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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 376 di martedì 21 luglio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, De Menech, Luigi Di Maio, Gallinella, Gebhard, Lupi, Pastorino, Schullian, Tasso e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge:

Francesco di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

misure per contrastare il fenomeno della criminalità minorile nella città di Napoli (518) - alla II Commissione (Giustizia);

iniziative per far cessare gli atti persecutori nei confronti dei cristiani in Cina (519) - alla III Commissione (Affari esteri);

provvedimenti a tutela della dignità femminile e contro lo sfruttamento della prostituzione (520) - alla II Commissione (Giustizia);

interventi da parte dello Stato e degli enti locali per la rimozione dell'amianto (521) – alla XII Commissione (Affari sociali);

l'abolizione del bollo auto (522) - alla VI Commissione (Finanze);

l'abolizione dell'IMU per le case sfitte o inagibili (523) - alla VI Commissione (Finanze);

l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e l'abrogazione del divieto del terzo mandato consecutivo per i sindaci (524) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

misure per contrastare il fenomeno dell'occupazione abusiva di spazi pubblici (525) - alla II Commissione (Giustizia);

iniziative a sostegno dei diritti del popolo curdo (526) - alla III Commissione (Affari esteri);

interventi in favore del comune di Cancello e Arnone (527) - alla V Commissione (Bilancio);

Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede:

il wifi gratuito per tutti (528) - alla IX Commissione (Trasporti);

che la durata del mandato del Presidente della Repubblica sia ridotta a 5 anni (529) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

iniziative per la riforestazione in Africa (530) - alla III Commissione (Affari esteri);

la creazione di un esercito europeo (531) - alle Commissioni riunite IV (Difesa) e XIV (Politiche dell'Unione europea);

di aumentare le spese per la ricerca fino al 3 per cento del PIL (532) - alla VII Commissione (Cultura);

l'adozione delle opportune procedure parlamentari autorizzative e di indirizzo in merito all'attivazione di negoziati in sede europea volti a ridiscutere il ricorso al nucleare (533) - alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

Giada Bigetti, da Roma, chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle misure prese per contenere la pandemia da COVID-19 (534) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:

la riforma del Consiglio superiore della Magistratura (535) - alla II Commissione (Giustizia);

misure urgenti per garantire la sicurezza delle Residenze sanitarie assistenziali, anche alla luce dell'elevato numero di contagi e decessi avvenuti a causa del virus Covid-19 (536) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul virus COVID-19 (537) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Alessio Sundas, da Lerici (La Spezia), chiede che gli atleti, nel rispetto delle norme di sicurezza, possano riprendere la preparazione, dopo la sospensione della medesima a causa della diffusione dell'epidemia da Covid-19 (538) - alla VII Commissione (Cultura);

Massimo Valpiana, da Verona, e altri cittadini chiedono un dibattito parlamentare che possa portare all'adozione di un provvedimento legislativo per l'istituzione di una forma di difesa civile, non armata e non violenta, alternativa a quella militare, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare AC 3142 presentata nella XVII legislatura (539) - alla IV Commissione (Difesa);

Pamela Iacovone, da Isernia, chiede modifiche all'articolo 252, commi 2 e 6, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti per lo svolgimento di concorsi per il personale del Ministero della giustizia (540) - alla II Commissione (Giustizia);

Mauro Facchini, da Borgomanero (Novara), e altri cittadini chiedono riconoscimenti al merito ai medici, agli infermieri e al personale sanitario deceduti a causa del virus Covid-19 e riconoscimenti di natura economica a favore delle loro famiglie, nonché disposizioni volte al miglioramento della sanità pubblica (541) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Moreno Sgarallino, da Terracina (Latina), chiede che, ai fini del pagamento dell'IMU, la casa posseduta in Italia dai cittadini italiani residenti all'estero sia considerata prima casa (542) - alla VI Commissione (Finanze);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede l'approvazione di una legge elettorale di tipo maggioritario (543) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Ignazio Rosenberg Colorni e Paolo Antonio Amadio, da Milano, chiedono disposizioni in materia di rappresentanza parlamentare (544) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Ettore Salvatori, da Roma, chiede di prorogare al 30 settembre la sospensione dell'esecutività degli sfratti prevista dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (545) - alla V Commissione (Bilancio);

Giovanni Viscione, da Apollosa (Benevento), chiede una serie di provvedimenti per il rilancio economico e infrastrutturale di Benevento e del Sannio (546) - alla V Commissione (Bilancio);

Umberto Franchini, da Telese Terme (Benevento), chiede una riforma organica del sistema tributario (547) - alla VI Commissione (Finanze);

Giuseppe Angelo Sia, da Milano, e altri cittadini chiedono interventi urgenti a sostegno delle famiglie a seguito dell'epidemia da COVID-19 (548) - alla V Commissione (Bilancio);

Chiara Lazzano, da Augusta (Siracusa), chiede l'inasprimento delle pene per i reati di maltrattamenti animali (549) - alla II Commissione (Giustizia);

Michele Spera, da Lanciano (Chieti), chiede di prevedere nell'ambito del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, interventi volti ad agevolare l'erogazione di contributi per i danni subiti a seguito di eventi sismici (550) - alla V Commissione (Bilancio);

Marco Lusetti, da Guastalla (Reggio Emilia), chiede la modifica dell'articolo 14, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, in materia di composizione dei Gruppi parlamentari (551) - alla Giunta per il Regolamento;

Maurizio Scazzeri, da Torchiarolo (Brescia), chiede modifiche al decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22 ed ai bandi di concorso finalizzati al reclutamento del personale docente al fine di consentire l'ammissione con riserva ai docenti della classe di concorso A066 nonché l'accesso alle graduatorie ITP (552) - alla VII Commissione (Cultura);

Cristina Rosselli da Empoli (Firenze), chiede che i laureandi dell'attuale anno accademico vengano ammessi con riserva al concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente bandito col decreto n. 499 del 21 aprile 2020, in considerazione delle difficoltà per gli studenti di ultimare in tempo utile il percorso di studi a causa dell'emergenza legata al virus Covid-19 (553) – alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro),

Vincenzo Battipaglia, da Napoli, chiede che il Parlamento, con norma di interpretazione autentica, chiarisca che la periodicità dell'aggiornamento dell'età di pensionamento e dei coefficienti di trasformazione debba avvenire con cadenza triennale anziché biennale (554) - alla XI Commissione (Lavoro);

Paolo Tonelli, da Mestre, chiede misure a favore dei figli orfani di un solo genitore (555) - alla II Commissione (Giustizia);

Enrico Chiari, da Sestri Levante (Genova), chiede modifiche all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, in materia di incentivi per l'efficientamento energetico, il fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici (556) – alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

Michele Sciacovelli, da Bari, chiede di portare a 400 euro l'importo delle pensioni di invalidità civile (557) - alla XI Commissione (Lavoro);

Loredana Maio, da Monsummano Terme (Pistoia) e Lorenzo Matteucci da Agliana (Pistoia), chiedono una legge di riforma della polizia locale (558) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Sara Di Bonito, da Napoli, e numerosi altri cittadini, chiedono interventi organici per il potenziamento dell'assistenza psicologica nell'ambito del Servizio sanitario nazionale (559) - alla XII Commissione (Affari sociali),

Alfonso Josè La Manna, da Ariano Irpino (AV), e numerosi altri cittadini chiedono di eliminare i costi degli oneri di sistema dalle bollette elettriche (560) - alla X Commissione (Attività produttive).

Svolgimento di una interpellanza.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza.

(Iniziative di competenza volte a prevedere una disciplina più stringente circa l'uso della fascia tricolore, anche alla luce della vicenda che ha visto coinvolto un assessore di Scandicci (Firenze) - n. 2-00160)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Donzelli n. 2-00160 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Giovanni Donzelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ricostruendo brevemente i fatti, nel novembre 2018 un assessore del comune di Scandicci si è prestato a utilizzare la fascia tricolore per una pubblicità a una ditta privata. Detto così ovviamente chiunque si sarebbe scandalizzato, chiunque avrebbe parlato ovviamente di un uso indegno, di un uso inappropriato, di un abuso d'ufficio, di un'offesa al simbolo delle istituzioni, perché ovviamente la fascia tricolore del sindaco non può essere utilizzata per pubblicizzare una ditta privata. Qual è però il fatto?

Il fatto è che si tratta di un assessore nato in Senegal, Ndiaye, che ha posato, fotografata da Oliviero Toscani, per Benetton e ovviamente, a questo punto, davanti a queste tre cose per la sinistra andava benissimo. Per il sindaco di Scandicci era giusto, anzi si è definito orgoglioso di questo gesto. Siamo arrivati a vedere il Partito Democratico, in questo momento partito di Governo della nazione, che osannava il gesto di questo assessore che posava per la ditta privata Benetton fotografata da Oliviero Toscani con la fascia tricolore; quindi, faceva pubblicità a una società privata utilizzando il simbolo delle nostre istituzioni.

Ovviamente, noi presentammo immediata interrogazione parlamentare in seguito alla quale comunque rispose il prefetto di Firenze con una lettera al sindaco confermando i nostri dubbi e dicendo chiaramente che, riguardo al ruolo dell'assessore, non era corretto quanto diceva il sindaco in seguito alle osservazioni alla mia interpellanza che oggi discutiamo. Il prefetto di Firenze diceva anche che l'uso del tricolore, anche per delega dello stesso sindaco, da parte di altri soggetti, seppure incardinati nell'amministrazione comunale, non appare in linea con il dettato normativo come nel caso di specie.

Quindi, questo assessore ha infranto la legge, umiliato il tricolore, umiliato il suo ruolo istituzionale e il partito di Governo della nazione in questo momento, il Partito Democratico che governa il comune di Scandicci, si è detto orgoglioso di questo gesto.

Allora, chiedo al Governo oggi di spiegarci come stanno le cose; se, secondo il Governo, è corretto usare la fascia tricolore per fare pubblicità ai privati tutti; se è corretto da parte di qualunque assessore o se in questo caso piace ed è consentito solo se l'assessore è del Senegal, a fotografare è Oliviero Toscani e la ditta che ne beneficia sono i Benetton.

Ricordo poi in tutto questo che ovviamente è facile oggi dire “ma no, non c'è, i Benetton, non è mai stato fatto un regalo su Autostrade”: si regala addirittura il proprio assessore a posare con la fascia tricolore per fare pubblicità alla ditta privata dei Benetton e poi ci stupiamo che gli avete regalato Autostrade sulla pelle dei cittadini italiani.

Quindi, siamo a chiedere al Governo di spiegarci cosa intende fare per difendere l'uso della fascia tricolore in tutti i comuni anche se, ahimè, chi si trova a infrangere la normativa è un assessore nato in Senegal, fotografato da Oliviero Toscani che pubblicizza per i vostri amici Benetton (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Matteo Mauri, ha facoltà di rispondere.

MATTEO MAURI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole interpellante Donzelli richiama l'attenzione sul tema del corretto uso della fascia tricolore da parte degli amministratori comunali.

Al riguardo, ricordo che l'articolo 50 del testo unico degli enti locali stabilisce che distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune. Con circolare del Ministero dell'Interno del 4 novembre 1998 indirizzata ai prefetti è stato inoltre evidenziato come l'uso della fascia tricolore da parte del soggetto che rappresenta la comunità locale si caratterizza per il suo alto valore simbolico. L'alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone pertanto un uso corretto e conveniente della fascia tricolore.

Secondo la circolare viene attribuito ad un elemento simbolico una specifica funzione che è distintiva, siccome finalizzata a rendere palese la differenza tra il sindaco e gli altri titolari di pubbliche cariche e che, nel contempo, sottolinea l'impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale.

Nel predetto atto di indirizzo viene anche precisato che, nell'uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali in qualunque veste intervenga.

Restano validi poi gli utilizzi stabiliti da esplicite previsioni normative come quelle di cui all'articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2000 ove, in ragione della particolarità delle funzioni espletate, si prevede che l'ufficiale dello stato civile nel celebrare il matrimonio e nel costituire l'unione civile deve indossare la fascia tricolore.

In relazione al fatto specifico richiamato nell'interpellanza si rappresenta che il sindaco di Scandicci ha comunicato che, nel giugno 2018, l'assessore Diye Ndiaye, cittadina italiana di origine senegalese, ha ricevuto una proposta per la partecipazione ad una campagna di comunicazione dedicata al tema dell'integrazione come valore. Detta campagna prevedeva il ritratto di un gruppo di persone affermatesi in ambiti quali la medicina, l'avvocatura, le forze dell'ordine, la pubblica amministrazione.

Il sindaco ha riferito di aver giudicato opportuna tale partecipazione perché relativa ad un'iniziativa culturale di cui condivideva i contenuti, per la necessità di testimoniare i valori positivi dell'integrazione e per l'immagine di un'Italia che cambia e si arricchisce di persone e di storie diverse, che si adattano, convivono, interagiscono e contribuiscono direttamente alla guida politica, amministrativa e professionale di intere comunità di cittadini.

Il sindaco ha poi chiarito di aver scelto l'assessore Diye Ndiaye nella sua veste di assessore della città di Scandicci per la fiducia che riponeva in lei e per il messaggio che avrebbe potuto veicolare ai bambini e ai ragazzi delle scuole tramite la sua persona, la sua storia, le sue competenze. Il sindaco ha reso noto di aver ricevuto assicurazioni sul fatto che la citata campagna, che sarebbe stata motivata dal valore esclusivamente simbolico e non avrebbe previsto ovviamente alcun tipo di compenso, non sarebbe stata connotata da pubblicizzazione a fini commerciali ma caratterizzata dalla quotidianità dei protagonisti, con i loro abiti abituali, e pertanto ha espresso il proprio assenso alla partecipazione dell'assessore. Sulla questione è intervenuto il prefetto di Firenze, che ha ricordato al sindaco di Scandicci, con apposita comunicazione, le regole che disciplinano la materia, in particolare il contenuto della circolare ministeriale cui ho fatto riferimento in precedenza. Nella circostanza, il prefetto ha anche ricordato che, ai sensi della legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, per le autonomie locali vi è anche possibilità di disciplinare, con normazione regolamentare, l'utilizzo di propri segni distintivi, anche a scopi di rappresentanza, senza ricorrere all'uso della fascia tricolore.

PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Donzelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, sono gravemente ferito dalla risposta che mi è arrivata dal Governo, perché il Governo non ha risposto, ha rielencato i fatti, non ha preso le distanze dal sindaco e ha confermato quello che ha detto il prefetto. Cioè, ricapitolando brevemente, perché magari ci siamo distratti: l'assessore al comune di Scandicci posa per una ditta privata per fare una pubblicità a una ditta privata con la fascia tricolore, portando quindi un vantaggio economico a una ditta privata utilizzando la fascia tricolore, che è chiaramente non consentito dalla legge! Cos'è che invece piace a questo Governo sinistro che ci troviamo davanti e che viene anche oggi a difendere il sindaco di Scandicci, sempre del Partito Democratico? Piace tutto questo, perché l'assessore in questione è nata in Senegal, l'assessore in questione è stata fotografata da Oliviero Toscani, che passa le sue giornate ad offendere Giorgia Meloni - perché allora va bene se è fotografata da Oliviero Toscani -, e pubblicizza Benetton. Eccolo qua, col simbolo di una ditta commerciale (Il deputato Donzelli mostra una foto), che troviamo nei supermercati, nei negozi di abbigliamento. Si pubblicizza…

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, abbiamo visto la foto, adesso la riponga, cortesemente, perché non è consentito esibire cartelli, foto, lei lo sa bene, perché ormai ha una certa esperienza.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, fa parte della mia replica, perché siccome il Governo ha detto in questo momento che non c'era nessun vantaggio commerciale per la ditta in questione, il vantaggio commerciale, Presidente, lo illustro, perché qua c'è il simbolo della ditta che vende abbigliamento e che ha avuto un vantaggio - la ditta Benetton - da una pubblicità grazie all'assessore di Scandicci. Ma perché piace tanto a questo Governo sinistro e alla sinistra italiana? Perché salta il meccanismo, c'è un mix che li fa innamorare: si prende una nata in Senegal, si prende un fotografo che fa finta di essere buonista ma insulta chi è di destra, si prende la ditta amica da sempre del Partito Democratico, che lucra sulle spalle degli italiani massacrando le autostrade, a cui si è regalata una convenzione che ha creato i danni, come abbiamo visto, del ponte di Genova, e poi gliel'ha confermata ovviamente anche nel tempo, questa convenzione, e allora va benissimo, allora si può infrangere la legge, perché il mix: nata in Senegal, Oliviero Toscani e Benetton, allora va bene, e per il Governo sinistro si può offendere la fascia tricolore e i comuni. Ciò nonostante quello che ha detto il prefetto, perché il Governo ha riletto le parole del prefetto di Firenze, ma non ha stigmatizzato e non ha detto una parola contro il sindaco, che si è definito orgoglioso. Anzi, ha riportato le parole del sindaco come se fossero corrette. Questo è il senso delle istituzioni e di legalità di questo Governo sinistro. È indecente! Voi, intanto dovresti farvi eleggere, ma anche una volta che vi avesse scelto qualche cittadino italiano, dovreste comunque rispettare questa nazione, perché questa nazione, con i suoi simboli, è sacra. Lo so che per voi è difficile, visto che vi inginocchiate qui dentro senza rispettare nemmeno quest'Aula per i fatti avvenuti in America, ma l'Italia ha una dignità, e la dovete rispettare, e non si può passare soprattutto per i vostri interessi di partito, per aiutare i Benetton, Oliviero Toscani o perché l'assessore è nata in Senegal. Non è dignitoso per le nostre istituzioni, non va bene per l'Italia, non va bene per quello che rappresentate. Vi ricordo che voi, in queste istituzioni, come tutti noi, siete dipendenti dell'Italia, non è l'Italia al vostro servizio, siete voi che dovete essere al servizio dell'Italia. E non potete prestarvi a questi giochini per dei biechi interessi, perché è chiaro che è il mix che vi ha fatto impazzire: l'assessore è nata in Senegal, il fotografo è Oliviero Toscani, si fa un favore ai Benetton, allora le leggi si possono infrangere. Non è così! Le leggi devono essere rispettate, anche se vi piace il mix che vi fa innamorare. Dobbiamo difenderlo il nostro tricolore, dobbiamo difendere le istituzioni, a prescindere da chi ne trae un vantaggio. E io reputo vergognoso che i Benetton, che hanno lucrato sulle autostrade italiane per anni, a cui avete riconfermato la convenzione e raccontato che facevate la revoca, e la revoca non l'avete fatta, possano avere un vantaggio pubblicitario grazie al vostro assessore che con la fascia tricolore posa in questo modo vergognoso e inadeguato, come le stesse istituzioni dicono tramite il prefetto di Firenze. Ma a voi va bene, perché ne avete un vantaggio ideologico, perché ne avete un vantaggio forse di altro genere, non so, nei vostri rapporti con i Benetton. Ma comunque sia, non è quello che serve all'Italia (Commenti del sottosegretario Mauri). Ho detto “non so”. Ho detto che non so se avete un altro vantaggio. Sicuramente, Benetton ha avuto un vantaggio da questa pubblicità.

PRESIDENTE. Scusi, sottosegretario, sta parlando un deputato, e non mi pare abbia offeso nessuno.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Si agita, sottosegretario. Sottosegretario, lei si agita, ma se imparate a rispettare la legge italiana, forse, se imparate a rispettare queste istituzioni, se imparate a rispettare… (Commenti del deputato Sensi)… Presidente, lo so che… sono in tre in Aula in questo momento ma fanno confusione per trenta. Io ho diritto di fare la mia replica, anche se a loro non piace.

PRESIDENTE. Deputato Sensi, deputato Sensi, lasci parlare il suo collega. Quando sarà il suo turno parlerà lei prendendo la parola in maniera regolare, come sta facendo il deputato Donzelli. Le cose che si ascoltano, e se non sono ingiuriose, se non sono insulti, se non sono violenze, sono libere opinioni.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sono in tre in quest'Aula e non mi stanno consentendo di parlare, ma possono (Commenti del deputato Sensi)… Non mi state consentendo di parlare. In tre in quest'Aula state… È questa la vostra democrazia, che vi piace solo se l'assessore posa per Benetton fotografata da Oliviero Toscani e un parlamentare eletto dal popolo che difende l'Italia non lo fate parlare? Vorrei capire qual è il vostro criterio, qual è il vostro rispetto (Commenti del sottosegretario Mauri). No, lei è ospite qui, mi lasci parlare! Lei è ospite, lei rappresenta il Governo, è ospite qui, mi lasci parlare!

PRESIDENTE. Sottosegretario, lei non può interloquire con il deputato Donzelli. Ha dato la sua risposta, ha avuto tutto il tempo per farlo, se la voleva articolare meglio lo avrebbe potuto fare.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Io voglio utilizzare il mio tempo senza essere interrotto dal Governo e dai pochissimi esponenti del Partito Democratico presenti in Aula, che stanno difendendo l'indifendibile impedendomi di parlare. È un mio diritto! È un mio diritto, e la prego di farlo rispettare (Commenti del deputato Sensi)!

PRESIDENTE. Deputato Sensi! Deputato Sensi, lei non può disturbare l'oratore! Quindi, prenda posizione se vuole stare qui e ascolti, questo lo può fare, non può disturbare il suo collega che sta svolgendo l'interpellanza come è nel suo diritto. Prego, prosegua Donzelli (Commenti del deputato Sensi).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Se smette di blaterare cose strane il collega, che continua a dire “sinistri”, “Senegal”… Certo, l'assessore è del Senegal e siete di sinistra!

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, lei si deve rivolgere alla Presidenza…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Mi rivolgo a lei, Presidente.

PRESIDENTE. …e la stessa cosa vale per altri eventuali interlocutori: non c'è un colloquio diretto tra chi è presente in Aula.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Lo dica anche a chi cerca di impedirmi di parlare, ma l'ha appena detto, di questo la ringrazio.

PRESIDENTE. Già l'ho fatto. Prego, prosegua.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Credo che sia indecente: questa gazzarra creata oggi in Aula conferma che hanno la coscienza non serena, perché conferma che davanti a queste vicende sanno di sbagliare e hanno la consapevolezza di mentire sapendo di mentire, perché sanno che la legge non consente quello che ha fatto l'assessore di Scandicci. L'ha detto il prefetto, ma loro continuano a difendere l'indifendibile, e si agitano quando uno dice che da tutto questo ne traggono vantaggio i Benetton. Si agitano anche se sono in due, fanno una gazzarra come se fossero in trenta. Ne hanno avuto un vantaggio economico i Benetton perché dal loro gesto i Benetton hanno avuto una pubblicità, con un assessore che ha posato gratuitamente con la fascia tricolore per far avere un vantaggio economico ai Benetton, e a loro va bene, perché l'assessore è nata in Senegal e quindi ha una storia che rappresenta l'integrazione. Non mi interessa in questo caso qual è il motivo per cui Oliviero Toscani l'ha fotografata: qui non c'è scritto “integrazione”, qui c'è scritto “Benetton”! È una pubblicità ai golfini di Benetton! È troppo comodo fare i buonisti sulle spalle degli italiani che vengono uccisi dalle autostrade e dai ponti che crollano. È troppo comodo! È troppo comodo fare i buonisti e difendere i padroni quando giocano alle spalle degli italiani e poi dirsi di sinistra! Non funziona così in Italia, non può funzionare così! Presentatevi agli elettori e dite che per voi la legge si rispetta tranne che se si deve fare un favore pubblicitario ai Benetton o tranne che se a posare è un assessore nata in Senegal e non in Italia o tranne che se a fare il fotografo è Oliviero Toscani! Dite questo agli elettori, e vediamo se si rimettono al Governo! Troppo comodo stare al Governo con gli inciuci di palazzo e non stare a difendere l'Italia!

Qui il vostro ruolo è difendere l'Italia e anche se vi agitate qui dentro, lo dovete fare perché questo è il vostro ruolo. E lei ha giurato, sottosegretario, ha giurato in difesa dell'Italia e non in difesa di Benetton, se lo ricordi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza all'ordine del giorno.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.

La seduta, sospesa alle 15,03, è ripresa alle 15,25.

In morte dell'onorevole Gian Franco Anedda.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Gian Franco Anedda, già membro della Camera dei deputati dalla XI alla XIV legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea (Applausi).

Seguito della discussione della proposta di legge: Delrio ed altri: Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale (A.C. 687-A); e delle abbinate proposte di legge: Gelmini ed altri; Locatelli ed altri (A.C. 2155-2249).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 687-A: Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale; e delle abbinate proposte di legge nn. 2155-2249.

Ricordo che nella seduta del 16 luglio è stato da ultimo approvato l'emendamento 1.502, recante una condizione posta dalla Commissione bilancio, e sono stati accantonati l'emendamento 1.600 della Commissione e la votazione dell'articolo 1.

Avverto che la Commissione ha ritirato l'emendamento 1.600, intendendosi decaduti conseguentemente i relativi subemendamenti, e ha presentato l'emendamento 1.601, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla presentazione di subemendamenti.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 1.601 della Commissione.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tale proposta emendativa.

STEFANO LEPRI, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.601.

PRESIDENTE. Chiedo al Governo il parere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.601 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 2. Prego, onorevole Lepri.

STEFANO LEPRI, Relatore. Sull'emendamento 2.103 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario, 2.122 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario, 2.29….

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lepri, dal banco dei relatori dovrebbe indossare la mascherina.

STEFANO LEPRI, Relatore. Emendamento 2.29 Meloni, invito al ritiro o parere contrario, 2.27 Lucaselli mi pare che sia ritirato.

PRESIDENTE. Non è segnalato.

STEFANO LEPRI, Relatore. Emendamento 2.27 Lucaselli, invito al ritiro o parere contrario, 2.119 Lucaselli invito al ritiro o parere contrario, 2.118 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario, 2.102 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario, 2.104 Bagnasco invito al ritiro o parere contrario, 2.105 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario, 2.108 Giannone, invito al ritiro o parere contrario, 2.126 Bond parere favorevole con riformulazione, che è la seguente: “al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente b-bis) riconoscimento di un assegno mensile maggiorato rispetto agli importi di cui alla lettera a) a favore delle madri con età inferiore a quella di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b)”.

Emendamento 2.110 Bellucci invito al ritiro o parere contrario…

PRESIDENTE. L'emendamento 2.35 Bellucci, direttamente.

STEFANO LEPRI, Relatore. Emendamento 2.35 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario, 2.34 Bellucci invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Non è segnalato.

STEFANO LEPRI, Relatore. Emendamento 2.106 Versace, invito al ritiro o parere contrario, 2.120 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario, 2.112 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario perché vi è un parere contrario da parte della Commissione bilancio, 2.107 Bond invito al ritiro o parere contrario, 2.121 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario, 2.30 Meloni, invito al ritiro o parere contrario, 2.31 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario, 2.32 Varchi, invito al ritiro o parere contrario, 2.114 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario.

Sugli emendamenti 2.202 Bellucci e 2.115 Locatelli vi è parere favorevole con riformulazione, che leggo: al comma 1, lettera e), sostituire il numero 3) con il seguente: “essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio”.

Sull'emendamento 2.116 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario, così come sull'emendamento 2.203 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario.

Sui successivi emendamenti 2.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e 2.501 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), parere favorevole.

Sugli emendamenti 2.205 Lucaselli e 2.33 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.103 Palmieri, su cui c'è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Palmieri, con il parere contrario di Commissione e Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 2.122 Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo voluto dare una certezza, una certezza di un livello soglia oltre il quale non si dovrebbe andare, se si parla di supporto economico, di sostegno economico ai figli a carico. Quindi chiediamo a quest'Aula, chiediamo a tutti i deputati di poter inserire in questa delega al Governo una certezza economica di quanto le famiglie avranno per ogni figlio a carico al di sotto dei sei anni oppure al di sotto dei 18 anni. Riteniamo fondamentale che si esca da qui con una proposta che parli anche di cifre, parli, quindi, di risorse economiche che verranno stanziate almeno in un livello soglia. Questo è il modo attraverso il quale poter unire quello che vedrà sempre Fratelli d'Italia presente al fianco del Governo, laddove varerà delle misure a sostegno della natalità e della nascita, quindi dei bambini e del desiderio di fare famiglia, ma unito anche ad un aspetto economico che in una legge deve essere ovviamente previsto e contemplato sempre. Quindi, chiediamo a tutti i deputati di poter votare favorevolmente a questo emendamento, che è un emendamento di buonsenso. Non si può andare sotto i 300 euro, non si può andare sotto i 200 euro: nel primo caso, in bambini che hanno fino a sei anni, nel secondo caso, in ragazzi che hanno fino ai 18 anni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.122 Bellucci, con il parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Meloni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.119 Locatelli, con il parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 2.118 Locatelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per dire che questo provvedimento non quantifica e non quantificherà alla fine l'assegno che dovranno percepire i figli. Noi ci tenevamo, invece, a sottolinearne l'importanza, perché è chiaro che mettendo insieme tutti i benefici ai quali già adesso alcune famiglie possono accedere è importantissimo garantire che non vengano a percepire meno di 250 euro al mese, che era un po' la simulazione e il conto che anche la Lega si era premunita di fare per la lettura di questo provvedimento. Ci auguriamo che in futuro se ne tenga conto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.118 Locatelli, con il parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 2.102 Palmieri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento torniamo su un argomento di cui abbiamo già discusso anche in Commissione. Vista l'importanza di un provvedimento che deve servire ad aiutare le famiglie e, quindi, a creare un sostegno reale che possa davvero risultare utile per le famiglie con figli, con questo emendamento noi chiediamo che, ove fosse necessario, quindi nel caso mancassero delle risorse, queste risorse si possano ricavare dai risparmi che possono essere trovati dal non utilizzo dei fondi destinati al reddito di cittadinanza. A.C:È un emendamento che ha ricevuto il parere non favorevole, ma, dal nostro punto di vista, è giusto che rimanga agli atti anche un intervento in Aula per svolgere una riflessione su come alcune risorse, che non saranno o possono non essere utilizzate, possano essere utilizzate nell'ambito di un provvedimento su cui abbiamo tutti una visione sufficientemente positiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Palmieri, con il voto contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.104 Bagnasco, con il voto contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.105 Palmieri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.108 Giannone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.126 Bond, su cui c'è una proposta di riformulazione. L'accetta, onorevole Bond?

DARIO BOND (FI). Signora Presidente, l'accetto, ma voglio anche rubare due minuti all'Aula - proprio due di numero - per ringraziare il relatore, Stefano Lepri, la Commissione e anche il Ministro, perché questo emendamento dà fiducia, nel guardare al futuro, alle giovani coppie, quelle coppie che hanno al massimo 23 anni, che hanno magari una gravidanza, un bambino, non cercato, non programmato, ma che decidono di tenere. Ecco, in questo caso il Parlamento, se approverà questo emendamento, aiuterà con più forza questi due ragazzi e questo bambino e li accompagnerà, anche in termini economici, per avere più autonomia finanziaria. La preghiera che rivolgo al Ministro, considerata anche la sua sensibilità nell'esprimere un parere positivo su questo emendamento, è che, quando voi, Governo, andrete a stabilire e a individuare le cifre - perché questo provvedimento non ha cifre - tenete in considerazione che, in molti casi, questi ragazzi non hanno un lavoro, studiano, sono soli o, magari, hanno una famiglia che li accetta e non li accetta; in questi casi bisogna dare veramente un segnale.

Aggiungo e concludo: quando andrete a definire il provvedimento della famiglia, il famoso “Family Act”, anche in questo caso bisogna aiutare ad accompagnare nel suo futuro la mamma soprattutto, che magari studia, perché è giusto garantire e dare stabilità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.126 Bond, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.35 Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda le famiglie che hanno un figlio disabile: viene prevista una maggiorazione, ma noi non comprendiamo come mai questa maggiorazione sparisce nel momento in cui il figlio supera il ventunesimo anno di età, ma rimane comunque nella condizione di essere a carico della famiglia. E allora, con questo emendamento, ci permettiamo di dire che, nel momento in cui un figlio è disabile, ha anche più di 21 anni, ma non è nelle condizioni di poter essere autosufficiente, e la famiglia quindi giustamente lo deve accompagnare nella propria vita, ebbene, c'è la necessità che l'Istituzione, che lo Stato dimostri il sostegno, il supporto e la vicinanza a quella famiglia. E allora, con questo emendamento, noi siamo intervenuti per dire che la maggiorazione non può essere inferiore al 40 per cento, ma anche per prevedere che non possa essere contemplata l'assenza della maggiorazione quando si va a superare il ventunesimo anno di età. Lo Stato deve stare vicino alle famiglie più fragili, ancor più a quelle famiglie che stanno sostenendo un bimbo, un ragazzo, un uomo, anche sopra i 21 anni, ma che non ce la fa ad andare avanti da solo. Quindi, chiedo ai deputati di poter sostenere questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.35 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.106 Versace.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Presidente, con questo emendamento - ci tengo che i colleghi facciano una riflessione un po' più attenta - proponiamo che, con una diversa gradazione, l'importo maggiorato rispetto all'assegno di riferimento, che è quello riconosciuto ai figli minori, venga riconosciuto per tutti i figli a carico, chiaramente con disabilità, a prescindere dall'età, poiché rappresenterebbe un'ulteriore forma discriminatoria. Sinceramente per iscritto non è specificato e riteniamo sia doveroso farci un pensiero ulteriore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.106 Versace, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.120 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.112 Bellucci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Beh, devo dire che siamo molto dispiaciuti per la contrarietà a questo emendamento. Abbiamo parlato anche con il relatore, con il Ministro Bonetti su quanto ritenevamo che questo emendamento fosse importante, perché è un emendamento che parla dei figli più fragili. Chiedo ai deputati di ascoltare, perché in questo emendamento c'è scritto di riconoscere un assegno maggiorato a quei bambini che hanno un solo genitore: quindi quei bambini che hanno una mamma, ma hanno perso il papà, o quei bambini che hanno un papà o hanno perso la mamma, o comunque quei bambini che si vedono sostenuti soltanto da un genitore perché l'altro non c'è. E, allora, è una questione qui di cuore, di buonsenso, di misura: quel bambino inevitabilmente è un bambino più sfortunato, perché non ha due genitori, una mamma e un papà che si possono occupare di lui, ma avrà le cure di un genitore che lo amerà sicuramente moltissimo, che in tutti i modi cercherà di riempire quel vuoto, ma consapevole che mai ci si riuscirà fino in fondo. E, allora, certo che in questo caso lo Stato dovrebbe consapevolmente intervenire, e dire: aiuto quella mamma, aiuto quel papà, quel genitore rimasto solo ad occuparsi di quel figlio sostenendo economicamente quel bambino un po' di più, con una maggiorazione. Noi avevamo proposto il 60 per cento. Non era questo l'importante: poteva esserci anche una riformulazione, potevate fare una proposta diversa, l'avremmo comunque, vi dico, accolta, perché è anche un segnale, un segnale di sensibilità, di vicinanza, di rispetto, di protezione dei più fragili, e il valore di uno Stato si misura dalla capacità di proteggere i più fragili.

Quindi, chiedo davvero a tutti di poter ascoltare questa proposta: la metto nelle mani di voi tutti e vi chiedo di poter votare a favore, di dare una risposta a quella mamma e a quel papà che sono rimasti soli e che hanno questo bimbo di cui occuparsi; lo Stato dovrebbe essere quel genitore che quel bambino ha perso, dovrebbe incarnarsi in questo. Quindi, vi chiedo di poter votare a favore, e di dare quindi un atto di sensibilità, di rispetto e di difesa di ciò che è giusto.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.112 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.107 Bond, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.121 Locatelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 Meloni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.31 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.32 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.114 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Chiedo adesso all'onorevole Bellucci se accetta la proposta di riformulazione. L'onorevole Bellucci accetta la proposta di riformulazione. L'onorevole Locatelli accetta. A questo punto gli emendamenti 2.202 Bellucci e 2.115 Locatelli diventano identici. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente, solo per spiegare che apprezziamo questo venire incontro del relatore su un tema così importante per noi.

È un tema in realtà che dovrebbe essere importante per tutti, cioè dare la precedenza alle famiglie italiane, alle famiglie residenti in Italia e che lavorano, anzi, purtroppo in questo periodo di grande crisi spesso non lavorano e hanno veramente bisogno di un supporto, soprattutto quando decidono di allargare la famiglia e di mettere al mondo dei figli. Quindi, crediamo che si potesse fare un po' di più su questo tema. Avevamo chiesto, addirittura, di fare riferimento a quanto era stato inserito nel reddito di cittadinanza e, cioè, dieci anni di residenza in Italia, con gli ultimi due continuativi. È chiaro che, comunque, lo sforzo di includere residenza, domicilio in Italia e anche il fatto di essere continuamente residenti qui durante la percezione di questa misura ci pare un gran risultato da poter gestire per il futuro. Sarebbe più importante, insomma, poter modificare anche in futuro e in senso più ampio questo tipo di provvedimento per garantire sempre di più la possibilità alle famiglie italiane di poter avere un sostegno, visto che ce ne sarà bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Ringrazio il relatore per aver avuto la capacità di accogliere questo emendamento, di comprendere che fosse un emendamento veramente di buonsenso. Abbiamo chiesto di sostituire quel termine, “vivere”, un termine che apriva a mille interpretazioni e, quindi, lasciava tanta debolezza in questa delega. Ma non dando mai nulla per scontato, apprezziamo l'accoglimento di questo emendamento, quindi la sua voglia di venire incontro all'opposizione laddove propone delle questioni che sono ovviamente migliorative del provvedimento stesso e in questo l'aver dato legittimità a chi risiede in Italia, a chi ha il domicilio in Italia e in questo a chi decide di costruire una famiglia in Italia, contribuendo al sostegno dell'Italia stessa. Noi crediamo che queste persone debbano essere sostenute, premiate e riconosciute in maniera incontrovertibile da parte dello Stato e delle istituzioni. Quindi, grazie di averlo accolto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.202 Bellucci e 2.115 Locatelli, così come riformulati in un unico testo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.116 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.203 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.117 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.205 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.33 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Lepri.

STEFANO LEPRI, Relatore. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 3.4 e 3.1 Palmieri e 3.200 Versace, invito al ritiro o parere contrario. Sugli emendamenti 3.201, 3.2 e 3.205 Palmieri e 3.206 Locatelli, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Ci sono anche gli articoli aggiuntivi: 3.02 Meloni e 3.03 Bellucci.

STEFANO LEPRI, Relatore. Sugli articoli aggiuntivi 3.02 Meloni e 3.03 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Parere conforme a quello espresso dal relatore su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Emendamento 3.4 Palmieri.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Palmieri, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Palmieri, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 Versace, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201 Palmieri, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'emendamento 3.2 Palmieri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie. Su questo emendamento noi vorremmo che l'Aula riflettesse perché, in effetti, è un emendamento che dovrebbe servire nel momento in cui l'avente diritto si trovasse a ricevere un assegno inferiore a quelli che sono previsti in virtù delle disposizioni di legge vigente, che vengono abrogate. È una clausola di salvaguardia che credo vada nella direzione voluta da tutti. Perciò, non essendoci delle cifre precise in questa legge delega, una clausola di salvaguardia potrebbe servire anche a far sentire più garantite le famiglie, che potranno beneficiare di questo assegno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Palmieri, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.205 Palmieri, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'emendamento 3.206 Locatelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Semplicemente, con questo emendamento, chiediamo di poter aggiungere ai fondi, molto scarsi, non sufficienti messi a disposizione, quelli che non sono stati utilizzati dal reddito di cittadinanza. Ci pareva un emendamento di buon senso, che poteva in qualche modo andare a recuperare alcune gravi carenze di coperture di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.206 Locatelli, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo sempre di indossare correttamente la mascherina e chiedo anche i segretari d'Aula di aiutarmi in questo compito. Grazie.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.02 Meloni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, con questo emendamento vogliamo riconoscere una fiscalità che sia a misura di famiglia, che possa sostenere la famiglia, perché la situazione, oggi, che ci rappresenta l'Istat, è di un'Italia per cui, se fai un figlio, sei più povero: il figlio e la nascita di un figlio è il secondo motivo di povertà in Italia; allora, bisogna proprio intervenire sulla fiscalità, far sì che il fisco riconosca la famiglia come una risorsa e il numero dei figli deve essere proporzionalmente visto come una ricchezza da sostenere, diminuendo le contribuzioni, diminuendo il calcolo del reddito familiare, diminuendo quindi tutte le spese che sono a carico della famiglia e non facendo sì che, invece, la nascita di ciascun figlio diventi una questione che prova ancor più la famiglia nella sua funzionalità. E allora, siccome la fiscalità è una questione concreta, cogente, fondamentale per dare una risposta concreta quindi alle famiglie, noi abbiamo voluto proporre un emendamento che rovesciasse la piramide oggi della fiscalità e che quindi non riconoscesse maggiori opportunità a quelle famiglie che non hanno figli, ma invece che riconoscesse, doverosamente e dignitosamente, un aiuto maggiore a quelle famiglie che figli ne hanno, che ne vorrebbero avere e che vorrebbero uno Stato vicino che le sostenga in questo desiderio. Per questo, vi chiediamo di votare favorevolmente per una fiscalità pro famiglia e a favore della famiglia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.02 Meloni, con parere contrario di Commissione e Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.03 Bellucci, con parere contrario di Commissione e Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANO LEPRI, Relatore. Grazie Presidente, sull'emendamento 5.200 Locatelli: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie Presidente, parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 Locatelli, con parere contrario di Commissione e Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo a esprimere il parere, prego Ministro.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie Presidente, il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/687-A/1 Ianaro, n. 9/687-A /2 Novelli, n. 9/687-A/3 Bagnasco; sull'ordine del giorno n. 9/687- A/4 Versace il parere è favorevole, ma vincolato alla seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere un incremento della quota” e così a seguire; ordine del giorno n. 9/687-A/5 Palmieri: parere favorevole con due riformulazioni e leggo la frase completa: “impegna il Governo a dare forte impulso alle misure di sostegno alla paternità e alla maternità, con particolare riguardo alla valutazione circa l'opportunità di procedere con un piano di investimenti volti a incrementare gli asili nido e i servizi socio-educativi per l'infanzia, intervenendo sulle forti disomogeneità esistenti sul territorio nazionale nell'offerta di detti servizi e prevedendo che una quota possa essere finalizzata a incentivare le imprese e altri luoghi di lavoro nella realizzazione di asili aziendali o interaziendali”; parere favorevole anche sugli ordini del giorno n. 9/687-A/6 Papiro e n. 9/687-A/7 Carnevali.

PRESIDENTE. Grazie Ministro Bonetti. Onorevole De Filippo, chiede di intervenire? Su quale ordine del giorno?

VITO DE FILIPPO (IV). Chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/687-A/7 Carnevali.

PRESIDENTE. Sì, assolutamente. Allora, ordine del giorno n. 9/687-A/1 Ianaro, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/687-A /2 Novelli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/687-A/3 Bagnasco, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/687-A/4 Versace: c'è una proposta di riformulazione; accetta la riformulazione l'onorevole Versace? Sì, bene. Sull'ordine del giorno n. 9/687-A/5 Palmieri c'è una proposta di riformulazione: si accetta la riformulazione; ordine del giorno n. 9/687-A/6 Papiro, parere favorevole e ordine del giorno n. 9/687-A/7 Carnevali, parere favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie Presidente, il Family Act mette al centro dell'attenzione la famiglia, lo abbiamo sostenuto e atteso da tempo. Anche se si tratta solo di una legge delega, è il primo e coerente passo per politiche attive e strutturali a sostegno della famiglia. Favorire la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l'occupazione femminile sono obiettivi che hanno un loro valore strategico. Ha ragione la Ministra Bonetti, cui riconosciamo un impegno decisivo nella collaborazione e nel confronto con le forze parlamentari, a definire il Family Act come un fondamentale investimento sociale. Il lavoro femminile e quanto occorre per renderlo sostenibile con la famiglia costituiscono un fattore essenziale sia sotto il profilo economico che in ordine al nostro sistema di welfare e, con l'assegno unico familiare, si introduce un modello di sostegno che, in modo strutturale, consente alla famiglia di uscire da condizioni di marginalità economica e sociale.

È la prospettiva corretta per contrastare la bassa, se non inesistente, natalità e la dispersione delle risorse finanziarie ed economiche. Ci auguriamo, esprimendo il nostro voto favorevole, che questa proposta di legge abbia un veloce iter parlamentare e che sia approvata entro breve termine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Prego.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Il provvedimento che stiamo approvando oggi ha un valore strategico per quello che vuole provare ad essere, la modifica sostanziale di un rapporto che vede, proprio in questi giorni, venir fuori un dato clamoroso e, al tempo stesso, molto più preoccupante di come lo abbiamo trattato: un indice di natalità ormai non prossima allo zero ma che vedrà il nostro Paese nei prossimi anni…

PRESIDENTE. Colleghi, in tutti i settori vi prego di abbassare il tono della voce e di consentire all'onorevole Stumpo di svolgere il suo intervento. Colleghe!

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Per cui il merito principale del provvedimento, al di là di un sistema di razionalizzazione di quelli che potevano già essere dei provvedimenti e degli istituti a sostegno della natalità, è mettere al centro sicuramente un tema che parte dalla natalità ma che parla al complesso della famiglia, alla genitorialità, ai diritti del lavoro delle donne, alla capacità insomma di dare una risposta complessiva a “il” problema, non ad “un” problema, che il nostro Paese avrà di fronte nei prossimi anni. A questo mi piace aggiungere un'ulteriore questione: aver ridotto a uno i vari istituti significa anche provare a dare un modello con il quale forse noi dovremmo dare risposte a molti problemi, cioè semplificare nel nostro Paese l'accesso ai diritti attraverso una modalità che semplifico dicendo una domanda e una risposta. Infatti, spesso anche molti dei diritti che si acquisiscono poi non si riesce a farli diventare reali proprio per la complessità del sistema che spesso la macchina burocratica dello Stato rende poi difficilmente attuabili. Dicevo, quindi, delle positività del provvedimento: è un provvedimento universale che però abbiamo in qualche modo reso anche più equo grazie all'inserimento delle misure attraverso l'ISEE, che significa poter dare di più a chi ha più bisogno, ma dare comunque a tutti quello che, invece, è giusto che sia per favorire la natalità e anche aver messo a servizio delle politiche di genere, per le donne, alcuni aspetti fin qui forse più trascurati. Infine, sono convinto - qui ringrazio la Ministra Bonetti per il lavoro che ha svolto in tutto l'iter in Commissione - questo può essere soltanto un primo punto di una discussione più ampia, perché è del tutto evidente che non basterà aver semplificato l'accesso a questo istituto ma bisogna costruire un nuovo modello 0-6. Infatti, sono maggiori le opportunità dei bambini che hanno la possibilità di frequentare gli asili nido rispetto a tanti che non lo fanno, e gli studi che si sono fatti hanno dimostrato spesso che si ha un gap di partenza tra i luoghi e le famiglie che possono consentire a se stesse e ai propri figli di andare negli asili nido e, quindi, iniziare la propria formazione sin dalla propria nascita rispetto a quelli che non ne hanno la possibilità e la fortuna di poterlo fare. Ciò significa che noi dobbiamo lavorare per dare maggiore forza alle politiche per l'infanzia 0-6, la costruzione di servizi, una volta si sarebbe detto di assistenza ma anche le parole normali a volte si trasformano in boomerang. Io, invece, penso che la parola “assistenza” ha ancora un valore e deve avere una valenza nel nostro Paese. Infine - e mi avvio a concludere - credo davvero che l'importanza di questo provvedimento non sia quindi soltanto nella semplificazione ma in un percorso complessivo che è anche frutto della dimostrazione di un lavoro. Voglio ringraziare tutti i componenti della Commissione che, grazie al lavoro fatto dal relatore, hanno, ognuno per la propria parte, portato un qualcosa in più e forse, se posso quindi formulare un augurio, questo può essere un esempio di come il nostro Parlamento può provare a legiferare dando risposte complessive, tenendo insieme quindi gli aspetti di equità, ma anche di costruzione di alcuni servizi che servono a rendere più giusto e più equo il Paese, soprattutto per i bambini e per il nostro futuro di Paese in crescita (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie, Presidente. Il provvedimento che stiamo per approvare, Presidente, è frutto di un lavoro molto lungo, con un dibattito approfondito che non solo la Commissione Affari sociali ma anche le forze politiche e i gruppi parlamentari hanno sviluppato in questi mesi. È un lavoro lungo, per molti aspetti anche complicato in alcune fasi, perché è l'abbrivio, nonostante la velocità con cui stiamo oggi portando a conclusione questa discussione in Aula, per un grande cambiamento sia del sistema di welfare del nostro Paese sia anche del sistema fiscale, come potremo apprezzare nel futuro, con la determinazione che abbiamo conosciuto in questi mesi sia del relatore - che vorrei ringraziare, l'onorevole Lepri - sia di tutti i componenti e della presidenza della Commissione affari sociali, ma anche con il metodo determinato, che ha in qualche modo dato una linea nuova anche all'azione del Governo, che la Ministra Bonetti ha saputo rappresentare, portando nella discussione istituzionale del nostro Paese una grande novità di metodo e una grande novità di sistema che io sono convinto determinerà effetti molto positivi nei prossimi anni.

L'assegno unico universale è un grande pezzo del più generale Family Act che il Governo ha approvato e che da qui a breve anche il Parlamento discuterà. Come è noto, mette a disposizione risorse finanziarie dal settimo mese fino ai 18 anni di età; si allunga fino a 21 anni di età quando ci sono attività importanti in termini di formazione e di educazione; ha una specifica formulazione anche in termini di indicazioni finanziarie per i disabili, per i figli che hanno problemi di disabilità. Al centro, quindi, dell'azione del provvedimento è finalmente la famiglia. Per chi ha avuto responsabilità istituzionali, responsabilità politiche, a tutti i livelli, sa bene che la famiglia è stato un formidabile argomento di citazione, non sempre come abbiamo potuto capire anche dai dati che abbiamo a disposizione che ovviamente commenterò proprio in qualche minuto. Finalmente la famiglia è al centro dell'azione di Governo non soltanto nelle citazioni che fanno anche bene e molte volte fanno anche belle le discussioni della politica, con un ribaltamento potente, che, secondo me, darà importanti effetti anche di orientamento delle politiche generali nel nostro Paese, perché il ribaltamento mette al centro il bambino o la bambina, sapendo che il luogo più importante per la formazione come ci ricorda l'articolo 30 della Costituzione; All'articolo 30 della Costituzione, come sappiamo, investigando nella Costituzione stessa, c'è scritto quasi tutto quello che ancora noi potenzialmente possiamo sviluppare e possiamo fare in termini di azioni politiche.

L'articolo 30 della Costituzione richiama il dovere delle famiglie a mantenere, istruire, educare i figli, e se voi leggete con attenzione questa delega che il Governo avrà, sono esattamente queste parole solenni della Costituzione che si tramuteranno poi in azioni importanti, perché il mantenimento, l'istruzione e l'educazione sono alla base proprio della prospettiva fiscale finanziaria dell'assegno unico.

Il nostro è un Paese che ha vissuto una stagione demografica, come ci hanno spiegato tanti studiosi e come ci spiega annualmente anche l'Istat, assolutamente complicata, con un'interpretazione di questi dati che ha bisogno di un approfondimento vero, serio, raffinato, perché il secondo dopoguerra è stato il periodo delle grandi speranze, che ha determinato i picchi demografici più importanti nel nostro Paese. Oggi purtroppo l'Italia si presenta nel contesto europeo con i dati più bassi: 1,29 figli per donna, rispetto a un dato che è già basso in Europa, di 1,59 figli, sapendo che, come ci insegna la scienza della statistica e la demografia, se l'indice non è almeno al 2,1 per cento il livello di sostituzione diventa così delicato, così grave da mettere a rischio potenzialmente il futuro del nostro Paese.

Sappiamo altresì che l'Italia è un Paese che ha costruito nel corso degli anni anche tantissime agevolazioni di tipo fiscale - sono circa 500 quelle che vengono censite - e di queste agevolazioni fiscali non sono ancora molte quelle che sarebbero state dedicate e quelle che dovrebbero essere dedicate alla famiglia. Bene, l'assegno unico universale produce esattamente quest'effetto importante di riforma fiscale, che ovviamente sarà una delle pagine importanti, come ha annunciato più volte il Governo, come ha annunciato il Ministro Bonetti, come hanno annunciato anche altri Ministri, e sarà alla base di una discussione che sicuramente il Parlamento dovrà fare con grande lena e con grande forza nei prossimi mesi. Dal 1945 ad oggi le nascite si sono dimezzate. L'Istat, negli ultimi dati, presenta cifre assolutamente clamorose: poco più di 400 mila nati, circa 700 mila invece i deceduti. In questo saldo naturale così negativo è evidente che ci sono ovviamente le prospettive difficili e complicate del nostro Paese, ovvero dello sviluppo e della crescita del nostro Paese.

Noi siamo convinti che con questa delega, come è stato segnalato anche in alcune parti nella discussione che abbiamo avuto in Commissione, che essendo una delega, bisogna offrire nella sua articolazione i principi fondamentali, il Governo, anche con la prospettiva di risorse finanziarie che avremo probabilmente a disposizione in più nei prossimi anni, dovrà saper costruire ovviamente un impianto finanziario adeguato a questa semplificazione che l'assegno unico produce in termini fiscali, che non deve essere soltanto una semplificazione ma sicuramente un'aggiunta di risorse per superare quel limite basso del 3,2 per cento di spesa pubblica, ora segnalato per il nostro Paese, dedicata alle famigli, ancora una volta più bassa rispetto alla media europea.

Abbiamo fatto un lavoro lungo, molte volte anche difficile, con un dibattito molto interessante anche in Commissione. Arriva oggi in Parlamento l'assegno unico, arriva accudito, mi sentirei di dire, da un inquadramento di programmazione e di legislazione che il Family Act soltanto poteva dare, che sicuramente consentirà di esaltare questo provvedimento in una più generale azione di riforma del nostro welfare e del nostro sistema fiscale, che farà molto bene nel futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, lo dichiariamo dall'inizio in maniera chiara, senza lasciare ombra di dubbio: saremo sempre a favore di qualsiasi supporto al desiderio degli italiani di fare figli e di fare famiglia. Fa parte del nostro programma dall'inizio, l'abbiamo messo come priorità, perché in Italia c'è un rischio, un'emergenza: il rischio stesso dell'estinzione, Ministro Bonetti. L'abbiamo detto costantemente perché non è un'idea personale e soggettiva di Fratelli d'Italia lontana dalle statistiche, ma è il dramma che noi viviamo nella nostra Italia e nella nostra Europa; è il dramma che fa sì che in questo continente come in questa nazione non si facciano abbastanza bambini. Quel tasso di sostituzione che fa sì che una nazione, che l'Europa possa continuare ad esprimersi, ad esistere, a proporre i propri valori e la propria cultura si fonda sulla possibilità di un uomo e una donna di mettere al mondo almeno 2 bambini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e questo diritto, purtroppo, drammaticamente, questa possibilità non viene riconosciuta: in Italia si fanno per donna 1,29 bambini; in Europa ciascuna donna ha una media di 1,59 bambini. Questo, quindi, oggettivamente ci dice che l'Europa è a rischio estinzione, che l'Italia è a rischio estinzione. Su questo Fratelli d'Italia si è comportata coerentemente: abbiamo accompagnato questa delega al Governo non tradendo mai la promessa che avevamo fatto, l'impegno che avevamo preso; ce lo avete riconosciuto; lei, Ministro Bonetti, ce l'ha riconosciuto in più occasioni; il relatore Lepri ce l'ha riconosciuto in più occasioni. Questo credo che sia un segno importantissimo della buona politica, perché la politica deve fare questo: presentarsi agli italiani dicendo qual è il proprio programma, il proprio DNA e, una volta che è in Parlamento, mantenere la parola data, non dimenticando mai l'impegno assunto con gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ciò perché noi siamo qui a rappresentare il popolo che ci ha votato, e lo ha fatto sulla base di quello che noi diciamo, sosteniamo, garantiamo. Abbiamo il dovere di non dimenticarci di tutto ciò. Non possiamo tradire la fiducia che è riposta nelle nostre mani, non possiamo tradire noi stessi, perché sarebbe davvero vile, ignobile tradire chi ha dato la fiducia a ciascun deputato, a ciascun senatore in questo Parlamento. Allora, alla luce di ciò, vi abbiamo seguito e abbiamo sostenuto questo provvedimento, dall'inizio alla fine, nei lavori di Commissione come durante i lavori d'Aula, nella votazione di ciascun articolo e nella proposta di emendamenti che erano sempre nel merito, con l'unico obiettivo di arrivare alla delega più giusta, quella che potesse maggiormente garantire le famiglie nel doveroso bisogno di ricevere un supporto economico per ciascun figlio a carico, servizi educativi che possano essere per tutti e non per una parte residuale, e politiche del lavoro che possano promuovere la maternità. I tre pilastri sono questi, signor Ministro: sono la possibilità di garantire e di dare concretezza. Noi lo diciamo chiaramente: al desiderio di fare famiglia e alla drammatica situazione della denatalità in Italia non condivideremo mai l'idea che la natalità possa essere aumentata attraverso l'immigrazione, perché questa si chiama sostituzione etnica, è un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il desiderio di dare figli all'Italia, di dare i figli alle famiglie deve passare per sostenere ciascuna mamma e ciascun papà, ciascun italiano, che oggi invece è lasciato solo.

Noi ci riferiamo all'articolo 29 della Costituzione - lo diciamo chiaramente - che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Questa è la nostra Carta costituzionale. Questo è quello che ci hanno affidato e dato nelle mani i nostri padri costituenti. E questo è quello che noi proporremo fino all'ultimo dei nostri giorni, perché non rinunceremo mai a questo. In questa delega avremmo voluto un'attenzione in più, avremmo voluto più certezza sul dato economico, sulle risorse messe in campo, su quella quantificazione sotto la quale non si poteva andare. Per questo vi abbiamo chiesto di poter accogliere alcuni emendamenti che dicevano: sotto 300 euro per un bambino con età inferiore a 6 anni non si può andare, sotto i 200 euro per un ragazzo inferiore ai 18 anni non si può andare; perché le famiglie si aspettano questo. Vi avevamo chiesto la possibilità di sostenere con maggiore incisività le famiglie più fragili, per esempio quei bambini che hanno un solo genitore, una sola mamma o un solo papà, e che quindi per questo sono sfortunati. Vi avevamo chiesto di poter accogliere questo nostro emendamento, per far sì che lo Stato potesse riempire quel vuoto lasciato da un genitore che non c'è a sostenere quel figlio. Vi avevamo chiesto di poter sostenere meglio quelle famiglie che hanno un figlio disabile, poter prevedere che, sempre o comunque, anche con il superamento del ventunesimo anno di età, quella famiglia potesse essere sostenuta da una maggiorazione dell'assegno. Vi abbiamo chiesto una fiscalità a favore della famiglia, che riconoscesse ciascun figlio come un valore e non un indice di povertà, come ci dice l'Istat; e l'abbiamo chiesto perché sarebbe stato un bel segnale. E vi abbiamo accompagnato in questo, pensando di poter essere un'opposizione utile, perché, sì, abbiamo voluto mantenere la parola anche su questo. Noi sin dall'inizio di questa legislatura abbiamo detto che saremmo stati un'opposizione responsabile, che avremmo sostenuto tutti quei provvedimenti che il Governo avrebbe assunto in favore degli italiani, in forma prioritaria in favore della famiglia e del desiderio di fare figli. Questa sarebbe stata la nostra opposizione, questo è quello che abbiamo dichiarato e questo è quello che abbiamo mantenuto fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo oggi noi voteremo a favore, orgogliosamente a favore di questa delega al Governo, perché noi siamo al vostro fianco, al fianco della maggioranza ogni qualvolta metterà al centro della propria politica i bisogni reali delle persone, i bisogni reali delle famiglie, i bisogni reali di ciascuna mamma e di ciascun papà che partecipa a costruire la nostra Italia; sono un valore incredibile: su questo si fonda il futuro degli italiani, su questo si fonda il futuro della nostra nazione, su questo quindi si fonda la nostra cultura, la nostra identità, la nostra bellezza come italiani. E allora voteremo a favore, voteremo a favore convintamente, voteremo a favore rispettosamente, voteremo a favore in modo pieno e deciso perché non faremo mai mancare a ciascun papà e a ciascuna mamma il sostegno di uno Stato giusto e alimenteremo sempre e comunque il desiderio di fare figli e di mettere alla luce un bambino, un miracolo bellissimo, un mistero ancora bellissimo, che deve essere soltanto accolto, capito, compreso, e poi ricevere i giusti sostegni di carattere economico, di carattere di politiche del lavoro e di carattere anche educativo e di servizi, quindi asili nido e scuole. Noi ci saremo, Ministro Bonetti, noi ci saremo, relatore Lepri, ci saremo fino alla fine e quindi anche in questo caso voteremo orgogliosamente a favore della famiglia e del desiderio di ciascun uomo, di ciascuna donna, di ciascuna mamma e di ciascun papà, di poter procreare in questa nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Signora Presidente, signora Ministra, cari colleghi, sono qui prima di tutto a ringraziare dell'enorme lavoro che è stato fatto da tutti i gruppi parlamentari, in particolare dall'amico Stefano Lepri, dalla presidente Lorefice, da Elena Carnevali, insomma da tutti i membri della Commissione che hanno fatto questo lavoro straordinario. Siamo di fronte a una giornata davvero storica per l'Italia: per la prima volta questo Paese si dota di uno strumento, l'assegno unico universale, che fa parte di un progetto ambizioso, un progetto che la Ministra ha illustrato già più volte, un progetto di sostegno alla famiglia nella sua complessità. E lo facciamo oggi, in questa giornata in cui festeggiamo una ritrovata Europa, un'Europa che ci è vicina, ma che è anche il continente con la popolazione più anziana del globo. E devo ringraziare per questa giornata soprattutto, credo, le associazioni familiari, le famiglie che hanno combattuto per questa battaglia in maniera molto seria, determinata, assicurando il sostegno trasversale a tutti i deputati parlamentari che volevano si facesse un cambio di passo, sostenendo l'azione del Governo in questa direzione. Proprio perché l'Europa è il continente più anziano del globo, è stata messa la crisi demografica nel cuore dell'agenda dell'Unione europea, perché esiste un rischio estinzione del nostro continente ed esiste, a maggior ragione, un rischio estinzione del nostro Paese. Come sapete, la drammaticità di questa situazione è stata denunciata già decine di anni fa e illustri economisti hanno dimostrato che, da qui al 2035, ci saranno 50 milioni di persone in meno in Europa in età di lavoro: una catastrofe e un inverno demografico da cui alcuni Paesi sono usciti con politiche di sostegno chiare, semplici, robuste, eque, con politiche di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, con politiche di investimenti massicci sui servizi alle famiglie.

Ed è bello che oggi siamo qui, a distanza di qualche anno, dopo l'approvazione della legge sui nidi, l'approvazione che il nostro Governo fece, proprio perché siamo convinti che gli strumenti vanno armonizzati tutti insieme e che il sostegno alle famiglie e alla natalità sia un'arte da perseguire con diversi strumenti. La Germania è stato in grado di invertire il suo tasso di denatalità, come la Francia che ha portato il tasso a 1,9 figli con delle politiche integrate. Quindi è possibile intervenire per correggere il ritardo storico nel riconoscimento del valore sociale, civile ed economico delle famiglie. È possibile intervenire perché, se l'Europa è vecchia, l'Italia lo è molto di più. Essendo all'ultimo posto in Europa, stiamo avvicinandoci alla soglia dei 400 mila nuovi nati, ma in cinque anni abbiamo perso più di 850 mila persone residenti nel nostro Paese proprio tra trasferimenti di residenza e denatalità. Quindi, non solo non nascono più figli, ma pare non esservi più fiducia nel futuro. E questo è il vero problema politico di cui dobbiamo farci carico. E d'altra parte la fiducia sembra abbandonare anche le donne, che sono le prime a sopportare il carico familiare. Oggi vengono spesso lasciate sole, le donne, sempre lasciate sole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); spesso sono state costrette, le donne, in maniera vergognosa a scegliere tra la maternità desiderata e un lavoro altrettanto fondamentale per la costruzione della propria libertà, della propria personalità e indipendenza. In verità, scegliere non è la parola giusta perché, su 50 mila dimissioni volontarie dal lavoro nel 2019, ben il 70 per cento ha riguardato donne madri: vuol dire che non abbiamo garantito la libertà di scelta a queste persone, e questa è una tragedia e una vergogna insieme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sembriamo un Paese in cui è impossibile conciliare figli e lavoro, ma questa libertà, in una società in cui la libertà di fare ciò che si ritiene giusto, di praticare esperienze di tutti i tipi, di superare ogni limite, in una società così, la libertà e l'orizzonte del dono, la costruzione di legami solidi, sono negati. In una società in cui il desiderio sembra non conoscere freni, il desiderio di avere figli è negato dalle condizioni culturali, sociali ed economiche del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pensate che questo desiderio riguarda l'80 per cento dei giovani italiani: i giovani italiani vorrebbero avere figli, vorrebbero ma non possono. Oggi noi stiamo cercando di tendere loro una mano.

Allora, la discussione di oggi - di cui siamo tutti partecipi e di cui ringrazio tutti, maggioranza e opposizione, in una giornata importantissima, anche perché questo provvedimento pare verrà approvato da tutto il Parlamento ed è una giornata storica anche per il Parlamento - è una discussione sulla libertà, sulla libertà vera, sulla società e sulla sua sopravvivenza, perché siamo a rischio di estinzione. È una discussione sull'economia, perché la Banca d'Italia ha dimostrato che, da qui al 2040, con questo tasso di denatalità, perderemo il 15 per cento del prodotto interno lordo e la spesa previdenziale diventerà il 18 per cento della spesa totale: cifre insostenibili per qualsiasi Paese moderno. Ed è anche, quella di oggi, una sfida non solo sull'economia, ma anche sulla cultura, perché quello di cui parliamo oggi è una rivoluzione anche e soprattutto da un punto di vista culturale. Lo Stato decide oggi di essere al fianco delle famiglie dei giovani italiani in maniera costante, in maniera robusta, in maniera equa, in maniera da poter permettere loro di avere un sogno e un progetto di vita, e quindi di essere liberi veramente.

Ogni figlio è una grande risorsa non solo per la propria famiglia, ma per il proprio Paese; una risorsa preziosa e insostituibile. E introducendo l'assegno unico riduciamo anche le disuguaglianze legate ai carichi familiari, combattiamo l'ingiusta condanna emessa sulle donne che desiderano essere madri e lavoratrici e che attendono anche l'altra parte della rivoluzione di cui oggi parliamo, quella che la Ministra Bonetti ha già completato in Consiglio dei ministri e che speriamo arrivi presto in Parlamento. Approvando questa legge, come hanno ricordato il presidente dell'INPS e la Ministra Catalfo, che ringrazio, noi operiamo anche una vera e profonda rivoluzione di semplificazione, perché l'assegno unico toglie otto misure, le unisce, e le unisce in un'unica e semplice misura.

Infatti, l'assegno unico supera finalmente il problema di figli di serie A e di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché, da oggi in poi, i figli degli autonomi, dei liberi professionisti, degli incapienti e dei disoccupati verranno trattati come tutti gli altri figli. Signora Presidente, signora Ministra, la crisi del COVID, di cui abbiamo ricordato anche in queste ore la drammaticità e le vittime, ci ha riempiti spesso di pessimismo, di tristezza; però ci ha detto anche una cosa che è una grande verità di questo Paese da decine di anni, cioè che le reti familiari sono state capaci di proteggere e provvedere anche in questo buio in cui si è immerso il nostro Paese. Le reti familiari sono state vicine, sono state solerti, sono state pazienti, e hanno tenuto per mano tanti nostri cittadini.

Ci ha detto quello che la famiglia conosce sempre, una verità che le famiglie conoscono bene, ossia che siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri e che è bellissimo farsi aiutare da coloro che si ama, perché è nella relazione tra le persone che le società si costruiscono e diventano più solide, meno tristi, malinconiche. Non dobbiamo quindi rinchiuderci - ed è l'augurio che facciamo oggi mentre inizia questo percorso, che sarà lungo, perché includerà la riforma fiscale, di cui ringrazio il Ministro Gualtieri perché ha assunto questo problema come pilastro della nuova riforma fiscale -, non dobbiamo ripiegarci, ma dobbiamo rigenerarci, dobbiamo rafforzare e sviluppare il senso di comunità, e investire sulla famiglia significa questo. Oggi diciamo ai nostri giovani che non sono dei bamboccioni, ma, anzi, che possono farsi uomini e donne con un loro progetto, possono farsi liberi, che non si devono far paralizzare dalla paura e dai condizionamenti di una cultura che li vorrebbe individui capaci di consumare tutto il possibile, ma incapaci di generare, incapaci di dare origine al nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

I nostri figli hanno paura, signora Ministra, lei lo sa; hanno paura di diventare padri non per egoismo, come qualcuno dice, ma forse per eccesso di responsabilità, perché pensano “sarò all'altezza, sarò in grado, potrò garantire ai miei figli quello che è stato garantito a me?”. Sono domande legittime, io credo, e noi non abbiamo nemmeno oggi risposte definitive, dobbiamo dirlo con molta umiltà. Possiamo solo dire loro e invitarli a non avere paura del futuro né per se stessi né per i loro figli, perché la Repubblica vuole essere al loro fianco; e non per prenderli sulle spalle, ma per accompagnarli con un sostegno giusto, semplice e robusto, perché il loro destino e la loro apertura al futuro sono il nostro destino e sono il nostro futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, signor Ministro, desidero iniziare il mio intervento con uno sguardo ad un futuro prossimo: chi siederà su questi banchi tra ottant'anni - sembra un periodo lunghissimo, ma in realtà, per quanto riguarda la natalità, il grave problema della denatalità, è un periodo breve - si troverà ad affrontare problematiche diverse da quelle attuali, molto diverse. Ad esempio, quella di un Paese che potrebbe scendere dal nono al venticinquesimo posto della graduatoria delle grandi, anche in ragione del dimezzamento della popolazione. Ci stiamo avviando verso un dimezzamento della popolazione del nostro Paese mentre il Parlamento si appresta a votare una legge delega sull'assegno unico, facendo i conti con le criticità che sono state evidenziate anche dalla Ragioneria dello Stato in merito alle coperture finanziarie del provvedimento (ha evidenziato delle carenze nelle coperture) e che ha fatto sì - voglio riconoscerlo al relatore - che alcuni nostri emendamenti, che sarebbero stati approvati in Commissione, anzi, gli era stato dato il parere favorevole, purtroppo, per motivi economici e finanziari, fossero rigettati.

Uno studio della facoltà di medicina dell'Università di Washington ci dice che, da qui al 2100, la popolazione italiana scenderà a circa 30,5 milioni. Questo potrebbe essere causato dal basso tasso di fertilità e non consentirà di compensare i decessi e mantenere entro i limiti il livello di sostituzione, che, voglio dirlo anch'io, non potremmo assolutamente pensare che possa essere compensato con l'immigrazione. Uno scenario apocalittico, se dovesse avverarsi. Le previsioni - l'attualità ce lo ha insegnato - si basano su modelli matematici; talvolta, questi modelli matematici sbagliano, ma i numeri reali non mentono e ci dicono che la china è purtroppo questa.

La crisi demografica sta proseguendo, lo hanno detto anche i colleghi che sono intervenuti prima di me, e il fatto che nel 2019 siano stati iscritti all'anagrafe 420.170 bambini, 19 mila in meno rispetto al 2018, è il record negativo dall'Unità d'Italia ad oggi. Questo naturalmente è un problema enorme, che forse non riusciremo a risolvere nemmeno mettendoci tutte le nostre competenze, la nostra volontà e la forza degli ideali per riuscire a salvare questo Paese, ma dobbiamo provarci. Oggi, nel pieno di una crisi che ha investito non solo economicamente le famiglie, affrontiamo finalmente il tema del contrasto alla denatalità, quantomeno da un punto di vista economico; lo affrontiamo con ritardo, con ritardo colpevole, e con un provvedimento che ha alcuni aspetti che saranno sicuramente rivedibili, con risorse che, purtroppo, non sono sufficienti, ma quantomeno una linea d'azione di partenza è condivisibile e può essere riassunta in una diade: semplificare e potenziare. Questo ci vede tutti d'accordo.

È sufficiente parlare con i neogenitori per comprendere quanto questa frammentazione, la frammentazione delle misure di sostegno e i criteri per ottenere i contributi riesca nel paradossale risultato di disorientare anche le coppie, fino a disincentivare le richieste. È un problema di sovrapposizione di norme, è un problema burocratico, è un problema che attanaglia questo Paese in diverse sue condizioni normative. L'assegno unico va dunque nella giusta direzione; lo vogliamo dire con forza, lo abbiamo detto in Commissione, ma vogliamo anche essere giustamente, da opposizione, critici, critici su alcuni aspetti, perché la critica aiuta a crescere, aiuta a migliorare, aiuta anche a trovare delle soluzioni che magari non sono viste nel momento specifico in cui si discute di una norma.

Peraltro nella proposta di legge del gruppo di Forza Italia, a prima firma della presidente Gelmini e sottoscritta da numerosi deputati, c'erano diversi spunti, diversi passaggi che potevano essere utili, che purtroppo, non sono stati compresi in questa legge delega. Io vorrei anche ricordare una cosa, cioè che il sostegno alle famiglie è anche un sostegno che deve andare verso gli anziani e i disabili, ma c'è un “ma”, anzi ce n'è più di uno. Con una scelta opinabile, si è deciso di separare l'assegno unico e le misure di sostegno alle famiglie e, con una scelta che noi riteniamo ancora più opinabile, si è scelta la strada di una legge delega e non di una legge ordinaria: lo abbiamo detto più volte e abbiamo sperato fino in fondo che fosse possibile percorrere il sentiero più veloce, che ci avrebbe consentito di rendere immediatamente operativa questa legge. È un'occasione persa e, quindi, noi ci auguriamo che, almeno nel prosieguo, questa delega viaggi con i suoi decreti molto rapidamente; che non sia una di quelle norme che poi si blocca e viene fatta slittare perché questi decreti non riescono ad essere resi operativi.

Ora noi ci accingiamo a votare, limitandola solo all'assegno unico per i figli a carico e per di più senza nessun riferimento all'entità dell'assegno, diversamente da quanto era previsto dalla proposta iniziale, che dal nostro punto di vista andava maggiormente nella direzione più coerente. La ragione è evidente: non si sa quante saranno le risorse a disposizione per finanziare la misura. Noi sotto un certo aspetto questo problema lo comprendiamo, però non vogliamo non sottolineare questa carenza, che è una carenza grave in un provvedimento così importante.

Nel corso del dibattito in Commissione - voglio ricordarlo - Forza Italia ha presentato numerosi emendamenti, che erano tutti finalizzati a rendere veramente universale l'efficacia dell'assegno. Ce ne sono alcuni, come l'indicazione a soglia di reddito minimo ISEE che non penalizzi le famiglie del ceto medio, che sono famiglie che non vivono più la dimensione che vivevano un tempo, e questo è un punto su cui noi - noi tutti - dobbiamo prestare una grande attenzione. Abbiamo chiesto che il contributo prenda la forma dell'assegno e non della detrazione d'imposta; un altro aspetto che ci fa dire che dovremmo avere una visione unitaria su questo aspetto. Le famiglie hanno bisogno del denaro in tasca; hanno meno bisogno di una detrazione fiscale che perde, in parte, dell'efficacia. Abbiamo indicato un importo minimo di 150 euro al di sotto del quale saremmo di fronte a una mancetta irrilevante, ben consapevoli della realtà, che ci dice che, raramente, i ragazzi riescono a rendersi indipendenti con la maggiore età. Abbiamo chiesto il mantenimento dell'assegno fino al ventunesimo anno di età; abbiamo sollecitato la maggiorazione per tutti i figli a carico con disabilità, a prescindere dall'età. Qui mi si conceda anche un passaggio, che vuole ricordare le famiglie con persone disabili, quelle che hanno subito di più le conseguenze del lockdown, la chiusura delle scuole, la sospensione delle attività nei centri diurni, l'interruzione dei percorsi socio-assistenziali. Questo ha provocato disagi enormi a queste famiglie, alle persone che già vivono in una quotidianità complessa e complicata. In quest'Aula, noi dobbiamo prenderci tutti un impegno che ponga l'attenzione su questo tema: rafforziamo le strutture, riorganizziamo i servizi, interveniamo sugli insegnanti di sostegno, garantiamo che queste famiglie, questi bambini e questi ragazzi non siano più lasciati soli.

Io vorrei anche dire alcune altre cose che riguardano sempre la crisi demografica e lo voglio ripetere: la crisi demografica rischia di far crollare il sistema Paese. I figli sono una ricchezza incommensurabile non solo per i genitori, ma per l'intero Paese e investire nella genitorialità, sulla famiglia, non è solo una scelta dettata da un'opzione valoriale, perché i valori tutti noi li abbiamo ben presenti e li pratichiamo, ma anche - concedetemi - su una forzatura economica.

Vado ad avviarmi a concludere dicendo anche un'altra cosa. Dobbiamo pensare anche ad aiutare chi vorrebbe diventare genitore, ma purtroppo, per cause naturali, non ci riesce; dobbiamo sostenere le coppie che vogliono ricorrere alla fecondazione assistita, facilitare e rendere meno onerose le pratiche di adozione, anche questo dobbiamo fare.

Concludo, quindi, con una dichiarazione di voto favorevole al provvedimento da parte del gruppo di Forza Italia. Questa dichiarazione di voto è una dichiarazione responsabile che credo durante il mio intervento si sia compresa, pur avendo voluto sottolineare alcune criticità e alcune mancanze che questo percorso ha in sé.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Novelli.

ROBERTO NOVELLI (FI). Concludo, quindi, con l'auspicio che il percorso di questo provvedimento riesca a trovare una rapida ed efficace conclusione a favore delle famiglie e dei nostri figli (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro, colleghi, noi oggi siamo qui per lanciare un segnale importante su un tema altrettanto importante che riguarda le famiglie, che, finalmente, sono al centro di un dibattito intenso, di un lavoro importante. Abbiamo collaborato, ci siamo impegnati; soprattutto la Lega è sempre stata in prima linea, anche quando c'era il Ministro Fontana, nella trattazione del tema dell'assegno unico universale. Abbiamo dialogato con le associazioni familiari e siamo arrivati qui ben consci dei limiti di questo provvedimento. Abbiamo dei forti dubbi, dei dubbi che anche il relatore stesso ha dichiarato durante le riunioni di Commissione riguardo alle coperture economiche e abbiamo dei forti dubbi sul metodo adottato dal Governo per questo riordino, ma siamo altrettanto convinti che sia questo il momento giusto di dare un segnale forte alle tante famiglie che hanno vissuto mesi di isolamento, mesi di sacrifici enormi. Se non ora, quando? È questo il momento di occuparci di loro e di pensare al futuro delle famiglie, dei bambini e della nostra popolazione.

Noi pensiamo che non sia sufficiente, tra l'altro, solo il provvedimento di riordino, ma serva un cambio culturale, un cambio di pensiero che si deve declinare su tutti i nostri territori, sugli enti locali, sulle regioni, in collaborazione con le politiche nazionali, politiche che non sono politiche di sostegno al reddito, ma politiche vere della famiglia. Per questo crediamo e abbiamo presentato tanti emendamenti che potessero, in qualche modo, renderlo davvero un provvedimento universale, che si rivolgesse a tutte le famiglie, indipendentemente dalla fascia di reddito e dalle condizioni economiche, perché la denatalità è un tema che non si risolve con il sostegno economico, ma si risolve con politiche mirate e concrete rivolte a tutte quelle mamme e quei papà che, ogni giorno, si trovano in difficoltà nell'accudire i propri figli. Ovviamente, ci vuole un sostegno particolare per tutte quelle famiglie che hanno un bambino, un figlio con disabilità, oppure che hanno delle difficoltà di conciliazione con il mondo del lavoro e l'aspetto, invece, di cura.

Sappiamo che questo Governo ha dei limiti nell'approccio e nelle priorità ai temi che riguardano le famiglie italiane. Questo è un segnale, però, che noi vogliamo cogliere e dare alle tante associazioni che hanno fatto un percorso molto lungo e sacrificato in questi anni di dialogo con tutti per cercare di dare un segnale trasversale con questo provvedimento. Noi pensiamo che in futuro ci sarà la possibilità di migliorarlo ancora, soprattutto di dare quella copertura economica che oggi manca. Quello che ci stupisce è che siamo di fronte a un Governo che si preoccupa molto di dare un futuro, un'accoglienza, un lavoro ai migranti che arrivano e sbarcano nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma ancora fa fatica a mettere i soldi a disposizione per un provvedimento che, da anni, stiamo cercando di portare avanti e nel quale crediamo veramente in modo profondo. Noi riteniamo che questo sia un segnale importante, abbiamo lavorato al fianco dei membri della Commissione, anche con il Ministro, in modo serio e responsabile.

Sappiamo per certo che si tratta di una cornice, un punto di riferimento, di orientamento, dal quale ci auguriamo che non si torni più indietro. Serve sicuramente una legge per andare in questa direzione, ma serve poi anche metterci le risorse. Se non ora, quando? Io chiedo anche che prossimamente ci siano delle riflessioni importanti su quella che dovrà essere la copertura per il futuro di tutte queste misure. Siamo d'accordo e siamo convinti nel votare questo provvedimento specifico, che riguarda l'assegno unico, ma - ripeto - non siamo convinti nella suddivisione che c'è stata all'interno probabilmente anche della maggioranza, che ha dovuto dividere la parte che riguarda l'assegno unico, da quella che riguarda le misure fiscali. Lanceremo oggi questo segnale, dichiarando il voto favorevole della Lega a questo provvedimento, ma lanceremo per il futuro un monito perché, invece, le misure fiscali siano mirate, immediate e possano avere un riscontro concreto. Va bene fare oggi la cornice, va bene dare il segnale alle famiglie isolate, dimenticate da questo Governo anche in un periodo così difficile, lanciamo questo messaggio insieme, ma poi, per il futuro, ci aspettiamo dei passi più importanti soprattutto rispetto alle misure fiscali. Quindi, dichiaro solo il voto favorevole della Lega per le famiglie, per i bambini, per le mamme, per i papà, che stanno aspettando da tanto tempo un futuro migliore (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Ministra, colleghe e colleghi, parlare oggi in quest'Aula di famiglia, della sua bellezza e, al tempo stesso, della sua complessità, delle difficoltà che tanti incontrano nel diventare genitori, poi nell'essere genitori e lavoratori contemporaneamente, nell'offrire una crescita sana a bambine e bambini ritengo che sia già di per sé un bel segnale che diamo oggi al Paese, dimostra che la politica non è sorda ai problemi e ai bisogni di tante persone nella vita di tutti i giorni, una vita fatta di speranze, ma anche di timori per il futuro proprio e dei propri figli, di desideri di stabilità e di programmazione, di sogni, ma anche di ostacoli quotidiani; dimostra che non sempre la politica è lontana - come tanti credono - dalla vita reale, ma anzi la vive, la osserva, la studia e lavora per migliorarla. Con la proposta di legge delega che ci accingiamo a votare non diamo soltanto però un segnale di consapevolezza e anche di vicinanza ai tanti cittadini italiani, facciamo una cosa molto più importante: diamo nuova linfa allo Stato sociale, rafforziamo le misure a sostegno delle famiglie con figli a carico attraverso l'istituzione, mediante la delega al Governo, di un assegno unico e universale. Uno Stato sociale, Presidente, che negli anni ha perso diversi pezzi, per un po' è come se fosse andato fuori moda - possiamo dire -, con risultati tutt'altro che positivi. Lo vediamo oggi, più che mai, partendo dalla natalità: è di pochi giorni fa, della settimana scorsa, il dato Istat che ha annunciato il nuovo record negativo delle nascite in Italia, sono poco più di 420 mila, e questo rappresenta un decremento di 4,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente, che già era un record negativo ed era il dato peggiore dall'unità d'Italia. Tanti sono anche i dati che raccontano le difficoltà che le famiglie italiane sperimentano, a causa della scelta che dovrebbe essere vissuta nel modo più sereno, più naturale possibile, che è quella proprio di mettere al mondo dei figli, oppure di adottarne, di prendersi cura di loro, assecondando le loro inclinazioni, provvedendo alle loro necessità. Questa esperienza, l'esperienza della genitorialità, sembra diventare una prospettiva di vita fonte solo di preoccupazione e di incertezza, per questo motivo rimandata, se non addirittura evitata, basti pensare che il numero medio di figli per donna, sempre aggiornato dall'Istat al 2018 è di appena 1,29 e che anche l'età media al momento della nascita del primo figlio è arrivata a superare i 31 anni. E ancor più scoraggiante è il quadro che emerge dai dati relativi al tasso di occupazione femminile confrontato con quello maschile: infatti, si vede che, quanto più aumenta il numero di figli, tanto più si allarga la forbice tra uomo e donna, a scapito di quest'ultima, a conferma purtroppo che la partecipazione femminile al mercato del lavoro è ancora oggi drammaticamente influenzata dal ruolo che ella ricopre all'interno della famiglia e che è ancora difficile, se non impossibile, riuscire a conciliare il lavoro retribuito con il lavoro di cura.

Ecco, allora, Presidente, che una politica che sia degna di questo nome, cioè che abbia una visione di lungo periodo, che sappia intervenire trovando delle soluzioni e dando sicurezza e fiducia alle famiglie italiane, a maggior ragione in un periodo storico complicato come questo, deve attivarsi prontamente. E lo ha fatto, lo ha fatto, tanto con un'iniziativa governativa, quanto con un'iniziativa parlamentare: a livello governativo, con l'approvazione il mese scorso, in Consiglio dei ministri, del Family Act, che sappiamo essere una cornice normativa per il sostegno alla genitorialità, per la funzione sociale ed educativa che le famiglie hanno nel nostro Paese, per il contrasto alla denatalità, per la valorizzazione e la crescita armoniosa dei bambini e dei giovani e per favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile. Sappiamo che il testo è frutto di un grande lavoro condiviso e, d'altronde, era inevitabile che fosse così perché è impensabile intervenire sulla famiglia in modo separato e sconnesso da tutto il resto. Famiglia significa lavoro, significa anche tempo libero, significa scuola, istruzione, turismo, consumi, significa economia per il nostro Paese. E, allora, è grazie al lavoro della Ministra della Famiglia, Bonetti, senz'altro, e anche della Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dello stesso Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, se presto potremo dare al Paese una riforma seria e strutturata del welfare familiare, ce n'era davvero bisogno e non potevamo più aspettare. Ma per lo stesso motivo, oltre che a livello governativo, ci siamo mossi a livello parlamentare, con la proposta di legge delega che ci accingiamo a votare oggi in Aula. Vorrei brevemente soffermarmi su alcuni, che considero i tratti salienti di questa proposta di legge, che assicura un assegno per ogni figlio a carico, rispettando il principio dell'universalità, ma anche e soprattutto il criterio, costituzionalmente garantito, della progressività, perché lo Stato deve essere, sì, vicino a tutti, ma deve far sentire maggiormente il suo sostegno a chi è più in difficoltà: assegno universale, quindi, assegno progressivo, ma soprattutto assegno unico. L'obiettivo ambizioso di questa proposta infatti è quello di chiedere al Governo, conferendo un'apposita delega, di impegnarsi a potenziare, ma soprattutto a riordinare, tutta quella mole di misure di sostegno alle famiglie che oggi risultano frammentate, e che quindi spesso generano confusione, perché le famiglie stesse non comprendono chi ne abbia o meno diritto e come potervi accedere. Parlo dei tanti cosiddetti bonus - abbiamo imparato a conoscerli talvolta come bonus asili nido, come bonus bebè, come bonus babysitter -, ma anche di tutti quegli sgravi fiscali attualmente in vigore, che sono indubbiamente utili, ma altrettanto iniqui se consideriamo che sono accessibili in base alle fasce di reddito e che paradossalmente escludono dal beneficio proprio i nuclei familiari incapienti.

Questo assegno quindi unico, universale e progressivo sarà erogato, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del diciottesimo anno di età, per ciascun figlio e poi, in forma ridotta, verrà corrisposto fino al ventunesimo anno di età; questo, però, a patto che il figlio sia impegnato in un percorso di studio o di formazione, o che sia in cerca di occupazione, o che abbia già intrapreso un'esperienza di servizio civile universale o di lavoro, ma con reddito minimo, e questo ritengo sia un segnale molto importante e di fiducia nei giovani meritevoli del nostro Paese e anche - se vogliamo - un segnale di responsabilizzazione, se consideriamo che abbiamo previsto che l'assegno possa essere corrisposto anche non più al genitore, ma direttamente al figlio maggiorenne, se quest'ultimo ne fa richiesta. Inoltre, abbiamo previsto che l'assegno sia di importo maggiorato per i figli successivi al secondo: questo perché siamo consapevoli che, se per certi versi, è una scelta coraggiosa quella di mettere al mondo un figlio, lo è ancor più quella di mettere al mondo tre o più figli, e mi piace pensare che questo sia un piccolo passo, ma un passo per normalizzare una scelta di questo tipo, una scelta che spesso desta stupore, soprattutto se osservata con gli occhi delle nuove generazioni, della generazione a cui io stessa appartengo.

Abbiamo poi voluto pensare ai nuclei familiari dei figli con disabilità e in questo caso l'assegno sarà maggiorato in una misura compresa tra il 30 ed il 50 per cento e la maggiorazione sarà graduata in base alla gravità della disabilità stessa. È importante anche ricordare che, fino a quando il figlio con disabilità rimarrà a carico del genitore, non ci saranno vincoli di età per ricevere l'assegno e non sarà considerato ai fini del calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali o di qualsiasi altra prestazione dedicata alle persone con disabilità. Mi voglio soffermare, in ultimo, su un importante obiettivo che abbiamo raggiunto durante l'esame del testo in Commissione e, in questo senso, mi sento di rassicurare quell'attuale 1.171.000 nuclei familiari, stimati a maggio del 2020 dall'INPS, che risultano beneficiari del reddito di cittadinanza: l'assegno unico sarà pienamente compatibile con la fruizione del reddito di cittadinanza.

E non potevamo permettere che si sottraessero risorse al reddito per finanziare l'assegno unico o che l'accesso ad uno dei due benefici precludesse in qualche modo il godimento anche dell'altro. Questo per un semplice motivo: perché si tratta di misure che perseguono finalità diverse, ma che possono, anzi devono andare di pari passo, perché andando di pari passo si rafforzano a vicenda e producono risultati migliori, che sono quelli che noi vogliamo per i cittadini e le cittadine italiane.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,40)

ROSA MENGA (M5S). Noi non siamo qui, oggi come oltre un anno fa, in occasione della conversione in legge del decreto-legge sul reddito di cittadinanza, per mettere bandierine su una misura: noi siamo qui per dare risposte alle famiglie, per contrastare la povertà materiale ed educativa, per incentivare la natalità, per difendere il diritto delle donne ad essere madri e lavoratrici, per rendere la genitorialità una gioia e non un rischio, per sollevare la parte più debole e più indifesa del Paese. A maggior ragione, in un momento delicato come questo, ciò che dobbiamo fare è lasciare le logiche di spartizione tra un partito e l'altro e proporre soluzioni di lungo periodo: come lo è stato e lo è tuttora il reddito di cittadinanza, come è l'assegno unico anche all'interno del pacchetto di riforma che sarà varato dal Governo, e queste sono conquiste per tutto il Paese. Noi siamo pronti a riscrivere il welfare familiare, e per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla proposta di legge delega in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Presidente Rosato, il relatore Lepri lo scorso 1° luglio ha paragonato l'introduzione dell'assegno unico alla riforma agraria e all'istituzione del Servizio sanitario nazionale nel 1978: è proprio così. Come padre di quattro figli non posso che essere favorevole a questo riordino, che rappresenterà veramente una svolta storica. Tuttavia non possiamo fare a meno di notare come ci siano dei problemi che potranno rivelarsi veramente insormontabili: dovranno essere gradualmente e progressivamente tagliate alcune agevolazioni fiscali e, dall'altro lato, dovrà essere gradualmente e progressivamente introdotto l'assegno unico. Questa operazione la vedo rischiosa e problematica, si tratterà di un'operazione più facile a dirsi che a farsi.

C'è un problema di risorse: come ha detto il relatore Lepri ci sono 15 miliardi sul tavolo, ma ne servirebbero 6 o 7 in più: ma da dove le prendiamo queste risorse, Presidente? Anche la Ragioneria dello Stato ha espresso al riguardo forti perplessità. Un terzo punto: anche le misure europee restano sullo sfondo, lo stesso Recovery Fund da 80 miliardi, in pochi dicono che bisognerà sborsarne 55 per averne 80. Poi i tempi dilatati della delega sui diversi capitoli del Family Act, ossia 24 mesi, come per esempio per la dote, per l'educazione e la formazione; ed infine la scarsa chiarezza su quello che sarà l'importo effettivo dell'assegno unico. Per tutti questi motivi il rischio che la legge delega diventi, risulti una scatola vuota, o peggio, un libro dei sogni, è veramente molto alto. Spero di non essere una Cassandra, ma il timore che, muovendosi senza il giusto coordinamento, si possa togliere ad alcuni cittadini e dare ad altri è molto alto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Concludo. Il rischio che si possa togliere ad alcuni cittadini senza migliorare la situazione degli altri, e che quindi tutto si risolva in un puro e semplice taglio delle agevolazioni col risultato di fare cassa sulla pelle dei cittadini italiani, è molto alto. Ciononostante, ritengo che, su questo punto, sia necessario dare fiducia al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Signor Presidente, anche il nostro gruppo voterà a favore della proposta di legge, l'abbiamo tra l'altro sottoscritta; e ci fa piacere che venga approvata proprio in questo momento, in un delicato momento per il nostro Paese, un delicato momento economico e un passaggio che vede l'Italia dover ragionare su come ricostruire il futuro del Paese, come rilanciarlo. E da dove si riparte nel rilancio e nella ricostruzione di un futuro di una comunità come la nostra? Non si può che ripartire dai capisaldi che fanno grande e forte una comunità: la persona, l'educazione, la formazione, la famiglia sono le principali risorse che noi abbiamo. E allora lo dico, e mi fa piacere anche per la presenza del Ministro per la famiglia: dico che il segnale che può derivare oggi, indipendentemente dalle critiche che possono essere fatte - poche risorse, stiamo ancora aspettando il riordino, i contenuti del Family Act, eccetera - da un Parlamento unito al Governo e al Paese un segnale che vale molto di più dei limiti della legge che stiamo proponendo. Semplicemente, perché dà un indirizzo chiaro e preciso: attenzione, fino ad oggi, rispetto a quanto ci è capitato, abbiamo ragionato di sostegno a breve termine, di emergenza; se dobbiamo (lo abbiamo discusso in questi giorni anche in Europa) ricostruire l'Italia, da dove ripartiamo e le risorse come le utilizziamo. All'inizio, non è solo questione di risorse: è questione che le leggi rappresentano i cardini e il futuro di una comunità, su cui si basa una comunità. E allora, dire che anche di fronte ai dati che abbiamo - sono stati citati dai colleghi, ancora oggi la crisi demografica è una crisi che morde…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Chiedo…Grazie Presidente. È una crisi che morde, che morde drammaticamente. È abbastanza particolare vedere come è stato salutato dopo tanti anni nel più piccolo comune d'Italia la nascita di un figlio, dopo anni che non nasceva un figlio; quello può essere il nostro simbolo, il simbolo di chi dice: natalità, genitorialità, lavoro, lavoro in particolare riguardo all'occupazione femminile, e cioè alla possibilità per una donna di essere mamma e allo stesso tempo di contribuire nel suo essere mamma anche alla costruzione di un futuro, anche all'occupazione, di avere la libertà di poter scegliere di educare, di assistere il proprio figlio, ma anche la possibilità di andare a lavorare.

Ecco, questi tre cardini sono fondamentali, e lo dico al Ministro della famiglia, sono fondamentali proprio in questo momento. E ha fatto bene il collega Delrio e gli altri colleghi a chiedere che fosse in questo momento preciso votata e calendarizzata questa proposta, al di là ovviamente dei limiti. Dall'opposizione (vado verso la conclusione) abbiamo sempre salutato con favore, sia nel primo Governo Conte che nel secondo Governo e a maggioranze diverse, giallo-verdi o giallo-rosse, l'istituzione del Ministero della Famiglia. Perché questo è il segnale che serve: un Ministro che abbia un'attenzione particolare. Ma se da lì - ed è qui il segnale forte che arriva oggi dal Parlamento al Governo, al Governo e all'intero Paese - una legge è solo un manifesto e non ha invece immediatamente un'attuazione e un'applicazione operativa, rischiamo di aver illuso ancora una volta e di essere ancora volta ultimi nelle politiche vere che devono essere fatte a sostegno, non di una parte: la famiglia non è una parte, la famiglia è il pilastro, l'ammortizzatore vero, sociale di tutta una società, e i figli sono la principale risorsa, non solo per la famiglia, ma per uno Stato. Allora questo è il voto che noi diamo, lo diamo consapevolmente, ci fa piacere che siano state accorpate le diverse proposte di legge, e ci auguriamo che l'unanimità dell'espressione di questo Parlamento vada nella direzione giusta. C'è anche il Viceministro Misiani, dico che, attenzione, le prossime risorse, lo prossimo scostamento, non c'è più…

PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Concludo. Non c'è più alibi, non ci sono più alibi, ne abbiamo già spesi 80 di miliardi, non so se sarà di 20, 30 miliardi il prossimo scostamento. Dall'Europa stiamo chiedendo soldi, ne discuteremo domani con il Presidente del Consiglio quante di queste risorse, con questa legge che approviamo e con il Family Act, andranno veramente a sostegno alla famiglia. Su questo ci misureremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, e credo che tutto il Parlamento sarà unito come oggi nel voto favorevole a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 687-A e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 687-A: "Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno universale unico e universale".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45)(Applausi).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 2155 e 2249.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1187 - D'iniziativa dei senatori: Romeo ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia (Approvata dalle Commissioni permanenti riunite 1a e 2a del Senato) (A.C. 2070); e delle abbinate proposte di legge: Molinari ed altri; Ascari ed altri; Fiorini ed altri; Lollobrigida ed altri (A.C. 1731-1887-1958-2007) (ore 17,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalle Commissioni permanenti riunite 1a e 2a del Senato, n. 2070: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia; e delle abbinate proposte di legge nn. 1731-1887-1958-2007.

Ricordo che nella seduta del 15 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice Ascari o il relatore Rizzo Nervo ad esprimere il parere delle Commissioni. Chi dà i pareri sull'articolo 1? La collega Ascari dà i pareri sull'articolo 1. Se prende posto; dobbiamo dare un posto alla collega Ascari, che è relatrice. I due relatori dovrebbero avere un posto, diciamo, in linea di massima. Onorevole Ascari, cerchiamo intanto di partire dopodiché… emendamento 1.21 Giannone.

STEFANIA ASCARI, Relatrice per la II Commissione. Grazie, Presidente. Emendamenti 1.21 Giannone e 1.1 Bignami, parere contrario.

PRESIDENTE. Il parere del Governo è conforme al parere del relatore? Prego, Ministro.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Giannone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Io chiedo, in realtà, di rivalutare il parere, perché questo emendamento, nello specifico, va a valutare quelle che sono le competenze dei servizi sociali. Noi sappiamo perfettamente che, purtroppo, all'interno dei servizi lavorano delle professionalità che hanno delle competenze varie e si occupano di rilasciare anche delle relazioni in base a quelle che sono le valutazioni effettuate, in ambito anche giuridico, su quelli che sono gli allontanamenti o, comunque, richieste di allontanamenti o, comunque, valutazioni di casi con minori. Nella maggior parte dei casi ci ritroviamo ad avere queste valutazioni effettuate all'interno di spazi dove effettivamente ci sono degli incontri fatti con entrambi i genitori, con i minori o anche separati e si ha una semplice relazione da parte dei servizi sociali che, però, non permette di avere un contraddittorio in ambito giuridico, quindi davanti a un giudice, perché quella che è la relazione che viene poi effettuata nella realtà dei fatti non rappresenta sempre la verità e, quindi, il genitore o anche il minore non ha la possibilità di potersi difendersi, anche tramite quello che è il curatore speciale che nomina un avvocato anche per il minore stesso quando ve ne è necessità. Non esiste un contraddittorio e, quindi, l'emendamento va semplicemente a ricercare la possibilità di andare a controllare, anche tramite questa Commissione di inchiesta, il lavoro svolto, cioè andare a controllare che effettivamente venga svolto nel modo corretto e a tutela, in questo caso, principalmente dei minori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Giannone.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bignami, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 17,55)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice o il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

STEFANIA ASCARI, Relatrice per la II Commissione. Grazie, Presidente. Emendamento 3.1 Bellucci, parere contrario; emendamento 3.2 Bignami, parere contrario; emendamento 3.3 Bignami, parere contrario; emendamento 3.4 Bignami, parere contrario. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti 3.21 Giannone, 3.6 Varchi, 3.22 Giannone, 3.8 Bignami, 3.9 e 3.10 Bellucci, 3.23 Giannone, 3.24 e 3.100 Cunial, 3.25 Giannone, 3.11 e 3. 12 Varchi.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme.

PRESIDENTE. Emendamento 3.1 Bellucci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo voluto dare una risposta a una mancanza drammatica in Italia. In Italia non c'è un monitoraggio puntuale dei minori allontanati dalla famiglia. Questo non lo dice semplicemente Fratelli d'Italia, questo viene sancito dalla inchiesta che è stata fatta dalla Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza. In quell'occasione, nell'indagine che è stata avviata nel 2015 e che si è conclusa nel 2018, è stato incontrovertibilmente detto che in Italia manca un monitoraggio che dia luce a tutti quei bambini che non stanno con la propria mamma e con il proprio papà.

Si pensa che siano circa 26 mila i bambini allontanati dalla famiglia. Il Terzo settore, che si è adoperato cercando in tutti i modi di dare risposta a questa mancanza, ne ha contati 40 mila. Bene, dobbiamo fare i conti con il fatto che 14 mila bambini in Italia sono invisibili per lo Stato: almeno 14 mila bambini.

Allora, rispetto a questo, abbiamo proposto un emendamento che vuole dire e sancire sin dall'inizio che c'è necessità di un monitoraggio annuale: ogni anno lo Stato, le istituzioni, devono sapere quanti bambini vengono allontanati dalla propria famiglia, il nome e il cognome, il motivo dell'allontanamento, per quanto tempo saranno allontanati, con quale previsione in norma di legge tutto questo avverrà e, soprattutto, quando potranno rientrare nella propria famiglia e, quindi, tra le braccia di mamma e papà, attraverso un percorso che è fatto per il reinserimento e il ricollocamento in famiglia.

Rispetto a questo non si possono chiudere gli occhi, non si può essere vaghi, non si può dire che si farà un monitoraggio: bisogna fare un monitoraggio annuale. Questo aspetto, che è così banale, così di buon senso, purtroppo è manchevole e, quindi, spetta a noi la responsabilità, a ciascun deputato, di sancire che un monitoraggio annuale è necessario.

D'altronde, ciò viene fatto anche per altre relazioni. Abbiamo la relazione sullo stato delle tossicodipendenze e dipendenze patologiche in Italia, che per legge dovrebbe essere proposta ogni anno allo scadere dell'estate; poi viene ritardata e, certamente, abbiamo visto come viene proposta al Parlamento alla fine dell'anno e non nel mese in cui è stata stabilita per legge, ma annualmente viene fatto questo monitoraggio; così non è per i bambini in Italia!

Allora, ancor di più e ancor più fortemente, noi riteniamo che per i bambini, che sono sempre e comunque il soggetto più fragile tra di noi e per noi, si deve dare una risposta di coerenza, di puntualità e di chiarezza. Quindi, con questo emendamento noi chiediamo un monitoraggio puntuale, un monitoraggio annuale, un monitoraggio che faccia sì che le istituzioni possano riconoscere e conoscere ciascuno di quei bambini più sfortunati che sono stati allontanati dalla propria mamma e dal proprio papà. Quindi chiediamo il voto favorevole, da parte di tutta l'Aula e di tutti i deputati qui presenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Bellucci, parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'emendamento 3.2 Bignami. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento, su cui tra poco l'Aula sarà chiamata a esprimere con voto una valutazione di ammissibilità rispetto al testo legislativo, ha una finalità che, in realtà, risponde alla volontà - che Fratelli d'Italia ritiene essenziale - che le istituzioni possano con una forma diversa, qual è quella di una Commissione d'inchiesta, dare chiarezza, risposte e giustizia, anche da un punto di vista istituzionale - non da un punto di vista evidentemente giurisdizionale - a quello che è avvenuto in Val D'Enza. In particolar modo, si tratta di coloro che sono stati coinvolti, loro malgrado evidentemente, nella vicenda Bibbiano. Dico questo non puntando il dito nei confronti delle famiglie affidatarie, da cui anzi, al contrario, si generò uno dei filoni di inchiesta, che poi portò alle valutazioni che la magistratura ha condotto su Bibbiano, ma perché riteniamo che, a partire dalla regione Emilia Romagna, che si era fatta carico delle esigenze di andare in Commissione d'inchiesta per verificare quello che era successo, la volontà che in realtà si è perseguita da parte di forze politiche sia stata quella di far tutto, tolto che arrivare ad ottenere chiarezza.

Lo dico anche rivolto ai colleghi dei Cinquestelle, che in regione Emilia-Romagna hanno sostenuto e condiviso la battaglia politica, perché questo venisse fatto con riguardo a quello che veniva chiamato il partito di Bibbiano. Dico questo perché, esattamente quattro anni fa, la Commissione interparlamentare di inchiesta sui minori, il 16 luglio 2016, su invito dell'allora deputata Sandra Zampa, oggi sottosegretario del Governo Conte 2, invitò Federica Anghinolfi, che oggi è ancora indagata e, anzi, è sottoposta a processo per quello che ha commesso, in Parlamento per raccontarci quanto erano bravi e belli nel sistema Bibbiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dimenticando evidentemente che c'erano delle famiglie che soffrivano per quello che stava succedendo.

Dobbiamo iniziare a dare nome e cognome a quello che è successo! Federica Anghinolfi era sistematicamente invitata alle feste dell'Unità; il 15 settembre 2016 venne invitata alla festa dell'Unità; Roberta Mori, presidente della commissione pari opportunità della regione Emilia-Romagna, la invitò in regione Emilia-Romagna per descrivere quanto fosse bello e buono il sistema Val D'Enza, su cui verte questo emendamento.

Le Commissioni d'inchiesta che son state fatte - due -, una ha concluso, vergognosamente, affermando che Bibbiano è stato un “raffreddore”, un'affermazione inaccettabile per qualsiasi persona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ancor meno per qualsiasi forza politica; l'altra - non me ne vogliano i colleghi del Partito Democratico -, pur presieduta da persone verso cui posso solo esprimere rispetto e stima, era presieduta da esponenti del Partito Democratico, con vicepresidenti di alleati del Partito Democratico. Ha suscitato forse giusto scalpore, quando la Commissione d'inchiesta sulla sanità, di quello che stava avvenendo in Lombardia, è stata data a un componente dell'opposizione, scelto con i voti della minoranza: là, addirittura, avete evitato che la minoranza potesse indicare il presidente, dandola direttamente a un esponente di maggioranza, che chiudesse e blindasse il sistema di controllo, che doverosamente doveva essere realizzato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Invece, di cose ce ne erano da guardare, perché la regione Emilia-Romagna ha dato decine e decine di migliaia di euro ai soggetti che poi sono risultati indagati nella vicenda Bibbiano. Allora, se noi operiamo su un principio e su un presupposto di innocenza, riteniamo che, proprio in ragione di quel principio di presupposta innocenza, si debba andare a fondo, anche nell'interesse delle persone che sono oggi coinvolte dall'inchiesta.

È per questo che presentiamo questo e gli altri emendamenti, perché - e mi assumo la responsabilità di quel che dico - ritengo inaccettabile che persone come Fadia Bassmaij abbiano ottenuto, tramite la loro associazione, decine di migliaia di euro dei contribuenti pubblici per finanziare le attività, insieme allo psicoterapeuta - così amava farsi chiamare - salvo poi, il tribunale di Bologna, aver affermato che non risulta che Claudio Foti fosse dotato delle competenze professionali e scientifiche per svolgere quelle attività; la regione Emilia Romagna ha dato decine e decine di migliaia di euro, la tanto decantata regione Emilia Romagna, esempio di efficienza e di virtù, che ben si è guardata di far sì che venisse verificato effettivamente che cosa stava succedendo. E allora questa Camera, questo Parlamento, non ha il diritto di verificare che cosa è successo a Bibbiano e in Val d'Enza, ha il dovere di farlo, per dare risposte alle famiglie, ai bambini, ai genitori e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Bignami, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Bignami, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.4 Bignami.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, a me pare che questo emendamento meriterebbe un'attenzione particolare da parte dell'Aula, perché la vicenda di Bibbiano, ancorché si è voluta cancellare, almeno da parte di alcuni, soprattutto della sinistra, dalle vicende squallide e delinquenziali che si sono verificate nei confronti di minori, ha avuto anche delle connivenze - almeno fino ad oggi tali vengono ritenute dalla magistratura - da parte degli enti locali. Lei sa meglio di me, come sanno coloro i quali sono in quest'Aula, che la vicenda non ha interessato solo le assistenti sociali, ma anche quel comune, nella persona del sindaco di quel comune, e quell'amministratore, che non si è sospeso dal suo partito il giorno dopo, né è stato sospeso dal suo partito il giorno dopo (vicende che lasciavano sicuramente presagire che cosa sarebbe successo nel corso delle successive indagini); quel sindaco, sospeso ex lege, è ritornato a fare il sindaco e vi è ritornato senza avere alcun timore che, ancorché accusato di reati ovviamente che attengono alla pubblica amministrazione, si trattava di reati che attenevano anche a quelle vicende processuali. Oggi siamo al rinvio a giudizio richiesto per tutti coloro i quali di quella vicenda sono stati protagonisti.

A differenza di altri, che pretendono, non appena vi è l'apertura di un'inchiesta, che ci si costituisca parte civile, la regione Emilia-Romagna si è costituita quando era il momento e cioè in sede di rinvio a giudizio, parte civile nei confronti dei responsabili, ma è evidente che quella costituzione di parte civile dice chiaramente che l'ipotetico danno che è stato creato non era la propaganda politica, a cui facevano riferimento i difensori di quel sistema e di quel sindaco, era la realtà dei fatti, perché la costituzione di parte civile, non a caso, nel caso di specie, attiene anche ad un danno di immagine della regione. Allora, mi chiedo: ma se c'è stato danno di immagine della regione, non c'era prima un danno per le famiglie, per quei minori, per quei bambini che sono stati così trattati? E se così stanno le cose, allora mi chiedo: per quale ragione si è fatto scudo politico, anche e soprattutto davanti a quel sindaco, in una campagna elettorale per le elezioni regionali dove si è continuato a dire che non bisognava buttarla in politica, ma attendere i risultati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? E adesso che il rinvio a giudizio c'è stato, che cosa si dice? Forse, si è espulso quel sindaco, forse quel sindaco si è dimesso? No, non è successo assolutamente nulla, si fa finta di non vedere, si fa finta di non sentire, sicuramente non si parla perché si è comunque politicamente conniventi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Bignami, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.21 Giannone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Chiedo se può fare da tramite, Presidente, per chiedere al sottosegretario e ai relatori di valutare di rivedere non solo il parere di questo emendamento, ma anche degli altri, perché, seppur abbiamo fretta di approvare la costituzione di una Commissione d'inchiesta su questi casi - e sono tantissimi in Italia - probabilmente sarebbe meglio rivedere la situazione e fare in modo che questa Commissione sia fatta nel modo più opportuno e a tutela dei minori, anche se deve tornare in Senato, perché, così come è scritta, purtroppo, è troppo generalizzata e bisogna tener conto di tanti altri fattori che non sono contenuti all'interno della proposta di legge. Con riferimento in particolare all'emendamento 3.21 - e approfitto anche per riferirmi al 3.22, che sono abbastanza simili o comunque rientrano nello stesso tema - vorrei parlare della rete dei servizi sociali - le assistenti sociali - del potere che hanno. Secondo la legge n. 149 del 2001, all'articolo 5, comma 2, gli assistenti sociali avrebbero la competenza e dovrebbero occuparsi non soltanto dei minori, ma anche di mantenere un rapporto con la loro famiglia e fare in modo che quel rapporto possa essere anche ripreso all'interno del loro ambito familiare. Questa cosa, purtroppo, in Italia non avviene quasi mai: se sono 24 i mesi in cui i minori possono rimanere all'interno delle strutture residenziali, più altri 12 di proroga, in realtà abbiamo tantissimi casi in cui questi minori rimangono lì anche 8 anni.

Il potere che loro hanno, come servizi sociali, è veramente troppo alto, perché possono decidere della vita di questi minori, decidere se far sentire loro i genitori, decidere se far vedere loro i genitori in determinati casi, anche quando un decreto di un giudice non dice di sospendere le telefonate piuttosto che i messaggi, piuttosto che qualsiasi modo per poter essere in collegamento tra loro. Pertanto, ripeto, ci sarebbe da rivedere un pochino tutta la proposta di legge e cercare di integrarla con quanto manca, anche se deve tornare al Senato. Pertanto richiedo che possano essere rivalutati gli emendamenti per un parere differente da quello dato fino adesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Giannone, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Varchi, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.22 Giannone, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Bignami, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Bellucci, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10 Bellucci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo voluto porre all'attenzione della maggioranza, ma anche di tutti i deputati, una questione importante, che è legata ai 24 mesi di tempo massimo di allontanamento dalla propria famiglia, e quindi di possibilità poi di rientrare nella famiglia stessa. Purtroppo anche qui, drammaticamente, i dati ci dicono che nel 63 per cento dei casi i minori rimangono allontanati dalla propria famiglia d'origine in un limbo di indefinitezza per un tempo superiore a quei 24 mesi che vengono proposti dalla legge. Allora, anche qui, c'è necessità di poter fare un approfondimento, di capire come mai la legge non viene rispettata, come si può fare per permettere a ciascun bambino di veder garantito questo diritto, un diritto ad avere una base sicura, delle figure di riferimento e non un tempo che continua a scorrere senza la possibilità di rientrare nella famiglia stessa. Siccome questo accade troppo spesso, evidentemente una problematica c'è. Allora, riteniamo che la Commissione d'inchiesta debba prendersi la responsabilità di poter trovare delle soluzioni. D'altronde la Commissione d'inchiesta ha questo compito altrimenti diventa un mero esercizio di stile, diventa un modo per dare una risposta all'emergenza in Italia di forma ma non di sostanza. Per questo, abbiamo chiesto di poter inserire in questa proposta di legge e, quindi, nell'approvazione della Commissione d'inchiesta la possibilità di fare luce su questo aspetto, che è un aspetto drammatico: un bambino non può aspettare così tanto tempo. Per un piccolo, 24 mesi sono già tantissimi, figuriamoci quando diventano tre anni, quattro anni, cinque anni, quando il tempo scorre e nulla accade rispetto alla sua necessità di avere una mamma e papà che siano i propri, che siano genitori adottivi, che sia finalmente qualcuno sul quale poter contare senza ombra di dubbio. Pensiamo che la legge si dovrebbe occupare di questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Bellucci, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.23 Giannone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Un altro problema che riscontriamo sempre affrontando questo tema è la valutazione dell'idoneità genitoriale, fermo restando che il giudice abbia per suo convincimento la valutazione che poi va a fare in ogni caso specifico. Nella maggior parte dei casi in cui i minori hanno anche l'età per essere ascoltati, questo purtroppo non avviene, perché un conto è quello che c'è scritto sulla carta, un conto è quello che leggiamo dalle ratifiche delle convenzioni internazionali, un conto è quello che avviene effettivamente nelle aule del tribunale. Nello specifico, ci sono i consulenti tecnici che vengono appunto nominati come esperti dal giudice in questione e al consulente tecnico viene richiesta la valutazione dell'idoneità genitoriale tramite alcuni criteri. Bene, questi criteri, in realtà, non sono ben specificati, pertanto bisognerebbe probabilmente creare nuove proposte proprio normative per disciplinare tali criteri, escludendo - lo chiediamo all'interno dell'emendamento - dei costrutti giuridici che non hanno valenza scientifica alcuna, che non sono patologie, che non sono malattie, che non sono problematiche psicologiche, ma semplicemente un indirizzo preso da qualcuno tra i vari psicologi o psichiatri che ci sono in Italia, prendendo una valutazione come corretta e giusta, da applicare poi nei tribunali. Questo è quello che avviene e molti dei minori allontanati dalle famiglie sono allontanati per costrutti giuridici, non per fatti, non per valutazioni reali di quanto accaduto, ma per una valutazione che è nella testa di qualcuno, come per esempio l'alienazione parentale: la madre malevola, oppure la madre adesiva, o tutti quei casi - purtroppo parlo in femminile perché questo è quello che leggiamo nei tribunali - in cui questi bambini, questi minori, vengono allontanati soltanto per questo motivo. Vengono quindi allontanati non perché sono maltrattati, non perché vengono picchiati, non perché hanno genitori che comunque hanno delle problematiche gravi, ma solo esclusivamente per costrutti giuridici. In quest'Aula molti di noi si sono battuti per evitare che l'alienazione parentale venga continuamente utilizzata all'interno dei tribunali. Allora, proprio per questo motivo, chiedo a tutti coloro che si sono battuti fino ad oggi di votare a favore dell'emendamento in esame perché aiuterà non soltanto i genitori, ma soprattutto tanti bambini e anche tante mamme che vengono trattate in questo modo solo perché sono madri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.23 Giannone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.24 Giannone e 3.100 Cunial, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.25 Giannone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Adesso discutiamo di un altro emendamento che invece riguarda i fondi che sono destinati alle strutture residenziali e semiresidenziali. Noi non abbiamo alcun controllo, non abbiamo alcuna valutazione di come questi fondi vengano gestiti. Per ogni casa famiglia, struttura residenziale o semiresidenziale, da uno studio svolto da varie associazioni con il patrocinio del comune di Roma nel 2017, se non vado errando con le date, è risultato che la media mensile del costo di un minore in una di queste strutture è di 2.700 euro per ognuno di loro, esentasse. Quindi, questo fondo, che comunque proviene da un fondo statale, sono soldi pubblici, vorremmo capire per quale motivo ancora oggi non viene controllato. Come facciamo a sapere se effettivamente quei soldi sono spesi e come sono spesi? Vorremmo avere la possibilità, con una Commissione d'inchiesta parlamentare, di andare a fare anche un'indagine su questo, cercare di capire come vengono spesi quei soldi, a favore di chi. Ne abbiamo avute tante di problematiche in questi anni che hanno riportato una maggiore attenzione in questo campo, eppure ancora nulla si fa. Pertanto, richiedo, anche in questo caso, di poter rivalutare l'emendamento, perché a noi serve sapere come vengono spesi questi soldi e se effettivamente sono a tutela dei nostri figli.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Giannone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Chiedo alla relatrice e al Governo di esprimere il parere sull'unico emendamento presentato.

STEFANIA ASCARI, Relatrice per la II Commissione. Presidente, sull'emendamento 8.1 Bignami, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Confermo il parere della relatrice.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Bignami, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/2070/1 Giannone il parere è favorevole se c'è una riformulazione al punto 1 dell'impegno nel senso di: “adottare ogni iniziativa volta al rispetto della legge in materia di affidi”; sull'ordine del giorno n. 9/2070/2 Spena il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno nel modo seguente: all'ultima frase viene tolta “e comunque per un tempo non superiore a ulteriori dodici mesi”; mentre sull'ordine del giorno n. 9/2070/3 Fiorini il parere è favorevole. Quindi, i pareri sono tutti e tre favorevoli, ma sugli ordini del giorno n. 1 e n. 2 con riformulazione...

PRESIDENTE. …mentre sull'ordine del giorno n. 9/2070/3 Fiorini senza riformulazione.

Chiedo, quindi, all'onorevole Giannone se accetta la riformulazione: sì. Chiedo all'onorevole Spena se accetta la riformulazione: sì. Sull'ordine del giorno dell'onorevole Fiorini, invece, c'è un parere favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Grazie, Presidente, cari colleghi, è passato ormai un anno dall'esplosione del caso Bibbiano e oggi arriva in Aula la proposta di legge n. 2070 per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi in tutti i settori vi prego di abbassare il tono della voce.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). La proposta che oggi analizziamo era stata già approvata dal Senato lo scorso 1° agosto in tempi record e trasmessa alla Camera il 7 agosto, e qui si è praticamente arenata fino ad oggi. Sarebbe da dire che l'urgente scaccia l'importante, però evidentemente non può essere così, se oggi discutiamo anche dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle fake news. La squadra speciale voluta dal Ministro Bonafede ha prodotto veramente molto poco: praticamente la montagna ha partorito un topolino. A novembre aveva presentato i dati, contando 12.338 minori collocati fuori famiglia in 18 mesi, pari a 1,37 minori ogni 1.000. Il Ministro Bonafede, nella scorsa estate, non senza una qualche prosopopea, annunciava che tutti gli operatori dovranno sentire il fiato sul collo da parte della magistratura. Nell'autunno dello scorso anno usava toni più concilianti e diceva che questo non è un dato allarmante, vogliamo semmai tranquillizzare i cittadini dicendo che c'è un Ministero, in realtà più ministeri, concentrati per la prima volta sulla protezione dei bambini, che sono in un percorso così delicato. Della “fase 2”, della cosiddetta squadra speciale, che doveva allargarsi anche al Ministero della Famiglia, del Lavoro, della Salute, all'ANCI, alla Conferenza Stato-regioni, non abbiamo saputo un granché, se non nulla. Il Ministro Bonafede aveva anticipato alcune ipotesi di lavoro: prevedere un termine di scadenza dei collocamenti, salvo proroghe motivate, obbligo di monitoraggio semestrale del percorso da parte del Collegio che ha deliberato il collocamento con assegnazione del caso ad un giudice onorario, revisione dei collocamenti ex articolo 403 del codice civile con previsione tempestiva di una valutazione del collocamento da parte del tribunale per i minorenni, ingresso dei tribunali per i minorenni nel processo civile telematico e conseguente dialogo tra i diversi uffici giudiziari, che avrebbero quindi avuto visibilità dell'intera storia del minore. Ecco, furono fatti veramente tanti annunci. Inoltre, le difficoltà economiche da sole non hanno ovviamente mai determinato l'allontanamento dei minori dalla famiglia d'origine, anche se è un dato di fatto che chi ha a che fare con i servizi sociali appartiene nella maggioranza dei casi ai ceti più poveri. L'allontanamento deve avvenire solo quando è necessario, ma è importante che non arrivi troppo tardi. È stato autorevolmente affermato che i tempi dei bambini non sono i tempi degli adulti, non vanno protetti solo dagli abusi ma anche dalle carenze educative legate, per esempio, al fatto di crescere in famiglie che vivono problemi legati alla violenza assistita, alla tossicodipendenza o a malattie psichiche. Non poter contare su un supporto educativo adeguato e sul calore affettivo sufficiente, infatti, è gravissimo per lo sviluppo psicologico.

Per questo motivo, Presidente e cari colleghi, la Commissione d'inchiesta dovrà affrontare problemi scottanti e ci aspettiamo delle risposte molto importanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Non c'è legislazione che, negli ultimi anni, non abbia messo in piedi un'indagine conoscitiva sul funzionamento dell'affido minorile o sui minori fuori famiglia. Come è evidente, però, si è sempre trattato di belle parole e di pochi fatti in materia. Non è mai stata, infatti, presa alcuna decisione rilevante, tale da monitorare e controllare un sistema che, nonostante buoni presupposti di legge, lascia aperte delle falle pericolosissime. Il testo all'esame dell'Aula prevede, tra le competenze principali della Commissione d'inchiesta, la possibilità di valutare se, nella legislazione vigente, sia effettivamente garantito il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia, così come previsto dalla legge n. 184 del 1983, modificata nel 2001. Credo che, a questa valutazione, che dovrebbe fare la Commissione, possiamo dare già una risposta e, purtroppo, è una risposta negativa, non servono grandi indagini, a dir la verità. I minori vengono tante volte allontanati dalle famiglie d'origine non per motivi gravi, ma per semplici concetti giuridici, come la terribile e temibile alienazione parentale. Cos'è la alienazione parentale? È un concetto psicoforense, non una patologia psichiatrica, perché quella è un'altra cosa, ma appare comunque sufficiente ad allontanare i bambini dalla propria famiglia. Questo accade nonostante la Corte di cassazione si sia più volte pronunciata per stabilire che una diagnosi di alienazione parentale non è assolutamente sufficiente per allontanare il bambino da uno dei due genitori, in quanto non è basata su dati di fatto concreti ed oggettivi, ma semplicemente, come dicevo prima, su un concetto. Quindi cosa accade? Accade che la maggior parte dei bambini o comunque tanti bambini vengono allontanati dall'ambito familiare, semplicemente con una accusa di alienazione parentale. Questo, probabilmente, non tocca molti di voi o noi, però credo che potrebbe capitare a chiunque, visto che molti di noi hanno figli, nipoti. Vi assicuro che capita veramente a chiunque: non c'è una differenza sociale, se si è poveri o ricchi, capita veramente a tutti. Questa Commissione dovrebbe valutare anche il rispetto della circolare del CSM del 2015, voluta proprio per limitare l'incompatibilità sull'attribuzione degli incarichi dei giudici onorari dei tribunali dei minori. Facciamo un esempio: non poco fa, forse saranno otto giorni fa, un decreto è arrivato da un giudice onorario, ex assistente sociale. Io credo che anche gli stessi togati possano avere da ridire su questo, visto che, per poter diventare giudici magistrati, bisogna fare, oltre che tanti studi, anche un faticoso concorso. Ma passiamo avanti. In questo caso, anche per la Commissione non c'è bisogno di fare grandi indagini, possiamo risponderci da soli.

Poi ci sono gli psichiatri e gli psicologi, che ogni giorno decidono sull'affidamento di un bambino o di più bambini per casa famiglia o strutture extra-familiari; bene, la nomina della CTU, per esempio, che è il tecnico nominato dal giudice, ha una incompatibilità a mio parere, perché molte volte è anche CTP, cioè il tecnico nominato dalla persona, dalla parte. E vi sembrerà assurdo, ma ho documentazioni per tutti i casi che seguo dove la CTU, quindi nominata dal giudice, si ritrova ad accusare un genitore di alienazione parentale o di un altro costrutto o concetto giuridico e, nel momento in cui è nominata come CTP di parte, cerca di contrastare invece la CTU che si ritrova in tribunale, andando a dire il contrario di quello che ha detto nel processo precedente. Questo perché avviene? Perché ogni e CTU e ogni CTP prendono tantissimi soldi, quindi il discorso non è tutelare il minore, il discorso è farsi pagare, ed è inutile che ci prendiamo in giro perché lo sappiamo tutti. Sono tutte delle modalità non corrette per la tutela del minore, che viene sicuramente meno in questi casi. Oppure possiamo parlare del curatore speciale, che è un'altra figura nominata dal giudice; strano è che la legge permetta che il curatore speciale possa nominare un avvocato, un legale per i minori. Peccato che nella maggior parte dei casi, se non sempre, nomina se stesso, perché il curatore speciale è un avvocato; quindi viene pagato come rimborso dallo Stato per prestare il suo servizio come curatore speciale e poi anche dal genitore o dai genitori, da entrambi, privatamente come legale di minori.

Queste sono le assurdità che sono all'interno del sistema e queste andrebbero affrontate all'interno di questa Commissione d'inchiesta, che dovrebbe far luce su tutte le storture e su un sistema malato che non permette di tutelare i nostri figli. Quando viene disposto l'allontanamento di un bambino, i genitori spesso guardano con ostilità i servizi sociali, e noi ci chiediamo il perché. Chiedetevi come sia possibile affidarsi se le persone che si propongono di accompagnare nel percorso sono le stesse che hanno segnalato una disfunzionalità della tua famiglia al tribunale. Come si fa a fidarsi? Come si riesce a fidarsi di queste persone? Le stesse che hanno relazionato, secondo quello che hanno voluto relazionare, che spesso non è la verità. E noi lo vediamo con delle registrazioni che molti genitori fanno di nascosto, e, quando si va ad ascoltare la registrazione audio di questi incontri con i servizi sociali e si va a leggere quella che è la risultanza, e quindi la relazione fatta dagli stessi, si trova il contrario di quello che è accaduto. Ma come possono difendersi i genitori, se non hanno la possibilità di avere quelle registrazioni a loro disposizione, di far vedere che effettivamente quello che viene descritto da parte dei servizi sociali non è realtà, perché questo accade nei tribunali, questo accade; e a discapito dei bambini, non solo degli adulti, ma principalmente dei bambini.

Per concludere, direi che questo testo possiamo definirlo come un primo passo nella direzione di una riforma strutturale del sistema affidi, ma certamente la strada è quella di una riforma sostanziale. Occorre, quindi, lavorare insieme, non come partiti, insieme, affinché il supremo interesse del minore, così tanto caro a tutti noi, non rimanga solo uno slogan politico, quello che è fino ad oggi. Così come chiesto dall'emendamento anche della mia collega Cunial prima, la volontà del minore deve essere sempre tenuta in debito conto perché i bambini non sono proprietà di nessuno, tanto meno dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Dico subito in premessa che voteremo questo provvedimento, voteremo l'istituzione della Commissione d'inchiesta per coerenza con il voto che anche il nostro gruppo ha dato nel passaggio al Senato; però, vorrei che rimanesse agli atti, soprattutto per dare anche un senso all'attività della Commissione; volevo fare alcuni ragionamenti. Tutte le volte che istituiamo una Commissione d'inchiesta è evidente un rischio, vale per questa, ma vale anche per altri, cioè il rischio di andarsi a sostituire al lavoro della magistratura. E questo, invece, deve essere chiaro: un conto è l'attività che, secondo la Costituzione italiana, spetta alla magistratura, altro, sempre ai sensi della Costituzione, è invece un'attività di inchiesta, di Commissione d'inchiesta, che svolge il Parlamento. E credo che questo sia un punto da chiarire, anche avendo ascoltato alcuni interventi, poc'anzi, nella votazione sugli emendamenti, cioè deve essere chiaro che questa Commissione d'inchiesta non può essere istituita come forma di sentenza anticipata sulle vicende giudiziarie di questa o quella realtà, e soprattutto non si può, sostanzialmente, già scrivere una sentenza di condanna. Non è, e non deve essere, questo il compito di questa Commissione. Quindi, credo che l'obiettivo a cui tutti dobbiamo tendere, ed è la ragione per la quale anche noi voteremo, è quello, attraverso l'attività di Commissione d'inchiesta, che, lo ricordo per chi ci ascolta, giustamente non cita nessuna vicenda in corso, di migliorare, se necessario, la normativa e il servizio che viene reso attraverso queste strutture. È un compito delicato, lo ha ricordato anche la collega Giannone che è intervenuta prima di me: stiamo parlando ovviamente di minori, stiamo parlando di soggetti fragili, stiamo parlando di famiglie mediamente, nella maggior parte dei casi, con, a loro volta, problematiche complesse. Quindi, bisognerà che i commissari abbiano grande attenzione, che si eviti anche quello che in qualche modo ogni tanto si sente come eco sui social e sui giornali rispetto al ruolo delle assistenti sociali, con una criminalizzazione in ogni caso di questo ruolo difficile e complesso, a sua volta.

Insomma, credo che noi diamo a questa Commissione un compito importante, ma, se mi è consentito, ai commissari uno ancor di più importante. Questa è una materia delicata, è una materia che riguarda la carne viva di molte famiglie, riguarda, come dicevamo prima, i minori, che sono i soggetti certamente da tutelare. E, quindi, con questo spirito e richiamando tutti, nessuno escluso, alla lettura e ai limiti che l'articolo 3, che riguarda le competenze, dà a questa Commissione, crediamo che questa Commissione possa essere utile; non sarà utile se, invece, come dicevo prima, proverà a strumentalizzare vicende giudiziarie ancora in corso, se cercherà di criminalizzare questa o quella parte dei soggetti che, invece, svolgono l'attività di servizio. Dobbiamo provare a capire, a comprendere le ragioni di tutti, compreso anche quelle delle famiglie, compreso ovviamente quelle di tutti i soggetti che operano. L'obiettivo, però, deve essere questo e non altro; lo diciamo adesso, ora per allora, perché tutti faremmo, io credo, un cattivo servizio, invece, innanzitutto ai minori, se questa Commissione si trasformasse in altro. Sono certo che dalla discussione anche di quest'oggi e dai ragionamenti che emergeranno poi nella fase di costituzione questo non accadrà, e quindi, con questo spirito, noi voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Noi oggi ci troviamo a esprimere il voto finale sul testo su cui sono confluite diverse proposte di legge volte all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori. Sappiamo che il provvedimento si compone di due parti: una prima parte che disciplina l'istituzione, le competenze, la composizione di questa Commissione, e la seconda parte che contiene alcune modifiche normative specifiche. Una sulla composizione, o meglio, il punto di incompatibilità dei giudici onorari che appartengono al tribunale dei minori e della sezione di Corte d'appello per i minorenni, e l'altra che, invece, riguarda una norma volta a stabilire un onere di motivazione rafforzata dei provvedimenti di affido di minori relativamente all'impossibilità della loro permanenza nel nucleo familiare originario.

Nell'annunciare il voto favorevole di Italia Viva a questo provvedimento, mi vorrei concentrare sulla prima parte, quella che, appunto, riguarda l'istituzione della Commissione di inchiesta, per concentrarmi sullo spirito con cui noi esprimiamo questo voto favorevole. Vedete, colleghi, il voto sull'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta ha sempre un carattere un po' peculiare, perché rappresenta, più che altro, il voto sui limiti, sul perimetro entro cui si deve svolgere l'attività della Commissione di inchiesta. Quindi è più un punto di inizio che un punto di arrivo di un'attività che è molto importante, ma è molto delicata, come ricordava chi ha parlato prima di me. Questo perché le Commissioni di inchiesta parlamentari, a norma dell'articolo 82 della Costituzione, svolgono la loro attività con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell'autorità giudiziaria e, tuttavia, svolgono un'attività che è diversa e ha una finalità diversa. Per usare le parole della Corte costituzionale, il compito delle Commissioni parlamentari di inchiesta non è di giudicare, ma è solo di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere. Le Commissioni parlamentari non devono emettere sentenze, non devono accertare reati né responsabilità penali connesse a quei reati, ma devono offrire al Parlamento strumenti conoscitivi per poter capire se sia necessario intervenire legislativamente o quali indicazioni dare al Governo per le materie di propria competenza.

Io dico questo non per fare un ripasso insieme a voi di concetti che credo siano comuni a tutti, ma perché mi è parso sinceramente che nel dibattito svolto nei mesi passati, alcune affermazioni, alcuni toni strumentali abbiano suggerito che questa distinzione tra accertamento dei fatti e indagine che deve svolgere il Parlamento non sia stata e non sia sempre chiara. Insomma, mi è parso che a volte non sia emersa a pieno la consapevolezza della funzione specifica che l'articolo 82 della Costituzione affida alle Commissioni parlamentari.

Io penso che questa consapevolezza sia ancora più necessaria considerato il perimetro di indagine che riguarda questa specifica Commissione parlamentare, un perimetro che ha a che vedere con questioni rilevantissime, ossia le questioni legate all'affidamento dei minori e delle loro condizioni effettive. La Commissione di inchiesta che andremo a costituire dovrà occuparsi delle modalità operative dei servizi più delicati del nostro Paese e più fondamentali, perché sono i servizi che si occupano dei bambini e delle bambine colpiti nel nucleo più importante della loro crescita, quello che riguarda la stabilità familiare.

Secondo i dati ISTAT, al 31/12/2016, parliamo di bambini che sono entrati in strutture residenziali per criticità familiari legate alla loro condizione economica, all'incapacità educativa, ai problemi psicofisici dei genitori, bambini privi di assistenza o rappresentanza da parte di un adulto; nel peggiore dei casi, bambini vittime di abuso o maltrattamento. Secondo il ministero del Lavoro, dati al 31 dicembre 2016, parliamo di 26.615 minori in affidamento familiare nei servizi residenziali. Parliamo, insomma, dei bambini più vulnerabili, della fascia della popolazione più debole e che più merita protezione, sensibilità e delicatezza. Questa Commissione d'inchiesta ha quindi un compito molto importante e merita la massima attenzione e la massima trasparenza, ma - ci tengo a dirlo - merita anche il massimo rigore, la massima compostezza, sobrietà e misura, perché dai risultati di questa Commissione deve derivare un quadro di conoscenze profonde, che ci consenta, come legislatori, di decidere se e in che misura sia opportuno intervenire in una materia così delicata, che ci spinga, quindi, ad assumere gli interventi necessari per garantire a quei bambini e a quelle bambine la tutela che meritano, sapendo anche che dall'efficacia di quegli interventi può derivare il corso stesso della loro vita. Allora, nel riconoscere l'importanza di essere arrivati tutti insieme a questo risultato, opposizioni e maggioranza insieme, esprimo qui la piena fiducia di Italia Viva che la Commissione lavorerà bene, seriamente, lontana più che mai dai clamori e dai toni che purtroppo, a volte, strumentalmente, in passato hanno caratterizzato il dibattito sul tema dell'affido e delle comunità di tipo familiare che accolgono i minori. Vedete, in questo campo non esiste - io ci tengo a dirlo - alcun deputato o alcuna deputata in quest'Aula che non abbia a cuore il benessere e la protezione dei minori vulnerabili; non esiste alcun deputato o alcuna deputata che non abbia solo ed esclusivamente l'interesse primario di quei minori come stella polare del proprio agire e non esiste alcun deputato o alcuna deputata che non desideri contribuire, con il proprio lavoro, a migliorare la condizione di quei minori vulnerabili.

Io vorrei dire un'ultima cosa. In quest'Aula - e lo dico a tutti i colleghi e, in particolare, all'onorevole Bignami -, quando si parla di minori fragili esiste un solo partito: è il partito della giustizia, della verità e della tutela (Applausi) e io sono certa che, da qui in poi, la consapevolezza che esiste questo unico partito in quest'Aula animerà i lavori della Commissione che andremo a istituire. Sono sicura che questa Commissione lavorerà bene e svolgerà un servizio prezioso per i bambini e le bambine di questo Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che esprimo soddisfazione, perché oggi arriviamo all'approvazione dell'istituzione della Commissione di inchiesta che si occuperà delle case famiglia e, quindi, di quei bambini che sono stati allontanati dai propri genitori, ed esprimo soddisfazione perché questa votazione finale arriva dopo tanti mesi di attesa. I lavori della Commissione si sono conclusi a febbraio di quest'anno e, poi, è arrivato il Coronavirus, che ha spazzato via molto, ha spazzato via sicuramente tanto della vita degli italiani, ma ha spazzato via anche l'approvazione di questa legge. Siamo arrivati, adesso, a luglio, proprio perché i lavori parlamentari si sono interrotti rispetto all'approvazione dell'istituzione di questa Commissione di inchiesta e questo, certamente, non ha aiutato ad avviare quel percorso di approfondimento, di verifica, di valutazione, di comprensione di cosa c'è che non va nella nostra Italia. Perché qualcosa che non va c'è. Qualcosa non va, perché è vero che l'Italia, nel 1991, ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti dei bambini - questo è vero - ma quelle previsioni oggi non sono realtà; il supremo interesse del bambino non è realtà, l'ascolto del bambino non è realtà, il diritto ad una vita serena, al gioco, ad una famiglia non è realtà. Questo mi sono trovata a dirlo più volte in quest'Aula, perché è la verità. Se deve esistere un partito unico della difesa dei bambini, questo deve essere dimostrato con i fatti e quando avviene qualcosa che sta a indicare che un bambino non è stato tutelato, tutti ci dovremmo unire a dire che è successo qualcosa di grave e dovremmo avere una sola voce. Ma questo non è successo e mi dispiaccio, perché, ancora oggi, sento alcuni gruppi, quelli che mi hanno preceduto, che utilizzano questo termine: “strumentalizzazione”.

Io vi dico basta: basta, per pietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quando c'è chi dice che a Bibbiano è accaduto qualcosa di grave, è perché c'è una procura di Reggio Emilia che ha aperto un'indagine; quando c'è qualcuno che si preoccupa che a Bibbiano non succeda quello che è successo alla comunità Forteto, è perché questa mancanza di attenzione per i bambini ha riguardato la storia dell'Italia. Quindi è inaccettabile che ancora oggi, nella votazione su questa Commissione d'inchiesta, si stigmatizzi qualcuno, si stigmatizzi Fratelli d'Italia, si stigmatizzi il centro-destra, perché osa parlare di una mancanza di tutela da qualche parte nella nostra Italia. Abbiamo il diritto-dovere di sottolineare quando c'è una mancanza di tutela dei minori e vi vorremmo al nostro fianco nel dire che qualcosa che non va c'è e va approfondito, e non bisogna subito metterci un bavaglio per dire: “State strumentalizzando, state facendo di questo, scempio”, perché non è vero: non è vero! Fra l'altro, mi corre l'obbligo di sottolineare che la procura di Reggio Emilia, finita l'indagine “Angeli e demoni”, ha rinviato a giudizio 24 persone e le ha rinviate a giudizio per maltrattamenti, lesioni dolose gravissime, violenza privata, tentata estorsione, abuso d'ufficio, depistaggio, falsa perizia, frode processuale (per aver alterato lo stato psicologico-emotivo dei minori, manipolandoli nei loro ricordi e convincimenti). Queste non sono le parole di Fratelli d'Italia e Fratelli d'Italia non sta facendo alcun tipo di processo: racconta, rappresenta responsabilmente e propone il compito che gli è stato dato, quello di difendere gli interessi dei più fragili.

Allora, arriviamo a questa Commissione d'inchiesta e alla sua necessità attraverso un fatto: quello di Bibbiano. Se dagli errori bisogna fare anche in modo di trovare dei percorsi di soluzione e di riparazione, certamente Bibbiano ha dato un'opportunità, quella di scuotersi da una differenza che da troppo tempo c'era, perché evidentemente in Italia c'è un sistema che non riesce a proteggere il minore come dovrebbe. A questo proposito, la Commissione bicamerale d'infanzia ed adolescenza ha detto nella sua relazione, a seguito di una sua indagine conoscitiva, che non c'è un monitoraggio puntuale. Non si sa per quanto tempo i bambini sono stati allontanati dalle proprie famiglie con esattezza nella nostra Italia; quella Commissione ha sottolineato come il 63 per cento dei bambini vengono allontanati in Italia per indigenza economica, nonostante la legge escluda che questo avvenga, e anzi dica, sostenga, sottolinei come a tutti i livelli le istituzioni dovrebbero intervenire per sanare quelle problematiche di carattere economico.

Sempre l'indagine ha evidenziato come l'ascolto del minore è un miraggio e non viene proposto, come la “sindrome di alienazione parentale” viene utilizzata, seppur scientificamente non viene riconosciuta come motivazione in luogo della quale allontanare i bambini dai propri genitori e quindi dalla propria famiglia: anche questi sono fatti. In questi mesi io ho potuto ascoltare storie di mamme e di papà che fanno accapponare la pelle, che fanno inorridire; bambini che si son visti allontanati dalla propria mamma perché c'era un conflitto genitoriale, perché c'era però anche un maltrattamento o una violenza da parte del padre e quella mamma, e quando si è recata dai servizi sociali per ricevere aiuto e poter essere sostenuta, invece ha visto alcuni servizi sociali che hanno pensato di togliere quel bambino anche a quella mamma. I giudizi, che poi hanno visto fare giustizia dopo otto o nove anni - sono storie reali - hanno dato ragione a quella mamma. Non è Fratelli d'Italia che l'ha detto, c'è stata una sentenza che poi è intervenuta, ma quegli otto anni, nove anni non si cancellano, non si cancellano nelle ferite di quei bambini, non si cancellano nelle ferite di quelle mamme e di quei papà che hanno vissuto tutto questo.

Allora, in Italia esistono dei tribunali per i minori che funzionano, esistono degli psicologi che fanno bene, degli assistenti sociali, degli educatori, delle case-famiglia, delle famiglie affidatarie, esistono tante persone che vivono il proprio lavoro con dedizione, con scienza e coscienza e con amore, ma esistono anche altre situazioni in cui questo non accade e Fratelli d'Italia non chiuderà mai gli occhi, non tacerà mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) davanti a quelle perché viene invece accusato di strumentalizzazione. Questo è inaccettabile! Dialoghiamo sui fatti, dialoghiamo sui contenuti, confrontiamoci su quelli, con rispetto di tutti, ma non negando quello che accade, valorizzando ciò che di bello e di buono c'è. In Italia ci sono dei professionisti che a volte lavorano anche senza le risorse che dovrebbero avere, in termini economici, e in termini di colleghi, che dovrebbero essere in numero maggiore di quello che invece è presente nei nostri servizi e nei nostri tribunali. Certo che ci sono persone che tengono in piedi la tutela dei minori, ma ce ne sono anche altre che questo non hanno fatto e ne è prova la storia della comunità “Il Forteto” e del signor Fiesoli, che per altri ventiquattro anni dopo la sua condanna per maltrattamenti ed atti di libidine ha visto ben 60 minori affidati, alcuni dei quali si sono tolti la vita per il trauma che hanno vissuto e per le ferite che gli sono state inflitte. Esiste anche la situazione di Bibbiano: certo, ci sarà a ottobre l'avvio, il giudice potrà fare chiarezza, ma quello che fino ad oggi la procura di Reggio Emilia ci ha detto è che le preoccupazioni, i dubbi - una statistica troppo alta per allontanamento dei minori - avevano ragion di esistere e che quindi il rinvio a giudizio era doveroso. Ebbene, noi vorremmo un partito unico, un partito unico che smettesse di dire che si strumentalizza quando si parla della difesa di minori e che invece si unisca a noi, a tutti noi, con un unico valore, quello di difendere sempre e comunque i più fragili e i più fragili, per noi certamente, per tutti noi, sono i minori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Onorevoli colleghi, ha terminato l'onorevole Bellucci, dicendo che ci sono tante esperienze nel nostro Paese eccellenti - tante, tante -, ma poi c'è, come sempre, qualcosa che non va: prima premessa. La seconda premessa è che non toccherà a questa Commissione dare giudizi, ma piuttosto comprendere e capire che cosa c'è che va o che non va. Guardate, è certamente un evento tragico, sempre, allontanare un bambino dalla propria famiglia. Io ho visto gli occhi di quelle mamme e di quei papà quando io segnalavo alle forze dell'ordine un maltrattamento o un abuso; chiedevano aiuto e vedevo la tragicità in quegli occhi. Ebbene, tutti avete richiamato nella discussione generale, la Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Questa Commissione afferma una cosa, colleghi, che è molto importante, cioè che gli Stati devono vigilare affinché i bambini non siano separati dai loro genitori, a meno che non ci siano dei rischi per i bambini. La domanda è: Lo Stato vigila? Lo Stato vigila abbastanza? Ogni bambino ha diritto di vivere con la sua mamma, il suo papà, le sue sorelle ed i suoi fratelli, ha diritto di crescere e di essere educato dentro la sua famiglia, in qualsiasi parte del nostro Paese viva. Ciononostante, però, colleghi, negli ultimi dieci anni, gli infanticidi sono stati 243, ma i dati dell'infanzia negata e maltrattata sono dati purtroppo rilevanti - non sono piccoli numeri - e in Commissione infanzia quest'anno noi stiamo affrontando proprio questo tema. Quindi, è necessario che ogni Paese non faccia tanto Commissioni d'inchiesta, quanto si impegni a sostenere le famiglie che sono in stato di criticità o di disagio sociale.

Sono più di 20 mila i bambini che sono fuori dalla propria famiglia e questo non è neanche un dato preciso, perché mancano i dati, non c'è una banca dati che ci dica dove stanno e quanti sono e, secondo il report dell'Autorità garante per l'infanzia, questo dato è in aumento, e sono lo 0,3 per cento i bambini fuori dalle loro famiglie. Questo è un dato che mi preoccupa molto: se l'età media in genere è 14-17 anni, c'è un 7 per cento di bambini fuori dalla famiglia che ha un'età tra 0 e 2 anni, colleghi, 0-2 anni, cioè dei neonati tolti alle famiglie. E questi dati sono sotto la media europea per l'Italia, e ci sono in Italia oltre 4 mila comunità che accolgono questi bambini, tanti operatori che fanno un lavoro difficile e che sono molto motivati e che provano a sostenere bambini e famiglie. Ma quali sono i motivi per cui un bambino viene tolto alla famiglia? Sono descritti bene nella legge: sono difficoltà educative, uno stato precario di salute psicofisica, il maltrattamento o l'abuso, e sappiamo che ce ne sono, bambini entrati nel circuito penale. Non basta essere un bambino povero, un bambino negletto, però, per essere sottratto alla famiglia. E poi c'è un'altra condizione, che io definisco sperimentale, in questo momento, nel nostro Paese: i bambini che i giudici per i minorenni sottraggono alle famiglie perché si fanno il convincimento che quei bambini stanno venendo educati secondo le categorie della mafia; per cui, per evitare che quei bambini diventino mafiosi o 'ndranghetisti li sottraggono alle famiglie, li portano in altre famiglie lontano dalla loro terra. Questo è un provvedimento estremo, difficile, ma che ha avuto grande successo in Calabria, tant'è che le mamme di questi bambini hanno chiesto di andare via dalla Calabria con i loro bambini; cioè, i giudici hanno fatto quello che tocca fare allo Stato: si sono preoccupati di questi bambini prima che commettessero degli omicidi o degli atti penalmente rilevanti.

Bene, le comunità che accolgono i bambini dovrebbero essere, tutti pensiamo che siano luoghi accoglienti, luoghi sicuri, luoghi in cui si è in grado di sanare ferite profonde, ferite fisiche a volte ma sempre psichiche; comunità che dovrebbero essere in grado di guarire quei bambini e le loro famiglie, in modo che quei bambini possano tornare in famiglia, quei bambini, e ogni comunità ha questa idea in mente. Queste comunità dovrebbero lavorare ascoltando il minore, e molte lo fanno; dovrebbero al momento in cui viene posto in comunità stabilire già un termine, che è due anni perché il bambino sia in una comunità, e che non sia un per sempre; ma come ha detto molto bene l'onorevole Carnevali in discussione generale, non sempre questo succede, non sempre questo può accadere, a volte questo non si riesce a realizzare e non può accadere, ed è difficile riportare quel bambino nella sua famiglia, e quindi si prolunga questo tempo.

Gli operatori hanno il diritto ad avere una costante supervisione, non devono avere dogmi o preconcetti, devono ascoltare le famiglie, devono ascoltare i bambini; ma tutti sappiamo – tutti sappiamo - che questi operatori lavorano spesso in condizioni di grande precarietà, tutti sappiamo che è un lavoro difficile, molto difficile, ma in certi casi indispensabile, e tutti sappiamo che questi operatori vanno sostenuti. La Garante per l'infanzia e l'adolescenza in Commissione bicamerale si è occupata di questo tema già nella scorsa legislatura, ma anche quest'anno ce ne siamo occupati in Commissione infanzia e abbiamo posto il problema, e abbiamo chiesto – abbiamo chiesto - in Commissione al Parlamento quello che serve; e non la Commissione d'inchiesta, ma abbiamo chiesto una banca dati, colleghi, dobbiamo realizzare una banca dati, servono standard qualitativi uguali in tutto il Paese: esistono disomogeneità pazzesche nel nostro Paese sulle comunità. Ecco, ci chiedono di occuparci di questo.

Bene, se togliere un bambino alla famiglia è una cosa insopportabile e dolorosa, è ancora più insopportabile e davvero impossibile da immaginare andare a verificare se la comunità che dovrebbe curarlo e accoglierlo ha requisiti minimi per farlo, dover verificare se quella comunità è in grado di fare e non sta lucrando su quei bambini: questo è davvero insopportabile soltanto immaginarlo. Ma bisogna farlo evidentemente, perché accanto a tante eccellenze nel nostro Paese c'è anche qualche mela marcia.

E, allora, ben venga una Commissione d'inchiesta per tutelare i diritti delle bambine e dei bambini, che serva a eliminare gli errori e a punire chi sbaglia, ma anche a promuovere le eccellenze che ci sono nel Paese e che vanno portate a modello; e ci sia quindi, nel nostro Paese, una maggiore attenzione alle famiglie e a quelle in difficoltà.

E qui voglio aprire un secondo una riflessione su quello che mi aspetto che faccia il Parlamento, perché tutti i ricercatori ci dicono che esistono indicatori molto semplici che possono essere individuati già alla nascita di un bambino e che si possono mettere in campo azioni preventive. Ecco, la parola magica qui è prevenzione. Noi sappiamo con grande certezza che quando alla nascita di un bambino abbiamo cinque o sei indicatori quella famiglia sappiamo che è in difficoltà e quel bambino sarà in difficoltà. Ve ne cito soltanto alcuni: genitori poco istruiti, età della mamma molto bassa, una famiglia monoparentale, vivere in un'abitazione precaria o vivere in coabitazione, il papà disoccupato o genitori con malattie croniche o, peggio, un genitore detenuto, una famiglia in cui i genitori vivono in stato di grave disagio psicosociale. Questi indicatori esistono, sono facilmente evidenziabili già quando nasce un bambino; e, allora, occorrerebbe in quel momento, quando si nota che c'è quel bambino in quella famiglia, allora intervenire, non aspettare che il disagio si sia manifestato, non aspettare che ci sia un giudice che toglie quel bambino alla famiglia. Noi sappiamo che quell'evento può accadere in quelle famiglie: basta mandare un qualcuno a casa…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO SIANI (PD). Ho concluso, Presidente. Che guardi la famiglia. Le home visiting sono uno strumento molto semplice, poco costoso, ma estremamente efficace, perché entrando in quella famiglia noi guardiamo quell'ambiente e ci rendiamo conto che dobbiamo intervenire subito e presto per evitare che accada quello di cui oggi stiamo parlando. La parola magica è prevenzione. Per cui - e concludo - noi diamo il nostro voto favorevole a questa Commissione parlamentare d'inchiesta, ma lo diamo a un però: io mi aspetto che dopo questa Commissione il Parlamento si impegni affinché sia assicurato ad ogni bambina e ad ogni bambino una crescita sana e nel rispetto dei suoi diritti, a cominciare dal diritto di frequentare un asilo nido, a Palermo come a Bolzano, a Crotone come a Scampia, adesso, e non tra dieci anni. Solo così noi potremo evitare altre Commissioni d'inchiesta e occuparci davvero delle famiglie e dei bambini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiorini. Ne ha facoltà.

BENEDETTA FIORINI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento che stiamo per approvare istituisce una Commissione bicamerale d'inchiesta con il compito di verificare l'efficacia della normativa vigente in materia dei diritti di tutela dei minori affidati temporaneamente a comunità e istituti, nonché le modalità attraverso le quali si svolgono questi affidi. Alla proposta che stiamo per votare è stata abbinata la proposta di legge di cui sono la prima firmataria, anch'essa finalizzata a svolgere indagini sulle attività connesse alle comunità e agli istituti che accolgono minori in affido. Certamente la volontà di istituire questa Commissione nasce anche sull'onda di quanto emerso dall'inchiesta “Angeli e demoni”, una vicenda di cronaca e di politica inquietante della mia regione, l'Emilia-Romagna, ancora all'esame della magistratura. È dei giorni scorsi la notizia che la procura della Repubblica di Reggio Emilia ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per 24 dei 30 indagati; tra questi ci sarebbero anche il fondatore della ONLUS Hansel e Gretel, sua moglie, l'ex responsabile dei servizi sociali dell'unione comunale e anche lo stesso sindaco di Bibbiano. Quelli che vengono contestati sono reati gravissimi: parliamo di abuso di ufficio, di falsa perizia, falso ideologico in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, violenza privata, maltrattamenti di famiglia, lesioni dolose gravissime. Di fronte a questi capi di imputazione e alla circostanza che le vittime di questi odiosi reati siano i minori e le loro famiglie, è difficile restare indifferenti.

Tuttavia, non siamo chiamati qui a fare giustizia: le singole responsabilità penali saranno accertate dalla magistratura; e sia ben chiaro, non c'è alcun intendimento di voler strumentalizzare, come alcuni hanno affermato, la terribile vicenda di Bibbiano per una sorta di rivalsa politica. Certo che i fatti parlano da soli. Non si può liquidare quanto accaduto come un errore, non si possono definire i casi della Val d'Enza come dei banali raffreddori, perché, ricordiamolo, così, purtroppo, sono state definite le tragiche vicende di questi minori e delle loro famiglie. Così ne ha parlato - pensate - il neuropsichiatra infantile eletto a presiedere la commissione tecnica voluta dalla giunta regionale dell'Emilia-Romagna. Lo dissi già in occasione delle dichiarazioni di voto sulla mozione votata lo scorso autunno in quest'Aula e voglio ripeterlo: quando anche fosse un solo bambino, uno solo, ad essere stato costretto ad anni di sedute psichiatriche, ad essere stato convinto di avere subito abusi mai avvenuti, ad essere stato strappato ai suoi genitori naturali e, di fatto, venduto a un sistema criminale incardinato nella rete dei servizi sociali, per me quella tragedia di quel solo bambino e di quella famiglia è il fallimento completo degli affidi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), in particolare del sistema dei controlli, evidentemente assenti e inefficaci.

E, infatti, riguardo alla normativa, vige la legge n. 184 del 1983, una vera e propria legge quadro in materia di adozioni, poi riformata e successivamente integrata in materia di continuità affettiva del minore in affidamento, una normativa che delinea un ampio sistema di misure di tutela e ribadisce in maniera netta che il minore ha il primario diritto di crescere ed essere educato nell'ambito della propria famiglia e che la sottrazione dal nucleo familiare è da considerarsi come una soluzione limite, come l'extrema ratio, praticabile solo nei casi in cui tutte le misure di sostegno al suo nucleo familiare non abbiano dato gli esiti sperati. Purtroppo, non è sempre così, però. Quello che ha mostrato la gestione degli affidi in Emilia-Romagna è, come dicevo, la sostanziale assenza dei sistemi di controllo. L'esistenza di affidi illeciti è la riprova che occorre mettere mano all'impianto normativo esistente e garantire una maggiore e più efficace attività ispettiva e di vigilanza, con particolare riguardo ai servizi sociali coinvolti, alle strutture e comunità familiari dove sono collocati i minori. Poiché si intrecciano diversi livelli e ambiti, è opportuna una verifica dell'impianto normativo esistente anche riguardo all'operato dei diversi uffici giudiziari, al ruolo e al potere che hanno i servizi sociali e, a livello politico, alla capacità di condizionamento che possono avere gli amministratori locali. Come accennavo, lo scorso novembre l'Aula della Camera ha discusso le mozioni dei gruppi proprio in materia di minori in affido. La nostra mozione, a mia firma, chiedeva al Governo specifici impegni di trasparenza e di superamento delle forti criticità della nostra normativa. Chiedevamo un impegno preciso: garantire realmente che la permanenza fuori famiglia rispetti i principi di appropriatezza e temporaneità e che avvenga attraverso programmi di sostegno, affinché la famiglia possa recuperare le proprie competenze di cura. Avevamo chiesto anche l'avvio di un monitoraggio al fine di conoscere l'effettivo numero e la situazione delle strutture delle comunità familiari operanti sul territorio nazionale, nonché consentire una maggiore conoscenza circa la realtà dei minori fuori famiglia in affido temporaneo. Avevamo impegnato il Governo a verificare i progetti di affidamento, al fine di garantire costanti rapporti di informazione tra il giudice tutelare, il tribunale per i minorenni, gli operatori sociosanitari delle aziende sanitarie locali e regionali di competenza. Avevamo chiesto, infine, anche di verificare il pieno rispetto degli standard minimi che le strutture devono garantire.

Attraverso l'istituzione di questa Commissione bicamerale di inchiesta potremo contribuire fortemente ad approfondire tutti questi aspetti ma, soprattutto, ad accendere una luce sulle strutture e comunità familiari del nostro Paese. Il raggiungimento degli obiettivi che questa legge assegna alla Commissione garantirà un preziosissimo supporto al lavoro del legislatore, che potrà in seguito intervenire, laddove necessario, sulla base delle risultanze dell'inchiesta, avendo sempre come faro i diritti delle famiglie e, prima ancora, i diritti dei minori. Credo che sia importantissimo che questa Commissione venga istituita e messa nelle condizioni di operare quanto prima. Proprio per questo motivo anche il nostro gruppo ha deciso di non presentare emendamenti, né nelle Commissioni di merito né ora in Aula, così da poter giungere, già nelle prossime ore, all'approvazione definitiva del testo e alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Peraltro, mi auguro che, una volta approvata la legge, i tempi con cui si riuscirà a costituire e a rendere operativa questa Commissione siano decisamente più brevi di quelli che sono stati necessari per la Commissione bicamerale sulla comunità Il Forteto. Pensate che per iniziare a far muovere i primi passi a questa Commissione ci è voluto più di un anno dalla pubblicazione in Gazzetta della legge che la istituiva. Sono tempi troppo lunghi, troppo lunghi. Là fuori, nel Paese, ci sono minori, bambini e famiglie che stanno aspettando il nostro aiuto. Dobbiamo far presto, abbiamo il dovere di far presto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Onorevoli colleghi - e concludo -, la gravità dei fatti emersi impone la necessità di avviare una profonda verifica del sistema degli affidi nell'interesse dei minori, delle famiglie e della maggioranza dei professionisti che in Italia operano seriamente, salvaguardando migliaia di bambini da violenze e abusi. Abbiamo, a mio avviso, il dovere di esercitare il più penetrante dei poteri ispettivi che la Costituzione riconosce alle Camere, perché solo in questo modo potremo contribuire a far luce su quanto realmente accaduto affinché, attraverso una modifica del quadro normativo esistente, si promuova la creazione di un sistema realmente capace di impedire il ripetersi di un nuovo caso Bibbiano. Per questo motivo voteremo a favore sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sento dire, sì, che dobbiamo fare presto, ma siamo già molto, molto in ritardo rispetto ai tempi che ci eravamo prefissati, ma rispetto anche ai danni, purtroppo, di trascuratezze e procedure che, invece, erano da migliorare, da cambiare, da rivedere. Io inizio con un saluto, in realtà, un saluto a tutte quelle mamme che ho incontrato, che ho conosciuto, alle mamme, ai papà, ai bambini e ai nonni con gli occhi pieni di lacrime che veramente in quei mesi - ma che poi ancora in quelli successivi e ancora oggi - contattano me e magari tanti di noi per segnalare i loro casi di frustrazione e di disperazione per essersi visti strappare da sotto casa, da scuola, dalle braccia i propri figli. Abbiamo sentito dai fatti di cronaca emergere tante drammatiche storie nel corso degli anni, tanto è vero che il Ministro Salvini, l'allora Ministro Salvini, già ad aprile 2019 aveva lanciato la proposta di istituire una Commissione di inchiesta allora sui fatti che accadevano all'interno delle case famiglie, per poter avere un quadro più completo e dettagliato, dati da poter mettere a disposizione per capire meglio quali fossero poi le procedure più adeguate e le modifiche normative da attuare, su un quadro della situazione molto più dettagliato e specifico. E poi, proprio in quei mesi, subito è scoppiato il caso di Bibbiano, il 27 giugno, e ha sconvolto tutti. Non ha sconvolto solo la Lega, non ha sconvolto solo i partiti del centrodestra, ma la gente è scesa in piazza. Non eravamo noi ad aver denunciato situazioni gravi in un territorio nel quale si era creato un sistema distorto, ma era la procura ad averlo fatto ed erano le famiglie stesse, le persone che vivevano in quei territori e in quelle zone a voler appurare che cosa stesse accadendo e così poi in tutta Italia sono, anzi, emersi dei gridi d'aiuto e delle voci di dolore da parte dei familiari.

Quello sì: io credo che ogni bambino abbia diritto a una famiglia e questo è il modo migliore che possiamo mettere in atto adesso, in ritardo, per cercare di far luce su alcune situazioni e per cercare di non commettere altri errori.

Già con i mezzi limitati che potevamo avere in quel momento in cui abbiamo visto il caso di Bibbiano scoppiare ed esplodere in maniera così dirompente, io stavo da poco tempo al Ministero e mi sono preoccupata di attivare un canale diretto per queste persone disperate perché scrivessero a un'istituzione e non più disperdendo documenti e materiale che riguardava le sentenze, a volte anche cartelle cliniche e mediche dei loro figli e dei loro percorsi, a chiunque. Io ho fatto un'interrogazione già a settembre o ottobre, per sapere quelle mail istituzionali che fine avessero fatto. In un solo mese erano 179 le mail con segnalazioni di storie molto delicate, di storie di vita gravi, drammatiche, che solo a leggerle ci si spezzava il cuore allora; non sappiamo questo fascicolo dove sia finito. Avevamo addirittura istituito, con l'allora Ministro dell'interno, Matteo Salvini, un protocollo d'intesa con le forze dell'ordine e anche con i carabinieri, perché si istituisse un tavolo tecnico con figure professionali, che potevano in quel contesto esaminare caso per caso, lettera per lettera, mail per mail, quello che ci stavano dicendo queste famiglie. Tutto è andato perduto: è andato perduto il Governo, ma sono andate perdute anche le voci disperate di queste famiglie. Uno dei primi atti che farà la Lega all'interno di questa Commissione, appena verrà istituita, sarà di chiedere l'immediata acquisizione di tutte queste mail, di queste lettere, perché lasciare che le voci disperate di queste famiglie, di questi genitori, di questi nonni e le vite di questi bambini non meritino nemmeno una risposta, da parte di un Ministero e da parte di un'istituzione, è vergognoso. Io concludo solo dicendo due cose fondamentali, perché non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo metterci a lavorare adesso. La prima si riferisce ai fatti di Bibbiano e mi preme dire che, purtroppo, c'è stata una situazione di trascuratezza, di superficialità, di incapacità di gestione. Forse c'è stato anche l'aver tappato troppo gli occhi davanti a un sistema, che prevedeva addirittura il fatto di avere rapporti di amicizia, che andavano oltre la politica, oltre all'istituzione, oltre a livello amministrativo, poca professionalità, poca deontologia professionale; non lo diciamo noi, lo dicono i rilievi che sono stati fatti. Lo appurerà ancora meglio la magistratura, però non si può trascurare questo aspetto, perché anche la politica, anche le amministrazioni hanno un ruolo fondamentale, essendo responsabili legali della vita di questi bambini che vengono tolti alle famiglie, responsabili quando si dà in affido un servizio di psicoterapia e, quando poi lo si fa rispetto ad amici e parenti, a persone note nell'ambiente politico e senza un bando, le responsabilità ci sono e come, e credo che debbano essere comunque portate all'attenzione di tutti. Non lo faremo solo noi, ma lo farà ovviamente la procura e la magistratura con l'ottimo lavoro che sta già svolgendo da tempo.

L'ultima cosa - veramente poi chiudo - è la voce disperata di quella bambina, che molti di voi avranno sentito nelle intercettazioni. Da spaccarsi il cuore in due: sentire una bambina aggredita, da quella che doveva essere probabilmente una figura di riferimento, forse una madre, qualcuno che doveva accudirla, proteggerla, tutelarla, e invece in macchina ci sono queste intercettazioni, in cui viene con violenza accusata, aggredita verbalmente e lasciata sotto la pioggia; qualcosa veramente di simbolico, che non doveva succedere e mai più noi vorremmo sentire. Mettiamoci al lavoro seriamente e cambiamo davvero i percorsi istituzionali e normativi, quello che è nelle nostre mani. Cerchiamo di migliorare il sistema: c'è da vigilare, da monitorare e da rivedere, tanto; tanto lavoro da fare e poco tempo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe deputate e colleghi deputati, rappresentanti del Governo, la Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con legge n. 176 del 1991, riporta: gli Stati parte vigilano affinché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro la loro volontà, a meno che le autorità competenti non decidano, sotto riserva di revisione giudiziaria e conformemente alle leggi di procedura applicabili, che questa separazione è necessaria nel preminente interesse del minore. La Commissione d'inchiesta, della cui istituzione oggi discutiamo, è chiamata in primo luogo a verificare lo stato e l'andamento degli affidamenti presso affidatari e degli affidamenti presso comunità di tipo familiare che accolgono minori, verificando le condizioni dei minori all'interno di tali contesti, con riferimento anche al rispetto del principio della necessaria temporaneità dei provvedimenti di affidamento.

La famiglia, come giustamente osserva la collega Carla Giuliano, è infatti il primo nucleo, la prima forma di organizzazione sociale, dove i bambini si formano, acquisiscono consapevolezza di loro stessi, sviluppano la loro personalità, prendono coscienza delle loro potenzialità e si sviluppano come adulti del domani.

La legge n. 149 del 2001 precisa che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine, a favore della famiglia, sono disposti interventi di sostegno e di aiuto. Il combinato disposto con la legge n. 184 del 1983 delinea un quadro di presidi e misure, volto a far sì che l'allontanamento definitivo del minore dalla propria famiglia venga disposto solo dinanzi ad accertate insuperabili difficoltà del nucleo di origine ad assicurare al figlio un ambiente favorevole per la sua crescita.

Insomma, come giustamente ha richiamato la collega Stefania Ascari, in uno Stato di diritto, la povertà non può essere ragione di punizione. Su questo principio, solo recentemente lo Stato si è preso la responsabilità di dare diretta e piena attuazione a questo diritto, con ulteriori disposizioni per il sostegno alle famiglie in stato di indigenza economica: il diritto a non essere puniti perché poveri. Sono stati attuati il reddito di inclusione prima e soprattutto il reddito di cittadinanza poi, a cui attingono ad oggi circa 1 milione di famiglie, che beneficiano di un valido supporto materiale e ribadendo un principio di dignità nella lotta alla povertà.

A partire dall'Ottocento fino alla metà del XX secolo era prassi condivisa rinchiudere negli istituti i bambini abbandonati assieme a quelli ritenuti colpevoli di piccoli reati, per impedirne la libera circolazione e tutelare così la comunità dalle possibili devianze dei piccini.

Con la legge n. 685 del 1967 venivano affermati la necessità di ridurre il numero degli ospiti degli istituti con programmazione a carattere regionale, sussidi economici per le famiglie svantaggiate, promozione dell'affidamento familiare, con percorsi di ricerca e di approfondimento, per trasformare e superare gli aspetti spersonalizzanti e dannosi per lo sviluppo del bambino. Nonostante alcune novità, dovute alla nuova denominazione, come villaggi per ragazzi, case famiglie, focolari, comunità educative assistenziali, pur riorganizzando i gruppi nel numero di 10-15 ragazzi per volta, mantenevano aspetti dell'organizzazione del quotidiano che riportava l'atmosfera ad un semi-istituto.

Con la rivoluzione culturale del Sessantotto e la mobilitazione di masse giovanili, si sono moltiplicate le iniziative anti-istituzionali e anti-autoritarie. Tra il 1968 e il 1973, all'interno del dibattito culturale e politico, sono emerse due linee antitetiche, una volta ad ammodernare e razionalizzare le strutture assistenziali, la seconda tesa a riformare l'assistenza intesa come servizio per tutti.

La legge n. 184 del 1983 sull'adozione e l'affidamento considera gli istituti come realtà da superare o da adoperare come ultima risorsa, operando in senso de-istituzionalizzante. Per la prima volta, viene utilizzata l'espressione comunità per minori, affermando la necessità di affidamento ad altra famiglia, a persona singola e, infine, a comunità di tipo familiare, in caso di contesto familiare non idoneo.

Negli anni Novanta, purtroppo, non si era riusciti a portare a termine il processo di deistituzionalizzazione e molti istituti erano ancora attivi, soprattutto al sud. Si pensò di ricorrere alla qualità del servizio, come un buon sistema per superare la criticità. Invece, oltre a una compilazione assidua di documenti, si instaurò un rapporto rigido tra educatori ed utenti; gli spazi interni vennero organizzati come nel settore sanitario, contrastando con il bisogno di attenzione e relazione, che necessitano gli ospiti minorenni.

La comunità deve essere l'anello di una catena, dove l'obiettivo è sollecitare e coinvolgere ogni attore inserito nella rete dell'utente, famiglia di appartenenza e loro conoscenti, operatori, amici, famiglie solidali, figure appartenenti a strutture sportive, insegnanti, compagni di scuola con cui organizzare riunioni al fine di rielaborare e riparare i danni subiti dal minore prima dell'ingresso all'interno della struttura e metterlo in grado di fronteggiare la propria esistenza con maggiori risorse e flessibilità. L'intervento dell'affido o della comunità residenziale richiede riparazione del passato e promozione del futuro. Negli anni Novanta, negli istituti per minori erano ospitati 40.000 bambini e adolescenti. Secondo i dati aggiornati a dicembre 2017, forniti dalle procure della Repubblica presso il tribunale per i minorenni ed elaborati dal Garante per l'infanzia, i minori accolti nelle comunità familiari, comunità terapeutiche e strutture di accoglienza genitore e bambino facenti capo agli enti locali sono stati 32.000, in netta prevalenza di sesso maschile, una cifra ancora troppo alta, che dà l'idea di un Paese i cui adulti sono scollegati dai piccoli, che saranno gli adulti del prossimo futuro. La regione Sicilia accoglie il maggior numero di piccoli ospiti, con il 21,8 per cento nel 2017, a seguire Lombardia ed Emilia-Romagna. Del 51,6 per cento circa del totale degli ospiti, quasi due su tre ha un'età compresa tra i 14 e i 17 anni e pensate che il 7 per cento ha meno di due anni di età. È bene ricordare come la legge 28 marzo del 2001, la n. 149, recante disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori, abbia rafforzato il diritto del bambino a crescere nell'ambito di una famiglia e nello specifico dalla propria famiglia di origine. Come previsto negli articoli 30 e 31 della Costituzione nei casi di grave e comprovata incapacità dei genitori, pronuncia di decadenza dalla responsabilità genitoriale, interviene lo Stato. L'articolo 330 del codice civile prevede l'allontanamento del minore dalla propria famiglia d'origine e, nel caso in cui non ci siano famiglie affidatarie disponibili all'accoglienza, l'inserimento in comunità, preferibilmente nei pressi del luogo dove risiede il nucleo familiare di appartenenza. La finalità dell'inserimento è il superamento della situazione di disagio ed il recupero delle funzioni dei genitori naturali, affinché il figlio possa ricongiungersi a loro. La legge n. 184 del 1983 accorda alle regioni il compito di definire gli standard minimi dei servizi e dell'assistenza che devono essere forniti dalle comunità di tipo familiare, sulla base dei criteri stabiliti dalla Conferenza permanente Stato-regioni. Tuttavia, il sistema di accoglienza adottato dalle regioni è risultato talmente variegato, sotto molti aspetti - tipologia di servizi, numero di professionisti, tipo di struttura - da spingere la Conferenza Stato-regioni, il 14 dicembre 2017, ad emanare le linee di indirizzo per l'accoglienza dei servizi residenziali per minorenni, che le regioni devono ancora recepire al fine di uniformare i criteri. Qui emerge l'importanza della raccolta dei dati, che ci permette di conoscere le situazioni e le problematiche che conducono all'allontanamento, ci permette di capire il tipo di servizi ed interventi erogati, ci permette di sapere quale sia la portata degli ingressi e delle dimissioni dalle strutture nel corso del tempo. Ricordo a me stesso che, con l'emanazione del “Codice rosso”, abbiamo stabilito che gli atti sessuali con minori non siano più perseguibili tramite querela, ma di ufficio. In questo modo, anche per i minori di 14 anni i magistrati possono procedere di ufficio, anche in mancanza di querela presentata dai genitori o tutori del minore. Abbiamo sancito che i minori di anni 18 siano sempre considerati vittime del reato, prevedendo un'aggravante qualora il reato di maltrattamenti sia commessa in presenza di minori e prevedendo una pena fino ad un massimo di 24 anni per la violenza sessuale contro i minori. All'articolo 8 della proposta di legge oggi in discussione, vengono disciplinati i regimi di incompatibilità dei giudici onorari e dei loro stretti congiunti rispetto ad incarichi che potrebbero pregiudicarne i profili di necessaria imparzialità e indipendenza. Più che mai si rende necessaria l'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta per comunità che accolgono i minori, per poter verificare lo stato e l'andamento delle comunità e le condizioni dei minori ospitati. C'è necessità di verificare il rispetto dei requisiti minimi strutturali e organizzativi e di che cosa vogliamo siano considerati gli standard minimi dei servizi e dell'assistenza. Occorre controllare la congruità dell'impiego delle risorse pubbliche da parte delle comunità che le ricevono, nel solo ed esclusivo interesse dei bambini che le abitano. Per tutti i motivi che ho quindi elencato, il MoVimento 5 Stelle darà voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie Presidente, il 10 luglio scorso è stata riportata su Radio Maria un'intervista a Robert David Steele, consulente capo della Commissione giudiziaria d'inchiesta sul traffico di esseri umani e abuso sessuale di minori, ex ufficiale tra l'altro anche dei Marines, ex membro della CIA e candidato al Premio Nobel per la pace nel 2017 e dice: “Migliaia di bambini vengono rapiti, abusati, uccisi e sacrificati al diavolo per ragioni di potere, lo dicono le vittime, le prove”; “(…) testimonianze che parlano del legame tra pedofilia e satanismo”. “Il fenomeno sfugge al controllo della Polizia”. “La guerra tra il bene e il male è giocata sugli innocenti”. Ed ancora: la pedofilia è il modo in cui il Deep State, cioè lo Stato profondo, attira a sé personaggi chiave e mantiene il potere. Dalle notizie relative a Germania, Francia e Gran Bretagna, è emerso che spesso la Polizia, ma anche i servizi sociali sono collusi con i pedofili, così come le organizzazioni che hanno a che fare con i bambini come l'UNICEF, l'Oxfam e i boy-scout, fino ai servizi di protezione dei minori. La pedofilia sfugge al controllo della Polizia perché è un privilegio dei nobili, dei partiti al potere, dei miliardari e delle celebrità, è una vera forma di dipendenza. In questi giorni l'arresto della Maxwell, compagna di Epstein, accusato di pedofilia e di traffico dei minori, uno degli assidui frequentatori dell'amico Bill Gates, che ha appena ricevuto 400 milioni dal nostro Presidente del Consiglio per lo sviluppo del vaccino COVID ed è stato a capo della Planned Parenthood, tra i finanziatori e di Obama e Clinton, specializzata in vendita di parti di corpo umano. Bambini sottratti all'amore delle proprie famiglie, come succede nel nostro sistema affidi corrotto, per essere allevati con il sogno un giorno, forse, di ricoprire cariche importanti in chissà quale Governo del mondo. Dice ancora Steel e chiudo: perché questo mondo e il potere muovono guerra ai bambini e alla loro innocenza? I bambini sono il futuro dell'umanità; l'1 per cento di questa umanità pensa che il 90 per cento di tutti gli esseri umani debba essere eliminato affinché il pianeta sia stabile. La Terra è nel mezzo di una guerra massiccia tra il bene e il male e l'abuso dei bambini è il fulcro di questa guerra, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevoli colleghi, mi sembra importante l'istituzione di una Commissione, anche se osservo alcune contraddizioni sia nel mondo della politica che nel mondo della magistratura. Nel mondo della politica ricordo che un gruppo parlamentare che oggi è al Governo diceva: “Mai con il partito di Bibbiano”. Forse non voleva dire per una Commissione. Osservo anche che i magistrati - e dobbiamo valutare l'inchiesta che hanno fatto - sostengono che il sistema è sano, nessuna anomalia, non esiste un sistema Bibbiano. Vorremmo contraddirli? In compenso, sappiamo che alcuni magistrati, quelli che hanno smontato il sistema, in particolare voglio ricordare Simone Purgato e Giuseppe Musco, sono stati inquisiti, sono stati bloccati nella carriera e non avranno mai la possibilità di raggiungere un ruolo nel tribunale minorile. Quindi, vorrei un'inchiesta, ancora una volta, sulla realtà della magistratura rispetto a situazioni drammatiche come queste, su cui il Parlamento intende comunque indagare. E voglio ricordare che un telegramma che mi è arrivato oggi indica anomalie di questa natura: un esponente importante di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, è in carcere da sette mesi in isolamento, senza un interrogatorio, senza alcun contatto con i magistrati, in un carcere in Sardegna. Credo che le anomalie vadano osservate soprattutto - e continuo a richiederlo - nel mondo della magistratura, rispetto a Bibbiano, rispetto alla politica, rispetto a quello che Palamara e quel mondo hanno dimostrato e su cui evidentemente non c'è l'intenzione di fare una Commissione e un osservatorio come quello che si fa per Bibbiano, troppo tardi, forse inutile e semplicemente consolatorio, per cui mi asterrò, invocando ancora una volta una Commissione sulla realtà della magistratura in questo tempo.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ascari, prego onorevole Ascari.

STEFANIA ASCARI, Relatrice per la II Commissione. Grazie, Presidente. Vorrei solo dire un sincero “grazie” per questo risultato importante che è frutto di uno sforzo collettivo e di un'attenzione sempre costante ai diritti e al benessere dei bambini. Per questo ci tengo a ringraziare tutti, a partire dai funzionari delle Commissioni, gli uffici legislativi, i colleghi anche quelli dell'opposizione perché quando si parla di tutela dei minori non esistono colori politici, non esistono barriere, serve un grande lavoro di squadra perché non c'è niente di più sacro e intoccabile dei bambini e delle bambine. Per questo, Presidente, concludo, posso assicurare che il faro guida dei lavori della Commissione sarà unicamente l'interesse superiore dei minori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2070 e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata dalle Commissioni permanenti riunite 1a e 2a del Senato, n. 2070: S. 1187 - "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73)(Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 1731, 1887, 1958, 2007.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto la seduta. L'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani, mercoledì 22 luglio alle ore 16, avrà luogo con ripresa televisiva diretta un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sugli esiti del Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio 2020.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazzaro. Ne ha facoltà.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie, Presidente. Ci sono migliaia di coppie e famiglie italiane che dal lockdown dovuto al Coronavirus attendono ancora oggi la possibilità di ricongiungersi. Mi riferisco alle coppie e alle famiglie binazionali. Come altri colleghi, sono stato contattato dal movimento Love Is Not Turism e ritengo doveroso portare in quest'Aula e agli atti dei nostri lavori parlamentari questa situazione che coinvolge tanti nostri connazionali. Madri e padri separati dai loro figli, coppie che devono poter vedersi riconoscere il diritto di riabbracciare la persona amata a prescindere dallo stato civile. La loro disponibilità di sottoporsi alle misure anti-COVID è palese. Chiedono solamente di poter evitare il periodo di quarantena facendo a spese loro i test all'arrivo e alla partenza, con controlli periodici settimanali e l'obbligo costante della mascherina. I Governi di Danimarca, Austria, Norvegia e Olanda hanno già provveduto ad inserire queste coppie all'interno di quelle esenti dai divieti di transito. Purtroppo il nostro Esecutivo si è per ora dimostrato sordo a tali richieste. Credo, cari colleghi, che sia una questione riguardante i diritti civili che debba coinvolgerci tutti. Per questo spero che, a prescindere dall'orientamento politico, tutti facciano le dovute pressioni al Ministro dell'Interno, Lamorgese, e al Ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, per dare risposte celeri ai nostri concittadini. Si tratta - voglio ribadirlo - di affetti stabili, pur non coniugati, ma credo soprattutto si tratti di una battaglia di buonsenso. Trovo onestamente paradossale che, mentre facciamo entrare immigrati da tutto il resto del mondo senza nessun controllo per poi spostarli in maniera coatta di notte nei comuni italiani, non si permetta a delle famiglie di ricongiungersi con i loro cari. Come gruppo Lega continueremo a dare supporto al movimento Love Is Not Turism sperando che anche il Governo si decida finalmente ad occuparsi di questi nostri concittadini. Agiamo per favore in fretta e potremo vedere donne, uomini e tanti bambini di nuovo tra le braccia delle persone che amano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caffaratto. Prego.

GUALTIERO CAFFARATTO (LEGA). Grazie, Presidente. In questi giorni mi sto domandando: al MISE c'è un virus strano o siamo su Scherzi a parte? La mia quasi concittadina Castelli in questi giorni ha attaccato in modo ignobile i miei colleghi ristoratori senza sapere minimamente cosa vuol dire fare il ristoratore. Non si rende conto forse che, dietro a un ristorante, c'è una famiglia, ci sono dei posti di lavoro, dei dipendenti diretti, c'è un canale Ho.Re.Ca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) c'è un canale Ho.Re.Ca, un canale dell'agricoltura che lavora direttamente, ci sono delle persone che hanno messo un sogno dentro al ristorante, hanno messo dei soldi, degli investimenti, lavorano per dare un servizio veramente con tanta vivacità, tanta contentezza, lavorano il giorno di Natale, lavorano il giorno di Pasqua, lavorano per far fare festa agli altri e ne sono anche contenti. La mia categoria mi ha chiamato, mi hanno chiamato in tanti colleghi indignati: mi hanno fatto vergognare per lei. Sottosegretaria Castelli - lo dico a lei, Presidente - ma non si vergogna, non chiede almeno scusa? Non ha neanche avuto la voglia, la volontà di chiedere scusa. Purtroppo questo è il Governo che ci porta avanti, ce ne stiamo rendendo conto tutti, speriamo che duri veramente poco ma la qualità di questi personaggi che non sa dove sta è veramente bassa. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Prego.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. L'ho già fatto di persona ma ci tenevo a farlo in quest'Aula e credo di poterlo fare anche a nome dei colleghi del gruppo parlamentare della Lega. Volevo portare la vicinanza e la solidarietà ai due agenti della polizia ferroviaria di Ventimiglia che sono stati aggrediti brutalmente dai migranti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) perché questo non è un caso singolo: è un elemento, un fatto concreto che va a definire una vera e propria invasione che stiamo vivendo a Ventimiglia, un'invasione di migranti che provengono da tutta Italia, perché sbarcano sulle coste siciliane, perché la politica di questo Governo ha triplicato gli sbarchi negli ultimi mesi, state pensando di disapplicare o cancellare i “decreti Sicurezza”. E cosa succede a Ventimiglia? Si torna ai tempi di una volta, di quando c'era proprio il Ministro Alfano, il cui capo di gabinetto era l'attuale Ministro Lamorgese, tempi che vogliamo dimenticare, con episodi di microcriminalità che stanno aumentando, aggressioni, insulti, minacce e degrado. La gente ha paura a uscire la sera, si parla del COVID che sta tornando anche perché portato dai migranti che sbarcano. Insomma questa è la politica dell'immigrazione che fa il Governo italiano. Quindi, Presidente, concludo, la situazione è assolutamente ingestita: lo dico adesso perché si metta un freno all'invasione che sta subendo la mia città. Il Ministro Lamorgese lasci perdere le scartoffie, esca dal Palazzo, venga con me a Ventimiglia e le farò vedere cosa succede in stazione, alla foce del Roja, nei quartieri più difficili, perché la gente ha bisogno di risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Prego.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Ho sempre avuto come obiettivo del mio mandato elettorale quello di valorizzare, rivitalizzare e commemorare la figura umana e politica di Maria Colamonaco che fu prima militante, poi esponente a tutto tondo del comunismo pugliese. Adesso che sono confluito nel gruppo Misto questa opportunità si è finalmente concretizzata.

Mi sono sentito più libero di esprimermi fuori da ogni condizionamento ideologico e pregiudizio. Maria Colamonaco fu un indiscusso protagonista della storia politica santermana, murgiana e pugliese: prima donna a Santeramo in Colle ad iscriversi ad un partito politico nel 1943; prima donna tesserata alla CGIL; prima donna ad essere eletta nel consiglio comunale di Santeramo in Colle, nel 1954; prima e unica donna ad essere eletta nel consiglio regionale della Puglia nella prima e nella seconda legislatura.

Fu un fiero e strenuo difensore dei propri ideali, dentro e fuori le aule dei consigli comunali e regionali. Possiamo leggere la sua vita attraverso un trinomio, che ha come comune denominatore la passione per l'uguaglianza delle persone e dei loro diritti. Ecco il trinomio: fu bracciante, fu donna e fu donna del Sud. Infatti, Maria Colamonaco pose in modo credibile, determinato, al centro dell'agenda politica la questione dei diritti dei braccianti; pose enfasi nella sua azione politica, con autorevolezza e intelligenza, sulla questione meridionale; richiamò l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica a tutti i livelli in modo incisivo e caparbio sull'urgenza dell'emancipazione femminile. Come rappresentante politico del territorio della Murgia barese ho sin da subito avvertito l'urgenza, il dovere e il privilegio di incoraggiare la stampa di un volume che ripercorresse le esperienze di vita, di lotta e d'impegno politico e sociale di Maria Colamonaco. Un volume che ravvivasse il ricordo di Maria Colamonaco e consegnasse ai posteri il ritratto di una donna, figlia benemerita di Santeramo in Colle, che lottò per il riscatto dei ceti operai e popolari delle genti del Sud e delle donne.

Maria, oggi tutti i cittadini santermani, murgiani e pugliesi ti ringraziano per ciò che sei stata e per ciò che hai fatto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, non più tardi di un anno fa, l'attuale Ministro degli Esteri si esprimeva così: mai al Governo con il partito di Bibbiano; noi, col partito di Bibbiano non vogliamo nulla a che fare; con il partito che in Emilia-Romagna toglieva i bambini con l'elettroshock per venderseli io non voglio avere nulla a che fare! Ora, Presidente, sono pappa e ciccia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere la rabbia e l'incredulità del popolo lucano, che scrupolosamente ha rispettato le ordinanze del suo governatore Bardi, in questo periodo di chiusura. governatore deriso anche da qualche altro suo collega per la rigidità delle sue ordinanze, e che andava a fare invece gli aperitivi, ma che ha reso questa terra, la Basilicata, prima regione COVID free d'Italia e che si riavvia ad avere una vita normale, ma che oggi, invece, improvvisamente torna indietro per una scellerata scelta del Ministro Lamorgese. Una beffa, visto che il Ministro stesso, potentino di nascita, non ha esitato a trasferire immigrati arrivati a Lampedusa, senza alcun controllo, in due centri di accoglienza lucani. Il risultato di oggi: a Potenza, 25 positivi su 40 immigrati; a Irsina, in provincia di Matera, 11 positivi su 14 immigrati; trasferiti, ripeto, in centri non attrezzati. Allora, grazie Ministro Lamorgese, grazie Governo Conte, tanto cosa importa se noi siamo stati in casa chiusi per mesi a rispettare il lockdown, privandoci dei nostri affetti, privandoci delle nostre abitudini, privandoci del nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Cosa importa se noi ancora non possiamo circolare liberamente? Cosa importa se gli stadi e le discoteche sono chiusi? Cosa importa se noi dobbiamo far fare ai calciatori i tamponi ogni tre giorni, ma chi arriva può sbarcare liberamente e liberamente può essere trasferito in centri d'accoglienza? Cosa importa tutto questo, se tanto i porti sono non aperti ma spalancati e noi possiamo ridare, anzi voi potete ridare il via al business dell'accoglienza?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Caiata.

SALVATORE CAIATA (FDI). Vado a concludere. Volevo solo dire, infine, Presidente, che di tutto questo ci siamo accorti grazie all'efficienza della sanità lucana, che tempestivamente ha fatto i tamponi a queste persone arrivate, ma queste persone erano arrivate senza che gli fosse stato fatto nessun tampone nei porti di arrivo. Allora, è paradossale ed è discriminatorio al contrario, nei confronti degli italiani, che non ci si possa muovere liberamente sul territorio nazionale ma si possa arrivare liberamente, senza nessun controllo, su questo territorio nazionale. Noi di Fratelli d'Italia l'avevamo detto: blocco navale per impedire il traffico di esseri umani, non per impedire di arrivare, ma per impedire di partire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Presidente, mi appello al senso di responsabilità di noi deputati, invitando a rispettare le regole che devono essere uguali per tutti: chi arriva da un Paese fuori dalla Comunità europea deve fare un periodo di quarantena. Non voglio giudicare le buone intenzioni della deputata del PD, che da Toronto, dal Canada, è arrivata, è andata direttamente in Commissione e poi è venuta in Aula, ma non capisco perché sia stata così superficiale da non rispettare le regole della quarantena, gesto davvero irrispettoso nei confronti di tutta l'Aula parlamentare. Mi fa sorridere che la deputata del PD che ha violato la legge ha dichiarato che è stato un Carabiniere che le ha detto di non fare la quarantena: perché, lei non lo sapeva? La legge è davvero uguale per tutti, e lei dovrebbe conoscere le regole del Governo di cui fa parte. È inutile tenere chiuso il bar della Camera, far rispettare scrupolosamente e giustamente le regole per votare, quando la responsabilità viene a mancare, di chi dovrebbe dare l'esempio. C'è chi si assume la responsabilità di mettere una mascherina, come io ho fatto, proprio per dare un chiaro messaggio di pericolo per la salute di tutti, e c'è chi, invece, come la deputata La Marca, sfida le regole e la salute di tutti in un periodo dove il problema è chiaro e sappiamo esattamente che cosa dobbiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 luglio 2020 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e al termine del punto 8)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

CORDA ed altri: Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo. (C. 875-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: MARIA TRIPODI ed altri; PAGANI ed altri; FERRARI ed altri. (C. 1060-1702-2330)

Relatrice: CORDA.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

MULE' ed altri; MURELLI ed altri; MARTINA ed altri; MAMMI' ed altri; ROBERTO ROSSINI ed altri: Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus.

(C. 2451-2479-2480-2484-2507-A)

Relatori: MARTINA e MURELLI.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

GALLINELLA ed altri: Misure di sostegno al settore agricolo e disposizioni di semplificazione in materia di agricoltura. (C. 982-A)

e delle abbinate proposte di legge: PAROLO ed altri; PAOLO RUSSO ed altri; CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE. (C. 673-1073-1362)

Relatore: CADEDDU.

4. Seguito della discussione delle mozioni Caon ed altri n. 1-00270, Luca De Carlo ed altri n. 1-00367 e Bitonci ed altri n. 1-00368 concernenti iniziative volte al completamento dell'idrovia Padova-Venezia .

5. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FIANO ed altri; BOSCHI ed altri; MOLLICONE e FRASSINETTI; LATTANZIO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false. (C. 1056-2103-2187-2213-A)

Relatori: CIAMPI (per la VII Commissione) e PAITA (per la IX Commissione), per la maggioranza; MOLLICONE (per la VII Commisisone), di minoranza.

6. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Molinari, Gelmini, Lollobrigida ed altri n. 1-00362 e Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto ed altri n. 1-00366 concernenti iniziative, in ambito internazionale ed europeo, in ordine al rispetto degli accordi internazionali relativi all'autonomia di Hong Kong e alla tutela dei diritti umani in tale territorio .

(ore 15)

7. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

8. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sugli esiti del Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio 2020.

La seduta termina alle 20,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Zicchieri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 il deputato Berti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 i deputati Marattin e Giordano hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore;

nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 31 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 il deputato Viviani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere un voto di astensione;

nella votazione n. 33 la deputata Gerardi ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 42 i deputati Binelli, Vanessa Cattoi, Loss e Sutto hanno segnalato che hanno erroneamente espresso un voto di astensione mentre avrebbero voluto votare a favore;

nella votazione n. 45 il deputato Cubeddu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 59 la deputata Frassinetti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 66 alla n. 68 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 73 il deputato Acquaroli ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 687-A e abb. - em. 1.601 415 415 0 208 415 0 77 Appr.
2 Nominale articolo 1 416 234 182 118 234 0 77 Appr.
3 Nominale em. 2.103 430 429 1 215 190 239 77 Resp.
4 Nominale em. 2.122 440 440 0 221 192 248 77 Resp.
5 Nominale em. 2.29 443 443 0 222 193 250 77 Resp.
6 Nominale em. 2.119 440 440 0 221 190 250 77 Resp.
7 Nominale em. 2.118 446 446 0 224 193 253 76 Resp.
8 Nominale em. 2.102 444 443 1 222 192 251 76 Resp.
9 Nominale em. 2.104 444 443 1 222 192 251 76 Resp.
10 Nominale em. 2.105 449 449 0 225 195 254 76 Resp.
11 Nominale em. 2.108 452 452 0 227 199 253 76 Resp.
12 Nominale em. 2.126 rif. 450 449 1 225 438 11 76 Appr.
13 Nominale em. 2.35 450 449 1 225 196 253 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.106 444 444 0 223 195 249 76 Resp.
15 Nominale em. 2.120 449 449 0 225 196 253 76 Resp.
16 Nominale em. 2.112 449 448 1 225 197 251 76 Resp.
17 Nominale em. 2.107 453 453 0 227 198 255 76 Resp.
18 Nominale em. 2.121 450 450 0 226 196 254 76 Resp.
19 Nominale em. 2.30 448 448 0 225 197 251 76 Resp.
20 Nominale em. 2.31 449 449 0 225 197 252 76 Resp.
21 Nominale em. 2.32 452 452 0 227 196 256 76 Resp.
22 Nominale em. 2.114 451 451 0 226 196 255 76 Resp.
23 Nominale em. 2.202, 2.115 rif. 454 454 0 228 449 5 76 Appr.
24 Nominale em. 2.116 450 450 0 226 197 253 76 Resp.
25 Nominale em. 2.203 452 452 0 227 198 254 76 Resp.
26 Nominale em. 2.117 453 453 0 227 199 254 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.500 457 456 1 229 447 9 76 Appr.
28 Nominale em. 2.501 449 449 0 225 443 6 76 Appr.
29 Nominale em. 2.205 456 455 1 228 203 252 75 Resp.
30 Nominale em. 2.33 457 456 1 229 199 257 74 Resp.
31 Nominale articolo 2 460 270 190 136 269 1 74 Appr.
32 Nominale em. 3.4 445 444 1 223 188 256 74 Resp.
33 Nominale em. 3.1 445 445 0 223 190 255 74 Resp.
34 Nominale em. 3.200 449 449 0 225 192 257 74 Resp.
35 Nominale em. 3.201 445 445 0 223 192 253 74 Resp.
36 Nominale em. 3.2 451 451 0 226 194 257 74 Resp.
37 Nominale em. 3.205 452 451 1 226 195 256 74 Resp.
38 Nominale em. 3.206 456 456 0 229 199 257 74 Resp.
39 Nominale articolo 3 461 269 192 135 265 4 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 3.02 458 458 0 230 198 260 74 Resp.
41 Nominale art. agg. 3.03 454 454 0 228 199 255 74 Resp.
42 Nominale articolo 4 452 262 190 132 255 7 74 Appr.
43 Nominale em. 5.200 453 453 0 227 201 252 74 Resp.
44 Nominale articolo 5 456 266 190 134 262 4 74 Appr.
45 Nominale Pdl 687-A e abb. - voto finale 453 452 1 227 452 0 71 Appr.
46 Nominale Pdl 2070 e abb. - em. 1.21 446 442 4 222 201 241 71 Resp.
47 Nominale em. 1.1 446 443 3 222 197 246 71 Resp.
48 Nominale articolo 1 453 452 1 227 451 1 71 Appr.
49 Nominale articolo 2 452 451 1 226 451 0 71 Appr.
50 Nominale em. 3.1 450 448 2 225 203 245 71 Resp.
51 Nominale em. 3.2 449 447 2 224 203 244 71 Resp.
52 Nominale em. 3.3 448 447 1 224 199 248 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 3.4 447 445 2 223 203 242 70 Resp.
54 Nominale em. 3.21 446 443 3 222 204 239 70 Resp.
55 Nominale em. 3.6 440 437 3 219 200 237 70 Resp.
56 Nominale em. 3.22 439 437 2 219 199 238 70 Resp.
57 Nominale em. 3.8 439 437 2 219 201 236 70 Resp.
58 Nominale em. 3.9 440 439 1 220 203 236 70 Resp.
59 Nominale em. 3.10 452 450 2 226 203 247 70 Resp.
60 Nominale em. 3.23 446 445 1 223 204 241 70 Resp.
61 Nominale em. 3.24, 3.100 426 424 2 213 193 231 70 Resp.
62 Nominale em. 3.25 438 437 1 219 202 235 70 Resp.
63 Nominale em. 3.11 447 446 1 224 202 244 70 Resp.
64 Nominale em. 3.12 441 440 1 221 201 239 70 Resp.
65 Nominale articolo 3 442 441 1 221 431 10 70 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 73)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 4 439 438 1 220 430 8 70 Appr.
67 Nominale articolo 5 440 439 1 220 436 3 70 Appr.
68 Nominale articolo 6 447 446 1 224 445 1 70 Appr.
69 Nominale articolo 7 444 443 1 222 443 0 70 Appr.
70 Nominale em. 8.1 451 450 1 226 202 248 70 Resp.
71 Nominale articolo 8 452 451 1 226 446 5 70 Appr.
72 Nominale articolo 9 450 449 1 225 449 0 70 Appr.
73 Nominale Pdl 2070 e abb. - voto finale 407 403 4 202 402 1 64 Appr.