Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 383 di giovedì 30 luglio 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Colucci, Corda, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giorgis, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Rizzo, Rospi, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tasso, Tofalo, Tomasi, Traversi, Vignaroli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

Ricordo che nella seduta del 13 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Gregorio Fontana, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.

(Replica del deputato questore – Doc. VIII, nn. 5 e 6)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato questore, Edmondo Cirielli.

EDMONDO CIRIELLI, Questore. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, nel replicare agli interventi svolti in sede di discussione generale, desidero innanzitutto ringraziare tutti coloro che sono intervenuti per l'attenzione che hanno dedicato ai documenti in esame e per gli apprezzamenti che hanno espresso sulla gestione finanziaria e amministrativa della Camera, che nel Conto consuntivo per il 2019 e nel Progetto di bilancio per il 2020 trova la propria rappresentazione. È per il Collegio dei questori motivo di particolare soddisfazione che questi apprezzamenti siano pervenuti da tutti gli schieramenti politici. I risultati conseguiti in termini di contenimento della spesa e, al tempo stesso, di efficientamento nell'utilizzo delle risorse, in modo da garantire alle istituzioni le condizioni migliori per lo svolgimento delle proprie funzioni, sono il frutto di un impegno condiviso da tutti i gruppi e per tutti questi anni.

In tali risultati pertanto tutti hanno titolo di riconoscersi. Ciò vale in primo luogo per quanto concerne la restituzione allo Stato di 80 milioni di euro iscritta nel progetto di bilancio al nostro esame. Questa decisione attesta, come ha sottolineato il collega Fontana nella sua relazione, la stabilità della situazione finanziaria della Camera e la capacità, consolidata negli anni recenti, di contenere le spese attraverso un'accurata programmazione e un'attenta gestione delle risorse disponibili dal momento che l'ammontare della restituzione deriva dalle economie risultanti nel conto consuntivo per il 2019 e da quelle risalenti agli esercizi degli anni precedenti. Per questo merita di essere evidenziata la condivisione da parte di tutti i gruppi degli ordini del giorno al disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto-legge Rilancio con cui sono state individuate due distinte finalità alle quali destinare la restituzione. Questa impostazione, nuova rispetto agli anni precedenti, ha permesso per un verso, di garantire la prosecuzione del sostegno alle popolazioni dell'Italia colpite dai terremoti del 2016 e del 2017, che la Camera ha portato avanti ininterrottamente dal 2016 e, per l'altro, di finanziarie apposite forme di riconoscimento a favore del personale sanitario che è stato impegnato in prima linea a fronteggiare gli effetti del contagio da COVID-19. L'anno al quale si riferisce il bilancio di previsione è segnato appunto dall'emergenza sanitaria che ha sconvolto la vita del Paese, la sua economia, le attività istituzionali. Proprio in relazione all'assoluta eccezionale gravità della situazione che si è creata sono particolarmente significativi gli attestati con cui, nell'ambito della discussione generale sui documenti in esame, colleghi di diversa provenienza politica hanno dato atto ai componenti degli organi della Camera di aver saputo adottare misure e scelte organizzative idonee a consentire alla Camera stessa di svolgere pienamente e fino in fondo i propri compiti nel più rigoroso rispetto delle disposizioni volte a garantire la sicurezza e prevenire la diffusione del contagio. Questo non solo per la sicurezza dei colleghi ma anche per impedire che la Camera stessa potesse essere fonte di diffusione del contagio. È il caso anzi di evidenziare come le specifiche esigenze imposte dall'emergenza abbiamo stimolato l'attivazione di soluzioni innovative che possono offrire un valido contributo ad una migliore organizzazione dei lavori parlamentari, anche al di là del contesto emergenziale nelle quali sono state introdotte. Questa considerazione si riferisce in primo luogo al potenziamento della infrastruttura e delle dotazioni digitali che deve essere accompagnato da un'adeguata attività di formazione di tutti i soggetti interessati (deputati, dipendenti della Camera, personale dei gruppi) in modo da porli in condizioni di sfruttare nell'esercizio dei propri compiti tutte le potenzialità che questa strumentazione rende disponibili. Lo stesso tipo di considerazione riguarda tuttavia anche altri aspetti: la capacità di una più efficace comunicazione all'esterno dell'attività parlamentare, che le tecnologie informatiche permettono; il potenziamento dei servizi logistici a supporto dell'attività dei deputati; una più funzionale organizzazione delle attività delle strutture amministrative. Possiamo dire che, in un certo modo e per certi aspetti, l'emergenza ci ha permesso di acquisire una più chiara consapevolezza delle sfide che la Camera deve sapere fronteggiare per stare al passo coi tempi. Ed è nella prospettiva di queste sfide che, a mio avviso, devono essere letti i documenti al nostro esame. La stessa solidità finanziaria di bilancio, che in questi documenti è dettagliatamente illustrata, deve essere considerata non soltanto come un traguardo raggiunto ma ancor più come la condizione da cui partire per individuare risposte soddisfacenti alle sfide appunto che, al di là della situazione di emergenza, l'istituzione in futuro troverà di fronte a sé. Questa sfide interessano l'istituzione per molteplici aspetti. In primo luogo i deputati che in ogni caso, quali che siano gli esiti e gli effetti del referendum costituzionale che si terrà a settembre, devono trovarsi nella condizione più appropriata per svolgere bene i propri compiti, con riferimento, oltre che alle dotazioni informatiche e alle competenze per utilizzarle al meglio, anche ai collaboratori, agli spazi di lavoro e ai servizi di supporto. A questo proposito sapete bene tutti che la Camera non riesce in questo momento a dare a ogni deputato uno spazio adeguato e autonomo di lavoro ma ovviamente, al termine del referendum, c'è l'impegno dei Questori e dell'Ufficio di Presidenza ad affrontare in modo deciso questa carenza di spazi.

Allo stesso tempo anche i gruppi parlamentari e i loro dipendenti sono stati chiamati ad adeguare la propria attività ai notevoli avanzamenti della digitalizzazione nell'ambito dei lavori parlamentari. Come è stato indicato nella discussione generale e in alcuni ordini del giorno, ciò richiede, con specifico riferimento al personale dei gruppi, sia una maggiore dotazione tecnologica sia un'apposta attività formativa. Infine non si possono dimenticare i dipendenti delle ditte che, presso la Camera, effettuano i lavori, forniscono beni o prestano servizi. Riguardo ai lavoratori delle imprese appaltatrici, tema sollevato in più occasioni e anche esso oggetto di ordine del giorno, è necessario proseguire nell'impegno della Camera a salvaguardarne gli interessi nei limiti imposti dalla disciplina normativa e dai principi di legalità e dell'interesse pubblico. Mi sono limitato a indicare in modo generico alcune delle questioni più rilevanti. Queste indicazioni sono peraltro sufficienti a far riflettere su come, in prospettiva, le scelte in materia di impiego delle risorse disponibili, a cominciare da quelle finanziarie, dovranno essere orientate in primo luogo ad affrontare le questioni da cui dipende per il futuro l'adeguatezza dell'organizzazione e del funzionamento della Camera rispetto al suo ruolo istituzionale. In questa luce anche la scelta costantemente presa dal 2013 di effettuare restituzioni di bilancio, restituzioni che ricordo negli ultimi anni hanno raggiunto importi particolarmente elevati, dovrà essere valutata in relazione alla compatibilità con l'individuazione di soluzioni appropriate rispetto a quelle che ho indicato come le sfide che la Camera sarà chiamata ad affrontare. Del resto diversi temi, ai quali ho soltanto brevemente accennato, sono sviluppati in ordini del giorno, su cui a breve il Collegio dei Questori esprimerà un proprio parere proponendo riformulazioni, volte ad assicurare il perseguimento delle finalità proposte in coerenza con l'azione complessiva del Collegio e dell'Ufficio di Presidenza, anche di carattere normativo nelle quali essa si esplica. Quindi le riformulazioni sono ovviamente tese semplicemente a creare un quadro coerente di azione alla luce delle funzioni del Collegio, dell'Ufficio di Presidenza ma anche della normativa di riferimento. In conclusione, nel rinnovare il mio ringraziamento ai colleghi che mi hanno dato modo di svolgere queste brevi considerazioni, tengo a ribadire l'impegno del Collegio dei Questori a mantenere con determinazione una linea che, al massimo rigore nell'impiego delle risorse pubbliche destinate alla Camera, coniuga la volontà di assicurare le condizioni necessarie per permettere all'istituzione stessa di svolgere il ruolo ad esso affidato dalla Costituzione nel modo migliore e chiaramente rispondente alle esigenze dei tempi.

(Esame degli ordini del giorno – Doc. VIII, n. 6)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame degli ordini del giorno presentati. Avverto che fuori dalla seduta l'ordine del giorno Capitanio n. 9/Doc. VIII, n. 6/9 è stato ritirato.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al Questore, deputato Francesco D'Uva, di esprimere i pareri.

FRANCESCO D'UVA, Questore. Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno desidero svolgere alcune precisazioni a nome del Collegio dei Questori. Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quale invito rivolto al Collegio dei Questori e all'Ufficio di Presidenza a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. In questo stesso senso sono formulate anche le proposte di modifica che il Collegio si accinge a proporre ai presentatori di alcuni degli strumenti di indirizzo. Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardo esclusivamente alle parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive anche in questo caso, sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle informazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati. Resta inteso che, ove le riformulazioni proposte, non siano accolte dai presentatori, il parere sugli ordini del giorno si intende contrario.

Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/1 Comaroli accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere meccanismi di incremento retributivo in favore del personale esterno addetto alle segreterie dei deputati titolari di incarico istituzionale al fine di valorizzare l'esperienza professionale acquisita”; ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/2 Magi: la riformulazione per questo ordine del giorno è la stessa dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/7 Ungaro accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato “a valutare l'opportunità di potenziare, ove necessario, i servizi a disposizione dei collaboratori dei deputati”; ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Magi accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di pubblicare i dati riassuntivi relativi alla tipologia e al numero dei contratti di lavoro con i collaboratori dei deputati depositati presso la Camera”; ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi - la cui riformulazione è la stessa per gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/8 Rizzetto, n. 9/Doc. VIII, n. 6/ 27 Iovino, n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 6/36 Pastorino, n. 9/Doc. VIII, n. 6/39 Fusacchia e n. 9/Doc. VIII, n. 6/40 Quartapelle - è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di disciplinare il rapporto di lavoro fra deputato e collaboratore sulla base di un assetto normativo che preveda che: a) il rapporto di lavoro intercorra direttamente tra deputato e collaboratore e sia caratterizzato da natura fiduciaria; b) gli oneri per la retribuzione siano assunti a carico del bilancio della Camera, che svolgerebbe anche l'attività di sostituto di imposta; c) siano individuati uno o più schemi contrattuali standard, a tempo pieno o a tempo parziale, sulla cui base definire i rapporti tra le parti”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/5 De Maria è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di integrare le dotazioni tecniche a disposizione dei gruppi parlamentari fornendo ulteriori strumentazioni e servizi informatici, accompagnati da una specifica attività formativa al fine di favorire, a supporto dei gruppi medesimi, una più compiuta digitalizzazione dei processi e delle attività, nonché il lavoro anche da remoto”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/6 De Maria ed altri è accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo l'alinea e la lettera a) nei termini seguenti: “valutare l'opportunità di proseguire nell'indirizzo di contemplare nei capitolati di gara e nei contratti di appalto di servizi ad alta intensità di manodopera tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente che consentono alla Camera dei deputati, in qualità di stazione appaltante, di: a) promuovere la stabilità occupazionale dei lavoratori dipendenti dalle imprese appaltatrici, in particolare attraverso la previsione della cosiddetta clausola sociale”. La restante parte il dispositivo resta invariata.

Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/7 Ungaro: la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/2 Magi. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/8 Rizzetto: stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/9 Capitanio è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/10 Dori ed altri è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/11 Amitrano è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei deputati questori a valutare l'opportunità di prevedere il riutilizzo dello studio televisivo adiacente all'Aula, anche tenendo conto dei profili di compatibilità finanziaria”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/12 Brescia è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di predisporre un piano pluriennale di potenziamento delle infrastrutture tecnologiche necessarie a realizzare lo svolgimento da remoto di eventi, seminari e convegni, che tenga conto delle peculiarità del contesto parlamentare e consenta di integrare efficacemente le piattaforme di videoconferenza con le tecnologie di diffusione degli eventi attraverso lo streaming parlamentare”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/13 Cancelleri è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/14 Cancelleri è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/15 Daga è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di promuovere specifici corsi di formazione per il personale dipendente della Camera e dei gruppi parlamentari e per i collaboratori dei deputati, finalizzati a supportare i processi di trasformazione digitale delle attività connesse all'esercizio del mandato parlamentare, con particolare riferimento alla gestione digitale dei procedimenti legislativi, nonché di proseguire nell'implementazione di servizi informatici, in particolare legati alla presentazione in formato elettronico degli emendamenti, degli ordini del giorno e degli atti di iniziativa, al fine di pervenire alla formazione dei relativi fascicoli elettronici realizzando economie procedurali e di risorse e migliorando la conoscibilità e la completezza delle informazioni, nonché la condivisione dei testi”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Deiana è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'implementazione del servizio di raccolta differenziata negli uffici dei deputati, dei gruppi e del personale della Camera, nonché a promuovere una campagna di sensibilizzazione interna che incentivi le persone a effettuare la raccolta differenziata”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/17 Melicchio è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere che il rimborso delle spese di viaggio dei deputati avvenga coniugando le esigenze di contenimento dei costi con quelle di garanzia della disponibilità di posti nella tratta prescelta”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Spadoni è accolto a condizione il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere in via sperimentale e selettiva nell'ambito dei dossier di documentazione predisposti dal Servizio Studi, sui progetti di legge in esame presso le Commissioni permanenti, la redazione di un paragrafo dedicato all'analisi di impatto di genere”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Spadoni è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di verificare con Poste italiane la possibilità di richiedere i servizi connessi allo svolgimento dell'attività parlamentare attraverso modalità online”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Vignaroli ed altri è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'attuazione del piano, approvato dal Collegio dei questori nella riunione del 28 novembre 2019, volto ad assicurare la diffusione via web TV dei lavori delle Commissioni permanenti e bicamerali, procedendo in tale ambito all'adeguamento delle tecnologie degli strumenti di ripresa e di postproduzione che consentano di incrementare la qualità e la fruibilità delle immagini”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/21 Amitrano è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “invita il Collegio dei deputati questori a valutare l'opportunità di proseguire nell'indirizzo già in via di progressiva attuazione di reperimento di spazi per il parcheggio di biciclette”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Amitrano è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei deputati questori a valutare l'opportunità di avviare una nuova istruttoria volta a individuare soluzioni che permettano la vendita di oggetti caratterizzati dal simbolo della Camera dei deputati e che siano compatibili con tutti i profili giuridici, contabili e fiscali interessati dalla materia”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/23 Businarolo è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di applicare nell'ordinamento interno i principi che ispirano la disciplina di cui alla legge 30 novembre 2017, n. 179, alla luce delle caratteristiche proprie dell'ordinamento della Camera dei deputati e del vigente regime dei controlli”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/24 Cancelleri è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di introdurre i principi di rotazione nell'attribuzione degli incarichi da attuare senza rigidi automatismi, in modo tale da garantire prioritariamente le esigenze di funzionalità dell'amministrazione”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/25 Daga è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/26 Daga è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/27 Iovino ed altri è accolto con la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/28 Spadoni è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di portare sollecitamente a compimento il progetto della pubblicazione integrale sul sito Internet della Camera del patrimonio artistico di cui l'Istituzione dispone, in modo da poter incrementare i contenuti e riarticolare le modalità di fruizione della “visita virtuale” della Camera dei deputati attualmente disponibile sul sito medesimo”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Spadoni è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di promuovere una campagna di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità così come definita dall'Agenda 2030 attraverso il posizionamento di totem o altri strumenti di comunicazione visiva, che rappresentino, anche in forma interattiva, i 17 obiettivi dell'Agenda 2030”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/30 Termini ed altri è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nelle attività volte alla realizzazione di sistemi di sottotitolazione in tempo reale degli interventi svolti in occasione dei lavori parlamentari, con priorità per le sedute dell'Assemblea, tenendo conto dell'esigenza di assicurare, alla luce delle diverse modalità con cui vengono trasmessi i lavori parlamentari, uno standard comune per la trasmissione sia con sistemi di qualità broadcast sia mediante lo streaming web diretto”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/31 Fornaro è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/32 Baldelli è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Ubaldo Pagano è accolto con la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Lacarra è accolto con la riformulazione di cui all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del girono n. 9/Doc. VIII, n. 6/35 Pastorino è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/36 Pastorino e Muroni è accolto con la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/37 Baldelli è accolto a condizione che sia così riformulato: “a valutare l'opportunità, previa verifica di fattibilità tecnica, di rendere noto il voto espresso dai singoli deputati in occasione delle votazioni per appello nominale, evidenziando nel contesto della stessa immagine trasmessa - attraverso il canale satellitare, la web TV e il circuito interno - sia il tabellone recante l'elenco dei deputati sia il tabellone che dà conto del voto espresso da ciascuno di essi”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/38 Annalisa Baroni è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato; “invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei deputati questori a valutare l'opportunità di prevedere specifiche disposizioni volte a far sì che l'abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'Istituzione”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/39 Fusacchia è accolto con la riformulazione di cui all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/40 Quartapelle ed altri è accolto con la riformulazione di cui all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/1 Comaroli è accolto con condizione: viene accettata, perfetto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/2 Magi è accolto con condizione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Magi è accettato. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi è accettato?

Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio, Presidente. Vorrei chiarire una questione: a mio avviso, forse ci può essere un'ulteriore riformulazione di questo ordine del giorno che mi sembra abbastanza centrale in questa discussione anche dal numero di altri ordini del giorno che sono stati depositati da colleghi e ai quali i colleghi questori hanno presentato la stessa riformulazione. Siamo di fronte all'annosa questione dell'inquadramento lavorativo dei collaboratori parlamentari, le persone che più da vicino coadiuvano il nostro lavoro, ed è una questione che da decenni si trascina e rispetto alla quale anche questa Presidenza aveva preso degli impegni espliciti di adozione di una delibera. Ora, se sono chiari quali sono i punti consolidati, quelli che lo stesso questore D'Uva ha definito come profili consolidati e, quindi, il rapporto fiduciario di lavoro e il fatto che la retribuzione debba essere assunta a carico del bilancio della Camera, c'è un punto rispetto al quale, anche nelle interlocuzioni preliminari a questa discussione, mi sembrava che ci fosse una maggiore chiarezza. Deve esserci un riferimento esplicito, che invece nella riformulazione non c'è, che è il seguente: “tenendo conto delle disponibilità di bilancio maturate a seguito dei risparmi conseguiti negli ultimi esercizi e di quelli eventualmente disponibili qualora il referendum popolare confermativo” - la riduzione dei parlamentari - “venga approvato”. Perché dico questo? Perché, invece, nella relazione dei questori sull'attuazione degli ordini del giorno dell'anno scorso si dice che restano da definire le modalità di regolazione degli oneri derivanti dall'attuazione, essendo ancora oggetto di approfondimento se l'istituto debba essere finanziato nei limiti delle risorse attualmente stanziate o se sia necessario stanziarne di ulteriori. No, colleghi! Questo non va approfondito. È chiaro che ne vanno stanziate delle ulteriori, è evidente che ne vanno stanziate delle ulteriori e noi non possiamo accettare che si siano fatti risparmi negli ultimi anni, dal 2013 di 450 milioni di euro e 80 milioni di euro solamente quest'anno, e si stanziano 40 milioni di euro - giusto! È una misura benemerita nei confronti dei medici che affrontano il COVID - 40 milioni di euro nei confronti delle zone sismiche dal bilancio della Camera e ci si chiede ancora se si debbano trovare risorse o no per l'inquadramento dei collaboratori parlamentari.

Concludo. Il rischio che io vedo è quello di essere travolti dalla demagogia anche nella discussione del bilancio della Camera. L'anno scorso ci eravamo detti: non arriveremo l'anno prossimo in discussione del bilancio della Camera ancora con questa questione irrisolta. Siamo qui, purtroppo, colleghi. Quindi, io chiedo di rivedere la riformulazione, inserendo quell'inciso che chiarisce che noi già sappiamo che servono ulteriori risorse e che le risorse già ci sono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA, Questore. Voglio ringraziare il collega Magi perché permette al Collegio dei questori di far presente come la vicenda dei collaboratori parlamentari è evidente che sta a cuore a tutti e lo dimostra l'alto numero di ordini del giorno presentato da tutto l'arco parlamentare, gli impegni presi dalla Presidenza e dalla riformulazione del Collegio dei questori che chiaramente fa capire che non vuole buttare la palla in piccionaia ma vuole affrontare il tema.

A questo punto, io direi di accantonarlo momentaneamente per valutare la possibilità di una riformulazione e di andare avanti con gli altri ordini del giorno, Presidente.

PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi, accantonato. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/5 De Maria, accettato; poi vi è il n. 9/Doc. VIII, n. 6/6 De Maria; n. 9/Doc. VIII, n. 6/7 Ungaro, è accolto; n. 9/Doc. VIII, n. 6/8 Rizzetto, accantonato; ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/9 Capitanio, n. 9/Doc. VIII, n. 6/11 Amitrano, n. 9/Doc. VIII, n. 6/12 Brescia, va bene. Ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/15 Daga, n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Deiana, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/17 Melicchio, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Spadoni, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Spadoni, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Vignaroli, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/21 Amitrano, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Amitrano, n. 9/Doc. VIII, n. 6/23 Businarolo, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/24 Cancelleri, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 6/27 Iovino, n. 9/Doc. VIII, n. 6/28 Spadoni, n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Spadoni, n. 9/Doc. VIII, n. 6/30 Termini, n. 9/Doc. VIII, n. 6/31 Fornaro, accolto; n. 9/Doc. VIII, n. 6/32 Baldelli, accolto; n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Ubaldo Pagano (vedi ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Magi); n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Lacarra, accolto; n. 9/Doc. VIII, n. 6/37 Baldelli; n. 9/Doc. VIII, n. 6/38 Anna Lisa Baroni; qualcuno nel gruppo? Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/38 Anna Lisa Baroni, grazie.

A questo punto, sospendo per cinque minuti la seduta per gli ordini del giorno accantonati. La seduta riprenderà tra cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 10,07, è ripresa alle 10,15.

(Ripresa esame degli ordini del giorno Doc. VIII, n. 6)

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Prego, Questore D'Uva.

FRANCESCO D'UVA, Questore. Presidente, accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di disciplinare il rapporto di lavoro tra deputato e collaboratore, prevedendo risorse aggiuntive rispetto a quelle oggi già stanziate, sulla base di un assetto normativo che preveda che…”; le lettere a), b) e c) restano come prima. Grazie.

PRESIDENTE. La riformulazione viene accettata, deputato Magi? Sì, perfetto.

Anche gli altri presentatori del medesimo ordine del giorno? Perfetto.

È così concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto Doc. VIII, n. 6)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul progetto di bilancio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà... passiamo allora al deputato Colucci. Prego.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore sul conto consuntivo per l'anno 2019 e sul progetto di bilancio per l'anno 2020, e in questa occasione voteremo a favore in modo ancora più convinto rispetto ad altre occasioni perché abbiamo notato una cosa che consideriamo un segnale molto importante per la Camera, ma per tutte le istituzioni: è previsto un risparmio nel progetto di bilancio di 80 milioni, a differenza del risparmio di 100 milioni che era stato previsto nel 2019. Secondo noi questo è un segnale positivo perché vuol dire che non c'è più la rincorsa a tutti i costi al risparmio. Crediamo che in questi anni - è stato ricordato in precedenti interventi, dal 2013, un risparmio di 450 milioni sicuramente importante - se si è intervenuto sugli sprechi, crediamo che non possa essere l'unica funzione della Camera dei deputati e del bilancio della Camera dei deputati quella di puntare al risparmio. Io credo che sia molto importante lavorare sugli investimenti. La Camera ha come obiettivo quello di funzionare, non di risparmiare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E allora, tolti gli sprechi, sui quali siamo assolutamente tutti concentrati e sarebbe assurdo se qualcuno in quest'Aula sostenesse il contrario, ma siamo convinti che bisogna lavorare e insistere su alcuni temi importanti; intanto l'informatica e i sistemi elettronici: credo che proprio in occasione del lockdown, di questa fase in cui abbiamo dovuto sospendere il contatto fisico, è emersa con importanza l'eccellenza della Camera da questo punto di vista. Abbiamo lavorato nelle Commissioni, sui decreti, col Governo, nelle audizioni con le parti sociali, e abbiamo avuto la dimostrazione che la Camera ha funzionato molto bene e ci ha consentito di lavorare. Ovviamente, bisogna andare ancora oltre e fare ancora di più. È importante investire sugli spazi: gli spazi per i dipendenti della Camera, ma in particolar modo per i parlamentari. Non possiamo trovarci in stanze dove si affollano quattro o cinque parlamentari uno sopra l'altro (Applausi), al di fuori di standard che ci sono in altri Paesi europei: basta confrontarsi con la Germania, con la Spagna, con l'Inghilterra, con la Francia, dove c'è molta più dignità e possibilità di offrire occasioni di lavoro per i parlamentari. Se i parlamentari fossero dipendenti di un ente pubblico, io sono sicuro che ci sarebbero forze politiche in quest'Aula che si ribellerebbero all'idea di avere un affollamento così importante di lavoratori all'interno degli spazi di lavoro. Dobbiamo lavorare sul decoro dei palazzi della Camera, perché noi abbiamo la fortuna di lavorare all'interno di gioielli straordinari per il nostro Paese ed è giusto che siano curati e accuditi. Se un privato li dovesse gestire, sarebbe imposto dal pubblico l'impegno di garantire una cura straordinaria e comprovata. Io credo che molto si fa alla Camera su questi aspetti, io ringrazio il Collegio dei Questori per il lavoro che svolge e anche per quello che siamo riusciti ad ottenere in questa legislatura sul personale: siamo riusciti a fare i concorsi, a lanciare i concorsi, che era una cosa attesa; io credo che tutti ci siamo resi conto della grande fatica del personale della Camera dei deputati. Mi riferisco - e credo che sia un'occasione per ringraziarli - ai consiglieri, ai documentaristi, ai segretari parlamentari, ai tecnici, anche ai dipendenti dell'autorimessa, perché qua tutti giustamente utilizzano gli strumenti che le istituzioni mettono a disposizione, e agli assistenti parlamentari: va un ringraziamento da parte di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) perché ogni giorno lavorano con serietà, impegno e professionalità, ma io credo che nel lockdown abbiamo avuto ulteriore dimostrazione di questa capacità, di questa dedizione e di questo impegno, compresi i dipendenti delle ditte esterne, che hanno pari dignità dei dipendenti della Camera. Sono convinto che alcune forze politiche abbiano commesso un errore nel passato: quello di svilire le istituzioni per aggiungere delle motivazioni alla necessità di cambiamento. È stato un grave errore e io credo che uno di quei partiti che oggi governa le istituzioni si sia reso conto che quello è stato un gravissimo errore. E oggi, che anche il MoVimento 5 Stelle ha la responsabilità della guida delle istituzioni, credo che si sia reso conto di quanto sia importante rilanciare il ruolo delle amministrazioni pubbliche, in questo caso della Camera dei deputati. Credo, però, che la responsabilità non ce l'abbia solo chi è in maggioranza, ma la responsabilità è certamente di tutti noi. Crediamo che riuscire a far funzionare lo Stato e tutte le sue articolazioni si possa fare dando più forza, più autorevolezza e più credibilità. E la strada per raggiungere questi obiettivi non è quella di spendere meno per poter lanciare un titolo di giornale o fare propaganda con i social, ma è necessario spendere bene le risorse pubbliche, che per noi vuol dire investire ma in certi casi stanziare anche più risorse di quello che è stato nel passato. Abbiamo l'obbligo di far funzionare bene e meglio lo Stato, l'amministrazione pubblica e la Camera dei deputati, perché questo vuol dire garantire più efficienza, meno burocrazia e uno Stato più vicino ai cittadini, che hanno bisogno di avere delle risposte. E se la Camera dei deputati funziona bene e ha gli strumenti necessari, io credo - come ha già dimostrato nel passato - che delle risposte importanti al Paese le possa dare. Quindi concludo, Presidente, con l'auspicio che ci sia sempre più consapevolezza della responsabilità che tutti noi abbiamo e che ci sia il coraggio di fare ciò che serve e di non pensare solo allo slogan del momento, che certe volte forse fa fare qualche articolo di giornale, perché non si vede più neanche questo, ma fare quello che serve realmente al Paese. È per queste ragioni che il nostro voto favorevole è convinto, e continueremo a lavorare e a sostenere il Presidente, il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza perché ci possa essere un lavoro orientato sugli obiettivi che credo debbano essere di tutti e non di una parte, perché qua siamo tutti appartenenti - temporaneamente - a un'istituzione che i cittadini devono vedere come punto di riferimento, che devono apprezzare e apprezzeranno nel momento in cui daremo risposte spendendo bene i soldi ed eliminando gli sprechi. Ma risparmiare non vuol dire eliminare sprechi, certe volte vuol dire non investire e, quindi, non fare adeguatamente il nostro dovere. Quindi, grazie per il lavoro che è stato fatto e riconfermo il nostro voto favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Molto brevemente per confermare quanto già detto in occasione della discussione generale di due settimane fa su questi provvedimenti e quindi il voto favorevole del mio gruppo. Faccio mie alcune parole del collega Colucci, partendo dal fatto e ribadendo il fatto che, nonostante le narrazioni del periodo del lockdown, qui la Camera ha sempre lavorato, ha lavorato come si poteva fare, nelle condizioni migliori possibili e quindi anche da parte mia e da parte nostra va il ringraziamento non soltanto al Collegio dei Questori per l'adozione dei provvedimenti che hanno consentito che tutto comunque si potesse muovere, ma soprattutto ai dipendenti della Camera che hanno consentito a noi tutti, alle Commissioni, di portare avanti comunque il nostro lavoro in un periodo complicato per tutti. Questa fase ha aperto una riflessione doverosa sull'opportunità e sulla possibilità di mantenere percorsi di smart working e, quindi, di definirli all'interno non solo dell'Ufficio di Presidenza, ma anche all'interno della contrattazione svolta dal Comitato per il personale.

Per quanto ci riguarda, noi da sempre abbiamo insistito su alcune cose, che sono sempre quelle, e qui faccio mie le parole che ho sentito prima: ovvero, rivolgere comunque il bilancio e le risorse della Camera affinché venga certificata una qualità della spesa; e per qualità della spesa certificata vuol dire che vada nella direzione di poter mettere tutti nelle condizioni di fare un lavoro buono e, quindi, andare a premiare quella che, secondo noi, è una questione fondamentale, ovvero quella della dignità del lavoro, il lavoro inteso in senso ampio, non solo dei dipendenti, ma anche del personale delle ditte esterne, laddove, come sappiamo tutti, in questi anni abbiamo imparato a conoscere situazioni di lavori frazionati, di dipendenti di ditte esterne costretti a fare poche ore da appalti, magari, pensati in un certo modo ovvero in un modo che mal si concilia con la qualità della vita di una persona e con la dignità del lavoro stesso. Su questo consiglio il Collegio dei Questori, già intervenuto, e sono certo che nella discussione collegiale che abbiamo svolto tutti insieme, maggioranza e minoranza, questo è stato un punto non solo che è già stato affrontato in parte, ma che rimane un punto fondamentale nell'interlocuzione fra noi nel sottolineare l'importanza sia della qualità della spesa che della dignità del lavoro. Mi preme sottolineare - visto che qualcun altro, mentre il collega Colucci parlava, mi ha fatto notare - il problema degli spazi per i deputati. Quindi, anche in questo senso, va affrontato, perché stanze con tre, quattro deputati, al di là della dignità del deputato, portano con sé delle problematiche di altro tipo e, quindi, comunque, questa è una questione che mi piacerebbe potesse essere collegialmente affrontata, come abbiamo affrontato tante altre questioni in questi anni. Ringrazio per avere approvato, ma non avevo dubbi, l'ordine del giorno a mia firma relativo a prevedere il modo di fare prima possibile nella conclusione dei concorsi che son già stati banditi e che, per ovvie ragioni, sono rimasti sospesi. Lo dico anche nell'economia della discussione che stiamo avendo in fase di contrattazione con il personale, in una fase complessa che cerca di creare le condizioni affinché, magari, certe storture del passato possano essere corrette nella soddisfazione dei dipendenti e nella consapevolezza di un ruolo che noi in Ufficio di Presidenza abbiamo, che non è un ruolo di gestione diretta, ma di indirizzo politico-amministrativo, e quello deve rimanere. Ringrazio anche per la formulazione che è stata accettata sull'ordine del giorno sugli assistenti parlamentari, sperando, come si è detto ieri in Ufficio di Presidenza, che, a settembre, possano essere già consultate e approfondite le bozze di cui ha parlato in Ufficio di Presidenza, ieri, il Presidente Fico.

L'ultima osservazione la faccio sull'ordine del giorno Fornaro, perché è un ordine del giorno finalizzato a un riequilibrio o a una diversa configurazione, diciamo così, dei contributi dati ai gruppi. Volevo solo segnalare che un ordine del giorno molto, molto simile era già stato approvato lo scorso anno. La situazione non è cambiata e, quindi, l'auspicio che facciamo e che faccio anche a nome del collega Fornaro è che si possa pensare di trovare una soluzione che vada in linea, appunto, con l'approvazione dell'ordine del giorno. Quindi, io ringrazio ancora tutti per il lavoro e confermo il voto favorevole del gruppo di LEU.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, inizio la mia dichiarazione di voto con il dato certamente più importante: la Camera dei deputati, anche quest'anno, è riuscita nel suo intento, un maggior contenimento della spesa. I complimenti vanno, ovviamente, al nostro Collegio dei questori, che ha dimostrato e attuato una gestione accorta e virtuosa. Abbiamo già detto tante volte - lo ripeto -, saranno più o meno 80 i milioni di euro che saranno restituiti ai cittadini italiani: una parte ai terremotati, nel passato già destinati circa 350 milioni di euro, un'altra parte dovrà andare a premiare i veri protagonisti dei precedenti tre mesi, tutti quelli che hanno lavorato, giorno e notte, per sconfiggere il COVID. All'importanza dei numeri corrisponde la difficoltà e la diversità delle questioni affrontate, questioni molto importanti che riguardano il personale dipendente, le imprese appaltatrici, la manodopera qualificata, le procedure di gara, la stabilità occupazionale del personale, i servizi di ristorazione, i sistemi informatici, i concorsi e la formazione del personale. Come sapete, è stata bandita la plastica e l'impiego della stessa è ormai ridotto a quantitativi veramente esigui. Una considerazione importante va alla razionalizzazione dei flussi dei frequentatori del Palazzo. Un cenno a proposito meritano anche le attività svolte in collaborazione con il Senato. Credo che però, parimenti, oltre ad esprimere apprezzamento per i noti risparmi, bisognerà tenere conto, alla luce della sfida all'emergenza COVID, che bisognerà porre molta attenzione nell'incrementazione degli interventi per potenziare l'amministrazione digitale e per ridisegnare, con profonde innovazioni, i diversi processi. Ci auguriamo vivamente che si possa arrivare al più presto al raggiungimento di una piena digitalizzazione dell'attività parlamentare.

Nell'avviarmi a concludere, non posso che elogiare il lavoro del personale tutto della Camera, senza eccezione alcuna, di questa struttura di eccellenza senza la quale non si sarebbero potuti raggiungere gli obiettivi di riduzione delle spese e di ottimizzazione del funzionamento delle Istituzioni stesse. Si può certamente dire con verità che la nostra Istituzione, della quale siamo orgogliosi di fare parte, si pone come modello anche rispetto alle altre Istituzioni dello Stato. Il gruppo di Italia Viva, pertanto, voterà convintamente a favore del progetto di bilancio della Camera e del Conto consuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Desidero, innanzitutto, ringraziare formalmente l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori per il lavoro svolto e per gli straordinari risultati raggiunti con dedizione e con professionalità. È da qualche anno che anche qui, alla Camera dei deputati, si può riscontrare un'attenzione e una sensibilità importante riguardo a questa tematica. A nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, dunque, colgo l'occasione per fare i complimenti al Collegio dei questori e anche al nostro collega, l'onorevole Cirielli, che è stato fra gli artefici e protagonista di questa gestione parsimoniosa e prudente della risorsa della Camera. Anche quest'anno la Camera ha raggiunto importanti obiettivi di riduzione delle spese e di ottimizzazione del funzionamento dell'Istituzione: 80 milioni di euro di risparmi verranno destinati a due tematiche importanti e significative, come il terremoto e il COVID-19. Nel 2019, la spesa complessiva della Camera, al netto di quanto restituito al bilancio dello Stato, sarà inferiore rispetto all'anno precedente di 1,2 milioni di euro. La spesa della Camera, che, nel 2011 ancora ammontava a 1.108 milioni di euro, nel 2020 sarà pari a 958,3 milioni di euro; una riduzione, quindi, molto, molto importante e significativa. Per quanto riguarda la spesa per i deputati, la proroga fino a tutto il 2022 delle misure di blocco e di riduzione dell'indennità parlamentare e dei principali rimborsi determina ogni anno un minor onere rispetto all'andamento tendenziale della spesa, pari a circa 40 milioni di euro. Sulla spesa previdenziale per il personale in quiescenza, infine, le pensioni erogate si riducono, nel 2020, di circa 20 milioni di euro per effetto del recepimento, da parte dell'Ufficio di Presidenza della Camera, delle disposizioni della legge di bilancio per il 2019. La nostra indicazione di voto sarà, quindi, favorevole, ma questo può e deve essere anche un momento nel quale è necessario fare delle osservazioni al fine di migliorare ancora di più un processo di per sé virtuoso. Abbiamo tagliato il più possibile le spese, talvolta abbiamo agito anche sugli sprechi, talaltra, secondo noi, non siamo stati sufficientemente capaci di salvaguardare, invece, le eccellenze e la qualità del nostro lavoro. Su questo siamo chiamati, Presidente e colleghi, anche in futuro ad essere più puntuali, perché, attraverso questa Camera, passa un lavoro fondamentale di indirizzo anche per il Governo e, quindi, ci dovrebbe essere la massima concentrazione di qualità possibile. Anch'io voglio sottolineare e ripetere che questo è un luogo che, comunque, deve rappresentare un esempio da seguire: la funzionalità della Camera si diffonde e si riverbera, poi, sul lavoro, certamente, anche della società italiana, per l'economia, per il fisco, per la sicurezza, per il lavoro stesso. Quindi, è indispensabile essere presenti a noi stessi in questa sottolineatura. In modo particolare, se qui, cioè alla Camera, accadono cose o disfunzioni generali, queste, ripetiamo, si riverberano sulla società.

C'è una questione che dobbiamo mettere a regime e che, oggi come ieri, purtroppo non funziona in modo ottimale, perché tutti, nessuno escluso, credo, ci siamo adoperati su una visione e su una cultura del risparmio e questa cultura del risparmio ha prodotto dei risultati, ma vogliamo evidenziare che ci sono ancora dei lavoratori che, come gli anni passati, pur lavorando all'interno della Camera, hanno redditi esigui, sono stipendi effettivamente poco compatibili con la vita delle famiglie e su questo noi, secondo me, dobbiamo agire. Oggi, dobbiamo capire che i risparmi dobbiamo continuare a farli, ma che possiamo risanare il bilancio pur non comprimendo la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori; anche le esternalizzazioni vanno, dunque, tenute sotto controllo e, quindi, obiettivamente, i contratti e i capitolati saranno sicuramente ben fatti, però dobbiamo capire qual è la formula attraverso la quale si possa garantire al lavoratore di vedere rispettati completamente i propri diritti.

C'è poi la questione dei collaboratori parlamentari che deve essere risolta. Non è possibile che, nel 2020, in Italia, alla Camera dei deputati, esista un problema atavico che ormai il Parlamento si porta dietro da molti anni, come sempre, come quello dei collaboratori parlamentari; è paradossale che, ancora oggi, in Parlamento non esista alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento; nessuna certezza vi è per questi operatori in tema di titolarità del versamento dei contributi fiscali e previdenziali. Io ricordo bene le sue parole, Presidente, quando, ad inizio legislatura, aveva promesso di risolvere questo annoso problema. Noi di Fratelli d'Italia come al solito abbiamo una sola parola e la rispettiamo e per questo, signor Presidente, abbiamo presentato un ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Rizzetto che aveva come intento quello di risolvere definitivamente questo paradosso tutto italiano, così come ha fatto il Parlamento europeo nel 2005. Confidiamo, quindi, che lei, Presidente, ponga definitivamente rimedio a questa questione, dimostrando il coraggio che ha improntato anche la sua azione riguardante i vitalizi; i 46,2 milioni di euro accantonati e presenti nel bilancio della Camera dimostrano, sì, risparmio, ma questo risparmio si deve poi trasformare in progettualità. Quindi, la Camera e lei, Presidente, si devono dare un coraggio ulteriore anche su questa cifra che dovrebbe essere investita altrove.

Quindi, Fratelli d'Italia esprimerà un voto favorevole a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente a favore di entrambi i provvedimenti che sono in discussione questa mattina. Anch'io voglio ringraziare per il loro lavoro i questori, il Presidente, l'Ufficio di Presidenza; si tratta di un lavoro importante e prezioso sul bilancio della Camera che è stato, prima di tutto, caratterizzato da una grande attenzione alla qualità della spesa, a realizzare risparmi e a evitare sprechi, nell'obiettivo di contribuire anche a un obiettivo più generale di qualità della spesa pubblica nel nostro Paese. Questo ci ha consentito di raggiungere un risultato importante: anche quest'anno destiniamo 80 milioni del nostro avanzo al bilancio dello Stato, restituiamo 80 milioni al bilancio dello Stato e, come è stato anche qui ricordato in occasione della conversione del “DL Rilancio”, abbiamo condiviso col voto unanime dell'Aula l'accordo di tutti i gruppi parlamentari di indicare con due ordini del giorno la destinazione di queste risorse ai terremotati e al personale sanitario impegnato nel contrasto al Coronavirus.

Da questo punto di vista, se parliamo appunto del contrasto all'epidemia, la Camera ha dovuto affrontare un passaggio difficile; abbiamo dovuto creare le condizioni per lavorare in sicurezza e l'abbiamo fatto con un grande impegno del personale della nostra istituzione; penso che abbiamo fatto un lavoro importante, appunto, per mettere in condizione l'istituzione della Camera dei deputati di lavorare anche in fase di pandemia. Da questo punto di vista, voglio dire una cosa che forse può risultare impopolare, ma che credo dovremmo dire un po' di più: le risorse spese con rigore, con serietà, con attenzione e senza sprechi per il funzionamento della democrazia sono risorse spese bene.

Infatti, far funzionare la Camera dei deputati significa far funzionare la nostra democrazia; un Parlamento che funziona, che fa buone leggi, che svolge la sua funzione costituzionale è un patrimonio fondamentale per la comunità nazionale e per la democrazia nel nostro Paese. La nostra istituzione funziona, prima di tutto, perché ci sono uomini e donne che lavorano qui, c'è il personale della Camera che accompagna il lavoro dei deputati, di chi è eletto dal popolo a svolgere la funzione altissima che è rappresentata dall'attività legislativa; tra questo personale - che voglio ringraziare - permettetemi di rivolgere un pensiero particolare al personale dei gruppi che lavora con tanto impegno, con tanta capacità. Infatti, anche questo aspetto della nostra vita parlamentare, cioè l'articolazione in gruppi parlamentari della nostra dialettica democratica, è un punto assolutamente fondamentale della nostra qualità democratica ed è dovuto, appunto, anche ai tanti collaboratori e al personale dei gruppi che ci sostengono nell'attività parlamentare.

Oggi, in modo assolutamente legittimo, un quotidiano riporta i dati sulle spese dei gruppi parlamentari; è giusto farlo, anzi, per me, è sempre importante quando si parla del nostro lavoro. Devo dire che viene prospettato un incremento nelle spese dei gruppi che, in realtà, non c'è, il contributo unico è sempre lo stesso; semplicemente noi parliamo del consuntivo 2019 rispetto al consuntivo 2018 e il consuntivo 2018 non riguarda un'intera annualità, riguarda solo la parte di quell'anno riferita a questa legislatura. Anzi, se parliamo del mio gruppo, il gruppo del Partito Democratico, in realtà con la fuoriuscita dei colleghi che hanno dato vita al gruppo di Italia Viva, noi, com'è naturale - perché il contributo è proporzionale alle dimensioni dei gruppi - abbiamo ricevuto un calo del contributo. Ciò che soprattutto voglio dire è che, se si ragiona dei gruppi parlamentari, la cosa più importante, secondo me, sarebbe valutare come lavoriamo, la nostra attività legislativa, la nostra attività di sindacato ispettivo, la nostra attività sul territorio e di raccordo con le istituzioni del territorio, perché è lì che si svolge la nostra responsabilità e che deve essere prima di tutto misurato, a mio avviso, come questa responsabilità viene messa in campo.

Come gruppo del Partito Democratico, abbiamo presentato ordini del giorno sostanzialmente su tre temi, alcuni a firma mia, alcuni a firma di altri colleghi che sono stati accolti positivamente, con riformulazioni che condivido, dai questori, che poi abbiamo votato ieri in Ufficio di Presidenza e che sono stati ripresi anche dal collega Cirielli nel suo intervento introduttivo. Il primo riguarda l'attenzione al materiale informatico a supporto anche sul piano formativo di una ulteriore digitalizzazione del lavoro dei nostri gruppi, legata anche alla fase che stiamo vivendo. Il secondo è il tema dei collaboratori parlamentari; credo anch'io, l'hanno detto altri colleghi, che occorra dare certezza sulle retribuzioni, sui diritti, sulle modalità contrattuali di questi altri protagonisti della nostra vita parlamentare; è bene che ci sia un'istruttoria attenta dell'Ufficio di Presidenza sia per determinare quale sia l'impegno di spesa necessario da parte della Camera - per esempio, se ragioniamo con riferimento a modelli di altri Paesi: attenti a questo aspetto, c'è un impegno di spesa molto più rilevante di quello che oggi mettiamo in campo noi come Camera dei deputati italiani - sia sul fatto di garantire ovviamente ai deputati la facoltà di avvalersi di un collaboratore o di sostenere diversamente spese a supporto della propria attività, ovviamente sempre rendicontate e previste dalla normativa vigente.

Infine, abbiamo posto il tema di un'attenzione agli appalti in essere con ditte esterne, anche rispetto ad alcune eredità che abbiamo ancora in campo di appalti che non sono più in vigore e delle loro conseguenze. In generale, noi pensiamo che nel Paese vi debba essere una particolare attenzione ai diritti dei lavoratori e alla loro equa retribuzione e, quindi, è bene che ci sia un'istruttoria su questo rispetto alle realtà che lavorano in appalto con noi, proprio in una realtà centrale del nostro assetto istituzionale come la Camera dei deputati.

Infine, non da ultimo, penso anch'io vada affrontato con grande attenzione questo tema degli spazi a disposizione dei deputati per il loro lavoro. È stato ricordato anche qui nella relazione, anche considerando la fase di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Ma, appunto, considero queste delle sottolineature di temi condivisi; c'è, mi pare, davvero, una grande unità di intenti e questo è un punto che ci consente di lavorare davvero molto bene e di utilizzare anche il nostro bilancio e le risorse finanziarie destinate alla Camera per svolgere al meglio la nostra alta funzione istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Fico. Per chi segue da qualche tempo i lavori di quest'Aula pensare che il bilancio della Camera possa essere affrontato in questa maniera, con sobrietà e con tempi del genere rispetto a quello che accadeva dieci o quindici anni fa, è assolutamente impensabile. Ci voleva per un verso la sua Presidenza, Presidente Fico, perché quindici anni fa imperversava l'antipolitica e l'antiparlamentarismo, e in questo Parlamento discutere il bilancio interno significava assistere a una corsa a chi la sparava più grossa contro la casta, contro i parlamentari, contro il personale, contro i privilegi del palazzo. Una specie di dibattito surreale, dove, da un lato, c'era la gara a chi la sparava più grossa e, dall'altro, c'erano quelli che erano chiamati ad amministrarla questa istituzione, a tenere in piedi il sistema, a far andare avanti la vita democratica di questo Paese, con grande responsabilità.

Credo che sia cambiato molto da quindici anni a questa parte. La sua Presidenza, Presidente Fico, ne è un emblema: lei appartiene a una forza politica che forse più di ogni altra in questo periodo, in questi ultimi anni, ha cavalcato l'antipolitica e l'antiparlamentarismo. La sua Presidenza è stata in qualche misura un'assunzione di responsabilità istituzionale di quella forza politica; anche l'ingresso del MoVimento 5 Stelle nel Collegio dei Questori, prima con il Ministro D'Incà e poi con l'onorevole D'Uva, è stata assunzione di responsabilità che ancora nella scorsa legislatura non era avvenuta e che ha finalmente posto questo dibattito su un terreno più concreto, più ordinario se si vuole, ma più corretto: quello dell'analisi del funzionamento quotidiano, sistemico dell'istituzione della Camera e dell'analisi non dei rapporti tra politica e antipolitica, ma del suo bilancio e delle prospettive del suo bilancio.

Per contro, drammaticamente, Presidente, il dibattito sull'antipolitica e sull'antiparlamentarismo si è spostato dal livello del bilancio interno a quello delle riforme istituzionali, testimoniato dall'approvazione da parte del Parlamento della riduzione del numero dei parlamentari che, di qui a meno di due mesi, sarà messa all'attenzione del corpo elettorale per un referendum di natura costituzionale che confermerà o rigetterà questa proposta di riforma costituzionale, al netto delle opinioni personali. È noto che io sia fortemente contrario e che consideri quella riforma dannosa e pericolosa: dannosa per il funzionamento dell'istituzione e pericolosa per la nostra democrazia, ma tant'è. Il dibattito sul bilancio della Camera dall'anno scorso, da quando la maggioranza giallo-verde - sembrano passati anni - diede addirittura indicazione ai propri componenti di non presentare ordini del giorno, mise un freno alla corsa a chi la sparava più grossa. Oggi si può ragionevolmente ascoltare da tutte le forze politiche un messaggio costruttivo e responsabile di chi dice “ci teniamo a questa istituzione, facciamo bene a risparmiare”, ma nessuno fa la corsa a chi la spara più grossa, nessuno fa il fenomeno con la funzionalità di questo organo. Mi piace ricordarlo perché almeno noi, come Forza Italia, questa linea del risparmio sobrio, ma della funzionalità di questo organo l'abbiamo sempre voluta portare avanti, e, anche grazie alla continuità nell'Ufficio di Presidenza e nel Collegio dei Questori della presenza del collega Gregorio Fontana come Questore anziano, questo genere di approccio lo abbiamo sempre mantenuto.

Quest'anno la Camera risparmia 80 milioni di euro, metà dei quali, grazie a un ordine del giorno firmato dal collega D'Uva, andranno destinati all'emergenza sanitaria, e l'altra metà dei quali, attraverso un ordine del giorno a mia prima firma, andranno alle popolazioni colpite dal terremoto e si sommeranno a quelli degli anni precedenti, per un totale di 352 milioni di risparmi della Camera che saranno destinati a questa finalità e sui quali c'è stato un ringraziamento ufficiale anche del commissario Legnini, che è stato attento e grato a lei, Presidente Fico, e all'istituzione intera per questa destinazione.

Ma è vero anche altro, è vero che, così come il compito dei parlamentari è quello di scrivere le leggi, di rappresentare il Paese, non di restituire il loro stipendio, così la Camera non ha come sua principale finalità quella della restituzione, ma quella di funzionare. Allora, la funzionalità che si è salvaguardata nell'interno di un contesto di risparmi sobrio, finalmente senza fughe in avanti, senza eccessi, senza sparate, comincia ad essere strutturata. Peccato che probabilmente questo sarà forse uno degli ultimi, se non l'ultimo, bilancio di una Camera nella propria interezza, qualora dovesse sciaguratamente passare questa riforma scriteriata, che tutti i partiti, in questo ramo del Parlamento, hanno votato.

Sono molto contento, Presidente, che una battaglia storica che Forza Italia e io personalmente abbiamo portato avanti sia finalmente diventata realtà grazie all'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, presieduto dalla Presidente Boldrini, e a questo Ufficio di Presidenza, presieduto da lei, Presidente Fico. Finalmente sono partiti i concorsi: i concorsi hanno una doppia valenza, quella, dal punto di vista operativo, di compensare le carenze di organico ormai strutturali che questo ramo del Parlamento, e forse anche l'altro, ma parliamo del nostro, ha manifestato in maniera chiara ed evidente. Peraltro, Presidente, i concorsi danno un segnale importante all'esterno, quello di aprire le porte di questa istituzione a generazioni di ragazzi capaci e meritevoli che fino a ieri, pur studiando, pur diventando bravi attraverso i loro studi, la loro formazione universitaria, la loro ricerca, avrebbero potuto portare la loro professionalità ovunque, ma non qui dentro. Ecco, tutto questo significa aprire le porte della Camera a queste generazioni, a queste professionalità, a queste eccellenze, al pari di come è stato fatto in passato da parte di chi ha permesso a tanti ragazzi di allora di diventare la classe dirigente e amministrativa della Camera di oggi; una classe dirigente e amministrativa che, al livello più alto della nostra Repubblica, ha espresso quella che, secondo me, è l'eccellenza di questo Paese.

E anche l'attenzione che abbiamo dato lo scorso anno, e continueremo a dare nei prossimi anni, agli istituti di ricerca e di diritto parlamentare è certamente un segnale importantissimo. Ora, Presidente, credo che per tutto questo, in una situazione di enorme difficoltà come quella che abbiamo vissuto nei mesi passati, attraverso l'emergenza della pandemia, la difficoltà di adeguare questo meccanismo alle esigenze di sicurezza sanitaria che abbiamo, addirittura la necessità di ricorrere all'utilizzo delle tribune e del Transatlantico, rappresentino manifestamente e plasticamente, Presidente, quanto la duttilità di questa istituzione, anche attraverso la competenza, l'intelligenza, la velocità del proprio personale e l'impegno quotidiano del Collegio dei Questori, dell'Ufficio di Presidenza e della parte, quindi, politica della Presidenza, abbia permesso a questo ramo del Parlamento di continuare la propria attività senza mai sospendere l'attività democratica.

Questa sobrietà nel mantenere accesa la fiamma della democrazia in questa istituzione, seppure con mille difficoltà, con un rapporto con il Governo, con la decretazione d'urgenza, con un numero eccessivo di articoli e di commi di quella che Di Maio chiamerebbe la burocrazia che arriva dal Governo e non dal Parlamento, questo è un problema grosso come una casa, che c'è.

Ma mi permetto, Presidente, nel ringraziare lei e, attraverso di lei, tutto l'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei Questori per il lavoro che ha svolto, e mi permetta in primis al Questore anziano, che è elemento di esperienza e continuità in questo modo giusto e corretto di fare amministrazione, risparmio e gestione politica interna di questa struttura, con tutte le complessità che essa comporta, mi permetta, Presidente, di svolgere un ultimo ringraziamento, approfitto della sua presenza in Aula qui, e attraverso di lei a tutta la macchina amministrativa (Applausi), al Segretario generale della Camera (Applausi). Alla imparzialità, all'onestà, alla discrezione e alla competenza del personale della Camera (Applausi), che troppo spesso si è trovato in questi anni nel mirino dell'antipolitica e dell'antiparlamentarismo (Applausi), così come per alcuni versi ci siamo trovati noi: con l'aggravante, Presidente, che qualcuno di noi ha pensato di tacere facendo la scelta, una scelta vile; io, come lei sa, non l'ho mai fatta questa scelta. Ma il personale a maggior ragione questa aggressione l'ha subita, dovendola subire con l'onere e con l'obbligo del silenzio, della discrezione e della continuità del servizio, che ha voluto mantenere nei confronti non della politica, ma di questa istituzione. E noi a questo personale, a questa amministrazione dobbiamo rispetto e gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Liuni. Ne ha facoltà.

MARZIO LIUNI (LEGA). Presidente, gentili colleghi, anche quest'anno, grazie all'ottimo lavoro del collegio dei questori, che ringrazio, di tutto l'Ufficio di Presidenza e di tutto il personale, restituiremo allo Stato un importo pari a 80 milioni di euro, circa 30 dei quali derivano da minori spese e il resto da residui passivi. Ma, nonostante il buon risultato, credo che tutti noi si abbia il dovere di investire al meglio le risorse che lo Stato ci mette a disposizione.

Mi permetto di elencare alcuni interventi da attuare: investimenti sulla didattica per l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole, ad esempio adeguati luoghi dove i parlamentari possano svolgere al meglio la loro attività, modernizzazione dei servizi informatici, informazione e sensibilizzazione per un maggiore avvicinamento dei cittadini alla partecipazione pubblica. Dopo l'estate, ad emergenza conclusa, la sistemazione degli spazi per giornalisti e parlamentari all'interno della Camera: oggi siamo confinati in uno squallido cortile che andrebbe sistemato a dovere. Il ritorno alla normalità del ristorante e della buvette, augurandoci un deciso miglioramento della qualità dei pasti: vorremmo, come da regolare gara d'appalto, mangiare prodotti italiani, e non arance egiziane (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Una corretta gestione dell'agenzia viaggi, visto che con la scusa del COVID-19 non rispondono più al telefono, mettendo in grande difficoltà tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Abbiamo inoltre la responsabilità della conservazione dei luoghi ed arredi del patrimonio artistico, bibliotecario e archivistico, che fanno parte della storia del nostro Paese.

Termino il mio breve intervento ricordando a me stesso una frase che veniva comunemente usata nei bandi di gara per l'aggiudicazione dei lavori pubblici: i lavori dovranno essere eseguiti con la diligenza del buon padre di famiglia. Ecco come credo debba essere gestito il bilancio della Camera, senza facile ed inutile demagogia. Annuncio il voto favorevole della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Presidente, gentili colleghe e colleghi, l'idea di bilancio della Camera che sottoponiamo oggi all'attenzione dell'Aula si fonda su criteri di trasparenza, sostenibilità e meno sprechi. È una battaglia che abbiamo intrapreso sin dalla scorsa legislatura, che ci vedeva all'opposizione, e che ora da componenti della maggioranza continuiamo a portare avanti con coerenza e rigore.

In Italia ogni giorno milioni di famiglie devono affrontare grandi sacrifici economici, situazione purtroppo aggravata, come sappiamo, dall'emergenza sanitaria del COVID-19. Pertanto, anche qui a Montecitorio lo sforzo è stato quello di trovare il modo di allinearsi con sobrietà all'attuale situazione del Paese. È necessario rendere il Parlamento trasparente come una casa di vetro, per riavvicinare l'istituzione che è il cuore della democrazia ai cittadini, facendoli tornare partecipi della polis pubblica.

Tornando al bilancio di quest'anno, illustrerò brevemente i risultati raggiunti fino ad oggi. Abbiamo ottenuto un avanzo di consuntivo 2019 di 52 milioni di euro, superiore alle previsioni, che insieme a 28 milioni di avanzi degli esercizi precedenti consente a questa amministrazione di restituire nel 2020 allo Stato 80 milioni di euro. Questi 80 milioni verranno destinati per metà alle popolazioni colpite dal terremoto, alle quali, ricordo, abbiamo già destinato più di 350 milioni di euro dei soli risparmi dalla Camera dei deputati, e per metà, grazie a un ordine del giorno presentato dal questore D'Uva al decreto-legge Rilancio, a tutti gli operatori sanitari che hanno lottato contro il COVID-19. Un aiuto concreto nei confronti di chi in questi mesi è sempre stato in prima linea e ha assicurato cure e sostegno ai malati, e che oggi voglio veramente ringraziare a nome di tutti i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Complessivamente le restituzioni effettuate nelle ultime due legislature dalla Camera dei deputati ammontano a 465 milioni di euro, di cui 200 milioni restituiti nella precedente legislatura e 265 milioni nella legislatura in corso: una tendenza che parte dal 2013, e che si è rafforzata e aumentata sotto l'attuale Presidenza Fico.

Ma non parliamo solo di risparmi. Abbiamo cercato di condurre la Camera nella direzione della sostenibilità ambientale con la campagna Plastic free; è stata introdotta l'applicazione sistematica in tutti i bandi di gara dei criteri ambientali minimi; è stata incentivata la diminuzione dell'uso della carta grazie al processo di dematerializzazione degli atti; si è proceduto all'acquisto per il 99,6 per cento di carta per copie riciclata e certificata; e nella stessa ottica si è attuato un processo di digitalizzazione, che sta modernizzando la Camera portandola più vicino agli standard europei. Possiamo inviare i nostri atti per via telematica, si sta sperimentando in alcune Commissioni permanenti un sistema che consente di informatizzare la fase di voto degli emendamenti: una possibilità che oltre a migliorare il lavoro di noi deputati e degli uffici, promuoverà nella sua applicazione finale la trasparenza dell'azione politica alla cittadinanza.

E apro una parentesi riguardo alla digitalizzazione di atti: durante questa legislatura la Presidenza ha deciso di desecretare e digitalizzare una serie di documenti delle Commissioni d'inchiesta. Dalla Commissione sulla morte di Aldo Moro a quella sulle stragi, finalmente documenti importanti per la storia di questo Paese saranno disponibili per tutti.

L'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati si è dimostrato sensibile anche sul tema del divario tra uomo e donna: è stato infatti accolto un ordine del giorno a mia prima firma che prevede nei dossier di documentazione predisposti dal Servizio studi della Camera sui provvedimenti in esame nelle Commissioni competenti la redazione di un paragrafo dedicato all'analisi di impatto di genere.

In conclusione, Presidente, mi permetta un'ulteriore riflessione. Parlare di tagli ai costi della politica non è populismo. Non credo neanche che sia propaganda, come prima ha detto il nostro collega Colucci. Io credo che sia buonsenso: è rispetto dei cittadini, è non solo dare un messaggio chiaro agli italiani che stanno soffrendo enormemente in questo periodo difficile, ma anche finalmente fare qualcosa di concreto oltre alle solite parole. Purtroppo nel corso degli anni ci sono stati scandali e privilegi intollerabili: non è possibile mantenere squilibri e privilegi ed essere eletti per rappresentare tutti i cittadini, e quindi chi è oggi disoccupato o in cassa integrazione, chi non arriva a fine mese, e poi fare come se niente fosse.

Ho visto in questi anni troppe volte, sia fuori che dentro il palazzo, la difesa strenua di determinati privilegi: una difesa che ha perso il senso di realtà, ha perso il rispetto della sofferenza e dimostra di volersi autoproteggere e basta. Ci sono stati alcuni politici, soprattutto nel dopoguerra, che hanno avuto degli ideali e dei valori, e uno di questi valori era proprio la sobrietà.

E attenzione, non fraintendetemi, colleghe e colleghi: qui non si tratta di tagliare l'indispensabile. Fare politica ha dei costi, come tutto, non c'è nessun dubbio su questo; ma si può e si deve fare buona politica tagliando gli sprechi, e come MoVimento 5 Stelle l'abbiamo fatto molte volte: aver rifiutato il finanziamento pubblico, oppure quando ci tagliamo lo stipendio devolvendolo alle imprese e alle popolazioni colpite dalle alluvioni, per far fronte all'emergenza COVID-19 o per il contrasto alla povertà minorile. Infatti, è nella trasparenza, nell'oculata gestione della cosa pubblica che troviamo l'essenza più viva e bella della politica stessa. Togliere dei privilegi assurdi o contenere i costi vuol dire ristabilire un equilibrio; vuol dire avere rispetto dei cittadini; vuol dire anche ridare dignità alla politica e al lavoro bellissimo che facciamo, perché la politica, se è fatta bene, con dignità e onore, è la quintessenza dello spirito democratico. Non è sufficiente fare leggi, colleghe e colleghi. È necessario che il politico sia un esempio di onestà e di morigeratezza per tutti. Solo così la politica stessa ritornerà al proprio splendore; solo così gli italiani torneranno ad avere fiducia in quello che siamo e in quello che facciamo. In conclusione, ringraziando il Collegio dei questori, gli uffici, tutto il personale e anche, ovviamente, l'Ufficio di Presidenza per il lavoro svolto, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle al bilancio Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni - Doc. VIII, nn. 5 e 6)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento la deputata Bartolozzi. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente Fico, articolo 8 e, soprattutto, articolo 38 del Regolamento. Non parlo a nome di componenti di Forza Italia o di componente di una forza di opposizione, ma quale segretario della Commissione giustizia. Presidente, quello che l'Aula deve sapere e quello che rassegnerò alla sua attenzione, auspicando un suo intervento, è in parte quello che avete appreso dai fatti di cronaca. Alla Commissione giustizia, ieri, a prima votazione per l'elezione del presidente, dopo il ballottaggio, viene eletto il collega, il presidente Vitiello. Operazioni regolari sotto la presidenza del collega Marchetti, nulla quaestio, Presidente: le operazioni sono state del tutto regolari e conformi. Da quel momento in poi da, quando il presidente Vitiello viene eletto, succede in Commissione giustizia tutto ciò che è neanche immaginabile. Il Presidente scompare, per mezz'ora andiamo a cercarlo in stanza, a quanto pare era ad una riunione con le forze di maggioranza. Rientra, apre la seduta per l'elezione del vicepresidente e dei segretari e, a quel punto, all'interno dell'aula della Commissione giustizia, fanno accesso non solo componenti dei gruppi di maggioranza, ma membri del Governo e capigruppo. Nonostante sia stato richiesto non solo dalla presidenza, ma dai due segretari a gran voce, il rispetto delle sue indicazioni, quindi di uscire dall'aula della Commissione giustizia, è stato complicatissimo, Presidente, andare avanti. Ora quello che è successo lo sapete: il presidente Vitiello ha rassegnato le dimissioni e siamo stati costretti ad effettuare nuove votazioni. Ma quello che voglio rassegnare a lei, Presidente, è che siamo convinti e io - lo dico da segretario – ho sottoscritto quel verbale con riserva. Lei lo sa, perché in qualche modo, insieme alla collega Tateo della Lega, io ho tentato di rappresentarle la situazione. Quindi, la sottoscrizione non è piena, è con riserva, perché crediamo che ci sia stato veramente un vulnus, Presidente, a tacere del profilo politico, quasi al limite della coercizione del voto. E questo va rassegnato: quasi al limite della coercizione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! Presidente, non siamo stati certamente in grado di condurre e soprattutto di votare con serenità. Le operazioni andavano sospese.

Le aggiungo un'ultima battuta che forse non sapete. La Commissione finanze ha ritenuto di dover posticipare il voto, sebbene, da sua indicazione, Presidente, si era fissato un orario in simultanea, a mezzanotte e cinque minuti. Noi, regolarmente, con il presidente Marchetti, abbiamo iniziato. La Commissione finanze, Presidente, aspettava che noi completassimo e, con atteggiamenti strumentali, hanno fatto prima mancare il numero legale… Presidente, è evidente che era così perché c'era un raccordo, c'era un viavai dei componenti della Commissione finanze, dei gruppi di maggioranza dalla stanza della Commissione finanze a quella della Commissione giustizia, quindi non sto dicendo nulla che possa essere smentito. E' evidente che ci sia stata strumentalità, Presidente, e sono buona nel dirlo. Le operazioni non sono state regolari: quello che le chiediamo è di attivare un'inchiesta interna per verificare la regolarità di quel voto, che ieri ha portato alla presidenza il collega, il presidente Mario Perantoni, perché riteniamo che le operazioni di voto non siano state correttamente eseguite (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Adesso, deputato Di Muro, le darò la parola. Bartolozzi, solo un piccolo appunto - poi tutto quello che lei ha detto verrà senza dubbio approfondito -: la convocazione nuova io l'ho effettuata esclusivamente per la Commissione giustizia per le 24,05, non per la Commissione finanze; solo questo. Prego, deputato Di Muro.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo intervenire anch'io sul Regolamento in merito ai gravi fatti che sono avvenuti ieri in occasione dell'elezione degli organi della Commissione giustizia della Camera dei deputati, perché - come ha detto giustamente la collega che mi ha preceduto - questa elezione, questa votazione, l'ultima che si è tenuta ieri sera, che è terminata più o meno alle 3 della mattina, merita, a mio avviso, da parte sua, un'inchiesta approfondita volta - lo dico subito - a invalidare l'esito dell'elezione del presidente Perantoni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo dico, non in qualità di deputato della Lega, ma in qualità anch'io di segretario della Commissione: abbiamo cercato, con la collega Bartolozzi, di gestire i lavori della seduta affinché tutto avvenisse nella massima regolarità sia da un punto di vista regolamentare che dal punto di vista della libertà di espressione del voto, ma le posso assicurare che ciò non è avvenuto. È un fatto grave perché ci sono state anche continue ingerenze da parte di deputati estranei alla Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Questo è avvenuto a urne aperte; durante lo scrutinio non sono state rispettate neanche le disposizioni impartite da lei sui distanziamenti relativi al COVID, non sono state rispettate le disposizioni sul numero di partecipanti, di presenze all'interno della Commissione; io più volte ho chiesto alla Presidenza e direttamente ai deputati di allontanarsi dall'aula durante le votazioni, questo non è stato fatto. Stiamo parlando di un presidente, l'onorevole Vitiello, che è stato legittimamente eletto, perché ha ottenuto la maggioranza dei voti, il quale, un minuto dopo la sua elezione, è stato oggetto di pressioni fisiche, mentali, psicologiche e politiche assolutamente vergognose (Applausi dei deputati del gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Noi abbiamo eletto un presidente e questo presidente poi ha deciso - e questo dovrebbe anche essere merito di un'inchiesta - di dimettersi poco dopo, si è dimesso successivamente alla sospensione perché è stato fatto mancare anche il numero legale. Sono fatti gravi, Presidente, e non possono passare sottotraccia. Aggiungo anche che il sottoscritto, nello svolgere le funzioni di segretario, non le ha potute svolgere in assoluta tranquillità, perché ad esempio il vicepresidente Franco Vazio, durante lo scrutinio, davanti a tutti, mi ha detto: “Tu stai zitto, che spari solo cazzate”! Mi dica lei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Applausi ironici del gruppo Partito Democratico)! Mi dica lei (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Vada avanti.

Deputato Nobili! Prego, Di Muro, vada avanti.

FLAVIO DI MURO (LEGA). I segretari di Commissione non sono riusciti a svolgere il loro ruolo, per questo le dico che ho sottoscritto i verbali, che lei sicuramente ha ricevuto, ma li ho sottoscritti perché l'esito numerico corrisponde a verità, ma non li sottoscrivo a livello concreto e contenutistico perché non ho potuto svolgere le mie mansioni in assoluta libertà e coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Quindi, Presidente, evidentemente ci sono state gravissime pressioni nei confronti del Presidente Vitiello, che l'hanno portato pochi minuti dopo a dimettersi; le dico anche che ero seduto a fianco del presidente Vitiello in occasione della seconda votazione e la presidenza - perché era impegnata al telefono, a ricevere deputati che arrivavano fuori dell'aula -non è riuscita a gestire i lavori della seconda votazione. Quindi, siamo passati sostanzialmente da un criterio dell'uno vale uno, che ha determinato l'elezione dell'onorevole Vitiello alla presidenza, a una vecchia logica di Prima Repubblica, di accordi nelle segrete stanze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che hanno portato, per ottenere una presidenza di Commissione in più, dopo la batosta che vi siete presi al Senato (I deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia scandiscono: Onesta, Onesta!)…

PRESIDENTE. Di Muro, Di Muro si attenga al Regolamento.

FLAVIO DI MURO (LEGA). … i vostri ideali e la correttezza e la democrazia di quest'Aula.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Quindi, Presidente, in conclusione, le chiedo di avviare un'inchiesta, invalidare subito l'elezione e ripetere la votazione per l'elezione del presidente della Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha concluso il tempo. Però, giusto per correttezza, al di là di vari aspetti che lei ha toccato, molti punti che lei ha affrontato qui sono responsabilità del presidente che presiede la seduta, perché attengono all'ordinato svolgimento dei lavori all'interno della Commissione. Poi, se ci sono altre questioni, come mi state rappresentando, le scriverete o le direte qui, però è molto importante affermare il principio (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).. Deputato Sasso… è molto importante affermare comunque il principio che l'ordinato svolgimento dei lavori in Commissione è affidato sempre al Presidente. Poi mi rappresentate tutto e non c'è alcun problema, va benissimo, però su alcuni aspetti va rappresentato questo (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, non c'è dubbio che la elezione, ieri, del presidente della Commissione giustizia sia stata quantomeno turbolenta (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) , quindi questo non si può negare, però da qui a mettere in discussione…

PRESIDENTE. Colleghi, dobbiamo far parlare il deputato Bazoli.

ALFREDO BAZOLI (PD). … la regolarità delle operazioni di voto mi sembra che ce ne corra. È vero: è stato eletto un presidente che poi ha deciso di dimettersi pochi minuti dopo la sua elezione (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Lo ha deciso liberamente.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

ALFREDO BAZOLI (PD). E sarà lui a dire se ci sono state minacce fisiche che io peraltro non ho visto, ma mi pare che la sua sia stata una libera scelta (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), dovuta evidentemente a ragioni politiche, che ci stanno.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Dovete far terminare l'intervento sul Regolamento. L'avete fatto voi, lo deve fare anche il deputato Bazoli e un altro gruppo. Per favore: rispetto, nel parlarsi vicendevolmente! Prego, deputato Bazoli.

ALFREDO BAZOLI (PD). È inutile che vi solleviate così, perché le cose sono andate esattamente in questo modo (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: Comunista!) e il voto che è stato espresso dai deputati e spesso in modo libero (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e tutti lo abbiamo fatto sia nella prima, sia nella seconda votazione e gli unici che hanno cercato di frapporsi alla regolare esecuzione del voto sono stati i segretari della Commissione, che hanno cercato di ritardare in tutti i modi le operazioni di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quindi, le operazioni si sono svolte in modo regolare e noi non accettiamo in nessun modo queste accuse di irregolarità del voto (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché sono i segretari d'Aula e della Commissione, che casualmente erano delle opposizioni, che hanno fatto di tutto per ritardare le operazioni di voto e rende irregolare il voto (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Quindi il voto si è svolto in maniera assolutamente regolare e l'inchiesta sulla votazione….

PRESIDENTE. Colleghi…. Colleghi…

ALFREDO BAZOLI (PD). ….in Commissione è del tutto fuori luogo e irragionevole, e la respingiamo al mittente (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Vitiello. Prego.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Diciamo che nella Legislatura in corso non mi sono fatto mancare niente. È cominciata in maniera travolgente per quanto mi riguarda e continua ad essere un'esperienza unica almeno per me. Devo innanzitutto dire grazie a tutti quelli che hanno manifestato un voto di stima nei miei confronti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), perché penso che sia stato il frutto anche di un lavoro che in un certo modo è stato compiuto in Commissione e di questo sono grato davvero a tutti quanti. Però la politica, Presidente, è fatta di accordi e la politica è politica con la “P” maiuscola quando questi accordi vengano rispettati.

Io ho ritenuto assolutamente di dover cedere il passo ad un accordo di maggioranza perché, checché ne dica anche il collega Di Muro, che ringrazio anche per le parole che ha voluto riservarmi, sembra sì la Prima Repubblica, ma non ci dimentichiamo che la Prima Repubblica ha fatto grande questo Paese (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia); non ci dimentichiamo che nella Prima Repubblica c'erano accordi nelle segrete stanze e questo è l'unico errore…(Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Perdonatemi, signori, quello che distingue, Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Vitiello, cerchi di attenersi alla discussione e a quanto è stato sollevato dal richiamo al Regolamento, visto che è stato chiamato in causa.

CATELLO VITIELLO (IV). Certamente. Sto semplicemente dicendo che non serve una Commissione d'inchiesta perché quello che differisce rispetto alla Prima Repubblica è che in questo caso c'è stata massima trasparenza nell'accordo che si è voluto raggiungere con le presidenze di Commissione. Allora io dico che ho voluto fortemente che la maggioranza rimanesse salda a quell'accordo perché ritengo che ci sono due cose fondamentali della mia vita: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me, ed è giusto che queste cose vengano fatte in un certo modo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e che la politica possa riacquistare quella lettera maiuscola, e vi posso assicurare che di stelle ve ne sono molte più di cinque (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputato Osnato, prego (Commenti). C'è prima il deputato Osnato: sto facendo un giro per gruppo.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio il collega Vitiello perché ci ha finalmente risolto un dubbio. Noi non capivamo molto il modo di operare dei colleghi del 5 Stelle…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

MARCO OSNATO (FDI). …che questo modo di operare l'hanno importato dalla Prima Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente): ne prendiamo atto. Io sapevo, per avere combattuto questo modo di fare insieme agli amici di allora del Movimento sociale, gli amici Butti e gli amici Foti che erano anche presenti in quella Prima Repubblica e che da questi banchi hanno fatto capire che quei metodi non sono i metodi della democrazia ma della clientela e della partitocrazia, che adesso voi rappresentate e la rappresentate anche in malo modo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E allora io ringrazio anche i colleghi della Commissione giustizia perché, vede, Presidente, io invece sono in Commissione Finanze e mi sono presentato anche vestito bene - mi prendeva in giro l'amico Mancini, ieri sera - alle dieci di sera per votare il presidente della Commissione finanze: sa a che ora sono andato a casa? Alle tre e mezza di notte, non perché sono andato a ballare ma perché ho aspettato che parlamentari del Partito Democratico, di LeU, del MoVimento 5 Stelle e di Italia Viva finissero le loro pratiche spartitorie (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Infatti, vede, quello che abbiamo vissuto sembrava un cattivo riassunto di pagine manzoniane. Avevamo un matrimonio che non si aveva da fare, avevamo un Renzo Tramaglino che doveva essere votato, Presidente, ma non riusciva; avevamo un don Abbondio che era vaso di coccio tra vasi di ferro, che è stato materialmente accerchiato da esponenti del Governo, esponenti di partito, gente che non c'entrava niente con quelle Commissioni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); avevamo i bravi, anzi le brave, perché abbiamo visto gentil donne che entravano di peso nelle Commissioni e prelevavano presidenti eletti per spiegargli cosa dovevano fare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e su tutto, però, Presidente, avevamo l'Innominato: il vero leader della maggioranza. Io mi sono accorto - l'ho sempre sospettato ma mi sono accorto - che il Partito Democratico non è riuscito a emanciparsi da Matteo Renzi: prende ordini da Matteo Renzi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e così anche i 5 Stelle! Io ho visto scendiletto di Matteo Renzi tra i Cinque Stelle! Quindi devo fare i complimenti a Matteo Renzi perché, con sondaggi che lo danno intorno al 2 per cento, governa un Parlamento, governa un Paese, governa una maggioranza: complimenti Matteo Renzi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E allora, Presidente, io ieri ho sentito l'ennesimo tentativo di impartire lezioncine moralistiche dal Presidente del Consiglio, che poi, quando qualcuno invece vuole rappresentare una realtà diversa da quella che crede lui, ride in faccia a esponenti votati, al contrario di lui, dagli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vede, Presidente, ci ha spiegato che l'Italia ha bisogno di ripartire…

PRESIDENTE. Però, Osnato, dobbiamo andare sulla questione, non possiamo fare un discorso…

MARCO OSNATO (FDI). Ci sto arrivando. Vede, se per voi le Commissioni sono poltrone, per noi sono modi di spiegare cosa vogliamo fare per gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Allora, abbiamo sentito che l'Italia deve ripartire, abbiamo sentito - ed è vero - che abbiamo fatto tutti i grandi sacrifici, abbiamo sentito che abbiamo bisogno di Recovery Fund, di MES, di tutte queste cose e poi scopriamo che, invece, di queste cose a questa maggioranza non interessa niente. Ieri, quando noi volevamo dare la possibilità di votare - perché, grazie all'opposizione, in Commissione finanze c'è stata la possibilità di votare -, avevamo esponenti della maggioranza che con sfacciataggine, presenti in aula, si dichiaravano assenti perché non potevano votare il presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo modo di fare olezza di partitocrazia e a noi fa schifo! Noi vogliamo tornare a votare, noi vogliamo che gli italiani siano degni, abbiano un Parlamento degno di quello che è il sentimento nazionale: andate a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Congratulazioni –I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Elezioni! Elezioni!)!

PRESIDENTE. Guidesi sul Regolamento. Guidesi, prego. Colleghi… colleghi… c'è un intervento sul Regolamento, prego.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, articolo 8 e seguenti. Mi appello anche agli articoli che hanno citato i miei colleghi precedentemente e sostengo la richiesta dei miei colleghi su una sua indagine rispetto a quanto è successo ieri sera…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

GUIDO GUIDESI (LEGA). …non solo per gli atteggiamenti che sono avvenuti ieri sera in Commissione Giustizia, già certificati dai colleghi presenti in Commissione Giustizia, ma anche rispetto alla volontà di ogni singolo parlamentare nella scelta, all'interno della propria Commissione, dell'ufficio di presidenza, perché ancor prima che il già presidente, onorevole Vitiello, venisse eletto, c'è stato un comunicato pubblico del capogruppo del gruppo del presidente Vitiello che dice, ancor prima della votazione e del ballottaggio, che, nel caso in cui il presidente Vitiello fosse stato eletto liberamente dai deputati di quella Commissione, si sarebbe dimesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e della deputata Bartolozzi).

Ed è questo che lei deve fare presente, è questo che lei deve valutare: il fatto se i singoli commissari della Commissione abbiano cambiato la libera scelta in funzione di un accordo politico e su insistenza, anche certificata pubblicamente dal gruppo di Italia Viva e dalla maggioranza, perché, se fosse successa questa cosa - allora la libertà di scelta, che non è solo dell'opposizione -, se il presidente Vitiello viene eletto, e non fa parte di un accordo della maggioranza, vuol dire che qualcuno della maggioranza liberamente l'ha votato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Allora, chi ha detto a quei parlamentari di maggioranza che avrebbero dovuto cambiare il loro voto che hanno espresso liberamente? Aggiungo questo e concludo: se non servisse tutto questo, che è reso pubblico dalla dichiarazione del capogruppo di Italia Viva, lei potrebbe tranquillamente verificare il fatto che la Commissione finanze è ostaggio dell'indicazione pubblica del capogruppo di Italia Viva, che dice: se Vitiello è eletto, si dimetterà, perché noi gli accordi li rispettiamo - e noi non conosciamo evidentemente gli accordi -, indi per cui il resto della maggioranza, per fare in modo che quell'indicazione pubblica del capogruppo venisse rispettata all'interno della Commissione giustizia per cambiare il voto libero di quei commissari già espresso precedentemente, ha fatto mancare il numero legale in Commissione Finanze perché il presunto accordo prevedeva che un deputato di Italia Viva venisse eletto, per cui l'onorevole Marattin - sintetizzo - non lo eleggiamo sin quando non fate dimettere Vitiello e fin quando non cambiate il voto già espresso liberamente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Questo, Presidente, è quello che è successo, poi, nella libertà di scelta di azione politica, è evidente che qualcuno si atteggia da Prima Repubblica, e il MoVimento 5 Stelle evidentemente fa parte di questo atteggiamento, certificato e dichiarato dalla maggioranza, ma è la libertà di scelta dei singoli commissari che è stata messa in discussione ieri dopo un voto già espresso, ed è su questo che lei dovrebbe aprire un'indagine a tutela della libertà di ogni singolo parlamentare di potersi esprimere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

ROSSANA BOLDI (LEGA). Voglio sentire un 5 Stelle!

PRESIDENTE. Collega! Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, lo posso dire, io ho votato per il collega Vitiello in Commissione giustizia, e ho votato per il collega Vitiello per una ragione molto semplice: perché di fronte ad una scelta di un candidato giustizialista, qual era l'amico Perantoni, io ho preferito optare - e lo hanno fatto molti colleghi - per un collega garantista. Vengo a conoscere che il patto di maggioranza, sigillato da forze politiche che dicono di essere garantiste, era invece perché la presidenza della Commissione giustizia della Camera fosse appannaggio di un giustizialista e quella del Senato del senatore Grasso. Quindi, devo dire che sul tasso di garantismo della maggioranza qualche dubbio mi resta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma questo è un profilo politico. Presidente, io però mi appello a lei - quando avrà l'attenzione da dedicarmi -, perché lei forse inconsapevolmente ha messo il sigillo sul combinato disposto delle presidenze tra Commissione giustizia e Commissione finanze, e lo ha fatto fissando la Commissione Giustizia subito dopo le dimissioni del collega Vitiello e facendo in modo che la Commissione finanze non si convocasse prima. Ha creato le condizioni perché queste due Commissioni fossero legate fra di loro. Lei non era presente, ma le dico che sulla porta dell'aula era presente il Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Oggi vedo i banchi del Governo assolutamente vuoti, ma il Ministro per i Rapporti con il Parlamento era presente sulla porta della Commissione, ovviamente a fare pressing sui commissari; ma anche qua è un profilo politico. Profilo tecnico - e chiedo che venga ampliato l'esame della sua attività di indagine e di istruttoria a questo tema -: sulla seconda votazione il collega Perantoni ha ottenuto 26 voti, e io chiederei l'esame delle schede, per verificare se i voti sono stati riconoscibili, con un partito che ha votato nome e cognome, con un partito che ha votato l'iniziale e il cognome, con un partito che ha votato il cognome e l'iniziale, perché questo, collega Bazoli, non è libera espressione del voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), questo è un voto segnato, controllabile, perché i singoli deputati, se lo ricordi, non hanno un vincolo di mandato, Presidente. Lei deve garantire che i deputati non vengano messi con un cappio al collo del vincolo di mandato; questa è una garanzia che lei deve dare e deve a tutto il Parlamento, quindi chiederei che quest'istruttoria possa essere… Vedo che lei non mi ascolta, vedo che lei non mi ascolta.

PRESIDENTE. Riesco a fare due cose…

ENRICO COSTA (FI). Io sto ponendo una questione molto seria, quella della riconoscibilità, della tracciabilità del voto, perché il voto segnato è una cosa gravissima, che viola pesantemente l'assenza di vincolo di mandato del Parlamento, quindi è fondamentale che quest'istruttoria si estenda anche a questo aspetto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, intervengo solo per precisare alcuni aspetti. Ricordo a me stessa che l'ordinato svolgimento delle operazioni di seduta e di voto sono prerogative della presidenza, e ricordo a me stessa che ieri la presidenza era affidata alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi respingiamo fermamente al mittente tutte le illazioni che sono pervenute dall'opposizione in quest'Aula. Confermo quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto della maggioranza sulla correttezza delle operazioni di voto e dell'espressione del voto, e confermo altresì il grave ostruzionismo, Presidente, fatto ieri sera dai segretari della presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È opportuno sottolineare tutto questo perché resti la verità dei fatti. Sulla posizione, sulle dimissioni del collega Vitiello ha già ben chiarito e si è già espresso il diretto interessato, quindi non mi sembra opportuno andare oltre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono chiusi gli interventi, a questo punto sospendiamo la seduta per cinque minuti (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare!

PRESIDENTE. Sisto, se è sulla stessa questione, io ho già dato la parola a Bartolozzi, poi a Costa, due deputati della Lega, Fratelli d'Italia, MoVimento, PD. Sisto, se è sulla stessa questione, ho deciso, Forza Italia ha già fatto due interventi. A questo punto, sospendo la seduta (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 11,45.

Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 e Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366 concernenti iniziative, in ambito internazionale ed europeo, in ordine al rispetto degli accordi internazionali relativi all'autonomia di Hong Kong e alla tutela dei diritti umani in tale territorio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 (Nuova formulazione) e Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366 concernenti iniziative, in ambito internazionale ed europeo, in ordine al rispetto degli accordi internazionali relativi all'autonomia di Hong Kong e alla tutela dei diritti umani in tale territorio (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 20 luglio 2020 si è svolta la discussione sulle linee generali.

Avverto che in data odierna è stato presentato un'ulteriore nuova formulazione della mozione Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362. Il relativo testo è in distribuzione.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate…

Deputato Sisto, io le posso dare la parola sul Regolamento, però lei intenderà bene, visto che conosce bene anche il Regolamento, che è mia facoltà dare la possibilità di un intervento sul Regolamento per gruppo, e il suo gruppo aveva già fatto due interventi e, quindi, questo sarebbe il terzo. Anche Rixi ha chiesto di intervenire, e pure per il gruppo Lega sarebbe il terzo intervento. Cosa? È un'altra questione? Perché era sulla stessa questione. Prego, deputato Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente, sarò brevissimo. La ringrazio per avermi dato la parola e sa quanto io rispetti le regole dell'Aula e l'autorità e l'autorevolezza del Presidente, ma proprio quello che abbiamo ascoltato, cioè critiche nei confronti dei metodi di votazione e, soprattutto, la confessoria dichiarazione del collega Vitiello, la cui lealtà apprezzo, costretto sostanzialmente a dimettersi e anche le critiche nei confronti dei segretari, mi inducono a richiamare l'articolo 57 del Regolamento. Sollecito il suo intervento per l'inchiesta su quelle votazioni - l'espressione “quando si verifichino irregolarità” - e poiché le irregolarità sono state denunciate, ammesse e appartengono ai verbali di quest'Aula e alla sua memoria e alla sua percezione per fortuna diretta, io le chiedo formalmente di aprire un'inchiesta e un'indagine su quella votazione con l'esito che poi lei riterrà di conferire a quell'inchiesta, ma non si può rimanere fermi di fronte a un episodio così grave. L'articolo 57, per quello che è emerso nell'Aula, impone comunque, nella correttezza e nella chiarezza che deve contraddistinguere i rapporti di verifica dei vizi della volontà dei deputati nel voto e nelle dimissioni. Io la prego di applicare l'articolo 57 e di aprire, comunque, un'inchiesta e una verifica interna su quello che è accaduto ieri sera nella doppia Commissione, Commissione giustizia e Commissione finanze, perché, Presidente, qui il discorso è rapidissimo: gli accordi politici vanno bene, le forzature del consenso e della volontà no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Sono una cosa completamente diversa. La politica, quando è utilizzata per forzare la volontà, non è democrazia: è un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio è un altro argomento che è emerso con un intervento di prima ed è sulla riconoscibilità del voto. Ora, il tema è che se fosse limitato a una sola Commissione sarebbe un problema di chi presiedeva la Commissione; però, si è verificato, abbiamo visto, in tutte le Commissioni e vi dico anche come ha votato la maggioranza: i 5 Stelle votano solo il cognome; PD, cognome e nome; Italia Viva vota l'iniziale del nome e poi il cognome; il gruppo Misto vota cognome e poi l'iniziale del nome, per rendere riconoscibili i voti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, è chiaro che qui c'è un sistema che non funziona e non garantisce la libertà ai deputati di potersi esprimere sulle persone. Questo è stato fatto sistematicamente ieri sera in tutte le Commissioni in Parlamento e questo messaggio ci è arrivato da alcuni componenti della maggioranza schifati, ma che hanno paura di parlare perché gli è stato detto che chi non segue queste istruzioni non sarà più candidato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Questo non è accettabile! È un atteggiamento mafioso - e torno a dirlo - di minaccia e di identificazione. Queste cose avvenivano e ci sono state inchieste della magistratura nel Sud Italia perché queste cose avvenivano segnando le schede nei seggi elettorali da parte delle associazioni mafiose. Questo è inaccettabile che avvenga nel Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Io, come ho già detto prima… Ziello, Ziello, se è sulla stessa questione dobbiamo andare avanti. Io prendo atto di tutto ciò che avete detto e farò le mie valutazioni, leggerò anche i verbali delle Commissioni (Commenti)… però, leggeremo tutto.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, le faccio una richiesta aggiuntiva: quando guarderà le schede, recuperi anche le schede che l'hanno eletta Presidente, quelle che hanno eletto gli ultimi Presidenti della Repubblica e mi faccia sapere se per caso non trova le stesse identiche cose per le verginelle che in quest'Aula scoprono quello che accade (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Io non ho detto che guarderò le schede adesso.

Prego, Ziello. Ziello, Ziello! Ziello, Ziello, Ziello, Ziello, prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Articolo 8, signor Presidente. Lei deve assicurare, come dice l'articolo 8, il buon andamento dei lavori all'interno di questa Camera, che comprende anche le relative Commissioni. L'intervento dell'onorevole Giachetti suona come una clamorosa ammissione di colpevolezza su ciò che è stato fatto nelle Commissioni convocate ieri sera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E poi, signor Presidente, noi abbiamo un enorme rispetto per lei, ma prima di sospendere la seduta noi ci saremmo aspettati un intervento chiaro da parte sua per stigmatizzare i comportamenti al limite dell'illegalità che si sono registrati soprattutto nella Commissione giustizia, perché qui dentro nessun deputato può permettersi di creare una forma di coazione fisica o psicologica nei confronti di un altro collega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), signor Presidente, perché sennò qui si ritorna allo squadrismo, signor Presidente.

Il centrosinistra dice sempre di essere contrario a queste forme: parla tanto ma poi, nei fatti, si rivela nient'altro che una forza che per far quadrare degli accordi politici utilizza le peggiori procedure della Prima Repubblica come, del resto, il MoVimento 5 Stelle (dalla trasparenza all'assoluta assenza di ogni qualsivoglia elemento di pubblicità di questi lavori). Con il favore della notte, come ha detto il Presidente Conte mesi fa, si è consumato qui dentro un qualcosa, signor Presidente, che lei deve assolutamente approfondire, perché ci aspettiamo - e sarà poi nostra cura inviarle una lettera ufficiale e formale - che lei ci dia degli elementi chiari di chiarimento e soprattutto dovrà verificare la presenza di eventuali segni per far rendere riconoscibile il voto, come, tra l'altro, ha ammesso l'onorevole Giachetti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ogni gruppo ha fatto i propri interventi, le proprie rimostranze sul Regolamento e le proprie valutazioni. Io poi mi riserverò, chiaramente, di fare le mie.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Marina Sereni, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Cari deputati e deputate, prima di passare ai pareri, vorrei brevemente dare riscontro ad alcune osservazioni avanzate nella discussione sulle linee generali, partendo da un ringraziamento per tutti i firmatari delle mozioni che sono state oggetto di discussione e che oggi sono alla nostra attenzione. Alcuni parlamentari, intervenendo, hanno criticato il Governo per una posizione non sufficientemente chiara e ferma, per non essere in prima linea o addirittura…

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Esprimi il parere!

PRESIDENTE. Collega, collega!

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sì, sì, arrivo subito…

PRESIDENTE. Collega, collega!

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Non può fare un comizio…

PRESIDENTE. Iezzi, Iezzi! Deputato Iezzi (Commenti)! Può replicare, può replicare! Quindi, questo intervento non ha modo di essere approvato. Prego, sottosegretaria.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Peraltro, dico ai colleghi parlamentari che sarà un intervento brevissimo, giusto per dare valore al dibattito che si è svolto in discussione sulle linee generali in quest'Aula pochi giorni fa. Alcuni colleghi hanno sottolineato il tema dell'Europa, dicendo che ci nascondiamo dietro la posizione UE.

Io vorrei ribadire che sin dall'inizio l'Italia ha manifestato, chiaramente e senza esitazioni le proprie posizioni, esprimendo con trasparenza la propria forte preoccupazione per le conseguenze dell'adozione da parte di Pechino della legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong. Dal 21 maggio ad oggi l'Italia ha espresso la sua posizione in ben sette occasioni: cinque nell'ambito dell'Unione europea, una con i Paesi del G7 e una del Ministro Di Maio a margine del Consiglio affari esteri del 29 maggio, in cui è stata ribadita questa nostra seria preoccupazione per l'adozione della legge sulla sicurezza ad Hong Kong e la necessità di preservare la stabilità, la prosperità, l'autonomia e il sistema di libertà e diritti fondamentali della regione amministrativa speciale. Queste posizioni sono state reiterate alle controparti cinesi anche in tutte le occasioni di colloqui bilaterali, da ultimo nel colloquio in videoconferenza tra il Ministro Di Maio e l'omologo cinese Wang Yi, che ha avuto luogo il 29 luglio. Agire nel contesto dell'Unione europea e in sintonia con i nostri partner europei non significa nascondersi, ma essere più incisivi, avere più peso, confidare (Commenti)…

TULLIO PATASSINI (LEGA). Manca il Presidente!

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 11,58)

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… colleghi, prego. Chiedo alla sottosegretaria Sereni di continuare.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Ho approfittato per bere un goccio d'acqua, Presidente, grazie. Dicevo che riferirsi alla posizione dell'Unione Europea significa non nascondersi, ma essere più incisivi, avere più peso, confidare nella maggiore efficacia che solo un approccio europeo unitario e condiviso può assicurare. Si dice sempre che l'Unione europea è più forte quando parla con una voce sola: è importante che, però, questo non rimanga uno slogan (Commenti)…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. … ma che effettivamente ogni Stato membro agisca preservando la coesione e unità della posizione europea. Poche mesi fa è stato pubblicato un articolo dell'Alto rappresentante Borrell, di cui leggo un solo pezzettino che riguarda proprio questo punto: “le relazioni dell'Unione europea con la Cina sono talmente sfaccettate che il nostro approccio non può limitarsi ad un solo lato del prisma. La Cina è al tempo stesso un partner con obiettivi largamente allineati a quelli dell'UE, una controparte con cui l'UE deve trovare un equilibrio di interessi, un concorrente economico che ambisce alla leadership tecnologica e, infine, un rivale sistemico che promuove modelli di governance alternativi”. Ecco, questi quattro elementi non possono mai essere separati e sta a noi europei mantenere una disciplina collettiva (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi, per cortesia…

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Qualche volta in Parlamento bisognerebbe anche ascoltarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io chiederei ai parlamentari, poiché io sono stata qui e ho, come era mio dovere, ascoltato…

FABIO MASSIMO BONIARDI (LEGA). Ma cosa?

PRESIDENTE. Collega Boniardi! Collega Boniardi, la richiamo all'ordine! Collega Boniardi, si metta la mascherina! Colleghi… colleghi…

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Bene… rimane il fatto (Proteste dei deputati Boniardi e Giglio Vigna)…

PRESIDENTE. Colleghi… Collega Giglio Vigna, la richiamo all'ordine! Prego.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Bene, grazie Presidente. Dicevo, quindi, che, come in diversi interventi è stata richiamata con soddisfazione la posizione espressa dall'Alto rappresentante Borrell in riferimento alla situazione di Hong Kong, vorrei ricordare che ogni posizione e ogni impegno preso dall'Unione europea è un impegno preso anche dall'Italia e che la dichiarazione di Borrell è una dichiarazione che impegna anche l'Italia e che l'Italia ne è stata co-artefice, avendo contribuito alla stesura di un testo concordato a 27 e poi enunciato dall'Alto rappresentante. Quanto alle dichiarazioni su Hong Kong nell'ambito del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, anche questo tema sollevato da alcuni parlamentari, ricordo che l'Italia, in coerenza con la scelta di privilegiare una sola e più efficace voce europea, ha sostenuto le dichiarazioni di condanna per l'adozione della legge sulla sicurezza nazionale promosse a nome dell'Unione europea. Tali dichiarazioni sono state due, adottate il 23 e il 30 giugno scorsi, con unanime partecipazione dei membri europei. Come è noto, anche il Regno Unito ha presentato una propria proposta di dichiarazione, cui l'Italia non ha ritenuto di aderire proprio perché non corrispondeva al consenso unanime dei Partner europei.

Un ultimo tema emerso in sede di discussione generale è stato quello della sospensione degli accordi di estradizione con Hong Kong. Si tratta di una misura adottata recentemente da alcuni Paesi, tra cui il Regno Unito; voglio tuttavia precisare che l'Italia non ha mai concluso un trattato di estradizione con la regione amministrativa speciale: quindi non abbiamo un trattato da sospendere.

Da ultimo, lo scorso 28 luglio il Consiglio dell'Unione europea ha adottato conclusioni contenenti un pacchetto coordinato di iniziative a livello UE e dei singoli Stati membri in favore della popolazione di Hong Kong. Le misure da adottare a livello dei singoli Stati membri includono: un maggiore coordinamento in materia di visti e asilo in favore dei cittadini di Hong Kong, maggiore controllo sull'esportazione di beni e tecnologie dual-use verso Hong Kong, incremento di borse di studio e scambi studenteschi, sostegno alla società civile e monitoraggio dei procedimenti contro attivisti, valutazioni delle conseguenze extra territoriali sui cittadini UE e sulle intese bilaterali in essere con Hong Kong della nuova legislazione sulla sicurezza nazionale.

Proprio in queste ore, mentre noi stiamo discutendo questa mozione, arrivano notizie sull'esclusione di diversi candidati pro democrazia che leggiamo dalle agenzie di stampa: non sono certo notizie positive. Italia e Unione europea continueranno a vigilare attentamente sulla tenuta del principio “un Paese, due sistemi” e a monitorare l'evolversi della situazione, anche in vista delle importanti elezioni per il rinnovo del Consiglio legislativo di Hong Kong, programmate per il prossimo 6 settembre, che come vediamo dalle agenzie non sarà una scadenza semplicissima.

Detto questo, rapidissimamente - sarei stata più rapida senza interruzioni - do parere favorevole per quanto riguarda il dispositivo delle due mozioni, sia della mozione a prima firma Lupi, sia della mozione a prima firma Quartapelle Procopio, chiedendo ai proponenti, se è possibile, di modificare pochissimo il primo punto del dispositivo… no, il secondo punto del dispositivo, scusate, laddove dice: “ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dall'Alto rappresentante” proporrei di modificare con le seguenti parole: “ad assumere iniziative in linea con le dichiarazioni dell'Alto rappresentante”, proprio perché, come ho cercato di dire nell'intervento, abbiamo contribuito all'elaborazione di quella posizione e quindi non dobbiamo aderire, ma dobbiamo attuare quella posizione che è anche la nostra posizione. Sulle premesse delle due mozioni il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maurizio Lupi. Prego…

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega, su che cosa? Sull'ordine dei lavori? Prego.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché il collega Lupi aveva richiesto di discutere questo argomento in Aula, nonostante fosse stato discusso in Commissione proprio per la rilevanza e l'importanza del tema. Ieri - lo ricordava la Viceministra - a Hong Kong sono stati arrestati quattro ragazzi tra i 17 e i 21 anni, che a questo punto rischiano pene da 10 anni all'ergastolo. La discussione su Hong Kong è una discussione che attiene al tema dei diritti umani, delle libertà, dello Stato di diritto in un luogo lontano da noi, ma ci riguarda direttamente, è una discussione di tutti che vogliamo fare con tutti i deputati e non solo in Commissione. E intervengo sull'ordine dei lavori perché il berciare volgare che è venuto dai banchi della Lega è inqualificabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega…

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Quando si discute in modo serio di temi, si discute di temi. Quello che abbiamo sentito all'indirizzo della Viceministra, che non ha bisogno della mia difesa, è proprio la dimostrazione di come la Lega sta utilizzando questo tema: non è interessata all'argomento (Proteste del deputato Igor Giancarlo Iezzi), ma è interessata a sfruttare questo, così come tanti altri temi di politica estera, semplicemente per fare un po' di propaganda…

PRESIDENTE. Collega…

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). …che serve forse per dare qualche…

PRESIDENTE. Collega… collega…

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). …disturbo. Io chiederei….

PRESIDENTE. Collega, questa parte ovviamente non è propriamente sull'ordine lavori, quindi le chiederei di concludere…

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Concludo. A me sembra un intervento sull'ordine dei lavori, visto che non lasciavano parlare il Governo, quando avevamo chiesto che il Governo venisse in Aula proprio a esporre tutte le iniziative che sono state fatte dal nostro Paese a sostegno di Hong Kong. Il tema è serissimo, ha a che fare con la democrazia, ha a che fare con i diritti umani. Io credo che, tra poco, voteremo all'unanimità una risoluzione, anzi, due risoluzioni, già votate all'unanimità in Commissione, ed è un peccato che la Lega abbia voluto utilizzare questo tema su cui c'è l'unanimità del Parlamento italiano, ancora una volta, per fare del Governo e dell'Italia oggetto dei loro insulti e della loro basse polemiche da bar (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Ricordo a tutti noi, al Parlamento, al Governo che i capigruppo dell'opposizione, a partire dai colleghi Molinari, Lollobrigida, Gelmini e il sottoscritto, hanno con forza voluto, ripetutamente, che questo argomento arrivasse in Aula, in Parlamento, e non solo in Commissione, e l'abbiamo voluto perché convinti, tutta l'opposizione e, in questo caso, con riferimento alla mozione che è arrivata anche dalla maggioranza, tutta la maggioranza, che il tema di Hong Kong non è estraneo al Parlamento, non è estraneo al Governo e interessa l'Italia e l'Europa intera. Perché lo abbiamo voluto? Non bisogna avere infingimenti, perché bisogna sgomberare - e lo dico con forza e con chiarezza, senza alcun intento polemico - l'ombra, seppur minima, che il Parlamento italiano o il Governo italiano possa essere influenzato direttamente o indirettamente da qualsiasi potenza straniera. Il riferimento non è casuale, perché, mai nella storia delle relazioni internazionali, un ambasciatore di una potenza straniera, di un Governo straniero - l'ambasciatore cinese -, di fronte a una libera iniziativa di colleghi parlamentari di audire in Parlamento, non in un luogo istituzionale, ma nel luogo del Parlamento, uno dei leader della protesta dei giovani di Hong Kong, si è permesso di intervenire dicendo che il Parlamento e l'Italia non avevano il diritto di audire questi soggetti e non potevano farlo. Questo è inaccettabile per la dignità del Parlamento, per la dignità del Governo, per la dignità di ognuno di noi, ma per l'Europa e l'Occidente intero. Grazie a Dio, è stata la condanna unanime del Governo e di maggioranza e opposizione a rimettere in ordine i paletti. Ma ancora di più. Quello che è accaduto in Commissione, non nel suo esito finale, che ha visto la responsabilità di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione votare due mozioni distinte con un dispositivo uguale, come spero faremo in quest'Aula, quello che è accaduto, il dilazionare dei tempi, il non accettare, nonostante l'ufficio di presidenza della Commissione esteri avesse detto di dare la possibilità di audire i leader della protesta di Hong Kong, le istituzioni, l'arcivescovo di Hong Kong, lo stesso ambasciatore cinese, perché, in un luogo come il Parlamento, la diplomazia parlamentare, la sovranità di un Parlamento, come quello italiano, possano dire la loro. Bene, la melina, le indecisioni, le divisioni che ogni tanto, legittimamente, ci sono, hanno impedito che questo accadesse, a tal punto che oggi è assolutamente impossibile perché, nel frattempo, la Cina, con la legge sulla sicurezza, non solo ha reso impossibile dare voce a questa protesta, ma chiunque oggi lo faccia viene arrestato e può essere condannato a dieci anni.

Questa è la realtà che abbiamo ed è la ragione per cui siamo qui, con forza, con la testa alta, a dire che l'Italia è nel mondo sempre a fianco di chi lotta per l'affermazione dei diritti della dignità della persona, in qualsiasi Paese si svolgano, per qualsiasi libertà, dalla libertà religiosa, alla libertà di opinione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI- Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). E lo facciamo con la coscienza che tanto più noi abbiamo rapporti economici, tanto più abbiamo rapporti di diplomazia, tanto più questo è il nostro ruolo. E lo dico ai colleghi del MoVimento 5 stelle, con tutto il rispetto della loro posizione politica, ma con un suggerimento forte che dà dignità alla loro posizione politica: mai far avanzare l'ombra e il sospetto di essere sottoposti nella nostra libertà, nella nostra dignità e nella nostra forza a qualsiasi influenza. E l'errore che è stato fatto è stato avanzare questo sospetto ed è la ragione per cui siamo qui, non è formale perché siamo qui in Aula, e lo vedremo poi con forza; è il voto che libererà questo sospetto. Ci possono essere interpretazioni diverse, caro onorevole Cabras, ma io non ho paura della Cina come potenza planetaria, non ha paura lei e non ha paura l'intera Italia, perché qualsiasi potenza planetaria deve portare al rispetto dei diritti umani e della dignità della persona (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Non è accettabile che questo non accada. E l'Italia ha sempre svolto un ruolo fondamentale su questo, sempre: nel dialogo nel Mediterraneo, nel dialogo tra America e Russia in tempi di Guerra Fredda, e neanche recentemente, penso all'accordo tra Bush e Putin voluto, per esempio, dal Presidente Berlusconi, le politiche estere del Ministro Gentiloni. Sempre, in ogni caso, noi tutti abbiamo sempre svolto questo. Che paura abbiamo? Perché non abbiamo fatto parlare qui, in Parlamento, il leader dell'opposizione che ce l'aveva chiesto? In quattro giorni, 374 persone, solo per il fatto che hanno manifestato con libertà la loro opinione sono state arrestate, sono state chiuse in galera. Ancora, nel 2020, solo per dire che si deve e si vuole difendere un Trattato internazionale che garantisce l'autonomia ad Hong Kong, solo per dire questo, si viene arrestati, si corre il rischio della vita, si va in galera. Ci interessa o non ci interessa questo? Possiamo sottoscrivere tutti gli accordi, la Via della seta, la via della Cina, ma non si sottomette qualsiasi accordo commerciale, non lo si può sottomettere ad accettare supinamente che non si rispetti la dignità e la libertà di ogni singola persona (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Questo non è possibile e ci rende più deboli, non ci rende più forti.

Il secondo aspetto importante. C'è una diplomazia parallela, la conosce bene e la ringrazio anche per la puntualità con cui ha dato le ragioni del Governo, il Viceministro Sereni, e mi auguro che il Parlamento vada, pur nella diversità della lettura, nella direzione di votare unanimemente entrambe le mozioni. C'è una diversità che noi vogliamo sottolineare nel ruolo tra l'azione del Governo e l'azione del Parlamento. È proprio per questo che esiste il Parlamento: la diplomazia parlamentare è complementare, si affianca, è autonoma rispetto alla diplomazia del Governo e dell'Esecutivo. Alcune cose che il Governo non può fare, legittimamente perché il Governo di questo Paese, le può e le deve fare il Parlamento italiano, perché questa è la sua funzione, perché la funzione del Parlamento è rappresentare la maggioranza e l'opposizione, cioè l'interezza di un Paese ed è per questo che la Costituzione ne garantisce con forza l'autonomia e la supremazia nel suo potere legislativo. Questo è quello che noi dobbiamo comprendere. Vedete, mi sono dilungato non nel contenuto, ma, innanzitutto, su due aspetti, per far comprendere - lo dico a tutti - perché con forza abbiamo voluto che oggi, qui, si potesse parlare, discutere e confrontarsi di questo, perché Hong Kong vale per Hong Kong, ma vale per tutti noi, è il punto di riferimento. Quando accade una cosa, un segno, un piccolo segno, diventa il simbolo, il segno per tutti, da piccolo diventa grande, è un movimento che si crea ed è la possibilità di far sapere a tutto il mondo che l'indifferenza è ciò che aiuta i potenti, l'indifferenza è ciò che aiuta i soprusi, è l'indifferenza del mondo che permette che accadano le violenze che accadono. Spaccare l'indifferenza, con la forza del pensiero, con la forza della parola, con la forza della passione, che sembra non contino nulla. Cosa facciamo? Un voto? A cosa serve il voto? Cambierà il destino di quei 347 ragazzi arrestati? Non lo so, non credo, ma darà un segno, una forza.

Havel diceva: “C'è una palla di neve, non sapremo mai quando quella palla di neve”... Havel, il grande Presidente della Repubblica Ceca, il grande Presidente della “rivoluzione di velluto”, non della rivoluzione della forza, che ha portato al cambiamento dal regime, dal più duro regime - e concludo, Presidente - del comunismo di allora a un cambiamento storico, alla democrazia. Havel diceva: guardate, è una palla di neve, noi non sapremo quando la palla di neve diventerà slavina, diventerà una valanga, ma ricordatevi - e se lo ricordi anche la Cina - che prima o poi quella palla di neve diventerà valanga, perché il potere dei senza potere è la forza che appartiene a tutte le comunità libere, cioè alla comunità che riconosce che il valore della persona è il suo principale tesoro. Ricordiamolo, noi, qui, in Parlamento, se lo ricordino le potenze e se lo ricordi il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Signora Presidente. In premessa, vorrei esprimere la mia solidarietà nei confronti della Vice Ministra e provare per il suo tramite, però, a ragionare su una questione di metodo coi colleghi dell'opposizione. Spesso abbiamo sentito attacchi al Governo e ai rappresentanti del Governo perché proprio su mozioni o su documenti di iniziativa parlamentare il Governo si limitava a dare il parere, senza motivazione. Io trovo, in assoluto contrasto con le urla che ho sentito pochi minuti fa, che l'atteggiamento, istituzionalmente corretto, della Vice Ministra vada nella direzione del rispetto del Parlamento, perché ha motivato le ragioni che hanno portato alle decisioni del Governo, dei pareri del Governo, rispetto alle mozioni presentate. Credo che di questo probabilmente, lo dico a lei, perché ne informi il Presidente, potrebbe essere anche giusto parlarne nella sede della Conferenza dei presidenti di gruppo, perché qui c'è un problema di rispetto, io credo, del Governo e del rapporto tra Parlamento e Governo.

Nel merito, dico subito che noi voteremo a favore di tutte le parti delle mozioni che hanno al centro la questione del rispetto dei diritti umani; su questo non ci possono essere compromessi, non ci possono essere mediazioni possibili. Il tema della centralità della tutela dei diritti umani costituisce un pilastro dell'idea di società e anche, lo è sempre stato ed è ribadito nella mozione della maggioranza, un pilastro della nostra politica estera. Così come, l'altro pilastro rispetto alle questioni oggetto della mozione rimane evidentemente il principio condiviso di un Paese e due sistemi che, quindi, non rinnega le questioni storiche e le peculiarità del territorio, della regione amministrativa speciale di Hong Kong all'interno del più ampio e vasto Stato della Cina e quindi, ovviamente, i temi, che conoscete certamente tutti, relativi all'autonomia di Hong Kong e la difficile e complessa situazione che ha portato alle manifestazioni tra il 2019 del 2020 che sono state anche prima ricordate dal collega Lupi.

Però, la questione di Hong Kong credo non possa essere compresa se non si fa uno sforzo, se non si compie uno sforzo, quello di alzare un po' lo sguardo oltre e capire come, per esempio, proprio la vicenda che stiamo vivendo, che è stata oggetto di una lunga discussione ieri, del COVID-19, ci restituisca una dimensione di un mondo interdipendente, e qui sta ovviamente una scelta fondamentale di politica estera, di ruolo dell'Italia e dell'Unione europea, cioè se assecondare tendenze come quelle statunitensi, con la Presidenza Trump, dell'”America first”, cioè di una logica neo-isolazionista, di contrapposizione tra sovranismi, o, invece, una logica che appartiene alla cultura e alla storia anche del nostro Paese, una logica di tipo multipolare. Se si guarda in una logica multipolare è evidente che c'è un tema vasto, un tema che è di fronte a noi e dietro di noi e che è il dialogo, evidentemente, tra Oriente e Occidente. E ci sta anche, conseguentemente, lo ha detto la Vice Ministra nel suo intervento, leggendo un passo dell'Alto Rappresentante Borrell, la questione del ruolo dell'Europa. Su questo, in più occasioni anche in quest'Aula, ragionando sui Consigli europei, siamo tornati in molti a denunciare proprio questo, cioè, l'Europa non riesce ancora, non ha gli strumenti, non ha compiuto quella scelta di fondo di parlare in politica estera con una voce sola e questo la indebolisce, indebolisce l'Europa e indebolisce le ragioni della libertà, le ragioni dei diritti umani che l'Europa, per la sua natura e per la sua storia, sostiene e ne è propugnatrice a tutti i livelli. Quindi, da questo punto di vista c'è un richiamo anche critico e autocritico sull'Unione europea che continua a balbettare e che necessariamente deve, invece, trovare una strada per rafforzare questa sua capacità di stare come player nella dimensione multipolare, come un soggetto non rappresentante una semplice sommatoria, ma con una sua capacità autonoma e ovviamente forte anche del peso economico e geopolitico di un intero continente.

Quindi, da questo punto di vista, il tema ritorna a essere quello del dialogo e della dimensione multipolare in un mondo interdipendente che per noi non ha alternative. Ovviamente, la questione, nell'individuare la Cina come partner di questo schema, in un rilancio della cooperazione, è quella che il tema della libertà e il tema dei diritti umani non possono essere due temi lasciati in un canto e sopraffatti dalle questioni di carattere economico, dalle grandi questioni, ovviamente, di rapporto tra un Paese come l'Italia e la stessa Europa con quella che di qui a qualche anno diventerà la prima economia mondiale. Quindi, qui c'è un altro richiamo che credo per noi sia fondamentale: il tema del ruolo degli organismi internazionali che, ancora una volta e in particolare proprio su una questione come quella di Hong Kong, dimostrano una debolezza strutturale. Come dire, avremmo bisogno, come dicevo prima, accanto a un'Europa forte anche di organismi internazionali forti.

Chiudo, quindi, annunciando il nostro voto favorevole, anche nella condivisione che non possa il mondo occidentale rimanere silente rispetto al grido che arriva da Hong Kong, nella consapevolezza che occorra trovare una soluzione che, da un lato, garantisca il mantenimento dell'autonomia giuridica di Hong Kong e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali per i suoi cittadini e, al tempo stesso, un quadro complessivo di rapporti in una dimensione multipolare di dialogo tra Oriente e Occidente che non ha, come dicevo prima, alternativa. Per queste ragioni noi esprimiamo il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signora Presidente, ringrazio innanzitutto la Vice Ministra Sereni per il suo intervento, che ho trovato particolarmente utile per introdurre la nostra discussione, anche ai fini di precisare quali fossero gli elementi che caratterizzano l'attività del nostro Governo e anche la possibilità di individuare in questi passaggi, quelli, per esempio, di votazione di mozioni, dei punti di precisazione che, sotto la sovranità del Parlamento, indicano una strada certa e duratura per l'attività di politica estera del nostro Governo, attività che non sempre appare, almeno ai miei occhi, come incisiva su tanti temi, ma che ritengo, in questo caso, possa essere segnalata come un elemento fondamentale, in particolare nella sua relazione con l'Unione europea.

Noi seguiremo, pertanto, le indicazioni e concordiamo anche con quelli che sono i pareri espressi dal Governo, però ritengo che sia questa un'occasione fondamentale anche per illustrare quali debbano essere i principi sui quali noi ci muoviamo. Stiamo parlando della violazione dei diritti umani all'interno di un Paese, Hong Kong, nel quale, sulla base degli accordi che furono stipulati tra Cina e Regno Unito, vige il sistema “due sistemi in un Paese”. Stiamo parlando della possibilità concreta, visti anche gli ultimi sviluppi, di una sistematica violazione di quella che è la sovranità di un Paese come Hong Kong, a partire dalle norme sulla sicurezza nazionale e, prima ancora, a partire da quelle norme che avevano regolato l'estradizione, che giustamente venivano contestate da movimenti popolari. Credo che in questo Parlamento si debba parlare una lingua di verità, un linguaggio di verità rispetto al tema dei diritti umani. Voglio solo ricordare una delle tante battaglie di cui l'Italia è stata protagonista, per esempio quella prima per la moratoria e poi per l'abolizione della pena di morte a livello delle Nazioni Unite, che ci ha posto anche in contraddizione con Paesi con i quali abbiamo una solida alleanza, che continuano ad avere la pena di morte nel loro ordinamento. Credo che l'Italia, per sua tradizione debba avere l'orgoglio di rivendicare ovunque la difesa dei diritti umani, che - lo dico a un collega di maggioranza di cui ho ascoltato, riascoltato l'intervento, cioè il vicepresidente della Commissione giustizia Cabras - non può mai essere messa sul piano di un equilibrio di errori, di un equilibrio di nefandezze, che peraltro io non vedo e che sinceramente ho trovato inopportuno riportare all'interno di quest'Aula.

Per questo motivo penso che qui si tratti non tanto di una scelta di maggioranza, ma di una scelta di civiltà, che possa in qualche modo garantire che questo principio, quello del rispetto dei diritti umani, non venga mai messo su un piatto della bilancia insieme a quello che è quel necessario esercizio delle relazioni internazionali, che pure noi dobbiamo continuamente coltivare. Questo è il motivo per il quale ho apprezzato anche il passaggio della Viceministra, quando parlava delle molteplici sfaccettature, ma proprio perché ci sono queste molteplici sfaccettature noi dobbiamo essere più severi con coloro con cui abbiamo maggiori rapporti, anche perché lontano, magari in tante parti del mondo, ci sono violazioni dei diritti umani che noi giustamente condanniamo ma talvolta dimentichiamo; su quello che succede esattamente all'interno di sistemi con i quali noi abbiamo profonde relazioni non possiamo far finta che ciò non esista. Ed è giusto che questo Parlamento si pronunci con severità e abbia anche un atteggiamento con la schiena dritta, come qui ha ricordato correttamente il collega Lupi, nei confronti di un ambasciatore che ritiene di intervenire su quelle che sono le deliberazioni di una Commissione e di un Parlamento che, per quanto ci riguarda, è assolutamente sovrano. Noi abbiamo gli arresti, ma abbiamo anche degli effetti indotti: è stato licenziato il professor Benny Tai, che nel 2014 propose da leader il movimento di Occupy Central, già nel 2014 accusato di avere avvelenato le menti degli studenti. Quindi un'autorità autonoma, quella accademica di Hong Kong, dove tanti nostri figli magari sono andati, perché è una delle università di eccellenza a livello mondiale; costui viene licenziato non sulla base di un provvedimento autoritativo, ma per una forma di autocensura, il che vuol dire, oltre agli arresti che promanano dall'autorità giudiziaria in base alla nuova legge sulla sicurezza nazionale promulgata da Pechino, che ci sono anche gli effetti ovviamente indotti di chi ha paura di non allinearsi con quelle che sono le scelte che vengono fatte. Penso che questo sia il momento nel quale noi dobbiamo uniformarci a delle scelte. Voglio ricordare che la maggiore relazione positiva all'interno dell'Unione europea con la Cina ce l'ha la Germania, ma la Germania ha persino accolto dei rifugiati politici con lo status di rifugiati da Hong Kong. Questo per dire, anche a chi è magari un po' a digiuno di politica internazionale, che la schiena dritta è quella più apprezzata all'interno delle relazioni internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e che, se la Germania ha accolto Ray Wong e Alan Li e Taiwan ha dato disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo, come ha appena detto il Ministro Chen Min-tong, penso che anche l'Italia non solo possa ascoltare gli attivisti come Joshua Wong, ma debba avere un atteggiamento simile per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani in un Paese dove, peraltro, la contestazione sistematica di quello che è l'articolo 10 della Costituzione in relazione ai migranti è stata francamente imbarazzante da parte di una destra che oggi si alza a paladina dei diritti umani.

Voglio solo dire una cosa: noi siamo stati educati ad avere un rispetto formidabile per i diritti umani anche in periodi nei quali era difficile schierarsi, anche perché non abbiamo - io personalmente e tanti della mia storia - accettato l'idea che il campismo geopolitico giustificasse un atteggiamento rispetto a un altro sui diritti umani. Non facciamo campismo anche oggi, peraltro in una dimensione completamente diversa, peraltro su una supposizione di schieramenti che peraltro non esistono. Voglio qui ricordare l'uomo con l'impermeabile che, salito sul tetto del Pacific Place, poi cadde e morì, per protestare con gli altri pacificamente su quelle che erano le nuove norme che stavano intervenendo. Voglio ricordare le parole - e concludo - di un artista come Ai Weiwei, che ha definito l'approvazione della norma sulla sicurezza nazionale, un artista cinese, famoso nel mondo, come il giorno più buio.

Voglio ricordare le parole di un grande democratico che al Checkpoint Charlie disse “Ich bin ein Berliner” perché penso che oggi noi dovremmo dire che noi siamo Hongkonger (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io la Viceministra per il suo intervento, sul quale tornerò tra un attimo. Parto da due notizie: nella giornata di ieri - lo ricordava la collega Quartapelle - sono stati arrestati quattro ragazzi, tre ragazzi e una ragazza tra i 17 e 21 anni, con l'accusa di avere postato un testo sui social media che auspicava l'indipendenza di Hong Kong. Di questa mattina la notizia secondo la quale Joshua Wong, il noto attivista e leader della protesta democratica di Hong Kong, è stato escluso, con ragioni naturalmente arbitrarie, dalle prossime elezioni locali di Hong Kong. Sono due notizie che danno naturalmente il senso di quanto sta accadendo a Hong Kong dopo l'approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale, come tanti di noi avevano temuto, ovvero un'ondata repressiva che ha già visto coinvolti centinaia di cittadini inermi di quella zona.

Ed è un'ondata repressiva che avviene - ricordiamolo ancora una volta - in base ad una legge che è stata approvata dalle autorità di Pechino, di fatto, in palese e flagrante violazione degli accordi internazionali che Pechino stessa aveva firmato anni fa.

E tuttavia, se questi sono i fatti, la partita che è in corso a Hong Kong non riguarda soltanto la Cina, non riguarda soltanto quella regione, non riguarda soltanto le potenze che direttamente si confrontano in Asia, ma riguarda tutti noi, riguarda anche noi, noi italiani, noi europei, riguarda questo Parlamento. Perché sullo sfondo dobbiamo ricordare un fatto che contraddistingue la nostra epoca, ovvero l'attacco che è in corso alla democrazia, ovunque: in Europa, fuori d'Europa e in Asia; ed è un attacco, questo, che non passa attraverso gli strumenti tradizionali della tirannide, della dittatura, ma utilizza strumenti più raffinati e più insidiosi: come quelli appunto dell'attacco ai diritti umani, l'attacco al diritto di parola, al diritto di associazione, al diritto di comunicazione e di riunione. Ecco perché - e vado al punto di premessa che voglio citare prima di andare a vedere nel dettaglio la questione - oggi difendere la democrazia a qualunque latitudine significa difendere concretamente i diritti umani, ovunque quei diritti siano minacciati.

A Hong Kong questo sta avvenendo: appunto, una palese e conclamata violazione dei diritti umani. Su questo non possono esserci dubbi: non credo che nessuno in quest'Aula possa serenamente affermare che quanto sta accadendo a Hong Kong sia legittimo, sia giustificato da un punto di vista legale, sia equilibrato. Nessuno lo può affermare, e questo è un primo punto che ci unisce e dobbiamo riconoscerlo come un punto di unità del Parlamento italiano e della democrazia italiana. Però, la questione di cui oggi parliamo è come possiamo concretamente difendere meglio i diritti dei cittadini di Hong Kong che sono repressi e minacciati, come possiamo farlo. Possiamo farlo utilizzando lo strumento di una crociata ideologica contro la Cina comunista? È una strada. Oppure – ed è la seconda strada, quella che noi concretamente pratichiamo e auspichiamo – possiamo utilizzare i migliori strumenti, i più efficaci strumenti internazionali di cui noi disponiamo, come Paese membro della comunità internazionale e di alcune fondamentali istituzioni internazionali. Qui non si tratta di essere moderati, non si tratta di essere meno attenti alle ragioni dei cittadini di Hong Kong: si tratta di essere efficaci, di domandarci come possiamo essere più efficaci nella difesa dei diritti dei ragazzi di Hong Kong.

Appunto due strade, dicevo. Ce n'è una, quella che citavo poco fa, quella della crociata ideologica, che, anche legittimamente, sceglie di fare della tragedia in corso a Hong Kong una battaglia ad uso interno, magari con l'obiettivo di guadagnare qualche voto, usando parole come “crociata contro la Cina comunista”, “il virus cinese”, “la Cina che vuole conquistare il mondo”. È legittimo farlo, lo sta facendo, per esempio, il Presidente Trump negli Stati Uniti, anche come strumento di una difficile, dal suo punto di vista, campagna elettorale; ma la domanda che dobbiamo farci è: questo serve a qualcosa nel concreto nella difesa dei diritti umani a Hong Kong? Aiuta concretamente i ragazzi di Hong Kong? Aiuta concretamente a fermare la repressione cinese, a ristabilire forme di autonomia e di minima tutela dei diritti umani e civili a Hong Kong? La nostra risposta è “no”, perché esiste un'altra strada: è la strada di agire insieme ai nostri partner europei e internazionali nel segno di quel multilateralismo che non è un'astrusa categoria teoretica, ma è lo strumento migliore di cui dispone la comunità internazionale per realizzare ciò che serve alla pace, alla coesistenza, alla difesa concreta dei diritti umani; e, nello specifico, è quello che serve, il multilateralismo, per difendere i diritti dei cittadini di Hong Kong. Ed è la strada, questa seconda, che viene suggerita dalla mozione presentata dal Partito Democratico insieme ad altri gruppi, e che auspichiamo venga votata oggi da questo Parlamento; e cioè quella di un'azione congiunta a livello europeo, perché i rapporti con Pechino “siano improntati ai principi e ai valori fondanti sanciti dall'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea, che stabilisce che l'azione dell'Unione europea […] si fonda sui princìpi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo”. Lo ha detto bene il Vice Ministro Sereni poco fa: qui non si tratta di nascondersi dietro l'Unione europea, nessuno si vuole nascondere; ma noi dobbiamo lavorare come stiamo lavorando perché la nostra azione sia efficace, perché porti a un miglioramento concreto a Hong Kong e nelle condizioni concrete dei cittadini di Hong Kong.

Naturalmente la mozione prevede anche altri strumenti, al di là di quelli multilaterali, prevede strumenti di carattere bilaterale. Ne cito alcuni: l'auspicio che siano resi più facili le procedure per garantire asilo e protezione ai cittadini di Hong Kong che sono concretamente minacciati; l'auspicio che il Governo italiano si attivi presso l'ONU affinché sia nominato un delegato speciale per Hong Kong, ed altro. Però, la dimensione fondamentale nella quale ci muoviamo e dobbiamo continuare a muoverci, accanto a una posizione italiana che non ha alcuna zona d'ombra su chi ha ragione e chi ha torto, su chi deve essere difeso e chi deve essere, invece, riportato a più normali condizioni di dialogo; la dimensione fondamentale è quella multilaterale, è quella europea, attraverso, dicevo, gli strumenti del multilateralismo e di una pressione su Pechino che sia la più ampia e la più condivisa a livello internazionale. Perché anche sulla Cina, mi viene da dire, il nostro europeismo è questo: l'Europa serve a questo con gli strumenti di cui dispone. Non gli strumenti della guerra o del ricatto, ma gli strumenti della moral suasion, dell'autorevolezza politica e morale che viene da una storia come quella europea, che sui diritti umani si è contraddistinta quando nel mondo le parole diritto umano erano parole praticate da poche minoranze; l'Unione europea lo ha sempre fatto.

Ed è anche il piano, quello multilaterale, che garantisce anche efficacia e risultati. Voglio dire, aprendo una parentesi, che è anche su questo che si muove la nostra critica a come è stata concretamente realizzata la Via della seta. Non è naturalmente una critica alla necessità di avere rapporti con la Cina, ci mancherebbe altro; ma ove questi rapporti, come nel caso della Via della Seta, siano costretti dentro una dimensione angustamente bilaterale, ne risulta indebolita la nostra azione, l'azione italiana sul piano internazionale affinché vi siano dei risultati positivi anche dalla cooperazione con la Cina.

Io voglio dire questo, parlando di Europa e di efficacia dell'Europa, anche ai colleghi dell'opposizione, con cui oggi ci troviamo a fare una battaglia comune su questo tema; lo dico nonostante veramente lo scandaloso berciare che è venuto poco fa da esponenti della Lega mentre il Vice Ministro degli esteri parlava, un berciare che sembra contraddire, clamorosamente, lo spirito unitario e condiviso attraverso il quale invece stiamo lavorando su un tema fondamentale; e personalmente, anche a nome del mio gruppo, l'ha già fatto la collega Quartapelle poco fa, oltre a censurare quelle frasi, voglio davvero esprimere la speranza che si sia trattato di un episodio isolato e sfuggito dal metodo con cui anche l'opposizione auspico voglia affrontare questo tema.

Però, per tornare al tema, io dico ai colleghi dell'opposizione che quando attaccate l'Europa, quando fate ricorso all'antieuropeismo pensando magari di guadagnare qualche voto, pensate anche a questo: pensate che la battaglia per i diritti umani e per la democrazia, priva dell'Europa, senza gli strumenti europei, è una battaglia monca, è una battaglia inefficace, è una battaglia che non può realisticamente arrivare al risultato. E anche per questo è fondamentale usare gli strumenti dell'Europa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANDREA ROMANO (PD). Concludo, Presidente, con un punto a cui tengo in modo particolare: oggi parliamo della Cina, in altri casi abbiamo parlato di violazione dei diritti umani in altre parti del pianeta. Il Partito Democratico non fa distinzioni. Le violazioni dei diritti umani sono uguali in Cina, in Venezuela, in Ungheria…

PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

ANDREA ROMANO (PD). Concludo davvero, Presidente. Ovunque vi sia una violazione di questo genere. Perché la battaglia per i diritti umani è una battaglia che si muove nello spirito della nostra Costituzione, che, ricordo, all'articolo 2 dice che la Repubblica italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo. Questo precetto costituzionale noi lo dobbiamo praticare concretamente, ovunque, senza fare distinzioni tra amici di una parte di questo Parlamento come può essere l'Ungheria di Orbán, la Cina o il Venezuela: dovunque vi sia una violazione dei diritti umani è dovere della Repubblica italiana e di tutti i parlamentari della Repubblica italiana intervenire con gli strumenti di cui disponiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Era il 2014 quando già ad Hong Kong continuavano le proteste contro la Cina; era il 2014 e la protesta era non molto diversa, sia nelle forme che nelle ragioni, rispetto a quella che si è sviluppata negli ultimi mesi ad Hong Kong. Questo per dire che il problema di Hong Kong viene da molto, molto lontano, e io ricordo esattamente, quando iniziò quella protesta, gli argomenti, le discussioni che tenevamo all'interno anche allora del nostro movimento.

Io ricordo in particolare che in casa mi trovai a discutere sulla situazione di Hong Kong, e mi ricordo che la persona con cui discutevo mi fece vedere un piccolo Buddha e mi disse: già molto tempo fa incontrai un ragazzo di Hong Kong e mi regalò questo piccolo Buddha, a significare tutta la forza che aveva Hong Kong dentro di sé. Una forza che voleva sviluppare una contrapposizione, quella rappresentata da un piccolo Buddha e, cioè, lo spirito, la libertà di professare una religione, il fatto di essere persone pensanti, la libertà, rispetto a quello che invece la Cina rappresentava, cioè la materia.

Con questa contrapposizione tra materia e spirito ci ritroviamo in tante parti del mondo, ci ritroviamo anche a Hong Kong. La contrapposizione tra Hong Kong e la Cina non è solo la contrapposizione di una grande potenza, una superpotenza ormai mondiale da un punto di vista economico, e una piccola regione; ma è la prepotenza del materialismo, la prepotenza della supponenza, contro la sensibilità, contro la libertà, contro, appunto, lo spirito.

Io porto con me questo piccolo Buddha e lo porto in dote a questo Parlamento, come simbolo di quella protesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è anche la protesta di oggi, ma è anche il segno di dove bisogna andare, come sostenere Hong Kong e perché sostenerla.

È vero, nello scacchiere della geopolitica, la Cina rappresenta anche - e lo dico a questo Governo e a questa maggioranza - un vostro Partner. Rappresenta una nazione che avete corteggiato in tanti momenti. Se questa mozione è realmente motivata da un intento di libertà, allora l'Italia deve pretendere che, ogni rapporto che ha con la Cina, deve avvenire, se la Cina garantisce la libertà ad Hong Kong e negli altri Paesi che sono satelliti rispetto alla Cina stessa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e su cui la Cina vuole esprimere il suo massimo controllo. Vale per Hong Kong, vale per il Tibet, vale per Taiwan, vale per tutte queste regioni che sono regioni di libertà, sono regioni in cui la gente vuole respirare un vento di libertà.

Lo dico perché, a settembre, si terranno le elezioni ad Hong Kong. E, proprio in queste ore, ad Hong Kong che cosa sta accadendo? Sta accadendo che, a causa dell'autorità cinese e dell'influenza dell'autorità cinese, si stanno escludendo dalle liste tutti i principali esponenti e leader politici dell'opposizione alla Cina, dalle liste che andranno ad elezioni ad Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi questo non possiamo permetterlo.

E, mentre avviene questo, contemporaneamente stanno avvenendo gli arresti, proprio sulla base della nuova legge della sicurezza nazionale cinese. Dei ragazzi molto giovani sono stati incriminati e fermati nelle ultime ore, proprio sotto l'influenza di quella superpotenza cinese che vorrebbe cambiare i cervelli e fare il lavaggio dei cervelli a ogni cittadino di Hong Kong. Allora, quei ragazzi, io non so in questo momento dove si trovino, ma, visto che sono una parlamentare italiana. non mi permetto di cantare un inno che fa riferimento comunque alla protesta di un altro territorio, però lo voglio rievocare, perché voglio gridare anch'io “Gloria a Hong Kong”, quell'inno che ha mosso le manifestazioni di protesta negli ultimi mesi. E voglio parlare a quei ragazzi, visto che Internet per la Cina è un optional: viene utilizzato come strumento per controllare, anziché per veicolare messaggi. Non so se loro sentiranno mai queste parole tradotte in italiano, però le voglio dire lo stesso, nella speranza che prima o poi il lavoro di questo Parlamento dia la possibilità anche a quei ragazzi, che sono stati fermati, e anche a quelle persone, che in queste ore sono escluse dalle liste per le elezioni ad Hong Kong, di poter ascoltarle e apprezzare che c'è qualcuno, dall'altra parte del mondo, che è con loro. Infatti, “Gloria a Hong Kong” è l'inno un po' di tutti. “Giuriamo: non più lacrime sulla nostra terra.

Nella collera i dubbi vengono dissipati dalla nostra posizione. Sorgiamo! Tu che non sarai più schiavo nuovamente: per Hong Kong possa regnare la libertà! Sebbene sia profondo il terrore che deve arrivare, con la nostra fede continuiamo a camminare. Allontana la rabbia del sangue! La nostra voce cresce ancora: per Hong Kong possa regnare la gloria! Le stelle possono svanire e l'oscurità l'aria riempire. Nella nebbia brilla una tomba solitaria. Alle armi! Per la libertà combattiamo, colpiremo con tutto quello che possiamo. Con il valore e la saggezza progrediamo. L'alba irrompe, liberate la nostra Hong Kong. Un unico respiro: rivoluzione nei nostri tempi. Possa il popolo regnare libero e orgoglioso. Ora e ancor di più, gloria a Hong Kong” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Presidente, più di duemila anni fa, il famoso generale filosofo Sun Tzu ne L'arte della guerra scriveva che l'apice della capacità di uno stratega non è vincere cento battaglie, ma soggiogare il nemico senza combattere.

È un po' quello che sembra essere accaduto nel nostro caso. Come ha ricordato anche il collega Lupi, abbiamo tardato tantissimo - rinvii continui - e abbiamo dato l'impressione, da parte del Governo e da parte di alcuni partiti che ne fanno parte, che più di timore per certe ripercussioni si sia giunti addirittura a una forma di autocensura, che appunto, nella visione di Sun Tzu, è il massimo che si può ottenere nei confronti di un avversario.

Ecco, perché ci voleva un punto fermo. Ecco, perché ci voleva finalmente una chiara presa di posizione. L'Italia, da due anni a questa parte, sembra - “sembra” dico - non avere più una chiara linea di politica estera. Lei, signor Ministro, ha detto che abbiamo contribuito - e ne sono sicuro, perché la nostra diplomazia lavora e continua a tenere la rotta - alla dichiarazione dell'Unione europea. Be', non si vede, perché siamo un Paese che, a un certo punto, dopo le ultime elezioni, ha abbandonato la rotta tradizionale per assumere posizioni unilaterali, che hanno messo a dura prova le nostre alleanze europee ed atlantiche, che hanno garantito al nostro Paese prosperità e sicurezza nell'ultimo mezzo secolo. Anche sulla scena politica continuiamo ad assistere a prese di posizioni che ci fanno percepire come inaffidabili. Ci fanno percepire come l'anello debole nel sistema di istituzioni e alleanze occidentali e, in questo modo, diventiamo vulnerabili. Siamo vulnerabili alle offensive di diplomazia delle mascherine e dei soccorsi, dei quali non siamo stati protagonisti, ma vittime, che hanno avuto luogo dopo la diffusione del COVID-19, e siamo vulnerabili al sorgere di narrative contrapposte, che vedono il nostro Paese al soldo di questa o quella potenza, euroasiatica, asiatica o latino-americana. Narrative o fake news - chiamatele come volete -, come auspico, assolutamente false, ma che in questo modo sono ancora più nocive, perché sono rese verosimili dai nostri atteggiamenti e dalle nostre prese di posizioni.

Spero che, con questa nostra risoluzione, si cominci a prenderne atto e spero che si metta fine a tutte queste sconfitte di guerre, che non abbiamo mai combattuto.

E vorrei giungere ad Hong Kong. Hong Kong rappresenta il fallimento dei due lati contrapposti della stessa scommessa. Da un lato, alla fine degli anni Ottanta, la Gran Bretagna giunge al famoso accordo “un Paese e due sistemi”, che doveva valere fino al 2047, perché puntava proprio sullo sviluppo economico della Cina; eravamo ed erano convinti del fatto che, col diffondersi del benessere, ci fosse e nascesse un insopprimibile anelito di libertà e democrazia; era la visione positivistica della globalizzazione che dominava all'epoca.

La Cina da parte sua invece portava avanti la scommessa di una forma di capitalismo proprio, nel quale la crescita economica impetuosa era resa possibile dal partito unico comunista e, come tale, ne garantiva la permanenza al potere. A Hong Kong, come forse altrove, il versante cinese della scommessa è risultato vincente fino al momento in cui la struttura economica, che si poggia su un sistema di controllo oligarchico da parte di alcune famiglie, ha smesso di produrre benessere diffuso e invece ha aumentato la divaricazione sociale. Hong Kong ha un'economia di servizi, che ha visto in questi ultimi anni crescere il costo della vita: a fronte di un'offerta limitata di posti di lavoro ben pagati, che spesso vanno a stranieri, ha visto una massa di posti di lavoro che costano molto poco, poco retribuiti, che però non hanno permesso, di fronte al lievitare del costo della vita, agli abitanti di Hong Kong di vedere un futuro, un futuro che era garantito da questo sviluppo economico, né di trovare alloggi a un prezzo accessibile. Ed è proprio sulla gestione fondiaria dell'immobiliare che si fonda il sodalizio tra le autorità filocinesi e le grandi famiglie, che da sempre comandano la città, e tali interessi non possono essere mortificati perché vanno a colpire gli interessi dei Paesi forti. Questa è la situazione di Hong Kong e allora perché in questo momento storico la Cina interviene così pesantemente e sembra incurante della reazione della comunità internazionale? Perché a Hong Kong sta accadendo qualcosa che, se avvenisse anche nella Cina continentale, sarebbe catastrofico: la “perla d'Oriente”, la vetrina dello scintillante capitalismo cinese, si sta trasformando nella “macchia d'Oriente”, macchia non nel senso di onta - questa è una metafora che ho preso proprio dalle autorità cinesi stesse -, non in questo senso, ma nel senso del modello di sviluppo economico cinese, che smette di crescere e generare ricchezza diffusa, e apre questa forbice tra oligarchie miliardarie e un proletariato urbanizzato e sfruttato. Il contratto sociale che regge la Cina - meno libertà in cambio di benessere diffuso - cessa di funzionare, nasce la protesta sociale ed è una protesta che va silenziata. Come è avvenuto per la gestione del COVID, ora, meno che mai, il partito e il suo leader non possono mostrare falle o lacune, per questo la Cina grida al complotto, denuncia ingerenze esterne, mentre assume posizioni sempre più assertive e muscolari. Da parte delle autorità cinesi si denuncia il fatto che a Hong Kong si metta in atto una “rivoluzione colorata”. La “rivoluzione colorata”, un termine che nasce in Ucraina, come tutti ormai abbiamo imparato a conoscere, ha una lettura speculare, a seconda del lato della storia in cui si è collocati: per le autocrazie, una “rivoluzione colorata” è sinonimo di sobillazione, di una sollevazione popolare finalizzata a un cambiamento di sistema politico, ispirata da potenze straniere; nelle democrazie di tipo occidentale la “rivoluzione colorata” rappresenta una sollevazione spontanea della società nei confronti di un regime autoritario, una sollevazione alla quale l'Occidente e le democrazie non possono rimanere troppo a lungo insensibili. Quindi, agli occhi occidentali, quando si invoca la “rivoluzione colorata” non si fa altro che commettere una sorta di autodenuncia. Per cui, per concludere, con questo voto, seppur tardivo, non possiamo certo illuderci di andare a influenzare l'agenda politica della Cina, ma non possiamo neppure continuare a dare l'impressione di essere l'anello debole del sistema. Con la Cina - è stato detto - bisogna parlare con voce ferma e unica, non con voce fioca o contraddittoria e la voce ferma e unica è ancora più forte se è la stessa dell'Unione europea. A tal proposito, voglio ricordare come anche il Presidente Berlusconi, in Europa, come prima, ha sempre ricordato la necessità di una coerenza tra il fatto che, se la Cina è stata definita concorrente sistemico, allora vanno adottate regole difensive e vincolanti su acquisizioni, investimenti e pratiche di dumping. Quindi, per ricapitolare, Forza Italia voterà a favore delle mozioni perché noi riteniamo che non si possa proclamare l'equidistanza tra sistemi autocratici e le democrazie ed i loro sistemi di valori, perché in questo modo non si fa che disgregare i sistemi democratici e acuirne le crisi, che in questo momento stanno vivendo al loro interno, con il risorgere di sovranismi talvolta velleitari. Il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale può essere garantito soltanto da un sistema di democrazie, che per quanto imperfette e malate, trovano sempre al loro interno i presupposti della cura; un sistema di democrazie, libere e indipendenti, che per noi saranno sempre preferibili alle alternative (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato il dibattito invero surreale che si è svolto in quest'Aula delle dichiarazioni di voto che celebravano la trionfalistica unione dei partiti di maggioranza che combattono la Cina comunista; purtroppo tutto ciò non è vero. Sappiamo che la maggioranza è spaccata, divisa e frammentata. Per mesi, in Commissione Affari esteri, la Lega ha combattuto perché si parlasse di Hong Kong: vergogna a chi afferma il contrario, vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Siamo stati i primi a portare in quest'Aula, già a gennaio scorso, una mozione in difesa dei ragazzi di Hong Kong, in difesa della libertà. L'unico leader politico che ha avuto il coraggio di andare davanti all'ambasciata cinese con uno striscione che recitava: “Libertà per Hong Kong” è stato Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi sappiamo qual è la strada, qual è il futuro, noi abbiamo un'idea ben precisa, noi siamo al fianco di chi combatte per la libertà, a Hong Kong come a Taiwan, e anche con chi lo fa in Italia, perché in Italia noi siamo sotto attacco. Vi sono interferenze estere pesanti: ne abbiamo parlato in Commissione Affari esteri, non solo Hong Kong, la Cina è già arrivata qui; nel lebensraum della Cina, nel disegno egemonico di Pechino non c'è solo il Mar Cinese Meridionale, ma c'è tutto il mondo, il mondo libero. Mike Pompeo, in un discorso che farà la storia -, ne siamo certi - a Yorba Linda, presso la casa natale di Nixon, ha detto: “O si sta con il mondo libero, o si sta con la Cina comunista”. Noi siamo ambigui, questo Governo è ambiguo, il silenzio del Ministro Di Maio per mesi non è passato inosservato, abbiamo continuato a denunciarlo: silenzio tombale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi, con gli Stati Uniti, innamorati della libertà, noi ragazzi, che siedono tra questi banchi, che su quel prato, a Pontida, abbiamo giurato, come nel 1167, di non smettere mai di combattere per la libertà della nostra terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lasciamo voi giocare coi monopattini cinesi, tra i crateri, le buche di Roma; noi guardiamo alla prossima frontiera, allo Spazio, in cui vogliamo tornare, vogliamo tornare al fianco degli Stati Uniti, tornare sulla Luna. Questi sono i sogni, queste sono le aspirazioni delle democrazie, non quella di dominare il mondo con sistemi autocratici, come purtroppo sta facendo la Cina, cercando di intimorire e condizionare la politica italiana. Qui lo denunciamo con forza: lo ha fatto a più riprese, continuamente, ha ripreso i senatori e deputati che avevano invitato Joshua Wong, leader della protesta ad Hong Kong, li ha ripresi dicendo che Hong Kong è una questione interna. È gravissimo, drammatico, ma c'è qualcosa di ancora più grave, quando il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Vito Petrocelli, dice che: Hong Kong, in fondo, è una questione interna, una questione di politica cinese, tanto quanto lo è Minneapolis. No, non ci stiamo, non è così: Hong Kong è difesa, o dovrebbe esserlo, da un Trattato internazionale, Minneapolis è una questione di ordine pubblico in una libera democrazia occidentale; si vergogni chi afferma che sono la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E quindi qual è la posizione del Governo? Qual è la vera posizione di questo Parlamento? Abbiamo visto il presidente Vito Petrocelli riconfermato presidente della Commissione Affari esteri del Senato proprio per queste bellissime posizioni che ha preso, mentre la presidente Grande della nostra Commissione Affari esteri non c'è più.

Non c'è più perché forse ha dovuto pagare lo scotto di aver levato alta la voce della libertà. La presidente Grande su la Repubblica ha difeso, unica voce nei 5 Stelle, i ragazzi di Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ha anche cercato, con il nostro appoggio, di calendarizzare l'audizione di Joshua Wong, ma sappiamo che celeri sono arrivati i richiami dell'ambasciata di Pechino.

Questa è l'Italia di oggi. Tutto ciò è stato mistificato, nascosto dietro una presunta e finta unità, di facciata. Di facciata perché, negli scorsi mesi, abbiamo visto condurre una campagna d'attacco ai nostri asset strategici, alla nostra sicurezza nazionale, cui purtroppo il PD, con difficoltà, è riuscito ad opporsi. Questo è successo negli scorsi mesi: il dilagare di Pechino in Italia.

Quindi, noi difendiamo i ragazzi di Hong Kong, ma difendiamo anche il nostro Paese. Grazie all'onorevole Lupi, che ha tenuto vivo il tema, dopo la Lega. Noi lo terremo vivo ancora a lungo perché siamo consapevoli che il mero riferimento alla politica estera europea non è sufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) non è sufficiente e non basta. Informo la signora Vice Ministro che i ragazzi di Hong Kong a Victoria Park non sventolano le bandiere dell'Unione Europea: sventolano la bandiera americana, presidio di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sventolano quella bandiera che fa sì che ancora oggi non si sia stretta del tutto la tenaglia sul Mar Cinese Meridionale, mentre nasce la nuova talassocrazia che tutto vuole divorare.

Bene, lo affermiamo senza tema di smentita: se Taiwan è ancora libera, non è grazie agli appelli di Borrell; se Hong Kong ancora può parlare, chissà per quanto, molto poco perché la informiamo, signora Vice Ministro, che “un Paese, due sistemi” è morto il giorno in cui è stata approvata la legge sulla sicurezza nazionale; ebbene quei residui barlumi, spazi di libertà che restano nel Mar Cinese Meridionale restano perché ci sono le portaerei americane a presidio. Questa è la verità, questa è la politica internazionale: non nascondiamoci dietro a belle parole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Noi la risoluzione la voteremo, certo, ma non è così, non è così che si difende la libertà: o si sta con chiarezza con il mondo libero, con l'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America o si sta con la repressione, e la repressione di questa Cina è una repressione nazi-maoista. Questo dobbiamo denunciare da quest'Aula: queste parole non le abbiamo sentite, quelle tradotte che partano dallo Xinjiang, che deportano gli uiguri, triste memoria. Abbiamo urlato in tutti i modi da quest'Aula: Auschwitz mai più! Ma bisogna crederci però, bisogna battersi perché non sia più mai più Auschwitz e, invece, oggi qualcuno con quella Cina, che tutto calpesta, che nega i diritti umani, che parla di armonia comunitaria e nega l'individuo, pensa di poter impunemente fare affari e magari svendere anche i nostri asset strategici. La Lega non ci sta, non c'è mai stata e mai ci starà. Noi vogliamo la libertà. Viva Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto parlare il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Ci sono due angolazioni nella vicenda di Hong Kong che noi dobbiamo considerare. Un'angolazione è il tema del valore universale della democrazia e dei diritti umani; l'altro tema, perché è stato sollevato in questi termini, anche se le mozioni sono incentrate sulla questione strettamente di Hong Kong, però il tema è importante, è la collocazione dell'Italia in un sistema di relazioni internazionali e anche, quindi, in relazione alla Repubblica Popolare Cinese. Il valore universale della democrazia, lo affermiamo in tutti i documenti, in tutte le prese di posizione, nella stessa mozione di maggioranza che proponiamo, come un tema cardine delle relazioni internazionali dell'Italia, ed è un tema che ha una tradizione enorme, anche di coraggio, nella vita pubblica italiana. Io vorrei ricordare un personaggio che si era seduto in quest'Aula, Enrico Berlinguer, che andò, spettinato, nel 1977, a un congresso in Unione Sovietica davanti a personaggi azzimati, con un atteggiamento imperiale, che si sentivano padroni di un discorso mondiale e affermò, con solennità, il valore universale della democrazia, e quel discorso ebbe un'eco duratura, importante per il decennio successivo, con effetti che ricaddero poi nell'evoluzione di quel mondo presso il quale era andato a pronunciare questo importante discorso. Noi abbiamo altre tradizioni, a destra e a sinistra, di personalità che hanno mantenuto la schiena dritta nell'affermare i valori fondanti delle democrazie moderne e direi del mondo contemporaneo, del mondo che si è dotato, con la Carta dell'ONU sui diritti umani, di uno strumento straordinario per cambiare la vita dei popoli. Su questo non c'è alcun dubbio e quindi su qualsiasi vicenda politica che affrontiamo, compresa la vicenda di Hong Kong, noi siamo fermi nel dire che i diritti umani vanno rispettati, che ci dobbiamo dotare degli strumenti per farli rispettare, che l'autonomia di Hong Kong è un caposaldo delle relazioni internazionali. La questione della collocazione dell'Italia: è vero, come ha detto il collega Formentini, che la Lega ha ripetuto in tutti i passaggi parlamentari, anche se si parlava, non so, di nuove cure per le unghie incarnite, che era fondamentale parlare della relazione dell'Italia con la Cina; è un tema proposto in maniera ossessiva. Le ossessioni nascondono qualcosa di strano, in general, perché non è messo in discussione da nessun atto del Governo italiano il rapporto con le alleanze che ha fondato e di cui è parte integrante, di cui è partecipe anche nelle discussioni, anche in modo combattivo. È vero che le relazioni internazionali sono qualcosa di più complesso del mettersi la bandiera di uno Stato dominante: questo dovrebbe valere anche per chi vuole mettere solo la bandiera americana nelle proprie relazioni internazionali. In questo periodo c'è una fortissima discussione, ad esempio, nella NATO. La Merkel non ha nascosto elementi di contrasto, ad esempio, per la vendita di armi alla Turchia. La Turchia è in una relazione dialettica con la NATO. Macron ha fatto delle dichiarazioni clamorose, solo pochi mesi fa. Ma questo è stare dentro le alleanze da pari a pari, non da subalterni e questo contesto ci permette di essere anche assertivi nei confronti di Paesi che non sono i nostri alleati strategici, con i quali non vogliamo cambiare le nostre relazioni internazionali e che sono importanti, però, nella vicenda politica, economica, commerciale mondiale.

Io non credo che sia utile - lo dobbiamo affermare, l'abbiamo affermato anche negli interventi in discussione generale - arrivare a una polarizzazione, a una nuova guerra fredda, a un'idea di contrapposizione fra portaerei che sono la garanzia della libertà. Una contrapposizione di portaerei è la garanzia di una guerra, e questo non lo vogliamo e non lo dobbiamo favorire in nessun modo nelle nostre relazioni internazionali. Con la Cina noi possiamo avere rapporti sempre più importanti perché così è per tutti, perché il Paese che è cresciuto di più di peso negli ultimi quarant'anni avrà un ruolo nei prossimi quaranta: lo faremo da pari a pari, e non da subalterni. E questo lo possiamo fare se ci rafforziamo in un nostro sistema di relazioni. L'Unione europea può dire qualcosa sui nuovi sviluppi tecnologici se magari investe di più, se non si perde, come si è persa per vent'anni, nella austerity. In quel caso può parlare…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo un po' di silenzio – so che state entrando in Aula – e anche di indossare la mascherina. Colleghi di Italia Viva, vi chiedo di evitare assembramenti, collega Marattin. Prego, collega.

PINO CABRAS (M5S). Quindi, il ruolo dell'Italia all'interno di un contesto europeo è il ruolo di un Paese che cerca di costruire le ragioni di una nuova indipendenza economica in un sistema complesso di relazioni internazionali, in un sistema multilaterale che non mette in discussione le alleanze che ha fondato e che favorisce invece una possibilità di recupero economico.

Tutto il resto diventa un discorso ideologico, di cui non abbiamo bisogno e che è pericoloso. Io credo che la tendenza alla polarizzazione, così come è stata rivendicata anche orgogliosamente sia pericolosa. In relazione a Hong Kong è stato criticato un atteggiamento che diceva: attenzione, guardiamo anche ai nostri limiti. Questo lo dobbiamo dire, anche in relazione a una personalità che è stata citata dal collega Lupi, Václav Havel. Cita Havel come la valanga della democrazia che poi travolge tutte le resistenze e prima o poi diventa una materia che non si può più ignorare, e cambia le cose. Giusto. Havel diceva anche un'altra cosa: diceva che una società può funzionare meglio ma non per questo essere migliore. Lo diceva in relazione al crescere di un'altra valanga, che è quella tecnocratica del controllo, che è cresciuta molto anche nel nostro mondo. Non è solo questione di Cina, da questo punto di vista, è questione anche del nostro mondo. Quindi io rivolgo il pensiero ai combattenti della libertà che ci sono in qualsiasi latitudine, in tutte le città che vogliono essere libere e continuare a essere grandi protagoniste come metropoli globali come Hong Kong, e lo rivolgo a Julian Assange, che in questo momento è in una prigione di un Paese che ha alti standard di rispetto dei diritti umani. Noi dobbiamo guardare perciò non a una polarizzazione ma a una difesa concreta dei diritti umani. La mozione di maggioranza va in questa direzione, perché stabilisce i mezzi e le vie opportune, multilaterali…

PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce ed eventualmente non passare davanti al collega Cabras e neanche dietro? Lo dico soprattutto ai colleghi Cinquestelle, che sono proprio dietro il collega Cabras, che sta intervenendo.

PINO CABRAS (M5S). Vado a concludere. Il tema per noi è quindi approvare una mozione che ci dota di tutti gli strumenti morali, politici, ideologici e giuridici per difendere la libertà e lo status di autonomia di Hong Kong all'interno di una cornice multilaterale, che è l'unica in cui possiamo incidere realmente, e lo facciamo convintamente senza derive ideologiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che, a seguito dell'ulteriore riformulazione della mozione Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362, nonché della richiesta di riformulazione avanzata dal Governo e accettata dai presentatori, i dispositivi delle mozioni risultano identici, restando distinte le relative premesse.

In virtù della segnalata identità dei dispositivi e della richiesta di votazione per parti separate pervenuta alla Presidenza, si procederà alle votazioni nel seguente ordine: dapprima saranno posti congiuntamente in votazione gli identici dispositivi delle mozioni Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 (Ulteriore nuova formulazione) e Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366: a seguire, la premessa della mozione Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 (Ulteriore nuova formulazione); infine, la premessa della mozione Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366.

Pongo in votazione gli identici dispositivi delle mozioni Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 (Ulteriore nuova formulazione) e Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366, così come riformulati su richiesta del Governo e con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Pongo in votazione la mozione Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Pongo in votazione la mozione Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

In morte dell'onorevole Giulio Maceratini.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, come sapete, lo scorso 25 luglio è venuto a mancare, all'età di 82 anni, Giulio Maceratini, componente della Camera dei deputati nella IX, X, XI e XIV legislatura e senatore nella XII e XIII legislatura. Nato a Roma il 13 febbraio 1938, laureato in giurisprudenza, avvocato, è stato eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1983. Iscritto al gruppo del Movimento Sociale Italiano, nella sua lunga attività parlamentare si è dedicato con particolare impegno ai problemi della giustizia, ed è stato primo firmatario di iniziative legislative poi divenute leggi in materia di esercizio della professione legale, ordinamento forense, responsabilità dei magistrati. Ha ricoperto l'incarico di Segretario di Presidenza della Camera dei deputati nella XI legislatura e di presidente del gruppo di Alleanza Nazionale al Senato nella XII e XIII legislatura. Con la morte di Giulio Maceratini scompare un uomo politico coerente e competente, protagonista della storia politica e parlamentare del nostro Paese. La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà. Colleghi, ricordo che è possibile un ulteriore voto alla fine della commemorazione. Prego, collega.

FABIO RAMPELLI (FDI). “Prima di pensare ad azioni esteriori e spesso dettate solo da momentanei entusiasmi, senza radici profonde, si dovrebbe pensare alla formazione di sé, all'azione su se stessi contro tutto ciò che è informe, sfuggente o borghese”. Questa frase è stata scritta e pronunciata da un filosofo contemporaneo italiano e romano che ha ispirato spesso e volentieri le gesta, la vita, l'azione politica del presidente Giulio Maceratini, una persona semplice, nonostante abbia contribuito alla scrittura di pagine importanti della Repubblica italiana e sia stato per la destra italiana un solenne punto di riferimento, persona che mai ha avuto a che fare con la retorica, sobria, elegante, gentile. Non alzava mai la voce e, pur parlando sommessamente, era sempre ascoltato da tutti.

È sempre stato dalla stessa parte. Abbiamo sentito, nella ricostruzione della sua storia politica, della sua prima elezione al Parlamento italiano - aveva già avuto delle esperienze amministrative precedenti - nel 1983, eletto nelle file del Movimento Sociale Italiano. Poi ha seguito la trasformazione della destra italiana nell'episodio di Fiuggi, la nascita di una destra moderna, europea. Era un seguace - possiamo definirlo così - di un raffinato pensatore che ha comunque lasciato un segno importante, anche lui, nella storia politica italiana, Pino Rauti, che, comunque, non aderì a quella trasformazione e fece una strada diversa, da Fiuggi in poi. Ma il presidente Giulio Maceratini aveva le idee chiarissime, in perfetta sintonia con il suo carattere, le sue convinzioni e le sue attitudini, e decise di essere non solo uno dei partecipanti a quella trasformazione ma, direi, un alfiere e insieme a un altro maestro di quel periodo, Pinuccio Tatarella, compianto anche lui, guidarono quel processo teso, diciamo, a “scongelare” la destra italiana e metterla a disposizione non dell'ideologia di riferimento cui apparteneva ma a disposizione dell'Italia. La destra finalmente accessibile, la destra commestibile, la destra utile nella sua capacità di trasferire i valori più profondi in cui credeva nell'attività politica quotidiana. Di lui vorrei dire qualcosa usando le sue stesse parole. Era un principe del foro di Roma, già consigliere dell'ordine degli avvocati di Roma per l'appunto, patrocinante in Cassazione, giurista fine che quindi, proprio per la sua natura e per la sua esperienza professionale, si è occupato molto di giustizia. Nel 1984 e nel 1987 tracce dei suoi interventi ci raccontano anche della grande capacità di stare al passo coi tempi. Sentite cosa ci diceva Giulio Maceratini da quest'Aula il 24 gennaio 1984: “In realtà, chi appena conosce un poco l'apparato giudiziario sa che esso soffre di una serie di mali che si chiamano organici inadeguati, mancanza di personale ausiliario, ma si chiamano anche, se vogliamo passare a un livello politico più contiguo a questa Camera, sfascio della magistratura, politicizzazione della magistratura, guerre interne alla magistratura, assenza di una gerarchia tra i magistrati, per cui se un certo magistrato fa dormire un processo nessuno può richiamarlo all'ordine. Il magistrato deve restare autonomo nell'esercizio delle sue funzioni, ma certamente non deve restare autonomo nella pigrizia con la quale lascia per mesi un detenuto in attesa di giudizio senza interrogarlo, come si verifica tutti i giorni e come è già stato denunciato”. E poi nel 1987: “La Costituzione, non lo si dimentichi, afferma che nessuno può essere punito in base a una norma che sia entrata in vigore successivamente al fatto commesso e se la carcerazione preventiva non è punizione ditemi voi che cos'è, tanto è vero che se ne tiene conto ai fini dell'espiato. Purtroppo, lo affermo con amara ironia, la carcerazione preventiva è diventata ormai un mezzo istruttorio”.

Le caratteristiche che, infine, voglio consegnare a quest'Aula di Giulio Maceratini sono quelle di carattere umano. Ho detto che è sempre stato dalla stessa parte e questo potrebbe quasi tratteggiare la personalità di un uomo chiuso in se stesso ed era, invece, tutto il contrario. Usava il passepartout della sua umanità, della sua eleganza, della sua gentilezza, della sua capacità persuasiva per dialogare con tutti e talvolta anche per riuscire a costruire, da una posizione difficile come quella a cui apparteneva, delle sintesi e, quindi, dei progetti concreti. Concludo, era appartenente a una destra orgogliosa, dunque, e fiera di se stessa, ma mai chiusa dentro di sé. La generosità, infine, è l'ultimo aspetto che devo e voglio sottolineare e che possa essere un insegnamento per tutti i colleghi a qualunque partito appartengano. Sempre disponibile con tutti ma, soprattutto, disponibile nei confronti degli ultimi. Grazie, per ciò che ci hai potuto consegnare, per ciò che hai fatto per la destra italiana e per ciò che hai fatto per la Repubblica italiana (Applausi).

Rinvio in Commissione della proposta di legge costituzionale: D'iniziativa popolare: Norme per l'attuazione della separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura (A.C. 14) (ore 13,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale n. 14: Norme per l'attuazione della separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura.

Ricordo che nella seduta del 27 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo ha rinunciato a intervenire in sede di replica. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Francesco Paolo Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Si dice che la goccia scava la pietra, gutta cavat lapidem, e in quest'Aula noi abbiamo fatto circolare nel corso della discussione sulle linee generali le idee, la imparzialità e la trasparenza del giudice rispetto al pubblico ministero, che accusa, e rispetto alla difesa abbiamo fatto circolare dei numeri, il 111, innanzitutto la Costituzione, il 24, il 27 e il 112, e idee e numeri si sono, diciamo, accompagnati a una discussione che, comunque, ha introdotto nell'Aula questo importantissimo principio di questa proposta di legge di iniziativa popolare, sponsorizzata dalle camere penali, che dovrebbe portare nella giustizia una sorta di ripristino dei valori costituzionali. Il fair play impone ovviamente, Presidente, di rispettare quello che è stato l'accordo raggiunto nell'ufficio di presidenza della Commissione in modo unanime e di chiedere che il provvedimento torni in Commissione e non semplicemente perché vi sia un'attività dilatoria ma esattamente il contrario: per guadagnare tempo nel dibattito nella Commissione e a ranghi più ristretti poter tornare in Aula, mi auguro nel mese di ottobre, quanto prima, quando la Conferenza dei capigruppo deciderà, per poter finalmente trasformare idee e numeri in provvedimenti, in deliberazioni, in voti e, quindi, in una legge. Con questo auspicio di forte, diciamo, ispirazione costituzionale, io chiedo che il provvedimento possa - ripeto - lealmente, come concordato, tornare in Commissione, ma con uno spirito - ripeto - di risparmio di tempi e di economia e di gestione di talune diversità che tra i gruppi si sono create per poter tornare in Aula con un'idea più approfondita, più chiara, più netta e più condivisa. Questa è la mia richiesta.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la proposta di rinvio in Commissione si intende accolta dall'Assemblea.

(Cosi rimane stabilito)

Annunzio del rinnovo della costituzione di Commissioni permanenti.

PRESIDENTE. Comunico che, nelle rispettive sedute del 29 luglio, le seguenti Commissioni permanenti hanno proceduto, ai sensi dell'articolo 20 del Regolamento, al rinnovo della propria costituzione, che è risultata la seguente:

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I): presidente: Giuseppe Brescia; vice presidenti: Fausto Raciti e Annagrazia Calabria; segretarie: Elisa Tripodi e Simona Bordonali;

Giustizia (II): presidente: Mario Perantoni, vice presidenti: Franco Vazio e Riccardo Augusto Marchetti; segretari: Federico Conte e Giusi Bartolozzi;

Affari esteri e comunitari (III): presidente: Piero Fassino; vice presidenti: Pino Cabras e Paolo Formentini; segretari: Mirella Emiliozzi e Ugo Cappellacci;

Difesa (IV): presidente: Gianluca Rizzo; vice presidenti: Marica Fantuz e Roger De Menech; segretari: Roberto Rossini e Marta Antonia Fascina;

Bilancio, tesoro e programmazione (V): presidente: Fabio Melilli; vice presidenti: Giorgio Lovecchio e Stefania Prestigiacomo; segretari: Stefano Fassina e Giuseppe Ercole Bellachioma;

Finanze (VI): presidente: Luigi Marattin; vice presidenti: Giovanni Currò e Alberto Luigi Gusmeroli; segretari: Raffaele Topo e Francesca Gerardi;

Cultura, scienza e istruzione (VII): presidente: Vittoria Casa, vice presidenti: Nicola Fratoianni e Paola Frassinetti; segretari: Gabriele Toccafondi e Angela Colmellere;

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII): presidente: Alessia Rotta, vice presidenti: Alessio Butti e Rossella Muroni; segretari: Giuseppe D'Ippolito e Manuela Gagliardi;

Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX): presidente: Raffaella Paita; vice presidenti: Paolo Ficara e Deborah Bergamini; segretari: Vincenza Bruno Bossio e Giovanni Battista Tombolato;

Attività produttive, commercio e turismo (X): presidente: Martina Nardi; vice presidenti: Andrea Giarrizzo e Giorgia Andreuzza; segretarie: Sara Moretto e Benedetta Fiorini;

Lavoro pubblico e privato (XI): presidente: Debora Serracchiani; vice presidenti: Renata Polverini e Davide Tripiedi; segretarie: Tiziana Ciprini e Donatella Legnaioli;

Affari sociali (XII): presidente: Marialucia Lorefice; vice presidenti: Rossana Boldi e Michela Rostan; segretari: Fabiola Bologna e Marcello Gemmato;

Agricoltura (XIII): presidente: Filippo Gallinella; vice presidenti: Susanna Cenni e Maria Spena; segretari: Francesco Critelli e Monica Ciaburro;

Politiche dell'Unione europea (XIV): presidente: Sergio Battelli; vice presidenti: Emanuela Rossini e Matteo Luigi Bianchi; segretari: Filippo Sensi e Cosimo Sibilia.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire il deputato Andrea De Maria.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Il 2 agosto 1980, quarant'anni fa, una bomba scoppiava alla stazione di Bologna; i morti furono 85 e 200 i feriti. Si tratta dell'episodio più tragico della terribile stagione del terrorismo e della strategia della tensione che ha insanguinato il nostro Paese. Oggi il Presidente della Repubblica è stato a Bologna per portare la solidarietà di tutto il Paese ai familiari delle vittime della strage del 2 agosto e di quella di Ustica. Voglio ringraziarlo per questo. Il 2 saremo in tanti, ancora una volta, a Bologna alla manifestazione promossa dall'Associazione dei familiari e dal comune. Sappiamo la verità giudiziaria sugli esecutori della strage fascista del 2 agosto 1980; una verità che continua ad essere messa in discussione dopo anni di inquinamenti e depistaggi; una verità, invece, molto importante, anche perché, grazie all'iniziativa e tenacia dei familiari e all'azione della magistratura, si sta riaprendo la concreta possibilità di fare finalmente luce sui mandanti della strage.

La verità completa sul 2 agosto rappresenta un dovere delle istituzioni verso le vittime ed i loro familiari, ed anche verso la nostra democrazia, che sarà più forte se saprà fare i conti con una lunga storia di violenza, destabilizzazione e deviazione negli apparati dello Stato, che ha influito pesantemente sui nostri assetti istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Formentini: se non è presente in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, questo intervento lo tengo a nome dell'intergruppo “La verità oltre il segreto” e non come rappresentante di un gruppo politico, un gruppo che abbiamo fondato insieme alla collega Frassinetti e che si compone di diverse forze trasversali al Parlamento, tra maggioranza e opposizione. Domenica saranno passati quarant'anni dalla tragedia del 2 agosto 1980, dalla strage di Bologna. Appare ormai evidente come la realtà processuale che si sta configurando non sia più corrispondente alla realtà del quadro che sta emergendo dalle nuove rivelazioni, dai nuovi scoop, da nuovi libri di consulenti, giornalisti investigativi, come nel caso dei verbali del giudice istruttore Gentile, che a verbale ammette la sua frequentazione con Abu Saleh, capo operazioni del Fronte popolare per la liberazione della Palestina a Bologna, con cui intratteneva rapporti non chiari, tra cui anche frequentazioni e regali. Ebbene, di questo non c'è traccia in questo nuovo scenario internazionale. Noi, a quarant'anni dalla strage di Bologna, dobbiamo la verità ai parenti delle vittime e non una verità. Parlo a nome di un intergruppo, non di una forza politica, proprio per questa ragione; perché riteniamo che sia necessario dare giustizia ai parenti delle vittime, agli italiani coinvolti e vittime innocenti di stragi, come Ustica, come il 904, come tutte le stragi italiane, e soprattutto una verità che possa dirci per quale motivo i familiari di Maria Fresu stiano oggi rivendicando la scomparsa del proprio caro, l'ottantaseiesima vittima, perché il lembo facciale ritrovato sui binari non è di Maria Fresu, e questo lo dicono i periti. Tante domande a cui la magistratura a Bologna non ha mai dato risposta. Ci chiediamo perché a Bologna ci fossero tutti i rappresentanti della rete Separat di Carlos, Service internazionale del terrorismo al servizio dei palestinesi e dei libici, e perché questa presenza sia stata sempre insabbiata dalla magistratura, dalle forze dell'ordine e, talvolta, anche dai Servizi.

Concludo. Potremmo stare qui moltissimo a ribadire le dieci domande che abbiamo rilanciato nel convegno con Adolfo Urso e con il senatore Marilotti del MoVimento 5 Stelle, rispetto alla necessità di liberare tutti i documenti, tra cui i cablogrammi del capocentro Giovannone e tutti i documenti delle Commissioni d'inchiesta che trattano di Separat di Carlos, di tutta la rete internazionale e di tutto il quadro internazionale che ormai si è delineato ed è chiaro. Ma concludo con le istanze dell'intergruppo: abbiamo presentato una proposta di una Bicamerale d'inchiesta sulle stragi e sulla guerra fredda italiana e soprattutto…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …un'interpellanza, che verrà depositata oggi e nelle prossime ore discussa in quest'Aula, al Ministro della giustizia, affinché venga fatta piena luce su questa interazione tra il giudice istruttore Gentile e Abu Saleh, e anche sull'incompatibilità del processo e dei processi di Bologna, a Bologna: è arrivato il momento della verità, non di una verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Torromino. Ne ha facoltà.

SERGIO TORROMINO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, preannuncio a fronte di questo mio breve intervento un'interrogazione per l'atavico problema delle infrastrutture nella fascia ionica calabrese. Vorrei, però, richiamare l'attenzione del Governo sulle sensazioni, sulle motivazioni, su tutto ciò che appartiene all'intima sfera del genere umano. Spesso ci ritroviamo in quest'Aula a discutere di numeri, di programmazione, di investimenti, nella asettica trattazione dei problemi quotidiani che un Parlamento deve affrontare, dimenticando però le emozioni. Bene, più che mai in questo particolare momento il nostro Paese ha bisogno di ritrovare la forza e lo spunto per ritornare a sognare.

Onorevoli colleghi, signor Presidente, dal sud della Calabria e, precisamente, dalla costa ionica, dimenticata dagli uomini, arriva un grande insegnamento che voglio condividere con voi: il Crotone Calcio, come in una favola, raggiunge di nuovo la massima serie, in un contesto dove anche il diritto allo sport viene spesso negato, dove trovare luoghi di aggregazione è difficile e, in quei pochi esistenti, per diverse ragioni, viene precluso l'utilizzo alle società sportive, che hanno come unico fine quello di avvicinare i giovani alle svariate discipline, scontrandosi quotidianamente con infiniti problemi. Ciò, in quel lembo di terra, dove lo spostamento per una trasferta diventa un'odissea, dove diventa difficile portare turisti, investimenti, dove, diciamocela tutta, la presenza di un Governo, attento alle esigenze dei cittadini che gridano a gran voce il loro dissenso nell'essere considerati cittadini di un'Italia che continua a relegarli, calcisticamente parlando, nella serie cadetta…Gli uomini del presidente Gianni Vrenna, del DG Raffele, i calciatori e, soprattutto, i tifosi hanno ridato vita a questa splendida favola che oggi raccontiamo, quella del Crotone in serie “A”. Questi uomini, con innumerevoli difficoltà, hanno regalato di nuovo un sogno alla nostra splendida Crotone e, consentitemi, onorevoli colleghi, a noi tutti hanno dato una straordinaria lezione, quella che non importa quanto dura sia la salita, quante difficoltà devono essere superate e ostacoli affrontati: i sogni, se ci si crede veramente, possono avverarsi, ma è necessario crederci fino in fondo e lottare, lavorare duramente per raggiungere la meta prefissata. La condizione imprescindibile è il senso di appartenenza e di squadra, quegli stessi sentimenti che dovrebbero caratterizzare ognuno di noi che oggi è qui. Insieme rappresentiamo il popolo italiano tutto, affinché, ribadisco, insieme - e concludo, Presidente - possiamo porre fine alle differenze sociali, economiche ed infrastrutturali, alle divisioni del Paese in posti di serie “A” e di serie “B”.

Con questa straordinaria favola che vive oggi la mia terra, della quale mi onoro di essere rappresentante, mi unisco ai miei concittadini in un solo grido e mi consenta, Presidente: viva lo sport e forza Crotone.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 31 luglio 2020 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Muroni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. VIII, n. 5 - Conto consuntivo 458 457 1 229 457 0 59 Appr.
2 Nominale Doc. VIII, n. 6 - Progetto bilancio 457 457 0 229 457 0 59 Appr.
3 Nominale Moz. 1-362 u.n.f e 1-366 rif - I p. 421 420 1 211 420 0 57 Appr.
4 Nominale Moz. Lupi e a. u.n.f. - II p. 419 418 1 210 417 1 57 Appr.
5 Nominale Moz. Quartapelle e a. 1-366 - II p. 417 416 1 209 416 0 57 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.