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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 367 di martedì 7 luglio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10,10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Castelli, Franceschini e Gallo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2500-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2500-A: Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

Ha chiesto di parlare, il relatore, onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. La Commissione era convocata e siamo in attesa di un perfezionamento del parere della Ragioneria. Quindi, se è possibile, per evitare di commettere errori - perché lei sa che il rinvio in Commissione si fa specificatamente su una serie di provvedimenti che sono da rivedere - le chiederei di poter attendere almeno fino alle 11 l'ultima stesura della Commissione per poter procedere ai lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. L'intervento del relatore ha di fatto risolto la questione, anche se bisognerebbe avere un minimo di rispetto per quei deputati pendolari che si alzano alle 4 e mezza di mattina per essere qui alle 9 per partecipare ad una riunione del Comitato dei nove che non c'è stata (e non è il mio caso, io non c'entro). Quindi, per prima cosa, servirebbe un po' più di rispetto.

Oltretutto, questo è il “decreto Aprile”, quindi che, ormai a luglio avanzato, non ci siano le carte pronte del decreto di aprile ci pare imbarazzante; poi che le 22 pagine diventino qualcuna in meno non cambia la sostanza. Ma tant'è, vedremo quando mai si finirà. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Melilli, lei è convinto che basti una sospensione fino alle 11?

FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Ricevo queste indicazioni dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. E' sorprendente che ieri sera ci siamo lasciati con una convocazione per questa mattina del Comitato dei nove, che non c'è stata, e quindi anche noi segnaliamo questa anomalia, e per la verità anche questa mancanza di rispetto.

Ricordo all'Aula - probabilmente non tutti hanno seguito i lavori della Commissione - che in Commissione sono stati contingentati i tempi di intervento, che è stata in qualche modo anche preclusa la possibilità di discutere degli emendamenti perché bisognava fare presto e bisognava venire il prima possibile in Aula; e oggi ci ritroviamo, alle 10 di questa mattina, che non abbiamo il documento della Ragioneria.

Io mi auguro che la previsione dell'onorevole Melilli sia giusta, ma si fa fatica a pensare che, in assenza del documento della Ragioneria, noi possiamo prevedere di venire in Aula alle 11, perché in questo momento, almeno noi dell'opposizione, non abbiamo alcun documento.

Io quindi invito l'onorevole Melilli, prima di tutto, a farci avere la documentazione necessaria per poter discutere insieme e, poi, a fare una stima quanto più possibile vicina alla realtà, perché quella delle 11 non mi pare assolutamente congrua.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giacomoni. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Presidente, io vorrei richiamare l'attenzione di tutti voi perché credo sia stata una settimana di intenso lavoro per tutti, soprattutto per i componenti della Commissione bilancio. Io ringrazio ovviamente la maggioranza, ma soprattutto l'opposizione perché ha portato avanti un'opposizione seria e costruttiva.

Questa mattina io però - al di là della mancanza di rispetto, come dicevamo, per i pendolari e per tutti noi, che dalle 9 siamo qui - trovo grave che giri voce che la Ragioneria dica che su alcuni emendamenti, approvati all'unanimità da tutta la Commissione, manchi ancora la relazione tecnica. Ma allora c'è qualcosa che non va, perché - vi faccio un esempio concreto – riguardo all'emendamento 27.13, con cui di fatto abbiamo detto che si sta istituendo un Fondo sovrano, che riguarda il patrimonio destinato, di cui abbiamo discusso per giorni e che abbiamo approvato all'unanimità dopo l'ok del Tesoro e della Ragioneria, questa mattina esce fuori che manca la relazione tecnica.

Allora, vedete, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Io non vorrei che qui ci sia il trionfo della burocrazia sulla democrazia. Quindi, inviterei ovviamente i relatori a prendersi tutto il tempo che serve, però li invito anche a valutare bene, perché qui non è possibile che, dopo che la Commissione ha lavorato, come ha lavorato, in maniera dura e intensa in questi giorni, dopo che abbiamo sviscerato dei problemi, dopo che abbiamo avuto l'ok dal Tesoro e da tutti, arriva la Ragioneria e ci dice che forse la relazione tecnica non è completa.

Ve lo dico perché stiamo parlando di un provvedimento che può essere molto importante per il Paese, perché noi stiamo semplicemente dicendo che con i risparmi privati possiamo di fatto trasformare gli italiani in azionisti delle aziende italiane. Lo abbiamo deciso tutti insieme e si dice oggi che la relazione della Ragioneria è incompleta: arrivasse la relazione completa, ma comunque io ritengo inaccettabile che la burocrazia prevalga sulla democrazia. Quindi, invito la Commissione, nel momento in cui arriverà questa relazione, ad esaminarla con attenzione, ma a fare anche prevalere le ragioni della politica sulla burocrazia.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 11.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 11,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2500-A.

Ha chiesto di parlare il relatore per la maggioranza, Fabio Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD), Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente avevamo chiesto una sospensione perché mancavano gli elementi da parte della Ragioneria generale per poter convocare il Comitato dei nove e assumere, nel Comitato dei nove, le decisioni che vanno assunte. Gli elementi li abbiamo tutti e quindi le chiederei fino a mezzogiorno per poter convocare il Comitato dei nove e tornare con le decisioni del Comitato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Speriamo che sia l'ultimo giro di questo imbarazzante balletto. Però, sommessamente, noi ci sentiamo di suggerire alla maggioranza una cosa molto semplice: la Ragioneria fa il suo mestiere, se ha eccepito delle cose, lo ha fatto a ragion veduta. Evidentemente, quando si è votato, si è votato, non tenendo conto delle eccezioni che la Ragioneria aveva già sollevato. Qui, però, cari colleghi, abbiamo un solo semplice problema: questo decreto è senza paracadute, quindi non è possibile che esca di qui con degli errori. Pertanto, sommessamente, vi suggeriamo di usare la massima prudenza, tener conto in toto delle osservazioni della Ragioneria e morta lì; il mondo non finisce domani, se volete fare qualcosa fatelo in un altro decreto, dove volete, in una legge, ma l'unica cosa che non possiamo permetterci è di lasciare il decreto con degli errori e mettere a rischio la Cassa integrazione per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sono giorni che proviamo a spiegare che questo decreto, così come è stato impostato, è un decreto che crea confusione, che sovrappone temi, che non affronta le vicende emergenziali. Questo epilogo e l'imbarazzo anche del relatore Melilli nell'annunciare ancora una volta la richiesta di proroga provoca sconcerto nelle forze che hanno cercato di contribuire a migliorarlo. Un'ora fa, quando il collega Melilli aveva chiesto mezz'ora, i colleghi dell'opposizione hanno provato a sottolineargli che, probabilmente…Anzi, guardi, anche la Presidenza mi sembra che l'abbia richiamato all'attenzione: ma, siete sicuri che riuscirete a risolvere questi problemi in solo mezz'ora? E in effetti, anche questa volta, avete fatto una brutta figura, che noi vogliamo sottolineare perché rientra in un modo che voi state utilizzando per lavorare in quest'Aula, nel rapporto tra Governo e Parlamento, che è un modo che noi contestiamo da subito: non è il modo corretto per affrontare una dialettica che porti dei risultati a fronte di una crisi, la più grande dal dopoguerra, come Gentiloni, che si è svegliato, ha annunciato questa mattina. Voi oggi riaprite l'Aula alle ore 12, lo dico al Ministro D'Incà: ecco, allora, siccome è contemporanea alla conferenza stampa del Presidente Conte, chieda al Presidente Conte di aprire la sua conferenza sul “decreto Semplificazioni”, scusandosi con gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per questa imbarazzante prova che si sta consumando anche in quest'Aula. E avremmo gradito, magari, avere le linee guida, che verranno probabilmente annunciate dal Presidente Conte a mezzogiorno, prima, nel Parlamento, o prima anche nell'incontro, che, mentendo, il Presidente Conte ha annunciato agli italiani, a chiusura della conferenza stampa di Villa Pamphilj, dicendo che avrebbe invitato le opposizioni: ha mandato una letterina, su sollecitazione della Presidenza della Camera, nella quale però non c'è alcun appuntamento, non c'è alcun momento reale di incontro. Qualcuno ha detto: forse se ne è dimenticato. Ecco, Ministro D'Incà, ricordi al Presidente Conte che gli impegni sono una cosa seria, altrimenti si finisce così, in questo squallido tentativo di giustificare le vostre incapacità gravissime, che mettono a rischio la nostra nazione e la sua economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente. È con grande imbarazzo e con un po' di sconcerto che prendo la parola. Abbiamo la sensazione che si stia navigando a vista, avevamo già capito che le cose prendevano una piega sbagliata questa mattina, quando il Presidente di turno aveva chiesto se erano certi, i relatori, che il rinvio - che avevano chiesto - sarebbe stato sufficiente a dipanare la matassa che hanno creato in queste settimane. Il “decreto Aprile”, che arriva alla fine di luglio, non riesce proprio ad essere portato ad una conclusione che abbia un senso per il Paese: questo è il fatto più grave ed è per questo che, oltre allo sconcerto, c'è l'imbarazzo per capire esattamente cosa avete in testa e cosa volete per questo Paese. Noi abbiamo cercato di fare di tutto per agevolare i lavori, anche di fronte alla strabiliante incapacità di risolvere i problemi; abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo, abbiamo cercato di fare le cose per il Paese, ovviamente, perché ci rendiamo conto che la situazione è veramente drammatica anche per la debolezza della guida che, in questo momento, caratterizza il Paese. È ovvio che staremo molto attenti a quello che succederà e il nostro atteggiamento potrebbe cambiare anche radicalmente, perché così ci sentiamo anche un po' presi in giro. Abbiamo cercato di aiutarvi, abbiamo cercato di dare un contributo e lo abbiamo fatto per gli italiani, ma ora veramente credo che siamo molto vicini ai titoli di coda per quanto riguarda il nostro atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Mi pare che non vi siano altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori, pertanto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12, si era detto, questa è la proposta, lei me la conferma, relatore Melilli?

FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. È già convocato il Comitato dei nove.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). È dalle nove che è convocato!

PRESIDENTE. Quindi, alle 12 riprenderemo la seduta.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto la parola il presidente della Commissione Bilancio, Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Presidente, si è tenuto il Comitato dei nove. A nome del Comitato dei nove chiedo il rinvio in Commissione del provvedimento fino alle ore 17, ai fini del riesame dei profili problematici del testo del provvedimento evidenziati nella nota della Ragioneria generale dello Stato pervenuta nella giornata di ieri, o comunque ad essi connessi, attinenti alla copertura finanziaria del provvedimento. Quindi, in buona sostanza, i lavori in Commissione al momento sono stati fissati dal Comitato dei nove fino alle 17, per cui per l'Aula suggerirei le 17,15, insomma, una cosa del genere; il tempo di finire i lavori e trasferirsi qui.

PRESIDENTE. Quindi, la richiesta è di una riconvocazione dell'Aula per le ore 17,15, più o meno. Giusto?

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. È corretto, Presidente.

PRESIDENTE. Con il rinvio in Commissione, conseguentemente. Chiede di parlare il deputato Baldelli sull'ordine dei lavori. Prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, su questo. Mi pare che ci sia una sostanziale convergenza delle forze politiche sull'idea di andare in Commissione a compiere le opportune verifiche sulle questioni sollevate dalla Ragioneria. La preghiera che faccio, a partire dal presidente della Commissione, che però chiaramente non è umanamente depositario di alcuna verità rivelata al riguardo, è che, Presidente, questi siano tempi non dico certi ma almeno attendibili. Se poi dovessimo trovarci un'altra volta alle 17 ad essere costretti a prendere un'altra ora o altre due ore di tempo, ciò sarebbe piuttosto seccante, Presidente, perché cominciamo ad aggiornarci ormai ogni “x” ore. Per cui, sulla linearità dei nostri lavori abbiamo già detto abbastanza, cioè sul fatto che un decreto di 266 articoli, oltre 1.100 commi e 110 mila parole, prima di entrare in Commissione, possa comportare delle criticità abbiamo già detto; però, Presidente, magari, cerchiamo di fare in modo che poi le 17 siano le 17 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per una precisazione il presidente della Commissione Bilancio, deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Presidente, voglio far notare che la scelta dei tempi è stata concordata tramite accordo con le diverse forze e si già tenuto conto anche delle osservazioni dell'opposizione; cioè, si è partiti da un punto precedente e questa scelta è stata frutto di un accordo, di una discussione, fra le diverse forze politiche. Concordo quindi con lei: non è un numero preso in modo avventato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, eravamo al corrente di quanto è avvenuto grazie alla comunicazione che ci ha dato il collega Trancassini, che ringraziamo insieme agli altri colleghi per l'ottimo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Più che convergenza, devo dire, si direbbe “di necessità virtù”. Questa è la dimostrazione plastica di un decreto-legge che andava probabilmente diviso in due tranche, che andava fatto già con l'accoglimento di tanti consigli da parte delle opposizioni, che oggi testimoniano un ulteriore atto di responsabilità. Quella responsabilità che certamente non è arrivata né dal Presidente Conte, né dal Governo nel recepire un sostegno e un aiuto, ma soprattutto la possibilità di evitare l'ennesima figuraccia e l'ennesimo rinvio. Auspichiamo che le 17,15 sia l'orario veramente per poter iniziare i lavori e non l'orario per richiedere un ulteriore rinvio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento. Pertanto, se sulla proposta di rinvio del provvedimento in Commissione, nei termini precisati dal presidente della V Commissione, non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.

Sospendo i lavori dell'Aula. L'Aula sarà riconvocata per le ore 17,15, fatte salve tutte le precisazioni che abbiamo ascoltato adesso dal presidente della Commissione Bilancio. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 17,20.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire il presidente Claudio Borghi. Prego.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. La ringrazio, Presidente. Allora, posso confermarle che la Commissione bilancio ha completato l'esame degli emendamenti volti a risolvere le criticità sollevate dalla Ragioneria, tutte le votazioni sono state fatte, e quindi il provvedimento è completato. Si richiede, giustamente, un mini tempo tecnico per poter procedere alla stampa del testo, e quindi si richiede un aggiornamento - ma, ripeto, soltanto per motivazioni tecniche, la Commissione non è più in seduta - fino alle ore 18,30.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 18,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,22, è ripresa alle 18,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2500-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Avverto che, a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, la Commissione ha predisposto un nuovo testo, che è pubblicato online sul sito Internet della Camera.

Resta inteso che, come da prassi, si intendono ripresentati gli emendamenti già presentati in Assemblea, ove ancora riferibili al nuovo testo approvato dalla Commissione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2500-A/R)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Federico D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia (Applausi polemici dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2500-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. La ventiduesima fiducia del Governo Conte mi spinge a superare la mia proverbiale resistenza a intervenire in quest'Aula per svolgere alcune sottolineature (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente). Grazie, l'applauso conferma la tesi di fondo.

La fiducia è uscita dal Consiglio dei ministri insieme a questo decreto come se fosse l'antitaccheggio di un capo d'abbigliamento in un negozio. Era inevitabile immaginare che un decreto di 266 articoli, con circa 1.100 commi - quando è stato prodotto, non quando è uscito dalla Commissione bilancio -, con oltre 110 mila parole inevitabilmente avesse e portasse con sé una questione di fiducia.

Presidente, voglio semplicemente esprimere a livello personale, per quel poco che ci sono stato, la mia personale solidarietà al presidente della Commissione bilancio e, attraverso di lui, a tutti i componenti della Commissione bilancio, perché il modo di lavorare che è stato imposto al Parlamento da questo modo di fare decretazione d'urgenza è stato un modo surreale.

Ho preso la parola diverse volte proprio su questo decreto per dire che sarebbe stato assurdo immaginare un esame compiuto dal punto di vista parlamentare, men che meno immaginiamoci un esame di entrambe le Camere, perché noi mandiamo tardi e male questo decreto all'attenzione dell'altro ramo del Parlamento. Non oso pensare che cosa succederebbe se l'altro ramo del Parlamento intendesse veramente affrontarlo in maniera compiuta e magari modificarlo e rimandarcelo, magari, alla vigilia della scadenza.

Non ci sono parole, se non la sottolineatura di un comportamento pessimo dal punto di vista del Governo e dei rapporti del Governo con il Parlamento, seppur nell'esigenza, che mi rendo conto essere importante, di una situazione che impone delle norme; però 266 articoli, una specie di manovra anticipata. Noi avevamo dato dei suggerimenti sull'anticipo della manovra, sul modo di poter affrontare questi temi in maniera più lineare. Tutto si è fatto nella più totale confusione, e lo testimonia tutta la quantità di rinvii che sono stati fatti. Mi viene da dire ironicamente: per fortuna che il Ministro D'Incà ha messo la fiducia, altrimenti chissà quanto avremmo aspettato ancora, di rinvio in rinvio, modifica e modifica, toppa su pezza, pezza su toppa, relazione della Ragioneria dopo relazione.

Chissà quanto avremmo dovuto aspettare prima di affrontare in Aula questo decreto, del quale discuteremo soltanto gli ordini del giorno, sui quali, peraltro, ci sono delle questioni molto delicate.

Lascio qui il discorso delle zone colpite dal terremoto, che sono state tagliate fuori anche dal dibattito sugli emendamenti in Commissione su questo; lascio da parte tante questioni che potevano essere affrontate e non sono state affrontate o sono state affrontate male.

Mi permetto di sottolineare che siamo all'ennesima situazione paradossale: il Ministro D'Incà, come dire, è portatore di colpe che ricadono su di lui soltanto in forma collegiale, però mi permetto di sottolineare che quelle stesse colpe, quando venivano compiute da altri in passato, venivano additate come il male assoluto.

Io credo che non sarà la riduzione del numero dei parlamentari che supererà le criticità che, invece, avremmo o dovremmo affrontare attraverso una riflessione seria, serena sul rapporto tra Governo e Parlamento, sulla decretazione d'urgenza, sull'interpretazione e sull'eventuale anche modifica dei nostri Regolamenti, ma noi abbiamo delle questioni aperte che, purtroppo, non si supereranno neanche di mezza virgola con quello che, fino adesso, questo Governo e questa maggioranza hanno voluto fare in questo Parlamento.

Siamo alle solite, buona ventiduesima fiducia: la raccoglierete, magari con qualche assente, la raccoglierete, ma non ne andate fieri, perché non c'è nulla di cui andare fieri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, finalmente ci onorate di lavorare in quest'Aula al famoso “decreto Rilancio”, già “decreto Aprile”, poi diventato “Maggio” e, poi, convertito con una delle vostre classiche formule celebrative in “decreto Rilancio”. Un provvedimento che è stato scritto da centinaia di persone esterne al Governo e già questo testimonia il fatto che il Presidente del Consiglio, i Ministri e i sottosegretari non sono capaci autonomamente di produrre norme per governare questo Paese, signor Ministro, per esempio; e, soprattutto, testimonia tutta la vostra inadeguatezza sulla gestione di una delle crisi economiche più gravi che il nostro Paese sta vivendo dal dopoguerra.

Un provvedimento, Ministro, che ha comportato tantissime lentezze durante questi lavori, perché, voi, di fatto, siete un Governo assolutamente non decisionista, siete un Governo che non guarda assolutamente all'interesse del popolo italiano e ciò è testimoniato da questo, perché, a marzo, doveva arrivare il “decreto Rilancio”, perché era a marzo che stavamo vivendo l'inizio di questa grave crisi economica che si è avventata nel nostro Paese.

E, mentre milioni di lavoratori stavano finendo in cassa integrazione, mentre milioni di imprese stavano chiudendo, voi, al posto di trovare un modo per accelerare gli aiuti nei confronti di imprese e di lavoratori, vi siete incagliati e incardinati per settimane per trovare un modo per regolarizzare migliaia di immigrati clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), andando completamente in senso opposto ai bisogni profondi di questo Paese. Perché l'Italia ha bisogno di una riforma seria e profonda della giustizia - non come vuole Bonafede -, delle infrastrutture, per riaccendere la locomotiva economica del nostro Paese, aprendo migliaia di cantieri e sbloccando quelle opere che l'Italia attende da anni e che voi non siete capaci di sbloccare per colpa del vostro furore ideologico, che blocca tutto e ha bloccato anche gli impianti dell'ex Ilva di Taranto, per esempio, condannando alla decrescita infelice una parte del nostro Paese.

E, al contempo, per colpa della vostra lentezza - lentezza, tra l'altro, colposa e dolosa insieme - ci sono interi comparti economici strategici del nostro Paese che sono in ginocchio, come l'automotive, come il settore turistico-ricettivo. Le do un'informazione, Ministro: ci sono migliaia di alberghi che, per colpa vostra, sono ancora chiusi in Italia e che attendono delle risposte.

Tutto questo genera crisi, incertezza negli investimenti, perdita di posti di lavoro e tutto questo comporta quella recessione profonda nella quale state spingendo il nostro Paese con l'acceleratore, perché i vostri provvedimenti dovrebbero servire per bloccare la recessione, non per aggravarla, come state facendo fino ad ora.

Ma ben presto, Ministro, risponderete di tutto questo di fronte agli italiani, perché la vostra maggioranza, nel breve periodo, non ci sarà più, verrà ridata la parola agli italiani e gli italiani vi faranno uscire fuori dalle mura dei Ministeri, dalle mura di Villa Pamphilj, nelle quali mura vi piace trincerarvi, per dare all'Italia un Governo coraggioso, e capace di far tornare ad essere la nostra nazione una delle più grandi nazioni a livello internazionale, un Governo con a capo Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. È con amarezza che anche noi commentiamo non solo la ventiduesima fiducia, ma si celebra l'ennesima sconfitta del Parlamento, perché, Presidente, in quest'Aula, noi abbiamo sentito parlare della centralità del Parlamento ogni qualvolta noi e l'intera opposizione, cercando di interpretare il sentimento degli italiani, abbiamo chiesto di andare a votare. Ecco, quando si tratta di andare a votare, il Parlamento è centrale, la nostra è una democrazia parlamentare, è altrettanto centrale quando il Presidente del Consiglio, in prima serata, cerca l'alibi, ha la voglia di fare da sé, sbagliandole poi tutte, dalla prima uscita in prima serata. Il Parlamento, in realtà, invece, lo teniamo fuori, non siamo stati minimamente coinvolti, contrariamente a quello che Conte ha più volte affermato, e ci siamo trovati di fronte a questo mostro di 266 articoli, in realtà 266 decreti-legge: interi capitoli su intere questioni. Noi non abbiamo discusso, non siamo stati nelle condizioni di farlo, perché, ad un certo punto, è arrivata persino la tagliola del contingentamento dei tempi per evitare che l'opposizione cercasse di dire la propria ad ogni articolo, così come democrazia vuole e così come confronto politico vuole, così come intere categorie credo che meritassero, ed interi comparti sono rimasti fuori per questa assenza di confronto.

Oggi si è consumata l'ennesima pantomima di una maggioranza che sta in piedi solo e soltanto se sul tavolo ci sono incarichi, consulenze e, quando sono arrivati questa notte i rilievi della Ragioneria, la maggioranza ha lavorato tutto il giorno per cercare di far coprire, con una coperta corta, i buchi che, nel frattempo, erano maturati. Da tutto questo, dal derby all'interno della maggioranza, oggi un'altra categoria - quella delle aziende che si occupano del servizio di bus, i bus turistici - è rimasta fuori: è rimasta fuori perché la dizione è che non c'è copertura. In 55 miliardi, non hanno trovato copertura per questa categoria, come per molte altre. Abbiamo tentato di ragionare di temi seri, ci siamo trovati a ragionare di temi futili, dai monopattini in poi. Una grave sconfitta questa per il confronto politico, una grave sconfitta - visto che spendiamo 55 miliardi - per l'indebitamento che aspetta questo Paese. Io mi auguro sia una delle ultime fiducie che voi chiedete e mi auguro - perché sono un ottimista - nel ravvedimento, qui alla Camera o al Senato, di qualche parlamentare eletto quando pensava di fare la rivoluzione e si ritrova ad approvare 55 miliardi di marchette (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la Sala della Regina, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.

La seduta è sospesa, riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 20.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stato convenuto che le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 2500-A/R, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia (da inviare al Senato – scadenza: 18 luglio 2020), nel nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, avranno luogo nella seduta di domani, mercoledì 8 luglio, alle ore 17.

L'appello nominale, che si svolgerà con accesso in Aula dei deputati programmato secondo specifiche fasce orarie predisposte in base all'iniziale del cognome, avrà luogo a partire dalle ore 18,30.

L'esame proseguirà in seduta notturna e nella giornata di giovedì 9 luglio, a partire dalle ore 8. A partire dalle ore 12 avranno luogo - con ripresa televisiva diretta - le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Seguirà la votazione finale, entro le ore 14.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 2500 A/R è fissato alle ore 10 di domani, mercoledì 8 luglio.

Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, alle ore 15 della seduta di domani, rimane confermato.

Nella seduta di giovedì 9 luglio, dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge n. 2500 A/R, avrà luogo l'esame del decreto-legge in materia di emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato – scadenza: 15 luglio 2020), per lo svolgimento della discussione generale e l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

Le dichiarazioni di voto finale avranno luogo nella seduta di martedì 14 luglio, alle ore 11, con votazione finale non prima delle ore 12,30.

Seguirà l'esame della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Sebastiano Cubeddu (Doc. III, n. 1).

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16, avranno luogo le votazioni per schede per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Le convocazioni delle Commissioni permanenti per procedere al rinnovo biennale sono così differite:

•  alle ore 19,00: Commissioni I, II, III, IV, VIII, IX e XI;

•  alle ore 20,30: Commissioni V, VI, VII, X, XII, XIII e XIV.

Nella seduta di lunedì 13 luglio resta confermato lo svolgimento della discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 e della discussione generale delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00274 e Zanella ed altri n. 1-00354.

Procediamo a questo punto all'estrazione a sorte del deputato a partire dal quale avrà inizio la chiama nell'appello nominale previsto per domani.

(Segue il sorteggio)

La chiama avrà inizio dal deputato Pentangelo.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. È notizia di poche ore fa il rilascio in Egitto di Mohamed Amashah, cittadino americano arrestato nel marzo 2019 per avere esibito un cartello a piazza Tahrir che chiedeva la liberazione dei prigionieri politici rinchiusi nelle segrete egiziane. La vicenda di questo ragazzo è sovrapponibile a quella che ci angustia di Patrick Zaki, finito in carcere proprio con un'accusa per reati di opinione, alle prese con una via crucis di rinvii che hanno portato a oltre centocinquanta i giorni della sua detenzione. Per Amashah, ora finalmente libero, sono stati più di cinquecento. Nei giorni scorsi l'Egitto ha annunciato un provvedimento di grazia per 530 detenuti ed è per questo, Presidente, che chiediamo con forza, per il suo tramite, al Governo di spingere e far valere adesso la propria influenza perché Zaki possa rientrare in questo numero di persone come è avvenuto, dopo un anno e mezzo, per lo studente americano. Sappiamo che è in atto un lavoro silenzioso e discreto per raggiungere questo obiettivo ma compito del Parlamento è proprio vigilare e combattere perché quel silenzio non sia oblio, afasia, rassegnazione ma porti finalmente alla liberazione di Patrick Zaki (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 8 luglio 2020 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 17)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

(C. 2500-A/R)

Relatori: MARATTIN, MELILLI e MISITI, per la maggioranza; MANDELLI, VANESSA CATTOI e LUCASELLI, di minoranza.

La seduta termina alle 20,05.