2020 e sul Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione. (Doc. LXXXVI, n. 3-A)

Relatrice: GALIZIA.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Informativa urgente del Governo sulle iniziative per contrastare il dissesto idrogeologico.

La seduta termina alle 15,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 2)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Risoluzione n. 6-129 Mancanza numero legale NO
2 Nominale Risoluzione n. 6-129 Mancanza numero legale NO

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.