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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 348 di mercoledì 27 maggio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Covolo, Fassino, Scoma e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali (A.C. 2461-A/R).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2461-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno e si sono concluse le dichiarazioni di voto sul loro complesso.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2461-A/R).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per fornire alcune precisazioni sui pareri la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Anche alla luce del dibattito che c'è stato ieri sera, vorrei…

PRESIDENTE. Colleghi deputati, è necessario prendere posto. Chiedo scusa, sottosegretario, qualche secondo di pazienza; è necessario far cessare cortesemente questo brusio… deputato Colucci, raggiunga la sua postazione, per favore… Colleghi!

Prego, sottosegretario, a lei la parola.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Dicevo che, anche in relazione al dibattito molto ricco che c'è stato ieri sera, vorrei rivedere alcuni dei pareri che avevo dato.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/23 Ferro, vorrei trasformarlo da raccomandazione a parere favorevole, con riformulazione, sostituendo la parola “includere”, con la locuzione “ad individuare le modalità affinché possa essere inclusa”. Ci riferiamo a Poste Italiane: non è stata ancora coinvolta perché non è banca a tutti gli effetti e non può, quindi, fornire anticipazioni, però c'è una volontà, un impegno vero a cercare di coinvolgerla.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/31 Zennaro, vorrei trasformare il parere favorevole con riformulazione in un accoglimento secco come raccomandazione.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/103 Ferrari, che aveva avuto un parere contrario, lo trasformerei in un parere favorevole, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Viceversa, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/219 Delmastro Delle Vedove, invece che parere favorevole con la riformulazione “valutare l'opportunità”, parere contrario.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/128 Bubisutti, anche su questo, trasformare da parere contrario a parere favorevole con riformulazione, in questo senso: togliere il secondo paragrafo delle premesse e premettere, all'impegno, “valutare l'opportunità di”. Sottolineo che la valutazione è necessaria perché le gestioni fuori bilancio sono vietate dalla legge n. 196 del 2009, però, effettivamente, considerata la situazione è necessaria e si può mettere in carico al Governo la volontà di approfondire una fattibilità limitata nel tempo.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/17 Foti, anche a sottolineare che la risposta del parere contrario non era dettata da una non volontà di trasparenza, ma, al contrario, dall'idea che la pubblicazione, quasi quotidiana, dei dati disponibili sui siti pubblici del Mediocredito centrale, di SACE, di MiSE fosse sufficiente, propongo, invece, di accoglierlo con un parere favorevole, con riformulazione, che dice, nelle prime due righe dell'impegno: “a dare la disponibilità a riferire periodicamente alle competenti Commissioni parlamentari che ne facciano richiesta in ordine ai risultati”, e così via.

Vorrei, infine, precisare due cose in relazione sempre al dibattito di ieri. Una prima cosa: sono stata sollecitata da molti proponenti a togliere la riformulazione che richiede, praticamente, a tutti di “valutare l'opportunità”, “valutare la possibilità”, però devo dire che questa è una formula che non è una formula cautelativa, è una formula di serietà di impegno; cioè, nei casi in cui effettivamente c'è un lavoro, un'istruttoria che è stata già parzialmente fatta, eccetera, e possiamo garantire l'impegno, allora procediamo in quel senso, sennò accogliamo la sollecitazione, ci impegniamo in un'istruttoria, ma non siamo ancora in grado di dire se effettivamente si potrà procedere e in quale forma; per questo ho chiesto anche di togliere, talvolta, elementi di dettaglio, perché ci sono anche da valutare le compatibilità, soprattutto quelle finanziarie, come talvolta nelle riformulazioni abbiamo precisato.

Ultimissima cosa e chiedo scusa di abusare della vostra pazienza. Mi è stato sollecitato un chiarimento per quanto riguarda il collegamento tra i pareri dati e il “decreto Rilancio”. Non sono caduta in contraddizione: il problema è che, in alcuni casi, il parere è favorevole, e ho specificato che è favorevole, però sottolineo che il tema è stato già preso in questi termini nel “decreto Rilancio”, quindi, di fatto, c'è piena sintonia ed è facile prendere un impegno a cui si è già dato seguito. In altri casi, il parere è contrario e ho detto che, però, il tema è affrontato non in quei termini nel “decreto Rilancio” e, quindi, se si vuole cambiare l'impostazione che il Governo ha dato per rispondere a quel tema nel “decreto Rilancio”, il Parlamento sarà ovviamente sovrano.

PRESIDENTE. Sono costretto a ricordare a tutti i colleghi che vanno rispettate le norme che sono state unanimemente indicate dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e che prevedono l'obbligatorietà dell'uso della mascherina e il distanziamento tra un deputato e l'altro. Ci sono dei deputati che stanno parlando, per esempio, alla mia sinistra, e non c'è la distanza necessaria. La ringrazio, deputata Rotta. Deputata Aiello, lei non è provvista di mascherina. Perfetto, la ringrazio.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2461-AR/1 Cavandoli, che la sottosegretaria ha accolto come raccomandazione, con riformulazione. Chiedo, dunque, alla presentatrice se intenda accettare tale proposta di riformulazione, affermativo.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/2 Gusmeroli, sul quale c'è il parere contrario da parte del Governo.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/2 Gusmeroli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Aspettiamo che tutti i deputati prendano posto, visto che siamo alla prima votazione. Intanto, ricordo che le dichiarazioni di voto sono state fatte ieri sera sugli ordini del giorno, quindi andiamo spediti sulle votazioni.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/3 Melilli, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: è accolta? Affermativo.

Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/4 Bordo la proposta di riformulazione è accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/5 La Marca vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/6 Benamati vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/7 De Maria la proposta di riformulazione è accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/8 Boldrini la proposta di riformulazione è accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/9 Topo la proposta di riformulazione è accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/10 Gavino Manca il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/11 Lacarra il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/12 Bonomo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-A/13 Pastorino la proposta di riformulazione è accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/14 Varchi è accolto come raccomandazione, con proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/15 Acquaroli il parere è favorevole sempre con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/16 Luca De Carlo il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/16 Luca De Carlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/17 Foti il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/18 Caretta il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/19 Ciaburro il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/20 Silvestroni il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/20 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/21 Lucaselli il parere è favorevole con proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/22 Bellucci il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/23 Ferro il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/24 Mantovani è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/25 Cirielli era inammissibile. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/26 Buratti il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/27 Ungaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/28 Silvestri il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/29 Aprile il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/30 Fioramonti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/31 Zennaro il parere è favorevole con riformulazione, che non viene accolta. C'è stata una riformulazione e quindi è accolto come raccomandazione, va bene? No, lo sforzo non è stato utile.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/31 Zennaro il parere è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Deputato Lupi, le chiedo la cortesia di tornare nella sua postazione, perché intanto non può stare vicino ai suoi colleghi e deve rispettare il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/32 Pedrazzini c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/33 Benigni è accolto come raccomandazione ed è riformulato, va bene. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/34 Silli è accolto come raccomandazione ed è riformulato, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/35 Sorte c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/36 Gagliardi c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/37 De Toma c'è un parere favorevole con riformulazione, che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/37 De Toma, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine giorno n. 9/2461-AR/38 Rospi c'è un parere favorevole con riformulazione.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Non si può intervenire, ci deve dire se accetta la riformulazione oppure se lo vuole votare. Accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/38 Rospi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/39 Nitti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/40 Rossi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/41 Rizzo Nervo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/42 Carnevali, parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/43 Schirò, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/44 Fusacchia, parere favorevole con riformulazione. E' accolta? Non vedo il deputato Fusacchia: chiedo al gruppo se qualcuno ci può dare un cenno. E' accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/45 Tondo, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/46 Lupi, parere favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/47 Tasso, parere favorevole con riformulazione: a posto. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/48 Schullian è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/49 Trano, parere favorevole con riformulazione: non è accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Trano n. 9/2461-AR/49.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/50 Angiola, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/50 Angiola.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/51 Dori, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/52 Ascari, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/53 Giuliano, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/54 Perantoni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/55 Sodano, parere favorevole, con riformulazione. Chiedo ai colleghi se magari fate qualche cenno: è a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/56 Lombardo, parere favorevole, con riformulazione: a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/57 Gagnarli, parere favorevole, con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/58 Amitrano, parere favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/2461-AR/59 Zolezzi e n. 9/2461-AR/60 Deiana sono inammissibili. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/61 D'Uva, parere favorevole, con riformulazione: a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/62 Ianaro, parere favorevole, con formulazione: a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/63 Alaimo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/64 Lattanzio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/65 Berti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/66 Termini, parere favorevole, con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/67 Scagliusi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/68 Colucci, parere contrario: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colucci n. 9/2461-AR/68.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno Barbuto n. 9/2461-AR/69, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Lovecchio n. 9/2461-AR/70, parere favorevole. L'ordine del giorno Galizia n. 9/2461-AR/71 è inammissibile. Ordine del giorno Di Lauro n. 9/2461-AR/72, parere favorevole. Ordine del giorno Spadoni n. 9/2461-AR/73, parere favorevole. Ordine del giorno Giordano n. 9/2461-AR/74, parere favorevole. Ordine del giorno Cillis n. 9/2461-AR/75, parere favorevole. Ordine del giorno Masi n. 9/2461-AR/76, parere favorevole. Ordine del giorno Mammì n. 9/2461-AR/77, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Alemanno n. 9/2461-AR/78, parere favorevole. Ordine del giorno Serritella n. 9/2461-AR/79, parere favorevole. L'ordine del giorno Marino n. 9/2461-AR/80 è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/81 Iorio, parere favorevole. Ordine del giorno Raffa n. 9/2461-AR/82, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Grimaldi n. 9/2461-AR/83, parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Ruggiero n. 9/2461-AR/84 c'è parere contrario, ma è ritirato. Ordine del giorno Currò n. 9/2461-AR/85, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Martinciglio n. 9/2461-AR/86, parere contrario, ma è ritirato. Ordine del giorno Suriano n. 9/2461-AR/87, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Mollicone n. 9/2461-AR/88, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Colmellere n. 9/2461-AR/89, parere favorevole con riformulazione: va bene, a posto. Ordine del giorno Giaccone n. 9/2461-AR/90, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Coin n. 9/2461-AR/91, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno Deidda n. 9/2461-AR/92, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Osnato n. 9/2461-AR/93, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Caiata n. 9/2461-AR/94, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Bordonali n. 9/2461-AR/95, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Maccanti n. 9/2461-AR/96, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Capitanio n. 9/2461-AR/97, parere favorevole con riformulazione: d'accordo. Ordine del giorno Cecchetti n. 9/2461-AR/98, parere favorevole con riformulazione: a posto. Ordine del giorno Morelli n. 9/2461-AR/99, parere favorevole con riformulazione: a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/100 Giacometti, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che è accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/101 Barelli, parere contrario: passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barelli n. 9/2461-AR/101.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/102 Boniardi. Parere contrario, non è ritirato.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/102 Boniardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/103 Ferrari. C'è una riformulazione da parte del Governo, con parere favorevole: viene accolta, immagino? Affermativo.

Abbiamo poi gli ordini del giorno n. 9/2461-AR/104 Iezzi, n. 9/2461-AR/105 Maturi, n. 9/2461-AR/106 De Angelis e n. 9/2461-AR/107 Vinci, inammissibili.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/108 Marchetti, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/109 Tarantino, parere contrario. Si conferma il parere contrario.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/109 Tarantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/110 Comaroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2451-AR/111 Alessandro Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/112 Stefani, parere favorevole con riformulazione. A posto.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/113 Potenti, parere favorevole con riformulazione. D'accordo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/114 Paolini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/115 Bisa, parere favorevole con riformulazione. Non è accolta.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/115 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/116 Lucchini, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/117 Eva Lorenzoni, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/118 Badole, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/119 Valbusa, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/120 Fogliani è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/121 Gerardi, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/122 Minardo, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/123 Durigon, parere contrario del Governo. Non è ritirato.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/123 Durigon, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/124 Paternoster, parere favorevole con riformulazione. Accolta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/125 Tombolato, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/126 Rixi, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/127 Gastaldi, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/128 Bubisutti, accolto con una riformulazione. Va bene. Accolta.

Prendo atto che il deputato Pettarin chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/128 Bubisutti. Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/129 Loss, parere favorevole con riformulazione. A posto.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/130 Viviani, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/131 Manzato, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/132 Liuni, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/133 Lolini, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/134 Golinelli, parere favorevole con riformulazione. Accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/135 Caparvi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/136 Comenicini, il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/136 Comenicini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/137 Centemero favorevole con riformulazione: a posto. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/138 Bianchi favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/139 Basini accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/140 D'Eramo favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/141 Toccalini favorevole con riformulazione: non è accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/141 Toccalini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/142 De Martini favorevole con riformulazione: non è accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/142 De Martini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/143 Molinari accolto come raccomandazione: non è accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/143 Molinari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/144 Panizzut favorevole con riformulazione: è accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/145 Lazzarini è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/146 Tiramani favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/147 Locatelli favorevole con riformulazione: è accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/148 Caffaratto favorevole con riformulazione: non è accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/148 Caffaratto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/149 Cestari, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/150 Donina, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/151 Sutto, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/152 Boldi, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/153 Foscolo è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/154 Tomasi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/155 Bazzaro, parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/156 Moschioni, parere contrario: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/156 Moschioni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/157 Giglio Vigna, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/158, Invernizzi parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/159 Vanessa Cattoi, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/160 Furgiuele, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/161 Ziello, parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/162 Racchella parere contrario: lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/162 Racchella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/163 Turri, parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/164 Bitonci, parere contrario: lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/164 Bitonci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/165 Morrone, parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/166 Ribolla parere favorevole con riformulazione: non viene accolta. Lo pongo, dunque, in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/166 Ribolla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/167 Zicchieri, parere favorevole con riformulazione: viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/168 Tateo parere favorevole con riformulazione: non viene accolta. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/168 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/169 Pretto, parere contrario: lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/169 Pretto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/170 Guidesi. Non è accolta la riformulazione. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/170 Guidesi con parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/171 Covolo, parere favorevole con riformulazione: accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/172 Patelli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/173 Belotti, parere favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/174 Andreuzza, la riformulazione proposta dal Governo non è accolta. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/174 Andreuzza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/175 Saltamartini, parere favorevole con riformulazione: accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/176 Dara, il parere è contrario. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/176 Dara, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/177 Pettazzi, parere favorevole con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/178 Galli, parere favorevole con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/179 Piastra, parere favorevole con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/180 Patassini, parere favorevole con riformulazione, accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/181 Raffaelli, parere favorevole con riformulazione, accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/182 Legnaioli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/183 Murelli, parere favorevole con riformulazione, accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/184 Frassini, parere favorevole con riformulazione, ma non è accolta la riformulazione. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/184 Frassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/185 Lorenzo Fontana: il parere è contrario. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/185 Lorenzo Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/186 Rotta, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/187 Cenni, parere favorevole con riformulazione: è accolta? Prendo atto che la riformulazione è accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/188 Incerti, parere favorevole con riformulazione, accolta. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/189 Miceli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/190 Pezzopane, parere favorevole con riformulazione, che è accolta.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/191 Bond: favorevole, con riformulazione che è accolta; n. 9/2461-AR/192 Porchietto: favorevole, con riformulazione che è accolta; n. 9/2461-AR/193 Martino, favorevole; n. 9/2461-AR/194 Fiorini, favorevole, con riformulazione che è accolta; n. 9/2461-AR/195 Pella, favorevole; n. 9/2461-AR/196 Mulé, favorevole; n. 9/2461-AR/197 Squeri, favorevole, con riformulazione: accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/198 Nevi, favorevole con riformulazione: accolta. L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/199 Novelli è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/200 Baratto: favorevole; n. 9/2461-AR/201 Prestigiacomo, favorevole, con riformulazione: accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/202 Fitzgerald: favorevole; n. 9/2461-AR/203 Ripani: favorevole, con riformulazione che è accolta; n. 9/2461-AR/204 Russo: favorevole; n. 9/2461-AR/205 Cortellazzo: favorevole, con riformulazione che è accolta; n. 9/2461-AR/206 Sandra Savino: il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/206 Sandra Savino con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/207 Ruffino: parere favorevole, con riformulazione da parte del Governo, che è accolta; n. 9/2461-AR/208 Marrocco: favorevole, con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/209 Cattaneo: favorevole, con riformulazione, che è accolta; ordine del giorno n. 9/2461-AR/210 Mandelli: favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/211 Rostan: favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/212 Fregolent: favorevole; ordine del giorno n. 9/2461-AR/213 De Filippo: favorevole, con riformulazione, che è accolta; n. 9/2461-AR/214 Mor: favorevole; n. 9/2461-AR/215 Marco Di Maio: favorevole; n. 9/2461-AR/216 Moretto: favorevole, con riformulazione, che viene accolta; n. 9/2461-AR/217 D'Alessandro: favorevole, con riformulazione, che viene accolta; n. 9/2461-AR/218 Trancassini: favorevole, con riformulazione. E' accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2461-AR/219 Delmastro Delle Vedove: il parere è diventato contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2461-AR/219 Delmastro Delle Vedove con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Abbiamo risolto il problema tecnico in quarta tribuna? Affermativo: non ci sono problemi tecnici.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/220 Frassinetti, favorevole con riformulazione: accolta. Ordini del giorno n. 9/2461-AR/221 Butti, n. 9/2461-AR/222 Baldini, n. 9/2461-AR/223 Bucalo, n. 9/2461-AR/224 Lollobrigida e n. 9/2461-AR/225 Gemmato: il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/226 Zucconi, favorevole con riformulazione: accolta.

Ordini del giorno n. 9/2461-AR/227 Prisco, n. 9/2461-AR/228 Rizzetto e n. 9/2461-AR/229 Rotelli, favorevole.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/228 Rizzetto.

PRESIDENTE. Il deputato Pettarin sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/228 Rizzetto.

Ordine del giorno n. 9/2461-AR/230 Rampelli, favorevole con riformulazione, che accolgo.

L'ordine del giorno n. 9/2461-AR/231 Montaruli è inammissibile.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Ricordo che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, era stato convenuto che le dichiarazioni di voto finali avessero inizio a partire dalle ore 11.

Dovremmo, quindi, sospendere la seduta fino a tale ora.

Se non vi sono obiezioni, tuttavia, possiamo proseguire nell'esame del provvedimento, senza sospendere. Mi pare che vi sia la condivisione di tutti i gruppi.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2461-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

Chiedo, intanto che il deputato Tabacci si prepara e scende in postazione… sì, sì, Tabacci è qui. Colleghi deputati, vi prego di abbandonare l'Aula, per chi ha questo intendimento, in ordine e in silenzio, per non disturbare gli oratori. Colleghi, vi prego di fare silenzio. Chi deve abbandonare e vuole abbandonare l'Aula lo faccia con compostezza. Abbiamo il collega Tabacci che è in attesa al centro dell'emiciclo. Quindi, è impossibile prendere la parola - e lo comprendo - in queste condizioni. Deputato Durigon, per cortesia: o parlate fuori o smettete di parlare, tertium non datur. Chiedo di lasciare liberi i banchi del Governo. State esattamente davanti al deputato che sta per prendere la parola. Chiedo scusa. Deputata Bruno Bossio.

Mi pare che ci siamo, deputato Tabacci. Io direi di iniziare. Prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie…

PRESIDENTE. Magari aumentiamo un po' il volume.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Sì, grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. I colleghi devono liberare certamente lo spazio dell'emiciclo. Chi vuole conversare può accomodarsi cortesemente fuori da quest'Aula e tutti i deputati che intendono permanervi devono rimanere in silenzio, muniti di mascherina e rispettando il distanziamento. Prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Ieri durante la discussione sul voto di fiducia abbiamo avuto la possibilità di…

PRESIDENTE. Deputato Acunzo, le chiedo scusa. Deputato Acunzo! Deputato Scagliusi, la ringrazio. Qual è il problema? C'è stata un'inversione di persona. Prego, deputato Tabacci.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Dicevo che, appunto, ieri abbiamo potuto evidenziare come le Commissioni VI e X hanno introdotto novità importanti in questo decreto-legge n. 23 che ne giustificano ampiamente l'approvazione. La durata del rimborso dei prestiti con garanzie al 100 per cento è stata portata da 6 a 10 anni, l'importo massimo finanziabile da 25.000 a 30.000 euro e i prestiti fino a 800.000 euro garantiti all'80 per cento dallo Stato potranno essere rimborsati in trent'anni.

All'inizio - e vengo da una riunione molto ampia della Commissione sulle banche stamattina - ci sono stati evidenti difficoltà per un'indubbia resistenza del sistema bancario, come evidenziato, appunto, nel quadro fornito dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario, perché sono state introdotte procedure molto lunghe e istruttorie di merito creditizio in luogo di un'approvazione automatica, data la piena garanzia statale. Le cose sono andate meglio a seguito della dichiarazione sostitutiva, introdotta dalla Commissione e limitata ad alcune essenziali informazioni rese sotto la propria responsabilità da chi richiede il prestito, con l'effetto di oltre 350 mila domande e 15,9 miliardi di garanzie assicurate. Ovviamente, sopra i 30 mila euro resta la valutazione del merito bancario perché non può essere sufficiente l'autocertificazione, ma qui siamo alle condizioni minimali. Infatti, non è che lo sportello bancario diventa un bancomat ed è evidente che il merito bancario ha una condizione di grande profondità su un sistema economico, pure in condizioni eccezionali come quelle in cui viene esercitato, ed è necessario che sia così.

Ora, se questi sono i fatti, non si possono rivendicare i meriti delle modifiche introdotte. Qui, in particolare, i gruppi dell'opposizione, alcuni di loro, hanno detto: “Se non fosse stato per noi”. Benissimo! Io ho valutato il prodotto finale e il lavoro fatto dai due relatori. Se questo è positivo, non si può poi dire, nel contempo, che il decreto fa schifo e che non produce alcun effetto, perché sono dalle contraddizioni evidenti. Se fosse stato così non sarebbe stato il caso di migliorarlo, fra virgolette, come si suol dire quando parliamo dei lavori parlamentari.

PRESIDENTE. Deputato Tabacci, le chiedo scusa se la interrompo, però penso che lei non abbia ascoltato prima la lettura del mio testo parlato. È intercorsa, nella precedente riunione dei presidenti di gruppo, una sorta di relazione consensuale secondo la quale si è stabilito di concludere i nostri lavori entro le 12,30 (quindi, dichiarazioni di voto comprese). Siamo abbastanza - diciamo così - nei margini. Conseguentemente, l'accordo prevede una sorta di contingentamento. Ora, siccome il tempo l'abbiamo, io non la voglio disturbare e voglio far sviluppare il suo intervento. Però, sappia che è stato, per accordo unanime della Conferenza dei presidenti di gruppo, derubricato - diciamo così - il principio dei dieci minuti ciascuno per ogni dichiarazione di voto. Lei lo gestisca in base alla sua responsabilità e alla sua sensibilità. Prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Infatti, ho immaginato un intervento di dieci minuti ma mi sono poi ricondotto in termini diversi, anche se obietto su un fatto molto preciso: non è che possiamo comprimere la parte finale della discussione dopo aver passato le notti a discutere di ordini del giorno, perché io ho anche la cattiva abitudine di essere presente nell'Aula parlamentare. Ora, prendo la parola adesso, non l'ho presa questa notte, non l'ho presa ieri sera. Dopodiché, prendo atto delle intese che sono intervenute e vedrà anche starò molto…

PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo ancora, giusto per rendere comprensibile, perché c'è comunque un nesso… il fatto è che noi abbiamo, comunque, l'obbligo di lasciare l'Aula libera dopo le tre ore per consentirne la sanificazione e il ricambio d'aria. Quindi, non è un vezzo, diciamo così, dei capigruppo, è una necessità che intercorre a causa delle note vicende. Prego, prosegua.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Molto vero, Presidente. Non è la prima volta che io e lei facciamo un siparietto sul punto, ma la ringrazio molto per la amabilità con cui conduce i lavori.

È stato, altresì, molto importante aver incluso gli enti del terzo settore con una previsione finanziaria a loro riservata. Ora sarà necessario svolgere un'azione di controllo per evitare che la chiusura scarichi i suoi effetti sui consumatori, con aumenti ingiustificati dei prezzi delle merci nei negozi e dei servizi svolti. Se lo Stato si fa carico di garantire liquidità alle imprese, deve assicurarsi che il peso dei mancati utili non si scarichi sui consumatori finali.

Mi sembra, altresì, sia stato prudente allargare lo spazio di iniziativa dal golden power ad altri settori di rilevanza strategica, come il sanitario, l'agroalimentare, il siderurgico, resi ancor più strategici dagli effetti della pandemia.

Da ultimo - e vede che sto concludendo - la SACE e il prestito richiesto da FCA. Se il Governo, attraverso la SACE, fornisce una garanzia, è necessario ponga delle condizioni a cominciare dalle garanzie occupazionali. Ma mi pare più saggio considerare la filiera dell'automotive nel suo insieme, piuttosto che attribuire una funzione regolatoria alla holding FCA Italia, perché il complesso dell'indotto dell'auto italiana vale molto di più in termini occupazionali.

Resta, comunque, aperta - ed ho concluso - in sede europea la questione della transumanza dalle imprese multinazionali, che si fonda sulla concorrenza relativa alla tassazione dei profitti. Irlanda, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Malta, Cipro, a diverso titolo e in diversa misura, possono essere considerati paradisi fiscali: il tutto richiama l'urgenza di una riforma fiscale europea (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Cercherò di rimanere nei limiti che ci sono stati comunicati. Il provvedimento che ci accingiamo a votare segue il percorso cominciato dal “Cura Italia”, precede il “Rilancio Italia” e ne precederà, immagino, altri, perché l'azione di sostegno a imprese e famiglie, quantunque necessaria e vitale, non è per nulla semplice. Si è ampiamente sottolineato come, nell'applicazione delle varie misure adottate, siano venute fuori delle problematiche - onestamente mi sarei meravigliato del contrario, dato il contesto estremamente emergenziale in cui si è lavorato - a cui certamente si dà una risposta forte con questo decreto e che lo sarà ancora di più con il prossimo. Perché, vede, Presidente, è fisiologico che le cose vadano a migliorare man mano che si attenua l'emergenza sanitaria e aumenta l'attenzione per quella economica. Si era immediatamente parlato, ad esempio, di difficoltà di accesso al credito e ancora ieri i cittadini mi segnalavano ritardi in questo senso, ma con le semplificazioni previste - mi riferisco alle autocertificazioni - credo che in tempi rapidissimi questo intoppo sarà superato; così come non è da poco l'ampliamento delle somme erogabili con la totale garanzia dello Stato da 25 mila a 30 mila euro e il periodo di restituzione, che va dai 6 anni ai 10 anni. Certo, siamo ancora sulla sponda creditizia, è necessaria anche quella del fondo perduto, che è uno strumento del “decreto Rilancio” e che andrà rinforzato e adattato alle esigenze che, vorrei dire, quotidianamente ci vengono rappresentate.

Per concludere, Presidente, il MAIE voterà favorevolmente questo decreto, che, come detto, è un secondo passo verso le esigenze del Paese; un Paese che, comunque, attraverso noi rappresentanti, fa arrivare la propria voce alle istituzioni ed in questo momento chiede che venga velocizzato l'iter di accredito delle casse integrazioni, che vengano presi in considerazione quei settori e quelle categorie, sia produttive che commerciali, che finora sono assenti dal dibattito, e in questo senso è andato l'ordine del giorno n. 9/2461-AR/47 che è stato accolto ieri in discussione. Ho concluso e la ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Tasso. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (MISTO-PP-AP). Grazie, Presidente. Non sono affatto contento della filosofia del provvedimento, perché negli altri Paesi, dopo quindici giorni, le piccole e medie imprese avevano già i soldi sul conto corrente.

Il Governo ha fatto la scelta di andare sull'indebitamento, piuttosto che dare i contributi a fondo perduto in un'economia che perderà il meno 10 per cento, ma non lo dico io, lo diranno tutti gli analisti ed anche il Documento di programmazione economica. Andare a indebitare le piccole e medie imprese ulteriormente in un'economia in recessione, è un rischio che si assume questo Governo, un rischio che può portare anche alla paralisi economica.

Bisogna assolutamente lavorare su due leve, che sono quelle di ridurre le tasse e ridurre la burocrazia. Tutto il resto, tutte le altre ricette, a partire dai bonus, a partire anche dai click day nello stile Arcuri, non porterà da nessuna parte.

Oltretutto si è messa la fiducia su questo decreto, che ha tagliato tutto il dibattito parlamentare, oltretutto sono stati non approvati centinaia di emendamenti anche di buonsenso. L'unica nota positiva è stato il passaggio per i piccoli prestiti a dieci anni, quindi su questo bisogna dare atto c'è stata una piccola attenzione e una piccola apertura, ma dobbiamo dirlo in maniera forte e chiara: così, con questa impostazione, il Governo andrà a sbattere in autunno; con questa impostazione qua, fatta di solo bonus assistenziali e non una politica a favore delle piccole e medie imprese, in autunno arriverà la troika, arriverà la patrimoniale. Tutto il resto porterà a una grande crisi economica.

Quindi, è un avvertimento che vogliamo dare, di ascoltare le voci critiche di piccole imprese, delle associazioni. Ascoltate, uscite dal Palazzo e ascoltate i cittadini. Per questa volta ci asterremo, ma, se questo sarà l'approccio, dovremmo votare contro nei prossimi provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Nel dichiarare il mio voto favorevole a questo decreto, desidero segnalare una criticità e fare un appello al Governo, in quanto non ci sarà una ripresa vera nel nostro Paese, se non riusciremo a riorganizzare il mondo del lavoro in forma etica e solidale. Pertanto, i modi in cui verranno erogati i fondi, i criteri adottati da ora in poi, saranno determinanti per creare quella fiducia nei nostri cittadini e lavoratori.

Impegnare, quindi, le aziende in una corsa al click day, come è avvenuto, connessa a un computer, creando rivalità e stress, senza adeguate garanzie di merito e trasparenza, non aiuta a creare quel clima di fiducia di sicurezza e solidarietà di cui hanno bisogno oggi i nostri imprenditori e le nostre imprenditrici.

Mi riferisco a quanto è successo con il bando Invitalia, ma anche ai fondi della cassa integrazione artigiani, che sono a rischio esaurimento e ci saranno dipendenti senza copertura, proprio perché erogati in ordine di presentazione delle domande. In questo modo, le aziende virtuose, le più virtuose, che non hanno mai fatto appello a questo e non hanno mai usufruito di questi ammortizzatori, rischiano di essere le più penalizzate.

Faccio, quindi, mio l'appello che proviene dalle imprenditrici del mio territorio trentino verso il Governo e anche verso la nostra provincia, che utilizza la stessa modalità, chiedendo di creare dei criteri più giusti e di tutela di quelle imprese che mantengono l'occupazione e sostegno alla filiera del mondo del lavoro. Sarebbe, quindi, auspicabile rifinanziare i fondi esauriti o ridistribuire in maniera equa i fondi disponibili, cercando di non lasciare fuori le piccole e medie imprese, anche artigianali.

In conclusione, desidero evidenziare quanto, e lo sappiamo noi, ci sia bisogno oggi di far crescere e instillare la solidarietà, anche tra i nostri imprenditori. Non possiamo permetterci di buttare a mare chi è meno veloce o meno fortunato e nemmeno vale la corsa al bonus o ai fondi a tutti i costi quando la propria azienda non è in grande sofferenza. Siamo tutti connessi e salvare ora i principi di equità e di solidarietà è salvare e far crescere il sistema Paese, che dà forza e contesto a tutte le singole imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, membri del Governo, dopo l'emergenza sanitaria abbiamo immediatamente compreso tutti che la principale delle preoccupazioni è la crisi economica, che oramai è in un momento profondo, in una condizione che oramai mette in difficoltà tante attività economiche. Il presidente dell'Osservatorio violenza e suicidio, Stefano Callipo ha dichiarato che, su 40 suicidi dall'inizio dell'anno, 25 sono avvenuti durante il lockdown.

La situazione è grave, la situazione è molto preoccupante, per questa ragione l'opposizione, sin da subito, ha dato la disponibilità a lavorare con il Governo per intervenire su tutti i decreti che il Governo ha varato, compreso il “decreto Liquidità”. Purtroppo, però, l'atteggiamento del Governo è stato quello di rimanere fermo sulle sue posizioni, a parte la disponibilità di concedere qualche contentino per la minoranza, qualche bandierina da sventolare o modifiche necessarie perché, fin da subito, si erano capiti i limiti del “decreto Liquidità” e lo dimostrano i mille emendamenti presentati dalla maggioranza rispetto ai 2.800 complessivi. Perché, purtroppo, ci si è immediatamente resi conto che anche poco potevano fare i relatori, che io ringrazio, che hanno fatto il possibile per migliorare il decreto, ma si sono subito scontrati con i “no” del Governo o per dirimere le litigiosità all'interno di una maggioranza oramai lacerata.

I fatti però dimostrano che il Governo la liquidità la fa arrivare, ma la fa arrivare quando si tratta di interventi di assistenzialismo, lì i soldi arrivano subito: per il reddito di cittadinanza, per il reddito di emergenza o per i bonus, le mancette che vengono date, 123 milioni di euro per bici e monopattini e quasi un miliardo e mezzo di euro per i “bonus turismo”.

Quando si tratta di liquidità per le imprese, ci sono enormi difficoltà. Allora, io credo che dobbiamo ricordare a tutti i colleghi, anche in modo semplice per chi non l'ha ancora ben presente, che il bilancio dello Stato è una cosa molto chiara: ci sono entrate e uscite. Se le uscite devono essere il reddito di cittadinanza, il reddito emergenza, i bonus, gli stipendi dei dipendenti pubblici, le entrate sono la fiscalità sulle imprese, che crea ricchezza e su quella ricchezza vengono tassate.

Se non si dà forza alle imprese e ai lavoratori dipendenti, è chiaro che non sta in piedi il bilancio dello Stato ed è la ragione per cui noi avevamo proposto fondi con risorse a fondo perduto per le imprese, per i lavoratori dipendenti. Si è scelta la strada dei prestiti: non l'abbiamo condivisa, abbiamo cercato di dare un contributo; il Governo, con l'insistenza di tutti, è arrivato a prevedere prestiti dai 6 ai 10 anni, noi pensavamo fosse necessario di più. E, poi, i prestiti: le imprese devono indebitarsi. Avevamo chiesto, la possibilità di semplificare attraverso un ampliamento delle autocertificazioni, consentire le autocertificazioni sino a 800 mila euro di prestiti. Avevamo chiesto il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti del privato: a gennaio erano 53 miliardi, abbiamo chiesto almeno il 50 per cento del pagamento e, anche qui, c'è stato detto di no; come la reintroduzione temporanea dei voucher, la compensazione dei crediti d'imposta delle imprese con lo Stato.

Così come tanti aspetti fiscali che non si è minimamente toccato in Commissione, non c'è stato tempo, non c'è stata la volontà. Volevamo uno shock fiscale, la possibilità di togliere imposte a imprese che non avevano lavorato durante il lockdown, la possibilità, nel peggiore dei casi, di rateizzare; e anche lì, non è stato possibile e si è posticipato di qualche mese. Io credo che non sia il modo per aiutare le imprese, come non è il modo per aiutare gli imprenditori, non intervenire sulla responsabilità che è stata affidata agli imprenditori nel caso in cui ci sia un dipendente che si ammala di COVID-19, con conseguenze penali gravi. Io credo che, anche lì, non costava niente e si faceva capire agli imprenditori che si credeva in loro. La sensazione è che 25 miliardi del “decreto Liquidità” in questo modo sono buttati via, come si sta lavorando su tanti decreti confusi che non danno chiarezza e certezza agli italiani.

Abbiamo una brutta sensazione, e concludo, Presidente: che il Governo si sia arroccato all'interno di un palazzo dorato, che abbia perso totalmente il contatto con la realtà, che non si sia realmente resoconto cosa sta accadendo. Guardate, è successa una cosa simile a Maria Antonietta d'Austria: quando le fecero l'osservazione che il popolo non aveva il pane, rispose che, per sostituire il pane, bastava dare le brioche e da lì a poco arrivò la ghigliottina. È facilissimo perdere il contatto con la realtà quando si ha il potere. Io credo che il Governo, soprattutto sul “decreto Rilancio Italia”, deve cambiare atteggiamento, deve trovare l'umiltà di parlare con tutto il Parlamento, di confrontarsi, di spendere in modo diverso i 55 miliardi, perché due decreti insieme faranno 80 miliardi e, quando arriverà la crisi socio-economica di settembre, se non si saranno date risposte giuste, io credo che tutta la politica, maggioranza e opposizione, verrà responsabilizzata su questo, ma il Governo avrà una grande responsabilità. Oggi votiamo contro il “decreto Liquidità”, ma chiediamo al Governo di avere più responsabilità, più serietà, perché è arrivato il momento di dare delle risposte come Paese, uniti, con l'intento di aiutare un'Italia che può ritornare ad essere un grande Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alternativa di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per confermare il voto favorevole del mio gruppo, del gruppo Liberi e Uguali. Non ripeto le osservazioni che sono state fatte in discussione generale; pensavo all'intervento che mi ha preceduto relativo al paragone con Maria Antonietta d'Austria e, quindi, alla distanza dal popolo. Io non lo so, sicuramente, in questo “decreto Liquidità” - perché di questo stiamo parlando -, di concerto con le minoranze, con tutte le minoranze, compreso il gruppo Misto, abbiamo audito tutte le categorie possibili e immaginabili, tutte, e chi non è venuto a fare audizioni via call o come si poteva fare ha potuto mandare il proprio contributo. Quindi, abbiamo audito tutti, nel segno di tutte le osservazioni che sono state fatte sul testo iniziale del decreto, perché andava migliorato e credo che, con il contributo di tutti - questa è la realtà -, abbiamo ascoltato tutte le categorie, cercando di focalizzare gli aspetti più problematici che le varie categorie ci avevano segnalato. Ed è stato un lavoro testimoniato dal fatto che la stragrande maggioranza delle proposte emendative che sono state presentate dalla maggioranza e dall'opposizione avevano dei denominatori comuni, dei temi comuni, certo con delle differenze molto spesso, ma, comunque, i temi di fondo erano chiari a tutti e tutti insieme li abbiamo affrontati nelle Commissioni, in un clima oggettivamente poco lucido, per certi aspetti, perché, in effetti, il “decreto Rilancio” faticava ad uscire e, quindi, questo oggettivamente ci ha messo in difficoltà, ha messo in difficoltà soprattutto, come si diceva, il lavoro dei relatori. Ma, alla fine, il risultato è quello di un decreto che dà tantissime risposte, proprio a quel mondo esterno che è venuto in audizione e che ci ha fatto delle giuste osservazioni.

Poi, io lo dico sempre: un Governo, un Parlamento ha quattro strumenti per affrontare questa crisi, che non è vero che ha rincorso o, meglio, ha un po' rincorso, perché tutti noi abbiamo imparato a conoscere un fenomeno che ci ha messo tutti in ginocchio, maggioranza, opposizione, tutti quanti e, quindi, comunque, tutti insieme - e questo, secondo me, deve essere lo spirito giusto - dobbiamo cercare di avere un approccio collaborativo, nei limiti della dialettica politica, che è giusto che ci sia, ma finalizzato a far uscire il nostro Paese dalla crisi. Le leve sono il sostegno al reddito, la cassa integrazione, la leva fiscale, si diceva. Non sarà sufficiente? Occorreranno correttivi? Siamo qui apposta, collega Colucci e convertiremo anche il decreto cosiddetto “Rilancio” e avremo l'occasione per dire la nostra. Ci sono i contributi a fondo perduto? Sì, ci sono, pochi o tanti lo vedremo, faremo un dibattito, ma ci sono e poi c'è appunto l'accesso al credito, attraverso l'approvazione e la conversione di questo provvedimento. Poi è chiaro, come diceva ieri il mio collega Bersani, ci vogliono politiche economiche a sostegno della domanda e quindi comunque l'incrocio di questo tema con prospettive appunto di riconversione ecologica dell'economia è un tema che c'è e che deve essere affrontato, ma tutti insieme, deve essere coordinato da un lavoro che, mi permetto di dire, è fondamentale fatto all'interno di quell'Aula, ripeto, nel rispetto delle opinioni di tutti e delle idee politiche di tutti. Quindi, cos'è cambiato? Sono cambiate tante cose, la prima è che i prestiti vengono autocertificati e viene sostanzialmente fissata una manleva per le banche. Guardate, io vi parlo a nome di un gruppo che ha sostanzialmente depositato emendamenti finalizzati diciamo a norme di trasparenza, a norme di contrasto e per l'esclusione da qualsiasi beneficio in favore di imprese appunto in odore di mafia, insomma questi sono temi cari a noi. Alla fine, abbiamo trovato una convergenza su un modulo di autocertificazione che ci soddisfa, forse non è il massimo che potevamo sperare, stanti i nostri emendamenti, ma ci soddisfa, perché contiene diciamo tutti quei requisiti delle norme in materia di contrasto alle mafie e anche appunto la ricomprensione, all'interno del testo, di un protocollo d'intesa sottoscritto tra Ministero dell'Interno, Ministero dell'Economia e delle finanze e SACE per facilitare i controlli c'è. Così come abbiamo insistito e ottenuto, grazie anche al lavoro dei sottosegretari qui presenti, che ringrazio, oltre che degli uffici, l'introduzione del conto corrente dedicato, perché attraverso di quello potranno essere fatti i controlli che tutti noi auspicavamo.

Poi ci sono, l'ha detto qualcuno, ma sui prestiti garantiti fino al 100 per cento, quelli più comuni diciamo, la soglia è aumentata da 25 mila a 30 mila euro, con aggiustamenti anche sui costi, perché anche questo, con sfumature diverse, anche attraverso emendamenti presentati dal collega Fassina, insomma chiedevamo proprio questo e si è trovata una formula che comunque ha messo d'accordo tutti, maggioranza e opposizione: si possono restituire in 10 anni, non in 6, con un periodo di 2 anni di preammortamento, mentre i prestiti SACE, quelli più grandi, avranno addirittura 3 anni di preammortamento.

Ma comunque, diciamo, queste sono tutte facilitazioni, non soltanto nell'applicabilità, ma anche diciamo nell'opportunità, che è testimoniata dal fatto che in questi giorni, nell'ultima settimana veramente, i dati sull'erogazione di questi prestiti, diciamo a diverso titolo, hanno avuto un'impennata enorme, perché c'è bisogno di liquidità e ne siamo perfettamente consapevoli.

C'è il tema toccato appunto della responsabilità delle imprese: ecco, alla fine appunto la formulazione che si è trovata in un emendamento approvato giovedì sera nelle Commissioni, è che appunto non esiste la responsabilità, se viene applicato il protocollo sottoscritto dalle parti sociali il 24 aprile e, ove non trovino applicazione queste prescrizioni, valgono le misure contenute nei protocolli e accordi di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative sul territorio nazionale. Ecco, noi abbiamo dato il nostro parere favorevole a questa formulazione, anche se avremmo preferito comunque che questo argomento venisse discusso ancora più approfonditamente con le parti sociali, l'abbiamo detto, comunque diciamo questa ci è sembrata una soluzione in grado di uscire da un'impasse dove eravamo caduti. Ci sono tante altre iniziative importanti, quale lo stop alla segnalazione della Centrale dei rischi, i protesti e le contestazioni equivalenti che vengono elevati dal 9 marzo fino al 31 agosto non sono trasmessi dai pubblici ufficiali alle camere di commercio e, ove già pubblicati, le camere di commercio provvedono fino alla loro cancellazione: questo è un altro tema che avevamo chiesto in tanti.

Viene ribadito lo stop alle delocalizzazioni, questo è un altro tema: anche noi, attraverso numerosi emendamenti, avremmo sperato in formule diciamo un po' più ampie; è passato - lo sottolineo – un emendamento a prima firma Fratoianni, che esclude le società che controllano direttamente o indirettamente una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo ai fini fiscali, ovvero non sia controllata da una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali.

Così come è passato un emendamento, a prima firma Fassina, che amplia la questione della mancata distribuzione dei dividendi: se l'azienda lo ha già fatto, lo stop scatterà per i dodici mesi successivi alla domanda di ammissione allo strumento. Vi sono tanti altri miglioramenti, è stato detto, grazie anche ad un emendamento portato avanti dalla Lega, l'acciaio e l'agroalimentare rientrano nel perimetro del Golden power e io, che provengo da Genova, ho sottoscritto questo emendamento nella consapevolezza dell'importanza di questo settore che, in questi giorni, occupa anche la dialettica e la discussione all'interno del Governo e del Parlamento, perché è un settore che ritengo fondamentale e quindi questo c'è. Poi, vi sono questioni che riguardano l'ombrello pubblico anche esteso anche alle società partecipate; c'è più spazio alle richieste di fallimento; ci sono le valutazioni gratuite per alberghi e terme; il fondo Gasparrini viene esteso anche ai liberi professionisti, imprenditori individuali, comprese ditte individuali; esiste la sospensione dei mutui per operatori vittime di usura e poi, come ha detto qualcuno, tema non da poco, perché l'avevamo sottolineato anche noi, c'è l'estensione al Terzo settore delle garanzie previste dall'articolo 13, in una formulazione che - ci è stato segnalato - può avere qualche problematicità operativa, vedremo di affrontare anche quella nel corso della discussione che, nei prossimi giorni e settimane, avremo sul “decreto Rilancio”. Io credo che abbiamo svolto comunque un buon lavoro. La minoranza voterà contro, ma credo che possa essere soddisfatta di un lavoro che abbiamo fatto insieme, perché l'obiettivo, ripeto, deve essere quello di lavorare tutti insieme, nella consapevolezza che dobbiamo far uscire questo nostro Paese nel modo migliore possibile da questo momento che nessuno di noi - nessuno, lo dico sempre - si sarebbe mai aspettato di dovere affrontare. Quindi, la consapevolezza di questo sarà motivo, per il mio gruppo e spero anche per tutti gli altri, di lavorare insieme per trovare soluzioni migliori, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei deputato.

Ha chiesto di parlare la deputata Sara Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie Presidente, membri del Governo e onorevoli colleghi, questo decreto nasce con urgenza l'8 aprile scorso, anche a seguito degli appelli che Italia Viva fece in tutte le sedi, cogliendo il grido che arrivava dalle imprese: serve liquidità, questo ci diceva il mondo produttivo e questo continua a dirci in parte ancora oggi. Gli obiettivi di questo decreto, annunciato come una potenza di fuoco nel motore dell'economia - forse uno slogan un po' troppo roboante - dovevano essere semplicemente quelli di far arrivare rapidamente, facilmente e a costi ridotti, iniezioni di credito alle imprese a cui, per l'emergenza sanitaria, è stata imposta la chiusura o a coloro che hanno continuato a lavorare, ma con enormi difficoltà quotidiane. Nell'avviare l'esame di questo provvedimento, saremmo stati miopi se non avessimo colto le storture nella sua applicazione, soprattutto nella fase iniziale, sulla base della stesura originaria. La rapidità chiesta dalle imprese si è scontrata con norme e procedure troppo complicate e con una reticenza nelle filiali bancarie, a dispetto della più volte confermata collaborazione da parte dei vertici ABI. Secondo un'indagine svolta da CNA su un campione di circa 7.000 imprese, di cui l'87 per cento rappresentate da microimprese fino a 4 dipendenti, oltre il 70 per cento ha fatto ricorso ad almeno uno degli strumenti messi in campo dal Governo per fronteggiare le esigenze di liquidità, segno quindi che le misure hanno incontrato l'interesse del mondo produttivo, che tuttavia ha puntato il dito proprio sui tempi lunghi e sulla documentazione eccessiva per le pratiche. Se analizziamo ad esempio il finanziamento con garanzia pubblica, anche quelli inferiori ai 25.000, le domande accolte sono intorno al 30 per cento e il 65, sempre secondo questa indagine, è ancora in fase di elaborazione da parte degli istituti di credito. In queste settimane, le imprese hanno continuato a sostenere costi fissi e a garantire occupazione e reddito ai lavoratori, anche dove la cassa integrazione non è ancora arrivata. Insomma, hanno resistito e in questo difficile scenario il Parlamento ha avviato l'esame del decreto e in questo difficile scenario Italia Viva ha voluto individuare alcune prioritarie modifiche, che portassero le misure previste ad essere davvero efficaci e coerenti con quanto annunciato. Le priorità per noi, come per altri colleghi, erano semplificare le procedure, migliorare le condizioni del credito erogato e ampliare la platea di coloro che possono accedere alle garanzie statali, correggendo quindi anche qualche esclusione. Concentrati su questi obiettivi, in un clima di positiva collaborazione tra le forze politiche in Commissione e con un grosso lavoro dei relatori, possiamo affermare che il testo che esce dal lavoro delle scorse settimane è un provvedimento migliorato. Abbiamo chiesto e ottenuto che, nella richiesta di finanziamento, semplici autodichiarazioni sostituissero chili di documenti e certificati. Abbiamo proposto che sull'impresa richiedente non ricadesse il peso di formalità e burocrazia, ma la responsabilità di ciò che dichiara, consapevole delle conseguenze. In un momento come questo è fondamentale dare fiducia a chi vuole ripartire, a chi lo fa ogni giorno garantendo occupazione e PIL.

Tra le modifiche al testo, quindi, non possiamo che evidenziare questa, che dovrà semplificare le procedure, chiarire le responsabilità di banca e imprese e ridurre i tempi di erogazione. Per quanto attiene alle condizioni dei finanziamenti, le possibilità che si pongono oggi di fronte all'impresa sono molto diverse e decisamente migliori: i finanziamenti garantiti al 100 per cento dallo Stato con procedura semplificata passano da 25 a 30 mila euro per azienda; si è ridotto il tasso di interesse applicato, rimuovendo riferimenti complicati e instabili a differenziali su indici internazionali; sono stati allungati i tempi di restituzione del finanziamento garantito: 10 anni per i finanziamenti fino a 30 mila euro, fino a trent'anni per i finanziamenti garantiti dal Fondo piccola e media impresa in quota inferiore al 90 per cento. In caso di rinegoziazione dei finanziamenti già in essere, le garanzie statali sono prestate solo se vi è l'erogazione del 25 per cento di nuovo credito aggiuntivo, non più solo il 10, e se il tasso applicato è inferiore a quello del vecchio prestito. La nostra terza priorità è stata quella di ampliare la platea di coloro che possono accedere alle garanzie statali. Abbiamo quindi lavorato insieme per includere i professionisti anche in forma associata, i broker e gli agenti assicurativi, le imprese definite in difficoltà, ma che possono così portare avanti un percorso di rilancio, e il Terzo settore, che è stato così fondamentale nel Paese in questa emergenza e che, come tante imprese, soffre sul fronte economico e finanziario. Adesso abbiamo riservato una quota pari a 100 milioni di euro nel fondo di garanzia. Non intendo, Presidente, dedicare tempo alle polemiche che alcuni hanno sollevato nei giorni scorsi rispetto alle grandi aziende che avrebbero accesso alla garanzia SACE: il provvedimento vincola le garanzie a sedi e stabilimenti italiani e vieta la garanzia a chi ha sede in paradisi fiscali. Sia chiaro, per noi di Italia Viva le misure non hanno un'insegna, ma il volto dei tanti lavoratori che, grazie a queste misure, potranno avere maggiore serenità per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E proprio perché nel provvedimento ci siamo occupati di tutti, anche dei più piccoli, voglio ricordare in quest'Aula alcuni risultati, che potranno sembrare marginali a coloro che hanno sollevato le polemiche a cui facevo cenno prima, ma che invece sono ossigeno per numerosi imprenditori italiani: l'ampliamento del Fondo Gasparrini per la sospensione delle rate sul mutuo prima casa, il rafforzamento patrimoniale dei Confidi, per aumentare la capacità di fornire garanzie integrative proprio alle piccole e medie imprese, lo sblocco di risorse ferme ai Ministeri (entro quindici giorni ci saranno i pagamenti delle indennità per il fermo pesca che i pescatori attendevano dal 2017), sospesi poi i protesti fino al 31 agosto. La linea di intervento del Governo si è finora basata su tre filoni: emergenza, credito e rilancio, la seconda è quindi essenziale e propedeutica alla terza. Per poter ripartire le imprese devono sopravvivere, devono quindi poter onorare i loro impegni e avere la forza di investire, sapendo che nulla sarà come prima, anche nel modo di produrre beni e servizi. La CGIA di Mestre stima che, dopo una perdita di quasi 11 mila aziende artigiane nel primo trimestre 2020, senza aiuti queste potrebbero diventare 100 mila a fine 2020, con la perdita di 300 mila posti di lavoro. Ecco perché, Presidente, non c'è bisogno di proclami ma di risultati. Le risorse messe in campo in termini di garanzie statali al credito in questo decreto sono tante, 400 miliardi, e le modalità di accesso a tali garanzie sono oggi sostanzialmente migliorate. Al sistema bancario non va chiesto un atto d'amore ma una piena assunzione di responsabilità quale partner dello Stato e delle imprese in una situazione così difficile. L'adempimento delle scadenze ordinarie e il rafforzamento patrimoniale delle imprese in Italia oggi passa essenzialmente attraverso il sistema bancario, e non può sfuggire quindi la necessità di un impegno serio. Ho sentito anche ieri in quest'Aula evocare l'economia reale, quella della produzione e dei consumi, quella di chi apre il portone del suo capannone, la serranda del suo negozio, la porta del suo laboratorio, un'economia che si evoca quando si vuole tentare di leggere il quotidiano e misurare gli effetti delle scelte che si assumono al Governo e in Parlamento. Oggi chi lavora ci chiede di fare presto, di non sprecare le risorse in mille rivoli, di sostenere chi resiste, di dare speranza e fiducia nel futuro. Ci chiede di scegliere quali sono gli asset strategici del nostro sistema economico e di pensare per ciascuno di essi a nuovi strumenti in una nuova normalità. Facciamolo! Mentre anche in quest'Aula si sognano banche pubbliche e nuova IRI, noi chiediamo a tutto il Governo di impegnarsi in una cosa semplice: far partire i cantieri, attivare così l'economia reale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Il piano shock che abbiamo presentato è questo: lavoro, anche per i più piccoli, sviluppo del Paese e crescita economica. Mi permetta, Presidente, infine, un piccolo passaggio conclusivo su un tema che può apparire estraneo alla discussione, ma che invece ritengo fondamentale per una vera ripartenza oggi e soprattutto per il domani: invito il Governo a chiarire a famiglie e studenti quando intende far ripartire la scuola. Evitiamo di essere il Paese che, come mi chiedeva una studentessa ieri sera, per primo le ha chiuse e per ultimo le riaprirà. Noi crediamo nel futuro, sosteniamo questo provvedimento, annuncio quindi il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, affrontiamo questo “decreto Liquidità”, che consideriamo comunque tardivo e lacunoso, che è un frutto aspro di un pensiero debole, di un pensiero liquido. E le parziali modifiche che sono state apportate in Commissione, con la collaborazione di tutti, ma soprattutto dei gruppi di opposizione, non ne sanano i difetti essenziali. Fra gli obiettivi essenziali che mancano in questo decreto citiamo soltanto il mettere in sicurezza il sistema delle imprese, il garantire il sostegno alle famiglie e ai lavoratori. Fra le occasioni perse che potevano essere affrontate, invece, il reperimento strutturale di risorse certe a fronte di una scelta politica precisa che riguardasse il rapporto deficit-PIL, l'eliminazione delle incrostazioni burocratiche che affliggono l'Italia e penalizzano il nostro prodotto interno lordo, l'attivazione di una solidarietà europea concreta e immediata, che ancora oggi non si vede (è di oggi ancora l'ennesima riunione per sciogliere i nodi fondamentali; siamo passati da 1.500 miliardi a 500 miliardi erogati sotto forma di prestito e non come finanziamenti a fondo perduto), il sostegno alle famiglie e ai lavoratori, non certo con l'errata applicazione della cassa integrazione in deroga, il sostegno alle aziende, non certo ricorrendo allo strumento del prestito, con le farraginose difficoltà di accesso previste sia per l'accesso al fondo speciale che a SACE.

Un piano, insomma, che non fosse di pura sopravvivenza ma cogliesse l'occasione per essere un piano di sviluppo. Il rilancio poi di un piano di investimenti pubblici, penalizzato ulteriormente da una legge miope, il provvedimento Spazzacorrotti, e da un codice degli appalti clamorosamente dannoso. In generale, insomma, è mancata una visione d'insieme delle misure per contrastare un'emergenza economica che era palese già dall'inizio del lockdown. Una visione mancata o forse il frutto di visioni sbagliate, di logiche sbagliate: questa maggioranza ha continuato a oscillare fra logiche di apparato e logiche anti-impresa. Logiche di apparato: ci chiediamo se è possibile che in un momento come questo si sia voluto rimodulare l'ENIT, l'ente per il turismo italiano, prima prevedendo un allargamento del suo comitato da tre a cinque membri e poi tornando a tre membri ma nominando un amministratore delegato, del quale il bisogno non si era sentito fino ad oggi e che è un provvedimento costoso, ed escludendo dall'ENIT proprio le categorie economiche. Cioè, nel momento in cui ci si affanna a dire che dobbiamo sostenere le categorie economiche, anche e soprattutto quelle del turismo, in una logica di apparato si va invece a riformulare questo comitato senza prevedere la presenza delle categorie. Una logica anti-impresa, perché non è che possiamo dimenticare che in quest'Aula abbiamo sentito trattare gli imprenditori, i piccoli imprenditori, come prenditori, profittatori ed evasori. Seguendo una logica di questo tipo, era chiaro che questo Governo sarebbe stato totalmente impreparato ad affrontare un sostegno a quegli imprenditori. Se non si capisce - e non si sta capendo - che le piccole imprese rappresentano una cellula fondamentale per la società, così come la famiglia, non si va da molte parti. Se non si capisce che dietro una piccola impresa c'è un progetto di vita, di libertà, d'indipendenza, che le piccole aziende oggi in Italia, per come è strutturato il nostro sistema economico, svolgono una funzione di ammortizzatore sociale, allora si adotta il motto di un Presidente del Consiglio in continua sovraesposizione mediatica: vissi d'arte.

Però la realtà, in effetti, invece, ci richiama ad altri dati. Ieri il collega Foti, con puntigliosa competenza, ha illustrato i precisi report dell'impatto dei prestiti garantiti per le aziende, riprendendo anche i dati della Federazione autonoma bancari italiani, nei quali viene descritto perfettamente il sostanzioso fallimento di questa misura. Secondo tali report, in 150 istituti bancari le richieste di finanziamento accolte sinora, ma attenzione, solo in minima parte erogate, quindi il 15 per cento, sono attorno al 50 per cento per quanto riguarda i prestiti sotto i 25 mila euro, e appena al 25 per cento per quelli superiori. Insomma, non c'è stato questo bazooka, non ci poteva essere, e questi annunci ripetuti hanno portato però migliaia e migliaia di imprenditori a fare domanda, come affermato anche dal presidente dell'ABI Patuelli, sin dal giorno successivo. Invece no: era appunto un ennesimo annuncio ad effetto del Presidente del Consiglio, in perfetta linea con l'annuncio dei 600 euro per gli stagionali e delle casse integrazioni per moltissimi lavoratori, problemi a tutt'oggi irrisolti e per i quali il Governo è senz'altro colpevole.

Noi di Fratelli d'Italia siamo stati i primi ad indicare come principale necessità legata all'emergenza quella di fornire liquidità a famiglie e imprese, ma non attraverso il sistema dei prestiti o con una cassa integrazione in deroga così attivati. Alle nostre imprese sarebbero serviti sin da subito contributi a fondo perduto, per affrontare una situazione non determinata dalla loro volontà. C'è stato uno spirito di collaborazione più volte richiamato nei lavori delle Commissioni: ne prendiamo atto, sicuramente c'è stato, ma se permettete lo spirito di collaborazione più difficile da espletare è quello delle opposizioni, e non di una maggioranza che comunque aveva necessità di licenziare un provvedimento che ha visto nelle Commissioni eliminati alcuni articoli, riformulati altri, la sovrapposizione del decreto-legge “Rilancio”, quindi sono state costrette ad operare sicuramente in una situazione di difficoltà.

Fra gli emendamenti a cui Fratelli d'Italia teneva in modo particolare ne cito soltanto alcuni. Quello per esempio - una misura di buonsenso - che intendeva esonerare l'imprenditore, rispetto alle prescrizioni contenute nei protocolli di sicurezza, da ogni responsabilità per eventuali contagi che dovessero verificarsi all'interno della propria impresa: si è preferito lasciare anche ad oggi su questo spazio lacune ed ambiguità. Nelle Commissioni, vi ricordate, erano state proposte varie riformulazioni, tutte respinte.

Ancora, non si è potuto o non si è voluto prendere in considerazione la proposta di Fratelli d'Italia sulla cassaforte virtuale, per evitare che alla ripresa e alla sospensione delle dilazioni per i pagamenti si verifichi un affollamento fiscale veramente serio. Saranno 29 miliardi fra saldi e acconti Irpef e Ires che le aziende, i cittadini andranno a pagare. Ma non solo: ci saranno anche altre scadenze che riguardano i contributi locali che a macchia di leopardo sono stati o meno annullati. Ecco, per evitare questo affollamento fiscale, che preoccupa già ora le aziende, questo meccanismo era un meccanismo perfettamente assorbibile dal sistema, ma non è stato accettato.

Per quanto riguarda poi un altro tema, aver voluto continuare sull'impostazione del credito di imposta, del tax credit, secondo noi è assolutamente sbagliato. Cioè, anche nella filiera del turismo, se si continuano a riproporre in modo pedissequo i meccanismi di tax credit, a fronte di imponibili praticamente azzerati in qualche caso, come è stato fatto per il credito d'imposta del 60 per cento sugli affitti o per il bonus vacanze, non si centra l'obiettivo. Anche per il bonus vacanze, che il Ministro Franceschini sta sbandierando come una novità assoluta, prevedere che l'80 per cento dell'anticipo dello sconto sia a carico di un albergo, ad esempio, è assolutamente incongruo, perché gli alberghi in questo momento soffriranno assolutamente di mancati incassi e non potranno far fronte a questa scontistica, atteso che gli studi più recenti ci stanno dicendo che soltanto un italiano su cinque ha già maturato la volontà di andare in vacanza. Ci chiediamo poi ancora sul settore del turismo perché, se la Francia mette a disposizione 18 miliardi, l'Italia, che vede nel turismo un filone essenziale della propria economia, non riesca ad andare più in là dei 4 miliardi.

Insomma, sono tutte considerazioni, e stiamo attendendo l'applicazione concreta del “decreto Rilancio”, perché anche nel “decreto Liquidità” erano previste cose che si pensava dal giorno dopo si potessero attivare, mentre poi abbiamo dovuto aspettare più di un mese. Ecco, aspettiamo il “decreto Rilancio” per vedere se effettivamente l'applicazione sarà congrua rispetto ai vari annunci. Carenze, ingiustificabili colpevolezze, così come è vero che nelle Commissioni si è riusciti a migliorare, si parlava dei 30 mila euro e del fatto che possano essere rateizzati in più dei sei anni previsti inizialmente, però ci chiediamo anche perché la norma fosse stata impostata così. È una giusta correzione, a fronte di un errore già compiuto. E allora, per tutte queste questioni fondamentali, queste manchevolezze del decreto, Fratelli d'Italia voterà in modo contrario al “decreto Liquidità” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Alessia Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Governo, sottosegretaria Guerra, sottosegretario Manzella, che ringrazio anche per il lavoro svolto insieme, questo è il secondo intervento di natura economica predisposto dal Governo nel pieno di un'emergenza che ha sconvolto tutto il mondo: un provvedimento pensato per le imprese, che serve a tenere in piedi il tessuto produttivo devastato da uno sconvolgimento epocale, che, appunto, non ha precedenti. Ed il Governo è intervenuto tempestivamente, magari non perfettamente, come è stato sottolineato, ma tempestivamente: ha dovuto far fronte ad uno tsunami che ha devastato i redditi di milioni di lavoratori, bloccato le attività produttive e determinato un crollo dei ricavi; una crisi la cui intensità non ha precedenti e che ha coinvolto sia la domanda che l'offerta. È arrivato chiaro e forte al Governo di questo Paese il grido di dolore dell'Italia, che, mentre veniva serrata per COVID-19, non solo chiedeva sostegno ma anche una prospettiva, la descrizione di un orizzonte per credere ad un domani, per immaginare il futuro.

Credo che vada dato atto al Governo di aver saputo sempre tenere la barra dritta, in un momento in cui i Governi di tutto il mondo sono stati costretti a navigare a vista per dare una risposta a chiunque, per non lasciare soprattutto indietro nessuno. Va dato atto al Governo di avere combattuto anche in Europa con una voce solida e forte, perché questa crisi venisse vissuta per quello che è esattamente, cioè una tragedia umana di proporzioni indescrivibili, in cui molte persone rischiano e hanno rischiato non solo la vita, ma di perdere il sostentamento, in cui le aziende di ogni settore sono costrette a fare i conti con la perdita dei ricavi, che porta a ridimensionamenti, perdita di milioni di posti di lavoro, che noi vogliamo evitare. Un vero sconquasso, che prevede e pretende nuove categorie di pensiero e una nuova mentalità. In questo quadro, che è oggettivamente devastante, con il “decreto Liquidità” il Governo ha cercato di proteggere le imprese, e dunque i lavoratori, e dunque le famiglie, da una crisi di cui il settore privato non è responsabile, e che non poteva da solo assorbire. E lo ha fatto mettendo in campo garanzie per la liquidità delle imprese fino a 400 miliardi, e lo ha fatto in un panorama europeo che si stava evolvendo e non era ancora definito: mi riferisco, evidentemente, al Temporary Framework.

Il “decreto Liquidità” dunque è stata una tappa importante nel sistema di misure costruite per tenersi in piedi di fronte a questa onda impressionante, e il Parlamento con il suo lavoro ha contribuito in maniera decisiva a migliorarlo. Noi non neghiamo, abbiamo visto le difficoltà che ci sono state nel momento dell'approvazione del decreto-legge da parte delle imprese, le abbiamo udite, ascoltate tutte le istanze; e non solo nelle audizioni del Parlamento: tutti i parlamentari nei loro territori. E dobbiamo dire che il Governo ha ascoltato, e che il frutto del lavoro del Parlamento dice di questo miglioramento, di questa capacità di ascolto, di ascolto vero e risposta.

Io voglio ringraziare anche in questa sede i relatori Fragomeli e Carabetta per il lavoro che ci hanno consentito di fare. Permettetemi di dire come il lavoro su questo testo dimostri quanto sia preziosa e necessaria l'attività delle Camere, ed anche ribadire il ruolo centrale che la Carta costituzionale assegna a quest'Aula, a questa istituzione, ieri come oggi, ancor più in un'epoca in cui un certo populismo ha inteso far credere che quest'Aula e il nostro lavoro siano inutili. In particolare, per quanto concerne l'iter di questo provvedimento, abbiamo risolto alcuni dei problemi, che erano però determinanti, causati dai meccanismi: abbiamo chiesto semplificazione, abbiamo chiesto trasparenza per l'accesso alle risorse garantite dallo Stato. Questi nodi sono stati sciolti dal lavoro proficuo svolto nelle Commissioni, dalla volontà reale e concreta dell'ascolto delle istanze che sono giunte dal mondo delle imprese, e dalla volontà della maggioranza di lavorare in sinergia con l'opposizione, che ringraziamo, che in sede di esame parlamentare del decreto-legge ha contribuito fattivamente. Penso, in primo luogo, all'autocertificazione, a chi ci diceva che, quando andava in banca, doveva presentare diciotto documenti e che chiedeva, invece, una semplificazione. Bene, questa semplificazione con l'autocertificazione c'è, senza però derogare alla legalità, con la responsabilità del richiedente. Il problema più serio che abbiamo risolto riguarda, dunque, la farraginosità del sistema di erogazione, che ha reso complicato per le imprese accedere al credito. Questo significa che una larga parte delle motivazioni addotte dalle banche per giustificare gli insopportabili ritardi di chi cercava di andare avanti in questa crisi nella concessione dei prestiti verrà meno. Non ci sono più alibi e bisogna fare il proprio dovere; non si potrà più fare riferimento a ragioni che riguardano il peso delle verifiche burocratiche o di eventuali rischi legali connessi all'erogazione del credito. L'emergenza COVID ha creato delle sorti di catene nelle nostre comunità, catene in cui nessuno può salvarsi da solo; nel contagio sanitario, in quello economico, le nostre sorti sono legate. Questo dato di realtà chiama in causa la responsabilità collettiva, la responsabilità sociale, la responsabilità economica; un Paese dove ognuno è chiamato a fare la propria parte, banche, imprese, cittadini, politica. La consapevolezza di questa nuova forma di responsabilità è l'unico patto civile, sociale, culturale ed economico su cui possiamo immaginare di ricostruire il nostro Paese; un patto, dunque, dove ognuno fa la propria parte, con rigore e responsabilità.

Il Partito Democratico crediamo abbia fatto la sua e ha ottenuto una serie di importanti miglioramenti; lo ha fatto tenendo sempre in mente un assioma fondamentale: che non c'è impresa senza lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tutti i nostri sforzi sono stati fatti per aiutare le imprese, ma imprese che si impegnino nel mantenimento dell'occupazione in Italia, cioè delle imprese che non delocalizzano, delle imprese che non hanno sede nei paradisi fiscali, che proteggono i propri lavoratori, con la responsabilità, ad esempio, delle misure e dei protocolli di sicurezza. L'impresa è il suo capitale umano di imprenditori e lavoratori, perché vogliamo imprese più forti e competitive in Italia e nel mondo. Abbiamo pensato soprattutto all'Italia, che non è fatta solo di grande impresa, tanto di grande impresa, ma di tante, tantissime, piccole e medie imprese, questo il nostro tessuto. Perciò abbiamo reso, crediamo, più forti le imprese nei tempi di rientro, dando loro più soldi, rendendole più forti nella contrattazione bancaria. Abbiamo ascoltato il Paese, nonostante un racconto che vorrebbe che quest'Aula e ognuno di noi siano lontani sideralmente nel sentire comune. Invece abbiamo lavorato - sono state ricordate più volte stamattina - alle novità importanti introdotte, condivise: la durata del rimborso dei prestiti con garanzia al 100 per cento portata da 6 a 10 anni, l'aumento del massimo finanziabile da 25 a 30 mila euro, i prestiti fino a 800 mila euro garantiti all'80 per cento dallo Stato e al 20 per cento dai Confidi potranno essere rimborsati fino a trent'anni. Queste richieste ci arrivavano esattamente dai destinatari: sono state accolte. Abbiamo lavorato anche all'aumento della platea dei beneficiari, includendo nell'accesso ai crediti anche il Terzo settore, rendendo, quindi, giustizia ad una delle realtà più straordinarie del nostro Paese. Lo abbiamo esteso agli assicuratori, alle imprese nelle zone colpite dai terremoti, alle imprese con partecipazione pubblica. Abbiamo pensato anche ai lavoratori, agli artigiani, con la sospensione dei mutui della prima casa per i lavoratori, la tutela dei datori di lavoro che rispettano i protocolli di sicurezza sanitaria per i loro dipendenti, l'estensione della cassa integrazione anche a coloro che erano stati assunti dal 24 febbraio al 17 marzo. Colleghi, sappiamo molto bene che gli effetti del COVID si faranno sentire per lungo periodo e che il Paese dovrà attrezzarsi a far fronte ad una crisi che non è ciclica, ma strutturale; stiamo affrontando, quindi, questo momento e non dobbiamo perdere due aspetti per noi fondamentali, il crollo della fiducia e del benessere. È importante, dunque, che lo Stato stia aiutando i cittadini a mantenere, nel limite delle contingenze, il loro reddito, sostenendo anche i consumi; ed è importante che lo Stato, attraverso prestiti garantiti, la riduzione delle incombenze fiscali, trasferimenti a fondo perduto, gli aiuti alle imprese, specialmente le più piccole, che stanno affrontando una serie di fatturati, intervenga. Tuttavia, riteniamo che sia un imperativo dirsi la verità, e cioè che questo enorme sforzo collettivo non sarà sufficiente se non sarà accompagnato da una nuova visione per il futuro. Per questo non possiamo pensare che siano sufficienti, necessari, ma non sufficienti, i trasferimenti diretti, e questo anche in ragione della sostenibilità delle nostre finanze. Noi dobbiamo puntare a rilanciare la libera iniziativa, a stimolare la concorrenza, a investire sull'innovazione, sulla formazione, su Industria 4.0, sulla ricerca e il capitale umano, rafforzando la capacità di resistenza del sistema produttivo rispetto a ulteriori futuri possibili shock di domanda e offerta.

Perché per crescere, purtroppo, non ci sono ricette autoconsolatorie, ma serve un'idea di futuro, un'anima che non può ricorrere a schemi e modelli che non reggono più all'oggi; un'idea che tenga finalmente conto che il lavoro, per esempio, nel nostro Paese non è più solo dipendente, che gli autonomi nel nostro Paese non sono più eccezioni. Serve avere una fotografia di come è cambiato il nostro Paese e di come è cambiato il mondo del lavoro, per poter rispondere, rilanciare e immaginare il Paese a lungo orizzonte, e farlo con ricette inedite per una sfida che è altrettanto inedita. Lo dobbiamo fare anche rendendo partecipi nella costruzione del nostro Paese di domani i cittadini, perché è del tutto evidente che, dopo aver difeso l'economia in questa fase così drammatica, tra cui fornire liquidità per permettere alle imprese di avere la cassa necessaria almeno a tenere il motore acceso, servono nuove strategie di politica economica, orientate al lungo periodo.

Il compito che spetta alla politica sarà quello di non ostacolare le imprese con orpelli formali e burocratici, che costituiscono una palude per l'intero Paese, ma aiutarle a riprendere il volo, dopo averle tenute a galla. In questo senso…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSIA ROTTA (PD). …deve essere chiaro, e concludo, che le risorse importantissime che saranno messe a disposizione dall'Europa, senza la quale non saremmo rimasti in piedi, devono essere spese bene, con visione e capacità gestionale. La politica - concludo, Presidente - deve assumersi la responsabilità di pensare al dopo, perché la sfida di oggi non è quella di elencare tutti i mali, ma di scegliere verso quale direzione andare, utilizzando strumenti inediti e percorrendo sentieri inesplorati. Per questo, convintamente, il Partito Democratico dichiara il suo voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, l'ora più buia del Paese non è ancora passata; milioni di persone aspettano ormai da svariate settimane la cassa integrazione, circa il 30 per cento della platea. Le partite IVA, i commercianti e gli imprenditori hanno visto chiudere le proprie attività per quasi 90 giorni, costretti a vivere solo con una piccola mancia di Stato di 600 euro, addirittura inferiore alla somma percepita da chi beneficia del reddito di cittadinanza, nonostante le numerose tasse pagate negli anni. In questo scenario catastrofico le opposizioni sono state chiamate ad essere responsabili, per rendere fluente e veloce l'azione governativa, con la promessa di collaborare tutti insieme, senza colore politico, per dare il miglior contributo utile al Paese.

Con questo spirito istituzionale, abbiamo lavorato notte e giorno per formulare proposte, incontrando categorie, parlando con commercianti, imprenditori e tutte le migliori menti di questo Paese, costruendo centinaia di emendamenti concreti per dare al Paese la possibilità di resistere, ma, soprattutto, di immaginare un futuro.

Ci siamo subito resi conto, iniziando il lavoro del “decreto Liquidità”, che i 400 miliardi di euro sbandierati dal Presidente Conte nella conferenza stampa erano spariti nella traduzione tecnica del provvedimento. Abbiamo continuato, sempre fedeli al senso istituzionale che ci contraddistingue, a lavorare raccogliendo le grida di dolore delle persone che, travolte dalla burocrazia, non riuscivano ad ottenere nessun finanziamento dalle banche, nonostante ci fosse la cosiddetta garanzia 100 per cento.

Abbiamo chiesto un patto fiscale, certi che, come detto dal direttore dell'Agenzia delle entrate, il dottor Ruffini, il magazzino fiscale di circa 900 miliardi di euro è composto nella stragrande maggioranza dei casi non da malfattori, ma da persone che non ce la fanno e che - in un momento così complesso, dove l'Italia si è divisa in chi ha continuato a percepire lo stipendio, proprio come tutti quanti noi, e chi è stato ibernato e oggi avrà di fronte a sé un futuro incerto, come commercianti e imprenditori - dare loro la possibilità di pagare i propri debiti con lo Stato in vent'anni deve essere possibile, per dare a queste aziende una possibilità di futuro.

Abbiamo immaginato provvedimenti per il settore dell'auto, un settore che traina migliaia di aziende che producono la migliore componentistica mondiale. Abbiamo lavorato con il settore moda, perno della nostra economia di esportazione. Abbiamo cercato, insieme al mondo complesso e fondamentale per il nostro Paese del turismo italiano, con tutte le sue figure, albergatori, ristoratori, tour operator, di studiare, intervenendo con provvedimenti concreti per la tutela di chi lavora ogni giorno a rendere il Paese più bello del mondo sempre più bello.

Bene, tutto questo lavoro, nella conversione di questo decreto, si è confrontato con le ideologie fantasiose e dogmatiche di chi è conosciuto politicamente sempre di più con un atteggiamento di chi si pone contro e mai per costruire qualcosa.

Noi non ci arrenderemo e metteremo a disposizione le nostre competenze per il futuro di questo Paese, perché per noi governare vuol dire, come fecero Sturzo e De Gasperi nel dopoguerra, immaginare un Paese dove, se anche dura e tortuosa, era chiara la strada da percorrere. Il futuro che questa maggioranza sta immaginando non è il futuro dove voglio veder crescere i miei figli e per questo e per molto altro noi votiamo no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Grazie, Presidente. Il dato di ieri, certificato dalle banche, diceva che, dall'8 aprile, per i prestiti fino a 25.000 euro sono state accettate solo il 52 per cento delle domande; per i prestiti maggiori di 25.000 euro sono state accettate il 24 per cento delle richieste e, se non bastasse questo dato per dirci che il provvedimento uscito dal Consiglio dei ministri era completamente sbagliato, ci sono altri elementi, tra cui gli emendamenti presentati, simili tra di loro, numerosissimi, di maggioranza e opposizione, che hanno cambiato il provvedimento. Tra questi sottolineo l'emendamento sul golden power presentato dalla Lega e gli emendamenti che hanno quasi livellato agli altri Paesi i parametri degli strumenti messi in campo e, se questo è stato possibile, oggi ci chiediamo perché il Governo non l'abbia fatto nella stesura del provvedimento.

È un provvedimento liquidità alle imprese, ci è stato detto, senza che il provvedimento abbia soldi e coperture. Una incredibile magia: diamo liquidità alle imprese, il Governo dà liquidità alle imprese senza soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E lo dico perché, prima di roboanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio, sarebbe bene che i provvedimenti a lui venissero spiegati, in maniera tale da evitare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che poi, nei fatti, questi provvedimenti risultino vere e proprie prese in giro.

Nonostante il provvedimento sia stato in Commissione attività produttive e in Commissione finanze, i limiti ed i giudizi sulle singole correzioni sono stati fatti dal Ministero dell'Economia e, guardate, che non è un caso questa cosa, perché il provvedimento di cui stiamo parlando non patrimonializza le imprese ma patrimonializza le banche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi rivolgo ai colleghi del Partito Democratico e di Italia Viva, dicendo loro che, almeno, i loro precedenti Governi avevano la dignità di chiamare i provvedimenti con le parole giuste e secondo i contenuti che c'erano scritti: i “salva banche” erano “salva banche”, non erano “decreti Liquidità” per le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Nessuno di noi dice che le banche non debbano essere salvate, patrimonializzate e garantite, ci mancherebbe altro, ma non si utilizzano le imprese per fare questo. E dico: basta guardare semplicemente quanto è avvenuto dall'8 aprile ad oggi. Tu vai in banca con partita IVA, chiedi un prestito a garanzia pubblica e, posto che l'istruttoria sul tuo rating finanziario vada in porto, la garanzia pubblica sostituisce la garanzia privata che avevi sui crediti precedenti, siano essi fidi o siano essi finanziamenti, in maniera tale che la banca si patrimonializza e non va a rischio sofferenze grazie alla garanzia pubblica.

Se a questo ci aggiungiamo i costi dell'operazione, voi ditemi che tipo di vantaggio hanno le imprese rispetto a questa situazione. E il paradosso sta nel fatto che non è più il mercato e la concorrenza a decidere la sopravvivenza di un'impresa o di un'attività produttiva o di un lavoratore autonomo ma è un'ordinanza del Presidente del Consiglio presa in emergenza sanitaria che ha previsto la chiusura di quelle attività ed è poi una banca secondo un'istruttoria ordinaria in un periodo assolutamente emergenziale a decidere la vita o la morte di una singola impresa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo è quanto sta capitando e io non lo considererei un vero e proprio atto d'amore francamente.

Per la liquidità alle imprese, guardate, bastava un decreto di due righe con testuali parole: sono cancellati gli adempimenti fiscali di marzo, aprile, maggio e giugno.

Bastava questo perché oggi con quei prestiti le imprese dovranno pagare le tasse sospese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E se non bastasse tutto questo, si è deciso attraverso un provvedimento del Governo, interpretato ancor peggio dall'INAIL e interpretato ancor peggio da una riformulazione nella discussione in Commissione su questo provvedimento, che gli imprenditori datori di lavoro, dopo aver pagato i test sierologici ai loro dipendenti e dopo aver anticipato la cassa integrazione ai loro dipendenti, nel caso in cui, all'interno dello stabilimento, ci fosse un caso di contagio di un loro dipendente rischiano la galera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi sostanzialmente oggi, grazie al Governo, certifichiamo che la responsabilità di contagi all'interno degli stabilimenti non dipende da ciò che è successo in Cina ma dipende dal datore di lavoro, dal padrone cattivo ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E la cosa più grave che ci preoccupa di più è che di questi 80 miliardi disponibili, tra il “Cura Italia” e il provvedimento “Rilancio”, non c'è nessuna visione strategica del Paese dal punto di vista manifatturiero. Ieri abbiamo visto che non c'è una visione strategica sul settore siderurgico; abbiamo visto che non c'è una visione strategica su tutta la manifatturiera italiana e prendo ad esempio il settore dell'automotive tanto citato nella discussione. C'erano emendamenti di maggioranza, cosa che non si è detta, che escludevano la possibilità che FCA facesse l'accordo che ha presentato con Banca Intesa. Nulla osta da parte nostra se quell'accordo è funzionale a tutta la filiera e a tutti i lavoratori: ben venga. Se io fossi una partita IVA cliente di Banca Intesa è evidente che pretenderei lo stesso identico trattamento ma questo è un altro discorso. Non c'è nessuna valutazione sul reshoring. Nel settore dell'automotive, ad esempio, in cui alcune componentistiche italiane lavoravano per case costruttrici tedesche, si è visto che queste ultime stanno riportando la produzione là. Noi non avremo più a che fare - a breve è evidente che la gestione FCA sarà in capo francese - con un grande costruttore italiano e non c'è un piano di filiera in sostituzione, non c'è una previsione, non c'è una valutazione su questa cosa a meno che il Governo pensi di sostituire la filiera dell'automotive italiano con la filiera del monopattino (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E questo è francamente possibile. Quando si ha a che fare con i numeri, le questioni culturali e sociali diventano questioni economiche ed è molto semplice, guardate. In una semplice aritmetica, i servizi pubblici prestati dai dipendenti pubblici e l'assistenza viene pagata da qualcuno e da qualcosa, fa parte del contesto della spesa pubblica: questo immagino lo sappiano tutti. Aggiungo una cosa che un conto è fare assistenza quando c'è bisogno, ma, se reddito di cittadinanza e reddito di emergenza diventano strutturali, l'assistenza si trasforma in assistenzialismo ed è un'altra cosa. Quando si assumono dipendenti pubblici dove non servono, non è esigenza ma è assistenzialismo ed è un'altra cosa, è un altro problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo lo dico a qualcuno della maggioranza. Tutto questo però che, ripeto, fa parte della spesa pubblica viene pagato in gran parte con il gettito fiscale…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Ho finito, Presidente. E da dove deriva il gettito fiscale? Dalla produttività delle imprese. Sono le imprese l'unica parte produttiva di questo Paese che mantiene tutto il resto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E se il Governo decide di assumere in INPS, in ANPAL, eccetera, i soldi da qualche parte vanno trovati, ed è il sostegno all'impresa che fa funzionare il Paese: senza quello non c'è una discussione, c'è la fine. Nel momento in cui chiude l'impresa chiude il lavoro e quando chiude il lavoro manca il gettito fiscale, mancano i consumi, manca tutto, e questa è una riflessione non solo sociale e culturale, ma è semplice matematica. Credo sia la volta buona anche di mettere le cose in chiaro da questo punto di vista, perché la collega del Partito Democratico dice: “Non c'è impresa senza lavoratori”. Questo è vero, ma non c'è lavoro senza impresa, aggiungiamo noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il dato di fatto. Allora, bisognerebbe utilizzare…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Allora, dovremmo avere, tra virgolette, a disposizione un Governo che utilizza lo stesso tipo di coraggio che hanno utilizzato i nostri imprenditori, rischiando, riformando il fisco, cancellando la burocrazia, facendo un'operazione di grande coraggio contro i burocrati, contro le interpretazioni e le interpretazioni autentiche. Ci vuole forza e coraggio, coraggio che questo Governo sta assolutamente dimostrando di non avere. Noi voteremo contro per questi motivi sul “decreto Liquidità” che è, a tutti gli effetti, un provvedimento che salva le banche. Chiudo dicendole, Presidente, che noi non vogliamo i volontari civici a controllare a quanti metri di distanza stanno i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Non vogliamo i volontari civici a controllare gli altri cittadini; vogliamo tanti anziani liberi di guardare e controllare tanti cantieri in tutti i nostri comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Sut. Ne ha facoltà. Prego, a lei la parola.

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare il secondo capitolo di un'opera di soccorso al Paese che non conosce precedenti nella storia della nostra Repubblica, un'opera che si rivolge al Paese reale e all'economia reale colpita da un drastico rallentamento che ne ha velocemente acuito le difficoltà preesistenti. Veniamo da giorni di fitto confronto parlamentare con il Governo, con le rappresentanze ascoltate in audizione. Alla fine di questo percorso consegniamo all'Italia un provvedimento sintesi dell'apporto fornito e del coinvolgimento delle opposizioni, un testo che vuole favorire quello slancio verso la ripresa che dovrà seguire questi mesi bui della “fase 1” della pandemia, uno slancio che è direttamente proporzionale all'impegno profuso per rendere più spediti e vantaggiosi i meccanismi di accesso al credito a favore delle realtà produttive che sono state danneggiate dall'emergenza sanitaria. La vita economica di questo Paese deve superare lo shock e andare avanti. Non possiamo permettere che gli imprenditori italiani siano costretti a gettare la spugna; al contrario, devono ricevere, nel più breve tempo possibile, liquidità in grado di arrivare al nucleo del sistema produttivo, quelle piccole e medie imprese che, con il fiato sospeso, aspettano come manna dal cielo la spinta verso la ripresa. Si confrontano con stime economiche drammatiche, contestualizzate in uno scenario che si presta, purtroppo, a metafore belliche e causato da uno degli eventi peggiori che una comunità nazionale possa affrontare e che si è accanito su un “paziente Italia” già economicamente non in salute, un paziente che pativa gli effetti di una congiuntura economica non favorevole, sebbene nessun Paese possa dirsi abbastanza forte e immunizzato dagli effetti di un lockdown che vanno a definirsi in un quadro di complessità globale sul piano sia europeo sia mondiale. Il Next Big One, il grande evento dei nostri tempi, è arrivato all'improvviso, imponendoci una rapidità di intervento mai occorsa prima e che ha dovuto confrontarsi con le limitazioni negli spostamenti e nel distanziamento sociale. L'intervento dello Stato nell'emergenza è stato tempestivo e vorrei sottolineare che andrebbe visto e inquadrato nel suo insieme, in un'ottica di processo di un susseguirsi di provvedimenti ciascuno dei quali contiene disposizioni che vanno a integrarsi e a completare le precedenti. È stato chiaro da subito che serviva procedere per fasi anche nel disporre le misure che sarebbero servite ad attutire il colpo delle chiusure rese necessarie dall'istanza del contenimento epidemiologico. Per combattere un mostro tentacolare come quello rappresentato dagli effetti di una pandemia abbiamo realizzato un piano di mobilitazione di risorse e di strumenti per costruire una rete di sostegno che in questa sede è stata rafforzata laddove mostrava fragilità, portata al massimo della sua estensione e allargata dove serviva un maggiore impulso inclusivo.

E questo piano non termina di certo qui. È iniziato con il “Cura Italia” ed è ancora in corso, portando anche gli indennizzi a fondo perduto previsti dal “decreto Rilancio” di prossima conversione.

Ripercorrendo a ritroso il percorso da marzo a oggi, ritroviamo subito la consapevole necessità di compiere uno sforzo enorme, pur disponendo, però, di mezzi limitati. È per questo che abbiamo usato tutto il limite di indebitamento netto autorizzato, iniziando a liberare subito risorse imponenti, con lo slancio che uno Stato padre può mettere nell'intento di salvare un Paese figlio sull'orlo del precipizio. L'abbiamo fatto con il “Cura Italia”, il primo salvagente che abbiamo lanciato, con i suoi 25 miliardi verso chi è in prima linea in questa emergenza, verso le famiglie, verso i lavoratori dipendenti, gli autonomi, chi paga l'affitto e chi deve sostenere le rate del mutuo, oltre a introdurre la prima iniziale mano tesa alle imprese colpite dalle chiusure, tramite la moratoria sui prestiti e sulle linee di credito, senza dimenticare, però, il primo potenziamento del Fondo centrale di garanzia, che abbiamo comunque continuato a implementare.

Ultimato il primo argine dell'emergenza, abbiamo posto le basi per un ulteriore livello di protezione orientato alle imprese e ai settori economici più rilevanti. Abbiamo fatto tutto il possibile perché il capitolo liquidità fosse il più ampio e agevole possibile. Abbiamo lavorato senza sosta per ottimizzare un'imponente operazione di sostegno creditizio, fiscale, amministrativo e di tutela degli asset economici strategici attraverso il potenziamento della golden power estesa ad altri comparti produttivi, tra cui quello dei dispositivi medicali, medico-chirurgici e di protezione individuale. In questa sede giungiamo, dunque, con un intento migliorativo ed estensivo, volto a perfezionare l'erogazione di liquidità, che può rappresentare una spinta alla ripresa per molti, una volta superati tutti gli ostacoli e agevolate tutte le condizioni. Perché non è tutto filato liscio fin da subito e questo lo sappiamo. Guardate, non siamo qui a raccontarcela, perché il nostro è un approccio di responsabilità. Sappiamo degli ostacoli che si sono frapposti fra le aziende e l'accesso al credito, dei tempi spesso non brevi e di numeri inizialmente poco incoraggianti che però, giorno dopo giorno, hanno iniziato a crescere rapidamente. È vero che l'erogazione del credito non ha ingranato da subito come avrebbe potuto; nella fase dell'avvio ha scontato la presenza di passaggi perfettibili, del grande sovraccarico del sistema bancario e del fattore sfavorente legato ad alcune banche che non hanno proprio collaborato come avrebbero potuto. Non faremo, però, la lista dei buoni e dei cattivi, ma siamo a conoscenza delle condotte scorrette di alcune. Al tempo stesso, però, sappiamo quanto sia stato e sia difficile per coloro che hanno contribuito a far funzionare la macchina degli aiuti economici lavorare a ritmi serrati, gestendo in condizioni di estrema straordinarietà una mole di lavoro che normalmente sarebbe arrivata in un arco di tempo molto più ampio. Ma al netto della tempistica dilatata, che contiamo di esserci lasciati, però, alle spalle, è stato anche grazie alla dedizione di questi lavoratori se le misure previste hanno potuto vedere la luce e ora facciamole funzionare al meglio.

Vediamo e capiamo la rabbia degli imprenditori, perché è anche la nostra. Siamo e rimaniamo cittadini che hanno voluto aiutare la tenuta del sistema, ma abbiamo scelto di convertire costruttivamente questa rabbia, consapevoli del rodaggio che le norme hanno dovuto affrontare nel primo mese di attuazione. Abbiamo cercato di migliorarle nel passaggio parlamentare, intervenendo sulle criticità individuate dall'ascolto delle rappresentanze, delle associazioni e degli istituti di credito, da cui stiamo ricevendo importanti informazioni sull'andamento delle pratiche. Scorrendo, per esempio, gli ultimi dati, dal 25 maggio il numero complessivo delle domande per i finanziamenti del Fondo centrale ha raggiunto 377 mila unità e 17 miliardi complessivi, di cui 341 mila riferiti al prestito fino a 25 mila euro, per un totale di 7 miliardi. Sono numeri che crescono a vista d'occhio dopo un momento iniziale di organizzazione e continueranno a farlo. Certo, al nostro sforzo deve continuare, però, ad aggiungersi quello del sistema bancario, in cui operano gli istituti che hanno saputo recepire questa istanza, questa emergenza. Ora ci aspettiamo la collaborazione di tutti i soggetti finanziatori, anche di quelli che finora non hanno dato il massimo, perché non ci sono più scuse. Fuori c'è un Paese che vuole continuare a vivere, a lavorare, a pagare i dipendenti e le tasse, a fornire il proprio contributo alla nostra società. A loro, all'Italia produttiva che ha temuto e continua a temere il futuro, presentiamo un nuovo progetto, migliorato negli interventi emendativi, che hanno reso più fruibile e rapido l'accesso al credito grazie all'autocertificazione, che agevolerà le procedure di erogazione dei finanziamenti. Abbiamo fatto salire fino a 30 mila euro i finanziamenti con la garanzia del Fondo centrale e ridotto il tasso di interesse. Abbiamo anche steso i finanziamenti anche per agenti, subagenti e broker assicurativi. Abbiamo destinato 100 milioni del Fondo di garanzia a favore del Terzo settore e gli enti religiosi. Abbiamo introdotto l'alternativa del doppio della spesa salariale del 2019 come limite del prestito garantito…

PRESIDENTE. La interrompo un attimo prima di farla concludere, per chiedere ai colleghi cortesemente di ricondurre il proprio comportamento al rispetto dei nostri oratori. Prego, a lei la parola.

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo, inoltre, allungato i tempi di restituzione, portandoli da 6 a 10 anni per le domande fino a 30 mila euro e fino a 30 anni per quelli fino agli 800 mila euro. Abbiamo, inoltre, esteso quanto più possibile la platea dei richiedenti, includendo le aziende con esposizioni classificate come inadempienze probabili ed esposizioni scadute, ma che abbiano provveduto a sanare la loro posizione debitoria verso la banca alla data della richiesta del finanziamento. Abbiamo, però, e qui voglio sottolinearlo…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA SUT (M5S). Abbiamo escluso - vado a conclusione - quelli che investono fuori dall'Italia e quelli che controllano direttamente o meno società in Paesi o territori non cooperativi. Abbiamo, inoltre, sospeso fino al 30 settembre le segnalazioni alla centrale dei rischi e abbiamo escluso la responsabilità per le aziende diligenti in caso di infezione COVID-19. Insomma, colleghi, non aspettiamo un minuto di più, le nostre imprese hanno atteso già troppo. Ora più che mai il tempo è denaro e continuità produttiva per la ripresa del sistema, che chiede di andare avanti.

Signor Presidente, il testo su cui stiamo per esprimerci contiene…

PRESIDENTE. Concluda, per favore. Ha esaurito abbondantemente il suo tempo.

LUCA SUT (M5S). Per questo motivo, sono ad annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Cunial. Le ricordo che non ha a disposizione l'intero…

SARA CUNIAL (MISTO). Due minuti.

PRESIDENTE. Perfetto. A lei.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Non ci può essere ripresa, né libertà, né democrazia, senza una moneta che sia bene comune. La liquidità può essere assicurata con il culto del debito neoliberista, che abbiamo visto riconfermarsi in questo decreto, o con la creazione di una moneta, che, come confermano anche Stiglitz e Maddalena, potrebbe portare veramente il Paese a riconquistare la propria sovranità monetaria e, quindi, liberarci dallo strozzinaggio delle lobby finanziarie. I Trattati europei sono norme interposte tra la nostra Costituzione e la legislazione ordinaria e ci consentono di emettere biglietti di Stato ad uso interno, come prevede anche l'articolo 117 della nostra Costituzione. Questi biglietti di Stato potrebbero rappresentare un mezzo di pagamento alternativo e complementare rispetto all'euro, cioè una moneta finalmente positiva, a corso legale o meno, nel territorio nazionale; un mezzo, quindi, immediato per risollevare le sorti di questo Paese e dei suoi cittadini. Così come quello dei buoni emessi dagli stessi comuni, che avevamo proposto in un emendamento, come vere e proprie cambiali spendibili nel territorio comunale anche per le stesse tasse, cosa che consentirebbe di moltiplicare per “n” volte il valore generato, tanti quanti sono i giri che il buono riesce a fare prima di rientrare nelle casse comunali.

Tutto ciò si potrebbe fare da subito, senza attendere un referendum per l'uscita dall'euro, di cui peraltro e per cui peraltro il MoVimento si era tanto prodigato a prendere le firme, o chissà quale benedizione dall'Europa.

Ma questo, di certo, non può essere nemmeno pensato da chi favorisce gli amici banchieri, come Zonin e company, che hanno fatto fallire e soffrire chi ha consegnato loro la fiducia (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e il valore della propria vita; o chi ha privilegiato, svendendo ad un euro, in una notte, i nostri risparmi all'azionista del nostro patrimonio mobiliare come Intesa; o chi, come il partito di Renzi e i suoi adepti, è troppo impegnato a districarsi tra lo scandalo degli amici di Palamara o l'“Obamagate”: ci ricordiamo bene gli incontri tra Obama e Renzi nel 2016, ce li ricordiamo noi e se li ricordano anche i servizi segreti di Trump (Commenti dei deputati del gruppo Italia Viva), che stanno investigando. Tanto meno possono essere cari i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che, con questo misero 3 per cento di consensi da Renzi, accettano di scendere a patti per salvare la propria pelle e barattarla con quella dei cittadini italiani (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Voi, amanti del debito e del signoraggio, presto sarete accusati del reato di vilipendio nei confronti del popolo sovrano. Ci riprenderemo tutto e, questa volta, veramente vi faremo pagare noi gli interessi (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2461-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2461-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2461-A/R: " Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali."

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro della Difesa, il Ministro della Giustizia e la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia.

Invito i relatori al rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative per una direzione strategica del sistema degli investimenti pubblici e privati anche tramite uno strumento straordinario di programmazione economica – n. 3-01564)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Conte ed altri n. 3-01564 (Vedi l'allegato A). Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario. Prego.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il COVID-19 ha determinato effetti umani di enorme sofferenza, ha imposto conseguenze sociali pesantissime e interventi pubblici straordinari per i lavoratori, le famiglie e, in particolare, per le imprese, in tante forme diverse. Si aggiungono, questi interventi, all'espansione del golden power in un quadro dove l'Italia ancora ha asset pubblici preziosi in aziende partecipate e questo avviene in un quadro dove dobbiamo continuare a promuovere conversione ecologica e sociale dell'economia. A tal fine, dobbiamo evitare di sprecare una straordinaria opportunità e decine di miliardi di risorse, e dobbiamo ridare dignità culturale ed efficacia politica ad un principio cardine della politica economica, condizione essenziale per ridare autonomia alla politica e per promuovere l'interesse generale. Il principio cardine è quello della programmazione economica, un principio che è stato delegittimato ed umiliato in un quarantennio di dominio culturale liberista.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO FASSINA (LEU). Allora, le chiediamo, signor Ministro, se non ritiene utile promuovere la definizione di linee strategiche di politica industriale e una struttura per realizzarle, in un rapporto stretto con la discussione parlamentare.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, ha facoltà di rispondere. Prego, Ministro.

ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Il Governo condivide la necessità di una visione unitaria dello sviluppo nazionale che coniughi la crescita e gli investimenti con la sostenibilità ambientale e sociale. È questo lo spirito che ha ispirato la sua azione fin dall'insediamento e che anima anche i provvedimenti che abbiamo adottato per affrontare l'emergenza senza precedenti del COVID-19. Crediamo nella funzione di indirizzo delle politiche pubbliche e riteniamo che questa funzione debba essere delineata ed attuata dialogando e mettendosi in ascolto della società italiana, delle competenze tecnico-scientifiche, delle imprese, dei sindacati, dei cittadini.

Abbiamo preso provvedimenti immediati per sostenere le famiglie e le imprese di fronte all'impatto economico del Coronavirus e siamo impegnati - lo ha scritto oggi anche il Presidente del Consiglio - nel predisporre un vero e proprio piano strategico, un piano per la ripresa, che si colloca, poi, in un orizzonte che vede oggi, molto positivamente, la Commissione europea presentare una proposta ambiziosa di un grande strumento, che si finanzierà anche con l'emissione di titoli comuni, per sostenere l'Unione e i suoi Stati membri nello sforzo non solo di assorbire l'impatto della crisi e di rilanciare l'economia e la crescita, ma anche di indirizzarla verso gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile e inclusivo, il cosiddetto Green Innovation Deal.

È, quindi, evidente che noi in questa cornice comune europea definiremo, anche naturalmente in un dialogo con tutte le forze sociali e produttive e, in primo luogo, con questo Parlamento, gli indirizzi del Recovery plan dell'Italia, che, dentro questa cornice europea, cercherà di dispiegare gli strumenti, le risorse, gli obiettivi, le funzioni nella direzione, appunto, di rilanciare la crescita, l'economia, l'occupazione e la coesione, affrontando non solo le conseguenze di questa crisi, ma le grandi sfide che sono davanti a noi, che sono, innanzitutto, quella della innovazione e quella della sostenibilità ambientale, ma anche sociale. Questi sono gli obiettivi entro cui ci muoveremo e, naturalmente, quest'Aula sarà uno dei luoghi privilegiati del confronto entro cui e con il quale definiremo attueremo gli indirizzi di queste politiche.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per aver dichiarato gli intendimenti del Governo, che, evidentemente, collimano con la richiesta che abbiamo proposto. È evidente che ridimensionare, ridurre il ruolo dello Stato nell'economia alla titolarità di un capitale paziente, che si tramuta, poi, in dividendi e nomine, o fermarsi alle pure straordinarie misure che questo Governo e il suo Dicastero in particolare hanno approntato per fronteggiare questa gravissima crisi darebbe soltanto risposte di breve termine. Abbiamo bisogno che si introduca, nella dialettica politica del Paese, una visione - è questa la parola che più evoca l'idea che sottende la nostra domanda -, un programma di trasformazione sociale ed economica del Paese, che abbia ad oggetto gli investimenti pubblici, per orientare anche quelli privati e che si svolga su due binari: quello della società e quello dell'economia, perché la società viene sempre prima dell'economia e il digital divide ha che fare, Ministro, con la società non meno che la riforma delle strutture pubbliche dello Stato, che si devono occupare di questa funzione. C'è un tema molto delicato: la programmazione deve avere un inquadramento di cornice.

Quello europeo mi pare, ci pare, il più razionale, ma deve essere sorretto da una volontà politica e, quindi, lo strumento, che le chiediamo di approntare e di mettere immediatamente a disposizione del dibattito pubblico, deve passare per il Parlamento, che ne deve legittimare l'azione; quello che sarà fatto per il Paese, l'allocazione delle risorse pubbliche devono essere decisi dal Parlamento e ci vuole, poi, una struttura che si occupi di attuare e realizzare queste direttrici. Lei ha molto potenziato - e io ho apprezzato molto questa scelta - Cassa depositi e prestiti; può essere quella struttura l'agenzia degli investimenti pubblici che si occupi, ad esempio, di affrontare, una volta per tutte e in maniera organica, il tema della diseguaglianza tra il Nord e il Sud del Paese, perché, in quel piano, a cui lei fa riferimento, questo deve essere un capitolo principale; non si ristruttura e riconverte il Paese senza riequilibrarlo, senza cogliere cioè l'occasione di maggiore crescita della parte più svantaggiata in una logica che altrimenti non è più recuperabile, rispetto anche alla cornice europea.

Allora, Ministro, la richiesta che facciamo, accogliendo appieno la sua disponibilità è: metta in campo subito uno strumento con queste caratteristiche, uno strumento di programmazione economica che delinei gli obiettivi di lungo periodo, mission oriented, lo metta a disposizione del Parlamento, discutiamo sul suo funzionamento e doti la struttura che lei riterrà più adeguata - va bene per noi Cassa depositi e prestiti - per questo grande compito che riguarda il Paese.

(Iniziative per un piano straordinario di investimenti a favore del comparto industriale della difesa – n. 3-01565)

PRESIDENTE. La deputata Maria Tripodi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01565 (Vedi l'allegato A).

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'industria della difesa italiana rappresenta uno dei comparti più rilevanti e strategici del sistema Paese. Nello specifico, l'industria dell'aerospazio, della difesa e della sicurezza registra un fatturato di circa 14 miliardi di euro, significativamente per quasi il 70 per cento destinato all'export, che si traduce in 4 miliardi e mezzo di valore aggiunto diretto e nell'occupazione di circa 160 mila addetti lungo tutta l'intera filiera produttiva. La rilevanza strategica dell'industria si evidenzia soprattutto sul piano qualitativo, considerato che nel comparto sono investiti annualmente circa un miliardo e mezzo in ricerca e sviluppo, pari all'11 per cento degli investimenti complessivi delle imprese italiane. A ciò si aggiunga che il settore della difesa ha fornito e continua a fornire uno straordinario contributo in campo sanitario e logistico, oltre che sul piano della sicurezza per il contenimento del contagio da COVID-19. A tal proposito, il settore assume un ruolo ancora più strategico nel post-emergenza, proprio perché, con le straordinarie capacità industriali e tecnologiche, può contribuire a conferire, attraverso i propri programmi di investimenti, un rinnovato impulso all'industria nazionale…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TRIPODI (FI). Concludo, Presidente. Chiedo, pertanto, al signor Ministro se e quali iniziative intenda intraprendere il Ministero al fine di procedere tempestivamente all'istituzione di un piano straordinario di investimenti per il comparto industriale, settore strategico per la ricostruzione emergenziale post COVID (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ricordo a tutti che l'illustrazione dura un minuto. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere.

LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo è pienamente consapevole delle capacità della nostra industria della difesa e del suo ruolo importante di leva economica e precursore della ripresa e chiaramente intendiamo continuare a sostenere questo comparto, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per far fronte alle conseguenze dell'emergenza COVID. L'attività di questo importante settore del sistema Paese, che dà lavoro ad oltre 160 mila addetti, tra lavoratori diretti e occupati dell'indotto, si manifesta tanto sul mercato interno che su quello esterno e la difesa opera nel sostegno di entrambi, concorrendo a creare tre condizioni: la prima, a conservare il vantaggio tecnologico, assoluto punto di forza in molteplici campi, oltre che fattore della stessa sovranità nazionale. In tale quadro, anche nella considerazione del rilevante peso dell'industria di riferimento nelle attività di ricerca nazionale, intende utilizzare pienamente le opportunità messe in campo dall'Unione europea nel settore della difesa, attraverso i meccanismi del Fondo europeo per la difesa e della PESCO, nonché da iniziative multilaterali di cooperazione industriale con i nostri partner principali. La seconda, mantenere la quota di mercato che le nostre realtà hanno acquisito, grazie alla loro professionalità, al loro know-how e alla qualità dei loro prodotti. Tra le iniziative di supporto già assunte, peraltro, ricordo l'introduzione di una aggiornata disciplina sui cosiddetti accordi G2G, nonché il rafforzamento delle possibilità di supporto finanziario, attraverso le garanzie fornite da SACE, nello specifico settore industriale della difesa.

La terza, sostenere, infine, la produzione nazionale, attraverso un'opera di revisione dei programmi di ammodernamento, realizzando una sintesi tra le necessità complessive dell'industria nazionale di settore e le esigenze di rinnovamento delle forze armate, che conferisca priorità a quelle con maggiore effetti positivi sull'economia del nostro Paese.

Al fine di perseguire con successo gli obiettivi appena delineati, com'è evidente, la leva finanziaria è indispensabile. Nell'immediato e in linea con quanto ho appena detto, sono in corso le attività volte al pronto utilizzo delle risorse già disponibili, includendovi quelle recate dall'articolo 1, comma 14, della legge di bilancio 2020. Nel medio termine, inoltre, provvederò a rappresentare in sede governativa le esigenze del comparto industriale della difesa, affinché vengano considerate nei prossimi provvedimenti normativi per il rilancio economico del Paese.

In conclusione e in sintesi, il nostro obiettivo è quello di individuare le azioni più efficaci a sostenere il comparto industriale, confrontandoci con l'AIAD (la Federazione delle aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza) ed operando anche attraverso la rivisitazione delle priorità delle esigenze capacitive, nell'ottica di favorire, in questa delicata fase di rilancio, quelle più efficienti ai fini del sostegno all'industria della difesa.

PRESIDENTE. La deputata Tripodi ha facoltà di replicare.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua dettagliata sintesi dell'azione che vuole intraprendere nel comparto della difesa. Ho sentito veramente tutto l'impegno che lei vuole mettere in questo settore: parliamo di innovazione tecnologica, di revisione del programma degli armamenti, di un pronto utilizzo di risorse; ecco, credo che questo sia veramente il cuore dell'azione che il Ministero voglia appunto mettere in campo.

Lei, lo sa, siamo in una emergenza assoluta da un punto di vista economico, alcuni studi ci dicono che il settore della difesa è in grande sofferenza, quindi, io credo che la sua risposta sia stata esaustiva e ho molta fiducia nella sua azione, anche perché, quando si parla di difesa, non si parla di questa o quella bandiera politica, ma si parla di sistema Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a favorire il completamento delle procedure di esame per l'abilitazione all'esercizio della professione forense – n. 3-01566)

PRESIDENTE. La deputata Bisa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01566 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, a seguito della pandemia, il Governo e, in particolare, il suo Ministero hanno lasciato in balia di se stessi i praticanti avvocati. Li hanno lasciati soli, perché, ancora oggi, non sanno cosa ne sarà delle prove scritte dell'esame, svolte nel 2019, per l'abilitazione alla professione di avvocato. Le chiedo quindi Ministro, come lei intenda far procedere il completamento della correzione delle prove scritte dell'esame di abilitazione effettuate nel 2019 e delle prove orali che dovrebbero iniziare a breve; quali soluzioni, quindi, intenda adottare e come intenda far procedere per le nuove sessioni di abilitazione.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il completamento delle procedure relative all'esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, vorrei rassicurare gli interroganti e tutti coloro che sono interessati ad accedere alla prestigiosa e impegnativa professione forense, presidio irrinunciabile dei diritti e, quindi, delle fondamenta stesse della nostra democrazia.

Il Ministero ha, infatti, inteso adottare tutte le misure necessarie e con il “decreto Rilancio” ha sbloccato la correzione degli elaborati scritti, rispondendo, in un mutato quadro emergenziale, agli appelli provenienti anche da tanti addetti ai lavori.

Non vi è dubbio che la fase di correzione delle prove scritte svolte nel dicembre 2019 ha fortemente risentito dell'attuazione delle rigorose misure di contenimento messe in atto per fronteggiare l'emergenza sanitaria, ma nel momento di ripartenza è stata dedicata una specifica attenzione anche alla ripresa di questa attività, come momento di rilancio del futuro lavorativo di tanti giovani.

Come detto, con il decreto cosiddetto “Rilancio” è stata prevista la ripresa della correzione degli elaborati scritti, con possibilità di disporre un collegamento a distanza, nel rispetto dei medesimi criteri di correzione già adottati dalle commissioni di esame e dei criteri di collegialità, correttezza e riservatezza. Tale modalità garantisce il completamento di un iter già iniziato.

Al contempo, per assicurare l'espletamento della prova orale in piena sicurezza e regolarità, è stata prevista la facoltà di svolgimento di tale prova da remoto, così da assicurare l'ordinario avvicendamento delle procedure di abilitazione annualmente previste per le sezioni programmate fino al 30 settembre 2020.

L'attuale quadro epidemiologico lascia ragionevolmente ritenere che si possa programmare la prossima sessione di esami di abilitazione di dicembre, sempre fatta salva ogni mutata esigenza di carattere sanitario.

Non vi nascondo che il tema mi sta molto a cuore e sono consapevole delle preoccupazioni dei partecipanti all'esame e delle loro legittime aspettative di ingresso nel mondo del lavoro. Sono dalla loro parte e garantisco il massimo impegno nell'adozione di quanto sarà necessario ad accelerare i tempi di esaurimento della procedura, per permettere loro di continuare a coltivare le relative aspirazioni di lavoro e di vita.

Ribadisco, però, che quello dell'avvocato è un ruolo socialmente fondamentale e il relativo esame, nei limiti del possibile, in una situazione di emergenza come quella attuale, deve mantenere criteri che assicurino la qualità della selezione.

PRESIDENTE. La deputata Bisa ha facoltà di replicare.

INGRID BISA (LEGA). Grazie Presidente. Signor Ministro, non sono assolutamente soddisfatta della sua risposta. Lei, Ministro, arriva sempre in ritardo e con soluzioni confuse. Lei ci dice che la correzione avverrà per via telematica. Credo con convinzione che tale modalità non possa garantire certezza in quelle correzioni. Lei vuole portare tutto quello che riguarda il mondo dell'avvocatura e del processo in un mondo virtuale, fregandosene delle garanzie costituzionali, dei diritti di difesa, svilendo il ruolo dell'avvocato. E lo svilimento del ruolo dell'avvocato e dell'avvocatura che lei sta portando avanti lo si vede fin dai suoi albori. Lo svilimento lo si vede nel modo in cui lei sta affrontando la problematica della correzione e svolgimento dell'esame per l'abilitazione della professione forense.

Ministro, lei non può sempre arrivare in ritardo nella soluzione dei problemi. Ha sempre bisogno di solleciti: è quello che succede quando si ha di fronte un cattivo pagatore, che ha sempre bisogno di essere sollecitato.

Già in data 23 aprile scorso avevo presentato un ordine del giorno, sottoponendo la problematica al Governo e lei arriva oggi a dirci cosa vuol fare, dopo più di un mese dalla presentazione di quell'ordine del giorno.

Ministro, questa pandemia l'ha messa ancora più a nudo nell'incapacità di gestire un Ministero così importante come quello che lei sta ricoprendo. Ministro, ritorni con i piedi per terra, si ricordi più spesso quali sono le sue origini, si ricordi che solo delle radici ben solide danno l'idea di cosa siamo e dove stiamo andando. Le radici sono come una bussola, ci permettono di andare nella giusta direzione. Ministro, prenda quella giusta direzione, perché la giustizia in Italia, in tutte le sue componenti, ne ha bisogno quanto mai (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

(Iniziative di competenza volte a tutelare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, anche alla luce di recenti indagini giudiziarie – n. 3-01567)

PRESIDENTE. La deputata Giuliano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dori ed altri n. 3-01567 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, negli ultimi giorni, a seguito del deposito degli atti nelle indagini a carico di Palamara, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati ed ex giudice togato del Consiglio superiore della magistratura, sta emergendo un quadro quanto mai preoccupante in relazione all'intero sistema giudiziario nazionale. Quanto emerge dall'inchiesta continua a compromettere gravemente l'immagine della magistratura e dei suoi organi di rappresentanza e costituisce una grave ferita per quei magistrati che quotidianamente svolgono con coscienza la propria funzione, garantendo un alto servizio alla giustizia e ai cittadini.

Ministro, nelle sue ultime comunicazioni in Aula, lei ha rilevato la necessità di intervenire sulla legge elettorale per le elezioni dei componenti del CSM, sul meccanismo di nomina degli uffici direttivi, sulle progressioni in carriera dei magistrati. Pertanto, le chiediamo quali specifiche iniziative intenda adottare al fine di tutelare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e per restituire all'intero ordine giudiziario quell'autorevolezza minata dalle vicende richiamate in premessa, grazie.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Come è noto la magistratura del nostro Paese è stata investita, da un anno a questa parte, da un vero e proprio terremoto. Una pagina dolorosa, che ha fatto emergere dinamiche, nell'assegnazione di ruoli e incarichi, che possiamo definire inaccettabili; una pagina che colpisce innanzitutto la stragrande maggioranza dei magistrati che, con spirito di servizio, professionalità e passione, ogni giorno porta avanti, anche fra grandi difficoltà, la macchina della giustizia. Per questo riteniamo che si debba intervenire proprio per salvaguardare la credibilità della magistratura di questo Paese agli occhi dei cittadini.

La bozza di progetto di riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario non può più attendere. Un progetto normativo che già prima dell'inizio dell'emergenza epidemiologica era stato oggetto di ampio confronto e condivisione con la maggioranza e che, nella stessa giornata di oggi, porterò nuovamente sul tavolo di lavoro.

La bozza di progetto si fonda, allo stato, su tre pilastri principali: l'introduzione di oggettivi criteri meritocratici nell'assegnazione degli incarichi da parte del CSM, un meccanismo elettivo che sfugga alle logiche correntizie, il blocco definitivo delle cosiddette porte girevoli fra politica e magistratura. Chi sceglie di entrare in politica deve essere consapevole che non potrà tornare a fare il magistrato (Commenti della deputata Bartolozzi)

PRESIDENTE. Bartolozzi, per favore!

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Infatti, con questa scelta si compromette l'essenza, anche solo in termini di immagine, di terzietà che deve contraddistinguere chi giudica i cittadini.

E' importante sottolineare che non si tratta di un impianto normativo nato sull'onda emotiva del momento buio che stiamo vivendo e che non si tratta di norme contro la magistratura. Al contrario, nella consapevolezza dell'altissimo livello professionale dei magistrati italiani e dello spirito di servizio con il quale affrontano in prima linea una fondamentale e delicatissima funzione, occorre tutelare proprio la stragrande maggioranza di loro, che non merita di essere trascinata, come sta avvenendo, nelle squallide paludi di polemiche finalizzate a ingiuste generalizzazioni.

Sono quei magistrati che meritano e pretendono di operare in un contesto normativo e strutturale che deve assicurarne l'autonomia e l'indipendenza, garantendo trasparenza in ogni aspetto che attiene alla loro vita professionale.

Ho sempre ripetuto che, da Ministro della Giustizia, non voglio alimentare le polemiche, ma risolvere i problemi con azioni concrete e, in questo senso, auspico che si trovino possibili convergenze anche con le forze politiche di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Di Sarno ha facoltà di replicare.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro. Alla luce dei fatti esposti, possiamo soltanto apprezzare la sua grande determinazione nel presentare un provvedimento di riforma del Consiglio superiore della magistratura attraverso anche un riordino del suo assetto organizzativo e consegnando ai cosiddetti membri togati un sistema elettorale svincolato da quelle che sono le logiche del correntismo e ispirato, invece, ai principi del merito, garantendo la più ampia rappresentatività e ovviamente l'imparzialità dell'organo stesso.

Dunque, è evidente la necessità di riformare il Consiglio superiore della magistratura, ma questo è necessario soprattutto proprio per proteggere i nostri eccellenti magistrati e proteggendoli soprattutto da strumentalizzazioni che sono soltanto dannose alla nostra autorità giudiziaria.

Quindi, ci si augura che questo possa avvenire nella più ampia compagine politica, nel pieno rispetto delle norme costituzionali e del principio della separazione dei poteri fra politica e magistratura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza in materia di riforma della magistratura e del Consiglio superiore della magistratura, anche alla luce di recenti indagini giudiziarie – n. 3-01568)

PRESIDENTE. Il deputato Maschio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01568 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la diffusione delle chat WhatsApp dell'ex leader di Unicost, Palamara, ha evidenziato forse una della peggiori crisi della giustizia dal dopoguerra ad oggi. Emerge un sistema di mercato delle toghe, di meccanismi di spartizione e lottizzazione politica finalizzati anche a pilotare le nomine ai vertici delle più importanti sedi delle procure e ad avanzamenti di carriera nell'ambito della magistratura. Già un anno fa il Presidente della Repubblica, profondamente colpito, aveva fatto un appello ad intervenire radicalmente in un'autoriforma del CSM, ma da un anno a questa parte non avete fatto nulla e non avete ascoltato questo appello, ed oggi la situazione che emerge è ancora più grave. Ed è una grave violazione dei principi della Costituzione, che vede la giustizia amministrata in nome del popolo, e dei diritti dei cittadini, che sono allo sbando, ostaggio di un sistema che non funziona correttamente. Questo nonostante tantissimi magistrati, la stragrande maggioranza dei magistrati, faccia invece pienamente il proprio dovere.

Allora,, Ministro le chiedo quali misure concrete e urgenti intende adottare per fermare questo declino. E le chiedo politicamente, visto che dalle chat di Palamara emerge che partiti di Governo che hanno appena salvato la sua poltrona di Ministro erano molto intimi di quel sistema, come farà a intervenire e ad avere la forza di fare queste norme proprio assieme a quelli che fino a qualche tempo fa si mandavano le chat con l'ex PM Palamara?

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere. Prego.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Presidente, ringrazio anche per questa seconda interrogazione a risposta immediata, sempre sul medesimo tema, che mi permette di specificare alcuni tratti dell'attuale bozza di progetto di riforma che nella giornata di oggi porterò nuovamente all'attenzione della maggioranza. Si tratta di un testo che, ci tengo a specificare, è provvisorio, e che tuttavia, poco prima dell'emergenza Coronavirus, aveva trovato un'intesa di massima tra le forze di maggioranza. Nel rispetto della trasparenza che devo al Parlamento, non posso che limitarmi a evidenziare alcuni punti per me significativi. Il concetto stesso di autonomia della magistratura è strettamente collegato a quello di terzietà, e, in questo senso, è fondamentale che il confine tra magistratura e politica sia ben definito. Ecco perché, oltre a un'estensione del regime di ineleggibilità e di aspettativa obbligatoria dei magistrati che vogliano partecipare a competizioni elettorali, il progetto base di riforma prevede stringenti norme che sostanzialmente impediscono al magistrato di tornare in ruolo dopo aver ricoperto cariche politiche elettive o di governo anche a livello territoriale per un determinato periodo di tempo. Allo stesso tempo, si disciplina anche il ritorno in ruolo del magistrato candidato e non eletto, ponendo vincoli e limiti di natura territoriale e funzionale.

Un ulteriore aspetto che si presta a rappresentare un terreno insidioso è quello relativo ai magistrati ordinari collocati fuori ruolo per l'assunzione di incarichi apicali. In questi casi la norma elaborata prevede che non possano fare domanda per accedere a incarichi direttivi per un determinato periodo di tempo successivo alla cessazione dell'incarico. Un intervento incisivo dovrà coinvolgere anche il Consiglio superiore della magistratura: oltre alle considerazioni che ho svolto nella precedente risposta, in questa sede sottolineo che la bozza di disegno di legge si propone di evitare l'attribuzione di vantaggi di carriera o di ricollocamento in ruolo per i consiglieri che hanno cessato di far parte del Consiglio, precludendo, anche in questo caso, per un determinato periodo la possibilità che abbiano accesso a incarichi direttivi o semidirettivi o che possano essere nuovamente collocati fuori ruolo.

Restituire l'autorevolezza e il prestigio che merita alla magistratura italiana è un obiettivo imprescindibile per la salvaguardia dello Stato di diritto e la pienezza delle tutele di tutti i cittadini. Devo dire che, contrariamente a quanto è stato esposto, questa maggioranza è stata molto concentrata sulla possibilità di determinare una svolta sul tema che stiamo trattando, e, ripeto, prima dell'emergenza Coronavirus aveva portato avanti un confronto sereno, che poi si è bloccato proprio per l'emergenza e che riprenderà proprio in data odierna.

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di replicare. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, non solo non mi posso dichiarare soddisfatta, ma mi devo dichiarare anche abbastanza preoccupata dalla superficialità con cui lei affronta il terremoto che sta travolgendo la magistratura italiana. Noi abbiamo appreso dai giornali - noi cittadini ovviamente non ne siamo sorpresi quando vediamo intercettazioni pubblicate sui giornali; forse qualche magistrato oggi si sorprende, ma noi no sicuramente - che esistono dei luoghi di potere che sono le procure della Repubblica e il suo Ministero, perché entrambi questi luoghi sono deputati all'esercizio di un potere anomalo: basta l'iscrizione nel registro notizie di reato per determinare le sorti della vita economica, istituzionale, politica del Paese.

Ora io comprendo che lei e il suo movimento avete costruito su questi fenomeni la vostra fortuna politica, ma, vede, le correnti della magistratura ormai sono ben lontane da essere pluralismo culturale: si sono rivelate soltanto un presidio a garanzia delle derive del carrierismo esasperato di alcuni. E allora, credo che quel principio architrave di ogni democrazia moderna, la separazione dei poteri, sia messo fortemente a repentaglio da quello che noi stiamo vedendo in questi giorni.

Le nostre proposte sono molto semplici - avrei desiderato da lei parole chiare su questo punto - il primo è quello della separazione dei poteri: bisogna separare la magistratura inquirente da quella giudicante, servono due CSM (Applausi della deputata Bartolozzi). Bisogna fermare le porte girevoli tra magistratura e politica, perché i cittadini hanno il diritto di essere giudicati da chi non esprime opinioni, da chi non ha fatto politica. E poi fermiamo questa anomalia tutta italiana che riguarda il suo Ministero, questi magistrati fuori ruolo, questa commistione di poteri che fa solo male alla nostra democrazia.

Vede, Ministro - e concludo -, lei ha una grande responsabilità, che le è stata assegnata dai padri costituenti, lei rappresenta l'unico Ministero che è citato nella nostra Costituzione come titolare dell'esercizio del potere disciplinare nei confronti dei magistrati; dimostri, cosa che purtroppo finora non ha fatto, di meritare questa fiducia che i padri costituenti le hanno assegnato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative a sostegno delle famiglie per la gestione delle fasce d'età dell'infanzia e dell'adolescenza nell'attuale fase dell'emergenza sanitaria – n. 3-01569)

PRESIDENTE. La deputata Maria chiara Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Toccafondi ed altri n. 3-01569 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Signora Ministra, le famiglie, le donne in particolare, si sono fatte carico a 360 gradi di quest'emergenza, con la chiusura di scuole, di nidi, ma anche di tutti quei servizi e attività educative e di inclusione sociale che sono così fondamentali per la crescita dei nostri ragazzi.

Bisogna ripartire, è stato detto, e bisogna ripartire in sicurezza, perché i nostri bimbi e i nostri adolescenti in questa fase hanno sofferto, e perché non siano le donne, ancora una volta, o le famiglie a rischio di povertà, a pagare di più quest'emergenza.

Lei, bisogna darne atto, è stata la prima a mettere sul tavolo del Governo i diritti dei bambini, anche al gioco, e dei ragazzi, e soprattutto a fornire quegli strumenti in rete, in collaborazione con gli enti territoriali, con gli enti del Terzo settore, affinché i centri estivi possano partire dal 15 giugno.

Ora, signora Ministro, le chiediamo di dare una prospettiva immediata per le risposte che ancora devono arrivare ad alcune fasce di età, non soltanto per gli adolescenti ma anche per la cosiddetta fascia 0-3, ma soprattutto a lungo termine, perché se vogliamo davvero ripartire dobbiamo investire sulla famiglia, il che significa anche investire sul nostro futuro.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere. Prego, Ministra.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. La chiusura prolungata di scuole e di servizi per l'infanzia imposta dall'emergenza sanitaria siamo consapevoli che abbia comportato significative implicazioni educative e sociali, nonché economiche.

Ho quindi perseguito con convinzione la necessità di strutturare, per i prossimi mesi estivi, una proposta educativa non formale, coinvolgendo gli enti locali, il Terzo settore, il volontariato e le agenzie educative. Su questo, recependo le indicazioni del comitato tecnico-scientifico, siamo giunti all'approvazione delle linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per i bambini e gli adolescenti nella “fase 2” dell'emergenza COVID-19, linee guida pubblicate come allegato al DPCM dello scorso 17 maggio.

Lo stesso DPCM stabilisce che, a decorrere dal 15 giugno, è consentito l'accesso di bambini e ragazzi di età superiore ai tre anni ai luoghi destinati allo svolgimento di tali attività. La citata disposizione prevede, inoltre, che le regioni e le province autonome, a determinate condizioni di sicurezza, compatibili e coerenti con le linee guida nazionali, possano stabilire una diversa data, anticipata o posticipata rispetto all'avvio delle stesse attività, anche in riferimento allo stato epidemiologico in cui ci si trova nei diversi contesti territoriali.

Ricordo poi l'incremento di 150 milioni di euro per l'anno 2020 del Fondo per le politiche della famiglia, che si aggiungono ai 35 milioni che avevo già stanziato e che saranno destinati a finanziare proprio gli interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri, con funzioni educativa e ricreativa, destinati all'attività di bambine e bambini, nonché progetti volti a contrastare la povertà educativa ed implementare le opportunità culturali ed educative dei minori. Ora, la mia priorità è quella di addivenire al più presto all'approvazione di apposite linee guida anche per la fascia dei bambini 0-3, e in tal senso ho inoltrato al comitato tecnico-scientifico lo scorso venerdì la richiesta di estensione delle linee guida. Sono in attesa di una risposta formale da parte dello stesso. Nei decreti che si sono susseguiti ci sono varie misure rivolte alle famiglie per il sostegno alla cura dei figli: il congedo specifico indennizzato al 50 per cento per un periodo continuativo o frazionato non superiore ai 30 giorni o, in alternativa, il bonus per i servizi babysitting, aumentato da 600 a 1.200 euro, 2.000 euro per i lavoratori dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico e per il settore socio-sanitario. Questo bonus può essere utilizzato anche per l'iscrizione ai servizi socio-educativi territoriali dei bambini. È chiaro, tuttavia, che la situazione provocata dall'emergenza epidemica impone ancora di più un vero cambio di paradigma. Come ha richiamato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua informativa alle Camere del 21 maggio scorso, il Governo è quindi ora impegnato nella costruzione di una proposta organica e multidimensionale per investire nell'educazione delle nuove generazioni e nel sostegno delle famiglie, con particolare attenzione al ruolo e al lavoro femminile, e quindi intendiamo portare a compimento l'approvazione del Family Act e di tutte le misure in esso contenute.

PRESIDENTE. Il deputato Toccafondi ha facoltà di replicare.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Presidente, ringrazio la Ministra per la risposta. Come sappiamo, per 70 giorni 9 milioni di bambini, di ragazzi, di adolescenti sono rimasti chiusi in casa, e ormai possiamo dire che, per 100 giorni, ovvero fino a metà giugno, rimarranno senza percorso educativo e scolastico, ahimè. Non sono rari i casi in cui i bambini, gli adolescenti, i ragazzi hanno tuttora difficoltà, paure ad uscire, ad interagire con coetanei. Abbiamo sempre detto che è fondamentale la ripartenza, la riapertura di tutti i settori: oggi vogliamo sottolineare che è fondamentale la riapertura dei percorsi educativi, di relazione, ludici, di gioco, tra ragazzi, tra adolescenti, tra bambini ed educatori, che possano andare dai centri estivi fino alle scuole, come lei ha ricordato. Bene, quindi, le linee guida sui centri estivi da 3 anni in su, è assolutamente un passo in avanti, un'apertura rispetto alle tante chiusure, ma vogliamo sottolineare che devono essere criteri di buonsenso. Non possono essere anti-economici per i soggetti che gestiscono questi percorsi: in questo senso, benissimo il fondo di 185 milioni da lei sottolineato. Speriamo in una riapertura dei percorsi anche da 0 a 3 anni, sono fondamentali: benissimo le sue indicazioni e le aperture che sono arrivate oggi. E siamo sicuri che non sia utile a nessuno una diatriba tra Stato e regioni sulle linee guida. In definitiva e in conclusione, ribadiamo che serve la politica. Il suo contrario - l'antipolitica, il populismo - non trova soluzioni, che, lo ribadiamo, non sono mai facili né semplici, e spesso il populista, per non assumersi le responsabilità, lascia le scelte ad altri; la politica, invece, ascolta tutti, ma poi decide con responsabilità. Sulla ripartenza, anche delle relazioni dei nostri figli, c'è bisogno di decisioni, c'è bisogno di responsabilità, c'è bisogno di scelte, ma soprattutto c'è bisogno di politica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a semplificare e ampliare l'accesso alle misure di sostegno alle famiglie, nel contesto dell'attuale fase dell'emergenza sanitaria – n. 3-01570)

PRESIDENTE. La deputata Gribaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01570 (Vedi l'allegato A).

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, Ministra, lei sa bene quale sia la difficilissima situazione in cui si trovano le donne italiane in questa emergenza Coronavirus: tante, troppe madri lavoratrici in questi mesi hanno dovuto sacrificare la loro professione per dedicarsi esclusivamente al lavoro di cura, perdendo il loro sostegno economico. Altre hanno subito fortissimi carichi di stress, dovendo sobbarcarsi sia il lavoro in smart working sia il lavoro di cura. Ancora oggi, nella “fase 2”, scuole e servizi chiusi significano donne che non possono scegliere altro che stare a casa, senza alcun sostegno, mentre i congedi parentali rimangono macchinosi e diseguali tra le categorie diverse: ad esempio, tra i dipendenti pubblici e privati, fra chi è in cassa integrazione e chi no, fra le partite IVA. Serve più attenzione e semplificazione, e tutte le famiglie devono poter usufruire del bonus babysitter per i centri estivi, indipendentemente dai congedi. Le chiedo quindi come vuole modificare congedi e bonus perché siano fruibili da tutte e da tutti.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Il Governo ha messo in campo una serie di misure straordinarie in questa emergenza per il sostegno delle famiglie, per affrontare certamente l'emergenza sanitaria, ma anche il sostegno alla cura e all'educazione dei figli, considerata anche la sospensione delle scuole. Il decreto-legge cosiddetto rilancio, in considerazione del protrarsi dell'emergenza, ha ulteriormente rafforzato le misure già introdotte a tutela delle famiglie.

Innanzitutto è compito del Governo vigilare sull'INPS affinché non si verifichino ritardi nelle risposte ai cittadini. L'Istituto ha assicurato che sono già in fase di adeguamento le procedure informatiche per consentire entro la prima settimana di giugno la presentazione della domanda per i due nuovi bonus per i servizi di babysitting e per l'iscrizione eventuale ai centri estivi o ai servizi integrativi per l'infanzia. Allo stesso modo, in merito alla questione sulla norma relativa agli iscritti alla gestione separata che era contenuta nella domanda inoltrata, si vigilerà affinché le circolari INPS, in sede applicativa, diano un'interpretazione coerente con il dettato letterale della norma e le intenzioni di questo Governo, e che pertanto il rinvio al comma 1 dell'articolo 23 per gli iscritti alla gestione separata sia da intendersi come rinvio alla durata dei 30 giorni di congedo, così come prorogati dal “decreto Rilancio” per i lavoratori dipendenti privati.

Per quanto riguarda l'alternatività tra il congedo parentale e il bonus babysitter, ci stiamo attivando per garantire un'interpretazione da parte di INPS che consenta, alla data della nuova domanda di bonus, l'esercizio di una nuova opzione per la scelta del bonus ovvero, in alternativa, per il congedo di 15 giorni ai sensi del già citato articolo 23.

Per quanto attiene alla perplessità sollevata in merito al congedo senza retribuzione per i genitori con i figli fino ai 16 anni e sul decorso connesso alla durata della sospensione dei servizi scolastici, pur condividendo la necessità di ampliamento, segnalo che, per mio impegno diretto, è stato espunto il limite dei giorni, ma un'ulteriore estensione è stata preclusa dai limiti delle risorse che erano state messe a disposizione a tale scopo dal Ministero dell'Economia e delle finanze. Per quanto riguarda, infine, le differenziazioni che si sono fatte tra le varie categorie interessate dagli indennizzi e il fatto che si riscontra che le donne, per la loro presenza all'interno delle famiglie italiane, siano state le potenziali vittime principali di questo aggravio di carico di cura sulle famiglie, concordiamo al punto tale che nuovamente ribadisco l'intenzionalità del Governo di superare la frammentarietà dell'approccio alle politiche familiari attraverso una misura organica e semplificata sia di organizzazione dei servizi a sostegno delle famiglie, che del cosiddetto sostegno per l'assegno universale inclusi nel Family Act; assegno universale su cui, come sappiamo, è anche già iniziato un percorso parlamentare in discussione in Commissione.

PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di replicare.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Ministra. Lei sa bene e ascolta come noi quotidianamente storie di padri, ma, soprattutto, di madri che nella situazione creata dal COVID si trovano a parlarci di fatica e di solitudine.

Ci rendiamo tutti quanti conto che la pandemia sta rendendo difficili i compiti quotidiani, che sono ancora più gravosi per chi ha dei figli, e soprattutto quindi per le madri, specie quelle che lavorano. Lei sa questa situazione quale sbocco rischia di avere: le donne italiane rischiano o di perdere il lavoro o di gestire in totale o quasi totale solitudine le difficoltà collegate alla cura dei figli.

È nostro dovere, come forze di Governo, stare vicini ai cittadini e semplificargli la vita, e semplificarla soprattutto alle donne; lo stiamo facendo in molti modi, i congedi e i bonus babysitter sono uno di questi, ed è un'ottima notizia il fatto che ci sarà una circolare esplicativa dell'INPS per estendere questi aiuti a chi è iscritto alla gestione separata.

Purtroppo, però, i congedi e i bonus babysitter finora non sono stati utilizzati da tutte le donne che ne avrebbero bisogno, anche a causa del fatto che ci sono delle rigidità per come li abbiamo pensati inizialmente; rigidità che sono emerse nel corso di queste settimane. Per questo, noi del Partito Democratico presenteremo un emendamento perché i congedi e i bonus babysitter siano utilizzabili da tutti e, soprattutto, da tutte.

Vorremmo che potessero utilizzarli le famiglie che sono in cassa integrazione parziale, perché non siano penalizzate da un'elargizione di risorse di cui hanno più bisogno delle famiglie che sono a stipendio pieno. Vorremmo che venissero resi utilizzabili a ore e vorremmo che venissero resi utilizzabili in modo combinato con il bonus babysitter. Lei ha già detto che, a partire dal prossimo congedo, si potrà scegliere nuovamente quale dei due sistemi utilizzare, ma vorremmo che fossero combinabili.

Speriamo di avere un suo sostegno, anche perché insisteremo perché il congedo sia esteso fino ai sedici anni dei figli; speriamo di avere un suo sostegno in questa iniziativa emendativa, che annunciamo come Partito Democratico, perché così saremo davvero vicini alle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte al superamento delle criticità riguardanti l'apertura dei centri estivi e il relativo accesso – n. 3-01571)

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01571 (Vedi l'allegato A).

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Il 15 giugno, signor Ministro, i centri estivi per i bambini da 3 a 17 anni partiranno. Le linee guida proposte dal comitato tecnico-scientifico, geni al quale abbiamo ormai affidato non solo la verità scientifica, di cui dovremmo anche discutere, ma anche l'incontestabile applicazione amministrativa e sociale, hanno deciso che da 3 a 5 anni c'è bisogno di un educatore ogni cinque bambini, da 6 a 11 di un educatore ogni sette, da 12 a 17 di un educatore ogni dieci. Rapporto evidentemente antieconomico, ma addirittura impossibile da applicare.

Da tre mesi i bambini stanno chiusi in casa e psicologi e famiglie denunciano la solitudine di questi bambini; casi molto concreti, di cui lei si è fatta portavoce. Bambini spaventati, terrorizzati dall'uscire. La domanda è molto semplice: se le norme sono inapplicabili, come riportiamo i bambini ad una vita normale? Come andiamo incontro a scuole, oratori, associazioni sportive e associazioni di volontariato? Come rispondiamo all'unico obiettivo che abbiamo, che non è il distanziamento sociale, quello si chiama distanziamento fisico, ma recuperare quella socialità di cui c'è bisogno, tanto bisogno in questa società, ma di cui hanno tanto bisogno i nostri bambini, che, purtroppo, sono i primi ad avere fatto le spese di questo allontanamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. L'emergenza sanitaria determinatasi in conseguenza alla diffusione epidemica del COVID-19 ha reso necessari provvedimenti di protezione che hanno, ahimè, inciso fortemente su quelle condizioni di ordinario benessere dei bambini e degli adolescenti che si legano strettamente ai diritti fondamentali, come quelli all'incontro sociale fra pari, al gioco e all'educazione.

Per questo, con il Dipartimento per le politiche della famiglia, in collaborazione con ANCI, Unione delle province italiane, Conferenza delle regioni e delle province autonome, Società italiana di pediatria, e d'intesa con i Ministeri dell'Istruzione, della Salute, del Lavoro e delle politiche sociali, delle Politiche giovanili e dello sport, in collaborazione con il comitato tecnico-scientifico, abbiamo proposto linee guida che danno indirizzi e indicazioni in merito alla possibilità di organizzare attività di carattere ludico e ricreativo nell'ambito della cosiddetta educazione non formale a partire dal 15 giugno e che si rivolgono a bambini e ragazzi tra i 3 e 17 anni. Abbiamo inteso proseguire in questo nostro lavoro con una richiesta al comitato tecnico-scientifico di indicazioni per estendere tali linee guida per i bambini sotto i 3 anni.

Le regioni e le province autonome possono altresì, a norma del DPCM, stabilire una diversa data di inizio di tali attività rispetto a quella prevista del 15 giugno, compatibilmente al contesto e al livello della diffusione epidemiologica delle diverse situazioni territoriali. Faccio presente, in particolare, che la regione Veneto ha già annunciato un avvio dai primi di giugno e la regione Emilia-Romagna si sta attrezzando per iniziare l'8 giugno.

Non sottovaluto certamente le difficoltà generate dalle disposizioni approvate, ma si tratta di trovare il giusto bilanciamento tra il diritto alla socialità, al gioco e, in generale, all'educazione dei bambini e degli adolescenti e la necessità di garantire condizioni di tutela della loro salute e di tutta la collettività. Nel momento in cui si immagina una seppur ridotta e controllata interazione tra le persone non è infatti possibile azzerare completamente il rischio di contagio, il quale va governato e ridotto al minimo secondo precise linee di indicazione e protocolli convenuti.

Come già ricordato, per supportare l'avvio delle attività educative e ricreative e consentire agli enti locali la possibilità fattiva di organizzarle, anche in collaborazione con il Terzo settore, associazioni del volontariato e tutta la rete delle agenzie educative presenti nel nostro Paese, abbiamo stanziato 185 milioni di euro e abbiamo esteso l'utilizzo del bonus babysitting alla possibilità di iscrizione a tali centri. La fase della ripartenza richiede capacità di progettazione e, nel contempo, adattabilità delle regole stabilite sulla base dell'andamento epidemiologico. Al livello scientifico e tecnico è assegnata la responsabilità di fornire indicazioni sulla gestione di tale andamento, alla politica spetta la responsabilità di decidere e organizzare il vivere sociale per rispondere ai bisogni dei cittadini e del Paese sulla base di tali indicazioni. Su questa responsabilità, assicuro, il Governo continua nel suo pieno impegno.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Ministro. Guardi, questo non è il tempo delle polemiche, non è più neanche il tempo degli ordini a cui bisogna obbedire. Si faccia lei portavoce alla maggioranza e alle opposizioni, al Parlamento, che non bastano più indicazioni tecnocratiche: servono scelte politiche perché la gente torni a vivere.

Si faccia interprete di questo esempio concretissimo che le consegno: forse i geni tecnocratici non lo sanno, ma in Lombardia ci sono 2.300 oratori, 500 mila bambini dai 6 ai 19 anni frequentano gli oratori feriali. Se dovessero applicare le norme dei geni tecnocratici, sa quanti educatori ci vorrebbero? Settantacinquemila, 75 mila! Per non parlare, poi, dei volontari. E i geni si sono dimenticati che c'è un piccolo processo educativo: gli adolescenti non sono bambini a cui inculcare qualcosa, ma c'è un progetto educativo che vede la valorizzazione di questi adolescenti, che non fanno i bambini che ricevono, che fanno gli educatori, cioè si coinvolgono con i bambini più piccoli. Come applichiamo queste regole? Esiste nei centri estivi, negli oratori, la distinzione tra fasce di età? Ma dove vivono? La responsabilità del gestore interessa o non interessa?

L'alleanza educativa tra famiglie ed altri soggetti educativi, il rischio enorme di un vuoto educativo, che è vuoto di presenza, che è vuoto di proposta, che porta la solitudine educativa, questi geni tecnocratici sanno di che cosa stiamo parlando? Della vita reale della gente, non della maggioranza e dell'opposizione. Ci interessa questo?

Ecco, chiedo e le chiediamo di farsi portavoce politica, il Governo intero, di questo. Credo che oggi, e concludo, si debba rispondere a questa domanda, in questo tema in particolare: che cosa vogliamo chiedere agli italiani? Dobbiamo chiedere quale contributo puoi dare tu, cittadino, alla ripartenza.

E le norme, le norme sono utili, non per mettere in gabbia la libertà e la creatività, ma per essere rispettate e per valorizzare la libertà, la creatività e la responsabilità, enorme, che abbiamo dei cittadini. Scuole, oratori, associazioni sportive, associazioni di volontariato, famiglie: questo è quello che c'è in gioco! Ma quei geni dei tecnocratici che hanno la verità scientifica lo sanno questo o no? Questa è la nostra responsabilità ed è per questo che avrà il nostro sostegno, sempre e comunque, lei e il Governo, se nel breve tempo vince questa battaglia, perché c'è in gioco il futuro, il futuro dei miei nipoti, il futuro dei nostri figli, il futuro di un'intera generazione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Businarolo, Colucci, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Molinari, Parolo, Pastorino, Rizzo e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli, si intende abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Bazzaro. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, la seduta è ancora in corso.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie, Presidente. Sfruttando l'emergenza dettata dal COVID-19, la Cina sta per approvare una nuova legge sulla sicurezza nazionale, una legge che rischia di creare un ente di polizia, che andrà a sostituire il Governo e le Forze dell'ordine di Hong Kong. Sarà la chiave di volta per compiere arresti e processi sommari, verso tutti gli oppositori al regime comunista di Pechino, e per soffocare definitivamente le proteste e le richieste di democrazia e rispetto dei diritti umani, che dall'ottobre scorso hanno iniziato a levarsi sempre più forti nella regione. Dopo i 2 milioni di hongkonghesi scesi in piazza contro la vergognosa legge sull'estradizione, oggi, il fiero popolo del Porto dei profumi è pronto, ancora una volta, a dare battaglia per difendere la propria libertà. Cari colleghi, come rappresentanti di uno Stato democratico, dobbiamo far sentire la nostra voce contro questo nuovo abuso da parte della Cina. Proprio oggi, mentre parliamo, oltre trenta sindacati e un network di ventidue scuole superiori e università hanno invitato allo sciopero generale e alla mobilitazione intorno al Parlamento di Hong Kong. La polizia, nella sola giornata di domenica, ha fissato a 193 gli arresti, tra cui trenta minori, con accuse come partecipazione a manifestazioni non autorizzate e rivolte.

So che, purtroppo, taluni, anche in questo Parlamento, hanno stretti legami e malcelata simpatia per Pechino, anche tra i membri dell'attuale Governo, e sono di casa all'ambasciata di Pechino in Italia, ma, se qualcuno ancora pensa che siano faccende estere, in cui non interferire o peggio di cui non interessarsi, faccio memoria delle recenti parole del Ministro degli esteri cinese: la riunificazione di Taiwan è il trend della storia. Oggi è Hong Kong, signor Presidente, domani Taiwan e, perché no, in futuro, tutti coloro i quali si saranno girati dall'altra parte, rispetto al grido di aiuto di donne e uomini, che chiedono solamente di vivere liberi in un Paese democratico e di non finire anche loro sotto il giogo di una dittatura feroce, oscurantista e che viola sistematicamente e ogni giorno i diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà. Prego.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, in queste ore, è in corso a Hong Kong una stretta repressiva, violenta e ingiustificabile, da parte dell'autorità di Pechino, duecento arresti, cariche violenti, l'uso di pallottole di gomma contro manifestanti pacifici, che protestano per la imminente legislazione, nuova legislazione, che sarà adottata da Pechino. È una nuova legislazione che, di fatto, cancellerà l'autonomia di Hong Kong e, di fatto, violerà gli accordi internazionali sottoscritti da Pechino nel 1998, che sanciscono il sistema cosiddetto “un paese-due sistemi”, e rappresenterebbe una vendetta nei confronti delle manifestazioni, che ci sono già state nei mesi scorsi da parte dei cittadini di Hong Kong, e anche della simpatia internazionale, che queste manifestazioni hanno raccolto. Il Partito Democratico intende esprimere la più forte preoccupazione per questa nuova stretta repressiva di Pechino ad Hong Kong. Lo facciamo con amicizia nei confronti di Pechino, perché non siamo tra coloro che sognano l'apertura di una nuova stagione di guerra fredda nei confronti della Cina, coloro che nel mondo sognano questa stagione e anche in Italia sognano questa stagione. Noi lo facciamo con un altro obiettivo, quello che sia rispettato uno dei princìpi sacrosanti della politica estera italiana ed europea, ovvero la garanzia dei diritti umani, la difesa dei diritti umani, ovunque questi diritti umani sono violati, sotto qualunque latitudine e indipendentemente dalla dimensione dell'interscambio commerciale. Il nostro obiettivo è questo e, per questo, noi non facciamo differenze tra la Cina e l'Ungheria, tra gli Stati Uniti e la Russia. Noi chiediamo che ovunque vi sia una massiccia e violenta violazione dei diritti umani - ed è quanto sta avvenendo, purtroppo, in queste ore ad Hong Kong - ovunque vi sia questa violazione, si faccia sentire con forza e autorevolezza la voce della politica estera italiana. Per questo noi abbiamo chiesto alla Farnesina di prendere posizione, essendo sicuri che il Ministro degli esteri saprà farsi interprete di questa nostra preoccupazione, una preoccupazione che, tra l'altro, è assolutamente coerente con la preoccupazione che è già stata espressa dall'Unione europea. Per questo stesso motivo presenteremo, nelle prossime ore, una risoluzione in Commissione esteri, sicuri e speranzosi che sapremo raccogliere il consenso unanime di questa Camera dei deputati, affinché vi sia una garanzia totale del rispetto dei diritti umani anche a Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà. Prego.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Io sono qui a evidenziare la situazione di criticità, che stanno avendo in queste giornate le infrastrutture liguri. In particolare noi abbiamo sia la A12, da Genova a la Spezia, quindi, sia quella parte sotto Aspi che sotto SALT, a corsia unica. Sia abbiamo la A26 a corsia unica, col fatto che si stanno creando code impressionanti nella statale del Turchino, che vorrei ricordare è ancora a corsia unica, per una frana non rimossa di ANAS. E su questo, devo dire, la totale assenza, in questo momento, di qualsiasi interazione da parte del Ministero delle infrastrutture ci preoccupa. Ci preoccupa perché, con l'apertura del traffico tra regioni - probabilmente la prossima settimana - avremo il collasso totale.

Quindi, quello che vorrei portare all'attenzione a questa Camera - cosa già fatta nella Commissione competente, ma senza alcune risposte - è che questa situazione è intollerabile, nella misura in cui si parla ancora in questi giorni di bloccare degli investimenti privati e, soprattutto, non c'è ancora una soluzione sulla revoca del gestore autostradale.

Noi vorremmo capire di che morte dobbiamo morire, ma, soprattutto, non rivivere le tragiche situazioni che abbiamo vissuto in Liguria due anni fa.

Quindi, su questo, chiedo l'attenzione da parte della Camera e anche da parte del Governo, di dare almeno l'esenzione dei pedaggi in questo momento. So che stanno discutendo di un piano di manutenzione straordinaria, ma ieri il procuratore generale di Genova Cozzi ha parlato di circa sessanta gallerie a rischio e di lavori in sessanta gallerie nella regione Liguria. Vorrei dire che sessanta gallerie è praticamente una dimensione enorme, rispetto alla rete infrastrutturale ligure, ma anche a quella italiana. Su questo credo che ci deve essere posta un'attenzione, perché sennò effettivamente, nel prossimo mese, avremo delle situazioni di tensione sociale altissima (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 28 maggio 2020 - Ore 9:

(ore 9, con votazioni non prima delle ore 14)

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

(C. 2471-A)

Relatrice: BILOTTI.

La seduta termina alle 16,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni dalla n. 9 alla n. 13 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 18 alla n. 23 la deputata Quartapelle ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 22 alla n. 34 la deputata Dieni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 la deputata Dieni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato D'Ettore ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2461-A/R - odg 9/2 440 440 0 221 202 238 66 Resp.
2 Nominale odg 9/2461-A/R/16 434 434 0 218 198 236 66 Resp.
3 Nominale odg 9/2461-A/R/20 436 436 0 219 197 239 66 Resp.
4 Nominale odg 9/2461-A/R/31 448 448 0 225 206 242 64 Resp.
5 Nominale odg 9/2461-A/R/37 451 451 0 226 208 243 64 Resp.
6 Nominale odg 9/2461-A/R/38 447 446 1 224 204 242 64 Resp.
7 Nominale odg 9/2461-A/R/49 446 413 33 207 174 239 64 Resp.
8 Nominale odg 9/2461-A/R/50 441 439 2 220 203 236 64 Resp.
9 Nominale odg 9/2461-A/R/68 452 452 0 227 208 244 64 Resp.
10 Nominale odg 9/2461-A/R/101 444 444 0 223 196 248 64 Resp.
11 Nominale odg 9/2461-A/R/102 443 438 5 220 196 242 64 Resp.
12 Nominale odg 9/2461-A/R/109 447 447 0 224 203 244 64 Resp.
13 Nominale odg 9/2461-A/R/110 448 447 1 224 206 241 63 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2461-A/R/111 442 439 3 220 198 241 63 Resp.
15 Nominale odg 9/2461-A/R/114 451 451 0 226 205 246 63 Resp.
16 Nominale odg 9/2461-A/R/115 449 449 0 225 197 252 63 Resp.
17 Nominale odg 9/2461-A/R/123 458 453 5 227 200 253 63 Resp.
18 Nominale odg 9/2461-A/R/136 462 462 0 232 207 255 63 Resp.
19 Nominale odg 9/2461-A/R/141 460 460 0 231 208 252 63 Resp.
20 Nominale odg 9/2461-A/R/142 460 460 0 231 208 252 63 Resp.
21 Nominale odg 9/2461-A/R/143 472 472 0 237 207 265 62 Resp.
22 Nominale odg 9/2461-A/R/148 472 472 0 237 208 264 62 Resp.
23 Nominale odg 9/2461-A/R/156 458 458 0 230 205 253 62 Resp.
24 Nominale odg 9/2461-A/R/162 465 465 0 233 209 256 62 Resp.
25 Nominale odg 9/2461-A/R/164 460 459 1 230 206 253 62 Resp.
26 Nominale odg 9/2461-A/R/166 463 460 3 231 208 252 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 36)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2461-A/R/168 457 453 4 227 201 252 62 Resp.
28 Nominale odg 9/2461-A/R/169 461 455 6 228 200 255 62 Resp.
29 Nominale odg 9/2461-A/R/170 461 461 0 231 208 253 62 Resp.
30 Nominale odg 9/2461-A/R/174 461 461 0 231 208 253 62 Resp.
31 Nominale odg 9/2461-A/R/176 461 461 0 231 205 256 62 Resp.
32 Nominale odg 9/2461-A/R/184 465 462 3 232 204 258 62 Resp.
33 Nominale odg 9/2461-A/R/185 461 460 1 231 204 256 62 Resp.
34 Nominale odg 9/2461-A/R/206 467 461 6 231 201 260 62 Resp.
35 Nominale odg 9/2461-A/R/219 466 463 3 232 206 257 61 Resp.
36 Nominale Ddl 2461-A/R - voto finale 471 462 9 232 269 193 56 Appr.