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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 339 di mercoledì 13 maggio 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Brescia, D'Uva, De Menech, Delmastro delle Vedove, Frusone, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Molinari, Parolo, Pastorino, Ruocco e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2447-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2447-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri hanno avuto inizio gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Caretta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2447-A/18.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente, con l'ordine del giorno n. 9/2447-A/18 intendiamo dare un contributo a questo processo di ritorno alla normalità che molti potrebbero dare per scontato ma che le norme al momento, invece, non contemplano, normalità che include anche il benessere degli animali come, ad esempio, i cani che, più di altri, hanno accumulato stress e vissuto con tensione questo momento delicato e le rigorose misure di contenimento disposte dal Governo. Non tutte le abitazioni, infatti, sono delle stesse dimensioni così come le possibilità di spostamento ed operatività a seguito dell'applicazione delle norme di contenimento. Per questo vogliamo impegnare il Governo a restituire la libertà di addestrare e allenare i cani nelle aree autorizzate così come di svolgere tutte le attività legate al mondo cinofilo che possono essere esercitate nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Mi permetto di ricordare che le aree di addestramento consentono, per loro natura, il rispetto del distanziamento sociale. Allo stesso modo, il buon senso dovrebbe riportare ad una ripresa delle attività ippiche come, ad esempio, le passeggiate a cavallo. Stiamo parlando di animali che hanno bisogno di cure, soprattutto oggi, a seguito delle costrizioni e vincoli subiti negli ultimi due mesi. Si tratta dopo tutto di attività che, nella loro stessa natura, prevedono il rispetto di determinate distanze e vanno a tutela dell'animale e del suo benessere. Vogliamo che la “fase 2” sia un passo deciso verso il ritorno alla normalità: dunque consentire la ripresa di tutte le attività che appartengono appunto al reame della normalità, quindi non solo l'addestramento di cani ma anche le attività di pesca, di tiro al volo e tiro nei poligoni. La pesca è un'attività che non solo può essere svolta in solitudine, quindi, nel rispetto del distanziamento sociale, ma quasi raccomanda e necessita di solitudine. Discorso analogo può essere fatto per le attività di tiro al volo o di tiro nei poligoni. Parliamo di attività dove il distanziamento sociale è già vigente, attività che vengono svolte, mantenendo una distanza di sicurezza già oggi: da un tiratore all'altro in effetti la distanza è mantenuta di almeno tre metri. Queste attività possono essere uno strumento importante di riequilibrio di una vita messa a dura prova dall'insorgere di questa pandemia. Per questo, chiediamo al Governo l'accoglimento dell'ordine del giorno in esame che non chiede un impegno di bilancio ma solamente buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia illustro l'ordine del giorno n. 9/2447-A/39 che, sostanzialmente, parla di innovazione applicata a due temi che sono di stringente attualità: il cosiddetto lavoro agile, lo smart working, meglio definito come telelavoro, quindi tutto ciò che l'implicazione tecnologica concerne e quindi ovviamente anche la sicurezza informatica, e la nuova modalità con cui oggi gli italiani lavorano, il lavoro a distanza appunto, il telelavoro, che concepisce un nuovo sistema di lavoro e quindi anche un nuovo contratto che possa disciplinare dinamiche che, fino a questo momento, erano obiettivamente sconosciute. In effetti, si parla molto di smart working ma sarebbe meglio parlare di telelavoro non per questioni banalmente linguistiche ma semplicemente perché lo smart working attiene per così dire più alla organizzazione, più alla misurazione del lavoro. Possiamo dire quindi che è una branca del telelavoro e noi, in questo ordine del giorno, consideriamo il cosiddetto lavoro agile che certamente è stato pensato già da qualche anno per conciliare nel modo migliore il nuovo rapporto, le nuove dinamiche dei tempi tra lavoro e famiglia ma che altrettanto certamente la situazione emergenziale che stiamo vivendo per la pandemia da COVID-19 ha fatto esplodere in modo netto e chiaro.

Abbiamo dovuto tutti quanti adottare, quindi, una massiva modalità di telelavoro e, quando c'è una massiva modalità di telelavoro, quindi, l'utilizzo di tecnologia, di informatizzazione e di digitalizzazione, inevitabilmente, aumenta anche la qualità e la quantità delle cosiddette minacce informatiche, rispetto alle quali, ovviamente, lo Stato deve mettere in condizione se stesso, ma soprattutto le aziende, di neutralizzare. Noi, in questo ordine del giorno, chiediamo, ad esempio, che vengano forniti anche apparati informatici per garantire il lavoro agile da parte della pubblica amministrazione, ma anche da parte di aziende private - lo facciamo, ovviamente, con lo strumento del credito d'imposta - perché indubbiamente bisogna cominciare a ragionare anche in termini di forniture e di dotazioni necessarie per affrontare questo tema. Ma, come dicevo all'inizio, intendiamo anche invitare il Governo ad affrontare il nuovo problema della disciplina e della regolamentazione, ad esempio, degli orari, il rispetto delle pause, e di conseguenza anche la conciliazione tra i tempi del lavoro e i tempi familiari, la privacy del dipendente e, perché no, il diritto, ad esempio, alla disconnessione del lavoratore che esercita da casa.

Insomma, c'è un nuovo modo di lavorare, con delle nuove caratteristiche che devono essere ovviamente affrontate. Ci sono nuovi diritti, ci sono nuovi doveri; è probabile che siano anche diritti e doveri inediti rispetto al passato. Noi abbiamo deciso di non utilizzare, onorevole sottosegretario, la solita formuletta, che ormai è un rito negli ordini del giorno, ossia quella di “valutare l'opportunità di”, perché qui francamente - vado alla conclusione - non c'è proprio nulla da valutare. Qui bisogna prendere atto che è cambiato il mondo, è cambiato il modo di lavorare, siamo tutti molto più informatizzati; dobbiamo formare meglio anche coloro i quali adottano questo nuovo sistema di lavoro, perché non tutti siamo, ovviamente, nativi digitali. Certo, però, c'è un problema: siamo in ritardo, questo Governo è in ritardo nell'applicazione del piano BUL per la banda ultralarga, sono ancora 7 mila i comuni su 8.300 che attendono di poter implementare la banda ultralarga.

Se noi non faremo questo, avremo un clamoroso digital divide, avremo il Paese francamente disegnato a macchia di leopardo, ed è ovvio che, se questa sarà la qualità della digitalizzazione, noi non potremo trasferire la stessa qualità anche nel nuovo modo di lavorare. Concludo, dicendo - concludo davvero, Presidente - che siete in ritardo anche per quanto riguarda la rete unica delle telecomunicazioni, cioè mettere insieme gli asset di Tim e di Open Fiber per dare ovviamente un futuro tecnologico dignitoso all'Italia e per affrontare e risolvere in modo definitivo il gap che ci sta sempre più allontanando dal resto dell'Europa e del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Acquaroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Intervengo per illustrare un ordine del giorno a firma mia e della collega Montaruli perché, con l'emergenza COVID, con lo stato d'emergenza che c'è nel nostro Paese dal 31 gennaio, di fatto alcune limitazioni delle libertà individuali a tutela del diritto alla salute, che è un diritto tutelato dalla Costituzione nell'articolo 32, impediscono il normale svolgimento di pratiche assolutamente essenziali e importanti per consentire il normale svolgimento…Presidente, il Governo potrebbe ascoltare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Acquaroli.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Dicevo per l'appunto che alcune pratiche si sono interrotte anche per il divieto di assembramenti, e quindi alcune procedure non possono essere svolte e non consentono quindi lo svolgimento di adempimenti essenziali. Faccio riferimento, in particolare, al funzionamento dei condomini, che sono una parte essenziale delle nostre città. Le norme che regolano il funzionamento dei condomini prevedono per tantissime questioni le riunioni di condominio, e quindi gli assembramenti, che sono vietati.

In moltissimi casi non possono essere fatte riunioni per carenza di strumenti di tanti condomini, che non hanno computer e non hanno i mezzi e gli strumenti necessari per poter espletare queste riunioni, e quindi viene ad essere bloccato il funzionamento dei condomini e gli amministratori hanno un po' le mani legate. Allora, noi veniamo a chiedere al Governo e alla maggioranza di valutare questo nostro ordine del giorno perché si possa consentire una deroga a queste normative, affinché, tramite questa deroga, possano venire approvati i bilanci consuntivi ordinari e preventivi ordinari, per il pagamento degli stipendi, per il pagamento di tutte quelle che sono le spese necessarie al funzionamento dei condomini e per il pagamento di tutte quelle che sono le emergenze che in un condominio si possono presentare. Noi vorremmo che, in questa grande fase di difficoltà, il Governo possa recepire questa nostra richiesta, e possa farlo perché, nella quotidianità, poi, il divieto e l'impossibilità per alcuni di poter procedere all'approvazione di questi bilanci porta dei danni abbastanza importanti. Siamo a chiedere, quindi, la valutazione in senso positivo di questo ordine del giorno, che ha un riflesso sulla vita di centinaia di migliaia di persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Billi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi permetta innanzitutto di ringraziare il collega della Lega, onorevole Zoffili, per avere avviato questa discussione. Presidente, mi rivolgo a lei e, suo tramite, al Governo e ai gentili colleghi del Partito Democratico, di Italia Viva e dei 5 Stelle: cari colleghi, voi siete al Governo, il vostro dovere è tenere conto delle esigenze di tutti gli italiani, anche degli italiani che risiedono all'estero, soprattutto quegli italiani che risiedono vicino ai confini nazionali. Faccio riferimento, in particolare, agli italiani residenti in Svizzera, in Ticino, nel Vallese, ma anche in Francia, in Croazia, in Slovenia: sono circa un milione gli italiani che risiedono in questi Paesi, ma non solo. Cari colleghi, faccio riferimento anche agli italiani che risiedono all'estero un po' più lontano, per esempio gli italiani che risiedono nel Regno Unito, a Londra, in Spagna, in Olanda, in Belgio.

Cari colleghi di maggioranza, caro Governo, permettete che questi italiani possano tornare temporaneamente a casa per far visita ai propri familiari senza quarantena, perché, se questi italiani non potranno rientrare a casa senza quarantena, sarà come impedirgli di ritornare a casa.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Grazie, Presidente. Nei due mesi di gestione emergenziale della cosiddetta fase 1 si è assistito veramente a una svalutazione del dispositivo di protezione della cosiddetta mascherina, per arrivare, poi, a renderla uno strumento primario per il contenimento nella propagazione del virus nella “fase 2”. Con il DPCM del 26 aprile 2020, la “fase 2”, si è arrivati all'obbligo della mascherina su tutto il territorio nazionale, anche con maschere di comunità, che non corrispondono necessariamente a quelle che hanno una valenza medica, le cosiddette mascherine chirurgiche o le mascherine professionali.

Possono essere, quindi, adesso usate delle mascherine industriali, delle mascherine artigianali, delle mascherine fatte dalle stesse persone, autoprodotte, che creano sicuramente anche quelle, coprendo la bocca e il naso, una barriera nei confronti di questo virus.

Questo è un punto che veramente è molto importante perché solleva delle responsabilità, delle responsabilità morali, delle responsabilità politiche, ma anche delle responsabilità istituzionali, perché continuo a sentire parlare, da molti colleghi, di mascherine inefficaci, di mascherine psicologiche. Cioè, io mi chiedo se queste persone che parlano sanno che cos'è un virus, come fa un virus a penetrare nel nostro corpo e a fissare la sua presenza proprio nel corpo.

Quindi, occorre in questo momento definire e specificare degli standard, perché oggi, purtroppo, le mascherine riescono anche a creare degli altri tipi di problemi, che vanno oltre proprio gli obiettivi di protezione.

Il testo unico della pubblica sicurezza prevede il divieto di comparire con il volto mascherato in un luogo pubblico, dispone il divieto di mezzi che rendono difficoltoso proprio il riconoscimento delle persone e lo stesso codice interpreta la circostanza di volto travisato come aggravante proprio del reato. Certo, è vero che le mascherine sono un motivo più che giustificato, ma, anche di fronte a questa situazione, dobbiamo intervenire velocemente perché saranno molte le situazioni in cui, con la scusa, diciamo, di mascherare il volto, di coprirsi il volto, viene nascosta la propria la propria identità per fini, diciamo, non buoni. Infatti, pensiamo alla persona che può fare una rapina, o qualche cosa di non legale, e può decidere - e normalmente lo fa - di coprirsi il volto.

Quindi, bisogna dire che, con questa ordinanza n. 11 del 2020, il commissario Arcuri ha stabilito anche il prezzo della vendita di questi dispositivi. Però, occorre dire che sarebbe il caso che questi prezzi venissero monitorati su tutti i dispositivi di protezione, non soltanto per le mascherine chirurgiche. Quindi, occorrerà anche definire delle condizioni tecniche a cui rispondere proprio per questa produzione industriale, per questa produzione artigianale, nella prospettiva proprio di rendere sicure le mascherine sia sotto il profilo sanitario, ma anche di agevolare il possibile riconoscimento facciale. Proprio questo punto, devo dire, è molto importante, perché l'ipotesi di una regolamentazione del mercato delle mascherine di protezione respiratoria e definirne i limiti per quanto riguarda le condizioni proprio tecniche, diventa essenziale in un momento in cui le mascherine sono davvero indispensabili per tutti e non è più il caso di continuare a creare confusione e incertezza in chi deve poi utilizzarle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Non è presente e s'intende che vi abbia rinunciato.

L'onorevole Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Tutti noi sappiamo che, da ormai due mesi e anche più, la nostra vita è profondamente cambiata per l'arrivo di questa epidemia che ha sconvolto il nostro Paese, creando una crisi sanitaria senza precedenti. A questa crisi sanitaria ormai oggi tutti iniziamo a capire che sta seguendo una crisi forse ancora più grave, una crisi economica, una crisi economica che mette in ginocchio il nostro Paese. Tanti di noi nelle case aspettavano la telenovela del decreto, la sera alle 20,30, per avere delle notizie speranzose rispetto al mondo dell'economia e rispetto al mondo degli imprenditori. Proprio mentre il Paese era in ginocchio, una sera è arrivato il nostro Presidente del Consiglio, alle 20,30, con il suo bazooka e ha definitivamente steso, invece, la nostra economia. Ha steso la nostra economia e ha steso, soprattutto, i protagonisti della nostra economia. I protagonisti della nostra economia sono gli imprenditori.

Presidente, per suo tramite, vorrei chiedere al Governo e alle sue anime che cosa sono per loro gli imprenditori, perché questo concetto è forse sconosciuto. Ieri sera chi ha visto la famosa trasmissione Porta a Porta ha sentito un imprenditore, che gestisce 1.200 punti vendita in Italia e nel mondo, che diceva proprio questo: “Ma il Governo sa chi siamo? Sa che cosa facciamo? Sa dove siamo?”. Ebbene, lui lamentava un'assoluta mancanza del Governo rispetto a questa categoria, rispetto alla categoria degli imprenditori.

Una parte di questo Governo, probabilmente, intende gli imprenditori come coloro che vanno in banca, prendono in prestito dei soldi per iniziare delle iniziative che, se vanno bene, restituiscono e, se non vanno bene, non restituiscono ed entrano a far parte del famoso gran club dei grandi debitori del Monte dei Paschi di Siena, tanto per fare un esempio, o, comunque, imprenditori che, appunto, usavano questa banca come un bancomat dove si andavano a prendere i soldi, solo che non si metteva la tesserina del bancomat, si metteva la tesserina del PD per ritirare i soldi. Questo, purtroppo, non dà una cognizione precisa di quelli che sono veramente gli imprenditori.

Un'altra anima potrebbe dire che gli imprenditori sono i demoni, una razza aliena, quella razza che è soggetta solamente a tasse o anzi, diciamo meglio, una categoria a cui bisogna destinare tasse, burocrazia e accertamenti, come ha detto il direttore dell'Agenzia delle entrate in audizione in Commissione finanze quando, rispetto a un sospiro di sollievo che tutti ci aspettavamo, ha detto, invece, che, appena finisce l'emergenza, 80 mila o, non si sa, 8 milioni di cartelle arriveranno ai nostri imprenditori. Quindi, soggetti a cui dobbiamo destinare tasse, burocrazia, accertamenti e infine sicuramente, per un giustizialismo pazzesco, manette, perché devono essere alla fine destinatari di manette.

Allora, Presidente, la nostra cognizione e la nostra idea, invece, di imprenditore è profondamente diversa da questa. Per noi l'imprenditore è colui che, tutti i giorni, anziché elemosinare un aiuto o sperare in un'assistenza, si alza e apre le serrande delle proprie aziende nel tentativo di dare un reddito a sé e alla propria famiglia, frutto esclusivo della propria intraprendenza e del proprio lavoro. L'imprenditore è colui che ha una scintilla e che cerca di dare al nostro Paese una destinazione diversa. L'imprenditore è colui che mette a frutto il suo ingegno, la sua intuizione, la sua capacità di percepire prima degli altri i bisogni per creare dei servizi che appaghino questi bisogni. Ebbene, questa categoria è quella che, come diceva ieri sera, appunto, questo imprenditore, è in via di estinzione, senza sapere, però, che questa categoria è quella che versa tutti i mesi, con le proprie tasse e con i propri contributi, le entrate allo Stato che permettono a questo Stato di mantenere in vita un sistema assistenzialistico che vuole mettere in piedi. E, allora, se noi secchiamo la pianta da cui arrivano i frutti che servono per dare alla nostra nazione tutti gli aiuti, noi non andiamo da nessuna parte. Questa desertificazione del mondo dell'impresa non può continuare.

E, allora, gli imprenditori oggi chiederebbero…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). Sì, e illustro questo ordine del giorno che si rivolge alla categoria degli imprenditori che gestiscono le palestre, che tutti noi, credo, frequentiamo abitualmente. Vogliono ripartire ma almeno, anziché come state facendo da giorni, discutere se regolarizzare gli immigrati o meno, anziché discutere quando ripartire, dite a queste categorie come devono ripartire, stilate dei protocolli sanitari condivisi fra le associazioni di categoria e i rappresentanti delle categorie, perché voi…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Caiata.

SALVATORE CAIATA (FDI). …come si fa non lo sapete. Fatevi aiutare e create dei protocolli condivisi con cui questi imprenditori possano riaprire le loro palestre.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo qui, con il 4 maggio superato e ormai siamo al 13. “Fase 1”, “Fase 2”, “Fase 1.5”, “1 + 1”: sostanzialmente poco è cambiato. Gli spostamenti nelle regioni restano un evento eccezionale e straordinario. Si dice “voucher no” e “600 mila immigrati sì”.

L'autocertificazione continua a rimanere, ma l'unica vera novità è quella di respirare un po' di libertà quantomeno nei comuni, comuni che, tuttavia, sembrano essere, agli occhi di questo Esecutivo, figli di un Dio minore: basti vedere le numerose proposte emendative che vengono inoltrate a qualsivoglia provvedimento. E l'idea è sempre la stessa: limitiamoci a scaricare la competenza sui comuni e, poi, diventerà un loro problema. Da amministratore locale, penso di poter parlare per molti sindaci d'Italia: questo atteggiamento, oltre che denotare una grandissima superficialità da parte di chi lo propugna, non fa che indebolire i sindaci di tutti i comuni italiani, che sono diventati, ora più che mai, il primo presidio dei cittadini sul territorio, che hanno dovuto, in questi mesi, interpretare, per i propri cittadini, decreti farraginosi, incomprensibili e, ancor peggio, le anticipazioni su Facebook. Sono certa che i signori del Governo, se avessero fatto per un mandato il sindaco in uno degli 8 mila comuni d'Italia, avrebbero avuto più rispetto per le fasce tricolori e per ciò che rappresentano: esse sono il primo presidio della democrazia, non dimenticatelo mai.

Il tema del trasporto scolastico, oggetto di questo ordine del giorno, vi è sembrato una banalità e come tale lo avete affrontato, con superficialità. Nel “decreto Cura Italia”, infatti, durante la fase di conversione, è stato aggiunto il comma 4-bis all'articolo 92, il quale dispone, letteralmente, che: “Ai gestori di trasporto pubblico locale e regionale e di trasporto scolastico non possono essere applicate dai committenti dei servizi, anche laddove previste, decurtazioni di corrispettivo in ragione delle minori corse effettuate o delle minori percorrenze realizzate, a decorrere dal 23 febbraio 2020 e fino al 31 dicembre 2020”. Sebbene sia stato corretto sostenere le aziende di trasporto pubblico, è inaccettabile, però, non aver immaginato un ristoro economico alle pubbliche amministrazioni. In breve, si scarica sui comuni l'onere di pagare, a fronte di un servizio non effettuato o parzialmente effettuato per garantire la continuità dei gestori del trasporto pubblico e scolastico.

Chi paga? Vorrei notificare, a titolo puramente informativo, che i comuni sono massacrati, ridotti all'osso e ormai senza risorse per provvedere ad una voce di spesa di questo tipo, senza considerare i maggiori oneri e costi, diretti ed indiretti, dovuti alla crisi da Coronavirus. Posto che il trasporto pubblico è un servizio essenziale e garantire la continuità anche agli operatori del settore è un dovere, è altresì un dovere, non una cortesia, che, quando si scaricano oneri sugli enti locali, si provveda poi a dar loro gli strumenti e le risorse per sostenerli. Pare quasi che si voglia tornare ad un livello di mobilità paragonabile agli anni Quaranta: proponete biciclette, monopattini, ma dimenticate che l'Italia è anche montagne e colline; biciclette che non hanno le corsie preferenziali, perché da anni non ci sono più fondi per le piste ciclabili e non sono state mai completate. Abbiamo il parco autobus più vecchio d'Europa, Roma ne è un esempio. Vero che Cuba è un vostro riferimento, ma noi saremmo la patria dell'Iveco, ovvero di chi li ha inventati i pullman. Vista la vostra chiara propensione alla regressione dei trasporti, vorrà dire che i comuni d'Italia dovranno prevedere delle mangiatoie e degli abbeveratoi per i cavalli che tireranno i calessi: magari, così saranno anche utili per i costi di gestione dell'erba.

Con questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia riafferma una delle richieste che porta avanti dall'inizio di questa crisi, semplice e di buonsenso: dare ai comuni la liquidità necessaria per sostenere le nuove funzioni che questa emergenza ha creato; semplificare e sburocratizzare. Smettetela di inventare soluzioni fuori dal tempo e totalmente disconnesse dalla realtà e dai bisogni veri dei cittadini. È il momento di immaginare nuove scuole ecocompatibili, rinnovabili, luoghi pieni di luce e di colori, dove la sicurezza dei nostri studenti sia al primo posto e non che debbano rischiare di non tornare a casa perché un soffitto crolla. Ma, anche qui, zero investimenti, scuole chiuse, famiglie che devono accompagnare per tutta la fase della didattica online, computer che sono l'unica o sembrano l'unica socialità, dimenticandovi, anche qui, che una famiglia su tre non possiede Internet né adeguati strumenti tecnologici...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MONICA CIABURRO (FDI).…o risorse per i numerosi giga di cui necessita la didattica online o i territori, come dicevano giustamente prima, che non sono ancora coperti dalla banda ultralarga.

A questo Paese, ora più che mai, serve una guida sicura che sappia delineare un percorso che ci conduca fuori da questa situazione. La maggior parte degli italiani ha capito dove ci state portando o, meglio, dove non sapete condurci; non tutti siamo pecore o capre da tenere in un recinto, meritiamo rispetto ed una classe dirigente che non voglia elevarsi a Churchill. Ci basterebbe solo un po' di buonsenso e di sano realismo, oltre ad un grande senso di patria, cosa che non state dimostrando di avere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Pagano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, la scorsa settimana è stato animato, in quest'Aula, un dibattito interessante circa il culto, la possibilità di poter esercitare liberamente il culto, qualsiasi, non soltanto quello cattolico. Ed è venuta fuori da questo dibattito, articolato e con voci diverse, come forse da tanto tempo non veniva fuori, tutta una serie di incongruenze gravissime, che sono state evidenziate non soltanto in quest'Aula, ma anche dall'esperienza concreta e reale dei giorni, delle settimane precedenti, in cui si sono osservate decine e decine di abusi conclamati, che si stanno, poi, concretamente portando avanti in termini anche di ricorsi a vari livelli. Abbiamo provato a spiegare e pensiamo di esserci riusciti, di aver trovato un consenso complessivo, al di là dei voti che, poi, evidentemente, si sono articolati e sviluppati secondo dinamiche di maggioranza e opposizione, spesso per partito preso, però pensiamo di essere stati abbastanza chiari a convincere tutti che quello che è stato realizzato su questa materia è stato un vero e proprio abuso, un sopruso, anzi, direi di più, visto che tutte le norme essenziali, pattizie, previste e garantite dalla Costituzione e, in particolare, dal Concordato Stato-Chiesa del 1984, erano state trasgredite. Lo ricordo ancora una volta - tanto abbiamo qualche minuto a disposizione - che mai è possibile interrompere una funzione religiosa - dicasi mai - né privata né pubblica e né poteva essere, a maggior ragione, bloccato tutto ciò per motivazioni di tipo sanitario, giacché proprio le motivazioni di tipo sanitario sono esattamente quelle che hanno fatto saltare il tappo e hanno fatto perdere la pazienza a milioni di italiani.

Mi riferisco, evidentemente, al fatto che non si è preteso di disciplinare le funzioni religiose, le funzioni di culto, quando nulla di tutto questo è stato, giustamente, previsto in materia di supermercati, per esempio, o di tabaccherie o di profumerie o di librerie, dove il gestore di questi locali, con il buonsenso che caratterizza il buon padre di famiglia - così è stato anche detto qualche volta in qualche conferenza stampa -, poteva e doveva gestire i flussi delle persone che in questi luoghi che ho appena citato si presentavano. Ebbene, non si capisce perché tutti questi luoghi potevano tranquillamente essere gestiti con il buonsenso e, quindi, il gestore del supermercato poteva fare entrare a distanza, con le mascherine, con tutto quello che evidentemente ne consegue e, invece, tutto ciò non è stato possibile farlo per le chiese e per i luoghi di culto. Non bisogna essere scienziati del diritto oppure avere esperienze consolidate per capire che siamo stati in presenza e continuiamo ad essere in presenza di una volontà antireligiosa fortissima. La task force che ha deciso tutto questo è stata la foglia di fico con cui si è nascosto il Presidente Conte, che ha deciso di dire che i consulenti remunerati abbondantemente e profumatamente avevano dato questo consiglio, che, però, il buonsenso sta dimostrando - e le mie povere parole stanno confermando - che non aveva alcun senso, altro che buonsenso, tutto ciò che è stato fatto.

Allora, di fronte a tutto questo, abbiamo osservato questi DPCM che hanno disciplinato persino le cose più inverosimili, come quante persone debbano entrare in un funerale. Abbiamo assistito ad un figlio della patria, ad un poliziotto che è morto e, al suo funerale, erano presenti 15 persone, nessuna autorità dello Stato presente; poi, però, abbiamo osservato che, quando è venuta la neo terrorista, visto che è risaputo che Al-Shabaab questo è e questo finanzia, evidentemente (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)…sto citando la Repubblica… sto citando la Repubblica… sto citando la Repubblica mi dispiace…

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, credo che riferirsi a Silvia Romano, utilizzando il termine di “neo terrorista” sia alquanto improprio; eviterei, soprattutto, di farlo in quest'Aula.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Quindi, voglio dire c'è stata una discriminazione su questo (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, ho già stigmatizzato le parole dell'onorevole Pagano! Se avete…(Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Capisco… Capisco che questo vi fa innervosire, però (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Onorevole Sensi… Onorevole Verini… Onorevole Fiano… Colleghi! Colleghi, ho già stigmatizzato le parole dell'onorevole Pagano. Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, lungi da me creare polemiche: volevo soltanto evidenziare la differenza tra un certo tipo di atteggiamento nei confronti di luoghi di culto di qualunque tipo, anche dell'Islam moderato, rispetto invece ad altre cose cui abbiamo assistito in maniera diversa.

Però evidentemente, c'è bisogno di ritornare all'argomento, assolutamente, Presidente, la ringrazio anzi per la sua precisazione, e quindi voglio dire concretamente che questi DPCM sono stati lesivi di ogni tipo di libertà, che evidentemente in questo caso doveva essere garantito.

L'ordine del giorno, a cosa mirava? Siccome nell'emendamento che aveva trovato poi la quadra, anche se ci aveva visto dissenzienti, praticamente non era prevista la data, noi avevamo subito chiesto (quando è finita la discussione in Aula lo abbiamo subito presentato) espressamente la data. Ci siamo resi conto perfettamente che il Governo ha seguito le nostre indicazioni; di questo ci prendiamo il merito senz'altro, visto che abbiamo stimolato un dibattito e lo abbiamo fatto anche con argomentazioni forti - perché quando serve scuotere talvolta è necessario anche farlo con le parole giuste - e allora proprio per questo motivo abbiamo osservato che nell'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …chiedevamo una data ben precisa. Abbiamo visto che, in questi giorni, tutto questo si è realizzato, il giorno 18 avremo proprio esattamente la riapertura dei luoghi di culto, e quindi io ritengo sia opportuno ritirare questo ordine del giorno, e quindi superare l'argomento che ho testé evidenziato.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A che titolo?

EMANUELE FIANO (PD). Per un richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti.

Presidente, io ritengo inaccettabile. Ho sentito le sue parole di censura delle parole del collega Pagano, ma ritengo inaccettabile che, in quest'Aula, si tacci una persona, in assenza di qualsiasi prova di fatto, persona interrogata dai ROS dei carabinieri e dalla procura della Repubblica di Milano, dai quali interrogatori nulla è venuto che possa confermare le parole che abbiamo sentito dal collega Pagano; e si è tacciata in quest'Aula una persona di un reato secondo il codice penale italiano, perché esiste il reato di terrorismo e di apologia di terrorismo in questo Paese, ed è inaccettabile che qualcuno pensi che quest'Aula sia di proprietà di chi si può permettere in quest'Aula di calunniare e di diffamare una persona che è stata per 18 mesi prigioniera di una banda di terroristi! È stata prigioniera di una banda di terroristi! Nessuna prova che lei sia terrorista! Perché se il collega Pagano ha delle prove da esibire delle cose che ha detto, vada alla procura della Repubblica, oppure non calunni in quest'Aula le persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. La Presidenza ha ritenuto talmente tanto inaccettabili le parole pronunciate dall'onorevole Pagano che è intervenuta immediatamente per censurarle e stigmatizzarle. Resta naturalmente il fatto che l'onorevole Pagano si assume la responsabilità di aver definito Silvia Romano come una terrorista.

L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, con il presente ordine del giorno tentiamo di contribuire a sanare alcune apparenti, almeno per le opposizioni, contraddizioni, nel senso che in Italia è consentito, vivaddio finalmente, correre all'aria aperta, è consentito andare in bicicletta, ma non è consentito, e francamente a noi delle opposizioni sfugge la motivazione, praticare sport equestri. Sebbene una timida apertura, dopo una serie di attività svolte da Fratelli d'Italia con puntuali interrogazioni, la riconosciamo, perché, dal 4 maggio, è possibile per gli sportivi e per i proprietari di cavalli coltivare questo sport, purtuttavia ancora oggi non è possibile farlo per coloro che non hanno la ventura e la possibilità di acquistare un cavallo o per coloro che non sono sportivi agonisti.

Con questo ordine del giorno tentiamo allora di metterci una pezza, di sollecitare il Governo ad intervenire e a consentire questa pratica sportiva, che ricordo sommessamente a me stesso prima che all'Aula, si svolge tendenzialmente non per il tramite di assembramenti di massa; si svolge all'aperto, si svolge tendenzialmente in campagna, e quindi dovrebbe dare ogni garanzia sotto il profilo sanitario.

Anche questo però ci convince nel ripetere che sia impossibile delegare una serie di limitazioni di libertà più o meno importanti, alcune anche di rilevanza costituzionale, per il tramite di DPCM, perché questa Camera potrebbe arricchire con le valutazioni, con le sollecitazioni da parte della società civile, del mondo sportivo, delle categorie professionali, e ciò potrebbe consentire a questa Camera di arricchire il dibattito e non porre in campo limitazioni che, almeno in apparenza, sono assolutamente contraddittorie. E questa in ordine ai cavalli è tale!

È pur vero che avete blindato i cavalli del maneggio per una vita, e gli unici cavalli di razza che potevano continuare a correre indisturbati erano quelli alla Pisana, dove il PD allevava cavalli di razza: così tanto di razza che erano quelli che riuscivano a comprare mascherine per il tramite del capo della Protezione civile, il cui unico merito per diventare capo della Protezione civile regionale era quello di essere un tesserato del PD e aver perso le primarie del PD, e quindi necessitava - come dire? - di un posto di ristoro nel paradiso degli elefanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e riusciva a comprare con una società che evidentemente aveva… Giustamente, perché essendo del PD, vuoi che non sei un cavallo di razza? Allora su tre preventivi scegli certamente quello più costoso, quello assolutamente fuori mercato. Le mascherine nel Lazio non arrivano, ma essendo un cavallo di razza evidentemente non è che rescinde il contratto e applica le penali: nova il contratto e alla EcoTech, società che produce lampadine e quindi evidentemente ha una competenza nel mercato delle mascherine importante, dava la possibilità di rinnovare il contratto. Però, ragazzi, oggettivamente si tratta di cavalli di razza: fanno sottoscrivere una polizza fideiussoria. Questa polizza fideiussoria viene sottoscritta da un uomo del clan dei Pagnozzi: questa polizza fideiussoria è carta straccia, vale solo per gli uomini del PD, per i quali evidentemente vale la parola e la polizza fideiussoria dell'uomo del clan dei Pagnozzi.

Allora noi chiediamo anche, abbiamo l'opportunità di chiedere se questi cavalli di razza del PD non vogliano evidentemente chiedere scusa agli italiani per aver stipulato un contratto di diversi milioni di euro per delle mascherine che non sono mai arrivate, per avere scelto la società più costosa, per aver chiesto una fideiussione ad un uomo del clan dei Pagnozzi, per avere chiesto una fideiussione che è carta straccia, per avere dietro le mascherine creato l'ennesimo scandalo di una classe politica che anche di fronte alla sofferenza sanitaria degli italiani aveva in mente una sola cosa: creare scandali, gestire il potere nei termini più luridi, sporchi, opachi, magmatici per gestire un clan, che in questo caso non è quello dei Pagnozzi, ma di chi governa la Pisana, il clan del PD (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, con questo ordine del giorno, il n. 9/2447-A/80, abbiamo voluto cercare di mettere ordine, ordine un po' nell'azione del Governo, ordine nell'attività parlamentare, un ordine che va posto attraverso delle priorità. Perché la nostra considerazione, valutazione è quella che i più fragili debbano essere i primi attenzionati da questo Parlamento e da questo Governo.

E allora, a fronte di una pandemia che certamente è entrata nelle case di tutti gli italiani, che li ha sconvolti, ha tolto loro le abitudini ma ha tolto loro anche la vicinanza di affetti cari, sicuramente coloro i quali hanno sofferto di più sono proprio le persone più sofferenti: i disabili, gli immunodepressi, i pazienti oncologici, i malati cronici, tutti coloro i quali sono stati reclusi come gli altri italiani a casa, ma più degli altri hanno sofferto, perché si sono visti assolutamente privati di quell'assistenza sociale e sanitaria di cui hanno vitale bisogno.

Perché certamente quei centri che frequentavano, per quanto riguarda l'attività sanitaria e sociale, oppure quelle prestazioni che venivano erogate in centri appositi e anche in residenze assistite, dal momento che sono state chiuse, non hanno visto più la loro presenza nella vita di queste persone. Sono state lasciate sole, sole da un Governo che inizialmente non ha compreso la gravità e la necessità di dover chiudere ma anche dover garantire ciò che è essenziale c'è nella vita di queste persone. Se all'inizio questa azione governativa, con un DPCM che ha chiuso un po' tutto, si poteva forse in qualche modo capire, poi nei nove dieci DPCM che si sono susseguiti e nei decreti che sono stati approvati da questo Parlamento la miopia, ma possiamo dire la cecità, è diventata inaccettabile. Sono proprio i disabili a non avere opportunità: avete rifiutato il bonus per i disabili, avete rifiutato il riconoscimento economico per i caregiver, avete rifiutato quello che vi chiedevamo in termini di garanzia dell'assistenza sociale e sanitaria, perché non si può soltanto permettere ai comuni di poter conseguire e continuare quell'attività che viene garantita dagli enti terzi, non si può soltanto dire che è concesso, si deve garantire. E nel garantire si devono immaginare delle misure economiche che vanno proprio a coinvolgere chi è più vicino ai più fragili: spesso sono i comuni, spesso sono gli enti del terzo settore. Come vi dicevo, con questo ordine del giorno noi intendiamo rimettere ordine e porre al centro della vostra attenzione ciò. In questi giorni, infatti, abbiamo visto come il Governo si sia confrontato, abbia speso ore e giorni a comprendere, come dare priorità alla regolarizzazione di immigrati che stanno sulla nostra terra irregolarmente, noi avremmo voluto che quel furore nel confrontarsi, nel trovare una soluzione di regolarizzazione fosse invece destinato alle persone più fragili, a capire come regolarizzare l'assistenza delle persone più fragili. Noi non rinunciamo a questo ennesimo tentativo; siamo contenti che avete accettato un nostro emendamento in cui chiedevamo di permettere alle persone con disabilità intellettiva, con disabilità anche legata a sofferenze di carattere psichiatrico, anche a persone con problemi di autismo, che venisse garantita loro la possibilità di spostamenti. Difatti, per queste persone è più sofferente rimanere reclusi a casa perché le famiglie si trovavano in difficoltà. Siamo contenti, ripeto, che avete accettato il nostro emendamento, che l'avete inserito in questa conversione di legge. Questo vi dà la misura di quanto le nostre proposte vadano sul punto, nel merito, siano nella possibilità di dare sostanza a quelle priorità che un'azione parlamentare, un'azione di governo deve avere.

Non rinunciamo a questo ordine del giorno perché con esso chiediamo al Governo di impegnarsi per garantire l'assistenza sociale sanitaria, i servizi educativi a tutte quelle persone che non possono essere lasciate sole. Le parole del Premier Conte non possono rimanere come una testimonianza, un esercizio di stile, devono diventare sostanza; la delega che ha tenuto nelle sue mani in materia di disabilità non può essere una delega vuota, ma deve essere riempita di fatti, di impegni, di doveroso servizio a difesa dei più fragili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per illustrare il suo ordine del giorno l'onorevole Rotelli.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, sono soltanto due righe l'impegno di questo ordine del giorno. La richiesta al Governo è di provvedere, con urgenza, affinché tutto il personale sanitario sia sottoposto a tampone.

Ormai abbiamo un certo storico che deriva da questa crisi sanitaria, da questa pandemia, nel senso che dopo tre mesi e anche più incominciamo ad avere dei dati importanti e soprattutto dei comportamenti che hanno portato dei risultati positivi e altri che, invece, hanno portato al disastro. Ieri, Presidente, era la Giornata internazionale degli infermieri e sappiamo perfettamente come le linee guida che sono state date dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Istituto superiore della sanità, attraverso il Governo, sono anche un po' cambiate durante questa pandemia. Vi è stato chi ha avuto ragione e chi, addirittura, in alcuni casi, non ha rispettato queste indicazioni. Citavo prima la Giornata internazionale degli infermieri perché credo a loro si debba tanto rispetto, tanta riconoscenza, non soltanto perché hanno lasciato sul campo decine di vittime - e questo riguarda non soltanto gli infermieri, ma tutto il personale sanitario - ma perché non sono stati dotati delle strumentazioni fondamentali, gli strumenti per poter combattere questa battaglia nelle strutture sanitarie: tamponi al personale, naturalmente ai pazienti; e quelli al personale vanno assolutamente ripetuti in tempi certi. La questione dei tamponi non è naturalmente scollegata, ma anche altri ordini del giorno presentati dal mio gruppo, da Fratelli d'Italia, vertono sui dispositivi di protezione individuale ed anche sui reagenti. A chi lavora in corsia, a questo punto, serve anche un congedo retribuito dopo due mesi e anche più di stress e di lavoro costante in corsia. Serve questo congedo perché è necessario un recupero psicofisico dei soggetti, delle professionalità e serve anche fare una valutazione psicologica per vedere a che punto siano arrivati in termini di stress lavorativo. I reparti devono essere ben divisi e ben organizzati, perché, come abbiamo visto, sono diventati dei veri e propri incubatori, e la sanità, lo ricordo, va garantita a tutti anche perché non è che ci si ammala o purtroppo si muore di solo COVID in Italia. C'è chi ha fatto investimenti importanti in macchine e in tecnologie, c'è chi ha riorganizzato architetture ospedaliere e si è dotato, per esempio, di strumenti fatti in casa non soltanto dispositivi di protezione ma, soprattutto, reagenti. C'è chi all'inizio di tutto questo percorso ha individuato nella metodologia dei tamponi a tappeto e nell'organizzazione di questi un approccio sbagliato dato che esiste una percentuale di errore; ci può essere che un'analisi su mille possa dare un risultato sbagliato. Io credo che chi si ferma di fronte a dati di questo tipo, non percependo che questa battaglia è fatta soprattutto sui numeri, sbaglia direttamente strategia e non capisce invece che bisogna fare screening di massa, soprattutto per chi lavora in queste strutture.

Proprio perché il dispositivo e l'impegno richiesto al Governo è veramente molto semplice, di soli due righe, prima di concludere leggo questo intervento, che è della fine di febbraio, che recita testualmente: “la strategia della regione Veneto non è stata corretta perché ha derogato all'evidenza scientifica. Le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, riprese dall'ordinanza del Ministro della Salute del 21 febbraio, non sono state applicate”. Questo veniva sostenuto il 27 febbraio da Walter Ricciardi, non so se ha presente, Presidente, il consigliere del Ministro della Sanità, quello che, oltre ad essere consigliere del Ministro, fa parte anche del Comitato esecutivo e rappresenta la nostra nazione nell'OMS, e che si diverte, ogni tanto, a sparare tweet contro il Presidente degli Stati Uniti oppure contro qualcun altro che magari non gli sta particolarmente simpatico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il risultato, dice sempre Ricciardi, è che questa attività della regione Veneto ha generato confusione e allarme sociale. I test disponibili nel mondo non sono perfetti dal punto di vista della sensibilità e, quindi, dice, c'è un'ampia possibilità di sovrastimare la positività. Ora però finalmente si è deciso, così diceva il 27 febbraio, che i test vengono fatti solo a chi ha sintomi, un'influenza respiratoria e proviene da una zona a rischio, anche italiano o ha avuto contatti con i malati. Bisognava fare così da subito. Questa è la sentenza di Ricciardi completamente sconfessata dalla realtà dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per illustrare il suo ordine del giorno l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo sull'ordine del giorno n. 50.

Il provvedimento in esame analizza evidentemente misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. In particolare, in questo provvedimento, si dispongono misure limitative per quanto riguarda i mercati. Ora il nostro contributo, del gruppo di Fratelli d'Italia e mio personalmente, è mirato sostanzialmente a dirimere le questioni che si sono create rispetto all'applicazione dei continui DPCM, DL, circolari, FAQ che hanno letteralmente inondato le persone che fisicamente evidentemente sono terminali dello Stato: parlo dei sindaci che dovevano applicare questa iper-produzione legislativa molte volte caotica, molte volte poco chiara, molte volte in contraddizione. Lo spunto dell'ordine del giorno è dire al Governo: stiamo attenti a ciò che produciamo, ma soprattutto diamo una linea interpretativa univoca. Perché dico questo? Per quanto riguarda, per esempio, i mercati, è stato detto sostanzialmente che si limita l'accesso e quindi l'apertura di tutti quanti i mercati ad eccezion fatta per quelli che sono atti ad assicurare la reperibilità di generi agricoli, alimentari e di prima necessità. Spinti dalle associazioni di categoria, il legislatore e le persone, che evidentemente poi dovevano applicare la norma, hanno sostanzialmente dato la possibilità o aperto la stura affinché in alcune fattispecie - penso per esempio al mercato Trionfale di Roma - potessero essere aperti. Il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, interrogato rispetto alla fattispecie dei generi agricoli, sostiene che i floricoltori potevano vendere i propri prodotti al mercato. Questo determina un corto circuito perché, evidentemente, poi i floricoltori, che hanno un prodotto deperibile, hanno fatto pressione presso i comuni e i sindaci, che sono il nostro terminale sul territorio, il terminale dello Stato italiano, e si sono trovati a dover fronteggiare un'emergenza perché, da un lato, si trovavano i produttori, che giustamente volevano aprire perché erano in difficoltà economica e il loro prodotto deperiva, e lo Stato che, d'altra parte, non dava un'interpretazione univoca e rimandava ai sindaci i quali si dovevano, come dire, appellare alle FAQ. Siamo diventati “faqquisti”, cioè dobbiamo interpretare le FAQ. Sono fratello di un sindaco che, per poter rispondere al proprio territorio, si è trovato nella condizione, da un lato, di dover interpretare le FAQ, poi chiedere giustamente all'autorità massima del Governo sul territorio, il prefetto, il quale ad oggi non si è assunto la responsabilità o quantomeno non ha dato la risposta che il Governo doveva dare, cioè un sì o un no rispetto all'apertura. Oggi ci troviamo all'ignominia per cui i nostri sindaci, i nostri terminali si devono assumere responsabilità che non competono insieme a tante altre mille responsabilità che quotidianamente si assumono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo, Presidente, in questo ordine del giorno sostanzialmente chiediamo se questi mercati, il mercato dei fiori, rientrano nella vendita di un prodotto agricolo, deperibile e quindi vendibile nei mercati o rientrano nelle fattispecie di chiusura. Secondo me e secondo il gruppo di Fratelli d'Italia a monte di tutto questo c'è il buonsenso di dire che, se un mercato è sicuro, se si rispettano le distanze, se vi è la possibilità di interloquire e quindi commerciare in tutta sicurezza, è altrettanto di tutta evidenza che lo si può fare; diversamente si restringono e quindi si può dare una possibilità interpretativa larga che declini anche, per così dire, a seconda del territorio. Per fortuna vengo da una regione che ieri, se non ricordo male, su 4 milioni di abitanti ha avuto solo 10 casi positivi e quindi si possono adottare e si debbano adottare norme precise, concrete, univoche, univocamente interpretabili però declinate dal buon senso e declinate al fatto che noi, soprattutto al Sud in questo momento, grazie a Dio stiamo superando una crisi di carattere sanitario ma ci potremmo trovare a combattere una crisi di carattere economico. Non voglia Iddio che questo avvenga e per questo noi, ripeto, come Governo italiano - mi permetto di dirlo al sottosegretario - come Stato italiano dobbiamo venire incontro ai nostri produttori, al nostro tessuto economico e produttivo e lo dobbiamo fare in chiave lineare, sintetica, univoca, non lasciando i nostri sindaci allo sbaraglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Lollobrigida: rinuncia.

L'onorevole Osnato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Vi chiedo anche di mantenere la distanza di sicurezza per favore, grazie.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno tratta un tema che, se vuole, è anche delicato ma, secondo me, molto utile ad approfondire quello che può essere uno degli ambiti che in questo momento possono aiutare a superare un momento, che sicuramente non è all'apice delle difficoltà sanitarie - stando ai dati positivi che sicuramente riceviamo dai bollettini quotidiani - ma che, comunque, è un ambito, come dicevo, che può aiutare in modo suppletivo la situazione dei nostri ospedali e del nostro sistema sanitario. Perché vede, contrariamente a quanto imposto dalla vulgata strumentale politica, massmediologica sulla RSA, è anche vero che, nel dramma che purtroppo molte di esse su tutto il territorio nazionale hanno vissuto, esse hanno messo in campo un sistema assistenziale importante che ha supplito e comunque ha aiutato in modo complementare quello del sistema sanitario ospedaliero. E probabilmente, visto che le notizie ci dicono che comunque il tema dell'assistenza non finirà così a breve rispetto all'epidemia del COVID, dobbiamo immaginare come non farsi cogliere ulteriormente di sorpresa perché, se è vero che ciò può essere comprensibile a fronte di una pandemia assolutamente se vuole inaspettata ma sicuramente totalmente innovativa rispetto ad altre situazioni del genere, questa volta insomma ricadere nello stesso errore sarebbe alquanto demenziale e soprattutto molto pericoloso per il prosieguo della lotta alla pandemia. Quindi, chiediamo che, all'interno delle RSA dove lavorano operatori sanitari, infermieri, ASA, OSS, tutte quelle figure spesso magari anche poco considerate in termini di attenzione da parte della politica e delle stesse strutture dove lavorano, insomma tutta questo sistema del personale appunto assistenziale dovrebbe, a nostro modo di vedere, essere protagonista di una riqualificazione professionale, di percorsi formativi ad hoc, di percorsi formativi che permettano di poter svolgere questa loro attività in modo innovativo rispetto alle purtroppo sempre complicate condizioni in cui il COVID ha portato le RSA e comunque tutto il sistema sanitario italiano. Quindi, noi chiediamo anche un'attività abbastanza semplice e poco onerosa rispetto a quello che si può mettere in campo, ovvero l'istituzione di percorsi formativi e riqualificativi in modo da poterci trovare, per questa emergenza e speriamo mai più per altre ma possibilmente anche in modo non augurabile anche per altre, preparati, pronti ad affrontare questo tipo di emergenze anche con le strutture e gli operatori socio-sanitari delle residenze sanitarie assistite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno a prima firma della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia chiede che, in futuro, non si usi, anzi non si abusi, perché così è stato fino ad oggi, degli strumenti quali il DPCM e le ordinanze ministeriali per limitare i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini su cui, se mai si interviene, si interviene con legge del Parlamento che in una democrazia rappresentativa rappresenta l'espressione della volontà dei cittadini e della volontà popolare. Il provvedimento in esame attribuisce di fatto al Presidente del Consiglio il potere di adottare con propri decreti anche limitazioni di libertà e diritti fondamentali.

Vedete colleghi, il Governo, a seguito della dichiarazione della pandemia, a seguito della proclamazione dello stato di emergenza, ha, di fatto, sospeso in questi mesi l'esercizio di diritti e libertà sine die. Lo ha fatto con la libertà di circolazione, di riunione, di iniziativa economica, di istruzione; lo ha fatto per difendere un altro diritto costituzionale, costituzionalmente garantito, quale è quello alla salute. Ma lo ha fatto senza, di fatto, poterlo fare, perché, dopo la prima confusione iniziale, in cui si sono susseguiti atti di ogni tipo e forma, il Governo ha adottato un decreto-legge che, di fatto, copriva o consentiva, se volete, l'adozione di DPCM ed ordinanze ministeriali per limitare quelle stesse libertà e quegli stessi diritti costituzionali finanche alla professione religiosa. C'è quella frase che è scritta, che grida vendetta ed è inquietante: “ed ogni ulteriore misura di contenimento”; quindi, misure ad insindacabile giudizio del Presidente del Consiglio. E non lo dice Fratelli d'Italia: lo ha segnalato il Comitato per la legislazione nella seduta del 15 febbraio; lo ha segnalato, seppur con garbo, nel parere la Commissione affari costituzionali della Camera; lo hanno segnalato giuristi di ogni genere, fino a dover scomodare il Presidente della Corte costituzionale ed illustri presidenti e simili della stessa Corte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che si sono dovuti esprimere per ricordare che vi era, di fatto, un eccesso di potere e che con atti amministrativi non potevano essere conculcate le libertà costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Dal 23 febbraio al 25 marzo, data nella quale è stato emesso il decreto che siamo qui a convertire, sono stati adottati atti amministrativi di ogni genere: 11 decreti ed ordinanze in un mese, 11 decreti ed ordinanze in un mese che hanno limitato, non in una specifica zona del Paese per un'emergenza, come vi era stata la necessità in un primo momento, ma nell'intero territorio nazionale la libertà di circolazione, di riunione, di manifestazione, economica, del commercio, senza la collegialità delle scelte parlamentari, senza neanche la collegialità delle scelte del Consiglio dei ministri, senza il vaglio di costituzionalità del Presidente della Repubblica, ma solo con l'unico organo collegiale che si è espresso su questo punto, che è il comitato tecnico-scientifico a supporto delle scelte del Presidente del Consiglio.

Noi non abbiamo mai negato, non siamo tra quelle forze politiche che hanno, per carità, mai negato la difficoltà di questa fase, anche difficoltà sanitaria che l'Italia ha vissuto e in alcune parti vive, ma crediamo che la compressione delle libertà costituzionali debba passare per l'organo di democrazia rappresentativa, tanto agognato organo di democrazia rappresentativa, che viene invocata quando la maggioranza deve mantenere le poltrone in difetto della legittimità popolare, ma che poi sparisce quando si devono difendere le libertà e gli interessi dei cittadini. Vogliamo che sia la politica a prendersi la responsabilità, perché la politica, vedete, non è la scialba figura senza volto del comitato tecnico-scientifico. Sono persone che hanno la responsabilità di doversi poi far giudicare dai cittadini per il proprio operato e hanno l'obbligo di ascoltare e rappresentare; hanno l'obbligo di ascoltare e rappresentare quell'Italia che non ha mollato fino a oggi e che ha tenuto duro; hanno l'obbligo di ascoltare e rappresentare - concludo, Presidente - quegli imprenditori e quelle partite IVA che hanno resistito e non hanno licenziato, nonostante la chiusura obbligata dallo Stato.

Hanno l'obbligo di rappresentare e ascoltare la voce di quei lavoratori a cui non è arrivata la cassa integrazione e che non sanno se il prossimo mese avranno di che mettere qualcosa sul piatto delle proprie famiglie, perché la cassa integrazione non è arrivata ancora per tutti. La politica…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Concludo, Presidente. Dicevo, la politica ha l'obbligo di rappresentare, e Fratelli d'Italia ritiene che non debba essere da solo e lui solo, un Presidente del Consiglio, tra l'altro, non eletto e non votato da nessuno, ma vi debba essere, quando si tratta di libertà e di diritti fondamentali, il Parlamento, dove siede la sovranità popolare, che ha il dovere di stare qui come sono stati nelle corsie i medici e gli operatori sanitari in questo duro periodo…

PRESIDENTE. Grazie.

EMANUELE PRISCO (FDI). …e come sono state - concludo, Presidente - le Forze dell'ordine nelle strade, come sono stati gli operai nelle fabbriche, perché questo è il posto della democrazia e questo è il posto dove devono stare i parlamentari, il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire l'onorevole Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, il provvedimento in oggetto è volto, sulla scorta anche di quanto affermava poc'anzi il collega Prisco, a tipizzare in un atto di rango primario lo stesso provvedimento per contenere i rischi sanitari. Sottosegretario, questo è un passaggio fondamentale rispetto all'azione normativa, in questo caso, del Governo, dell'Esecutivo, in confronto all'azione normativa del cosiddetto legislatore, che evidentemente in una Camera, alla Camera o al Senato, comprende anche le opposizioni. L'adozione, Presidente, dei DPCM di fatto va a non precludere misure completamente diverse e si sta andando verso un utilizzo sempre più ampio - diciamolo - dei pieni poteri da parte del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si tratta evidentemente di pieni poteri, cosa che a voi fa venire un po' di fastidio, però, essendovi in oggetto obiettive misure limitative delle libertà fondamentali dei cittadini, lo strumento più adeguato rispetto al campo in oggetto non è un DPCM, ma è di fatto un decreto-legge; ed è un decreto-legge, sottosegretario, perché il Parlamento è un principe legislativo, legittimato dal voto popolare dei nostri concittadini.

Avete scelto, altrimenti, di procedere con atti che, di fatto, sono di rango costituzionalmente secondario in una crisi che è primaria. Tra l'altro - lo abbiamo appena ricordato - molti ed illustri costituzionalisti si sono espressi in questo senso. Limitare le libertà con un DPCM - diciamolo forte e chiaro - è un atto incostituzionale, lo dice l'ex presidente della Corte costituzionale. Frasi come quelle del Presidente del Consiglio, “noi consentiremo, noi permetteremo”, non esistono nella nostra Carta costituzionale. Tra l'altro, sottosegretario, lei sa meglio di me o come me che esiste, ad esempio, il diritto - lo ricordava prima la collega Bellucci - esiste anche in Costituzione il diritto e il dovere alla solidarietà. Ed allora voi avete aggirato anche il dovere alla solidarietà costituzionalmente circoscritto rispetto al fatto che non siete riusciti, ad esempio, a mettervi d'accordo rispetto ad alcune associazioni che durante questa crisi sarebbero uscite di casa proprio per considerevoli motivi solidali.

Presidente, io sono il primo tra i peccatori di quest'Aula e avrei tanto bisogno di confessioni religiose, ma permettere ai cittadini di entrare in un supermercato con tutte le distanze di sicurezza necessarie e non permettere agli stessi cittadini, che lo vogliono, di entrare in chiesa non è costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sto leggendo, Presidente, qualche agenzia: avete fatto nella notte l'accordo, ed è stato molto mediaticamente pompato ed esposto stamani, ad esempio sui migranti. Va bene, è una scelta politica. Noi vi chiediamo di fare anche l'accordo subito per i lavoratori che non hanno la cassa integrazione ancora (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questi sono diritti e sono doveri costituzionali di un Governo e di un Esecutivo che sta accanto ai propri concittadini, sta accanto ai propri artigiani, sta accanto alle nuove aziende, che, nate alla fine dello scorso anno o tra gennaio e febbraio, Presidente, non avranno nulla.

E avete delegittimato a tal punto il Parlamento che, addirittura, il Presidente Conte ed il Governo, invece che, tra mille parlamentari, e scegliere lì le task force per cercare di aiutare i nostri concittadini, state pagando centinaia di altre persone, che stanno cercando di aiutare il legislatore, chiusi da qualche parte, ma che non sono mai entrati in un negozio di artigianato, che non sono mai entrati da un parrucchiere per capire quali sono le esigenze obiettive ed effettive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il nostro impegno, Presidente - e vado a concludere, ringraziandola, rispetto ed in seno a questo ordine del giorno -, è conformarsi rigorosamente ai precetti che regolano la redazione degli atti normativi e, in tutto questo, Fratelli d'Italia, con molti interventi tra ieri sera e oggi alla Camera dei deputati, vi sta, ancora una volta, insegnando la centralità di questo luogo, la sacralità del Parlamento e del legislatore stesso.

Chiudo, Presidente, dicendo che Fratelli d'Italia c'è. Stiamo intervenendo e, sottosegretario, Fratelli d'Italia ci sarà anche quando questo pessimo Esecutivo se ne andrà, ma non festeggeremo perché non si festeggerà sulle ceneri. Festeggeremo più avanti, festeggeremo nei prossimi anni, quando vedremo la risurrezione del popolo italiano, delle sue aziende, del Parlamento e della centralità dello stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, Presidente. Già nell'intervento di ieri avevo affrontato il problema delle RSA, delle residenze sanitarie assistite. Vede, vi sono alcune questioni, che anche questo decreto-legge affronta, che suonano come una campana a morto per questo Esecutivo, perché, Presidente, ci si accorge in grandissimo ritardo di cosa sta succedendo e di cosa stava succedendo nelle RSA. Allora, quando l'articolo 1, comma 2, lettera cc), del decreto-legge in esame prevede che possano essere adottate misure volte a prevedere divieti o limitazioni all'accesso di parenti e visitatori all'interno di queste strutture, posso dire che ci si arriva due mesi dopo perché fortunatamente le direzioni di quelle RSA e il personale di quelle RSA ci sono arrivati prima del Governo, sennò sarebbe stata una strage ben peggiore: hanno chiuso spontaneamente l'accesso ai parenti, ai congiunti e agli amici di quegli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Su questa vicenda occorre essere chiari, perché non è una vicenda liquidabile in poche parole.

Il presidente dell'Istituto superiore di sanità nei giorni scorsi ha fatto una dichiarazione e ha detto chiaramente come il 44,1 per cento delle infezioni da Coronavirus registrate nel mese di aprile siano state registrate nelle RSA. Questo significa che una parte importante di questo virus si è lì diffuso solo ed esclusivamente perché non vi è stata tempestiva informazione nei confronti di coloro i quali in prima linea, soprattutto i medici generici che sono presso le RSA, dovevano affrontare una battaglia che non sapevano come poter affrontare perché non gli sono state date le armi. Lei pensi che abbiamo un dato che è semplicemente sconvolgente: abbiamo qualcosa come 2.724 anziani deceduti nelle RSA riconosciuti come positivi a COVID o similari al COVID. Ebbene, di questi 2.724 solo 364 sono riconosciuti come morti per COVID a tutti gli effetti e sa il perché? Perché sono gli unici che hanno avuto il tampone, mentre per gli altri non c'è stato nessun tampone, non c'è stata nessuna possibilità di un'assistenza degna di questo nome e non c'è stata semplicemente perché chi doveva provvedere, cioè lo Stato, era latitante, era assente, ha fatto finta di non vedere. Questa è la vergogna che registriamo leggendo questi dati!

E allora, Presidente, io penso che anche sotto un profilo psicologico qualcuno dovrebbe porsi il problema di cosa è successo in queste strutture e di come stanno oggi, anche sotto il profilo psicologico, gli anziani di quelle strutture che, magari, hanno visto morire in due o tre giorni il loro compagno di letto nei due o tre o cinque anni precedenti. Questo è un aspetto fondamentale.

E allora, vede, il mio ordine del giorno non vuole discutere che vi sia stata e vi sia ancora oggi la necessità in alcuni casi di impedire l'accesso dei congiunti o di chi altro, ma vi deve essere la possibilità comunque per gli anziani che sono lì ospitati di poter comunicare con l'esterno e questo ordine del giorno chiede soltanto questo, che lo Stato, unitamente alle regioni metta a disposizione delle RSA che non ne siano fornite, gli strumenti tecnologici utili a favorire una relazione che pure è mediata, perché ovviamente avviene con strumenti tecnologici e non de visu, tra gli ospiti e i propri congiunti. Almeno questo lo dobbiamo a queste persone che tanto ci hanno insegnato nel corso della loro vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Silvestroni. Non è in Aula, l'onorevole Silvestroni? Passiamo all'onorevole Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signora Presidente. In buona sostanza, l'ordine del giorno n. 9/2447-A/43, che illustro, serve e vuole impegnare il Governo a rinunciare all'uso dei decreti del Presidente del Consiglio, come è stato fatto fino a oggi. Del resto, è un dibattito che abbiamo ampiamente affrontato anche ieri con la presentazione di vari emendamenti, alcuni anche della maggioranza, presentati più che altro alla ricerca di una mediazione che su questo terreno è assolutamente impossibile. Abbiamo apprezzato - e lo ripeto - invece un intervento di grande onestà intellettuale del collega Fassina, il quale ha spiegato in modo semplice, lineare - e crediamo di cosa si trattasse - e senza polemiche ma facendo rilevare che la natura del DPCM è assolutamente incompatibile con la coartazione dei diritti fondamentali delle persone e delle imprese, ancorché costituzionalmente garantiti.

Noi sappiamo che questo disegno di legge reca misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica e, in particolare, all'articolo 2, viene stabilito - attenzione: analogamente a quanto già previsto dal decreto n. 6 del 2020 - che il potere di adottare misure emergenziali è attribuito al Presidente del Consiglio - con futuri decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - su proposta dei Ministri competenti. Quindi, si ribadisce, anche in questo disegno di legge, che si vuole stabilire e procrastinare la possibilità per il Presidente del Consiglio di emanare decreti che abbiano questa valenza e questo impatto. Infatti, dall'inizio della pandemia, più volte, il Governo ha deciso di intervenire normativamente attraverso questo strumento. Ora, la natura del DPCM è assolutamente incompatibile, ma viene riproposto.

C'è una lacuna nel nostro ordinamento? Cioè, questi fatti, che stanno accadendo e che forse riaccadranno a livello globale, ci segnalano che abbiamo una lacuna nel nostro sistema ordinamentale? Può darsi. Sicuramente ci sono stati dei corti circuiti e direi che illustri costituzionalisti l'hanno fatto notare. Io voglio citare soltanto l'ex Presidente della Corte costituzionale Antonio Baldassarre che, in maniera esplicita, ha dichiarato: “Limitare la libertà con un decreto del Presidente del Consiglio è un atto del tutto incostituzionale”. Ma anche Marta Cartabia è intervenuta - è l'attuale Presidente della Corte costituzionale - facendo rilevare queste problematiche. Io credo che, però, quello che abbia colto meglio il segno sia il professor Cassese che, unitamente ai rilievi di carattere costituzionale, ha segnalato una sorta di paternalismo operativo da parte proprio del Presidente del Consiglio.

Sembra che il Presidente del Consiglio sia diventato esso stesso una fonte di diritto, cioè possa, quindi, permettersi nei fatti, con i propri decreti, ma anche a livello comunicativo, di indicare agli italiani, al popolo, quali sono i modelli comportamentali, limitazioni, eccetera. Questa è una forma di paternalismo che è oltremodo inaccettabile. Io vorrei ricordare a tutti che, durante le conferenze stampa, gli italiani erano tutti al televisore anche per capire come avrebbero potuto muoversi, vivere; le aziende stavano ad ascoltare il Presidente del Consiglio perché volevano sapere il giorno dopo se potevano riaprire o no: il giorno dopo. Quindi, si è formato un vulnus complessivo alla rappresentatività politica, alle forme istituzionali di comunicazione, che devono avere ben altro profilo e ben altra chiarezza.

Allora, ripeto: sottolineando che la Costituzione italiana non prevede l'ipotesi dello stato di emergenza e che c'era una proposta di Fratelli d'Italia, invece, per andare a normare queste situazioni in caso non soltanto di emergenze sanitarie, ma anche di emergenze idrogeologiche, dovute a fatti collegati ai terremoti, per esempio - proposta che è stata ignorata -, chiediamo che il Governo si impegni ad adottare misure - e concludo - e strumenti normativi in situazioni di emergenze, che, nel pieno rispetto dei dettami costituzionali, garantiscano la reale partecipazione e il giusto coinvolgimento del Parlamento, evitando l'uso del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Silvestroni.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, io intervengo, intanto, dichiarando una cosa: io avevo presentato un emendamento che, praticamente, chiedeva di impegnare il Governo a ristabilire un principio istituzionale di costituzionalità nei confronti dei DPCM adottati da questo Governo e dal Presidente Conte. Il mio emendamento presentato è stato reso non pubblicabile, dopodiché è stato presentato da Italia Viva e, invece, è stato accolto e, tra l'altro, nella giornata di ieri, è stato anche approvato, nella struttura è all'incirca identico. Allora, mi viene da domandare a lei, Presidente: come mai se Fratelli d'Italia presenta un emendamento, quello non è ammissibile, se, invece, viene presentato da una forza di Governo è ammissibile? Allora l'ho ripresentato come ordine del giorno. E l'ordine del giorno, in sintesi, chiede di adottare misure normative che definiscano nel perimetro costituzionale le procedure e le fasi legislative per affrontare gli stati di emergenza di carattere nazionale. Questo ordine del giorno, Presidente, vuole quindi impegnare il Governo e questa Aula a riportare nel perimetro costituzionale quello che è stato lo scempio dei DPCM che abbiamo visto in questa fase di emergenza dovuta al Coronavirus, con gli instancabili teatrini fatti dal Presidente Conte, che veniva ad annunciare cose che poi, di fatto, non erano nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), anzi, prima ancora che fosse pubblicato il DPCM, Conte veniva e raccontava delle sue storie. Allora, dobbiamo evitare che continui questa confusione istituzionale, perché questa è ancora una Repubblica democratica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, quindi, deve esserci ancora un potere legislativo e non degli spettatori eletti dal popolo, che il Governo informa!

Quindi, con questo ordine del giorno chiedo di procedere con gli strumenti nel perimetro costituzionale, perché - e concludo, Presidente - se si dovesse prolungare ancora di altri sei mesi l'emergenza dovuta al Coronavirus, non possiamo rischiare di andare avanti con dei procedimenti illegittimi. Quindi, chiedo al Governo di approvare questo ordine del giorno, visto che l'emendamento di Italia Viva è stato approvato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l''onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. In queste ore, ci è stato chiesto più volte perché Fratelli d'Italia continua ad intervenire, continua a parlare in quest'Aula e la risposta più banale è perché abbiamo tante cose da dire e proviamo a farlo nel luogo deputato al dibattito e al dialogo tra le forze politiche, che rappresentano, fino a prova contraria, il nostro popolo. Semmai, dovremmo interrogarci perché dai banchi della maggioranza non si sente proferire parola su argomenti così rilevanti come quelli che stiamo trattando e, contestualmente, in altri Palazzi, in quello a fianco, anche se a portone chiuso, si ragiona, con il favore della notte, di provvedimenti che incidono sulla vita dei nostri cittadini, non solo su quello che sta avvenendo in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma su quello che avverrà delle generazioni future, su quello che avverrà quando supereremo, speriamo in tempi rapidi, questa crisi.

Abbiamo di fronte agli occhi delle notizie di agenzie che stimolano la rabbia dei cittadini italiani, perché, quando si parla di regolarizzare migliaia, centinaia di migliaia di persone che hanno agito nella illegalità in questa nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono arrivate prive del diritto di giungere nella nostra nazione, si manca di rispetto al nostro popolo e si manca di rispetto anche a quegli immigrati regolari che vogliono accedere in Italia seguendo le norme. Allora, è in questo quadro che vado ad illustrare l'ordine del giorno che abbiamo presentato, un quadro in cui mancano i più banali punti di riferimento rispetto a quello che dovrebbe essere un comportamento normale delle forze politiche, quelle che dovrebbero affrontare il dibattito alla luce del sole, assumersi anche delle responsabilità. Noi avremmo voluto parlare della vicenda dell'immigrazione qui, in quest'Aula, con i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che hanno votato un decreto di segno opposto quando governavano con altri e che oggi si piegano alle istanze, alle esigenze e ai capricci di ministri della nostra Repubblica.

Ebbene, tra poco andremo a ragionare di un altro argomento particolarmente rilevante e speriamo di poterlo fare in quest'Aula e in questo decreto che fa riferimento alle libertà personali non si può non discutere di quella che può essere un'ulteriore limitazione dei nostri diritti, un rischio enorme: l'applicazione “Immuni”. Che cos'è esattamente? Io devo ringraziare il Ministro competente, perché almeno ha avuto il buonsenso di riunire i capigruppo per informarli, però devo anche dire che le richieste di trasparenza che avevamo fatto non hanno avuto seguito, non siamo riusciti ad avere le carte e i documenti sui meccanismi di scelta che hanno permesso di arrivare alla Bending Spoons, una società della quale poco sappiamo. E, ancora oggi, chiediamo di avere delle delucidazioni su quali meccanismi di aggiudicazione hanno permesso di arrivare a questo tipo di scelta, quale sarà il destino dei dati personali degli italiani che decideranno di affidarsi alle rassicurazioni di un Governo che, certamente, fino ad oggi, non ha mantenuto un impegno verso il Parlamento, ma, soprattutto, verso gli italiani.

Non risultano, ad oggi, agli atti quali siano state le analisi costi-benefici per la scelta di questo tipo di modello; non risulta un'analisi dettagliata, pur facendo riferimento alle esperienze realizzate in altre nazioni, come Taiwan, Corea del Sud, Singapore e Israele, che hanno inserito l'applicazione “Immuni” in un quadro di previsioni di tamponi, di modelli che, in Italia, sono ben lungi da essere messi in campo. Abbiamo oggi una situazione di anomalia costituzionale rispetto, per esempio, all'elezione in quest'Aula dell'Autorità per la privacy e dell'AGCOM, ma per la privacy in particolare.

Non sappiamo perché il Parlamento continua a rinviare, anzi i decreti del Governo continuano a rinviare la data di elezione di questi organismi ormai da diversi mesi. Anzi, tramite lei, Presidente, ribadiamo quello che abbiamo sostenuto nell'ultima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che riporteremo oggi all'attenzione del Presidente Fico: vanno elette subito le autorità, in modo tale da fornire un ulteriore strumento, anzi uno strumento di garanzia su questi elementi ai nostri cittadini.

Il nostro ordine del giorno chiede allora semplicemente di avere la massima trasparenza nella costruzione del percorso, che avrebbe dovuto prevedere un dibattito a monte di quest'Aula, e una legge di riferimento: che si faccia immediatamente luce su quello che è questo percorso e si dia la possibilità ai cittadini di capire se stanno andando dritti verso una trappola nella quale verranno presi i loro dati personali e ci saranno ulteriori controlli sulla loro vita, oppure verso un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

Invito la rappresentante del Governo a esprimere il parere.

Ricordo che non è più possibile iscriversi per l'illustrazione degli ordini del giorno. Prego, sottosegretaria Zampa.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2447-A/1 Magi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/2 Donzelli, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità, compatibilmente con l'equilibrio di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, di individuare”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/3 Trancassini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/4 Galantino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/5 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/6 Rizzetto, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/7 Rotelli, parere favorevole con riformulazione: si chiede di eliminare l'espressione “con urgenza”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/8 Lollobrigida, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/9 Rampelli, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/10 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione: “al fine di valutare la possibilità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/11 Bucalo, parere favorevole con riformulazione: “al fine di valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/12 Silvestroni, parere favorevole con riformulazione: “al fine di valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/13 Cirielli, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/14 Ferro, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/15 Varchi, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/16 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/17 Vizzini, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di consentire la riapertura”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/18 Caretta, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di riprendere, nel rispetto delle misure adottate per il contenimento del contagio, le attività”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/19 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di, compatibilmente, per quanto di competenza, nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/20 Mantovani, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/21 Furgiuele, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/22 Stefani, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità, in relazione all'evoluzione della curva epidemiologica, di autorizzare le attività di parrucchieri, barbieri, estetiste alla riapertura immediata nella cosiddetta fase 2”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/23 Cecchetti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/24 Cavandoli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/25 De Martini, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di, per quanto di competenza del Ministero della salute, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/26 Locatelli, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/27 Tiramani, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/28 Gerardi, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/29 Zicchieri, parere favorevole, purché con riformulazione: “valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/30 Gobbato, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/31 Garavaglia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/32 Zoffili, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/33 Formentini, parere favorevole con riformulazione, e la richiesta di premettere agli impegni “qualora le condizioni sanitarie lo permettano”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/34 Plangger, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/35 Maccanti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/36 Labriola, parere favorevole con riformulazione: “per quanto di competenza del Ministero della salute, nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/37 Ruffino, parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/38 Napoli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/39 Butti, parere favorevole con riformulazione: per il primo impegno “a valutare l'opportunità di” e per il secondo impegno “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/40 Luca De Luca, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/41 Prisco, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di definire un calendario per la possibile riapertura delle strutture di riabilitazione”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/42 Caiata, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/43 Zucconi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/44 Maschio, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/45 Mollicone, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/46 Baldini, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/47 Deidda, parere favorevole, previa riformulazione: inserendo nell'impegno “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/48 Meloni, parere contrario sia sulle premesse che sugli impegni.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/49 Osnato, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/50 Gemmato, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/51 Foti, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/52 Boldi, parere favorevole con riformulazione: “valutare la possibilità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/2447-A/53 Gelmini è stato ritirato.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2447-A/54 Mammì, parere favorevole, purché con riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/55 Ianaro, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/56 Baroni, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/57 Nesci, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/58 Trizzino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/59 Tripodi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/60 Alaimo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/61 Martinciglio, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/62 Amitrano, parere favorevole, ma dobbiamo precisare che le misure di contenimento sono già disciplinate negli allegati 8 e 9 del DPCM del 26 aprile. Comunque, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/63 Galizia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/64 Battelli, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/65 Maraia, parere favorevole con riformulazione. Al primo impegno, “a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni, di adottare i provvedimenti normativi più idonei, al fine di incrementare l'ammodernamento delle infrastrutture di captazione e distribuzione della risorsa idrica e migliorare la qualità dei servizi offerti, incentivando di conseguenza il rispetto di prescrizioni igienico-sanitarie”. Al secondo impegno, invece, c'è la richiesta di espungere le parole “alle regioni e ai comuni”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/66 Tuzi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/67 Casa, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/68 Vacca, accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/2447-A/69 Gallo, n. 9/2447-A/70 Perantoni, n. 9/2447-A/71 Brescia, n. 9/2447-A/72 Grimaldi, n. 9/2447-A/73 Grillo e n. 9/2447-A/74 Corda il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/75 Perconti favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/76 Giarrizzo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/77 Baldelli favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/78 Novelli accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2447-A/79 Spena parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/80 Bellucci parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/81 Paolo Russo parere favorevole se così riformulato: al primo impegno: “a valutare la possibilità di garantire una riapertura in condizioni di assoluta sicurezza delle attività di tatuatore e di piercing”; al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere l'istituzione”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2447-A/82 Versace e n. 9/2447-A/83 Bond il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/84 Pentangelo, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative finalizzate a contrastare gli effetti derivanti dalla diffusione del contagio da COVID-19 nei settori della logistica e dei trasporti, sia mediante forme di semplificazione amministrativa e procedurale, sia attraverso l'adozione di misure di carattere economico”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro parere contrario sulle premesse e, di conseguenza, sugli impegni. Ordine del giorno n. 9/2447-A/86 Alessandro Pagano, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/87 Fiorini parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/88 Gava parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/89 Manzato parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/90 Pignatone parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/91 Fusacchia parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/92 Montaruli parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/93 Ungaro parere favorevole ove riformulato come segue: nei punti primo e terzo del dispositivo: “qualora le condizioni sanitarie lo permettano”.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/94 Pella parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/95 Panizzut parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/96 Ziello parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/97 Marchetti favorevole con la riformulazione, al primo e al secondo impegno: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/98 Iezzi parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità”, oppure parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/99 Legnaioli parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/100 Sasso favorevole con la seguente riformulazione: “ad attivarsi per garantire, con l'avvio del prossimo anno scolastico, le lezioni in presenza, pur nel rispetto delle misure di distanziamento sociale per prevenzione da contagio COVID, garantendo altresì l'autonomia scolastica”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/101 Giannone parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2447-A/102 Acquaroli parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/103 Scanu parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/104 Donina parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ordine del giorno n. 9/2447-A/1 Magi parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/2 Donzelli c'è una riformulazione. Accetta la riformulazione? No, prego.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, non accetto la riformulazione anche perché queste riformulazioni ci sono sembrate molto ipocrite e scorrette. Accettare gli ordini del giorno con le riformulazioni tutte “a valutare l'opportunità di” è come dire non ce ne faremo niente ma prendiamo in giro gli italiani. Li avete presi in giro a sufficienza, valuteremo, faremo, diremo. È arrivato il momento di fare i fatti, non ne possiamo più di decreti che vengono chiamati marzo, poi aprile, poi maggio e poi non arrivano ancora perché il Governo non riesce a farli. Non ha senso che quest'Aula si esprima con “valuteremo l'opportunità di”.

Nel caso specifico si parla del trasporto privato turistico e valuteremo l'opportunità di vuol dire che nel frattempo ci sono famiglie che hanno investito la loro vita in un tessuto economico che non sanno come arrivare alla fine del mese, non sanno se mangeranno, non sanno cosa daranno da mangiare ai propri figli e voi valutate l'opportunità di con tutta calma e tutta pazienza. Mi dispiace credo che forse l'unico modo per farvela approvare questo ordine del giorno sarebbe stato citare magari qualche boss mafioso da scarcerare o qualche clandestino da sanare. A noi no, non interessano né boss mafiosi, né clandestini, ma interessano le categorie produttive economiche reali del tessuto economico che voi state desertificando in questa Italia. Noi siamo contrari a questa riformulazione e chiediamo al Governo un parere chiaro che dica sì o no, le cose vi impegnate a farle sì o no. Date una parola chiara agli italiani perché gli italiani alle banche che gli chiedono di rientrare o ai creditori che gli chiedono di pagare i debiti non possono dire valuterò l'opportunità di se pagarvi o non pagarvi, devono dire vi pago o non vi pago e voi dovete dire agli italiani se accogliete le loro richieste o non le accogliete. L'ipocrisia di valutare l'opportunità di gli italiani non se la possono più permettere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/2 Donzelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/3 Trancassini, su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione e chiede di parlare. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, volevo un attimo l'attenzione del sottosegretario Zampa perché le vorrei spiegare, la vorrei portare all'interno di un ragionamento. Sottosegretario, ascolti un attimo, le spiego perché è abbastanza importante. Vede noi abbiamo chiesto con questo ordine del giorno di potenziare il servizio pubblico per il contenimento del contagio, una cosa banale, ovvia, forse non dovevamo nemmeno metterla all'interno di un ordine del giorno, eppure lei, in rappresentanza del Governo, ci dice che questa cosa è fattibile ma vi riservate di valutare l'opportunità di e nei limiti dei vincoli di bilancio. Io trovo molto grave che rispetto a una problematica che riguarda tutti i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti, quelli che comunque devono fare ricorso al servizio di trasporto pubblico, questi cittadini sono nelle mani delle vostre valutazioni e saranno protetti dal contagio solo e soltanto se rientreranno nei limiti di bilancio. Il ragionamento che le volevo fare io, che probabilmente potrebbe anche portare all'accettazione di questa riformulazione, è che a valutare l'opportunità di e nei limiti dei vincoli di bilancio è esattamente anche quello che dicono le banche agli imprenditori che in questi giorni vanno a chiedere i famosi 25 mila euro o i prestiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Qui si sta creando da parte vostra e da parte di tutto quello che fa capo al Governo la possibilità di valutare l'opportunità di e di verificare i vincoli di bilancio.

Facciamo una cosa: mettiamo i cittadini italiani sullo stesso piano del Governo. Le norme che state varando, comprese quelle vergognose di ieri dell'INAIL, le linee guida per la ristorazione, facciamo conto che i nostri imprenditori, i ristoratori, gli albergatori, i parrucchieri valuteranno l'opportunità di mettere in campo quelle misure e lo faranno compatibilmente con i loro vincoli di bilancio, perché i vincoli di bilancio di un'impresa sono importanti come quelli dello Stato: infatti voi potete fare debiti ma le imprese falliscono. Allora, se vi riservate questa ampia riserva che significa, come diceva giustamente il collega Donzelli, prenderci in giro, allora fate sì che tutto questo, la possibilità di valutare l'opportunità di e nei limiti dei vincoli di bilancio venga scritto in ogni norma che voi imporrete alle nostre imprese. Allora avrete fatto un atto di onestà intellettuale, il primo da quando vi siete insediati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/3 Trancassini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/4 Galantino c'è un parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2447-A/5 Delmastro Delle Vedove parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2447-A/6 Rizzetto accolto come raccomandazione. L'onorevole Rizzetto chiede di metterlo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/6 Rizzetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/2447-A/7 Rotelli: c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Rotelli, accetta la riformulazione? No e chiede di parlare, prego. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Non solo ritengo che non sia accettabile questa riformulazione, ma ritengo che sia vergognosa, sottosegretario. Insomma mi rivolgo a lei: l'ordine del giorno n. 9/2447-A/7 da me presentato era di due righe: “…a provvedere con urgenza affinché tutto il personale sanitario sia sottoposto a tampone”. Guardo anche la relatrice del provvedimento, cioè in questo caso la riformulazione non è “a valutare l'opportunità di”: in questo caso la proposta del sottosegretario e del Governo è di sopprimere “con urgenza”. Cioè, dopo quello che stiamo passando ormai da mesi, il sottosegretario si presenta in Aula - non so se riesce a percepire la valenza politica di questo passaggio - e chiede di eliminare dall'ordine del giorno la parte “con urgenza” il 13 maggio. Ritengo, Presidente, che non sia assolutamente accettabile e la cosa ancora più comica è che, mettendo nella ricerca online il nome del sottosegretario, in un articolo di qualche ora fa ella parla di iniziare “immediatamente” - lei, ripeto, dice “immediatamente” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - in un'intervista il percorso dei test in Sicilia. Sinceramente, guardi lo leggo qui adesso, insieme a lei, forse non è in Sicilia ma, mi scusi, è Il Giornale di Sicilia, ma l'intervista è sua, è lei e lei conosce anche bene le regole della comunicazione, essendo giornalista, sottosegretario. Quello che le dico è che ritengo che sia assolutamente incredibile come al 13 maggio provvedere senza urgenza debba essere la proposta del Governo e della relatrice rispetto all'ordine del giorno. Vi prendete una responsabilità gigantesca: io chiedo di poter rivedere questa sua posizione e di inserire e di lasciare esattamente l'avverbio che lei ha utilizzato nell'intervista a Il Giornale di Sicilia, cioè di provvedere immediatamente, come ha detto lei, non con urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Mi pare che le considerazioni proposte dal collega Rotelli meritino senz'altro almeno una valutazione ulteriore da parte del Governo perché o il sottosegretario qui presente dice delle cose all'esterno e poi ne fa altre in Aula, oppure c'è un misunderstanding e forse credo che sia quanto mai necessario ed attuale un approfondimento, un accantonamento, una rivalutazione del parere offerto da relatrice e Governo. I dati e le notizie riportate dal collega Rotelli impongono se non altro questo tipo di nuova valutazione. Chiedere che questi test avvengano con urgenza è esattamente quanto ha detto in quell'intervista il sottosegretario qui presente. Quindi o siamo tutti matti oppure credo che dobbiamo correggere questa riformulazione consentendo che questa verifica avvenga con urgenza e non senza urgenza, che ovviamente non servirebbe a nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. A sostegno di quanto affermano i miei colleghi, è evidente che se noi utilizziamo un metodo come quello dei DPCM perché c'è un'oggettiva necessità ed urgenza, poi non possiamo non pensare che gli ordini del giorno non abbiano la stessa urgenza altrimenti di cosa stiamo parlando? È evidente che la salute pubblica è un tema che va risolto urgentemente: se non fossero urgenti non sarebbe un tema nemmeno all'attenzione dell'Aula oggi. E non mi rendo conto neanche perché su altri ordini del giorno, nei quali si dice ad esempio “a prevedere quanto prima la riapertura dell'attività”, perché siano riformulati con “a valutare la possibilità di”. Cosa cioè dovete ancora valutare con 450 esperti, un numero infinito di ministri e sottosegretari e il gruppo di maggioranza: siete ancora a valutare se bisogna riaprire o meno, cioè state ancora valutando se i protocolli per la riapertura devono essere fatti o meno? Ma non riesco a capire quale sia l'azione del Governo.

Ci sono dipendenti privati che stanno ancora aspettando la cassa integrazione; autonomi che non hanno ancora ricevuto il bonus; imprese del settore turistico che non hanno ricevuto ancora il becco di un quattrino e sono chiuse da mesi e voi, sugli ordini del giorno, state a “valutare l'opportunità di”. Ma cosa avete fatto fino adesso? È drammatico questo! Davanti al Paese, davanti a una nazione vi prendete una responsabilità che è gravissima. Oggi voi valutate l'opportunità di prevedere la riapertura, ad esempio, delle fattorie didattiche. Ma cosa abbiamo fatto in due mesi? Cosa avete fatto in questi due mesi? Avete rallentato qualsiasi cosa, non siete ancora riusciti a dare una risposta a questa nazione e oggi ancora vi prendete del tempo per valutare. Ebbene, scusatemi: pessimi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per sostenere l'ordine del giorno dei colleghi Rotelli e Prisco, che affronta un tema fondamentale nell'emergenza del COVID-19 su cui il Governo ha dimostrato tutto il proprio disorientamento e la propria disorganizzazione. Le regioni dove c'è stato un approccio diretto sono state il Veneto e, su questo tema, anche la Toscana, che hanno seguito la logica delle tre “T”, cioè tracciare, testare e trattare. In questo modo, peraltro, seguendo l'esempio della Corea, si amplia la platea delle indagini e dei test e si permette di avere un quadro immediato per intervenire sulla platea degli infetti e degli asintomatici. Ebbene, ancora oggi stiamo dibattendo su una fantomatica applicazione, l'applicazione “Immuni”. Immuni poi dalla vostra capacità di Governo, ci verrebbe da dire (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “Il Governo! Il Governo!”).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di lasciare liberi i banchi del Governo.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, non si riesce a seguire i lavori d'Aula. Fiano, tanto è una tua collega, ci parli personalmente, ma non mentre stiamo intervenendo.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, prego, continui. Onorevole Trancassini, indossi la mascherina!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, ma se può richiamare l'onorevole Fiano, che sta dando spettacolo al centro dell'arena…! Presidente, in queste condizioni non posso parlare.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Fa piacere che ci sia Fiano a dare pareri…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, prego (Il deputato Fiano si dirige verso il deputato Trancassini – Scambio di apostrofi tra i due deputati). Onorevole Fiano, onorevole Trancassini! Onorevole Fiano, onorevole Fiano (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Onorevole Trancassini, onorevole Trancassini! Richiamo all'ordine sia l'onorevole Trancassini che l'onorevole Fiano. Onorevole Trancassini! Ho richiamato all'ordine sia l'onorevole Fiano che l'onorevole Trancassini. Colleghi, colleghi, colleghi!

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ma come si permette? Come si permette! Presidente, lo riprenda!

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida! Prego, continui, onorevole Mollicone (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi! Onorevole Borghi! Prego, onorevole Mollicone…(Commenti del deputato Lollobrigida). Onorevole Lollobrigida, ho già richiamato all'ordine, non mi dica lei cosa devo fare, è chiaro? Prego, onorevole Mollicone (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, però, anche sull'ordine dei lavori, con tutto il rispetto della Presidenza, non è immaginabile che un collega della maggioranza venga davanti ai banchi di Fratelli d'Italia, mentre stiamo intervenendo, e ci intimidisca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). È inaccettabile!

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, continui il suo intervento.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Con tutto il rispetto della Presidenza, non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. La Presidenza ha richiamato all'ordine sia l'onorevole Fiano, che si è avvicinato ai banchi di Fratelli d'Italia, sia l'onorevole Trancassini, che inveiva contro l'onorevole Fiano (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Inveiva? È stato intimidito! Dicevamo, in questa strategia che è stata seguita con successo in Corea e in Italia, nella regione Veneto, mancherebbe il tassello del tracciamento digitale; tracciamento digitale che è diventato, con l'applicazione “Immuni”, un caso per l'Anac, l'Agenzia nazionale anticorruzione, perché non si capisce chi l'abbia scelta. Il Ministro dice che è stato il direttore generale, il direttore generale dice che è stato il Ministro, Borrelli dice che non è stato lui.

Non si capisce chi l'abbia scelta, c'erano più opzioni. Un'applicazione che è basata sulla tecnologia Bluetooth, che garantisce - pensate bene - un successo di tracciamento dei positivi, in base all'algoritmo, del 70 per cento. Il che vuol dire che non abbiamo e non avete fatto i test a tutta la platea a rischio, e quindi non abbiamo un vero campione statistico, come i dati dell'ufficio stampa di Fratelli d'Italia hanno dimostrato con i dati statistici Istat. Le percentuali che venivano date ogni giorno dal bollettino della Protezione civile erano percentuali basate su una ristretta platea statistica, che viene manovrata e utilizzata a seconda delle esigenze di Governo. Non c'è questo tracciamento e l'applicazione ancora non è pronta, siamo a metà maggio. Non è chiaro chi l'abbia scelta e come, non è chiara la capacità di successo, si appoggia su piattaforme straniere di Google e di Apple, e quindi non c'è neanche la garanzia della vera e reale criptazione dell'utilizzo dei big data relativi ai contagi.

Quindi, colleghi della maggioranza e del Governo, per il suo tramite, Presidente, quando e come pensate di affrontare lo screening di massa, quando e come? Siamo a metà maggio: quando e come pensate finalmente di affrontare l'emergenza come emergenza?

PRESIDENTE. Credo che il Governo voglia forse cambiare parere. Prego, sottosegretaria Zampa.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Benissimo con urgenza.

PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno è accolto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo intervento del sottosegretario conferma che l'attenzione che Fratelli d'Italia ha messo su questo ordine del giorno, ma anche l'enfasi, la discussione, meritava il massimo rispetto e la massima attenzione. Mi sono limitato, Presidente, a richiamare l'onorevole Fiano così come lui ha fatto per oltre un anno, e cioè che non è corretto, non è bello e credo anche che sia inutile parlare con il rappresentante di Governo mentre il rappresentante di Governo parla con un parlamentare, anche se autorevole, della maggioranza. Ho chiesto questo e, per tutta risposta, l'onorevole Fiano - e per questo il mio richiamo all'ordine dei lavori - è venuto qui da me a dirmi che lui stava perorando la nostra causa, che lui stava cercando di far cambiare il parere. Allora volevo capire se sono cambiate le norme di riferimento della nostra Costituzione, perché noi non abbiamo chiesto il cambio del parere al Partito Democratico, lo abbiamo chiesto al Governo. Per avere fatto notare questo all'onorevole Fiano sono stato ripetutamente indicato con il dito e ho semplicemente invitato l'onorevole Fiano a tornare al suo posto.

Mi voglio immaginare, e ho finito, se questo comportamento lo avesse adottato uno di Fratelli d'Italia, che fosse venuto lì da voi a minacciarvi con il dito. Come al solito, onorevole Fiano, è molto bravo sulla teoria, scarsissimo sulla pratica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Bene, a questo punto sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/7 Rotelli c'è un parere favorevole.

NICOLA STUMPO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Ci sono modalità, mentre si lavora, in cui le regole di cui ci dotiamo devono essere rispettate da tutti, e quindi è giusto lasciare i banchi del Governo liberi. Il tema è che, se c'è un qui pro quo, la maggioranza non è avulsa dal Governo. Mi dispiace, ci sono dei poteri costituzionali, ma c'è un gioco. Siccome in questi giorni si è parlato del ruolo del Parlamento e del DPCM, è successo ieri, per esempio, che il ruolo della maggioranza in questo Parlamento è prevalso su alcuni aspetti. L'onorevole Fiano e noialtri non stavamo facendo cambiare il gioco della Costituzione. Stavamo soltanto cercando di dare ruolo al Parlamento rispetto ad alcune questioni, e per questo non si risponde in modo stizzito quando questo Parlamento si assume le sue responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Stumpo, credo che la vicenda si sia chiarita.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/8 Lollobrigida, su cui c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/9 Rampelli c'è un parere favorevole con riformulazione. È accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/10 Frassinetti c'è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? No. Chiede di intervenire? Prego.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Una premessa al Governo è doverosa. Io non accetto la riformulazione per motivazioni sostanziali e concrete e non per mera formalità. Nella riformulazione addirittura era stata inserita la prospettazione di vincoli di bilancio. È chiaro che se un ordine del giorno viene completamente snaturato, quel parere favorevole con riformulazione è un parere in pratica camuffato e sarebbe come se fosse stato un parere contrario. Però, con riferimento ad un argomento così importante, come quello della scuola, che sta vivendo momenti difficili in questo periodo, non si può permettere di dare una riformulazione di questo tipo, perché le famiglie aspettano risposte, perché gli studenti aspettano risposte, perché i docenti aspettano risposte.

Questo ordine del giorno voleva introdurre quella che è stata la proposta di Fratelli d'Italia inerente a una graduale e prudente riapertura di alcuni ordini di scuole come, per esempio, le scuole primarie. Abbiamo appreso che il Ministro Azzolina, in una videoconferenza, finalmente ha cominciato a parlare di protocollo nazionale sulla sicurezza e questo inerente agli esami di maturità, su cui ancora c'è una nebulosa, e che dovrebbero essere, comunque, il primo banco di prova per un ritorno in presenza nelle aule. Fratelli d'Italia ha insistito perché l'esame di maturità, che è un passaggio fondamentale nella vita dello studente, fosse svolto in presenza e non online. Per fortuna, sembra che la nostra raccomandazione sia stata accettata, ma bisogna effettuare e mettere giù questo protocollo nazionale. D'altronde, esiste un comitato scientifico con un sacco di esperti. Ecco, questi esperti, voglio dire, penso e credo che debbano anche iniziare a dare delle soluzioni, altrimenti cosa stanno lì a fare questi comitati di esperti quando esiste già comunque un apparato del Ministero?

Quindi, dicevo, protocollo nazionale. Abbiamo questi esami di maturità e speriamo che possano essere effettuati in tutta sicurezza. D'altronde, so che può essere ripetitivo ma è una necessità di tutte le famiglie. Infatti, le famiglie, man mano che le riaperture si intensificano, hanno sempre di più la problematica relativamente ai minori che rimangono a casa. Per due mesi, hanno sostituito molte volte i professori, che comunque si sono prodigati per cercare con la didattica a distanza di districarsi. Adesso se devono andare al lavoro - e soprattutto le donne, perché alla fine tra i due genitori saranno le donne a rimanere a casa e, quindi, probabilmente a perdere il lavoro - non si può far finta di niente, non si può girare la faccia dall'altra parte ma bisogna intervenire, bisogna aiutare le famiglie italiane che hanno questa necessità ormai impellente. La didattica a distanza va bene come misura emergenziale, ma non può essere la soluzione e non si può sostituire alla didattica ordinaria. C'è bisogno che i bambini soprattutto abbiano un contatto sociologico, un contatto concreto anche con le maestre. La didattica a distanza spesso e volentieri discrimina tra le famiglie più povere e le famiglie più ricche. Fratelli d'Italia è perché la scuola dia a tutti le stesse opportunità. Questo è un principio e un pilastro nella nostra visione educativa della società. Invece, naturalmente, se in famiglia si ha solo un computer e più bambini, allora non si può a tutti consentire la connessione; se non esiste la banda larga, come è soprattutto in alcune zone d'Italia, non si può effettuare la connessione, oltre alla difficoltà di tenere bambini dai 6 ai 12 anni davanti allo schermo di un computer.

Quindi, auspichiamo che ci sia questa graduale apertura e che, comunque a settembre, si possa in sicurezza tornare nelle aule in presenza, ma ci vuole un collegamento, una sinergia tra i funzionari dell'edilizia scolastica e i dirigenti scolastici affinché vengano individuati spazi. Gli spazi ci sono ma la pianificazione deve partire ora altrimenti sarà troppo tardi e la didattica mista, paventata dal Ministro non va bene.

Noi non siamo per la didattica mista, un po' a casa, online e un po' scuola, ma siamo per una ripresa in sicurezza, con le classi dimezzate e ulteriori spazi. Per ciò questo ordine del giorno non andava riformulato…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). …ma andava accettato dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/10 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/11 Bucalo, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io rifiuto la riformulazione perché questo è un ordine del giorno che merita solo una decisione certa, un “sì” o un “no”. Non c'è tempo, perché il 1° settembre è alle porte. Evitiamo caos al caos e il “no” sarà un “no” a un'intera categoria di professionisti, un “no” sarà a tantissimi alunni, un “no” sarà alle loro famiglie. Basta questo Governo che, con un Ministro, impone decisioni unilaterali alla scuola, convinto che con un concorso straordinario con crocette - semplici crocette! - possa attestare il valore, la competenza e la professionalità spesa da anni nella scuola da un'intera categoria. E, invece, cosa fa? Insiste, promette ulteriori posti ma solo con concorsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste sono solo semplicemente barzellette!

In questo contesto, in questo momento così grave per il nostro Paese non si può continuare con queste decisioni, non si può continuare con una gestione che ha creato solo caos. Bisogna prendere le decisioni ora e non valutare, ora decidere e dare risposte serie al popolo: “sì” o “no”. Vogliamo che questa istituzione scolastica, che questa scuola faccia ripartire la nostra cara patria o no (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/11 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/12 Silvestroni, su cui c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Quest'Aula ormai ci sta facendo venire dei dubbi. Vedo l'onorevole Fiano che passa attraverso l'emiciclo e va negli altri banchi. Dico all'onorevole Fiano (e poi vengo all'intervento, che ne ha motivo).

Invece di andare a parlare con l'onorevole Trancassini e dirgli chissà cosa, prenda posizione, il Partito Democratico, nei confronti di Arcuri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha detto ieri e dichiarato che lui non risponde alle critiche del Parlamento ma a quelle dei cittadini. Risponda e prenda una posizione. Quindi, siamo al circo, Presidente.

Prima vi ho spiegato che ho presentato un emendamento, non lo avete reso ammissibile, lo ha presentato Italia Viva e lo avete approvato; quindi, lo avevo riproposto come ordine del giorno e che cosa fate? Lo riformulate: “a valutare” cosa? Avete avuto tutto il tempo di valutare. Per cui, forse, è il caso di raccontare qualcosa. La disciplina dello stato di emergenza è stata introdotta con la legge ordinaria e, precisamente, la legge n. 225 del 24 febbraio 1992, inerente all'istituzione del Servizio nazionale della protezione civile.

Da quella data, sono stati proclamati 23 stati di emergenza, per lo più calamità naturali, fortunatamente circoscritte, ma nessun precedente di carattere nazionale. Neanche dopo l'11 settembre e i successivi attentati terroristici in Europa fu adottato uno stato di emergenza nazionale. Tra le fatalità legislative c'è da sottolineare che, nel gennaio del 2018, con l'approvazione del codice della Protezione civile, si è definita la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandolo a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi. Pertanto, potremmo essere ostaggi dei DPCM fino al 2022. Il presupposto costituzionale di emanare, in stato di emergenza nazionale, i DPCM non esiste, ma la nostra Carta Costituzionale, all'articolo 77, prevede che, in casi di necessità e urgenza, il potere esecutivo possa emanare decreti-legge, firmati dal Presidente della Repubblica, e inviarli alla Camera.

Ora, io chiedo di mettere in votazione questo ordine del giorno, non accettando la riformulazione e, se non lo approverete, vorrà dire che il popolo sovrano italiano, durante i momenti di emergenza, non è più sovrano. Lo metta ai voti, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/12 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/13 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2447-A/14 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Speravo che la notte portasse consiglio, ma credo che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Io parto dal presupposto che il parere contrario a questo ordine del giorno sia veramente un'altra pagina buia di questo Governo rispetto ad una richiesta che avevamo fatto nel far scalare le graduatorie, ovviamente, del comparto sicurezza e del comparto soccorso, per poter fare accedere anche i famosi 893 allievi di polizia che avevano, rispetto al bando di concorso, partecipato ed erano risultati idonei, per poter supportare quello che in questo momento necessita al nostro Paese: un rafforzamento nel presidio dei territori, nell'assistenza ai cittadini, a seguito di una pandemia ancora, ahimè, in essere, ma, soprattutto, anche per i rischi che dicevamo ieri, in tarda serata; quei rischi che vedono aziende, in questo momento, colpite dall'usura, colpite dalla malavita.

Abbiamo visto incendi in tante aziende italiane, che si stanno verificando, di natura dolosa. Io credo che questo Governo abbia scelto da che parte stare: dalla parte, ovviamente, degli immigrati clandestini, stare dalla parte di chi deve occupare qualche poltrona più comoda rispetto a quella del passato.

Oggi, a distanza di due anni dal nostro insediamento, dove tante sono le sollecitazioni fatte anche dal collega Deidda rispetto alle famose interrogazioni che non trovano mai risposta da parte del Governo, ricevo una importante telefonata di un collaboratore di un sottosegretario che si preoccupa di un'interrogazione a risposta scritta portata avanti da Fratelli d'Italia sulla nomina di qualcuno che era il collaboratore più stretto di un ex sottosegretario, anzi, di un ex Ministro e che, oggi, è stato nominato per la modica cifra di 250 mila euro, chiedendo una rettifica che, purtroppo, non possiamo fare perché, altrimenti, dovremmo attestare che il curriculum postato da questo tecnico nominato non risponde alla verità. Questo soltanto per far capire che veniamo chiamati nel momento in cui non ci sono risposte da dare al Paese, ma risposte da dare a coloro che parlavano della casta. Oggi io credo che tutti gli uomini e le donne in divisa sanno perfettamente che questo Governo intende riempirsi la bocca e sostenere le forze dell'ordine, le Forze armate, le forze di soccorso, purtroppo, soltanto nelle commemorazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi, da sempre, riteniamo che ci debbano essere delle regole e dei valori, ma, soprattutto, che ci debba essere una parola chiara. La Ministra aveva detto con grande chiarezza che non c'era in questo momento la possibilità di adempiere a nuovi concorsi e aveva detto che, probabilmente, sarebbe stata la strada giusta quella di far scalare le varie graduatorie. Oggi, nel confermare il parere contrario a questo ordine del giorno, credo che sia chiaro a tutti che cosa volete fare di questo Paese.

Chiudo, dicendo sinceramente - e dispiace molto, è un grande rammarico - che non mi sento afflitta più di tanto, perché, vedendo i famosi pareri favorevoli con rimodulazione, io mi chiedo: quanto tempo avete per decidere su un emendamento, su un ordine del giorno, sul parere che volete esprimere? Avete tentato anche oggi, maldestramente, dando qualche parere favorevole “a condizione di”, di farci stare zitti, ma Fratelli d'Italia non si piega rispetto ad un ordine del giorno che, alla fine, non avrebbe nessuna sostanza, perché non avete mai onorato nessun impegno, neanche rispetto ai tanti, devo dire, lo sottolineo, tanti pareri favorevoli. Noi andremo avanti come sempre a schiena dritta e a testa alta, dicendo e facendo le cose che abbiamo sempre pensato di dover fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per sollecitare, anche in questo caso, un ripensamento da parte del Governo sull'ordine del giorno della collega Ferro, mio e di altri deputati di Fratelli d'Italia, perché, di fatto, votando contro questo ordine del giorno e con un parere negativo, si certifica la volontà da parte della maggioranza e del Governo di non assumere, per quest'anno e, probabilmente, per il prossimo, nessun componente delle forze dell'ordine e delle Forze armate, perché i decreti ad oggi vigenti prevedono l'impossibilità di svolgere procedure concorsuali e di svolgere selezioni sulle idoneità. Scegliere di non assumere coloro i quali sono già, per varie casistiche che sono riportate nell'ordine del giorno, idonei ad essere assunti significa lasciare le nostre città sguarnite dal presidio di sicurezza che le forze dell'ordine, che hanno necessità di ricambio generazionale, chiedono e che i nostri cittadini ci implorano per rispondere a delle esigenze di sicurezza che emergono nelle strade e nelle piazze delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, intervengo ovviamente per perorare la causa di questo ordine del giorno, che viene “spinto” da decine, centinaia di ragazzi che aspettano risposta in graduatorie che sono ferme o che sono state modificate. Ieri si è cominciato in Consiglio di Stato anche a dare il parere, il giudizio di merito su quei famosi 455 soggetti che in questi giorni potevano essere a dei corsi di allievi di Polizia, e che purtroppo non sono stati ancora chiamati, bisogna ricordarli. Bisogna ricordare quelli della riserva militare di quel famoso concorso, che non sono stati mai chiamati. E allora non capiamo perché il Governo bocci questo ordine del giorno, quando ci sono tante graduatorie che potrebbero essere messe a scorrimento e dare nuovo ossigeno alle Forze dell'ordine e alle Forze armate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

Vi prego di prenotarvi in anticipo, in modo che la Presidenza possa vedervi. Prego.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Presidente, mi scusi: vorrei soltanto sottoscrivere l'ordine del giorno. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/14 Ferro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2447-A/15 Varchi, c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, è sicuramente molto suggestivo intervenire da quassù; però non vorrei che la mia lontananza fisica distraesse oltremodo il rappresentante del Governo, che invece sollecito a riguardare il mio ordine del giorno.

Noi interveniamo oggi per convertire un provvedimento presentato il 25 marzo, quasi due mesi fa. A distanza di due mesi, l'unica cosa che questo Governo sa dire alle imprese enumerate nella lettera i) del comma 2 è “valuteremo l'opportunità”. Ma esattamente quale opportunità dovete valutare? Di farle fallire subito? Di farle fallire a settembre? Di non farle riaprire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Qual è l'opportunità che questo Governo, ancora dopo due mesi, deve valutare?

Io nell'intervento di ieri ho fornito alcuni numeri e alcune cifre per spiegare che il comparto divertimento e cultura è fondamentale, non solo per il giro economico che ottiene nell'ambito della legalità e del rispetto delle regole che questo Stato impone loro, ma anche per il risvolto in termini occupazionali, per le tante figure che si sono via via accreditate nella nostra società per l'organizzazione di eventi che attengono alla vita di ciascuno di noi. A tutte queste figure professionali, a tutte queste figure imprenditoriali voi oggi, dopo quasi due mesi dalla presentazione del decreto-legge, continuate a dire che dovete valutare l'opportunità; e lo dite perché ancora in piena fase 2 non siete nelle condizioni di stabilire a quali regole essi dovrebbero riaprire, non siete nelle condizioni di dire a chi ha un locale all'aperto a che distanza devono stare i clienti, non siete nelle condizioni di dire se queste imprese sono ancora, saranno ancora economicamente sostenibili.

Ecco, io credo che questo rappresenti la cifra del fallimento di questo Governo rispetto alle politiche in materia economica, che necessariamente vanno affiancate alla gestione di questa emergenza, che è prima sanitaria e poi economica.

E allora vede, signor sottosegretario, se lei non vuole ascoltare le mie parole, ascolti quelle del presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, che proprio ieri, commentando un maxi-blitz che c'è stato nella mia città, ha dovuto amaramente ratificare quello che io denuncio dall'inizio di questa emergenza sanitaria: quando lo Stato è assente, quando lo Stato non sta vicino alle imprese, a loro si avvicina la mafia, la criminalità organizzata. Noi rendiamo le imprese italiane appetibili per le cosche mafiose, alle quali rischiamo di fare un grandissimo regalo. Questo Governo rischia di consegnare il tessuto commerciale e produttivo, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, alle cosche mafiose. Io lo dico da mesi, lo ha scritto un magistrato in un'ordinanza applicata ieri, lo ha ratificato il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra. Io inviterei quindi questo Governo ad essere più veloce, perché ci sono altre organizzazioni che attengono all'antistato che sono molto più veloci dello Stato.

E allora io credo che si debba seriamente valutare l'opportunità non di approvare il mio ordine del giorno, valutare l'opportunità di salvare le imprese italiane: questo è quello che noi vi chiediamo. Io ritengo che l'ordine del giorno, che di per sé non ha natura cogente come è noto, implichi già una valutazione di opportunità da parte del Governo, e quindi subordinare il parere favorevole a questo tipo di riformulazione è la più grande ipocrisia che l'attività parlamentare possa tollerare. La più grande ipocrisia, perché il Governo in realtà vuole dire “no”: il Governo semplicemente vuole dire a tutte le imprese del comparto divertimento e cultura che di loro non interessa a nessuno. Il Governo vuole dire a 300 mila lavoratori, vuole dire a tutte queste imprese che non interessa nulla degli sforzi che hanno fatto, non interessa nulla dell'indebitamento cui dovranno far fronte per riaprire, non interessa nulla salvarle dalla disperazione che potrebbe portarle tra le braccia delle cosche: questo il Governo sta dicendo in questo momento, nello stesso istante in cui subordina il parere favorevole a una valutazione di opportunità…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …che è una pura ipocrisia nei confronti degli imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/15 Varchi (Ulteriore nuova versione), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/16 Lucaselli, su cui c'è una proposta di riformulazione. L'onorevole Lucatelli chiede di intervenire. Prego.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, questa riformulazione non viene accettata, non può essere accettata perché, vede sottosegretario, lei riformulando questo ordine del giorno sostanzialmente smentisce quello che ha detto il Ministro Azzolina. Vedete, noi siamo stati abituati in questi due mesi alle manifestazioni del Ministro che è venuto a raccontarci, seguendo un po' il solco di quello che il Governo ama fare, quindi le dirette televisive, le dirette Facebook, una storia sulla scuola che, poi, però viene smentita quando in Aula Fratelli d'Italia presenta ordini del giorno come quello a mia firma. Io ieri ho avuto modo di illustrare questo ordine del giorno che si preoccupava di creare una uniformità e una pari dignità per tutti gli studenti italiani e questo è quello che nelle parole il Ministro Azzolina ha detto e ha raccontato a milioni di famiglie italiane, ma poi, di fatto, nella realtà non c'è stato nessun aiuto per le famiglie che ancora oggi non hanno gli strumenti informatici adatti per poter garantire ai loro figli, alunni delle nostre scuole, di poter partecipare e proseguire nell'attività didattica nel modo migliore possibile. Presidente, non c'è la possibilità di “valutare l'opportunità di”, i nostri ragazzi sono ormai arrivati quasi alla fine del ciclo invernale di studi e il problema si riproporrà a settembre perché noi continuiamo ad avere oltre 850 mila ragazzi fra i 6 e i 17 anni che sono sprovvisti di supporti informatici. Questo vuol dire creare una disparità. La scuola è il primo luogo in cui devono invece essere garantiti pari dignità, ed è quello che Fratelli d'Italia, attraverso questo ordine del giorno, voleva ripresentare. Il tema è che oggi ci sono famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno e il 44 per cento soltanto nella regione Sicilia, che non hanno la possibilità di accedere a uno strumento informatico. Questo vuol dire che a quei ragazzi, a quegli alunni noi stiamo impedendo di proseguire il percorso scolastico che non è soltanto un percorso formativo, ma è un percorso di vita, è un percorso di crescita. Soprattutto in questo momento in cui i nostri ragazzi, i nostri bambini, stanno vivendo più che mai un momento terribile, che è quello di essere lontani dalla socialità, che per un bambino è, capite, assolutamente fondamentale, oltre a questo noi aggiungiamo l'impossibilità, per quei bambini e per quegli alunni, anche di poter proseguire nella loro crescita culturale. Ebbene, noi questo non possiamo permetterlo; il Governo questo non può permetterlo. È necessario passare dalle dichiarazioni di volontà ai fatti e questo perché non solo si crea una disparità sociale fra classi più o meno capaci di provvedere all'utilizzo degli strumenti informatici da parte dei figli, ma anche perché noi stiamo creando un divario che difficilmente potrà essere colmato fra Nord e Sud della nostra Nazione. E questo è sempre stato un tema fortissimo sul quale Fratelli d'Italia si è battuto. Quindi, dovremmo tutti quanti capire che non possiamo più permetterci di proseguire su questo solco. Nell'ordine del giorno noi, in definitiva, non abbiamo chiesto niente di più di quello che il Ministro Azzolina aveva detto che avrebbe fatto. Noi vorremmo semplicemente che ci fosse l'impegno del Governo, anche attraverso questo ordine del giorno, rispetto a quelle parole, invece, ancora una volta, il Governo smentisce se stesso.

Il sottosegretario vuole valutare l'opportunità di fare qualcosa che il Ministro Azzolina, in tutte le conferenze stampa, ha detto di voler fare. Questo non è ovviamente accettabile. Tra l'altro, all'interno dell'ordine del giorno c'è anche un altro tema particolarmente importante, che è quello dei ragazzi che portano disabilità. Noi dimentichiamo che non tutti i ragazzi disabili hanno la possibilità concreta di seguire le lezioni online e allora avevamo chiesto che ci fosse la possibilità per quegli alunni e per quegli studenti di avere un insegnante a domicilio. Anche in questo caso il Governo risponde con la possibilità di valutare una scelta del genere. Allora noi ci chiediamo, se questo Governo non ha la capacità di essere attento alle esigenze dei minori e, quindi, dei nostri alunni che restano una fascia debole della nostra società, allora probabilmente non è in grado di prendersi cura neanche della nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Prego.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, rispetto a questo ordine del giorno io vorrei sensibilizzare ulteriormente il sottosegretario se riuscisse ad ascoltarci anche un secondo, mi rendo conto che è faticoso ascoltarci questa mattina probabilmente per voi, però è l'unico spazio che ci avete lasciato, che ci è concesso per difendere i diritti che, secondo noi, gli italiani continuano ad avere anche se ve ne dimenticate. Questo ordine del giorno tratta proprio di questo; quando c'è scritto di garantire e assicurare pari opportunità di accesso a tutti gli studenti, cosa c'è da valutare rispetto a questa frase, sottosegretario? Certamente l'emergenza ha determinato un agire in modo improvviso e repentino. Adottare questa misura della didattica online, che è stata anche utile in questo contesto, ha fatto anche emergere criticità e disparità venutesi a determinare sul nostro territorio proprio in virtù dell'accesso che non è stato così facile e garantito per tutti i nostri studenti, proprio perché non avevano strumenti e magari nemmeno le risorse economiche per garantire tutti quei Giga, che servono alla connessione, rispetto a una videolezione.

Per cui il sottosegretario, tramite lei Presidente, anche in questo caso non c'è proprio nulla da valutare perché sono due mesi che stiamo adottando questo sistema; ha funzionato nell'emergenza, ma, come detto, ha fatto emergere delle criticità. Non c'è da valutare rispetto a questa situazione, tutti i nostri studenti italiani devono avere lo stesso diritto e opportunità di accedere a questa modalità imposta dallo Stato. Per cui se possiamo rivedere questo parere, vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond.

DARIO BOND (FI). Presidente, volevo sottoscrivere questo ordine del giorno se me lo consentite, Fratelli d'Italia, e sposare in pieno l'ultimo intervento perché effettivamente gli studenti italiani in questa fase purtroppo non sono stati messi nello stesso grado, nello stesso livello di operare, di imparare, di studiare e anche di procedere nelle lezioni. Ci sono degli studenti, in alcune isole e in alcune zone di montagna italiana, che hanno avuto delle difficoltà enormi. Non possono essere lasciati indietro. Vi ringrazio di aver presentato questo ordine del giorno perché è un'ingiustizia sociale per tutte le famiglie italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/24247-A/16 Lucaselli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Essendo giunti alle ore 12, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17,30.

Sospendo anche la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative in ordine agli interventi della cooperazione volontaria italiana nelle aree geografiche in cui non sussistono adeguate condizioni di sicurezza – n. 3-01531)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zoffili ed altri n. 3-01531 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Zoffili se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente Fico. La volontaria cooperante Silvia Romano è stata sequestrata il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chakama, in Kenya, dove si trovava per realizzarvi un progetto umanitario per l'infanzia promosso dalla ONLUS Africa Milele. Il rapimento è stato opera di armati si dice appartenenti al gruppo terroristico jihadista denominato Al-Shabaab, o comunque a questo in qualche modo collegato. Gli Al-Shabaab conducono da anni una spietata campagna terroristica che sta contribuendo a insanguinare la Somalia, ma sono presenti anche in Kenya. Il sito viaggiaresicuri.it - servizio dell'unità di crisi della Farnesina - definisce il Kenya un Paese nel quale permane elevata la minaccia terroristica di matrice islamica, paventando il persistente pericolo di atti ostili contro cittadini stranieri e raccomandando a coloro che vi si rechino di evitare gli spostamenti via terra e il soggiorno in alcune regioni di quello Stato. Al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale competono delicate funzioni di orientamento e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, delle quali dovrebbe essere parte anche la valutazione concernente il rischio connesso all'effettuazione di interventi umanitari da parte delle organizzazioni non governative e delle ONLUS italiane. Chiediamo al Governo, e ringraziamo il Ministro Di Maio per la presenza, se ritenga opportuno assumere iniziative per scoraggiare in modo efficace gli interventi della cooperazione volontaria italiana nelle zone in cui sia concreto il pericolo del verificarsi di atti ostili nei confronti dei cittadini del nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente, grazie al deputato interrogante. La Farnesina opera costantemente mediante l'unità di crisi per tutelare i cittadini italiani all'estero in situazioni di emergenza, terrorismo, tensioni sociopolitiche, calamità naturali e pandemie. Questa attività viene portata avanti con una capillare azione di analisi delle possibili situazioni di pericolo e di informazione del pubblico anche tramite i siti istituzionali dedicati. Nel caso di progetti realizzati da organizzazioni della società civile con contributi della cooperazione italiana le organizzazioni vengono selezionate alla luce della loro idoneità ad operare all'estero e i bandi per la scelta dei progetti prevedono espressamente che le attività possano essere svolte solo previa valutazione delle condizioni di sicurezza da parte delle ambasciate.

La legge n. 125 del 2014 prevede che il Comitato congiunto della cooperazione allo sviluppo stabilisca parametri e criteri in base ai quali è sancita l'idoneità delle organizzazioni della società civile, mentre l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo conduce gli aggiornamenti periodici dell'elenco delle organizzazioni idonee. L'ultimo elenco è stato pubblicato il 10 settembre 2019. I contributi vengono assegnati sulla base di procedure comparative di evidenza pubblica condotte dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Per la selezione dei progetti, sempre ai sensi della legge n. 125, l'Agenzia pubblica bandi aperti solo alle organizzazioni iscritte nell'elenco. I bandi prevedono che le iniziative possano essere svolte previa valutazione delle condizioni di sicurezza da parte delle ambasciate. Si tratta di una procedura alla quale ci atteniamo scrupolosamente. In caso di parere negativo sulla sicurezza, il progetto che ambisce a ricevere il contributo non viene collocato in graduatoria e non può, quindi, concorrere al finanziamento. Per le organizzazioni accreditate nella lista, il personale in partenza riceve briefing di sicurezza che forniscono puntuali indicazioni sulla situazione del Paese, sul livello di rischio e sulle possibili misure da intraprendere per la sua mitigazione. L'unità di crisi del Ministero degli Affari esteri intrattiene regolari rapporti con i responsabili della sicurezza delle organizzazioni non governative e delle organizzazioni della società civile.

L'associazione “Africa Milele Onlus”, per la quale operava Silvia Romano, non rientra tra le organizzazioni iscritte nell'elenco previsto dalla legge n. 125. L'attività nell'ambito della quale Silvia Romano operava non è, dunque, destinataria di alcun sostegno della cooperazione italiana e ricordo che, per l'espatrio e lo svolgimento all'estero da parte di cittadini italiani di attività di volontariato, così come di ogni altra attività lecita, si prevedono le norme dell'articolo 16 della Costituzione: ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi salvo gli obblighi di legge. L'associazione in questione ha, quindi, operato in totale autonomia, senza informare la Farnesina, eludendo qualsiasi potere di indirizzo e di informazione dei propri associati o collaboratori sotto il profilo della sicurezza.

Permettetemi di concludere, evidenziando che la scelta di svolgere un'esperienza di volontariato non può diventare motivo di attacco personale. Mi auguro, inoltre, che, qualora dovessero sussistere delle responsabilità riguardo alle procedure di sicurezza non adottate riguardo ai cooperanti, la magistratura possa agire di conseguenza, facendo la massima chiarezza sulla vicenda.

PRESIDENTE. Il deputato Zoffili ha facoltà di replicare.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente, e grazie al Ministro. Prendiamo atto della sua risposta, sottolineando tuttavia, ancora una volta, come il nostro gruppo, il gruppo della Lega, ritenga che debbano essere intraprese azioni concrete per ridurre il rischio del ripetersi dei sequestri dei nostri connazionali sui teatri di crisi. Le strade per farlo ci sono. Noi riteniamo - e lo abbiamo già detto - che la Farnesina possa esercitare un'azione importante nei confronti del mondo del volontariato, incoraggiando le ONG e le ONLUS che fanno cooperazione a evitare di mandare personale italiano dove esista il pericolo di sequestri. Non significa per forza mortificarne la missione.

Nella scorsa legislatura, Presidente, si riuscì anche a far passare il principio che lo Stato non dovesse automaticamente assumersi la responsabilità di ciò che accadeva ai nostri concittadini nelle zone dove il Governo consigliava di non andare. Accadde in occasione della conversione di un decreto-legge sulla proroga delle missioni militari all'estero ad opera di due parlamentari della maggioranza dell'epoca, gli onorevoli Dambruoso e Manciulli. Dovremmo, quindi, trovarci d'accordo - e guardo anche la maggioranza - almeno sul riconoscimento di questa esigenza. Ovviamente, non siamo qui a contestare il fatto di aver salvato un ostaggio e di aver compiuto tutti i passi necessari a farlo. Ci congratuliamo veramente di cuore con i nostri servizi e con gli agenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per essere riusciti in questa missione con la professionalità che è a tutti nota.

Vogliamo soltanto dire che non bisogna prestare il fianco a chi vuole farci del male e i modi ci sono. Dobbiamo ridurre la presenza degli italiani nei luoghi più a rischio anche pensando a interventi normativi efficaci e - concludo, Presidente - dobbiamo anche cercare di ridurre l'effetto propagandistico di certe modalità di celebrazione dei ritorni di chi è stato salvato, e l'abbiamo visto pochi giorni fa a Ciampino. Siamo contenti che Silvia Romano abbia potuto riabbracciare i suoi cari ed essere riabbracciata dai propri familiari. Bentornata Silvia, ma pensiamo che, se il suo ritorno fosse stato gestito con maggiore sobrietà dal Governo, forse i suoi sequestratori avrebbero tratto vantaggi minori da ciò che hanno fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non vorremmo offrire loro, Presidente, ulteriori incentivi. La Lega è concreta e annunciamo il deposito di una nuova proposta di legge, targata Lega, contro il rischio dei sequestri. È un'urgenza anche questa del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in ordine alle finalità e alle caratteristiche operative della missione dell'Unione europea “Irini”, nonché in merito alle modalità e ai tempi per l'esercizio del relativo vaglio parlamentare – n. 3-01532)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01532 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio, Presidente. Il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il 31 marzo scorso l'istituzione e l'avvio della nuova missione militare dell'Unione nel Mediterraneo, EUNAVFOR MED “Irini”. Contemporaneamente, è terminata la missione “Sophia”, avviata nel 2015. Essendo stata adottata la procedura scritta, non si è tenuta una formale riunione del Consiglio dell'Unione in composizione esteri e difesa ma i Paesi membri, su invito dell'Alto rappresentante Borrell, hanno espresso per iscritto il loro assenso. Nessun atto di iniziativa è stato comunicato formalmente dal Governo al Parlamento. Nessun organo parlamentare quindi ha deliberato sulla missione; vi è stato solo un generico passaggio durante una sua audizione, Ministro, il 30 gennaio scorso e la missione è poi partita con un po' di ritardo ai primi di maggio, come abbiamo appreso.

Siamo, quindi, a chiederle quali siano le finalità specifiche, che pure abbiamo potuto apprendere, ma soprattutto in quale sede e con quali tempi si intenda sottoporla al prescritto vaglio parlamentare.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente, e grazie al deputato interrogante. Il lancio dell'operazione “Irini” rappresenta una testimonianza tangibile e sostanziale del ruolo più attivo dell'Unione europea a favore della risoluzione della crisi libica nell'alveo del processo di Berlino, un ruolo di cui l'Italia si è fatta da subito promotrice. L'obiettivo principale di “Irini” è di favorire la concreta attuazione delle conclusioni di Berlino, contribuendo al monitoraggio e al rispetto dell'embargo sulle armi sancito dalle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite. Il continuo afflusso di armi è, infatti, uno dei fattori più destabilizzanti della crisi libica. Le accresciute interferenze esterne e l'intensificarsi del flusso di materiali ed equipaggiamenti a favore di entrambe le parti in conflitto ostacolano qualsiasi prospettiva di pacificazione.

La principale novità di “Irini” rispetto alla precedente operazione “Sophia” sta proprio nell'obiettivo prioritario dell'attuazione dell'embargo sulle armi, passaggio indispensabile per sostenere il fine più generale: il processo politico di stabilizzazione della Libia. “Irini” mantiene come compiti solo secondari quelli relativi al contrasto al traffico di esseri umani attraverso le attività di raccolta di informazione e di pattugliamento aereo e all'addestramento e formazione della guardia costiera facente capo al Ministero della difesa libico. Inoltre, la missione dovrà occuparsi anche del contrasto al traffico di prodotti petroliferi dalla Libia. Sul piano operativo, per lo svolgimento dei propri compiti “Irini” utilizzerà mezzi aerei, satellitari e marittimi. L'Italia ha fortemente insistito perché, negli assetti di comando, nella definizione delle regole di ingaggio e nell'individuazione delle capacità necessarie, si prestasse massima attenzione a che “Irini” possa operare in maniera neutra e bilanciata. È per questo che è stata sollecitata l'attivazione delle capacità satellitari necessarie al monitoraggio dell'intero territorio libico. L'operazione è stata disegnata in maniera tale da non rappresentare un fattore di attrazione dei flussi migratori. Infatti, il Comitato politico e di sicurezza nell'esercizio del controllo politico e della direzione strategica dell'operazione sarà chiamato a verificare ogni quattro mesi l'assenza di un effetto di attrazione sulla migrazione indotto dallo schieramento dei mezzi marittimi.

Vengo, infine, al vaglio parlamentare. È al momento in valutazione da parte italiana la partecipazione di un contingente di circa 500 unità con un'unità navale e tre mezzi aerei, previa, naturalmente, autorizzazione da parte delle Camere, così come previsto dalla legge n. 145 del 2016 che disciplina la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. È per questo che il cosiddetto “decreto Missioni”, che decreto vero e proprio non è più, sarà portato al Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni e successivamente inviato alle Camere per la deliberazione.

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). Io ringrazio il Ministro perché ci ha dato una notizia, perché quello che ha sottolineato il Ministro era un altro ritardo che questo Parlamento attendeva, cioè appunto la delibera sulle missioni. Qui siamo di fronte ad una missione nuova e, quindi, a maggior ragione, deve esserci l'attenzione di questo Parlamento. In particolare, noi abbiamo, di fronte a una situazione del Mediterraneo sempre più complessa, dei dubbi e delle incognite che speriamo anche il vaglio parlamentare aiuti a chiarire su questa missione, cioè sul funzionamento della missione, sull'apporto dei vari Paesi, dato che è degli ultimi giorni la notizia che Malta si sarebbe in qualche modo sfilata e la stessa Germania ha una partecipazione, diciamo, debole, per usare un eufemismo, ma anche dal punto di vista strategico e politico. L'ammiraglio De Giorgi, già capo di stato maggiore della Marina, nelle settimane scorse ha avuto modo di sottolineare come questa missione sembra esprimere la debolezza dell'impostazione politica europea, la mancanza di una comunione di intenti. Poi, abbiamo letto, invece, l'ammiraglio Agostini, al comando della missione rassicurare da questo punto di vista. Insomma, non vorremmo che la partecipazione dell'Italia a questa missione rischi di mettere il nostro Paese in una posizione estremamente scomoda, considerata l'evoluzione del quadro geopolitico del Mediterraneo, i rapporti con la Turchia, i rapporti con le due parti che si fronteggiano in Libia e con gli altri Paesi che hanno interesse nel Mediterraneo. Proprio per questo spero davvero che si tratti di pochi giorni per l'arrivo al Parlamento della delibera che contenga anche le disposizioni del Governo su questa missione.

(Chiarimenti in merito allo scarso utilizzo da parte del Governo del cosiddetto meccanismo europeo di protezione civile ai fini dei voli per il rimpatrio dei connazionali bloccati all'estero dall'emergenza COVID-19 – n. 3-01533)

PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01533 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per essere qui. Utilizzerò questo minuto solamente per dar voce a migliaia di nostri connazionali in giro per il mondo che, a seguito dell'emergenza sanitaria COVID, attendono di poter rientrare nel proprio Paese.

Le chiediamo, Ministro, di profondere il massimo impegno per riportare a casa questi nostri concittadini, che si sentono abbandonati dalla propria nazione in un momento così delicato per tutti, immagini per chi lo vive lontano dai propri affetti e lontano dalla propria casa. Certo, il loro rientro non desterebbe il clamore e la risonanza mediatica come quella a cui abbiamo assistito in questi giorni per il ritorno in patria di una nostra concittadina, di cui ci rallegriamo, Ministro, ma di cui, appunto, non condividiamo la spettacolarizzazione televisiva. Ci rassicuri che eguale attenzione, eguale preoccupazione saranno dedicate anche a tutti i nostri concittadini, anche utilizzando gli strumenti economici che la Comunità europea mette a disposizione, fino a quando l'ultimo di loro non sarà rientrato sul nostro territorio nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente, grazie, deputato Caiata. In questi giorni, partendo proprio dall'ultimo argomento che lei ha citato, da più parti, viene associato il fatto che alcuni italiani siano ancora all'estero perché si è fatto un uso limitato del meccanismo europeo. Prima di fare questa errata associazione, è bene capire come funziona questo meccanismo. Prima di tutto, non è corretto dire che i voli sono gratuiti: infatti, la Commissione europea si riserva di cofinanziare, solo successivamente all'effettuazione del volo, una quota che va da un minimo dell'8 per cento fino a un massimo del 75 per cento. Lo Stato deve, comunque, anticipare l'intero costo del volo, nel nostro caso, anche della parte relativa ai passeggeri non italiani. In seguito, lo Stato richiedente deve chiedere il pagamento al passeggero della quota non coperta dal cofinanziamento dell'Unione europea: ciò significa che la quota del 75 per cento non è garantita.

L'altro aspetto importante del meccanismo europeo è che è riservato solo ai rimpatri da Paesi che non offrono alcuna opzione commerciale di rientro, anche di altre compagnie aeree non italiane. Sono, inoltre, richieste la fragilità del sistema sanitario dello Stato di partenza e una quota significativa di passeggeri dell'Unione europea a bordo: idealmente, la metà dovrebbero essere cittadini di Stati diversi da quello che ha attivato il volo.

Sulla scorta dei criteri appena illustrati, tra i motivi per cui non è stato attivato sistematicamente il meccanismo dell'Unione europea, vi è il fatto che la collettività italiana temporaneamente all'estero che faceva richiesta di rientro in patria, almeno fino a inizio maggio, era numericamente concentrata in Paesi dell'Unione, dai quali, pur se talvolta con triangolazioni, era comunque possibile raggiungere l'Italia. Dalla Spagna, ad esempio, sono rientrati oltre 14 mila connazionali; dal Regno Unito sono rientrati oltre 34 mila. La priorità è stata data a turisti, studenti, lavoratori temporanei e persone vulnerabili, come chi ha perso il lavoro rimanendo privo di un sostegno economico.

Questi numeri spiegano che, se avessimo fatto ricorso al meccanismo in modo sistematico dal 10 marzo a inizio maggio, non potendo riservare i voli ai soli cittadini italiani, avremmo dovuto effettuare il triplo dei voli fin qui organizzati, con il risultato di rallentare notevolmente i tempi di rientro, a maggior ragione se, dal 28 marzo, si è reso necessario applicare misure di distanziamento a bordo. Abbiamo, quindi, utilizzato il meccanismo europeo nei Paesi con gruppi numericamente più contenuti di connazionali e hanno beneficiato di questo strumento italiano diversi connazionali da tutto il mondo con molti Paesi: Bolivia, Nepal, Thailandia, Sudafrica e tanti altri. L'Italia ha preferito agire tempestivamente, al di là del meccanismo comune europeo, assicurando il mantenimento di tratte commerciali dirette di vitale importanza per il rientro in Italia, attivando voli commerciali speciali per soli cittadini italiani.

Abbiamo finora rimpatriato oltre 79 mila connazionali grazie a circa 740 operazioni, tra aerei e altri mezzi, da 117 Paesi diversi. Gli altri Paesi dell'Unione europea non hanno agito diversamente dell'Italia, tanto è vero - e concludo, Presidente - che, a fronte dei 60 mila cittadini europei rientrati con il meccanismo comunitario, i cittadini dei singoli Paesi membri rientrati con voli commerciali sono circa 600 mila. L'ultimo numero che voglio far notare è che, a fronte di 600 mila cittadini europei rientrati, quasi 80 mila sono italiani.

Venendo al costo dei biglietti - e concludo -, ho sempre reiterato l'invito alle compagnie aeree di calmierare i prezzi, nonostante non fosse competenza del Ministero degli Esteri.

Per quanto riguarda la proposta degli interroganti circa l'ipotesi scritta nell'interrogazione di ricorrere all'uso di fondi pubblici per sostenere le spese di rimpatrio dei connazionali, permettetemi di fare un appunto di natura strettamente politica. Oggi abbiamo più di 5 milioni di italiani iscritti all'AIRE, dunque residenti all'estero: agevolare il rientro di più di 5 milioni di persone in Italia, peraltro in questa fase di grande emergenza per il Paese, aprirebbe il rischio altissimo di un contagio di ritorno, che potrebbe vanificare gli sforzi compiuti fino ad ora dalla collettività e, soprattutto, dal nostro Sistema sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di replicare.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, non ci siamo, ma non ci siamo per niente, perché lei è molto bravo ad utilizzare i numeri, a mostrare una parte della realtà dei fatti, perché, poi, esiste l'altra realtà: quella degli italiani che sono stati totalmente abbandonati al loro destino. Noi di Fratelli d'Italia speravamo di poter esprimere soddisfazione per la gestione dei voli internazionali e garantire a tutti i nostri connazionali il ritorno a casa. Abbiamo presentato atti di indirizzo, come abbiamo sollecitato una maggiore attenzione al ricorso al meccanismo europeo di Protezione civile attivato dall'inizio dell'emergenza. Dati alla mano, però, emerge il dato relativo all'Italia, che è di 1.133 italiani rimpatriati, con un rapporto pari a un italiano su 28 tedeschi rimpatriati con questo meccanismo. Ad oggi, abbiamo ancora italiani bloccati in altri Stati, separati dai loro affetti e senza certezze su quando potranno rientrare, con evidenti problemi economici dati dal prolungamento forzato della permanenza all'estero.

Ministro, vederla fare le passerelle e accogliere i nostri connazionali, come ha fatto con Silvia Romano, per esempio, può fare anche piacere, ma deve farlo con tutti, perché, mentre Silvia Romano ha ammesso di essere stata bene durante la prigionia, i nostri connazionali stanno gridando aiuto, ma, evidentemente, non c'è nessuno ad attenderli negli aeroporti: non ci sono giornalisti, non ci sono operatori televisivi, altrimenti lei sarebbe stato lì, ne sono sicuro. E, poi, ci tocca anche sentire il suo sottosegretario dire: arrangiatevi, perché il problema sono le migliaia di telefonate che arrivano alla Farnesina ogni giorno. Avete o no compreso che, dietro quelle telefonate, ci sono dei disperati? Vede, Ministro, su quel tricolore che lei sfoggia quando fa le passerelle io ho giurato fedeltà, fedeltà alla patria; e fedeltà alla patria non è distinguere i propri concittadini di serie “A” o di serie “B”. Non è copiando le idee di un'opposizione sovranista che ci si sente più italiani: se vuole sentirsi più italiano, lo deve dimostrare con i fatti e finora non è stato capace di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a mantenere gli obiettivi del “Green deal” e a scongiurare l'aumento dei rifiuti indifferenziati nell'attuale fase di emergenza sanitaria – n. 3-01534)

PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01534 (Vedi l'allegato A).

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, tra i molti effetti che il COVID-19 sta portando con sé c'è anche quello della difficoltà di gestire i rifiuti. Secondo i dati ISPRA, che è stato audito dalla Commissione ecomafie nei giorni scorsi, tra marzo e aprile 2020, abbiamo registrato un meno 10 per cento nella raccolta differenziata. Ma quello che mi preoccupa veramente, Ministro, è che, nel frattempo, è partita una campagna di promozione della plastica. Lei si è a lungo battuto e questo messaggio che sta passando per cui la plastica è la cosa più sicura per combattere il COVID e, in particolare, l'utilizzo del monouso è tornato anche qui alla Camera, credo che sia una delle cose su cui noi dobbiamo lavorare con grande attenzione, anche perché lei sa che abbiamo atti importanti da approvare, anche in linea con l'Unione europea, che ha ribadito che sulla plastica non si torna indietro, anche se noi mettiamo in discussione la plastic tax. E, allora, le chiedo quali sono le iniziative che intende assumere per tenere il Paese in linea con quanto previsto in sede europea e per scongiurare l'aumento dei rifiuti indifferenziati a causa del COVID-19.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Presidente, grazie all'onorevole Muroni. La sua preoccupazione effettivamente colpisce tutti quanti noi, in particolare collegata all' ”usa e getta”, che viene considerato, nel caso in particolare delle plastiche, recentemente quasi come un toccasana. Non è vero, e quindi smentiamo questa cosa. Va anche detto chiaramente che noi ci dobbiamo spingere in modo tale che diminuisca non solo l'usa e getta, ma che quel tipo di materiale che viene utilizzato sia almeno recuperabile secondo i principi dell'economia circolare.

Faccio l'esempio concreto: penso alle bioplastiche. Perché questo esempio? E lo condivido con l'Aula parlamentare: perché, in questo momento, noi abbiamo una filiera molto significativa, non ancora riconosciuta in consorzio. E mi piace qui dirlo, è giusto condividerlo con quest'Aula: io la settimana scorsa ho firmato lo statuto, e quindi ho dato l'ok per lo statuto del primo consorzio per le bioplastiche italiano, Biorepac, ed è uno dei primi a livello europeo. Noi sappiamo che racchiude in sé 252 aziende, 2.600 addetti, 700 milioni di fatturato, lavora 90 mila tonnellate di bioplastica, è nell'ambito del Conai, del consorzio degli imballaggi, ed è parallelo al CIC, cioè il Consorzio italiano per il compostaggio. Che vuol dire? In buona sostanza, vuol dire che si lavora insieme agli impianti di compost nel compostaggio su filiere simili. Che cosa vuol dire ancora? Che in buona sostanza queste bioplastiche, quando finiscono là, riescono ad entrare nel principio dell'economia circolare e sottraggono - abbiamo fatto dei conti spannometrici, poi vediamo nel corso del tempo - non meno di 120 mila tonnellate di plastiche non recuperabili, ma ogni plastica non recuperabile nell'ambito della filiera aggancia 4 chili di compost, quindi libera anche altra economia circolare, circa 500 mila tonnellate all'anno di compost. Sono numeri significativi, con un trend di crescita del 10 per cento su base annua, quindi è una filiera importante.

Nell'ambito della SUP, la Single Use Plastics, che è la direttiva europea a cui lei faceva riferimento, noi stiamo negoziando con l'Unione europea proprio la possibilità di dare spazio ad una filiera che per l'Italia è importante e che ci vede tra i primi al mondo. Chiaramente è uno spazio di negoziazione che noi concluderemo entro luglio 2021, come la direttiva ci propone.

PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di replicare.

ROSSELLA MURONI (LEU). Ministro, grazie: davvero ottime notizie, ed era davvero il caso di raccontarle al Paese. Perché noi sappiamo sul fronte ambientale quali sono le cose da accelerare, e si tratta davvero di credere in noi stessi, in noi italiani, e nell'economia circolare, e soprattutto nel grado di innovazione che le nostre aziende sono in grado di portare nei prodotti. Lei lo accennava, il tema delle bioplastiche è un un'eccellenza tutta italiana, ma anche l'innovazione e la ricerca, perché ovviamente le mascherine e i guanti sono necessari; ci sarà un fronte naturalmente nella gestione, ma noi siamo in grado di proporre innovazioni che risolvano il problema ambientale, ma che si trasformino anche in filiere produttive, in posti di lavoro: davvero in un protagonismo tutto italiano.

Per cui ben venga finalmente il consorzio sulle bioplastiche, l'allargamento del sistema Conai. Io credo che si tratti davvero di sapere quali siano, come lei ha illustrato, le nostre potenzialità e come possiamo risolvere anche questo problema, facendone anzi un'occasione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Intendimenti in merito all'adozione di linee guida per la riapertura delle attività commerciali al dettaglio a partire dal 18 maggio prossimo, nel rispetto delle diverse caratteristiche territoriali, nonché in ordine ai tempi previsti per la ripresa degli spostamenti interregionali - n. 3-01535)

PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01535 (Vedi l'allegato A).

SARA MORETTO (IV). Presidente, signor Ministro, il 18 maggio è la data indicata per la riapertura di molte attività commerciali, tra i quali ristoranti, bar, acconciatori, estetisti, e questa data è dietro l'angolo.

L'unica certezza ad oggi è la volontà del Governo di procedere con riaperture differenziate tra le regioni. Mancano ancora però le linee guida di carattere generale alle quali le regioni stesse si possono adeguare: poche, chiare regole, affinché chi è in grado di aprire possa farlo in sicurezza e nel rispetto appunto delle regole. Diciamo alle imprese che possono riaccendere i motori; dobbiamo però far avere loro le chiavi, e possibilmente non 24 ore prima: le chiediamo quindi come intenda procedere su questo aspetto.

L'altro tema strettamente collegato è la mobilità interregionale, che, se resta bloccata, penalizzerà molte attività, in particolare quelle del turismo. Confini sulla carta continuano poi a tenere lontani genitori, figli, fratelli, che vivono a pochi chilometri di distanza ma in regioni diverse. Le chiedo, signor Ministro, quando ritiene di superare questo divieto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO BOCCIA, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, l'onorevole Moretto, l'onorevole Di Maio, l'onorevole Fregolent e il gruppo di Italia Viva.

Signor Presidente, l'Italia è un malato: è un malato che è in condizioni certamente migliori di prima, ma è pur sempre un malato che non può permettersi ricadute, e la prudenza che il Governo ha utilizzato è tutta finalizzata a questo obiettivo. Nel mondo sono stati tanti gli stop and go, i lockdown bloccati e ripartiti, le chiusure improvvise, e noi non possiamo permettercelo. Sappiamo e siamo consapevoli che è necessario garantire alle nostre imprese una ripartenza in sicurezza, in sicurezza soprattutto nei luoghi di lavoro, ma una ripartenza che non dovrà più vedere altri stop. È per questo che il confronto con le regioni è stato sempre un confronto costruttivo: non abbiamo mai voluto, per scelta politica, utilizzare poteri sostitutivi perché pensiamo che la mediazione, il confronto permanente, nella nostra Costituzione, sono di fatto dentro lo stesso articolo 117, che ci ricorda l'indiscussa competenza concorrente in materia di tutela della salute delle regioni, e nello stesso tempo la lettera q) ci ricorda che, sulla profilassi internazionale, è necessario avere una visione e un'azione complessiva e unitaria.

Assicurare l'unità giuridica ed economica e la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali è compito di ognuno di noi, e la salute, intesa come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, ci impone questa cautela, questa attenzione. In questi giorni, si sta alacremente lavorando. Annuncio alla Camera, e ringrazio gli interroganti, che le linee guida sono complete: saranno trasmesse alle regioni questa sera, e domani io penso che tutte le categorie potranno prenderne atto. Solo le linee guida: è l'indicazione che il Governo dà a tutela rigorosa ed esclusiva della sicurezza sul lavoro, perché sul lavoro, nei due mesi che abbiamo alle spalle, non potevano esserci focolai, semplicemente perché i luoghi di lavoro, la maggior parte dei luoghi di lavoro, erano chiusi; ma dobbiamo abituarci all'idea che, nella seconda fase, ripartendo il lavoro…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO BOCCIA, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, ho finito, il rischio sarà proprio lì, e noi dobbiamo evitarlo con tutte le nostre forze. L'autonomia delle regioni nella “fase 2” consentirà alle regioni evidentemente di monitorare, sulla base di dati scientifici certi, la possibilità di compiere ulteriori riaperture.

Riguardo alla mobilità interregionale, la valutazione che sarà effettuata a partire dal 18 maggio ed entro fine maggio ci consentirà di compiere delle valutazioni definitive. Ovviamente sarà più facile garantire una relazione tra regioni a basso rischio; sarà molto più complicato, converrete con noi e con il Governo, consentire il passaggio dei cittadini da una regione a basso rischio ad una regione ad alto rischio; ma questo lo verificheremo insieme, il Governo si confronterà sempre con le regioni e sicuramente con il Parlamento.

PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

MARCO DI MAIO (IV). Presidente, signor Ministro, lunedì è un giorno importante per molti italiani: tante attività potranno riaprire, e sarà importante non solo per i titolari di queste attività, ma anche per tante persone che da tempo attendono di potersi servire di attività con le quali erano abituati ad avere rapporti, per tanti motivi e per tante esigenze personali. Nessuno di loro però al momento sa esattamente come potrà riaprire in sicurezza e con il rispetto delle regole. Bene se questa sera verranno inviate le linee guida; ci auguriamo che queste linee guida siano chiare e non interpretabili, quindi facilmente comprensibili da tutti affinché si possa ripeto riaprire in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole. Anche perché ai negozianti, parrucchieri, estetisti, commercianti, artigiani di tutti i tipi, che, fin qui, hanno sofferto e stanno pagando un prezzo altissimo e che sono il tessuto del nostro Paese, il tessuto economico, ma spesso anche il tessuto sociale, poco interessano le polemiche tra le regioni e le troppe polemiche che abbiamo visto tra regioni e Governo, ma interessano invece le modalità, le norme concrete con le quali potranno tornare a lavorare; e ci chiedono protocolli chiari, protocolli che siano tra loro coerenti, protocolli che siano comprensibili a tutti, anche ai cittadini, perché non possiamo dire che, sugli autobus, si può stare a un metro di distanza e poi nei ristoranti e negli stabilimenti balneari occorrono 4 o 5 metri di distanza per poter salvaguardare la salute. Si rischia di far perdere efficacia e credibilità anche alle norme stesse, in un momento nel quale gli italiani hanno dimostrato grandissima disciplina. Pensiamo sia doveroso anche liberare e concedere la possibilità di trasferirsi da una regione all'altra, almeno per le province confinanti che si trovano in regioni differenti. Ci sono famiglie che non si ritrovano da diversi mesi, per non parlare poi dei cittadini italiani residenti all'estero. Quindi, chiediamo che si affronti anche questo tema con maggior coraggio, ovviamente in piena sicurezza senza mettere a repentaglio la sicurezza di nessuno. Nessuno di coloro che fanno queste proposte vuole mettere a rischio l'incolumità pubblica, la salute nazionale, vogliamo semplicemente cercare di dare risposte concrete ai cittadini. Credo che l'Italia sia sicuramente un malato, come diceva lei Ministro, è un malato che oggi sta meglio di prima ma che, per guarire, ha bisogno non solo di ricordarci quanto può essere pericoloso il ritorno di una nuova ondata epidemiologica, ma anche di avere fiducia e di dimostrare che lo Stato ha fiducia nei cittadini e prova a concedere qualche spazio di libertà in più (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative per il rilancio del comparto dell'edilizia, favorendo in particolare la riqualificazione energetica e la riconversione ecosostenibile – n. 3-01536)

PRESIDENTE. La deputata Braga ha facoltà di illustrare l'interrogazione dei deputati Nardi ed altri n. 3-01536 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

CHIARA BRAGA (PD). Signor Presidente, Signor Ministro, l'edilizia rappresenta un settore strategico per la ripresa economica del Paese. Oggi il 74 per cento della produzione nel settore delle costruzioni riguarda la manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio edilizio esistente. Questo grazie anche all'impulso dato in questi anni dagli incentivi fiscali messi in campo dai governi di centrosinistra, in particolare dal 2007 in poi, per l'efficienza energetica e la messa in sicurezza sismica degli edifici. Questi strumenti hanno svolto anche un'azione anticiclica importante rispetto alla pesante crisi che ha colpito il settore delle costruzioni concorrendo al miglioramento degli obiettivi ambientali, al contrasto del consumo di suolo e anche all'emersione di una quota importante di lavoro nero nel settore. Gli italiani hanno dimostrato di apprezzare in particolare le misure dell'ecobonus e del sisma bonus, 322 miliardi di investimenti complessivi attivati con un impatto occupazionale di quasi 500 mila persone, misure che hanno migliorato la qualità delle abitazioni e hanno abbassato la bolletta energetica delle famiglie. Oggi disponiamo di un quadro articolato e diversificato di incentivi che necessita di essere rafforzato per dare stabilità agli investimenti delle famiglie e delle imprese per sostenere il rilancio economico del Paese.

Per questo le chiediamo quali misure urgenti intenda attivare al fine di rilanciare il comparto dell'edilizia favorendo anche lo sviluppo di una filiera produttiva italiana legata alla riqualificazione energetica e alla riconversione ecosostenibile del settore.

PRESIDENTE. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per questa domanda. Il settore dell'edilizia è evidentemente in una grossa crisi ormai da parecchi anni, già ben prima della comparsa del COVID-19. Al Ministero dello Sviluppo economico abbiamo attivato un tavolo di crisi proprio sull'edilizia per individuare quali erano gli strumenti che potevamo mettere a disposizione di quel mondo per ricominciare a crescere, perché, quando cresce l'edilizia nel nostro Paese, l'intera filiera cresce; crea occupazione, ha un moltiplicatore enorme rispetto agli investimenti che vengono fatti e credo quindi che fosse già allora necessario intervenire e lo è ancor di più oggi.

Oggi posso annunciare che, tra pochissime ore, in Consiglio dei Ministri, all'interno del decreto in fase di approvazione, ci sarà l'aumento dell'ecobonus e del sisma bonus al 110 per cento con la possibilità di cessione del credito anche ad intermediari finanziari, cosa che mette in sicurezza anche i piccoli che non hanno capienza o che non potevano quindi cedere esclusivamente alla filiera il proprio credito maturato. Io ritengo che questo provvedimento sia veramente il cuore delle misure non emergenziali che vengono messe all'interno del decreto, ma che hanno una prospettiva di crescita per il futuro dei prossimi anni del nostro Paese.

Ricordo che, con il provvedimento, noi riusciamo a garantire tre grandi cose. La prima per quanto riguarda il sisma bonus, la possibilità di interventi ingenti di messa in sicurezza del patrimonio edilizio che ormai nel nostro Paese, anche quello degli anni cinquanta, sessanta e settanta segna il tempo e l'età e quindi mostra segnali di degrado. Consentiamo di farlo con la detrazione al 110 per cento anche a chi non era nelle condizioni economiche di poterlo fare.

Per la parte ecobonus, otteniamo il medesimo risultato, dare la possibilità anche a chi economicamente non poteva farcela di vivere in un ambiente più confortevole e dove l'energia prodotta è prodotta da fonti rinnovabili e dove l'edificio disperde meno energia. Ed è ovviamente poi una questione ambientale, lo spreco di energia del nostro patrimonio edilizio è enorme, è uno degli obiettivi anche del PNIEC quello di aumentare l'efficientamento energetico dei nostri edifici.

Chiudo, dicendo che tutto questo tiene assieme anche la grande spinta della parte offerta e quindi di tutto il settore dell'edilizia che, come dicevo prima, è uno dei settori produttivi trainanti e più importanti e strategici del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Martina Nardi, prego, la mascherina, grazie.

MARTINA NARDI (PD). Grazie Presidente, grazie Ministro, perché oggi ci ha raccontato una bella pagina, insomma quello che sarà contenuto nel decreto che da qui a poche ore ci auguriamo tutti quanti di leggere. Quello che ci ha annunciato in Aula quest'oggi è un fatto nuovo, è un fatto bello, che ci racconta anche come se fosse proprio una norma manifesto quella che questo Governo vuole fare per il futuro, ciò che questo Governo pensa che dovrebbe diventare l'Italia dopo il COVID-19: non tornare come prima ma migliorare il Paese, andare a scavare veramente le problematiche, a individuarle e provando a risolverle in positivo. E quindi aver pensato all'edilizia che, ha ragione, è da sempre motore trainante dell'economia italiana e aver pensato di spendere molte energie e molti denari pubblici in funzione del sisma bonus e dell'ecobonus, vuol dire provare a immaginare un'Italia diversa. Un'Italia dove la qualità dell'abitare e dove la qualità delle città è al centro dell'azione politica di un Paese. Io penso che questa sia veramente una norma manifesto su cui spenderci, spendere le nostre energie. Le miglioreremo, leggeremo il testo, insomma, porteremo le nostre giuste considerazioni, ma con la convinzione che questa è la linea giusta.

Aggiungo, signor Ministro, che noi siamo del tutto consapevoli che però al di là delle buone intenzioni c'è un problema dato dalla burocrazia che nel Paese insomma è presente in tutti i settori, a maggior ragione in quello dell'edilizia. A volte entrare in ufficio urbanistica è come entrare nel girone dell'inferno e quindi siamo del tutto consapevoli che c'è bisogno di fare di più dal punto di vista della burocrazia e della semplificazione. Questa è la nuova sfida per regalare agli italiani un Paese all'altezza del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza per contrastare pratiche commerciali scorrette e manovre speculative in relazione all'emergenza sanitaria, con particolare riferimento ai beni di prima necessità – n. 3-01537)

Il deputato Giarrizzo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rizzone ed altri n. 3-01537 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIARRIZZO (M5S). Grazie Presidente, egregio Ministro, come sappiamo l'emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio l'Italia, l'Europa, i cittadini li sta mettendo in difficoltà e stiamo adesso vivendo l'aumento di quello che sono le richieste dei beni di primaria necessità nell'ambito dei generi alimentari. Ogni giorno ci arrivano segnalazioni da parte dei cittadini che lamentano il rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità che chiaramente vanno a gravare sulle tasche dei cittadini. In questo momento, ci sono molti cittadini in ovvie difficoltà e quindi non penso sia il massimo e sono quindi qui a chiederle quali siano le sue intenzioni per far fronte a questa problematica.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che toccano un tema molto delicato, complesso e anche in questa fase di grande attenzione da parte del Governo. È evidente che in qualsiasi anche piccolo studio macroeconomico è noto che il prezzo si muove quando si muove la domanda e l'offerta. In questo caso siamo davanti a un fenomeno piuttosto complesso perché ci sono beni per cui ovviamente è calata la quantità di domanda, altri beni per cui invece l'offerta è molto scarsa perché ovviamente c'è poca produzione ed è una modifica del rapporto domanda-offerta che non è orizzontale e riguarda allo stesso modo tutti i prodotti ma è una modifica asimmetrica. Quindi la valutazione e il monitoraggio dei prezzi delle singole materie e dei singoli beni è complesso. Lo stiamo facendo assieme ovviamente a tutte le forze che sono deputate a monitorare l'andamento dei prezzi: penso ovviamente alla Guardia di finanza e ovviamente a tutti gli strumenti anche del Ministero del Lavoro che sono messi in campo per il monitoraggio.

Esiste poi il tema specifico, che mi sembra abbastanza evidente, e su cui anche il dibattito pubblico si è spostato molto riguardante il costo dei dispositivi di protezione individuale, in particolare il costo delle mascherine dove con l'ordinanza del commissario straordinario per l'emergenza, se non ricordo male, del 26 aprile è stato fissato un prezzo unico. Ovviamente è stata una scelta molto importante, molto complessa e il prezzo fissato è stato in parte criticato per la sua dimensione e quindi perché molto basso, 50 centesimi più IVA. Il prezzo di vendita massimo ovviamente è stato valutato rispetto al costo di produzione e all'attuale disponibilità dei dispositivi. Ricordo peraltro e concludo che, al Ministero dello Sviluppo economico, esiste il garante per la sorveglianza dei prezzi, ma purtroppo è una figura che è rimasta un po' sulla carta perché negli anni nessuno ha mai pensato di attribuirgli poteri e compiti specifici. Lo lascio anche come tema di dibattito parlamentare perché è chiaro che in uno dei prossimi decreti in conversione nelle aule parlamentari potrebbe essere giusto intervenire con un dibattito parlamentare molto serio e ovviamente profondo su come garantire che il garante per la sorveglianza dei prezzi non sia soltanto una figura fisicamente presente al Ministero ma che abbia effettivamente il potere di intervenire laddove nel libero mercato si pongano problemi di necessità della sorveglianza dell'andamento dei prezzi stessi.

PRESIDENTE. Il deputato Rizzone ha facoltà di replicare.

MARCO RIZZONE (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, colgo la palla al balzo dicendole che ovviamente non sono soddisfatto della risposta ma agiremo anche sul piano normativo qui in sede parlamentare. Tuttavia è necessario fare in fretta perché là fuori ci sono milioni di italiani che domani andranno a far la spesa e che andranno a far la spesa dopodomani e che ci andranno tra un mese e che vedranno con i propri occhi se le azioni che noi mettiamo in campo saranno efficaci e, se non lo saranno, torneranno da noi che siamo sul territorio a lamentarsi giustamente e lo faranno e noi saremo costretti, perché dobbiamo rappresentarli, a venire qui e a fare qualcosa. Dobbiamo portare la loro voce e farla valere come stiamo facendo ora. Questa situazione rappresenta un momento in cui i cittadini hanno forte bisogno di un sostegno da parte dello Stato e abbiamo il dovere di stare al loro fianco. Uno Stato deve stare a fianco del cittadino per tutelarlo di fronte alle situazioni dove c'è chi in maniera ignobile si approfitta dell'emergenza. Non possiamo permettere atti di sciacallaggio in questa situazione così drammatica. Siamo di fronte a speculatori che vogliono lucrare sulle mascherine, sull'amuchina e persino su generi alimentari di prima necessità ossia sul cibo.

Ho ricevuto segnalazioni da tutta Italia: zucchine che prima costavano 1,80 euro che schizzano a 2,70 euro; arance che in pochi giorni aumentano il prezzo del 40 per cento. Sto parlando di frutta e verdura, non di beni di lusso. Si tratta di aumenti di prezzo ingiustificati, ingiustificabili e inaccettabili perché la gente comune che già fatica ad arrivare a fine mese non ne può veramente più, non ne può più e, quando uno è costretto a rifornirsi nel supermercato più vicino per legge, allora si crea un monopolio ed è lì che intervengono le persone che se ne approfittano. Ma per fortuna - voglio sottolinearlo - la maggior parte dei commercianti è onesta e dobbiamo solo ringraziarli per quanto hanno fatto durante il periodo del lockdown ma servono maggiori controlli e maggiori sanzioni e sono sicuro che gli onesti non li temeranno. Dobbiamo arginare questo fenomeno di aumento ingiustificato dei prezzi che non è solo un'azione speculativa da parte di alcuni sciacalli ma che in queste situazioni di emergenza diventa qualcosa di profondamente immorale e ingiusto. Confidiamo in lei, Ministro, collaboreremo con lei e quindi buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Misure a sostegno dei settori della ristorazione, del turismo e degli stabilimenti balneari, duramente colpiti dalle ripercussioni economiche dell'emergenza COVID-19, nonché iniziative per il ristoro delle amministrazioni locali che stanno riducendo la tassazione a supporto delle imprese operanti nei citati settori– n. 3-01538)

PRESIDENTE. La deputata Tartaglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01538 (Vedi l'allegato A).

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Presidente, sicuramente il Governo ha sottovalutato gli effetti generati dal COVID-19 e per molte categorie che riapriranno il 18 maggio ancora non si sa quando e come potranno riaprire. Avete appena detto che forse lo annuncerete questo pomeriggio, quando bastava semplicemente stabilire in tempo utile poche regole chiare e certe in modo da tracciare una strada e chi le avesse rispettate avrebbe potuto riaprire. Ora invece chi riaprirà le proprie attività (commercianti, artigiani, balneari, parrucchieri, estetiste) si ritroverà ad affrontare improvvisamente il doppio dei costi, dal distanziamento sociale ai costi per la sanificazione, con la metà però dei ricavi. Molti di loro in queste condizioni non potranno andare avanti ed è probabile che chiuderanno. Per tali ragioni le chiediamo quali iniziative intende adottare presto per salvare le categorie produttive del nostro Paese; soprattutto di impegnarsi a cancellare per tutto il 2020 il pagamento dell'affitto del suolo pubblico per bar, ristoranti, commercianti e balneari e mettere la tassa a carico dello Stato e non dei comuni che oggi già hanno bilanci in sofferenza e che poi non avrebbero le risorse essenziali per garantire i servizi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Tutti i settori produttivi del Paese sono colpiti gravemente dal COVID, ma certamente il turismo è in particolare quello che più di ogni altro vede il dramma di una totale riduzione delle proprie entrate e delle proprie capacità reddituali. Aggiungo che, mentre alcuni settori stanno ripartendo, penso alla manifattura - già ripartita - certamente con lentezza, anche perché ovviamente la vendita dei prodotti è ancora lenta e la domanda è ancora bassa, ma alcuni settori hanno una prospettiva di ripartenza, mentre il turismo ha ancora difficoltà a intravedere la luce in fondo al tunnel non perché ci sia una volontà ovviamente nel nostro Paese né tanto meno del Governo di rallentare la riapertura della stagione turistica o di limitarla ma perché anche gli spostamenti, i transiti, il viaggiare comporta ovviamente una serie di rischi sanitari e tutti i Paesi stanno ancora valutando come garantire gli spostamenti, come garantire i transiti tra un Paese e l'altro. È chiaro che il turismo, l'estero in questo senso è un grande bacino di domanda per il nostro Paese che attrae moltissimo turismo dall'estero e quindi non vedere questa prospettiva rende ancor più difficile ovviamente oggi anche valutare l'impatto complessivo dei danni che il settore avrà. Però stiamo predisponendo alcune misure. Ricordo che lei citava l'occupazione del suolo pubblico; nel decreto di oggi ci sarà la sospensione del pagamento della TOSAP fino al 31 ottobre; poi questa misura potrà essere prorogata anche fino a fine anno e non sarà a carico dei comuni perché sarà a carico del bilancio dello Stato. C'è una semplificazione anche per la posa in opera dei famosi dehors cioè degli arredi esterni dove le attività di ristorazione, bar, pub, possono esercitare in stagione estiva ovviamente con più facilità e per questo viene prevista una facilitazione anche nelle procedure con le sovrintendenze, che vengono sospese. Ovviamente, poi vi è una serie di misure che valgono per tutti i settori produttivi: cito la misura sugli affitti con il credito d'imposta al 60 per cento per tre mesi degli affitti, ovviamente cedibili immediatamente, utilizzabili immediatamente, che ha il limite di 5 milioni di fatturato per tutti i settori, ma non ha questo limite, ad esempio, per gli alberghi, proprio per andare incontro alle esigenze di questo settore specifico. Ovviamente ci sono tutte le misure di ristoro diretto. Il decreto di oggi avrà l'abrogazione della rata di saldo e del primo acconto dell'IRAP per un valore di oltre 5 miliardi per tutte le aziende da zero ai 250 milioni; avrà l'indennizzo diretto fino ai 5 milioni per una misura che costa quasi 6 miliardi.

Quindi stiamo mettendo delle risorse reali e immediate a disposizione di tanti settori produttivi, e in particolare quello del turismo. È necessario, però, e certamente il Ministero competente lo sta facendo, predisporre un vero piano per il turismo anche per capire come l'emergenza COVID, che avrà una durata probabilmente prolungata nel tempo, potrà essere affrontata cambiando alcuni paradigmi del turismo, con una certezza: che ci sono delle cose che si possono continuare a fare a distanza, ma visitare il Colosseo o visitare le coste del nostro Paese, andare a visitare le nostre città dell'arte, Venezia e altre, questo non potremo mai farlo a distanza. Dobbiamo garantire che quel settore rinasca il prima possibile.

PRESIDENTE. La deputata Tartaglione ha facoltà di replicare.

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Grazie, Ministro, per la sua risposta, che però è insufficiente. Lei, devo dire, parla molto bene, ma razzola male: è venuto qui a raccontarci l'ennesimo libro dei sogni. A tre mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza le famiglie e le imprese ancora non hanno ricevuto un euro, ancora stiamo aspettando i 600 euro di marzo e ancora la cassa integrazione in deroga va a rilento. Avete prodotto un enorme numero di decreti senza dare una vera risposta concreta, ma le imprese, per sopravvivere, hanno bisogno, come diceva il suo collega, di ossigeno, hanno bisogno di una terapia intensiva, hanno bisogno, oggi, di liquidità. Lei è venuto a raccontarci ciò che farete; invece oggi lei doveva dirci ciò che avete fatto in questi tre mesi.

Ogni volta che state per approvare un decreto, che fa acqua da tutte le parti, voi ne annunciate un altro per coprire le falle del precedente, ma gli italiani questo lo hanno capito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Basta pensare che oggi noi stiamo votando il lockdown e dobbiamo ancora approvare il “decreto Liquidità”. Questo decreto doveva essere fatto ad aprile, poi è diventato maggio ed oggi siamo a metà maggio e ancora noi non lo vediamo. La realtà è che i ristoranti e i commercianti, quando riapriranno, si troveranno con il doppio dei costi e la metà dei ricavi, come abbiamo detto. Quindi basta perdere tempo, subito dei soldi a fondo perduto, subito dei soldi sui conti correnti dei nostri cittadini, perché solo così potremo salvare le nostre piccole e medie imprese.

Sappiamo benissimo che, per vedere questo decreto, per vedere quelle che potranno essere le sue misure, dovremo aspettare luglio, e questo lei lo sa benissimo, perché non saranno misure che vedremo sin da domani. Per aiutare i balneari e i ristoratori dovrete raddoppiare le aree pubbliche - bene, se questo lo avete fatto - in modo da far recuperare i posti persi. La tassa del suolo pubblico, però, va cancellata per tutto il 2020, non solo fino al 31 di ottobre, perché siete stati voi che avete detto che lo stato di crisi dura fino al 31 dicembre, non fino al 31 ottobre. Analogo discorso per la TARI. Per i balneari dovete predisporre delle piattaforme in acqua, per far sì che i posti persi possano essere recuperati, e cancellare per quest'anno il canone demaniale marittimo, perché solo così queste strutture potranno riprendersi, e non possono rimetterci di certo i comuni.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Grazie. Restando chiusi nel palazzo, caro Ministro, non vedete ciò che sta succedendo fuori. Nella vostra gabbia dorata non vedete cosa stanno chiedendo gli italiani, ma, una volta che gli italiani riprenderanno e si riapproprieranno della propria libertà, che voi gli avete tolto, saranno loro a venirvi a prendere nella vostra gabbia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Benvenuto, Brescia, Cancelleri, Colucci, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Molinari, Parolo, Ruocco e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza del Ministro per le Politiche giovanili e lo sport per fronteggiare l'emergenza da COVID-19.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza del Ministro per le Politiche giovanili e lo sport per fronteggiare l'emergenza da COVID-19.

Dopo l'intervento del Ministro per le Politiche giovanili e lo sport interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per sette minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro per le Politiche giovanili e lo sport)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora. Prego, colleghi.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Presidente, onorevoli deputati, l'emergenza sanitaria in corso ci ha obbligato a una rimodulazione dei programmi e delle azioni del Ministero per le Politiche giovanili e lo sport. I giovani sono stati tra i principali protagonisti, in questa fase di crisi sanitaria, anche di grossi gesti e testimonianze di solidarietà, di aiuto e di sostegno a tutta la popolazione italiana. Grazie a loro, in particolare grazie alle ragazze e ai ragazzi del servizio civile universale e degli enti del Terzo settore che gestiscono il servizio civile universale, siamo riusciti, nel giro di pochi giorni, a rimodulare la partecipazione dei ragazzi per consentire, anche durante questo periodo di emergenza sanitaria, di poter continuare a svolgere il proprio servizio. In realtà, 3.200 di questi ragazzi hanno fatto, per tutto il tempo dell'emergenza sanitaria, il loro lavoro, hanno portato avanti il loro lavoro, e altri 23 mila si sono riorganizzati nel giro di pochi giorni e hanno portato avanti, quindi, un'attività importante proprio rispetto alle esigenze che sono nate con questa crisi sanitaria.

Ma quello che riguarda molto le politiche giovanili è quello che verrà dopo, dopo questa fase di emergenza sanitaria, quando i ragazzi e le ragazze saranno costretti, un po' come tutti noi del resto, a rivedere i loro stili di vita, a rivedere il loro modo di vivere la socialità, anche come andare all'università piuttosto che i loro viaggi, viaggi di studio e quant'altro, ed è per questo che, nella prima settimana del mese di giugno, noi abbiamo organizzato una maratona web che coinvolgerà migliaia di ragazzi in tutta Italia, perché vogliamo, come Governo e insieme a loro, provare a costruire idee e dei progetti che possano aiutare i giovani a ripartire con delle condizioni diverse rispetto al passato ma anche con delle misure ad hoc che il Governo metterà loro a disposizione. Lo faremo anche con l'ausilio, evidentemente, delle nuove tecnologie ma, soprattutto, degli stessi ragazzi e, in particolare, di un gruppo di straordinari ragazzi del Politecnico di Torino, che hanno inventato un software particolare, che consente, appunto, questa sorta di assemblea virtuale con migliaia di ragazzi e un aggiornamento costante del dibattito che quel giorno terremo.

Questo lavoro, insieme ad un'indagine qualitativa che stiamo portando avanti con i principali rappresentanti di tutte le realtà associative laiche e religiose giovanili del nostro Paese, a partire, evidentemente, dal consiglio nazionale dei giovani, ci consentirà di avere, appunto, questo quadro e di capire non solo come ha inciso sulla vita dei giovani questa emergenza sanitaria ma anche come questa emergenza sanitaria possa offrire loro un'opportunità per delle misure che il Governo intende adottare. È un modo per aiutare i ragazzi e le ragazze a esercitare il loro diritto a partecipare e la loro libertà di scegliere di contribuire a disegnare, ciascuno con le proprie idee, un futuro diverso.

Il lockdown che ha colpito il nostro Paese è un lockdown evidentemente che ha portato anche alla sospensione di tutte le attività sportive e di tutte le competizioni sportive di ogni genere e di ogni grado. Per questo motivo, sin dal primo giorno e, anzi, ancora prima del lockdown, mi sono tenuto sempre in stretto contatto, in un rapporto di confronto costruttivo, con i rappresentanti dei principali organismi sportivi, con il CONI, con il Comitato italiano paralimpico, con tutte le federazioni, con le discipline sportive associate, con gli enti di promozione sportiva e, ovviamente, anche con tutte le rappresentanze delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche del nostro Paese. Proprio ieri ho chiesto e ho partecipato ad una giunta straordinaria del CIP e, per domani, ho chiesto una giunta straordinaria del CONI proprio per condividere con tutte le realtà e gli organismi sportivi le politiche e gli interventi per questa emergenza sanitaria. Ovviamente, mi sono anche confrontato spesso con i colleghi degli altri Paesi europei per provare, seppure nelle differenze delle diverse situazioni Paese per Paese, anche una linea comune.

Del resto, che fosse necessario fermarsi, come dire, è stato un po' anche rappresentato dal simbolo più importante, il rinvio più importante che c'è stato nel mondo sportivo, che è quello delle Olimpiadi, che hanno chiaramente rappresentato, come dire, tutta la difficoltà della situazione internazionale. Però, per noi in Italia è stato altrettanto triste dover rinviare il Giro d'Italia piuttosto che gli Internazionali di tennis piuttosto che l'apertura degli europei di UEFA 2020. Insomma, tutta una serie di occasioni che, purtroppo, ci hanno costretto a fare i conti con la realtà.

La linea del Governo è stata sempre, sin dal primo giorno, una linea di prudenza ed è stata una linea di prudenza che ha messo al primo posto la salute di tutti, anche evidentemente e soprattutto di tutte le persone coinvolte nel mondo dello sport, anche perché le immagini di tutta la gravità della situazione, anche delle persone che sono decedute, dei nostri connazionali durante questa crisi, sono immagini che portiamo ancora, ognuno di noi, tra i propri ricordi.

E, quindi, noi ci siamo ispirati alla necessità di una ripresa assolutamente graduale di tutte le attività e abbiamo lavorato in queste settimane perché, appunto, si potesse arrivare nel più breve tempo possibile a questa riapertura. Ora, sebbene la mia delega evidentemente riguardi tutto il mondo dello sport, capisco, però, e prendo atto del fatto che ci sia stata, anche giustamente per molti aspetti, un'attenzione particolare dei media concentrata sul tema del calcio e, quindi, vorrei chiarire alcuni aspetti su questo mondo, sul mondo del calcio.

Io da Ministro dello sport sono evidentemente consapevole - ci mancherebbe altro - dell'importanza non solo in termini sociali, di passione e di tifo che il calcio, diciamo, provoca e trasmette a milioni e milioni di italiani, ma anche del fatto che, per i numeri stessi che il calcio genera, si tratta di una delle più importanti industrie italiane, anche per il tipo di contribuzione che dà al fisco che è di oltre un miliardo l'anno, e, quindi, sia comunque sicuramente un valore aggiunto straordinario per il nostro Paese.

Ciò nonostante, devo dire che ho trovato sicuramente eccessivo l'inasprimento del dibattito politico e mediatico, che è incomprensibile anche agli occhi di milioni di italiani che in questo momento hanno come priorità, comunque, la loro salute e, soprattutto, la possibilità di riprendere il loro lavoro in tutti i campi.

E, allora, noi abbiamo atteso - e due giorni fa sono arrivate - le osservazioni del comitato tecnico scientifico sul protocollo presentato dalla FIGC per la ripresa degli allenamenti il prossimo 18 maggio. Sono stati fatti una serie di rilievi, diversi rilievi. Io ne vorrei ricordare solo tre: la necessità che, in caso emerga la presenza di un positivo all'interno della squadra, la squadra debba essere messa in quarantena per 14 giorni senza nessun contatto con esterni al loro gruppo; che i medici delle società sportive assumano delle responsabilità molto chiare e molto precise nella verifica dell'attuazione del protocollo; il fatto anche che il numero enorme di tamponi e di test molecolari richiesti non vada in qualche modo a discapito delle necessità e degli interessi generali di tutti gli italiani. Proprio pochi minuti prima di arrivare qui in Aula ho ricevuto la lettera del presidente della FIGC Gravina che mi comunica che la FIGC ha accolto tutte le osservazioni del comitato tecnico scientifico riadattando il proprio protocollo e, quindi, consentendo, a questo punto senza altre difficoltà, di poter riprendere il 18 maggio gli allenamenti.

Se il campionato riprenderà, come tutti auspichiamo, dev'essere, però, grazie - e sarà grazie - anche al fatto che ci saremo arrivati mettendo tutto e tutti in sicurezza, che è quello che ho sempre detto dal primo giorno, e non con la fretta o irresponsabile o strumentale di chicchessia. Del resto, la forte richiesta di certezza sulla ripresa del campionato, che è arrivata anche tre, quattro e addirittura già cinque settimane fa, era veramente in netto contrasto con il numero di vittime che continuavamo a contare ogni giorno nel nostro Paese e con una situazione emergenziale che era in netto contrasto con una richiesta di data e di certezza assoluta sulla ripresa del campionato. Quindi, la mia risposta all'epoca è stata sicuramente molto dura ed è stata una risposta che ha alimentato anche una bizzarra idea che io nutrissi un fastidio o una qualche mancanza di rispetto nei confronti del calcio. Anche per i motivi che ho appena detto, non c'è nulla di più falso di tutto questo e sarebbe - ripeto - paradossale che proprio il Ministro per lo sport non riconoscesse il suo valore importante.

Ma è stata una incertezza - ripeto - che non ha riguardato evidentemente soltanto l'Italia. È un'incertezza che ha riguardato tutta l'Europa e, del resto, abbiamo esempi completamente diversi: la Germania riprende, la Francia ha deciso di bloccare e potremmo fare tantissimi altri esempi. Del resto, questa incertezza anche di valutazioni io l'ho riscontrata in tutto il mondo dello sport: idee differenti tra i presidenti delle società di calcio, idee differenti tra i calciatori stessi, tra gli opinionisti, tra i giornalisti. Insomma, a guardar bene, probabilmente siamo stati gli unici, come Governo, a mantenere la stessa linea di prudenza e di coerenza dal primo all'ultimo giorno.

Ora, rispetto a queste linee sul comitato tecnico-scientifico e anche sulla necessità della quarantena, per esempio, ho letto, in questi giorni, diversi opinionisti dire anche come mai se, per esempio, in un supermercato, una cassiera, risultando positiva, non si chiude il negozio, mentre, nel caso di una squadra, si prescrive che vada in quarantena. La risposta sembra talmente evidente e, per certi aspetti, anche banale. La risposta è molto semplice: il calcio non consente le distanze di sicurezza, non consente l'utilizzo dei dispositivi che sono consentiti altrove, delle mascherine, dei guanti e di tutto quello che serve per proteggerci. I calciatori devono, invece, correre, sudare, marcarsi, assembrarsi in area di rigore, insomma fare tutto quello che, appunto, purtroppo, favorisce enormemente il contagio.

E vorrei ricordare, perché viene sempre presa come esempio la Germania, che anche la Germania, che aveva fatto un protocollo meno rigido di quello che noi chiediamo come Comitato tecnico-scientifico, proprio, invece, qualche giorno fa, per la presenza di un positivo all'interno di una squadra importante della serie B, la Dinamo Dresda, ha deciso di mandare tutta la squadra in quarantena per 14 giorni. E questo l'ha fatto la Germania, alla quale spesso ci ispiriamo come modello per il mondo dello sport.

Quindi, diciamo che questa sottovalutazione del problema, oggi, noi non possiamo esercitarla, perché sarebbe una sottovalutazione che ci riporterebbe a quello che abbiamo già visto, cioè, vi ricordo che, soltanto qualche settimana fa, diverse squadre della serie A e diversi calciatori sono stati costretti alla quarantena. Quindi, quello che noi vorremmo fare è riaprire il campionato, ma nelle condizioni che possano assicurare non solo al campionato, poi, di continuare senza ulteriori stop, ma che possano garantire la sicurezza davvero di tutti. Del resto, io sono consapevole che la necessità per il calcio di terminare il campionato nasca sicuramente da motivazioni sportive, ma anche da legittime e indiscutibili ragioni economiche, essendo legato alla questione dei diritti televisivi, dal cui introito dipende l'equilibrio di un sistema molto fragile e, soprattutto, di squadre fortemente indebitate.

Le voci che hanno, a volte, anche nel mondo della comunicazione, più forza di orientare i media danno la percezione che il tema principale per tutti gli italiani sarà soltanto quello del calcio. Sinceramente, a mio parere, oltre ad essere un mio dovere, io reputo estremamente importante dover dare le risposte a tutto il mondo dello sport e a tutti gli altri sport individuali e di squadra e anche e, soprattutto, a tutto il mondo dello sport di base, perché è importante che tutto lo sport possa ripartire. Ed è per questo che noi abbiamo consegnato delle linee guida assolutamente ragionevoli al Comitato tecnico-scientifico per poter consentire, entro il 25 maggio, la riapertura di tutti gli altri impianti, centri e circoli sportivi, delle palestre, dei centri di danza, di qualunque tipo di centro, sapendo che parliamo, in giro per l'Italia, da regione a regione, di centri che possono avere caratteristiche molto diverse. Per cui abbiamo dovuto anche immaginare un protocollo, ripeto, intanto, che guardi alla salute, ma anche che sia facilmente applicabile per non creare ulteriori problemi a tutte queste strutture che già, da oltre due mesi, sono ferme con tutto un rilievo di danno economico notevole.

Abbiamo fatto questo protocollo ascoltando chi conosce i problemi, ascoltando gli enti di promozione sportiva, ascoltando le grandi realtà associative del mondo del fitness, come di tutte le altre realtà e, soprattutto, intendiamo aiutare anche queste strutture, prima del 25 maggio, ad avere le risorse necessarie per poter adeguarsi eventualmente, laddove non sia possibile farlo con le proprie risorse, ai protocolli. È per questo che io ho chiesto alla società Sport e Salute di scongelare questa quota del 5 per cento, che è una quota che era stata, già a suo tempo, trasferita alle federazioni; a suo tempo, nel senso quando le federazioni hanno ricevuto la tranche, all'inizio di quest'anno, dei fondi da gestire.

Quella quota del 5 per cento era stata congelata, perché doveva essere, poi, liberata sulla base di progetti dedicati prevalentemente, se non esclusivamente, allo sport di base. Quindi, parliamo di una cifra anche abbastanza considerevole di circa 17 milioni. Io ho chiesto a Sport e Salute di liberare quella disponibilità e metterla, soprattutto attraverso le federazioni, nella disponibilità delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, perché, attraverso quei fondi, si possa dare un aiuto anche a tutte quelle realtà che, nel doversi adeguare ai protocolli sanitari, potessero trovarsi in difficoltà. Come sapete, la meraviglia del nostro mondo dello sport e anche però la sua caratteristica più complessa è che vanno adattati i protocolli a situazioni completamente diverse: un conto è se parliamo del nuoto, un conto è se parliamo del tennis, un conto è la pesca sportiva, un conto sono le tantissime discipline, le discipline associate che abbiamo diciamo nel nostro Paese.

Infine, sempre riguardando le aperture che, come vi dicevo, vogliamo che siano non oltre il 25 maggio, ma se riusciamo con il protocollo anche prima, stiamo lavorando, invece, anche per i centri estivi, cioè per la parte che riguarderà l'estate. Insieme alla Ministra Bonetti, alla Ministra per la famiglia, abbiamo elaborato un importante documento e messo delle risorse che consentiranno, appunto, ai centri estivi di avere non solo le indicazioni, ma anche le risorse per poter riprendere in sicurezza durante l'estate.

Per me lo sport di base riveste un ruolo di importanza straordinaria, perché in giro per il nostro Paese sono proprio le migliaia di associazioni e di società sportive dilettantistiche che, a volte, fanno veramente la differenza sui territori. La capacità di aggregazione e di partecipazione, ma anche di tutela, di sicurezza, di queste realtà sui territori fa veramente la differenza. Molte volte è più importante tenere aperto un impianto, un centro sportivo, una piccola realtà che mettere, magari, decine di telecamere per la sicurezza di un territorio, magari, a rischio. Quindi, noi vogliamo utilizzare questa opportunità - chiamiamola così, anche se, ovviamente, avremmo tutti preferito non avere questa crisi - che la crisi ci dà di avere risorse e strumenti che non avremmo altrimenti avuto.

Allora, io qui vi voglio solo citare alcuni dei provvedimenti che, nel Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, approveremo e che, nell'insieme delle risorse, risorse ordinarie, che, quindi, erano già in capo al Ministero per lo sport, e risorse straordinarie, che abbiamo inserito con il decreto di marzo, con il “decreto Liquidità” e con il decreto che approveremo oggi, complessivamente, ammontano a circa un miliardo di euro.

La misura sicuramente più corposa, anche dal punto di vista economico, è quella che ha riguardato i collaboratori sportivi, uno dei mondi che andrà, poi, riformato - ma di questo dirò qualcosa fra qualche minuto, concludendo il mio intervento -, ma un mondo che sarebbe rimasto fuori da tutta la parte degli aiuti a tutti gli altri lavoratori. Nel decreto di marzo, non avendo dei dati, tra l'altro, in quel momento disponibili sul numero complessivo che avrebbe potuto accedere a questa misura, avevamo previsto 50 milioni. Con quei 50 milioni, ad oggi, sono stati fatti 75.547 bonifici, cioè dei bonus di 600 euro e sono adesso, diciamo, in verifica 7 mila domande. Ma restano ancora fuori 43 mila lavoratori sportivi: nel decreto che approveremo questo pomeriggio in Consiglio dei ministri, ci sono le risorse per coprire tutti i 43 mila che a marzo avevano fatto domanda, oltre quelli che hanno già ricevuto i soldi, ma, soprattutto, questa volta, per il bonus di aprile e di maggio - perché lo estendiamo ad aprile e maggio -, non ci sarà bisogno di fare nessuna altra domanda, ma si riceverà automaticamente. Quindi, questo consentirà, in tempi questa volta rapidissimi rispetto a prima, di erogare questo bonus. Ovviamente, riapriremo anche la finestra per chi, a marzo, non ha fatto domanda per dare, comunque, possibilità ulteriori.

Nel decreto che approviamo oggi abbiamo inserito la cassa integrazione in deroga per i lavoratori del Fondo pensione sportivi professionisti che l'altra volta erano rimasti esclusi. Ovviamente, anche qui, abbiamo messo un tetto, però, rispetto alla retribuzione annua lorda di coloro che possono averne accesso, perché dobbiamo pensare soprattutto, anche in questo caso, a tutti coloro che sono di quelle serie minori, che hanno, chiaramente, degli stipendi che non sono gli stipendi dei grandi calciatori.

Poi, siamo intervenuti, come richiesto da tante realtà territoriali, sulla sospensione dei canoni di affitto degli impianti pubblici, ma anche e, soprattutto, sulla possibilità di rinegoziazione dei contratti di gestione di impianti sportivi con gli enti pubblici - questo per favorire il recupero dei proventi non incassati - e, soprattutto, siamo intervenuti con una norma sugli impianti privati. Questa norma consentirà un abbattimento del 50 per cento dell'affitto da marzo, cioè da quando è partito il lockdown, fino al 30 luglio di quest'anno. Quindi, una norma estremamente importante, che aiuterà molti impianti sportivi, rispetto all'attività ferma che sono stati costretti a portare avanti, a poter avere questa importante agevolazione.

Dopodiché, un altro elemento che veniva sempre fuori dalle consultazioni con il territorio era, però, la necessità non solo di garantire delle sospensioni o dei rinvii, ma di dare degli aiuti, dei sostegni, solo per questa volta, anche a fondo perduto, soprattutto, per quelle realtà che non avevano, che non hanno gli strumenti per accedere neanche ai mutui, ai finanziamenti, che, a volte, produrrebbero un ulteriore indebitamento di quelle stesse realtà. E, quindi, noi abbiamo istituito un fondo, un sostegno a fondo perduto, che parte da 10 milioni di euro, ma verrà progressivamente incrementato grazie a un altro articolo del decreto che approviamo oggi e, cioè, un articolo che consente, per i prossimi tre anni, di avere una piccola percentuale del montepremi complessivo di tutto il mondo delle scommesse sportive che vada ad incrementare questo fondo a favore delle associazioni sportive e delle società sportive dilettantistiche.

Abbiamo, inoltre, inserito alcune norme che saranno di particolare aiuto per l'acquisto di ausili per le persone con disabilità: questo non soltanto per gli atleti del Comitato italiano paralimpico, ma in generale per tutte quelle famiglie che hanno persone disabili al loro interno e per agevolare in questa fase una partecipazione sempre più attiva al mondo dello sport.

Da lunedì sarà attivo il Fondo invece di 100 milioni che abbiamo istituito presso l'Istituto per il credito sportivo: in questo caso, non è un sostegno a fondo perduto, ma appunto è un fondo di mutuo, di finanziamento a tasso zero e senza nessuna richiesta di garanzia, perché abbiamo inserito chiaramente i fondi nel Fondo di garanzia dell'Istituto per il credito sportivo, che consentiranno a tutti di potervi accedere.

E poi vorrei dare una buona notizia dal mio punto di vista, che va sempre a completare il quadro del sistema dello sport di base: entro la fine di maggio noi partiremo con il nuovo bando “Sport e periferie”, cioè il bando che consente, come sapete certamente, di agevolare tutta l'impiantistica sportiva sui territori; e quest'anno, sempre anche per questa emergenza e avendo reperito maggiori risorse, abbiamo raddoppiato la quota complessiva messa a disposizione, da 70 milioni a 140 milioni per l'impiantistica sportiva.

Poi ci sono, e ci saranno nel decreto che approveremo oggi pomeriggio, tutta un'altra serie di importanti misure: dai voucher del recupero abbonamenti per tutti gli abbonati alle palestre, alla sospensione dei versamenti delle rate in scadenza presso l'Istituto per il credito sportivo, alle proroghe su tutta la parte fiscale con le relative rateizzazioni. Insomma, un complesso insieme di norme che, a mio parere, danno al mondo dello sport, sebbene con i tempi che sono stati necessari per poterci arrivare - e di questo sicuramente mi dispiace, perché in questi casi la tempistica non è un fatto secondario - però, finalmente, abbiamo un insieme di norme, un complesso di norme che sicuramente sarà di grande aiuto.

Concludo, dicendo che questa occasione triste dell'emergenza sanitaria ha fatto emergere anche alcune lacune di questo mondo, del mondo dello sport, lacune che noi dovremo assolutamente colmare con l'opportunità non rinviabile e non rinunciabile della legge delega, che ereditiamo dal precedente Governo e che aveva voluto l'allora sottosegretario Giorgetti, perché quella legge delega ci consentirà di entrare nello specifico di tutta una serie di questioni.

Quella dei lavoratori sportivi per esempio è una delle tante che sono emerse in questi giorni: il fatto che non abbiano le tutele e le garanzie necessarie; o anche quella del professionismo femminile; ma insomma, sono veramente tante le questioni critiche che sono emerse, a maggior ragione in questo periodo di crisi sanitaria, e alle quali noi intendiamo assolutamente, senza ulteriori rinvii, dare risposta attraverso quella legge.

Una legge che tra l'altro - lo dico sempre per chiarezza rispetto a imprecisioni che ho letto sul Fondo che genera il contributo a tutti gli altri sport in Italia - quel Fondo, grazie a quella legge, ha un ammontare minimo di 410 milioni, che va indipendentemente dalle contribuzioni, dal fisco di ciascuna disciplina sportiva. Poi è ovvio che, se la contribuzione è alta, e su questo è ovvio che il calcio contribuisce nettamente, ci sono risorse aggiuntive; però quel sistema si regge e si reggerà comunque, perché è garantito dal Fondo unico di 410 milioni che è per tutte le discipline, e quindi evidentemente anche per il calcio.

Questa riforma sarà appunto un'occasione importante anche per andare incontro a tante esigenze che sono state manifestate a tutti i livelli dal mondo sportivo in occasione della crisi sanitaria. Sarà l'occasione anche per fare chiarezza e dare quell'autonomia e funzionalità di cui il CONI ha bisogno per portare avanti la sua missione, che è una missione importante sulla preparazione olimpica, sullo sport di alto livello; ma allo stesso tempo garantire e rendere ancora più forte e indiscutibile l'azione straordinaria che deve compiere la società Sport e Salute, che in quanto vero e proprio braccio operativo del Governo, a prescindere dal Ministro pro tempore, dev'essere ancora di più improntata a quel lavoro di sport inteso anche come salute e come sociale, del cui estremo bisogno evidentemente proprio questa emergenza sanitaria ci ha fatto rendere conto.

In queste settimane ci siamo quindi un po' divisi tra chi diceva “andrà tutto bene” e chi diceva “niente sarà come prima”: io penso che andrà tutto bene solo se niente sarà più come prima. Dovremo quindi in qualche modo riorganizzare, e lo sport e i giovani possono essere sicuramente le due leve di grande cambiamento per portare il nostro Paese bene e meglio fuori da questa crisi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

(Interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, io parto subito dal tema che ha riempito il dibattito pubblico e che è stato molto discusso, ovvero la ripresa del campionato di calcio. Il dibattito forse è stato eccessivo, forse inopportuno per le migliaia di morti e anche le tante persone che sono in difficoltà economiche in questo momento; però bisogna tener sempre conto, soprattutto noi che siamo legislatori, dell'importanza che ha il calcio professionistico, quindi con tutto il valore economico che genera. Per questo, l'industria del calcio va appunto trattata come tale, ne va capita l'importanza. Io non sto a ripetere i dati che anche lei, Ministro, ha chiaramente ricordato sul gettito fiscale anche che il calcio genera, e che va distribuito ogni anno a tutti gli sport; però faccio solo una riflessione riguardo al protocollo del CTS e alle decisioni che si stanno prendendo.

Io qui invito solo a fare delle valutazioni diverse e a valutare tutte le possibili strade, perché è chiaro che, se parliamo non di allenamenti di squadra, i quali riprenderanno ovviamente dal 18, ma di ripresa del campionato, dobbiamo allora tener conto del quadro europeo e forse guardare anche a modelli diversi. Perché, se si parla di ripresa del campionato, mi sembra abbastanza chiaro che, se un giocatore risulterà positivo e tutta la squadra quindi dovrà essere messa in quarantena, sarà molto difficile che possa ripartire il campionato. E su questo forse io farei anche chiarezza riguardo alla responsabilità civile e penale, che in realtà, a legislazione vigente, è molto chiara, e su questo ci possono aiutare anche alcune circolari del Ministero della Salute e dell'INAIL.

Io penso che l'impegno di tutte le istituzioni debba andare nella direzione di salvaguardare tutto il sistema sportivo, che sia una società quotata in borsa o una piccola associazione sportiva dilettantistica, perché è ovvio che non ci possiamo permettere che queste scompaiano, non ci possiamo permettere che migliaia di lavoratori - sono più di 120 mila nel calcio, chissà quanti sono per intero nel settore sportivo - possano entrare in difficoltà. Mi vengono in mente non i calciatori milionari, come magari qualcuno può pensare subito in relazione al calcio, ma anche a tutti i calciatori delle serie minori. Io ho apprezzato molto, Ministro, il passaggio in cui ha detto che anche la cassa integrazione verrà data per gli sportivi professionisti, questa è un'ottima cosa. Penso a tutti i preparatori fisici, i fisioterapisti, i tecnici, gli steward, penso ai fotografi di bordo campo, tutte queste persone che non possiamo permetterci che rimangano senza lavoro: perché è ovvio che, se soffre l'alto livello e il professionismo, a cascata soffre anche il basso livello, quindi lo sport cosiddetto di base.

E qui io sono contento che il Governo abbia messo in campo con il prossimo decreto delle misure importanti, per quanto riguarda gli affitti, per quanto riguarda le utenze, i collaboratori sportivi: ne abbiamo parlato tanto, è una misura molto importante. La riflessione che voglio aggiungere al dibattito è quella riguardante il credito d'imposta per le sponsorizzazioni, che valgono sia per l'alto livello che per il basso livello: perché in questo momento di difficoltà, in cui comunque quella delle sponsorizzazioni era un'entrata importante, forse creare delle agevolazioni fiscali può essere ancora più di aiuto.

In generale penso che l'approccio al mondo dello sport e al movimento non debba contrapporre il settore professionistico a quello dilettantistico: non sono antagonisti, non dobbiamo porli in contrasto, l'uno è funzionale all'altro. Il settore professionistico genera valore, valore economico, che poi, abbiamo visto, va distribuito anche alla base; la base, quella fatta di tanti giovani, di tanti ragazzi che sognano, magari ambiscono anche a diventare campioni, un domani, in pochissimi casi lo sappiamo, potrà restituire all'alto livello degli atleti che vinceranno medaglie o potranno competere ai massimi livelli internazionali.

Io voglio parlare anche del senso della riforma dello sport che lei ha citato, che il MoVimento 5 Stelle ha fortemente sostenuto, e che va nella direzione di quello di cui dicevo prima: ovvero nessuna contrapposizione, ma due mondi. Nel caso della riforma, quella di Sport e Salute è una società molto rivolta allo sport di base, allo sport dilettantistico, che deve collaborare e costruire tutto il sistema sportivo insieme al CONI, che invece si deve occupare prettamente della preparazione olimpica e dell'alto livello. Anche qui deve esserci una stretta collaborazione, che deve essere ancora incrementata con una visione futura diversa, proiettata molto anche alla prevenzione, all'esercizio fisico inteso per tutta la popolazione italiana e su questo accolgo in maniera favorevole le sue parole per quanto riguarda i decreti legislativi. Lei aveva avviato un percorso con tutta la maggioranza e poi anche immagino con l'opposizione e che quel percorso venga ripreso significa fare chiarezza, quindi eliminare dal dibattito ogni polemica, ma soprattutto riempire quella riforma che possiamo chiamare riforma con tante norme importanti; la prima, mi piace sempre citarla, è quella sul lavoro sportivo.

Per quanto riguarda le aperture, ho parlato del campionato di calcio, ma è ovvio, è chiaro che speriamo che le riaperture avvengano il prima possibile per tutti i centri fitness, gli impianti sportivi, le piscine, penso agli sport in mare, oppure nei laghi. Tutto questo settore deve ripartire, perché far ripartire questo settore sportivo, che anche storicamente ha rappresentato una ripartenza, una ricostruzione, vuol dire dare speranza al nostro Paese e secondo me è il messaggio che dobbiamo dare in questa fase estremamente difficile del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Belotti. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Ministro, i provvedimenti che sta mettendo in campo sono condivisibili in alcuni casi, ma in altri rappresentano il colpo di grazia per decine di migliaia di associazioni sportive. Avete giustamente previsto il voucher per gli abbonati di palestre, piscine e altre strutture, così che l'utente può essere tutelato. Ma, questa è la parte buona che però si scontra con una negativa molto più rilevante, che va ad inficiare quanto fatto per i voucher, perché se fallisce la società, l'associazione sportiva, il voucher è carta straccia.

Viene previsto uno sconto a partire dal 50 per cento sulla locazione degli impianti sportivi privati e la possibilità di prorogare la concessione per quelli pubblici che ricordiamo sono per l'80 per cento comunali e il posticipo del pagamento di un mese, dal 30 di giugno al 30 di luglio, in forma unica o in quattro rate mensili degli affitti arretrati. Ministro, io non so se ha presente quanto viene utilizzata una palestra a luglio: forse per fare la sauna, ma non certo per fare l'attività sportiva. Quindi, secondo la vostra impostazione, un'associazione sportiva che, da marzo, non ha ricevuto un euro, non ha potuto fare attività, perché c'è stato il blocco, riceve dal Governo il regalo di farle pagare l'affitto, anziché a giugno, a luglio? Il problema è che non si può fare l'attività a giugno e neanche a luglio, a 40 gradi, quindi in questo modo voi state dando un colpo di grazia alle associazioni sportive.

Non servono queste dilazioni, ma serve un aiuto concreto. Ha pomposamente annunciato i 17 milioni, che, fra l'altro, c'erano già, per gli interventi di adeguamento alle norme di sicurezza COVID. Ministro, in Italia ci sono 148 mila impianti sportivi: significa che riceveranno poco più di 100 euro a struttura. Sa quanto costa sanificare correttamente uno spogliatoio? Almeno 50 o 60 euro. Diciamo che voi avete omaggiato una squadra di calcio di una serata ad allenamenti. Vi siete lavati la coscienza scaricando i costi addosso ai proprietari privati degli impianti, ma soprattutto ai comuni, e avete abbandonato a loro stesse le società sportive. Ministro, serve altro. Gli affitti sono spesso di cifre simboliche, perché gli enti locali hanno interesse a sostenere le società sportive.

Sono le bollette, quelle cariche di tasse, di accise imposte dal Governo centrale, che massacrano le associazioni sportive e i gestori degli impianti. Qualche comune se le è prese a carico, anche se ha i bilanci all'osso. Lei fa parte di un movimento politico che non vuole il federalismo e che fa di tutto per boicottare l'autonomia regionale. Bene, allora assumetevi voi i costi delle bollette e non scaricateli sui comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voi siete centralisti nel succhiare le tasse e federalisti nel distribuire i costi sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il Governo centrale si prende l'80 per cento delle tasse e allora paghi e non scarichi addosso ai comuni le spese per questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tradotto in questo caso: via le accise, via le imposte sulle bollette di energia, di elettricità e di metano per le società sportive per i mesi di chiusura.

E' stato previsto un credito d'imposta per le sponsorizzazioni. Bene, secondo lei, Ministro, quando abbiamo un'azienda su tre che non sa se riaprirà e le altre due che non sanno se riusciranno a sopravvivere entro Natale, quante aziende sponsorizzeranno, devolveranno qualche contributo alla propria squadra, alla squadretta del proprio paese? Anche col credito d'imposta non ci sarà la corsa. Meglio alzare al 50 per cento allora le detrazioni IRPEF per le erogazioni liberali e per le spese sostenute per l'attività sportiva e aumentando la quota al 100 per cento per quello dei minori. E ancora, le chiediamo uno sforzo: istituisca un 10 per mille per le società e le associazioni sportive. Quanti sono interventi concreti, non lo scaricabarile che state facendo.

Parlate giustamente dell'importanza, come ha fatto lei prima, dei centri sportivi e dello sport di base, ma se non si interviene in modo deciso, lo sport per qualche anno ce lo potremo scordare. Stiamo parlando del rischio di avere 30-40 mila associazioni sportive dilettantistiche che si scioglieranno nei prossimi mesi. Tra le situazioni più gravi ci sono le 1.500 piscine in Italia che hanno un giro fra tesserati e non, di cinque milioni di praticanti, ma con 10-12 mila euro di bollette al mese. Di fronte a questi numeri lo sforzo messo in campo è semplicemente ridicolo.

Ci ha parlato del grande fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale finanziato, oltre che dall'elemosina di dieci milioni di euro, anche dai proventi delle relative scommesse sportive. Però qui Ministro si deve decidere: perché qual è lo sport che raccoglie più scommesse? E' il calcio, la serie A. Quindi capisco che è una scelta difficile, ma se voi basate il salvataggio di tutto lo sport italiano su questo fondo, allora faccia ripartire la serie A, ma sull'esempio di Germania e Inghilterra, non sul terno al lotto perverso che avete partorito per cui una squadra rischia la retrocessione, di perdere il campionato in base non ai risultati sul campo, ma all'infausta possibilità, alla sfiga di trovarsi un giocatore positivo. Quindi a questo punto lo ribadiamo, se la salvezza dello sport dipende, come avete previsto, da questo fondo finanziato dalle scommesse, allora almeno per la stagione 2020-2021 revochi il divieto alle sponsorizzazioni del betting nel calcio. Guardi che anche noi abbiamo votato in modo convinto l'abolizione della pubblicità, il divieto della pubblicità sulle scommesse, però se oggi dobbiamo scegliere, non abbiamo dubbi: secondo lei pesa di più sulla bilancia la possibilità che milioni di italiani possano continuare a fare sport o qualche centinaio di persone che va a scommettere perché vede un marchio su un tabellone a bordo campo? Certo che per uno come me che da quarantacinque anni va in curva fa male vedere le partite a porte chiuse, ma qui dobbiamo salvare anche le 3-4 mila società dilettantistiche di calcio che rischiano di fallire. Ho finito Presidente. Avete abusato dei DPCM, trovate una soluzione perché i diritti televisivi della serie A vadano in buona parte a favore della Lega Pro e delle serie dilettanti. Lo hanno fatto in Spagna, lo possiamo fare noi. Chiudo, Presidente, ricordando che, oltre un terzo della fiscalità, come ha detto prima il Ministro, generato dallo sport, viene reinvestito nello sport stesso e chi produce il 75 per cento di questa fiscalità è il calcio.

Ministro, l'alternativa sono decine di migliaia di bambini e ragazzi che non avranno più la possibilità di giocare a calcio, a basket, a pallavolo nella squadra del proprio quartiere o del proprio comune o di fare qualsiasi altro sport. Ci permetta - chiudo davvero - purtroppo però di non avere molto fiducia in lei e in questo Governo. L'unico intervento concreto che abbiamo sentito oggi sono i 200 milioni per i bonus per i lavoratori del settore sportivo: bene, però, Ministro, avete messo 200 milioni per 120 mila lavoratori, ma ne spendete 45 per fare un vergognoso regalo sotto forma di sconto fiscale a qualche centinaio di operatori del comitato organizzatore olimpico che hanno stipendi anche da 500 mila euro l'anno. Mi permetta di dire che siete ridicoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Ministro, colleghe e colleghi, avevo preparato e volevo dire cose diverse ma devo dire “sogno o son desto?” dopo aver sentito il suo intervento, Ministro, e anche quello del collega del MoVimento 5 Stelle. Voi ci parlate ancora della legge delega? Non avete capito, probabilmente tutto il Governo non ha capito in che momento si trova il nostro Paese: è tutto chiuso qui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le ricordo su cosa si basa lo sport italiano: merito, passione, volontariato che vuol dire più di 100 mila associazioni sportive e società sportive la gran parte dilettantistiche; il che vuol dire quel mondo meraviglioso che coinvolge circa 20 milioni di italiani che vanno in queste società e lì fanno sport. Lei, Ministro, dice “il nostro sport”: lei non è mai entrato secondo me in un'associazione sportiva dilettantistica. Lei proprio non lo conosce; lei non capisce qual è la valenza di questo mondo altrimenti non destinereste le briciole. Le faccio un inciso, proprio un inciso. Ha parlato prima del Consiglio dei ministri di stasera e della cassa integrazione in deroga che andrete a fare proprio stasera: non l'avete fatta neanche per le imprese, non l'ha capito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? L'avete fatta negli altri decreti e non l'hanno ricevuta, non l'ha ricevuta nessuno: non venda quello che non fate. Allora, Ministro, questo mondo ha una valenza sociale perché i ragazzi, i nostri figli il pomeriggio, dopo che sono andati a scuola, che hanno studiato, vanno in quelle palestre e in quelle palestre imparano stimoli positivi: imparano a stare assieme, imparano a vincere, imparano a perdere. Ha una valenza di prevenzione sanitaria, Ministro. Lei pensi alla spesa sanitaria - mai come oggi dovrebbe pensarci - e quanto fa lo sport contro l'obesità, contro le malattie cardiocircolatorie, cardiovascolari; ha una valenza educativa per quello che imparano i nostri ragazzi. E voi cosa fate per questo mondo? Nulla, il nulla: lei oggi ci ha parlato del vuoto pneumatico; ci fa promesse, ci fa discorsi. Allora vede, Ministro, le do un consiglio: ce ne sono anche in quest'Aula guardi, ma perché quando i presidenti di federazione, gente che ha dedicato tutta la vita, campioni olimpici oggi presidenti di federazioni le hanno chiesto un incontro, lei li ha mandati dal suo staff ma perché non li incontra? Lei impari qualcosa. Approcci questo mondo, non cercando un suo spazio politico: guardi non funziona così il mondo dello sport le tornerà indietro tutto come un boomerang. Ci si approccia a questo mondo con rispetto, passione e capendo tutto quello che questo mondo in questi anni eccezionali ha dato al nostro Paese e tutto quello che fa. Vede, Ministro, questo mondo si basa sulle associazioni sportive dilettantistiche che sono in ginocchio, non hanno più un euro e lei si vanta del “decreto Cura Italia” in cui avete detto: pagate il 30 aprile e adesso lo spostate al 30 maggio. L'ha capito che, a marzo, ad aprile, a maggio, nessuno paga le rette in quelle associazioni sportive dilettantistiche? L'ha capito che, a luglio e ad agosto, sono chiuse come chiudono le scuole perché ci vanno i ragazzini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Sono associazioni sportive che vivono delle rette dei genitori e della passione dei volontari: ex atleti, genitori, appassionati di sport che danno qualche soldo e oggi, essendo il Paese in ginocchio, pensi se le famiglie possono continuare a sostenere questo mondo.

Sono associazioni sportive dilettantistiche che eleggono i presidenti delle nostre federazioni in modo democratico, quindi rappresentate dai nostri presidenti federali; sono associazioni sportive dilettantistiche che hanno bisogno di essere aiutate. Servono soldi subito, immediatamente. Per quello noi le abbiamo chiesto di fare un fondo da 200 milioni per le associazioni sportive dilettantistiche a fondo perduto già nel “Cura Italia”: in quest'ultimo decreto avete messo 35 miliardi; nel decreto di aprile che già è maggio per parlare dei vostri ritardi metterete altri 50-55 miliardi e per lo sport lei non ha 200 milioni? Mi vien da pensare che o lei si disinteressa dello sport o lei nel Governo conta poco, poco: perché i 200 milioni erano lo 0,8 per cento del “Cura Italia”. Il Governo deve trovare 200 milioni da mettere. Lei ci fa il ragionamento delle scommesse: è una cosa che in tanti altri Paesi avviene già e ha già provocato le rimostranze del settore - vedremo come andrà a finire -, ma non bastano i 35 milioni di cui parla lei. Servono almeno 200 milioni per far vivere queste associazioni, che altrimenti moriranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Così come quando ha fatto i 50 milioni per i collaboratori sportivi, noi le abbiamo detto che non bastavano: era ovvio che non bastavano e allora lei ha detto che per i collaboratori sportivi, unica categoria, ci doveva essere il tetto preferenziale di 10 mila euro. Chi guadagnava cioè 1.000 euro al mese e lavora nello sport, secondo lei, non doveva prendere niente e doveva andare in coda e ci credo allora che mettete un po' di risorse in più adesso. Bene che ne mettiamo un po' di più ma è il minimo che si possa fare in un mondo che invece ha bisogno di aiuto, ripeto, concreto e molti di questi tra le altre cose sono laureati in scienze motorie, non hanno mai trovato il posto a scuola. In quest'Aula questo gruppo ha fatto approvare una legge: Ministro, si dia da fare, la faccia approvare anche al Senato in modo che questi laureati trovino lavoro. Allo stesso modo prima ha parlato degli ausili per i nostri atleti diversamente abili e c'è qua una proposta di legge dell'onorevole Versace che da più di un anno è in Parlamento e io non sento una parola su questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Vede, Ministro, è un mondo che va aiutato e che bisogna capire e io lo capisco: lei proprio non lo conosce ed è lontano anni luce da questo mondo. Ancora, Ministro, ci sono le utenze, le bollette: le ripeto che non basta spostarle di un mese, bisogna bloccarle, annullarle perché altrimenti questo mondo… non sapete ancora se volete aprire o non volete aprire ma per aprire ci saranno regole nuove. Bisognerà sanificare gli spogliatoi, bisogna creare strutture diverse cioè bisognerà mettere altri soldini e, secondo lei, queste associazioni sportive dilettantistiche fatte di passione, volontariato e merito dovranno ancora mettere fuori…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARCO MARIN (FI). Concludo, Presidente. Dovranno mettere altri soldi perché il Governo non fa nulla? Vede, Ministro, per il Governo per questo mondo dello sport di milioni di italiani, educativo, sociale, di prevenzione sanitaria, ci sono le briciole e lei lo tratta come il figlio di un dio minore: noi non possiamo accettarlo. Vede in quest'Aula lo sport sicuramente è amato da tutti ma noi abbiamo nel gruppo persone che hanno ad esso dedicato la vita: Paolo Barelli, Cosimo Sibilia, presidente del Campionato italiano Gioco Calcio Dilettanti, un milione e 100 mila persone iscritte; l'atleta paralimpica Giusy Versace; Guido Pettarin che fa il presidente dell'atletica leggera; Roberto Pella che se ne occupa con i comuni; io ho visto salire il pennone e ho cantato l'inno in tutto il mondo. Noi aiuteremo sempre questo mondo perché noi la maglia azzurra l'abbiamo davvero sulla pelle, il Governo no: non vi permetteremo di lasciarlo morire come state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Bentornato Ministro, il lavoro che fino adesso il Governo ha svolto per l'emergenza Coronavirus nel settore sportivo è sicuramente un momento di partenza ma non possiamo considerarlo sufficiente, Ministro. L'entusiasmo per l'approvazione della legge olimpica che pure ha risuscitato speranze ed entusiasmi non deve farci perdere di vista il punto vero cioè la crisi in cui sta precipitando il settore del mondo dello sport. Questo settore in sofferenza e in agonia spesso viene ingiustamente considerato di secondo piano, mentre ci si dimentica che il sistema sportivo italiano conta quasi il 2 per cento del PIL con quasi un milione di lavoratori. Dovrebbe essere scontato il riconoscimento dello sport come una componente fondamentale del welfare nazionale. La nostra quotidianità è stata stravolta, è vero, e tanto più il mondo dello sport che oggi conosce una nuova dimensione quella individuale, quella casalinga. Tutti auspichiamo un ritorno…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore!

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente, perché era un po' difficile. Posso iniziare di nuovo?

PRESIDENTE. Prego, prego.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Tutti auspichiamo un ritorno alla normalità, ma per lo sport sarà ancora più difficile farlo se, nel frattempo, non verranno varati nuovi provvedimenti. I costi delle attività sportive continuano a decorrere a fronte di un collasso delle entrate, a cui si aggiungono investimenti che dovranno essere sostenuti prima della ripartenza, nel rispetto dei nuovi protocolli. Lo sport non è solo grandi eventi, serie A e le maggiori leghe professionistiche. Lo sport dilettantistico deve interagire con il professionismo e viceversa, perché uno è linfa dell'altro, perché, come lessi anni fa su un bellissimo muro romano, davvero, senza la base, scordatevi delle altezze. Il tessuto sportivo economico del Paese è costituito in gran parte da piccole realtà associative - lo sappiamo tutti, sono la spina dorsale dell'erogazione del servizio - che chiudono i loro bilanci molto spesso in pareggio o con utili molto ridotti, proprio perché l'attività sportiva si svolge a prezzi sociali, quelli imposti dagli enti locali.

Parliamo di 130 mila associazioni tra ASD e SSD, affiliate a 44 federazioni, 19 discipline sportive, 15 enti di promozioni, 21 comitati regionali, che offrono attività sportiva a prezzi stabiliti, e quali sarebbero le misure per dare loro ossigeno? Sarebbe ossigeno, Ministro, il posticipo da giugno a luglio per il pagamento degli affitti e canoni concessori, o, in alternativa, la rateizzazione in quattro mesi? Vi faccio un esempio (lo avete messo pure voi nel decreto). Il comune di Roma percepisce circa 100 mila euro l'anno dai canoni concessori per gli impianti sportivi di sua proprietà. Se non si chiedesse il canone per quei pochi mesi, perderebbe circa 30 mila euro….

PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi. Deputata Prestigiacomo, deputata Polverini, per favore, un po' di silenzio che c'è un intervento in Aula. Grazie.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Dicevo, il comune di Roma perderebbe solo 30 mila euro, ma qual è il punto? non si farebbe prima ad azzerarli questi canoni? E ancora, Ministro, benissimo il 50 per cento di riduzione degli affitti per l'impiantistica sportiva privata, ma ricordiamoci che il mondo dell'associazionismo di base utilizza strutture pubbliche, scolastiche e religiose, pochissime private. Quindi, questa della riduzione degli affitti va benissimo, va benissimo per la Virgin, per intenderci, ma non per le piccole società sportive, che sono tantissime e molto più fragili; per loro dobbiamo prevedere interventi più radicali e risolutivi. Parliamo di concessioni, Ministro. Attenzione, i comuni non possono derogare le concessioni: devono derogare in questo momento, devono derogare le concessioni per almeno tre anni a partire da quelle che scadranno il 30 luglio 2023, ma anche oltre, perché non è che, se ti scade il 1° agosto 2023, non puoi beneficiare di questo provvedimento. Infatti, questa misura, guardate, è a costo zero: da un lato garantirebbe il recupero graduale dei non incassi, l'ammortamento degli investimenti effettuati e programmati, dall'altro permetterebbe di rinegoziare i mutui in essere con le banche, in primis - lo ha detto lei - il Credito sportivo, con la conseguente riduzione dell'importo delle rate. Allora, perché non equiparare l'associazione sportiva alla piccola e media impresa? Penso al credito d'imposta per l'adeguamento degli ambienti di lavoro o alle agevolazioni sulle tariffe energetiche, di cui le società sportive non possono beneficiare: perché non ne possono beneficiare? Penso all'istituzione di un fondo perduto, Ministro, lei lo ha detto; ha parlato di un fondo alimentato dalla percentuale sulle scommesse, va benissimo, ma le scommesse oggi non ci sono, non c'è il calcio, non c'è lo sport, è tutto fermo.

E quindi va bene, ci siamo soffermati su questo, ma, spiegatemi, se c'è una manovra da 55 miliardi, lei ha parlato di un miliardo di risorse, quali sono le risorse aggiuntive che sono presenti nel “decreto Liquidità”, perché le altre sono quelle già stanziate nel bilancio del Ministero. E ora, va bene sul sistema generale; è il momento di ricordare, però, che al centro di tutto ci sono le persone; e quindi benissimo la conferma dei 600 euro per il mese di aprile e di maggio, su cui il PD le ha dato, con il Ministro Gualtieri, una grandissima mano. Questa deve essere l'occasione per pensare a un quadro sistematico e predisporre le adeguate tutele per i lavoratori, come ha già detto anche lei.

E poi guardiamo l'utenza: ottimo lo strumento dei voucher per impedire l'apertura dei contenziosi tra società sportive e utenti, ma non saranno poche le famiglie che si vedranno costrette a rinunciare all'attività sportiva. In situazioni di ristrettezza economica, si taglia il superfluo, e il superfluo, in questo caso, potrebbe essere ritenuto lo sport; ma lo sport non dovrebbe mai essere considerato qualcosa di superfluo, soprattutto in contesti già di per sé fragili, soprattutto se si pensa che ha un impatto notevole sui costi della sanità in fatto di benessere psicofisico. Infatti, lo sport non è un mondo a sé stante, non è una monade: entra in sinergia con salute, educazione, economia e lavoro, contribuisce al benessere comune. E, se c'è meno sport, c'è meno salute, meno lavoro, meno ricchezza e meno benessere.

Ministro, e vado a concludere: la sensazione che abbiamo è che sia stato fatto qualcosa, ma che ancora è troppo poco per lo sport di base, e che le difficoltà oggettive che ci sono non sono solo intorno al riavvio del campionato di serie A. Penso anche al campionato - fatemi dire da donna - femminile, alle partite del settore giovanile o a tutte le altre attività che hanno già chiuso. Tutto questo rende il quadro generale ulteriormente confuso. Siamo a metà maggio: intorno al campionato, come su tutti gli sport di squadra, bisogna dire una parola chiara. La politica deve assumersi una responsabilità: o riapre come in Germania, come ha detto lei, o non riapre come in Francia, che ha fatto questa scelta coraggiosa per tutti gli sport.

Poi apro una parentesi sulle politiche giovanili: bisogna stanziare più fondi nel servizio civile. Va benissimo l'iniziativa di cui ha parlato lei, ma mai come in questo momento c'è un'emergenza sociale, e quindi il servizio civile potrebbe portare un valore aggiunto straordinario. Per ultimo, quando sapremo se sarà possibile dare il via alle elezioni per il rinnovo delle federazioni? Ministro, queste sono domande a cui attendiamo una risposta. Abbiamo un importante obiettivo comune: far ripartire insieme il mondo dello sport, introducendo tutte quelle norme di cui il settore è carente e che l'emergenza COVID ha messo drammaticamente in ginocchio. Su questo percorso il Partito Democratico la sosterrà e sarà lealmente al suo fianco; per dirla con Cicerone, critichiamo portando idee nuove, ma mai dando colpe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, inizio con due notizie rispetto all'intervento previsto: una è questa, la Lega calcio ha stabilito e ha proposto come data per l'inizio del campionato, il riavvio del campionato, il 13 giugno. Quindi, mentre lei stava parlando, in maniera forse poco elegante, però comunque la Lega calcio ha dato una risposta ai suoi dubbi, alla contrarietà del collega Valente, che rappresenta il partito di maggioranza che la sostiene e da cui proviene. Quindi non si capisce - poi le spiegheremo le ragioni - per quale ragione ora spetti al Governo, semmai al Parlamento spetterebbe decidere il riavvio del campionato, come è stato fatto in altre nazioni, lei stesso ha citato la Germania; ma questo perché riavviare il campionato di calcio vorrebbe dire riavviare lo sport nazionale e, soprattutto, lo sport a squadre, che è fondamentale, ma poi citeremo dei dati su questo.

La seconda notizia - gliela anticipo all'inizio, ma poi la declinerò alla fine - è che oggi è stato approvato da un altro rappresentante del Governo un ordine del giorno a prima firma Rampelli e del sottoscritto e altri colleghi di Fratelli d'Italia dove molte, quasi la totalità delle cose che lei ha annunciato per l'ennesima volta nel corso di questo venturo Consiglio dei ministri e decreto sono già contenute qui, a dimostrazione che Fratelli d'Italia, con le consultazioni delle categorie, contribuisce da opposizione, nonostante le dure critiche che faremo, a migliorare e ragionare su risoluzioni concrete per lo sport italiano.

Quindi, spetterebbe solo a voi farle. Lei oggi, Ministro, si faccia garante dello sport nazionale. Lo sport rappresenta, come sappiamo, un punto cardinale per le politiche della salute e dell'intrattenimento, un valore chiave nella vita delle persone e della comunità nazionale. Ma non solo, lo sport in Italia, colleghi, vale l'1,7 per cento del PIL, quindi 30 miliardi di euro, e se si considera anche l'indotto siamo a 60 miliardi, quasi il 4 per cento dell'economia nazionale. Viene praticato da 20 milioni di persone e ci sono 12 milioni di associati nelle discipline del CONI. Lo sport rappresenta anche il prestigio internazionale di una nazione.

Poi c'è lo sport professionistico, c'è il calcio, appunto, che deve ripartire con regole certe, perché ci sono tante professionalità e tanti lavoratori. Se la Lega Calcio ritiene, come abbiamo saputo, che sia possibile la ripartenza il 13 giugno nella completa adesione alle norme sanitarie, allora ci vuole collaborazione, Ministro, e non ostruzionismo, come abbiamo sentito dall'esponente dei 5 Stelle.

Abbiamo chiesto di evitare il blocco del campionato di calcio più volte e a più voci, anche con il presidente Meloni. Il calcio è l'Italia tutta e rappresenta anche un volano economico e solo il Parlamento, appunto, può decidere il blocco del campionato, non il Governo. Se fermiamo il calcio fermiamo tutti gli sport di squadra. La Lega Calcio annualmente detiene 575 mila partite, di cui più del 60 per cento giovanili; eppure, nel protocollo mancano indicazioni per tante professionalità, come gli arbitri e i non professionisti.

Auspichiamo, dunque, che il decreto contenga la possibilità per il consiglio federale, di cui parlano i giornali di oggi, di disciplinare i campionati e i format e che vi sia la cassa integrazione - lei l'ha annunciata; vediamo quanto, come e se ci sarà davvero nei tempi utili - per i calciatori fino a 50 mila euro lordi per 18 settimane, perché non avrebbe nessun senso discriminarli rispetto a tutti gli altri lavoratori che versano i contributi e che, bisogna dire, non hanno ancora visto la cassa integrazione, perché poi questo è in realtà.

Deve ripartire, però, anche lo sport di base. C'è un mondo a cui il Governo sta dando le briciole, c'è l'impiantistica, ci sono le associazioni sportive dilettantistiche, le società sportive dilettantistiche, ci sono gli enti di promozione sportiva, le federazioni sportive, i principali punti di riferimento del settore dalla grande presenza nel tessuto sociale. Inoltre, ci sono le piscine e le palestre. Va detto: la manutenzione degli impianti è necessaria e i costi sono altissimi anche quando questi restano chiusi come in questi mesi. Un proprietario di una piscina spende tra i 10 mila e 12 mila euro al mese, ma dopo due mesi chi ha i soldi per andare avanti? Gli operatori ci dicono che le bollette arrivano e già partono i primi decreti ingiuntivi.

Non sarà mai possibile gestire i costi d'impresa senza aiuti concreti da parte dell'ente concedente, figuriamoci se dovessero pagare per i mesi di chiusura forzata. Ciò vuol dire chiudere gli impianti e lasciare a casa i lavoratori, come è accaduto fino a oggi. Arriveranno a pioggia richieste di rimborso per gli abbonamenti ai corsi e per questo è necessario introdurre prima di subito i voucher - siamo stati i primi a chiederlo - a sostegno, con cui cambiare la richiesta di rimborso e mettere al riparo i gestori da eventuali ritorsioni. Inoltre, meno della metà delle domande per le indennità dei collaboratori sportivi sono state processate.

Il nuovo DPCM, di cui ha parlato, farà ripartire lo sport il 25 maggio. Siamo al 13 maggio, ma ci sono solo costi certi e ricavi dubbi. Vanno messi in sicurezza gli impianti, migliorate le strutture, acquistate le attrezzature di protezione individuale. Il protocollo sicuramente imporrà misure complesse e costose, ma come si fa a tenere tutto questo insieme? Se il DPCM sarà emanato nei prossimi giorni, come faranno i proprietari ad adeguarsi entro il 25 maggio - oggi è il 13 maggio - e con quali soldi?

Ringraziamo gli uffici, l'ufficio sport, la federazione medici sportivi, le categorie che hanno contribuito a delineare e a lavorare su queste linee di indirizzo, ma gli interventi previsti dal Governo sono limitati e sicuramente i meccanismi di finanziamento nel “DL Liquidità” vanno garantiti anche per il 2021. C'è ancora un limite di 10 mila euro, nonostante i nostri emendamenti, ai contributi e alla dichiarazione degli operatori. Tutti i costi di sanificazione e di adeguamento devono essere a carico dello Stato e per gli eventi va introdotta una “Gabrielli sanitaria”, dove tutti i costi siano a carico degli enti locali.

Lo sport italiano chiede a gran voce il blocco dei pagamenti delle utenze almeno fino al giugno 2021. Lo sport italiano vuole misure per gli insegnanti che ancora non accedono alla CIG, lo sport italiano esige la proroga decennale delle concessioni degli impianti sportivi pubblici, lo sport italiano necessita di finanziamenti a fondo perduto per le imprese in difficoltà, lo sport italiano chiede il blocco dei pagamenti delle locazioni e un credito di imposta per tutto il loro ammontare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Lo sport italiano chiede la messa in sicurezza anche delle palestre scolastiche, lo sport italiano vuole finanziamenti per le migliorie degli impianti, lo sport italiano esige indennità per i lavoratori, lo sport italiano esige meccanismi fiscali per le società dilettantistiche, fonte principale di sopravvivenza; lo sport italiano vuole un fondo per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, e lo abbiamo chiesto in questo ordine del giorno e in altri atti.

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Concludo. Questa mattina alcuni punti sembra che siano stati recepiti, e di questo vi ringraziamo. Però, Ministro, vista la vostra avversione per il mito olimpico, vi ricordiamo - e lo abbiamo già fatto in quest'Aula ma lo facciamo a lei direttamente - che Kronos e Kairos, Ministro, si distinguono per una sostanziale differenza: uno è il tempo lineare, che scorre, che state facendo scorrere; l'altro è il tempo delle decisioni, che voi non prendete. Lo sport italiano ha bisogno ora di decisioni e ora dell'aiuto dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua informativa e devo dirle che c'è da parte nostra una profonda, vera condivisione per tutti gli interventi che sono stati messi in campo dal primo momento per l'emergenza COVID e che credo saranno sostenuti anche con maggiori risorse dentro al “decreto Rilancio”, dal bonus per i collaboratori sportivi - e lì qualcosa forse dobbiamo fare per affinare il meccanismo, Ministro, per fare in modo che il volontario saltuario non abbia lo stesso trattamento di chi invece magari con quel lavoro mantiene un'intera famiglia - fino - me lo faccia dire - al rifinanziamento finalmente del bando “Sport e Periferie”; un fiore all'occhiello della nostra esperienza di Governo, del Governo Renzi, di cui negli ultimi anni si erano perse le tracce e si erano persi tanti step di quel lavoro; il fatto che venga rifinanziato per noi è molto importante. La tutela della salute degli italiani per noi è prioritaria e lo è per tutti. Questo Parlamento ha lavorato, anche con un grande spirito unitario, nell'affrontare l'emergenza sanitaria e il nostro pensiero, qualunque sia la materia di cui ci occupiamo, è alle decine di migliaia di vittime e alle loro famiglie ed è un pensiero che guida e ispira tutta la nostra azione. Però, questo è il momento per il Paese di ripartire sotto ogni profilo e - Ministro, sarà d'accordo con me - non possiamo immaginare un Paese in cui riparte tutto, pian piano ripartono le aziende, ripartono gli esercizi commerciali, i negozi, e non riparte lo sport. Un Paese senza sport per un anno, due anni o tre anni sarebbe irrealistico, impossibile da immaginare. E allora bisogna muoversi da questo punto di vista. Se guardiamo alla storia, lo sport non si è quasi mai fermato; il calcio, in Italia, solo in occasione della Prima guerra mondiale. Abbiamo ricordi e cronache di giochi con la palla dai tempi dei legionari dell'impero romano. Il principale antenato del calcio italiano, così come lo conosciamo, è il calcio fiorentino, nato durante l'occupazione spagnola di Carlo V. I fiorentini resistettero all'occupazione anche attraverso il calcio. Persino il quotidiano dei vescovi, Avvenire, ha pubblicato una bellissima lettera aperta dicendo: Restituiamo il calcio, restituiamo lo sport, agli italiani, perché farà parte di una nuova normalità che deve tornare.

Allora, signor Ministro, c'è un bellissimo libro di Laura Spinney, che le consiglio; è un libro che racconta la “spagnola”, la pandemia purtroppo molto più drammatica di quella che abbiamo conosciuto in questa fase, e che racconta come le attività sportive siano state uno dei motori della ripartenza della società europea anche in quella fase.

Allora, recentemente io devo dirle, Ministro, che in alcuni aspetti non ci siamo trovati d'accordo, perché abbiamo registrato in alcune uscite un atteggiamento un po' manicheo, un po' ideologico, una contrapposizione, che non esiste, più fra sport professionistico e sport di base. Noi tutti per mille ragioni sappiamo che il sistema dello sport si tiene insieme tutto quanto perché si finanzia, perché si sostiene a vicenda, perché ci chiedono di guardarlo come un unicum 60 milioni di appassionati, 20 milioni di praticanti e i tantissimi, le centinaia di migliaia di persone che ci lavorano. Abbiamo saputo del suo impegno per lo sport di base e ci ha detto che entro il 25 maggio ha voglia e ha intenzione di riaprire palestre, strutture sportive di base, impianti, piscine. Siamo d'accordo; però, Ministro, con quali risorse? Con quali risorse per gli investimenti che dovranno sostenere? Con quali garanzie rispetto ai mutui, alle bollette, agli affitti, alle concessioni (le cose che ci siamo detti)? E, soprattutto, con quali linee guida, che ancora mancano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? So che arriveranno nelle prossime ore, ma quando le diamo alle palestre le linee guida per poter riaprire tra qualche giorno? E non potranno certo essere quelle elaborate dal CTS o quelle elaborate dal Politecnico di Torino. Ho letto delle vere e proprie assurdità: che chi gioca a tennis nel doppio non potrà scendere a rete insieme. Ecco, fermiamoci un attimo prima della follia, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

E, poi, c'è il tema dei temi: la ripartenza del campionato di calcio, non perché venga prima degli altri, ma perché ha una quota rilevante del PIL, impiega oltre 120 mila persone, non certo calciatori milionari, ma magazzinieri, cuochi, giardinieri, fisioterapisti, e non perché sia la priorità. Noi in Parlamento ci occupiamo di tutto: ci occupiamo di cassa integrazione, di liquidità, di migranti, di scuola, ma deve esserlo per lei la priorità, lei è il Ministro dello sport italiano, per lei questa è la priorità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E, allora, siccome il calcio riparte in Germania, in Spagna è previsto il 12 giugno, oggi registriamo qualche schiarimento: anche durante i nostri lavori, è arrivata prima la notizia che la Federcalcio ha raccolto le osservazioni del Comitato tecnico-scientifico, poi quella che la Lega ha proposto la data del 13 giugno. Va benissimo, noi chiediamo ragionevolezza, buonsenso, nessuno pretende di riaprire domani mattina gli stadi; vogliamo ripartire in sicurezza, sul calcio, sullo sport, come sul resto delle questioni che riguardano il Paese.

E, guardi, signor Ministro, lei ha ascoltato le posizioni emerse in quest'Aula anche nei giorni scorsi: per la ripartenza del calcio e dello sport c'è tutta la maggioranza parlamentare e anche le forze di opposizione. L'idea di lasciare lo sport e il calcio fermi fino alla fine dell'emergenza COVID è un'idea legittima, ma assolutamente isolata, almeno dentro il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), e di questo dovremmo tenerne conto. E, poi, la via non può essere quella di rifugiarsi dietro contenuti francamente, a volte, surreali: io sono contento che la FIGC fino al 2 giugno - poi si studierà la curva del contagio - abbia accettato le linee guida del CTS, ma lei ha contestato l'esempio della cassiera al supermercato che ho fatto personalmente. Ma le domando: ma se in un'azienda c'è un dipendente positivo, tutta l'azienda viene posta in quarantena (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Se in questo Parlamento ci sono dei positivi o a Palazzo Chigi ci sono i positivi, le risulta che chiudiamo le istituzioni? A noi non risulta. Si dice il contatto, il distanziamento fisico: bene, il commissario Arcuri, il commissario straordinario all'emergenza sanitaria, ha detto, me lo faccia trovare, perché è importante che lo citi con precisione: “Gli scienziati ci dicono che il tempo certo per essere a rischio di contagio in caso di contatto con una persona positiva è di 15 minuti”. Lo sa, Ministro, secondo gli studi più recenti, qual è il tempo di contatto fisico tra un calciatore e un altro durante una partita di 90 minuti? Meno di un minuto e mezzo. Quindi, la domanda è: di cosa discutiamo? Di quarantene impossibili da realizzare, perché non si può pensare che, con la riapertura del campionato, i cuochi, i giardinieri o i massaggiatori vadano in quarantena.

E, allora, Ministro io le chiedo, per chiudere, tre cose velocissime. La prima è: basta bracci di ferro. Assistiamo a uno schiarimento, abbiamo sentito le notizie: proviamo a lavorare perché le cose si possano risolvere, perché il calcio, come il resto del Paese, possa ripartire. Seconda questione: cerchiamo di lavorare con serietà, perché, guardi, Ministro, non esiste una contrapposizione fra lo sport di serie A e lo sport di base, il dilettantismo e le nostre palestre. tanto è vero che non esiste e tanto male ha fatto un certo populismo in passato legato allo sport, che la mia città e questo Paese, per quella deriva, ha perso una grande occasione, come le Olimpiadi del 2024 (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Il presidente del CONI ha detto ieri “è una ferita che mi rimarrà per tutta la vita,” è così anche per me e per ogni italiano di buonsenso. E, allora, guardi, le consiglio, c'è in questi giorni una bella docu-fiction in programmazione che riguarda la vita di un grande campione, uno degli sportivi più amati credo da tutti…

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUCIANO NOBILI (IV). Michael Jordan, uno che si è fermato e, poi, ha deciso di ripartire. Michael Jordan un giorno ha detto: “Posso accettare la sconfitta, tutti falliscono nella vita, ma non posso rinunciare a provarci”. E, allora, noi siamo qui, Italia Viva è qui per fare la sua parte, per far ripartire, insieme al Paese, lo sport, tutto lo sport italiano. Forza, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Innanzitutto, vorrei ringraziarla per quanto ci ha riferito, per quello che il Governo sta provando a fare e, soprattutto, sono contento di come tanti colleghi abbiano già approfonditamente studiato il decreto che ancora non è stato approvato e che lei andrà tra poco, mi auguro, in Consiglio dei ministri ad approvare.

È naturale che, tra le cose che lei ha detto, le cose che ho ascoltato, forse, un punto di equilibrio maggiore andrà trovato, lo dovremmo trovare nel corso dell'approvazione di quel decreto.

Molte cose, tra quelle che ci ha detto, vanno bene: penso, innanzitutto, alla modalità con la quale ha provato a rilanciare il servizio civile, alla modalità con la quale volete e vogliamo consentire alla parte che più ha pagato dal punto di vista generazionale questa vicenda, che sono i giovani, la chiusura in casa e come far riprendere l'attività sociale degli sport di base, questione essenziale per formare una generazione.

Chiunque deve avere diritto a fare, almeno una volta nella vita, uno sport di squadra per sapere cosa significa lavorare per gli altri, non soltanto per pensare a se stessi. Questo è per me il principio dello sport, il primo principio, quello che insegna a capire perché si suda non per se stessi, ma per gli altri.

In questo ragionamento, io credo che lo sport di base deve avere il suo modo di esplicitarsi, di creare, poi, quella rete che serve; per fare questo servono i sussidi, servono le cose che sono state dette. Come è stato ricordato, qualche mese fa, ormai, prima della crisi sanitaria, ci eravamo incontrati come maggioranza, lei si era preso l'impegno di farlo con le opposizioni; ci saremmo dovuti rivedere, ci rivedremo appena possibile. Parlare di sport per me significava questo, lo dissi quel giorno e continuo a pensare che lo sport sia un fatto fondamentale della cultura del nostro Paese, non è soltanto una questione, come qualcuno potrebbe pensare, di secondaria importanza.

È naturale, però, che, in questa fase di crisi sanitaria, è giusto che si faccia esattamente come lei ci ha detto: né dire “mai”, né dire “per forza”. Bisogna seguire alcuni principi seri per consentire una ripartenza. Lei ci ha detto: ne parlo io per primo, perché è quello che sta più a cuore a tutti gli italiani, il campionato di calcio. Ma non c'è solo il campionato di calcio. Chi si occupa per passione di calcio, per esempio, o come me di ciclismo, sa che il Giro d'Italia è stato spostato probabilmente in autunno e mi auguro che si possa fare; vale la stessa cosa per altri sport. Ma so, per esempio, per certo, che gli sport di livello inferiore - e penso anche al calcio - non potrebbero mai applicare le regole che bisogna applicare per la ripartenza, perché saranno regole complicate.

Io sono contento che la Federazione italiana gioco calcio abbia accettato il protocollo del CTS, perché questo significa provare a dare certezza, innanzitutto, per quel mondo dello sport che pratica quotidianamente l'attività, che non è soltanto la domenica e non bastano 15 minuti - lo dico al mio amico Nobili, attraverso di lei, Presidente - come per qualsiasi lavoro: un centravanti e un difensore centrale, in un calcio d'angolo, stanno a contatto pochi secondi, ma a una distanza talmente ravvicinata, che bastano poche frazioni di secondo; quindici minuti, se due fanno una riunione, non se si sta in attesa che arrivi il pallone in un calcio d'angolo. Questo è il concetto sul quale noi dobbiamo stare attenti: è la sicurezza, è la certezza, è la serietà con la quale noi ci dobbiamo impegnare per far ripartire il calcio.

In tal senso, quel protocollo assegna alle società di calcio il compito di tenere, di fatto, in quarantena sia i calciatori che tutti i dipendenti, per essere sicuri di tenerli in una condizione di copertura rispetto al virus, e poi di poter fare delle partite tra persone che sicuramente non sono positive.

Ecco, questo è il modello col quale noi dobbiamo approcciarci e lavorare per far ripartire il calcio. Non voglio e non vorrei ragionare naturalmente di problemi: quelli saranno scritti nel protocollo. Io mi vorrei occupare di mettere in sicurezza per la ripartenza: questo è il compito. Ho apprezzato che lei ci abbia detto che il 18 ripartono gli allenamenti, il 25 anche le palestre. Ho letto quello che dice la Lega calcio. La Lega calcio doveva dare una risposta e lo ha fatto nel rispetto delle prerogative - così come ha detto nel documento che hanno approvato - delle volontà del Governo e dell'accordo con la Lega calcio. Concludo, quindi, Presidente, perché ho finito il tempo. Avrei voluto aggiungere…

PRESIDENTE. Un minuto, un minuto.

NICOLA STUMPO (LEU). …altre cose per quanto riguarda gli sport dilettantistici, che naturalmente avranno bisogno di un di più per poter ripartire. Si farà tanto, e abbiamo iniziato a fare tanto per tutto ciò che riguarda i lavoratori di quel settore; ora è il tempo di fare qualcosa, in questa crisi, per le società, che tanto dedicano a quel fatto culturale di cui parlavamo prima, e io penso che proprio a quel mondo andrà dato un occhio di riguardo particolare per una ripartenza veloce (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio. Colleghi, grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, grazie per il suo intervento, intervento che ho trovato più che altro pieno di buoni propositi ma, come ben sappiamo, di buoni propositi è lastricata la via dell'inferno.

Ora, io capisco che sia un momento molto difficile e che la coperta sia corta per quanto riguarda i conti pubblici, ma dobbiamo renderci conto perfettamente che tutto ciò che è stato destinato allo sport, e sto parlando di soldi, sto parlando di impegno del Governo, è assolutamente insufficiente.

Lo sport, signor Ministro - non importa che io lo spieghi a lei, lei lo sa perfettamente -, ha una serie di valenze nel nostro Paese, e non solo, che sono alla base del buon funzionamento di una nazione: ha valenza educativa, ha valenza sociale, ha valenza aggregativa, ha valenza formativa. Lo sport non è solamente un passatempo, non è solamente un hobby dove si fa un po' di movimento fisico: lo sport è formazione, lo sport è imparare a stare insieme agli altri rispettando le regole; e vivaddio, dallo sport sono passate delle persone che nella vita hanno fatto cose grandissime anche al di fuori dello sport stesso.

La situazione attuale, signor Ministro, purtroppo fa acqua da tutte le parti, perché ho sentito parlare fino adesso di società sportive professionistiche e dilettantistiche, di associazioni, ma sappiamo perfettamente che intorno allo sport gravitano gestione di palestre e tutto l'indotto che gravita intorno ai centri sportivi: le piscine, le palestre, i centri yoga, chessò, i centri di equitazione, del tiro con l'arco; qualsiasi tipo di impianto sportivo ha avuto dei danni impressionanti da questa emergenza COVID-19. Ed è per questo che noi abbiamo proposto con un preciso emendamento di equiparare le associazioni sportive di qualsiasi tipologia alle aziende, alle piccole imprese, in modo che possano avere un accesso facilitato garantito dallo Stato a dei prestiti bancari, signor Ministro. Anche perché il credito sportivo, a detta di molte società, è molto complesso, soprattutto per quelle più piccole, da ottenere.

Vede, signor Ministro, io mi avvio alla conclusione, perché il tempo che ho a disposizione è poco: per lo sport, così come per l'impresa, ci vorrebbero soldi, tanti, subito e a fondo perduto; però so perfettamente che questo rimarrà un sogno in questo momento, perché - l'ho detto poc'anzi - la coperta è corta.

Però, signor Presidente, colleghi deputati, signor Ministro, rendiamoci conto che non usciremo indenni da questa apocalisse, anche per quanto riguarda le attività sportive. E le dico subito fin da ora, signor Ministro: rimbocchiamoci le maniche, e lei stesso si faccia sentire all'interno del Consiglio dei ministri, perché dopo la fine dell'emergenza COVID-19 per far ripartire lo sport, che ne uscirà con le ossa rotte, sarà necessario quasi un piccolo Piano Marshall italiano per lo sport; altrimenti veramente noi le macerie delle attività sportive ce le tireremo dietro per i prossimi decenni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

Provi ad accendere il microfono…perfetto.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, ho una certa dimestichezza con i microfoni, dati i miei trascorsi.

PRESIDENTE. Complimenti.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Spadafora, lei ricorderà quando la interpellai e in qualche modo la coinvolsi qualche anno fa in una bella manifestazione che la federazione sportiva di cui sono dirigente, cioè la Federazione italiana tennistavolo, organizzò qui a Roma, in via dei Fori Imperiali, una bella manifestazione che ebbe un grande successo. Quindi, essendo della materia, ho ben presenti le enormi difficoltà che necessariamente sono da affrontare da parte di chi deve emanare delle direttive comportamentali dettate dal principale interesse, che è la tutela della salute, e di chi quelle direttive deve recepirle e poi rispettarle. Ed è proprio questo il tema su cui vorrei focalizzare il poco tempo che mi è concesso.

Lei ha ricordato il ruolo fondamentale in termini di salute, di socialità, di diffusione dei valori che queste realtà sportive un po' più piccole rappresentano, e che poi non sono legati necessariamente al raggiungimento di un risultato, ma a quello del benessere psicofisico, o comunque sociale, e incaricandosi di interessare una platea giovanile, togliendola di fatto dalla strada, e questo francamente non è poco. Ora, la grande preoccupazione che ci viene rappresentata dalle realtà locali e territoriali riguarda la sostenibilità di questa ripartenza, perché le varie prescrizioni indicate, che riteniamo assolutamente giuste ed opportune, rappresentano però anche un onere supplementare; e quando questo aggravio di spesa riguarda delle discipline, dovrei dire non meno praticate, ma sicuramente meno attraenti economicamente, allora la possibile insostenibilità di questi costi francamente ci spaventa.

Le discipline, come ho detto, minori si svolgono, come lei sa, in strutture pubbliche nella maggior parte dei casi che sono gestite da istituti scolastici. Intanto, c'è da verificare se questi dirigenti scolastici poi saranno propensi…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). …a consentirne l'utilizzo alle associazioni sportive. Poi, su chi ricadranno i costi di tutte le obbligatorie sanificazioni? I comuni saranno in grado magari di assorbire tali costi? Io credo che nella maggior parte dei casi no, perché hanno situazioni di bilancio veramente precarie.

Insomma, c'è questa serie di preoccupazioni che voglio rappresentarle e di timori su questa riapertura. Però, dalle sue parole ho colto veramente degli spunti molto positivi, ed è in base a questi che noi, ritengo, dobbiamo assolutamente accettare, perché differentemente sarebbe la morte del nostro sport. Quindi, io davvero le auguro sinceramente buon lavoro, Ministro Spadafora, e attendiamo fiduciosi i risultati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

Colleghi! Colleghi, per favore! È il penultimo intervento, un po' di silenzio. Prego.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, mi perdonerà se non mi avventuro, non solo per questioni di tempo, nel dibattito sulla riapertura della serie A del campionato di calcio. Io vorrei dirle due cose. La prima riguarda lo sport di base, e in particolare lo sport per i più piccoli. Qui c'è una preoccupazione diffusa, di cui abbiamo già parlato anche in Commissione, che riguarda tante piccole società e associazioni sportive che fanno un lavoro importante con i bambini. Lei ha una storia su questo, ovviamente, che viene anche da prima della politica, quindi capisco le preoccupazioni e l'attenzione che inevitabilmente deve porre su questioni che hanno un impatto economico e di attenzione di milioni di italiani come il campionato di serie A, ma c'è una preoccupazione che riguarda le prossime settimane e i prossimi mesi. Aggiungo che nel momento in cui le scuole restano chiuse e la scuola non si fa carico di che cosa succede quest'estate, abbiamo bisogno che lo sport sui territori insieme ai comuni e alle associazioni diventi quel presidio non solo di educazione fisica, ma un presidio di socialità.

Seconda cosa, e chiudo su questo; voglio chiudere da dove lei ha cominciato, e quindi dal servizio civile: è il momento per strutturare un vero discorso con una prospettiva che sia minimo triennale con una quota importante e stabile di almeno 50 mila volontari, per 270 milioni di euro l'anno. Queste sono parole sue quando ha risposto a un mio question time qualche giorno prima dell'esplosione della crisi del Coronavirus. Ho apprezzato che non si è fermato il servizio civile, che ci sono comunque dei numeri importanti. Lei sta andando ad un Consiglio dei ministri: il miglior momento per fare questo lavoro strutturale su un servizio civile era a metà febbraio, quando m'ha risposto, Ministro Spadafora; il secondo miglior momento è adesso, non è dopo, perché adesso ci dobbiamo occupare di ben altro, comunque importante. Che Paese vogliamo costruire dopo? Che ruolo vogliamo dare strutturalmente a questo servizio civile? Faccia in modo, questa è la mia preghiera, che il Governo a partire da oggi pomeriggio e nelle settimane a venire, trasformi strutturalmente il servizio civile. Grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP). Grazie, Presidente. Signor Presidente, mi rammarica constatare oggi che questo è un Governo che considera la cultura un'attività “di serie B”: scuole, teatri, palestre e tutte le attività culturali e sportive che fine faranno? Chi lo sa. Ministro Spadafora, lo sport è cultura, e come tale va considerato. Lo sport è una parte fondamentale della vita di tutti noi, sia di chi lo pratica a livello agonistico, sia di chi lo pratica a livello amatoriale, ma soprattutto lo sport è una parte fondamentale nell'educazione dei nostri ragazzi. E poi Ministro, lo sport non è solo la serie A, le Olimpiadi, gli Internazionali di tennis, che sono sicuramente importanti. Quando si parla di sport si parla anche delle migliaia di palestre e centri sportivi che oggi annaspano perché non possono più pagare i mutui, gli affitti dei locali, le bollette. Se non si interviene in maniera celere e concreta, più della metà di questi centri educativi non apriranno più. Signor Presidente, quando la politica, purtroppo, si piega alle regole della tecnica, il risultato è il caos, che è quello che stiamo vivendo oggi. Vuole un esempio? L'affermazione del Ministro Spadafora: con un positivo in squadra quarantena di squadra. Dopo chi si allena? Boh, allora, per la stessa proprietà, un positivo nel Governo, il ministro Sileri, il Governo in quarantena.

E poi, signor Presidente, il Ministro parla di un paradosso quando sostiene che la crisi è stata l'occasione di utilizzare risorse che altrimenti lo sport non avrebbe mai avuto. Per me il paradosso è che in un Paese come l'Italia quelle risorse non vengano stanziate ogni anno, purtroppo.

Avviandomi alla conclusione, voglio solo dire che i cittadini hanno bisogno di avere risposte chiare, e concludo, su quando e su come potranno riprendere, ho concluso, in sicurezza le attività sportive. La politica, Ministro, deve avere il coraggio di guardare oltre e agire non solo con scienza, ma anche con coscienza.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente all'ordine del giorno.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2447-A (ore 17,39).

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2447-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2447-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stata da ultimo respinto l'ordine del giorno Lucaselli n. 9/2447-A/16. Avverto che l'ordine del giorno Alessandro Pagano n. 9/2447-A/86, è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo all'ordine del giorno Vizzini n. 9/2447-A/17, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Chiedo al presentatore se intende accettare tale riformulazione. Deputato Vizzini? Va bene.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,40)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti, mi dicono sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente, le dicono bene. Sull'ordine dei lavori, perché si è conclusa da poco una conferenza stampa tenutasi a Berna, durante la quale la Ministra Keller Sutter, che di fatto è la Ministra della Giustizia e della polizia della Confederazione elvetica, ha ribadito che la Svizzera non ha alcuna intenzione di riaprire tutte le frontiere con l'Italia.

Ora, questo è un fatto di per sé scandaloso, perché sono settimane che personalmente, insieme anche ad altri colleghi, cerco di avere delle risposte da parte del Governo. La Svizzera apre le frontiere con tutti i Paesi confinanti tranne che con l'Italia e sono ben 70 mila i lavoratori frontalieri che, dalla Lombardia e dal Piemonte, ogni giorno si recano in Svizzera per lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e devono fare ore e ore di code in macchina per poter andare a lavorare: non è possibile!

Abbiamo sentito che il sottosegretario Scalfarotto ha bevuto un aperitivo con l'ambasciatrice elvetica per risolvere la questione due mesi fa e non è stata risolta.

PRESIDENTE. Immagino, le chiedo scusa…

ALESSIO BUTTI (FDI). Mi scusi Presidente, concludo, su di una telefonata del Presidente Conte…

PRESIDENTE. No guardi, scusi, non ha esaurito il suo tempo, però la volevo invitare - non so se lei vuole - a chiedere che il Governo venga a riferire o a fare una proposta sull'ordine dei lavori.

ALESSIO BUTTI (FDI). Il Presidente Conte è intervenuto con la sua omologa per cercare di affrontare e risolvere il problema dei frontalieri e, allora, noi chiediamo che o nelle Commissioni competenti o in Aula, il Governo venga a riferire, ma soprattutto risponda alle interrogazioni che giacciono in Parlamento. I frontalieri italiani sono lavoratori che pretendono rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Butti. Abbiamo ascoltato la sua proposta, l'ha ascoltata ovviamente anche il Governo e quindi assumeremo le informazioni del caso.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/18 Caretta, accetta la riformulazione?

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. La accetta. Ordine del giorno n. 9/2447-A/19 Ciaburro? Accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2447-A/20 Mantovani, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/21 Furgiuele, favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/22 Stefani c'è una proposta di riformulazione, che è accettata. Ordine del giorno n. 9/2447-A/23 Cecchetti favorevole. Ordine del giorno n. 9/2447-A/24 Cavandoli favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/25 De Martini c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che viene accolta. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/26 Locatelli c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta? Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. No, non accolgo la riformulazione perché abbiamo chiesto a gran voce di dare qualcosa in più alle persone con disabilità. Abbiamo capito che, nell'ambito di questa emergenza, ci sono situazioni economiche devastanti. Le pensioni di invalidità e inabilità già nella norma non sono dignitose e rispettose della vita delle persone con disabilità, che magari hanno anche dei lavori. Abbiamo notato che il Governo li ha dimenticati e trascurati anche nei provvedimenti che sono stati presentati e, quindi, noi chiediamo che non ci sia l'opportunità di valutare, ma chiediamo che vengano aumentate le pensioni di inabilità e di invalidità, perché non sono dignitose e rispettose della vita umana, non sono sufficienti per poter far fronte alle spese, anche aumentate rispetto alla grave emergenza, al recupero di dispositivi di protezione e di disinfettanti, al fatto che bisogna muoversi con delle difficoltà.

Quindi, chiediamo al Governo di impegnarsi più seriamente su questi temi, perché non vediamo traccia di un impegno e di un'inclusione reale per le persone con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/26 Locatelli, con parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Io avevo chiesto di poter votare perché non funzionava da qua sopra il portale e mi stavano aiutando i commessi a entrare nel portale per il voto precedente; l'ho chiesto, mi avete visto e avete fatto la votazione lo stesso; chiedo, quindi, di poter risultare presente alla votazione precedente e di poter segnare il voto, grazie.

PRESIDENTE. Guardi, mi pare del tutto evidente che non è stato visto, altrimenti avremmo interrotto la votazione e l'avremmo replicata. Quando ci siamo accorti, purtroppo, era troppo tardi. In ogni caso, lei ha la piena disponibilità a segnalare il proprio voto e, quindi, il voto sarà registrato a prescindere.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/ 2447-A/27 Tiramani, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/ 2447-A/28 Gerardi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/ 2447-A/29 Zicchieri, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/ 2447-A/30 Gobbato, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gobbato. Ne ha facoltà.

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Grazie Presidente. Allora, possiamo comprendere la valutazione sui vincoli di bilancio, ma la riformulazione “a valutare l'opportunità di” dopo più di due mesi, no, è davvero inaccettabile. La non garanzia di inserire, nel prossimo provvedimento utile, un sostegno concreto per gli asili nido privati e convenzionati dimostra quanto evidentemente questo Governo sottovaluti la grave situazione nella quale si trovano queste strutture e le ripercussioni che potrebbero esserci su tutta l'offerta nazionale. Asili costretti a chiudere il 24 febbraio, attività che rivestono un ruolo socioculturale, educativo e di sostegno alle famiglie straordinario e fondamentale, senza aiuti tangibili e linee guida chiare queste strutture rischiano di non aprire. Non dobbiamo dimenticare che gli asili nido privati e convenzionati coprono il 70 per cento dell'offerta nazionale; quindi, a livello numerico, sopperiscono alle carenze della rete dei servizi pubblici. Capite bene che si rischia di creare un vuoto nell'offerta di un servizio che è essenziale. Il Governo continua ad ignorare il grande contributo che queste strutture danno alle famiglie, ai lavoratori, ai genitori e all'intero Paese. Per l'ennesima volta non solo il Governo non dà risposte e soluzioni concrete ed immediate, ma non ha intenzione di farlo nemmeno nel breve periodo, e francamente questo, secondo noi, è vergognoso. Quindi no, non accettiamo la riformulazione e chiediamo che venga messo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie Presidente, io volevo diciamo sostenere le argomentazioni della mia collega: davvero non si comprende come ancora ci possa essere proposta la riformulazione “a valutare”, cioè sono passati tre mesi, sono passati tre mesi da quando queste realtà non possono più lavorare e non possono più rimanere aperte, e quindi davvero io mi chiedo cosa abbiate ancora la necessità di valutare, cosa abbiate ancora la necessità di capire e di comprendere. Io vengo da una città, da un capoluogo come Milano, che avrà grandi problemi da qui a qualche mese, perché il rischio è che, con le chiusure di adesso, questi asili nido privati convenzionati abbiamo dei grossi ammanchi nei propri bilanci. Questo vuol dire - lo dico non solo ai parlamentari eletti a Milano, ma anche a tutti gli altri - che rischiano di non aprire neanche nei mesi dopo l'estate; questo vuol dire che sulla rete assistenziale pubblica arriverà un peso, una mole di richieste, di esigenze da soddisfare che non sarà possibile per il pubblico soddisfare. E, allora, davvero non si riesce a comprendere come il Governo non capisca la necessità urgente e impellente di mettere mani al portafoglio e di dare un aiuto a queste realtà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io davvero non riesco a capire come, dopo tre mesi, si sia ancora qui con un esponente del Governo - ovviamente non ne do colpa a lei, però lei è qui oggi a questo ingrato compito - come il Governo non riesca ancora a capire come si deve comportare di fronte a queste realtà. è per quello che giustamente la mia collega ha detto che erano accettabili i richiami al bilancio e alle necessità di bilancio, ma non “a valutare l'opportunità di”: sono passati tre mesi, queste realtà non hanno i soldi sul bilancio, hanno perso delle entrate e rischiano di chiudere anche a settembre o ottobre. E i bambini che oggi vanno negli asili nido privati convenzionati, se queste realtà chiudono, domani, a Milano come in altre realtà, dove andranno? è questa la domanda alla quale dovreste dare una risposta e io davvero non riesco a capire come da parte vostra, di fronte a questa realtà, a questa esigenza che è concreta, che è ritagliata nella vita delle persone reali - quei genitori che avranno la fortuna di andare a lavorare non sapranno dove mettere i propri figli e i propri bambini - come da voi ci possa essere come unica risposta l'indifferenza totale. Beh, io credo che un Governo non possa mai mostrarsi indifferente di fronte alle richieste delle persone, dei cittadini e, in questo caso, di tante famiglie(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/30 Gobbato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/31 Garavaglia, che è accolto con parere favore del Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/32 Zoffili, con una proposta di riformulazione. Lasciamo la parola al deputato Zoffili.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Governo, su questo ordine del giorno, dice che è favorevole, ma vuole valutare “l'opportunità di”. Io aggiungo: di aprire o non aprire gli studi dei tatuatori. Quella dei tatuatori è una categoria di persone che lavorano, sono, pensate, 7 mila imprese in Italia, è un settore che vale circa 300 milioni di euro. E la peculiarità, signor Presidente, è che negli studi dei tatuatori, sottosegretario Zampa, già prima dell'emergenza COVID si operava, si lavorava in totale sicurezza, con i guanti, con la mascherina. Chi fa un tatuaggio è un singolo di fronte al tatuatore e lo stesso vale per chi vuole fare un piercing. Non riusciamo a capire perché questo Governo si ostini a voler tenere chiuse, tenere a casa, queste 7 mila imprese che contano anche altri dipendenti, che contano delle famiglie. Io ho scoperto il mondo dei tatuatori, non ho un tatuaggio, ma me lo farò assolutamente presto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); in quest'Aula ci sono dei colleghi deputati che ce l'hanno e il tatuaggio è un'arte antica, antica come l'uomo, che merita rispetto. E dietro i tatuatori ci sono delle famiglie. Io ho scoperto da vicino questa problematica, di queste persone che vogliono lavorare, attraverso un mio compagno di scuola che mi ha telefonato e mi ha detto: io ho uno studio, ho anche dei dipendenti, ho dei bimbi a casa e voglio lavorare, noi lavoriamo già in sicurezza, vogliamo poter continuare a farlo.

Signor Presidente, per suo tramite mi rivolgo al Governo e al sottosegretario; come dicevo, queste persone lavoravano già in sicurezza, l'unica difficoltà, magari, sarà riuscire a trovare quelle mascherine che il commissario Arcuri ha promesso a 50 centesimi e che sono introvabili nei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), soprattutto nella nostra Lombardia martoriata dall'emergenza Coronavirus, così come i guanti sono introvabili nei nostri negozi e nei supermercati.

Quindi, chiediamo al Governo di rivedere il parere; non conosco le consuetudini della Camera, perché sono un nuovo deputato, è la mia prima legislatura, la XVIII, non so se può magari anche dire una parola adesso il sottosegretario Zampa; il parere deve essere rivisto e deve essere favorevole, senza tentennamenti. Facciamo lavorare queste 7 mila persone e se non cambia parere il Governo, diamo la parola a ogni deputato, diamo la parola al Parlamento e tutti insieme - faccio un appello alla maggioranza, al Partito Democratico, a Italia Viva, all'opposizione - mandiamo a lavorare almeno queste 7 mila persone; il mood della Lega è ripartire in sicurezza, questi erano in sicurezza già da prima. Mandiamo a lavorare i tatuatori e chi fa i piercing, grazie. E, così come loro, ci sono un sacco di altre categorie che vogliono ripartire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. L'emergenza COVID-19 ha reso ancora più evidente la necessità di una norma che chiarisca e definisca anche il ruolo e la professionalità dei tatuatori stessi; credo che sia giunto il momento per questo. All'esame di questo Parlamento, delle Commissioni congiunte Attività produttive e Affari sociali vi sono più proposte di legge in questo senso che finalmente ne definiscono e caratterizzano il ruolo, la posizione. Il rischio è sempre di altalenare tra i massaggiatori e i terapisti, tra i parrucchieri e i barbieri, funzioni tutte non specifiche rispetto alla professionalità che questa categoria, viceversa, sa esprimere e può esprimere.

Concordo appieno con quanto è stato detto dal collega che mi ha preceduto, perché obiettivamente lavorano e operano in sicurezza, forse, talvolta meglio e più degli stessi colleghi medici. Hanno un modello di approccio al cliente che è un modello di straordinaria protezione.

Ora, suggeriamo ulteriori indicazioni, come da loro stessi sono state offerte; hanno formulato un protocollo, hanno suggerito un'indicazione, hanno, insomma, chiesto soltanto di poter operare in condizioni di assoluta sicurezza, anche per evitare quel fenomeno, che abbiamo registrato sul web in questi mesi, dell'abusivismo. Abbiamo trovato sul web foto di soggetti con la scritta “COVID-19” e quello è il fenomeno peggiore; l'abusivismo significa lavorare casa per casa in luoghi insalubri, in condizioni igieniche vergognose (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quella è la cosa che dobbiamo combattere e per combattere quella cosa dobbiamo consentire a questa categoria di professionisti di poter operare in condizioni di sicurezza.

Per questa ragione, Presidente, attraverso di lei, chiederei, da una parte, al Governo di valutare un'eventuale modifica del parere, ma, sempre attraverso di lei, chiederei al collega presentatore di questo ordine del giorno di accogliere anche la mia firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Brevemente, perché ieri mi era capitato di provare a muoverci sulla linea del buonsenso e io credo che abbia ragione il collega che ha presentato questo ordine del giorno. Chi di noi ha fatto dei tatuaggi sa perfettamente come questi vengono fatti quando ciò avviene in modo regolare; ma, d'altra parte, come ricordava il collega Russo, quando vengono fatti in modo irregolare o abusivo, senza le normali norme di garanzie e di sicurezza, purtroppo, sono abbastanza incontrollabili, bisogna soltanto che accada di “pizzicarli” e, poi, eventualmente, come per qualunque altra attività, punirli. Ma la stragrande maggioranza di coloro che operano i tatuaggi lo fa esattamente con tutte quelle norme di sicurezza che noi stiamo introducendo adesso per altre attività e risponde alla stragrande maggioranza dei requisiti e lo dico rivolgendomi a una persona che so sensibile e attenta com'è la sottosegretaria Zampa. Tanto che, già adesso, se applicassero il loro modello precedente al COVID, starebbero, secondo me, in maniera molto più avanzata all'interno delle norme di sicurezza.

Peraltro, vorrei soffermarmi sul fatto che non stiamo prevedendo una norma di legge, dentro un decreto-legge. Stiamo, magari, con un ordine del giorno - non a “valutare l'opportunità” - invitando il Governo, visto che dovrà fare dei provvedimenti nei quali probabilmente delle ulteriori indicazioni sulla sicurezza per determinate attività verranno date, a riflettere sul fatto che in maniera un po' frettolosa si è pensato di uniformare questa a qualunque altro tipo di categoria o sul fatto che solo perché sono 7 mila magari li lasciamo indietro, quando, invece, potrebbero essere avanti , dato che già applicano molte di quelle norme di sicurezza. Quindi, la riflessione e l'invito che faccio al Governo, sempre nell'ambito delle possibilità, non mi sembra una cosa rivoluzionaria, è una riflessione su un ordine del giorno che semplicemente chiede al Governo di considerare bene la specificità di persone che già operano in sicurezza e di non tenerle in fondo alla categoria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, Presidente, avevo rinunciato. Dovrebbe intervenire la collega Montaruli, credo.

PRESIDENTE. Prima della deputata Montaruli c'è una richiesta di intervento per richiamo al Regolamento da parte del deputato Ziello, che ha la precedenza, quindi le lascio la parola. Ovviamente ce lo circostanzi, cortesemente. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, faccio un richiamo all'articolo 37. comma 1, del Regolamento, che dice che i rappresentanti del Governo hanno facoltà di parola ogni qualvolta lo richiedano. Secondo me quest'ordine del giorno ha aperto un dibattito importante: il settore del tatuaggio, come è stato ricordato, vale circa 400 milioni di euro, e crediamo che in un momento particolare come questo ci sia bisogno di dare una spinta propulsiva a un nostro settore economico dove già i lavoratori lavoravano in completa sicurezza, come ha ricordato il collega Giachetti poc'anzi, quindi debba avere il diritto sacrosanto di poter tornare a lavorare, come faranno a breve anche i parrucchieri, i ristoratori e i baristi. In questo momento, signor Presidente, non c'è bisogno di nessuna guerra tra poveri, quindi chiediamo al Governo…

PRESIDENTE. Deputato Ziello, le chiedo scusa, ma lei non sta facendo un richiamo al Regolamento, sta facendo un intervento di merito.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). No, le ho fatto un richiamo al Regolamento abbastanza contestualizzato. Chiediamo al sottosegretario di cambiare il parere su un ordine del giorno che è condiviso praticamente dalla maggioranza di quest'Aula…

PRESIDENTE. No, l'articolo 37 del Regolamento richiama un articolo della Costituzione italiana: il Governo può parlare quando desidera. Lei gliel'ha ricordato, bene, la ringrazio, però non può fare un intervento di merito. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, anche Fratelli d'Italia ha presentato un ordine del giorno in merito, che ricalca quello dei colleghi della Lega – che prego di voler accettare anche la mia firma -, ed è l'ordine del giorno n. 9/2447-A/92. Questo perché credo che, se ci spogliamo un attimo da certi pregiudizi per i quali in questo momento ho visto alcuni esponenti della maggioranza fare dei gesti come se ci comportassimo nei confronti di questa categoria come se fosse una categoria figlia di un dio minore, in realtà questi lavoratori adottano delle misure di sicurezza che già in una situazione ordinaria hanno dei protocolli, esattamente come quelli che in questo momento il Governo sta proponendo a tante altre categorie: usano già la mascherina, fanno già di fatto distanziamento, perché molte volte non permettono all'interno dei propri locali l'ingresso a più di una persona: nel momento in cui tatuano, infatti, c'è solo il tatuatore e il cliente e usano tutte le norme igieniche possibili e immaginabili.

Devo dire che questa categoria è stata di fatto dimenticata, e noi oggi ci troviamo a dover compensare in realtà una dimenticanza, perché nei vari codici ATECO che si sono susseguiti nei vari DPCM questo codice ATECO, che fa riferimento alla categoria dei tatuatori, non è comparso, quindi loro, in realtà, sono al centro di una dimenticanza, di un vuoto. Non possiamo dimenticare questa categoria di lavoratori, non possiamo e non dobbiamo, perché dobbiamo dare risposte in realtà a tutti. Ringrazio il collega Giachetti per aver voluto, anche da banchi della maggioranza, dare un'attenzione rispetto a questi ordini del giorno, chiedo quindi, senza andare oltre poi, successivamente, nella discussione del mio, di poter valutare per entrambi gli ordini del giorno un parere pienamente positivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intanto vorrei chiedere cortesemente - lo hanno già fatto i commessi per nostro conto - al deputato Sgarbi di prendere posizione rispettando le regole del stanziamento e tutte le regole che ci siamo dati, perché qui siamo tutti uguali, Vittorio Sgarbi. Dovrebbe cortesemente… Ci sono delle posizioni disponibili libere - mi pare - nel terzo settore, come ci segnalavano. Grazie. La deputata Montaruli ha parlato, mi pare che il Governo non abbia nulla da aggiungere, la proposta di riformulazione non è stata accolta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Presidente, mi associo alle dichiarazioni dei precedenti colleghi che sono intervenuti.

Ma voglio ricordare che, come per i tatuatori, per i parrucchieri, per i centri estetici, queste sono tutte attività - e dobbiamo ricordarlo nella discussione di quest'ordine del giorno - che, a differenza di altre, che magari in qualche modo hanno potuto aprire i battenti, hanno dovuto resistere con 600 euro al mese, anticipando la cassa integrazione ai loro dipendenti, pagando spese vive, pagando spesso gli affitti dei propri saloni, perché ricordiamo che è un credito di imposta al 60 per cento e non di un'esenzione dell'affitto. Io ho incontrato tantissimi tatuatori, tantissimi saloni, tantissimi centri estetici, che in questi giorni hanno vissuto giorni drammatici, e faccio un appello al Governo: fate presto a riaprire, a dare le linee guida, i protocolli sanitari per riaprire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché non possiamo aspettare il Ministro Boccia che ci viene a dire che i protocolli sanitari non sono ancora pronti. Avete avuto mesi per preparare questi protocolli sanitari, e una task force del genere doveva già averli preparati! Ci sono persone che hanno bisogno di lavorare, che aspettano da mesi di lavorare, e voi avete il dovere politico e amministrativo di dare delle risposte. Approviamo quest'ordine del giorno e date un segnale a tutta l'Italia che la gente ha voglia di lavorare e che voi date loro il diritto e la possibilità di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/32 Zoffili, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/33 Formentini c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: è accolta. Ordine giorno numero n. 9/2447-A/34 Plangger: parere favorevole.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, solamente per chiedere di essere autorizzato a sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2447-A/34 Plangger.

PRESIDENTE. Sta bene, e ribadisco che il Governo ha dato parere favorevole. Quindi passiamo all'ordine del giorno numero n. 9/2447-A/35 Maccanti, sul quale vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/36 Labriola c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/37 Ruffino c'è una proposta di riformulazione: ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Presidente, penso che sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/37, a mia firma, sia impossibile accettare la riformulazione, che recita: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Quest'ordine del giorno riporta un tema che preoccupa gli amministratori e le famiglie, ed è quello legato al trasporto pubblico locale, al trasporto scolastico. Sono portata a pensare, signor Presidente, e per suo tramite lo dico al rappresentante del Governo, e lo dico in modo accorato, che allora ci potranno essere dei rincari su questo tipo di servizio, semplicemente perché i vincoli di bilancio potrebbero non postare risorse sufficienti.

Oggi, 13 maggio, noi non sappiamo come si formeranno le classi, non sappiamo come si svolgerà il trasporto per i nostri alunni, in particolare per quelli che provengono da zone più disagiate. Ma sta capitando un altro fatto gravissimo: si sta nuovamente limitando la libertà delle famiglie, che ancora non sanno dove, in funzione del trasporto pubblico, potranno iscrivere i loro figli, soprattutto per la scuola superiore, per chi ovviamente arriva da fuori zona. Penso che questo fatto sia inaccettabile. Ed allora non posso esimermi dal fare un grande applauso al collega Tiramani per ciò che ha fatto nel suo comune, a Borgo Sesia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier): di fronte alle mancate risposte del Governo, il collega si è attivato e ha offerto ai propri cittadini un servizio; significa che anche per il trasporto scolastico i cittadini - i genitori - si dovranno organizzare per garantire ai propri figli l'accesso alla scuola.

Ma, sappia anche, signor Presidente e per suo tramite il Governo, che non siamo neppure in grado di dare delle garanzie ai titolari di trasporto pubblico. Io penso che il Governo ci debba delle risposte. Io credo che i nostri concittadini, tornando a casa, debbano sapere che cosa succederà a settembre: troppi punti interrogativi; e ritengo anche che, per dignità di parlamentare, sia inaccettabile una riformulazione di questo genere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/37 Ruffino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/38 Napoli il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/39 Butti, su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. Innanzitutto, desidero scusarmi con lei per la concitazione con cui sono intervenuto poco fa: lei sa che non è il mio stile, però la pazienza è francamente colma. Venendo, invece, a questo ordine del giorno, io l'avevo già anticipato all'onorevole sottosegretario questa mattina, in tempi non sospetti, erano le 9,05, intervenivo per l'illustrazione e le avevo spiegato che non avrei accettato una riformulazione di rito con la solita frasetta “a valutare l'opportunità di”. Qui non c'è da valutare l'opportunità di intervenire, qui occorre oggettivamente intervenire e farlo anche in fretta.

Semmai, se proprio dobbiamo parlare di opportunità, sono quelle che il Governo dovrebbe sfruttare e che sono messe a disposizione, nostro malgrado, dalla pandemia che stiamo vivendo, cioè voi dovete tesaurizzare quello che di nuovo, quello che di inedito accade, e cercare di disciplinare questi nuovi scenari.

Ma insomma, cosa vuol dire valutare l'opportunità di promuovere la sicurezza informatica? La sicurezza informatica va garantita, punto: punto e basta, sia per la pubblica amministrazione, sia evidentemente per le aziende private. Onorevole sottosegretario, lei sa che, non più tardi di qualche mese fa, noi abbiamo votato in Parlamento un provvedimento importante, che riguardava il perimetro di sicurezza nazionale, e quel provvedimento ha ottenuto l'astensione da parte della minoranza, come un atto di fede rispetto a quello che poi avreste dovuto fare in seguito. Quindi, come si può pensare oggi di valutare l'opportunità di garantire la sicurezza informatica, oppure di valutare l'opportunità per quanto riguarda l'adeguamento della materia del diritto del lavoro per le nuove tipologie professionali? Ma come potete pensare? Io spero che, in una sorta di resipiscenza, lei voglia veramente rivedere il suo parere e trasformarlo in parere favorevole. In caso contrario, chiederemo la votazione all'Aula e chiederemo che il Governo e l'Aula si assumano la responsabilità di dire “no” o “sì” a quanto noi abbiamo appena sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/39 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/40 Luca De Carlo, vi è una proposta di riformulazione che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/41 Prisco, vi è una proposta di riformulazione che viene accolta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/42 Caiata, su cui vi è una proposta di riformulazione Il deputato Caiata chiede di parlare. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). No, Presidente, non posso accogliere questa richiesta di riformulazione, non la posso accogliere per dignità e non la posso accogliere per rispetto a tutte quelle categorie che, da mesi, aspettano da questo Governo delle risposte e a cui, oggi, noi non possiamo dire che ci impegniamo “a valutare l'opportunità di”.

Questo è un atteggiamento ignavo, signor Presidente. Ignavo vuol dire colpevole di viltà, di fronte alla responsabilità del proprio Stato. Allora, chi vuole governare deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non deve avere la viltà di rifuggire alle proprie responsabilità.

Vede, signor Presidente, ci viene detto da molti giorni che c'è l'urgenza di emanare dei DPCM. Noi abbiamo anche capito questa urgenza fino a un certo punto, ma non capiamo come oggi non ci sia la stessa urgenza, di fronte a probabili aperture il prossimo lunedì, di emanare dei protocolli sanitari condivisi, che diano ai nostri commercianti, ai nostri professionisti, ai nostri estetisti, ai nostri parrucchieri e ai nostri ristoratori, la certezza di poter riaprire rispettando un protocollo sanitario.

Allora, se il Governo non vuole assumersi questa responsabilità, perché probabilmente non sa come fare questi protocolli sanitari e, probabilmente, non sanno come fare questi protocolli sanitari anche tutte le task force che hanno nominato, allora fatevi aiutare; fatevi aiutare dalle associazioni di categoria, fatevi aiutare da tutti coloro che quell'attività la devono svolgere e che potranno darvi degli utili consigli su questi provvedimenti che vanno emanati.

Noi capiamo la necessità di ponderare la sicurezza sanitaria, ma questa sicurezza sanitaria va ponderata con chi tutti i giorni quell'attività la deve esercitare. E non potete pensare di emanare protocolli sanitari senza mai essere entrati in un ristorante o senza mai essere stati su una spiaggia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché queste persone che lavorano tutti i giorni vi possono insegnare come si fa il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caiata n. 9/2447-A/42.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ricordo ai colleghi deputati che non si può mangiare e bere in Aula.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/43 Zucconi.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per dire che accetto la riformulazione che attesta, da parte del Governo, un cambiamento nella disponibilità a valutare di evitare l'uso improprio dei DPCM.

PRESIDENTE. Pertanto, la proposta di formulazione è comunque accolta. Passiamo, dunque, all'ordine giorno n. 9/2447-A/44: il parere del Governo è favorevole. Sull' ordine del giorno n. 9/2447-A/45 Mollicone, parere favorevole. Con riferimento al precedente ordine del giorno, l'ho chiamato per numero, ma non ho detto che il primo firmatario è il deputato Ciro Maschio. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/45, invece, il deputato Mollicone, nonostante ci sia il parere favorevole del Governo, vuole la parola. Comunque, ha quasi esaurito il suo tempo. Prego, ma solo se lo vuole porre in votazione.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Solo per dire che accettiamo e che siamo soddisfatti.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2447-A/46 Baldini: parere favorevole da parte del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/47 Deidda vi è una proposta di riformulazione: viene accolta? E' accolta la proposta di riformulazione da parte del Governo. Abbiamo ora l'ordine giorno n. 9/2447-A/48 Meloni, su cui chiede di parlare il deputato Foti, anzi no, mi correggo, il deputato Prisco. Prego, a lei la parola.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, per suo tramite mi rivolgo al sottosegretario…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, il parere del Governo - lo avevo omesso - è contrario. Ad ogni modo, l'indicazione del deputato Foti forse era pertinente, perché lei non può parlare, avendo già svolto due interventi e avendo già esaurito il suo tempo. Verifichiamo. Lei ha parlato sugli ordini del giorno n. 9/2447-A/7 Rotelli e n. 9/2447-A/14 Ferro: qui è tutto registrato. Chiedo scusa, do quindi la parola al deputato Foti, come inizialmente concordato.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, io penso che siamo di fronte ad una decisione che è politica da parte del Governo, ma che è anche tecnicamente sbagliata da parte del Governo. Vede, pochi istanti fa, il collega Zucconi ha giustamente accolto la riformulazione dell'ordine del giorno da lui presentato.

Un ordine del giorno che, signor Presidente, contiene un giudizio di merito sui decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati a seguito di decreto-legge, perché l'ultimo capoverso delle premesse dell'ordine del giorno accolto dal Governo, testualmente recita: “L'utilizzo dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, ad avviso del firmatario del presente atto, risulta improprio e illegittimo”. Quindi, il Governo ammette che, fino ad oggi, ha posto in essere degli atti amministrativi impropri ed illegittimi a seguito di decreti-legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma la questione è un po' più sottile perché, a questo punto, passiamo dalle dichiarazioni di un tempo delle leggi ad personam, agli ordini del giorno contra personam (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché se l'onorevole Meloni non fosse stata prima firmataria di questo ordine del giorno, almeno il Governo la mossa di dire “applichiamo la stessa riformulazione proposta per il collega Zucconi”, cioè di inserire “a valutare l'opportunità di”, la doveva fare tutta, perché si sarebbe letto testualmente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di non intervenire sull'esercizio delle libertà fondamentali dei cittadini, né con lo strumento del decreto-legge né tanto meno attraverso decreti del Presidente del Consiglio dei ministri o singoli ministri e a sottoporre alla preventiva approvazione parlamentare ogni provvedimento che contempli una possibile limitazione di diritti e libertà fondamentali”.

E' quanto si è detto nella discussione di ieri ed è la premessa da cui è partito l'onorevole Ceccanti, allorquando, sostenendo la validità della riformulazione presentata dal Governo agli emendamenti al riguardo, diceva che con questo emendamento limitiamo il ricorso ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Ebbene, il Governo cosa dice? Dice semplicemente questo: se la richiesta la fa l'onorevole Zucconi e l'onorevole Zucconi dice che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è illegittimo, va bene; se la richiesta la formula in modo decisamente diverso, ma di uguale contenuto, l'onorevole Meloni diventa un caso di Stato e bisogna esprimere parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E allora, scusatemi, ma non ci può essere una contraddizione in termini di questo tipo, signor rappresentante del Governo: ne bis in idem, questo è il problema!

Noi riteniamo fondamentale che, a questo punto, il Governo dica almeno che fa la proposta di riformulazione, perché sull'ordine del giorno dell'onorevole Zucconi neanche vi siete preoccupati delle premesse che erano forse le uniche che avreste dovuto leggere; nell'ordine del giorno dell'onorevole Meloni vi siete limitati a leggere - e, aggiungo, difficilmente a comprendere - un dispositivo che è un dispositivo chiarissimo, che è un dispositivo che non va contro legge, che è un dispositivo che rispetta la legge e la Costituzione.

Quindi, io chiedo, signor Presidente, prima di passare al voto, che il Governo, quanto meno, faccia la proposta di riformulazione. Poi, la proponente deciderà sul punto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Foti.

Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, se la cultura, il pensiero, la letteratura hanno ancora credito, devo ricordare che, qualche giorno fa, e oggi anche in Francia, è stato presentato un appello al Presidente della Repubblica, firmato da Bernard-Henry Lévy, da Tahar Ben Jelloun, da Petros Markarīs,  da Giulio Giorello, persone il cui pensiero va rispettato e ascoltato con attenzione, al di là dei principi costituzionali che hanno indotto in questa lettera a fare riferimento al presidente Cartabia, al presidente Cassese, al grande scrittore premio Nobel, Vargas Llosa e alla responsabile per i diritti umani dell'ONU, Michelle Bachelet. Mi pare che siano persone che andrebbero ascoltate nel chiedere il ripristino dei diritti costituzionali e la fine del fascismo e di una milizia che interrompe la normale vita delle persone, impedendo loro, per esempio, di stare all'aria aperta. Trovo, quindi, molto lodevole che, con uno spirito democratico e culturale, il presidente Meloni abbia scritto quello che è oggi motivo di un redde rationem: occorre che il Governo risponda e smettano attitudini totalitarie e criminali contro i cittadini.

Quelle formule non possono non essere condivise da ogni parte di questo Parlamento, in nome anche di quegli scrittori, il cui nome è oggi nella lettera al Presidente della Repubblica. Pur riconoscendo l'attuale fase che sta vivendo l'Italia, il chiaro carattere dell'emergenza, rimane comunque il fatto che anche la legislazione dell'emergenza deve preoccuparsi di rispettare i principi dello Stato di diritto. Quindi, il carattere fortemente limitativo delle misure previste per il contenimento dell'epidemia imporrebbe la promulgazione di una legge o, comunque, di un atto normativo di rango primario. Parole perfette e democratiche, che ognuno di noi dovrebbe ritenere proprie.

Al contrario, il decreto-legge, fonte di rango secondario, e l'adozione, per sua delega, di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, che prevedono la compressione di diritti fondamentali, è palesemente incostituzionale! Va denunciato ad alta voce dall'Europa! Io non credo che possiamo sottovalutare una parte di posizioni assunte da ogni parte del mondo rispetto alle Costituzioni, che in Italia sono violate come in nessun altro Paese. La compressione dei diritti fondamentali è palesemente incostituzionale, stante il fatto che proprio la Costituzione opera una chiara riserva di legge su tali aspetti.

Allora, se queste parole sono così precise, cosa continuiamo a fare qui contro l'evidenza, portando le penose mascherine, imposte da un grande affare di multinazionali? 660 milioni di mascherine, andando verso l'estate, quando i segnali, per esempio oggi a Roma, dicono contagi zero e morti zero! Vogliamo vedere la realtà e toglierci la maschera o dobbiamo dare agli italiani l'immagine ed essere ipocriti, falsi, bugiardi, nel tentativo finto di riparare la loro vita ed impedire che riprenda la vita normale, in nome della Costituzione? Credo che la Meloni abbia fatto un gesto alto e debba essere sottoscritto da tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meloni n. 9/2447-A/48, con parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno Osnato 9/2447-A/49, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Ordine giorno Gemmato n. 9/2447-A/50, il parere del Governo è favorevole.

Ordine giorno Foti n. 9/2447-A/51, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno Boldi n. 9/2447-A/52, c'è una proposta di riformulazione che viene accolta.

L'ordine del giorno Gelmini n. 9/2447-A/53 è stato ritirato.

Ordine del giorno Mammì n. 9/2447-A/54, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Parere favorevole sugli ordini del giorno Ianaro n. 9/2447-A/55, Baroni n. 9/2447-A/56, Nesci n. 9/2447-A/57, Trizzino n. 9/2447-A/58, Tripodi n. 9/2447-A/59, Alaimo n. 9/2447-A/60, Martinciglio n. 9/2447-A/61, Amitrano n. 9/2447-A/62, Galizia n. 9/2447-A/63.

Ordine del giorno Battelli n. 9/2447-A/64, viene accolto come raccomandazione: suppongo vada bene.

Ordine del giorno Maraia n. 9/2447-A/65, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Parere favorevole sugli ordini del giorno Tuzi n. 9/2447-A/66 e Casa n. 9/2447-A/67.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2447-A/68 Vacca.

Chiede di parlare il deputato Vacca. Ne ha facoltà, il suo ordine del giorno risulta accolto come raccomandazione.

GIANLUCA VACCA (M5S). Grazie, Presidente, infatti, volevo intervenire proprio su questo, perché volevo chiedere al Governo se è possibile rivedere un attimo questa proposta di accoglimento come riformulazione, perché l'ordine del giorno già prevede la formula “a valutare l'opportunità di”. Siccome qui stiamo parlando oltretutto di un argomento di cui si discute in queste ore, ossia la riapertura e la ripartenza di tutte quelle attività culturali dello spettacolo dal vivo, è un argomento delicato e importante per un Paese ovviamente come l'Italia. Lunedì, sappiamo, riapriranno musei, mostre e biblioteche. Si sta discutendo su come riavviare anche ovviamente la ripartenza di tutti quegli enti dello spettacolo, che invece sono ancora fermi. C'è stato, però, anche ieri, un incontro al Ministero con il Ministro Franceschini, proprio con le associazioni rappresentative.

Questo ordine del giorno, in particolare, chiede di prevedere, nella predisposizione di questa riapertura e avvio delle attività, anche una delle iniziative e misure per quella fase propedeutica agli spettacoli, ovvero le prove e tutte quelle attività che sono necessarie e propedeutiche agli spettacoli. Quindi, con questo ordine del giorno, che prevede - ripeto - già la formula “a valutare l'opportunità di”, chiediamo di prevedere anche questo. Oltretutto, questo argomento è anche uscito fuori all'incontro, di cui parlavo prima, di ieri, al Ministero. Quindi, chiedo al Governo se è possibile accoglierlo come ordine del giorno, con questa formulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Sì, il Governo aveva formulato questo parere, avendo lavorato su un testo precedente, che non era introdotto da “a valutare l'opportunità di”. Quindi, sì, parere favorevole.

PRESIDENTE. Bene, la ringrazio.

Prima di passare, dunque, all'ordine del giorno n. 9/2447-A/69 Gallo, - mi dispiace doverlo fare ogni tanto, annoiando i colleghi - ricordo che le mascherine vanno indossate in maniera corretta, a copertura del naso della bocca. Quindi, non possono stare né sotto al mento, né sulla testa. Quindi, è una prescrizione che ci vede coinvolti tutti, è una decisione presa dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e siamo tenuti tutti, per rispetto reciproco, oltre che dell'Aula e del nostro personale, a ottemperare a questa disposizione.

Ricordo il parere favorevole sugli ordini n. 9/2447-A/69 Gallo, n. 9/2447-A/70 Perantoni, n. 9/2447-A/71 Brescia, n. 9/2447-A/72 Grimaldi, n. 9/2447-A/73 Grillo e n. 9/2447-A/74 Corda.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/75 Perconti c'è una proposta di riformulazione avanzata dal Governo, che viene accolta dall'interessato.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/76 Giarrizzo, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/77 Baldelli, proposta di riformulazione, che viene accolta dal firmatario.

Ordine del giorno n. 9/2447-A/78 Novelli, viene accolto come raccomandazione. Il deputato Novelli non accetta. Prego, a lei la parola. Diamo voce al microfono dell'emiciclo, proviamo. Prego.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor sottosegretario, io ho un profondo rispetto della sua persona e del suo lavoro. Durante la discussione in Aula della conversione del decreto-legge, ho ritirato un emendamento, annunciando che poi questo emendamento sarebbe stato trasformato in ordine del giorno. Io credo che questo atto di indirizzo debba, da parte sua, ricevere una valutazione più approfondita. Noi sappiamo che i servitori dello Stato, che si trovano a gestire l'emergenza e che sono sul campo, oltre a trovarsi in condizioni nuove, inusuali, difficili, devono essere rispettati anche nella tutela della loro salute, che poi diventa anche la tutela della salute delle persone che incontrano.

Allora, ci siamo sempre giustamente concentrati prioritariamente sui medici, sugli infermieri e sul personale sanitario, ma esiste un mondo, un mondo di volontari direttamente impegnati nella gestione dell'emergenza sanitaria e nel controllo del territorio, tra cui - e dico tra cui - il personale sanitario e sociosanitario, il personale delle Forze di polizia tutte (Carabinieri, Forze armate, Vigili del fuoco), che sono impegnati direttamente sul territorio e noi tutti abbiamo consapevolezza di come la stragrande maggioranza di queste persone, di questi servitori dello Stato non sia dotata di strumenti di protezione idonea. Non è che ogni qualvolta interveniamo in Aula noi dobbiamo riportare le nostre esperienze personali, ma le nostre esperienze personali servono per far sì che le leggi che noi andiamo a promulgare possano essere più aderenti alla realtà. Quante volte ci siamo sentiti dire da nostri amici, colleghi o conoscenti che sono nelle Forze dell'ordine o nell'Esercito e che sono impegnati sul territorio: “Noi stiamo usando delle mascherine di carta, le usiamo da giorni, non ci vengono forniti i sistemi di protezione”. Bene, questo non è degno di uno Stato che, attraverso i suoi uomini, cerca di gestire un'emergenza sanitaria e un controllo del territorio inusuale, anomalo.

Allora, io credo che questo ordine del giorno accolto come raccomandazione sia un accoglimento debole, che meriterebbe più attenzione, anche perché questo ordine del giorno è volto a garantire prioritariamente a queste persone, Forze dell'ordine (Polizia, Carabinieri, Esercito, Corpi volontari che sono sul territorio, Vigili del fuoco) un qualcosa che lo Stato gli deve, gli deve. Quindi, io le chiedo, anche in virtù della situazione attuale, che è una situazione in cui c'è carenza di tamponi, c'è carenza di reagenti, di test diagnostici, di cercare di finalizzare anche la gestione di questi strumenti alle persone che sono impegnate sul territorio a tutela della nostra salute e nella difesa dei nostri diritti e anche nella gestione dei nostri doveri, perché anche questo fanno. Quindi, le chiedo, se è possibile di rivedere il parere, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Governo?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sì, ritengo opportuno il parere favorevole (Applausi).

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Sottoscrivo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/79 Spena c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/80 Bellucci il parere è favorevole.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2447-A/81 Paolo Russo.

Chiede la parola il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Sarò telegrafico, perché torniamo sulla questione dei tatuaggi, solo per puntualizzare una questione: perché siamo a chiedere questo al Governo? Siamo a chiedere questo perché c'è una elevata disomogeneità regionale, che deriva ovviamente dalle diverse normative regionali e l'abusivismo, Presidente, è “covidogeno”; è naturalmente “covidogeno”. Non esiste una legge nazionale che disciplina in modo organico la materia e quindi il tutto è ancora reso più complicato e più difficile. Ci sono due modifiche all'ordine del giorno che ho presentato, suggerite dal Governo: una è “a valutare che, rispetto alla istituzione di un osservatorio”, e posso comprenderlo questo, nel senso che capisco che è una valutazione ulteriore, che si può fare: per quanto è necessario un osservatorio, potrebbe essere strumento essenziale, proprio in questo periodo, un osservatorio radicato al Ministero della Salute, per garantire quelle tutele necessarie, non soltanto ai tatuatori e ai loro collaboratori, ma soprattutto ai tanti cittadini.

L'altro impegno, io provo a suggerire: “a garantire fin dalle prossime ore”; ma se togliamo “fin dalle prossime ore”, utilizziamo perlomeno l'espressione “quanto prima”, in modo tale da non dare una indicazione di carattere assolutamente generica.

Ovviamente, conosco la sensibilità e la consapevolezza del sottosegretario e so bene che si può aiutare questo processo, che significa aiutare 7.000 famiglie e soprattutto 11 milioni di tatuati nel nostro Paese. Potrebbe essere un vantaggio, grazie.

PRESIDENTE. Quindi, è accolta o no la proposta di riformulazione, deputato Russo?

PAOLO RUSSO (FI). Presidente, ho chiesto: se c'è questa modifica è accolta, altrimenti no.

PRESIDENTE. Sottosegretario Zampa, non so se ha seguito l'intervento del deputato Paolo Russo. Il suo parere rimane così, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/81 Paolo Russo, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/82 Versace il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/83 Bond il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/84 Pentangelo c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI (LEGA). Presidente, rubo pochi secondi per portare il Governo a una rivalutazione di questo parere, perché trovo semplicemente inaccettabile e tecnicamente offensivo il parere del Governo su un ordine del giorno che va nella direzione di tutelare, difendere e proteggere una categoria di lavoratori, rispetto ai quali probabilmente il Governo non sa di che cosa sta parlando: questi sono i lavoratori frontalieri, cittadini italiani che ogni giorno affrontano decine di chilometri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per poter andare a portare la propria attività lavorativa, la propria professionalità, la propria competenza in territorio elvetico.

Come è già stato ricordato in precedenza, la Svizzera ha chiuso i valichi e quindi le difficoltà e i problemi per questa categoria di lavoratori sono insormontabili: code, traffico, umiliazioni e penalizzazioni quotidiane, che dei lavoratori italiani degni di tutela non meritano. Quindi, io credo che il Governo debba mettersi la mano sulla coscienza.

Atteggiamenti pilateschi non sono accettati e non sono accettabili e, quindi, invito il Governo ad avere cura e attenzione, perché non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, in questo caso, i lavoratori frontalieri vengono trattati indegnamente, come lavoratori di serie B.

Il parere contrario è un atto di offesa e di vile umiliazione nei confronti dei nostri lavoratori frontalieri. Non solo i lavoratori italiani che lavorano in Italia, ma anche i lavoratori italiani che lavorano all'estero subiscono le incapacità, le disattenzioni da parte di questo Governo.

Quindi, invito il sottosegretario a riformulare, rimodulare e rivedere questo parere, perché non è un atto di offesa nei confronti della Lega, ma è un atto di offesa verso 70.000 lavoratori italiani, che meritano rispetto, attenzione, dignità e tutela. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Molteni. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente, ma sono certo che nella concitazione del momento il Governo abbia avuto un refuso rispetto alla formulazione del parere, perché la proposta che fa parte del dispositivo di questo ordine del giorno è assolutamente condivisibile, anche da parte nostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Peraltro, il fatto di impegnare il Governo ad attivarsi il prima possibile per superare le criticità esposte in premessa è assolutamente ultroneo rispetto a quanto il Governo ha sin qui fatto, perché posso dare testimonianza all'Aula di un impegno diretto che è stato mostrato dal sottosegretario Scalfarotto, dal Ministro Di Maio e dallo stesso Presidente Conte che, su questi temi specifici, è intervenuto nei confronti della Presidente della Confederazione elvetica Simonetta Sommaruga.

Quindi, il fatto che nel corso di queste settimane si sia progressivamente andati verso la direzione di una progressiva apertura dei cosiddetti valichi secondari, esattamente per venire incontro alle esigenze dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, è la testimonianza di quanto sto cercando di rappresentare.

Credo che, sotto questo profilo, l'impegno del Parlamento a sostegno di questo tipo di comparto sia un impegno unitario, credo che i lavoratori frontalieri necessitino non di comizi, ma di risposte molto pratiche e molto concrete. Quindi, sono convinto che il Governo nella circostanza saprà dare la giusta valutazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Esattamente in questa direzione, il parere diventa favorevole, a condizione che sia accolta la riformulazione: “a continuare ad attivarsi”.

PRESIDENTE. Deputato Molteni o, comunque, il primo firmatario Di Muro, accettate la correzione? Mi pare di sì, vero?

FLAVIO DI MURO (LEGA). Scusate, ma non ho capito la riformulazione, perché qui in tribuna il volume è un po' diverso rispetto all'emiciclo.

PRESIDENTE. La soccorriamo immediatamente. Può ripetere, sottosegretaria Zampa?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. “Impegna il Governo a continuare ad attivarsi”, e quindi non “il prima possibile”, ma “a continuare ad attivarsi per superare le criticità (…)”.

PRESIDENTE. Onorevole Di Muro?

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, se posso intervenire, visto che ho chiesto anche la parola sull'ordine del giorno che mi vede come primo firmatario, intervengo nel merito e rispondo anche alla riformulazione. La proposta di riformulazione del Governo di continuare a lavorare per agevolare i lavoratori frontalieri è offensiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non accetto di prenderla in considerazione. Perché basta vedere non quello che dicono i parlamentari di opposizione, ma le foto e i video che stanno, da giorni, mandando sui social network e sui vari giornali locali i vari frontalieri d'Italia che cercano di andare in Francia, che cercano di andare a Monaco, che cercano di andare in Svizzera, per capire il disagio che ha provocato colpevolmente questo Governo.

L'ha provocato colpevolmente, perché abbiamo detto più volte ai sottosegretari di Governo, ai Ministri di Governo, nelle Commissioni e in quest'Aula che, andando a creare un sistema di autocertificazioni e di controlli alle frontiere, si sarebbe arrivati inevitabilmente a creare dei tappi, a creare delle code e dei disagi inaccettabili per questi lavoratori.

Credo che siano gli unici lavoratori in Italia che si trovino a fare fino a due ore di coda per raggiungere il posto di lavoro. Credo siano gli unici lavoratori in Italia che si trovino a cambiare ogni settimana tre autocertificazioni per partire, ad esempio, da Ventimiglia per arrivare al Principato di Monaco.

Non sono lavoratori di serie B, non sono schiavi, non sono bestie; meritano dignità, dignità che già non gli avete dato, perché avete escluso da misure di tutela del reddito, ad esempio, quegli interinali che non hanno preso la cassa integrazione nei Paesi esteri, però gli state chiedendo adesso, a fine giugno, di pagare l'acconto e il saldo delle tasse. Vergognatevi! Non accetto la riformulazione e il Partito Democratico dimostri di essere vicino ai lavoratori frontalieri, non a parole, non con i loro esponenti sul territorio, ma votando questo ordine del giorno, altrimenti non chiedete i voti sui territori di confine, perché non ve li meritate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Allora, io ho sei iscritti a parlare; alle 19 dovremmo chiudere la seduta, quindi siete pregati di fare degli interventi brevi, altrimenti saremo costretti a riportarci a domani. Possiamo prenderci un margine, ma un margine molto limitato, perché ci sono delle incombenze che vanno comunque espletate successivamente alla seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Mulé. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento di cui stiamo parlando, vorrei dire al Governo che i frontalieri non sono figli di un dio minore. Voi avevate già preso un impegno vincolante al Senato, rispetto a quello che non avevate già fatto e dovevate fare sui frontalieri, che avete lasciato totalmente abbandonati, neanche inserendoli nella misura dei 600 euro. Vi eravate vincolati a un impegno che non avete mantenuto. Con quale faccia, oggi, gli rivoltate le spalle, quando non sapete cosa significhi alzarsi la mattina alle cinque per fare le code a Ventimiglia, alla frontiera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quando non sapete che cosa significhi sopportare da soli - perché voi gli avete voltato le spalle - questo peso?

Eppure, quando abbiamo discusso lo scorso decreto, il collega del PD, il collega Borghi, meritoriamente, con grande onestà intellettuale, aveva sottoscritto un ordine del giorno accolto dal Governo e, ancora oggi, ci venite a dire che dovete continuare ad attivarvi? Non vi siete attivati, signora sottosegretario. Se vi foste attivati, non avreste sentito gli interventi anche da parte della vostra maggioranza. Cosa pensate, che da parte della maggioranza non si siano accorti se vi siete attivati? Evidentemente, no. E, allora, si tratta di avere umiltà, di avere rispetto - lo ripeto, rispetto - per chi lavora dalle 5 del mattino per arrivare alle otto e impiega due o tre ore per arrivare lì. Non si tratta di continuare, si tratta di farlo; si tratta di recuperare quello che non è stato fatto, di cominciare a recuperare, casomai, ciò che non è stato fatto. Non è un braccio di ferro, non è un atto di pietà, non è una gentile concessione; è quello che un Governo deve fare perché si deve occupare anche di una categoria - 7 mila soltanto nella provincia di Imperia - che su questo lavoro fonda la sua vita e che avete abbandonato; lo avete fatto non dando la cassa integrazione, avevate promesso che avreste sopperito a questa mancanza e non l'avete fatto. Ma almeno sul traffico, lo ripeto, almeno sul traffico, una mano gliela volete dare o volete continuare a voltargli le spalle?

Allora, chiediamo un gesto di rinsavimento. Qui non vince o perde nessuno, qui si tratta, soltanto, di dargli la dignità e il rispetto che meritano. Abbiate questo sussulto e finiamola qua, perché viceversa non si tratta di fare una brutta figura, mi creda, signor sottosegretario, qui è lo Stato che ammaina una bandiera e abbandona questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, temo che la sua proposta, che può essere anche di buon senso, però, non funzioni, Presidente, perché l'argomento è, come è del tutto evidente, di particolare interesse e noi non possiamo appellarci alla sintesi dei colleghi che hanno tutto il diritto di parlare, esattamente come gli altri, su un argomento del genere. Io penso che esista un'infinità di precedenti, compreso quello che è successo l'altro giorno, per cui se noi vogliamo interrompere la discussione, poiché non possiamo interrompere la seduta senza aver fatto il voto, o prolunghiamo la seduta - e questo sta nella sua disponibilità -, ma fino a che ciascuno ha voglia di parlare, ha diritto di parlare; oppure si fa esattamente come è accaduto l'altro giorno, cioè si accantona l'ordine del giorno, si sospende la discussione, domani mattina si riprende e ognuno parla quanto ha la possibilità di parlare. Diciamo che, signor Presidente, abbiamo anche la fortuna, su questo emendamento, che abbiamo trovato la strada attraverso la quale la sottosegretaria può ascoltare un deputato della maggioranza che suggerisce un approfondimento; la prossima volta parleremo di un refuso, invece di sollecitare a un ripensamento, però adesso penso che l'unica cosa noi possiamo fare accantonare quest'ordine del giorno e votare domani, se no andiamo avanti finché tutti quelli che vogliono intervenire intervengono (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Giachetti. In realtà, lo avremmo proposto poco fa. Sono le 19,05 in questo momento e se dessimo la parola a tutti e cinque gli oratori, sicuramente andremmo fuori anche quel margine di tolleranza che ci siamo storicamente dati. Quindi direi, se non ci sono particolari obiezioni, di procedere al differimento, quindi all'accantonamento di quest'ordine del giorno, che ricordo essere l'ordine del giorno n. 9/2447-A/85 Di Muro. Quindi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Sui lavori dell'Assemblea e programma dei lavori dell'Assemblea per i mesi di giugno e luglio 2020.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che l'esame del disegno di legge n. 2447 – Conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 24 maggio 2020) si concluderà entro le ore 12 della seduta di domani, giovedì 14 maggio e che il seguito dell'esame degli altri argomenti previsti nella settimana in corso è rinviato alla prossima settimana, con riferimento alla quale è stata convenuta la seguente riarticolazione dei lavori:

Martedì 19 maggio (ore 10)

Discussione sulle linee generali dei seguenti progetti di legge di ratifica:

disegno di legge n. 2120 – Accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 24 novembre 2017 (Approvato dal Senato);

proposta di legge n. 2165 e abbinate – Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato);

proposta di legge n. 2207 – Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione;

disegno di legge n. 2360 – Convenzione istitutiva dell'osservatorio Square Kilometre Array, con Allegati, fatta a Roma il 12 marzo 2019 (Approvato dal Senato)

Martedì 19 (ore 16 - 19, con eventuale prosecuzione dalle ore 22 alle ore 24) e mercoledì 20 maggio (ore 9 - 12)

Seguito dell'esame delle mozioni Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi ed altri n. 1-00346 e Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro ed altri n. 1-00348 concernenti iniziative volte al superamento delle limitazioni delle libertà costituzionalmente garantite e delle criticità normative emerse in relazione alla gestione dell'emergenza da COVID-19

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2117 e abbinate – Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni (Approvato dal Senato)

Seguito dell'esame dei seguenti progetti di legge di ratifica:

disegno di legge n. 2229 – Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Mozambico, fatto a Maputo l'11 luglio 2007 (Approvato dal Senato);

disegno di legge n. 1677 – Accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013;

disegno di legge n. 1676-A – Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017;

disegno di legge n. 2120 – Accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 24 novembre 2017 (Approvato dal Senato);

proposta di legge n. e abbinate – Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato);

proposta di legge n. 2207 – Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione;

disegno di legge n. 2360 – Convenzione istitutiva dell'osservatorio Square Kilometre Array, con Allegati, fatta a Roma il 12 marzo 2019 (Approvato dal Senato)

Mercoledì 20 maggio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 20 maggio (ore 16)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2461 – Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali (da inviare al Senato – scadenza: 7 giugno 2020)

Giovedì 21 (ore 9-12 e ore 15-18, con eventuale prosecuzione dalle ore 21 alle ore 24) e venerdì 22 maggio (ore 9-12)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2461 – Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali (da inviare al Senato – scadenza: 7 giugno 2020)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nelle sedute di martedì 19 e mercoledì 20 maggio e non conclusi

Venerdì 22 maggio (ore 15)

Svolgimento di interpellanze urgenti

È stato infine convenuto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di giugno e luglio:

GIUGNO

Disegno di legge S. 1774 - Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, recante misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 7 giugno 2020) (ove non concluso nel mese di maggio)

Disegno di legge n. 2471 - Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (scadenza: 19 giugno 2020 - da inviare al Senato) (ove non concluso nel mese di maggio)

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 e progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 24 219, 1051, 1366 e 1368 e abbinate - Modifiche al codice della strada in materia di sicurezza della circolazione

Proposta di legge n. 687 e abbinate - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Proposta di legge n. 2070 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia

Mozione Conte ed altri n. 1-00222 concernente le modalità di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di autonomia differenziata, con particolare riferimento alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni

Proposta di legge n. 982 e abbinate - Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura

Mozione Gelmini ed altri n. 1-00347 concernente iniziative per lo sviluppo di modelli innovativi di didattica e di formazione per gli studenti, per il periodo estivo e in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico

Comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 giugno 2020

Proposte di legge nn. 1056, 2103 e abbinate – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione seriale e massiva di contenuti illeciti e di informazioni false attraverso la rete internet, le reti sociali telematiche e le altre piattaforme digitali

Disegno di legge S. 1786 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19 (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 29 giugno 2020)

Mozione Meloni ed altri n. 1-00274 concernente iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica

Disegno di legge - Conversione in legge del decreto-legge c.d. rilancio (ove presentato dal Governo - da inviare al Senato)

LUGLIO

Disegno di legge S. 1799 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 29, recante misure urgenti in materia di detenzione domiciliare o differimento dell'esecuzione della pena, nonché in materia di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 9 luglio 2020)

Disegno di legge S. 1800 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2 (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 9 luglio 2020)

Proposte di legge nn. 702, 1461 e abbinata - Disposizioni in materia di conflitti di interessi nonché delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione

Proposte di legge nn. 107, 569, 868 e abbinate- Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia nonché delle altre discriminazioni riferite all'identità sessuale

Proposte di legge nn. 164, 1317 e abbinate - Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 875 e abbinate – Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo

Disegno di legge n. 1881 e abbinate- Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115

Proposta di legge n. 1743 – Istituzione del Ministero del turismo e altre disposizioni per la promozione del turismo e il sostegno del lavoro e delle imprese operanti nel settore turistico, nonché deleghe al Governo per l'istituzione della Scuola nazionale di alta formazione turistica e la disciplina dell'attività delle piattaforme tecnologiche di intermediazione di servizi turistici

Proposta di legge n. 1740 - Modifiche e integrazioni della disciplina concernente i testimoni di giustizia

Proposte di legge nn. 1269, 1825 e 1968 – Norme per la tutela della terra, il recupero e la valorizzazione dei terreni agricoli abbandonati e il sostegno delle attività agricole contadine nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alla cultura del mondo contadino e della Rete italiana della memoria della civiltà contadina

Proposta di legge n. 2451 – Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus e disposizioni per il sostegno della ricerca scientifica e proposta di legge n. 2479 - Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di COVID-19

Proposta di legge n. 2399 – Disposizioni per la gestione dell'emergenza relativa al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina e per la nomina di un commissario straordinario

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inoltre inseriti eventuali ulteriori disegni di legge di conversione di decreti-legge presentati dal Governo, progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 14 maggio 2020 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. (C. 2447-A)

Relatrice: LOREFICE.

La seduta termina alle 19,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Rotondi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore;

nelle votazioni n. 1 e 11 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 la deputata Nardi ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 5, 6 e 7 il deputato Dal Moro ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 9 la deputata Bisa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Donzelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Enrico Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Marchetti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 14 il deputato Liuni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2447-A - odg. n. 2 437 435 2 218 189 246 59 Resp.
2 Nominale odg 9/2447-A/3 448 446 2 224 198 248 59 Resp.
3 Nominale odg 9/2447-A/6 456 454 2 228 198 256 58 Resp.
4 Nominale odg 9/2447-A/10 461 459 2 230 202 257 58 Resp.
5 Nominale odg 9/2447-A/11 454 451 3 226 199 252 58 Resp.
6 Nominale odg 9/2447-A/12 455 453 2 227 200 253 58 Resp.
7 Nominale odg 9/2447-A/13 456 454 2 228 200 254 58 Resp.
8 Nominale odg 9/2447-A/14 457 455 2 228 200 255 58 Resp.
9 Nominale odg 9/2447-A/15 457 455 2 228 198 257 58 Resp.
10 Nominale odg 9/2447-A/16 453 448 5 225 196 252 58 Resp.
11 Nominale odg 9/2447-A/26 416 414 2 208 186 228 68 Resp.
12 Nominale odg 9/2447-A/30 442 439 3 220 197 242 63 Resp.
13 Nominale odg 9/2447-A/32 443 440 3 221 201 239 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2447-A/37 449 445 4 223 200 245 62 Resp.
15 Nominale odg 9/2447-A/39 445 444 1 223 198 246 62 Resp.
16 Nominale odg 9/2447-A/42 442 441 1 221 200 241 62 Resp.
17 Nominale odg 9/2447-A/48 443 443 0 222 197 246 62 Resp.
18 Nominale odg 9/2447-A/81 427 423 4 212 183 240 62 Resp.