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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 326 di mercoledì 15 aprile 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 31 marzo 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Castelli, Cirielli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, Dadone, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gebhard, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Rizzo, Rosato, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tasso, Tateo, Tofalo, Traversi e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera in data 10 aprile 2020, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):

S. 1766 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi” (2463) – Parere delle Commissioni I e II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), III, IV e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti la materia tributaria), VII, VIII, IX e X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025, nonché in materia di divieto di pubblicizzazione parassitaria (A.C. 2434-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2434-A: Conversione in legge del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025, nonché in materia di divieto di pubblicizzazione parassitaria.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole De Menech.

ROGER DE MENECH (PD). Relatore. Grazie, Presidente. Gentili colleghi, Ministro, grazie per la presenza. Potrà sembrare fuori luogo, a una prima analisi, il fatto che ci troviamo qui oggi per discutere di un decreto-legge che reca le disposizioni per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026 e delle finali ATP, ma io non lo credo, la Commissione non lo crede, e credo non lo creda l'intero Parlamento, perché credo, e crediamo tutti assieme, che oggi sia molto importante. Ovviamente è prioritario gestire la fase di emergenza, gestire quindi tutti i provvedimenti che vanno incontro alle esigenze, in primis quelle sanitarie del nostro Paese e successivamente quelle economiche, per riportare questo Paese alla normalità, ma è anche importante e fondamentale ridare la speranza, la speranza a tutti i nostri concittadini. La speranza è un elemento fondamentale per la vita della comunità, per la vita insieme, e questo provvedimento, che concretizza l'obiettivo olimpico e delle finali ATP, come dicevo, dà soprattutto una visione di futuro e di speranza al Paese. Credo che sia anche la maniera migliore per far lavorare, al di là di quello che si dice fuori da queste stanze, dall'Aula di questo Parlamento, deputati e senatori sulle cose concrete del Paese, come lo abbiamo fatto in queste settimane di discussione all'interno della Commissione cultura, e anche forse la misura migliore per ringraziare quelli che oggi sono - credo sia doveroso anche da parte mia farlo - in prima linea, in frontiera, tutto il personale medico e paramedico, le Forze armate e di polizia, i tantissimi volontari che stanno lavorando sull'emergenza, gli amministratori, i sindaci, gli amministratori pubblici, ma anche, io lo dico, tutti i cittadini, perché è uno sforzo comune e corale di tutta la comunità italiana. Allora, il Parlamento oggi si riunisce qui oggi per approvare questo decreto-legge approvato dal Governo in una fase diversa della vita della nostra Repubblica, in una fase antecedente ovviamente l'emergenza, all'esplodere dell'emergenza, per ridare questa speranza. C'è un futuro per il Paese? Sì. Siamo in una fase di emergenza, ma dobbiamo curare e cullare anche il sogno e la speranza che il Paese può farcela. Riportare quindi il Paese alla normalità, farci trovare pronti, infine, finita l'emergenza; farci trovare pronti per una ripartenza proprio in quelle regioni - il caso ha voluto questo, in particolare mi riferisco a Veneto e Lombardia - in cui l'emergenza sanitaria ha colpito di più. E proprio in quelle regioni, insieme alle province autonome di Trento e Bolzano, ci sarà questo grande evento nel 2026. Quindi, probabilmente questo segno di speranza vale ancora di più, proprio perché interviene in quelle regioni; e poi, con le finali ATP del comune di Torino, un'altra regione duramente colpita dall'emergenza.

Allora, in questo senso, due, come dicevo - una l'ho detta - sono le motivazioni principali di questo provvedimento, le motivazioni politiche che stanno dietro a questo provvedimento. La prima l'ho detta: parlare ai cittadini italiani, dire che siamo sulla strada giusta per riportare questo Paese alla normalità finita l'emergenza. La ripartenza è un fattore fondamentale, guardare lontano è un'altra capacità che deve avere la politica con questo provvedimento.

Il secondo punto, altrettanto importante, è parlare alla comunità internazionale, in questo caso, in particolar modo, alla comunità internazionale dello sport, al CIO, e dire a questi, che hanno avuto fiducia nell'assegnare le Olimpiadi, in particolare del 2026, dire che il Governo italiano, il Parlamento italiano e la comunità nazionale sono pronti a vincere questa sfida, siamo pronti per partire.

I grandi eventi, ne sono convinto, sono uno straordinario motore di sviluppo per il nostro Paese, sono uno straordinario momento per promuovere le bellezze del nostro Paese, che fa della bellezza, della sostenibilità e dell'accoglienza uno dei fattori principali, un grande volano. E sono anche un motivo per cui la politica, le istituzioni tutte, dal Parlamento all'ultimo dei comuni, possono dimostrare con i fatti che le grandi manifestazioni sportive, come lo sono le Olimpiadi, possono lasciare anche un'eredità - poi lo vedremo con un puntuale articolo che abbiamo aggiunto -, un'eredità importante: fare bene la manifestazione sportiva, ma lasciare ai territori anche e soprattutto un'eredità importante di infrastrutture, non solo quelle sportive, anche per ridurre le distanze e migliorare la mobilità.

E il provvedimento vuole anche dire che l'Italia è in grado di fare tutto questo, è in grado di organizzare bene questi grandi eventi. Lasciatemi dire, perché nella scorsa legislatura avevo seguito in particolare i Mondiali di sci, quest'anno dovevano esserci le Finali di Coppa del Mondo: eravamo pronti, lo diciamo, eravamo pronti, Cortina si è fatta trovare pronta. Ahimè, ovviamente l'emergenza sanitaria ha fatto sì che questo grande appuntamento venisse cancellato; però possiamo dire che da un punto di vista organizzativo l'Italia, il Veneto, il comune di Cortina, l'organizzazione era pronta, e questo dimostra che, se vogliamo, la nostra comunità è sicuramente pronta ad affrontare queste sfide.

Vengo adesso velocemente a presentare questo provvedimento: c'è stato un lungo lavoro, poi per i dettagli consegnerò la relazione dettagliata del lavoro che abbiamo svolto in queste settimane in Commissione.

Il provvedimento si divide in tre capi fondamentali. Il primo capo riguarda le Olimpiadi e le Paralimpiadi. I primi tre articoli, a cui ne abbiamo aggiunto un quarto, parlano soprattutto della governance, del sistema organizzativo delle Olimpiadi, con l'articolo 1, in cui abbiamo composto il Comitato olimpico, che ha funzione istituzionale, di raccordo, di prospettiva, soprattutto politica e di indirizzo. L'articolo 2 riguarda la Fondazione Milano-Cortina 2026, che è il vero comitato organizzatore, la parte operativa che dovrà organizzare nel concreto l'evento olimpico. All'articolo 3 abbiamo introdotto la società per le infrastrutture: altro elemento importante per la cosiddetta legacy, per l'eredità, per quello che dobbiamo lasciare anche ai nostri territori, al di là, come dicevo, dell'evento sportivo, che dobbiamo disporre al meglio.

E proprio all'articolo 3, secondo me, c'è la prima aggiunta, che abbiamo introdotto con un emendamento del relatore, in accordo ovviamente con il Governo e con tutte le istituzioni che fanno parte del team organizzativo. Abbiamo introdotto, come dicevo, il Forum per la sostenibilità e l'eredità: un focus importante da porre proprio per organizzare al meglio da un punto di vista della sostenibilità questo evento olimpico, ma soprattutto anche per lasciare alle generazioni future un ambiente, un territorio con infrastrutture migliorate, le infrastrutture necessarie per non costruire opere inutili; per garantire quindi che, anche al di là del 2026, il nostro Paese possa avere un respiro internazionale anche grazie a questo grande evento.

All'articolo 4 ci sono le garanzie, le garanzie da offrire al CIO. All'articolo 5 le agevolazioni fiscali: anche qui le abbiamo migliorate, per renderle più compatibili col momento di difficoltà del nostro Paese. E poi abbiamo introdotto due articoli molto importanti, l'articolo 5-bis e l'articolo 5-ter: entrambi servono per tutelare la proprietà dei marchi paralimpici e olimpici, proprio perché la straordinaria importanza di questo evento meritava un focus particolare, per tutelare la garanzia anche nella tenuta del marchio, e quindi di tutte le bandiere, gli stemmi, il motto, tutta la parte che riguarda la promozione dell'evento olimpico.

Poi abbiamo il capo secondo, che è dedicato alle Finali ATP di Torino dal 2021 al 2025, con l'articolo 6, in cui abbiamo costruito il Comitato, ovviamente anche qui con un compito istituzionale e di rappresentanza; all'interno poi ci sarà la FIT che avrà un compito più prettamente operativo. L'articolo 7, con cui diamo in mano al comune di Torino le opere necessarie allo svolgimento di questa grande manifestazione. L'articolo 8, sulle garanzie. L'articolo 9, sui finanziamenti.

E per finire il capo III, che è un capo più giuridico, in cui agli articoli 10 e 11 normiamo il divieto di attività parassitarie, cioè tutte quelle procedure illecite; abbiamo introdotto in questi articoli un altro elemento fondamentale, la grande collaborazione con la Guardia di finanza per l'opera di prevenzione dell'utilizzo abusivo dei marchi. Agli articoli 12 e 13 le sanzioni; all'articolo 14 le registrazioni; e infine le disposizioni Finali all'articolo 15, per garantire la non incidenza sulle competenze da una parte delle due regioni, e dall'altra delle due province autonome.

Cosa importante da sottolineare è che in Commissione abbiamo svolto un lavoro puntuale. Permettetemi in questo caso, forse ancor di più, forse ancora più veri, i ringraziamenti, perché non è stato un lavoro facile: abbiamo lavorato in maniera anomala ovviamente per le disposizioni, ma abbiamo lavorato bene; non abbiamo svolto le audizioni, abbiamo sentito in forma scritta tutti gli attori protagonisti, che hanno dato il loro contributo; ma alla fine di questa procedura, che è durata le ultime due settimane, siamo riusciti a portare a casa anche qui un elemento importante, l'unanimità della Commissione, quindi un voto e un mandato al relatore che è stato dato in maniera trasversale da tutte le forze, di maggioranza e di minoranza.

Tutto ciò conferma quello che dicevo in precedenza, che se questo Paese ha voglia e ha la volontà di promuovere i grandi eventi, può farcela sicuramente.

In questo senso allora, come dicevo, quali sono state… Oltre ai ringraziamenti al lavoro svolto dai funzionari della Commissione, di tutte le Commissioni, in particolare della VII (Cultura), di tutti i Ministeri, in particolare ovviamente il Ministero competente, il Ministero delle politiche giovanili e lo sport, e qui c'è il Ministro che ringrazio per la collaborazione. Abbiamo detto, le modifiche più importanti sono state quella di rafforzare all'articolo 1 il compito di indirizzo, soprattutto politico e strategico, del Consiglio olimpico; abbiamo introdotto il Forum della sostenibilità: anche in questo senso il Forum, come dicevo, è legato alla sostenibilità e all'eredità. Abbiamo introdotto alcune norme molto puntuali e particolari per coinvolgere, sia verso il basso che verso l'alto. Cosa vuol dire? Coinvolgere gli enti locali, tutti i comuni nel piano delle opere, perché queste opere possano essere condivise e possano essere costruite partendo dal basso; ma coinvolgere anche le Commissioni parlamentari, proprio perché crediamo fortemente nell'attività parlamentare.

Abbiamo introdotto all'articolo 3, quello che riguarda le infrastrutture, le primissime norme di semplificazione, anche partendo dall'esperienza positiva dei Mondiali di sci di Cortina 2021; ecco, abbiamo introdotto alcuni commi. È ovvio che su questo tema, sul grande tema della semplificazione, che vale per le Olimpiadi, per le Finali di ATP, ma vale credo per sbloccare tutte le opere e le infrastrutture del nostro Paese, dovremo lavorare ancora, ovviamente questo è il primo provvedimento; ma credo che il buon esempio ottenuto nel passato, con le buone pratiche che abbiamo messo in campo, possa darci una mano importante.

Come dicevo, altro elemento fondamentale, proteggere i simboli degli emblemi di tutte le attività. Abbiamo introdotto anche un elemento di trasparenza e di efficacia rispetto alle Finali di ATP, esattamente come facciamo per il Comitato olimpico di cui all'articolo 1: all'articolo 6 rispetto alle Finali ATP abbiamo introdotto, anche qui, meccanismi di trasparenza, in modo che le risorse pubbliche vengano rendicontate, come è giusto che sia e come è scontato che debba essere.

Ultima cosa importante, e lo dico in un momento in cui magari si leggono alcune polemiche: io ricordo a tutti che sia nell'articolo che istituisce il Comitato olimpico ed in quello che istituisce in maniera importante il Comitato per le Finali dell'ATP, tutti quegli incarichi sono assolutamente gratuiti, sono gratuiti e non comportano né indennità né rimborsi, giusto per smontare parte delle questioni che ho letto anche queste settimane nella stampa. Proprio per significare che, insomma, chi avrà l'onore e la fortuna di essere in questi comitati di indirizzo politico, lo farà a servizio del Paese.

Come abbiamo cercato di lavorare? Ho cercato di sintetizzare al meglio il lavoro svolto: abbiamo cercato di lavorare in queste settimane, nonostante l'emergenza, in questo che sarà, credo, uno dei pochissimi, se non l'unico provvedimento al di là dell'emergenza. È un significato, come dicevo in apertura, molto, molto importante; è un messaggio di lavoro del Parlamento da una parte, e di speranza e di efficacia rispetto ai cittadini che stanno affrontando un momento di grande difficoltà. È un messaggio, come dicevo, importante; è il primo provvedimento, è importante dirlo, ce lo siamo detto in Commissione: è il primo provvedimento, a cui seguiranno delle specifiche e degli aggiornamenti sicuramente importanti. Però è anche il provvedimento che segna la prima pietra nell'organizzazione di questi due grandi eventi; e credo che in questo momento il messaggio che dobbiamo dare ai cittadini è che il Paese ha tutte le caratteristiche per tornare alla normalità e per vincere le sfide del futuro. Una delle più grandi sfide è l'organizzazione dei grandi eventi; qui ne abbiamo due da organizzare insieme, e credo che l'unità dimostrata in Commissione, e spero venga ribadita anche dal voto di questa Assemblea, possa essere un buon inizio per portare a casa un grande risultato, e dire al mondo che l'Italia è pronta ad affrontare le sfide, anche e soprattutto dopo l'emergenza che stiamo vivendo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Prendo atto che si riserva di intervenire nel prosieguo.

È iscritto a parlare l'onorevole Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, colleghi deputati, forse in questo momento a molte persone al di fuori del Parlamento, forse anche ad alcuni colleghi qui dentro…

PRESIDENTE. Onorevole Valente, forse è meglio che cambi postazione perché il microfono fa un rumore. Perfetto, grazie.

SIMONE VALENTE (M5S). Grazie, Presidente. Forse in questo momento di grande emergenza per il Paese e di difficoltà per tantissimi cittadini italiani, a qualcuno, al di fuori delle istituzioni e forse a qualcuno anche dentro le istituzioni, può sembrare totalmente inopportuno discutere il decreto-legge in esame e portare avanti questo tipo di normative, volte appunto ai grandi eventi sportivi; forse lo può sembrare anche per il mondo sportivo, che è in grandissima difficoltà; penso alle tante associazioni sportive, alle società, che non vedono nell'immediato un'uscita da questo tunnel drammatico, ma forse neanche nel futuro. A questo riguardo, sarà un po' anche la nostra sfida trovare una soluzione per mantenere il mondo sportivo e far sì che esso possa continuare a partecipare anche ai grandi eventi sportivi. Però è anche vero che il decreto-legge è assolutamente necessario per gli impegni che il Paese ha preso negli anni scorsi e nei mesi precedenti, nonché per il lavoro che il Ministro e il Governo stanno portando avanti; è ovvio che se alcuni impegni - che anche il mio gruppo, il MoVimento 5 Stelle, ha sostenuto - devono essere portati avanti, allora bisogna fornire gli strumenti a tutte le rappresentanze sportive e locali per operare nella maniera adeguata. Proprio per questo, la necessità in questo caso di istituire per legge comitati organizzatori per i principali eventi che sono contenuti nel decreto-legge, ovvero le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e le ATP Finals di Torino, è essenziale e tali disposizioni devono essere approvate il prima possibile.

La posizione del mio gruppo su questo è sempre stata chiara e io stesso ho sempre cercato di analizzare qualsiasi grande evento sportivo; da quando sono in Parlamento l'ho fatto stando nel merito, differenziando ogni singolo evento, perché ogni singolo evento, che sia sportivo o no, ha le sue peculiarità, le sue differenze e ovviamente ha anche i suoi rischi.

Devo dire che su questo testo c'è stata una discussione collaborativa in Commissione; si è analizzato il testo e tutte le forze, sia di maggioranza, sia di opposizione, hanno dato il proprio contributo facendo andare avanti regolarmente i lavori. Questa è solo una nota che faccio, una piccola parentesi, dicendo che forse anche in questo caso il ruolo del Parlamento, in questo frangente, andrebbe un po' rivisto e rafforzato - non mi rivolgo sicuramente al Ministro dello sport che ha collaborato con noi ma a tutta l'organizzazione dei lavori - in modo che alcuni temi, come in questo caso, molto importanti, vadano analizzati a fondo, con le giuste tempistiche, perché ritengo che questa sia una grande sfida per il futuro e che debba essere affrontata con tutti gli strumenti necessari e con tutte le energie che noi possiamo mettere a disposizione.

Nel testo è stata istituita una società, la Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026, una società che sostanzialmente si occuperà delle opere pubbliche per gestire quel quasi miliardo che è stato stanziato per le opere infrastrutturali in un recente decreto. Qui, secondo me, sta il vero cuore del nostro monitoraggio, della progettualità del Paese che dobbiamo mettere veramente in atto, perché sono tantissime risorse e, secondo me, le risorse che sono state stanziate devono essere assolutamente essere funzionali ai grandi eventi sportivi, non devono essere risorse che vengono destinate a pioggia sul territorio ma devono assolutamente essere spese in maniera oculata.

Su questo ho invitato più volte anche il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a fornire il prima possibile un piano completo delle opere per aver chiara qual è la progettualità e - lo ribadisco a tutti noi, Governo compreso - a monitorare queste risorse fino all'evento, quindi fino al 2026.

Per quanto riguarda il comitato organizzatore delle Olimpiadi Milano-Cortina, non c'è stata nessuna rilevante osservazione se non un punto che il mio gruppo ha sollevato in Commissione, concernente le agevolazioni fiscali, che sono da scindere nettamente dalle agevolazioni fiscali previste dall'host contract che riguardano la famiglia olimpica e gli emolumenti degli atleti; mi riferisco alle agevolazioni fiscali in favore dei dipendenti del comitato organizzatore. Come gruppo avevamo depositato un emendamento perché, ad una prima lettura del testo, ci sembrava chiaramente iniquo che ci fosse un trattamento diverso tra lavoratori sul territorio italiano; infatti nel testo era prevista un'agevolazione del 30 per cento sul corrispettivo percepito dai lavoratori. Il nostro emendamento è stato accolto e riformulato dal relatore - su questo, ringrazio - e penso che sia un primo passo, se non altro per dare un segnale all'esterno di un'equità prevista anche dalla nostra Carta costituzionale, in base al criterio di progressività previsto dall'articolo 53 della Costituzione, che dovrebbe essere sempre rispettato.

Su questo, anche con il Ministro, c'è stato un confronto e c'è stato anche un chiarimento con un suo intervento, però ritengo che tale tema debba essere affrontato comunque anche nei futuri provvedimenti e nei futuri mesi, per chiarire meglio tutte le esigenze, anche economiche, del comitato organizzatore - o comunque dell'organizzazione olimpica - e quindi scacciare via ogni possibile polemica che questo tipo di organizzazione di grandi eventi sportivi si porterebbe dietro. Questo è un impegno, secondo me, che dobbiamo avere noi come istituzioni, come Parlamento e che deve avere anche il Governo per portare comunque avanti questi grandi eventi sportivi senza alcuna ombra, con una linearità e una chiarezza che, a mio avviso, deve essere portata avanti. Dico questo perché quando si parla di Olimpiadi il dibattito sempre si accende, soprattutto sulla carta stampata, e le polemiche non mancano mai, però qui l'Italia ha una grande responsabilità e una grande sfida, ovvero portare avanti l'evento, spendere tutte queste risorse e farlo nella maniera corretta: chissà che magari l'Italia riesca - io me lo auguro - in questa grande sfida e riesca anche a cancellare tutti i dati negativi che ogni evento olimpico si è sempre portato dietro. Siamo certi - lo sappiamo - che ci saranno dei benefici forti per i territori, siamo certi che ci sarà una legacy importante, però facciamo sì che questa sia sempre migliore; facciamo sì che un grande evento sportivo possa dare benefici ai territori ma possa portare anche una legacy sportiva. Questo è l'aspetto più importante, per avvicinare ancora più i giovani e per creare ancora più infrastrutture e impianti sportivi sul nostro territorio, che ne ha tantissimo bisogno. Su questo, sia le Olimpiadi, sia le ATP Finals hanno una grande responsabilità anche sociale, ovviamente, oltre che dal punto di vista economico. Nei prossimi anni l'Italia è chiamata ad affrontare moltissimi grandi eventi sportivi. Io metterò tutto il mio impegno - il mio gruppo lo metterà - per monitorare e far sì che tali eventi siano veramente funzionali al Paese e possano dare un beneficio importante. Chiudo, quindi, dicendo che il mio gruppo è favorevole a questo testo, è sicuramente collaborativo e ringrazio ancora una volta tutti i colleghi, sia di maggioranza, sia di opposizione, compreso il relatore e il Ministro, per il lavoro svolto in Commissione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, indubbiamente, come già hanno appena detto i colleghi che mi hanno preceduto, discutere di questo provvedimento oggi dà comunque una strana sensazione, anche per il fatto che eventi importanti come i campionati europei o addirittura le Olimpiadi di Tokyo, previste nei prossimi mesi, hanno dovuto logicamente e giustamente subire uno spostamento. Quindi, questo 2026, che sembrava così lontano, è molto più vicino di quello che possa apparire e diventerà sicuramente un momento importantissimo, un banco di prova per tutta l'Italia. È forse un gioco del destino, che le due regioni che hanno un ruolo principale in questa competizione, siano proprio la Lombardia e il Veneto, che sono state le regioni più colpite da questa pandemia, ma forse non tutto avviene per caso. Quindi, queste Olimpiadi invernali diventano un'enorme opportunità per cercare di creare - mi viene come primo pensiero - dei posti di lavoro in un momento in cui abbiamo dei seri problemi, in prospettiva, di disoccupazione: in particolare i lavoratori dello sport (penso ai collaboratori sportivi, ai tantissimi che lavorano nelle palestre) si trovano in difficoltà in questo momento. Rischiano addirittura, come è inserito nel “Cura Italia”, se superano il reddito di 10 mila euro all'anno, di non poter percepire i 600 euro per poter campare.

Quindi, il fatto che vi sia la possibilità di creare una nuova occupazione è importantissimo. Dicevo, quindi, che le regioni più colpite sono quelle che avranno un grande ruolo. Penso, per esempio, alla mia città, a Milano, al fatto che il progetto indica sicuramente la riqualificazione di due quartieri importanti come lo Scalo di Porta Romana, dove dovrebbe sorgere il villaggio olimpico, e mi piace pensare, com'è dai progetti, che poi diventerà un luogo di residenza per gli studenti universitari, oppure al Palazzetto dello Sport di Santa Giulia, che andrebbe a riqualificare una zona periferica, che è quella di Rogoredo, che comunque è da sempre molto critica sia per questioni di sicurezza sia per questione di degrado.

Ecco che Milano dovrebbe avere la capacità di essere trainante in questo progetto e anche di riqualificarsi, così come le tantissime infrastrutture che sono previste. Mi riferisco ai collegamenti anche ferroviari con l'aeroporto di Malpensa ed altri centri, al potenziamento di strade e ferrovie; penso soprattutto alla statale 36, che conduce a Bormio, località che vedrà la discesa libera nella pista Stelvio, quindi la regina delle prove invernali: è una strada accidentata che molte volte indica ai lombardi che è più facile accedere alle piste del Piemonte o della Valle d'Aosta che a quelle della Lombardia proprio per queste difficoltà di comunicazione.

Quindi è sicuramente un progetto ambizioso che va ad individuare non soltanto questioni prettamente sportive, ma anche infrastrutturali molto importanti. Il provvedimento ha sicuramente un impianto complesso: sono 16 articoli e nel primo Capo abbiamo un po' tutta l'elencazione e la prospettazione della governance, dal comitato organizzatore alla fondazione, a Infrastrutture Milano-Cortina 2026. Quindi penso che le problematiche saranno soprattutto di coordinamento, di capacità di promuovere l'evento e di comunicazione. È un evento, come dicevo all'inizio del mio intervento, che sembra lontano, ma è estremamente vicino, e quindi il rispetto del cronoprogramma sarà importantissimo, come le verifiche, che dovranno essere continue e coordinate.

Ci vorrà un gioco di squadra e molta coesione. Gioco di squadra che è stato importante nel momento dell'assegnazione di questi giochi, che non erano del tutto scontati, così come ci ricordiamo l'entusiasmo che lo scorso giugno ha scosso tutto il nostro mondo, e non solo quello sportivo. Fratelli d'Italia ha anche proposto degli emendamenti che cercano e hanno cercato di collegare sempre di più il territorio, l'attività di tutte le associazioni e le organizzazioni del territorio nella costruzione di questo evento, in modo che non ci sia una metodologia astratta, ma che ci sia sempre di più un coinvolgimento di questi enti di promozione sportiva. Sarà molto importante la trasparenza, è evidente, in un momento del genere, la chiarezza dei finanziamenti delle opere e sulla tempistica, scongiurando, ovviamente, i finanziamenti a pioggia, che sarebbero molto deleteri in una situazione come questa. Mi avvio alla conclusione, dicendo che nella storia, fin dall'antichità, abbiamo visto che le Olimpiadi hanno spesso rappresentato dei momenti di svolta.

In Italia basti pensare alle Olimpiadi di Roma degli anni Sessanta, che hanno consacrato un periodo importante di ricostruzione. Quindi, mi auguro che anche queste Olimpiadi invernali - che nel tempo sono diventate sempre più importanti - possano dare questa occasione di rilancio, con la coesione, con un solo interesse, che è quello dello sviluppo e dell'autorevolezza dell'Italia in questo campo. Bisogna iniziare da ora, da adesso, senza sbagliare, perché questa pandemia ha reso ancora più complicata ovviamente l'attuazione di determinati progetti, ma questo deve essere per noi un pungolo e uno stimolo. Lasciatemi concludere, dicendo che, in questo periodo buio, la mente si può un po' distendere, andando magari a pensare alla cerimonia di inaugurazione nello stadio di San Siro o al Muro di San Pietro, dove gli atleti di discesa libera volano verso il traguardo della pista dello Stelvio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie Presidente, grazie Governo, grazie gentili colleghi. Intervengo con molto piacere e speranza in Aula su questo tema perché ci dà modo di parlare di futuro. Questo decreto arriva in un momento drammatico per il Paese. L'Italia è provata dalla morte di oltre 20 mila suoi concittadini, una perdita che ha scosso tutti e che per alcuni ha rappresentato un dramma indimenticabile e straziante: avere il proprio caro ricoverato a pochi metri e non potere neanche avvicinarsi per una carezza o semplicemente uno sguardo. Una tragedia mai vissuta prima. In questo momento, questo decreto e questa discussione rappresentano una speranza, perché parliamo del futuro, che speriamo sia finalmente libero dal dramma dell'epidemia da Coronavirus; e, soprattutto, parliamo di un tema felice come la competizione sportiva tra popoli in pace dei cinque continenti. Un'occasione di svago, di sano sport, ma soprattutto un'occasione per costruire, attrezzare, migliorare strutture nuove e già esistenti; un'occasione per creare lavoro, un'occasione per mostrare al mondo intero il made in Italy e la faccia della bella Italia.

Sappiamo, e la storia ce lo conferma, che questi grandi eventi sportivi sono anche una sfida, o forse soprattutto una sfida organizzativa. I rischi sono molteplici e vanno da quelli tecnico-organizzativi sino a quelli, sempre presenti, di infiltrazioni malavitose, che vanno dalle speculazioni urbanistiche sino alla criminalità organizzata.

Con questo decreto proviamo a regolamentare gli avvenimenti per impedire futuri errori e garantire, oltre la realizzazione degli eventi, la loro promozione e, soprattutto, per cercare di ottenere il perdurare dei benefici economici e ambientali sui territori. Ma vi è un aspetto che non va sottovalutato e che, anzi, potrebbe essere un'occasione di riscatto per il nostro Paese, quello delle abolizioni delle barriere architettoniche. Questi eventi, ben gestiti, potranno offrirci e lasciarci delle aree moderne e attrezzate, ma, soprattutto, civili e alla portata di tutti.

Il decreto in esame reca, in estrema sintesi, tre gruppi di norme, raccolte nei primi tre capi in cui è ordinato il testo: innanzitutto, le norme per l'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026, poi, le norme per l'organizzazione del torneo tennistico finali ATP Torino 2021-2025, quindi, le norme in materia di divieto di pubblicizzazione parassitaria. L'ultimo contiene norme ordinamentali per il coordinamento tra Stato, regioni e province autonome nell'organizzazione degli eventi sportivi in oggetto.

Per quanto riguarda le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali del 2026, il Capo I descrive le tappe che hanno condotto alla designazione dell'Italia come Paese ospitante. Il procedimento si è avviato nel 2017 e ha visto il sistema Italia compatto dibattere e discutere per trovare una soluzione per non negare questa occasione al Paese. E solo grazie a questo coraggio e al lavoro tra le istituzioni nazionali, locali e il CONI si è riuscito a ottenere, il 1° agosto 2018, la candidatura per Milano, Torino e Cortina d'Ampezzo. Successivamente, come è noto, Torino ha rinunciato a partecipare. La candidatura di Milano Cortina è stata accettata dal Comitato olimpico internazionale il 9 ottobre 2018, insieme a quelle di Calgary e Stoccolma. Il CONI e gli enti territoriali coinvolti, la regione Lombardia, la regione Veneto, il comune di Milano e il comune di Cortina d'Ampezzo, hanno quindi sottoscritto, il 5 novembre 2018, un protocollo di intesa per regolare in modo concertato le attività connesse alla candidatura. A sua volta, il Consiglio dei ministri, il 10 gennaio 2019, ha garantito il sostegno del Governo alla candidatura.

Su queste basi, l'11 gennaio 2019, è stato ufficializzato il dossier della candidatura italiana. La candidatura ha comportato il rilascio al CIO di adeguate garanzie in termini di impegni, anche finanziari, da parte del CONI, degli enti territoriali coinvolti e del Governo italiano. Il 24 giugno 2019, il CIO ha, infine, designato vincente la candidatura italiano di Milano Cortina. Nella stessa occasione è stato sottoscritto tra il CIO, il CONI, le città di Milano e Cortina d'Ampezzo e le regioni Veneto e Lombardia un accordo sui principi per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi.

Le Olimpiadi invernali si svolgeranno dal 6 al 22 febbraio 2026 e le Paralimpiadi dal 6 al 15 marzo 2026. Per le Olimpiadi sono state individuate 14 sedi di gara, incluse nei quattro cluster Milano, Valtellina, Cortina, Val di Fiemme, per le Paralimpiadi sei sedi di gara, incluse nei tre cluster Milano, Valtellina e Cortina. Per quanto riguarda l'impatto economico e finanziario che i Giochi del 2026 potrebbero avere sul nostro Paese, il Governo italiano ha commissionato alla facoltà di economia dell'Università di Roma La Sapienza uno studio su questo tema, i cui risultati sono stati presentati al pubblico il 21 marzo 2019, a Palazzo Chigi. Lo studio ha verificato che le uscite dello Stato per i Giochi olimpici saranno compensate dagli introiti diretti e indiretti legati ai medesimi Giochi, nel periodo 2020-2028. Due ulteriori studi sono stati commissionati a livello regionale per l'impatto sui territori di riferimento. Uno è stato elaborato dall'Università Ca' Foscari di Venezia e un altro dall'Università Bocconi di Milano. I tre studi sono stati presentati dalla delegazione italiana al CIO.

Il Capo II, come anticipato, reca disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento delle finali ATP Torino 2021-2025, una candidatura che è stata avanzata ad agosto 2018, quando l'ATP ha avviato il processo di selezione delle città interessate a ospitare l'evento. A novembre dello stesso anno, la Federazione italiana tennis e il CONI hanno proposto Torino come città ospitante per il quinquennio 2021-2025. L'ATP ha quindi formato una lista breve nella quale erano presenti Torino, Singapore, Tokyo, Manchester e Londra. La scelta di Torino è stata ufficializzata a Londra, il 24 aprile 2019. Anche in questo caso, come si può facilmente evincere dalle capitali competitor appena citate, si tratta di un indiscutibile successo delle istituzioni italiane e dello sport nazionale. Il decreto-legge si propone di definire innanzitutto il sistema di governance dell'evento.

Il Capo III stabilisce il divieto di pubblicizzazione parassitaria, vietando le forme di pubblicità tese a far ricavare un vantaggio economico o concorrenziale, collegando all'evento un marchio o prodotto in modo illecito, cioè senza l'autorizzazione dei soggetti organizzatori degli eventi.

Il Capo IV, infine, reca le disposizioni finali. L'efficacia e l'importanza del provvedimento consistono soprattutto nel lanciare un messaggio di speranza per il futuro, dimostrando anche all'estero l'intenzione del Paese di portare avanti l'impegno a organizzare gli eventi sportivi di cui si parla e la sua capacità di farlo, in un momento di drammatica difficoltà per l'intero pianeta.

Italia Viva, durante l'esame in sede referente in Commissione cultura, si è dimostrata favorevole al lavoro e ha portato avanti in Commissione e evidenziato il compito della politica in questo momento, che non è solo quello di gestire l'emergenza sanitaria ed economica, ma anche di avere una visione del futuro verso cui muoversi, posizione che condivido pienamente. Il decreto in esame rappresenta molto bene l'idea di cosa la politica deve fare, perché offrire una prospettiva presenta un'occasione di ripartenza e questa è, appunto, la visione politica. Non si possono nascondere dubbi in relazione alla possibilità di svolgere davvero le finali ATP a partire dal 2021 in considerazione del fatto che della crisi in corso non si può ancora prevedere il termine, tuttavia, credo che progettare questi eventi costituisca innanzitutto una comunicazione positiva per rilanciare l'economia, in particolare nel settore turistico che è stato duramente colpito nelle sue strutture e rischia di pagare un prezzo economico altissimo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fogliani. Ne ha facoltà.

Consiglio anche a lei di cambiare postazione, onorevole Fogliani, vedo che il microfono dà problemi anche lei; magari, lo spenga…

KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire oggi prevede una serie di norme che andranno a disciplinare un evento che gli organizzatori, già al momento della candidatura di Milano e Cortina a sede delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026, hanno ritenuto essere di fondamentale importanza per il prestigio dello sport italiano e per il rilancio infrastrutturale del Nord e dell'intero Paese.

Queste motivazioni diventano ancora più importanti in un momento come quello attuale, dove, a causa dell'emergenza dettata dalla pandemia di Coronavirus, le regioni particolarmente colpite dal virus - la Lombardia e il Veneto - sono proprio quelle che ospiteranno i Giochi olimpici invernali del 2026; due regioni che escono devastate dall'epidemia, dove la sofferenza per la perdita dei propri cari ha raggiunto livelli che mai avremmo neppure immaginato e dove il motore imprenditoriale, traino dell'economia di tutto il Paese, appare oggi particolarmente in affanno, con imprenditori che, se non arriveranno davvero le tante promesse e risorse, rischiano di non poter più risollevarsi e di non poter più assicurare un lavoro ai propri dipendenti, con tutte le ripercussioni sociali che ne derivano.

È per questo che oggi il progetto olimpico italiano per il 2026 assume ancora più importanza, perché non sarà solo un'occasione per dimostrare, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la validità della scelta di Milano e Cortina quali sedi olimpiche, ma, terminata la fase di emergenza, i lavori e le opere previste per le nostre Olimpiadi saranno di sprone alla ripartenza dell'economia e costituiranno un volano di eccezionale importanza per la rinascita produttiva dei territori direttamente interessati e dell'intero Paese.

La visione avuta dal governatore del Veneto, Luca Zaia - non potrò mai dimenticare il suo salto di gioia alla conferma che questo sogno si sarebbe realizzato, un sogno a cui lui credeva fortemente e, insieme agli altri attori del progetto Milano-Cortina, primo tra tutti l'onorevole Giorgetti, allora sottosegretario, che ringrazio per tutta l'energia e l'entusiasmo profuso nel portare avanti questa splendida avventura - appare quanto mai previdenziale, in un momento come quello attuale.

Nel 2026, il COVID-19, speriamo per tutti, sarà solo un brutto ricordo. I nostri giochi invernali mostreranno a tutti la bellezza e la forza del Veneto, della Lombardia e dell'Italia. Oggi siamo di esempio nel mondo per la lotta al Coronavirus, domani lo saremo per la determinazione nel ricominciare e nel vincere nella vita e nello sport. In questo, le vittorie di Federica Brignone nello sci, di Michela Moioli nello snowboard e di Dorotea Wierer nel biathlon, che hanno dedicato i loro successi al Paese, sono traguardi che incoraggiano molto l'Italia, che in questi giorni si riscopre compatta e solidale.

Non dobbiamo dimenticare, però, che il comparto sportivo in questa emergenza sta soffrendo moltissimo. Sono tantissime le realtà coinvolte, dai produttori di materiale tecnico, ai gestori di impianti come piscine e palestre, ai singoli professionisti come allenatori e personal trainer; tutti vedono un futuro molto incerto, visto che il distanziamento sociale durerà ancora per molto tempo e le attività sportive saranno tra le ultime a rimettersi in moto; per questo, sarebbe auspicabile prevedere altri interventi oltre a quelli già previsti dal decreto-legge ”Cura Italia”.

Nel decreto, inoltre, si intende promuovere un altro grande evento che l'Italia si è aggiudicata negli anni a venire: le ATP Finals di tennis, in programma a Torino dal 2021 al 2025. In sintesi, nascerà un comitato per le finali ATP, chiamato a prendere tutte le decisioni strategiche. Poiché l'organizzazione tecnica sarà di pertinenza del FIT, potrà essere creata anche una Commissione tecnica di gestione. Lo Stato garantirà, a supporto dell'evento, la cifra di circa 75 milioni di euro erogati a diverse scadenze.

Seppure trattasi di evento prestigioso, non si può non rammaricarsi dal fatto che la città di Torino sarebbe potuta essere un terzo partner di eccellenza nell'organizzazione dei Giochi olimpici invernali del 2026. Il Piemonte, con i suoi meravigliosi impianti sciistici, già collaudati in occasione dei precedenti eventi olimpici invernali del 2006, ha sicuramente perso una grande occasione di rilancio e di sviluppo.

Riguardo l'iter in Commissione del decreto, avremmo gradito una maggiore disponibilità della maggioranza nell'accoglimento di alcune nostre proposte emendative di buon senso, come ad esempio accrescere la sostenibilità delle opere delle Olimpiadi invernali 2026 sotto il profilo ambientale, economico e sociale attraverso l'aumento dello stanziamento delle risorse di cui al comma 18, primo periodo, dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160; o, ancora, la predisposizione di piani di sviluppo delle montagne olimpiche, quali strumenti di programmazione negoziata, che consentano a tutti gli enti pubblici dei territori montani delle regioni in cui si svolgeranno i giochi olimpici, di partecipare alle scelte di sviluppo strategico sulla base di un'accurata analisi della situazione del territorio e dei suoi bisogni, predisposta dalla regione di concerto con gli enti pubblici del territorio interessati, per individuare gli obiettivi di sviluppo di una definita area territoriale attraverso una classificazione di breve e medio periodo, e di lungo periodo.

Nel preannunciare il voto favorevole, vista l'importanza del provvedimento, mi dispiace dover rilevare una nota stonata del testo, ovvero la norma che permetterà a tutti i manager e dipendenti del Comitato organizzatore di pagare le tasse solo sul 30 per cento del loro stipendio, un'esenzione che scarica un costo privato sulle casse pubbliche pari a 50 milioni di euro. La Lega ha presentato delle proposte per eliminare questo privilegio, che appare ancora più stonato in un momento come quello che stiamo attraversando, ovviamente respinte dalla maggioranza, che si è limitata a correggere il tiro, seppur di poco: invece che essere di 7 anni, l'esenzione viene cancellata per il 2020, dimezzata per il 2021 e il 2022, ma resta intatta dal 2023 al 2027, proprio gli anni cruciali per i Giochi, quelli in cui si prevedono più spese, più contratti e più benefici per chi pagherà meno tasse. Vantaggi come questi sarebbe stato più opportuno e dignitoso riservarli ai nostri medici e a tutti gli operatori del comparto sanitario, che in questi giorni terribili si stanno dimostrando, con abnegazione indiscussa, presidio indispensabile per la salute pubblica, con tutti coloro che in prima linea non smetteremo mai di ringraziare.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di ispirare, ha il potere di unire le persone. Lo sport può portare speranza dove una volta c'era solo disperazione: disperazione è la parola chiave oggi. Siamo nella disperazione, colleghi, ma se ripensiamo alle parole bellissime di Nelson Mandela, lo sport può davvero cambiare il mondo e ridonarci la speranza - la speranza, appunto - tenendo uniti noi come Paese, come oggi questa legge olimpica ci tiene uniti come politica. Se, oggi, tutti, qui dentro, non intendessimo lo sport davvero come strumento di coesione sociale, di sviluppo personale, individuale, economico e non scommettessimo sugli effetti taumaturgici che lo sport ha sullo sviluppo della società, sulla crescita culturale, economica, fisica, morale, della collettività, qui sembreremmo dei marziani oggi, a parlare di una legge, di qualcosa che avverrà tra sei anni, quando qui contiamo ancora i morti e c'è la disperazione intorno. Il Paese è così malato e non facciamo che accrescere, accendendo i media e ascoltando la televisione, la nostra disperazione. Invece eccoci, tutti qui, in assoluta unanimità, a insistere sulla legge olimpica come straordinaria occasione di ripartenza del Paese; una iniezione di fiducia, pur nelle tenebre di oggi. Sì, perché i grandi eventi sportivi hanno davvero un forte impatto socio-economico sul territorio che li ospita: non solo ne permettono la valorizzazione, ma sono anche uno strumento di rigenerazione urbana e l'occasione per investire in nuove strutture, in nuove infrastrutture e modernizzare quelle già esistenti.

La costituzione della società in house “Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026”, che opererà su indicazione del comitato organizzatore, persegue, appunto, questo fine: la realizzazione delle opere infrastrutturali per i Giochi del 2026, che devono essere un volano di crescita e riqualificazione dei territori ospitanti, con benefici per tutta la collettività. Guai - guai! - se queste si trasformassero in quelle cattedrali nel deserto, già tristemente note, che hanno reso meno orgoglioso il nostro Paese di essere testimone di sport.

Milano-Cortina sarà davvero un binomio straordinario di sport e turismo: devono essere concepiti, questi due grandi eventi, non solo come contributo al rilancio economico dei territori ma avranno anche un impatto forte socio-culturale e psicologico sulla collettività. Pensiamo solo a come lo sport riesca a contribuire all'identità nazionale o pensiamo alle strutture e ai servizi che permarranno a disposizione della popolazione a beneficio della qualità psicofisica delle persone.

Più che mai oggi è importante saper sfruttare al meglio queste occasioni per dare un segnale all'intero Paese che lo Stato c'è e vuole aiutare i settori maggiormente colpiti dalla crisi; penso, infatti, al turismo, e che è indispensabile continuare oggi più che mai a guardare al futuro e che l'Italia sta dimostrando di essere un Paese che non si arrende, che non si deve e non vuole arrendersi e che proprio dall'unità trova la sua forza. Numerosi studi sull'impatto economico e finanziario si sono susseguiti ed hanno mostrato ricadute positive sull'intero territorio, sulle intere regioni e i territori interessati: i comuni di Cortina, di Belluno, Trento, Bolzano e poi Milano, quella Milano così duramente colpita, che fa male al cuore oggi vedere in ginocchio e che è il cuore pulsante della Lombardia e il motore pulsante dell'economia nazionale.

Lo studio commissionato dalla Presidenza del Consiglio all'università “La Sapienza”, presentato un anno fa, a marzo del 2019, afferma che il totale degli investimenti previsti ammonta a 346 milioni di euro, finanziati per il 58 per cento dalle amministrazioni locali e per il restante 42 per cento dai privati. Dall'altro lato, c'è poi l'indotto economico che i giochi olimpici genereranno pari a 5,6 miliardi, oltre a 22 mila posti di lavoro creati ad hoc per l'evento. Infatti, gli sportivi con i propri team, gli addetti ai lavori, i tifosi, che poi diventano immediatamente turisti del nostro territorio, possono investire parte del loro tempo libero in attività che non sono solo quelle del dormire, del mangiare, ma sono quelli dello shopping, sono le attività culturali, la visita di mostre, con un indotto di circa un miliardo e 450 milioni di plusvalore.

Dunque, l'abbiamo detto che i giochi contribuiranno positivamente alla crescita economica del Paese e gli investimenti saranno compensati da tutti quegli introiti diretti o indirettamente connessi perché lo sport, in combinato disposto con la bellezza del nostro Paese, esercita un'attrattiva unica al mondo. Sì, le olimpiadi faranno crescere il nostro PIL, e lo diciamo con orgoglio in un momento in cui si parla di recessione dell'intero pianeta, in cui si parla di infausti presagi sulla decrescita del nostro PIL; e queste cifre oggi sono una vera e propria boccata d'ossigeno per il Paese.

E Torino? A Torino gli ATP Finals costituiscono l'evento che chiude l'anno tennistico; Torino sarà la quindicesima sede dal '70, anno in cui nasce l'evento. È previsto un indotto economico di circa 600 milioni di euro in cinque anni e una spesa di circa 150-200 milioni. L'Italia da anni sta dimostrando di essere un Paese affidabile e leader nel mondo del tennis, sia con gli Internazionali di Roma, sia con le Next Gen di Milano, eppure, anche in questo caso, il bilancio è più che positivo. Un'ulteriore prova sono i dati di Londra, luogo in cui le Finals si sono svolte negli ultimi quindici anni, il cui valore commerciale è di circa 2 miliardi di dollari con una presenza totale di quasi 2 milioni 800 mila spettatori. Però, le ATP Finals non sono solo una fonte di guadagno ma anche un evento prestigioso che porterà visibilità a tutto il movimento tennistico italiano. Il grande tennis torna a casa nostra e sarà compito della Federazione italiana curare ogni attività organizzativa ed esecutiva inerente allo svolgimento dell'evento. Nasce in questo senso l'emendamento all'articolo 9, comma 2, in cui sono disposte le risorse destinate alla Federazione italiana tennis, pari a 3 milioni di euro per il 2020. Sarà compito della FIT trasmettere annualmente, oltre che alla conclusione delle attività organizzative, una relazione consuntiva precisa al fine di garantire la massima trasparenza sull'utilizzo dei fondi pubblici, cosa di cui oggi più che mai si sente la necessità: trasparenza.

Milano Cortina e le Finals di Torino saranno quindi un'opportunità per il turismo locale e quello straniero, una fonte di ricchezza che non si deve limitare alle attività olimpiche; comporteranno, infatti, un aumento in termini di ricchezza: immobiliare, commerciale, crescita occupazionale e valorizzazione del brand Italia.

In conclusione, mi piace ancora una volta sottolineare e ripetere che parlare oggi, in un momento in cui tutto è drammaticamente fermo, è essenziale per riaccendere la speranza perché, per dirla con il grande poeta Valéry: la vita non ha valore se non è un fuoco che rinasce senza sosta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, signor Ministro, relatore onorevole De Menech, 162.488 casi a ieri per il COVID-19, 21.067 persone decedute, non possiamo non partire da questi che non sono numeri, sono il disastro che si sta consumando nel Paese, sono le persone che ci hanno lasciato per un'emergenza inimmaginabile nel 2020. Però, bisogna ripartire, bisogna pensare da dove ricominciare e per una complicata e, se volete, quasi nemesi dei Regolamenti parlamentari, ci tocca affrontare oggi come tema di ripartenza quella che è sempre stata una scadenza che faceva cessare persino le guerre nell'antica Grecia come nell'antichità: le olimpiadi. Però, non bisogna dimenticare che ci si è messi a lavorare per olimpiadi di Cortina e Milano e poi anche per le ATP 2021, anche se successivamente, nel 2017 quando c'era un'altra Italia, un altro mondo. Noi oggi viviamo il peggior momento dal 1929: il PIL crollerà del 9 per cento e non solo è la peggiore crisi economica dell'Italia, ma questa è la peggiore crisi sistemica e globale. Una contrazione del PIL globale pari al 3 per cento, l'Italia sarà l'ultima del G7 e la seconda peggiore economia dell'eurozona, peggio di noi si ritroverà solo la Grecia. Nel 2020 il nostro PIL calerà del 7,5 per cento, per poi salire del 4,7 per cento. Quindi, bisogna capire come e quanto è cambiato, cosa è cambiato e lo verifichiamo ogni giorno; inoltre, ascoltavo prima i colleghi che facevano riferimento agli studi realizzati da “La Sapienza”, dalla “Bocconi” sull'effetto che le olimpiadi e le ATP avranno sull'economia non solo della Lombardia, del Piemonte, del Veneto ma anche nazionale. Ma io, a questo punto, userei il condizionale, abbiamo il dovere di usare anche il condizionale; quegli studi vanno rimodulati e se vanno rimodulati quegli studi, se vanno riverificati numeri ed effetti, vanno rimodulati anche gli impegni. Perché se è vero come è vero che nulla sarà come prima, non so se il nulla sarà come prima contemplerà anche i comportamenti, ma sicuramente sarà tutto più complicato. La diffidenza accompagnerà il nostro agire umano e non può non cambiare tutto questo anche l'approccio ad ogni cosa e, quindi, anche agli eventi.

E se appena ieri e nei giorni scorsi il Ministro Franceschini diceva che i concerti probabilmente non si svolgeranno o che comunque, perché si svolgano, sarà necessario che vi sia una verifica da parte del Comitato Scientifico, ed è giusto, la prima riflessione che mi viene non è sulle Olimpiadi ma è sull'ATP 2021, la cui scadenza è praticamente imminente.

Quindi, se è vero che bisogna rivedere tutto, bisogna anche riconsiderare che, tra i primi mondi che cambieranno e che sono già cambiati, c'è quello dello sport. Il mondo dilettantistico, che è la base, l'attività di base, il mondo dilettantistico che rappresenta la magna pars del nostro movimento sportivo, è devastato. Perché, con il primum vivere, immaginate gli imprenditori, che spesso sono vicini al mondo dilettantistico, a cosa debbano pensare? A mettere insieme i conti, magari non indebitandosi soltanto, come ha previsto questo Governo fino ad ora, o partecipare e compartecipare anche alle attività dello sport? La risposta la lascio a voi, con un minimo di buonsenso.

Quindi, se è vero che le Olimpiadi godranno di un impegno massiccio del CIO, rispetto all'1,3 miliardi di finanziamento (il CIO ricoprirà il 75 per cento) , è anche vero che la situazione deve invitare ad una prudenza finanziaria, magari anche ad una riduzione dei fondi, ad una edizione light delle Olimpiadi. Infatti, si può ricominciare anche rivedendo, come dicevo prima, l'approccio, il senso delle cose e anche, come dire, non dico un rigore morale, perché non ho mai immaginato uno Stato etico, ma un cambiamento. Nella storia dell'uomo tutto passa attraverso notti molto lunghe. La notte più lunga non è eterna, ma, per uscirne, ci vuole prudenza; ci vuole sicuramente la speranza, ma ci vuole una capacità di approccio alla realtà con un sano senso di realismo. Ed è il senso di realismo, con il quale noi abbiamo partecipato ai lavori nella Commissione referente, la VII Commissione, invitando anche a correggere, dove fosse possibile, dove abbiamo ritenuto e ritenevamo che si dovesse intervenire sul testo.

In Commissione abbiamo cercato, in pratica, di dare un contributo per migliorare il testo, perché ora il punto essenziale delle Olimpiadi di Cortina e Milano resta la governance. Allora, tanto per cominciare, si è polemizzato per anni sulle gestioni commissariali. Si è polemizzato per anni sulle scelte dei Governi passati di adottare provvedimenti commissariali. Adesso, per Cortina e Milano, noi riteniamo che, visto il tempo che è di fronte e la necessità di rivedere tutto l'impianto, la gestione commissariale sia esattamente l'opposto di quanto sia necessario. Per questo avevamo presentato un emendamento in Commissione, che naturalmente non è passato. E ci dispiace che anche quando da parte delle opposizioni - che non definisco minoranza, perché è noto che siamo maggioranza nel Paese - quando anche le opposizioni danno e manifestano praticamente tutta la propria disponibilità, altrettanta disponibilità non mi pare che venga riscontrata nell'approccio e nell'atteggiamento della maggioranza, così come anche per questo evento, anche per questa vicenda, che ritengo importante per il Paese. È importante sicuramente come segnale per ricominciare.

Più che della rinascita a me piace parlare di un nuovo inizio, perché mi piace pensare che il Paese, contando le persone che sono decedute, non sia morto anch'esso, ma si sia fermato, come ci si ferma di fronte ad un evento tragico. Ma che sappia ricominciare! Che sappia ripartire! Quindi, per carità, è certamente essenziale ripartire dagli eventi, rimodularli, come dicevo prima, ma dare anche un segnale forte di speranza. Perciò parlavo di nemesi anche per le aree più colpite, come la Lombardia, come il Veneto e anche come il Piemonte, che però sta già avviando il suo nuovo inizio.

Ma c'è un punto, un punto che noi avevamo pensato potesse essere dirimente per un approccio veramente comune a questo nuovo inizio. C'è qualcosa sulla quale, il mio sconcerto e anche quello dei miei colleghi - ho ascoltato anche prima i colleghi della Lega - diventa quasi inevitabile, diventa incontrollabile. Mi riferisco alla norma che riguarda il taglio delle tasse per i dipendenti della Fondazione Milano-Cortina 2026.

Ma, in un momento in cui le risorse non ci sono, in un momento in cui si discute anche se sia possibile, utile, non utile aderire al MES, almeno e solo per le spese sanitarie, in un momento in cui negli ospedali italiani non ci sono nemmeno le risorse per garantire i dispositivi di sicurezza essenziale ai medici, agli infermieri e al personale parasanitario, nel momento in cui è evidente l'affanno di questo Paese, noi pensiamo che nulla sia cambiato e ci rifacciamo a quanto magari è stato immaginato nel 2017? E lasciamo, con il mondo dello sport dilaniato, oramai in uno stato di deserto da attraversare, la riduzione delle tasse a chi lavora nella fondazione nella Fondazione Milano-Cortina?

Solo dopo lunga discussione - mi rivolgo anche attraverso di lei, Presidente, al relatore De Menech, - abbiamo chiesto e sollecitato in Commissione di eliminare questo beneficio irragionevole e, ancora, sottolineando che è assolutamente inconcepibile che la riduzione dei benefici sia limitata solamente dal 2020 al 2022, di fatto, e poi ripartire dal 2023 al 2027, quando l'attività della Fondazione e, quindi gli introiti dei dipendenti e il numero dei contratti, sarà sicuramente maggiore. Allora, mai come in questo momento, ci attendiamo e chiediamo al Ministro Spadafora - e per lui al Governo - e chiediamo alla maggioranza e, per essa, al relatore di maggioranza, un atto di buonsenso, di ragionevolezza e di buona volontà: cancellate in Aula questa norma! È un segnale al Paese, è un segnale a chi soffre.

Parlate sempre di cancellare i benefici. Cancelliamo i benefici anche a caste estemporanee! Non è possibile così immaginare e realizzare un'ipotesi di beneficio per chi dovrebbe essere, tra l'altro, onorato e grato, soprattutto in questo momento di crisi, di avere una proposta di collaborazione e di lavoro per le Olimpiadi 2026. Ecco perché cancellare questa norma, già definita un regalone, tra l'altro senza alcun ricorso ad iperboli, perché mi pare evidente che tale sia. Credo che oggi, in questa discussione, e domani e poi nel voto che licenzierà questo provvedimento, si possa dare un segnale vero di solidarietà al Paese, di compartecipazione vera al Paese.

Ripartiamo con le Olimpiadi, ripartiamo dopo il disastro, ripartiamo anche con le Olimpiadi, ma facciamolo in maniera equa, non dimenticando nessuno e, soprattutto, non concedendo privilegi, dei quali in questo momento non c'è alcuna necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, credo che la forza, la solidità, la bellezza anche forse in senso lato, di una nazione, si possa estrinsecare anche nella modalità nella quale ci si affaccia a sfide importanti, internazionali, mondiali, come può essere un'Olimpiade.

Allora, io credo che noi dobbiamo essere consci del ruolo anche nostro e che affidiamo a tante realtà, che sono ricomprese in questo documento rispetto appunto a una sfida così determinante, che assume ovviamente dei contorni ancora più significativi nel momento storico che purtroppo stiamo vivendo.

Allora, credo che bisogna che questo appuntamento sia affrontato con la serenità e con la determinazione di cui dicevo poc'anzi, ma anche senza la protervia e la vanagloria che spesso abbiamo visto in altre situazioni e in altre nazioni. È chiaro ogni riferimento probabilmente alle Olimpiadi di Atene del 2004, che sono state delle Olimpiadi bellissime, ma che hanno poi ridotto una nazione pressoché sul lastrico, ostaggio di coloro che l'avevano magari anche spinta a fare quelle scelte e delle quali poi hanno approfittato. Quindi, dico che bisogna saperlo fare con un atteggiamento di responsabilità.

Allora, rispetto a quanto illustrato nel documento e a quanto ha detto il relatore De Menech nella sua relazione iniziale - lo ringrazio per come l'ha fatto e per l'impegno che ha profuso -, credo che ci siano alcuni punti che noi dobbiamo approfondire, o meglio, puntualizzare. Prima di tutto, lo dico da bellunese che vive a Milano da tanti anni, che per questa legge elettorale molto particolare - uso un eufemismo - si trova eletto anche in Valtellina, quindi credo di ricomprendere un po' tutto lo scenario del decreto delle Olimpiadi. Credo innanzitutto che noi dobbiamo renderci conto che sono territori variegati, sono territori molto disomogenei, sono territori di potenzialità diversa, di obiettivi diversi, che hanno peculiarità molto divergenti l'uno dall'altro. Milano è la città che tutti ovviamente conosciamo, forse l'unica metropoli europea e mondiale che c'è nella nostra nazione; è una realtà che ha saputo far fronte relativamente di recente a un grande evento internazionale come l'Expo, del quale non finiremo mai di ringraziare Letizia Moratti per l'impegno che ha messo nell'ottenerlo e nel saperlo gestire, coi grandi risultati che tutti abbiamo visto. Quindi, è una metropoli che evidentemente vuole continuare su un percorso di internazionalizzazione, di un marketing territoriale che non è riferito a un singolo e precipuo contesto, ma che è ampio, che ha appunto un spettro ampissimo di interlocutori, di stakeholder, quindi è una città che evidentemente deve rispondere anche alla sete di investimenti che tutti quanti conosciamo. Ci sono le province di Belluno e di Sondrio, che evidentemente, come tutti sanno, sono province che hanno una loro specificità montana, non sempre riconosciute dallo Stato centrale e talvolta neanche dalle regioni nelle quali insistono, quindi hanno una necessità di sviluppare una vocazione, che sia turistica, che sia di peculiarità dei loro contesti di fauna e di flora in cui appunto sono caratterizzate, che hanno bisogno di avere una filiera agroalimentare molto particolare, hanno bisogno, insomma, di fare del marketing territoriale ben definito e ben preciso, e che quindi con le Olimpiadi sicuramente possono ritrovare un momento ispiratore e soprattutto, anche dal punto di vista materiale delle risorse, che possa magari lenire quella dimenticanza che molto spesso i Governi centrali hanno nei confronti di questi territori montani. Lo dico perché, come diceva giustamente prima la collega Paola Frassinetti, è evidente che uno degli obiettivi principali che possono esserci per queste realtà è quello del deficit infrastrutturale da colmare. Lo dico per conoscenza diretta: sicuramente le realtà montane di Belluno e di Sondrio non sono state in passato particolarmente considerate da investimenti importanti, da quel punto di vista. C'è un problema sicuramente di sostenibilità ambientale, c'è un dibattito aperto da tempo su autostrada sì, autostrada no, sfondamento verso l'Austria o meno, per quanto riguarda la provincia di Belluno; c'è un problema, in parte risolto, sull'elettrificazione - vedo che il collega De Menech sorride - della linea ferroviaria che va comunque proseguita e comunque anche pensata in un collegamento con le province contermini. C'è tutta una serie di ragionamenti che appunto faceva prima la collega Frassinetti sulla statale 36, che appunto collega il resto Lombardia con la Valtellina e con tutte quelle splendide montagne che tutti conosciamo. C'è un tema da valorizzare, appunto il turismo montano - ricordo le Dolomiti patrimonio dell'UNESCO, e per il 60 per cento le Dolomiti sono in provincia di Belluno; ogni tanto qualcuno si confonde, ma è così -, quindi sicuramente sarà un momento anche di restituzione a questo territorio troppo spesso dimenticato, anche in termini di immagine, che deve giustamente saper rivendicare, anche rispetto a una difficoltà che ha, avendo a fianco una regione a statuto speciale come il Friuli e due province autonome come quelle di Bolzano e Trento, che molto spesso magari qualche risorsa in più hanno avuto, e il qualche è chiaramente un larghissimo eufemismo.

Per far fronte a questo, però - e qui arriva la prima critica -, collega De Menech, su questo argomento, su questo provvedimento non noto particolare attenzione a uno dei grandi problemi che abbiamo visto anche in battaglie comuni nei territori di specificità montana, ovvero non vedo una precisa attenzione a quel processo di sburocratizzazione, di allentamento di quei vincoli che sappiamo sono uno dei grandi problemi dell'economia, della socialità, direi della vita in montagna: siamo stati spesso in Comelico - per esempio, ne dico una, che è la più eclatante -, dove proprio anche in funzione magari di un'omogeneità rispetto al progetto olimpico si voleva fare degli investimenti su degli impianti di risalita, e purtroppo basta che un sovrintendente ritenga in modo assolutamente parziale e poco oggettivo che non si può fare che un investimento, peraltro in gran parte privato, non può vedere la luce. Allora, credo che sia importante, quando noi andiamo a presentarci al mondo come una nazione che appunto vuole far vedere la sua serenità, la sua solidità e anche la sua importanza, evitare che basti un impuntamento di una persona - di un funzionario peraltro, con tutto il rispetto per l'attività burocratica dei nostri funzionari -, che contrasta con tutti gli indirizzi politici, per bloccare un investimento in una comunità montana che vuole soltanto continuare a essere comunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, su questo vorrei vedere maggiore attenzione e maggiore puntualizzazione, credo che questo manchi.

Un altro tema è appunto - qui è la seconda critica - che ho visto nel decreto che ci sono una serie di organi, per i quali apprezzo la gratuità con cui sono stati previsti, apprezzo anche la puntualizzazione delle competenze che sono state affidate, credo che però manchi una territorialità più imparziale, ovvero quella di quest'Aula: il Parlamento non ha un ruolo, non ha un ruolo di indirizzo, non ha un ruolo di controllo, non ha un ruolo di conoscenza, non ha un ruolo di rappresentazione del territorio che noi rappresentiamo. Cioè, è previsto tutto meno che quest'Aula abbia un ruolo. Io credo quindi che sia opportuno che insieme valutiamo l'opportunità di creare una Commissione, un gruppo di lavoro. Non voglio impuntarmi sullo strumento, ma voglio sicuramente che venga perseguito il fine, cioè che l'Aula e quindi i territori vengano coinvolti. Credo che questa sia una sfida che dobbiamo insieme intraprendere, quindi mi farò agente, attore, di questa opportunità.

Ripeto, credo che la sfida sia importante, assume oggi un ruolo ancora più significativo; credo che sia una sfida che appartiene a tutti; credo che sia una sfida che, all'interno di quella solidarietà nazionale che in questi giorni abbiamo visto a fasi altalenanti, debba essere però forte, debba ricominciare a vedere appunto come una nazione unita possa valorizzare i propri territori, possa valorizzare le proprie eccellenze, come possono essere appunto il patrimonio naturalistico, come possa essere - dicevo prima - la capacità di presentarsi sulla ribalta internazionale di Milano, come possa essere anche, andando a parlare in questo caso di Torino, vedere l'ATP non come un premio di consolazione, ma un momento di rilancio.

Insomma, come questa unità nazionale debba permettere ai tanti territori e alle tante peculiarità del nostro Paese di tornare sulla ribalta mondiale. Sicuramente, quindi, da parte nostra ci sarà tutta la vicinanza affinché questo avvenga, ma ci sono queste critiche che ho mosso e che noi non lasceremo soltanto al dibattito parlamentare, ma le faremo certamente seguire da interventi importanti anche dal punto di vista della presentazione di documenti ulteriori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

EMANUELE CESTARI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Cestari, su cosa chiede la parola?

EMANUELE CESTARI (LEGA). Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articoli 8 e 68. Il 6 aprile 2020 ho depositato una proposta di legge costituzionale. Sul sito Internet della Camera e nella mia scheda personale tale proposta risultava annunciata nella seduta dell'8 aprile 2020 al numero 2459, che ora reca un'altra proposta legislativa. Gli uffici della Camera mi hanno informato, con mio sconcerto, che l'annuncio in Assemblea non sarebbe stato pubblicato nell'allegato A del resoconto della seduta dell'8 aprile 2020 e quindi, formalmente, l'annuncio è come se non fosse mai stato fatto, poiché - cito testualmente - la proposta doveva essere valutata dalla Presidenza della Camera.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Cestari…

EMANUELE CESTARI (LEGA). Tutto a voce, nulla di scritto. Così il 9 aprile 2020 ho scritto al Presidente Fico, informandolo dei fatti e domandando le ragioni del mancato annuncio in Assemblea, ma non ho ricevuto fino ad oggi risposta in merito.

PRESIDENTE. Va bene. Provvederò…

EMANUELE CESTARI (LEGA). Vorrei sperare…mi conceda la fine, Presidente, ho già finito, sia gentile. Voglio sperare che lei oggi possa addurre le motivazioni del mancato annuncio; diversamente, in assenza di plausibili ragioni, stiamo assistendo ad una gravissima lesione delle attribuzioni costituzionalmente garantite ai parlamentari, come previsto all'articolo 71 della Costituzione. Concludendo, Presidente, ritengo che sapere dove sia una proposta di legge non rappresenti solo correttezza nei confronti del presentatore, ma anche rispetto per tutti quei cittadini che legittimamente osservano i nostri lavori.

PRESIDENTE. Va bene, la Presidenza si informerà e le darà le opportune spiegazioni.

È iscritto a parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, Ministro, colleghi, i diversi interventi che mi hanno preceduto hanno teso a valorizzare quelli che sono due eventi sportivi importanti, così diversi ma così importanti per il nostro Paese: da un lato, ovviamente, il più grande appuntamento internazionale, che sono i Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026; dall'altro, quello che dal 2021 ospiterà la città di Torino, accogliendo i più grandi tennisti mondiali di singolo e di doppio, che si affronteranno in quello che è l'appuntamento più importante che chiude i tornei dello Slam. Però, come hanno sottolineato i miei colleghi, è opportuno, in una condizione come quella che stiamo vivendo, partire da alcuni dati di contesto, visto che stiamo affrontando un dibattito in piena emergenza sanitaria e nondimeno - penso - nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, già in piena emergenza economica e sociale.

Quando mi è possibile, però, Presidente, mi sia consentito farlo sempre pubblicamente, riconoscere ai tanti operatori sanitari coinvolti, alle forze di volontariato il nostro ringraziamento: un ringraziamento non retorico, un ringraziamento sincero. Contestualmente a questo ringraziamento aggiungo anche un altro ringraziamento, perché gli italiani in questa fase hanno dimostrato una grande serietà: lo hanno fatto con rigoroso rispetto - al netto di qualche eccezione - di quel sistema di regole e della significativa riduzione di libertà personale che è stata introdotta con il lockdown.

Dicevo, appunto, che non sfugge a nessuno il contesto in cui noi oggi stiamo affrontando questa discussione: una situazione anomala per il Paese, tant'è che secondo me potrebbe risultare irrituale e anacronistico davanti alle nostre comunità discutere oggi di eventi sportivi e di Olimpiadi. Risulterebbe sgradevole, proprio nel momento in cui le cronache giornalistiche ci restituiscono la fotografia nitida delle difficoltà affrontate giornalmente dai medici, della situazione delle terapie intensive in tutta la penisola, delle grandi difficoltà riscontrate dal sistema imprenditoriale ed economico, e non da ultimo dei tanti lutti che purtroppo hanno colpito migliaia di famiglie.

Immagino che questa discussione possa - l'hanno ripetuto diversi colleghi - risultare inopportuna, ma se ci pensiamo bene non è assolutamente così. Non lo è per il ruolo di legislatori che ci compete, in quanto abbiamo la responsabilità di continuare in quest'Aula a calendarizzare, approfondire e sostenere quei provvedimenti che traguardano obiettivi e che segnano una potenziale speranza, dando voce e concretezza alla tanto ambita ripartenza. È compito di un Governo, di un Parlamento, delle istituzioni, nel loro ruolo di guida che hanno pro tempore della società, di assumersi la responsabilità di tracciare un futuro - sì - capace di farsi carico del presente, ma anche tracciare un progetto per il futuro, anche partendo, come facciamo noi oggi in quest'Aula, dallo sport. In questo contesto c'è la possibilità di discutere e contribuire alla costruzione di grandi eventi di carattere internazionale, che sono le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2020-2026. Quindi, lo ripeto, rispetto al primo dato di contesto, se qualcuno pensa che ancora sia fuori dal tempo ed inopportuno oggi parlare di Olimpiadi, dico, a mio modesto pensiero, che si sbaglia, perché anche il più grande evento sportivo internazionale può rappresentare, proprio per il suo valore, non solo da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista culturale, sociale ed educativo, un punto di ripartenza, un investimento sul futuro, attorno al quale impegnare le comunità coinvolte direttamente e il nostro Paese.

Poi c'è un secondo dato di contesto. Le Olimpiadi, come altri grandi eventi - oggi si parla di ATP Finals, ma altri grandi eventi che stanno toccando e interesseranno questo Paese in questi mesi e nei prossimi anni - rappresentano un grande volano di natura economica per questo Paese. Se dobbiamo registrare che l'impatto economico dell'industria dello sport è stato spesso sottovalutato, sono diversi invece gli studi effettuati sui benefici derivanti dallo svolgimento degli eventi sportivi, che ne evidenziano la capacità di essere una leva importante di innovazione, competitività ed occupazione. Per restare, per esempio, in questo settore specifico, se prendiamo l'ultimo grande evento che ha toccato il nostro Paese, come le Olimpiadi di Torino 2006 - un evento ovviamente che ha già portato un suo bilancio -, tra i grandi numeri ricordiamo che ci son stati qualcosa come un milione e mezzo di turisti, che sono stati coinvolti migliaia di telespettatori, portando investimenti, opere sportive, opere infrastrutturali, spazi per eventi, crescita del turismo; sono stati creati 57 mila posti di lavoro, con un valore aggiunto per l'economia italiana di quegli anni di ben 17 miliardi di euro. È un circolo virtuoso che può e, secondo il mio parere, deve replicarsi in occasione di questi eventi, a maggior ragione a seguito di una grave emergenza sanitaria come quella attuale. Le condizioni ci sono tutte affinché si compia un processo analogo a quello avvenuto a Torino e in occasione degli altri eventi che hanno riguardato il nostro Paese.

Ho ritenuto quindi importante, Presidente, evidenziare questi due elementi di contesto prima di entrare nel merito del provvedimento, altrimenti oggi questa discussione rischia di essere mal compresa all'esterno di quest'Aula. In breve ecco quelli che ritengo essere i provvedimenti e gli elementi caratterizzanti di questo decreto-legge.

Il primo, il fatto più importante secondo me: le istituzioni territoriali, le istituzioni governative, quelle sportive fanno squadra, come previsto, appunto, nel dossier della candidatura. Si fa ciò attraverso quelli che sono i due luoghi, i due momenti, di rappresentanza: da un lato il Consiglio olimpico, formato da 15 membri, che ha il ruolo di indirizzo generale per quanto riguarda questo evento; dall'altro, il comitato organizzatore, individuato nella Fondazione di diritto privato Milano-Cortina 2026, che sarà l'interlocutore primario del CIO, del CIP e delle Federazioni internazionali. Quest'ultima rappresenta il luogo della pianificazione, della realizzazione dei Giochi, con l'obiettivo di governare e di costruire al meglio un evento che dovrà rappresentare, per il nostro Paese, una vera e propria finestra aperta sul mondo e un'operazione di marketing di straordinaria importanza.

Bisogna essere capaci, in momenti come questi, di fare squadra, di indossare la stessa divisa, quella della nostra nazionale. Sì, perché sui Giochi invernali non c'è una politica che vince, non c'è un territorio che vince: c'è, appunto, il Paese, c'è un sistema, cioè il sistema-Paese; dobbiamo tenerlo presente anche per quelli che saranno gli anni futuri, quando potremo ancora candidare questa nostra Italia ad ospitare altri eventi sportivi di rango internazionale.

Poi c'è un secondo punto che è altrettanto fondamentale ed è di finire a breve, a fronte dell'imminente costituzione della società Infrastrutture Milano Cortina 2026 S.p.A. interamente partecipata da soci pubblici, le opere che serviranno al territorio. Esse dovranno consentire lo svolgimento di olimpiadi accoglienti e al tempo stesso devono trovare sul territorio il consenso delle comunità. Dovrà trattarsi di interventi condivisi e di azioni che possono servire a sviluppare anche in futuro il marketing turistico del nostro Paese e ciò dovrebbe avvenire in una parte di territorio estremamente variegata pur nel raggio di poche centinaia di chilometri. È una caratteristica di cui dobbiamo andare orgogliosi: da un lato quella che riguarda la valorizzazione turistica e di marketing di Milano, la città che è la nostra capitale dell'innovazione dell'economia, dall'altro le Dolomiti, il patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, luogo della monumentale bellezza e della fiera personalità che ha ispirato nel tempo scrittori, registi, grandi alpinisti e scalatori.

Poi c'è un terzo elemento contenuto nel decreto-legge, cioè gli impegni contratti con il Comitato internazionale olimpico volti a garantire una serie di interventi, comprese le agevolazioni di natura tributaria e fiscale, che sono state anche oggetto di discussione da parte di alcuni miei colleghi, contenute nell'articolo 5. Con questo articolo si è data una risposta puntuale sull'IRES, sul regime fiscale speciale per gli atleti, sui vantaggi sull'importazione di attrezzature sportive e, non da ultimo, sull'aumento della percentuale del reddito per concorrere alla formazione del reddito complessivo. Quest'ultima, nella stesura iniziale del decreto - dobbiamo ricordarlo - che è stata realizzato prima dell'emergenza Coronavirus, era individuata nel 30 per cento del reddito complessivo. Alla fine penso che la proposta del Governo, condivisa anche dal nostro gruppo, dopo la prima proposta anche da noi avanzata che era diversa e che prevedeva di rovesciare completamente il rapporto portando al 70 per cento la percentuale che avrebbe dovuto concorrere alla formazione del reddito complessivo per tutti i sei anni, dicevo che la proposta del Governo invece riesce a tenere insieme una gradualità dal 2020 al 2026 ma sono sicuro che il Ministro e anche il Governo avranno la capacità e la volontà in futuro di poter aggiornarla, anche in virtù del progressivo mutare delle condizioni socio-economiche nel nostro Paese. Sempre in materia di regime fiscale applicabile in occasione di questo evento, con alcuni ordini del giorno raccogliamo anche le indicazioni che sono arrivate puntualmente dai territori; non dimentichiamoci quali sono state le memorie avanzate dalla regione Veneto e dalla regione Lombardia, dai comuni di Milano e Cortina e, quindi, dal sistema territoriale che si farà carico di quell'evento. Noi oggi approveremo appunto anche alcuni ordini del giorno per far fare ulteriori passi avanti a partire anche già dai prossimi provvedimenti anche su altre questioni che possono riguardare materie di natura prettamente fiscale.

Ultimissimo tema da non sottovalutare e al quale abbiamo cercato di applicare un miglioramento attraverso un nostro emendamento che abbiamo introdotto, sempre riferito alle Olimpiadi, riguarda l'allargamento dei termini del divieto di pubblicizzazione parassitaria, perché è chiaro a tutti noi che il brand e il logo delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, come è già successo per i giochi olimpici Torino del 2006, debbono essere tutelati. Pertanto dobbiamo fare in modo che eventuali processi o interventi di pubblicizzazione parassitaria da parte di soggetti che intendono associare in modo surrettizio la propria immagine a quella del marchio di manifestazioni sportive di rilevanza internazionale, come queste, siano puniti in modo esemplare.

Concludo, signor Presidente, con un ringraziamento finale, un ringraziamento che però vorrei rivolgere ai protagonisti che già ci hanno consentito in quel giugno 2019, mentre proprio in questa sede discutevamo della legge delega dello sport con l'allora sottosegretario Giorgetti, un risultato importante per l'ottenimento in questo Paese di un evento internazionale così rilevante. Il ringraziamento è rivolto ai Governi che dal 2017 a oggi, quindi dal Ministro Luca Lotti, dal sottosegretario Giorgetti, al Ministro Spadafora, si sono susseguiti per poter portare a compimento un processo e ottenere un risultato importante e straordinario per il nostro Paese; un ringraziamento per gli enti locali e le regioni che sono sempre stati vicino a questo percorso nella costruzione fin dall'inizio del dossier e hanno messo a disposizione una parte del nostro territorio importante e rilevante.

Un ringraziamento anche, a partire dal relatore, a tutti i gruppi di maggioranza e opposizione di quest'Aula perché, seppur con qualche differenza, portando anche elementi di miglioramento al decreto, abbiamo dimostrato che, quando è il momento, il Parlamento e le forze politiche sono capaci di fare squadra e lo abbiamo fatto su un grande provvedimento perché può segnare, come noi speriamo, la ripartenza per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signora Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per porre alla Presidenza una tematica che sta interessando in queste ore i lavori delle nostre Commissioni e che rischia, in assenza di una univoca e chiara interpretazione da parte della Presidenza, di ingenerare confusioni o, peggio ancora, l'introduzione di prassi assolutamente non conformi con l'esigenza del sistema della rappresentanza. Come ella sa, signora Presidente, le Commissioni si stanno organizzando in vario modo. Vi sono Commissioni che consentono di potere svolgere con il plenum dei propri componenti il lavoro connesso con l'esame dei provvedimenti e quindi in questo senso richiedono la disponibilità di particolare spazi e altre che, in sede di ufficio di presidenza, stanno raggiungendo una sorta di entente cordiale tra i gruppi. Quelli che però non possiamo accettare sono due aspetti. Il primo è che si sdogani l'idea che, come qualcuno sta proponendo in queste ore, negli uffici di presidenza si voti attraverso i capigruppo: questa è una modalità che assolutamente non è conforme alla giurisprudenza e alla normativa e bisogna assolutamente evitare che si crei un precedente di questa natura. Il secondo aspetto che desidererei sottolineare è il fatto che vi sono presidenti di Commissione che stanno mandando delle e-mail chiedendo ai parlamentari in via preventiva chi fosse intenzionato a partecipare. Credo che anche questa non debba essere acquisita in questo senso come una prassi di vaglio preventivo da parte della presidenza della Commissione della volontà di ciascun singolo parlamentare di partecipare. Se ci sono esigenze particolari, devono essere affrontate all'interno degli uffici di presidenza, fatte salve però evidentemente le condizioni di assoluta garanzia nei confronti di tutti perché la Camera è assolutamente in condizione, in presenza di sale che anche in queste ore possono essere messe a disposizione delle Commissioni, di potere svolgere nel caso riunioni con il plenum di tutti i parlamentari e di non dover ulteriormente costringere una attività che comunque in sede di Commissione, considerate anche le condizioni dell'Aula, risulta essere l'unica attività nella quale un parlamentare ha effettivamente la possibilità, se non di incidere, quantomeno di esprimere la propria posizione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghi. Mi sono chiari i termini della questione che lei ha sollevato e, in particolare, il rischio di lesione del diritto-dovere di rappresentanza dei parlamentari. Pertanto, naturalmente informerò il Presidente Fico della sua osservazione.

Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole De Menech non intende replicare.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo. Prego, Ministro Spadafora.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. Anch'io in realtà intervengo solo per ringraziare per l'importante lavoro che è stato realizzato anche in condizioni così difficili da tutte le Commissioni e in particolare ovviamente dalla Commissione Cultura e anche per il lavoro molto attento svolto dal relatore, dall'onorevole De Menech, che ha consentito una partecipazione molto attiva, favorendo una unità di impegno delle forze di maggioranza e la disponibilità manifestata nel dibattito dalle forze di minoranza, che ringrazio entrambe ovviamente. Credo che sia stato un ottimo esempio di un lavoro di squadra e, rispetto anche ad alcune osservazioni che sono state fatte questa mattina durante il dibattito, vorrei rassicurare sul fatto che si tratta di un primo provvedimento che consente oggi di partire ed iniziare a lavorare per questi due importanti appuntamenti.

Ma, come è sempre stato anche in qualche modo nella storia delle precedenti Olimpiadi e non soltanto di quelle che si sono svolte nel nostro Paese o di altri eventi internazionali, chiaramente sarà necessario, come è stato detto, anche aggiornare i provvedimenti nel corso di questi anni che ci separano dagli appuntamenti previsti, e quindi anche poter prendere maggiormente in considerazione, revisionando alcune cose in base all'andamento sia di quella che sarà la situazione generale del nostro Paese, dal modo e dai tempi in cui evidentemente usciremo anche da questa crisi sanitaria emergenziale di questo momento. Quindi, sicuramente alcune delle considerazioni che sono state fatte potranno ulteriormente, nelle fasi successive, in base all'evoluzione proprio delle cose nel nostro Paese, essere prese assolutamente in considerazione.

Credo che questo sia stato davvero un ottimo esempio di un lavoro di squadra, che, nell'interesse del Paese, ha visto poi in continuità lavorare, come è stato detto, più Governi. Personalmente ringrazio anche il mio predecessore, l'onorevole Giorgetti, dal quale ho ereditato questo dossier, e sono sicuro che le Olimpiadi e le Paralimpiadi Milano-Cortina 2026 e le ATP Finals di Torino avranno un valore altamente simbolico nel processo proprio di ripartenza del nostro Paese, e soprattutto nella capacità di confermare la forza di un Paese nell'organizzare eventi internazionali di così grande prestigio, che sicuramente daranno, proprio a quelle regioni che oggi sono particolarmente colpite dall'epidemia, dall'emergenza sanitaria, una possibilità di confermare e di verificarsi all'altezza di questa enorme sfida.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo (Vedi l'allegato A), non si procederà alla votazione dell'articolo 1, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento, direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, secondo quanto convenuto tra tutti i gruppi parlamentari al fine di corrispondere all'esigenza di massima precauzione per il contenimento del rischio di diffusione del virus COVID-19, durante tale fase potranno essere presenti in Aula anche i deputati che risultano firmatari di ordini del giorno, i quali, tuttavia, non potranno svolgere interventi per dichiarazioni di voto, non essendo previste votazioni sugli ordini del giorno.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Prego, Ministro.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Il Governo accoglie l'ordine del giorno n. 9/2434-A/1 Rossini a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni, con riguardo alle opere infrastrutturali di cui all'articolo 1, commi 18 e 20, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, ricadenti nel territorio delle province autonome di Trento e Bolzano, di individuare le province di Trento e di Bolzano quali centrali di committenza e stazioni appaltanti delle suddette opere o di alcune di esse”. Gli ordini del giorno n. 9/2434-A/2 Cillis, n. 9/2434-A/3 Vacca, n. 9/2434-A/4 Baldini, n. 9/2434-A/5 Foti, n. 9/2434-A/6 Mollicone, n. 9/2434-A/7 Rossi e n. 9/2434-A/8 De Menech sono accolti.

Ordine del giorno n. 9/2434-A/9 Garavaglia è accolto a condizione che sia espunto il terzo capoverso delle premesse e che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di procedere secondo quanto esposto in premessa, anche in relazione al fatto che gli enunciati obiettivi della ripresa troverebbero negli investimenti pubblici a sostegno delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 un sicuro volano, con un effetto moltiplicatore di cui beneficerebbe tutto il Paese”. Ordine del giorno n. 9/2434-A/10 Belotti accolto a condizione che siano espunti i capoversi quinto e sesto delle premesse e che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni citate in premessa, nonché la possibilità di estendere, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, forme di detassazione nei confronti dei lavoratori del settore sanitario esposti in prima linea nel contrasto al Coronavirus e a favore di soggetti e imprese del settore sportivo, con particolare riferimento ai territori più colpiti dall'emergenza economico-sanitaria”.

Ordine del giorno n. 9/2434-A/11 Rixi accolto come raccomandazione a condizione che sia espunto tra le premesse il sesto capoverso e che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare la possibilità di rafforzare ulteriormente la modalità di partecipazione delle regioni Lombardia e Veneto, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali coinvolti nell'organizzazione dell'azione amministrativa, nell'attuazione del piano e nel controllo degli interventi; a valutare la possibilità di introdurre semplificazioni di ordine procedimentale e temporale nel rilascio delle autorizzazioni VAS, VINCA, VIA e piano di terre e rocce da scavo e per quelle relative al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e all'esecuzione degli interventi su beni culturali; a valutare l'opportunità di assumere, nell'ambito delle iniziative finalizzate a rilanciare il settore delle infrastrutture quale volano nell'attuale fase congiunturale della crescita economica del Paese, iniziative volte ad accelerare e semplificare i procedimenti di approvazione ed esecuzione dei progetti relativi alla realizzazione delle infrastrutture di cui all'articolo 1, commi 18 e 20, della legge 27 dicembre 2019, n. 160”.

Ordine del giorno n. 9/2434-A/12 Fogliani è accolto a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a evitare ogni possibile conflitto di interesse che possa compromettere l'autonomia operativa degli organi amministrativi della Fondazione, anche mediante l'introduzione di apposite ipotesi di inconferibilità e incompatibilità”. Ordine del giorno n. 9/2434-A/14 Casciello accolto a condizione che sia espunto il terzo capoverso delle premesse e che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di monitorare gli effetti applicativi delle norme in materia di agevolazioni fiscali per i percettori di emolumenti erogati dal comitato organizzatore di Olimpiadi Milano-Cortina 2026, al fine di verificare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'estensione e l'implementazione dei benefici a favore delle categorie di lavoratori più direttamente esposti nel contrasto all'epidemia da COVID-19”.

PRESIDENTE. Mi scusi, Ministro, prima dell'ordine del giorno n. 9/2434-A/14 Casciello c'è il n. 9/2434-A/13 Mantovani.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Se mi dà solo un secondo, Presidente.

PRESIDENTE. Se vuole passiamo al n. 9/2434-A/15 Barelli.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Quello è accolto.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2434-A/13 Mantovani alla Presidenza risulta sia stato anticipato parere favorevole.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Chiedo scusa dell'inconveniente e confermo il parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2434-A/13 Mantovani.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Poiché è stato convenuto che le dichiarazioni di voto finale abbiano inizio alle ore 12, sospendiamo la seduta, che riprenderà…

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Allora, è evidente che le Olimpiadi sono un argomento che interessa a tutti; tuttavia, vengo a sapere da concordanti notizie di stampa che in questo momento c'è una task force, organizzata dal Governo non si sa bene su quali basi - le giuro, ho riletto tutta la Costituzione ma non ho visto task force di esperti però, va bene, tante volte nei Ministeri e così via si fanno dei consulenti -, ma queste concordanti notizie di stampa che ho avuto pochi minuti fa affermano che la prima discussione di questa task force si sia arenata in quanto il punto è l'immunità di tali membri per le decisioni che dovranno andare a prendere. Ora, dato che qui c'è un Parlamento, che, fino a prova contraria, dovrebbe essere il luogo dove le decisioni si prendono e si discutono, mi sembra che stia succedendo qualcosa di strano. Mi sembrerebbe strano che nessuno abbia fatto evidenziare questa cosa, perché, altrimenti, capisce bene che l'importanza della nostra discussione ne esce clamorosamente svilita, perché, se noi qui stiamo parlando delle Olimpiadi che verranno e, dall'altra parte, per le decisioni immediate, è incaricata una task force eletta non si sa da chi, nominata non si sa con quale legittimità, che cerca immunità per le decisioni che dovrà prendere, se mettiamo questo assieme al fatto che il Governo sta discutendo in questo momento in sede europea di cose importantissime, quali il finanziamento, senza passare dall'Aula, come invece la legge n. 234 del 2012 imporrebbe, io come parlamentare - mi rivolgo a lei, signor Presidente - dovrei pensare che qui vi sia una specie di sollevazione in quest'Aula che sta venendo esautorata della sua autorità.

Andiamo avanti con DPCM che qui non passano e non passano neanche al Quirinale. In Europa si discute senza nessun mandato, senza nessun mandato, e sono gli esponenti stessi della maggioranza che lo dicono, perché l'onorevole Marattin ha detto: ma con che mandato si è andati a fare questo? Mi sembra abbastanza importante.

Ma la goccia che fa traboccare il vaso è che il Governo, a quanto pare, ha deciso di avvalersi di una specie di vice-Governo ombra o di vice-Parlamento ombra di ottimati - non si sa bene per quale motivo - che cercano immunità per le sue decisioni: avete capito qual è il punto? Io, quindi, sinceramente, gradirei che il Presidente facesse immediatamente chiarezza su quanto sta succedendo e si degnasse di arrivare in Aula, forse per qualche volta non soltanto per riferire ma per comunicare, in modo tale da avere un atto di indirizzo; perché se noi non fossimo d'accordo su quello che sta succedendo, magari sarebbe una cosa di una qualche rilevanza. Se il Parlamento decidesse che non è minimamente pensabile fornire qualsiasi tipo di immunità, qualsiasi organo consultivo pur strampalato che sia, direi che questo, forse, sarebbe un buon punto di partenza per iniziare a trattare le nostre questioni con un po' più di serenità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, informerò il Presidente Fico della questione che lei ha sollevato.

Poiché è stato convenuto che le dichiarazioni di voto finale abbiano inizio alle ore 12, sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà a tale ora. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 12.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge n. 2434-A.

Ricordo che prima della sospensione della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, questo è un provvedimento molto importante, ovviamente, perché riguarda un pezzo strutturale del futuro di questo Paese, e sappiamo tutti quanto abbiamo bisogno di occuparci di futuro, soprattutto in questa fase.

La questione delle Olimpiadi e degli ATP di tennis hanno a che fare non solo con lo sport, ma con tutto quello che attorno a grandi manifestazioni di questo tipo è coinvolto, e io ci voglio mettere il pezzo non solo dell'impresa, ma anche della cultura e anche della formazione delle prossime generazioni, delle nuove generazioni.

Ci sono due aspetti che voglio e mi preme sottolineare: uno è anche il passaggio, che poi è stato fatto in sede referente, come dire, che aiuta a considerare questo momento, soprattutto le Olimpiadi, non solo un evento in sé, ma un percorso che ci deve portare al 2026, un percorso che ci sarà dopo il 2026, quindi quella che si chiama legacy, il risultato, come dire, come faremo tesoro di quello che succederà nel corso dei prossimi anni, è importante.

È un decreto che prevede tutta la parte di organizzazione, di istituzione di comitati, organi che servono per prepararci a questo. È importante che sia un momento, un percorso di rilancio, perché, quando a un certo punto cominceremo a uscire e poi usciremo da questa crisi pandemica in cui siamo, noi avremo bisogno di restituire centralità al Paese nel mondo e quindi di usarlo come veicolo di traino per il turismo, ma anche, ripeto, per la cultura e per il racconto della prossima Italia che vorremo fare.

Concludo, Presidente, solo con un appello. Lo faccio al Parlamento e lo faccio, però, alla mia Commissione, anzitutto: questo è un provvedimento centrale, ma ha molto senso se non resta l'unico provvedimento che per settimane noi esaminiamo, perché ovviamente là fuori le preoccupazioni sono molto più contingenti e molto più immediate, e quindi questo ragionamento di prospettiva va assolutamente raccordato su che cosa ci succede a settembre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Spadafora, colleghe e colleghi, sulla questione dell'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle ATP Finals di Torino 2025, si è portato avanti un ampio dibattito. La vexata quaestio ha visto due fronti contrapposti, che hanno espresso opinioni con argomentazioni per nulla banali, anzi entrambe decisamente fondate: da una parte, si schiera chi ritiene che questi eventi costituiscano delle opportunità che vadano sfruttate, soprattutto dopo un periodo di grave sofferenza e di depressione economica; dall'altra, invece, vi sono coloro che ritengono che la realtà documentale di esperienze passate faccia emergere la sovrastima di benefici e la sottostima dei costi e che, quindi, l'organizzazione di questi eventi vada completamente e assolutamente evitata, considerato anche che nelle ultime dieci edizioni di grandi eventi olimpici si è avuto lo sforamento del 150 per cento tra costi stimati e costi effettivi. Ma c'è un caso, e cioè Barcellona 1992, dove la visibilità conquistata dai riflettori olimpici è stata gestita abilmente e con pieno successo, facendo divenire la città catalana una delle maggiori località turistiche europee.

Io ritengo che, in un momento in cui bisogna agire a trecentosessanta gradi, fronteggiando l'emergenza sanitaria, affrontando una crisi economica senza precedenti, bisogna gettare le basi per realizzare un rilancio di immagine che contribuisca a un rilancio economico del Paese. Se si riusciranno a mobilitare le migliori energie e le migliori personalità del nostro Paese, coinvolgendo tutta la filiera turistica e dell'ospitalità, e la gestione dei trasporti, creando offerte che vadano oltre i luoghi dell'evento, per estendersi evidentemente a tutto il Paese, allora raggiungeremo un grande risultato; e da dirigente di una federazione sportiva - e concludo, Presidente - quale sono, questa occasione non voglio perderla.

Pertanto, il MAIE voterà favorevolmente al provvedimento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie. Buongiorno, Ministro. Rivedere oggi quel video con cui noi abbiamo presentato, un anno fa, la nostra candidatura e che ha incantato i membri della Commissione di Stoccolma, commuove, ma davvero colpisce, perché in soli tre minuti quel breve filmato di Marco Balich non solo racconta le bellezze del nostro Paese, ma parla di noi e mette in luce quei fattori che sono stati da sempre, nella nostra civiltà, quei fattori chiave, proprio i tratti distintivi del nostro Paese, e li unisce alla passione per lo sport e a quei valori importanti di cui è portatore lo sport: la creatività di squadra, la passione e la volontà di farcela, la maestria e l'ingegno, la bellezza e la cura e la precisione nella tecnica, ma anche e soprattutto lo sport per tutti e il patto tra persone e tra regioni.

Io credo che, se noi punteremo su questi fattori sin da adesso - perché la competizione inizia ora, per noi, quella delle Olimpiadi, e con questo provvedimento noi diamo il via ai lavori e alle collaborazioni, anche col mondo - potremo fare in modo che le Olimpiadi invernali 2026 siano una forma di riscatto del Paese, ma anche di rilancio proprio per quei territori su cui si terranno e che oggi stanno combattendo la partita più difficile, che è quella per la vita e per la salute.

Voterò favorevolmente, ma dobbiamo vedere, con questo provvedimento, proprio un momento di ripresa, sin da ora, e anche sentire che lo sport e i suoi valori uniranno il mondo, e lo potremo fare insieme agli altri Paesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, annunciando il voto favorevole del mio gruppo a questo provvedimento, vorrei fare soltanto alcune brevissime considerazioni.

È evidente, credo per tutti e tutte, che discutere ora, in quest'Aula, un provvedimento legato ad appuntamenti, che, per quanto importanti, sono collocati assai in là nel tempo, rischia di assumere una dimensione straniante nella condizione nella quale si trova il nostro Paese, si trova l'Europa intera e il mondo intero. Tuttavia, io credo che, alla discussione che il collega Tasso ha ricordato e che si accompagna sempre al dibattito su questo tipo di appuntamenti - cioè quella tra chi pensa che i grandi eventi siano, sempre e di per sé, un'occasione che vada colta senza nessun dubbio e chi pensa che, invece, siano sempre, di per sé, una sorta di sciagura - possa esserne sovrapposta, sostituita un'altra; e cioè, io penso che noi dobbiamo immaginare, pur consapevoli che questo decreto va approvato qui ed ora, oggi, perché le necessità organizzative per eventi di questo tipo hanno bisogno di un tempo assai significativo, credo che sia però possibile fare quello che, per la verità, dovremmo fare per tutte le cose di cui ci occupiamo, di cui dovrebbe occuparsi la sfera pubblica, la democrazia, il luogo della decisione politica, cioè provare ad utilizzare questo tempo per ripensare il senso, la natura anche, di alcune parole, di alcuni concetti: che cos'è un grande evento in questo tempo e, dopo quello che questo tempo lascerà, cosa sarà un grande evento, come dovrà essere pensato, misurato nel rapporto diffuso con i territori.

Quanto dovremo immaginare nuovamente e reinventare gli strumenti di intervento, quelli che fino a ieri avevamo pensato come il deposito più naturale, più progressivo - nella migliore delle ipotesi - di un appuntamento di questo tipo sul piano della sua ricaduta economica, sul piano del turismo, sul piano del rapporto con il territorio, con l'ambiente, con i servizi fondamentali che in quel territorio è necessario implementare, talvolta ricostruire, per dare sicurezza alla dimensione pubblica della vita di ciascuno e di ciascuna di noi. Credo che, da questo punto di vista, contemperando le esigenze di immediatezza rispetto all'avvio delle procedure, sia però necessario e importante mantenere alta non tanto e non solo una funzione di vigilanza del Parlamento, del Governo, delle istituzioni rispetto all'organizzazione concreta di quegli appuntamenti, ma anche svolgere un ruolo attivo per provare a fare di questa immane tragedia che stiamo attraversando un'occasione per reinventare il mondo di domani.

Non credo si possa immaginare di tornare a prima e non solo per le prescrizioni sanitarie di cui leggiamo quotidianamente, in un'approssimazione successiva che è inevitabile. Ho letto di qualcuno che chiede alla scienza certezze inconfutabili; la scienza, per sua definizione, è il terreno di una ricerca. Però, al di là di questo, noi non potremo e non dovremo tornare al prima perché il prima è la crisi, il prima è in parte la ragione dei problemi che noi stiamo affrontando; lo è in tutte le sue dimensioni, dal suo modello economico, al modo con cui abbiamo organizzato la nostra vita, persino al modo con cui abbiamo organizzato ed immaginato i grandi eventi, anche quelli sportivi. Credo che con questo spirito, allora, sia oggi sensato e ancora più importante approvare questo provvedimento, avendo però chiara la necessità, su questa come su molte altre questioni dell'intero arco che riguarda la vita di tutti e tutte noi. Su tutto questo dovremo mettere in campo uno sforzo straordinario di creatività, uno sforzo ambizioso per ripensare un mondo che, come era prima, non solo ha mostrato i suoi limiti ma non è in grado di affrontare crisi come queste, che purtroppo sappiamo potranno tornare in forme diverse ma altrettanto gravi e drammatiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, come Paese abbiamo ipotizzato la candidatura italiana alle olimpiadi e alle paralimpiadi più o meno tre anni fa: era il settembre 2017. Sempre come Paese abbiamo presentato quella candidatura di Milano-Cortina, abbiamo ottenuto le olimpiadi, le paralimpiadi e abbiamo festeggiato qualche mese fa, meno di un anno fa. Ci troviamo adesso a votare in Parlamento quello che è il primo atto - primo di una serie - di un percorso e lo facciamo in un momento in cui oggettivamente le priorità e le urgenze, e giustamente le attenzioni di tutti, comprese di questo Parlamento e del Governo, sono altre. Sembra, quindi, come dire, fuori luogo parlare in questo contesto, nell'attualità di oggi e di questo periodo di olimpiadi, di finali di tennis, di un miliardo di investimenti, di ricadute sul territorio, di visibilità del nostro Paese, di investimenti pubblici e privati, di 2 milioni di visitatori, del 2026. In questo momento, con lutti, con problemi economici oggettivi, con rischio di perdita di lavoro, con PIL in caduta, con crisi e chiusure, la nostra discussione rischia di essere se non contestualizzata percepita come fuori dalla realtà, fuori dal contesto. La politica ha l'obbligo di essere impegnata sulla realtà, sul contingente, sull'attualità, ma, nello stesso tempo, ha anche l'obbligo di avere una visione sul futuro.

Per questo, la discussione che stiamo facendo non è fuori luogo, non è fuori dalla realtà. Governare non è e non significa semplicemente amministrare, non è sinonimo di amministrare e la differenza sta proprio nell'avere una visione del futuro, una prospettiva, un'idea, un progetto; un concetto che dobbiamo utilizzare anche per quella che rappresenta - e lo sappiamo tutti - un passaggio fondamentale rispetto al periodo buio che stiamo vivendo, che è quella della ripartenza, della riapertura, se vogliamo chiamarla così. Un concetto che Matteo Renzi ha ben utilizzato a fine marzo; non due anni fa, non due mesi fa, due settimane fa; una visione, una prospettiva, un'idea del dopo rispetto al contingente che va affrontato, nessuno lo nega e, in quel contesto, il tema era la riapertura economica, produttiva, in sicurezza. La risposta più gentile è stata, non due anni fa o due mesi fa ma due settimane fa: sei un irresponsabile. Sono passate due settimane e non mi pare che ci sia più nessuno in questo Paese che parli di chiusure a prescindere. Prima uno è irresponsabile, adesso tutti i responsabili: cos'è successo in due settimane? Per quello che mi riguarda ha vinto la politica, è entrata finalmente la politica, che è gestione del contingente ma è anche visione del futuro, quindi, evviva la politica. Noi siamo ben contenti se adesso tutti sono per ripensare alla riapertura, per avere una visione, una prospettiva, un progetto. Siamo talmente contenti anche perché tutti comprendono adesso che non possiamo vivere di reddito di cittadinanza, di reddito universale, di patrimoniale o di debito fine a se stesso, perché così non abbiamo un futuro, una prospettiva e un domani; abbiamo un futuro se riparte l'unica attività che può dare vera dignità, vero reddito, vera occupazione ovvero il lavoro, cioè le imprese. Ci vuole, quindi, la politica perché ci vuole una visione, una prospettiva. Se ci fosse stata una visione, una prospettiva anche negli anni passati - penso al recente e precedente Governo - adesso, in questo momento in quest'Aula avremmo magari, per esempio, potuto discutere di quanto poteva essere utile aver ottenuto - è un'ipotesi - le olimpiadi a Roma per il 2024. Immagino che questa discussione la stiano facendo poco lontano, in Francia, a Parigi, dove hanno ottenuto le prossime olimpiadi, o di quanto poteva essere utile, in questa idea di prospettiva e di progettualità, una discussione sulle olimpiadi invernali anche a Torino. Serve una visione e forse ora ce ne rendiamo conto che serve alla politica anche una visione e una prospettiva. Adesso è il momento, quindi, di comprendere che un popolo si rialza certamente con la gestione del presente - nessuno lo nega -, ma anche con una visione del futuro. Il voto di oggi su questo decreto ha questo senso, ha questo significato per quanto ci riguarda. Per tutte queste motivazioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, signori del Governo, un paio d'anni fa ebbi l'onore e il piacere di conoscere la paralimpica Bebe Vio e mi fa piacere iniziare il mio intervento con una sua citazione di strettissima attualità: in situazioni difficili o di emergenza uno sportivo reagisce in modo diverso, certamente migliore. Siamo tutti consapevoli che vinta la sfida del Coronavirus dovremo trovare velocemente una strada per sterilizzare il grave contagio sul versante economico, decidendo su quali settori investire le – purtroppo - limitate risorse pubbliche.

Le stime vedono il prodotto interno lordo calare di almeno dieci punti solo in questo anno ed enormi difficoltà per la ripresa.

Colleghi, rischiamo centinaia di migliaia di posti di lavoro, persi solo nel 2020. Intanto l'Italia manca di qualsiasi strategia per la fase 2, una strategia di uscita che possa riportare la nazione almeno alla semi-normalità. La Francia ha deciso che, dal 10 maggio, riapriranno le attività produttive. Lo hanno fatto l'Austria, la Norvegia e la Danimarca, con modi e tempi diversi. Ognuno ha la propria situazione epidemiologica, ma con un piano, un'idea e una programmazione, che noi purtroppo non abbiamo. A breve ci sarà anche la Germania. Da notare che altre nazioni annunciano le comunicazioni dei leader con giorni di anticipo. Il Veneto si è data una exit strategy, mentre la nazione non ce l'ha.

Navighiamo a vista, anzi navighiamo a task force e dirette Facebook. Certo, tutti i piani vanno monitorati, adattati, vanno collezionati i dati, analizzati e poi fatte le opportune modifiche. Ma almeno non si improvvisa e non si basa la strategia su battute livorose, spesso rivolte alle opposizioni, e fake news!

Il provvedimento che ci troviamo ad approvare rappresenta un'enorme occasione per rilanciare l'economia italiana, considerato anche l'impatto sui territori ora colpiti dall'emergenza. Secondo uno studio realizzato dall'Università di Venezia, le Olimpiadi invernali 2026 potrebbero generare un impatto complessivo di ben 840 milioni sul PIL italiano con un picco nel biennio 2025-2026, con un aumento di più di 5 mila posti di lavoro solo per l'organizzazione vera e propria di Milano Cortina 2026, e un picco, oltre 8.500, nel 2026. Per il Veneto e il Trentino significano più di 14 mila posti di lavoro.

La Gran Bretagna si riprese nel 1948 dalla guerra e dalla recessione del 2012 grazie proprio alle Olimpiadi. La situazione era disastrosa. Nella XVI edizione del 1948, pensate, l'austerità era tale, che gli atleti vennero invitati a portarsi le rispettive scorte di cibo.

Colleghi, tra i settori più colpiti dalla crisi c'è sicuramente lo sport, anche quello meno mediatico, e con esso gli operatori dell'impiantistica sportiva, come denunciato dal SIGIS, che raggruppa centinaia di gestori di impianti a livello nazionale. La preoccupazione non è solo per le attività, ma per tutti gli addetti e per le ditte che offrono servizi di manutenzione e pulizia. Chiudono le piscine, le palestre, non lavorano gli atleti e i preparatori atletici. Le misure nel decreto marzo sono fin troppo limitate al riguardo.

Inoltre, vogliamo sottolineare come gli enti di promozione sportiva rappresentino un principale punto di riferimento nel mondo dello sport, caratterizzati da una costante presenza nel tessuto sociale e da un generale successo organizzativo, sia sul piano della quantità che della qualità. Sia i gestori dell'impiantistica che gli enti di promozione sportiva vanno coinvolti e inclusi nell'organizzazione e nella pianificazione strategica delle Olimpiadi di Milano Cortina, come abbiamo proposto in un nostro ordine del giorno accolto dal Governo - e di questo ovviamente lo ringraziamo -, così da limitare l'impatto economico delle misure di contenimento e rilanciare il settore sportivo, a partire dal suo tessuto.

Fratelli d'Italia ha cercato con le proprie proposte emendative di aiutare la costruzione del provvedimento e di migliorarla. In particolare, sul cosiddetto ambush marketing, ha richiesto l'aumento del perimetro del divieto di pubblicizzazione parassitaria anche alla commercializzazione del logo. Ne va della tutela di tanti lavoratori dello sport e di tutto l'indotto.

Onorevoli colleghi, il rilancio dell'Italia passa anche per le sue infrastrutture. Finalmente il Governo, che era contro le grandi opere, come ha ricordato anche il collega di maggioranza Toccafondi, arriva alle nostre storiche posizioni e decide di realizzare grandi investimenti pubblici, specialmente ferroviari, così da poter finalmente garantire una rete efficiente e utile a servire i territori periferici, così come i grandi centri.

Fratelli d'Italia voterà favorevolmente al provvedimento, perché azionerà un effetto moltiplicatore sull'economia, soprattutto dopo l'uscita dall'emergenza. Le Olimpiadi sono momenti di business rilevanti, di rievocazione dello spirito della nazione, un'occasione di ripartenza, appunto, per tutta l'economia nazionale.

Milano Cortina 2026 porterà ad una generale crescita, dal settore immobiliare a quello turistico, a maggiori occupati in tutti i settori, a investimenti esteri e ad una valorizzazione del prestigio nazionale a livello globale. “Più veloce!, più in alto!, più forte!” è il motto, uno dei simboli olimpici, che in questi giorni assume tutta la sua attualità e il suo significato simbolico. Ed è questo che ci auguriamo per il futuro, di essere più forti, per ricominciare finalmente nella normalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lotti. Ne ha facoltà.

LUCA LOTTI (PD). Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, senza troppi giri di parole e senza rischiare di enfatizzare il momento, vorrei subito dire che quello che quest'Aula si accinge a votare è un provvedimento decisivo per il futuro dello sport italiano. E non solo dello sport.

È grazie a tutti i colleghi, del Partito Democratico e delle altre forze politiche, che hanno lavorato al testo di questo decreto, che in Commissione è stato approvato con convinzione da tutti. Ecco perché, in questi pochi minuti, se avete la cortesia di consentirmelo, vorrei rivolgermi principalmente a chi è fuori da questo Palazzo, perché credo che la politica, mai come oggi, debba dire agli italiani: fidatevi di noi, fidatevi della politica.

Il mio obiettivo, però, non ha niente di propagandistico. Il mio intervento oggi, in realtà, non è soltanto convincere gli italiani della bontà di questo provvedimento, quanto piuttosto di assicurare ai cittadini che l'Italia farà bene nell'organizzazione di un evento di portata mondiale, come saranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2026, ma soprattutto dire con forza che le Olimpiadi fanno bene all'Italia e fanno bene agli italiani.

È un momento difficile - lo sappiamo -, viviamo giorni complicati. Parlare di sport e di legge olimpica può sembrare fuori luogo, può sembrare strano, addirittura inutile. Credo sia comprensibile - lo hanno detto altri colleghi prima di me -, ma, come ha detto una volta qualcuno molto più autorevole di me, nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità. Ecco, è proprio in un momento complesso come questo che siamo chiamati, come classe dirigente, a prendere decisioni per il futuro del nostro Paese, per il futuro dei nostri figli. Dobbiamo curare il presente e pensare a come preservare il nostro futuro. E il futuro dell'Italia - ne sono convinto - passa anche attraverso lo sport.

Il decreto, che qui siamo chiamati a votare, idealmente è nato nel 2017, quando cioè il Governo italiano decise di intraprendere l'avventura olimpica. Oggi abbiamo in approvazione un testo completo, frutto di una discussione tra maggioranza e opposizione, che delinea una cornice precisa e regole di ingaggio assolutamente all'avanguardia per questo settore. Questo è merito di chi ha creduto fin dall'inizio e di chi lo ha portato avanti, senza arrendersi di fronte alle difficoltà.

Questa legge olimpica ci dice chiaramente che si può e si deve ripartire anche dallo sport, come traino per gli investimenti, come spinta per far ripartire il turismo, come leva economica per il nostro Paese, come ricchezza sociale. Questo testo prova a mettere nelle mani del comitato organizzatore tutti gli strumenti necessari per far bene.

Visto il poco tempo che ho a disposizione, mi permetto di sottolineare solo un aspetto, peraltro già ribadito da chi mi ha preceduto. A fronte di una garanzia statale, che potrà arrivare a 58 milioni di euro, il CIO si è impegnato a corrispondere al comitato organizzatore, a partire dal 2022, un anticipo sui diritti televisivi per un ammontare di 450 milioni di dollari. Ricordo queste cifre solo per dare la misura della portata di un evento come questo per la nostra economia, una spinta che non potrà che fare bene al sistema Italia, tutto ovviamente senza dimenticare il non secondario aspetto infrastrutturale.

Un evento come quello che il nostro Paese si accinge ad organizzare lascerà infatti un'enorme eredità infrastrutturale per le nostre comunità.

Così come saranno una grande occasione per l'Italia le finali ATP di tennis di Torino, anche queste inserite in questa legge. Lo ribadisco, l'Italia ha tutti gli strumenti e le potenzialità per fare bene, non c'è dubbio, lo ha dimostrato con i mondiali di pallavolo, con l'Europeo Under 21, e lo dimostrerà con i mondiali di sci, proprio a Cortina, il prossimo anno. L'Italia può e deve ospitare i grandi eventi, perché siamo un grande Paese, e un grande Paese deve avere grandi ambizioni.

Devo ammettere, poi, che per certi versi oggi mi sento doppiamente soddisfatto, non solo per l'approvazione convinta di questo decreto legge, ma anche perché parlare di grandi eventi sportivi non è più un tabù. Fa piacere, ad esempio, sentire che la Ryder Cup oggi sia considerata un'occasione importante, e che i mondiali di sci del prossimo anno siano per questo Governo un'opportunità, opportunità sportive ma anche lavorative e infrastrutturali per il territorio e per il Paese. Come si dice in questi casi, cambiare è difficile, ma non cambiare rischia di essere fatale. Detto ciò, Presidente, vorrei anche sfatare un altro mito, cioè credere che pensare ai Giochi olimpici significhi pensare solo allo sport che conta. Non è affatto così: un evento come le Olimpiadi e le Paralimpiadi è in realtà un valore aggiunto anche per quelle società sportive dilettantistiche che potranno godere, una volta finiti i giochi, di strutture migliori per i loro ragazzi e per le loro attività, che poi sono l'aspetto probabilmente più importante delle cose di cui stiamo discutendo anche oggi: il valore sociale dello sport. Guai a pensare che lo sport dei professionisti sia per forza in contrasto con lo sport per il sociale, e se ancora qualcuno ha dei dubbi, questa è l'occasione per dimostrare che ha torto. Siamo di fronte ad un'occasione per la politica, per le federazioni sportive e per i suoi dirigenti, una grande occasione appunto per tutto il Paese. I cinque cerchi, simbolo delle Olimpiadi, sono fin dall'antichità un simbolo di unità. Quei colori rappresentano tutte le bandiere del mondo, e, se vogliamo, anche questa è una risposta al desiderio di ripartire, una risposta chiara e precisa che ancora una volta ci fornisce lo sport. Con quegli stessi ideali, e con il medesimo desiderio di ripartire che sentiamo in questi giorni, dico che supereremo anche questa tragedia del Coronavirus. La supereremo restando uniti, con la stessa forza che ci trasmettono quei cinque cerchi.

Mi avvio a concludere, Presidente. Tutti noi conosciamo la frase famosa del barone De Coubertin - l'importante non è vincere ma partecipare -, in realtà credo che un'altra frase a lui attribuita racconti meglio il senso profondo del valore dello sport: lo sport - diceva - va a cercare la paura per dominarla, la difficoltà per vincerla. Ecco, credo che questo sia il momento del coraggio. Questo è il momento dell'unità, questo è il momento della speranza, questo è il momento dello sport, ed è per tutte queste ragioni che il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente a favore di questa legge olimpica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Signor Presidente, signor Ministro, penso che gli interventi che mi hanno preceduto abbiano già evidenziato e sottolineato come eventi quali le Olimpiadi e, nel caso specifico, le finali di tennis ATP, quindi del circuito mondiale, a Torino - quindi Olimpiadi Milano e Cortina e Finale ATP a Torino, che sono inserite all'interno dello stesso provvedimento -, siano un'occasione che le persone di buon senso, quindi oserei dire prima che le forze parlamentari o i componenti del Parlamento, vedono con spirito positivo, quindi la possibilità che vengano svolte e che ci siano degli strumenti di carattere legislativo che ne possano garantire appieno lo svolgimento.

Quindi, anticipo ovviamente quello che già è emerso nel dibattito e nei lavori della Commissione, che ovviamente il mio gruppo voterà favorevolmente al provvedimento. Detto ciò, è anche scontato sottolineare che un Paese che vuole essere al centro delle attenzioni del mondo, anche per le caratteristiche culturali e ambientali che appunto rappresenta, è chiaro ed evidente che fa sì che organizzazioni di questo genere debbano e possano essere organizzate nel nostro Paese, e che, senza se e senza ma, tutte le componenti sociali prima che politiche sono pienamente d'accordo per le conseguenze benefiche in termini di infrastrutture - è stato detto -, in termini di sostegno alle imprese, che nel nostro Paese, peraltro, per come sono le caratteristiche del nostro Paese, poggiano molto sul turismo e appunto sulla valorizzazione delle caratteristiche stupende che tutto il mondo ci invidia. Abbiamo letto i dati, siamo a conoscenza dei dati, di che cosa possono rappresentare nell'ambito del nostro PIL organizzazioni di questo genere, specialmente facendo riferimento alle Olimpiadi, che porteranno migliaia di atleti, centinaia di delegazioni da parte di tutto il mondo, quindi anche attraverso questo provvedimento la possibilità di potenziare le infrastrutture in una zona strategica per la nostra economia, che vedrà appunto quei territori protagonisti degli avvenimenti.

Detto tutto ciò, il mio gruppo e personalmente il sottoscritto diamo per acclarato e positivamente scontato che quindi, in termini di valorizzazione, questi avvenimenti debbano essere anche in futuro individuati e portati nel nostro Paese. Non possiamo assolutamente dimenticare - ne è stato fatto cenno anche dal collega Lotti, che mi ha preceduto - che le Olimpiadi e le finali ATP sono state individuate come possibile elemento organizzativo e poi sono state vinte, a favore del nostro Paese, in termini quindi di fattibilità organizzativa, in un momento che io vorrei chiamare di pace e di tranquillità, in confronto a quelli che sono oggi i sentimenti delle nostre genti in questo momento di tragedia e di pandemia. Quindi, da questo punto di vista, si potrebbe dire certamente che dare una speranza e mettere queste grandi manifestazioni al centro della rinascita, anche questo, è un punto da valorizzare, che rende utile, che rende necessario un accoglimento e un plauso da parte di tutti noi. Dall'altra parte - il Ministro lo sa, lo sta toccando con mano in queste settimane di duro lavoro - le difficoltà e la crisi dell'associazionismo sportivo, degli operatori sportivi, dei gestori di impianti sportivi, mette in luce un elemento di contrasto in relazione a quando queste Olimpiadi e queste finali di ATP, queste manifestazioni inserite nel provvedimento furono vinte, furono guadagnate dal Paese. L'olimpismo, lo sport in Italia, viene promosso, viene valorizzato, viene attuato dalle associazioni sportive, il Ministro lo sa perfettamente, e in questo momento sono gli elementi più fragili nell'ambito di questa crisi socio-economica, che in realtà è trasversale a tutto il Paese, a tutte le categorie economiche e sociali del Paese.

Sono strutture ed organizzazioni molto deboli dal punto di vista economico e finanziario, e rischiano di essere spazzate via da questa pandemia.

Cosa c'entra questo con le Olimpiadi? Io credo che occorra assolutamente inserire un elemento di novità al testo e alle motivazioni che fecero scrivere il testo in quel momento, che io ho voluto chiamare scritto in tempi di pace, quindi in tempi di serenità. E credo che debba essere caratterizzato, il modo di portare avanti questa meravigliosa impresa che è l'impresa olimpica, che è l'impresa a Torino delle ATP, tenendo presente in ogni momento, anche dal punto di vista fattuale, anche dal punto di vista pratico, che le Olimpiadi nel 2026 e le ATP a Torino negli anni che verranno possano vedere una base societaria, una base associativa, una base di sport dilettantistico ancora viva, e che possa quindi partecipare e valorizzare in termini di promozione dello sport quelle caratteristiche che hanno appunto all'interno del DNA. Sarebbe molto grave immaginare queste grandi manifestazioni nell'assenza o nel deterioramento di questo tessuto societario, che il Coronavirus sta purtroppo creando.

Io credo allora che quello che occorrerebbe fare assolutamente è di perfezionare il progetto, il programma olimpico, anche con l'inserimento, nella creazione, nella realizzazione del programma infrastrutturale e del programma sportivo, e quindi nell'esecuzione del complesso impegno, di iniziative che possano sostenere e mantenere in vita questo contesto articolato, rappresentato dalle associazioni sportive; che non sono soltanto dei punti di aggregazione dal punto di vista agonistico, ma - è stato ricordato - sono dei punti di aggregazione dal punto di vista proprio della possibilità per i cittadini di praticare l'attività motoria e lo sport di base.

Insisto su questo punto - il Ministro lo sa perfettamente - in quanto lo sport e l'attività motoria per il nostro Paese sono i presupposti sui quali poi si può creare il campione, ma i campioni si possono realizzare se c'è una base solida e ampia. Lo sport si fa attraverso le associazioni sportive, e non lo si fa nella scuola, non lo si fa nell'università; gli enti locali non hanno i soldi per poter garantire un'attività motoria, attività sportiva ai propri cittadini, per delle questioni storiche, non politiche o partitiche: è un dato reale, i conti dei comuni sappiamo in che stato sono. E quindi lo sport in Italia lo si può fare esclusivamente attraverso le società sportive.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO BARELLI (FI). Concludo quindi, signor Presidente, dicendo: sarebbe bellissimo se nel programma che è stato codificato, e il provvedimento di oggi ne è un presupposto giuridico per portarla avanti, fosse anche parallelamente inserita un'iniziativa, che duri da oggi fino al termine delle Olimpiadi, a favore del mondo dell'associazionismo, che proprio durante quegli eventi dovrà partecipare e dovrà permettere il successo di questa iniziativa. Quindi, un'Olimpiade che serva per riverberare le nostre capacità organizzative, le bellezze del nostro Paese, la possibilità di realizzare infrastrutture che altrimenti non sarebbero magari realizzate; ma dall'altra parte anche per favorire in questo momento di crisi la rinascita del mondo dello sport attraverso la propria organizzazione sportiva, che è rappresentata da un tessuto meraviglioso di società e associazioni sportive dilettantistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI (LEGA). Grazie, Presidente. Discutiamo di questo provvedimento in un momento tragico per il Paese: viviamo quasi un incubo, da cui usciremo presto, spero. A ciascuno di noi è fatto obbligo di esercitare il nostro mandato, il nostro lavoro cercando delle soluzioni: delle soluzioni condivise, delle soluzioni responsabili.

Io voglio tornare a quei momenti in cui nel Paese si diffuse una sorta di entusiasmo, di un sentimento collettivo rispetto al successo, all'assegnazione dei Giochi olimpici all'Italia, non ad un partito. All'interno dello stesso Governo c'erano delle visioni differenti: da posizioni differenti, distanti, talvolta conflittuali, riuscirono a raggiungere il risultato. Risultato raggiunto nelle sedi proprie, e non in sfide sui social, inseguendosi o insultandosi via Twitter o via Facebook. Lavorando, cercando soluzioni, non facili, non facili; soluzioni anche innovative. Soluzioni che hanno, alla fine, raggiunto una sintesi, talvolta anche per una sorta di eterogenesi dei fini: qui c'è il collega Valente; lo sa perfettamente che l'accoppiata che oggi noi troviamo qui, gli ATP Finals e le Olimpiadi sono in qualche modo frutto di quella stagione, e una coincidenza se volete fortunata ha fatto sì che entrambe potessero essere raggiunte, contemperando gli interessi. In un'epoca in cui si parla di condizionalità, qualcuno dovrebbe chiedersi quale fosse l'atteggiamento da parte del CIO o della ATP nei confronti degli italiani che andavano a chiedere di organizzare queste Olimpiadi: niente era scontato e niente era garantito e niente era gratis. Le garanzie le abbiamo dovute dare, le condizionalità le abbiamo dovute dare, la credibilità abbiamo dovuto costruircela, perché non c'era; e l'Italia parte sempre da questa posizione: c'è un pregiudizio nei confronti di tutto ciò che arriva dall'Italia, e sta a noi, come sistema, essere in grado di rispondere ed essere credibili per ottenere risultati. Allora si riuscì a farlo, perché quasi miracolosamente il sistema, il sistema sportivo, il sistema politico, il sistema territoriale trovò una sintesi.

Ho voluto ricordarlo qui, perché secondo me anche dalle piccole cose… perché questa, mi rendo conto, è una piccola cosa, rispetto alle grandi questioni che oggi in questo momento ci riguardano. Essa ci dovrebbe far riflettere su come ci si deve comportare in ogni situazione. Ma questo appartiene al passato, anche se da lì si possono trarre tante indicazioni, tanti suggerimenti per il presente.

Ma il futuro, il futuro è la responsabilità di organizzare questi eventi, in particolare le Olimpiadi e le Paralimpiadi nel modo migliore possibile, perché sappiamo perfettamente che il pregiudizio che c'era, e che c'è, è che questi grandi eventi possano presentare anche elementi di vizio, di violazione delle leggi, di qualcuno che se ne approfitta. Ecco, bisogna essere molto attenti; bisogna costruire un sistema di governance e di trasparenza che permetta in qualche modo di rendicontare al pubblico come si gestiscono risorse così importanti. E quindi un atteggiamento sobrio, evitando situazioni fanfaronesche che talvolta, in passato, hanno fatto disperdere risorse pubbliche inutilmente, forse in modo esagerato, talvolta. Attenzione; attenzione in particolare alla dinamica dei lavori pubblici e delle infrastrutture legate a questo evento, che sono utili e che però devono essere realizzati in modo corretto, in modo trasparente, utilizzando il denaro pubblico nel modo migliore possibile.

Su questo aspetto - è già stato richiamato - voglio centrare l'attenzione su due elementi di questo decreto-legge. Il primo: abbiamo voluto tutti quanti, e abbiamo noi dato il contributo per definire come fondazione di diritto privato il comitato organizzatore.

Questo è cosa buona, non necessariamente cosa giusta. È cosa buona perché permette al comitato organizzatore di potere agire in modo snello, non essendo subordinato a tutte le procedure tipiche della pubblica amministrazione. Ma questo implica una responsabilità di coloro che sono chiamati a svolgere queste funzioni perché non può essere lo scudo per sottrarsi a un sindacato rispetto alla gestione di soldi che possono essere anche pubblici. Il fatto che non ci sia la Corte dei conti tra i piedi (uso questo termine) non deve giustificare un senso di rilassatezza rispetto a come si assume il personale, a come si fanno le gare d'appalto, a come si decidono le situazioni. Quindi, attenzione, la fondazione di diritto di privato è uno strumento agevole che permette di essere efficiente ed efficace e giusto se la responsabilità con cui viene utilizzato corrisponde all'aspirazione, come vi dicevo prima, di fare dei giochi olimpici una grande occasione di rilancio del Paese nell'ambito della correttezza e della serietà.

Il secondo aspetto è relativo al trattamento fiscale, come è già stato ricordato da alcuni colleghi. Ecco, creare nel corpus del nostro sistema fiscale, basato sul principio costituzionale di progressività, un'enclave per cui questo principio in qualche modo viene conculcato, non so quanto terrà. Rispetto all'opportunità e alla convenienza non discuto, può anche essere opportuno ma, rispetto ai principi universalistici che tutti siamo uguali davanti alla legge e anche alla legge tributaria, forse è qualche cosa che deve essere attentamente valutato. Verifichiamo se non ci sono altre possibilità di dare risposta a questo tipo di problemi per altra via.

Mi avvio a concludere. Concludo, richiamando, come è già stato fatto poiché stiamo parlando di olimpiadi e di olimpismo, il famoso motto di de Coubertin: l'importante è partecipare. Ma, parliamoci chiaro, non è così: non è così nella dimensione sportiva e tutti quanti sanno perfettamente che alle Olimpiadi si partecipa per vincere. Naturalmente da ragazzi abbiamo tutti avuto l'ambizione di partecipare ai Giochi olimpici, qualcuno in quest'Aula vi ha partecipato e magari può raccontarci qualcosa di questa esperienza, però per tanti di noi è semplicemente rimasto un sogno. Il compito del politico è di far partecipare, di rendere possibile che questi grandi eventi si verifichino ma soprattutto, caro Ministro e so quanto lei condivida questa posizione, è di far partecipare a questo sogno tutti i ragazzi e le ragazze italiane, dare la possibilità a tutti di praticare lo sport e lo sport di base, perché troppo spesso significa dare per così dire lustro, dare vetrina e ci sono grandi interessi economici, come certamente sappiamo tutti quanti, parlare dello sport di vertice, dello sport agonistico, in particolare del calcio e non solo, ma c'è tutto il resto dello sport. Il resto dello sport, in particolare dei giovani, ma non dei più giovani, che deve avere la possibilità di ricevere sempre la massima attenzione da parte del sistema politico e da parte di chi governa a tutti i livelli statali, locali, regionali e quindi l'attenzione allo sport dilettantistico, allo sport di base. Spero che la riforma che in qualche modo è partita, che ovviamente sta faticosamente dispiegando i primi passi, possa trovare concretezza e possa veramente arrivare agli obiettivi da cui era partita e confido - e in questo senso mi sembra che il Ministro Spadafora si sia orientato - nella nostra missione, certo quella di far svolgere nel modo migliore possibile i Giochi olimpici e paralimpici e le finali di tennis, ma soprattutto - è il nostro compito e la nostra missione - di far partecipare a questo sogno tutti gli italiani che volessero farlo. Grazie, la Lega voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

FELICE MARIANI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghe e colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare getta le basi seppure in un momento particolare per l'organizzazione e lo svolgimento dei XXV Giochi olimpici invernali e dei XIV Giochi paralimpici invernali nonché delle Finali ATP Torino 2021-2025.

L'aggiudicazione dei Giochi olimpici invernali e dei Giochi paralimpici invernali ha convinto in modo netto il Comitato olimpico internazionale riunito a Losanna. Si tratta di uno straordinario successo per lo sport italiano. Quale può essere stata la nostra carta vincente? A favore di Milano Cortina ha pesato oltre l'80 per cento del consenso popolare, una cifra importante se si pensa che la nostra diretta concorrente, la Svezia, si è fermata al 55 per cento.

La cerimonia di apertura sarà a San Siro il 6 febbraio 2026; quella di chiusura all'Arena di Verona il 22 febbraio. Ci saranno 14 siti olimpici tra Milano, Valtellina, Cortina e la Val di Fiemme. Quali sono stati i nostri punti di forza? Nella proposta italiana il Comitato internazionale olimpico ha riconosciuto al nostro Paese una peculiarità unica al mondo, palcoscenici di grande suggestione, paesaggi alpini strepitosi ma anche un patrimonio storico-culturale ineguagliabile. Prendete la cerimonia di chiusura: la scelta dell'Arena di Verona, l'anfiteatro romano, tempio della musica, sembrava una soluzione inadeguata e poco funzionale. La capienza intorno ai 12 mila spettatori è sicuramente ridotta rispetto alle tradizioni olimpiche. Non solo, ma il CIO tende generalmente a scoraggiare una soluzione che vede l'apertura in un posto e la chiusura in un altro. Tuttavia, in questo caso, il CIO non ha posto obiezioni, fedele all'obiettivo di un'Olimpiade che sappia viaggiare con naturalezza tra neve e città. La governance di Milano Cortina prevede che ci sia un comitato per la trasparenza che faccia un controllo e dia garanzia per la gestione delle risorse finanziarie per cercare di evitare sprechi. Signor Ministro, a fronte proprio della situazione attuale dovuta all'emergenza Coronavirus sarebbe utile verificare e approfondire come richiesto dalle forze di maggioranza e opposizione, i benefici fiscali concessi ai componenti del comitato organizzatore delle Olimpiadi Milano Cortina, tutto questo anche in considerazione dei principi di progressività delle imposte e così come enunciato dall'articolo 53 della nostra Carta costituzionale. A Milano ci sarà un nuovo palazzetto dello sport, il PalaItalia, nel quartiere di Rogoredo, dove si svolgerà l'hockey; sorgeranno anche strutture per ospitare sportivi, operatori e giornalisti che poi rimarranno in eredità alla città. Altri edifici verranno migliorati e rinnovati: il Mediolanum, dove si svolgerà il pattinaggio di figura, e il Palasharp da predisporre per lo short track. I giochi sono una grande occasione che darà opportunità al nostro Paese. Secondo gli studi economici tra cui quello della Bocconi, le ricadute per il territorio si aggirano intorno ai 5 miliardi fino al 2026. Inoltre la candidatura italiana ha fatto perno su un progetto low cost fedelissimo alla linea del Comitato internazionale olimpico, fortemente legato a ciò che già c'è o che si può comunque ristrutturare. Il CIO insiste da sempre su una parola chiave, legacy, l'eredità delle Olimpiadi. Anche per noi l'organizzazione dei giochi ha questo punto fondamentale: niente cattedrali nel deserto ma scelta di strutture che abbiano una sostenibilità post-olimpica. Le infrastrutture scelte nonché l'organizzazione dei giochi avranno anche altri obiettivi: integrazione, rispetto delle differenze, uso sostenibile dei trasporti e rispetto dell'ambiente. Chi, come me, ha respirato sport fin da giovanissimo, sa bene quanto lo sport italiano necessiti di un forte rilancio all'insegna della trasparenza e della sburocratizzazione. Su questi aspetti stiamo già facendo molto. Dall'inizio di questa legislatura il nostro impegno principale è stato quello di riportare al centro la cultura sportiva intesa come valore fondamentale attraverso il quale la persona diventa soggetto fisicamente attivo e autonomo e in un certo senso anche un cittadino migliore. L'eredità che dovranno lasciare i giochi dovrà essere soprattutto sociale. Per questo un altro obiettivo di questi giochi non può che essere il raggiungimento del cento per cento: tale percentuale auspichiamo dovrà essere la quota di pratica sportiva della fascia più giovane della popolazione.

Onorevoli colleghe e colleghi, il provvedimento reca inoltre disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento delle Finali ATP Torino 2021-2025.

Le ATP Finals rappresentano il più importante torneo annuale di tennis professionistico, a cui partecipano, dopo aver sostenuto le quattro prove del Grande Slam, i migliori otto tennisti delle classifiche ATP di singolare e di doppio. La manifestazione è stata istituita nel 1970 e le finali ATP si sono svolte, tra l'altro, a New York, Sidney, Shanghai e, dal 2009 al 2020, a Londra. Torino è stata scelta per la sua bellezza, la sua sicurezza e la sua solidità culturale e politica. Anche in questo caso si tratta di uno straordinario successo.

Le ATP Finals sono un evento sportivo prestigioso e di grande richiamo, e rappresentano una delle proposte tennistiche più attese a livello mondiale. Torino sarà ancora di più protagonista nel mondo dello sport grazie a un evento di richiamo mondiale. Le finali ATP garantiranno alla città grande visibilità, evitando, allo stesso tempo, impatti significativi sui fondi pubblici e sul territorio. Sarà valorizzato il patrimonio di impianti sportivi che la città già possiede, senza snaturarla, fare debiti o consumare suolo, garantendo allo stesso tempo investimenti sull'innovazione. Sarà un grande evento internazionale, che porterà alla città più sport e lavoro. L'indotto stimato sui cinque anni è di circa 500 milioni di euro.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, da uomo di sport sono fiero di annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento, al quale sono connessi importanti investimenti per la realizzazione di opere che potranno e dovranno essere fruibili da parte di tutti i cittadini, e che inoltre valorizzerà il contesto paesaggistico, sociale ed economico dei luoghi coinvolti, agendo secondo i principi di legalità e trasparenza, al fine di evitare lo sperpero di denaro pubblico e l'edificazione di opere inutili; manifestazioni che rappresentano una proficua occasione per affermare attraverso lo sport i valori fondamentali e imprescindibili della solidarietà e dell'inclusione, al fine di porre l'attenzione sui diritti delle persone, nonché sulla sostenibilità e accessibilità nelle città.

Infine, concludo, vorrei sottolineare come le disposizioni del presente disegno di legge siano antecedenti all'emergenza derivante dal COVID-19. Oggi, nell'approvare il progetto di legge, dobbiamo anche già pensare ad uno sport nuovo e diverso dopo l'emergenza sanitaria. In tal senso, eventuali risparmi sull'organizzazione delle presenti manifestazioni potranno essere utilizzati per riorganizzare l'attività sportiva di base (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Poiché è stato convenuto che la votazione finale per appello nominale abbia inizio alle ore 13,15, sospendo la seduta, che riprenderà a tale ora.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge n. 2434-A.

(Coordinamento formale - A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2434-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Ricordo che la votazione finale avrà luogo per appello nominale e che la chiama avrà luogo per ordine alfabetico a partire dalla lettera “A”.

Avverto in proposito che, come comunicato, eventuali richieste di anticipazione del voto non saranno accolte e che non saranno effettuati reinserimenti nell'elenco dei nominativi dei deputati che non abbiano risposto alla chiama, i quali potranno comunque esprimere il proprio voto in una seconda chiama.

Avverto, inoltre, che sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali faranno ingresso in Aula dal lato sinistro, all'orario stabilito per ciascuna fascia, e vi prenderanno posto; al momento della chiama sono invitati a scendere al centro dell'emiciclo e dichiarare il voto e, quindi, a lasciare l'Aula dall'ingresso del lato destro e a non assembrarsi negli spazi antistanti l'Aula.

Indico, a questo punto, la votazione finale sul disegno di legge n. 2434-A: Conversione in legge del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025, nonché in materia di divieto di pubblicizzazione parassitaria.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama) .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 14,10)

(Segue la chiama) .

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

Presenti…………….. 412

Votanti…………....... 410

Astenuti……………..... 2

Maggioranza……….. 206

Hanno risposto …... 408

Hanno risposto no…… . 2

La Camera approva.

Hanno risposto sì:

Acquaroli Francesco

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Amitrano Alessandro

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldrini Laura

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Capitanio Massimiliano

Carabetta Luca

Carelli Emilio

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castiello Giuseppina

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Colmellere Angela

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costa Enrico

Costanzo Jessica

Covolo Silvia

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Luca

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Deidda Salvatore

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Re Emanuela Claudia

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Gobbato Claudia

Grande Marta

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guidesi Guido

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

Latini Giorgia

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzo Teresa

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Maschio Ciro

Masi Angela

Mazzetti Erica

Melilli Fabio

Meloni Giorgia

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Mor Mattia

Morani Alessia

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Muroni Rossella

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nobili Luciano

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orsini Andrea

Osnato Marco

Padoan Pietro Carlo

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Panizzut Massimiliano

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patelli Cristina

Paxia Maria Laura

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Polverini Renata

Potenti Manfredi

Prestipino Patrizia

Prisco Emanuele

Provenza Nicola

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Russo Paolo

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sarli Doriana

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sodano Michele

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tartaglione Annaelsa

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallascas Andrea

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Vinci Gianluca

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Volpi Leda

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zucconi Riccardo

Hanno risposto no:

Benedetti Silvia

Cunial Sara

Si sono astenuti:

Colletti Andrea

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Azzolina Lucia

Bonafede Alfonso

Buffagni Stefano

Businarolo Francesca

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carbonaro Alessandra

Castelli Laura

Cirielli Edmondo

Colucci Alessandro

Dadone Fabiana

De Micheli Paola

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Stefano Manlio

Ferraresi Vittorio

Fraccaro Riccardo

Franceschini Dario

Giorgis Andrea

Gualtieri Roberto

Guerini Lorenzo

L'Abbate Giuseppe

Lollobrigida Francesco

Mammì Stefania

Mauri Matteo

Morassut Roberto

Orrico Anna Laura

Scalfarotto Ivan

Speranza Roberto

Tateo Anna Rita

Villarosa Alessio

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, la Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministro per il Sud e la coesione territoriale.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in merito ad attività di approvvigionamento di presidi sanitari e di dispositivi di protezione individuale effettuate, già dal mese di febbraio 2020, ad uso della Presidenza del Consiglio dei ministri – n. 3-01448)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Molinari ed altri n. 3-01448 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Molinari se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Era una data, il 26 febbraio, un momento, che tutti ricordiamo nel Paese, quando la drammaticità dell'emergenza COVID ancora non si era manifestata con tutta la sua forza; un momento in cui si davano messaggi rassicuranti, da parte del Governo, al Paese; un momento, il giorno dopo, il 27 febbraio, quando il capo di un importante partito di maggioranza, il segretario Zingaretti, aderiva alla manifestazione “Milano non si ferma”, facendo l'aperitivo a base di Campari, invitando tutti ad uscire, dicendo che il pericolo non c'era. Ebbene, in questa data, apprendiamo a mezzo stampa, da un articolo di Franco Bechis, quindi, da fonte autorevole, che: “Mentre l'Italia non aveva mascherine, (Conte) si è costruito un ospedale a Palazzo Chigi”. L'articolo cita poi un lungo elenco di materiale sanitario che, da quella data, dal 26 febbraio, sarebbe stato acquistato per la protezione di Conte e dei suoi collaboratori. Vorremmo sapere se questa notizia stampa è fondata e, se lo fosse, quali ne sono state le motivazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Con riferimento alle notizie pubblicate su alcuni organi di stampa riprese dagli interroganti, faccio presente, innanzitutto, che le informazioni riportate come oggetto di inchiesta sono reperibili in piena trasparenza e in documenti pubblicati nell'apposita sezione “Amministrazione Trasparente” del sito web del Governo.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, al pari di qualsiasi altra amministrazione pubblica, è tenuta in ogni caso a porre in essere, anche a prescindere da questa fase di emergenza, tutti i rigorosi adempimenti di sicurezza e sorveglianza sanitaria, tutela e primo soccorso obbligatori per ogni datore di lavoro, ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2008, nei confronti di tutti i lavoratori, che sono circa 3 mila unità, in servizio presso i dipartimenti e gli uffici della Presidenza.

Gli acquisti a cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti, riguardanti bombole di ossigeno, defibrillatori e camici, sono stati effettuati nel quadro di una ordinaria programmazione dei fabbisogni del presidio sanitario della Presidenza del Consiglio dei ministri che non ha nulla a che vedere con questa fase di emergenza. Lo dimostra il fatto che la data della determina di approvvigionamento, primo atto della procedura negoziale, risale al 14 novembre 2019, a fronte di una richiesta della responsabile dell'ufficio sanitario del luglio 2019. La consegna, invece, è avvenuta alcuni mesi dopo; in particolare, il 25 febbraio 2020 sono state consegnate le bombole di ossigeno e il successivo 20 marzo i defibrillatori. Anche l'acquisto dei farmaci rientra nel quadro di un'ordinaria programmazione dei fabbisogni del medesimo presidio sanitario e non riguarda questa fase di emergenza.

In particolare, la data della determina di approvvigionamento risale al 14 novembre 2019; dopo una prima procedura andata deserta, i farmaci risultano attualmente in fase di consegna. La responsabile dell'ufficio sanitario ha richiesto, a protezione degli operatori sanitari, mascherine del tipo FFP3 nel periodo dell'emergenza. L'avvio della procedura è avvenuto il 2 marzo 2020 e ha riguardato il numero limitato di cinquecento mascherine del tipo FFP3 che, a tutt'oggi, non sono state, peraltro, ancora consegnate.

Quanto agli acquisti di guanti, gel disinfettante e mascherine chirurgiche, si fa presente che la Ministra per la pubblica amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l'adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l'amministrazione. Nei giorni successivi all'emanazione di questa direttiva, la Presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all'acquisto e alla consegna di 1.250 litri di gel igienizzante, di 310 confezioni da 100 guanti ciascuna e di 11.600 mascherine chirurgiche; altre 32.400 mascherine chirurgiche sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all'originaria previsione, a fine maggio. I materiali di cui sopra non costituiscono scorte clamorose né, tantomeno, un frutto di valutazioni egoistiche effettuate dagli uffici della Presidenza del Consiglio. Mi basti ricordare in proposito che, ieri, la Protezione civile ha consegnato 97.108.045 mascherine e 15.156.000 guanti. Quanto all'utilizzo, le mascherine sono poste a disposizione di tutti i lavoratori che, per ragioni di spazio o di mansioni, non sono in condizioni di rispettare le prescritte distanze di sicurezza durante l'espletamento delle loro funzioni. Infine, le mascherine sono poste a disposizione anche di ospiti che intervengono in riunioni che si svolgono negli uffici della Presidenza del Consiglio, come possono confermare i medesimi rappresentanti dei partiti di maggioranza e di opposizione che hanno preso parte alle riunioni svolte a Palazzo Chigi.

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di replicare.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro D'Incà, con questo lungo elenco che ha fatto, non ha fatto che confermare quello che era il nostro sospetto, perché è vero che una parte dei farmaci erano stati ordinati prima, ma il grosso delle attrezzature e dei dispositivi sanitari è stato ordinato proprio nelle date che le ho citato io; sono stati avviati i contatti e poi è stata fatta la gara una settimana dopo, da quello che lei ci dice.

Ebbene, io non me la prendo con lei, perché ho stima di lei e immagino che rappresentare il Governo in questa fase sia abbastanza complesso, ma io me la prendo con un Presidente del Consiglio che sta dando chiari segni di delirio di onnipotenza, non solo perché in quella fase ha pensato a ordinare il materiale per Palazzo Chigi e non ha pensato ad avvisare le regioni, le ASL, le aziende territoriali sanitarie di fare gli stessi ordini, com'era compito del Governo, ma perché abbiamo anche un Presidente del Consiglio che fa i comizi in televisione il Venerdì Santo, che silenzia il Parlamento e la settimana prossima non ci permetterà di votare sul MES (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un Presidente del Consiglio che sfida quotidianamente i governatori delle regioni del Nord colpite, rivendicando una maggiore efficienza dello Stato centrale.

Ebbene, le voglio fare un altro elenco, Ministro D'Incà, così potrà riferirlo al Premier Conte, c'è un elenco che è molto più doloroso; lei lo sa che, in Lombardia, su 17 milioni di mascherine necessarie al giorno, ad oggi, da Roma, ne sono arrivate 1 milione 833 mila? Lo sapeva questo? Lo sapeva che la regione ha fornito un milione di camici e da Roma ne sono arrivati 9 mila? Lei lo sa che, in Piemonte, ci sono 2 milioni e mezzo di mascherine in meno rispetto a quelle pubblicizzate sul sito del Ministero? Lo sa che sono stati mandati dei monitor multiparametrici che hanno i posti letto di una marca e le centrali di monitoraggio di un'altra, quindi non possono essere utilizzati, mentre la gente muore negli ospedali? Lei lo sa che in Veneto, su 100 mila tute protettive al giorno, che sarebbero necessarie, da Roma ne sono arrivate 12 mila? Lo sapete che in Friuli Venezia Giulia non ci sono camici, visiere, kit di accesso vascolare e mascherine varie? Lo sapete che i medici di famiglia stanno affrontando a mani nude questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Lo sapete quanti ne sono già morti?

Allora, e chiudo Presidente, io credo che il Premier Conte dovrebbe chiedere scusa non alla Lega e all'opposizione, dovrebbe chiedere scusa ai medici che stanno combattendo questa battaglia durissima e, soprattutto, quando parla di centralizzare, a livello nazionale, la sanità, gli rispondiamo con un grande sorriso: Premier Conte, il Nord ha imparato a fare da solo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in merito alla vicenda dell'acquisizione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri di presidi medici e dispositivi di protezione individuale – n. 3-01449)

PRESIDENTE. Il deputato Donzelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01449 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro D'Incà, io sono desolato nel doverla smentire rispetto a quanto ha detto prima nella replica al mio collega, perché noi, dopo l'inchiesta de Il Tempo e dell'ottimo direttore Bechis, siamo andati a vedere anche sul sito del Governo italiano, perché così si può fare, siamo andati a cliccare su “amministrazione trasparente” e abbiamo scaricato le delibere e le determine in questione. Basta leggerle, basta vedere che voi stessi scrivete che gli acquisti di cui parlava Il Tempo sono esattamente motivati dall'emergenza COVID, come voi stessi scrivete, e derivano dalla nota del Dipartimento 9514 del 26 febbraio e successiva nota 9644 del 27 febbraio: sono i vostri atti, pubblicati sul sito Internet. In questi atti si vede che avete acquistato, da lì a pochi giorni, 43.800 mascherine chirurgiche, 500 mascherine FFP3, 1.440 litri di disinfettante e saponi, 31 mila guanti, 1.200 camici, defibrillatori, elettrocardiogrammi e, via via, medicine, acquisti, frigoriferi, e tutto il resto.

Noi non siamo preoccupati e anzi turbati dal fatto che la Presidenza del Consiglio dei ministri sia messa in sicurezza e abbia voluto fare il San Giuseppe Hospital anche a Roma, aggiungendo un ospedale…

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Concludo. Noi siamo preoccupati che si siano aspettati ventidue giorni, prima del primo bando Consip per le mascherine per medici e infermieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È questo quello che ci turba: che mentre i medici e gli infermieri erano a mani nude a lottare negli ospedali, voi avevate fatto da ventidue giorni un ospedale per tutelare il Premier e il suo codazzo. Questo non ci piace!

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. In proposito, sottolineo che il quesito riprende il contenuto dell'interrogazione alla quale ho appena risposto.

Richiamo, pertanto, integralmente quanto ho già esposto, con particolare riferimento alle procedure di acquisto di materiale sanitario per le strutture della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Con riferimento alla trasparenza delle procedure di acquisto, ribadisco che esse possono essere liberamente consultate nell'apposita sezione del sito istituzionale della Presidenza, ove risultano pubblicati per preciso obbligo di legge tutti i provvedimenti negoziali dell'Amministrazione, con piena evidenza della spesa sostenuta e del dettaglio dei prodotti. Tutte le informazioni, pertanto, sono riportate, secondo criteri di massima chiarezza e trasparenza.

Dalla lettura di questi documenti pubblicati nel portale della trasparenza, appare anche evidente come gli approvvigionamenti sui quali si è incentrata l'attenzione degli interroganti abbiano avuto luogo attraverso il ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione, il MePA. Questi acquisti, evidentemente, non sono stati effettuati sulla scorta di informazioni riservate, bensì sulla base della direttiva che la Ministra Dadone aveva emanato per tutte le pubbliche amministrazioni il 25 febbraio 2020, quando ormai l'emergenza sanitaria era stata acclarata con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020.

Negli articoli di stampa richiamati dagli onorevoli interroganti si pone molta enfasi sul fatto che a Palazzo Chigi sarebbe stato sostanzialmente organizzato una sorta di ospedale, pertanto, prima ancora che si adottassero le misure di contenimento della diffusione del contagio. In realtà, il presidio sanitario dislocato a via della Mercede è operativo dal lontano 1994 ed è stato pensato e posto al servizio di tutti i lavoratori distribuiti nelle quindici sedi della Presidenza, nonché delle varie autorità di riferimento. Il presidio ha avuto in dotazione strumenti e attrezzature sanitarie di vario genere, tra cui defibrillatori, bombole di ossigeno, camici monouso di comune impiego, e così via. Questi strumenti e queste attrezzature debbono essere ordinariamente manutentati e, se necessario, sostituiti in base a specifiche disposizioni di legge.

In merito ai quantitativi di materiale sanitario ritenuti ingenti dagli onorevoli interroganti, sottolineo che essi risultano invero decisamente modesti, se si considera il numero complessivo dei soli lavoratori degli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri, che sono circa 3 mila e sono dislocati non solo a Palazzo Chigi, ma in circa quindici sedi differenti.

Ripeto, in proposito, che, a ieri, la Protezione civile ha consegnato 97.108.045 mascherine e 15.156.000 guanti (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quanto al relativo utilizzo, ribadisco che le mascherine sono poste a disposizione di tutti i lavoratori, che, per ragioni di spazio e di mansioni, non sono in condizioni di rispettare le prescritte distanze di sicurezza durante l'espletamento delle loro funzioni.

Infine, come noto agli onorevoli interroganti, a tutti, le mascherine sono poste a disposizione anche di ospiti, come l'onorevole Lollobrigida, che intervengono in riunioni istituzionali che si svolgono presso la Presidenza del Consiglio.

PRESIDENTE. Il deputato Lollobrigida ha facoltà di replicare.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Si scalda, Ministro D'Incà, si scalda! Al suo posto avremmo voluto vedere Conte e abbiamo chiesto che venisse lui a rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché in quelle ore, mentre gli italiani disperatamente cercavano di capire che cosa stava accadendo, si approvvigionava, con atti chiari e netti: a seguito dell'emergenza Coronavirus, comprate queste cose. È scritto sui documenti, caro Ministro D'Incà. Quando lei, Ministro D'Incà, ricorderà, rideva e chiedeva che qui in Parlamento non si arrivasse con la mascherina, dove la nostra collega Baldini, dottoressa prima che parlamentare, indossava la mascherina, non è stato l'unico a dire che non voleva vedere mascherine, che creavano allarmismi. In queste ore abbiamo sentito dire, forse sempre lei o il Ministro Speranza, che il presidente della regione Lombardia non doveva indossare la mascherina, faceva allarme, creava situazioni che potevano creare turbativa da parte dei cittadini, che in quelle ore volevano capire quale sarebbe stato il loro destino. L'hanno scoperto da lì a poco: rimanere chiusi in casa, quando andava bene, o essere chiusi in ospedale, quando andava male.

È questo quello che vogliamo capire, vogliamo capire con esattezza. Per questo abbiamo chiesto, oggi, qui, di conoscere qual è stata la modalità con la quale avete approvvigionato Palazzo Chigi e quali sono state le modalità con le quali avete approvvigionato gli altri, i cittadini, i medici, gli infermieri, quelli che stavano in prima linea. Questa è la ragione per cui oggi, qui, in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nella sede competente per parlare, per discutere, per confrontarci, quella dalla quale scappate, dalla quale scappa Conte, sul MES, che si rifiuta di venire qui, a votare, la settimana prossima, a far votare il Parlamento sull'argomento, perché siete divisi, siete spaccati su tutto. Su una cosa non sfuggirete: la responsabilità, il dover rispondere degli atti che avete compiuto durante questa emergenza, nella quale noi vi abbiamo anche creduto, anche quando avete mandato Zingaretti, il segretario di un partito italiano, ad affrontare l'emergenza razzismo in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), invece di portare in quelle ore le mascherine e gli strumenti per arginare quello che era il vero pericolo che, non siamo certi, voi conoscevate più di quello che avete raccontato fino ad ora. La storia parlerà e la storia arriverà presto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti in ordine alla riapertura di alcuni comparti produttivi strategici e iniziative volte ad agevolare le assunzioni da parte dei piccoli artigiani e delle imprese individuali, nel quadro della crisi economica determinata dall'emergenza sanitaria in atto – n. 3-01450)

PRESIDENTE. Il deputato Tondo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01450 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Questa interrogazione ha lo scopo di offrire al Governo una opportunità: l'opportunità, da un lato, di fare chiarezza sulle varie interpretazioni che abbiamo visto sulla stampa da parte di più rappresentanti, dall'altra, di dare al Paese una risposta di speranza rispetto alla riapertura del sistema produttivo.

Come sappiamo, il decreto Conte ha prorogato al 3 maggio il lockdown, dicendo che dopo si vedrà. Io credo che ci sia poco da vedere dopo, c'è da riaprire subito. Noi riteniamo che l'Italia non possa permettersi di andare oltre, mantenendo fermo il sistema produttivo. Riteniamo che occorra addirittura anticipare il 3 maggio. Le imprese hanno bisogno di fatturare, signor Ministro. Signor Ministro, il frigorifero delle famiglie è sempre più vuoto, non possiamo permetterci di rimanere ad aspettare, anche perché Paesi come l'Austria, la Germania, la stessa Spagna, la Repubblica Ceca, hanno già intrapreso percorsi diversi di riapertura. In Italia, tra l'altro, ci rifacciamo, come esempio virtuoso, all'accordo stringente che è stato fatto tra FIAT, Chrysler auto e le organizzazioni sindacali, che, con una serie di protocolli, ha previsto la riapertura in termini di sicurezza dei posti di lavoro.

Noi vogliamo ribadire che non c'è solamente un'emergenza sanitaria, ma c'è anche un'emergenza lavoro, che diventerà sempre più stringente.

Chiediamo al Governo di aprire quanto prima una serie di attività, di dare la possibilità, per esempio ai piccoli artigiani, monocellulari, di riattivare subito le proprie produzioni, i propri capannoni, le proprie botteghe, le proprie attività produttive, perché sono la spina dorsale del Paese e sono quelli che soffrono di più, perché non sono in grado di fatturare e di incassare denaro per mantenere le proprie famiglie.

Crediamo anche che sia opportuno rivedere alcune modalità riduttive e stringenti, come quelle adottate con il “Decreto dignità”, che hanno abolito per esempio i voucher. Meglio avere un lavoro flessibile che avere un non lavoro. Il non lavoro non porta da nessuna parte. È il momento in cui il Paese ha bisogno di sentirsi dire che la ripresa non è solo un auspicio, ma è qualcosa di concreto. Per fare qualcosa di concreto, non solo l'auspicio, bisogna ripartire e ripartire subito.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha facoltà di rispondere.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto parlamentare indicato in oggetto, si rappresenta che il Governo è attivamente impegnato, fin dall'inizio della fase emergenziale, nella individuazione delle misure più idonee a garantire, secondo criteri di proporzionalità e ragionevolezza, il contemperamento della tutela della salute dei lavoratori e della collettività e la salvaguardia dei livelli produttivi e di competitività economica del Paese. In tal senso, già in occasione del protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di luogo di lavoro, sottoscritto dalle parti sociali lo scorso 14 marzo 2020, il Governo aveva invitato le organizzazioni datoriali e dei lavoratori a raggiungere apposite intese per gestire in maniera condivisa l'impatto dell'emergenza nei luoghi di lavoro. In questo percorso si inserisce anche l'accordo recentemente siglato da FCA e le principali organizzazioni sindacali con l'obiettivo di individuare in maniera condivisa misure di tutela della salute dei lavoratori in vista della ripresa dell'attività lavorativa.

Seguendo questo modello, che vede un coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali, si potranno individuare tempi e modalità per una graduale ripresa delle attività produttive, che se da un lato consenta di non penalizzare ulteriormente le potenzialità produttive e le eccellenze del nostro Paese, dall'altro assicuri ai lavoratori e alla collettività in generale condizioni di lavoro sicure rispetto ai rischi di contrarre e diffondere il contagio da COVID-19.

Per quanto attiene ad eventuali strumenti richiamati dagli interroganti per gestire con maggiore flessibilità i rapporti di lavoro in questa particolare congiuntura, occorre considerare che gli sforzi messi in campo dal Governo con i provvedimenti dedicati alla gestione dell'attuale fase emergenziale sono finalizzati a riconoscere adeguate tutele sia alle imprese che ai lavoratori e alle lavoratrici in modo che possano essere attutiti il più possibile gli effetti del blocco delle attività nel rispetto del quadro di tutele ed istituti volti a regolare il nostro mercato del lavoro. In tale ottica, in tutti quei settori che in questo momento di crisi vedono incrementi temporanei significativi e non programmati dell'attività ordinaria, potranno essere instaurati rapporti di lavoro proprio con la causale prevista dall'articolo 19, comma 1, del decreto legislativo n. 81 del 2015.

Un incremento temporaneo e significativo dell'attività ordinaria - si tratta di situazioni facilmente dimostrabili - e la non programmabilità risulta chiaramente dal fatto che la malattia e la velocità di espansione del virus in Italia non potevano essere previste; ovviamente, tale ragionamento potrà valere solo per alcuni settori direttamente coinvolti nella produzione di strumenti necessari all'emergenza. Inoltre il Governo, consapevole delle grandi criticità che dalla situazione emergenziale sono ricadute sui rapporti di lavoro in essere, con un emendamento presentato dal relatore nella fase di conversione del “decreto-legge Cura Italia”, ha consentito, con segno di massima apertura, la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, di cui al decreto, anche ai datori di lavoro che prorogano o rinnovano contratti a termine e/o di somministrazione in scadenza nel periodo dell'epidemia. Fuori da tale ipotesi non posso che rappresentare che valgono tutte le garanzie e le regole previste dall'attuale legislazione, che non deve essere letta come un impedimento alla ripresa delle attività produttive, che fisiologicamente ripartiranno con l'aiuto dello Stato al cessare dell'emergenza.

Sono consapevole delle difficoltà delle aziende più grandi e delle emergenze per le attività dei piccoli artigiani, che come Governo sosterremo, tenendo anche ben chiaro che nel bilanciamento degli interessi in campo debba massimamente essere tutelata la salute dei lavoratori. In tale prospettiva e in generale l'intendimento del Governo è di mettere in campo tutti gli strumenti utili, anche utilizzando le risorse che verranno rese dall'Europa e anche le risorse previste dal Fondo sociale europeo, a garantire i processi di riapertura aziendale in considerazione della necessità di salvaguardare la stabilità occupazionale dei lavoratori, anche ricorrendo a percorsi formativi personalizzati in costanza di rapporto di lavoro al fine di accompagnare le imprese nel graduale riavvio delle attività.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Lupi. Prego.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Signor Presidente, signor Ministro, lei è il Ministro del Lavoro e dobbiamo dirlo con chiarezza in questa occasione e tanto più in un momento come questo: il lavoro non lo dà lo Stato, il lavoro non è assistenzialismo, il lavoro lo danno le imprese. Lavoro e salute non sono in antitesi, vanno di pari passo e nella mia vita, nella nostra vita, non abbiamo mai conosciuto un imprenditore - penso alla Brianza, penso alla Lombardia, penso al Friuli - che non abbia a cuore la tutela della salute del proprio lavoratore.

Allora, il punto è uno: lei non può continuare a usare “potranno”, “vedremo”, citare codici e codicilli, la ripresa, la flessibilità. Germania, Francia e Spagna stanno programmando la riapertura delle loro imprese, non solo quelle strategiche, perché hanno compreso, ovviamente tutelando la salute, che oggi più che mai si sta morendo con la pandemia: si muore di COVID, ma domani si potrà morire di fame e potremmo avere la spina dorsale del nostro Paese distrutta.

Si tuteli il made in Italy rapidamente, dalla prossima settimana; si chiedano alle imprese di rispettare con forza - vedi modello FCA - la salute dei cittadini; si mandi l'Esercito a controllare nelle imprese (gli imprenditori non hanno problemi ad aprire le loro fabbriche a vedere se sono rispettati i criteri di salute), ma si permetta la riapertura della produttività nel nostro Paese. Le imprese tedesche ci stanno portando via concorrenti: il made in Italy, i mobili italiani, i mobilifici, la componentistica ha bisogno, la moda, il piccolo artigiano. Perché il piccolo artigiano che lavora da solo nella sua bottega e che quindi rispetta il metro, i due metri, i tre metri, i quattro metri previsti dal distanziamento sociale, la prossima settimana non può aprire?

Perché in Basilicata, dove ci sono zero contagi, non si può permettere la riapertura? Qual è la ragione? La Costituzione, concludo signor Presidente, parla di diritto alla salute, di diritto al lavoro, di diritto all'educazione. Perché tutti stanno discutendo di riaprire le scuole? Perché il partner principale del PIL, del prodotto interno lordo, è il capitale umano, è l'educazione e in Francia investono su questo, mentre noi diciamo che si aprirà a settembre. Riaprono le fabbriche, lo programmiamo, e diremo “fase due” forse a maggio, ma nel frattempo? Nel frattempo, certo, l'assistenzialismo più totale. Gli italiani non vogliono assistenza, vogliono il lavoro, vogliono la dignità di poter essere protagonisti: salviamo, signor Ministro, le piccole, le medie e le grandi imprese, gli artigiani! Ritorniamo ad essere protagonisti avendo imparato dal dramma e dalla pandemia che abbiamo. L'emergenza sanitaria ha un suo sbocco: si vada avanti con serietà, ma contemporaneamente si impari a convivere con il cambiamento radicale che abbiamo avuto. Lei ha questa responsabilità in Consiglio dei ministri, di dire questo; non di dire che finanziamo la disoccupazione, finanziamo l'assistenzialismo: finanziamo il lavoro e il lavoro lo devono dare le imprese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Stato delle iniziative, adottate nell'attuale contesto di crisi sanitaria ed economica, a sostegno del comparto lattiero-caseario, con particolare riferimento alla distribuzione dell'invenduto alle persone indigenti - n. 3-01451)

PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-01451 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie Presidente, Ministro, noi vogliamo porre l'attenzione con questa interrogazione a risposta immediata su un settore particolarmente colpito, tra i tanti che hanno subito gli effetti di questa crisi sanitaria e crisi economica, che è quello lattiero-caseario. Un settore che risulta tra i più danneggiati di tutto il comparto agroalimentare e questo anche in ragione del fermo imposto al settore Horeca, che è un riferimento essenziale per la vendita di latte fresco di produzione italiana e anche per le esportazioni dei trasformati; ciò colpisce, in particolare, le aziende che producono in Lombardia, Veneto, Piemonte e in Emilia Romagna, ma non solo. Su questa situazione va a incidere anche l'interruzione, dovuta alla chiusura delle scuole, del programma frutta e latte nelle scuole che aveva un finanziamento di circa 30 milioni di euro; il calo delle vendite dei caseifici, in ordine al consumo interno e all'export, ha aggiunto poi un ulteriore peso, un ulteriore carico a questo settore. Per contro, sappiamo del fondo che si è istituito presso AGEA per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, che può coniugare politiche anti-spreco a politiche di sostegno economico, per cui noi le chiediamo, Ministro, di capire quali sono le politiche che si stanno portando avanti per sostenere questo settore, anche per limitare gli eventuali sprechi di prodotto invenduto e, quindi, anche, di conseguenza, le perdite ingenti di fatturato.

PRESIDENTE. La Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere. Prego.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli deputati, la pandemia COVID-19, accanto alla drammatica emergenza sanitaria, ha provocato anche una crescente emergenza alimentare. Oggi più che mai garantire l'accesso al cibo delle persone in stato di indigenza e dei tanti nuovi poveri per via della chiusura delle attività produttive è assolutamente prioritario.

Per questo motivo, il Governo, con il “decreto Cura Italia” ha disposto l'incremento di 50 milioni di euro del Fondo per l'assistenza alimentare agli indigenti, gestito con la preziosa collaborazione degli enti caritativi. In pochi giorni abbiamo sviluppato una proposta e sottoscritto con la Ministra Catalfo il decreto attuativo, ora in corso di registrazione alla Corte dei conti. Previa consultazione del tavolo di coordinamento, è stato previsto un paniere di prodotti che, oltre a tener conto delle esigenze di approvvigionamento alimentare, garantendo forniture di prodotti italiani al 100 per cento, sia orientato anche alla riduzione degli sprechi alimentari legati al contenimento del virus. Gli operatori che partecipano alle gare per la fornitura si dovranno impegnare all'acquisto di prodotti provenienti dalle regioni italiane maggiormente colpite dall'emergenza e nei periodi maggiormente a rischio spreco. In particolare, per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, lo stanziamento ammonta a 14 milioni e mezzo di euro per l'acquisto di formaggi DOP; a questi si aggiungono 6 milioni di euro per latte crudo da trasformare in UHT, il cui stanziamento è stato disposto con decreto, che è in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Sono in corso anche le gare per l'acquisto di pecorino DOP per un valore di 14 milioni di euro, sempre da destinare ai più bisognosi. Queste sono alcune delle azioni già messe in campo.

Rilevo inoltre che abbiamo già inviato alla Commissione europea un documento concordato e predisposto con le regioni per attivare l'ammasso privato per formaggi, burro, carni bovine e carni suine e ovi-caprine. Ritengo tuttavia fondamentale un coordinamento nazionale, anche allo scopo di condividere possibili ulteriori proposte legislative, e in questa direzione ho fissato al 22 aprile la riunione del tavolo di coordinamento ministeriale previsto e rafforzato dalla cosiddetta “legge Gadda”, per affrontare questa priorità con tutta la filiera produttiva e istituzionale. Il mio assillo, onorevoli colleghi, è non una persona senza cibo sufficiente, non un litro di latte né un chilo di prodotto agroalimentare deve essere sprecato.

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Signora Ministra, il suo impegno, dall'inizio di questa emergenza, è stato garantire la continuità alimentare, a partire dalle persone più deboli, dalle famiglie più fragili, con la collaborazione delle associazioni di volontariato. La ringrazio perché ha delineato un percorso concreto e fattivo: i milioni di euro stanziati relativi ai ritiri dal mercato renderanno la risposta a questi bisogni sociali più importante e concreta. Sono 50 milioni, di cui diversi milioni sono già stati sbloccati per l'acquisto appunto di latte crudo. E il latte crudo, ma soprattutto le produzioni fresche di tanti altri prodotti che lei ha citato, in questo momento sono in gravissima difficoltà, questo per la chiusura di tanti esercizi, come ristoranti, bar, che erano un mercato di approvvigionamento importante, ma anche per il cambio delle abitudini di acquisto e di consumo dei cittadini, che stanno privilegiando anche acquisti a lunga conservazione. Quindi, da questo punto di vista, credo che questa emergenza sia importante per mettere in campo misure concrete, come quelle che lei ha citato, rispetto alla risposta ai bisogni delle persone povere, ai bisogni delle persone indigenti, attraverso il coordinamento pieno con il Terzo settore, ma anche misure di prospettiva, perché il bando indigenti e i ritiri dal mercato sono una parte delle soluzioni, ma se ne possono mettere, in prospettiva, in campo anche delle altre, per sostenere anche questi comparti produttivi. Ad esempio, sostenere la trasformazione di latte italiano, che è un prodotto di altissima qualità, in prodotto a lunga conservazione; oppure sostenere, con accordi di filiera, la creazione di nuove filiere e di nuove produzioni, ad esempio, sul prodotto in polvere, che ha un mercato potenzialmente molto grande all'estero e che può essere anche un mercato molto importante, attraverso l'industria dolciaria, nel nostro Paese. Quindi, abbiamo soluzioni nell'immediato per la risposta ai bisogni più importanti, ma soprattutto la ringrazio per aver programmato e messo in campo misure di prospettiva per sostenere un comparto che è strategico nel nostro settore agroalimentare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a garantire il reperimento della manodopera necessaria al comparto agricolo nel contesto della crisi sanitaria ed economica in atto – n. 3-01452)

PRESIDENTE. La deputata Incerti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01452 (Vedi l'allegato A).

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Signora Ministra, come lei stessa ha stimato, sono circa 350 mila le unità di lavoratori e lavoratrici agricoli venuti a meno dopo l'inizio dell'emergenza sanitaria, un aspetto che hanno sottolineato con preoccupazione, con grande preoccupazione, tutte le principali associazioni del mondo agricolo. Allo stesso tempo, vi sono molti richiedenti asilo che hanno visto respinta la propria domanda di asilo e che quindi sono nelle condizioni di irregolarità per legge e sono oggetto di sfruttamento lavorativo, a cui si aggiunge quello di precarietà insediativa-abitativa. A nostro parere, oltre a garantire il rinnovo dei permessi di soggiorno scaduti ai lavoratori stagionali regolari, i richiedenti asilo potrebbero usufruire di norme, tra cui quella all'articolo 20-bis del decreto-legge, n. 113, del 4 ottobre 2018. Inoltre, occorrerebbe organizzare l'evacuazione delle persone che vivono in insediamenti informali prossimi alle attività agricole, e agevolare magari accordi con i proprietari di strutture alberghiere e ricettive, anche utilizzando strumenti normativi a disposizione.

Riteniamo altresì indispensabile l'attivazione di una piattaforma telematica di facile utilizzo per l'incontro della domanda e dell'offerta di lavoro agricolo, oltre ad attivare altri strumenti per l'esonero e l'alleggerimento contributivo.

Abbiamo proposto, come Partito Democratico, la convocazione dei tavoli. Chiediamo quindi alla signora Ministra quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento di manodopera necessaria in agricoltura attraverso forme legali e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone, dal punto di vista lavorativo e abitativo, della salute e della dignità sociale.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nel settore agricolo, secondo gli ultimi dati disponibili, trovano occupazione oltre 346 mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi, che, con oltre 30 milioni di giornate lavorative, rappresentano il 26,2 per cento del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane. Quasi la metà dei lavoratori stranieri occupati in agricoltura si concentra in 15 province, dove sono molti distretti agricoli nei quali i lavoratori immigrati sono una componente ben integrata nel tessuto economico-sociale. Sono tuttavia consapevole che l'attuale situazione emergenziale sta amplificando le disperate condizioni di migliaia di soggetti in condizioni di fragilità, oggetto spesso di sfruttamento sul lavoro. Rilevo inizialmente come siano già in corso misure di potenziamento delle azioni di tutela della salute dei cittadini migranti residenti negli insediamenti irregolari, al fine di prevenire la diffusione del contagio da COVID-19 in tali contesti particolarmente a rischio. Ricordo inoltre che il Senato ha approvato la proroga fino al 31 dicembre 2020 dei permessi di soggiorno dei lavoratori stagionali. Credo tuttavia che sia indispensabile intraprendere percorsi più coraggiosi e incisivi, anche allo scopo di supportare il settore agricolo, che si sta rivelando strategico per la tenuta economica e sociale del Paese.

Sto lavorando con le Ministre Catalfo e Lamorgese al fine di condividere un piano di azione emergenziale per il lavoro agricolo che preveda: l'attuazione delle misure del piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato, con un'urgente mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo e l'utilizzo delle progettualità già finanziate dai Ministeri del Lavoro e dell'Interno, per affrontare l'emergenza; l'accelerazione della piattaforma utile all'incontro domanda e offerta presente nel piano di prevenzione del caporalato, da attivare anche in forme emergenziale; lo sblocco del “DPCM flussi 2020”, il cui testo, già pronto e condiviso tra le amministrazioni, può garantire, da un lato, la conversione dei contratti stagionali già in essere, dall'altro, l'utilizzo delle 18 mila quote di ingressi stagionali riservate ad agricoltura e turismo. Inoltre, sono impegnata a condividere l'elaborazione di una proposta normativa volta a prevedere, a fronte dell'immediata disponibilità di un contratto di lavoro, la regolarizzazione dei cittadini stranieri già presenti in Italia. Infine, sul tema della manodopera agricola, sto lavorando per introdurre misure finalizzate all'attivazione di contratti di lavoro anche con percettori di prestazioni di sostegno al reddito.

Questo è il quadro di sintesi di un'azione organica volta a garantire salute e sicurezza sociale alla persona, unitamente alla salvaguardia del sistema agricolo, che, anche in questo momento di crisi, rappresenta una risorsa fondamentale del Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Martina ha facoltà di replicare.

MAURIZIO MARTINA (PD). Grazie Presidente, grazie Ministra, discutiamo oggi di questo tema, e in una circostanza come questa non è banale ricordare in quest'Aula che proprio questa mattina in Romagna ancora una volta sono stati arrestati dei caporali: a significare che il tema c'è, e incrocia anche questa fase emergenziale molto delicata per il Paese.

Noi siamo soddisfatti delle sue parole e degli impegni che ha rappresentato nella risposta a questa interrogazione. Siamo stati parte di un lavoro che al Senato ha reso evidente la necessità di alcuni interventi: penso, ad esempio, a quello per la proroga dei permessi di soggiorno fino al 31 dicembre di quest'anno. Siamo parte essenziale di un impegno, che ci vede vicini al Governo, a rafforzare tutti i percorsi di regolarità, di regole, di certezza nel mondo del lavoro agricolo per tutte le persone coinvolte: più regole, più regolarità significano più sicurezza.

E allora bene l'anticipo di tutti gli interventi già previsti nel piano triennale che il Governo ha voluto, e che noi supportiamo; bene l'avvio rapido di una piattaforma per l'incontro tra la domanda e l'offerta in campo agricolo, che si faccia carico del carattere straordinario ed emergenziale di questa fase di raccolta stagionale; bene la possibilità di trovare anche dei meccanismi di esonero, di alleggerimento contributivo, fiscale per chi vorrà reimpiegare cittadini lavoratori dentro il comparto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO MARTINA (PD). E bene è certamente anche l'ultimo punto che è stato affrontato dal Ministro: avere il coraggio in questo Paese di avviare una discussione limpida su permessi rinnovabili per chi può avere contratti di lavoro regolari in campo agricolo, che consentano l'emersione dell'irregolarità verso la regolarità. Ci sarà qualcuno che farà ancora propaganda su questo, getterà ancora alcol sul fuoco per incendiare la paura, ma noi non dobbiamo avere paura di questi: dobbiamo avere paura di quello che purtroppo si nasconde dentro le pieghe dell'irregolarità, in particolare in un settore cruciale per la ripartenza del Paese come quello agricolo e agroalimentare. Supportiamo quindi le iniziative che il Governo ha rappresentato qui, e incalzeremo perché queste iniziative si traducano rapidamente in fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a rafforzare il Piano per il Sud 2030, in relazione alle gravi condizioni socio-economiche determinate dall'emergenza sanitaria in atto – n. 3-01453)

PRESIDENTE. Il deputato Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01453 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, signor Ministro, il rapporto della Svimez, che lei ben conosce, ci dice che, seppure l'Italia riprendesse a pieno regime nel secondo semestre dell'anno, la perdita su base annua del prodotto interno lordo sarebbe dell'8,4 per cento; secondo altri centri studi è una previsione addirittura ottimistica. Questa perdita inciderebbe in termini relativi maggiori sul Nord, dove ovviamente si produce maggiore ricchezza, ma in termini omogenei quanto a perdita di occupazione su tutto il territorio nazionale: e quindi di più al Sud, dove già c'è meno occupazione.

Del resto, la crisi determinata dal Coronavirus e lo shock del lockdown hanno colto il Sud in una fase tendenzialmente recessiva, mai recuperata dal 2007, l'anno ormai lontano della crisi mondiale dei subprime: da allora, il livello della produzione meridionale è rimasto inferiore di 15 punti percentuali e non si è mai più recuperato. La Svimez ne deduce che il rischio di default delle aziende meridionali è quattro volte superiore a quello delle aziende del Centro-Nord. Lei nel febbraio scorso annunciò il Piano per il Sud 2030, con l'ambizioso e condiviso obiettivo di invertire il processo di definanziamento della spesa in conto capitale al Sud, dove, in nome dell'austerity, tra il 2008 e il 2018 la spesa dello Stato per investimenti si è ridotta della metà, da 20 a 10 miliardi.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FEDERICO CONTE (LEU). A marzo è stato costretto ad annunciare una riprogrammazione dei fondi comunitari per servire il Coronavirus. Le chiedo oggi, alla luce del mutato quadro economico nazionale ed europeo e dell'imminente “fase 2” di riavvio del Paese, come intenda riformulare, rivedere, rimodulare nella destinazione e negli obiettivi il Piano per Sud 2030.

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per l'occasione che mi danno di manifestare di fronte a quest'Aula la preoccupazione sull'impatto della crisi nel Mezzogiorno e le risposte da mettere in campo per scongiurare un rischio: il Sud non aveva ancora sanato le ferite della grande recessione, aveva in corso processi di modernizzazione del suo sistema produttivo che rischiano di subire una battuta d'arresto, e versava in condizioni di fragilità, di marginalità sociale in molti casi già allarmanti prima di questa crisi. Il Piano per il Sud, come lei ricordava, è stato presentato giusto una settimana prima che scoppiasse la fase più acuta dell'emergenza; ma io credo che, seppure elaborato in tutt'altro contesto, la consapevolezza di dover rispondere al quel decennale processo di disinvestimento, di affrontare le fragilità strutturali di quell'area, e le innovazioni di metodo e alcune scelte di merito che sono state compiute in quel Piano, lo rendano ancora un valido strumento che può guidare la fase di ripartenza. Infatti, una volta garantita la liquidità alle imprese e alle famiglie per tener vivo sia il tessuto produttivo che quello sociale, l'azione coordinata di rilancio degli investimenti pubblici e privati che era prevista dal Piano diventa ancora più urgente.

Se stiamo alle previsioni della Svimez, alla fine di questa crisi, alla fine di quest'anno il Sud avrà un livello di prodotto inferiore di circa 15 punti rispetto al 2008: è un dato senza paragoni in Europa, che certo quel tessuto economico e sociale non può permettersi. E allora, la risposta. Io credo che lo sforzo che bisogna effettuare, il rafforzamento è nell'impegno ad attuare quel Piano. In queste settimane il percorso di attuazione devo dire che è andato avanti in alcune delibere CIPE; e io credo che un ulteriore contributo possa venire da un'opportuna riprogrammazione dei fondi europei e del Fondo sviluppo e coesione. Quello che dobbiamo provare a fare è adattare non tanto nell'impostazione, ma individuare alcune priorità in termini di tempi su cui concentrare gli sforzi di attuazione.

Mi pare che l'emergenza che stiamo vivendo ne faccia emergere alcuni, che erano già previsti nel Piano ma che pure vanno potenziati. In primo luogo, il tema dell'infrastrutturazione sociale, su scuola e sanità in primis, con un'attenzione ai territori e a sostegno alle aree marginalizzate, i contesti urbani degradati, le aree interne; le misure per le imprese e il lavoro, che già venivano definite urgenti, e l'infrastrutturazione digitale, per colmare il digital divide, su cui bisogna prevedere, a mio avviso, una misura ad hoc sul Mezzogiorno. Infine, dico che il Piano prevedeva una rigenerazione amministrativa e una semplificazione nel rispetto della legalità, perché istituzioni forti sono il principale antidoto a quel tentativo delle mafie, che sempre cercano di cogliere i momenti di crisi e di espandere la propria presenza.

Molto dovrà cambiare dopo questa crisi. La sfida di diffondere e non concentrare lo sviluppo e di immaginare un modello nel segno della sostenibilità ambientale e sociale proprio dal Sud io credo debba partire.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Ministro, la ringrazio per la risposta sincera e puntuale. E tuttavia non posso nascondere la preoccupazione che la “fase 2” riguardi solo la ripresa dell'esistente, e cioè di quello che c'è e non di quello che non c'è e dove non c'è. È per questo che io ho qui le rivolgo la richiesta di farsi carico nel Governo dell'inserimento nella task force guidata dal manager Colao di una personalità di alto profilo che rappresenti la specificità del Mezzogiorno; che sia un economista, uno scienziato, un politico veda lei, ma rappresenti questa specificità già nella fase della programmazione. E che si appresti già una task force identica anche per la successiva fase dell'esecuzione, perché non si commettano gli errori del passato e perché il Piano per il Sud 2030 diventi una parte organica del piano nazionale di ripresa, che lo contenga e lo esprima, che non sia un corpo avulso.

Il Piano per il Sud 2030 deve avere un obiettivo strategico nazionale, europeo aggiungo. Aggiungiamo un sesto obiettivo ai cinque individuati dalla Commissione: l'Italia mediterranea, che significa tutto quello che lei ha detto per le infrastrutture materiali, immateriali e sociali. La rete delle città, che io considero la rete sulla quale investire nel Mezzogiorno d'Italia, per dare un assetto territoriale smart e moderno a quel territorio, per realizzare quei livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili che renderebbero i cittadini uguali. Ma per fare questo, Ministro, il Piano per il Sud 2030 deve prevedere un intervento straordinario per il Sud: leggi uguali per situazioni disuguali producono maggiore disuguaglianza. Ci vuole qualcosa in più: un piano straordinario che sia affidato a una legge di spesa in conto capitale pluriennale, non alle variabili delle leggi di bilancio annuali.

Questa è l'unica possibilità che si colga l'occasione - forse l'ultima - di riequilibrare il Paese, tenendo a mente e a cuore le parole di Keynes, pensando alla giraffa con il collo più corto che, per nutrirsi, non arriva alle foglie e, per combattere per la sua sopravvivenza, calpesta quelle cadute dall'albero.

(Elementi ed iniziative in merito al pieno ed efficace utilizzo dei fondi strutturali europei in relazione all'emergenza COVID-19 - n. 3-01454)

PRESIDENTE. La deputata Galizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01454 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, colleghe e colleghi, di fronte al diffondersi del COVID-19 e della conseguente emergenza sanitaria economica e sociale dovuta alla pandemia, la Commissione europea ha messo a disposizione dell'Italia un aiuto in termini di liquidità, sia istituendo, lo scorso 13 marzo, l'iniziativa di intervento in risposta al Coronavirus (il CRI), stanziando così 37 miliardi di euro per l'emergenza sanitaria, sia concedendo la massima flessibilità nell'utilizzo delle risorse provenienti dai Fondi strutturali 2014-2020. Gli enti preposti alla gestione di tali fondi europei sono innanzitutto le regioni, principalmente quelle del sud Italia, ma è forte il timore che, mediante la rimodulazione delle risorse, si vadano a penalizzare alcune zone del Paese già carenti di investimenti pubblici. Se ciò dovesse verificarsi particolarmente colpiti sarebbero i comuni partecipanti alla strategia per le aree interne (SNAI). Per questo, sarebbe utile l'avvio di un percorso di cooperazione interistituzionale per dare una risposta economica al Paese di lunga durata. Le chiediamo, pertanto, Ministro, quali iniziative intende adottare il Governo per risolvere questa complessa situazione e se oltre ai fondi europei si sta ipotizzando l'utilizzo di risorse nazionali al fine di consentire che tutte le risorse ancora non utilizzate possano essere mobilitate al massimo per affrontare gli effetti del Coronavirus.

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Luciano Calogero Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Devo dire che fin dai primi giorni dell'emergenza è stata chiara ed è emersa chiaramente la necessità di mobilitare tutte le risorse disponibili per fronteggiare la crisi e per preparare la ripartenza. In questo contesto, io stesso ho avviato l'interlocuzione immediata con la commissaria Ferreira alle politiche di coesione a livello europeo per capire il contributo dei fondi strutturali. È un contributo che può essere molto importante e, infatti, anche grazie alle richieste del Governo italiano, siamo arrivati a definire un pacchetto di modifiche regolamentari, presentato il 13 marzo e poi altri ancora il 2 aprile, a seguito di un Consiglio informale dei Ministri della coesione a livello europeo, che rappresenta una straordinaria operazione di semplificazione e di flessibilità nell'utilizzo dei fondi. È un'occasione che non va sprecata: voglio dirlo chiaramente e lo dico anche dalla prospettiva di alcune regioni che hanno visto in questi anni un livello di assorbimento delle risorse europee troppo lento; vedendo lo stato di attuazione, infatti, ci sono ampi margini di riprogrammazione. Devo dire che le modifiche regolamentari consentono interventi importanti, che servono a colmare i divari esistenti. La rendicontabilità delle spese sanitarie, che sono previste, il sostegno all'impresa anche alle piccole e medie imprese, persino al capitale circolante; il sostegno ai redditi e ai redditi da lavoro, il sostegno ai processi di digitalizzazione, tutto questo è consentito da queste modifiche. Sono interventi anche nell'aspetto sociale, che riguardano proprio quelle aree, come le aree interne da voi onorevoli interroganti citate, che subiscono maggiormente gli effetti della crisi in ragione dei loro deficit infrastrutturali e della condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale ed economica in cui si trovano. Su queste priorità di intervento abbiamo proposto un'intesa interistituzionale alle regioni per arrivare a un accordo che consenta di mobilitare una grande quantità di risorse intorno a tali obiettivi di emergenza, un accordo che deve preservare, però, le finalità della coesione, che sono quelle del riequilibrio territoriale e anche quelle dell'addizionalità. Sul primo punto, la riprogrammazione avviene all'interno dei programmi, quindi, per essere chiari, non c'è uno spostamento di risorse da una regione all'altra e vorrei dire che non c'è uno spostamento di risorse dal Sud, dal Mezzogiorno, come purtroppo è accaduto in passato in occasione di altre riprogrammazioni per altre crisi.

Sull'aspetto della salvaguardia dei principi della coesione, noi vogliamo preservare i progetti che erano previsti con i fondi europei, quindi compresi quelli sulle aree interne, per le quali proporrò una clausola di salvaguardia all'interno di questo accordo, e lo facciamo invitando le regioni a coprire quei progetti con altri contenitori di programmazione di risorse nazionali di sviluppo e coesione, come i piani operativi complementari o come l'FSC. Su questo, in delibera CIPE, copriremo le spese che sono necessarie a liberare le risorse dei fondi europei e lo faremo anche prevedendo un'addizionalità alle regioni del Mezzogiorno che maggiormente concorrono a questa riprogrammazione, a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 e lo faremo già adesso nel DEF di aprile. Si tratta di una riprogrammazione imponente, che prevede, per così dire, un'opera di tessitura istituzionale difficile in accordo con le regioni. Sono in corso le interlocuzioni tecniche e spero, la prossima settimana, di arrivare in Conferenza Stato-regioni con questo accordo, che, ripeto, coniuga investimenti per fronteggiare l'emergenza, per preparare la ripartenza nel rispetto della coesione che dovrà guidare le scelte del nostro futuro.

PRESIDENTE. Il deputato Filippo Giuseppe Perconti ha facoltà di replicare.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto volevo ringraziare il Ministro per la sua risposta esaustiva. Non nascondo che nelle scorse settimane si è creata un po' di preoccupazione nei governi locali, nei governi regionali, nelle singole amministrazioni, ma devo dire che lei subito ha dissipato molti dubbi con le prime uscite a mezzo stampa. A mio avviso era necessario presentare un'interrogazione e la risposta è stata più che esaustiva. Vorrei fare una piccola considerazione e voglio ricordare che questi territori, a cui sono destinate queste somme, sono territori che hanno necessità di investimenti, che non ne hanno ricevuti negli ultimi decenni e si è creato un gap anche con comunità vicine, a poche decine di chilometri di distanza, importante. Sono fondi che servono a garantire quelli che noi nelle aree interne chiamiamo diritti di cittadinanza, come il diritto alla mobilità, il diritto all'istruzione e, in questo momento storico così particolare, il diritto alla salute. Quindi, non mi resta che augurare un buon lavoro al Ministro e al nostro Governo.

(Iniziative per il rilancio economico, sociale e infrastrutturale del Mezzogiorno anche in relazione alla crisi sanitaria ed economica in atto - n. 3-01455)

PRESIDENTE. Il deputato Paolo Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01455 (Vedi l'allegato A).

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la tragedia del Coronavirus sta piegando il nostro Paese dal punto di vista sanitario, dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale; uno stress test che nessuno avrebbe voluto e che trova un Mezzogiorno già debilitato, in crisi, incapace di sopportare altri scossoni dopo una lunga stagione recessiva. Al Sud ci sono meno ospedali e sono più vetusti; ci sono meno attrezzature biomediche e sono più obsolescenti; al Sud c'è meno banda larga e 470 mila studenti sono senza personal computer o tablet; al Sud c'è un'agricoltura necessaria e di qualità, ma che boccheggia per carenza di liquidità, di reti e di invasi agricoli. Come pensa, signor Ministro, di rendere questa emergenza un'opportunità per invertire il declino imprenditoriale e sociale del Mezzogiorno, a partire proprio da quegli investimenti sul fronte degli ospedali, delle ferrovie e delle scuole?

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Rispondo volentieri a questa interrogazione perché mi consente di entrare nel merito e nello specifico di alcune linee di intervento che sono già in corso e sulle quali è utile, secondo me, un confronto con le opposizioni. Devo dire che ieri ho letto un'intervista del presidente Antonio Tajani, in cui diceva di mettere fine a polemiche strumentali e di concentrarsi sulla vera emergenza che può essere l'impatto economico e sociale di questa crisi al Sud; sono parole che io stesso ho pronunciato e che mi sento di sottoscrivere. Gli interventi che abbiamo fin qui previsto, che riguardano liquidità alle imprese e liquidità alle famiglie già nel “Cura Italia”, ma che dobbiamo rafforzare su questo secondo aspetto nel decreto Aprile, a mio avviso riguardano un pezzo del nostro problema.

Dobbiamo rafforzare la domanda in alcuni settori maggiormente colpiti, in particolare nel Centro-Sud, dal lockdown, dalle conseguenze durevoli che questo produce. Penso, in particolare, al turismo. E poi c'è la necessità - lo accennavo prima - di investire, rafforzando il capitale pubblico, su alcuni settori. Il tema della sanità pubblica è un tema decisivo, che già era messo a fuoco nel Piano Sud, come ho ricordato, e su cui in queste settimane si è concentrato uno sforzo. Le terapie intensive sono aumentate, nella disponibilità di posti, di circa il 70 per cento nelle regioni del Mezzogiorno e invece il tasso di saturazione attualmente è circa il 14 per cento. Quindi, il sistema sanitario sta reggendo la prova della pandemia. Ci sono eccellenze, come il Cotugno: ripeto sempre che queste eccellenze non devono essere eccezioni. Lo sforzo che stiamo facendo in queste ore per attrezzare il sistema sanitario meridionale deve diventare uno sforzo strutturale.

Da questo punto di vista, alcune misure del Piano Sud andavano rafforzate, come l'acquisto di attrezzature e dotazioni nelle strutture sanitarie, e non solo ospedaliere, ma soprattutto nei presidi territoriali. Il tema delle infrastrutture digitali è già nel comitato banda ultralarga. Oltre a chiedere agli operatori un mantenimento e un rispetto degli impegni che fin qui sono mancati, abbiamo, anche in questo caso, la necessità di supportare la domanda, utilizzando 1,3 miliardi che erano previsti per i voucher e facendoli arrivare il prima possibile, nel rispetto della quota 80-20, nel Mezzogiorno, su cui si concentra un digital divide; e sul fronte scolastico già nel “Cura Italia” erano stati previsti 70 milioni, che già il Ministro dell'Istruzione ha assegnato alle scuole per offrire in comodato d'uso tablet agli studenti che ne hanno bisogno. Dobbiamo ulteriormente rafforzare, però, la domanda di accesso delle famiglie ai servizi digitali.

Un altro tema decisivo credo che sia quello della distribuzione della logistica anche sulle catene agroalimentari: questo è un tema decisivo, su cui potrà essere dato un contributo fondamentale delle ZES, sia quelle già istituite che quelle che devono essere istituite, sulle quali stiamo accelerando. Penso alle ZES siciliane, rispetto alle quali il mio impegno è di garantirne la ripartenza e la piena operatività.

Chiudo dicendo che la fase 2, di convivenza con il virus, richiede uno sforzo amministrativo importante della macchina pubblica. Su questo dobbiamo anche rafforzare la capacità amministrativa al Sud anche attraverso quelle risorse umane. In queste settimane abbiamo visto e lodato tutti lo sforzo di veri e propri eroi; spesso sono dipendenti pubblici che abbiamo troppo ingenerosamente definito come fannulloni, e invece erano infermieri, medici, operatori di servizi pubblici essenziali che stanno in prima linea in queste ore. Ecco, questo sforzo va rafforzato. Confermo, in chiusura, la mia disponibilità a discutere anche con le opposizioni di come adattare quello che avevamo previsto nel Piano Sud 2030 alla situazione straordinaria che abbiamo di fronte.

Amo ripetere una frase di Abramo Lincoln, che dice: una casa divisa non può reggere. Questo vale per la ripartenza, ma, nel rispetto della dialettica essenziale alla vita democratica e dei ruoli tra maggioranza e opposizione, credo che possa valere anche qui, e sul Sud ci sono tutte le condizioni per poterlo fare di fronte a un'emergenza che riguarda tutti.

PRESIDENTE. Il deputato Russo ha facoltà di replicare.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, signor Ministro. Devo dire che, proprio in ragione della sollecitazione del Presidente Tajani, mi sarei aspettato da lei qualcosa in più. In buona sostanza, utilizza le risorse che già erano del Sud, peraltro con una spericolata manovra che sottrae risorse ai programmi nazionali, rendendo tutto più complicato e più difficile. Nessuna risorsa aggiuntiva, eppure le risorse europee, per definizione, non dovrebbero sostituire i finanziamenti ordinari e nazionali.

Signor Ministro, ha citato il Cotugno: lei sa come fu costruito, come fu realizzato l'ospedale Cotugno di Napoli, vanto di eccellenza, di efficienza, ormai di livello internazionale? Fu la Cassa per il Mezzogiorno, sì, la vituperata Cassa per il Mezzogiorno; un intervento straordinario degli anni Cinquanta, un illuminato architetto, Giulio De Luca, progettò peraltro anche la Mostra d'Oltremare. Altri tempi, vedo.

Pensavo, Ministro, che lei volesse legare il suo nome e il nome del Governo ad un grande piano di infrastrutturazione del Sud: invasi agricoli, intermodalità, pagamento compensativo per le imprese agricole sul modello già esistente delle aree svantaggiate, su risorse 2021 e su quelle non impegnate 2020, banda larga, reti, fibra ottica, personal computer, tablet, e per gli studenti scuole nuove, adeguate alla fattispecie, ed anche asili, alta velocità, trasporto pubblico locale per studenti e lavoratori, proprio in questa fase 2. L'avrei applaudita se ci avesse detto: 50 nuovi ospedali nel Mezzogiorno, TAC, risonanze, PET, laboratori attrezzati e moderni, un piano straordinario per la medicina del territorio. Nulla ho ascoltato di tutto questo. Ci ripensi, signor Ministro, provi a garantire quegli investimenti che servono a rendere eguali i cittadini, eguali i nostri ragazzi, i nuovi nati in quelle terre; eguali nei diritti, diritto alla salute, all'istruzione, alla mobilità, al lavoro. Ci ripensi, perché il suo Governo, ad oggi, sta solo rendendo la nostra agonia vana e un po' più dolorosa.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Boccia, Claudio Borghi, Boschi, Davide Crippa, D'Incà, De Maria, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Gregorio Fontana, Frusone, Gebhard, Gelmini, Grande, Grimoldi, Liuzzi, Lorefice, Lupi, Molinari, Morani, Rizzo, Schullian, Carlo Sibilia, Spadafora, Tasso, Tofalo e Traversi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stata stabilita la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per le ultime due settimane del mese di aprile:

Martedì 21 aprile (ore 17.30)

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle recenti iniziative del Governo per fronteggiare l'emergenza da COVID-19

Mercoledì 22 aprile (ore 9.30 e p.m . , con prosecuzione nella giornata di giovedì 23 aprile)

Esame del disegno di legge n. 2463 - Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, cd. “Cura Italia” (approvato dal Senato – da approvare entro il 30 aprile 2020)

Mercoledì 22 aprile (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 24 aprile (ore 10, con votazione delle risoluzioni alle ore 13)

Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (ove presentata dal Governo) (per la cui approvazione è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti la Camera)

Martedì 28 aprile (ore 15)

Discussione generale del disegno di legge n. 2447 - Conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 24 maggio 2020)

Mercoledì 29 aprile (ore 9.30 e pomeridiana)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2447 - Conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 24 maggio 2020)

Mercoledì 29 aprile (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 30 aprile (ore 14)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lo svolgimento dell'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri, prevista per martedì 21 aprile, avrà luogo con ripresa televisiva diretta.

L'organizzazione dei tempi per la discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, sarà pubblicata dopo la sua presentazione.

Avverto che, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, l'informativa urgente della Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, prevista per domani, giovedì 16 aprile, alle ore 10, è differita alle 11,30 e avrà luogo con ripresa televisiva diretta.

Allo stesso modo, l'informativa urgente della Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, anch'essa all'ordine del giorno della seduta di domani, è differita alle ore 13,30. Per tale seconda informativa urgente non è invece prevista la ripresa televisiva diretta.

Conseguentemente, nella stessa seduta di domani, lo svolgimento delle interpellanze urgenti è posticipato alle ore 15.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 16 aprile 2020 - Ore 11,30:

1. Informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

(ore 13,30)

2. Informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

(ore 15)

3. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 17,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ROGER DE MENECH (A.C. 2434-A)

ROGER DE MENECH , Relatore. (Relazione – A.C. 2434-A). Discutere di un decreto-legge che reca norme sugli ATP di tennis 2021-2025 e sui Giochi olimpici e paralimpici 2026 potrebbe a qualcuno apparire fuori luogo, in questo momento di emergenza sanitaria. Ci tengo a sottolineare invece che discutere di questo decreto-legge in questo momento è quanto mai opportuno, perché l'attenzione del Parlamento verso questo decreto contiene – oltre al messaggio che il Parlamento lavora, pur con le cautele necessarie – un doppio messaggio importante: uno alla comunità internazionale e uno all'Italia. Il messaggio alla comunità internazionale è che l'Italia intende fermamente mantenere l'impegno assunto a organizzare i grandi eventi sportivi che si era candidata ad ospitare nei prossimi anni. Il messaggio alla comunità nazionale, invece, è che lo Stato sosterrà i territori e gli enti coinvolti negli eventi, aiutando anche in questo modo il Nord Italia a creare le condizioni per il rilancio e per la ripartenza economica. Esaminare questo decreto-legge per convertirlo rapidamente costituisce un chiaro segno della presenza dello Stato a fianco dei territori più colpiti dal COVID-19.

Nel descrivere il contenuto, mi soffermerò soprattutto sulle modifiche introdotte dalla Commissione.

Il decreto contiene in estrema sintesi tre gruppi di norme: norme per l'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026 (capo I); norme per l'organizzazione del torneo tennistico “Finali ATP Torino 2021-2025” (capo II); e norme in materia di divieto di attività parassitarie (capo III). Un ultimo capo (il IV) contiene norme ordinamentali per il coordinamento tra Stato, regioni e province autonome nell'organizzazione degli eventi sportivi di cui si è detto.

Avverto che darò qui una breve descrizione del contenuto del decreto, soffermandomi soprattutto sulle modifiche introdotte dalla Commissione.

Per quanto riguarda le olimpiadi e paralimpiadi invernali del 2026 (Capo I), ricordo in estrema sintesi che il percorso che ha condotto alla designazione dell'Italia come Paese ospitante si è avviato nel 2017 e si è concluso il 24 giugno 2019, quando il CIO ha designato vincente la candidatura di Milano-Cortina. La costruzione di questo risultato ha comportato diversi passaggi intermedi, che per esigenze di tempo tralascio di ricordare. Mi limito a dire che il 10 gennaio 2019 il Governo, per parte sua, ha garantito il sostegno alla candidatura.

Le Olimpiadi invernali si svolgeranno dal 6 al 22 febbraio 2026 e le Paralimpiadi dal 6 al 15 marzo 2026.

Per quanto riguarda l'impatto economico e finanziario che avranno sul Paese, ricordo che il Governo ha commissionato uno studio su questo tema, i cui risultati sono stati presentati al pubblico il 21 marzo 2019. In buona sostanza, lo studio ha verificato che le uscite dello Stato per i Giochi olimpici saranno compensate dagli introiti diretti e indiretti legati ai medesimi Giochi nel periodo 2020/2028. Altri studi sono stati commissionati a livello regionale per l'impatto sui territori di riferimento.

Veniamo ora al testo del decreto-legge, che innanzitutto delinea il sistema di governance dell'evento Milano-Cortina 2026.

In primo luogo – in attuazione di quanto preannunciato nel Dossier di candidatura – il decreto, all'articolo 1, istituisce un Consiglio olimpico congiunto Milano-Cortina 2026, al quale sono affidate le funzioni di indirizzo generale sull'attuazione dell'evento. Era prevista in capo al Consiglio anche la funzione di “di alta sorveglianza” sull'evento, ma la Commissione ha soppresso questa previsione, recependo un'indicazione delle opposizioni. Il Consiglio – costituito presso il CONI – è composto da 15 membri, che rappresentano gli enti coinvolti nell'organizzazione dell'evento. Era previsto che il Consiglio eleggesse al suo interno un presidente e due vicepresidenti, ma la norma è stata cambiata dalla Commissione: si prevede ora che sia eletto un portavoce, incaricato del coordinamento dei lavori.

La concreta pianificazione e realizzazione dei Giochi è affidata dall'articolo 2 alla Fondazione “Milano-Cortina 2026”, che svolge quindi il ruolo di “Comitato organizzatore dei Giochi”. La Fondazione è stata costituita il 9 dicembre 2019. Non ha scopo di lucro. Recependo indicazioni delle opposizioni, è stata rimarcata la natura privatistica della Fondazione: con emendamenti è stato specificato che la Fondazione è costituita ai sensi dell'articolo 14 del codice civile e che opera in regime di diritto privato. Soci fondatori ne sono CONI, CIP, regione Lombardia, regione Veneto, comune di Milano e comune di Cortina d'Ampezzo. Il Comitato organizzatore deve attenersi agli indirizzi generali stabiliti dal Consiglio olimpico congiunto e operare in conformità con gli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale, oltre che nel rispetto della Carta olimpica.

L'articolo 3 autorizza la costituzione e disciplina la governance della Società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa”, cui è affidato il compito di concretamente realizzare le opere necessarie per lo svolgimento dell'evento, fermo restando che, se necessario, il decreto prevede che possano essere nominati anche commissari straordinari. La società – costituita fino al 31 dicembre 2026 è pubblica, partecipata per il 70 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (con due quote del 35 per cento); per il 20 per cento dalla Lombardia e dal Veneto (con due quote del 10 per cento); e per il 10 per cento dalle province autonome di Trento e di Bolzano (con due quote del 5 per cento). Essa è sottoposta alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

La Società ha un organo di amministrazione composto da 5 membri, dei quali 3 nominati a livello di Governo (tra questi il presidente e l'amministratore delegato) e 2 nominati congiuntamente dalle regioni Lombardia e Veneto e dalle province autonome di Trento e di Bolzano. Analogamente è disposto riguardo al collegio sindacale.

Lo scopo statutario della Società è di fungere da centrale di committenza e stazione appaltante per la realizzazione delle opere connesse all'evento 2026: opere che dovranno essere individuate con decreto interministeriale, d'intesa con le regioni o province autonome interessate, ai sensi dell'articolo 1, comma 20, della legge di bilancio 2020.

Il decreto prevede che possano essere nominati uno o più commissari straordinari per la realizzazione delle opere. Con emendamento approvato dalla Commissione sono stati intanto conferiti direttamente all'organo di amministrazione della Società alcuni poteri commissariali per assicurare la tempestiva realizzazione delle opere occorrenti per l'evento: si tratta di poteri già attribuiti dal decreto-legge n. 50 del 2017 al commissario previsto per la realizzazione del progetto sportivo legato alle finali di coppa del mondo e ai campionati mondiali di sci alpino previsti a Cortina d'Ampezzo nel 2020 e nel 2021. Con altro emendamento è stato inoltre previsto che i decreti di cui ho detto siano trasmessi alle Camere per conoscenza.

Nel corso dell'esame è stato introdotto un articolo 3-bis, che prevede la costituzione di un Forum per la sostenibilità dell'eredità olimpica e paralimpica. Il Forum intende essere un organismo per tutelare l'eredità olimpica e paralimpica: potrà quindi valutare iniziative per l'utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i Giochi, con particolare attenzione alle esigenze di pratica sportiva e motoria delle persone disabili, oltre che dei giovani in generale.

L'articolo 4 disciplina la concessione di una garanzia dello Stato a favore del Comitato olimpico internazionale. La garanzia statale è concessa per l'adempimento dell'impegno assunto dal Comitato organizzatore di rimborsare quanto ricevuto dal CIO a titolo di anticipo sui diritti televisivi qualora l'evento sportivo dovesse subire limitazioni, spostamenti o fosse cancellato. La garanzia statale è pari a un settimo dell'anticipo del CIO. Come chiarito dal rappresentante del Governo nel corso dell'esame, la previsione di un'esplicita garanzia statale – che si aggiunge a quelle già rilasciate dagli enti territoriali coinvolti – ha l'effetto di semplificare il quadro delle garanzie, alleggerendo l'onere finanziario in capo agli enti territoriali coinvolti, e rappresenta quindi già di per sé un beneficio per questi ultimi.

L'articolo 5 individua una serie di agevolazioni fiscali applicabili agli atleti partecipanti, al Comitato organizzatore, al CIO e all'IPC. Vengono inoltre stabilite norme per favorire fiscalmente e burocraticamente l'importazione delle attrezzature necessarie per lo svolgimento delle gare olimpiche. Su questo articolo è intervenuto un emendamento della Commissione col quale è stato rivisto il comma 6. Nel testo iniziale, questo comma prevedeva che gli emolumenti corrisposti dalla Fondazione Milano-Cortina in quanto Comitato organizzatore dei Giochi fossero soggetti solo in parte a tassazione sui redditi: più precisamente, era previsto che solo il 30 per cento di essi concorresse a formare il reddito del contribuente. Questa previsione è stata ripensata. Nel nuovo testo gli emolumenti in questione sono interamente tassati nel 2020, mentre nel triennio 2021-2023 è soggetto all'imposta il 60 per cento di essi. La previsione iniziale di tassazione sul 30 per cento è posticipata al triennio 2024-2026, in modo che ci sia il tempo per valutare l'impatto della norma. L'approvazione di questo emendamento – col parere favorevole del Governo – ha voluto essere un segnale di attenzione della Commissione verso le molte categorie di cittadini e imprese che in questo momento sono in difficoltà.

Con emendamento del relatore, sono stati poi aggiunti al testo due articoli nuovi: 5-bis e 5-ter.

L'articolo 5-bis reca norme in materia di titolarità e di tutela delle cosiddette “proprietà olimpiche”: vale a dire il simbolo olimpico, la bandiera, il motto, gli emblemi, l'inno, le espressioni identificative dei Giochi, le designazioni e le fiamme. In sostanza, l'uso delle proprietà olimpiche è riservato al CIO, al CONI, alla Fondazione e alla Società di cui ho detto, nonché ai soggetti espressamente autorizzati in forma scritta dal CIO.

L'articolo 5-ter, a sua volta, estende questa tutela al simbolo paralimpico “Agitos”, alle espressioni «Giochi Paralimpici» e «Paralimpiadi» e agli altri emblemi, loghi, simboli o denominazioni dei XIV Giochi Paralimpici Invernali.

Veniamo al capo II del decreto, che a sua volta reca disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento delle Finali ATP di tennis Torino 2021-2025. Ricordo brevemente che la scelta di Torino come città ospitante è stata .

Anche in questo caso, il decreto-legge delinea innanzitutto il sistema di governance dell'evento.

In particolare, l'articolo 6 istituisce il Comitato per le Finali ATP e affida alla Federazione italiana tennis (FIT) il compito di curare le attività necessarie allo svolgimento del torneo. Il Comitato – composto dal sindaco di Torino e da delegati del Piemonte, dell'Autorità di Governo competente in materia di sport e della FIT – è chiamato a coordinare e monitorare le attività di promozione di Torino e del territorio piemontese. Le concrete attività organizzative ed esecutive necessarie per lo svolgimento delle Finali ATP sono affidate alla FIT, che, a tal fine, può stipulare una convenzione con Sport e Salute S.p.a. Presso la FIT può essere costituita una Commissione tecnica di gestione, composta da membri designati da comune, regione e FIT.

L'articolo 7 autorizza il Comune di Torino ad elaborare il piano delle opere e infrastrutture pubbliche e delle opere private destinate alla ricettività, alle attività turistiche, sociali e culturali, connesse all'evento e reca disposizioni finalizzate a consentire e semplificare l'esecuzione degli interventi. È dettata una specifica disciplina per le opere pubbliche da realizzare.

In base all'articolo 8 i soggetti privati che hanno prestato garanzia in favore della FIT per l'adempimento delle obbligazioni che la FIT ha contratto nei confronti della società ATP Tour possono richiedere la controgaranzia dello Stato a condizioni di mercato e nei limiti previsti.

L'articolo 9 contiene disposizioni contabili per il trasferimento annuale alla FIT delle somme già stanziate (78 milioni) per l'organizzazione dell'evento Finali ATP e assegna alla Federazione altre risorse (3 milioni) per lo stesso fine. In questo articolo 9 è stata inserita con un emendamento in Commissione una disposizione nuova che impegna la Federazione italiana tennis a riferire ogni anno e a conclusione dell'evento, fornendo anche il rendiconto analitico della gestione fatta dei contributi pubblici ricevuti. È previsto che le relazioni siano trasmesse anche alle Camere.

Il Capo III (articoli 10 e 11) stabilisce il divieto di attività parassitarie in occasione di eventi sportivi o fieristici di rilevanza nazionale o internazionale. Si tratta quindi di una disciplina generale, che non riguarda solo gli eventi sportivi oggetto del decreto in esame. La Commissione ha modificato il testo – recependo anche proposte dell'opposizione – per precisarlo e ampliarne la portata. Inizialmente le norme vietavano la sola pubblicità parassitaria, mentre per effetto delle modifiche il divieto si estende anche alla commercializzazione parassitaria. In sostanza, l'articolo 10 vieta le forme di pubblicità e di commercio tese a far ricavare un vantaggio economico o concorrenziale collegando all'evento un marchio o prodotto in modo illecito, cioè senza l'autorizzazione dei soggetti organizzatori degli eventi.

L'articolo 11 chiarisce i termini temporali di vigenza del divieto in relazione ai singoli eventi. Il testo iniziale prevedeva che il divieto vigesse dal novantesimo giorno antecedente l'inizio dell'evento al novantesimo giorno successivo alla conclusione. Con un emendamento in Commissione questa parte è stata riscritta: ora il testo dispone che i divieti operano a partire dalla data di registrazione dei loghi, brand o marchi ufficiali degli eventi e fino al centottantesimo giorno successivo alla conclusione degli stessi eventi.

Gli articoli 12 e 13 stabiliscono le sanzioni – si tratta di sanzioni amministrative – per chi viola il divieto di attività parassitarie e definiscono gli strumenti di tutela dei soggetti danneggiati dalla pubblicizzazione parassitaria. All'accertamento delle violazioni e all'irrogazione delle sanzioni provvede l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Con un emendamento della Commissione, che ha anche recepito una proposta dell'opposizione, è stato previsto che l'Autorità si avvalga della Guardia di finanza, che agisce anche d'iniziativa.

L'articolo 14, non modificato, consente di registrare come marchi le immagini che riproducono trofei.

Il Capo IV reca le disposizioni finali. L'articolo 15, in particolare, chiarisce che l'attuazione delle disposizioni del decreto riguardanti i Giochi di Milano Cortina 2026 le Finali ATP di Torino 2021-2025 non incide sulle competenze delle regioni Lombardia, Veneto e Piemonte, che sono fatte salve, e che le province autonome di Trento e Bolzano provvedono ai sensi dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione.

Prima di concludere, voglio precisare che l'istruttoria in Commissione – per quanto in tempi più stretti del solito, per via della situazione contingente – è stata svolta integralmente. In particolare, il punto di vista dei soggetti esterni ritenuti rilevanti, che ordinariamente sarebbe stato acquisito attraverso audizioni, è stato raccolto attraverso la richiesta a questi soggetti di inviare proprie memorie o relazioni.

Quanto alle Commissioni competenti in sede consultiva, si sono pronunciate durante la fase di esame in sede referente le Commissioni Attività produttive (con parere favorevole), Politiche dell'Unione europea (con nulla osta) e Questioni regionali (con parere favorevole).

Il Comitato per la legislazione, infine, ha espresso un parere con alcune raccomandazioni e osservazioni.