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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 331 di venerdì 24 aprile 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 8,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 22 aprile 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Boschi, Buffagni, Castelli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Fraccaro, Frusone, Gebhard, Gelmini, Giorgis, Guerini, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Mauri, Morani, Orrico, Parolo, Rizzo, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Spadafora, Tasso, Tofalo, Traversi, Villarosa e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1766 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi (Approvato dal Senato) (A.C. 2463).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2463: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie lavoratori e impresa connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2463)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di ieri è iniziata la fase di espressione dei pareri.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere i restanti pareri, a partire dall'ordine del giorno Loss n. 9/2463/271.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Poi dovrò correggere dei pareri su alcuni ordini del giorno rispetto a quanto espresso ieri. Ordine del giorno Loss n. 9/2463/271, accolto con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Invernizzi n. 9/2463/272, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative legislative volte a prevedere la non applicazione della sospensione prevista dall'articolo 103 del provvedimento in esame e dall'articolo 37 del decreto-legge, n. 23 del 2020 ai termini dei procedimenti di affidamento di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, se svolti da centrali di committenza o da soggetti aggregatori, ovvero se individuati da amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori quali procedimenti aventi il fine prioritario di garantire la continuità e l'efficienza di attività essenziali e indispensabili per l'esercizio di proprie funzioni istituzionali”. Ordine del giorno Fogliani n. 9/2463/273, parere contrario. Ordine del giorno Gava n. 9/2463/274: il primo impegno è accoglibile come raccomandazione, e chiediamo l'eliminazione, nel sesto paragrafo delle premesse, dell'inciso “per i gestori degli impianti di operare in deroga alle autorizzazioni esistenti in modalità semplificate per la gestione dei rifiuti da COVID-19 avviati a termovalorizzazione o conferiti in discarica”. Ordine del giorno Lucchini n. 9/2463/275 accolto con la formula “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Marchetti n. 9/2463/276 con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Valbusa n. 9/2463/277, accolto con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di adottare nei prossimi provvedimenti di carattere legislativo le opportune misure volte a garantire interventi di sostegno economico finalizzati a supportare le strutture dei giardini zoologici e degli acquari italiani in questa situazione di crisi da COVID-19, assicurando l'adeguato mantenimento e cura degli animali”. Sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2463/278 chiediamo la formula “a valutare l'opportunità di”, con una riformulazione per quanto riguarda il tema delle procedure fallimentari: “impegna il Governo ad intervenire sulla disciplina della legge fallimentare introducendo la previsione della revoca per i curatori fallimentari che, in presenza di somme disponibili per il riparto, non provvedano senza giustificazione alla predisposizione del progetto parziale di ripartizione dell'attivo”. Ordine del giorno Minardo n. 9/2463/279, parere contrario. Ordine del giorno Andreuzza n. 9/2463/280, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere misure di sostegno in favore delle imprese turistiche stagionali”.

PRESIDENTE. Sottosegretario Misiani, mi scusi, per l'ordine del giorno Gava n. 9/2463/274, il secondo dispositivo rimane lo stesso? Mi conferma che è stato modificato soltanto il primo dispositivo?

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il primo impegno è accoglibile come raccomandazione; il secondo rimane uguale, e la modifica…

PRESIDENTE. Quindi sul secondo dispositivo è favorevole…

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Gava n. 9/2463/274, il primo impegno è accoglibile come raccomandazione, il secondo è da cassare, e poi vi è la modifica della sesta premessa.

PRESIDENTE. D'accordo.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Andreuzza n. 9/2463/280, come dicevo, con “a valutare l'opportunità di prevedere misure di sostegno in favore delle imprese turistiche stagionali”, come riformulazione del dispositivo. Ordine del giorno Murelli n. 9/2463/281, sostituire le parole “la provincia di Piacenza” con “le province più colpite dall'emergenza”, eccetera. Ordine del giorno Frassini n. 9/2463/282, anche qui: togliere l'espressione “lombarde” quando seguita da “delle aree più colpite dall'emergenza COVID-19 attraverso misure”, eccetera, eccetera; quindi eliminare la parola “lombarde”.

Ordine del giorno Lorenzo Fontana n. 9/2463/283, parere contrario. Ordine del giorno Parolo n. 9/2463/284, parere favorevole. Ordine del giorno Molteni n. 9/2463/285, con “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno Toccalini n. 9/2463/286, con “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Panizzut n. 9/2463/287, favorevole; ordine del giorno Sasso n. 9/2463/288, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di poter procedere all'aggiornamento delle graduatorie di terza fascia digitalmente, mediante trasformazione in graduatorie provinciali”; ordine del giorno Comaroli n. 9/2463/289, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Centemero n. 9/2463/290, accolto come raccomandazione, a condizione di riformularlo inserendo, dove non è già previsto, le parole “impegna a valutare l'opportunità di”, nonché le parole “secondo modalità compatibili con la normativa europea in materia di aiuti di Stato”; ordine del giorno Turri n. 9/2463/291, contrario; ordine del giorno Morrone n. 9/2463/292, favorevole; ordine del giorno Sutto n. 9/2463/293, “a valutare la possibilità di prevedere ulteriori misure normative” eccetera; ordine del giorno Capitanio n. 9/2463/294, riformularlo nel seguente modo: “a valutare l'opportunità di prevedere ogni misura utile ad assicurare la fruibilità del credito d'imposta in ricerca e sviluppo così da consentire” eccetera; ordine del giorno Gusmeroli n. 9/2463/295 , “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Garavaglia n. 9/2463/296, favorevole; ordine del giorno Vanessa Cattoi n. 9/2463/297, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Binelli n. 9/2463/298, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Locatelli n. 9/2463/299, “a valutare l'opportunità di”, togliendo la parola “discriminatoria”; ordine del giorno Gerardi n. 9/2463/300, favorevole; ordine del giorno Zoffili n. 9/2463/301, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare nei limiti delle risorse disponibili assegnate al MAECI il personale e le dotazioni dell'unità di crisi della Farnesina”, interamente sostitutivo del dispositivo; ordine del giorno Colmellere n. 9/2463/302, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Ribolla n. 9/2463/303, contrario; ordine del giorno Iezzi n. 9/2463/304, contrario; ordine del giorno Tonelli n. 9/2463/305,, favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole da “adottare” fino a “normativo” con le seguenti “verificare la necessità di eventuali aggiornamenti delle misure adottate”; ordine del giorno Caparvi n. 9/2463/306 “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Cavandoli n. 9/2463/307, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Racchella n. 9/2463/308, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Tarantino n. 9/2463/309, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Tateo n. 9/2463/310, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Tiramani n. 9/2463/311, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere una misura volta a considerare il numero dei figli presenti nel nucleo familiare che sia direttamente rapportata al numero dei figli presenti nel nucleo familiare e che sia in grado di sopperire alle minori entrate che i nuclei familiari stessi si trovano a dover affrontare a causa dell'emergenza epidemiologica”; ordine del giorno Lazzarini n. 9/2463/312, favorevole; ordine del giorno Ziello n. 9/2463/313, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Durigon n. 9/2463/314, contrario; ordine del giorno Gadda n. 9/2463/315, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Conte n. 9/2463/316, favorevole usando l'espressione “a valutare la possibilità“… ma possiamo lasciare “valutare l'opportunità di” che va bene, quindi favorevole secco; ordine del giorno Stumpo n. 9/2463/317, favorevole sostituendo l'inciso “tutti i soggetti finanziati dal Fondo unico dello spettacolo” con “teatro di strada, complessi strumentali, società concertistiche e corali, circo e festival circensi”; ordine del giorno Palazzotto n. 9/2463/318, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Fornaro n. 9/2463/319, favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni nell'ambito dei prossimi provvedimenti legislativi, di un intervento economico finalizzato alla tenuta delle emittenti locali informative che tenga conto della quota di personale giornalistico regolarmente contrattualizzato”; ordine del giorno Fassina n. 9/2463/320, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Pastorino n. 9/2463/321, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Epifani n. 9/2463/322, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Fratoianni n. 9/2463/323, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Muroni n. 9/2463/324, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Costa n. 9/2463/325, favorevole se riformulato come l'ordine del giorno Vazio n. 9/2463/37 - immagino nella parte del dispositivo - altrimenti invito al ritiro; ordine del giorno Porchietto n. 9/2463/326, contrario; ordine del giorno Polidori n. 9/2463/327, contrario; ordine del giorno Cattaneo n. 9/2463/328, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Cortelazzo n. 9/2463/329, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Fiorini n. 9/2463/330, favorevole; ordine del giorno Cristina n. 9/2463/331, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Sisto n. 9/2463/332, favorevole purché l'impegno venga riformulato con le seguenti parole: “impegna il Governo a prevedere, mediante i futuri interventi normativi, l'opportunità per tutti i candidati all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione forense che abbiano sostenuto le prove scritte e che attendano la prova orale, di poter proseguire utilmente e tempestivamente il percorso al fine di scongiurare il procrastinarsi per un tempo insopportabile della conclusione della valutazione della procedura concorsuale citata”; ordine del giorno Barelli n. 9/2463/333, favorevole; ordine del giorno Cosimo Sibilia n. 9/2463/334, contrario; ordine del giorno Angelucci n. 9/2463/335, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Carrara n. 9/2463/336, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Squeri n. 9/2463/337, “a valutare la possibilità di”; ordine del giorno Miceli n. 9/2463/338, favorevole; ordine del giorno Rampelli n. 9/2463/339, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Baldini n. 9/2463/340, “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno Meloni n. 9/2463/341, contrario; ordine del giorno Lepri n. 9/2463/342, “a valutare l'opportunità di”, e io ho anche un ordine del giorno n. 9/2463/343, Presidente.

PRESIDENTE. No, noi ci fermiamo all'ordine del giorno n. 9/2463/342.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ci fermiamo con un “a valutare l'opportunità di”. Poi, però, avrei delle correzioni di parere che adesso cerco di ricostruire. Allora, abbiamo l'ordine del giorno Magi n. 9/2463/3, sul quale il parere muta in riformulazione, quindi diventa un parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di destinare l'8 per mille di competenza statale della prossima dichiarazione dei redditi alla ricerca scientifica e al Servizio sanitario nazionale”. Poi, cambiamo il parere sull'ordine del giorno Sorte n. 9/2463/24, per il quale chiediamo “a valutare l'opportunità di” sulla sola lettera a), mentre cassiamo la lettera b). L'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/2463/35 non cambia a questo punto e rimane come previsto.

Il parere sull'ordine del giorno Battilocchio n. 9/2463/75 è favorevole; sull'ordine del giorno Giuliano n. 9/2463/184 è favorevole; sull'ordine del giorno Ascari n. 9/2463/185 è favorevole; sull'ordine del giorno Dori n. 9/2463/187 è favorevole. Sull'ordine del giorno Manzo n. 9/2463/207 diventa favorevole, mentre prima era un invito al ritiro. Il parere sull'ordine del giorno Annibali n. 9/2463/251 diventa “a valutare l'opportunità di”. Avrei concluso, Presidente.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sono venuto qui presto per ascoltare da parte del Governo, come i colleghi, i pareri e anche le correzioni dei pareri, però alcune questioni terminologiche oggi mi sono meno chiare che in altri momenti. “A valutare l'opportunità di”: bene, se noi non avessimo passato tanto tempo insieme online con la collega Castelli e con il collega Misiani rispetto a queste valutazioni, mi chiederei come valuteranno in futuro. Ma noi abbiamo già ascoltato le loro valutazioni su tanti di questi temi e, allora, che significa “a valutare”? Voi non avete valutato, non avete avuto il tempo di valutare?

Sono gli stessi argomenti che valutate da più di un mese e a cui non avete dato riscontro, non avete dato riscontro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anzi, avete dato pareri negativi chiari. Allora, abbiate il coraggio di assumervi le responsabilità fino in fondo, perché, vedete, credo che dopo questa seduta, lo dico agli amici di maggioranza…

PRESIDENTE. Collega Lollobrigida, mi scusi, le chiedo o di mettersi al tavolo dei nove, se non vuole mettere la mascherina, oppure di rimanere, mettendosi la mascherina.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). L'avevo messa male come il collega Misiani, e quindi pensavo fosse abitudine… eppure è più a rischio, come se non altro… Va bene qui?

PRESIDENTE. Prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Quindi, diciamo, la valutazione. Lo dico, è arrivato anche il Ministro D'Incà, che è stato presente in tutte le cabine di regia, le numerosissime cabine di regia nelle quali abbiamo trattato gli argomenti che sono lì scritti. Non solo noi: i colleghi di Forza Italia, i colleghi della Lega; i colleghi del Partito Democratico in altra sede, ma so che avevano presentato degli emendamenti che avevano un senso e che potevano essere approvati. Che dovete valutare, esattamente, degli ordini del giorno? Fatecelo capire, perché è una questione terminologica, ma in questo caso di sostanza. Date parere contrario, come lo avete dato in tutte le sedi in cui abbiamo trattato questo argomento; se avete cambiato idea, date parere favorevole, perché, nella valutazione, avete assunto una riflessione maggiore, e quindi avete capito che le cose che diciamo alla fine sono cose corrette. In qualche modo lo abbiamo visto anche nel passaggio della fiducia al Senato: avete detto “no” a tutto e poi avete rubacchiato qui e lì delle idee, inserendole all'interno del “Cura Italia”. E questa è la prima questione terminologica, perché, se non siamo chiari con i cittadini, che è quello che noi vogliamo, e per questo stiamo invitandovi a un dibattito franco e pubblico, franco e pubblico, che è quello che si sta svolgendo in questa sede - lo dico anche agli amici qui del MoVimento 5 Stelle, i quattro presenti del MoVimento 5 Stelle in quest'Aula, sarebbe utile avere una presenza maggiore - perché la chiarezza è importante. Ho visto tante volte pubblicate le foto sui siti del MoVimento 5 Stelle, le foto degli amici del Partito Democratico, le foto degli amici della Lega, di Forza Italia e Fratelli d'Italia, non so chi mi devo ricordare: hanno votato così. Ecco, è quello che accadrà in queste ore: ci sarà la foto della collega Castelli, ci sarà la foto dei colleghi che stanno qui, ci saranno anche le nostre foto accanto agli ordini del giorno, per dire: hanno votato così. E, quando arriveremo all'ordine del giorno n. 341, signore e signori, avrete accanto a un ordine del giorno che è chiaro, sì o no al MES, la fotina di chi vota a favore e chi vota contro rispetto a questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non si scappa. E la maschera non sarà solo protettiva, dovrete mettere la maschera integrale per non farvi riconoscere da chi avete preso in giro, in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno il deputato Luigi Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente, rappresentanti del Governo, come diceva anche il collega Lollobrigida, insomma, noi, dopo tanto discutere, sappiamo già perché e come questa maggioranza non ha preso assolutamente in considerazione alcuna proposta da parte delle opposizioni. Eppure, abbiamo cercato di dare delle sollecitazioni; le uniche che avete preso in considerazione le avete fatte vostre, per non dare dimostrazione…

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, c'è il collega Casciello che sta intervenendo. Se è possibile abbassare il tono della voce. Prego.

LUIGI CASCIELLO (FI). Dicevo, per non concedere la dimostrazione che le proposte dell'opposizione fossero più che mai indicative e talvolta risolutive, almeno per alcune questioni, di fronte all'emergenza che stiamo vivendo. Così mi voglio soffermare - su altri argomenti lo faranno i miei colleghi, sempre di Forza Italia, che interverranno - su due questioni importanti. La prima riguarda l'editoria, quel comparto… chiederei ai rappresentanti di Governo almeno di prestarci attenzione; se non di accogliere i nostri ordini del giorno, almeno di prestarci attenzione. Il comparto dell'editoria è uno di quelli che è stato escluso dalla sospensione nel periodo dell'emergenza COVID-19 perché riconosciuto fondamentale ai fini dell'informazione, e mai come in questo momento l'informazione è determinante, non solo per indicare ai cittadini le cose che non si possono fare, ma anche quelle che si possono fare e, soprattutto, quelle che si devono fare per fronteggiare l'emergenza COVID-19. Eppure, avevamo presentato un emendamento specifico: neanche l'ordine del giorno è stato totalmente accolto, ma solamente come raccomandazione. Allora, a proposito di raccomandazione, volevamo sottolineare ulteriormente qual è la necessità del settore. Un settore che ha già perso, negli anni, anche oltre il 50 per cento dei ricavi provenienti dalle vendite e un calo ancora più consistente sul fronte della raccolta pubblicitaria. Tra l'altro, la Federazione delle concessionarie di pubblicità stima una perdita secca di altri 450 milioni per i primi sei mesi del 2020.

Sicuramente il settore necessita di un riordino, di una nuova legge; sicuramente bisogna intervenire ancora sul Fondo per il pluralismo, perché avevamo anche chiesto - proposta non accolta - di cancellare la norma che progressivamente escluderà dai contributi, dalle provvidenze le cooperative editoriali dei giornalisti e dei poligrafici che editano i quotidiani. Circa 200 testate in Italia che rischiano la chiusura, ancora di più in questo momento in cui si richiede la buona informazione e, soprattutto, che nessuno resti indietro, come avete inutilmente invocato e raccontato in questi mesi. Tra le altre cose, non voglio soffermarmi sul ricorso al debito a cui anche queste aziende, soprattutto le piccole, dovranno far ricorso. Avete raccontato persino dei 25 mila euro per tutti: bisognerà avere un fatturato di 100 mila euro, altrimenti i 25 mila euro, al di là delle 18 procedure da affrontare, non ci saranno, ma solamente il 25 per cento del fatturato.

Ma vengo ai due casi ancora che volevo citare, perché nella raccomandazione ci auguriamo che vogliate prendere in considerazione veramente non solo il riordino del settore, ma che nel 2020 alle imprese editrici di quotidiani e periodici venga riconosciuto un credito d'imposta pari al 10 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa e una modifica della disciplina sulla pubblicazione delle aste giudiziarie, che, tra l'altro, non comportano alcuna spesa per lo Stato, non come fatto facoltativo di pubblicazione sui quotidiani e sui periodici, ma come un impegno obbligatorio. Sarebbe una boccata di ossigeno per un settore che più di altri rischia di pagare questa pandemia, che non solo sta intristendo il Paese, ma lo sta mettendo in ginocchio anche per i mancati veri interventi di questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà. Colleghi, se avete intenzione di intervenire senza mascherina, vi chiedo di avvicinarvi al tavolo dei nove, grazie.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. il mio intervento è sul nostro ordine del giorno, che è relativo all'articolo 103 del disegno di legge in esame, che dispone la sospensione dei termini riguardanti lo svolgimento dei procedimenti amministrativi pendenti dal 23 febbraio al 15 aprile. Viene prorogato di un mese, ossia fino al 15 maggio. Se la previsione di sospensione citata riguarda lo svolgimento dei procedimenti amministrativi è da noi condivisibile, per forza maggiore, che tutti noi conosciamo, conseguente alla crisi sanitaria ed economica del Coronavirus. Forza maggiore conseguente a questa situazione è capibile; altrettanto certo che può creare dei grossi problemi a tutto il settore degli appalti pubblici. Già sappiamo la criticità del settore, che viene da lontano, e tutt'oggi non vediamo cenni di interesse da parte del Governo e di questa maggioranza nel promuovere una vera e significativa semplificazione.

È irrinunciabile, attualmente, è troppo complesso, con troppe possibilità interpretative, con troppe poche certezze sui tempi di realizzazione dell'opera, ma soprattutto con troppe possibilità interpretative per dare un vero beneficio alle imprese e finalmente far ripartire le infrastrutture strategiche. Adesso, anche in seguito a questa tragica situazione post Coronavirus, ciò non è più rinviabile, non possiamo più aspettare; le nostre imprese non possono più aspettare. Adesso, in seguito a questa tragica situazione, è ancora più forte questa voce.

Forza Italia, da forza politica pragmatica e concreta qual è e quale dimostra sempre di essere, ha le idee chiare e le ha tradotte in varie proposte di legge che, speriamo presto, possano essere discusse in questo Parlamento in modo concreto, visto che non vogliamo rischiare di compromettere definitivamente il tessuto produttivo del Paese, determinando il collasso delle imprese delle costruzioni, già fortemente provate da questa lunghissima crisi. La crisi dell'impresa di costruzione ormai va avanti da oltre 10 anni e i Governi vari che si sono susseguiti dal 2012 ad oggi non hanno fatto dei veri cambiamenti; oggi ne patiamo le gravi conseguenze, che saranno ancora più drammatiche se questo Governo non intende immediatamente prendere dei provvedimenti.

Come anche l'Anac e tutte le categorie, e soprattutto ANCE, che è la categoria più rappresentativa dei costruttori edili in Italia, ha rilevato al Governo, occorre prevedere misure specifiche per lo svolgimento delle procedure di gara, l'affidamento degli appalti pubblici e la loro esecuzione in vista della ripresa delle attività lavorative. Sottolineo che la richiesta di una norma specifica è dovuta al rischio che l'applicazione delle disposizioni, adottate in via generale per le procedure amministrative, possa creare rilevanti problemi applicativi agli appalti pubblici. La proroga che volevate ulteriormente portare al 15 maggio potrebbe comportare una sospensione generale delle procedure di gara, comprese quelle di urgenza indette dal Sistema sanitario nazionale, e allora sì che sarebbe veramente drammatica.

In definitiva, con questo ordine del giorno vogliamo impegnare, volevamo impegnare il Governo ad adottare opportune iniziative legislative volte a prevedere che alle procedure per l'affidamento dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 50 del 2016, nonché ai procedimenti amministrativi inerenti ai medesimi, non si applichino le previsioni e la sospensione prevista dall'articolo 103 del provvedimento in esame, e dall'articolo 37 del decreto-legge n. 23 del 2020. Questo è fondamentale e noi speriamo che il Governo ci ripensi, perché se facciamo questo ulteriore passo negativo per le nostre aziende sarà definitivamente drammatico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Roberto Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, membri del Governo, con la continua richiesta di porre la fiducia voi ci state togliendo - ci avete tolto - tutti gli strumenti democratici per poter essere utili, collaborare, discutere di argomenti che poi vanno a beneficio della popolazione italiana. Lo fate di continuo, lo fate ormai con indifferenza e questa è una cosa grave. L'unico strumento che ci rimane a disposizione sono gli ordini del giorno, che hanno un valore se viene dato loro il peso che dovrebbero avere degli atti che prevedono l'impegno del Governo a far sì che questo impegno poi si svolga.

Noi abbiamo presentato diversi ordini del giorno: uno in particolare a mia prima firma sulla necessità di sostenere le famiglie. Quello che voi vi siete limitati a fare in questo decreto-legge è semplicemente far credere alle famiglie di esser loro vicini; in realtà non avete fatto nulla. Mi spiegate come è possibile che una famiglia, in un periodo così difficile per la gestione del lavoro, della famiglia, con i problemi economici e le ricadute che ci sono state e che ci sono tuttora e che ci saranno in futuro, possa riuscire a sostenersi e a gestire anche quella parte affettiva del rapporto con i propri figli, nel momento in cui voi date un bonus baby sitting di 600 euro, che può valere, ammesso che si trovi la babysitter, per un tempo di utilizzo di - quanto? - una sessantina di ore? E l'altro tempo a disposizione? Dovranno esserci giustamente i genitori, ma i genitori potrebbero riprendere a lavorare o potrebbero essere al lavoro con lo smart working; non possono più o non potrebbero più portare i figli dai nonni, per i motivi che abbiamo più volte elencato. E poi, bontà vostra, avete concesso un congedo parentale di 15 giorni al 50 per cento dello stipendio: ma come pensate che vivano le famiglie? Le famiglie che magari hanno più figli, magari le famiglie che hanno al loro interno dei ragazzi disabili, con i centri diurni chiusi: ma come pensate che possano vivere?

Noi vi abbiamo proposto un ordine del giorno che poteva aiutarci, aiutarci come istituzioni a dare una mano alle famiglie. Bene, io credo che nell'impegno aggiungerci “a valutare l'opportunità di” sia l'ennesimo tentativo di dare un contentino e questo è un approccio sbagliato: voi su questo dovevate prendere degli impegni e dire “sì” a tutti gli impegni, perché stiamo parlando delle famiglie. Per cui, per quanto riguarda questo ordine del giorno, io chiederò di porlo in votazione, e vediamo chi è a parole per le famiglie e chi, invece, poi, nei fatti, è assolutamente asettico rispetto alle necessità delle famiglie.

E poi c'è l'altro ordine del giorno, a prima firma Versace, n. 9/2463/88, dove siamo a un altro paradosso, dove il Governo ha provato a scaricare sull'INPS la colpa dell'ente previdenziale. Un lavoratore autonomo che riceve un assegno di invalidità, è malato, magari ha anche un tumore, una malattia grave, e si vede rifiutare i 600 euro che sono stati erogati anche ai professionisti che hanno un reddito che consente loro, magari, di andare avanti ancora un certo periodo. L'assegno ordinario di invalidità è stato, allora, assimilato al reddito di cittadinanza: cioè l'assegno ordinario di invalidità di persona che quindi sta male, che ha un'invalidità grave, viene assimilato al reddito di cittadinanza. Cioè hai 500, 600, 700, 800 euro, che vengono dati a persone che probabilmente non entreranno mai nel circuito lavorativo; lo si nega a chi, invece, a causa delle sue capacità lavorative ridotte, in una situazione come questa, ha solo un piccolo sostegno, ovvero l'assegno d'invalidità e non ha il diritto ai 600 euro a cui hanno diritto tutti i lavoratori autonomi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Paolo Zangrillo. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Presidente, io il mio disagio verso l'ennesima richiesta di fiducia di questo Governo l'ho già espresso l'altra sera, dopo l'intervento del Ministro D'Incà, quindi mi vorrei concentrare su un emendamento, poi trasformato in ordine del giorno e valutato in modo contrario dal Governo: è il n. 9/2463/84 Zangrillo. È un ordine del giorno molto semplice nel merito, perché questo ordine del giorno chiedeva di sospendere temporaneamente le misure previste nel decreto-legge “dignità” con riferimento ai contratti a tempo determinato, in particolare chiedeva di ampliare la durata dei contratti congelando le causali.

Credo che questo decreto-legge, il “dignità”, sia stato il primo decreto-legge di questa legislatura e vi confesso che io provai allora estremo disagio nell'ascoltare le motivazioni che l'allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali e Ministro dello sviluppo economico ci descrisse proprio in quest'Aula per motivare, per raccontare, le ragioni, la ratio di quel decreto-legge, del decreto-legge “dignità”; mi ricordo che quel Ministro apostrofò le nostre imprese, i nostri imprenditori, come “prenditori” e ci spiegò che questo provvedimento, il decreto-legge “dignità”, era finalizzato a punire questi imprenditori che con l'utilizzo maldestro della legislazione condannavano i lavoratori italiani alla precarietà.

Ora, francamente io rimasi basito, perché vedete, nella mia superficialità ho sempre pensato che il Ministro del Lavoro e il Ministro dello Sviluppo economico debbano essere i primi alleati delle imprese, i primi alleati degli imprenditori e, quindi, sentire un Ministro della Repubblica che definisce “prenditori” i nostri imprenditori mi pare, per usare un eufemismo, imbarazzante. Dunque errare è umano, perseverare è diabolico. Io credo che la disciplina del “decreto Dignità”, con riferimento ai contratti a tempo determinato, sia una disciplina fallace in tempi normali, ma nel momento che stiamo vivendo, nella situazione drammatica e nella prospettiva altrettanto drammatica del ciclo economico che dovrà affrontare il nostro Paese nei prossimi anni, ecco, sentirsi raccontare da questo Governo che non c'è la disponibilità a dare neanche una sospensione temporanea delle misure che mettono in difficoltà gli imprenditori è veramente imbarazzante.

Ora noi affronteremo un ciclo economico, nei prossimi anni, dove molto probabilmente il flusso della domanda di beni e servizi sarà ondivago e quindi avremo bisogno di flessibilità, chiamiamola col nome corretto, abbiamo bisogno di flessibilità. Le nostre imprese – che, vorrei ricordare, sono quelle che danno lavoro alle persone - avranno bisogno di flessibilità e quindi voi avete detto per l'ennesima volta “no”, per l'ennesima volta avete fatto prevalere l'approccio ideologico a quello di dare una soluzione ai problemi e questo non vi fa onore.

Vorrei concludere facendo una breve riflessione, perché anche in tempi straordinari dobbiamo cercare di pensare a quello che sarà il futuro del nostro Paese. Ecco, io credo che continuare a rincorrere il mito del posto fisso e pensare che il posto fisso lo si risolva garantendo contrattualmente il posto fisso sia una visione completamente sbagliata. Io credo che la stabilità del lavoro e la stabilità della manodopera si dovrà perseguire cercando di far realizzare un virtuoso match tra domanda e offerta di lavoro e quindi tra il profilo di competenze delle nostre persone e i fabbisogni delle aziende. Il posto fisso, il mito del posto fisso lasciamolo a Checco Zalone. Io vi chiedo di incominciare a fare le cose seriamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie. Presidente. Non nascondo che ho una qualche difficoltà ad intervenire questa mattina in Aula, pur se brevemente, su un ordine del giorno, per illustrare un ordine del giorno che non avrebbe dovuto sicuramente aver posto in una discussione in quest'Aula, in questa parte del Parlamento, nel pieno della crisi COVID, che avrebbe dovuto aprire finalmente gli occhi alla nazione, ma soprattutto al Governo, sulle difficoltà della sanità italiana.

Non voglio entrare ovviamente nelle polemiche su quale sanità - la sanità della Lombardia o la sanità della Sicilia o dell'Emilia Romagna o dell'Umbria - sia la più qualificata, quella che in qualche modo abbia risposto meglio alle esigenze del territorio e degli italiani. Quello che invece voglio significare con grande chiarezza è che è emersa la drammaticità di una situazione insostenibile, quando sinceramente molti di noi pensavano che, almeno dal punto di vista sanitario, l'Italia fosse - e mi auguro che in qualche modo lo possa ancora essere o lo potrà essere in un prossimo futuro - un Paese all'avanguardia, tra i Paesi industrializzati. No, non è così. Siamo andati in una crisi straordinaria, sul campo contiamo – e, purtroppo, non è ancora finita - oltre 20 mila morti.

Prima si diceva, quasi per giustificare in maniera indecente, che erano persone anziane, persone con una serie di patologie. Proprio oggi, aprendo il telegiornale, ho ascoltato la morte, a Genova, di un ragazzo di 22 anni, e recentemente, ieri, l'altro ieri, persone di trenta-quarant'anni, ma non importa, se avessi ascoltato il bollettino di guerra di persone oltre i novant'anni avrei avuto la stessa sensazione.

Questo ovviamente per dire che il Governo deve impegnarsi, in un prossimo futuro, con stanziamenti rivoluzionari rispetto a quello che è stato in questi ultimi anni, in cui la sanità ha ogni anno perduto qualcosa; o meglio, per essere più sinceri, non si è incrementato assolutamente niente, quindi di fatto si è perduto molto.

Ma ora voglio entrare nel tema specifico, anche perché in questi giorni abbiamo visto impegnati, nei centri COVID, ragazzi appena laureati che hanno fatto la loro straordinaria non figura estetica, hanno dato il loro importante, importantissimo supporto. Li abbiamo visti ora in questo caso estremo e li abbiamo chiamati in qualche modo ad intervenire e qui un inciso, anche se non è direttamente interessato il Governo, ma qualcosa si potrebbe fare, credo che si potrebbe dire tranquillamente: in questi giorni so per fortuna che molte regioni - la Liguria, l'Emilia Romagna e a tante altre - sono intervenute o interverranno per dare un bonus a questi, a tutte le persone che in prima fila si sono impegnate eroicamente nei centri COVID, ma tra questi si sono dimenticati le regioni, i ragazzi specializzandi, che non sono stati contemplati evidentemente e sono stati solo usati e, anche dal punto di vista morale, non hanno avuto alcun riconoscimento. Il problema qual è? Ho ancora qualche secondo?

PRESIDENTE. Sì, prego collega.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Il problema evidentemente quindi è che si è creato un imbuto, in questi anni, tra i laureati; e ricordiamo che laurearsi in medicina vuol dire studiare seriamente - mi auguro, ne sono sicuro - per sei anni, più un anno di fatto, per raggiungere l'esame di Stato, quindi sette anni, dopodiché i posti nelle specializzazioni sono almeno, a essere molto ottimisti, un terzo rispetto…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Sì. Questo vuol dire che abbiamo la necessità di un intervento straordinario dal punto di vista economico sulla sanità. Quindi - e finisco, ma non in maniera polemica - prendiamo anche i soldi che vengono dall'Europa, perché ne abbiamo assolutamente bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di interviene il deputato Raffaele Baratto.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e sottosegretario, viviamo un momento drammaticamente complicato: all'emergenza sanitaria si è ormai affiancata una profonda crisi economica, che anticipa quella che inevitabilmente sarà la recessione più dura del dopoguerra. Abbiamo il dovere di affrontare questa situazione nel segno della serietà, perché, colleghi, di fronte a tutto questo non sono più concessi errori. Dalle decisioni che si assumono in quest'Aula dipende il futuro, la vita di migliaia di piccole e medie imprese e il futuro del sistema economico italiano.

Da settimane rincorriamo la speranza di provvedimenti che concretamente diano il segno tangibile di una politica che, compresa l'emergenza, dia un forte segnale alle migliaia di imprese che lo attendono e che nel frattempo rischiano il default. Appare ormai chiaro che le misure di garanzia alla liquidità messe in campo dal Governo non siano da sole sufficienti, anche in ragione delle modalità e dei tempi lunghissimi con cui purtroppo avranno effetto. Servono allora misure dirette, che incidano drasticamente sulla riduzione degli oneri fiscali in campo alle imprese.

La semplice sospensione degli oneri fiscali in scadenza e il loro rinvio a giugno e a settembre non sono sufficienti. Una misura allora necessaria non può che essere quella dell'azzeramento del carico fiscale sugli immobili strumentali e, in particolare, sull'IMU. La strada verso questa soluzione è, peraltro, già stata tracciata con la legge di bilancio 2020, che ha già stabilito forti detrazioni fino al 60 per cento e l'intera deducibilità entro il 2022. Si tratta, allora, di fare un necessario passo in più, accelerando il processo, prevedendo per quest'anno il suo azzeramento straordinario e per gli anni a venire la sua deducibilità per l'intero importo. Io, sottosegretario, le chiedo se possa rivedere il parere su questo ordine del giorno, perché credo sia un ordine del giorno, il mio ordine del giorno n. 122, davvero importante per le nostre imprese, perché è importante la riapertura che nei prossimi… il parere era contrario: ordine del giorno n. 122… perché come dicevo, sottosegretario, vede è molto importante la riapertura delle imprese con tanta attenzione, perché la questione sanitaria credo sia quella più importante ma se dopo quella sanitaria, sottosegretario, avremo quella sociale allora sarà un disastro assoluto per tutto il nostro Paese, perché con l'apertura delle aziende non è detto che si riaprano i mercati, perché i mercati sono fermi e per i prossimi mesi, speriamo brevi, i mercati non acquisteranno e gli ordini non partiranno, per cui le imprese hanno assolutamente bisogno. Facciamo vedere perché se noi non abbiamo le imprese questo Paese assolutamente va in default ma va in default il sistema. Per cui, io assolutamente chiedo di rivedere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Nell'anticipare che accogliamo la riformulazione dell'ordine del giorno a mia firma, voglio dirle che noi non perdiamo nemmeno l'occasione di un ordine del giorno, pur conoscendone l'efficacia limitata, per proporre nuovamente e reiterare una richiesta al Governo di un'attenzione forte al comparto del turismo. Abbiamo presentato al Senato, con la collega Bernini, e abbiamo poi ripresentato alla Camera emendamenti segnalati dalla categoria. D'altronde, questa mattina sul Corriere della Sera c'è il grido di dolore di tutti gli operatori del mondo del turismo, un grido di dolore che è rivolto al Presidente Conte, al Ministro Franceschini ma che forse andrebbe indirizzato anche al Ministro Gualtieri, perché un comparto che genera il 13 per cento del PIL, il 15 per cento dell'occupazione e che contribuisce al saldo attivo della bilancia commerciale del Paese con 17 miliardi di euro è un comparto che non può e non deve morire, ma il taglio del fatturato per il comparto del turismo equivale al 75 per cento e, quindi, è evidente che noi qui oggi vogliamo chiedere al Governo un'attenzione concreta. Il nostro non è un appello a valutare; è una richiesta di fare bene e di fare presto in un ambito nel quale da soli gli operatori, gli albergatori, i ristoratori, i tour operator e le agenzie di viaggio evidentemente non possono riuscire a far fronte a questo tsunami del virus.

Chiediamo che a fronte di tanti decreti, di tanti ordinanze, di tanti DPCM - me lo lasci dire: alcuni di questi totalmente inutili - ci sia, invece, un decreto ad hoc per il comparto del turismo. Ad oggi i lavoratori del turismo hanno ricevuto la cassa integrazione laddove sono stati gli imprenditori a pagare la cassa integrazione perché dallo Stato non è arrivato un euro. Chiediamo che per questo comparto venga valutato seriamente lo stato di crisi, che si affronti il tema degli affitti perché il 50 per cento di alberghi e ristoranti sono in affitto ed è evidente che, a fronte di un fatturato vicino allo zero, non possono essere gli imprenditori a pagare quell'affitto. Non è nemmeno giusto che siano i proprietari di quegli immobili a rimetterci. Deve essere lo Stato a stanziare risorse a fondo perduto e, soprattutto, va affrontata con più forza - qualcosa siamo riusciti a portare avanti - anche la questione degli stagionali e occorre riprendere in considerazione quel Fondo di 2 miliardi e mezzo che fin dalla prima votazione sul “decreto Cura Italia” al Senato abbiamo portato avanti. Insomma, servono fatti concreti, risorse vere e non chiacchiere. Diversamente, il rischio è che questo comparto, che rappresenta una parte importante del PIL italiano, subisca un danno irreversibile da questo fermo. Si tratta, peraltro, del comparto che subirà il fermo più lungo, perché sicuramente i lavoratori del mondo del turismo il 4 maggio non avranno prenotazioni e molto probabilmente non le avranno nemmeno a giugno, a luglio e ad agosto. Si tratta di cancellare il 2020 dal punto di vista del fatturato.

E, allora, quello che noi vi chiediamo è che questo comparto non venga abbandonato, che quegli emendamenti, che inopinatamente avete cassato al “Cura Italia”, vengano dentro il “decreto Liquidità”, dentro il decreto di aprile, che fatalmente diventerà, temo, il decreto di maggio, trovino una loro collocazione e un loro accoglimento. Diversamente, vi assumerete, fra le tante responsabilità del voler fare da soli e del voler trattare l'economia come se fossimo in tempi normali, anche la responsabilità di aver condannato a morte un settore che ci riempie di orgoglio come quello del turismo italiano.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Per cambiare il parere sull'ordine del giorno n. 9/2463/168 Gallinella in parere favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo. Ha chiesto di intervenire la deputata Laura Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Io intervengo su una serie di ordini del giorno del gruppo della Lega che sono stati o riformulati o cassati e, in particolare, parto dal mio. Parlo proprio con il sottosegretario che era intervenuto già al Senato e l'emendamento che era stato presentato - io sono stata eletta a Parma - era per avere la proroga di capitale della cultura per l'anno 2021. Parma è Capitale italiana della cultura per il 2020. A fine 2020 e a fine 2019 il Ministro Franceschini ha aperto un bando per la capitale della cultura 2021 e, ecco, noi abbiamo chiesto, e la città ha sostenuto fortemente, di avere una proroga degli eventi del 2020, che sono finiti di fatto con l'inaugurazione di gennaio, anche al 2021. Ci sono state alcune aperture dopo la bocciatura del nostro emendamento Lega al Senato e il Ministro Franceschini è intervenuto a mezzo stampa dicendo che farà il possibile.

Ebbene, abbiamo presentato gli emendamenti qui alla Camera e poi ci siamo visti fra i segnalati gli emendamenti 90.2, 90.3 e 90.4 a firma della maggioranza, PD, 5 Stelle e +Europa, che appunto prevedevano questa proroga di Parma capitale della cultura 2021. Quindi, il mio ordine del giorno riprendeva esattamente il testo degli emendamenti di maggioranza, emendamenti che - io ripeto, sottosegretario - sono segnalati. Quindi, se lei accoglie questo mio ordine del giorno come “a valutare l'opportunità di” io credo che ci sia un problema fra lei e il Ministro Franceschini e fra lei e il resto della maggioranza, perché non è possibile che voi presentate un emendamento segnalato che prevede una cosa e poi non accogliete il mio ordine del giorno, anche perché - e qui apriamo un grosso problema dell'emergenza COVID, che è proprio il problema della cultura e dello spettacolo. Cosa succede? È un settore in grandissima crisi, è difficile ora riprogrammare gli eventi e riorganizzarli e non sarà facile nemmeno per una città che li aveva già programmati e che ha dovuto sospenderli. Per cui, non avrebbe senso, probabilmente, nominare un'altra città capitale italiana della cultura per il 2021 perché non potrebbe preparare in tempo quello che è il programma.

Quindi, io la invito a rivedere questo parere sul mio ordine del giorno n. 9/2463/307, proprio perché noi chiediamo che ci sia la proroga per la capitale della cultura 2020 al 2021 e che, come previsto nei vostri emendamenti di maggioranza, le selezioni per la capitale della cultura 2021 passino per il 2022.

Poi intervengo anche sull'ordine del giorno n. 9/2463/263 Bisa. C'è una anche qui una riformulazione; riguarda la correzione degli esami di avvocato. Le correzioni dell'esame da avvocato sono bloccate ed erano state bloccate da subito, dall'11 marzo fino al 3 aprile. Sapete bene che l'esame di abilitazione alla professione forense c'è una volta all'anno, nel mese di dicembre. I risultati arrivano di solito entro il 30 giugno; poi c'è un preappello a luglio, per poi esserci a settembre l'appello più corposo, sempre per l'esame orale. Ecco, noi vogliamo che la meritocrazia sia premiata e ci opponiamo all'ammissione agli orali di tutti i candidati che hanno partecipato alle prove scritte di dicembre 2019, per cui accogliamo la riformulazione, anche perché va nel senso che noi abbiamo chiesto, di velocizzare le prove, aumentando magari le sottocommissioni, quindi cercando, effettivamente, di avere i risultati nei termini previsti, per poi non inficiare la prova scritta di dicembre, affinché quindi possa tutto andare come normalmente può essere.

Cito anche l'ordine del giorno n. 9/2463/310 della collega Tateo. Noi avvocati abbiamo un problema: spesso non riusciamo a fare le notifiche, perché dall'indirizzario INI-PEC mancano gli indirizzi degli avvocati di alcune pubbliche amministrazioni. È un provvedimento molto semplice, io credo di buon senso. Cerchiamo di agevolare la professione a tutti, quindi cerchiamo di intervenire, visto che questi indirizzi sono noti, ma non vengono registrati in questo registro ufficiale che permetterebbe più facilmente a noi di fare le notifiche.

Un problema ben più grosso, invece, è stato sollevato dalla mia collega Vanessa Cattoi con il suo ordine del giorno n. 9/2463/297. Abbiamo chiesto di aumentare i congedi per le famiglie. Qui ci sono grandissimi problemi. Voi sapete che c'è il discorso dei quindici giorni per i figli infra dodicenni: ma i tredicenni, i quattordicenni? Io credo che qui il Ministro Bonafede non possa ignorare, come ha dimostrato di ignorare davanti alla TV la differenza fra dolo e colpa…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). …che c'è un reato, che è l'abbandono di minore. Su questo, sulla gestione dei figli, dovete intervenire, perché se il 4 maggio inizia la fase 2, i genitori non sanno cosa fare e non sanno come controllare e come poter sistemare i loro figli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Fogliani. Ne ha facoltà.

KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi dispiace che il parere sia contrario all'ordine del giorno presentato dal nostro gruppo, il n. 9/2463/273. Questo riguarda le famiglie di un'area del comune di Caorle, le famiglie di Falconera. C'è stata, proprio in questo momento di questa crisi di emergenza per COVID-19, una sentenza del TAR che ordina la demolizione di tre abitazioni; sono tre abitazioni che fanno parte di un complesso dove ci sono circa 30 famiglie, una situazione che si porta avanti da anni. È un'area che è nata all'inizio del Novecento, un'area di pescatori, un'area tipicamente lagunare e di mare, turistica (la zona di Caorle), dove ci sono stati i primi insediamenti e dove sono stati costruiti anche i primi casoni, che sono delle costruzioni tipiche, lagunari, della zona appunto di Caorle, e che sono bellissimi da vedere, anche a livello turistico, in quanto proprio tradizionali. Queste famiglie sono in una situazione molto particolare perché da anni sono penalizzate da tutta una serie di situazioni che si trascinano, perché sono considerate abitazioni costruite su un territorio demaniale. Siccome noi abbiamo già votato una legge con una situazione simile, anche se non uguale, per il territorio demaniale di Chioggia e abbiamo votato tutti all'unanimità, spero che comunque venga valutata, in questa situazione particolare, quantomeno la possibilità di bloccare queste situazioni in tutta l'area, sia amministrative che penali, quantomeno fino alla fine del 2020. Già in questo provvedimento c'è la scadenza del 15 aprile, ma che ormai è superata, e poi, invece, nell'altro provvedimento si arrivava al 15 di maggio. Allora, io spero che venga preso in considerazione di dare questa possibilità a queste famiglie, proprio in questo momento di particolari problematiche e di costrizione a casa, sia per i bambini, sia per gli anziani che per le famiglie, soprattutto in un momento così tragico in cui la stagione turistica è fortemente compromessa. Quindi, io spero si voglia rivalutare il parere riguardo a questo ordine del giorno.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per cambiare altri due pareri. Sull'ordine del giorno n. 9/2463/71 Zucconi, il parere è favorevole e lo stesso sull'ordine del giorno n. 9/2463/206 Spadoni.

PRESIDENTE. D'accordo, grazie. Ha chiesto di interviene il deputato Carlo Sarro. Ne ha facoltà. Il collega Sarro non è presente, quindi si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, la situazione di grave crisi economica che si sta palesando nella nostra nazione, in Italia, ci induce a dover estendere misure speciali di sostegno a tutti i lavoratori le cui aziende sono rimaste ferme. A tal proposito, a noi risulta che il comparto del trasporto aereo sia uno di quelli più colpiti dalla crisi del COVID-19. Il comparto del trasporto aereo ha avuto una flessione superiore all'88 per cento, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo è stato causato dal taglio dei voli delle tratte ad opera delle compagnie aeree. Se vogliamo, al Sud la situazione è ancora peggio, ma nel complesso questo ci deve spingere a mettere in campo e ad estendere le misure di sostegno più importanti anche nei riguardi di quelle fasce di lavoratori che, tradizionalmente, sono state sempre meno garantite e io direi, storicamente, anche maltrattate. Infatti, sarà noto che, per prassi consolidata storicamente, le società che gestiscono gli scali aeroportuali, come per esempio la Sacal, che in Calabria gestisce l'aeroporto di Lamezia Terme, di Crotone e di Reggio Calabria, periodicamente assume degli stagionali, dei lavoratori precari con contratto a tempo determinato, per affrontare il traffico che cresce durante il periodo di alta stagione e poi per gestirli secondo le esigenze dei diversi scali.

Allora, c'è un problema, signor sottosegretario, Presidente. Il problema è che le misure di sostegno di ammortizzatori sociali messe in campo da questo Governo per quanto riguarda il comparto aeroportuale riguardano soltanto quei lavoratori che hanno un contratto a tempo indeterminato, che quindi possono accedere alla cassa integrazione, mentre non prevedono nulla per i lavoratori stagionali aeroportuali con contratto a tempo determinato. Capirà, signor Presidente, che questo configura una vera e propria ingiustizia, di fronte alla quale noi non dovremmo rimanere inermi, perché questi lavoratori stagionali del comparto aeroportuale con il contratto a tempo determinato sono comunque dei padri, delle madri di famiglia, che il Governo non contempla nelle sue misure; sono comunque persone che pagano le bollette, che devono fare la spesa, che devono pagare le tasse e che, quindi, sarebbero meritevoli di un sostegno, che certamente noi dovremmo garantire. Se è vero, come ha detto qualcuno, che nessuno dovrebbe rimane rimanere dietro, allora io, tra gli altri, sostengo i lavoratori aeroportuali con contratto a tempo determinato.

Signor sottosegretario, mi rivolgo a lei per tramite del Presidente. Io vengo da una realtà che è la città di Lamezia Terme, che è sede di uno degli aeroporti internazionali più importanti del Mezzogiorno d'Italia, di interesse strategico anche per il Mediterraneo, la porta della Calabria che certamente il signor sottosegretario conosce; e lì ho modo di parlare con tanti lavoratori di questo settore e nelle ultime settimane devo dire che ho compreso che si è cristallizzata una situazione che sta andando verso una direzione veramente grave di indigenza e di povertà. Allora signor sottosegretario, mi rivolgo a lei ancora per tramite del Presidente, con questo mio ordine del giorno io chiedo e auspico che il Governo estenda l'ambito soggettivo di applicazione delle misure di sostegno ai lavoratori e delle misure di ammortizzatori sociali anche a questi lavoratori stagionali che hanno contratti a tempo determinato e che meritano sicuramente molto più rispetto.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Scusi Presidente, mi hanno segnalato anche per l'ordine del giorno Bartolozzi n. 9/2463/128, dove era già previsto nel dispositivo “valutare l'opportunità di”, la necessità di cambiare il parere in favorevole, cosa che facciamo volentieri e ne approfitto per dire che dove è presente nel testo “valutare l'opportunità di”, si intende parere favorevole secco, così evitiamo.

PRESIDENTE. D'accordo. Ha chiesto di intervenire il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Noi siamo qui per cercare di semplificare la vita ai cittadini. Nel caso in esame dovremmo essere qui per semplificare la vita ai lavoratori della scuola, ancora più nello specifico, agli insegnanti precari. Il tentativo di questo ordine del giorno è quello di sensibilizzare sia il Governo che la maggioranza, che è degnamente rappresentata questa mattina in Aula nei banchi dei colleghi, sulle graduatorie di istituto, le cosiddette graduatorie di terza fascia. Cerco di essere meno tecnico possibile e di spiegarlo in estrema sintesi: si tratta di quelle graduatorie dalle quali si attingono gli insegnanti per le supplenze brevi e saltuarie o anche per gli incarichi annuali; il nostro ordinamento prevede che ogni tot di anni, Presidente lo dico per suo tramite al rappresentante del Governo, possano essere aggiornate. In che modo vengono aggiornate? Attraverso l'acquisizione di titoli relativi al servizio o di titoli culturali, quindi un insegnante precario, soprattutto giovane, ma ce ne sono anche tanti che hanno oltre dieci anni di servizio, ogni mese di lavoro acquisisce due punti e soprattutto ogni titolo, un master, una seconda laurea, un corso di perfezionamento, può migliorare la propria posizione in graduatoria. Quindi parliamo di sacrifici economici e sacrifici umani, perché spesso questi lavoratori fanno anche quattro o cinquecento chilometri pur di accettare un incarico, al solo scopo, alla sola ambizione professionale di poter migliorare la propria posizione in graduatoria.

Però, questo Governo una ne pensa e cento ne fa, e ha pensato di bloccare l'aggiornamento che per legge era previsto per quest'anno, addirittura arrivando all'assurdo di un Ministro dell'Istruzione che chiede scusa a tutti i precari italiani e lo fa in conferenza stampa sulle reti di Stato, le reti unificate, dicendo che l'amministrazione, che il Ministero dell'Istruzione non sarebbe capace di smaltire le domande cartacee degli stessi insegnanti. E tutto questo accade in un periodo in cui andiamo a gonfie vele verso l'informatizzazione dei servizi, andiamo sulla didattica a distanza. Ma la cosa ancora più assurda - che proprio io stento a capire, e come me tantissimi precari, si parla di circa 200 mila insegnanti precari nel nostro comparto - è che lo stesso Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina pretende però di bandire, in un periodo del genere, dei concorsi, tra l'altro mettendo a rischio e a repentaglio la salute degli insegnanti.

La Lega aveva proposto già da tempo una soluzione che non è quella che va nel senso della riformulazione che il Governo ha adottato, cioè di istituire delle graduatorie provinciali, perché per stessa ammissione del Ministro Azzolina non si potrà mai fare in tempo, perché poi noi dobbiamo metterli in cattedra dal primo settembre. La Lega aveva proposto semplicemente di rimandare la provincializzazione e di lasciare le graduatorie così com'erano dando la possibilità però ai giovani laureati di potersi inserire per la prima volta e ai precari storici di poterle aggiornare. E non è vero che non è possibile farlo perché, per chi non lo sapesse, questo tipo di domande già avviene online nella scelta delle scuole attraverso i vari portali telematici del Ministero e per quanto riguarda la consegna dei titoli eventuali nuovi da integrare, si potrebbe fare tramite PEC. Ma evidentemente questo il Ministro Azzolina non lo vuole capire e vi spiego anche perché: da quando si è insediata ha messo in atto un'avversione totale, culturale, morale e ideologica nei confronti degli insegnanti precari della scuola. Ai precari è stato negato il bonus dei 500 euro per poter fare la didattica a distanza, ai precari viene negata la stabilizzazione, pur essendoci una direttiva europea, la n. 70 del 1999, recepita dal decreto legislativo n. 368 del 2001 in Italia, che prevede la stabilizzazione dopo aver svolto almeno 36 mesi di servizio. Ai precari viene negata la possibilità di avanzare per titoli e servizio e si preferisce mettere a repentaglio circa 150 mila lavoratori, tanti sono quelli stimati che potranno aderire a questo concorso, in un periodo del genere. Rendiamoci conto! Tra luglio ed agosto il Ministro Azzolina vorrebbe che i precari sostenessero questo concorso; e allora lasciate almeno la possibilità, evitando delle riformulazioni inopportune, di poter aggiornare la graduatoria, le graduatorie di istituto lasciatele così come sono e date una possibilità a chi per 1200 euro al mese fa il lavoro più bello del mondo, che è quello di gestire il nostro capitale umano, il capitale invisibile veniva definito da alcuni studiosi, e pur di migliorare la propria posizione in graduatoria sostiene sacrifici economici e familiari. Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità, non può scaricare sul Parlamento una scelta che è impossibile da realizzare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Tullio Passini. Ne ha facoltà. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento sociale, per cortesia.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io mi riferisco, in particolare, agli ordini del giorno Patassini n. 9/2463/266 e Viviani n. 9/2463/270, perché capiamo con grande difficoltà questa chiusura verso il mondo dell'agricoltura. Dopo gli emendamenti che abbiamo presentato al “Cura Italia”, dopo le iniziative di sostegno al nostro mondo agricolo, non ci saremmo certamente aspettati una bocciatura di ordini del giorno che riguardano la pesca. Bocciatura tout court, tendo a precisare. E' evidente che in questo periodo in cui i nostri cittadini stanno a casa, il mondo agroalimentare ha luci ed ombre, perché da una parte è vero che si pensa ai consumi di prima necessità, ma dall'altra parte c'era tutto un mondo, il mondo vitivinicolo, il mondo del latte fresco, alcuni comparti di agricoltura di alta qualità, che lavoravano e che mi auguro lavoreranno tantissimo con l'export e con tutto ciò che il comparto reca. E' chiaro che non avere ristoranti, alberghi e boutique gastronomiche aperte ha comportato un crollo di tali tipi di consumi e attenzione: erano quei consumi in cui, in particolare, c'era valore aggiunto per l'agricoltore, perché erano produzioni di nicchia e di alta qualità.

Oggi il comparto pesca vive una grande difficoltà, le barche non escono in mare e qualora potessero uscire, non avrebbero aste del pesce e luoghi dove poter collocare la propria merce. Quindi, siamo di fronte a un vero e proprio fermo pesca. Allora, di fronte a questo, dire al Governo, come abbiamo già fatto con gli emendamenti, come abbiamo già fatto in altre situazioni, di provvedere al pagamento dei premi del fermo pesca 2017, cosa c'è di sbagliato in questo? Almeno sosteniamo i pescatori in quel comparto per quelle somme che legittimamente spettano loro. Poi è chiaro, i pescatori magari forse per il Governo non sono un gruppo elettorale particolarmente numeroso, ma sono veramente il cuore pulsante di un'Italia e di un ideale che ha migliaia di chilometri di coste. Diamo dignità a un mondo, almeno questo io le chiedo, signor Vice Ministro, di pensare almeno a modificare il parere. Diamo un segnale ai pescatori perché questo è quello che in questo momento possiamo fare con gli ordini del giorno che non hanno valore normativo ma valore di incoraggiamento.

Si tenga presente il poter dire: pago i premi 2017, computo nel periodo totale di fermo di un'imbarcazione il periodo che hanno già purtroppo dovuto subire, pensare che i lavoratori possano beneficiare magari di un periodo di indennità guadagni che vada oltre il 3 maggio, perché è evidente che, se l'Italia ripartirà, i ristoranti potrebbero avere qualche piccolo ritardo di ripartenza. Tutti questi sono piccoli segnali, e non bastano, le assicuro, i 100 milioni che sono stati messi. Gli armatori hanno bisogno di incassare quanto loro spettante, i lavoratori hanno altrettanto bisogno di essere sostenuti per un periodo leggermente più lungo.

Da ultimo, abbiamo presentato un ordine del giorno sulla pesca del tonno, perché la pesca del tonno diventa fondamentale - fondamentalmente la pesca del tonno è accidentale, ovvero il tonno che cade nelle reti dei pescatori, soprattutto per chi fa piccola pesca -, non può essere buttato. Da ultimo, le segnalo l'ordine del giorno n. 276, perché anche in quest'occasione non dobbiamo dimenticarci il terremoto del 2016 che ha colpito il centro Italia. Non è una questione, perché oltre ai danni del terremoto abbiamo il danno COVID, allora con l'ordine del giorno n. 276, come abbiamo chiesto in precedenti provvedimenti, chiediamo di evitare che le aziende di quei territori, quattro regioni - tra l'altro, in qualche caso ancora i capannoni sono distrutti - non possano guardare con fiducia al loro futuro. Quindi, le chiedo veramente di prendersi magari qualche minuto e di rivedere questi tre ordini del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Martina Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Presidente, intervengo per illustrare un altro ordine del giorno importante, che riguarda il comparto agricolo, in particolare le nostre aziende. Sappiamo che gli interventi di questa norma che oggi approviamo vogliono sostenere economicamente le famiglie, ma anche i lavoratori e le imprese: ebbene, il motore agricolo è un motore non solo economico, ma un motore fisico, che sostiene fisicamente i nostri cittadini e la nostra società. In particolare, nel comparto lattiero-caseario, dovuto all'emergenza Coronavirus, si è registrato un forte calo dei consumi, soprattutto del prodotto fresco e del prodotto latte. Il latte, come prodotto di base, sappiamo che, a livello italiano, ha un'elevata qualità produttiva della materia; ebbene, questa produzione non può essere fermata, è una produzione che prosegue in modo inesorabile, ma in maniera positiva, proprio perché è una risorsa fondamentale per il nostro Paese e i nostri prodotti. Ebbene, questo calo sia della domanda interna sia dell'export, produce una forte criticità sugli allevatori, prima di tutto perché il prodotto non viene smaltito da parte dei caseifici come materia prima, quindi l'allevatore si trova a dover gestire sia un calo del ritiro da parte del caseificio stesso che dover smaltire l'invenduto, in qualche modo impiegarlo. Ebbene, questa non è solo una perdita della fonte di reddito, ma per noi è una perdita di patrimonio e di materia prima essenziale come l'oro, dal punto di vista qualitativo e dell'eccellenza in cui si trasforma sul nostro territorio italiano, che sono diverse da regione a regione e creano quella qualità del settore che è conosciuta in tutto il mondo. Non dobbiamo neanche dimenticare il ruolo che gli allevatori svolgono come tutori del nostro territorio e dell'ambiente. Soprattutto, nelle zone di montagna, si prendono cura dei prati e dei pascoli durante la stagione estiva. Questo è un ruolo ambientale fondamentale, quindi la categoria non può essere lasciata inascoltata e in difficoltà. Su questo scenario interviene una speculazione, purtroppo, ad aggiungersi alle difficoltà già citate, ovvero la importazione dall'estero di quantitativi di materia latte a prezzi inferiori e di qualità non sempre elevata. Quindi, questi vanno non solo a mettere in ulteriore difficoltà i nostri allevatori, ma anche a ridurre la qualità del latte e delle produzioni casearie.

Ebbene, la proposta è che innanzitutto si tuteli ad ogni costo la filiera del latte italiano. La filiera del prodotto italiano deve essere tutelata, da adesso in avanti, come una presa di impegno solenne da parte di tutti i cittadini del nostro Paese, proprio perché il mondo agricolo italiano deve trovare risposta nei suoi stessi cittadini, che nutre con tanto amore. Inoltre, bisogna stimolare i caseifici a produrre formaggi stagionati, prodotti a lunga conservazione, che così non interrompano il ritiro del latte e possano essere quindi ricollocati nel tempo, una volta terminata l'emergenza, con facilità, senza problemi di scadenze o durate.

Ebbene, quest'ordine del giorno impegna quindi a prevedere delle misure affinché i caseifici si impegnino al ritiro del latte, concordando con le istituzioni europee, per tutta la durata dell'emergenza, la concessione di aiuti all'ammasso privato di latte in polvere, formaggi duri a lunga conservazione, nonché di formaggi DOP prodotti con latte bovino di provenienza italiana, al fine di poter contenere il crollo del prezzo, a tutela degli allevatori italiani. Il Governo ci ha detto dell'accoglimento con una riformulazione di quest'ordine del giorno, l'auspicio è che queste non restino solo parole su carta, ma che sia un impegno concreto del Governo - ma lo lancio anche a tutti gli italiani - di mantenere salda l'attenzione e il valore sulle nostre filiere alimentari italiane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI (LEGA). Presidente, mi rivolgo al Vice Ministro, al bravo Vice Ministro Misiani, su un ordine del giorno, il n. 285, che ha ad oggetto una categoria di lavoratori che ha un ruolo importante nell'economia, nel sistema economico del nostro Paese, che sono i lavoratori frontalieri, tema, quello della tutela e della difesa dei lavoratori frontalieri, che più volte è stato oggetto di dibattito e di discussione, anche in modo trasversale, all'interno di quest'Aula. I lavoratori frontalieri - e lo dico a un Vice Ministro lombardo che ovviamente è sensibile e attento a questo tema -, parliamo di circa 80-90 mila lavoratori, rappresentano una grande opportunità di lavoro per il nostro territorio, in modo particolare per i territori di confine, non solo lombardi, ma anche piemontesi, liguri e di altri territori del nostro Paese; lavoratori che rappresentano una ricchezza, lavoratori che ogni mattina, oltrepassando il confine, ad esempio il confine svizzero, andando a lavorare nella Confederazione elvetica, portano in quel territorio ricchezza, know-how, competenza, professionalità, portano quindi ricchezza ad un altro territorio, ma rappresentano anche una grande ricchezza e una grande risorsa per i tanti comuni di confine del nostro territorio. I lavoratori frontalieri stanno affrontando due grandi problematiche, rispetto alle quali l'attenzione del Governo, sino ad oggi, si è manifestata più a parole che nei fatti. Quest'ordine del giorno - abbiamo assistito in questi giorni a tante dichiarazioni da parte di alcuni rappresentanti della maggioranza, dal sottosegretario Scalfarotto, che parrebbe interessarsi più da un punto di vista formale che da un punto di vista sostanziale - ha il fine di poter garantire due cose, sostanzialmente, in primo luogo le tutele sociali anche a questi lavoratori, perché, come ben sapete, la Svizzera ha lasciato ai singoli cantoni l'opportunità di chiudere, di regolamentare, di affrontare le emergenze del Coronavirus in modo differente tra cantoni, e nel momento in cui la Lombardia ha chiuso, il Canton Ticino invece ha mantenuto aperte le proprie attività. Quindi cosa si è verificato? Si è verificato che tanti lavoratori frontalieri, non in sicurezza da un punto di vista della salute e da un punto di vista della sanità, hanno oltrepassato il confine proprio per andare a svolgere questo tipo di attività, in condizioni, ripeto, di grandissima difficoltà. Molti lavoratori ovviamente hanno rischiato e stanno rischiando di perdere il posto di lavoro, e oggi assistiamo a questo fatto, cioè che il Canton Ticino ha chiuso dopo l'Italia, ma riapre prima dell'Italia, quindi oggi tanti lavoratori frontalieri, in questa settimana, 10 mila lavoratori frontalieri, oltrepassano il confine per andare in Svizzera. Da lunedì, tra 40 e 50 mila lavoratori frontalieri andranno in Svizzera a lavorare.

Quindi, le due tematiche sono: primo, le tutele sociali e la possibilità di poter estendere anche le forme di cassa integrazione anche a coloro i quali hanno perso il lavoro. Sarebbe drammatico se questi soggetti, queste persone, questi dignitosissimi lavoratori italiani, lombardi, piemontesi non avessero la possibilità di poter avere le stesse tutele sociali che hanno gli altri cittadini italiani, da un lato; dall'altro lato, per poter andare a lavorare evidentemente bisogna oltrepassare un confine. La Svizzera ha deciso di chiudere alcuni valichi. Chiudere i valichi ha evidentemente comportato problemi di mobilità; alcuni valichi sono rimasti aperti; su quei valichi aperti - penso ad esempio al valico di Bizzarone - ci sono code interminabili, ci sono problemi, ci sono disagi anche rispetto al contesto territoriale, che vive evidentemente questa difficoltà di mobilità. Chiediamo, quindi, al Governo un'attenzione particolare; chiediamo al Governo di rivolgersi alle autorità svizzere affinché, da un lato, i valichi chiusi possano essere riaperti (il valico di Maslianico, il valico di Valmara in Val d'Intelvi, dove tanti sono i lavoratori frontalieri che svolgono questo tipo di attività) e, dall'altro lato, di velocizzare le operazioni e i protocolli di mobilità con la Svizzera. Ad oggi abbiamo tante parole, tanti impegni formali da parte dei rappresentanti del Governo ma non abbiamo una presa di posizione chiara e seria. Ho presentato l'ordine del giorno n. 9/2463/285, un misero ordine del giorno a fronte del fatto che gli emendamenti che abbiamo presentato non sono stati accolti e le interrogazioni che sono state presentate non hanno trovato ancora risposta da parte del Governo, e lei chiede di valutare l'opportunità. La invito, anche a nome dei tanti parlamentari - e mi dispiace che non c'è l'onorevole Borghi che su questo tema è sempre stato particolarmente sensibile -, a modificare il parere perché “a valutare l'opportunità” è una presa in giro, è un'ulteriore beffa a danno dei lavoratori frontalieri. Quindi, la invito a modificare il parere, altrimenti chiederemo di mettere ai voti l'ordine del giorno e poi ognuno evidentemente rispetto ai propri territori e rispetto ai propri sindaci si assumerà la propria responsabilità, di dare un segnale di attenzione sostanziale e non semplicemente formale a tutela e a difesa sia dal punto di vista della salute, da un lato, sia dal punto di vista delle tutele sociali, dall'altro lato, e dal punto di vista della mobilità a beneficio dei nostri lavoratori frontalieri, che sono una risorsa fondamentale e indispensabile per il nostro Paese, per i nostri territori e per l'Italia tutta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Colmellere. Ne ha facoltà. Colleghi, rinnovo l'invito ad avvicinarsi al banco del Comitato dei nove se volete intervenire senza mascherina. Il prossimo a intervenire sarà il collega Giuseppe Cesare Donina. Prego, collega.

ANGELA COLMELLERE (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/2463/302 vuole richiamare l'attenzione su un problema molto grave che affligge le scuole paritarie. Queste ultime svolgono un ruolo pubblico da sempre e sono parte integrante del sistema scolastico italiano. Ricordo che nel territorio italiano le scuole paritarie sono 12.448, per un totale di 863.378 studenti e 130.000 lavoratori tra personale docente, non docente e amministrativo. Queste scuole accolgono circa 14.500 alunni con disabilità. Le scuole paritarie hanno da sempre dimostrato attenzione per il territorio compensando l'assenza dello Stato e facendo adesso risparmiare più di 6 miliardi di euro per la gestione delle scuole, senza considerare che le strutture non sono dello Stato ma sono private. Un bambino ogni due frequenta le scuole paritarie dell'infanzia ed è un dato che non si può trascurare. Come non si può trascurare nemmeno il dato secondo cui lo Stato assegna alla scuola statale 85 milioni per 8 milioni di studenti. Lo Stato, invece, destina alle scuole paritarie 2 milioni per 900.000 studenti. Detto questo, in questa fase emergenziale siamo dinnanzi ad una grande difficoltà, perché ci sono genitori che, a causa della situazione critica che sta vivendo il Paese, non hanno più la possibilità di pagare le rette che queste scuole richiedono. D'altro canto, le scuole non hanno la possibilità di sorreggersi se non grazie al pagamento delle rette. Quindi ciò determina un grave danno, in quanto le scuole devono continuare a pagare gli stipendi, devono continuare a pagare gli affitti ma di fatto non hanno entrate. Quindi ci troviamo dinanzi ad un problema: la mancanza di pagamento delle rette va a incidere sulle famiglie che, come abbiamo detto, non hanno soldi e sui lavoratori, che rischiano di perdere il posto di lavoro proprio perché, se queste chiudono, non potranno più lavorare.

Inoltre, diventerebbe anche un grandissimo problema per il sistema scolastico nazionale, in quanto se queste scuole chiudono, i ragazzi e gli studenti devono essere ricollocati all'interno di classi statali per garantire loro il diritto allo studio. Quindi ciò determina un grandissimo ripensamento delle classi, anche proprio in relazione al fatto che non ci possono essere le classi pollaio, come appunto ben detto dalla Ministra. Con il nostro ordine del giorno n. 9/2463/302 chiediamo di disporre di contributi aggiuntivi alle scuole paritarie private per esonerare i genitori del pagamento delle rette, ovvero prevedere la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi nelle scuole paritarie private per l'anno 2019-2020. Noi chiediamo sensibilità da parte del Governo per la funzione educativa e strategica che anche queste scuole donano al nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Donina. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, Viceministro, intervengo in una situazione surreale nel nostro Paese, nei nostri territori e di questo Parlamento. Avevamo già notato all'inizio della legislatura, dopo l'agosto 2019, che l'andamento di questo Governo e di questa maggioranza non era proprio dei migliori, nel senso che portavate in Commissione solo decreti europei e non avete più fatto proposte divisive. Abbiamo fatto quattro mesi di Governo a girarci i pollici - scusate se lo dico in quest'Aula - però era veramente riduttivo, perché tutto ciò che era divisivo voi avevate deciso di non portarlo né in Aula, né in Commissione. A questo punto, credevo che dopo una pandemia di questo tipo, dopo che è stata definita più volte dai nostri colleghi come una guerra, soprattutto in Lombardia, Veneto e in altri territori, in Emilia Romagna, forse avreste cambiato atteggiamento, invece così non è stato: ci siamo illusi per l'ennesima volta. Avevamo fatto proposte costruttive e il nostro leader Matteo Salvini aveva dato tutta la possibilità alla maggioranza di avere un nostro appoggio. Le opposizioni, tutte compatte, erano state più volte dal Premier Conte dando la loro disponibilità; avevate la possibilità davvero di andare nella direzione che avrebbe aiutato il nostro Paese. Avevamo chiesto tutti insieme come opposizioni di aiutare i più deboli, di aiutare le famiglie, di aiutare le partite IVA, i negozianti: invece a tutto questo ci è stata chiusa la porta in faccia. Avevamo avanzato proposte per aiutare, ovviamente, chi rimaneva indietro. Voi in questa fase davvero non vi state rendendo conto di quanto succede al di fuori di queste mura; non vi state rendendo conto di quanto succede nel nostro Paese: veramente lo dico e in maniera propositiva, non per attaccare la maggioranza. Ancora ieri, come due giorni fa, sono stato in coda a fare la spesa nei vari negozi e, stando lì con le persone, ci si accorge che ci sono intere partite IVA e ci sono imprenditori che fra due o tre mesi non faranno più gli imprenditori. Avevate la possibilità con l'appoggio delle opposizioni di fare una manovra da 100 miliardi: l'abbiamo proposto, le risorse c'erano. Avremmo tutti insieme, come si diceva una volta, tirato il laccio, stretto la cintura per i prossimi due anni, ma era il momento questo per aiutare le famiglie e per aiutare le partite IVA e i negozianti, per aiutare le imprese: avete deciso per l'ennesima volta di non farlo. Avete deciso per l'ennesima volta di non farlo e qui mi riferisco al numerosissimo gruppo dei Cinque Stelle per chiedere loro cosa fanno. Le uniche proposte che vengono - lo chiedo a lei, Presidente, per suo tramite - dal capo politico Vito Crimi dei Cinque Stelle consistono nel commissariamento di alcune regioni: è questo che ci fa rimanere allibiti. Ma veramente mi chiedo cosa stiamo qui a fare. Questo dovrebbe essere il Parlamento, il Parlamento unito che aiuta il Paese a ricrescere: sembra cioè che da parte del MoVimento 5 Stelle l'aiuto sia unilaterale.

Ci sono dei concorsi alla Camera dove il Presidente Fico è presidente di commissione e ci accorgiamo che partecipano alcuni parlamentari dei 5 Stelle. Fanno le nomine dove tutto è fermo e ci accorgiamo che gli amici e i compagni di classe entrano a far parte dei CdA. Oooooh! Noi qua parliamo a nome del popolo italiano: ma voi ci state prendendo in giro? È questa la domanda che mi viene da dire, mi scusi i toni, ma veramente questi pensano davvero che al di fuori di qua non se ne accorga nessuno. Vede, Presidente, io vengo da una delle vallate bresciane, quelle famose vallate bresciane e bergamasche in cui vent'anni fa l'onorevole Umberto Bossi disse che erano pronti 300 mila cacciatori con i fucili per venire a Roma. Ecco, oggi giorno sono milioni, ma oggi giorno tutta l'Italia e tutto il Paese sono le vallate bresciane e bergamasche, ricordatevelo, tutto il Paese. Qua a maggio, se voi non vi svegliate velocemente, troverete fuori migliaia e migliaia, centinaia di migliaia di partite IVA e di imprenditori, di familiari, di operai che hanno perso il posto di lavoro, e aspetteranno che escano da questo mondo incantato, come lo chiamate voi, i parlamentari, che non hanno agito in questo periodo.

Davvero vi faccio un appello perché pensiate a cosa sta succedendo, perché è drammatico davvero. Alla fine cosa succede? Alla fine poi stamattina, in questa pandemia, in questo periodo davvero drastico, dove le famiglie non arrivano alla fine del mese, mi ritrovo che stamattina vediamo che sugli apparati Android arriva un sondaggio…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). …e qui concludo, spunta un sondaggio che chiede l'operato del Premier Conte. Ma davvero credete che il nostro Paese sia il Grande Fratello? No, ve lo chiedo. E qui concludo, signor Presidente: è impossibile, disse l'orgoglio; è rischioso, disse l'esperienza; è senza speranza, disse la ragione; provaci, sussurrò il cuore.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Ecco, credevo che davvero voi ci avreste provato, ma non ci avete nemmeno provato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Sono rimasto stupito della contrarietà del Governo all'ordine del giorno che avevamo presentato. Nel provvedimento che stiamo discutendo sono previsti dieci milioni indirizzati alla Polizia locale, in particolare per gli straordinari. Beh, questi 10 milioni, che già comunque rappresentano una miseria rispetto a quelle che sono le reali necessità della Polizia locale, rischiano paradossalmente di rimanere inutilizzati, perché ci sono delle grandi città amministrate dal MoVimento 5 Stelle e dal Partito Democratico che hanno pensato - mi riferisco, in particolare, alla città di Torino e alla città di Milano, amministrata dal sindaco Giuseppe Sala - di mettere in questo periodo, evidentemente valutando il poco traffico che c'era nelle grandi città, in ferie gli agenti della Polizia locale.

Questo è paradossale perché è proprio questo un momento in cui, invece, sarebbe richiesta la collaborazione da parte di tutte le Forze dell'ordine e da parte di tutti gli agenti della Polizia locale per aumentare il numero di controlli e per evitare situazioni di insicurezza che nelle grandi città si stanno registrando. Ciò è particolarmente stupefacente per quanto riguarda Milano, dove abbiamo un sindaco che è abituato a farsi selfie a bordo vasca con la maglietta “Milano non si ferma”, ma non pone attenzione a quello che sta succedendo nelle periferie della nostra città, dove, in assenza di controlli seri - e qui potevano essere utilizzati gli agenti della Polizia locale - oramai spadroneggiano bande di immigrati e di zingari che addirittura si recano nelle case popolari per occupare le abitazioni nel momento in cui, magari, gli anziani sono in ospedale a farsi curare proprio a causa del virus.

Questa situazione è veramente paradossale, anche perché gli agenti della Polizia locale, soprattutto nelle grandi città, hanno una professionalità, una capacità, e sono addestrati per qualsiasi tipo di mansione, e quindi potrebbero benissimo essere utilizzati per i controlli. A Milano, faccio un esempio, ci sono circa 3 mila agenti della Polizia locale, e sul territorio, fino ai giorni scorsi, prima che fosse fatto un piccolissimo aumento di personale, tra l'altro usando le reclute, c'erano sul territorio neanche 500 agenti.

Questa è una cosa davvero intollerabile, noi non capiamo la vostra contrarietà. Tra l'altro, il nostro vi darebbe la possibilità, essendo un richiamo alla legalità, di togliere alcune macchie che si stanno verificando sotto il vostro Governo, perché è indubbio che, da quando siete arrivati voi al Governo - non ve ne do una responsabilità diretta, però il dato c'è -, si stanno creando degli enormi regali alla criminalità organizzata. Mi riferisco, per esempio, alla scarcerazione dei boss mafiosi che sta avvenendo in questi giorni nella totale incapacità del vostro Governo di porre un freno a questa situazione. Mi riferisco, per esempio, all'altro regalo alla criminalità organizzata che è la paventata regolarizzazione di 600 mila clandestini nel nostro Paese. Beh, tutti questi regali alla criminalità organizzata che stanno avvenendo sotto il vostro Governo sono una macchia. Ecco, noi vi diamo la possibilità di fare al Paese e fare a voi stessi un richiamo alla legalità, cercando di prendere dei provvedimenti per fare in modo che questi agenti della Polizia locale possano essere riportati sul territorio.

È davvero scandaloso quello che sta succedendo nelle nostre città, è davvero scandaloso quello che sta succedendo nella mia Milano, perché è impensabile dover avere a che fare con delle povere persone che, costrette in ospedale per la malattia a curarsi, si ritrovano, una volta uscite, la casa occupata dai rom e da immigrati di vario genere, è impensabile. Tutte queste operazioni potrebbero essere anche seguite dalla Polizia locale in accordo con le Forze dell'ordine, però ciò non viene fatto. Ecco, noi vi abbiamo chiesto, con questo ordine del giorno, di pensare a mettere in campo dei provvedimenti che riportassero sul territorio gli agenti della Polizia locale. Davvero sono stupito e stupefatto della vostra contrarietà a questo ordine del giorno e credo davvero che il Paese non possa più tollerare la vostra presenza al Governo; una presenza che è inutile e dannosa per tutti.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,17).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2463)

PRESIDENTE. Avverto che tra i firmatari dell'ordine del giorno Meloni n. 9/2463/341 risulta erroneamente il deputato Ferri, mentre l'ordine del giorno deve intendersi in realtà sottoscritto dalla deputata Ferro. Ha chiesto di intervenire il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Avevamo iniziato bene il percorso sul “decreto Cura Italia”, lo avevamo iniziato con un confronto fra Governo ed opposizione nello spirito della tanto richiamata ed evocata unità nazionale. Spiace constatare alla fine del percorso che purtroppo finiamo malissimo. Lo spirito è quello di lavorare insieme, ovvero di prevedere degli emendamenti al decreto che consentissero la vera unità nazionale; quello di raccogliere gli spunti e le osservazioni di tutti i mondi di riferimento che ciascuno di noi rappresenta. Poi si è passati all'idea, non potendo accogliere gli emendamenti, di fare ordini del giorno vincolanti, che potessero essere utilizzati nel “decreto Liquidità” o nel decreto di marzo, che oramai possiamo definire aprile, maggio.

Ci viene chiesto sui nostri ordini del giorno, quelli che vanno dal n. 230 al n. 234, di accettare la riformulazione “a valutare l'opportunità di” e non “impegna il Governo”. Si perde un'occasione. Noi sappiamo molto bene cosa vuol dire “a valutare l'opportunità di” rispetto a impegnare in modo vincolante. Se ci si vuole impegnare, se il Governo vuole dimostrare di decidere su alcune cose, invito il Governo a cambiare posizione sui pareri degli ordini del giorno, anche riformulandoli, ma impegnandosi, prendendo degli impegni vincolanti. Chiedere di esprimere un giudizio sul “valutare l'opportunità di” vuol dire per noi dire di no.

Sul tema delle donazioni, in un momento in cui è preziosa la generosità degli italiani, il Governo dice “no” a prevedere un regime fiscale, all'ordine del giorno n. 9/2463/233, per le donazioni fatte da soggetti che producono reddito di lavoro autonomo. E dice di no a prevedere che le donazioni in natura non siano considerate cessioni di beni ai fini IVA.

Altro tema su cui dice “no” il Governo sull'ordine del giorno n. 234, il tema della scuola: dice di no ad istituire un fondo economico per poter sostenere le scuole paritarie ed aumentare le detrazioni fiscali per i genitori degli alunni che frequentano le scuole paritarie. Ma un altro “no” arriva sull'ordine del giorno n. 232, ad individuare una soluzione per consentire forme contrattuali per il lavoro flessibile, quello che era una volta il voucher.

Ma cosa ancora più grave, sugli ordini del giorno n. 230 e n. 231, sui quali invece c'era stata disponibilità per quanto riguarda gli emendamenti sul decreto, il Governo sta dicendo “no” a società attive nell'erogazione di programmi di supporto ai pazienti soggetti a cure domiciliari, che tali società somministrano gratuitamente sulla base di accordi con le aziende farmaceutiche. Vuol dire curare a casa multicronici, che evitano di andare negli ospedali e quindi di infettarsi, in questo momento in cui molti ospedali sono dei focolai di COVID.

Ed infine, sull'ordine del giorno n. 231, il Governo dice “no” a compensazioni finanziarie ad aziende italiane che, in conseguenza dell'applicazione di penali connesse a ritardi o omessi adempimenti nei confronti di committenti esteri, determinati dal rispetto delle misure di contenimento degli effetti dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, rischiano di pagare delle penali non per causa loro, non per delle inefficienze loro, ma perché c'è un clima che impedisce di rispettare e di onorare gli impegni. E su questo il Governo aveva dato disponibilità, e oggi ci dice “no” all'ordine del giorno.

Io credo allora che se si vuole veramente collaborare è importante rivedere anche il contenuto, ma comunque la posizione del Governo; anche perché, lo dicono tanti colleghi, in questo momento il Paese ha bisogno di aiuto, di sostegno, di supporto. Io credo che il clima fuori da quest'Aula è incandescente, c'è vera preoccupazione: dal problema del virus si passa al vero problema di garantire la sopravvivenza, non solo delle proprie aziende, ma delle proprie famiglie, e gli italiani hanno pazienza fino ancora a un certo punto. Dobbiamo tutti rendercene conto, a cominciare dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Luca Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI). Presidente, Vice Ministro, io intervengo sull'ordine del giorno n. 81: tratta di un argomento direi molto importante, cioè degli affitti produttivi, degli affitti commerciali, turistici, artigianali, alberghieri. Prima, diciamo, un aspetto formale: so che avete dato un parere con favorevole con riformulazione, cioè con la formula “a valutare l'opportunità di”. Siccome già l'ordine del giorno originale recita “a valutare l'opportunità”, formalmente… Lei intende di aggiungerlo anche agli altri? Sì, diciamo che l'intendimento era quello, per cui ci siamo chiariti formalmente.

Invece, nel merito, io immagino che voi sappiate già che quello che è attualmente contenuto nel “decreto Cura” è assolutamente insufficiente per affrontare un tema così importante: attualmente il “decreto Cura” prevede un credito di imposta del 60 per cento per gli affitti categoria C1, che sono i negozi, dimenticandosi completamente - e qui so che avete già avuto la segnalazione da parte delle associazioni di riferimento, si sono rivolte anche a noi dicendo, appunto, che ve lo hanno segnalato – di tutte le altre categorie, dalla C2, cioè gli artigiani, alla categoria D, per cui gli alberghi, i cinema, i teatri. Su un tema che è riferito agli affitti, consideriamo che quasi il 50 per cento degli immobili produttivi sono legati ai contratti d'affitto, per cui quello che attualmente contiene il “decreto Cura”, ripeto, è assolutamente insufficiente per affrontare un tema del genere. Un tema che deve essere affrontato avendo come riferimento un principio che faccia da stella polare, cioè la condivisione dell'impatto della crisi tra tutti gli attori. Chi sono gli attori? Il locatore, cioè il proprietario dell'immobile, il conduttore e lo Stato. Questo dev'essere un principio portante, declinato poi in interventi che sono di vario tipo: uno potrebbe essere, per esempio, l'estensione del regime della cedolare secca, magari a fronte di un canone concordato; oppure il bonus locazione che viene dato al locatore a fronte di una corrispondente riduzione del canone; come ultima istanza, lo strumento della cessione del credito, cioè il proprietario che cede il credito alla banca, in modo tale da consentire al conduttore di non dover pagare l'affitto e consentire al locatore di avere un ristoro.

Tutto questo dipende, però, da una azione che il Governo deve fare in maniera intensa, precisa e importante. Tra l'altro, nel “decreto Cura” è già insito il problema, tant'è che avete sospeso i procedimenti giudiziali rispetto agli affitti per alcuni mesi. Questo sottintende che quel 50 per cento di affitti degli immobili in uso appunto produttivo, si parla di centinaia di migliaia, se non c'è un intervento regolatorio, di regia, vedrà una immensa, immane situazione di conflitti giudiziari, che andrebbero ad appesantire ancor di più questa crisi economica a cui invece dobbiamo far fronte in altro modo. Qual è l'altro modo? Per l'appunto, che il Governo… Noi come Parlamento, è inutile ripeterlo, siamo vincolati dalla responsabilità prima che ha il Governo di dover decidere, poi, tramite il voto di fiducia, quella di portare avanti le decisioni che intende intraprendere. Per cui l'appello qual è? L'appello è che, al di là del “valutare l'opportunità di”, ci sia davvero la volontà di intervenire. È chiaro che noi già nei prossimi giorni col “decreto Liquidità” saremo coerenti con la richiesta di questi interventi, e poi vedremo se il Governo, oltre al “valutare l'opportunità”, passerà dal dire al fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, era solo per puntualizzare sull'ordine del giorno n. 339, a firma mia e di altri colleghi di Fratelli d'Italia, e quindi per indurre il Governo ad un supplemento di riflessione: ne ho parlato velocemente, prima che iniziasse la seduta, con il sottosegretario. Il tema è che comunque questa decisione, con ordine del giorno analogo, è stata… Mi risulta, possiamo verificare in queste decine di minuti che ci dividono dal voto, sia stata licenziata positivamente dal Senato: non con l'emendamento, perché i problemi rispetto al decreto-legge “Cura Italia” che si sono palesati al Senato, sono stati poi confermati alla Camera, hanno impedito che nel corpo del “Cura Italia” fosse presente anche il sostegno alle scuole paritarie e alle scuole private, ma comunque l'ordine del giorno era stato approvato. Quindi, la valutazione che è stata fatta dal Governo sembra quasi un passo indietro rispetto all'esame fatto da Palazzo Madama pochi giorni fa. Quindi, fermo restando che se il Governo fosse disponibile accolgo comunque il suo parere positivo, ancorché vincolato, però mi sentirei di chiedere al Governo di entrare nel merito degli impegni e verificare se c'è qualche impegno, tra i quattro, mi pare, citati nell'ordine del giorno, su cui c'è una differenza sostanziale o una insostenibilità da parte del Governo.

A quel punto si può dare un parere contrario su quell'impegno, oppure si può dare una disponibilità generica, come è stato fatto sull'intero ordine del giorno da parte del Governo, senza però dare alla fine un giudizio eccessivamente fumoso, perché “valutare l'opportunità di”, come citava il collega Lollobrigida al principio, può rischiare di essere interpretato anche come una presa per i fondelli, posto che il Governo sa perfettamente di che cosa stiamo parlando e che questa discussione, anche sulle scuole paritarie e private, è una discussione che ormai risale a mesi fa. Trattasi di vicenda che non credo il Governo possa eludere, perché non credo che ci si possa permettere di chiudere tutte le scuole paritarie e tutte le scuole private italiane, non fosse altro perché lo Stato non sarebbe nelle condizioni di erogare un servizio analogo e parallelo, men che meno per quello che attiene la fascia d'età 0-6 anni, laddove, nonostante le declamazioni anche del Presidente Conte sull'istituzione di asili pubblici per tutti - asili nido pubblici per tutti - sappiamo bene che senza il privato le famiglie non sarebbero nelle condizioni di conciliare la presenza in famiglia con la propria professione. Quindi, non è possibile non intervenire su questa materia, a meno che il Governo, il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico, non decida di costringere i familiari e quindi o i padri o le madri, presumibilmente più le madri che i padri, quindi in beffa anche alle antiche battaglie sulle pari opportunità, a rimanere a casa e a rinunciare al lavoro. Quindi, io penso che, a questo punto, non avendo potuto incidere sul decreto, ci debba essere una risposta un po' più stringente sull'ordine del giorno, per reciproca serietà, perché penso che ci possa guadagnare sicuramente il Parlamento; ci guadagna anche il Governo perché ci sono decine di migliaia di soggetti economici e centinaia di migliaia di lavoratori dell'indotto, a cominciare dagli insegnanti, che vogliono essere rassicurati. Quindi io penso che si debbano dare parole certe, da questo punto di vista, a tutto questo settore. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Davide Galantino. ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, io non accetterò la riformulazione e chiederò il voto sul mio ordine del giorno, però mi permetta di fare una breve premessa. Questo Governo sin dall'inizio dell'emergenza ha parlato moltissimo di unità, ha parlato di responsabilità da parte delle forze di opposizione, invece le opposizioni in queste settimane sono state pesantemente umiliate, come nessuno ha mai saputo fare. Presidente, io mi rivolgo ovviamente alle forze di maggioranza per suo tramite, perché non hanno umiliato soltanto noi ma hanno umiliato l'intero popolo italiano e ieri, mentre discutevamo uno dei tanti decreti relativi a questa emergenza, quest'Aula era semivuota, come adesso, insomma. La sensazione diffusa è che le decisioni non vengano prese più qui dentro, da legittimi rappresentanti del popolo italiano, ma altrove, in altri luoghi, da altre persone. Ma quando un Governo presenta un decreto, in una situazione come quella che stiamo vivendo adesso, dovrebbe dare al proprio interlocutore la possibilità di contribuire fattivamente, in maniera costruttiva, alla nascita di una nuova legge. Quando si parla di unità, significa prendere una decisione insieme, perché ogni membro di questa Assemblea, oltre che rappresentare la nazione, porta con sé una storia, un legame con il proprio territorio ed è proprio di quel territorio che io vorrei parlare. Vede, Presidente, io vengo dalla Puglia e, ovviamente, non posso conoscere a fondo le problematiche che ci sono per esempio a Brescia o a Bergamo. Ho ascoltato con grande attenzione gli interventi dei colleghi, ho percepito la loro passione, la loro emozione quando parlavano dei migliaia di morti e questo per rendermi conto che in Italia è in atto un cambiamento epocale. Di sicuro non parliamo di quel cambiamento tanto auspicato dai cittadini il 4 marzo del 2018, che hanno detto basta agli inciuci di Palazzo, hanno detto basta alle raccomandazioni degli amici, degli amici degli amici. Voi, cari signori del Governo, con la complicità di quella maggioranza, state prendendo decisioni che segneranno in maniera irreversibile il futuro del nostro Paese e il metodo utilizzato è stato vergognoso, e noi di Fratelli d'Italia non saremo mai responsabili di quello che avete fatto con la complicità di chi, pur di non compromettere quella poltrona, che dà tantissimo a chi la dà ma potrebbe uccidere chi dovrebbe essere rappresentato, ha voltato le spalle ai cittadini italiani. Mentre voi andate in tv a promettere mari e monti, a far credere che nessuno verrà lasciato solo, che avete messo nel circuito economico centinaia di miliardi di euro, noi lo sapevamo che stavate parlando solo dei nuovi debiti che peseranno sulla testa degli italiani. Quando un Premier si nasconde dietro uno schermo per parlare a milioni di persone, dicendo che nell'immediato arriveranno i soldi, i cittadini non vanno a bussare alla porta del suo ufficio, vanno dai sindaci, vanno dai consiglieri comunali, che insieme agli operatori sanitari e alle forze dell'ordine e alle Forze armate, loro sì saranno ricordati come i veri eroi, come i veri salvatori di questa patria. Questo mio ordine del giorno, che non è la soluzione a tutti gli attuali problemi del Paese, permetterebbe a quegli amministratori, sui quali oggi pesa questa emergenza, di avere qualche tutela in più dalla legge. Sarebbe stato bello non presentarlo, sarebbe stato bello avere avuto la possibilità di incidere in quel decreto, che voi avete messo chiedendo anche il nostro contributo, contributo che noi abbiamo dato e che è stato rifiutato, senza tenere in considerazione che quel contributo è stato dato con il cuore, con la passione, che arrivava direttamente dai territori, dai cittadini, che noi - lo possiamo gridare a gran voce - siamo onorati di rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, intervengo sul mio ordine del giorno, il n. 9/2463/57, per chiedere al Governo di rivedere il parere perché questo ordine del giorno non può essere accettato con una semplice raccomandazione. A giorni inizia una fase importantissima per l'Italia, la fase 2. Tantissimi genitori che devono ritornare a lavorare si chiedono in questo momento a chi - a chi - lasciare i propri figli; soprattutto, è così le famiglie che hanno bambini piccoli, ancora non autosufficienti, perché le scuole continuano ad essere chiuse, gli asili chiusi e purtroppo si prevede anche che i centri estivi non riaprano. I nonni, queste grandi risorse per tutte queste famiglie, non possono - lo sappiamo benissimo - aiutarli perché - lo sappiamo tutti - sono i più esposti al rischio del contagio.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ORE 10,40)

CARMELA BUCALO (FDI). E allora? Allora a queste famiglie, Vice Ministro, cosa dobbiamo dire? Dobbiamo dire solo una raccomandazione o dobbiamo dare delle risposte serie? Viceministro, non si può pensare di far ripartire un Paese se non si danno risposte serie alle famiglie. Queste famiglie non possono essere abbandonate. Ecco perché noi di Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, avevamo dato delle risposte serie: l'estensione del congedo parentale a tutte quelle famiglie che hanno dei bambini ancora non autosufficienti fino all'apertura delle scuole, con un'indennità all'80 per cento, oppure l'estensione di quello che è il bonus per le baby-sitter (sappiamo in questo momento la grande difficoltà non solo di trovarne qualcuna, ma anche i prezzi esorbitanti, visto che chiedono fino a 1.000 euro). Ecco perché chiedo al Governo, in questo momento, di dare risposte serie e non una semplice raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, intervengo sul mio ordine del giorno n. 9/2463/53, che riguarda tutte quelle pratiche che sono bloccate da anni in AGEA o negli enti pagatori agricoli regionali.

Avevamo già presentato un'interrogazione quest'anno chiedendo di sbloccare queste pratiche che, ricordiamo, essere state oggetto di un decreto nel 2015 - e chi c'era al Governo nel 2015? -, un decreto che chiedeva già di sbloccare perché c'erano delle anomalie che, tacciate anche con dei codici infamanti come associazione mafiosa, racchiudevano migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di pratiche che con la mafia non c'entravano niente: tutte con la certificazione antimafia consegnata dalle prefetture, quindi regolari, accomunate alla criminalità. Questo per alcune, però il risultato è che da anni gli imprenditori agricoli aspettano i loro soldi, i premi comunitari che, quindi, tenevano in considerazione nel proprio bilancio. Invece, non si riescono a sbloccare. C'è anche una sentenza del TAR del 2018 che dà ragione agli imprenditori agricoli perché quelle pratiche sono bloccate in maniera completamente errata.

Allora, dato che sono soldi che non creano debito, perché non si sbloccano quei soldi e non si consente agli agricoltori di riceverli, in un momento in cui il mondo delle campagne ha bisogno? Forse il Governo è talmente distratto che non si accorge che in commercio in Italia, nelle grandi catene dei supermercati, girano agnelli IGP allevati in Grecia e macellati in Grecia, quando i disciplinari prevedono che siano macellati e commercializzati in Sardegna.

Però, nonostante questo vi vantate di avere sbloccato i soldi per le campagne. Ma dove sono? Sono arrivati ai pastori? No! Il Ministero ha rispettato la risoluzione sui pastori approvata all'unanimità della Commissione agricoltura? No! Ma, allora, dove sono i soldi? Il pecorino vola ma il prezzo del latte è sempre 70 centesimi. Però, nonostante questo, voi rifiutate qualsiasi dialogo, rifiutate qualsiasi misura. Ma nel 2018 chi c'era al Governo? E nel 2015 chi c'era al Governo? Il centrosinistra? Era favorevole all'epoca di sbloccare queste risorse, fa anche un decreto e oggi nel 2020, nonostante il problema non sia risolto, dice “no” allo sblocco di questa pratica. Dov'è la collaborazione? Dov'è, quindi, la semplificazione e l'aiuto al mondo delle campagne? Perché il sottosegretario allo Sviluppo economico si precipita a dire che le regioni sono colpevoli di rallentare le pratiche dell'INPS e non si accorge che il “mister prezzi”, il garante dei prezzi, non controlla l'aumento smisurato delle sementi, delle piantine che gli agricoltori oggi stanno piantando (e non hanno più i soldi)? Noi non abbiamo chiesto niente di più che un po' di giustizia, un po' di giustizia contro la burocrazia, un po' di giustizia per dare dei soldi che, ripeto, non creano debito ma sono soldi garantiti, che ci sono lì, che sono solamente da sbloccare e che darebbero tanto aiuto al mondo delle campagne.

La regione Sardegna ieri ha stanziato 100 milioni per anticipare queste somme, tutte quelle che, ovviamente, hanno la pratica completata dalla certificazione della prefettura che garantisce la legalità. Ma non dobbiamo più promettere qualcosa che non possiamo, perché non vi accorgete che con questo provvedimento i soldi non stanno arrivando, non vi accorgete che forse i pastori e gli allevatori non hanno tempo di scrivere nei social, che non gliene frega niente di capire destra, sinistra, opposizione o maggioranza ma vogliono risposte concrete e, dunque, sbloccare le pratiche agricole è la risposta molto più semplice che si poteva fare e, invece, ancora una volta avete detto di no. Sarò felice di accogliere gli eurodeputati del MoVimento 5 Stelle che vengono in Sardegna a fare propaganda nelle campagne. Continuate a venire: sarete accolti con il “benvenuto”, sarete accolti “molto, molto calorosamente” e vedrete che ci ricorderemo, ci ricorderemo dei vostri “no”, ci ricorderemo quando avete bocciato l'ordine del giorno che chiedeva un tavolo sul latte quando poi sono scoppiate le rivolte del latte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

Avete finito d'incolpare l'opposizione di non collaborazione. Avete finito, in questo tempo, di dire che la politica è tutta uguale, perché oggi siete voi che governate, siete voi che siete maggioranza, siete voi che state voltando le spalle agli italiani ma, soprattutto, alle persone più deboli bocciando addirittura proposte, che, ripeto, sono la mala burocrazia e che voi nel 2015, la sinistra…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …prometteva di risolvere e faceva pure i decreti che non ha mai rispettato. Questa è la vostra coerenza. Vi siete venduti al libero mercato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, l'ordine del giorno da me presentato era un riconoscimento, mi sembra il n. 26…

PRESIDENTE. Il n. 25.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Il n. 25. Dicevo che era un ordine del giorno presentato come riconoscimento a tutti quei sindaci di comuni piccoli, di comuni che sono all'interno delle comunità montane, che a causa di questa pandemia, di questo COVID-19…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Silvestroni. Il numero esatto del suo ordine del giorno è n. 9/2463/62, perché io avevo una lista parallela e, quindi, ho fatto confusione.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Perfetto.

PRESIDENTE. È bene che rimanga agli atti che è il n. 9/2463/62. Chiedo scusa per l'interruzione. Prego, a lei la parola.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che questi sindaci non possono certamente portare avanti il loro programma elettorale in questo periodo ma invece si sono sostituiti in questo momento, tra l'altro mancante di linee guida da parte del Governo stesso, a fare tutto ciò che potevano fare e, cioè, portare le medicine in casa, sostituirsi ai funzionari dell'anagrafe, sostituirsi a chi svolge i servizi cimiteriali, sostituirsi anche alla Protezione civile, perché questi piccoli comuni hanno problemi sempre e comunque di organico e figuriamoci in un momento di pandemia.

E, allora, c'era un'opportunità da parte del Governo: dargli un riconoscimento, perché anche loro sono degli eroi. Quindi, il Governo poteva dare il riconoscimento e la proposta era semplicemente quella di dare il quarto mandato a questi sindaci. Poi i cittadini, i loro cittadini avrebbero deciso se meritavano di fare il quarto mandato o no. E, allora, io trovo ingiusto non aver preso in considerazione questo ordine del giorno, che sicuramente è un ordine del giorno di sensibilità. Dimostrate, almeno una volta, di essere vicini a chi ha collaborato in questo momento difficile ad aiutare il popolo italiano. Quindi, le chiedo eventualmente di poter rivisitare la sua contrarietà su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Sto aspettando, se il sottosegretario… vedevo che guardava e non so se pensa di accogliere la richiesta, perché altrimenti non… E, quindi, visto che non c'è questa volontà e questa sensibilità, io chiederò, appunto, di mettere in votazione questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretario, sono un po' stupito dal parere contrario rispetto a questo ordine del giorno. Lo dico perché è evidente a tutti che questa eccezionalità della nostra situazione configura, diciamo, delle peculiarità molto particolari. Una di quelle più evidenti è l'incertezza, l'incertezza rispetto alla situazione sanitaria, l'incertezza rispetto alla situazione economica, l'incertezza rispetto alla questione sociale e tutta questa incertezza, onorevole sottosegretario, si è anche trasposta nell'incertezza che il Governo dimostra in ogni passaggio politico e di governo che ha fatto in questi due mesi.

E quindi, in tutto questo, se c'è una prospettiva che noi dobbiamo dare alla nostra nazione, è quella della ripresa, è quella della ripartenza, è quella della possibilità - a chi intravede un po' di luce in fondo a questo tunnel - di poter dare delle risposte anche ai propri lavoratori.

Allora, noi non siamo stati favorevoli già allora al “decreto Dignità”. L'abbiamo contestato, abbiamo tentato di modificarlo, abbiamo trovato già allora una chiusura netta da parte di un'altra maggioranza, che, però, se c'è una coerenza, insomma, l'abbiamo visto anche in questa maggioranza. E ci sembra incredibile che oggi noi non possiamo dare una flessibilità al mercato di ingresso al lavoro, in quei settori che magari già da subito potrebbero invece dare una prospettiva occupazionale a questo Paese, una prospettiva produttiva e di rilancio della produzione al nostro Paese. Sappiamo che, per fortuna, le nostre aziende hanno ancora un grande appeal all'estero e, quindi, possono continuare a lavorare sull'export. Se non riusciamo a dare delle risposte pronte e repentine, rischiamo di veder perdere quelle fette di mercato importanti sui mercati internazionali. Ci sono nel manifatturiero, come sappiamo, la Cina, la Turchia e altri Paesi anche ormai del Maghreb e anche altri concorrenti europei, che cercano di infilarsi in quei mercati, che tradizionalmente, per la capacità tecnologica e non solo italiana, sono invece un mercato storicamente italiano. Allora, noi non è che chiediamo di stravolgere il diritto del lavoro in Italia. Non è che chiediamo di stravolgere quelle che sono ormai delle garanzie acquisite. Chiediamo solo di togliere alcuni lacci rispetto alla flessibilità appunto nel mercato in ingresso al lavoro, che possa permettere alle imprese, che già intravedono una possibilità di ripresa, di dare qualche posto di lavoro in più, di dare qualche slancio produttivo alle loro aziende, di dare insomma alla nostra nazione una prospettiva rapida e veloce di poter ripartire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 23 aprile 2020, il deputato Antonio Zennaro, già iscritto al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2463)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Misiani, con questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia ha voluto dare attenzione al Terzo settore. Ha voluto dare attenzione a quei più di 5 milioni di volontari italiani, ad un milione di operatori sociali, che in Italia prestano attenzione ai più fragili, ai bambini, agli anziani, ai disabili, alle donne vittime di violenza, ai tossicodipendenti e che anche in questa emergenza, in questa pandemia, hanno dimostrato di essere i primi che, insieme ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, sono scesi sul campo in prima linea, a portare soccorso, aiuto. Sono quelli che hanno animato il 118. Sono quelli che nelle stazioni e agli aeroporti andavano a misurare la temperatura, che si occupavano e si preoccupavano di fare un'attività di prevenzione. Sono quelli che in questi giorni raccolgono gli alimenti e vanno a casa di quegli italiani e di quelle famiglie più bisognose, per dare loro i beni essenziali, il cibo, per nutrire i propri figli. Ebbene, noi abbiamo voluto dare attenzione a quelle realtà, a quei volontari che crediamo siano una delle parti migliori della nostra Italia e che, in questo decreto, sono stati così in modo drammatico non attenzionati. Perché, in realtà, questo decreto non ha visto alcun tipo di supporto per le realtà del Terzo settore, per quei volontari e per quegli operatori. E allora noi, come Fratelli d'Italia, vi abbiamo voluto aiutare. Abbiamo voluto che quei ringraziamenti, che voi spesso proponete nelle vostre dichiarazioni pubbliche, nelle dirette Facebook, sui social, beh, fossero dei ringraziamenti di forma, ma anche di sostanza, che alle parole seguissero i fatti. Per questo vi abbiamo proposto un ordine del giorno semplice, quello di poter dare seguito all'erogazione del 5 per mille, a quella libera scelta dei contribuenti italiani, che ogni anno decidono di destinare parte delle proprie risorse economiche a quelle associazioni che ritengono meritevoli, a quei volontari che ogni giorno fanno sì di poter far diventare una realtà l'assistenza, l'aiuto, la solidarietà, che vedono nel più debole colui che deve essere sollevato. Beh, era facile. Era facile accettare il nostro emendamento. Non l'avete accolto. Con la fiducia l'avete fatto decadere. E, allora, siamo qui, con questo ordine del giorno, per ricordarvi che si può aiutare, che si può essere vicino a chi è solidale. Tra l'altro, abbiamo pure cercato di farlo senza dover far ricercare altri fondi, rispettando quella richiesta che ci avete fatto, di poter inserire emendamenti e ordini del giorno, che non fossero ulteriori costi per la finanza pubblica. Perché quel 5 per mille è già in bilancio. È quasi un miliardo di euro, che già sta nel bilancio dello Stato, che ogni volta viene erogato con ritardi di oltre un anno e che, invece, dovrebbe arrivare in quelle mani, che così delicatamente si occupano dei più sofferenti. Beh, già con la riforma del Terzo settore vi eravate impegnati a stabilizzare il 5 per mille. Tra l'altro la Commissione affari sociali, nel suo parere e nella raccomandazioni, proprio in questa occasione del “Cura Italia”, vi ha chiesto, Vice Ministro, di poter destinare il 5 per mille. E poi l'accorato appello del Forum nazionale del Terzo settore (350 mila enti), che vi chiede, con una campagna nazionale: non fermateci! Perché quello che vogliono non sono ulteriori aiuti: vogliono uno Stato che sia a fianco a loro, che, quando li ringrazia - perché sono i primi a scendere in campo - lo faccia stando realmente vicino.

E allora, Vice Ministro, non possiamo accettare questa vostra “opportunità di valutare”. Ma vi siete chiesti se quei volontari hanno “valutato”? Si sono fermati “a valutare l'opportunità di” scendere in campo? Si sono fermati “a valutare l'opportunità di” andare a aiutare i più deboli? Si sono fermati “a valutare l'opportunità di” stare sul divano oppure scendere nelle strade e, a volte, senza quei dispositivi di protezione individuale che gli avevate promesso, dare aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Vi siete chiesti se si sono fermati “a valutare l'opportunità”? Ebbene, loro non l'hanno fatto! E, allora, voi come vi permettete di fermarvi “a valutare l'opportunità” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di riconoscergli quello che, liberamente, i cittadini italiani abbiano deciso di donargli? Non è dignitoso! E, allora, Vice Ministro, vi chiediamo di accogliere almeno il nostro ordine del giorno, per come è stato formulato, e di impegnarvi a destinare quello che è giusto e di accettare la libera scelta degli italiani, di sostenere gli enti del Terzo settore che se lo meritano. È una questione di giustizia, è una questione di dignità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà. Prego, a lei la parola, deputato Butti.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Il numero di questo ordine del giorno, attendo l'attenzione del Vice Ministro Misiani, col quale poco fa ho interloquito, proprio relativamente all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Deputata Bellucci, deputati anzi, dovreste allontanarvi dal banco del Governo, per cortesia. Prego, deputato Butti.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Misiani, io capisco che il numero di questo ordine del giorno sia infelice, perché è il n. 47, che evoca “47 morto che parla” il film di Totò, però io credo che un'attribuzione numerica sfortunata non possa coincidere con un automatico cestino per destinazione per questo ordine del giorno. Ed è per quello che prima le ho chiesto, visto che lei poco fa ha detto testualmente che, laddove vi sono frasi del tipo “a valutare l'opportunità di prevedere”, il parere è favorevole. Ora le chiedo: questo ordine del giorno potrà essere accolto favorevolmente?

Presidente abbiamo “Carramba una sorpresa” e quindi mi rimetto a lei: il Vice Ministro Misiani ha accolto l'ordine del giorno; è bastato citare Totò e abbiamo risolto il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Mi sembra un ottimo omaggio.

ALESSIO BUTTI (FDI). Quindi, l'abbiamo accolto; bene, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà. Ciro Maschio non c'è, si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà. Prego la attendiamo qui alla postazione del Comitato dei nove. Ricordiamo ai deputati che il Governo non può essere disturbato. Chiedo scusa, se vi allontanate, prego. A lei la parola, deputato De Carlo. Prego.

LUCA DE CARLO (FDI). Sono pochi quelli dei Cinque Stelle, ma riescono a farsi notare per gli sgarbi istituzionali che mettono in campo quotidianamente. Caro Viceministro, io ero convinto che fossimo in uno stato emergenziale, tant'è che i miei cittadini, dove sono sindaco, non possono uscire. Il Parlamento si riunisce solamente a spizzichi e bocconi, non c'è continuità nei lavori parlamentari, il Governo agisce a colpi di DPCM, a colpi di fiducia; avete il record assoluto di fiducie in un brevissimo periodo di tempo. Addirittura, certe interpretazioni dei decreti poi sono lasciate alle FAQ, cioè alle domande frequenti che i cittadini disorientati, ma anche le Forze dell'ordine disorientante, sono costretti a farvi sui siti dei vari Ministeri perché non c'è chiarezza sulle norme, non c'è chiarezza sul comportamento che i cittadini, privati delle libertà fondamentali, sono costretti a seguire; la situazione oggettivamente è una situazione difficile. Allora, davanti a tutto questo stato emergenziale, mi sarei aspettato altro, prima di tutto riprendendo i discorsi degli interventi fatti dai miei colleghi ma anche e soprattutto per i richiami di chi presiede oggi l'Aula, che ha richiamato in questi giorni il fatto come nell'Aula fosse impossibile di fatto per noi anche solo esercitare la democrazia, anche solo esercitare il nostro pensiero. vi siete preclusa anche la possibilità in qualche maniera di rubare e rubacchiare qualche buona idea (cosa che avete fatto poi nelle Commissioni, perché abbiamo presentato gli emendamenti che poi automaticamente sono passati in cavalleria e sono finiti, guarda caso, nei vostri maxiemendamenti o negli emendamenti del Governo). Ci saremmo aspettati che sul fronte delle imprese che noi abbiamo audito in queste settimane ci fosse la consapevolezza della stessa emergenza, ci fosse la consapevolezza che gli strumenti che oggi sono a disposizione delle imprese, degli imprenditori e degli esercizi commerciali fossero diversi da quelli che ci sono abitualmente, proprio perché fronteggiando un'emergenza dobbiamo farlo con strumenti emergenziali. Quindi abbiamo portato alla vostra attenzione - perché questo è diventato insieme alla discussione generale di qualche minuto che tutti i deputati o quasi tutti i deputati di Fratelli d'Italia hanno usato per trasferirvi delle buone pratiche, delle buone idee, per segnalarvi anche dove siete stati fallaci rispetto alla democrazia e anche rispetto alla risoluzione dei problemi della gente - e abbiamo presentato un ordine del giorno per chiedere semplicemente che in una condizione di emergenza come questa, i voucher potessero essere estesi a tutti i settori commerciali. Vedete, già oggi è difficile con la logica dei codici Ateco aprire la propria azienda se non definita assolutamente di necessità; è una pratica che io trovo assolutamente strana e quantomeno incomprensibile anche da parte di tante imprese, soprattutto di tanti artigiani, i quali si chiedono: se io seguo pedissequamente le indicazioni del vostro DPCM e quindi mi doto di dispositivi di protezione individuale, faccio in modo che i miei dipendenti lavorino in un contesto assolutamente sicuro, non vedo perché non possiamo lavorare.

Un mio amico imbianchino ieri mi ha chiesto, per esempio: ma io che normalmente vesto una tuta, normalmente ho un copricalzari, normalmente lavoro con i guanti, normalmente uso la mascherina, perché non posso lavorare? Perché? Perché un codice Ateco ti dice che tu non puoi lavorare? E allora usciamo da questa logica perversa del codice Ateco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ed entriamo invece in una logica differente, che è quella della sicurezza delle aziende. Vede, in Veneto, basterebbe copiare. In Veneto abbiamo fatto un numero consistente di controlli; lo SPISAL è particolarmente attivo in questo periodo, con oltre 2.400 controlli al giorno; sono numeri importanti, sono numeri di chi conosce quali sono le abitudini, anche a volte le pecche, anche a volte i consigli di cui le nostre aziende necessitano in un momento di difficoltà come questo. Allora, per tornare ai voucher, vogliamo capire se la vostra è solamente una presa di posizione ideologica, perché se la sospensione del “decreto Dignità” non la volete, anche se sollecitata dal mio collega Osnato poco fa, realmente non capiamo perché non sfruttare questo strumento solo - e l'ordine del giorno dice questo -, solo in questo periodo di emergenza. Non vi diciamo, anche se siamo straconvinti, che i voucher si possono utilizzare anche in altri settori, vedi la ristorazione, ma vedi anche l'agricoltura. Oggi in agricoltura - ce l'ha detto anche il Ministro Bellanova, il miglior Ministro che l'opposizione abbia mai avuto e ce lo ha detto anche lei - c'è bisogno di gente che lavori nei campi. Allora io mi chiedo: dove sono i navigator, che lavoro stanno svolgendo oggi questi che sono gli unici che con questo sistema del reddito di cittadinanza ad oggi hanno trovato un lavoro; sono gli unici che sono pagati in molte occasioni per non lavorare, pagati senza poter incidere; ad oggi non hanno ancora siglato nessun contratto con i comuni. Oggi, in un momento di difficoltà, un comune come il mio avrebbe bisogno di aiuto, di quelle ore che sono all'interno del regolamento del reddito di cittadinanza, di quelle ore a disposizione per riuscire a manutentare il territorio. Allora mi chiedo perché non si potevano incrociare i dati tra la domanda e l'offerta con piattaforme nazionali, ma con piattaforme che dovevano esserci già, piattaforme che avreste dovuto già fare, invece che promettere ogni qualvolta che il Ministro viene in Aula. La scusa è sempre la stessa: voi utilizzate questa mancanza di braccia in agricoltura per fare quello che siete abituati a fare da sempre, cioè l'indulto da una parte e la grande sanatoria sugli immigrati dall'altra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oggi questa è la scusa, il vostro pretesto e oggi vi abbiamo tolto anche questo pretesto. Anziché sanare tante situazioni di illegalità, caro sottosegretario, oggi utilizzate gli strumenti che ci sono, che hanno già dimostrato, per i momenti di emergenza, di essere utili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie Presidente, dunque ieri si è tenuto il Consiglio europeo e la nostra impressione è che l'Italia sia purtroppo uscita sconfitta da questo importante appuntamento, Presidente. Vede, noi avevamo apprezzato le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che aveva detto di considerare un obiettivo per l'Italia in questo Consiglio europeo: no al MES, sì agli eurobond. Il Presidente Conte torna ieri dopo il Consiglio europeo e il Consiglio europeo ha deciso: sì al MES, no agli eurobond. Ciò nonostante abbiamo assistito a molti comunicati stampa di giubilo, di entusiasmo da parte dei membri della maggioranza, del PD e del Movimento 5 Stelle: per carità, è possibile che mi sbagli io, e se mi sbaglio io noi oggi non abbiamo problemi; se mi sbaglio io stanno arrivando i soldi che ci servono ad aiutare le famiglie e le imprese di questa nazione, e io non posso che dire bene; ma se quei soldi non arrivano, vuol dire che drammaticamente abbiamo ragione noi e che il Consiglio europeo si è risolto in un nulla di fatto.

Allora, vede, io credo che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che l'Europa ci sta spingendo in un angolo. Dall'inizio di questa pandemia l'Europa ha fatto di tutto per spingerci in un angolo.

Abbiamo oggi un documento che dice che del Recovery Fund se ne parlerà, vediamo più avanti, che gli eurobond in ogni caso non ci sono.

Addirittura non viene citata la Banca centrale europea, che vuol dire che il bazooka della Banca centrale europea non è uno strumento strutturale per affrontare la crisi, il che significa che la Banca centrale europea può smettere domani di comprare titoli di Stato italiani, ma in compenso c'è il MES: tutto ciò ci spinge verso l'attivazione del Fondo salva-Stati. E il Fondo salva-Stati è una trappola per topi, anche drammaticamente nella sua versione cosiddetta light, perché i prestiti hanno sempre delle condizioni, signori, come abbiamo detto. Infatti, il direttore del Fondo salva-Stati qualche giorno fa ci ha chiarito senza mezzi termini che le condizioni light valgono fino alla fine dell'emergenza, e che per loro l'emergenza finisce fra un anno. Pensiamo di restituire eventualmente 36 miliardi di euro in un anno? No. E se noi non restituiamo 36 miliardi di euro in un anno vuol dire che fra un anno, mentre noi ancora dobbiamo restituire i soldi che ci hanno prestato, le condizionalità diventano condizionalità pure e ci entra la troika dentro casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Signori, è logica. Non sono opinioni, è logica. E cosa significa quando ti entra la troika dentro casa? Beh, lo sanno bene i greci: significa manovre lacrime e sangue, significa svendere tutti i propri gioielli, significa probabilmente essere costretti alla ristrutturazione del debito, significa il default delle banche, significa vedere sparire i soldi dai conti correnti. L'hanno visto bene i greci, e io non ci voglio arrivare, Presidente.

Questi scenari noi in quest'Aula li conosciamo bene, perché li abbiamo raccontati noi di Fratelli d'Italia, li hanno ampiamente raccontati i colleghi della Lega, e li hanno raccontati anche i colleghi del MoVimento 5 stelle, dei quali ho condiviso molte delle dichiarazioni che ho letto in questi giorni. Ho condiviso quando la nota ufficiale del MoVimento 5 Stelle diceva che il MES è inutile e pericoloso anche senza condizionalità. Di Battista dice: l'UE ci tende una trappola. La Taverna dice che quei 36 miliardi sono un'ipoteca sull'Italia. Sono d'accordo, colleghi. Non arrivo a ricordare che il programma del MoVimento 5 Stelle addirittura prevedeva la liquidazione del MES. Sono d'accordo con le dichiarazioni che ho sentito in questi giorni.

Allora io penso che sia quest'Aula a dover decidere, ed è la ragione per la quale noi abbiamo presentato quest'ordine del giorno. È vero, non è detto che l'Italia debba accedere al Fondo salva-Stati, non è detto che il fatto di aver detto “sì” a quel documento ieri significa che l'Italia sta attivando il Fondo salva-Stati, voglio credere alla maggioranza che mi dice che non intende attivare il Fondo “salva-Stati”, ma vorrei che lo potesse decidere questo Parlamento.

Concludo, Presidente. Abbiamo presentato un ordine del giorno sul quale non c'è possibilità di giocare: o sì o no. L'Italia non attivi in nessun caso il Fondo salva-Stati. Mi piacerebbe che questo Parlamento desse un segnale chiaro. E mi voglio rivolgere ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, Presidente: ieri girava voce di una riformulazione, ma non vi hanno concesso neanche la riformulazione, l'idea è che i vostri alleati di maggioranza vogliano umiliarvi. Ho letto: non ci facciamo dividere dalla Meloni! Non cadiamo nella trappola della Meloni! Sono disponibile a ritirare la mia firma su quest'ordine del giorno, sono disponibile a far sì che la prima firma sia di un collega del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E dico sì, non vi dovreste dividere, dovreste votare compatti insieme a noi, perché, signori, c'è un momento in cui la storia chiama. C'è un momento in cui la storia chiama (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Molti di voi si sono candidati perché volevano fare la differenza, perché volevano fare la storia, perché volevano salvare l'Italia, questo è il momento in cui potete farlo, perché c'è un giorno in cui veniamo messi di fronte a un bivio e dobbiamo decidere con la nostra coscienza da che parte vogliamo stare: noi non staremo dalla parte di chi vuole svendere l'Italia, speriamo che siate con noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianni Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, mi rivolgo al Governo per rifiutare quella che è stata la riformulazione del mio ordine del giorno n. 9/2364/305, e mi dispiace moltissimo, perché il Governo aveva l'opportunità di dimostrare una particolare attenzione verso chi oggi in prima linea affronta questa emergenza del COVID, invece il Governo ha certificato la totale insensibilità verso quelli che sono gli strumenti funzionali alle Forze di polizia. Entro nel merito, e mi rivolgo al rappresentante del Governo per il suo tramite, Presidente.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 11,15)

GIANNI TONELLI (LEGA). Avevo presentato assieme ai colleghi un ordine del giorno veramente blando, che desse soltanto un segnale: a valutare l'opportunità di adottare ulteriori provvedimenti, anche di carattere (…) e via dicendo. “A valutare”, proprio, oserei quasi dire aria fresca, mentre il Governo ci propone due bisacce di che cosa? Di aria fritta: verificare la necessità di eventuali aggiornamenti delle misure adottate. Ma quali misure adottate?

Mi scusi, le faccio il quadro, e mi auguro che trasferisca questo spaccato della realtà, della situazione, ai suoi colleghi di Governo. Le Forze dell'ordine iniziano a fare questo tipo di attività nelle zone a rischio, non soltanto nelle zone rosse, tutti i giorni, fuori, per strada, a contatto con la gente. Il Ministro, l'altro giorno, in Commissione, in audizione, dice che sono state distribuite un milione e mezzo di mascherine, ma sono due mesi che quest'emergenza funziona - le faccio l'esempio della Polizia di Stato - e la quota nostra, per la Polizia di Stato, era di 300 mila circa, ma ne sono arrivate in periferia circa 150 mila o poco più, quindi in grado solamente di sopperire a dieci giorni, visto che vengono sviluppati dai 25 ai 30 mila servizi al giorno.

Non solo, la gran parte sono quei pannetti per spolverare con due taglie da mettere, che sono certificate come anti-acaro, antipolvere e non come dispositivi di protezione individuale. Avevamo semplicemente chiesto un briciolo di attenzione, di dover dire “valutiamo”, di sostenere coloro, come nella sanità, in questo caso sono uno degli altri pilastri su cui si regge il nostro sistema nella gestione di questa crisi, che è proprio l'apparato delle Forze dell'ordine, l'apparato della sicurezza, i Vigili del fuoco, la Polizia municipale.

Proviamo a sostenerli, quantomeno per rispetto loro, della loro dignità e delle loro famiglie, e per evitare anche che, essendo loro tutti i giorni a contatto con la cittadinanza, possano essere anch'essi veicolo di contagio, perché sappiamo, dai test sierologici che vengono fatti, che dal 10 al 20 per cento dai tamponi vi sono persone che risultano essere portatori sani, asintomatici. Era un dovere da parte di questo Governo, era un banale impegno, invece si è voluto cercare di modificare e di evitare ogni tipo di sensibilità.

Glielo dico io com'è la situazione: ci sono tre categorie di persone all'interno delle Forze dell'ordine, cioè coloro che si ammalano e vanno in quarantena, chiaramente, coloro che sono stati a contatto con gli ammalati e sono andati in quarantena, e coloro che hanno mostrato sintomi similari a quelli del COVID ma sui quali non è stato fatto nessun accertamento. Quando rientrano in servizio a nessuno viene fatto il tampone, o a pochissimi viene fatto il tampone, e se viene fatto è ad iniziativa delle ASL locali. A un numero limitatissimo! Lei mi dica se questa è una cosa sensata.

Non solo, quest'ordine del giorno forniva un'opportunità al Governo e alla comunità scientifica straordinaria, perché vi è un soggetto soltanto in questo momento in grado di poter fornire dei dati validi alla comunità scientifica spalmato su tutto il territorio nazionale, con più amministrazioni (oltre sei, sette amministrazioni), con dei protocolli differenti, tipologie di servizio differenti, dal controllo del territorio agli uffici a contatto con il pubblico, agli uffici non a contatto con il pubblico, in modo tale che i dati raccolti potessero servire realmente alla comunità scientifica per delineare - mi lasci passare il termine - questa bestia di COVID, che non riusciamo ancora bene a identificare nei comportamenti. È un campione privilegiato, si è voluto evitare questo.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

GIANNI TONELLI (LEGA). C'è bisogno dei tamponi e c'è bisogno dei test sierologici. Mi dispiace, mi dispiace perché il Governo ha mostrato veramente - veramente - indegnità a governare questo Paese…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIANNI TONELLI (LEGA). …perché se non ha sensibilità verso la comunità del Paese, la comunità delle forze dell'ordine, dei servitori dello Stato in questo momento in prima linea e non ha sensibilità verso quello che può essere un dato scientifico fondamentale, allora questo Governo realmente deve andare a casa, ed è ora che stacchi la spina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Raffaele Nevi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Ieri sera non ero presente alla lettura dei pareri sugli ordini del giorno. Questa mattina quando sono venuto a sapere del parere contrario su due ordini del giorno del mio gruppo politico, Forza Italia, sono rimasto così molto stupito, signor sottosegretario, e la invito a una riflessione su due ordini del giorno che a nostro avviso sono assolutamente importanti, direi fondamentali per il mondo agricolo. Il primo, a firma dell'onorevole D'Attis, il n. 115, che riguarda la questione del lavoro, dei voucher. Lo abbiamo detto, ripetuto, capiamo che ormai c'è una posizione ideologica da parte del Ministro Bellanova su questo e dell'intero Governo non lo so, perché vedo anche una maggioranza spaccata con Italia Viva che continua a ripetere che sarebbe disponibile, con tutte le associazioni di categoria che stanno chiedendo a gran voce l'attivazione di questi strumenti solo ed esclusivamente per l'emergenza Coronavirus, questo bisogna dirlo e ripeterlo, perché rischiamo veramente di lasciare i nostri raccolti nei campi a macerare. Penso che in questo momento, in cui, tra l'altro, stanno calando anche i consumi dei nostri concittadini a causa dell'emergenza e della carenza di liquidità, sarebbe veramente una cosa pazzesca.

Ma, signor Vice Ministro, vorrei sollecitare la sua attenzione su un altro ordine del giorno, x a firma della collega Baroni, di Forza Italia, il n. 109, perché questo è veramente incredibile: noi sappiamo bene che c'è una piaga per il settore agricolo, che è il proliferare, ormai incontrollato, degli animali selvatici, e in particolare dai cinghiali. Abbiamo intere coltivazioni devastate da branchi di cinghiali e di animali selvatici di tutti i tipi che, anche approfittando del fatto che gira meno gente nelle nostre città, anche approfittando del fatto che evidentemente non possono uscire i cosiddetti selettori, che non sono altro che cacciatori per fare gli abbattimenti necessari, sono proliferati in modo incredibile.

E, allora, noi chiediamo, signor Vice Ministro, una attenzione, una riconsiderazione di questo ordine del giorno che appunto è, a nostro avviso, assolutamente importante e fondamentale, ma non solo a nostro avviso, attenzione: questo non è un problema nuovo, è un problema che si è acuito con l'emergenza Coronavirus, ma che era ben presente nel mondo agricolo. Ne abbiamo discusso molte volte in Commissione agricoltura e ne ha discusso trasversalmente tutto il mondo politico: ricordo una manifestazione proprio qui sotto, all'inizio di novembre, Palazzo Montecitorio, organizzata dalla Coldiretti - ce ne sono altre, che sono state organizzate da Confagricoltura e CIA - in cui tutti noi rappresentanti delle forze politiche siamo andati a dire che questo era un tema emergenziale che andava affrontato immediatamente perché stava esplodendo e, dopo il Coronavirus, è addirittura peggiorata la situazione, per le motivazioni che ho ricordato. Ma non solo, noi rappresentanti delle varie forze politiche, abbiamo espresso solidarietà agli agricoltori, qui a pochi metri di distanza. Ma quel giorno è intervenuta la Ministro Bellanova che disse, il 7 novembre: ho scritto al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa due giorni fa, e mi ha già risposto; si continua a lavorare per passare alla modifica della legge n. 157 del 1992. Segnalo che noi abbiamo più volte presentato emendamenti che andavano in questa direzione. Dobbiamo lavorare, aggiunge la Ministra, per cercare di dare una soluzione immediata e più strutturale a questo problema. Ecco, noi abbiamo fatto un ordine del giorno che semplicemente ribadisce questo e cerca di spingere l'Esecutivo a trovare una soluzione in tempi brevi, perché altrimenti, per l'ennesima volta, lasceremo ai nostri agricoltori, già falcidiati dall'emergenza Coronavirus, di fronte a un problema che veramente sta esplodendo delle campagne. Faccio appello a lei, altrimenti saremo costretti a metterlo ai voti e a quel punto ognuno qui dentro si assumerà le proprie responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 24 aprile 2020, la deputata Fabiola Bologna, già iscritta al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2463)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Cosimo Maria Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Sottopongo all'attenzione dell'Aula un tema che ormai è noto e devo dire con piacere anche trasversale, perché vedo che su questo tema ci sono diverse forze politiche - e questo mi fa piacere -, sia di maggioranza che di opposizione. Parliamo sempre dei tirocinanti della giustizia, sia quelli dell'ufficio del processo che quelli regionali, professionalità che servono al mondo della giustizia in un momento, tra l'altro, di difficoltà come quello dell'emergenza sanitaria per il COVID-19 e che portano un contributo di serietà, di impegno, di passione e anche di esperienza che non possiamo disperdere. In un momento di difficoltà del Paese, il messaggio che passa e che giustamente sta portando avanti anche il Governo è quello di non lasciare indietro nessuno, di coinvolgere tutti, di coinvolgere le professionalità, di ripartire coinvolgendo tutte le persone e valorizzando anche le esperienze e in tanti settori. Penso al settore della scuola, dove ci sono i precari e tante professionalità che devono essere inserite, al mondo della giustizia. Questo dei tirocinanti è un tema davvero di cui parliamo da troppi anni. Ricordo la norma del 2014 con il Governo Renzi e con il Ministro Orlando con la quale abbiamo avviato un piano di assunzioni straordinario, con assistenti giudiziari che sono stati assunti e sono in attesa ancora gli idonei per esaurire la graduatoria e tante altre figure professionali. Con l'ufficio del processo, nel 2014, avevamo inserito una norma inserendolo come titolo preferenziale. Oggi, in questo ordine del giorno, noi vogliamo fare dei passi in avanti. Il “decreto sicurezza-bis” ha portato e ha previsto un'assunzione di 1.095 qualifiche professionali nuove, però aspettano i criteri. Quindi, il significato di questo ordine del giorno è non tornare indietro o ripetere una norma che c'è già. Per questo non capisco e non comprendo la riformulazione del Governo dove parla di “titolo preferenziale”, perché titolo preferenziale può voler dire tutto. Se significa quello che è già nella legge non ha senso l'ordine del giorno. Se lo intendiamo e questo spero che sia l'auspicio e in questo sono d'accordo col Governo, se ha in mente questa strategia e questo obiettivo, se ha in mente di utilizzare la parola “preferenziale” non come un titolo a parità di punteggio, perché c'è già la norma primaria e quindi non serve l'attenzione del Parlamento; l'ordine del giorno aggiunge qualcosa, suggerisce un impegno al Governo, ma non serve per guardare indietro, ma per guardare avanti. E, allora, in quel senso il titolo preferenziale come un valore assoluto, come qualcosa che può consentire di valorizzare questa esperienza, che deve essere inserito sia nel reclutamento di quei 1.095 posti per i quali non dobbiamo ripetere l'errore dei 616 operatori giudiziari su cui sono stati sbagliati i criteri, su cui i centri per l'impiego ancora vanno a rilento nell'assunzione.

Cerchiamo, quindi, di seguire quello che ha detto anche la Ministra Dadone e che diciamo nel decreto-legge “Cura Italia” - ecco il collegamento forte con questo provvedimento -, cioè di indicare dei percorsi straordinari, speciali, per queste professionalità, per seguire quell'idea di non lasciare indietro nessuno e di valorizzare queste professionalità. Un accesso alla pubblica amministrazione semplificato, meno burocratico; un percorso fatto anche di titoli dove le esperienze le portiamo dentro la pubblica amministrazione. È un po' come il tema della scuola, della sanità, dove abbiamo giustamente con il decreto-legge “Cura Italia” investito negli operatori sanitari, proprio perché chi aveva questi requisiti, sia sanitari che sociosanitari, portava un contributo. Così nella giustizia. Valorizziamo queste figure professionali - e allora il mio parere alla riformulazione è favorevole, ma con queste precisazioni che voglio di nuovo sottolineare - se il preferenziale vuol dire aggiungere e continuare con quel percorso, anche con gli altri ordini del giorno che sono stati approvati in altri provvedimenti, non in questo, per cui i tirocinanti, sia dell'ufficio del processo che quelli regionali, possono portare un titolo preferenziale in assoluto e non a parità di punteggio. In questo senso, il mio parere alla riformulazione è positivo e penso che allora costituisca un passo in avanti per un servizio giustizia più efficiente e dove il personale amministrativo è il pilastro della risposta di giustizia giusta e celere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, Viceministro, vorrei richiamare la vostra attenzione su un emendamento che credo vada vagliato con attenzione - anche se il Governo ha deciso di non accogliere - e che riguarda l'articolo 42, comma 2, del “Cura Italia”. So che è stato, tra l'altro, anche un tema estremamente dibattuto e sembrava che ad un certo punto voleste accogliere quelle che erano anche le nostre proposte emendative. Vado sul tema: il tema è l'avere inserito come causale per l'infortunio sul lavoro la causale COVID. Guardi, ci mancherebbe, noi su questo siamo assolutamente d'accordo; c'è un tema delicato, c'è un tema di indennizzi, c'è un tema di riconoscimento comunque di un infortunio a chi in tutte queste settimane ha prestato lavoro, ha continuato a lavorare e anche a chi lavorerà successivamente.

Lei, però, sa meglio di me che questo comunque potrebbe portarsi dietro degli strascichi di natura giuridica estremamente delicati, tant'è che anche all'interno di quelle che sono le linee guida che l'INAIL ha preparato come documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio, quindi ha dato un proprio parere rispetto a quelli che sono i lavori che hanno una maggiore o minore classe di rischio, ci ritroviamo addirittura tra una classe di rischio medio-alta, le badanti, i badanti, definiamoli così. Allora, perché voglio portare l'attenzione su questo tema? Perché noi non possiamo immaginare e pensare di lasciare con una spada di Damocle tutti i datori di lavoro, non soltanto gli imprenditori manifatturieri; stiamo parlando anche delle persone fisiche che, con un contratto di lavoro come badante, chiaramente iscrivono la badante o il badante all'INAIL, e che quindi saranno soggetti, anche in questo caso, eventualmente a delle misure di natura giuridica nel caso in cui, ahimè, la persona si ammali - chi presta il lavoro si ammali - o addirittura la persona muoia. Lei sa meglio di me che nel momento in cui c'è un infortunio sul lavoro a cui segue il decesso del lavoratore, c'è un iter procedurale che porta anche ad una causa di carattere penale che incombe sull'imprenditore e sull'impresa. Allora, sono certa che la maggior parte degli imprenditori e dei datori di lavoro adotteranno tutti i dispositivi di protezione individuale,.

Partiamo da questo punto, partiamo dal fatto che ci sarà sicuramente una responsabilità qualora ci sia una colpa grave, ma noi non possiamo mettere in questo momento, tra l'altro su una causale di natura esogena, quella di una contaminazione di un virus che si può prendere dappertutto, anche uscendo adesso fuori da questa porta - e non è detto che il contagio avvenga sul luogo di lavoro - in una condizione come questa i datori di lavoro, chiunque essi siano.

Allora, io chiedo al Governo di rivalutare la posizione su questo ordine del giorno, perché oggi lo sta chiedendo Forza Italia ma domani ve lo chiederanno tutti i datori di lavoro, perché il problema c'è e il problema esiste. L'articolo 42 è nato correttamente per dare una tutela a chi stava lavorando e su questo noi non mettiamo assolutamente in dubbio la buona fede e la buona volontà del Governo, ma è stata fatta la pentola senza il coperchio. Allora proviamo tutti insieme a mettere il coperchio, perché ritengo che sia doveroso per tutti quelli che in questo momento stanno lavorando, ma anche doveroso per i datori di lavoro, che con molta serietà oggi stanno cercando in qualche modo, stante che sa meglio di me non sia così facile, trovare i dispositivi e soprattutto riuscire ad adempiere alle corrette linee guida che ancora oggi stentano ad arrivare in modo univoco ed uniforme su tutto il territorio italiano. Quindi, spero che il Governo voglia rivedere il parere non favorevole su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Vito Crimi è il capo politico facente funzione del MoVimento 5 Stelle e sottolineo questa circostanza come fatto rilevante per comprendere la parabola che aspetta l'Italia. In questo ruolo, Crimi ha ritenuto di lanciare un'idea sorprendente: sospendere la TAV e dirottare i soldi, così risparmiati, per fronteggiare le spese straordinarie imposte dalla pandemia. Sulla base di questa idea è facile spiegarsi perché in Europa qualcuno non si fida dell'Italia. Inutile spiegare a Crimi che i soldi stanziati per la TAV derivano dai fondi europei per le infrastrutture e non possono essere stornati per altre spese, senza che intervenga la magistratura. Soldi per investimenti in conto capitale usati per spesa corrente: spero che siano altri ad occuparsi del bilancio di casa Crimi, per il bene dello stesso Crimi. Sono convinto che non abbia mai fatto l'amministratore locale; se lo avesse fatto, sarei preoccupato per quel comune. La manovra può impressionare per le sue dimissioni, ma queste non bastano a renderla efficace se non è anche tempestiva e nelle procedure illustrate dal Ministro Gualtieri ci sono troppi intoppi burocratici. Un esempio: le garanzie offerte dallo Stato per le grandi imprese coprono il 90 per cento del prestito bancario; il rimanente 10 per cento deve essere coperto dalla garanzia delle imprese e questa procedura quanto tempo porterà via? La cifra di 750 miliardi resi disponibili in forma di garanzia aspetta per larga parte, penso alle copertura della SACE, il via libera della Commissione europea perché si è in presenza di aiuti di Stato: altra attesa intollerabile per le imprese che stanno a corto di ossigeno.

La liquidità è sicuramente importante, ma la velocità con cui viene erogata dalle banche è decisiva: quei soldi dovevano già essere disponibili. Altro punto, ma non meno importante: un buon 10 per cento di quei 750 miliardi è a carico dei risparmiatori che hanno investito in Borsa. Infatti, le aziende quotate avranno accesso alla garanzia dello Stato a condizione che rinuncino a distribuire i dividendi. Possiamo infine dirlo senza timore di smentita: i provvedimenti del Governo, rimasti per gran parte inattuati, avrebbero portato a un default incontrollato dell'Italia senza gli interventi decisivi dell'Europa. È sintomo di resipiscenza, sia pure tardiva e con danni politici rilevanti, la marcia indietro del Governo sul MES, che rimane sul tavolo del negoziato. Diceva il Viceministro Misiani: no a voti ideologici sul MES. Aggiungo, in quanto è cosa di qualche ora fa: non dovesse prevedere delle condizionalità, lo valuteremo, dice Vito Crimi.

L'uso dei fondi del Meccanismo di stabilità, unitamente ai 100 miliardi del fondo SURE contro la disoccupazione, agli impegni della Banca europea degli investimenti e, fra non molto, le risorse del Recovery Fund sono gli attrezzi generosamente forniti dall'Europa senza i quali, ripeto, il nostro debito pubblico sarebbe stato bastonato sui mercati e i titoli declassati a spazzatura.

L'ultimo ma non meno importante, la decisione della BCE di non interrompere l'acquisto di titoli pubblici anche nell'eventualità del loro declassamento a BBB, cosa impensabile fino a qualche giorno fa. Dico questo per significare che le critiche contro l'Europa assente sono del tutto infondate e pretestuose. L'Europa si è mossa tardi, certo, è sicuro, ma quando l'ha fatto ha steso una rete di protezione inimmaginabile nel precedente contesto politico-istituzionale dell'Unione.

Vado al mio ordine del giorno n. 9/2463/105, sottoscritto con la collega Ruffino. Il provvedimento all'esame dell'Aula dispone una pluralità di interventi volti a fronteggiare le emergenze determinate dalla pandemia in corso. I recenti provvedimenti in materia di gestione dell'emergenza hanno prodotto una generalizzata sospensione delle procedure concorsuali, e non è possibile allo stato attuale effettuare previsioni sulla ripresa di una fisiologica tempistica dello svolgimento dei concorsi. Bene: consolidata giurisprudenza, tra cui la fondamentale pronuncia del Consiglio di Stato n. 14 del 23 luglio 2011…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

OSVALDO NAPOLI (FI). …stabilisce il generale favore - ho concluso – per lo scorrimento delle graduatorie prima di indire un nuovo concorso. L'ordine del giorno che ho presentato con la collega Ruffino impegna quindi il Governo ad adottare gli opportuni interventi normativi al fine di procedere tempestivamente a colmare il vuoto in organico delle amministrazioni centrali, mediante l'assunzione di idonei di graduatoria…

PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

OSVALDO NAPOLI (FI). …propria, oppure di graduatoria - ho concluso, due righe - di altre amministrazioni, al fine di garantire la piena operatività e il necessario presidio delle attività di competenza e dei servizi essenziali, soprattutto nella corrente fase emergenziale, nella quale tra l'altro…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

OSVALDO NAPOLI (FI). …sono sospesi tutti i concorsi pubblici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, onorevole colleghi, il sistema di gestione dei rifiuti è uno dei tanti settori più direttamente…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, se ha intenzione di intervenire senza mascherina dovrebbe andare al banco del Comitato dei nove, se no si deve mettere la mascherina.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Scusi, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Il sistema dei rifiuti è uno dei tanti settori più direttamente colpiti dalla drammatica emergenza sanitaria. La società Althesys, che elabora ogni anno il Was Report, ha analizzato l'impatto del COVID-19 sul sistema dei rifiuti in Italia, segnalando come il settore subisca, da una parte, perdite rilevanti per la gestione degli scarti industriali urbani e, dall'altra, lo stress importante per riuscire a far fronte all'emergenza dei rifiuti sanitari in enorme crescita.

Mentre la raccolta di rifiuti prosegue, non accade lo stesso per altre parti della catena, quali la selezione e il riciclo. La chiusura di settori che trattano e impiegano materiali provenienti dalla raccolta differenziata, plastica, carta, vetro e metalli, e la sospensione delle esportazioni stanno riducendo gli sbocchi dei materiali raccolti. Gli stoccaggi si saturano velocemente e bisognerebbe autorizzarne l'aumento. L'emergenza COVID-19 evidenzia nuovamente la fragilità del sistema italiano di gestione dei rifiuti, soprattutto in questa situazione di emergenza. Superata questa emergenza, bisognerà dunque affrontare le debolezze strutturali del nostro Paese per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti: carenza di infrastrutture, eccessiva burocrazia, decisioni politiche spesso rinviate e più consapevolezza della strategicità dell'economia circolare.

L'ordine del giorno impegna il Governo ad affrontare il deficit strutturale del nostro Paese riguardo alla grave carenza della dotazione impiantistica legata alla gestione dei rifiuti. Inoltre, impegna a sostenere il settore, anche valutando l'opportunità di un contributo straordinario finanziario diretto per il solo anno 2020 per ogni tonnellata di materiale recuperata, trasformata in materia prima o end of waste, esclusivamente a favore degli impianti di recupero, allo scopo di promuovere il recupero di materia di questo particolare momento di difficoltà economica e finanziaria, in linea con gli obiettivi previsti dalla circular economy.

Io accetto la riformulazione che il Governo ha operato su questo ordine del giorno, perché in Commissione ambiente abbiamo la nostra proposta di legge sul ciclo dei rifiuti a prima firma dell'onorevole Gelmini, sperando che celermente possiamo arrivare alla definizione di un piano strategico per il nostro Paese, affinché in Italia non si possa morire anche per l'emergenza dei rifiuti.

PRESIDENTE. Colleghi, ribadisco la necessità di mantenere il distanziamento sociale: se dovete parlare con altri colleghi, vi chiedo di indossare la mascherina. Ve lo chiedo per la salute di tutti i colleghi presenti in Aula. Ovviamente la mascherina deve sempre essere indossata, a maggior ragione quando parlate con altri colleghi.

Ha chiesto di intervenire la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Buongiorno, io sono abbastanza perplessa rispetto al parere espresso sul mio ordine del giorno, che credo in tutta verità il Governo non abbia nemmeno letto. Non lo ha letto, perché certamente non mi avrebbe chiesto di espungere la parte relativa alle premesse, dove non è espressa alcuna opinione personale, sono espressi dei dati di fatto: ossia i processi civili, penali e amministrativi sono per lo più sospesi, ma i liberi professionisti continuano comunque a pagare le spese relative al proprio studio. Sono dati di fatto, sono dati che emergono dalla società reale. Se qualcuno vivesse la società reale, se qualcuno parlasse con i liberi professionisti, probabilmente capirebbe cosa sta accadendo, probabilmente comprenderebbe l'umiliazione di dover rincorrere 600 euro, spesso senza nemmeno riuscire a prenderli, mentre lo Stato è debitore nei loro confronti di centinaia di migliaia di euro per il gratuito patrocinio e per l'attività che svolgono come ausiliari dei magistrati.

Lo Stato quindi non paga i propri debiti, il Governo si rifiuta di approvare un ordine del giorno che semplicemente impegna al pagamento di debiti per lo Stato già maturati. Sono parcelle, sono compensi che già sono stati liquidati. Sono fatture che restano impagate per mesi, se non addirittura per anni, perché gli uffici delle corti d'appello e dei tribunali non hanno abbastanza personale per lavorarle, per esitarle. E da ultimo, avendo molti responsabili degli uffici giudiziari destinato maggior personale allo smaltimento di queste pratiche in questi giorni di emergenza, hanno dovuto emanare una circolare dichiarando: noi le pratiche le abbiamo esitate tutte, ma non ci sono più i soldi.

E, allora, io vorrei capire che problema ha questo Governo nei confronti delle partite IVA e dei liberi professionisti. E allora ditelo, perché se tutto l'anno li spremete come limoni, e quando poi arriva un momento di emergenza in cui vanno evidentemente aiutati… Non con regalie, perché noi non chiediamo di regalare soldi ai liberi professionisti, noi chiediamo di pagare quello che è loro dovuto. Chiediamo di pagare i compensi derivanti dal gratuito patrocinio, chiediamo di pagare i compensi a interpreti, consulenti tecnici, periti trascrittori: sono centinaia di migliaia di partite IVA in tutta Italia che vantano crediti nei confronti dello Stato.

Io trovo francamente allucinante, allucinante che questo Governo non ritenga di accogliere questo ordine del giorno, che già di per sé non è un impegno sostanziale, ma è un impegno formale, un impegno quasi d'onore, potremmo dire, di un Governo che accetta di farsene carico. E questo Governo nemmeno accetta di farsene carico, questo Governo afferma: per noi i liberi professionisti, le partite IVA devono fare da sé. Noi è vero che dobbiamo loro centinaia di migliaia di euro: ci teniamo i loro soldi, eroghiamo l'elemosina di 600 euro, quando la eroghiamo, e per il resto sono problemi che non ci competono.

Ecco, io credo allora che questo sia un messaggio significativo che il Governo sta lanciando, ed è bene che tutta Italia sappia che l'approccio a chi contribuisce in maniera significativa con il proprio lavoro, pagando le tasse, è che venga poi abbandonato in questo modo. Naturalmente immagino che, un secondo dopo la presunta fine di questa emergenza, tornerete a vessare liberi professionisti e partite IVA con controlli. L'Agenzia delle entrate ha annunciato 8 milioni e mezzo di cartelle esattoriali: ecco, io credo che questo non sia il tempo delle cartelle esattoriali, io credo che questo sia il tempo dell'onestà intellettuale, e onestà intellettuale imporrebbe che il Governo si adoperasse per pagare i propri debiti, invece di vantarsi di una ridicola e penosa elemosina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente, colleghi, Vice Ministro Misiani, oggi c'è un'atmosfera un po' triste, un po' triste perché abbiamo invocato per giorni e giorni l'esigenza, l'opportunità di una collaborazione di tutte le forze politiche in campo dinanzi a un'emergenza tragica, tragica come mai lo è stata dal dopoguerra ad oggi. Eppure, tutti gli emendamenti dell'opposizione, tutti gli emendamenti del mio gruppo parlamentare, che è Forza Italia, sono stati bocciati in tronco. Quindi, oggi parliamo di ordini del giorno con l'auspicio che divengano premesse vincolanti per le misure del nuovo provvedimento, che doveva essere ad aprile, ma evidentemente sarà a maggio, un provvedimento insufficiente, Vice Ministro, lo sa bene che è un provvedimento insufficiente e che le nostre proposte emendative avrebbero migliorato il testo, perché sono emendamenti che derivano da un'interlocuzione costante con le categorie professionali, con le associazioni. Il “Cura Italia” ha stanziato quattro soldi, 25 miliardi sono pochi e ha dimenticato totalmente alcuni settori, tra cui quello che è menzionato in questo ordine del giorno, per cui avete espresso il parere di raccomandazione, il che significa che non ne vorrete tenere conto nel prossimo provvedimento. Il settore di cui parlo è l'editoria, l'editoria che è già in crisi: la carta stampata, i giornali on line, le televisioni locali già vivevano un periodo di crisi, con una contrazione registrata del 70 per cento dei ricavi e sono aziende che si basano su contratti pubblicitari, che in questo momento, Vice Ministro, sono stati cancellati, sospesi, molti contratti non sono stati neanche stipulati e quindi mi associo all'appello che era già stato fatto dai comitati di redazione siciliani - Gazzetta del Sud, la Sicilia, il Giornale di Sicilia - che chiedevano al Governo di predisporre un grande piano di pubblicità istituzionale, che consentirebbe a queste aziende di resistere. E poi la pubblicità istituzionale, Vice Ministro, è già stata fatta da tutti i Governi, anche dal vostro; in questo caso si tratterebbe di farne di più, ed è necessario, quindi, io le chiedo non una raccomandazione, un impegno serio per far sì che i giornali, le testate on line, le televisioni locali possano sopravvivere in questo momento, anche perché hanno garantito un servizio straordinario in questo periodo, hanno consentito alle persone, agli italiani di vivere dignitosamente un periodo di arresti domiciliari prolungati, hanno garantito l'unico presidio di democrazia, con la pubblica informazione, nel momento in cui la democrazia è sospesa dinnanzi alla dittatura del virus. Quindi, Vice Ministro, le chiedo davvero un impegno certo, serio, non una raccomandazione, ma un accoglimento con formula piena di questo ordine del giorno, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Massimiliano De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (MISTO). Grazie, Presidente. Allora, io parto dal presupposto che c'erano degli emendamenti che ovviamente non sono stati portati a buon fine, soprattutto non sono stati neanche considerati. L'emendamento che io avevo sottoscritto è quello dell'onorevole Carfagna, sui caregiver familiari; l'ho tradotto in un ordine del giorno, un ordine del giorno che, per quanto mi riguardava, impegnava il Governo “a introdurre (…)”. Ieri sera ho appreso che in questo c'è una riformulazione che di fatto è “a valutare l'opportunità di”. Ebbene, io non accetto questa riformulazione e chiedo all'Aula di votarlo, votarlo perché, vede, ci sono altri due ordini del giorno, sempre riferiti ai caregiver familiari, ordini del giorno analoghi, come il n. 9/2463/108 Carfagna e il n. 9/2463/298 Binelli, a cui chiedo di apporre la mia firma, vanno nella stessa identica direzione. Non solo, abbiamo un altro ordine del giorno favorevole, che è quello dell'onorevole Misiti, dove “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. A valutare l'opportunità di cosa? Noi stiamo chiedendo che questi 600 euro vengono riconosciuti ai caregiver familiari. Vede, sotto al mio al mio ordine del giorno c'è una firma, è un comitato spontaneo, il comma 255 della legge n. 205 del 2017. Questo comitato chiede, sommessamente e poi magari lo farà in maniera anche più forte, più sentita, proprio per vedere se quest'Aula è in grado di potere, invece, opporre ciò che ho chiesto, un impegno concreto da parte del Governo nell'ordine del giorno. Anche perché la cosa che lascia perplesso è che il 21 aprile il Ministro Bonetti dichiara: “ Sì ai 600 euro ai caregiver familiari direttamente dal fondo del caregiver familiare”. Allora, c'è qualcosa che non va.

Quindi, sottosegretario, chiedo di potere verificare se il parere sul mio ordine del giorno possa diventare favorevole, con un impegno a introdurre e non un impegno invece che “a valutare l'opportunità di”. Mi dispiace, se è possibile bene, se no, a questo punto, voglio vedere i colleghi di Italia Viva come si comporteranno in questo voto e soprattutto l'Aula cosa intende rispondere ai caregiver familiari, che sono persone che in questo momento hanno bisogno, come tanti altri, ma soprattutto loro, visto che lo stesso Ministro di questo Governo asserisce “Sì ai 600 euro ai caregiver familiari”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Patrizia Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, intervengo sul mio ordine del giorno e su quello della collega Giusi Versace, il n. 9/2463/90, che secondo noi non doveva essere un ordine del giorno, ma doveva fare parte integrante del decreto, perché parliamo della violenza sulle donne. Ecco, è stato accettato con una riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Allora, io vorrei sapere cosa dovete valutare, cosa dovete formulare, cioè l'opportunità di cosa? Padova, 48 anni, ridotta in fin di vita a martellate dal marito. Roma, donna accoltellata e decapitata. Brindisi, donna pugnalata a morte. Voi valutate. Spiegatelo ai familiari di femminicidio, che cosa dovete valutare. In questo periodo di quarantena, quindi, c'è un'emergenza nell'emergenza: queste donne sono costrette h24 a stare con il loro mostro, scegliere di essere vittime all'esterno del COVID-19 o essere vittime di femminicidio all'interno delle proprie case; proprio la casa, quindi il luogo che doveva essere più sicuro per le donne, almeno per il COVID lo abbiamo tutti quanti sponsorizzato, no? State a casa, dunque. Ma alcune donne da quella casa vogliono scappare e devono scappare da quella casa.

Il problema, sottosegretario, è che volendo scappare per andare nei centri antiviolenza, in assenza di tampone che certifichi la negatività non possono accedervi e se non hanno sintomi non possono fare il tampone, quindi diciamo che è un gatto che si morde la coda. I centri antiviolenza poi non hanno la possibilità di fare tamponi, perché, negli ultimi anni, sono stati ridotti all'osso e non hanno i fondi per aiutare quelle donne che chiedono aiuto. Se andiamo avanti così, nelle tabelle contagi, guariti e morti COVID dobbiamo aggiungere anche quelle donne picchiate e uccise. Quindi, sottosegretario, noi diciamo che servono misure più urgenti, serve sbloccare i fondi pregressi e serve attivare quelli previsti per il 2020, serve ampliare, come abbiamo detto nel nostro ordine del giorno, gli immobili esistenti e, dove è necessario, riconvertire grandi alloggi, magari chiusi dai decreti, con tampone appunto preventivo. Lo Stato deve diventare l'ancora di salvezza per queste donne. Vi chiediamo quindi di accettarlo e di accettarlo come è stato presentato. Non continuate nella presunzione di fare tutto da soli, ve lo chiediamo non soltanto noi di Forza Italia, ma anche tutti i familiari di quelle delle vittime di femminicidio e soprattutto tutte quelle donne che vogliono scappare dal loro aguzzino, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Maria Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente, e grazie sottosegretario. Dunque, il nostro ordine del giorno, il mio ordine del giorno, il n. 106, sottosegretario, non è stato riformulato. In effetti, è stato approvato in formula piena, anzi devo dire che era stato approvato anche un emendamento che lo conteneva, un emendamento riformulato durante l'esame del “decreto Cura Italia” in Commissione bilancio, ma poi sappiamo le cose come sono andate durante quella nottata.

Io intervengo perché da una mancata riformulazione del nostro ordine del giorno, e di questo, chiaramente, ringrazio; stiamo affrontando, invece, una riformulazione della nostra vita, sottosegretario. La nostra vita, che è stata negata, la nostra libertà, che è stata negata, fra qualche giorno si trasformerà in una libertà vigilata, quindi da una libertà negata a una libertà vigilata. Noi cittadini, noi italiani, che abbiamo risposto con grande senso di responsabilità, di dignità e di solidarietà, dobbiamo essere certi a cosa andremo incontro in questa fase 2. Quindi ci vogliono delle linee guida univoche per tutte quante le regioni, per tutti quanti i cittadini, nel rispetto, soprattutto, di tutte quante le famiglie e di tutti quanti i lavoratori.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12)

MARIA SPENA (FI). In questi giorni, sottosegretario, si sta parlando molto dei test, dei famosi test sierologici che possono essere una via d'uscita, una seconda strada parallela a quella fondamentale che rimane, comunque e sempre, il tampone come test univocamente riconosciuto, ma proprio per l'apertura del nostro Paese, proprio per l'apertura delle tante aziende e dei tanti posti di lavoro, noi dobbiamo dare la possibilità a tutti di poter accedere a questi test sierologici. Quindi noi chiediamo da oggi la certezza - quindi, delle linee univoche da parte vostra - per l'apertura di laboratori privati affinché sia tutelata la libertà da parte di cittadini di poter avere una fotografia del proprio sistema immunologico e quindi per affrontare con più certezza e con più sicurezza la vita che si deve affrontare ancora e che sarà - ripeto - ancora sotto forma di libertà vigilata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, io la ringrazio tanto come ringrazio, oltre lei, anche la mia collega deputata onorevole Versace, Giusy Versace. Io sto parlando del suo ordine del giorno di cui sono cofirmatario.

Vede, Presidente, è incredibile, è incredibile: lo vede il dito, Presidente? Vede il dito? Vede il dito? Ecco, sottosegretario, lei ha riformulato questo ordine del giorno come “valutare l'opportunità di”. Qui non c'è nulla da “valutare l'opportunità di”! Vede il dito? Lo vede il dito? Vede il dito o vede la luna? Vede il dito o vede la luna? Presidente, è incredibile, cioè qui si sta parlando di persone disabili che hanno un assegno di disabilità o di invalidità per le quali non è consentito accedere al reddito di emergenza, come lo avete nominato voi. Vi ripeto con il dito alzato verso la luna: ma non eravate voi che dicevate “uno vale uno”, “non c'è cosa più ingiusta che fare parti uguali fra diseguali”? Secondo voi i disabili non sono diseguali? Cioè, mi state dicendo questo? Ma veramente io valuterei l'opportunità di sciogliere il Governo, io valuterei l'opportunità di sciogliere il Governo se non riuscite a capire questo concetto base: questo è un concetto base!

Il distanziamento, sì il distanziamento, ma dovete proprio liquefarvi. Cioè, in teoria, sottosegretario, lei questo ordine del giorno - veramente glielo dico col cuore - lo dovrebbe accettare e dovrebbe ringraziarmi - ringraziarci - per avervelo proposto, perché magari voi non ve ne siete accorti: ma noi sì che ce ne siamo accorti, noi ce ne siamo accorti! Grazie Giusy, grazie Forza Italia, queste parole erano le vostre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Io intervengo con riferimento al mio ordine del giorno n. 9/2463/325 sul cosiddetto “processo da remoto” e mi rivolgo al sottosegretario perché il parere che è stato dato questa mattina fa riferimento a un parere dato all'ordine del giorno del Partito Democratico, laddove, in sostanza, si dice che il processo da remoto è escluso nel caso in cui devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti e periti: punto! La Commissione giustizia aveva espresso un parere che, oltre a queste attività istruttorie, ricomprendesse anche le udienze di discussione, perché è evidente che un conto è tenere la discussione nell'aula di udienza di fronte al giudice e un conto è tenerla dal divano di casa, sia per chi la tiene, sia per chi la deve ascoltare. Quindi, devo dire che il nostro ordine del giorno è un ordine del giorno per contenere il danno e io dico anche per indebolire questo meccanismo del processo da remoto, che è tutto il contrario dei principi di concentrazione, di immediatezza e di oralità del nostro processo e del nostro dibattimento. Teniamo conto che oggi il processo a distanza esiste, ma cos'è il procedimento a distanza? Significa che alcuni imputati per alcuni reati particolarmente gravi non partecipano all'udienza, vi partecipano dal carcere ma l'udienza si tiene; si tiene nell'aula di tribunale, il giudice sta al suo posto, il pubblico ministero sta al suo posto e tutti gli altri stanno nell'aula di udienza.

Il processo da remoto targato Bonafede è una cosa diversa: non c'è più l'aula di udienza, in cui ci si siede; è un processo gassoso, un processo dell'etere, in cui ciascuno sta a casa sua, sta sul divano. Mi raccontavano di un processo, diciamo, in collegamento, una convalida in collegamento, in cui una delle parti era sulla macchina e ha parcheggiato nell'area di servizio e si è collegata con il giudice che stava a casa. Rendetevi conto come si può produrre un documento in questo caso, come si può analizzare un testimone, la reazione fisica, il dubbio, il disagio, la convinzione, che sono elementi fondamentali nel valutare la credibilità di un testimone, nell'ascoltare, nel concentrare anche il momento fondamentale delle prove in dibattimento. Noi abbiamo un processo nel quale le prove si assumono in dibattimento e se noi uccidiamo il dibattimento, significa che le prove non le assumiamo più. Noi ci richiamiamo alle indagini preliminari ed è questo ciò che vuole il MoVimento 5 Stelle: che tutto il processo sia la fase introduttiva e sia la conferenza stampa delle procure; poi il titolo del giornale e quella è la sentenza, tutto il resto è un inutile orpello. Allora, siccome è un inutile orpello il rito del processo, che non è un rito formale fine a se stesso ma è finalizzato ad assicurare delle garanzie, a fare in modo che le sentenze siano la conclusione di un percorso che ha creato le prove in dibattimento, allora questo meccanismo è un meccanismo che uccide il processo, che uccide l'accertamento dei fatti. E vi dico di più: l'unione camere penali ha scritto al Garante della privacy evidenziando tutta una serie di criticità essenziali - essenziali! - sulla piattaforma. Vogliamo dire che un processo deve avvenire su una piattaforma sicura sì o no?

Noi sappiamo - e concludo, Presidente - che ci sono dei meccanismi che debbono essere accertati dal Garante della privacy, che l'organismo di controllo, cioè il Garante, dev'essere informato delle iniziative normative del Governo. Ebbene, il Governo si è dimenticato di farlo! Io ho chiesto per cortesia al Governo - non al sottosegretario Misiani, al sottosegretario Ferraresi - di avere la nota di risposta di Bonafede al Garante e sono tre giorni, quattro giorni che non riesco ad averla. Faremo un accesso agli atti formale e se non ce lo daranno scatterà l'omissione…

PRESIDENTE. Deputato Pella, per favore la mascherina e anche il deputato Cannizzaro. Per favore, ricordiamoci di rispettare anche tutti gli altri, grazie. Prego.

ENRICO COSTA (FI). È fondamentale che questo Parlamento rifletta su questo provvedimento. Oggi diamo un colpo, un colpo secco, un colpo deciso, col nostro ordine del giorno, a quelle che erano le intenzioni del Ministro Bonafede. Dobbiamo vigilare, affinché non ritorni in auge, una volta colpito in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Battilocchio Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno n. 9/2463/75 nasce dalla constatazione che, quanto a traffico crocieristico, il nostro Paese sta al primo posto nel Mediterraneo. In questo contesto, il porto di Civitavecchia ha nel tempo consolidato la sua leadership con circa 2,7 milioni di passeggeri annui. Questo rappresenta ovviamente una opportunità ed una leva per tutto il territorio circostante. Le previsioni per il 2020 erano estremamente positive e, tra l'altro, esiste anche una centralità nevralgica di tutto quello che riguarda il settore della movimentazione merci.

Ebbene, è arrivata la pandemia e questo ha portato ovviamente dei risvolti molto negativi sull'intero assetto. Quindi, quello che chiediamo in questo ordine del giorno è di tenere in particolare considerazione la specificità di questa situazione e territoriale. C'è un parere favorevole da parte del Governo, ma sarà mio compito e mio impegno verificare che, con adeguate misure atti e provvedimenti, si possa passare dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Signor Presidente, parlo del mio ordine del giorno n. 9/2463/96 che prevede una cosa molto concreta: il coinvolgimento delle professioni, con i criteri e le modalità per il riavvio dell'attività edile. Signor Presidente - e per suo tramite al Governo - si tratta di coinvolgere i collegi dei geometri, degli architetti e degli ingegneri, i collegi regionali, provinciali e nazionali, per riuscire ad arrivare a una formazione a distanza e a una normalizzazione.

Ricordo che abbiamo anni di pratiche impolverate, che giacciono nelle ripartizioni dell'urbanistica dei nostri comuni. Si tratta di case, di negozi, si tratta di sanatorie ferme. Ebbene, l'utilizzo degli ordini potrebbe essere adatto, per garantire degli introiti che oggi sarebbero fondamentali per le casse dello Stato e non soltanto. Ovviamente tutto questo avrebbe un impulso concreto, che è quello di favorire il riavvio dell'edilizia, di rimettere in moto questo settore, di immaginare di poter pensare, anche in questo caso, al riavvio di una nuova compravendita, che sarebbe fondamentale e necessaria.

Allora la fase 2 potrebbe prevedere… è impossibile pensare, signor Presidente, che il Governo ascolti, perché forse sono troppe le interazioni. Immagino anche che un ordine del giorno con un parere di riformulazione possa non essere d'interesse. Peccato sia un aspetto assolutamente concreto. Bene, riprendo. Parlavo di manutenzione, parlavo di ristrutturazione, parlavo di opere di scavo, di allacci, di utenze.

Gli ordini del giorno con riformulazione sono molto fragili, però debbo dire che oggi, signor Presidente e per suo tramite sempre al Governo, sarebbe fondamentale cogliere l'opportunità di sburocratizzare, di snellire, di dare un valore alle autocertificazioni e anche di dare fiducia agli italiani, che non sono i nostri nemici, ma sono coloro per cui lavoriamo e per cui dobbiamo lavorare.

Altre grandi espressioni: ma, se non ora, quando il cambiamento? Quando la volontà di togliere vincoli e lacci ai bilanci dei comuni? Di non avere più la spesa corrente, piuttosto che gli investimenti? Di poter permettere ai sindaci di lavorare e di agire, perché sono quelli che meglio conoscono le realtà dei propri territori?

Concludo dicendo che siamo - lo sappiamo tutti - al 24 di aprile. Allora, un'altra parola d'ordine potrebbe essere “libertà”. Libertà, come dicevo prima, per le amministrazioni comunali. Libertà - abbiamo presentato molti ordini del giorno come gruppo - per non avere paura di tutelare le scuole paritarie e per tutelare la libera scelta educativa. Libertà per chi è percettore di invalidità e di disabilità, perché possa avere la sua dignità e possa pensare di non vivere con 300 euro al mese, pagando affitto e utenze, perché chi è disabile ha gli stessi nostri bisogni, se non di più. Allora, ci sia un po' di coraggio. Ci sia un po' di coraggio per tutelare quel famoso lavoro, perché, come Governo, avete detto che nessun posto di lavoro andrà perso. Ebbene, vi chiedo di riflettere su questo, perché ad oggi non è assolutamente così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire per ricordare a questa Assemblea alcune cose. Intanto che con il “Cura Italia”, nonostante i tentativi fatti dall'opposizione di migliorarlo anche con le associazioni di settore, il Governo ha deciso di andare per la sua strada. Oggi c'è la proposta di riformulazione al mio ordine del giorno, che semplicemente vuol difendere una filiera logistica italiana, che è stata abbandonata dal Governo, dove abbiamo avuto lavoratori che sono stati mandati a lavorare senza neanche i dispositivi di protezione, che non gli venivano neanche forniti dalla Protezione civile. Anzi, Protezione civile che, in un primo tempo, è andata a sequestrare alle aziende i dispositivi di protezione, che dovevano essere acquistati all'estero e sdoganati.

Ebbene, io pensavo che andare oggi a garantire i lavoratori dei porti italiani, i lavoratori dell'autotrasporto, coloro che oggi vanno a rifornire i nostri supermercati, l'autotrasporto tutto, il trasporto ferroviario, che non ha smesso di funzionare in questo Paese, fosse una cosa né di destra né di sinistra, ma di buon senso.

Oggi mi trovo che, dopo quaranta giorni di COVID-19, il Governo mi propone di “valutare se”, “valutare di”. Ma in questi quaranta giorni avete valutato qualcosa, al di là di finanziare sostanzialmente solo le banche?

Perché il sistema che avete fatto di prestiti, non è alle imprese: è sostanzialmente quello di andare a coprire i crediti non esigibili delle banche nei confronti delle imprese. Il 70 per cento della liquidità non arriverà alle imprese e, laddove arriverà alle imprese, coloro saranno costrette a indebitarsi, in un mercato che non sappiamo se ripartirà e quando ripartirà. Noi veniamo da un momento in cui i porti italiani tiravano più dei porti del nord Italia.

Io capisco che il sottosegretario guarda il telefono, ride e non c'è neanche il Governo sulla discussione degli ordini del giorno. Perché in questo Parlamento ormai gli emendamenti non si possono fare! Neanche sul “Cura Italia”! Neanche su un'emergenza nazionale, dove il Presidente della Repubblica ha chiesto di coinvolgere l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Qui non si parla dei problemi legati ai medici. Non si parla di RSA, dove le linee di indirizzo a livello nazionale non sono state mai mandate alle regioni. Non si parla della filiera logistica e dei lavoratori.

A dieci giorni da quando vogliamo riaprire il Paese, non si è in grado di garantire nei lavori parlamentari, che siano compatibili con le esigenze del Paese, di trovare una soluzione unitaria ai problemi, alla liquidità delle imprese e delle famiglie. Io chiedo che almeno gli ordini del giorno vengano approvati senza valutare, questa volta, che venga almeno dato questo segnale da parte del Governo, se no mettiamoli in votazione e vedremo che oggi la maggioranza voterà contro i portatori di handicap, voterà contro i medici, voterà contro i lavoratori, voterà contro le imprese. Perché anche un ordine del giorno, che sappiamo che in questo Paese lascia il tempo che trova, è troppo un impegno gravoso per un Governo che ha pensato di sfruttare questa situazione per continuare a drenare il poco denaro disponibile nei confronti delle banche e degli amici che i soldi già li hanno e di non darli alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori che oggi non vedono neanche la cassa integrazione.

Allora, questa è la verità di cui prima o poi questo Parlamento si dovrà rendere conto e dovrà affrontare. Io mi auguro, Presidente, che nelle prossime settimane si torni alla normalità parlamentare e costituzionale in questo Paese, perché il Governo non è in grado non solo di dialogare col Parlamento, ma neanche con quelle compagini del mondo produttivo, industriale e del lavoro su cui sempre si è confrontato qualsiasi Governo in questo Paese. Guardate, il “decreto Genova” e oggi il ponte Morandi, tra una settimana, finirà di esser costruito, è stato fatto con un lavoro parlamentare a cui hanno partecipato tutti, è stato fatto in meno di un mese, nonostante qualcuno che oggi è in maggioranza, il Partito Democratico, abbia votato contro alla Camera e al Senato; ma è stato fatto e portato a casa e oggi molti autotrasportatori prenderanno non dal “Cura Italia” i soldi per andare avanti, ma da quel decreto. Allora, questo vuol dire che quando si lavora insieme le cose si possono fare, ma per lavorare insieme ci deve essere la disponibilità di chi oggi è al Governo ad ascoltare il cuore del paese e ad ascoltare anche il Parlamento che è eletto dai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato cinque ordini del giorno ai quali il Governo ha dato parere favorevole con riformulazione, con la famosa formula a cui siamo abituati da anni: “a valutare l'opportunità di”. Prima di illustrare uno di questi ordini del giorno che io ritengo fondamentale, che è quello che riguarda l'aiuto alle scuole paritarie, volevo solo sottolineare una cosa: in particolare su due di questi ordini del giorno il “valutare l'opportunità di” oggettivamente non ha alcun senso. Ciò perché erano addirittura due emendamenti che prima della decisione di mandare in Aula il testo del Senato così com'è qui alla Camera, addirittura avevano ricevuto parere favorevole da parte del Governo.

Uno riguarda il tema delle nostre aziende del made in Italy che esportano all'estero e che rischiano di dover pagare penali importanti nei contratti sottoposti non al diritto italiano, ma al diritto internazionale e quindi la garanzia da parte dello Stato, del Ministero degli Esteri, attraverso gli strumenti, con la iniziale dotazione di un fondo che riguarda ovviamente il fatto che ci sono cause di forza maggiore che hanno impedito alle nostre aziende italiane di consegnare i mobili piuttosto che altre forniture. Il secondo riguardava la possibilità ovviamente di poter fare cure a domicilio per quanto riguarda i nostri pazienti. Da questo punto di vista oggettivamente “valutare l'opportunità di”, di che cosa se ne abbiamo già discusso tanto? E quindi invito il Governo a ripensare almeno su questi due a dare un parere favorevole, era un po' anche nel gentleman agreement nel rapporto tra maggioranza e opposizione, se no si voterà e ovviamente il Parlamento deciderà, l'Aula deciderà che cosa fare.

Mi permetto, invece, di sottolineare, a proposito del “valutare l'opportunità di”, su uno dei temi che non avevamo concordato ovviamente in termini di approvazione dell'ordine del giorno, che riguarda l'aiuto alle scuole paritarie. Questo è uno dei temi fondamentali, già al Senato, già in altre occasioni ne abbiamo discusso. Mi permetto di sottolineare due aspetti importanti: il primo e lo ricordo al Ministro dell'Istruzione che qui in Aula ha detto una cosa perché forse non conosce molto bene che cosa è accaduto negli ultimi vent'anni, dalla “legge Berlinguer” non esiste più la scuola pubblica nel senso di statale, esiste il Ministero dell'Istruzione che prevede esattamente questo, che l'istruzione nel nostro Paese, che è un servizio pubblico, venga erogato dalle scuole statali e dalle scuole paritarie. Riguardo all'aggettivo “paritario” - normalmente la lingua italiana e la grammatica non sono optional, sono cose importanti anche per il Ministro dell'Istruzione - se la scuola viene definita “paritaria” vuol dire che la legge definisce che gli studenti che vanno alla scuola paritaria o le famiglie che vanno alla scuola paritaria, non sono studenti “di serie B” o famiglie “di serie B”, ma devono essere messi nelle condizioni di poter usufruire del servizio erogato da questa con modalità diverse. La scuola - lo dico al Ministro dell'Istruzione - è pubblica ed è erogata attraverso la scuola statale e la scuola paritaria. Non a caso, prima della dell'ulteriore divisione, il Ministero si chiamava MIUR, ma lo dico al Ministro dell'Istruzione, non c'è più da tanti anni la funzione di Ministro della Pubblica istruzione, c'è il Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Oggi l'università la ricerca hanno un Ministero diverso ed è rimasto - mi dispiace per il Ministro dell'Istruzione - il Ministero dell'Istruzione. Allora, che cosa stiamo ponendo? Non la rivendicazione di scuole private, non la rivendicazione di un privilegio, ma 900 mila famiglie si sono viste coinvolte, come tutte le altre, in questo drammatico bisogno. Noi chiediamo più soldi alla scuola, pubblica, tutta la scuola pubblica e speriamo che nel prossimo decreto ci siano quella statale e quella paritaria, perché la scuola è una delle funzioni più importanti. Ma se in questo momento ci dimentichiamo di queste 900 mila famiglie, se chiudono le scuole paritarie, dove vanno questi 900 mila studenti? è un optional oppure no? Ed è quello per cui noi stiamo dicendo - concludo - attraverso questo ordine del giorno di prendere in esame, a questo punto nel prossimo provvedimento che sarà quello - e concludo - del decreto cosiddetto aprile, di costituire un fondo, di aumentare il fondo già a disposizione per le scuole paritarie e di permettere che questo fondo, almeno per il 2020, garantisca la vita di queste scuole, perché è un interesse pubblico. Da questo punto di vista il “valutare la possibilità di”, invece, su questo ordine del giorno ovviamente è corretta da un punto di vista dell'impostazione. Concludo chiedendo poi, nella fase delle votazioni, almeno sui due ordini del giorno dove ovviamente il Governo aveva già espresso parere favorevole, mi sembra una presa in giro, l'ha già detto anche il collega Lollobrigida, “a valutare l'opportunità di”, di che cosa se ne abbiamo discusso tutti insieme e c'era già un parere favorevole…

PRESIDENTE. Concluda, Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). … e dia dignità, date dignità al rapporto tra maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Alessandro Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Illustro gli ordini del giorno n. 328 e 329, che abbiamo presentato con i colleghi Porchietto e Cortellazzo, su alcuni aspetti per noi paradossali. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo, lo diciamo tutti, un'emergenza sanitaria senza precedenti - e ancora una volta voglio ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari in prima linea - ma non possiamo perdere un solo minuto per occuparci prontamente della tragicità della situazione economica. Con questi due ordini del giorno vogliamo dare delle indicazioni per noi di buon senso, anzi sottolineare che ci sono alcuni paradossi che non possono più essere accettati. Il primo: possibile che noi continuiamo a pagare sui dispositivi sanitari l'IVA al 22 per cento? è possibile che ogni quattro ventilatori potremmo prenderne un quinto e invece quel quinto viene come sequestrato dallo Stato perché abbiamo un'IVA al 22 per cento? Noi, con questo ordine del giorno, abbiamo proposto di portare l'IVA al 5 per cento su tutto ciò che coinvolge l'emergenza sanitaria. Lo sapete che in questo periodo si sono dati da fare imprenditori generosi, associazioni e magari sono riusciti ad acquistare sul mercato i dispositivi che lo Stato non è riuscito a garantire?

Ebbene, il paradosso è stato che tutti coloro che hanno messo con generosità a disposizione delle risorse si sono viste applicare il 22 per cento dell'IVA. Abbiamo segnalazioni per cui sono state acquistate autoambulanze e invece che poter prendere cinque autoambulanze ne hanno dovute prendere quattro, perché la quinta è come se l'avesse presa lo Stato. Allora, per noi questo è un paradosso: smettiamola poi di parlare di meno burocrazia e di meno tasse, se perfino durante un'emergenza sanitaria lo Stato si comporta in questo modo. Infatti, nel secondo ordine del giorno chiediamo di dare un segno vero, concreto, della burocrazia che si mette al servizio delle imprese e del Paese. In particolare, sottolineiamo le tante imprese che con generosità e capacità hanno riconvertito nel nostro Paese la filiera produttiva: producevano altro e si sono messi a produrre ventilatori, mascherine e quant'altro; adesso lo Stato dimostri di stare loro vicino. Come? Per esempio, nei meccanismi di gara di acquisti pubblici - compatibilmente con l'Anac, ci mancherebbe - si inseriscano però delle premialità per la filiera corta. Mettiamo in questa condizione le nostre imprese, che hanno scommesso ancora una volta su questo Paese, che con impegno non si sono piante addosso ma hanno dimostrato con capacità di dare risposte al bisogno che c'è, e dimostriamo loro che lo Stato è vicino. Questo rientra nel disegno complessivo del messaggio che l'Italia vuole dare oggi agli imprenditori. Questo Paese si risolleverà se saremo vicini a quel pezzo di Paese, allora dimostriamolo. Burocrazia e fisco: lo ripetete sempre, dimostratelo. Sono due ordini del giorno, francamente, due iniziative più che comprensibili, anzi direi che, al contrario, sarebbe odioso farci trovare impreparati, perché c'è qualcosa che può succedere di peggio che la crisi economica, che la crisi sociale e sanitaria che abbiamo vissuto: il peggio è che il momento in cui l'Italia si proverà a rialzare, voi farete trovare questo Paese non pronto a raccogliere quella voglia di fare e, viceversa, lo soffocherete con la solita tassazione e la solita burocrazia. Dimostrate che non è così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Presidente, la questione è sempre il “valutare l'opportunità di” e mi riferisco in questo caso all'ordine del giorno Zoffili n. 9/2364/301, quello con il quale, come Lega, avevamo proposto di incrementare quelle che sono le risorse economiche. Mi dispiace che il rappresentante del Governo, il sottosegretario che ha espresso i pareri prima, se ne vada, perché il tentativo che volevo portare avanti nel raccontare quest'ordine del giorno era quello di tentare di cambiare il suo parere, senza il “valutare l'opportunità di”, chiedendo invece di metterlo al voto. Racconterò quindi all'Aula quello che sta a succedendo e quello che è il contenuto del nostro ordine del giorno. Salto l'illustrazione dell'ordine del giorno stesso e vado alle considerazioni che mi sono preparato. Intanto, come premessa, è doveroso sottolineare la qualità e la professionalità del personale che è parte integrante dell'unità di crisi della Farnesina; sottolineo anche l'impegno che è stato profuso per fronteggiare questa situazione emergenziale. Va però evidenziato anche che, nonostante tutta questa qualità e quantità di lavoro profuso, questo non è stato sufficiente a soddisfare le richieste e le esigenze dei nostri connazionali che si sono trovati bloccati all'estero senza la possibilità di rientrare in patria, alcuni con visto scaduto o con visto che stava per scadere. Dico questo con assoluta cognizione di causa, perché sono stato personalmente interessato da molteplici situazioni di difficoltà da parte di connazionali o di familiari di questi che, pur volendo rientrare, non trovavano supporto nei consolati ai quali si rivolgevano; questo non per negligenza o impreparazione ad affrontare l'emergenza ma perché la mole era talmente importante che gestirla diventava difficile. Ecco che con quest'ordine del giorno vogliamo sottolineare da parte nostra, come Lega, la necessità di implementare le risorse umane dell'unità di crisi della Farnesina e delle strutture della stessa per poter fronteggiare al meglio le emergenze come quella che stiamo vivendo. Cito un Paese su tutti, il Brasile, che dalle informazioni che ho avrebbe fatto rientrare in patria 11 mila connazionali che erano sparsi nel mondo con voli a carico dello Stato. L'Italia, o meglio alcuni consolati, invece, hanno detto ai cittadini di comprarsi il biglietto in agenzia o nei siti Internet, quando tutto era bloccato; o altri cittadini italiani bloccati in un Paese europeo che, non vedendo la possibilità di fare il secondo tampone che accertasse l'ormai superamento della malattia, si sono visti bloccati in quel Paese, e per rientrare hanno dovuto prendersi la macchina e tornare a casa, e ce l'hanno fatta perché nessuno li ha fermati. Ma se questa è l'assistenza che lo Stato sta dando ai nostri connazionali, credo che qualcosa non vada. Queste situazioni vanno evitate e per evitarle bisogna essere strutturati; per affrontarle e per strutturarsi vanno messe a disposizione risorse economiche ed umane: Al rappresentante del Governo, che non c'è, dico: non accetti con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, lo accetti e basta. Quest'ordine del giorno indicherà - e la sua assenza lo indica fin da ora - quanto ci tenete ai nostri e ai vostri concittadini che sono sparsi nei Paesi stranieri. Volevo dire al sottosegretario che se sono riuscito ad instillare in lui qualche dubbio - e non può rispondermi perché non c'è - di accettare quest'ordine del giorno così com'è, perché l'urgenza c'è adesso. Annuncio fin da ora che, vista l'assenza, metterò in votazione quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato, giusto per sottolineare che il rappresentante del Governo c'è. Ha chiesto di intervenire il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, la prima domanda che mi faccio è: ma secondo l'opposizione, il MES non era già stato attivato? Ciò perché l'ho letto dai vostri profili social, l'ho sentito nei vostri video, eppure oggi voi siete qui con un ordine del giorno a chiedere di non utilizzarlo: è una contraddizione logica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, se il MES non è evidentemente è stato attivato, come si desume dal vostro ordine del giorno, allora innanzitutto si chieda scusa per aver accusato di alto tradimento il Presidente Conte (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma non dovete chiedere scusa a noi, ma agli italiani, a cui oggi voi stessi certificate la vostra menzogna con quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Allora, invece di aiutare davvero l'Italia ed essere davvero patriottici, riconoscendo al Presidente Conte un risultato eccezionale, non per sé ma per gli italiani, buttate là un ordine del giorno completamente strumentale. Cioè, si vuole decidere su un argomento del genere con lo strumento meno efficace che esiste, senza un dibattito serio, così tanto per alzare un polverone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputai del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma il Presidente e questa maggioranza sono già oltre; Conte l'ha detto in ogni sede e naturalmente anche qui: ogni decisione sul MES sarà presa dentro il Parlamento, nella sua sede naturale, nei tempi e nei modi consoni a un argomento del genere. Punto! Non ha alcun senso esprimere una decisione del genere con un ordine del giorno, se non quello di andare sul social. Io già lo vedo il video, tra un quarto d'ora: hanno attivato il MES! Cioè, per la sesta volta avremo attivato il MES (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, una volta per tutte: finché il MoVimento 5 Stelle è al Governo di questo Paese, l'Italia non accetterà mai uno strumento che permetta di svendere la propria economia! Non accetterà mai delle rigide condizionalità imposte dall'Europa! Non accetterà mai uno strumento che esiste grazie al Consiglio dei ministri del 3 agosto 2011, dove sedeva Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché lì si è introdotto il MES! Lì è la responsabilità politica! Poi, il partito della Meloni ha ratificato il MES e che la Meloni non fosse in Aula - perdonate - non è una notizia, perché vista la percentuale di sue presenze non è proprio una notizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Il MoVimento 5 Stelle era già contro il MES quando prima di questa crisi l'Italia sarebbe stata Paese creditore e non debitore del MES, perché in Italia, a condizioni normali, mai si sarebbe paventato un'attivazione del MES perché l'Italia è un Paese con i conti in ordine e questo lo devono capire in Italia e in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma in Italia, proprio per il suo senso davvero solidaristico, il MoVimento 5 Stelle parlava di dire no al MES già quando doveva imporre delle condizioni agli altri Paesi, quindi il MES, per il MoVimento 5 Stelle, da sempre è stato uno strumento inadeguato, oggi come ieri.

Il Presidente Conte ha ottenuto un risultato straordinario perché un mese fa l'unico strumento sul piatto era il MES, e se oggi non dobbiamo essere costretti ad accedere a quei 35 miliardi è perché da ieri, con urgenza sul piatto ne sono stati messi 1.500 di miliardi da Conte e da questa maggioranza. Quindi, noi a questi giochetti non ci prestiamo; noi pensiamo davvero ai fatti, pensiamo davvero alle italiane e agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Cercherò di essere breve e volevo iniziare da un ringraziamento che credo tutti noi dovremmo agli operatori dell'informazione che in queste settimane di cattività hanno proseguito il loro lavoro, come tanti comparti, fornendoci preziose informazioni e svolgendo con attenzione e amore la loro attività.

Detto ciò, entro nel merito del mio ordine del giorno n. 9/2463/85 che si occupa di un comparto specifico dell'informazione cioè l'editoria locale, che ha svolto anch'essa in questo periodo un ruolo forse ancor più importante e fondamentale perché declinato su territori che spesso necessariamente rimangono scoperti per quanto concerne testate nazionali.

È un comparto che sconta una gravissima difficoltà come tanti altri in conseguenza di questa crisi: non sto a sottolineare tutte le problematiche di pubblicità, fatture non pagate, eccetera, eccetera, con l'aggravante che, se chiudessero delle testate, sarebbe un vulnus per la pluralità dell'informazione, nonché avrebbe ricadute occupazionali molto importanti, perché è un comparto che conta migliaia di persone addette.

Avevo proposto un emendamento che prevedeva risorse aggiuntive per uno stanziamento francamente residuale rispetto alle cifre di cui parliamo in questi giorni e che necessitano all'Italia per rialzarsi. Accolgo come un segnale importante o quantomeno come un segnale il parere positivo al mio ordine del giorno, benché come al solito riformulato, e chiedo al Governo - lo chiedo anche al sottosegretario all'editoria che vedo di fronte a me - di tradurre immediatamente questo impegno in fatti concreti con il decreto di aprile, che poi evidentemente sarà a maggio, perché vede in questo momento abbiamo bisogno di risposte concrete e immediate. Di questo ha bisogno l'Italia e di questo ha bisogno anche il comparto dell'editoria locale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2463/20 dell'onorevole De Toma e annuncio il nostro voto favorevole perché riteniamo che il Governo debba prendere in considerazione la problematica dei caregiver, di coloro che devono garantire l'assistenza ai disabili e che molto spesso per farlo, in sostanza, devono abbandonare il lavoro, devono abbandonare tutti quelli che sono i loro interessi e la loro vita principale.

Riteniamo che, in un momento così complicato e difficile come quello della pandemia che sta sconvolgendo il nostro Paese, sia importante dare subito un contributo a questa categoria fatta da persone che già vivono una vita difficile e che in questo frangente devono affrontare anche sicuramente conseguenze economiche importanti.

È importante che il Governo tenga la questione in considerazione subito nei prossimi provvedimenti e prenda un impegno preciso e l'auspicio è che il Parlamento tutto oggi si assuma una responsabilità e un impegno nei confronti di tale categoria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Delmastro Delle Vedove . Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per aver accolto il mio ordine del giorno n. 9/2463/55, ma debbo dire che siamo indisposti all'idea che anche quest'ordine del giorno venga indirettamente finanziato per l'intervento e per il tramite dell'utilizzo del MES.

Ho sentito i toni stentorei in quest'Aula di alcuni colleghi del MoVimento 5 Stelle che dicono che il MES mai verrà attivato. Allora non ci vogliamo far trascinare, colleghi, in una polemica e in un muro contro muro fra partiti. Vi vogliamo ricordare che l'ora è fatale, che oggi si decideranno per domani e per sempre i destini dell'Italia, che oggi dobbiamo decidere, senza farci irretire da logiche partitocratiche fuori tempo massimo, da che parte stiamo, e il bivio ci dice che c'è in ballo la sovranità nazionale.

Allora Giorgia Meloni con un atto di generosità straordinaria (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) vi ha già detto: sono disposta a ritirare la mia firma, fate vostra questa battaglia perché noi, se la farete vostra, saremmo disposti a sottoscriverla. Diteci cosa c'è, cosa c'è in questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) nel quale si impegna il Governo - voglio leggerlo a imperitura memoria della solarità, della pacatezza, della serenità con cui non si tende alcun tranello ma si difende la sovranità nazionale - a non utilizzare in alcun caso il MES per far fronte all'insieme delle misure volte a contrastare l'attuale emergenza con riferimento sia alle spese di potenziamento del Servizio sanitario nazionale sia a quelle a sostegno del lavoro, della liquidità, delle banche, delle famiglie, delle imprese e ogni altra spesa utile.

Ora questo è il senso finale: chi vuole attivare il MES o comunque ritiene che si possa in futuro attivare, non voterà questo ordine del giorno; chi vota questo ordine del giorno oggi riafferma la centralità del Parlamento anche sul Governo, la centralità dell'Italia anche sull'Europa, la fierezza dell'Italia rispetto alla troika europea e racconta che in questo Parlamento trasversalmente c'è qualcuno che non intende fare lo scendiletto della troika in Italia. Ve lo chiediamo davvero quasi in ginocchio: diteci che cosa eventualmente debba essere modificato, diteci se il problema è la prima firma di Giorgia Meloni che con generosità ha già detto: la ritiro, firmatelo voi.

Se non fosse così, per dignità diteci almeno una cosa: continueremo a non firmare il vostro ordine del giorno perché per noi le battaglie partitocratiche vengono prima dell'interesse nazionale. Ma se davvero i toni stentorei, che ho sentito prima, rappresentano quello che nel vostro cuore sentite, per davvero si alzi adesso, ora, subito o mai più il capogruppo del MoVimento 5 Stelle e ci dica: per motivi partitocratici non voteremo il vostro ordine del giorno, per motivi partitocratici non ci confronteremo con il vostro ordine del giorno, ma vi assicuriamo che, se verrà utilizzato il MES, ci dimetteremo in massa e porremo fine al Governo che ha fatto da scendiletto alla troika europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se farete così, avrete perso un'ottima occasione per dire “no” trasversalmente alla troika ma avrete guadagnato della dignità. Attendiamo adesso, non domani, una vostra risposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà. Deputato Delmastro Delle Vedove, la mascherina prima di salutare tutti, grazie.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Non ho capito. Capisco che è irrituale, però, siccome il collega Delmastro aveva invitato il capogruppo del vostro MoVimento 5 Stelle a replicare eventualmente a questa richiesta che abbiamo fatto anche questa mattina, abbiamo formalizzato, rispetto all'ordine del giorno. Una volta che uno contestualizza, può trovare responsabilità su chi ha attivato qualcosa, ma le persone che sono qui dietro hanno detto che, quando sarebbero arrivate in quest'Aula, avrebbero cambiato tutto. Se il MES rimane in piedi come strumento non è che abbiano cambiato un granché. Allora, l'offerta che il collega Delmastro ha ribadito potrebbe essere anche raccolta; nel qual caso, evidentemente, non ci sarebbe ulteriore motivo di intervenire. Però, un'altra questione che è stata citata questa mattina dalla presidente Meloni, che non è stata smentita, è l'eventualità in cui si fosse ragionato di proposte alternative, il Governo, almeno la parte rappresentativa del MoVimento 5 Stelle che siede oggi al Governo avrebbe potuto dire: questo testo così non ci convince, scriviamone un altro che dica nel dispositivo quello che il Governo va blaterando sui social, quando dice e garantisce che il MEF non verrà mai attivato. Scriviamolo su un pezzo di carta, perché, quando si dice e si sbeffeggia uno strumento democratico come sono gli ordini del giorno, come abbiamo sentito prima dal collega, dicendo che è uno strumento inutile sostanzialmente, quindi state utilizzando uno strumento inutile, bene, io credo che non ci sia nessuno strumento - lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - inutile, quando si dibatte all'interno di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sugli strumenti che vengono utilizzati.

In questo, invito anche la Presidenza della Camera a fare chiarezza su quello che viene definito da alcuni un pezzo di carta. Vedete, noi consideriamo gli impegni e la parola già una cosa importante, ma un pezzo di carta votata dal Parlamento è una cosa sacra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che impegna quest'Aula e impegna noi per conto degli italiani che abbiamo rappresentato e che abbiamo chiesto di garantire. E voglio smentire il collega Ceccanti del Partito Democratico, che non qui, perché non mi è sembrato sentire molto prendere la parola al Partito Democratico, ma che su un'agenzia ha detto che oggi Fratelli d'Italia, venendo in Aula… Mancano due deputati, uno ha la febbre e l'altro aveva il Coronavirus, e quindi, come sapete, sta in quarantena, è il nostro Questore Cirielli. Gli altri ci sono tutti, perché noi abbiamo annunciato per iscritto da giorni e abbiamo detto nella riunione dei presidenti di gruppo che Fratelli d'Italia sta qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sarà qui sempre e compattamente. Quindi, se manca qualche collega, non si può immaginare il voto telematico, si vota da casa. Già qui qualche coercizione di troppo la subiscono alcuni colleghi; figuriamoci se si votasse da casa con il voto telematico, come qualcuno follemente propone, e il collega Ceccanti, a mio avviso, è uno di questi. Ma non si permetta di dire che tra i nostri banchi si annidi qualcuno che manca di parola, perché noi la nostra parola la manteniamo con i parlamentari, la manteniamo con gli elettori, la manteniamo con tutti quelli con cui prendiamo impegni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ed è per questo che, capendo la vostra coerenza nel votare a favore del MES, non capiamo, ancora oggi, per quale ragione il MoVimento 5 Stelle non trovi il modo di dire con chiarezza ai cittadini qual è la propria posizione sull'argomento e fare impegnare questo Parlamento in un senso o in un altro. Non va bene il nostro ordine del giorno? Fatene un altro. Non va bene quello che è sancito in un ordine del giorno? Scegliete un altro strumento. La nostra Costituzione prevede rispetto alle comunicazioni dei Presidenti delle risoluzioni. E che una risoluzione e un ordine del giorno cambiano in maniera così radicale l'impegno? Poi sarà il Presidente del Consiglio a dover onorare gli impegni con il Parlamento o fare un po' come gli pare, come sembra voler fare. Non c'è niente di male a cambiare idea, non c'è niente di male a cambiare idea, ma abbiate l'onestà di dire, come Crimi ha iniziato a fare, a nome vostro, sui maggiori quotidiani, che avete aperto questo diabolico strumento che fino a poco tempo fa sembrava anche per voi il male per l'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia),

il male per le nostre famiglie, il male per i nostri figli! Noi continuiamo a pensarlo. Se avete cambiato idea, venite qui a dirlo con onestà: non c'è niente di male, non c'è niente di male, vi capiamo. Non so se vi capiranno quelli che vi hanno votato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). La ringrazio, Presidente, No, volevo intervenire dopo, in dichiarazione di voto finale, grazie.

PRESIDENTE. Adesso, adesso, prego. Sta parlando del complesso…?

VERONICA GIANNONE (MISTO). Non sugli ordini del giorno, proprio in dichiarazione di voto finale.

PRESIDENTE. Le dichiarazioni di voto finale, dopo? Perfetto, passiamo, quindi, alla votazione sugli ordini del giorno.

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2463/169 Pignatone, n. 9/2463/186 Scutellà e n. 9/2463/250 Migliore sono stati ritirati dai presentatori. Avverto, inoltre, che i rappresentanti dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e LeU hanno comunicato alla Presidenza che tutte le proposte di riformulazione formulate dal Governo sugli ordini del giorno presentati dai deputati dei loro gruppi si intendono accolte.

Avverto, inoltre, che il gruppo Lega ha comunicato alla Presidenza che ha accettato tutte le riformulazioni proposte, ad eccezione di quelle riferite agli ordini del giorno n. 9/2463/261 Maccanti, n. 9/2463/267 Di Muro, n. 9/2463/272 Invernizzi, n. 9/2463/288 Sasso, n. 9/2463/302 Colmellere, n. 9/2463/305 Tonelli e n. 9/2463/307 Cavandoli, dei quali chiederà la votazione unitamente a quella di tutti gli ordini del giorno sui quali è stato espresso parere contrario. Avverto, infine, che, per un mero errore tipografico, nell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/2463/239 Giachetti il riferimento all'articolo 286 del codice di procedura penale deve intendersi all'articolo 286-bis del medesimo codice.

Prima di passare ai voti, cui si procederà con procedimento elettronico con registrazione dei nomi, invito i deputati ad accomodarsi nei banchi, in modo da garantire comunque il rispetto della distanza interpersonale minima di un metro e di indossare la mascherina protettiva delle vie aeree.

Ricordo che le postazioni di voto sono sbloccate in modo da consentire ai deputati l'espressione del voto da qualunque postazione senza l'utilizzo delle minuzie.

Ricordo, in proposito, che il pulsante di voto deve essere premuto fino alla chiusura della votazione. Ogni deputato è infine invitato ad utilizzare per la votazione la propria tessera, senza chiedere quella sostituiva, evitando così assembramenti presso i banchi degli assistenti.

Avverto che, come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la votazione sugli ordini del giorno avrà luogo in via consecutiva, e non saranno pertanto consentiti ulteriori interventi tra una votazione e l'altra.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ebbene, allora, Presidente, per precisare la riformulazione cui è condizionato il parere favorevole dell'ordine del giorno n. 9/2463/37 Vazio. Allora, noi proponiamo di sostituire tutto il periodo che comincia dalle parole: “per lo svolgimento” fino alla fine con le seguenti parole: “non si applichi alle udienze di discussione e a quelle nelle quali devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti o periti, salvo diverso accordo tra le parti”. E il parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/2463/251 Annibali e n. 9/2463/325 Costa è anch'esso condizionato alla riformulazione dell'impegno con le stesse parole del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/2463/37 Vazio.

PRESIDENTE. Rixi, l'avevo visto con la mano alzata, però non può intervenire più.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2463/1 Fioramonti, sul quale il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole. Chiedo al presentatore se insista o meno per la votazione. No, quindi andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2463/2 Vizzini, con parere contrario. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/2 Vizzini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2463/3 Magi, parere favorevole con riformulazione: accettata, va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/5 Nitti, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2453/5 Nitti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2463/6 Rospi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/17 Frate, accolto come raccomandazione…Sì, Silvestri è il suo, è l'ordine del giorno n. 9/2463/4, l'ho saltato io, è favorevole con una riformulazione. Accetta? Perfetto. Grazie, scusi.

Ordine del giorno n. 9/2463/17 Frate, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/20 De Toma, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? No, quindi lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/20 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/2463/21 Plangger, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/22 Silli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/23 Benigni, parere favorevole con riformulazione. La accetta?

Ordine del giorno n. 9/2463/24 Sorte, parere favorevole con riformulazione. La accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/25 Pedrazzini, parere favorevole con riformulazione. La accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/26 Gagliardi, parere favorevole con riformulazione. Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2463/31 Gebhard, parere favorevole con riformulazione. La accetta? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2463/39 Fusacchia, parere favorevole con riformulazione. La accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/41 Montaruli, parere favorevole con riformulazione. Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/42 Donzelli, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/43 Bellucci, parere favorevole con riformulazione. Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2463/45 Osnato, parere contrario. Quindi lo pongo…

Ho saltato l'ordine del giorno n. 9/2463/44 Galantino, parere favorevole con riformulazione. Non l'accetta.

Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/44 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/45 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/2463/46 De Carlo, parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/46 Luca De Carlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/2463/47 Butti. È favorevole, Butti? Prego. Sì, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/47 Butti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/48 Gemmato, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/49 Maschio, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/49 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2463/50 Trancassini, parere favorevole con riformulazione. Va bene?

Ordine del giorno n. 9/2463/52 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/53 Deidda…

Ordine del giorno n. 9/2463/51 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/53 Deidda, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/53 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2463/54 Ferro, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/55 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/56 Cirielli, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/57 Bucalo, accolto come raccomandazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/57 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/2463/58 Bignami, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/59 Prisco, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/60 Rotelli, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/61 Lollobrigida, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/62 Silvestroni, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/62 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2463/63 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione. Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/64 Caretta, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/65 Rizzetto, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/66 Acquaroli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/67 Caiata, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/68 Foti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/69 Mantovani, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/70 Mollicone, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/71 Zucconi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/72 Varchi, parere favorevole con riformulazione. Non va bene, quindi lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/72 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2463/73 Giannone, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/74 Baldelli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/75 Battilocchio.

Ordine del giorno n. 9/2463/76 Casciello, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/78 Aprea, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/79 Giacomoni, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/80 Martino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/81 Della Frera, parere favorevole con riformulazione. Va bene?

Ordine del giorno n. 9/2463/82 Pella, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/83 Polverini, parere favorevole con riformulazione. Polverini, va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/84 Zangrillo, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/84 Zangrillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/2463/85 Zanella, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/86 Cassinelli, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/87 Cannatelli, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/87 Cannatelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/2463/88 Versace, parere favorevole con riformulazione. Va bene?

Ordine del giorno n. 9/2463/89 Pittalis, parere contrario.

No, non andava bene? Quindi, ordine del giorno n. 9/2463/88 Versace, giusto? Sì, sì.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/88 Versace, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/2463/89 Pittalis, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/89 Pittalis, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/90 Marrocco è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/91 Bond è accettata la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/2463/92 Nevi è accolto come raccomandazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/93 Rosso è accettata la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2463/94 Novelli i presentatori non accettano la riformulazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/94 Novelli, con parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/95 Mazzetti è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/96 Ruffino è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/97 Paolo Russo è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/98 Rotondi è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/99 Bagnasco è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/100 Labriola è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/101 Pettarin è accettata la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/102 Sarro, con parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/102 Sarro, su cui vi è parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/103 Marin è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/104 Mulè è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/105 Napoli è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/106 Spena il parere è favorevole.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/107 Gelmini è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/108 Carfagna è accettata la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2463/109 Anna Lisa Baroni, su cui il parere è contrario, quindi lo pongo in votazione.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ritiro l'indizione della votazione. Governo?

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Se i presentatori accettano di riformularlo con “valutare l'opportunità di”, il Governo dà parere favorevole.

PRESIDENTE. I presentatori accettano, va bene.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/110 Mandelli il parere è favorevole.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/111 Prestigiacomo è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/112 Germanà è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/113 D'Ettore è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/114 Cannizzaro è accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/115 D'Attis, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/116 Caon, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/117 Pentangelo il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2463/118 Siracusano, accolto come raccomandazione, si insiste per la votazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/118 Siracusano, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/2463/119 Calabria il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/120 Fitzgerald Nissoli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/121 Occhiuto è accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/122 Baratto, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/123 Saccani è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/124 Maria Tripodi è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/125 Perego di Cremnago è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/126 Sandra Savino è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/127 Tartaglione è accettata la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2463/128 Bartolozzi il parere del Governo è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/2463/170 Maglione, su cui il parere del Governo è contrario, viene ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2463/175 Aresta, su cui vi è invito al ritiro o parere contrario.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Diventa parere favorevole, va bene, andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/2463/223 Cunial il parere è favorevole.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/224 Schullian è accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/229 Trano, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/230 Lupi è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/231 Colucci è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/232 Sangregorio è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/233 Tondo è accettata la riformulazione.

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/234 Sgarbi è accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/259 Patelli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/261 Maccanti è accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/262 Maturi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/265 Gastaldi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/266 Patassini, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Per l'ordine del giorno n. 9/2463/267 Di Muro non è accettata la riformulazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/267 Di Muro, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/268 Bubisutti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/2463/272 Invernizzi: accetta la riformulazione? Mascherina dal posto, deputato Ziello. Non se la deve levare.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Qual è il punto su cui deve parlare?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, noi ci siamo anche sforzati per venirle incontro e abbiamo inviato ai suoi collaboratori un elenco di ordini del giorno segnalati con parere favorevole con riformulazione, cioè quelli dove noi non accettiamo la riformulazione. Quindi, è inutile che lei chieda se accettiamo o no la riformulazione. Si faccia dare quell'elenco e da lì lei capirà sicuramente se noi accettiamo la riformulazione o meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Procediamo come stiamo procedendo, deputato Ziello (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Ordine del giorno n. 9/2463/270 Viviani, con parere contrario.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputata Cavandoli? Ordine dei lavori? Su cosa, deputata Cavandoli?

LAURA CAVANDOLI (LEGA). L'ordine del giorno n. 9/2463/272 Invernizzi era nell'elenco da votare.

PRESIDENTE. Sì, e stiamo arrivando. Dobbiamo arrivarci ancora.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). No, sta facendo quello successivo, lei sta facendo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. No.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Va bene, grazie.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi! Continuiamo come stiamo continuando.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/270 Viviani, con il parere contrario del Governo. Andiamo avanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/2463/272 Invernizzi, favorevole con riformulazione; i presentatori non accettano.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/272 Invernizzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/273 Fogliani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/279 Minardo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/283 Lorenzo Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/2463/285 Molteni, non accetta la riformulazione e lo pongo in votazione. Accetta? Va bene, perfetto. Quindi, questo giusto per avere il confronto per vedere se c'è l'accettazione della riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2463/288 Sasso, favorevole con riformulazione. Non accetta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/288 Sasso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/291 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/2463/301 Zoffili, questo va in votazione? Perfetto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/301 Zoffili, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/2463/302 Colmellere, riformulazione. Non è accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/302 Colmellere, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/303 Ribolla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/304 Iezzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/2463/305 Tonelli, favorevole con riformulazione. Non accetta.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/305 Tonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/2463/307 Cavandoli, favorevole con riformulazione. Non accetta.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/307 Cavandoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/314 Durigon, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/2463/325 Costa, accetta la riformulazione? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/326 Porchietto, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/326 Porchietto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/327 Polidori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Ordine del giorno n. 9/2463/328 Cattaneo, favorevole con riformulazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/329 Cortelazzo, raccomandazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/330 Fiorini, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/331 Cristina, raccomandazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/332 Sisto, favorevole con riformulazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/333 Barelli, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/334 Cosimo Sibilia, parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/334 Cosimo Sibilia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Ordine del giorno n. 9/2463/335 Angelucci, favorevole con riformulazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/336 Carrara, favorevole con riformulazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/337 Squeri, favorevole con riformulazione; accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/339 Rampelli, favorevole con riformulazione? Accetta, va bene.

Ordine del giorno n. 9/2463/340 Baldini, favorevole con riformulazione? Accetta.

Ordine del giorno n. 9/2463/341 Meloni, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2463/341 Meloni, con parere contrario del Governo,

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito DemocraticoProteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia. Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “Venduti! Venduti!”. Deputati del gruppo Fratelli d'Italia mostrano cartelli recanti le scritte: “Cittadini non schiavi”, “Venduti”, “Giù la maschera”).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2463)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato…Levate i cartelli, posate i cartelli! Chiedo agli assistenti parlamentari di…. Colleghi, colleghi, andiamo avanti, andiamo avanti! Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. Colleghi, usciamo in modo ordinato ed evitiamo qualsiasi tipo di assembramento, quindi, non ci intratteniamo.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente, è sull'ordine dei lavori. Vede, noi abbiamo grande rispetto per lei, per la sua figura e anche per la sua capacità di saper mediare tra gruppi, anche per condurre questi lavori egregiamente, però non ci sfugge il fatto che le forze di maggioranza sono venute meno, a giudicare dalla loro composizione numerica, a quell'accordo basato su quote, che lei ha siglato con i singoli presidenti di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Però non ne faccio una colpa a lei. Do la colpa di questo alla maggioranza, che probabilmente rischiava di andare sotto su un ordine del giorno, in particolare quello che parlava del MES, e quindi ha violato la regola che lei aveva dato - calpestando tra l'altro la sua figura - facendo arrivare più deputate e più deputati possibili.

Allora il punto deve essere questo. Assolutissimamente non ne facciamo una questione semplicemente politica, ma anche una questione di merito. Nei banchi della maggioranza non si è rispettata minimamente alcuna regola sul distanziamento sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e noi che veniamo da territori, dove questa emergenza sanitaria sta colpendo, sappiamo che cosa vuol dire il rispetto del distanziamento sociale, signor Presidente. Quindi, nel momento in cui noi veniamo incontro anche a lei, per garantire queste misure, perché questa Camera non è stata pensata per gestire anche un'emergenza sanitaria, noi non possiamo vedere un atteggiamento di questo tipo da parte delle forze di maggioranza, signor Presidente. Infatti, nel momento in cui la maggioranza viene meno ad un patto, anche noi, pur essendo gentiluomini e gentildonne, verremo contro a questo patto, signor Presidente, e ci sarà veramente il plenum di questa Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per cui, le chiedo veramente di intervenire, per cercare anche di stigmatizzare questo comportamento con i singoli presidenti di gruppo, in particolare quelli di maggioranza, che non hanno rispettato quello che lei aveva chiesto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente, e ringrazio anche il collega Ziello. Noi abbiamo rispettato le indicazioni della Presidenza. Però, vorrei ricordare al collega Ziello, che lo sa quanto me - anche se non ha partecipato alla conferenza dei presidenti dei gruppi, ma il suo capogruppo sì, come il Presidente può certificare -, che purtroppo quell'accordo, che giustamente lei ha chiamato da gentiluomini, non è stato siglato da un reale accordo all'unanimità della Conferenza dei presidenti di gruppo. Infatti, come ha già detto in Aula, il capogruppo di Fratelli d'Italia, l'onorevole Lollobrigida, lo stesso gruppo da lui guidato non ha accettato. Può capitare nella Conferenza dei presidenti di gruppo e il Presidente può certificare che sto dicendo la verità circa quello che è successo alla capigruppo. Come lei può vedere, il gruppo di Fratelli d'Italia non ha accettato quella proposta di accordo di contingentamento che il Presidente ha fatto. Dunque, come lei vede….anzi il collega Lollobrigida ha addirittura fatto i numeri e ha detto: salvo coloro che sono assenti per motivi sanitari o per altri motivi, noi ci siamo tutti. Lo dico perché anche noi ci siamo attenuti - adesso non so i numeri esatti - alle indicazioni della Presidenza, però noi non siamo in una situazione nella quale il Presidente della Camera abbia potuto comunicare che si è siglato un accordo alla Conferenza dei presidenti di gruppo. Ero presente io per il Partito Democratico: non si è siglato un accordo. Purtroppo, dico, perché io sono per gli accordi: se si decide che si è contingentati, si è tutti contingentati; se si decide che si riempie l'Aula, si riempie l'Aula. Lo dico perché poi dalla settimana prossima, per fortuna, ci saranno altre strumentazioni che ci permetteranno di seguire e di partecipare ai lavori d'Aula nel numero massimo possibile. Però, giusto per raccontare come si sono svolti i fatti, quello che dice Ziello non riguarda il gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputata Gelmini. Facciamo uno per gruppo, Ziello, per chi vuole intervenire. Prego, Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Solo per rettificare un voto sull'ordine del giorno n. 341. Noi volevamo non partecipare al voto. Alcuni colleghi, tra i quali anche la sottoscritta, per errore abbiamo votato. Quindi, chiediamo agli uffici una rettificazione del voto.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto, senza la possibilità di poter rettificare.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Ziello, ma è già intervenuto sull'ordine dei lavori! Sul Regolamento? Prego, ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Intervengo sul Regolamento, sul buon andamento di questi lavori. Il problema l'ha certificato l'onorevole Fiano, perché ha detto che il Partito Democratico è venuto meno quindi a questo accordo. Ma il problema non è l'accordo politico, il problema sono le distanze di sicurezza da dover rispettare in questa Aula! Ma poi proviene questa sorta di ramanzina da parte di un deputato che dovrebbe sapere che cosa sta passando la Lombardia in questo momento (Commenti del deputato Fiano).

Signor Presidente, il punto è questo. Il Collegio dei questori - e lei - ha dato una serie di regole proprio per garantire la sicurezza di ognuno di noi, non soltanto deputati, ma anche assistenti parlamentari e giornalisti. Nel momento in cui qualche gruppo, come il Partito Democratico, viene meno a questo, crea un problema di sicurezza della salute pubblica, signor Presidente. Lei non può rimanere fermo e non può non intervenire.

PRESIDENTE. Ziello, Ziello, però…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Quindi, le chiedo, per cortesia, di avviare un intervento perché la sicurezza, da un punto di vista di salute pubblica, non può essere messa a rischio. Grazie.

PRESIDENTE. Ziello, da questo punto di vista, le devo dire anche io senza alcun dubbio - perché ho partecipato chiaramente e ho convocato la Conferenza dei presidenti di gruppo - che nella Conferenza dei presidenti di gruppo non è stato possibile in alcun modo certificare o siglare un patto per un contingentamento, come abbiamo fatto le altre volte, dei parlamentari. Di questo, poi, ne parleremo nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo. Però questo va detto. Quindi, ne parleremo nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo.

EDOARDO RIXI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Rixi, andiamo avanti; dobbiamo andare avanti. Uno per gruppo. Rixi! Sono uno per gruppo.

EDOARDO RIXI (LEGA). Lei ha impedito a dei parlamentari di arrivare in aula!

PRESIDENTE. Uno per gruppo!

EDOARDO RIXI (LEGA). Lei ha impedito a dei parlamentari di votare in quest'Aula, perché lo doveva dire a inizio seduta, si doveva interrompere e rinviare la seduta e consentire ai parlamentari di intervenire. Lei ha impedito, è contro la Costituzione repubblicana e il Regolamento parlamentare! Quindi io non mi sento tutelato da lei e da un Ufficio di Presidenza... Lei non lo ha detto in apertura!

PRESIDENTE. Ma io non ho bisogno di dirlo in apertura, perché gli esiti della Conferenza dei presidenti dei gruppi sono chiaramente pubblici e partecipano tutti i presidenti di gruppo, di tutti i gruppi politici (Commenti del deputato Rixi). Però, detto questo, ne parleremo nella prossima Conferenza dei presidenti dei gruppi.

EDOARDO RIXI (LEGA). Lei ha impedito ai parlamentari di essere presenti! Lei ha disonorato quest'Aula!

PRESIDENTE. Ho dato un intervento sull'ordine dei lavori per gruppo. Ha già parlato Ziello per due volte consecutive e il deputato Fiano per una.

EDOARDO RIXI (LEGA). Lei ha disonorato quest'Aula!

PRESIDENTE. Andiamo avanti. Ne parleremo nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo (Commenti del deputato Rixi)… questo non lo accetto, non lo accetto, non lo accetto (Commenti del deputato Rixi)… scientemente. Andiamo avanti.

Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Tabacci (Commenti del deputato Rixi)… Rixi! Rixi! Rixi, è già intervenuto, è già intervenuto il suo delegato d'Aula per due volte, quanto vuole continuare (Commenti del deputato Rixi)? Perfetto, passiamo al voto finale, ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Tabacci (Commenti del deputato Rixi)… Rixi! Rixi! Prego deputato Tabacci, iniziamo le dichiarazioni di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. In realtà, io avrei voluto anche complimentarmi con il fatto che finalmente siamo riusciti oggi a tenere una seduta parlamentare con un certo numero di voti e mi complimento anche con i colleghi di Fratelli d'Italia che sono stati sempre presenti numerosi sia in Commissione bilancio che oggi in Aula.

La prima riflessione che vorrei fare è quella sull'indebolimento della funzione parlamentare. In questi anni, pochi tra di noi si sono preoccupati dello slittamento dell'equilibrio dei poteri verso una evidente prevalenza del potere esecutivo rispetto al potere legislativo, perseguito su diversi fronti dello schieramento politico, addirittura teorizzando il presidenzialismo. Quindi, è un dibattito che c'è stato e che viene da lontano, non è arrivato improvvisamente oggi. Il Governo non eletto dal popolo: ma quante polemiche abbiamo sentito in questi anni sulla retorica che il Governo non era eletto dal popolo? Una chiara negazione del pilastro della democrazia parlamentare che poggia sull'espressione della fiducia al Governo. Si potrebbe dire, citando l'antico proverbio: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Anche in questa vicenda l'errore è stato riproposto: quando si incolpa il Governo dello scarso protagonismo del Parlamento si afferma lo squilibrio. E' un paradosso, ma lo afferma. Ovviamente, dovrebbe essere il Parlamento a raccogliere le sue forze e ad orientarle.

La Conferenza dei capigruppo, signor Presidente, e l'intesa tra le forze parlamentari, dovrebbero essere la bussola in una fase tanto delicata come questa. Ho sperato che su questo decreto intervenisse un'intesa come sarebbe stato necessario in una fase straordinaria e durissima, tra l'altro richiamata in maniera molto autorevole dall'intervento del Presidente della Repubblica. Si sono evocate altre stagioni: la ricostruzione, il terrorismo, le grandi tragedie; ma in quella fase c'erano i grandi partiti popolari, al punto che le anime belle sollevavano lo strapotere della partitocrazia, come se fosse la negazione della democrazia. Ora non c'è nulla, quelli oggi in campo sono partiti, nel senso di participio passato di partire: sono partiti.

Ho assistito ai tentativi di questi giorni di trovare intese in Commissione bilancio su questo decreto-legge. La debolezza stava nelle forze parlamentari: se le opposizioni puntano sul Governo con un dialogo diretto o per condizionarlo o per rovesciarlo, rinunciano ad intese con le forze della maggioranza. Non è che c'è bisogno di essere degli statisti per dire delle cose che sono molto semplici.

Ora sarà bene che in vista del prossimo decreto le forze parlamentari calibrino meglio i loro atteggiamenti, visto che la prima lettura passerà alla Camera dei deputati.

Vorrei fare tre considerazioni nel merito. La prima riguarda l'Europa: utilizziamo con convinzione lo spazio che si è aperto ieri. E' un passo in avanti oggettivo, solo qualche settimana fa di quegli argomenti neppure si discuteva.

Ridurre la grande tradizione europeista del nostro Paese ad uno sterile scetticismo antieuropeista vuol dire isolarci. Colpevole trascinare la pubblica opinione in una deriva di questo tipo, come se davvero da questa crisi planetaria si potesse uscire da soli. Nessun Paese europeo ce la può fare da solo, tanto meno l'Italia. Usiamo pienamente tutti gli strumenti messi in campo in questi giorni, compreso il MES.

Rifletto sul fatto che, dopo le mostruose critiche rivolte alla Banca centrale europea in questi anni dai versanti più diversi, penso con preoccupata ironia all'invettiva di Di Battista contro Draghi alcuni giorni fa, oggi da più parti si è costretti a riconoscere che senza l'ombrello della BCE il nostro debito non sarebbe sostenibile. Sbaglio, signor Vice Ministro? Non sbaglio. Con la BCE non peggiora il giudizio delle agenzie di rating sulla sostenibilità del nostro debito, ma perché c'è la BCE; diversamente, il giudizio potrebbe mutare radicalmente. Ora confidiamo che la Commissione nei prossimi giorni avanzi una proposta quantitativa adeguata al sostegno delle attività produttive e dell'economia europea.

Secondo punto: potenziamento del Servizio sanitario nazionale, questione centrale, rafforzamento della medicina di base e dell'assistenza domiciliare. Non basta concentrarsi sulla medicina di eccellenza - vale per tutti il trapianto di organi, dove siamo formidabili - se poi non si è nella condizione di contenere un'epidemia. Vogliamo riflettere su questo punto e smetterla di fare quelli che vogliono polemizzare su tutte le cose? Compreso ciò che si è sentito nei giorni scorsi: la responsabilità dei morti. E contenere un'epidemia, è una funzione decisiva della sanità pubblica, non si può pensare che si possa speculare in termini imprenditoriali sul contenimento di un'epidemia.

La diversità di approccio regionale è di fronte ai nostri occhi: la Lombardia, dati del Ministero della sanità, nella prima fase, il 10 di marzo, ha curato i malati di Coronavirus con l'assistenza domiciliare al 15 per cento, l'Emilia al 45, il Veneto al 65. C'è da aggiungere altro? Con la conseguenza della pressione sugli ospedali: 26 per cento di ospedalizzazione in Veneto, 45 per cento in Emilia, 75 per cento in Lombardia. Ce ne siamo occupati con l'ordine del giorno n. 9/2463/38, a prima firma Lia Quartapelle Procopio, penso sia la strada giusta. Si tratta di produrre interventi che consentano alle regioni di incrementare le prestazioni dei servizi di assistenza sociale e sanitaria, specie di quelli domiciliari e, probabilmente, invece di assistere a quello che è il turismo ospedaliero, potremmo mettere in campo una struttura di difesa, una paratia di sostegno che ci mette in condizione di rispondere a dei fatti ai quali obiettivamente non eravamo preparati; ma d'ora in poi sappiamo che c'è questo rischio e, quindi, conviene prepararci e cambiare conseguentemente il modello di difesa sanitaria.

Terzo e ultimo punto: sostegno economico e liquidità per le piccole imprese. Si tratta di vigilare sul lavoro della task force per la liquidità nell'emergenza sanitaria, in particolare sulla questione del finanziamento fino a 25 mila euro con la garanzia fino al 100 per cento fornita dal Fondo di garanzia per le PMI.

Qualche banca è partita con il piede sbagliato: sono uscite delle circolari che non andavano bene, facendo finta di non capire che si tratta di liquidità aggiuntiva e che non si può chiedere al cliente di chiudere prima la linea di credito pregressa, che è quello che è avvenuto. Vedo che la Lega è non interessata a questi argomenti; e sì, pensavo che dopo un lungo periodo di astinenza parlamentare ci fosse un desiderio di discutere, di dibattere tra di noi, si chiama Parlamento per questa ragione, ma evidentemente le cose non stanno così (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché se così fosse, riprendo l'argomento, sarebbe un'azione a favore delle banche, che si sostanzia in un mutamento delle garanzie da chirografarie e personali a garanzia dello Stato.

La circolare ABI del 9 aprile è stata disattesa da loro stessi, quindi sarebbe bene che corressero ai ripari. L'eventuale ristrutturazione del debito deve essere richiesta dal cliente, non può essere imposta in un gioco perverso di rapporti di forza. Vediamo di fare meglio con il nuovo decreto in arrivo. Grazie per l'attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Il MAIE voterà favorevolmente a questo provvedimento, che ha un nome ambizioso, “Cura Italia”, e che ha dimostrato di essere, con i 25 miliardi di euro impegnati, una buona prima risposta ad un'emergenza sanitaria ed economica di cui non ancora conosciamo esattamente il perimetro. Una buona prima risposta, come ho detto, ma è chiaro che a tutti non risulta esaustiva, tant'è vero che sono allo studio altri provvedimenti, tra cui il nuovo decreto con un impegno di circa 50 miliardi di euro. E nei prossimi provvedimenti bisognerà prendere in considerazione tutti quei settori, o parte di essi, che non sono stati considerati o non lo sono stati adeguatamente. Ieri, nella dichiarazione sulla fiducia, ho voluto stigmatizzare le affermazioni del direttore dell'Agenzia delle entrate circa la riapertura dei controlli e degli accertamenti al 1° giugno, che sono state sbandierate, a parer mio, in un momento assai poco felice e drammatico, ed è stato recepito come uno schiaffo alla disperazione, poiché c'è gente che non sa che cosa sarà del proprio futuro, e ad essi si paventa lo spettro addirittura del controllo fiscale. Mi complimento con la tattica e con la sensibilità. Vorrei richiamare anche l'attenzione sulla situazione di numerosi piccoli imprenditori che hanno difficoltà di accesso agli ormai famosi 25 mila euro, perché, oltre ad una quantità di adempimenti modulistici, spesso si sentono rispondere che con quei soldi debbano innanzitutto ripianare la propria situazione debitoria o che non vi è disponibilità, come si legge su numerose mail che circolano. Beh, sulla questione della disponibilità, credo che ci sia un problema organizzativo degli istituti bancari, ma sull'altra questione, cioè, questi istituti bancari utilizzano la garanzia dello Stato non per aiutare questi imprenditori in una fase tragica della loro attività, ma per proteggere le loro posizioni, il che sarebbe anche concepibile in tempo di pace, ma assolutamente no in tempo di grave emergenza. Dunque, se un imprenditore va in banca e chiede di poter usufruire di questo prestito, evidentemente lo fa perché, essendo in forte difficoltà a causa dell'imposizione di una chiusura che ha bloccato tutta la sua operatività, e quindi la possibilità di produrre sostentamento per sé e per la sua famiglia e anche di poter pagare le tasse, con questa somma vorrebbe tentare di rilanciare la propria attività e salvare quell'economia, poca o tanta che sia, che riusciva a produrre, e non certo per ripianare il suo debito con la banca, sicuramente non in questa fase. Un accenno, poi, vorrei farlo anche per i lavoratori stagionali, per i quali sono state previste delle misure, ma solo per quelli del settore turistico e termale, mentre c'è un'ulteriore tipologia del periodo che merita attenzione, e penso ai commessi stagionali, posteggiatori, autisti del settore dei trasporti. In conclusione, approfitto per effettuare un passaggio sul settore del turismo costiero, che attende ancora che venga decisa la sorte degli operatori balneari, tra i pochi che in questo momento addirittura sarebbero in grado di investire nella propria azienda, ma che non riescono ad avere risposte. Ora, credo che questa gente non meriti di vivere nell'incertezza, perché in molti casi si tratta di attività che hanno fatto la storia di quei luoghi, con il proprio lavoro e con il proprio sacrificio.

Ieri ho anche esortato perché si vigili su tutti i contributi previsti a sostegno dei cittadini, si vigili che siano stati corrisposti e si faccia una ricerca su chi effettivamente, in virtù del tipo di lavoro che svolge e di quello che è naturalmente il suo patrimonio, può continuare a pagare le tasse e i tributi e chi, invece, deve ricevere al più presto il sostegno. Per fare questo credo che ve ne siano i mezzi tecnologici e umani, quindi esorto a questa azione. Vorrei ricordare, in ultima analisi, che in genere la tempistica sugli interventi è un elemento fondamentale perché questi risultino utili, quindi ribadisco il voto favorevole del MAIE a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente, lo dico subito, con dispiacere: noi voteremo contro la conversione del “decreto Cura Italia”. E lo dico con dispiacere non perché ovviamente vogliamo uscire dal nostro ruolo di opposizione al Governo, ma perché questo decreto, come gli altri che arriveranno, nascono in una condizione di emergenza drammatica del Paese, e tutti si erano auspicati, partendo dal Presidente della Repubblica, che, saggiamente, più volte aveva richiamato che in una condizione come questa, pur essendoci ovviamente un Governo e una maggioranza che sostiene questo Governo, che l'unità nazionale, mantenendo le diverse posizioni, potesse esplicarsi. Si può esplicare un'unità nazionale, si può attuare un'unità nazionale in un'emergenza drammatica che ha tolto persino la libertà alle persone di uscire di casa, persino quello? Il Governo si è poi corretto, ha dovuto fare un decreto-legge per fare questo, che addirittura aveva fatto con un DPCM. L'ho già citato una volta: a memoria storica è nel 1943 che, con Badoglio, in Italia non si vieta alle persone di uscire di casa. Un'emergenza talmente drammatica che ha fatto 25 mila morti, che sta creando - abbiamo visto le prime previsioni economiche, le leggeremo nel DEF ovviamente, che si porterà la prossima settimana - una diminuzione stimata del prodotto interno lordo del nostro Paese del 9-10 per cento, neanche in un'economia di guerra. Io ritenevo e credevo fortemente che questo si potesse attuare. Lo si è fatto in Portogallo, per esempio, piccola nazione, dove pur maggioranza e opposizione hanno lavorato insieme. Ma per farlo occorreva una condizione, e questo “Cura Italia” purtroppo è il proprio fallimento di questo lavoro che si è fatto, perché la prima condizione è che la grande responsabilità ce l'ha chi governa. Chi governa ha la grande responsabilità, se ritiene che, in un momento di emergenza nazionale, l'autosufficienza, giusta o sbagliata che vedremo sia, non è la condizione indispensabile per dare risposte unitarie ad un Paese che ha bisogno di risposte unitarie dalla classe politica, cioè da chi è chiamato a governare, Parlamento come istituzione, Governo come Esecutivo. Io credo che il primo elemento è il fallimento del Governo, che non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo rispetto a questo. La pietra miliare di questo fallimento è stata la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, che, per dare notizie al Paese riguardo agli ulteriori provvedimenti, utilizza, legittimamente, la televisione pubblica per farlo, ma utilizza quello strumento per attaccare l'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI –Cambiamo!-Alleanza di Centro e Fratelli d'Italia), cosa che un Presidente del Consiglio può assolutamente fare, è legittimo, ma non lo fa utilizzando uno strumento pubblico, e non lo fa nel momento in cui si era chiesto e si era cercato un'unità nazionale.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 14)

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Ma l'opposizione che cosa deve fare, se non porre questioni, se non anche duramente dire le critiche, per sollecitare chi governa a vedere se la strada è quella giusta? Questo è il sale della democrazia. La diversità non è un elemento che impedisce l'unità nazionale.

La Democrazia Cristiana e il Partito Comunista erano diversi durante le Brigate Rosse, ma hanno lavorato insieme, e lavorare insieme non è informare l'opposizione: lavorare insieme è avere coscienza che, se vuoi l'unità nazionale, tu fai un passo indietro e accetti anche la proposta di chi oggi è all'opposizione, che ti permette di fare un passo avanti. Questo è il lavoro insieme, cosa che non è stata fatta. Infatti, quando in questo “decreto Cura Italia” si dice: attenzione, c'è un problema di lavoro flessibile; c'è un problema di lavoro reale se vogliamo investire; stiamo chiudendo le aziende; l'agricoltura ha un problema, allora si dice che è chiaro che la maggioranza ha fatto il decreto per impedire il lavoro flessibile. Ma nel momento in cui è cambiato il mondo e ti dicono: attenzione, se non vuoi chiamarlo voucher, chiamalo come vuoi ma permetti alle aziende, laddove è possibile, di dare impiego e di dare dignità a questo impiego. Allora, hai il coraggio di non rimanere sulle tue posizioni ideologiche ma di fare un passo avanti. Ma, mi scusi, lo dico a persona che stimo, che è sensibile e che ha una storia politica: ma cosa c'entra in questo “Cura Italia”, che dovrebbe essere il primo di decreto di emergenza, la nazionalizzazione di Alitalia? Che cosa c'entra? Il Governo vuole nazionalizzare Alitalia? Fa un decreto ad hoc, dice che si nazionalizza, ci dice perché la nazionalizza, ci spiega qual è il progetto industriale che ci sta dietro, quante risorse si mettono, se ne assume la responsabilità, ma non chiede in un decreto di emergenza per il COVID di far passare la nazionalizzazione Alitalia. Io sono contrarissimo alla nazionalizzazione di Alitalia, altri sono a favore, ma non posso discutere di questo in un decreto di emergenza che deve dar da mangiare alle famiglie, che deve salvare le aziende, che deve intervenire sugli ospedali. Questa è irresponsabilità politica, questo è sminuire non solo la funzione del Parlamento ma la funzione dello stesso Governo. Dico che sarà la realtà a travolgere il Presidente Conte, perché se il Governo non ha coscienza che in questo momento non basta l'autosufficienza o l'essere l'avvocato del popolo, ma occorre insieme lavorare come in tanti momenti della storia che abbiamo attraversato in questo Paese, sarà la realtà a travolgere questo Governo e la politica sarà mandata a casa, perché prevarrà, come sempre nella storia, il pane, il bisogno, il disagio sociale, le imprese che chiudono. Allora, perché votiamo contro? Avevamo detto: meno burocrazia, il fattore tempo è indispensabile; più risorse immediate a famiglie, a imprese, che non sono sufficienti, e mettiamone altre. Il risultato è più burocrazia, non meno burocrazia: questo è quello che è accaduto. Ma, scusate, riguardo all'Agenzia delle entrate, dico una cosa per correttezza, perché, c'è stata una grande discussione nel “decreto Cura Italia” riguardo alla proroga per il tempo dell'Agenzia delle entrate a due anni, che il Governo aveva messo, e che si cercava di capire e di spiegare. Al Senato hanno deciso di togliere questo tempo di due anni e l'hanno posto al 31 dicembre 2020. Quando dico della debolezza della politica, ma può permettersi un direttore dell'Agenzia delle entrate nominato da questo Governo, in audizione alle Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive), un certo avvocato Ernesto Maria Ruffini, di andare a dire e di scrivere: siccome il Parlamento per efficacia dell'abrogazione della richiamata norma relativa alla proroga biennale eccetera, dal 1° giugno arriveranno 8.300.000 cartelle esattoriali a tutte le famiglie italiane che in questo momento hanno tutto da fare meno che pensare di pagare le multe e di pagare sanzioni? Li stiamo aiutando? Ma di chi è la responsabilità, di Ruffini, del Parlamento? Sembra il burocrate che si arrabbia e che dice: siccome mi avete tolto questa cosa, adesso ve la faccio pagare io. Ma qui dentro ci sono famiglie, qui dentro ci sono persone: quando uno si vedrà arrivare la cartella, non dirà che è colpa del Governo, che è colpa della maggioranza o di chi ha fatto quell'emendamento, mentre magari non ha il buono per andare a fare la spesa! Si vede arrivare la multa e l'Agenzia delle entrate gli dice che deve pagare: ma la reazione sociale di quella persona quale sarà? Prenderà ognuno di noi politici che stiamo passando e ci dirà: guardate che cosa fate, pensate ai vostri interessi e non ai miei! Ma di chi è la responsabilità? Chi lo dice a questo signore? Si chiama politica! La burocrazia, quando è distorta, crea mostri; la politica si assume la responsabilità di decidere. Un certo Ministro dell'economia alza il telefono e dice a questo di non permettersi di dire queste cose: non si chiama abuso d'ufficio, si chiama responsabilità politica che i cittadini ti danno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Fratelli d'Italia)! Hai paura dell'abuso d'ufficio? Non fare il Ministro, perché questa è la situazione in cui siamo! Mi sto scaldando perché lo stesso effetto ce l'hai per la cassa integrazione. Avevamo detto tutti insieme: attenzione, la cassa integrazione non viene erogata subito. Bene, chiediamo alle banche di anticipare la liquidità. Bene, che cosa succede? Questo è il mondo reale, ma mica per il centrodestra o per il centrosinistra, è il mondo reale. La banca dice al dipendente: ti do l'anticipo, ma me lo devi garantire tu, dipendente. Bene, aggiunge: ma se non me la restituisci, chiedo al tuo datore di lavoro di garantirla a sua volta. Ma che anticipo è da parte della banca? Ma allora diamo i soldi all'azienda e facciamo prima, no? Anziché darli all'INPS, alla cassa integrazione, li diamo all'azienda! Perché non lo facciamo? Perché non seguiamo questa strada? Ancora, ci sono decine di esempi. Cosa c'è - mi avvio alla conclusione -, qual è il problema, secondo me culturale, che c'è dietro? Il problema culturale che c'è dietro è che proprio in questo momento noi dovremmo fidarci dei cittadini, dovremmo fidarci delle imprese, dovremmo fidarci di chi è il cuore pulsante di questo Paese e si chiama popolo…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). …chiamatelo come vogliamo…concludo, non si preoccupi. Allora, chiamiamolo come vogliamo. Qual è la spina dorsale e lo scheletro produttivo di un Paese? Le imprese, piccole, medie, micro, grandi, artigiani, eccetera: ci fidiamo? Diamo loro queste risorse!

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Diamogliele subito queste risorse. Allora, questa è la ragione per cui - concludo - ci dispiace del punto dove siamo arrivati e mi auguro che nel “decreto Liquidità” e nei prossimi decreti si possa lavorare insieme, perché l'opposizione da sempre ha presentato proposte…

PRESIDENTE. Grazie.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). … e continuerà a presentarle.

PRESIDENTE. Grazie.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Lo faremo ancora e lo faremo con forza, ma il Governo stia attento a proseguire la strada dell'autosufficienza e dell'autoreferenzialità.

PRESIDENTE. Grazie, collega. La devo interrompere.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). La gente è il nostro punto di riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare, anche in questa circostanza, con un riconoscimento e con l'espressione di gratitudine alle donne e agli uomini del Servizio sanitario nazionale, ai medici, agli infermieri, agli amministrativi, ai tecnici, alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi di pulizia e di igienizzazione, ai servizi esternalizzati che sono diventati una condizione di sfruttamento. Vorrei anche esprimere il riconoscimento a tutte le forze di polizia, ai Vigili del fuoco, impegnati a dare efficacia con equilibrio alla limitazione di diritti costituzionali fondamentali come il diritto alla mobilità, il diritto al lavoro. Infine, vorrei dare il riconoscimento alle decine di migliaia di associazioni di volontariato. È meritata la visibilità della Protezione civile, ma ci sono decine di migliaia di associazioni di volontariato storiche e strutturate, improvvisate ma estremamente efficienti che, nelle settimane che abbiamo alle spalle e in quelle che abbiamo davanti, hanno svolto un servizio essenziale per dare conforto, per dare assistenza, per dare alimenti a milioni di persone che, altrimenti, sarebbero state in grandissima difficoltà. E in questa sede voglio esprimere la mia adesione alla campagna “Non fermateci”, alla quale ha dato vita una vastissima rete di associazioni del Terzo settore. Spero che nel decreto che dovrà arrivare il Governo raccolga un emendamento al quale aveva dato parere favorevole, ma che non siamo riusciti ad approvare in questo passaggio, ed è stato anche oggetto di alcuni ordini del giorno sui quali vi è stato parere favorevole.

L'emendamento che chiede semplicemente di anticipare le risorse del 5 per mille a chi sta svolgendo un servizio fondamentale e si fermerà se quelle risorse non arrivano subito.

Approviamo oggi, in via definitiva, un decreto oggettivamente importante, il “decreto Cura Italia”. È stato approvato dal Governo il 17 marzo scorso, sembra un secolo fa, il 17 marzo scorso; un decreto oggettivamente importante, innanzitutto perché è stato tempestivo in un quadro difficile. Abbiamo approvato lo scostamento il 9 o il 10 marzo, lo ricordo, due giorni prima dell'infelice conferenza stampa della Presidente della BCE e prima della correzione di rotta che si è avuta sempre dalla BCE il 18 marzo successivo.

Un decreto che, quindi, ha dovuto misurarsi con un quadro incerto e limitato di risorse e ha fatto delle scelte importanti; non ci entro nel merito perché le conoscete, a questo punto della discussione: la liquidità alle imprese con la sospensione e il rinvio di imposte e contributi, l'allargamento delle maglie della cassa integrazione, della cassa integrazione in deroga, il fondo per l'integrazione salariale, il bonus alle partite IVA, una serie di misure che hanno riguardato le famiglie per fare in modo che i genitori potessero stare a casa, in particolare le famiglie con familiari portatori di handicap. Ovviamente, prima di tutto, nei primi articoli del decreto, l'intervento sul Servizio sanitario nazionale, per potenziarlo, per consentire l'acquisto di dispositivi.

Quindi uno sforzo importante, che ha visto anche il protagonismo di amministrazioni in prima linea. Ora, capisco la denuncia del collega Lupi e la condivido; non ho condiviso, invece, gli attacchi all'INPS e al presidente dell'INPS, perché si è prodigato con professionalità e con abnegazione in un quadro difficilissimo, dove c'è una struttura, c'è un apparato informatico che ha dovuto non solo gestire decine di milioni di pratiche mensili, ma ha dovuto far fronte a 5 milioni di domande e a 10 milioni di pratiche legate agli interventi che abbiamo realizzato. Quindi, un decreto oggettivamente importante, ma altrettanto oggettivamente, e in questo caso inevitabilmente, insufficiente.

Su questo voglio concentrare gli ultimi minuti del mio intervento, perché il 24 aprile dobbiamo utilizzare, a mio avviso, il percorso che abbiamo alle spalle in relazione al decreto che oggi convertiamo per trarre alcune lezioni.

La prima lezione, e mi rivolgo alla Presidenza della Camera, riguarda le prerogative costituzionali del Parlamento: abbiamo ampi margini di miglioramento, per usare un eufemismo. Siamo partiti con delle limitazioni pesanti. La prima limitazione l'ha avuta il Senato, che si è trovato a dover affrontare un decreto senza la possibilità di risorse per fare coperture di misure onerose, perché il Governo aveva utilizzato tutto lo scostamento dal deficit programmato che avevamo approvato nei giorni precedenti. Questo è un problema, e qua faccio un appello, tramite la Presidenza, al Governo affinché nel decreto che sta per arrivare vi sia l'attenzione a lasciare uno spazio, nello scostamento che andremo ad approvare, al Parlamento, affinché il Parlamento possa introdurre delle modifiche che hanno anche riflessi di finanza pubblica.

Non possiamo gestire un altro decreto con emendamenti soltanto ordinamentali, credo sarebbe un vulnus difficilmente sostenibile.

Su questo piano credo che l'altra lezione che dovremmo trarre è di costruire le condizioni affinché si possa ricostruire un clima di collaborazione piena tra maggioranza e opposizione. L'onorevole Tabacci prima di me ha detto in modo impeccabile la necessità di affrontare la fase con la capacità di trovare unità intorno a punti fondamentali, il Presidente Mattarella non si stanca di sottolinearlo. Come ha detto l'onorevole Tabacci, credo che sia importante qua recuperare una centralità nel rapporto tra maggioranza e opposizione. Il Governo ovviamente partecipa, ma vi deve essere un'assunzione di responsabilità primaria del Parlamento nel rapporto diretto tra maggioranza e opposizione.

E poi il merito, l'altro campo sul quale trarre qualche lezione. Gli interventi di sostegno al reddito che abbiamo fatto sono insufficienti; insufficienti non solo per quantità di importi, in particolare per quanto riguarda le partite IVA, ma sono insufficienti anche per la platea che coprono.

Vi sono alcuni milioni di famiglie che sono rimaste fuori dagli ammortizzatori sociali e dal sostegno alle partite IVA, e qua dobbiamo recuperare; come dobbiamo recuperare in termini di sostegno agli affitti. Ci sono milioni di famiglie in affitto che non ce la fanno, non ce la fanno, e abbiamo bisogno di dargli un sostegno significativo. Dobbiamo intervenire non solo per rinviare, so che è un punto delicato e non mi associo a tanta demagogia che sento, ma è evidente che c'è una parte di quelle imposte e contributi sospesi che non possono essere semplicemente rinviati, ma vanno cancellati, perché non è possibile sostenere quel peso.

E infine, in questa lista, infine per ragioni di tempo, i comuni: guardate, ho anche la fortuna di fare il consigliere comunale e vi garantisco che c'è un crollo delle entrate…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

STEFANO FASSINA (LEU). …che paralizzerà le attività dei comuni. Allora, esprimo qua il voto favorevole di Liberi e Uguali su questo provvedimento con un fortissimo ottimismo della volontà che le lezioni che ho provato a trarre dall'analisi del “decreto Cura Italia” possano essere raccolte anche dal Governo nella preparazione del decreto che arriverà, speriamo, il più presto possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo Italia Viva al “decreto Cura Italia”, sembra passata una vita. Il decreto, ricordava il collega Fassina, è del 17 marzo: fu una delle prime risposte, anzi, la prima sotto forma di decreto-legge, a quanto sta avvenendo, ma questo decreto-legge è già vecchio, ovviamente, perché la nostra procedura istituzionale, che qualcuno sognava, e sogna ancora, di rendere più snella, ha reso possibile il fatto che ci troviamo, più di un mese dopo, a discutere di un provvedimento di urgenza di un mese fa, senza neanche che questa Camera, fra l'altro, sia riuscita a trovare un accordo per apportare modifiche. Siamo in presenza quasi di un paradosso, da questo punto di vista.

Quindi, è urgente dare subito il via libera, da questo punto di vista bene ha fatto il Parlamento ad accorciare il più possibile, nel rispetto della discussione che stamattina abbiamo avuto, i tempi del licenziamento di questo decreto, perché, ripeto, stiamo guardando un qualcosa già di passato.

La maggior parte delle disposizioni normative di questo decreto ha già avuto il suo effetto, che era limitato nel tempo, e da tempo il Governo, la maggioranza e l'opposizione - perché un altro decreto successivo, il cosiddetto “decreto Liquidità”, è da poco arrivato in Commissione - sono al lavoro su altro.

Mentre, quindi, ci corre l'obbligo di ricordare perché il nostro voto su questo provvedimento è favorevole, mi interessa e ci interessa soprattutto chiarire qualche aspetto sul resto dei lavori di questo Parlamento, di questa maggioranza, sulla crisi COVID.

Noi votiamo a favore di questa prima risposta perché agisce sulle quattro aree fondamentali su cui era necessario avere una risposta subito. Quella dell'emergenza, con i primi fondi al Ministero della Salute, alla Protezione civile, alle Forze dell'ordine che hanno garantito nei primi giorni del lockdown, e lo fanno tuttora, il rispetto dell'ordine pubblico, il rispetto dei DPCM, il rispetto delle ordinanze. La parte lavoro, con il primo grosso sostegno in termini di rete di protezione alla cassa integrazione, l'estensione a tutti fondamentalmente i lavoratori dipendenti. Il rinvio delle scadenze fiscali. E i primi interventi in materia di liquidità, perché in questo decreto-legge è contenuta la prima moratoria nei confronti delle rate dei mutui che le piccolissime imprese, le micro-imprese, le medie imprese e i titolari di mutuo prima casa hanno nei confronti del sistema bancario, in modo da lasciare il più possibile la liquidità in capo al sistema imprenditoriale, in attesa che il “decreto Liquidità”, speriamo ulteriormente migliorato dall'esame parlamentare, possa rafforzare la concessione di nuove liquidità alle nostre imprese.

Questo è il motivo per cui noi votiamo convintamente a favore di questo decreto. Però, chiariamoci bene, parliamoci chiaro, venendo al resto, venendo al dibattito in parte di questa mattina, venendo agli altri due decreti che sono o saranno presto all'esame del Parlamento, venendo al dibattito che c'è nel Paese. Se neanche la pandemia, se neanche 25 mila morti, se neanche questo clima strano che questo Paese sta vivendo da un quasi due mesi a questa parte riesce a pulire il dibattito pubblico da ciò che lo rende così inefficace, così distorto, io non so cos'altro ci possa mai riuscire (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Mi avete sentito dire tante volte, a me e a tanti colleghi, che questo modo di gestire il dibattito pubblico sarebbe prima o poi stata una ferita alla qualità della nostra democrazia, e prima o poi anche alla quantità. E tutti noi attendevamo che succedesse qualcosa che stabilisse: bene, basta, da oggi in poi balle del genere, soprattutto nella sede della sovranità popolare, non se ne raccontano più. Tutti noi speravamo che, anche nel circuito dell'informazione, la responsabilizzazione dei lavoratori dell'informazione fosse tale da non permettere più nei dibattiti pubblici, da quelli televisivi a quelli radiofonici a quelli sulle piattaforme che stiamo imparando ad usare, permettessero più il racconto di una realtà che in realtà non esiste.

Io potrei dire mah… quello che ha detto il collega Lupi sull'Agenzia delle entrate, perché non è esattamente neanche come la dice lui. Tutti noi vogliamo, tutti noi vogliamo evitare che a un imprenditore adesso gli si vada a rompere le scatole con accertamenti fiscali; ma il punto… No, ma sa qual è il punto? Il punto è che anche questa vicenda è stata vittima della distorsione della realtà: ti spiego immediatamente perché. Perché il provvedimento che stabiliva “allungo di due anni i termini di accertamento”, magari in modo imperfetto, magari in modo che correggeremo, significava “io voglio evitare che in mezzo alla pandemia ti arrivi a rompere le scatole con avviso di accertamento”. Non era diretto a “dammi più tempo per andarti a vedere nel 2014 che cosa hai fatto”: era volto ad evitare che al contribuente arrivasse addosso una rottura di scatole che adesso non deve arrivare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! È stato il racconto distorto fatto anche in quest'Aula che l'ha interpretato in un modo diverso! Ed è ovvio che nel momento in cui i nostri colleghi del Senato cancellano quella cosa, il direttore dell'Agenzia delle entrate, se non ne vuole rispondere personalmente, non ha altra alternativa che dire quello che ha detto. Allora, noi ci stiamo per modificare la norma per far sì che si possano conciliare le esigenze del contribuente di non vedersi rotte le scatole in questo momento, con la realtà giuridica, economica, fattiva di questa vicenda. I due anni di proroga erano per dire “mettimi nelle condizioni di non venirti a rompere le scatole adesso”. Io credo che siano maturi i tempi anche per rinunciare a quel gettito del 2014, se lo dobbiamo fare, ma comunque sia questa sarà stata un'altra puntata della mistificazione, del racconto distorto della verità. Che poi, una volta che parte, non lo fermi più. Questo abbiamo imparato: una volta che parte una balla non c'è modo per fermarla. E qual è la grande balla di questi giorni? Quando molti colleghi, quando molti di noi parlano di Europa, scrivono Europa e leggono Babbo Natale. Cioè state, molti di voi stanno continuando a raccontare agli italiani che il modo in cui si può fare politica economica, dentro la pandemia o fuori la pandemia, perché sono anni che qui dentro raccontate cose del genere, sono anni che le raccontate, la politica economica, soprattutto fuori dai confini nazionali, in realtà, è un enorme pozzo infinito dove chiunque può andare a prendere soldi e che spesso è ben guardato da guardie con l'accento olandese o l'accento tedesco. Questo è quello che state raccontando. Il supporto che molti di voi chiedono all'Europa non è un supporto all'interno degli attuali, o futuri, strumenti di integrazione europea: è un regalo che volete, perché avete fatto credere agli italiani che politica economica significa arrivare in un luogo dove ci sono un sacco di soldi, prendo quello che voglio e me ne vado. Questa è la narrazione che avete fatto agli italiani! A volte ben mascherata. Dice: la BCE dovrebbe stampare e comprare come si fa in tutto il mondo. E non c'è stato uno, in quest'Aula o nei dibattiti televisivi, che abbia ricordato che al mondo non c'è nessuna banca centrale che stampa e compra in asta i titoli del Tesoro. Anzi, una ce n'è: il Venezuela (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), dove qualcuno di voi che ha questa idea dovrebbe, a mio avviso, trasferirsi per una serena vecchiaia, o, a volte, non solo vecchiaia. Al di fuori di quello… Sì, sì, ce l'ho con tutti, non ti preoccupare, ce l'ho con tutti, ce l'ho con tutti. Tutti quelli che pensano questo, e che dicono che il mondo è pieno di banche centrali che stampano soldi e comprano in asta: esiste solo nella fantasia di molti di voi.

Così come esiste nella fantasia di molti di voi che i soldi dell'Europa possano venire da qualche parte, se non dai contributi degli Stati membri. Non esistono i soldi… La Thatcher diceva… Pensate quante critiche riceverò adesso per citare la Thatcher: la cito con orgoglio su questo punto. La Thatcher diceva: non esistono soldi pubblici, esistono soldi dei contribuenti. In Italia abbiamo sempre avuto il concetto secondo cui le risorse pubbliche sono soldi di nessuno, non soldi di tutti. I soldi dell'Unione europea o si prendono con le risorse proprie, soprattutto i dazi doganali: non so se c'è qualcuno in quest'Aula che pensa che sia il caso di alzare i dazi doganali, in un momento in cui il commercio internazionale ha il fondo storico (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); oppure dai contributi degli Stati membri. Allora, noi diciamo: no, facciamo fare un passo in più all'integrazione europea. Creiamo una capacità fiscale nell'Unione europea: non aggiuntiva, perché nuove tasse qui dentro non le vuole nessuno, ma parte degli strumenti fiscali nazionali, che, se trasferiti a livello europeo, possono creare l'unica vera condizione possibile per gli eurobond. E, infine, questo Parlamento poche ore fa ha bocciato la linea secondo cui il MES non lo attiveremo senza se e senza ma…

PRESIDENTE. Collega, deve avviarsi alla conclusione.

LUIGI MARATTIN (IV). …perché il Consiglio europeo ieri ha messo un'altra parola chiara, qualora ce ne fosse bisogno, alla teoria secondo cui ci sarebbe la possibilità che le condizionalità macroeconomiche tanto terribili possano essere indotte in futuro. Non è possibile inserire condizionalità macroeconomiche inerenti aggiustamenti strutturali di finanza pubblica in nessun caso, né ora né mai. Poi decideremo se fare o no ricorso al MES, ma finiamola una buona volta di continuare a distorcere il dibattito pubblico in questo modo, perché se neanche questa pandemia…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

LUIGI MARATTIN (IV). …è servita a evitarlo, non so quando mai il dibattito pubblico di questo Paese potrà tornare a essere normale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti di Governo, dicevano i colleghi che mi hanno preceduto: sembra passato un secolo. È passato più di un mese da quel 16 marzo in cui il Presidente del Consiglio tracciava la strada, indicava la rotta, dava la cura ad un Paese smarrito, impaurito, chiuso dentro casa con una incredibile paura di morire.

In quel 16 marzo, Vice Ministro Misiani, il Presidente Conte diceva che si può finalmente parlare di modello Italia, con il “Cura Italia”, un modello per la lotta al contagio, un modello per le strategie di rilancio economico. Oggi, che non è passato un secolo, possiamo registrare che abbiamo chiuso per primi, riapriremo per ultimi e che la nostra economia non è per niente migliorata, anzi, si è avuta la straordinaria capacità - e ve lo abbiamo detto in tutti i modi - di peggiorare la situazione del malato Italia. Ha anche detto, il Presidente Conte, in quella sciagurata presentazione del 16 marzo: “Voglio dire ai lavoratori e alle imprese che ci siamo e ci saremo, non vi lasceremo soli”; lei capisce che di fronte al “non vi lasceremo soli”, noi che veniamo da Paesi colpiti dal sisma abbiamo avuto un violentissimo brivido. Un mese di cura e la situazione dell'Italia è decisamente peggiorata. Noi questo lo registriamo perché non abbiamo mai smesso, seppur chiusi dentro la nostra abitazione, di parlare con le rappresentanze di categoria - e io mi auguro che l'avete fatto anche voi -, non abbiamo smesso di parlare con la nostra gente e con i nostri territori, e ringrazio la presidente Meloni e il presidente Lollobrigida per aver permesso a tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, che ringrazio in egual modo, in queste settimane applausi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) noi abbiamo, credo, avuto una media di 5 o 6 video conferenze al giorno, ognuno di noi, per continuare ad avere il contatto, per continuare ad ascoltare, per continuare, Viceministro, ad essere umili in un momento come questo. Invece, malgrado tutte le nostre proposte - l'abbiamo detto ieri, abbiamo provato a farvi cambiare idea sul pacchetto economico - siamo sempre stati a disposizione della vostra arroganza, Viceministro; ci avete detto al Senato che bisognava presentare pochi emendamenti e l'abbiamo fatto, ci avete chiesto di presentarne soltanto 20 per quella che è comunque una manovra finanziaria e lo abbiamo fatto; ci avete sbattuto la porta in faccia, a noi e a tutta la maggioranza anche al Senato, mettendo la fiducia, e qui abbiamo visto andare in scena lo stesso teatro. Ci avete dato piccoli margini, vi abbiamo dato una serie di emendamenti importanti e, anche a questi, anche con la condivisione, qualche volta anche in maniera molto palese da parte della maggioranza, vi siete chiusi nel palazzo e, in preda a un attacco compulsivo di “nominite”, avete nominato 15 task force, avete abdicato a quello che è il vostro ruolo istituzionale, vi siete fatti da parte, avete sbattuto la porta in faccia al Parlamento e poi all'opposizione e avete nominato 450 persone, per dire al popolo che vi eravate arresi. Avete nominato 450 persone e, ovviamente, già che c'eravate, con questo attacco di dissenteria di nomine, avete pensato bene anche di sistemare un po' di cose della maggioranza e avete sistemato tutte le partecipate. Io credo che questo sia un fatto molto grave; lo dico perché mi hanno insegnato che la politica fa sempre la differenza e la politica fa soprattutto la differenza quando ci si smarrisce, quando non si ha più la strada, quando si sovrappone - come in questo caso - alla paura di morire, la paura del futuro. Io adesso vorrei sapere se, in un atto di onestà intellettuale, Viceministro, lei avesse il coraggio di prendere quel microfono, di pensare e dire agli italiani che, secondo quello che avete fatto e secondo quello che avete messo in campo, oggi c'è meno paura nel Paese. Oggi c'è angoscia nel Paese, perché la gente ha la sensazione, anzi la certezza, che chi conduce la macchina si è perso, si è smarrito, è in tutt'altre faccende affaccendato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vede, anche ieri, l'intervento dell'onorevole Lorenzin - mi sembra anche del collega Marattin, Fassina - se uno ha la capacità di leggerli e fa un po' d'attenzione, lo sente il disagio di non aver visto accolte molte proposte, come quelle di Fratelli d'Italia sull'introduzione dei voucher, che chiede tutta Italia, come quella di mettere da parte i sindacati in questa lotta a far presto per erogare la cassa integrazione, o quella proposta, non soltanto dell'opposizione, di far finalmente lavorare i percettori del reddito di cittadinanza in un momento in cui ce n'è bisogno. Ebbene, abbiamo ascoltato anche dalla maggioranza che ci sono molte proposte - l'onorevole Lorenzin lo ha detto ieri - molte proposte che dovranno trovare accoglimento. Ma perché non trovano accoglimento adesso? Perché non è questo il momento? Perché non è il momento del buon senso? Perché non è il momento del coraggio? Perché non è il momento di stare dalla parte delle imprese e delle famiglie? Perché c'è la ragion di Stato, Viceministro. Lo sa qual è l'amarezza, la vergogna di questo momento? E' che la ragion di Stato non l'avete trovata in 25.000 morti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la ragion di Stato non l'avete trovata in 60 milioni di italiani chiusi a casa, la ragion di Stato non l'avete trovata nell'agonia e nella morte delle nostre imprese, perché è prevalsa la paura di dividervi, la paura di spaccare una maggioranza che maggioranza non è. Questa è la colpa più grande che avete ai nostri occhi, che poi ovviamente se le porta tutte appresso le altre: non avete ascoltato le nostre proposte sull'artigianato, sulla famiglia, sul commercio, sull'agricoltura, sull'industria, sulla giustizia, sulle professioni. No, sempre no, mai una condivisione. Vi siete schiacciati sul MoVimento 5 Stelle, nati dall'odio, cresciuti con l'odio e campano di slogan. Non li sento mai: hanno questa straordinaria capacità di improvvisamente apparire in un unico applauso quando qualcuno di loro finalmente ci fa la dichiarazione di voto, ma mai una parola in Commissione, mai una parola, mai una proposta. La politica, colleghi del MoVimento 5 Stelle, è altro e la politica non è una negatività. Ieri l'onorevole Trizzino - da cui mi sarei aspettato innanzitutto che chiedesse scusa all'onorevole Baldini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per averla insultata perché venuta in quest'Aula con la mascherina che portiamo tutti, da professorone -ha detto: “Basta con il teatrino della politica”. Onorevole Ricciardi, ma andare in prima serata a reti unificate e dire che il Governo ha stanziato 400 miliardi per le imprese e non è vero, fa parte del teatrino della politica? Andare in prima serata e illudere i cittadini chiusi a casa, licenziati dalla sera alla mattina, che avrebbero visto la cassa integrazione erogata il 15 di aprile, è o no il teatrino della politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? E mi dica, onorevole Ricciardi, visto che è molto preparato: scrivere, come ha fatto il senatore Toninelli ieri sera, che sono arrivati i 1.500 miliardi dall'Europa e non è vero, è o no il teatrino della politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? La verità è che in questo decreto avete messo la peggiore burocrazia. L'altro giorno - ieri - sempre una collega dei 5 Stelle si lamentava e diceva che bisogna togliere di mezzo la burocrazia. Mi sono permesso di ricordarle - e adesso lo faccio anche all'onorevole Ricciardi e ai pochi, perché gli altri arriveranno solo quando è il momento dell'applauso di categoria, deputati del MoVimento 5 Stelle - che governate da due anni e - concludo, Presidente - la burocrazia che abbiamo visto in questo periodo è di gran lunga la più grande che abbiamo visto fino ad oggi. In questo modo voi avete e stato annientando - ma non ve lo permetteremo - la vivacità di questo Paese. Sto concludendo: state portando avanti il modello del reddito, il modello dell'assistenzialismo, ma non ve lo permetteremo. Allora, concludo: vede, questo si chiamava e si chiama il “Cura Italia”. Io voglio fare un augurio all'Italia ed è anche un impegno e cioè, utilizzando anche una delle più belle strofe della canzone italiana, “…e guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale”, e noi di Fratelli d'Italia avremo cura di te. Questa è “La cura” di Battiato e “La cura” di Battiato è decisamente migliore della cura di Conte. Per questo motivo voteremo contro questo decreto, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di ogni altra riflessione voglio rivolgere, a nome mio e del Partito Democratico e credo dell'intero emiciclo, un pensiero alle oltre 25 mila vittime di questa pandemia, un gesto di cordoglio alle loro famiglie e ai loro cari (Applausi). Al pari, vorrei onorare, insieme a voi, le oltre 150 donne e uomini vittime del dovere, medici, infermieri e operatori sanitari che sono venuti a mancare nel corso dell'emergenza (Applausi). Permettetemi anche un sentito grazie alle migliaia di operatori del terzo settore che in questa pandemia hanno sublimato il loro contributo per il Paese: senza di loro non saremmo riusciti ad arrivare a tutti quanti (Applausi).

Mai dal secondo dopoguerra a oggi la politica si è dovuta misurare con un nemico tanto ostile, un nemico invisibile e letale che ha sorpreso e diviso persino il mondo scientifico, rendendo tremendamente complesse le decisioni da prendere.

Questo decreto non è e non può essere considerato una risposta esaustiva ma, evidentemente, una risposta all'emergenza che vivevamo in quei giorni. Il “Cura Italia”, quindi, è nato solo con questo intento. Piuttosto, questo decreto rappresenta il primo passo di un cammino lungo e complesso; un primo passo, dunque, per lanciare un segnale di supporto alle imprese, alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e, per la prima volta da tantissimo tempo, anche ai lavoratori autonomi. A tutti loro abbiamo provato ad assicurare una forma di sostegno, una garanzia, un aiuto. Penso alle forme di protezione sociale dei lavoratori e agli aiuti alle famiglie, alle misure per potenziare la sanità e a quelle per dare ossigeno alle imprese, decisioni utili e tempestive che hanno trasmesso un messaggio chiaro: lo Stato c'è ed è al vostro fianco.

Ma saranno i prossimi passi, subito dopo questo, a dirci quanta strada avremo fatto, già a cominciare dal prossimo provvedimento che non si dovrà limitare a prorogare le misure già prese ma dovrà avere la forza e l'ampiezza per dare slancio e respiro alle imprese e alle famiglie italiane e dovrà dare risposte certe a tante questioni che rimangono aperte: misure più larghe per la sospensione di mutui, una soluzione pratica alla seria questione degli affitti, anche con riferimento, spero, agli studenti fuori sede, l'estensione dell'assegno familiare anche ai lavoratori che percepiscono l'assegno ordinario oggi fortemente penalizzati, il rafforzamento della rete degli interventi in ambito sociale, interventi che sono fondamentali per sostenere le famiglie più in difficoltà.

Così come dobbiamo dare risposte alle esigenze della sanità pubblica, stremata dagli sforzi di queste settimane. Sarà essenziale assicurare l'assunzione di nuovo personale, aumentare le borse di specializzazione e procedere alla stabilizzazione degli operatori precari per rimediare, almeno in parte, alle gravi restrizioni dell'ultimo decennio e restituire al nostro sistema sanitario dignità.

Ma anche risposte più chiare a tante categorie di lavoratori e penso al mondo degli autonomi e della libera professione, più di due milioni di professionisti che aspettano un segnale rassicurante dal Governo. In questo senso, sarà cruciale pensare a un allargamento della platea delle indennità e a un loro aumento.

E proprio perché non viviamo sulla luna ma proviamo a raccogliere il bisogno che emerge nel Paese, chiediamo al Governo un sensibile cambio di passo sull'attuazione di tutte le misure messe in campo da questo decreto e dagli interventi che verranno anche nei prossimi provvedimenti. Infatti, bisogna tenere bene a mente che in situazioni di emergenza come questa il fattore tempo non è una variabile secondaria. Tanti italiani chiedono giustamente più velocità nell'erogazione delle risorse e una macchina amministrativa efficiente e svelta, perché il rischio per molti è quello di non poter avere nemmeno il denaro sufficiente per la spesa alimentare e i beni di primissima necessità. Su questo gli italiani si aspettano un impegno serio da parte di tutti quanti noi e non solo del Governo, un impegno che coinvolga tutti, maggioranza e partiti di opposizione.

Non credo sia questo il tempo dei bisticci e di puntare il dito gli uni contro gli altri. Gli italiani si aspettano che la politica dia con responsabilità le risposte concrete di cui tutti sentono il bisogno. Non vogliono sentire le sirene di un partito (ciascuno di noi è legato legittimamente a un credo). Vogliono sentire, invece, la vicinanza delle istituzioni, quelle con la “i” maiuscola, a cui tutti, senza distinzione, dobbiamo sentire di appartenere in questo momento di difficoltà. Ecco, è fondamentale che si torni a un dialogo civile, un confronto che metta da parte propaganda e falsità e si concentri sulle soluzioni realistiche per provare a uscire da questa crisi epocale.

Abbiamo bisogno di unità se non vogliamo uscirne con le ossa rotte di fronte agli italiani e nelle sedi europee, dove proprio nelle scorse ore si è fatto un passo avanti inaudito nell'intera storia dell'Unione. Sì, una svolta frutto anche del dialogo costruttivo che il nostro Governo ha tenuto con l'Unione europea in queste ultime settimane, non solo per garantire maggiore sostegno al nostro Paese ma per tracciare le linee guida di un'Unione europea diversa, più forte e più coesa. Gli Stati uniti europei: noi non ci dimenticheremo mai di ricordare l'obiettivo di fondo.

Il Recovery Fund, lo strumento finanziato con titoli europei che permetterà di finanziare gli interventi più necessari e urgenti nei Paesi colpiti dalla crisi, è un primo passo, ma le richieste di un ulteriore impegno non possono nemmeno lontanamente far pensare che nell'ultimo mese l'Europa sia rimasta a guardare. Lo ricordava qualche giorno fa il nostro capogruppo Delrio: abbiamo visto più Europa negli ultimi 20 giorni che negli ultimi vent'anni. Infatti, il Recovery Fund si inserisce in un pacchetto più ampio, a partire dallo SURE, per la tutela dei lavoratori, fortemente voluto dal commissario Gentiloni, passando per la sospensione pressoché totale delle regole sul deficit, sul debito e sugli aiuti di Stato fino all'azione decisiva della Banca centrale europea. Guardate, decisioni senza le quali l'Italia si sarebbe trovata isolata e molto più debole nella lotta contro un'emergenza sanitaria di proporzioni globali; una lezione utile a tutti, anche e soprattutto a chi crede che l'Italia possa avere un ruolo di rilievo fuori dall'Unione europea.

E, invece, abbiamo bisogno di coesione per superare i grandi ostacoli che questo tragico appuntamento con la storia ci ha messo davanti, perché oggi l'Italia non ci chiede solo di uscire dall'emergenza ma ci chiede certezza per i giorni che verranno e una prospettiva per il futuro. Lo hanno detto in tanti ma penso che ci si debba credere veramente tutti insieme: c'è bisogno di una visione strategica, di costruire un nuovo paradigma e da lì fondare la società che verrà. Il futuro e il benessere dei cittadini di domani passa inevitabilmente da qui, da un nuovo patto tra impresa, lavoratori e pubblica amministrazione che metta al centro del suo progetto la qualità del lavoro e della vita e dia una bella spallata alla burocrazia e, in questo senso, apprendiamo con immensa gioia quanto contenuto dalle prime indiscrezioni del DEF in approvazione. Dobbiamo, infatti, essere in grado di ricucire un rapporto incrinato da anni, che torni a liberare le energie vive del nostro Paese e che provi a tutelare le forme del lavoro in tutte le sue applicazioni.

Dovremo ripensare alla radice il nostro welfare e le decisioni che hanno portato nell'ultimo decennio a deprimere gli investimenti in sanità, politiche sociali, ricerca e istruzione. Dovremo aprire una stagione nuova la cui bussola deve guardare alla piena realizzazione dei diritti sociali di tutti, riducendo i divari territoriali tra Nord e Sud del Paese, correggendo le disuguaglianze economiche e contrastando l'esclusione sociale che lascia ai margini tanti cittadini.

Sulla questione ambientale, non possiamo semplicemente accontentarci di riaccendere gli interruttori dell'economia una volta che sarà passata la tempesta. Transizione ecologica, riconversione, qualità dell'aria, sostenibilità: sono queste le parole che dovranno orientare le scelte politiche d'ora in poi. Questa crisi, guardate, non può essere oggi per noi solo motivo di sconforto, anzi tutto il contrario. Nei momenti più critici della storia l'Italia ha sempre dimostrato di saper tirar fuori il meglio di sé.

Anche noi ora siamo chiamati a immaginare una nuova idea di sviluppo che non si fermi allo sterile miglioramento di qualche dato macroeconomico, uno sviluppo che consenta di produrre quello che ci serve e non solo quello che si vende e che produce un grande utile economico.

Questo voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, quindi, è prima di tutto un segno di apprezzamento per quanto fatto finora dal Governo, che ha saputo dimostrare, in un momento particolare, una guida seria e attenta alle forti instabilità globali quando altre democrazie europee hanno segnato il passo con decisioni molto spesso contraddittorie.

Ma, guardate, nell'approvazione di questo provvedimento ritengo ci sia anche un insegnamento per il futuro. La storia, infatti, non ci giudicherà per i nostri like sui social ma per la capacità che sapremo dimostrare di imprimere una svolta al tempo che stiamo vivendo.

Sì, perché questo tempo, non un altro, ci è dato di vivere. E dobbiamo essere all'altezza di viverlo con dignità e onore, come recita la formula di giuramento alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Mauro D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Ho deciso di intervenire dai banchi del mio gruppo. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, Cura Italia, come è stato definito dal Presidente del Consiglio, in una delle sue memorabili conferenze stampa, notturna, è il nome del decreto che oggi sarà convertito in legge.

Il decreto porta la data del 17 marzo. Pare così lontana, ormai, quella data. Dal 17 marzo ad oggi il nostro Paese ha perso, per questo maledetto virus, quasi 26 mila italiani. Il 17 marzo era già tardi. Noi ce lo ricordiamo. Con il DPCM dell'11 marzo, infatti, l'Italia era già stata dichiarata zona rossa. Prima, la grande fuga da Nord a Sud, seguita da una giusta e aspra polemica. Dopo, le preoccupazioni di quanti sono stati costretti a chiudere le proprie attività economiche e professionali, di chi è stato obbligato a restare a casa e a non andare in fabbrica o in ufficio e, infine, tanti nostri concittadini che hanno capito che sarebbe stato ancora più difficile trovare un nuovo lavoro e i soldi necessari per mantenere, direi in alcuni casi sfamare, le proprie famiglie.

Mi preme ricordare che Forza Italia aveva chiesto sin da subito, da molto prima dell'11 marzo, il lockdown del Paese e aveva chiesto di prevedere già da subito un piano da almeno cento miliardi, rispetto ai sette – permettetemi, ridicoli - stanziati inizialmente dal Governo per affrontare l'emergenza Coronavirus.

Lo abbiamo già ribadito più volte. Presto, che è tardi. Occorre un intervento straordinario e consistente. Era questo che abbiamo sempre detto sin dall'inizio. Ebbene, dopo tanta attesa, il 17 marzo è arrivato il decreto, che avrebbe dovuto curare l'Italia. E non lo dico io, non lo dice Forza Italia, ma sono le parole che ha detto il Presidente del Consiglio Conte, a reti unificate. Oggi – oggi - siamo al 24 aprile e gli effetti reali di quella cura non si sono visti.

Il nostro movimento ha dato voce alle tantissime associazioni di categoria, migliaia di cittadini che in queste ultime settimane ci hanno scritto a tutti noi colleghi, tramite mail, social, messaggi privati. La domanda è sempre la stessa e a questa domanda ancora non c'è una risposta: i soldi, quelli veri, quelli necessari a fare la spesa, ad avere un minimo di dignità, dove stanno? Non sarebbero dovuti arrivare dopo qualche giorno? Così era stato detto, il mese scorso.

Scusate per il termine forte, ma la “elemosina”, che avete deciso di dare ai commercianti, alle partite IVA, ai professionisti, su quale conto è stata accreditata dal 17 marzo a questa parte? Ribadisco la domanda: dove sono andati a finire i famosi 600 euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che per noi dovevano essere almeno 1.000 per questa gente, per dare loro dignità? Perché si è scelta la strada più tortuosa, usando il portale dell'INPS? Avete costretto gli italiani ad una serie di farraginose procedure, che ci hanno messi nelle condizioni addirittura di essere compatiti - per non dire altro - dai nostri connazionali che all'estero, in Germania, nel Regno Unito, negli Stati Uniti, si sono visti accreditare quasi nell'immediato, sui propri conti correnti, le somme stanziate dai rispettivi Governi per gli aiuti alle famiglie e alle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché? Perché? È questa la domanda più dolente, a cui dovete dare una risposta. Perché non ci avete voluto ascoltare?

Il Paese, per rialzarsi e reagire, necessita di denaro, di liquidità e dello Stato, subito. Tutto questo serve ora, qui ed ora direbbero i latini. Non possiamo permettere che gli italiani, dopo aver combattuto come stanno facendo contro questo nemico invisibile, muoiano di fame, abbandonati dallo Stato. La nostra Costituzione consente, allora, al Parlamento di intervenire per modificare i decreti del Governo, prima che diventino legge. Allora, noi francamente - lo dico anche ai colleghi della maggioranza - abbiamo pensato che in Parlamento, finalmente, avremmo potuto contribuire a migliorare un decreto, che la cura ce l'aveva soltanto nel titolo. E, allora abbiamo proposto, prima al Senato e poi alla Camera, una serie di importanti modifiche. Per agevolarvi le abbiamo anche fornite in pacchetti. Sanità: interventi per le scuole di specializzazione mediche; rafforzamento delle reti di assistenza territoriale; risorse per la protezione degli operatori delle RSA; IVA al 4 per cento per i dispositivi di protezione; esonero delle responsabilità dei medici. Lavoro, famiglie e imprese: estensione della cassa integrazione e dei benefici previsti per le vittime del dovere a tutto il personale sanitario; contributo al caregiver; estensione a mille euro del contributo per le partite IVA. Tutela del lavoro occasionale stagionale: sospensione delle norme del “decreto Dignità”, estensione del voucher in settori chiave come l'agricoltura; sostegno al mondo dello sport con i voucher sportivi; la sospensione fiscale per il settore; il pacchetto turismo; le proposte per non far morire le attività culturali come i teatri; i debiti della pubblica amministrazione (pensate, ammontano a oltre 50 miliardi di euro, il doppio del decreto in discussione oggi, basterebbero già solo quelli). Fisco: l'esenzione IMU per le aziende costrette a chiudere; l'eliminazione della proroga di due anni degli accertamenti fiscali; la sospensione dei contributi fiscali per le start up; il rinvio di sugar tax e plastic tax; l'introduzione della cedolare secca per gli affitti degli immobili commerciali; la sospensione delle scadenze fiscali al 30 novembre, con la possibilità di non doverle versare tutte quante ovviamente il 31 dicembre, ma in rate.

Ecco, questo è un esempio soltanto del corposo elenco di proposte fatte da Forza Italia, con senso di responsabilità. Nessuna, dico nessuna di queste, è stata accettata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), nessuna! Sulla giustizia, sì, ok, abbiamo ottenuto, fortunatamente, un impegno del Governo, per esempio oggi, che nel prossimo provvedimento due questioni importanti possano essere individuate. Grazie all'impegno dei colleghi Sisto e Costa si tratta di limitare il processo penale telematico solo all'istruttoria e alla discussione sino al 30 giugno, restituendo dignità al processo penale e alle camere penali italiane. La seconda. Con la proposta sempre del collega Sisto e del nostro movimento giovanile - pensate, anche del nostro movimento giovanile - abbiamo sollevato il problema dell'esame di avvocato, che è attualmente sospeso e che intendiamo sia sbloccato, a salvaguardia del futuro di tanti giovani che attendono di entrare nella professione e di potersi realizzare.

Il Presidente Berlusconi, sin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus ha detto a noi e all'Italia, responsabilmente, che in guerra un Paese deve stringersi intorno a chi decide. Noi di aver dato attenzione a questo ammonimento del nostro presidente ve lo abbiamo dimostrato ogni giorno. Lo abbiamo fatto e lo stiamo continuando a fare. Il nostro vicepresidente Antonio Tajani, di fronte alle reazioni del voto al “Cura Italia” al Senato ha detto: non servono le polemiche, ma così è davvero molto, ma molto difficile collaborare. L'altro giorno, ancora, in quest'Aula, la presidente del gruppo, Mariastella Gelmini, ha detto al Presidente Conte che sui quattro pilastri messi a disposizione dell'Unione europea Forza Italia c'è, a patto però che il Parlamento non sia ridotto a fare il passacarte.

Ecco, questa è stata ed è Forza Italia, qui in Parlamento e nei territori. Ma non bisogna approfittarne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Invece, il Presidente del Consiglio Conte, che aveva promesso la collaborazione, non si è accorto che il suo Governo e la sua maggioranza non hanno consentito di modificare una virgola - una virgola - del decreto arrivato dal Senato. Neanche l'appello, neanche l'appello del Presidente Mattarella è bastato evidentemente. Avete ridotto la Camera dei deputati a fare il passacarte.

Presidente, signori del Governo, Forza Italia voterà contro questo “decreto Cura Italia”, non solo perché non ha potuto partecipare a migliorare questo decreto, ma anche perché questo decreto, che doveva curare l'Italia, a marzo, a fine aprile, quasi maggio, ancora non ha dato i soldi agli italiani in difficoltà. Vi aspettiamo alla prova del “decreto Liquidità” e del decreto che avete annunciato col nome di Aprile. Ma se queste sono le premesse, la prima cosa da curare dovrà essere la vostra arroganza. Noi non molliamo, Forza Italia sarà responsabilmente qui, a difendere gli interessi reali degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie onorevole Presidente, colleghe e colleghi. Questo decreto, l'hanno detto in tanti, appartiene di fatto ad un'altra era. A metà marzo c'era ancora chi cantava sui balconi; pochi giorni prima Zingaretti e Sala prendevano l'aperitivo sui Navigli. Allora il Governo aveva ancora l'idea, pensava ancora di avere, un dividendo politico delle scelte prese in questo decreto chiamato “Cura Italia”. Ma il mondo è cambiato, in un mese è cambiato tutto. In questa guerra contro il virus cinese non esistono dividendi politici: esiste solo l'interesse del Paese e oggi gli italiani non ne possono più; vogliono una cosa sola, vogliono riprendersi la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La libertà di uscire, in sicurezza certo, è ovvio, la libertà di lavorare, di tirare su la clèr del negozio, di aprire i cancelli del laboratorio, del capannone. Mi scrive un imprenditore, Giancarlo Bornacina: “se ci salviamo è perché tutti noi piccolini siamo andati al lavoro, sebbene ridotti all'osso”. Questo è il punto. Invece cosa fa il Governo? Nulla, nessuna apertura; nessuna apertura, neanche alla maggioranza, men che meno all'opposizione.

Qualche esempio: come Lega avevamo voluto e chiesto la libertà di aumentare lo stipendio dei nostri medici e dei nostri infermieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che meritano il massimo riconoscimento e rispetto: 82 milioni di euro per la sola regione Lombardia. Niente da fare; ci auguriamo che venga messo nel prossimo decreto, però non è un problema, pazienza, è un peccato. La Lombardia lo farà lo stesso; farà una legge regionale e metterà allo stesso questi 82 milioni di aumento a medici e infermieri; questa è autonomia, questa è libertà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E già che ci siamo, regione Lombardia mette tre miliardi di euro di soldi veri di investimenti (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), soldi veri!

PRESIDENTE. Colleghi!

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Per fare un esempio: 400 milioni di euro ai comuni lombardi; magia dei numeri, esattamente quanto il Governo ha messo per tutti i comuni d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Libertà di uscire, dicevamo, e il 4 maggio è qui, è qui vicino, è dietro l'angolo; e per uscire la prima cosa che serve è questa cosa qui, la mascherina. Un altro esempio: avevamo chiesto di abbassare l'Iva sulla mascherina dal 22 al 4 per cento. Che problema c'è? E' il modo più semplice per ridurre il costo delle mascherine, dei presidi. Niente da fare, non si può: manca la copertura. Ma che copertura, se stiamo incassando di più? Non abbiamo mai venduto così tante mascherine, purtroppo; ne abbiamo vendute milioni in più e lo Stato sta incassando milioni in più. Pazienza, ma visto che il 4 si riparte, la Protezione civile siamo sicuri che abbia nei magazzini quei milioni e milioni di mascherine che servono per tutte le imprese per aprire in sicurezza? Siamo sicuri che ci sono nei magazzini i termoscanner che servono a tutte le imprese per aprire in sicurezza? Attenzione, la FIAT ce la fa da sola e si organizza da sola, ma noi abbiamo un sistema fatto di una miriade di piccole e medie imprese e la Protezione civile deve fornire a tutti i presidi necessari.

Però per uscire adesso arriva la app. Ebbene, per fortuna è stata tolta la minaccia, è caduta la minaccia: senza app non si esce. Però, comunque, restano molti dubbi. Siccome questa app, Immuni, incide pesantemente sulla libertà personale, non esiste un'ordinanza della Presidenza del consiglio, serve una legge, il Parlamento si deve esprimere, deve mettere i paletti, deve essere chiaro quali dati vengono presi, chi li gestisce, dove vengono tenuti, per quanto tempo, in che modo: senza legge questa cosa non esiste. Ma veniamo alle imprese e alla libertà delle imprese di fare PIL. Noi sappiamo che quest'anno, se va bene, avremo un calo del PIL di 10 punti, se va bene. In una guerra come questa contro il virus cinese la priorità assoluta è mantenere vive le aziende; è una priorità assoluta anche per lo Stato, anche perché così si mantiene una base imponibile. Ricordiamoci, perché ogni tanto ce lo dimentichiamo, che le vere tasse pagate sono quelle che arrivano dal settore privato.

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo nuovamente di indossare la mascherina se state parlando con altri colleghi, ma comunque dovete indossarla in Aula, per cortesia!

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Va da sé che le altre tasse sono una partita di giro, ma questo lo sappiamo tutti. Invece, che cosa fa il Governo per le imprese? Mentre la Gran Bretagna non fa pagare l'IVA nel 2020, sostanzialmente fa quello che abbiamo chiesto noi come Lega, cioè un anno bianco fiscale. Noi abbiamo detto, per esempio, di non fare pagare gli acconti: soldi veri. Invece dal Governo zero: zero detassazioni! Anzi, l'Agenzia delle entrate, lo si diceva prima, sta per inviare otto milioni e mezzo di letterine verdi a partite Iva e imprenditori per chiedere lumi per fare gli accertamenti. Sì, perché a questo Governo interessa prestare i soldi alle aziende per farsi pagare le tasse che ha rinviato solo di pochi giorni, ma non c'è un euro di detassazione. Prestiti che poi neanche arrivano: la famosa potenza di fuoco di 400 miliardi è rimasta uno slogan detto in televisione, ma non sta arrivando niente. Ma perché non arriva niente? Perché, banalmente, nel decreto liquidità non c'è niente; se uno va a vedere la relazione tecnica, a pagina 100, zero euro. E' evidente che un decreto che ha come copertura zero, può avere un solo effetto: zero! Questo è ciò che sta succedendo. Però ci dite: attenzione, calma, adesso arriviamo con il decreto di aprile. Si, calmissimi, intanto siamo già a maggio e arriverà forse qualcosa la settimana prossima. Ma perché questo ritardo? Perché si è perso un mese? E quindi veniamo all'Europa, al MES, perché si è voluto attendere l'ok dell'Europa, si è voluto prima dare l'okay all'uso del MES: questo è il motivo del ritardo, questo è il motivo per cui il “decreto Liquidità” con i soldi arriverà solo, forse, la settimana prossima. Perché con l'Unione europea avete deciso di rinunciare alla nostra libertà, avete deciso di autocommissariarci. Dopo un mese di trattative siamo al punto di partenza; si accetta quello che c'era già sul tavolo il 7 di aprile, cioè il MES e questo Recovery Fund, che vedremo forse a partire dall'anno venturo, non si sa con quali vincoli per l'uso, non si sa con quali risorse ed è molto improbabile che ci siano fondi a fondo perduto, quindi sostanzialmente è un prestito. Ebbene, ci dite che il MES è senza condizionalità: è falso, lo sappiamo tutti. Intanto, siamo già commissariati, intanto vi siete già commissariati, perché mentre gli altri Paesi sono già partiti, corrono e hanno fatto decreti, mettendo soldi veri, miliardi e miliardi di soldi veri, noi aspettiamo l'ok dell'Europa; forse la settimana prossima - forse - ci sarà qualcosa di vero. Noi, da subito, abbiamo fatto una proposta semplice, chiara: una grande emissione di debito pubblico, visto che la Banca centrale europea compra i titoli di Stato, visto che il Patto di Stabilità è sospeso, quindi si può fare lo sforamento, ebbene che cosa aspettate? Abbiamo perso tempo prezioso. La Lega ha proposto di agire da subito, forte, in libertà. Voi avete scelto di rinunciare alla libertà di agire, avete scelto di sottostare alle condizioni e ai vincoli dell'Unione europea. Per chiudere, parlando di libertà, scegliete di guardare a est, verso la Cina, quando noi della Lega da sempre e soprattutto in futuro, pensiamo che sia meglio guardare a ovest, verso gli Stati Uniti. E risolvete le vostre debolezze, la debolezza del Governo, chiudendo alle opposizioni, litigando con le regioni, creando decine e decine di cabine di regia.

Ma qui l'unica cosa certa, quando si moltiplicano le cabine di regia, è una: è che manca la regia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiudo, Presidente e colleghi. Il Paese, le imprese, gli italiani vogliono riprendersi la loro libertà: a questo punto l'unica via è liberarsi di un Governo inadeguato, che ci ha svenduto in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a partire dal Ministro dell'Economia.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). E annunciamo che già oggi, sia alla Camera che al Senato, la Lega presenta una mozione di sfiducia verso il Ministro Gualtieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, in questo periodo così surreale, dove il tempo passa sicuramente in maniera diversa, forse si è persa la percezione del tempo, allora forse è necessario ripercorrere il periodo che va dall'inizio di questa tragedia all'emanazione del “decreto Cura Italia”.

PRESIDENTE. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Colleghi! Prego, collega.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Quindi, ripartiamo dal primo giorno, il 21 febbraio, in cui vengono confermati 16 casi, 14 in Lombardia 2 in Veneto. Nello stesso giorno, immediatamente, il Ministero della Salute emana un'ordinanza che prevede la quarantena per chi è stato colpito e, 48 ore dopo, Conte emana un DPCM per i comuni della Lombardia e del Veneto coinvolti. Qualcuno poteva fare anche prima di così, però voleva dire sapere dove il virus avrebbe iniziato a colpire. Il 1° marzo, dopo nove giorni, si estendono misure di sicurezza in tutto il territorio nazionale. Il 4 marzo si chiudono le scuole. Il 9 marzo l'Italia diventa interamente zona rossa. In 18 giorni...

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Collega Basini, la invito a mettersi la mascherina. Deve coprire anche il naso, collega, per cortesia!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Ridicolo! Ridicolo! Ridicolo!

PRESIDENTE. Collega Sgarbi! Collega Sgarbi! Collega Basini la invito a mettersi la mascherina. Prego, collega.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). In 18 giorni, quindi, si passa da una normalità quotidiana a una chiusura di tutto il Paese, tutto! Tutti i settori coinvolti! Per la prima volta nella storia mondiale un Paese affronta una situazione del genere. E perché è stato fatto? Per salvare la vita delle persone.

In questi giorni sento sempre un ritornello che sta diventando continuo: la politica sta facendo decidere alla scienza e non ha il coraggio delle proprie azioni. Ma questa cos'è, se non una scelta politica, aver preso una decisione così importante dopo aver ascoltato la scienza? E io sono orgoglioso che massimi esperti delle comunità scientifiche di tutto il mondo siano ammirati da come - testuali parole - per la prima volta in anni di carriera vediamo un Governo che si sta confrontando e sta valutando le evidenze scientifiche per prendere le decisioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi fa sorridere, perché il MoVimento 5 Stelle era dipinto come quelli che credevano ai terrapiattisti, e adesso che ascoltiamo la scienza siamo attaccati per il contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Qualunque cosa facciamo noi sbagliamo, poi però coi fatti dimostriamo sempre da che parte stiamo. Allora la politica non decide? E no signori, è una scelta politica chiara. La politica può anche decidere di non ascoltarla la scienza, e lo fa (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Colleghi!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). E la politica la scienza non è che l'ascolta sempre, basti pensare a un esempio, il cambiamento climatico: tutti gli scienziati, in tutto il mondo, ci stanno dicendo che o si cambia politica o è una catastrofe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E noi, da quando siamo al Governo, abbiamo posto in Europa seriamente questo tema, ma nella politica, sia in Italia sia in Europa, in tanti dicono: va be', ma quegli scienziati sono dei catastrofisti.

Allora, il Presidente Conte ha sempre avuto la chiarezza di parlare di due criteri, adeguatezza e proporzionalità, e ha sempre ribadito e rivendicato le scelte politiche, con tutte le responsabilità del caso.

E in quei diciannove giorni, mentre arrivavano i bollettini di guerra e ci si apprestava a vivere una situazione surreale, molti di noi si sono chiesti ovviamente anche come avrebbero reagito gli italiani di fronte a una situazione del genere. E io credo che noi da italiani dobbiamo chiederci scusa. Dobbiamo chiederci scusa come italiani, perché gli italiani, sempre descritti come un popolo geniale sì, ma sregolato, un po' allergico alle regole, invece col silenzio di quelle città, col vuoto di quelle città, che sono un colpo emotivo, stanno dimostrando e hanno dimostrato un senso di responsabilità e un senso civico incredibile, che nessuno in Italia probabilmente si aspettava (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In quei giorni, in cui il Governo, grazie a una maggioranza coesa - perché nessun Governo può fare delle scelte del genere se non c'è una maggioranza coesa -, faceva dei provvedimenti del genere.

Poi, in quei giorni, c'era anche un leader dell'opposizione - di cui non cito il nome, perché altrimenti magari si surriscalda, perché poi, se citi il nome, sono sempre così, testa alta e petto in fuori, poi però quando vengono citati chiedono il contraddittorio -, che addirittura voleva pieni poteri qualche tempo fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che il 27 febbraio, riferito a Milano e alla Lombardia, diceva: riapriamo tutto, bar, ristoranti, negozi, musei e centri commerciali, palestre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Noi non osiamo immaginare, non vogliamo immaginare cosa sarebbe potuto accadere all'Italia, se a guidarla ci fosse stato un personaggio del genere! E non possiamo immaginare cosa sarebbe accaduto a tutto il Paese, se non avessimo adottato delle misure così perentorie.

E in quel periodo lì dicevano: dovete stanziare 7 miliardi, 10 miliardi, 20 miliardi! Il Governo ne ha stanziati subito immediatamente 25, una manovra di bilancio, fatta in 20 giorni! Coscienti! Coscienti che non sarebbe stata ovviamente la risposta! Coscienti che sarebbe stato un primo ristoro e un primo immediato atto per dare risposta a questa situazione! I 600 euro per gli autonomi, la cassa integrazione in deroga di 5 miliardi! In quel periodo sono stati aumentati da 5.343 a 8.370 i posti letto in terapia intensiva! I reparti di pneumologia e di malattie infettive da 6.525 a 26.169! Potevamo fare di meglio, certo, potevamo fare di meglio, ma questa è la cronaca di 23 giorni, da quando è iniziato il contagio in Italia a quando abbiamo stanziato questi soldi.

In questi giorni, in questo palazzo e anche nei talk show televisivi, sembra quasi che si faccia il tifo contro il Governo e contro la maggioranza, io questo lo trovo surreale. Signori, se qua perde il Governo e perde la maggioranza, perde l'Italia, perdiamo tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E se vinciamo, vinciamo tutti, quindi questa ricerca del consenso continua, dannata, con polemiche, è assurda. Noi facciamo il tifo per tutti i presidenti di regione, per tutti (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ciò perché quando fanno provvedimenti adeguati, a noi, che si chiamino Zaia, Rossi o De Luca, se vincono le istituzioni, vincono i cittadini in questo momento, ma questo voi non lo riuscite a capire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: “Buffone!”).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, sono medaglie d'onore certi insulti, non si preoccupi, dipende da chi arrivano (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Signori, la ricerca del consenso, poi la storia ci ha insegnato che a volte ci sono anche delle contraddizioni che la storia ci produce: Winston Churchill, che vinse la guerra, le elezioni le perse. Quindi, riconosciuto come colui che ha contribuito a battere il nazifascismo, in quei giorni poi le elezioni le ha perse, quindi non stiamo troppo attenti al consenso.

E, a proposito di storia, visto che siamo alla vigilia del 25 aprile, io vorrei augurare a tutti quanti, a tutte le italiane e a tutti gli italiani, un buon 25 aprile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto) ricordando che in quella guerra hanno combattuto insieme monarchici e repubblicani, comunisti e cattolici, anarchici e liberali: prima hanno vinto e poi hanno ricostruito l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Siamo stati spiati, soggiogati, trattati come delinquenti da un Governo che in due mesi ha distrutto i nostri diritti fondamentali, naturali e costituzionali. Il Parlamento si è fatto sostituire dalle varie task force che hanno commissariato di fatto l'Italia alle lobby finanziarie e internazionali (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

SARA CUNIAL (MISTO). La militarizzazione diffusa e il bombardamento mediatico sono stati usati come mezzi di propaganda per condizionare le menti degli italiani facendo leva sulla loro atavica paura di morire (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico) e censurando chiunque osi alzare la testa e denunciare questi abusi. Vi siete dovuti mascherare per non farvi riconoscere dagli italiani che ben sanno che siete responsabili di questa emergenza. Ci sono tutti in quest'Aula (Commenti): il centrodestra del modello azienda Veneto zero di Zaia e Mantoan che negli ultimi dieci anni ha cancellato il 40 per cento dei posti letto in terapia intensiva; così come la cosiddetta sinistra che con il suo Zingaretti ha fatto da perfetto esecutore delle politiche neoliberiste predatorie degli ultimi trent'anni, speculando come sciacalli e arricchendo i privati in attesa della Guardia di finanza che evidentemente in queste ore è già negli uffici della giunta laziale. Zingaretti poi, prendendo esempio dalla campagna vaccinale lombarda che ha causato i disastri che oggi paghiamo, ha ben pensato di imporla anche nel Lazio, pur sapendo che esistono già ampie evidenze che le vaccinazioni antinfluenzali portano…

PRESIDENTE. Colleghi!

SARA CUNIAL (MISTO). … al 40 per cento dei casi COVID in più per interferenza virale. Come se non si sapesse che il Coronavirus è un cofattore, quindi indicatore di altre criticità ambientali: l'inquinamento anzitutto, anche quello elettromagnetico, con i suoi effetti nocivi, termici e non termici…

PRESIDENTE. Colleghi!

SARA CUNIAL (MISTO). … perché i cantieri delle antenne come anche quelli delle grandi opere, da Nord a Sud d'Italia, non si sono mai fermati per il COVID, chissà come mai. Ed allora, nel pieno ossequio di questo scientismo della Santa inquisizione da salotto televisivo, si possono sacrificare il personale militare, i poliziotti, il personale medico, i nostri figli, i nostri anziani alle sperimentazioni di un vaccino che sappiamo - lo sanno anche i sassi - non servirà a nulla, per la mutevolezza del virus. Il tutto ovviamente avallato da questo MoVimento 5 Stelle, che abbiamo visto anche oggi essere in piena crisi d'identità, ma che resta attaccato alle sottane del PD, tradendo tutte – dico, tutte - le promesse elettorali in cambio di qualche poltrona (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), impegnato forse troppo a disperdere chi da anni denuncia queste ingiustizie…

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere. Colleghi! Colleghi!

SARA CUNIAL (MISTO). …proprio nella giunta laziale, complimenti. Se non fossimo in un Paese democratico, ci sarebbe da pensare male, ma veramente male. Tutti questi DPCM sono incostituzionali, lo sappiamo bene. Sono il simbolo dell'autoritarismo da regime sanitario mediatico, smacchiato col rosso sangue dei nostri diritti naturali e costituzionali: altro che 25 aprile.

La storia non perdona, Presidente, ed un giorno, molto presto, dovrete spiegare perché avete sacrificato l'Italia e la nostra Carta costituzionale sottomettendoci ai giochi geopolitici tra Stati Uniti e Cina; lasciando che questo Paese divenisse territorio di nuove guerre fatte certamente con i virus e svendendo tutte le nostre informazioni, anche quelle più private e intime, al miglior offerente. E, allora, mi rivolgo a lei, Presidente, e alla relatrice Lorenzin, tanto cara già al popolo italiano, è un messaggio da parte di tutti gli italiani che non ci stanno e che vogliono farvi vedere cosa se ne faranno di tutti questi provvedimenti incostituzionali (Strappa un fascicolo -Commenti) e, con questi, scaricatevi pure tutte le vostre app.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, la deputata Giannone. Ne ha facoltà. Colleghi, però, per cortesia.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Il testo al quale ci è stato richiesto di dare la fiducia è confusionario, privo a mio parere di un progetto che possa dare un serio sostegno al nostro Paese.

PRESIDENTE. Colleghi!

VERONICA GIANNONE (MISTO). Ci si rende conto, leggendolo, di quanto poco ci siete interessati ed occupati se non quasi per niente del sociale. Si è dimenticato di occuparsi e preoccuparsi della parte umana. Eppure la parola “cura” ha un significato ben preciso: occuparsi e preoccuparsi di qualcuno; quel qualcuno è la popolazione italiana. Un esempio lo leggiamo nel comma 7-bis dell'articolo 83 dove è prevista sino al 31 maggio la sospensione degli incontri genitori-figli in tutti gli spazi neutri in ambito nazionale, salvo che il giudice disponga diversamente. Ove possibile vi saranno le videochiamate sostitutive e, nel caso le strutture non ve ne avessero la possibilità, neanche quelle. Qualcuno ha pensato seriamente ai minori lontani dalla famiglia o da un genitore? Ci rendiamo conto che questi minori vivono già in condizioni che portano traumi e sofferenze e che così facendo stiamo distruggendo la loro vita? Nonostante l'emergenza, nonostante le misure di prevenzione al contagio, ci sono bambini che si ritrovano costretti ad uscire di casa per rispettare il diritto di visita di un genitore con il quale non vivono, la maggior parte della volta il padre. Altri che ogni settimana, invece, attendono di poter vedere in un incontro prefissato…

PRESIDENTE. Collega Ziello, le ricordo che non si fanno fotografie, collega Ziello!

VERONICA GIANNONE (MISTO). …e che invece si ritrovano a vedere sospeso l'unico momento di vicinanza con i propri punti di riferimento, la maggior parte delle volte la madre. Se da una parte vi è una assoluta noncuranza della tutela del minore, tanto da farlo uscire per recarsi in altro luogo, dall'altra parte c'è chi invece può andare dall'esterno a volte in casa dei nonni, senza alcun rispetto delle misure precauzionali previste dal decreto del Consiglio dei ministri a contrasto del COVID-19, dall'altra, la negazione totale di un diritto-dovere del genitore di occuparsi dei figli e del diritto dei minori di vedere il proprio genitore. Ogni misura e intervento istituzionale ed ogni azione civile deve perseguire innanzitutto il benessere dei bambini e dei ragazzi, i cui interessi sono da considerarsi sempre preminenti rispetto a quello degli adulti. così come sta come stabilito dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, sottoscritta anche dall'Italia. Esiste il diritto di ogni bambina e bambino e di ogni ragazza e ragazzo a crescere la propria famiglia e il connesso dovere delle istituzioni e della società civile di offrire alle famiglie fragili adeguati servizi e interventi di sostegno, la cui realizzazione va resa certa ed esigibile in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale, così come previsto dalla legge n. 184 del 1983 e successive modifiche. Se avessimo solo potuto lavorare al testo che ci stiamo apprestando a votare, avremmo potuto prevedere, ad esempio, di far restare il minore nella propria abitazione di residenza e che il genitore convivente, ove possibile, potesse andare a trovarlo in casa o, al massimo, riportarlo presso la sua residenza qualora fosse con lui in situazioni straordinarie. Avremmo potuto valutare di far tornare nella propria casa, ove possibile, tutti quei minori ospiti nelle comunità e case famiglia. Avremmo potuto far riprendere gli incontri nelle sedi delle comunità: case famiglie e famiglie affidatarie nel rispetto di misure della prevenzione disposte dal decreto e prevedere almeno una videochiamata al giorno per ogni minore con la sua famiglia o genitore, visto che molti servizi hanno sospeso gli incontri protetti e, ancora, di non far procedere con continue denunce l'invio a casa del genitore affidatario dalle forze dell'ordine se questi decide, in tutela del minore stesso, di tenerlo in casa e di non farlo spostare per l'incontro con l'altro genitore. Avremmo sicuramente potuto discutere di queste ed altre proposte per tutelare questi minori. Questo è quanto ho personalmente scritto al Presidente Conte il 31 marzo insieme alle associazioni e responsabili di vari sportelli di ascolto e, seppure ho interloquito in questo periodo con il consigliere o vice capo di gabinetto del Presidente sono rimaste solo parole. Nulla di fatto. Se solo aveste permesso a noi deputati di migliorare questo testo con emendamenti di buon senso, avremmo potuto prenderci cura di tutti i nostri concittadini, condividendo insieme il testo ma, come al solito, il potere decisionale è dei pochi che non hanno neanche permesso una discussione vera, reale delle proposte emendative che sono il nostro strumento per partecipare alla stesura di un testo che sia d'aiuto ai nostri concittadini.

La nostra Carta costituzionale affida al Parlamento una serie di prerogative irrinunciabili. In una democrazia parlamentare la funzione legislativa non può e non deve subire limitazioni. Il Presidente Conte, nel suo discorso alla Camera dei deputati, ha dichiarato che è pienamente consapevole della necessità di coinvolgere il Parlamento, tanto più in una fase in cui l'azione del Governo rileva direttamente su beni primari della persona. E così anche il Presidente Fico ha affermato, in una dichiarazione televisiva, che il Governo non decide da solo. I decreti devono passare per le Camere, altrimenti decadono, quindi noi possiamo tranquillamente modificarli o anche eliminarli. Questo però non avviene e non è avvenuto sicuramente in questo decreto, e non certo per mancanza di impegno dei deputati; semplicemente, non ci è stato permesso collaborare, modificare, emendare e migliorare neanche un punto di questo decreto.

Questa non è collaborazione, la collaborazione è tutt'altra cosa. Ringrazio, infatti, l'intergruppo donne della Camera, che con collaborazione, senza pensare all'appartenenza politica, ha lavorato un ordine del giorno condiviso, che auspichiamo sia sinceramente possa divenire un'interpretazione della norma tramite una circolare della Ministra Lamorgese, che permetta di far riprendere gli incontri genitori-figli in tutti gli spazi neutri, sospesi ormai dalla fine di febbraio fino al 31 maggio secondo questo decreto; anche a quelle mamme che, avendo denunciato i propri compagni per violenza, si ritrovano ad avere al loro fianco i figli perché accusate di alienazione parentale. Siamo sicuramente concordi con la sospensione degli incontri tra genitori violenti e figli a tutela delle donne vittime di violenza e anche dei bambini, perché è nostro dovere tutelarli. Purtroppo, però, questo non basta, perciò dichiaro il mio voto contrario a questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà. Colleghi!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Siamo alla vigilia del 25 aprile e occorre essere uniti contro le dittature e uniti nella verità. Non facciamo di questa l'Aula della menzogna: non il 26 febbraio, ma il 9 marzo la scienza, la scienza qui evocata, diceva che il virus era poco più che un'influenza. Quella scienza è quella a cui si è ispirato questo Governo (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico) . È detto, è stato detto, è documentato, è stato detto, non mentite! Allora, dite la verità, non fate di questa l'Aula della menzogna. Almeno qui si applichi il principio di Giambattista Vico: verum ipsum factum. E, allora, avete sentito e avete dato i numeri, li voglio dare anch'io: no D'Attis, no Pagani; non dite anche qui 25 mila morti, non è vero! Non usate i morti per retorica e per terrorismo. I dati dell'Istituto superiore della Sanità dicono che il 96,3 per cento sono morti per altre patologie (Commenti del deputato Trizzino). Esattamente i dati, i numeri, i numeri dicono questo. È la verità!

PRESIDENTE. Colleghi!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Valli a leggere! Valli a leggere! Li ho letti tutti! Il 60 per cento sono morti per altre patologie, detto dall'Istituto superiore della sanità. Se non lo sai, studia (Commenti del deputato Trizzino)! Ignorante!

PRESIDENTE. Collega Sgarbi! Collega Trizzino! Collega Sgarbi, si rivolga alla Presidenza.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Mentre l'Italia era zona rossa, qui tutti erano senza mascherine. Oggi Basini è accusato perché la deve portare per forza. Siete ridicoli (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non l'avete portata fino all'altro ieri: è esattamente così! In Germania economia, sanità e scuola il 4 maggio funzioneranno perfettamente. Siamo uno Stato con minori diritti nell'Europa. La Germania ha dato prove di forza e di risposta giusta, noi qui siamo umiliati ancora una volta dalla Germania, anche nella malattia. Abbiamo chiuso il 60 per cento delle imprese. Io do dei dati, caro Trizzino, valli a verificare.

Allora, è chiaro che io fui il primo a chiedere la chiusura del Parlamento; oggi siamo qui tutti mascherati, mentre l'altra volta c'era soltanto Dall'Osso; erano pochi che portavano la mascherina, oggi si è additati se non la si porta. Ebbene, proprio perché la verità è la cosa più importante, diamo i numeri reali, non continuiamo a mentire. Ci sono certamente dei dati forti. Li leggo anche qui, Trizzino: il 56 per cento in Lombardia, il 14 in Emilia, l'8 in Piemonte, il 5 in Veneto. Non possiamo immaginare di applicare delle norme unitarie con zone così disparate di epidemia. E allora dico: almeno qui diciamo la verità, misuriamoci con la Germania, siamo uniti nella liberazione contro l'ipocrisia e le menzogne, contro le falsificazioni, contro i falsi numeri che vengono dati per terrorizzare gli italiani. I 25 mila morti, lo diceva il professor Bassetti, sono morti di infarto, di cancro, di altre patologie (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Non usiamoli per umiliare l'Italia, non usiamoli per dare ai cittadini false notizie! Date i numeri, controllateli, e sfido in un giurì d'onore te, Trizzino, a guardare i numeri…

PRESIDENTE. Collega Sgarbi, si rivolga alla Presidenza.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Ho semplicemente detto che i numeri li danno tutti, ma non diano numeri falsi. Non sono morte in Italia 25 mila persone di Coronavirus: non è vero! È un modo per terrorizzare gli italiani e imporre una dittatura del consenso: è ridicolo (Applausi della deputata Cunial)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il collega Basini. Ne ha facoltà. Collega, se si toglie la mascherina, deve andare al tavolo dei nove. Chiedo ai colleghi di liberare il tavolo dei nove, per cortesia.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ci sono quattro fattori che determinano una pandemia. Il primo è la sua diffusione, il secondo è la sua morbilità, il terzo è la sua mortalità e il quarto è la sua contagiosità. Se manca il primo dato, quello della sua diffusione, non siamo in grado di calcolare gli altri. Il Governo, rifiutando di procedere a una campionatura, non dico uno screening di massa ma una campionatura, si è tolto ogni possibilità di avere una reale statistica, nel senso di realmente attendibile, su questo morbo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e questo è il primo dato.

Il secondo dato: sulla base di una totalmente insufficiente conoscenza, si è privato l'intero Paese di libertà costituzionali garantite e anche del retto funzionamento della democrazia. Vedete, l'uso di uno strumento amministrativo come il DPCM non è consentito in materia di libertà costituzionali. Tutto l'impianto che è stato costruito è inesistente dal punto di vista legale. Il Governo doveva e poteva, ma soprattutto doveva, presentare un decreto-legge da sottoporre all'approvazione del Parlamento e alla firma del Presidente della Repubblica. È stato criticato, con qualche giustezza, Orban per avere preso poteri di emergenza, ma almeno, oltre ad essere stato eletto, li ha fatti votare dal Parlamento. L'onorevole Conte è una brutta copia di Orban (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Veniamo ad oggi: se l'Italia non riparte, non ha molta importanza a che titolo di debito prendiamo soldi a prestito, perché sempre un prestito è e sempre dovrà essere ripagato. Quello che è importante è che l'Italia riprenda a lavorare, quello che è importante è che riprenda la democrazia, perché questo Governo, più di qualunque altro, più ancora di coloro che per trent'anni hanno tradito il 25 aprile facendone uno strumento di fazione e non di unione, questo Governo, in ogni caso, è quello che più di tutti ha tradito il 25 aprile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2463)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2463: S. 1766 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

In ricordo dell'onorevole Teodoro Buontempo (ore 15,40).

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo se possibile di uscire in silenzio, perché ha chiesto di intervenire per una commemorazione la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà. Collega Ferro, vuole intervenire, giusto? Prego.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, se magari aspettiamo un attimo, visto l'argomento.

PRESIDENTE. Ha ragione. Collega, deve mettersi la mascherina per cortesia. È anche a distanza ravvicinata dai suoi colleghi: le chiedo la cortesia di mettere la mascherina, se no può andare al tavolo del Comitato dei nove. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio. C'è una commemorazione in corso. Prego.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, colleghi…

PRESIDENTE. Collega, se vuole si metta al tavolo del Comitato dei nove, se non vuole usare la mascherina; se no si deve mettere la mascherina.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, colleghi, sono passati sette anni dal giorno in cui la malattia ha spento la voce roca e lo sguardo fiero di Teodoro Buontempo, deputato di cinque legislature in quest'Aula, che ancora risuona delle sue lunghissime e intense oratorie con cui lasciava esplodere quello straordinario senso e quella straordinaria passione politica, e soprattutto quella sua grande umanità. Il suo legame viscerale con il popolo, con i più deboli, con i senza voce, con quelle borgate che erano e restano l'Italia più autentica.

Il nome di Teodoro Buontempo è il simbolo di un radicamento popolare e di una idealità mai tradita di quell'uomo di destra da sempre e per sempre, di grande orgoglio, di coerenza, di coraggio, quel coraggio di combattere anche da solo le battaglie più giuste nell'assoluto sprezzo di qualunque tipo di conformismo.

Ha vissuto controcorrente, sempre in prima linea contro le ingiustizie rispetto a tutti coloro che in qualche modo le subivano, ha vissuto in prima linea contro i soprusi, le caste di ogni tipo, e non le caste di cui si parla oggi.

“Bisogna fare punto e a capo” diceva, “bisogna cambiare, bisogna rinnovare le profonde radici di quella politica concreta e ritrovare il bene comune, sconfiggendo quella cultura fatta solo di interessi personali”. Non è la testimonianza di un uomo di parte: è la testimonianza più vera e autentica di un patriota. “Le idee non sono nulla senza la coerenza” diceva, “senza il cuore, ma soprattutto senza il sacrificio”.

In questo momento di profonda sofferenza e amarezza per la nostra nazione, sono certa che Teodoro Bontempo continua a guardare con quel grande amore questa nostra nazione.

Noi di Fratelli d'Italia, e ovviamente siamo qui a testimoniarlo, in quest'Aula cerchiamo quotidianamente di percorrere con grande dignità, con grande onore ciò che lui, da pioniere, ha contribuito tra gli altri a tracciare; pensiamo di doverlo ricambiare in qualche modo con uno sguardo di riconoscenza, e celebriamo il suo ricordo, certi che solo in questo modo lui avrebbe voluto, rinnovando tutti quanti insieme l'impegno ad una politica fatta di coerenza, di cuore, di sacrificio, ma soltanto per l'Italia (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 29 aprile 2020 - Ore 9,30:

(ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 14)

1. Discussione del Documento di economia e finanza 2020.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16,30)

3. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. (C. 2447-A)

Relatrice: LOREFICE.

La seduta termina alle 15,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 9 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni nn. 10 e 27 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 13 il deputato Rizzone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 i deputati Ermellino, Marrocco, D'Ettore, Cannizzaro e Polverini hanno segnalato che hanno erroneamente votato e che avrebbero voluto non partecipare al voto;

nella votazione n. 47 il deputato D'Incà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2463 - odg 9/2 343 342 1 172 133 209 45 Resp.
2 Nominale odg 9/2463/5 356 355 1 178 135 220 45 Resp.
3 Nominale odg 9/2463/20 354 354 0 178 133 221 45 Resp.
4 Nominale odg 9/2463/44 365 365 0 183 134 231 45 Resp.
5 Nominale odg 9/2463/45 358 358 0 180 133 225 45 Resp.
6 Nominale odg 9/2463/46 363 362 1 182 133 229 45 Resp.
7 Nominale odg 9/2463/49 359 358 1 180 130 228 45 Resp.
8 Nominale odg 9/2463/53 362 362 0 182 135 227 44 Resp.
9 Nominale odg 9/2463/57 355 355 0 178 131 224 44 Resp.
10 Nominale odg 9/2463/62 356 356 0 179 129 227 44 Resp.
11 Nominale odg 9/2463/72 360 359 1 180 131 228 44 Resp.
12 Nominale odg 9/2463/84 367 366 1 184 130 236 44 Resp.
13 Nominale odg 9/2463/87 361 361 0 181 133 228 44 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2463/88 364 364 0 183 133 231 44 Resp.
15 Nominale odg 9/2463/89 361 360 1 181 130 230 44 Resp.
16 Nominale odg 9/2463/94 356 355 1 178 133 222 44 Resp.
17 Nominale odg 9/2463/102 361 360 1 181 130 230 44 Resp.
18 Nominale odg 9/2463/115 362 362 0 182 134 228 44 Resp.
19 Nominale odg 9/2463/116 344 344 0 173 126 218 44 Resp.
20 Nominale odg 9/2463/118 353 350 3 176 128 222 44 Resp.
21 Nominale odg 9/2463/120 364 363 1 182 130 233 44 Resp.
22 Nominale odg 9/2463/122 356 356 0 179 133 223 44 Resp.
23 Nominale odg 9/2463/229 359 359 0 180 133 226 44 Resp.
24 Nominale odg 9/2463/259 360 360 0 181 132 228 44 Resp.
25 Nominale odg 9/2463/262 354 354 0 178 128 226 44 Resp.
26 Nominale odg 9/2463/265 349 349 0 175 131 218 44 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2463/266 353 351 2 176 124 227 43 Resp.
28 Nominale odg 9/2463/267 357 357 0 179 133 224 43 Resp.
29 Nominale odg 9/2463/268 366 366 0 184 135 231 43 Resp.
30 Nominale odg 9/2463/270 351 351 0 176 132 219 43 Resp.
31 Nominale odg 9/2463/272 367 365 2 183 130 235 43 Resp.
32 Nominale odg 9/2463/273 363 363 0 182 128 235 43 Resp.
33 Nominale odg 9/2463/279 367 367 0 184 133 234 43 Resp.
34 Nominale odg 9/2463/283 355 353 2 177 126 227 43 Resp.
35 Nominale odg 9/2463/288 367 364 3 183 131 233 43 Resp.
36 Nominale odg 9/2463/291 363 362 1 182 129 233 43 Resp.
37 Nominale odg 9/2463/301 364 362 2 182 128 234 43 Resp.
38 Nominale odg 9/2463/302 366 366 0 184 129 237 43 Resp.
39 Nominale odg 9/2463/303 335 333 2 167 125 208 43 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 48)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2463/304 356 356 0 179 120 236 43 Resp.
41 Nominale odg 9/2463/305 358 357 1 179 130 227 43 Resp.
42 Nominale odg 9/2463/307 362 360 2 181 131 229 43 Resp.
43 Nominale odg 9/2463/314 351 351 0 176 127 224 43 Resp.
44 Nominale odg 9/2463/326 357 356 1 179 125 231 43 Resp.
45 Nominale odg 9/2463/327 352 351 1 176 124 227 43 Resp.
46 Nominale odg 9/2463/334 360 358 2 180 128 230 43 Resp.
47 Nominale odg 9/2463/341 336 335 1 168 119 216 44 Resp.
48 Nominale Ddl 2463 - voto finale 354 352 2 177 229 123 40 Appr.