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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 330 di giovedì 23 aprile 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 19.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 21 aprile 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Comaroli, D'Uva, De Maria e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1766 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi (Approvato dal Senato) (A.C. 2463).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2463: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 2463)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rampelli. Ne ha facoltà. Prego di là perché è un intervento sull'ordine dei lavori, al Comitato dei nove.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Cercherò di essere davvero telegrafico perché ho fatto ieri un analogo intervento e lei…

PRESIDENTE. Mi scusi, non la volevo interrompere. Il Comitato dei nove, perché c'era stata la richiesta di fare senza mascherina; se rimane con la mascherina può fare l'intervento anche dal suo gruppo.

FABIO RAMPELLI (FDI). Ormai sto qui, me la posso togliere.

PRESIDENTE. Va bene, può anche…

FABIO RAMPELLI (FDI). Me la posso togliere, giusto? Sono autorizzato.

PRESIDENTE. Prego.

FABIO RAMPELLI (FDI). Dicevo che cercherò di essere molto breve. Il tentativo che voglio fare attraverso questo intervento in apertura di seduta è far capire il più possibile a tutti coloro i quali hanno perfettamente compreso che ci troviamo in una situazione del tutto eccezionale ma forse non hanno ancora applicato - Presidente, mi rivolgo anche a lei - la gravità di questa pandemia e di questa emergenza sanitaria alle regole, alle prescrizioni costituzionali, alle libertà costituzionali che di fatto sono sospese. Questa situazione del tutto eccezionale deve a mio giudizio vedere, come abbiamo provato a fare - ero presente alla Conferenza dei presidenti di gruppo quando il Ministro D'Incà ha comunque preso impegno e lei è stato buon testimone - il tentativo di portare il decreto proveniente dal Senato in posizione aperta per assumere il più possibile le richieste migliorative, dal nostro punto di vista, dell'opposizione. La qualcosa poi non si è verificata. Io sono anche immodestamente componente della Commissione Bilancio e, insieme ai miei colleghi Trancassini e Lucaselli abbiamo effettuato il nostro lavoro all'interno della Commissione quando ci è stato consentito di farlo, perché more solito la Commissione era convocata per le 10 ed è stata rinviata alle 15,30; alle 19 dovevano arrivare gli emendamenti riformulati, con le riformulazioni in parte concordate, ma non sono arrivati; alle 21,30 è arriva la Commissione, sono arrivate le riformulazioni ed erano completamente difformi…

PRESIDENTE. È un intervento che ha già fatto in una scorsa seduta.

FABIO RAMPELLI (FDI). Questa situazione qui ci obbliga - non ci suggerisce - ad un atteggiamento diverso perché, se il Governo più che la maggioranza, che paradossalmente è stata molto più sensibile e ricettiva rispetto al Governo, se il Governo vuole andare avanti così, poiché questa decretazione, questa emergenza ci accompagnerà ritengo (spero il meno possibile) ma comunque ancora per qualche mese, allora, si deve tornare alle procedure ordinarie. Bisogna far rispettare il Regolamento e dare la possibilità al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e all'opposizione in particolare di svolgere, al Parlamento, le sue funzioni di indirizzo e, all'opposizione, di controllo soprattutto, perché in questa maniera non si può andare avanti. Rivolgo un appello a lei perché lei non è soltanto l'arbitro di quest'Aula: lei è la terza carica dello Stato e quindi ha un ruolo istituzionale importante. Non si può consentire con la scusa del Coronavirus la sospensione delle libertà costituzionali molte, molteplici, gravissime (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); non si può consentire l'accantonamento e la cancellazione delle procedure regolamentari e quindi sospendere le facoltà del Parlamento senza che vi sia una condivisione, che non è nemmeno arrivare con una proposta da parte del Governo del tipo: va bene, dateci due o tre emendamenti poi vediamo, li riformuliamo. Significa condividere, realizzare a monte i decreti insieme perché la sospensione della democrazia prevede che il Governo diventi arbitro, altrimenti, se questa emergenza non è condivisa, diventa una dittatura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e noi siamo abbastanza e sufficientemente allergici a ogni tipo di oppressione di comportamento travalicante e arrogante. Quindi, oggi, purtroppo, il Governo ha posto la fiducia, siamo qui, ascoltiamo diligentemente le dichiarazioni di voto; dobbiamo constatare e concludo che c'è stata un'interdizione che è già una fase vecchia; la fase nuova deve prevedere che non ci siano interdizioni, che le mie proposte, perché io voglio parlare al mio blocco sociale di riferimento, si possano sommare alle proposte di altri: è questa la fase nuova che non vi entra in testa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, se voi pensate che potete continuare secondo questa procedura, avete capito male perché poi l'opposizione sarà costretta a riprendersi i propri spazi in tutti i modi possibili.

Quindi il Capo dello Stato ci ha indicato una strada; mi pare che la maggioranza abbia capito questa strada più del Governo; adesso facciamo che dal “Cura Italia” in poi comincia un'altra storia perché ciò che è accaduto nella Conferenza dei presidenti di gruppo…

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI (FDI). …lei lo ha ascoltato e in qualche maniera - le piaccia o meno - è stato garante di quelle affermazioni perché sono state estrinsecate al suo cospetto e quindi lei è coinvolto ma, guarda caso, non è accaduto niente di quegli impegni presi, che poi erano davvero minimali, da parte del Governo in quella Conferenza ed è intollerabile e non può più accadere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'unica cosa che dirò è che tutte le decisioni che sono state assunte in questo tempo così difficile per l'Italia, per gli italiani e per il Parlamento italiano sono state assunte in Conferenza dei presidenti di gruppo sempre all'unanimità (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà. Prego al banco del Comitato dei nove o se con mascherina dal suo posto, perfetto.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Il MAIE voterà favorevolmente alla questione di fiducia richiesta perché riteniamo che si debba dare una continuità all'azione di contrasto all'emergenza sanitaria esistente e di sostegno alla devastante emergenza economica che seguirà e di cui abbiamo appena cominciato a sentire il disagio e bisogna dare anche impulso alla fase di rilancio del nostro Paese, un rilancio che deve riguardare tutte le categorie produttive, sociali, culturali e sportive. E a proposito del rilancio delle categorie produttive ho appreso con molto stupore stamattina, rilanciata da diverse agenzie e testate giornalistiche, la notizia riferita alle dichiarazioni del direttore dell'Agenzia delle entrate, dottor Ernesto Maria Ruffini nelle Commissioni Finanze e Attività produttive secondo cui, dal 1° giugno 2020, l'amministrazione finanziaria ripartirà con la sua attività di accertamento e notifica di atti e cartelle fiscali. Quindi gli accertamenti riprenderanno a pieno ritmo come se nulla fosse accaduto: parliamo di 8 milioni e mezzo di atti per accertamento, mentre molti di più per quanto riguarda la riscossione. Ora è ovvio e naturale che gli accertamenti fiscali debbano effettuarsi ma sbandierarli in questo momento infelice e drammatico mi pare uno schiaffo alla disperazione. Dalle mie parti c'è un detto ma è un detto sdoganato in tutto il mondo che dice che il sazio non crede al digiuno. Evidentemente non si ha contezza di tutte le problematiche del mondo del lavoro che questa emergenza ha tragicamente aggravato. Piuttosto si vigili che tutti i contributi previsti a sostegno dei cittadini siano stati corrisposti e si faccia una ricerca su chi effettivamente, in virtù del tipo di lavoro che svolge e di quello che è il suo patrimonio, può continuare a pagare tasse e tributi e chi invece deve ricevere necessariamente e al più presto un sostegno. E per far questo, Presidente, vi sono i mezzi tecnologici e umani, altro che cartelle e controlli. Tornando al discorso della fiducia, ribadisco il voto favorevole del MAIE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Con il “decreto Cura Italia” il Governo ha compiuto un primo passo di un lungo percorso che dovrà continuare con i prossimi provvedimenti. Il “Cura Italia” introduce importanti misure per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, emergenza che ricade su tutti i settori economici e sociali e colpisce in modo particolare anche le famiglie. Genitori disoccupati o in cassa integrazione, madri costrette a dividersi tra home working e homeschooling, scuole e nidi chiusi per fare qualche esempio sono sfide da affrontare e alle quali noi, come politici, siamo chiamati a dare risposte e, per poterle dare, le emergenze sanitarie e le emergenze economiche devono essere affrontate contestualmente. Questo vale ancor di più per la programmazione della ripresa. Dobbiamo affrontare i problemi nel loro contesto globale. Non è possibile, per esempio, pensare ad un avvio della fase 2 con misure al lavoro ma scuole e centri estivi chiusi senza alternativa per i bambini e le famiglie.

Tornando al provvedimento in esame come autonomie speciali consideriamo essenziale la disposizione introdotta al Senato secondo la quale il Fondo bilaterale di solidarietà dell'Alto Adige potrà essere arricchito da risorse della provincia.

In questo momento storico è essenziale la collaborazione tra le regioni e il Governo, e si deve valutare in maniera positiva la volontà delle regioni e delle province autonome di dare un loro contributo. A maggior ragione, non vi può essere conflittualità fra esigenze territoriali relative alle misure di riapertura e un piano nazionale che dovrà prevedere un allentamento differenziato in base all'andamento locale dell'epidemia, e perciò al riguardo vi chiediamo vi siano margini di flessibilità.

Chiudo con l'auspicio che riusciremo a superare questo periodo difficile e a uscirne il più rapidamente possibile, e annuncio il voto favorevole delle Minoranze linguistiche sulla fiducia posta dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Intervengo da qua per togliermi la mascherina. Si vota oggi per l'ennesima volta per la fiducia, e francamente, quando il Presidente Mattarella richiamò tutte le forze politiche ad una necessità di collaborazione, e a questo richiamo seguirono molti incontri fra maggioranza e opposizione, tra vertici delle opposizioni e il Presidente Conte, nessuno avrebbe mai pensato che ci saremmo trovati oggi a dover imbavagliare, tappare la bocca a chiunque, semplicemente limitandosi a votare per una fiducia.

Presidente, noi siamo stati tra i primi a denunciare quello che stava succedendo. La mia interrogazione al Ministro Speranza è stata la prima, il 18 di gennaio: fummo scherniti, tacciati di razzismo, di fascismo. Tutte le opposizioni nei giorni seguenti, o a livello istituzionale o partitico, cercarono di lanciare l'allarme ad un Governo che sembrava sordo da questo punto di vista. Poi abbiamo visto quello che è successo nelle settimane seguenti.

Il mio intervento è un intervento pacato, anche se dentro di me, come dentro tutti gli imprenditori di questo Paese, arde un fuoco impressionante. La necessità di riaprire le fabbriche, la necessità di riaprire le aziende, di preservare i posti di lavoro è un qualcosa che veramente rischia di andare oltre a quella che è la percezione della legge. Ci sono imprenditori che volevano e vorrebbero forzare il blocco, pur di non vedere le proprie aziende chiudere e i propri operai perdere il posto di lavoro.

Il Ministro D'Incà, che è stato cortesissimo nelle riunioni con le opposizioni durate ore intere, si è veramente dimostrato cortese ed aperto ad ogni proposta, però a questa cortesia, francamente, è seguito ben poco, se non qualche ordine del giorno sparuto e una promessa di approvazione di questo.

Presidente, c'è confusione nel Paese, c'è confusione da ogni punto di vista, perché gli aiuti non arrivano, arrivano in maniera disordinata, non si capisce quando arriveranno alle famiglie, alle aziende, in che modo. Gestire la cosa pubblica deve essere fatto in maniera ordinata, lo Stato deve essere ordine. Oppure si pensa che l'ordine sia solamente limitare le libertà personali, come stiamo facendo da troppe settimane a questa parte?

Noi stiamo assistendo a qualcosa di assurdo: in queste ore distretti produttivi identici, che producono lo stesso prodotto finito, stanno riaprendo a macchia di leopardo. Il distretto produttivo tessile di Biella stamattina ha riaperto, non si capisce perché, mentre il Governo impone ancora di stare chiuso al distretto tessile di Prato, di Carpi e agli altri distretti tessili d'Italia. C'è disordine, Presidente, non si può votare la fiducia ad un Governo che sta gestendo… capisco la difficoltà, non mi fraintenda, non sto dicendo che assolutamente non ci sono problemi, ma stiamo gestendo questa situazione in maniera assolutamente disordinata.

Concludo, Presidente: tanto disordinata da far pensare che forse sarebbe necessario nei provvedimenti prossimi addirittura uno scudo penale nei confronti di quegli imprenditori che riuscissero a dimostrare che, senza riaprire, sarebbero falliti. Il mio cuore è con quell'imprenditore che vuole riaprire e che cerca di bypassare, ahimè, la legge. Lo dico da uomo di destra, e Dio mi perdoni se dico di bypassare la legge, ma la situazione è drammatica. Si ricordi, Presidente: quando qualcuno ha fame e la fame lo attanaglia, questo qualcuno non pensa più tanto alla legge; va in un supermercato e ruba un panino. Noi siamo arrivati veramente al limite, e quindi, senza gridare, senza urlare, senza dire parolacce, semplicemente mi limito a dire che non possiamo votare la fiducia a questo Governo e, soprattutto, ci riserviamo il diritto anche di continuare a collaborare sulla base dell'accettazione o meno degli ordini del giorno, vincolanti per il Governo, che dovrebbero essere votati domani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, credo che non si possa non partire dalle riflessioni che faceva il Vicepresidente Rampelli. Credo che sia giusto riflettere attorno alle questioni che lui ha posto, perché credo che mai come in questa fase bisogna avere attenzione al ruolo del Parlamento nel suo complesso e, ovviamente, anche alle ragioni e ai diritti dell'opposizione. C'è un'unica riflessione che mi sento di fare, però, con grande onestà al collega Rampelli, ed è questa: lui avrebbe tutte le ragioni se il comportamento e la decisione di non accettare emendamenti fosse stata rivolta tutta nella direzione degli emendamenti dell'opposizione e ci fosse stato, invece, un diverso atteggiamento del Governo nei confronti degli emendamenti della maggioranza. In realtà questo non è avvenuto; alla fine noi voteremo e votiamo la fiducia sull'identico testo approvato in Senato.

Quindi, da questo punto di vista, l'impegno che si era preso il Governo non è stato possibile rispettarlo a 360 gradi, cioè, per dirla tutta, non c'è stato un atteggiamento, a nostro giudizio, contro le opposizioni; è stata fatta alla fine una scelta, che, peraltro, appartiene un po' purtroppo alla tradizione degli ultimi anni, non soltanto di questo Governo e di quello precedente.

Detto questo, però, che credo che ci sia una questione e soprattutto nel prossimo decreto ci sia la necessità di riuscire ad avere un ruolo attivo e partecipe del Parlamento, e all'interno del Parlamento, ovviamente, anche delle opposizioni. La ragione di questa scelta del Governo è credo molto legata… però bisogna anche dare, da questo punto di vista, le attenuanti all'azione del Governo, perché - lo ricordo - su 25 miliardi, che è il totale complessivo del cosiddetto “Cura Italia”, ne erano già stati allocati, prima del passaggio parlamentare, una cifra vicino a 24 e 960. Cioè, sostanzialmente si era cercato in quel primo decreto di dare una risposta il più possibile esaustiva. Non sono sufficienti: è stato annunciato dal Presidente del Consiglio, non più tardi di qualche giorno fa, in quest'Aula, la volontà di addivenire a un nuovo decreto nell'ordine di non meno di 50 miliardi. Credo che allora in quella sede il Parlamento e tutti i gruppi, maggioranza e opposizione, debbano e possano portare il loro contributo, che, lo ricordo, è anche un contributo di ascolto dei territori, perché tutti noi riceviamo quotidianamente segnalazioni di problematiche, che, per un verso, sono anche fisiologiche.

Ci siamo trovati - l'ho detto altre volte, mi scuserete se lo ripeto - in territori assolutamente inesplorati, e pensare di poter fare interventi che in un solo decreto rispondessero a tutte le esigenze di tutte le categorie, di tutte le famiglie, di tutte le imprese, di tutti i soggetti, era e rimane impossibile. Per cui - è questo il giudizio che noi diamo - questo decreto è un tassello di un disegno più vasto, che passa, per esempio, dal “decreto Liquidità”, che è attualmente in Commissione qui alla Camera, e, ovviamente, rispetto al prossimo decreto.

Alla fine, metteremo in campo, come sistema Paese, una cifra molto rilevante, molto superiore a quella che si pensava fosse necessaria e, quindi, da questo punto di vista, credo che lo sforzo del Governo ci sia. Mi spiace anche, da questo punto di vista, che proprio le ragioni - lo ripeto, che io rispetto - di protesta delle opposizioni finiscono però per portare il dibattito fuori, io credo, da un confronto vero e serio sulle soluzioni. Cioè, alla fine, un intervento da 25 miliardi viene vissuto, da parti politiche dell'opposizione e in qualche modo trasmesso all'opinione pubblica come: non si è fatto niente, non c'è niente. Allora, se uno guarda e scorre le ventiquattro pagine della documentazione per l'esame parlamentare prodotta dagli uffici studi, si accorgerà, mettendosi matita alla mano, che di interventi ce ne sono moltissimi. Poi, si può essere d'accordo o non d'accordo, li si può ritenere insufficienti, ma io credo che rendiamo un cattivo servizio a noi stessi e al ruolo del Parlamento se neghiamo l'evidenza. Quindi, da questo punto di vista, credo che i numeri siano importanti. Ne cito alcuni, perché credo che debbano essere di consapevolezza comune. Si dice che non si è fatto niente, non si è fatto niente su molte cose a tutela dei lavoratori; ebbene, sono andato sul sito dell'INPS, quindi, in maniera assolutamente trasparente, non sono dati riservati, e alla data di ieri, in questo momento, sono beneficiari della cassa integrazione 6.755.579 lavoratori e lavoratrici, di cui 4.298.095 già anticipati dalle aziende e 2.457.484 con pagamento diretto INPS. Le domande delle aziende sono state 309.485, quelle già autorizzate 219.295. Noi ci troviamo con lo strumento principe in qualche modo degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione, con livelli che, come è stato ricordato, sono superiori a quelli del 2009, una delle crisi più importanti della nostra storia recente. C'è un problema? Sì, il problema - credo che sia giusto discutere poi sui dati reali - è sulle casse integrazioni in deroga, dove, a fronte di 64.175 domande, ne sono state autorizzate al momento 22.936, pagate 2.038 e i beneficiari sono solo 4.149; ma qui bisogna interrogarsi, però, e neanche scagliare tutte le pietre contro l'INPS, perché se uno guarda poi i dati delle richieste, scoprirà che le richieste ovviamente sono arrivate prevalentemente più che dal sistema industriale, essendo contenuta in questo decreto una norma molto importante, l'ampliamento della CIG in deroga alle aziende più piccole, anche a quelle con un solo dipendente, ovviamente da tutto il settore del terziario. Però, a questo punto c'è da domandarsi perché la Lombardia, la regione, alla data del 22, per esempio, avesse trasmesso all'INPS soltanto 470 richieste contro le 8.999 della Campania, le 29.684 del Lazio, le 704 del Piemonte, le 2.865 della Liguria, le 3.459 del Veneto e le 3.449 dell'Emilia. È evidente che c'è, nella catena di trasmissione, un problema e, quindi, noi siamo assolutamente per sollecitare il Governo da questo punto di vista a un'interlocuzione forte con le regioni, perché ci sia un'accelerazione, perché, poi, alla fine, questo ritardo oggettivo, che i numeri sono qui a testimoniare, evidentemente, finisce per pagarlo l'ultimo anello della catena, cioè i lavoratori e questo, ovviamente, non è giusto.

Così come, avremo poi modo di parlarne con più spazio in occasione del “decreto Liquidità”, c'è il problema di uno snodo che va “oliato” - tra virgolette - che è quello delle banche, che vale però anche sulla cassa integrazione in deroga, perché ci sono state molte revisioni e c'è un protocollo ABI per consentire alle banche di anticipare la cassa integrazione in deroga. Peccato che spesso agli sportelli bancari - non più tardi di oggi ho ricevuto delle segnalazioni - si dice che quello che viene detto a Roma in realtà non è vero. Allora, se questo non funziona, dobbiamo capire dove non funziona, dobbiamo capirlo tutti, perché è interesse di tutti che, alla fine, si possa arrivare a trovare delle soluzioni.

Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, perché credo che, ovviamente, il tema, il non detto che c'è rispetto a questo, è relativo a come noi utilizziamo questi strumenti, a come utilizziamo queste liquidità per porre le condizioni per una ripartenza. Ci sono dei problemi, ancora; noi avevamo proposto diversi emendamenti, poi, sul merito, ovviamente, interverrà domani il collega Fassina, segnalo che alcuni ordini del giorno, lo dico al Governo, per noi sono molto importanti, sono segnali che devono trovare una risposta nel prossimo decreto, come credo che valga anche per diversi ordini del giorno presentati dalle opposizioni che, oggettivamente, individuano delle problematiche ancora aperte e che bisogna provare a risolvere.

Io vorrei dire ancora in conclusione proprio due cose sulla cosiddetta fase 2 della ripartenza. Guardate, non possiamo permetterci, come sistema Paese, di sbagliare questa mossa, non soltanto per le conseguenze economiche, ma soprattutto, in primo luogo, per i rischi e le conseguenze di carattere sanitario. Un'onda di ritorno dei contagi, oggi, rischierebbe di distruggere, di portare al fallimento il nostro Servizio sanitario nazionale, ma più ancora, di mettere allo stremo tutto il personale che sta già vivendo un'esperienza lavorativa e umana assolutamente straordinaria e, da un punto di vista psicologico o prima ancora fisico - basta parlare, ma credo che ognuno di noi lo abbia fatto, con alcuni di loro -, assolutamente insostenibile, ogni giorno che passa; se dovesse arrivare quest'onda di ritorno è del tutto evidente che il sistema rischierebbe di saltare.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICO FORNARO (LEU). Da questo punto di vista, quindi, noi crediamo che la fase 2 debba essere ordinata e governata. Deve essere un'operazione che vede il Governo centrale avere la guida del processo, ovviamente, in collaborazione con le regioni e tutti gli enti, ma in un quadro coordinato; non ci possono essere fughe in avanti, non ci possono essere particolarismi, perché questo è un elemento che riguarda, lo ripeto, prima che l'immagine, soprattutto la parte relativa alla tutela della salute, perché questo rimane un punto, io l'ho detto l'altro giorno e lo ripeto qua, lo ripeto tutte le volte che posso, è giusto parlare di fase 2, è giusto parlare di questioni economiche, però, sempre avendo la consapevolezza, in ogni momento, che noi siamo ancora dentro, pienamente, a una crisi e a un'emergenza sanitaria. Non siamo usciti da quell'emergenza, ci sono territori che stanno mettendo adesso fuori la testa, proprio in queste ore; leggo le dichiarazioni del sindaco di Bergamo che finalmente dice: inizio a vedere il posto dove mettevamo le bare vuoto…

PRESIDENTE. Deputato Fornaro, deve concludere.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo scusa, non avevo sentito l'ultimo richiamo. Stanno mettendo fuori la testa, dopo l'incubo di tutti questi mesi; non possiamo sbagliare, quindi, da questo punto di vista, il decreto va nella direzione giusta, una direzione che va ampliata, corretta e sicuramente deve vedere la partecipazione di tutti per la costruzione di un prossimo decreto che possa mettere nelle condizioni di una ripartenza nei termini che ho descritto. Quindi, noi voteremo a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, illustri rappresentanti del Governo, gentili colleghi: “Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi è più probabile sia un virus molto contagioso e non una guerra. Non missili, ma microbi”, così Bill Gates, fondatore di Microsoft, nel 2015. Ovviamente, soprattutto i partiti conservatori americani accusarono il magnate di far propaganda a favore della riforma sanitaria dell'allora Presidente Obama e di pacifismo d'accatto, ma con quell'intervento il famoso magnate sollecitava gli Stati di tutto il mondo a investire maggiormente sulla sanità per la salvezza dei propri cittadini.

Quello che sta capitando in questi giorni è qualcosa di straordinario per il mondo opulento occidentale: le carestie, noi, le releghiamo, nella nostra mente, nei Paesi più poveri e per questo, con l'egoismo del PIL, non ce ne occupiamo, tranne quando dobbiamo fare i conti con qualche barcone che approda sulle nostre spiagge.

Il COVID-19 ha stravolto in pochi giorni il nostro modo di vivere, fatto di abbracci, di viaggi, di movimento, di aggregazione; ci ha fatto scoprire, con violenza, la paura della morte, della malattia, dell'abbandono, della solitudine; ci ha fatto rimpiangere il non vedere i nostri anziani genitori, le nostre famiglie, i nostri affetti; ha limitato le nostre libertà, quelle libertà conquistate da donne e uomini valorosi - e ci sembra giusto ricordarlo, a pochi giorni dalla festa del 25 aprile - per un bene che gli italiani, quanto mai giudiziosi nel rispetto delle regole, hanno ritenuto più importante: la salvaguardia della vita e della salute propria, quella dei propri cari e della collettività.

Non andrò nel dettaglio del “Cura Italia”, lo ha svolto egregiamente ieri il mio collega e amico Massimo Ungaro e lo farà sapere, meglio di me sicuramente, l'amico Luigi Marattin domani, nella dichiarazione di voto finale; a me spetta il compito di motivare il “sì” di Italia Viva alla fiducia.

Nel leggere il “Cura Italia”, in questi giorni, a più di un mese dalla sua emanazione, si percepisce l'eccezionalità con la quale era stato concepito: occorreva dare più personale, attrezzature, risorse al sistema sanitario, per potenziare il numero delle terapie intensive; bisognava aiutare le famiglie, che all'improvviso si trovavano magari a dover lavorare con scuole chiuse e non più il supporto dei nonni, per il lavoro fatto in questa materia ringrazio personalmente la Ministra Bonetti; consentire alle imprese e ai lavoratori che continuavano a svolgere le proprie attività di farlo in sicurezza; cercare di dare sollievo alle persone con la moratoria sui mutui prima casa, una possibilità estesa anche ai lavoratori autonomi, il cosiddetto Fondo Gasparrini.

Anche noi percepiamo i limiti delle misure adottate sui lavoratori autonomi, partite IVA, piccole e medie imprese, che hanno bisogno di molte più risorse e risposte rapide e certe. Diciamo che i 600 euro e il pasticcio causato dalla piattaforma dell'INPS con il susseguirsi di voci poi smentite sul click day non va nella direzione giusta, e qualcosa di ben diverso e più radicale andrà pensato con i prossimi provvedimenti.

Il fondo che veniva stanziato nel “Cura Italia” - va sottolineato - era limitato, realizzato prima delle modifiche compiute dall'Unione europea sugli aiuti di Stato, prima dell'immissione di risorse dalla Banca di investimenti europei. Quindi, capiamo che il citato decreto non poteva risolvere tutti i problemi e sicuramente non era stato pensato per questo, ma concepito come primo segnale di attenzione per i sacrifici compiuti dagli italiani.

Nelle prossime settimane, però, si dovrà cambiare radicalmente passo, a partire dal “decreto Liquidità” fino a quello “Semplificazioni”, per dare risorse certe, veloci, con metodi semplici e diretti, a tutto il mondo produttivo, alle famiglie, alle persone.

Ricordiamo l'allarme lanciato dalla Banca d'Italia, in questi giorni, di un meno 15 per cento del nostro PIL nei prossimi sei mesi dell'anno. Dopodiché - lo dico soprattutto alle forze di opposizione, che ieri giustamente sono state molto dure con il Governo e si accingono a un voto negativo, se ho ben compreso il senso dei loro interventi - tutti siamo coinvolti nella gestione di questa crisi. Chi qui è in minoranza, è in maggioranza in molte regioni, detta le scelte, soprattutto in campo sanitario, che, grazie al “no” al referendum 2016, anche per vostra volontà, è rimasto di competenza regionale.

Italia Viva è stata la prima forza politica a chiedere, per voce del proprio leader, Matteo Renzi, al Premier Conte, in un'informativa di qualche settimana fa al Senato, che fosse istituita una Commissione d'inchiesta che facesse luce sulla gestione dell'emergenza, perché gli italiani dovevano avere contezza delle modalità con le quali erano state compiute le decisioni di queste settimane. Ho sentito ieri l'opposizione riprendere il punto in molti interventi. Sono convinta, pertanto, che con altrettanta solerzia appoggeranno le richieste fatte da Italia Viva nelle varie regioni di commissioni d'inchiesta anche in quelle realtà, per valutare con quali modalità sono state compiute determinate scelte in materia di emergenza sanitaria.

E, dato il giudizio netto e negativo sulle task force governative, sono convinta che farete luce su quelle usate dalle regioni da voi governate, che in alcuni casi sono state accusate di scelte irresponsabili nel contenimento del virus, come puntualmente denunciato da medici ed infermieri che, non si è capito bene perché, da eroi, dopo tali denunce, sono stati accusati di essere faziosi e di parte.

E, dato l'elogio da parte delle minoranze, del mondo del Terzo settore - e a noi di Italia Viva non può che far piacere, dato l'impegno profuso dal Governo Renzi nella scorsa legislatura, proprio in merito al Terzo settore - chiediamo che vi uniate a noi nel condannare quel che è successo qualche giorno fa in una RSA lombarda, dopo la denuncia, da parte dei lavoratori di una cooperativa, delle scarse misure di sicurezza per pazienti e lavoratori, la rescissione del contratto da parte della RSA e la conseguente perdita del posto di lavoro dei lavoratori. Sono più che sicura che vi attiverete presso le strutture per la revoca della decisione.

Italia Viva voterà la fiducia. Non è tempo di polemiche, non è tempo di vuoti politici, è tempo di decisioni. La politica deve essere all'altezza della sfida, deve essere coraggiosa. Noi di Italia Viva, con le nostre Ministre Bellanova e Bonetti, con il nostro sottosegretario Scalfarotto, al quale va la nostra gratitudine per come ha saputo gestire il rientro dei nostri connazionali dall'estero, con il nostro leader, Matteo Renzi, con i nostri parlamentari e i nostri amministratori locali, continueremo a mettere a disposizione le nostre idee, la nostra passione, le nostre convinzioni; e poco importa se queste stesse vengono accolte con ironia. Tre settimane fa parlammo della riapertura del Paese in sicurezza: ci avete criticato, tutti, dandoci degli incauti improvvisatori; oggi ci state rincorrendo, denunciando ritardi.

Le nostre proposte, come quelle di Italia Shock, 100 opere necessarie per le infrastrutture del Paese, compresa la manutenzione delle scuole, da realizzare copiando il modello Genova, Expo e Pompei, che noi presentammo ad ottobre 2019, quando la nostra economia era in stagnazione, sono ancora più urgenti in un momento di recessione come questo.

Concludo questa sommaria carrellata con la riapertura delle scuole e l'esame di terza media e maturità fatto in sede. Non si può riaprire il Paese senza riaprire le scuole, in sicurezza ovviamente, come stanno facendo tutti gli altri Paesi. L'Italia deve dimostrare di essere all'altezza della meglio gioventù e delle sfide del futuro, che passano proprio dalla scuola.

Come scriveva Ernest Hemingway in Per chi suona la campana, “oggi non è un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma quello che accadrà in tutti gli altri giorni che verranno può dipendere da quello che farai oggi”: è questa la consapevolezza che deve guidare tutti noi nel compimento delle prossime scelte, per il bene degli italiani, per il futuro del nostro Paese. È con questa consapevolezza che Italia Viva voterà “sì” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ci abituiamo a questi nuovi costumi che il Parlamento richiede. Presidente, Governo, anche se in esigua rappresentanza, noi, in queste ore, ci stavamo a interrogare su come dirvi che non voteremo la fiducia a questo Governo; non perché sia un atto normale; in fondo, ogni volta che si vota la fiducia a un Governo, ci si deve domandare se sia una forza rappresentativa di una parte di questa nazione, più o meno grande, noi crediamo anche maggioritaria, se si dovesse mai riuscire a votare; però, ci chiediamo, ogni volta, come spiegarvi che questo strumento è uno strumento improprio.

Noi oggi avremmo potuto parlare di questioni tecniche sul “Cura Italia”, sulle questioni e le ragioni per le quali, a nostro avviso, questo provvedimento non coglie il risultato che tutti quanti noi speravamo riuscisse a cogliere, quello di aiutare l'Italia a reggersi in piedi, perché di questo si tratta. Non lo farò io, in questo intervento, perché ieri Fratelli d'Italia, da quei banchi, ha tenuto gran parte della discussione: quattro quinti della discussione di ieri su questi interventi sono stati tenuti dai deputati di Fratelli d'Italia; qualcuno ha avuto l'ardire di chiamare quegli interventi ostruzionismo: cinque ore di interventi su un decreto di 25 miliardi, pari a una finanziaria dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quei deputati, chi non li ha ascoltati, lo può fare dal sito della Camera, Presidente, per vedere se erano interventi ostruzionistici, oppure se invece raccoglievano le istanze delle categorie, dei professionisti, dei medici, degli infermieri, delle imprese, dei commercianti, del mondo del turismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di tutti quelli che stiamo ascoltando, anche se con strumenti diversi da quelli che ci appassionano di più, perché, vede, quello che ci manca di più è il rapporto con il territorio, poter parlare direttamente con la gente e stare in piazza. Ma li abbiamo ascoltati lo stesso, abbiamo audito tutti, abbiamo riportato nella sede opportuna del dibattito sui temi che riguardano la nostra nazione le questioni che ci hanno posto.

E domani continueremo, con gli ordini del giorno, uno strumento che non ci poteva essere tolto e che abbiamo fortemente voluto venisse ancorato anche al nome di chi voterà in un modo o nell'altro, in modo tale che tutti noi possiamo, domani, prenderci la responsabilità delle scelte di indirizzo che intendiamo compiere in quest'Aula riguardo alle necessità di questa nazione. Lo faranno i colleghi, lo farà in dichiarazione di voto il presidente del gruppo in Commissione bilancio, Paolo Trancassini, che, insieme agli altri colleghi, ha impedito anche blitz, anomalie, in una Commissione bilancio che, su 25 miliardi, è durata due ore, forse meno. E, allora, se questi miei colleghi forse, anzi, sicuramente meglio di me, tratteranno i tratti tecnici, io credo che le questioni che sono state qui aperte di natura politica meritino un approfondimento.

Qual è il ruolo del Parlamento? Qual è il ruolo in questa nazione strana, nella quale governa un Presidente del Consiglio che, in campagna elettorale, era poco più di una controfigura e che è stato, in una Repubblica parlamentare, nominato - per usare un termine caro a Casalino - Presidente del Consiglio da due forze politiche che si sono contrastate con programmi alternativi e che hanno proposto agli italiani scelte diverse e che, oggi, lo tengono in piedi, con l'imbarazzo che traspare dagli interventi anche della maggioranza, perché quel Presidente, che trae forza dal Parlamento, ignora il Parlamento? C'è una strana confusione che i colleghi hanno notato, quelli di opposizione lo fanno con più veemenza, quelli di maggioranza lo fanno in maniera più quieta: in questa Italia, quello che sta accadendo è che il potere esecutivo si sta sostituendo al potere legislativo primario, piano piano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in una fase di assuefazione che rischia di essere la più pericolosa conseguenza di questa dinamica. Rischiamo di avere in eredità un Parlamento delegittimato. Chi guarda quest'Aula vede chi manca, quali forze politiche sono meno attente al dibattito parlamentare. Certo, il MoVimento 5 Stelle lo ha detto anche prima, ha fatto dei ragionamenti nei quali, sempre, hanno raccontato che dentro le istituzioni c'erano i ladri sempre più ladri, che dentro le stanze dei bottoni c'era gente che non rappresentava mai le istanze del popolo. Ci hanno dipinto a tutti come caricature, per poi entrare nelle stanze dei bottoni e diventare le caricature che avevano descritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con una boria senza pari, con un atteggiamento e un disprezzo delle istituzioni che non ha eguali. Si sono comportati alla stessa maniera nella prassi, ma con una capacità di autoassolversi, in nome di una trascendenza che non è data da Dio, ma da Casaleggio e Grillo. Un po' poco per giustificare quello che sta avvenendo in queste Aule in questi giorni. Noi, rispetto all'interesse nazionale e all'interesse di questa Italia, ci siamo messi a disposizione, lo abbiamo fatto quando vi abbiamo consigliato di ragionare su cifre diverse. Si parlava di 3 miliardi per affrontare la crisi economica, dopo una settimana di 7, poi siamo arrivati ad avvicinarci ai 30. Poi, avete messo in campo un decreto non condividendolo, come il Presidente mentendo - e gliel'abbiamo anche detto -, racconta agli italiani: ha messo 25 miliardi e ce lo ha fatto sapere attraverso i social, quei social che utilizzate, evidentemente, solo in uscita, perché a voi non arriva il grido d'allarme che la gente, anche sui social, trasmette. Leggete, magari, degli imprenditori in questi giorni che tentano il suicidio oppure dei semplici commercianti che vanno in banca e si ritrovano di fronte alla burocrazia che avete lasciato in questo decreto, impossibilitati ad essere sostenuti non dico per tenere in piedi le aziende, gliele abbiamo chiuse, gliele avete chiuse, le aziende, ma perché sono impossibilitati ad immaginare come riaprire.

Oggi c'era una ragazza di un comune, Nerola, un comune che è stato chiuso, è stato zona rossa per un lungo periodo, che fa le pizze al taglio. Oggi ha fatto vedere il suo conto corrente: 25 euro in attivo. Dice: io, di fronte a questo, cosa posso fare? Non posso comprare gli strumenti di sanificazione, sono andata in banca e mi hanno detto: chiedili a tuo padre i soldi, perché i meccanismi, la farraginosità per ricevere questi soldi sono troppi. Che cosa posso fare per tenere in piedi la mia azienda? Mi facciano riconsegnare la partita IVA, chiedo il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E questo, forse, è l'obiettivo, creare nuove clientele, attraverso uno strumento che doveva essere un ammortizzatore sociale per far lavorare e che diventerà uno degli elementi per cui, probabilmente, questa nazione, alla lunga, non ce la farà più.

Noi, in questi giorni, ci stiamo interrogando sul ruolo del Parlamento, perché abbiamo seguito tutte le regole, abbiamo provato a contribuire con emendamenti, ci avete detto “invarianza di bilancio”, termine tecnico che significa non si toccano le cifre. Va bene, ci stiamo. Ragioniamo sugli ordinamentali che, in termini tecnici, significa che si lavora solo per eliminare quei gravami, quelle questioni che rendono più difficili gli interventi puntuali nella nostra economia. Ve li abbiamo portati, ci avete detto che sono troppi; li abbiamo diminuiti, li abbiamo portati a venti e, anche lì, abbiamo trovato le porte sbarrate; e il voto di fiducia al Senato, dopo giornate in cabine di regia, nelle quali noi portavamo proposte; ci veniva detto che si poteva arrivare da qualche parte e non si arrivava da nessuna parte. Poi, qui alla Camera stessa pantomima, stessi risultati. Ha ragione il collega Fornaro: non è un problema tra maggioranza e minoranza, è un problema tra Governo e Parlamento quello che stiamo ponendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), collega Fornaro, un collega che io stimo per la capacità di analisi e a cui non sfugge quale è il quid di questa vicenda.

Abbiamo visto umiliato il Parlamento in questa fase, collega Fornaro, ed è per questo che abbiamo chiesto di tenere aperto il Parlamento, che non significa tenere aperto il portone, che non significa fare solo le sedute straordinarie che avevamo previsto in un clima di unità nazionale, nel quale alcune competenze passavano a cabine di regia condivise. Noi non vogliamo e non abbiamo mai pensato che “unità nazionale” significhi condividere le poltrone. Fratelli d'Italia è rimasta sempre al posto dove l'hanno messa gli elettori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi volevamo condividere le scelte, in nome e per conto del popolo italiano, le poltrone ve le lasciamo, non ne abbiamo mai sentito il bisogno. Ed è proprio per questo che abbiamo sollecitato una ripresa dei lavori parlamentari, nel plenum dei lavori, perché non ci sentiamo migliori degli altri: sappiamo benissimo che stare qui dentro è un rischio per tutti e ci scusiamo con il personale che, purtroppo, deve essere con noi, ma se i medici stanno in corsia, se gli infermieri stanno in corsia per curare i malati, se gli operai stanno nelle fabbriche per garantirci i servizi essenziali, i parlamentari stanno qui a garantire la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). QQuesto è l'obiettivo che ci siamo posti con la nostra polemica che, per fortuna, ha accolto. Grazie Presidente, a lei l'obiettivo di farci trovare qui.

Perché quello a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni è pesante: abbiamo visto rinviare - vado a chiudere - le elezioni regionali, abbiamo visto rinviare la nomina dell'Agcom e del Garante per la privacy, in un momento in cui si sta discutendo di “Immuni”, una app che ancora bisogna chiarire che cosa controllerà esattamente delle persone che decideranno di utilizzarla, se decideranno di utilizzarla. Abbiamo visto task force nominate, i tanti tecnici che sostituiranno, immagino, le competenze che mancano all'interno del Governo, perché, altrimenti, non si capisce bene a che cosa possono servire. Abbiamo visto Ministri intenti alla spartizione delle nomine, da cui l'opposizione, per fortuna, si è in blocco tirata fuori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ebbene, mentre si occupano gli spazi, si occupano le poltrone, il Parlamento deve poter agire nelle sue funzioni di controllo e di indirizzo in maniera piena. Questo abbiamo chiesto e questo faremo, anche con rischi, purtroppo, maggiori di quelli che si potevano avere.

Io credo - e voglio dirlo con un uomo che non appartiene alla mia cultura politica, ma è un esempio della cultura di questa nazione - che, quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione, come è avvenuto con questi voti di fiducia, e la minoranza non osa reagire, allora in pericolo è la democrazia. Allora, Presidente, lo voglio dire con chiarezza e lo sollecito a tutti i parlamentari: diamo retta a Umberto Eco, prendiamo questo come stimolo e come spunto e garantiamo che il Parlamento reagisca, maggioranza e minoranza, rispetto a questo tipo di indirizzo. Fratelli d'Italia sarà su quei banchi a garantire la democrazia e la Costituzione, perché da quei banchi, troppe volte - troppe volte -, la gente che ci si è seduta in passato ha avuto le piazze vietate, è stata tenuta fuori dalle dinamiche di questa nazione, con i risultati che abbiamo visto. Troppe volte. E noi siamo più abituati a difendere la libertà probabilmente di chi non conosce i rischi di non averla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, dall'ultima volta che sono intervenuta in quest'Aula, poche settimane fa, sinceramente sembra che sia passata quasi un'era geologica. In poche settimane il mondo è cambiato e il nostro modo anche di vedere la realtà, di concepire le relazioni, di concepire la stessa natura di alcuni provvedimenti che abbiamo dato per scontati in questi anni è cambiato.

Mentre venivo qui stamattina sentivo alla radio Radio 24 - cito la fonte - un noto commentatore economico che stava dando i dati e le proiezioni del PIL degli Stati Uniti e del continente europeo per quest'anno; stava dando i dati previsionali dello sfondamento dei deficit. Questo noto commentatore economico a un certo punto ha detto: sentite, io non so come commentare questa notizia, perché è fuori da tutti i parametri che noi ci siamo dati negli ultimi 20, 25 anni; siamo di fronte a qualcosa di completamente diverso.

Questo è quello che stiamo affrontando, lo sta affrontando il Governo - e immagino con moltissime difficoltà, alcune delle quali le stiamo vedendo - , lo stanno affrontando gli enti locali, anche loro con difficoltà e con molti errori che abbiamo visto, e lo stiamo affrontando noi. Ma quello che noi dobbiamo fare è un salto di qualità in questo Parlamento e come parlamentari; dobbiamo farlo e lo dobbiamo rivendicare, e lo rivendichiamo anche come gruppo del Partito Democratico.

Noi abbiamo il dovere - il dovere - di analizzare, di osservare e di indicare una via per il nostro Paese in questo Parlamento, perché noi qui rappresentiamo tutti gli italiani: questa è la frontiera dell'Italia e della democrazia.

Fra pochi giorni celebreremo una data, quella del 25 aprile, che oggi ha un nuovo e rinnovato significato perché dobbiamo nuovamente affrontare una nuova fase, a cui non eravamo prima preparati. Queste prime settimane, la quarantena, il lockdown, è evidente che in questo provvedimento ci sono misure prese in modo straordinario, d'urgenza, correndo, rispetto a un virus, un qualcosa che per la maggior parte degli italiani, e anche per la maggior parte delle persone in questa sala, sono qualcosa di misterioso: la malattia, le infezioni, il modo in cui si propaga, da dove è nato. Oggi stiamo cominciando semplicemente a comprenderne la composizione e l'evoluzione, in Europa e nel resto del mondo. Ebbene, le misure prese in questo provvedimento, nel decreto, sono misure sanitarie straordinarie; misure sul lavoro, misure sui comparti, misure sulla vita quotidiana straordinarie, ma certamente - lo sappiamo bene - sono soltanto un primo pezzo.

Nei prossimi giorni discuteremo qui due importanti decreti, il “decreto Liquidità” e il decreto cosiddetto “Aprile”, in cui si gestiranno e si destineranno risorse per uno sfondamento probabilmente superiore ai 55 miliardi. In queste ore è stato appena approvato - mi sembra, o almeno così si leggeva sui social - il Recovery Fund in Europa, e misure per circa 550 miliardi; misure enormi. Speriamo che bastino, ma quello che noi vorremmo determinare - lo dico essendo stata relatrice in questi giorni di questo provvedimento in quest'Aula e avendolo fatto con lo spirito di trovare la massima partecipazione da parte di tutti i gruppi parlamentari, per difendere non le bandiere di partito ma le bandiere di buon senso - è che tutte le proposte che sono pervenute e che trovavano una agibilità, nel senso che erano chiare ed avevano un obiettivo misurabile e concreto, erano proposte che dovevano essere portate avanti.

Presidente, queste proposte, che non hanno una bandiera ma hanno delle soluzioni pratiche, noi le vogliamo vedere nei prossimi provvedimenti. E vogliamo che il Parlamento, nelle funzioni differenziate, maggioranza e opposizione, nel rispetto delle proprie prerogative, possa segnare e indicare una visione per questo Paese, per i nostri cittadini che sono sicuramente confusi là fuori, che vedono i dati come li vediamo noi e che vogliono sapere che c'è un luogo votato, che è questo, che saprà indicare una strada, e insieme, insieme uniti nelle nostre differenze, questa sarà la strada con la quale potremo ancora una volta portare l'Italia fuori da questa difficile crisi, che non ha precedenti ma per la quale dobbiamo essere pronti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Presidente, per la prima volta quest'Aula, l'Aula di Montecitorio, è chiamata ad esprimersi su un provvedimento di merito legato all'emergenza COVID-19; per la prima volta, attraverso un voto, esprimeremo il nostro giudizio sull'operato di questo Governo.

Dico subito che io per prima avrei voluto essere qui questa sera per esprimere un “sì” convinto e unanime a questo decreto: è quello che si fa ed quello che si è sempre fatto di fronte alle grandi emergenze nazionali. Lo hanno fatto tre generazioni politiche prima di noi di fronte alle grandi tragedie, del dopoguerra, del terrorismo, dei grandi terremoti - penso a quello del Friuli e a quello dell'Irpinia - e lo hanno fatto perché i Governi di allora hanno avuto la capacità di mettere da parte l'interesse e l'orgoglio di partito in nome dell'interesse e dell'orgoglio nazionale.

Voi no, voi avete scelto un'altra strada. Avete escluso da tutte le decisioni sulla crisi le forze politiche che non siedono in Consiglio dei ministri anche se non sono minoranza nel Paese, perché rappresentano la metà del Paese. Non una proposta da noi avanzata per sostenere le imprese, le partite IVA, le famiglie, per sburocratizzare, per sostenere l'agricoltura e il turismo è stata da voi accolta. Persino uno dei miei emendamenti, quello a sostegno delle famiglie di persone con disabilità grave, è stato da voi respinto.

Vi siete arrogati il diritto di decidere da soli in uno dei momenti più drammatici, più tragici della storia della Repubblica italiana. Lo avete fatto mentre la democrazia è sospesa, le elezioni sono rinviate a data da destinarsi, mentre 60 milioni di italiani sono reclusi in casa, terrorizzati dal virus, dall'assenza di prospettive, dalla mancanza di lavoro. Lo avete fatto mentre sono interdetti tutti i diritti costituzionali: il lavoro, la libera circolazione, l'istruzione. Lo avete fatto mentre si contano decine di migliaia di morti: oltre 25 mila morti. Lo avete fatto mentre è alle porte un'altra strage drammatica, quella delle imprese, dei posti di lavoro, delle partite IVA; mentre è alle porte una recessione spaventosa, che farà crollare il prodotto interno lordo di 9 punti percentuali; 15 punti percentuali in un trimestre, come dice l'Ufficio parlamentare di bilancio. Lo avete fatto mentre si parla di nuovi poveri, che raggiungeranno una cifra spaventosa di 10 milioni.

Questo è il quadro nel quale vi siete mossi, senza spirito di condivisione, con superficialità e anche con dilettantismo; eppure i segnali di collaborazione non sono mancati da parte di tutte le opposizioni; da ultime le riflessioni del presidente Berlusconi sull'utilizzo dei fondi europei. Eppure voi li avete ostinatamente rifiutati; avete ignorato tutte le opposizioni, avete ignorato le imprese, avete ignorato il mondo del lavoro, avete ignorato la voce delle donne. Ma veramente pensate di salvare il Paese tenendo fuori dalla task force sulla ricostruzione la metà della popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Pensate di risolvere la fase 2 in un affare tra uomini, nel 2020? Ma non vi sentite ridicoli neanche un po'? Allora, che tutto questo lo faccia il MoVimento 5 Stelle, non stupisce: un movimento senza storia, senza riferimenti culturali se non ondivaghi e confusi, che identifica la Cina come interlocutore nello scacchiere internazionale, ma che ha appreso bene la lezione riguardo la spartizione e l'occupazione all'interno dei CdA, delle poltrone dei CdA delle società pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Che lo faccia il MoVimento 5 Stelle non stupisce, che lo faccia il Partito Democratico onestamente sorprende, perché è un partito che una storia ce l'ha, un partito che quelle grandi emergenze che ho citato prima (terrorismo, dopoguerra, terremoti) le ha vissute, invocando in quei frangenti condivisione di scelte e di responsabilità. Colleghi della sinistra, lo sapete anche voi che senza la lungimiranza di Enrico Berlinguer, di quella classe politica, probabilmente le Brigate Rosse avrebbero insanguinato per altri anni le strade delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); probabilmente avrebbero prevalso sull'Italia libera, democratica, repubblicana. Quando avete dimenticato quella lezione? Quando avete deciso che l'interesse di partito, anche di fronte a grandi emergenze, poteva prevalere sull'interesse della nazione? Ma poi per cosa? Quali sono le conseguenze di questa gestione divisiva della crisi? Sono conseguenze, esiti, non all'altezza della grande sfida che stiamo attraversando, dal punto di vista dei provvedimenti adottati e dal punto di vista della comunicazione. Sulla comunicazione istituzionale bisognerebbe stendere un velo pietoso: ce le ricordiamo tutte le conferenze stampa del Presidente del Consiglio, gli appuntamenti notturni con milioni e milioni di italiani incollati alla televisione per capirne qualcosa di più, salvo poi non capirci nulla, perché aggiungevano confusione a confusione ed erano fatte senza mai uno straccio di decreto a supporto. Ci ricordiamo cosa hanno provocato: l'esodo dei pendolari dal nord al sud del Paese con il rischio di infettare aree non contagiate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ci ricordiamo il panico degli imprenditori, che, dopo la conferenza stampa del sabato sera e il balletto sui codici Ateco, non avevano ancora capito se il lunedì erano in grado di poter riaprire le aziende oppure no. Così come ci ricordiamo, prima della chiusura, del lockdown, l'incubo dei genitori che accompagnavano i loro figli a scuola e non sapevano se il giorno dopo avrebbero potuto riportarli oppure no. Basta con questo andazzo! La comunicazione istituzionale, soprattutto in condizioni di emergenza, deve essere seria, rigorosa, chiara, trasparente, con documenti, decreti a supporto, in modo tale che i cittadini possano immediatamente consultarli per fugare eventuali dubbi.

E poi, dicevo prima, i provvedimenti adottati: insufficienti, tardivi, parziali. Mentre altri Paesi europei hanno da subito stanziato chi il 4 per cento del PIL, chi il 2 per cento del PIL (Germania, Francia), l'Italia ha stanziato, su insistenza delle opposizioni, un misero 0,9 per cento del PIL, soltanto 25 miliardi, che sono gli unici ad oggi sul tavolo per fronteggiare la crisi. Perché? Nonostante il cappello della BCE, nonostante la BCE comprasse i nostri titoli di Stato, nonostante la sospensione del Patto di stabilità, si poteva da subito immaginare di mettere in campo strumenti e risorse per fronteggiare lo tsunami che ci sta travolgendo. E le poche risorse che avete stanziato, che avete previsto, non arrivano neanche a destinazione, perché tanti, troppi lavoratori non hanno ottenuto ancora la cassa integrazione; tanti, troppi professionisti ancora non hanno ottenuto il bonus di 600 euro, su cui non posso tacere anche un pregiudizio ideologico che ha guidato le vostre scelte, perché ad artigiani, commercianti, professionisti avete riconosciuto una mancia risibile di 600 euro, inferiore alla cifra che prendono i percettori del reddito di cittadinanza. Avete abbandonato migliaia di imprese, milioni di lavoratori, di famiglie, che sono rimasti e continuano a restare tutt'oggi senza un euro in tasca a più di un mese e mezzo dalla crisi.

E il “decreto Liquidità”, che è in discussione nelle Commissioni, non fa ben sperare, perché anche questo è stato annunciato dal Presidente del Consiglio in pompa magna, con una potenza di fuoco di 400 miliardi di euro come garanzia per le imprese, per ottenere i quali, però, ci sarebbe bisogno di uno stanziamento di 30 miliardi, mentre voi ne avete stanziato soltanto uno. È chiaro che le banche rallentano l'erogazione del credito alle imprese, e poi per ottenere prestiti al di sotto dei 25 mila euro, una cifra che servirà sì e no per pagare le tasse allo Stato, quindi per restituire soldi allo Stato, i piccoli imprenditori devono fare i salti mortali, una corsa a ostacoli per superare ben 19 adempimenti.

Questo è l'esito della gestione divisiva dell'emergenza. E dopo l'emergenza ci sarà la fase della ripartenza, su cui vedo che avete molte idee anche molto confuse; e poi ci sarà la fase della ricostruzione, che sarà ancora più importante. E la priorità della ricostruzione è la crescita del Paese, è la creazione di nuovi posti di lavoro, è la creazione di nuova ricchezza, che sono priorità di cui non parlate…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Perché mentre discutete - e concludo, Presidente - di MES sì, MES no, non capite che l'Italia non può vivere di soldi presi a prestito, ma deve vivere di ricchezza propria. E per vivere di ricchezza propria deve produrre ricchezza, e serve un grande piano di liberazione delle imprese, dei cittadini e delle famiglie dalle tasse e dalla burocrazia. Concludo, Presidente, ricordando che queste responsabilità peseranno sulle vostre spalle davanti al Paese e davanti alla storia. Il no che noi pronunciamo è un no al merito e per il metodo utilizzato. Questa volta siamo noi che diciamo: non in nostro nome (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bellachioma. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, da quando è iniziata quest'emergenza sanitaria per il Coronavirus si sta facendo a gara, a partire dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e più in giù Ministri, sottosegretari, collaboratori, consulenti, scienziati e leader dei partiti di maggioranza, a chi la spara più grossa e a chi vuole a detenere il primato delle bugie. Ne avete rifilata una dietro l'altra, a partire da quella del dossier segreto tenuto per un mese in un cassetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, a seguire, quella della dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio. Avete motivato dicendo che non volete spaventare il popolo. Siete andati in giro a dire che era tutto a posto, avete fatto i fenomeni e oggi vediamo come è tutto a posto. A furia di essere bombardati da questa raffica di balle, avete quasi convinto tutti che la situazione era sotto controllo, che nessuno sarebbe stato abbandonato, che lo Stato c'era, e che l'emergenza sanitaria ed economica l'avreste affrontata con coerenza e con prudenza. Oggi invece ci ritroviamo con un disastro sanitario ed economico di proporzioni bibliche: dal punto di vista sanitario, con migliaia di persone decedute e con un sistema in tilt; da un punto di vista sociale, con gli italiani agli arresti domiciliari; ma soprattutto, da un punto di vista economico, con autonomi, imprese, lavoratori e partita IVA nella disperazione più totale, non solo perché hanno perso il lavoro, non solo perché hanno dovuto chiudere le loro aziende e le loro attività, ma anche perché si sono trovati di fronte una muraglia cinese fatta di scartoffie che gli avete propinato da un punto di vista burocratico per avere una miseria, 600 euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e non tutti l'hanno avuta; una cassa integrazione che doveva arrivare il 15 aprile e ancora non vede luce, od un prestito in banca che servirà ancora più ad indebitare quella povera gente. Nel frattempo avete dato spago alla criminalità organizzata e agli strozzini, che - se non lo sapete ve lo diciamo noi - in questi giorni, da Nord a Sud, stanno facendo i saldi.

E al festival delle panzane di Stato di questa armata Brancaleone che avete messo su, 15 task force, 45 esperti per l'emergenza economico-sanitaria, si è aggiunto anche il commissario Domenico Arcuri, uno che sulla app non ce la racconta giusta: da una prima analisi, più che un'applicazione per trattare i contagiati, ci sembra l'ennesimo cappio al collo agli italiani quando farete loro mettere il naso fuori di casa. E se ben pensate, se questa volta pensate di limitare la libertà di un popolo con due firmette di Arcuri e del Presidente Conte, stavolta vi sbagliate di grosso.

Ma passiamo al “Cura Italia”, al decreto sul quale oggi chiedete la fiducia, nato male e finito peggio. Avete dichiarato “una manovra mai vista prima”, e per una volta siete stati di parola: infatti non si è visto nulla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Seicento euro agli autonomi, una misura insufficiente e non dignitosa, al tal punto che ne sono convinto, ma non solo io, che se andate avanti di questo passo farete darwinismo economico, perché alla fine pochi sopravvivranno. A parte poi tutto il caos che c'è stato sul sito dell'INPS, ma quello avete detto che sono stati gli hacker. Poi la cassa integrazione, da liquidare entro il 15 aprile, vorremmo sapere di quale anno.

Con il “Cura Italia” avete dato e dosato male un'aspirina a un malato grave che è l'Italia, ed è nulla in confronto a quello che ci sta propinando l'Europa, che pensavamo che avreste accettato, e che avete accettato, e cioè una morfina di estrema soluzione: se ci fate caso la frase che ho detto ha per iniziale “MES”. Perché, sì, una buona dose di morfina che Germania e qualcun altro ci somministreranno, per alleviarci il dolore quando ad emergenza finita questi Paesi metteranno denti e unghie nelle nostre ferite economiche.

Nel “Cura Italia” avevamo proposto tante cose. Avevamo proposto cose di buonsenso: un anno fiscale bianco, la pace fiscale. Non solo avete bocciato tutti gli emendamenti, e neanche discussi alla Camera; e questo è il famoso metodo di questo Governo, stop and go, che va avanti dalla legge di bilancio: stop al Parlamento nella sua funzione legislativa-emendativa, e vai con la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma poi avete fatto anche danni, perché con qualche emendamento – con qualche emendamento – avete scatenato quello che è forse l'unico vero bazooka che arriverà in Italia: quello che è stato annunciato dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Ruffini, che dal 1° giugno notificheranno 8 milioni e mezzo di atti a privati, autonomi e imprese. Una follia dentro la pazzia, perché gli italiani in questo momento hanno bisogno di soldi, e non di tasse.

State mettendo in croce tutti, perfino i sindaci, e i comuni, su cui avete scaricato grandi responsabilità. E attenzione ai comuni, perché sono già allo stremo: se non pensate seriamente, con i prossimi decreti, di dirottare risorse necessarie per le mancate entrate, li ridurrete a sepolcri imbiancati, e aggiungerete il cotto al bollito. Perché, vedete, se una casa brucia bisogna chiamare i pompieri per salvare il salvabile, e qui servono soldi veri, non promesse, non garanzie, non prestiti: soldi veri e subito, e non comitati pieni di politici e tecnici trombati che da remoto prendono decisioni ridicole e inadeguate, e che poi dovrebbero pure deliberare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma su che cosa deliberano? Possono fare relazioni, possono dare pareri; deliberare che cosa? Decisioni prese che poi hanno efficacia all'esterno: chi li ha autorizzati?

Dati economici: 10 per cento del deficit, 8 per cento della caduta di PIL su base semestrale; l'Ufficio parlamentare di bilancio ha detto: nel primo semestre meno 15; 155-160 rapporto debito/PIL; un disastro senza precedenti. E voi che cosa fate? Promettete, garantite, fate indebitare la gente, eppure fate partire una valanga di avvisi tributari. La gente, cari colleghi, ha fame, non ha più un lavoro, e non sa come pagare cibo, bollette e andare avanti. Dico, svegliatevi e uscite da questo palazzo e andate a vedere, andate a sentire, andate ad ascoltare quello che sta succedendo fuori. Anche perché ci rifiutiamo di pensare e non vogliamo credere che il Ministro dell'Economia, Gualtieri, che è un tipetto che sta abbastanza simpatico dalle parti di Bruxelles, non sia consapevole che la Banca centrale europea può acquistare titoli pubblici fino a 150 miliardi di euro; anzi, la Banca centrale europea si è portata pure avanti col lavoro, perché ha detto che acquista pure i titoli spazzatura, visto che domani le agenzie di rating potrebbero declassare il debito pubblico italiano.

E quindi dovete anche essere consapevoli che il mondo è cambiato: è cambiato il mondo, e dopo Cina e Stati Uniti, anche la Banca d'Inghilterra sapete cosa ha fatto? Ha aperto un canale di credito al Ministero del Tesoro inglese e gli ha detto: “Prendete quello che vi serve, prendete quello che vi serve”. D'altronde, il “Cura Italia” è già entrato nella storia, il decreto “Illiquidità” gli andrà dietro come i due più famosi “pacchi” di questo Governo, dove tra bazooka e potenza di fuoco ci siamo ritrovati con cerbottane e cerini accesi.

Perciò, per tutto quello che ho appena esposto, e per quello che non avete saputo fare e per ciò che avete fatto male, privando soprattutto il Parlamento, ancora una volta, della sua funzione, democratica, di poter migliorare, di poter in qualche modo darvi una mano a fare ciò che non siete stati capaci di fare, dichiaro il voto contrario alla fiducia sul decreto “Cura Italia” da parte del gruppo Lega, con un'ultima raccomandazione: se pensate di essere capaci di salvare questo Paese, fatelo con responsabilità, se pensate di non essere capaci fatevi da parte, ma smettetela di prendere in giro un popolo e di ingannare un intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Trizzino. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore…

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, componenti del Governo, noi oggi ci accingiamo a votare il decreto “Cura Italia”, che è il primo dei tre decreti strutturati dal Governo, per fronteggiare in prima fase, in seconda fase contenere, e in terza fase rilanciare il sistema Italia, che è stato messo in forte discussione dall'emergenza economica dovuta al diffondersi della SARS/COVID-19.

Voglio ricordare a tutti che è di qualche giorno addietro un forte richiamo di Papa Francesco ai partiti politici affinché sappiano operare esclusivamente nell'interesse dei cittadini, dei più fragili e degli ultimi, nella ricerca del bene comune anziché nella ricerca del miserrimo interesse di partito o, ancor peggio, personale. Lo abbiamo ascoltato? Io lascio a ciascuno di noi la risposta dal profondo della propria coscienza. Nella direzione dell'interesse collettivo si è mosso il Governo…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

GIORGIO TRIZZINO (M5S). …che in soli pochi giorni ha messo in piedi una vera e propria manovra da 25 miliardi di euro; il tutto mentre i potentati di alcuni governi regionali davano il via libera a una indecorosa scena del teatrino della politica, con attacchi di ogni sorta, finalizzati a mettere in discussione la fiducia degli italiani nei confronti di questo Governo. Un teatrino al quale non si è sottratta neanche la comunicazione, una certa comunicazione: di queste ultime ore la dichiarazione di un giornalista (lo chiamo ancora così, non so se lo sia), Vittorio Feltri, che afferma pubblicamente, su un canale privato: “I meridionali sono inferiori rispetto ai cittadini del Nord”. Noi non vogliamo più un giornalismo di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che inzuppa la propria penna nell'odio rancoroso. Questo linguaggio non appartiene più al nostro Paese, se lo metta bene in testa chi lo usa. Se qualcuno non lo avesse capito, questo non è più il tempo delle polemiche: è il tempo del lavoro, dell'impegno, delle soluzioni. Con questo decreto, il Governo ha voluto coinvolgere tutte le categorie sull'intero territorio nazionale, con l'obiettivo prefissato di non lasciare fuori nessuno, intervenendo e bloccando l'emergenza in attesa di misure più specifiche, come quelle per la liquidità che sono già operative, ma anche gli indennizzi alle imprese e il reddito di emergenza, che ci auguriamo presto vedranno la luce nel prossimo decreto.

Ma voglio adesso sottoporre a lei, signor Presidente, e per il suo tramite a tutti i colleghi deputati un dubbio che mi porto da tempo con me: il nostro sistema sanitario, del quale lo scorso anno abbiamo celebrato i quaranta anni quindi la maggiore età, si è dimostrato veramente uguale per tutti in questa circostanza? Possiamo davvero affermare che ogni cittadino da Campione d'Italia a Lampedusa abbia avuto garantito lo stesso diritto alla salute? Io non credo, cari colleghi, che questo sia accaduto. Abbiamo purtroppo assistito a momenti di insolvenza e di sofferenza per ogni cittadino che oltrepassava la soglia di un ospedale. Vi era un pezzo di credibilità del nostro sistema sanitario che veniva messo in discussione ogni attimo. Adesso lo possiamo dire: ci è voluta questa pandemia globale per convincere l'intero arco parlamentare, per convincere tutti noi che la stagione dei tagli al nostro servizio sanitario deve rimanere solo un amaro ricordo. La carenza dei posti letto in terapia intensiva ha mostrato i limiti di una politica che da oltre un ventennio considera il Fondo sanitario nazionale alla stregua di una qualunque esigua scatola partitocratica da riempire. La stessa medicina territoriale se fosse stata finalizzata e controllata con maggiore lungimiranza nel recente passato avrebbe potuto contribuire molto di più alla gestione dell'emergenza. Solo da un paio di anni la dinamica del Fondo sanitario nazionale è tornata a crescere a ritmi soddisfacenti. Noi nel decreto abbiamo stanziato 3 miliardi e mezzo in favore del settore sanitario nel suo complesso, compresi i maggiori fondi per la Protezione civile. Oggi è evidente che, alla luce di quanto è avvenuto, diventa indispensabile il potenziamento delle reti territoriali e, in particolare, per quanto a me sta particolarmente a cuore, quello relativo alla rete delle cure palliative: uno strumento in più per deospedalizzare i pazienti con COVID-19. Venticinquemilacinquecento anziani questa sera, quasi una generazione, sono scomparsi nelle rianimazioni, nelle RSA, tanti a casa in silenzio, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita fatta di lavoro e di sacrifici. Se ne è andata una generazione, quella che ha visto la guerra, che ha sentito il rumore dei cannoni, quella che ha sofferto la fame, se ne sono andati spesso soffrendo senza che qualcuno potesse lenire o addirittura accorgersi dei sintomi drammatici generati dalla malattia. Sono morti soffocati; sono morti in preda ad una dispnea drammatica; sono morti in preda ad un delirium ingestibile, senza una carezza, senza che nessuno gli toccasse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne sono andati i nonni…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

GIORGIO TRIZZINO (M5S). …la memoria storica del nostro Paese, patrimonio di questa nostra umanità. L'intera Italia deve dire loro grazie e accompagnarli in quest'ultimo viaggio almeno con il nostro pensiero riconoscente. Come riconoscente e imperituro deve essere il nostro, il mio personale pensiero nei confronti di quanti hanno sacrificato la loro vita per stare accanto ai malati: 145 medici morti, 35 infermieri, 10 farmacisti. A loro l'onore dovuto per avere sacrificato il bene supremo che è la propria vita, donandola agli altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Deputato Cannizzaro, ma cosa sta facendo?

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Gli italiani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e maturità in queste settimane di cui non immaginavamo lontanamente di poter fare esperienza. Hanno osservato le regole imposte dal lockdown. Si sono sobbarcati enormi sacrifici e l'hanno fatto perché hanno avuto fiducia nelle decisioni prese da questo Governo, che si è dovuto cimentare in una prova difficilissima alla quale ovviamente non era preparato, come non eravamo preparati neanche noi. Al di là della retorica stucchevole di un giornalismo d'informazione che ha voluto rappresentare una scienza alla portata di tutti ed asservita alla politica, voglio ricordare qui che la scienza ha il compito di raccogliere informazioni e dati e di interpretarli ma ciò va fatto nel rispetto delle evidenze scientifiche e della loro divulgazione che non può che avvenire all'interno di canali comunicativi e divulgativi specifici.

Insomma un linguaggio scientifico non può essere alla mercé di chiunque. L'informazione non scientifica ha avuto una grande responsabilità negativa in questa vicenda deformando le domande fatte agli scienziati e ai ricercatori, trascinandoli in una sorta di rincorsa a chi la dice più grossa e, di conseguenza e di fatto, banalizzando il ruolo della scienza che si è prestata a questo gioco perverso, al massacro. È necessario che tutti facciamo tesoro degli errori commessi per riprendere il nostro percorso; è necessaria adesso velocità nelle decisioni e la massima tempestività nelle scelte che purtroppo saranno inevitabilmente onerose per tutti. La scelta fatta, politica appunto, va nella direzione della solidarietà e della prossimità: non è un elemento scontato. L'avvento imprevedibile della pandemia così rapido e violento avrebbe potuto realizzare una risposta politica insufficiente o, peggio, inesistente qualora al Governo ci fosse stata l'insipienza e l'inettitudine: così non è stato. Proprio il carattere estremo dell'emergenza ha consentito lo svelarsi degli aspetti più umani e solidali di chi già ne era portatore virtuale. Allo stesso modo purtroppo ha consentito che venissero alla luce interesse, chiusura, egoismo, narcisismo e perfino cinismo in chi ne era depositario fino a questo momento silenzioso. Vedete il virus non maschera, non mette la maschera, ma smaschera.

PRESIDENTE. Miceli… Miceli…

GIORGIO TRIZZINO (M5S). C'entra la cultura, è vero. La nostra è una cultura mediterranea fondata su una matrice dalla quale noi non andiamo sufficientemente fieri, di cui non vantiamo a sufficienza i natali: la cultura della solidarietà, i valori della prossimità, del “nessuno rimanga indietro” che viene fuori con la genuinità e la spontaneità delle persone perbene. Sì, noi siamo persone perbene tutti quanti. Faremmo un torto a noi stessi se non lo riconoscessimo. Il virus che vorrebbe mascherare noi, ci smaschera. Lo ripeto con insistenza: al momento giusto lo Stato esiste, è qui. Quante altre volte, in quante altre occasioni, abbiamo avuto la possibilità di dimostrarlo? Lo Stato c'è, è qui, non riparte da chi sta meglio ma si avvicina a chi sta peggio; non favorisce chi riesce a sopravvivere ma è andato alla ricerca di chi non poteva più farlo; è un treno comandato da una locomotiva che non è sostenuta dai grandi capitani d'industria ma dai silenziosi titolari alla guida di piccole e medie imprese; è uno Stato orgogliosamente smascherato che mostra la sua vera natura solidaristica.

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). C'è un impegno enorme davanti a noi, uno sforzo non alla cieca ma progettato con la ponderazione di chi non può peraltro evitare di scommettere che sulla ripresa. Questo ci fa grandi; questo forse genera invidia a chi non sta cooperando ma anzi sta ponendo ostacoli per un tornaconto degno della peggiore politica di palazzo e genera una scommessa sul futuro: noi possiamo scommettere quando si mantiene la ponderatezza anche davanti ai disastri e alle pandemie, quando si può contare sulle potenzialità non espresse della propria gente, quando pensi sinceramente che non è una follia e, se follia allora non è, allora per noi deve diventare un grande atto di speranza. In considerazione di quanto sopra detto e a nome del MoVimento 5 Stelle comunico il voto favorevole alla fiducia del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). C'è una bara davanti a noi, qui nel vuoto dell'emiciclo: è la bara della democrazia. Un decreto ridicolo, un voto di fiducia imposto contro le opposizioni, i carabinieri che minacciano i preti in chiesa, gli elicotteri che controllano chi corre su una spiaggia vuota, proibiti i funerali, la dittatura dei falsi scienziati del comitato tecnico-scientifico, pieno di contraddizioni, un partito di Governo che si ispira a chi chiamò Umberto Veronesi “Cancronesi”. La confusione delle misure che solo oggi diventano obbligatorie anche qui, quando la Protezione civile, con Borrelli, ha dichiarato: io non uso le mascherine perché rispetto le distanze. Il 25 aprile dovrà essere la festa della liberazione dal ridicolo regime che ci governa (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2463)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Giacomo Portas.

Sulla base di tale estrazione sono poi state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali faranno ingresso in Aula dal lato sinistro all'orario stabilito per ciascuna fascia, e vi prenderanno posto; al momento della chiama sono invitati a scendere al centro dell'emiciclo e dichiarare il voto, e quindi a lasciare l'Aula dall'ingresso del lato destro e a non assembrarsi negli spazi antistanti l'Aula.

Avverto, infine, che, come già avvenuto nelle precedenti votazioni per appello nominale, eventuali richieste di anticipazione del voto, ad eccezione di quelle dei Ministri che ne hanno fatto richiesta, non saranno accolte e che non saranno effettuati reinserimenti nell'elenco dei nominativi dei deputati che non abbiano risposto alla chiama, i quali potranno comunque esprimere il proprio voto in una seconda chiama.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 20,35)

(Segue la chiama)

Colleghi, vi ricordo che le foto non sono permesse in Aula!

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 22,05)

( S egue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato:

Presenti:………………442

Votanti: ………………440

Astenuti: ………………..2

Maggioranza: …………221

Hanno risposto : ……298

Hanno risposto no:…….142

La Camera approva.

Sono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Amitrano Alessandro

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bilotti Anna

Boccia Francesco

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Cappellani Santi

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Colletti Andrea

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Cubeddu Sebastiano

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Re Emanuela Claudia

Delrio Graziano

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Maniero Alvise

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Masi Angela

Mauri Matteo

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Mor Mattia

Morani Alessia

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mura Romina

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nobili Luciano

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Padoan Pietro Carlo

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Portas Giacomo

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Termini Guia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Volpi Leda

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bellachioma Giuseppe Ercole

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Bianchi Matteo Luigi

Bignami Galeazzo

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Brunetta Renato

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cannizzaro Francesco

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Casciello Luigi

Casino Michele

Cattaneo Alessandro

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Ciaburro Monica

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Costa Enrico

Cunial Sara

Dall'Osso Matteo

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Luca

De Martini Guido

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Furgiuele Domenico

Galantino Davide

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannetta Domenico

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Iezzi Igor Giancarlo

Invernizzi Cristian

Labriola Vincenza

Latini Giorgia

Liuni Marzio

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marrocco Patrizia

Maschio Ciro

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Meloni Giorgia

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Mugnai Stefano

Napoli Osvaldo

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Orsini Andrea

Osnato Marco

Panizzut Massimiliano

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Pittalis Pietro

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Prestigiacomo Stefania

Prisco Emanuele

Racchella Germano

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rossello Cristina

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Ruffino Daniela

Russo Paolo

Sarro Carlo

Sasso Rossano

Savino Sandra

Sgarbi Vittorio

Silli Giorgio

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Spena Maria

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tombolato Giovanni Battista

Tonelli Gianni

Trancassini Paolo

Tripodi Maria

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

De Toma Massimiliano

Silvestri Rachele

Sono in missione:

Borghi Claudio

Businarolo Francesca

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carbonaro Alessandra

Cirielli Edmondo

Comaroli Silvana Andreina

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Ferraresi Vittorio

Franceschini Dario

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Gualtieri Roberto

Mammì Stefania

Molinari Riccardo

Morassut Roberto

Speranza Roberto

Tateo Anna Rita

Trano Raffaele

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Prima di passare agli ordini del giorno, facciamo una breve sospensione tecnica. Qualche minuto, colleghi, tanto è presto.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 22,30.

La seduta, sospesa alle 22,25, è ripresa alle 22,35.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, la Presidenza ha bisogno di ancora un quarto d'ora per completare le procedure, e dopo saremo a vostra disposizione per riprendere la fase dei lavori.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, mi pare che questa richiesta ulteriore di rinvio per esaminare - usiamo quello che lei ha detto - da parte della Presidenza gli ordini del giorno, mi sembra un po' fuori luogo, visto che nella Conferenza dei capigruppo è stato il Presidente che ha stabilito persino l'orario entro cui dovevano essere presentati gli ordini del giorno.

Non prendiamoci in giro, diciamo com'è: il Governo è pronto ad esprimere il parere su tutti gli ordini del giorno? Se lo è, prenda la parola e lo faccia. Quanti sono gli ordini del giorno sui quali non c'è il parere della Presidenza? Tutti? Impossibile, se no il Governo non saprebbe come procedere. Saranno due, saranno tre, saranno quattro, ma saprete su quali ordini del giorno la Presidenza ha detto che si può procedere, perché non penso che nessuno qui dentro improvvisamente non abbia più saputo scrivere gli ordini del giorno.

Allora, se dobbiamo perder tempo, ce lo diciamo, se invece vogliamo fare un ragionamento corretto, lei sa benissimo che siamo andati anche oltre i limiti previsti per la votazione, perché abbiamo iniziato con venti minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia, quindi il Presidente aveva avuto altri venti minuti per poter studiare gli ordini del giorno e l'ammissibilità dei medesimi, fatto salvo che aveva avuto parecchie ore in precedenza.

Io penso che legittimamente le sarà stata comunicata così, e lei correttamente la comunica all'Assemblea, ma noi non possiamo accettare, a questo punto, il modo di procedere del Presidente della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché, se la responsabilità è del Presidente della Camera, venga il Presidente della Camera ad assumersi la responsabilità; se, invece, il Presidente della Camera improvvisamente diventa anche la foglia di fico del Governo, allora ne prenderemo atto a tutti i livelli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Collega Foti, due cose non farà mai la Presidenza: non la prenderà mai in giro, né a lei né a nessun collega, e non prenderà mai le parti né del Governo né della maggioranza né dell'opposizione, ma sarà arbitro di questi lavori. E se la Presidenza chiede un quarto d'ora per valutare e fare i provvedimenti che competono alla Presidenza, che sono l'ammissibilità di oltre 340 ordini del giorno – e, onorevole Foti, lei sa che questa Presidenza e soprattutto la struttura amministrativa che supporta la Presidenza è sempre stata molto rigorosa nell'esame delle ammissibilità, perché di questo abbiamo discusso lungamente, sia contestando che condividendo le decisioni che sono state assunte - io sono certo che se gli uffici, le strutture e il Presidente chiedono un quarto d'ora di tempo, questo quarto d'ora di tempo è necessario unicamente per svolgere le funzioni nell'interesse collettivo di questo Parlamento.

Quindi, le assicuro che nessuno la prenderà mai in giro e nessuno userà una pausa strumentale per tutelare interessi di parte in quest'Aula, soprattutto con questa motivazione. Quindi, la prego di credermi che le motivazioni sono tutte adducibili alla valutazione di merito sull'ammissibilità degli ordini del giorno. Sospendo la seduta, riprendiamo alle ore 22,50.

La seduta, sospesa alle 22,40, è ripresa alle 22,50.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2463)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Comunico che non ci sono inammissibilità, quindi a questo è servito questo congruo tempo, e mi sembra che sia stato un ottimo lavoro che, come sempre, le nostre strutture hanno fatto. Li ringrazio.

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno Vazio n. 9/2463/37. Ricordo che nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri è stato stabilito che nella seduta odierna si procederà esclusivamente all'espressione dei pareri. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, ordine del giorno Fioramonti n. 9/2463/1, parere favorevole. Ordine del giorno Vizzini n. 9/2463/2, parere contrario. Ordine del giorno Magi n. 9/2463/3 con “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Parere favorevole con riformulazione.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì. Ordine del giorno Silvestri Rachele n. 9/2463/4, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Nitti n. 9/2463/5, parere contrario. Ordine del giorno Rospi n. 9/2463/6, parere favorevole. Ordine del giorno Giacomelli n. 9/2463/7, parere favorevole. Ordine del giorno Borghi Enrico n. 9/2463/8, parere favorevole. Ordine del giorno Frailis n. 9/2463/9, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno Sensi n. 9/2463/10, parere favorevole con riformulazione, che leggo: “a valutare l'opportunità della fissazione, entro il 31 dicembre 2021, di un nuovo termine per il completamento delle procedure di gara per l'affidamento del servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari, in deroga a quanto previsto dal comma 398 della legge 27 dicembre 2019, n. 160”. Ordine del giorno Verini n. 9/2463/11, parere favorevole. Ordine del giorno Bordo n. 9/2463/12, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Cenni n. 9/2463/13, parere favorevole con riformulazione: senza la lettera g) e la lettera h) e con la riformulazione della lettera i): sostituire la frase “stanziare appositi incentivi per la partecipazione a fiere ed eventi” con “prevedere apposite iniziative in ambito promozionale a sostegno del settore florovivaistico”. Sull'ordine del giorno La Marca n. 9/2463/14, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Schirò n. 9/2463/15, parere favorevole. Ordine del giorno De Maria n. 9/2463/16, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Frate n. 9/2463/17, parere favorevole come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Lotti n. 9/2463/18, parere favorevole. Ordine del giorno Incerti n. 9/2463/19, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno De Toma n. 9/2463/20, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Plangger n. 9/2463/21, parere favorevole. Ordine del giorno Silli n. 9/2463/22, parere favorevole. Ordine del giorno Benigni n. 9/2463/23, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Sorte n. 9/2463/24, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, ma solo sulla lettera a), le altre rimangono tal quali. Ordine del giorno Pedrazzini n. 9/2463/25, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Gagliardi n. 9/2463/26, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno De Luca n. 9/2463/27 c'è una riformulazione: nelle premesse, sopprimere “per il cofinanziamento di appositi piani regionali”; e nel dispositivo sopprimere “per il finanziamento in particolare di specifici piani regionali”.

PRESIDENTE. Quindi, è un parere favorevole con riformulazione.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esatto, Ordine del giorno Madia n. 9/2463/28, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Pezzopane n. 9/2463/29, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Soverini n. 9/2463/30, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Gebhard n. 9/2463/31, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Gribaudo n. 9/2463/32, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Martina n. 9/2463/33, parere favorevole con riformulazione: “ad assumere le necessarie iniziative, a partire dai prossimi provvedimenti economici, affinché sia previsto un contributo straordinario di sostegno alla comunità più colpita dall'emergenza dovuta all'epidemia COVID-19, alle province di Bergamo, Brescia”, fino al punto. Ordine del giorno Piccoli Nardelli n. 9/2463/34, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/2463/35, parere favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno Di Giorgi n. 9/2463/36, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Opportunità qui?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esatto.

PRESIDENTE. Sta bene.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2463/37 Vazio, c'è una riformulazione: “impegna il Governo a prevedere nel prossimo provvedimento utile che il ricorso a strumenti telematici (processo da remoto), così come previsto dal decreto di cui in premessa, per lo svolgimento di udienze penali sia escluso, salvo che le parti vi acconsentano, quando vi sia necessità di esaminare parti, testimoni, consulenti o periti”. Quindi favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2463/38 Quartapelle Procopio, anche su questo c'è una riformulazione: “valutare la possibilità di” e espungere il terzultimo capoverso nella parte delle cifre, quindi nella parte della copertura finanziaria.

Ordine del giorno n. 9/2463/39 Fusacchia, anche su questo c'è una riformulazione: “valutare l'opportunità di” togliendo l'ultimo periodo del dispositivo.

Ordine del giorno n. 9/2463/40 Mura, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/41 Montaruli, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/42 Donzelli, c'è una riformulazione: “a valutare la possibilità di favorire iniziative finalizzate al coinvolgimento delle fondazioni bancarie per la tutela dei territori colpiti dall'emergenza in atto”. Ordine del giorno n. 9/2463/43 Bellucci, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/44 Galantino, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di garantire ai comuni l'impiego del personale necessario a fronteggiare i maggiori compiti”. Ordine del giorno n. 9/2463/45 Osnato, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/46 De Carlo, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/47 Butti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/48 Gemmato, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/49 Maschio, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/50 Trancassini, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/51 Lucaselli, c'è una riformulazione “valutare la possibilità di snellire l'iter di approvazione delle domande di accesso alla cassa integrazione in deroga”. Ordine del giorno n. 9/2463/52 Frassinetti, parere favorevole con una riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/53 Deidda, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/54 Ferro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/55 Delmastro delle Vedove, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/56 Cirielli, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di sostenere la produzione, l'acquisto e l'utilizzo di dispositivi di protezione personale, quali mascherine, guanti, gel, disinfettanti ed ogni altro presidio di protezione, prevedendo per questi prodotti la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto”. Ordine del giorno n. 9/2463/57 Bucalo, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/58 Bignami, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/59 Prisco, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/60 Rotelli, parere favorevole con la riformulazione “rivedere i minimi contributivi”. Ordine del giorno n. 9/2463/61 Lollobrigida, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/62 Silvestroni, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/63 Ciaburro, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2463/64 Caretta, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/65 Rizzetto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/66 Acquaroli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/67 Caiata, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/68 Foti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/69 Mantovani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/70 Mollicone, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/71 Zucconi, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/72 Varchi, c'è una riformulazione. Si chiede di espungere le premesse, e la riformulazione è “di valutare l'opportunità di”, togliendo la parola “immediatamente”. Ordine del giorno n. 9/2463/73 Giannone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/74 Baldelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/75 Battilocchio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/76 Casciello, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/77 Siani, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/78 Aprea, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/79 Giacomoni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/80 Martino, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/81 Della Frera, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/82 Pella, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2463/83 Polverini, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/84 Zangrillo, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/85 Zanella, parere favorevole con la riformulazione… Con il periodo che si ferma a “risorse aggiuntive”, espungendo quello che c'è dopo. Ordine del giorno n. 9/2463/86 Cassinelli, parere favorevole con la riformulazione che toglie la parte iniziale, fino a “categorie di lavoratori”. Ordine del giorno n. 9/2463/87 Cannatelli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/88 Versace, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/89 Pittalis, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/90 Marrocco, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/91 Bond, parere favorevole con una riformulazione: “a valutare l'opportunità di riattivare l'Agenzia delle dogane e dei monopoli per riattivare le vendite delle lotterie come Lotto e Superenalotto e giochi annessi, giochi che per le modalità di partecipazione non determinano effetti sulla salute alla luce del breve stazionamento nel punto vendita e non determinano effetti di dipendenza dal gioco d'azzardo patologico”. Ordine del giorno n. 9/2463/92 Nevi, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/93 Rosso, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/94 Novelli, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/95 Mazzetti, parere favorevole con la riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative legislative volte a prevedere la non applicazione della sospensione prevista dall'articolo 103 del provvedimento in esame e dall'articolo 37 del decreto-legge n. 23 del 2020, ai termini dei procedimenti di affidamento di cui al decreto legislativo n. 52 del 2016, se svolti da centrali di committenza o da soggetti aggregatori, ovvero se individuati da amministrazioni aggiudicatrici e enti aggiudicatori quali procedimenti aventi il fine prioritario di garantire la continuità e l'efficienza di attività essenziali ed indispensabili per l'esercizio delle proprie funzioni istituzionali”.

Ordine del giorno n. 9/2463/96 Ruffino, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/97 Paolo Russo, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/98 Rotondi, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di” sul primo impegno, e resta tal quale il secondo. Ordine del giorno n. 9/2463/99, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/100 Labriola, parere favorevole con la riformulazione per il secondo impegno di “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/101 Pettarin, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/102 Sarro, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/103 Marin, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/104 Mulè, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/105 Napoli, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/106 Spena, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/107 Gelmini, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/108 Carfagna, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/109 Baroni Anna Lisa, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/110 Mandelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/111 Prestigiacomo, parre favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/112 Germanà, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/113 D'Ettore, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/114 Cannizzaro, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/115 D'Attis, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/116 Caon, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/117 Pentangelo, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/118 Siracusano, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/119 Calabria, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/120 Fitzgerald, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/121 Occhiuto, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/122 Baratto, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/123 Saccani Jotti, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/124 Tripodi, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/125 Perego di Cremnago, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/126 Sandra Savino, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/127 Tartaglione, parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/128 Bartolozzi, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/129 Deiana, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/130 Varrica, favorevole; n. 9/2463/131 Fontana Ilaria, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/132 D'Orso, favorevole; n. 9/2463/133 Zolezzi, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/134 Daga, favorevole; n. 9/2463/135 Licatini, favorevole; n. 9/2463/136 Barzotti, favorevole; n. 9/2463/137 Costanzo, favorevole; n. 9/2463/138 Amitrano, favorevole; n. 9/2463/139 Giarrizzo, favorevole; n. 9/2463/140 Termini, favorevole; n. 9/2463/141 Raffa, favorevole; n. 9/2463/142 Grippa, favorevole; n. 9/2463/143 Ciprini, favorevole; n. 9/2463/144 Barbuto, favorevole; n. 9/2463/145 Davide Aiello, favorevole; n. 9/2463/146 Testamento, favorevole; n. 9/2463/147 D'Arrando, favorevole; n. 9/2463/148 Nesci, favorevole; n. 9/2463/149 Provenza, favorevole; n. 9/2463/150 Marino, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/151 Mammì, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/152 Menga, favorevole; n. 9/2463/153 Gallo, favorevole; n. 9/2463/154 Tuzi, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/155 Vacca, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/156 Casa, favorevole; n. 9/2463/157 Melicchio, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/158 Lattanzio, favorevole con la riformulazione “ a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/159 Carbonaro, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/160 Lapia, favorevole con la riformulazione dove manca nel dispositivo “ a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/161 Iovino, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/162 Galizia, favorevole; n. 9/2463/163 Papiro, favorevole; n. 9/2463/164 Lombardo, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/165 Cassese, favorevole; n. 9/2463/166 Alberto Manca, favorevole; n. 9/2463/167 Gagnarli, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/168 Gallinella, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/169 Pignatone, contrario; n. 9/2463/170 Maglione, contrario; n. 9/2463/171 Colletti, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/172 Sabrina De Carlo, favorevole; n. 9/2463/173 Ehm, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/174 Suriano, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/175 Aresta, invito al ritiro, se no parere contrario; n. 9/2463/176 Roberto Rossini, favorevole; n. 9/2463/177 Perantoni, favorevole; n. 9/2463/178 D'Uva, favorevole; n. 9/2463/179 Giovanni Russo, favorevole; n. 9/2463/180 Chiazzese, favorevole; n. 9/2463/181 Alaimo, accolto come raccomandazione; n. 9/2463/182 Silvestri Francesco, favorevole; n. 9/2463/183 Cattoi Maurizio, favorevole; n. 9/2463/184 Giuliano, invito al ritiro, se no parere contrario; n. 9/2463/185 Ascari, accolto come raccomandazione; n. 9/2463/186 Scutellà, invito al ritiro, altrimenti parere contrario; n. 9/2463/187 Dori, accolto come raccomandazione; n. 9/2463/188 Cataldi, favorevole; n. 9/2463/189 Macina, favorevole; n. 9/2463/190 Ruggiero, favorevole con riformulazione “ a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/191 De Girolamo, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/192 Cancelleri, favorevole; n. 9/2463/193 Corneli, favorevole; n. 9/2463/194 Martinciglio, favorevole; n. 9/2463/195 Zanichelli, favorevole; n. 9/2463/196 Grimaldi, favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/197 Alemanno, favorevole; n. 9/2463/198 Masi, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2463/199 Paxia favorevole; n. 9/2463/200 De Lorenzis favorevole; n. 9/2463/201 Scagliusi accolto come raccomandazione n. 9/2463/202 Spessotto favorevole n. 9/2463/203 Serritella favorevole con la seguente riformulazione: sostituire nella formula dell'impegno le parole “l'applicazione della sospensione dei termini relativi a procedimenti amministrativi anche a quelli” con le seguenti “la proroga dei termini”; n. 9/2463/204 Elisa Tripodi favorevole; n. 9/2463/205 Forciniti favorevole; n. 9/2463/206 Spadoni favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/207 Manzo invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2463/208 Sodano favorevole; n. 9/2463/209 Lovecchio favorevole; n. 9/2463/210 Donno favorevole; n. 9/2463/211 Adelizzi favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/212 Gubitosa favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/213 Gabriele Lorenzoni favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/214 Misiti favorevole; n. 9/2463/215 Trizzino favorevole; n. 9/2463/216 Buompane favorevole; n. 9/2463/217 Torto favorevole; n. 9/2463/218 Faro accolto come raccomandazione se riformulato, inserendo, ove non già previste, le parole “impegna a valutare l'opportunità di” nonché le parole “secondo modalità compatibili con la normativa europea in materia di aiuti di Stato”.

PRESIDENTE. Quindi, accolto come raccomandazione se riformulato, altrimenti parere contrario.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2463/219 Flati favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/220 Raduzzi favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/221 Zennaro favorevole; n. 9/2463/222 Ficara favorevole con la riformulazione “ a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/223 Cunial favorevole; n. 9/2463/224 Schullian favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/225 Baldino favorevole; n. 9/2463/226 Carnevali favorevole; n. 9/2463/227 Nardi favorevole come raccomandazione se riformulato, ove non già previsto, con le parole “impegna a valutare l'opportunità di” nonché le parole “secondo modalità compatibili con la normativa europea in materia di aiuti di Stato”.

PRESIDENTE. Quindi, accolto come raccomandazione se verrà rimodulato, altrimenti parere contrario.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2463/228 Andrea Romano favorevole; n. 9/2463/229 Trano contrario; n. 9/2463/230 Lupi favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/231 Colucci favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/232 Sangregorio favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/233 Tondo favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/234 Sgarbi favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/235 De Filippo favorevole; n. 9/2463/236 Ungaro contrario sul primo periodo del dispositivo, favorevole sul secondo periodo del dispositivo e favorevole con riformulazione sul terzo periodo se riformulato con “a valutare l'opportunità di sottoscrivere una nuova convenzione (…)” fino al punto.

PRESIDENTE. Quindi, lo consideriamo favorevole se riformulato sopprimendo il primo periodo con le modifiche che ha riferito.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2463/237 Fregolent favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/238 Paita favorevole; n. 9/2463/239 Giachetti favorevole; n. 9/2463/240 Carè favorevole; n. 9/2463/241 Boschi favorevole; n. 9/2463/242 Noja favorevole; n. 9/2463/243 Mor favorevole; n. 9/2463/244 Toccafondi favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2463/245 Marattin favorevole; n. 9/2463/246 Moretto favorevole; n. 9/2463/247 Nobili favorevole con la riformulazione “impegna il Governo a inserire nell'ambito dei prossimi strumenti normativi urgenti specifiche misure di ristoro per i pendolari dei servizi di trasporto ferroviario e TPL, prevedendo in particolare per i soggetti che non abbiano potuto utilizzare abbonamenti per i suddetti servizi a causa delle misure di lockdown la possibilità di richiedere alle imprese di trasporto quale misura di ristoro l'emissione di un voucher di pari importo ovvero l'estensione dell'abbonamento per il periodo non utilizzato”.

Ordine del giorno n. 9/2463/248 Ferri parere favorevole con la riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assicurare titolo preferenziale per il reclutamento dei tirocini della giustizia, dell'ufficio del processo e regionali, nell'ambito delle procedure assunzionali che vengono autorizzate per il Ministero della Giustizia”. Ordine del giorno n. 9/2463/249 Marco Di Maio favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/250 Migliore contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/251 Annibali favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/252 Rostan favorevole con riformulazione, togliendo la parte che prevede l'azzeramento dell'aliquota IVA. Ordine del giorno n. 9/2463/253 D'Alessandro favorevole se riformulato come raccomandazione al Governo ad approvare in tempi rapidi norme modificative del DPR 115 del 2002 dirette a rendere più efficiente la liquidazione dei compensi degli avvocati.

PRESIDENTE. È una raccomandazione o è favorevole?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole se riformulato, ma come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi, è una raccomandazione…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. …con riformulazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2463/254 Vitiello?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Lo abbiamo appena fatto. No, mi scusi. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/2463/253 D'Alessandro è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa atta ad estendere e potenziare l'applicazione dello smart working nel nostro Paese”.

PRESIDENTE. Allora, sull'ordine del giorno n. 9/2463/253 D'Alessandro è favorevole con questa riformulazione.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì. Ordine del giorno n. 9/2463/254 Vitiello è favorevole come raccomandazione con la riformulazione che ho letto prima, che se volete vi rileggo. Ordine del giorno n. 9/2463/255 Occhionero favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/256 Furgiuele favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni, di estendere l'ambito soggettivo di applicazione delle misure di sostegno dei lavoratori e degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori stagionali del settore aeroportuale con contratto a tempo determinato”. Ordine del giorno n. 9/2463/257 Rixi favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni, di prevedere nel primo provvedimento utile delle specifiche misure a sostegno delle imprese operanti nel settore del trasporto merci, della distribuzione, della logistica, del magazzinaggio, prevedendo il riconoscimento di un credito d'imposta per l'acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuale da parte delle citate imprese”.

Ordine del giorno n. 9/2463/258 Latini favorevole. Ordine del giorno n. 9/2463/259 Patelli contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/260 Morelli accolto come raccomandazione, a condizione che le parole (quindi con una riformulazione): “a prevedere per l'anno 2020 alle imprese editrici di quotidiani e periodici” siano sostituite dalle seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere per l'anno 2020 in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici le seguenti misure”.

PRESIDENTE. Quindi è una raccomandazione, se riformulato.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2463/261 Maccanti favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2463/262 Maturi contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/263 Bisa favorevole con la riformulazione: “impegna il Governo ad approvare in tempi rapidi provvedimenti, anche legislativi, idonei a consentire in tempi utili il completamento delle procedure delle attività relative all'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense bandito con decreto ministeriale 11 giugno 2019”. Ordine del giorno n. 9/2463/264 Lolini favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre ogni misura utile volta a impedire almeno per l'anno 2020 l'utilizzo di aste elettroniche”. Ordine del giorno n. 9/2463/265 Gastaldi contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/266 Patassini contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/267 Di Muro favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/2463/268 Bubisutti contrario. Ordine del giorno n. 9/2463/269 Golinelli accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2463/270 Viviani contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2463/271 Loss, Presidente, il Governo, oltre a questo parere, non ne può dare altri questa sera. Quindi le chiedo se è possibile continuare con i pareri che mancano alla fine del fascicolo domani mattina.

PRESIDENTE. Quindi, per il Governo ci fermiamo all'ordine del giorno n. 9/2463/270 Viviani.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, vorrei solo precisare, perché intanto mi stavo per scusare con gli uffici e non volevo metterli in difficoltà, visto che lei ha richiamato il fatto che stavano lavorando con solerzia per le ammissibilità, ma mi sembra che le ammissibilità, Presidente, ci siano state puntualmente. E credo che sia anche giusto puntualizzare che quanto è stato detto in risposta al collega Foti non era esattamente preciso, in riferimento alla responsabilità che il collega Foti faceva presagire anche nel quadro di una impreparazione del Governo a dare risposte puntuali, nonostante gli impegni assunti dalla Presidenza in questo senso ieri nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, proprio su proposta di maggioranza, alla quale noi abbiamo, per spirito di collaborazione, aderito.

Ogni tanto si ventila l'ipotesi che da parte nostra si possa prefigurare un ostruzionismo rispetto al provvedimento: questa è la testimonianza oggettiva che nel momento in cui Fratelli d'Italia si presta a una collaborazione piena, agevolando i tempi richiesti dalla maggioranza, la maggioranza, tramite il suo Governo, non è pronta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Gli ordini del giorno stati presentati nella mattinata di oggi, entro le 10, nei tempi, nei modi che ci sono stati richiesti e quindi ci aspettavamo questa sera di poter completare il lavoro secondo l'ordine che ci siamo dati. Se domani le cose non dovessero andare come sono state previste in Conferenza dei presidenti di gruppo, si sappia bene che la responsabilità è del tutto imputabile al Governo; poi, se la maggioranza riterrà opportuno segnalare al Governo che ha messo in imbarazzo i loro impegni, questo è un problema che non ci può che riguardare di rimessa. L'unica cosa che emerge dall'affermazione che abbiamo ora ascoltato è che il Governo non è pronto, come noi sosteniamo, anche sul piano generale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida. Richiamo però che il senso dell'interruzione di prima non aveva nulla a che fare (e lo dimostra il fatto che ci siamo fermati adesso) con la richiesta del Governo - che onestamente non c'è mai stata - di sospendere la seduta per non esprimerei pareri, di ritardare l'inizio della seduta per dare i pareri. Devo anche dire che il Presidente Fico in Conferenza dei presidenti di gruppo, come lei ricorderà, aveva proposto di far iniziare l'espressione dei pareri del Governo proprio domani mattina, perché riteneva che il carico di lavoro – evidentemente- di tanti ordini del giorno forse non poteva essere espletato.

Comunque sono certo che domani mattina il Governo arriverà preparato con tutti i pareri e recupereremo il tempo utile.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Soltanto per dire: grazie, Presidente, per averci confermato che anche lei crede che il Governo sia del tutto impreparato a dare anche il parere sugli ordini del giorno.

PRESIDENTE. No, onorevole Ziello, guardi, non deve mettermi in bocca cose che non dico. Quando le devo dire, le dico, lo sa; quando non le dico, invece, evidentemente non le voglio dire. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani alle ore 8,30, a partire dall'espressione dei pareri sui restanti ordini del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 24 aprile 2020 - Ore 8,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1766 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi (Approvato dal Senato). (C. 2463)

Relatrice: LORENZIN.

La seduta termina alle 23,20.