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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 324 di mercoledì 8 aprile 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 2 aprile 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, la Ministra dell'Interno, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a sopperire alla carenza di dispositivi di protezione individuale e di altri presidi di sicurezza, in particolare per il personale sanitario, in relazione all'emergenza COVID-19 – n. 3-01428)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Giacomoni ed altri n. 3-01428 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Sestino Giacomoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto. Prego collega.

SESTINO GIACOMONI (FI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, dal bollettino di guerra che noi ogni giorno riceviamo dalla Protezione civile abbiamo appreso che sono oltre 12 mila gli operatori sanitari contagiati; abbiamo appreso che, ad oggi, sono morti 94 medici e ben 26 infermieri. Vede, queste cifre, oltre a creare sconcerto e sicuramente dolore, rischiano di creare anche rabbia. Rischiano di creare rabbia perché, dopo due mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza, ancora oggi è inaccettabile che non ci siano i dispositivi sanitari a disposizione degli operatori sanitari; è inaccettabile che i medici di famiglia debbano combattere questa guerra contro il virus a mani nude; è inaccettabile che la burocrazia, ancora oggi, blocchi milioni di mascherine prodotte da aziende italiane perché manca il nulla osta; è inaccettabile che non vengano fatti i tamponi a tutti i medici.

Io chiedo al Ministro, di fronte a queste criticità, cosa pensa di fare il Governo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere. Prego, Ministro.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro della Salute, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Per quanto concerne i dispositivi di protezione individuale, seguendo le raccomandazioni dell'OMS e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il Ministero della Salute ha diramato immediatamente, con proprie circolari, indicazioni sull'utilizzo di tali dispositivi in ambito sanitario (circolare 22 gennaio 2020, n. 1997) e durante i controlli in porti e aeroporti (circolare 12 febbraio 2020, n. 4373). Le indicazioni sono state aggiornate con la circolare del 22 febbraio 2020, che individua i dispositivi di protezione individuale di cui deve essere dotato il personale sanitario, non solo in ambito ospedaliero, ma anche sul territorio. In tali circolari si è preso atto in modo specifico di quanto indicato dall'OMS, che ha equiparato le mascherine chirurgiche ai dispositivi di protezione individuale. Sulla base di questa indicazione, il Ministero della Salute ha avviato le conseguenti iniziative concernenti il personale sanitario, a cui prioritariamente dovrà essere distribuito il materiale reperito dalla Protezione civile e dal Commissario straordinario per l'emergenza. È di tutta evidenza che l'indicazione dell'OMS debba essere adeguata ai casi concreti e ai differenti rischi a cui il personale sanitario, e non, si trova ad essere esposto.

In tale ottica, sono state emanate le ulteriori circolari, riguardanti rispettivamente: le indicazioni per gravida partoriente, puerpera, neonato e allattamento (la n. 11257 del 31 marzo 2020); le indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardante il settore funebre, cimiteriale e di cremazione (la n. 11285 del 1° aprile 2020), l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori di polizia locale (la n. 9335 del 18 marzo 2020 e la n. 11392 del 1° aprile del 2020). Peraltro, il 25 marzo è stato firmato il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori e della sanità pubblica e privata in ordine all'emergenza sanitaria da COVID-19 fra il Governo e le maggiori sigle sindacali, ove si disciplina la fornitura di dispositivi di protezione individuale e test diagnostici in via prioritaria e in quantità adeguata. Ancora in questa direzione va anche la circolare del 3 aprile scorso, recante l'aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri per le priorità. Fra i soggetti a cui effettuare con priorità i test diagnostici sono individuati gli operatori sanitari esposti a maggior rischio, nonché gli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia, gli operatori, anche asintomatici, delle RSA e delle altre strutture residenziali per anziani.

Quanto alle segnalate criticità burocratiche, il Ministero della Salute, in collaborazione con l'Istituto superiore della sanità, ha predisposto una procedura semplificata per la produzione di mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale (la circolare 3572 del 18 marzo 2020), in linea con quanto disposto dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18. Per facilitare le nuove produzioni e l'importazione sono state adottate infatti procedure di valutazione, che fanno capo all'Istituto superiore di sanità e all'INAIL, in deroga alla normativa vigente, relativamente alla tempistica, e non, agli standard tecnici per garantire sempre la qualità dei prodotti. Infine, con un'ordinanza del Ministero della Salute in data 2 aprile 2020 è stata disposta una procedura accelerata per l'importazione non a fini commerciali dei beni mobili occorrenti per contrastare il COVID-19.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Sestino Giacomoni.

SESTINO GIACOMONI (FI). Presidente, onorevole Ministro, io sono veramente profondamente deluso dalla sua risposta: da un lato, pensavo che qui ci fosse il Ministro della Salute; pensavo che ci fosse Speranza in quest'Aula; invece qui non c'è speranza, né in Aula, ma neanche nel Governo. Devo dirle la verità: lei si è limitato a leggere una risposta che, come ha detto, le hanno fornito gli uffici, invece speravo che lei utilizzasse questa occasione, anche in diretta televisiva, per chiedere scusa, da parte del Governo, per i ritardi e anche per gli errori commessi fino a oggi. Vede, lei ci è venuto a dare delle rassicurazioni, lei ha letto dei provvedimenti, ma non serve un'elencazione dei provvedimenti se poi i dispositivi sanitari non arrivano a chi ne ha bisogno.

Io le parlo perché Forza Italia sin dall'inizio si è dichiarata disponibile a collaborare: il presidente Berlusconi ha sempre detto che in un momento di emergenza bisogna stringersi intorno alle istituzioni, però collaborare non vuol dire essere complici. Io quindi veramente la invito a riflettere e la invito a chiedere al Governo, innanzitutto, di cancellare subito l'articolo 7 del decreto che è al Senato, perché è intollerabile che i medici di famiglia non possono fare i tamponi se sono venuti a contatto con dei malati COVID-19 positivi. Ritengo intollerabile che la burocrazia, ancora oggi, blocchi 4 milioni di mascherine prodotte dalle aziende italiane, così come ritengo intollerabile che il Governo continui a fare delle conferenze stampa in cui genera soltanto confusione negli italiani. Vede, banalmente, anche adesso, sull'uso delle mascherine, gli italiani sanno che se vanno in farmacia ancora non le trovano, però sono obbligatorie; poi interviene la Protezione civile e dice che forse non serve nemmeno utilizzarle. Allora, io chiederei veramente di convincere - lo so che è difficile - il Presidente del Consiglio a fare meno conferenze in diretta Facebook; convinca il Presidente del Consiglio a visitare Bergamo e Brescia; convinca il Presidente del Consiglio ad affrontare in maniera seria quest'emergenza. Vede, io mi sono convinto che questa, prima di un'emergenza sanitaria ed economica, è un'emergenza organizzativa. Purtroppo, questo Governo non è all'altezza, e lo dimostrano i numeri dei contagi e delle vittime (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

(Chiarimenti e iniziative in merito alla situazione dell'Anpal e all'operato del presidente, professore Domenico Parisi – n. 3-01429)

PRESIDENTE. Il deputato Claudio Durigon ha facoltà di illustrare l'interrogazione Murelli ed altri n. 3-01429 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CLAUDIO DURIGON (LEGA). Grazie, Presidente. è apparsa una notizia davvero imbarazzante, dove il presidente di un ente, l'ente che in qualche modo, in questo momento, deve, insieme al Ministero del Lavoro, attuare le politiche necessarie assieme alla cassa integrazione, ma soprattutto per la ricollocazione, insomma, in qualche modo, non è più nella sede dove si colloca normalmente per lavorare. Anzi, addirittura abbiamo appreso di un tweet che ha fatto per un altro incarico, e vorremmo capire se questo incarico è incompatibile con il ruolo che lui ha. Addirittura abbiamo appreso che nel CDA non è stato invece approvato una riorganizzazione che forse poteva essere utile anche in questo momento.

Sappiamo benissimo che il Ministero del Lavoro è un ente fondamentale, sia in questo momento di sostegno, ma anche nel futuro per poter riprendere: chiediamo, quindi, oggettivamente al Governo di darci spiegazioni su questo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dalla Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna.

Preliminarmente, in ordine alla lamentata incompatibilità del presidente Parisi, faccio presente che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si è attivato, alla scadenza dell'aspettativa rilasciata dal datore di lavoro di appartenenza del professor Parisi, per chiedere il rinnovo delle dichiarazioni di incompatibilità, inconferibilità ed assenza di conflitto di interesse anche potenziale. Tali dichiarazioni sono state rilasciate dall'interessato con riferimento all'attuale ruolo che il medesimo ricopre presso l'Università del Mississippi, come risulta dall'attestazione rilasciata dalla medesima università, nonché agli atti del Ministero.

Il Ministero del Lavoro ha comunque provveduto a chiedere direttamente all'università americana informazioni in merito ai rapporti intercorrenti tra la medesima e il professor Parisi.

Con riferimento, invece, al presunto abbandono della struttura, ferma restando la legittima possibilità riconosciuta al professor Parisi di raggiungere il suo luogo di residenza familiare con cadenza periodica, rilevo che lo stesso garantisce comunque anche a distanza il presidio di tutte le attività connesse alla sua funzione.

Nell'evidenziare che non risulta affatto chiaro dalle istanze degli interroganti quali siano le procedure sospese a causa dell'assenza solo fisica del professor Parisi dalla sede dell'ANPAL, corre l'obbligo di ricordare che l'articolo 40 del decreto-legge n. 18 del 2020, ha comunque sospeso, in un'ottica di bilanciamento di interessi costituzionalmente garantiti, le misure di condizionalità in materia di reddito di cittadinanza e altri ammortizzatori sociali. Il professor Parisi, dunque, non ha sospeso deliberatamente alcuna procedura relativa all'incontro tra domanda e offerta di lavoro relativa ai percettori di reddito di cittadinanza in ottemperanza della richiamata disposizione d'urgenza.

Quanto alla mancata approvazione da parte di ANPAL del piano industriale lamentata dagli onorevoli interroganti, il rappresentante del Ministero del Lavoro, in seno al consiglio di amministrazione, ha reso noto che la riunione dell'organo collegiale, che si è tenuta il 26 marzo scorso in videoconferenza, recava all'ordine del giorno la discussione sul piano industriale di ANPAL Servizi e la sua eventuale approvazione. Tale piano non è stato approvato, in quanto si è ritenuto indispensabile adottare preventivamente un documento di indirizzo che contenesse le linee guida essenziali per il corretto funzionamento dell'agenzia.

Si è, altresì, ritenuto opportuno attendere l'evoluzione dell'emergenza sanitaria in atto, dal momento che, al termine della stessa, verosimilmente si creeranno le condizioni per riconsiderare nel suo complesso la materia delle politiche attive alla luce del rinnovato quadro economico.

Nel corso della stessa seduta, secondo quanto riferito dal consigliere di amministrazione di nomina ministeriale, è stato dato mandato al presidente Parisi affinché, nei modi opportuni e nei tempi più celeri, provveda all'assunzione a tempo indeterminato del personale con contratto a tempo determinato, sia cessato che ancora in forza ad ANPAL Servizi. Le procedure, già in avanzata fase di avvio, sono in corso di perfezionamento.

PRESIDENTE. Il deputato Claudio Durigon ha facoltà di replicare.

CLAUDIO DURIGON (LEGA). Innanzitutto, non siamo soddisfatti, ma c'è rammarico perché non c'è il Ministro. Questo penso sia un momento in cui si deve dialogare: forse lo smart working lo stanno operando un po' troppo, credo che noi dobbiamo invece essere in questo luogo per dare risposte, e quindi lamento anch'io, come il collega precedente, questa mancanza.

Desumo tra le note che lei, Ministro, ha letto praticamente che il collega del CDA, quindi non Parisi, le ha comunicato quello che è successo nel famoso CDA. Mi sembra davvero imbarazzante: significa che Parisi non è riuscito a comunicare con il Ministro, anche in questo caso, quello che è successo nel CDA, ma ha avuto bisogno di un membro di questo stesso CDA per dirlo.

Detto questo, io penso che questa fase di ANPAL - ma non solo questa fase di ANPAL: di tutti gli enti che in qualche modo ruotano attorno al Ministero del Lavoro - sta facendo acqua. Abbiamo visto l'INPS che in qualche modo, purtroppo, è rimasta ingessata, è rimasta bloccata, non ha potuto dare risposte, ed anzi hanno evidenziato che ci sono stati hacker che in qualche modo hanno dato fastidio nel dare risposta a quei lavoratori che presentavano domanda.

Io credo che il Ministero del Lavoro non sia sotto controllo; e quindi vi invito, ma vi invito calorosamente, a far sì di dare un supporto in questo momento al Ministro Catalfo, perché tra ANPAL e INPS siamo davvero in una situazione imbarazzante.

I lavoratori hanno bisogno di risposte. Faccio un esempio su tutti: pochi giorni fa avete detto che servivano 200 mila lavoratori nel settore agricolo. Ebbene, io penso che ANPAL aveva tutte le potenzialità per dare risposte a questo fabbisogno, e poteva darle facendo matching tra domanda e offerta proprio con quelli che percepiscono reddito di cittadinanza.

(Misure per il contrasto dei fenomeni criminali e mafiosi in relazione alla situazione economico-sociale connessa all'emergenza sanitaria in atto – n. 3-01430)

PRESIDENTE. La deputata Vittoria Baldino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01430 (Vedi l'allegato A).

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, Ministro, “non c'è emergenza che non rappresenti un'opportunità per le mafie”: queste non sono parole mie, ma sono parole del procuratore nazionale antimafia. Ed è vero: se si considera che, ad esempio, l'emergenza rifiuti ha arricchito le cosiddette ecomafie, tanto più questa emergenza rischia di diventare terreno fertile per chi negli anni ha accumulato ingenti patrimoni illeciti grazie alla forza intimidatrice ed economica, che in questo modo tende anche a consolidarsi ancora di più a danno delle persone e delle situazioni di maggiore vulnerabilità.

Chi si occupa da sempre di contrasto alla criminalità ci sta mettendo in guardia rispetto a questo rischio; oggi ne ha parlato anche il Santo Padre. Per questo sono a chiedere al Ministro in che misura e con quali strumenti intenda rendere concretamente efficace l'azione di prevenzione e di contrasto ai fenomeni mafiosi, in particolar modo ai reati di usura e riciclaggio di denaro.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, signori deputati, l'attuale fase di emergenza che stiamo vivendo sta incidendo profondamente anche sul tessuto economico e sociale. In tale contesto, è necessario mantenere alta la guardia, per scongiurare possibili rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nella fase di riavvio delle diverse attività economiche attualmente in sofferenza.

In questo momento così delicato, l'attenzione delle forze di polizia è massima ed ogni sforzo è volto a intercettare e contrastare le possibili nuove dinamiche dell'azione criminale, e tutti gli uffici investigativi della Polizia di Stato stanno già realizzando una specifica attività di analisi sull'evoluzione dei modelli e sulle strategie operative delle organizzazioni criminali.

Le strategie di intervento messe in campo dalle Forze di polizia fanno leva su una complessa e approfondita attività info-investigativa, volta ad anticipare ogni iniziativa di alterazione del mercato, di inquinamento del tessuto economico, di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all'assegnazione degli appalti.

In tal senso, ho dato indicazione per l'adozione di specifiche direttive al fine di richiamare l'attenzione sulle dinamiche societarie della filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, nonché dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa. È stata, inoltre, evidenziata la necessità di valorizzare le unità specialistiche “indagini patrimoniali” della Polizia di Stato e di realizzare specifici focus investigativi nei settori delle concessioni pubbliche, dell'edilizia e dell'erogazione di misure economiche di sostegno emergenziale.

A tal riguardo, l'attività di prevenzione può giovarsi anche delle risorse stanziate dal progetto PON “Legalità”: in particolare, 14 milioni e 600 mila euro sono destinati alla realizzazione del progetto “Sistemi evoluti per il monitoraggio e l'aggressione dei patrimoni illeciti”, che prevede la realizzazione di un apposito sistema informativo utile a migliorare la capacità di analisi dei dati economici e finanziari e a rafforzare il sistema di vigilanza, monitoraggio e aggressione dei patrimoni illeciti.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta verso determinati reati spia, indici di fenomeni di infiltrazione criminale, anche mafiosa, nelle pieghe economico-finanziarie, tra le quali l'attività estorsiva, l'usura, l'attività di riciclaggio a cui si fa specifico riferimento nelle interrogazioni.

In tale contesto, sono stati anche intensificati a livello centrale e periferico i contatti diretti con le maggiori associazioni di categoria operanti sul territorio, al fine di potenziare il monitoraggio dei casi di default economico e di individuare aree sensibili di intervento investigativo.

Evidenzio anche l'istituzione presso il Ministero di un organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio infiltrazioni nell'economia da parte della criminalità organizzata, costituito da rappresentanti delle Forze di polizia, con il compito di condividere conoscenze ed elaborare strategie di prevenzione.

Da ultimo voglio dire che sto emanando una nuova apposita direttiva ai prefetti perché venga assicurata la massima attenzione alle attività di monitoraggio e flusso informativo in relazione proprio a situazioni sintomatiche di indici di rischi, perché il Ministero dell'Interno intende mettere in campo una strategia di legalità in chiave preventiva. La legalità e la sicurezza costituiscono la premessa per una convivenza civile e della garanzia dei diritti civili, capisaldi dell'azione dell'amministrazione civile dell'Interno.

PRESIDENTE. La deputata Vittoria Baldino ha facoltà di replicare.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Ministra, per la sua risposta che denota sicuramente un'attenzione e una consapevolezza da parte dello Stato rispetto al rischio. Tuttavia mi permetto di dire che, quando si parla di mafia, forse l'attenzione non è mai troppa e quindi oggi le chiedo, Ministro, - tramite lei, Presidente - di assumere un altro impegno. Parto proprio dalle parole del Capo della polizia Gabrielli che, nella circolare che lei ha citato, fa un'analisi lucidissima della situazione e parla del pericolo della normativa derogatoria in merito alle procedure di affidamento di appalto che potrebbe creare delle faglie e, quindi, delle aperture per la penetrazione del controllo mafioso; così come è lucida la sua analisi quando parla purtroppo dell'esistenza di un vero e proprio sistema di welfare alternativo che in alcuni territori la criminalità organizzata ha messo in piedi arrivando anche prima dello Stato inevitabilmente, proprio per la disponibilità di questa ingente liquidità. E quindi va bene accelerare e va bene semplificare l'accesso al credito ma questo non deve significare derogare ai controlli e ciò deve essere un monito anche rispetto a quei governatori che in questi giorni stanno invocando un vero e proprio “liberi tutti”: via il codice degli appalti, via i vincoli paesaggistici e alle gare europee, via la normativa antimafia, Presidente. Questa è follia: è folle, pericoloso e a tratti anche eversivo invocare una deroga tout court alla normativa antimafia in nome di una ricostruzione che può vanificare decenni di azione di contrasto alla criminalità organizzata. Quindi, Ministro, le chiedo di assumere con noi questo impegno perché ora come non mai, come lei ha giustamente detto, non dobbiamo abbassare la guardia. Questa è una battaglia che si vince e l'esito di questa battaglia dipende dalle azioni che noi prendiamo in questo momento e ne va della nostra dignità, ne va della lotta di donne e uomini liberi quali siamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

(Iniziative volte a garantire il rispetto delle prescrizioni relative all'emergenza COVID-19 presso i centri Sprar, nonché volte a monitorare i casi di positività al virus presso tali centri - n. 3-01431)

PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01431 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riceviamo in questo periodo tantissimi filmati dagli italiani che ritraggono sotto le finestre, dove sono sostanzialmente rinchiusi, migranti che bivaccano e stazionano sotto le loro case in forma del tutto impunita. E non c'è alcuna ragione per cui debbano rimanere lì perché, se sono inseriti nel percorso d'accoglienza, devono rimanere nei centri lautamente foraggiati con i soldi di tutti noi; se invece non hanno titolo per essere nel percorso di accoglienza, significa che sono clandestini irregolari che vanno rispediti a casa loro. Tutto ciò capita in assenza di direttive chiare da parte del Ministero che, oltre ad aver mandato allo sbaraglio le forze dell'ordine senza DPI e senza dispositivi, manca anche di dare disposizioni su questo tema con il risultato che abbiamo gli italiani giustamente e severamente controllati e migranti irregolari clandestini che, invece, sono del tutto liberi di scorrazzare. Ciò dimostra, ancora una volta se ve ne fosse stato mai bisogno, che lo Stato italiano si dimostra forte con i deboli e debole con i forti, dove i forti sono i pusher e gli spacciatori che continuano la loro attività delittuosa e deboli sono gli italiani rinchiusi nelle loro case ad osservare le regole che tra l'altro nessuno ha concordato con l'opinione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, per quanto concerne i migranti ospitati nelle strutture di accoglienza del Siproimi, ex-sistema Sprar, fin dall'inizio dell'emergenza in atto è stata richiamata l'attenzione degli enti locali e degli enti gestori dei progetti sull'assoluta necessità di garantire la puntuale applicazione delle misure di prevenzione e di contenimento.

Con diverse circolari del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione e del Servizio centrale di protezione per i titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati è stata ripetutamente richiamata l'attenzione degli enti gestori sulla necessità di garantire la massima consapevolezza dei migranti, anche attraverso l'ausilio di mediatori culturali, in relazione ai comportamenti da tenere, sulle prescrizioni igienico-sanitarie da adottare, sulle rigorose limitazioni degli spostamenti e più in generale su tutti i rischi connessi alla diffusione del virus. Con riferimento all'arrivo dei migranti in Italia è stata richiamata l'attenzione sulla necessità di sottoporre gli stessi prioritariamente allo screening da parte delle autorità sanitarie per la successiva applicazione delle previste misure di sorveglianza sanitaria. Più in generale, nell'ambito del sistema di accoglienza, è stata evidenziata la necessità di individuare spazi all'interno dei centri o strutture apposite da destinare, in caso di necessità, all'applicazione delle misure della sorveglianza sanitaria. Gli enti gestori sono stati anche invitati ad adottare ogni cautela volta ad evitare forme di assembramento. In merito a possibili spostamenti i prefetti, per il tramite delle forze di polizia, svolgono ogni giorno tutte le azioni necessarie per il controllo e il monitoraggio del rispetto dei divieti previsti per il contenimento dell'epidemia.

In una circolare appositamente scritta dal Dipartimento delle libertà civili sono stati invitati i prefetti a mantenere un costante collegamento con gli enti gestori dei centri per monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte e intercettare eventuali difficoltà operative. Ove dovessero emergere situazioni di particolare attenzione sarà prevista, a cura dei prefetti, una intensificazione dei servizi di vigilanza anche con postazioni fisse.

In via generale, in materia di contenimento dell'emergenza sanitaria, l'impegno profuso è particolarmente alto: ad oggi, su tutto il territorio nazionale, sono state sottoposte a controllo circa 5.600.000 persone e sono più di 200.000 le violazioni contestate; nella sola giornata di ieri sono state comminate 10.000 sanzioni amministrative, 46 denunce per falsa attestazione e 29 per violazione dell'obbligo della quarantena. In particolare la Questura di Roma, quindi parlo della città di Roma, sull'intero territorio della provincia, dal 10 marzo al 5 aprile, ha controllato circa 520.000 persone, il 10 per cento del totale nazionale, e comminato oltre 10.000 sanzioni.

PRESIDENTE. Il deputato Fabio Rampelli ha facoltà di replicare.

FABIO RAMPELLI (FDI). Ministro, penso che voi abbiate bisogno di un orologiaio anche di un certo livello perché siete sempre perennemente in ritardo. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, a stare chiusi dentro casa, a rispettare le regole che ci siamo dati per sconfiggere il Coronavirus. Non siamo disponibili, invece, ad essere reclusi, a contare le migliaia di contagi in più ogni giorno, le centinaia di morti in più ogni giorno per i vostri disservizi, la vostra distrazione appunto, i vostri ritardi. Non ci vuole una scienza per capire che ci sono alcuni luoghi che per definizione sono luoghi di assembramento: gli Sprar, che abbiamo citato nella interrogazione, piuttosto che i centri di accoglienza piuttosto che gli edifici occupati abusivamente dove c'è grande promiscuità, dove c'è degrado sociale e quindi maggiormente si concentrano le possibilità di un contagio a difetto degli ospiti e a difetto della popolazione circostante. Non ci vuole una scienza per capire che anche le proposte che avete fatto non erano adeguate. Noi avevamo preavvisato che ci sarebbe stato qualcosa di simile nell'aria e infatti i contagi si sono iniziati a diffondere e a moltiplicare in tutto il territorio nazionale, non solo nella città di Roma. Voi inizialmente avete addirittura pensato di disattendere i vostri stessi decreti o i nostri decreti, se preferite, cercando di trasferire in un'altra città - nel caso del Lazio, nelle città di Anzio e Nettuno - gli ospiti del centro all'interno del quale si era riscontrato un caso di positività. Poi fortunatamente esiste l'opposizione che riesce talvolta anche a far ragionare: infatti se non si può trasferire un comune cittadino men che meno si possono trasferire da un comune a un altro decine di persone. Signor Ministro, ci sono tanti altri casi che si sarebbero dovuti attenzionare: le case di cura, le residenze sanitarie assistenziali, gli istituti religiosi, i conventi e c'è stato invece un atteggiamento di assoluta superficialità.

Lì ci vogliono le forze dell'ordine, ma le forze dell'ordine - mi riferisco ovviamente agli SPRAR e ai centri di accoglienza, e non alle case di cura - devono essere messe nelle condizioni di intervenire, se qualcuno, come si è dimostrato - lo abbiamo fatto noi, lo ha fatto la rete dei social, lo hanno fatto le televisioni - si manifesta fuori dal proprio centro in gruppo, con danno per sé e danno per gli altri. Voi non siete stati messi nelle condizioni neanche di fornire i dispositivi di protezione alle forze dell'ordine, alla Polizia e ai carabinieri.

PRESIDENTE. Concluda, collega.

FABIO RAMPELLI (FDI). Sì, concludo. Siete in ritardo. Noi siamo sinceramente seccati di dover sempre abbaiare alla luna, come dimostra anche il caso dei porti, che finalmente, a 30 giorni dal fatto che Giorgia Meloni avesse chiesto di chiuderli, perché non più sicuri, stamattina apprendiamo dalle agenzie - e concludo - che vi siete decisi a chiudere i porti. Siete sempre in ritardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza volte ad affrontare le cause degli eventi pandemici connesse ai cambiamenti climatici e ambientali – n. 3-01432)

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01432 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Costa, l'esplosione di una pandemia di proporzioni inimmaginabili, oltre al tema attuale del contenimento e della modalità di ripresa delle attività, pone prepotentemente alla ribalta diverse riflessioni argomentate sulle sue origini, che scienziati, studiosi e esperti propongono con convinzione. Quando la pandemia di Coronavirus sarà cessata, bisognerà intervenire sui fattori che l'hanno determinata; se non si agisse sulle cause della diffusione di nuovi virus, che sono anche e soprattutto ambientali, continueremmo a vivere in una condizione di grave rischio potenziale.

La pandemia di COVID-19 ha molto a che fare con l'ambiente: i cambiamenti climatici che modificano l'habitat dei vettori animali di questi virus, l'intrusione umana in un numero di ecosistemi vergini sempre maggiore attraverso la deforestazione e la conseguente perdita di biodiversità, l'agricoltura e l'allevamento intensivi. Quindi, le chiedo, Ministro, alla luce di quanto brevemente introdotto, quali iniziative il Governo intenda adottare per affrontare con misure mirate e strutturali le cause ormai conclamate di eventi pandemici, scongiurandone, per quanto è possibile, il loro ripresentarsi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole Tasso, perché mi consente di fare il punto della situazione, quindi la ringrazio veramente. Oggettivamente, nel dibattito complessivo, ma non soltanto italiano - ormai a livello planetario - emerge questo rapporto ovviamente tra salute e ambiente, un rapporto che si sta approfondendo. Che intendo dire? In realtà parliamo di non paper, non di studi veri, cioè nel senso che i ricercatori hanno messo all'attenzione della ricerca internazionale la problematica che lei ha sollevato: in buona sostanza, che rapporto c'è tra i mutamenti climatici - la perdita, per esempio, di biodiversità, il rapporto tra l'uomo con la fauna selvatica – e, ovviamente, eventi pandemici, come nel caso di specie.

Aspettiamo tutti, ovviamente, con ansia la ricerca scientifica che cosa ci dirà, ma si sta provvedendo, appunto perché è un non paper e non ancora uno studio in senso scientifico del termine. Detto questo, nel frattempo, ma in tempi non sospetti, noi abbiamo costituito un tavolo interministeriale con il Ministero della salute e, ovviamente, il Ministero dell'ambiente. Ho nominato un rappresentante del Ministero dell'ambiente, che è il dottor Antonio Giordano, un oncologo molto famoso, il direttore dello Sbarro Institute presso la Temple University di Filadelfia, che è un esperto di rapporti tra ingiurie ambientali e patologie nell'essere umano. Ora, chiaramente, nel frattempo l'Organizzazione mondiale della sanità ci dice: guardate che i cambiamenti climatici interessano dal punto di vista della salute anche altri aspetti (parliamo di 250 mila morti premature a livello mondiale e annuale), che ancora non tengono conto delle pandemie a cui lei faceva riferimento. Penso, quindi, ai problemi collegati alla malnutrizione; pensiamo a tutta la fascia del Sahel, la febbre gialla, le febbri intestinali, per fare tre esempi (febbri intestinali che provengono, poi, tra l'altro, da acque sporche, che sono una delle maggiori morie, peraltro, ahimè, dei bimbi).

Ciò che intendo dire è che, effettivamente, i mutamenti climatici da questo punto di vista hanno una grande incidenza già adesso, purtroppo. Questo che cosa vuol dire? Che ci spinge nella direzione, secondo me corretta, almeno come Italia e come Europa, dell'european green deal, dell'italian green deal. Pensiamo ai mille miliardi già individuati dall'Europa - cento miliardi all'anno, quindi dieci anni -, da quello che questo Governo e questo Parlamento hanno fatto recentemente nella legge di stabilità e nelle altre norme che non sto a elencare e che lei conosce, ma ciò non è sufficiente ancora. L'importante è continuare in questo ritmo e non perdere questo momento, cioè il momento della ripartenza dell'Italia e dell'Europa; ecco l'elemento di riferimento forte sul quale spingerci tutti quanti insieme. Per questo la ringrazio.

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Costa, conoscendola, mi aspettavo questo tipo di risposta. Sono certo che l'ha apprezzata anche chi ci guarda da casa in questo momento e sono felice che me l'abbia data. Lei converrà con me che tre Coronavirus in meno di vent'anni rappresentano un forte campanello di allarme. Se si interviene su un ecosistema e lo si danneggia, è inevitabile che questo troverà sempre un nuovo equilibrio, che spesso può avere conseguenze dannose e conseguenze patologiche sugli esseri umani. Per il COVID-19, come lei sa, il meccanismo identificato dagli scienziati è quello di salto di specie innescato dalla promiscuità con animali selvatici, amplificato dalla concentrazione di popolazioni nelle megalopoli e trasportato dalla globalizzazione. Inoltre, come lei ha anche sottolineato in un suo passaggio, la crisi climatica potrebbe offrire scenari ancora più inquietanti e pericolosi. The Lancet Countdown Report 2019, come sa, associa ai cambiamenti climatici un'aumentata diffusione delle patologie infettive.

Insomma, in un pianeta caldo, virus, batteri, funghi e parassiti potrebbero trovare le condizioni ideali per diffondersi e ricombinarsi, con un aumento tanto della stagionalità quanto della diffusione geografica di molte malattie. Inoltre, la quasi totalità degli scienziati sostiene che anche lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe rilanciare virus molto antichi e pericolosi; questo in un quadro, come dire, macro geografico. Ma volendo restringere il perimetro al nostro Paese, le problematiche ambientali e ecologiche relative agli allevamenti super intensivi ci sono e sono preoccupanti. In quest'ottica mi permetto di affermare che la soppressione del Corpo forestale dello Stato si è rivelata, secondo me, una pessima idea (Applausi del deputato Luca De Carlo). Al termine di questa emergenza sanitaria bisognerà intervenire radicalmente anche sui territori difficili dove i reati ambientali - penso alla provincia di Foggia, da dove provengo, o alla Campania - sono legati allo smaltimento criminale dei rifiuti, alle discariche abusive, al tombamento di scorie pericolose, e dovranno essere estirpati senza tregua, se vogliamo concedere un futuro alle prossime generazioni. Pochi secondi, Presidente, per quanto è possibile, per augurare a tutti gli italiani una buona Pasqua (Applausi di deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative per un rilancio economico che privilegi soluzioni e strumenti ecosostenibili, anche in considerazione dell'emergenza sanitaria in atto – n. 3-01433)

PRESIDENTE. La deputata Rossella Muroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01433 (Vedi l'allegato A).

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'emergenza del Coronavirus è una tragedia umana, naturalmente, ed è davvero in pochissimo tempo la più grave crisi socioeconomica che ci troviamo di fronte in questo Paese nel secondo dopoguerra. Ecco, accanto, però, a salvare le vite umane e a fermare il contagio, noi da oggi dobbiamo decidere come si vuole uscire dall'emergenza e come si vuole riprogettare il futuro per rendere l'economia e la società più sostenibili. Sarebbe un errore, a nostro parere, se ancora oggi si pensasse di rilanciare lo sviluppo a spese dell'ambiente, anche per quello che lei diceva poc'anzi. Quindi, a fronte anche di alcune considerazioni che sono state fatte in questi giorni, penso a chi, come Matteo Salvini, ha chiesto un nuovo condono edilizio, o al presidente Toti, che ha chiesto di togliere di mezzo sostanzialmente tutte le regole di salvaguardia ambientale, mi chiedo e le chiedo di raccontare a tutti gli italiani, invece, come il Ministero dell'ambiente intenda tenere la barra dritta sul Green New Deal.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Muroni, grazie anche all'onorevole Fornaro. Effettivamente l'interrogazione pone una questione significativa, cioè la preoccupazione di tanti italiani: “ma come ricostruite, come fate ripartire il Paese? Il dopo sarà un vecchio sistema che ci ha portato a grandi danni ambientali o no?”.

A me arrivano mail e messaggi continuamente sull'argomento. Io ho già rappresentato e ne abbiamo già parlato in sede governativa con i Ministri competenti, perché ovviamente la competenza non è solo del Ministero dell'Ambiente. Penso al MiSE, al Ministro Patuanelli, piuttosto che alla Ministra De Micheli e al Premier stesso, perché non accada questo, perché accade invece che, vivaddio, si parta con non i vecchi sistemi e, quindi, non si parli di restaurazione economica, ma di una nuova normalità spinta verso il green.

Che intendo dire? Noi abbiamo adesso un flusso economico che sostanzialmente è di 750 miliardi e stiamo parlando dei due primi provvedimenti legislativi, altri ancora ne verranno. Devono ovviamente avere la condizionalità green. Perché in che cosa ci inseriamo perfettamente? Nella prospettiva dell'Unione europea, che è quello del Green Deal europeo, che sono mille miliardi, 100 miliardi all'anno. Ma anche nel nuovo PNIEC, nel nuovo piano energia e clima, che ci sposterà con la nuova legge europea, che è stata depositata il 4 marzo, poco prima che scoppiasse tutto, probabilmente al 55 per cento. Dovremo rivedere il concetto di efficientamento energetico, di rigenerazione edilizia, di consumo del suolo, di sburocratizzazione, di velocizzazione e rendere fruibile per i cittadini e per le imprese che cosa significa green, che è un'opportunità. È un'opportunità vera da questo punto di vista, dalla semplice colonnina per la ricarica delle auto elettriche, per esempio, che oggi ha bisogno tra 11 e 18 autorizzazioni amministrative (noi immaginiamo di renderla una virgola più veloce e più semplice, per essere chiari), all'efficientamento energetico dei condomini, che rappresentano nel cambiamento climatico e nel green anche una grande occasione di rigenerazione urbana e di posti di lavoro. Ecco, questa è la linea. Noi stiamo spingendo verso la semplificazione e sburocratizzazione, ma non vuol dire togliere le tutele. È esattamente il contrario, ovvero rendere appetibile per il cittadino e per le imprese fare green. Ecco perché in questi giorni io ho firmato i Criteri ambientali minimi, per esempio, per le mense (3,4 miliardi abbiamo sbloccato, tra l'altro tutto Italy, tutto a filiera corta) oppure, per esempio, l'End of waste sui PFU, i pneumatici fuori uso. Perché? Perché è un mondo che si muove in quella direzione e questa è un'occasione che noi non possiamo perdere.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Rossella Muroni.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Ministro, le sue parole mi confortano, ma a dire il vero non avevo dubbi. Vorrei citare Papa Francesco in quest'Aula: ci siamo illusi di essere sani in un mondo malato. Le emergenze, quella sanitaria, quella economica e quella ambientale, vanno risolte insieme. È questa la sfida epocale che noi ci troviamo di fronte. Stamattina, su Il Sole 24 ore, Mariana Mazzucato parla di uno Stato imprenditore, che investa in innovazione, dall'intelligenza artificiale alla salute pubblica, fino alle energie rinnovabili.

PRESIDENTE. Colleghi…

ROSSELLA MURONI (LEU). È ora che lo Stato, che è tornato ad avere un ruolo guida, debba fare la parte dell'eroe, non del burattino, il che significa fornire soluzioni immediate, certo, ma anche concepite per servire l'interesse pubblico a lungo termine, Ministro. Ripartiamo dall'ambiente. Lo hanno scritto anche ieri le associazioni ambientaliste, in un appello accorato. Questo vuol dire semplificare - sono assolutamente d'accordo con lei -, regole certe, chiare, controlli, che ad esempio favoriscono finalmente le rinnovabili, le bonifiche nel nostro Paese e l'efficienza energetica. Sblocchiamo il Fondo Kyoto per riqualificare le nostre scuole. Scegliere. Scegliere quali industrie sostenere, quelle che inquinano di meno. Penso all'industria del settore del recupero e del riciclo delle materie dei rifiuti, perché anch'essi hanno fatto un appello accorato a questo Governo. E difendere la salute, a partire dall'ecosistema, continuare con l'abbattimento delle emissioni, Ministro, investire in innovazione. Che questa occasione, fatta anche di fondi, da parte dello Stato diventi davvero il nostro Green New Deal, un orizzonte fatto di ambiente, di salute e di un futuro meno a rischio (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte ad assicurare, nell'attuale contesto emergenziale, la protezione delle donne vittime di violenza, anche garantendo le misure di cautela sanitaria per un accesso in sicurezza presso i centri antiviolenza – n. 3-01434)

PRESIDENTE. La deputata Laura Boldrini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01434 (Vedi l'allegato A).

LAURA BOLDRINI (PD). La ringrazio, signora Presidente e signora Ministra. Le giuste misure per contenere la diffusione del Coronavirus, che sono state messe in atto dal Governo, rischiano di aggravare la situazione delle donne vittime di violenza domestica, costrette a rimanere in casa h24, appunto, con il partner violento, una condizione che definirei l'emergenza nell'emergenza. Io considero positivo che il Governo si stia facendo carico del problema, anche con il lancio di campagne informative, per diffondere il numero e la app 1522 e la app YouPol, a cui rivolgersi in caso di bisogno. E mi sembra doveroso, signora Presidente, in questa sede, esprimere la nostra gratitudine alle associazioni, alle case rifugio, ai centri antiviolenza, che continuano ad operare nonostante le difficoltà. Purtroppo, però, alcune donne non hanno potuto accedere alle strutture di accoglienza, poiché, per essere accettate, bisogna giustamente dimostrare di non essere positive al virus. Ma, essendo asintomatiche, i medici, in talune circostanze, hanno ritenuto di non fare loro il tampone. Quindi, signora Ministra, le chiedo di sapere quali azioni intenda promuovere il Governo per interrompere questo paradossale circolo vizioso, che si sta manifestando in alcuni territori del nostro Paese.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie Presidente, onorevoli deputate e deputati, dall'inizio dell'emergenza ho dedicato la massima attenzione al tema della violenza maschile contro le donne, che i divieti di spostamento espongono ad un rischio elevatissimo. Per assicurare l'attività dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ho approvato, con un iter straordinario, il decreto per l'erogazione delle risorse già ripartite alle regioni per il 2019, che ammontano a 30 milioni di euro e che saranno trasferite - anche in assenza della programmazione da parte delle regioni, normalmente richiesta dall'iter ordinario - con l'indicazione che una parte di queste sia impiegata prioritariamente per il sostegno delle iniziative che i centri antiviolenza e le case rifugio devono adottare in questi giorni, per far fronte all'emergenza del Coronavirus. Ho altresì avuto un'interlocuzione costante con il commissario della Protezione civile, Angelo Borrelli, per assicurare che nella distribuzione dei dispositivi di sicurezza si considerino in modo prioritario anche queste realtà.

Per quanto riguarda le richieste di certificazione di negatività al contagio, ricordo che, in base alle disposizioni normative attualmente vigenti, al momento dell'attivazione della rete antiviolenza territoriale, gli operatori sanitari devono darne comunicazione al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria territorialmente competente. Il servizio dovrà contattare telefonicamente la donna, per valutare i fattori di rischio. In assenza di questi, l'operatore del Dipartimento di prevenzione territoriale potrà autorizzare il nulla osta all'ingresso della donna presso la struttura di accoglienza. In presenza di fattori di rischio, invece, il Dipartimento di prevenzione dovrà disporre le eventuali ulteriori valutazioni diagnostiche e le adeguate misure di sorveglianza sanitaria, compreso l'eventuale isolamento domiciliare, da effettuarsi attraverso sistemazione alloggiative alternative da individuare nel territorio. A tal proposito, con il Ministro dell'Interno Lamorgese, si è definito di dare indicazione ai prefetti, per supportare l'individuazione di queste nuove soluzioni alloggiative, anche di carattere temporaneo, per assicurare l'indispensabile ospitalità alle donne vittime di violenza e ai loro figli. Ho destinato a questo una prima somma di 2 milioni di euro.Va ricordato, però, che, fatti salvi gli interventi ad adiuvandum ad opera del Dipartimento per la Protezione civile, la gestione sanitaria dell'emergenza da COVID-19 è affidata nel concreto alla competenza delle singole amministrazioni regionali. Per questo, con nota del 2 aprile 2020, ho invitato il presidente della Conferenza delle regioni a sensibilizzare tutte le regioni, affinché le risorse finanziarie messe a disposizione dal Dipartimento siano utilizzate in tempi celeri, proprio per far fronte a queste difficoltà socio-sanitarie, incontrate dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, e affinché si favorisca la massima diffusione di quelle buone pratiche, già adottate da alcune amministrazioni regionali, in merito all'accoglienza delle donne vittime di violenza, che, per motivi sanitari, non vi possono accedere immediatamente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Laura Boldrini.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signora Presidente. La ringrazio, signora Ministra, per la sua risposta della quale sono soddisfatta. Grazie per aver preso atto e aver dato seguito. Spero davvero che un'azione efficace possa essere portata avanti nell'intero Paese, appunto, come dice lei, seguendo anche le buone pratiche che in alcune regioni, come la regione Lazio, sono già attive.

Della terribile condizione delle donne maltrattate, costrette in queste settimane a rimanere chiuse in casa con il partner violento, cari colleghi e colleghe, ne ha parlato anche il Segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha esortato gli Stati a trovare dei rimedi efficaci.

Lunedì scorso, quaranta deputate dell'Intergruppo per le donne, di cui faccio parte, hanno inviato una lettera a lei, signora Ministra, e ai Ministri Bonafede e Boccia, sottolineando l'importanza delle misure che sono contenute nel documento elaborato dalla Commissione d'inchiesta sul femminicidio del Senato, che propone nuove e ulteriori misure per sopperire alle carenze del sistema che sono sorte in questo periodo. Inoltre, in quella lettera si fa riferimento alla necessità di vigilare sulle regioni, affinché trasferiscano quanto prima le risorse già stanziate ai centri antiviolenza. E, a tale proposito, signora Ministra, certo, apprezzo il suo operato e lo sblocco che ha fatto dei 30 milioni destinati alla lotta alla violenza per l'anno 2019, ma, come sappiamo, quei fondi erano già destinati al piano nazionale; nel frattempo, si è aggiunta l'emergenza sanitaria e i centri sono ancora più in affanno, perché non hanno soldi né per la gestione ordinaria né, tanto meno, per le misure straordinarie, come la sanificazione dei locali.

Dunque, signora Presidente, concludo, dicendo che mi auguro che, in un frangente così difficile, si possa derogare alla procedura ordinaria e prevedere una norma, in un prossimo provvedimento urgente del Governo, che permetta di sbloccare, in tempi rapidi, la ripartizione dei fondi da parte delle regioni; non solo di quelli pregressi, ma anche dei 20 milioni previsti per il 2020 e di far giungere i nuovi fondi stanziati di cui la Ministra ha fatto menzione, quelli per l'emergenza, direttamente ai centri antiviolenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e della deputata Baldini).

(Iniziative a sostegno delle donne vittime di violenza, della continuità dell'attività dei centri antiviolenza e per il rispetto, presso tali centri, delle disposizioni relative alla prevenzione del contagio da COVID-19 – n. 3-01435)

PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-01435 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente; 1522 è il numero che è stato istituito per rispondere alle esigenze delle donne vittime di violenza e desidero, in questa sede, ringraziare la Ministra Bonetti per aver promosso, anche attraverso i canali istituzionali, la diffusione di questo numero e di questa app. Le giuste misure di restrizione, di contenimento per evitare che si diffonda il virus sono entrate nella quotidianità delle persone, ma, soprattutto per le donne vittime di violenza, il rischio è che aumenti l'intensità di abusi, maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche. Lo ha ricordato anche la Ministra Bonetti; in questo momento, insieme al numero 1522, sono rimasti attivi i centri antiviolenza e le case rifugio, che necessitano di priorità nella diffusione dei dispositivi di protezione individuale, ma, soprattutto, nell'erogazione di risorse ordinarie e straordinarie.

E quindi, da questo punto di vista chiediamo alla Ministra quali siano le progettualità e quali siano le iniziative messe in atto per consentire alle donne di sentirsi protette anche in un momento come questo.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere. Prego, Ministra.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Il Governo è consapevole che l'attuale situazione di emergenza epidemiologica incide sull'operatività di numerosi servizi, tra cui certamente i centri antiviolenza e le case rifugio, che costituiscono il fulcro della rete territoriale per la presa in carico delle vittime. Il Governo si è attivato in modo tempestivo per cercare di garantire, innanzitutto, la corretta informazione alle donne e ai cittadini, chiarendo, attraverso i canali social e le FAQ pubblicate sul sito istituzionale, che i centri antiviolenza e le case rifugio non hanno sospeso le loro attività per effetto dei provvedimenti legati all'emergenza. È stata realizzata una nuova campagna di comunicazione istituzionale, per incoraggiare le donne a chiamare il numero verde 1522 e si sta lavorando per attivare ulteriori canali di comunicazione.

In accordo con il Ministero dell'Interno, si è pervenuti a un potenziamento delle funzionalità dell'app YouPol, che ora può essere utilizzata per segnalazioni automaticamente geolocalizzate di reati di violenza domestica e per trasmissioni in tempo reale di messaggi, anche video, agli operatori della Polizia di Stato. Il 1° aprile 2020 ho, inoltre, sottoscritto un protocollo d'intesa con i presidenti della Federazione Ordini farmacisti, di Federfarma e di Assofarm, con l'obiettivo di potenziare, durante l'emergenza del Coronavirus, l'informazione per le donne vittime di violenza domestica o stalking. Come ho già detto, ho rappresentato l'esigenza di individuare nuove soluzioni alloggiative, anche di carattere temporaneo, che consentano di offrire l'indispensabile ospitalità alle donne vittime di violenza e ai loro figli che, per motivi sanitari, non possono trovare da subito accoglienza nelle case rifugio.

Si è definito in questo, con il Ministero dell'Interno, come già detto, un interessamento delle prefetture, per supportare l'individuazione di soluzioni abitative temporanee, richiamando anche la possibilità di ricorrere alle requisizioni in uso di strutture alberghiere o altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità. A tale specifica finalità ho già destinato la somma aggiuntiva di 2 milioni di euro.

Sull'erogazione dei fondi ordinari 2019 ho già detto nella precedente risposta; aggiungo che, in contemporanea, si sta predisponendo il DPCM di riparto per i fondi 2020, prevedendo una clausola volta a destinare una parte delle risorse alla gestione della fase successiva all'emergenza, tramite un bando nazionale. Sono in corso ulteriori valutazioni su interventi normativi emergenziali, per arrivare ad erogazioni più dirette di fondi aggiuntivi.

Richiamo, infine, che, insieme alla Ministra francese Schiappa, ho inviato una lettera alla Commissaria dell'Unione europea Helena Dalli, per sollecitare risposte comuni europee per il contrasto alla violenza sulle donne in questa situazione di emergenza e sulle stesse tematiche ho avuto una proficua chiamata bilaterale anche con la Ministra austriaca Raab.

Vi assicuro, quindi, che la lotta alla violenza contro le donne rimane una priorità per il Governo, anche in questa situazione di emergenza. Non tralasceremo nessuna azione che possa permettere al nostro Paese di fare un passo avanti in questa necessaria battaglia.

PRESIDENTE. La deputata Lucia Annibali ha facoltà di replicare.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signora Presidente. Ministra, la violenza maschile sulle donne è un fenomeno strutturale e complesso; oggi, questa complessità si interfaccia con un momento del tutto eccezionale in termini di emergenza sanitaria, sociale ed economica del nostro Paese, e non solo. È un momento in cui ci viene chiesto di restare a casa, ma per molte donne, lo sappiamo, la casa rappresenta il luogo della violenza, degli abusi e della paura. Oggi, ancora di più, allora, servono interventi mirati e adeguati.

La ringraziamo, pertanto, Ministra, per il suo impegno tempestivo su questo tema e accogliamo con grande favore tutti gli interventi da lei sin qui messi in campo, che giudichiamo positivi anche in termini di risorse stanziate e programmate, così come positive sono le iniziative adottate di concerto con il Ministero dell'Interno, che pure ringraziamo, in particolare, per il coinvolgimento delle prefetture nel reperimento di luoghi adeguati, anche in termini di sicurezza sanitaria, in cui poter raccogliere le donne e i loro figli. Di grande supporto è anche il lavoro della Commissione d'inchiesta sul femminicidio del Senato, i cui emendamenti approvati al DL “Cura Italia” andranno a rafforzare le iniziative da lei già intraprese.

In un momento tanto complesso come questo la comunicazione diventa cruciale; per questo deve necessariamente essere chiara, univoca ed efficace e, allora, è stato importante rilanciare fin da subito il numero nazionale antiviolenza e anti stalking 1522, anche attraverso una campagna dedicata, per comunicare alle donne che non sono sole, non lo sono in questi giorni e che possono e devono chiedere aiuto anche attraverso l'app. Un ringraziamento va rivolto ai centri antiviolenza, che restano operativi, pur con le restrizioni di questo periodo, e che si sono da subito adoperati, indicando le possibili strategie per chiedere aiuto.

Le donne che subiscono violenza vivono un profondo senso di solitudine, con o senza virus; è questo senso di solitudine che noi siamo chiamati ad alleviare con tutti gli strumenti di cui siamo capaci. Grazie, allora, Ministra, per farsi carico di questa sofferenza; ci troverà sempre al suo fianco, al fianco delle donne che soffrono a causa della violenza altrui e che hanno bisogno ogni giorno di tutto il nostro impegno (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Buffagni, Carfagna, Castelli, Cirielli, D'Incà, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tofalo, Traversi e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente quarantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 9 aprile 2020 - Ore 14:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 16.