Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 390 di martedì 1° settembre 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Daga, De Menech, Delrio, Luigi Di Maio, Gregorio Fontana, Gebhard, Iovino, L'Abbate, Lorefice, Lupi, Morassut, Nardi, Schullian, Spadoni, Tasso e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Centemero, prego.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Rubo pochi secondi perché vorrei ricordare la figura di Ebru Timtik, che è un'ulteriore vittima purtroppo di qualcosa che io chiamo inciviltà. L'avvocatessa turca era stata arrestata, insieme ad altri diciotto colleghi, per il suo impegno nella difesa dei diritti civili in Turchia (Applausi). Protestava per chiedere un processo equo, ha resistito in carcere per 238 giorni senza toccare cibo e il suo cuore non ha retto e si è fermato pochi giorni fa. È stata una protesta silenziosa, portata avanti con dignità e coraggio, una giovane donna, armata solo di umanità e giustizia, si è scontrata contro il muro della violenza e della prevaricazione. Io vorrei ricordare questa figura perché tante volte diamo per scontato, da questa parte del mondo, dei principi fondamentali della società di diritto, tra i quali il diritto alla difesa e il diritto a un processo equo e ci dimentichiamo che, a pochi chilometri da noi, spesso avvengono cose di questo genere. Credo che non dobbiamo rimanere indifferenti, che dobbiamo parlarne e che dobbiamo dare una mano anche agli altri Paesi e ai cittadini di quei Paesi che sono vittime spesso di questi soprusi verso un processo democratico e verso i diritti che a tutti spettano. Grazie, signor Presidente (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Centemero, per aver ricordato la figura dell'avvocatessa turca. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020 (A.C. 2617-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2617-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020.

Ricordo che nella seduta del 31 agosto si è conclusa la discussione generale e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2617-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2617-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2617, Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020, nel testo approvato dalla Commissione (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si scandisce: dittatura, dittatura!).

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone! Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Per problemi tutti interni alla maggioranza, questo Governo, di fronte a quaranta emendamenti, prende a sberle il Parlamento, questo è quello che succede in questo momento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! I difensori del Parlamento, ecco il vostro comportamento! Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, Presidente! Se non ci fosse da piangere! Cominciamo bene la stagione, Ministro D'Incà! Adesso andate in TV a dire che voi difendete la democrazia e la rappresentanza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Dovreste vergognarvi! Questa è l'unica verità! Pasticcioni, ecco che cosa siete! Avete passato anni a criticare i Governi che mettevano la fiducia, e lo state facendo voi stessi! Questo è l'inizio della stagione, ed è l'inizio della fine. Vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, per l'ennesima volta vi è una richiesta di voto di fiducia, e avviene non per l'ostruzionismo o per un atteggiamento non positivo da parte dell'opposizione, ma esclusivamente perché vi è un emendamento, l'1.121, che, solleticando il tema dei servizi segreti, a firma del più grosso partito che sostiene questo Governo, è un emendamento che va contro questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

È semplicemente vergognoso, Ministro D'Incà, che si venga a prendere in giro la gente! E vogliamo sapere di più, signora Presidente, il Ministro ha detto testualmente che è stato autorizzato dal Consiglio dei ministri: noi vogliamo sapere con quale delibera il Consiglio dei ministri l'ha autorizzato, visto che, a termini dell'articolo 2, comma 2, della legge n. 400 del 1988, deve essere deliberato dal Consiglio dei ministri, non basta dirlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Doveva citare il giorno, signor Ministro, perché o lei ha delle doti divinatorie o lei è bugiardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si scandisce: vergogna, vergogna!)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro D'Incà. Ne ha facoltà. Colleghi, l'onorevole Foti ha sollecitato un intervento del Governo, che peraltro c'è, quindi, se avete la pazienza di ascoltare…

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Solo per chiarezza, nel rispondere al collega Foti: il Consiglio dei ministri ha deciso nella riunione del Consiglio dei ministri del 7 agosto 2020 di deliberare il proprio assenso a porre la questione di fiducia, qualora risulti necessario, sul disegno di legge per la conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione dell'emergenza epidemiologica. Se vuole, c'è la copia (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI (M5S). Presidente, allora, io sono la firmataria di un emendamento di maggioranza, con cinquanta firme, che intende sopprimere il comma sesto. Non è un emendamento che andava contro il Governo, non è un emendamento che va contro il Presidente Conte, cui va la mia fiducia personale e, credo, anche dell'intero gruppo. Non è questo l'intento. L'intento era semplicemente quello di modificare una normativa che deve essere, a mio avviso, ad avviso ovviamente dei sottoscrittori, affrontato in sede parlamentare, questa è la motivazione che mi ha indotto a farlo. Però, devo dire che non sono contenta della fiducia, perché non si risolvono le cose così, mi dispiace (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia); le cose si risolvono in Parlamento. L'approccio più utile sarebbe stato quello di rimettersi all'Aula, poiché è una normativa, quella sui servizi, che riguarda l'interesse nazionale. Non riguarda pochi, non riguarda alcuni, riguarda tutti. Quindi, sono profondamente contrariata di questa posizione della fiducia, e ci tengo che questo rimanga agli atti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, noi abbiamo vissuto mesi difficili dal punto di vista dell'emergenza sanitaria e mesi difficili dal punto di vista dell'emergenza economica. Lo abbiamo fatto con la narrazione continua, mediatica di un Presidente del Consiglio che andava in televisione tutti i giorni e tutte le sere a chiedere collaborazione da parte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oggi il Ministro D'Incà determina che tipo di interpretazione possiamo dare a quelle parole ripetute continuamente dal Presidente del Consiglio: lo fa mettendo la fiducia su un provvedimento dove non c'era una diatriba tra maggioranza e opposizione, ma c'è stata solo ed esclusivamente un'indicazione specifica, volontaria, di un'esigenza specifica, volontaria, del Presidente del Consiglio, messa giustamente in discussione dal Parlamento, e anche e soprattutto dai parlamentari di maggioranza; indicazione e norma che non c'entra nulla con il provvedimento di cui dovevamo discutere. Questo è un atteggiamento di cui credo non ci siano precedenti, ma che certifica a tutti gli effetti il senso di invito alla collaborazione di un Presidente del Consiglio che oggi, attraverso il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, prende a schiaffi il Parlamento e prende a schiaffi la democrazia parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Lo dico sommessamente: dà esempio, questa giornata, a tutti noi, a tutti i colleghi, soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché la democrazia diretta non è la democrazia del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, guardi io non voglio essere assolutamente petulante o quantomeno andare a sottolineare quello che già hanno detto i miei colleghi perché, da un punto di vista politico, la gravità è sotto gli occhi di tutti, cioè l'opposizione era completamente all'oscuro di quanto stava per succedere. Tutti noi in un periodo pre-elettorale sui nostri territori abbiamo preso chi il treno, chi l'aereo, chi l'automobile per venire in Parlamento - per cortesia! -, Parlamento che è riuscito ad ottenere la propria centralità non dopo un anno da quando l'Italia è stata fatta, ma dopo decenni di dibattiti tira e molla tra grandi Presidenti del Consiglio del periodo post-risorgimentale o post-bellico. Questo Parlamento è veramente ridotto al nulla più assoluto e allora, siccome noi ci pregiamo di rappresentare anche una parte di classe imprenditoriale, a me piacerebbe fare anche due calcoli dove due più due deve fare quattro. Qui passiamo le giornate a indicare la luna e a parlare del dito e non della luna; parliamo dei privilegi; parliamo di tagliare un milione di euro qua, 100 mila euro di là, 50 mila euro di là. Signor Presidente, ma lei sa quanto costa convocare 630 deputati, farli venire a Roma per poi sentirsi dire che non se ne fa niente? Milioni e milioni di euro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Lega-Salvini Premier). Le Commissioni non sono pronte; posticipiamo i voti di due ore, di tre ore, di un giorno, di due giorni. Mettiamo la fiducia. Dico io va bene, signor Ministro, è legittimo che voi poniate la fiducia, come sarebbe altrettanto legittimo che chi ha firmato l'emendamento di maggioranza non votasse la fiducia, però queste sono scelte vostre, renderete conto ai vostri elettori. Però, signor Ministro, per quanto sia legittimo raccomando al Governo e alla maggioranza un minimo di rispetto non per l'opposizione ma per tutto il Parlamento e quello che il Parlamento rappresenta, cioè il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Dall'Osso, lei aveva chiesto di intervenire ma per prassi interviene in questa fase un deputato per ogni gruppo. Non ho altri iscritti a parlare, pertanto, a seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 16 presso la Sala della Regina al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,30.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 2617-A, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19, deliberata il 31 gennaio 2020, avranno luogo nella seduta di domani, mercoledì 2 settembre, alle ore 14.

L'appello nominale, che si svolgerà con accesso in Aula dei deputati programmato secondo specifiche fasce orarie predisposte in base all'iniziale del cognome, avrà luogo a partire dalle ore 15,30. Al termine, si procederà alle ulteriori fasi di esame del provvedimento, con prosecuzione nelle giornate successive.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 2617-A è fissato alle ore 10 di domani, mercoledì 2 settembre.

Lo svolgimento delle Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020, già previsto nella seduta di mercoledì 2 settembre, alle ore 9,30, avrà luogo giovedì 3 settembre, alle ore 17.

La relativa organizzazione dei tempi sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto alle ore 15 della seduta di domani, non avrà luogo.

La riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per la predisposizione del calendario dei lavori per il mese di settembre, già convocata per la giornata di domani, alle ore 14, è anticipata alle ore 12.

Procediamo, infine, all'estrazione del nominativo dal quale avrà inizio la chiama per l'appello nominale previsto nella seduta di domani. La chiama avrà inizio dalla deputata Emanuela Rossini.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà. È in Aula l'onorevole Furgiuele? Non è in Aula?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Io intervengo per sollecitare una risposta, per il suo tramite, al Ministro De Micheli in merito a un'interrogazione parlamentare che ho presentato il 5 febbraio scorso, un'interrogazione che ha l'obiettivo di fare chiarezza in merito alla reale volontà di questo Governo di poter dare il via a un'opera fondamentale per il mio territorio che è la superstrada Vigevano-Malpensa, un'opera necessaria a livello viabilistico e a livello ambientale, un'opera che, nonostante sia stata finanziata nel 2018 dal CIPE, purtroppo, per tensioni ascrivibili a diversi punti di vista purtroppo presenti nella maggioranza, ancora non è partita.

I cantieri sono ormai al di là da venire, vedendo le tensioni che esistono all'interno della maggioranza su questo argomento, ma il territorio non può aspettare, non può aspettare i comodi del MoVimento 5 Stelle e non può aspettare ulteriori tempi perché l'economia ha bisogno di crescere, l'economia corre, a differenza, evidentemente, di quanto viene visto e considerato da questa maggioranza che è incapace di dare risposte su questo argomento. Quindi, chiedo che venga data una risposta alla mia interrogazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Domenica 23 agosto e sabato 30 agosto, due giorni che i veneti non dimenticheranno facilmente. Un nubifragio, un potente uragano, acqua, grandine e vento di una furia mai vista prima. Alberi sradicati, coltivazioni distrutte ed edifici scoperchiati e perfino abbattuti; abitazioni, uffici e negozi allagati; detriti pericolosamente trasportati dall'uragano a centinaia e centinaia di metri di distanza. Un numero impressionante di alberi caduti sulle strade, andando a bloccare la circolazione; linee elettriche e telefoniche interrotte. Un vero miracolo - e anche l'unica consolazione - se non si conta alcun ferito. Distruzione e devastazione, con famiglie evacuate dalle proprie abitazioni rimaste compromesse. Raccolti - e in particolare l'uva, diffusissima su quel territorio e ormai matura - andati persi. Ma non solo raccolti: interi campi da reimpiantare ex novo.

Insomma, danni di macroscopiche dimensioni, ma i veneti, come al solito, si sono subito rimboccati le maniche e con il pronto intervento delle Forze dell'ordine, in primis dei vigili del fuoco e dei volontari della Protezione civile ma anche di semplice civili che sono accorsi in aiuto dimostrando straordinaria solidarietà, la ricostruzione è già iniziata. Occorre, però, che il Governo, di fronte ad un evento tanto eccezionale quanto devastante, stanzi immediatamente risorse adeguate. Il presidente della regione Veneto Luca Zaia, accorso da subito sui territori duramente colpiti, ha avanzato la richiesta di riconoscimento della calamità naturale. I veneti lasciano allo Stato ogni anno un residuo fiscale di circa 20 miliardi. Il Governo, quindi, dovrebbe semplicemente limitarsi a darci quello che è nostro. In questo momento il popolo Veneto ne ha assolutamente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M5S). Grazie, Presidente. All'inizio è stato Monte Cofano, comune di Custonaci, poi San Vito Lo Capo, la Riserva naturale dello Zingaro, Altofonte, i Nebrodi, il Parco archeologico Himera e tanti altri piccoli e grandi lembi di terra della Sicilia.

La Sicilia brucia in questi giorni - ha bruciato quest'estate - e il cuore di ogni siciliano piange lacrime di rabbia e di dolore per delle tragedie che si potevano e si dovevano evitare, e chi era preposto a farlo purtroppo non è stato in grado di prevenire, pronto a strillare contro Roma quando necessario e assorto in un religioso silenzio in questo momento tragico. Non siamo di fronte a piromani: siamo di fronte a una vera e propria organizzazione criminale che, attraverso inneschi piazzati in modo scientifico, accesi simultaneamente, in modo coordinato o in modo alternato, ha distrutto centinaia e centinaia di ettari di bellezze naturalistiche uniche. Adesso questo non è il momento di puntare il dito ma è il momento della responsabilità, ed è il momento di cercare un'unione politica trasversale per mettere veramente un punto finale a una tragedia a cui ogni anno noi siciliani - e non solo - assistiamo quasi inermi; quindi è il momento di dire basta ai roghi e basta alla distruzione della nostra terra.

Infine, voglio ringraziare tutti i soggetti che si sono adoperati per scongiurare rischi maggiori e per spegnere le fiamme: vigili del fuoco, Protezione civile, servizi antincendio, Aeronautica militare e tanti altri soggetti; a loro va un doveroso ringraziamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, sono senza parole. Rimango esterrefatto dall'assenza di convocazione della Commissione difesa e di un aggiornamento in Aula dei Ministri Guerini e Di Maio alla luce degli avvenimenti internazionali delle ultime settimane: dov'è il Governo del nostro Paese? L'Italia è in silenzio, silente, dormiente: in Libia nell'ospedale di Misurata, nel colpo di Stato in Mali, quando era già stata finanziata la missione dal Parlamento italiano. Qualcuno si preoccupa e si cura delle nostre donne e uomini in divisa in giro per il mondo, impegnati a difendere la nostra libertà? Questo silenzio mi e ci angoscia: è disinteresse e perdita del ruolo nello scacchiere internazionale. Almeno, per rispetto verso coloro i quali hanno reso grande questo Paese, i Ministri vengano in Aula subito: “su-bi-to”!

In più, Presidente, vorrei comunicarle anche un'altra cosa. Io mi sono stancato che qui facciamo tante interrogazioni e interpellanze ma il Governo non risponde mai. Oggi vorrei darle la prima di queste mie interpellanze e interrogazioni, e le citerò il numero: la n. 000… insomma, da oggi incomincerò a riferirle tutte le interrogazioni e interpellanze a cui non viene risposto, perché è inammissibile che il Governo possa anche commettere un reato e omissioni d'atti d'ufficio. È incredibile! Non si può e i Ministeri vengano in Aula a riferire, perché la Commissione difesa deve essere convocata “su-bi-to”!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Io voglio ricordare in quest'Aula due bambine, due sorelle, Malak e Jannat Lassiri, di 14 e 3 anni. Sono morte in una nottata di maltempo: una tragedia. Dentro una tenda dormivano; un pioppo è caduto a causa del maltempo e di queste perturbazioni violente e due bambine, che dormivano lì, due angeli, se ne sono andate. Quindi, voglio da questa Aula, dal Parlamento, ricordarle e unirmi al dolore della famiglia di questa tragedia, un dolore che potete immaginare: perdere due bimbe così innocenti, così piccole.

Questo ci deve far riflettere, nell'esprimere e nell'unirci a questo dolore, nell'esprimere il nostro affetto a questa famiglia. Dobbiamo riflettere su cosa si può fare per i cambiamenti climatici sull'ambiente, sulla difesa del suolo, sulla sicurezza; dobbiamo preoccuparci di questi fenomeni. Dagli accordi di Parigi si deve fare ancora molto, anche per attuare una programmazione seria; quindi, anche tutte le risorse che arriveranno dall'Europa sul Recovery Fund dovremo dedicarle, secondo me, a tutto ciò che riguarda l'ambiente, il clima e il cambiamento del clima; cosa ciò possa comportare e come possa essere determinante anche per queste tragedie. Su questi punti, dobbiamo dare una risposta come politica, in modo forte e determinato, perché non si può più scherzare e questi episodi ce lo insegnano. L'unico modo per rendere giustizia e per ricordare queste due bimbe che ci hanno lasciato è quello di evitare che ciò possa risuccedere, quindi lavorando su questi temi in maniera forte e determinata (Applausi).

PRESIDENTE. L'onorevole Furgiuele è ritornato in Aula: quindi, le concedo la parola per l'intervento di fine seduta. Prego.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo mio intervento segue un'interrogazione parlamentare, presentata al Ministro Speranza. È un intervento che vuole ancora una volta ribadire come non ci si possa più dividere sulla necessità di ripristinare la politica in capo alla materia della sanità, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, soprattutto in Calabria. È un periodo troppo delicato per delegare la scelta sui reparti, sugli ospedali e sugli altri servizi a commissari che, nella gran parte dei casi, non hanno alcuna competenza di carattere sanitario. In Calabria il commissariamento alla sanità è fallito totalmente. In Calabria praticamente i cittadini non possono più accedere al diritto alla salute: calcoli contabilistici, fantomatiche razionalizzazioni, amputazioni di reparti e di professionalità sono all'ordine del giorno dell'agenda scriteriata di terne commissariali e di commissari regionali.

Il Governo deve intervenire immediatamente e deve ripristinare in capo alle regioni la guida delle strutture sanitarie, prima che sia troppo tardi, prima che una certa burocrazia contabilistica finisca, con il suo agire, per creare problemi e pericoli di ordine pubblico. Bisogna intervenire immediatamente perché in realtà importanti come Lamezia Terme per il Mezzogiorno d'Italia, che nell'ultima settimana è stata ulteriormente umiliata dal governo di questo commissario regionale, non ci sono più alternative. La gente è disperata e l'unica alternativa che rimane alla politica territoriale sarà solo quella di scendere in piazza con i cittadini, al fianco dei cittadini, per iniziative anche di carattere eclatante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Sì, la ringrazio, Presidente. In realtà avrei voluto fare un intervento sull'ordine dei lavori, ma va bene anche così. Il fatto che mi stimola a prendere la parola riguarda il naufragio che vi è stato il 30 agosto al largo delle coste calabresi, l'ennesimo, che ha visto coinvolte 23 persone. Ci sono stati, come sapete, quattro morti e tra questi quattro deceduti, di cui una donna. Ci sono due dispersi che probabilmente saranno da aggiungersi alla lista dei deceduti; ci sono cinque feriti e ci sono anche due finanzieri, a cui va tutta la nostra solidarietà, esattamente come il nostro cordoglio è indirizzato alle vittime e ai parenti delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questa è la parte, per così dire, neutra del mio brevissimo intervento, perché poi c'è la parte che in realtà non può che essere una parte di indignazione e di denuncia nella misura in cui assistiamo, ormai quasi inermi, a uno spettacolo di deresponsabilizzazione da parte del Governo, che io penso sia inqualificabile, anche perché comunque produce le morti avvenute negli ultimi anni, con decine di migliaia di persone annegate nel Mar Mediterraneo - la più grande fossa comune della storia contemporanea - nell'inedia di chi invece potrebbe e dovrebbe intervenire, a partire dalla comunità internazionale, certo, ma anche il Governo italiano.

Io penso - e concludo, Presidente - che noi si debba fare qualunque cosa per salvaguardare la vita umana. Questo qualunque cosa, se governa un Governo di centrodestra, può essere il tentativo di bloccare; comunque, se prevale una sensibilità che vede la difesa dei confini come un valore, può essere quello di effettuare un blocco navale, per evitare che le imbarcazioni della disperazione, guidate dai trafficanti di uomini, salpino dalle coste della Libia o del Nordafrica in genere.

Se governa il centrosinistra, che ritiene nell'epoca dei fricchettoni e dei figli dei fiori che siamo tutti cittadini del mondo e che nessuno debba difendere i propri confini - cosa che si vede solo in Italia, perché negli altri Paesi a guida di centrosinistra questa sorta di spinta demagogica è inesistente, pressoché inesistente, e vale il valore dei confini anche lì - comunque, consequenzialmente, per salvare la vita umana, chi ha per natura e vocazione questa sensibilità, deve prendere i traghetti italiani e deve andare a prelevare gli africani che vogliono recarsi qui a casa nostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Poi, ne risponderanno ovviamente ai cittadini italiani, anche attraverso le campagne elettorali, ma almeno sarebbe un atto di coraggio, di clemenza e di vera solidarietà e non dovremmo assistere, come è accaduto appunto il 30 agosto, a questa carneficina indegna, di cui la sinistra è complice (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 2 settembre 2020 - Ore 14:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020. (C. 2617-A)

Relatore: RIZZO NERVO.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 257-702 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MARCUCCI ed altri; MONTEVECCHI ed altri: Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 2165)

e delle abbinate proposte di legge: ASCANI ed altri; QUARTAPELLE PROCOPIO. (476-1099)

Relatrice: GRANDE.

La seduta termina alle 16,45.