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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 357 di lunedì 15 giugno 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 16.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'8 giugno 2020.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Presidente! Mi permetta di intervenire sull'ordine dei lavori…

PRESIDENTE. No, mi scusi. Se è sul processo verbale le do la parola, altrimenti gliela darò dopo l'approvazione del processo verbale.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). E' sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Allora, dopo.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare sul processo verbale.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Gemmato.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, semplicemente per rappresentare quanto mi è successo lo scorso giovedì, durante appunto i lavori, in atto di verbalizzazione, perché la mattina ero intervenuto in Aula, il pomeriggio mi ero recato in Transatlantico per votare…

PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, questo è il processo verbale di lunedì 8 giugno. Lei è sicuro che si sta riferendo a questo?

MARCELLO GEMMATO (FDI). No, pensavo ci si stesse riferendo a quello di giovedì …

PRESIDENTE. No, questo è il processo verbale di lunedì 8 giugno.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Perfetto, magari affido al dottor Lasorella, che sa di che cosa parliamo, una memoria scritta, in modo da…

PRESIDENTE. Il dottor Lasorella è preparatissimo su qualsiasi cosa.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Indubbiamente, lo confermo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti: è sul processo verbale? No, allora le darò la parola dopo l'approvazione del processo verbale. Se mi lasciate chiudere il verbale, cominceremo dall'onorevole Bianchi, a seguire.

Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Menech, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

PRESIDENTE. Comunico che in data 11 giugno 2020 la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, il senatore Tommaso Nannicini, in sostituzione del senatore Alessandro Alfieri, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). La ringrazio Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Questa mattina abbiamo appreso da alcune note stampa che, secondo un giornale spagnolo, l'attuale Presidente comunista del Venezuela, Nicolás Maduro, nel 2010 avrebbe autorizzato l'invio al consolato venezuelano a Milano di una valigetta contenente al suo interno 3,5 milioni di euro, e gli stessi avrebbero avuto come destinazione la galassia afferente il MoVimento 5 Stelle. I contorni della vicenda sarebbero inquietanti, perché i soldi sarebbero stati inviati tramite una missione diplomatica dell'intelligence militare guidata da tale Hugo Carvajal, oggi indagato negli Stati Uniti per crimini legati al traffico di droga e per aver fornito armi alle associazioni di guerriglieri colombiani. Secondo la stampa, i soldi potrebbero provenire da fondi neri utilizzati, oltre che per il traffico di droga, anche per riciclaggio. Il documento reso noto questa mattina al pubblico indicherebbe in Casaleggio il promotore di un movimento rivoluzionario ed anticapitalista di sinistra nella Repubblica italiana. Presidente, non ci compete assolutamente la vicenda giudiziaria, ma tali argomenti ci preoccupano, ed impongono una presa di posizione ed un chiarimento da parte del Presidente del Consiglio e dell'attuale Ministro degli Esteri. Il Presidente Conte sarebbe quindi, secondo la narrazione della stampa, sostenuto da un partito che ha rapporti molto stretti con un regime comunista che affama il proprio popolo, e il Ministro degli Esteri era il capo politico dello stesso movimento che nel Governo Conte I tenne una posizione quantomeno singolare sul tema della crisi venezuelana di inizio 2019. Pensavamo, Presidente, ad una deriva ideologica del partito del “vaffa”, ma probabilmente c'è di più: i vari convegni, missioni, mozioni con simpatie per Chávez ci preoccupano e non poco, perché non vorremmo che la collocazione della politica estera italiana possa essere viziata dagli interessi economici di un partito. Parlamentari pentastellati hanno detto più volte che le vicende venezuelane erano affare interno al Venezuela, così come le vicende di Hong Kong sono affare interno alla Cina. Questa deriva della maggiore forza politica che sostiene l'attuale Governo con simpatie sempre più marcate verso i regimi comunisti totalitari ci preoccupa per il futuro dell'Italia.

PRESIDENTE. Onorevole Bianchi, io sto attendendo che ci sia una conclusione sull'ordine dei lavori.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Concludo sull'ordine dei lavori, Presidente. In Commissione esteri, fin da ora, la Lega annuncia la richiesta di chiarimenti durante l'indagine conoscitiva sulle influenze esterne nelle elezioni politiche, e non vorremmo che questa vicenda abbia avuto dei contorni nelle nostre ultime elezioni politiche del 2018. Permettetemi anche, Presidente, per suo tramite, di rivolgermi ai colleghi del PD: non prendere una posizione chiara - così come non ho letto sui giornali questa mattina - sul tema ritengo essere assolutamente preoccupante, e ci auguriamo, a prescindere poi dalla stabilità che ovviamente i deputati del PD vorranno mantenere a questo Governo, che anche gli stessi chiedano ai colleghi dei 5 Stelle dei chiarimenti dovuti non tramite i social network, ma attraverso le Aule di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Va bene. Quindi, la richiesta è di discuterne in Commissione esteri. Credo che sia sua facoltà attivare tanto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, intervengo per stigmatizzare l'atto gravissimo effettuato sabato notte contro la statua di Indro Montanelli a Milano. Penso che, dopo gli avvertimenti dati con una lettera al sindaco Sala qualche giorno prima, questo sia un atto gravissimo. Se si cominciano a colpire le statue significa veramente che innestiamo una metodologia talebana che è intollerabile. Chiedo quindi al Ministro dell'Interno, Lamorgese, di venire a riferire in quest'Aula, perché ci sono stati a Milano diversi episodi gravissimi: atti vandalici contro la sede di Fratelli d'Italia, atti vandalici contro la statua di Montanelli, fatti a pochi giorni di distanza dagli stessi autori nella stessa città.

Quindi, è presumibile che questo sia ormai un clima di odio che si è andato a instaurare e a radicare, e penso veramente che questi atti gravi vadano stigmatizzati. Noi vorremmo anche un chiarimento, vorremmo sapere anche come mai non sia stata presidiata una statua che, come era già annunciato da questi gruppi, sarebbe stata addirittura abbattuta, ma comunque vandalizzata. Sottolineo ancora una volta che sono atti gravissimi, ingiustificabili, e che il sindaco Sala avrebbe dovuto fare un intervento molto più forte, molto più incisivo, perché altrimenti sembra quasi una giustificazione ad atti intollerabili che una città come Milano non dovrebbe mai vedere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frassinetti, riporteremo al Governo la sua richiesta.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Il mio intervento è sull'ordine dei lavori e si riferisce a quanto avvenuto durante la seduta di giovedì 11. Lo dico sia per motivi politici, perché, evidentemente, non sono riuscito lunedì a votare. I fatti sono che, di mattina, ero intervenuto in Aula e avevo lasciato la mia tessera nella mia postazione; poi, nel pomeriggio, ho iniziato a votare in Transatlantico e, dopo diverse votazioni, mi sono reso conto, dalla app che ogni parlamentare ha, che non stavo votando; pur essendomi collegato dal terminale, pur dicendo il terminale che stavo votando, pure esprimendo l'espressione del mio voto favorevole alle votazioni, mi trovavo sostanzialmente ad essere assente; poi, ex post, mi è stato detto che, essendo presente la tessera all'interno del sistema informatico dell'Aula, evidentemente il mio voto fuori non risultava.

Esprimo qualche dubbio perché è evidente che, al contrario del dottor Lasorella, nessuno può essere onnisciente - non sappiamo - e non lo dico evidentemente in tono polemico, però il dubbio è che, evidentemente, se non mi fossi collegato al sistema operativo, sarei risultato per tutta la giornata assente. È evidente che siccome la mattina - qui è anche il tema che mi preme in questo momento - ero intervenuto in maniera forte dinanzi al Ministro Speranza, poi, dopo un intervento forte, risultare assente tutta la giornata o per metà giornata evidentemente mi dà fastidio, perché chiunque potrebbe collegarsi e dire che dopo questo intervento l'onorevole Gemmato è andato via. Allora lo faccio per dire questo: io ero in Aula, ho votato sempre e, purtroppo, per un errore, probabilmente anche per mia colpa, sono risultato assente; però c'è anche un dubbio, cioè che evidentemente nel sistema operativo c'è qualcosa che non va, se si consente a un parlamentare di collegarsi, anche dopo che avviene la disconnessione, perché ricordo che dopo la seduta mattutina c'è un logout e veniamo tutti disconnessi. Io, quindi, mi riconnetto da quella postazione, voto, voto a favore, risulto votare - lo abbiamo fatto anche con il collega Bignami, in quanto abbiamo fotografato e filmato questa cosa - e poi mi risultava, invece, l'assenza. Quindi, da un lato vi è un fatto politico: io intervengo, voto, ero assente formalmente, ma sostanzialmente ero in Aula. Un altro dato è un dubbio sostanziale che io pongo alla Presidenza, per cui evidentemente ci potrebbero essere dei profili di dubbio nel voto; li affido alla Presidenza, li affido a chi gestisce i servizi informativi, perché evidentemente il mio voto in questo momento era totalmente ininfluente, essendo la maggioranza ben più ampia, però affido una considerazione di democrazia a voi e spero e penso che il tutto verrà risolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Gemmato. La sua considerazione e la sua attenzione è assolutamente utile, anzi ci consentirà di risolvere un problema, come da lei giustamente evidenziato. Il problema sta nel fatto che quando si lascia il tesserino, come lei ricordava, inserito in Aula, evidentemente, per impedire che ci possa essere un doppio voto, c'è una disconnessione, che però andrebbe segnalata in maniera più netta, impedendo il login sui computer in Transatlantico. Comunque, la ringrazio e mi dispiace se lei è stato coinvolto in questa situazione, che comunque è disagiata, ma mi sembra che il suo intervento sia assolutamente opportuno e abbia dato un aiuto all'amministrazione a risolvere il problema. La ringrazio.

PINO CABRAS (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). In merito alle circostanze prima richiamate di questo articolo apparso sul quotidiano spagnolo di estrema destra Abc, che ha sollevato una questione legata a un'ipotesi di corruzione internazionale in cui si cita il nome di una persona che non può rispondere, una vecchia tecnica utilizzata da settori di servizi deviati, in certe circostanze in combutta con i settori peggiori delle mafie. Si citano nomi di persone morte (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Cabras. Colleghi!

PINO CABRAS (M5S). …destino che è toccato a Falcone e a Borsellino (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che era una persona che aveva anche dei legami con quel mondo.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Cabras, la richiamo solo…onorevole Cabras. Colleghi! Onorevole Cabras, le rammento solo la finalità degli interventi.

PINO CABRAS (M5S). La finalità è infatti non far perdere del tempo al Parlamento per molte circostanze analoghe che ci sono state nella storia italiana di inchieste palesemente assurde, basate in questo caso su photoshop, in altri casi su testimoni falsi. Penso al caso Telekom Serbia, che fu retto su incredibili falsità, che sono state anche sanzionate penalmente con durezza. Molti esponenti della politica italiana venivano accusati ingiustamente e questa cosa si resse soltanto perché c'erano dei giornali che pubblicavano delle notizie assolutamente false e palesemente tali. Questa cosa, quindi, ci deve indurre a non ripetere quel…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cabras, il suo ricordare le notizie false ai giornali è assolutamente opportuno.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (A.C. 2471-A) (ore 16,16).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2471-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

Ricordo che nella seduta dell'11 giugno si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto un ringraziamento, non scontato, per il lavoro della relatrice, della collega Bilotti, e per il lavoro puntuale e prezioso - e riconosciuto, credo, anche qui da tutta la Commissione - del sottosegretario Variati. Lo dico perché credo che questo decreto sia stato da questo punto di vista esemplare in positivo: c'è stata discussione in Commissione, c'è stato un lungo dibattito e una lunga discussione nella sede parlamentare, e credo che sia stato un confronto che alla fine abbia portato a dei miglioramenti rispetto al testo iniziale. Nel merito, intanto, anche a beneficio di chi ci ascolta, credo che bisogna ricordare e avere presente che noi siamo ancora in emergenza sanitaria. Il decreto che definiva l'inizio dell'emergenza sanitaria scade il 31 luglio e questa è la ragione fondamentale che ha portato il Governo all'emanazione del decreto e al rinvio, con altro provvedimento, prima del referendum confermativo e poi, successivamente, delle elezioni regionali e amministrative che erano in scadenza nella tarda primavera di quest'anno.

Da questo punto di vista, bisogna quindi ricordare che tutte le date ante 1° agosto - e ne sono state fatte molte più sugli organi di stampa che nella discussione parlamentare, ma sono state al centro anche di dibattiti locali molto intensi - erano impraticabili; erano tentativi di alimentare propaganda in alcuni casi antigovernativa, senza nessun costrutto, per le ragioni che ho prima ricordato, cioè, fintanto che si è in emergenza sanitaria è del tutto evidente che non possono essere svolte elezioni per ragioni che credo sia inutile illustrare e che con un po' di buonsenso chiunque può comprendere. Questo ha portato il Governo a fare una scelta che qui ho sentito risuonare più volte in maniera critica, che invece noi riteniamo corretta.

La scelta del Governo è che, fermo restando che la decisione finale spettava al Parlamento e al Governo, ognuno per i suoi ruoli nella definizione della data specifica delle elezioni, il Governo ha ritenuto di coinvolgere il Comitato tecnico scientifico; e anche su questo - l'ho detto già durante gli interventi - credo che ci siano stati attacchi ingenerosi e ingiusti nei confronti del Comitato tecnico scientifico.

Il documento è a disposizione, perché dietro una corretta richiesta delle opposizioni il Governo lo ha fornito alla Commissione e ai commissari. Il comitato scientifico ha sostanzialmente formulato un parere, un parere che se mi è consentito è un parere di buon senso. Il comitato scientifico ha detto semplicemente questo: non sappiamo come si svilupperà, non sappiamo se ci sarà un ritorno del virus o della criticità epidemica in autunno, ma in ragione delle caratteristiche ed esperienze del passato di virus della stessa famiglia, suggeriamo, raccomandiamo che le elezioni si svolgano entro il mese di settembre. Ed essendo previsto nei comuni sopra i 15 mila abitanti e nella regione Toscana il secondo turno, il Governo in prima battuta aveva ragionato a ritroso, cioè: secondo turno l'ultima domenica e lunedì del mese di settembre, e conseguentemente elezioni il 13 e il 14. Ed è nella sede della Commissione, nella sede corretta della Commissione, che ci fu un dibattito che ha portato successivamente il Governo a indicare, anche qui in assoluta trasparenza - lo ricordo, non era dovuto questo tipo di puntualizzazione da parte del Governo - come date invece per l'election day il 20 e il 21 settembre. In questa maniera si risponde per la parte più ampia di coinvolgimento della popolazione alle raccomandazioni del comitato tecnico scientifico, cioè si sta dentro la finestra del mese di settembre; questa deadline viene sforata di 4 giorni, ma soltanto per il secondo turno, che ragionevolmente dovrebbe coinvolgere un centinaio di comuni sopra i 15 mila abitanti, ed in linea teorica anche la regione Toscana. Da questo punto di vista, quindi, la scelta delle date del 20 e 21 noi la consideriamo, la rivendichiamo; anche perché siamo stati tra i primi ad indicare questo come possibile punto di equilibrio, non di compromesso… Se poi, Presidente, dice ai colleghi che magari parlino anche piano… Poi, possono sentire, ma… Da questo punto di vista non è un compromesso, è un punto di equilibrio tra esigenze diverse. Se ne è inserita un'altra, che è inutile negare, ha una sua rilevanza, cioè quella della data di inizio dell'anno scolastico: un anno scolastico particolare, perché verrà dopo questa lunga chiusura che c'è stata dal mese di marzo per l'anno scolastico che si conclude in queste ore, salvo gli esami. E quindi ha una sua rilevanza, e credo che questo sia un argomento di discussione, e immagino che il Governo terrà conto anche di queste valutazioni nella decisione finale; ed anche eventualmente nell'indicazione dell'individuazione di luoghi alternativi per i seggi, che potrebbe essere una soluzione che in alcune realtà può attenuare quello che potenzialmente può essere un disagio, cioè riaprire le scuole e successivamente doverle richiudere per alcuni giorni, perché in quelle sedi verrebbero allestiti tradizionalmente i seggi elettorali.

Va anche ricordato che, proprio in ragione dell'emergenza sanitaria e di quella linea della prudenza, del principio di precauzione che giustamente il Governo ha seguito in tutti questi mesi, si apportano con questo decreto-legge per queste elezioni alcuni cambiamenti significativi. Il primo, per i più anziani ovviamente, si ritorna al voto in due giorni, non soltanto nella giornata della domenica ma anche in quella del lunedì fino alle ore 15, e conseguentemente lo spoglio delle schede avverrà a partire dalla mattina del giorno successivo, cioè dalla giornata di martedì. E soprattutto, anche in relazione al fatto che le elezioni non sono soltanto il giorno in cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi con la scheda elettorale, ma sono un iter complesso, ed in questo iter complesso c'è una fase, che presenta ovviamente dei rischi legati agli assembramenti e comunque a possibili vettori epidemici, ed è quella della raccolta delle firme, sebbene ogni legge regionale abbia la sua normativa e quella nazionale presenta, a seconda della dimensione dei comuni, un numero differente di firme; in ogni caso la scelta che noi condividiamo è una scelta che va nella direzione giusta, di ridurre dei due terzi le firme previste dall'attuale normativa: in buona sostanza basterà un terzo soltanto delle firme attualmente previste per poter presentare le liste. Ed è altrettanto però necessaria, e su questo credo che ci sia un accenno nel decreto-legge e dovrà essere effettuata nei prossimi giorni, la stesura di un protocollo da parte del Governo, ovviamente sentito, credo anche in questo caso, il Comitato tecnico scientifico, per tutte le fasi, sia della raccolta delle firme sia poi del giorno delle elezioni, perché conseguentemente dobbiamo essere assai prudenti.

E in ultimo, dopo il dibattito, credo sia stata giusta, la condividiamo, la richiesta di una par condicio rafforzata in considerazione del carattere particolare di queste elezioni.

Per tutte queste ragioni crediamo si sia raggiunto un punto d'equilibrio corretto, che quindi sia stata una scelta giusta ricercare il più possibile in Commissione ed in Aula una soluzione condivisa; e per queste ragioni il gruppo dei Liberi e Uguali voterà a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Presidente, onorevoli colleghi, anch'io mi unisco ai ringraziamenti che ho sentito poco fa indirizzati alla relatrice, al sottosegretario Variati, che ha avuto pazienza e capacità di ricucitura in questa fase parlamentare, su un decreto-legge apparentemente meno rilevante di altri, ma che in realtà aggiunge un mattone importante nella costruzione di quella nuova normalità che sta ispirando tutti i provvedimenti e tutte le iniziative (credo sicuramente questo valga tanto per la maggioranza quanto per l'opposizione) che si stanno mettendo in campo in queste settimane, in questi mesi.

Veniamo da un periodo dolorosissimo per il nostro Paese, un periodo nel quale, oltre al lockdown, abbiamo subìto perdite di vite umane, abbiamo subito privazioni di libertà fondamentali alle quali ovviamente non eravamo abituati, abbiamo subito la lontananza dai nostri affetti. Ora finalmente siamo entrati nella fase della ripartenza, e anche le istituzioni e la democrazia devono dare questo segnale.

Il decreto-legge che noi ci accingiamo a convertire in legge, che oggi voteremo qui alla Camera, poi il Senato completerà il lavoro, è un decreto-legge quindi che va visto in questo percorso, e per questo lo riteniamo assolutamente rilevante e degno di nota. Anche perché in autunno dovranno recarsi al voto circa 1.200 comuni, diverse regioni del nostro Paese, si dovranno svolgere elezioni suppletive, si dovrà svolgere il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari: sono appuntamenti che in maniera del tutto straordinaria erano stati rinviati e che è giusto confermare e riportare nella loro ordinarietà.

Ci piace anche inserire questo decreto-legge nella nuova cornice istituzionale che abbiamo voluto costruire proprio con atti di questo Parlamento, affinché il Parlamento, dopo un utilizzo che non abbiamo esitato in alcuni momenti a definire improprio dei decreti del Presidente del Consiglio, è tornato ad essere centrale per la volontà di tutti (quindi anche del Governo stesso, anche delle forze di maggioranza, quanto di quelle di opposizione) nella discussione dei provvedimenti che riguardano le limitazioni e le norme a tutela e a contenimento della diffusione del virus; e crediamo che questo decreto-legge vada in quella direzione, cioè in quella della restituzione di diritti fondamentali che fin qui erano stati temporaneamente sospesi. Il coinvolgimento del Parlamento è stato ed è assolutamente rilevante, e anche questo decreto-legge lo dimostra in tutta la sua complessità, ma anche nelle modifiche che sono intervenute grazie al lavoro che abbiamo svolto in Commissione in maniera proficua, che abbiamo svolto intensamente qui in Aula.

È un decreto-legge che cerca di bilanciare nella maniera più corretta possibile la necessità di garantire lo svolgimento democratico di consultazioni elettorali che erano state rinviate e di farlo nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Ecco perché la scelta di tornare a votare su due giorni, ecco perché la scelta di farlo in quella finestra temporale che si è decisa con un emendamento approvato a larga maggioranza, quindi anche con un voto favorevole di parte dell'opposizione, di Forza Italia.

Presidente, chiedo scusa. Se può richiamare i colleghi alle mie spalle, perché è davvero difficile parlare in queste condizioni…

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Di Maio. È già successo, colleghi del MoVimento 5 Stelle, anche per il collega Fornaro. Prego.

MARCO DI MAIO (IV). Assolutamente. Capisco che il tema non è dei più appassionanti, ma riguarda il funzionamento delle nostre istituzioni e, quindi, credo che sia importante mantenere l'attenzione sul punto.

Dicevo che è assolutamente rilevante ricordare il dibattito che c'è stato in quest'Aula attorno alla definizione della finestra temporale entro la quale si svolgeranno le elezioni, una finestra temporale che è stata definita e chiarita meglio con un emendamento presentato da Forza Italia e approvato da una maggioranza più ampia di quella che sostiene il Governo, quindi a significare quanto il Parlamento, se messo nelle condizioni di lavorare nel pieno delle sue funzioni, possa raggiungere anche risultati che hanno una condivisione più ampia di quella delle sole forze di maggioranza.

Ci sono state questioni che hanno fatto molto discutere, oltre a quella della data. In particolare, l'accorpamento, cioè la decisione di accorpare il referendum costituzionale con le elezioni regionali e amministrative; una decisione discussa, una decisione che in tempi normali non avremmo condiviso, perché sono consultazioni assolutamente differenti tra di loro. D'altra parte, però, dobbiamo considerare la situazione di assoluta straordinarietà che stiamo vivendo.

Siamo ancora in emergenza sanitaria, siamo in una situazione nella quale sappiamo che, dal punto di vista delle regole e delle leggi attualmente in vigore, non ci sono limitazioni o impedimenti a questo tipo di accorpamento. Ci sarebbe una questione di opportunità politica che - ripeto - di fronte alla straordinarietà del momento che stiamo vivendo, sappiamo mettere da parte; e non ultimo - anzi, sicuramente tra le più rilevanti di queste motivazioni – vi è il fatto che avremmo dovuto votare eventualmente in tre domeniche: una domenica per il referendum, una domenica per il primo turno di regionali e amministrative e un'ulteriore domenica - domenica e lunedì - per gli eventuali turni di ballottaggio. Questo avrebbe impattato ancora più negativamente sul calendario scolastico ed è stato, quindi, giusto fare questo sacrificio, considerandolo, però, una deroga del tutto eccezionale rispetto a quello che riteniamo sarebbe stato più corretto, appunto una prassi di distinguere questi due voti.

È un voto che si celebrerà in una fase assolutamente “scomoda” - passatemi questo termine -, nel senso che votare il 20 e il 21 settembre, come sembra essere l'orientamento prevalente, significa sostanzialmente raccogliere le firme nel mese di agosto, significa cominciare la campagna elettorale nel mese di agosto.

Ecco perché si è intervenuti per garantire una piena e ampia partecipazione sia di chi vorrà candidarsi sia di chi vorrà seguire - quindi, gli elettori - la campagna elettorale e arrivare preparato al momento del voto.

L'emendamento che abbiamo presentato - come gruppo parlamentare di Italia Viva - e che è stato approvato va proprio nella direzione di agevolare questo percorso, ovvero di ridurre a un terzo le firme necessarie per presentarsi alle elezioni amministrative, come già era nelle facoltà di questo Parlamento.

Tuttavia, siamo intervenuti anche sulle elezioni regionali con una norma che permette eventualmente alle regioni di decidere diversamente e, in assenza di decisioni, consente questa riduzione. Questo lo si è fatto soprattutto per agevolare e facilitare la partecipazione, così come penso sia stata una bella pagina del lavoro parlamentare l'emendamento che ha rafforzato gli interventi sulla par condicio, sulla possibilità di garantire un maggior rispetto delle regole, soprattutto di garantire che chi non si trova al governo in quella determinata regione e in quel determinato comune abbia la stessa parità di accesso agli strumenti della campagna elettorale nei 30 giorni canonici di campagna.

Credo che sia importante ricordare anche l'ordine del giorno che è stato presentato e l'impegno che il Governo si è assunto a intervenire affinché non si modifichino le leggi elettorali delle singole regioni a ridosso del voto, con un'unica eccezione: l'eventuale modifica per introdurre la doppia preferenza di genere in quelle regioni, ormai pochissime, che non hanno questa possibilità, che non offrono questa opportunità ai propri elettori. Riteniamo che questo sia un punto molto rilevante. Per noi lo ha sollevato, in questi ultimi giorni, anche la nostra Ministra Teresa Bellanova, con un intervento sulla stampa. Riteniamo che sia assolutamente rilevante porre al centro della discussione e ricordare quanto sia utile e necessario garantire al nostro Paese una piena opportunità alla partecipazione democratica e una piena rappresentanza dentro le istituzioni. Precludere questa possibilità significa ridurre la rappresentatività di molti consigli regionali, significa privare gli elettori di un'opportunità che innalzerebbe la qualità della democrazia.

Credo che avremo nelle prossime settimane occasione di parlare, di discutere e di confrontarci sul ruolo delle regioni (pochi giorni fa sono stati celebrati i cinquant'anni della loro istituzione). Questa pandemia ci ha messo di fronte a diverse criticità che il nostro ordinamento pone in essere nelle situazioni di emergenza. Pensiamo che ci sarà molto da discutere anche quando parleremo di materia elettorale, perché anche qui abbiamo visto quanto i limiti dei sistemi attuali si palesino. Penso che oggi, però, sia importante compiere questo ulteriore passo, mettere questo ulteriore mattoncino nella costruzione di una nuova normalità, che è ancora lontana da quella che abbiamo vissuto prima del COVID-19 ma che assolutamente merita di essere riconosciuta e salutata positivamente.

Per tutte queste ragioni, quindi, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, non si tratta in questo caso di scegliere fra il metodo e il merito. Troppe volte quando arriviamo a fare gli interventi uno dice: “Non è una questione di metodo, è una questione di merito. Non è una questione di merito ma è di metodo”. In questo caso non si può distinguere perché vedete, cari colleghi e caro Presidente, il nostro sistema costituzionale funziona ma è delicatissimo, perché è un equilibrio e bilanciamento tra poteri. Ha sempre funzionato fino a ora perché, insieme all'equilibrio e al bilanciamento tra poteri, in Italia avevamo anche gli anticorpi che hanno consentito alla nostra democrazia di sopravvivere in momenti difficilissimi. La democrazia è sopravvissuta, nell'Italia repubblicana, nelle pagine più buie: c'era il terrorismo e la democrazia in Italia sopravviveva; c'era lo stragismo e la democrazia in Italia sopravviveva; ci sono stati gli attentati di mafia, sanguinolenti, sanguinari, e la democrazia sopravviveva. Invito, magari, alcuni colleghi qui in Aula a non scomodare, a proposito, Falcone e Borsellino per giustificare i loro sporchi affari con il Venezuela, a tal proposito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché sono pagine molto serie della nostra democrazia che niente hanno a che vedere con certi “personaggiucci” e certi equilibri.

Ma dicevo che questo equilibrio e bilanciamento tra poteri, fondamentale nella storia repubblicana e nella storia dell'Italia, è entrato in quarantena: è entrato in quarantena insieme ai nostri cittadini, è entrato in quarantena perché c'è un'emergenza sanitaria. E, allora, in quel momento, in cui sono entrati in quarantena l'equilibrio e il bilanciamento tra poteri, noi abbiamo visto un accentramento in mano all'Esecutivo di poteri che erano, invece, fino a quel momento ben distribuiti. Anzi, non solo in capo all'Esecutivo, ma in capo personalmente al Presidente del Consiglio dei ministri.

Abbiamo visto il Presidente del Consiglio dei ministri che con i DPCM - atti amministrativi i DPCM - andava a modificare le norme non solo legislative ma anche di rango primario, di rango costituzionale. Quindi, con atti amministrativi di una singola persona, il Presidente del Consiglio dei ministri, si sono andati a sospendere dei diritti costituzionali previsti da una fonte di rango primario e tutto questo senza mai consultare preventivamente il Parlamento. Questo perché? Perché il Parlamento, nel frattempo, era stato reso inoperativo.

Tutto questo noi l'abbiamo visto in questa fase. Quindi, in questo difficilissimo periodo abbiamo visto un Parlamento inoperativo, un Presidente del Consiglio che scardinava l'equilibrio tra i poteri e, con strumenti amministrativi, modificava temporaneamente la Costituzione; abbiamo visto un Presidente del Consiglio dei ministri che, mentre il Parlamento era reso inoperativo e mentre sospendeva i diritti democratici della Costituzione senza consultare il Parlamento, andava in Europa a trattare, senza - anche lì - consultarsi per i trattati internazionali con il Parlamento, cosa che avrebbe dovuto fare.

Questo lo vediamo fare tuttora, perché, in tutto questo e in queste ore, sarebbe dovuto venire il Presidente del Consiglio dei ministri a fare una comunicazione in Aula e, quindi, era prevista la votazione per dare un mandato a Conte per andare a trattare in Europa e, invece, in queste ore, è stata derubricata ad informativa, quindi senza votazione, nuovamente senza consultare il Parlamento per la trattativa internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sempre giocando in questa quarantena della democrazia. Piano piano, gli italiani stanno uscendo con la mascherina, le attività economiche, nonostante voi, ripartono, ma state continuando a tenere in quarantena la nostra democrazia. E a noi questo non piace, perché, mentre c'era tutta questa situazione - ricapitolando: l'Esecutivo che aveva sbilanciato i poteri e quindi, con i DPCM, tramite uno strumento amministrativo, provava a sostituire la Costituzione, il Parlamento che non veniva consultato per sospendere le libertà costituzionali, e si andava in Europa e si va tuttora in Europa a trattare - come se non bastasse, perché l'emergenza sanitaria spingeva in questa direzione, sono sospese le elezioni. Bene, ma il ripristino delle elezioni non può essere trattato come un acquisto di mascherine che non arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come fanno Zingaretti e Rossi, pensando di truffare gli italiani; non può essere una questione di questa leggerezza. Si parla dell'equilibrio costituzionale, della storia degli ultimi sessant'anni d'Italia, che ha tenuto davanti alle peggiori tragedie. Certo, non poteva prevedere un Governo, con LeU, 5 Stelle, PD, Renzi, insieme, che pensano solo agli affari loro e non ai cittadini, però l'equilibrio costituzionale finora aveva tenuto e voi lo state immediatamente cestinando per uno scambio miserrimo: noi proviamo a salvare Emiliano con la data delle elezioni e, in cambio, vi salviamo un presidente di municipio a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); perché di questo si tratta, il grande scambio costituzionale che state facendo, lo scambio delle cartine: io mi salvo Emiliano, tu ti salvi un presidente di municipio. L'Italia merita di più, merita di meglio. Rispetto a questi temi, ci vuole buon senso, ci vuole un atteggiamento maturo: maturo! Presidente, l'ho detto con la “T”, e non con la “D”, altrimenti il MoVimento 5 Stelle, se dicevo “Maduro” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), aveva 3,5 milioni di motivi per trovare una soluzione.

E vedete, se noi usciamo dal merito, che non è il merito, ma è metodo in questo caso, e il metodo è merito, arriviamo anche al buon senso. Il buon senso è quello della scuola. Ma com'è possibile? Ma, se non avete voi dei figli, non avete un vicino di casa che ha dei figli e che non ne può più della didattica a distanza e che inorridisce all'idea di far tornare i propri figli a scuola a metà settembre e farli ritornare a casa due settimane? Ma come potete pensare che sia normale? Come potete pensare che sia normale per i nostri ragazzi, che non sono stati più insieme, non hanno più giocato con le maestre, non hanno più imparato, non hanno più vissuto la scuola, come pensate che sia prioritario il vostro voto per Emiliano, piuttosto che la didattica ai nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Come è possibile? Com'è possibile che abbiate questo rispetto, non dico delle istituzioni, ma delle vostre famiglie e dei vostri vicini di casa? E se non avete rispetto per le scuole - che dovranno ripartire decentemente, in modo corretto e in modo stabile - abbiate rispetto per le aziende turistiche, perché ci sono anche in questo caso le famiglie, che sono state sacrificate da voi che giocavate con i bonus, mentre, nel frattempo, le aziende chiudevano, con voi che non vi siete accorti che c'erano i pullman turistici che fallivano, non vi siete accorti delle agenzie di viaggio che chiudevano il bandone e non lo rialzeranno più e non vi siete accorti degli agriturismi, degli alberghi, degli stabilimenti balneari. E adesso, mentre non ve ne siete accorti, in queste settimane che fate? Non importa, anche se li roviniamo altre due settimane a settembre, che male c'è? E se poi a Ferragosto c'hanno la campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a voi non cambia niente: a loro cambia la vita, cambia l'economia che non riparte, cambia un mondo che viene distrutto per la vostra superficialità.

E allora, davanti a questo, noi ci appelliamo al Ministro dell'Interno, perché il Ministro dell'Interno, nonostante questo pessimo decreto, ha ancora la possibilità di portare il buon senso. La data delle elezioni non la scelga il Governo, non la scelga il presidente di municipio, salvato dalla Raggi e dal PD, facciamola scegliere nell'ambito di un dialogo serio, nelle istituzioni, tra partiti ed istituzioni, con i presidenti di regione e con i partiti dell'opposizione. Siamo ancora in tempo, il Ministro dell'Interno può - può! - e deve fermare questa deriva pericolosa per il futuro della democrazia in Italia. Perché poi è una ruota che gira: se si stabilisce un precedente a emergenza finita, perché si voterà a emergenza finita, da questo precedente non si torna più indietro. E poi, quando un domani sarete all'opposizione, noi rispetteremo la democrazia quando noi saremo al Governo e voi sarete all'opposizione, ma, dopo di noi, al Governo potrà arrivare qualcun'altro che rispetta meno la democrazia e sarà colpa vostra, che gli avete consentito di calpestare gli equilibri tra poteri dello Stato. E allora oggi, il Ministro dell'Interno può ancora fermarsi, è ancora in tempo, è ancora un metro prima del baratro: freni la macchina, non butti di sotto la democrazia in Italia, ascolti i partiti, ascolti le famiglie; e se non lo vuole fare per i partiti e per la democrazia, lo faccia per le famiglie che hanno i propri ragazzi che devono tornare a scuola, lo faccia per le aziende turistiche e lo faccia per il nostro mondo produttivo. Non chiudetevi nel vostro mondo, convinti che sia tutto lì, perché, prima o poi, anche se non vi torna, torneremo a votare, e i cittadini vi presenteranno il conto di questa vostra arroganza, perché comunque la legislatura dopo cinque anni finisce, o dichiarate guerra a San Marino, non avete più scuse: prima o poi andrete a votare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e quando andrete a votare, vi presenteranno il conto se non rispettate le regole generali di tutti.

E, ultimo appello che faccio: se il Ministro dell'Interno è sordo, lo faccio al Presidente della Repubblica, Presidente della Repubblica che è la sintesi dell'equilibrio costituzionale, il Presidente della Repubblica che, tante volte, ha richiamato l'opposizione in questa fase delicata alle sue responsabilità, e l'opposizione, nonostante tutto, ha risposto positivamente, perché, se c'è lo sforamento del bilancio, è perché il centrodestra ci ha permesso di votare lo sforamento di bilancio, e quindi, se ora potrete distribuire soldi - che distribuirete purtroppo male e con arroganza -, è perché il centrodestra ha dato all'Italia la possibilità di sforare il bilancio, perché il centrodestra e Fratelli d'Italia in primis hanno risposto positivamente all'appello del Capo dello Stato. E allora, al Presidente della Repubblica siamo noi a rivolgere un appello, a questo punto: fermi questa nave, se non riesce a fermarsi da sola, ripristini il dialogo tra le istituzioni per le regole del gioco, ripristini il diritto ai bambini di tornare civilmente a scuola, ripristini la possibilità che, in questo Parlamento, vi sia il dialogo e, se tutto questo non è possibile, nelle prerogative che rispettiamo del Presidente della Repubblica, prenda in considerazione l'articolo 88 della Costituzione, perché, tra le sue prerogative, se questo Parlamento è sordo e non risponde alle volontà della nazione, tra le prerogative del Presidente della Repubblica, c'è quella di sciogliere questo Parlamento, perché noi non abbiamo paura delle elezioni! Noi siamo pronti alle elezioni, ma, a questo punto, facciamo anche le elezioni nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), rinnoviamo questo Parlamento, perché questo Parlamento, altrimenti, non è rappresentativo degli italiani, perché non ascolta le famiglie, non rispetta la democrazia, non ascolta le aziende, è solo qui per fare il passacarte nello scambio tra Emiliano e il presidente del municipio di Roma: non ci stiamo! E, quindi, facciamo appello, in questo caso, anche al Presidente della Repubblica, se a voi manca il dialogo, per ripristinare le regole del gioco insieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà. Onorevole Ceccanti, può scegliere se andare lì senza mascherina.

STEFANO CECCANTI (PD). No, no, vado così, grazie Presidente.

Forse un atteggiamento di maturità dovrebbe anzitutto essere quello di attenersi al tema e di non trasformare queste dichiarazioni di voto in dichiarazioni di voto che vanno su tutto lo scibile umano, dai municipi di Roma, all'Unione Europea, ai DPCM, all'idea che un Presidente possa sciogliere le Camere (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), avendo la controfirma di un Presidente del Consiglio che ancora gode pienamente della fiducia del Parlamento, cosa che non è nella Costituzione italiana.

Allora, io vorrei ricordare sommessamente sei punti, sei dati di fatto, che dimostrano che, in questo caso, la maggioranza, il Governo, la relatrice, hanno tutti lavorato esattamente per il clima di dialogo e leale cooperazione, che ci è richiesta in particolar modo in questo periodo delicato. Il primo dato è sotto gli occhi di tutti noi: oggi, su questo decreto, non si vota la fiducia. Questo è un decreto su cui il Governo non ha posto la fiducia, come è giusto che fosse perché la materia è delicata; fatto sta che una fiducia, che in astratto si poteva apporre, non è stata messa: è un dato di fatto. Accanto a questo primo dato di fatto - sono partito dall'ultimo, perché mi sembra il più qualificante di tutti e dimostra che non si è voluto interrompere questo esito, questo lavoro comune che è stato fatto in Commissione - vado per ordine, vi sono altri cinque punti, che sono fondamentali per capire questo clima in cui abbiamo lavorato.

Il secondo punto è che il Governo si è presentato in Commissione con una norma che è stata contestata. La norma consentiva un eventuale nuovo rinvio delle elezioni nella finestra autunnale, in caso di pandemia, senza un atto primario, senza un decreto-legge, ma solo con atti amministrativi. Di fronte alle critiche del Comitato per la legislazione, delle opposizioni, ma anche dei parlamentari della maggioranza, il Governo non ha esitato un attimo ad accettare l'emendamento soppressivo e a rinunciare al proprio schema originario.

Terzo punto. Il Governo si è posto il problema, che da alcuni è stato richiamato, dell'incastro con l'inizio dell'anno scolastico e delle richieste, anche delle presidenze delle regioni, legate all'anno scolastico e legate a una serie di difficoltà, che ci potrebbero essere se, come dice la commissione di esperti in chiave probabilistica, potesse determinarsi una pandemia. Quindi, il Governo, con la maggioranza e con la relatrice avevano presentato un emendamento, non che faceva votare prima, ma che allargava la finestra, consentendo di votare a partire dalla prima settimana di settembre, anziché a partire dal 20. Di fronte alle richieste dell'opposizione di ritirare quest'emendamento, perché si sarebbero favorite alcune scelte, ma si sarebbe compressa la campagna elettorale, ritenendo che i cittadini in tutto il mese di agosto non siano attenti alla campagna elettorale e, quindi, questa sarebbe stata compressa in poche settimane, la relatrice ha ritirato quell'emendamento, in accordo con il Governo e con tutta la maggioranza. Anche questo è un dato di fatto, che è innegabile. Queste sono le cose che sono successe in Commissione, dove poi, senza essere minimamente tenuto a dare una data - perché la legge dà la finestra e il Governo dopo decide la data - il Governo ha messo le carte in tavola e ha detto ciò che non stava scritto nella legge, cioè la data in cui preferiva votare, cioè la prima data utile all'interno della finestra che era stata ribadita.

Quarto punto. Siamo poi arrivati in Aula e il collega Sisto, con un suo emendamento, ha fatto rilevare che c'era comunque il rischio che quell'election day, che era stato concordato rispetto alle amministrative e ai referendum, potesse comunque avere fuori le regioni, perché le regioni potevano mantenere, a partire dal 6 settembre, un loro autonomo potere di indizione. Al che è stato concordato con il collega Sisto che ci sia questo vincolo anche per le regioni, in maniera tale che nessuno possa sfuggire a questa esigenza complessiva di semplificazione e di risparmio. Dopodiché si sono aperte ulteriori discussioni e si sono trovate altre due soluzioni.

Quinto punto. L'emendamento sulla par condicio, modificando la legge sulla par condicio, insiste sul fatto che la Commissione di vigilanza e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni valutino, con particolare attenzione, il fatto che si possano creare squilibri a favore delle maggioranze e dei presidenti uscenti e, quindi, parametrino bene i provvedimenti che sono chiamati a prendere in tutte e due le fasi della par condicio.

Sesto e ultimo punto. Le opposizioni, che sono opposizioni anche in quattro dei sei consigli regionali uscenti, hanno fatto rilevare il rischio di un uso strumentale della possibilità di cambiare le leggi elettorali nel periodo di proroga dei consigli. E, qui, si è addivenuti a un ordine del giorno, con cui il Governo si impegna a sollecitare le regioni a non fare questo atto legittimo, ma radicalmente inopportuno, fatta eccezione per l'impegno sulla doppia preferenza di genere, che è un principio scritto in maniera molto puntuale nella legge dello Stato dal 2016 e che alcune regioni, purtroppo, non hanno ancora inserito nella propria legge, con dei rischi di contenzioso elettorale. Infatti, secondo una parte della dottrina, è scritto in maniera talmente puntuale, che potrebbe ritenersi applicabile, anche senza un intervento del legislatore regionale. Questi sono sei fatti. Ora le teorie si devono appoggiare sui fatti e i fatti ci dicono che c'è stato dialogo. Poi, ognuno potrà mantenere le sue opinioni e potrà tranquillamente votare contro, ma, se c'è un provvedimento in cui, in tutta quest'ultima fase, abbiamo avuto ben sei motivi di distensione, ben sei motivi di accoglimento parziale di richieste dell'opposizione, tutt'altro che irrilevanti, è stato questo. Si facciano quindi tutti i cahier de doléances che si vogliono su tutti i punti dell'attività di Governo, ma, almeno su questo decreto, dovreste ammettere che il dialogo c'è stato e ha avuto i suoi frutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Illustre Presidente, mi accingo ad una dichiarazione di voto contraria al provvedimento. Mi spiace che vada in rotta di collisione con la cortesia del sottosegretario Variati, che ha dimostrato un grande senso delle istituzioni. Ma, ahimè, essendo rappresentante del Governo, non potevamo chiedergli di più, che il garbo nel propugnare talune inaccettabili condizioni. Il primo problema da affrontare è quello che io definisco bonariamente il “ceccantismo”, cioè la dotta capacità di giustificare l'ingiustificabile, maestro il professor Ceccanti in questo; ma, ahimè, quello che non si può giustificare non c'è maestro che possa consentire di tollerarlo.

Un decreto-legge di questo tipo è fondato su materia elettorale. Ho sentito anche qui ipotizzare una fiducia, che sarebbe stata una bestemmia parlamentare, in questa materia. Lo stesso Presidente della Repubblica ha esorcizzato il rischio, che vi potesse essere una dichiarazione di fiducia. Quindi, credo che minacciare quello che non si poteva realizzare e, se si fosse realizzato, sarebbe stato uno scandalo, non mi sembra che sia proprio. Quindi, è un decreto-legge in materia elettorale non condiviso - e questo è il primo dato che io trovo assolutamente inaccettabile, cioè che in materia elettorale non si sia cercata una condivisione fra tutte le forze -, che ha una caratteristica, direi, biologicamente incredibile: mette insieme materia costituzionale e materia politica. Siamo stati capaci di realizzare, di mettere insieme un voto costituzionalmente politico o politicamente costituzionale, tra virgolette, cioè referendum e politica insieme, con una tracimazione - come posso dire - di formazione della scelta, che è assolutamente inaccettabile. Se questo è vero e, quindi, ci sono insieme elezioni regionali, comunali, il referendum e il post COVID-19, voi capite bene che questo provvedimento è esattamente lo specchio del Governo, cioè mette insieme, come dicevo in discussione generale, acciughe e marmellata, politica e Costituzione, Partito Democratico e 5 Stelle. È lo specchio esatto di una inconciliabilità culturale e politica. Niente di nuovo: perfetta coerenza. Direi che non ci poteva essere migliore riscontro e migliore dimostrazione al teorema dell'inaccettabilità di questo Governo, che, tra l'altro, Presidente, si è macchiato di un'ulteriore dimostrazione di ipocrisia: l'apertura del tavolo alle opposizioni e le porte sbattute sempre rigorosamente in faccia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché questo accade! Questo accade: vi è una disponibilità formale al dibattito, ma poi immediatamente la chiusura a qualsiasi tentativo di interlocuzione - parliamoci chiaro - pratica. Il contentino degli ordini del giorno e quel valzer incontrollato dei pareri favorevoli e delle modifiche delle riformulazioni, non è materia che possa essere oggetto di seria contrattazione parlamentare. Sarebbe stato molto più utile ragionare sulla data. E, qui, si apre la stangata parlamentare di questo provvedimento. È la stangata parlamentare, ahimè, non ad opera di Robert Redford e Paul Newman, se la memoria non mi inganna, ma di un comitato tecnico-scientifico, che si è prodotto in una performance, direi, proprio da teatro dell'assurdo. I nostri virologi, con i loro condizionali e il loro non sapere di che parlano - perché lo scrivono: non c'è nessun fondamento scientifico a quel parere, nessuno! -, pretendono di determinare la politica con i condizionali: “è opportuno”, “è prevedibile”, “potrebbe accadere”. E su quel “potrebbe accadere”, che non ha nessun fondamento scientifico, si determina la data di una consultazione regionale, soltanto e solo per accontentare una certa politica. Allora, mettiamoci d'accordo: i virologi condizionano la politica o è la politica che condiziona i virologi, come mi piace dire? E la interpretazione, ovviamente, si interpreta per gli amici e si applica per i nemici.

Infatti, Presidente, è stato veramente comico assistere ai tentativi di trasformare in un decalogo quello che ha detto il Comitato tecnico-scientifico, devo dire con onestà lessicale; nessuno pensava di poter costruire su quel parere addirittura la data del voto. Allora, in questo cocktail - per parafrasare James Bond - Martini shakerato e agitato, quindi assolutamente sbagliato, di referendum costituzionale e voto politico, si colloca questo provvedimento, che lo stesso Presidente della Repubblica voleva in qualche modo fosse invece diversamente letto. Che cosa hanno cercato di fare i presidenti delle regioni? Noi ci siamo battuti, la nostra coalizione è stata compatta e mai come in questo caso siamo stati capaci di una opposizione assolutamente coerente, che ha visto le tre forze della coalizione di centrodestra, pure ad offerta diversificata, unite nel respingere un metodo e un merito sbagliato. Diceva bene il collega di Fratelli d'Italia, Donzelli: qui non c'è merito e metodo, c'è un unicum assolutamente fuori rotta rispetto a quello che è il Parlamento. Allora, si è cercato di ridurre i tempi per soffocare la possibilità degli avversari di attaccare determinati presidenti di regione e questo è un fatto gravissimo, che riveniva da una spinta evidente da parte di presidenti, come posso dire, ipertrofici; mi riferisco al nostro pugliese Emiliano e mi riferisco anche ad altri presidenti, ma qui non c'è da fare differenze fra le appartenenze, in quanto è un atteggiamento sbagliato e che andava razionalizzato all'interno del Parlamento con una scelta ragionevole. Ma, Presidente, un altro dato che mi sembra possa essere segnalato è la grande preoccupazione che noi abbiamo per due settori, a cominciare dal settore del turismo, per via di questa scelta che poteva essere portata tranquillamente più avanti. Sorridevo quando ho letto l'agenzia di Sileri: “Mah, forse la seconda fase non ci sarà”; io sorridevo perché sostanzialmente è la conferma, paradossalmente avvenuta oggi quando c'è questo voto, che quella preoccupazione è una preoccupazione farlocca ed è stata agitata soltanto pretestuosamente per raggiungere l'obiettivo. Oggi - oggi! - è scritto che la seconda fase non ci sarà e noi stiamo determinando un voto pazzesco, il 20-21 di settembre o quello che sarà; la prima data utile è questa e se son rose fioriranno; se c'è questa spinta a fare presto non penso che ci sia la possibilità per il Governo di sottrarsi al fascino dei propri presidenti di regione (fascino, in questo caso, nocivo per le istituzioni). Allora, io credo che il settore che sarà più penalizzato da questa scellerata scelta è quello del turismo, perché voi capite bene che andare a cercare una campagna elettorale in piena stagione estiva, che è l'unica possibilità per tanti imprenditori di riprendere un pochino fiato, è una scelta di cui ci assumiamo una grave e profonda responsabilità, in assenza di una reale motivazione che sia percepibile. Allora, qui resta, Presidente, la preoccupazione. Ho ascoltato la scuola - ricordo male e chiedo a coloro che hanno più memoria di me -, ma quante volte durante il voto c'era la scuola, poi c'è stato il voto e poi si è ripreso ad andare a scuola? Io non credo che questa sia una novità assoluta: la preoccupazione della scuola è una preoccupazione, anche qui, pretestuosa e anche qui siamo di fronte a dei puri pretesti. Allora, credo che, da questo punto di vista, non si possa non chiudere questo intervento, che ha nella dolorosa presa di posizione rispetto a quella che è stata anche la mortificazione di importanti interventi della Corte Costituzionale (mi riferisco alla sentenza n. 171 del 2007 e mi riferisco a numerosi interventi della Consulta), non si possa che chiudere con un'altra osservazione, cioè l'osservazione dei cosiddetti diversivi, perché se noi non collocassimo questo provvedimento, coerente nella sua miscellanea inaccettabile con la miscellanea inaccettabile del Governo, con la debolezza della situazione economica nazionale e internazionale, non saremmo leali. Non esiste un punto, un provvedimento che non sia collocato all'interno del sistema. Allora, questi “stati generali” - e ho finito Presidente - costituiscono l'ennesimo diversivo. In questo provvedimento è paradossale pensare che, mentre noi discutiamo questo provvedimento, c'è qualcuno che cerca di distrarci con un incontro che lo stesso Bonomi ha definito inaccettabile e inascoltabile per mancanza di programmi. E allora, se questo è vero - e ho chiuso - la nostra opposizione, il nostro voto contrario è doppiamente legittimato: legittimato nel provvedimento, legittimato nel metodo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, siamo in dichiarazione di voto su una legge di conversione di un disegno di legge con cui avete unilateralmente stabilito la data delle elezioni regionali e l'avete fatto sillabare da un suggerimento del Comitato tecnico scientifico, che avete elevato ad unico interlocutore della I Commissione (Affari costituzionali). Dopo i DPCM sulle restrizioni alla circolazione e a tutte le libertà, oggi ci troviamo un disegno di legge sul posticipo delle consultazioni elettorali. In quel poco tempo che ci avete lasciato a disposizione in Commissione, abbiamo provato a spiegarvi che oltre ai suggerimenti del Comitato tecnico scientifico serve la politica, una politica che faccia i conti con la realtà, perché non esiste solo il sacrosanto diritto alla salute, che tra l'altro non comprendiamo come potrebbe essere pregiudicato da una tornata sana elettorale. Sana: esiste il diritto all'istruzione, all'iniziativa economica ed esiste anche un diritto che a qualcuno in quest'Aula fa venire l'orticaria, ma è uno dei diritti fondamentali, il diritto alla democrazia mediante l'esercizio di voto. Allora, com'è possibile non capire che andare a votare il 20 settembre altro non significherebbe che chiudere le scuole il giorno dopo averle aperte? Possibile che il Ministro dell'istruzione non dialoghi con il Ministro dell'interno? Cari rappresentanti del Governo, colleghi della maggioranza, la gente non ha più tempo per aspettare i vostri comodi, i vostri fraintendimenti, i vostri equivoci, le vostre passerelle in TV. La gente ha bisogno di risposte e fuori da questo palazzo c'è un mondo reale, quello vero; ci sono centinaia di migliaia di lavoratori subordinati che ancora aspettano la cassa integrazione, centinaia di migliaia di partite IVA al collasso, che non possono reinvestire e sopravvivere, acquistare scorte di magazzino e altro, assumere personale e quant'altro; migliaia di asili nido che hanno aspettato per mesi le risposte del Governo, che non sono arrivate; migliaia di comuni che rischiano di andare in rosso senza i trasferimenti statali. Smettetela di perdere tempo e una volta per tutte uscite dalla vostra mentalità statalista, dirigista, tipica di chi non ha fiducia nei territori: non potete continuare ad essere sfacciatamente autoreferenziali! Potevate trovare un'intesa con le regioni al voto, invece no: anche stavolta avete voluto decidere voi e avete, con totale slealtà, voluto silenziare le proposte delle regioni. In fondo, la vostra opinione sulle regioni già la conosciamo, visto che non mancate occasione di insultarle sistematicamente, anche in quest'Aula, quando vi fa comodo (pensate alla polemica sulla regione Lombardia), senza ricordare, però, che se qualche regione ha fatto bene, è perché ha avuto il coraggio di fare esattamente il contrario di quello che le avevate detto di fare. Ci avete detto a marzo che era tutto a posto, che le mascherine agli asintomatici erano inutili e il 3 aprile che le mascherine non servivano a nulla: oggi siamo qui tutti a fare la sauna facciale in continuazione, dentro e fuori il Palazzo! Ancora una volta si manifesta la differenza sostanziale tra noi e voi: per voi viene prima lo Stato, per noi vengono prima i territori, le regioni, i comuni, la gente, la brava gente di questo Paese; per voi lo Stato concede dei diritti, ma per noi lo Stato non fa altro che riconoscerli e garantirli! E quando sventolate la Costituzione in quest'Aula, dovreste prima studiare e comprendere quello che è il suo spirito, perché è lei - è lei stessa - a darci ragione: la Carta stessa riconosce la tutela dei diritti, che preesistono ad essa; nessuno li può concedere perché appartengono all'essere umano in quanto tale. Voi invece pare siate rimasti fermi allo Statuto Albertino, all'epoca delle Costituzioni ottriate, gentilmente concesse dal sovrano ai sudditi. Mi dispiace: mi dispiace Premier Conte, non è così; non è così.

Cari colleghi, gli italiani si chiamano cittadini, non sudditi e se lo ricordi anche lei, Premier Conte. Anche se per qualcuno sono una cosa spiacevole, le elezioni sono una cosa seria, non sono un click sul mouse: sono, invece, graffiti incisi su schede elettorali, sono contatto umano e incontri con i cittadini, sono notti insonni, il collante tra eletti ed elettori, il collante tra lo Stato-comunità e lo Stato-persona, e voi avete scelto di calpestare tutto questo senza alcuna intesa con le opposizioni e con le regioni interessate. Ricordate che potrete decidere di posticipare le elezioni, ma una cosa non la potrete fare: non potrete decidere chi le vince. E fuori da questo Palazzo, colleghi della maggioranza, ci sono milioni di persone che non ne possono più del vostro farlocco gioco pandemico, della vostra sfacciata arroganza, cinismo e incapacità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); milioni di persone che invocano la parola “libertà”, di essere, di sperare, di determinarsi, di educare, milioni di persone che agognano esercitare i propri diritti politici, votare e mandare a casa questo Governo. Per questo la Lega voterà “no” a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corneli. Ne ha facoltà.

VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo arrivati finalmente all'approvazione di questo provvedimento su cui l'Aula è stata bloccata veramente per tanto tempo - abbiamo parlato di tutto, perfino delle bufale sui soldi del Venezuela - e, finalmente, siamo arrivati all'approvazione di un provvedimento che è sostanzialmente semplice, perché l'emergenza epidemiologica, tra le altre cose, ci ha costretti a posticipare le consultazioni elettorali che si sarebbero dovute tenere la scorsa primavera. Si è aperta una nuova finestra elettorale, che va da metà settembre a metà dicembre, all'interno della quale si va ad individuare una data di compromesso, una data di buonsenso che recepisce, da un lato, l'istanza di chi ci diceva “non andate troppo in là con le date, perché non sappiamo quale reazione potrebbe avere il virus con l'abbassamento delle temperature” e, dall'altro lato, però, non si potevano neanche accogliere le istanze dei presidenti di regione uscenti che volevano votare subito, perché pensavano che questo possa funzionale alla loro rielezione e, quindi, volevano fare le elezioni balneari. È chiaro che questo non è pensabile, perché c'è tutta una serie di operazioni prodromiche alla presentazione delle liste, perché è necessario, seppur con metodi differenti, informare i cittadini per permettergli di votare consapevolmente e, soprattutto, bisogna far lavorare il comparto turistico in un momento così drammatico. Quindi, prima di metà settembre, quando, sostanzialmente, i nostri ragazzi torneranno a scuola, non è possibile prevedere queste elezioni.

Queste elezioni, tutte le consultazioni, si accorperanno con un election day, chiaramente spalmato su due giorni con il rispetto di determinati protocolli sanitari, però con un risparmio di tempi e di costi non indifferente, tranne per la regione Sicilia che ha già detto “no, noi abbiamo soldi da spendere e facciamo come vogliamo”. Cosa si voterà? Si voterà sicuramente il rinnovo di sei consigli regionali, si voteranno, però, anche elezioni comunali, elezioni provinciali suppletive, si voterà finalmente il referendum confermativo della nostra riforma costituzionale, che riduce il numero dei parlamentari. Cosa non si voterà? Non si voteranno, certamente, le elezioni politiche, come qualcuno ha detto, perché io, francamente, non riesco a capire: finché è vigente la nostra Costituzione, se c'è un Parlamento in essere, le elezioni politiche non si tengono, quindi, qui, forse, qualcuno non viene a lavorare e non si è accorto che il Parlamento c'è e lavora giorno e notte per i cittadini. Tra l'altro, siamo stati il Parlamento più attivo anche durante la fase dell'emergenza e di questo dobbiamo essere orgogliosi, sono dati ufficiali dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, il Parlamento assolutamente c'è e ne siamo molto contenti.

Siamo, tra l'altro, orgogliosi del Presidente Conte, anche questo è un sondaggio comparato che ci dovrebbe rendere felici: il fatto che è stato riconosciuto il Presidente del Consiglio, comunque, il Capo di Stato che ha meglio gestito la fase emergenziale: non solo ha sbaragliato i super-sovranisti e gli iper-liberisti, che hanno creato dei danni immani alle popolazioni, a cui va tutta la nostra solidarietà, ma ha anche doppiato nei consensi la vicina Germania, la Merkel, e questo non era scontato. Certamente non era scontato, perché, non nascondiamoci dietro a un dito, la Germania partiva da una posizione di vantaggio estrema rispetto a noi. Quindi, questo dovrebbe renderci felici, a prescindere dall'appartenenza politica, se si vuole bene all'Italia, poi, se si scommetteva sul fallimento dell'Italia, perché questo ci tornava comodo, era un'altra cosa (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però noi siamo assolutamente orgogliosi di questo, siamo orgogliosi del Parlamento, siamo orgogliosi dei cittadini che ci hanno permesso di uscire dall'emergenza grazie al loro grande senso di responsabilità, maggiore anche rispetto a quello di alcuni politici.

Io sono, personalmente, anche molto soddisfatta, molto orgogliosa della nostra Costituzione, del nostro sistema costituzionale, perché ha retto all'emergenza e questo non era banale e nemmeno era scontato, perché noi non avevamo una legislazione di emergenza tarata su un'emergenza di questa portata. Il Movimento 5 Stelle ne parla tanto di voto a distanza, di voto elettronico, ora spero che lo sperimenteremo, ma noi non ce l'avevamo: noi, sostanzialmente, abbiamo utilizzato gli strumenti lasciatici in eredità dai nostri Padri costituenti, 75 anni fa.

Hanno retto e hanno permesso al Presidente Conte di accentrare su di sé il potere decisionale nella fase più devastante dell'emergenza; una volta che, con il suo equilibrio e la sua lucidità, ci ha traghettato fuori dall'emergenza, si è normalizzata un minimo la situazione e il Parlamento è tornato massimamente operativo, come era giusto che fosse. Quindi, un sistema che si è rivelato, nello stesso tempo, solido e flessibile.

Io, sarà per deformazione, penso subito all'ordine del giorno Perassi approvato dalla Seconda Sottocommissione dell'Assemblea Costituente il 4 settembre del 1946, nel quale si dava atto che una forma di governo presidenziale o direttoriale non era compatibile con la nostra storia e con la nostra società e, quindi, era necessaria una forma di governo parlamentare che, però, garantisse anche stabilità di governo ed evitasse una degenerazione del parlamentarismo. Questo effettivamente è accaduto, di questo siamo contenti e dobbiamo, ancora una volta, ringraziare i nostri padri e le nostre madri costituenti. A questo punto, io ricordo Nilde Iotti che, nel 1984 - io non ero ancora nata -, in un'intervista, disse, spiegò che, nel 1948, quando venne approvata la Costituzione, era necessario ricostruire il tessuto democratico del Paese distrutto dal fascismo e, quindi, era necessario un certo numero di parlamentari. Dopo tanti anni, nel momento in cui c'erano consigli regionali, consigli provinciali, consigli comunali, un numero così esagerato non serviva più, quindi noi, dopo quarant'anni, riusciamo ad esaudire questo piccolo auspicio di Nilde Iotti, anche questo ci rende orgogliosi come MoVimento 5 Stelle.

Mi avvio a conclusione. Quello che voglio dire - ormai i colleghi hanno imparato a conoscermi, io non riesco a non dire quello che penso, l'ipocrisia non fa parte di me - è che io non speravo certamente nella resurrezione di Nilde Iotti o di Piero Calamandrei, però speravo che, in una fase del genere, in una fase epocale del genere, qualcuno si comportasse meglio. Qui non siamo in Ungheria, quindi nessuno contesta il contegno delle opposizioni, che possono fare, chiaramente, quello che vogliono, però quello che voglio dire è che quello che noi stiamo facendo oggi, forse non ce ne rendiamo conto, ma passerà alla storia, qualcuno un giorno leggerà gli atti parlamentari che abbiamo scritto in questi mesi e qualcuno, secondo me, si chiederà un giorno, si farà delle domande e si chiederà il perché di tutto questo ostruzionismo, francamente, inspiegabile su questo provvedimento; si chiederà, magari, perché, un giorno, un collega voleva parlare di una regione, per amore di quella regione, non certo per un presunto sentimento anti-lombardo, e ci mancherebbe altro, ma non gli è stato fisicamente consentito di farlo. Secondo me, un giorno qualcuno si domanderà perché, mi dispiace citarla, perché non c'è nemmeno oggi, la collega Meloni (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), però un giorno lei è venuta qui a parlare di dittatura, di sospensione della Costituzione, chiaramente, poi, è intervenuto il professor Zagrebelsky, che amo sempre citare in quest'Aula, che ha detto che chi parla di sospensione della Costituzione, evidentemente, non sa cosa sia la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In effetti, io, purtroppo…

PRESIDENTE. Colleghi… onorevole Corneli, lei stia sul decreto, ogni tanto; ogni tanto un passaggio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

VALENTINA CORNELI (M5S). Ecco, io l'ho letto, c'era sempre un ordine del giorno della collega che diceva che il decreto-legge era una fonte di rango secondario, ma il decreto-legge è chiaramente una fonte di rango primario; l'abbiamo sentita dire che un BOT poteva durare cinquant'anni, ma è un BOT, chiaramente, può durare solo un anno; l'abbiamo sentita parlare di clandestini regolarizzati, come dice lei, ma, ovviamente, non parliamo di regolarizzazione parliamo di emersione del lavoro nero…

PRESIDENTE. Onorevole Corneli, io la prego di stare sul decreto ogni tanto...

VALENTINA CORNELI (M5S). Quello che volevo dire, Presidente, è il fatto che si può avere qualsiasi tipo di comportamento, perché, ripeto, nessuno vuole contestare e nessuno vuole mettere in discussione le scelte delle opposizioni e dei colleghi, però, secondo me, la verità è questa: che un giorno se ne risponderà di fronte ai cittadini e di fronte alla storia, perché la storia non si cancella, la storia va preservata, la storia va studiata (Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Concludo veramente, Presidente. Il fatto che, purtroppo, la nostra storia…

PRESIDENTE. Colleghi, richiamerei a maggior silenzio e anche al rispetto alle distanze sociali che sono state richieste in quest'Aula.

VALENTINA CORNELI (M5S). La nostra storia viene da lontano (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e il virus si è insinuato nella nostra storia, si è insinuato nelle nostre fragilità, ma la nostra storia non la possiamo cancellare. Quindi sarà dura, sicuramente sarà dura, noi siamo cittadini e non possiamo prendere in giro gli altri cittadini: noi abbiamo pianto con i cittadini, adesso vogliamo tornare a sorridere con i cittadini, in qualche modo ce la faremo, perché ce lo dobbiamo fare per forza. Insieme ricostruiremo, insieme rinasceremo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice Bilotti. Prego, se deve dire qualcosa, lo dica pure.

ANNA BILOTTI, Relatrice. La ringrazio, Presidente. Ci tenevo a fare una serie di ringraziamenti che non sono formali ma assolutamente sentiti, in particolare agli uffici senza il cui prezioso contributo non sarei stata nelle condizioni di svolgere il lavoro che ho fatto; al Governo nella persona del Ministro Lamorgese, del sottosegretario Variati e del Ministro D'Incà; alla Commissione che ha voluto affidarmi il mandato di relatrice e mi ha dato così occasione di approfondire e di arricchire il mio bagaglio culturale e la mia esperienza personale.

Concludo, Presidente, con l'augurio che provvedimenti di questo tipo - che si sono resi necessari alla luce delle condizioni in cui, come tutti sappiamo, abbiamo dovuto affrontare questo tipo di emergenza sanitaria da COVID-19 - non si ripropongano più e, quindi, che provvedimenti del genere non siano più necessari. E un augurio a tutti gli italiani perché possano andare al voto nelle condizioni più serene possibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esauriti, oltre alle dichiarazioni di voto, anche i ringraziamenti e, quindi, sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 18, come deciso in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

Rammento che inizieremo la seduta e procederemo immediatamente al voto.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2471-A. Ricordo che, prima della sospensione, si sono conclusi gli interventi di dichiarazione di voto.

(Coordinamento formale - A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2471-A: "Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Se ci sono tessere inserite all'interno dell'Aula che non corrispondono a deputati presenti bisogna toglierle, altrimenti impediscono di votare ai colleghi che sono fuori.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. Pregherei i colleghi di fare maggior silenzio.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Approfitto della presenza del Ministro D'Incà in quest'Aula per lasciare agli atti della nostra Assemblea una riflessione sulle condizioni nelle quali saremo costretti, Presidente, come lei sa molto bene, a lavorare in relazione all'esame del cosiddetto “decreto Rilancio”. Il decreto consta di 266 articoli per un totale complessivo, Presidente, di oltre 1.090 commi, 1.091 per l'esattezza.

Le leggi di iniziativa parlamentare approvate dall'inizio della legislatura ad oggi contengono un totale di 27.321 parole, il “decreto Rilancio”, da solo, consta di 110.912 parole. Precedenti di norme di questa portata non ne esistono. Per trovare qualcosa di simile in termini almeno di portata di articoli, Presidente, dobbiamo andare a ritroso nel tempo fino al 2006, cioè alla legge finanziaria per il 2007, che conteneva 217 articoli. Ancora, 620 rimandi ad altri testi, 103 rinvii ad altri provvedimenti attuativi, tra cui almeno 70 decreti ministeriali, 18 diverse forme di coinvolgimento, dai pareri del Garante della privacy fino alla Conferenza dei rettori. E oltre questo, sovrapposizioni, incongruenze che inevitabilmente rischiano di crearsi con altre norme più recenti. Io credo, Presidente, che sia molto difficile procedere a un esame lineare di un provvedimento come questo, sia molto difficile conservare il ragionevole equilibrio delle procedure parlamentari. E non è una responsabilità né del Parlamento né tantomeno del Quirinale, ma è una responsabilità politica del Governo aver prodotto un mostro legislativo del genere. La Commissione Bilancio, che esamina questo provvedimento, si è data una procedura di segnalazione degli emendamenti che farà sì che verranno esaminati davvero solo 1.200 emendamenti, 800 in quota proporzionale e 400 in quota fissa. Significa, Presidente, che, per esempio, per un gruppo come il MoVimento 5 Stelle il diritto di ciascun parlamentare a poter emendare questo testo passa per 1,52 emendamenti a deputato; per il gruppo di Forza Italia, 1,8. Questo per darci le proporzioni del fenomeno. Allora, qual è la proposta, Presidente? Noi abbiamo un vizio d'origine su questo tema, che si tratta di un provvedimento che non vede, neanche nella sua fase preparatoria, che pure è stata lunga, sofferta, faticosa, dura, che è durata più di due mesi, il coinvolgimento delle opposizioni. Non voglio mettermi a fare la polemica sugli stati generali, ma le opposizioni, nel testo di questo provvedimento, non sono state coinvolte nella fase di formazione delle norme. Allora credo, Presidente, che la Presidenza della Camera dovrebbe farsi almeno carico di una riflessione su questo e intanto il Governo verificare se ci sia la possibilità di alleggerire questo provvedimento per quanto riguarda almeno le norme che non trovino un'applicazione diretta in questa fase; e soprattutto, che si parta dal presupposto, Presidente, che una norma del genere, la cui perimetrazione è sconfinata, quindi non valgono nemmeno i paletti dell'inammissibilità per estraneità di materia, sia una norma considerata irripetibile nella straordinarietà della pandemia nella quale ci troviamo in questo momento. Presidente, credo che, in questa fase, l'esame di questo provvedimento sia veramente una scossa di terremoto al nostro sistema istituzionale. Se noi volessimo esaminare questo provvedimento dandoci un ritmo, noi dovremmo esaminarlo facendo 30 articoli al giorno per dieci giorni. Credo che ciò sia umanamente impossibile, per cui una riflessione su questo credo che la Presidenza debba farla, e debba farla soprattutto il Governo.

Sui lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Avverto che, con riferimento a quanto comunicato dal Governo in relazione alla modalità di svolgimento dei lavori del Consiglio europeo del 19 giugno, che avranno luogo in videoconferenza, è stato stabilito che, in luogo delle previste comunicazioni all'Assemblea, il Presidente del Consiglio dei ministri, nella seduta di mercoledì 17 giugno, a partire dalle ore 9, renderà all'Assemblea un'informativa urgente in vista della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 19 giugno 2020.

Interventi di fine seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ricciardi Riccardo. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, credo che oggi quest'Aula in qualche modo debba ricordare chi è nato 100 anni fa in una casa di Trastevere, uno dei più grandi italiani che ci sono stati, che è Alberto Sordi. Ritengo che si debba fare al di là del valore cinematografico e artistico che tutti conosciamo - e non è certo questa la sede per ricordarlo - quanto per capire quello che Alberto Sordi ha significato nel nostro Paese; basti pensare che nessun attore ha incarnato una città come lui, ma, nonostante questo, è visto come un personaggio amico di tutti gli italiani, un familiare di tutti gli italiani. In tantissime trattorie di tutta Italia c'è una sua immagine; la Galleria qui fuori è intitolata ad Alberto Sordi ed è stato insignito di un grandissimo onore, quale quello di essere sindaco di Roma per un giorno. È stato inoltre omaggiato, quando è morto, da uno degli ambienti più squisitamente popolari, che è quello di una curva di calcio, con una meravigliosa frase, che diceva, qualche giorno dopo la sua morte: “zitti tutti, er Marchese s'è addormito”. Credo che in quest'Aula il ricordo di Alberto Sordi sia necessario oggi nel giorno di questa importante ricorrenza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliorino. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCA MIGLIORINO (M5S). Presidente, sono di oggi altre notizie false e tendenziose che tendono sempre a colpire questo Governo e il MoVimento 5 Stelle. Prima di fare quest'intervento io effettivamente mi sono andato ad informare e quando sento, quando leggo, quando sento dire che, dopo le rivolte che vi sono state alcuni mesi orsono, queste alla fine hanno determinato anche l'uscita dal carcere di oltre 500 criminali e di oltre 300 mafiosi eccetera, quando si fanno queste affermazioni vanno portate anche delle prove, soprattutto se queste affermazioni vengono fatte in quest'Aula e da un deputato della Lega dell'antimafia. Quindi, che porti le prove nella Commissione adatta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boniardi. Ne ha facoltà.

FABIO MASSIMO BONIARDI (LEGA). Presidente, mi rivolgo a lei e, per suo tramite, all'Aula per ricordare che la settimana scorsa la Camera ha giustamente condannato una serie di atti e di gesti contro rappresentanti di questa istituzione da parte di ignoti. Giustamente la politica ha messo un punto fermo contro ogni tipo di atti d'odio (ricordiamoci la foto recapitata al collega Fiano piuttosto che le minacce e gli insulti all'onorevole nonché Ministro Di Maio). D'altro canto, lunedì scorso è stato condiviso un post sulla piattaforma di Facebook, un post che esaltava il modello Riace e allo stesso modo criticava aspramente l'allora Ministro dell'interno Matteo Salvini, non condividendo logicamente i contenuti del post ma sempre in una cornice di critica aspra, dura e, possiamo dire, anche corretta. Purtroppo, chi ha condiviso questo post, che ha un nome e un cognome, ha definito il senatore Salvini un “suino razzista”. Questo post è sparito dopo qualche ora, ma la persona - che, ripeto, è una persona nota, nel senso che ha un nome e un cognome che volutamente non voglio citare in quest'Aula per non dare pubblicità allo stesso -, quest'essere, che si è autodefinito con quelle parole e che ha dimostrato il suo non essere un essere umano, purtroppo ricopre un ruolo politico locale: è il vice segretario cittadino del PD di Bareggio. E nessuno - sottolineo nessuno e di proposito ho aspettato una settimana - sia a livello locale che a livello superiore ha preso le distanze, né tantomeno ha condannato questo atto. Mi rivolgo ai colleghi del PD, perché mi auguro che prendiate le distanze con un comunicato fermo e dimostriate non solo di avere la parola “democratico” all'interno del vostro nome, ma che siate in grado di prevedere e di prendere le distanze da certi personaggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casa. Ne ha facoltà.

VITTORIA CASA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, in questi ultimi mesi la scuola siciliana ha subito ripetutamente violenti attacchi e violenti danneggiamenti. Non ultimo stamattina, per l'ennesima volta, l'Istituto comprensivo Falcone del quartiere Zen ha subito l'ennesimo attacco. Nei giorni scorsi l'Istituto comprensivo Vittorini di Siracusa e l'Istituto Pertini di Palermo, nel quartiere Sperone. Sono tutte scuole che costituiscono dei veri e propri presidi istituzionali in quartieri difficili, in cui, grazie anche alla collaborazione con le associazioni del territorio, si va avanti portando veramente esempi di cittadinanza attiva. A loro va la nostra assoluta vicinanza. Colpire la scuola è un gesto che, come sappiamo, testimonia ignavia e viltà, ma il mondo della scuola e le istituzioni non arretrano. La luce dell'istruzione fa paura a chi opera nelle tenebre, ma la scuola non si ferma: questo è certo. Piena solidarietà, quindi, a tutta la comunità scolastica della scuola siciliana e della scuola in generale, che in questo momento sta attraversando un periodo di grande crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare la Presidenza della Camera a un comportamento costruttivo da parte del Governo in merito ai lavori e alle prerogative della Camera stessa. È stata calendarizzata nella X Commissione una proposta di legge di Fratelli d'Italia che riguarda il turismo. Rispetto a questa calendarizzazione c'è un comportamento del Governo che da ben sette mesi non fornisce la relazione tecnica alla Commissione stessa, mancando, secondo noi, di rispetto nei confronti delle prerogative degli organi e della Camera tutta. Quindi, volevamo segnalare alla Presidenza un intervento, perché questo comportamento, che di fatto lede i diritti anche dell'opposizione in base ai quali era stata calendarizzata questa proposta di legge, venga rimosso assolutamente. Facciamo gli Stati Generali del turismo, ma non facciamo discutere le Commissioni in ordine a un tema, quello del turismo e delle imprese del turismo, che dovrebbe essere prima di tutto svolto proprio nella Camera, per il rispetto di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Zucconi, approfittiamo anche della presenza cortese del Ministro D'Incà in Aula, che l'ha ascoltata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. È di questa mattina la notizia della condanna a sei anni di reclusione della giornalista filippina Maria Ressa, il cui lavoro di denuncia e investigazione costituisce un punto di riferimento in tutto il mondo per la libertà di informazione e la coraggiosa determinazione alla verità. Alla preoccupazione e alla solidarietà del PD per la situazione democratica in quel Paese, e più in generale per le pressioni e le costrizioni nelle quali si trovano ad operare non solo nelle Filippine - ahinoi - i giornalisti, aggiungo tuttavia un auspicio, anzi no, un impegno: che sul tema delle querele temerarie e della diffamazione, punita dalla minaccia del carcere, credo sia venuto il tempo, anche dopo il recente pronunciamento della Consulta sul tema, di dare seguito a un'attesa diffusa nel mondo dell'informazione del nostro Paese.

Sono fiducioso, dunque, che il Parlamento - so che al Senato siamo a un sufficiente grado di maturazione al riguardo - sia finalmente in condizione presto di dare una risposta chiara, giusta, forte su questi punti, a difesa della libertà di stampa e dei diritti dei giornalisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Nella giornata di ieri, in Abruzzo, due comuni sono scesi in piazza, il comune di Tagliacozzo e Pescina. Queste le dichiarazioni dei sindaci: “Ha superato il limite di ogni umana tolleranza il disinteresse da parte dei vertici ASL e della politica regionale. Non sono più accettabili risposte evasive e promesse non mantenute”. Con queste parole, il sindaco di Tagliacozzo e il sindaco di Pescina, ieri, insieme a tanti cittadini, in una manifestazione nella mattina e in una manifestazione nel pomeriggio, hanno protestato contro l'andazzo del governo sanitario della regione Abruzzo del presidente romano in vacanza in Abruzzo. Purtroppo in Abruzzo ci sono aree interne, in Abruzzo ci sono problemi e, soprattutto, sono state consumate e promesse di ogni tipo. In questo caso queste popolazioni sono state lasciate senza PPI. Voi sapete tutti che cosa significa: è l'unica possibilità che si ha di salvarsi la vita.

Questo accade nel periodo più grave per il Sistema sanitario nazionale, cioè il periodo post COVID. Quindi, approfitto della presenza del Ministro per i Rapporti con il Parlamento affinché il Ministero della Salute e il Governo intervengano sulla regione Abruzzo per non lasciare le popolazioni abbandonate a se stesse (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 17 giugno 2020 - Ore 9:

1. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 19 giugno 2020.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 18,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Durigon e Zicchieri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 il deputato Maraia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2471-A - voto finale 408 405 3 203 257 148 58 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.