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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 340 di giovedì 14 maggio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Brescia, D'Uva, Delmastro delle Vedove, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maniero, Molinari, Parolo, Pastorino, Rospi, Saltamartini, Scoma e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Prendo la parola in quest'Aula per esprimere soddisfazione - lo dico a nome mio e a nome del gruppo del Partito Democratico - per la liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante rimasta diciotto mesi nelle mani dei terroristi di Al-Shabaab, alla quale, signor Presidente, vorrei mandare un abbraccio da quest'Aula. Ben tornata, Silvia! Siamo in tanti ad apprezzarti e a volerti bene (Applausi)! E vorrei ringraziare anche chi si è adoperato per il suo rilascio, chi ha lavorato, un ringraziamento per le Forze di sicurezza che in questi mesi hanno fatto di tutto, e non era né semplice né scontato l'esito dell'operazione (Applausi).

Non posso, però, nascondere il mio profondo sconcerto, signor Presidente, per gli attacchi violenti e le minacce che sta ricevendo Silvia Romano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e questo anche da esponenti politici e anche in quest'Aula, come è accaduto ieri, con le deplorevoli parole del deputato leghista Alessandro Pagano, che si è rivolto a lei definendola “neo terrorista”: la vittima del terrorismo chiamata in questo modo è osceno in un'Aula parlamentare!

La procura di Milano ha aperto un fascicolo per minacce aggravate e sta valutando anche di mettere Silvia sotto scorta per garantirne la sicurezza, cioè da ostaggio dei terroristi a ostaggio degli odiatori del suo Paese: questo è un vero e proprio paradosso. Questo feroce trattamento, signor Presidente, riservato a Silvia Romano è stato risparmiato fortunatamente, aggiungo, ad altri connazionali che sono stati liberati nell'ultimo anno: faccio riferimento a Luca Tacchetto liberato nel marzo del 2020 e Alessandro Sandrini che è stato liberato nel maggio 2019, anche loro sembrerebbe convertiti all'Islam. E allora perché, dobbiamo chiederci perché questo accanimento contro Silvia. Ecco, la risposta che io mi do è perché Silvia è una cooperante e perché Silvia è donna e questo è abbastanza: l'essere donna è abbastanza oggi purtroppo per scatenarle contro tutto l'odio possibile. Questa si chiama misoginia ed è un problema molto serio in questo Paese, che non è mai stato affrontato nelle dovute maniere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

In conclusione faccio appello a tutte le forze politiche perché si dissocino da questa deriva, perché la contrastino, perché Silvia ha diritto a essere serena, a stare tranquilla con la sua famiglia e a non doversi preoccupare della sua sicurezza qui in Italia, nel suo Paese, a casa: questo veramente non è accettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Non pensavo di dover intervenire stamani mattina, però credo di potermi associare a tutti coloro che condannano le espressioni di odio verso Aisha, perché è così che vuole essere chiamata, non Silvia, e rispetto da parlamentare della Repubblica il fatto che lei abbia scelto un diverso credo e che voglia farsi chiamare Aisha. È tornata: è stato pagato un riscatto o non è stato pagato: lo vedremo. Probabilmente tutti noi per le nostre figlie avremmo esortato a pagare un riscatto e avremmo cercato di fare di tutto affinché potessero tornare in patria. Quindi sono ben felice del fatto che una cittadina italiana sia tornata in patria: ciò che c'è dietro lo scopriremo. Onorevole Boldrini, non mischierei tanto la questione con la misoginia o con tanti altri argomenti che vanno di moda quando ci sono contrapposizioni politiche. Io condanno l'odio e sicuramente è una cosa che non va bene. Sono felice che sia tornata; da cattolico, signor Presidente, mi permetta di dire che sono un po' meno felice che si sia convertita, ma è un mio sentimento personale. Ho visto frange della chiesa esultare e definirla un esempio per i nostri figli. Mi permetta da cattolico che io preferirei che mio figlio non si convertisse all'Islam (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intervengo perché ovviamente abbiamo anche avuto modo di applaudire la collega Boldrini: per i banchi della destra è inusuale applaudire l'inizio dell'intervento nel quale lei richiamava alla memoria l'emozione che tutti noi proviamo quando un italiano in qualsiasi circostanza viene a trovarsi liberato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) da forme di oppressione e da rapimenti, così come è stato per Silvia Romano. E noi - lo diciamo con sincerità - però, collega Boldrini, abbiamo apprezzato meno la seconda parte perché non fa un buon servizio a Silvia Romano tentando di innescare una polemica che forse dai banchi del Parlamento italiano potrebbe essere limitata. Noi siamo sempre contenti quando un italiano viene onorato e viene ricordato. Abbiamo da parte vostra sentito meno attenzione per esempio per Fabrizio Quattrocchi, un ragazzo morto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e al quale il Presidente Ciampi dedicò una medaglia al valor militare. Bene, noi abbiamo la stessa stima, lo stesso amore per qualsiasi italiano sempre e crediamo che lei non faccia però un buon servizio nel tentativo di polemizzare sull'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, però - chiedo a lei, proprio per questo - ieri c'è stato un servizio televisivo sul TG1 che ci è piaciuto poco, che ha associato le immagini di una vicenda che ha messo in relazione un alterco che abbiamo avuto con il collega Fiano, che si era avvicinato ai nostri banchi per ragioni che non sto qui a spiegare, perché voglio che in questo intervento non ci siano argomenti polemici, però il TG1 ha associato quelle immagini con le immagini della vicenda legata a Silvia Romano. Non c'entrava niente, è stato un servizio strumentale, su cui i colleghi Mollicone e Santanchè hanno già posto un quesito in Commissione di vigilanza.

Prego lei, come Presidente, di trasmettere al TG1 della RAI una ferma protesta dal nostro gruppo rispetto ad associazioni che sono strumentali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nel tentativo di creare una verità virtuale al servizio di una opinione che evidentemente non è quella che noi, da questi banchi, abbiamo espresso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Lollobrigida. Ovviamente, intanto attraverso le interrogazioni parlamentari che lei ha anticipato e poi con la pubblicità dei nostri lavori d'Aula chi doveva ascoltare ha ascoltato, e in ogni caso riferirò al Presidente Fico la sua richiesta.

Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Semplicemente perché volevo, con l'Aula, fare gli auguri a una persona che, non essendo domani prevista seduta, compie proprio domani 93 anni. È, in qualche modo, uno di noi, perché il suo nome è Pasquale Laurito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pasquale Laurito è un giornalista di lungo corso, una lunga esperienza professionale nelle agenzie e nei giornali, e poi, soprattutto, da quarantatré anni è il fondatore, l'animatore e il direttore di Velina Rossa, una agenzia quotidiana che ha accompagnato, stimolato, criticato, insomma ha fatto anche il lavoro di giornalista e l'attività parlamentare dal 1977. Ecco, tutto qui: lui ha accompagnato il suo lavoro di giornalista con una grande passione politica, e, quando si intrecciano le due cose, ne guadagnano la passione e il giornalismo, se fatti, naturalmente, con correttezza, con lealtà e con rispetto dell'avversario.

Ecco, gli auguri a Pasquale Laurito, infine, Presidente, sono anche un po' gli auguri a tutti i giornalisti, che, come i parlamentari, ma un po' peggio dei parlamentari, seguono in modo difficile i nostri lavori. Ci sono state anche recenti polemiche sulla esclusione dei giornalisti dal Transatlantico, Pasquale Laurito da casa ha preso posizione, ma, al di là di questo, credo che fare gli auguri a Pasquale Laurito significa farli anche alla stampa e all'informazione libera, che, per sua natura, è anche un contropotere. Auguri, Pasquale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Buongiorno. Grazie, Presidente. In quest'Aula si è sentito di nuovo evocare il tema del rientro di Silvia Romano. Noi diciamo, come Lega, bentornata Silvia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Purtroppo, e mi rivolgo a lei, la collega Boldrini non ha ascoltato il question time di ieri pomeriggio con il Ministro Di Maio durante il quale il collega Zoffili ha annunciato, proprio perché preoccupata per le sorti dei nostri connazionali che si impegnano nel volontariato all'estero, una proposta di legge della Lega che sia volta a far sì che casi come questo non accadano mai più. Diciamo, però, con forza che, lontanissimi da ogni misoginia, noi condanniamo quello che è successo, l'esaltazione, di fatto, di Al-Shabaab operata dal nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ho sentito i colleghi ricordare il giornalista Laurito. Le avevo chiesto la parola ieri e poi abbiamo finito tardi i nostri lavori, non ho avuto occasione: Presidente, ieri ricorrevano sessant'anni, era il 13 maggio del 1960, allorché una donna, una giovane ragazza, ventiquattrenne, napoletana, Rosa Oliva, da sola ebbe il coraggio di sfidare la classe, gli uomini, il potere di allora, presentando ricorso alla Corte costituzionale, difesa allora dall'avvocato Mortati, per ottenere il riconoscimento di un sacrosanto diritto, quello delle donne a partecipare ai concorsi pubblici. Lo ricordo con piacere perché, Presidente, allora il Presidente della Corte costituzionale era Azzariti. Ci fu quel riconoscimento pieno. Nonostante questo, Rosa Oliva non usò il pronunciamento per chiedere quel posto che probabilmente le sarebbe spettato nella carriera prefettizia; militò e dedicò la sua vita alla lotta per le donne, per il riconoscimento dei diritti di tutte le donne, e da allora importanti passi in avanti sono stati fatti. Marta Cartabia è la prima donna della Corte costituzionale eletta a presidente della Corte costituzionale, ma, Presidente, il ricordo e il ringraziamento a Rosa Oliva ha un significato per noi ulteriore, perché siamo consapevoli, anche alla luce dei fatti che sono recentemente occorsi, che tanto ancora si deve fare per le donne.

Quindi, chiederei veramente da parte di tutti i colleghi del Parlamento di rivolgere un saluto a Rosa Oliva e un ringraziamento per tutto quello che ha fatto e per tutto quello che ancora ci dovrà vedere impegnati, tutti insieme, per il riconoscimento di diritti, di diritti alle donne; riconoscimento di diritti che purtroppo anche oggi molte volte vengono sviliti e mortificati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Mi pare che non ci siano altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,20, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2447-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2447-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato accantonato l'ordine del giorno Di Muro n. 9/2447-A/85.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Chiedo alla sottosegretaria Zampa se intenda intervenire per modificare il parere precedentemente espresso. No, non viene modificato.

Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Su questo ordine del giorno, a nome del Partito Democratico, chiediamo che si proceda a un voto per parti separate, nel senso che si voti prima il dispositivo, sul quale noi esprimeremo un voto favorevole, chiedendo al Governo di proseguire negli sforzi già messi in campo…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, soltanto pochi secondi. Chiedo ai colleghi deputati di prendere posizione e, comunque, di non parlare tra loro. La deputata Braga sta facendo anche una proposta procedurale, che penso interessi tutta l'Aula e, in particolare, i capigruppo che dovranno esprimersi al riguardo. Prego, deputata Braga.

Presidente, come dicevo, chiediamo di procedere a un voto per parti separate, nel senso di votare prima il dispositivo, sul quale annuncio che noi esprimeremo un voto favorevole, per richiamare il Governo a proseguire nel lavoro messo in campo già in queste settimane per risolvere e affrontare i problemi dei lavoratori frontalieri; mentre non possiamo esprimere un parere favorevole sulle premesse, dal momento che non corrisponde a verità, semplicemente, il fatto che non ci sia stata nessuna iniziativa, in questi mesi e in queste settimane, con i Paesi esteri per affrontare i temi legati alle operazioni di controllo e facilitare la mobilità dei lavoratori frontalieri.

Io credo che quest'Aula, soprattutto i rappresentanti di quei territori che conoscono meglio di altri i problemi dei lavoratori frontalieri, debbano mostrarsi uniti nel dare un segnale chiaro e nel sostenere gli sforzi del Governo. Il tentativo e la tentazione di farlo diventare un tema di propaganda e di polemica politica non aiuta sicuramente al raggiungimento dei risultati per i lavoratori, ai quali tutti noi ci sentiamo obbligati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola agli altri deputati che volessero intervenire, ricordo quindi, anzi riassumo, che il deputato Di Muro non aveva accolto la proposta di riformulazione avanzata dal Governo, quindi torniamo all'ordine del giorno originariamente presentato e la proposta che viene qui avanzata - e quindi così faremo - è quella di votare per parti separate; il che significa che prima metteremo in votazione il dispositivo e successivamente la premessa.

Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, solo per dichiarare che intendo, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Di Muro. La questione dei frontalieri, come abbiamo ricordato ieri, è una questione molto seria, sulla quale c'è stato un sostanziale e inequivocabile disimpegno del Governo in questi mesi. La questione dei frontalieri non riguarda solo la relazione esistente tra l'Italia e i Paesi comunitari come la Francia o altri Paesi, ma anche e soprattutto la relazione tra l'Italia e la Confederazione elvetica, che, come tutti quanti sappiamo, non fa parte dell'Unione europea. Quindi, a nome del gruppo sottoscrivo l'ordine del giorno Di Muro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Currò. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CURRO' (M5S). Presidente, anch'io condivido la proposta della collega onorevole Braga nel merito della votazione per parti separate, per un semplice motivo, perché nelle premesse di quest'ordine del giorno - ricordo, un ordine del giorno - si prende atto che ad oggi nessuna iniziativa è stata adottata dal Governo in proposito. Ricordo ai colleghi che, se non ci fosse stato l'intervento da parte del Governo, i frontalieri non potevano nemmeno andare in Svizzera, non potevano nemmeno andare nel Principato di Monaco, quindi prendere atto di falsità non è cosa che può riguardare questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Invece mi dispiace prendere atto, per l'ennesima volta, di interventi da parte di colleghi dell'opposizione che, anche in questo caso, si dimostrano utilizzare un tema a solo discapito di ricerca di voti. Sa perché, Presidente? Perché le ricordo che l'onorevole Di Muro ieri ha dichiarato: non andate a cercare i voti dei frontalieri nel momento in cui non approvate quest'ordine del giorno. Cioè, noi dobbiamo andare a chiedere i voti. Questa è una logica del passato, che noi dobbiamo assolutamente superare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Utilizzare parole come “lavoratori”… (Una voce dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: Vergognati!)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi fate finire l'intervento al deputato Currò.

GIOVANNI CURRO' (M5S). …è per l'ennesima volta una strumentalizzazione, perché i lavoratori frontalieri sono sempre stati all'attenzione del Governo dal primo momento (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché nel momento in cui c'è stato il lockdown - le ricordo, Presidente, e anche ai colleghi - i frontalieri sono stati il primo provvedimento del Ministero degli esteri che chiariva che potevano andare a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ricordo ai colleghi che se siamo qui con la mascherina non è per una festa di carnevale, ma è perché ci sono delle misure di sicurezza, quindi, se ci sono i disagi, sono disagi che stanno vivendo tutti gli italiani, compresi noi in questo momento. Quindi ricordo a tutti che la regione Lombardia è oggetto del più grande fallimento della gestione sanitaria della storia della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Quindi, se dobbiamo metterci le fette di prosciutto davanti agli occhi…

PRESIDENTE. Colleghi!

GIOVANNI CURRO' (M5S). Detto questo, concordo con l'impegno di assicurare sempre maggiore…

PRESIDENTE. Colleghi, fino a prova contraria, esiste…(Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Deputato Currò, lei è pregato di attenersi ovviamente all'argomento in esame…

GIOVANNI CURRO' (M5S). Assolutamente.

PRESIDENTE. …quindi la sua ultima battuta mi pare ovvio che sia ultronea rispetto all'ordine del giorno Di Muro. I colleghi…. (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Una voce dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: Buffone!) Tuttavia, colleghi, il compito di gestire quest'Aula spetta alla Presidenza, quindi io penso che sia del tutto inopportuno tentare di sovrastare, fino a rischiare di impedire o al deputato interessato o alla Presidenza di svolgere il proprio compito con atteggiamenti oggettivamente sbagliati (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, se riportiamo un po' di calma (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… Colleghi, cerchiamo di portare rispetto all'istituzione che rappresentiamo! Può concludere, per favore? I deputati che sono ubicati in tribuna si devono mettere la mascherina, cortesemente. Dovete mettere la mascherina (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

GIOVANNI CURRO' (M5S). Presidente, se può ricordare ai colleghi di mettere la mascherina, visto che non è un capriccio, ma è in atto una pandemia mondiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ciò perché, Presidente, sembra che, negli ultimi periodi, il Governo per capriccio si è inventato la questione di chiudere le attività, per capriccio si è inventato misure sanitarie, ma nel momento in cui (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… Presidente, vorrei concludere.

PRESIDENTE. Prego. Concluda, per favore.

GIOVANNI CURRO' (M5S). Nel ricordare che l'impegno nei confronti dei frontalieri e dei disagi dei frontalieri, che stanno vivendo tutti i giorni, è costante e continuativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Una voce dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: Non è vero!). Ciò perché, nel momento in cui ci sono delle frontiere, ricordo che anche in questo momento gli spostamenti da una regione all'altra sono assolutamente limitati, quindi figuriamoci nei confronti degli altri Paesi. Quindi, nel ricordare anche ai colleghi che si tratta di frontiere, cosa che a loro è ben all'attenzione, ci sono limitazioni (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi deputati, chiedo la vostra collaborazione, e vi ricordo che ognuno qui dentro è libero di esprimere le proprie idee come crede. Siamo in un luogo che dovrebbe ispirare a tutti i comportamenti più saggi e rispettosi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali), per ciascuno di noi, per ciascuno dei gruppi che rappresentiamo e per tutto il Parlamento italiano. Cortesemente, chi ha qualcosa da dire è libero di poterlo fare alzando la mano, prenotandosi e parlando, e contestando così le eventuali argomentazioni degli avversari. Prego, concluda, per favore.

GIOVANNI CURRO' (M5S). Presidente, nel ricordare a tutti i colleghi che in questo momento e anche in questi giorni ci sono stati dei morti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), invito anche i colleghi a rispettare questi morti, almeno facendo terminare, e…

PRESIDENTE. Lei si rivolga alla Presidenza.

GIOVANNI CURRO' (M5S). …a ricordare a tutti che l'impegno nei confronti dei frontalieri nell'entrare in altri Paesi è costante e continuativo, ma la priorità è la sicurezza sanitaria dei cittadini, non dimentichiamolo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha esaurito il suo tempo. C'è una richiesta di intervento per un richiamo al Regolamento, anzi ce ne sono due, mi pare; una è del deputato Fratoianni. Prego, a lei la parola, deputato.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signor Presidente, francamente io credo che quello che è accaduto poco fa, che sta accadendo questa mattina in quest'Aula, sia davvero molto grave. Attiene alla modalità della nostra discussione, al rispetto dei punti di vista dei colleghi e delle colleghe, attiene all'indecenza di minacce ripetute nei gesti e nelle parole da parte, sistematicamente, dai banchi di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), e attiene anche, signor Presidente, alla sicurezza di tutte e di tutti noi: in quest'Aula è obbligatorio per tutti e tutte l'uso della mascherina! Come è stato ricordato, questo non è un gioco, non è teatro. Io parlo per me: non intendo continuare a lavorare in un'Aula in cui, per urlare, per insultare e per minacciare, i colleghi e le colleghe della Lega, della destra, continuano sistematicamente a togliere la mascherina, a urlare, a sputacchiare in quest'Aula! È una vergogna e lei deve impedirlo! È una vergogna! Vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva)!

PRESIDENTE. Deputato Fratoianni, adesso…. Ma qui addirittura volano i coriandoli. Colleghi deputati! Io faccio nuovamente appello a voi e a chi vi rappresenta a mantenere un atteggiamento consono a quest'Aula, altrimenti sarò costretto a sospendere i lavori.

Detto questo, i rilievi fatti poco fa dal deputato Fratoianni, ovviamente assumendosene la responsabilità, sono legittimi e io penso che, come abbiamo fatto in più circostanze, sarà opportuno, una volta formalizzati (perché io mi sono accorto della confusione, non certamente degli insulti, altrimenti li avrei immediatamente ripresi e sanzionati), attraverso la visione anche dei filmati, si potrà eventualmente procedere appunto all'emissione di sanzioni nei confronti dei deputati che si fossero resi protagonisti di minacce, contumelie e quant'altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per richiamo al Regolamento ancora, il deputato Ziello, che certamente collaborerà nel tentativo di riportare la calma in quest'Aula. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Due articoli del Regolamento voglio richiamare. Il primo, il terzo comma dell'articolo 39: quando un deputato, come nel caso del deputato del MoVimento 5 stelle, si discosta dalla questione su cui chiede di intervenire, lei, signor Presidente, pur avendo noi tutti un grande rispetto per la sua conduzione dell'Aula, deve interdire la parola al deputato che non segue il tema su cui chiede parola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Secondo, articolo 37: il deputato Fratoianni deve rivolgersi alla Presidenza, non ad altri deputati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle)! Tra l'altro, il deputato Fratoianni si dimentica che l'unico ad offendere in quest'Aula è lui, perché dei colleghi della Lega non c'è nessuno che sputacchia: l'unico che sputacchia forse è il deputato Fratoianni quando racconta le sue scemenze in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Ziello, intanto la ringrazio per averci ricordato il Regolamento, che comunque prevede che quando un deputato si discosta dall'ordine del giorno debba essere richiamato per due volte e, alla terza volta, gli si deve togliere la parola. Io, come lei ha potuto constatare, ho richiamato il deputato Currò e il deputato Currò, gentilmente - diciamo così - è tornato a discutere della materia in oggetto.

Ha chiesto di parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei cercare, se possibile, di riportare una parola di concordia rispetto a determinati temi, soprattutto nel momento in cui il Paese aspetta da noi un comportamento responsabile. Devo dire, in particolare, che determinate minacce, determinati atteggiamenti, e soprattutto il fatto di non indossare la mascherina, rappresentano, in questo momento, un segnale non idoneo a quello che è il comportamento che noi, come istituzioni, dobbiamo avere. Capisco che stare in tribuna può ricordare lo stadio, ma noi siamo nell'Aula della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Sempre per richiamo al Regolamento? No. Allora deve aspettare, perché ci sono altri deputati che hanno chiesto di parlare prima di lei. Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, per un richiamo agli articoli 8 e seguenti. Solo per una precisazione, perché va bene la verve oratoria di alcuni deputati che spesso non contestualizzano il luogo nel quale si trovano, però siccome si è nominata la destra e noi ci sentiamo di rappresentare in quest'Aula certamente la destra, se non altro geografica di questo Parlamento oltre che politica, e non siamo abituati a sputacchiare, vorrei ricordare ai colleghi che mentre a Palazzo Chigi si accumulavano po' di mascherine, da parte dei banchi del Partito Democratico, da parte dei banchi del MoVimento 5 Stelle, si invitava questo Parlamento a non indossare la mascherina, perché la deputata di Fratelli d'Italia Baldini indossava all'epoca la mascherina per prima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, insomma, deputato di LeU, Fratoianni, non mi rivolgo a lei se non tramite la Presidenza, ricordi bene: la destra ha tentato di dare l'esempio in quest'Aula molto prima che voi capiste a che cosa servivano le mascherine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dall'Osso, che prima non aveva fatto intendere che volesse parlare per fare una proposta sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, giusto per riportare un attimo le cose come stanno: io in quest'Aula, il 27 febbraio, lanciai l'allarme con la mascherina, e venni bullizzato dalle persone che ora dicono: eh, ma c'è il Regolamento interno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Eh, grazie che c'è il Regolamento interno! Per fortuna che qualcuno lanciò l'allarme, e non venni ascoltato, e preso in giro.

Detto questo, Presidente, io ringrazio lei, ringrazio il collegio dei questori per averlo imposto. E dico anche che ora se voi avete la mascherina, diciamo che più che intelligenti direi che siete altruisti: sappiate che la mascherina che avete è denominata la mascherina altruista, perché impedisce a voi di contagiare gli altri, non agli altri di contagiare voi; sappiatelo, grazie. E ascoltate quando parlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie per questo appello a tenere la mascherina; e io aggiungo, a tenerla soprattutto nel posto giusto, e chiedo a chi ci assiste tecnicamente di alzare il volume del microfono, perché quando si parla con la mascherina si fa fatica anche ad ascoltare la propria voce.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, visto che è emerso questo inciso sull'utilizzo della mascherina. Dai banchi della maggioranza, dai banchi del MoVimento 5 stelle, dei banchi di LeU arriva all'opposizione una morale sull'uso della mascherina. La morale, Presidente, cari colleghi, fatela a Palazzo Chigi, fatela al signor Arcuri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che oltre ad essere incompetente, è pure antipatico agli italiani, che tutte le mattine escono di casa, nei nostri territori, per cercare di andare a comprare le mascherine a 50 centesimi e non le trovano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputato Zoffili! Deputato Zoffili! No…

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). E abbiate la serietà, sull'ordine dei lavori, Presidente, adesso di tornare a parlare dei problemi reali dell'Italia.

PRESIDENTE. Benissimo, cominciamo da adesso allora, da lei.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Questo Governo ha messo in coda i frontalieri sui nostri confini, li state mettendo in coda anche in Parlamento: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie Presidente. Io credo sia utile e importante soprattutto per i frontalieri, che sono oggetto di questo ordine del giorno, tornare al merito della discussione che stavamo facendo qualche minuto fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Chi come me viene dai territori di frontiera (io vengo da un territorio che confina con la Confederazione elvetica), credo sia importante che questo Parlamento dia un messaggio unito ai frontalieri, ai frontalieri che non hanno bandiera, ma che sicuramente hanno tante problematiche e le hanno vissute. Lo dico soprattutto ai colleghi della Lega, che ben sanno quali sono i problemi annosi che i nostri frontalieri affrontano anche nel portare le loro istanze in questo Parlamento. Parliamo di migliaia di lavoratori che contribuiscono alla ricchezza dei nostri territori, e che contribuiscono anche alla ricchezza dei territori come la Confederazione elvetica, come la Francia, come la Slovenia, in cui prestano il loro servizio in tanti settori importanti, che anche in quei territori sono stati danneggiati. E quindi le preoccupazioni nostre sono quelle di tutti, legate ai lavoratori che lavorano nella sanità, che lavorano nel mondo dei servizi, e che in queste settimane sono stati sempre nelle azioni, nei pensieri, ma soprattutto negli atti concreti del Governo. E io credo che se da questa Aula potrà uscire un voto unanime, fatto da tutti i gruppi parlamentari, l'azione del nostro Governo sarà più forte nell'interlocuzione con Paesi amici, che però devono bene tenere presenti le esigenze dei nostri frontalieri.

Noi l'abbiamo fatto nelle settimane scorse, non soltanto riguardo all'apertura dei valichi minori. Io vengo dalla provincia di Varese e nei giorni scorsi, quando ci sono state le prime avvisaglie di code, di lunghissime code, di due o tre ore, su questo, tutti noi ben sappiamo - abbiamo visto le immagini dei nostri frontalieri in coda - che non si meritano questo. Ed è per questo motivo che il sottosegretario Scalfarotto ha prontamente contattato l'ambasciatrice svizzera in Italia e il dottor Balzaretti, perché, da questo punto di vista, i nostri frontalieri non si meritavano questo. Alcuni valichi sono stati aperti, alcuni devono ancora essere aperti, ma è proprio per questo motivo che il Parlamento deve portare avanti un'iniziativa unanime e concreta, perché le bandiere non servono a nessuno e a noi credo debba interessare risolvere i problemi.

E di problemi ce ne sono anche tanti altri, noi l'abbiamo vissuto soprattutto nelle fasi iniziali di questa emergenza, quando il nostro Paese aveva inserito le prime misure di distanziamento, mentre in altri Paesi ancora non erano state inserite e le preoccupazioni dei nostri frontalieri erano anche legate alla loro sicurezza, alla loro salute e alla salute dei loro familiari. Anche da questo punto di vista, io mi permetto di sottolinearlo, il nostro Governo, in un'ottica di collaborazione reciproca, ha fin dall'inizio fatto presente che si dovevano tenere in considerazione anche i nostri lavoratori frontalieri che, in quelle ore, vivevano con grandissima preoccupazione il fatto di dover lavorare in territori dove ancora non erano state inserite misure di distanziamento sociale. Io credo che, per le prossime settimane, dovremo lavorare insieme sull'apertura dei valichi minori che ancora non sono aperti, ma, soprattutto, sulle misure di sostegno ai nostri frontalieri, ma anche ai comuni di frontiera, ad esempio, su un tema che noi ben conosciamo, noi che viviamo in quei territori, sul tema dei ristorni, perché i territori di frontiera sono quelli che sono stati maggiormente colpiti da questa emergenza e molti lavoratori si presume che possano, anche in quel caso, rimanere senza lavoro, soprattutto penso ai lavoratori che lavorano nel mondo dei servizi.

Quindi, io mi associo - ritornando alla discussione fatta qualche minuto fa - alla richiesta di poter votare questo testo per parti separate, perché credo davvero che in questo Parlamento, su un tema che riguarda migliaia di frontalieri - 70 mila soltanto nelle province di Varese, Como e Verbania - non ci debbano essere divisioni che essi non meritano, in Parlamento. E questo è l'unico modo per dare forza - e lo dico a chi è stato al Governo qualche mese fa - alla nostra diplomazia: se il Parlamento è unito sui frontalieri, credo che si possano raggiungere risultati più importanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

Ci sono degli iscritti a parlare, quindi state in fila. Sull'ordine lavori già abbiamo dato la parola, se ne è parlato in lungo e in largo dell'ordine dei lavori. Prego, deputato Pettarin.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Io intervengo rapidissimo, prima di tutto, per chiedere l'autorizzazione al collega Di Muro a sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 e in ciò a ricordare che le problematiche sottolineate non sono proprie solo di quel territorio, ne abbiamo di analoghe e, forse, di peggiori, ai confini est. I confini tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia sono gravati da problematiche gravissime, in maniera particolare quelle tra Gorizia e Nova Gorica. A fronte di questi tipi di temi, sottolineo che in quel caso, forse, la situazione è ancora peggiore, perché la Slovenia è un Paese dell'Unione europea: non si è compreso, da parte di Governi come quello sloveno, che la chiusura delle frontiere interne non ha senso e non è il risultato che può dare la soluzione al momento che stiamo vivendo e la totale sordità rispetto a queste problematiche è veramente disarmante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Come rappresentante di un territorio di confine, desidero ricordare due impegni precisi che ha preso il nostro Paese proprio nell'affrontare il nodo dei lavoratori transfrontalieri. Il primo impegno è stato quello che, grazie agli accordi e alle negoziazioni con i nostri Paesi di vicinato, è stato possibile consentire ai lavoratori transfrontalieri, soprattutto nell'area elvetica, di lavorare, di recarsi al lavoro e di tornare la sera a casa. Questo, nel DPCM dell'8 marzo, è stato scritto nero su bianco dopo un accordo non facile con la Svizzera, perché dobbiamo tenere presente il contesto: questi lavoratori, i nostri cittadini, provenivano dalla zona rossa di un Paese rosso; entravano in un Paese che non aveva contagi, anche oggi la Svizzera ha bassissimo livello di contagio. Quindi, quello che abbiamo potuto fare è stato far leva su uno dei punti chiave dei Trattati europei, che è il Regolamento (CEE) n. 1612/68 del Consiglio, del 15 ottobre 1968. Quanto sono importanti i principi su cui si basa la cooperazione europea: questo Regolamento parla della tutela della libera circolazione dei lavoratori e della non discriminazione. Proprio partendo da questo e lavorando con le comunità elvetiche, abbiamo permesso ai nostri cittadini di lavorare per tutto il periodo della pandemia.

Rispetto alle facilitazioni delle operazioni di controllo, voglio fare un appunto. Nel DPCM dell'8 marzo c'è scritto, nero su bianco, ed è stato l'accordo preso, che i lavoratori potranno comprovare il motivo dello spostamento per ragioni lavorative con qualunque mezzo, inclusa la certificazione; questo proprio per lasciare libere le aziende e i lavoratori di dimostrarlo, senza vincolarle alla carta e alla burocrazia. Quindi, con qualunque mezzo, inclusa la certificazione, ha aperto tante modalità.

Altra cosa. Su altre zone di confine, le misure e i controlli sono diversi perché i Paesi con cui ci siamo confrontati avevano delle alarm diverse. Nel mio caso, del Brennero, l'Austria chiede e ha chiesto il certificato medico, per esempio: a loro non interessava se uno andava a lavorare o no, volevamo sapere se era sano. Pertanto, dobbiamo ricordarci che sui territori di confine - ne abbiamo quattro nel Nord Italia - è stato importante il lavoro serrato di negoziazione.

Ultimo punto. Cosa è stato fatto ieri? Perché non so se avete letto il documento che regolamenta tutti i flussi turistici e prevede l'apertura dei confini. Lì è entrato un punto su cui il nostro Paese ha inciso e voi troverete, nel documento rilasciato dalla Commissione europea, concordato con tutti i Paesi, che, al primo posto delle categorie a cui garantire la libera circolazione, ci sono i lavoratori transfrontalieri. Questo è un punto che abbiamo voluto mettere ed è un punto importante. Pertanto, ribadisco, non è vero che è una categoria che è stata trascurata e su tutti i territori di confine, che io chiamo le nostre aree europee, c'è stato un serrato lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sta per parlare il deputato Ungaro, mi dispiace capiti di proprio a lui, però volevo ricordare, giusto per dare il tempo all'Aula, quindi nella piena libertà di fare quel che si desidera, che c'è un accordo tra i presidenti dei gruppi, quindi un accordo unanime, per concludere questo provvedimento entro le ore 12 di questa mattina. Quindi considerate, ve lo ricordo, che c'è questa intesa e, quindi, conseguentemente, bisogna tentare, se confermata, di mantenere gli interventi di ciascun gruppo in un lasso di tempo tale da poterci mettere in sintonia con questa scadenza. La parola al deputato Ungaro, chiedo scusa. Prego.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, a titolo personale. I colleghi Molteni e Di Muro hanno detto delle cose inesatte ieri, perché questo Governo e questa maggioranza hanno estremamente a cuore il tema dei 70 mila lavoratori italiani transfrontalieri. Grazie a questa maggioranza e ai contatti continui con il Consiglio federale della Confederazione elvetica e con l'ambasciata elvetica in Italia la frontiera è rimasta aperta. Abbiamo permesso a questi lavoratori di lavorare e non soltanto di lavorare, ma anche insicurezza. Quando in Italia venivano applicate misure molto più severe dal punto vista sanitario e non lo erano dalla parte svizzera, i contatti con i cantoni, con i Grigioni, e la Svizzera italiana, il Ticino, Losanna e Ginevra, hanno permesso l'applicazione di misure severe sanitarie per permettere a questi lavoratori di lavorare in sicurezza, ma anche ai 600 mila lavoratori italiani che vivono e lavorano in Svizzera. Quindi, veramente vedo dalla Lega un uso strumentale di questo tema, un uso strumentale sulla pelle dei lavoratori transfrontalieri.

Chiedo veramente il voto per parti separate, come ha chiesto la collega Braga, a tutela, appunto, dei lavoratori transfrontalieri, ma anche dei cittadini italiani che lavorano nei nostri paesi limitrofi, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Grazie, Presidente. Volevo riprendere quello che è stato detto da chi ha accusato la Lombardia di avere il peggior sistema sanitario italiano: davvero è vergognoso dire questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché chi fa questa accusa voglio sapere su che base fa questa accusa. Il peggior sistema sanitario rispetto a cosa? Rispetto al COVID? Okay, allora rispetto al COVID e anche in questo caso rispetto a quali parametri? Con quali riferimenti? Questa è una cosa importante, perché vuol dire non aver rispettato e non rispettare i morti che ci sono stati, le cure date da medici, infermieri, personale sanitario…

PRESIDENTE. Deputata Baldini, la legge è uguale per tutti: la invito a stare all'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro, che nulla ha a che vedere con la questione della Lombardia, ho ripreso lui e riprendo lei.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Riguarda anche i frontalieri: anche i frontalieri hanno avuto le loro difficoltà ad accedere alle cure, perché la Lombardia è sempre stata una regione che ha accettato e ha curato tutto quello che è possibile. È vergognoso, perché la Lombardia ha dato tutto quello che poteva, è stata la prima. Anche ritornato alle mascherine, il Presidente Fontana è stato il primo ad indossare la mascherina: è stato deriso da tutti…

PRESIDENTE. Sì, ma deve parlare dell'ordine del giorno e l'ordine del giorno ha al centro i transfrontalieri.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Anche i transfrontalieri si sono trovati in difficoltà, in grande difficoltà per accedere alle cure, perché purtroppo i morti che ci sono stati in Lombardia sono dovuti a questo virus, che per primo è arrivato Lombardia e la medicina, la cura ha bisogno di tempi, di tempi e l'Italia dovrebbe ringraziare di quello che ha fatto la Lombardia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, qui avete l'obbligo di dire la verità e di non dire menzogne: il 10 aprile, il Senato della Repubblica ha approvato un ordine del giorno vincolante, nel quale, leggo testualmente: “Si ravvisa l'assenza di misure a sostegno dei lavoratori residenti nel territorio dello Stato italiano che prestano servizio all'estero”. Il 24 aprile la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno, approvato dal Governo, nel quale si ravvisa l'assenza di misure a sostegno dei lavoratori residenti all'estero e in particolare i frontalieri. Negli stessi ordini del giorno il Governo si impegnava non a valutare l'opportunità, ma a procedere, nel primo provvedimento possibile, a dare quello che gli era dovuto: il sostegno dei 600 euro. Andate a leggere cosa c'è nell'articolo 89 della “Treccani” che avete approvato stanotte: non c'è un euro, ancora, davanti ai frontalieri. Con quale coraggio vi presentate oggi a parlare di mascherine, di quello che succede qui dentro (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)? Ma lo capite o no, che lì non hanno più pane per mangiare? Ma lo ha capite o no che hanno già perso il lavoro? Ma lo capite o no che li avete traditi? Con quale coraggio, ancora oggi, vi presentate a parlare di frontalieri? Avete tradito due volte - chi tradisce tre volte sapete la fine che fa - avete già tradito due volte. Il Governo adesso, nelle premesse, quando le accoglierà e se le accoglierà, dirà che ad oggi nessuna iniziativa è stata adottata in proposito. Ma allora, perché vi alzate e parlate? Fate quello che non avete fatto oggi in tre mesi. Li avete abbandonati, li avete traditi! E non abbiate il coraggio di dire qualcosa sui frontalieri, perché nessuno di voi ha mosso un dito, nonostante impegni sottoscritti due volte dal Governo e rimasti lettera morta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente, solo per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro sui lavoratori transfrontalieri e per fare una piccola chiosa sulla debolezza della nostra politica estera: il confine del Friuli Venezia Giulia con la Repubblica di Slovenia, ha visto, nei mesi scorsi, chiudere i valichi confinari con dei massi, con dei massi. Un piccolo Stato confinante come la Repubblica di Slovenia non solamente ha chiuso i confini con l'Italia, ma li ha chiusi in modo simbolico, mettendo sulle strade dei massi, qualcosa che ci fa tornare a periodi bui dei rapporti internazionali, quando ancora l'Europa era divisa tra l'Est e l'Ovest, qualcosa che ha fatto rabbrividire, rabbrividire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma la nostra politica estera non ha saputo dire una parola. Quindi, Ministro Di Maio, mi rivolgo tramite lei, Presidente, al Ministro, dicendogli una cosa chiara: le ho scritto, un parlamentare della Repubblica le ha scritto per informarla della situazione e chiedendole una risposta, ma ovviamente tutto è stato silenziato, perché non c'è forza politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Condividendo quanto è stato appena detto, nella speranza che l'udito torni e che rivediate il parere di quest'ordine del giorno, chiedo ai colleghi la possibilità di aggiungere anche la mia firma a questo ordine del giorno, insieme a quella delle colleghe Marrocco e Siracusano, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zicchieri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto vorrei riportare l'argomento a quello che è l'ordine del giorno, perché da troppi colleghi, in particolare dei 5 Stelle, abbiamo ascoltato inesattezze. Qui si parla di 90 mila frontalieri italiani, di 90 mila famiglie, di 90 mila posti di lavoro, a cui questo Governo non sta dando risposte, è questo l'argomento; perché se vogliamo parlare di quello che non è l'argomento all'ordine del giorno, invito i colleghi 5 stelle a capire che in quest'Aula si risolvono i problemi, non si fanno spot e propaganda elettorale fine a se stessa; perché se vogliamo parlare delle famose mascherine, i cittadini del Lazio, i sindaci dei comuni del Lazio ancora oggi non le hanno, perché Zingaretti ha dato 11 milioni di euro di anticipo alla Ecotech Srl e le mascherine non le hanno i laziali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Si attenga al tema.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). E quando si offende, dando dei “baluba” ai deputati della Lega, voglio ricordare che gli ultrà della curva di Bergamo erano a montare gli ospedali, i deputati 5 Stelle dov'erano? Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Deputato Zicchieri, è il secondo richiamo che le faccio per stare sul tema. Ha concluso? Bene. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare un paio di cose. Uno: ai deputati del territorio, che sono loro che hanno iniziato a fare propaganda inopportuna, quando il grido dei frontalieri era chiaro, code che non sono ancora state eliminate, non avevano nemmeno la possibilità di ritirare gli stipendi e hanno un posto di lavoro che ovviamente è in bilico e non sappiamo ancora quali siano le misure che possono arrivare da questo Governo. Inoltre, ricordo che i deputati della Lega, quando si oppongono o alzano la voce lo fanno per il popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti), perché non è stato preso in considerazione nessuno dei frontalieri, né chi ha bisogno da questo Governo. Chi ci ha pensato - e lo ricordo in particolare ai deputati lombardi - sono le regioni che hanno pagato con la vita, perché il deputato Currò, che parla della Lombardia e della sanità lombarda, si ricordi che sono più di 13 mila i morti, anzi quasi 15 mila e il lavoro dei nostri sanitari, dei “governatori”, dei sindaci, dei territori è stato encomiabile, e si vergognino quelli che sono al Governo e non hanno sostenuto le regioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. La ringrazio, pur ricordandole che in quest'Aula tutti rappresentano, per Costituzione, il popolo italiano.

Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro, che è anche il primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/85. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Ma devo dire che sono particolarmente soddisfatto che finalmente nell'Aula della Camera si sia un compiuto dibattito su quelle che sono le legittime aspettative dei lavoratori frontalieri. Forse non c'è mai stato un dibattito così approfondito dal dopoguerra ad oggi; mi fa piacere, speriamo che possa avere un qualche riscontro.

Tuttavia, devo dirvi che sono veramente avvilito di aver sentito dire, da parte di alcuni esponenti di maggioranza, che probabilmente hanno iniziato da oggi a occuparsi dei frontalieri, delle inesattezze solo per dover giustificare un'azione di Governo, che non c'è stata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vorrei essere un po' più preciso: il collega del Movimento 5 Stelle, che segue evidentemente l'entusiasmo con cui il suo ex capo politico, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, annunciava la notizia, parla di un intervento di decreto del Governo. Ve lo leggo questo intervento del decreto del Governo (è un decreto interministeriale del 17 marzo), testuali parole, poi le commentiamo insieme (vediamo se ho capito male): al fine di contrastare il diffondersi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, tutte le persone fisiche in entrata in Italia, tramite trasporto, aereo, ferroviario, marittimo o stradale, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso in Italia al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per territorio, e sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all'isolamento fiduciario per un periodo di 14 giorni. Sapete cosa significa questo decreto del 17 marzo? Sapete come si interpreta? Che tutti i lavoratori frontalieri, che la sera rientravano dal lavoro a casa dalle proprie famiglie, dovevano entrare in autoisolamento per 14 giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), anche se non avevano il COVID-19.

PRESIDENTE. Concluda.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Per fortuna, scusi Presidente, per fortuna, c'è qualche deputato - che non si occupa saltuariamente dei frontalieri - che ha fatto notare al Governo quanto fosse incapace nello scrivere le norme, e il 18 marzo - il giorno dopo - vi è stato un nuovo decreto del Governo che ha cambiato idea e ha escluso i frontalieri.

Siete incapaci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e create problemi…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare la deputata Bubisutti. Ne ha facoltà.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie Presidente, chiedo di poter sottoscrivere questo ordine del giorno, ma vorrei anche sottolineare che condivido totalmente quanto detto dal mio collega Novelli. Io provengo dal Friuli Venezia Giulia, vorrei ricordare un aspetto importante, che tra l'altro abbiamo anche ricordato al Ministro Franceschini, che riguarda soprattutto il turismo, in particolare la debolezza del nostro lavoro, come Ministero degli Esteri. Tutti sapete che l'Austria, la Slovenia e la Germania, assieme alla Croazia, stanno facendo accordi perché vi sia un passaggio facilitato per i turisti della Germania. Bene, l'Italia non è stata minimamente coinvolta, tanto meno il Friuli Venezia Giulia. Vorrei ricordare anche, visto che si è parlato di muri e si è parlato di blocchi per la Slovenia, che soprattutto noi, Friuli, lingua minoritaria, rispetto agli sloveni, riceviamo briciole.

PRESIDENTE. Prima di porre in votazione l'ordine del giorno, la sottosegretaria Zampa ci vuole dare probabilmente delle indicazioni sugli impegni e sulla premessa dell'ordine del giorno che ci apprestiamo a votare. A lei la parola.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie Presidente, il Governo accoglie la proposta che è stata avanzata e, quindi, il parere è favorevole sul dispositivo, mentre resta contrario sulle premesse.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti…

Ha chiesto di parlare il deputati Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI (LEGA). Grazie Presidente, avevo chiesto anche prima di parlare.

Prima una nota ai colleghi del 5 Stelle: quando si parla di lavoro e lavoratori, di astenersi di intervenire per manifesta estraneità di materia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti). Dopodiché…

PRESIDENTE. Prosegua..

DARIO GALLI (LEGA). Dopodiché ai colleghi del PD - che solo, in queste occasioni, si ricordano di essere provenienti da territori quali la nostra provincia di Varese o di Como - ricordo che, con i loro Governi, si è arrivati addirittura ad accusare i frontalieri di essere esportatori di valuta, tant'è che, per un periodo, si cercò di bloccare i conti correnti dei lavoratori: ovviamente, lavorando in Svizzera in questo caso e ricevendo lo stipendio da aziende svizzere, avevano il conto corrente in Svizzera. Ci avete messo credo un paio di mesi a capire che non erano loro che avevano esportato i capitali all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allo stesso modo, visto che si parla di ristorni, ricordo che la Svizzera, che è un Paese serio, il 30 giugno di ogni anno paga, rigorosamente, fa bonifico bancario allo Stato italiano di quanto dovuto per il ristorno dei frontalieri l'anno prima, quindi sei mesi dopo, e lo Stato italiano, ai comuni e alle province di confine - lo sanno bene le mie colleghe lombarde -, questi soldi arrivano da un anno e mezzo a due anni dopo che gli svizzeri li hanno versati sul conto corrente italiano. Quindi, magari, prima di criticare, andate a vedere quali sono i problemi della burocrazia italiana, che voi, nei vostri 11 anni di Governo, non avete minimamente cambiato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dopodiché, sulla questione delle frontiere e dei lavoratori, ricordiamo che i 90 mila, in particolare, i 70 mila che vanno in Svizzera tutti i giorni, mi riferisco soprattutto alle province di Varese e di Como, sono tutti lavoratori qualificati, che si recano in Svizzera non più per svolgere i lavori degli anni Cinquanta (che uno ha in mente), il minatore in Belgio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma ormai vanno a lavorare negli ospedali, nelle banche e hanno posti qualificati nelle aziende, tant'è che in Canton Ticino un terzo dei lavoratori sono italiani e, se non vi fosse questo terzo dei lavoratori italiani, l'economia del Canton Ticino praticamente si fermerebbe. E questi 70 mila stipendi, adeguati a quelle che sono le mansioni, arrivano in Italia e vengono spesi in Italia; quindi, di fatto, contribuiscono al bilancio verso l'estero, ed è una sorta di esportazione aggiunta a quello che è il bilancio dello Stato. Quindi, sono, come dire, lavoratori tutt'altro che marginali ma assolutamente importanti anche per la nostra economia. A fronte di questo, cosa siamo capaci di dire? Che abbiamo aperto le frontiere per farli lavorare. Guardate che, in Svizzera, tolti i primi momenti in cui tutti non sapevano a cosa si stava andando incontro, hanno immediatamente riaperto le frontiere, perché di questi lavoratori avevano ed hanno assolutamente bisogno. E visto che parliamo di lavoratori all'estero, in particolare della Svizzera, invece di criticare e di non fare nulla, fatevi qualche domanda: la prima, come mai questo atteggiamento la Svizzera ce l'ha solo con l'Italia, e non con gli altri Paesi confinanti, dove vi sono altrettanti lavoratori frontalieri? Quindi, fatevi un esame di coscienza rispetto all'operato del nostro Ministero degli Esteri, in particolare del Ministro degli Esteri. Visto che, in questi giorni, si parla anche di cose importanti da un punto di vista economico, chiedetevi come mai la Svizzera, quando è iniziato il problema dell'emergenza COVID, in poche ore, ha messo i soldi direttamente sui conti correnti delle sue aziende, mentre oggi noi, a tre mesi dalla partenza, siamo ancora a discutere su come fare a dare la cassa integrazione con due mesi e mezzo di ritardo e poi parlate di lavoratori frontalieri, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie a lei, aveva ancora un minuto a disposizione. Allora, prima di porre in votazione l'ordine del giorno n. 85, ha chiesto di parlare il primo firmatario dell'ordine del giorno stesso, Di Muro, limitatamente, perché lei ha esaurito il tempo, gli interventi, eccetera, limitatamente ad un eventuale parere sulle proposte formulate adesso dal sottosegretario Zampa, altrimenti sono costretto a toglierle la parola. Prego.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie Presidente, sì, in merito al parere del sottosegretario, noi abbiamo difficoltà a capire di cosa stiamo parlando, perché l'impegno originario, di cui sono primo firmatario, insieme ai colleghi della Lega, dice: attivarsi il prima possibile per superare le criticità esposte in premessa.

PRESIDENTE. Su questo, lei non può svolgere un intervento. Lei ci deve dire se è favorevole o è contrario sugli impegni e sul parere.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Io chiedo al sottosegretario…

PRESIDENTE. Prego, chiarisca.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Io chiedo al sottosegretario, visto che abbiamo aperto la seduta di oggi in cui il sottosegretario, nonostante l'appello del Partito Democratico, confermava la riformulazione di “continuare a”, di “vedremo” o robe di questo tipo, non ho capito se dà per buono l'impegno proposto dalla Lega, che mi pare abbia avuto anche consenso in gran parte dell'Aula, e quindi rivede la posizione del Governo andando incontro a quanto detto dal sottoscritto.

PRESIDENTE. Va bene. Sottosegretario Zampa, ci può chiarire il pensiero autentico del Governo sugli impegni dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/85, quelli trascritti nell'ordine del giorno Di Muro?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il parere del Governo è favorevole sul dispositivo ed è contrario sulle premesse, esattamente come indicato dall'intervento. Accoglie, quindi, la posizione illustrata dall'intervento dell'onorevole Braga.

PRESIDENTE. La ringrazio. Pongo in votazione con queste precisazioni… (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Allora, se non ho capito male, cerchiamo di riassumere perché la confusione è (Dai banchi del gruppo della Lega Lega-Salvini Premier : “Non si può votare così! Non tiene!”- Proteste)… Colleghi deputati! Stiamo per porre in votazione l'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro, che ci vede impegnati dal tardo pomeriggio di ieri. Allora, l'ordine del giorno è il medesimo, quindi è l'originario, se non ho capito male; sugli impegni trascritti da Di Muro nell'ordine del giorno c'è il parere favorevole del Governo, senza modifiche. Conferma ciò, sottosegretario, vero? Mentre sulle premesse c'è il parere contrario del Governo: questo si era capito, adesso repetita iuvant.

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro relativamente agli impegni con parere favorevole… (Proteste).

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Foti?

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, è solo sulla logica dell'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Lei ha già parlato, deputato Foti, lo sa, vero?

TOMMASO FOTI (FDI). No, non ho parlato.

PRESIDENTE. Ha fatto due interventi.

TOMMASO FOTI (FDI). Non ho parlato.

PRESIDENTE. Ha fatto due interventi, deputato Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Sto parlando su un richiamo al Regolamento, perché l'ordine del giorno per come viene messo in votazione - mi scusi - deve avere poi una sua logica nel momento in cui viene approvato. Il Governo dice che è contrario alle premesse; il dispositivo, purtroppo, va riformulato, perché diversamente si legge: “ad attivarsi il prima possibile per superare la criticità esposte in premessa”, che quindi non abbiamo più, e “dar seguito all'impegno assunto con l'ordine del giorno sopracitato” e l'ordine del giorno non è più sopracitato. Scusatemi, occorre modificarlo nel senso di togliere “in premessa” e di mettere “dell'ordine del giorno n. 9/2463/285”. Così si fa, sennò non si riesce ad andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà. È ovvio capite bene anche la mia posizione: io non è che posso prendere delle iniziative; l'Aula è sovrana, c'è il Governo e quindi la soluzione a me deve arrivare confezionata. Per ora, io sto alle dichiarazioni del sottosegretario, che ci dice, prima della votazione, di essere favorevole agli impegni così come sono formulati e contrario alle premesse. Prego, deputato Fassino, su cosa?

PIERO FASSINO (PD). Sull'ordine dei lavori. Mi scusi, ma c'è una cosa molto semplice: il Regolamento di questa Camera dei deputati prevede che si possa votare per parti separate. Quello che viene proposto dal Governo è semplicemente questo, è un voto per parti separate in cui c'è un voto sul dispositivo e c'è un voto sulla premessa, punto e finito (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: No, non si può votare così, non tiene!).

PRESIDENTE. Allora, sono costretto, a questo punto a una breve sospensione di cinque minuti per districare questa matassa. La seduta è sospesa, riprende alle ore 10,35 (Applausi).

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,35.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Se facciamo un po' di silenzio, chiedo ai deputati di riprendere la loro posizione. Abbiamo cercato con un po' di fatica di richiamare anche al rispetto del distanziamento e di non abbandonare la mascherina. Aspettiamo un attimo, sottosegretario Zampa, porti pazienza che si ricrei un po' di ordine. Deputati per cortesia, prendete il vostro posto e conseguentemente lasciamo la parola al Governo. Prego, sottosegretario Zampa, a lei la parola.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il Governo propone dunque la seguente riformulazione dell' impegno: “ad attivarsi il prima possibile per superare le criticità dei lavoratori frontalieri”.

PRESIDENTE. Deputato Di Muro, va bene questa riformulazione? Affermativo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro, limitatamente al dispositivo, come riformulato dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro, limitatamente alle premesse, su cui c'è un parere negativo del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/87 Fiorini.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/88 Gava, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Conferma, sottosegretario?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Favorevole con riformulazione, sì.

PRESIDENTE. Collega Gava?

VANNIA GAVA (LEGA). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione perché non c'è nulla da valutare un'opportunità. Questa è un'esigenza per dare una risposta al mio territorio, il Friuli-Venezia Giulia, che vede ogni giorno delle scorribande di migranti provenienti dalla rotta balcanica. Voglio ricordare, Presidente, i numeri: 200 solo ieri, 68 il giorno prima. Abbiamo appena fatto una discussione sui transfrontalieri, lavoratori italiani che, con un contratto di lavoro, non possono attraversare il confine o hanno delle difficoltà, e noi permettiamo, invece, di fare arrivare gente che non sappiamo da dove arriva, in quali condizioni di salute, di farle arrivare nel nostro territorio senza adeguati controlli e senza mettere in condizioni le Forze dell'ordine di fare questi controlli con strumenti adeguati. Questo per noi è inaccettabile, non è possibile accettare una riformulazione con l'opportunità di valutare.

Noi dobbiamo dare risposte, dobbiamo dare garanzie. Non possiamo avere delle scorribande di persone e dobbiamo dare degli strumenti alle forze dell'ordine di creare un hotspot a Trieste, come abbiamo chiesto in questo ordine del giorno. Pertanto non accetto la riformulazione di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, in merito all'ordine del giorno n. 9/2447-A/87 Fiorini, su cui siamo andati via velocemente, volevo capire quali erano le indicazioni del sottosegretario, perché noi non accettiamo la riformulazione. Quindi…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, prima che vada avanti, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/87 Fiorini, il Governo ha modificato il proprio parere e lo ha accettato per com'è. Quindi il parere è favorevole, punto, e lo abbiamo quindi dato per approvato perché il parere del Governo è favorevole.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo pubblicamente ai colleghi presidenti di gruppo: ieri abbiamo trovato un'intesa di chiusura a mezzogiorno. È del tutto evidente che non riusciamo a rispettarla. Chiedo, per rispettare questo impegno, che ci autolimitiamo nelle dichiarazioni di voto in modo da concludere alle ore 12.

PRESIDENTE. Posso soltanto registrare che, ovviamente, sono i presidenti dei gruppi che hanno la facoltà di concludere accordi in questa direzione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/88 Gava, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/89 Manzato c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata. Sul n. 9/2447-A/90 Pignatone c'è parere favorevole, sul n. 9/2447-A/91 Fusacchia c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Sul n. 9/2447-A/92 Montaruli c'è una proposta di riformulazione, che non viene accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/92 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/93 Ungaro, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sul n. 9/2447-A/94 Pella c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Pella, la accoglie?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Quindi risolve ogni problema. Passiamo al 9/2447-A/95 Panizzut, su c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che non è accolta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/95 Panizzut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sul n. 9/2447-A/96 Ziello il parere è favorevole. Sul n. 9/2447-A/97 Marchetti c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che è accolta… chiedo scusa, ci sono segnali contraddittori… sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/98 Iezzi è a posto… deputata Latini vuole parlare su questo? Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/98 Iezzi?

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. No, Presidente, io volevo sapere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/97 Marchetti, se fosse possibile.

PRESIDENTE. Guardi, giusto perché siamo effettivamente andati un po' di corsa e, quindi, lei aveva alzato la mano prima. Se, gentilmente, sottosegretario, ci può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/97 Marchetti?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. C'è la richiesta che al primo e al secondo capoverso sia premesso: “a valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Deputata Latini?

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io sinceramente questa riformulazione non la accolgo perché l'opportunità di aprire comunque i confini alle province, e qui parliamo dei comuni di province limitrofe… secondo me, comunque, non bisogna “valutare l'opportunità di”, ma bisogna proprio prevedere questa nostra richiesta come parere favorevole; per esempio, io sono portavoce di ventiquattro sindaci della provincia di Ascoli Piceno che hanno manifestato questa esigenza, perché si possono spostare per 200 chilometri, ma non si possono spostare per 20-10 chilometri. Quindi, chiedo magari di poter rivedere questo parere come favorevole, perché c'è veramente una necessità dei territori, che non possono più aspettare.

PRESIDENTE. D'accordo. Dunque non viene accolta la riformulazione da parte di una delle firmatarie, quindi lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/97 Marchetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/98 Iezzi è accolta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/99 Legnaioli il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/100 Sasso c'è una proposta di riformulazione, ma ha chiesto la parola il sottosegretario Zampa. Prego.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Oltre alla richiesta di riformulazione già illustrata ieri, si chiede al firmatario di espungere anche, dal testo e dalle premesse, il capoverso che incomincia con le parole “invero di fatto” e si conclude con “ampliamento”. Quindi, deve essere espunto anche questo capoverso, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. La ringrazio. La parola al deputato Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA). Sì, Presidente. Solo per chiedere gentilmente la riformulazione, perché ieri non mi è stata chiara, né mi è stato consentito leggerla. La riformulazione non l'ho sentita, oltre a quello che ha già detto il sottosegretario.

PRESIDENTE. Sottosegretario, a lei la parola per ribadire la riformulazione da parte del Governo dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/100 Sasso.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. La riformulazione è: “ad attivarsi per garantire, con l'avvio del prossimo anno scolastico, le lezioni in presenza, pur nel rispetto delle misure di distanziamento sociale da contagio COVID, garantendo l'autonomia scolastica”.

PRESIDENTE. Deputato Sasso, accoglie le proposte del Governo? Bene. L'ordine del giorno n. 9/2447-A/100 Sasso, così come riformulato dal Governo, viene accolto dal firmatario.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/101 Giannone, su cui c'è una proposta di riformulazione. Deputata Giannone?

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Io sinceramente non accetto la riformulazione e spiego anche il perché. L'impegno al Governo era semplicemente quello di chiarire quali servizi dovranno essere sospesi ai sensi del nuovo provvedimento all'esame dell'Aula, e a non sospendere i servizi essenziali medico-infermieristici, fisioterapeutici, di assistenza psicologica, eccetera, legati alle persone con disabilità o patologie varie.

Pertanto, vorrei chiedere al sottosegretario se può rivedere la posizione e accettare l'impegno così com'è, perché il chiarimento è un dovere da parte del Governo: noi dobbiamo sapere, anzi, le persone devono sapere che tipo di servizi vengono sospesi e quali, invece, si intende mantenere come essenziali, perché qui si parla di questioni sanitarie e non si può scrivere servizi in forma generica.

Pertanto, richiedo al sottosegretario se può rivedere la sua posizione e accettare l'impegno così com'è, altrimenti chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Giannone. Il Governo mi pare che mantenga la propria posizione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/101 Giannone, con il parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sugli ordini del giorno nn. 9/2447-A/102 Acquaroli e 9/2447-A/103 Scanu vi era un parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/104 Donina c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà. Chiedo gentilmente ai colleghi di fare silenzio e di non passare di fronte, ovviamente, a chi sta facendo una dichiarazione di voto. Prego, deputato Tabacci.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Questo che ci accingiamo a votare è un decreto importante perché, con la conversione parlamentare, costituisce la base giuridica dei famosi DPCM, decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. Colleghi deputati… colleghi, dovete cercare di collaborare, perché altrimenti questa seduta rischia di finire domenica. Prego tutti i deputati, nessuno escluso, di mantenere il distanziamento, di tenere le mascherine, di non parlare per non disturbare gli oratori e chi ha bisogno di farlo può recarsi fuori dall'Aula. Deputato Tabacci, prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Dicevo, appunto, dell'importanza di questo decreto perché costituisce la base giuridica dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, abrogando il precedente decreto n. 6, fatto salvo l'articolo 2, che consentiva l'attuazione in via generale di ulteriori misure di contenimento; si tratta di misure che riguardano limitazioni delle libertà personali di circolazione, di socializzazione, di culto, di attività commerciali, di manifestazioni sportive, culturali, eccetera, misure che risultano proporzionate all'obiettivo costituzionalmente rilevante di tutela della salute. Anche il Comitato per la legislazione, tra l'altro, ha ritenuto che il rapporto Parlamento-Governo nella procedura parlamentare di conversione del decreto-legge sia costituzionalmente corretto in relazione alla situazione di comprovata, eccezionale emergenza, inedita nella storia repubblicana.

Rimane fermo che questo modo di procedere dovrà essere del tutto superato alla scadenza del semestre 31 gennaio-31 luglio, nella speranza che la pandemia sia definitivamente superata e che si deve tornare all'utilizzo motivato dei decreti-legge, come ha giustamente anticipato ieri sera il Presidente del Consiglio.

Il dibattito sui pieni poteri a Conte appare comunque del tutto forzato, non parliamo poi del paragone con Orbán. Si sono aperte nel dibattito parlamentare questioni politicamente molto delicate: penso al dibattito sulla libertà religiosa, se ne è parlato ampiamente nella seduta di mercoledì 6. L'immagine della preghiera solitaria pasquale di Papa Francesco in piazza San Pietro ha colpito nella coscienza umana, sia essa religiosa o atea. Gli ultra cattolici purtroppo non sono solo americani, c'è l'estremismo della parola, che è stato ribadito nell'esempio di ieri: c'è chi ha tentato di sostenere, in maniera luciferina, che il Coronavirus è una punizione divina per le colpe del Papa. Il 28 aprile Papa Francesco ha invitato il mondo cattolico a non dividersi e ad esercitare la grazia della prudenza e dell'obbedienza alle disposizioni per sconfiggere la pandemia. Parole sagge e sante, che non hanno bisogno di interpreti. Sono orgoglioso di riconoscermi pienamente, da cattolico, nell'invito del Papa alla prudenza. Diffido dell'esibizionismo religioso, spesso quando camuffa intenzioni politiche. Naturalmente la situazione è complessa, perché è molto diverso da chiesa a chiesa: ci sono parrocchie piccole, con chiese poco capienti e poco attrezzate per fare adeguate sanificazioni, ma ci sono anche, per fortuna, chiese grandi, che possono aprire di nuovo le porte per le celebrazioni religiose. Sono convinto che le intese intervenute tra il Governo e la CEI, giovedì scorso, possono portare serenità e mettere conseguentemente in angolo polemiche pelose e strumentali che sono riecheggiate anche in quest'Aula.

Penso che sarebbe stato meglio sfuggire dalla trappola dei congiunti: l'ho considerato un passaggio assai confuso. Più che chi vedere o incontrare, si tratta di come vedere o incontrare le persone vicine. Il tema della sicurezza va perseguito nel rispetto delle libertà personali e della fiducia nei cittadini. Non c'è dubbio che in queste settimane ha prevalso la paura del contagio, più che giustificato, e la paura ha reso possibile la piena accettazione delle regole e probabilmente ha cambiato abitudini e forse modelli di vita. Le prossime settimane ci diranno quanto sono profonde le modifiche intervenute nei comportamenti pre-epidemia e sugli stili di vita e sui valori in campo. Non certo per le sanzioni, che comunque è stato bene ridurre, e in questo senso ho votato apprezzando le intenzioni, l'emendamento Baldelli. Se fosse per questo, cioè se il problema riguardasse le sanzioni, ad esempio, in un Paese come il nostro non ci sarebbero evasori fiscali piccoli e grandi come una specie di fenomeno di massa, invece ci sono, e hanno pure goduto delle cure contro il virus, senza aver contribuito minimamente in termini di lealtà fiscale.

Una considerazione sulla filosofia di fondo che ci dovrebbe guidare, non solo su questo decreto ma sulle decisioni che dovremo assumere per rilanciare la produzione evitando che la crisi economica sia peggiore degli effetti del Coronavirus. Le incertezze del Governo in queste giornate non sono state certo rassicuranti, per le divisioni emerse anche su questioni così evidenti come quella della regolarizzazione dei lavoratori migranti. Quanto al fatto che essi ruberebbero il lavoro agli italiani, vi invito a rivedervi Riso amaro e le condizioni di vita delle nostre mondine, forse questo ci porterebbe un briciolo di realismo per capire di cosa stiamo parlando. E poiché, se non ci fosse questa regolarizzazione, si metterebbe a nudo anche la possibilità di raccogliere frutta e verdura, che diversamente marcirebbe sui campi. Quindi, casomai, c'è un atteggiamento di riconoscenza nei confronti di chi ci sostituisce in un lavoro così difficile, complesso e anche umanamente delicato. È sbagliato avere un'idea della legislazione pensando di dover governare nel dettaglio i comportamenti dei cittadini, in particolare dell'attività imprenditoriale, specie se si vuole uscire rapidamente dalla recessione in cui sprofondiamo. Bisogna combattere la mafia, la malavita, la corruzione nella coscienza di un popolo, ma ora è necessario ricostruire un clima di fiducia. Le leggi non possono considerare chi organizza un'impresa produttiva un soggetto pericoloso che deve essere sorvegliato con un atteggiamento pregiudiziale.

PRESIDENTE. Deputato Tabacci, le chiedo scusa. Solo per segnalarle che sono trascorsi quattro minuti.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Io le segnalo che ho dieci minuti a disposizione.

PRESIDENTE. Io infatti ho solo segnalato che sono trascorsi quattro minuti, non le ho tolto la parola.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio molto, avendo dieci minuti, anzi, penso che sto andando molto rapidamente, perché essendo stato disciplinato in Aula in tutti questi giorni, ad ascoltare i colleghi…

PRESIDENTE. Sì, non polemizziamo.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Ma lei dopo quattro minuti, avendone dieci, mi ha fatto un richiamo!

PRESIDENTE. Io le ho solo ricordato, nella logica del contingentamento, che taluni hanno detto di voler rispettare…

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). No, Presidente, quello che hanno fatto gli altri gruppi io lo rispetto e pretendo che si rispetti…

PRESIDENTE. Lei faccia quello che desidera.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Benissimo.

PRESIDENTE. Io l'ho solo avvertita che ha parlato quattro minuti. Se voleva stare nei tempi contingentati, li ha superati; se invece non ci vuole stare, ha ancora cinque minuti a disposizione da questo momento, e io gliel'ho solo segnalato. Ho fatto il mio lavoro. Prego, prosegua.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). È stato molto gentile. Anch'io sto facendo il mio. E conseguentemente non producono - mi riferivo alle leggi che alimentano il sospetto e non la fiducia - opere e attività, ma un labirinto di sorveglianze, spesso pure inefficienti. L'esperienza della legge sugli appalti è, da questo punto di vista, esemplificativa: invece di disciplinare un settore, si sceglie di controllarlo. Così facendo si riduce la nostra capacità di reagire come Paese. Il caso Di Matteo, tra l'altro, dimostra che il sospetto come ideologia politica, come presupposto morale, è devastante, quando viene portato nelle istituzioni, e corrode nel profondo le condizioni della fiducia che sta alla base della convivenza civile. E nella gara a chi si ritiene inattaccabile nel rigore della cultura del sospetto, possono capitare i paradossi più imprevisti, è capitato anche l'altro giorno al Ministro di Grazia e Giustizia. Dovrebbe servire da lezione.

Da ultimo, spiace rilevare come in queste settimane non abbia prevalso il principio doveroso della collaborazione istituzionale: troppe polemiche tra Governo nazionale e regioni, e pure all'interno delle diverse regioni. Come si fa a non capire che il cittadino, seriamente preoccupato del pericolo della pandemia, non abbia alcun interesse a verificare, se fosse possibile, chi ha ragione e chi ha torto in questi contrasti istituzionali. Tali divisioni, motivate da ragioni prevalentemente di propaganda, determinano discredito nelle istituzioni. È vero che non siamo soli, anche alcune grandi democrazie consolidate, come Stati Uniti e Gran Bretagna, hanno brillato per confusione istituzionale, ma noi non ce lo possiamo permettere, casomai la compostezza può consentirci di recuperare punti nella scala della credibilità internazionale. Si sarebbe dovuta creare una vera cabina di regia con il coinvolgimento diretto delle regioni, percepita e riconosciuta come tale. L'Italia è geograficamente un Paese lungo e stretto, con una morfologia e caratteristiche sociali molto diversificate, sicché nella fattispecie di quest'epidemia mal si attaglia un'unica soluzione nazionale, ma l'articolazione regionale va assunta e praticata in una sede di efficace coordinamento statale, che non può che essere la sede del Governo. Ma una operazione di questo genere - e concludo - avrebbe richiesto un'unità effettiva per qualità e lungimiranza della rappresentanza politica, che invece ha dimostrato i suoi limiti e una certa inadeguatezza. Avremmo evitato, da un lato, le polemiche datate sullo Stato accentratore e sul Governo Conte, paragonato ad Orbán proprio dai principali tifosi populisti italiani del leader ungherese, e dall'altro tendenze disgregatrici delle diverse regioni, in aperto contrasto con la compostezza complessiva dell'opinione pubblica del nostro Paese. Con queste osservazioni, la nostra componente esprime un voto favorevole alla conversione del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, il MAIE voterà favorevolmente alla conversione in legge di questo decreto, che in buona sostanza ha il compito di mettere ordine ad una legislazione d'emergenza.

Il nostro Paese, giova ricordarlo, è stato investito da una grave crisi sanitaria, che ha messo a nudo tutta l'inadeguatezza del nostro sistema sanitario di fronte alle emergenze fortemente virulente con cui dobbiamo imparare a fare i conti abbastanza frequentemente e che consigliano di approntare un piano nazionale anti-contagio.

È certo che nulla sarà come prima; e francamente vorrei anche sperarlo, soprattutto in campo sanitario, dove va posto un rimedio, forte, ai macroscopici errori di un passato neanche lontano, ma che va allontanato al più presto. Un rimedio che comprenda una revisione completa della geografia ospedaliera, una redistribuzione dei compiti che torni a valorizzare quelle strutture depotenziate e marginalizzate che oggi sarebbero state molto utili a decongestionare l'intasamento dei grandi centri ospedalieri. E poi, una maggiore considerazione della medicina territoriale.

Ebbene, noi voteremo favorevolmente, certo, perché sosteniamo e sosterremo sempre qualunque sforzo, qualunque provvedimento che vada a rappresentare un aiuto per i cittadini. Così come offriremo sempre le nostre riflessioni, perché, come rappresentanti istituzionali, veniamo molto spesso interessati da problematiche sollevate dai cittadini, che cercano di comprendere il perché di certe scelte e direttive del Governo, talvolta, vorrei dire, anche faticose da seguire.

E va detto, ad onor del vero, che nella “fase 1” si è riscontrata una grande e paziente collaborazione da parte degli italiani. Adesso, quindi, con la “fase 2” c'è anche la fase dei chiarimenti e di quelle azioni che nel primo periodo hanno lasciato lo spazio all'opera di contenimento, che è stata in effetti fin qui decisiva. Con l'allentamento delle prescrizioni dovuto appunto alla “fase 2” si è posto fortemente, anzi si è riproposto, perché comunque se n'era avuta un'avvisaglia precedentemente, il tema della mancanza di mascherine. E la gente adesso è disorientata, perché non riesce più a comprendere se siano effettivamente necessarie o no, dal momento che le raccomandazioni, poi, in mancanza di mascherine appunto derogano all'utilizzo di sciarpe, foulard, fazzoletti, e non aiuta la situazione il fatto che siano introvabili e che agli operatori sanitari arrivino col contagocce. Sul mio territorio ho appreso, con grande stupore, che una nota associazione nazionale, che localmente si occupa dell'assistenza domiciliare di pazienti oncologici, ha ricevuto la dotazione di solamente trenta mascherine! La produzione in house di questi dispositivi sanitari, a mio parere, adesso diventa centrale per il prossimo futuro.

Ora si attendono, con comprensibile impazienza, che vengano diramati, assieme a quelli sanitari, i protocolli comportamentali, la cui redazione veda una stretta interazione tra commissioni tecnico-scientifiche e operatori del settore. Perché non sfugge che, ad esempio, l'apertura della stagione estiva sta generando parecchie perplessità sulle prescrizioni sanitarie e gestionali che riguardano ad esempio gli stabilimenti balneari, sia sulla distanza degli ombrelloni, sia per quanto riguarda la fruizione dei servizi, con, leggevo, accordi regionali che vanno in deroga alle indicazioni dell'INAIL e dell'Istituto superiore della sanità. Quindi, non si comprende perché delle normative che vanno bene per esempio in Liguria, poi non vadano bene in Puglia, e a questo bisogna porre rimedio.

Poi c'è il grande problema degli italiani che sono all'estero e che hanno difficoltà a rientrare. Di certo la Farnesina, devo dire, sta svolgendo un costante lavoro in condizioni difficili e diversi obiettivi sono stati effettivamente raggiunti, e questo, come ho detto, prima bisogna riconoscerlo. È anche vero però che vi sono ancora situazioni la cui risoluzione appare difficoltosa. Mi consta personalmente di una situazione in Marocco dove vi è una forte richiesta di rimpatrio, e non si riesce a capire se l'intoppo è in casa Italia o in casa Marocco; però, su questo caso specifico che sto seguendo personalmente vi è un forte interessamento sia dall'ambasciata che del consolato, e spero si giunga presto a soluzione. Poi andrebbe verificato anche il mancato utilizzo dei fondi europei per il rimpatrio, che altri Paesi, come la Francia, utilizzano in abbondanza.

Sul tema della mobilità nazionale, la sparizione dei mezzi pubblici di collegamento tra le regioni è diventata insostenibile. I rientri costituiscono oramai delle vere e proprie odissee, e spesso veniamo contattati per richieste di soluzioni che naturalmente non abbiamo.

Per concludere, Presidente, questa serie di riflessioni che fanno parte di un elenco più vasto, evidenzio la situazione degli enti di formazione, che in questo momento rivestono un ruolo determinante per la riapertura e il funzionamento delle aziende, in quanto abilitano operai che poi svolgeranno lavori fondamentali di cui le varie aziende non possono fare a meno. Il vulnus sostanzialmente è costituito dall'impossibilità di svolgere una delle tre fasi di addestramento, dopo l'informativa, la formativa, che è quella pratica, che non è possibile ovviamente espletare da remoto. Su questa situazione presenterò comunque un'interpellanza urgente per illustrare come sarebbe possibile contemperare il rispetto delle normative emergenziali e la necessità di abilitare ed addestrare soggetti, come detto, fondamentali per l'operatività delle aziende.

Infine, ieri è stato presentato dal Governo il “decreto Rilancio”, con un intervento economico davvero poderoso, che vale, non so, due, tre finanziarie normali. Bene, questo impegno ha riacceso - questo l'ho verificato dai numerosi contatti intervenuti - le speranze di tanti cittadini, e adesso naturalmente tocca a noi lavorare celermente, alacremente per far diventare operativo questo decreto-legge. L'Italia ne ha bisogno, e questo naturalmente non è uno slogan ma è una reale esigenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà.

Non vedo in Aula il deputato Rospi: si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Con questo decreto, a cui annuncio il voto favorevole, c'è stato il primo intervento corposo, che ha seguito tre direttrici: rafforzare il sistema sanitario, sotto pressione per una pandemia che a marzo iniziava ad essere veramente all'apice, dare un primo sostegno economico e mettere in campo misure di contenimento del virus.

Quando un sistema e un Paese sono messi sotto pressione come lo siamo stati noi, ecco che emergono spesso potenzialità e limiti, a cui magari non dico non si era pensato, però che è bene guardare, una volta che adesso stiamo uscendo da questa fase di emergenza. Ne cito due: in primo luogo, potenzialità. Sicuramente questi tre mesi sono stati anche un banco di prova per rivitalizzare e vedere in che modo anche coordinarsi meglio, ma anche con una pluralità effettiva, nel rapporto tra Stato e regioni. Secondo me, è stato un banco di prova proprio anche per il regionalismo differenziato, di cui abbiamo parlato per un anno intero. Il Governo ha fatto molto bene a vincolare i protagonismi delle regioni, legittimi questi protagonismi, ma a vincolarli anche ad una responsabilità; e questa è proprio la chiave su cui noi dobbiamo proseguire, perché nella “fase 2” sarà molto importante che in ogni regione si faccia un bilancio e un'analisi anche dei modelli sanitari presenti, quelli assistenziali, domiciliari, che sono stati più carenti; e anche fare un'analisi territoriale ogni regione dei fabbisogni, proprio per permettere al nostro Paese di dare delle risposte incisive e lungimiranti, ma sulla base di quella che è la realtà territoriale.

Il secondo punto è il limite che è emerso. E qui credo abbiamo fatto tutti un errore, un errore di linguaggio, culturale, quando dall'inizio abbiamo chiamato questa pandemia “una guerra”. Perché è chiaro, quando diciamo “guerra” cosa emerge nel nostro immaginario?

I soldati; e i soldati sono uomini e, nell'automatismo che è partito, questa emergenza è stata gestita senza includere una rappresentanza femminile, che, invece, io credo sarebbe potuta entrare proprio a livello anche di pensiero, se noi avessimo dato il nome giusto a quella che era la pandemia, ovvero una malattia che aveva bisogno di cura e, se pensiamo alla cura, la rappresentanza femminile entra in campo enormemente. Perché? Perché il nostro sistema sanitario, per esempio, prevede, per il 70 per cento dei professionisti, che sono donne. Pertanto, dobbiamo stare molto attenti alle parole che usiamo, perché immettiamo subito dei modelli, creiamo la realtà. In questa “fase 2”, invece, ho colto, come moltissimi altri colleghi e colleghe, la scelta, tardiva o no, comunque, di includere, di integrare tutte le risorse, le più importanti risorse esperienziali e di conoscenza, che prevedono uomini e donne, nella task force, ma dobbiamo capire anche che non è più possibile entrare in questi schemi mentali e in questi automatismi. Lo dico anche perché sono emersi alcuni dati importanti da il Sole 24 Ore, in questi giorni: nel nostro Paese sono presenti in 9.872 lavoratrici di cui 5.400 sono mamme e, di queste, 3 mila hanno figli sotto i 15 anni. Il lockdown è stato molto più pesante per le donne, perché le lavoratrici donne lavorano di più nell'ambito dei servizi, oltre che avere anche carichi ulteriori all'interno della rete familiare a cui sopperire.

Un altro dato importante che voglio dare è che il 48,9 per cento delle mamme lavoratrici vivranno con più in difficoltà la “fase 2” perché hanno un lavoro meno qualificato. Ecco perché è importante, fondamentale, sia per i motivi economici, per aumentare e, comunque, non vedere crollare il PIL più del dovuto, sia proprio per rafforzare sistemi sanitari domiciliari in tutti i settori, prevedere un'integrazione forte delle due rappresentanze, uomini-donne, perché è importante portare ai tavoli decisionali i bisogni della metà del nostro Paese.

Con questo credo che sarà molto utile confrontarci sulla “fase 2” per un vero rilancio a tutti i livelli, che punti soprattutto all'innovazione in tutti i settori, per far sì che l'impiego dei fondi che stiamo mettendo in campo, che sono tutti i prestiti, possano moltiplicarsi, ovvero rendere, ma anche rendere il nostro Paese un Paese più moderno, più integrato nelle sue più belle risorse, non solo uomini-donne, ma anche le nostre risorse e il rapporto intergenerazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Seguendo un po' la cosa che ha chiesto il mio capogruppo, cercherò di attenermi in una tempistica decisamente più breve dei dieci minuti, e lo dico anche in ragione di due aspetti. Mi sarebbe venuta voglia di parlare di più, perché quello che è successo in questi giorni, in Aula, rispetto a questo decreto avrebbe bisogno di lunghi e approfonditi ragionamenti. Ci sono state troppe cose approvate all'unanimità, per esempio, in Commissione, che poi, invece, hanno aperto lunghe discussioni e perché abbiamo utilizzato questo decreto, il cui spazio temporale tra le cose fatte e quelle che si continueranno a fare, oggettivamente, avrebbe dovuto far sì che questa discussione la si potesse chiudere in pochi minuti. E, invece, abbiamo utilizzato queste giornate più come un'arena dove provare a fare del dibattito, che non ad affrontare effettivamente alcuni temi.

Guardate, lo dico, perché ognuno di noi di fronte al dramma che abbiamo vissuto in questi mesi, e nessuno può dire per quanti mesi ancora, dovrà avere un atteggiamento - io dico “dovrà”, non “dovrebbe” - di serietà superiore a quello che, in media, dovrebbe essere concesso a tutti. Nel decreto in quanto tale, noi abbiamo trattato esclusivamente di misure urgenti per il contesto legato all'emergenza del COVID e, domani, io lo ringrazio, il Presidente del Consiglio verrà qui a presentarci le linee guida di un futuro decreto DPCM che parlano della “fase 2”. È chiaro, quindi, che quello che stavamo approvando era, di fatto, superato.

Abbiamo dibattuto a lungo su alcuni temi - penso a quello sulle celebrazioni religiose - e lo abbiamo fatto il giorno in cui il Governo, con le varie esperienze religiose del nostro Paese, trovava un accordo con il beneplacito di queste e, nella nostra Aula, abbiamo discusso perché ci voleva di più. Approviamo oggi - e, poi, ancora lo dovrà fare il Senato, non diventa legge oggi, lo dovrà fare ancora il Senato - il fatto che, dentro questa norma, noi chiudiamo i parchi: i parchi sono riaperti e, per fortuna, alcuni dei nostri bambini, anche se non nelle aree riservate ai giochi dei bambini, ci possono tornare a camminare. Noi stiamo approvando la chiusura, perché queste sono le norme, queste sono le regole che ci siamo dati quando si applicano i decreti.

In tutto questo, qual è stato il senso di queste giornate in cui noi abbiamo discusso? Ci sono state questioni oggettive, prima abbiamo parlato dei transfrontalieri, ma, mentre parlavamo dicendo tutto e il contrario di tutto, ci è stato detto che avevamo già approvato due ordini del giorno che avevano già risolto il tema e ci è voluto un terzo ordine del giorno di cui abbiamo voluto discutere per qualche ora. Ma perché? Perché non proviamo ad avere un minimo e un briciolo di serietà nel fare alcune cose.

C'è stata una lunga discussione sul valore costituzionale dei DPCM - ripeto, io ringrazio il Presidente Conte perché domani verrà qui a riferire -, era giusto farla quella discussione, è stata sollevata, aveva una valenza culturale oggettiva e, in tutta questa vicenda, io penso che ha fatto bene la maggioranza, e avrei preferito fosse stato fatto dall'intero Parlamento, trovare una soluzione. Ma mi domando se questa era una forma culturale o una voglia di avere dei momenti di discussione. Non è presente in Aula, poi glielo dirò anche di persona, perché in quest'Aula, poi, anche se su fronti diametralmente opposti, ci si frequenta nelle Commissioni, ci si conosce, ma l'onorevole Silvestroni, presentando il suo ordine del giorno, in cui si parlava, appunto, del DPCM, ha chiesto che il Governo lo approvasse. Mentre si chiedeva la centralità del Parlamento, il componente del Parlamento chiedeva che il Governo accettasse un ordine del giorno. Non era il Governo, doveva essere il Parlamento ad approvarlo, quella era la centralità, che sottintende che tutta quella discussione che noi abbiamo fatto, spesso, era più una discussione che serviva a mandare, poi, i video su Facebook, come ce ne sono stati tanti, anziché essere parte di un arricchimento dentro al Parlamento e per il Paese.

Mi avvio a concludere, sperando di essere stato nei cinque minuti. Noi votiamo - non uso la frase di rito “convintamente”, perché queste norme le votiamo purtroppo, perché abbiamo dovuto fare questo decreto, purtroppo - perché, ormai, queste norme servivano per il passato.

Mi auguro soprattutto che, per il futuro, vi possa essere un approccio più giusto, più intelligente e anche più degno di queste istituzioni quando discuteremo dei prossimi decreti, a partire da quelli - e ne avremo tanti - che serviranno a dare più forza al nostro Paese, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) .

PRESIDENTE. Grazie a lei deputato Stumpo, ringrazio anche il gruppo LEU per essersi cortesemente prestato a uno scambio di posizioni nelle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vittorio Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, ringrazio il gruppo LEU e l'amico Stumpo per avere anche concluso dicendo: “Abbiamo votato purtroppo”. Questo “purtroppo” dà il senso di un presente che non è quello a cui la Camera guarda e neanche il futuro, perché è costretta a sanare un passato di errori del Governo, che hanno comunque determinato necessità. Io nel frattempo, intervenuto in diversi momenti su questo decreto e sugli ordini del giorno, vorrei ripetere, così come ho fatto ieri, quell'appello che ormai quindici giorni fa, accolto in giornali francesi e spagnoli, è stato recepito dal Presidente della Repubblica, per esprimere la nostra preoccupazione per le libertà sospese in Italia, tante e troppe, da troppo tempo. Per farlo, faccio riferimento alle parole del premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa: che la pandemia non diventi un pretesto per l'autoritarismo, nulla poena sine lege. Non possiamo fare a meno di notare che, mentre gli operatori della sanità pubblica e privata combattono valorosamente contro il Coronavirus, molti Governi dispongono misure che restringono indefinitamente le libertà e i diritti fondamentali. Invece di alcune ragionevoli limitazioni della libertà, prevale un confinamento con minime eccezioni, l'impossibilità di lavorare e produrre e la manipolazione delle informazioni attraverso un pensiero unico, che domina, con la paura e il panico, i cittadini. I virologi e gli esperti, senza avere certezze, ma anzi bisticciando fra loro, sono diventati i sacerdoti della nuova religione ai tempi del virus e i Parlamenti, con il pretesto del contagio del Coronavirus, non si riuniscono o si riuniscono - come vediamo - a ranghi ridotti. Per converso, un comunicato di autorevoli medici, pubblicato in questi giorni, mette in causa il modo in cui sono diffusi ogni giorno i dati concernenti l'epidemia, diversi da quelli che vengono, con l'orrore dei numeri e la forza dei morti, mostrati ai cittadini. Ci si chiede chi abbia scelto i componenti della task force costituita recentemente per affrontare la cosiddetta fase 2, alcuni dei quali hanno chiesto, contro ogni principio di uguaglianza giuridica, l'immunità per le conseguenze delle loro azioni. Questo è l'elenco di tutte le nostre libertà sequestrate: limiti alla circolazione (articolo 16 della Costituzione), divieti di riunione (articolo 17), chiusura di scuole (articolo 33), chiusura di chiese (articolo 19), tribunali (articolo 24), limitazioni alla proprietà privata, con il divieto di raggiungere le seconde case (articolo 42), chiusura di cinema, teatri, musei, bar, ristoranti, imprese, attività commerciali e professionali (articolo 41), oltre alle note - ed è il punto tragico di partenza - limitazioni alla libertà personale (articolo 13). E' una democrazia questa? Siamo ancora in democrazia? La Presidente della Consulta Marta Cartabia, proprio nella relazione sull'attività della Corte, afferma: “Nella Carta costituzionale non si rinvengono clausole di sospensione dei diritti fondamentali da attivarsi nei tempi eccezionali, né previsioni che, in tempi di crisi, consentano alterazioni dell'assetto dei poteri”. Sabino Cassese, giurista e giudice della Corte costituzionale, ha spiegato che la libertà personale (articolo 13) può essere limitata solo dal giudice, salvo casi eccezionali, ma per un tempo determinato. L'articolo 13, che detta una norma residuale per ogni tipo di libertà della persona (anche le norme sulla privacy trovano il loro fondamento in tale norma) è stato dimenticato, come se riguardasse solo l'alternativa libertà/arresto o imprigionamento. Neppure la più terribile delle dittature ha interdetto la libertà di andare e venire, e di uscire da casa e di stare all'aria aperta, per di più selettivamente limitando e multando le uscite non considerate legittime, per categorie di persone o a titolo individuale, indicate in atti amministrativi con certificazione obbligatoria, quando essa, come dicevo ieri, è un diritto, non un dovere. E la Costituzione, con i diritti fondamentali, che fine ha fatto? In cerca di autocertificazione pure lei? Dobbiamo autocertificare la Costituzione? Deve dichiararsi a un milite che ci ferma? Su entrambe le sponde dell'Atlantico - ha scritto Vargas Llosa - risorgono lo statalismo, l'interventismo e il populismo, con un impeto che fa pensare a un cambio di modello lontano dalla democrazia liberale e dall'economia di mercato. Voglio esprimere con energia che questa crisi non deve essere fronteggiata, sacrificando diritti e libertà che ci è costato conseguire. Respingiamo il falso dilemma che queste circostanze obbligano a scegliere tra l'autoritarismo e l'insicurezza, tra l'orco filantropico e la morte. Anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, Michelle Bachelet, ha ammonito i Paesi a rispettare lo Stato di diritto, limitando nel tempo le misure eccezionali, al fine di evitare una catastrofe dei diritti umani, peggiore di ogni altra catastrofe. Danneggiare diritti come la libertà di espressione - dice la Bachelet - può causare danni incalcolabili. Data la natura eccezionale della crisi, è chiaro che gli Stati hanno bisogno di ulteriori poteri per rispondervi. Tuttavia, se lo Stato di diritto non è rispettato, l'emergenza sanitaria può diventare una catastrofe per i diritti umani, i cui effetti dannosi supereranno a lungo la pandemia stessa, ammesso che sia veramente tale. I Governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l'opposizione e limitarne la capacità di espressione, controllare la popolazione o rimanere al potere. Come sembrano a tutti noi, ai Presidenti degli Stati d'Europa, al Presidente Mattarella, queste parole di Vargas Llosa di elementare garanzia dei principi democratici? Purtroppo oggi il modello cinese, più che un riferimento sanitario, sembra essere diventato una scelta politica totalitaria. Ma noi siamo uomini liberi, italiani e occidentali e rivendichiamo le nostre libertà e i nostri diritti. Per questo chiediamo a tutto il Parlamento di riassumere la propria dignità e al Presidente della Repubblica di vigilare sulla Costituzione, come è suo dovere. E vogliamo sentire la sua voce, che tanto ha taciuto in queste settimane. La libertà, la democrazia, è il bene più prezioso; sospesa, ristretta, confinata, autocertificata non è più libertà: a questo diciamo “no” (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie Presidente, ci apprestiamo a dare un voto favorevole alla conversione di questo decreto, che è uno dei primi, dopo quello del 23 febbraio, che inquadra questa difficile fase anche di emergenza sanitaria, che si sta ovviamente, com'è evidente, sviluppando in una grande emergenza sociale, economica e culturale per molti aspetti del nostro Paese. E' molto evidente che il lavoro faticoso e anche molto diligente che il Parlamento sta portando avanti ci dà una sensazione un po' di spiazzamento, nell'approvare questo decreto, perché siamo abbondantemente, come viene segnalato, nella “fase 2” o in una fase avanzata rispetto al primo periodo della pandemia e dell'emergenza sanitaria e questo decreto nasce esattamente in quel periodo, nel mese di marzo, quando ovviamente i contorni e anche le reazioni istituzionali ai contorni di questa vicenda erano abbastanza incerti, imprecisi e la stessa scienza, alla quale abbiamo fatto molte volte domande superficiali e tautologiche per molti aspetti, non aveva tutti gli ingredienti e tutti gli elementi per dare le informazioni che ovviamente serpeggiavano in una grande inquietudine, anche a livello nazionale. Io posso segnalare all'Aula che c'è stato un atteggiamento molto responsabile nel lavoro dei gruppi e ho vissuto il solito spread diciamo, non finanziario, il solito spread un po', come dire, nel dibattito culturale, tra quello che abbiamo discusso qui in Aula e quello che invece si è fatto in maniera molto più attenta, direi anche con grande misura e con grande equilibrio, nel lavoro delle Commissioni. E' uno spread che mi capita di vivere spesso, come se fossi in due Parlamenti diversi certe volte.

Sono stati alcuni temi che hanno occupato particolarmente questa discussione, sui quali vogliono ritornare proprio per un minuto: quello della cosiddetta professione delle fedi religiose che, come capita spesso storicamente nel nostro Paese, anche con atteggiamenti, come dire, criptoclericali, puntano a dare la parola e ad interpretare o, come si dice in termini biblici, l'ermeneutica più precisa delle parole del Papa o della Conferenza episcopale, affidando alla politica un ruolo assolutamente improprio, che è quello invece di andare avanti con grande laicità, al di là della fede che ognuno di noi può declinare nell'atteggiamento, nelle scelte, anche nelle posizioni che la politica richiede. Penso che quel problema, che è stato dibattuto con un po' di confusione, alla fine, abbia trovato una giusta direzione, anche una equilibrata formulazione nel decreto, che è stato poi ampiamente recepito anche nell'accordo che il Governo, il Presidente del Consiglio ha fatto con la Conferenza episcopale.

Stessa cosa dicasi come risultato molto importante il dibattito più di tipo costituzionale sulla funzione e sul ruolo che devono avere nella nostra iniziativa politica e anche nell'attività di programmazione i decreti ministeriali o, alla stessa stregua, i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. C'è stato un dibattito molto interessante e, anche in questo caso, considero assolutamente di qualità ciò che è successo con riferimento allo stesso, nonché la formulazione che ha raggiunto il decreto con gli emendamenti che sono stati approvati in Aula. E questo ha determinato, anche sulla spinta molto forte del gruppo di Italia Viva, grandi cambiamenti; il Presidente del Consiglio ha annunciato nell'ultima conferenza stampa che si muoverà con i decreti-legge, quindi con un più totale, assoluto, completo coinvolgimento del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questo è un ottimo risultato, non perché c'era una casistica a disposizione; io capisco, non c'era una casistica a disposizione, perché è un caso abbastanza raro nella vita del nostro Paese quello che stiamo vivendo, quindi immagino che anche la discussione sul perimetro delle attività costituzionali abbia avuto queste incertezze e anche questo tipo di dibattito.

Tuttavia, vorrei da ultimo segnalare un aspetto: abbiamo notato tutti che uno dei grandi problemi - se vogliamo essere attenti e in qualche modo recuperare anche le lezioni di questo dibattito che ci sono venute anche in ragione dell'emergenza sanitaria - una delle grandi lezioni che abbiamo avuto in questa fase è proprio questa disciplina un po' complicata dei rapporti in caso di emergenza nazionale, di emergenza sanitaria tra regioni, comuni e Governo centrale. Abbiamo visto forze politiche che hanno assunto posizioni che erano tra di loro remotamente, certe volte, alternative, per i comuni, quando si trattava di fare un po' di propaganda, perché di questo si tratta per i comuni, e per le regioni quando si trattava di fare un po' di propaganda per le regioni o riprendendo, diciamo, vecchi dibattiti in termini di federalismo. La verità è che nella nostra disciplina costituzionale - lo abbiamo vissuto ampiamente, se vogliamo essere seri e conseguenti nel dibattito futuro - mancano alcuni strumenti; soprattutto, quando c'è un'emergenza sanitaria, era obbligatoria, era dovuta, era necessaria proprio un'azione di coordinamento nazionale, evitando inutili discussioni su autonomie, su competenze, su funzioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) che sono assolutamente rilevanti ma che non c'entrano nulla quando si tratta di salvare un Paese da una difficoltà così ampiamente e drammaticamente vissuta. Anche su questo punto, io spero che la lezione non si concluda nel dibattito e nell'eco di questi giorni ma assuma una direzione futura più rilevante e più saliente per il Parlamento, perché vi sono state ipotesi di riforma nel passato con riferimento proprio all'articolo 117 della Costituzione, dove vengono elencate le competenze delle regioni e dello Stato, che avrebbero offerto sicuramente soluzioni che oggi sarebbero state adeguate.

Abbiamo risolto molto positivamente, nel lavoro della Commissione e confermato nel lavoro dell'Aula su un altro pensiero, Presidente, i temi della disabilità, i temi del contenimento e anche questa medievale, purtroppo, utilizzabile necessariamente parola “quarantena”, che ci riporta diciamo a fasi della storia italiana e veneziana, soprattutto, di lunghissima data e di grande passato. Abbiamo risolto molto questi problemi e io penso che alla fine l'esperienza di questo decreto ci consentirà, anche nelle prossime decisioni, di esser più svelti, più abili, più agili, anche più efficaci nelle decisioni. E' stato fatto anche rilevare che vi è stato un dibattito molto importante sul territorio, sulla sanità, sulle residenze sanitarie assistite e anche da questo versante abbiamo ricevuto lezioni rilevanti. L'Istituto superiore di sanità - vorrei dire a tanti colleghi che ieri si sono alzati in quest'Aula a difesa di non so quale giudizio o pregiudizio su alcune regioni - ci offre un rapporto molto interessante sulla condizione, sulla situazione, sulla mortalità e sulla casistica, evidenziata nelle residenze sanitarie assistite del nostro Paese, anche con riferimento a dati rilevanti su alcune regioni dove la governance e il rapporto tra sanità territoriale e sanità ospedaliera, residenze sanitarie assistite, cronicità, è stato un rapporto che è entrato sicuramente in corto circuito, non c'è da esprimere un mero e superficiale giudizio politico, ma c'è da leggere quei dati, quelle statistiche, quella indagine che ha messo a disposizione l'Istituto di scuola superiore di sanità, per evitare ancora una volta discussioni vacui, inutili e superficiali su questi temi. Sicuramente ci sono stati sistemi sanitari regionali che hanno avuto un'articolazione, un equilibrio molto più serio tra ospedale e territorio, che hanno saputo reagire meglio a questa novità, a questa emergenza e a questa pandemia. Bene, pur avendo vissuto, concludo Presidente, questo spread tra il lavoro di Commissione e quello che poi certe volte si sente in Aula, sono molto incoraggiato perché comunque è una bella pagina della storia parlamentare quella che abbiamo vissuto e noi siamo qui per dire “sì” a questo decreto, con molta forza e con molta convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, sottosegretario Zampa, siamo arrivati al voto finale di quella che rappresenta una sanatoria dei DPCM abusivi che sono stati proposti dal Premier Conte e Fratelli d'Italia, anche in questa occasione, ha dimostrato di mantenere la parola data, la parola data al Governo ma la parola data soprattutto agli italiani: quella di essere in Parlamento, di dare vita e valore all'attività parlamentare, di farlo con costanza, con perseveranza, con serietà, e di questo ringrazio anche tutti i miei colleghi, che non hanno mai fatto mancare la passione, la determinazione di difendere il Parlamento e la democrazia nella nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e l'abbiamo fatto, dobbiamo dire, nonostante il Premier Conte, che spesso ce lo ha permesso in punta di concessione, più che in punta di legge e di Costituzione. Io sono d'accordo con quanto prima affermava il mio collega Vito De Filippo: i valori del Parlamento e i lavori in Commissione hanno dimostrato una grande risorsa, io ringrazio la presidente Lorefice, che ha saputo sapientemente navigare in un mare estremamente tormentato, ma infatti il problema non è qui, non è in questo Parlamento. Il problema è nelle modalità che il Premier Conte ha reiteratamente proposto in questi mesi. Allora, questa nostra presenza, costanza e questo nostro vigore nel voler alimentare e animare l'attività parlamentare sono a fronte di una consapevolezza, ossia che stiamo affrontando questioni di rilevanza democratica e costituzionale straordinarie. Pertanto, in tutto questo non è possibile permettere che, attraverso dei DPCM, vengano compressi i diritti costituzionali, perché oggi noi stiamo affrontando questo, stiamo parlando di questo. Ripercorrendo la storia, se all'inizio è stato possibile e l'abbiamo permesso, è perché la pandemia è arrivata inaspettata, ha travolto gli italiani e ha travolto questo Parlamento, quindi non si poteva fare altrimenti.

Ma poi nei due mesi successivi abbiamo visto la compressione dell'attività parlamentare, il Parlamento è stato esautorato, la sospensione della Costituzione, la spettacolarizzazione, perché sembra che per questo Premier sia più importante l'obiettivo delle telecamere che gli occhi degli italiani, più importante raccogliere like che empatizzare con il sentimento drammatico che sta vivendo la nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e sono prova, rispetto a tutto questo, i nove DPCM proposti in questi due mesi - ben nove -, le dieci dirette Facebook confuse e confusive di un Premier che, invece di rassicurare gli italiani, li ha lasciati nel panico. Non ci potremo mai dimenticare di quella notte nella stazione di Milano in cui si fuggiva dal Nord e c'è una responsabilità, c'è un colpevole, c'è chi annuncia invece di proporre con sapienza, con saggezza, con consapevolezza della responsabilità che ha. Ne sono anche esempio le decisioni liberticide che ci sono state, le scritture di decreti ambigui, incomprensibili, che hanno gettato gli italiani nella discrezionalità, nell'interpretazione, nel doversi muovere nel mare magnum delle FAQ nel tentativo di evitare prima condanne penali e poi sanzioni amministrative da salasso, perché è grazie anche al contributo del Parlamento che quelle sanzioni sono state diminuite. E allora sono proprio le decisioni liberticide che hanno portato ad aberrazioni - mi permetta di dirlo, sottosegretario Zampa - ad aberrazioni vergognose, perché è vergognoso vedere che vengono combinati 400 euro di multa a dei ristoratori che scendono in piazza rispettando le norme di sicurezza, di distanziamento, indossando i dispositivi di protezione individuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre il 25 aprile ci sono assembramenti che rimangono così nella totale indifferenza delle autorità preposte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). E dico anche…e dico anche e continuo perché in Parlamento si può parlare (Commenti del deputato Fornaro) e….

PRESIDENTE. Lasciate…deputato Fornaro….

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). ….ognuno può proporre la propria idea: ve lo ricordiamo, è la destra italiana a ricordarvelo che la democrazia in questo Parlamento va difesa e dipende da ciascuno di noi oggi difenderla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora altra vergogna è il fatto che i disabili…

PRESIDENTE. Colleghi, lasciate sviluppare la dichiarazione di voto alla deputata Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Comprendo che vi animate, d'altronde è un tasto dolente: avete scelto la democrazia, ma poi la democrazia ve la siete dimenticata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E allora è anche vergognoso che, mentre abbiamo visto disabili chiusi in casa senza bonus da 600 euro, senza riconoscimento per i caregiver, senza sostegno e assistenza sociale e sanitaria; nello stesso momento vedevamo 376 trafficanti di droga e boss mafiosi che venivano mandati a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora sì, abbiamo visto che il 41-bis è diventato così la prima cosa da cancellare in buon nome di quel primo punto del “papello” di Totò Riina per far sì che poi si arrivasse a casa: abbiamo visto questo. E abbiamo visto anche, in termini di vergogna, che mentre gli italiani potevano per due mesi fare la fila in maniera ordinata per andare in tabaccheria e anche per andare al supermercato, gli italiani per due mesi non hanno potuto fare la fila per andare ad accendere un cero e a dire la preghiera e a ritrovarsi nella spiritualità e nel conforto che Dio dà. Certo che ci siete arrivati a quel protocollo sanitario ma ci permettiamo di pensare che il nostro contributo è stato determinante perché il protocollo sanitario è venuto all'indomani della discussione parlamentare, non nello stesso giorno e questo va detto e sottolineato perché è verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, rispetto a questa situazione drammatica ciò che ci preoccupa è che nessun mea culpa è stato proposto dal Presidente Conte e non è stato proposto nonostante la Presidente della Corte Costituzionale Cartabia abbia parlato dell'importanza della collaborazione come valore da dover difendere, abbia sottolineato come non esistono leggi e diritti speciali in tempi eccezionali, ha sottolineato come la Costituzione deve essere una bussola nell'emergenza perché, quando il mare è in tempesta e ho difficoltà a mantenere la rotta, allora quella bussola è la mia àncora di salvezza e la devo difendere, la devo tutelare, la devo riconoscere e la devo riattualizzare; e neanche quando Cassese ha parlato di decreti illegittimi o Baldassarre ha parlato del fatto che è incostituzionale limitare le libertà attraverso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. E rispetto a questa assenza di mea culpa del Presidente Conte, quello che è avvenuto è che nell'ultima informativa il Presidente Conte ha rivendicato il ricorso ai DPCM in nome della tempestività. Certo perché quando c'è da limitare le libertà personali allora si deve essere tempestivi ma, invece, il Presidente Conte si dimentica della tempestività quando deve riconoscere e pagare la CIG, i bonus e dare sostanza e liquidità alle imprese: allora lì la memoria è ad intermittenza, ci si dimentica. E poi permettetemi: ma quale tempestività? Il Presidente Conte cioè, quando parla di tempestività, a che cosa si riferisce, perché d'altronde l'intervento è partito con un mese di ritardo rispetto allo stato di emergenza; la quarantena è partita in ritardo nonostante Fratelli d'Italia la richiedesse, perché si era troppo presi ad abbracciare i cinesi o a fare aperitivi a Milano; i dispositivi di protezione individuale e i tamponi sono arrivati in ritardo; il “decreto Rilancio” oggi è conosciuto dai più come “decreto ritardo” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora permettetemi infine di dire una cosa: di fronte al dramma nazionale che stiamo vivendo in questi due mesi mi hanno lasciato basita le lacrime di commozione per la sanatoria degli immigrati clandestini ieri sera della conferenza stampa del Ministro Bellanova. Mi hanno lasciato basita perché emozionarsi non è un limite, è una grande risorsa. Io sono una psicologa, una psicoterapeuta…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …e credo fermamente nella forza delle emozioni, ma ci vuole il senso della misura, ci vuole rispetto, ci vuole consapevolezza di quello che hanno sofferto le centinaia di migliaia di italiani….

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …. perché non ci sono state lacrime per i 30 mila morti, non ci sono state lacrime per i 200 operatori sanitari abbandonati, non ci sono state lacrime per le quaranta imprese che rischiano di chiudere e allora non è questo rispetto e senso del rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora Fratelli d'Italia rispetto a questo dice che voterà contrario convintamente…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …a questa conversione e continueremo a difendere i valori della libertà, della giustizia e di quello che (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Noi avremmo comunque votato la conversione del decreto n. 19 perché già nel suo testo originario aveva tre scelte qualificanti. La prima è di inserire in norma primaria la durata dello stato di emergenza, cosicché qualsiasi possibile ulteriore rinnovo dello stato di emergenza deve passare attraverso il vaglio del Parlamento. Peraltro - lo dico tra parentesi - forse qualcuno ha letto male le bozze che circolano del decreto, perché in esse qualcuno ha scambiato la proroga di alcuni fondi di emergenza con la proroga dell'emergenza generale. Se volete andare sulle bozze e vedere se c'è o meno la proroga (e non c'è per il momento) dovete vedere se è novellato l'articolo del decreto n. 19, perché altrimenti non è la proroga dell'emergenza di cui si parla. Pertanto anche alcuni allarmi di chi ha letto questo e scritto sui giornali sono immotivati, perché quel rinvio non c'è: basta capire che andava novellato il decreto n. 19. La seconda è che sono stati messi dei contenuti tassativi ai DPCM e sono stati formalizzati i criteri di adeguatezza e di proporzionalità rispetto alle minacce; e la terza perché è stato regolato il rapporto sempre delicato e difficile tra regioni ed enti locali.

Poi ha anche consentito questo DPCM, che quindi ha fatto quest'ordine importante nel sistema delle fonti, superando alcune criticità che c'erano per gli atti dei giorni precedenti; ha anche consentito il DPCM del 25 aprile, che ha allargato di nuovo le maglie. Contro questa impostazione si sono levate frange minoritarie di costituzionalismo ansiogeno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che, a partire da problemi reali, si inventano uscite dallo Stato costituzionale e crisi dello Stato di diritto. Periodicamente, ci viene detto che in Italia non c'è la democrazia e magari si applaude a Orbán (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e non si votano i documenti del Parlamento, quando si fa vedere che in altri Stati ci sono questi pericoli. A questo costituzionalismo ansiogeno molti di voi hanno ascritto, suo malgrado, anche la Presidente della Corte costituzionale, la quale ha fatto la consueta relazione annuale sull'attività della Corte costituzionale, dedicando le ultime righe all'importanza della solidarietà tra tutti per superare l'emergenza e a utilizzare bene il criterio di leale cooperazione per il futuro, che è la trascrizione istituzionale del dovere di solidarietà. È un appello rivolto a tutte le istituzioni a procedere così nell'emergenza, non è un atto di accusa al Governo, non si può annettere così indebitamente. Se poi volete la migliore confutazione del costituzionalismo ansiogeno, consiglio tutti di andare su Questione Giustizia: Marco Bignami, assistente di studio della Corte costituzionale, spiega puntualmente perché, pur essendovi delle specifiche criticità, questo costituzionalismo ansiogeno di teorie astratte, comprensive, apocalittiche, non ha nessun fondamento, specialmente dopo il decreto n. 19. Quindi questo è. Ora, detto questo ragionamento sul decreto n. 19 in sé, noi lo votiamo ancora più convintamente dopo le due battaglie parlamentari che abbiamo fatto. La prima è sulla ripresa per tutti - per tutti - della libertà di culto a partire da lunedì 18 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

In seguito al nostro emendamento parlamentare e prima che esso venisse votato, si è determinata una dinamica veloce da parte del Governo, che ha realizzato immediatamente l'intesa con la Conferenza episcopale, ma il Governo ha tenuto conto della sostanza di quell'emendamento, che riguardava tutti, e ha convocato un tavolo e domani mattina verrà firmato un protocollo con tutte le più importanti confessioni religiose, per ripartire tutti quanti il giorno 18. Il Governo lo ha fatto non solo per tutte le confessioni che hanno già un'intesa, ma anche per varie confessioni religiose che non hanno ancora l'intesa, a partire dalle comunità islamiche, dai baha'i e dai sik. Questa è la libertà religiosa nel suo insieme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non l'uso dell'argomento della libertà di culto contro altre religioni a fini di odio, a fini di divisione sociale. La seconda battaglia è stata quella sulla parlamentarizzazione dei DPCM, che era fatta per avere l'effetto diretto di avere il Governo a riferire puntualmente su qualsiasi scelta che si faccia, con una procedura modellata sulla legge n. 234 del 2012, non sulla legge n. 243, sulla quale mi è stato risposto dal collega Giorgetti, che ne va fiero perché è una bella legge. Lo spieghi al suo collega Borghi, che ha presentato in questi giorni una proposta di legge per abrogarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); quindi si chiariscano tra di loro, ma comunque la legge n. 243 non c'entra, è la legge n. 234, che ben conosciamo.

Certo, non è esattamente ricalcata, è presa per analogia da quella, perché un conto è evidentemente vincolare un Presidente del Consiglio per vertici europei, che sono resi noti prima, e un altro conto è vincolare il Governo per emergenze istantanee, che non possono essere convocate come i Consigli europei, ma a quella si ispira, e aveva l'effetto indiretto di voler spingere il Governo verso i decreti-legge. E quindi noi apprezziamo la dichiarazione di ieri sera del Presidente del Consiglio che, ove possibile, a partire da quello per il giorno 18, si faranno decreti e non DPCM. Quindi, quando questo costituzionalismo ansiogeno, che è stato recepito acriticamente da parte delle forze di opposizione, banalizzava l'emendamento che noi abbiamo approvato, faceva del massimalismo inutile.

Bernstein replicava ai massimalisti: il movimento è tutto e il fine è nulla. I massimalisti sottovalutano il movimento. Anche verso lo Statuto dei lavoratori - di cui ricorre l'anniversario in questi giorni - alcuni dicevano che erano garanzie minime, che avevano l'effetto negativo di togliere la capacità rivoluzionaria ad alcune classi sociali, ma aveva ragione Bernstein anche in quel caso. Il movimento è tutto e il fine è niente, e questo è quello che abbiamo affermato sulla parlamentarizzazione, che sta appunto avvenendo. Contra factum non valet argumentum (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Incomincio il mio intervento con una piccola nota polemica, che poi nel corso del prosieguo verrà motivata con più attenzione. Vi devo dire che noi abbiamo cercato di essere per il Governo e la maggioranza un faro nella nebbia in cui state viaggiando, e di conseguenza fate viaggiare anche il Paese; purtroppo, non è servito. Il provvedimento che ci accingiamo a votare rappresenta poco più di una cornice normativa con la quale vengono confermati i divieti e le restrizioni che sono già stati adottati dal Governo. Misure che hanno pesantemente inciso sulla libertà contemplata dalla Costituzione: pensiamo alla libertà personale, che l'articolo 13 indica come inviolabile; pensiamo all'articolo 16, che sancisce il diritto di ogni individuo a poter circolare e soggiornare in qualsiasi parte del territorio; pensiamo all'articolo 17 che sancisce il diritto dei cittadini di potersi riunire; e pensiamo alla libertà di iniziativa economica, fissata dall'articolo 41.

Sono libertà compresse, negate, sacrificate sull'altare della salute pubblica, ma per noi la salute pubblica è la cosa principale; il problema è che la salute pubblica non è stata gestita come si sarebbe dovuto in considerazione del fatto che si è anche sviluppata, poi, un'emergenza socio-economica di proporzioni mai viste. C'erano altre strade da percorrere? Probabilmente all'inizio no, nella prima convulsa fase; sulla seconda fase tornerò in seguito. C'erano delle altre modalità con cui agire? Sicuramente sì, lo diciamo con forza, sicuramente sì. Forza Italia ha tenuto in questi complessi mesi una condotta responsabile e collaborativa, responsabile e collaborativa, tanto che qualcuno l'ha declinata in un riposizionamento politico. Niente di più sbagliato; bisogna dirlo ancora una volta, niente di più sbagliato.

La nostra posizione di responsabilità la rimarchiamo nuovamente: lo abbiamo fatto nell'interesse del Paese e nel rispetto delle oltre 30 mila persone che hanno perso la vita a causa del COVID-19. Ma questo non ci esime dall'evidenziare gli errori, le mancanze e le sgrammaticature istituzionali di cui il Governo si è reso protagonista, sin da prima che scoppiasse l'emergenza, peraltro. Errori sì, errori sì, a partire dal non avere predisposto sin dai primi alert giunti dall'Organizzazione mondiale della sanità, su cui bisognerebbe aprire un capitolo a parte comunque, interventi cautelativi. Se come è vero, ed è vero, avete ricevuto informazioni circa una possibile emergenza sanitaria fin dalla metà di gennaio, la domanda è: perché non vi siete mossi, ad esempio, acquistando sul mercato stock consistenti di mascherine - è un problema indubbiamente che vi accompagna e accompagna il Paese, visto anche quello che sta combinando il super commissario Arcuri - quando ancora la domanda e l'offerta si incrociavano su valori normali? È una questione di mercato.

Qualcuno dirà: e se l'allarme si fosse poi rivelato infondato? Beh, le mascherine non sono beni deteriorabili, e quindi avremmo avuto le scorte per i nostri ospedali per qualche tempo; e non credo che nessuno dei polemisti da tastiera ne avrebbe fatto una responsabilità del Governo. E ancora, perché non si è fatta una ricognizione adeguata delle strutture ospedaliere, predisponendo subito un incremento dei posti di terapia intensiva, come hanno fatto altri Paesi poi? Ci siamo arrivati, ma siamo arrivati tardi, siamo arrivati dopo, siamo arrivati oltre.

La prevenzione è stata insufficiente e, purtroppo, in molti casi, nonostante la competenza e l'abnegazione di medici e infermieri - a cui colgo e cogliamo l'occasione per rivolgere un sincero ringraziamento -, la cura non è riuscita a salvare la vita di molte persone contagiate, purtroppo. E queste cose le diciamo con profondo rammarico, con profondo senso di responsabilità e con una mano sul cuore. Anche adesso che il Paese sta lentamente riprendendo la strada verso la normalità, si impone l'uso della mascherina, e questo è giusto, ma con un colpo di genio si decide di imporre il prezzo. Il risultato qual è? Le aziende italiane che avevano avviato la produzione hanno smesso, quelle straniere preferiscono dirottare il prodotto laddove lo possono vendere a maggior prezzo. I cittadini hanno difficoltà a reperirle e, allo stesso tempo, devono assistere a polemiche che vedono protagonista il commissario straordinario, che arringa con toni populisti contro gli speculatori. Tutto questo avviene, naturalmente, con la solita conferenza stampa, che sembra aver sostituito i passaggi istituzionali. Eppure bastava avere qualche rudimento di economia per prevedere che le conseguenze del prezzo imposto avrebbero portato a questo.

Sino qui gli errori, ma non va meglio per quanto riguarda le mancanze: ad esempio, le mancanze su una comunicazione coerente ed adeguata, in grado di far comprendere ed accettare le ragioni di così pesanti limitazioni. E invece - e questo è sotto gli occhi di tutti - il Governo si è prodotto in messaggi contraddittori, che hanno confuso, che hanno creato anche un certo senso di fastidio nel cittadino, perché le sue libertà limitate non avevano una chiarezza nella comunicazione che il Governo avrebbe dovuto responsabilmente avere nel spiegargliele. Ha inaugurato la pessima strada delle conferenze stampa a sorpresa, è già stato detto, proprio la conferenza stampa a sorpresa: all'improvviso, senza nessun preavviso quasi, compariva la faccia del nostro Primo Ministro, che ci raccontava un sacco di cose, che poi, tutto sommato, non avevano neanche una valenza sulla carta, perché quello che lui diceva non era ancora scritto, e via con questa comunicazione confondente.

Signor Presidente - mi rivolgo al Presidente del Consiglio, tramite lei, signor Presidente -, gli italiani non sono bambini da educare, i bambini di cui peraltro vi siete colpevolmente dimenticati, e questa è un'altra grave mancanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); cercate di recuperare, cercate di recuperare ogni giorno a parole - a parole! -, ma fino adesso dei bambini e delle famiglie vi siete dimenticati, punto! E dei disabili che cosa dire? I disabili sono ancora più dimenticati dei bambini e, di conseguenza, le famiglie di disabili sono ancora più in difficoltà.

Allora io mi domando e mi dico: ma se la sinistra è il faro di quelli che sono i diritti dei più deboli, questo faro si è spento e mi sa che si è spento definitivamente. Menomale che ci siamo noi, che cerchiamo di farvi tornare sui giusti passi, e speriamo che d'ora in poi ci aiutiate a farvi capire che forse è utile che ci ascoltiate, non solo a parole. Il popolo italiano era ed è consapevole della minaccia e merita di essere trattato con più rispetto. Purtroppo, finora, in Parlamento, in particolar modo le opposizioni sono state di fatto tagliate fuori da scelte e decisioni che incidono fortemente sugli stessi diritti individuali garantiti dalla nostra Carta costituzionale.

Lo stato di emergenza, permettetemi di ricordare, non è contemplato dalla nostra Carta, e non per distrazione dei padri costituenti, ma perché la stessa Carta aveva in sé la risposta: la centralità del Parlamento, a cui è demandato, seppur non esplicitamente, il compito di valutare la reale eccezionalità della situazione e, in caso affermativo, fissare i confini della sua gestione. Niente è stato fatto, né di principio, né recentemente, per ora solo a parole, e intanto il Paese continua a guardare e a guardarvi con una speranza che sta diventando rabbia. E purtroppo, quando la rabbia esplode, non la governa nessun provvedimento, nessun pezzo di carta con scritto qualcosa, anche perché l'applicazione di quello che avete scritto, seppur marginale, seppur parziale, seppur limitato, ancora non c'è stata.

Allora ci sarebbero altre cose da dire: la salute prima di tutto, ma siete consapevoli, e voglio concludere con questo, che moltissime imprese - e vado a guardare quelle piccole imprese come i bar e i ristoranti, il turismo, i parrucchieri, i centri estetici - rischieranno una chiusura definitiva? I vostri protocolli fantasma, i protocolli a tradimento, cioè il 18 si riaprono alcune attività e cosa succede? Che il 17, probabilmente, verrà fuori un protocollo all'improvviso, a tradimento, che dirà come riaprire queste attività. Ma voi vi rendete conto di come si organizzano soprattutto le piccole aziende? Ci sono delle cose che sono inconcepibili nel mondo normale.

Allora, voglio terminare, però, con una frase che ricorda quanto ha detto la Caritas. La Caritas ha lanciato un allarme: se non usciamo immediatamente…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO NOVELLI (FI). Sto per concludere. …le conseguenze della pandemia uccideranno più dal virus. E fa male parlare di queste cose, questo lo dico io, non la Caritas, ma ci sono stati 25 suicidi nelle settimane di down forzato e 16 nel solo mese di aprile, ai quali si aggiungono 21 tentativi di suicidio: più della metà delle vittime è costituita da imprenditori.

E voglio concludere con un gesto simbolico: Governo, non va tutto bene (Applausi Forza Italia-Berlusconi Presidente - Il deputato Novelli indossa una mascherina recante la scritta: “Governo non va tutto bene”)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo decreto si pone come cornice, ovviamente, che racchiude tutte le misure inopportune, inadeguate, in ritardo, che questo Governo fino adesso ha deciso di intraprendere. Purtroppo, all'inizio avevamo cercato di avere un atteggiamento il più collaborativo possibile con i colleghi in Commissione, con i nostri esponenti politici e il Presidente Conte, ma nessuna risposta, nessuna possibilità di portare la voce del popolo e dei cittadini…

PRESIDENTE. Mi scusi, il deputato Novelli dovrebbe indossare la mascherina, quella senza scritte, per cortesia. Grazie. Mi scusi l'interruzione, prego deputata Locatelli.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). …nessuna possibilità di ascolto al popolo e ai cittadini è stata data. Abbiamo visto tutti, ancora una volta, il Presidente Conte, che, ieri sera, ha detto che nulla sfugge alla sua attenzione e ci ha voluto elencare una serie di provvedimenti, che temiamo rimarranno ancora sulla carta. Noi ci chiediamo quando i cittadini inizieranno ad avere risposte, visto che questo Governo è riuscito a far arrabbiare tutti: ha fatto arrabbiare il mondo del turismo, con delle linee guida per la ripresa della “fase 2”, ovviamente, che non sono accettabili; ha fatto arrabbiare le famiglie, che non hanno trovato un euro di liquidità in questo decreto. Abbiamo visto autorevoli esponenti del Forum delle associazioni familiari, che, ieri sera, si sono lamentati a gran voce perché alle promesse non sono seguiti i fatti. Abbiamo cercato, anche in questo caso, di mediare, di fare delle proposte, di chiedere che per ogni figlio venissero commisurati i provvedimenti presi dal Governo, per dare qualche soldo e mettere qualche soldo in tasca ai cittadini. Abbiamo visto che non sono state date risposte nemmeno alle persone con disabilità: il Ministro Azzolina, addirittura, si è dimenticato nella sua task force di tenere conto del rilievo e di tutte le famiglie isolate, per ben due mesi, tre, con i bambini gravissimi, che non potevano uscire di casa e non possono nemmeno vedere i propri compagni.

Non abbiamo nulla di che aspettarci dalla prossima fase e nulla, quindi, è stato gettato dalle basi di questo provvedimento. Abbiamo visto, però, le lacrime di un Ministro, che si è preoccupato dei clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e allora, lì, ha minacciato di dimettersi, se non fosse stata data voce e regolarità a queste persone.

La Lega dice che le risposte vanno date ai cittadini italiani, alle persone che soffrono, ai malati, a chi ha bisogno prima e poi a tutti gli altri. Abbiamo lanciato una raccolta di firme, perché vogliamo dare voce ai cittadini e sicuramente c'è molto da fare. Crediamo che questo provvedimento abbia gettato il nulla, come il nulla di fatto è stato fatto da questo Governo nei confronti dei cittadini, di una voce inascoltata che non è stata portata avanti.

E poi abbiamo dovuto anche subire gli insulti da parte del Presidente del Consiglio, che ha scaricato sulle spalle di ospedali, regioni, responsabilità.

E, in tema di responsabilità, c'è stato addirittura un Ministro che ha detto: adesso è il momento della responsabilità per le regioni.

In realtà, noi pensiamo che prima o poi qualche responsabilità dovrà prendersela anche questo Governo, perché non sono arrivate le mascherine, e qualcuno se ne frega, perché dice che devono essere i farmacisti ad arrangiarsi a trovarle; perché non sono arrivati i sostegni che dovevano essere garantiti alle nostre regioni, ma soprattutto ai territori. Ma è evidente che chi sta al Governo, chi sta nella maggioranza, non lo so, non riceve le telefonate che ricevono i nostri sindaci. Anche quelli sono molto arrabbiati, perché chi risponde ai cittadini che adesso non hanno più da mangiare e di che vivere sono, in prima linea, i nostri sindaci e gli amministratori locali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiediamo un po' di rispetto per tutti, per questo non possiamo votare positivamente questo provvedimento, e chiediamo che la responsabilità se la prenda il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, stiamo per votare un decreto-legge che forse mai come in questo caso serve a fronteggiare una situazione straordinaria di necessità e urgenza. Il Governo si è trovato, senza alcun dubbio, nella situazione prefigurata anche dall'articolo 120 della Costituzione, di dover circoscrivere un pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica. Al centro, è ovvio, vi è stato il tema della salute pubblica associata al momentaneo sacrificio di altri diritti e libertà di primario rilievo costituzionale, tutto, però, nel rispetto dei principi di adeguatezza e di proporzionalità in relazione al rischio effettivamente presente nel territorio nazionale o in parte di esso, e pertanto si è stabilito che, attraverso strumenti normativi più agevoli, DPCM, le misure da adottare possano essere modulate anche più volte in relazione all'andamento epidemiologico del virus. L'attualità ci porta in evidenza il distanziamento fisico: lo chiamo così, lo definisco così, per recuperare una dimensione di comunità, per sollecitare, richiamare anche alla responsabilità individuale. Il costante richiamo alla responsabilità individuale, Presidente, ha più facile accoglienza, ha avuto più facile accoglienza nei territori nei quali il senso civico è stato coltivato, dove c'è più cultura di comunità, rispetto a quei territori dove sia applicato un senso cinico, più che civico, stabilendo fasce orarie ristrette di movimento, creando concentrazioni in spazi ristretti, per poi ricorrere magari a misure più restrittive pur di avere visibilità mediatica o per dar vita ad iniziative fantasiose o di propaganda. Noi abbiamo bisogno di parole chiare, ecco perché in questo decreto-legge si rafforza il potere di coordinamento statale, ma si regola anche il rapporto tra Governo, regioni e comuni nel rispetto costante del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. Citata molte volte la scienza, nei dibattiti che abbiamo ascoltato: la scienza può e deve indicare soluzioni, ma è la politica che deve assumersi la responsabilità della scelta. È stato molto più facile per alcuni tentare una strumentalizzazione, una propaganda in maniera aprioristica, è stato molto più difficile decidere di fronte a una crisi che ci trova nella condizione non soltanto di risolvere degli enormi problemi che abbiamo avanti ma anche di fornire una nuova visione, soprattutto, direi, una visione relativa al progresso di una comunità, inteso come benessere diffuso, piuttosto che insistere sullo sviluppo inteso prevalentemente come elemento economico-finanziario. E questa risposta di trasformazione la darà la politica, e non la tecnica, se vogliamo ambire a un cambiamento che sia radicale e non marginale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si poteva fare di più, questo è stato un altro refrain. Certo, senz'altro si poteva fare a meno di diverse distorsioni: meno strumentalizzazioni, meno fake news, meno pregiudizi, meno becera e cinica propaganda di fronte a una tragedia immane, meno protagonismo sterile, meno litigiosità fine a se stessa, che appare anche oggi sistematicamente una strada per dimostrare di esistere o fare propaganda piuttosto che offrire un contributo concreto ad una leale collaborazione; chi apre prima, chi chiude prima, chi prova ad avere il sopravvento mediatico per lucrare voti e consenso giocando sulla paura se non addirittura sui morti. È necessario, colleghi, oggi più che mai, lavorare, sacrificarsi, mettersi in sintonia con il sentimento delle persone in carne ed ossa. Noi tutti - e me lo auguro, cari colleghi - vorremmo essere ricordati come coloro i quali, in un momento di tale emergenza, hanno fatto prevalere il senso dello Stato, la protezione dei più deboli, la tutela della salute, la dignità del lavoro, la capacità di leggere i messaggi che questa situazione emergenziale ci sta consegnando. Non era questo il tempo, non è questo il tempo di pensare alla prossima campagna elettorale. Le nostre persone, i nostri gruppi, le nostre casacche di partito passeranno, resterà il nostro impegno concreto, la nostra ferma volontà di non far aumentare ulteriormente le diseguaglianze sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la nostra capacità di ripensare a un nuovo modello di società. Un altro termine inspiegabilmente e continuamente evocato è stato il termine “guerra”. Penso che ci sia stata un'altra guerra, che non si è combattuta con le armi ma con le parole; una guerra che ha mietuto diverse vittime: la verità, il buonsenso, la dignità istituzionale. Abbiamo dovuto assistere ad una bulimia di interventi, di parole, di presunte conclusioni senza un dovere di verità, in un contesto nel quale, mi è molto triste constatarlo, vengono spesso premiati opportunismo, prevaricazione, o addirittura volgarità. Allora non si può non auspicare un consenso diffuso, quando vi è in gioco la difesa della salute pubblica e la consapevolezza piena della sciagura legata ai tagli operati in passato in questo settore vitale della nostra società! Non si può continuare a difendere un modello economico-finanziario che non metta in sicurezza il nostro Paese! Questi mesi e questi tempi ci hanno consegnato una sola certezza: non c'è economia senza salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non si può continuare a immaginare di recitare un ruolo di chi dice di remare nella stessa direzione, in una direzione, facendo la premessa che siamo tutti sulla stessa barca e poi contemporaneamente piazzare degli scogli sul percorso della stessa barca. Allora il mio auspicio e il nostro sforzo sia orientato a ridare credito ad una parola pubblica che sia soprattutto una parola di verità. Chiudo credendo sia opportuno dire che in questo momento storico è in gioco la credibilità e l'affidabilità di una classe politica e del Paese intero. E noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo il dovere di rispettare questo impegno di responsabilità verso i cittadini, pertanto sosteniamo con convinzione l'azione intrapresa sin qui dal Governo. Per questi motivi, e con l'orgoglio di rappresentare questa forza politica, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Presidente, Hobbes ci diceva che il potere assoluto non nasce con un'imposizione dall'alto, ma dalla scelta di individui che si sentono più protetti rinunciando e concedendo la propria libertà ad un terzo. In virtù di questo, voi proseguite, anestetizzando le menti a base di mass media comprati, amuchina e PNL, con parole come “regime”, “consentire” e “permettere”, fino al punto di permettervi, proprio, di normare anche i nostri legami e i sentimenti e certificare i nostri affetti.

Quindi, in questo senso, la “fase 2” non è nient'altro che la prosecuzione della “fase 1”: si cambia solo il nome, come già avvenuto peraltro per il MES.

Abbiamo capito che non si muore di certo per il solo virus. Ed allora si potrà soffrire e morire, grazie a voi, a norma di legge per la miseria e la povertà. E come nei migliori regimi, la colpa sarà scaricata solo e unicamente su noi cittadini: ci togliete la libertà e dite che ce la siamo cercata, al grido del divide et impera. A rimetterci soprattutto i nostri figli, anime violentate in accordo con il Garante, si dice, dei loro diritti e delle Cismai varie. Sarà allora concesso il diritto alla scuola solo con un braccialetto per abituarli alla libertà vigilata, ai TSO schiavisti e ai lager virtuali, in cambio di un monopattino e di un tablet (Commenti). Il tutto per assecondare gli appetiti di un capitalismo finanziario il cui motore è il conflitto di interessi, ben rappresentato dall'OMS, il cui primo finanziatore è il noto filantropo e salvatore del mondo Bill Gates. Lo sappiamo tutti ormai: Bill Gates già nel 2018 profetizzava una pandemia, poi simulata lo scorso ottobre nell'Event 201, in accordo con gli amici di Davos, ed ormai da decenni si prodiga nello sviluppo di piani di depopolamento e controllo dittatoriale sulla politica globale (Commenti), puntando ad ottenere il primato su agricoltura, tecnologia ed energia; e dice - testuali parole, riprese da una sua dichiarazione - se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini, la sanità e la salute riproduttiva, possiamo diminuire la popolazione mondiale del 10-15 per cento (Commenti); e continua – aperte virgolette - solo un genocidio può salvare il mondo.

Grazie ai suoi vaccini è riuscito a sterilizzare milioni di donne in Africa, ha provocato un'epidemia di poliomelite che ha paralizzato 500 mila bambini in India, e ancora oggi con il suo DTP causa più morti della stessa malattia, così come con i suoi OGM sterilizzanti progettati da Monsanto e donati così generosamente alle popolazioni bisognose. Il tutto mentre sta già pensando di distribuire il tattoo quantico per il riconoscimento vaccinale e i vaccini a mRNA come strumenti di riprogrammazione del nostro sistema immunitario; oltre a fare diversi affari anche con le multinazionali che possiedono le infrastrutture 5G negli Stati Uniti.

E allora in questa tavola imbandita c'è tutto il deep State in salsa italiana: c'è la Sanofi, che insieme alla già collusa Glaxo, gli amici per intendersi di Ranieri Guerra, di Ricciardi e del noto virologo che noi paghiamo a 2 mila euro ogni dieci minuti per le presentazioni in RAI, sigla accordi con le società di medicina per l'indottrinamento dei medici del futuro, facendosi beffe della loro autonomia di giudizio e del loro giuramento. Ci sono le multinazionali high tech come la romana Engineering, amica tra l'altro del nobile Mantoan, o la Bending Spoons della Pisano, per il controllo e la gestione dei nostri dati sanitari ed il rispetto dell'Agenda europea ID2020 di identificazione elettronica, che ricorre proprio alla vaccinazione di massa per ottenere una piattaforma di identità digitale, tra l'altro, in continuo con la cessione dei dati già avviata da Renzi all'IBM: Renzi che, ricordo, nel 2016 tra l'altro ha dato un più 30 per cento al Global Fund proprio di Gates. Ci sono gli amici di Aspen come Sassoon e Colao, che, con i suoi report di quattro pagine da 800 euro l'ora, senza alcuna revisione scientifica ci detta la sua politica da generale del Bilderberg ben lontano dal campo di battaglia. Ma l'elenco è lungo, molto lungo: ci sarebbe anche la Medtronic di Arcuri, eccetera eccetera.

Il contributo italiano all'alleanza internazionale contro il Coronavirus sarà di 140 milioni di euro, di cui 120 a GAVI Alliance, proprio la no profit creata dalla Fondazione Gates. E sono solo una parte dei 7,4 miliardi di euro recuperati dalla Commissione europea per trovare i vaccini contro il Coronavirus, che serviranno proprio a quanto sopra descritto. Nulla ovviamente per la sieroterapia, che ovviamente ha il terribile effetto collaterale di costare pochissimo; per non parlare della prevenzione, quella vera, che riguarda il nostro stile di vita, la nostra alimentazione e il nostro rapporto con l'ambiente. Il vero obiettivo di tutto questo è il controllo totale, il dominio assoluto sugli esseri umani ridotti a cavie e schiavi, violandone sovranità e libero arbitrio, il tutto tramite i vostri inganni travestiti da compromessi politici.

Allora, mentre voi stracciate il Codice di Norimberga con TSO, multe, deportazioni, riconoscimento facciale e intimidazioni, avallati dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro Pluripresidente della Repubblica che è la vera epidemia culturale di questo Paese (Proteste), noi fuori con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti (Proteste).

Le chiedo gentilmente, Presidente, di…

PRESIDENTE. Colleghi deputati! Colleghi deputati! Questo è un Parlamento libero, dove ciascuno ha diritto di esprimere le proprie opinioni e ognuno è tenuto a rispettarle; se non le condivide a sua volta ha la libertà di manifestare il proprio pensiero. Basta con questo atteggiamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

Prego, concluda.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Concludo.

Chiedo a lei, Presidente, di farsi portavoce di un consiglio al nostro Presidente Conte. Caro Presidente Conte, la prossima volta che riceve una telefonata dal filantropo Bill Gates la inoltri direttamente alla Corte penale internazionale per i crimini contro l'umanità (Proteste). Diversamente ci dica come dovremmo definire l'amico avvocato che prende ordini da un criminale!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Veronica Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Il mio voto a questo provvedimento sarà di astensione, solo per continuare la dura battaglia che sto portando avanti per tutelare i diritti dei minori, dimenticati da questo Governo: altrimenti sarebbe stato contrario. È vero, è stato approvato un emendamento a mia prima firma, però riformulato e quasi del tutto modificato. Reputo importantissimo venga garantita la continuità delle case famiglia, degli incontri genitori-figli, ma certamente non è abbastanza: è solo un piccolo, timido passo avanti.

Vorrei far presente ai miei colleghi che da fine febbraio, cioè da quasi tre mesi ormai, ci sono decine di migliaia di bambini che non vedono i genitori: alcuni non vedono mamma o papà, altri addirittura non vedono entrambi, non vedono i familiari. Questo perché da inizio emergenza sanitaria gli incontri in uno spazio neutro sono stati da subito sospesi in modo arbitrario e inappellabile dalla maggioranza delle strutture, e non vi è stato alcun controllo. Io ho addirittura depositato un esposto per un abuso, ho scritto varie e-mail ai ministri, ma non ho ricevuto alcuna risposta.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, vorrei ricordare che gli incontri spazio neutro sono incontri tra genitori e figli, disposti dal giudice a seguito di separazione, divorzio o altre vicende di crisi familiare, o addirittura a seguito di allontanamento dalle famiglie solo per situazioni di povertà. Potrebbe capitare a tutti a tutti, dunque, di dover incontrare così i propri figli: basta trovarsi in una separazione, un divorzio difficile o addirittura in povertà. È già di per sé un grande fallimento dello Stato non aiutare tutti questi minori nel loro nucleo familiare, preferendo l'allontanamento dallo stesso e disponendone l'accoglienza in una struttura che percepisce denaro dallo Stato, ma arrivare a tenere lontani i bambini dai genitori e dalle madri è crudele.

Mi sarei aspettata che il Governo con il “decreto Cura Italia” mettesse fine a questa ingiustizia e garantisse, sempre secondo il rispetto delle misure di sicurezza sanitaria, la continuità di detti incontri, sospendendo solo quelli in cui si procede per i delitti previsti dal “codice rosso”. E invece no; col DL “Cura Italia” è stato approvato un emendamento che sospende tutti gli incontri in spazio neutro fino al 31 maggio 2020. Insomma, viene data una copertura legislativa ad una prassi ingiusta e anticostituzionale. Forse è sfuggito che il diritto di visita genitori-figli è previsto proprio per garantire il benessere psicofisico del minore, che si trova a vivere suo malgrado una doppia tragedia: la lontananza dai genitori e l'emergenza sanitaria. Ma il peggio è arrivato col provvedimento che stiamo discutendo, all'articolo 1, comma, 2 lettera cc): viene stabilita la sospensione dei servizi nelle strutture semiresidenziali e residenziali per minori, persone con disabilità, non autosufficienti, persone con disturbi mentali o persone con dipendenza patologica. Proprio dopo queste parole è stato aggiunto il testo dell'emendamento riformulato: “Sono in ogni caso garantiti gli incontri tra genitori e figli nel rispetto delle prescrizioni sanitarie o, ove non ci sia possibilità, in collegamento da remoto”. Abbiamo salvato il salvabile, quantomeno. Ma prestiamo attenzione a ciò che è scritto nel testo originario della lettera cc). Questo generico riferimento alla sospensione dei servizi nelle strutture residenziali e semiresidenziali pone un quesito fondamentale: di quali prestazioni stiamo parlando?

Viene il dubbio che siano state buttate giù parole a caso, senza comprendere cosa significhi veramente “servizio” in una struttura di questo tipo. Se ci atteniamo alla definizione normativa, ne deduciamo che la sospensione dovrebbe riguardare tutto il complesso di procedure e attività sanitarie e sociosanitarie erogate a soggetti non autosufficienti, non assistibili o non del tutto assistibili a domicilio, all'interno di idonei nuclei accreditati per la specifica funzione. Per fare un esempio, si tratta di servizi che riguardano igiene personale, alimentazione, attività espressive, attività mediche, riabilitative, didattiche e produttive, attività domestiche, supporto alla comunità, attività volte a promuovere l'integrazione e l'inclusione sociale. Tra l'altro - e apro una parentesi -, tutte queste attività comportano l'utilizzo di una équipe di lavoro multiprofessionale e composta da operatori di assistenza, educatori, infermieri, psicologi e medici.

Ora, viene da sé comprendere che, sebbene sia possibile, anche se non auspicabile, sospendere il servizio relativo alle attività ricreative e didattiche, certamente, sussistono notevoli dubbi circa la legittimità della sospensione dei servizi medici, psicologici o che riguardano la riabilitazione motoria o infermieristica. Facciamo attenzione al target, ai fruitori di tutte queste prestazioni, che sono i minori, i disabili, persone non autosufficienti, insomma le fasce più deboli della nostra società, che, evidentemente, sono le ultime nella scala di priorità di questo Governo. Pertanto, ritengo che sia necessario definire in modo univoco e non interpretabile quali servizi si intendano sospendere e quali, invece, si intendano garantire. È necessario mettere la parola “fine” a questo scempio che riguarda i bambini e gli indifesi: con la scusa di proteggerli dal COVID, gli state gettando sopra un peso insopportabile: la rinuncia dei diritti fondamentali, che in qualsiasi Paese democratico devono essere garantiti ad ogni costo.

Concludo, ricordando che, dal 18 maggio, le chiese in Italia ricominceranno a celebrare, giustamente, le messe con i fedeli. L'accordo è stato recentemente raggiunto fra la CEI e il Governo, con la firma di un protocollo che riporta, di fatto, la religione sullo stesso rango di altre attività già avviate dopo l'emergenza COVID. Dall'approvazione di questo testo, invece, ci saranno, comunque, i bambini che non potranno vedere i loro genitori e ci saranno disabili che rinunceranno a terapie fondamentali, facendo sprofondare la disabilità, la fragilità al rango del dimenticatoio (Applausi della deputata Cunial).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Presidente, grazie, a titolo personale, per ribadire il voto di Italia Viva su questo provvedimento e per dire che nessuno si può permettere di dire che la Ministra Bellanova ha pianto per gli stranieri e non ha pianto per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). La Ministra Bellanova ha pianto per tutti gli ultimi, ha vissuto in prima persona esperienze drammatiche lavorando nei campi da giovane e nessuno si può permettere di strumentalizzare, solo per un like in più in qualche social di riferimento, una frase sbagliata. Gli italiani vanno rispettati, come vanno rispettati tutti, ma, soprattutto, va rispettata la Ministra Bellanova per la sua sensibilità (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: “Vergona!”).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2447-A:"Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8)(Applausi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Sì, Presidente, nell'intervento a titolo personale che una collega ha svolto poc'anzi al centro dell'emiciclo, magari ho sentito male io, ho ascoltato parole che, secondo me, sono inqualificabili all'indirizzo del Capo dello Stato (Applausi). Forse ho sentito male, se ho sentito male mi scuso, ma se ho sentito bene, è la collega che dovrebbe scusarsi. Capisco che anche la Presidenza non può ascoltare pedissequamente tutti gli interventi, però, in questa Assemblea, non si può mancare di rispetto al Capo dello Stato (Applausi) e sarebbe decoroso che nessun deputato della Repubblica mancasse di rispetto al Capo dello Stato neanche fuori da questa Assemblea. Per cui io credo che sarebbe opportuno scusarsi, se io ho sentito bene.

Un'ultima questione, Presidente, la lasciamo agli atti, magari, di considerazioni che possono essere oggetto di riflessione nelle sedi più opportune, e mi riferisco alla Conferenza dei presidenti di gruppo, Presidente. Se si prendono accordi in Conferenza dei presidenti di gruppo, anche in relazione ai tempi che quest'Aula si dà di lavoro in ragione dei blocchi orari di lavoro e delle sanificazioni dei nostri ambienti, è opportuno che tutti i gruppi, anche il Misto, che ha delle componenti interne, che mi rendo conto meno omogenee rispetto ad altri gruppi, si attengano agli accordi che vengono presi, perché, se si comincia a fare dichiarazioni a titolo personale di ciascun deputato, che, come lei sa bene, Presidente, sui decreti possono durare fino a dieci minuti, salta non solo la programmazione dei nostri lavori, ma anche gli accordi che si prendono in Conferenza dei presidenti di gruppo e siamo costretti a rinviare a tre ore successive votazioni che, invece, potrebbero aver luogo.

Quindi, lascio agli atti, Presidente, questa riflessione, perché mi auguro che, poi, la Conferenza dei presidenti di gruppo se ne faccia carico, in ragione del fatto che, se ciascun gruppo, anche di 100-200 deputati, fa parlare un solo esponente, forse, è bene che tutti ci si attenga agli accordi presi, quando tra i gruppi intercorrono delle intese su cui la Presidenza ha il dovere di vigilare, ma, non potendo la Presidenza impedire a un collega che chiede legittimamente di parlare, è bene che questo impegno venga mantenuto da parte di tutti i gruppi. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, a lei deputato Baldelli, sulla seconda parte del suo intervento, le do ampiamente ragione, fermo restando le precisazioni fatte conclusive, cioè la Presidenza non ha particolari strumenti, se non sollecitare i presidenti dei gruppi a sorvegliare a che gli accordi presi vengano rispettati.

Per quello che attiene - poi lascio la parola al deputato Borghi, che l'ha richiesta forse sulla stessa materia - il presumibile, e da verificare, vilipendio al Capo dello Stato, che si sarebbe riscontrato nell'intervento della deputata Sara Cunial, stiamo cercando di capire se l'epiteto di “virus” fosse indirizzato al Presidente del Consiglio, la qualcosa sarebbe magari altrettanto sconveniente, ma non incorrerebbe in un reato, oppure se fosse indirizzato al Capo dello Stato, nel qual caso diciamo che la deputata farebbe bene a scusarsi e comunque si trova esattamente nella fattispecie citata del reato di vilipendio al Capo dello Stato e quindi conseguentemente ne avrà tutte le problematiche del caso.

Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie Presidente, in parte le parole che lei ha fornito danno un quadro rispetto all'iniziativa che comunque, a nome del Partito Democratico, chiediamo di assumere alla Presidenza: noi chiediamo che venga acquisita agli atti la sbobinatura dell'intervento dell'onorevole Cunial, perché abbiamo inteso, sia pure nella confusione dell'Aula, che si sia riferita in maniera esplicita al Presidente della Repubblica. In questo caso, chiediamo che la Presidenza assuma le iniziative di censura che sono previste dal nostro Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, avevamo già previsto la sbobinatura dell'intervento della deputata Cunial. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessandro, ne ha facoltà. Ovviamente nell'assoluto rispetto della libertà d'opinione, salvo le prescrizioni per quel che attiene il rispetto assoluto della figura del Presidente della Repubblica.

A lei la parola, deputato D'Alessandro.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie Presidente, mentre la collega Cunial offendeva il Presidente della Repubblica, io cercavo - Presidente, io sto parlando con lei, Presidente - io cercavo di richiamare la sua attenzione perché, forse, in quel momento, lei non è che dovesse censurare, però, di fronte ad una parlamentare o ad un parlamentare, chiunque esso sia, mentre si consumava un'offesa al Presidente della Repubblica, io cercavo di gridare - ma non perché volevo gridare - ma per fare in modo che la sua attenzione si concentrasse su ciò che si stava dicendo. Ora non ho il verbale e non ho fatto in tempo a sentire il video, però, se ho capito bene da quello che ha detto, anche nel momento concitato, il nostro Presidente della Repubblica è stato paragonato ad un virus e sappiamo il virus che cosa ha prodotto in Italia. In quel preciso istante, io credo che lei, senza essere censore, sarebbe dovuto intervenire per richiamare il deputato che usciva fuori totalmente da ciò che ci è consentito, oltre che dall'educazione, dal nostro dovere istituzionale: è il Capo dello Stato e io credo che il Presidente della Camera facente funzione in quel momento doveva intervenire. Non ce l'ho con lei, Presidente, però è suo dovere seguire gli interventi e, se qualcuno la richiama - perché si sta consumando in quel momento, in questo caso, un'offesa al Presidente della Repubblica - lei quantomeno doveva richiamare, grazie.

PRESIDENTE. Deputato D'Alessandro, nessuno mi ha segnalato la sua richiesta di intervento o comunque la sua eventuale agitazione. Io l'ho vista quando si è recato qui, al cospetto del tavolo della Presidenza, alla fine; quando si è presentato qui, ne abbiamo parlato e abbiamo focalizzato il problema. Prima non è stato possibile, altrimenti saremmo intervenuti, sarei intervenuto con tempestività e, nella distrazione generale, io comunque ascoltavo e mi era parso di capire che il riferimento, come già ho detto, fosse al Presidente del Consiglio e non al Presidente della Repubblica.

Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente, nel ribadire comunque la correttezza della Presidenza nello svolgimento dei lavori e quindi nel riconoscersi in come sono stati condotti i lavori dall'attuale Presidenza e nello svolgimento, non vorrei entrare nello specifico delle parole dette dalla collega. Mi ha fatto però particolarmente effetto, Presidente, vedere dei gruppi che urlavano contro la collega e poi hanno applaudito chi chiedeva la censura della collega e chiedeva le scuse della collega. Vorrei far presente, senza entrare nel merito, che magari non sono nemmeno parole condivisibili, tanto meno se ha offeso il Capo dello Stato, però chi dovrebbe chiedere scusa è chi, eventualmente, quella collega l'ha candidata, fatta eleggere, portata qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e poi magari anche la collega non ha cambiato idea, ma sono loro che dicevano le stesse cose della collega in campagna elettorale e oggi ne dicono di completamente diverse. Quindi eventualmente chi deve chiedere scusa è il MoVimento 5 Stelle, che ha portato qui una persona che è rimasta coerente, mentre loro hanno completamente cambiato idea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente, essendo intervenuti tutti i gruppi, ritenevo opportuno, anche alla luce di quest'ultimo intervento, sottolineare che siamo convinti che la Presidenza in questo momento prenderà atto e trarrà le conclusioni più idonee. Quindi mi associo ai colleghi che mi hanno preceduto e stigmatizzo questo ultimo intervento, con tutto il rispetto dovuto per la posizione che possono assumere i colleghi, perché è veramente intollerabile che ogni argomento, qualsiasi argomento, addirittura nel momento in cui nell'Aula si parla di ipotesi di accuse gravissime nei confronti del Presidente della Repubblica, si provi a strumentalizzare. Io ritengo che questo - l'ho detto prima nel mio intervento in dichiarazione di voto - non è più il tempo, proprio perché questo è un tempo nel quale la coesione, la capacità di saper interpretare il ruolo istituzionale è determinante e lo dico con la pacatezza che mi contraddistingue e col senso di responsabilità che il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato in tante occasioni, anche negli ultimi mesi, senza dover essere per forza richiamato da colleghi, che in questo momento provano soltanto a strumentalizzare qualsiasi argomento, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie a lei, anche per la pacatezza delle sue argomentazioni e ribadisco che io ho stigmatizzato, fermo restando l'incertezza sull'indirizzo dell'epiteto utilizzato dalla collega Cunial, che - ahimè - non era presente in Aula quando ne abbiamo parlato, altrimenti avrebbe potuto prendere la parola e chiarirci lei. Quindi, noi non abbiamo altra soluzione da perseguire se non quella di ascoltare lo sbobinamento, diciamo così, del suo intervento ed agire di conseguenza. Penso sia una cosa tutto sommato abbastanza semplice.

Deputato Sgarbi, vorrei richiamarla cortesemente alla brevità, perché noi abbiamo impedito a deputati di svolgere i propri interventi di fine seduta perché abbiamo sforato di 55 minuti gli orari convenzionali stabiliti dalla Conferenza dei capigruppo nell'attuazione delle regole emergenziali che ci siamo dati.

Ha chiesto di parlare Il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Ha ragione e volevo anche ricordare come non abbiamo commemorato l'onorevole Masullo e l'onorevole Guarino, purtroppo i morti importanti non hanno… Ma, in questo caso, io ho ascoltato bene l'intervento dell'onorevole Cunial e direi che non tocca a noi fare la predica o la morale ad un parlamentare, nell'ordine di considerazioni che non riguardano la persona del Presidente della Repubblica, ma riguardano una visione generale, minoritaria ma molto diffusa sui social; riguardano responsabilità istituzionali di cui in qualche modo il Presidente della Repubblica non deve rispondere sul piano penale, ma, sul piano della posizione e delle idealità, non può essere estraneo e non evocato. Trovo poco democratico che uno chieda a lei di stigmatizzare una persona che viene interrotta continuamente, cercando di esprimere un concetto, non condivisibile, ma che, in democrazia, è consentito a ognuno (articolo 21) di esprimere, e il vilipendio è questione che riguarda la magistratura e non i parlamentari, che facciano la morale a nessuno. La morale qui non c'entra. Qui c'è la politica, fuori c'è la magistratura. La Cunial ha detto delle cose che riguardano la libertà d'opinione, secondo l'articolo 21, e la libertà di un parlamentare, secondo l'articolo 68.

PRESIDENTE. La ringrazio. Le ricordo comunque che Masullo è stato commemorato dal Presidente Fico in persona, quindi insomma ha avuto tutti gli onori possibili.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 15 maggio 2020 - Ore 9:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 12,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Dal Moro ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 5 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto di astensione;

nella votazione n. 8 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 8)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2447-A - odg 9/85 rif. - I p. 403 400 3 201 399 1 68 Appr.
2 Nominale odg 9/2447-A/85 - II p. 424 424 0 213 185 239 65 Resp.
3 Nominale odg 9/2447-A/88 429 429 0 215 189 240 65 Resp.
4 Nominale odg 9/2447-A/92 425 425 0 213 187 238 65 Resp.
5 Nominale odg 9/2447-A/95 425 425 0 213 186 239 65 Resp.
6 Nominale odg 9/2447-A/97 429 428 1 215 191 237 65 Resp.
7 Nominale odg 9/2447-A/101 423 423 0 212 190 233 65 Resp.
8 Nominale Ddl 2447-A - voto finale 412 407 5 204 241 166 61 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.