Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 370 di lunedì 13 luglio 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'8 luglio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Ferraresi, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tofalo Tomasi, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione congiunta – Doc. VIII, nn. 5 e 6)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta.

Ha facoltà di intervenire il questore, deputato Gregorio Fontana.

GREGORIO FONTANA, Questore. Grazie, Presidente. Svolgo questa relazione a nome del Collegio dei questori, mentre il Paese sta ancora attraversando un periodo assai difficile, segnato dall'emergenza COVID-19 e dalle sue conseguenze sulla vita personale, sociale ed economica dei cittadini. Anche l'istituzione parlamentare ha dovuto ridefinire la propria organizzazione e il proprio funzionamento secondo modalità adeguate a fronteggiare i rischi derivanti dalla pandemia. Per raggiungere questo obiettivo tutti gli organi della Camera sono stati chiamati a profondere un impegno straordinario. Come sapete, sin dal primo insorgere dei segni della pandemia, la gestione dell'emergenza da COVID-19 ha condotto, in particolare, il Collegio dei questori a riunirsi in permanenza per affrontare problematiche del tutto inedite e di grande delicatezza. Dello sforzo profuso in proposito sono testimonianza le numerose misure assunte per prevenire il diffondersi del contagio nelle sedi della Camera, in un primo tempo, riducendo drasticamente il numero dei frequentatori delle sedi medesime e, successivamente, in relazione all'evolversi della situazione emergenziale, accompagnando il graduale ritorno dell'attività parlamentare ad una condizione di sostanziale normalità, preservando nel contempo il più elevato standard di sicurezza sul piano organizzativo e igienico-sanitario. Si tratta di misure di cui tutti i colleghi deputati sono stati portati sistematicamente e tempestivamente a conoscenza e sulle quali non mi intrattengo. Ritengo invece necessario rimarcare come le misure in questione abbiano consentito di conseguire un risultato che può dirsi estremamente positivo: sino ad oggi all'interno della nostra istituzione non si sono infatti verificate situazioni riconducibili alla formazione dei cluster specifici e localizzati che, purtroppo, si sono manifestati nel Paese e ciò - va sottolineato - anche in presenza di fattori di rischio assai elevati connessi alla natura stessa dell'istituzione parlamentare e del suo riunire in un unico contesto fisico la rappresentanza espressa da ogni parte del territorio nazionale. Tale risultato è stato conseguito grazie all'impegno di tutti i colleghi deputati: voglio per questo ringraziarli vivamente, a nome del Collegio dei questori, per la fattiva collaborazione assicurata in questo difficile passaggio. In questo contesto, un ringraziamento particolare desidero, Presidente, rivolgerlo anche all'amministrazione della Camera, nella persona della Segretaria generale, dottoressa Lucia Pagano, e, per suo tramite, a tutto il personale. Gli uffici hanno infatti assicurato e continuano ad assicurare agli organi di direzione politica un supporto straordinario nella definizione e nell'attuazione degli interventi necessari per garantire la continuità delle attività parlamentari in condizioni di sicurezza, in uno scenario, tra l'altro, in continuo e imprevedibile mutamento. È stata, del resto, la nostra comune esperienza di questi mesi: Palazzo Montecitorio ha ripetutamente cambiato volto, il volto familiare che una lunga tradizione ci aveva consegnato; è mutata la destinazione degli spazi, l'allestimento, molti servizi sono stati ridotti o disattivati per poi riprendere funzionalità in un contesto, tuttavia, del tutto nuovo, che ha imposto e impone regole comportamentali inedite e limitazioni logistiche dalla durata al momento non prevedibile. Saranno tematiche comunque sulle quali gli organi di direzione politica, con il supporto degli uffici, si confronteranno anche nei prossimi mesi con lo stesso impegno e con la stessa determinazione. Ritengo, peraltro, utile segnalare come, al di là della prima fase emergenziale, l'attività del Collegio sia stata estremamente intensa. Nel corso del 2019 il Collegio ha svolto 59 riunioni, di cui 29 formali e 30 informali, esaminato 295 questioni istruite dagli uffici, deliberando 384 autorizzazioni di spesa, 17 determinazioni a contrarre per l'avvio di altrettante gare pubbliche per la selezione dei contraenti dell'istituzione e sono state 110 le autorizzazioni di pagamento sottoscritte nei casi previsti dal regolamento di amministrazione e contabilità.

Alla consistenza dei numeri corrisponde la complessità e anche la varietà delle questioni affrontate, il riflesso delle quali è possibile riscontrare nella relazione in cui il Collegio dà conto dello stato di attuazione degli ordini del giorno approvati o accolti in occasione dell'esame in Assemblea del bilancio di previsione del 2019. Solo per limitarsi alle principali, il Collegio si è confrontato con le tematiche legate al personale dipendente delle imprese appaltatrici di servizi ad alta intensità di manodopera, oggetto di ampia discussione in Assemblea in occasione dell'esame del bilancio interno per il 2019 e, successivamente, in questo stesso consesso sono state avviate in proposito procedure di gara che, dando seguito agli stessi indirizzi definiti dall'Ufficio di Presidenza, sono state articolate in modo da preservare la stabilità occupazionale del personale già impiegato negli appalti in scadenza e, nel contempo, da migliorarne la condizione retributiva.

I servizi di ristorazione sono stati parimenti oggetti di attenzione costante del Collegio. Merita ricordare in proposito l'introduzione del servizio aggiuntivo serale nei casi di prosecuzione della seduta dell'Assemblea, inteso a supportare il servizio self-service reso nelle sale del piano basamentale e a rendere, nel contempo, più rapidi e flessibili i tempi di fruizione dei pasti. In questo quadro il Collegio ha, inoltre, intensamente operato sul fronte della riduzione dell'utilizzo della plastica, obiettivo cui si è collegato anche quello dell'incentivo alla fruizione dell'acqua dispensata dalla rete pubblica. L'impiego della plastica è stato praticamente ridotto a quantità minime e prima dell'emergenza epidemica erano in corso attività per ridurre ulteriormente anche tali quantitativi residui, attività che saranno senz'altro riprese a breve.

Un impegno peculiare i Questori hanno profuso sul versante della tutela della genitorialità. Pur in presenza di una situazione estremamente problematica sul piano dell'offerta e ferma restando la disponibilità dello spazio bimbi realizzato a Palazzo Theodoli, è stata conclusa una convenzione con il Ministero dell'Economia e delle finanze per la fruizione, da parte dei deputati, a proprie spese, dell'asilo nido gestito dal Ministero nelle sue sedi. Soprattutto, nel mese di gennaio è stato realizzato un apposito spazio per l'allattamento, sito nelle immediate prossimità dell'Aula, secondo quanto richiesto da un ordine del giorno al bilancio dello scorso anno. Credo sia giusto anche segnalare come, sul piano della migliore fruizione degli spazi, il Collegio abbia autorizzato interventi per il superamento di talune residue barriere architettoniche presenti nella sede della Camera e, soprattutto, abbia condotto a compimento, operando in seno al Comitato per la sicurezza, la risistemazione dell'ingresso principale di Palazzo Montecitorio. Tale risultato si è inserito in un piano complessivo di redistribuzione e razionalizzazione dei flussi dei frequentatori del Palazzo, che ha trovato attuazione, in particolare, attraverso la destinazione dell'ingresso di piazza del Parlamento n. 25 all'accesso dei gruppi di visitatori e dei partecipanti alle manifestazioni organizzate all'interno del Palazzo medesimo.

Un cenno meritano senz'altro anche le attività svolte in cooperazione con il Senato, nel cui ambito è stata avviata la gara comune per l'aggiudicazione da un unico contraente del servizio medico di urgenza e si è proceduto d'intesa per attribuire, mediante gara, la gestione dei servizi di connettività alla rete Internet di particolare rilevanza strategica.

Ciò premesso, per ciò che riguarda l'andamento dei principali aggregati finanziari, mi limito a segnalare più rapidamente all'attenzione dell'Assemblea alcuni aspetti, rinviando alle informazioni di dettaglio contenute nei documenti e negli stampati in distribuzione.

In primo luogo, segnalo che anche quest'anno, come accade ininterrottamente dal 2013, l'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei questori, ha ritenuto che sussistano le condizioni per dare seguito a una restituzione di risorse finanziarie al bilancio dello Stato, determinata, per l'anno 2020, nella misura di 80 milioni di euro e che, mediante due ordini del giorno presentati la scorsa settimana nell'ambito dell'esame del decreto-legge cosiddetto Rilancio, i gruppi parlamentari hanno impegnato il Governo a destinare per una metà alle esigenze del personale sanitario impegnato nell'emergenza COVID-19 e per l'altra metà alla ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016. Tale restituzione porta all'ammontare complessivo di 465 milioni di euro l'importo riversato dalla Camera al bilancio dello Stato negli ultimi otto anni, 265 dei quali nella legislatura in corso, in una linea di continuità che ha accumunato quest'ultima con la passata.

Occorre, al tempo stesso, rilevare che le restituzioni effettuate hanno comportato una progressiva riduzione dell'avanzo di amministrazione. Più precisamente, al netto della somma di 77 milioni accantonata in relazione al noto contenzioso con la società Milano 90, l'avanzo di amministrazione da rinviare al triennio successivo a quello in corso è pari a 165,6 milioni di euro, contro i 194,5 segnati dall'omologo dato relativo al triennio precedente. L'ammontare della restituzione proposta si pone, dunque, in continuità con l'indirizzo costantemente seguito dal Collegio e dall'Ufficio di Presidenza: per un verso, è tale da garantire l'equilibrio del bilancio; per l'altro verso, assicura il mantenimento di un avanzo di amministrazione di adeguata consistenza, sia in relazione alla copertura di eventuali spese non prevedibili sia, più in generale, in relazione alla necessità di garantire l'autonomia finanziaria della Camera nella programmazione delle proprie attività, anche di carattere straordinario.

Credo, infine, sia importante anche richiamare in questa sede come la spesa della Camera per il 2020, al netto della restituzione al bilancio dello Stato, si riduca rispetto all'anno precedente. La riduzione, pari a 1,2 milioni di euro, determina un risultato senza dubbio positivo, tanto più significativo ove si consideri che la spesa della Camera registra un trend discendente sin dal 2012, con la sola ovvia eccezione dell'anno di transizione tra la scorsa e la presente legislatura.

Come anticipavo, Presidente, dovrei ora dare conto dell'attività svolta dal Collegio dei questori per l'attuazione degli ordini del giorno accolti o approvati dall'Assemblea nel corso dell'esame del bilancio 2019. Tuttavia, per ragioni di brevità, chiedo al Presidente l'autorizzazione a pubblicare questa parte del mio intervento in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

PRESIDENTE. Sarà fatto, questore Fontana.

È iscritto a parlare il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico esprime una valutazione positiva sul conto consuntivo 2019. Riteniamo di grande valore l'azione messa in campo dal Presidente della Camera, dal Collegio dei questori e dall'Ufficio di Presidenza, che ha visto, peraltro, l'esecuzione puntuale delle decisioni assunte dalla Camera in occasione della precedente sessione di bilancio. Un'azione che ci ha consentito, come è stato ora ricordato, ulteriori risparmi per 80 milioni di euro che abbiamo deciso di restituire al bilancio pubblico, risorse di cui abbiamo indicato la destinazione ai terremotati e al personale sanitario impegnato nell'emergenza per il Coronavirus con due ordini del giorno, anche questi ricordati ora nella relazione del questore Fontana, condivisi da tutti i gruppi politici in occasione della conversione del decreto-legge Rilancio, così come esprimiamo un parere di convinta approvazione sul progetto di bilancio per l'anno finanziario 2020.

I dati che l'onorevole Fontana ha succintamente richiamato alla nostra attenzione dimostrano che siamo in presenza di un'opera di attento monitoraggio dei flussi di spesa, grazie ad una puntuale verifica, da parte degli organismi competenti, nella gestione delle risorse, che ha dovuto peraltro tener conto delle misure adottate per far fronte all'emergenza sanitaria del COVID-19; interventi che, come è stato ricordato nella relazione, non hanno alterato l'equilibrio finanziario definito dall'Ufficio di Presidenza. Tutto ciò, senza far venir meno la missione istituzionale, anzi mettendo in grado la nostra istituzione di corrispondere al meglio alle proprie responsabilità. L'emergenza ha imposto limitazioni alla presenza fisica nelle sedi della Camera, ma i deputati hanno continuato a lavorare per approvare misure urgenti contro il COVID-19, anche nella fase di massima emergenza. In seguito agli effetti della pandemia, sono stati infatti implementate misure e condizioni di sicurezza nelle sedi della Camera dei deputati, sono stati programmati nuovi interventi logistici e tecnologici, misure e condizioni che hanno interessato il sistema parlamentare istituzionale e che hanno richiesto un grande sforzo da parte del personale dell'amministrazione della Camera, in particolar modo quello del Servizio informatico e quello del Servizio studi, a cui va un apprezzamento non rituale. Vedete, a costo di dire qualcosa di impopolare, voglio sottolineare che le risorse impegnate per far funzionare la democrazia sono ben spese. Il punto è evitare sprechi e rendere conto con serietà e trasparenza del loro utilizzo. Nell'impegno di questi mesi, voglio poi sottolineare il ruolo del personale dei gruppi parlamentari, che anche in questa circostanza hanno messo a disposizione competenze e professionalità a garanzia del corretto funzionamento delle istituzioni e per assicurare ai singoli deputati lo svolgimento della propria funzione.

Tornando ai documenti di bilancio in esame, per quanto riguarda l'entità delle risorse, come ricordato nella relazione, si conferma un orientamento in linea con quanto riscontrato negli esercizi precedenti, il mantenimento di un equilibrio fra l'esigenza di contenimento della spesa e la necessità che ciò non abbia effetti negativi sulla qualità del lavoro complessivamente svolto dalla Camera. In particolare, i positivi dati sulla gestione dei residui passivi, nonostante gli accantonamenti sui capitoli della spesa previdenziale e sulla crescita dell'avanzo di gestione, ci fanno capire che stiamo andando nella direzione giusta. Vi è comunque la necessità di soffermarsi su alcuni aspetti, a nostro avviso: l'amministrazione della Camera, negli ultimi anni, si è particolarmente impegnata nella piena applicazione delle nuove tecnologie digitali. La sfida dell'emergenza COVID-19 ha posto con straordinaria forza all'attenzione di questa istituzione la necessità di incrementare gli interventi di trasformazione digitale delle modalità di lavoro dei diversi soggetti dell'ordinamento parlamentare e di rimodellare i diversi processi. Il raggiungimento dell'obiettivo di una piena digitalizzazione delle attività parlamentari, la gestione e il consolidamento dello smart working rimanda a diverse forme di intervento, sia sul piano istituzionale e parlamentare sia in ambito tecnico-amministrativo. Nei giorni scorsi, ho avuto modo di confrontarmi con colleghi dei diversi gruppi circa le nuove modalità di lavoro che i gruppi parlamentari stanno da mesi affrontando a seguito dell'emergenza COVID-19. Per implementare queste nuove modalità è necessario attrezzare i gruppi parlamentari, dotarli di nuove risorse e di nuovi strumenti. Ciò si realizza attraverso una maggiore dotazione tecnologica e una specifica attività formativa, che richiedono l'impegno di risorse finanziarie (ho presentato un ordine del giorno per porre questo tema all'attenzione del Collegio dei Questori). Nell'avviarmi a concludere e nel confermare il voto favorevole del mio gruppo sui documenti di bilancio, voglio porre l'accento su un'ulteriore questione, su cui già si è soffermato l'onorevole Fontana nella relazione: i lavoratori impegnati presso le aziende che gestiscono, tramite contratti di appalto, alcune attività logistiche e operative presso le sedi della Camera dei deputati. Sappiamo benissimo che il Servizio per la gestione amministrativa cura con attenzione le proprie competenze, con grande rigore e professionalità. Tuttavia, il contenimento del costo per i servizi richiesti rischia di produrre situazioni problematiche per tanti lavoratori interessati. Credo che, a maggior ragione in questa fase di emergenza sanitaria, sociale ed economica, la Camera debba prestare particolare attenzione a tutti i lavoratori che lavorano qui con noi, anche se non direttamente assunti dalla nostra istituzione. Tenendo conto delle segnalazioni rivolte alla nostra attenzione da parte di alcuni di questi lavoratori, ritengo ci possa essere la necessità di svolgere un'ulteriore attività istruttoria, al fine di rilevare eventuali criticità e anche su questo ho presentato un ordine del giorno, insieme ad altri colleghi del mio gruppo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie Presidente. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il gruppo di Italia Viva esprime ovviamente pieno parere favorevole a quanto ha appena annunciato l'onorevole Fontana. Non posso, iniziando il mio intervento, che ringraziare tutte le maestranze, che in questo periodo eccezionale hanno dimostrato pazienza, professionalità, presenza, spirito di collaborazione a quelle che, inaspettatamente, ogni giorno erano novità, novità alle quali non eravamo abituati, con grande spirito di adattamento, novità che ogni giorno venivano cambiate. Lo faccio, per tutti, nella persona del suo Segretario Generale, la dottoressa Lucia Pagano. Un ringraziamento anche ai gruppi parlamentari, che con il loro impegno hanno garantito la continuità lavorativa e ringrazio soprattutto i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, per il gran lavoro svolto in questo difficile momento: lo faccio ringraziando il suo Presidente, il Presidente Roberto Fico e anche il Presidente dei Questori a nome di tutti, l'onorevole Gregorio Fontana. Io credo che, dando uno sguardo anche veloce agli elaborati che sono stati predisposti dagli uffici, su indicazione del Collegio dei questori, a beneficio del lavoro svolto, appare più che mai visibile la voce più importante: avanzo di amministrazione. E questo avanzo di amministrazione, che per quest'anno viene citato - avanzo importante, 52 milioni di euro -, collima soprattutto con le minori spese nell'esercizio, soprattutto minori spese rispetto a quelle che erano state le previsioni. Per il 2020, come ha appena finito di dire l'onorevole Fontana, sarà quindi prevista una restituzione, a favore del bilancio dello Stato, pari a circa 80 milioni di euro. Questo ci fa tirare un sospiro di sollievo in un momento difficile, difficile per lo Stato, difficile per i lavoratori e difficile per le famiglie. Le somme che sono state impegnate precedentemente rappresentano, da quello che leggo nell'elaborato, il 97 per cento delle previsioni di spesa, quindi non c'è stato nessuno sforamento, sono stati rispettati gli impegni, quindi certamente va dato merito al Collegio, che soprattutto durante il periodo della pandemia, cioè da quando la pandemia è scoppiata, si è riunito in maniera praticamente permanente per affrontare le difficoltà, le esigenze, esigenze completamente nuove e di grave e imprevedibile sviluppo. Il maggiore avanzo di amministrazione, come ormai accade dal 2013, rende quindi possibile una restituzione di risorse finanziarie al bilancio dello Stato, attraverso quello che è lo strumento legislativo, quindi sarà il Parlamento che potrà indicare dove andranno e a chi andranno destinate queste risorse. Certamente, il dato globale di questi anni, dal 2013 ad oggi, ci porta a un risparmio globale di 465 milioni di euro e non possiamo che esserne contenti. Siamo contenti anche dell'attività, che in questi anni il palazzo ha incrementato, siamo contenti dell'apertura del palazzo alla gente, siamo contenti che il Parlamento possa essere identificato come un posto in cui le porte stanno aperte, in cui tutti possono vedere, leggere, farsi la propria idea, guardare, assistere e soprattutto ammirare la bellezza di questi palazzi. Occorre però, secondo me, anche precisare che, al di là diciamo dei dati positivi dei risparmi - è un invito che ovviamente rivolgo al Collegio dei questori, come l'avevo rivolto più volte in Ufficio di Presidenza -, sarebbe bello anche poter destinare una piccola parte di questi avanzi di amministrazione a rendere probabilmente leggermente migliori le tecnologie presenti all'interno di questo palazzo.

Non dico con grandi spese, perché di spese non dobbiamo parlarne, ma io penso che un minimo di investimento a favore del personale, del personale dei gruppi, un po' di formazione in più e soprattutto, come dire, la sostituzione di alcuni mezzi tecnologici - che, per certi versi, appaiono un po' più obsoleti - darebbe quella spinta in più, utile a poter svolgere meglio il lavoro. L'ultima cosa, laddove sarà possibile, anche rivedere secondo me l'organizzazione dei parlamentari all'interno dei gruppi perché, per certi versi, le condizioni di vivibilità non sono delle migliori. Ciò permetterebbe a tutti anche di lavorare con un po' più di privacy e di poter fare al meglio il proprio lavoro. Non intendo aggiungere altro perché ovviamente il questore Fontana è stato abbastanza preciso. È chiaro che ribadisco il gran lavoro fatto dai Questori, il gran lavoro fatto all'interno del bilancio della Camera e, quindi, la positività espressa dal gruppo Italia Viva che accoglie favorevolmente la relazione del presidente Fontana.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, la relazione del Collegio dei questori è stata predisposta tenendo conto dei risultati positivi raggiunti in termini di contenimento della spesa ottenuti in modo importante e strutturale e un ringraziamento da parte mia e di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia va al nostro Questore, l'onorevole Cirielli, che ha contribuito in modo sostanziale alla gestione prudente e parsimoniosa delle risorse della Camera. Una nota positiva sicuramente, che dovrebbe inorgoglire tutti noi, è che, in modo unanime e trasversale, gli 80 milioni di risparmio verranno destinati a due emergenze: una atavica, il terremoto, e la nuova emergenza COVID. Quindi, rispetto al terremoto, lasciatemi dire che, laddove non è arrivato l'Esecutivo attraverso il “decreto Rilancio”, è arrivata la Camera. Sono convinta che il combinato disposto di questi fattori, cioè il risparmio di spesa, da un lato, e la destinazione a tali questioni del risparmio stesso, dall'altro, siano la migliore risposta che si può dare a chi in questi anni ha attaccato duramente il Parlamento troppo spesso con argomentazioni strumentali e propagandistiche. Però, se davvero vogliamo assicurare ai cittadini una informazione corretta, occorre che la stessa sia completa, evitando facili semplificazioni e quindi, proprio nel rispetto di questa chiarezza, non possiamo esimerci dall'evidenziare come ad una gestione virtuosa della Camera sia corrisposta quest'anno, in modo inversamente proporzionale, la spesa per Palazzo Chigi e per i Ministeri, che aumentano ad ogni provvedimento, in modo esponenziale ed incomprensibile, la propria spesa. Non possiamo non evidenziare che il risparmio di bilancio è determinato dagli accantonamenti che sono stati fatti per lo più per salvaguardare risorse economiche che servono alla Camera per pagare i ricorsi sui vitalizi, tema assolutamente fondamentale sul quale però serve assoluta chiarezza e non approssimazione e su cui ancora oggi la furia ideologica non ha saputo trovare ristoro nella certezza del diritto.

Non possiamo non evidenziare che ancora oggi la Camera dei deputati non ha affrontato in modo compiuto il problema sul personale storico dei gruppi: centinaia di persone che hanno maturato specifiche professionalità ed esperienze nell'ambito delle attività istituzionali dei gruppi che chiedono di vedere tutelate le loro posizioni giuridiche soggettive. In Parlamento ancora oggi non esiste paradossalmente alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento; nessuna certezza per questi operatori in tema di titolarità del versamento dei contributi fiscali e previdenziali. Nella gestione del bilancio Camera molto ancora può e deve essere fatto e l'esperienza COVID che abbiamo vissuto ci ha dato la prova tangibile di quanto oggi più che mai sia importante che questa istituzione sia al passo con i tempi. I Regolamenti andrebbero rivisti e ammodernati per far sì che il sistema democratico sia attuale, efficace ed efficiente. Vanno ammodernati i sistemi tecnologici e le procedure perché non possiamo parlare di sburocratizzazione al di fuori di quest'Aula e di questa istituzione se non partiamo proprio da qui.

E allora permettetemi una considerazione a carattere generale sullo stato di salute di questa istituzione e quindi della nostra democrazia, perché discutere del Parlamento e del suo buon funzionamento vuol dire anche discutere della crisi che, da troppo tempo, purtroppo, attraversa le nostre istituzioni. Da sempre, il tema è stato quello di tenere le istituzioni al passo con le trasformazioni economiche e culturali della società. Il dibattito sulla capacità delle istituzioni di rappresentare la società, sul loro ruolo che via via è venuto appannandosi, mentre cresceva il peso degli Esecutivi: è un argomento di questi giorni. Non sfugge che, nel 2020, ci sono state soltanto 80 sedute di Assemblea a fronte delle 176 del 2019; 198 ore in seduta per attività legislativa a fronte delle 500 del 2019. Il Parlamento è stato esautorato ed è ora tempo di riportare la centralità alle Camere rispetto al Governo e anche ad altre istituzioni europee sovranazionali. L'indebolimento del Parlamento e della sua funzione sono elementi sempre più presenti in questa legislatura: lo prova la necessità che il Governo ha manifestato di legiferare attraverso atti amministrativi senza passare dal vaglio democratico del Parlamento. L'emergenza COVID, che ha devastato l'Italia e più in generale tutto il mondo, non può essere una giustificazione all'abdicazione rispetto alla democrazia che si esercita in quest'Aula. Fu proprio lei, Presidente Fico, il 23 marzo 2018, nel discorso del suo insediamento, ad invitare tutti i parlamentari a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione. E io ho personalmente apprezzato quelle parole, ho personalmente apprezzato il fatto che si potesse ritornare a parlare della centralità delle Camere. Però devo dire che purtroppo oggi ci rendiamo conto che il suo auspicio non è stato seguito dall'azione di Governo. Il suo auspicio è stato disatteso proprio dalle forze di maggioranza. I provvedimenti, che arrivano in Aula per essere discussi senza che su di essi venga posta la questione di fiducia, sono ormai una chimera; per non parlare del lavoro svolto all'interno delle Commissioni con tempi troppo stretti per poter affrontare discussioni approfondite su temi che riguardano la nazione intera e i nostri cittadini. Questo Parlamento non riesce più a produrre perché il suo ruolo è stato esautorato dall'Esecutivo e la paventata possibilità che tale situazione venga procrastinata sino al 31 dicembre rende tale quadro ancora più devastante. Il Parlamento viene tenuto il più possibile inerte, convocato sostanzialmente solo per convertire i decreti-legge del Governo. Siamo su una strada pericolosa e allora viene da chiedersi se siamo di fronte a un complessivo progetto di superamento del ridimensionamento della democrazia di natura rappresentativa, così come tanto tempo fa sosteneva Casaleggio. Noi di Fratelli d'Italia ci battiamo per un unico obiettivo: per noi la sfida è riformare la democrazia rappresentativa per ridare forza e capacità all'azione di sovranità popolare, ancorandoci ai principi e ai valori della Costituzione. Dobbiamo ritornare alla consapevolezza della necessità che il processo di decisione parlamentare si svolga in condizioni di assoluta e reale indipendenza, mantenendo il ruolo centrale che il Parlamento ha rispetto agli altri poteri dello Stato. Dobbiamo allora stringerci attorno ad un impegno comune, al di là di ogni logica di schieramento per ridare centralità al Parlamento e ripristinare la democrazia perché l'Italia di questo ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto desidero formulare un sentito e doveroso ringraziamento al Presidente della Camera, all'Ufficio di Presidenza tutto, ai Vicepresidenti, ai segretari, ai Questori, al Segretario generale e a tutto il personale della Camera dei deputati che assiste quotidianamente, con straordinaria professionalità e dedizione, la nostra attività.

Un personale che permette a questa istituzione di essere un'istituzione di eccellenza e che ha contribuito, con il proprio lavoro e con il proprio spirito di sacrificio, ad affrontare l'emergenza di questi difficilissimi mesi in cui la Camera dei deputati non ha mai smesso di funzionare, è sempre rimasta aperta, anche in pieno lockdown, garantendo lo svolgimento delle sedute, la conversione dei provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo e la dialettica Parlamento-Esecutivo, mai così delicata e fondamentale come in questo momento, garantendo, al contempo, di operare in condizioni di sicurezza in uno dei periodi più difficili della storia del nostro Paese.

Anche quest'anno, lo ha ricordato il questore Fontana, questa struttura di eccellenza ha raggiunto gli obiettivi di riduzione delle spese e di ottimizzazione del funzionamento dell'istituzione. Nel 2020 la Camera dei deputati restituirà al bilancio dello Stato la somma di 80 milioni di euro. Si tratta di un risultato conseguente alla politica di contenimento e di razionalizzazione della spesa intrapresa da tempo dalla nostra istituzione. Si tratta, quindi, della conferma degli esiti positivi della politica di bilancio, avviata già da due legislature, che ha consentito, per un verso, di riportare la spesa della Camera dei deputati ad un livello sostanzialmente corrispondente alla riduzione, da noi stessi disposta, della dotazione di richiesta al bilancio dello Stato e, per altro verso, di restituire a quest'ultimo quote sempre più elevate delle risorse non utilizzate. Dal 2013 la Camera ha, infatti, restituito allo Stato in tutto 465 milioni di euro, di cui 200 nella scorsa legislatura e 265 in quella in corso.

Nel 2019 la spesa complessiva della Camera, al netto di quanto restituito al bilancio dello Stato, sarà inferiore rispetto all'anno precedente di 1,2 milioni di euro. La spesa della Camera, che nel 2011 ammontava a 1.108 milioni di euro, nel 2020 sarà pari a 958,3 milioni di euro, con una riduzione di 149,7 milioni di euro: numeri importanti. Di anno in anno, dunque, la spesa sostenuta dal bilancio dello Stato per la Camera dei deputati in termini di cassa si è ridotta in termini sempre più cospicui. Per quanto riguarda la spesa per i deputati, la proroga fino a tutto il 2022 delle misure di blocco e di riduzione dell'indennità parlamentare e dei principali rimborsi determina ogni anno un minor onere rispetto all'andamento tendenziale della spesa pari a circa 40 milioni di euro, mentre, relativamente alla spesa previdenziale per i deputati cessati dal mandato gli assegni vitalizi erogati agli aventi diritto si riducono, nel 2020, di un importo complessivo di 46,2 milioni di euro. Sulla spesa previdenziale per il personale in quiescenza, infine, le pensioni erogate si riducono, nel 2020, di circa 20 milioni di euro, per effetto del recepimento da parte dell'Ufficio di Presidenza della Camera delle disposizioni della legge di bilancio per il 2019.

Il bilancio della Camera dimostra quindi, ancora una volta, quanto alto sia il senso di responsabilità di questa istituzione di fronte all'esigenza di razionalizzare e contenere i costi della politica, a dispetto di quanto spesso parte di questo Parlamento comunichi al di fuori, all'esterno, generando così, in maniera sbagliata e anche controproducente, sfiducia verso le istituzioni. Possiamo quindi rivendicare con orgoglio il fatto che la nostra istituzione si pone come modello, anche rispetto ad altre amministrazioni dello Stato, nel rigore e nel contenimento della spesa, quindi anche nel rispetto dei cittadini. Anche in questo modo si contribuisce a colmare quella distanza tra cittadini e rappresentanza politica che tanto danneggia l'autorevolezza e la stabilità stessa delle istituzioni democratiche. E se è vero che i tagli non possono essere sempre crescenti - lo scorso anno il risparmio ammontava a ben 100 milioni di euro -, la spesa corrente continua ad essere contenuta, ed i dati registrati nei documenti di bilancio all'esame dell'Aula consentono di affermare che sussistono le condizioni perché in tale direzione possa procedersi anche negli esercizi a venire, consolidando la politica di buona amministrazione che è stata perseguita sino ad oggi e che si intende sviluppare ulteriormente nel prossimo futuro.

Forza Italia non può che dirsi soddisfatta. Non ci stancheremo di ribadire che siamo stati noi, con il secondo Governo Berlusconi, nel 2011, ad avviare la stagione dei tagli ai costi della politica, bloccando le indennità ed abolendo i vitalizi. È importante, quindi, rilevare come si tratti di risparmi che vengono da lontano. Il centrodestra, sin dalla XVI legislatura, ha infatti fatto da battistrada per una nuova tendenza nella gestione dell'amministrazione della Camera. Siamo, quindi, nel bel mezzo di un percorso virtuoso, con una politica di contenimento dei costi, di diminuzione delle spese e anche di razionalizzazione dei costi all'interno del palazzo.

Al Presidente Fico, ai questori - e mi permetta, Presidente, di rivolgere un sentito ringraziamento in particolare al nostro questore Gregorio Fontana -, va infatti ascritto il merito di avere continuato in questa opera, con equilibrio, con buon senso, con accortezza, facendo diventare la riduzione della spesa costante e quasi strutturale, perché interviene ormai ogni anno e dimostra che proprio l'assemblea dei deputati rappresenta un esempio di spending review riuscita, a differenza, purtroppo, di altre amministrazioni dello Stato che non registrano risultati così virtuosi, e la collega Lucaselli ha fatto, in materia, alcune considerazioni che condivido.

Va rilevato, però, che in questi anni di tagli sono state prese misure drastiche, con un dato su tutti: rispetto al 2012, a Montecitorio lavora il 30 per cento delle persone in meno. Proprio su questo fronte, lo scorso anno, anche a seguito dell'accoglimento di un ordine del giorno presentato dal collega Baldelli e dal gruppo di Forza Italia al bilancio della Camera, si è proceduto all'approvazione dei bandi di concorso. Quest'anno, quindi, dopo 15 anni, si sono avviati i nuovi concorsi, che sbloccheranno il turnover e offriranno alle nuove generazioni l'opportunità di inserirsi in un'amministrazione di eccellenza come quella della Camera dei deputati. È necessario, però, ribadire l'importanza di procedere con i tagli senza farsi condizionare dalla demagogia, controllando la spesa senza compromettere la funzionalità degli organi. La democrazia, infatti, ha un costo, ed è nostro dovere garantire il miglior funzionamento dell'istituzione parlamentare, alla quale la Costituzione assegna il compito supremo di espressione della sovranità popolare, anche se non meno importante è il dovere di dimostrare sobrietà, rigore e parsimonia, che i cittadini si attendono da chi oggi li rappresenta.

Non bisogna, infatti, dimenticare di investire sulle spese che garantiscono il funzionamento dell'organo, i servizi ai deputati e, quindi, ai cittadini, che essi sono chiamati a rappresentare, senza compromettere in alcun modo la funzionalità e l'efficienza del procedimento legislativo, che va preservato in quanto nucleo fondamentale della rappresentanza parlamentare e della nostra democrazia. Bisogna, quindi, continuare ad incidere sulla spesa non necessaria, garantendo funzionalità, servizi e sicurezza. Oltre che a razionalizzare il funzionamento della Camera, teniamo a ribadire che i risparmi ottenuti sono finalizzati anche a liberare risorse per i cittadini. Da diversi anni, in particolare anche grazie all'iniziativa e all'impegno profuso dal gruppo di Forza Italia e dall'onorevole Simone Baldelli con il consenso di tutte le forze politiche rappresentate in quest'Aula, i risparmi della Camera, che sono stati restituiti allo Stato, sono stati destinati al sostegno ai territori e alle popolazioni duramente colpite dagli eventi sismici del centro Italia, iniziati a far data dal 14 agosto 2016, la cui opera di ricostruzione è ancora fortemente rallentata, con conseguenze pesantissime per i cittadini e l'economia locale.

Anche quest'anno, con lo stesso spirito, la Camera ha voluto mantenere un filo di dialogo e di collaborazione con le zone colpite dal terremoto: lo scorso 9 luglio l'Aula si è espressa per vincolare in maniera tangibile una parte delle risorse ottenute grazie ai risparmi di Montecitorio, offrendo un piccolo segnale - mai abbastanza per queste zone ancora martoriate dagli eventi sismici degli anni scorsi - per concorrere fattivamente e concretamente al sostegno delle popolazioni colpite. Lo scorso 9 luglio, l'Assemblea ha, infatti, già approvato un ordine del giorno al “decreto Rilancio”, a prima firma Baldelli e sottoscritto dai rappresentanti di tutte le forze politiche, che impegna il Governo ad assumere iniziative normative al fine di destinare la metà delle risorse restituite dalla Camera dei deputati al bilancio dello Stato nell'anno 2020 alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. La stessa Assemblea ha, poi, impegnato il Governo a destinare l'altra metà delle risorse a misure premiali di natura finanziaria a beneficio di tutto il personale sanitario impiegato in prima linea per fronteggiare gli effetti devastanti del contagio da virus COVID-19 sulla popolazione italiana; un intervento doveroso, condiviso da tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza e dai capigruppo di tutte le forze politiche, che vuole offrire profonda riconoscenza e sostegno a quanti hanno affrontato questa terribile emergenza sanitaria anche a costo della propria vita. Il gruppo Forza Italia voterà convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, inizio questo intervento a nome del MoVimento 5 Stelle sottolineando che la Camera dei deputati è riuscita nuovamente nel suo intento di contenimento della spesa, come dimostrano i dati del consuntivo 2019. La Camera ha, infatti, ottenuto quest'anno un risparmio di 52 milioni, che, insieme ai 28 degli esercizi precedenti, ci danno la possibilità di restituire allo Stato circa 80 milioni di euro.

È un risultato che si deve a una gestione ovviamente virtuosa e di questo non posso far altro che ringraziare lei, Presidente Fico, l'Ufficio di Presidenza ed anche il Collegio dei questori. Ottanta milioni restituiti ai cittadini, come deciso pochi giorni fa da due ordini del giorno bipartisan che dividono a metà le risorse e le destinano, rispettivamente, ai terremotati, alle popolazioni colpite dal terremoto, alle quali nel corso degli anni abbiamo destinato in maniera unanime, devo dire, circa 350 milioni delle risorse, dei risparmi della Camera dei deputati - questo è un atto che, in un qualche modo, accompagna le parole di tanti interventi quando subentra questo tema e che, quindi, testimonia quanto la Camera dei deputati, in questo senso, sia sempre vicina a chi ha subito delle disgrazie come quelle del terremoto - e l'altra metà, ovviamente, va a gratificare, per quanto possibile, i protagonisti dei precedenti tre mesi, ovvero chi ha lottato in prima linea contro il COVID, chi ha messo la vita dei malati che gli stavano davanti ancor prima della propria, quindi a rischio, per far fronte a quella che è stata una pandemia che ha distrutto in un certo senso la nostra economia, ma che, grazie al loro intervento, siamo riusciti a contenere da un punto di vista virale, ma soprattutto ad essere un esempio nel mondo proprio grazie a queste persone. Dunque un segnale importante e per questa iniziativa ringrazio i colleghi D'Uva, Baldelli e ovviamente tutte le forze politiche che la hanno appoggiata. Voglio sottolineare che la Camera complessivamente ha fatto delle restituzioni in queste due legislature che ammontano a 465 milioni di euro: 200 milioni di euro nella passata legislatura e 265 in questa legislatura. Ovviamente, è una tendenza di lungo periodo che, a mio modo di vedere, coincide con l'entrata in Parlamento del MoVimento 5 Stelle nel 2013 e che si è ulteriormente consolidata con la Presidenza Fico. Come MoVimento 5 Stelle, quindi, possiamo essere e ci riteniamo soddisfatti di questi risultati che, in qualche modo, ricalcano un po' il motivo della nostra presenza - parlo come MoVimento 5 Stelle - in queste istituzioni, ovvero la nostra missione, che è un po' quella, dall'inizio, di riavvicinare la politica, con dei segnali, con degli esempi che nella vita sono importanti, alle istituzioni.

Mi soffermo ancora un po' su dei dati, non per annoiare chi ci osserva, ma perché probabilmente le cose belle vanno anche un po' raccontate e quindi, in questo senso, sempre in ottica di spending review della Camera, segnalo le misure di riduzione in materia di indennità parlamentare e di rimborsi ai deputati che l'Ufficio di Presidenza, nel dicembre 2019, su proposta del Collegio dei questori, ha prorogato ulteriormente fino al 31 dicembre 2022, ottenendo una minore spesa, tendenzialmente pari a 40 milioni di euro. Anche per il 2020 la spesa per i deputati cessati dal mandato si riduce di 46 milioni di euro, grazie alla rideterminazione con il metodo contributivo dei vitalizi, attuata con la delibera dell'Ufficio di Presidenza del 2018. La spesa per il personale dipendente quest'anno risulta sostanzialmente stabile, ma va ricordato che su questa voce, dal 2013, c'è stata una riduzione di quasi 60 milioni di euro, circa il 22 per cento; ciò a conclusione di un percorso di diminuzione del personale della Camera dei deputati da 1500 dipendenti nel 2013 a circa 1000 nel 2019, a causa ovviamente del blocco del turnover. Nonostante ciò, l'amministrazione della Camera ha garantito che non ne risentisse il nostro lavoro, ovvero il regolare svolgimento delle funzioni parlamentari, ed è stato fondamentale far ripartire i reclutamenti dopo quasi 15 anni.

All'investimento per i nuovi concorsi si accompagna sempre la dovuta attenzione al contenimento delle spese: per esempio, con una delibera del Collegio dei Questori del 2019 è stato soppresso ogni compenso riconosciuto, a qualsiasi tipo, al personale dipendente chiamato a far parte delle Commissioni esaminatrici o a collaborare in occasione dello svolgimento dei concorsi. Importanti misure sono state prese anche in tema di pensioni del personale in quiescenza con il recepimento dell'ordinamento interno delle disposizioni che prevedono i tagli alle cosiddette pensioni d'oro per la durata di cinque anni, un segnale importante che comporta un risparmio annuo all'erario pubblico di circa 20 milioni di euro. Il MoVimento 5 Stelle, come tutti sanno ormai, per quanto riguarda il contenimento delle spese, del taglio degli sprechi ne ha fatto una battaglia non solo qui dentro, ma anche nelle amministrazioni che governa; basti vedere i bilanci anche delle città che, sotto la guida del MoVimento 5 Stelle, hanno avuto un beneficio di bilancio, ma, ovviamente, questo è sempre avvenuto per quanto riguarda l'interesse pubblico.

Tuttavia, il nostro gruppo non si ferma solo al risparmio: le stelle che sono nel nostro simbolo hanno un significato profondo per noi e, anche in questo senso, dettano quella che potrebbe essere, quella che è sostanzialmente l'agenda dei prossimi anni. Quindi, il MoVimento 5 Stelle, in questo, promuove anche iniziative in favore dell'ambiente, della sostenibilità, ma anche della tecnologia e, a testimonianza di questo, sta il fatto che, in questa legislatura, si è compiuta quella che è la campagna “plastic free”, che è stata anche un faro per quanto riguarda il Ministero dell'Ambiente a guida Costa, con cui, in questa sede, sono stati eliminati i contenitori di plastica monouso per l'acqua da tutte le aree di ristoro dei palazzi della Camera. Una campagna da cui sono state attivate altre pratiche virtuose attraverso la messa a disposizione nei palazzi degli erogatori d'acqua pubblica, l'applicazione sistematica in tutti i bandi di gara di quelli che sono i criteri ambientali minimi, la diminuzione dell'uso della carta grazie al processo di dematerializzazione degli atti e l'acquisto per il 99,6 per cento di carta per copie riciclata.

Per quanto riguarda l'efficientamento e la modernizzazione dell'amministrazione, va evidenziato, come dicevo prima, il percorso di digitalizzazione, che è stato intrapreso e che sta proseguendo con determinazione anche e, soprattutto, grazie alla tenacia del Collegio dei questori e su questo ringrazio l'azione del Questore D'Uva. A tal proposito, come dicevo, voglio ringraziarlo del lavoro svolto, anche perché, essendo stato capogruppo, sa perfettamente quanto una digitalizzazione in questo senso della Camera dei deputati può aiutare il lavoro dei gruppi. Si registrano, infatti, alcuni passi avanti: si possono inviare gli atti di sindacato ispettivo e le proposte di legge per via telematica; è in corso una sperimentazione, in alcune Commissioni permanenti, di un sistema che consenta di informatizzare la fase di voto degli emendamenti, una possibilità che, oltre a migliorare il lavoro di noi deputati e degli uffici, promuove, nella sua applicazione finale, la trasparenza, quella trasparenza che, spesso, è stata chiesta nella nostra azione politica dalla cittadinanza. Si sta lavorando anche alla digitalizzazione dell'invio degli emendamenti e degli ordini del giorno: anche in base a quello che è stato il lavoro dell'ultimo decreto, si capisce che se ne ha bisogno e che ha visto presentare circa 450 ordini del giorno (parlo del “decreto Rilancio”). Insomma, un programma per step che renderà il lavoro dei deputati e dei gruppi parlamentari non solo migliore, ma anche più trasparente, che è quello che chiedevamo all'inizio della nostra storia politica, e, soprattutto, valutabile nelle sue fasi, come già hanno potuto constatare concretamente i colleghi degli uffici durante l'esame in Commissione del “decreto Rilancio”.

Mi avvio a conclusione, ma, prima di farlo, vorrei ricordare un ordine del giorno di bilancio nel 2019, quello che era stato accolto dal Collegio dei questori e che aveva - me lo ricordo bene - sollevato un dibattito importante in quest'Aula: parlo dell'ordine del giorno a firma Carinelli, della nostra collega, sull'individuazione di quelli che erano gli spazi idonei all'allattamento nelle immediate prossimità dell'Aula.

Ecco, sono felice in questo senso, perché mi ricordo benissimo anche l'autenticità e il trasporto di quel dibattito e, da qualche mese, è stata individuata e attrezzata una stanza per le neomamme nel corridoio semicircolare inferiore. Purtroppo - ovviamente, questo a causa dell'emergenza COVID -, non è stato ancora possibile inaugurarla, ma, con il ritorno alla normalità, questo spazio consentirà, quindi, alle deputate e mamme - a cui vanno i miei e i nostri auguri - di conciliare al meglio la maternità con la partecipazione ai lavori d'Aula, come chiedeva in tal senso quell'ordine del giorno. Quindi, ringrazio, a nome del gruppo Movimento 5 Stelle, la Presidenza, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori per il loro lavoro fin qui svolto: questa è la strada giusta per poter rendere più sostenibile, più moderna, più trasparente, ma, soprattutto, per riavvicinare la Camera dei deputati, come detto prima, ai cittadini, perché, nei precedenti anni - e, forse, questo ha determinato anche la nostra entrata nelle istituzioni - questi valori si erano un po' persi, ma, con questa azione che voi state portando avanti, si sta riacquistando e di questo vi ringrazio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Io occuperò poco tempo anche perché ho condiviso e condivido tanti, direi quasi tutti gli interventi che mi hanno preceduto. A nome del gruppo, che evidentemente voterà a favore di questo provvedimento di bilancio, volevo sottolineare intanto l'impegno dei Questori: lo dico perché non era scontato, lo dico perché non era semplice, lo dico perché tutti quanti abbiamo imparato ad abbracciare una situazione nella quale non avremmo mai voluto o pensato di capitare.

Contesto quanto ha detto la collega Lucaselli, perché il Parlamento ha sempre lavorato, in presenza o, per come si poteva, in remoto. La questione della centralità del Parlamento non c'entra nulla con quanto è successo, quello è un principio che va recuperato e sul quale si deve intervenire qualora ci fosse il dubbio che questo tema venisse a mancare, ma, nella realtà dei fatti, in questi mesi, che sono stati mesi molto, molto particolari, il Parlamento ha lavorato, e tutti lo sanno, nelle forme in cui si poteva evidentemente fare, anche per evitare, appunto, fenomeni di contagio che potevano assolutamente capitare all'interno dell'emiciclo, del palazzo della Camera.

Vorrei sottolineare anche l'impegno degli uffici, che è stato tanto, lo dico perché, in quanto membro dell'Ufficio di Presidenza, lo so. È chiaro che questo periodo ci impone, ci imporrà una riflessione, una condivisione su obiettivi anche nelle modalità di lavoro futuro, a fronte di una discussione in Ufficio di Presidenza, in particolare all'interno del Comitato per il personale, in cui, evidentemente, il tema del lavoro a distanza sarà un tema che dovremo affrontare, nelle forme che vorremo affrontare, ma che sarà, per forza, parte di una agenda che impegnerà l'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei questori e anche il Comitato per il personale, perché da questa esperienza non siamo ancora usciti ed è chiaro che sarà un elemento di assoluta rilevanza anche nell'ipotesi di riorganizzazione del lavoro, di efficienza del lavoro e di fattibilità di un lavoro sicuro per tutti. Quindi, sottolineo il fatto che, al di là dell'ordine del giorno Baldelli, in questa legislatura, di cui ho l'onore di far parte come membro dell'Ufficio di Presidenza, si è lavorato in tante direzioni: si è lavorato all'interno dell'Ufficio di Presidenza, ovviamente del Collegio dei questori, del Comitato per gli affari del personale; i concorsi sono stati una volontà politica condivisa da tutto l'Ufficio di Presidenza, da tutto l'Ufficio di Presidenza di tutti i colori politici, dopo tanti anni. Lo dico al collega dei 5 Stelle: è vero che la spesa per il personale dal 2013 è scesa, ma è anche aumentata la spesa previdenziale, in un contesto che, però, ha messo in evidenza quanto la riduzione dei numeri dei dipendenti della Camera, oggettivamente, avrebbe potuto mettere e ha messo in difficoltà i lavori e il funzionamento generale della Camera. Per questo sono stati fatti i concorsi, adesso interrotti in ragione, evidentemente, di condizioni di non praticabilità di questi concorsi, che sono molto, molto partecipati.

Quindi, anche su questo ho presentato un ordine del giorno, ma un ordine del giorno è soltanto “decorativo” da questo punto di vista, nel momento in cui anche all'interno del Comitato del personale si è già parlato di provare, nel modo in cui si potrà, a recuperare qualche tappa relativa al percorso che era stato delineato in Ufficio di Presidenza per i concorsi, e quindi credo che su questo siamo tutti d'accordo. Come gruppo parlamentare, noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di dare rilevanza a una spesa di qualità; questo fa parte anche del dibattito che abbiamo avuto l'anno scorso all'interno dell'Ufficio di Presidenza, ma lo diciamo tutti, quindi una spesa di qualità, evitare gli sprechi, andare a intervenire laddove ci sono, lo state facendo in maniera egregia, e soprattutto, quindi, garantire l'efficienza del sistema.

Un tema a noi molto caro, ma il Questore Fontana lo ha ricordato, lo ha ricordato nella discussione dell'anno scorso, è quello della dignità del lavoro. Se ne è parlato in Ufficio di Presidenza, laddove, al di là del fatto che personalmente, per mia formazione culturale e mentale, non sono un grande sostenitore di forme di esternalizzazione, quindi l'invito che faccio sempre in tutti i contesti in cui mi trovo è a far vedere, invece, forme di reinternalizzazione di alcune forme di lavoro, ma questo lo dico sempre, e la dottoressa Pagano lo sa, infatti mi sta guardando. Però, la centralità di quello che voglio dire è che la Camera deve essere l'esempio di quella che è la dignità dei lavoratori e del lavoro; quindi, le iniziative che il Collegio dei questori, di concerto con l'Ufficio di Presidenza, ha messo in campo, anche per ovviare a delle storture che negli anni evidentemente si erano formate, in termini di lavoratori in forza a ditte esterne, che svolgevano orari di lavoro limitatissimi, quindi con tutte le problematiche conseguenti in termini di reddito individuale e familiare. Sono tutte cose sulle quali mi fa piacere dire che si è pensato e si continuerà a pensare nel segno appunto dell'esempio che, secondo me, anche da questo punto di vista, la Camera deve dare, al di là, poi, del lavoro che insieme al Comitato per il personale si sta facendo per cercare a livello di contrattazione con i dipendenti, per un lavoro non certo facile, ma anche per cercare di dare efficienza al sistema e cercare soprattutto di valorizzare, attraverso o limature o aggiustature di istituti giuridici, contrattuali o non, il lavoro che svolgono i dipendenti all'interno della Camera. Questo è un lavoro su cui ci siamo presi un impegno, è un lavoro che non si vede, ma un lavoro che c'è, e sul quale tutti i membri - lo posso dire, ancorché con sfumature caratteriali diverse, sapete a cosa mi riferisco - si stanno impegnando, e questo fa parte comunque, secondo me, di una condizione consapevole degli obiettivi che si devono avere, nel rispetto, ripeto, del lavoro e nella consapevolezza del ruolo che ciascuno di noi deve ricoprire all'interno del sistema Camera. Chiudo su un ordine del giorno che ripresenterò mi sembra per la terza o quarta volta, qualcuno lo ha detto prima di me. Lo dico e faccio un intervento solo perché spero che questa sia la volta buona, e mi rivolgo in modo particolare al Presidente Fico, perché è un ordine del giorno che so che non presenterò solo io, ma lo presenteranno anche altri, quello relativo agli assistenti dei parlamentari; ancora oggi, nonostante, comunque, l'accoglimento in passato di ordini del giorno, evidentemente Camera e Senato non hanno ancora provveduto a riconoscere tali figure professionali e a disciplinare il rapporto che intercorre tra i parlamentari e questi professionisti.

Questo è un tema che c'è, che esiste, esisteva nella scorsa legislatura, esiste anche in forme magari non troppo evidenti, ma che mostrano evidentemente che il problema c'è nel momento in cui i contributi di questi professionisti non vengono pagati oppure, addirittura, ci sono fenomeni di anomalia nella corresponsione delle retribuzioni. Lo dico soltanto perché è un tema su cui siamo già entrati negli scorsi anni, è un tema che merita l'attenzione nostra, dell'Aula e dell'Ufficio di Presidenza, ripeto, nella consapevolezza della dignità del lavoro, che deve essere il faro che guida le nostre iniziative all'interno della Camera.

PRESIDENTE. Ed è un tema che, come abbiamo già più volte detto, senza dubbio risolveremo.

È iscritto a parlare il deputato Iovino. Ne ha facoltà.

LUIGI IOVINO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo la dimostrazione che volere è potere, che, quando politicamente le diverse forze politiche, anche all'interno dell'Ufficio di Presidenza, prendono una posizione, e quindi c'è la volontà politica, si possono fare davvero gli interessi dei cittadini italiani. Ci è stato raccontato per tantissimo tempo che fosse impossibile riuscire a tagliare i costi della politica, che, in qualunque momento e con qualunque forma, questa iniziativa non poteva diventare realtà. Siamo riusciti tutti insieme all'interno dell'Ufficio di Presidenza a fare in modo che queste iniziative diventassero realtà, e soprattutto senza ridurre l'efficienza delle istituzioni. La Camera dei deputati ha restituito, anche con quest'anno, circa 80 milioni di euro, che destineremo alle popolazioni terremotate e, soprattutto, agli operatori sanitari che hanno affrontato l'emergenza COVID-19; sicuramente è un'iniziativa molto importante, che testimonia anche l'importanza di un'azione politica nei confronti dei cittadini. E mentre la Camera dei deputati ha anche, qualche tempo fa, ricalcolato l'istituto dei vitalizi, assistiamo nell'altra Camera, al Senato, ad un dibattito ed una riflessione dove si paventa la possibilità di reintrodurre questo privilegio.

Ma veniamo a noi: alla Camera dei deputati, con questo risparmio, si andranno a destinare due tranche da 40 milioni di euro l'una a favore delle popolazioni terremotate, come dicevo prima, e soprattutto degli operatori sanitari, ai quali dobbiamo un doveroso ringraziamento anche per avere la possibilità quest'oggi di esprimere queste parole; eroi al fronte che ci hanno permesso in qualche modo di superare questa crisi che ha travolto il nostro Paese. E allora, Presidente, vorrei ringraziare l'Ufficio di Presidenza, i funzionari, lei per aver portato avanti queste iniziative. Questi soldi e questi risparmi saranno sicuramente apprezzati dai cittadini italiani, perché finalmente c'è un'altra visione di politica, c'è un'altra posizione politica che viene affermata all'interno di questo Paese nell'interesse dei cittadini italiani. Sono segnali che la politica, a mio avviso, deve continuare a manifestare e deve continuare a dare, per ripristinare quel contatto fra i cittadini e le istituzioni, in particolare per i giovani.

E mi permetta, Presidente, vorrei condividere, infine, una riflessione con voi, ma soprattutto un'emozione: è stato davvero un grande orgoglio poter portare avanti queste iniziative all'interno dell'Ufficio di Presidenza; iniziative che, come dicevo prima, faranno in qualche modo ripristinare il contatto fra le istituzioni e tutti i cittadini italiani. Sicuramente questo è l'esempio anche di un'altra politica che è possibile. Grazie a lei, Presidente, grazie all'intero Ufficio di Presidenza e ai funzionari che ci hanno accompagnato in questo percorso.

PRESIDENTE. Si è così conclusa la discussione congiunta. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà tra 5 minuti. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00274 e Zanella ed altri n. 1-00354 concernenti iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00274 e Zanella ed altri n. 1-00354 concernenti iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

Avverto che sono state, altresì, presentate le mozioni Morelli ed altri n. 1-00363 e Serritella, Bruno Bossio, Paita, Stumpo ed altri n. 1-00364 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni. È iscritto a parlare il deputato Mauro Rotelli, che illustrerà anche la mozione n. 1-00274, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, saluto anche il sottosegretario, buon pomeriggio. Siamo particolarmente soddisfatti e anche un po' orgogliosi di aver presentato questa mozione. L'abbiamo presentata perché abbiamo pensato che sia arrivato il momento di fermare una volta per tutte gli equivoci e le indecisioni rispetto alle tematiche che sono affrontate all'interno di questo atto. Stiamo parlando naturalmente di una delle infrastrutture più importanti dell'epoca attuale, della banda larga, in maniera particolare di quanto questa infrastruttura venga definita e individuata come strategica. È proprio questo che poniamo al Governo, Presidente. Intanto l'aspetto di quanto la banda larga e la possibilità di essere connessi siano considerati strategici, soprattutto dopo gli ultimi eventi. La crisi della pandemia ci ha sottolineato come inevitabilmente dobbiamo far fronte a tutta una serie di esigenze attraverso questo tipo di infrastruttura. Un'infrastruttura strategica è un'infrastruttura che viene definita tale nel momento in cui i servizi che vengono offerti al cittadino attraverso di essa diventano dei servizi vitali, indispensabili, sia per i cittadini sia anche per lo Stato. Sono vitali quindi e strategici gli acquedotti, i gasdotti, la rete elettrica, le ferrovie, gli aeroporti o le autostrade, come tanto si sta discutendo in questa fase, ma tantissimo sono strategiche le reti delle telecomunicazioni. Facendo un po' un passo indietro nella storia di questa infrastruttura, occorre ricordare che in Italia avevamo una rete al rame, con investimenti 100 per cento statali. Ricordo quelle che sono le cronache di quegli anni, nei quali la Stet, una parte del gruppo IRI, organizzò questo tipo di infrastruttura e la rese fruibile in tutta Italia; chi gestiva in quel periodo questa infrastruttura era la SIP. Dopodiché abbiamo attraversato un periodo prima di privatizzazioni e poi di liberalizzazioni; questa rete, questa infrastruttura è stata poi messa a disposizione di altri operatori. Sono quindi entrati in campo Fastweb, Omnitel, Tiscali, Wind, tantissimi che si sono dati da fare e hanno proposto le loro attività sulla rete.

Fino a quando poi nel 2006 non è nata Open Fiber. La fibra, Presidente, è alla base inevitabilmente della rivoluzione digitale, dei servizi e delle attività che stiamo vivendo nella nostra epoca. Con la nascita di Open Fiber si immagina un'infrastruttura finanziata e costruita dallo Stato in un ambiente nel quale Cassa depositi e prestiti ed ENEL sono gli azionisti, che praticamente portano direttamente a casa questa infrastruttura che poi viene messa a disposizione dei vari operatori. Ora, siamo in una condizione nella quale questa rete in questo momento, sottosegretario, lei sa molto meglio di me, è doppia: abbiamo una doppia infrastruttura, da una parte TIM e dall'altra parte Open Fiber. Ci sembra tutto questo assolutamente non soltanto antieconomico, ma soprattutto illogico. Dobbiamo cercare di immaginarci a questo punto come uscire fuori da questa situazione di imbarazzo e, come dicevo all'inizio dell'intervento, di indecisione, perché ci stiamo trascinando, forse, da troppo tempo. Sentiamo spesso e volentieri delle interpretazioni, anche da parte del Presidente del Consiglio, delle azioni che verranno messe in campo, ma noi vorremmo attraverso questa mozione non soltanto sviluppare il dibattito nell'Aula, ma portare ad un voto che chiarisca. Che cosa? Chiarisca che per noi, per esempio, per il gruppo di Fratelli d'Italia, ci deve essere una rete unica, una rete all'interno della quale possano essere coperte intanto tutte le porzioni del nostro territorio, e che quindi vengano riconosciuti i giusti diritti di connessione. Una rete statale come fanno Francia e Germania, per esempio, nelle quali questo tipo di infrastrutture sono gestite direttamente dallo Stato e non si sono mai sognati di privatizzarle. Abbiamo presentato questa mozione nella quale parliamo non soltanto di quattro punti che adesso andrò ad elencare, ma anche di clausole di salvaguardia per l'interesse nazionale, affinché ci sia una proprietà pubblica, ma ci possa essere anche un privato che possa gestire, ma in concordato con il pubblico, e tutti gli utili diventino automaticamente investimenti sull'infrastruttura stessa. Naturalmente la mozione di Fratelli d'Italia è per una rete unica, sotto il controllo pubblico, con la massima garanzia per tutti gli operatori delle telecomunicazioni di avere la massima possibilità di erogare servizi e quindi di concorrenza. In maniera particolare abbiamo chiesto di impegnare il Governo ad adottare iniziative per risolvere l'ormai annoso problema delle condizioni di stallo dell'intero settore delle telecomunicazioni italiane, questo stallo che blocca le strategie, le operazioni degli operatori, rallenta gli investimenti e allontana purtroppo anche gli investitori. Nel punto 2 abbiamo chiesto di promuovere, mediante la partecipazione azionaria detenuta da Cassa depositi e prestiti in TIM e in Open Fiber, l'aggregazione dei beni relativi alle reti di telecomunicazioni e tutti gli asset infrastrutturali.

Abbiamo chiesto di impegnare il Governo - e lo chiediamo, attraverso questa mozione - ad adottare iniziative per far sì che la “società della rete”, quella che andrà a gestire quindi questa infrastruttura strategica, possa garantire il corretto utilizzo di fondi pubblici stanziati, perché, poi, nel piano di Open Fiber, ci sono miliardi di euro che vanno per il completamento dell'infrastruttura stessa; non ultimo, ad individuare le forme più adeguate ed avanzate per assicurare la sicurezza e l'integrità delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, proteggendo l'integrità delle informazioni; l'aspetto della sicurezza, Presidente e sottosegretario, è decisamente fondamentale all'interno di questo discorso.

Concludo, dicendo che, se in passato i Governi, i governanti riuscivano a controllare quello che i cittadini leggevano, vedevano o sentivano, attraverso il controllo dell'informazione, questa mozione e questo dibattito vanno, invece, in una direzione diversa che è quella della contemporaneità dove cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee, soprattutto se passano attraverso Internet; è diventato un diritto, un diritto che noi dobbiamo non soltanto garantire, ma dobbiamo appoggiare e difendere anche attraverso l'utilizzo e la definizione di una struttura fondamentale come quella della fibra e della banda larga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Patrizia Marrocco che illustrerà anche la mozione n. 1-00354, che ha sottoscritto in data odierna. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI). Presidente, sottosegretario, quella della digitalizzazione e, di conseguenza, della riduzione del divario digitale costituisce una partita strategica sulla quale si basa il futuro di molti Paesi, non solo quello dell'Italia. Lo sviluppo che il progresso tecnologico ha prodotto sulle reti di telecomunicazione e sul digitale ha già e continuerà ad avere fortissime ripercussioni su molteplici settori, dalla vita quotidiana delle persone al mondo del lavoro, dall'economia a quello della finanza, fino a quello della difesa nazionale.

L'Italia, sul tema della digitalizzazione, dell'accesso ad Internet e del suo uso è, purtroppo, in ritardo rispetto a tanti Paesi europei. Questo ritardo è sicuramente dovuto in parte alla nostra cultura ma anche alla conformazione geografica che ha forti ripercussioni sulle modalità di vita. Penso, ad esempio, all'Estonia, che è il Paese più digitalizzato al mondo e dove già da tempo si utilizza il digitale anche per votare alle elezioni; certamente, mettere in rete un Paese che, con 1,3 milioni di abitanti, ha una popolazione inferiore alla città di Roma è molto più facile rispetto ad uno che ha 60 milioni di abitanti. Ma che l'Italia si trovi a partecipare ad una corsa, nella quale parte da blocchi di partenza che noi stessi abbiamo posizionato più indietro rispetto agli altri, è un dato di fatto. Su questo cito i numeri che abbiamo riportato nella mozione presentata da Forza Italia: l'Italia figura, infatti, al ventiquattresimo posto fra i 28 Stati membri dell'Unione europea nell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione Europea per il 2019. Il quadro preoccupante della situazione del nostro Paese è confermato dall'IMD, World Digital Competitiveness Ranking, che misura la competitività digitale, analizzando competenze e capacità di adottare le nuove tecnologie come fattore di crescita economica e sociale in 63 Paesi. L'Italia figura al quarantunesimo posto, la Germania al diciassettesimo, l'Irlanda al diciannovesimo, la Francia al ventiquattresimo e la Spagna al ventottesimo.

Secondo l'indice DESI 2019 la connettività resta insufficiente, nella media europea, per far fronte alla crescente domanda di banda larga veloce e ultraveloce. Il 60 per cento delle famiglie europee ha accesso alla connettività ultraveloce di almeno 100 megabit per secondo ed è in aumento il numero di abbonamenti alla banda larga. L'Italia si colloca al diciannovesimo posto per connettività con una percentuale del 57,6 per cento e con un significativo miglioramento rispetto all'indice DESI del 2018, dovuto anche alla preparazione del 5G. Il superamento della media UE (dell'83 per cento) è stato raggiunto con la copertura della banda larga veloce, raggiungendo il 90 per cento delle famiglie. Viceversa, nonostante un lieve tasso di crescita, per la banda larga ultraveloce l'Italia si colloca tra i Paesi con maggior ritardo con una percentuale di utenti serviti del 24 per cento, contro il 60 per cento della media europea (27° posto).

C'è un evidente e a questo punto gravissimo ritardo nelle opere di infrastrutturazione della fibra; nelle cosiddette aree bianche, quelle che sono definite a fallimento di mercato, la strategia scelta è stata quella di sostenere, tramite fondi nazionali e fondi comunitari, un modello di intervento diretto, autorizzato dalla Commissione europea ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato. I bandi svolti tra il 2017 e il 2019 li ha vinti tutti lo stesso soggetto che, come tutti sanno, è Open Fiber. Purtroppo, il giudizio che si deve dare del lavoro svolto finora è quello della presa d'atto di un fallimento di vaste proporzioni e sul quale, forse, si dovrebbe iniziare a riflettere se non sia necessario un intervento correttivo che consenta di recuperare il tempo che in questi anni è stato perso. Questo giudizio, che potrebbe sembrare eccessivamente duro e ultimativo, purtroppo, non è una mia opinione personale e non è neppure dettato da una valutazione politica di Forza Italia, è un dato che emerge dai numeri, ma è un giudizio, questo sì, tranciante, che è stato ribadito più volte dal Ministro Patuanelli, sia in dichiarazioni di stampa che nel corso di audizioni parlamentari. È una valutazione negativa che ha asseverato e probabilmente ispirato, vista la vicinanza e l'influenza che ha sullo stesso Ministro, il nuovo amministratore delegato Infratel Marco Bellezza. Il piano avrebbe dovuto essere implementato fino all'80 per cento entro il 2020, ma se arrivassimo al 40 per cento saremmo già autori di un'accelerazione forte, perché, ad oggi, solo 80 comuni sono stati collaudati su oltre 6 mila. Così, il Ministro Patuanelli fotografa lo stato dell'arte sull'infrastrutturazione della fibra nelle aree bianche, nel corso di un'audizione al Senato. E questi sono i numeri che fornisce Infratel, la società in house del Mise. La progettazione definitiva a livello nazionale riguarda l'85 per cento dei comuni. Per quanto riguarda la progettazione esecutiva il dato si abbatte al 42 per cento; l'infrastrutturazione della fibra è stata conclusa solo in 248 comuni su un totale di oltre 6 mila e i lavori collaudati si attestano a 69 totali. Sono numeri sui quali bisogna riflettere e sulla base dei quali, tra gli impegni della nostra mozione, prevediamo anche la possibilità di commissariamenti per i casi più gravi o la possibilità di interventi a sostegno di altri soggetti in aggiunta all'aggiudicatario dei lavori.

L'epidemia di COVID-19 e il lungo periodo di lockdown ad essa conseguente hanno fatto riversare milioni di persone sulla rete e sulle connessioni, non solo per passare il tempo delle lunghe ore chiusi in casa, ma, in molti casi, per svolgere la propria attività lavorativa in modalità smart working, oppure per continuare ad andare a scuola nelle possibilità date. Questa situazione, certamente eccezionale e imponderabile, ha comunque mostrato delle criticità che c'erano da prima e di cui nessuno si era accorto, oppure, in alcuni casi, sulle quali le segnalazioni non erano state prese in considerazione. Su questo specifico punto mi permetto una breve digressione che riguarda la situazione in cui si trovano alcuni comuni montani o confinari con altri Stati dove, sempre per la questione delle zone a fallimento di mercato, non solo non c'è la connessione, ma non c'è neppure la linea telefonica mobile e l'unico strumento di comunicazione è il telefono fisso, come cinquant'anni fa. Ma qualcuno si è posto il problema di come questi nostri concittadini, molti anche della regione Lombardia, hanno passato il lockdown?

Tornando al tema, la necessità di lavorare da casa, di studiare, di seguire le lezioni da casa, in alcuni casi, e, per i più piccoli, di provare a festeggiare un compleanno insieme ai compagni, collegati su Skype o su Zoom, ha posto il problema delle fragilità delle connessioni oppure della lentezza di queste, mentre, in non pochi casi, si è posto il problema di possedere o non possedere un PC per svolgere determinate funzioni, oppure di possederne uno solo da utilizzare in più persone. Tutto ciò - in prospettiva di un ritorno, si spera il più presto possibile, alla normalità - non deve essere dimenticato, ma, nei limiti del possibile, di ciò si deve far tesoro e agire di conseguenza. Penso ai voucher e a quel piano di incentivi nei confronti di famiglie, scuole e imprese di cui si parla dal 2017, ma sui quali, in concreto, non si vede una risorsa. Anche su questo, in tempi non sospetti, Forza Italia è stata profetica, direi fin troppo, con due risoluzioni in Commissione trasporti che sollecitavano il Governo ad intervenire su questo fronte, per sbloccare le risorse. Ultimamente c'è stata una riunione del CoBUL, che è intervenuta proprio su questo aspetto, dove le risorse da destinare ai voucher per la connessione sono state implementate, in particolare per quanto riguarda il piano scuola.

Non c'è dubbio che si tratti di un fatto positivo, ma ora quello che conta è arrivare, finalmente e in tempi brevi, all'erogazione effettiva di queste risorse, perché altrimenti anche l'aumento, previsto, rimane in quel campo virtuale, che ormai perdura da troppi anni su questo fronte.

C'è un altro tema che Forza Italia, in occasione di questo dibattito sulle mozioni, ha voluto affrontare - lasciatemi dire senza peli sulla lingua - anche con un po' di coraggio delle proprie idee. Sto parlando del 5G e delle emissioni elettromagnetiche, perché sul 5G, nel partito di maggioranza relativa di questo Parlamento, il MoVimento 5 Stelle, va in scena un gioco delle parti, una sorta di doppiezza che farebbe impallidire la doppiezza storica, di cui è stato tacciato il PCI di Togliatti, agli albori della Prima Repubblica.

I colleghi dei 5 Stelle che siedono in Parlamento e anche al Governo, sono in gran parte sinceri sostenitori dello sviluppo di questa fondamentale tecnologia. La sottosegretaria Liuzzi ne è un esempio, in questo senso. Però, ci sono i territori e ci sono pure i sindaci. Qui la base del partito, gli eletti nei consigli comunali e regionali e soprattutto i loro sindaci, la vedono in modo opposto: paventano danni alla salute, di cui non vi sono evidenze scientifiche, e i sindaci bloccano, con proprie ordinanze, l'installazione di ripetitori e antenne.

A livello europeo i limiti previsti per le emissioni elettromagnetiche oscillano in un range tra i 41 e i 58 Volt/metro. In Italia il limite è fissato a 6 Volt/metro e, nonostante ciò, si grida al pericolo 5G. Con un nostro impegno vogliamo provare a fare un'operazione verità, proponendo una revisione dell'attuale limite, previsto in Italia per le emissioni, e delle linee guida, delle regole uniformi, per l'installazione di impianti a trasmissione 5G, che siano uguali da Aosta a Palermo. Vedremo, dunque, ad iniziare dal parere che il Governo vorrà formulare, quali sono le reali posizioni sul 5G, alla prova dei fatti.

Last but not least , l'argomento che è appunto al centro del dibattito e del dibattito pubblicistico: il modello che la rete di telecomunicazioni deve avere, rete unica wholesale only, verticalmente integrato o meno. Le posizioni sono note da tempo. Ci sono state prese di posizione di diversi esponenti del Governo, tra cui quella del Ministro dell'Economia Gualtieri.

Sul punto, Forza Italia parte da un dubbio e da una certezza. Il dubbio, come sempre e come avviene negli spiriti liberali, nasce dalla constatazione della realtà dei fatti. C'è un solo precedente storico sulla rete unica, che riguarda l'Australia, e non è appunto stato positivo. Certamente sono passati anni, ci sono condizioni diverse, ma non si può non tener conto di questo. La certezza che abbiamo è che, quale sia il modello che si vorrà adottare, bisogna garantire un servizio di qualità agli utenti finali e, per farlo, è necessario garantire la massima concorrenza tra gli operatori attivi nel settore. (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Davide Serritella, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-0364. Ne ha facoltà.

DAVIDE SERRITELLA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, da molto tempo il nostro Paese è impegnato nel perseguimento degli obiettivi della digitalizzazione e della conseguente riduzione del gap infrastrutturale ad essa connesso.

Con l'emergenza epidemiologica da COVID-19, il mercato della banda ultralarga sta subendo un cambiamento enorme. La domanda di connettività è cresciuta in maniera esponenziale, spingendo le connessioni ultraveloci nel nostro Paese. Tra smart working, teledidattica, gaming, social e video l'Italia sta vivendo sempre più on-line, un'esigenza che investe anche le imprese, anche le nostre PMI.

La connettività sta, quindi, diventando sempre più un bene di prima necessità. La rete è diventata un elemento importante della nostra vita. Basti pensare oggi alla spesa on-line, una pratica diventata mainstream in questi ultimi quattro mesi, una tendenza che è destinata ad aumentare nei prossimi anni. La domanda risulta, tuttavia, essere più alta dell'offerta. Non ci sono ancora reti in grado di sostenere la domanda attuale. L'Italia è, purtroppo, molto indietro nella diffusione della banda larga. Siamo in coda nelle classifiche europee del DESI, l'indice di digitalizzazione dell'economia della società. Questo dato è frutto di scelte politiche non lungimiranti, fatte in passato. L'Italia, a partire dal 2015, porta avanti un piano per la banda ultralarga, che punta a fornire all'85 per cento della popolazione una connessione a 100 Mbps, entro la fine del 2020, e una connessione di almeno 30 Mbps a tutti i cittadini. Gli obiettivi di questo piano sono purtroppo stati disattesi. Il tema della banda larga e quello speculare del digital divide costituiscono attualmente il tema dei temi nelle policy per l'innovazione. L'accesso alla rete per tutta la popolazione, Internet ad alta velocità per istituzioni, cittadini e imprese, la possibilità di connettersi dovunque, con qualunque device, sono obiettivi strategici delle politiche, a tutti i livelli di governo.

La connettività a banda larga, così come dichiarato dalla Commissione europea, riveste un ruolo centrale, ai fini dello sviluppo, dell'adozione e dell'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'economia e nella società. L'importanza strategica della banda larga consiste nella sua capacità di accelerare il contributo di queste tecnologie alla crescita e all'innovazione, in tutti i comparti economici, nonché alla coesione sociale e regionale. La banda larga è, quindi, al centro delle politiche di sviluppo e competitività dell'Europa e, al contrario di quanto è avvenuto nel nostro Paese con i Governi precedenti, è stata indicata come investimento prioritario in funzione anticiclica, come acceleratore della ripresa nelle economie depresse dalla crisi mondiale.

Il Governo è già al lavoro, al fine di cogliere appieno le opportunità offerte dal nuovo programma di finanziamento dell'Unione europea, interamente dedicato alla trasformazione digitale per il periodo 2021-2027. Il programma, con un budget di circa 9,2 miliardi di euro, intende accrescere e massimizzare i vantaggi della trasformazione in digitale per tutti i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese dell'Unione europea. Digital Europe contribuirà a sostenere la ripresa dell'Unione europea, duramente colpita dalla pandemia da COVID-19, affiancandosi agli strumenti previsti dal Recovery Plan e dal Green Deal europeo.

C sono tutte le condizioni perché da questa crisi, che è insieme sanitaria ed economica, si possa ripartire con rinnovata energia, per la realizzazione di una rete in fibra ottica future proof davvero capillare, in grado cioè di sostenere servizi sempre più innovativi.

Al momento, secondo i dati Agcom, in Italia il 47,2 per cento delle connessioni è ancora in rame, sebbene in costante calo; mentre la FTTC (Fiber to the cabinet) sta crescendo rapidamente e ora rappresenta quattro connessioni su dieci; l'FTTH (Fiber to the home) è ferma al 6,2 per cento. La situazione delle infrastrutture di telecomunicazioni, in Italia, è quindi piuttosto critica. Il problema del nostro Paese, però, non è limitato soltanto alla dotazione infrastrutturale e alle sue prestazioni, ma anche alla situazione dell'offerta, che è tale da farne la nazione con la più estesa diffusione di aree a fallimento di mercato. La conseguenza è che appena il 21 per cento della popolazione ha la disponibilità di accedere a Internet a più di 30 Mbps, rispetto alla media dei Paesi europei, che ha già raggiunto il 64 per cento della popolazione.

Negli ultimi due anni il Governo sostenuto dal MoVimento 5 Stelle ha finalmente invertito la rotta. Lo Stato è tornato ad avere un ruolo trainante, nel trasformare il nostro Paese in una smart nation.

In conclusione, Presidente, vorrei ribadire fermamente l'importanza che la strategia per la banda larga riveste per la nostra forza politica, affinché sia in grado di programmare investimenti in un settore così strategico, per sostenere l'economia nel breve termine e, nello stesso tempo, con un orizzonte di lungo periodo, dotare il Paese delle infrastrutture essenziali per una crescita economica durevole e sostenibile.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimiliano Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, il messaggio che la Lega vuole trasmettere con questa mozione è univoco: per la banda ultralarga per la rete nazionale delle telecomunicazioni, per la nostra autostrada digitale serve un modello Genova.

L'Italia, le nostre regioni, i comuni della Brianza, che sono chiamato a rappresentare, non possono stare in colonna viaggiando a 5 mega, esattamente come in colonna perenne stanno oggi gli italiani sulle autostrade reali. Il parallelismo è d'obbligo perché in entrambi i casi è mancata una seria programmazione, è mancata strategia, ma soprattutto è mancato il contatto diretto con il territorio, che, se ascoltato, avrebbe saputo fornire fin da subito le risposte. La nostra mozione nasce proprio così, dal contatto diretto e quotidiano con i comuni e con i sindaci dimenticati dal piano varato nel 2015 e che si sarebbe dovuto concludere nel 2020, nasce dall'ascolto delle esigenze delle imprese, che con la fibra devono lavorare, innovare, semplificare e garantire il profitto e posti di lavoro, nasce dal contatto con le scuole, soprattutto quelle che la didattica a distanza non hanno potuto farla perché nelle case di bambini e ragazzi non c'era connettività. La nostra mozione non usa giri di parole: fate presto! La situazione della banda ultra larga nel Paese è drammatica, gli sconfortanti dati forniti dalla cablatura dei comuni ci restituiscono l'immagine di un Paese tecnologicamente arretrato e privo di una visione strategica e non basta ovviamente citare continuamente l'indice DESI, che ci vede al quartultimo posto tra gli Stati membri; basta fare un giro nelle scuole, nelle case e nelle aziende per avere già la pagella pienamente insufficiente. Si pensi, per esempio, alla situazione della Lombardia: a giugno 2020, grazie all'azione di comunicazione sul territorio da parte della regione e alle note di sollecito regionali al Ministero dello Sviluppo economico, risultano sottoscritte 1.161 convenzioni su 1.436 comuni, ma si evidenzia lo stato d'avanzamento progettuale autorizzativo e attuativo solo per 837 comuni, mentre i 324 rimanenti dei 1.161 convenzionati non sono ancora entrati nella fase attuativa. Ma il dato sconvolgente è questo: i comuni terminati ad oggi, dopo cinque anni dall'annuncio della strategia digitale italiana, in Lombardia sono 22. Lo sviluppo tecnologico è un obiettivo nazionale fondamentale, ma oggi è difficile poter parlare di sviluppo quando la situazione appare così compromessa. Ci troviamo dinanzi a questi dati semplici e indiscutibili. La nascita di Open Fiber nel 2015 avrebbe dovuto portare benefici e cablatura del Paese in cinque anni, ma i dati sono quelli che abbiamo raccontato oggi. Un iter autorizzativo e amministrativo farraginoso, figlio di una cultura del sospetto, ha ulteriormente rallentato i lavori all'interno delle pubbliche amministrazioni, che non sono state informate, non sono state finanziate, non sono state accompagnate. La pervicace volontà centralista del Governo nel non coinvolgere sufficientemente le regioni ha costituito un ennesimo fattore di ritardo, come un ennesimo fattore di ritardo è quello della distribuzione dei voucher sbloccati con una risoluzione della Lega, ma ancora fermi. Il Premier Conte non fa altro che ripetere parole chiave, contenute in tutti gli emendamenti e ordini del giorno che la Lega ha presentato fin dall'inizio della legislatura: “innovazione” e “semplificazione”. Eppure tutte le nostre proposte di buon senso sono state bocciate, mentre non possiamo dimenticare i meriti della Lega nell'aver sollecitato l'uso del golden power per la sicurezza della rete, nell'aver liberato oltre un miliardo e mezzo per i voucher per la banda ultra larga che erano fermi dal 2017 e per aver portato sui banchi di scuola l'educazione alla cittadinanza digitale all'interno della legge sull'educazione civica. La sola mancata digitalizzazione della pubblica amministrazione ci costa ogni anno quasi 30 miliardi di euro, due punti di PIL. Non c'è più tempo da perdere. Non ci interessa né puntare il dito sul fallimento del progetto voluto da Renzi nel 2015, né sull'immobilismo del MiSE a guida 5 Stelle, prima con Di Maio e oggi con Patuanelli, e non ci interessa nemmeno rilevare come l'operazione di facciata della creazione di un Ministero per l'Innovazione non abbia dato quell'accelerazione che tutti si aspettavano. Basta perdere tempo: è il momento di agire; una Costituzione economica materiale più rispettosa del libero mercato e una legislazione volta alla rimozione degli ostacoli burocratici sono oggi imprescindibili. In questi giorni l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha rilevato che è indispensabile “promuovere gli investimenti nello sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fissa e mobile a banda ultra larga, tramite rimozione di ostacoli normativi e burocratici inutilmente gravosi, oppure tramite voucher di sostegno economico”. Esattamente quello che la Lega chiede da oltre due anni. Uscite dai Ministeri e parlate con i sindaci, con i cittadini, con le imprese. Nessuno è più disposto ad attendere altri tre anni per vedersi riconosciuto il diritto a una connettività civile. Mentre il Governo è fermo a giocare a tennis tra i proclami di Conte e di Beppe Grillo, il Paese tra l'altro sta agendo da sé e prima o poi andrà anche risarcito. I comuni stanno affidando ai privati la posa della fibra, le principali aziende italiane hanno già cablato in autonomia i distretti industriali, i cittadini, dove è possibile, si sono affidati alla tecnologia FWA per non morire di analfabetismo digitale. Poche settimane fa, sono stati lanciati i servizi ultra broadband di Sky wi-fi e il settore delle telecomunicazioni e della banda ultra larga sta attraendo ogni giorno nuovi operatori. Paradossalmente al Governo manca persino la mappatura reale per capire quale sia l'attuale situazione geografica della banda ultra larga. Cosa chiede allora la Lega? Una rete nazionale federata per la banda ultra larga, che metta a fattor comune l'esistente e consenta di raggiungere, al massimo entro un anno, le parti del Paese orfane persino dei 30 mega, quello che voi chiamereste il reddito di cittadinanza digitale, una convinta adesione all'utilizzo della tecnologia FWA. Nell'ultimo piano di Open Fiber pubblicato da Infratel le unità immobiliari da coprire in FTTH sono scese da 9,6 a 8,4 milioni, mentre quelle da raggiungere in FWA sono salite da 1,6 a 2,2 milioni, lo dice Open Fiber, lo dice Infratel e quindi è il momento di agire, nonostante un ordine del giorno al “decreto Rilancio”, presentato dalla Lega, andasse in questa direzione e sia stato clamorosamente bocciato. Serve - questo lo abbiamo detto tutti e siamo per fortuna tutti concordi - una decisa semplificazione normativa, che non vuol dire esautorare i sindaci dei propri poteri, ma significa concordare un piano per accelerare i lavori, favorendo l'informazione e la formazione all'interno dei municipi e anche in mezzo alla gente, serve una gestione dei dati in ottica nazionale ed europea, ma che veda come attori e gestori principali le regioni, lo sviluppo del 5G nel solco della consapevolezza, della condivisione e della tutela della salute pubblica, così come delineato chiaramente dall'indagine conoscitiva della IX Commissione della Camera, approvata all'unanimità. In chiusura, ci vengono in supporto le parole di Churchill: “L'epoca della procrastinazione, delle mezze misure, del mitigare, degli espedienti inutili, del differire sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell'epoca dove ogni azione causa conseguenze”. E noi queste conseguenze vorremmo finalmente vederle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Ungaro, ne ha facoltà. Se non è presente, s'intende che vi abbia rinunziato. È iscritto a parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, la mozione di Fratelli d'Italia sulla rete unica finalmente arriva in quest'Aula dopo un tempo infinito, dopo mesi di stallo per evitare che creasse ulteriori fratture nella maggioranza. La nostra mozione chiede una rete unica e pubblica per ribadire l'importanza della sovranità digitale, andando ad aggregare, mediante la partecipazione azionaria detenuta da Cassa depositi e prestiti in Tim e in Open Fiber, i beni relativi alle reti di telecomunicazione.

Ebbene, sottosegretario, potrebbe riferire al Ministro Pisano che, sul concetto di sovranità digitale, Fratelli d'Italia ha la primazia, una primazia nata dall'approvazione di un ordine del giorno in quest'Aula, accolto con parere favorevole dal Governo, addirittura ci sembra nella legge di bilancio o su qualche provvedimento successivo, ed è il primo documento che sancisce sia questa definizione in questo Parlamento sia appunto, per quanto riguarda gli addetti ai lavori, nel dibattito nazionale. Sovranità digitale è un concetto fondamentale e noi stiamo perdendo troppo tempo - lo sta perdendo l'Italia, lo sta perdendo l'Europa - rispetto agli scenari di questa nuova geopolitica digitale, che vede la Cina tra le superpotenze fisiche, militari, autoritarie, comuniste - chiamiamola con i nomi che merita - e rispetto a tutte le altre, alla penetrazione che ha la Cina nelle infrastrutture tecnologiche delle reti.

Abbiamo fatto la battaglia sul golden power sia in Copasir, con Adolfo Urso, che qui in Aula per migliorare un decreto che era troppo debole su questo tema. Ci siamo riusciti ma non è bastato, perché poi abbiamo dovuto tornarci, come Parlamento, e rafforzarlo, ma è una contraddizione perché, ancora una volta, questo Governo ha due o tre teste: da un lato, ha sottoscritto le “Vie della Seta”, che permettono una penetrazione, come denunciato dai nostri servizi, nelle nostre aziende, con allegati che sono rimasti ancora segretati rispetto a quelle che sono le possibilità di penetrazione aziendale da parte delle aziende cinesi nell'economia italiana; dall'altra, abbiamo dovuto fare la golden power.

Quindi, le cose sono due: o l'Italia e il Governo italiano hanno scelto di percorrere la strada della sovranità digitale, intesa - e qui sgombriamo il campo anche da un altro fraintendimento - sempre in chiave europea, perché sappiamo perfettamente che un sistema come quello delle telecomunicazioni, per quanto strategico e nazionale (e da qui il senso della nostra mozione a livello nazionale, per cui diciamo “riprendiamoci la nostra rete e gestiamola in sicurezza, con la vigilanza anche degli apparati di sicurezza”), non può escludere, ovviamente, un ecosistema digitale europeo, come si è accorta la stessa nuova Commissione europea, tanto che, in maniera aporistica, cita la dicitura simile a quella avallata dal Parlamento italiano e, cioè, quella di sovranità tecnologica. Capite bene che è un'aporia, perché il termine “tecnologico” è un termine riferito al Novecento. Noi siamo in un ecosistema ormai digitale, per cui dobbiamo capirci anche su questo, cioè capire la velocità a cui stiamo andando e a cui l'Europa non sta andando e a cui l'Italia non sta andando, soprattutto per demerito del Ministro Pisano. Basta ricordare, a tal riguardo, alcuni dati: soltanto un'impresa su tre è dotata di connessione in banda ultra larga e circa due aziende su tre risiedono nelle cosiddette “aree grigie”, mentre la connessione ultra larga raggiunge solo il 10 per cento delle famiglie, in ritardo rispetto agli obiettivi di digitalizzazione previsti, come sappiamo, dall'Agenda 2020 e dal Piano nazionale sulla BUL, arenato anche prima dell'emergenza COVID e, quindi, non c'è questa scusa e questo alibi.

I comuni collegati dalla fibra poi - secondo i dati del Mise e, quindi, non di Fratelli d'Italia - sono 368. La quota di abbonamenti almeno a 100 megabit per secondo in Italia si attesta intorno al 14 per cento, rispetto a una media europea che sfiora il 26 per cento. Nell'equazione del potere economico e geopolitico di una nazione lo sviluppo della connettività è diventato un fattore chiave. Senza di esso si è tagliati fuori dalla corsa della globalizzazione. Ennio Di Nolfo non a caso parlava di trasformazioni della competizione fra gli Stati cosiddetti e definiti “imperi militari”, quelli del XX secolo, e gli “imperi digitali”, quelli del XXI secolo, e poi, come abbiamo visto, nel caso della Cina coincidono ma in altri casi no.

L'indice DESI, purtroppo, fornisce una fotografia impietosa: siamo al diciassettesimo posto - ma questo lei, sottosegretario, lo sa bene - per l'accesso alla banda larga e venticinquesimi per competenze digitali. Dati sconcertanti per una nazione del G7 e un divario che pesa nella nostra competitività economica.

La tecnologia 5G avrà necessariamente bisogno della fibra. La partita interconnessa fra geopolitica, tecnologia ed economia è diventata di stretta attualità, soprattutto dopo il “no” di Johnson agli operatori cinesi nelle reti britanniche. Poi, c'è la scelta greca di affidare la rete 5G a Ericsson e anche TIM sta valutando l'esclusione, come sappiamo, di Huawei dalle gare sul 5G in Italia e in Brasile e, in parte, su alcune infrastrutture l'avrebbe già fatto. Una scelta rilevante quindi, se confermata, che porterebbe un cambio di paradigma e di indirizzo in favore della sovranità digitale, appunto, nazionale.

Ovviamente, salvi gli investimenti che Huawei ha fatto - e non ce l'abbiamo con il bravo amministratore delegato De Vecchis, non è una questione personale; oltretutto è un italiano, ma non è questo il tema - e, quindi, vogliamo che siano tutelati quegli investimenti sia in Italia sia in Europa e soprattutto i livelli occupazionali, ma va garantita la massima vigilanza sugli operatori extraeuropei del 5G, come richiesto anche dalle nostre agenzie di intelligence al Copasir, nella relazione, e garantita la concorrenza anche nel mercato delle telecomunicazioni.

Una scelta, quella di TIM, che conferma che il 5G può viaggiare anche su cavi e antenne europee, sviluppando fra Stati sovrani un'ottica di confederazione di Stati, come accennavamo prima, che cooperano su alcune materie, materie strategiche, come chiediamo da sempre: dei campioni europei ad alta tecnologia, unendo le forze. Ovviamente, va fatto anche sull'intermobilità, sulla difesa e sull'esercito comune europeo, per cercare di dare a questa Europa quell'identità unitaria a cui i sovranisti non si oppongono ma semplicemente non può essere il paradosso europeo per cui abbiamo fatto unità economica - e potremmo essere dei giganti su quello - e poi siamo dei nani geopolitici, schiacciati tra l'asse dell'Asia e dell'Oriente e, dall'altra parte, da quello atlantico.

Quindi, è bene che l'Europa si svegli e capisca le proprie potenzialità, ma siamo scettici che lo faccia con questa Commissione. Quello che noi diciamo sta avvenendo in Francia, dove Orange si sta affidando a Nokia ed Ericsson, o con la spagnola Telefonica. Non possiamo lasciare il monopolio tecnologico alla Cina appunto, uno Stato autoritario e - ripeto - comunista, che come in Xinjiang (non so, sottosegretario, se lei conosce il caso dello Xinjiang, detto anche Uiguristan; avrebbero anche una loro identità religiosa e di appartenenza come patria) utilizza lì, la Cina, l'innovazione per il controllo sociale e con i colleghi della Lega lo abbiamo rinnovato e ricordato più volte anche in Commissione Tlc ma anche in quest'Aula. Sapete dove è stata sviluppata questa incredibile nuova tecnologia di riconoscimento facciale che ci permette di utilizzare le nostre applicazioni, i nostri telefoni oppure di avere le telecamere a riconoscimento facciale al Colosseo? È stata sperimentata contro i diritti umani, a danno di una popolazione che viene tracciata casa per casa, persona per persona, con cittadini obbligati a scaricare applicazioni e droni a forma di corvo che controllano e geolocalizzano tutti attraverso, appunto, questo riconoscimento facciale, riconoscimento facciale, ricordiamo, che persino Google dovette riconoscere come superiore ai propri standard.

Quindi, Fratelli d'Italia non è contro l'innovazione o contro il digitale: Fratelli d'Italia è per un'innovazione digitale che risponda anche, però, all'etica. Non l'abbiamo detto solo noi: lo ha detto anche il Vaticano, facendo una conferenza internazionale insieme a Microsoft, all'Auditorium della Conciliazione, dove c'era anche il Ministro Pisano, sempre sorridente e gaudente ma palesemente inconsapevole di quello che stava firmando; è andata a firmare un protocollo dove si dice: guardate che l'innovazione e l'intelligenza artificiale, i famosi nove punti sull'intelligenza artificiale, devono essere etiche, e a ricordarglielo non era solo il Vaticano ma tutti gli esperti di intelligenza artificiale e di innovazione convenuti in quel consesso internazionale, forse il più avanzato. Lo avrebbe dovuto fare il Governo questo convegno e invece, come al solito, il Ministro Pisano è stato ospite o, diremmo in maniera poco educata, “comparsa” di uno scenario che non le appartiene.

Sottosegretario, le porti i nostri saluti, perché noi siamo gentili con tutti, ma, come Fratelli d'Italia pensiamo che, insieme alla Ministra Azzolina, il Ministro Pisano sia uno dei peggiori Ministri di questo Governo, ma per la sua inconsapevolezza, perché non ha capito che ruolo ricopre, qual è il suo indirizzo e qual è il suo obiettivo.

Per cui il Parlamento è qui per aiutarla, non per contrastarla. Siamo costretti a presentare mozioni che dicono delle cose semplici, cioè, se noi siamo l'Italia dobbiamo difendere le nostre reti nazionali di telecomunicazioni: ce lo dicono i servizi italiani, ce lo dicono i servizi dell'intelligence europea, ce lo dicono gli americani, i quali ci hanno detto “svegliatevi”… Credo di avere dodici minuti, Presidente.

PRESIDENTE. Sì, ne ha uno adesso.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Perfetto, è la bellezza di parlare a braccio. Quindi siamo costretti a ricordarlo attraverso mozioni come queste. Per concludere con un altro esponente, che non è certo di Fratelli d'Italia, Peter Thiel, riteniamo che “La vera tradizione dell'Occidente è l'innovazione”. È una frase, questa, che ci impone di fare, fare bene e fare presto, cioè tutto quello che il Ministro Pisano non sa fare e non ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la deputata Vincenzo Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signora Presidente e onorevoli colleghi, credo che la drammatica esperienza della pandemia da COVID-19 ha portato degli sconvolgimenti nella vita individuale e collettiva, tali da far dire a tutti noi: “Niente sarà più come prima”. Gli esperti dicono che dovremo abituarci a convivere con il virus alcuni mesi, forse alcuni anni, non lo sappiamo; però allora dobbiamo interrogarci in modo serio sul futuro che ci attende, andando oltre le necessità contingenti. Guardiamo a ciò che è avvenuto. L'adozione di massa delle tecnologie digitali è stata la chiave di volta, che ha cambiato più di ogni altro il modo con il quale abbiamo continuato a fare le cose: dall'ufficio siamo passati allo smart working, dalla scuola alla didattica a distanza, dal cinema allo streaming, dalla palestra alle lezioni in casa. Abbiamo resistito a un lockdown così, che poteva generare forse danni maggiori di quelli che purtroppo ha generato. D'altra parte, non è una novità, le tecnologie sono sempre state il principale alleato dell'uomo nella storia, ma in questo caso e proprio per questo proviamo a immaginare come sarebbe stato l'impatto del COVID-19 soltanto dieci anni fa. La diffusione delle tecnologie e della infrastruttura della banda ultralarga - che nonostante i ritardi c'è in questo momento in Italia e tutti gli operatori ci hanno detto, nelle audizioni in Commissione trasporti, che in questi mesi la rete ha retto bene - è diventata lo strumento, uno degli strumenti essenziali, di sopravvivenza. Pensiamo, appunto, allo smart working, dove sostanzialmente fino al 2019 c'erano appena mezzo milione di persone; dopo il primo DPCM e in questi tre mesi, probabilmente, si stima che hanno lavorato da casa almeno 8 milioni di persone. Ma, più in generale, questa crisi scatenata dal Coronavirus ha cambiato proprio i processi di digitalizzazione delle imprese e l'organizzazione stessa delle aziende, così come niente sarà più come prima nei trasporti e nella mobilità, non soltanto per la preoccupazione di viaggiare nei mezzi pubblici, a causa del contagio e quindi anche con rischi che possono esserci poi per un incremento del mezzo privato, su cui dobbiamo intervenire, ma, ancora, niente sarà più come prima sulla sanità; la telemedicina già adesso sta assumendo e assumerà un ruolo sempre più centrale e la maggior parte delle attività saranno fruite da casa, invece che nei centri medici. Allora, se tutto questo è vero, come l'Italia può attrezzarsi? È questa la vera domanda della mozione che presentiamo oggi: come l'Italia deve attrezzarsi per rispondere meglio alle esigenze di digitalizzazione, evitando però il rischio dell'esclusione di una parte di popolazione, evitando un controllo anche da Grande Fratello, ma ancora di più evitando i rischi per la sicurezza nazionale e anche individuale? Guardate, il tragico bilancio, a proposito di esclusione, del COVID-19, già negli Stati Uniti ha fatto perdere più posti di lavoro rispetto alla grande recessione del 2008 e soprattutto per i lavoratori dotati di istruzione inferiore. Quindi il tema delle competenze digitali è un altro dei temi fondamentali che esce fuori con chiarezza nella scarsa prevalenza dell'Italia negli indicatori: tre persone su dieci in Italia non utilizzano ancora Internet e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base.

Il livello delle competenze digitali base è molto al di sotto della media: solo il 44 per cento degli individui tra i 16 e i 74 anni. Quindi, questa situazione è una situazione che è stata fotografata nel 2019; probabilmente, gli indicatori sull'utilizzo del digitale del 2020, che uscirà nel 2021, saranno molto diversi proprio a causa dell'accelerazione forzata che è stata generata dalla pandemia e sappiamo bene che questa accelerazione ha generato anche in Europa un cambiamento importante dal punto di vista della disponibilità anche complessiva dell'Europa a supportare soprattutto i Paesi più colpiti dalla pandemia, ma nello stesso tempo l'Europa raccomanda che questo tema delle riforme, collegato anche ai nuovi strumenti come il Recovery Fund, vada nella direzione dell'investimento sull'istruzione e sulle competenze, così come anche a garantire un accesso - cito testualmente - “a un'infrastruttura digitale rapida e affidabile, che sia la chiave per garantire i servizi essenziali nel Governo, nell'istruzione e nella sanità”. L'Italia è ancora in ritardo nella copertura da fibra locale in territori rurali ed è necessario adottare subito misure specifiche, che colmino tale divario. Ancora, nell'esame che stiamo facendo, in Commissione trasporti, del pacchetto della Commissione europea sul Libro Bianco sull'intelligenza artificiale, sulla strategia europea per i dati e sul futuro digitale dell'Europa, sulla strategia propone sostanzialmente la creazione di un cloud europea per competere a livello internazionale nei big data, mentre il Libro Bianco indica strumenti e orientamenti per rendere accessibile l'intelligenza artificiale alle imprese. Però, merita innanzitutto sottolineare l'ambizione che ispira questo pacchetto: si tratta di lavorare per assicurare all'Unione europea una sovranità digitale, una sovranità digitale attraverso lo sviluppo di tecnologie e infrastrutture che ci facciano recuperare il ritardo che ci separa ancora da competitor come Stati Uniti e Cina. Il problema non è fare la guerra agli altri, in un mondo interconnesso, ma recuperare sostanzialmente il ritardo europeo, non solo italiano. Quindi, questo richiede un salto di qualità per quanto concerne l'impiego di risorse da destinare in questi settori di punta, nell'ambito della ricerca e dello sviluppo.

In particolare, per quanto concerne le infrastrutture, la Commissione conferma l'obiettivo di mettere a disposizione di tutti i cittadini europei, entro il 2025, anche nelle zone periferiche rurali, una connettività Internet basata sulla banda larga ultraveloce. Infine, la Commissione intende aggiornare il piano d'azione per il 5G, per estenderlo alla preparazione del 6G e un nuovo programma in materia di spettro radio, oltre alla realizzazione di corridoi 5G per la mobilità connessa e automatizzata.

Se questa è la situazione, il quadro, anche a livello europeo, se questi sono i anche i limiti della realtà italiana, io credo che abbia ragione il professor Decina, quando, in un recente convegno, afferma che il 5G può rappresentare la chiave di volta del piano che l'Italia deve elaborare per accedere ai fondi che l'Europa metterà a disposizione per la ripresa del post COVID-19. Sono quattro - e sono più o meno quello che ho anticipato già - i verticali su cui il 5G può fare la differenza e sui quali il Paese si deve concentrare: industria 4.0, sicurezza pubblica, sanità, trasporti e logistica. Non è la prima volta che in questa sede, in Aula, affrontiamo la grande spinta innovativa del 5G come tecnologia abilitante delle innovazioni dell'ecosistema digitale. Si tratta di un puzzle che si compone di infrastrutture (la rete a banda ultralarga, la rete fisica per la realizzazione del 5G), fattori abilitanti complessi e fenomeni come l'intelligenza artificiale, il cloud, l'age computing, il machine learning, che, combinandosi tra loro e applicandosi all'evoluzione della robotica, possono produrre, in tempi estremamente rapidi, cambiamenti radicali della nostra realtà. Ma il 5G è il più importante tassello di un mosaico articolato di tecnologie che stanno andando finalmente a maturazione.

Dunque, se questa è la situazione, con riferimento alle nostre scelte infrastrutturali, diventa essenziale superare quanto prima le criticità legate alla diffusione delle connessioni in fibra ottica, sia con riferimento alla realizzazione della rete sia con riferimento alla promozione dell'utilizzo della stessa. Da qui l'esigenza di questa mozione, sottoscritta da tutti i partiti di maggioranza e relativa ad iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per garantire l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica. L'abbiamo già detto, la creazione di una moderna rete in fibra ottica costituisce non solo l'elemento caratterizzante delle connessioni Internet ad altissima capacità e velocità, ma punto indispensabile per assicurare lo sviluppo dell'ecosistema 5G e di tutte le applicazioni innovative. Così come l'Italia, nel 2016, è stato il primo Paese europeo, dopo aver adottato la strategia per l'Italia digitale e il piano a banda ultra-larga, nel 2016, con i Governi PD della scorsa legislatura, a recepire per intero la direttiva 2014/61/UE attraverso l'emanazione di un decreto legislativo che ha stabilito le modalità tecniche per la definizione del contenuto del Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture, con tutte le misure di incentivo e aiuto per lo sviluppo della banda ultra-larga. Certo c'è stata una prima fase del piano che ha focalizzato l'intervento pubblico nelle aree a fallimento di mercato e che ha visto aggiudicataria Open Fiber. Il modello scelto nei bandi riguardava la progettazione e la manutenzione e gestione di una rete passiva e attiva di modalità wholesale, che sostanzialmente potesse offrire agli utenti finali servizi a 100 mega e comunque non al di sotto dei 30 mega. Sappiamo - è stato detto - che la realizzazione di tale rete è risultata da subito estremamente complessa; per questo si stanno facendo delle azioni che devono continuare affinché ci siano risultati migliori di quelli che si sono avuti finora proprio nelle aree bianche e anche nelle aree grigie e, quindi, c'è bisogno di un coinvolgimento del Governo maggiore rispetto al conseguimento degli obiettivi che l'Italia si è data. Il 15 maggio 2020 è stato pubblicato il report sullo stato di avanzamento del Piano strategico della BUL e il piano dà conto della situazione in cui sostanzialmente siamo stati e siamo. Il CoBUL del 5 maggio, inoltre - è un fatto positivo - ha tracciato qualche indirizzo in merito all'utilizzo dei fondi e in particolare l'utilizzo finalmente di 1.146 milioni di euro per l'erogazione a famiglie e imprese di voucher a sostegno della domanda della connettività. Il sostegno alla domanda diventa uno degli obiettivi fondamentali perché sostanzialmente, insieme alla infrastrutturazione fisica, ci siano effettivamente anche le connessioni attraverso gli abbonamenti. Quindi, l'Italia, anche alla luce dell'esperienza del lockdown, deve assumere ogni iniziativa per accelerare questo dispiegamento delle reti di connessione ad alta capacità, coinvolgendo in una logica di sistema tutti gli operatori. Tale progetto deve partire da un'analisi dei mutamenti dei fabbisogni di connettività e deve coinvolgere in uno sforzo comune e coordinato i diversi operatori di rete, per correggere le attuali tendenze di mercato in cui spesso ci troviamo un sotto-investimento in rete ad altissima capacità nelle aree meno popolate del Paese e un sovra-investimento con duplicazione nelle aree a maggiore densità e livelli di reddito, cosa che genera il cosiddetto digital divide. La realizzazione di una rete in fibra ottica comporta senza dubbio notevolissimi investimenti e, in questo quadro, è pienamente condivisibile l'orientamento manifestato dal Governo e diretto a favorire un dialogo e una maggiore integrazione tra tutti gli operatori del settore per garantire una rapida infrastrutturazione del Paese.

È importante dunque - questo è un altro dei motivi per cui questa mozione, qui e oggi, diventa importante - che si avvii senza indugio e in tempi strettissimi un tavolo di lavoro istituzionale con gli operatori del settore, per condividere le modalità di perseguimento delle politiche pubbliche, nonché piani di investimento e modelli efficaci di integrazione delle diverse reti infrastrutturali naturalmente con l'essenziale ruolo dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Concludo, Presidente, esplicitando gli impegni che chiediamo al Governo: adottare ogni utile iniziativa per accelerare la realizzazione delle reti; continuare nel perseguimento degli obiettivi dettati dall'Agenda digitale europea; monitorare più di quanto non sia stato fatto il corretto utilizzo dei fondi stanziati, al fine di assicurare l'ottimizzazione degli investimenti già realizzati e creare nuove opportunità; promuovere un apposito tavolo di coordinamento tra tutti gli operatori economici; intervenire per assicurare la realizzazione di un'infrastruttura capace di recepire gli indirizzi di una politica pubblica; individuare forme di coordinamento tra le amministrazioni locali, volte a superare l'attuale frammentazione amministrativa e, soprattutto, assicurare che la realizzazione di un'infrastruttura integrata ad alta capacità offra garanzie non solo dal punto di vista concorrenziale, ma dal punto di vista dei requisiti di sicurezza. Abbiamo in questo momento una legge molto importante, una disciplina che si può usare per questo, cioè la disciplina del golden power e del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, anche in relazione alla raccolta ed elaborazione dei dati personali dei cittadini.

Voglio concludere chiedendoci: il mondo dopo il Coronavirus sarà diverso e ci potranno essere diverse risposte, ma su una credo che saremo tutti d'accordo ossia che dobbiamo trovare il modo affinché si superi ogni ostacolo perché il diritto di accesso ad Internet sia il nuovo diritto del presente, costituzionale e reale.

PRESIDENTE. è iscritta a parlare la deputata Elena Maccanti. Ne ha facoltà.

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con le mozioni in discussione generale oggi il Parlamento è chiamato ad esprimersi su un tema, quello di una rete di infrastrutture digitali assolutamente inadeguate, che ci trasciniamo dietro da decenni e che ci ha regalato il triste primato - lo hanno ricordato anche i colleghi - di quartultimi in Europa per digitalizzazione, appena prima di Romania, Grecia e Bulgaria. Da anni il 50 per cento del nostro Paese lotta contro il divario digitale, che frena la competitività del tessuto socio-economico di interi territori - penso alle aree rurali e montane - e costituisce un fattore gravemente discriminante di esclusione tra chi è connesso e chi, invece, non ha accesso alle tecnologie e lo sanno bene i nostri amministratori locali, le nostre imprese, le partite IVA. Penso anche alle strutture ricettive, ai commercianti, ai ristoratori che hanno addirittura problemi a ricevere le prenotazioni on-line e ad effettuare la fatturazione elettronica. Penso agli studenti e alle famiglie: proprio loro lo hanno toccato con mano nel periodo del lockdown. Pensiamo soltanto al tema della didattica on-line che ha sottolineato il grande divario tra alunni “di serie A”, i ragazzi più fortunati che vivevano nelle aree urbane, che disponevano di una connessione a Internet e anche di strumenti tecnologici e, invece, quelli “di serie B”, che si sono ritrovati da un giorno all'altro privati dalla possibilità di formazione scolastica perché residenti in montagna. Siamo in una situazione drammatica, signor Presidente e rappresentante del Governo, e i ritardi sono diventati inaccettabili. Il clamoroso fallimento della strategia italiana per la banda larga messa in campo nel 2015 dal Governo Renzi è sotto gli occhi di tutti: tutti gli obiettivi per il 2020 sono stati mancati. Voglio citare i dati della mia regione, il Piemonte, forniti proprio recentemente dal bravo assessore regionale Matteo Marnati: fonte Infratel, sono 1.298 i progetti definitivi approvati in fibra ottica, di questi 490 quelli esecutivi; sono, invece, 1.157 quelli definitivi approvati in tecnologia wireless, di cui 150 esecutivi; ma sapete, a fronte di questi numeri, quanti sono invece i cantieri che hanno superato il collaudo definitivo? Sono appena tre.

Li voglio citare questi comuni, che sono sostanzialmente eroi: il comune di Bognanco nel Verbano-Cusio-Ossola, il comune di Carrù nel cuneese, e il comune di Serravalle Sesia nel vercellese. E ci pare che anche questo Esecutivo si stia caratterizzando sino ad adesso per inerzia e immobilismo. Un esempio per tutti: è stato solo grazie a una risoluzione della Lega, approvata all'unanimità, dopo molti mesi, nel dicembre scorso, in Commissione, se sono stati sbloccati i fondi rimasti fermi per tre anni, dal 2017, per un miliardo e mezzo di euro, di cui 400 milioni per il piano scuola e i restanti per voucher a famiglie e imprese; e ancora adesso non sono usciti i bandi. Poco, decisamente poco. E dopo le esternazioni di Beppe Grillo e i soliti annunci del Premier Conte stiamo leggendo, proprio in questi giorni, sui giornali che il Governo sarebbe impegnato in un'operazione politico-finanziaria che dovrebbe portare alla nascita di un'unica società della rete in fibra e che proprio venerdì scorso il Ministro Gualtieri avrebbe già avuto incontri con le parti interessate al Ministero dell'economia. Ora, giacché di questo stiamo parlando quest'oggi, e giacché almeno una delle mozioni che andremo a votare questa settimana tratta proprio della rete unica, noi ci auguriamo che il rappresentante del Governo, per lo meno in sede di replica, voglia aggiornarci su che cosa sta accadendo a questo proposito, giacché neanche la mozione di maggioranza parla di una rete unica; quindi chiediamo esplicitamente al rappresentante del Governo di voler raccontare al Parlamento che cosa sta capitando, che cosa è capitato venerdì con il Ministro Gualtieri e soprattutto che cosa capiterà nei prossimi giorni e qual è, da questo punto di vista, l'intenzione del Governo. La cosa certa, dal punto di vista del gruppo della Lega, è che non possiamo più perdere altro tempo e altre risorse, perché oggi la priorità per il Paese è il recupero dei gravissimi ritardi causati dalle inefficienze politiche e manageriali che si sono sommate sino ad oggi. Allora, bisogna sì accelerare il più possibile, proprio come prevede la nostra mozione, verso una rete unica che possa garantirci di colmare il gap, centrare gli obiettivi nazionali ed europei, mettendo però a fattor comune le infrastrutture già esistenti e valorizzando gli investimenti già fatti. Ricordiamo, infatti, che senza gli investimenti e il lavoro fatto dagli operatori del wireless, oggi in molte parti della montagna italiana cittadini, aziende e amministrazioni pubbliche sarebbero senza segnale e senza frequenza, in attesa di 5G e banda larga ancora impantanate nella burocrazia e nell'incapacità della politica di decidere. Ma concentrare lo sguardo solo su questa operazione - lo diciamo subito al Governo - non basta e non può bastare, perché quello che serve oggi è un ulteriore scatto in avanti. Serve un'azione politica forte e determinata - che sino ad oggi francamente non abbiamo visto da parte del Governo - verso una reale sburocratizzazione e semplificazione delle procedure. Lo ricordava prima di me il collega Capitanio: serve un modello Genova anche per le infrastrutture digitali di questo Paese, ed è un modello che la Lega continua a chiedere con forza nel settore viario e ferroviario, ma che è indispensabile anche in quello digitale. Il paradosso è che oggi il problema non risiede nella carenza di risorse; i soldi ci sono, ma addirittura rischiamo di perderli, dal momento che ad oggi circa la metà dei fondi pubblici destinati non è ancora stata utilizzata. Allora, con coraggio e idee chiare occorre rimuovere i fattori ostativi che rallentano l'esecuzione dei lavori, perché la complessità e i tempi delle procedure di rilascio dei permessi e delle fasi di verifica e collaudo dell'infrastruttura sono oggi assolutamente incompatibili con la situazione di vera e propria emergenza che vivono alcune aree del Paese. Con altrettanto coraggio e con altrettante idee chiare bisognerebbe anche capire che questa fase di emergenza si supera affidando alle regioni un ruolo di coordinamento territoriale - vorrei dire anche commissariale - delle politiche per l'innovazione e per il digitale. Del resto, sono le amministrazioni regionali a operare da tempo in prima linea attuando le disposizioni europee e nazionali in materia, e proprio nelle regioni esistono già dei veri e propri centri di competenza digitale e, in molti casi, in house. E sono soprattutto le regioni che, a causa dei ritardi inaccettabili accumulati da Open Fiber nell'esecuzione dei lavori di connessione, non solo vedono interi loro territori che provano a essere competitivi e sostanzialmente hanno il freno a mano tirato, ma che addirittura vedono mettere a rischio anche le risorse regionali legate ai fondi europei. Lo chiedono con forza da tempo le regioni e lo abbiamo chiesto in modo forte e chiaro anche noi della Lega, prima con emendamenti al “Cura Italia”, poi al “decreto Rilancio” - li stiamo preparando, lo annuncio già, anche al “decreto Semplificazioni”; proposte che però sino ad oggi sono state immancabilmente e inesorabilmente bocciate.

Ci auguriamo che questa possa essere la sede, ci auguriamo che in questa sede possano venire accolte, per poter davvero far compiere quello scatto in avanti al nostro Paese, che altrimenti rimarrebbe assolutamente al palo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Prendo atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, come già preannunciato ai rappresentanti dei gruppi parlamentari, la convocazione delle Commissioni permanenti per procedere al rinnovo biennale, già prevista nella giornata di domani, è differita a mercoledì 15 luglio secondo la seguente tempistica:

alle ore 19, Commissioni I, II, III, IV, VIII, IX e XI;

alle ore 21, Commissioni V, VI, VII, X, XII, XIII e XIV.

Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella seduta di domani, martedì 14 luglio 2020, alle ore 20, il Ministro della Salute renderà comunicazioni sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020.

La relativa organizzazione dei tempi sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A).

Avverto infine che nelle sedute di mercoledì 22 e 29 luglio 2020, alle ore 15, sarà iscritto all'ordine del giorno lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ancorché, per un mero errore di stampa, la relativa indicazione non sia stata riportata nel vigente calendario dei lavori.

Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di intervenire la deputata Carmela Grippa che, se non è presente, si intende vi abbia rinunciato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 14 luglio 2020 - Ore 11:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):

S. 1812 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato). (C. 2554)

Relatrice: LOREFICE.

2. Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Sebastiano Cubeddu per il Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1. (Doc. III, n. 1)

Relatore: STUMPO.

(ore 16)

3. Votazione per schede per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali.

Votazione per schede per l'elezione di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

(ore 20)

4. Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

La seduta termina alle 17,40.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GREGORIO FONTANA (DOC. VIII, N. 5 e DOC. VIII, N. 6)

GREGORIO FONTANA, Questore. (Relazione – Doc. VIII, n. 5 e Doc. VIII, n. 6).

Attuazione degli ordini del giorno approvati o accolti in occasione dell'esame in Assemblea del Bilancio di previsione 2019.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno Ungaro n. 1, De Maria 5, Rizzetto 6, Pastorino 17, Cancelleri 32 e Pettarin 34, relativi alla disciplina del rapporto di lavoro dei collaboratori dei deputati, in corso di attuazione, ricordo che le attività istruttorie svolte in proposito hanno evidenziato taluni profili che possono ritenersi consolidati. Appare in particolare praticabile un assetto secondo cui: a) il rapporto di lavoro deve intercorrere direttamente tra deputato e collaboratore ed essere caratterizzato da natura fiduciaria; b) gli oneri per la retribuzione debbono essere assunti a carico del bilancio della Camera, che svolgerebbe anche le attività di sostituto d'imposta; c) debbono essere individuati uno o più schemi contrattuali standard, a tempo pieno o a tempo parziale, sulla cui base definire i rapporti tra le parti. Restano invece da definire le modalità di regolazione degli oneri derivanti dall'attuazione di tale eventuale nuova disciplina, essendo ancora oggetto di approfondimento se l'istituto debba essere finanziato nei limiti delle risorse attualmente stanziate per il rimborso delle spese per l'esercizio del mandato ovvero se sia necessario stanziarne di ulteriori.

L'attuazione dell'ordine del giorno Magi n. 2, concernente la progressiva implementazione dei contenuti del sito internet della Camera relativi all'attività amministrativa, costituisce obiettivo permanente dell'Istituzione, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento di amministrazione e contabilità. Fermo restando che, come già evidenziato in occasione dell'esame in Assemblea del bilancio di previsione 2019, il sito, nella sua attuale struttura, assicura la più ampia trasparenza in materia, per quanto riguarda il periodo più recente sono allo studio le modalità per rendere disponibili anche in formato XML talune informazioni relative alle procedure di selezione del contraente per forniture, servizi e lavori.

L'ordine del giorno Baldelli n. 3, in tema di sostegno all'attività di istituti di studi e ricerche parlamentari, è stato attuato. Nel progetto di bilancio per l'anno 2020 è stato infatti iscritto uno stanziamento di importo pari a euro 100 mila relativo a “Istituti di studi e ricerche parlamentari”. Uno stanziamento del medesimo importo è stato considerato anche per i due successivi anni del triennio 2020-2022.

In attuazione dell'ordine del giorno Baldelli 4, relativo alla promozione di incontri di formazione nelle scuole su tematiche istituzionali, in data 22 ottobre 2019 è stato rinnovato il protocollo d'intesa con i ministeri dell'istruzione e della giustizia, volto a diffondere i valori e i principi della democrazia rappresentativa e della Costituzione attraverso un piano di incontri delle scuole negli istituti penitenziari minorili. In questo contesto, era stato programmato per il mese di febbraio 2020 un incontro con i ragazzi dell'istituto penale per minorenni di Firenze e gli studenti delle scuole della medesima città, che tuttavia non ha potuto avere luogo a causa della sospensione di tutte le attività di relazione esterna imposta dall'esigenza di contrastare, su tutto il territorio nazionale, la diffusione del COVID-19. Per la medesima ragione non è stato parimenti possibile dare seguito ad ulteriori iniziative. Alla ripresa dell'anno scolastico, sarà possibile riassumere le attività istruttorie sinora effettuate, compatibilmente con la positiva evoluzione del quadro emergenziale, in modo da portarle a compimento nel rispetto delle vigenti prescrizioni organizzative e medico-sanitarie.

L'ordine del giorno De Maria n. 8, nel quale era stata segnalata l'esigenza di monitorare e incrementare la qualità dei servizi messi a disposizione dei Gruppi parlamentari presso il complesso “Alto Lazio”, è stato attuato. I servizi in questione sono infatti oggi prestati secondo lo standard uniformemente adottato presso tutte le varie aree del complesso dei Gruppi parlamentari.

Sono stati attuati gli ordini del giorno De Maria 9 e Pastorino n. 15 e n. 16, concernenti la condizione dei dipendenti delle imprese appaltatrici della Camera. In attuazione di tali strumenti e degli indirizzi successivamente definiti in materia dall'Ufficio di Presidenza, sono state avviate procedure di gara per l'aggiudicazione di servizi ad alta intensità di manodopera articolate in modo da preservare la stabilità occupazionale del personale già impiegato negli appalti in scadenza e, nel contempo, da migliorarne la condizione retributiva, in coerenza del resto con gli orientamenti ai quali l'Istituzione parlamentare si è costantemente conformata nell'impostazione e nello svolgimento delle procedure di gara nell'ambito citato.

È stato attuato altresì l'ordine del giorno Carinelli n. 10, in merito all'adozione di misure volte a facilitare l'accudimento dei neonati da parte dei deputati genitori durante l'esercizio delle funzioni connesse al mandato parlamentare, in particolare operando per l'individuazione di spazi idonei all'allattamento nelle immediate prossimità dell'Aula. Nello scorso mese di gennaio è stato infatti realizzato un apposito spazio per l'allattamento adiacente all'Aula, sito nel corridoio semicircolare inferiore. Il locale, cessate le restrizioni legate alla gestione della prima fase dell'emergenza da Covid-19, può senz'altro essere utilizzato, ovviamente nel rigoroso rispetto delle vigenti prescrizioni igienico-sanitarie. Va anche segnalato in proposito che, pure in presenza di una situazione estremamente problematica sul piano dell'offerta e ferma restando la disponibilità dello “spazio bimbi” realizzato a Palazzo Theodoli, è stata anche conclusa una convenzione con il Ministero dell'economia e delle finanze per la fruizione da parte dei deputati, a proprie spese, dell'asilo nido gestito dal Ministero nelle sue sedi.

È in corso di attuazione l'ordine del giorno Pretto n. 12, concernente il rilascio da parte dell'ufficio dell'INPS operante presso la Camera dei deputati del PIN per l'accesso ai servizi dell'istituto. Lo scorso 5 marzo, in risposta alle ripetute sollecitazioni effettuate dagli uffici, la Direzione generale dell'INPS ha fatto pervenire una nota in cui si afferma che sono in via di definizione le attività necessarie per realizzare l'obiettivo indicato nell'ordine del giorno. Per altro, a ridosso della data in questione, a seguito dell'emergenza COVID-19, l'INPS ha disposto per tutto il territorio nazionale la gestione da remoto delle attività di sportello e di relazione con il pubblico. La procedura operativa per il rilascio del PIN in sede sarà tempestivamente portata a termine non appena l'Istituto riattiverà l'attività di sportello a Palazzo Montecitorio.

L'ordine del giorno Pastorino n. 18, relativo all'eventuale pubblicazione dei dati riassuntivi relativi alla tipologia e al numero dei contratti di lavoro con i collaboratori dei deputati depositati presso la Camera, sarà attuato nel corso della presente settimana, con la pubblicazione dei dati in apposita sezione del sito Internet della Camera.

L'ordine del giorno Pastorino n. 19 invita a valutare l'opportunità di posticipare il termine attualmente previsto per la cessazione dell'elenco di cui all'allegato B alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, alla luce degli orientamenti assunti dagli organi della giurisdizione interna in ordine alla durata degli elenchi allegati alla predetta delibera. Poiché tali orientamenti non sono allo stato ancora consolidati, non è stato ancora possibile dare attuazione all'ordine del giorno.

L'ordine del giorno Pastorino n. 20 invita a valutare l'opportunità di pubblicare sul sito Internet della Camera la versione aggiornata del dossier, predisposto nell'aprile 2013 dagli uffici della Camera, sul tema “Trattamento economico dei deputati in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Parlamento europeo”. L'ordine del giorno sarà attuato entro il corrente mese di luglio. Il dossier è stato infatti aggiornato e sono in corso di valutazione le modalità più opportune per assicurare pubblicità alle informazioni ivi contenute, in particolare alla luce delle diverse fonti utilizzate.

L'ordine del giorno Liuzzi n. 22, relativo ai processi di digitalizzazione del procedimento legislativo e di trasformazione digitale in generale, è in corso di attuazione. In particolare, nel corso dell'anno sono stati messi a disposizione dei deputati e delle strutture di supporto dei Gruppi parlamentari funzioni per la presentazione in formato digitale anche degli emendamenti e degli ordini del giorno (era già possibile presentare proposte di legge e atti di sindacato ispettivo). Per quanto riguarda invece la digitalizzazione del lavoro degli organi parlamentari, è stato avviato l'utilizzo di un'infrastruttura che consente ai parlamentari di seguire i lavori legislativi delle Commissioni su schermi presenti nelle aule di riunione (la sperimentazione è stata avviata presso la I Commissione). La medesima infrastruttura consente anche di pubblicare con aggiornamento in tempo reale, nelle pagine relative a ciascuna Commissione, il fascicolo degli emendamenti dei provvedimenti in corso d'esame, con lo stato aggiornato in corso di seduta. Utilizzando la stessa tecnologia è possibile produrre la versione a stampa del fascicolo annotato. La sperimentazione che, sino ad ora ha interessato due Commissioni, è in corso di estensione ad altre Commissioni.

L'ordine del giorno Amitrano n. 23, concernente l'adozione di strumenti per la rappresentazione grafica dell'attività parlamentare, ha trovato la sua prima attuazione con la pubblicazione sul sito Internet della Camera di una nuova rappresentazione grafica del bilancio di previsione per il 2019, ispirata ai criteri della massima semplicità di fruizione e di accesso immediato e intuitivo alle informazioni. La medesima rappresentazione relativa la bilancio di previsione 2020 è stata resa disponibile on line pochi giorni fa. È inoltre in corso di rifacimento l'intera sezione del sito relativa alle statistiche parlamentari. È stata in particolare reingegnerizzata la parte di raccolta dei dati ed è in corso di realizzazione un sistema di rappresenta grafica degli stessi. La pubblicazione della nuova sezione avverrà a partire dal prossimo autunno, attraverso il rilascio progressivo di singole partizioni.

È in corso di attuazione l'ordine del giorno Daga n. 24, concernente la produzione di tutti i documenti parlamentari o da esaminare in sede parlamentare in formato nativamente digitale, al fine di ridurre i costi di trasformazione digitale e di facilitarne la condivisione e la conoscibilità. Come segnalato con riguardo all'ordine del giorno n. 22 i deputati sono ormai dotati di tutti gli strumenti per esercitare l'iniziativa in formato digitale. Per quanto riguarda le iniziative di natura interistituzionale, invece, la Camera ha sostenuto nelle sedi dedicate – ad esempio nell'ambito del Comitato di Normattiva e nell'ambito di un progetto in corso con la Corte dei conti – iniziative volte ad adottare standard comuni per la produzione e il riuso dei dati e dei documenti.

È stato altresì attuato l'ordine del giorno Amitrano n. 25, relativo all'adozione di convenzioni per la valorizzazione del patrimonio informativo e documentale. È stata al riguardo stipulata una convenzione con il Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Roma 3 per l'applicazione di tecniche di intelligenza artificiale al patrimonio archivistico. In particolare è stato individuato un complesso di documenti manoscritti che saranno oggetto di lettura e di trascrizione attraverso un software avanzato di riconoscimento ottico. Il primo test ha dato un riscontro soddisfacente e potrà costituire il punto di partenza per un'operazione di recupero e apertura alla fruizione del patrimonio storico, i cui primi risultati saranno pubblicati nell'anno in corso.

L'attuazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 26, volto a promuovere una consultazione tra i deputati volta ad individuare le tipologie di servizi digitali più utili per lo svolgimento del mandato parlamentare, sarà avviata nel prossimo autunno e potrà tenere conto anche delle esigenze emerse in relazione alla gestione dell'emergenza epidemiologica (ad esempio, utilizzo della videoconferenza; impiego di strumenti collaborativi; eccetera).

Con riferimento al tema dell'attuazione dell'Agenda ONU 2030, il Collegio aveva accolto, previa riformulazione, due ordini del giorno. In particolare, l'ordine del giorno Liuzzi n. 28, concernente la pubblicazione sul sito Internet della Camera dedicata all'Agenda 2030 dei testi dei provvedimenti legislativi e degli atti di indirizzo approvati dalla Camera rilevanti ai fini del conseguimento degli obiettivi fissati dall'Agenda medesima, è stato attuato. È stata realizzata una nuova e assai innovativa sezione del sito della documentazione parlamentare dedicata all'Agenda 2030, che consente di “leggere” tutta la documentazione parlamentare attraverso gli obiettivi dell'Agenda medesima. Al fine di accrescere le conoscenze sui temi dell'Agenda è stata avviata anche un'iniziativa di formazione, dedicata inizialmente al personale della Camera, che si avvale anche di un corso messo a disposizione attraverso la piattaforma e-learning del Portale della Camera.

Non è stato invece ancora attuato l'ordine del giorno Spadoni n. 27, in merito alla realizzazione di una campagna di sensibilizzazione nelle sedi della Camera sui temi della sostenibilità definiti dall'agenda 2030, a causa della citata sospensione di tutte le attività di relazione esterna imposta dall'esigenza di contrastare, anche presso le sedi della Camera, la diffusione del COVID-19. Per altro, sempre allo scopo di sensibilizzare alla conoscenza dei temi dell'Agenda, il corso sopra ricordato è stato messo a disposizione di tutti gli utenti del portale. Similmente a quanto detto con riferimento all'ordine del giorno Baldelli n. 4, il Collegio avrà cura di riassumere le attività istruttorie sinora effettuate, compatibilmente con il prosieguo della positiva evoluzione del quadro emergenziale.

È stato parimenti attuato l'ordine del giorno Daga n. 29, relativo alla prosecuzione degli interventi volti all'efficientamento energetico dei palazzi sede della Camera. Nel 2019, gli interventi di maggior rilievo realizzati riguardano la sostituzione delle cinque caldaie del complesso del Seminario con apparati a condensazione, più efficienti sia in termini di prestazioni sia di consumi. Sono state altresì sostituite due caldaie presso il Complesso dei Gruppi, con impianti ad alto rendimento, che servono Palazzo Montecitorio, il Palazzo dei Gruppi, Palazzo Missione, la nuova Aula dei Gruppi parlamentari e parte del Complesso di Vicolo Valdina. È stata infine acquisita la progettazione esecutiva della sostituzione della centrale termica a Palazzo ex Banco di Napoli. Conclusivamente, nei tre anni decorsi dall'avvio del programma di efficientamento energetico (2017-2020) è stata realizzata circa la metà degli interventi ivi previsti - che ricordo essere molto impegnativi sia sul piano tecnico sia su quello finanziario - interventi la cui esecuzione proseguirà ovviamente anche nell'anno 2020.

L'ordine del giorno Liuzzi n. 30, concernente l'avvio di un'istruttoria per la realizzazione di una piattaforma che consenta la presentazione, la pubblicazione e la sottoscrizione on line delle petizioni, è stato attuato. L'attività istruttoria e progettuale si è svolta ed è stata conclusa. Allo sviluppo si darà inizio nel corso del presente mese di luglio.

L'ordine del giorno Liuzzi n. 31, relativo alla realizzazione di una banca dati delle delibere di natura normativa dell'Ufficio di Presidenza adottate dal settembre 2011, è in corso di attuazione. È stato definito lo schema di censimento, raccolta e di consultazione della banca dati, che sarà disponibile alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva.

L'ordine del giorno Amitrano n. 33, avente ad oggetto la possibilità per i deputati di usufruire a titolo di assenza giustificata di cinque giorni all'anno di congedo di paternità, in coerenza con l'istituto vigente nell'ordinamento generale, sarà attuato auspicabilmente entro il presente mese di luglio. Il Collegio dei Questori esaminerà infatti nella prossima riunione una proposta nel senso indicato dall'ordine del giorno, che verrà quanto prima sottoposta all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza.

Quanto all'ordine del giorno Dadone n. 35, riferito all'introduzione di apposite cause di giustificazione per le deputate che abbiano la necessità di allontanarsi dalle aule parlamentari nei momenti di allattamento, ricordo che vi si prevedeva l'eventualità di investire la Giunta per il Regolamento, ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nelle competenze di quest'ultima. Segnalo in proposito che, in seno alla Giunta, è stata svolta un'apposita attività istruttoria sulla materia. Il Collegio assumerà le proprie iniziative, negli ambiti di sua competenza, non appena la Giunta avrà raggiunto le sue conclusioni.

Anche l'ordine del giorno Parentela n. 36, concernente l'adozione di sistemi volti a privilegiare l'approvvigionamento di prodotti agro-alimentari nazionali nei servizi di ristorazione, può dirsi attuato. In coerenza con quanto previsto nei rispettivi capitolati, i due appaltatori dei servizi di ristorazione ricorrono in misura praticamente esclusiva a prodotti agroalimentari nazionali, fatti salvi i prodotti non coltivati sul territorio nazionale nonché alcune limitatissime situazioni dettate dalla necessità di far fronte a difficoltà di carattere stagionale nell'approvvigionamento, situazioni che debbono essere comunque comunicate alla Camera per acquisirne l'autorizzazione. Ricordo al riguardo che recentemente si è evidenziata una problematica proprio sul piano dell'esatto adempimento di tale obbligo contrattuale. In tale circostanza gli uffici hanno proceduto alla contestazione formale dell'inadempimento, chiedendo all'impresa appaltatrice elementi di chiarimento in merito alla problematica riscontrata e il ripristino immediato del livello di servizio contrattualmente pattuito (ciò che è stato tempestivamente assicurato).

È stato attuato, come è noto, l'ordine del giorno Spadoni n. 37, relativo alla realizzazione di una panchina rossa nel cortile d'onore di palazzo Montecitorio, in segno di adesione alle iniziative pubbliche volte al contrasto alla violenza sulle donne.

Non è stato infine ancora possibile dare seguito all'ordine del giorno Fornaro n. 38, relativo ad un'eventuale modifica delle modalità di ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo - erogato dal bilancio della Camera in favore dei Gruppi parlamentari - in connessione con gli effetti della modifica costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari, attualmente in itinere. L'ordine del giorno potrà dunque essere valutato a seguito dello svolgimento del referendum confermativo e delle conseguenze che la sua eventuale approvazione potrà determinare in ordine alla composizione numerica dei Gruppi e sull'assetto delle relative esigenze logistiche e finanziarie.