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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 400 di martedì 29 settembre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Boccia, Brescia, Colletti, Corda, Daga, Luigi Di Maio, Gebhard, Iovino, L'Abbate, Liuni, Lupi, Melilli, Morani, Rosato, Schullian, Spadoni e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Iniziative di competenza volte a contrastare la diffusione in ambito sportivo di comportamenti ispirati a ideologie neofasciste, xenofobe e razziste (nn. 3-01096 e 3-00619)

PRESIDENTE. Le prime interrogazioni all'ordine del giorno sono le interrogazioni De Maria n. 3-01096 e Vazio n. 3-00619, concernenti iniziative di competenza volte a contrastare la diffusione in ambito sportivo di comportamenti ispirati a ideologie neofasciste, xenofobe e razziste. Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.

Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere. Prego.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante fa riferimento all'episodio avvenuto nel corso della partita Inter-Bologna, disputata circa un anno fa, che, purtroppo, non rappresenta un caso isolato. Le discriminazioni, non solo razziali, negli stadi italiani sono un fenomeno che il Governo intende prevenire e contrastare in ogni modo. A gennaio 2019, la FIGC ha adottato un modello organizzativo ispirato alla prevenzione e alla cooperazione con le Forze dell'ordine, al fine di valorizzare il tifo positivo, incentivando comportamenti virtuosi da parte dei veri tifosi e, contestualmente, tutelando coloro che si dissociano da comportamenti razzisti o violenti in maniera evidente.

Con le modifiche apportate all'articolo 62 delle norme organizzative interne, è stata prevista l'interruzione temporanea della gara ad opera dell'arbitro e viene disposto che l'annuncio al pubblico venga dato a gioco fermo, in caso di cori o striscioni razzisti e discriminatori, segnalati dal responsabile dell'ordine pubblico in servizio allo stadio o dai collaboratori della procura federale.

Il nuovo codice di giustizia sportiva prevede, in materia di razzismo e violenza, una serie di disposizioni, che intervengono in maniera organica sulla disciplina complessiva della lotta alla violenza negli stadi in occasione delle manifestazioni sportive.

Nello specifico, il codice aggiornato prescrive una sanzione per i club che non applicano l'istituto del gradimento, espellendo dagli stadi i violenti e razzisti e includendo esimenti e attenuanti a favore dei club, relativamente ai comportamenti dei propri sostenitori, nel caso in cui si cooperi con le forze dell'ordine nell'individuazione dei responsabili di atti di violenza e discriminatori, anche attraverso l'utilizzo di circuiti di videosorveglianza.

Un altro significativo passo in avanti è avvenuto con l'approvazione, l'8 luglio scorso, del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica ed assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi. Essa prevede che le autorità si impegnino: a incoraggiare gli attori pubblici e privati a collaborare in occasione della preparazione dello svolgimento delle partite di calcio; ad accertarsi che le infrastrutture sportive siano conformi alle norme e ai regolamenti nazionali, per consentire una gestione efficace della folla e della sua sicurezza; ad accertarsi che gli spettatori siano accolti e trattati in modo appropriato durante tutta la manifestazione, ad esempio, rendendo lo stadio più accessibile ai bambini, alle persone anziane e alle persone con disabilità.

Ferma restando la volontà di rafforzamento degli istituti a tutela dei soggetti che partecipano a tutti i livelli alle manifestazioni sportive, incarnando i valori del sano agonismo, del confronto e del dialogo, tengo a precisare che il nostro sistema offre già notevoli strumenti di protezione, sia sul versante statale che su quello più squisitamente sportivo. La depenalizzazione del reato di ingiuria non ha fatto venir meno la tutela in sede civile per risarcimento del danno, così come rimangono perseguibili penalmente le più gravi ipotesi di minaccia aggravata, diffamazione e tutti i reati frequentemente aggiornati, finalizzati in modo precipuo al contrasto della violenza negli stadi. Parimenti è forte l'attenzione dell'ordinamento sportivo e delle singole federazioni al tema dei reati di odio, come dimostra l'articolo 25, comma 3, del già citato nuovo codice di giustizia sportiva predisposto dalla Federazione gioco calcio. La via tracciata è quindi duplice: da un lato, proseguire, anche con il supporto delle nuove tecnologie, nelle azioni di contrasto intransigente a fenomeni degenerativi e patologici, che nulla hanno a che fare con il più genuino senso dello sport e della competizione sportiva, dall'altro, favorire ad ogni livello la genesi di buone prassi, di codici di comportamento e di modelli di condotta che tutelino le manifestazioni sportive, assicurandone il godimento ad ogni individuo che, attraverso di esse, voglia - come ci insegna la Costituzione - realizzare il pieno sviluppo della propria persona.

Sul versante dell'iniziativa legislativa del Governo, confermo l'intenzione di farmi promotore di interventi che ribadiscano come nel nostro sistema giuridico non possa esistere una sorta di “esimente da stadio” per i comportamenti ingiuriosi e diffamatori, soprattutto se a sfondo razziale. Tali circostanze, al contrario, dovranno assumere la qualifica di aggravante rispetto a condotte che, già fortemente offensive dei diritti fondamentali degli individui, appaiono intollerabili se verificatesi nel contesto delle manifestazioni sportive intese quali espressione massima di incontro e di integrazione tra individui. Segnalo inoltre che, nel mese di febbraio, ho dato impulso ad un apposito tavolo tecnico di coordinamento interministeriale, esteso ai rappresentanti della FIGC e dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive per approfondire tematiche giuridiche civili e penali in materia di sport e manifestazioni sportive, con particolare riferimento alle competizioni calcistiche, anche in rapporto alle problematiche connesse alla tutela della privacy.

Per completezza di informazione ricordo altresì l'avvenuta istituzione dell'Osservatorio nazionale contro le discriminazioni nello sport, nato dal protocollo d'intesa siglato dall'Unione nazionale antidiscriminazioni razziali e la UISP. In questo quadro, ho recentemente assicurato la più ampia disponibilità al Ministro per le Pari opportunità e la famiglia in merito all'istituzione di una cabina di regia interistituzionale, in stretto raccordo con l'UNAR, al fine di pianificare una strategia generale di contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, fenomeno che purtroppo riguarda anche il mondo sportivo e al quale intendo prestare massima attenzione.

Comunico infine che è in fase di avanzata definizione l'accordo di collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali che ha per obiettivo quello di sviluppare la cooperazione interistituzionale per l'individuazione di interventi volti a promuovere lo sport come diritto, strumento di inclusione sociale, integrazione e valorizzazione delle diversità, contribuendo all'inclusione dei cittadini dei Paesi terzi e alla coesione sociale, nonché alla prevenzione e al contrasto della discriminazione, della xenofobia e del fenomeno del razzismo. Si tratta sostanzialmente della rinnovata edizione dell'iniziativa sport e integrazione che era già nata nel 2014.

I risultati delle edizioni precedenti sono stati davvero incoraggianti e la sinergia con l'iniziativa “Sport di classe” ha consentito di rivolgersi a 542 mila studenti e ai loro insegnanti in tutta Italia per riflettere sui valori dello sport come strumento di inclusione sociale.

Voglio concludere, condividendo l'importanza della scuola per sensibilizzare i più giovani sul tema e assicuro sempre massima attenzione, per quanto di mia competenza, a tutte le iniziative rivolte al mondo scolastico.

PRESIDENTE. L'onorevole De Maria ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Sì, io sono soddisfatto della risposta del Ministro, degli impegni che ha sottolineato nel suo intervento e anche dell'attenzione che ha testimoniato qui.

La mia interrogazione era nata da un episodio specifico, particolarmente odioso, perché si trattava di una denuncia pubblica, fatta dall'Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto, su cori offensivi rispetto alle vittime della strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, che è profondamente radicata nella memoria, non solo della mia città, Bologna, ma di tutto il Paese. È una strage fascista rispetto alla quale peraltro sono ora in corso nuovi procedimenti giudiziari, che speriamo accertino, dopo gli esecutori materiali, anche i mandanti. Certamente, come ha ricordato il Ministro, questo episodio si inserisce in un tema più generale che riguarda l'utilizzo delle manifestazioni sportive, come occasione di violenza, di intolleranza e comunque di manifestazione di sentimenti di razzismo, di xenofobia, di atteggiamenti che richiamano il neonazismo e il neofascismo.

Lo sport - come è stato ricordato - è una grande occasione di socialità, di coesione sociale, porta con sé valori positivi; il suo ruolo, la sua funzione è riconosciuta dalle nostre istituzioni, dal nostro stesso assetto costituzionale e proprio per questo è molto importante contrastare qualunque situazione in cui le manifestazioni sportive vengono usate per comunicare valori e posizioni, che sono opposti ai valori dello sport e ai valori della nostra democrazia; ciò, anche perché la nostra democrazia si difende se è capace di contrastare i comportamenti violenti e antidemocratici e anche di contrastare quelle posizioni e quegli atteggiamenti che mettono in discussione i valori democratici condivisi della nostra Carta costituzionale e del nostro assetto costituzionale. Certamente, questo contrasto si fa con una battaglia culturale - è molto importante il richiamo che ha fatto il Ministro -, è un lavoro da fare nelle scuole; certamente si fa anche applicando le normative vigenti e assumendo quelle iniziative sul piano penale e giudiziario con pieno impegno delle autorità competenti in materia, qualora vi siano delle violazioni di leggi, come accade spesso in questi casi, e poi è molto giusto che anche la giustizia sportiva, il mondo dello sport - con un'indicazione e un lavoro di coinvolgimento che il Governo può e deve mettere in campo, come ha ricordato il Ministro - assuma una propria iniziativa rispetto alle sue competenze sia nella gestione degli appuntamenti sportivi anche quando sono immediatamente in corso sia rispetto alle conseguenze da mettere in campo se vi sono comportamenti di un certo tipo.

Mi fa piacere l'asserzione che ho sentito dal Ministro, perché credo che non stiamo parlando di episodi singoli o marginali, ma di un fenomeno diffuso e credo che davvero, nella fase storica che stiamo vivendo, difendere i nostri principi democratici in tutte le occasioni sia un modo molto importante per rendere più forte il nostro Paese, più forte la nostra democrazia e le nostre istituzioni, per metterle all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte e che sappiamo tutti quanto sono importanti e impegnative.

PRESIDENTE. L'onorevole Vazio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FRANCO VAZIO (PD). Sì, Presidente, sono soddisfatto. Aggiungo poche considerazioni alle considerazioni che ha svolto il collega De Maria, che mi sento di sottoscrivere perché assolutamente corrette e appropriate. Aggiungo un'osservazione: questi fatti - mi riferisco a quelli in particolare oggetto del mio intervento e della mia interrogazione - riguardano fatti che coinvolgono anche i più giovani, i ragazzi; si tratta di manifestazioni sportive dove i giovani si misurano come in una palestra di vita. Lo sport in buona sostanza è anche questo: misurarsi sull'impegno, sulla dedizione, sulla correttezza e sul rispetto delle regole. Ebbene, in questa circostanza, in una partita di calcio nel savonese, un ragazzino è stato coperto di insulti razzisti da parte di coetanei sulle tribune, insulti razzisti che hanno imposto, così come ha detto il Ministro, in base alle norme vigenti, addirittura due interventi all'arbitro, sospendendo per ben due volte la partita. Ci sono state le prese di posizione da parte delle società che avevano partecipato all'evento, di condanna, di reprimenda di questi fatti, quindi non è in discussione il coinvolgimento delle società sportive, lì parliamo di squadre giovanili. Quello che a me preme sottolineare - ed è un po' l'invito che io faccio a sviluppare l'ultima parte dell'intervento del Ministro - è afferente al tema culturale ed educativo, cioè noi vediamo proliferare un'iniziativa, un'attività anche paradossalmente delittuosa, quindi proferendo anche frasi razziste in ambienti giovanili. Dobbiamo pertanto lavorare probabilmente di più in termini di prevenzione sul tema dell'educazione nelle famiglie, nella scuola, perché queste cose si sconfiggono alla radice. Sarà moda, sarà qualunquismo, però questi fatti determinano una degenerazione nei comportamenti e, via via, queste degenerazioni aumentano di dimensione e aumentano di gravità.

Sono epiteti razzisti, sono epiteti sessisti e capita a volte di incontrarli quando ad arbitrare ci sono delle donne: queste cose sono gravi in sé, non è solamente la gravità in sé dell'episodio, ma quello che poi da questo episodio scaturisce. Io credo che la nostra società, il nostro Paese che hanno valori importanti, costituzionali, in termini di diritti, di libertà, scolpiti nella Costruzione, debbano avere come fine quello di sconfiggere questo modo di operare, questo modo di comportarsi. Se questo modo comincia a radicarsi nei giovani, diventa poi difficile sconfiggerlo sugli spalti, quando si va a giocare le partite di serie A. Io credo che dobbiamo fare di più, non perché sono più gravi, ma perché sono più preoccupanti quando coinvolgono i nostri ragazzi. Allora, il lavoro che lei, Ministro, che questo Governo, deve fare in termini di prevenzione, di cultura, è nelle scuole, nelle associazioni sportive minori, perché da lì si costruiscono gli uomini che poi domani vivranno la nostra società e governeranno il nostro Paese, essendo questi valori il fondamento del nostro Paese. Mi auguro quindi che quello che lei ci ha indicato come orientamento sia poi alla fine l'orientamento che conta.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCO VAZIO (PD). Credo - concludo, Presidente - che quello che noi dobbiamo prefiggerci non è la repressione, o quantomeno non è solo la repressione, ma è costruire un percorso virtuoso che possa costituire le fondamenta per la preservazione e la valorizzazione di questi temi.

(Iniziative di competenza volte al sostegno finanziario del settore sportivo - n. 2-00781)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Mugnai ed altri n. 2-00781 (Vedi l'allegato A).

L'onorevole D'Ettore ha facoltà di illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, signor Ministro, l'interpellanza è stata presentata nella seduta dell'11 maggio 2020, quindi con riguardo ad una situazione in parte mutata ma che è sostanzialmente riferibile anche all'attualità. Nell'interpellanza si faceva presente in particolare la rilevanza - che ho sentito già anche nei precedenti interventi - dello sport; qui aggiungo, con riguardo non solo alla coesione sociale, ma con riguardo anche all'inquadramento e rilievo costituzionale dello sport nel nostro ordinamento e nell'ordinamento europeo, quindi con riguardo all'applicazione e attuazione obbligatorie, attraverso i provvedimenti di legge, di quelli che sono principi ormai riconosciuti a livello europeo e costituzionale interno. Mi riferisco al vincolo interno che dovrebbe riguardare anche la disciplina emergenziale COVID-19 con riguardo anche ai successivi provvedimenti, e quindi il vincolo interno in attuazione ai principi costituzionali. Molti sono gli aspetti che riguardano lo sport. Noi - i sottoscrittori dell'interpellanza - abbiamo riportato anche alcune valutazioni non solo statistiche dall'associazione Confcommercio Professioni, con riguardo ai mancati guadagni di strutture sportive, delle palestre, delle piscine, attuali e potenziali, ma con riguardo anche al settore della cultura e tempo libero sulla base di una stima di minor spesa delle famiglie che sarebbe pari a circa 8,2 miliardi di euro; è stata stimata anche diversamente, ma anche altri enti di ricerca hanno effettuato lo stesso tipo di valutazione, intorno a questo importo, o secondo valutazioni similari. Secondo le stesse stime del CONI, lo sport in Italia vale l'1,7 per cento del prodotto interno lordo, vale a dire circa 30 miliardi di euro, che raddoppierebbe a 60 miliardi di euro se si considerasse anche l'indotto complessivo, essendo circa 20 milioni gli italiani che praticano attività sportive. Lo stato di emergenza ha determinato in particolare un primo impatto sull'industria complessiva dello sport, con un calo di attività che è stato stimato del 24 per cento a livello nazionale rispetto ai giorni prima della crisi; una perdita di valore di circa 7 miliardi di euro, che al 7 aprile 2020 è cresciuta raggiungendo - è stato stimato a quella data - il 35 per cento del settore complessivo.

Si contano già circa 100 mila associazioni dilettantistiche sparse sul territorio nazionale che lamentano una crisi provocata dal fatto che 12 milioni di tesserati non hanno praticato l'attività nei periodi del lockdown; una perdita significativa per il settore, anche con riguardo ai dati del 2019 per le prenotazioni di corsi e lezioni per i mesi di febbraio e marzo 2020, che hanno pesato sul totale dell'anno per circa il 15 per cento. Così, di fatto, circa 1 milione di persone, quasi tutti anche con rapporti di lavoro di natura precaria, sono rimasti da un giorno all'altro senza reddito. Poi ci sono state misure successive - lo ripeto - all'interrogazione dell'11 maggio 2020, ma il quadro allora, il quadro comunque stimato con riguardo agli effetti indotti e conseguenti a queste stime è tuttora attuale.

Lo sport - è chiaro - determina una serie di effetti con riguardo al comparto economico, anche per la semplice valutazione delle situazioni che vengono indotte rispetto al complesso dell'attività che sono tipiche delle attività sportive; un indotto che va a favore dei venditori di materiali tecnici in particolare, e che è di carattere generale e diffuso. Che cosa vuol dire? Che vi è un indotto stimato in via immediata e vi è un è un indotto che è stimato invece sulla base di tutto ciò che sono relazioni anche non direttamente conseguenti allo sport, ma che riguardano sia l'industria che il commercio; su questo ci sono ulteriori dati, che sicuramente il Ministro avrà a sua disposizione, anche più aggiornati di quelli che avevamo noi a quella data.

Al di là, poi, delle valutazioni che riguardano lo sport, sui disagi psicofisici, sull'attività e sulle condizioni di disagio anche personale, su tutto ciò che è avvenuto e che riguarda sia i soggetti che praticano lo sport, sia coloro che lavorano in questo settore, mi richiamo senza soffermarmi ulteriormente a tutto ciò che già è riportato nell'interpellanza.

Ho voluto riportare - lo ripeto - anche degli aspetti che non sono all'interno dell'interpellanza, cioè quello che è l'ordinamento interno ed europeo sulla base dei principi che dovrebbero comportare, anche nella creazione di un diritto emergenziale, una specifica valutazione del settore sportivo sulla base, poi, di quelle che sono anche le direttive, le stesse linee guida che ci sta dando l'Europa addirittura nell'ambito del Recovery Fund. Credo che il Governo su questo abbia rifatto, ma soprattutto abbia aggiornato - visto che c'è un Ministro per le politiche giovanili e lo sport, sicuramente avrà riaggiornato in sede di Presidenza del Consiglio, dove lei lavora, tutta questa materia - relativamente agli impegni che noi abbiamo preso in sede europea.

Questa premessa aveva poi comportato, evidentemente, l'interpello al Governo di questa natura, chiedendo se il Governo intenda quindi adottare iniziative per introdurre…Ecco, qui, si parlava dello strumento dei voucher per i lavoratori del settore dello sport. Poi ci sono state misure, ci sono molte regioni che si sono già mosse in questo senso e ci sono state misure che comunque il Governo ha adottato; noi facevamo riferimento a questo tipo di strumento.

Si chiede, poi, se il Governo intenda adottare iniziative per aumentare le risorse destinate ai collaboratori sportivi. Sicuramente il Ministro saprà che nell'ambito di questo settore la crisi è stata fortissima, soprattutto con riguardo ai collaboratori sportivi - sicuramente avrà avuto modo di conoscere la situazione - e so che ha avuto anche degli incontri con le rappresentanze. Costoro si trovano in situazione di grandissima difficoltà e tuttora sono in questa situazione.

Ancora, si chiede: se il Governo intenda adottare allora iniziative per creare un fondo - avevamo stimato sulla base di quelli che erano anche i dati che ci venivano dal Governo - di circa 200 milioni di euro per associazioni e società sportive dilettantistiche già colpite dall'emergenza COVID-19; se il Governo intenda adottare iniziative per la riduzione dell'IVA su prodotti e attrezzature che servono per lo svolgimento delle varie attività dal 22 per cento anche, in ipotesi, al 4 per cento; se il Governo ritenga di adottare iniziative per la detraibilità degli importi, in parte o totalmente, relativi alle quote di iscrizione alle associazioni, in particolare quelle di natura dilettantistica; se il Governo ritenga di adottare iniziative per concedere la totalità delle detrazioni per le visite mediche e le analisi necessarie per l'iscrizione alle associazioni sportive.

Questo era evidentemente il portato della situazione dell'11 maggio 2020.

Comunque le nostre richieste solo in parte hanno avuto risposte, ma credo che sarebbe interessante sapere dal Ministro, almeno anche su provvedimenti successivi e in vista della legge di bilancio e in vista dei piani attuativi del Recovery Fund, se c'è una valutazione anche per questo comparto. Ricordo, infatti, che, anche sul Recovery Fund, non è esclusivamente materia economica e in ogni caso, anche se fosse esclusivamente materia economica, come abbiamo già evidenziato in Commissione affari costituzionali, è evidente che il procedimento in itinere che porterà poi alla presentazione del Piano nazionale di resilienza e resistenza, è chiaro che il PNRR dovrà tenere presente anche tutti gli effetti che riguardano non solo il mondo economico, ma anche quello che nell'ordinamento europeo è riferito anche allo sport (questo è l'oggetto dell'interpellanza). Ciò, non solo per la coesione sociale, ma anche per lo sviluppo della personalità dei singoli, sia come soggetti e individui, sia, come dice la nostra Costituzione, attraverso la partecipazione ad associazioni, enti e attività, in questo caso sportive, che determinano l'affermazione della propria personalità.

Io credo che questo tema possa essere riportato anche nei piani che dovranno essere aggiornati; anche, lo faccio presente al Ministro, e per aggiornare la nostra interpellanza, che le linee guida della Commissione europea più recenti sono in qualche modo in discrasia e non in perfetta compatibilità con le linee guida o con gli indirizzi che il Governo ha già presentato. Su questo, forse, anche per la materia dello sport, se il Ministro volesse o intendesse intervenire, aggiungo questa richiesta: se ce lo può far sapere, perché, ripeto, non c'è perfetta congruenza tra le linee guida la Commissione europea e quelle che il Governo ha presentato del resto in bozza, dicendoci, con la relazione del rappresentante delle Commissioni, che verificherà fino al prossimo anno quali saranno poi gli impegni da recepire nel PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo dire che condivido il quadro complesso che è stato enunciato dall'onorevole interpellante, perché oggettivamente è un quadro complesso che ha riguardato evidentemente tutte le categorie del Paese e che ha colpito, però, in modo particolare anche il mondo dello sport; ed è vero che, nonostante i numerosi interventi del Governo e che adesso cercherò anche brevemente di illustrare, esiste ancora una situazione di difficoltà, come l'onorevole interpellante diceva, che stiamo cercando di affrontare anche attraverso gli strumenti ai quali si faceva riferimento. Quindi, parto subito da questa parte finale dell'interpellanza, questo aggiornamento, come è stato definito, nel senso che noi abbiamo già presentato per il Recovery Plan progetti specifici che riguardano il mondo dello sport e abbiamo ottenuto che nella versione finale dell'elencazione delle missioni del Recovery Plan fosse fatto esplicito riferimento alle politiche per lo sport come politiche di inclusione e di rilancio. Quindi, concordo anche qui sul fatto che i due strumenti, che a breve ci apprestiamo a definire, lo strumento legislativo della legge di stabilità e questo strumento straordinario del Recovery Plan, debbano essere assolutamente, e saranno assolutamente, due occasioni importanti per rilanciare tutte le politiche e gli interventi a favore dello sport. In modo particolare per quello che riguarda il Recovery Plan, ho anche informato la competente Commissione cultura di questa Camera e oggi pomeriggio, tra l'altro, sarò invece audito al Senato sullo stesso tema. Abbiamo, in modo particolare, concentrato i nostri due progetti su due direttrici importanti: una che è quella che riguarda l'impiantistica sportiva, che va anche molto in linea con quelle che sono le richieste dell'Unione europea, immaginando un'impiantistica sportiva non solo moderna, cosa di cui il nostro Paese purtroppo non è particolarmente dotato, ma anche un'impiantistica che sia corrispondente alle necessità di politiche ambientali e anche di utilizzo di nuove tecnologie, come viene richiesto anche per essere competitivi con il resto d'Europa, e non soltanto con il resto d'Europa; e l'altra parte progettuale che abbiamo immaginato per il Recovery Plan riguarda, invece, il coinvolgimento dei soggetti più sicuramente colpiti da questa crisi, che sono le associazioni sportive dilettantistiche, le società sportive dilettantistiche, in progettualità anche proprio per la gestione di queste nuove aree impiantistiche del nostro Paese e, quindi, offrendo loro una notevole boccata di ossigeno attraverso la partecipazione a progetti di animazione territoriale, di coinvolgimento nelle attività sportive, soprattutto delle fasce più deboli e delle nuove generazioni.

Questi due aspetti sono i due principali su cui noi abbiamo presentato le prime bozze di progetto e che, anche in seguito all'audizione avuta in Commissione qui alla Camera e quella che oggi avrò al Senato, perfezioneremo anche sulla base delle varie indicazioni e dei vari spunti che sono arrivati, tra l'altro, anche oggi dall'onorevole interpellante.

In modo specifico, poi, per quello che riguarda tre punti indicati nell'interpellanza, e cioè la riduzione dell'IVA su prodotti e attrezzature, sulla detraibilità degli importi e sulla detrazione per le visite mediche e le analisi necessarie, io condivido pienamente l'utilità di queste tre misure e ho già dato mandato ai miei uffici di trasformarle in proposte per la nuova legge di stabilità che abbiamo già iniziato, come Governo, a definire.

Per quello che riguarda, invece, i primi punti, per quello che riguarda il voucher dei lavoratori del settore dello sport, in realtà, come diceva anche l'onorevole interpellante, questa ipotesi è un po' superata dal fatto che noi siamo, si spera, in chiusura della definizione del testo unico di riforma sullo sport, il quale testo unico prevede, per la prima volta finalmente, dopo decenni, delle tutele molto precise per tutto il mondo dei lavoratori sportivi, mondo che fino ad oggi, pur essendo cruciale nella vita e nello sviluppo di milioni di italiani, non ha alcun tipo di tutela, tanto è vero che si tratta di un mondo che non avrebbe avuto accesso a nessuna delle garanzie che tutti i vari provvedimenti per l'emergenza sanitaria del COVID avevano, invece, garantito a tutti gli altri lavoratori. Ed è per questo - e vengo al punto 2 - che noi abbiamo istituito dei fondi straordinari, per la prima volta, per delle indennità che potessero comprendere anche i lavoratori sportivi, che, ripeto, non avevano fino ad oggi, e fino all'approvazione del testo unico non avranno, alcun tipo di tutela. Lo stanziamento è stato molto importante perché è stato uno stanziamento di 370 milioni di euro, per un bonus di 600 euro per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, quindi una somma veramente importante, di cui poi, devo dire, gli stessi lavoratori sportivi danno atto al Governo e al Parlamento, perché questo è stato poi un provvedimento sicuramente sostenuto in maniera molto trasversale; danno atto di aver tutelato anche professioni che, fino ad oggi, non erano mai state lontanamente prese in considerazione.

Per quello che riguarda il sistema delle ASD e SSD, nell'interpellanza si faceva riferimento a un fondo di 200 milioni; ci siamo quasi arrivati, nel senso che il fondo che abbiamo messo a disposizione ad oggi è di 150 milioni, quindi siamo un po' al di sotto di quello auspicato, ma posso assicurare che è un fondo che ha garantito a tutte le ASD e le SSD che ne hanno fatto richiesta per tante cose, per il pagamento degli affitti, per, molto più semplicemente e non banalmente, i pagamenti delle utenze, piuttosto che per le spese di sanificazione, piuttosto che per qualunque altra cosa. Questo fondo, che abbiamo costruito attraverso vari provvedimenti successivi, ha consentito di erogare a fondo perduto per le ASD e SSD cifre importanti, ma soprattutto a non tenere nessuna ASD o SSD fuori da questa richiesta. Quindi, ad oggi, tutte coloro che avevano fatto richiesta e che avevano ovviamente i requisiti, controllando da parte dell'Agenzia delle entrate e facendo tutti i controlli incrociati, tutte hanno avuto il fondo perduto. Ovviamente questo non basta, perché adesso, come veniva ricordato nell'interpellanza e questo purtroppo è ancora attuale, la ripresa è lenta, ci sono meno iscritti alle attività sportive, sia per un tema a volte anche di paura, quindi psicologico, da parte delle famiglie di mandare soprattutto i più giovani a fare attività sportiva, ma anche da parte delle stesse strutture di poter avere le risorse per sanificare i propri ambienti o, ancora, da parte delle famiglie, come ricordava l'onorevole interpellante, di avere le risorse anche economiche per mandare magari i propri figli a fare attività sportiva. Ed è per questo che noi, già a partire dal prossimo mese di ottobre, metteremo a disposizione sia un fondo particolare per la sanificazione degli ambienti sportivi e in modo particolare per le palestre, perché si è creato un altro problema enorme, che è quello del fatto che molte ASD e SSD fino ad oggi utilizzavano le palestre in mancanza proprio delle strutture sportive, ma non hanno più accesso in questo momento, perché i presidi e i dirigenti scolastici sono, ovviamente, anche in difficoltà nel poter avere le risorse per sanificare continuamente quegli ambienti.

E poi stiamo elaborando la norma - ma i soldi, le risorse già ci sono - per questa sorta di bonus famiglie che da ottobre metteremo a disposizione, al di sotto, ovviamente, e con dei parametri per certe fasce di reddito, per poter consentire, a chi non ha, diciamo, le risorse necessarie di poter comunque favorire l'attività sportiva dei più giovani.

Questa è sicuramente la crisi senza precedenti, ma anche, diciamo paradossalmente, un periodo storico in cui il mondo dello sport - come forse è giusto che sia, anzi sicuramente è giusto che sia, come per tutti gli altri settori, come veniva ricordato, che hanno valore sia sociale, ma anche economico - ha il numero di risorse più ampie che il mondo dello sport abbia mai avuto. Quindi, io mi auguro che sia le misure emergenziali che abbiamo adottato nei mesi passati, ma anche adesso con questa programmazione un po' più strategica che stiamo facendo - non ultimo, il bando Sport e periferie, ancora in corso e che abbiamo anche prorogato fino al 30 ottobre, che mette a disposizione ulteriori 140 milioni di euro per la ristrutturazione di impianti sportivi - siano quell'aiuto necessario a un mondo straordinariamente importante per la ripresa e per il rilancio dopo, diciamo, questa difficile emergenza sanitaria, sia per i valori che esso esprime e, quindi, per quel valore di socialità ma anche di sicurezza nei territori, dato che a volte è molto più importante tenere aperto un centro sportivo in una periferia piuttosto che, magari, mettere anche dieci telecamere proprio perché diventano luoghi di aggregazione, di partecipazione e presidi di legalità. Insieme a questo va tutelato, chiaramente, anche il lavoro economico dello sport di alto livello, che tanto dà al nostro Paese anche in termini di fisco. Quindi, questa è la strategia e l'orientamento su cui ci stiamo muovendo.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Ettore ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Parzialmente soddisfatto, perché conoscevo, così come avevo già accennato nel corso dell'illustrazione, alcune delle misure che erano state adottate e che erano in linea con la nostra interpellanza. Manca la parte relativa alle altre misure che abbiamo richiesto. Prendo atto, però, anche dell'attenzione sul Recovery Plan, cioè le misure che il Ministro dice che saranno adottate. Mi consenta, Ministro, di far presente che io prendo sicuramente come certo questo suo impegno qui in Aula, soprattutto su tre misure: quella relative alla riduzione dell'IVA su prodotti e attrezzature che servono allo svolgimento delle attività, quella relativa alla detraibilità degli importi in parte o totalmente riferiti alle quote di iscrizione alle associazioni e quelle concernenti le detrazioni per le visite mediche e le analisi necessarie per l'iscrizione alle associazioni sportive.

Capita spesso che il Governo venga qui in Aula e ci prometta che nel provvedimento successivo rispetto al precedente ci saranno queste misure. Molto spesso, poi, la posizione della fiducia determina anche l'impossibilità di un dialogo e una collaborazione con i deputati e i gruppi e, quindi, i provvedimenti vengono sempre posticipati a quello successivo, che deve, in qualche modo, risolvere le questioni non affrontate col precedente provvedimento sottoposto alla fiducia. Io sicuramente non posso mettere in dubbio la sua parola. Lo ha già fatto sicuramente e riconosco che nel suo Ministero la gestione del suo portafoglio è stata, da ultimo, riferita anche all'impiego di risorse rilevanti, questo non lo metto in dubbio. Spero che abbia il peso politico - altri Ministri non l'hanno avuto rispetto a quello che ci hanno detto in Aula - per realizzare queste misure che dovrebbero essere e sono naturaliter da inserire all'interno della legge di bilancio, la legge di stabilità. Si potrebbero tranquillamente già prevedere e soprattutto, con riguardo al Recovery Plan, c'è la notizia che lei ci dà, che penso che sia importante, perché è vero che nelle linee guida c'è questo riferimento, ma la genericità dell'impegno rispetto all'impiantistica sportiva e il coinvolgimento delle associazioni, secondo me, devono essere meglio definite. È chiaro: in una risposta qui alle Camere c'è un argomento, però. Il Presidente del Consiglio ci ha detto che vuole collaborare con riguardo al procedimento in itinere fino all'attuazione dei piani che devono poi dare sfogo alle risorse del Recovery Fund, collaborare con le Camere, con le Commissioni e con le opposizioni relativamente a quelle che sono proposte o idee. Lei ha accolto molte delle proposte già prima della risposta a questa interpellanza che sono state poi inserite in alcuni provvedimenti.

Spero che avvenga questo anche per questo settore e mi rivolgo a lei, Ministro, perché faccia sì che questo impegno diventi non una mera promessa a favore del terzo, cioè come a dire: “Faremo, qualcuno farà”. No, questo impegno lo può prendere lei direttamente, insieme al Presidente del Consiglio, non perché vedremo quello che accadrà ma vediamo se già, vista la concretezza delle proposte che almeno il gruppo di Forza Italia ha rappresentato e si sta distinguendo, il nostro gruppo, per fare proposte concrete, come lei ha riconosciuto. Come vede, non c'è nessun intento o spirito polemico. Non utilizziamo le Aule per fare comizi, né per fare strilli inutili, che non servono a niente e non portano nemmeno voti, a quanto si è visto. Riteniamo, invece, che sia più opportuno fare proposte e indirizzare il Governo in quello che è l'indirizzo politico che il Governo deve avere anche in questa materia. Lei, come Ministro, è il responsabile dell'indirizzo politico di questo settore, ma - ripeto - l'impegno che ha preso il Presidente del Consiglio dev'essere attuato, in quest'Aula e nelle Commissioni. Siamo nella fase, appunto, di verifica del Recovery Plan e del Recovery Fund, quindi le linee guida e il piano che sarà alla fine determinato. Lei oggi andrà al Senato e se anche al Senato dirà e prenderà questi impegni è chiaro che valuteremo se questi impegni troveranno già, come dire, accoglienza e albergo all'interno della legge di stabilità e se poi diventeranno una parte significativa, vista la difficoltà del settore e vista l'importanza di questo settore, del Recovery Plan. Spero che questo possa esserci.

Dico anche - e aggiungo come deputato di Forza Italia - che anche il MES sarebbe utile in questo momento, perché per la parte sanitaria e per la parte che riguarda, quindi, il rapporto fra sport, salubrità e settore sanitario - e non c'è bisogno che ve lo metto a spiegare qui io, perché è del tutto evidente - il MES potrebbe aggiungere risorse ancora più importanti in questa relazione fra questi settori, soprattutto con riguardo alle regioni. Penso che anche su questo dobbiate definire prima o poi nel Governo quali sono le vostre intenzioni, perché qui - e lei lo ha segnalato, nella sua risposta, più volte, in maniera molto chiara e molto limpida - è un problema di risorse che devono essere reperite e impiegate con celerità, perché la risposta dev'essere immediata. Già andiamo alla legge di stabilità e poi all'applicazione e attuazione del Recovery Fund attraverso il piano, il PNRR, e quindi ancora stiamo spostando. Gentiloni, il Commissario Gentiloni, ci ha già detto, in audizione nelle Commissioni, che non si possono anticipare fondi relativi ai 209 miliardi del Recovery Fund o almeno non si potrebbero anticipare, ma c'è la possibilità, tramite il MES, invece di impiegare delle risorse e, quindi, attraverso il ricorso al MES anche poi sul Recovery Fund anticipare dei piani per ottenere subito risorse sulla legge di bilancio (se non sbaglio, questo è stato il quadro che ha definito il Commissario Gentiloni). Non mi sembra che il Governo abbia preso decisioni in merito e, quindi, l'insoddisfazione della risposta dipende da questo, pur riconoscendo al Ministro di aver attuato alcune misure e di aver proposto delle misure, per esempio, anche quella del bando periferie. Bisogna, però, attuarlo rapidamente con gli enti locali con riguardo agli impianti, perché ci sono necessità enormi.

Così come l'altro corno della questione, che lei aveva individuato sulle direttrici per il Recovery Plan, è il coinvolgimento delle associazioni per la gestione. È un altro tema focale quello della gestione: riprenderebbero altro che fiato, riprenderebbero la possibilità di svolgere veramente queste attività.

E, poi, c'è l'ultima questione che lei ha solo accennato - e qui con i fondi del MES si potrebbe anche affrontare a livello regionale -, cioè tutta la questione relativa anche al disagio psicofisico che molte persone hanno subito e le difficoltà ora e, come dire, l'inibizione a riprendere le attività sportive, così come vediamo, di fronte a questo timore evidentemente della recrudescenza della pandemia COVID-19 o del suo ritorno. Anche su questo tema bisogna intervenire e applicare risorse e soprattutto perché, come mi dicono, per esempio, molti operatori e molti collaboratori, c'è tutta la parte concernente anche la fiducia, la creazione della fiducia rispetto anche alla sicurezza dei luoghi e, quindi, se i luoghi sono sicuri e ci sono risorse - ma le associazioni da sé non riescono a farlo - chiaramente è più facile anche creare un clima di fiducia, e se lo sport riprende e si creerà questo clima di fiducia – e lei spesso lo ha detto – ne giova tutto il Paese e non semplicemente il settore dello sport. La ringrazio, in ogni caso, per la risposta. Grazie, Presidente, ho concluso la mia replica.

(Iniziative volte a contrastare il dissesto idrogeologico delle aree su cui insiste il patrimonio archeologico e culturale, con particolare riferimento all'area della Collina di Varano a Castellammare di Stabia (Napoli) - n. 3-01326)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut, ha facoltà di rispondere (Vedi l'allegato A).

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, darò delle informazioni puntuali all'interrogazione della collega Di Lauro, premettendo quanto probabilmente la collega già conosce in relazione alla procedura che sovraintende alla selezione e al finanziamento dei progetti e delle opere relative al dissesto idrogeologico che, come è noto, sono repertati in un apposito elenco nazionale, sulla base delle proposte delle regioni che vagliano quanto sostenuto e quanto promosso dai comuni e lo trasferiscono in questo elenco, in questo reperto che è il ReNDiS (il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo), all'interno del quale, poi, i singoli interventi vengono selezionati e scalettati con punteggi sulla base dello stato di avanzamento dei progetti. Quindi, sostanzialmente, i progetti più avanzati hanno più punteggio sulla base di altri criteri che sono lo stato di pericolosità piuttosto che l'incidenza sulla capacità di intervento sui fenomeni franosi o di dissesto idrogeologico e di altri criteri che sono, poi, definiti all'interno di uno specifico decreto del 2015.

Fatta questa premessa metodologica, poi, verrò anche ai dati per dire che, naturalmente, le informazioni che noi diamo sono a valle di un processo decisionale che è selezionato dagli enti locali; naturalmente, il Ministero dispone il coordinamento delle risorse sulla base di quanto il ReNDiS restituisce nella valutazione delle priorità degli interventi. Aggiungo la considerazione che, sicuramente, nella selezione della priorità di questi interventi, che derivano da criteri stabiliti in un decreto e che derivano dall'utilizzo di strumenti tecnici e di lettura del territorio variegati, tra cui per esempio l'inventario dei fenomeni franosi presso ISPRA ed altre strumentazioni tecniche, noi dobbiamo avvalerci - e stiamo cercando di fare un salto di qualità, anche dal punto di vista tecnologico - anche delle tecnologie spaziali derivanti dal programma dell'osservazione dello spazio all'interno dell'attività del Comint, che ci consentirà di avere una lettura più aggiornata dell'evoluzione dei processi, sia dei fenomeni franosi sia dei fenomeni alluvionali, che è molto importante, perché uno dei problemi di sistema di funzionamento delle politiche sul dissesto è proprio la continua evoluzione e le accelerazioni determinate dalla evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici rispetto ai progetti che, invece, hanno una loro rigidità.

Fatta questa promessa, vado a dare anche qualche dato un po' più di merito su quanto riguarda la vicenda specifica che viene sollevata dall'onorevole. Ad oggi - mi riferisco in particolare alla situazione della regione Campania - alla regione Campania, in base alla chiave di riparto prevista per gli interventi per il dissesto idrogeologico, è stata assegnata la dotazione di un importo di 12.557.360 euro. Sulla base delle richieste di finanziamento inserite dalla regione nel sistema ReNDiS e tenuto conto dell'esito dell'istruttoria svolta dal Ministero, alla medesima regione sono stati finanziati al momento 54 progetti per un importo complessivo di 12.529.047,67 euro. La prima quota del 26 per cento, relativa agli interventi finanziari, pari a circa 3.250.000 euro, è stata trasferita alla regione nel mese di agosto 2018. Ovviamente, stiamo parlando della programmazione che si riferisce all'ultimo stralcio che stiamo per portare a compimento in questi giorni (lo stralcio 2020), e che prevede l'erogazione di circa 230 milioni di euro a tutte le regioni, sulla base delle risorse programmate per il 2020.

Si fa presente che, per gli altri aspetti inerenti le richieste di finanziamento degli interventi di mitigazione del rischio idrologico, è stato pubblicato uno specifico avviso sul sito Internet del Ministero dell'Ambiente che non contempla interlocuzioni con i soggetti proponenti ma che definisce la procedura corretta per la presentazione delle richieste. Questa procedura prevede, tra l'altro, come ho detto all'inizio, l'inserimento delle richieste di finanziamento sulla piattaforma ReNDiS da parte delle regioni. L'inserimento di un intervento nella citata banca dati non rappresenta di per sé garanzia di finanziamento, quindi, stare nel ReNDiS, di per sé, non vuol dire avere diritto al finanziamento, ma è una delle condizioni necessarie affinché l'intervento proposto possa essere valutato ai fini di un inserimento in future programmazioni e queste condizioni sono l'accertamento della sua ammissibilità al finanziamento e al superamento della concorrenza con altre richieste segnalate per analoga finalità, quindi l'urgenza ed il livello progettuale.

A questo riguardo va detto che la regione, ad oggi, ha inserito, però non validato, nella piattaforma ReNDiS, le richieste di finanziamento di due interventi per quanto riguarda il comune di Castellammare di Stabia; ci sono due interventi nel ReNDiS che non sono al momento contemplati in alcuna programmazione afferente al Ministero dell'Ambiente. Le richieste di finanziamento non afferiscono agli interventi in località Collina di Varano.

Va aggiunto che, nell'ambito dell'accordo di programma per il finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, siglato nel 2010 tra il Ministero e la regione, la regione ha proposto un finanziamento di due interventi ricadenti nel territorio di Castellammare di Stabia: sistemazione idrogeologica di alvei torrentizi ed opere idrauliche sui versanti di Monte Faito e lavori urgenti per la messa in sicurezza del reticolo idrografico dei rivoli Sciuscelle al Cognulo, Piazza Grande, Foiano, Faro e San Pietro.

Per completare le informazioni, si deve ricordare anche che il comune di Castellammare di Stabia è parte dell'agglomerato di Torre del Greco oggetto della procedura di infrazione Causa C 668/19, per mancato adeguamento dei sistemi fognari depurativi ai requisiti della direttiva comunitaria 91/217/CEE sul trattamento delle acque reflue. C'è poi, qui, e lo potrà vedere nel testo che le consegnerò, tutto un elenco di interventi che la regione ha fatto presente nell'ambito dell'agglomerato urbano di Castellammare di Stabia, che risultano finanziati; sono circa otto interventi con le relative cifre e potrà poi ritrovarli facilmente dal testo che per brevità non leggo. Sempre per quanto riferito dalla regione, tutti questi interventi hanno come soggetto attuatore la GORI Spa ed hanno, ormai, una progettazione esecutiva.

Per concludere, ricordo che, per accelerare la progettazione, l'affidamento e la realizzazione delle opere necessarie al superamento del contenzioso comunitario nel settore della depurazione, è stata istituita, con una legge del 2016, una struttura commissariale che, come sa, agisce presso il Ministero, con un commissario straordinario unico, nel cui programma operativo ci sono anche le opere che ho citato precedentemente.

Concludo, dicendo due cose: la prima l'ho già accennata, cioè, siamo adesso nella fase di definizione del riparto 2020 delle risorse del dissesto idrogeologico, in alcuni casi ci sono regioni che hanno presentato progetti finanziabili e in alcuni casi ci sono regioni che non sono in grado neanche di avere le risorse disponibili, perché non hanno i progetti e, quindi, dovremo fare una piccola rimodulazione che stiamo discutendo con le regioni, ma ciò non riguarda la regione Campania che, anzi, da questo punto di vista, si presenta abbastanza preparata, anche se sul punto le cose stanno come ho descritto; la seconda è che io mi auguro che, nell'arco di pochi giorni addirittura, si possa portare in approvazione il decreto a doppia firma Ministero dell'Ambiente e Ministero dei Lavori pubblici, Ministero delle Infrastrutture, MIT, per la revisione dei criteri e la semplificazione dei criteri di selezione degli interventi ammissibili a ReNDiS, dove il punto fondamentale è il ruolo che le autorità di bacino, in quanto enti di pianificazione, avranno nella selezione degli interventi coerenti, più o meno, con i piani relativi alla difesa del suolo e del rischio idraulico.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Lauro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo, innanzitutto, per la precisione e l'accuratezza nella risposta; tra l'altro, stiamo parlando anche di un territorio molto ampio, molto popolato come quello di Castellammare di Stabia, Torre del Greco, poi, suppongo anche Torre Annunziata, Boscoreale e via discorrendo.

È significativo per me che questa risposta sia arrivata proprio oggi, dal momento che nei giorni scorsi, purtroppo, il nostro territorio è stato interessato da fenomeni atmosferici molto forti. Un pensiero, in particolare, va alla comunità di Sarno, dove le persone si sono viste invase da fiumi di fango e, purtroppo, in molti casi, hanno anche dovuto abbandonare le proprie abitazioni.

Purtroppo, queste immagini, questi fiumi di fango che scorrono nelle strade sono immagini a cui, negli anni, ci siamo tristemente abituati, probabilmente perché, forse, in passato, il dissesto idrogeologico non è stato considerato abbastanza un problema urgente e da affrontare.

Quindi, ben venga l'istituzione del fondo centrale da parte del Ministero dell'Ambiente, ben venga che sia stato anche finanziato con risorse ingenti e, da come apprendo dalla risposta, circa il 94 per cento sono anche state già assegnate, segno che questi interventi, evidentemente, sono particolarmente voluti dai territori.

Sicuramente, mi lascia un po' perplessa il fatto che gli enti preposti - quindi, stiamo parlando, in questo caso, della regione Campania - non abbiano avanzato anche la proposta di inserire la collina di Varano fra i territori attenzionati. Stiamo parlando - e qui torno, quindi, all'oggetto dell'interrogazione - di un territorio estremamente fragile, che è stato anche certificato dall'Autorità di bacino Campania come a elevato rischio frane, ma, soprattutto, stiamo parlando di un territorio sul quale insistono delle ville antiche romane, che sono un patrimonio storico-culturale di immenso valore e, laddove la collina dovesse avere dei danni, anche le ville rischiano di essere compromesse e di avere dei danni, forse - speriamo mai - anche irrimediabili.

Cosa aggiungere? Come se non bastasse, riguardo alla collina di Varano, negli ultimi mesi, sono partiti anche dei lavori: la collina dovrebbe subire un traforo per il raddoppio della linea ferroviaria della Circumvesuviana. Questi sono lavori che ci preoccupano molto, che preoccupano la popolazione, giustamente. Ci chiediamo se effettivamente questi lavori potranno essere utili alla comunità, se quelle risorse, magari, non potevano essere impiegate meglio, magari forse è anche il caso di rivederle, di rivedere un po' questi lavori e la loro effettiva utilità, come dicevo.

In questi giorni di forti piogge, non nascondo che la mia preoccupazione è stata molto elevata. Purtroppo, noi dovremo fare i conti con un cambiamento climatico a cui stiamo andando incontro in maniera sempre più evidente: le piogge e i fenomeni atmosferici, probabilmente, saranno sempre più forti e il pericolo sempre più elevato. È per questo motivo che io tengo molto anche, in particolare, al patrimonio naturale: attualmente la collina è stata disboscata. Un po' di tempo fa, sui miei canali, avevo pubblicato una foto in cui abbracciavo un albero e un politicante locale aveva commentato, dicendo: “noi non ti paghiamo per abbracciare gli alberi”. Questa, forse, probabilmente, è quella miopia di cui parlavo prima, di cui, oggi, purtroppo, stiamo scontando le conseguenze, però questo Parlamento è molto attento, invece, al rischio idrogeologico, il Governo altrettanto.

Da parte mia, continuerò sicuramente a monitorare e a segnalare situazioni di pericolo, anche con le istituzioni in questo caso coinvolte, come quelle regionali, quelle comunali. La mia attenzione sarà sempre massima anche e, soprattutto, per il patrimonio archeologico che ho già citato. Quindi, concludo e ringrazio nuovamente il Governo per le risposte precise che mi ha fornito.

(Iniziative di competenza volte a porre fine alla permanente situazione emergenziale relativa alla gestione dei rifiuti – n. 3-00857)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Squeri n. 3-00857 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Una premessa: per quanto riguarda la produzione di energia da biomasse e rifiuti, una politica energetica incentrata sulla combustione della frazione organica dei rifiuti ad alto potere calorifico (legno, sfalci, potature, ramaglie) è contraria alla gerarchia dei rifiuti, essendo tali operazioni configurabili come recupero di energia, laddove la direttiva 2008/98/CE, chiaramente, individua come preferibile il recupero di materia tramite compostaggio o digestione anaerobica delle stesse.

La Commissione europea, con un'apposita comunicazione del gennaio 2017 sul ruolo dell'incenerimento dei rifiuti nell'economia circolare, il compostaggio e la digestione anaerobica, ha segnalato come esse si configurino come operazioni di riciclaggio dei rifiuti, mentre l'incremento e la produzione di energia o carburanti deve configurarsi come recupero energetico e, pertanto, sottordinato al riciclaggio.

Il 19 giugno del 2019, sempre la Commissione Europea ha formulato le proprie raccomandazioni in merito alla proposta di PNIEC trasmessa dall'Italia alla Commissione il 31 dicembre del 2018. In particolare, per quanto riguarda le rinnovabili, la Commissione ha richiesto di innalzare il livello di ambizione nel settore del riscaldamento e del raffrescamento così da conseguire l'obiettivo indicato e fissato dall'articolo 23 della direttiva UE.

A questo proposito, si fa presente che, nei lavori di aggiornamento della proposta del PNIEC, si è tenuto conto: in primo luogo, delle raccomandazioni della Commissione europea; dei risultati della consultazione pubblica sul portale del Ministero dello Sviluppo economico, finalizzata alla raccolta di osservazioni, integrazioni e proposte da parte di cittadini, categorie, imprese, stakeholder, eccetera; dei risultati della consultazione pubblica presso il Ministero dell'Ambiente in relazione alla procedura di VAS del PNIEC, ai sensi degli articoli 13, comma 5, e 14 del decreto legislativo n. 152 del 2006, finalizzata ad acquisire pareri, anche qui, da parte di stakeholder.

In questo quadro, un ruolo importante sarà attribuito al contributo delle FER termiche al 2030. A questo riguardo, come precisato nel PNIEC, lo sviluppo del settore delle FER termiche e, dunque, l'innalzamento del livello di ambizione delle stesse, è condizionato dagli impatti emissivi degli impianti di riscaldamento esistenti a biomasse solide. Pertanto, l'installazione di nuovi impianti di riscaldamento a biomasse dovrà essere guidata in modo da favorire gli impianti ad alta qualità ambientale e ad alta efficienza, considerando anche la possibilità che siano introdotte limitazioni a installazioni ex novo nelle aree caratterizzate da situazioni critiche sotto il profilo della qualità dell'aria.

Per quanto riguarda la soluzione proposta nell'interrogazione relativamente alla realizzazione di mini-termovalorizzatori da realizzare nelle aree urbane, si deve ricordare che la direttiva n. 98 del 2008 individua dei criteri di efficienza energetica che gli impianti di incenerimento devono rispettare per poter essere qualificati come impianti di recupero e non come impianti di smaltimento. A questo fine, non si può ignorare il fatto che l'Italia sia un Paese a clima caldo e che, per raggiungere le efficienze energetiche indicate nella direttiva stessa, la taglia degli impianti deve necessariamente essere grande, in quanto il fattore di scala è direttamente proporzionale all'incremento dell'efficienza energetica. I piccoli impianti non hanno la stessa efficienza dei grandi e non consentirebbero perciò di raggiungere i valori fissati dalla norma comunitaria.

Bisogna ricordare che il recepimento del cosiddetto pacchetto rifiuti, con le quattro direttive recentemente recepite sulla base di decreti specifici, prevede, sin dai criteri di delega, un insieme di misure volte a migliorare la gestione dei rifiuti nel suo complesso - quindi, non soltanto dobbiamo parlare dei termovalorizzatori o degli inceneritori, ma del complesso del ciclo dei rifiuti -, dalla capacità di intervenire sull'innalzamento delle percentuali di riciclaggio per ridurre la quota da trasferire in discarica o da trattare con termocombustione, dalla prevenzione della produzione degli stessi, fino alla valorizzazione, appunto, della gestione dei rifiuti organici sotto tutti gli aspetti, nonché la valorizzazione delle singole filiere dei flussi dei rifiuti specifici. Ricordo che in queste quattro direttive si interviene anche su una normativa relativa al regime dei consorzi di recupero, introducendo anche, peraltro, criteri di maggior concorrenza. Particolare attenzione viene data alla gestione dei rifiuti organici, per i quali sono previste misure tanto per il trattamento in prossimità, tanto per la gestione industriale degli stessi. Ugualmente, il Piano nazionale per l'energia e il clima prevede l'aumento del trattamento della frazione organica dei rifiuti mediante compostaggio e digestione anaerobica.

PRESIDENTE. L'onorevole Squeri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Mi dichiaro totalmente insoddisfatto della risposta. L'interrogazione che ho fatto risale ormai a oltre un anno fa, ciò nonostante il tema rimane ampiamente attuale, per cui questo denota proprio che sia una questione strutturale, ancorché emergenziale, rispetto al trattamento dei rifiuti e dei problemi che sappiamo. Non servono più a nulla le continue brochure che ci arrivano dal Governo, con le solite descrizioni di un Paese dei sogni: si tratta di dichiarazioni d'intento che ormai si ripetono da anni.

Il modello di transizione green che il Governo sta seguendo, a dispetto di quanto racconta, privilegia paradossalmente il fossile.

Ne è un esempio l'Ecobonus al 110 per cento, dove si incentiva la sostituzione di caldaie a gas fossile con nuove caldaie a gas fossile, per cui si tratta di una soluzione negativa rispetto al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti per il 2050. Dunque, questo rappresenta un controsenso.

E a proposito di controsenso, vengo proprio alla questione della gestione dei rifiuti, ennesimo grande controsenso per le implicazioni in termini energetici in cui il Governo non sta minimamente tenendo conto del quadro complessivo. Continuo ancora oggi a sentire parlare di voler raggiungere, nell'ottica di un'economia circolare, il riciclo totale dei rifiuti prodotti, fermo restando che - ammesso e non concesso che non ci sia l'emergenza, ma c'è eccome - sappiamo bene che non tutti i rifiuti possono essere riciclati attraverso una raccolta differenziata, quindi continua a essere necessario risolvere il problema dello smaltimento, e dunque considerare che sia inadeguato il numero di termovalorizzatori che c'è in Italia. E fin quando non affronteremo seriamente questo problema, ci troveremo di fronte al problema per l'appunto delle discariche a cielo aperto.

In Europa sono attivi più di 150 impianti di termovalorizzazione. Il sottosegretario parlava degli impedimenti dell'Europa, ma parliamo dell'Europa: 350 impianti, tra l'altro tanti inseriti in centri urbani; l'abbiamo a Parigi, a Londra, Copenaghen, Montecarlo, Amburgo, Amsterdam, addirittura a Vienna è adiacente al duomo, alla chiesa di Santo Stefano, un termovalorizzatore. E tenendo conto che noi sappiamo che, fatto cento il rifiuto, quello che poi è soggetto alla separazione l'80 per cento può essere riciclato, ma il 20 per cento deve essere incenerito. Allora, di questo 20 per cento, di questo quinto del rifiuto generale, in Svizzera ne viene incenerito il 100 per cento, in Danimarca il 50 per cento, in Svezia il 45 per cento, in Olanda ci sono i termovalorizzatori più grandi. Ho citato per l'appunto questi Paesi, Svezia e Danimarca, perché sono i Paesi che vengono considerati come un esempio per quanto riguarda la politica dell'ambiente. In Italia, fermo restando che si separa solamente il 65 per cento del montante generale dei rifiuti, di quello che deve essere incenerito se ne incenerisce un quinto, rispetto al 100 per cento della Svizzera piuttosto che il 50 per cento della Danimarca. Tra l'altro, parliamo di impianti di ultima generazione, che hanno un impatto ambientale nullo o quasi: negli impianti più moderni il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti è recuperato e utilizzato per produrre vapore che poi genera energia elettrica o termica, oppure sfruttando il teleriscaldamento. L'obiettivo primario di qualsiasi trattamento di combustione con la nuova tecnologia è quello di non creare penalizzazioni per l'ambiente. Concludo, Presidente, affermando che continuare a considerare di non incentivare la produzione di energia da biomasse e biogas ottenuti da sottoprodotti, peraltro attesi in aumento, significa perdere quella massa di rifiuti non recuperabili che potrebbe essere valorizzata termicamente con un bilancio emissivo non solo neutro ma addirittura positivo. La politica green di questo Governo, che incentiva il gas, favorisce il riscaldamento con pompe di calore elettriche, riduce la produzione di energia da biomasse e biogas, esclude la termovalorizzazione dei rifiuti non recuperabili e limita il teleriscaldamento efficiente è una pianificazione semplicemente non coerente rispetto al raggiungimento degli obiettivi, ci allontana dall'erogazione dei finanziamenti europei e continua inoltre a non rispondere all'emergenza strutturale sui rifiuti che viviamo sistematicamente da anni.

(Iniziative volte all'adozione del decreto di attuazione delle misure di sostegno alle piccole e medie imprese previste dal decreto-legge n. 34 del 2019 – n. 3-01412)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessia Morani, ha facoltà di rispondere (Vedi l'allegato A).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Presidente, l'atto in discussione pone l'attenzione sulla necessità di rendere più flessibili le condizioni di funzionamento del Fondo di garanzia per facilitarne il ricorso da parte degli emittenti di mini-bond. Occorre premettere che il divieto di cessione della garanzia connesse ai mini-bond in argomento è stato superato a livello legislativo già col decreto-legge n. 34 del 2019, cosiddetto decreto Crescita, richiamato dall'onorevole interrogante, il quale all'articolo 17, comma 2-bis, ha abrogato la disposizione del decreto del Ministero dello sviluppo economico del 5 giugno 2014 che prevedeva la limitazione della cessione e l'attivazione della garanzia. In particolare, questa disposizione anticipa la concessione della garanzia al momento dell'emissione dei mini-bond da parte dell'impresa e non più direttamente alla sottoscrizione, pur prevedendo la conferma successiva al momento della sottoscrizione da parte della banca finanziatrice. Ciò al fine di agevolare le missioni dei mini-bond avendo l'impresa a disposizione immediatamente la garanzia del fondo, fermo restando ovviamente successivo reperimento di un sottoscrittore. Con riferimento quindi alla questione posta dall'interrogante in relazione all'adozione dello schema di decreto del Ministero dello Sviluppo economico di concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze, articolo 17, comma 1, del citato “decreto Crescita”, si rileva che non si è resa più necessaria l'attuazione della citata norma a seguito dell'adozione del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, cosiddetto decreto Liquidità. Infatti, con il “decreto Liquidità”, operativo dal 19 maggio scorso, le misure previste per il Fondo di garanzia sono state profondamente innovate e rafforzate, nonché semplificate le relative procedure, anche con riferimento al trattamento dei mini-bond. In via generale, giova evidenziare che le banche e gli altri intermediari finanziari possono presentare le richieste di garanzia sulla base del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato previste a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza COVID-19. La garanzia è concessa a titolo gratuito. Nello specifico va rilevato che le modifiche apportate dal predetto decreto-legge in materia di mini-bond sono sia di tipo strutturale che straordinario. Tra le misure di tipo ordinario si annovera la rimozione del previgente limite di risorse finanziarie complessivamente dedicate alle garanzie su portafogli di finanziamenti di mini-bond e l'introduzione per dette operazioni di uno stanziamento permanente parametrato alla dotazione finanziaria del Fondo tempo per tempo disponibile. Tra le misure di tipo straordinario, ovvero legate alle politiche di contrasto dell'emergenza economica innescata dal virus COVID-19 si annoverano: l'estensione degli interventi del Fondo fino al 31 dicembre 2020 alle imprese che hanno fino a 499 addetti; l'innalzamento dell'importo massimo garantibile da 2,5 a 5 milioni, novità questa che porta la soglia della garanzia del fondo a livelli sicuramente più confacenti ai tagli delle emissioni di bond anche per imprese più strutturate; l'incremento delle misure di garanzia, che arrivano al 90 e al 100 per cento dell'importo dell'operazione finanziaria; il riconoscimento generalizzato di un accesso alla garanzia pubblica senza valutazione del merito creditizio del Fondo.

PRESIDENTE. L'onorevole Centemero ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Presidente, sono parzialmente soddisfatto, e non in maniera negativa, nel senso che la materia è complessa e sicuramente vanno fatti ancora degli approfondimenti, perché mi fa piacere che si parli di Temporary Framework, ma di sicuro queste sono norme che devono vedere una stabilità nel tempo. Infatti, a me risulta che, per esempio, nel “decreto Liquidità” sia stata proiettata nel futuro la garanzia SACE, mentre invece la garanzia di cui parliamo per quanto riguarda i mini-bond rimane ancora legata agli arranger classici, quindi un po' ristretta e sicuramente non allargata agli investitori privati o agli arranger non professionali, mentre col “decreto Liquidità” si inserisce, per esempio, quale arranger la piattaforma di crowdfunding, quindi un passo in avanti.

Ecco nei decreti attuativi è vero che non si rendono più necessari per una parte della norma ma, per quella parte in cui ancora si rendono necessari, il mio consiglio, prettamente tecnico, è di ispirarsi a quanto fatto in sede di conversione per il “decreto Liquidità” per quanto riguarda la garanzia SACE. Di sicuro vanno estesi gli investitori, di sicuro va tenuto conto di un'altra cosa, cioè il legislatore quando parla di garanzie si concentra sul classico trittico bancario, cioè azienda, banca e garante, mentre invece nel minibond questo trittico è sostituito da una filiera. Quindi, ringrazio sicuramente per la risposta, ci sono sicuramente delle notizie positive, perché quando poi si va avanti nei temi della finanza agevolata e sul fatto che il risparmio possa essere meglio investito siamo tutti contenti e dobbiamo esserlo come Paese, di certo, però, va migliorato il processo in modo che le famiglie italiane possano davvero investire su questi strumenti e si eliminino balzelli burocratici come le successive comunicazioni. Quindi, mi riserverò di scrivere anche una missiva sia al MISE che al MEF in modo da evidenziare questi punti e approfondire ulteriormente la questione. Ringrazio il Presidente e ringrazio il sottosegretario.

(Iniziative di competenza volte a tutelare i soggetti acquirenti nell'ambito dei progetti di edilizia economica convenzionata, con particolare riferimento al sito di via Divisione Acqui (Modena) – n. 3-01707)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Alessia Morani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari n. 3-01707 (Vedi l'allegato A).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo concernente le vicende che stanno interessando la Cooperativa Edificatrice Modena rappresento quanto segue. Vorrei premettere innanzitutto che con il provvedimento di gestione commissariale della Cooperativa Edificatrice Modena Case, ex articolo 2545-sexiesdecies del codice civile, si è disposta la revoca del consiglio di amministrazione della cooperativa a carico della quale erano state riscontrate irregolarità gestionali e si è contestualmente nominato il commissario governativo nella persona del professor avvocato Adriano Tortora. Con l'avvio della gestione commissariale (sempre ex articolo 2545-sexiesdecies del codice civile) la cooperativa continua a svolgere la propria attività societaria sotto la gestione del commissario. L'obiettivo della gestione commissariale è infatti la ricostituzione degli organi sociali una volta ripristinata la regolarità gestionale dell'ente. Qualora la cooperativa al termine del mandato commissariale non fosse in grado di esprimere un consiglio di amministrazione costituito per la maggioranza da soci cooperatori ex articolo 2542 del codice civile, il commissario dovrà proporre lo scioglimento della cooperativa per atto di autorità ovvero, nel caso in cui avesse riscontrato lo stato di insolvenza, la liquidazione coatta amministrativa della stessa. Inoltre faccio presente che la gestione commissariale della società Cooperativa Edificatrice Modena Case, inizialmente disposta con provvedimento direttoriale del 31 agosto 2018, è stata oggetto di sette successivi provvedimenti di proroga, l'ultimo dei quali, adottato in data 27 agosto 2020, ha prorogato la gestione commissariale fino al prossimo 31 ottobre. Tutte le proroghe sono conseguite a motivate istanze del commissario la cui gestione ha consentito l'assegnazione definitiva ai soci prenotatari di gran parte degli alloggi, per lo più allo stato grezzo, previo raggiungimento per ogni singolo comparto interessato di accordi di natura transattiva tra gli stessi soci prenotatari e i creditori dello stesso comparto; questi ultimi identificabili principalmente nella banca titolare del credito ipotecario e nelle ditte appaltatrici e nel comune di Modena.

In sintesi, dunque, tutte le assegnazioni in proprietà degli alloggi facenti capo ai vari comparti edilizi sono state autorizzate e definite a condizione che non generassero debiti per la cooperativa. Le uniche assegnazioni che non è stato possibile portare a compimento sono quelle relative all'immobile sito in via Divisione Acqui Modena, per il quale sono finora falliti i tentativi di definire una transazione con tutti i creditori analogamente alle altre operazioni portate a compimento dal commissario. La causa ostativa è l'indisponibilità dell'impresa appaltatrice RMT Consorzio Stabile ad accettare l'offerta dei soci interessati e, al contempo, l'indisponibilità degli stessi soci a rilasciare una garanzia fideiussoria a copertura dei potenziali rischi di soccombenza della cooperativa nel contenzioso allo stato pendente nei confronti di RMT, quale subappaltatore di altro soggetto titolare dell'appalto.

È bene, a tal riguardo, evidenziare come un esito negativo di tale contenzioso graverebbe la cooperativa di un debito per la stessa non sostenibile, dando luogo alla sua insolvenza e a conseguenti provvedimenti concorsuali che coinvolgerebbero tutti i creditori della cooperativa, anche i soci prenotatari in argomento. Il creditore Banca Etica, anche grazie all'intervento del comune di Modena, ha rinunciato all'80 per cento del proprio credito. Al fine di consentire al commissario di tentare un ultimo approccio transattivo con la RMT è stata dunque prorogata la gestione commissariale fino al 31 ottobre ed è stato disposto che per tale periodo il mandato commissariale sia svolto a titolo gratuito al fine di non alterare gli equilibri economici della cooperativa. Lo scorso 23 luglio il commissario ha infatti depositato presso la competente Camera di commercio di Modena il bilancio relativo all'esercizio 2019, approvato dall'assemblea societaria in data 20 giugno 2020, che registra una posizione di sostanziale pareggio. Voglio altresì precisare che tale situazione di equilibrio economico-finanziario consentirà ai commissari di convocare l'assemblea per la nomina di un nuovo CdA al termine del proprio incarico.

PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta che ci ha voluto fornire qui oggi, di cui mi dichiaro soddisfatta. Il caso del progetto di edilizia convenzionata con la Cooperativa Modena Case è un caso, purtroppo, tristemente famoso nella mia terra, Modena, che si trascina da diversi anni e che purtroppo ha gravemente turbato la vita di venti famiglie. I ritardi nell'esecuzione dei lavori, i problemi economici della cooperativa, il contenzioso giudiziario: un contenzioso basato su richieste del costruttore che la stessa Guardia di finanza ha definito infondate e nel quale sono già stati emanati due provvedimenti cautelari favorevoli alle famiglie, ma che blocca di fatto la possibilità alle stesse di acquisire la proprietà degli immobili. Sono tutti questi elementi che non hanno fatto altro che procrastinare il problema senza minimamente tener conto della necessità degli interessati. Il contenzioso giudiziario che si è aperto rischia di aggravare irrimediabilmente questa situazione e rischia di durare svariati anni. Ciò costituirebbe, ovviamente, una pietra tombale sulle legittime aspirazioni di queste famiglie. Gli immobili, infatti, andrebbero fatalmente in rovina, cosa che di fatto sta già avvenendo, bruciando i risparmi di queste famiglie e, contestualmente, anche le pretese della ditta che ha aperto il contenzioso. Pertanto mi auguro vivamente che la situazione di queste venti famiglie modenesi possa trovare finalmente una soluzione perché hanno già avuto danni gravissimi. Sono certa che l'impegno assunto dal Governo porrà le basi per chiudere questo capitolo che per troppi anni ha angosciato una parte della mia cittadinanza. Da parte mia, ovviamente, prendo l'impegno di continuare a monitorare la situazione e sono fiduciosa, ovviamente, che arriveremo a una soluzione. Concludo ringraziando della sensibilità che è stata rivolta alla mia città, Modena.

(Iniziative in merito alle condizioni dei detenuti e della polizia penitenziaria presso gli istituti penitenziari irpini, con particolare riferimento al potenziamento dell'organico della casa circondariale «Pasquale Campanello» di Ariano Irpino – n. 3-01619)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Alessia Morani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Maraia n. 3-01619 (Vedi l'allegato A).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto l'interrogante riferisce di rilevanti problematiche rilevate presso la casa circondariale “Pasquale Campanello” di Ariano Irpino, evidenziando specifiche criticità derivanti dalla carenza dell'organico della Polizia penitenziaria ritenuto insufficiente siccome composto di sole 145 unità a fronte della popolazione dei detenuti indicati come presenti in numero di 320, quindi delle difficoltà ciò conseguenti anche in relazione alla tipologia di detenuti presenti nel carcere, molti dei quali provenienti da altri istituti in seguito a trasferimenti per ragioni di sicurezza, sollevando quesiti sulle iniziative che si intendono perciò assumere. Presso la casa circondariale di Ariano Irpino, alla data del 3 settembre 2020, risultano presenti 189 detenuti (153 italiani e 36 stranieri) su una capienza regolamentare di 275 posti, cosicché non si registra una situazione di affollamento. Il rapporto presenti-posti regolamentari disponibili è pari, infatti, al 68,73 per cento. Relativamente all'organico di Polizia penitenziaria si riferisce che, a fronte della dotazione prevista pari a 165 unità, risulta assegnato un contingente di personale, pari a 152 unità, in ragione dei distacchi operati in ingresso (8 unità) ed in uscita (17 unità), con presenza di fatto di 143 unità di personale. I detenuti appartengono al circuito della media sicurezza, fatta eccezione per i collaboratori di giustizia (uno alla data del 3 settembre), ospitati presso un apposito reparto. Dal 1° gennaio al 25 settembre 2020 i detenuti che sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Ariano Irpino per motivi di sicurezza sono 33, provenienti sia da altri istituti del distretto che da sedi extra distretto. Esiste, come per altri istituti, una sezione, ex articolo 32 del DPR n. 230 del 2000, destinata ai detenuti ed internati, che abbiano un comportamento tale da richiedere particolari cautele anche per la tutela dei compagni da possibili aggressioni o sopraffazioni. Ad oggi, presso la casa circondariale di Ariano Irpino, non vi sono soggetti sottoposti al regime di sorveglianza particolare, di cui all'articolo 14-bis. Con riguardo alle difficoltà relative alle disagiate condizioni di lavoro cui operano gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, risulta che dal 1° gennaio 2018 al 3 settembre 2020 non si sono avuti episodi di infortuni sul lavoro. Per contro, nel medesimo periodo, si sono registrati molteplici eventi di aggressioni fisiche: 9 nel corso del 2018, 13 nel 2019 e 4 sino al 3 settembre 2020. Ciò premesso, è indubbio che l'opera della Polizia penitenziaria sia di primaria importanza per la sicurezza interna, così come per quella esterna, di cui costituiscono primo baluardo, ma altresì per l'alto contributo che forniscono nell'attività di rieducazione e reinserimento dei condannati nel consorzio sociale. Il Ministero pertanto, pone, forte attenzione alle esigenze di garantire un'efficace turnover del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati. Come riferito in sede di risposta ad analoghe interrogazioni sul tema dell'organico del Corpo della polizia penitenziaria, si rappresenta che la riduzione complessiva degli organici operata con la “legge Madia” e rivista dal successivo intervento normativo ha rimodulato la dotazione complessiva del Corpo della polizia penitenziaria, passata da 44.610 unità a 41.210 unità e da ultimo implementata a 41.667 unità.

PRESIDENTE. L'onorevole Maraia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie, Presidente. Mi ritengo soddisfatto di questa risposta, soprattutto perché si sottolinea l'importanza e il lavoro che svolgono gli agenti di Polizia penitenziaria nelle carceri, a salvaguardia sia della sicurezza interna, sia di quell'esterna, sia della rieducazione. Mi ritengo soddisfatto anche perché si fornisce una fotografia limpida e chiara di quella che è la condizione delle carceri, non solo in Irpinia, non solo ad Ariano Irpino, ma in tutta la nazione. Infatti, possiamo partire proprio dal taglio netto che si è avuto con la “legge Madia”, che ha portato a meno 4 mila agenti. E sono soddisfatto dell'impegno del Governo, che sta cercando in questo periodo di riequilibrare il rapporto tra l'organico dichiarato e l'organico effettivamente in servizio. Lo sta facendo attraverso il concorso per 1.600 unità, che si va ad aggiungere al concorso già bandito per 938 unità, insieme al concorso per la sovrintendenza per 2.851 unità. Ma tutto questo non basta. Non basta perché abbiamo un Corpo di polizia che ha un'età molto avanzata. Io sto parlando di una condizione che conosco da vicino. Ho spesso visitato, ho fatto visita, ai detenuti e agli agenti di Polizia, al direttore, al provveditore del carcere di Ariano e mi sono reso conto che effettivamente le loro lamentele, il fatto che loro lamentino uno squilibrio tra l'organico dichiarato, che è di 165 unità, e quello effettivamente in servizio, che è di 143 unità, crea degli squilibri e soprattutto delle tensioni all'interno di quella realtà, tensioni sia in chi vive tra i detenuti, sia tra gli agenti e tra tutti gli altri operatori. Questo perché? Per questa carenza di organico, che il Ministero precisa. Io avevo calcolato in 20 unità, il Ministero, invece, precisa che mancano ben 22 unità, quindi due in più, rispetto a quello che avevo calcolato io. Ciò si ripercuote su tutti i servizi. Si ripercuote soprattutto sui servizi centrali, quindi sul comparto delle funzioni centrali, quali ragionieri, contabili ed educatori. Mancano totalmente all'interno di quel carcere: mancano i ragionieri, mancano gli educatori, mancano i contabili. E chi è che svolge quel ruolo? Lo svolgono proprio gli agenti di Polizia penitenziaria e, quindi, si vanno a sottrarre nuove risorse e, quindi, rimane il problema che bisogna affrontare in maniera rapida. Spero che, anche nell'assegnazione e nella ridistribuzione dei vincitori di concorso nei vari ruoli, si tenga conto di questa realtà. Realtà, in cui è vero, quando si sottolinea, che non ci sono stati incidenti sul lavoro, però ci sono state numerose aggressioni. In un anno contare 26 aggressioni, così come dichiara il Ministero, è una situazione molto grave, alla quale si deve aggiungere il fatto che questa casa circondariale è stata ampliata nei locali, quindi, può ospitare più detenuti, ma è stato fatto un lavoro pessimo, tanto è vero che c'è stato poco più di un anno fa un tentativo di evasione, con sfondamento dei cancelli appena realizzati. Quindi, c'è bisogno, da parte del Ministero, della massima attenzione su tutte le case circondariali, ma soprattutto quelle che vivono in zone disagiate, come quelle del Sud.

(Chiarimenti e iniziative in merito al ritrovamento di telefoni cellulari all'interno del carcere dell'Ucciardone di Palermo – n. 3-01396)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Alessia Morani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari ed altri n. 3-01396 (Vedi l'allegato A).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. In relazione all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, relativo ad aspetti di criticità della casa di reclusione “Calogero di Bona” di Palermo Ucciardone, si rappresenta quanto segue. L'inizio delle rivolte e i disordini, avvenuti a vario livello di gravità in diversi istituti penitenziari del Paese, può essere individuato nel pomeriggio di sabato 7 marzo 2020, presso la casa circondariale di Salerno. Nei giorni seguenti, in particolare l'8, il 9 e il 10 marzo, le proteste si sono estese, giungendo a coinvolgere, sia pure in diversa misura, oltre venti istituti detentivi. In particolare, presso la casa di reclusione di Palermo Ucciardone, i disordini hanno avuto inizio in data 9 marzo 2020, verso le ore 9 circa, durante la fruizione della permanenza all'aria aperta dei detenuti della sezione settima, alcuni dei quali (circa 31) si sono arrampicati sulla rete metallica di separazione del cortile passeggi, che si è rotta. L'emergenza è rientrata qualche ora dopo, grazie alla decisiva opera di persuasione svolta sia dal direttore sia dal comandante di reparto. Quasi contestualmente i detenuti della sezione ottava hanno posto in essere una protesta, prima solo sonora, battendo le inferriate all'interno della sezione, poi più violenta. Infatti, pochi minuti dopo, sono stati condotti al cortile passeggi, da dove si sono arrampicati sulla garitta di vigilanza utilizzata dal personale di Polizia penitenziaria, danneggiandola in misura rilevante. Anche in questo caso la protesta è rientrata alcune ore più tardi, con il ritorno dei detenuti nella sezione di appartenenza, a seguito di un prolungato dialogo con il direttore, il comandante di reparto e il garante locale dei detenuti. Sempre nella stessa giornata, intorno alle ore 21,30, alcuni detenuti, allocati presso la sezione ottava, hanno iniziato a battere le inferriate delle camere di pernottamento. A seguire, si sono uniti i detenuti della terza, sesta, settima e nona sezione, alcuni dei quali hanno dato fuoco ad alcuni stracci, sventolandoli fuori dalla finestra con manici di scopa.

È possibile che ad incentivare questa ulteriore fase di protesta sia stata la presenza di numerosi familiari di detenuti riunitisi sotto il muro di cinta dell'istituto. La protesta è terminata alle ore 22,55 con limitati danni alle cose e nessun poliziotto contuso. In data 10 marzo, alle ore 21,15 circa, hanno avuto luogo ulteriori disordini, sono state infatti battute le inferriate ed i blindi delle camere di pernottamento ed è stata esplosa una bomboletta di gas nel corridoio di una sezione; non vi sono stati danni né alle persone né alle cose. Nella sezione VIII i detenuti hanno, inoltre, battuto le inferriate alle ore 00,25. Diversamente da quanto si sostiene, dalla consultazione dell'apposito applicativo “Eventi critici”, in uso alla Sala situazioni del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non risulta essersi verificato alcun ritrovamento di telefoni da parte del personale di polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto in trattazione, subito dopo la rivolta del 9 marzo. Dal medesimo applicativo risulta invece che, in data 10 marzo 2020, sono stati ritrovati un microtelefono e uno smartwatch in un pozzetto di scarico di una sezione.

PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta che ci ha voluto fornire oggi, della quale mi dichiaro soddisfatta; soddisfatta perché prosegue l'impegno sul fronte del contrasto agli illeciti all'interno delle carceri italiane. Ricordo infatti che, solo poche settimane fa, era il 28 luglio, il sottosegretario Andrea Giorgis, aveva risposto a una mia interrogazione, la n. 3-01578, che aveva ad oggetto una serie di preoccupanti fatti illeciti, che si erano registrati ultimamente nelle varie strutture penitenziarie italiane, incluso il ritrovamento di telefoni cellulari. Ribadisco, quindi, anche in questa sede che si tratta di fatti inaccettabili, soprattutto in un Paese come il nostro, all'avanguardia a livello mondiale, nel contrasto alle mafie.

Ricordo infatti che, soprattutto nelle carceri di alta sicurezza e all'interno del 41-bis, il blocco delle comunicazioni con l'esterno è di fondamentale importanza per contrastare la criminalità organizzata e recidere i legami tra i boss, le cosche e i territori. Se concedessimo ai mafiosi la possibilità di continuare a comunicare e a dirigere dall'interno dei penitenziari le proprie organizzazioni, cadrebbe un castello di carte, tutto il sistema di contrasto alle mafie. Si vanificherebbero anni di indagini e processi giudiziari necessari per assicurare questi criminali alla giustizia e, con essi, uno spreco di risorse umane, strumentali, organizzative e finanziarie inimmaginabili. Senza contare le vite umane, che sfortunatamente vengono sacrificate per questo percorso.

Mi auguro quindi che il Governo, in continuità con la precedente risposta di luglio e del rinnovato impegno assunto oggi, predisponga tutte le necessarie iniziative strumentali e organizzative di propria competenza.

Mi auguro, in particolare, che la situazione descritta con riguardo al carcere dell'Ucciardone, ma non solo, possa finalmente trovare una soluzione definitiva. Sono certa che questo impegno ci consentirà di non leggere più sulle prime pagine dei giornali notizie allarmanti, come quelle riportate nella mia interrogazione. Da parte mia assicuro il massimo impegno, congiuntamente a quello dei miei stimati colleghi, nel monitorare la situazione all'interno delle carceri, in particolare andando personalmente all'interno delle strutture detentive per verificare lo stato dei luoghi, le condizioni in cui appunto si trovano i detenuti e chi lavora all'interno delle carceri, la Polizia penitenziaria, perché solo così, andando a verificare, si possono proprio capire quelle che sono le criticità, per poi intervenire e migliorare ovviamente, ove necessario.

Concludo il mio intervento, certa appunto che le azioni intraprese da questo Governo non potranno che andare nella direzione proprio di un contrasto sempre più efficiente alla criminalità, soprattutto all'interno delle strutture detentive.

(Iniziative di competenza volte al ripristino delle funzioni del tribunale di Sala Consilina (Salerno) - n. 3-01775)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessia Morani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione De Luca n. 3-01775 (Vedi l'allegato A).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente.

Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante chiede di sapere se il Ministro della Giustizia sia a conoscenza della situazione determinata dalla soppressione del Tribunale di Sala Consilina, accorpato al Tribunale di Lagonegro a seguito della riforma della geografia giudiziaria, e quali iniziative intenda adottare in proposito.

Si rappresenta innanzitutto che la riforma della geografia giudiziaria è stata prevista dalla legge n. 148 del 2011 ed attuata dai decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012, recanti rispettivamente “disposizioni sulla nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”, nonché la “revisione delle circoscrizioni giudiziarie-uffici dei giudici di pace”.

Con tale riforma, sono stati chiusi circa 1.000 uffici di piccole dimensioni (31 tribunali minori, 37 procure, 220 sezioni distaccate e 667 uffici del giudice di pace, poi recuperati a carico dei comuni), al fine di rendere i tribunali più efficienti e di ottimizzarne le risorse.

L'opera di revisione della geografia giudiziaria (realizzata con i suddetti decreti e le successive variazioni) è stata condotta perseguendo l'obiettivo di realizzare una distribuzione sul territorio degli uffici di primo grado, con l'intento di garantire la maggiore omogeneità possibile per numero di abitanti, estensione territoriale, carichi di lavoro e indice delle sopravvenienze, tenuto conto di elementi specifici quali la situazione infrastrutturale o il tasso d'impatto della criminalità organizzata nei singoli territori interessati dall'intervento nonché, per le grandi aree metropolitane, dell'esigenza di razionalizzare il servizio giustizia anche mediante il decongestionamento dei presidi esistenti. Il modello ideale è stato individuato tenendo in considerazione i valori medi dei 103 tribunali provinciali, intangibili per legge, depurati dal dato relativo ai 5 circondari provinciali metropolitani di Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo.

Pertanto, le medie relative ai cosiddetti uffici intangibili hanno costituito i parametri di base per procedere all'individuazione dei tribunali da sopprimere e degli accorpamenti territoriali necessari per consentire ad alcuni circondari di conseguire dimensioni compatibili con il modello ideale di ufficio giudiziario individuato. Con decreto del 12 agosto 2015 è stata inoltre istituita una Commissione di studio nell'ottica di un incremento dell'efficienza degli uffici giudiziari e di realizzazione di risparmi di spesa, allo scopo di rivedere la geografia delle corti di appello.

Ciò premesso, deve evidenziarsi che, in epoca anteriore alla riforma della geografia giudiziaria, il distretto di Salerno era caratterizzato dalla presenza di quattro tribunali (Salerno, Nocera Inferiore, Vallo della Lucania e Sala Consilina), di cui solo la sede distrettuale risultava di dimensioni conformi agli standard. Pertanto, in occasione dell'esercizio della delega conferita al Governo dalla legge delega n. 148 del 2011, il numero e l'assetto territoriale dei circondari del distretto di Salerno sono stati oggetto di valutazione alla luce dei limiti imposti dalla medesima norma in ordine alla permanenza dei tribunali provinciali e di almeno tre tribunali in ciascuna sede di corte di appello (cosiddetta regola del tre). La regola citata imponeva, infatti, di mantenere almeno due dei tre tribunali subprovinciali astrattamente sopprimibili (Nocera Inferiore, Vallo della Lucania e Sala Consilina). Nello specifico, i tribunali di Vallo della Lucania e Sala Consilina si collocavano sotto i 130 mila abitanti e Sala Consilina risultava al di sotto della media.

PRESIDENTE. L'onorevole De Luca ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria Morani. Ovviamente la situazione è rimasta sostanzialmente invariata negli anni e la risposta, per quanto precisa e puntuale, non può purtroppo soddisfarci. Ricordiamo la vicenda: con il decreto legislativo n. 155 del 2012 è stata decisa la soppressione del tribunale di Sala Consilina e il conseguente accorpamento - è questo il tema che si contesta - con il tribunale di Lagonegro (Potenza).

Tale decisione, ad avviso dell'interrogante, ma anche di tutta la comunità della provincia interessata, appare irragionevole, e ha determinato situazioni di grave inefficienza e grave difficoltà nell'amministrazione della giustizia nella nostra provincia.

In particolare, la suddetta riorganizzazione contrasta con i principi e i criteri direttivi oggettivi ed omogenei specificati nel comma 2 dell'articolo 1 della citata legge n. 148 del 2011, in quanto la riorganizzazione degli uffici giudiziari non si è basata sull'analisi seria, a nostro avviso, dei parametri obiettivi, di alcuni parametri obiettivi che sarebbero stati decisivi, quali il numero di abitanti, il carico di lavoro, l'indice delle sopravvenienze degli uffici giudiziari. La lettura attenta di tutti questi criteri avrebbe evidenziato, infatti, ed evidenziava come il tribunale di Sala Consilina, che serviva all'epoca le popolazioni del Vallo di Diano, del Tanagro e del Bussento, versava in una situazione più rilevante e consistente rispetto a quella, pur degna di attenzione ovviamente, del tribunale di Lagonegro.

Ricordiamo alcuni dati che sono significativi: al tribunale di Sala Consilina erano addetti 11 magistrati, mentre a Lagonegro erano addetti, assegnati 8. Alla luce dei dati Istat del 2011, all'epoca del provvedimento contestato e controverso, la popolazione residente nel circondario di Sala Consilina era pari a 89 mila unità circa, a fronte delle 79 mila di quelle abitanti nel circondario di Lagonegro, e il tribunale di Sala Consilina serviva nel circondario ben 28 comuni della provincia di Salerno. I carichi di lavoro medio ammontavano, sempre per il tribunale di Sala Consilina, considerata anche la sede distaccata di Sapri, a un totale di più di 13 mila affari, mentre, invece, l'indice delle sopravvenienze medie era pari per il tribunale di Sala Consilina a 4.100 casi, mentre nel caso del tribunale di Lagonegro si fermava a 3.700. Per di più, la articolata e complessa situazione geografica della provincia di Salerno ha portato a una situazione di grave difficoltà, perché ovviamente gli operatori del mondo della giustizia e i cittadini sono costretti ad andare fuori regione per avere accesso all'amministrazione della giustizia nel loro territorio.

Del resto, l'accorpamento del tribunale di Lagonegro è ancor più irragionevole proprio per il dato territoriale e demografico: la popolazione della provincia di Potenza raggiungeva 383 mila abitanti, e si eleva a circa un terzo appena di quella della provincia di Salerno. Il Vallo di Diano e il Golfo di Policastro sono stati portati peraltro in una struttura meno capiente di quella della stessa infrastruttura del tribunale che ospitava appunto Sala Consilina, e che era stata inaugurata nel 1991; ed è l'unico caso in Italia in cui un tribunale, appunto quello di Sala Consilina, viene accorpato in uno più piccolo, quello di Lagonegro, atteso che la struttura di quello originario era di addirittura 5.500 metri quadrati, mentre l'edificio che ospitava quello di Lagonegro era di 3.800.

In tale contesto, un ultimo dato che ovviamente andrebbe ulteriormente valutato è quello legato al tema dei costi. Ad avviso dell'interrogante, l'attuale situazione e l'accorpamento dell'epoca avevano determinato anche una violazione dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 155 del 2012, che riguarda la clausola di invarianza finanziaria. Infatti, la sede del tribunale di Sala Consilina è una sede in proprietà dello Stato, e i costi di gestione ammontavano a circa 130 mila euro, mentre, invece, solo 570 mila euro era il costo del finanziamento iniziale necessario ad adeguare la struttura del tribunale di Lagonegro all'accorpamento con quello di Sala Consilina.

Insomma, tutta una serie di dati, numeri e indicazioni tecniche che, a nostro avviso, continuano a far apparire irragionevole questa decisione, e che allo stato attuale, in tutto questo contesto di drammatica emergenza pandemica appunto legata al COVID-19, contribuisce ad aggravare l'inefficienza dell'amministrazione della giustizia in questo territorio: perché sappiamo bene che anche nei mesi scorsi erano state adottate alcune ordinanze restrittive della circolazione delle persone, che hanno ovviamente creato delle difficoltà enormi a potersi recare fuori regione per gli abitanti della città di Sala Consilina o dei 28 comuni che prima afferivano allo stesso tribunale.

Per tutte queste ragioni ovviamente noi continuiamo a chiedere un'attenzione, un supplemento di attenzione e di approfondimento da parte del Governo, perché riteniamo assolutamente decisivo ripristinare la sede del tribunale di Sala Consilina lì dove era presente prima della legge n. 148 del 2011 e del citato decreto legislativo n. 155 del 2012, che ne ha previsto la sostanziale chiusura e accorpamento al tribunale di Lagonegro. Sarebbe davvero decisivo per migliorare l'efficienza e la funzionalità dell'amministrazione della giustizia e dare servizi più rapidi e più immediati ai nostri concittadini, in un territorio e in una provincia, quella di Salerno, che fa più di 1 milione 100 mila abitanti. La ringrazio per l'attenzione, e speriamo davvero che il Governo possa recepire queste indicazioni e rivalutare l'opportunità di una riapertura del tribunale di Sala Consilina.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aresta, Ferrari, Galantino, Paita e Giovanni Russo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione della mozione Meloni, Molinari, Gelmini, Lupi ed altri n. 1-00376, concernente iniziative volte a garantire la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Meloni, Molinari, Gelmini, Lupi ed altri n. 1-00376, concernente iniziative volte a garantire la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020 (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 28 settembre 2020 si è svolta la discussione sulle linee generali.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. La mozione oggi in discussione reca l'impegno alla pubblicazione in maniera automatica, integrale e senza omissioni di tutti i verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico. Il Governo, come è noto, ha già scelto lo scorso 4 settembre di procedere alla pubblicazione dei verbali delle riunioni pregresse del Comitato tecnico-scientifico e di quelle future, decorsi 45 giorni di tempo dalla data della relativa riunione. Oggi sono pertanto disponibili sul sito web della Protezione civile i verbali delle riunioni del Comitato dal 7 febbraio 2020 fino all'ultimo verbale, il n. 100. Nei documenti, tuttavia, sono state oscurate le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti privati, anche societari, e dei prodotti sanitari di questi ultimi. Sono stati altresì omessi gli allegati e i documenti sottoposti alle valutazioni del Comitato tecnico-scientifico, in virtù di quanto disposto dall'articolo 5-bis, comma 2, del decreto legislativo n. 33 del 2013 e tenuto conto dell'alto numero di controinteressati, come previsto dalla circolare FOIA n. 1 del 2019, a firma dell'allora Ministra Bongiorno.

Il Governo, pertanto, ha ritenuto di soddisfare adeguatamente la legittima esigenza di trasparenza e di informazione, garantendo l'accesso ai verbali del Comitato tecnico-scientifico a tutti i cittadini, anche senza bisogno di un'istanza in tal senso, pubblicandoli online dopo un certo tempo. La pubblicazione dei verbali non può essere, però, automatica e integrale, ma deve soggiacere al rispetto di specifiche condizioni, modalità e limiti, come previsto dalla legge, allo scopo di contemperare le esigenze di trasparenza con quelle di sicurezza e di riservatezza dei terzi. Pertanto, abbiamo ritenuto necessario prevedere un determinato lasso di tempo tra l'adozione degli atti e la loro pubblicazione, al fine di valutare con rigore e ponderazione i diritti e gli interessi pubblici e privati coinvolti, ciascuno meritevole e di uguale considerazione e tutela.

Occorre, peraltro, chiarire in questa sede la circostanza a cui fa riferimento la mozione, relativa alla avvenuta richiesta di accesso civico generalizzato ai verbali del Comitato tecnico-scientifico, a cui l'amministrazione della Protezione civile ha opposto il diniego, motivato in base alla previsione del citato articolo 5-bis, comma 3, del decreto legislativo n. 33 del 2013. L'istituto dell'accesso civico generalizzato, introdotto con il decreto legislativo n. 97 del 2016, di modifica del decreto legislativo n. 33 del 2013, attribuisce a chiunque il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti previsti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti, secondo quanto previsto dall'articolo 5-bis. Cosa dice l'articolo 5-bis del decreto legislativo n. 33 del 2013? Prevede che possa essere negato l'accesso civico in tutti i casi in cui ciò risulti necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di interessi pubblici e privati specificamente previsti, ma anche in tutti i casi previsti dalla legge, fra cui rientrano i casi in cui l'accesso, in base alla disciplina vigente, è subordinato al rispetto di specifiche condizioni, modalità o limiti, come prevede appunto l'articolo 24 della legge n. 241 del 1990. È su questa base giuridica che si è ritenuto che i verbali dovessero ritenersi sottratti al diritto di accesso, in quanto ricompresi nell'ambito dell'attività della pubblica amministrazione, diretta all'emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, fattispecie appunto esclusa dal diritto di accesso, come stabilito dall'articolo 24 della legge n. 241 del 1990. Occorre dunque ribadire che l'attività di Governo comporta il necessario contemperamento delle citate esigenze di trasparenza con l'esercizio della responsabilità, al fine di adottare le scelte più efficaci per il bene della collettività.

Come è noto, la questione di richiesta di accesso civico è stata oggetto di un contenzioso amministrativo, superata dalla sopravvenuta valutazione favorevole da parte dell'amministrazione relativamente all'accoglimento della richiesta di accesso, una volta verificato che dalla pubblicità degli atti non potesse derivare pregiudizio alcuno a interessi pubblici. L'esigenza, da più parti manifestata, di conoscere con maggiore determinatezza i presupposti che hanno ispirato alcune scelte del Governo per contrastare la diffusione del virus, hanno poi portato alla decisione di pubblicare tutti i verbali del CTS, sottoponendoli comunque ad una necessaria valutazione prudenziale del loro contenuto, che deve tener conto, nel rispetto e solo nel rispetto degli obblighi di legge, sia della natura giuridica degli atti, sia degli interessi coinvolti, nonché della loro potenzialità pregiudizievole. Tale scelta è perfettamente coerente con la linea adottata dal Governo fin dall'inizio della pandemia: quella della trasparenza e dell'informazione costante al Parlamento e ai cittadini, come affermato in quest'Aula e anche nell'Aula del Senato della Repubblica dal Ministro della salute Speranza, lo scorso 2 settembre, quando appunto ha annunciato la prossima pubblicazione degli atti del CTS.

Mai in questi mesi sono state sottaciute la dimensione del fenomeno, i dati reali sulla diffusione e sulla pericolosità del virus, le previsioni e le analisi degli scienziati; mai è stata sottovalutata la criticità di alcune scelte del Governo, che hanno determinato, in ragione della tutela della vita, della salute e della sicurezza collettiva, la compressione di alcuni diritti fondamentali.

In particolare, nella predisposizione delle misure contenitive il Governo ha sempre tenuto conto, anche pubblicamente, delle raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico, con un preciso indirizzo di metodo e di merito, che il Presidente del Consiglio in varie occasioni ha chiaramente indicato: prevedere il costante confronto con i membri del Comitato, in modo che le decisioni non fossero delegate agli esperti e agli scienziati, ma, pur assunte dall'autorità politica, fossero sempre supportate da un fondamento scientifico.

Il Governo, di fronte al Parlamento e ai cittadini, si è sempre assunto la piena responsabilità politica e giuridica di ogni decisione. Rispetto al tema oggetto della mozione, oggi in discussione, il Governo ribadisce, ancora una volta, la massima considerazione per le esigenze di trasparenza, cui non si è mai sottratto nel corso di questi mesi, e per la garanzia di pubblicità degli atti. Ma lo specifico impegno - specifico impegno! - contenuto nel dispositivo dell'atto di indirizzo in oggetto non può essere accolto in quanto, come già esposto nonché come affermato da alcuni esponenti dell'opposizione nel corso della discussione generale, superato dai fatti e dalle decisioni già assunte in merito. Il Governo, dunque, ritiene adeguatamente e sostanzialmente assicurata la trasparenza con la periodica e costante pubblicazione dei verbali, secondo le specifiche condizioni, limiti e modalità stabiliti nel rispetto delle disposizioni di cui al citato articolo 5-bis del decreto legislativo n. 33 del 2013. Per tutte queste ragioni, quindi, si esprime parere contrario sulla mozione Meloni, Molinari, Gelmini, Lupi ed altri n. 1-00376 (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Componenti del Governo, colleghi, questa mozione, così com'è stata discussa ieri (all'inizio era la mozione di uno dei soggetti politici del centrodestra mentre oggi ho visto che è diventata la mozione di fatto dell'intero schieramento di centrodestra del nostro Paese presente in Parlamento), chiede al Governo di fare qualcosa che, almeno dal mio punto di vista, sarebbe stato non solo contro gli interessi delle persone che sono all'interno del CTS ma contro gli interessi dei cittadini italiani. Infatti, l'idea di pubblicare praticamente in diretta - quindi, a quel punto non serviva pubblicarli: bastava chiedere una diretta streaming - riunioni in cui si ragiona e si fanno previsioni su qualcosa di cui non si conosce (non fino in fondo, non si conosce la realtà!) avrebbe significato chiedere alle persone, a cui è stato chiesto di dare una mano per risolvere i problemi, di andare lì e non provare a fare delle supposizioni, non provare a verificare quello che si può provare a fare per contribuire a ridurre il danno di una pandemia, ma gli avremmo chiesto di dire cose che erano utili per loro stessi. Questo significava lo streaming e questo avrebbe significato quello che di fatto avete chiesto: la pubblicazione in diretta integrale. È un po' come se qualcuno dovesse chiedere ad un professore di matematica di risolvere un'equazione; si può chiedere, si fa una valutazione se ha capito la logica per la soluzione di quell'equazione ma non si può chiedere a degli scienziati di dare dei consigli su qualcosa che non si sa. Ed il fatto che il Governo, invece, abbia scelto quelle modalità - così come la sottosegretaria Malpezzi, che ringrazio, ci ha detto - indicate dall'ex Ministra Bongiorno, utilizzando, quindi, una modalità scelta dal precedente Governo e da una Ministra di uno dei partiti presenti in Parlamento e tra i firmatari, dice quanto questa richiesta sia viziata e ammantata di politicismo e non dalla necessità di contribuire e dare una mano al nostro Paese. Ecco, in giornate in cui servirebbe, invece, l'esatto contrario, possiamo fare un po' di pubblicità. Volevate avere un'occasione per poter dire che il Governo impedisce la visibilità e, invece, non è così. Il Governo sta facendo più di quello che si fa in ogni altro Paese: vi è una discussione, lo fa in ragione delle norme nonché dei provvedimenti che alcuni componenti del centrodestra hanno scritto quando facevano i Ministri e lo fa nell'interesse del Paese e della tutela dei diritti, della privacy di alcune persone e anche della possibilità che quegli stessi, tutelandone la privacy, siano messi nelle condizioni di poter esprimersi nel modo più libero possibile.

Ci sarebbe ancora una possibilità per evitare tutto questo. Ce n'è solo una e non due: una, e parlamentarmente si potrebbe anche fare. Potremmo sospenderla qui: ritirate la mozione, facciamo finta che vi siete sbagliati e la chiudiamo qui, se volete lavorare negli interessi del Paese; se volevate fare un po' di pubblicità, vi siete fatti una pubblicità regresso questa volta e ve la portate a casa. Per questo noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie, Presidente. Anche con una mozione, che, secondo la mia opinione, è negativamente impostata e formulata, il Parlamento fa bene a discutere di un capitolo importante di questa fase della pandemia nel nostro Paese e, conoscendo il dibattito che c'è stato anche nella mia Commissione, che si è occupata molto di questa materia negli ultimi mesi, dispiace molto notare che questa mozione, che era partita da un gruppo parlamentare, è stata platealmente sottoscritta da tutte le forze dell'opposizione e io, con molta franchezza e, stando nel tema, con molta trasparenza, vorrei dare l'opinione del mio gruppo e sentirmi immediatamente rassicurato anche dalle parole che la sottosegretaria Malpezzi ha qui riferito in nome e per conto del Governo.

È un capitolo importante, perché non sfuggirà ai colleghi che uno dei grandi problemi che abbiamo avuto, nella fase anche esplosiva e nella conduzione e nella gestione di una vicenda che storicamente è molto nuova nel nostro Paese, è stato proprio quello dell'opacità dei dati, delle fake news, del rapporto tra pandemia e globalizzazione, di rotte più o meno oscure che venivano descritte; è del tutto evidente, colleghi, che questa materia un po' opaca, che è stata sicuramente esplosiva dentro la più generale vicenda sanitaria, è sistematicamente e direi, con una parola filosofica, ontologicamente collegata proprio a quelle linee di pensiero che sono quelle dei negazionisti e degli antivaccinisti. Sono esattamente questi mondi più di altri che hanno interesse a somministrare e a offrire dati oscuri, imprecisi e anche poco trasparenti all'opinione pubblica. Quindi, è molto importante che il Governo produca una discussione su questo tema. Noi siamo stati anche un gruppo parlamentare che ha proposto commissioni d'inchiesta sulle fake news e crediamo che soprattutto ciò che è sui social e tutto ciò che viene diffusamente messo a disposizione dell'opinione pubblica mai come in questo momento della storia mondiale - che è sicuramente un grande sintomo di trasparenza e di democrazia - deve essere gestito e governato con grandissima attenzione.

Quello che noi, invece, abbiamo capito - e perciò bocceremo questa mozione - è che dentro l'impegno formulato direi confusamente - mi permetteranno i colleghi di utilizzare questo avverbio - nella mozione si nasconde un retro-pensiero, che è quello di dimostrare, attraverso una plateale discussione sulla trasparenza, che dovrebbe trovare tutti sulla stessa rotta e sulla stessa linea, l'ipotesi che il Governo, attraverso la pubblicazione di questi verbali, verrebbe clamorosamente colto in flagrante, perché ha sbagliato previsione, perché ha sbagliato azione, perché ha sbagliato anche iniziative. Siamo il Parlamento che ha chiesto più volte al Governo di riferire e questo punto lo abbiamo addirittura introdotto in maniera solenne nelle norme, così da prevedere e da pretendere che ogni volta che ci siano anche iniziative normative non di primo livello, il Governo venga qui in Parlamento a riferire. La situazione del nostro Paese è la dimostrazione che nel contesto europeo e nel contesto internazionale - noi dobbiamo dirlo con molta franchezza e con molta trasparenza - siamo il Paese che ha reagito meglio, che ha costruito percorsi, sia in termini di prevenzione, sia di azione, e misure assolutamente migliori rispetto a tanti altri Paesi. Ancora oggi, i trasparenti dati che abbiamo a disposizione ci fanno capire qual è la posizione dell'Italia nel contesto europeo e qual è la posizione dell'Italia nel contesto internazionale. E succede sovente che dove ci sono stati gli “anti-vaccinisti”, i negazionisti, rispetto a questo virus o rispetto a pandemie in genere o a dati epidemiologici in genere, in quei Paesi, in quei casi, le situazioni sono molto più drammatiche e molto più difficili.

Allora, detto ciò, dividere il Parlamento tra chi ha esigenza di trasparenza, in questo tempo della storia nazionale, e chi non ce l'ha è un errore clamoroso, perché ognuno di noi non ha nessun pulpito dal quale parlare, ma ha sicuramente la stessa esigenza e, quindi, anche la chiusa dell'intervento del collega Stumpo coglie con molta intelligenza qual è il tema: se siamo interessati alla trasparenza, aiutiamo, anche attraverso l'azione del Parlamento, il Governo ad essere ancora di più… cioè cerchiamo di essere ancora più esigenti, facciamo ancora di più, se ci sono normative che non consentono di mettere a disposizione tutti i dati che sono utili all'opinione pubblica per farsi un'opinione seria, vera, fondata, scientifica, su questa materia, facciamone altre, ma evitiamo, come dire, la propaganda, evitiamo mozioni manifesto che servono per fare qualche post o qualche comunicato stampa e che nulla hanno a che fare con la trasparenza che, sicuramente, è argomento superiore al quale dovremmo accedere tutti con grande serietà e con grande umiltà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito d'Aula sembra surreale, nel senso e nella misura in cui penso che, qui, si sia tutti d'accordo sul tema della trasparenza degli atti, perché penso - e ho udito le parole del sottosegretario - che non vi sia un problema di nascondere alcunché ad alcuno, però poi le dichiarazioni di voto della maggioranza sono in senso opposto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci dite che, fondamentalmente, non votate la nostra - il collega De Filippo la definiva confusionaria, io direi stringata, essenziale e che va al cuore del problema - mozione. Noi semplicemente diciamo di pubblicare in maniera automatica, integrale e senza omissioni di sorta tutti i verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico, una cosa assolutamente lineare che immagino, per esempio, i colleghi 5 Selle che ho alle spalle e che rumoreggiano, non mi danno fastidio, Presidente, dovrebbero invece avere a cuore, perché sono quelli che hanno insegnato a noi, ci hanno “stalkerizzato” circa la trasparenza, le dirette sulle riunioni politiche e, poi, scopriamo che, invece, in atti essenziali e fondamentali per la vita democratica del nostro Paese si secretano gli atti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è il e lo dico perché andando poi, come a noi piace, in profondità scopriamo, per esempio, che il 7 marzo il Comitato tecnico-scientifico diceva che non si sarebbero dovute chiudere tutte le regioni, ma che si poteva ipotizzare la chiusura di quelle regioni evidentemente colpite dal COVID, la Lombardia e il Veneto, e di alcune province, 14 province, e non di tutta l'Italia. Allora, siccome nel tema ricorrente anche di queste dirette fantasmagoriche del Premier Conte i nostri occhi e le nostre orecchie rimbombavano della dicitura: “tenuto conto delle relazioni del Comitato tecnico-scientifico”, ebbene, scopriamo che il Comitato tecnico-scientifico ci diceva, il 7 di marzo, che non bisognava o non si poteva chiudere tutta l'Italia, perché c'erano, e viva Iddio, alcune parti dell'Italia, segnatamente l'Italia meridionale, che non erano colpite dal COVID (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo fatto in modo che a una emergenza che non c'era, quella sanitaria, evidentemente, si andasse a sommare una emergenza economica che, sì, ha colpito il Meridione e che, sì, ha colpito parte intera e importante della nostra nazione.

Allora, Presidente, sottosegretario, cosa voglio dire? Voglio dire che in queste tematiche ci deve essere attenzione e io immagino che questo Governo non voglia nascondere niente ad alcuno, però ci deve essere anche condivisione e qui c'è uno spartiacque. Fratelli d'Italia e il centro-destra tutto si sono sempre detti collaborativi e questa collaborazione è stata sempre rimandata al mittente e anche nel voto di questa mozione noi riscopriamo questa vostra attitudine a non voler collaborare con noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché se tutti quanti ci dite che volete la trasparenza, io non vedo perché non si possa votare in maniera trasparente un atto che è lineare, lo ripeto, un atto che è lineare.

Allora, io immagino che abbiate ancora qualche minuto per ricredervi rispetto a ciò che avete detto e lo dico perché vorrei che fossero fugati alcuni nostri dubbi. Presidente, noi abbiamo avuto - e non vorrei che questo fosse oggetto di relazioni che sembrano mancare ancora oggi - una direttiva del Ministero della sanità che impediva le autopsie sui morti da Coronavirus. Sapete che cosa ha provocato questo? Ha provocato il fatto che l'approccio nei confronti della cura della malattia da COVID fosse improntato essenzialmente all'utilizzo di un farmaco che è l'idrossiclorochina. Ebbene, alcuni medici disobbedienti, che noi ringraziamo, violando la legge hanno operato delle autopsie e hanno scoperto che la morte derivava da dei trombi a livello alveolare polmonare e ciò significava che trattando, come ora si tratta, i pazienti malati da COVID con eparine a basso peso molecolare si poteva avere una risoluzione quasi totalitaria dei problemi più semplici.

Allora, noi vogliamo capire, sottosegretario, Presidente, se l'obbligo di non effettuare le autopsie e, quindi, tutte le morti che sono conseguite a questa scelta scellerata fossero il risultato di un indirizzo del Comitato tecnico-scientifico o un'assunzione, con delle giustificazioni che io sono pronto a immaginare a dire e a dare, del Ministero, perché si ipotizzava che in quel momento drammatico e tragico non avessimo camere mortuarie di “tipo 3”, di “livello 3”, nelle quali potessero essere fatte le autopsie. Ma tutto questo deve essere fugato e deve essere fugato in funzione di trasparenza. Noi vogliamo che questi atti diventino trasparenti; noi vorremmo che tutti gli atti prodotti dal Comitato tecnico-scientifico fossero a disposizione del popolo o, se non a disposizione del popolo, a disposizione di chi rappresenta il popolo, ovvero del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché questo è un altro segno di spogliazione di autorevolezza e di indipendenza del nostro Parlamento; non ci lamentiamo, poi, se quest'Aula per molti versi viene delegittimata, se neanche i parlamentari, se neanche le espressioni di opposizione di Governo di questo Parlamento possono accedere in prima battuta alle disposizioni del Comitato tecnico-scientifico.

Presidente, sottosegretario, lo ripeto, parliamo di una facezia, parliamo del fatto di non voler dire, per l'ennesima volta, di no a una forza politica che in questo momento, rappresentata nelle parole della mozione del presidente Giorgia Meloni, sottoscritta dal centrodestra tutto, vi sta dicendo: collaboriamo, collaboriamo su un tema. Siamo tutti d'accordo sul fatto che gli atti prodotti debbano essere trasparenti? Rendiamoli trasparenti, identifichiamo. Capisco bene che vi possano essere delle zone d'ombra che non debbano essere portate, in prima battuta, a tutti. Sono d'accordo, ma, allora, partiamo da questo, modifichiamo questa mozione, diamo il senso della collaborazione almeno in un atto. Sottosegretario, abbiamo perso l'abilità di poter intervenire in maniera incidentale nei tanti provvedimenti che avete prodotto, ma, almeno in questo, date un segnale, un segnale di intelligenza, perché ritengo che soltanto gli stupidi non cambino idea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Vorrei, anzitutto…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Ceccanti, dovrebbe cambiare postazione cortesemente, oppure cambiamo microfono. C'è il solito problema, che lei conosce bene, di sanificazione delle postazioni utilizzate dai colleghi. Prego, prosegua.

STEFANO CECCANTI (PD). Bene. Il primo dato di cui tenere conto, che va anche al di là della mozione, è il dato di contesto: la situazione epidemiologica del nostro Paese non è comparabile a quella, per nostra fortuna, di altri Paesi a noi vicini, specialmente nell'Europa del Sud. Questo non è un merito solo del Governo, è un merito anche di regioni, di enti locali, del senso di disciplina dei nostri cittadini. Quindi, noi non stiamo affrontando questo tema abbordando delle responsabilità, delle scelte sbagliate da parte del Governo, ma in un contesto di una certa rassicurazione, certo con la necessaria vigilanza.

Il secondo punto è che noi affrontiamo questo tema nei riguardi del Governo, di un Governo che è sempre stato costante qui, in queste settimane, a rendere conto anche per le richieste che noi abbiamo fatto, come parlamentari, di parlamentarizzare tutte queste procedure. Si contano vari episodi in cui abbiamo avuto, qui, resoconti dettagliati del Presidente del Consiglio e, ancora di più, del Ministro Speranza. Quindi, questo è il contesto in cui affrontiamo questa mozione.

Ora, perché questa mozione è sbagliata? Non perché si tratti di dividerci tra amici e nemici della trasparenza, perché questi verbali vengono resi noti, compatibilmente con il diritto alla privacy, sempre entro quarantacinque giorni. Cosa è che non va della mozione? Quello che non va della mozione sono le parole “automatica” e le parole “senza omissioni di sorta”. Perché non va bene “automatica” nel senso di “immediata”? Perché se io tolgo il periodo di raffreddamento tra quando vengono prese le decisioni e quando io rendo note le basi conoscitive su cui io rendo note le decisioni, cioè quarantacinque giorni di tempo, io creo allarme sociale, creo incomprensione, creo una situazione in cui al Governo è difficile agire responsabilmente. Il periodo di raffreddamento tra quando si decide e quando si rende noto il processo che ha portato alle decisioni è fondamentale per l'esercizio della responsabilità di Governo, altrimenti noi neghiamo la responsabilità di Governo. Anche l'espressione “senza omissioni di sorta” tende ad omettere il fatto che esiste un diritto alla privacy nel nostro ordinamento, anche vincolato ad atti ultranazionali, come il FOIA, lo ha spiegato bene la sottosegretaria, con la puntualità dei riferimenti normativi interni ed esterni.

Quindi, per queste ragioni, tolte le parole “automatica” e “senza omissioni di sorta”, ne risulta quello che il Governo sta già facendo, assicurando la trasparenza con responsabilità, perché se la trasparenza fosse automatica, non consentirebbe l'esercizio della responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà. Aspettiamo che guadagni il centro dell'emiciclo. Prego, a lei la parola, deputato Bagnasco.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Grazie per avermi collocato al centro dell'emiciclo, mi fa sempre molto piacere e, quindi, la ringrazio anche di questo. La mozione del centrodestra che stiamo per votare vuole solo chiedere che la pagina, a dir poco opaca, che si è consumata nelle scorse settimane, con il Governo impegnato fino all'ultimo nel non voler rendere pubblici i documenti del Comitato tecnico-scientifico, non si debba più ripetere. Lo chiediamo serenamente, con tranquillità, con pacatezza, per rispetto delle istituzioni e del Parlamento, ma, soprattutto, lo chiediamo per il rispetto che dobbiamo nei confronti di tutti i nostri concittadini, a cui sono stati chiesti sacrifici enormi, a cominciare dalla stessa sospensione di alcuni diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale. Parlo, ovviamente, del diritto al lavoro, del diritto alla libertà personale, del diritto alla libertà di circolazione, di riunione, di esercizio del culto, del diritto alla iniziativa economica.

È impensabile che il Governo, per troppo tempo, abbia scelto la strada della non trasparenza, negando a tutti la conoscibilità di verbali importanti e di decisioni che hanno riguardato e riguardano un periodo tragico, quello del lockdown imposto per gestire l'ondata terribile di questa pandemia che si è abbattuta anche nel nostro Paese nei mesi scorsi. È evidente che conoscere fin da subito quali fossero queste indicazioni del Comitato scientifico sarebbe stato importante per poter valutare se fossero, in qualche modo, scientificamente giustificate le restrizioni che, nel frattempo, il Presidente del Consiglio andava introducendo rispetto a quelle che sono le libertà fondamentali garantite dalla nostra Costituzione. Peraltro, in quelle settimane, il Comitato tecnico-scientifico è diventato, di fatto, il principale interlocutore del Presidente del Consiglio. Proprio quel periodo, che ci auguriamo non si debba più ripetere in quelle dimensioni, avrebbe dovuto comportare un atteggiamento dell'Esecutivo ben diverso. Questo vale per le scelte che sono state fatte, ma anche per quelle, Presidente, che dovrete fare per governare questa pandemia.

È fondamentale che vi sia piena condivisione delle informazioni che sono alla base delle decisioni del Governo su un tema centrale, come quello della salute pubblica e dei diritti dei cittadini. Ripeto, è fondamentale che vi sia piena condivisione delle informazioni che sono alla base delle decisioni del Governo su un tema centrale come quello della salute pubblica e dei diritti dei cittadini. Questa scelta di trasparenza è per noi irrinunciabile. Ci sono, poi - come qualcheduno ha voluto ricordare -, anche delle eccezioni, si possono anche, ovviamente, comprendere e capire, e dalla nostra parte sicuramente sarebbero state comprese e sarebbero state capite. Ma così, purtroppo, non è stato, avete fino all'ultimo scelto l'opacità rispetto alla trasparenza. È questo che non fa bene alla democrazia e contrasta con il diritto sacrosanto dei cittadini di essere informati e di avere dei governanti che prendano decisioni nella massima trasparenza.

Vi era stato chiesto da una fondazione importante, come la Fondazione Einaudi, una fondazione qualificata, di rendere pubblici e conoscere il contenuto dei verbali del Comitato tecnico-scientifico, in quanto le pesanti misure imposte con i DPCM, che restringevano fortemente diritti e libertà, erano giustificate sulla base delle valutazioni solamente di questo Comitato. Ma per troppo tempo, il Presidente Conte non ha ritenuto di renderli pubblici. Tutto si è tradotto in un braccio di ferro, molto brutto anche da vedersi, tra ricorsi e controricorsi, che ha visto assurdamente la Presidenza del Consiglio decisa, fin dall'inizio, a negare l'accesso agli atti, richiesti il 15 aprile, dalla Fondazione Einaudi. Ricordo che la richiesta di desecretazione era stata accolta dal TAR del Lazio e sospesa dal Consiglio di Stato a seguito dell'appello di Palazzo Chigi.

Già questo, l'intervento del TAR del Lazio, l'intervento del Consiglio di Stato, non credo che sia sicuramente una bella pagina per questo Parlamento.

Credo sia importante rammentare comunque la parte conclusiva della motivazione della sentenza del TAR, favorevole alla desegretazione degli atti. Nella motivazione si legge: se l'ordinamento giuridico riconosce la più ampia trasparenza alla conoscibilità di atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l'accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicano i presupposti fattuali per l'adozione dei DPCM - dice “deve” - che si connotano per un particolare impatto sociale sui territori e sulla collettività. E sempre nella motivazione del TAR del Lazio si legge ancora che il ricorso va accolto in considerazione della natura degli atti e che la necessaria trasparenza, oltre a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche, ha anche la finalità di promuovere, come nel caso in esame, la partecipazione al dibattito pubblico. Sì, la partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico e questo è un fatto di fondamentale importanza di cui il Parlamento deve farsi carico.

Alla fine, comunque, avete ceduto e avete deciso di rendere pubblici cinque verbali; meglio tardi che mai. A giustificare l'ostinata reticenza del Governo a rendere pubblici e conoscibili ai cittadini gli atti del Comitato tecnico-scientifico ieri ho sentito dire in quest'Aula da un collega che tutto sommato quello che è avvenuto è fisiologico, anche perché c'è un tempo per decidere e un tempo per divulgare tutte le informazioni sulla base delle quali si è arrivati alle decisioni. Io credo che ciò possa anche essere vero, naturalmente, ma forse in tempi normali, non in tempi di pandemia che sono assolutamente straordinari come questo. Questa reticenza diventa insopportabile, se impedisce per troppo tempo la conoscenza a milioni di cittadini costretti a vivere questo tragico periodo e a cui contemporaneamente è stato chiesto davvero l'impossibile, compresa la rinuncia in molti casi alla propria libertà. Questo è successo, e questo è quello che non vorremmo che si debba ripetere, Presidente, per questo voteremo a favore della mozione unitaria del centrodestra, che chiede solamente un impegno chiaro di trasparenza da parte del Governo a pubblicare tutti i verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico. Questo tutti non è un termine assoluto: se ci sono delle motivazioni di un certo rilievo, evidentemente, questo Parlamento, questa opposizione - se mi consentite - sarà la prima a comprenderli e a giustificarli ampiamente. Credo che questo impegno di trasparenza sia null'altro che un atto dovuto verso tutti i nostri concittadini. Si è parlato di passo falso: nessun passo falso, quindi, nessun incidente di percorso da parte dell'opposizione, nessun investimento propagandistico soprattutto, ma solo la necessità di dare il contributo che ci chiedono milioni e milioni di italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Signor Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, mi sia consentito iniziare questo mio intervento innanzitutto cercando di portare il tema della discussione su quello che secondo me deve essere il punto focale, che non è tanto, come ho sentito da esponenti della maggioranza, il problema delle fake news, negazionisti, no-Vax contro pro-Vax e quant'altro - per carità, sono temi che rientrano in qualche modo nella mozione da noi presentata -, ma quello di cui stiamo parlando, e che a nostro avviso negli ultimi mesi non è stato adeguatamente sottolineato, sviluppato, affrontato, ragionato, a partire da quest'Aula, è un altro tema, mi si consenta di dire, cioè quello che è capitato nel nostro Paese, nel nostro Stato nei mesi scorsi, nella stragrande maggioranza dei Paesi dal mondo, che ha fatto sì che vi fosse probabilmente la più grande - anzi togliamo il probabilmente - privazione, come è stato autorevolmente detto nell'intervento precedente, dei diritti fondamentali dei cittadini sulla base non di atti giudiziari ma sulla base di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.

Il fatto che all'interno di una Repubblica parlamentare milioni di cittadini vengano privati dei loro diritti fondamentali dall'oggi al domani sulla base, ripeto, di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, è chiaramente un unicum, è chiaramente qualcosa che nessuno di noi si sarebbe probabilmente immaginato di dover vedere nel corso della propria vita. È stato sicuramente un qualcosa - nessuno questo lo nega - giustificato dalla straordinaria eccezionalità del periodo storico che abbiamo vissuto, un periodo storico che nessuno si aspettava, un periodo storico nel quale vivere una pandemia alla quale il mondo non era più abituato a partire dall'ultimo secolo, perché l'ultima pandemia fu la Spagnola, nel 1920. Ecco, tutte queste condizioni ci hanno portato a questo, però, all'interno di una Repubblica parlamentare io penso che sia legittimo interrogarsi, soprattutto all'inizio, ormai avanzato, nel XXI secolo, su quelli che possono essere i rischi per i diritti fondamentali dei cittadini, soprattutto di fronte a condizioni che nessuno si aspettava e che - speriamo che ciò non accada - possono ripresentarsi. È evidente, onorevoli colleghi, che qui nessuno vuole fare il processo - non è questa la sede secondo me, nemmeno con questa mozione - a quello che il Governo ha fatto in quei mesi lì, mi sia consentito dirlo anche agli esponenti della maggioranza che prima sono intervenuti cercando di svilire il senso della nostra mozione, sembrando quasi che noi volessimo fare sterile polemica politica, come se qualcuno di noi si dimenticasse o si sia dimenticato dalle colonne di camion militari che portavano via centinaia e migliaia di nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), centinaia e migliaia di persone morte per qualcosa che nessuno si aspettava e che sono ancora nella nostra memoria. Vi garantisco che, soprattutto per chi proviene da quelle zone lì, tutto è accettabile salvo che cercare di buttare in sterile polemica politica una situazione di quel tipo lì, però ci ha consentito di dire che, a nostro avviso, le informazioni da parte del Governo su ciò che è avvenuto in quelle settimane e in quei mesi non sono state complete. Prima si diceva che abbiamo avuto un Governo che ha riferito, che ha detto, che ha fatto, che ha aperto; no, ci sono ancora parecchie zone d'ombra, zone d'ombra che prima o poi - e noi auspichiamo prima che poi - devono essere chiarite. Faccio un esempio: a chi toccava proclamare la zona rossa nei comuni della Bergamasca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Qui c'è stato, a mio avviso, un rimpallo delle responsabilità, e ve lo dice un esponente leghista lombardo e bergamasco. E lo diciamo con forza che, se qualcuno ha sbagliato, sia leghista, sia amministratore regionale, sia dei 5 Stelle che del Partito Democratico alla guida del Governo centrale, noi speriamo che paghi, perché così deve essere e così è giusto. Ma mi sia consentito di dire al Governo, innanzitutto, e agli esponenti della maggioranza, di non accusarci di voler fare sterile polemica politica quando - e queste cose noi ce le ricordiamo - il 28 aprile il Presidente del Consiglio, in visita finalmente alla Bergamasca, a distanza ormai di due mesi, quasi, dalla proclamazione delle zone rosse, di fronte a una domanda legittima, penso anzi dovuta, da parte della stampa, su come mai il Governo non avesse proclamato la zona rossa ma la zona arancione, il Presidente del Consiglio ha risposto: il giorno in cui lei avrà responsabilità di Governo i decreti li scriverà come vuole. Capite che queste non sono risposte che ai cittadini possono bastare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché è evidente che ciò che è successo in quel giorno lì... A noi non interessa puntare il dito. Noi non faremo come qualcuno - lo cito perché è stato pubblico -, l'onorevole Ricciardi dei 5 Stelle, che in quest'Aula ha accusato i leghisti lombardi di essere dagli assassini dei propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo, cari membri della maggioranza, non l'hanno fatto quei sordidi attivisti pseudofascisti della minoranza ma un autorevole esponente della maggioranza. A noi non interessa puntare il dito o cercare di addebitare colpe che, prima o poi, qualcuno si assumerà: fa parte del nostro compito, siamo personaggi pubblici che si fanno carico di responsabilità pubbliche e pertanto, se sbagliano, è giusto che qualcuno paghi. Non ci interessa. A noi interessa, come ho detto, il sacrosanto rispetto, uno dei diritti fondamentali dei cittadini, e siamo tutti d'accordo che una risposta come quella del Presidente del Consiglio, di fronte a una domanda della stampa che chiedeva una delucidazione - il giorno in cui lei avrà responsabilità pubbliche scriverà i decreti come vuole - se non è tollerabile all'interno di una Repubblica presidenziale, figuriamoci all'interno di una Repubblica parlamentare, in cui neanche i membri del Parlamento - con questa mozione è quello che noi chiediamo - sono posti nella condizione di sapere su quali basi scientifiche un Governo, ripeto, non presidenziale, non direttamente eletto dal popolo, che non potrebbe nemmeno in quel caso farlo, ma un Governo parlamentare ha deciso la limitazione più grande, potente e importante delle libertà fondamentali dei cittadini. È un diritto dell'opposizione sapere quali sono state le basi scientifiche di un atto di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non vi sono - mi scusi, sottosegretario - richiami all'articolo 5-bis del decreto perché queste cose non reggono di fronte ad un dibattito pubblico che dovrebbe interessare tutti noi, il nostro ruolo di parlamentari e il nostro ruolo di cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ciò che è avvenuto in questi mesi noi speriamo non avvenga più e che non ci siano più migliaia di morti e, per carità, qui non è che stiamo facendo la guerra o la battaglia o una corsa o un concorso con i nostri vicini sia in Europa che nel mondo: siamo stati più bravi noi, sono stati più bravi gli altri. Ma ciò che spero non avvenga più è il tentativo anche di scaricare le colpe sugli enti locali e questo, scusate tanto, voi di maggioranza avete cercato di farlo, quando e su che basi noi non sappiamo. Infatti, il fatto di dare la colpa alla Lombardia di quanto è avvenuto in Lombardia non è partito da noi: è partito da voi e noi su queste basi, su queste battaglie politiche, che voi legittimamente magari ritenete di aver fatto, chiediamo quali sono semplicemente le basi scientifiche su cui avete preso le mosse per far questo. Quindi, non c'è la volontà di fare una battaglia politica, non c'è la volontà di lucrare su un dramma che coinvolge parecchi di noi e che a tutti noi brucia ancora; c'è soltanto il sacrosanto diritto di esercitare il mandato parlamentare, soprattutto di minoranza, che è vigilare sull'operato del Governo anche quando al Governo non ci sono i pericolosi neofascisti alla Salvini, anche quando al Governo non c'è la destra, anche quando al Governo ci siete voi di sinistra e dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi questo chiediamo: è un nostro diritto e speriamo che la maggioranza ci conceda il diritto di fare i deputati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Forciniti. Ne ha facoltà. A lei la parola.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Effettivamente non voglio credere che il senso della mozione per i firmatari e per i presentatori sia stato quello di volere fare sterile e strumentale propaganda politica anche perché voglio sperare che la politica, almeno dopo sei mesi circa da quei drammatici accadimenti che tutti ci hanno segnato, con il senno del poi, voglia smettere di trascinare questi temi proprio sul campo della contrapposizione politica e anche a volte della lotta politica. Voglio credere a questo, voglio sperare che sia effettivamente così. Devo però, con tutto il rispetto che si deve ai colleghi che hanno legittimamente presentato la mozione, umilmente dire e far notare che, tuttavia, leggendo il testo della mozione, qualche piccolo dubbio mi rimane perché è una mozione che non fa alcun cenno, per esempio, al ruolo straordinario che il Governo ha avuto comunque in un contesto difficilissimo, dovendo agire praticamente al buio senza avere metri di paragone, senza avere neanche la possibilità di prendere dei modelli e di importare dall'estero dei modelli già collaudati, senza sapere effettivamente se le scelte che si sarebbero andate a fare poi avrebbero portato dei risultati. Non c'è neanche un cenno, quindi, alla straordinarietà e alla difficoltà del lavoro del Governo fatto in quei drammatici giorni e, invece, c'è tutta una serie di illazioni; si gettano quasi delle ombre, si evoca un clima di scarsa trasparenza, si dice in alcuni passaggi che ci sarebbero stati degli errori che avrebbero impedito addirittura di salvare delle vite umane. Allora, se questo è il contenuto della mozione, sinceramente mi permetto di avere qualche dubbio e poi trovo anche che la mozione, oltre a non avere fondamento, è anche illogica e contraddittoria in alcuni passaggi e vorrei anche provare a spiegarne il motivo. Se noi leggiamo la mozione, troviamo che, in uno dei primi passaggi della mozione, in pratica si accusa velatamente il Governo di aver disposto un lockdown totale per tutto il Paese, quindi a differenza di quanto il Comitato tecnico- scientifico aveva indicato e aveva suggerito ossia una chiusura circoscritta e differenziata a seconda delle diverse aree geografiche. Quindi, nel primo passaggio della mozione, si accusa praticamente il Governo di essere stato fin troppo prudente e di essere andato anche oltre le prescrizioni del Comitato tecnico-scientifico. Poi però scendiamo nella stessa pagina, nella stessa mozione e troviamo che c'è l'accusa, invece, rivolta al Governo di avere sottovalutato lo studio della Fondazione Kessler che, attraverso un modello matematico, ipotizzava il crescere della curva dei contagi e anche un sovraccarico importante per la nostra rete sanitaria, quindi l'accusa opposta rispetto a quella precedente, ossia di essere stato troppo poco prudente. Allora, delle due l'una: o questo Governo lo accusiamo di essere stato troppo prudente perché ha fatto di più di quanto i tecnici gli hanno chiesto o lo accusiamo di essere stato troppo poco prudente perché ha fatto di meno di quanto i tecnici gli hanno chiesto. Le due cose non possono logicamente stare insieme. Tuttavia, capisco anche il motivo probabilmente per cui la mozione ha questo vizio, questo peccato originale forse di essere un po' confusionaria e contraddittoria: perché è il tentativo di mettere insieme tutte le anime e le varie sensibilità che popolano in questo momento il centrodestra tra chi strizza l'occhio ai negazionisti, tra chi durante il lockdown diceva che bisognava riaprire tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché stavamo ammazzando l'economia con il lockdown, tra chi invece ha assunto posizioni più responsabili e che trovo anche più mature. Bene, tutto questo è stato messo insieme in una mozione, secondo me, senza né capo né coda, che mette insieme cose totalmente diverse le une dalle altre. In ogni caso, secondo me, c'è una contraddizione di fondo che accomuna tutti questi passaggi messi in mezzo nella mozione ossia quello che, a parere di chi l'ha presentata, il Governo avrebbe peccato, avrebbe sbagliato nel momento in cui non si è uniformato pedissequamente alle indicazioni dei tecnici. E anche questa, colleghi, secondo me, è una contraddizione rispetto alla solfa che abbiamo sentito in questi mesi di una politica che arretrava, che lasciava il passo ai tecnici, delle task force, del Comitato tecnico-scientifico, di una politica che era stata accusata di non essere capace di assumersi la responsabilità e che cedeva il passo ai tecnici. Oggi, invece, scopriamo dalla mozione che l'accusa è quella contraria, ossia di non avere fatto esattamente alla lettera quanto i tecnici dicevano. Allora, dico è un bene che sia così perché la politica rivendica il suo ruolo primario di decisore che deve valutare tutte le variabili sul tavolo, poi il tecnico indica, suggerisce, osserva, consiglia ma poi è la politica che ha il ruolo primario e fondamentale di assumersi la responsabilità delle decisioni e questo il Governo ha fatto in quei giorni drammatici: non lo dimentichiamo. E poi comunque abbiamo un giudice, secondo me; il giudice è la verità e sono i numeri perché noi possiamo dirlo adesso che la strategia messa in campo dal Governo è stata una strategia vincente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che ha permesso di azzerare, durante la prima fase della pandemia, la curva dei contagi in pochi giorni perché abbiamo avuto la lucidità di fermarci al momento giusto, nonostante ci fossero pressioni molto forti di chi forse anche aizzava un po' le tensioni sociali, dicendo che bisognava riaprire tutto, riaprire tutto, riaprire tutto. Invece, l'Italia ha tenuto la barra dritta, ha avuto la lucidità di fermarsi al momento giusto per ripartire più in fretta e anche oggi, quando la seconda ondata è totalmente in corso in tutta Europa, i dati ci dicono che l'Italia ha una media di circa 1.000-1.500 contagi al giorno, mentre gli altri Paesi europei hanno circa 10.000 contagi al giorno. Quindi, avrà fatto pure qualcosa di buono ogni tanto il Governo fra tante critiche e fra tante accuse? Io penso di sì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è onesto intellettualmente riconoscerlo se davvero si vuole collaborare e se davvero si vuole andare avanti insieme di pari passo, abbandonando anche un po' la contrapposizione quotidiana sempre sterile fra maggioranza e opposizione, preconfezionata e prestabilita.

È anche un'altra contraddizione che rilevo a proposito dei sovranisti, perché mai come in questa circostanza ci si potrebbe gonfiare il petto di orgoglio e dire “evviva, che grande popolo è l'Italia, siamo riusciti a fare quello che ad altri non è riuscito, l'Italia ce l'ha fatta, siamo un grande Paese”, e invece si presentano queste iniziative e queste mozioni che hanno tutto l'obiettivo di gettare ombre, di gettare accuse, di dire che l'Italia non ha fatto abbastanza, che si è comportata male, che ha sbagliato perché si poteva e si doveva fare di più. Allora una cosa, secondo me, è lampante, anche sul valore della trasparenza: questo Governo è stato trasparente, i verbali sono stati pubblicati, secondo me, con un giusto tempo di decantazione, che è necessario, ma sono stati pubblicati e così sarà. Ma, al di là dei verbali, secondo me la trasparenza c'è stata in tutti i passaggi di questa pandemia, e in primis il Presidente Conte ha speso la sua immagine e la sua faccia per comunicare con cadenza quasi quotidiana quello che stava accadendo, spiegando con il cuore in mano ai cittadini perché alcune cose andavano fatte, perché era importante farle. E del resto, se i cittadini hanno rispettato le prescrizioni, c'è stata questa sensazione comunque di necessità di quello si che stava facendo, vuol dire che evidentemente i cittadini si sono sentiti coinvolti, hanno capito le motivazioni che erano dietro alcune scelte difficili, drammatiche, complicate, ma in quel momento necessarie.

Vado a concludere, per quanto mi riguarda questa mozione è irricevibile, ma non perché ingenerosa nei confronti di una parte politica, di un Governo, di una maggioranza, di un soggetto politico o del Premier Conte, ma perché è ingenerosa nei confronti della verità storica dei fatti, del lavoro che tutta l'Italia insieme ha fatto, maggioranza, opposizione, cittadini, parti sociali, tutti, medici, personale sanitario, personale di sicurezza. Tutti hanno fatto un grande lavoro e oggi, secondo me, noi dobbiamo respingere con forza questa mozione perché davvero significherebbe fare un torto al grande sforzo che questo Paese ha fatto in questi mesi difficili per tenere la barra dritta, e ancora c'è tanto altro da fare. Quindi, il MoVimento 5 Stelle voterà contro questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni, Molinari, Gelmini, Lupi ed altri n. 1-00376, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione della proposta di legge n. 1824-A, recante disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico. Poiché, tuttavia, non è stata ancora trasmessa la relazione tecnica richiesta dalla Commissione bilancio, tale Commissione non ha potuto esprimere il prescritto parere. Il seguito dell'esame del provvedimento è pertanto rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli. Prego, a lei la parola.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Solo per lasciare agli atti di questa Assemblea una considerazione: i filosofi del diritto parlamentare ci dovrebbero spiegare in base a quali salvifiche proprietà la riduzione dei parlamentari dovrebbe far funzionare meglio un Parlamento che oggi, in queste condizioni, rinvia l'unica proposta di legge per fare una mozione e venti ratifiche, che la scorsa settimana rimanda in Commissione un provvedimento come la riforma del codice della strada (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) fermo da un anno all'ordine del giorno di questa Assemblea; in che cosa funzionerà meglio il Parlamento quando la prossima settimana arriverà in questo ramo del Parlamento il “decreto-legge agosto”, che scadrà la settimana successiva, dopo che verrà votato il 5 di ottobre dal Senato della Repubblica. Vorrei capire sulla base di quali balle è stata fatta una campagna elettorale che ha raccontato stupidaggini, bugie ai cittadini. I filosofi del diritto parlamentare dovrebbero spiegarci questo, dovrebbero scusarsi per le balle che hanno raccontato ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché se il Parlamento non funziona come dovrebbe non è perché qui dentro siamo in 630, è perché qualcuno non si assume le proprie responsabilità, e, nella maggior parte dei casi, queste responsabilità sono da imputare alla maggioranza e al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio per il suo contributo, deputato Baldelli, fermo restando che la Commissione bilancio ha dieci giorni di tempo per acquisire e pronunciarsi.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1140 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Mozambico, fatto a Maputo l'11 luglio 2007 (Approvato dal Senato) (A.C. 2229).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2229: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Mozambico, fatto a Maputo l'11 luglio 2007.

Ricordo che nella seduta dell'11 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2229)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2229)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Per dichiarare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luciano Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Cercherò di essere rapido, ma è un Accordo importante quello che andiamo a ratificare oggi, perché sancisce e ribadisce il profondo rapporto e il legame storico che lega il nostro Paese al Mozambico, uno dei Paesi più poveri del mondo; oltre il 50 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà, centottantesimo posto su 188 Paesi da questo punto di vista nel mondo; eppure il legame con l'Italia è un legame molto forte, è un legame che si è radicato già prima dell'indipendenza del 1975 dal Portogallo e che è proseguito negli anni con molti intellettuali, politici e artisti mozambicani che hanno studiato in Italia, in particolare a Trento, a Reggio Emilia, e con un rapporto che non si è mai interrotto; rapporto che poi ha avuto un importante esito dal punto di vista storico con l'accordo di pace dopo una sanguinosa guerra civile durata 16 anni, accordo firmato nel 1992 proprio a Roma con il contributo - ci tengo a ricordarlo - decisivo della comunità di Sant'Egidio, del lavoro del professor Andrea Riccardi e del lavoro del cardinale Matteo Zuppi, oggi arcivescovo di Bologna: in quell'occasione furono protagonisti di una lunga trattativa, durò 27 mesi, che portò a degli accordi di pace molto importanti, ripeto, sottoscritti a Roma. Un legame che è così forte anche nel vissuto di tanti che il cardinale Zuppi, nel momento in cui è stato insediato cardinale, insieme all'anello e alla berretta del Papa, ha ricevuto dalla sua comunità di Trastevere in regalo un pastorale realizzato con il legno di Beira, con il legno di una delle città più importanti del Mozambico. Quindi, è ancora oggi molto importante, in un Paese dove ci sono migliaia di italiani che vivono, che sono impegnati nella cooperazione, è uno dei Paesi in cui l'Italia investe di più in cooperazione internazionale, dove la cooperazione italiana ha infrastrutturato buona parte della sanità esistente in Mozambico; un Paese dove investono, anche in maniera consistente, grandi aziende italiane e, quindi, anche in questo senso ci sono molti italiani che lavorano; un Paese che è ancora ferito da scontri molto forti: c'è una presenza terroristica islamista nel nord del Paese molto, molto forte, che va contrastata. In questo senso, anche in questo senso, questo Accordo, al di là della portata e al di là degli adempimenti dal punto di vista culturale, scientifico e tecnologico, segna e ribadisce un'amicizia profonda, un'amicizia importante, e prolunga, e promuove per il futuro un rapporto che deve andare avanti verso un Paese che ha tanto bisogno e che ha tanto dato anche al nostro, ripeto, con tante figure importantissime: la più grande artista mozambicana, Bertina Lopes, ha vissuto metà della sua vita a Roma, è stata premiata dal Presidente Ciampi. È un rapporto storico molto forte. Questo Accordo, soprattutto perché è un accordo di cooperazione culturale, ha un valore secondo noi molto forte e, in questo senso, il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Anche Fratelli d'Italia vuole esprimere il proprio voto favorevole per questo Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica con il Mozambico, anche e soprattutto per i motivi che venivano già ricordati dai colleghi prima. Il Mozambico è uno dei Paesi più poveri al mondo, è un Paese però che ha profondi rapporti con il popolo italiano, con la nazione italiana. Non è un caso che la fine della sanguinaria guerra civile che ha flagellato il Mozambico sia stata suggellata con gli Accordi di Roma del 4 ottobre 1992. Così come ancora noi riteniamo non essere un caso il fatto che proprio la Chiesa cattolica abbia svolto, all'epoca, ruolo di ponte, di pacificatore, e oggi lo svolga ancora tra il Fronte di Liberazione del Mozambico e la RENAMO; una Chiesa cattolica che però - lo dobbiamo e lo vogliamo ricordare - oggi resiste al sempre più penetrante intervento dell'islamismo radicale che proviene dal Kuwait e dall'Arabia Saudita, e che rischia di precipitare il Mozambico in climi assolutamente inaccettabili, soprattutto laddove la presenza dei cristiani e dei cattolici non solo è radicata e presente, ma è anche una presenza che ha sempre svolto la funzione di ponte fra civiltà e di paciere.

E allora, in particolar modo come Fratelli d'Italia, giacché ahimè accade poco, troppo poco, troppo poco spesso, negli accordi bilaterali di cooperazione culturale, vogliamo segnalare che apprendiamo con gioia che finalmente, all'articolo 15 di questo Accordo, vi sia un accenno anche alla promozione della tutela delle minoranze religiose, perché riteniamo che, soprattutto in certe terre, sia l'elemento centrale. È inutile tutelare altre libertà quando la primigenia libertà, quella da cui tutto deriva, quella più intima, quella più profonda dell'essere umano, non viene tutelata. E allora, sotto questo profilo, anche Fratelli d'Italia voleva rappresentare il proprio entusiastico voto, anche perché è una delle rare occasioni in cui l'Italia ha avuto l'ardire di lambire il tema della tutela delle minoranze religiose, tema che Fratelli d'Italia ogni giorno avanza in queste sedi e che solo poche volte trova consacrazione in accordi e protocolli ufficiali dello Stato italiano nell'ambito della cooperazione internazionale. E quindi questa volta votiamo con deciso entusiasmo un Accordo sulla cooperazione che tiene dentro il tema fondamentale, per noi di Fratelli d'Italia dirimente, della tutela delle minoranze religiose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Io vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula…

PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Fassino, se vuole parlare senza mascherina deve mettersi nelle postazioni…

PIERO FASSINO (PD). Metto la mascherina.

PRESIDENTE. Va bene. Se preferisce, va bene così. A lei la parola.

PIERO FASSINO (PD). Vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che oggi noi facciamo una cosa un po' inedita, e cioè approviamo 17 ratifiche internazionali, alcune delle quali sottoscritte molto tempo fa. Questa di cui discutiamo è stata sottoscritta nel 2007. Sappiamo tutti che, nel decorso dell'attività parlamentare, spesso le ratifiche sono considerate un adempimento marginale e vengono affrontate e portate all'Aula soltanto in qualche occasione e questo determina un decorrere del tempo molto lontano dal momento in cui gli accordi vengano sottoscritti, con la doppia conseguenza di non consentire l'efficacia degli accordi sottoscritti e anche di metterci in una posizione di un qualche imbarazzo nei confronti dei Paesi con cui abbiamo sottoscritto gli accordi. Per questa ragione, nei giorni scorsi io ho chiesto al Presidente Fico di avere una seduta nella quale smaltire intanto tutte le ratifiche che potevano essere definitivamente approvate.

Ringrazio il Presidente Fico di aver accolto questa mia richiesta e la seduta di oggi è una seduta carica di ratifiche perché, appunto, smaltiamo tutte le ratifiche che si erano accumulate nel tempo e credo che periodicamente dovremmo adottare questo metodo proprio per accelerare l'esaurimento procedurale di queste ratifiche.

Detto questo, sull'Accordo che stiamo per votare con il Mozambico io faccio mie le considerazioni fatte dai colleghi e, in particolare, dall'onorevole Nobili e, cioè, il fatto che si tratta di un Accordo impegnativo di cooperazione culturale a tutto campo con un Paese con cui l'Italia ha consolidate e lunghe relazioni politiche, culturali, economiche e, quindi, è un contributo vero che con questo Accordo noi vogliamo dare allo sviluppo e alla promozione delle relazioni con il Mozambico e - aggiungo e finisco - nel contesto di una rinnovata attenzione all'Africa, perché sempre di più il tema dell'Africa sarà un tema che entrerà nella vita dei nostri Paesi. Cito solo un dato, perché sia chiaro a tutti: oggi in Africa vivono un miliardo 300 milioni di persone; saranno 2 miliardi 500 milioni nel 2050, cioè domani mattina, e saranno 4 miliardi alla fine di questo secolo. La Nigeria diventerà, alla fine di questo secolo, il terzo Paese più popoloso al mondo, davanti agli Stati Uniti. Allora, quello che succederà in quel continente, il destino di quei 4 miliardi di persone su 11 miliardi della popolazione globale del pianeta, determinerà, nel corso di questo secolo, il destino dell'intero pianeta. E, allora, occuparsi dell'Africa, avere una strategia per l'Africa, avere un rapporto con l'Africa che non sia affidato soltanto alle correnti migratorie, è una scelta strategica per il destino di quel continente, per il destino nostro e per il destino del mondo intero e questo Accordo si colloca dentro questa visione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Mi faccia fare una premessa: sarebbe interessante non soltanto parlare delle ratifiche, quando si parla di politica estera del nostro Paese, ma farsi raccontare anche dal Governo quali sono gli intendimenti, qual è la strategia, qual è la visione della politica estera di questo Governo e dell'Italia, soprattutto in un continente come l'Africa in questo momento sempre più strategico negli equilibri geopolitici mondiali. Lo è, ad esempio, in riferimento ai flussi migratori della Cina, lo è in riferimento agli investimenti della Cina stessa nel continente ma anche alle mire espansionistiche della Turchia, alle varie tensioni che esplodono poi in conflitti come in Libia, dove la posizione dell'Italia è sempre più marginale. Per cui, bene le collaborazioni del nostro Paese con Paesi come il Mozambico, Paese afflitto da una povertà e prima da una guerra civile per diversi anni, un Paese, tra l'altro, dove i rapporti con l'Italia, in merito anche alla difesa, al settore della difesa, sono importanti. Ecco, tutto questo, però, sembra solo una goccia in un oceano di incertezze rispetto alla politica estera di questo Governo. Per cui, Forza Italia voterà sicuramente “sì” sulla ratifica di questo Accordo, ma fa un appello affinché il Governo possa definire un'agenda per la propria politica estera, per lo sviluppo e l'interesse nazionale e poterne parlare in quest'Aula, non relegando solo alle ratifiche il dibattito dell'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dimitri Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. L'Accordo di cooperazione culturale e scientifica con il Mozambico, che giunge oggi all'esame della nostra Assemblea, si propone di fornire un quadro giuridico di riferimento per le iniziative di collaborazione nel settore culturale, artistico e scientifico tra i due Paesi, in un contesto di rapporti bilaterali sempre più intensi. L'intesa esplicita, innanzitutto, l'impegno delle parti a promuovere la cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, a migliorare la conoscenza del retaggio culturale dei due Paesi e a favorire la collaborazione tra istituzioni accademiche italiane e mozambicane. Contempla, inoltre, l'istituzione di cattedre e lettorati di lingua e letteratura delle parti, la collaborazione fra le rispettive amministrazioni archivistiche, bibliotecarie e museali nonché la partecipazione di organismi internazionali e il finanziamento dei programmi derivanti dall'Accordo. Il testo consente altresì a ciascuna delle parti la creazione di istituzioni culturali e scolastiche sul territorio dell'altra parte contraente, prevedendo, inoltre, la collaborazione nel campo dell'istruzione attraverso lo scambio di esperti e informazioni didattiche e impegnando i due Paesi a offrire reciprocamente borse di studio ai rispettivi studenti specialisti e laureati. L'Accordo impegna, quindi, le parti alla collaborazione reciproca nei settori editoriale, della musica, della danza, delle arti visive, del teatro, del cinema e della radiotelevisione nonché a impedire e a reprimere l'importazione, esportazione e il traffico illegale di opere d'arte. Ulteriori ambiti di collaborazione e di scambio di esperienze interessano i settori dello sport e della gioventù e i campi dei diritti umani, della libertà, dei diritti civili, le libertà civili e politiche, e quello delle pari opportunità e della tutela delle minoranze.

L'Accordo italo-mozambicano promuove, inoltre, la cooperazione scientifica e tecnologica tra i due Paesi, in particolare nel campo della salvaguardia ambientale, delle scienze della salute, delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, aprendo la strada alla stipula di specifici accordi tra università, enti di ricerca, associazioni e centri scientifici pubblici dei due Paesi. Ulteriori disposizioni definiscono la collaborazione delle parti nei settori dell'archeologia, dell'antropologia e delle scienze affini nonché la valorizzazione del patrimonio culturale, facilitando altresì la permanenza e l'uscita di persone, materiali e attrezzature dei rispettivi territori e promuovendo la protezione della proprietà intellettuale. A una commissione mista, da convocarsi periodicamente in base a quanto sarà concordato dalle parti alternativamente a Roma e a Maputo, sarà affidato il compito di discutere i programmi esecutivi pluriennali. A fronte di queste ambizioni significative si profila un esborso molto contenuto di denaro pubblico. Si parla, infatti, di 200 mila euro annui, che sembrano perfettamente sostenibili ma che ci interrogano circa ciò che realmente si potrà fare.

Le relazioni politiche tra Italia e Mozambico si fondano su un legame di amicizia consolidatosi anche a seguito del ruolo di mediazione svolto dal nostro Paese in occasione dei negoziati di pace che portarono alla firma dell'Accordo di pace di Roma dell'ottobre 1992 e, quindi, la conclusione della sanguinosa guerra civile che sconvolse l'ex colonia portoghese fra il 1981 e il 1992. Al consolidamento della pace, inoltre, il nostro Paese contribuì con l'operazione Albatros, condotta con successo tra il 1993 e il 1994 da un nostro contingente di alpini che era guidato dall'allora colonnello Claudio Graziano. Quanto alla dimensione prettamente culturale dei rapporti bilaterali italo-mozambicani, vogliamo ricordare come il nostro Paese sia presente a Maputo con una scuola italiana privata riconosciuta e con un comitato locale della società Dante Alighieri. Sono in piedi anche diverse collaborazioni interuniversitarie che meritano di avere un seguito all'interno di una cornice più solida. A nostro avviso, la promozione della cooperazione culturale, infine, è parte a pieno titolo di qualsiasi politica a sostegno della crescita dei Paesi in via di sviluppo e, quindi, è anche un investimento a lungo termine nella mitigazione dei flussi migratori. Alla luce di queste considerazioni annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mirella Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Molto brevemente, esprimo il voto favorevole del mio gruppo in quanto questo Accordo si inserisce in un filone molto importante di valorizzazione della cultura come strumento diplomatico per il rafforzamento del rapporto bilaterale tra Paesi storicamente amici. La cooperazione culturale, scientifica e tecnologica è, infatti, uno strumento fondamentale nelle relazioni diplomatiche e può consentire all'Italia il raggiungimento del primato in questi ambiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2229)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2229: S. 1140 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Mozambico, fatto a Maputo l'11 luglio 2007" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013 (A.C. 1677).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1677: Ratifica ed esecuzione dell'accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013.

Ricordo che nella seduta dell'11 maggio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 1677)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1677)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Nel 2013, l'Unione europea e la Svizzera hanno firmato un Accordo sui programmi europei di navigazione satellitare che, in attesa della sua entrata in vigore, viene applicato in via provvisoria dal 1° gennaio 2014. La Svizzera ha ratificato l'Accordo il 7 luglio 2015. Il presente Accordo ha l'obiettivo di formalizzare ed approfondire la stretta integrazione della Svizzera ai programmi europei di navigazione satellitare. La Svizzera ha collaborato al programma Galileo fin dai suoi inizi e ha fornito un contributo politico, tecnico e finanziario in tutte le sue fasi, in quanto membro dell'Agenzia spaziale europea, nonché attraverso la sua partecipazione a livello informale alle strutture comunitarie di governance specifiche del programma. Galileo è uno dei sistemi più importanti tra le tecnologie spaziali europee; col suo sistema di osservazione terrestre Copernicus, l'Unione europea si è dotata per la prima volta di un'infrastruttura di alto rilievo strategico nell'ambito delle tecnologie satellitari. È un progetto nato nel 1999, con la cooperazione soprattutto tra Francia, Germania e Italia e le loro aziende di Stato, specie tra Francia e Italia, Thales e Leonardo, ma anche aziende come Telespazio e Thales Alenia Space. È importante ricordare che l'Unione europea ha investito oltre 7 miliardi di euro in questo progetto, che ci permette, ora, di conseguire una sovranità tecnologica e strategica nell'ambito dei sistemi di posizionamento e navigazione satellitare. Galileo rappresenta un sistema di alta precisione, superiore al GPS statunitense, che mira soprattutto a un sistema ad uso civile e a una precisione maggiore che consente di localizzare in modo accurato la posizione, con un margine di errore minimo.

Presidente, questo era solo per ricordare l'importanza del programma Galileo e, credo, anche per riconoscere l'importanza di portare la Confederazione elvetica negli accordi che sostengono Galileo. Sappiamo che in Svizzera ci sono tante università, con tanti punti di altissima eccellenza, tra cui tantissimi ricercatori accademici italiani, ricordo la direttrice del CERN, Fabiola Gianotti. Da qui, appunto, io credo che una maggiore cooperazione tra l'Unione europea e la Svizzera avrà delle conseguenze benefiche per le due Parti.

Inoltre, spero che questa cooperazione troverà nuova spinta dal risultato referendario di domenica, dove il “no” ha vinto con il 70 per cento al referendum sulla fine della libera circolazione dei cittadini europei nella Confederazione elvetica; i cittadini svizzeri hanno voluto difendere e onorare gli accordi tra l'Unione europea e la Svizzera sanciti nel 2000 e io credo che questo sia veramente positivo e spero che possa portare una nuova spinta alla cooperazione tra la Svizzera e l'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia rispetto a un programma europeo di posizionamento globale satellitare. Come sappiamo, l'importanza strategica del programma Galileo non esaurisce il proprio compito soltanto in tema di sicurezza, ma ha una serie di implicazioni fondamentali per lo sviluppo dell'industria del settore, ovviamente, e sappiamo che all'interno di Galileo la posizione dell'Italia è una posizione determinante e di assoluto rilievo, per cui il voto di Fratelli d'Italia sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente; solo per esprimere il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Anzitutto, ritengo importante ringraziare chi ha avuto l'iniziativa di riuscire a fare un punto e a capo e sbrigare tutto l'arretrato di ratifiche e di convenzioni internazionali che noi ci si trova ad avere sulle spalle. L'unico male di questa situazione è registrare che vi era questo arretrato, perché quando le ratifiche delle convenzioni internazionali sono, come fino ad oggi, trattate come dei tappabuchi si sbaglia strada e si sbaglia orientamento. È importantissimo che alle ratifiche degli accordi internazionali si arrivi nel contesto temporale in cui l'accordo è stato prima pensato, poi contrattato, poi stipulato, perché solamente questo dà il polso dell'effettiva situazione, a fronte della quale si giunge ad un atto internazionale così importante, come un accordo di collaborazione internazionale e la relativa ratifica. Non rispettare la contestualità temporale vuol dire sminuire gravissimamente questi aspetti e questi importanti atti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, grazie a chi ha pensato finalmente di riuscire a mantenere il polso nel tempo e l'attualità delle nostre attività di ratifica.

Come già molti colleghi hanno ricordato, l'Accordo di cooperazione fra Unione europea e i suoi Stati membri e la Confederazione svizzera sui programmi europei di navigazione satellitare è stato fatto a Bruxelles il 18 dicembre del 2013 ed è stato ratificato dalla Svizzera il 7 luglio del 2015. La Commissione europea, di concerto con l'Agenzia spaziale europea, ha lanciato per la prestazione dei servizi GNSS un programma europeo di posizionamento globale satellitare che ci darà modo, grazie a questa Convenzione, di essere particolarmente avanzati nel settore, superando anche tecnologicamente posizioni di Paesi che molto prima di noi hanno approcciato questo tema.

Ricordare i contenuti in questo momento non ha senso, se non per un aspetto, perché, come sempre, in tutti quanti questi articolati, si ritrova una clausoletta che ormai siamo abituati a vedere troppo spesso: in particolare, nell'articolo 3, la clausola di invarianza finanziaria. Ma, signori, una clausola di invarianza finanziaria, per atti come questi, che senso ha? Ma come è possibile che atti così importanti, che portano uno sviluppo tecnologico così determinante siano condizionati da una clausola di invarianza finanziaria? Mettere una clausola di questo tipo vuol dire non avere vera coscienza di quale sia il testo che noi andiamo a stipulare, quale sia il motivo, ma, soprattutto, quale sia l'obiettivo che ci si propone. Detto questo, anche per non portar via tempo all'Aula, ne abbiamo diciassette di ratifiche da fare per recuperare il tempo perduto, io preannuncio e confermo il voto favorevole di Forza Italia, ma sottolineo che è indispensabile, indispensabile, indispensabile ancora stringere i tempi, perché bisogna perseguire al più presto la maggiore efficienza tecnologica e digitale. Questo è determinante, tanto più in momenti come questi, in cui c'è la crisi pandemica che mi pare ci stiamo dimenticando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Matteo Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, per la prestazione di servizi globali di navigazione satellitare la Commissione europea ha varato, di concerto con l'Agenzia spaziale europea, un programma di posizionamento che combinerà Galileo, ovvero il nostro GPS, con il sistema geostazionario europeo noto come EGNOS. Viene garantito che il nuovo sistema globale di posizionamento non sarà alternativo a quelli già esistenti, ma si inserirà, piuttosto, nell'architettura già esistente, migliorandone e diffondendone i dati. Tale circostanza appare promettente non essendo, a nostro avviso, l'Unione europea in grado di competere in questo delicato settore con gli Stati Uniti.

L'Accordo sottoposto oggi all'esame della nostra Assemblea formalizza ed approfondisce la già stretta integrazione della Svizzera nei programmi europei di navigazione satellitare globali. La Confederazione elvetica collabora al programma Galileo fin dai suoi inizi e ha fornito un contributo politico, tecnico e finanziario a tutte le sue fasi, sia in quanto membro dell'Agenzia spaziale europea, che attraverso la propria partecipazione informale alle strutture europee che provvedono ad assicurarne la governance. Gli svizzeri, inoltre, offrono a Galileo tecnologie fondamentali, quali quelle connesse agli orologi all'idrogeno utilizzati per la sincronizzazione dei satelliti. L'Accordo che ci accingiamo a votare è diretto a stabilire i criteri alla base della cooperazione tra Unione europea e Svizzera in molti settori connessi ai programmi di navigazione satellitare comunitari, dalla ricerca e formazione scientifica allo sviluppo del mercato, dalla cooperazione industriale agli appalti, dalla standardizzazione e certificazione allo scambio di informazioni classificate e quelle di personale. L'Accordo consente, inoltre, all'Unione europea di fissare i princìpi generali, fra cui quelli relativi alle misure di salvaguardia in materia di sicurezza e di controllo delle esportazioni. L'Accordo esplicita i princìpi alla base della cooperazione in generale e determina i diritti e gli obblighi della Svizzera, con particolare riferimento alla sicurezza ed al controllo delle esportazioni.

Dalle disposizioni dell'Accordo non paiono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, circostanza tanto più apprezzabile in questo momento, tanto difficile per il nostro Paese e per la sua finanza pubblica. È prevedibile, quindi, che l'allargamento alla Svizzera, come già alla Norvegia, della partecipazione a Galileo dilati la platea dei Paesi utilizzatori dei sistemi globali di navigazione satellitare, con benefici sia dal punto di vista della ripartizione dei costi tra gli Stati membri, sia dell'ampliamento del bacino dei potenziali utenti dei servizi commerciali criptati discendenti. Sulla base di queste considerazioni, quindi, la Lega conferma il voto favorevole, già espresso nelle commissioni incaricate di svolgere il primo esame del provvedimento, esprimendo, inoltre, soddisfazione per questa ulteriore collaborazione con un Paese serio ed apprezzabile come la Confederazione elvetica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. L'Accordo in questione è molto importante per noi ai fini dell'avanzamento tecnologico di tutta l'Europa e si inserisce nella strategia, perseguita dalla stessa Unione europea, di sviluppare e commercializzare il proprio sistema di navigazione satellitare, Galileo appunto.

L'Accordo tra Unione europea e Svizzera potenzia ulteriormente questo sistema e, dopo la Norvegia, estende il numero di Paesi utilizzatori di questi sistemi di navigazione. È per noi un Accordo molto importante, perché non solo consente di suddividere i costi di gestione, ma perché sottolinea l'alto livello tecnologico in campo spaziale raggiunto dall'Europa e anche dal nostro Paese che, attraverso l'Agenzia spaziale italiana, ha fornito un contributo enorme, indispensabile per la riuscita del sistema di navigazione “Galileo”. Inoltre, rafforza quello che a noi sta particolarmente a cuore, che è la cooperazione, in questo caso, spaziale, sana e pacifica nel continente europeo. Dichiaro, quindi, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1677)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1677: "Ratifica ed esecuzione dell'accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017 (A.C. 1676-A) (ore 16,56).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1676-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017.

Ricordo che nella seduta dell'11 maggio si è conclusa la discussione generale e la Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Esame degli articoli - A.C. 1676-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1676-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, dichiaro il voto favorevole di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Carè. Ne ha facoltà.

NICOLA CARE' (IV). Presidente, siamo qui riuniti oggi per votare la ratifica sull'accordo quadro che riguarda l'Italia e l'Australia sulla cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione. Devo dire che sono veramente lieto di poter oggi intervenire, e in duplice veste, come parlamentare della Repubblica italiana e come cittadino australiano, da sempre a contatto con le straordinarie risorse di entrambi questi due Paesi. Al momento, nonostante la crisi legata al COVID-19, l'Australia è ancora una realtà importantissima, un partner dunque importante anche per le difficoltà legate alla ripresa dei consumi in Italia, fortemente penalizzati da questo lungo lockdown. L'Istat prevede infatti una diminuzione del nostro PIL. Sono dati certo preoccupanti, ma che devono allarmarci soltanto se non poniamo rimedio a quest'evidente e drammatico stallo che ha letteralmente investito ogni settore della nostra economia. È nelle relazioni internazionali, negli scambi, che possiamo trarre i benefici maggiori, perché è in questo campo che riportiamo una leadership quasi indiscussa. Coltivare accordi e contatti sono priorità per tutti noi che abbiamo a cuore il destino del nostro Paese. Da decenni abbiamo, con l'Australia in particolare, continui e proficui scambi commerciali, economici, sociali, relazioni sempre più strette, culminate il 19 febbraio del 2020 nell'inaugurazione dell'Agenzia spaziale australiana, l'ASA, di Adelaide, il frutto d'una dichiarazione di intenti tra i nostri Paesi per concretizzare e cooperare ad un intervento iniziale statale di circa 700 milioni di dollari, che potrebbero divenire 12 miliardi in dieci anni, per oltre 20 mila nuovi posti di lavoro. Il settore aerospaziale è solo l'esempio più recente, il culmine di interazioni basate su valori comuni, legami storici, politici, economici, principi democratici, diritti umani, stato di diritto e buon governo che pone al centro i cittadini; una comunione di intenti che si dispiega in molti campi, come le relazioni scientifiche, le relazioni mediche, le relazioni del settore dell'energia da fonti rinnovabili, preziose materie prime: nel 2019 l'Energy Change Institute dell'Australian National University ha infatti firmato con l'ENEA; senza dimenticare naturalmente la nostra Snam, l'Enel, con il più vasto parco fotovoltaico del continente, e la nostra Salini Impregilo, che si è aggiudicata un contratto di oltre 3,2 miliardi di euro. Dobbiamo essere tutti unitamente concordi sull'importanza cruciale di questo patto, soprattutto alla luce degli sviluppi futuri e accordi possibili. Non possiamo trascurare infatti l'interesse dell'Italia in altri specifici campi di eccellenza australiana, come la blue economy, il turismo, le energie rinnovabili, le risorse minerarie e fossili, l'industria biotecnologica australiana. Queste le prospettive del futuro, ma anche il presente è prospero; guardiamo al saldo della bilancia commerciale in netto e positivo a vantaggio dell'Italia in materia di export: oltre 4 miliardi di euro in apparecchiature, prodotti alimentari, autoveicoli, prodotti farmaceutici, navi, locomotive, materiale rotabile, mezzi militari e prodotti chimici. Abbiamo un vantaggio che quasi nessun altro ha nell'Eurozona: gli italiani residenti all'estero, migliaia di cittadini italiani di seconda e terza generazione.

Saranno proprio loro il motore di questi accordi politici, perché si battono da anni per rendere quest'amicizia sempre più solida. Ancora una volta consentitemi di dirlo: il futuro del nostro Paese è affidato alla nostra abilità, alla nostra capacità di mettere in campo a livello internazionale. È al mondo, con le sue infinite possibilità, che dobbiamo guardare, se vogliamo davvero che il nostro Paese riparta e porti ricchezza e benessere per tutti. Alla luce di tutto questo dichiaro il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Approfitto, prima di passare la parola alla deputata Ylenja Lucaselli, per ricordare che dobbiamo tutti rispettare il Regolamento, oltre che tenere una condotta dignitosa in Aula, quindi prego i deputati di non dare le spalle alla Presidenza. Mi è stato fatto notare, e io faccio notare a tutti i deputati che devono voltarsi e non dare le spalle alla Presidenza. Ha chiesto - intanto avvisiamo attraverso gli assistenti gli altri deputati che ancora non si sono voltati - di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche in questo caso il gruppo di Fratelli d'Italia voterà favorevolmente a questo provvedimento, perché riteniamo che il principio contenuto all'interno di questo Accordo, cioè il consolidamento e l'approfondimento della collaborazione in temi fondamentali come quello della ricerca in campo scientifico e tecnologico, debba essere un punto importante del progresso della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Presidente, intervengo soltanto per esprimere anch'io il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, l'Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra Italia e Australia ha lo scopo di sviluppare ulteriormente i rapporti di amicizia bilaterali, consolidando e approfondendo - e questo è il punto determinante, colleghi - la collaborazione e la ricerca pubblica e privata in campo scientifico e tecnologico. Questo è il punto: collaborazione tra ricerca pubblica e ricerca privata, perché solamente questo combinato disposto è in grado di dare il meglio di ciò che noi, la nostra tecnologia, la nostra scienza, il nostro corpo eccezionale di scienziati è in grado di fornire. In questo contesto è importantissimo rilevare che l'interesse pubblico non è vero che sempre e comunque sia diverso e contrario all'interesse privato: nella maggior parte dei casi l'interesse è il medesimo, solamente declinato in maniera diversa. Questa è una convenzione internazionale che sottolinea in maniera determinante questo elemento. La collaborazione, la cooperazione con l'Australia - l'hanno già detto altri colleghi - è estremamente risalente: ricordo che il primo accordo venne firmato a Roma l'8 gennaio 1975, e fu così tanto importante da richiedere, prima, un memorandum di intesa per ampliarlo nel 2013, e infine, nel maggio 2017, quest'Accordo che oggi siamo chiamati noi a ratificare. È estremamente importante anche il modus che questa intesa internazionale ha portato; vi cito una caratteristica che ha questo accordo di collaborazione internazionale che non è frequente individuare: non vi è una scadenza. L'articolo 14 di quest'Accordo di cooperazione dispone che l'Accordo rimarrà in vigore a tempo indeterminato, salvo notifica scritta dell'intenzione di porvi fine. Quindi è un ragionamento che, a differenza di quanto accade normalmente, funziona a contrariis. Quest'Accordo è virtuoso: si vuole andare avanti su questo iter per sempre, solamente quando qualcheduno cambierà idea avrà la possibilità di porvi fine, senza l'obbligo che vi sia una scadenza predeterminata, tema questo importantissimo per quanto riguarda i rapporti di carattere culturale ed economico tra i nostri Paesi. Quindi confermo il voto favorevole di Forza Italia, tanto più assolutamente importante come convenzione internazionale ed urgente in questo momento, perché, se ve ne fosse stata l'esigenza, le necessità che la pandemia ci porta ad avere giustificano in modo ancor più assoluto questa cooperazione totale tra parte pubblica e privata con Paesi importanti come l'Australia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Da presidente dell'Unione interparlamentare Italia-Australia sono particolarmente contento di portare all'attenzione dell'Aula questo Accordo bilaterale, un Accordo bilaterale che mira a sviluppare ulteriormente la nostra amicizia con l'Australia, consolida e approfondisce la collaborazione e la ricerca pubblica e privata in campo scientifico e tecnologico, già disciplinato, tra l'altro, in termini più generali, come ha ricordato il collega che mi ha preceduto, da un'Intesa stipulata a Roma nel lontano 1975. Questa Intesa è finalizzata al miglioramento delle rispettive conoscenze tecnologiche e anche delle dotazioni infrastrutturali, con prevedibili ricadute positive ovviamente anche per le nostre imprese. Il partner ovviamente è di livello sia dal punto di vista politico che sotto quello tecnologico, vantando una spiccata propensione ad investire nell'innovazione. È altresì saldamente legato al sistema di alleanze di cui siamo parte anche noi italiani. I soldati di Canberra hanno infatti operato a fianco dei nostri soldati, e non è escluso che in futuro anche il rapporto con la NATO, sorto su quel teatro, non assuma caratteristiche più strutturate, magari anche in funzione anticinese.

La comunità scientifica che opera in Australia è particolarmente vivace e intrattiene una proficua collaborazione anche con i nostri scienziati. Voglio ricordare in questo caso anche l'Accordo di collaborazione per il progetto internazionale da cui poi è scaturita la costruzione del radiotelescopio internazionale in Australia e in Sudafrica, un Accordo internazionale che abbiamo approvato qui, in quest'Aula, pochi mesi fa.

L'Australia ospita anche un rilevante numero di nostri concittadini, un milione di persone, che l'hanno scelta per costruirsi un avvenire diverso, senza peraltro recidere i legami con la terra d'origine. Questa circostanza spiega anche la prossimità nostra a quel Paese, che sarebbe altrimenti geograficamente molto lontano. L'Australia è un mercato di dimensioni ragguardevoli che l'Intesa al nostro vaglio potrebbe contribuire ad aprire maggiormente ai nostri imprenditori. Come Lega, desideriamo oggi anche ricordare che consideriamo l'Australia un modello di buon governo per come gestisce il problema dell'immigrazione clandestina, con la politica della tolleranza zero che abbiamo provato a portare anche in Italia, quando Matteo Salvini era Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Matteo Salvini che proprio per questi motivi è assurdamente sotto processo a Catania per fare una cosa che gli australiani fanno tutti i giorni: difendere i propri confini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Dall'attuazione dell'Accordo al nostro esame non deriveranno oneri particolarmente pesanti dal momento che si parla di cifre ampiamente inferiori al milione di euro, ad anni alterni. Nutriamo evidentemente importanti aspettative della ratifica di questo Accordo soprattutto in termini economici.

Sulle basi delle considerazioni che abbiamo esposto, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà. Prego a lei la parola.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Grazie, Presidente. A nome del mio gruppo dichiaro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1676-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1676-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1676-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017 ".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1084 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 10 novembre 2016 e a Montevideo il 14 dicembre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 2523).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2523: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 10 novembre 2016 e a Montevideo il 14 dicembre 2016.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2523)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Deputato Crippa, deve indossare la mascherina, per cortesia.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2523)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Carè. Ne ha facoltà.

NICOLA CARE' (IV). Grazie, Presidente. Come da analoghi accordi di cooperazione nel settore della difesa, anche l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Uruguay fatto a Roma il 10 novembre 2016 e a Montevideo il 14 dicembre 2016, è volto a fornire un'adeguata cornice giuridica per l'avvio di forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi contraenti, al fine di consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare la comprensione reciproca sulle questioni di sicurezza, nonché indurre positivi effetti indiretti nei settori produttivi e commerciali tra i due Paesi. e per questo il gruppo Italia Viva dichiara il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia: non potremmo non essere favorevoli a un Accordo con un Paese che è amico, un Paese che ha un legame fondamentale con l'Italia, un Paese che è stato costruito e si è realizzato grazie agli italiani, che ha accolto migliaia di italiani e negli ultimi anni anche abbiamo avuto il piacere di un ritorno di generazioni di origine italiana. Ricordiamoci tanto, come dovremmo fare anche con il vicino Paese del Venezuela, che i figli degli italiani, i nipoti degli italiani sono benvenuti nel nostro Paese, anzi in quei Paesi in crisi dovremmo a cercare di aiutarli, e non di certo lasciarli lì, al loro destino.

Questo Accordo sulla difesa è importante perché c'è uno scambio di esperienze, di tecnologie; c'è uno scambio, ovviamente, anche dal punto di vista industriale, che ci permette, quindi, di far conoscere quella che è una nostra eccellenza, cioè la difesa. Quando approviamo questi trattati dobbiamo ricordare anche che la voce dell'export negli investimenti della difesa è una delle prime voci del mercato italiano, anche nel PIL, e dobbiamo anche ricordarci che solamente il 20 per cento di quanto producono quelle industrie è impiegato in Italia. Quindi va benissimo esportare, benissimo questi trattati, ma ricordiamoci che prima di tutto noi dovremmo difendere le nostre aziende anche con investimenti interni, perché le nostre Forze armate sono un nostro gioiello da tutelare e lucidare come se fossero oro, come se fossero dei brillanti, come se fossero delle pietre preziose, da tutelare perché sono per noi il biglietto da visita anche per altri rapporti commerciali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Presidente, esprimo anch'io il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cassinelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI (FI). L'Accordo in esame, sottoscritto nell'autunno del 2016 tra Italia ed Uruguay sulla cooperazione nel settore della difesa, è già stato oggetto di un disegno di legge al vaglio della Commissione esteri nella scorsa legislatura. Il contenuto dell'Accordo disciplina la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi per migliorare le reciproche capacità difensive e la sicurezza, nonché per indurre ricadute positive in alcuni settori produttivi e commerciali. Sono indicati i settori di cooperazione, che includono, tra l'altro, la preparazione di appositi piani annuali e pluriennali, momenti di confronto tra esperti e la partecipazione a corsi di addestramento e formazione militare.

L'Accordo riguarda inoltre i settori della ricerca, dello sviluppo e l'acquisto di materiali e di servizi per la difesa, sanità militare e operazioni umanitarie internazionali. La cooperazione bilaterale è indirizzata a scopi di ricerca scientifica, allo scambio di esperienze e alla reciproca produzione e modernizzazione di servizi tecnici, al supporto all'industria della difesa, ed interessa categorie di armamenti come navi, aeromobili, carri, sistemi elettronici per uso militare e materiali speciali blindati. L'Italia intrattiene ottimi rapporti con l'Uruguay e l'Accordo che ci accingiamo a ratificare costituisce un ulteriore passo in questa direzione; solidi sono anche gli scambi commerciali. L'approvazione del Trattato di libero scambio UE-Mercosur ha generato un clima di ottimismo in campo economico. L'Uruguay è inoltre un Paese con cui abbiamo significativi legami storici, culturali e politici, laddove il 40 per cento della popolazione è di origini italiane. Per queste ragioni esprimo il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. Senza entrare di nuovo nel merito della descrizione dell'atto, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. L'Uruguay è un Paese piccolo, ma molto importante del Sud America, una nazione che attua politiche e modelli da tutelare e da proteggere. L'Accordo che ci accingiamo a votare, infatti, prevede il sostegno reciproco a livello militare finalizzato al miglioramento delle pratiche addestrative e all'avanzamento tecnologico in tema di armamenti; si pone, in questo caso, a garanzia del rispetto degli equilibri geopolitici fondamentali. Per l'Italia, la Repubblica Orientale dell'Uruguay è una realtà da sostenere e salvaguardare sia nello sviluppo del processo democratico sia nei rapporti di crescita sociale ed economica, ed è per questi motivi che riteniamo questa ratifica un passaggio importante; dichiaro quindi il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chiederei cortesemente al deputato Marchetti se può indossare la mascherina e possibilmente si dovrebbe anche rispettare il distanziamento.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2523)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2523: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 10 novembre 2016 e a Montevideo il 14 dicembre 2016.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1079 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 3 maggio 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 2521).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2521: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 3 maggio 2016.

Ricordo che nella seduta del 28 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2521)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2521)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Carè. Ne ha facoltà.

NICOLA CARE' (IV). Grazie, Presidente. L'Accordo tra l'Italia e la Mongolia nel settore della difesa, fatto a Roma il 3 maggio del 2016, è volto a fornire un'adeguata cornice giuridica per l'avvio di forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate delle due parti.

Oltre a consolidare le rispettive capacità difensive e a migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza, tale cooperazione potrà anche indurre positivi effetti nei settori produttivi e commerciali coinvolti dei due Paesi e contribuire a svolgere un'azione stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico e di buona valenza politica, considerati gli interessi nazionali e gli impegni internazionali assunti dall'Italia in quella regione. Alla luce di tutto questo dichiaro il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia. Come nell'accordo con l'Uruguay, questi accordi rivestono un'importanza strategica nel campo della difesa perché l'Italia può farsi apprezzare in tutte quelle che sono le sue professionalità, ma soprattutto anche per quella che è l'industria della difesa, ma questi accordi commerciali, questi accordi di cooperazione militare e di conoscenza consentono anche di portare tutto quello che è l'altro settore. Siamo particolarmente orgogliosi: nel 2020 si celebreranno cinquant'anni dei rapporti diplomatici fra l'Italia e anche quel Paese e quindi annuncio con orgoglio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Forza Italia dichiaro il voto favorevole. Si tratta di una convenzione che riteniamo importante dal punto di vista strategico, dal punto di vista politico e anche per quelle che sono le conseguenze che potrà portare a entrambi i Paesi sul campo della ricerca. Quindi ci sono ottimi motivi per votare a favore e per auspicare che il lavoro prosegua in questa direzione, così come è stato fatto per la Mongolia e per altri Paesi, per altre ratifiche che sono state discusse questa sera in Aula, e che si possa continuare su questa strada. Quindi, per questo motivo confermo il voto favorevole del mio partito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato. Guglielmo Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. La Mongolia è un grande Paese, ricco di risorse naturali, strategico per la quantità di risorse naturali che sono cruciali per le nostre filiere produttive, per cui guardiamo con favore la possibilità di adire questo trattato con la Mongolia in un settore importante come quello della difesa; e ci dà la possibilità di parlare anche di alcuni argomenti che vanno al di là della Mongolia stessa, ossia della repressione culturale che sta avvenendo nella Mongolia interna da parte della Cina, un atteggiamento grave da parte del Partito comunista cinese e del Governo di Pechino nei confronti della minoranza mongola che vive all'interno del confine cinese. E su questo credo che il Parlamento si debba esprimere con voce forte e alta per condannare quello che sta avvenendo nella Mongolia interna.

L'altro aspetto riguarda tutta la politica interna: quando, al tempo del Governo precedente, ci trovavamo a ratificare questi trattati in materia di difesa, si levavano sempre voci antimilitariste e pacifiste in questo Parlamento; da quando sono in maggioranza, queste persone, che la poltrona se la godono bene, tacciono su ogni tipo di accordo di questo genere. Quindi noi come Lega non possiamo che essere favorevoli a questo trattato con la Mongolia, ribadendo l'importanza dell'industria della difesa, del nostro export e condannando la grave ipocrisia dell'attuale maggioranza, che quando era opposizione ci criticava costantemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Grazie, Presidente. La Mongolia è al centro di un'area che ha avuto una grandissima evoluzione dal punto di vista militare nel corso degli ultimi decenni, perché si è creata un'aggregazione, quella sorta dal gruppo di Shanghai, che ha aiutato a stemperare molte delle tensioni fra i Paesi di quell'area. La Mongolia è un Paese osservatore, un piccolo Paese dal punto di vista demografico, ma enorme dal punto di vista territoriale, che fa da cerniera e che è opportuno che sia protagonista di una fase nuova della costruzione della pace in un'area vastissima come quella dell'Eurasia. Quindi è importante che l'Italia possa contribuire a migliorare la reciproca conoscenza degli atteggiamenti nei confronti della scienza militare, perché questo aiuta a capirsi meglio, aiuta a creare delle condizioni migliori per le relazioni fra gli Stati di quell'area. Quindi, questo è anche un contributo alla pace attraverso una collaborazione a lungo raggio da parte dell'Italia. Perciò annuncio il voto favorevole alla ratifica da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2521)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2521: S. 1079 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 3 maggio 2016." (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1171 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Minamata sul mercurio, con Allegati, fatta a Kumamoto il 10 ottobre 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 2373) (ore 17,37).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2373: Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Minamata sul mercurio, con Allegati, fatta a Kumamoto il 10 ottobre 2013.

Ricordo che nella seduta del 28 settembre si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2373)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2373)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, grazie. Noi voteremo a favore, ma vorrei prendere un minuto per spiegare per quale motivo la Convenzione di Minamata è importante. È una Convenzione promossa dal programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, frutto di un lungo negoziato che è partito nel 2009 e ha come obiettivo la protezione della salute dell'ambiente dalle emissioni di mercurio e dai suoi composti nell'aria, nell'acqua e nel suolo, considerando l'intero ciclo di vita del mercurio, dall'estrazione primaria alla gestione dei rifiuti. Il mercurio, ricordo ai colleghi, è un metallo pesante altamente tossico ed è stato riconosciuto come inquinante globale in grado di produrre rilevanti effetti negativi sulla salute umana e sull'ambiente. La Convenzione prende il nome dalla località giapponese dove, in omaggio agli abitanti rimasti vittime, alla fine degli anni Cinquanta, degli effetti dell'inquinamento da mercurio rilasciato in mare da alcuni impianti industriali costieri, migliaia e migliaia di persone rimasero intossicate a causa del consumo di pesce contaminato da mercurio e riportarono conseguenze anche molto gravi sul sistema nervoso, che divennero note come “malattia di Minamata”. Il testo in esame stabilisce delle restrizioni in materia di estrazione primaria e di commercio internazionale del mercurio, vieta la fabbricazione, l'importazione e l'esportazione di un'ampia gamma di prodotti con aggiunta di mercurio e prevede divieti o condizioni operative per diversi processi di fabbricazione che utilizzano il mercurio. È anche buono ricordare che la Convenzione ormai è stata sottoscritta da 120 dei 128 Paesi che vi hanno aderito. Credo, quindi, che sia veramente venuto il tempo che l'Italia aderisca e ratifichi questa importante Convenzione ed esprimo il voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è indubbiamente un trattato molto importante perché, nell'ambito del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, ha come obiettivo la protezione della salute dalle emissioni di mercurio che vanno dall'estrazione primaria alla gestione dei rifiuti. Indubbiamente pregevole è la finalità, che è quella di restringere la materia in ordine all'estrazione e al commercio internazionale, e sicuramente è molto pregevole l'obiettivo di proteggere la salute umana e l'ambiente dalle emissioni. Per cui, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Il nome della Convenzione che ci accingiamo a ratificare richiama una terribile tragedia, quella di Minamata, dove avvenne un grandissimo disastro ambientale. Questi episodi drammatici della storia richiamano tutti a un'assunzione di responsabilità collettiva e globale, e tanto più si tratta di una chiamata all'azione che oggi sentiamo con grande coinvolgimento per la sensibilità che ci è data dalla drammatica pandemia che stiamo vivendo e che deve far riflettere tutti e far capire che questo tipo di tragedia e queste situazioni riguardano ormai tutti. Siamo veramente tutti in una condizione globale, e nessuno di noi è escluso. Non si può più pensare che riguarda altri Paesi e altre parti del mondo. E, allora, questa per noi, cioè l'approvazione di questa Convenzione che coinvolge, come è stato detto, oltre cento Paesi, è un momento importante per un'assunzione di responsabilità e per poter far sì che le prossime generazioni guardino alla nostra generazione come quella che non ha voltato la faccia dall'altra parte ma, con coraggio e con determinazione, ha messo in campo delle azioni concrete. Per questa ragione il voto del mio partito è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dimitri Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. Questa è una Convenzione importante, che è stata ampiamente descritta da chi mi ha preceduto. È una Convenzione che ha trovato approvazione in tutte le Commissioni nelle quali è approdata e che è già stata approvata dal Senato, ratificata anche da 120 Paesi su 128. Arriviamo tra gli ultimi alla ratifica di questa Convenzione e annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier andando, appunto, in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Grazie, Presidente. L'obiettivo di questa Convenzione è proteggere la salute umana e l'ambiente dalle emissioni e dai rilasci antropogenici di mercurio e di composti di mercurio. È con grande soddisfazione che annuncio il voto favorevole del mio gruppo per questa importantissima Convenzione.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2373)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2373: S. 1171 - "Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Minamata sul mercurio, con Allegati, fatta a Kumamoto il 10 ottobre 2013" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Prima di passare al seguito della discussione dell'Atto Camera n. 2359, faccio presente che ci sono circa otto o dieci iscritti in interventi di fine seduta. Dobbiamo chiudere alle 19,30 e, quindi, c'è una proposta che io rimando all'Aula, nel senso che se non ci sono obiezioni la do per approvata, di chiudere con un ultimo provvedimento entro le ore 19,10, in modo tale da poter avere il tempo per sviluppare gli interventi di fine seduta. Se i capigruppo poi hanno qualche controindicazione mi avvisano.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1168 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 50(a) della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016; b) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 56 della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 2359).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2359: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 50(a) della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016; b) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 56 della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2359)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2359)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Luciano Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, grazie, molto rapidamente, esprimiamo il parere su due protocolli del 2016 che modificano la Convenzione di Chicago, la Convenzione dell'aviazione civile internazionale, e l'organizzazione delle Nazioni Unite, l'Organizzazione Internazionale dell'aviazione civile, che coordina e regolamenta il trasporto aereo a livello internazionale, raggruppando 193 Paesi. Molto rapidamente, l'organizzazione per l'aviazione civile internazionale ha quattro organismi: l'assemblea, il consiglio, che è l'organismo direttivo, il segretariato e la commissione tecnica, che ha invece un ruolo tecnico direttivo ed è composta da esperti del settore. Ebbene, con un protocollo votato nel 2016 per garantire una maggiore rappresentatività degli Stati membri si è deciso di portare i membri del consiglio da trentasei a quaranta e i membri della commissione tecnica per la navigazione aerea da diciannove a ventuno; sono due modifiche che andavano nel senso di aumentare la presenza di Stati membri negli organismi direttivi, anche in virtù dell'ampliamento di un settore, come quello del trasporto aereo, che registrava numeri sempre crescenti. È ovvio che sono decisioni assunte nel 2016, laddove l'emergenza Coronavirus ha inciso in maniera drammatica su tutto il comparto del trasporto aereo e del settore aeroportuale e quella crescita costante; oggi, non c'è, anzi ci sono delle contrazioni molto forti per tutto il comparto che meritano attenzione e sostegno da parte del Governo, come in buona parte stiamo già facendo e come dovremmo fare anche con gli strumenti del Recovery Plan. In ogni caso, sono due modifiche assolutamente positive che aumentano la democraticità e la rappresentatività di quegli organi e per questo dichiaro il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente; intervengo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. La ratifica della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, detta più comunemente Convenzione di Chicago, fatta il 7 dicembre…

PRESIDENTE. Deputata Fitzgerald Nissoli, le chiedo scusa per l'interruzione, ma dovrebbe cambiare microfono, perché ha un riscontro negativo come acustica.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie. La Convenzione, fatta a Chicago il 7 dicembre 1944 ed entrata in vigore il 4 aprile 1947, è di particolare rilevanza in un mondo in cui la globalizzazione ha reso il trasporto aereo sempre più importante. Infatti, tale Convenzione fissa i principi alla base dell'aviazione civile e del trasporto aereo a livello mondiale, nella prospettiva di favorire rapporti di pace tra gli Stati e appianare le eventuali controversie. Basti pensare alla regolazione del traffico aereo civile in presenza di traffico militare.

Nella convenzione si afferma il principio della sovranità degli Stati sullo spazio aereo sovrastante il proprio territorio e la sua entrata in vigore, il 4 aprile 1947, ha consentito la creazione dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO), l'organismo specializzato delle Nazioni Unite che riunisce le autorità per l'aviazione civile di 193 Paesi del mondo. L'ICAO ha il compito di emanare regole e linee guida necessarie a standardizzare il trasporto aereo mondiale a vantaggio della sicurezza della navigazione aerea; è un organismo molto importante, quindi, che con l'aumentare del traffico aereo mondiale ha reso necessario ampliare il numero di seggi in seno al consiglio e alla commissione per la navigazione aerea dell'ICAO. Di conseguenza, siamo chiamati a ratificare le modifiche apportate a tale fine agli articoli 50 e 56, concernenti l'aumento dei membri del consiglio dell'ICAO e della commissione per la navigazione aerea.

Signor Presidente, si tratta quindi di una ratifica che ha il carattere dell'urgenza viste le implicazioni che comporta per la regolazione di un aspetto legato ai trasporti essenziali nella vita moderna e per la nostra economia. Per tale ragione annuncio il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il nostro voto sarà favorevole, però ci teniamo a sottolineare una problematica che riguarda l'ICAO, cioè questa organizzazione internazionale, appunto, che si occupa dell'aviazione civile, che dal 2015 ha riconosciuto Taiwan come una provincia della Repubblica Popolare Cinese o, meglio, Repubblica comunista cinese. Riteniamo che questa sia un'ingiustizia nei confronti del popolo di Taiwan, della libertà e della sovranità di Taiwan, che invece è un Paese libero e come tale deve essere riconosciuto e non come una provincia di un Paese governato da un regime comunista. Quindi, ci teniamo a sottolineare questo, nonostante, appunto, il nostro voto rispetto al resto della Convenzione che, chiaramente, è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame reca la ratifica di due protocolli sottoscritti nel 2016 aventi ad oggetto l'ICAO, ossia l'organizzazione internazionale per l'aviazione civile che regolamenta il trasporto aereo internazionale e ha, quali propri organi direttivi, l'assemblea triennale, il consiglio, la commissione per la navigazione aerea ed il segretariato. In particolare, al fine di consentire l'ampliamento del numero di seggi in seno al consiglio e alla commissione per la navigazione aerea, e quindi assicurare la più ampia rappresentatività globale all'interno degli organi, il Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 50, lettera a, della Convenzione amplia da 36 a 40 il numero dei componenti del consiglio. In secondo luogo, il Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 56 della Convenzione estende da diciannove a ventuno il numero dei componenti della commissione per la navigazione aerea. Il tutto è volto ad equilibrare il grado di rappresentanza degli Stati membri in seno al consiglio e alla commissione per la navigazione aerea. In definitiva, dato che l'ampliamento del numero dei componenti nel consiglio e nella commissione per la navigazione aerea non comporterà conseguenze per l'Italia, che continuerà ad essere rappresentata secondo le modalità attualmente previste, il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente al provvedimento in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2359)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 2359: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 50 (a) della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016; b) Protocollo relativo ad un emendamento all'articolo 56 della Convenzione sull'aviazione civile internazionale, fatto a Montreal il 6 ottobre 2016.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1172 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Libreville il 28 giugno 1999 (Approvato dal Senato) (A.C. 2333).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2333: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Libreville il 28 giugno 1999.

Ricordo che nella seduta del 28 settembre si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2333)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2333)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. La Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese ha l'obiettivo di disciplinare gli aspetti fiscali delle relazioni economiche fra i due Paesi, al fine di eliminare il fenomeno della doppia imposizione, di prevenire le evasioni fiscali e di porre gli investitori italiani in una posizione privilegiata rispetto agli operatori economici di altre nazionalità. La Convenzione stabilisce un criterio impositivo concorrente fra lo Stato di residenza e quello della fonte, fissando un'aliquota massima di prelievo da parte di quest'ultimo al 15 per cento per i dividendi e al 10 per cento per gli interessi e i canoni. La relazione evidenzia come tali condizioni appaiano del tutto favorevoli per gli operatori italiani. Io esprimo il voto favorevole del mio gruppo per questa Convenzione, per due motivi: il primo, potenziare i rapporti tra noi e il Gabon, un Paese che sta attraversando una grave crisi economica a causa della crisi dei prezzi energetici, del petrolio; il secondo, questa è una ratifica che aspetta da 1999, ventuno anni, credo che sia un buon indizio sulle problematiche relative al bicameralismo perfetto delle nostre istituzioni e chiedo veramente all'Aula se potremo, in futuro, accelerare i processi di ratifica di queste convenzioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo per sottolineare l'importanza di questo Trattato e dei rapporti internazionali che vengono così ratificati. Per cui, il voto favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole del Partito Democratico su questa Convenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Nell'esprimere il voto favorevole a nome di Forza Italia, vorrei sottolineare come questa Convenzione sia un fattore che porta quella certezza del diritto fondamentale per tutelare gli interessi dei cittadini, gli interessi della iniziativa privata ed il pubblico interesse, contrastando l'evasione fiscale.

Colgo l'occasione per sottolineare un aspetto: nello Stato gabonese esistono ormai da alcuni anni due zone franche, sono zone franche che hanno consentito l'arrivo di importanti investimenti stranieri, anche imprese italiane si sono localizzate in quelle zone franche e hanno fatto sì che potesse esserci un acceleratore nella produzione e di valore, conseguentemente. Vorrei sottolinearlo, chiedendomi cosa aspetta questo Paese a operare con la giusta determinazione sulla leva fiscale, che credo che sia veramente l'unico strumento che può consentirci di sviluppare e di espandere l'economia anche in un periodo di crisi, qual è quello che stiamo vivendo. E in questo contesto, ricordo all'Aula che c'è un provvedimento, un disegno di legge da me presentato, che ancora aspetta di essere esaminato, che riguarda l'istituzione di una zona franca integrale per il territorio della Sardegna, territorio che può diventare veramente la zona franca d'Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Io preannuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier a questa Convenzione. Questa Convenzione è particolarmente importante, perché l'Italia è il terzo Paese per investimenti e il settimo partner commerciale del continente africano e, quindi, è particolarmente importante approvare questa Convenzione quest'oggi anche perché il valore di interscambio annuo tra Italia e i Paesi africani raggiunge 31 miliardi. Anche il Gabon, in questo contesto, quindi, assume un ruolo importante per la nostra bilancia commerciale.

Consentitemi di dire anche che l'Africa dovrebbe far registrare un forte sviluppo nei prossimi vent'anni, con una crescita esponenziale che potrebbe, quindi, mitigare la pressione migratoria sull'Europa e sull'Italia e, quindi, un solido rapporto economico con il continente africano non può che offrire concrete prospettive di crescita e favorire anche la permanenza dei giovani africani nei propri Paesi, nonché il rientro di quelli emigrati in Europa. Quindi, questa Convenzione rientra, senza dubbio, nei nostri interessi nazionali.

Per questi motivi, ribadiamo, quindi, in questa sede il voto favorevole che abbiamo già espresso in Senato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. Il testo della Convenzione che ci accingiamo a votare disciplina le relazioni economiche tra Italia e Gabon in materia di regime fiscale per i cittadini residenti nei due Paesi. È un passo importante perché si tratta di un Accordo che norma ed equilibra l'imposizione dei redditi delle persone fisiche e giuridiche sulla base del modello di Convenzione elaborata in sede OCSE. In questi mesi siamo chiamati a ratificarne diverse con altrettanti Paesi e tutte con lo stesso scopo: la cooperazione amministrativa per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale e per dare alle imprese e ai nostri concittadini regole certe e chiare che possano favorire nuovi investimenti. Un Accordo che contribuisce al rafforzamento dell'Italia in campo internazionale, favorendo i rapporti con il Gabon e che si inserisce, inoltre, in un quadro di internazionalizzazione delle imprese italiane, che ha visto questo Governo in prima linea, con risultati abbastanza evidenti.

Il MoVimento 5 Stelle apprezza il lavoro fatto fin qui e, quindi, dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Io voterò come voterà il mio gruppo su questa ratifica, purtuttavia, Presidente, la considero un'occasione persa, perché, proprio alla luce di quanto si diceva, visto che nel Gabon c'è una crisi economica importante, che la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, io rimango stupito del fatto che la Presidenza non abbia colto l'occasione, ma nessun altro dei colleghi abbia approfittato in questi giorni per ricordare un anniversario di una vittoria storica, che è quella del Governo italiano contro la povertà. Ricordiamoci che 2 anni fa, in questo Paese, abbiamo abolito la povertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, Presidente, una volta che noi facciamo una ratifica con un Governo come quello del Gabon perché non esportare anche questo modello di abolizione della povertà? Non approfittare, magari attraverso il Ministro degli Esteri, padre di questa sconfitta storica della povertà in Italia, per inserire un comma che porti anche nel Gabon il reddito di cittadinanza, che, come dimostra il Corriere della Sera dalle sue pagine e come avevamo detto in sede di approvazione di quel reddito di cittadinanza (all'ingresso in Aula della deputata Giorgia Meloni, applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), avevamo detto essere un incentivo non alle doppie imposizioni, ma all'evasione fiscale. Ecco, io credo, Presidente, che si perda una grande occasione, in questa sede: quella di abolire la povertà non solo in Italia, ma di portare questa esperienza, che il mondo ci invidia, anche in Gabon e in Africa, Presidente. Continuiamo così, a perdere occasioni storiche. Io credo che avremo fatto un grande servizio non solo al Paese, ma anche ai Paesi con cui facciamo ratifiche, quando riusciremo a mettere, dentro le ratifiche, anche queste grandi conquiste di civiltà, di cui io credo si debba andare a testa alta, orgogliosi, in giro per il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2333)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 2333: S. 1172 - "Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Libreville il 28 giugno 1999" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, la ringrazio di avermi concesso la parola, perché volevo dare all'Aula una formale comunicazione di un fatto che noi riteniamo particolarmente rilevante, non solo per la destra italiana ma anche per l'intera nostra nazione: l'onorevole Giorgia Meloni, la nostra collega, presidente di Fratelli d'Italia, è stata ieri eletta all'unanimità presidente dell'ECR, che è il partito dei conservatori europei (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro), partito nel quale sono rappresentate 40 forze politiche a livello internazionale, tra le quali i conservatori inglesi, il partito PiS polacco, partiti di Governo particolarmente autorevoli. Su undici famiglie europee nessuna è presieduta da italiani, finalmente da oggi abbiamo un'italiana, una donna, alla presidenza di una forza politica europea per la costruzione di un'Europa dei popoli, per la costruzione di un'Europa che ci veda come Italia protagonisti. Voglio ringraziare tutti i colleghi di tutte le forze politiche che hanno voluto, da avversari come da alleati, attestare a Giorgia Meloni una considerazione che non le viene attribuita solo all'interno dei confini nazionali ma che li travalica e rende protagonista la destra italiana a livello internazionale, non confinata in recinti che qualcuno voleva attribuirci. Quindi, questa comunicazione, quest'intenzione è quella di tributare a Giorgia Meloni il giusto riconoscimento per il lavoro che ha svolto in questi anni per rendere la destra protagonista ma per dare all'Italia un altro rappresentante internazionale che va ad affiancarsi a quelli che già presiedono il Parlamento europeo, che hanno ruoli particolarmente rilevanti nella Commissione europea e che possono oggi ancora meglio difendere i nostri interessi nazionali (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, desidero anch'io esprimere a nome mio personale e del gruppo di Forza Italia le congratulazioni all'onorevole Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) per l'importante ruolo a cui è stata chiamata dal Partito europeo dei conservatori e dei riformisti. Era già importante e positivo che una donna guidasse un partito nazionale italiano, adesso Giorgia Meloni ha conseguito un significativo riconoscimento anche in Europa. Me ne rallegro come donna e come italiana, perché, come ha sottolineato il collega Lollobrigida, si tratta della prima donna che guida un partito europeo. Giorgia Meloni ha ricoperto incarichi importanti, è stata inappuntabile Vicepresidente di questa Assemblea, è stata Ministro dal 2008 al 2011; il partito dei conservatori e dei riformisti europei è un partito relativamente giovane, che raccoglie però l'eredità di grandi storie, ed è presente nel Parlamento europeo con una sessantina di membri. Ha fatto una scelta lungimirante, scegliendo una giovane donna che ha saputo essere una delle protagoniste della politica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). La nostra storia, la storia di Forza Italia è diversa: noi siamo membri del Partito popolare europeo, un partito con una storia e una tradizione differenti, ma non dimentichiamo che l'auspicio con il quale affrontammo le elezioni europee nel 2019 fu quello di poter realizzare un Governo europeo che unisse i Popolari e i Conservatori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). I numeri purtroppo non hanno reso possibile quest'obiettivo, ma siamo convinti che questo sia un orizzonte concreto e attuale, almeno qui in Italia, dove già governiamo insieme 14 delle 20 regioni italiane, non appena sarà ridata la parola agli elettori. Facciamo dunque molti auguri di buon lavoro a Giorgia Meloni. L'Italia è rappresentata in Europa da uomini di valore, penso al Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), al vicepresidente Tajani, ma anche a rappresentanti della maggioranza come Paolo Gentiloni e Davide Sassoli, da oggi siamo rappresentati nel consesso politico europeo anche da una donna di valore. Buon lavoro Giorgia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Presidente, come gruppo Lega ci congratuliamo con l'amica Giorgia Meloni per essere stata nominata presidente del gruppo dei conservatori europei, quindi le auguriamo veramente buon lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, credo che da parte di tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione, le congratulazioni all'onorevole Giorgia Meloni non siano formali. E credo che questa nomina abbia un duplice valore - mi permetto di avere una lettura anche personale in un momento come questo -: il primo valore, che viene dal Parlamento, dall'Italia e dalla nostra classe politica, è che questa è la migliore risposta all'antipolitica (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Sia dalla maggioranza che dall'opposizione, la migliore risposta all'antipolitica è - classe dirigente, si diceva una volta - cioè persone appassionate a ideali e valori che testimoniano, con la propria coerenza, con la propria passione, con la propria capacità, che le cose possano cambiare, in Italia come in Europa. E devo dire che la storia di Giorgia Meloni, che conosco, è questo segno, com'è la storia di tanti italiani che hanno - li citava prima anche la collega Gelmini - dimostrato che l'Italia può, se vuole, dare un grande contributo di persone di valore per cambiare non solo l'Italia e l'Europa: Antonio Tajani, Davide Sassoli, cioè persone che, partendo dall'Italia, da questo Parlamento, da formazioni politiche che hanno la loro storia e la loro dignità, che si confrontano anche duramente, sono capaci di ricoprire cariche istituzionali o cariche politiche per affermare i loro ideali e i loro valori e per cambiarli, per cambiare l'Europa e per cambiare l'Italia. Questa è la prima lezione. La seconda è che io faccio ancora di più gli auguri a Giorgia - all'onorevole Meloni, perdonatemi, perché la conosco da tanto tempo - perché mai come in questo momento abbiamo bisogno di più Italia in Europa e di più persone autorevoli che possano cambiare insieme l'Europa, perché è in gioco il futuro di tutti noi. Credo che con la responsabilità autorevole di Giorgia appunto nel partito dei conservatori anche le discussioni che stiamo facendo perché l'Europa sia effettivamente l'Europa dei popoli possa fare un grande passo avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, per il suo gruppo ha già parlato il collega Lupi, quindi ha un minuto.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, infatti non devo dire niente di più di quello che ha detto perfettamente Lupi, ricordando che in un'Assemblea democratica le congratulazioni dovrebbero arrivare da tutti i gruppi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), rispetto a una personalità che si è distinta per coraggio, passione, portando un partito al più alto numero di consensi dopo Alleanza Nazionale, superandola, e soprattutto perché io personalmente ho trovato sempre in lei un'impeccabile logica, una perfetta lingua italiana, che non sempre riscontro nei deputati che intervengono in questo Parlamento. Viva la lingua italiana! Viva Giorgia Meloni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1° luglio 2019 (A.C. 2322-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2322-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1° luglio 2019.

Ricordo che nella seduta del 28 settembre si è conclusa la discussione generale. La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2322-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2322-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carè. Ne ha facoltà.

NICOLA CARE' (IV). Grazie, Presidente. Soltanto per esprimere il voto favorevole del gruppo Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso noi diamo il voto favorevole di Fratelli d'Italia (All'ingresso in aula del deputato Francesco Acquaroli applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, deputato Sasso.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Deidda!

PRESIDENTE. Oggi è una giornata di festeggiamenti del vostro gruppo e quindi sono andato in confusione anch'io. Prego, prosegua deputato Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, ma finirò subito e non spenderò altro tempo dando il voto favorevole a questo importante Accordo e facendo le congratulazioni al mio fratello Acquaroli, nuovo presidente delle Marche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà. Prego, a lei la parola.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. L'Accordo che ci apprestiamo a votare riguarda una zona del mondo che è caratterizzata da forti tensioni innescate dal terrorismo, dalle quali tensioni deriva anche un fenomeno migratorio di grandi proporzioni. Ben venga, quindi, un Accordo che tende a rinforzare il ruolo del nostro partner come garante della sicurezza in quella regione e che, oltre agli aspetti relativi alla difesa e alla sicurezza, abbraccia anche la sfera delle operazioni umanitarie e di mantenimento della pace. Per questa ragione votiamo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà. Aspettiamo che giunga in postazione; ci siamo quasi. A lei la parola: da lì può anche togliere la mascherina. Prego.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ricordiamo come gli accordi di cooperazione nel settore della difesa siano essenziali per attuare una politica estera e di difesa in grado di aiutare i Paesi più deboli a contrastare la diffusione del terrorismo. Tra le aree di cooperazione enunciate figurano, in particolare, la politica di difesa vera e propria, le operazioni militari di peacekeeping ed umanitarie, la ricerca di settore, la formazione, l'addestramento, la sanità e la storia militare, lo sport militare e qualsiasi altro argomento sia ritenuto utile ed attinente. Preannuncio, pertanto, il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2322-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2322-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2322-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1° luglio 2019.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma l'11 aprile 2019 (A.C. 2314-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2314-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma l'11 aprile 2019.

Ricordo che nella seduta del 28 settembre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2314-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non state presentate proposte emendative, li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2314-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Due le ragioni che ci portano a votare favorevolmente a questo provvedimento: la prima, il senso vero della giustizia. La giustizia non è soltanto law and order, quella a cui siamo abituati, il rispetto delle regole; è certamente questo, ma poi la giustizia ha un senso ancora più profondo, che è quello della legalità, cioè quello di restituire alla legalità chi ha subìto il corto circuito con la società civile, perché, quando si violano le regole e si tracima nel penalmente rilevante, esiste un corto circuito fra l'uomo e la società civile, la società che abita, ed è giusto che questa risocializzazione, che poi è il momento finale della giustizia, possa avvenire nell'ambiente, nell'habitat naturale di chi ha violato la legge. È per questo che noi riteniamo che debbano essere riportati in patria i detenuti in uno Stato straniero, anche nello Stato del Kosovo. Il secondo motivo è legato proprio a questo Stato: è stata dichiarata l'indipendenza del Kosovo in data 17 febbraio 2008; un'indipendenza, però, che non ha ricevuto riscontro fra tutti i Paesi membri dell'Unione Europea, soltanto da 22 Stati, quasi tutti, ce ne sono cinque che non intendono riconoscere il Kosovo quale Stato indipendente. Ebbene, l'Italia è uno di quelli che sin dal primo momento ha riconosciuto il Kosovo e per agevolare il processo di adesione all'Unione europea questo è uno di quegli strumenti, questo è quello che consente il riconoscimento di uno Stato, perché quello che accade all'interno del Kosovo possa avere poi un riscontro nelle nostre patrie galere, ed è il motivo per cui noi riteniamo di votare favorevolmente a questa ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Anche Fratelli d'Italia voterà favorevolmente all'Accordo con il Kosovo sul trasferimento delle persone detenute condannate in Italia. Lo faremo, però, evidentemente con molto minore entusiasmo del collega che mi ha preceduto, perché, per provvedere al trasferimento del condannato, sarà comunque sempre necessario il consenso del condannato, e immaginiamo quanti detenuti kosovari avranno l'ambizione di andare a scontare la pena, al posto che in Italia, in Kosovo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ve lo diciamo perché, ancora una volta, questo provvedimento nasce stanco, nasce morto, è disegnato sui desiderata dei detenuti; e lo avete fatto - ve lo vogliamo ricordare - in spregio ad una risoluzione approvata alla Camera dei deputati - risoluzione di Fratelli d'Italia, a prima firma del sottoscritto, dell'11 settembre del 2018, approvata il 24 ottobre del 2018 - che imponeva a questo Governo di lavorare per fare accordi bilaterali come questo che prevedessero la possibilità di trasferire il detenuto senza il suo previo consenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per affrontare radicalmente il problema del sovraffollamento carcerario, che ci pone in condizione di infrazioni e di procedure costantemente da parte dell'Europa, per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario nelle nostre carceri, ma anche per il contenimento dei costi, perché, secondo i dati diffusi dal Ministero della Giustizia, ogni detenuto italiano costa 137 euro all'erario, ovverosia al cittadino. Se si moltiplica 137 euro al giorno per 22 mila detenuti al giorno per 365 giorni all'anno si realizza l'esorbitante somma di un milione di euro all'anno che l'Italia tira fuori per tenere nelle nostre patrie galere dei delinquenti che hanno già rotto quel patto di cittadinanza con lo Stato che li ospitava e che passano, per sovrabbondanza, il loro tempo a vilipendere e mortificare i nostri agenti della Polizia penitenziaria, che sono clamorosamente sotto organico. E, allora, lo strumento ve lo avevamo dato noi di Fratelli d'Italia, avevamo fatto approvare da questa maggioranza - incredibilmente anche lei una volta al giorno, come un orologio rotto, segna l'ora giusta -, e quindi incredibilmente, mal gliene incolse, questa maggioranza approvò una mozione che stava al fianco della Polizia penitenziaria, che risolveva il problema del sovraffollamento non con il refrain tipico della sinistra “l'Europa ci dice che le carceri sono sovraffollate, facciamo un bello svuota carceri”. Per Fratelli d'Italia il sovraffollamento si risolve in altri termini. L'Europa ci dice che siamo sovraffollati, abbiamo un terzo dei detenuti stranieri, sono 22 mila, ci costano 137 euro al giorno: vadano a saggiare la civiltà delle loro patrie galere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Incredibilmente lo avevate approvato, ma stancamente, l'11 aprile del 2019, alla prima prova del fuoco, non avete ottemperato alla risoluzione di Fratelli d'Italia votata a maggioranza, e ancora una volta avete costruito un Accordo per il trasferimento delle persone condannate che è incentrato solo sui desiderata del detenuto, in questo caso del kosovaro. Allora, per liberarci di qualche delinquente che ci costa 137 euro al giorno, noi di Fratelli d'Italia dobbiamo arrenderci al fatto che dobbiamo sperare nella buona volontà del detenuto kosovaro, perché quella del Governo italiano, ovviamente, non si vede neanche all'orizzonte e neanche con il binocolo.

Allora, ancora una volta ne approfittiamo, pur votando favorevolmente a questo Accordo, per ricordarvi che: grazie a Fratelli d'Italia esiste uno strumento, perché è stata votata a maggioranza una risoluzione che prevede accordi bilaterali che prevedano il trasferimento del detenuto senza il suo consenso; che Fratelli d'Italia, quando parla di trasferimenti dei detenuti, ha prima di tutto di mira il benessere dei nostri agenti della Polizia penitenziaria, che, in clamoroso sottorganico, sono vessati, vilipesi e mortificati oggi da 22 mila detenuti stranieri; che Fratelli d'Italia, quando pensa al trasferimento del detenuto, pensa a risolvere radicalmente il problema del sovraffollamento carcerario, senza “svuota carceri” e senza atteggiamenti, invece, che sono incentrati attorno ai desiderata dei detenuti; che Fratelli d'Italia si pone il problema, in relazione al sovraffollamento, delle varie procedure aperte in Europa contro l'Italia.

Lo strumento ve lo avevamo dato: non lo avete voluto cogliere, vi è questo Accordo, che è un pannicello caldo, che è costruito attorno all'idea della risocializzazione del detenuto, che potrà risocializzare più facilmente nella patria qualora lo voglia e solo se lo voglia. Sono concetti importanti, ne manca un altro: quello della prevenzione del crimine, quello che l'Italia non deve più spendere soldi per 22 mila detenuti che hanno violato ogni patto con il popolo italiano, assumendo contegni che hanno rilevanza penale, e sappiamo che in Italia non ci finisci, per il primo reato che compi, in galera. Quindi, sono criminali plurimi, recidivi, che, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, devono tornare a casa. Allora abbiamo approfittato del voto su questo Accordo con il Governo kosovaro per ricordarvi che lo strumento c'è, per risparmiare un milione di euro, per mandare 22 mila detenuti a scontare e a saggiare la civiltà giuridica delle loro patrie galere, per liberare l'Italia dal sovraffollamento, per liberare gli uomini e le donne della Polizia penitenziaria dal sovraffollamento, per risparmiare un milione di euro. Ve lo abbiamo offerto generosamente con una risoluzione che incredibilmente avete votato; ancora una volta, viceversa, avete assunto poi accordi bilaterali che non prevedevano la possibilità di evitare il previo consenso del detenuto.

Sono - e termino, Presidente - sicuro che circa tre, quattro detenuti kosovari utilizzeranno l'Accordo che avete sottoscritto; viceversa, se fosse stato senza il previo consenso, trecento o quattrocento kosovari delinquenti prendevano la via di casa loro e magari in Italia non ci tornavano più, senza rammarico da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Mi scuso, ma talvolta non si riesce a sentire e quindi non avevo sentito il suo appello, mi perdoni. Sono particolarmente contento di poter intervenire io, in questo momento, per quanto riguarda il Kosovo. È importantissima l'occasione che abbiamo, che ci è data proprio dalla ratifica dell'esecuzione dell'accordo tra la Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo. E non è importantissimo solo per l'argomento di cui si sta trattando, oggettivamente è determinante nel quadro complessivo di quella che è l'Unione europea, ma è importante proprio perché si tratta del Kosovo, proprio perché si deve trattare dell'Unione europea. Noi dobbiamo ricordarci di essere un Paese fondatore dell'Unione europea. Dobbiamo agire in tutti i modi con il peso che abbiamo per poter allargare il numero dei Paesi che hanno riconosciuto lo Stato del Kosovo. Dobbiamo agire in maniera decisa e profonda finché questo riconoscimento sia soprattutto fatto dai Paesi dell'Unione europea, perché dobbiamo finalmente metterci in mente che l'allargamento ai Paesi dei Balcani occidentali è per l'Unione Europea essenziale e in questo contesto il Kosovo è una delle chiavi di quel teatro terribile, che ha visto nel tempo succedersi dei fatti che tutti quanti noi conosciamo e che speriamo mai più abbiano a ripetersi, ma che non si ripeteranno proprio, intanto, in quanto noi si riesca ad avere la coscienza che bisogna far sì che quei Paesi diventino Unione europea, percorrendo nel tempo più rapido possibile il percorso, prima di avvicinamento, poi di allargamento. Annuncio quindi il parere e il voto favorevole di Forza Italia all'accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo. Ricordo che siamo in prima lettura e che quindi manca l'approvazione del Senato ed auspico che il Senato non perda tempo, perché su queste situazioni non si può mai perdere tempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. L'idea di far scontare nei Paesi d'origine le pene detentive erogate agli stranieri è un baluardo della politica giudiziaria della Lega, da sempre. E l'accordo bilaterale italo-kosovaro dell'11 aprile 2019 è volto proprio a facilitare i trasferimenti delle persone condannate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. La sottoscrizione di tale Convenzione bilaterale tra l'Italia e il Kosovo si è resa necessaria in assenza di altri strumenti giuridici. Allo stato attuale il Kosovo è riconosciuto da circa un centinaio di Paesi, il numero preciso non è del tutto chiaro, tra cui 23 Stati membri dell'Unione europea, ivi compresa l'Italia, come hanno precedentemente ricordato anche alcuni colleghi. Rimane ancora ferma l'opposizione di alcune grandi potenze, così come la netta contrarietà di cinque Stati europei. Per i fatti sin qui esposti risulta di semplice comprensione la ragione per la quale il Kosovo non ha aderito alla Convenzione del Consiglio d'Europa sul trasferimento delle persone condannate, firmata a Strasburgo il 21 marzo del 1983. Tale convenzione favorisce il reinserimento sociale delle persone condannate, permettendo ad uno straniero privato della libertà a seguito dell'accertamento di un fatto di reato di scontare la pena nel proprio Paese d'origine. L'accordo che oggi questo Parlamento è chiamato a ratificare presenta lo stesso contenuto della citata Convenzione ed è stato sottoscritto per la medesima finalità di carattere umanitario, mirando a favorire il reinserimento sociale delle persone condannate, avvicinandole al loro Paese d'origine, in modo tale da superare tutte quelle difficoltà che su un piano umano, sociale e culturale, oltre che per l'assenza di contatti con i familiari, possono derivare dall'esecuzione della pena di un Paese straniero. E per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sono, onorevole Presidente, particolarmente compiaciuto di questa collaborazione con la Repubblica kosovara, ricordando come nel corso degli anni il Presidente Cossiga e io stesso siamo stati in Kosovo ai tempi delle tragiche vicende e anche del tentativo di indipendenza, parzialmente ottenuto, per la salvaguardia di grandi valori di civiltà occidentale e cristiana rappresentati da quello che, qualche tempo dopo, nel 2004, è stato riconosciuto come bene protetto dall'Unesco, patrimonio dell'umanità. Mi riferisco al monastero di Decani, al monastero patriarcale di Peć, al monastero di Gračanica, al monastero di Ljeviš, luoghi tutti minacciati dalla violenza islamica rispetto ai valori cristiani e artistici, che dal punto di vista della impresa estetica sono paragonabili all'opera di Giotto, in uno stato di guerra ideologica e di religione che ha previsto, da parte del nostro Esercito, dei presidi rinnovati, credo ancora adesso, per impedire che quei monumenti vengano distrutti. È la misura anche della contraddizione della Convenzione di Faro, la quale si preoccupa di omologare e non di difendere valori occidentali e cristiani che sono prevalenti nella cultura rispetto alla violenza e alla distruzione. Il caso dei monumenti del Kosovo è proprio quello di valori di identità e di cultura che nel mondo cristiano trovano la loro più alta rappresentazione e, dall'altra parte, il tentativo invece di legittimare, in una specie di par condicio, la posizione perfettamente rispettabile del mondo islamico, salvo quando essa non sia terrorismo, violenza, cancellazione di civiltà, come nel caso del tentativo contro i monasteri del Kosovo.

Voglio, però, osservare che, essendo l'orientamento prevalentemente legato al trasferimento delle persone condannate, sia giusto ricordare in questo momento - in questo momento! -, come non so cosa vogliono pensare i carcerati in Italia verso l'ipotesi di tornare nella loro patria, ma che è stato ingiustamente arrestato e oggi finalmente assolto un deputato di questo Parlamento, Nicola Cosentino (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), a cui va riconosciuto contro una magistratura arbitraria, politica e criminale, il riconoscimento di un arresto ingiusto. Vadano in Kosovo quei magistrati!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2314-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2314-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2314-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma l'11 aprile 2019".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre votiamo chiarisco la ragione per la quale il deputato Sgarbi ha parlato poco più di un minuto: non aveva preso la parola per dichiarazione di voto alcun esponente del gruppo Noi con l'Italia, ma tuttavia avrebbe dovuto parlare prima e quindi c'è stata questa via di mezzo, gli abbiamo consentito di fare un po' più di un minuto, ma un po' meno di 4 minuti. Spero che la questione sia chiara.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Ha chiesto di parlare il deputato Fiano, sull'ordine lavori immagino. A lei la parola.

EMANUELE FIANO (PD). Sul Regolamento, articolo 8. Sento che lei dice che, per il posizionamento dell'intervento dell'onorevole Sgarbi, si è fatto un po' così e così, nulla osta evidentemente; osta, secondo me, invece, che lei abbia passato, come se nulla fosse, la terminologia usata dall'onorevole Sgarbi: “magistratura criminale” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle - Proteste del deputato Sgarbi). Io penso che nel tempio della democrazia definire (Proteste del deputato Sgarbi)… adesso parla un'altra persona, non decide lei chi parla (Proteste del deputato Sgarbi)… Onorevole Sgarbi, si curi fuori da quest'Aula i suoi problemi.

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, si metta la mascherina.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, le chiederei di far tacere l'onorevole Sgarbi, se è qui per dirimere le questioni dell'Aula, Presidente. Se invece è solo per ascoltare, faccia lei (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Proteste del deputato Sgarbi). Io penso che la terminologia “magistratura criminale” vada da lei censurata, perché non ogni allocuzione in quest'Aula è consentita. È consentito ogni pensiero, ma non ogni pensiero decide di un giudizio che è consentito. Secondo me, definire i magistrati criminali non è consentito nell'Aula del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, metta la mascherina.

Ha chiesto di parlare il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Credo anch'io che non sia consono per quest'Aula definire criminale la magistratura, ma penso sia molto, ma molto più grave, mandare reiteratamente in prigione degli innocenti senza nulla contro di loro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che nessuno protesti verso questo che è un reale attentato alla democrazia (Proteste del deputato Sgarbi)

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, metta la mascherina…Deputato Sgarbi, metta la mascherina…

GIUSEPPE BASINI (LEGA). In questi giorni (Proteste del deputato Sgarbi)

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, faccia parlare il deputato Basini.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Quindi, io dal mio punto di vista inviterei l'onorevole Fiano a dimostrare almeno altrettanto rimbrotto verso ciò che è successo e succede troppo spesso nel mondo della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1141 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica islamica di Afghanistan, dall'altra, fatto a Monaco il 18 febbraio 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 2230) (ore 19,49).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2230: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica islamica di Afghanistan, dall'altra, fatto a Monaco il 18 febbraio 2017.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2230)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2230)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se nessuno dei presentatori chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2230/1 Delmastro Delle Vedove, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tale ordine del giorno.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Presidente, propongo una riformulazione, partendo da queste considerazioni: la questione dei diritti umani in tutti i suoi aspetti, inclusi i diritti delle donne, dell'infanzia, delle minoranze religiose, rappresenta uno dei perni già dell'azione italiana in Afghanistan, ed è anche uno dei perni dell'azione dell'Unione europea nelle relazioni con l'Afghanistan, incluso l'accordo di partnership denominato Cooperation Agreement on Partnership and Development, che proprio adesso è in ratifica tra l'altro in Italia ed è già stato ratificato da 18 Paesi.

Inoltre, proprio in questo Accordo, specialmente nell'articolo 2, vi sono svariati rimandi alla Dichiarazione universale dei diritti umani, quindi anche alla tutela delle minoranze religiose, oltre al fatto, appunto, che nella stessa Costituzione in vigore in Afghanistan dal 2004, tra le fonti generali cui si fa riferimento, si cita proprio “observing the United Nations Charter as well as Universal Declaration of Human Rights”, quindi si richiama ancora una volta la Convenzione dei diritti dell'uomo.

Appunto, alla luce di queste considerazioni, crediamo che una riformulazione accettabile, che vada in linea con quello che già è di fatto, possa essere la seguente: “Impegna il Governo, in riferimento al rispetto dei principi democratici e dei diritti umani, come enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e negli altri strumenti internazionali pertinenti sui diritti umani, sancito nell'Accordo, a monitorare strettamente il rispetto della libertà religiosa e il contrasto delle persecuzioni e delle violenze in Afghanistan, e a reiterare in ogni sede la condanna alle violenze verso tutte le minoranze religiose”, proprio perché c'è già un richiamo nelle carte di riferimento e quindi non ha senso introdurlo in sede di ratifica.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, deputato Delmastro? A lei la parola.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Bene, si intende quindi approvato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2230)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva verso questo Accordo di partenariato e di cooperazione fra l'Unione europea e l'Afghanistan, e anche in ragione dell'ultimo ordine del giorno riformulato anche con le indicazioni del Governo, vorrei segnalare che esso è frutto di un negoziato lungo almeno 4 anni, e punta a rilanciare il dialogo politico, a rafforzare gli scambi commerciali fra l'Unione europea e quel Paese, e a strutturare meglio la cooperazione sia in materia di giustizia che di lotta alla criminalità organizzata. L'Afghanistan viene giustamente collocato in quella regione come un Paese ponte tra l'Asia centrale e l'Asia meridionale e il Medioriente, e questo ristruttura una relazione secondo noi molto più fruttuosa tra il nostro Paese, l'Unione europea e l'Afghanistan, che questo Accordo di cooperazione e di partenariato punta a rafforzare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, articolo 41, comma 2. Noi ci aspettavamo, signor Presidente, una sua replica rispetto all'intervento del collega Fiano in ordine alla censura che ha fatto in proposito alla modalità con la quale l'onorevole Sgarbi ha definito la magistratura. Lei non ha ritenuto di dover dire nulla. Le chiediamo pertanto, ai sensi del comma 2 dell'articolo 41, di informare il Presidente della Camera, al quale spetta in via esclusiva l'adozione di decisioni in merito a quanto è accaduto.

PRESIDENTE. Sarà fatto volentieri. Mi riservavo dire qualcosa alla fine di questo provvedimento; se preferite anticipo le mie considerazioni.

Fermo restando che ognuno ha, diciamo così, la propria sensibilità, e che ciò che ci guida è il Regolamento, che ciascuna delle persone che siede in questa postazione è tenuto e obbligato a far rispettare, c'è comunque un vulnus di interpretazione rispetto alle cosiddette parole sconvenienti. Io penso sia opportuno che tutti coloro i quali intendono eccepire sull'intervento sicuramente abbastanza aggressivo - per utilizzare un eufemismo - fatto dal collega Sgarbi, lo vadano a riascoltare. Io l'ho ascoltato e non c'è stata, dal mio punto di vista, per come io l'ho recepito… Poi possiamo approfondire: lei ha richiamato un articolo del Regolamento, quindi chiamando in campo il Presidente Fico; il Presidente Fico farà quello che io le sto per dire e prenderà le determinazioni del caso. Non c'è stata una generica accusa ai magistrati, ma essa è stata riferita, se la memoria non mi tradisce, più esattamente che si può condividere o meno, a certa magistratura, quindi, per certa magistratura.

Siccome tutti quanti sappiamo che tutte le categorie di cui si compone la nostra società sono partecipate da persone che commettono errori o non ne commettono, penso che, se il collega Sgarbi, precisandolo e lo andiamo a verificare insieme, ha fatto riferimento a quei magistrati che hanno comunque commesso errori giudiziari, io non ho ritenuto questa affermazione sconveniente ai fini del Regolamento e per questo non ho inteso interromperlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se lo avesse invece fatto genericamente, quindi colpendo la magistratura in quanto potere dello Stato, in quanto ordine sancito e presente nella nostra Costituzione, sicuramente lo avrei non solo interrotto ma anche richiamato all'ordine. Pertanto, proseguiamo i nostri lavori.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente…

PRESIDENTE. Scusi, collega Fiano. Siamo in dichiarazione di voto e non è che possiamo riaprire una discussione su questo. Voi avete dato la vostra interpretazione, io ho dato la mia. Penso che si possa…

EMANUELE FIANO (PD). Non vuole darmi la parola (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Dipende, dipende su cosa la chiede, perché c'è un Regolamento che ci dice quando lei può parlare e quando non può parlare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EMANUELE FIANO (PD). Posso parlare o no?

PRESIDENTE. Su cosa, su cosa? Se lei vuole parlare su questa questione io ritengo questa questione chiusa, perché voi avete fatto due interventi e io ho dato la mia risposta e, quindi, non c'è altro di cui si debba discutere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego, collega Delmastro Delle Vedove.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per preannunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia sull'Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e l'Afghanistan. È un Accordo importante che coinvolge, investe e involge una serie articolata di campi, fra cui quello del contrasto al terrorismo internazionale, fra cui quello della promozione e costruzione della pace e della sicurezza in Afghanistan, quello della lotta al traffico di sostanze stupefacenti internazionali - e sappiamo quanto sia sensibile quell'area del pianeta - e quello volto a promuovere i diritti umani. E, allora, debbo dire che, sotto questo profilo, l'intervento del sottosegretario Manlio Di Stefano, nei cui confronti nulla mi unisce politicamente, ha stemperato quelli che potevano essere, viceversa, i toni di Fratelli d'Italia, che, ancora una volta, in un Accordo di partenariato importante con l'Afghanistan, repubblica islamica, non rintracciava il tema della tutela della libertà religiosa - e noi di Fratelli d'Italia aggiungiamo: dei cristiani nel mondo - e noi sappiamo essere la libertà religiosa la primigenia delle libertà senza la quale tutte le altre libertà sono claudicanti e nel lungo percorso crollano miseramente. È importantissimo, per esempio, che si faccia riferimento alla tutela e al valore della donna all'interno del contesto delle relazioni con l'Afghanistan, ma noi sappiamo che, se non si tutela la libertà religiosa, quella tutela della donna diventa claudicante in un regime di sharia e in un regime di repubblica islamica.

E, allora, cogliamo l'occasione per ricordarlo ancora una volta, per lanciare ancora una volta un grido, che è quello dei cristiani perseguitati nel mondo. Ci sono 260 milioni di cristiani perseguitati secondo World Watch List nel mondo, uno su otto. Nel 2019 sono stati uccisi 2.983 cristiani per la loro fede religiosa, 8 ogni giorno; nel 2019, 10 mila chiese sono state attaccate o chiuse, 26 ogni giorno; nel 2019, 3.711 cristiani sono stati senza processo incarcerati, 10 ogni giorno; nel 2019, 1.052 cristiani sono stati rapiti, due ogni giorno. Probabilmente, mentre io sto intervenendo, un cristiano verrà ucciso e un altro verrà incarcerato, senza neanche la finzione di un processo. E, allora, vogliamo che il Parlamento apra gli occhi su quella che è la più straordinaria, la più vasta, la più profonda, la più sanguinaria delle persecuzioni che è quella religiosa, in particolar modo ai danni dei cristiani. Lo facciamo in questo contesto, ringraziando il sottosegretario Manlio Di Stefano - capita raramente di doverlo fare e forse è la prima volta, ma lo facciamo con grande onestà intellettuale - perché ha voluto garantire a Fratelli d'Italia almeno un ordine del giorno nel quale si richiamasse, nel contesto di questo Accordo di partenariato con l'Afghanistan, il tema della tutela della libertà religiosa, perché noi, noi di Fratelli d'Italia forse unici oggi - e ringraziamo Manlio Di Stefano -, abbiamo raccolto il grido di chi in Afghanistan viene processato per blasfemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), abbiamo raccolto il grido di chi in Afghanistan per celebrare le funzioni religiose deve nascondersi sottoterra come i primi martiri della cristianità; abbiamo raccolto il grido di quei cristiani che in Afghanistan vengono incarcerati senza processo, e l'Afghanistan è, secondo World Watch List, il secondo Paese al mondo per discriminazione ai danni dei cristiani. Non potevamo, non poteva questo Parlamento, non fare un cenno alla tutela della libertà religiosa all'interno di questo Accordo di partenariato.

Allora, ringrazio il sottosegretario Di Stefano che, almeno per il tramite dell'ordine del giorno, ha pescato il grande tema, sempre evocato da Fratelli d'Italia, della tutela della libertà religiosa come primigenia delle libertà, senza la quale tutte le altre evaporano e sono vanificate, ma cogliamo l'occasione per ricordare a questo Governo di farlo non solo per il tramite dell'ordine del giorno e di accendere ogni volta, in ogni contesto e in ogni luogo, a ogni latitudine e longitudine, il tema della tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo, perché ne abbiamo bisogno per difendere la nostra civiltà, ne abbiamo bisogno religiosamente ma ne abbiamo bisogno anche laicamente perché la tutela della libertà religiosa dei cristiani è tutela della laicità dello Stato. Ne ha bisogno il Medio Oriente, perché là dove il Medio Oriente è pacificato è perché ci sono i cristiani che fanno da ponte di civiltà fra varie fazioni; ne ha bisogno il mondo e ne abbiamo bisogno noi italiani per difendere i cristiani perseguitati nel mondo, che rappresentano la più grave, la più profonda, la più sanguinaria delle persecuzioni. Temiamo, noi di Fratelli d'Italia, che a volte questo Occidente, questa Europa e questa Italia abbiano la coda di paglia e fatichino a porre con la dovuta forza il tema della tutela della libertà religiosa, perché quel tema parla dei cristiani indirettamente, perché sono i più perseguitati, e perché è come se difendessimo banalmente la religione dell'Occidente. No, noi difendiamo una religione, un modello di vita, una civiltà, difendiamo la libertà religiosa, che è la primigenia delle libertà, e difendiamo - perché no! - anche una religione, il cristianesimo, che ha garantito a noi di vivere in laicità e nel pieno rispetto della libertà religiosa di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico su questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e faccio due spunti veloci. Innanzitutto, sia consentito un saluto ai nostri uomini e donne in divisa in Afghanistan (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, nell'ambito NATO, partecipano alla missione Resolute Support, onorando in ogni momento la nostra bandiera nei teatri operativi come in ogni angolo d'Italia. Un secondo spunto è che stiamo parlando di un Accordo sottoscritto nel febbraio 2017, quindi di un contesto locale che sostanzialmente non esiste più.

Quindi, si avvii, è stato detto anche da altri colleghi, una riflessione generale su queste macchinose procedure di ratifica degli accordi, che vanno necessariamente riviste ed aggiornate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie Presidente. Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della Lega-Salvini Premier, volevo anche, però, dire che il voto sarà favorevole con delle doverose riserve; innanzitutto, perché, in ragione delle condizioni in cui versa attualmente questo Paese, l'Afghanistan, pare in ogni caso molto difficile immaginare che dall'approvazione di questo provvedimento possano discernere effetti straordinariamente rilevanti di qualsiasi tipo. Dobbiamo essere molto realisti nel riconoscerlo. Al di là delle ambizioni enunciate, la portata effettiva di questo Trattato sarà probabilmente circoscritta ad un dialogo strutturato e all'agevolazione di qualche investimento. Presidente, colleghi, fintanto che la NATO sarà presente sul territorio afgano è, inoltre, molto probabile che sia proprio l'Alleanza atlantica la sede più importante tramite la quale i Paesi europei continueranno ad occuparsi della sicurezza afgana.

Da queste considerazioni emergono alcuni dei dubbi e degli interrogativi che abbiamo sollevato come Lega, anche nella fase istruttoria svoltasi nelle Commissioni. L'Accordo sembra una petizione di principio, una testimonianza formale dell'interesse europeo al destino dell'Afghanistan, alla quale potrebbe corrispondere, però, l'assenza materiale di strumenti con i quali metterlo concretamente in pratica. Tale prospettiva ci preoccupa, soprattutto nell'ottica del possibile ritorno al potere degli studenti coranici.

Abbiamo, in particolare, il timore che possa determinarsi una situazione nella quale si riveli impossibile garantire il rispetto dei diritti delle donne e delle minoranze religiose, come già ha accennato anche il collega di Fratelli d'Italia Delmastro Delle Vedove, per la verità già piuttosto precario. Proprio per questo motivo, cari colleghi, nell'esprimere la nostra valutazione sul provvedimento oggi, non possiamo non rilevarne le criticità potenziali. La cooperazione politica, sì, il dialogo ed il sostegno allo sviluppo sono certamente cose belle, da salutare con favore, e del resto, da molti anni contribuiamo con denaro e con l'impegno di tanti uomini, in divisa e non, alla costruzione del futuro dell'Afghanistan, senza che la Lega abbia obiettato; riconosciamo pertanto il ruolo importante e l'azione importante dei nostri militari in questo Paese, ma tutto questo non dovrebbe farci dimenticare i fattori di rischio presenti in questa operazione, che un domani potrebbe indurci ad avallare o comunque accettare passivamente altri scempi sul piano dei diritti umani. Un auspicio importante è che vada finalmente a buon fine il processo di pace in atto in Afghanistan; quindi, lo ripeto, la Lega annuncia il suo voto favorevole, con queste riserve.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Yana Chiara Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Sì, dopo ben quattro anni ci siamo riusciti a istituire un partenariato di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e l'Afghanistan. L'Accordo riguarda istruzione, occupazione, sviluppo sociale, trasporti, agricoltura, sanità e cultura, come anche contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, al terrorismo. Ma voglio sottolineare, soprattutto, l'impegno delle parti a instaurare un dialogo politico regolare, per favorire una migliore comprensione reciproca, per cooperare nella promozione dei diritti umani, nonché per consolidare le politiche relative alle questioni di genere. Le donne, infatti, sono quelle che più attendono le conseguenze di quello che dovrebbe essere un accordo di pace intra-afgano, donne che da sempre chiedono diritti minimi fondamentali: libertà di movimento, un'istruzione, l'accesso all'occupazione e ai servizi, il diritto di voto. Questa Intesa è dunque un primo passo importante che consentirà iniziative anche di cooperazione regionale, finalizzate a ripristinare lo status dell'Afghanistan quale ponte continentale tra Asia centrale, Asia meridionale e Medio Oriente.

Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole per il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2230)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2230: S. 1141 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica islamica di Afghanistan, dall'altra, fatto a Monaco il 18 febbraio 2017" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Il seguito dell'esame degli ulteriori progetti di legge di ratifica iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di domani.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla XII Commissione (Affari sociali): S. 1795. - Senatori BERNINI e altri: “Istituzione della giornata dei camici bianchi” (approvata dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2527). (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà, per un minuto e trenta.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, prendo la parola perché sono un po' preoccupata da quanto è emerso dal terzo report della Fondazione CeSPI, realtà che si occupa della promozione dei diritti umani delle regioni più vulnerabili, con particolare attenzione ai ragazzi, attorno ai quali deve catalizzarsi la nostra attenzione, ora più che mai che la crisi sanitaria, prima, ed economica, dopo, sta flagellando l'Italia e il mondo. Da qui nasce la mia preoccupazione, perché gli indici regionali dei maltrattamenti dell'infanzia prendono le mosse proprio dal contesto socio-economico e dai servizi offerti dalla regione; in particolare, la mia regione, il Molise, registra, purtroppo, dei valori negativi rispetto a criteri quali la capacità di una vita sana, di una vita sicura, di reperire lavoro, di formazione, di ottenere servizi regionali e, addirittura, scende di sei punti nella classifica nazionale.

Ecco perché io mi auguro che da quest'Aula, con una sola voce, parta il lavoro di noi parlamentari, seguendo il tracciato già indicato dal Governo, in particolare dalla Ministra Bonetti, che ha aperto un cantiere con convinzione sui servizi socio-educativi per la prima infanzia e sul sistema scolastico, ritenendoli fondamentali per la promozione e la tutela dei minori e per evitare ogni tipo di maltrattamento.

Ecco, allora, concludo dicendo che proprio perché è assolutamente necessario garantire i servizi sanitari e le prestazioni sanitarie per la cura e la riduzione dei sintomi connessi ai maltrattamenti sull'infanzia, è assolutamente necessario reperire e utilizzare i fondi del MES (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Gentile Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, a quasi un mese dal sequestro dei pescherecci italiani da parte di Bengasi, non si vede ancora uno sbocco concreto per il ritorno a casa dei nostri connazionali detenuti nel carcere di El Kuefia, a 15 chilometri dalla città roccaforte di Haftar. Dalla sera del sequestro, i pescatori hanno perso ogni contatto con i loro parenti, salvo una telefonata fatta dal comandante del Medinea, Pietro Marrone, durante la quale, tra l'altro, esortava gli armatori ad andare a Roma. La trattativa in corso con le autorità libiche per il rilascio della marineria si sarebbe da subito concretizzata con una inaccettabile richiesta di scambio di prigionieri. I militari di Haftar, infatti, chiedono il rilascio di quattro libici conosciuti in Libia come calciatori, ma condannati dalla corte d'assise di Catania per avere contribuito, con calci, bastonate, cinghiate e l'avere bloccato i migranti nella stiva dell'imbarcazione, al naufragio e alla morte degli stessi, avvenuti nel 2015.

Questa vicenda sta assumendo risvolti sempre più inquietanti e pericolosi perché mentre la Farnesina e il Ministro Di Maio negano ogni richiesta di riscatto, il generale Haftar fa diramare un tweet da Libyan Address Journal nel quale afferma che i pescatori non saranno liberati se non avverrà prima il rilascio dei calciatori libici. Quarant'anni fa, nel 1980, il peschereccio “Poseidone I” è stato sequestrato e, per nove mesi, l'equipaggio è stato fatto marcire in uno stanzone con 150 prigionieri e un solo bagno. Io chiedo, Presidente, che lei si faccia tramite, portavoce con il Governo, affinché possano essere esperite tutte, tutte, le attività per il ritorno in patria dei pescherecci e del loro equipaggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Oggi la stampa riporta i risultati di uno studio Anaao-Assomed, precisamente l'aggiornamento di uno studio effettuato nel 2018 sulle risorse professionali e sulle possibili soluzioni alla luce dell'andamento della curva pensionistica dell'attuale programmazione di ingressi nei corsi di laurea di medicina e chirurgia. Quello che emerge è che nel 2023 verranno a mancare almeno 10 mila medici specialisti. La situazione è gravissima; qualcosa si è fatto ma, in questa sede, credo che si debba rivolgere un appello al Governo perché intervenga rapidamente per consentire maggiori immissioni ai corsi di specializzazione e fornisca le risorse necessarie. La sanità non può reggersi senza gli operatori, senza i medici e gli infermieri. Credo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno se non agiamo adesso e con decisione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Per riportare l'attenzione di quest'Aula, sempre così disattenta a ciò che accade nel mondo, su una vicenda che ci preoccupa molto e dovrebbe preoccupare tutti i partiti politici: il riacutizzarsi del conflitto tra azeri e armeni. Non sappiamo, anche se qualche sospetto lo abbiamo, chi abbia iniziato per primo le ostilità, ma sappiamo che tuonano i pezzi d'artiglieria, vengono abbattuti aerei da guerra, bruciano i carri armati e sono decine i morti da ambo le parti, sono a rischio i residenti civili; non possiamo non interessarci a questa vicenda che, in quel Caucaso tormentato, oggi, rischia di avere un'escalation tremenda. È, quindi, con inquietudine che vogliamo riaffermare il diritto all'autodeterminazione delle popolazioni locali coinvolte, anche perché, come dicevo, la crisi può comportare, se non contenuta, il coinvolgimento diretto di turchi e russi, con conseguenze difficili da prevedere al momento, ma certamente gravi. Non possiamo non ricordare che in quell'area, facendo riferimento all'Azerbaijan, noi abbiamo importanti interessi per quanto riguarda le forniture energetiche ma, al contempo, non possiamo non ricordare anche che la fragile Armenia è la prima nazione cristiana della storia ed è stata la prima a subire un genocidio in epoca moderna: il genocidio armeno ad opera dell'impero ottomano. Per questo motivo, chiediamo cosa fa il nostro Governo per far tacere le armi in quella regione tormentata, dove è il nostro Governo: fate qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nei giorni scorsi, ho appreso la notizia secondo la quale la giunta comunale di centrodestra che guida il comune di Ciampino vorrebbe cambiare i nomi dell'aula consiliare e della biblioteca comunale, rispettivamente intitolate a Pietro Nenni e Pier Paolo Pasolini. Pietro Nenni, lo ricordo, fu tra i fondatori della Repubblica italiana, uno dei più illustri padri costituenti; Pier Paolo Pasolini è stato scrittore, poeta, autore, regista cinematografico e teatrale italiano, in assoluto uno dei più grandi protagonisti della nostra cultura del Novecento. C'è inoltre un fatto che, forse, pochi conoscono e che riguarda il legame tra Pasolini e Ciampino: nel 1951, in un villino a due piani che costituiva l'unica scuola media di Ciampino, allora frazione di Marino, proprio Pasolini si trovò ad insegnare lettere.

Negli anni, nessuno ha mai messo in discussione l'intitolazione di queste due sedi, tra le più importanti della democrazia e della cultura e mi risulta difficile capire perché debba essere fatto proprio oggi. Come hanno correttamente sottolineato i consiglieri Cristian Martella e Paola Cedroni, è giusto che un'amministrazione lasci il segno del suo passaggio, senza però cancellare il passato, quel passato che rappresenta la nostra storia, la nostra identità, che ci ricorda chi siamo e ci indica la strada per non ripetere quegli sbagli di cui l'umanità si è già macchiata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per commemorare, a pochi giorni dal suo trigesimo, l'avvocata turca Ebru Timtik, morta lo scorso 27 agosto in difesa della giustizia, del diritto alla difesa e della dignità della professione forense, dopo 238 giorni di sciopero della fame, mentre era detenuta. Svolgere la propria professione in maniera libera ed indipendente non è un delitto; perseguire gli avvocati per la funzione che svolgono è un atto che mina le fondamenta di qualsiasi Stato democratico degno di questo nome. Desidero esprimere, quindi, la mia piena solidarietà a tutti i colleghi avvocati ingiustamente detenuti in Turchia, così come in altri Paesi.

Condivido altresì le numerose iniziative in ricordo di Ebru messe in campo dai consigli degli ordini degli avvocati di tutta Italia: tutti gli ordini Forensi della Toscana, a Marsala, a Bologna, a Bari, a Firenze, a Crotone, a Padova, a Torre Annunziata; ne cito alcuni per ringraziarli tutti e scusandomi con gli altri che non ho potuto citare. Sostengo tutti i colleghi che hanno aderito e, da qualche giorno, stanno partecipando allo sciopero della fame a staffetta proprio per tenere alta l'attenzione sulla situazione in Turchia. Da avvocato, deputato e presidente della Commissione giustizia, non posso che condannare con fermezza ogni tentativo di comprimere o, addirittura, sopprimere quel diritto alla difesa che la nostra Costituzione definisce inviolabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Masi. Ne ha facoltà.

ANGELA MASI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, quanto sta emergendo in queste ore su vicende accadute nella mia città, Altamura, è decisamente grave, perché rischia di mettere in discussione l'onore delle istituzioni. Dal documento della direzione distrettuale antimafia emerge che, a seguito della chiusura delle indagini preliminari, siano coinvolti nell'inchiesta tre carabinieri che prestavano servizio ad Altamura all'epoca dei fatti oggetto di indagine, pochi anni addietro. Pare che i tre carabinieri ricevevano dalla criminalità organizzata locale varie utilità, dal denaro, ai regali, a cene offerte, a fritture di pesce, al fine di omettere controlli o di rendere note alla criminalità stessa notizie che dovevano essere riservate, agevolando così l'attività dell'associazione per delinquere di tipo mafioso-camorristico.

Quanto scritto dalla procura antimafia, che ringrazio per il lavoro svolto, macchia le istituzioni di un reato veramente molto grave. Ovviamente, non entro nel dettaglio della notizia perché la magistratura farà il suo corso e farà luce su questa vicenda, ma voglio precisare che il lavoro svolto dalle forze dell'ordine è fondamentale per debellare la criminalità organizzata che ancora, purtroppo, è troppo presente nel nostro Paese e che tutti coloro che si sporcano di queste azioni non rappresentano lo Stato e le istituzioni che ne fanno parte. Alle forze dell'ordine che con grande sacrificio e onesto lavoro si confrontano e si scontrano tutti i giorni con i problemi legati al crimine auguro un buon lavoro e un ringraziamento da quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per preannunciare la presentazione di un atto di sindacato ispettivo attraverso il quale chiederò al Governo se intenda destinare un millesimo delle risorse, delle ingenti risorse previste…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputata Siracusano, siccome, comunque, ci sono delle regole che vanno rispettate e, oltretutto, siamo visibili, dovrebbe accomodarsi nella postazione centrale per parlare senza mascherina, oppure deve indossare la mascherina a suo insindacabile giudizio. La ringrazio.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Mi scusi, pensavo che da lì potessimo parlare senza mascherina.

Ribadisco che intervengo per preannunciare il deposito di un atto di sindacato ispettivo con il quale intendo chiedere al Governo se abbia intenzione di destinare un millesimo delle ingenti risorse previste nel Recovery Fund per il risanamento ambientale della città di Messina, quindi 200 milioni, a fronte di 209 miliardi, per risolvere un dramma osceno che riguarda 8 mila italiani che vivono oggi nelle baraccopoli in amianto. E non posso - mi consenta, Presidente - che chiedere scusa ai cittadini messinesi da parte mia, perché aspettano da mesi che venga approvata una legge, la legge speciale per il risanamento della città, che è bloccata in Commissione ambiente. Quindi, nonostante il mio grande impegno, non sono ancora riuscita a portare a termine quest'obiettivo. Chiedo scusa da parte mia e da parte dei colleghi di maggioranza che non ritengono che sia un obiettivo prioritario, che quindi forse sono stati tentati dall'anteporre esigenze di partito, ragioni politiche, a ragioni di sostanza. Chiedo scusa da parte mia e da parte loro ai cittadini messinesi che hanno riposto in noi una grande fiducia, che finora è stata tradita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manfredi Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente, intervengo per esprimere la vicinanza alla popolazione di Rosignano Solvay, nel comune di Rosignano Marittimo, che la sera dello scorso 25 settembre è stata colpita da un evento calamitoso, consistente in una tromba d'aria, che, per la terza volta nell'arco di otto anni, quindi un evento ciclico a quanto pare, ha completamente disastrato un quartiere di questa cittadina del comune di Rosignano. Ci sono stati dei feriti, anche gravi, per il crollo di una struttura sportiva, ci sono circa ottanta appartamenti inagibili. Credo sia opportuno riservare attenzione a questo episodio, sostenere la richiesta dello stato di emergenza che è stata sollevata, e soprattutto una riflessione, anche in vista della prossima destinazione di molte risorse che dovranno arrivare attraverso il Recovery Fund, anche in tema di vulnerabilità per quelle aree che hanno un elevato rischio di calamità naturali. Ebbene, mi sento di esprimere tutta la solidarietà alla popolazione del mio comune, nel quale sono cresciuto e dove vivo, quindi faccio un appello alle istituzioni affinché per questo caso possa essere posta la massima attenzione per cittadini che hanno dovuto pagare già due volte il ripristino a proprie spese delle abitazioni, dei tetti distrutti, di tutti i beni di cui appunto avevano, prima di questo brutto episodio, disponibilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. In data odierna sono stati recapitati due proiettili al magistrato di sorveglianza di Torino Elena Bonu. Tanto si è detto sui magistrati, anche in questa seduta, ma ritengo che sia assolutamente doveroso che al magistrato Bonu vada la solidarietà, non soltanto mia personale e del mio gruppo Fratelli d'Italia, ma di tutto il Parlamento. Una solidarietà dovuta e necessaria, tanto più se si conosce il magistrato Bonu: un magistrato che non fa sconti a nessuno, un magistrato di cui si conosce l'estremo rigore e l'estrema serietà, un magistrato che non fa differenze a seconda dell'appartenenza politica del detenuto che ha di fronte a sé. Per questo, il fatto che i due proiettili recapitati al magistrato Bonu siano legati, secondo l'ipotesi più ricorrente dagli inquirenti, stanti le prime notizie di questa giornata, a facinorosi legati a estremisti no-TAV fa ancora più male. Vero è che il movimento no-TAV, tramite Facebook, ha preso finalmente le distanze da chi ha compiuto quest'atto, e vero è che non tutto il movimento no-TAV può essere paragonato a chi oggi ha fatto questo atto, veramente vile. Anzi, ritengo che, nella dialettica democratica di questa nazione, chi parteggia o no per la TAV, soprattutto in Val Susa, debba riportare ad un clima sereno il nostro territorio, per far sì che il dibattito, giusto e auspicabile, ancora su questa contesa opera possa andare avanti nel rispetto reciproco, nel rispetto delle appartenenze politiche e nel rispetto delle istituzioni.

Credo, per questo, ancora di più che sia necessario ribadire in quest'Aula come l'atto vile subìto dal magistrato Bonu, così come quei tentativi di attacco alle Forze dell'ordine e agli operai dei cantieri debbano avere delle prese di distanze unanimi e senza alcun tentennamento. Credo peraltro, ancora, che in questa meravigliosa Italia che abbiamo l'onore di rappresentare non ci possa essere spazio per chi cerca di utilizzare anche un'opera come la TAV per arrivare ad uno scontro sociale, che non è auspicabile né in Val Susa, né in nessun'altra parte della nostra penisola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di interventi. Io darei la precedenza all'onorevole Sgarbi e poi al deputato Borghi: Sgarbi chiede di poter fare una precisazione, quindi spero che possa essere utile ai fini anche del clima dell'Aula. Prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Gentile Presidente, è esattamente quello che lei ha detto, stupito della reazione, giustificata, rispetto a una aggressione alla magistratura, che è lontanissima dal mio pensiero. Io ho spesso citato Pannella e Cossiga, mi pare evidente che il dottor Palamara, per esempio, è incriminato, e molti magistrati sono incriminati, e molti magistrati hanno fatto azioni criminose, sono stati arrestati. Quindi, mi riferivo a quelli che hanno arrestato arbitrariamente un deputato che è risultato oggi assolto, che è il collega Cosentino, ma come mi riferisco a quelli che io ho attaccato, che hanno arrestato, il collega Penati, mio grande amico, presidente della provincia di Milano e legato al PD, come l'onorevole Correnti e tanti colleghi del PD, come ho sempre difeso quelli che sono stati arrestati o incriminati e poi risultano innocenti. Tant'è vero che qui dico: Nicola Cosentino, cui va riconosciuto, contro una magistratura arbitraria, il riconoscimento di un arresto ingiustificato. A lui, a lui, a lui e basta, per cui non capisco la polemica. Se poi non posso più parlare, non parlerò più, ma non capisco perché non possa riferire un crimine: il magistrato, come un politico, può essere incriminato, il caso Palamara lo dimostra. L'altra volta dissi la stessa cosa, mi hanno cacciato fuori dall'Aula. Mi dispiace per Fiano, ma io volevo dire esattamente quello che lei ha interpretato in modo molto corretto, e la ringrazio. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, con molta calma, noi abbiamo chiesto che lei trasmetta i sensi del nostro rilievo al Presidente, quindi aspetteremo questo, però, visto che il collega Sgarbi è reintervenuto e mi ha citato, con molta calma, qui è stato espresso un ragionamento, sia dal deputato Sgarbi, che ora l'ha ripetuto, sia da lei, nell'interpretazione dell'accezione che lei dava avendo ritenuto di aver sentito un certo modo di esprimersi; vorrei significare la mia opinione, nel caso dell'onorevole Sgarbi, è evidente che ci sono dei casi in cui la magistratura sbaglia, non credo che sia una scoperta di stasera, ma vorrei sapere, a fronte di questo ragionamento se l'equazione che l'onorevole Sgarbi propone è quindi che ogni qualvolta ci sia un processo che si conclude con una sentenza di assoluzione, signor Presidente, noi siamo di fronte a dei magistrati criminali perché hanno sostenuto un processo contro una persona che la pubblica accusa riteneva colpevole e che, invece, lo svolgersi del dibattimento, la contrapposizione tra difesa e accusa, le prove portate ha dimostrato essere innocente. Secondo il ragionamento che fa l'onorevole Sgarbi, questa è l'equazione: siccome l'onorevole Cosentino - sono ben contento, perché sono sempre contento quando si trovano degli innocenti - è risultato innocente, non una certa magistratura, onorevole Presidente, ma una magistratura è criminale.

Io ritengo - e glielo confermo - perché anche la sua interpretazione che certa magistratura che non sono le parole che ha pronunciato l'onorevole Sgarbi, perché l'onorevole Sgarbi ha detto una magistratura, anche la sua interpretazione che certa magistratura sia criminale, secondo me, esula dal consenso morale che ci siamo dati in quest'Aula da molti decenni prima di noi, che certe espressioni di giudizio verso altri poteri dello Stato non si possono utilizzare. C'è la magistratura che si sbaglia, ma l'idea che sia un crimine che un processo si concluda con una assoluzione, secondo me, ed è quello che ovviamente lei sottoporrà al giudizio del Presidente della Camera, non va bene. Che invece l'onorevole Sgarbi si inalberi lo capisco bene; che una persona sia sottoposta, lui ha citato non Pionati, ma il presidente della provincia di Milano, Penati, che è stato sottoposto a un processo e tanti altri colleghi o personaggi della politica che noi conosciamo che, a fronte di procedimenti durati per anni, alla fine sono risultati innocenti…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

EMANUELE FIANO (PD). Ho finito, Presidente, ma questo è un ragionamento. Dire, invece, una magistratura criminale è un attacco ad un corpo dello Stato che gode nella nostra Costituzione di un valore di indipendenza e, al pari nostro, rappresenta uno dei tre poteri fondamentali dello Stato. Ripeterò ovviamente, se me lo chiederà, queste cose al Presidente della Camera.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). L'articolo 68 tutela le mie parole (Commenti del deputato Fiano)!

PRESIDENTE. Ringrazio per questo confronto civile nel quale comunque non vorrei essere, diciamo così, coinvolto, nel senso che le affermazioni che abbiamo ascoltato in Aula sono state fatte da un collega deputato e non possono essere attribuite, come mi è parso in alcuni tratti di questo commento, al sottoscritto. Io non lo avrei fatto probabilmente, ma comunque ritengo che la precisazione che ci sia una differenza tra “una magistratura” e “la magistratura” e, siccome una magistratura nel libero ragionamento, legittimo ragionamento non condiviso da taluni (non è importante quello che ritengo io e quale sia il mio giudizio, non è importante), ma è legittimo il ragionamento fatto dal collega Sgarbi che comunque precisa e circoscrive: questo io intendevo dire. Se quell'accusa, che io comunque avrei utilizzato magari termini diversi, quell'accusa fosse stata riversata sulla categoria e, quindi, su un ordine dello Stato avrebbe avuto un altro trattamento anche dal sottoscritto, un richiamo, una censura e, se il collega Sgarbi o chiunque altro al posto suo avesse insistito, anche un'espulsione dall'aula. Ma ritengo che giudizi possano e debbano essere espressi - questa è la mia natura, la mia sensibilità, ognuno interpreta il ruolo quando sta qui come ritiene - nel rispetto del Regolamento che comunque ha dei margini di interpretazione. Quindi, io non sono particolarmente idoneo e avvezzo alle censure e penso che, se si vuole esprimere un giudizio critico o addirittura negativo nei confronti di chicchessia, ci sia in questo luogo e ci debba essere la libertà per poterlo fare, certo nei limiti del Regolamento, della buona creanza e, se possibile, anche dell'educazione ma l'educazione non è prescritta dal nostro Regolamento. Quindi, abbiamo ascoltato - lei, collega Fiano, è comunque, diciamo così, abbastanza esperto al riguardo - in questa e in altre legislature delle parole molto più sconvenienti o comunque altrettanto sconvenienti rispetto a quelle che abbiamo ascoltato oggi. Quindi, io la chiuderei qui. Voi avete fatto anche un richiamo al Regolamento che vi è stato spiegato essere persino improprio; tuttavia, penso che il chiarimento che Sgarbi ha provato a mettere in piedi in parte possa, diciamo così, andare nella direzione almeno dell'esclusione della categoria della magistratura dall'epiteto che ha voluto utilizzare. Detto questo, io vi ringrazio comunque per lo sforzo messo in campo per comporre una sintesi e passerei alla lettura dell'ordine del giorno della seduta di mercoledì 30.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 30 settembre 2020 - Ore 10:

(ore 10 e ore 16)

1. Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2527 .

2. Seguito della discussione dei progetti di legge:

S. 1139 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka sulla cooperazione nei campi della cultura, dell'istruzione, della scienza e della tecnologia, fatto a Roma il 16 aprile 2007 (Approvato dal Senato). (C. 2123)

Relatrice: EHM.

S. 1137 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che istituisce la Fondazione internazionale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, ed i Paesi dell'America latina e dei Caraibi, dall'altra, fatto a Santo Domingo il 25 ottobre 2016 (Approvato dal Senato). (C. 2122)

Relatrice: LA MARCA.

S. 1136 - Ratifica ed esecuzione dell'accordo quadro tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Australia, dall'altra, fatto a Manila il 7 agosto 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2121)

Relatore: OLGIATI.

S. 1111 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato sulle relazioni e la cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Nuova Zelanda, dall'altra, fatto a Bruxelles il 5 ottobre 2016 (Approvato dal Senato). (C. 2119)

Relatore: OLGIATI.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione dell'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra, per tener conto dell'adesione dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Bruxelles l'11 novembre 2016. (C. 2091)

Relatrice: EHM.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013. (C. 1124-A)

e dell'abbinata proposta di legge: SCHULLIAN ed altri. (C. 35)

Relatrici: GIULIANO, per la II Commissione; EHM, per la III Commissione.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 12 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 i deputati Trizzino e Morgoni hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Meloni e a. 1-00376 445 440 5 221 199 241 77 Resp.
2 Nominale Ddl 2229 - articolo 1 445 445 0 223 445 0 77 Appr.
3 Nominale articolo 2 437 437 0 219 437 0 77 Appr.
4 Nominale articolo 3 426 426 0 214 426 0 77 Appr.
5 Nominale articolo 4 439 439 0 220 439 0 77 Appr.
6 Nominale articolo 5 426 426 0 214 425 1 77 Appr.
7 Nominale Ddl 2229 - voto finale 456 456 0 229 456 0 76 Appr.
8 Nominale Ddl 1677 - articolo 1 454 454 0 228 453 1 76 Appr.
9 Nominale articolo 2 434 434 0 218 434 0 76 Appr.
10 Nominale articolo 3 427 427 0 214 427 0 76 Appr.
11 Nominale articolo 4 453 453 0 227 453 0 76 Appr.
12 Nominale Ddl 1677 - voto finale 450 450 0 226 450 0 75 Appr.
13 Nominale Ddl 1676-A - articolo 1 460 458 2 230 458 0 75 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 2 448 446 2 224 446 0 75 Appr.
15 Nominale articolo 3 437 435 2 218 435 0 75 Appr.
16 Nominale articolo 4 448 446 2 224 446 0 75 Appr.
17 Nominale articolo 5 457 455 2 228 455 0 75 Appr.
18 Nominale Ddl 1676-A - voto finale 439 438 1 220 438 0 75 Appr.
19 Nominale Ddl 2523 - articolo 1 433 433 0 217 433 0 75 Appr.
20 Nominale articolo 2 415 415 0 208 415 0 75 Appr.
21 Nominale articolo 3 432 432 0 217 432 0 74 Appr.
22 Nominale articolo 4 437 437 0 219 437 0 74 Appr.
23 Nominale articolo 5 442 442 0 222 442 0 74 Appr.
24 Nominale Ddl 2523 - voto finale 431 431 0 216 431 0 74 Appr.
25 Nominale Ddl 2521 - articolo 1 430 430 0 216 430 0 74 Appr.
26 Nominale articolo 2 429 429 0 215 429 0 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 3 429 429 0 215 429 0 74 Appr.
28 Nominale articolo 4 417 417 0 209 417 0 74 Appr.
29 Nominale articolo 5 430 430 0 216 430 0 74 Appr.
30 Nominale Ddl 2521 - voto finale 440 440 0 221 440 0 74 Appr.
31 Nominale Ddl 2373 - articolo 1 436 436 0 219 436 0 74 Appr.
32 Nominale articolo 2 435 435 0 218 435 0 74 Appr.
33 Nominale articolo 3 434 434 0 218 434 0 74 Appr.
34 Nominale articolo 4 440 440 0 221 440 0 74 Appr.
35 Nominale articolo 5 426 426 0 214 426 0 74 Appr.
36 Nominale Ddl 2373 - voto finale 420 420 0 211 420 0 74 Appr.
37 Nominale Ddl 2359 - articolo 1 421 421 0 211 421 0 74 Appr.
38 Nominale articolo 2 409 409 0 205 408 1 74 Appr.
39 Nominale articolo 3 401 401 0 201 401 0 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 4 405 405 0 203 405 0 74 Appr.
41 Nominale Ddl 2359 - voto finale 418 418 0 210 418 0 74 Appr.
42 Nominale Ddl 2333 - articolo 1 415 415 0 208 415 0 74 Appr.
43 Nominale articolo 2 402 401 1 201 401 0 74 Appr.
44 Nominale articolo 3 407 407 0 204 407 0 74 Appr.
45 Nominale Ddl 2333 - voto finale 427 426 1 214 426 0 74 Appr.
46 Nominale Ddl 2322-A - articolo 1 424 421 3 211 421 0 74 Appr.
47 Nominale articolo 2 404 400 4 201 400 0 73 Appr.
48 Nominale articolo 3 414 411 3 206 411 0 73 Appr.
49 Nominale articolo 4 417 414 3 208 414 0 73 Appr.
50 Nominale articolo 5 418 415 3 208 415 0 73 Appr.
51 Nominale Ddl 2322-A - voto finale 421 419 2 210 418 1 73 Appr.
52 Nominale Ddl 2314-A - articolo 1 423 421 2 211 421 0 73 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 61)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 2 400 398 2 200 398 0 73 Appr.
54 Nominale articolo 3 421 419 2 210 419 0 73 Appr.
55 Nominale articolo 4 417 414 3 208 414 0 73 Appr.
56 Nominale Ddl 2314-A - voto finale 411 409 2 205 409 0 73 Appr.
57 Nominale Ddl 2230 - articolo 1 412 410 2 206 410 0 73 Appr.
58 Nominale articolo 2 402 400 2 201 400 0 73 Appr.
59 Nominale articolo 3 402 400 2 201 400 0 73 Appr.
60 Nominale articolo 4 406 404 2 203 404 0 73 Appr.
61 Nominale Ddl 2230 - voto finale 398 396 2 199 396 0 73 Appr.