Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 352 di lunedì 8 giugno 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 13,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 4 giugno 2020, proseguita nelle giornate del 5 e 6 giugno 2020.

Sul processo verbale.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sul processo verbale.

PRESIDENTE. Prego, a lei la parola.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Sul processo verbale, per far constare, signor Presidente, che vi è un'imperfezione, in quanto, sull'ordine dei lavori di venerdì 5 è intervenuto il sottoscritto, Enrico Borghi, e non il collega Claudio Borghi, prima della collega Prestipino. Grazie, vorrei che venisse fatto constare.

PRESIDENTE. La ringrazio. Si tratta di un refuso, evidentemente, e diamo immediata correzione. Con la seguente precisazione, si intende corretto, approvato.

Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rosato, Rospi, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge:

Ettore Maria Bartolucci, da Pesaro, chiede modifiche all'articolo 57 della Costituzione, in materia di elezione del Senato della Repubblica (482) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:

l'installazione di telecamere in ogni cella e in ogni spazio comune dei penitenziari italiani (483) - alla II Commissione (Giustizia);

modifiche all'articolo 410 del codice di procedura penale in materia di opposizione alla richiesta di archiviazione (484) - alla II Commissione (Giustizia);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:

misure urgenti in materia economica al fine di dare sostegno alle famiglie, alle imprese e al comparto sanitario in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19 (485) - alla V Commissione (Bilancio);

la chiusura delle frontiere e dei porti in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19 (486) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

il potenziamento del sistema sanitario nazionale e la costruzione di nuovi ospedali autonomi regionali in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19 (487) - alla XII Commissione (Affari sociali);

di effettuare tamponi a tutti i cittadini al fine di verificare l'eventuale positività al virus COVID-19 (488) – alla XII Commissione (Affari sociali);

la sospensione temporanea dell'adozione della tecnologia 5G in attesa delle risultanze degli studi sulla eventuale nocività alla salute umana (489) – alla IX Commissione (Trasporti);

Salvatore Malafronte, da Sona (Verona), chiede una riforma complessiva del mercato del lavoro a partire dall'abolizione delle norme concernenti la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento senza giustificato motivo o giusta causa introdotte dai decreti legislativi di attuazione del cosiddetto jobs act (490) - alla XI Commissione (Lavoro);

Leonardo Valentini, da Bedizzole (Brescia), chiede che le vittime del COVID 19 siano commemorate ogni anno, nel giorno della scomparsa definitiva del virus, con un minuto di silenzio (491) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Massimo Bianca, da La Spezia, chiede l'ammissione diretta all'orale per tutti i candidati che hanno sostenuto le prove scritte dell'esame di abilitazione per l'esercizio della professione forense (492) - alla II Commissione (Giustizia);

Leonardo Chiarella, da Girifalco (Catanzaro), chiede:

modifiche all'articolo 2229 del codice civile per permettere ai laureati magistrali l'iscrizione negli albi per l'esercizio delle professioni intellettuali (493) - alla II Commissione (Giustizia);

modifiche all'articolo 26 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 in materia di imputazione dei redditi fondiari (494) - alla VI Commissione (Finanze);

nuove norme fiscali in materia di locazione immobiliare (495) - alla VI Commissione (Finanze);

l'istituzione di un sussidio cosiddetto di necessità per le famiglie che si trovano in condizioni di grave disagio economico (496) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'istituzione di un reddito di sostegno per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro (497) - alla XI Commissione (Lavoro);

Enzo Falasca, da Montesilvano (Pescara), chiede l'istituzione, per la giornata del 2 maggio, della Giornata nazionale della pizza fatta in casa quale simbolo dell'unità nazionale (498) - alla XIII Commissione (Agricoltura);

Duilio La Tegola, da Palmanova (Udine), chiede interventi urgenti per consentire la ripartenza in sicurezza del settore delle discipline bionaturali e del massaggio bionaturale (499) - alla X Commissione (Attività produttive);

Pasquale Ierardi, da Roma, e altri cittadini chiedono l'estensione ai dipendenti pubblici del beneficio di cui all'articolo 1, comma 8, del decreto legislativo n. 503 del 1992 in materia di accesso al trattamento pensionistico anticipato per i lavoratori con invalidità superiore all'80% in presenza di determinati requisiti (500) - alla XI Commissione (Lavoro);

Alessandro Pilato, da Caltanissetta, chiede interventi urgenti in materia economica per affrontare l'emergenza legata alla pandemia da COVID 19 (501) - alla V Commissione (Bilancio);

Sergio Cornacchione, da Milano, chiede che il governo italiano dia avvio alle procedure per il recesso dell'Italia dall'Unione europea (502) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea);

Gianluca Pontalto, da Torino, chiede una campagna di prevenzione al virus COVID-19 che preveda il monitoraggio volontario di tutti i cittadini italiani attraverso tamponi faringei e test sierologici da effettuarsi a cadenza settimanale e gratuitamente (503) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Nicola Russo, da Taranto, chiede l'adozione delle opportune procedure parlamentari autorizzative e di indirizzo in merito all'adesione dell'Italia agli strumenti di prestito finanziario a livello europeo (504) - alla V Commissione (Bilancio);

Enrico Migliardi, da Roma, chiede misure eccezionali per favorire l'acquisto di dispositivi informatici da parte delle scuole di ogni ordine e grado e delle università italiane (505) - alla VII Commissione (Cultura);

Francesco Maria Meduri, da Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), e altri cittadini chiedono interventi urgenti a sostegno del settore del commercio ambulante di cibo da strada (506) - alla X Commissione (Attività produttive);

Dario D'Ascoli, da Napoli, e altri cittadini chiedono di velocizzare le procedure relative alla erogazione del bonus da 600 euro per gli imprenditori con partita IVA previsto dal decreto n. 18 del 2020, cosiddetto “Cura Italia” (507) - alla V Commissione (Bilancio);

Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede:

la possibilità di sottoscrivere proposte di legge di iniziativa popolare e petizioni anche online (508) - alla Giunta per il regolamento;

un documento unico per la carta d'identità, la patente di guida, il passaporto e la tessera sanitaria (509) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

che anche in Italia sia possibile l'adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso (510) - alla II Commissione (Giustizia);

l'introduzione delle uniformi nelle scuole italiane e l'abolizione dell'ora di religione (511) - alla VII Commissione (Cultura);

Silvano Delonghi, da Treviso, chiede modifiche al codice della strada per consentire la guida di autotreni con massa complessiva fino a 44 tonnellate anche dopo il raggiungimento dei 68 anni di età previo accertamento di idonee condizioni psicofisiche (512) - alla IX Commissione (Trasporti);

Ettore Salvatori, da Roma, chiede il conferimento della medaglia d'oro al valore civile a tutte le persone decedute a causa del virus COVID-19 prestando servizio pubblico per la comunità e riconoscimento di una pensione mensile ai familiari delle vittime   (513) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Augusto Cusinato, da Castelfranco Veneto (Treviso), e numerosi altri cittadini chiedono la regolarizzazione degli stranieri privi di permesso di soggiorno presenti in Italia (514) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Paolo Maddalena, da Roma, e numerosi altri cittadini chiedono interventi urgenti in materia di politica economica nazionale basati sull'emissione di "moneta di Stato", con corso legale nel territorio italiano (515) - alla VI Commissione (Finanze);

Valentina Troiani, da Roma, chiede disposizioni per l'individuazione di zone "ad alta densità turistica" e misure a tutela delle piccole e medie imprese ivi operanti (516) - alla X Commissione (Attività produttive);

Giuseppina Rita Allievi, da Meda (Milano), chiede l'esenzione dal pagamento dell'IMU per quelle attività economiche che hanno dovuto sospendere l'attività in seguito alle misure di contenimento dell'epidemia da COVID 19 (517) - alla VI Commissione (Finanze).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,27).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine del lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, con questo intervento sull'ordine dei lavori desidero portare all'attenzione dell'Aula e della Presidenza un fatto grave che si è verificato e che purtroppo sta conoscendo una recrudescenza nel corso di queste ore, e che ha interessato e sta interessando un membro di questa Camera. Mi riferisco alle minacce antisemite di origine nazista e volgarmente anonime nei confronti del collega, compagno ed amico Emanuele Fiano (Applausi).

Per il rispetto di quest'Aula io, Presidente, non riporto qui le frasi vergognose che abbiamo avuto modo di leggere. Credo di dover rappresentare, a nome di tutti i democratici, la solidarietà, l'amicizia nei confronti del collega, ma anche, signor Presidente, il nostro ringraziamento nei confronti della Presidenza, del Presidente Fico e nei confronti di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che in maniera pubblica hanno voluto stigmatizzare la gravità di questo fatto e hanno voluto offrire solidarietà al Partito Democratico e al collega Fiano: mi riferisco, fra i tanti, in particolare, agli interventi del presidente Tajani e della presidente Giorgia Meloni.

Noi vogliamo, in questo momento, dire tre cose molto semplici e due fatti concreti, signor Presidente. Chi minaccia un deputato, minaccia la libertà dei cittadini (Applausi).

Chi attacca un nostro compagno di gruppo sappia che attacca indistintamente ciascuno di noi democratici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma soprattutto chi pensa in questo modo di spaventarci si rassegni perché otterrà esattamente l'effetto opposto. Guardi, spero che gli autori di questi gesti efferati abbiano modo nei prossimi giorni di entrare in una libreria perché ci sarà la storia della famiglia Fiano e credo che, se avranno modo di leggere quella storia, avranno anche modo di pentirsi della leggerezza con la quale hanno condotto queste azioni. Però la politica non è solo sottolineatura, non è solo denuncia, non è solo retorica e per questo noi annunciamo, anche in coincidenza con i fatti che sono avvenuti sabato scorso in questa città, due iniziative che chiediamo vengano portate ad una condivisione di tutte le forze politiche. Noi presenteremo una interrogazione per chiedere per quale motivo sia stato possibile che la Capitale d'Italia sabato sia stata messa a ferro e fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) da una minoranza facinorosa che ha messo a repentaglio la sicurezza di tutti e che ha vergognosamente attaccato gli operatori della stampa, della comunicazione e i giornalisti e, anche come conseguenza di questo proprio per le motivazioni a cui fatto riferimento in precedenza, il Partito Democratico ripresenterà la proposta di legge contro l'apologia e la propaganda nazifascista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e chiederà alle altre forze politiche di poterla condividere perché qui non è in discussione la libertà di qualcuno, qui è in discussione il diritto di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Borghi. Anche questa Presidenza si associa nell'espressione dei sentimenti di solidarietà verso il collega Emanuele Fiano. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 13,45.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 13,50.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (A.C. 2471-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2471-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

Ricordo che, nella seduta del 28 maggio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, gli articoli aggiuntivi 1.04 e 1.05 Sisto, non segnalati per la votazione, già dichiarati inammissibili in sede referente.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'articolo aggiuntivo 1-bis.0300 Paolo Russo, che interviene, con modifiche a regime della legge n. 56 del 2014, sui requisiti per l'eleggibilità a presidente di provincia, sui casi di decadenza di quest'ultimo e sulla durata in carica dei consigli provinciali.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, i gruppi Forza Italia, Fratelli d'Italia e la componente politica Centro Democratico-Radicali Italiani-Più Europa del gruppo Misto sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.700, che è in distribuzione.

Avverto, infine, che fuori dalla seduta, gli emendamenti 1-bis.303 e 2.300 Iezzi sono stati ritirati dal presentatore.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha alzato la mano il deputato Formentini? Intende parlare su cosa? Prego, diamo voce al deputato Formentini.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per esprimere solidarietà al collega, deputato Fiano, per l'attacco disgustoso antisemita subito (Applausi).

Con l'onorevole Fiano lavoriamo tutti i giorni nel protocollo di collaborazione Knesset e Camera dei deputati che ha, tra i propri obiettivi, anche quello sicuramente di combattere queste forme d'odio. Ricordiamo che la Lega, sin da gennaio, si è battuta perché fosse recepita - come poi ha fatto il Governo italiano - la definizione dell'IHRA di antisemitismo, che include, tra le forme di antisemitismo, quelle classiche, ma anche quelle nuove, che si sostanziano nell'odio contro Israele. Come ha detto Matteo Salvini, chiunque neghi il diritto a esistere di Israele è un nostro avversario (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Sempre sull'ordine dei lavori, per esprimere quello che è un atto dovuto, ma dovuto dalla civiltà, da chi vuole godere della cittadinanza della civiltà nei confronti dell'onorevole Fiano e di chiunque, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, è oggetto di attacchi di insulti o di minacce, addirittura nel nome di una ideologia che è stata spazzata via dal tempo e che il tempo non può vedere rinascere in nessuna forma, neanche come rigurgito di quella violenza che è stata, prima ancora che fisica, violenza non solo verbale, ma, soprattutto, interiore. Su questo Forza Italia non ha alcun dubbio ed è compattamente a fianco di chiunque - ripeto, dentro e fuori quest'Aula - è oggetto di questi insulti, spesso veicolati anche da account social nei quali, purtroppo, politici di ogni parte li ricevono e li irradiano.

Quindi, nei confronti dell'antisemitismo, nei confronti di ogni forma disgustosa che respingiamo con forza, Forza Italia è convintamente dalla parte della civiltà. Questo è qualcosa che non appartiene a nessuna legge, a nessun habeas corpus: è qualcosa che attiene direttamente alla dignità di ogni uomo, che si può dire tale soltanto se si riconosce in quei principi democratici e di libero confronto che mettono al bando qualsiasi forma di denigrazione o, peggio, razziale e razzista nei confronti di qualsiasi soggetto della Repubblica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, anche il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia si associa alle espressioni di condanna per quanto è stato detto nei confronti dell'onorevole Fiano. Noi non abbiamo dubbi nel riconoscere non solo l'esistenza dello Stato di Israele, ma, soprattutto, come non si possa, neppure nella battaglia politica, cercare di voler riproporre modelli sconfitti dalla storia e, soprattutto, che offendono il genere umano, come l'hanno offeso in passato (Applausi). Sì che questa non è soltanto un'affermazione di principio, è una solidarietà vera, autentica e profonda (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). La ringrazio, Presidente. Vogliamo aggiungere anche, come abbiamo già fatto informalmente, la voce di Italia Viva allo sdegno e alla solidarietà nei confronti del collega Fiano per ciò di cui è stato oggetto, non è la prima volta. Credo sia importante che questo Parlamento, in maniera unitaria oggi, si unisca nella reazione sdegnosa a questa ennesima minaccia e, soprattutto, si unisca nell'impegno ad abbassare i toni, a riportare il confronto politico a livello civile e, soprattutto, a contrastare qualsiasi forma di violenza, di violenza verbale, di violenza tramite i social, anche perché quelle offese non offendono solo il collega Fiano, ma offendono la nostra storia, la nostra identità, i valori comuni che stanno alla base della nostra Repubblica. E come abbiamo detto in più occasioni, non c'è nulla che possa venir prima di questi valori, nemmeno qualsiasi differenza politica.

Quindi, vogliamo ribadire la nostra vicinanza al collega Fiano e vogliamo ribadire, soprattutto, anche in questa circostanza, il nostro impegno per contrastare ogni forma di antisemitismo, che, come purtroppo abbiamo registrato nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, è tutt'altro che sradicato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie Presidente, è un momento importante per dare la solidarietà al collega Fiano anche da parte del MoVimento 5 Stelle. Ho avuto la possibilità di farlo in privato qualche giorno fa e sono felice di farlo pubblicamente qui in quest'Aula, perché, come ha detto giustamente anche il collega Borghi prima, l'attacco che ha ricevuto il collega Fiano è un attacco alla democrazia, che noi rappresentiamo qui dentro a tutti gli italiani, quindi è importante che tutta l'Aula, così come ha fatto questa mattina, si stringa intorno all'onorevole Fiano, per dare un segnale distensivo a tutto il Paese, dicendo che questo clima d'odio noi lo possiamo superare tutti insieme, grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, abbiamo già avuto modo, nei giorni scorsi, di esprimere, a nome di tutto il gruppo, solidarietà al collega Fiano e un abbraccio fraterno, che si unisce alla condanna degli atti di antisemitismo rivolti contro la sua persona e la memoria dell'Olocausto e non posso che apprezzare che la condanna sia avvenuta in maniera chiara, netta, inequivocabile e corale da questo Parlamento e credo che però occorra responsabilmente fare un passo in avanti: è quello che bisogna, a nostro giudizio, isolare e consegnare alla giustizia i mandanti e gli esecutori di questi gesti, che si ripetono con inquietante e intollerabile periodicità. Non possiamo chiudere gli occhi rispetto a una crescita, a una diffusione, anche con l'ausilio dei social media, di questi fenomeni e la risposta dello Stato deve essere una risposta in linea con la Costituzione. Dobbiamo il prima possibile applicare la legge e mettere fuori legge le associazioni, i movimenti e i soggetti che si richiamano all'ideologia neonazista (Applausi). Questo è il passaggio che credo vada fatto, vada fatto presto. Non bisogna sottovalutare assolutamente la situazione in questo brodo di cultura, che cerca di sfruttare una rabbia, una rabbia sociale, una rabbia che deriva da una difficoltà oggettiva di una parte significativa del Paese, di sfruttarla per cercare di iniettare e di inquinare la vita politica e il dibattito pubblico con le ideologie antisemite e neonaziste. Credo che da qui, con questo spirito corale, debba presto uscire una legge che vada in questa direzione e comunque un invito al Governo e al Ministero degli Interni, in particolare, perché vi sia massima sorveglianza e soprattutto alla magistratura, perché compie gli atti, che sono già possibili con le leggi vigenti, per isolare e consegnare alla giustizia questi soggetti (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Fornaro. I deputati Marco Di Maio e Bendinelli rinunziano ad intervenire sul complesso degli emendamenti. Il deputato Francesco Forciniti ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti. Sta raggiungendo la postazione, volentieri lo attendiamo. A lei la parola, deputato Forciniti, ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Sono essenzialmente due i nodi che ci troviamo a dover sciogliere in sede di conversione di questo decreto. Il primo riguarda ovviamente l'ampiezza della finestra temporale nella quale collocare poi le elezioni, che a suo tempo sono state rimandate; e il secondo nodo da sciogliere, fondamentalmente, riguarda invece l'opportunità o la non opportunità, a seconda ovviamente dei vari punti di vista, di accorpare tutti i tipi di consultazione che dovranno tenersi in questo scorcio finale di 2020, in un'unica diciamo soluzione, quindi in un'unica data: individuare quindi, sia per le elezioni regionali sia per quelle amministrative, sia anche per il voto sul referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, un'unica data.

Prima ovviamente di entrare nel merito, io vorrei rivendicare una scelta coraggiosa che è stata fatta da parte del Governo, che è quella chiaramente di seguire il solco dell'articolo 32 della Costituzione, quindi di riconoscere come bene primario la tutela del diritto alla salute dei cittadini.

Oggi, ci sembra scontato pensare che le elezioni che avrebbero dovuto tenersi a maggio siano state rinviate, eppure si è trattato di una scelta che costituisce un tassello di una strategia più ampia, che ha seguito, che si è informata appunto ai principi della prudenza, della gradualità anche; una scelta che comunque - oggi possiamo dirlo - ha pagato, perché è una scelta che ci ha permesso - ovviamente non solo il rinvio delle elezioni, ma proprio tutto, anche la serie di misure restrittive, con il lockdown, che sono state comunque prescritte - ci ha permesso oggi di far schiantare la curva dei contagi, di portarla quasi a zero e speriamo che il trend prosegua in questa direzione.

Una scelta, ripeto, che è stata fatta anche in un momento difficile, pur sapendo che sarebbe stata una scelta probabilmente fraintesa o strumentalizzata da qualcuno, perché poi ci sono stati anche cittadini e anche varie figure autorevoli che hanno parlato di sospensione della democrazia e anche di deriva autoritaria. Tutto questo anche in un momento in cui altre realtà europee e internazionali vaneggiavano di immunità di gregge e quindi ostentavano normalità, sottovalutavano il rischio.

Quindi, a maggior ragione, secondo me oggi bisogna apprezzare la scelta fatta dal Governo, sostenuta dalla maggioranza parlamentare e direi anche da tutto l'arco parlamentare, perché il primo decreto fu convertito in legge con un voto quasi unanime. E bisogna apprezzare appunto questa scelta, perché ci ha permesso comunque di arrivare a un risultato, che oggi possiamo sicuramente riconoscere come un risultato positivo.

Ebbene, quindi, oggi secondo me c'è da proseguire sul solco di questa strategia, che ci parla appunto di prudenza, di gradualità e di responsabilità nell'assumere determinate decisioni.

Questo ci deve quindi ispirare anche nello scegliere, nell'individuare la finestra temporale nella quale collocare le elezioni, che a suo tempo abbiamo ovviamente rinviato.

Il compromesso individuato dal Governo prima e confermato sostanzialmente dai lavori di Commissione è un compromesso che io trovo equilibrato, che contempera quelle che sono due esigenze entrambe legittime, ma che in questo caso sono andate un po' a contrapporsi: da una parte, c'era l'esigenza di non dilatare eccessivamente i tempi della democrazia, quindi di non andare troppo alla lunga con il voto e, dall'altra, però l'esigenza, che secondo me è anche più importante, di non votare troppo presto e quindi di non esporci nuovamente a dei rischi derivanti da un voto che si sarebbe tenuto probabilmente in condizioni di non certa sicurezza sanitaria.

E dunque, aver individuato questa finestra, che va a partire dal 15 settembre, dal 20 settembre, che potrebbe essere quindi la data anche ventilata per un ipotetico election day, secondo me è una scelta responsabile, ripeto, che viene anche incontro e bilancia richieste anche in questo caso di senso contrapposto, che sono giunte, da una parte, dai governatori uscenti, i quali avrebbero addirittura voluto votare a luglio, e dall'altra di alcune forze parlamentari, che spingevano, anche in questo caso in maniera più che legittima, affinché il voto venisse slittato il più in avanti possibile.

Secondo me abbiamo tutti vinto, nel momento in cui abbiamo rinunciato a fare di questo voto o di questo tema comunque un tema politico, perché non è un tema politico e perché comunque votare il 20, piuttosto che il 27, piuttosto che la prima settimana di ottobre, concretamente e realisticamente non potrà alterare e incidere sull'esito della tornata e delle varie tornate elettorali che si terranno.

Questo atteggiamento, secondo me, deve spingerci anche nell'affrontare - e vado a concludere - la questione dell'election day, perché io ho ascoltato con molto rispetto e con molta attenzione le argomentazioni, fondate da un certo punto di vista, di chi teme e ha temuto che concentrare nello stesso giorno dei voti a connotazioni chiaramente politica, come sono quelli per esempio per le regionali e come è quello amministrativo nei comuni, con un referendum costituzionale, avrebbe potuto magari rischiare di confondere eccessivamente l'elettore o addirittura di non garantire né, da una parte, una buona qualità della campagna elettorale, né, dall'altra parte, una buona qualità della campagna referendaria.

Sono argomentazioni, ripeto, che hanno fondamento e a cui io avrei riconosciuto anche maggiore rispetto, se fossimo stati in condizioni normali; però, trattandosi di un momento particolare, ancora emergenziale, e dovendoci ancora, secondo me, rifare a quei criteri di prudenza e di gradualità con cui stiamo gradualmente rimettendo in piedi questo Paese, secondo me, in un'ipotetica bilancia dei pro e dei contro, noi dovremmo prendere in considerazione il fatto di concentrare tutto in un'unica data, perché da una parte massimizziamo gli sforzi organizzativi, concentrando tutto in un election day, dall'altra minimizziamo il rischio sanitario, perché facciamo tutto in un'unica data e quindi evitiamo di dover richiamare i cittadini a votare magari per tre volte in tre settimane, se contiamo anche i ballottaggi; dall'altro lato, risparmiamo anche qualche soldino, che per me è un argomento secondario quando si parla di Costituzione, però in questo caso, in un momento di difficoltà per il nostro Paese, ha comunque, anche questo argomento, una sua dignità.

Si tratta, quindi, ripeto, di argomentazioni, secondo me, che andavano affrontate, una discussione che si è fatta e che, secondo me, ha raggiunto anche in questo caso la soluzione migliore.

Anche a chi sostiene che i cittadini possano confondersi o possano, comunque, non capire in maniera approfondita il quesito del referendum costituzionale e, quindi, votare in maniera non consapevole, si può anche rispondere che non si tratta di un quesito molto articolato o tecnicamente particolarmente complesso, perché si tratta solo di un intervento chirurgico mirato e puntuale, che quindi non va a stravolgere l'assetto fondamentale della Carta costituzionale.

E poi vi è un'altra cosa che io, in conclusione, volevo sottolineare a chi, comunque, mantiene ancora delle riserve sull'election day. Volevo ricordare, in primis a me stesso e a tutti voi, che è vero che mai si è tenuto un election day in questo Paese di una portata così ampia, però, se ci pensiamo bene, è anche vero che la nostra Repubblica in fondo nasce da un election day: il 2 giugno 1946, che noi abbiamo celebrato meno di una settimana fa, una data in cui in contemporanea i cittadini votarono e scelsero la forma di Stato, quindi scegliendo fra monarchia e repubblica, e dall'altra elessero con metodo - apro e chiudo parentesi - in maniera interamente proporzionale i membri dell'Assemblea Costituente. Quindi, da quella sorta di election day ante-litteram uscì fuori la Repubblica italiana, uscirono fuori i vari Mortati, di cui mi onoro di essere concittadino, Iotti, Togliatti, De Gasperi, Moro, e potrei andare avanti così all'infinito, e uscì, in un certo senso, in maniera indiretta anche la Costituzione repubblicana, che tutto il mondo, se vogliamo, in un certo senso ci invidia.

Ecco, io penso che sia un precedente incoraggiante e che, quindi, ripeto, la soluzione di compromesso che si è raggiunta sia una soluzione che fa onore a questo Parlamento, che ha discusso, ha ragionato e alla fine ha individuato una soluzione ottimale per garantire, da una parte, il diritto di voto dei cittadini e, dall'altra, il diritto di voto in sicurezza, senza dimenticare gli enormi sacrifici fatti fino a questo momento, che non vanno comunque dilapidati, prendendo rischi che non siano più di quelli strettamente necessari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun'altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.300 Formentini c'è un invito al ritiro, oppure parere contrario; dopodiché, c'è l'emendamento 1.700 della Commissione, in distribuzione, su cui c'è parere favorevole; poi c'è una proposta di accantonamento dall'emendamento 1.1 Sisto, a pagina 2 del fascicolo, all'emendamento 1.349 Baldelli, a pagina 25 del fascicolo; quindi, si prosegue con gli emendamenti: 1.11 Silli, su cui c'è parere contrario; 1.650 Sisto, su cui c'è parere favorevole; 1.651 Sisto, su cui c'è un invito al ritiro in virtù dell'assorbimento dell'emendamento 1.650 Sisto; 1.13 Sisto, su cui c'è parere contrario; e poi si proporrebbe di ritornare all'esame a partire dall'emendamento 1.1 Sisto.

In ogni caso, riassuntivamente, i pareri sono tutti contrari, eccezion fatta per l'emendamento 1.650 Sisto e per l'1.700 della Commissione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, per gli articoli successivi, sono tutti contrari, cioè dall'emendamento 1.20 Silli in poi, a pagina 27?

ANNA BILOTTI, Relatrice. Sì, tutti contrari.

PRESIDENTE. Il Governo?

ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, il Governo esprime un parere conforme su tutta la manovra emendativa testé annunciata dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'emendamento 1.300 Formentini… deputato Prisco ha chiesto di intervenire?

EMANUELE PRISCO (FDI). No, non sull'emendamento ma sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Io non comprendo quale sia la ratio, la relatrice non è stata in grado di esprimerla, rispetto alla necessità, in un provvedimento che va per fasi consecutive nella sua elaborazione, sono tre articoli, di dover accantonare una serie di emendamenti, se non quella di estromettere dalla discussione gli emendamenti di certi gruppi politici che li hanno presentati, perché non vi è altra motivazione di tipo logico, né di approfondimento possibile su questo genere di emendamenti, che consentano o giustifichino l'accantonamento degli stessi e, quindi, la posticipazione della discussione degli stessi. Io chiedo che si possano discutere con l'ordine cronologico di presentazione, come è giusto che sia, visto che non vi sono motivazioni alcune - o almeno non ce le hanno spiegate, né in Comitato dei nove, né nell'intervento sui pareri - che obblighino a rivedere i pareri o ad esprimere i pareri su questi emendamenti, che sono stati strumentalmente accantonati.

PRESIDENTE. Appena arriveremo agli emendamenti da accantonare, deputato Prisco, valuteremo la proposta della relatrice e, se lei permarrà in questa sua convinzione, eventualmente procederemo anche alla votazione sulla proposta di accantonamento.

Intanto torniamo all'emendamento 1.300 Formentini.

Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Il nostro emendamento, come Lega, è volto a far sì che quella che è stata indubbiamente una conquista di civiltà, quale il voto degli italiani all'estero, non sia più inficiato o infangato da abusi e truffe, purtroppo documentati, ma riacquisti quella dignità che aveva in origine, consentendo ai cittadini residenti permanentemente all'estero, iscritti all'AIRE, e a chi risiede all'estero per almeno tre mesi, di votare tramite voto elettronico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Bilotti. Ne ha facoltà.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Volevo soltanto specificare che, non a caso, inizialmente ho invitato i colleghi firmatari ad un invito al ritiro e in subordine soltanto c'era un parere contrario, perché in realtà non si contesta il merito, ma si tratta di un emendamento che è tecnicamente inapplicabile nell'immediato, solo per questo. Quindi, eventualmente, se potesse essere considerata l'ipotesi di una presentazione di un ordine del giorno, altrimenti sussiste il parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Rubo solo pochi secondi, perché l'emendamento è già stato presentato dal mio collega. Io non capisco, però, la necessità dell'invito al ritiro, nel senso che siamo oramai a poche ore dall'approvazione di un provvedimento che, comunque, matura i suoi effetti da subito e che prevede un voto tra pochi mesi; cioè, non riesco a capire cosa voglia dire invito al ritiro: o si è favorevoli, o si è contrari, oggettivamente l'invito al ritiro non ha molto senso. Tra l'altro, questo emendamento andava proprio nella direzione di un rinnovamento anche tecnologico del sistema di voto, e mi sembra strano che da una relatrice del MoVimento 5 Stelle invece si voglia ancora usare il solito sistema che ha creato parecchi problemi nelle situazioni passate. Rimaniamo basiti proprio dalla metodologia. Ripeto, uno può essere favorevole oppure essere contrario, ma l'invito al ritiro non ha alcun senso. È un provvedimento che tra breve maturerà già i suoi effetti. Che senso ha invitare al ritiro? Per fare che cosa? Tra l'altro credo che, quando uno dice invito ritiro, dovrebbe anche chiarirci la motivazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, il gruppo di Forza Italia, pur prendendo atto dell'esigenza nobile che sorregge questo emendamento, avendo sempre avuto geneticamente poca fiducia, allo stato, negli strumenti di voto elettronico e non apparendo, allo stato, ripeto, questa modalità di voto rassicurante in ordine alla certezza della corrispondenza fra chi vota, l'espressione, il controllo e le verifiche, si asterrà su questo punto. Ripeto, non è un'astensione che non dà atto della legittima esigenza che muove questo emendamento, ma gli strumenti ad oggi non ci sembrano idonei a dare quella certezza unica che deve accompagnare l'espressione del voto con la raccolta certificata del consenso. Soltanto per questo e non perché non siamo, ripeto, vicini alla giusta esigenza che muove questo emendamento, noi storicamente e culturalmente ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che, quando si va a votare, debbano essere garantite alcune peculiarità, cioè che il voto deve essere segreto, che deve essere libero e che deve essere certo nella sua espressione. Ovviamente il voto elettronico lascia alcuni dubbi da questo punto di vista, perché non si vota in presenza di testimoni, ovviamente non abbiamo la certezza che il voto sia libero, non abbiamo la certezza che il voto sia corretto. Quindi normalmente noi condivideremmo le perplessità di Forza Italia sul voto elettronico da questo punto di vista, ma purtroppo sappiamo come funziona il voto all'estero per corrispondenza: è ancora meno sicuro del voto elettronico, perché con il voto per corrispondenza non c'è la possibilità di verificare che chi vota stia votando senza un controllo, perché non viene visto il momento del voto, non c'è certezza che chi vota voti in piena libertà, non c'è certezza della sicurezza della segretezza del voto e, ahimè, purtroppo non c'è certezza nemmeno, come abbiamo visto troppe volte, che le persone abbiano votato davvero quando si parla di voto all'estero.

Quindi si arriva al paradosso che sul voto all'estero ci siamo trovati in molti casi anche a votanti non esistenti, a voti inseriti in condizioni particolarmente dubbie e delicate. Diciamo che quello che ci porta ad avere dei dubbi sulla correttezza del voto elettronico viene superato dalle certezze della poca correttezza che abbiamo nel voto attuale per gli italiani all'estero. Quindi, pur volendo e condividendo la necessità di difendere questa particolarità degli italiani, del voto all'estero, della scelta fatta a suo tempo con grosso impegno da Tremaglia, che fece una grande battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per dare la possibilità agli italiani all'estero di votare ed esprimere il voto, noi, pur avendo questa consapevolezza, siamo convinti che sia necessario, con i tempi che sono migliorati, provare a migliorare il voto. Non sappiamo se lo strumento del voto elettronico sia la strada migliore in assoluto, ma sicuramente può essere migliore della fase attuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, ne approfitto, anche perché la Giunta delle elezioni ha potuto sicuramente verificare che, se una certezza abbiamo, è che sul voto degli italiani all'estero ci sono tanti problemi; e quindi, come Giunta, sicuramente daremo delle indicazioni, ovviamente, poi alla Commissione affari costituzionali, che eventualmente dovrà decidere.

Però vorrei suggerire, se fosse possibile, all'onorevole Formentini: credo che la ragione che la relatrice ha addotto per la quale chiedeva il rinvio motivava dal fatto che siamo tutti consapevoli che sul voto degli italiani all'estero bisogna metterci mano perché ci sono tanti problemi, e questo lo posso garantire anche in relazione alle cose che ho ascoltato, perché lo abbiamo verificato nella Giunta e, come dicevo, faremo anche qualche proposta oggettivamente, ma i tempi obiettivamente per mettere in moto un meccanismo che dovrebbe garantire più certezza di quanta non ne abbiamo adesso obiettivamente sono dei tempi che non consentirebbero in questo momento con un emendamento messo nella legge, anche perché - non so se lei lo sa, onorevole Formentini - qualora venisse bocciato questo emendamento, non si può neanche presentare un ordine del giorno, che pure è un atto di indirizzo al Governo. Allora suggerirei - ma, ovviamente, valutatelo questo -, siccome l'argomento c'è e siccome è un argomento che indubbiamente dovremo affrontare, forse effettivamente ritirare l'emendamento, che non sarebbe applicabile nell'immediato, ma trasformarlo in un ordine del giorno di indirizzo al Governo e, vorrei dire, in modo lato anche al Parlamento, perché effettivamente si metta mano, trovando la soluzione migliore che dia più certezza rispetto al voto degli italiani all'estero, raggiungerebbe un obiettivo che è utile per tutti. Diversamente, la bocciatura dell'emendamento lascerebbe appeso un problema che invece esiste, è vero, è reale, e che dobbiamo affrontare, però, nel modo migliore e non possiamo affrontare rispetto a un'elezione che è tra due mesi, praticamente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Grazie, Presidente. Due parole soltanto per ribadire l'impegno da parte del MoVimento 5 Stelle su questo tema. Abbiamo approvato durante la scorsa legge di bilancio una misura che stanziava un milione di euro per il 2020 per la sperimentazione sul voto elettronico; quindi questo Governo si è già impegnato a lavorare in materia. Purtroppo lo stop forzato che si è avuto per la pandemia, che ci ha costretti a rinviare tutta una serie di approfondimenti che stavamo facendo in materia, non ci permette in questo momento di essere in grado tra pochi mesi di assicurare proprio tutte quelle prerogative di cui si stava parlando, che sono materia costituzionale.

Quindi non è permessa alcun tipo di approssimazione in questa materia, però volevo ribadire il concetto che da parte del Parlamento e, a questo punto, mi sembra che ci sia una volontà che va anche oltre la sola maggioranza, perché l'emendamento è presentato da un gruppo di opposizione, c'è la volontà di approfondire questa materia seriamente. Questa deve essere anche un'occasione per ribadire questo impegno anche da parte del Governo e nei prossimi mesi avviare quel tavolo che deve esserci tra il Ministero della digitalizzazione e il Ministero dell'Interno per portare a dei risultati concreti sulla sperimentazione che si deve tenere entro il 2020, per arrivare, magari, poi alle prossime politiche con qualcosa di veramente concreto e spendibile per quella tornata elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, quando Mirko Tremaglia si batté per tanti anni per ottenere il voto degli italiani all'estero, di una cosa non si sarebbe mai dato pace: di vedere un voto che non fosse personale, segreto, non manipolabile. Noi purtroppo abbiamo assistito nel corso dell'applicazione di quella norma costituzionale ad alcune vicende, che hanno interessato anche le Giunte delle elezioni di Camera e Senato, che dire poco commendevoli è essere generosi. E allora non si può non pensare di introdurre comunque una norma che disciplini correttamente l'esercizio del voto anche per gli italiani all'estero, perché sono voti che, come abbiamo visto in seguito, possono determinare anche l'elezione e la fiducia a questo o a quel Governo. Tragiche esperienze al riguardo sono puramente testimoniate dagli atti del Parlamento, alla Camera come al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per alcune considerazioni che sono state svolte proprio su questo emendamento, che introduce un tema importante di garanzie, soprattutto in un momento particolare, per cui, per la nostra nazione, è anche complesso capire quello che accade nel resto del mondo e tenere monitorate le garanzie a supporto dei diritti anche degli italiani all'estero che furono una grande conquista politica costituzionale che la destra italiana rivendica con orgoglio, ma con altrettanto orgoglio, lo hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto, bisogna garantire che questo voto avvenga nelle migliori condizioni possibili e che sia un voto - tra virgolette – “garantito”.

Per queste ragioni, credo che il tema proposto dal collega Formentini meriti se non altro un approfondimento rispetto alla possibilità di introdurlo in questa stessa disciplina.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Suggerirei, magari, di poterlo trattare nuovamente in seguito, accantonandolo; suggerisco alla relatrice di accantonare questo emendamento per poi ridiscuterlo successivamente, perché penso che meriti un ragionamento serio, se ovviamente il collega Formentini è d'accordo.

PRESIDENTE. La proposta è chiara. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. Nel frattempo, invito tutti i colleghi a tenere la mascherina sul volto, che comprenda sia il naso che la bocca. Prego, a lei la parola, deputato Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, la proposta che perviene dai colleghi della Lega è una proposta di cui comprendiamo la ratio, ma di cui, evidentemente, non possiamo condividere la finalità, perché anche chi ha preceduto chi ora interviene ha rammentato come l'onorevole Tremaglia, che fu proprio Ministro degli italiani all'estero e che fu il primo propulsore per l'approvazione di questa legge, tutto avrebbe voluto tolto che vi fosse un coniugio tra modalità di voto, su cui purtroppo gravano anche diverse ombre, rispetto a quello che poi abbiamo visto essere l'espletamento del diritto di voto laddove le modalità di voto elettronico si sono svolte, e quella segretezza del voto stesso che, d'altronde, è uno dei precetti costituzionalmente garantiti che deve necessariamente informare il voto medesimo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). In questo contesto, con ciò non volendo in alcuna maniera contaminare la posizione che Fratelli d'Italia e la destra nazionale storicamente hanno nei confronti di questo istituto, non possiamo che, evidentemente, ribadire quanto già affermato dai colleghi che mi hanno preceduto in ordine al posizionamento su questo emendamento.

PRESIDENTE. Nel frattempo chiederei alla relatrice Bilotti il suo parere sulla richiesta di accantonamento, tanto per darci un'organizzazione.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Presidente, il parere sull'accantonamento è negativo, semplicemente perché qui c'è stato un parere contrario anche della Bilancio, quindi, non ha senso accantonarlo per discuterne oltre durante il dibattito odierno.

PRESIDENTE. Dobbiamo procedere, mettendo in votazione la richiesta di accantonamento del collega Prisco. Un intervento a favore e uno contro. Il deputato Mollicone chiede di intervenire; a favore, immagino? Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo a favore dell'accantonamento perché riteniamo che questo emendamento vada a garantire la trasparenza, ma anche l'innovazione nel sistema elettorale. Ricordo che ci sono diverse nazioni che applicano il voto elettronico e ricordo che questo emendamento prevede un doppio firewall, crittografia e cloud nazionali, a tutela del voto elettronico. Ricordo anche che gli italiani all'estero rappresentano l'8 per cento dell'elettorato, con ben 18 seggi parlamentari espressi ed esprimibili, per cui, la questione non è di poco conto e ricordo, ancora, la polemica che ci fu all'epoca del referendum, quando un allora Matteo Renzi, segretario del PD, mandò 4 milioni di lettere a tutti i residenti all'estero, andando ad alterare di fatto anche l'indicazione di voto.

Quindi, penso che questa sia un'occasione per tutto il Parlamento per modernizzare e garantire la trasparenza del voto e usare gli italiani all'estero come test nazionale per il voto elettronico.

PRESIDENTE. Nessuno parla contro, quindi, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.300 Formentini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge.

Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 1.300 Formentini.

Ha chiesto di parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Registro ancora una volta come il problema del funzionamento del voto all'estero non si voglia, nella sostanza, affrontare. Io sono uno di quei 18 che entrarono in Parlamento il 28 di aprile del 2006 e ho vissuto sulla mia pelle ben tre elezioni al limite del surreale. Ad ogni legislatura, si discuteva su come migliorare il voto, ma nessuna maggioranza, nei fatti, si è mai voluta impegnare: quattro elezioni politiche, due referendum costituzionali, due referendum ordinari e il voto all'estero non è mai stato toccato. A fine settembre andremo a votare, ancora una volta, per un altro referendum costituzionale e avremo il solito sistema di voto che non funziona. Prendiamo atto che la maggioranza, ancora una volta, non vuole affrontare il problema della modalità di svolgimento del voto all'estero che avrà un impatto diretto nel referendum costituzionale tra tre mesi.

Gli italiani all'estero, ancora una volta, ringraziano per non essere messi nelle condizioni di poter votare al meglio e avere un voto certo che avrà effetti importanti sull'assetto costituzionale italiano. Grazie per non affrontare il voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo sia molto opportuna questa riflessione sulle modalità del voto degli italiani all'estero, perché evidentemente, come ha già detto chi mi ha preceduto, in passato non sempre la trasparenza e l'efficacia di queste modalità sono state proprio il fiore all'occhiello di questo diritto, che è un diritto che noi abbiamo rivendicato, lo abbiamo rivendicato per tanti anni ed è stata una conquista importante, appunto, del compianto Mirko Tremaglia. È una conquista importante, perché è un voto, in tempo di “uno vale uno”, che, secondo me, invece, ha un peso superiore, il peso di chi ha sulle spalle anche la responsabilità di rappresentare la dignità nazionale in altri Paesi e ha la responsabilità di far vedere quanto gli italiani, anche fuori dai confini nazionali, possano dare lustro al nostro Paese. È una chiara modalità, insomma, di evidenziare come l'Italia sia un Paese, una nazione che sa rappresentarsi nel modo migliore anche, appunto, nei Paesi che ospitano gli italiani stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo uesto emendamento - che riteniamo ponga un problema importante e reale, con riferimento anche alla segretezza del voto -, non mette nelle condizioni di chiarire quali realmente sarebbero le ulteriori procedure per garantire la maggiore trasparenza possibile, anche perché non è sufficiente la parte che riguarda l'identificazione del PIN piuttosto che il portale al quale l'elettore si deve rivolgere.

Pertanto, riteniamo che ci voglia un maggiore approfondimento rispetto a quanto espresso all'interno dell'emendamento 1.300 Formentini e solleviamo, ovviamente, tutte le criticità del caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Sugli italiani all'estero si è già ricordato come Mirko Tremaglia fece una battaglia storica della destra per garantire il diritto di voto, ma qui oggi non parliamo del diritto di voto degli italiani all'estero quanto dell'introduzione, di fatto, del voto da casa, perché il testo è ben delineato. Infatti, si parla di voto all'interno delle sedi consolari soltanto laddove il cittadino è privo degli strumenti necessari, ovvero del computer e degli strumenti per registrarsi ed esprimere il diritto di voto. Questo, quindi, per esclusione apre alla possibilità di votare da ogni postazione possibile e immaginabile e creerebbe, peraltro, un precedente grave anche per chi, invece, non si trova all'estero ma si trova in territorio nazionale, perché mi dovete spiegare…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …nel momento in cui si apre questa possibilità per chi sta all'estero con quale criterio, in nome del principio di uguaglianza, non dovrebbe essere applicato in Italia. Ovviamente, questo non può essere ammissibile. Non può e non deve (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo già più volte illustrato in passato la delicatezza e l'importanza del voto degli italiani all'estero che, peraltro, anche quando non era prevista la procedura del voto elettronico, che viene meglio precisata con questo emendamento proposto, ha portato, anche in passato, diverse questioni interpretative e diversi dubbi anche sulle modalità con cui talvolta viene effettuata la campagna elettorale e la raccolta delle schede cartacee di chi vota all'estero. Quindi, a maggior ragione, visti i precedenti numerosi, la proposta di questo emendamento introduce un elemento di buonsenso, che va incontro alla valorizzazione del diritto di voto dell'italiano residente all'estero…

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). …o che si trovi all'estero, senza per questo togliere nulla alla segretezza del voto stesso.

Quindi, non comprendiamo - e concludo - perché chi vota online qualunque cosa tranne le cose fondamentali della nostra democrazia…

PRESIDENTE. Concluda!

CIRO MASCHIO (FDI). …si rifiuti di accogliere un emendamento del genere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà. Poi ascoltiamo il sottosegretario Variati, che ha chiesto di intervenire.

PIERO FASSINO (PD). Solo per dire che intanto il progetto di legge che introduce il voto degli italiani all'estero fu fatto da Tremaglia e da Fassino - e, quindi, non è soltanto una prerogativa della destra - e raccolse un consenso larghissimo in Parlamento nel momento in cui la legge fu approvata.

Naturalmente, l'esperienza risollecita a verificare il funzionamento del voto all'estero e ci sono molte ragioni per sottoporre a verifica le modalità con cui il voto all'estero viene espresso. Tuttavia, non credo…

PRESIDENTE. Deputato Fassino, la cortesia di usare la mascherina.

PIERO FASSINO (PD). Finisco subito, finisco subito.

PRESIDENTE. No, lei ha cinque minuti e, quindi, può parlare quanto vuole ancora. Insomma, almeno per quattro minuti e venti secondi. Quindi, il tempo ce l'ha, però deve coprirsi con la mascherina.

PIERO FASSINO (PD). Avevo equivocato. Grazie, Presidente.

Tuttavia, non è assolutamente confermato che ricorrere al voto elettronico metta al riparo da rischi o problemi che sono stati qui evocati, anzi vi sono molte esperienze di utilizzo del voto elettronico in altri Paesi che sono sottoposte a dura critica, perché anche il voto elettronico può essere manipolato, alterato o condizionato esattamente come altre forme di voto. Quindi, non c'è nessuna modalità che garantisca in principio da tentativi o rischi di alterazione della volontà dei cittadini.

Quindi, io credo che occorra confermare le modalità di voto che fin qui abbiamo utilizzato. Se ci sono, come probabilmente si sono verificati, dei problemi verifichiamo come li si può affrontare ed evitare che possano nuovamente manifestarsi, ma io non credo che sia il taumaturgico ricorso al voto elettronico che ci risolve problemi che, invece, vanno risolti ancora di più sollecitando una partecipazione attiva degli elettori e forme di controllo democratico del voto che, peraltro, il nostro sistema elettorale prevede attraverso gli scrutatori e i rappresentanti di lista e, per il voto all'estero, la responsabilità delle strutture consolari.

Per questo io credo che non possa essere accolto l'emendamento che viene proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Variati. Ne ha facoltà.

ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, voglio portare all'Aula un contributo del Governo e un chiarimento. Innanzitutto, il voto all'estero, così come concepito da questo emendamento, è francamente inattuabile e spiego il perché.

Ricordo ai parlamentari che i residenti all'estero o i temporaneamente presenti all'estero non votano per i collegi uninominali istituiti nel territorio nazionale ma per la circoscrizione estero, nella quale non sono previsti collegi uninominali ed elezioni suppletive ma uno scrutinio, come loro sanno, proporzionale di lista. Quindi, pensando alle elezioni suppletive politiche che avremo nei prossimi mesi, questo emendamento genererebbe un'incertezza nell'individuazione dell'elettorato attivo che potrebbe essere assai pericolosa.

Però, assicuro che il Governo e, in particolare, il Ministero dell'Interno stanno facendo delle verifiche proprio sul funzionamento del voto all'estero. Vi è un fondo di un milione di euro che è stato inserito in legge di bilancio, come ricordava prima l'onorevole presidente Brescia, e, quindi, sicuramente presto, con tutte quelle verifiche tecniche, tecnologiche e metodologiche per garantire efficienza, segretezza eccetera, il Ministero potrà proporre un'idea progettuale proprio di voto elettronico; ma in questa fase, per le ragioni che ho detto, francamente sarebbe inattuabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Anch'io, come i miei colleghi precedentemente, penso, invece, che ci siano varie problematiche da rilevare per quanto riguarda le votazioni all'estero. Una di queste è proprio la trasparenza e non si parla in maniera astratta perché concretamente abbiamo un riscontro di elezioni avvenute con dei procedimenti incerti, dove fino all'ultimo non era possibile verificare l'equivalenza del voto e l'appartenenza del voto all'elettore.

Quindi, direi che l'emendamento è di buon senso e si innesta in una tematica di riflessione sulla democrazia e sul fatto che queste persone, una volta ottenuto il diritto a votare, devono, però, essere messe anche nelle condizioni di poter esprimere questo voto in maniera chiara e in maniera trasparente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Io non so se sia questa la sede nella quale affrontare il tema del voto degli italiani all'estero, meglio ancora delle modalità di voto degli italiani all'estero. Mi permetto, però, di approfittare di questo emendamento per portare all'attenzione dell'Assemblea due circostanze: la prima è che con l'accorpamento, che è stato introdotto da un emendamento del MoVimento 5 Stelle, della tornata amministrativa con il referendum, ci sarà anche il voto degli italiani all'estero, non su elezioni suppletive per il Parlamento, sottosegretario, ma per la consultazione referendaria sulla proposta di legge costituzionale della cosiddetta riduzione del numero dei parlamentari.

A tal proposito - e qui è la seconda riflessione - mi permetto di sottolineare a tutti i difensori della rappresentanza degli italiani all'estero in questo Parlamento, che anche quella sarà tagliata di un terzo: noi passeremo da 18 a 12 componenti del Parlamento italiani eletti nelle circoscrizioni estero, e segnatamente 8 alla Camera e 4 al Senato, rispetto ai 12 alla Camera che abbiamo oggi e ai 6 che abbiamo al Senato. Per cui forse una riflessione, più sul merito che sul metodo, sarebbe stata da fare magari prima.

Io continuo a ritenere, come qualcuno potrebbe averla definita in altri tempi, una “porcata” l'abbinamento tra referendum costituzionale, che serve a chiedere ai cittadini italiani che cosa pensino sulla riduzione del numero dei parlamentari, se siano a favore o se siano contro, con una tornata elettorale che serve ad eleggere consiglieri comunali, sindaci o magari consiglieri regionali e presidenti di regione. Questa cosa non c'entra niente, è una porcata ed è stata fatta su ricatto di un partito della maggioranza, che ha imposto a tutti gli altri, quelli che presentavano la pregiudiziale sulla riduzione del numero dei parlamentari, ha chiesto ed ha imposto questa porcata alla maggioranza, che l'ha votata in Commissione. Di questo dovreste vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, ho soltanto un minuto: mi prendo dieci secondi per ricordare all'onorevole Fassino che, insomma, cercare di raccontare una storia diversa rispetto a quella che è una battaglia storica di Mirko Tremaglia, condotta in solitaria, condotta davvero in una maniera anche stoica… Che poi alla fine sia riuscito a convincere lei e anche parte del suo partito, io credo che non abbia rilevanza, nel momento in cui si sottolinea lo spessore ed anche la straordinaria caparbietà dell'uomo.

Per quello che riguarda invece la considerazione che ha svolto il sottosegretario, io capisco la vostra allergia alle elezioni, che, voglio dire, stiamo verificando ogni giorno, ma pensare che si crei confusione tra chi ha il diritto di votare o meno con un emendamento, io veramente mi smarrisco e non la seguo. Io non credo che il popolo italiano, anche quello residente all'estero, si smarrisca se noi approviamo un emendamento che cerca di far luce e cerca di dare più trasparenza al voto. Questo non è quindi un tema; mi sarei aspettato, quando si è alzato in piedi, che avesse accolto la proposta di buonsenso di accantonare questo emendamento, perché accantonarlo e approfondire questo argomento io credo sia un esercizio di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, brevemente, per evitare giudizi tranchant su questo emendamento, conoscendo le problematiche che si sono avute per i voti all'estero, e sottolineando però che questa direzione non può essere aprioristicamente scartata. Ricordiamo che ci sono Paesi in Europa, come l'Estonia, che votano regolarmente, a qualsiasi consultazione con sistemi ibridi; la Svezia stessa aveva fatto un esperimento di questo tipo, poi l'ha abbandonato; regione Lombardia, nel 2017, tentò un esperimento di un parziale voto elettronico. E quindi le difficoltà che noi stiamo incontrando, per esempio con la previsione delle prossime elezioni regionali e comunali, sulle quali abbiamo posizioni ben diverse da quelle della maggioranza, peraltro ci dicono e ci starebbero ad indicare che la previsione di sistemi ibridi…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …per il futuro non è del tutto da scartare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, avendo votato la maggior parte mia vita dall'estero volevo un attimo rispondere al collega Trancassini, dando comunque atto del fatto che è stato Mirko Tremaglia sicuramente uno dei primi a combattere per il diritto di voto degli italiani all'estero, e dando atto anche che sicuramente il voto italiano all'estero è perfettibile, ma non esiste una soluzione semplice: anche in via cartacea è perfettibile, ci sono Paesi che votano da decenni in via cartacea, come la Svizzera, senza avere problemi.

Il problema di votare questo emendamento come è scritto adesso, in queste tempistiche, è che rischia veramente di aggravare il problema: abbiamo solo tre mesi. Io vi ricordo che la Repubblica francese, per dare il diritto di voto ai propri cittadini all'estero, implementò nel 2012 il voto elettronico e fu un fallimento, perché ci furono delle enormi infiltrazioni e degli enormi problemi di sicurezza, tant'è vero che la Francia dovette togliere il diritto di voto elettronico.

Volevo quindi veramente reiterare questo punto. Questa maggioranza non è indifferente a questo tema, è un tema importante; ma così, in questo modo, con questo testo, si rischia veramente di peggiorare il problema invece di risolverlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 Formentini, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.700 della Commissione.

Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, chiedo scusa, una curiosità: non è questo l'emendamento su cui ci sono i subemendamenti fino alle 14,20?

PRESIDENTE. Ma sono le 15…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sono arrivati i subemendamenti?

PRESIDENTE. L'ho chiamato perché è ampiamente scaduto il termine.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Non ci sono subemendamenti? E allora…

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Ora la relatrice Bilotti ci ha gentilmente segnalato che tutti gli emendamenti, dall'1.1 Sisto a pagina 2 all'1.349 Baldelli a pagina 25, sarebbero a suo giudizio accantonati.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Come ho già preventivamente anticipato, mi pare obiettivamente strumentale che si proceda senza motivazione, come vi sarebbe stata in attesa dei subemendamenti per esempio in quello che abbiamo appena votato; e a dimostrazione dell'approccio che Fratelli d'Italia ha, non ultimo sull'emendamento precedente sul quale abbiamo votato favorevolmente, continuiamo a porre un tema di metodo.

Questo decreto-legge ha l'obiettivo di scrivere le regole del gioco. Qui addirittura non solo si vogliono dare le carte sulle regole del gioco ma addirittura sulle regole che devono scrivere le regole del gioco e mi sembra francamente un po' troppo. Non vi è un motivo perché questo blocco di emendamenti sia accantonato e rinviato nella discussione se non di eliminare scientificamente dalla discussione gli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia. Noi chiediamo che si possano discutere in ordine o che ci vengano fornite motivazioni oggettive e non confutabili che motivino perché si debba spostare un intero blocco di provvedimento alla fine dell'esame del provvedimento oggi in aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice deputata Bilotti. Ne ha facoltà.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Grazie, Presidente. Provo a rispondere al collega Prisco partendo da lontano, ossia dall'iter del provvedimento in Commissione. Già in Commissione io stessa, dopo aver presentato l'emendamento che riguardava l'apertura della finestra con le amministrative, l'ho ritirato perché siamo tutti consapevoli della necessità che stiamo trattando in questo momento, come poc'anzi il collega Forciniti ha anticipato nel suo intervento nella discussione sul complesso degli emendamenti, un tema che ci riguarda tutti e sul quale è importantissimo, è fondamentale che si raggiunga la più ampia convergenza. La motivazione per cui credo di accantonare gli emendamenti che pure lei ha poc'anzi menzionato e di andare direttamente all'1.650 a prima firma del collega Sisto è che, in quest'ottica di collaborazione, si è deciso di accogliere la proposta del collega Prisco. Faccio solamente una piccolissima precisazione: né a me né al gruppo parlamentare a cui appartengo viene minimamente in testa - e non solo perché non rientra nelle mie prerogative - soltanto di pensare di limitare in qualche modo la possibilità e il sacrosanto diritto di tutti i colleghi di esprimersi. Quindi tale motivazione, ci tengo a precisarlo, è lontana anni luce da me e l'unica motivazione risiede in quella che ho poc'anzi espresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Rispetto alla proposta di accantonamento della relatrice rispetto a cui già il deputato Prisco si è espresso in senso contrario, c'è qualcuno che vuole prendere la parola per sostenerla? No. Quindi passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento della relatrice riferita agli emendamenti legati alla lettera b), quindi dall'emendamento 1.1 Sisto fino all'emendamento 1.349 Baldelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 91 voti di differenza.

Quindi a questo punto passiamo all'emendamento 1.11 Silli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Dunque su questo emendamento chiederei un'ulteriore riflessione al Governo e alla relatrice perché si tratta di un emendamento complesso. Venivano inseriti all'interno dell'emendamento più temi partendo dalla data, quindi da un anticipo della data per la tornate elettorali, riguardo alle quali naturalmente noi abbiamo sempre sostenuto che fosse più opportuno votare prima che non dopo per due ordini di ragioni. La prima dovuta al fatto che il diritto di voto è un diritto costituzionalmente garantito che riteniamo che possa essere sospeso solo per casi stra-eccezionali.

L'emergenza sanitaria lo è, però di questo non ci si deve approfittare anche in considerazione del fatto che il comitato tecnico-scientifico ha espresso un parere sull'inopportunità di andare a votare in autunno, quindi nel mese di ottobre, e ancora del fatto che a settembre riprenderanno le scuole e quindi naturalmente, già dopo questo lungo periodo di sospensione delle scuole, i ragazzi avrebbero diritto di rientrare in classe e di non essere più costretti a risospendere per un'ulteriore settimana la loro attività scolastica. Ma detto questo, l'emendamento in esame, oltre alla parte relativa all'anticipo del voto, chiedeva anche che si procedesse all'esenzione dall'obbligo di raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste per una serie di tipologie di soggetti a partire dai partiti che sono rappresentati nelle due Camere sino ad arrivare a partiti i cui rappresentanti erano già presenti all'interno dei consigli regionali. E su tale esenzione, mi sento di insistere anche con il Governo perché tutti sappiamo che, nonostante l'emergenza sanitaria in questo momento sia un po' attenuata, naturalmente però raccogliere le firme può significare in qualche modo una concentrazione di persone, un assembramento e può portare ovviamente a far sì che le persone si incontrino, si riuniscano. Non riusciamo a comprendere, quindi, quale sia la ratio del parere negativo almeno su questa parte dell'emendamento che esonera, come dicevo prima, una serie di tipologie di soggetti. Per cui mi permetto di insistere affinché venga rivalutata la possibilità perché, se lavoriamo tutti nella stessa direzione, lavoriamo anche per limitare il più possibile le possibilità di contagio.

PRESIDENTE. Concluda per favore.

MANUELA GAGLIARDI (M-NI-USEI-C!-AC). Allo stesso modo dicasi anche per il comma 1-ter che prevede che i vari documenti necessari per la presentazione delle liste possano essere inviati via PEC e possano avere la stessa validità di quelli timbrati e vidimati dagli uffici pubblici. Pertanto mi rifaccio alla richiesta iniziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo già in qualche modo trattato e sviscerato l'emendamento in esame in sede di Commissione ed esso pone il tema dei temi che abbiamo poi sollevato e sul quale abbiamo discusso lungamente anche in Commissione in discussione generale, cioè l'indeterminatezza delle scelte; la discrezionalità che si tenta di dare alle scelte da parte di chi dà il mazzo delle carte e pretende di distribuirle in modo tale che la partita torni. E questo è il concetto che merita censura e sul quale anche il Presidente della Repubblica è più volte intervenuto non ultimo ieri nel rapporto tra Stato e regioni ovviamente con il garbo che si conviene a quella istituzione. Laddove non è possibile, da un lato, che ogni singolo governatore si autodisciplini le elezioni se non in funzione di una regola che però è cedevole e mi spiego. Il Governo è venuto portandoci le motivazioni del decreto-legge dicendo che il comitato tecnico-scientifico della Presidenza del Consiglio avrebbe ritenuto con una serie di condizioni dubitative che abbiamo letto, riletto e discusso in Commissione e in quest'Aula, il comitato preferirebbe che si votasse - non la politica che decide le regole del gioco - che si votasse in una finestra temporale nel mese di settembre.

Quindi noi che non siamo scienziati, ma che abbiamo invece il rispetto degli scienziati, abbiamo posto un tema di logicità, cioè, se mi si dice che settembre è un mese sicuro per votare, allora non vi sono le condizioni per addivenire a deroghe rispetto alle regole già previste per il voto. Se, invece, vi è la non certezza, come è giusto che sia, che si possa votare in sicurezza, tanto a settembre quando a ottobre, allora mi si deve spiegare qual è il motivo per cui si insiste, si è insistito, con date specifiche in cui fissare l'election day, addirittura, andando ad alterare quello che è il normale svolgimento dell'attività rappresentativa, che non è fatta solo del giorno del voto, ma è fatta anche di campagne elettorali, di presentazione delle liste, di presentazione delle firme, di possibilità per i candidati - presidenti, sindaci, consiglieri - di spiegare le ragioni della propria candidatura, i propri programmi e non doverlo fare sotto l'ombrellone, perché a questo le norme che così andiamo ad approvare ci spingono. Questo emendamento del collega Silli ha il pregio di riportare, da una diversa prospettiva, la discussione sul tema che abbiamo toccato sia in Commissione che nella discussione generale. Su questo nessuno è riuscito a darci una spiegazione e, quindi, ce la siamo fatta da soli, cioè che chi deteneva il mazzo voleva, in qualche modo, dare le carte, in modo che la partita gli tornasse a favore. Questo non è ammissibile perché, a casa mia, le regole del gioco si scrivono insieme e, poi, chi ha più benzina la usa e vince le elezioni, se saprà convincere, con quello che ha fatto o con i programmi che propone, gli elettori del proprio territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Silli, con il parere contrario della Commissione di merito, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ci siamo? Aspettiamo il via libera di una delle due zone del Transatlantico.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.650 Sisto, sul quale c'è un parere favorevole da parte della Commissione. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei chiarire la ratio, le ragioni di questo emendamento, unitamente anche all'1.651, che è meramente esplicativo, dal punto di vista numerico, del contenuto dell'1.650. Che cosa abbiamo voluto evitare con questo emendamento? L'incertezza. Questo è un provvedimento che apriva il fianco ad una serie di arbitri da parte di chi poteva decidere il voto regionale e, in qualche modo, andare di diverso avviso l'uno con l'altro sì da creare un disorientamento da parte dell'elettore, intollerabile in un momento come questo, difficile del Paese, in cui siamo stati fustigati da una disgrazia che nessuno, certamente, poteva neanche immaginare. Allora, questo egoismo della politica, che poteva diventare un modo per ulteriormente vessare l'elettore nelle diverse regioni e con diversi contenuti, con questo emendamento, almeno, ha un punto di partenza certificato. Voglio essere chiaro, noi non abbiamo affatto condiviso il riparare dietro un parere del comitato scientifico, che definire ondivago è riduttivo. I condizionali si rincorrevano, si è fatto riferimento ad un periodo - entro il mese di settembre -, che non aveva nessuna capacità persuasiva dal punto di vista dei dati e appariva più un rifugio politico, anziché la scienza che determina la politica, la politica che, in qualche modo, induceva la scienza ad assuefarsi a determinate caratteristiche.

Forza Italia ha voluto fare chiarezza da questo punto di vista e dire che, con certezza, non si può andare al voto, alle regionali, prima del 15 di settembre: poiché si può votare una domenica e un lunedì, come abbiamo votato l'1.700, è evidente che la prima data utile sarà quella del 20 e 21 di settembre. Questo è un punto di incontro che, in qualche modo, cementa le varie posizioni all'interno del Parlamento e consente di evitare quel balbettio sulle date e anche quella pressione che non era utile dal punto di vista parlamentare, restituendo alla legge elettorale una caratteristica, l'ha detto anche il Presidente Mattarella: la necessità di trovare su questi temi dei punti di intesa.

Noi ci auguriamo che, su tutti i vagiti di legge elettorale, ci possano sempre essere soltanto intese: non si scrivono le leggi elettorali, se non con un accordo che possa essere, in qualche modo, significativo di tutte le componenti del Parlamento. Da questo punto di vista, noi ci auguriamo che questo possa essere il viatico perché non ci siano prove di forza, non ci siano bracci di ferro, che nessuno pensi di fare il furbo sulla legge elettorale, ma si cerchi, come in questo caso, un necessario consenso che possa dare al cambiamento delle regole del gioco, il cambiamento delle regole, ma perché tutti vogliono cambiare le regole. Noi voteremo convintamente a favore di questo emendamento; l'1.651 di seguito a questo voto, ovviamente lo ritireremo, ove la Presidenza non lo ritenga assorbito con il voto dell'1.650. Riteniamo che questo possa essere un passo avanti non soltanto per questo provvedimento, ma per le future strategie di chi, volendo eventualmente riscrivere le regole delle leggi elettorali, sappia fare tesoro di questa disponibilità delle opposizioni a trovare questa intesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Normalmente, mi trovo d'accordo con il collega Sisto, ma, in questo caso, mi permetto di dire che non condividiamo la scelta di dire che è un buon compromesso il 20 settembre. Il 20 settembre per noi è una scelta sbagliata; la data del 20 settembre è una scelta sbagliata per andare a votare, che non tiene conto di tre fattori fondamentali. Il primo: la presentazione delle liste il 18, 19, 20 di agosto la reputiamo una follia. Lo reputiamo sbagliato, perché è una mancanza di rispetto nei confronti degli italiani e lo reputiamo sbagliato anche nei confronti del mondo del turismo, che è stato sfiancato da questa crisi, che avrà difficoltà a ripartire e che troverà moltissime persone che, magari, sceglieranno di fare le vacanze a settembre e non le potranno fare perché c'è la campagna elettorale o che, magari, avranno difficoltà a farle; se prendiamo in considerazione le regioni dove si vota, le famiglie dei candidati, le persone coinvolte nella raccolta delle firme delle liste civiche, le persone coinvolte, comunque, nella strutturazione delle liste, non potranno nemmeno svolgere le vacanze. E anche i cittadini normali che si troveranno in vacanza a fine agosto e si troveranno, magari, in regioni importanti per il turismo - penso al Veneto, alla Toscana, alla Liguria, alla Puglia - che, in piena stagione turistica, si ritroveranno la campagna elettorale in pieno svolgimento. Non è rispettoso nei confronti delle famiglie che, magari, quella settimana di ferie - chi avrà la fortuna di potersela prendere - non potranno stare serene, ma avranno, comunque, la campagna elettorale in quel territorio e non è rispettoso nei confronti degli operatori turistici che, dopo tanti sacrifici, si troveranno ancora in difficoltà. E poi, soprattutto, non è rispettoso nei confronti delle famiglie e delle scuole, che si ritroveranno, i primi giorni tornati da scuola, a rivedere nuovamente chiuse le scuole dopo pochi giorni: rientreranno a scuola e sarà nuovamente interrotta l'attività didattica appena riaperta. Non sappiamo quanti giorni serviranno per sanificare i luoghi prima e dopo il voto e, quindi, non sappiamo nemmeno quanti giorni rimarranno chiuse le scuole dopo essere state appena riaperte.

Dopo questo periodo, questa parentesi disastrosa della didattica a distanza, che non ha portato i risultati che il Governo pensava di sbandierare, dopo le difficoltà che hanno avuto i nostri bambini e i nostri ragazzi nell'approccio scolastico, per cui non hanno avuto la possibilità del confronto diretto con le maestre e con i compagni di classe, torneranno a scuola, uno o due giorni, tre, una settimana, non sappiamo quanto e poi torneranno a casa, perché così la macchina di potere del Governo e della maggioranza ha deciso che votare un paio di settimane dopo magari gli faceva perdere qualche punto di consenso e allora pazienza se i bambini vengono traumatizzati e dopo essere tornati a scuola devono tornare immediatamente a casa, ma la macchina del Governo e la macchina del consenso PD-5 Stelle ha paura di perdere un po' di consenso, rimandando di qualche giorno. Dispiace che sia stata fatta, a quanto pare e a quanto viene detto, anche una riflessione con alcuni dell'opposizione. Fratelli d'Italia non è d'accordo, Fratelli d'Italia aveva detto che, come minimo, era il 27 settembre, meglio ancora ottobre, per dare la possibilità di affrontare con serenità il rientro. Non condividiamo nemmeno la giustificazione sanitaria, perché non c'è un solo documento, certamente non quello che avete sbandierato come tecnico scientifico, ma che è solo politico, che dice che non si può votare in autunno: non c'è un solo documento che dice che, in autunno, tornerà l'emergenza del COVID, anzi si dice: “per il COVID non ne sappiamo niente, per altri Coronavirus hanno stabilito che (…)”, quindi, per eccesso di precauzione, possiamo ipotizzare che, forse, sarebbe meglio (…). Praticamente, anche il documento tecnico-scientifico, e concludo, dice: “Votate quando pensate che sia giusto votare” e i 5 Stelle e il PD scelgano di umiliare il turismo, umiliare le famiglie, umiliare i ragazzi e le scuole, sperando così di non perdere troppi voti. Bene, noi chiediamo che si prendano in considerazione prima le esigenze degli italiani e poi dei partiti, della Casaleggio, del blog dei 5 Stelle, del PD, di Renzi. Prima devono essere presi in considerazione gli interessi degli italiani e della buona democrazia, che sia realmente rappresentativa e che sia davvero libera la campagna elettorale, poi i vostri interessi di parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice Bilotti. Ne ha facoltà.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Grazie Presidente, vorrei soffermarmi su due parole che ho sentito poc'anzi, nell'intervento del collega e anche nel precedente, del collega Prisco. Io, da quando mi è stato affidato il mandato di relatrice di questo provvedimento, ma ancor prima, non ho mai pensato che, ad alcun livello istituzionale, partendo dal Parlamento, Governo, governatori, vi fosse qualcuno che stesse pensando di determinare il voto, la data del voto sulla base dei propri interessi di parte (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché questo avrebbe dovuto significare che tutte le attestazioni, che sono state fatte nel corso di questi mesi - che ribadivano la necessità di mettere la salute degli italiani prima di tutto -, erano prive di fondamento; quindi se ho buona fede su un'affermazione ce l'ho anche sull'altra. Ciò premesso, mi preme specificare, da relatrice, che il provvedimento non fissa una data; il provvedimento apre una finestra e, con l'accoglimento dell'emendamento a prima firma Sisto, si è pensato di allineare tutte e due le finestre, affinché potesse confluire in questa decisione la tutela dei diversi interessi. Ricordiamolo una volta per tutte: su tutto la salute degli italiani. Il parere del Comitato tecnico-scientifico, che pure è stato menzionato, ci dà il punto di vista di scienziati, a cui ci rimettiamo, lasciando - mi permetto di dire, da non scienziata - quella probabilità minima, ma, dicevano i latini ad impossibilia nemo tenetur, esisterà pure una piccolissima probabilità anche nella scienza, facendo confluire la necessità che siano rispettati i tempi della democrazia, perché è giusto che vi sia la necessità di svolgere tutte quelle attività che sono propedeutiche; sono pienamente d'accordo che assolutamente l'esplicazione del diritto di voto non si riduce al giorno in cui materialmente ci si reca al seggio. Ed infine, su tutto, che il tutto - scusatemi il giro di parole - avvenga nella più ampia sicurezza possibile per gli elettori e per tutti, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, mi è rimasto in mano il microfono, va be'…

PRESIDENTE. C'è un stato un infortunio, praticamente ha scardinato il microfono. Cambi cortesemente microfono, cerchi di essere un po' più cauto, grazie. Prego, a lei la parola.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, è che forse l'obsolescenza dovrebbe essere presa in considerazione anche in quest'Aula. Grazie Presidente, soltanto per ribadire le motivazioni del gruppo di Fratelli d'Italia rispetto alla data del voto e a quanto espresso dal collega Donzelli. Ovviamente, immaginate uno scenario, uno scenario già assolutamente cambiato e modificato dall'emergenza COVID-19, per cui è vero che le persone che andranno in vacanza o in ferie saranno molte meno, anche perché sono state costrette da questo Governo a prendersi le ferie, perché la cassa integrazione alle aziende non arrivava, ma c'è anche lo scenario appunto della preparazione delle liste, della raccolta delle firme, c'è un tema alto di partecipazione democratica, per cui noi ci sentiamo sinceramente, in piena purezza e libertà di coscienza, nel sostenere che il 27 di settembre possa essere una data almeno accettabile.

Rimane comunque la singolarità di una strana campagna elettorale e rimane sicuramente il terrore di questa maggioranza nel vedere la partecipazione popolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, trovo un po' curioso che il collega Donzelli abbia usato l'argomento della scuola, che era esattamente l'argomento che ha fatto chiedere ai presidenti delle regioni il voto il 13, perché solo la data del 13 non avrebbe bloccato la scuola, quindi casomai, allora, il collega Donzelli doveva essere a favore del 13, non del 27 (Applausi del deputato Fiano).

Ovviamente nessuna data è priva di controindicazioni. Ci siamo detti che quella del 13 aveva il vantaggio di non chiudere le scuole e io personalmente penso che questa sarebbe stata in astratto la strada migliore. Il 13 dava però l'impressione di spostare troppo la campagna verso agosto, rendendola di pochi giorni.

La data del 27 ha i problemi opposti: blocca a un certo punto la scuola dopo alcuni giorni di inizio, sposta in là, espone al rischio della seconda ondata di epidemia e aveva il vantaggio di espandere di più la campagna elettorale.

Rispetto a questi due estremi, il Governo, discutendo con le forze politiche, ha scelto una data baricentrica, che quindi, in qualche modo, scontenta tutti e non accontenta nessuno. Mi sembra che la posizione responsabile del collega Sisto, che sia stata quella di chiedere la garanzia che anche le regioni andassero sicuramente su questa data, per non complicare la vita alle famiglie, alle imprese e alle persone, sia il punto in cui ci possiamo trovare tutti.

Quantomeno, però, coloro che non ci si ritrovano, non ci vengano a dire che il 20 è il tradimento della democrazia, l'annullamento della campagna e il 27 il massimo di democrazia, una svolta epica della storia: 7 giorni non fanno questa differenza; giustificano una critica, ma non giustificano un ostruzionismo per cui stiamo qui dentro e spacciamo una differenza di 7 giorni come una differenza tra la democrazia e la non democrazia, questo mi sembra. Non dovremmo credere troppo alla nostra propaganda, quando ci affezioniamo ad essa, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Mi scusi, ruberò pochi minuti. Innanzitutto, devo dire che mi viene l'orticaria nel momento in cui sento la relatrice che dice che dietro questo provvedimento non ci sono interessi di partito: suvvia, abbiamo appena accantonato l'emendamento che doveva cancellare il comma “salva Raggi”, che voi, alla chetichella, avete inserito in discussione in Commissione, per rinviare le elezioni in quei municipi dove sapete di litigare e di perdere, quindi non venite a dirmi che non c'è un interesse di partito. L'interesse di partito ce lo avete e bene ed è quello di difendere il vostro partito, anche a scapito degli italiani e, nel caso di cui sopra, dei cittadini romani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Però, il punto non è questo. Noi, come Lega, ci asterremo su questo emendamento, però il punto è che noi arriviamo in questa situazione di un provvedimento che tutto sommato doveva essere semplice, semplicissimo, in una situazione totalmente caotica, dove il Governo, voi, non siete stati minimamente capaci di fare sintesi tra le diverse posizioni.

E allora rifacciamo un minimo di storia, che tra l'altro è anche abbastanza breve: noi partiamo col fatto che bisogna fare le elezioni a settembre, perché questo fantasmagorico comitato tecnico-scientifico, badate bene, con tre righe all'interno di un foglio, ci ha detto che in autunno solitamente il numero delle influenze aumenta e, quindi, forse, è possibile pensare che, anche in termini di epidemia, ci possa essere un pericolo maggiore. Questo lo sapeva anche mia nonna, non c'era bisogno del comitato tecnico-scientifico. Voi dovevate venire a parlare alle opposizioni e alle istituzioni coinvolte, e quindi in particolar modo alle regioni, portando dei dati certi: uno dei dati certi che vi avevamo chiesto in Commissione era quello di sapere se avete dei protocolli per l'organizzazione di queste elezioni.

Il dato principale doveva essere quello di dirci quanto tempo serve per le sanificazioni; perché, se la scuola inizia il 13 o il 14 settembre (poi, non lo decidete voi, però, insomma, tendenzialmente la media dell'inizio delle scuole è questa qui) e se la domenica successiva - perché di quello stiamo parlando, non continuiamo a prenderci in giro, stiamo parlando che si vota il 20 settembre - si va a votare, è importante sapere quanto dura la sanificazione. Perché non è più la solita gestione della modalità di organizzazione del voto, con le scuole che chiudevano il giorno prima: adesso ci sarà da fare una sanificazione; e noi vi abbiamo chiesto: questa sanificazione durerà un giorno, durerà due giorni, durerà quattro giorni, con quale modalità la farete? E sarà collegata al numero dei contagi, quindi, se c'è una situazione di rischio, la sanificazione durerà di più, e se c'è una situazione di epidemia non di rischio, la sanificazione durerà di meno? Voi non ce lo sapete dire! E ancora oggi voi non sapete quanto dura questo processo, quanto dura questo procedimento, quanto dura la modalità di gestione. Quindi, noi stiamo decidendo al buio!

Noi non sappiamo, e questo è il problema principale - il problema non è votare il 13 o votare il 27, come diceva prima l'onorevole Ceccanti, il problema è di avere dei dati precisi - noi non sappiamo oggi se votare il 20 porterà a chiudere le scuole per tutto il mese di settembre con la riapertura a ottobre; e non lo sappiamo neanche se la data delle elezioni fosse il 13, neanche se fosse il 6 di settembre, perché voi non avete una certezza!

Voi, mi dispiace dirvelo, siete il Governo che non sa nulla, voi non sapete niente: non sapete come si gestirà la campagna elettorale, non sapete come si gestirà la modalità del voto, non sapete quante volte bisognerà disinfettare la matita copiativa, non sapete nulla.

E, allora, capite che un parlamentare è in difficoltà nel momento in cui deve scegliere una data delle elezioni, perché ripeto alla relatrice e a i membri del Comitato dei nove che di questo stiamo parlando, non stiamo parlando di altro, non è che c'è una finestra; la finestra c'è, eccome se c'è: si può votare in diverse date, ma la data decisa, ci è parso di capire perché ce l'ha detto più volte il sottosegretario in Commissione, è quella del 20 settembre.

Noi stiamo decidendo al buio. Se voi ci tiraste fuori, per esempio, un protocollo su quanto dura la sanificazione delle scuole, noi avremmo già qualche certezza, sapremmo dire se votare il 20 o il 27 è troppo in là rispetto al 13 o al 6 settembre, invece non sappiamo nulla.

Non sappiamo nulla perché, come al solito, questo è un Governo che non sa, che decide in base appunto agli interessi di partito, evidentemente nel caso della cancellazione del voto nei municipi di Roma, in base a tre righe di saggezza; per carità, tutti sappiamo e tutti siamo d'accordo che a ottobre il numero delle influenze aumenta rispetto a settembre, questo è un dato certo; dirò anche - e chiudo - che probabilmente anche a novembre aumentano rispetto a ottobre, però non serviva un comitato scientifico per questo, serviva il buon senso, ma mi pare che il Governo ne sia privo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, rispetto a questo emendamento dove già i colleghi di Fratelli d'Italia che mi hanno anticipato hanno ovviamente sottolineato qual è la nostra posizione: questo emendamento fa trasparire soltanto quella solita consuetudine nella furbizia di mettere in atto, in qualche modo, un singolo partito in termini di interessi; mi spiace per la relatrice e, tramite lei, Presidente, mi sento di dire che tutto ha questo emendamento, tranne che l'interesse degli italiani e degli elettori, ma di quello che già vedremo alla riapertura delle scuole. Quindi, non vi è bastato soltanto approvare quel “decreto Scuola”, che farà vedere tutta la sua inefficacia e inefficienza a settembre, quanto anche mettere in qualche modo in condizioni di votare in alcune regioni, che vivono sul turismo e su tante attività, in un momento molto critico, il momento post COVID-19.

Chiudo, dicendo che noi della propaganda non abbiamo mai fatto una regola, quindi al collega che, in qualche modo, ci accusava di propaganda, ma rispetto anche all'apertura di una finestra noi avremmo preferito l'apertura di un portone: il portone del buonsenso e il portone, soprattutto, di quello che abbiamo indicato in Commissione, attraverso i nostri componenti, come proposte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Ma io mai avrei immaginato che in questa prima parte di legislatura noi dovessimo passare dalla retorica strumentale del “prima gli italiani” a quella del “prima la salute”. Penso che a questo punto, colleghi, non resti altro che la retorica del “prima la mamma” e poi, veramente, saranno state consumate tutte le retoriche utili a non affrontare un minimo di dibattito degno di un Parlamento della Repubblica italiana.

Il collega Ceccanti definisce questa scelta baricentrica: ora, la scelta è baricentrica all'interno delle spinte della maggioranza, tutte interne alla maggioranza. La scelta del voto del 20 settembre - non ho intenzione di far perdere a quest'Aula più tempo di quello necessario ad oppormi con forza e con chiarezza a questa scelta - non ha nulla a che vedere con la salute. Noi tocchiamo una materia incandescente, tocchiamo la questione elettorale, i diritti politici dei cittadini, la possibilità di tenere una campagna elettorale degna di questo nome, la possibilità per un cittadino o un gruppo di cittadini di depositare e di presentare delle liste. Andare ad elezioni il 20 settembre significa depositare le liste il 20 agosto, significa raccogliere le firme, per chi non fa già parte del club, cioè per chi non gode delle esenzioni, tra l'inizio di agosto e il 20 agosto, con tre quarti del Paese se non tutto in condizioni climatiche proibitive, con le mascherine: voglio vedervi nelle piazze italiane raccogliere le firme con le mascherine e convincere gli autenticatori con le mascherine a stare in piazza con voi.

E poi, collega professore Ceccanti, di sicuro questa scelta non è baricentrica con la Costituzione nell'accorpamento del referendum costituzionale (Applausi del deputato Baldelli). Va detto chiaramente che si rompe una prassi costituzionale, che ha visto finora nella storia della Repubblica quattro convocazioni di referendum costituzionali, inclusa anche quella di questo stesso, che era stata fatta e poi revocata per il 29 marzo, mai in accorpamento con nessun'altra consultazione. Il referendum costituzionale, se vogliamo mantenere il baricentro con la Costituzione, merita una sua trattazione autonoma se non si vuole sfociare in una dinamica plebiscitaria, che è quello che chiede una parte di questa maggioranza e alla quale l'altra parte assolutamente si presta. Il referendum costituzionale, vissuto in questo modo, è evidente che sarà una pura ratifica senza dibattito della menomazione di una parte consistente di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico e del deputato Baldelli).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il discorso che ha fatto il collega Ceccanti merita anche un'altra integrazione. Qui non stiamo parlando di una data, che noi avremmo chiesto nel 27 settembre, così, per rinviare di una settimana; era solo un punto di equilibrio rispetto, ovviamente, ad una pretesa nostra, che è ben più avanti.

Quello che non si vuole capire, forse, in quest'Aula, è che non vi è soltanto un momento elettorale: vi è un momento di campagna elettorale, vi è un momento preparatorio alla campagna elettorale, che è quello della presentazione delle liste, dell'acquisizione dei certificati di iscrizione nelle liste elettorali, dell'acquisizione presso le procure della Repubblica e presso i tribunali dei certificati dei carichi pendenti. Allora è una situazione che non si può pensare di risolvere nel mese di agosto o nella prima settimana o nella prima decade del mese di agosto. Noi vorremmo una campagna elettorale degna di questo nome, che potesse essere effettuata tra la gente, e non invece una campagna elettorale in sordina, per giustificare e santificare qualche presidente che evidentemente è in difficoltà, soprattutto in Puglia e in Campania (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intanto chiedo al deputato Donzelli, gentilmente, di rimettere la mascherina nella posizione corretta.

Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Un brevissimo intervento, perché questo è il tempo concesso a titolo personale, per due ragioni. Uno, perché il collega Ceccanti probabilmente non ha idea di che cosa vuol dire per alcune categorie una settimana di più, cioè la settimana di ferragosto. Noi abbiamo fatto dei conti, così, ma quelli più validi sono quelli dei rappresentanti di categoria, che quantificano mezzo milione di persone coinvolte direttamente nelle elezioni tra candidati, famiglie, impiegati comunali, coloro che si occupano dell'argomento. Togliamo mezzo milione di persone che circolano in Italia e possono ovviamente sostenere il turismo in giornate come quelle della settimana di ferragosto. Ora saprà il collega Ceccanti, che magari di questo non si occupa, che la settimana di ferragosto è una settimana nella quale la gente spende di più, va in vacanza; quindi togliamo economia alla nostra nazione.

Per questo, collega Sisto, mi stupisce molto che ci sia la firma e l'accordo su questa data da parte sua, perché viene da una regione ad altissimo flusso turistico, che prevederebbe invece di sostenere l'ipotesi di posticipare almeno di una settimana il voto, per dare la possibilità alle categorie del turismo di essere beneficiate da questo rinvio, perché le si aiuta a risollevarsi, visto che sono state le più colpite in assoluto da questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Credo che anche per i colleghi che non fanno parte della I Commissione sia giusto ripercorrere brevemente alcuni passaggi, altrimenti alcuni ragionamenti rimangono sospesi. Intanto credo che il Governo si sia mosso con buon senso e con trasparenza; poi si può non essere d'accordo sul risultato finale, ma il buon senso è stato che il Governo ha scelto la via corretta, quella di chiedere ad un organismo tecnico-scientifico se c'erano questioni relativamente alla data delle elezioni. Il comitato tecnico-scientifico, che inviterei un po' più a rispettare, ha detto una cosa anch'essa di buonsenso, cioè che con le attuali conoscenze non sappiamo esattamente quale sarà il percorso di diffusione di questo virus in autunno. Ragionevolmente e sulla base di esperienze scientifiche e di precedenti, ha detto sostanzialmente: noi suggeriamo che le elezioni si tengano entro il mese di settembre. Ovviamente, per fare questo, bisogna tener conto che le elezioni nei 143 comuni sopra i 15 mila abitanti e in linea teorica per la regione Toscana si possono avere in secondo turno.

Ecco da dove nasce l'iniziale proposta del Governo del 13. Dopodiché la discussione in Commissione e l'ascolto delle ragioni delle opposizioni ha portato il Governo a modificare questa impostazione e cercare un punto di equilibrio. Ecco da dove viene fuori la data del 20, che, con una battuta, il collega Ceccanti ha detto alla fine non accontenta nessuno e scontenta tutti; ovvero è evidente ed è chiaro a tutti che, se fossimo in una situazione normale, la data del 20 settembre non sarebbe corretta, perché, e non è un caso, non si è mai svolta un'elezione amministrativa o regionale in una data così anticipata rispetto all'ultima parte dell'anno, ma, lo ripeto, siamo in una situazione non ordinaria.

Quindi, da questo punto di vista, credo che l'emendamento che ha presentato il collega Sisto e che noi voteremo convintamente cerchi di risolvere una questione ed eviti una divaricazione che sarebbe incomprensibile, cioè quella che si possa avere una data elettorale per le elezioni regionali e una data elettorale per le elezioni amministrative. In questa maniera sostanzialmente si uniformano le finestre, perché, lo ricordo a me stesso e a tutti, noi oggi non votiamo la data delle elezioni, perché l'indicazione della data spetta al Governo, però uniformiamo le due, cioè sostanzialmente non si può votare prima del 15 settembre; e quindi, ragionevolmente, avendo i presidenti delle regioni indicato la necessità di votare il prima possibile, alla luce delle valutazioni del comitato scientifico, l'orientamento del Governo è quello di indicare il 20, auspicabilmente di convincere anche le regioni che il 20 sia una data corretta. Noi siamo qui in un percorso, però, e chiudo, che non è stato sordo alle ragioni del dibattito esterno, che lo ha ascoltato, con un Governo che si è preso e si è assunto le proprie responsabilità, e che, in maniera trasparente, non si è chiuso e non si è difeso dietro la norma, perché la norma non prevedeva che il Governo si esprimesse sulla data. Lo ha fatto per darlo al dibattito pubblico e alla discussione. Cerchiamo, ripeto, pur nel rispetto ovviamente di opinioni differenti, però di stare dentro, io credo, è l'invito che faccio a me stesso e a voi tutti, questa cornice, che è una cornice di ricerca di una data di equilibrio (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, brevemente, per chiedere anche a lei, al Ministro e a tutti i parlamentari che forse è il caso che la piantiamo di fare le audizioni in Commissione, perché non solo si assiste allo spettacolo indecoroso, come è avvenuto nella Commissione bilancio, in cui, anzi, sarebbe opportuno che il fotografo onorevole Sensi ci venisse a trovare, così si renderebbe conto in quale solitudine vengono fatte le audizioni in quella Commissione, ma in quella Commissione, onorevole relatrice, Federalberghi e tutte le associazioni di categoria, senza che nessuno glielo chiedesse - ed è agli atti, potete andarlo a verificare - ci hanno implorato di non fare le elezioni nel mese di settembre e comunque di scongiurare la data del 20, portando una serie di numeri che dimostravano quanto questo avrebbe colpito quel comparto, che - lo ricordo a me stesso, perché probabilmente a voi è sfuggito - è tra i comparti più colpiti.

Per ultimo, nella medesima - e concludo, Presidente - audizione, il professor Brusaferro a domanda ha risposto che è una stagione tradizionalmente più favorevole all'influenza, e che quindi è tradizione che a settembre e a ottobre, soprattutto ad ottobre, arrivi l'influenza. Un po' poco per dare uno schiaffo a tutte le aziende del comparto del turismo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto stiamo affrontando la materia elettorale con una totale aberrazione costituzionale, perché noi ci stiamo occupando della conversione di un decreto, e non è costituzionalmente previsto che una materia così importante, che dovrebbe vedere il Parlamento nel suo insieme, maggioranza e opposizione, debba essere proposta con un decreto. Ricordo prima di tutto a me stessa, ma mi permetto anche alla maggioranza, che le elezioni sono la punta più alta, massima dell'esercizio della democrazia; e quindi in questo, sì, che il Governo ha il compito di coinvolgere per prime le opposizioni in una materia come quella della legge elettorale. E quando il collega parla di massima precauzione, la dobbiamo anche smettere di utilizzare il comitato tecnico-scientifico per gli interessi della maggioranza, perché il comitato tecnico-scientifico ha parlato di scelta tra le opzioni rappresentate dai Ministri. Ci chiediamo quali opzioni.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). E ricordo anche a voi che il test di proporzionalità sarebbe fondamentale, cioè comprendere qual è quella misura che deve essere introdotta e che mantiene maggiormente gli interessi tra le parti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, anche perché non credo che ci sia qualcheduno che, onestamente e seriamente, si possa appassionare non al dibattito, che è estremamente importante, estremamente significativo, ma a molte delle motivazioni che sono state date in quest'Aula. Io, naturalmente, come molti di voi, prendo atto che una scelta che non avesse controindicazioni è assolutamente e solamente ipotetica, dobbiamo dirlo con grande chiarezza e con grande serenità d'animo, ma tra le varie scelte - e tutte, dico tutte, hanno delle controindicazioni molto importanti e molto significative - quella di fare, e lo dico con altrettanta chiarezza, le elezioni il giorno 20 o il giorno 27 è assolutamente sbagliata, almeno per un comparto che per il nostro Paese è estremamente importante, cioè quello del turismo che è uno dei comparti che viene penalizzato in questo momento in maggiore maniera.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Il Governo continua a parlare di aiutare il turismo, lo sta facendo poco e male e, certamente, con questa scelta calpesta ancora una volta il diritto di tanti lavoratori in questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io ho memoria di Governi balneari, non avevo memoria, ma adesso probabilmente l'avremo, di elezioni balneari, perché è chiaro che, come è stato raccontato mettere come data delle elezioni queste ipotesi evidenzia a tutti come si voglia impedire di fare una campagna elettorale, di fare informazione ai cittadini e agli elettori, perché, lo ripeto, non credo che la campagna elettorale si esaurisca, come giustamente ha detto il collega Foti, con il momento elettorale, la campagna elettorale è spiegare ai cittadini cosa si vuole fare. Certo, capisco che per qualcuno in quest'Aula l'unico obiettivo da spiegare è quello di occupare delle poltrone, perché abbiamo visto di tutto e di più pur di stare ancora seduti sulle poltrone di Governo. Noi, invece, abbiamo l'ambizione, ancora, di voler spiegare ai nostri elettori qual è il nostro programma per governare una regione, quali sono i nostri uomini che vogliamo mettere a capo di assessorati e di consigli assembleari, perché possano spiegare le loro ragioni; noi abbiamo ancora l'ambizione di poter fare politica e per fare questo bisogna che ci sia tempo per fare una campagna elettorale…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Altrimenti, date la scheda elettorale insieme al voucher vacanze e siamo tutti contenti, arrivederci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Solo per chiarire che questo emendamento consente di regolare in maniera ragionevole quello che era un contrasto che era nato sulle date. Le regioni, se non si approva questo emendamento, avrebbero potuto, dal 6 al 13, determinare la data delle elezioni singolarmente, in questo modo si parte in ogni caso dal 15, cioè dal 20 e noi eravamo propensi almeno dal 27 in poi. Quindi, c'è una finestra elettorale. È chiaro che non potendo fissare la data dal 27, diciamo almeno dal 20 in poi, escludiamo tutte le date precedenti dal 15, perché il 15 è evidente che non si può fissare. Quindi, è una scelta ragionevole che consente di impedire una votazione il 6 o il 13, questo è il senso dell'emendamento. Auspichiamo che il Governo rimanga fermo sul 20 come data, ma che possa pensare anche al 27, aprendo una finestra.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento pertanto pongo in votazione l'emendamento 1.650… Prisco, deputato Prisco non si era segnalato, prego, a lei la parola.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Visto che è dirimente, come qualche collega ha espresso, al di là delle questioni relative a una data, perché dalla ricostruzione che ne fa qualche collega di maggioranza sembra che tutta la battaglia di Fratelli d'Italia sia su una data di una settimana in più o in meno, noi potremmo votare anche dopodomani, ma potremmo votare dopodomani anche per le elezioni politiche, visto che su queste c'è una certa ritrosia da parte della maggioranza ad affrontare il giudizio popolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il tema che abbiamo posto è, da un lato, quello di alcune regioni interessate - lo ha fatto anche qualche collega di opposizione - relativamente alle regole del gioco, perché sappiamo, è inutile nasconderci, che sia i governatori sia i sindaci uscenti hanno avuto una esposizione mediatica durante il lockdown, quando anche i loro avversari erano chiusi in casa, ed è evidente che una gara si fa partendo tutti dallo stesso punto di partenza. Di contro, vi sono degli interessi in gioco, strategici per la nostra economia, uno su tutti l'ha ricordato correttamente, con dovizia di particolari, il presidente Lollobrigida, quello del turismo, che certifica che quasi mezzo milione di italiani sarà costretto a non andare in ferie in una stagione turistica che parte con grande ritardo…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Concludo, Presidente. Perché costretto, o per gli adempimenti elettorali o perché impiegato nei comuni e nelle regioni dove si va al voto alla costituzione dei seggi e all'organizzazione delle elezioni, a non andare in ferie, inferendo un colpo ulteriore a questo prezioso comparto nella nostra nazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.650 Sisto, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

L'emendamento 1.651 Sisto risulta, a questo punto, assorbito.

Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Prego, deputato Sisto, lei è il primo firmatario, a lei la parola.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento merita, prima di assumere una determinazione, qualche chiarimento. Vorrei che fosse chiaro all'Aula che l'emendamento testé votato…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Scusate, se è assorbito su che votiamo?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Lo sto ritirando, voglio giustificare perché lo ritiro. Posso? Non so se il collega Giachetti interviene sul mio emendamento, ma il collega Giachetti interviene mentre io intervengo; per carità, capisco che è stato Vicepresidente di quest'Aula, ma non mi sembra che ne abbia legittimazione. Presidente, giustifico il motivo del ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Lei non deve ritirare l'emendamento, perché è assorbito dal precedente che è sempre a sua firma, cioè l'1.650.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, non posso ritirarlo prima che sia dichiarato come assorbito? Volevo soltanto giustificare, se è possibile.

PRESIDENTE. Tecnicamente, lei l'avrebbe dovuto ritirare prima; siccome è stato dichiarato assorbito, in linea strettamente teorica…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, come ritiene, io mi adeguo alle disposizioni della Presidenza. Interverrò successivamente, se vuole. Mi dia un minuto.

PRESIDENTE. Guardi, se riesce a contenere…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Un minuto soltanto, per dire che l'emendamento votato non indica nessuna data, serve semplicemente a quello che si dice limitare il danno. Se fosse rimasta la previsione originaria, dal 1° di settembre, noi avremmo dato la possibilità di un voto anticipato rispetto alla data prima del 20 di settembre che non ne esclude altre, ma voglio essere chiaro: chi ha parlato del 27 di settembre in Commissione è stata Forza Italia, e ha fatto una grande battaglia sul 27 di settembre, ma è evidente che di fronte alle pressioni della politica regionale, dare una data che costituisse una transazione di cui tutti rimangono scontenti e in cui tutti rimangono scontenti, costituiva, a nostro avviso, un modo di stare in Aula e di effettuare una proposta - scusate se lo dico – responsabile di fronte all'incertezza del voto. Ho spiegata la ragione, a questo punto, se è possibile, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Sisto, sempre come primo firmatario, su cui pende il parere contrario della Commissione e del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sul mio emendamento 1.13 intendo intervenire. È un emendamento importante, perché sostanzialmente è un emendamento che impedisce ai consigli regionali prorogati di operare come se fossero in pieno regime, limitando la loro possibilità semplicemente ai provvedimenti ordinari o a quelli assolutamente urgenti e indifferibili.

Sia ben chiaro: la proroga del voto non può significare lasciare i pieni poteri ai consigli regionali e voglio essere chiaro su questo emendamento 1.13. Qualcuno ventila la possibilità di modifica delle leggi elettorali regionali. Io prego il Parlamento e il Governo di vigilare perché questo non accada, perché in regime di proroga - in regime di proroga - qualcuno pensa - questo sì - di cambiare le regole indipendentemente dalla legittimazione a cambiarle. Ecco perché questo è un emendamento che comunque - che comunque - ha un valore emblematico: serve a dire che i consigli regionali in proroga non devono minimamente pensare di alterare le regole del gioco nella proroga. Ecco perché cerca di togliere la possibilità - la possibilità - di legiferare, se non in modo ordinario e in modo urgente e indifferibile.

Mi sembra, Presidente, che anche il Governo potrebbe, da questo punto di vista, rivedere il suo giudizio, perché lasciare, in virtù di quello che è accaduto, ai consigli regionali i pieni poteri di poter gestire anche le regole del gioco mi sembrerebbe assolutamente sconsiderato. È un emendamento che restituisce ordinarietà, nella eccezionalità, ai poteri del consiglio regionale e credo che debba essere valutato. Dunque, io invito il relatore e invito il Governo a rivedere questo parere, perché ci si rende conto della possibilità che in “zona Cesarini” qualcuno possa fischiare un calcio di rigore fuori dall'area e sarebbe assolutamente grave e assolutamente sconsiderato.

Chiedo pertanto, da questo punto di vista, all'Aula, ma soprattutto al Governo, di riflettere profondamente sul lasciare, come posso dire, ai consigli regionali e ai governatori tutti i poteri possibili e immaginabili che consentano loro anche degli eccessi di zelo a proprio esclusivo vantaggio. Ecco, chiedo fortemente che sull'emendamento 1.13 - e mi scuso, Presidente, se sono stato poco tempestivo nel richiedere l'intervento, ma avrà compreso l'importanza, a mio avviso, di questo intervento - che vi sia un ripensamento da parte del relatore e del Governo e, comunque, vi sia una vigilanza perché si eviti che le regioni possano all'ultimo momento cambiare le regole del gioco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento centra - lo ha detto il collega Sisto - sempre il tema delle regole del gioco. È vero che si sente ventilare, in qualche parte d'Italia, la volontà da parte di qualche governatore di cambiare le regole del gioco, di cambiarle un minuto prima che inizi la partita, ed è esattamente quel tema che Fratelli d'Italia ha posto sin dall'inizio: le regole del gioco si scelgono insieme e poi chi ha più benzina la esprime sul campo di gioco.

Non è pensabile, non è pensabile che vengano cambiate, da qui alla data delle elezioni, le leggi elettorali. Questo lo possono fare, naturalmente, solamente le regioni e con questo emendamento correttamente il collega Sisto interviene e propone di limitare e circoscrivere il potere di proroga della legislatura alla sola attività ordinaria o a quegli atti indifferibili e urgenti, come quelli, ovviamente, di sicurezza sanitaria, che emergessero come necessari, ma limiterebbe il potere di intervenire anche sulle leggi elettorali, che sarebbe veramente l'ultimo gigantesco schiaffo alla democrazia che si fa, laddove accadesse mai, per dare non solo uno sfregio alle opposizioni, che alla fine sono capaci di organizzarsi in qualsiasi condizione, ma veramente al diritto dei cittadini di vedere che le regole sono scritte da tutti e possono scegliersi liberamente da chi farsi rappresentare.

Io capisco che, per chi sta al Governo, in difetto della legittimità popolare, sia difficile comprendere che i cittadini scelgono e chi vince governa e chi perde fa l'opposizione, ma almeno, visto che non ce lo fate fare sulla scelta del Governo nazionale, fatelo fare ai cittadini sulla scelta dei governi regionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). C'è una proposta di accantonamento dell'emendamento 1.13 Sisto.

PRESIDENTE. Proposta di accantonamento: la relatrice Bilotti?

ANNA BILOTTI, Relatrice. Contraria.

PRESIDENTE. È contraria. Volete porre la richiesta di accantonamento in votazione?

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, la relatrice ha già espresso un parere negativo, però mi pare che non sia…

PRESIDENTE. Lei deve soltanto dirci se vuole porla in votazione e, nel caso, facciamo un intervento a favore e uno contro.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Lo so, lo so. Voglio semplicemente dire che forse, visto il dibattito che è emerso anche in Commissione, se può rivederlo l'accantonamento, mi sembra…

PRESIDENTE. Questo già glielo aveva detto. Deve seguirmi.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Può anche ripensarci…

PRESIDENTE. Se lo mettiamo in votazione il suo intervento vale come intervento a favore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Mettiamolo in votazione, mettiamolo in votazione, così resta agli atti che una proposta, di cui si è discusso anche in Commissione e su cui era fattibile il parere positivo, almeno l'accantonamento…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Non ci sono interventi contro, immagino.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.13 Sisto. Il parere della Commissione è contrario e analogamente del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 84 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Silli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione.

Stiamo votando l'emendamento 1.13 Sisto (Commenti). Ho detto emendamento 1.20 Silli per errore: si tratta dell'emendamento 1.13 Sisto. Va bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, lei ha chiesto di revocare la votazione intanto perché al voto andava, ovviamente, questo emendamento del collega Sisto, che è condivisibile sicuramente nello spirito. Voteremo a favore. Non so quanto possa essere limitato il potere delle regioni, però lo spirito che ha permesso al collega di presentare questo emendamento è del tutto condivisibile. C'è chi dice che le leggi elettorali vanno cambiate nei primi sei mesi, perché, in quelli successivi, le maggioranze tendono a modificare le regole a proprio vantaggio in preparazione delle elezioni. Ebbene, ci preoccupa che, in queste ore, in alcune regioni forze politiche dell'attuale maggioranza abbiano presentato proposte di legge per cambiare le attuali leggi elettorali, perché andrebbero ulteriormente a tentare di piegare il sistema democratico in una fase che è quella corrispondente ai tempi supplementari. Insomma, sarebbe evidentemente una violazione sulla quale forse non si può pretendere un impegno solenne dell'Aula ma certamente si può pretendere un impegno solenne dei partiti a non violare il rapporto tra forze politiche come si tenta di fare in qualche regione. Quindi, ci aspetteremo che, se non lo fa l'Aula con questo emendamento, lo facciano i partiti, garantendo che, nelle regioni, in questo periodo, non verrà modificata la legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, intervengo sia per segnalare che, esattamente come l'altra sera… Non svolgo un intervento per questione di lavori d'Aula, perché, come l'altra sera, di là in Transatlantico, diversi colleghi non sono riusciti a votare, e benché abbiano detto “non stiamo riuscendo a votare”, maggioranza e opposizione, la votazione è andata avanti. Escludendo quindi il dolo, chiedo agli uffici di essere magari meno attenti a dare supporto al Governo su come orchestrare i lavori d'Aula, e guardare che l'Aula possa votare. Lo dico perché è già successo, è tornato a succedere. Ho visto prima l'onorevole Pastorello che parlava, immagino proprio per riferire di questo… Pastorino, per chiedere proprio…

PRESIDENTE. Il collega Pastorino.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). …riguardo a questo; e quindi chiederei maggiore attenzione rispetto all'effettiva possibilità di svolgere i lavori d'Aula.

PRESIDENTE. La ringrazio per queste osservazioni, deputato Bignami…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Sull'emendamento, Presidente, perché non ho preso la parola per questo, ma riguardo invece al tema dell'emendamento, ritengo sia quasi tautologico che le amministrazioni, che si trovano in scadenza, e che già avrebbero dovuto operare in ordinario nel termine di tre mesi per l'ultima fase della loro vita amministrativa, possano effettivamente svolgere attività solo sull'ordinario. Questa non è una norma di diritto: sarebbe prima ancora una norma di buonsenso; ma visto che stiamo assistendo a fenomeni che evidentemente non vanno in questa direzione, una norma di legge probabilmente riporta alla legalità comportamenti che altrimenti non lo sarebbero.

PRESIDENTE. Rispetto all'osservazione che ha fatto in apertura il deputato Bignami, tengo a precisare intanto la assoluta neutralità di tutti coloro i quali sono tenuti a garantire la sorveglianza nell'espressione del voto. Noi, prima di chiudere la votazione, per quanto la situazione sia comunque oggettivamente complessa, o comunque più complessa della norma, attendiamo il via libera nello schermo dei due commessi che sovraintendono le due ali del Transatlantico: se non c'è il via libera da parte loro, noi non chiudiamo la votazione. Questo è quindi un dato di fatto.

Poi ci sono i segretari di Presidenza che, come avete visto, hanno preso posizione da oggi su un tavolo appositamente predisposto, con una pedana e quant'altro. Diciamo quindi che adesso cercheremo di porre maggiore attenzione a quello che accade, soprattutto al di fuori dell'Aula, perché immagino sia più complicata anche la comunicazione. Andiamo comunque avanti.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, per valutare questo emendamento assolutamente di buonsenso, molto più di buonsenso di quello richiamato dal collega Fornaro, quando prima voleva giustificare una scelta come caduta su un punto di equilibrio: peccato che si è dimenticato di dire che è un punto di equilibrio politico, sostanzialmente, per ritrovare una data che confacesse meglio, ci sembra di poter dire, alle forze di maggioranza. Con i rilievi che muoveva anche il collega Magi, dell'aver associato oltretutto a queste elezioni quelle di un quesito referendario, nella considerazione che, a cose normali, le elezioni regionali si sarebbero dovute svolgere qualche mese prima rispetto alla data nella quale si andranno a svolgere. Per cui il richiamo, pur non trattandosi di consigli regionali sciolti, ma soltanto prorogati, ci pare veramente di buonsenso, questo sì, e da agevolare, approvando anche questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, poiché è in linea con quanto già detto su questo emendamento a prima firma del collega Sisto, credo ci dovrebbe essere una riflessione, anche da parte della maggioranza, con riferimento a tutto ciò che riguarda enti come le regioni, i consigli regionali, che, come è stato detto, pur non essendo stati sciolti, dovrebbero agire nel miglior modo possibile. Probabilmente, ancora una volta, all'interno di questo emendamento c'è l'idea che non si voglia agevolare il percorso delle elezioni per come dovrebbero avvenire, e quindi nei tempi per i quali c'è la necessità di poter espletare nel miglior modo democratico possibile il voto.

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). E, quindi, insomma, siamo convinti che ancora una volta questa nostra riflessione non sarà certamente accolta dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Presidente, interverrò per molto meno dei cinque minuti che ho a disposizione, per una considerazione. Devo dire che io considero ragionevole che non soltanto in ragione di questa condizione eccezionale, dunque della proroga del mandato dei consigli regionali, ma che in via generale nelle ultime fasi della legislatura sia sconsigliabile cambiare le norme elettorali, le regole del gioco.

Devo dire che io nutro anche molti dubbi - ma questa è materia costituzionale e di altro tipo - sul fatto che sia possibile in un Paese come il nostro che 20 regioni abbiano 20 sistemi elettorali diversi, ma non apro qui questa discussione.

Vorrei però segnalare una questione su cui l'attenzione al rispetto delle norme, in particolare in materia elettorale, da parte dell'opposizione, si scontra con una qualche difficoltà dell'opposizione sulle stesse norme non solo a recepire alcune indicazioni, che peraltro provengono dalla Corte costituzionale, ma anche a recepire alcune indicazioni che provengono dal buonsenso e dal bisogno di allinearsi col tempo che viviamo, che, ricordo, è il 2020. Perché come sapete, colleghi e colleghe, ci sono ancora molte regioni di questo Paese, alcune regioni importanti di questo Paese nelle quali non si è ancora riusciti a recepire un'indicazione che chiede l'introduzione della doppia preferenza di genere.

Ecco, vorrei dire questo: se questo emendamento avesse una postilla, che indica l'impossibilità di cambiare le norme nell'ultima parte della legislatura, salvo adeguare quelle stesse norme ad un principio di civiltà politica e culturale come l'introduzione della doppia preferenza di genere, ecco, io in quel caso lo voterei senza alcun dubbio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

Chiedo cortesemente ai deputati che devono parlare e preferiscono farlo dalla postazione qui, di prepararsi con un po' d'anticipo.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, io credo che questo sia oggettivamente un emendamento di buonsenso: solo il fatto che in quest'Aula si stia discutendo di questo mi mette in difficoltà nei confronti del considerare la buona fede dei colleghi. Perché vorrei capire per quale motivo si pensa che sia corretto, dopo che abbiamo prolungato la legislatura perché c'era un'emergenza sanitaria e quindi si è operata una forzatura condivisa, per carità, perché non era il momento di votare, ma si è stravolta la democrazia, e quindi si è deciso che i consigli regionali non andavano a scadenza, ma rimanevano in piedi perché non si poteva votare; adesso, lasciando perdere la forzatura che state operando sulla data in cui si ritorna a votare, si pensa anche di far avere massima pienezza di poteri a quei consigli regionali, così tanto da andare addirittura a cambiare la legge elettorale stessa. Cioè, ad un consiglio regionale che dovrebbe essere già scaduto, già andato al voto, già inesistente, già sostituito dalle nuove volontà degli elettori,…

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …si dà la possibilità di cambiare le regole del gioco e di rifarsi una legge elettorale a tempo scaduto. Oggettivamente, credo che non ci sia nessuna buona fede e nessuna persona che qui dentro possa suggerire che vota contro questo emendamento, come sentivo dire, per il bene degli italiani. Chi vota contro questo emendamento lo fa nella speranza di stravolgere ulteriormente…

PRESIDENTE. La ringrazio.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …le regole del gioco per i propri interessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, il mio intervento era proprio per confermare che sembrerebbe che questa mattina nella regione Marche sia stata presentata una proposta di variazione della legge elettorale. Ecco, sembra surreale: mentre noi discutiamo in quest'Aula del giorno delle elezioni regionali, una regione in proroga (perché sappiamo tutti che le elezioni già si sarebbero dovute tenere alla fine del mese di maggio) sta pensando di cambiare le regole per le prossime elezioni. Io spero che la notizia sia una notizia sbagliata, spero che sia una notizia infondata, perché se fosse vero sarebbe grave, e sarebbe grave che questo avvenga proprio nel giorno in cui nell'Aula della Camera si discute la fissazione del giorno dell'elezione. Io credo che il Governo…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). …debba farsi carico di vigilare attentamente perché cambiare la legge elettorale a tre mesi dalle elezioni in uno stato di proroga della legislatura è veramente un colpo di spugna inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che un postulato affinché la democrazia si possa esplicare è proprio il rispetto delle regole: si fissano precedentemente, si osservano, si rispettano e casomai si possono anche modificare durante il normale svolgersi dei lavori, ma non possono sicuramente essere modificate a tempo scaduto.

Immaginare che regioni nelle quali, per un evento assolutamente straordinario, gli organi assembleari sono stati prorogati nella durata del loro mandato, possano oggi immaginare ovviamente per ragioni puramente strumentali di modificare anche le leggi elettorali, credo sia assolutamente vergognoso.

Quindi, credo che questo emendamento non meriterebbe neanche una lunghissima discussione, meriterebbe di essere approvato; anzi, a mio modo di vedere, già nella predisposizione iniziale del provvedimento meritava la presenza di una simile esortazione.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Quindi, credo che tutti quanti dovremmo essere d'accordo, se abbiamo a cuore il tema della democrazia, che le regole non vengano cambiate a tempo scaduto.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il provvedimento al nostro esame è indubbiamente di buon senso, atteso che il Governo e i gruppi di maggioranza ci hanno abituato all'utilizzo dell'emergenza COVID per inserire, all'interno di provvedimenti come quello di cui parliamo oggi, misure che nulla hanno a che vedere veramente con l'emergenza e che cambiano invece in maniera sostanziale i principi che già esistono all'interno del... Quindi, dicevo questo Governo e questa maggioranza ci hanno già abituato alla modifica in itinere di norme che esistono utilizzando lo scudo del problema COVID. E, allora, inevitabilmente l'emendamento in esame va riletto e deve essere sicuramente inserito nel novero degli emendamenti utili alla democrazia perché, vedete, è fondamentale soprattutto in questo momento di cambiamenti per la nazione, in cui abbiamo vissuto due mesi particolarmente difficili e continuiamo a viverli e continueremo a farlo, dare un segnale di certezza ai cittadini…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …che devono apprestarsi al voto. Quindi, noi chiediamo ovviamente che venga riletto questo emendamento perché, secondo noi, non bisogna e non si può…

PRESIDENTE. La ringrazio.

YLENJA LUCASELLI (FDI). ….cambiare la posizione all'interno delle regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Interveniamo sull'emendamento in esame perché ci sembra di palese ed evidente buon senso e ovviamente garante anche di una dialettica democratica.

Non si possono cambiare le regole del gioco poco prima che il gioco abbia inizio, Ma denunciamo con questo intervento che a dare questa indicazione, al di là delle chiacchiere di Fratoianni, è stato proprio un Ministro di questo Governo, il Ministro Boccia, che, con una lettera alle regioni proprio la scorsa settimana, ha dato indicazioni di modificare la legge elettorale prendendo a spunto un incontro che aveva fatto con alcune associazioni di donne per garantire la parità di genere.

Ora, sulla parità di genere magari se la smettesse di chiacchierare e desse seguito a questo, visto che noi abbiamo l'unica forza politica rappresentata da un segretario donna, forse la sinistra farebbe più bella figura.

Ma, al di là del motivo per cui il Ministro Boccia ha fatto questa lettera, è chiaro che c'è una sollecitazione da parte del Governo alle regioni a modificare la legge elettorale…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). E questo è indecente, inaccettabile e irricevibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, il primo intervento di riflessione sull'emendamento 1.13 Sisto del mio collega Zucconi tracciava quella che sarebbe la definizione più logica, cioè un emendamento di buonsenso. Si fa veramente fatica a mettersi nell'ottica di sostenere il contrario, cioè di sostenere che le regioni nei tre mesi finali del loro mandato possano cambiare le regole del gioco. Quindi è evidente che, se questa riflessione logica non venisse accettata, si proporrebbe un retro-pensiero quantomeno di malafede in questo senso. Ma com'è possibile, oltretutto con un rinvio, una proroga dovuta a un evento eccezionale, perché ricordiamoci tutti che le elezioni avrebbero dovuto svolgersi in una data pre-estiva, che con questo rinvio addirittura ci sia la possibilità di cambiare le regole e, quindi, la legge elettorale? Quindi noi pensiamo e speriamo che il Governo ci ripensi e che, leggendo chiaramente l'emendamento, possa cambiare il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per chiarire alcuni aspetti. Noi non possiamo fare norme per fare moral suasion cioè, avendo deciso di rinviare di qualche mese le elezioni per ragioni che riguardavano la pandemia, noi non possiamo in alcun modo pensare di dire che i consigli regionali possono fare tutto meno una parte che, a mio avviso, non andrebbe fatta - ma non vale solo per i consigli regionali, vale anche per il Parlamento nazionale - di evitare di cambiare le regole del gioco nell'ultima fase. Per tale ragione ritengo che l'emendamento sia volutamente ed esclusivamente politico, che non riguardi soltanto la vicenda elettorale ma dire che i consigli regionali non hanno più nessun potere da qui fino alle elezioni diventa anche un fatto di ingestibilità delle regioni perché dal giorno dopo, se si dovesse andare a fare una qualsiasi azione ordinaria sul turismo, mi dovete dire le regioni come fanno a intervenire se dovesse passare l'emendamento di cui discutiamo.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA STUMPO (LEU). Restiamo ai fatti così come sono: credo che ogni partito può dire la sua. Una cosa è la moral suasion, una cosa è utilizzare anche momenti come questi per fare propaganda e non è vero che non se ne faccia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. In effetti, come già qualche collega ha avuto modo di affermare, non so se sia possibile intervenire sulle competenze legislative della regione, però mi sembra che questo emendamento sia reso ammissibile e quindi evidentemente si può fare. Vede, nella prima Repubblica, c'era un uomo dal potere inossidabile che diceva che a pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca. Ora io non penso e non pretendo di fare naturalmente l'esegeta del pensiero del collega Sisto, però mi sembra di capire che la filosofia che sottende, la ratio che sottende l'emendamento Sisto sia un po' questo. Del resto ci mancherebbe anche altro se, approfittando della proroga della legislatura regionale, qualcuno approfittasse di questa situazione. Peraltro stiamo parlando di una proroga concessa direi obbligatoriamente per una emergenza…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). Concludo, per una emergenza sanitaria senza precedenti. Diciamo che è una sorta di trimestre bianco che potrebbe anche intercettare del buon senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà per un minuto.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Prima di tutto, il nostro non è un emendamento formulato per ragioni politiche, ma un emendamento che impedirebbe - come posso dire - lo “stiracchiamento” della nostra Costituzione, perché la Corte costituzionale stessa si è pronunciata in più occasioni dicendo che, per lo meno per ragioni di opportunità, se non di buon senso, anche quando le competenze sono riconosciute in maniera eclatante e trasparente, le leggi elettorali non si dovrebbero fare negli ultimi mesi di qualsivoglia legislatura, che sia un Parlamento, che sia un consiglio regionale. Qui ci troviamo addirittura nella situazione surreale per cui, con un consiglio prorogato - prorogato per un'emergenza sanitaria e, quindi, per un interesse centrale, nazionale, che dovrebbe prevalere sulle esigenze, anche regionali, in forza dell'articolo 117 -, negli ultimi due mesi, si fa una legge elettorale. Questo, naturalmente, va contro l'opportunità politica, come anche gli inviti che ci sono stati fatti in più di un'occasione dalla Corte costituzionale nel formulare delle leggi elettorali comprensibili ai cittadini, non fatte per opportunità e di parte o, comunque, in fretta e senza giustificazioni.

Riteniamo, quindi, che non possiamo essere tacciati di partigianeria o furbizia: noi semplicemente, in questo caso, stiamo difendendo la nostra Costituzione. Mi stupisco dei colleghi del PD che, in più di un'occasione, hanno accusato, invece, la nostra parte politica di essere un po' troppo flessibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Certamente, le regole non si cambiano in partita, quindi, se il gioco inizia, si gioca con le regole che si sono stabilite; ma, da donna, mi sento di dire che la preferenza di genere è una questione che nuoce alle donne brave. Le donne brave vincono in partita, perché sono brave (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente); le donne brave, in un partito che è meritocratico, salgono ai più alti vertici perché sono brave. Allora mi sento di dire che, in un partito come il nostro, che ha come leader Giorgia Meloni, dimostriamo che, quando i partiti internamente vivono a pieno la meritocrazia e il riconoscimento delle capacità, allora le donne riescono a arrivare ai più alti vertici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la democrazia che vogliamo, queste sono le preferenze che vogliamo vedere in una legge elettorale: che riconoscano il merito, sempre e comunque (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, contrariamente a quello che dice il mio collega Mollicone, io credo nella buonafede del Governo e anche, soprattutto, dei membri del Parlamento, per cui la votazione di questo emendamento che, di fatto, non autorizza le regioni a farsi una legge elettorale ad hoc in un momento di difficoltà, in un momento di emergenza. E verrebbe da chiedersi come mai non l'abbiano fatto prima, cioè prima della scadenza del termine naturale, prima che iniziasse il termine emergenziale. Se era così dirimente la questione della legge elettorale, avrebbero potuto farla ben prima i governatori che da cinque anni governano quelle regioni, non dall'altro ieri.

Quindi, attraverso la votazione di questo emendamento, diamo l'opportunità a questo Parlamento di dimostrare che non c'è malafede: non c'è malafede se oggi votiamo questo emendamento, perché è evidente che cancelliamo tutto quel retropensiero che farebbe pensare a molti - probabilmente a chi non è ingenuo come me - che ci sia un disegno dietro, che è quello di poter beneficiare quanto più possibile di una legge elettorale fatta ad hoc per la conferma dei governatori uscenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cassinelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Questo emendamento 1.13 a prima firma Sisto è la logica chiusura di una norma che prevede la proroga, per alcuni consigli regionali, vale a dire Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia, della sua prorogatio. Evidentemente, in questi tre mesi, del fino alla fine del mandato e fino alle relative elezioni, questi organismi devono poter sì gestire, ma limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili. È fuor di dubbio che non possono compiere gli atti di governo che normalmente sono di loro competenza e non possono, quindi, neanche mettere mano alle leggi elettorali che, eventualmente, intendessero modificare. Perché?

Perché i tempi, evidentemente, non lo consentirebbero più e perché sarebbe certamente un atto esorbitante da quelle che sono le competenze e i poteri a loro attribuiti in questa fase, che è una fase di particolare eccezionalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ricordo che, alle 16,45, è prevista la sospensione dell'Aula.

Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Guardi, fa veramente specie che, in un momento in cui le regioni attendono ancora di sapere da questo Governo che cosa vuole fare in tema, per esempio, di semplificazione, mentre la gran parte degli italiani che ha chiesto la cassa integrazione ancora attende che arrivino sui conti correnti i soldi che le regioni stanno chiedendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), noi oggi siamo qui a discutere del fatto che questa maggioranza vorrebbe difendere il diritto di alcune regioni di modificare la legge elettorale. Mi sembrate completamente scollegati dalla realtà e dai problemi che vivono gli italiani in questo momento, perché agli italiani in questo momento non frega assolutamente niente del fatto che le regioni possano modificare la legge elettorale. Le regole non si cambiano quando le istituzioni, i consessi che animano quelle istituzioni sono già scaduti e sono stati prorogati solo per una questione di emergenza. Allora, questo periodo di emergenza lo dovevate utilizzare per affrontare i temi dell'emergenza e, francamente, non credo che il tema della legge elettorale sia una priorità dell'emergenza COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, nel 1994, quando la gioiosa macchina da guerra del compagno Occhetto venne travolta dalla marea di voti del centrodestra, si inventò la par condicio, si disse che era un elemento che serviva ad impedire delle derive plebiscitarie. Se oggi ammettiamo che, a tre mesi dalle elezioni, le regioni possano cambiare la legge elettorale, andiamo proprio nel segno della deriva plebiscitaria. E allora, io mi permetto di raccogliere quanto diceva il collega Stumpo rispetto a questo emendamento e, cioè, vi sia almeno un pronunciamento del Parlamento, magari con un ordine del giorno, ma che dica chiaramente, inviti chiaramente le regioni a non modificare le leggi elettorali o, meglio, i sistemi elettorali in questo periodo, per evitare di cambiare non solo le regole del gioco, ma di cambiare, probabilmente, anche i risultati elettorali che uscirebbero dalle urne, quando il 20 di settembre, come dite voi, il 27, come sosteniamo noi, si andrà a votare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, fa tristezza vedere che il Governo utilizza il tema della introduzione delle preferenze di genere come grimaldello per aprire la possibilità alle regioni di farsi una legge elettorale su misura fuori tempo massimo. Peggio di questo potrebbe esserci solo che vi facciate anche una norma in cui si decide che, a elezioni già svolte, prima di aprire le urne, decidiate che, per i presidenti uscenti amici vostri, il voto si conta per due e, per gli altri, si conta per uno.

E allora, io credo che sarebbe opportuno ritornare al buon senso, anche perché questo Governo ha fatto per mesi un braccio di ferro con le regioni, pretendendo di limitarne la possibilità di intervenire sulle tematiche legate al COVID-19 e adesso, improvvisamente, diventate favorevoli al massimo decentramento possibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'unica cosa che volete accentrare è il potere di decidere come rinnovarvi e garantirvi le poltrone il più possibile. Questo non è corretto, questo non è accettabile e l'emendamento 1.13 Sisto, che è di buon senso e concludo consente di adottare atti urgenti legati all'emergenza, mentre non consentirebbe di fare degli indegni blitz per farsi delle leggi su misura fuori tempo massimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

Ricordo, con l'occasione, che alle 16,45 dobbiamo obbligatoriamente sospendere i lavori dell'Aula. Sarebbe auspicabile, ma, ovviamente, è al vostro buon cuore e alle decisioni che prenderete, metterci dietro alle spalle l'emendamento 1.13 Sisto, procedendo alla votazione entro le 16,45. A lei la parola, deputato Iezzi.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Sì grazie, ma questo provvedimento nasce diciamo sulla straordinarietà del momento che stiamo vivendo, quindi ovviamente nessuno, credo, in quest'Aula vuole vietare, come dire, misure straordinarie, che siano finalizzate proprio ad affrontare il momento che stiamo vivendo e l'epidemia.

Credo che nell'intento dei relatori ci fosse l'intenzione di impedire che, negli ultimi mesi della legislatura che noi, con questo provvedimento, allunghiamo, vengano stravolte le regole del gioco. E allora davvero credo che il problema si risolverebbe nella maniera più facile e più semplice possibile se ci fosse una riformulazione del testo, perché così come tutti noi siamo favorevoli al fatto che le regioni prendano misure straordinarie per affrontare l'emergenza epidemiologica che stiamo vivendo, spero e mi auguro che tutti noi siamo favorevoli al fatto che le regioni non debbano sfruttare questi mesi in più che noi diamo loro, come Parlamento, per cambiare le regole del gioco e quindi faccio mio e sostengo l'appello alla relatrice per riformulare il testo, perché davvero sarebbe un bel segnale, a proposito anche di quanto veniva detto prima, che non ci sono interessi di partito da parte di nessuno, ecco, se ci fosse una riformulazione di questo testo sicuramente si darebbe l'immagine anche all'esterno che non c'è interesse di nessun partito nel voler cambiare le regole del gioco nelle singole regioni.

PRESIDENTE. La ringrazio deputato Iezzi. Ovviamente ci stanno ascoltando sia la relatrice che il Governo, quindi la sua proposta, se sarà accolta, ci arriverà una qualche forma di cenno. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per continuare a dire che troviamo scorretto che un Ministro come Boccia, tre giorni fa, abbia lanciato questo appello alle regioni per cambiare la legge elettorale quando, nelle settimane scorse, attaccava le regioni che volevano prendere provvedimenti per chiudere e per la salute sanitaria, richiamava il centralismo e la decisione del Governo. Oggi invece chiede alle regioni e, come ha detto il mio collega Acquaroli, nelle Marche si rinsalda l'alleanza fra 5 Stelle e PD, e, subito, usando la demagogica preferenza di genere, chiedono di cambiare la legge elettorale fuori tempo massimo. Ecco, io direi che forse su questo Fratelli d'Italia, come il resto delle opposizioni, si ribellerà e andrà a denunciare in piazza questo, che è veramente una deriva autoritaria, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie Presidente, io trovo emblematico non tanto il testo, la formulazione, che può essere modificata qualora addirittura la relatrice e il Governo fossero d'accordo, limitandolo ad alcune materie, eccetera, in particolare alla legge elettorale, quanto la causa, cioè la diffidenza che c'è di fondo tra schieramenti politici. In qualche regione questo giochetto lo stanno tentando di fare, qualcuno l'ha citata qui questa questione, allora io credo che, come dire, per fortuna c'è l'eterogenesi dei fini, perché le leggi elettorali vengono spesso immaginate, da chi le confeziona, come un abito di sartoria fatto su misura. Ecco, non c'è cretinata più grande di chi pensa di fare questo errore, perché di solito si finisce per confezionare un abito fatto su misura per il proprio avversario politico.

Allora io, Presidente, credo che una riflessione su questo vada fatta. Se ci sono emendamenti di tal fatta, è perché c'è una differenza sostanziale, perché furbate di questo genere vengono messe in campo, perché così come si è fatto per il referendum, con l'abbinamento con le elezioni amministrative, probabilmente in qualche regione, proprio di questi tempi, si pensa di riaprire la questione della legge elettorale. È quantomeno inopportuno. In un Paese normale, questa roba si dovrebbe risolvere con una stretta di mano. Evidentemente, se è stato presentato un emendamento e se ci sono tanti interventi a favore

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). …di questo emendamento, probabilmente un motivo c'è e qualcuno una riflessione su questo motivo farebbe bene a farla.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, mi sembra che sfugga un dato normativo: la doppia preferenza di genere è un principio introdotto dalla legge n. 20 del 2016, che ha novellato i principi statali per la legislazione regionale. Quindi, le regioni che hanno la preferenza e non l'hanno ancora inserita sono inadempienti rispetto a un principio posto dal Parlamento. Allora, possiamo discutere su varie soluzioni, ordini del giorno e cose del genere sull'invito a non modificare le leggi elettorali, ma chi non ha inserito la doppia preferenza ed ha un sistema di preferenze deve inserirlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché altrimenti è inadempiente rispetto a quello che il Parlamento ha deciso. Ed è inadempiente già dalla bellezza di quattro anni, quindi non usiamo la scusa dell'argomento, vero, che è inopportuno cambiare le leggi a fine legislatura, per evitare quello che è un necessario adempimento, perché la Costituzione ci dice che questa è legislazione concorrente e che lo Stato fissa i princìpi. Lo Stato ha fissato un principio molto chiaro: dove c'è preferenza, ci deve essere doppia preferenza di genere. Avrebbero dovuto farlo prima, se non lo hanno fatto prima lo devono fare ora, solo su questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, rinuncio per favorire il voto.

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto poniamo in votazione, come ultimo atto prima della sospensione, l'emendamento…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente.

PRESIDENTE. Lei ha già parlato sull'1.13, deputato Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiederei al relatore una ulteriore riflessione su un accantonamento, perché ci potrebbe essere la possibilità di una soluzione; quindi se il relatore mi ha chiesto sostanzialmente di riflettere su una possibilità, chiederei al relatore e al Governo…

PRESIDENTE. E' una richiesta di accantonamento tecnicamente.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Una nuova richiesta di accantonamento, sperando di incontrare il parere favorevole del relatore e del Governo.

PRESIDENTE. Ricordo, giusto per la cronaca, che noi abbiamo già respinto una richiesta di accantonamento di questo emendamento 1.13. La relatrice Bilotti?

ANNA BILOTTI, Relatrice. No, no, c'è un parere contrario sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Presteremo maggiore attenzione a chi sta votando dalle postazioni in Transatlantico. Nel frattempo, ricordo comunque che quella famosa votazione, sulla quale sono state denunciate diverse impossibilità di espressione del voto, era comunque senza registrazione dei nomi, lo ricordiamo soprattutto ai deputati che stanno in Transatlantico e stanno votando da lì e ci ascoltano.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 19,45.

La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 19,50.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Benvenuto, Brescia, D'Uva, Frusone, Gelmini, Giachetti, Iovino, Lollobrigida, Lorefice, Maniero, Molinari, Ruocco, Saltamartini, Sisto e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per fare in modo, suo tramite, di rappresentare al Governo - che non vedo ampiamente rappresentato - e al Premier Conte il fatto che questo Parlamento esiste ancora, non è in quarantena, non è stato abolito dal COVID; e allora, siccome leggiamo sulle agenzie che il dottor Colao avrebbe presentato al Premier Conte, finalmente, l'esito del suo lavoro, noi chiediamo - non per un mero atto di cortesia, ma per un atto doveroso e di rispetto nei confronti del Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) - che quel Piano venga ufficialmente trasmesso alle Camere. Forse, sarebbe anche il caso di avere un'audizione in presenza del dottor Colao, se serve anticipiamo noi i soldi del volo Londra-Roma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma, insomma, vorremmo poter affrontare, per trasparenza e nel merito, le proposte che oggi leggiamo semplicemente sui siti dei giornali e sulle agenzie. Abbiamo già rappresentato, Presidente, la nostra contrarietà rispetto a dei mesi nei quali il Parlamento è stato pienamente esautorato dal Governo. Ebbene, questo Piano arrivi alla discussione in Parlamento, nelle Commissioni, e sia messo a disposizione di tutti i gruppi parlamentari presenti in quest'Aula. Questa è la richiesta che rivolgiamo al Premier Conte e anche al dottor Colao (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2471-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione in esame.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato respinto l'emendamento Sisto 1.13 e sono stati accantonati gli emendamenti da Sisto 1.1, a pagina 2 del fascicolo, agli identici De Angelis 1.301 e Baldelli 1.349, a pagina 25 del fascicolo.

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti da Sisto 1.291, a pagina 3 del fascicolo, a Sisto 1.618, a pagina 19 del fascicolo, sono stati ritirati dal presentatore.

A seguito del ritiro di tali proposte emendative, la Presidenza consentirà, in via del tutto eccezionale, l'esame e la votazione dell'emendamento 1-bis.2 Sisto (già collocato a pagina 63, tra gli emendamenti non segnalati) che, per un errore, non era stato segnalato dal gruppo. Tale proposta emendativa verrà posta in votazione dopo l'emendamento 1-bis.301 Magi, a pagina 28 del fascicolo.

Chiedo alla relatrice come intenda proseguire nell'esame del provvedimento. Il tema è: si riparte dagli accantonati o da dove eravamo arrivati? Onorevole Bilotti, a lei la parola.

ANNA BILOTTI (M5S), Relatrice. Ripartiamo dagli accantonati.

PRESIDENTE. Allora deve dare il parere sugli accantonati, perché li avevamo tenuti in sospeso. A pagina 2, dall'emendamento 1.1 Sisto in poi. Si dovrebbe alzare, cortesemente, deputata Bilotti, grazie.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Presidente, se può gentilmente ripetermi quali sono gli emendamenti ritirati.

PRESIDENTE. I ritirati sono da pagina 3 a pagina 19.

ANNA BILOTTI (M5S). Relatrice. Quindi, dall'emendamento 1.206 Prisco…

PRESIDENTE. Il primo è l'emendamento 1.1 Sisto. Per tranquillizzare i colleghi, faccio presente che abbiamo comunicato in questo momento alla relatrice Bilotti la ricostruzione degli emendamenti che sono stati ritirati e tutto il resto, quindi stiamo calmi e lasciamo che la collega si concentri per darci il parere sugli emendamenti che rimangono in vita. Il primo a cui deve darci una risposta relativamente all'emissione del parere è a pagina 2, l'emendamento 1.1 Sisto.

ANNA BILOTTI (M5S). Relatrice. Il parere è contrario sugli emendamenti 1.1 Sisto, 1.203 Sisto, 1.204 Magi, 1.205 Prisco, 1.206 Prisco, 1.207 Sisto, 1.208 Prisco, 1.209 Sisto, 1.213 Prisco, 1.214 Prisco, 1.215 Prisco, 1.216 Prisco, 1.217 Prisco, 1.218 Prisco, 1.219 Prisco, 1.220 Prisco, 1.221 Prisco, 1.222 Prisco, 1.223 Prisco, 1.224 Prisco, 1.225 Prisco, 1.226 Prisco, 1.227 Prisco, 1.228 Prisco, 1.229 Prisco, 1.230 Prisco, 1.231 Prisco, 1.232 Prisco, 1.233 Prisco, 1.234 Prisco, 1.235 Prisco, 1.236 Prisco, 1.237 Prisco, 1.238 Prisco, 1.239 Prisco, 1.240 Prisco, 1.241 Prisco, 1.242 Prisco, 1.243 Prisco, 1.244 Prisco, 1.245 Prisco, 1.246 Prisco, 1.247 Prisco, 1.248 Prisco, nonché sugli identici emendamenti 1.301 De Angelis e 1.349 Baldelli.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, è conforme a quanto detto dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.203 Sisto, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Prego, ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Sì, veramente ho chiesto di parlare anche sul precedente, però, Presidente, parlo su questo. Il senso è molto simile, ovviamente. Questo emendamento riapre il tema della possibilità di modificare ulteriormente la finestra elettorale sulla base delle considerazioni emerse durante la discussione avuta in Commissione, nella quale - proviamo a ricostruire un po' di storia - sono stati proposti due o tre tipi di quadrante di voto supportati da un parere del comitato tecnico-scientifico pieno di condizionalità, per il quale sembrerebbe auspicabile un voto in settembre ma non si può escludere la possibilità di votare in sicurezza in ottobre.

Questo riapre uno dei temi – tanti - che le opposizioni, durante la discussione della Commissione, ma anche oggi, hanno posto all'attenzione di tutte le forze politiche, del Governo. Cioè: se vi è una certezza sull'insicurezza durante un certo periodo, ragioniamo su regole eccezionali per affrontarla; se invece quella sicurezza non vi è, perché il parere medico-scientifico ricostruisce una possibilità estremamente eventuale per la quale nel mese di ottobre potrebbe riemergere un'influenza COVID non per forza 19, per la quale nessuno ha capito quali sono, da un lato, le motivazioni e le forzature rispetto all'anticipazione a certe proposte di data elettorale (c'è stata offerta il 13 settembre in un primo momento, il 20 in un altro), questa proposta del collega Sisto riporta nella sua compiutezza la possibilità di svolgere le elezioni, che ricordo si svolgono su quattro schede, perché votiamo per i consigli comunali, per i sindaci - addirittura con un doppio voto nei comuni sopra i 15 mila abitanti -, per il rinnovo di regioni molto molto popolose (sei), e per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.

Quindi, quattro schede, quattro campagne elettorali che richiedono la necessità di poter far formare una coscienza piena ai cittadini per scegliere al meglio quello che vogliono fare per le forze politiche che intendono presentarsi a questa competizione elettorale, e di poter spiegare nel miglior modo i propri programmi, senza essere costretti agli adempimenti e alla campagna elettorale durante il periodo estivo, con tutte quelle ricadute che abbiamo rappresentato già nella prima parte della discussione di oggi pomeriggio, cioè con le ricadute sul turismo e con le complicazioni sulla scuola.

Non dimentichiamo che l'avvio dell'anno scolastico richiede di comprendere - noi l'abbiamo compreso - tempi di sospensione, tempi di sanificazione prima e dopo le elezioni, modalità organizzative. Lo abbiamo chiesto molte volte e con insistenza anche in Commissione, lo ha fatto qualche collega prima e meglio di me negli interventi di oggi pomeriggio - e concludo, Presidente - ma nessuno su questo ci ha risposto. Come, in fondo, nessuno ha risposto su una motivazione scientifica per cui la data che qui propone il collega Sisto, come tante altre possibili date, non potevano essere quelle scelte per il voto.

Abbiamo solo compreso che c'era la fretta di giocare d'anticipo da parte della maggioranza per cercare di massimizzare la visibilità di alcuni propri governatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sono in questo caso convinto che il collega Sisto abbia fatto un ottimo lavoro. Sulla data, qui oggi si è sentito discutere tanto, sentivo Ceccanti che diceva: “non cambia niente una settimana: perché il 20 settembre sarebbe la fine della democrazia e il 27 sarebbe la soluzione ideale?”.

Per noi non è la soluzione ideale il 27: era una mediazione, era la data minima, dignitosa, per la mediazione. Quindi, noi sul 20 settembre non ci siamo, ma non perché il 27 era l'ideale; perché il 27 rappresentava già un punto di caduta con 3 mila limiti, ma al limite dell'accettabile.

Questo emendamento, che prevede il voto nel mese di ottobre, è un emendamento che ci trova perfettamente favorevoli, perché è un emendamento che pone, a questo punto, delle condizioni civili di confronto democratico, una campagna elettorale che è compresa nel mese di settembre, e quindi questo è un punto su cui si può ragionare serenamente. Il resto sono forzature.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente, a supporto di quanto detto fino ad ora dal collega Prisco e dal collega Donzelli sulla possibilità di modificare e soprattutto di accettare le proposte che sono venute all'interno della Commissione, supportate ovviamente dal comitato tecnico-scientifico, su un'eventuale ricaduta, che credo ormai, con l'esperienza non sempre in qualche modo positiva, questo Governo avrebbe dovuto acquisire per mettere in campo la possibilità di misure adeguate affinché si potesse votare in tempi ragionevoli, in tempi che possono favorire gli schieramenti, i partiti, i candidati, gli elettori, i cittadini, non soltanto a mettere in campo i programmi e le proposte, ma soprattutto a recepirle.

Credo che sia una giusta valutazione, ma altrimenti, qualora questo nostro ulteriore appello non venisse accettato, credo che sia l'esempio di come soprattutto il partito dei 5 Stelle sia poco abituato ad affrontare elezioni amministrative, a stare sui territori, a stare tra la gente e ad essere un partito radicato non soltanto a Roma, ma anche nei territori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, pare che le elezioni siano solo un problema di data e non anche un problema di campagna elettorale che possa coinvolgere i cittadini, gli elettori, e anche consentire ai candidati di poter meglio spiegare il proprio programma elettorale e le proprie intenzioni.

È evidente che più noi andiamo a ridosso del periodo estivo e meno sarà fatalmente l'attenzione che sarà riservata a questo momento elettorale. Del resto, mi permetto di fare una considerazione: in Italia non è che si sia mai votato tantissimo nel periodo autunnale-invernale, ma non c'è un'elezione che si sia mai tenuta a settembre. Una ragione ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Riprendendo gli argomenti svolti anche dai colleghi, noi riteniamo che il range temporale previsto nell'emendamento del collega Sisto sia un range tutto sommato di buon senso, per il semplice fatto che tiene in seria considerazione anche la particolarità geopolitica e climatica del nostro Paese, perché votare in Germania, in Austria o altrove nel mese di settembre o di agosto può essere anche qualcosa di facilmente praticabile; del resto, per i motivi che adducevo poco fa, i campionati di calcio e tutti i campionati sportivi iniziano in piena estate. Evidentemente ci sono delle condizioni climatiche ed economiche perché il turismo è un turismo ovviamente condizionato su altri livelli che lo consentono. Quindi noi sosteniamo questa ipotesi del collega Sisto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.204 Magi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.205 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, così approfitto per prenotarmi, battendola sulla velocità nell'avvio al voto, per tutti gli emendamenti da qui alla fine. Questo emendamento ha uno scopo di recupero, cioè per inserire più comuni possibile, più elezioni possibile, visto che mi pare che si prefiguri l'ipotesi di un election day, per il quale allarghiamo la finestra di fine delle consiliature, che potrebbero anche capitare per altre ragioni diverse da quelle che già sono intervenute, dal 27 luglio al 24 agosto. Ovviamente vi sono tutti i tempi, soprattutto se non vi è prefissata una data, come ci è stato raccontato in quest'Aula, perché anche quei comuni la cui consiliatura dovesse terminare entro il termine del 24 agosto avrebbero la possibilità di andare al voto senza incorrere nelle pesantissime e complesse procedure, per esempio, del commissariamento.

Credo che sia una norma che va soprattutto a vantaggio dei cittadini, che hanno la possibilità di scegliersi con più velocità in questa finestra che andremo a individuare i propri rappresentanti, i sindaci e i consiglieri comunali. Credo che sia un'ottimizzazione anche delle risorse in chiave di election day, e quindi in chiave di risparmio dei costi a carico delle finanze pubbliche.

Mi auguro che su questo provvedimento, che non ha particolari afflati ideologici, ma tecnici sì, vi sia la disponibilità della maggioranza a un ragionamento, recuperando quello che è l'appello del Presidente Fico di qualche ora fa che chiede, non so se alla maggioranza o all'intero Parlamento, di scrivere le regole del gioco insieme. Ecco, per scrivere le regole del gioco insieme noi poniamo anche quest'altro tema sul tavolo della discussione, con l'auspicio, la speranza e l'augurio che questo possa diventare oggetto di confronto e anche di risoluzione di questo piccolo problema sul quale magari possono incorrere alcuni comuni all'interno del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è particolarmente importante perché prende in considerazione tutti i comuni che dovessero andare al voto e in cui la data prevista per il voto dovesse verificarsi, diciamo così, durante la scadenza prevista per il mese d'agosto. Per permettere, quindi, a questi comuni di non dover aspettare di essere commissariati o di aspettare un anno, si prevede di aggiungere, rispetto alla data del 27 luglio, la data del 24 agosto per poter far svolgere, nella tornata straordinaria di elezioni, anche quelle in questi comuni, altrimenti si rischia il commissariamento di un anno, di sei mesi e di tanti mesi di questi comuni, limitando la democrazia.

Ovviamente, per poter fare questo è necessario e auspicabile spostare la data del voto dal 15 settembre al 13 ottobre, perché questo permetterebbe, ovviamente, di svolgere le elezioni non solo in questi comuni, ma anche negli altri comuni nella serenità della campagna elettorale che, come abbiamo previsto, non può svolgersi in pieno agosto, non può svolgersi quando ci sono le ferie ed è irrispettoso pensare di svolgerla in un momento inadeguato. Quindi, questo emendamento prevede il doppio beneficio della correttezza della campagna elettorale e, al tempo stesso, di evitare che alcuni comuni che per qualche motivo, non di scadenza naturale, si dovessero sciogliere fra luglio e agosto di poter partecipare alla tornata elettorale e non esserne esclusi, perché la democrazia, in teoria, non è un optional.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo all'appello di chi mi ha preceduto, rispetto alla modifica che darebbe in qualche modo ai comuni che per un verso o per un altro subiscono un'interruzione la possibilità di poter fare una competizione elettorale che sia trasparente, che dia un po' quella possibilità che attraverso un'agenzia stampa che abbiamo letto da poco con le dichiarazioni del Presidente Fico faccia scrivere le regole del gioco a tutti quanti. Io spero che questa sera non si verifichi quello che si è verificato in ogni decreto precedente, che le regole del gioco vengono scritte dalla forza dei numeri, in quest'Aula, dalla forza muscolare e non dalla forza della ragione, perché sarebbe un danno alla democrazia e perché sarebbe un danno alla politica…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). Troppo spesso ci riempiamo la bocca di quanto sia importante la politica del territorio, in questo momento potremmo passare dai proclami ai fatti, dagli slogan alle azioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

I deputati che preferiscono parlare dalla postazione, come già ho detto diverse ore fa, sono pregati di avvicinarsi, perché, insomma, è anche una questione di cortesia e di rispetto nei confronti dell'Aula.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, se questa è la modalità che è stata indicata, occorre considerare anche il tempo che ci vuole a muoversi dal proprio scranno fino al microfono…

PRESIDENTE. Infatti, ho parlato dei deputati che si prenotano per parlare. Quindi chi si è prenotato lo sa che dovrà parlare…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Ma non sapevo quando sarei intervenuto.

PRESIDENTE. Prego, faccia il suo intervento, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Questo emendamento, come ha già ricordato il collega Donzelli che è uno dei firmatari, va nel senso di cercare di dare un po' di ordine in questo caos calmo che state organizzando con questo decreto. Un caos calmo che va a scardinare la dialettica, la democrazia elettorale, che va a creare una grande confusione generale per quanto riguarda il rinnovo dei consigli municipali, comunali e regionali.

Noi siamo convinti, come Fratelli d'Italia, che sia necessario, almeno in questa sede, almeno affrontando questo test, avere la possibilità di capire che ogni comune, ogni elezione, anche quella di livello gerarchicamente inferiore, vada rispettata e per farlo bisogna pure ragionare sui tempi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, questa proposta emendativa chiede una cosa molto semplice: l'accorpamento anche dei comuni che, per motivi diversi, devono essere rinnovati, per motivi diversi dalla scadenza del mandato. Siccome è ormai chiaro che si va verso la volontà di istituire un giorno unico di elezioni, unendo il referendum alle elezioni amministrative, sarebbe veramente fuori luogo non comprendere, sia per questioni organizzative, sia per questioni economiche, nell'armonia generale di queste elezioni, anche i comuni che dovrebbero votare, evitando così anche il commissariamento. Questo è un emendamento che va proprio in questo senso, nel senso di organizzare, in maniera univoca, questa tornata elettorale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, quello presentato all'attenzione dei colleghi è un emendamento di assoluto buonsenso, con cui si intende semplicemente rendere più efficiente e anche più performante il momento elettorale, riuscendo ad allargare la finestra entro cui andare a realizzare lo svolgimento di elezioni, evitando, tra l'altro, parallelamente, il commissariamento di un ente che, diversamente, per una finestra di appena 20 giorni, rischierebbe di vedersi sottoposto a un regime commissariale per un anno circa, con una vulnerazione non solo di quei principi democratici, che qui abbiamo tante volte sentito recitare, ma anche di quel principio dell'election day che, invece, sempre prima, dal collega Forciniti, abbiamo sentito richiamare e illustrare come uno dei punti di riferimento che avrebbe guidato la nostra democrazia fin dai momenti istitutivi. È questo il motivo per il quale riteniamo sia del tutto normale, naturale e anche, tutto sommato, di buon senso e di buona logica, allargare la finestra elettorale fino alla data indicata nell'emendamento, consentendo così agli elettori di dare un governo alle proprie amministrazioni locali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. È indubbio che un comune, che si veda sciolto il consiglio comunale, che veda interrotta, per qualsiasi motivo, l'esperienza amministrativa subisce un danno ed è un danno che, alla nomina dei commissari prefettizi, può durare vari mesi, interrompendo iniziative, progettualità eccetera. È un danno sicuramente da evitare ed è quello che cerca di fare anche questo emendamento, andando ad intervenire alla lettera c) e posponendo la data del 27 luglio al 24 agosto, quindi, facendo rientrare in un ulteriore mese tutte le casistiche di scioglimento dei consigli comunali ed evitando così, poi, il commissariamento del comune stesso.

Interviene, invece, sulla lettera b), naturalmente, dando la possibilità che si svolga una campagna elettorale più piena e più consona alla bisogna in quei comuni che andranno al voto a causa di questo scioglimento anticipato. Quindi, è un emendamento assolutamente di buonsenso che dovrebbe essere accolto, a prescindere anche da valutazioni di altro ordine e grado. È un emendamento che tutela queste esperienze comunali e le mette al riparo da commissariamenti così dannosi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo emendamento non solo è di buon senso, ma penso ricalchi esattamente quelli che sono gli ultimi vent'anni di vita politica e amministrativa degli enti locali, perché pare, al collega Ceccanti, un problema di democrazia o meno una settimana in più, ma mi spiega, collega Ceccanti, come mai negli ultimi vent'anni si è votato per le elezioni comunali il 10 novembre 2019, il 21 ottobre 2018, il 13 novembre 2016, il 15 novembre 2015, il 26 ottobre 2014, il 17 novembre 2013, il 28 ottobre 2012, il 27 novembre 2011, il 28 novembre 2010, il 29 novembre 2009, il 27 novembre 2005 e il 12 novembre 2000?

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). Come mai per vent'anni si è votato sempre tra ottobre e novembre e volete votare a settembre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente, non avevo capito, non avevo sentito il nome. Grazie, una breve considerazione. Molto spesso, il Presidente del Consiglio, in prima serata, chiede di condividere, di aprire una stagione di colloquio, di condivisione in questo momento così particolare per il Paese. Eppure, credo sia la prima volta che una data delle elezioni veda muro contro muro, che non ci sia minimamente la capacità di condividere nemmeno questo barlume e briciolo di democrazia.

Ecco, io credo che questo sia assolutamente vergognoso: da una parte, invocare, di fronte al Paese, la necessità di condividere, di fare un tratto di strada insieme e, dall'altra, non avere nemmeno l'umiltà di condividere temi come questi, che, comunque, riuscirebbero a scongiurare il commissariamento dei comuni. Su questo, vi chiedo una riflessione e chiedo al relatore la possibilità di accantonare questo emendamento.

PRESIDENTE. Sentiamo il parere del relatore.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ritiene che dobbiamo procedere? Lei chiede ufficialmente la votazione?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Assolutamente sì.

PRESIDENTE. Va bene. Un intervento a favore e uno contro sulla proposta di accantonamento.

Ha chiesto di parlare il deputato Ciro Maschio, a favore, immagino. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che questo emendamento sia una proposta di buonsenso. Capisco che, in questo periodo, c'è chi si sta abituando alla sospensione della democrazia e ci prende gusto e si sta abituando, quindi, a gestire tutto in uno Stato semi-commissariale, senza dover rispondere a nessuno, né al Parlamento né agli elettori, in una sorta di regime di prorogatio dei poteri. Addirittura, in alcuni casi lo abbiamo stigmatizzato in quest'Aula: sembra che qualcuno voglia assumere, senza dirlo, i pieni poteri.

Tuttavia, ritengo che impedire ad amministrazioni, che hanno la possibilità di rientrare nella finestra delle prossime elezioni e costringerle a qualche mese in più di commissariamento, sia del tutto irragionevole. Quindi, ritengo che, su questo tema, non ci debba essere uno scontro ideologico o di interessi, ma ci debba essere una convergenza sul buonsenso e sul rispetto dei cittadini di quei comuni che si troverebbero a non poter scegliere il proprio sindaco e a dover subire, per alcuni mesi, una proroga di uno stato di commissariamento. Quindi, faccio un appello al buonsenso anche alla maggioranza.

PRESIDENTE. Non c'è nessuno che vuole parlare contro.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.205 Prisco avanzata dal deputato Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 73 voti di differenza.

Torniamo, dunque, all'emendamento 1.205 Prisco. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, grazie. Guardi, questo mancato accantonamento ci fa capire nella sua totalità l'assoluta incongruenza di questo Governo, perché ci hanno raccontato che il motivo per il quale giustamente non siamo andati alle elezioni quando dovevamo era l'emergenza COVID-19 e ci hanno poi detto: “Però, votiamo tutto insieme, perché, per una questione economica e di risparmio, noi mettiamo le regionali e le amministrative, facciamo l'election day e votiamo tutto insieme”.

E, allora, non si capisce proprio qual è la logica per la quale, invece, bisognerà nominare dei commissari, che hanno un costo che graverà sul bilancio dello Stato in un momento in cui sicuramente non possiamo permettercelo, e noi, invece, andiamo…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …a nominare dei commissari piuttosto che dare questa proroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è evidente che un momento importante quale quello della determinazione di una data elettorale avrebbe dovuto avere maggiore attenzione e riflessione da parte del Parlamento, sostanzialmente un dibattito più profondo, approfondito e di condivisione di alcuni aspetti.

Ora, l'emendamento presentato dal collega Prisco è un emendamento assolutamente condivisibile per chi fa politica, per chi sa che l'arrivo dei commissari prefettizi in un comune amministrato di piccola, di media o di grande dimensione significa la paralisi di quel comune (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Chi ha a cuore le sorti dei nostri comuni non può non votare un semplice rinvio.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Ora, noi non stiamo chiedendo, Presidente, lo stravolgimento dell'atto prodotto; stiamo chiedendo un differimento. Anche il “no” su questo evidentemente significa un atteggiamento di chiusura assolutamente incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, un emendamento di buonsenso che, come ha spiegato giustamente Gemmato, va incontro alle comunità locali. È un emendamento che voleva migliorare un provvedimento che noi riteniamo sbagliato, un provvedimento che anche in discussione sulle linee generali abbiamo provato a cambiare e a spiegare le ragioni.

Chi fa politica sa benissimo che non esiste campagna elettorale in agosto, sa benissimo che questo provvedimento - votare e iniziare la campagna elettorale il 16 agosto, con tutta la documentazione da presentare nei giorni prima e da preparare - impedirà, per esempio, a tantissimi emigrati nelle regioni del nord, che sfruttano agosto per tornare nei propri comuni di origine, di partecipare alla vita politica o dovranno rinunciare a quelle che sono le agognate ferie e il ritorno a casa.

Ecco che voi state dimostrando di aver paura delle campagne elettorali, state dimostrando, comunque, che avete paura di dover affrontare il giudizio delle persone e dei cittadini…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …e avete paura di dover affrontare quello che i sondaggi dicono, cioè che siete un Governo di minoranza nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà. Deputato Osnato, lei ha chiesto di parlare?

MARCO OSNATO (FDI). Non sentivo “Osnato”…

PRESIDENTE. Sono le mascherine che qui fanno effetto tampone.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Sono perplesso dal diniego espresso dal Governo, dalla maggioranza e dal relatore. Evidentemente, ancora una volta c'è un rifiuto del pieno diritto democratico dei cittadini a vedersi amministrati anche in quei comuni dove, appunto per ragioni diverse dalla scadenza naturale, si può, visto che stiamo andando incontro a un provvedimento che tende proprio a creare un giorno elettorale unico, si può dare voce agli elettori e ai cittadini, che possono esprimere il governo anche dei loro enti locali; e invece, chissà perché, si preferisce arrivare ad una conclusione traumatica con la nomina di un commissario prefettizio.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Io credo che sia assolutamente fuori luogo, sia appunto antidemocratico; che sia invece assolutamente privo di ogni controindicazione l'accettare questa nostra proposta,…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Osnato.

MARCO OSNATO (FDI). …perché è evidente che l'accorpamento porta anche un risparmio economico, quindi noi siamo assolutamente perplessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, i decreti-legge in materia elettorale si scrivono insieme. Questo decreto-legge nasce viziato e prosegue viziato, perché manca della materia prima, la condivisione. E allora proprio perché le leggi elettorali si scrivono insieme - e dico questo per suo tramite, Presidente, alla maggioranza -, dovete accogliere questo emendamento, perché altrimenti continuate a perseverare in questa assenza di condivisione, in questa assenza di riconoscimento del ruolo del Parlamento, in questa assenza di democrazia.

Ed allora ci aspettiamo che abbiate almeno quest'atto, quest'atto di buonsenso, quest'atto di rispetto del Parlamento, quest'atto di condivisione, e che quindi possiate accogliere l'emendamento 1.205 Prisco che ha questo in animo, che ha questa coerenza, questa volontà di proporre la condivisione in un decreto-legge così importante…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …quale quello che si occupa di materia elettorale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, noi riteniamo che l'accoglimento di questo emendamento possa essere assolutamente importante per tutte quelle comunità che potrebbero essere destinate a vedere la vita commissariale del loro comune protrarsi per mesi, se non venisse accettato questo emendamento.

Riteniamo che la democrazia, quando parla di elezioni, debba essere attenta a tutte le esigenze e a tutte quelle che sono le ipotesi che possono accadere nelle vite delle amministrazioni locali.

Riteniamo che spostare una data dal 24 luglio ad agosto non sia assolutamente una preclusione al provvedimento che stiamo discutendo, ma sia l'accoglimento di una peculiarità che può evitare il commissariamento a tante amministrazioni locali, dare la voce ai cittadini e permettere che i cittadini scelgano le proprie amministrazioni, i sindaci, gli assessori. È, quindi, assolutamente un emendamento a favore della democrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Approfitto di questo emendamento del collega Prisco per chiedere e dare un consiglio al collega Delrio, che stimo per tanti versi, e che forse potrebbe valutare se togliere dalla legge che porta il suo nome appunto la denominazione “legge Delrio”, una legge pessima, che prevede alcune criticità rilevanti; tra le quali c'è quella che, se un comune cade, decadono anche da consiglieri provinciali o da consiglieri dell'area metropolitana gli appartenenti a quel comune, senza poter avere l'effetto di proroga che invece è garantita per i comuni che vanno al voto.

E, allora, questa proroga del collega Prisco se non altro permetterebbe, per esempio, di non avere alcuni comuni, sapendo che si voterà per le elezioni provinciali successivamente alla data di elezione dei comuni e che cadrebbero nella fase citata, che non possono essere rappresentati nelle elezioni provinciali: è un vulnus che andrebbe risolto.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). E allora la speranza è che il collega Delrio rifletta che le province i cittadini italiani non le hanno volute abolire, esistono, e che il meccanismo elettorale che è stato immaginato deve essere, se non altro, corretto in corso d'opera con questi emendamenti, dei quali proviamo a sottolineare l'importanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, questo emendamento consentirebbe a gran parte della maggioranza, non il PD, ma alla maggioranza, al partito di maggioranza relativa di fare una riflessione a monte su quelli che sono stati la sua politica e il suo atteggiamento soprattutto nei confronti dei comuni e degli enti locali.

È anche grazie alla loro vulgata discriminatoria nei confronti di chiunque facesse politica che oggi è difficile trovare qualcuno che si candidi nei comuni; ed è difficile trovare qualcuno che ci metta la faccia, che voglia amministrare, perché per anni abbiamo sentito che chiunque facesse politica era in qualche maniera un disonesto e si sarebbe dovuto difendere dalle accuse che piovevano da chi invece dietro una tastiera magari si ergeva a statista mondiale.

Ecco, voi con questo emendamento potete fare in modo che i comuni, anche laddove si presenti una lista sola e non raggiunga il quorum, possano avere la fortuna di non avere un commissario. Perché guardate, basterebbe andare da un'amministrazione, in una qualsiasi comunità e chiedere se hanno apprezzato o meno il lavoro del commissario, e vi renderete conto che non c'è cosa più assolutamente lontana dalle esigenze della gente…

PRESIDENTE. La ringrazio.

LUCA DE CARLO (FDI). …di quella di avere un commissario ad amministrarla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli, in quello che è l'ultimo intervento a titolo personale possibile. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, questo emendamento, 1.205 a firma dei deputati Prisco e Donzelli, parimenti ad altri emendamenti che abbiamo discusso nella giornata di oggi è un emendamento di buonsenso. Come ha detto giustamente il collega De Carlo, il periodo di commissariamento è un momento di sofferenza per tutta una comunità: il commissario è appunto una persona esterna, non inserita all'interno del tessuto di un comune, e come tale si limita ad una gestione ordinaria, che però è scevra da una visione ad ampio respiro e dalle esigenze reali dei cittadini. Evitare un prolungamento del periodo di commissariamento è quindi sempre un qualcosa di auspicabile, rimuovendo ovviamente le cause…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …che hanno portato al commissariamento. Pertanto ampliare la possibilità e il novero dei comuni che possono andare al voto e rinnovarsi in modo naturale, credo che sia un'esigenza primaria che viene incontro alle esigenze dei cittadini.

PRESIDENTE. Ho commesso un errore nel calcolo: c'è ancora un altro intervento, e mi pare che avesse chiesto la parola il deputato Rizzetto per il gruppo di Fratelli d'Italia. Ultimo intervento a titolo personale. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, colgo l'occasione anch'io per ribadire che a quanto pare il sottosegretario, rispetto a tutte le aperture che il Presidente Fico ed il Primo Ministro Conte hanno fatto nelle ultime ore rispetto ad una cosa che si chiama “Parlamento”, e che dovrebbe soprattutto in fase di leggi elettorali o di data delle elezioni votare e fare un percorso cumulativo assieme... Ecco, questa è una cosa che non sta avvenendo. E ce ne dispiacciamo, perché è evidente che considerate vostro tutto l'elettorato, anche quello che non vota evidentemente per voi (e ce n'è, di elettorato che non vota per voi); ed in questo caso considerate vostre anche le vicende in seno ad una dinamica meramente amministrativa e locale, con dei rischi enormi rispetto ai nostri concittadini e rispetto ai nostri sindaci: che sono gli stessi che voi avete l'ardire di difendere qui in Aula, soltanto qui in Aula, per poi arrivare nei territori a mettere loro il bastone fra le ruote.

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO (FDI). E concludo, Presidente, dicendo che nell'ultimo mese, mese e mezzo abbiamo visto soltanto DPCM, abbiamo visto posizioni assurde rispetto al voto; e chiaramente noi andremo a difendere le piazze anche contro questa…

PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il suo tempo.

WALTER RIZZETTO (FDI). …che è una vera dittatura della maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.205 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.206 Prisco. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, anche questo emendamento offre una finestra più stretta, in nome di quella disponibilità che Fratelli d'Italia ha nei confronti delle altre forze politiche, nei confronti del dialogo parlamentare, raccogliendo anche l'appello del Presidente della Camera Fico di quest'oggi: discutete, trovate e scegliete le regole del gioco in modo condiviso e questo noi facciamo. La maggioranza non ha ritenuto di accogliere il limite di scioglimento dei consigli comunali al 24 agosto; l'emendamento 1.206 Prisco lo offre un pochino più stretto: al 17 agosto. Riteniamo che sia egualmente logico e ugualmente di buon senso e che offra lo spettro più largo possibile a quelle amministrazioni che dovessero cadere e sciogliersi entro quest'estate per poter accorpare tutte le elezioni nell'election day che continuiamo ad augurarci possa essere in una data consona da scegliere possibilmente tutti insieme per consentire di presentare le candidature, di svolgere la campagna elettorale, di raccogliere le firme e di fare tutti gli adempimenti nel rispetto delle persone e della sicurezza dei cittadini ma anche di quel diritto fondamentale dei cittadini di potersi formare una coscienza libera e compiuta per decidere da chi farsi rappresentare. Lo ricordo - l'ho fatto più volte in questa giornata - in quella data noi voteremo per quattro elezioni: i consigli comunali, le regioni, i sindaci e il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Riteniamo che vi debbano essere i tempi per fare queste quattro anche diverse campagne elettorali, per poter spiegare i programmi, per poter prendere degli impegni perché noi, a differenza di altri, abbiamo la cattiva abitudine, perché pare essere diventata tale, di prendere degli impegni: vogliamo che i cittadini se li ricordino e poi cerchiamo di rispettarli quegli impegni. Capisco che c'è chi è andato al Governo dicendo che si candidava contro il Partito Democratico e poi ci ha fatto il Governo; chi si candidava contro il MoVimento 5 Stelle e poi ci ha fatto il Governo; chi è abituato a raccontare qualunque cosa in campagna elettorale per poi disattenderla una volta arrivato nelle istituzioni. Purtroppo noi siamo un po' diversi e siamo fatti così: tendiamo a voler spiegare e raccontare i nostri programmi, gli impegni che ci prendiamo e poi a rispettarli fino in fondo. Quindi l'emendamento in esame va nella direzione, sempre nello spirito del precedente, di tutelare la maggior parte possibile di comunità locali i cui comuni dovessero essere sciolti entro quest'estate per poterne accorpare le elezioni nell'election day che sarà fissato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che se dovessi mettere un sottotitolo a questo decreto, il “decreto elezioni”, metterei “il decreto della paura” perché una costante che in qualche modo viviamo dall'inizio, da quando siamo qua dentro, è la paura in qualche modo di fare scelte chiare nette, paura di dar voce al popolo sovrano e, quindi, la volontà di rimanere qua attaccati alle poltrone senza che nessuno vi abbia in qualche modo dato quello che generalmente un politico e un'istituzione dovrebbe avere e, quindi, il consenso del popolo sovrano; paura dei tempi giusti in questo caso che diano possibilità alle pubbliche amministrazioni di mettere in campo programmi, azioni ma soprattutto paura di fare delle scelte che qui in qualche modo vengono scritte in un modo, poi quando scendete sui territori dite ben altro ma soprattutto la paura del complotto…

PRESIDENTE. Concluda: è scaduto il suo tempo.

WANDA FERRO (FDI). …che credo sia una delle cose peggiori per la politica e per le istituzioni. Ma sappiate che la gente è un po' più avanti e preferisce la gente che ama rischiare e mettere in campo azioni positive e non la gente che vive di paura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Proprio oggi il Presidente Fico ha richiamato l'Aula tutta e tutte le forze politiche ad un confronto costruttivo sul testo che stiamo esaminando e devo dire che questo emendamento, che ripercorre di fatto l'emendamento precedente e che ha come primi firmatari i colleghi Prisco e Donzelli del mio gruppo Fratelli d'Italia, dimostra questo senso costruttivo, perché noi abbiamo dato più ipotesi alla maggioranza e anche al MoVimento 5 Stelle, che è il partito da cui deriva l'espressione del Presidente Fico, a dimostrazione del fatto che noi non siamo incaponiti sui numeri e le finestre ma ci teniamo a garantire elezioni sempre più partecipate, dando dignità ai comuni, permettendo di ricucire…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …il rapporto tra i cittadini e l'istituzione locale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà. Donzelli ha alzato la mano ed è sceso, quindi in questo caso è giustificato.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Crediamo sia necessario però uscire dall'ipocrisia per cui continuiamo a leggere appelli della maggioranza a collaborare e al dialogo. Abbiamo letto il Presidente della Camera che dice: scegliamo la data insieme, collaboriamo, parliamo. E poi gli unici passi avanti che vengono fatti per trovare una mediazione sono da parte di Fratelli d'Italia. Questo emendamento ne è una prova. Avevamo proposto prima un emendamento più restrittivo che avete bocciato, adesso proviamo un tentativo di mediazione con questo emendamento. Se bocciate anche questo, smettetela almeno di fare gli appelli e dite chiaramente: votiamo quando vogliamo noi perché fa comodo così e ditelo chiaramente senza prendere in giro l'Aula e gli italiani. Questo emendamento è un tentativo ulteriore di mediazione proposto da Fratelli d'Italia che vi invitiamo ad accogliere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, che cerca di andare incontro, cercando il dialogo con la maggioranza, è un emendamento di buon senso. Ricordo che l'anno scorso una delle ultime elezioni amministrative, forse l'ultima elezione amministrativa era la città di Cagliari dove ricordo che Fratelli d'Italia raccolse il primo 13 per cento della sua vita grazie al lavoro ma quello che voglio dire è che già giù la campagna elettorale era difficoltosa, c'era grande difficoltà a portare avanti la campagna elettorale con il caldo, con i primi segnali di turismo e i primi mesi di turismo per il quale c'erano comunque grandi difficoltà. Quindi, continuiamo a chiedere al Governo di ripensare e di venire incontro perché anche quella giustificazione - lo chiede il Comitato tecnico-scientifico - non deve essere una scusa…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …come quando dicevate “ce lo chiede l'Europa” quando invece nascondevate una decisione politica, per evitare in questo caso una sconfitta alle amministrative (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Penso che questo emendamento, come il collega Donzelli diceva, sia una dimostrazione di intelligenza da parte di Fratelli d'Italia, intelligenza che, purtroppo, non vediamo tra i banchi della maggioranza e del Governo nell'interpretare la volontà dell'opposizione di contribuire nonostante l'imposizione di regole anche sul gioco elettorale, anche sul gioco democratico da parte della maggioranza. Noi segnaliamo, in particolare, anche la cattiva abitudine di una delle forze che compone la maggioranza nel nominare come commissari prefettizi…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …gli stessi presidenti sfiduciati dalla maggioranza che governa. Faccio riferimento ai municipi di Roma dove già più di una volta anche recentemente il sindaco Raggi ha nominato come commissario prefettizio il presidente sfiduciato dalla stessa maggioranza. Quindi, è proprio la dimostrazione…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). ….e concludo la dimostrazione del senso con cui interpretate la democrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente, colleghi, noi stiamo cercando di offrire delle opzioni temporali, anche percorribili sotto il profilo tecnico, per rinnovare i consigli comunali e i consigli regionali e arriviamo anche, in una sorta di indulgenza massima, a comprendere l'atteggiamento, in particolare, dei colleghi 5 Stelle che sono chiusi ad ogni proposta. Il loro è una sorta di misoneismo politico, nel senso che c'è un'avversione nei confronti di tutto ciò che è una novità e per loro, in effetti, una competizione elettorale amministrativa, dove in gioco vi sono le preferenze personali, è evidentemente una novità difficile da affrontare. Quindi, non possiamo pensare di convincere, pur con le nostre proposte di buon senso, il Governo o i colleghi dei 5 Stelle - e concludo - oppure la relatrice dei 5 Stelle, perché, evidentemente, l'esperienza li porta a non comprendere quello che noi stiamo dicendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è il frutto del gruppo di Fratelli d'Italia, che l'onorevole Prisco, il collega Prisco ha portato avanti all'interno della Commissione. Abbiamo dato una serie di opzioni, proprio perché riteniamo assolutamente fondamentale che non venga superato il principio per il quale, in questo momento storico, non si può sottovalutare il fatto che ci siano tantissimi comuni che andranno al voto. Ovviamente, in quest'ottica e nell'ottica della responsabilizzazione di tutti quanti, motivo per il quale Fratelli d'Italia ha presentato più proposte emendative sul tema, proprio per dare la possibilità di avere un range di opzioni diverse, anche in questo caso, noi chiediamo che questo emendamento possa essere valutato diversamente dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Rimangono sostanzialmente inalterati i ragionamenti che abbiamo svolto prima sull'emendamento precedente, tuttavia con una recessione rispetto alla data. Crediamo che ci siano le condizioni per poter chiedere al Governo una valutazione e un approfondimento ulteriore rispetto a questo emendamento, su cui, quindi, chiediamo la possibilità di una valutazione e chiediamo formalmente di procedere all'accantonamento del medesimo, Presidente; e ciò, in modo da poter anche svolgere un approfondimento utile e funzionale alla possibilità di ampliare ulteriormente quella finestra temporale di cui parlavamo prima, al fine di evitare che vi sia, con un eventuale scioglimento del comune, una gestione commissariale che, evidentemente, recherebbe nocumento a quelle comunità, che si troverebbero esposte, per un periodo ancora più lungo rispetto a quello che avevamo valutato nella precedente formulazione, ad una sottrazione della propria rappresentanza democratica. Quindi, formuliamo, in maniera formale, una richiesta di accantonamento su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Se si dà corso immediatamente alla richiesta formale di accantonamento, io intervengo a favore della richiesta di accantonamento e mi riservo di intervenire successivamente sull'emendamento; se, invece, la pone in votazione più avanti, allora, inverto l'ordine degli interventi. Mi dica lei, Presidente.

PRESIDENTE. Adesso ascoltiamo volentieri il parere della relatrice, però, a scanso di ogni equivoco, così che nessuno si disturba, è bene sapere che questa sarà l'ultima richiesta di accantonamento che verrà posta, eventualmente, in votazione, se così andrà, per motivi che tutti i deputati conoscono. C'è un insindacabile giudizio della Presidenza: se la Presidenza vede che, comunque, questo orpello regolamentare viene utilizzato, diciamo così, senza un esito diverso da quello che si è palesato fin qui, può evitare di mettere in votazione le richieste di accantonamento. Quindi, si procede con gli interventi a titolo personale fino a diciassette per il gruppo di Fratelli d'Italia per ogni emendamento - questo viene deciso -, ma eliminando le votazioni, come da consuetudine e come da letteratura della Camera dei deputati, per l'accantonamento.

La relatrice Bilotti ci deve una risposta rispetto a questa richiesta di accantonamento che è stata formulata adesso del deputato Ciro Maschio in ordine all'emendamento 1.206 Prisco.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Contraria.

PRESIDENTE. Allora, un deputato a favore e un deputato contro. Ciro Maschio, lei vuole parlare a favore?

CIRO MASCHIO (FDI). No, Presidente, una precisazione. La richiesta è stata formulata dal collega Bignami: io, nel mio intervento, ho chiesto se si discuteva sull'accantonamento o se si proseguiva con gli interventi sul merito.

PRESIDENTE. Se lei vuole, può proseguire…

CIRO MASCHIO (FDI). A questo punto, intervengo a favore della richiesta di accantonamento…

PRESIDENTE. Esatto.

CIRO MASCHIO (FDI). …che non avevo posto io. Quindi, in ogni caso, la condivido; condivido la richiesta del collega Bignami, che è un altro tentativo di fare un appello al buonsenso, alla maggioranza, su un tema che non tocca nessuna delle questioni di fondo che tanto stanno a cuore a questa maggioranza e che potrebbero, quindi, dal loro punto di vista, stravolgere l'impianto che si stanno ritagliando su misura, ignorando anche le legittime richieste dell'opposizione. In questo caso, non si toccano le questioni di fondo, ma si cerca sia di limitare i danni, sia di introdurre degli elementi di buonsenso nella proposta in esame su questioni di contorno, ma che non sono di minore rilevanza.

In particolare, si chiede di consentire che anche un'amministrazione comunale, che dovesse essere in condizioni di tornare al voto, nel periodo che va tra il 27 luglio e il 17 agosto, possa rientrare nella finestra elettorale prevista con il provvedimento in oggetto. Diversamente, se un'amministrazione dovesse cadere in quel periodo e non potesse usufruire di questa finestra, si troverebbe costretta a stare in una gestione commissariale almeno fino alla primavera successiva, quindi per più di 7-8 mesi.

Ritengo che questa opzione sia del tutto irragionevole, non ha senso da nessun punto di vista, se non quello di voler introdurre un'abitudine alla condizione commissariale, alla democrazia sospesa, in una volontà di impedire al popolo, in questo caso ai cittadini di un comune, di poter eleggere democraticamente i propri rappresentanti e di costringere questi cittadini ad essere gestiti da un commissario per sette, otto, nove mesi.

Non c'è nessun motivo: io chiedo perché non si vuole accogliere questa proposta, che non vi cambia nulla sulle scelte di fondo, ma introduce solo una possibilità in più per alcuni comuni di vedere eletti democraticamente i propri rappresentanti. Non c'è nessun motivo logico, non c'è nessun motivo politico, è solo una proposta di buonsenso: non c'è nessun motivo per ignorarla, se non una volontà di arbitrio e di protrarre uno stato di democrazia sospesa senza alcuna ragione.

Quindi faccio anch'io, come il collega Bignami e come i colleghi del nostro gruppo, in questo caso, quindi, senza nessun tono polemico, ma in modo costruttivo, un appello alla maggioranza a non impuntarsi su un emendamento che non ha nessun motivo di essere respinto.

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Maschio. Mi dispiace per il lapsus precedente.

Non ci sono richieste di intervento di altra natura.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento avanzata dal deputato Bignami, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 77 voti di differenza.

Proseguiamo, quindi, con l'esame dell'emendamento 1.206 Prisco. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Nell'emendamento precedente noi chiedevamo di poter coinvolgere nelle elezioni del mese di settembre o quando ci saranno le prossime elezioni, tutte quelle amministrazioni che avevano visto sciogliere il proprio consiglio comunale entro il 24 di agosto. Con questo emendamento, noi vi chiediamo invece di vedere coinvolte e quindi portate alle urne tutte le amministrazioni comunali che dovessero vedere sciolto il proprio consiglio comunale entro il 17 agosto.

Riteniamo questa una proposta di buonsenso, per le motivazioni che abbiamo esposto anche nell'emendamento precedente, per non dare l'amministrazione eventualmente a un commissario o a chi sarà indicato dal prefetto per mesi, vedere espropriate le amministrazioni, le città, della possibilità di programmare e di coinvolgere i cittadini in elezioni democratiche. Lo riteniamo un emendamento di buonsenso, che possa essere accolto dall'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.206 Prisco, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.207 Sisto, con parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente, noi condividiamo l'approccio di questo emendamento, che merita attenzione e approfondimento e di essere preso in considerazione, perché tiene conto, spostando l'inizio della finestra elettorale al primo ottobre, di quelle considerazioni che Fratelli d'Italia ha posto nel tavolo di discussione di questo provvedimento e cioè la possibilità di far terminare la stagione turistica, che purtroppo, per colpa dell'emergenza e del lockdown è partita in grave, grave ritardo, permettendo ai cittadini italiani di poter terminare le vacanze, senza essere impegnati negli adempimenti elettorali o ai candidati di essere candidati, dando maggiore respiro ovviamente a un comparto, quello turistico, che si vede ad essere il primo che si è bloccato per via del lockdown e l'ultimo che, purtroppo, ha potuto riaprire, quindi, almeno di sfruttare tutto questo intero pezzo di stagione turistica, perché, dai calcoli che abbiamo fatto, una media di circa 70 candidati a comune per i 1.100 comuni al voto per le regioni, più i dipendenti comunali che debbono essere impegnati negli adempimenti amministrativi e burocratici, abbiamo fatto un conto, che si fa facilmente, per circa mezzo milione o qualcosa in più di italiani che saranno bloccati diversamente nelle proprie città e che, quindi, non andranno in vacanza e che quindi non contribuiranno alla ripartenza del settore turistico. Parimenti, questo emendamento del collega Sisto, se accolto, consentirebbe quello che i colleghi, soprattutto della Lega, anche in Commissione hanno evidenziato, cioè la possibilità di far ripartire le scuole, far riavviare una socialità che manca ai nostri ragazzi purtroppo da molto tempo e poi sospendere, come di solito si è sempre fatto nel mese di ottobre o nel mese di novembre, in tutta sicurezza ovviamente, avendo anche il tempo di addivenire a quei protocolli di sicurezza che abbiamo richiamato anche oggi, poter sospendere per svolgere le elezioni. Credo che meriti un approfondimento e meriti una riflessione da parte del Parlamento, perché secondo me pone una data di equilibrio nel quale far svolgere le elezioni, che tra l'altro non preclude neanche la possibilità di poter accorpare, in un unico meraviglioso election day, anche le elezioni politiche, per poter dare all'Italia, nel momento della ripartenza, un Governo realmente voluto dal popolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, ma vede, il senso di questo emendamento, con il quale siamo assolutamente d'accordo, è proprio quello che va nell'ottica della tutela di tutti quegli imprenditori e di tutti quegli alunni che, agli inizi di settembre, si ritroveranno ad affrontare, tra l'altro in maniera ancora non molto chiara, non solo il rientro nelle classi, ma soprattutto dare la possibilità, proprio agli imprenditori che si occupano di turismo, di utilizzare qualche giorno in più rispetto alla normale stagione. Questo ovviamente, che pare un tema di secondo livello, invece è indubbiamente un tema fondamentale, ma noi siamo assolutamente certi che anche i gruppi di maggioranza si rendano conto della necessità che, in questo momento, non si blocchi un percorso in questo senso. Pertanto io chiedo che questo emendamento venga accantonato, affinché possa essere valutato in maniera più ampia.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente, con questa proposta emendativa riteniamo utile sottoporre ai colleghi dell'Aula la possibilità di verificare che, con uno slittamento di appena 15 giorni, si potrebbe determinare una maggiore possibilità anche di incentivare, implementare e sostenere uno dei settori che è tra i più importanti nella produzione interna lorda, tanto da poter anche arrivare, secondo le ultime stime, che abbiamo avuto modo di vedere quando abbiamo discusso i precedenti decreti in ordine alle misure che il Governo aveva valutato per il sostegno e per le misure di natura economica, intorno al 13-15 per cento del PIL. Quindici giorni che darebbero maggiore respiro, spostando in avanti quella data, che qualcuno vorrebbe probabilmente immaginare per la metà di settembre e che, invece, andando appunto all'inizio di ottobre, non mangerebbe le ultime due settimane della stagione turistica, che pare essere già iniziata in maniera abbastanza zoppicante, come dimostrano i dati sulle prenotazioni che abbiamo già avuto modo di riscontrare per inizio di giugno. Conseguentemente, così come le altre, si tratta di una proposta di buonsenso, che rimettiamo all'attenzione dell'Aula e della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei far notare che di fatto noi chiediamo uno slittamento della finestra di quindici giorni, però questi quindici giorni sono quindici giorni importanti, sono quindici giorni di lavoro per tante attività che sono impegnate nel settore turistico e che vedono una stagione particolare già a nascere estremamente in ritardo. Ancora oggi, che siamo ormai a giugno, chiunque di noi parli con imprenditori di questo settore si rende conto che la stagione non è ancora partita. E allora è un dovere, da parte di noi tutti, quello di considerare il fatto di non poter permettere che rimangano a casa, per la composizione e la presentazione delle liste, oltre 500 mila italiani che sarebbero coinvolti direttamente e indirettamente nelle elezioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ritorno a quanto dicevo nella discussione sul precedente emendamento e, anche in questo caso, penso che la politica che si arrende o, per meglio dire, che scarica la responsabilità delle proprie decisioni su un comitato tecnico-scientifico, sia veramente una condizione poco onorevole; perché è ovvio che gli scienziati, a cui va il nostro ringraziamento e il nostro rispetto, indicheranno delle possibilità, ma la politica si deve prendere la responsabilità, tenendo conto di tutte le condizioni. Obbligare a fare una campagna elettorale, impossibile da fare seguendo tutti i canoni, seguendo tutta la burocrazia, a cavallo di Ferragosto, metterà a dura prova gli amministratori locali e tutti quei cittadini che si vogliono avvicinare alla politica. Concludo ricordando che la più bella forma di partecipazione alla politica sono le amministrative e le comunali, che sono le elezioni più difficili per la politica e, quindi, bisogna facilitare e non portare a difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi chiediamo di spostare la finestra elettorale di pochi giorni perché, per poter assolvere a tutti gli adempimenti che ci portano al voto, dovremmo vedere decine di migliaia di persone nelle elezioni amministrative e nelle elezioni regionali, in pieno mese di agosto, fermarsi e lavorare intorno alle liste, intorno alla raccolta delle firme, intorno alla preparazione burocratica di tutti quegli adempimenti necessari per poi poter concorrere alle elezioni amministrative regionali e amministrative comunali. Dopo una pandemia come quella che abbiamo vissuto, con danni importantissimi soprattutto al settore del turismo, riteniamo che spostare questa finestra di quindici giorni consentirebbe di evitare, con questa accortezza, danni ulteriori. Chiedo alla maggioranza, al Governo e all'Aula di guardare con attenzione questo emendamento e questa finestra con uno spostamento al 1° ottobre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, non sfuggirà ad alcuno che il rinvio di queste elezioni, dovuto a motivi sanitari, soprattutto per quanto riguarda gli enti locali, ha finito per rendere molto visibili, ovviamente per le ragioni del loro ufficio, i sindaci uscenti. Allora, non è pensabile che si comprimano anche i tempi entro i quali i candidati, che legittimamente vogliono partecipare a un momento elettorale e sfidare i sindaci uscenti, neppure abbiano il tempo di poter far valere le loro ragioni all'interno dell'opinione pubblica, posto che, mentre i sindaci uscenti non sono stati limitati nella loro possibilità di movimento, sicuramente lo sono stati quelli che oggi possono essere gli sfidanti, per il semplice motivo che l'adempimento di legge prevedeva di non poter uscire di casa.

Quindi vi sarebbe una situazione di sostanziale impar condicio che, per quanto riguarda i Fratelli d'Italia, è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, gli emendamenti vengono bocciati, troviamo una motivazione di fondo rispetto all'atteggiamento del Governo e delle forze di maggioranza: c'è un po' di pigrizia in merito, pigrizia che viene anche raccolta da una dichiarazione di un certo Tridico Pasquale, il quale oggi è uscito con una perla di questo tipo: “gli imprenditori italiani sono pigri e opportunisti”; pigri e opportunisti: una perla che fa la coppia con un'altra dichiarazione dello stesso Tridico, che nel frattempo, lo segnaliamo, è il presidente dell'INPS, il quale diceva, giorni fa, che sta riempiendo di soldi gli italiani. Allora forse la motivazione, ripeto, generale a questa pigrizia e a questo opportunismo che contraddistinguono non gli imprenditori italiani, ma l'operato di questo Governo, sta proprio nella bocciatura e nella mancanza di dialogo e di confronto vero rispetto a questo tema che stiamo trattando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Vede, lei ci ha puntualmente ricordato, pochi secondi fa, che non si possono più accantonare emendamenti; trasponendo, però, sul tema più centrale del dibattito, io posso dire che, però, non si può neanche…

PRESIDENTE. A meno che non ci sia il parere favorevole della relatrice.

MARCO OSNATO (FDI). Sì, va bene, era un genius loci per arrivare a un ragionamento, Presidente. Non si può neanche accantonare la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io credo che questa maggioranza, però, abbia un po' fatto confusione: gli amici grillini, probabilmente, perché ritengono che tutte le elezioni si possono svolgere come si svolgono sulla piattaforma Rousseau e quindi credono che non ci sia una particolare difficoltà nell'andare incontro ad un evento elettorale, ad una campagna elettorale e anche alle implicazioni burocratiche che sottendono ad una campagna elettorale; mi sorprendono un po' gli amici, invece, di sinistra, nelle varie sfaccettature, che sul tema elettorale dovrebbero essere un po' più pronti, ma evidentemente sono entrati un po' nel clima della proroga e del commissariamento perenne, e oggi probabilmente ritengono di avere meno danni in una manifestazione elettorale dove, appunto, non ci sia la possibilità per le alternative ai loro - ancora per poco - numerosi sindaci e presidenti di regione, che possono essere sconfitti da chi si fa conoscere meglio di come è adesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, questo emendamento alla fine non fa altro che posticipare di qualche giorno il termine. Si diceva dell'importanza di queste elezioni amministrative, ma sembra che ci si dimentichi dell'importanza della campagna elettorale che, sicuramente, effettuata in un periodo ancora di semi vacanza, avrà delle difficoltà a decollare. Oltretutto, è una campagna elettorale a preferenza, quindi naturalmente gli incontri e le riunioni sono sempre molto faticosi e richiedono anche tempo per essere organizzati; in più, tutta la macchina procedurale, che voi conoscete bene, impone tempi che non sono conciliabili se non si accettano questi emendamenti di buon senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Qui a ribadire la richiesta semplice e di buon senso di posticipare di quindici giorni, dal 15 settembre al 1° ottobre. I motivi sono stati, devo dire, elencati da tutti quanti, a partire ovviamente da quell'impegno che dovrebbe essere a sostegno degli operatori turistici che, in qualche modo, già partiranno con mille difficoltà. Ma quello che non riesco a comprendere è il perché di non voler fare un attimo di riflessione rispetto ad una richiesta, anche perché ormai credo che questo Governo dovrebbe avere imparato - visto tutto ciò che è avvenuto nella fase COVID - che, probabilmente, ascoltare qualche consiglio piuttosto che qualche indicazione avrebbe consentito di fare minori errori.

È vero, sbagliare è umano, ma io dico che perseverare è diabolico. Auspico, ringraziando la presenza del Governo e del sottosegretario, che almeno il sottosegretario possa in qualche modo, ovviamente tramite la Presidenza, accogliere quell'invito che spero non sia soltanto una manifestazione su un'agenzia di stampa del Presidente Fico, perché altrimenti domani lo scriveremo che era soltanto un ennesimo slogan.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, nessuno resti solo, queste le parole del Premier Conte nelle innumerevoli conferenze stampa e dirette Facebook. Che nessuno resti solo. Beh, non accogliere quest'emendamento significa lasciare soli un milione e 300 mila operatori del turismo. Con questo si deve confrontare la maggioranza: lasciare sole delle persone che vivono dignitosamente della cosa estremamente preziosa che c'è in Italia, il turismo, il 13 per cento del PIL. Due settimane sì che fanno la differenza, perché due settimane in quella stagione cambiano tantissimo gli introiti del settore turistico. Allora, quando dite che nessuno rimanga solo, vi dovete confrontare con queste scelte, che sono scelte di solitudine e di abbandono degli italiani che vogliono lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi deputati la norma del distanziamento da perseguire, sia ai banchi sia al di fuori dai banchi. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà. Ha un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, anch'io rivolgo il mio appello al sottosegretario perché faccia attenzione a questo slittamento di due settimane, ce lo dice tutto il comparto del turismo, l'ho detto prima, è stato detto in audizione. Tutto questo è veramente molto sorprendente, perché in un momento difficile come questo, in cui per la verità voi non riuscite nemmeno a pagare la cassa integrazione dei dipendenti di quel comparto, basterebbe ascoltare il grido di dolore che viene da Federalberghi, dalla FIPE, che sono venuti qui a dirvi - a dirci, ma noi li abbiamo ascoltati, voi no -, che due settimane possono fare la differenza in un momento in cui il turismo non c'è. Siamo a giugno, e lei sa benissimo che in una nazione come la nostra oggi eravamo in piena estate, eppure siamo ancora parzialmente - da qualche giorno non più - chiusi dentro casa, nessuno di noi ha programmato le proprie vacanze, quindi pensare di prendere quattro regioni, diverse regioni e togliere due settimane di vacanza è un danno che non ci possiamo permettere. Fate uno scatto in avanti, dimostrateci che siete diversi da quelli che invece qualche tempo fa hanno avuto la capacità di applaudire il corteo del 25 aprile e multare i ristoratori a Milano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti della deputata Boldrini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, quest'emendamento del collega Sisto è totalmente condivisibile e di buonsenso. Le elezioni amministrative nei comuni sono la base della democrazia nel nostro sistema. Chi è abituato a vivere la politica partendo dall'esperienza amministrativa tra i cittadini sa che la raccolta delle firme, la presentazione delle liste, la scelta dei candidati e successivamente la campagna elettorale con le preferenze richiedono un contatto diretto e un'attività intensa sul territorio. Allora, limitare questa possibilità, costringendo i cittadini ad adempiere a queste attività a Ferragosto, è un danno per tutti i candidati e i cittadini elettori ed è un danno anche per le attività turistiche. Non c'è motivo di non accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, quest'emendamento di Forza Italia viene ovviamente a ribadire l'importanza esiziale, in un contesto post-emergenza COVID, di procrastinare il voto a ottobre e dare la possibilità, così, almeno di tentare di salvare la stagione turistica. Non lo dovete fare perché ve lo chiede Fratelli d'Italia, cosa che stiamo facendo dall'inizio dell'emergenza, lo dovete fare perché ve lo chiede l'esperto Colao, che avete chiamato a risolvere la vostra incapacità e insipienza di governare questa nazione;, perché al punto 42 delle schede del rapporto inviato da Colao alla Presidenza del Consiglio, senza la cortesia di mostrarlo al Parlamento, c'è proprio questo punto, cioè quello di tutelare e salvaguardare questa stagione turistica. E voi come lo fate? Mettendoci il voto! Complimenti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, quest'emendamento prevede lo slittamento di due settimane della data del voto, e vedo anche qui una chiusura completa da parte della maggioranza.

Ma volevo chiedere seriamente una cosa ai colleghi di maggioranza, del PD, dei 5 Stelle, di LEU, del partito di Renzi: ma voi siete davvero così preoccupati che in due settimane in più gli elettori possano votare liberamente? Avete così la convinzione che quelle due settimane vi possano aiutare a racimolare davvero qualche voto in più? Avete così paura del confronto libero e democratico che vi attaccate a stringere i tempi nella speranza che, distratti dal solleone di Ferragosto, i cittadini votino per voi, perché l'unica speranza che avete è questa.

Ma se aveste un minimo di convinzione del vostro operato, sareste i primi a chiedere una campagna elettorale libera, aperta e consapevole, invece di cercare di ridurla. Siete così consapevoli di aver sbagliato tutto in questa fase da voler far votare gli italiani quando sono intontiti dalle ferie? Io sono preoccupato per voi, per la dignità della democrazia e di quest'Aula. Si è creata una spaccatura democratica nella speranza di approfittare delle ferie per raccontare agli italiani un film diverso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo riprendendo il ragionamento che avevo iniziato nel corso della discussione generale, perché voglio ricordare ai colleghi di maggioranza che c'è un mondo fuori da quest'Aula, c'è un mondo fuori da questo palazzo, e quel mondo legittimamente dovrà esercitare il diritto di voto per le cosiddette elezioni di prossimità, le più belle ma anche le più difficili, perché ci si confronta con una competizione resa molto serrata dalla quantità di candidati - in alcuni comuni arriva ad esserci un candidato quasi in ogni compagine familiare -, per la difficoltà di intercettare il consenso laddove la campagna elettorale non è massificata come quella che tutti noi abbiamo vissuto per arrivare proprio in quest'Aula.

Io credo che a queste comunità noi dobbiamo rispetto, e questo rispetto si può dimostrare accogliendo questo emendamento, perché soltanto per chi fa campagna elettorale davanti a un computer non cambia niente tra agosto, settembre e ottobre, ma al resto del mondo e al resto dell'Italia cambia molto, quindi valutate di accogliere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, con quest'emendamento, come tanti altri proposti - ma sembra davvero che ci sia una maggioranza sorda, ma soprattutto irriverente e irrispettosa di quelle che sono le esigenze democratiche di un Paese, le esigenze di democrazia e di inclusione alla partecipazione a quelle che sono le attività che portano poi alla gestione delle nostre amministrazioni - si chiede un periodo che davvero va poco oltre i dieci giorni, e il perché è molto chiaro: semplicemente per dare quella possibilità a tutti gli operatori del turismo, che hanno attraversato e attraversano una fase davvero drammatica e preoccupante, di poter partecipare a quella vita democratica delle loro comunità. E, quindi, stiamo chiedendo semplicemente di essere democraticamente inclusivi, in modo da far partecipare tutti i cittadini a quelle che sono quelle attività della vita del loro comune in modo consapevole, responsabile e partecipato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.207 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.208 Prisco. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento si pone nella serie degli emendamenti precedentemente discussi che riguardano i comuni con la possibilità di evitare il commissariamento.

Siamo andati per tappe: il primo nostro emendamento era un emendamento di buon senso, che mirava al massimo, quindi alla possibilità di dare una finestra ampia, di evitare le forzature di agosto. Poi ci siamo accontentati e abbiamo provato a presentare un emendamento di mediazione, che accorciava ancora la possibilità, ma dava comunque la possibilità di ampliarla, anche se non lunga, come è previsto. Adesso, ci accontenteremmo di un emendamento di buon senso, potremmo quasi dire di bandiera, che prevede di allungare i tempi in modo molto limitato, ma che comunque salva il principio che non ha senso commissariare un comune che si trova a finire la propria stagione i primi d'agosto e farlo aspettare chissà quanti mesi prima di votare, se poi soprattutto, come pensate di prevedere, si pensa di votare a settembre.

Quindi, arriveremmo a un paradosso incredibile, per cui noi presentiamo un emendamento, anche qui, per provare a farvi ragionare sul buon senso - non so se ce l'avrete, non so se ci ascolterete - che prevede semplicemente la possibilità di evitare che restino commissariati per mesi i comuni che vengono sciolti i primi di agosto, fino al 10 di agosto.

Auguriamo e auspichiamo che possa essere accolto, ma purtroppo noi continuiamo a vedere una maggioranza troppo interessata a difendere un accordo che probabilmente è stato fatto all'interno della maggioranza, che prevede, tra l'altro, la forzatura, che ricordo, di un election day che coinvolge anche il referendum per il taglio dei parlamentari. Referendum su cui noi ripetiamo che, quando diciamo che non ha senso farlo nella stessa data, lo diciamo non per un interesse di parte, perché ricordiamo che noi siamo gli unici avvantaggiati da questo referendum elettoralmente, perché siamo l'unico partito che non solo ha sempre votato per il taglio dei parlamentari, ma, a differenza anche degli stessi 5 Stelle, che si vantano tanto del taglio dei parlamentari, nessun nostro parlamentare ha firmato per questo referendum (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi siamo gli unici, l'unico partito per cui il referendum non si sarebbe nemmeno tenuto; avremmo già tagliato i parlamentari, a differenza di tutti gli altri. Quindi, non abbiamo un interesse di parte, ma abbiamo un interesse per la nostra nazione.

Come noi abbiamo anche la serenità qui di dirvi che noi non abbiamo alcun problema: come oggi stesso hanno ripetuto anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini, noi siamo pronti anche per votare alle elezioni nazionali, e non capiamo perché avete tanta fretta di votare tutto, ma non tocchiamo la vostra seggiola perché di elezioni nazionali non ne volete sentir parlare (Applausi del deputato Trancassini).

Si può giocare sulle elezioni dei sindaci, si può giocare sugli operatori del turismo, si può giocare sulla serenità delle famiglie, si può giocare sui sindaci commissariati, si può giocare sui presidenti di regione, ma sulla vostra seggiola assolutamente non si può discutere; quella deve rimanere ben salda, la data non deve essere discussa. E allora noi vi chiediamo di dare un po' di continuità e di coerenza: voi mettete in discussione la vostra seggiola, date la possibilità di votare un bell'election day, e allora accettiamo anche i primi di settembre. Vediamo se gli italiani vi danno di nuovo la fiducia per continuare a rimanere qui o se gli italiani votano finalmente un Governo che li rappresenta; ma gli italiani non li volete far votare per il Governo, lì volete starci con i vostri accordi fatti nel palazzo. Volete far votare solo per i sindaci e i presidenti di regione, e il prima possibile, perché quello vi fa comodo, nella speranza di salvare ancora di più il vostro destino personale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi polemici dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Mugugnate, lo sento, perché questo vi riesce. Avete dormito fino ad ora, ma quando si parla della vostra seggiola vi svegliate. Noi in questo momento, invece, siamo qui a dirvi: interessatevi anche del destino dei comuni e dei presidenti di regione, interessatevi anche, magari votando questo emendamento, che non accada che un comune sia costretto a rimanere commissariato per mesi perché voi non volete rischiare di votare quando gli italiani capiscono esattamente cosa votano perché, magari, non sono in ferie sotto l'ombrellone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, trovo veramente assurdo l'aspetto che in qualche modo dovrebbe evitare, tranne in casi ovviamente straordinari, che non riguardano interruzioni, se non traumatiche, delle amministrazioni dei comuni rispetto al commissariamento. Il commissariamento sempre e comunque è qualcosa da non augurarsi, ancor di più da non permettere, non soltanto perché, se va bene, svolge l'ordinario, ma perché toglie quella capacità alla politica con la P maiuscola di assunzione di responsabilità rispetto alle scelte. Insomma, credo che, da questo punto di vista, andrebbe fatta un'importante riflessione: dire di no ai commissariamenti, dire di sì all'elettorato, ma nei tempi che abbiamo richiesto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, grazie per avermi dato la parola. Questo è un emendamento che, come tanti altri, ha un suo perché, ossia quello di poter dare maggior respiro non soltanto per una campagna elettorale, che altrimenti sarebbe strozzata nel periodo estivo, ma di poter dare respiro agli enti locali. Se, inevitabilmente, in un qualsiasi periodo repubblicano di impegno amministrativo sarebbe importante fare in modo che l'ente locale sciolto possa avere immediatamente la possibilità di essere ricostituito attraverso un'elezione, ancora di più vale questo ragionamento in un periodo così delicato, importante e impegnativo come quello del post COVID. Sottosegretario, credo che lei non possa nascondere la necessità da parte degli enti locali e dei piccoli e grandi comuni - che inevitabilmente potrebbero essere interessati da attività di questo tipo - di poter avere di nuovo un sindaco, un consiglio completo, che consenta di portare avanti le loro attività amministrative senza problemi di essere commissariati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a confermare la volontà di Fratelli d'Italia di contribuire in maniera positiva a questo provvedimento, in particolare, come citavamo prima, riferito ai consigli commissariati. Se già è difficile gestire un comune commissariato, lo è ancora di più quando questo viene di fatto commissariato, come è accaduto a Roma più volte, lo ribadiamo, dal sindaco Raggi, con lo stesso presidente che è stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza politica.

E su questo è bene che rimanga agli atti l'insipienza del sindaco Raggi e dei 5 Stelle che, in spregio alla democrazia,…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …impongono a territori che sono intere città, come i municipi di Roma, gli stessi presidenti sfiduciati delle maggioranze elette dai cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, noi continuiamo a cercare di far ragionare questa maggioranza rispetto alla necessità di venire incontro a tutte le obiezioni che l'opposizione ha avanzato in tutti i momenti del processo legislativo. Già in Commissione noi avevamo sollevato il tema che indica questo emendamento, e oggi siamo qui a riproporlo, perché vediamo una maggioranza purtroppo veramente sorda rispetto alle nostre istanze; che sono poi le istanze del mondo produttivo, dell'Italia che produce, ma che, a causa del lockdown, è stata costretta a rimanere ferma…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …e che vede il periodo, interessato dalle elezioni, come un'opportunità, ma chiede anche che queste elezioni siano svolte in maniera razionale e non impeditiva di una ripresa che stenta purtroppo ad esserci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, come abbiamo detto nei precedenti interventi, le elezioni comunali rivestono un ruolo importante soprattutto in questa fase. È una fase dove la politica è stata sospesa: penso che nessuno vorrà negarlo. È una fase dove già diventa difficile pensare di poter organizzare persino una riunione anche per l'approvazione soltanto di un bilancio di un partito, e noi tutti sappiamo che si sta procedendo spesso e volentieri da remoto. E allora io penso: ma veramente qualcuno ha idea di far fare una campagna elettorale da remoto ai cittadini, ai candidati, soprattutto ai candidati sindaci? Ma non esiste che si possa fare una campagna elettorale in queste condizioni!

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). È proprio per questa ragione che, vedendo anche la tendenza che c'è all'interno dell'evoluzione del Coronavirus, penso sia opportuno un rinvio come noi abbiamo chiesto, perché probabilmente all'inizio del mese di ottobre potremmo realizzare il combinato disposto di una campagna elettorale vera e nella massima sicurezza…

PRESIDENTE. Concluda per favore, ha esaurito il suo tempo.

TOMMASO FOTI (FDI). …per i cittadini e per i candidati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche in questo caso, il gruppo di Fratelli d'Italia cerca di portare all'attenzione di quest'Aula, del Governo, dei gruppi di maggioranza ciò che secondo noi è un principio fondamentale, ossia la necessità di evitare in questo momento storico, in questa fase storica, ad alcune amministrazioni, agli enti locali che già sono in sofferenza, e che vedranno inevitabilmente i loro bilanci cambiare notevolmente…perché, come tutti sappiamo, avremo indubbiamente delle sospensioni, avremo indubbiamente l'impossibilità da parte dei cittadini di partecipare alla vita comunale attraverso il pagamento dei tributi; ebbene, anche in questo caso, il gruppo di Fratelli d'Italia cerca di portare all'attenzione un emendamento che secondo noi è di assoluto buonsenso, proprio nell'ottica del risparmio, dell'utilità vera per i cittadini. Abbiamo sentito parlare in questi mesi tantissimo della burocrazia, della necessità di sburocratizzare il più possibile, di accelerare i procedimenti, e invece, ancora una volta, ci ritroviamo di fronte ad un Governo assolutamente incapace di ascoltare le vere necessità dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, non mi sarei mai aspettato di dover fare un terzo tentativo sullo stesso tema, dopo che avete rifiutato le proposte del 24 e del 17 agosto.

Perché, ripeto, non sono proposte di natura ostruzionistica, non sono proposte su questioni di fondo, sono proposte concrete di buonsenso. Incaponirsi nel voler impedire ad un comune che fosse commissariato tra il 27 luglio e il 10 agosto di svolgere le democratiche elezioni e di consentire ai cittadini di scegliere da chi essere amministrati è una cosa totalmente folle, è incomprensibile. La cosa poi avvilente è anche il fatto che la relatrice non si sia neanche degnata, alle ripetute richieste dei colleghi di accantonare prima…

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). …e di condividere poi questi emendamenti, nemmeno di dare una spiegazione. Ma il motivo è molto semplice: una spiegazione non c'è, e quella vera ci si dovrebbe vergognare a dirla, e quindi non lo si fa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. No? Si intende che abbia rinunziato? Io ho una lista, e… Prego, deputato Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, chiedo scusa. Si intende che in Transatlantico avevo un ordine di chiamata differente. Noi con questo emendamento cerchiamo di riaprire per l'ennesima volta una finestra di dialogo, un dialogo che viene invocato da parte anche delle più alte cariche istituzionali in ordine alla possibilità di fissare le regole del gioco tra maggioranza e opposizione; e proviamo ancora una volta a lanciare un ponte di dialogo, nel tentativo, laddove evidentemente dei pregiudizi e anche delle volontà di chiudere qualsiasi forma di dialogo… Perché dobbiamo iniziare anche a dire le cose con chiarezza: non c'è alcuna volontà di dialogare su cose importanti, come appunto il momento elettorale e la possibilità degli elettori di esprimersi, da parte della maggioranza. E noi, ancora una volta, lanciamo questo ponte di dialogo, quantomeno perché gli italiani sappiano chi è responsabile di cosa e chi è complice di cosa; e questo lo facciamo assumendoci certamente noi la nostra parte di responsabilità, ma per rendere anche evidente e palese a tutti quanti che, appunto, da parte della maggioranza c'è una volontà di precludere ogni forma di confronto e dialogo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.208 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, per ricondurre a terra alcuni colleghi della maggioranza che si lanciano in applausi: avete il numero legale per un deputato in questa Assemblea, non è che c'è da applaudire. Vi permettete di fare la porcata di abbinare il referendum alle elezioni amministrative e avete il numero legale per un deputato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! Non c'è niente da applaudire, niente!

PRESIDENTE. Deputato Baldelli, venga al dunque per cortesia, grazie. Ha chiesto la parola…

SIMONE BALDELLI (FI). Collega Rampelli, io sono libero di fare l'intervento che credo, non di venire al dunque se crede, se posso intervenire dicendo quello che penso grazie.

PRESIDENTE. Deputato Baldelli, lei ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori e quindi la materia richiede una sua proposta pertinente al richiamo all'ordine lavori che lei non ha fatto. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Baldelli). Deputato Ziello, intende parlare? La parola al deputato Ziello, per cortesia.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente, questo voto testimonia l'incapacità di questa maggioranza a tenere i deputati in Aula (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Molto probabilmente la fortuna aiuta gli audaci, ma in questo caso ha aiutato i poltronari. Per un voto avete salvato le vostre poltrone! Signor Presidente, bisogna sospendere immediatamente la seduta e riaggiornarla alla prossima giornata, perché altrimenti al prossimo voto andrebbero sotto.

PRESIDENTE. Vale per lei esattamente il richiamo che ho fatto per il deputato Baldelli: chiedo scusa, il Regolamento non l'ho scritto io. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.209 Sisto. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. È basso il microfono, me lo aggiusto cambio…

PRESIDENTE. Possiamo alzare un po' il volume, grazie.

EMANUELE PRISCO (FDI). No, no è il posizionamento. Va bene, lasci, mi adatto. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento pone una nuova finestra. Il collega Sisto, con innumerevoli emendamenti, ha tentato di proporre correttamente, giustamente, saggiamente - dico io - all'attenzione dell'Assemblea una nuova finestra, minima, per lo svolgimento dell'election day, una finestra da minimo sindacale, diremmo, in una trattativa tra le parti, quella del 27 settembre, sufficiente…

PRESIDENTE. Per favore…

EMANUELE PRISCO (FDI). Ci riproviamo. Sufficiente a svolgere perfettamente le elezioni tenendo conto del comparto turistico, della scuola e delle necessità di svolgere le campagne elettorali. er questo voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.209 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione - Commenti ).

Colleghi! Io chiudo quando mi danno il segnale, quando lo posso fare e quando tutti hanno esercitato il proprio diritto di voto, se vogliono. Ci siamo, con le postazioni in Transatlantico?

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13) (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Passiamo all'emendamento 1.213 Prisco. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà. Vuole parlare, deputato Prisco?

EMANUELE PRISCO (FDI). Ci riprovo, se riesco perché la sostanza…

PRESIDENTE. Prego a lei la parola.

EMANUELE PRISCO (FDI). …è sostanzialmente la stessa. Grazie, chiedo scusa ovviamente ai colleghi per l'attesa ma il salto dei numerosi emendamenti per cui avevamo chiesto di seguire un ordine cronologico alle volte determina anche una lungaggine da parte degli stessi proponenti nel ritrovare il proprio emendamento. L'emendamento 1.213 da me presentato, al pari di quelli già proposti dai colleghi di Forza Italia, mira di fatto a ristabilire una finestra elettorale non confutata da dati oggettivi rispetto alle valutazioni proposte dal comitato tecnico-scientifico che permetta, da un lato, di poter riaprire le scuole e favorire la socialità dei nostri ragazzi, e poi in ottobre, come spesso si è fatto - l'ha ricordato bene il collega Foti - nelle consuetudini, nella prassi, nella storia di questa nazione, poter svolgere le elezioni con tutta la serenità e tutta la tranquillità tale da poter raccogliere le firme, fare gli adempimenti, svolgere con tranquillità le sanificazioni necessarie prima e dopo le chiusure e poter raccontare le quattro campagne elettorali che si troveranno ad ascoltare e a sentire rappresentate i cittadini italiani. Allo stesso modo permetterebbe al comparto turistico di terminare la stagione iniziata, dicevamo prima, in ritardo rispetto alla consuetudine, salvando posti di lavoro, salvando un comparto fondamentale - il 13 per cento del prodotto interno lordo nazionale - contemperando il diritto alla salute e il diritto al voto, il diritto a poter esercitare pienamente questo voto in una idea di election day che ci convince. Ma lo dico al di là del vantaggio che, come qualcuno ha già ricordato, Fratelli d'Italia potrebbe averne al pari di altri movimenti nell'aver sostenuto convintamente il taglio dei parlamentari, nell'essere stato l'unico movimento che non ha voluto, che non ha firmato per lo svolgimento di questo referendum che, se fosse stato per noi, non ci sarebbe stato e avremmo già avuto il Parlamento con un terzo in meno di parlamentari. La data di ottobre dà tutto il tempo, in vista della necessaria stagione di ripartenza e di rilancio della nazione, di votare anche per le elezioni politiche perché un Governo e una maggioranza voluta dal popolo possano guidare il rilancio e la rinascita della nostra nazione, non un accordo di palazzo non voluto da nessuno. Per questa ragione vi chiediamo di ripensare a questo emendamento che riporterebbe le lancette all'ora della serietà, la serietà che merita quest'Aula, la serietà e il rispetto che meritano la nostra nazione e i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di mantenere la distanza così come abbiamo previsto nei nostri protocolli. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, rischiamo di diventare probabilmente ripetitivi ma, anche se così fosse, non sarebbe per noi una preoccupazione. Ce ne faremmo sicuramente una ragione.

Però ancora c'è quella fievole speranza che, magari, qualche sordo ci ascolti rispetto ad una richiesta legittima, che, in questo emendamento a prima firma Sisto, di Forza Italia, vede chiedere quell'apertura di una finestra rispetto allo svolgimento dell'election day. Lo abbiamo detto, continuiamo a ripeterlo, perché riteniamo importante che questo messaggio arrivi, anche rispetto alla vostra decisione, che, certamente, già conosciamo quale sarà nell'esito del voto, a tutti gli operatori turistici, a tutti coloro che dovranno affrontare l'inizio scuola. Ma tanto saremo qui, a settembre, a ricordarvelo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nello specifico noi, con questo emendamento, ma anche con altri che andranno a seguire, entriamo nelle date del voto e mettiamo in discussione anche la possibilità dell'election day, così come è stato strutturato, perché un election day così come ipotizzato può avere senso se siamo tutti d'accordo, perché non eravamo d'accordo nel momento in cui avete scelto di rifissare una data e, a questo punto, non siamo d'accordo nel concordare l'election day che prevede tutto, dal referendum, a ogni comune, alle regionali. Si può fare una scelta di questo genere, che può essere utile, escludendo il referendum, per anche un risparmio di denaro pubblico e tutte le cose che diciamo tutte le volte per l'election day , ma ci deve essere un accordo politico, perché le date di questo voto dovevano essere precedenti, sono già scadute, questi comuni si dovevano essere già rinnovati: non è stato fatto per un'emergenza sanitaria, non trasformate un'emergenza sanitaria in un'occasione politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo al collega Donzelli, perché il ragionamento che ha fatto non soltanto è di buonsenso, ma ha anche una ricaduta pratica che io ritengo importante. Mi rivolgo a lei, Presidente, naturalmente, affinché possa farsi da tramite con il Governo: il momento può essere quello giusto per provare a trovare un momento di incontro e un punto di caduta che non ci costringa ad andare avanti in questa attività, nella quale stiamo provando a raccontarvi e a ricordarvi come la possibilità di trovare una comune intesa possa mettere al riparo non soltanto questo election day, questa data per adesso e questa tornata elettorale, ma anche molto altro dal punto di vista democratico, che va assolutamente tutelato e difeso. Ci sono una serie di emendamenti, che credo, Presidente, lei ci ha già ricordato che non sarà più possibile chiedere al Governo e alla relatrice di poter accantonare, ed è proprio per questo che siamo costretti a ricordarvi che questo può essere il momento e l'opportunità giusta per poter fare in modo che, attraverso l'incontro tra le varie esigenze, si possa, poi, stabilire - concludo subito, Presidente - una data che possa valere per tutti e, quindi, questo election day valere per tutte le forze parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà. Colleghi, vi ricordo la norma del distanziamento, vi prego di rispettarla. Prego, deputato Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che con questi emendamenti, ancora una volta, andiamo a criticare quella che è l'impostazione tenuta da parte della maggioranza rispetto al gioco comune, elettorale e democratico. Adesso inizieranno una serie di emendamenti, comune per comune, per ribadire lo stesso concetto e, cioè, comuni che sarebbero dovuti essere già rinnovati e che per un'emergenza straordinaria non lo sono stati. Quindi, a maggior ragione, crediamo che possa essere utile andare a permettere alla maggioranza di ravvedersi almeno sui singoli comuni. È ovvio che, passando questo emendamento, poi, si avvalorerebbe il criterio che Fratelli d'Italia sostiene e, cioè, quello di non danneggiare la stagione turistica, che è una delle industrie principali della nazione italiana.

Siamo italiani, per cui, lo dice anche Colao, il meccanico che avete chiamato perché non siete in grado di guidare la macchina; dice esattamente questo: che il comparto turistico insieme a quello osmoticamente connesso…

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il suo tempo.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …dell'arte e della cultura, perché non c'è turismo senza arte e cultura, ricopre il 13 per cento. Ebbene, voi lo state danneggiando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà. All'altro microfono, grazie. Prego.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi capiamo davvero quelle che sono le esigenze di questo momento, ma, proprio per questo motivo, cerchiamo di far capire al Governo, attraverso i nostri interventi, attraverso il dibattito su questi emendamenti, che, in questo momento, in questa fase, quello di cui i cittadini hanno bisogno è una certezza, che passa anche attraverso le elezioni. Ovviamente è importante raggruppare il momento del voto e questo non soltanto per una questione organizzativa, ma perché riteniamo che sia assolutamente necessario dare un senso a quello che facciamo in quest'Aula.

Il momento delle elezioni è un momento importantissimo per tutti coloro i quali vogliono esprimere il proprio voto e, quindi, il proprio gradimento per l'attività politica che viene svolta sui territori; e, ovviamente, capiamo anche che ci sono, in questo momento storico, delle difficoltà oggettive di organizzazione che devono essere assolutamente considerate, che non possono passare in secondo piano. È per questo motivo che noi continuiamo qui, questa sera, a descrivere questi emendamenti, perché riteniamo che il Governo abbia il dovere, in questo momento, di ascoltare le opposizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Mi dispiace ripetermi, ma non posso che ribadire come anche questo emendamento del collega Prisco sia un emendamento di buonsenso, finalizzato a introdurre una finestra, un periodo, che va dal 13 ottobre al 15 dicembre, per consentire a questo singolo comune - e, come a questo, si auspica a tutti gli altri - di svolgere le elezioni amministrative in condizioni normali e dignitose, cioè senza nulla togliere alle esigenze di tutela della salute pubblica, ma, aggiungendo, invece, la possibilità di svolgere una campagna elettorale e un'attività preparatoria alle elezioni fatta in modo normale e ragionevole e non nella follia di farla sotto Ferragosto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento continuiamo pervicacemente, ostinatamente, anche, probabilmente, in maniera illusoria e con un eccesso di ottimismo, a cercare un dialogo con la maggioranza su un tema centrale, come quello che è il momento elettorale, vale a dire il momento su cui si fonda qualsiasi democrazia e su cui voi rifiutate qualsiasi confronto.

E lo diciamo con forza, perché è bene che gli italiani sappiano - quelli, tanti o pochi, che possono seguire e sentire i lavori di quest'Aula - che c'è una dichiarazione di intenti da parte di maggioranza e Governo ad alimentare un confronto e una collaborazione che, poi, qui viene sistematicamente negata con un voto negativo sulle proposte di buonsenso e di logica che Fratelli d'Italia formula e pone all'attenzione della maggioranza. Siamo consapevoli che anche questo voto sarà da parte vostra negativo, ma siamo altrettanto consapevoli che con ciò dimostrate ancora una volta l'assunzione di irresponsabilità dinanzi all'Italia e agli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, inauguriamo una sfilza di emendamenti, ai quali il collega Prisco è stato costretto prevedendo l'assoluta chiusura da parte della maggioranza in quest'Aula, a dispetto di quello che, pur autorevoli esponenti della stessa maggioranza, come il Presidente Fico, invocano parlando con le agenzie di stampa.

Io ripeto ancora una volta che c'è un modo di fare campagna elettorale e di vivere l'appuntamento elettorale, che è quell'appuntamento attraverso il quale si affida la propria comunità alla guida di una amministrazione diverso da chi conosce solo la piattaforma Rousseau.

Per tutte quelle persone, per tutti quegli italiani, noi continuiamo a sostenere queste proposte, che sono di una logica stringente, che soltanto la pervicacia e l'ostinazione con cui questa maggioranza continua, sia pur con numeri veramente risicatissimi, a pensare di governare l'Italia…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Signor Presidente, come stava appunto testé relazionando la collega Varchi, evidentemente i numeri sono risicati: sono risicati nella nazione, lo vediamo dai sondaggi, sono risicati in Aula, lo vediamo dall'esito anche delle ultime votazioni.

C'è mi sembra quasi una rassegnazione, anche da parte di questa maggioranza, a dover ubbidire pedissequamente a indicazioni che vengono fuori da quest'Aula, in modo assolutamente poco trasparente e poco democratico.

Lo dico perché evidentemente stiamo parlando proprio in questo caso dell'elezione di un comune, se vogliamo non tra i maggiori sicuramente nel nostro territorio nazionale, però è la plastica rappresentazione di come, insomma, anche qui, non si vuole dare spazio ai territori per poter esplicare la normale competizione elettorale, in modo appunto democratico, partecipato, con la consapevolezza che chi si presenta per andare a rappresentare il proprio territorio deve saper comunicare ai propri elettori cosa vuole intraprendere nel suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, in queste ore stiamo dando vita a quello che è il nostro compito: siamo stati chiamati a rappresentare il popolo italiano e, in questo momento, ad essere opposizione. E ci opponiamo a quei provvedimenti che sono ingiusti, antidemocratici e che azzerano e negano il confronto parlamentare, ma soprattutto la possibilità di arrivare a libere elezioni e consapevoli elezioni.

Per questo, come Fratelli d'Italia, continueremo e non ci stancheremo, continueremo a svolgere il nostro compito: quello di opporci ad una maggioranza che non rispetta la volontà popolare, quello di opporci ad una maggioranza che non dà la possibilità ai cittadini di poter costruire una piena consapevolezza quando va a votare, quello di una maggioranza che, costantemente, tiene più alla poltrona che invece alla democrazia. E, allora, siete passati da “uno è uguale a uno” a “democrazia vale zero” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, noi continuiamo quello che ci sentiamo in dovere di fare, cioè tutelare gli elettori, tutelare gli amministratori, tutelare tutti quei cittadini che vogliono partecipare alla vita democratica della nazione e della nostra patria.

Non riteniamo ancora giusto che un Governo, in maniera univoca e in maniera unilaterale, decida sulle sorti di quelle che sono le decisioni che dovrebbe prendere insieme all'opposizione, ricordando anche quello che i dati alla mano consegnano sempre: che questa maggioranza e questo Governo è un Governo di minoranza nella nazione, un Governo che è nato da un patto di laboratorio e di palazzo, quello che è uscito sconfitto dalle elezioni regionali amministrative, quello che gli italiani non vogliono più al Governo. E lo continueremo a dire, che noi vogliamo le elezioni politiche, perché questo Governo non rappresenta gli italiani, ma è stato messo qui dalle burocrazie europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, io ringrazio il collega Prisco per aver prodotto questo emendamento, che pone al centro del dibattito politico d'Aula l'importanza di spostare in avanti la data del voto. Lo si fa per motivi economici, perché ovviamente votando così presto la campagna elettorale - è stato detto più volte - avrà la sua parte iniziale ad agosto, lo si fa anche in tema di partecipazione, per allargare il più possibile la base elettorale. Votare è un diritto e un dovere degli italiani. Se noi facciamo una campagna elettorale ad agosto e votiamo a settembre, non mettiamo nelle condizioni gli italiani di esercitare questo diritto-dovere. Per questo, fondamentalmente, noi chiediamo che venga spostata un po' più avanti ed in sicurezza la data del voto perché - e concludo Presidente - si può votare anche ad ottobre in assoluta sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). C'è un'azione parimenti negativa rispetto a togliere il diritto di voto ai cittadini e consiste nel togliergli la voglia di votare. Io credo che questo dibattito, se ascoltato da tanti cittadini italiani, lascerebbe veramente perplessi. Alla fine, c'è stato un arroccamento di posizioni, che è stato sordo a qualsiasi valutazione, anche minima, tenendo conto che anche una settimana, dieci giorni, possono rappresentare, per il mondo della scuola e per il mondo delle aziende, un rinvio importante. Ecco, io spero che i cittadini che ci stanno guardando e che non stanno capendo questa disfida, che è sorda ad ogni dialogo, ecco, abbiano ancora la voglia di seguire la politica e di andare a votare.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie Presidente, noi riteniamo che, con questo provvedimento, si vada a incidere in maniera importante su delle competizioni elettorali che cambierebbero, se si dovesse concedere la possibilità ai cittadini e a tutte le parti politiche di potersi organizzare, di cambiare la vita di territori, tantissimi comuni e moltissime regioni. Per questo riteniamo che, con questo provvedimento, si debba concedere il tempo necessario per l'organizzazione dell'espletamento delle procedure elettorali, della presentazione della lista, per poi poter fare anche una campagna elettorale a contatto con i cittadini. Il restringimento della democrazia lo riteniamo una prevaricazione e un atto assolutamente non concepibile.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà. E' l'ultimo intervento per il gruppo Fratelli d'Italia.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, continuiamo a sostenere emendamenti di buon senso, ma - le dico francamente - con poca speranza, perché a chi ci rivolgiamo? Ci rivolgiamo a un Partito Democratico che ha dimostrato, negli ultimi anni, di avere molto più a cuore i propri interessi, interessi di partito, la straordinaria capacità di perdere tutte le elezioni e di rimanere comunque al Governo, soprattutto per avere poi la fortuna di incontrare il MoVimento 5 Stelle, ormai relegato ad una costola, una corrente, quella magari più attaccata ai propri interessi, che da ore non interviene, non fa sentire la sua voce. Oggi ho chiesto una riunione tra opposizione e maggioranza per l'importante “decreto Rilancio”, ho chiesto la diretta streaming e si è opposto il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Dobbiamo prenderne atto, amici, che questo ormai è il Parlamento: abbiamo un unico grande partito, che va dal Partito Democratico fino al MoVimento 5 Stelle, a cui non interessano dibattiti come questi, perché i veri affari, i veri interessi, sono quelli che avvengono quotidianamente nella spartizione delle poltrone e del potere. Non abbiamo tanta speranza, però ovviamente non molliamo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente, soltanto perché volevo ringraziare l'onorevole Mollicone, che è stato l'unico di tutti gli interventi ad avermi dato la certezza di quale blocco di emendamenti si parlava. Infatti, sono costretto a chiedere se l'emendamento è l'1.214, quello che è al voto.

PRESIDENTE. Si tratta dell'emendamento 1.213.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, perché non ho mai sentito citare il comune di Grottole, che è l'oggetto dell'emendamento (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci sono stati credo 17 interventi e forse in uno si è citato Grottole. Grottole forse è stato citato una volta e quindi volevo essere certo di quello che si votava innanzitutto. Secondo: siccome si continua a usare l'idea del buonsenso, ora chiedo il buonsenso di svolgere un ragionamento, a tutti; per una serie di emendamenti, a partire da questo, si chiede, di volta in volta, di inserire nella legge il nome esatto di un comune per una data al voto.

Non è mai successo e questo ha una logica di buon senso, Presidente, e sa qual è? Che se noi dovessimo scrivere che quel comune lì va al voto proprio in quel giorno, se dovesse succedere per un qualsiasi problema che, in quel giorno, non è possibile andare al voto per quel comune, cosa facciamo? Dobbiamo venire qui e fare un'altra legge per abrogare questa legge che porta al voto quel comune? Solitamente il buon senso porta ad indire una data e a lasciare di competenza al Ministero dell'Interno l'indicazione di tutti i comuni che vanno al voto, tant'è che noi ancora non sappiamo quali saranno tutti i comuni che andranno al voto, perché ce ne sono alcuni che andranno aggiunti, perché magari sono in prossimità della scadenza di un commissariamento o di alcune cose; ce ne sono alcuni che verranno tolti da questo ipotetico elenco, perché, nel frattempo, magari, c'è una commissione d'accesso che chiude il suo lavoro e si decide un commissariamento. Noi siamo così sicuri che, fra il 13 ottobre e il 15 dicembre, a partire da Grottole (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e per tutti gli altri, si possa andare al voto? Allora, quando si chiede una votazione di buon senso, bisogna avere del buon senso: ci sono delle cose che, se si vogliono provare a spiegare, si potrebbero utilizzare delle modalità migliori. Avete fin qui provato, con la richiesta del buon senso, a dire: spostiamo più avanti perché, altrimenti, il 18 agosto è complicato raccogliere le firme, potrebbe essere di buon senso; era meno di buon senso dire che i familiari non vanno in vacanza; saremo tutti di buon senso; se si candida uno i cugini vanno in vacanza, non diciamo che Federalberghi ci rimette per questa cosa, perché non è possibile: non sono i familiari dei candidati che determinano un problema ed è tutto il giorno che lo sentiamo.

Allora, se vogliamo fare delle cose di buon senso, a partire proprio da questi emendamenti, siccome la norma prevede di istituire una data, non il nome dei comuni, perché, ripeto, per buon senso, dovesse passare uno dei tanti emendamenti e poi quel comune non può andare al voto, bisogna fare una legge, non lasciare al Ministero dell'Interno il compito di deciderlo; forse ci sarebbe bisogno di buon senso e anche di una valutazione della Presidenza per tutta questa serie di emendamenti, perché io credo che potremmo creare un problema peggiore nell'approvarne qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Io, per una questione di simpatia nei confronti del collega Prisco, sarei tentato di votare questo emendamento, anche perché non credo che a questo punto la maggioranza abbia più bisogno di raccogliere voti dall'opposizione per ottenere il numero legale; però mi permetto di fare una sottolineatura, non tanto in relazione alle date delle elezioni amministrative, quanto in relazione al fatto che, con l'abbinamento tra le elezioni amministrative e il referendum, si rischia di fatto di far scomparire la campagna referendaria.

A tal proposito, approfittando della dichiarazione di voto su questo emendamento, mi permetto di chiedere ai colleghi, non tanto ai gruppi ma ai colleghi singoli che liberamente vogliano sottoscriverla, poiché io ho presentato un emendamento all'articolo 1-bis, l'1-bis.307, che impone delle regole precise di par condicio, proprio per garantire pluralismo e rappresentanza, e siccome questo emendamento è segretabile, io chiedo ai colleghi, singolarmente e che vogliano, di sottoscrivere la richiesta di voto segreto per questo emendamento, sul quale c'è il parere contrario della maggioranza e del Governo.

Io mi auguro che su questo la maggioranza e il Governo si possano ricredere, perché, guardate, l'idea di fare una campagna elettorale in cui l'informazione scompare, schiacciata dalla contrapposizione politica tra i due schieramenti, è un qualcosa di rischioso per la consapevolezza e il diritto all'informazione, a quel conoscere per deliberare che è sacrosanto diritto di ciascun cittadino. Quindi non solo si assiste alla “porcata” dell'abbinamento, con l'intenzione di tirare il voto a favore del “sì”, ma c'è addirittura una volontà, in qualche modo, di far scomparire questa campagna referendaria sotto il peso degli appuntamenti regionali, da un lato, e amministrativi, dall'altro, dove si confronteranno legittimamente centrodestra, da un lato, e il centrosinistra, dall'altro. Ma guardate, la campagna referendaria sarà qualcosa che finirà nel dimenticatoio.

Mi permetto di ricordare a questa Assemblea che fino ai primi di marzo, il sottoscritto e pochissimi altri chiedevano al Governo di fare quello che poi, inevitabilmente, dopo la chiusura delle scuole, è stato doveroso fare, cioè rinviare la data del 29 marzo; e fino al giorno prima qualche genio aveva in mente soltanto che cosa? Non il far votare i cittadini in condizioni di sicurezza, non il garantire l'informazione corretta e responsabile di tutti i cittadini sulle ragioni del “sì” e sulle ragioni del “no”. No! Aveva in mente l'accorpamento, il risparmio di quattro spicci! Noi votiamo sforamenti per 80 miliardi di euro e facciamo una campagna becera, la più becera possibile, per dire che dobbiamo risparmiare sommando le elezioni amministrative e il referendum, oppure nascondendosi dietro a un dito rispetto al documento del comitato tecnico-scientifico, che, come ricordava poc'anzi qualcuno autorevolmente, è un ingorgo di condizionali, è un ingorgo di ipotetiche, di “forse”, “può darsi”, “che cosa”, “sì”, “no” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Chi ci dice che a novembre avremo ancora il problema del COVID? Chi ci dice che un'altra data, destinata per la celebrazione di un referendum costituzionale, non sia la cosa migliore?

Io non faccio il processo al fatto, io faccio il processo alle intenzioni, perché le intenzioni di chi ha voluto questa “porcata” erano note già a marzo. Si è approfittato del COVID, si è approfittato di un passaggio in Commissione per inserire l'emendamento Macina, che di fatto impone la sovrapposizione tra il referendum costituzionale e quello amministrativo. E sarà pure vero, come dice il collega Ceccanti, che i cittadini hanno la possibilità di scegliere, io me lo auguro che abbiano la consapevolezza di scegliere, perché, se dovessero avere veramente la consapevolezza di scegliere, andrebbe a finire che quel referendum lo perdereste! Ma vi dovreste vergognare per l'intenzione che ci avete messo nel fare quello che avete fatto, e almeno per fare quello che fate dovreste almeno avere ben altri numeri in quest'Aula.

PRESIDENTE. Comunico che ci sono ancora due possibili interventi per il gruppo Fratelli d'Italia, perché ci sono stati alcuni deputati che non hanno parlato, non hanno preso la parola, rispetto all'elenco che mi avete consegnato. Quindi, se volete, avete ancora due interventi.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Io volevo denunciare un'anomalia: sulla votazione n. 12: io avevo spento il terminale, mentre risulto votante, tra l'altro con un voto favorevole; e mi dice la stessa cosa il collega Acquaroli. Quindi io intanto metto a verbale che non ho votato alla votazione n. 12 e poi chiedo una verifica di questa gravissima anomalia.

PRESIDENTE. La ringrazio per la segnalazione. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Acquaroli. Sulla stessa questione, immagino. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io devo segnalare che nella votazione n. 12, innanzitutto ho spento il terminale di voto e la votazione era ancora ampiamente in corso, ma comunque non posso aver votato favorevolmente, perché non avevo premuto né su “sì”, né su “astenuto”, né su “no”. Quindi è un'anomalia incomprensibile, che vorremmo capire come possa essere accaduta in questa votazione.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, deputata Lucaselli?

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sempre sulla stessa questione. Io voto dal Transatlantico, e il computer non legge l'annullamento del voto, quindi noi dovremmo teoricamente uscire e rientrare per evitare questo problema. Lei capisce che i tempi della votazione non ci permettono questo, quindi la votazione numero 12 è una votazione indubbiamente falsata, perché i terminali non hanno letto l'annullamento del voto.

PRESIDENTE. Noi registriamo le dichiarazioni dei colleghi Acquaroli, Silvestroni e Lucaselli, però qui il terminale ci dice che la votazione si è tenuta con l'esito che è qui trascritto. Quindi probabilmente c'è stata un'omissione, cioè non è stato spinto il tasto “annulla”, quindi conseguentemente è rimasta in memoria. Comunque questo è quello che dice il sistema. Poi ci sarà modo eventualmente, se lo vorrete, di approfondire, non credo che sia opportuno farlo qui. Non so se vogliamo aprire un dibattito su questo. Cioè, la risposta io l'ho data, colleghi, se c'è qualche altra cosa che non va, fate tutti i rilievi che volete, c'è la Giunta del Regolamento, c'è tutto quello che è possibile. Sono stati fatti dei rilievi e io ho risposto. Punto. Andiamo avanti.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Donzelli, aveva chiesto la parola già prima, su cosa vuole intervenire? Vuole fare l'intervento sull'emendamento?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, visto che si sono verificate queste situazioni che sono state segnalate - vedrà la Presidenza con le sue capacità e con le sue possibilità come dare risposta - mi permetta anche di segnalare la vicinanza che c'è in Transatlantico tra i computer e la possibilità, quando qualcuno non è presente, di votare con molta facilità anche per gli assenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Invito a trovare una soluzione per un potere di controllo maggiore, magari incrociando i segretari d'Aula, cioè che quelli dell'opposizione controllino la maggioranza e quelli della maggioranza l'opposizione, non che i segretari d'Aula controllino i propri. Non voglio sollevare dubbi né sulla correttezza dei segretari d'Aula né, non avendo prove, dei colleghi, ma credo che sia opportuno per le votazioni prossime - mi permetto di suggerirlo - qualsiasi controllo che possa togliere ogni dubbio ed evitare che si possano adombrare dubbi sulla correttezza di votazioni, magari anche con colleghi che non sono seduti al tavolino. Ancora meglio sarebbe - mi permetto, poi sarete voi con l'Ufficio di Presidenza e lei, Presidente a valutare -, se qualcuno non è seduto per più di una votazione al computer, di togliere il computer, o si fa uscire dal sistema, perché altrimenti uno rifà il login nel sistema, poi va via, è sempre loggato nel sistema e può votare qualcun altro, se la persona è assente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?

EDOARDO RIXI (LEGA). Sì Presidente, perché quello che viene segnalato è estremamente grave, e io chiedo alla Presidenza che lo affronti con tutta la gravità della situazione, che non è solo controllare i dati che arrivano dai computer, perché quello che stanno dicendo i deputati è che il sistema di votazione fuori dall'Aula è completamente diverso da quello all'interno del Parlamento o all'interno della Camera, cioè che se una persona si allontana si può tranquillamente votare, che non c'è la possibilità di poter annullare il voto in maniera rapida e sicura, e che non c'è un controllo da parte dell'Ufficio di Presidenza, che infatti è messo in condizione di non poter controllare contemporaneamente tutte le postazioni. Siccome siamo di fronte anche a votazioni assolutamente importanti, che ci accingiamo a fare non solo questa sera ma anche sugli scostamenti di bilancio e sul futuro “decreto Rilancio”, credo che sarebbe opportuno verificare se sono corrette le postazioni fuori dall'Aula, perché non ci sentiamo tutelati in questo Parlamento che tutti i colleghi abbiano gli stessi diritti. Quindi è un problema di funzionamento del Parlamento e dello Stato e credo che, a questo punto, bisogna prenderne atto, a meno che i deputati che sono intervenuti adesso non abbiano detto una cosa non vera, cosa che non credo assolutamente.

Quindi, o ci dimostrate che i deputati hanno detto una cosa falsa oppure ci fate capire come mai non hanno funzionato gli scranni che voi avete voluto mettere fuori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Rixi - e mi rivolgo anche ai deputati che già sono intervenuti - mi pare evidente che la Presidenza le sue dichiarazioni le abbia fatte in presenza di dati inoppugnabili e trascritti. Questo è un primo dato oggettivo (Commenti).

Il secondo dato, se mi fate parlare.. . il secondo dato è che sul terminale di voto c'è il tasto apposito, quindi preciso che l'operazione di annullamento del voto è prevista ed è possibile (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Fratelli d'Italia). Può darsi che questa modalità di votazione, che comunque è la stessa delle tribune, non abbia ancora incontrato la necessaria confidenza - diciamo così - di tutti i parlamentari.

E, in ogni caso, come avete potuto constatare, nel Transatlantico ci sono due segretari di Presidenza: se ci sono state delle anomalie, se qualcuno avesse addirittura votato per conto di qualcun altro, è ovvio che bisogna cercare di essere allertati e denunciarlo con nome e cognome, nel qual caso sarà più che possibile e necessario da parte della Presidenza prendere dei provvedimenti al riguardo.

Comunque, se non si riescono a riscontrare movimenti di questa natura, è ovvio che i segretari, con il tavolo che è stato montato per la circostanza, sono lì presenti proprio per sorvegliare ed evitare che ci siano comportamenti anomali. Su tutte le postazioni c'è questo biglietto, che potete constatare, dove c'è scritto: compilare il modulo prima di usare il terminale, uscire dal terminale di voto quando ci si allontana dal posto selezionando l'apposita funzione “esci dal terminale di voto”.

Io passerei al voto, per chiudere questa serata, perché alle 22,45 la seduta si chiude. Spero di incontrare il vostro conforto nella richiesta di concludere questa serata, perché dobbiamo obbligatoriamente chiuderla, trascorse le tre ore, per la sanificazione, con la votazione dell'emendamento 1.213.

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente Rampelli, l'articolo 57 del Regolamento dice che quando si verifichino irregolarità, il Presidente, apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta.

Mi rendo conto, Presidente, che forse le irregolarità vadano verificate nell'immediatezza della votazione e che ormai sia tardi per annullare la votazione e ripeterla; certamente non è tardi per revocare l'applauso che avete fatto, perché invece quello forse è evidente che era fuori luogo.

Credo, Presidente, invece, che dovremmo fare una riflessione aggiuntiva sui rapporti anche politici di forzatura che a volte accadono tra maggioranza e opposizione, specie in ragione di una maggioranza che stenta a tenere il numero legale in Aula, e non solo in questo provvedimento - e qui mi fermo -, ma anche una valutazione più generale, che credo che in Giunta del Regolamento dovrebbe essere fatta. Credo che su questo tutti i colleghi che sono responsabili d'Aula e che abbiano un minimo di esperienza possano confortarmi: il colpo d'occhio del tabellone d'Aula è certamente uno degli strumenti attraverso i quali chi segue le dinamiche numeriche dei voti in Aula si forma il convincimento dell'esito di una votazione.

È certo, Presidente, che, per un verso il distanziamento, per un verso il voto in tribuna, per un altro la soluzione che inevitabilmente si è accettata di costituire con il voto in Transatlantico, riducono la plasticità della votazione anche in corso d'opera, e su questo credo che all'interno della Giunta dovremmo, tutti quanti noi, svolgere una valutazione aggiuntiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio per questa indicazione, che comunque abbiamo tutti ascoltato. L'ha ascoltata anche, attraverso gli strumenti del caso, il Presidente Fico, e quindi, se si riterrà di convocare la Giunta per il Regolamento, come lei suggerisce, lo ritengo certamente almeno personalmente opportuno.

Resta il fatto che non posso annullare la votazione perché non ho alcun elemento per poterlo fare; anzi, al contrario, gli elementi in mio possesso sono di segno opposto, perché mi raccontano l'assoluta regolarità della votazione. Ho nomi, cognomi e voti espletati.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.213 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Essendo trascorse quasi tre ore dall'inizio di questa partizione della seduta con votazioni, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, le discussioni sulle linee generali delle mozioni riferite al settore delle telecomunicazioni e all'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia da COVID-19, previste all'ordine del giorno della seduta odierna, sono rinviate alla seduta di mercoledì 10 giugno. All'ordine del giorno di tale seduta sarà previsto direttamente l'esame delle due mozioni, che sarà collocato dopo il seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica.

Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di giovedì 11 giugno alle ore 9,30 avranno luogo le comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

Modifica nella composizione della Commissione Parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”.

PRESIDENTE. Comunico che in data 8 giugno 2020 la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto” il senatore Alessandro Ruotolo, in sostituzione del senatore Gabriele Lanzi, dimissionario.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà. Prego i colleghi deputati che volessero uscire dall'Aula di affrettarsi, anche per sgomberare il piano dell'emiciclo, altrimenti è impossibile parlare per l'oratore che ha chiesto la parola. Prego i deputati di affrettarsi. Ci siamo quasi. Prego, a lei la parola.

LAURA BOLDRINI (PD). Signor Presidente, colleghe e colleghi, ho voluto intervenire perché ritengo importante, anzi, direi doveroso che in questo luogo, che è il cuore della democrazia italiana, venga ricordato George Floyd (Applausi), ucciso brutalmente da un agente di polizia a Minneapolis il 25 maggio scorso.

La sua morte, signor Presidente, lo sa bene, ha suscitato proteste in tutto il mondo.

Lo scorso fine settimana abbiamo visto milioni di persone, di ogni credo, di ogni colore, che sono scese in piazza con tranquillità, pacificamente, non solo negli Stati Uniti, ma anche in molte città europee e anche nel nostro Paese, Presidente. A Torino, a Bologna, a Roma moltissime persone hanno gridato il loro rifiuto verso il razzismo e verso i violenti abusi di potere. Sì, perché il razzismo è presente anche da noi, nel nostro Paese, e perché i violenti abusi di potere sono accaduti e accadono anche da noi. E allora è importante ribadire anche in questa sede, in quest'Aula, un “no” forte e chiaro contro ogni forma di discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, come è stato detto ieri molto bene nella bella piazza del Popolo, io qui lo ripropongo: io non respiro perché sono donna, io non respiro perché sono disabile, io non respiro perché sono immigrata, io non respiro perché sono ebrea, io non respiro perché sono musulmana, io non respiro perché sono gay, non respiro perché sono lesbica, non respiro perché ho la pelle nera. Black lives matter! Grazie, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle - La deputata Boldrini e deputati del gruppo Partito Democratico si inginocchiano in segno di solidarietà a George Floyd).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Nella giornata di ieri, domenica 7 giugno, il territorio del Varesotto ha subito un violentissimo nubifragio. Il Lago Maggiore è addirittura aumentato di 43 centimetri in 24 ore, fiumi esondati, linee ferroviarie interrotte, frane e paesi interi sotto l'acqua e il fango. In alcuni comuni serve addirittura far bollire l'acqua per scopi alimentari. I comuni colpiti sono Brusimpiano, Besozzo, Brebbia, Malgesso, Bregano, Montegrino Valtravaglia, Mesenzana e tutti i comuni della comunità montana Valli del Verbano, guidata dal sindaco di Rancio Valcuvia Simone Castoldi, a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.

Oggi privati cittadini ed enti locali stanno facendo la conta dei danni, preoccupati per le previsioni meteo dei prossimi giorni. Come sempre, la laboriosità e operosità dei varesotti si è contraddistinta, non rimanendo con le mani in mano, ma chiedo fin da subito a quest'Aula e soprattutto ai rappresentanti del Governo di porre attenzione alle richieste che arriveranno dai territori a seguito della tremenda calamità avvenuta, mettendo in pista qualsiasi azione necessaria al superamento della stessa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Manca. Ne ha facoltà.

ALBERTO MANCA (M5S). Grazie, Presidente. Da quarant'anni la Sardegna affronta un altro virus, quello della peste suina africana, che grava fortemente sulla salute dei suini e sull'economia del settore. Negli anni la politica si è disinteressata di questo fenomeno sanitario ed economico. Durante la legislatura Cappellacci, nel 2012, i dati relativi alla PSA hanno subito forti incrementi, ridotti solo durante la legislatura Pigliaru, che fin dal 2015 ha supportato il lavoro di eradicazione della PSA nella nostra isola. Gli sforzi fatti negli ultimi anni oggi rischiano di essere vanificati. Il 24 aprile invitai l'attuale presidente, Solinas, a lavorare in maniera corale per chiedere e pretendere dall'Europa un segnale di apertura e un credito nei confronti della Sardegna.

Le risposte ottenute dal presidente sono state solo silenzio ed immobilismo, che remano contro gli sforzi fatti finora. Tutto per tutelare gli allevamenti illegali. Durante i giorni scorsi si sono dimessi due esperti che fin dal 2015 (Commenti del deputato Deidda)

PRESIDENTE. Deputato Deidda! Prego, prosegua.

ALBERTO MANCA (M5S). Il problema è che tutelano gli allevamenti illegali, compreso il deputato Deidda (Commenti del deputato Deidda). Durante i giorni scorsi si sono dimessi due esperti che fin dal 2015 hanno lavorato duramente per raggiungere i risultati che abbiamo oggi. Nessun contagio da settembre 2018 negli allevamenti: numeri mai visti in quarant'anni, riconosciuti dalla Commissione europea attraverso il commissario Andriukaitis nelle due visite ispettive. Le dimissioni del dottor Alessandro De Martini e del dottor Alberto Laddomada vanno a destrutturare l'Unità di progetto, che perde credibilità in Europa. Ho depositato un'interrogazione urgente al Ministro della Salute Speranza e al Ministro delle Politiche agricole per chiedere con forza che lo Stato intervenga in tutti i modi con la regione affinché quest'ultima richieda ai due professionisti il ritiro delle dimissioni e si impegni seriamente verso l'eradicazione e il rispetto della legalità.

Presidente Solinas, si liberi del ricatto portato avanti dalla Lega nei suoi confronti e si impegni verso gli allevatori, i trasformatori, i commercianti, si impegni per i sardi e per la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzo Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Presidente, per suo tramite, vorrei sollecitare un po' il Governo, perché qui continuiamo a parlare, discutere di provvedimenti, ma nel “Cura Italia” che è passato da quest'Aula, è andato in Gazzetta qualche mese fa ormai, è uscito tre mesi fa, c'era un provvedimento legato al fermo per le sovvenzioni per l'attività di pesca durante il fermo da COVID-19. Non è ancora arrivato niente alle attività di pesca; era anche un ristoro, non solo per il fermo, ma anche per una flessione che hanno subito i mercati in questo periodo: il mondo della pesca non ha visto niente.

Purtroppo è il filo conduttore che sta seguendo l'attività di questo Governo. Lo vediamo con i cassaintegrati: io vengo dalla mia Liguria, una terra di agricoltori e di pescatori, però una terra dove si vive di turismo. Abbiamo tutto il settore del turismo in ginocchio, e a questi lavoratori non è ancora arrivato assolutamente niente. Abbiamo lavoratori che stanno aspettando la cassa integrazione da tempo, da 80 e da quasi 100 giorni. Come si può dire ad una persona: salta il pasto oggi e ti diamo un ristoro, ti diamo da mangiare fra 80, 100 giorni?

La fortuna di questo Governo è che gli italiani sono un popolo di lavoratori, sono un popolo di persone che si impegnano e hanno dei risparmi; però sono risparmi che sono stati dilapidati in questi mesi. Non si può andare avanti così. Quando torniamo a casa noi un piatto di pasta sul tavolo ce l'abbiamo, a tanti italiani manca anche questo: quindi bisogna agire immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, grazie di aver accettato la mia proposta di intervento in extremis.

Sto intervenendo, Presidente, per un giardino all'italiana, forse uno dei più belli d'Italia: anzi, premiato come miglior giardino all'italiana nel 2011. Parlo di Villa Lante: è una dimora cinquecentesca che è sita a Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo, che è drammaticamente e tragicamente chiusa.

In un momento come questo, nel quale è necessario e fondamentale far ripartire e riaprire naturalmente tutte le bellezze del nostro Paese per ripresentarlo come si deve a chi vuole fare turismo, sia all'interno dei nostri confini, ma anche a chi tra poco incomincerà a rifrequentare le bellezze italiane, questo è un esempio veramente imbarazzante. È imbarazzante per il polo museale del Lazio, credo che sia molto imbarazzante per il MiBACT. Il Ministro Franceschini deve assolutamente intervenire, e questo mio intervento va a sollecitare, è un appello per fare in modo che sia la zona del parco e dei giardini, con delle geometrie artistiche eccezionali e stupende, sia la parte del parco libero, vengano al più presto riaperti ai cittadini di Bagnaia, che ospita questa perla, e a quelli di tutta Italia e del resto d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per fatto personale il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, mi pare che in quest'Aula, da quando è iniziata la legislatura, io non abbia mai offeso personalmente nessun componente di quest'Aula, anzi. Mi pare che, sebbene io abbia forse sbagliato nell'interrompere il collega dei 5 Stelle che interveniva parlando di peste suina, egli abbia chiaramente detto che il sottoscritto, anche con una forma un po'… Colpevolizzando le mie origini, che sono a Desulo, un paese del Nuorese dove la peste suina ha colpito duramente, anche sfruttandole, visto che il collega è un agente della Forestale, e forse dovrebbe smetterla di colpevolizzare le comunità di questa peste suina.

Comunque ha chiaramente detto che il sottoscritto tutela gli allevamenti illegali. Considerato che un comportamento criminale è un comportamento che viola la legge, la pregherei di intervenire a tutela della mia onorabilità, ma anche della mia comunità, sia politica che anche quella di origine, perché penso che l'essere accusati di un comportamento criminale non debba avvenire in questa Camera. Mi sono quindi stupito che, siccome l'ha detto chiaramente in un momento anche di silenzio, non ci sia stato intervento alcuno, e l'ha espresso anche in maniera chiara. Se vogliamo in due anni, guardiamo i verbali, vediamo se da questi banchi, dal sottoscritto qualcuno di voi o qualcuno della maggioranza è stato mai accusato o offeso nella maniera in cui il collega mi ha definito.

Quindi, la prego, Presidente, di prendere i giusti provvedimenti, perché, oltretutto, non è ammissibile venire accusati di avere dei comportamenti criminali e delinquenziali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Deidda, in realtà, io avevo già fatto un intervento per invitarla a non interrompere il collega che stava svolgendo il suo intervento di fine seduta; e, sicuramente, le parole utilizzate dal deputato Alberto Manca non sono state convenienti, quindi certamente sarebbe opportuno mantenere un comportamento diverso in quest'Aula, e questo vale comunque per tutti. Diciamo che certamente le parole utilizzate dal collega Manca sono al di sopra del limite che il buonsenso dovrebbe suggerire a ciascuno.

Detto questo, io l'ho fatta parlare, lei quindi ha spiegato le sue ragioni, ha risposto al deputato che l'ha accusata impropriamente con l'intervento che il Regolamento prevede di fine seduta e, quindi, si è ampiamente difeso. Io sono qui certamente anche a censurare le parole del deputato Manca.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 9 giugno 2020 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

(C. 2471-A)

Relatrice: BILOTTI.

La seduta termina alle 23,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2471-A - em. 1.300 394 318 76 160 80 238 69 Resp.
2 Nominale em. 1.700 396 396 0 199 396 0 69 Appr.
3 Nominale em. 1.11 392 361 31 181 82 279 69 Resp.
4 Nominale em. 1.650 397 320 77 161 287 33 69 Appr.
5 Nominale em. 1.13 373 299 74 150 74 225 69 Resp.
6 Nominale em. 1.1 376 370 6 186 154 216 72 Resp.
7 Nominale em. 1.203 394 387 7 194 160 227 69 Resp.
8 Nominale em. 1.204 393 387 6 194 164 223 69 Resp.
9 Nominale em. 1.205 405 399 6 200 163 236 68 Resp.
10 Nominale em. 1.206 403 396 7 199 165 231 67 Resp.
11 Nominale em. 1.207 394 387 7 194 165 222 66 Resp.
12 Nominale em. 1.208 238 235 3 118 7 228 66 Resp.
13 Nominale em. 1.209 245 241 4 121 2 239 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.213 393 390 3 196 149 241 65 Resp.