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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 362 di giovedì 25 giugno 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cirielli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Ferraresi, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Guerini, Invernizzi, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morelli, Orrico, Parolo, Rizzo, Rospi, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Tasso, Tateo, Tofalo, Tomasi, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito delle discussione del disegno di legge: S. 1786 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta Covid-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 2547).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2547: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso il parere.

Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Ferraresi per fornire alcune precisazioni in merito ad alcuni ordini del giorno.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Per un problema di coordinamento devo rettificare alcuni pareri sugli ordini del giorno. In particolare…

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di indossare la mascherina!

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. In particolare il n. 9/2547/8 Galantino ha parere contrario, il n. 9/2547/9 Bignami ha parere contrario…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo, per favore, di raggiungere i vostri scranni e di abbassare il tono della voce perché altrimenti i colleghi che seguono il provvedimento fanno fatica ad ascoltare le parole del sottosegretario.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Il n. 9/2547/8 Galantino ha parere contrario, il n. 9/2547/9 Bignami ha parere contrario, il n. 9/2547/26 Turri ha parere contrario, il n. 9/2547/30 Tateo ha parere contrario, il n. 9/2547/34 Legnaioli ha parere contrario…

PRESIDENTE. Sottosegretario Ferraresi, può procedere un po' più lentamente, altrimenti è difficile seguirla.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì. Il n. 9/2547/8 Galantino ha parere contrario, il n. 9/2547/9 Bignami ha parere contrario, il n. 9/2547/26 Turri ha parere contrario…

PRESIDENTE. Un attimo. Ci siamo? Non riesco a sentirla, onorevole Varchi. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, per noi è difficile seguire con un fascicolo così corposo. Se il sottosegretario potesse indicare i numeri, darci il tempo di recuperare l'ordine del giorno e poi dare il parere.

PRESIDENTE. Quindi procedere un po' più lentamente.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Mi sono persa dopo Bignami, Presidente.

PRESIDENTE. Allora, intanto siamo agli ordini del giorno n. 9/2547/8 Galantino, n. 9/2547/9 Bignami e n. 9/2547/26 Turri.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il n. 9/2547/8 Galantino ha parere contrario, il n. 9/2547/9 Bignami ha parere contrario, il n. 9/2547/26 Turri ha parere contrario, il n. 9/2547/30 Tateo ha parere contrario, il n. 9/2547/34 Legnaioli ha parere contrario, il n. 9/2547/37 Maccanti ha parere contrario, il n. 9/2547/38 Capitanio ha parere contrario, in quanto le norme introdotte già prevedono, garantiscono e assicurano tutte le necessarie misure di sicurezza e di piena tutela della riservatezza e dei dati personali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, desidero rilevare e portare all'attenzione di quest'Aula che, nell'ottica anche di una leale collaborazione tra le forze di opposizione e le forze di maggioranza, devo quantomeno mostrare perplessità per il comportamento del Governo, che, a fronte di un termine dato ai gruppi per il deposito degli ordini del giorno, che era quello della giornata di ieri, alle ore 9,30, arrivati alle ore 19 ha chiesto 50 minuti di sospensione dopo 10 ore per esaminare gli ordini del giorno e oggi addirittura cambia i pareri sugli ordini del giorno (Applausi del deputato Deidda).

Capisco che ciò rientri tra le prerogative del Governo, ma mi pare un comportamento che denota, ancora una volta, soprattutto in materia di giustizia, la confusione che regna sovrana all'interno della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chiaro, onorevole Varchi. Lei sa che a livello procedurale e a livello formale lo può fare, ma sarebbe stato meglio avere prima il quadro della situazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, chiedo che lei si metta nei panni di un gruppo parlamentare che ha ascoltato ieri sera i pareri del Governo, si è organizzato nella discussione sui pareri del Governo, a fronte di pareri positivi - io lo dico, gli ordini del giorno sono del gruppo della Lega - si è organizzato, quindi, per non discutere determinati ordini del giorno, in quanto c'era un parere favorevole, poi si arriva all'inizio della seduta e c'è un ribaltamento di posizioni!

Guardi, quantomeno, io le chiederei di sospendere la seduta e di dare un tempo congruo ai gruppi parlamentari per rivedere le proprie posizioni, perché altrimenti è inaccettabile un atteggiamento di questo genere.

PRESIDENTE. Onorevole Costa, vale per lei quello che ho già detto all'onorevole Varchi: a livello procedurale è consentito questo e il Governo può cambiare i pareri fino a un secondo prima dell'esame degli ordini del giorno, ed è già successo tante altre volte senza che l'Aula venisse sospesa. È chiaro che sarebbe stato molto meglio avere prima il quadro dei pareri; me ne rendo conto, anche perché c'è stato molto tempo a disposizione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, anch'io volevo rilevare quest'anomalia, anche perché, come diceva il collega Costa, molti degli ordini del giorno per i quali il Governo ha deciso di cambiare il parere riguardano il nostro gruppo. Tra l'altro, anche per il mio ordine del giorno, per il quale vi era un parere favorevole con riformulazione, laddove veniva solo espunta la parte delle premesse, oggi diventa parere contrario. A parte che mi sembra anche un comportamento da parte del Governo poco serio, perché, evidentemente, ha avuto un giorno intero per potere esaminare gli ordini del giorno, perché il deposito era previsto per ieri mattina alle nove e mezza; a distanza di diverse ore sono stati dati dei pareri, li abbiamo ascoltati e, stamattina, arriviamo e molti pareri sui nostri ordini del giorno sono stati invertiti; insomma, il parere è stato cambiato completamente. Peraltro, a parte un ordine del giorno, per il quale è stato motivato questo cambiamento di idea, per gli altri non si sapeva nulla, quindi vorrei anche capire quali sono le motivazioni che hanno portato il Governo, da parere favorevole, a dare parere contrario sui singoli ordini del giorno.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, devo dire che alcune volte ci si chiede se veramente stiamo vivendo un sogno o un incubo, rispetto a quelli che sono stati i tempi previsti per poter depositare gli ordini del giorno, rispetto a quello che è stato richiesto ieri, anche alla fine delle chiame, cioè la votazione di una sospensione per un ulteriore tempo, fino alle 19,45, per poter avere i pareri. Io chiederei, considerato ovviamente che è nelle prerogative del Governo e del sottosegretario cambiare i pareri da favorevole a contrario, da accolto come raccomandazione a contrario, almeno di dare le motivazioni di questo cambio, nel merito, rispetto al lavoro che è stato fatto dai tanti colleghi e che certamente almeno meritano di comprendere quello che noi non abbiamo compreso: la differenza, Presidente, tra le tante ammissibilità e le tante inammissibilità dei testi, che credo confermino che questo Governo fa le regole sempre a propria misura.

PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato gli interventi dei colleghi, non so se ritiene di dover dare delle motivazioni. Prego, sottosegretario Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, innanzitutto mi scuso con l'Aula per questo cambio e vado a dare alcune spiegazioni in merito agli ordini del giorno che prevedevano appunto l'accoglimento di alcune indicazioni, soprattutto per quanto riguarda l'App Immuni; quindi, sto parlando degli ordini del giorno n. 9/2547/8 Galantino, n. 9/2547/9 Bignami, n. 9/2547/10 Mantovani e n. 9/2547/26 Turri. Senz'altro la risposta può essere che la normativa che noi abbiamo introdotto come Governo già prevede, garantisce e assicura tutte le necessarie misure di sicurezza e di piena tutela della riservatezza e dei dati personali che sono testé riportate nell'ordine del giorno; quindi, solo per questo motivo, non perché ovviamente si è contrari a maggiore implementazione di sicurezza e privacy. Per quanto riguarda invece gli ordini del giorno n. 9/2547/30 Tateo e n. 9/2547/34 Legnaioli, c'è un'incoerenza rispetto al quadro regolatorio vigente che assicura l'ordinata esecuzione dell'attività di notifica telematica, quindi si creerebbero dei problemi e delle incoerenze, per questo c'è parere contrario.

Per l'ordine del giorno n. 9/2547/37 Maccanti, la norma è in linea con il parere del Garante della privacy e ne ha recepito le indicazioni. Per l'ordine del giorno n. 9/2547/38 Capitanio, anche qui, atteso che la norma introdotta già prevede, garantisce e assicura tutte le necessarie misure di sicurezza e piena tutela della riservatezza dei dati personali, il parere è contrario. Mi scuso ancora per il disguido, però, su tanti altri ordini del giorno, ricordo che c'è stato un pieno accoglimento o un accoglimento con riformulazione.

PRESIDENTE. Sì, solo una precisazione sottosegretario: per l'ordine del giorno n. 9/2547/6 Perantoni, lei ci aveva preannunciato una riformulazione, resta così? Parere favorevole con riformulazione? Qual è la riformulazione?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere favorevole con riformulazione: aggiungere alla fine “salvo la valutazione in caso di detenuti o internati per reati di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario”, se viene accolta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Onorevole, deve indossare la mascherina, però; dal posto è obbligatorio.

A che titolo chiede di intervenire?

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori. Io e il collega Di Muro saremmo nel Comitato dei nove, però il Comitato dei nove è diventato il comitato dei cinque, perché non ci sono le sedie. Faccia mettere magari un banchetto o un paio di banchetti davanti, così possiamo anche noi dare disposizioni al nostro gruppo su come votare i singoli emendamenti, anche alla luce dell'incredibile episodio accaduto poco fa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, lei ha ragione, ma, purtroppo, ci sono delle distanze di sicurezza da mantenere, quindi sarebbe auspicabile un accordo tra i componenti del Comitato dei nove, perché al banco ci sono soltanto cinque posti per ragioni di sicurezza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, intervengo solo in ordine alla comunicazione ultima da parte del Governo. A me pare di poter dire che la giustificazione, che è stata posta, in termini regolamentari non ha alcun senso. Sarebbe logico se il Governo esprimesse parere contrario rispetto a degli ordini del giorno che rappresentano norme diverse o in contrasto con il testo, ma il fatto che l'ordine del giorno possa essere una sollecitazione comunque all'applicazione della norma o comunque sia in linea con l'aspetto normativo, è evidente che non è una giustificazione logica, perché tutti gli ordini del giorno, alla fine, più o meno, girano attorno ad un testo e cercano di stimolare il Governo ad assumere iniziative in ordine proprio al dettato della norma. Quindi, dire che la norma c'è già e quindi è pleonastico l'ordine del giorno mi pare un'argomentazione molto debole sotto il profilo regolamentare e, ancora di più, sotto il profilo politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È chiaro che il Governo è libero di esprimere il parere che vuole e si assume la responsabilità del parere che esprime.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/1 Potenti, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole: chiedo al presentatore se insista per la votazione.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Sì.

PRESIDENTE. L'onorevole Potenti insiste per la votazione, allora passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/1 Potenti, con il parere favorevole da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi invito ad indossare correttamente la mascherina. Colleghi, la mascherina! Collega Paolini, la mascherina; onorevole Crippa, la mascherina; onorevole Furgiuele, la mascherina, onorevole Capitanio …

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/2 Bruno Bossio, su cui c'è un parere favorevole, il presentatore non insiste per la votazione; sull'ordine del giorno n. 9/2547/3 Manca Gavino il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2547/4 Macina, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2547/5 Bruno il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/6 Perantoni c'è un parere favorevole con riformulazione; accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/7 Ascari il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2547/8 Galantino il parere è contrario. Onorevole Galantino, prego.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, non accetto assolutamente questo cambio di parere, chiedo che il mio ordine del giorno n. 9/2547/8 venga messo in votazione, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/8 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/9 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/10 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/11 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/2547/12 Trancassini c'è parere favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/13 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/14 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2547/15 Caretta, parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione; n. 9/2547/16 Delmastro Delle Vedove, favorevole; n. 9/2547/17 Frassinetti, favorevole; n. 9/2547/18 Bucalo, favorevole; n. 9/2547/19 Butti, favorevole; n. 9/2547/20 Gagliardi, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2547/21 Lucaselli, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/21 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Nel frattempo mi vengono segnalati molti colleghi che non indossano la mascherina. Chiedo anche l'aiuto dei deputati segretari per sollecitare i colleghi a indossare la mascherina. Per cortesia!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2547/22 Ferro, c'è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/2547/23 Ungaro è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2547/24 Cantalamessa, c'è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione; n. 9/2547/25 Marchetti, parere favorevole con riformulazione: accettate la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2547/26 Turri, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno è uno di quelli che ieri sera aveva parere favorevole e, invece, questa mattina il parere è diventato contrario.

Il mio ordine del giorno riguarda la App Immuni e mi sembrava prima che il sottosegretario avesse detto che gli ordini del giorno riguardanti questa materia sono stati trasformati da favorevoli a contrari, perché chiedevano al Governo che si adottassero misure che garantissero i sistemi di sicurezza e che i dati sensibili non venissero diffusi.

In realtà, il mio ordine del giorno non centra quel tema e prevede soltanto che ci possa essere, come è, tra l'altro; infatti, mi pare che oggi l'App Immuni sia in fase sperimentale in alcune regioni, quindi chiedevo che si utilizzasse questa fase sperimentale, che poteva essere di un periodo - io ho indicato sei mesi, ma anche un periodo diverso - al termine del quale si potesse verificare se ci fossero state delle anomalie, appunto, e che in quel caso il Governo intervenisse con un provvedimento immediatamente per sospendere l'applicazione e la piattaforma: semplicemente questo. Le osservazioni che ho fatto sono anche alla luce del documento che è uscito dal Copasir, dopo che ha approfondito il tema, laddove si evidenziava, appunto, che ci potevano essere delle intrusioni in questo sistema che utilizza il bluetooth e, quindi, ci potrebbero essere degli attacchi hacker che potrebbero anche sfalsare le informazioni che vengono messe all'interno dell'applicazione. Mi sembrava ragionevole che si facesse attenzione a questa situazione e che il Governo potesse eventualmente verificare e intervenire a garanzia del diritto dei cittadini. Spero che il Governo, che il sottosegretario, possa rivedere il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo resti fermo sulla sua posizione di parere contrario.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/26 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/2547/27 Bisa, c'è un parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/27 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2547/28 Morrone, accolto come raccomandazione: n. 9/2547/29 Cavandoli, c'è un parere favorevole con riformulazione: accettate la riformulazione? Sì; n. 9/2547/30 Tateo, c'è un parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/30 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/2547/31 Paolini c'è un parere favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione? Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/32 Di Muro c'è un parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2547/33 Sasso è accolto come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/34 Legnaioli, su cui c'è un parere contrario.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/34 Legnaioli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

L'ordine del giorno n. 9/2547/35 Raffaelli è inammissibile. L'ordine del giorno n. 9/2547/36 Furgiuele è accolto come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/37 Maccanti, su cui c'è un parere contrario.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/37 Maccanti con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/38 Capitanio, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Trovo sconcertante il parere contrario a un ordine del giorno che chiede di tener conto delle osservazioni giunte dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Tra l'altro, deve esserci anche un blackout tra il Governo e le Commissioni parlamentari, perché questo ordine del giorno nasce a supporto del parere votato dalla maggioranza, con il relatore del MoVimento 5 Stelle, nella IX Commissione della Camera, in cui l'intera Commissione invitava il Governo a recepire le indicazioni del Copasir in materia di sicurezza, tutela e protezione dei nostri dati. Quindi, probabilmente c'è una svista e invito in extremis il sottosegretario a rivedere il parere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo non abbia intenzione di rivedere il parere. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/38 Capitanio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/2547/40 Giaccone il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/41 Zordan il parere è favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Bene. Sugli ordini del giorno n. 9/2547/42 Colmellere e n. 9/2547/43 Covolo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/44 Annibali il parere è favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Bene. Sugli ordini del giorno n. 9/2547/45 Nobili e n. 9/2547/46 Varchi il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2547/47 Maschio è accolto come raccomandazione, se riformulato. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/48 Siani il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/49 Fasano il parere è favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/50 Gelmini il parere è favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Sì. L'ordine del giorno n. 9/2547/51 Saccani Jotti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2547/52 Labriola il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2547/53 Valentini, su cui il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/53 Valentini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/54 Martino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Gli ordini del giorno n. 9/2547/55 Anna Lisa Baroni e n. 9/2547/56 Ripani sono accolti come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/57 Mazzetti, su cui il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/57 Mazzetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Sugli ordini del giorno n. 9/2547/58 Prestigiacomo, n. 9/2547/59 Siracusano, n. 9/2547/60 Bartolozzi, n. 9/2547/61 Pittalis, n. 9/2547/62 Cassinelli e n. 9/2547/63 Cristina il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2547/64 Giacomoni, su cui il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti… non la sento, onorevole Bartolozzi…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo scusa, Presidente. Solo per sapere il numero dell'ordine del giorno, perché è andata veloce e non la abbiamo seguita.

PRESIDENTE. Siamo arrivati all'ordine del giorno n. 9/2547/64 Giacomoni, su cui c'è parere contrario. Quindi, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/64 Giacomoni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/65 Milanato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/2547/66 D'Attis: parere favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/67 Squeri: parere favorevole con riformulazione, accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/68 Nevi: accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/69 Musella: accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/70 Ruggieri, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. n. 9/2547/70 Ruggieri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/2547/71 Caon, parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Il Ministro Bonafede si è rivelato ormai, da quando ha assunto la guida del Ministero della Giustizia, gravemente inadempiente, anche con specifico riguardo agli impegni di riforma del settore giustizia. Dopo più di un anno di annunci, è stata solo recentemente depositata alla Camera una bozza di disegno di legge di riforma del processo penale, che avrebbe dovuto precedere, anche a detta del Guardasigilli stesso, la mai troppo criticata, per metodo e sostanza, soppressione della prescrizione dopo il primo grado del giudizio.

Il Governo è responsabile per aver posto in essere una sorta di ragnatela di norme, prima tra tutte quella sulle intercettazioni, che hanno contribuito all'attuale imbarbarimento della giustizia e della sua comunicazione. Nello specifico, la riforma delle intercettazioni, presentata per decreto da questo Governo, è, come abbiamo avuto modo anche di ripetervi più volte in quest'Aula, palesemente illegittima. Da un lato, autorizzando la pesca a strascico con il trojan, viola in modo irragionevole e sproporzionato un'ampia schiera di diritti fondamentali, dalla libertà e segretezza della corrispondenza alla libertà di domicilio; dall'altro lato, ignorando la cronica carenza di risorse umane e strumenti per accogliere, gestire, conservare e proteggere l'immensa mole di intercettazioni, finisce per condannare a un destino incerto i dati acquisiti e, quindi, le vicende più intime, costituzionalmente tutelate, di tantissimi cittadini non colpevoli fino a sentenza definitiva di condanna. Ecco perché non si capisce il parere contrario, o meglio, si capisce bene il parere contrario di questo Governo, che sempre più manifesta un'anima e una volontà forcaiola e giustizialista (Commenti)… Collega, è così, purtroppo.

Purtroppo, voi che nella scorsa legislatura gridavate “onestà, onestà!”, che ve la prendevate contro il Governo Renzi perché poneva spesso la fiducia, voi siete arrivati a porre in quest'Aula 21 volte la fiducia; avete avallato una pratica, che voi dicevate essere antidemocratica! Allora, questo è un comportamento, sul piano istituzionale, vergognoso e spudorato, e noi saremo qui a difendere ancora quei principi, sui quali crediamo, dello Stato di diritto, che voi state destinando ormai ad un requiem; così come hanno detto ieri gli avvocati in piazza Cavour, che hanno manifestato per ricordare al Ministro della giustizia assente, silente, che, nonostante sia un avvocato, si è dimenticato di quella categoria e, soprattutto, si è dimenticato del principio che dovrebbe essere il cardine, non di chi opera nel settore del diritto, ma di chi ama la libertà, cioè difendere le prerogative e i principi dello Stato di diritto. Su questo Forza Italia continuerà a battersi, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/71 Caon, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ordine del giorno n. 9/2547/72 Vietina: c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Nel ribadire tutto il nostro dissenso, rispetto all'operato del Governo, rispetto alla mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento nell'aver posto la questione di fiducia e non aver consentito alla Camera di modificare in alcun modo questo decreto, ribadiamo, attraverso questo ordine del giorno, l'esigenza di provvedere con idonee iniziative di delega, volte a definire la normativa, in materia di installazione o di utilizzazione di captatori informatici, sospendendone immediatamente l'applicazione o, comunque, fino alla data del 30 giugno 2022.

La riforma obbrobriosa che il Ministro Bonafede ha fatto, in riferimento alle intercettazioni, ha un grosso, un grossissimo problema per la nostra democrazia, che è l'installazione di questo captatore informatico, per cui il Ministro della Giustizia non ha neanche previsto una disciplina organica, ma lo tratta come se si trattasse di una intercettazione ambientale, quando sappiamo benissimo che il captatore informatico, il trojan, ha delle caratteristiche molto più invasive.

Ecco, noi chiediamo che si faccia una modifica immediata, rispetto a questa disciplina iniqua e ingiusta, per il rispetto e le garanzie costituzionali dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/72 Vietina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/2547/73 Fascina.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, probabilmente ai colleghi non sarà necessaria qualche riflessione, perché evidentemente tutti avranno approfondito il tema, tuttavia io all'Aula mi permetto di porre non qualche suggestione, ma qualche dato di fatto. A cosa tende l'ordine del giorno, colleghi? Tende a fermare le bocce in campo e a meditare sulla modifica della disciplina delle intercettazioni, non solo negli ultimi due anni, a mano dei Governi prima giallo-verde e poi giallo-rosso, ma soprattutto del Governo Renzi. Colleghi, cosa stiamo facendo o meglio cosa state facendo? Ancora una volta si elimina quello che era il doppio binario tra i reati comuni, ordinari e i reati di particolare allarme sociale. Si fa di tutta l'erba un fascio, si toglie la distinzione e si consente l'utilizzo - smodato, direi io - del captatore, del trojan, a vantaggio di qualsiasi procura che si sia imbattuta in un'ipotesi di reato, che va dal reato - come vi dicevo - di minima importanza a quelli più particolari. Di cosa sono preoccupata, colleghi? Sono fortemente preoccupata non solo dell'utilizzo smodato del captatore informatico, del trojan, ma del fatto che sia consentita la pubblicazione dei contenuti di un'ordinanza. Ora chi come me… Presidente, io mi appello al suo buon cuore.

PRESIDENTE. L'ascolto, onorevole Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). No, no lei, ho difficoltà a…

PRESIDENTE. Colleghi, proviamo ad abbassare un po' il tono della voce.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chi come me, e come tanti di voi, è pratico di aule di giustizia saprà che l'ordinanza cautelare è un provvedimento non definitivo, un provvedimento interinale che viene emesso nel corso del procedimento e che, di solito, è il contenitore con il quale il GIP, quando fa l'ordinanza, recupera non solo la richiesta di misura che viene portata alla sua attenzione dal pubblico ministero, ma soprattutto la CNR, la comunicazione della notizia di reato, che, a sua volta, recupera i dati di migliaia di intercettazioni, di file, non solo i brogliacci ma tutte le intercettazioni che il PM ha avuto a disposizione per ampliare il suo quadro indiziario.

Cosa vuol dire pubblicare l'ordinanza cautelare? Vuol dire che noi mettiamo alla mercé di tutti - e così non dovrebbe essere perché siamo in fase procedimentale, in fase indiziaria, in fase che non è di conclusione neanche del procedimento di primo grado - elementi sensibili, molte volte irrilevanti rispetto all'esame del merito del procedimento, che non dovrebbero essere noti. Allora, con questo ordine del giorno, che è volto a rinviare l'entrata in vigore della normativa relativa al captatore informatico, in realtà, nelle premesse, noi vi chiediamo di fermarvi per avere un ulteriore approfondimento - mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - sulla disciplina delle intercettazioni, che è già stata oggetto di un abuso perpetrato da parte di molti - non tutti per fortuna, ma di tante procure della Repubblica italiana - e che oggi voi, introducendo la pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare, o comunque delle ordinanze interinali, nel corso del processo, rendete oltremodo un abuso: adesso l'abuso si concretizza. Quindi, quello che il gruppo di Forza Italia chiede, Presidente - concludo - non è niente più di una pausa di riflessione dovuta, specie se si tratta di materie così importanti come la libertà personale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/73 Fascina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/74 Giacometto con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/75 Polverini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Intervengo perché credo vi sia un profilo da evidenziare: la decretazione d'urgenza deve mantenere, per giurisprudenza costituzionale costante, la caratteristica dell'omogeneità e consentire un controllo in sede di conversione, un controllo appunto omogeneo. Decretare d'urgenza non significa legiferare; legiferare sulla base del procedimento di conversione è tutt'altra questione (Commenti del collega Giachetti). Sì, collega Giachetti, è così, è tutt'altra questione. Lo dice la Corte costituzionale, non lo dico io. E' un provvedimento nel quale si prevede, oltre alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, anche una serie di norme e prescrizioni in materia di ordinamento penitenziario, previsioni relative alla giustizia civile che nulla hanno a che fare con il parametro fondamentale relativo all'utilizzo dei captatori informatici, che è poi il parametro e la ratio fondamentale del provvedimento, che aggiunge altre norme; la giustizia civile appunto, ma anche amministrativa e contabile, perché vi sono misure anche in materia amministrativa e contabile; si parla anche dell'App Immuni. E' un provvedimento non solo disomogeneo, è un provvedimento sconclusionato, un carrozzone di norme che sono messe insieme al solo scopo di individuare l'obiettivo principale di una parte della maggioranza ossia il modo di utilizzare, in via smodata, le intercettazioni di conversazioni. Ma il tema poi è anche l'incapacità tecnica nel formulare queste norme: alcune di queste, in particolare con riguardo all'installazione e utilizzazione dei captatori informatici, sono chiaramente costruite attraverso una finalistica mediazione che hanno raggiunto le forze di maggioranza, determinando una certa vaghezza (non voglio ricordare qualche altro collega che qui parlò di questo tema) in una norma che ha effetti sulla libertà personale. E, quindi, se andiamo ad affrontare un tema di così grande delicatezza e soprattutto diciamo che il fulcro di questa normativa, al di là della proliferazione di norme di contorno, che poi hanno una loro finalità e obiettivi totalmente diversi da quelli che sono relativi all'utilizzo dei captatori informatici, se partiamo da questo presupposto, forse dovremmo pensare ad una disciplina organica in materia ossia espungere alcune parti quantomeno, oppure sospendere questa parte relativa alla delega per la normativa in materia di installazione e utilizzazione dei captatori informatici fino a una certa data (i nostri vari ordini del giorno danno più date possibili, questo, quella del 31 dicembre 2022, ma può essere anche più breve) in modo da costruire un provvedimento che abbia una sua ratio chiara e una ragionevolezza nella composizione di queste norme. Io, infatti, mi domando come si possa mettere insieme tutta questa quantità di disposizioni. Mi rivolgo, in particolare, al Partito Democratico e a Italia Viva: ma come fate ad accettare, sul piano politico della tecnica legislativa, un accrocco di questo tipo? Come fate, come potete pensare che una decretazione d'urgenza mortifichi lo stesso lavoro, poi, delle Camere, attraverso un accordo extra parlamentare che dà una delega al Governo su una roba totalmente incomprensibile o, meglio, comprensibile solo con una finalità: l'utilizzo smodato dei captatori informatici, l'utilizzo di queste tecnologie senza alcuna specifica e determinata garanzia, senza fissare regole e principi chiari anche sulla successiva disciplina in materia?

Abbiamo sempre detto tutti che si tratta di una materia delicata, non è il tema della riserva di legge, ma qui dobbiamo pensare al primato del Parlamento in questa materia. Rimettete alle Aule parlamentari e alle Commissioni questa disciplina, con l'analisi, lo studio e l'approfondimento di tutte le forze politiche; voi siete la maggioranza, farete le vostre scelte, ma come fate a fare scelte semplicemente condotti per mano da una parte politica, che è quella dei 5 Stelle, che ha una sola e unica finalità, quella di inserire questi capitoli informatici ovunque?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Vediamo se ce li portiamo pure qui, quando entriamo qui dentro ci mettiamo la mascherina e il captatore; vediamo se arriviamo anche a questo. È chiaramente una deriva e non si comprende come questa maggioranza non sappia nemmeno confrontarsi con le altre forze, anche di opposizione, su una materia di questa delicatezza che involge tutte le garanzie costituzionali sulla libertà delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, scusi, solo perché resti agli atti, perché, tra la mascherina e la distanza sociale o non sociale, poi, si rischia di non comprendersi; volevo rassicurare l'onorevole D'Ettore che io non stavo minimamente criticando il suo intervento, anzi, insieme ai colleghi Nobili e Di Maio, stavo apprezzando molto la sua arringa, ma, soprattutto, Presidente, da là sopra, la postura con la quale ci parlava.

PRESIDENTE. Bene, grazie per la precisazione. Se nessun altro chiede di intervenire passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/75 Polverini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/76 Porchietto con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/2547/77 Russo Paolo, c'è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Russo? Bene, accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2547/78 Tartaglione, parere favorevole con riformulazione; accetta la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2547/79 Palmieri, con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/79 Palmieri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/2547/80 Sandra Savino, con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/80 Sandra Savino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/2547/81 Cattaneo, con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/81 Cattaneo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/2547/82 Ruffino, accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/83 Sarro; accetta la riformulazione? Bene. Ordine del giorno n. 9/2547/84 Biancofiore; accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/85 Pella; accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/86 Versace; accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/87 Bond; accetta la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2547/88 Rotondi, con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/88 Rotondi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/2547/89 Napoli, accolto come raccomandazione se riformulato. Accettate? Sì, bene, onorevole Bartolozzi. Ordine del giorno n. 9/2547/90 Mandelli, accettate la riformulazione? Bene. Ordine del giorno n. 9/2547/91 Orsini, accettate la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2547/92 Marrocco? La riformulazione è accettata. Ordine del giorno n. 9/2547/93 Spena, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2547/94 Fiorini, c'è la proposta di riformularlo che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2547/95 Della Frera, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/95 Della Frera.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/2547/96 Ravetto, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/96 Ravetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/2547/97 Brambilla, c'è un parere favorevole con riformulato. Ordine del giorno n. 9/2547/98 Vito, accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/99 Casino, parere contrario. Nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/99 Casino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/2547/100 Cortelazzo con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/100 Cortelazzo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/2547/101 Carfagna, c'è una riformulazione. Si accetta, sì. Ordine del giorno n. 9/2547/102 Mugnai, accolto come raccomandazione se riformulato. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2547/103 Elvira Savino, accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/104 Novelli, riformulazione accettata. Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/105 Dall'Osso, riformulazione. Sì.

Ordine del giorno n. 9/2547/106 Casciello, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/106 Casciello.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/2547/107 Costa, parere contrario. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Ferraresi. Prego.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Chiede, quindi, l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/2547/107 Costa. A questo punto, onorevole Costa, lo accantoniamo, e quindi l'eventuale dichiarazione di voto la facciamo dopo.

Ordine del giorno n. 9/2547/108 Cannatelli, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/108 Cannatelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/2547/109 Brunetta con parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/109 Brunetta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/2547/110 Perego di Cremnago, c'è un parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2547/111 Maria Tripodi, accolto come raccomandazione purché riformulato. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2547/112 Gregorio Fontana, c'è un parere favorevole purché riformulato. Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/113 Mulè, c'è un parere favorevole purché riformulato. Va bene, accolto. Ordine del giorno n. 9/2547/114 Marin, si accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2547/115 Pentangelo, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/115 Pentangelo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/2547/116 Pettarin, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, intervengo solamente per puntualizzare. In un momento come l'attuale in cui è evidente che viviamo una deriva autoritaria sorprendente, in cui c'è un monocameralismo di fatto, in cui sono state poste con questa 21 fiducie, in cui si fa tutto ciò che è necessario per togliere i diritti costituzionali, in cui le libertà personali hanno ben poco valore, è evidente che quello che era il contenuto dell'ordine del giorno n. 9/2547/116 a mia prima firma sarebbe stato denegato dal Governo, perché è evidente che la App Immuni, con tutti gli impegni che il Governo sta prendendo di assicurare la cancellazione, la privacy, la gestione attenta, sono balle, balle in senso stretto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Saremo controllati, saremo perseguitati, saremo costantemente monitorati, così come dimostra la normativa legata al trojan.

Un collega ieri ricordava la storia e il nome trojan da dove derivasse, ma probabilmente è anche l'aggettivo trojan che dovrebbe essere in questo momento valutato e sottolineato. Ciò che mi stupisce è un altro dato: che il Governo ha perso un'occasione storica, un'occasione di affermare con determinatezza che l'impegno è assoluto quando si tutela la sovranità digitale dei dati. Perché in realtà qui non è questione di sovranità, qui è questione di strumentalità; e l'attuale Governo è la cosa più strumentale a cui abbiamo mai assistito contro la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/116 Pettarin, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno n. 9/2547/117 Zanella, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Presidente, si parla sempre della App Immuni; io rispetto al parere contrario a questo ordine del giorno rimango basita, come peraltro anche alle giustificazioni date dal sottosegretario per cambiare parere da favorevole a contrario rispetto a tutti gli altri ordini del giorno sulla App Immuni.

Vede, innanzitutto l'iter di questa App è stato molto travagliato: c'è stata poca trasparenza, lo abbiamo sempre sottolineato, abbiamo sottolineato i diversi vulnera, soprattutto per quanto concerne la privacy. Non sto a ripeterli tutti, ma non ci avete dato risposte su troppe cose: su chi sarà il titolare del trattamento dei dati, su come garantirete che Apple e Google, che hanno dato le piattaforme operative, non fruiranno dei dati. Noi sappiamo ovviamente quanto siano preziosi i dati sanitari, visto che la ricostruzione epidemiologica dell'Italia, che dopo la Cina è stata la seconda colpita ed è stata colpita molto duramente, è molto preziosa, non solo per le grandi società ma anche banalmente per degli hacker o per dei criminali.

Detto ciò, tornando all'ordine del giorno sono basita, perché rispetto a questo noi abbiamo solo chiesto di adeguarla secondo le previsionali del Garante della privacy, che ha posto dei rilievi formali: ha sì dato la concessione all'utilizzo della App, ma la ha autorizzata chiedendo di integrare una serie di misure per rafforzare la sicurezza dei dati degli utenti, e ha chiesto di farlo entro 30 giorni. Quello che noi vi chiediamo è recepire e attuare integralmente le integrazioni formulate dall'Autorità garante per la protezione dei dati entro quella data, cosa che ci è stata assicurata dal Ministro Pisano più volte in audizione piuttosto che da altre parti governative. Ebbene, voi bocciando l'ordine del giorno ci state dicendo che voi non volete applicare le previsioni richieste dal Garante della protezione dei dati e non volete farlo entro il 30 giugno. Ora, o voi smentite voi stessi o vi chiedo di dare parere favorevole a questo ordine del giorno, perché sinceramente è inaccettabile il parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/117 Zanella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/2547/118 Barelli: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2547/119 Bergamini: parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/119 Bergamini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/2547/120 Occhiuto: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2547/121 Calabria: parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Con riferimento a questo ordine del giorno, sul quale il Governo rassegna un parere negativo, lascia molto perplessi la decisione assunta dal Governo, atteso che cerca di introdurre una mitigazione a quella che è una prassi, purtroppo, invalsa da decenni, della diffusione indiscriminata del contenuto delle intercettazioni, pratica spesso avallata dalle stesse procure. Assistiamo con frequenza alle conferenze stampa che vengono promosse con grande tambureggiamento preparatorio, nel corso delle quali vengono lette talune frasi ad effetto estratte dalle intercettazioni, senza che vi sia, naturalmente, nessuna possibilità di replica da parte degli interessati e, soprattutto, senza che, nel sistema di informazione, venga garantito un equilibrato trattamento di posizioni differenziate. L'ordine del giorno mira, appunto, ad attenuare, a mitigare gli effetti di queste pratiche, consentendo un controllo un po' più penetrante sull'uso delle intercettazioni.

Abbiamo, proprio di recente, assistito alla diffusione di una serie di intercettazioni che hanno riguardato anche colleghi parlamentari, rispetto alle quali, poi, la stessa autorità giudiziaria ha pronunciato una decisione estremamente severa dal punto di vista giuridico, perché ha ritenuto nulla tutta l'attività condotta, in quanto compiuta in palese violazione delle garanzie fondamentali. Ebbene, in questo caso, non c'è stata nessuna possibilità di riequilibrio informativo, non c'è stata nessuna possibilità di tutela della posizione dei diretti interessati, proprio perché una sapiente, mirata e strumentale, ahimè, utilizzazione delle intercettazioni ha consentito la diffusione di una narrazione della vicenda e delle responsabilità dei soggetti coinvolti che, poi, si è dimostrata totalmente falsa, ma, soprattutto, assolutamente non praticabile da parte dell'autorità giudiziaria, se solo le norme del codice di procedura penale fossero state osservate.

Allora, la necessità di introdurre sistemi, elementi che servano a gestire con maggiore attenzione e con maggiore prudenza e cautela le intercettazioni, il loro contenuto e, soprattutto, la estrapolazione di passaggi all'interno del materiale istruttorio è qualcosa che obbedisce, prima ancora che ad evidenti norme di tutela della posizione dei singoli, a principi di civiltà giuridica di portata generale.

E il fatto che il Governo esprima su questo ordine del giorno una pronuncia di segno contrario, un parere di segno contrario, è testimonianza della visione giustizialista e assolutamente antidemocratica che, anche in materia di politica giudiziaria, questo Governo porta avanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/121 Calabria.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/122 Rossello, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/123 Rosso, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/124 D'Ettore, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Ordine del giorno n. 9/2547/125 Cappellacci, parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2547/126 Carrara, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/126 Carrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/127 Zanettin, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/128 Battilocchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

L'ordine del giorno n. 9/2547/129 Polidori ha parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/130 Aprea, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2547/131 Sisto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Quello a cui stiamo assistendo è una vera e propria pandemia normativa. Il Governo, senza sconti e senza nessuna possibilità di resipiscenza, si produce in una serie di performance, ahimè, contagiose dal punto di vista anche della risposta che partiti originariamente più legati ai principi costituzionali offrivano fino a qualche mese fa a certi quesiti. Allora, assistere a un decreto-legge che si occupa in modo magmatico di intercettazioni, di ordinamento penitenziario, giustizia civile, amministrativa e contabile, quasi assumendo a pretesto il COVID-19, che utilizza il decreto-legge come se fosse un semplice vagone di un treno, ignorando che, invece, non siamo di fronte alla necessità di usufruire di questo treno ad alta velocità del decreto-legge, ma il dibattito parlamentare avrebbe dovuto essere il luogo idoneo perché certe tematiche potessero essere discusse; per non parlare del “minotauro”, cioè il decreto che entra nell'altro decreto, spegnendo ogni possibilità di duplicare la valutazione della Camera di appartenenza, e quindi sottraendo una sorta di grado di valutazione di uno dei due decreti; per non ricordare, ancora una volta, la superficialità con cui si affrontano temi come quello della prescrizione, che in qualche modo è stato obliterato anche in questo ambito.

E mai mi stancherò di rammentare come il COVID-19 abbia costituito un ulteriore motivo per mortificare l'istituto della necessità di estinguere la pretesa penale con il decorso del tempo. La ragionevole durata del processo, che - scusate se lo rammento - è nell'articolo 111 della Costituzione, ancora una volta qui risulta completamente, direi, mortificata. A tanto si aggiunge, e l'ordine del giorno diventa un semplice pretesto per ricordare all'Aula tutto questo, un'incapacità gestionale evidente e una sorta di reazione dell'Esecutivo piuttosto confusionaria rispetto alle scarcerazioni di queste ore di soggetti che certamente non meritavano un trattamento di questo genere, scaricando, tra l'altro, la responsabilità ad incolpevoli giudici di sorveglianza, che non hanno fatto altro che eseguire le confuse direttrici che il Governo stesso aveva imbastito.

Mi sembra che questo poi non possa essere non coniugato con quelli che pomposamente sono stati definiti “impegni di riforma”. Riformiamo qui, riformiamo lì, interveniamo lì: tutti futuri e condizionali che in qualche modo non hanno mai trovato eco. Rammenterete tutti quanti che la riforma sulla prescrizione era stata licenziata nella prospettiva che dovesse entrare in vigore successivamente alla riforma del processo penale, cosa che non è affatto accaduta. Qual è la risposta che il fato ha riservato a tutta questa confusione mentale e a questo pasticcio? L'imbarbarimento e la perdita di credibilità di istituzioni fondamentali come certa magistratura e soprattutto gli organi direttrici della magistratura.

È come se il destino avesse voluto bollare in modo indelebile questa tragedia normativa che stava accadendo sotto l'egida di questo Governo addirittura con una perdita di credibilità di coloro che dovrebbero essere garanti, ai sensi dell'articolo 101, dell'applicazione della legge. Legge scadentissima, magistratura degradata dal punto di vista della credibilità, soprattutto nei ruoli apicali: la giustizia è veramente allo sfascio. Allora, Presidente, quando noi ci lamentiamo dell'introduzione dei nidi di trojan, cioè queste intercettazioni a strascico e senza ragione, vogliamo semplicemente rammentare all'Aula, e questo era lo scopo dell'ordine del giorno, che lo scandalo della prescrizione applicata dall'articolo 83 del decreto COVID-19, il n. 18 del 2020, troverà ancora una volta giustizia nella Corte costituzionale. Numerose questioni sono state sollevate sull'impossibilità di sospendere ancora una volta il termine prescrizionale ad ogni refolo che renda possibile intervenire sulla ragionevole durata del processo.

Noi saremo testimoni di questo scempio, ma in condizioni…purtroppo non c'è altra soluzione, ci abbiamo provato. Abbiamo rappresentato tutte le possibili soluzioni e la risposta è sempre stata un imbarazzante, deciso, violento “no”. C'è una sola soluzione: quando andremo al voto, noi torneremo nella capacità, nella possibilità, nella capacità di intendere e di volere dell'ordinamento, ritorneremo sui principi costituzionali e, state sicuri, restituiremo al Paese quello che merita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'ordine del giorno serve essenzialmente a questo e il parere contrario del Governo, con tutto il rispetto, non mi stupisce affatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signora Presidente. Come ha ricordato l'altro giorno il mio collega Gennaro Migliore, noi abbiamo votato la fiducia al Governo su questo provvedimento e il voto finale sarà favorevole, però non ci può non rammaricare il giudizio negativo di questo ordine del giorno, semplicemente per un motivo: al Senato c'è stata una franca discussione tra il nostro leader Matteo Renzi e il Ministro della Giustizia Bonafede, dove lo stesso Bonafede, nella replica, ha detto: diamo atto che in questa maggioranza ci sono sensibilità diverse e da oggi in avanti ne terremo conto. Dare “no” a questo ordine del giorno non vuol dire aver compreso che ci sono sensibilità diverse in questa maggioranza, e noi francamente ce ne rammarichiamo. Per questo motivo, voteremo a favore dell'ordine del giorno sulle prescrizioni, perché la giusta durata del processo è un elemento fondamentale per Italia Viva, ma non per fare un piacere a quelle persone che si dicono i “furbetti del processo”, ma per venire incontro a una giusta durata del processo, che va soprattutto a favore delle vittime. Per cui chiedo ancora una volta, a nome di Italia Viva, che il Governo ci ripensi e dia un segnale di civiltà giuridica su questo tema (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo resti fermo sulle sue posizioni.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/131 Sisto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2547/132 Bagnasco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2547/133.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Sull'ordine del giorno Zangrillo n. 9/2547/134 c'è parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zangrillo n. 9/2547/134.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Sull'ordine del giorno Baratto n. 9/2547/135 c'è parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baratto n. 9/2547/135.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Avevamo un ordine del giorno accantonato, il n. 9/2547/107 Costa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo una brevissima sospensione per valutare una riformulazione per l'ordine del giorno Costa n. 9/2547/107.

PRESIDENTE. Facciamo dieci minuti di sospensione? Se non ci sono obiezioni, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12,09.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Abbiamo bisogno di altri dieci minuti per risolvere la riformulazione.

PRESIDENTE. Pensa che dieci minuti possano bastare…? Allora, se non vi sono obiezioni, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12,25.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2547. Ricordo che prima della sospensione della seduta eravamo giunti all'esame dell'ordine del giorno Costa n. 9/2547/107. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Ferraresi, ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Cambiamo il parere sull'ordine del giorno Costa n. 9/2547/107 in favorevole, con questa riformulazione: senza le premesse e l'impegno diventa questo: “impegna il Governo al fine di accelerare i procedimenti sospesi ai fini del contenimento della diffusione del COVID-19 e di contenere il numero di vacanze di organico per far fronte al sopravvenuto carico di lavoro determinatosi sugli uffici giudiziari per effetto della sospensione dei procedimenti civili, penali e amministrativi e dei rinvii di cui all'articolo 83 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a ridurre gli incarichi in posizione fuori ruolo a magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, avvocati e procuratori dello Stato”.

PRESIDENTE. Onorevole Costa accetta la riformulazione? Sì, bene.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.

L'onorevole Ziello ha chiesto di parlare. Su cosa?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Sull'ordine dei lavori, signora Presidente. È giunta alla nostra attenzione un'agenzia di stampa che riporta una serie di frasi pronunciate da parte di un deputato del Movimento 5 Stelle che tra l'altro era del tutto sconosciuto al nostro gruppo. Questo deputato è l'onorevole Trizzino, che, rivolgendosi ai deputati della Lega intervenuti durante le audizioni del Ministro Gualtieri di ieri sera, rivolgendosi ai nostri deputati e alle nostre deputate, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “ma si può andare avanti con simili soggetti, trogloditi ed incolti?”. (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ecco, io credo che tali espressioni siano inopportune e disdicevoli e soprattutto inaccettabili per questo Parlamento signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiediamo che il Presidente della Camera – per il suo tramite, al Presidente Fico – stigmatizzi queste espressioni perché all'interno di questo Parlamento nessun deputato e nessuna deputata può permettersi di offendere un intero gruppo che rappresenta milioni di cittadini e di cittadine italiani ed italiane, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tra l'altro, e concludo il mio intervento sull'ordine dei lavori, se il deputato Trizzino fosse stato attento ieri si sarebbe sicuramente accorto che l'onorevole Garavaglia, intervenuto in nome e per conto del nostro gruppo, aveva di fatto chiesto al Ministro dell'Economia una serie di proposte serie e concrete per il rilancio di questo Paese. Tra l'altro, aveva detto, in modo diretto e chiaro, che noi della Lega siamo anche pronti ad aiutare questa maggioranza per il prossimo scostamento di bilancio, l'importante è che lo schema non sia quello del “decreto Rilancio” cioè quello di mettere i contributi per monopattini, sanatorie per immigrati clandestini e fregarsene completamente del sistema economico e produttivo di questo Paese, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tra l'altro, ricordo, e chiudo, che l'onorevole Trizzino molto probabilmente non ha letto molto bene la Divina Commedia, perché al ventiseiesimo canto dell'Inferno il buon e grande Dante Alighieri fa dire una cosa molto chiara a Ulisse: “ (…) fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. E qui di conoscenza nelle dichiarazioni dell'onorevole Trizzino ce ne è ben poca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, riferirò sicuramente al Presidente della Camera. È chiaro che sono, in ogni caso, espressioni da stigmatizzare perché i rapporti tra gruppi politici e gruppi parlamentari devono sempre essere ispirati dal rispetto reciproco, indipendentemente dall'appartenenza politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2547)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole Silli.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Io francamente avevo fatto una riflessione nei giorni precedenti pensando di non intervenire perché spesso e volentieri ci troviamo di fronte a dei provvedimenti che neppure meritano un intervento, semplicemente perché sono provvedimenti che vanno a ledere dei diritti fondamentali che i nostri padri costituenti hanno sancito mettendo nero su bianco quello che dovrebbe essere una Repubblica come la nostra. Una Costituzione fatta di pesi e contrappesi e soprattutto che tende a tutelare - che dovrebbe tutelare - l'intimità delle persone. Ora, vede signor Presidente, al di là di intervenire nel merito del singolo provvedimento, a me piacerebbe provare a fare un ragionamento politico, e di ragionamenti politici, ahimè, in quest'Aula se ne fanno ben pochi da diversi mesi a questa parte. Che cos'è un ragionamento politico? Un ragionamento politico è un'idea su come una componente politica, un partito, un gruppo parlamentare immagina la società del futuro, propone ai propri elettori di fare la società del futuro. E quindi, in questo ragionamento politico, credo sia utile, necessario, indispensabile volare alto e quindi non parlare, nello specifico, degli ordini del giorno degli articoli e dei singoli emendamenti. Vede, signor Presidente, nella politica italiana, da un paio di anni a questa parte, veramente si aggira uno spettro pericolosissimo, che è il giustizialismo.

Vede, giustizialismo non significa fare giustizia, è un po' diverso: significa voler risolvere tutti i mali del Paese attraverso la giustizia, usando la giustizia come una clava. Questo è male anche perché fa percepire al cittadino, all'italiano medio che la giustizia non è una garanzia per tutti gli italiani non è una colonna portante della nostra democrazia come io vorrei che fosse. Questo fa passare un messaggio sbagliato ai cittadini ossia che spesso e volentieri si può utilizzare la giustizia per fini politici. Mi viene in mente un libro scritto da un vecchio socialista che parlava proprio dell'uso politico della giustizia. Non si può pensare che per arrivare alla dimostrazione di una condotta delittuosa tutti gli strumenti possano essere validi ed accettabili. Noi non possiamo pensare che per dimostrare la condotta, l'ipotetica condotta delittuosa di un cittadino possiamo andare a ledere la sua privacy, la sua intimità, mettendo a rischio anche i rapporti umani, affettivi, la famiglia, il lavoro, l'immagine, signora Presidente. Vede i telefoni cellulari di oggi non sono telefoni, sono smartphone. All'interno del cellulare di ognuno di noi che facciamo politica c'è un mondo, ci sono contatti, più o meno riservati, chat, gruppi, mail, informazioni, navigazione internet. Vede signora Presidente io non so che cosa pensino i colleghi, anzi io so bene che cosa pensano i colleghi, siano essi di maggioranza o di opposizione: nessuno in quest'Aula vorrebbe che chicchessia avesse accesso al loro cellulare. Se io la sera prima di andare a letto, sul mio cellulare cerco i Vespri per pregare o le preci, oppure decido di navigare su un sito internet magari vietato ai minori, sono fatti miei. Se io con un gruppo di amici, o con persone con le quali parlo, voglio usare delle parole sconvenienti e dire qualcosa che probabilmente ad altri amici o a colleghi di lavoro non farebbe piacere sentire sono fatti miei. Noi non possiamo sapere ed essere responsabili di quello che passa all'interno di grandi gruppi di chat, che tutti noi abbiamo. Io ne ho tantissimi nel mio cellulare, ne ho uno in particolare si chiama il “chattone” , signora Presidente, con più di 100 iscritti . Ed è per questo che io stigmatizzo ancor di più, non tanto il provvedimento, signora Presidente, ma l'impianto politico, l'indirizzo politico che questo Governo vuole dare all'uso di strumenti che vanno a ledere l'intimità di tutti noi. Guardi io sto facendo riferimento ai cittadini semplici, mi tolgo la maglia del parlamentare, io parlo del cittadino semplice anche perché vedo il signor Sottosegretario…. signor Sottosegretario noi siamo parlamentari e in teoria, in tutti i Paesi civili, noi dovremmo avere una immunità vera per garantire che la giustizia non possa scardinare il sistema parlamentare. In Italia purtroppo non l'abbiamo e ce ne facciamo una ragione, ma almeno l'inviolabilità della corrispondenza e delle comunicazioni telefoniche deve essere garantita. Invece no, con questo trojan, con questi strumenti che vengono impiantati all'interno dei cellulari si rischia, con la pesca a strascico, di ledere un diritto costituzionale che è quello dell'inviolabilità delle comunicazioni dei parlamentari. Voglio ricordare a tutti, soprattutto ai colleghi del Movimento 5 Stelle che i parlamentari non sono “unti dal Signore” che collezionano privilegi e prebende, i parlamentari rappresentano il popolo, ogni singolo parlamentare rappresenta la Nazione: è riportato in Costituzione. Ledere i diritti del semplice cittadino così come quelli del parlamentare equivale a ledere i diritti della nazione. Quindi io concludo dicendo che chiaramente noi abbiamo votato contro la fiducia nella giornata di ieri; voteremo contro il provvedimento ma non è tanto in sé per sé quello che votiamo oggi: è più che altro la speranza, la raccomandazione, l'esortazione che da moderato faccio al Governo affinché il Governo ravveda la linea forcaiola e giustizialista che prima o poi andrà a ledere anche la maggioranza stessa di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Oggi la Camera è chiamata a convertire in legge sostanzialmente due decreti-legge il decreto-legge n. 28 e il decreto-legge n. 29. Si tratta solo di un provvedimento omnibus dunque con i limiti di organicità e sistematicità tipici dei provvedimenti omnibus. Si tratta peraltro di due decreti resi nella fase emergenziale, adottati mentre il Paese era nella condizione del lockdown per provare a porre argine al gravoso riverbero che l'emergenza sanitaria ha determinato anche nel sistema giustizia. Oggi quella fase ci sembra molto lontana; il tempo ha cambiato le sue scansioni; ci sono spazi di tempo che si consumano in una frazione minore di quella che solitamente lo misurava; eppure quei giorni Presidente sono solo di poco alle nostre spalle e speriamo lì restino anche per il futuro mentre altre emergenze si presentano non meno preoccupanti. Questo mi fa collocare le critiche e le censure che sono state rivolte in maniera molto severa a questo procedimento legislativo e che, Presidente, in gran parte condivido, perché non vi è dubbio che si è trattato di un procedimento legislativo strozzato e incompiuto, mi fa collocare quelle critiche però in uno spazio che necessita della corretta contestualizzazione del procedimento che è una contestualizzazione storica rispetto alla quale dobbiamo fare i conti e, per farne i conti, bisogna verificare un bilancio delle utilità che tali provvedimenti comunque hanno portato al nostro ordinamento giuridico soprattutto in termini di sviluppo potenziale e prospettico degli elementi introdotti. Credo che qualche elemento di novità - li passerò in rassegna velocemente - ci sia in questo decreto. Noi rinviamo l'entrata in vigore della norma sulle intercettazioni, sulla quale abbiamo svolto un ampio dibattito e sulla quale, dunque, non credo sia il caso tornare - e di certo io non ci tornerò -, però nel farlo manteniamo da subito l'impianto delle attività telematiche collegate all'intercettazione. È questa una scelta di campo che riguarda la prospettiva del nuovo processo penale, una scelta di campo che attraversa in maniera orizzontale il provvedimento legislativo perché in ogni segmento trattato dalle norme sarà sempre fatta salva la telematizzazione dei servizi, e questa è una spinta, uno spunto, una scelta di indirizzo, del legislatore che sicuramente merita il plauso dell'Aula. I decreti intervengono su due istituti che riguardano l'ordinamento penitenziario di carattere ordinario, i cosiddetti permessi in deroga, che riguardano l'applicazione del rinvio della detenzione ex articoli 146 e 147 del codice penale, e i permessi di necessità. Per queste due istituti ordinari il decreto mutua i criteri, le modalità e le procedure introdotte nella fase emergenziale per i provvedimenti domiciliari concessi a coloro che invocavano condizioni di salute e problemi di salute collegati al COVID su due versanti, tutti e due virtuosi: quelli del più ampio coinvolgimento della procura distrettuale antimafia e della procura nazionale antimafia nella fase della concessione quando questi provvedimenti riguardano persone rispettivamente coinvolte nell'applicazione dell'articolo 51, comma 3-bis, e nel regime dell'articolo 41-bis; quindi, a monte vi è l'idea di una banca dati e di una circolarità delle informazioni che renderanno sicuramente più sicuro un sistema che, durante l'emergenza sanitaria, ha mostrato ampie falle e ampi spazi di inadeguatezza ed inefficienza.

Però - e questo è merito dei colleghi del Senato - nella fase a valle, cioè nella fase della rivalutazione del provvedimento, si esclude che la revoca possa essere adottata dal magistrato di sorveglianza da solo come giudice monocratico, ma che possa essere adottata sì da lui nell'immediatezza e nelle condizioni di necessità che la giustificano salvo però essere convalidata dall'organo collegiale tribunale di sorveglianza davanti al quale, a garanzia dei diritti di difesa - tanto per dare il senso e il segno di come il provvedimento contenga in sé un'ampia garanzia del diritto costituzionale, una valorizzazione del corollario dell'articolo 24 della Costituzione - è previsto nuovamente il contraddittorio, in mancanza del quale il tribunale di sorveglianza non potrà né confermare né revocare il provvedimento di revoca dei permessi di favore, addirittura fissandosi un termine di 30 giorni entro il quale, se il tribunale di sorveglianza non provvede, il provvedimento viene considerato decaduto. Questo schema che le norme rendono ordinario è stato pensato straordinario per far fronte al fenomeno, al quale abbiamo assistito, delle scarcerazioni verificatesi durante l'emergenza sanitaria che, adesso solo in maniera proditoria, all'epoca forse in maniera autenticamente erronea, si imputavano alle norme approvate dal Governo per favorire la riduzione della popolazione carceraria, per essere più precisi all'articolo 123 del “decreto Cura Italia”. Quella norma non ha funzionato e riguardava detenuti che devono scontare ancora nel massimo 18 mesi e quindi detenuti per reati non allarmanti dal punto di vista sociale. La falla nel sistema si è aperta per l'interpretazione delle norme del sistema che hanno dato i giudici di sorveglianza; il Governo ha posto rimedio con un compendio normativo che qui acquisisce una veste e una caratterizzazione di tipo sistematico che rappresenta, ripeto lo stesso schema argomentativo, il punto di partenza – non un punto di arrivo, il punto di partenza - per ripensare al sistema del rapporto tra detenzione carceraria e detenzione domiciliare in un ordinamento penitenziario che sia più coerente con i valori di cui all'articolo 27 della Costituzione.

E ancora – e qui siamo sul terreno più strettamente politico, almeno io così lo interpreto - va a onore del lavoro dei colleghi del Senato il fatto di aver ottenuto l'anticipazione della ripresa dell'attività giudiziaria non al 31 luglio ma al 30 giugno come termine finale distonico rispetto al parametro dell'emergenza sanitaria nazionale per la ripresa delle ordinarie attività giudiziarie. Questo è un segno importante, perché c'era una parte del Paese sofferente, i cittadini che non ricevevano risposte dal sistema giudiziario, i professionisti, avvocati, consulenti, che non riuscivano a riprendere la propria attività professionale, a riprendere il proprio slancio economico. È un segnale importante perché nel Paese l'emergenza sanitaria ha avuto il suo pendant, il suo svolgimento giudiziario in maniera esattamente disomogenea come l'emergenza sanitaria stessa: da Nord a Sud la casistica si è manifestata in maniera molto differente, da nord a sud le esigenze della ripresa hanno caratteristiche e significati economici differenti. Per una parte importante del Paese e sicuramente per il Mezzogiorno, dal quale io provengo, il provvedimento significa dare un mese di tempo in più ai tanti professionisti e alle tante partite Iva per riprendere la propria attività. È un buon segnale, è un segnale che riguarda il rilancio del Paese.

C'è poi un passaggio sul processo telematico: è una norma che la maggioranza ha condiviso in Commissione giustizia; si è chiarito che il processo telematico, il processo penale telematico è un campo di sperimentazione al quale non si può rinunciare, sul quale non devono prevalere pregiudizi spesso acritici, che vengono anche da parte dell'avvocatura. Però ci deve essere un criterio, uno spartiacque, un discrimine oltre il quale il legislatore non deve e non può e non vuole andar, che è quello del rispetto dell'accordo delle parti processuali: si potrà tenere un'udienza da remoto solo e soltanto se lo vorranno tutte le parti processuali. L'inciso argomentativo “con l'accordo delle parti processuali” è un segnale anche che riguarda il modo e il come vorremmo intervenire nel sistema giudiziario: non a danno o a favore di una o dell'altra parte, ma favorendo meccanismi di conciliazione e di accordo di tutte le parti processuali per concorrere a rendere più efficiente il sistema, anche con il vantaggio della nuova telematica.

Vi è poi un passaggio che riguarda il Garante dei detenuti che merita quantomeno una notazione, Presidente, perché si attribuisce a questa figura, che già esisteva nel nostro ordinamento, poteri e possibilità di accesso alle carceri, ai reparti speciali, e di colloquio con i detenuti in regime speciale molto importanti, perché consentono a questa di svolgere il suo ruolo di watchdog del nostro sistema penitenziario in maniera più efficace, potendo delegare una parte, più limitata, ma una parte delle sue funzioni anche ai garanti territoriali.

Allora, Presidente, quello che di buono c'è non risolve; si ha, però, la base, il presupposto, un'orditura sulla quale iniziare, perché adesso non è più rinviabile in quest'Aula un dibattito ampio, partecipato, profondo, tutto parlamentare, osmotico rispetto alle energie che vengono dalle categorie dei professionisti, dei magistrati, sui temi e sui nodi cruciali della giustizia in Italia: riforma del CSM, rilancio del valore, del prestigio, del ruolo della magistratura in Italia, riforma del processo penale, più rapido, più efficiente, con la prescrizione in una funzione residuale, minimale, non ideologica, come quella che gli si sta attribuend, in un dibattito spesso pretestuoso, preordinato e proditorio, riforma dell'ordinamento penitenziario, perché è viva in Italia un'idea che la pena non sia una condizione definitiva e irreversibile, ma riguardi la ripresa dello sviluppo della persona umana nella società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signora Presidente. Colleghi, l'epidemia da COVID-19 ha interessato tutti gli aspetti della nostra vita e, inevitabilmente, anche la giustizia. Il sistema giustizia ha subito dure limitazioni, attraverso provvedimenti di carattere emergenziale e eccezionale, assunti dal Governo nell'intento di contenere la diffusione del virus, interventi su cui, colleghi, è però opportuna una riflessione di metodo. Il succedersi di decreti che modificano decreti, anche a distanza di pochissimo tempo, dà vita a una girandola di decisioni che rischia di creare incertezza e confusione, quando, invece, la delicatezza di questa fase ci imporrebbe di procedere in modo chiaro e puntuale. Ci auguriamo, pertanto, che questo modo di legiferare, a cui siamo stati costretti dalla pandemia, venga definitivamente abbandonato.

Il migliorato quadro sanitario dovrà favorire la piena ripresa e l'accessibilità in sicurezza di cittadini e operatori al servizio giustizia. Il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire va inquadrato in questo contesto e può considerarsi un primo e necessario passo per affrontare questa fase di transizione, funzionale a far ripartire la macchina della giustizia dopo la lunga pausa legata alla pandemia. Importante è stata, allora, la scelta di prevedere con un emendamento in Senato che la fase emergenziale per gli uffici giudiziari cessi il prossimo 30 giugno e che a partire dal 1° luglio il sistema giudiziario torni alla normalità, così come chiesto da tempo e con forza dagli operatori della giustizia. Occorre, però, che ciò avvenga con linee guida uniformi su tutto il territorio nazionale.

Va salutata positivamente anche l'introduzione di un correttivo importante al processo penale da remoto, di cui si ridefinisce il perimetro, seguendo la direzione indicata dalla Commissione giustizia della Camera. Si specifica che non possono tenersi con modalità da remoto le udienze di discussione finale in pubblica udienza o in camera di consiglio e quelle nelle quali devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti o periti.

Italia Viva ha dichiarato da subito la sua ferma opposizione alla smaterializzazione del processo penale, una modalità di celebrazione dell'udienza che riteniamo contraria al dettato costituzionale e alle garanzie del giusto processo. Ribadiamo pertanto, anche in quest'Aula, la nostra contrarietà e scongiuriamo con forza ogni ipotesi di stabilizzazione del processo da remoto. La giustizia deve tornare progressivamente ad essere amministrata nelle aule di tribunale, non più attraverso un computer. Crediamo invece importante e necessario incrementare il processo telematico, su cui anche il provvedimento in discussione interviene, con riguardo alle modalità di deposito degli atti, un'importante facilitazione per il lavoro degli avvocati e per le attività delle cancellerie.

Il cuore del provvedimento è costituito, senza dubbio, dalle norme relative all'ordinamento penitenziario e all'esecuzione della pena; misure, queste, adottate in risposte alle aspre polemiche collegate alla messa agli arresti domiciliari di detenuti in regime di 41-bis e alta sicurezza, di cui tanto si è discusso in quest'Aula. Quanto è accaduto ha evidenziato una falla nel sistema, un'inadeguatezza del nostro ordinamento penitenziario, che non è stato in grado di far fronte alla necessità di garantire, insieme alla salute dei detenuti, di tutti i detenuti, la sicurezza. Mentre il Paese si preparava ad affrontare l'emergenza, ciò non è avvenuto per il mondo penitenziario, anche per aver scelto di affidare un ruolo di grande importanza e delicatezza a una persona che non si è dimostrata all'altezza.

Queste misure, insieme alle nuove nomine al DAP, ci auguriamo che possano rimettere la macchina nella giusta direzione, ma è evidente che tutto ciò debba essere affiancato da una politica penitenziaria che si ponga in netta discontinuità con quanto messo in campo sino ad ora. Non possiamo più scaricare l'emergenza del sovraffollamento carcerario su un'azione di supplenza compiuta dai magistrati; è tempo di avviare una riflessione profonda su cosa debba essere il carcere, soprattutto pensando ai detenuti comuni, e sulle misure di esecuzione della pena alternative, consapevoli che una migliore gestione della politica penitenziaria, capace di favorire per i detenuti la costruzione di un percorso di reinserimento, riduce la recidiva e ci consegna una società più sicura.

Impegnarsi su questo fronte significa dare piena attuazione alla Costituzione e tutelare al tempo stesso la collettività; una sfida, questa, che si inserisce nel più ampio quadro di una serie di riforme che ci attendono nei prossimi mesi, per una giustizia celere ed efficiente, dentro un disegno armonico e complessivo di lungo periodo, riforme credibili ed efficaci, dunque, di segno opposto, per intenderci, a quella della prescrizione. A tal proposito, mi preme sottolineare come il rinvio in questi mesi di migliaia di processi penali comporterà un notevole allungamento dei tempi richiesti per avere una risposta di giustizia nel nostro Paese. In questo contesto, il blocco del decorso della prescrizione per i reati commessi a far data dal 1° gennaio di quest'anno avrà l'unico e disastroso effetto di aggravare ulteriormente il carico di lavoro dei tribunali il prossimo anno, anno nel quale si celebreranno le udienze rinviate a causa dell'emergenza epidemiologica. Anche alla luce di questo, resta allora ferma e netta la nostra contrarietà all'abrogazione della prescrizione e continuiamo a chiedere al Ministro Bonafede di riprendere quanto prima un confronto serio e di merito, come ha ribadito molto bene la mia collega Fregolent, questa mattina, in Aula.

Tornando alle norme contenute nel decreto, viene disposta la proroga al 1° settembre del termine per l'entrata in vigore della riforma della disciplina delle intercettazioni per consentire agli uffici delle procure i lavori necessari all'applicazione della normativa stessa. Il decreto prevede, infine, un sistema di allerta COVID-19, l'App Immuni, scaricabile volontariamente. È una tra le previsioni più rilevanti, questa, mediante la quale il Governo prevede una base normativa chiara, finalizzata ad allertare le persone che siano entrate in stretto contatto con soggetti positivi al COVID-19. L'intento è quello di contenere nuovi possibili focolai ed evitare che si possa ripetere l'esperienza drammatica vissuta nei mesi scorsi. Più “Immuni” si diffonde, più sarà efficace; al momento, tuttavia, i numeri degli italiani che l'hanno scaricata, seppure in crescita, restano ancora bassi; ci auguriamo, quindi, che il trend possa migliorare in fretta. Concludendo, colleghi, noi auspichiamo che questo disegno di legge sia l'ultimo intervento di emergenza nel settore giustizia e che la “fase 3” possa essere l'occasione per una profonda e condivisa riforma di sistema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, siamo arrivati alla ventesima fiducia posta da coloro che in passato gridavano contro altri Governi, quando ponevano la fiducia. Sui 110 provvedimenti approvati in questa legislatura, 55, quindi, la metà, sono decreti-legge; questa situazione, questo quadro si commenta da solo. Questo Governo che esiste non per un consenso popolare, ma solo perché siamo in una Repubblica parlamentare, ancora una volta, su un provvedimento in materia di giustizia che tocca diritti e libertà costituzionali fondamentali dei cittadini, pone la fiducia e dimostra di volere una Repubblica parlamentare, ma senza Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Volete un Parlamento ridotto solo a ratificare le decisioni prese da Conte, da Bonafede, da Rocco Casalino, magari, preferibilmente da remoto: voti da remoto, processi da remoto, magari affidati a piattaforme telematiche di società poco controllate. E questo è un modello, questa è una visione, una concezione della democrazia modello venezuelano che è un'offesa ai cittadini e alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo atteggiamento del Governo, inoltre, è del tutto incomprensibile, perché l'opposizione ha affrontato questa problematica con un atteggiamento assolutamente costruttivo. Ricordo che al Senato abbiamo presentato pochi emendamenti, mirati, segnalati, finalizzati a migliorare le tante lacune della vostra proposta, senza alcun atteggiamento ostruzionistico; e ancora una volta, a fronte dell'opposizione costruttiva, abbiamo visto annunci di collaborazione e porte chiuse in faccia con voti di fiducia. I nostri emendamenti erano di buonsenso e costruttivi, come conferma quello del collega senatore Balboni al Senato, poi seguito da altri gruppi, che era talmente di buonsenso che è stato poi condiviso dal Senato per favorire la riapertura dei tribunali il 1° luglio: a conferma che era un problema concreto e che noi concretamente abbiamo contribuito a risolvere con un emendamento migliorativo.

Abbiamo avanzato delle proposte concrete sull'utilizzo dei cosiddetti trojan, che sotto diversi profili presentano dei rischi molto pericolosi per la libertà, la sicurezza e la privacy dei cittadini. In particolare abbiamo proposto, purtroppo da voi inascoltati, di introdurre elementi di maggiore certezza sul fatto che i software utilizzati all'interno dei captatori informatici non vadano a modificare ex post anche il contenuto stesso delle cose che vengono intercettate, perché non c'è alcuna certezza che non vi sia un intervento di manipolazione di quello che viene intercettato. Abbiamo chiesto misure diverse anche sulla gestione stessa dei dati, che non sono attualmente gestiti direttamente dalle procure, ma vengono affidati in gestione a società private esterne, con tutte le problematiche che ne conseguono dal punto di vista della tutela di dati sensibilissimi dei cittadini. E ancora, abbiamo chiesto che i dati utilizzati all'interno di un certo procedimento non possano in alcun modo e con assoluta chiarezza essere poi trasferiti e utilizzati in altri procedimenti e in altre banche dati. Su questo le risposte che abbiamo avuto sono state inadeguate e insufficienti.

Ancora, abbiamo proposto di innalzare a 75 anni anziché a 70 l'età per chiedere e poter usufruire della richiesta di detenzione domiciliare, anche questo per cercare di limitare la falla che si è aperta nel sistema, come abbiamo visto, già sulla base di norme preesistenti, a partire dall'articolo 123 del “Cura Italia” in poi. E ancora, con estrema chiarezza, che i condannati per reati gravi, come ad esempio per l'articolo 4-bis, non possano in tutto e per tutto usufruire di forme di detenzione domiciliare. Ancora, abbiamo segnalato le problematiche del processo da remoto, soprattutto per quelle fasi centrali del procedimento, come ad esempio il dibattimento, l'escussione dei testimoni, eccetera, che per non massacrare del tutto i principi del giusto processo di cui all'articolo 111 non si può pensare che possano essere effettuate in remoto, ma devono essere effettuate in presenza. E ancora, abbiamo proposto emendamenti per porre massima attenzione sulle tantissime lacune della cosiddetta App Immuni, lacune a cui non abbiamo visto risposte e soluzioni adeguate, anche in questo minando la sicurezza e la libertà individuale dei cittadini. Ed ancora, abbiamo evidenziato come questo decreto-legge, che fra l'altro nasce da una anomala fusione per incorporazione del decreto-legge n. 29 del 2020 nel decreto-legge n. 28 del 2020: anche questa è una modalità molto bizzarra di legiferare, soprattutto in materia di giustizia; abbiamo evidenziato come negli articoli 2 e 3 ci sia uno schema che va a scaricare in maniera poi molto onerosa sui magistrati di sorveglianza la valutazione del contemperamento tra le esigenze di certezza della pena da un lato e di tutela della salute dall'altro.

Insomma, le lacune e le problematiche che rimangono aperte in questo decreto-legge sono molte, e i nostri emendamenti sono stati costruttivamente finalizzati a cercare di migliorare un testo che è stato scritto in fretta, in maniera è un po' confusa, accostando norme di provenienza diversa, norme molto eterogenee tra loro, prive di alcuna visione sistematica uniforme, di alcuna impostazione logica che potesse dare una coerenza complessiva a questo accostamento; che perfino nel titolo stesso del decreto-legge, per la lunghezza e per la eterogeneità dei temi di cui tratta, dà la parvenza di una accozzaglia di norme e non di una risposta chiara e precisa. E del resto questo decreto-legge, lo sappiamo tutti, nasce dall'esigenza di mettere una pezza ex post ai danni enormi causati dalla stessa gestione Bonafede della giustizia, in particolare al corto circuito che si è creato sulle rivolte nelle carceri e sulle scarcerazioni dei mafiosi.

La pessima gestione dell'emergenza COVID-19 nelle carceri è di tutta evidenza, ha portato a, credo, 22 rivolte nelle carceri, con dei morti, con molti feriti, con milioni di euro di danni. A fronte di questo ci si aspettava una risposta ferma e immediata dello Stato: invece abbiamo subìto l'umiliazione di vedere in alcuni casi puniti o indagati agenti della Polizia penitenziaria, lasciando impuniti i delinquenti che si sono appropriati delle carceri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E ancora, il combinato disposto dell'articolo 123 del “Cura Italia” e della famigerata circolare del DAP del 21 marzo ha portato, con una falla interpretativa che tutti hanno evidenziato, alla scarcerazione di 375 mafiosi: una cosa che non si era mai vista e che denota lo stato confusionale e la mancanza di giustizia della gestione della giustizia, appunto. Una gestione imbarazzante, come il caso Di Matteo ha purtroppo confermato.

Quindi in sostanza sono delle risposte inadeguate, un minestrone, un'accozzaglia di norme che non danno le risposte che in questo momento ci chiedono i cittadini sulla giustizia. Del resto il Ministro Bonafede ha più volte annunciato…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CIRO MASCHIO (FDI). Concludo, Presidente. Una rivoluzione della giustizia di cui ancora non si è vista traccia, anzi al contrario la realtà ci mostra la situazione drammatica della magistratura. Attendiamo riforme del CSM, riforme sulla separazione delle carriere, riforme del processo penale e civile, la risposta ad appelli del Presidente della Repubblica mai applicati,…

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). Concludo, Presidente….su cui vediamo annunci e pochi risultati. Vi aspettiamo quindi in Parlamento, perché è qui in Parlamento che ci si occupa di giustizia, non con deleghe in bianco a nessuno,…

PRESIDENTE. Onorevole Maschio, deve davvero concludere. Grazie.

CIRO MASCHIO (FDI). …non coi decreti-legge che avete dimostrato di non essere in grado di scrivere. Quindi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, già Alfredo Bazoli e Michele Bordo hanno illustrato le ragioni che portano il PD a condividere il provvedimento. Lo hanno fatto però riconoscendo come sarebbe stato meglio avere più tempo per la discussione, e magari per qualche correzione, ma il fatto che sia arrivato al Senato solo pochi giorni fa e che scada tra pochissimi giorni ha imposto una conversione in tempi rapidi. Credo che con la stessa onestà intellettuale sarebbe bene riconoscere che i mesi drammatici che abbiamo trascorso hanno imposto l'accumulo di decreti-legge e misure urgenti. Primo, le misure per riaprire in sicurezza gli uffici giudiziari e l'attività dei tribunali, che è bloccata, con grave danno alla giustizia italiana, anche incentivando modalità telematiche, che dovranno essere la regola nel processo civile e nel processo amministrativo; meno nel processo penale, non perché sia un tabù ma perché abbiamo detto che dobbiamo discutere perché, mentre si ipotizzano forme di processo da remoto, venga in tutti i modi garantito il diritto alla difesa e quanto anche chiede, giustamente, chi difende gli imputati. Sono cose che vanno rispettate e ne discuteremo nell'imminente discussione sulla riforma del processo penale.

Una cosa sulla riapertura degli uffici ci sentiamo di raccomandare al Governo: la riapertura, il 1° luglio, va monitorata, seguita, con un vero coordinamento, con interventi direi quotidiani, logistici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), di risorse umane, per evitare situazioni a pelle di leopardo, riaperture virtuali e non soltanto reali. Poi, per le emergenze che sono qui dentro, anche le misure legate all'applicazione Immuni, su base volontaria, che garantisce la privacy, che possono concretamente servire a prevenire ulteriori ondate di contagio. Così come nel decreto sta la proroga - per noi l'ultima - del provvedimento che riguarda le intercettazioni. Per gli stessi motivi, il decreto contiene le diverse misure contro il sovraffollamento carcerario, per la tutela della salute degli oltre 50 mila detenuti e degli oltre 35 mila agenti di polizia penitenziaria, misure per contenere una situazione che avrebbe potuto diventare drammatica dal punto di vista sanitario e dal punto di vista della sicurezza interna agli istituti di pena, come le rivolte dei primi di marzo hanno dimostrato.

È in questo quadro che si è aperta la questione di detenuti imputati o condannati per reati legati all'associazione mafiosa e di tre detenuti al 41-bis inviati agli arresti domiciliari. Tutte le persone hanno diritto ad essere curate, anche quelle che si sono macchiate di gravi e gravissimi reati - questo è un principio di civiltà che, evidentemente, non può che essere ribadito -, ma è stato evidente come si sia aperta una falla grave che ha riguardato soprattutto l'attività del DAP, la mancanza di dialogo e comunicazione nel circuito DAP-magistratura di sorveglianza-procura antimafia. Qui, però, dobbiamo e vogliamo essere chiari; ci dispiace, ma noi alcune cose le vogliamo dire. Nel primo decreto, “Cura Italia”, legato alla lotta a un'inaccettabile, incivile, pericoloso, sovraffollamento carcerario sono stati esclusi i detenuti per reati di associazione mafiosa, terrorismo, violenza di genere. Nei successivi decreti, dopo l'individuazione e l'apertura di quella grave falla, si è intervenuti subito per rendere obbligatorio il parere, acquisire il parere della procura nazionale antimafia quando un magistrato di sorveglianza è chiamato a decidere su richieste di scarcerazione legate a ragioni di salute, non perché la procura antimafia debba emettere bollettini medici, ma perché può dare pareri circa la giustezza o meno di rimandare ai domiciliari, nel luogo, nel contesto criminale dove uno, magari, ha operato, un detenuto che ha diritto ad essere curato.

E ancora, con un altro decreto si è intervenuti per far rivalutare ai magistrati di sorveglianza, che avevano adottato provvedimenti sulla base dell'emergenza sanitaria, gli stessi provvedimenti sulla base dell'evoluzione dell'emergenza sanitaria, e abbiamo visto che questa misura, con il calo del contagio, è servita anche a riportare nelle celle alcuni detenuti, sempre nel rispetto dei diritti.

Infine, con altro provvedimento diverso, è stata rinnovata la guida del DAP e ci sono due magistrati, come il magistrato Petralia e il magistrato Tartaglia, da sempre impegnati nel contrasto alle mafie e alla corruzione, che hanno dato un nuovo impulso alla delicata attività del Dipartimento; ce ne sono diversi, per fortuna, in questo Paese, di magistrati antimafia, non è che ce n'è solo uno, insomma. Ricordo queste cose per affermare che, nella lotta alle organizzazioni criminali e mafiose, noi, come Partito Democratico, non accettiamo falle e che, quando queste si verificano, siamo in prima fila a chiedere interventi immediati, come è avvenuto.

Per noi la lotta alle mafie è una priorità, sta nel nostro DNA, come in quello di tante forze, naturalmente: lotta e contrasto nelle carceri, ma, soprattutto, nel Paese, nel momento in cui le mafie e le organizzazioni criminali si fanno oggi particolarmente aggressive e pericolose, perché stanno penetrando nell'economia reale e legale, investendo capitali sporchi e fornendo sostegni, a tassi usurari, a persone, operatori economici, imprenditori, commercianti, messi in ginocchio dalle ricadute sociali della pandemia.

Concludo questo intervento con una riflessione politica. Crediamo che sia il tempo, tutti insieme, di provare a superare i troppi anni nei quali la giustizia è stata, ed è ancora, uno dei principali terreni di scontro politico - giustizia usata come una clava contro qualcuno o a favore di qualcuno - e abbiamo davanti alcuni temi, alcune occasioni importanti, che voglio citare per titoli. La riforma del Consiglio superiore della magistratura: un contributo che il Parlamento può e deve dare alla magistratura per aiutarla a ritrovare autorevolezza e credibilità, minate da una degenerazione correntizia e carrieristica troppo diffusa. Siamo sicuri che migliaia di magistrati sono estranei a queste pratiche, che la magistratura abbia gli anticorpi per reagire, come ha detto il nostro Presidente della Repubblica, ma noi abbiamo il dovere, come Parlamento, di favorire un reale processo di rigenerazione che premi davvero il merito e le capacità, che garantisca la parità di genere e, insieme, il rispetto dell'indipendenza, dell'autonomia della magistratura e della separazione dei poteri.

Pensiamo, poi, alla riforma del processo penale, già approvata dal Consiglio dei ministri: anche questa è un'occasione importante, che potrebbe perfino portare a far durare i processi, come dice la Costituzione: durata ragionevole, cinque, sei anni. Come PD, allora, invitiamo tutti noi, tutte le forze parlamentari a un lavoro concentrato su questo obiettivo unificante di civiltà giuridica e costituzionale, per le vittime dei reati, per gli imputati che sono - va ricordato - presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Infine, lo stesso vale per la riforma del processo civile, per abbattere il pregresso, per sviluppare il processo telematico, per portare i nostri procedimenti civili a standard europei: lo dobbiamo ai cittadini, alle imprese, agli investitori.

E infine, dobbiamo riprendere la riforma dell'ordinamento penitenziario per garantire un sistema dell'esecuzione penale moderno e civile, per sviluppare le pene alternative, la messa alla prova. E quando la detenzione è in carcere, la pena deve essere certa, ma deve essere ispirata a principi - come dice l'articolo 27 della Costituzione - di umanità, di recupero, di riabilitazione. Investire in umanità nella politica carceraria significa anche investire nella sicurezza dei cittadini: un detenuto ha sbagliato, paga il suo debito, ma quando esce, se viene trattato con umanità, se ha un diploma in mano, se ha imparato un mestiere, non torna a delinquere. Quindi, investire in umanità nelle carceri significa anche investire nella sicurezza dei cittadini.

Allora, il Parlamento - e ho finito -, secondo noi, e non solo la maggioranza, ha un'occasione, una vera occasione: provare – provare – a togliere di mezzo le bandierine identitarie, propagandistiche, le cose che possono essere più divisive, per cercare di concentrarsi, invece, su alcune riforme di sistema. Proviamo a mettere da parte, appunto, le bandierine identitarie e concentriamoci su qualche terreno comune, senza escludere, ovviamente, la discussione anche su terreni importanti che ci trovano divisi, ma che è giusto, non possiamo impedire le discussioni anche su temi: è stata citata la separazione delle carriere. Si discuta laicamente, ma ci si concentri sulle cose che possono fare di questo Parlamento il Parlamento che, nella giustizia, non fa ritornare il Paese alla normalità, ma che cambia quella vecchia normalità fatta di inefficienza, fatta di tutto quello che conosciamo di vecchio nella giustizia. Insomma, Presidente, qualche bandierina identitaria e propagandistica in meno, qualche principio costituzionale in più. È con questo spirito che, come Partito Democratico, votiamo convintamente il provvedimento, ma anche con questo auspicio: che il Parlamento, insieme, lavori sempre meglio per il Paese, anche nel campo della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente Carfagna. Membri del Governo, onorevoli colleghi, viene chiesto a Forza Italia di esprimere il proprio parere, la dichiarazione di voto su un provvedimento, sul decreto n. 28, e mai come ora il nostro “no” è stato convinto, pieno, assoluto. Per quella stessa onestà intellettuale di cui ha appena parlato il collega Verini, noi respingiamo fortemente al mittente qualsiasi invettiva che ieri è stata rivolta all'opposizione tutta, ma era il caso forse di fare i dovuti distinguo su propaganda, fake news. Forza Italia non agisce in questo modo, Forza Italia è una forza costruttiva, leale e che, soprattutto nel campo della giustizia, ma direi non solo, si è sempre distinta per un apporto concreto, fattivo, sempre senza polemica. E allora, Presidente, se questo è il senso, il nostro “no” convinto è un “no” convinto per metodo - lo devo dire ancora una volta, lo dico quasi sempre quando intervengo in dichiarazione di voto su un provvedimento sulla giustizia - e merito.

Metodo: 110 disegni di legge approvati, 55 - lo ricordava il collega, ma l'ho detto in discussione generale -, decreti-legge, 21 fiducie, dichiarazioni di fiducia poste sui provvedimenti. E allora mi chiedo e vi chiedo: ma vi era necessità di farlo anche su questo provvedimento? No, e dire una cosa contraria è un falso. No perché, generalmente, specie sul comparto giustizia, e ancor più per l'emergenza COVID-19 all'interno degli istituti penitenziari, una seria e forte programmazione e progettualità avrebbe certamente impedito le scarcerazioni, e quindi non necessitato l'adozione del decreto n. 29. Falso sul decreto n. 29 perché - l'ho ricordato ieri - il decreto n. 29 sarebbe scaduto il 9 luglio, colleghi; e allora non c'era nessuna necessità di infilarlo mascherando il decreto n. 28 e infilandolo dentro il decreto n. 28. Avremmo avuto tutti i tempi per un esame compiuto in Commissione e in Aula, e lo avete impedito. E allora la domanda è perché lo avete impedito: lo avete impedito perché, evidentemente, emettere, far uscire fuori dall'Aula un provvedimento che, come correttamente lo ha definito il collega, il professore Ceccanti, è un decreto minotauro, cioè un decreto che ne contiene altri, maschera quello che si doveva fare e non si è fatto. E maschera non una legge fatta ad personam: direi una legge fatta, un decreto fatto ad poltronam, e questo è innegabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Vede, collega Verini, quando lei correttamente parla di bilanciamento di interessi tutelati dall'articolo 32 della Costituzione, come vuole che nessuno sia d'accordo con lei, Forza Italia è la prima a dirlo: bilanciamento, tutela della salute garantita a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), bilanciata con l'esigenza di contenere il pericolo della pericolosità sociale, ma c'è un dato. Quando mettiamo fuori Franco Cataldo, il carceriere del piccolo Nino Di Matteo, quando facciamo uscire Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, e queste persone escono perché il 123 è scritto male, tanto che oggi avete accolto un ordine del giorno che lo riscrive, in qualche modo impegna il Governo a riscriverlo, poi non potete utilizzare uno strumento che reperite qui, tra i banchi della maggioranza, e rimettete dentro le persone che sono fuoriuscite, perché a me fa ribrezzo che quelle persone siano uscite se non avevano le esigenze mediche che potevano essere scontate negli ospedali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma il fine non può mai giustificare i mezzi, il fine non può mai giustificare i mezzi.

E allora, Presidente, sul metodo: intervento distonico? Lo è certamente, non è in sintonia con l'impianto normativo del nostro codice, tanto che lo stesso Comitato per la legislazione, che vede come vicepresidente - lo ripeto di nuovo, perché ho una stima immensa nei confronti del collega Ceccanti - il professore Ceccanti, lo stesso Comitato dice che avete fatto un guazzabuglio di decreti. Evitare forme di intreccio tra provvedimenti d'urgenza, quattro decreti di attuazione che smentiscono, non solo l'attuazione da parte del Ministro della Giustizia, ma di svariati, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Corte dei conti, un decreto del Presidente della stessa Corte dei conti, regole tecniche stabilite dal Ministero della Salute. Già questo sconfessa l'urgenza nel provvedere. L'altra cosa che ci avete declamato più volte, l'altra suggestione: obiettivo della riforma è il contenimento. L'ho già detto, l'obiettivo della riforma non era il bilanciamento di esigenze diverse, cura della salute e scarcerazione; era quello di porre quella che più volte ho sentito, e me ne dolgo, definire una falla al sistema. Come si fa a definire falla al sistema 500 scarcerazioni, 14 morti, agenti feriti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Falla al sistema, falla al sistema!

E allora, se così è, Presidente, lo spirito - e in questo, invece, raccolgo le conclusioni e l'auspicio del collega Verini - che ha sempre animato Forza Italia, specie in Commissione giustizia, è quello che sia posta fine ad una legislazione, io l'ho detto sempre, schizofrenica, che lievita su se stessa, con misure che sono assolutamente estemporanee. Non sono più procrastinabili interventi organici di sistema, inseriti in un progetto complessivo. La giustizia - sono d'accordo con lei, collega Verini - non è e non deve essere di parte, né le ricette per farla funzionare sono appannaggio di una qualche categoria.

Presidente, membri del Governo, occorre lavorare su ipotesi di riforme che non siano occasionali né di corto respiro, ma intervenendo al servizio del cittadino e dei suoi diritti nel pieno rispetto e, soprattutto, nella leale collaborazione fra istituzioni. Se questo è il senso, dovreste in qualche modo raccogliere le indicazioni che Forza Italia vi dà da sempre, io direi comunque in maniera esplicita da quando sono all'interno di quest'asse, da almeno due anni sui temi della giustizia. Vi suggeriamo da tempo di cambiare metodo e merito.

Sul metodo apriamo, spero che non sia un appello che rimarrà vuoto, il suo. Noi lo accogliamo con fiducia, speriamo che si concretizzi. Mettiamoci al tavolo,

All'interno delle Commissioni prima e poi in Parlamento: dateci, o prendete le nostre, indicazioni concrete che non siano solo indicazioni teoriche su grandi temi che riguardano la giustizia, mettendo in calendario una sessione parlamentare di giustizia che impegni entrambi i rami del Parlamento. Lo richiediamo ai giudici di calendarizzare le udienze, facciamolo anche noi. Una corretta calendarizzazione per entrambi i rami del Parlamento che ci veda tutti impegnati sulle grandi assi della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Nel merito, noi vi chiediamo di intervenire su tre grandi macro aree, che riguardano sia il settore civile che penale, sistema processuale, sistema penale sostanziale, o civile che dir si voglia, e sistema ordinamentale, senza fare confusione.

Tre grandi macro aree dove attuare giuste riforme che possano vedere tutto l'asse raccolto insieme. Penso per il settore ordinamentale, una fra tutte, introduciamo la figura del manager. Un buon magistrato non è sempre un buon manager, un buon capo dell'ufficio del direttivo. Rivediamo le circoscrizioni giudiziarie, istituiamo l'Alta Corte per i procedimenti disciplinari che vadano non solo per i magistrati, ma anche per gli avvocati.

Sul sistema penale i lavori della commissione Nordio, come dimenticarli. Aboliamo la distinzione, colleghi, tra delitti e contravvenzioni, è arcaica. Le contravvenzioni vanno punite con sanzioni amministrative, togliamole via. In questo modo acceleriamo i tempi, facciamo da fulcro per ciò che deve andare in dibattimento, e quindi andare al processo, e rendiamo il processo la sede giusta per celebrare e per verificare ipotesi che abbiano una certa consistenza. Ma ancora, sulla procedura, misure di custodia: organo collegiale, non un organo monocratico. Il collega Verini lo diceva prima: separazione delle carriere. Un momento per una grande riflessione sulla separazione delle carriere.

Il collega Costa - Presidente, concludo - ha ottenuto l'impegno del Governo a, in qualche modo, rivedere il numero dei magistrati che vengono applicati ai ministeri, a qualsiasi ministero, e vengono sottratti all'organico della magistratura.

Presidente, so che siamo ambiziosi noi di Forza Italia, ambiziosi nelle idee, nei traguardi, nei fini da raggiungere. Sono sicura che potremmo non ritrovarci soli. Ci ritroveremo sicuramente, credo, ben presto al Governo di questa nostra grandissima e bella Italia, ma prima di arrivare a quel momento mi auguro che noi saremo, ne sono sicura, forza trainante sulla giustizia, e mi auguro che in questo percorso non solo le forze che oggi sono opposizione, ma anche le forze che oggi costituiscono maggioranza ci vorranno seguire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame dispone la conversione di due decreti-legge, il n. 28 e il n. 29 del 2020, e in qualche modo li va ad accorpare creando un'ampia gamma di interventi dal più disparato oggetto, molti dei quali avrebbero richiesto riforme organiche e di sistema, da elaborare entro la più ampia cornice della legge parlamentare anziché con lo strumento della decretazione d'urgenza.

Parliamo della disciplina delle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, numerose prescrizioni in materia di ordinamento penitenziario, previsioni relative alla giustizia civile, amministrativa e contabile, l'ormai notissima App Immuni.

È chiaro che si sta scivolando su un pericolosissimo piano inclinato, in cui l'abuso della decretazione d'urgenza, in combinato disposto con la questione di fiducia da un lato, l'instaurazione del monocameralismo di fatto dall'altro, svuotano dall'interno le prerogative del Parlamento.

Le prospettive politiche che intravediamo sono ancora più fosche, perché in questo quadro nefasto, cari colleghi, noi della Camera - pensate - siamo pure fortunati. Sapete perché? Perché tutti i provvedimenti importanti inizieranno da ora il loro iter da questa Camera, in cui forse - e dico forse - potremo presentare degli emendamenti, discuterli in Aula, ma al Senato no! Al Senato si andrà avanti fiducia dopo fiducia, perché, diciamolo chiaramente, non avete più la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Entrando nel merito del decreto, cominciando dal tema delle intercettazioni, innanzitutto dobbiamo dire che è paradossale la circostanza che siamo ormai davanti alla quarta proroga dell'entrata in vigore di questa riforma; quarta proroga dal 2017. Una tale quantità di reiterazioni e differimenti rende ormai del tutto inverosimile la sussistenza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza richiesti dalla Costituzione, anzi confermano che il legislatore avrebbe avuto tutto il tempo per procedere nelle vie della legge ordinaria.

Il Ministro Bonafede - che oggi ovviamente non è qua in Aula, chissà cosa di meglio ha da fare, visto che parliamo di un suo decreto - ha provato a giustificare l'intervento d'urgenza evidenziando la necessità di salvaguardare le indagini, ma ha avuto quasi due anni per intervenire, ed attende gli ultimi giorni, mettendo piuttosto a rischio lui stesso le indagini con la sua inerzia.

Nel merito, la riforma delle intercettazioni è palesemente illegittima, perché, da un lato, autorizzando la pesca a strascico con il trojan, viola in modo irragionevole e sproporzionato un'ampia schiera di diritti fondamentali, dalla libertà e segretezza della corrispondenza alla libertà di domicilio, dall'altro, ignorando la cronica carenza di risorse umane e strumentali per raccogliere, gestire, conservare e proteggere l'immensa mole di intercettazioni, finisce per condannare a un destino incerto i dati acquisiti, quindi le vicende più intime, costituzionalmente tutelate di tantissimi cittadini non colpevoli fino a sentenza definitiva di condanna.

Vi avevamo detto, nel momento in cui si era approvato quel decreto, che non sarebbe bastato il tempo per consentire alle procure, soprattutto a quelle più piccole, di adeguarsi alla nuova normativa, di nominare un responsabile, di organizzare la custodia dei dati sensibili e ricavati con le intercettazioni tramite trojan; vi avevamo anche detto che questa era una riforma impossibile da fare a costo zero, ma avete voluto lasciare la clausola di invarianza finanziaria. Vedrete che tornerete in questa stessa Aula a chiedere due cose al Parlamento: autorizzare un nuovo rinvio e chiederci i soldi. Speriamo non lo facciate col “decreto Semplificazioni”, che quello invece dovrebbe riguardare questioni burocratiche che interessano il Paese, non il quinto rinvio di questa legge che non interessa a nessuno.

L'articolo 2 verte sulla delicata vicenda che riguarda le scarcerazioni. Noi ci siamo trovati, dalla sera alla mattina, con centinaia di detenuti messi a casa, in alcuni casi addirittura senza che i loro legali avessero presentato la richiesta. Secondo la formulazione attuale di questo decreto, che a quanto abbiamo capito sarà quella definitiva, ci troveremo con il giudice che potrà tranquillamente ignorare la richiesta di rimettere in galera il delinquente condannato e lasciato a casa semplicemente sulla scorta del pericolo della sussistenza del virus. Infatti, la sua negligenza, cioè la mancata risposta del giudice, sarà motivo sufficiente non per confermare la detenzione, ma per confermare gli arresti domiciliari, ossia il fatto che il detenuto stia fuori di galera.

Non stiamo parlando di una custodia cautelare, in cui il soggetto ancora non è considerato colpevole dalla legge, ma anzi è considerato innocente. In quest'ultimo caso sarebbe giusto che la mancata decisione della magistratura portasse al collocamento del soggetto in custodia cautelare immediatamente in libertà, noi stiamo invece parlando di persone che sono già state condannate in via definitiva, con sentenza passata in giudicato, il cui posto quindi è la galera! Oggi votiamo anche l'ordine che date ai tribunali di sorveglianza di rivedere le decisioni assunte in tema di scarcerazioni. È un ordine inutile, lo sapete. È un ordine che serve solo a scaricare su altri la responsabilità degli errori del Ministro, quantomeno quello di non aver vigilato. A proposito, nei giorni scorsi, in Commissione antimafia, Giulio Romano, ex dirigente ministeriale, ha sostenuto che il Ministro condivideva quella famosa circolare, allora, se è così - e ce lo deve dire - si è dimessa la persona sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Evidentemente, Ministro, dobbiamo rassegnarci, con la sua maggioranza abbiamo due visioni della giustizia totalmente diverse. Mentre parliamo dello “svuota carceri”, ieri la corte d'assise presso il tribunale di Roma ha negato il rito abbreviato che avrebbe comportato per due assassini un importante sconto di pena. Questa è una riforma della Lega, fatta nel precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Questa è la differenza tra noi e voi! Questa è la differenza tra essere buoni ed essere buonisti! A marzo, nelle carceri italiane, sembrava di stare in guerra: sono morte 14 persone e decine di agenti feriti, danni per milioni di euro alle strutture carcerarie. E in tutto questo, qual è la vostra risposta? La risposta dello Stato in questo decreto: lo “svuota carceri”, l'abbiamo già detto, e il potenziamento della figura del Garante dei detenuti. Secondo noi i poteri del Garante dei detenuti sono stati allargati un po' troppo, e mi permetto di dire che forse sarebbe l'ora di istituire un garante della Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), visto che otto agenti sono stati feriti anche questa settimana nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Concludendo, per quanto riguarda poi altri aspetti in materia di giustizia, è stato un bene anticipare la riapertura dei tribunali dal 1° luglio, arrivata con un emendamento delle opposizioni, ma tardiva, quando tanti processi erano già stati posticipati al 2021, dopo che ha lasciato liberi i tribunali di aprire a singhiozzo. Ministro, lasci perdere Villa Pamphilj e torni al Ministero! Dia indicazioni chiare, certe, univoche per far ripartire la giustizia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Le norme inserite nei vari decreti adottati in questo periodo sono riuscite veramente, in un colpo, a cancellare il rito processuale penale, l'unità di tempo, di luogo e d'azione nel giudizio penale, i principi di oralità, di immediatezza e di concentrazione, i canoni del giusto processo, il diritto di difesa e il principio di inviolabilità della libertà personale. Se il processo a distanza ha trovato un posto in questo panorama confuso di norme e di concetti, occorre pensare se questo ora ha trovato una dimora stabile nel nostro ordinamento. La preoccupazione che in Italia tutto ciò che è provvisorio diventi definitivo. E vediamo se questa normativa emergenziale sarà limitata all'emergenza o se produrrà contraccolpi e incrinature nel nostro sistema e nel nostro ordinamento. Termino, Presidente. Il problema è che nessuno si è veramente scandalizzato per questo modo di procedere, dei rinvii delle udienze, della sospensione della prescrizione e della funzione giurisdizionale; oneri rimasti in capo agli avvocati, ai magistrati, al personale di cancelleria. Servono spazi per celebrare i processi? Le do un suggerimento Ministro: lasci perdere i processi via Skype e riapra le sedi dei tribunali soppressi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È due anni che glielo chiediamo! Glielo chiede la maggioranza, glielo chiede l'opposizione, ma non ci dà una risposta! Onorevoli colleghi, quando si paralizza il sistema della giustizia, si nega la giustizia ai cittadini; quando si nega la giustizia ai cittadini, a che serve avere un Ministro della Giustizia? Ministro, ne tragga le conseguenze e si dimetta. Annuncio il voto contrario del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, oggi stiamo per convertire un importante decreto-legge emanato dal Governo nel contesto dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, che tuttora preoccupa l'Italia e non solo e che ha avuto e continua ad avere tragici risvolti per il nostro Paese. Ancora oggi, infatti, si registrano nuovi contagi e purtroppo aumenta anche il triste numero di coloro che, in questi lunghi e terribili mesi, sono venuti a mancare. Ai loro familiari continua ad essere diretto il nostro pensiero anche in questi momenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'epidemia ha avuto altresì notevolissime ripercussioni su tutti gli aspetti della nostra vita, da quello sociale a quello economico a quello istituzionale ed è proprio per questa ragione che il Governo ha dovuto agire con lo strumento della decretazione d'urgenza, per fronteggiare l'emergenza in essere in tutti i settori del Paese. Anche il comparto giustizia ha sofferto e soffre le conseguenze della pandemia e ciò ha reso necessario intervenire con disciplina ad hoc, per affrontare, nell'immediatezza della crisi, aspetti assolutamente delicati e importanti. Ebbene, il decreto-legge in esame interviene in questo senso, regolamentando tra l'altro la proroga dell'entrata in vigore della disciplina delle intercettazioni, la previsione della possibilità di celebrare udienze da remoto e altri aspetti già richiamati in precedenza dai colleghi che mi hanno preceduto, anche in sede di discussione generale, e sui quali non ritorno. Mi soffermo invece su quelle che ritengo siano le ragioni principali sottese al cuore di questo provvedimento, riconducibili al fatto che, durante la fase più preoccupante dell'epidemia, sono stati assunti provvedimenti da parte della magistratura che, pur nella loro legittimità, hanno suscitato apprensione e sconcerto nell'opinione pubblica e hanno avuto notevoli ripercussioni anche sul piano politico. Mi riferisco in particolare alle note vicende relative ai provvedimenti di differimento della pena per motivi di salute e quindi alla concessione temporanea della misura della detenzione domiciliare a persone ristrette in carcere o in stato di custodia cautelare, persone quindi già condannate o sotto processo per crimini gravissimi, le cui condizioni di salute sono state giudicate incompatibili con lo stato di detenzione, in considerazione del rischio di contagio da COVID-19. A tal proposito, son costretto a rimarcare ancora una volta che le polemiche delle opposizioni in riferimento all'articolo 123 del “decreto Cura Italia” sono soltanto pretestuose e prive di ogni fondamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È stato infatti detto e precisato più volte - ed è comunque è chiaramente scritto nel testo della norma - che la stessa ha snellito le procedure, prevedendo altresì l'utilizzo dei cosiddetti braccialetti elettronici, le procedure dicevo della legge n. 199 del 2010, una legge approvata dal centrodestra, quando al Governo c'era Berlusconi con i suoi alleati e sulla quale non è stato effettuato alcun intervento di carattere sostanziale. La tanto contestata norma del “decreto Cura Italia” prevede espressamente eccezioni nella sua applicazione, in riferimento ad alcune categorie di reati, specificamente ai reati di stampo mafioso, e di condannati, tra cui ad esempio i condannati al regime di 41-bis e ha, come tutti sappiamo, un ambito operativo estremamente limitato nel tempo, per cui nessuna scarcerazione incontrollata di boss mafiosi, nessun “liberi tutti” come strumentalmente si continua a sostenere anche in quest'Aula, pochi minuti fa. In secondo luogo, ricordo ancora una volta che la misura alternativa della detenzione domiciliare consegue solo ed esclusivamente all'insindacabile e autonoma decisione della magistratura di sorveglianza, nell'esercizio del suo pieno potere discrezionale. Ciò, ovviamente, in applicazione della legge, in particolare del 47-ter dell'ordinamento penitenziario e degli articoli 146 e 147 del codice penale, secondo i quali la pena può o deve essere differita, tra l'altro, nei confronti di chi si trova in gravi condizioni di infermità fisica. Questo perché? Per garantire ovviamente che l'esecuzione della pena sia conforme ai principi costituzionali e convenzionali di tutela della salute e della dignità umana. La, questione quindi dalla scarcerazione di detenuti mafiosi, che tanto ha animato l'opinione pubblica e il dibattito politico, altro non è che un differimento temporaneo della pena in regime di detenzione domiciliare, a causa della presenza di gravi patologie, che, associate al rischio di contagio da COVID-19, aumentano il rischio di morte per la persona.

Sottolineo che molti di quelli che oggi denunciano, sono gli stessi che si sono sempre disinteressati delle carceri, le cui criticità sono emerse chiaramente in questa drammatica circostanza emergenziale e quindi su questo tema, sul tema della concessione della detenzione domiciliare connessa all'emergenza sanitaria, non accettiamo né falsi moralismi né propaganda di alcun tipo, così come non accettiamo lezioni di diritto o di politica del diritto da chi per anni, nei banchi di quest'Aula, ha contribuito ad approvare, senza vergogna e senza preoccupazione alcuna leggi ad personam (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e provvedimenti palesemente incostituzionali e successivamente demoliti fin dalle loro fondamenta dalla Corte costituzionale, e che tutti ricordiamo benissimo. È evidente, allora, il differente approccio politico e normativo rispetto a quel modo di governare e di legiferare, così come è evidente il diverso approccio nella lotta alle mafie e la volontà di combatterle da parte di questo Governo. Sterili, poi, sono le strumentalizzazioni delle opposizioni rispetto alle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla magistratura: a differenza di altre norme, smaccatamente ad personam, che hanno consapevolmente ignorato i principi costituzionali per favorire pochi, qui si tratta di bilanciare correttamente i diversi diritti costituzionali in gioco, tutti egualmente garantiti dalla nostra Carta costituzionale. Anche il merito del vaglio, insomma, ha tutt'altro spessore, e comunque siamo assolutamente convinti di aver agito nel pieno rispetto del dettato costituzionale.

Ad ogni buon conto, mai sentirete il MoVimento 5 Stelle criticare le decisioni della magistratura o tantomeno attaccare singoli magistrati, per proteggere situazioni personali, con l'evidente intento di provocare gravi fratture nell'ordinamento e conflitti istituzionali. La verità, cari colleghi, è una sola: ci si è trovati improvvisamente a dover gestire una situazione emergenziale ed imprevedibile di epidemia e di emergenza sanitaria senza precedenti, senza strumenti normativi adeguati e sulla base di disposizioni ovviamente preesistenti alla contingenza. Una cosa però è stata chiarissima fin da subito: se l'epidemia fosse dilagata all'interno delle carceri, avrebbe provocato effetti certamente drammatici e su questo presupposto il Ministro è intervenuto immediatamente, adottando provvedimenti di prevenzione e di contenimento quali la sospensione immediata dei colloqui in presenza e la predisposizione di accurati controlli per gli accessi ai transiti, grazie ai quali si può affermare oggi che l'epidemia da COVID-19 nelle carceri italiane è stata tenuta totalmente sotto controllo. Ad oggi, sono appena 55 i positivi, di cui solo 2 ricoverati, mentre gli altri sono assistiti all'interno delle carceri e sono 202 i guariti. Questo ci dice una cosa: tutte le misure prese hanno finora ha funzionato. Se il virus fosse entrato nelle carceri, i risultati sarebbero stati ben diversi. Invece, il sistema ha retto grazie all'attività del Ministro e questo non lo dice nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ringraziamo, quindi, non solo il Ministro per l'opera prestata, ma anche e soprattutto chi ha operato sul campo e quindi la Polizia penitenziaria, i direttori, i direttori di carcere e tutti gli operatori che hanno reso possibile contenere gli effetti dell'epidemia nei termini che sono stati detti.

In ogni caso, al fine di tutelare anche le esigenze di sicurezza dei cittadini e di certezza della pena, rispetto ai detenuti che si sono macchiati di gravissimi reati, per le ipotesi in discussione abbiamo previsto un meccanismo di pareri e interlocuzioni tra magistratura di sorveglianza, procuratore nazionale, procuratori distrettuali antimafia e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per una periodica rivalutazione dei presupposti della concessione della misura. Ciò, al fine di fornire alla magistratura maggiori strumenti conoscitivi, per consentire di esercitare la potestà decisionale attribuita, con la migliore cognizione possibile di tutti gli elementi valutativi dal caso. Si tratta di pareri obbligatori ma non vincolanti, per cui è assolutamente demagogico e strumentale affermare che, con tale provvedimento, si voglia scalfire l'autonomia della magistratura o dei singoli magistrati. Anzi, con questa previsione si vuol tutelare ancor più quella autonomia e indipendenza, dotando i magistrati di tutti gli strumenti per prendere le loro decisioni nella maniera più oculata e ponderata possibile. Mi avvio a concludere Presidente, grazie, e a proposito di carceri, ricordo l'impegno assunto dal Governo nell'incentivare e potenziare programmi mirati e individualizzati di accompagnamento del detenuto nel processo di riabilitazione. Ricordo il progetto, concretizzatosi nei giorni scorsi, relativo al carcere di Gorgona, laddove al posto del mattatoio, chiuso a gennaio, i detenuti si occuperanno di un luogo di cura per animali e di un vigneto biologico, e quello, più datato nel tempo, della colonia penale di Mamone, dove ormai da tempo la maggior parte dei detenuti lavora e produce reddito per loro stessi e per l'istituto. Con il MoVimento 5 Stelle al Governo, i protocolli di lavoro di pubblica utilità si sono moltiplicati, passando da 1 a oltre 70

In conclusione, con i decreti si è data una risposta immediata e concreta all'emergenza, rispettosa del principio della separazione dei poteri e del bilanciamento dei principi costituzionali interessati dall'intervento (ho finito): la tutela del diritto alla salute di ciascun detenuto con la tutela della sicurezza pubblica, senza ledere il principio della certezza della pena e tenendo in considerazione le esigenze di sicurezza sociale.

Concludo quindi, signor Presidente, dichiarando, per tutto quanto detto, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Ministro, leggo: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge (…) recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni (…)”. Ora, che un criminale delinqua è normale, che lo faccia un magistrato è un terremoto istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quello che è urgente, dopo le inaudite dichiarazioni contro di lei di un magistrato del CSM, dopo le inaudite dichiarazioni di un altro Palamara, oggi addirittura cacciato, che dichiarava contro l'onorevole Salvini: “Siamo tutti con te, Patronaggio” è la nuova Tangentopoli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Dobbiamo aprire una Commissione d'inchiesta urgente contro la criminalità di magistrati che fanno l'opposto del loro lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier)! Peggio dei criminali, ricordando che Cossiga chiamava quell'associazione un'associazione mafiosa, l'Associazione nazionale magistrati un'associazione mafiosa! Il CSM, di cui un membro l'ha aggredita, ha tradito la sua funzione! Urgente è questo: non votare vigliaccamente a favore di un decreto inutile, insensato, che estremizza le intercettazioni contro i cittadini onesti. Questo è grave! Chiedo una Commissione parlamentare per la nuova Tangentopoli dei magistrati.

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). “Palamaropoli” (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, lei ha già parlato e, quindi, non ha alcun titolo per parlare, a meno che non lo faccia per richiamo al Regolamento o sull'ordine dei lavori.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, per richiamo al Regolamento. Gli articoli adesso non li ricordo, ma sono sicura che c'è un articolo per il quale io posso rivolgermi a lei per riprendere l'onorevole Sgarbi per le parole dette che sono, Presidente, e io lo dico da… ho difficoltà a esprimermi, perché lo dico da servitore dello Stato, da cittadino e, da ultimo, da politico, e sentire da un collega che la magistratura tutta è mafiosa a me fa inorridire (Applausi).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Non era tutta! Non era tutta! Ho parlato di Cossiga e di Palamara!

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Lei ha detto, lei ha detto…(Commenti del deputato Sgarbi)…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bartolozzi. È chiaro il concetto (Commenti del deputato Sgarbi), onorevole Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anche per queste parole e invettive che l'onorevole Sgarbi rivolge non è…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). …Le rivolgo a te, che non sei degna…

PRESIDENTE. La richiamo all'ordine, onorevole Sgarbi, ed è la prima volta. Prego, onorevole Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Io confido nei suoi poteri, Presidente. Ho concluso, grazie.

MICHELE BORDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Bordo, su cosa? Sull'ordine dei lavori?

MICHELE BORDO (PD). Sì, Presidente, sull'ordine dei lavori. Io credo…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Troia…!

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la richiamo all'ordine (Il deputato Sgarbi rivolge ripetuti insulti all'indirizzo della deputata Bartolozzi e della Presidenza)!

Onorevole Sgarbi, la richiamo all'ordine per la seconda volta (Proteste del deputato Sgarbi – Dai banchi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva: “Fuori! Fuori!”). Le chiedo di allontanarsi dall'Aula, perché lei non può insultare i suoi colleghi. Le chiedo di allontanarsi dall'Aula, grazie (Applausi - Dai banchi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva: “Fuori! Fuori!”).

Prego, onorevole Bordo.

MICHELE BORDO (PD). Sì, grazie, Presidente. Io credo che sia doveroso intervenire dopo le gravissime affermazioni fatte dal collega Sgarbi poc'anzi (Reiterate proteste del deputato Sgarbi). I magistrati italiani sono persone perbene e la stragrande maggioranza dei magistrati italiani fa fino in fondo il proprio lavoro (Applausi).

Voglio anche ricordare in quest'Aula che tanti magistrati sono morti sul campo lottando contro la mafia e la criminalità organizzata ed è …

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Vaffanculo!

PRESIDENTE. No, onorevole Sgarbi, lei non può continuare a pronunciare parolacce in quest'Aula.

Allora, le chiedo di allontanarsi dall'Aula e chiedo agli assistenti parlamentari la cortesia di eseguire gli ordini della Presidenza (Applausi).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Me ne vado da solo!

EMANUELE FIANO (PD). …Ha detto “vaffanculo”!

PRESIDENTE. …Lo ha detto anche a me…

Onorevole Sgarbi, la prego di accomodarsi fuori dall'Aula. In quest'Aula non si può (Proteste del deputato Sgarbi)… in quest'Aula… mi dispiace. Chiedo agli assistenti parlamentari di aiutarmi (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente - Portano il deputato Sgarbi di peso fuori dall'Aula).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sei una fascista! Fascista!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Bordo.

MICHELE BORDO (PD). E, quindi, per quando…

PRESIDENTE. Onorevole, prego. Lei ha scambiato quest'Aula per uno spettacolo (Si grida: Vergogna! Vergogna!)

Prego, onorevole Bordo.

MICHELE BORDO (PD). Grazie, Presidente. E, quindi, dicevo, a proposito di quanto è successo, che sarebbe stato obiettivamente molto meglio e più giusto che i colleghi della Lega, anziché applaudire le affermazioni gravissime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Lei non può decidere cosa fanno i colleghi della Lega, onorevole Bordo.

MICHELE BORDO (PD). …e comunque concludo, Presidente, esprimendo solidarietà intanto alla collega Bartolozzi (Applausi) per le parole che le sono state rivolte dal collega Sgarbi e solidarietà ai magistrati italiani, la cui maggioranza è fatta da persone perbene che lottano ogni giorno per difendere le istituzioni del nostro Paese e contro i reati della criminalità organizzata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, faccio riferimento all'articolo… scusate, se non disturbo, se non disturbo …

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Faccio riferimento all'articolo 61 del Regolamento, Presidente, perché io penso che le parole dell'onorevole Sgarbi siano inaccettabili soprattutto in quest'Aula, perché, vede Presidente, se l'onorevole Sgarbi avesse fatto queste affermazioni in un'altra sede, l'onorevole Sgarbi sarebbe passibile, come credo dovrebbe, di essere denunciato da chi è interessato perché c'è una diffamazione evidente in quello che si dice, perché anche se non si riferiva all'intera magistratura, ma si riferiva all'intera categoria dell'Associazione nazionale magistrati, le parole rimangono, per quanto mi riguarda, inaccettabili allo stesso modo (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, invece di urlare in questo modo sguaiato, prova ad ascoltare ogni tanto…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Giachetti, giusto per chiarezza. L'allontanamento dell'onorevole Sgarbi è stato richiesto perché ha pronunciato parole irripetibili nei confronti dell'onorevole Bartolozzi e anche della Presidenza. Allora, in quest'Aula il rispetto reciproco penso che sia dovuto, non dico soprattutto quando si tratta di una donna, però ascoltare in quest'Aula degli insulti e delle offese ripetute nei confronti di una donna credo che sia inaccettabile e credo che tutta l'Aula dovrebbe unirsi alla solidarietà nei confronti dell'onorevole Bartolozzi (Applausi).

Poi, per quanto riguarda le parole pronunciate nei confronti dei magistrati, l'onorevole Sgarbi se ne assume la responsabilità e non c'è da parte della Presidenza il dovere di stigmatizzarle, è ovvio.

Prego, onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente, perché stavo arrivando esattamente a questo. Penso che la ragione per la quale lei ha allontanato l'onorevole Sgarbi sia relativa proprio alle ingiurie nei confronti della collega Bartolozzi, peraltro dopo essere stato richiamato ripetutamente all'ordine. Quindi, non c'è nulla di cui scandalizzarsi. Ci sono delle regole alle quali chi si comporta in un determinato modo si sottopone e la Presidenza non può che fare questo.

Mi permetta di dirle, Presidente - e concludo su questo - ritornando al ragionamento iniziale, che le affermazioni fatte dall'onorevole Sgarbi qui dentro, come lei sa perfettamente, sono coperte da uno scudo, che è quello di quel che resta dell'articolo 68 e della immunità parlamentare, perché nell'esercizio, diciamo, della sua funzione all'interno dell'Aula non può essere perseguito.

Il problema è che, signora Presidente, come dicevo, se queste affermazioni le avesse fatte fuori sicuramente l'onorevole Sgarbi poteva essere perseguito. Allora, che succede? Che se queste cose avvengono qua dentro, e ovviamente non c'è nessuna censura nei suoi confronti, siccome ho sentito che lei diceva che non può sindacare quello che dice qualcuno qui dentro, io penso che, quando si arriva a una gravità di affermazioni di questo tipo, la Presidenza abbia anche la possibilità di sindacare quello che si dice qui dentro, proprio perché, fuori di qui, non sarebbe mai concesso. E quando siamo qui dentro noi non possiamo pensare di avere la licenza e la copertura di dire qualunque cosa che fuori non potremmo dire perché saremmo perseguiti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Una tutela a difesa dei valori, che sono - penso - universali, noi la dobbiamo garantire anche qui dentro, perché abbiamo già visto in passato che questo non funziona e credo che, se lasciassimo aperta la strada che qui dentro uno può dire qualunque cosa vuole, non sia una cosa positiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io credo che quello che è capitato qualche minuto fa sia un episodio molto grave e intanto desidero esprimere, a nome del gruppo, piena e totale solidarietà nei confronti della collega Bartolozzi (Applausi).

Non è una solidarietà formale, è il livello di aggressività verbale, gestuale, del collega Sgarbi ad essere totalmente inaccettabile (Applausi). E siccome non è la prima volta che questo accade, io credo che bisogna che il Presidente della Camera richiami, nei modi e nelle forme previste dal Regolamento, il collega Sgarbi ad un comportamento consono con quest'Aula, perché è assolutamente inaccettabile il suo comportamento; così come - come ha ricordato prima il collega Giachetti - c'è anche un limite alla critica, perché quando questa oltrepassa questo limite e diventa insulto, come ha già stabilito la Corte costituzionale, non c'è la copertura per quel che ci riguarda come parlamentari dall'insindacabilità. E credo che vada ripristinato, in quest'Aula, questo limite.

Le chiedo, quindi, signora Presidente, di riferire quanto è accaduto al Presidente della Camera e, se necessario, avviare tutti i procedimenti disciplinari del caso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io non nascondo l'imbarazzo nel dover intervenire in un clima così avvelenato all'interno di questa Camera, che dovrebbe mantenere quanto più alto possibile il livello del dibattito politico.

Tuttavia, non si può tacere come taluni degli argomenti introdotti dal collega Sgarbi meritino approfondita considerazione, perché è fuori discussione che, in Italia, in questo momento, vi sia un grave problema all'interno della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); così come è fuori discussione - e lo affermo con orgoglio a nome del gruppo di Fratelli d'Italia - che portiamo il dovuto rispetto alla memoria dei tanti magistrati che hanno perso la vita, combattendo contro la criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e a nessuno consentiamo di fare accostamenti del genere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Devo, in conclusione, Presidente, portare la solidarietà mia personale e del gruppo di Fratelli d'Italia alla collega Bartolozzi per l'indegno attacco che ha ricevuto in quest'Aula, per gli epiteti che ho dovuto ascoltare (Applausi), in ragione del posto che occupo oggi, che credo non meritino diversa considerazione che la più pesante delle punizioni che questa Camera può esprimere (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Presidente, è stato già detto, ma lo ribadiamo nuovamente: non è la prima volta che questi episodi accadono in quest'Aula e, oltre a ribadire la solidarietà dovuta, sia alla collega Bartolozzi, sia alla stessa Presidente… perché in quest'Aula, purtroppo, non ci si limita semplicemente ad attaccare e magari a denigrare i colleghi, ma anche ad attaccare, nel momento in cui si interviene, la stessa Presidenza. E allora, demonizzare in questo modo l'intera categoria della magistratura è un messaggio pesantissimo, che non può passare da quest'Aula, che non deve più essere permesso da questi banchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Perché, Presidente, questi sono i banchi da cui partirà anche la riforma dell'organo di autogoverno alla magistratura; questi sono i banchi dai quali si devono fare, poi, le leggi per un intero Paese. Allora noi siamo qui ad impegnarci con le migliori intenzioni per cercare di dare una prospettiva diversa all'intero Paese, ma non possiamo continuare a farlo nel momento in cui dei colleghi utilizzano le dichiarazioni di voto finale per fare interventi a titolo personale e cercare, in questo modo, di aumentare il proprio cachet per poi andare a recarsi nelle trasmissioni televisive (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali)!

Allora è normale, Presidente, che, dopo interventi del genere, che si ripetono ad ogni decreto, ad ogni provvedimento, noi chiediamo formalmente che vengano poi, di conseguenza, presi dei provvedimenti, perché quest'Aula non può essere continuamente utilizzata in questo modo da persone che sono già state condannate; da una persona come l'onorevole Vittorio Sgarbi, che - mi dispiace - non dovrebbe nemmeno essere degno di essere deputato di quest'Aula (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle). È una questione di rispetto delle istituzioni, ma soprattutto di rispetto nei confronti dell'essere umano, una cosa che in quest'Aula viene spesso completamente dimenticata (Applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo, facendo da subito una premessa doverosa: noi esprimiamo solidarietà alla collega Bartolozzi, a lei, Presidente, e sicuramente diciamo che Vittorio Sgarbi, se ha pronunciato - noi da qui non abbiamo sentito, ma evidentemente è accaduto ed è un fatto grave -, se ci sono stati insulti nei confronti della collega Bartolozzi o della Presidente, evidentemente stigmatizziamo questo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ci fa piacere che la stessa solidarietà venga espressa da partiti che hanno portato il “vaffa” dentro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e hanno elevato l'insulto a categoria della politica. Riteniamo che non tocchi a nessuno dare patenti di dignità o di indegnità a stare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Detestiamo le generalizzazioni e abbiamo rispetto per la stragrande maggioranza dei magistrati che svolgono il loro dovere. Nessuna ipocrisia sull'uso politico della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) che una parte della magistratura, una parte minoritaria della magistratura, pratica da vent'anni. Quindi, ci spiace che argomentazioni dal punto di vista giuridico serie, che da sempre rappresentano una battaglia di Vittorio Sgarbi, siano state svilite da attacchi che non avrebbe mai dovuto fare. Quindi, cerchiamo di essere onesti fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): doverosa la solidarietà, doveroso il rispetto nei confronti dei magistrati che hanno anche perso la vita - condivido quello che ha detto la collega di Fratelli d'Italia -, nessuna ipocrisia, però, su quello che è un male di questo Paese, che impedisce la crescita, che impedisce il rispetto dei principi costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E ci spiace molto che, in quest'Aula, il Ministro della giustizia sia una persona che dice che non ci sono innocenti in carcere; forse, ancora più grave di un insulto è questa affermazione e il fatto che ci sia un rappresentante di questo genere al Ministero della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di tutto, io, come la collega Gelmini, non ero in Aula durante l'intervento e quindi non ho sentito le parole precise e gli insulti, ma non mettiamo minimamente in dubbio quello che lei e la collega Bartolozzi hanno detto. Quindi, a nome del mio gruppo, massima solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) a lei, Presidente, alla collega Bartolozzi e, aggiungo, a tutte le donne presenti in quest'Aula, perché gli insulti, quando sono sessisti e violenti, rivolti alle donne, sono ancora peggio che gli insulti, che vanno sempre condannati. Massima solidarietà anche e soprattutto ai servitori dello Stato, ai magistrati che quotidianamente amministrano la giustizia e lavorano per garantire l'equilibrio sancito dalla nostra Costituzione e per tutelare i diritti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Detto questo, però, credo che il collega Sgarbi, col suo intervento, abbia danneggiato in primis tutti coloro che ritengono che le tematiche che lui ha posto siano tematiche che non possono essere liquidate, soltanto per la gazzarra in cui lui è trasceso. A cosa mi riferisco, signor Presidente? Noi, condannando il tono, condannando gli insulti, condannando le generalizzazioni, non possiamo certo fare passi indietro sulla critica ferma e decisa al sistema delle intercettazioni che questo Governo sta mettendo in atto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Abbiamo già avuto modo di criticarlo nel merito e rivendichiamo il diritto di poter continuare a dire questo. Soprattutto, non possiamo tacere - e crediamo che l'indignazione di quest'Aula dovrebbe essere pari a quella che giustamente c'è stata per la gazzarra messa in scena dal collega Sgarbi - su quello che è emerso da quelle intercettazioni, signor Presidente.

Infatti, quando scopriamo che il correntismo e l'associazionismo - che è un valore, perché ogni cittadino ha il diritto di associarsi e l'associazione è uno strumento tramite il quale far emergere e far esprimere al meglio le personalità degli associati, quindi anche i magistrati hanno diritto di associarsi -, quando il correntismo in magistratura, da strumento di elaborazione di strategie giuridiche, di posizionamenti giuridici, di interpretazione delle norme e della Costituzione, apprendiamo che diventa per una parte minoritaria della magistratura uno strumento di carriera; e quando apprendiamo che anche i processi possono essere determinati, non sulla base dei fatti, ma sulla base di un'appartenenza ad un'altra per la carriera personale di qualcuno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), questo dovrebbe indignare l'Aula, ben più che gli insulti del collega Sgarbi, che vanno condannati!

E, ancor di più, signor Presidente, quando apprendiamo - sempre da quelle intercettazioni - che per una parte minoritaria della magistratura si vuole utilizzare il proprio ruolo in maniera eversiva, perché, quando si dice che bisogna attaccare un Ministro della Repubblica per le sue idee e non per i fatti, ciò costituisce un atteggiamento eversivo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'ItaliaDai banchi dei deputati del gruppo della Lega-Salvini Premier si grida: Vergogna!) e compito di questo Parlamento dovrebbe essere quello di garantire l'equilibrio sancito dalla Costituzione.

Allora, Presidente, in conclusione, condanniamo fermamente i metodi, i toni e le parole usate dal collega Sgarbi, ma non accettiamo che i temi che ha posto siano sottaciuti, e quindi una seria riforma della giustizia e del CSM, che dovremmo fare tutti insieme e che - lo dico da subito - non deve essere percepita dalla magistratura come punitiva, perché questo non deve essere. Infatti, lo ribadisco, noi siamo perfettamente consapevoli del ruolo fondamentale che svolgono i magistrati e del fatto che la magistratura nella stragrande maggioranza, quotidianamente, adempie con onore al suo servizio. Noi non possiamo, però, non interrogarci su quello che è successo e la richiesta di una Commissione d'inchiesta mi pare più che motivata e, quindi, rivendico gli applausi del mio gruppo a questa proposta politica del collega Sgarbi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come, allo stesso tempo, rivendico che tutti insieme dovremmo lavorare a una riforma della giustizia condivisa, perché ne va della credibilità del Paese, delle istituzioni e in primis del nostro ruolo. Noi non possiamo accettare che il legislatore non adempia al suo compito e accetti che ci siano altri poteri dello Stato, che - ripeto - in maniera eversiva tentano di prevaricarlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schullian. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. In nome del gruppo Misto prendo distanze soprattutto dalla forma dell'intervento dell'onorevole Sgarbi e mi associo a tutte le dichiarazioni di solidarietà già espresse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro Bonafede. Prego, Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie Presidente. Il mio intervento sarà brevissimo e sarà soltanto per esprimere solidarietà nei confronti della deputata Bartolozzi, a nome del Governo, e nei confronti della Vicepresidente della Camera (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2547)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2547: S. 1786 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55) (Applausi).

Poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata, sospendo la seduta, che riprenderà al termine di tale riunione, per comunicare l'esito e dare lettura dell'ordine del giorno della prossima seduta.

La seduta, sospesa alle 14,15 è ripresa alle 15,25.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stata stabilita la seguente riarticolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 30 giugno – 3 luglio 2020:

Martedì 30 giugno (ore 10, con votazioni non prima delle ore 15 e con eventuale prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge n. 2537 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2 (Approvato dal Senato – scadenza: 9 luglio 2020)

Mercoledì 1° (ore 9 - 13 e 16 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 2 luglio (ore 9 - 13 e 15 -19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2537 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2 (Approvato dal Senato – scadenza: 9 luglio 2020)

Esame della proposta di legge n. 687 ed abbinate - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Mercoledì 1° luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri (Premier question time)

Venerdì 3 luglio (ore 9, con votazioni non prima delle ore 15 ed eventuale prosecuzione notturna), con prosecuzione nelle giornate successive

Esame del disegno di legge n. 2500 - Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 18 luglio 2020)

Nella seduta di martedì 14 luglio, alle ore 16, avranno luogo le votazioni per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Nella giornata di martedì 14 luglio avranno luogo anche le votazioni per il rinnovo delle Commissioni permanenti, a norma dell'articolo 20, comma 5, del Regolamento. Le fasce orarie di convocazione delle diverse Commissioni saranno comunicate successivamente.

Per fatto personale.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). La ringrazio, Presidente. Poc'anzi, nella parte precedente della seduta, sono stato citato dal deputato Ziello della Lega per avere stigmatizzato quanto è accaduto ieri in Commissione Bilancio. Sono stato definito da questo deputato come uno sconosciuto deputato del MoVimento 5 Stelle che si è permesso di postare sul proprio sito una critica nei confronti dei deputati leghisti. Bene, chi le parla è un medico, direttore sanitario da quarant'anni con alle spalle tre specializzazioni, che certo non è all'altezza, immagino, del deputato Ziello, che ha addirittura citato Dante nella sua asserzione ma, probabilmente, era l'unica frase che lui ricorda della Divina Commedia: poi non si capisce a che titolo e a che proposito l'abbia citata. Peraltro, io non voglio tornare su quanto è accaduto ieri, però voglio ribadire che quanto ieri è successo in Commissione Bilancio è di una gravità estrema perché questo dovrebbe essere oggetto di censura da parte della Presidenza, non certamente i banali aggettivi che ho utilizzato io. Le ricordo, Presidente, qualora lei non lo sapesse, che, per ben tre volte, il Presidente della Commissione Bilancio ieri ha dovuto sospendere la seduta per consentire al Ministro Gualtieri di poter parlare e l'ha dovuto fare, zittendo proprio i deputati della Lega e, qualora lei non lo sapesse, le dico che ha dovuto allontanarne ben due.

Io ho definito una gazzarra quanto è accaduto ieri. È vero, non è la prima volta che accade: la mia memoria va indietro di un anno quando è accaduto quasi lo stesso fenomeno alla presenza di altri Ministri. Bene, Presidente, l'idea che io ho del confronto parlamentare è un'altra rispetto a quella a cui assisto periodicamente. Anche questa mattina se ne è svolta una veramente poco edificante. Io provengo da un mondo e da una cultura diversa in cui c'è una grande apertura al dialogo; una storia personale che mi ha sempre aperto al confronto proprio forse anche per il mestiere che ho svolto di direttore di un ospedale pediatrico in cui ho dovuto sempre aprire al massimo il confronto professionale, umano, sociale con gli altri. Qui vedo esattamente l'opposto: vedo manifestarsi la violenza, l'arroganza, l'insulto. Questa mattina abbiamo osservato una scena che veramente rimarrà nella memoria almeno mia personale. Se i colleghi della Lega si sono risentiti per questi aggettivi che ho utilizzato, “trogloditi” e “incolti”, io me ne dolgo, chiedo scusa ma auspico che, da questa lezione, se ne possano trarre tutti gli auspici per migliorare la qualità del Parlamento, per migliorare la qualità nostra personale, per migliorare il nostro modo di affrontarci. Esistono tanti metodi, tante metodologie comunicative, tante possibilità di confronto, anche arrivando a livelli estremi. Ecco io auspico questo tipo di Parlamento ma non tanto perché sono io ad auspicarlo ma perché è la società che ce lo chiede: è la gente che sta fuori di qui che vuole essere rappresentata a questo interno da persone che utilizzano il confronto e il dialogo al più alto livello, ciò che non vediamo da un po' di tempo. E allora prendo atto che lei, Presidente, riferirà al Presidente Fico quanto è accaduto ma voglio sottolineare che quanto io ho detto è avvenuto esclusivamente all'interno di un mio sito personale, non qui all'interno del Parlamento. Questo era quanto avevo la necessità di riferire e la ringrazio.

Sull'ordine dei lavori.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo adesso, anche se sarei dovuto interviene prima ma non volevo far slittare gli accordi sull'andamento dei lavori. Le chiedo formalmente - anche il vicecapogruppo Foti doveva farlo nella Conferenza dei presidenti di gruppo e il capogruppo Lollobrigida non mancherà di farlo - un'informativa urgente in Aula del Ministro dell'Interno. Questo perché, al di là dei più pubblicizzati sbarchi di immigrati in Sicilia, anche con riferimento a quella nave, che il Viceministro ai Trasporti ha definito una nave turistica, dove sono stati trovati 28 immigrati positivi, oggi, a Cagliari, è sbarcato per la prima volta un barchino di immigrati tunisini e, nei giorni scorsi, sono stati trovati degli algerini positivi al COVID nel territorio della Sardegna. Noi non usiamo toni allarmistici o toni scandalistici per denunciare questo nuovo fenomeno: lo stiamo facendo da due anni, non trovando mai risposte per bloccare questo fenomeno e chiediamo un'informativa urgente perché siamo abbastanza preoccupati perché, come avevamo avvisato, la Sardegna sta diventando un nuovo porto di sbarco non solo per quelli che erano gli immigrati algerini ma adesso stanno venendo anche dalla Tunisia, addirittura sbarcando nel capoluogo. Poiché, su sei, due sono risultati positivi al COVID e poiché sbarcano, non attraverso altre navi, ma sbarcano direttamente e attendono le forze dell'ordine per farsi portare in un centro dove non c'è alcun tipo di controllo, chiediamo un'informativa del Ministro per chiedere cosa sta facendo e cosa intende fare per bloccare gli sbarchi diretti in Sardegna e in Sicilia degli immigrati.

Ciò, anche alla luce di questa pandemia perché non troviamo giusto che - dopo i tanti sacrifici che tutti i cittadini, che si trovano in Italia, italiani e non, hanno dovuto sopportare - delle persone positive arrivino nelle nostre coste e possano girare senza nessun controllo, mettendo a rischio tutta quella salute; ma, soprattutto, non possiamo permetterci, in Sardegna, che è una regione che grazie a Dio ha da settimane i contagi a zero, l'arrivo di immigrati che possono girare liberamente, contagiando o mettendo a rischio la salute pubblica di tutti. Quindi, riformuliamo la richiesta che il Ministro dell'interno venga a riferire quali azioni debba mettere in campo finalmente per bloccare gli arrivi diretti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Deidda, prendiamo atto della sua richiesta che verrà ovviamente riportata al Presidente Fico.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Fusacchia, che però non è presente in Aula, quindi, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà. È un richiamo all'ordine dei lavori o un intervento di fine seduta?

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). È un intervento di fine seduta se è possibile.

PRESIDENTE. Allora, la iscriviamo d'ufficio, perché non c'era nessuna segnalazione.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola, perché vorrei dare voce a Valentina. Valentina ha circa trent'anni, è lombarda, lavora a 100 chilometri da casa e ha un bambino di quasi un anno, sta pensando di licenziarsi, perché è troppo complicato per lei andare al lavoro e gestire suo figlio senza gli asili nido e senza certezze sulla loro riapertura. Se fosse un caso isolato quello di Valentina, sarebbe una grave ingiustizia e ci sarebbe sicuramente da mobilitarsi, ma non è un caso isolato. Ieri, l'Ispettorato del lavoro ha pubblicato dei dati che dicono che in Italia, nel 2019, sono stati 51 mila i genitori che si sono dimessi volontariamente dal proprio posto di lavoro perché non riescono a conciliare gli impegni professionali con le esigenze di cura dei figli; 37 mila di questi sono donne.

Facciamo spesso riferimento alla Costituzione per richiamarci ai valori che ci tengono insieme e lo facciamo meno, invece, quando dobbiamo ricordarci i doveri che ricopriamo. Lo vorrei fare oggi qui, per me stessa, prima di tutto; vorrei richiamare l'articolo 4 della Costituzione: “La Repubblica - e quindi tutti noi che sediamo in quest'Aula - riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. I fatti di ieri ci dicono che nel 2019 ci sono state 51 mila violazioni dell'articolo 4 della Costituzione, 37 mila di queste sono avvenute ai danni di donne. Chissà che cosa succederà nel 2020, un anno in cui il COVID ha moltiplicato le difficoltà, come racconta la storia di Valentina.

PRESIDENTE. Concluda.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Dobbiamo reagire; si lavori per riaprire i nidi, le materne e le scuole, per aumentare la flessibilità dei congedi e dei bonus babysitter, si lavori per aumentare i nidi, come deciso dalla legge di bilancio, si approvi il Family Act, si sistemino i congedi COVID e i bonus baby-sitter; si lavori per il congedo di paternità obbligatorio per tre mesi, si mettano al centro donne, lavoro e famiglia. La parità fa bene all'Italia.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 30 giugno 2020 - Ore 10:

(ore 10, con votazioni non prima delle ore 15)

1. Discussione del disegno di legge:

S. 1800 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2 (Approvato dal Senato). (C. 2537)

Relatore: SIANI.

La seduta termina alle 15,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 9 la deputata Foscolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni n. 14 e n. 42 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 il deputato Roberto Rossini ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 41 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 55 il deputato Tasso ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2547 - odg 9/1 453 453 0 227 450 3 82 Appr.
2 Nominale odg 9/2547/8 454 452 2 227 202 250 82 Resp.
3 Nominale odg 9/2547/9 449 447 2 224 199 248 82 Resp.
4 Nominale odg 9/2547/10 455 452 3 227 200 252 82 Resp.
5 Nominale odg 9/2547/11 453 450 3 226 201 249 82 Resp.
6 Nominale odg 9/2547/13 454 450 4 226 202 248 82 Resp.
7 Nominale odg 9/2547/14 455 453 2 227 204 249 82 Resp.
8 Nominale odg 9/2547/21 462 459 3 230 203 256 81 Resp.
9 Nominale odg 9/2547/26 463 461 2 231 205 256 80 Resp.
10 Nominale odg 9/2547/27 457 452 5 227 198 254 80 Resp.
11 Nominale odg 9/2547/30 462 459 3 230 204 255 80 Resp.
12 Nominale odg 9/2547/34 463 458 5 230 201 257 80 Resp.
13 Nominale odg 9/2547/37 462 459 3 230 204 255 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2547/38 465 461 4 231 206 255 80 Resp.
15 Nominale odg 9/2547/53 463 459 4 230 201 258 80 Resp.
16 Nominale odg 9/2547/54 453 449 4 225 201 248 79 Resp.
17 Nominale odg 9/2547/57 461 458 3 230 199 259 79 Resp.
18 Nominale odg 9/2547/64 453 450 3 226 197 253 79 Resp.
19 Nominale odg 9/2547/65 454 451 3 226 196 255 79 Resp.
20 Nominale odg 9/2547/70 462 460 2 231 202 258 79 Resp.
21 Nominale odg 9/2547/71 459 458 1 230 196 262 79 Resp.
22 Nominale odg 9/2547/72 455 454 1 228 193 261 79 Resp.
23 Nominale odg 9/2547/73 454 453 1 227 191 262 79 Resp.
24 Nominale odg 9/2547/74 443 442 1 222 188 254 79 Resp.
25 Nominale odg 9/2547/75 444 443 1 222 191 252 79 Resp.
26 Nominale odg 9/2547/76 434 432 2 217 185 247 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2547/79 435 431 4 216 182 249 78 Resp.
28 Nominale odg 9/2547/80 441 436 5 219 189 247 78 Resp.
29 Nominale odg 9/2547/81 440 437 3 219 186 251 78 Resp.
30 Nominale odg 9/2547/88 445 442 3 222 191 251 78 Resp.
31 Nominale odg 9/2547/95 452 448 4 225 193 255 78 Resp.
32 Nominale odg 9/2547/96 441 437 4 219 186 251 78 Resp.
33 Nominale odg 9/2547/99 446 442 4 222 190 252 78 Resp.
34 Nominale odg 9/2547/100 441 438 3 220 182 256 78 Resp.
35 Nominale odg 9/2547/106 445 441 4 221 188 253 77 Resp.
36 Nominale odg 9/2547/108 451 448 3 225 193 255 77 Resp.
37 Nominale odg 9/2547/109 445 440 5 221 188 252 77 Resp.
38 Nominale odg 9/2547/115 439 435 4 218 188 247 77 Resp.
39 Nominale odg 9/2547/116 439 434 5 218 188 246 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2547/117 440 435 5 218 189 246 77 Resp.
41 Nominale odg 9/2547/119 427 423 4 212 186 237 77 Resp.
42 Nominale odg 9/2547/121 442 438 4 220 188 250 76 Resp.
43 Nominale odg 9/2547/122 437 433 4 217 184 249 76 Resp.
44 Nominale odg 9/2547/123 441 436 5 219 185 251 76 Resp.
45 Nominale odg 9/2547/124 444 440 4 221 187 253 76 Resp.
46 Nominale odg 9/2547/126 440 436 4 219 189 247 76 Resp.
47 Nominale odg 9/2547/127 445 441 4 221 190 251 76 Resp.
48 Nominale odg 9/2547/128 438 435 3 218 186 249 76 Resp.
49 Nominale odg 9/2547/130 437 433 4 217 186 247 76 Resp.
50 Nominale odg 9/2547/131 454 451 3 226 216 235 75 Resp.
51 Nominale odg 9/2547/132 450 445 5 223 192 253 75 Resp.
52 Nominale odg 9/2547/133 450 445 5 223 192 253 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale odg 9/2547/134 441 436 5 219 189 247 75 Resp.
54 Nominale odg 9/2547/135 445 440 5 221 192 248 75 Resp.
55 Nominale Ddl 2547 - voto finale 419 415 4 208 256 159 68 Appr.