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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 313 di giovedì 27 febbraio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, io penso di non essere stato chiaro, perché subito dopo l'intervento che feci ieri, i deputati del MoVimento 5 Stelle, sedicenti dottori in medicina, in particolare…

PRESIDENTE. Onorevole Dall'Osso, lei può fare solo una precisazione sul suo pensiero, non sul pensiero degli altri.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Certo, no, no, assolutamente.

PRESIDENTE. Allora, se ha da precisare qualcosa sul suo…

MATTEO DALL'OSSO (FI). Probabilmente, non mi sono espresso bene. Penso che qui si soffra un po' troppo dell'effetto Dunning-Kruger, cioè le persone meno competenti si sentono dei bulli, sbruffoni, arroganti, mentre le persone che più ne sanno, più si sentono intimidite dalla spavalderia delle persone ignoranti che parlano.

PRESIDENTE. Grazie.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, io posso leggerle il comunicato che ho ricevuto da un ospedale.

PRESIDENTE. No, siamo nella fase del verbale, onorevole Dall'Osso. Dopo, in altre fasi, si possono fare anche altri riferimenti. La ringrazio per la sua precisazione.

Con questa precisazione, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Iovino è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Dopo la riapertura, deve dire qualche cosa? A che titolo? A fine seduta, allora.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 1664. - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca" (2407) – Parere delle Commissioni III, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1659 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni (Approvato dal Senato) (A.C. 2394).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2394: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni.

Ricordo che nella seduta del 25 febbraio l'Assemblea ha approvato l'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato al Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto relativi a materie estranee rispetto a quelle trattate dal provvedimento in esame: n. 9/2394/35 Mollicone, che prevede l'istituzione presso il Ministero della giustizia di una struttura per la valutazione e la eventuale revisione della fattispecie di traffico di influenze illecite di cui all'articolo 346 del Codice penale; n. 9/2394/95 Belotti, volto ad introdurre l'istituto delle "pubbliche scuse" da parte dell'amministrazione giudiziaria nei confronti dei cittadini prosciolti con sentenza irrevocabile; n. 9/2394/96 Patelli, volto ad inserire i consulenti tecnici nell'elenco delle categorie riconosciute come Vittime del dovere; n. 9/2394/156 Durigon, in materia di superamento del precariato in magistratura e di tutela occupazionale, retributiva e previdenziale dei giudici onorari.

Ha chiesto di parlare per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2394/214

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Guardi, il mio intervento è preventivo. Ho sentito che ha annunciato un decreto-legge che sarà assegnato in I Commissione. Se non erro, quel decreto-legge scade tra una decina di giorni, il che vuol dire che è stato cinquanta giorni al Senato e noi, come al solito, come succede da mesi, saremo costretti a discuterlo velocemente, senza possibilità di approfondirlo e, come al solito, con pochi spazi per garantire il diritto dell'opposizione di intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sono mesi, mesi, che questa cosa va avanti e sono mesi che noi ci appelliamo alla Presidenza affinché garantisca il nostro diritto e sono mesi che siamo inascoltati! Allora io, davvero, vorrei capire: o mi è sfuggito e nel 2016 è passata la riforma di Renzi che ha cancellato il bicameralismo, oppure c'è qualcosa che non funziona, c'è qualcosa nel meccanismo che non va (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

E guardate, lo sto dicendo preventivamente: non è possibile, io due giorni fa ho fatto un intervento analogo per lamentarmi del fatto che in I Commissione - se lo ricorderà perché, se non sbaglio, presiedeva lei, se non erro - non è passato il decreto sulle intercettazioni per un parere. In questo caso siamo in una Commissione referente. È possibile che la Presidenza della Camera garantisca il nostro diritto di fare i parlamentari o tutte le volte ci dobbiamo trovare in questa situazione di appellarci e di scontrarci con il muro dell'indifferenza? È possibile che ci garantiate il nostro diritto di fare il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Onorevole Iezzi, lei tocca un tema molto concreto su cui la Presidenza della Camera si è attivata. Come giustamente lei ricordava, non è questione di settimane, ma è questioni di lunghi mesi, direi dall'inizio della legislatura, che, purtroppo, su questa pratica c'è un confronto tra Camera e Senato. La Presidenza della Camera si è attivata, per ultimo, anche con una lettera alla Presidenza del Senato per richiamare ad una corretta ed equa ripartizione dei tempi tra i due rami del Parlamento. Comunque la questione potrà, anzi sarà sicuramente posta all'attenzione della Conferenza dei capigruppo, che è convocata in giornata, dove il tema della calendarizzazione del decreto, che, come lei ricordava, ha scadenza ravvicinata, in particolare credo che sia il 9 marzo, sarà posto all'attenzione di tutti i gruppi. Chiederei ai colleghi di lasciare i banchi del Governo, grazie.

L'onorevole Cassinelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/214.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Grazie, Presidente. Evito qualunque considerazione o giudizio sull'operato di questo Governo in tema di giustizia penale. È nota a tutti l'opinione di Forza Italia e non credo che potrei aggiungere nulla a quello che i colleghi Costa, Sisto e altri hanno ribadito a gran voce in questi giorni. Con l'ordine del giorno n. 9/2394/214 da me presentato chiediamo l'impegno al Governo di adottare, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione, un'idonea iniziativa legislativa di delega al Parlamento volta a definire la normativa in materia di installazione ed utilizzazione di captatori informatici, sospendendone l'applicazione sino alla data del 30 giugno 2021. Al riguardo penso che sia necessario dare qualche cifra. Infatti in Francia vengono fatte 23 intercettazioni ogni 100.000 abitanti; in Germania 15; in tutto il Regno Unito 6; negli Stati Uniti scendiamo a 0,5 intercettazioni ogni 100.000 abitanti; in Italia sono 76 le intercettazioni ogni 100.000 abitanti. È un dato veramente significativo: noi facciamo da soli più della somma di tutti gli altri Paesi messi insieme; siamo in assoluto il Paese più spiato al mondo. In questo scenario siamo davvero sicuri che sia straordinariamente necessario ed urgente, come dice l'articolo 77 della nostra Carta costituzionale, il decreto-legge della cui conversione oggi si tratta? Siamo sicuri che sia così indifferibile e improcrastinabile mettere tutti noi alla mercé del captatore informatico? L'uso del trojan quale strumento pressoché ordinario di indagine espone tutti i cittadini al controllo occhiuto dei pubblici poteri: apre i telefoni, i computer, gli uffici e finanche la vita di ognuno alla curiosità e allo zelo non solo di inquirenti capaci e responsabili ma purtroppo anche di una vastissima schiera di operatori del diritto, della sicurezza e dell'informazione affamati di carriera e di notorietà. La riservatezza e la corretta rappresentazione, ancor più nell'era della comunicazione digitale, sono divenuti beni costituzionali ancora più preziosi e al contempo delicati perché ogni pregiudizio loro recato, oltre a riecheggiare su una pluralità di mezzi e casse di risonanza, è impossibile ahimè da ricondurre a pieno in pristino. Per questo noi chiediamo al Governo un'attenta valutazione sull'ordine del giorno e ovviamente un impegno in senso positivo.

PRESIDENTE. L'onorevole Colucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/38.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno che ho presentato impegna il Governo ad adottare tutte le misure necessarie per motivare in modo circostanziato le attività di intercettazione mediante l'utilizzo del trojan, soprattutto per i delitti contro la pubblica amministrazione. Riteniamo infatti gravissima l'introduzione dell'utilizzo del trojan per reati contro la PA, perché lede il principio di libertà e il diritto alla riservatezza, principi e diritti che possiamo e dobbiamo sacrificare per la lotta alle mafie e al terrorismo. Infatti avevamo giustamente già previsto l'utilizzo del trojan per i reati di mafia e di terrorismo. Siamo dei fermi sostenitori del contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione ma crediamo che l'utilizzo del trojan per questi reati sia spropositato. Il trojan è uno strumento investigativo così pervasivo che entra non soltanto nei luoghi di lavoro e di aggregazione ma anche in casa, nei rapporti personali, nelle camere da letto: entra nell'intimità delle persone e tutto questo lo si fa per combattere i reati che sinceramente non possono essere paragonati a quelli di mafia e di terrorismo.

Crediamo che sia veramente troppo e che sia realmente spropositato. Aggiungo alla preoccupazione appena descritta il terribile pensiero relativo a quanto hanno raccontato in Commissione al Senato le società di software che gestiscono e conoscono il trojan, ovvero la possibilità di inoculare in ogni dispositivo del trojan, file, mail, immagini, video senza lasciare traccia. Ciò è stato dichiarato in Commissione dalle società software: senza lasciare tracce. Comporterebbe, quindi, il pericolo che si possano inserire prove-farse attraverso questo sistema, per di più gestito da privati. L'utilizzo del trojan si concilia poco con il sistema delle garanzie poste a presidio del sistema processuale di acquisizione probatoria. Pertanto, a tutela delle garanzie processuali della persona, crediamo sia necessario motivare in modo circostanziato l'utilizzo del trojan e l'attività del trojan. Con questo decreto si crea un grande fratello globale: la Securitate del dittatore Ceausescu e la Stasi della Germania dell'Est non sarebbero arrivati a tanto. Chiediamo al Governo di riflettere sull'ordine del giorno ma di rifletterci veramente; di pensare quali conseguenze può determinare nella vita delle persone e anche nell'organizzazione della macchina della giustizia l'introduzione per i reati contro la pubblica amministrazione della possibilità di utilizzare il trojan. Si faccia un serio approfondimento non solo con le parole che vengono menzionate in quest'Aula ma con quello che le società che gestiscono quello strumento hanno dichiarato nelle Commissioni. Penso che cosa più terza, oggettiva e seria, almeno dal punto di vista degli occhi del Governo fortemente politicizzato, non ci possa essere: almeno ascoltino chi tecnicamente conosce le cose; si esca dalla presunzione di conoscere tutto e si capisca veramente cosa è utile per il Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/133.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento merita solo una citazione che, tra i banchi della maggioranza, dovrebbe suonare abbastanza familiare: questo provvedimento pericoloso, subdolo, non chiaro e non regolamentato segnala solo la volontà di affermare l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai con il torto. Questo non è il decreto intercettazioni: questa è la legge del trojan. È la legge che svela nel suo nome il vero scopo del provvedimento: ingannare i cittadini tradendo la loro fiducia. La storia del cavallo di Troia dovremmo conoscerla tutti. Virgilio, nel secondo libro dell'Eneide, fa dire senza mezzi termini a Laooconte quale sia lo scopo del cavallo di Troia, proiezione di quel trojan che, tra pochi giorni, con il vostro voto farete entrare nelle nostre case, nella nostra intimità, nei nostri gesti quotidiani. Questa macchina - scriveva Virgilio - è fabbricata a danno delle nostre mura, per spiare le case e sorprendere dall'alto la città, o cela un'altra insidia. Non credete al cavallo, di qualunque cosa si tratti. Le analogie con la guerra di Troia purtroppo non finiscono qui: allora, con l'inganno, i greci cercarono di porre fine a dieci anni di assedio; oggi con la legge del trojan si cerca l'ultimo assalto alla politica, dopo anni di assedio all'insegna proprio di quell'ipocrisia di chi pensa di essere sempre con la ragione. Il cosiddetto trojan non è un mero strumento di intercettazione, una semi-microspia, ma è un vero e proprio software dalle potenzialità sterminate che bypassando la vulnerabilità degli antivirus si impossessa dell'apparato colpito, smartphone o laptop, diventandone padrone; così, da remoto, è bene che i cittadini questo lo sappiano, è possibile attivare webcam, microfoni, captare conversazioni, intercettare tutto quello che passa attraverso Telegram, Messenger, WhatsApp, un malware che, ovviamente, è in grado di leggere qualunque dato sia contenuto all'interno dei nostri dispositivi; non solo le conversazioni, ma foto, video, anche quelli più personali e che vorremmo custodire nella quotidianità del nostro focolare domestico. Con esso è possibile attivare il GPS, è possibile attivare le fotocamere, risalire persino a password e numero di carte di credito. È vero che qualche giorno fa il Ministro per l'innovazione ha dato un primo assaggio, anticipando la volontà del vostro Governo di istituire una password di Stato, un'unica password con cui lo Stato sarebbe in grado di gestire i nostri acquisti, la nostra quotidianità. Quindi, Presidente, dal momento che le stesse società, le stesse software house, sono intervenute nelle audizioni spiegando che manca una regolamentazione, che mancano degli strumenti per garantire la nostra privacy, con questo ordine del giorno, mettiamo una piccola pezza a questo disastro che state facendo calare nella nostra quotidianità; chiediamo, almeno, che vengano attivati tutti gli strumenti necessari per garantire la nostra privacy. Sappiamo che l'appello rimarrà inascoltato, perché nel momento in cui un Governo consegna alla magistratura, ai giornali e alle software house un cavallo di Troia per ingannare la nostra quotidianità, capiamo bene che le premesse del provvedimento non sono assolutamente positive. Quindi, come sapete, il nostro voto sarà assolutamente contrario e voi vi assumerete la responsabilità, dopo tanti anni, di portare nelle nostre case tanti piccoli cavalli di Troia: è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Furgiuele ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/110.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, le novità riguardanti l'ambito delle intercettazioni dovrebbero richiedere una seria, pacata e oculata riflessione. Da sempre delicata, oggi la materia, con questo provvedimento, corre dei rischi altissimi, dei rischi che dovrebbero prevedere un'alta tutela e, soprattutto, un potenziamento. Noi tutti sappiamo dell'efficacia degli strumenti che consentono le intercettazioni, che consentono le captazioni; del resto ce lo testimoniano i numerosi risultati ottenuti da non poche procure, soprattutto sui fronti più caldi della criminalità. Tuttavia, visti i tempi, visto lo sviluppo di software così avanzati e l'utilizzo sempre più frequente della tecnologia trojan, bisogna pensare al contemperamento di due esigenze fondamentali: da una parte, vi è la necessità di garantire comunque l'utilizzo di tecnologie sempre più avanzate nelle fasi inquirenti, dall'altra, però, vi è l'esigenza costituzionalmente sacra di garantire il diritto e di tutelare, appunto, la riservatezza dell'individuo. È necessario, dunque, che si garantisca l'autenticità della filiera nella tracciabilità di quelle che sono le informazioni contenute nelle captazioni. Bisogna garantire la filiera dalla captazione dell'informazione, al trattamento, al deposito e poi alla comunicazione verso le procure.

Negli ultimi tempi, complice anche il frequente ricorso ai trojan, queste attività di elevata competenza tecnologica hanno comportato l'esternalizzazione del servizio, ma l'esigenza di rivolgersi a dei privati per gestire dei software, delle piattaforme così delicate, evidentemente non ha garantito la genuinità del trattamento di questa filiera, del controllo degli step per il passaggio di queste informazioni dalla captazione generale all'informazione verso le procure. Allora, il discorso è molto più ampio, ci vorrebbe molto più tempo, ma, fondamentalmente, voglio significare che se noi, a fronte di una tecnologia che galoppa, che va sempre più veloce, che va sempre più in avanti, teniamo gli uffici giudiziari indietro, allora non risolviamo nulla.

Allora, questo mio ordine del giorno vuole impegnare il Governo a creare delle unità operative capaci di supportare tutte le procure sparse sul territorio nazionale per controllare questo iter di gestione di informazioni così importanti, così rilevanti per la vita dell'individuo, che, oggi, con questo provvedimento viene tradito, ancora una volta, da questo Governo, affinché queste informazioni, appunto, siano tracciate bene, siano vagliate prima di essere portate alle procure. L'obiettivo è praticamente quello di garantire alle procure la possibilità di garantire il passo con i tempi e, soprattutto, il passo con le tecnologie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il collega Turri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/40.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. In Commissione giustizia abbiamo avuto, a dir la verità, poco tempo per esaminare questo provvedimento, poche ore la domenica pomeriggio e, quindi, ci siamo dovuti affidare al materiale che era stato assunto al Senato; dal materiale che abbiamo visto, quindi, abbiamo capito subito che ci sono forti perplessità rispetto a questo decreto da parte degli operatori del settore, in primis, dalle procure. Abbiamo letto le dichiarazioni del procuratore del tribunale di Messina e del tribunale di Venezia, entrambi molto perplessi rispetto allo stato in cui si trovano le procure e alle difficoltà che avranno le procure a leggere questo materiale, queste intercettazioni. Ci hanno detto chiaramente che le procure non hanno questi archivi digitalizzati e, quindi, non sono nelle condizioni di poter esaminare questi atti, con il forte rischio, poi, considerando che questo materiale è stato affidato e viene gestito da società terze, che non ci sia il controllo diretto e, quindi, con il rischio, la difficoltà che questo materiale non sia sicuro e che possa essere anche artefatto. Ci sono, quindi, grosse difficoltà e si vuole partire fin da subito, ma già il decreto stesso prevede, per la partenza, il rinvio al 31 maggio, ciò dà l'idea che la stessa maggioranza sia convinta che non ci siano le condizioni, però, è anche vero che nel provvedimento non viene previsto nessun finanziamento, non c'è nessuna copertura economica per mettere le procure nelle condizioni di essere attive in questa situazione. Quindi, noi siamo preoccupati, a proposito di queste intercettazioni che, tra l'altro, vengono ampliate, che, in un primo luogo, ci possa essere una maggiore difficoltà nelle procure, che già hanno un forte carico, di allungamento ancora delle procedure. Quindi, riteniamo che si debba, al più presto possibile, intervenire con altri provvedimenti immediati per prevedere delle risorse che possano mettere le procure nelle condizioni di poter operare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Potenti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/140.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Con questo ordine del giorno intendiamo porre all'attenzione del legislatore un problema che non è solo di forma e che ci è stato segnalato anche nel corso delle audizioni da autorevoli esponenti del mondo della magistratura; come avevo ricordato anche in sede di discussione generale, il dottor De Luca è venuto apposta al Senato per riferire su un apparente problematica di forma che, però, contiene una questione di sostanza di non indifferente portata. L'articolo 89-bis delle disposizioni attuative, nella versione che si è appunto studiata al Senato e che poi è pervenuta in questo ramo del Parlamento modificata, conteneva il riferimento alla gestione informatizzata dell'archivio, questione che era ripresa anche dall'articolo 267, quinto comma, che, poi, nella versione che abbiamo potuto verificare essere quella pervenuta in questo ramo del Parlamento, è divenuta una formula, il quinto comma, appunto, dell'articolo 267, secondo il quale il registro sarebbe gestibile anche con modalità informatiche. Ora, noi abbiamo il problema e avremo il problema sempre più pressante di dover gestire una quantità di informazioni e di materiali, che perverranno anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, dettate dall'introduzione appunto del trojan e l'estensione, ricordo, già previsto nel provvedimento dell'allora Ministro Orlando, transitato all'interno della legge cosiddetta “Spazzacorrotti” per una sua precisa applicazione nei confronti di una serie di reati, che la maggioranza e i 5 Stelle, in quel momento, volevano individuare e hanno preteso di individuare, in tutti quelli commessi da pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio ai danni della pubblica amministrazione. Ebbene, oggi ci siamo confrontati con il problema, sollevato dagli operatori del settore, di poter gestire l'archivio ancora con modalità cartacee. Questo sarà appunto la conseguenza di un non completo avanzamento dei propositi di informatizzazione dell'area penale della giustizia. Anche qualora vi siano alcune procure, come quella di Napoli, che ha introdotto il sistema cosiddetto “Genesi”, che permetterà una gestione maggiormente telematica ed informatizzata del contenuto dell'archivio, avremo ancora numerose procure della Repubblica, sparse sul territorio nazionale, non in grado di poter far fronte agli adempimenti di tenuta del registro, se non in formato cartaceo. Questo tipo di attività richiederà chiaramente ancora per molto tempo una dedizione del personale, sul fronte della tenuta e della minuziosa ed ordinata tenuta cartacea dei registri. Dall'altra parte, creerà una discrasia tra l'utilizzo di particolari tecnologie, che vedranno svilupparsi una metodologia operativa del tutto diversa, e una parte dell'attività degli inquirenti che sarà ancora e continuativamente, come ci ha detto anche il procuratore De Luca, ben lontana e lungi dall'essere trasferita, come è stato per il procedimento civile, in una modalità invece di tenuta e di operatività telematica. Noi facciamo l'invito al Governo a poter prendere in considerazione questo ordine del giorno e predisporre le idonee risorse per creare e per garantire le strumentazioni indispensabili agli organi inquirenti, per gestire l'archivio in tenuta anche informatica.

PRESIDENTE. L'onorevole Maria Tripodi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/247.

MARIA TRIPODI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, in Italia ogni anno mille persone finiscono in carcere ingiustamente, non secondo loro, ma secondo i dati del Ministero. Ogni anno in Italia queste ingiuste detenzioni costano almeno 30 milioni di euro. È in vigore una legge da cinque anni che impone al Ministero della Giustizia di dare conto di queste cifre, ma queste le abbiamo solo grazie a un'associazione privata, quella contro gli errori giudiziari. Questo, perché il Ministero non applica questa legge dal 2015. Ogni anno in Italia si pagano risarcimenti di 100 milioni di euro per processi troppo lunghi. Altre decine di milioni - parrebbe almeno cento - sono i risarcimenti per le carcerazioni in condizioni non conformi al diritto internazionale. Ebbene, in queste condizioni, qual è la priorità per questo Governo, per il Ministro Bonafede, colpevolmente anche oggi assente? È colpevolmente assente, perché, se ritiene che sia opportuno fare un decreto-legge che deve essere adottato in occasioni di straordinaria necessità e urgenza, dovrebbe venire quantomeno in quest'Aula. Eppure non lo ha fatto. Qual è la priorità per il Ministro? Non mettere alcuna fine ai processi con la cancellazione della prescrizione e mettere altre persone in condizioni di finire in carcere ingiustamente, mi chiedo? E quali sono i fantomatici nemici del popolo?

Tutti i dipendenti pubblici, che hanno la colpa, per l'appunto, di lavorare per lo Stato? Chi fa cose sbagliate deve essere punito, certamente, ma non si può distruggere la libertà di tutti in nome del fatto che qualcuno compie reati, perché c'è sempre stato qualcuno che ha compiuto reati, con qualunque regime, anche con le pene più crudeli.

Oltre ai dipendenti dello Stato, signor Presidente, i nuovi nemici del popolo, per questo Governo, sono appartenenti a categorie terribili, che le cito: tabaccai, postini, netturbini, tranvieri, medici di famiglia, infermieri, medici di ospedali convenzionati, anche non statali, bidelli, portinai e quant'altro. A costoro si aggiungono anche i gestori di stabilimenti balneari, i dipendenti di Trenitalia, chi fa soccorso stradale, i casellanti e altri ancora. Ebbene, il telefonino di tutte queste persone può essere trasformato in una spia in casa, che non soltanto trasmette tutto ciò che c'è sul telefonino, ma che, anche da spento, è in grado di trasmettere le immagini e i suoni in ogni momento della giornata: un vero “Grande Fratello” - mi consenta Presidente -, indegno di un Paese civile come l'Italia.

Sappiamo bene che fine fanno tante intercettazioni, che vengono riportate sui giornali e, come è stato detto ampiamente, sappiamo anche che tutti questi dati finiscono nelle mani di agenzie private, spesso con server all'estero. Da qui una miniera di fonti per ricattare, per distruggere la vita delle persone, per fare addirittura revenge porn, che poi si dice che si vuole reprimere. Tutto questo viola quell'inviolabilità del domicilio, della corrispondenza e di ogni comunicazione stabilita dalla nostra Costituzione, quella Costituzione di cui poi qualcuno si erge a grande difensore o si riempie ingiustamente la bocca. È sempre la Costituzione che, all'articolo 111, parla di equo processo: come ci può essere la parità tra un avvocato e lo Stato, che sa tutto di tutto e ha accesso a tutto?

Signor Presidente, le questioni rilevanti, come la libertà dei cittadini, sono importantissime per loro stessi e per la democrazia nel Paese. Si è parlato e si parla, purtroppo, di Stato di polizia. Qui è peggio dello Stato di polizia. È peggio che stare in carcere, già quando sei libero, perché sei spiato in ogni momento e sei privato delle garanzie che anche i detenuti per i più gravi reati hanno. Concludo, Presidente, citando un grande uomo, il quale ha detto che chi rinuncia a un pezzo di libertà, in cambio dell'illusione di un po' di sicurezza in più, non merita e le perderà: né la libertà, né la sicurezza. È questo che state facendo, ma a danno di tutti gli italiani.

PRESIDENTE. L'onorevole Paolini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/43.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie Presidente, il tema è sempre quello, l'abuso e l'utilizzo di trojan. Va ricordato, a chi non lo sapesse - perché credo che non tutti lo sanno -, che come funziona davvero un trojan lo sa solo chi lo fabbrica.

Per capirci, il signor Edward Snowden, già agente, anzi, capo del settore specifico dell'NSA, ne ha fabbricati o comunque ha rivelato che ce ne erano 1.800 tipi. Chi vuole documentarsi su quello che accade, si vada a vedere la vicenda di una nota società di software italiana, che lavorava per le forze dell'ordine di qualche anno fa e cosa è successo.

Il problema, signori, è che se prendete il vostro telefonino, aprite Google Maps e poi seguite la seguente procedura - elenchi salvati, acquisti, luoghi visitati e via dicendo - voi troverete, come ho trovato io l'altra sera, che tutto quello che fate, da uno o due anni, è documentato in modo legittimo, senza che uno magari se ne renda conto. Per esempio, volevo vedere se ero acculturato e ho scoperto che, a gennaio 2019, sono andato a Londra, ho visitato il British Museum, il Victoria and Albert Museum in Cromwell Road, il Natural History Museum e poi sono andato a cenare in un ristorante italiano, dove manco mi ricordavo che c'ero stato. Un trojan è una potenza 100 volte superiore, perché, per esempio, trasmette le schermate. Voi potete usare tutte le difese che volete: il trojan trasmette schermate non solo vostre, ma anche di quelli con cui parlate (le chat e via dicendo). Aggiungo che questo è, secondo me, assolutamente legittimo, anzi va incrementato nei confronti della criminalità organizzata, ma estenderlo a persone incaricate di pubblico servizio, per capirci il postino o chi consegna la posta, o - non so - il necroforo al quale chiedete se c'è disponibilità per un determinato servizio, è esagerato.

A cosa mira questo ordine del giorno, tornando più sul tema? È molto semplice. Il problema dei limiti che si debbono porre a questo tipo di attività intercettiva è un problema costituzionale. Per perquisire casa vostra ci vuole un permesso della magistratura. Ricordo che il domicilio è l'unico luogo che nella Costituzione è definito “sacro”. La parola “sacro” viene usata una sola volta: il domicilio è sacro e inviolabile. Ebbene, per perquisire casa vostra c'è una procedura molto robusta e dev'essere motivata. Se io lo stesso documento, che ormai tutti teniamo nei nostri computer e nei nostri cellulari, lo rubo, lo apprendo, lo recupero via trojan, anche in assenza di fondate motivazioni, questo si può fare senza problemi con questa legge, che si potenzia in modo estremo grazie al combinato disposto della “legge Spazzacorrotti” e della “legge Orlando”. Questo è il problema. Questa normativa, che il Governo sta imponendo, ha un effetto moltiplicatore infinito, avendo in sé come un catalizzatore di due prodotti, in sé e per sé innocui, ma che però se ci si mette il catalizzatore possono diventare pericolosi.

Quindi, io chiedo al Governo che attualmente si assumano provvedimenti idonei a far sì che la tutela della privacy delle persone che non c'entrano niente e su fatti che non c'entrano niente con le indagini penali, sia tutelata, anche perché, come ha ricordato qualche collega - e andate a vedere se è vero -, quasi sempre la pratica realizzazione, attuazione e inoculazione di questi prodotti informatici deve necessariamente passare attraverso società esterne, attraverso i loro server. Allora, quando un dato viene inserito in un server, quando voi entrate su Facebook, quel dato nei server di Google rimane per forza, quindi da quel momento chiunque può accedervi, siano l'NSA americana, la CIA o qualunque altro gestore di questo servizio. Quindi, dov'è la privacy? Alle procure bisognava - e concludo, Presidente - prima fare il contenitore, cioè dotare le procure delle infrastrutture pubbliche per realizzare questa operazione e poi attivarle, invece qui si è fatto il contrario: apriamo tutto e poi dove li mettiamo questi dati non si sa.

PRESIDENTE. L'onorevole Nevi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/200.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia ha presentato molti ordini del giorno nel tentativo di farvi riflettere sulla delicatezza, sull'importanza e la gravità di questo decreto-legge, sulle norme che verranno applicate e a valutare gli effetti che queste produrranno, a nostro avviso devastanti per i nostri concittadini. È stato detto più volte da tutti in questi mesi, trasversalmente e univocamente rilevato da tutti gli operatori del diritto, dall'avvocatura alla magistratura fino al mondo accademico, che le disposizioni contenute in questo decreto-legge, fortemente volute dal Ministro Bonafede in virtù di un approccio giustizialista, si connotano, unitamente alla riforma della prescrizione, per un approccio caratterizzato da superficialità e, addirittura, talora da dilettantismo nel modo in cui si affrontano materie di tale complessità e rilevanza per i cittadini e per la loro privacy. Un simile approccio affonda le radici - lo abbiamo detto e ripetuto in più occasioni - in quella cultura acriticamente repressiva, di cui Bonafede è il paladino, contribuendo in tal modo all'attuale imbarbarimento della società, della giustizia e della sua comunicazione.

Una perversa idea di giustizia, secondo la quale non esistono innocenti, ma solamente colpevoli che l'hanno fatta franca, una concezione secondo la quale il difensore è una presenza superflua, un interlocutore molesto o, addirittura, un complice del reo, quella per cui anche il giudice talvolta è irrilevante, in quanto è sufficiente che la legalità sia garantita dalla parte del pubblico ministero. Un coro di giuristi, all'unisono, ha evidenziato come il Ministro Bonafede, dopo aver istituzionalizzato l'ergastolo processuale, a braccetto con il PD, stia oggi consegnando proprio ai pubblici ministeri lo scettro della decisione sulla rilevanza o meno delle intercettazioni, con la conseguenza di una difesa ancora una volta umiliata e una compressione di diritti di rilevanza costituzionale, ridotti, in ragione di tali interventi, a un inutile orpello.

Non vi è alcuna plausibile ragione sul piano criminologico - e vengo più al dettaglio del mio ordine del giorno - così come sul piano del diritto penale sostanziale, nell'estensione ai reati commessi dai pubblici ufficiali e dagli incaricati di pubblici servizi contro la pubblica amministrazione della disciplina delle intercettazioni dettata per i reati di criminalità organizzata. Di eccezionale gravità, a nostro avviso, sotto il punto di vista dell'indispensabile giudizio di comparazione dei diritti costituzionalmente tutelati, è l'estensione dell'uso dei cosiddetti “captatori informatici” ai pubblici ufficiali e agli incaricati di pubblici servizi. Con tale innovazione normativa la platea dei soggetti interessati si dilata in modo smisurato, colpendo, oltre ai dipendenti dello Stato, una nuova specie di “nemici del popolo” come tabaccai, postini, netturbini, tranvieri, medici di famiglia, infermieri, medici e infermieri di ospedali anche convenzionati e anche non statali e, poi, bidelli, guardie giurate, dipendenti di aziende telefoniche, dipendenti della RAI, farmacisti e altri ancora.

Ecco perché noi vi chiediamo di valutare attentamente quello che state facendo, di tornare ad approfondire le cose, ad ascoltare - ad ascoltare - il grido di dolore degli operatori della giustizia e a riflettere su una normativa che sicuramente - sicuramente, come dicono tutti - diminuirà gli spazi di diritti e libertà individuali. È per questo che ci auguriamo l'accoglimento di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole Gusmeroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/86.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, a me sembra una situazione kafkiana, paradossale, un quasi teatro dell'assurdo: essere qui a parlare di intercettazioni quando un Paese è stato mandato a rotoli. Noi pagheremo le conseguenze economiche di una gestione incredibile della situazione del Coronavirus per anni. Non voglio entrare, appunto, nelle responsabilità di una gestione mediatica, organizzativa, perché ci sarà tempo per valutarle, non voglio entrare nella notizia di oggi de Le Parisien che parla, in una zona della Francia, di 55 morti per l'influenza di stagione e di 500 persone in rianimazione, non voglio parlare di quello che sta succedendo qui dentro, che è lontanissimo da quello che succede nel Paese, ma vorrei parlare di un decreto-legge urgente che deve fare il Governo per imprimere una svolta economica che non può più aspettare. Deve essere una cura da cavallo, deve essere una cura enorme per questo Paese, perché forse non ci stiamo accorgendo, ma il turismo è a pezzi: gli alberghi hanno avuto disdette per tutto il 2020. Parliamo di percentuali apocalittiche, non parliamo di sciocchezze. E nemmeno parliamo di intercettazioni, di cui al Paese, per certi aspetti, in questo momento non frega niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Torniamo ad essere vicino ai cittadini. La Lega ha presentato una serie di proposte, le ha consegnate Matteo Salvini direttamente al Presidente del Consiglio, che fine hanno fatto? Qui non è che si può aspettare settimane, perché qui parliamo di una crisi economica…

PRESIDENTE. Onorevole Gusmeroli, però lei vuole illustrare l'ordine del giorno, deve illustrare l'ordine del giorno.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Certo, ci arrivo, ci arrivo.

PRESIDENTE. Non “ci arrivo”: o illustra l'ordine del giorno o io le tolgo la parola, senza “ci arrivo”. Onorevole Gusmeroli, sono già stato molto paziente.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Intercettazioni, benissimo. Qual è il bisogno del cittadino rispetto al tema delle intercettazioni? Allora, non dimentichiamo che cosa sta succedendo nel Paese, allora essere lontani dal cittadino in questo modo, quando abbiamo un'economia a pezzi, disdette dappertutto… (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gusmeroli.

L'onorevole Sisto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/210.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Nel concetto di cruciverba è previsto che le parole si incrocino e in qualche modo servano semplicemente a solleticare o a sollecitare la freschezza mentale di chi si cimenta in questo interessante gioco per tutte le età. Ecco, io ho l'impressione che discutere questi ordini del giorno in una Camera che in qualche modo ha già commesso il crimine, con il voto di fiducia, di avallare questo provvedimento è simile ad un cruciverba: incrociamo le parole, ognuno dice ciò che pensa, più o meno in modo dotto o in modo evoluto, ma resta il crimine, resta il fatto già commesso. Gli ordini del giorno, in questo caso, assumono un carattere e un valore assolutamente negativo, perché si tratta di parlare su quello che è già stato realizzato. Il nostro codice conosce delle condotte riparatorie, Presidente, condotte riparatorie che possono essere il risarcimento del danno oppure attenuare e attutire le conseguenze dannose o pericolose del reato. Sono attenuanti, ma neanche quelle ci meritiamo, perché qui non si può risarcire nessun danno e non si possono attutire le conseguenze di quello che è già accaduto. Allora un ordine del giorno che venga discusso e che vuole soltanto dire, segnalare, l'astrusità, inaccettabile sul piano culturale, di una parificazione dei delitti dei pubblici ufficiali a quelli di mafia, cioè la fotocopia che può integrare un peculato parificata ad una condotta di un mafioso, credo che quest'assurdità, questa presa d'atto della incapacità di giustificare un fenomeno di questo genere già la dica lunga. E noi stiamo ratificando, in modo assurdo, la possibilità di intervenire su incaricati di pubblico servizio fra soggetti che possono non avere neanche il ruolo di indagati, perché è noto il dato che le intercettazioni - forse qui non è chiaro questo concetto - non riguardano soltanto gli indagati, ma possono riguardare soggetti che sono nell'area di illiceità della condotta, perché l'elemento qualificante non è il fatto di essere in qualche modo proiettati verso un'iscrizione o essere già iscritti, ma è quello di essere all'interno di quella area di reità che legittima l'uso delle intercettazioni. Quindi, noi potremmo avere l'uso di un trojan - una parola terribile - nei confronti di soggetti che non sono indagati e mai saranno indagati, solo perché sono nell'ambito di un'area di illiceità. E noi stiamo legittimando questo per reati comuni, comuni!

Allora, io credo che il nuovo 270, e quell'ordine del giorno tende proprio a sollecitare il Governo, ma credo in modo assolutamente inidoneo, Presidente, per due ragioni: perché il MoVimento 5 Stelle a questo tiene; se noi togliamo questo, ai 5 Stelle che cosa resta? Una catastrofe. L'unica battaglia che possono fare è quella del giustizialismo esasperato. Non hanno più niente, non possono difendere più nulla! Partito Democratico, ma di che stiamo parlando? Un dolo di proposito, perché sanno bene che il 270 modificato comporterà l'attrazione nel trojan di tutto quello che, a strascico, sarà realizzato. Italia Viva? Dopo aver fatto una finta battaglia sulla prescrizione hanno votato un provvedimento nettamente peggiore della prescrizione. Almeno la prescrizione ha del tempo, qui non c'è il tempo, perché quando qualcuno sul vostro telefonino messo sul tavolo o messo in camera da letto o messo in bagno andrà a recuperare i segreti a cui abbiamo diritto, ai sensi dell'articolo 15 della Costituzione, il danno sarà irreparabile e rapidissimo. Allora, in questo Parlamento variegato, con un po' di garantisti per caso, un po' di giustizialisti per interesse e un po' di nostalgici fautori di una carneficina del diritto - mi riferisco al MoVimento 5 Stelle, ormai nostalgici, passati di moda; siete passati di moda, non attirate più nessuno -, il garantismo DOC di Forza Italia resta. E quest'ordine del giorno sostanzialmente lo sottolinea, Presidente, disperatamente. Con le parole, certo - un ordine del giorno è soltanto parole, è un impegno ad un Governo che non ascolta -, ma il nostro grido non finisce qui, la nostra battaglia non finirà qui. L'abbiamo già detto: noi, quando andremo al Governo, in una notte, cancelleremo tutto questo. Lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Andreuzza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/42.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi siamo praticamente alla fine di un provvedimento, le intercettazioni, dove ricordo che non c'è stato modo di discuterlo, di dibatterlo, non è stato fatto l'ampio lavoro in Commissione di cui c'era bisogno per un provvedimento che noi riteniamo, per alcuni aspetti, essere particolarmente pericoloso. E così la Lega ha presentato tutta una serie di ordini del giorno, proprio per dar voce a quello che per noi è veramente il voler porre un'attenzione su qualcosa che dovrà essere assolutamente rimediato. Infatti, il trojan è in grado di trasformare gli apparecchi informatici in microspie. Con l'ordine del giorno che presento chiedo al Governo di valutare gli effetti applicativi delle norme contenute nel decreto sulle intercettazioni e a valutare la possibilità, già nel prossimo provvedimento di riforma del codice di procedura penale, di un correttivo normativo di tutela effettiva del diritto alla riservatezza dei soggetti che sono estranei all'indagine. Vedete, colleghi, i 5 Stelle vogliono sottolineare che l'utilizzo del trojan nelle indagini, così come è stato introdotto, è ampliato, mentre invece il Partito Democratico ci tiene a precisare che in realtà le modifiche rispetto al “decreto Orlando” sono praticamente minime. E anche questo dimostra appunto l'incongruenza e le difficoltà che ci sono all'interno della maggioranza su questa decisione. Attualmente il trojan può essere usato in caso di indagini di mafia, terrorismo, e dopo l'entrata in vigore della “Spazzacorrotti” anche in caso di reati commessi dai pubblici ufficiali in danno della pubblica amministrazione con pena prevista superiore a cinque anni. Con questo nuovo testo l'utilizzo del trojan viene esteso, sempre alle stesse condizioni, anche ai reati commessi dagli incaricati di pubblico servizio. Un aggiunta non da poco, visto che la categoria può comprendere anche autisti degli autobus, postini, netturbini, infermieri, medici (questi sono alcuni esempi). Infatti, all'articolo 2 della lettera c) si dispone che l'attività di intercettazioni ambientali mediante l'utilizzo del trojan già consentite per i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione per effetto della legge n. 3 del 2019 siano riferite anche ai delitti degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione.

L'argomento oggetto del decreto-legge è molto delicato, perché sono in gioco i principi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione. Tale delicatezza è stata sottolineata anche nelle audizioni del Garante della privacy, dagli appelli della magistratura, dai tanti procuratori della Repubblica che hanno partecipato in Commissione. Gli auditi hanno spiegato bene e chiaramente, e senza mezzi termini, quanto siano impreparate le nostre procure ad affrontare questa sfida, che richiede un'altissima specializzazione, che in gran parte non c'è. Anche i rappresentanti degli avvocati hanno spiegato in Commissione come sia difficile in questo momento applicare questa riforma, ma, soprattutto, si sono espresse le società incaricate di procedere alla captazione attraverso i trojan delle conversazioni private dei cittadini, spiegando come non ci sia nessuna garanzia nella genuinità della prova al momento in cui le conversazioni captate verranno trasferite alla procura. Non è previsto un sistema per tracciare le operazioni eseguite sui dispositivi delle società dei gestori, questo è gravissimo. Viene conferito un file finale, senza che ci sia stato il modo di certificare tutte le operazioni intermedie che ad esso hanno portato. In queste operazioni procedono direttamente società terze, società private, che potranno introdurre nel cellulare di ciascuno di noi conversazioni finte, immagini finte, false conversazioni, e oggi non c'è nessun sistema che possa garantire l'immunità da questo pericolo. Per questo siamo contrari e preoccupati dalle conseguenze di tali misure e chiediamo di accogliere il nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Mulè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/167.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Quest'Aula sta parlando da stamattina, grazie al poco tempo dopo la tagliola della fiducia, si sente echeggiare spesso una parola, anche stamattina, i colleghi della Lega, di Forza Italia, il trojan, il cavallo di Troia che entra nelle nostre vite attraverso questo decreto. Ma il cavallo di Troia quando entra nella città di Troia? Mica entra all'inizio della guerra, mica gli Achei lo introducono in città, pronti via, prima ancora di sapere quello che succede. Il cavallo di Troia entra dieci anni dopo che c'è la guerra di Troia, dopo che ci sono stati gli infiniti lutti addotti agli Achei.

Colleghi, il cavallo di Troia entra nelle vostre vite, entra nelle nostre vite prima ancora che cominci la guerra; ci entra in una maniera devastante e assoluta per la vita di tutti noi. Il trojan è l'arma finale, è l'Armageddon, quello che risolve il problema in modo definitivo. In questo caso è un mostro, tentacolare che entra nelle vite delle persone, ma non di persone condannate, di persone che hanno subito un giudizio, di persone sospettate di gravissimi reati. No, entra nella vita degli innocenti, entra nella vita degli incensurati, entra in quella vita e questo trojan di Stato, il virus di Stato che viene inoculato, che entra nella vita del sospetto, cosa fa? Vive in parallelo la vita di un soggetto incensurato, sospettato non di mafia, di terrorismo, ma anche di reati cosiddetti lievi. Vive in parallelo questa vita, e tutto questo ha un nome soltanto: si chiama Stato di polizia; è la vita degli altri, e la vita che viene vissuta con le foto, i Whatsapp, le note. Qualsiasi elemento della vita di ogni giorno di cittadini incensurati finisce nel grande calderone, gestito nella maniera che in questo decreto dolosamente viene scritta. Ogni singola particella dell'esistenza della vita di una persona viene analizzata, sottoposta a interpretazione, condivisa, data in pasto all'opinione pubblica, con vite rovinate, segnate per sempre, con la fine definitiva, totale e assoluta della privacy.

Ma il Garante della privacy nella discussione di questo provvedimento ve lo ha detto in maniera chiara. Cito testualmente: le straordinarie potenzialità intrusive di tali strumenti impongono garanzie adeguate per impedire che essi, da preziosi ausiliari degli inquirenti, degenerino, invece, in mezzi di sorveglianza massiva o, per converso, in fattori di moltiplicazione esponenziale delle vulnerabilità del compendio probatorio, rendendolo estremamente permeabile se allocato in server non sicuri o peggio - peggio, lo dice il Garante della privacy, che è persona che ha studiato, e pure tanto, è che non è certamente assimilabile alla parte politica cui appartengo - delocalizzati anche al di fuori dei confini nazionali. Il Garante della privacy vi dice che il ricorso al software spia non inoculato direttamente sul dispositivo ospite e l'archiviazione mediante sistema cloud dovrebbero, virgolette, “essere oggetto di un apposito divieto”. Allora, colleghi, il trojan - e si occupa di questo l'ordine del giorno - non è altro che l'ultima beffa che cancella la privacy e ne fa strame. Però, vedete, tutto ciò attiene a un concetto che è totalmente sfuggito a quest'Aula: il diritto alla riservatezza, il diritto alla segretezza, che non è un diritto divino; è un diritto sostanziale scolpito nella Costituzione italiana. Ve ne fregate, non importa nulla, però, ricordate, il segreto era qualcosa che da piccoli era il grande tesoro: ho un segreto, non lo rivelo a nessuno. Voi, con questa riforma, con questo decreto, rinunciate alla vostra stessa anima. Parlo ai colleghi del PD, di Italia Viva: rinunciate alla vostra stessa anima, l'avete svenduta al più orribile degli orchi, che è il giustizialismo. E ricordatevi quello che vi diceva e che ci ha detto la lezione di Piero Calamandrei, e concludo, Presidente: “quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra”, e, in questo caso, si è buttata e l'avete fatta suicidare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Maturi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/82.

FILIPPO MATURI (LEGA). Grazie, Presidente. In questi giorni, affrontando questo decreto, si sente più volte, ho sentito più volte nominare, giustamente purtroppo, il testo di Orwell “1984”. Allora ieri sera ho deciso di sfogliarne qualche pagina e mi sono segnato un passaggio: “Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione, ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura”. Ecco, credo che la corsa forsennata da parte della maggioranza nel portare avanti questo decreto, nonostante tutto e tutti, nonostante l'emergenza nazionale, internazionale e mondiale del Coronavirus, perché, ricordiamo, che il provvedimento era incardinato, ed era previsto il suo licenziamento all'inizio di questa settimana, così drammatica per il nostro Paese, veniva prima di tutto. Lo stiamo affrontando oggi solo dopo avere licenziato il decreto emergenziale sul Coronavirus solo grazie all'impegno della Lega e delle opposizioni, che hanno saputo portare avanti una linea di buon senso e di porre le priorità che sono per il Paese tutto condivise e condivisibili. Solo oggi stiamo affrontando quello che, però, è un pericolo effettivo e concreto per la nostra democrazia e per lo Stato di diritto. Con questo decreto si introduce un utilizzo improprio, un abuso dello strumento del trojan. Le società che gestiscono questo sistema informatico non riescono a garantire che, nel passaggio delle informazioni tra l'acquisizione delle informazioni stesse e la procura, ci possa essere una fuga di notizie, come non possono neppure garantire che un dato terzo possa inserire delle informazioni sui cellulari. Praticamente, è come se qualcuno potesse avere le chiavi della nostra macchina, aprirla, mettere dentro un panetto di droga, sapendo che poco dopo saremmo fermati dalla Finanza. Allora, è evidente che si dà in mani improprie uno strumento troppo potente e troppo pericoloso per i nostri concittadini. Io credo ancora in un Paese, e voglio credere in un Paese nel quale i cittadini sono assolutamente sempre innocenti fino a prova contraria e non viceversa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con estrema preoccupazione, quindi, portiamo avanti questi ordini del giorno, che, come giustamente è stato evidenziato prima di me, prima del mio intervento, sono purtroppo dei palliativi, sono solo parole; però quantomeno parole che devono rimanere incastonate in quest'Aula, al fine di rimanere quantomeno come monito per il futuro, per renderci conto di cosa avete fatto. Mi permetto di ricordare solo una cosa: la Rivoluzione Francese è stata seguita dal Terrore, ma i fautori della Rivoluzione Francese, i principali fautori, nessuno di loro è morto sereno nel proprio letto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Napoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/159.

OSVALDO NAPOLI (FI). Presidente, io non voglio ripetermi rispetto ai colleghi, che giustamente hanno fatto presenti alcune considerazioni; e chi come me ha fatto il sindaco 27 anni in un comune di 17 mila abitanti e in un piccolo comune di 950 abitanti ha un'esperienza diversa. Io mi chiedo, colleghi, specialmente gli amministratori locali: stiamo ripetendo o eliminiamo secondo me la legge sulla privacy? Abbiamo privati che passano giornate intere per mettere delle firme su documenti dei comuni, nei vari enti locali che ci sono sparsi nel Paese; abbiamo aziende che impiegano dei mesi, mesi e mesi, se non degli anni, firmando dei fogli di privacy: scusate, ma allora eliminiamo questa legge, facciamo in maniera tale di eliminare la burocrazia, perché è un doppione, Presidente. Siamo arrivati ad un doppione; abbiamo telecamere dappertutto, ma giustamente! Abbiamo dei cellulari con questo tipo di legge che ci seguono costantemente nel nostro percorso e nella nostra vita quotidiana. C'è bisogno di andare a firmare decine di fogli di privacy quando, ripeto, costantemente sappiamo già cosa facciamo tutti i giorni? Eliminiamo per piacere - mi rivolgo agli amministratori locali che, ripeto, conoscono la normativa - la burocrazia della privacy e delle decine e decine di fogli che impediscono anche alle aziende estere di venire in Italia per la troppa burocrazia che abbiamo. È un doppione reale!

Che mi auguro, quindi? Che il Ministro Bonafede “prenda fede” di questo, ed elimini quell'altra legge, perché, ripeto, siamo esattamente ad un doppione: l'intercettazione entra nella privacy della gente, abbiamo una legge sulla privacy e abbiamo la nuova legge sulle intercettazioni che ripete la legge precedente. Io ho concluso, Presidente. Parlo in termini pratici, e lei son convinto che lo capisca: ne sono certo, perché lei vive anche le realtà locali. Eliminiamo la burocrazia dall'altra parte, e volete tenere questa? È un'ingiustizia totale! Ma eliminiamo qualcosa; altrimenti, ripeto, è un Paese che si ripete e si ripete facendo leggi su leggi e mettendo in grande difficoltà il cittadino che impiega ore, ore, ore e giornate intere nei vari comuni a firmare privacy o nei vari enti a firmare privacy. Eliminiamo, cioè diamo modo alle aziende di essere molto più veloci, perché le aziende passano giornate, se non mesi, per riuscire a portare a termine una pratica per iniziare un'attività industriale o commerciale che sia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Covolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/74.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, questo decreto-legge mira ad istituire un vero e proprio Stato di Polizia, in spregio a tutte le garanzie costituzionali afferenti al diritto di difesa, come abbiamo già avuto modo di denunciare nell'ambito della questione pregiudiziale. In particolare, questo decreto-legge aumenta indiscriminatamente i poteri del pubblico ministero anche per quel che riguarda i tempi entro cui i dati vengono messi a disposizione dei difensori.

Al Senato fortunatamente è stata esclusa l'utilizzabilità delle intercettazioni acquisite in procedimenti diversi da quello in cui sono state disposte, salvo che si tratti di necessità di accertare delitti per i quali sia stato previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Sappiamo tutti che il trojan, questo captatore informatico, è uno strumento particolarmente invasivo, perché riguarda i diritti della difesa.

Io, Presidente, faccio parte della Giunta per le autorizzazioni a procedere qui all'interno della Camera, e ho spesso modo di verificare come le intercettazioni vengano captate talvolta in modo del tutto illegittimo, in spregio ai diritti della difesa, anche per quel che riguarda le prerogative dei parlamentari; proprio per questo è necessario che normativamente vengano garantite tutte le necessarie cautele contro un utilizzo arbitrario di esse.

L'entrata in vigore di questa riforma è prevista per il 1° maggio 2020. Io penso che la digitalizzazione e la possibilità di condividere i dati a livello informatico possano avere anche dei risvolti positivi in termini di semplificazione, in termini di efficienza e di economicità per i procedimenti; tuttavia, penso che non siano stati valutati appieno i risvolti anche dal punto di vista finanziario, perché l'utilizzo di questi nuovi strumenti digitali ed informatici, come tavoli tecnici, oppure la possibilità di ispezioni a distanza, possono comportare un'implementazione della necessità di risorse che viene stimata in 13 milioni di euro. Questo potrebbe comportare una corrispondente riduzione degli altri stanziamenti del Fondo speciale di parte corrente iscritto nell'ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze per l'anno 2020, allo scopo utilizzando gli accantonamenti relativi al Ministero della Giustizia. Vi invitiamo quindi ad avere prudenza in termini di gestione delle risorse e a livello di stanziamenti di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/4.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, con riferimento all'utilizzo di questi dispositivi informatici di ultima generazione, tra cui il trojan, sono dispositivi utili nel combattere per esempio il terrorismo, per esempio le organizzazioni mafiose, anche alcuni spazi di corruttela nei delitti dei pubblici ufficiali e contro la pubblica amministrazione. Certo è che due elementi ci preoccupano, di cui forse non si è tenuto sufficientemente conto nel corso della composizione di questo provvedimento normativo.

Faccio riferimento, da un lato, a quelle previsioni un po' blande sull'utilizzabilità delle intercettazioni non acquisite nel provvedimento: è vero che viene in qualche modo riconfermato il divieto di pubblicazione, ma è vero anche, e lo sappiamo, che questo divieto viene puntualmente superato e puntualmente trasgredito e che, di fatto, arriva agli organi di stampa qualunque tipo di informazione. Una preoccupazione quindi sulla tutela della privacy e sulle prerogative e i diritti costituzionali è giusto che venga rappresentata in quest'Aula anche da parte nostra, sulla quale ritengo vi debba essere maggiore incidenza e maggiore determinazione. Se vi è un crimine, un criminale da perseguire, questo deve essere perseguito; però, se vi sono delle informazioni estranee e un'esigenza di tutela della privacy, della vita, dell'autonomia, della sfera autonoma delle persone, è giusto che questa sia difesa e difesa con forza, se siamo un Paese civile.

L'altra preoccupazione, che invece concerne l'interesse nazionale, ed è questo l'elemento su cui punta maggiormente l'ordine del giorno che vado a presentare, è che capita spesso che i server, su cui si appoggiano gli operatori e su cui sono quindi caricati questi strumenti informatici del trojan, non sono sempre garantiti, non sono sempre spazi assicurati, non sono sempre spazi virtuali che hanno sede e certificazione difesa nel nostro territorio nazionale. In più circostanze, anche nel decreto sulla cybersicurezza, abbiamo riaffermato la necessità di un intervento forte per la difesa delle informazioni informatiche, degli spazi di sovranità nazionale informatici. Oggi che il mondo si estende oltre i confini nazionali grazie all'utilizzo di strumenti informatici, è imprescindibile una difesa della sovranità nazionale anche in questo. Pensate, se Paesi stranieri o, peggio, organizzazioni non governative, entrassero in possesso delle informazioni che si raccolgono su funzionari pubblici, su politici, su imprese chiave nell'interesse nazionale, cosa potrebbe succedere alla difesa della sovranità nazionale; e questo al netto di quello che riguarda strettamente l'ambito e il perimetro di indagine che attiene al lavoro della magistratura e della polizia giudiziaria.

Quindi, chiediamo con questo ordine del giorno di valutare la possibilità di stanziare, nel prossimo provvedimento utile, risorse realmente adeguate - e concludo, Presidente -, sufficienti a realizzare un reale perimetro di sicurezza nello spazio immateriale informatico nazionale, riaffermando con forza anche la necessità di difendere la nostra sovranità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Cavandoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/73.

LAURA. Grazie, Presidente. Anche oggi non vorrei sottolineare tutte le incostituzionalità che stanno alla base di questo decreto-legge, che non è urgente, perché entrerà in vigore il 1° maggio 2020 e che, quindi, poteva ben essere contenuto in una proposta di legge ordinaria che avrebbe permesso un dibattito completo nel Parlamento e, soprattutto, di coinvolgere questo ramo del Parlamento. Come già successe per la legge di bilancio 2020, la Camera dei deputati è stata completamente esautorata della sua funzione. Questa vergognosa scelta governativa va a comprimere la stessa funzione parlamentare: siamo convinti che ciò verrà affermato anche dalla Corte costituzionale che, proprio per la legge di bilancio 2020, è stata adita. Ma il Governo ha reiterato questa prassi e ha anche impedito la discussione degli emendamenti in Aula. Da qui, oggi, noi deputati dell'opposizione usiamo l'unico strumento rimasto, che è la discussione degli ordini del giorno e i nostri ordini del giorno chiedono al Governo di pensare a quello che ha scritto nel decreto-legge e a come attuarlo.

Con questo decreto, ribadisco, alcune prerogative sono state violate - sicuramente, gli articoli 2, 3, 15, è stato detto, e 21 della Costituzione -, ma il mio ordine del giorno tratta di un altro aspetto che, anche qui, si va a riverberare su una violazione della Costituzione, che è quella dell'articolo 81. Infatti, questo decreto prevede, all'articolo 3, il principio dell'invarianza finanziaria e, quindi, verrà attuato senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica, perché le amministrazioni interessate provvederanno agli adempimenti connessi, che, come è stato detto, sono ad opera di società esterne, con tutte le pericolosità inerenti alla raccolta dei dati, alla loro conservazione e alla messa a disposizione di questi, però, verranno utilizzate le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Del resto, il dossier sulle quantificazioni evidenzia questo - il Governo lo ha integrato al Senato, ha integrato la relazione tecnica al Senato -, indicando la sostenibilità degli adeguamenti e delle strumentazioni informatiche dei locali degli uffici giudiziari. Su questo i dubbi sono stati espressi anche dai miei colleghi, ci sono ovviamente delle incongruenze proprio dal punto di vista pratico.

E, poi, non si prevedono modificazioni rilevanti - cito sempre la relazione - sulla riorganizzazione degli uffici e delle sezioni di polizia giudiziaria dislocate presso le procure né ricadute negative sulle connesse attività lavorative, considerato che le attuali dotazioni di personale dell'amministrazione giudiziaria e delle forze di polizia adibite a tali funzioni risultano congrue. Questo, leggo, dalla relazione del Governo.

Queste affermazioni, che forse dal punto di vista contabile possono essere fondate, si scontrano con la quotidianità del lavoro nei tribunali e nelle procure di tutta Italia. Chi pensa di incrementare le intercettazioni con nuovi e costosissimi strumenti tecnologici e, quindi, un'invasività - è stato detto - da Stato di Polizia unica al mondo, senza investire nuove risorse, probabilmente, non è mai entrato in un tribunale o in una procura. E mi preoccupa proprio il fatto che questo decreto-legge porti la firma di due avvocati, il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro Bonafede, due avvocati però che si scontrano con tutti i loro colleghi, in tutta la nazione. Con mio ordine del giorno, Presidente, chiedo che il Governo torni con i piedi per terra, recuperi risorse da investire per l'attuazione di questo provvedimento, senza che, tra qualche mese, si accorga della sua insostenibilità, anche dal punto di vista economico e, quindi, fissi un nuovo rinvio dell'entrata in vigore, ancora una volta, con un decreto-legge, togliendo, ancora una volta, il diritto costituzionale dei parlamentari eletti di costruire una nuova normativa. Questa volta l'avremmo fatta rispettosa dei diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. E tra questi diritti inviolabili, Presidente, c'è anche quello della libertà e segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Sarro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/218.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Il tentativo che si sta facendo stamani attraverso gli ordini del giorno, atteso che con l'apposizione della questione di fiducia non è stato possibile sviluppare adeguatamente e correttamente la funzione emendativa che è propria del Parlamento, è di cercare di porre all'attenzione di questa Assemblea una serie di profili che attengono strettamente al provvedimento, nel tentativo estremo di mitigare gli effetti devastanti che da queste previsioni normative, inevitabilmente, sono destinati a prodursi, con effetti altrettanto negativi per quanto riguarda non solo la vita di centinaia di persone, che finiranno per essere coinvolte in una serie di intercettazioni, captazioni, controlli, con una pesante, invadente limitazione della libertà personale, ma, soprattutto, perché questo perverso, gigantesco meccanismo di intercettazione finirà per limitare quelle che sono le stesse finalità e gli obiettivi veri che ogni indagine deve perseguire, cioè l'accertamento della verità e l'affermazione di responsabilità rispetto, naturalmente, ad accadimenti e a condotte che hanno davvero, autenticamente, una rilevanza penale. Allora, con l'ordine del giorno, noi chiediamo che ci sia, almeno nella valutazione dell'assenso all'uso delle intercettazioni nel loro sistema rivisitato da questo provvedimento legislativo, la possibilità che un collegio dia l'autorizzazione e che, quindi, la valutazione preventiva sia estesa a più magistrati, proprio nel tentativo estremo di favorire una più prudente, più accorta e più misurata utilizzazione dello strumento delle intercettazioni. La cronaca consegna decine e decine di casi in cui, attraverso un uso, diciamo, esagerato del meccanismo delle intercettazioni, attraverso anche non solo l'impiego, ma l'utilizzazione delle trascrizioni, si sono verificati equivoci, si sono consumate delle vere e proprie ingiustizie. Io vorrei offrire a quest'Aula una testimonianza personale, perché, in una vicenda che mi ha direttamente e personalmente riguardato, ho potuto constatare qual è l'effetto perverso di un uso non solo dilatato, smisurato e incontrollato, ma anche, poi, dell'impiego che successivamente viene fatto, addirittura arrivandosi, nelle trascrizioni, ad affermare ed attribuire a persone, che mai erano comparse nella conversazione frasi, espressioni e interventi, o addirittura a non registrare quelle che erano state le vere affermazioni e le vere dichiarazioni. E allora, quando si vivono esperienze di questo tipo, che sono esperienze sinceramente estreme dal punto di vista proprio della tollerabilità e della sopportabilità, si sviluppano anche un'attenzione e una sensibilità particolari in questa materia e, quindi, proprio offrendo la testimonianza diretta, io credo sia importante rivolgere all'Assemblea, rivolgere al Parlamento un appello a valutare con estrema attenzione gli effetti e i meccanismi che vengono messi in piedi con una certa facilità e devo dire, anche per certi versi, con una sorprendente e preoccupante disinvoltura, perché le ricadute sono ricadute estremamente gravi. E soprattutto, quello che risulta poi alla fine di queste indagini gigantesche, nelle quali vengono coinvolte decine e decine di persone, nelle quali c'è un impiego significativo, talvolta smisurato, di risorse finanziarie, è che poi non si approda assolutamente a nulla, perché dopo anni, all'esito dei dibattimenti, giungono i proscioglimenti, le assoluzioni e quant'altro, a testimonianza che questo meccanismo ha un solo effetto, quello di distruggere l'esistenza delle persone, quello di allontanare l'accertamento della verità e di distrarre mezzi e risorse da operazioni e da indagini che davvero rappresentano una priorità per l'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Loss ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/67.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, nell'esame del testo per la conversione in legge del decreto-legge che porta modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni, vanno considerate in modo attento le conseguenze sia di un'eventuale approvazione del testo, sia degli effetti combinati con la normativa già vigente. Innanzitutto, va ricordato che il decreto-legge introduce importanti modifiche al codice di procedura penale, ampliando il settore di applicazione della disciplina già esistente. In particolare, l'utilizzo dei captatori informatici, i cosiddetti trojan, che vengono inseriti sui dispositivi elettronici portatili per ottenere delle intercettazioni, viene esteso anche a tutti gli incaricati di pubblico servizio, mentre ora sono coinvolti solo i pubblici ufficiali. Per chiarire, chi sono gli incaricati di pubblico servizio? Dalla giurisprudenza sono pacificamente considerati incaricati di pubblico servizio innanzitutto gli impiegati degli enti pubblici, tutti gli enti pubblici, che collaborano con i pubblici ufficiali nell'opera da questi espletata, poi gli esattori delle società concessionarie, custodi, guardie giurate, addetti alla riscossione delle tasse automobilistiche per esempio, i bidelli - sono varie categorie, è una fascia amplissima, sono state già citate da diversi colleghi che hanno parlato prima di me -, operatori delle motorizzazioni, portalettere, persino farmacisti e sacerdoti. Ebbene, a tutte queste persone l'inserimento di un virus trojan in un telefono o in un tablet li attiva come avessero addosso una microspia, non solo per loro, ma per tutte le persone con cui entrano in contatto ogni giorno, con cui conversano e con cui scambiano messaggi. Stiamo parlando del più invasivo strumento nei confronti di una persona.

Non solo. Con questo provvedimento è stato tolto l'obbligo di poter usare questo strumento solo per provare i reati che hanno originato le richieste di intercettazione. Sappiamo che oggi c'è bisogno di una richiesta di procedere per poter attivare un'intercettazione. Invece ora, una volta inserita questa trappola, il PM potrà procedere anche contro altre persone, citate nelle intercettazioni ma su cui non è mai stata chiesta autorizzazione a procedere. Poi, oltre ad aumentare la possibilità di intervento della magistratura, in pratica senza autorizzazioni dirette contro tutta l'amplissima categoria di coloro che forniscono pubblico servizio, il provvedimento appesantisce non poco il carico di adempimenti che devono svolgere le procure, a cui spetta l'incombenza delicatissima di trattare tutti i dati raccolti. Infatti, dovranno non solo riceverli in modo protetto dalle aziende che li raccolgono, ma anche saperli archiviare, trascrivere, far consultare e conservare con la massima sicurezza, trattandosi di dati sensibilissimi dei cittadini italiani. In particolare, cambiano le modalità di conservazione della documentazione, stiamo parlando di una corposa mole di dati. L'archivio riservato presso l'ufficio del PM è, infatti, sostituito da un apposito archivio digitale per tutti i file prodotti con le intercettazioni e sarà gestito e tenuto sotto la direzione e la sorveglianza del procuratore della Repubblica. Tutti gli atti relativi al materiale intercettato dovranno poi essere depositati in via telematica in un deposito digitale creato ad hoc presso la procura della Repubblica.

Tornando, dunque, a questo ordine del giorno, il decreto-legge all'esame interviene in materia di intercettazioni prorogando il termine a partire dal quale la riforma trova applicazione al 1° maggio 2020, e sarà solo per i procedimenti iscritti dal 1° maggio in avanti. Questo significa che, però, il sistema delle procure dovrà adeguarsi entro il 30 aprile, ma questo termine è decisamente insufficiente ai fini dell'adeguamento di tutto l'apparato che deve essere attivato, in quanto è necessario un tempo corposo per permettere l'adeguamento al nuovo regime, soprattutto da parte delle procure, per le procedure di gestione dei dati raccolti.

Inoltre, durante l'esame del provvedimento, sono emerse forti perplessità sulla funzionalità e segretezza dei servizi di trasmissione delle intercettazioni e, quindi, sarebbe opportuno rinviare l'entrata in vigore di una riforma così delicata e importante fino al momento in cui, da un lato, le procure saranno in grado di affrontare questo compito e, dall'altro, il progresso scientifico sarà in grado di garantire affidabilità, sicurezza ed efficacia al sistema di intercettazione.

Per questi motivi, questo ordine del giorno impegna il Governo a valutare l'opportunità di differire l'entrata in vigore delle disposizioni fino a quando il procuratore della Repubblica rediga un documento che asserisca l'affidabilità, la sicurezza, l'efficacia del sistema di trasmissione delle intercettazioni e che questo, successivamente, sia presentato al Parlamento per l'esame delle competenti Commissioni parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Ferri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/255.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno tocca un tema come quello delle garanzie e anche negli interventi di stamani si è parlato molto dell'estensione della possibilità di utilizzare il trojan sia per i reati contro la pubblica amministrazione, non solo commessi dai pubblici ufficiali, ma anche dagli incaricati di pubblico servizio; si è parlato di estensione del trojan nei luoghi di privata dimora, previa indicazione delle ragioni che ne giustifichino l'utilizzo. E, quindi, penso che, alla luce di questo, ci si debba porre il tema di come rafforzare le garanzie anche del diritto di difesa. In quest'ottica costruttiva si inserisce l'ordine del giorno, nell'impegnare il Governo, così come prevede tra l'altro il provvedimento, a tenere conto non solo delle garanzie giuridiche per quanto riguarda il diritto di difesa, ma anche tutto quello che ne comporta lo strumento informatico dal punto di vista informatico. E, quindi, il tema è quello di chiarire in modo trasparente come vengano realizzati questi programmi informatici e come possano essere ben delineati i requisiti tecnici. Il provvedimento demanda a decreti del Ministro della Giustizia la definizione dei requisiti tecnici dei programmi informatici funzionali alle intercettazioni mediante trojan e dice chiaramente - e questo è il tema - che dovranno avere delle caratteristiche tali da garantire affidabilità, sicurezza ed efficacia.

Per quanto riguarda l'affidabilità, è uno dei temi che, secondo me, deve riguardare e deve impegnare il Governo nella redazione di questi decreti che l'articolo 2 delinea in maniera chiara; il comma 3 dell'articolo 2 demanda a un decreto del Ministro della Giustizia la definizione di questi requisiti tecnici dei programmi informatici, che devono avere, ai sensi del comma 4, quelle caratteristiche di affidabilità a cui facevo riferimento. Quindi, dobbiamo, secondo me, anche come Parlamento porci questo tema, perché la legge non lo affronta e, quindi, non delinea i profili tecnici. Quindi, il legislatore rimanda a questo decreto ministeriale e, quindi, l'impegno che chiediamo al Governo è quello di vigilare e di controllare che siano chiariti in modo trasparente questi requisiti tecnici e che si evitino strumenti, anche perché non sappiamo poi chi li realizzerà e quindi quali società, e quindi ci vuole un controllo perché in teoria potrebbero esserci dei programmi che consentano a questo strumento, non solo di captare, che è quello giusto della funzionalità e quindi è quello l'obiettivo, però non di scaricare, per esempio, contenuti ed immagini; quindi strumenti informatici che captino, ma che non possano scaricare immagini o video provenienti dall'esterno. E, quindi, l'indagato, la persona che si vede inserire questo captatore informatico, deve avere la certezza, l'affidabilità e la sicurezza che lo strumento non possa immettere altri tipi di immagini dall'esterno, ma solo captare. Quindi, è un tema giuridico, ma anche informatico, di grande affidabilità e con la necessità appunto di chiarirlo. Penso che sia un ordine del giorno sul quale mi auguro che il Governo, in maniera costruttiva, possa dare un parere favorevole perché esso guarda a dare un contributo al decreto-legge ministeriale, tenendo conto delle regole generali che sono essenziali e che non c'entrano niente con le indagini difensive e con la ricerca della verità, ma che vogliono tutelare queste garanzie dalle quali non si possa prescindere (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Russo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/248.

PAOLO RUSSO (FI). Intanto, Presidente, grazie, e spero mi consentirà di usare anche una terminologia penalistica. C'è un'aggravante ad effetto speciale nel modo di procedere del Governo: non solo avete posto la fiducia al Senato e siete peraltro in procinto di farlo anche qui, alla Camera, su una questione di enorme delicatezza qual è il tema delle intercettazioni, ma lo avete fatto tramite un decreto-legge, dopo un rinvio che già il Governo giallo-verde aveva chiesto per volontà esplicita del Ministro Bonafede, nel luglio 2018. Eppure, penserei piuttosto che su queste materie, su queste materie che afferiscono alla libertà dell'individuo, che incidono significativamente sulla libertà di ognuno di noi probabilmente non solo non si dovrebbe utilizzare il decreto-legge, ma probabilmente su tutto quello che è la materia penalistica si dovrebbe utilizzare prudenza e magari maggioranze qualificate per garantire, per consentire che quella riflessione tipica del Parlamento, tipica di una democrazia parlamentare possa produrre non il migliore risultato per una parte, non l'affermazione di un percorso ideologico, non l'individuazione di un disegno che è il frutto della propria avversione nei confronti dell'uomo e delle imprese, ma che si possa celebrare, attraverso il confronto, attraverso il dialogo, attraverso l'azione e l'esercizio libero del Parlamento un punto di equilibrio che poi rappresenta anche quel necessario compromesso utile a garantire la libertà di ognuno ed utile a garantire l'esercizio della funzione penale. Il caso più eclatante è stato il compromesso sull'articolo 270 del codice di rito, il quale ha dato vita ad un testo che addirittura lascia aperta la possibilità di intercettazioni a strascico, in modo indiscriminato e non pone quel minimo di rigore, ribadito in modo assolutamente chiaro anche dalla sentenza n. 51 del gennaio di quest'anno, secondo cui i reati devono essere connessi a norma dell'articolo 12 del codice di procedura penale, e non semplicemente collegati. Su questo non solo vi limitate al collegamento, ma di fatto con l'inserimento della congiunzione “e” unite le due ipotesi, al punto tale da far rientrare dalla porta d'ingresso principale tutto ciò che è uscito dalla finestra, in disprezzo e contro quanto ripetutamente affermato dalla Corte di cassazione. Ciò fa parte di una cultura che ormai si ispira a quel rigore, a quel giustizialismo che non voglio definire forcaiolo, perché sarebbe di per sé un abuso di aggettivazioni, ma questo è perché trae origini da ciò che avete voluto imporre nella legge n. 3 del 2019, cioè nella vostra legge bandiera che è il “decreto” – presunto – “Spazzacorrotti”.

Equiparate dal punto di vista dell'offensività penale reati di terrorismo a reati contro la pubblica amministrazione; l'uso improprio di un fotocopiatore è uguale come gravità di fatto al terrorismo, alla mafia e a tali reati. L'elenco sarebbe lungo: con lo “Spazzacorrotti” avete inasprito le pene; avete previsto pene interdittive perpetue e avete previsto l'agente provocatore e l'uso del trojan e adesso, in questo decreto-legge, consentite l'uso del captatore informatico non solo per i reati commessi da pubblici ufficiali ma anche dagli incaricati di pubblico servizio. C'è anche un lodo sulla questione prescrizione: l'abbiamo visto in questi giorni ma è di assoluta evidenza che per voi l'insegnamento di Salvatore Satta significa pena per tutti e processo senza fine. Questo è il manifesto che lascia il Governo rispetto al quale ci auguriamo che sia il primo passo per spedirvi a casa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Legnaioli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/92.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, come certamente saprete la modifica recata all'articolo 268 del codice di procedura penale dal comma 1, lettera e) dell'articolo 2 del provvedimento di cui stiamo discutendo prevede che, una volta scaduto il termine per l'esame degli atti da parte dei difensori, parta l'apposito procedimento incidentale finalizzato alla cernita ed alla selezione del materiale probatorio nell'ambito di un'apposita udienza camerale. In questa fase il decreto-legge specifica che lo stralcio può riguardare, oltre le registrazioni di cui è vietata l'utilizzazione, anche quelle che riguardano categorie particolari di dati personali, sempre che non ne sia dimostrata la rilevanza, e che alle operazioni di stralcio possono partecipare sia il pubblico ministero che i difensori. Questi ultimi possono estrarre copia delle trascrizioni integrali delle registrazioni disposte dal giudice e possono far eseguire la loro copia su idoneo supporto o carta. La Lega in questo senso ritiene però che si debba stabilire come, ai fini della dimostrazione della rilevanza, il difensore possa riservarsi di depositare, nei successivi quindici giorni dalla scadenza del termine fissato per l'esame degli atti, l'elenco delle ulteriori registrazioni da lui ritenute rilevanti e di cui chiede copia. Per questo, onorevoli colleghi, abbiamo presentato questo ordine del giorno. Il Governo dovrebbe impegnarsi affinché, ai fini della dimostrazione della rilevanza delle conversazioni o dei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche, il difensore possa riservarsi di depositare, nei successivi quindici giorni dalla scadenza del termine fissato per l'esame degli atti, l'elenco delle ulteriori registrazioni da lui ritenute rilevanti. Si tratterebbe di una modifica importante ed utile che non stravolgerebbe il testo nella sua parte di merito ma anzi darebbe la possibilità al provvedimento di migliorare sensibilmente. È un segnale che speriamo il Governo colga con favore e nel solco dello spirito di collaborazione che ci sta contraddistinguendo, come avrete potuto vedere anche per la questione del Coronavirus, esattamente come ha fatto e sta facendo il nostro segretario Matteo Salvini su un'emergenza sanitaria in corso nel nostro Paese: proporre una serie di proposte utili, necessarie e doverose finalizzate non a fare polemica ma a costruire e proporre come sempre nello stile del nostro segretario, come sempre fa il nostro movimento della Lega e come facciamo noi qui oggi con l'ordine del giorno per fare meglio, per fare di più per il nostro Paese e per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Ruffino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/170.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, Presidente. In quest'Aula risuona il tema delle intercettazioni ambientali, dell'attivazione di microfoni presso il luogo di lavoro, presso il domicilio, nelle nostre case, dove vivono le nostre famiglie e, poi, il grande punto interrogativo, l'utilizzo dei risultati in procedimenti penali, magari, diversi, rispetto al quale l'intercettazione è stata autorizzata. Così, colleghi, vi sono costi ingenti, personale dedicato distolto da compiti importanti, quali garantire la sicurezza. Bisogna avere tutto sotto controllo: telefoni, casa, computer, uffici, eppure, forse, avremmo bisogno di altro.

Chiediamoci, poi, come avverrà la pubblicazione delle intercettazioni. Dovrà essere suggestiva, per catturare l'attenzione? Il personale dovrà essere formato, speriamo meglio dei nostri, anzi, dei vostri famosi navigator, queste nuove figure che costellano il futuro degli italiani. Intravedo una débâcle già registrata nelle precedenti amministrative; signor Presidente, colleghi, noi abbiamo avuto dei comuni che sono andati alle elezioni, soprattutto nei piccoli comuni, senza avere neppure una lista, questo ci sta, o un candidato sindaco, questo ci fa capire quanto sia complessa la realtà che sta fuori da quest'Aula e quali siano i veri, reali bisogni, non certamente questo, un provvedimento nuovo che farà fuggire chi avrà voglia di avvicinarsi alla straordinaria esperienza che è quella di amministrare un ente locale.

La percezione che diamo sulle intercettazioni è quella di un'Italia stanca, priva di prospettive per il futuro dei giovani, di una Italia accessoriata a spiare, a controllare, a intercettare. Ma perché avviene tutto questo, perché questo provvedimento e non piuttosto un impegno enorme a smaltire i troppi tavoli di crisi che non arrivano mai a nessuna conclusione? Perché non si lavora celermente e alacremente ad avviare i cantieri che languono da anni, a presentare vere e reali misure per il rilancio, a innovare dei settori che stanno, oggi, e lo vediamo con, direi, il colpo letale del Coronavirus, esalando gli ultimi respiri? Possiamo anche pensare che questo nostro Stato faccia paura; vi dico anche questo pensiero, io arrivo dalla montagna, la mia valle è composta di piccoli comuni, di una realtà molto particolare e pensate quanto è bello ed interessante andare a parlare sulle nostre montagne a chi, come dire, lavora con le greggi e ha grandi problemi, del trojan, guardate, pare una terribile burla carnevalesca che non verrà assolutamente compresa. Ma, purtroppo, sta diventando un'amara realtà ed, allora, nell'ordine del giorno chiedo che almeno venga assolto l'obbligo che si chiede al Governo di presentare ogni anno, entro il 31 gennaio, una relazione contenente i dati relativi all'applicazione dell'anno precedente in materia di intercettazioni, conversazioni o comunicazioni. Potremo almeno leggere questi risultati e, magari, potremo commentarli, se sarà ancora possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Marchetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/49.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI (LEGA). Grazie, Presidente. Io non so se ci rendiamo conto realmente di quello che stiamo facendo, perché già la “riforma Orlando”, che, per certi versi, era controversa e noi l'abbiamo anche contestata a suo tempo, aveva sdoganato l'utilizzazione del trojan, però l'aveva fatto con un criterio, con una logica, con una ratio, che era quella di dire: utilizziamo questo sistema così invasivo solo ed esclusivamente per i reati che riguardano mafia e terrorismo.

Bene, c'è una logica in tutto questo, considerando che il trojan entra nelle nostre vite, entra all'interno dei nostri dispositivi mobili e, ora, anche all'interno delle abitazioni ed è in grado di captare qualsiasi cosa, qualsiasi conversazione, qualsiasi messaggio, anche quelli delle chat decriptate. Peraltro, tutti sanno oramai che le associazioni criminali, i delinquenti, utilizzano dispositivi che non hanno Internet, che sono come i telefoni di una volta, dove il trojan non è neanche possibile inserirlo; pertanto, questa cosa che stiamo portando avanti, questo provvedimento che voi state portando avanti, serve solo ed esclusivamente come trappola per i nostri amministratori locali, per i nostri sindaci, i nostri assessori e i nostri consiglieri regionali che già oggi rischiano e ogni volta che fanno una delibera, si fanno il nome del padre, perché non sanno cosa succederà e noi stiamo portando avanti questo, stiamo mettendo in difficoltà tutti quegli operatori e quei sindaci.

Allora, io dico: ragioniamoci, fermiamoci finché siamo in tempo, anche perché, prima, quando si utilizzavano il trojan o, comunque, le intercettazioni, ciò veniva fatto per uno specifico reato; oggi, se durante i 72 giorni o settimane in cui si intercetta una persona dovesse emergere un altro reato, la procura può aprire un altro fascicolo. Quindi, rendiamoci conto di quello che stiamo facendo, perché, lo ribadisco, chi delinque non utilizza i dispositivi che tutti noi utilizziamo. Quei dispositivi li utilizzano solo ed esclusivamente le persone perbene e con questa legge noi le andiamo a mettere in difficoltà.

Poi, capisco il Partito Democratico, io questo lo capisco; loro, non hanno amministratori locali, non hanno consiglieri regionali, ma dal PD, che comunque è una forza responsabile e che è sempre stata garantista ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, ci saremmo aspettati che avesse detto “no” a questa follia che è chiara ed è a firma grillina, fatta solo ed esclusivamente per questa motivazione. Comunque, con questo ordine del giorno intendiamo, pertanto, impegnare il Governo a garantire, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, l'elaborazione e la successiva diffusione di dati statistici relativi alla sua occupazione, con particolare riferimento alle indagini sui reati contro la pubblica amministrazione che, per la prima volta, vengono inseriti tra quelli per cui è possibile avvalersi delle intercettazioni, perché tale possibilità è stata aperta non solo ai pubblici ufficiali, ma anche agli incaricati di pubblico servizio, cioè, intendiamo, paradossalmente, anche il guardiano del cimitero, perché anche quello è un incaricato di pubblico servizio. Ci rendiamo conto di dove siamo andati ad aprire? E, poi, ricordiamoci che le procure delegheranno aziende private, agenzie private per inserire i trojan nei nostri cellulari e quelle agenzie non solo potranno recepire quello che noi diciamo o scriviamo, ma potranno anche inserire nei nostri cellulari qualcosa, non so, documenti, fascicoli, fogli; questa è una cosa, secondo me, folle.

Io, quindi, dico: pensiamoci; ed è chiaro, come dicevano prima moltissimi colleghi, che non appena torneremo al Governo di questo Paese toglieremo, con un colpo di spugna, questa follia che state perpetrando e che è l'ennesima follia di questo Governo, unito solo ed esclusivamente per le poltrone e per il potere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il collega D'Ettore ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/219.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, solo in questa fase della discussione degli ordini del giorno siamo in grado di approfondire temi e di dare suggerimenti, quelli che ancora questo Governo vorrà prendere da un nostro sforzo anche d'impegno parlamentare. Non credo che ci sarà un grande ascolto, però io ci provo, come faccio sempre e spero che il sottosegretario, oltre che per il cellulare, abbia anche l'interesse per l'Aula e possa anche, da qualcuno di noi, non certo da me, ma da tanti altri colleghi, apprendere qualcosa. Fa sempre bene, si apprende sempre. Io non ho mai attaccato il Ministro Bonafede in Aula, non ho mai cercato di aggredire sul piano personale, ma ho sempre scelto la via della ragionevolezza e, quindi, spero che ancora ci sia questa volontà di ascoltare.

Diritto alla riservatezza, privacy, intimità della vita privata, vita esistenziale, il captatore informatico, con queste norme che voi avete proposto, incide in maniera decisa anche sull'aspetto più recondito della vita esistenziale, su valori e principi costituzionali che stabiliscono la tavola dei valori costituzionali di tutela della persona. Le modalità non definite di utilizzo del captatore informatico, la vastità della possibilità di utilizzo, rendono questo strumento sicuramente in grado di aggredire valori e principi che attengono ai diritti della persona.

I diritti della persona, quando si va all'università - la giurisprudenza e non solo - sono il primo argomento. È uno dei primi argomenti, quello dei diritti della personalità, di cui si parla. Ascoltate, ascolti, sottosegretario. Qui nessuno vuole impedire che si svolgano indagini, che si approfondiscano i temi di un'inchiesta giudiziaria, che si prevengano i reati e si reprimano i reati. Qui il tema, però, deve, nello stesso tempo, andare di pari passo con quella che è una giurisprudenza costituzionale, un portato di una cultura giuridica italiana ed europea, che ha costruito sulla riservatezza, sull'intimità nella vita privata, sulla vita esistenziale, sulla vita di relazione, non uno strumentario, ma una serie di diritti, una molteplicità di diritti e di doveri che attengono alla personalità umana.

Il valore della persona è immanente al sistema, non ha bisogno di riconoscimenti. È la legge che è sottoposta al principio costituzionale del valore della persona. L'immanenza del valore della persona significa che, anche senza nessuna norma sulla privacy, c'è un dovere giuridico di astensione, da parte di tutti, anche dell'ordinamento, di aggredire, se non nei momenti e per i profili che, nella trama costituzionale - questo è previsto -, richiedono una reazione e una possibilità di incidere e di influire.

Valore immanente al sistema, dovere giuridico di astensione, rivolto a tutti, anche ai pubblici poteri. E io mi domando se un soggetto è indagato per abuso d'ufficio, la fattispecie dell'abuso d'ufficio, l'articolo 323 del codice penale, è amplissima: quindi qualsiasi attività amministrativa può incorrervi, in qualsiasi attività si può compiere l'abuso d'ufficio o qualsiasi altro reato connesso all'attività amministrativa, che ci può essere. Ebbene, col captatore informatico, se l'abuso di ufficio è correlato a un'altra fattispecie di reato, se c'è un'altra fattispecie corruttiva o se l'ipotesi può essere quella corruttiva, che poi degrada invece in una ipotesi di abuso d'ufficio, comunque il captatore intanto si utilizza. E come no! Si legga bene la norma: si utilizza su tutto. E, utilizzando il captatore informatico, si va ad incidere sulla vita delle persone.

Voi sorridete, anche lì, nei banchi della maggioranza. Voi non sapete qual è la cultura giuridica italiana! Voi non siete in grado di agire su quella cultura! Voi non potete, con queste norme, arrogarvi il diritto di superare un portato costituzionale, un approfondimento dottrinale e giurisprudenziale! Voi siete dei fabbri, che non possono toccare queste materie! Non sapete toccarle! E non è un'offesa, è una constatazione, che non è mia, è di tutta la dottrina giuridica italiana. Voi non sapete quello che fate!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ettore…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). E incidete in maniera maligna su un settore che non è alla vostra portata, perché non capite niente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ettore. “Non capite niente” è un giudizio che si conservi in altre occasioni.

L'onorevole Liuni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/65.

MARZIO LIUNI (LEGA). Presidente, il delicato argomento, ci trova a dir poco perplessi, per la gestione di tutti i dati che verranno raccolti da queste società private, che oggi, a lor dire, non sono in grado di garantirci la giusta riservatezza l'utilizzo e la gestione di questi dati, e per le procure, che non sono attrezzate anche loro a gestire archiviazioni e utilizzo di questi dati.

Premesso che l'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12 prevede che, entro il ventesimo giorno dalla data di inizio di ciascun anno giudiziario, il Ministro della Giustizia rende comunicazione alle Camere sull'amministrazione della giustizia dell'anno precedente, nonché sugli interventi da adottare, ai sensi dell'articolo 110 della Costituzione, e sugli orientamenti e i programmi legislativi del Governo in materia di giustizia per l'anno in corso, questo ordine del giorno vuole impegnare il Governo a prevedere che il Ministro della Giustizia, nell'ambito della Relazione sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n 12, riferisca altresì in merito alla gestione delle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Dall'Osso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/184. Può parlare da lì, onorevole Dall'Osso. No, non si intende che abbia rinunciato.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, chi di voi è stato a Siracusa ha certamente visto l'orecchio di Dionisio. Narra la leggenda che un tiranno fosse solito rinchiudere gli oppositori all'interno di quella caverna e gli oppositori pensavano di essere finalmente lasciati in pace, almeno in carcere. Ma così non era. Nonostante fossero rinchiusi lì, comunque erano spiati e il tiranno, tramite un canale, molto nascosto, poteva continuare ad ascoltare le loro conversazioni e anche a prendere gli altri suoi oppositori. Voi state facendo peggio di Dionisio.

Secondo la società Max Planck, in Italia ci sono 76 intercettazioni ogni 100 mila abitanti; la Francia ne ha 23 ogni 100 mila; la Germania 15; il Regno Unito 6; gli Stati Uniti hanno 0,5 intercettazioni ogni 100 mila abitanti. Siamo, in assoluto, il Paese più spiato al mondo. C'è qualcosa che non va, altro che Dionisio.

Tutto questo dibattito è avvenuto in un clima surreale. Quanto al metodo, abbiamo avuto due settimane di lavoro. Avevamo rinunciato a quasi tutti i nostri emendamenti, con l'evidente scopo di aiutarvi a migliorare il testo. Avevamo dato spazio alle vostre continue richieste di rinvio, di sospensione, di ripensamento, di chiarimento, con tanta pazienza. Pur essendo opposizione, abbiamo cercato di dare un contributo per migliorare questo decreto-legge in esame, ma non avete accolto neppure un emendamento delle opposizioni. E avete anche sbagliato. Ci avete pure bocciato un emendamento, poi vi siete accorti che invece vi serviva e, allora, ci avete chiesto di rivotarlo di nuovo. E tutto perché nel leggere il contenuto degli emendamenti vi siete limitati a leggere il nome di chi li aveva firmati. Altro che la legge è giusta o sbagliata.

Quanto al merito, ci avete raccontato che il provvedimento in discussione è a invarianza finanziaria. A invarianza finanziaria, Presidente. Io sono un ingegnere elettronico, ma si rende conto, a invarianza finanziaria? Ci sono server nuovi, appalti per incrementare le intercettazioni, a causa dell'aumento dei reati per i quali potranno essere previste la custodia e l'archiviazione dei file, il trasferimento dei dati, e mi volete, ci volete, far credere che tutto questo è a costo zero? Non voglio dirvi quanto vi costa la piattaforma Rousseau. Ma quella è solo un server, qui si parla non di server, di archiviazione file. Lo vedremo, quando il decreto in esame sarà impugnato per l'incostituzionalità e sarà spazzato via, esattamente come è accaduto per altre leggi fatte coi piedi.

Vi avevamo chiesto di mettere almeno in sicurezza le intercettazioni telefoniche telematiche, vietandone ogni diffusione, prima di una sentenza di condanna definitiva, come dovrebbe succedere in ogni Paese civile, in cui i processi si fanno in tribunale, non nelle edicole o nei talk show. Niente da fare. Avete permesso la diffusione di qualsiasi intercettazione, anche la più intima e personale, anche quella che non è relativa ai fatti d'impugnazione, prima del processo e prima della sentenza definitiva passata in giudicato. Questo provocherà quello che già sta accadendo, e cioè persone rovinate per sempre dai processi fatti sui giornali e sulle edicole. Avete sentito anche voi, cari colleghi, perché le avevate anche voi le orecchie, non solo quelle di Dionisio, che a causa di “problemi tecnici” - cito tra virgolette – “non è garantita la genuinità e l'attendibilità di quanto oggetto d'intercettazioni”. Ma stiamo realmente scherzando? Con il rischio di vanificare interi processi per mafia e terrorismo, da una parte, oppure di condannare innocenti, dall'altra. E voi, a cuor leggero, votate questo decreto-legge. State veramente scherzando. Qualunque avvocato di provincia - qualunque - farà cadere interi processi sulla base di questo mero rilievo.

Ci è stato detto che i trojan possono anche fare upload, cioè upload significa caricare, lo dico per chi non parla inglese…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dall'Osso.

MATTEO DALL'OSSO (FI). No, no, no, onorevole Dall'Osso niente, mi fa finire.

PRESIDENTE. No, onorevole Dall'Osso. Lei ha finito il suo tempo, non: “onorevole Dall'Osso niente”!

L'onorevole Lolini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/64.

MARIO LOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Nel nostro ordine del giorno si sottolinea che durante l'esame del provvedimento è stata evidenziata la carenza, negli uffici delle procure della Repubblica, di personale amministrativo adeguatamente preparato alla onerosa attività di gestione del server e di quella ostensione alla difese di RIT delle intercettazioni e di quanto, quindi, le nostre procure non siano adeguate strutturalmente e organizzate per affrontare le nuove disposizioni di legge, in quanto viene richiesta un'altissima specializzazione, che su gran parte del territorio nazionale ancora non è disponibile.

Allora, con questo ordine del giorno - in questo nuovo clima di perenne rivoluzione, che oggi è assimilabile a quella sovietica o cinese e ricordo che perirono le due rivoluzioni o periranno a breve per la macchinosa burocrazia, lontana dal popolo e dai suoi bisogni - noi impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di prevedere che il Ministro della Giustizia presenti alle Camere una relazione contenente la ricognizione delle strutture tecniche e informatiche in uso alle procure, nonché dei periti informatici in servizio presso le stesse, evidenziando le carenze riscontrate, pena il completo fallimento del decreto-legge che oggi andate a presentare e che sicuramente rappresenta qualcosa di obbrobrioso.

PRESIDENTE. L'onorevole Casciello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/195.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Siamo sempre più convinti che sia lungo il sentiero della giustizia che diversifica il pensiero liberale e la nostra posizione da quella di questa maggioranza e, talvolta, anche dalla parte più esasperata del populismo. Per i liberali, il baratro della giustizia è rappresentato da un innocente condannato; per voi altri evidentemente, sempre ossessionati da un colpevole non punito, la giustizia è altro. E cosa importa se poi il cittadino, una volta indagato, si ritrova in un inferno senza tempo, come accadrà con il blocco della prescrizione? E adesso è indagato e spiato in ogni suo movimento.

Ecco perché riteniamo, tra l'altro, che l'urgenza di questo decreto sia tutta da spiegare o, probabilmente, sia da spiegare solo e soltanto con questa ossessione del colpevole non punito e della via giudiziaria per la politica. L'intento espresso dal legislatore nel 2017 era quello di escludere i delitti contro la pubblica amministrazione da quelli per i quali fosse necessario indicare i luoghi e il tempo, anche indirettamente determinati, in relazione ai quali è consentita l'attivazione del microfono. Ora, invece, si realizza un triplice regime che risulta veramente dissociato con la premessa della summa divisio cronologica tra procedimenti penali iscritti prima e dopo il 1° marzo 2020. Si elimina la previsione in materia di attribuzioni della polizia giudiziaria, ampliandone il potere, con la previsione che questa non debba informare il pubblico ministero preventivamente.

In questo decreto-legge risultano lesi diversi diritti e princìpi costituzionali: il diritto di difesa e il diritto al giusto processo, articoli 24, comma 2, e 111, comma 3, primo periodo, della Costituzione, intesi entrambi nell'accezione di diritto alla contestazione della persona sottoposta a indagine di essere informata del fatto che un'indagine a suo carico è in corso. Poi, il principio di legalità, concepito qui in chiave processuale, di cui all'articolo 25, comma 2, della Costituzione, poiché il novero dei delitti richiamati dall'articolo 266 del codice di procedura penale è eccessivamente ampio.

Guardate, il problema è sempre lo stesso: il problema è di una posizione politica, il problema è, dico io, anche culturale, perché poi in questo modo si apre, di fatto, uno scenario inquietante che impone, secondo me, una riflessione non più rinviabile sull'approccio legislativo alla giustizia, ai temi della giustizia e a come il Parlamento debba intervenire sulla giustizia in modo da interrompere il corto circuito tra la politica e il sistema giudiziario. La strada più logica non può che essere una legge che preveda il voto a maggioranza qualificata per le norme penali, perché decidiamo della libertà dei cittadini e della libertà di ciascuno. Io non penso solamente a chi fa politica ma penso ai funzionari della pubblica amministrazione. Pensate anche a come questo Paese viva, tra l'altro, un momento drammatico anche e soprattutto per gli effetti sull'economia. Immaginate anche i grandi progetti che sono lì che dovrebbero partire o che possono partire: ma quale funzionario, quale dirigente è disposto oramai ad apporre la propria firma sapendo di rischiare il carcere magari per un'intercettazione continua, per un reato che di fatto viene poi assimilato ai reati di mafia nella sua accertabilità?

Tutto questo ci fa dire e mi fa ripetere che sia inderogabile la necessità di percorrere una strada diversa, perché guai al popolo che affida il proprio destino alla giustizia degli uomini. Quindi, è indispensabile immaginare che l'attenzione e gli interventi legislativi in materia di giustizia penale siano affrontati con una maggioranza qualificata per strappare alle logiche di parte un tema che riguarda la libertà di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Zoffili ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/153.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiediamo di introdurre una clausola di salvaguardia che neghi espressamente la concessione dell'autorizzazione in tutti i casi in cui le intercettazioni o le registrazioni siano effettuate nelle sedi dei partiti politici rappresentati in Parlamento o in un'assemblea o consiglio regionale, nelle sedi di organizzazioni sindacali ovvero nei confronti di giornalisti professionisti iscritti all'albo - e cito gli articoli di legge - come prescritto dall'articolo 17, comma 5, della legge 3 agosto 2007, n. 124 e successive modificazioni.

Giova ricordare, Presidente, a questo Parlamento che la Carta costituzionale riconosce al suo articolo 49 che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” e tale principio dev'essere garantito unitamente alla libera manifestazione del pensiero in tali consessi e questo vale anche per gli organi di informazione, per i giornalisti, per poter portare avanti con professionalità e con libertà il loro lavoro e, quindi, parimenti “occorre tutelare - così recita il nostro ordine del giorno - l'indipendenza dei professionisti del giornalismo nella quotidiana attività di libera informazione per evitare eventuali attacchi o arbitrarie ingerenze da parte dell'autorità giudiziaria”. Quindi, chiediamo al Governo di dare parere favorevole sul nostro ordine del giorno. Inoltre, le spese per portare questo trojan nei telefonini e negli apparati informatici degli italiani saranno ingenti. E con quello che stiamo vivendo in questi giorni noi chiediamo, Presidente, per suo tramite, al Governo, di non spendere i soldi dei cittadini per il trojan (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non spendiamo altri soldi per spiare i cittadini italiani, signor Presidente, spendiamoli in altro modo. Questo è un Governo che sta andando a trojan, sta andando a quel Paese questo Governo…

PRESIDENTE. Onorevole Zoffili…

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Ho detto trojan, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Zoffili, non mi sembra una battuta interessante, veda lei.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Questo è un suo giudizio, Presidente.

PRESIDENTE. Infatti, solo che conta questo, in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). La ringrazio, Presidente, e le porto rispetto. Non ho insultato assolutamente nessuno.

PRESIDENTE. Prego, vada avanti.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Sto richiamando il Governo, attraverso lei, sul fatto che con questo provvedimento si spenderanno soldi dei cittadini italiani per entrare nei loro letti, per entrare nelle loro case, per spiarli, e in questo momento questi soldi - e ride, ride il Governo - andrebbero spesi per gli operatori sanitari. Ieri ho parlato personalmente con gli uffici del governatore Fontana, e a ieri, come ha denunciato anche il collega Locatelli, non sono arrivate all'ospedale Niguarda 400 mila mascherine che servono ai nostri medici, ai nostri operatori sanitari. Non spendiamoli per il trojan, spendiamoli per queste dotazioni di sicurezza individuali che servono per tutelare la salute dei cittadini, in particolare quelli colpiti nelle zone rosse del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo sa, Presidente, che il fabbisogno giornaliero per regione Lombardia, per quanto riguarda le mascherine FFP3, è di 310 mila pezzi? E chissà - dopo chiamo Fontana - se sono arrivati…

PRESIDENTE. Onorevole Zoffili, restiamo sul tema, la prego.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Stiamo sul tema. Con questa legge sulle intercettazioni si spendono tanti soldi per il trojan, ma spendiamoli per i nostri operatori, anche per le imprese e per chi sta soffrendo a livello economico in questo momento difficile per il nostro Paese. Spendiamoli per i medici e gli operatori sanitari dell'ospedale di Codogno, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) sono sotto inchiesta per colpa…

PRESIDENTE. Molte grazie. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2394/14.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, rappresentanti del Governo, questo è un ordine del giorno a cui i Fratelli d'Italia tiene in particolar modo, perché tratta della violenza sessuale a danno dei minori. Le statistiche sono drammatiche, perché purtroppo la violenza a danno dei minori - fonte Istat - aumenta nella nostra Italia del 7 per cento. E purtroppo immaginate che la pedopornografia aumenta del 57 per cento, cioè i più fragili, i minori, sono coloro i quali vengono violati maggiormente, nella carne e nell'anima. È a fronte di queste ragioni, rappresentanti del Governo, che vi chiediamo di poter dare particolare attenzione a quest'ordine del giorno, perché dare attenzione a questo ordine del giorno significa proteggere i più fragili, e i più fragili sono sempre e comunque i minori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non accogliere quest'ordine del giorno per come l'abbiamo proposto significa chiudere gli occhi davanti a quelle bambine e a quei bambini che in questa nostra Italia non ricevono la giusta attenzione. Allora, se dobbiamo occuparci di procedure d'urgenza per inserire intercettazioni attraverso dei trojan, che possano doverosamente imprimere quella velocità, quella sinergia, quella tempestività che è d'obbligo proporre per tutelare i minori, beh, questo Governo dovrebbe farlo accogliendo quest'ordine del giorno di Fratelli d'Italia, accogliendo quindi la necessità di protezione, accogliendo quel dovere dello Stato che è di inserire tutte le misure possibili perché ogni bambino e ogni bambina vengano tutelati e protetti da mani adulte che fanno scempio della vita di questi minori e della loro esistenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora vi chiediamo di non chiudere gli occhi, vi chiediamo di poter doverosamente recepire quest'ordine del giorno, vi chiediamo di essere coerenti con quello che uno Stato giusto dovrebbe fare, quello di proteggere i più fragili sempre e comunque, con forza e determinazione. Ci aspettiamo questo, ci auguriamo che lo facciate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai pareri.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/2394/1 Caiata, parere favorevole con riformulazione, togliendo l'inciso “attraverso ulteriori iniziative normative”. Le preciso, Presidente, che per tutti gli ordini del giorno che hanno parere favorevole o con raccomandazione sono espunte le premesse, per tutti.

PRESIDENTE. Per tutti, sempre con riformulazione, quindi tutti con riformulazione.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Esatto. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/2 Acquaroli, oltre le premesse, sempre espungendo “attraverso ulteriori iniziative normative”, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/3 Bignami, parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/2394/4 Prisco è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/5 Mantovani è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/6 Rotelli, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/7 Delmastro Delle Vedove, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/8 Trancassini, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/9 Deidda, parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/2394/10 Frassinetti è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/11 Foti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/12 Rampelli, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2394/13 Butti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/14 Bellucci, parere favorevole con riformulazione, che vado a leggere: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre ulteriori innovazioni normative in tema di prevenzione e contrasto dei reati sessuali contro i minori anche attraverso l'inasprimento sanzionatorio e l'allargamento degli strumenti di indagine”. L'ordine del giorno n. 9/2394/15 Osnato è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/17 Luca De Carlo, parere favorevole con ulteriore riformulazione: anche “a valutare l'opportunità di”, oltre ovviamente alle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/18 Meloni, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/19 Bucalo, parere favorevole con “a valutare la possibilità di” nell'impegno.

PRESIDENTE. Sottosegretario, per non sbagliare, ma quando, per esempio, sull'ordine del giorno n. 9/2394/18 Meloni, lei mi dà un parere favorevole…

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sempre con le premesse espunte.

PRESIDENTE. Allora non è mai un parere favorevole, è sempre un parere favorevole con una riformulazione. Va bene.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, sia nelle raccomandazioni, sia nei favorevoli.

PRESIDENTE. Sì, però per comprensione da parte dei colleghi, perché favorevole con riformulazione.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Va bene. L'ordine del giorno n. 9/2394/20 Zucconi, raccomandazione con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/21 Baldini, raccomandazione con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/22 Gemmato, parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Cioè, via le premesse.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/23 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/24 Silvestroni, parere favorevole con riformulazione: tolte le premesse e inserito “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/25 Cirielli, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/26 Montaruli, parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/27 Caretta, parere favorevole con riformulazione: oltre alle premesse, espungere anche il primo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/28 Ciaburro, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/29 Varchi, parere favorevole con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/30 Maschio è accolto come raccomandazione con riformulazione, che è sempre sulle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/31 Rizzetto, parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/32 Lucaselli, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/33 Ferro, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/34 Donzelli, parere favorevole con riformulazione: sempre togliendo le premesse e mettendo “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/36 Sangregorio, parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2394/35 Mollicone è inammissibile.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/37 Tondo, parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/2394/38 Colucci è accolto come raccomandazione con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/39 Lupi, parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/40 Turri, parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/2394/41 Morrone è accolto come raccomandazione con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/42 Andreuzza, è accolto come raccomandazione con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2394/43 Paolini è accolto come raccomandazione con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/44 Locatelli, parere favorevole con riformulazione, sempre quella del precedente ordine del giorno n. 9/2394/14 Bellucci: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre ulteriori innovazioni normative in tema di prevenzione e contrasto dei reati sessuali contro i minori anche attraverso l'inasprimento sanzionatorio e l'allargamento degli strumenti di indagine”; fatta sempre salva l'espunzione delle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/45 Gobbato, stessa cosa: sempre “no” alle premesse e parere favorevole con la riformulazione che ho appena letto per l'ordine del girono n. 9/2394/44 Locatelli. L'ordine del giorno n. 9/2394/46 Bellachioma è accolto come raccomandazione con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/47 Bisa, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/48 Tateo, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/49 Marchetti, parere favorevole con riformulazione, in più la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Parere favorevole sul n. 9/2394/50 Di Muro con riformulazione. In più “valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/51 Cantalamessa con riformulazione. In più “valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/52 Gava con riformulazione. In più “a valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/53 Frassini con riformulazione. In più “a valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/54 Tomasi con riformulazione. In più “a valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/55 Fogliani con riformulazione. In più “a valutare l'opportunità di”. Parere favorevole sul n. 9/2394/56 Murelli con riformulazione. In più “a valutare l'opportunità di”.

Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/57 Giacometti, con riformulazione. Parere favorevole sul n. 9/2394/58 Alessandro Pagano, con riformulazione. Parere contrario sul n. 9/2394/59 Rixi. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/60 Viviani con riformulazione. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/61 Manzato, con riformulazione. Parere favorevole sul n. 9/2394/62 Gastaldi, con riformulazione. Parere contrario sul n. 9/2394/63 Golinelli. Parere favorevole sul n. 9/2394/64 Lolini, con riformulazione. Parere favorevole sul n. 9/2394/65 Liuni, con riformulazione. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/66 Bubisutti, con riformulazione. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/67 Loss, con riformulazione. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/68 Patassini, con riformulazione. Parere contrario sul n. 9/2394/69 Bazzaro, sul n. 9/2394/70 Bianchi, sul n. 9/2394/71 Gerardi, sul n. 9/2394/72 Coin, sul n. 9/2394/73 Cavandoli, sul n. 9/2394/74 Covolo, sul n. 9/2394/75 Tarantino, sul n. 9/2394/76 Maggioni, e sul n. 9/2394/77 Giglio Vigna; parere favorevole sul n. 9/2394/78 Bordonali, con riformulazione, parere favorevole sul n. 9/2394/79 De Angelis, con riformulazione.

Parere contrario sul n. 9/2394/80 Invernizzi; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/81 Iezzi con riformulazione; favorevole sul n. 9/2394/82 Maturi, con riformulazione; favorevole sul n. 9/2394/83 Molteni, con riformulazione, favorevole sul n. 9/2394/84 Stefani, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/85 Tonelli, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/86 Gusmeroli, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/87 Vanessa Cattoi e sul n. 9/2394/88 Cestari; favorevole sul n. 9/2394/89 Caffaratto, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/90 Comaroli, e sul n. 9/2394/91 Caparvi; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/92 Legnaioli, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/93 Eva Lorenzoni; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/94 Moschioni, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/97 Latini, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/98 Sasso, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/99 Colmellere, sul n. 9/2394/100 Formentini, sul n. 9/2394/101 Comencini, sul n. 9/2394/102 Picchi, sul n. 9/2394/103 Billi, sul n. 9/2394/104 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, sul n. 9/2394/105 Ribolla, sul n. 9/2394/106 Colla, sul n. 9/2394/107 Grimoldi, sul n. 9/2394/108 Garavaglia; favorevole sul n. 9/2394/109 Basini, con riformulazione, oltre a togliere gli impegni come gli altri, è riformulato anche in questo modo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre ulteriori innovazioni normative in tema di prevenzione e contrasto dei reati sessuali contro i minori, anche attraverso l'inasprimento sanzionatorio e l'allargamento degli strumenti di indagine”.

Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/110 Furgiuele, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/111 Maccanti e sul n. 9/2394/112 Vinci. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/113 Paternoster, con riformulazione: parere contrario sul n. 9/2394/114 Toccalini; parere favorevole sul n. 9/2394/115 Minardo, con riformulazione. In più, ulteriore riformulazione inserendo “a valutare l'opportunità di” e alla fine dell'impegno “salvo che siano rilevanti”. Accolto come raccomandazione il n. 9/2394/116 Valbusa, con riformulazione; parere favorevole sul n. 9/2394/117 Badole, con riformulazione ulteriore “a valutare l'opportunità di”. Parere contrario sul n. 9/2394/118 Parolo e sul n. 9/2394/119 Racchella; parere favorevole sul n. 9/2394/120 Raffaelli, con riformulazione, favorevole sul n. 9/2394/121 D'Eramo, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/122 Giaccone; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/123 Zicchieri, con riformulazione; parere contrario sui nn. 9/2394/124 Boniardi, 9/2394/125 Castiello, 9/2394/126 Piccolo, 9/2394/127 Pretto, 9/2394/128 Dara, 9/2394/129 Fantuz, 9/2394/130 Ferrari, 9/2394/131 Donina, 9/2394/132 Tombolato.

Parere favorevole sul n. 9/2394/133 Capitanio, con riformulazione; contrario sui nn. 9/2394/134 Lucchini, 9/2394/135 Cecchetti e 9/2394/136 Zordan; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/137 Morelli, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/138 Sutto; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/139 Vallotto, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/140 Potenti, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/141 Panizzut, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/142 Ziello, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/143 Tiramani, con riformulazione; parere favorevole sul n. 9/2394/144 Andrea Crippa, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/145 Binelli, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/146 Boldi, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/147 Lazzarini, con riformulazione; parere contrario sui nn. 9/2394/148 Benvenuto, 9/2394/149 De Martini e 9/2394/150 Foscolo; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/151 Piastra, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/152 Galli e sul n. 9/2394/153 Zoffili; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/154 Pettazzi, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/155 Saltamartini; parere favorevole sul n. 9/2394/157 Ascari, sempre con riformulazione. In più, riformulato come gli altri “impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre ulteriori innovazioni normative in tema di prevenzione e contrasto dei reati sessuali contro i minori, anche attraverso l'inasprimento sanzionatorio e l'allargamento degli strumenti d'indagine”.

Parere favorevole sul n. 9/2394/158 Brunetta, con riformulazione e ulteriormente “a valutare l'opportunità di”; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/159 Napoli, con riformulazione; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/160 Gregorio Fontana, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/161 Ruggeri; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/162 Valentini, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/163 Palmieri, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/164 Bergamini e sul n. 9/2394/165 Battilocchio; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/166 Rosso, con riformulazione; parere favorevole sul n. 9/2394/167 Mulè, con riformulazione e in più riformulazione con “a valutare l'opportunità di” nell'impegno.

Parere contrario sui nn. 9/2394/168 Costa, 9/2394/169 Ravetto, 9/2394/170 Ruffino, 9/2394/171 D'Attis, 9/2394/172 Occhiuto, 9/2394/173 Orsini e 9/2394/174 Polverini; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/175 Porchietto, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/176 Baldelli, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/178 Mandelli, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/179 Pettarin con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/180 Polidori e sul n. 9/2394/181 Germanà; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/182 Giacomoni, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/183 Ferraioli, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/184 Dall'Osso, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/185 Cattaneo, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/186 Bond, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/187 Barelli, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/188 Baratto, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/189 Pella, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/190 Anna Lisa Baroni; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/191 Aprea, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/192 Angelucci; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/193 Fiorini, con riformulazione, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/194 Prestigiacomo, accolto come raccomandazione il n. 9/2394/195 Casciello; parere contrario sui nn. 9/2394/196 Gelmini, 9/2394/197 Bagnasco, 9/2394/198 Pentangelo, 9/2394/199 Mazzetti, 9/2394/200 Nevi, 9/2394/201 Ripani, 9/2394/202 Calabria, 9/2394/203 Carrara, 9/2394/204 Sozzani, 9/2394/205 Cannatelli, 9/2394/206 Cappellacci, 9/2394/207 Cannizzaro, 9/2394/208 Fascina, 9/2394/209 Fitzgerald, 9/2394/210 Sisto, 9/2394/211 Cosimo Sibilia, 9/2394/212 Scoma, 9/2394/213 Zanettin, 9/2394/214 Cassinelli, 9/2394/215 Zangrillo, 9/2394/216 Zanella, 9/2394/217 Pittalis, 9/2394/218 Sarro, 9/2394/219 D'Ettore, 9/2394/220 Milanato, 9/2394/221 Martino, 9/2394/222 Siracusano, 9/2394/223 Cristina, 9/2394/224 Fatuzzo, 9/2394/225 Della Frera, 9/2394/226 Biancofiore, 9/2394/227 Brambilla, 9/2394/228 Vietina, n. 9/2394/229 Saccani, n. 9/2394/230 Sandra Savino, 9/2394/231 Elvira Savino; accolto come raccomandazione il n. 9/2394/232 Squeri, con riformulazione; parere contrario sul n. 9/2394/233 Santelli; parere contrario, inoltre, sugli ordini del giorno nn. 9/2394/234 Rotondi, 9/2394/235 Tartaglione, e 9/2394/236 Rossello; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/237 Perego di Cremnago, con riformulazione; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/238 Fasano, con riformulazione; parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2394/239 Cortellazzo e sull'ordine del giorno n. 9/2394/240 Musella.

Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2394/241 Caon e sull'ordine del giorno n. 9/2394/242 Casino; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/243 Labriola, con riformulazione; parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2394/244 Versace; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/245 Novelli, con riformulazione, accolto come raccomandazione, l'ordine del giorno n. 9/2394/246 Vito, con riformulazione, accolto come raccomandazione, l'ordine del giorno n. 9/2394/247 Maria Tripodi, con riformulazione, accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/248 Paolo Russo, con riformulazione; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2394/249 Spena, con riformulazione, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2394/250 Marrocco, con riformulazione; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/251 Mugnai, con riformulazione, accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/252 Carfagna, con riformulazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2394/253 Marin, con riformulazione, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2394/254 Bartolozzi, con riformulazione; accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/255 Ferri, con riformulazione, , accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2394/256 Bendinelli, con riformulazione; parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2394/257 Angiola.

PRESIDENTE. Perfetto.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Devo poi leggere una riformulazione all'ordine del giorno n. 9/2394/254 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Prego.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Oltre all'espunzione della premessa, “ad adottare ogni iniziativa volta a monitorare l'andamento delle spese per le intercettazioni e a riferire sul punto alle Camere”.

PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario, è stato un lavoro molto ordinato.

Ordine del giorno n. 9/2394/1 Caiata, accettate la riformulazione? Collega, accetta la riformulazione? Onorevole Caiata? L'onorevole Caiata non c'è. L'ordine del giorno decade? Va bene, accettata. Bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/2 Acquaroli, accetta la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/3 Bignami, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/3 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2394/4 Prisco, accolto come raccomandazione: va bene? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/5 Mantovani, va bene, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2394/6 Rotelli, va bene, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/7 Delmastro Delle Vedove, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/7 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/8 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/9 Deidda. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, brevemente, perché non capisco il parere contrario ad un ordine del giorno che prevede ulteriori iniziative normative sulla totale inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni realizzate in ogni stato e grado del procedimento con programmi non conformi ai requisiti di sicurezza previsti pure dal decreto-legge. Questo mi permette anche di lanciare il grido d'allarme che arriva sulla smobilitazione che avviene in molti uffici della Polizia postale: quelli che sono i nostri agenti che sono deputati al controllo delle frodi informatiche, della pedopornografia, di tutte quelle intercettazioni che, appunto, servono poi ai fini dell'indagine.

Non tratterò oggi la Sardegna, ma prendo ad esempio l'ufficio della Polizia postale di Modena, una delle province più popolose, dove in quell'ufficio sono solamente in tre agenti, che non possono prendere ferie, non possono dividersi il lavoro, ma devono stare 24 ore sempre all'opera senza darsi peraltro il cambio. Queste le condizioni in cui operano gli agenti, e questo di Modena è l'esempio di tanti uffici della Polizia postale. Qui noi prevediamo norme, approviamo leggi, e poi non ci curiamo di quelli che sono gli agenti della Polizia o delle forze dell'ordine che devono operare. Peraltro, questo è un altro provvedimento in tema di giustizia, quando ci sono problematiche dei tribunali, problematiche dei vari uffici giudiziari che gridano vendetta, e, purtroppo, da due anni non vengono risolte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/9 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/2394/10 Frassinetti, accolto come raccomandazione, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/11 Foti, accolto come raccomandazione, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/12 Rampelli, parere favorevole, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/13 Butti, accolto come raccomandazione, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/14 Bellucci, parere favorevole, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/15 Osnato, accolto come raccomandazione, purché riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, mi rivolgo al Governo per suo tramite. Abbiamo cercato di farvi capire in ogni modo e maniera che questo decreto-legge, sul quale è stata posta l'ennesima fiducia, non ci convince: non ci convince sulla disciplina delle intercettazioni, non ci convince sulla disciplina delle conversazioni e nemmeno sulla disciplina delle comunicazioni. Non ci convince, perché è il solito provvedimento fatto in fretta e furia per mettere una bandiera su qualcosa, non si sa mai cosa, per cantare l'ennesima vittoria, che, però, percepite solo voi, come è stato lo “Spazzacorrotti”, la corruzione ancora esiste, come è stato il reddito di cittadinanza che doveva eliminare la povertà e, invece, è stata eliminata solo la voglia di lavorare; come è stato per tutti i provvedimenti che avete portato avanti non per cambiare la vita degli italiani, perché, se foste sicuri di questo, avreste dato la parola agli italiani. E voi sapete bene che i vostri provvedimenti non piacciono a nessuno, per questo i sondaggi calano in maniera, per voi, vertiginosa. Quindi, Presidente, anche questo provvedimento non fermerà le criminalità organizzate, non fermerà il terrorismo, non fermerà il malaffare politico. Questo provvedimento avrà come risultato solo esiti catastrofici nel nostro procedimento penale. E se noi chiediamo ordini del giorno, non è perché ci piace fare gli ordini del giorno, ma semplicemente perché avete bloccato quegli emendamenti presentati con il solo intento di offrire al popolo italiano una legge degna di questo nome. L'intercettazione con il trojan, cioè quel microfono che, quando entra nel mio telefono, ascolta tutto quello che dico, è una questione molto complessa. Voi date questo microfono - quindi, la mia vita personale - in mano a società private e, attenzione, con il trojan, quelle società private possono non solo ascoltare tutto, possono inserirsi nel mio telefono, mandare messaggi a mio nome, possono mandare documenti a mio nome. Allora, vedete, quando noi di Fratelli d'Italia sappiamo che questo strumento è in mano alle procure, non ci facciamo problemi, perché è lo Stato che controlla questo strumento. Quando, invece, lo strumento lo detengono i privati, noi chiediamo semplicemente con quali garanzie. Per questo chiedo al Governo che preveda misure realmente efficaci da adottare al fine di tutelare la sicurezza e la riservatezza dei dati personali presenti negli archivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, lo dico su questo ordine del giorno, ma vale anche per altri: nel momento in cui noi approviamo un provvedimento, ovviamente, valgono tutti i voti. Mi rivolgo ai due sottosegretari: ovviamente, ci sarà un voto che esprimeremo su questo decreto-legge, nonostante, personalmente, io abbia molte perplessità, però, poi, rimangono agli atti anche i voti su ordini del giorno di indirizzo. Siccome ho visto che il sottosegretario è intervenuto dando dei pareri favorevoli o raccomandazioni con delle riformulazioni, evidentemente considerando il tema oggetto dell'ordine del giorno, a prescindere dalle premesse, un tema che ha un suo interesse e rilevanza, suggerirei di stare attenti. Quindi, suggerirei al Governo, magari, di fare una riflessione su questo ordine del giorno in particolare, magari proponendo una riformulazione, a valutare l'opportunità di, una raccomandazione, quello che si vuole, perché, sennò, oggi, noi, signor Presidente - lo dico ai sottosegretari -, bocciamo un ordine del giorno che ha il fine di tutelare la sicurezza e la riservatezza dei dati personali presenti nell'archivio. Io mi rivolgo al Governo: possiamo davvero noi portare l'Assemblea a un voto esplicito che significherebbe che non ci interessa che la riservatezza e la segretezza delle conversazioni in archivio siano tutelate? Io capisco, sono tanti ordini del giorno, si va per approssimazione, si fa tutto insieme, ma su alcuni voti, poi, rimane la forza di un voto negativo su un ordine del giorno di questo tipo. Mi sembrerebbe obiettivamente eccessivo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Non so se il Governo ritiene di intervenire. Onorevole Giorgis, prego.

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiederei di accantonare per un momento questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, lo accantoniamo per un momento. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/17 Luca De Carlo, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/18 Meloni, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/19 Bucalo, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/20 Zucconi, raccomandazione con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/21 Baldini, raccomandazione con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/22 Gemmato, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/23 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/24 Silvestroni, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/25 Cirielli, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/25 Cirielli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/2394/26 Montaruli, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/27 Caretta, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/28 Ciaburro, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/28 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/2394/29 Varchi, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/30 Maschio, raccomandazione con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/31 Rizzetto, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. No, sottosegretario, non accetto la riformulazione, perché ritengo, anche sulla scorta di quanto ascoltato dal collega di Fratelli d'Italia Galantino prima e, tra l'altro, di quanto detto dal collega Giachetti, che questo è un ordine del giorno su cui, secondo me, non serve fare alcuna riformulazione, nel senso che è un ordine del giorno che - lo ricordavano prima altri colleghi - riguarda il cosiddetto diritto alla difesa.

Se le intercettazioni in questo caso non sono rilevanti ai fini delle indagini, noi vogliamo evitare che ci sia l'esistenza di tali atti del provvedimento di cui soltanto il PM e, evidentemente, il giudice sono a conoscenza, pregiudicando quella che è la funzione primaria, di fatto, del processo, ossia l'accertamento di ogni elemento raccolto per stabilire colpevolezza o innocenza. Attenzione, colleghi, qui stiamo trattando di un tema di fondamentale e rilevante importanza rispetto alla cosiddetta fuga di notizie che, molto spesso, ammazza mediaticamente una persona, per poi, evidentemente, essere ricusata dopo qualche tempo.

Vede, Presidente, sempre nell'ottica di garantire il diritto alla difesa, ritengo che sia, tra l'altro, di dubbia opportunità la norma che stabilisce che il materiale depositato al PM resti a disposizione della difesa entro il termine stabilito dallo stesso PM e venga, quindi, escluso che la prerogativa riconosciuta al PM, che concerne il materiale intercettato, non comprima lo stesso diritto alla difesa. È un po' ingarbugliata, lo sappiamo, questa materia, questo tema, però, a questo punto, chiedo l'accantonamento al Governo, perché non accetto alcuna riformulazione su quello che è un diritto, che è il diritto alla difesa. Quindi, non accettando le riformulazioni in questo senso e accostando, di fatto, questa proposta di ordine del giorno, anche in parte, a quanto ricordato dal collega Galantino prima, chiedo che l'Aula si esprima su un tema fondamentale che, una volta che siamo andati avanti con il provvedimento, resta soltanto un ordine del giorno. Qui, Presidente, non significa essere più o meno garantisti: qui significa andare a garantire che le intercettazioni che sono depositate non possano né debbano essere alla mercé di tutti. La ringrazio, lo mettiamo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/31 Rizzetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/32 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/33 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/34 Donzelli c'era un parere favorevole con riformulazione. È accettata? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/36 Sangregorio c'era un parere favorevole con riformulazione, va bene? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/37 Tondo c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/37 Tondo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

L'ordine del giorno n. 9/2394/38 Colucci era accolto come raccomandazione, con riformulazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/39 Lupi c'era un parere favorevole, con riformulazione, va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/40 Turri, su cui vi era un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Nel mio intervento precedente, nell'illustrazione dell'ordine del giorno, ho già detto come le procure non abbiano strumenti tecnologici adeguati in materia di intercettazioni - sulle quali, si guardi bene, noi non siamo contrari in termini assoluti, anzi riteniamo possano essere un valido strumento di ricerca della prova -, ma come questo decreto non si preoccupi minimamente, non si mette un euro, per adeguarle le strutture che sono all'interno delle procure. Per fare capire meglio quale sia la situazione nella maggior parte delle procure, come è stato detto direttamente dai pubblici ministeri di alcuni tribunali: non hanno archivi digitali, le intercettazioni vengono acquisite da società terze, private, e molte volte, non essendoci un archivio digitale, la trasmissione avviene attraverso… i materiali vengono salvati attraverso dei DVD che vengono consegnati direttamente a mano alle procure.

È stato detto e ridetto bene o male da chi mi ha preceduto ed è intervenuto, come venga ampliato lo spettro dell'intercettazioni: potranno essere sottoposti ad intercettazioni e/o captazione, oltre ai pubblici ufficiali, anche gli incaricati di pubblico servizio; anche qui la definizione non c'è, la definizione non è molto circoscritta e, quindi, è soggetta anche ad interpretazione su quali siano gli incaricati di pubblico servizio. E ancora, le intercettazioni potranno essere eseguite con gli strumenti, cosiddetti trojan, che potranno carpire conversazioni, e non solo conversazioni, anche comunicazioni, quindi di fatto qualsiasi cosa, messaggi, immagini, riprese video, localizzazione della posizione, potranno essere acquisiti dati di ogni natura, anche le password personali. Ecco che allora l'utilizzo dei trojan dove doveva essere disciplinato in modo specifico, e non con un intervento quale quello previsto dal provvedimento in esame, dove ci si limita invece ad estendere all'utilizzazione del captatore informatico la disciplina prevista per le intercettazioni telefoniche.

Da qui la necessità di prevedere una definizione normativa del captatore informatico, il cui utilizzo non può in alcun modo essere assimilato all'attività di intercettazione.

L'assenza di una regolamentazione specifica dell'alto potere invasivo di questi strumenti mette a rischio diritti costituzionalmente garantiti, quali quello inerente alla libertà e alla segretezza della comunicazione, riconosciuto come connaturale al diritto della personalità, definiti inviolabili dall'articolo 2 della Costituzione.

La particolare invasività dei “software spia” e la loro attitudine a degenerare in strumenti di sorveglianza massiva meritava certamente un supplemento di riflessione in ordine all'estensione dell'ambito applicativo di tale strumento investigativo, che, a mio avviso, dovrebbe invece restare eccezionale. È significativo che la Corte Costituzionale tedesca, con alcune sentenze, ha censurato la disciplina delle intercettazioni mediante trojan per violazione del principio di proporzionalità, che imporrebbe la limitazione di mezzi di prova così invasivi e del ricorso dunque eccezionale ai soli casi nei quali siano effettivamente indispensabili per la tutela dei beni giuridici primari, quali la vita e l'incolumità, con l'adozione di misure tali da circoscriverne l'impatto anche su terzi. Con questo provvedimento, invece, fate l'esatto contrario, estendendo a dismisura l'utilizzo di questi strumenti. Capisco la difficoltà oggettiva del Governo ad accogliere il mio ordine del giorno, visto che, con queste modalità, non vi possono essere strumenti di tutela. Chiedo, in ogni caso, che il mio ordine del giorno venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/40 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

L'ordine del giorno n. 9/2394/41 Morrone era accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/2394/42 Andreuzza va bene.

L'ordine del giorno n. 9/2394/43 Paolini va bene… no? Mi scusi, onorevole Paolini, seguivo l'indicazione del suo gruppo. Prego… rinuncia? Sull'ordine del giorno n. 9/2394/44 Locatelli vi era un parere favorevole con riformulazione, va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/45 Gobbato il parere era favorevole come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/46 Bellachioma il parere era favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/47 Bisa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/47 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/48 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/49 Marchetti vi era un parere favorevole con riformulazione, così come sugli ordini del giorno n. 9/2394/50 Di Muro, n. 9/2394/51 Cantalamessa, n. 9/2394/52 Gava, n. 9/2394/53 Frassini, n. 9/2394/54 Tomasi, n. 9/2394/55 Fogliani, n. 9/2394/56 Murelli, n. 9/2394/57 Giacometti, n. 9/2394/58 Alessandro Pagano, mentre sull'ordine del giorno n. 9/2394/59 Rixi c'è un parere contrario e si vota.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/59 Rixi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/2394/60 Viviani accolto come da indicazioni del Governo; come gli ordini del giorno n. 9/2394/61 Manzato e n. 9/2394/62 Gastaldi; mentre l'ordine del giorno n. 9/2394/63 Golinelli si vota perché c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/63 Golinelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2394/64 Lolini: va bene come da indicazioni del Governo; come gli ordini del giorno n. 9/2394/65 Liuni; n. 9/2394/66 Bubisutti; n. 9/2394/67 Loss; n. 9/2394/68 Patassini. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/69 Bazzaro sul quale è stato espresso un parere contrario e si vota.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/69 Bazzaro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2394/70 Bianchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno su cui il Governo ha espresso parere contrario - ciò ci rammarica e ci sorprende - avevamo chiesto di valutare gli effetti applicativi del provvedimento per gli oneri, individuati in 8 milioni di euro, riguardanti il tema delle spese di giustizia relative alle cosiddette prestazioni obbligatorie che sono parte integrante dell'ambito di interazione tra l'autorità giudiziaria e l'operatore di telecomunicazione aventi autorizzazione generale concessa dal Ministero dello Sviluppo economico per l'offerta al pubblico dei servizi, come ad esempio la telefonia mobile, la navigazione su Internet tramite Wi-Fi, eccetera. Il concetto di base è molto semplice: se un operatore acquisisce tale autorizzazione deve anche assicurare che i servizi offerti al pubblico possano essere controllati legittimamente dall'autorità giudiziaria per il contrasto dei delitti e reati previsti dal codice di procedura penale e ad ogni richiesta è previsto che lo Stato riconosca un compenso secondo un listino prestabilito. Quindi, appare improbabile che, per l'applicazione del presente decreto-legge, si preveda l'invarianza di bilancio e, quindi, chiediamo che vengano previste queste risorse affinché non ci possa essere la penalizzazione che ci preoccupa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/70 Bianchi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/2394/71 Gerardi: si vota. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/71 Gerardi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/72 Coin con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/73 Cavandoli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Lo spiegavo prima: l'ordine del giorno sottolinea il fatto che non devono essere tolti soldi all'amministrazione della giustizia. Le procure e i tribunali sono già in affanno: se volete portare avanti un provvedimento che, dal punto di vista di merito, è insensato ma comunque volete portarlo avanti, occorrono risorse. L'invarianza finanziaria sulle spalle della giustizia italiana che è una delle più lunghe al mondo, che penalizza l'attività delle imprese, che penalizza gli investimenti che le imprese estere in Italia vogliono fare e vorrebbero fare, non va bene. Vi ho detto come si può fare; vi ho chiesto di stanziare risorse: si può fare con gli esuberi su quanto resta dal reddito di cittadinanza. L'ho messo nel mio ordine del giorno: valutate questa cosa perché altrimenti ci ritroveremo qui, ancora tra pochi mesi, a fare un'altra modifica al provvedimento che voi volete a tutti i costi mettere in atto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/73 Cavandoli con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/2394/74 Covolo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, a prescindere dal fatto che, come ho detto prima, le intercettazioni spesso sono l'unica fonte di prova e con questo provvedimento state per ledere tutti i diritti afferenti al giusto processo, a me pare pure che state sottovalutando le conseguenze economiche della digitalizzazione, dell'utilizzo degli strumenti informatici. Sappiamo che la coperta è corta. Il nostro ordine del giorno è di buon senso e invitava l'Esecutivo a rivedere le risorse che sono state stanziate nei vari capitoli. Per cui mi stupisce questo parere contrario: mi sembra appunto che stiate sottovalutando le conseguenze finanziarie.

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Covolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/74 Covolo, ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/75 Tarantino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tarantino. Ne ha facoltà.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Sì grazie Presidente, anche il mio ordine del giorno, come quello di altri colleghi che mi hanno preceduto, pone l'attenzione sulla necessità di stanziare risorse per dare compiutezza a questo provvedimento e stupisce che alcuni provvedimenti-bandiera di questa maggioranza (questo sulle intercettazioni, ma ricordo anche il famoso slogan delle manette agli evasori) poi non trovano stanziamenti nella legge di bilancio o nelle finanze dello Stato per poter darne una compiuta attuazione. Quindi credo che questo provvedimento manchi di una parte fondamentale per ottenere gli obiettivi che vi siete posti e forse sarebbe stato opportuno dare ascolto a questo e ad altri ordini del giorno che abbiamo sottoposto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Tarantino.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/75 Tarantino, ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/76 Maggioni, ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/77 Giglio Vigna, ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

L'ordine del giorno n. 9/2394/78 Bordonali è accolto con le indicazioni del Governo, così come l'ordine del giorno n. 9/2394/79 De Angelis.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/80 Invernizzi, ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/81 Iezzi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Sì grazie Presidente, io credo che questo ordine del giorno vada approvato nella sua originalità, perché il tema è fondamentale: noi con questo ordine del giorno vogliamo - per quanto possibile con un ordine del giorno - difendere i diritti della persona e le garanzie costituzionali. Cosa sta succedendo? La riforma Orlando poneva un limite a quel malcostume del nostro Paese, che vede le intercettazioni finire sui giornali senza nessun limite e senza nessun criterio. La riforma Orlando poneva un limite a questo fenomeno, stoppando la pubblicazione delle intercettazioni irrilevanti ai fini dell'indagine. Questo testo sostanzialmente ripristina la situazione iniziale. Perché? Perché prevede il divieto di pubblicare a espressioni lesive della reputazione, salvo che risultino rilevanti ai fini dell'indagine, rilevanza che decide lo stesso PM. Sostanzialmente, tutte - tutte - le intercettazioni lesive della reputazione si correrà il rischio che finiscano sul giornale e questo è un rischio che noi dobbiamo assolutamente sviare e impedire; anche perché nel nostro Paese c'è proprio un fenomeno culturale che oramai ci porta ad affrontare qualsiasi tipo di dibattito con espressioni lesive della reputazione. Ciò lo vediamo quotidianamente anche nel dibattito che c'è tra noi, nel dibattito tra i politici, e spesso il cattivo esempio ci viene dai vertici di questo Paese. Allora, pensiamo un attimo, per esempio, al modo in cui il Presidente Conte ha affrontato nei giorni scorsi l'emergenza Coronavirus: per nascondere la propria incapacità e inettitudine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) nell'affrontare questa emergenza sanitaria ed economica, cosa ha pensato di fare? Ha pensato di usare espressioni lesive della reputazione contro chi lavora in prima fila, rischiando anche personalmente, per esempio nell'ospedale di Codogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e le sue affermazioni irresponsabili hanno portato gli operatori di quell'ospedale (medici, infermieri) ad essere sottoposti a un'indagine. Allora, questo è l'esempio, proprio l'esempio lampante di come espressioni lesive della reputazione, se usati da persone che non hanno cognizione della conseguenza delle proprie parole - non hanno cognizione della conseguenza delle proprie parole - possono portare a degli episodi molto spiacevoli. Allora, noi, per impedire a persone come il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che non si rende conto delle parole che usa e quindi usa anche espressioni lesive della reputazione altrui, dobbiamo impedire che queste cose vengano pubblicate. Quindi mi auguro che questo ordine del giorno venga approvato nella sua interezza, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Iezzi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/81 Iezzi, su cui il parere del Governo si intende contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Siano all'ordine del giorno n. 9/2394/82 Maturi, che va bene. Ordine del giorno n. 9/2394/83 Molteni, che va bene. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/84 Stefani. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Sì grazie Presidente, con questo ordine del giorno cerchiamo di cautelare, di presidiare, sia dal punto di vista sostanziale che dal punto di vista processuale, il diritto alla difesa, che l'ordinamento giuridico e in particolare l'articolo 24, comma 2, della Costituzione riconosce in capo a ciascun cittadino: la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento, questo dice la nostra Costituzione. In assenza di un intervento legislativo su questa cosa, Presidente, entro 20 giorni, ciascun avvocato dovrà ascoltare le registrazioni, dovrà indicare quelle che sono le registrazioni ritenute rilevanti, dovrà ottenerne copia ed, entro 20 giorni, dovrebbe anche impostare una strategia difensiva. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il processo penale sa benissimo che entro 20 giorni questo non può avvenire: questa è una compressione vergognosa dei diritti della difesa di ciascun cittadino. Se vogliamo, allora, allacciare un rapporto, se vogliamo configurare un sano rapporto tra indagato, imputato e magistratura inquirente, non possiamo fare altro che conoscere gli strumenti. Creare una situazione di questo tipo significa comprimere i diritti dell'indagato, significa sbilanciare in maniera del tutto asimmetrica il processo a favore della magistratura inquirente e contro l'indagato. Questa è una contrapposizione che viene creata da questo decreto-legge. Allora, vi voglio leggere cinque articoli della Costituzione, quella che qualcuno di voi in quest'Aula sventolava quando era all'opposizione: articolo 13, “La libertà personale è inviolabile”; articolo 14, “Il domicilio è inviolabile”; articolo 15, “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”, “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”; e, il quinto, “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Sono cinque, Presidente, uno per ogni stella e se lo dovrebbero ricordare quelli che hanno sventolato la Costituzione e che, oggi, sono qui, in Aula, per calpestarla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/84 Stefani, con parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/85 Tonelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, per difendere questo mio ordine del giorno desideravo attirare l'attenzione su quello che è lo spirito che lo supporta e per fare questo è necessario fare un passo indietro di qualche anno. La vicenda delle intercettazioni telefoniche è una vicenda di cui dibattiamo continuamente da oltre trent'anni e ne dibattiamo continuamente dall'entrata in vigore di quello che è stato il nuovo codice di procedura penale; un complesso normativo che, forse, non avrebbe mai dovuto avere efficacia nel nostro ordinamento. Con questo codice di procedura penale, che tra l'altro è stato sottoposto a un'infinità di modifiche e oggi è stato completamente stravolto, abbiamo un ibrido completamente differente, sul quale dovremmo fare una riflessione, questa Camera e tutti noi, proprio per rivederlo.

Tuttavia, voglio concentrarmi su quello che è l'oggetto, cioè sulle intercettazioni telefoniche. Questo codice portò a una distorsione di tutto quello che era l'apparato investigativo e nel mio ambiente, nell'ambiente da cui provengo, quello delle forze dell'ordine, vi furono dibattiti fortissimi, accesi, confronti interni molto serrati per comprenderlo esattamente, perché questo non andava a modificare l'impianto investigativo: questo lo decapitava completamente. Lei ben ricorderà, Presidente, che la Polizia giudiziaria aveva soltanto il compito, appena entrava in vigore il codice, nel momento in cui prendeva cognizione di un reato, di prendere sommarie informazioni da una persona o raccogliere i primi elementi di prova, per poi di girare tutto al pubblico ministero che avrebbe dovuto, poi, disporne.

Quindi, erano stati completamente tolti tutti i poteri alla polizia giudiziaria. In questo contesto, quindi, mi consenta questa metafora, nel cantiere delle investigazioni, tutti i mastri muratori e tutti i carpentieri erano stati declassati a manovali; il dominus delle indagini preliminari, il pubblico ministero, aveva potere assoluto, anzi, all'inizio, neppure poteva delegare questi poteri, perché di fronte a un furto di una bicicletta aveva l'onere, il pubblico ministero, di interrogare personalmente il ladro, perché non poteva delegare neppure un interrogatorio così banale alla polizia giudiziaria. In questo contesto, decine di migliaia di persone che rappresentavano l'apparato investigativo si trovavano totalmente nella impossibilità di operare e tutti i poteri, i compiti, i doveri e gli oneri venivano trasferiti a poche migliaia di pubblici ministeri. Qui, nascono due distorsioni: una, importantissima, che era la custodia cautelare, che, da esigenza cautelare, si era trasformata, invece, in strumento investigativo e, l'altra, quella delle intercettazioni telefoniche, la rete che veniva gettata per sopperire alla impossibilità di sviluppare altre indagini. Le Forze dell'ordine si bloccarono in questo, perché il sistema non ha consentito loro di operare, da allora e, salvo qualche piccola modifica successiva, vi è la impossibilità di poter operare. Ecco, il perché la distorsione e dove nasce questa distorsione. L'ufficio del pubblico ministero sopperisce a una impossibilità materiale investigativa con strumenti che non sono propri, come le intercettazioni telefoniche. Le faccio un esempio, Presidente: nella Polizia di Stato, come in tutte le altre Forze di polizia vi erano accademie investigative, la nostra si chiamava PolGAI di Brescia; da oltre vent'anni non vengono più fatti corsi di investigazione, perché non servono, perché non vi è la possibilità, da parte della polizia giudiziaria, di investigare autonomamente, perché questo è tutto in capo al pubblico ministero, che sopperisce a questo con uno strumento che è quello delle intercettazioni telefoniche. Oggi, viviamo in un Paese in cui viene messo a rischio il rapporto fiduciario fra le comunità del Paese, fra lo Stato comunità, lo Stato persona e apparato, proprio perché noi, i cittadini, non sentono più lo Stato come una propria emanazione, come un proprio alleato, ma come una entità avversa e oppressiva. Come un'entità oppressiva…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIANNI TONELLI (LEGA). Mi lasci terminare, ho chiuso, Presidente. Siamo in uno Stato oramai, se parliamo con un imprenditore, di polizia tributaria e, qui, siamo in uno Stato di polizia, perché non è possibile che parliamo di privacy, quando, poi, il “grande fratello” ha, nei nostri confronti, un'attenzione spasmodica. Credo che vada fatta una grande riflessione su questo, perché penso che, trent'anni fa, si sia intrapresa una strada sbagliata, vada ricostruito un modello differente di indagine e che questo sia compatibile con i diritti fondamentali che la nostra Carta Costituzionale pone in capo a tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, abbiamo ascoltato – devo dire, anche con una certa attenzione – gli interventi a supporto delle tesi degli ordini del giorno che sono stati presentati e, mi creda, Presidente, mi sembrano ragionamenti un po' surreali. Adesso, vengo a scoprire che la Lega e il collega che mi ha preceduto ritengono che le intercettazioni telefoniche non siano prove in un procedimento penale. Grazie a Dio, lo sono e grazie alle intercettazioni telefoniche la grossa criminalità organizzata è stata, molte volte, sconfitta. Ma viene introdotto questo argomento come se ci fossero, da una parte, dei giudici cattivi che vogliono mettere sotto osservazione dei privati cittadini che fanno il loro dovere, e senza alcun criterio di selezione di ogni questione. Ebbene, lo dico a me stesso, signor Presidente, il decreto che andiamo ad approvare, ma lo diceva già l'articolo 267, non è che dice che si possono fare intercettazioni telefoniche anche con il trojan, cioè il captatore informatico, senza che vi siano gravi indizi di reato, cioè ci devono essere gravi indizi di reato. E se vogliamo mettere sotto intercettazione e sotto captazione informatica vi deve essere il fondato motivo di ritenere che si stia svolgendo un'attività criminosa all'interno di quel domicilio. Certo, questo non vale per la criminalità organizzata, non vale per il grande traffico di stupefacenti, non vale certamente per la mafia ma, diamine, anche per la pubblica amministrazione, per reati di corruzione e concussione viene comunque richiesto che il giudice motivi le ragioni che giustifichino l'utilizzo. Ci sono dei provvedimenti, ci sono delle ragioni che devono essere motivate ma, soprattutto, c'è un principio che ormai fa parte del comune sentire giuridico e, cioè, quello formato dalle Sezioni unite della Cassazione che parlano di sufficienti, sicuri e obiettivi motivi indiziari. Ma, colleghi, possiamo credere che con questa cornice di norme, con questa cornice di giurisprudenza un giudice e un pubblico ministero possano ascoltare le intercettazioni senza alcuna selezione, senza alcun reato che si stia commettendo? E dico: ma se anche viene messo un trojan, un captatore informatico alla moglie di un capo di una cosca criminale dobbiamo scandalizzarci? Stiamo parlando di un contrasto al crimine. Voglio dire, anche la collateralità rispetto a grandi eventi criminosi ha un significato. Bisogna fare attenzione magari a frequentare cosche mafiose, ma c'è sempre - c'è sempre - il presidio della garanzia e lo dico, Presidente, che questo decreto - lo dobbiamo sapere tutti - stabilisce - e lo dico anche come avvocato - maggiori garanzie della difesa e per la difesa, perché ci consente, e non ci obbliga, ad ascoltare le intercettazioni dal primo minuto all'ultimo ma ci fornisce elementi di selezione che ci consentono di andare a prendere la singola intercettazione telefonica. E ci sono anche maggiori cautele per la privacy: non vedremo più pubblicate quelle pruriginose intercettazioni telefoniche, perché ci sarà una selezione, ci sarà una selezione vincolata da parte del giudice (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Certo, partiamo…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi! Non ho sentito questi commenti da parte di nessuno durante gli altri interventi (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). No, no, non c'è nessun motivo, non c'è nessun motivo di interrompere. Onorevole Pagano! Prego, onorevole Vazio, concluda.

FRANCO VAZIO (PD). Sì, concludo, Presidente. Ci sono motivi che ci inducono a ritenere che queste pubblicazioni non avverranno più, perché c'è un giudice che selezionerà queste pubblicazioni (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier- Proteste del deputato Iezzi)

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Iezzi, collega Iezzi! Collega Iezzi, la richiamo all'ordine!

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, mi lascia interdetto il pensiero che quando si parla di un giudice che seleziona ci siano dei rumoreggiamenti e delle emozioni, e non ci siano analoghe emozioni quando altri commettono dei reati. Mi pare più sensato fidarsi di un magistrato che seleziona queste cose rispetto a chi sostiene esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per questa ragione credo che questo impianto normativo dia garanzie alla difesa, tutela della privacy e anche strumenti decisivi per la lotta al crimine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, sono ben lieto di questo intervento che, sia pure in sede di ordine del giorno, rivela la nascita di un nuovo Partito Democratico, garantista dei pubblici ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il Partito Democratico garantisce i pubblici ministeri: una nuova forma di garantismo in cui nel processo penale la garanzia è data dai pubblici ministeri. Io sono esterrefatto, esterrefatto, esterrefatto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Cioè, siamo alla follia. Questo è un Paese in cui è il giudice e non il pubblico ministero…! La garanzia è data dalle regole, non dai ruoli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Questo nuovo vagito del Partito Democratico neogarantista dei pubblici ministeri credo sia l'effetto più deflagrante che in quest'Aula si potesse raccogliere.

Ho ascoltato un'altra affermazione devo dire - insomma, fatemelo dire - stupefacente, nel senso che proprio provoca l'effetto di una sostanza stupefacente, cioè che dobbiamo ritenere che non ci saranno pubblicazioni di intercettazioni non consentite perché c'è questa riforma. Ma ci vogliamo attaccare alla lettera della legge? Ma spiegatemi qual è la regola che impedisce con questa riforma la pubblicazione di atti non consentiti. Siete Mandrake, San Giuseppe (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)? Non riesco a capire qual è la forza contrattuale di questa regola. Voi dovete soltanto dire che la necessità di tenere un equilibrio di potere-Governo vi porta a dire delle castronerie vere e proprie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier) e io sono dispiaciuto, sono dispiaciuto, Presidente, perché l'Aula merita più rispetto. Tutto si può difendere ma non si può difendere quello che è illogico, agiuridico, privo di senso e anche privo di rispetto per chi ascolta queste affermazioni.

Noi tutti quanti abbiamo la fortuna di avere i piedi saldamente per terra e sappiamo che nelle aule giudiziarie le intercettazioni sono utilizzate come chiavistello per raggiungere obiettivi che spesso il processo dimostra essere assolutamente ingiusti. Questo è un provvedimento che aggrava questo carico, riporta il processo nelle mani delle procure e della polizia giudiziaria in modo irreversibile perché - e lo dico chiaramente e sia ben evidente - queste intercettazioni riguarderanno anche soggetti non indagati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier) che saranno presi nella gogna mediatica indipendentemente dalle loro ipotetiche responsabilità. Questo voi lo dovete dire all'Italia e dovete assumervi questa responsabilità quando su quei trojan ci saranno le frasi di soggetti incolpevoli soltanto perché c'è un peculato qualsiasi, una fotocopia sbagliata che viene parificata alla mafia.

Ma proprio voi del Partito Democratico con la vostra riforma avete tenuto ben distinti i reati della pubblica amministrazione da quelli di mafia e oggi perché lì proponete insieme? Sull'onda di una spinta dei 5 Stelle che non vi fa certamente onore (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Siete tornati indietro, molto indietro, cioè alla preistoria delle garanzie del diritto penale, trasformando il processo in uno strumento percussivo e fa bene il responsabile giustizia ad allontanarsi da quest'Aula, da quella sedia, perché deve riprendere la sua autonomia.

Presidente, Forza Italia è un partito che è garantista per DNA. Noi lo siamo da sempre e lo saremo per sempre. È così che ci presentiamo agli italiani, con la capacità e con la forza della nostra coerenza. Voi no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il tema è stato come sempre anticipato dall'ottimo collega. Vazio ha rivelato davvero il vero pensiero: “Io mi fido dei PM” e per l'amor di Dio tutti ci fidiamo dei PM ma, ahimè, tante volte dobbiamo ricordare che i PM sono una parte. Lui non si fida dei giudici, lui si fida dei PM, che sono una parte processuale, e non il giudice (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Secondo punto. Dice: beh, si preoccupano molto delle indiscrezioni: quelle le toglieranno. Io mi preoccupo più di sapere la tracciatura dei metadati. Cambridge Analytica non compra i nostri post Facebook; compra i metadati, perché se io, in un metadato, sostituisco un numerino e quel numerino è un indirizzo IP che porta ad un sito pedopornografico piuttosto che ad un sito delle orsoline, io a quella persona la posso processare per pornopedofilia, sebbene non abbia fatto niente. Quindi, vorrei la garanzia che questi dati siano verificabili.

E come? Ecco, leggo il provvedimento perché, altrimenti Vazio mi dice magari che sbaglio: “Il difensore ha facoltà di esaminare per via telematica”. Cosa vuol dire questa cosa? Poi, più avanti si dice: “Può andare in procura e ascoltare quello che è stato scartato”, perché è vero il PM fa la selezione però se non ti va bene quello che ha scelto il PM, cioè una parte, cioè il tuo nemico processuale (tra virgolette), allora puoi andare a visitare. Immaginate di avere 90 mila intercettazioni, come è accaduto in un noto processo, e 200 e passa imputati (quindi, vuol dire 200 e passa avvocati). Allora, io mi chiedo come faranno questi avvocati a recarsi tutti in procura ad ascoltare il dispositivo, che verrà messo a disposizione in cuffia, e quello che è stato scartato magari anche in buona fede.

Non è che voglio dire che il PM mi vuole incastrare, ma magari, per buona fede, tra 90 mila registrazioni gli è sfuggita proprio quella giusta, e io, avvocato serio, voglio verificare se c'è qualcosa che mi può aiutare, ma voglio capire come fanno 250 avvocati - parlo del “processo Aemilia”, ad esempio - ad andare tutti in procura contemporaneamente a sentire uno per uno le proprie registrazioni. E allora si dice: per via telematica. Cioè, perché poi in queste cose il dettaglio è quello che conta: per via telematica cosa vuol dire? Che mi dà l'accesso all'archivio riservato e io dal mio studio me lo guardo? Allora finisce la segretezza, perché io mi faccio la copia delle schermate, registro gli audio e tutto quello che è stato secretato per una via entra per altra finestra negli studi legali (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, francamente mi chiedo veramente se sia giusto accentuare in modo enorme la disparità di trattamento tra difesa e accusa. Ripeto, per l'ennesima volta, ciò non verso mafiosi, perché, su quelli sono anche disposto a cedere fette di garantismo, ma verso gente che, molto spesso, non ha fatto niente o ha fatto bagatelle, questo è il problema! Però si dice: ci son cinque anni. Sì, secondo l'accusa. Ricordo Bertolaso, inquisito nel 2011 per accuse che parevano granitiche, qualche giorno fa è stato finalmente assolto, e ne è uscito dopo nove anni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Erano accuse solidissime! Nove anni di accuse ingiuste! E adesso a Bertolaso chi gli ridà i nove anni di vita persi? Chi gli ridà l'onorabilità? E poi è uno che ha le spalle larghe, immaginate al parlamentare, al cittadino singolo che non ha né le risorse, né le struttura, né la possibilità di carriera che ha una persona nota: l'hai distrutto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E tutto questo perché magari tra le 90 mila intercettazioni il PM non ha potuto inserire quella che lo scagionava e l'avvocato non ha avuto fisicamente il tempo materiale di esaminare tutto. Ma soprattutto - e chiudo - pensate alle intercettazioni: qui ci sono anche i dati, i metadati, e io voglio capire - qui abbiamo un ingegnere informatico -: voi, avvocati comuni, siete in grado di esaminare i metadati, i flussi informatici, capire se c'è stata una manipolazione, ammesso che li possiate avere? Quindi, è veramente una cosa inquietante. Io invito veramente il Governo e la maggioranza a ripensarci, perché è una cosa che, come nemesi, colpirà anche voi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefani. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Presidente, prima abbiamo sentito dal collega di maggioranza un esempio davvero strumentale, perché forse fa più rumore parlare della moglie di un mafioso, ma non hanno ribadito che hanno esteso la disciplina anche agli incaricati di pubblico servizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora fateli gli esempi! Io vi leggo giurisprudenza di Cassazione penale, fate gli esempi anche con gli esattori delle società concessionarie, con i custodi dei cimiteri, con i bidelli, con le guardie particolari giurate, con gli addetti alla riscossione delle tasse automobilistiche, con gli operatori meccanici e motoristici degli uffici provinciali delle motorizzazioni, con i portalettere, con gli addetti alla regolarizzazione dei bollettini e dei pacchi, con i farmacisti! Questo dovete fare! Voi dovete fare gli esempi con tutti, perché questa non è sana informazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È troppo comodo parlare delle mogli dei mafiosi e non parlare della generalità di persone che sono interessate da questo provvedimento. Cari colleghi di maggioranza, noi ci possiamo anche fidare dei giudici, ma di voi non ci possiamo proprio fidare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/85 Tonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà dopo la capigruppo, alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Brescia, Colletti, Colucci, Corda, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Ferraresi, Frusone, Gallinella, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Iovino, Liuni, Liuzzi, Lorefice, Lupi, Maniero, Paolo Russo, Sisto, Tasso, Vignaroli, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2394: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/2394/85 Tonelli e che risulta ancora accantonato l'ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/86 Gusmeroli, accolto dal Governo come raccomandazione, con riformulazione.

Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Colleghi, vi chiedo di entrare in silenzio.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Solo per ricordare, anche in questa fase, dopo la ripresa della seduta, che i pareri favorevoli e i pareri favorevoli come raccomandazione hanno sempre la riformulazione che vuole espungere le premesse. Questo non vuol dire che, però, il parere sugli impegni molte volte non sia favorevole; lo ricordo perché, anche su ordini del giorno in precedenza, a cui avevo dato parere favorevole sull'impegno, non sono state accolte le riformulazioni. Magari chiarisco ancora una volta che le riformulazioni sono sulle premesse, che vogliono togliere.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/86 Gusmeroli, accolto dal Governo come raccomandazione, con riformulazione. Chiedo al presentatore se intenda accettare la riformulazione proposta dal Governo.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Accettata.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/87 Vanessa Cattoi, su cui c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione innanzitutto per rileggere l'impegno di questo ordine del giorno, perché al suo interno vogliamo impegnare il Governo ad adottare tutte le opportune iniziative normative affinché i verbali e le registrazioni delle intercettazioni trasmessi al PM per la conservazione rimangano nell'archivio per il tempo fissato dal giudice, anziché per il tempo deciso dal PM, poiché vorrei ritornare alle argomentazioni che sono state avanzate prima della sospensione. Come diceva il collega della Lega Paolini, riteniamo importante che venga innanzitutto garantito sempre in veste di potere super partes quella che è la figura di un giudice, anziché quella del PM, che invece è una parte che è coinvolta durante le attività del processo.

Quindi riteniamo che questo ordine del giorno possa essere rivisto nel suo parere perché lo riteniamo un ordine del giorno di buon senso; un ordine del giorno talmente di buon senso nel delirio di tutto questo provvedimento che almeno questo mi auguro possa essere accolto, perché è opportuno che venga inserito, proprio a tutela della garanzia delle parti, quindi sia della difesa sia dell'accusa, il fatto che il tempo di deposito dei verbali all'archivio sia stabilito da un giudice.

Presidente, mentre noi ci troviamo qui oggi a definire e cercare di discutere quelli che sono gli ordini del giorno di un provvedimento che reca come titolo proprio “modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni”, forse qualcosa sfugge a quest'Aula, perché le misure urgenti che noi dobbiamo adottare in questi giorni non sono quelle relative a questo provvedimento in merito alle intercettazioni, ma sono piuttosto le misure urgenti che questo Parlamento ha il dovere di mettere in atto a tutela di tutti i cittadini italiani che, purtroppo, fuori, oggi come ieri, come nei giorni scorsi, continuano ad affrontare un'emergenza, chi in prima linea perché all'interno delle aree rosse e nelle aree di quarantena, chi perché si dedica a prestare soccorso proprio a tutte quelle persone, vuoi gli operatori sanitari piuttosto che tutte le forze dell'ordine, i volontari che si sono attivati in questi giorni e che operano per il bene di tutto il nostro Paese.

Noi siamo qui, in quest'Aula, dove portiamo all'attenzione del Parlamento delle misure urgenti riguardanti le intercettazioni. Lo trovo vergognoso nei confronti di tutti i cittadini italiani che in questi giorni, invece, devono continuamente soffrire e, soprattutto, rimanere inerti davanti all'inerzia di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/87 Vanessa Cattoi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/88 Cestari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi scuso, non ho fatto a tempo. Volevo intervenire per difendere questo ordine del giorno in sede di dichiarazione di voto perché ritengo che con queste vostre nuove normative voi andiate incontro a dei problemi anche di carattere relazionale e internazionale anche con autorità estere. Faccio il caso e il riferimento a una buffa situazione che ora fra poco cercherò di spiegarvi, ma vorrei che non dimenticaste quale era la formulazione originaria del comma 2-bis dell'articolo 268 prima che arrivasse in questa Camera, perché, con questo ordine del giorno, si vorrebbe far sì che il Governo acquisisse cognizione dell'importanza di escludere conversazioni irrilevanti che per l'oggetto e per i soggetti coinvolti non fossero oggettivamente idonee a entrare a far parte del materiale utile ai fini dell'accusa.

Siamo arrivati oggi, invece, a una dizione che riguarda solo espressioni lesive della reputazione delle persone oppure dati che possono essere definiti personali perché così sono inquadrati dalla legge. Ora, con il vostro caro trojan voi potete addirittura entrare ad ascoltare conversazioni che hanno a che fare anche con il religioso, perché nulla esclude che un parroco di campagna o un qualsiasi fedele che entri all'interno di una struttura religiosa e si porti dietro uno di questi apparecchi venga addirittura ascoltato nel mentre si prodiga per dirimere i suoi peccati e confessarsi, come si usa dire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ora, io dico, signori, voi volete far scoppiare anche un caso con lo Stato del Vaticano, con la Chiesa e con il Papa.

A questo punto, ci chiediamo se, in ragione della nuova dizione, espressioni lesive, la confessione, in cui magari il reo si prodiga per accorrere dal suo parroco a confessare un qualunque tipo di delitto, possa entrare a far parte del contenuto delle intercettazioni, perché, con la nuova dizione che voi utilizzate “espressioni lesive della reputazione delle persone” oppure “dati personali sensibili previsti dalla legge”, potrebbe darsi che, in nessuna di queste due categorie, rientri l'atto confessorio, non quello rilasciato davanti al pubblico ministero ma quello rilasciato magari davanti a un'autorità religiosa. Pongo questo piccolo dubbio perché onestamente un domani mi sentirei veramente imbarazzato a dovermi recare da un parroco a confessare un mio peccato, ed essere magari sottoposto al rischio che, grazie a questi apparecchi, io possa anche essere ascoltato dal pubblico ministero di turno. Spero tanto che il vostro trojan sbagli strada ed entri in un SOS Beghelli di qualche bambino o di qualche anziano, che può più liberamente di me usare un vocale che da noi si chiama pernacchia per giustificare il contenuto di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/88 Cestari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/89 Caffaratto, parere favorevole con riformulazione. Va bene la riformulazione? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2394/90 Comaroli, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/90 Comaroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/91 Caparvi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/92 Legnaioli, parere favorevole con riformulazione. D'accordo.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/93 Eva Lorenzoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Presidente, ci duole molto dover parlare di questo argomento, sebbene di notevole importanza, in un momento così difficile per il nostro Paese: specie per la mia Lombardia, che si trova a vivere un'emergenza immediata e reale. Fortunatamente, grazie al nostro presidente di gruppo Riccardo Molinari, si è riusciti a ristabilire un minimo di coerenza rispetto alle contingenze, ottenendo questa inversione dell'ordine dei lavori che ci ha almeno consentito di far slittare la discussione sul decreto-legge in oggetto ad oggi, per lasciare spazio nella giornata di ieri alla ben più immediata tematica relativa al Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Così come siamo contenti che il Presidente del Consiglio Conte abbia fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni dei giorni scorsi, ben poco lusinghiere nei confronti della sanità lombarda e dei suoi medici: uno scaricabarile davvero inelegante e ingiusto, fatto ai danni di chi l'emergenza la sta gestendo per davvero.

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di attenersi però al tema dell'ordine del giorno. Siamo al n. 9/2394/93 Eva Lorenzoni.

EVA LORENZONI (LEGA). Adesso ci arrivo. Come se l'amministratore delegato di un'azienda in un momento di crisi sparasse a zero sul suo reparto migliore: un vero amministratore delegato spronerebbe invece il reparto a fare ancora meglio; un vero Presidente del Consiglio spronerebbe la Lombardia a fare ancora meglio per aiutare l'Italia a uscire dalla crisi. Detto questo, venendo al tema in oggetto, io credo che oggi in quest'Aula sia necessario parlare della deriva giustizialista del Governo, cui piacerebbe molto intercettare gli italiani in qualsiasi frangente della propria esistenza, nella speranza di cogliere qualsiasi cosa possa essere utile all'apertura di un fascicolo in procura. Voglio essere chiara fin da subito: a noi questo “decreto-legge intercettazioni” non piace per nulla; così come non ci piace la riforma della prescrizione, che renderà i processi di durata pressoché infinita. Il combinato disposto di queste due norme rischia di avere effetti devastanti sulla macchina della giustizia. L'idea che prevale, specialmente in una certa componente del Governo, è che si debba andare verso il controllo totale, legittimando la ricerca random di possibili reati, pescando nel mucchio; in altri termini, si punta a legittimare una sorta di Grande Fratello di Stato, che vede tutto e tutti, facendo della tecnologia del mondo moderno lo strumento principe di questo insano disegno. Abbiamo dunque presentato una serie di modifiche per cercare di correggere il tiro di questo provvedimento; e, nello specifico, l'ordine del giorno, di cui sono prima firmataria, parte dall'assunto che sarebbe bene stabilire il limite temporale entro cui il giudice dispone la trascrizione integrale delle registrazioni, ovvero la stampa in forma intellegibile delle informazioni contenute nei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche da acquisire, non oltre le attività di formazione del fascicolo per il dibattimento. Chiediamo quindi che si impegni il Governo ad adottare le opportune iniziative affinché si vada in questa direzione. Ancora una volta purtroppo si sceglie di non regolamentare in maniera seria lo strumento delle intercettazioni, lasciando intatto lo strapotere della magistratura, ma soprattutto lo squilibrio evidente tra accusa e difesa. A corollario di tutto ciò, tutti i problemi ben risaputi rispetto alla privacy, alle fughe di notizie relative ai particolari personalissimi della vita degli individui, stranamente pubblicati a mezzo stampa e sfuggiti alla segretezza imposta: problemi tutt'altro che secondari, ancora una volta lasciati nel dimenticatoio. Chiedo quindi di rivedere il parere almeno su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paolini. Ne ha facoltà, per 30 secondi.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, a supporto dell'intervento sulla questione oggetto dell'atto della collega, voglio citare un articolo della presidente della Commissione Giustizia oggi Businarolo: “I dubbi sui trojan sarebbero fondati se l'Italia fosse un Paese normale”. La battuta che verrebbe spontanea è: se fosse un Paese normale non avrebbe dato il 35 per cento ai 5 Stelle. Ma il tema è: il problema c'è, viene nascosto ma c'è. Chiedo quindi l'approvazione dell'ordine del giorno della collega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/93 Eva Lorenzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/2394/94 Moschioni, viene accettata la riformulazione? Sì.

L'ordine del giorno n. 9/2394/95 Belotti è inammissibile.

L'ordine del giorno n. 9/2394/96 Patelli è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2394/97 Latini, viene accettata la riformulazione? Collega Latini?

GIORGIA LATINI (LEGA). No, non l'accetto, Presidente, perché vorrei che fosse preso in considerazione come ordine del giorno e non come raccomandazione. Poi voglio ricordare a quest'Aula l'assurdità del dibattito che stiamo facendo oggi, perché purtroppo oggi si parla di un decreto-legge che però non ha i requisiti di necessità e di urgenza, come il decreto che abbiamo approvato ieri sul Coronavirus, e che grazie alla Lega è stato messo in calendario per primo, perché altrimenti noi ieri avremmo parlato di intercettazioni. Tuttavia, secondo me non è giusto parlare di intercettazioni neanche oggi, Presidente, perché l'articolo 77 della Costituzione ci dice che il decreto-legge può essere fatto in casi di urgenza e oggi è un uso improprio, perché si fa in casi, appunto, di calamità naturali, di epidemie e le intercettazioni non sono un caso di urgenza, ma si poteva benissimo seguire un iter ordinario; quindi io non vedo proprio il motivo di questa discussione oggi. Per quanto riguarda l'ordine del giorno, si chiedeva la nomina di un supervisore telematico perché, purtroppo, in questa legge vengono meno le intercettazioni che venivano fatte prima, che potevano essere anche cartacee, invece oggi vengono tutte digitalizzate e viene anche meno la segretezza delle intercettazioni. Quindi noi chiedevamo la nomina di un supervisore, di un amministratore di sistema, che era responsabile del rispetto delle regolamentazioni tecniche per la trasmissione e per la trascrizione dei dati delle intercettazioni telefoniche e telematiche. Quindi non capisco perché debba essere trasformato in raccomandazione e non può restare come ordine del giorno; in tal senso voglio chiedere al Governo di ripensare a questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/97 Latini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/2394/98 Sasso: viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/99 Colmellere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/99 Colmellere, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/100 Formentini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/101 Comencini, sul quale c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io sono stupito di questo parere contrario, perché noi semplicemente chiediamo un intervento migliorativo rispetto a quello che si sta facendo, perché paragonare, parificare l'incaricato di pubblico servizio a un pubblico ufficiale normale riteniamo che sia qualcosa di irragionevole, in quanto si mettono sullo stesso piano figure come un pubblico ufficiale e - come in alcuni esempi che sono stati fatti prima, invece - custodi di cimiteri, guardie giurate, bidelli, farmacisti, sacerdoti, addirittura, in certi casi, come i cappellani delle carceri ad esempio; quindi figure per cui mi domando a cosa serva prevedere la possibilità di fare intercettazioni in caso di reati contro la pubblica amministrazione; non penso che sia questo il modo di contrastare chi commette reati nella pubblica amministrazione. Quindi, chiediamo semplicemente che si facciano degli interventi per chiarire almeno questa cosa, chiarire se il fatto che gli incaricati di pubblico servizio devono essere sottoposti ad intercettazioni ciò abbia un senso, un perché e non sia semplicemente lasciato alla discrezionalità dei magistrati, come se fossero onnipotenti e potessero intervenire, come niente fosse, su casi anche assurdi. Quindi riteniamo che, da questo punto di vista, si debba assolutamente fare una valutazione, anche perché le intercettazioni - certo - sono uno strumento di intervento e di lotta contro chi commette reati nella pubblica amministrazione, contro chi commette reati nel terrorismo e di criminalità organizzata, ma va anche ricordato che non è l'unico strumento o l'unico mezzo di prova; anzi, va ricordato che se la criminalità organizzata o il terrorismo subiscono talvolta dei colpi duri da parte dello Stato, è grazie alle nostre forze dell'ordine, soprattutto grazie agli agenti che operano sotto copertura, a cui va tutto il nostro grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) perché fanno un lavoro molto rischioso, mettendo a rischio se stessi e la propria famiglia. È così, infatti, che vengono beccati spesso i criminali, coloro che sono a capo della criminalità. Quindi, mettere le intercettazioni come lo strumento assoluto di risoluzione dei problemi per i reati gravi che vengono commessi nel nostro Paese penso che sia qualcosa di assolutamente sbagliato da uno Stato e da un Governo che è stato definito giustizialista ma che, dal mio punto di vista, sarebbe meglio definire giacobino (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/101 Comencini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/102 Picchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/103 Billi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/104 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/105 Ribolla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/106 Colla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/107 Grimoldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/108 Garavaglia, con parere contrario del Governo. Ha chiesto intervenire il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Evidentemente questo ordine del giorno non può che essere accolto. Il tema è già stato affrontato, però lo vorremmo approfondire, riguarda la questione di chi è l'incaricato di pubblico servizio: quindi, pubblico ufficiale okay, l'incaricato di pubblico servizio, che ne so, il tassista, l'operatore ecologico, il vigile urbano, il vigile del fuoco, il postino, il controllore di volo, insomma tutti. Però, qual è il punto? Questa è una cosa che sanno tutti, che è assolutamente folle, però qual è il punto? Il rischio, tra le altre cose, è che ditte private, nella trasmissione del file, facciano qualcosa da non fare: finte conversazioni. Allora vi racconto un aneddoto simpatico: io ho avuto l'avventura di avere un processo. Onestamente, l'avvocato ha tentato di spiegarmi qual era il motivo, non l'ho ancora capito, rinuncio. Va beh, assolto in primo grado perché il fatto non sussiste. Il PM simpaticamente fa appello, faremo l'appello. Ma la cosa divertente, fra le carte, una paginetta su 600, c'era un sms che mi è stato attribuito, l'sms era il titolo di un articolo de L'Espresso. Quindi, come prova a carico avevo il titolo di un articolo de L'Espresso girato a un'altra persona, e nessuno si è posto il tema di guardare che quello era il titolo di un articolo de L'Espresso. Ora, questo fatto da dei professionisti, siamo sicuri, sicuri, che ditte private non facciano niente nella trasmissione di tutti questi file? A questo punto penso che, siccome abbiamo la necessità assoluta di fare PIL, la prima cosa che fa un Governo normale è cancellare questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/108 Garavaglia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/109 Basini. Viene accettata la riformulazione? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/110 Furgiuele viene accettata la riformulazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/111 Maccanti sul quale vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, chiedo la possibilità di sottoscrivere questo ordine del giorno, perché è un ordine del giorno particolarmente importante. Attese le perplessità che, come gruppo Lega, abbiamo in ordine a tutta questa normativa complessa delle intercettazioni, questo ordine del giorno mira in particolare a rappresentare quello che succede nel trattamento di tali dati, perché qualche tempo fa esistevano le fotocopie, esistevano le bobine, ma oggi lavoriamo su supporti che sono facilmente distribuibili e, come già hanno evidenziato prima i miei colleghi, sono supporti che possono essere anche duplicati all'infinito. E questo è il primo problema che ancora non è stato posto in maniera chiara e netta: l'attendibilità nel trasferimento di un dato da un luogo ad un altro, si parla di un DVD, si parla di un trasferimento file, ma noi non abbiamo certezza, a tutela soprattutto degli imputati e di coloro che vengono ascoltati, perché ovviamente in una intercettazione ci sono sempre due soggetti, c'è l'imputato o il potenziale imputato e c'è un terzo. Cosa succede - io mi domando e chiedo, per il suo tramite, alla maggioranza - se questi dati non vengono trattati in maniera corretta? Ovvero, siccome queste intercettazioni verranno ascoltate da più soggetti, non solo dal pubblico ministero, ma da collaboratori e addirittura da società esterne, cosa succede se vi sono delle falle nel sistema per cui questi dati sfuggono al controllo? Potrebbero esserci delle situazioni dolose, colpose, involontarie e volontarie, e noi non prevediamo che venga sanzionato chi utilizza e chi si muove su comportamenti scorretti? Basta l'ultimo soggetto dell'ultima società che si occupa di intercettazioni per conto della procura, per poter avere una fuga di notizie.

Ma, ancora più grave: cosa ne facciamo di tutto quel materiale che non è inerente all'indagine? Perché ovviamente un trojan, o un'intercettazione ambientale, entra prepotentemente nella vita delle persone e io potrei parlare con familiari, con parenti, con amici di argomenti anche che non afferiscono strettamente all'indagine. Perché non pensare – e questo lo dico al Governo - perché non pensare, tutti questi dati, di eliminarli? Allora, le cose sono due: o è stata una svista e su questo vi preghiamo, almeno con l'ordine del giorno, di porvi rimedio, almeno come raccomandazione, oppure è una volontà che viene da lontano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma penso che, se la tradizione è quella del KGB, allora questo ordine del giorno ovviamente non potrà mai trovare accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/111 Maccanti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/112 Vinci, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (LEGA). Sì, grazie, Presidente. Penso che stiamo perdendo una buona possibilità di migliorare questa legge. Qui c'è da capire se i processi li facciamo nelle aule di tribunale o li facciamo sulla stampa, perché, quando ho sentito gli interventi degli esponenti del PD e del MoVimento 5 Stelle, ho sentito parlare di cosche, ho sentito parlare di lotta alla criminalità, e vi assicuro che per combattere la criminalità non è necessario far uscire stralci di intercettazioni sui giornali, ma bisogna portarli nelle aule di tribunale, perché è questo che vuole la democrazia, non andare a fare del gossip con delle intercettazioni pubblicate. Questo è quello che il Parlamento deve decidere: se vogliamo continuare, come è stato negli ultimi vent'anni e tutti noi sappiamo, con i processi mediatici che hanno anche distrutto non soltanto delle persone, ma delle intere famiglie, facendo uscire degli stralci di intercettazioni, oppure, specialmente oggi, dove viene introdotto questo virus, questo trojan che può captare ogni tipo di conversazione in qualsiasi situazione, in quanto il telefono ormai è diventato un oggetto che possiamo portare ovunque, se noi vogliamo portare i processi nelle camere da letto; o se vogliamo fare i processi di nuovo nelle aule di tribunale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo è democrazia, non è andare da Barbara D'Urso, che è bravissima a fare del gossip, ma non può decidere del futuro degli italiani. Perché è questo che, invece, questo Governo e questa maggioranza oggi vogliono tutelare: vogliono tutelare i giornalisti, vogliono tutelare i magistrati che fanno le conferenze stampa; non vogliono tutelare i cittadini italiani che hanno una propria privacy. E specialmente la maggioranza si riempie spesso la bocca di questa parola, ma poi quando siamo ai provvedimenti concreti, questo non accade minimamente, e oggi lo state dimostrando. Quindi, c'è da capire se i giudici potranno andare a decidere liberamente, quando dovranno decidere, o se ci saranno già i processi, come negli ultimi anni, fatti sulle pagine dei giornali. A quel punto, non basterà avere ragione all'interno di un processo, non basterà avere un giudice bravo, ma bisognerà anche avere un giudice che abbia il coraggio di andare contro l'opinione pubblica che, come spesso è accaduto negli ultimi anni, si è già fatta una propria idea, magari contraria all'indagato, soltanto e unicamente per degli stralci di intercettazioni usciti sui giornali. Oggi la maggioranza, questo Governo hanno dato parere contrario; c'è la possibilità ancora di votare a favore; non so come andrà, penso purtroppo negativamente, non per me, non per la Lega, ma per il popolo italiano. Sicuramente questa non è una normativa che può rimanere ancora in vigore a lungo, e presto sarà di nuovo modificata, nell'interesse degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/112 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Ordine del giorno n. 9/2394/113 Paternoster, viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/114 Toccalini, con il parere contrario, lo mettiamo in votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/114 Toccalini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/115 Minardo, viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/116 Valbusa, è accettata; ordine del giorno n. 9/2394/117 Badole, è accettata. Ordine del giorno n. 9/2394/118 Parolo: parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/118 Parolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/119 Racchella con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Racchella. Ne ha facoltà.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Non riesco a capire il perché del non recepire questo ordine del giorno di assoluta importanza. Riguarda l'articolo 103 del codice di procedura penale. La norma, infatti, non è volta ad inserire privilegi di casta, bensì è posta a protezione del diritto di difesa. È la Costituzione che lo tutela, all'articolo 24.

L'articolo dice che: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi, per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”. E voi invece cosa fate? Date la possibilità che conversazioni attinenti alla funzione esercitata in relazione al mandato difensivo conferito siano utilizzabili. Calpestare un diritto di difesa per un giustizialismo senza se e senza ma. Le intercettazioni di un colloquio tra l'indagato ed un avvocato non devono essere utilizzabili, perché viene meno quel diritto costituzionale del diritto di difesa. Quando l'indagato chiama l'avvocato per ottenere consigli difensivi professionali, deve essere libero di parlare di qualsiasi cosa. Non sta parlando a livello di mera confidenza fatta all'amico, ma ad un avvocato a cui ha conferito un mandato. Con questo ordine del giorno, quindi, chiedo al Governo di prevedere che siano inutilizzabili le conversazioni di qualsiasi tipo tra difensore ed assistito, quindi l'immediata interruzione dell'intercettazione con spegnimento dei sistemi informatici utilizzati. Quand'anche l'indagato non abbia ancora comunicato all'autorità procedente la nomina del difensore, ai sensi dell'articolo 96 del codice di procedura penale e qualora si sia già proceduto alle intercettazioni, devono in ogni caso essere immediatamente distrutte le registrazioni, ad opera degli stessi soggetti delegati alle operazioni, secondo quanto previsto dall'articolo 269, terzo comma, del codice di procedura penale, per la tutela di quel diritto alla difesa sancito dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/119 Racchella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/120 Raffaelli: viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2394/121 D'Eramo: viene accettata la riformulazione? Sì.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/122 Giaccone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Ordine del giorno n. 9/2394/123 Zicchieri: viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2394/124 Boniardi, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Boniardi. Ne ha facoltà.

FABIO MASSIMO BONIARDI (LEGA). Grazie Presidente, anch'io mi ricollego a quanto detto da alcuni miei colleghi, cioè che questo provvedimento, che non ha minimamente il carattere d'urgenza, solo grazie all'insistenza della Lega è stato calendarizzato davanti a quello relativo al Coronavirus, solo grazie alla presa di posizione della Lega Nord si è riusciti a ottenere questo risultato. Entrando nel merito dell'ordine del giorno, l'ordine del giorno cita appunto l'impegno, da parte del Governo, a valutare, in sede di applicazione delle disposizioni concernenti le modalità di trascrizione delle registrazioni o comunicazioni intercettate, alla luce delle evidenze e casistiche che si produrranno, la possibilità di irrobustire il regime di garanzie in favore dell'indagato, sotto lo specifico aspetto delle intercettazioni condotte nel suo domicilio. Ricordiamoci, come è già stato citato da alcuni colleghi, l'articolo 14 della Costituzione, secondo il quale il domicilio è inviolabile. Stiamo parlando, come abbiamo detto prima, sempre di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio e anche qui non abbiamo avuto una specificità nel sapere di che categorie stiamo parlando, ma non mi meraviglio del fatto che si sia voluto dare un parere negativo, perché questo provvedimento chiude il cerchio con un altro provvedimento assurdo che è stato già votato, quello dell'anticorruzione, nel quale avete inserito - tra le altre cose nottetempo, chi si ricorda in Commissioni giustizia e affari costituzionali - la prescrizione, un nodo sul quale questa maggioranza, tenuta insieme con lo scotch, sta cercando di non cadere, però con questo provvedimento sulle intercettazioni abbiamo aggiunto qualcos'altro, perché, purtroppo, nella vostra malata visione di colui che si occupa della cosa pubblica, avete ribaltato quello che è un perno fondamentale della giurisprudenza, cioè voi state facendo capire che una persona che si occupa di cosa pubblica in questo momento sia colpevole fino a prova contraria, non è l'opposto. La cosa non la comprendo. Posso capire che tra i colleghi dei 5 Stelle nessuno ha mai fatto il Sindaco e nessuno ha mai fatto l'assessore, probabilmente nessuno ha mai fatto neanche il consigliere comunale. Mi meraviglio invece dei colleghi del PD, che hanno una tradizione amministrativa, oltre aver rinnegato la riforma Orlando, però avete una tradizione amministrativa, per cui mi lascia un po' perplesso vedere che abbiate accettato supinamente questo tipo di provvedimento, perché oggi essere un assessore o un consigliere comunale all'interno di una maggioranza, all'interno di una amministrazione è sempre una cosa complicata, si lavora per la propria comunità e anche l'aver messo l'abuso d'ufficio, con l'altro provvedimento, ha di sicuro creato tutta una serie di problematiche all'interno dell'amministrazione pubblica. È una cosa che potete verificare sempre, che si può verificare in qualsiasi momento, perché se da una parte diamo la possibilità alle amministrazioni comunali di utilizzare le risorse a loro disposizione e poi dopo, con l'abuso d'ufficio, andiamo a dare la possibilità invece ai funzionari di trincerarsi dietro questo tipo di soluzione, perché logicamente la fa da padrona anche non volere incappare in alcuni guai. Io spero vivamente che si arrivi al punto, in tempi brevi, che venga ridata la parola al popolo italiano, perché tornare ad elezioni e togliere tutti questi provvedimenti in modo molto veloce, perché stanno bloccando il Paese e stanno creando soltanto delle tensioni. Qualcuno, quando è passato all'anticorruzione, l'aveva chiamato lo “Spazzacorrotti”: un provvedimento che dovrà fare il prossimo Governo, in fretta e furia, quando si insedierà, dopo le prossime elezioni, per cancellare tutte queste odiose cose, lo potremo tranquillamente chiamare lo “spazzacazzate” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/124 Boniardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/125 Castiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/126 Piccolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/127 Pretto, con il parere contrario.

Il collega Pretto chiede di parlare. Ne ha facoltà; le chiedo di cambiare il microfono…

ERIK UMBERTO PRETTO (LEGA). Presidente, abbiamo deciso di intervenire come gruppo, per mio tramite, su questo ordine del giorno, in quanto riteniamo che sia, come tanti altri, di buon senso e che esprima delle perplessità che sono prima di tutto tecniche, piuttosto che giuridiche o politiche. L'articolo 1 del decreto-legge oggetto del provvedimento di conversione prevede, infatti, di applicare le norme sulla nuova disciplina delle intercettazioni - che, come abbiamo già visto e sentito, prevede l'ausilio dei più moderni strumenti informatici - ai procedimenti penali iscritti dopo il 30 aprile 2020.

Ecco, Presidente, da qui al 30 aprile 2020 ci sono soltanto due mesi e vista quella che è la confusione che regna sovrana in tutti i provvedimenti che vengono presi in esame dal Governo piuttosto che dalla maggioranza, noi ci chiediamo se possiamo razionalmente pensare che in questi soli due mesi vengano espletate tutte quelle procedure propedeutiche alla presa in carico effettiva di questa norma, come ad esempio i decreti attuativi, piuttosto che gli atti di chiarimento che certamente interesseranno il Governo e le strutture ministeriali. Ecco, noi pensiamo sicuramente di “no” e crediamo che queste misure siano assolutamente necessarie per dipanare quella che è la confusione che già è entrata negli ambienti dell'avvocatura piuttosto che della magistratura, ma, soprattutto, pensiamo che sia necessario un intervento di chiarimento su questo punto, visto che anche le procure, piuttosto che i tribunali, dovranno dotarsi di strutture informatiche importanti, oltretutto, anche senza oneri per lo Stato.

Pensiamo, quindi, che sia razionalmente corretto proporre una posticipazione di questo tipo di termine a una data più avanzata, in quanto crediamo che sia necessario avere un tempo tecnico, da parte delle strutture appunto dello Stato, per adoperarsi affinché questo tipo di provvedimento che comunque noi continuiamo a contestare sia reso effettivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Di Muro, prego.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, stavo leggendo l'ordine del giorno del collega Pretto e mi sembra un ordine del giorno di buon senso; capisco che la maggioranza possa avere difficoltà a dare parere favorevole, perché significherebbe, in qualche modo, riconoscere sia gli errori dell'attuale maggioranza, di chi ha scritto questo provvedimento, ma anche gli errori di valutazione di chi ha fatto la “riforma Orlando”, perché noi stiamo votando un provvedimento che, già, recepisce la difficoltà di applicazione di determinate normative, ovvero di queste nuove strumentazioni che vengono immesse nel sistema penale e di procedura penale, perché le procure si devono dotare di questi nuovi strumenti, capisco anche che sia difficile perché hanno anche un alto tasso di tecnologia, però, con questo provvedimento, noi rinviamo nuovamente i termini. Quindi, ci sono diversi commi, che giustamente il collega ha citato: sono anche numerosi e impattano sulla ratio stessa del provvedimento, ma quello a cui dobbiamo pensare, quando facciamo la nostra attività di legislatori, è anche di dare una certezza della norma a chi la deve applicare, a chi la deve studiare e a chi si trova in qualche procedimento. Quindi, secondo me, sarebbe più giusto per tutte le parti, e non solo un riconoscimento alla parte politica che propone questa iniziativa, rinviare l'applicazione ai procedimenti dopo l'applicazione di tutti questi decreti che vengono riconosciuti nell'articolo 2, commi 3, 5 e 6, appunto, del decreto in discussione, in modo tale di dare a tutti il tempo per prepararsi.

Però, vede, e termino, Presidente, credo che questa maggioranza di Governo abbia un senso veramente tutto suo di interpretare quella che è l'urgenza. Questo è un decreto-legge, quindi, ha dei presupposti di urgenza, e all'interno del provvedimento continuiamo ad avere dei rinvii, quindi, c'è palesemente un rischio di incostituzionalità su questo provvedimento, come c'era un rischio di incostituzionalità sulle disposizioni dello “Spazzacorrotti”; noi vi abbiamo detto esattamente queste cose, quando eravamo al Governo insieme, ma non ci avete considerato, tanto da provocare un'illegittima detenzione; è un fatto gravissimo in materia di giustizia, ma, in più, avete un senso di urgenza tutto vostro anche nell'ordine dei lavori parlamentari, perché, se non fosse stato per il gruppo della Lega, avremmo discusso prima di questo provvedimento e non di quello che ci chiedeva tutta Italia, ovvero di dare risposte alle legittime ansie dei nostri cittadini in materia di lotta al Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/127 Pretto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/128 Dara, con il parere contrario.

Chiede di parlare il collega Dara, prego.

ANDREA DARA (LEGA). Presidente, cari colleghi, qualche anno fa, riscosse grande successo un film, premiato tra l'altro con un Oscar, ambientato nell'allora Germania dell'Est, quella comunista, intitolato “Le vite degli altri”, dove veniva ben rappresentato il sistema di controllo spionistico su larga parte della popolazione, attraverso costanti e asfissianti intercettazioni. Ecco, non vi nego che in questi giorni in cui discutiamo sulla nuova legge in materia di intercettazioni quel film e le atmosfere che evocava mi sono tornati in mente in modo molto vivo; guardatelo, perché ve lo consiglio.

Parliamoci chiaramente, se è corretto presupporre l'utilizzo di potenti tecnologie audio e video di intercettazione, come il trojan, nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, ghiaccia il sangue, invece, pensare a un uso diffuso su altre tipologie di ipotesi di reato, in più con un uso assai discrezionale da parte della magistratura inquirente e neanche più delle forze dell'ordine.

A ben poco serve garantire, perché bisogna poi vedere se, effettivamente, visti i precedenti, che le intercettazioni non siano non utili alle indagini e quelle non contenenti ipotesi di reato non verranno rese pubbliche. Quelle intercettazioni esisteranno, saranno in dossier digitali giacenti nei server, addirittura di società private che mai potranno garantire la piena sicurezza su quel materiale sensibile. Insomma, una spada di Damocle sulla testa dell'intera società italiana che si verrebbe a determinare con l'uso diffuso e troppo giustificato di apparati come i trojan. Esagero? Ecco qualche numero: Francia, 23 intercettazioni ogni 100 mila abitanti; Germania, 15 intercettazioni ogni 100 mila abitanti; Regno Unito, 6 intercettazioni ogni 100 mila abitanti; Stati Uniti, 0,5 intercettazioni ogni 100 mila abitanti. Non ho i dati ben precisi su quelle che si svolsero già nella citata Germania dell'Est, ma ho quelli a oggi nel nostro Paese: 76 intercettazioni ogni 100 mila abitanti al netto dell'utilizzo diffuso richiesto del trojan. Mi sembra, purtroppo, che si sia già sulla strada buona per fare concorrenza ai livelli raggiunti al di là di quello che allora era il muro di Berlino.

Abbiamo piena fiducia nell'operato della magistratura e confidiamo nella sua capacità di discernere e agire in modo equilibrato, finalizzando tecniche e apparati in modo calibrato e riguardoso dello Stato di diritto, quindi non riteniamo necessari usi fuori scala e incontrollati degli stessi. Però abbiamo un po' meno di fiducia in una certa parte politica, che pretende il “fine processo mai”, il considerare innocenti dei colpevoli non scoperti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e nel ribaltare i termini di presunzione tra innocenza e colpevolezza, e pensiamo che si crei, con questa questione delle intercettazioni, un combinato disposto che non ha le garanzie costituzionali, la pienezza del diritto e ha ben poco a che vedere con lo Stato.

In conclusione, voglio fare una citazione che probabilmente farà piacere ad alcuni colleghi del Partito Democratico. Diceva Filippo Turati, uno dei grandi padri nobili del riformismo italiano: “Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte”. Noi oggi proprio di questo rischio stiamo parlando. Riflettete su quello che state votando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/128 Dara, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/129 Fantuz, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Ordine del giorno n. 9/2394/130 Ferrari, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). La ringrazio, gentile Presidente. Onorevoli colleghi, il ringraziamento più grande, però, va al Governo, perché con il parere contrario espresso su questo ordine del giorno finalmente getta la maschera, una maschera di finto garantismo, e toglie il sottoscritto dall'imbarazzo di dover respingere magari una riformulazione o una modifica dell'ordine del giorno in raccomandazione, che non avrebbe avuto la dignità di essere nemmeno presa in considerazione.

Inizio l'illustrazione di questo ordine del giorno chiedendo, poi, naturalmente, il sostegno di tutti i liberi pensatori di questa Assemblea, con un ringraziamento particolare. Un ringraziamento particolare - che va al presidente della regione Lombardia, il governatore Fontana, che sta dimostrando un altissimo senso dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) e che è il migliore esempio della qualità e del valore di tantissimi nostri amministratori, di tantissimi pubblici ufficiali e di tantissimi incaricati di pubblico servizio…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Prego.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. Dicevo di tutte queste persone, di questi amministratori, che militano in tutte le forze politiche e che con la conversione di questa “legge trojan” voi state andando, ancora una volta, a criminalizzare e a rendere oggetto di un morboso uso di strumenti assolutamente delicati per la sicurezza di tutti i cittadini: si rischierà davvero di trasformare questo nostro Paese in uno Stato di polizia giudiziaria, tale da far impallidire il terrore di rivoluzionaria memoria.

L'ordine del giorno verte su un'ulteriore devianza del sistema costituito dal Grande Fratello giudiziario che state realizzando. Infatti, la pubblicazione, anche parziale, del contenuto delle intercettazioni acquisite a scopo processuale, destinate a rimanere segrete fino all'eventuale produzione in giudizio, in quanto rilevanti alla sua definizione, può implicare la lesione di diritti fondamentali della persona. È pertanto essenziale tutelare i diritti degli individui indagati anche sotto questo profilo, garantendo loro una tutela personale forte rispetto a forme di rivelazione e di utilizzazione impropria dei segreti d'ufficio che li riguardano. Vorremmo, pertanto, che il Governo sfruttasse il primo atto normativo utile per conferire maggiore forza alla tutela penale del segreto d'ufficio quando ne sia oggetto il materiale tratto da intercettazione di comunicazioni o conversazioni delle persone indagate, anche facendo riferimento all'articolo 326 del codice penale.

State molto attenti: il trojan, in gergo informatico, è considerato un virus. Di fatto, voi state aprendo un vaso di Pandora con il quale rischiate di infettare il sistema Paese e, come la storia delle epidemie ci ha sempre dimostrato, coloro che si sono trastullati con i virus, pensando di esserne immuni, ne sono sempre rimasti contaminati e ne hanno perso il controllo, e voi avete già dimostrato di non sapere tenere sotto controllo i virus. Cambiate strada (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/130 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/131 Donina.

Ha chiesto di intervenire il collega Donina. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Presidente, quest'ordine del giorno interviene sostituendo il comma 1 dell'articolo 270 del codice di procedura penale, in materia di utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni per mezzo di captatore in un procedimento. Ovviamente, l'utilizzazione di intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti era già stato oggetto di forte critica, sin dai tempi dell'approvazione del codice del 1988, ma l'estensione oggi proposta da questo Governo all'amplissimo catalogo dei delitti di cui all'articolo 266, comma 1, travolge completamente il confine, cioè il divieto dell'utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali si è fatto ricorso allo strumento captativo, aprendo la strada all'illimitata utilizzabilità delle intercettazioni. Non sto qui a ricordare - perché i colleghi ovviamente lo sanno - che già le Sezioni Unite della Corte di cassazione e la Corte costituzionale erano contrari appunto a questo discorso. Mi vien da dire, però, che alle volte non riesco a capire se questo Governo fa finta o veramente quando fa determinate decreti. Dico questo perché abbiamo sentito stamattina e tutto il pomeriggio dire che questo provvedimento viene fatto per le intercettazioni sui grandi mafiosi, ma lo sanno tutti che i mafiosi non utilizzano il cellulare. Di che intercettazioni stiamo parlando? Dovreste essere collegati col territorio normale e capirle certe cose basilari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È esattamente come il discorso fiscale: questo Governo, per attaccare l'evasione fiscale, cosa fa? Fissa il contante a 1.000 euro. Ma vi siete resi conto che i grandi evasori sono quelli che hanno i conti all'estero? I grandi evasori sono quelli che hanno le società alle Bahamas e fanno i bonifici per evadere, non utilizzano i 1.000 euro di contante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Quindi la domanda mi viene spontanea: ma voi fate finta o davvero credete alle cose che ci raccontate qua dentro? Ciò perché il dubbio ci viene certe volte. Noi costantemente siamo collegati col territorio, con i cittadini, voi continuate a fare decreti che vanno continuamente a colpire la popolazione, come sarà in questo caso, anche perché quest'ordine del giorno impegnava il Governo a valutare gli effetti applicativi di questa disposizione, non è che la stravolgeva, ma secondo non l'avete manco letto.

Detto questo, voglio dire a una forza di Governo, che probabilmente si illude (noi l'abbiamo già visto in Commissione poste, telecomunicazioni e trasporti con il Ministro Pisano; non so, magari c'è anche un conflitto di interesse con una grossa società qual è la Casaleggio Associati), che magari una parte del Governo pensa che sia proprio questa società a gestire o a trattenere questi dati e ad inserire queste cose; ma non illudetevi di fare queste cose, perché non sempre le cose vanno con le manine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Concludo, ricordando a tutti i colleghi, soprattutto della maggioranza, che ognuno è responsabile di ciò che accade e ha il potere di decidere cosa vuole essere. Quello che siete oggi, cari colleghi, è il risultato delle vostre scelte passate, ma quello che sarete domani sarà il risultato delle vostre azioni di oggi, ricordatevelo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/131 Donina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/132 Tombolato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Ordine del giorno n. 9/2394/133 Capitanio: è accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/134 Lucchini, su cui vi è il parere contrario del Governo: ha chiesto di intervenire il collega Cantalamessa. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Presidente, con quest'ordine del giorno la collega Lucchini chiedeva di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di introdurre le captazioni da remoto effettuate al di fuori dei limiti previsti dalla normativa vigente tra quelle che incidono sull'inviolabilità del domicilio. È fuori di dubbio che le intercettazioni siano uno strumento fondamentale per le indagini, così come è fuori di dubbio che questa legge allarga in maniera molto pericolosa le maglie e va a limitare sempre di più la libertà e il diritto alla privacy dei cittadini. Con quest'ordine del giorno si cerca almeno di regolamentare l'uso che si potrebbe fare, anche perché è ingiusto e sbagliato che lo Stato, per cercare di trovare dei delinquenti vada a violare il diritto alla privacy dei cittadini. L'ho detto in discussione generale: è un po' come se lo Stato, per evitare i reati, ponesse il coprifuoco alle nove di sera in tutte le città. È chiaro, ci sarebbero meno reati, ma tutti i cittadini perbene ne andrebbero a pagarne il prezzo. Io credo che uno Stato efficiente ed efficace debba garantire la cattura dei delinquenti, senza violare ulteriormente il diritto alla privacy sancito dalla Costituzione dei tanti cittadini perbene. Per questo chiediamo di votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/134 Lucchini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/135 Cecchetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Ordine del giorno n. 9/2394/136 Zordan: ha chiesto di intervenire il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, con quest'ordine del giorno cerchiamo di rappresentare la delicatezza dell'utilizzo delle intercettazioni in procedimenti diversi, facendo sì che il Governo possa prendere in considerazione la necessità di una connessione che debba perlomeno sussistere quando dobbiamo utilizzare delle intercettazioni per reati diversi.

Io vorrei rifarmi alle parole del Presidente della Repubblica, che proprio ieri, riunendo i nuovi magistrati che sono stati nominati con decreto ministeriale 19 febbraio, ha loro rivolto delle parole che possono essere molto esplicative anche per cercare di inquadrare la filosofia di questo provvedimento. Egli ha detto ai nuovi magistrati: state sempre attenti a individuare il confine che esiste e che separa l'interpretazione della legge da quello che, invece, separa l'arbitrio nella creazione delle regole. Sono due distinte situazioni, ma nella seconda delle quali sembra che noi ci troviamo, perché questo provvedimento, purtroppo, si distingue per un arbitrio di regole che non è consono al sistema giudiziario e al sistema delle regole che siamo abituati a tramandarci di generazione in generazione di giuristi.

Quindi faccio appello alle parole del Presidente della Repubblica per far sì che questo Parlamento prenda seriamente in considerazione il contenuto di questo ordine del giorno e lo metto in votazione, sperando nel buon esito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/136 Zordan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/137 Morelli: viene accettata la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/138 Sutto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Ordine del giorno n. 9/2394/139 Vallotto: viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/140 Potenti: viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/141 Panizzut: viene accettata la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/142 Ziello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno si muove verso due direzioni. La prima è quella di chiedere al Governo un forte potenziamento del personale che lavora nei tribunali italiani, perché, a differenza di questi ministri che vanno alle manifestazioni contro i vitalizi, ma ci si fanno accompagnare con le auto blu (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ci sono migliaia di donne e uomini che vivono la trincea del lavoro vero e, tra l'altro, rimangono da soli e isolati da questo Governo, che se ne frega completamente del personale che lavora nei tribunali, ma si occupa tanto di fare delle gaffe in diretta TV sui principi costituzionali che un Ministro della Giustizia dovrebbe conoscere molto bene, signor Presidente.

La seconda direzione di questo ordine del giorno è molto semplice, pone un quesito molto basilare: noi italiani che cosa abbiamo fatto di male per meritarci un Ministro della Giustizia come Alfonso Bonafede, conosciuto meglio come Dj Fofò, signora Presidente? Ma stiamo scherzando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di moderare i toni. Collega, la richiamo!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signora Presidente, non mi deve richiamare, perché sto sul tema. Sto parlando della riforma delle intercettazioni, le sto dicendo che questa riforma si abbatterà nei confronti di migliaia di italiani come una grande scure per il semplice fatto che, con l'inquadramento che date al trojan, voi di fatto svendete la giustizia ad una società o a più società private; e non vorremmo che all'interno di questo sistema ci sia la Casaleggio Associati, signora Presidente, per esempio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), perché voi con questa riforma…

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …calpestate completamente il principio di riservatezza contenuto negli articoli 15 e 21 della Costituzione, e quelli che schiamazzano dovrebbero (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …leggerla la Costituzione italiana, signora Presidente, al posto di urlare. Li richiami, signora Presidente, perché è il suo compito…

PRESIDENTE. Collega, vada avanti.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …non soltanto richiamare l'oratore, ma anche chi genera tumulti ai sensi dell'articolo 58 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …59, 60 e 61, signora Presidente. Cosa sta aspettando a richiamare i suoi colleghi di partito?

PRESIDENTE. Collega, vada avanti, li ho già richiamati i colleghi. Io faccio il mio lavoro, lei faccia il suo! Vada avanti.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). E vado avanti…

PRESIDENTE. Collega, vada avanti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi, colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signora Presidente, se lei non fa fare silenzio ai suoi colleghi di partito, non sono nelle condizioni di proseguire il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Ziello, vada avanti.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Lei deve tutelare anche i parlamentari di opposizione, signora Presidente, perché lei è il nostro garante principale, glielo ricordo. E concludo rimanendo molto inquieto dalle espressioni che vedo nelle facce di tanti colleghi del MoVimento 5 Stelle, signora Presidente, perché la nostra giustizia sta vivendo un percorso di declino veramente incredibile, che soltanto un ministro della giustizia capace può fermare. Quando torneremo al Governo metteremo mano nel più breve tempo possibile a tutti questi provvedimenti con cui state condannando l'Italia alla decrescita economica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/142 Ziello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/2394/143 Tiramani: viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/144 Andrea Crippa: viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/145 Binelli: viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/146 Boldi: viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/147 Lazzarini: viene accolta la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/148 Benvenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/149 De Martini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/150 Foscolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/151 Piastra. Viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2394/152 Galli sul quale vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI (LEGA). Presidente, devo dire che stiamo vivendo giornate in questa settimana surreale veramente particolari. Che questo provvedimento sia totalmente anticostituzionale, colleghi ben più autorevoli di me in campo giuridico l'hanno ampiamente dimostrato in queste giornate; però, voglio dire, non serve nemmeno essere così fini giuristi per capire che un qualcosa che ti entra nella tua vita privata in ogni modo, recupera informazioni che sono proprio quelle della tua vita privata, e vengono gestite non dallo Stato, dalla cosa pubblica, ma da persone che appartengono a società private che possono gestire e manomettere questi dati come vogliono senza alcun controllo, perché tecnicamente nessuno sarebbe eventualmente in grado di fare questo tipo di verifiche, che possono addirittura creare prove false, che possono far fare cose che le persone interessate non hanno mai fatto, ma che qualche anno dopo in eventuali passaggi processuali potrebbero essere mostrate come prove, è talmente, banalmente, evidentemente anticostituzionale che veramente non se ne dovrebbe neanche parlare. Però quel che mi lascia perplesso è che questo ordine del giorno chiedeva una cosa molto semplice: all'interno di questa incostituzionalità generalizzata, almeno andiamo a garantire un minimo quello che è la nostra Assemblea. E, quindi, i parlamentari eletti dal popolo, che dovrebbero essere liberi per definizione nelle loro azioni e che non possono a legislazione corrente essere controllati nelle loro azioni, almeno vengano in qualche modo tutelati, un minimo tutelati. Oltretutto questo ordine del giorno non dà neanche indicazioni precise: chiede solo al Governo di fare qualche riflessione su eventuali modifiche o azioni successive da mettere in atto per garantire questa libertà di azione a noi parlamentari. Addirittura, è stato dato un parere contrario quando poteva essere semplicemente accettato: in Italia un ordine del giorno, come si sa, è come il titolo di dottore, non si nega a nessuno, quindi non capiamo veramente perché avete fatto una roba del genere; però si inserisce in quello che questa settimana si sta veramente dimostrando in maniera palese a tutti i cittadini italiani. Siamo in una situazione veramente drammatica da un punto di vista sanitario e ho paura, in prospettiva, a breve, ancor più economica, e questo Parlamento sta perdendo tempo per fare un qualcosa che, come è stato detto ampiamente, poteva essere fatto tranquillamente con una procedura ordinaria, visto che mancano alcuni mesi alla sua entrata in vigore; e che comunque, in questo momento, si sarebbe addirittura dovuto ritirare momentaneamente, e far vedere al Paese che tutti siamo concentrati sull'unica cosa importante che i cittadini italiani devono affrontare in questi giorni. Invece, no: avete voluto, dopo aver concesso quella giornata di ieri su richiesta dell'opposizione e della Lega in particolare, continuare su questo provvedimento. Devo dire che la cosa non mi sorprende da parte dei colleghi 5 Stelle, perché io credo che nella vita ognuno istintivamente sia portato a pensare degli altri quello che pensa di se stesso; e quindi che voi abbiate in mente che l'Italia sia fatta da delinquenti a prescindere, e qualcuno ogni tanto si salva, non mi sorprende, perché evidentemente è quello che voi pensate di voi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io che sono una persona normale, che ho fatto l'amministratore pubblico tanti anni, ha fatto tante altre cose, credo che tutti gli italiani siano più o meno come me, come noi, come la maggior parte di noi, persone normali che fanno con impegno il proprio dovere. Se poi qualcuno fa qualcosa di sbagliato, va bene, eventualmente quello pagherà; ma non dovremmo essere messi tutti in galera ideologica perché qualcuno ogni tanto sbaglia. Per cui i colleghi dei 5 Stelle non mi sorprendono. Però, voi del PD: io ho sempre avuto, devo dire, una stima storica nei confronti di chi in maniera onesta ideologicamente è dalla parte dei più deboli, dei più poveri, degli emarginati, degli operai e tutte queste cose. Voi eravate garantisti per definizione; pur di non perdere il “cadreghino” avete assecondato in maniera totale i 5 Stelle e qualunque cosa vi propinino voi la accettate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Peraltro, politicamente in maniera assolutamente incomprensibile, perché voi potete dire “se non vi va bene, domani andiamo a votare”, loro non possono farlo.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

DARIO GALLI (LEGA). Quindi, perché state accettando tutte le cose che vi obbligano a fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Dette queste cose, e tante altre che magari diremo successivamente…

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

DARIO GALLI (LEGA). Concludo dicendo che veramente non capisco perché ci sia stato questo parere contrario a questo banalissimo ordine del giorno. Quello che capiscono tutti gli italiani è che più in fretta andiamo a votare e più in fretta mandiamo a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/152 Galli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/153 Zoffili. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Presidente, io sono basito per due cose: sul parere contrario rispetto a questo ordine del giorno da parte del Governo e sull'assenza del Ministro della Giustizia. Dopo il reddito di cittadinanza, che è una ragione sociale del MoVimento 5 Stelle, le intercettazioni, la caccia al politico perbene che, però, magari fa il birichino se lo ascolto per telefono: il Ministro della Giustizia non c'è rispetto a questo, che è uno degli atti principali del Movimento dei grillini. Questo ordine del giorno introduce semplicemente per determinate categorie, richiamando una legge - l'articolo 17, comma 5, della legge 3 agosto 2007, n. 124 -, una clausola di salvaguardia, una tutela per determinate categorie, per chi si riunisce, sì, per chi si riunisce anche in una sede di un partito, per chi in forma libera e associata e lo dice la Costituzione - e la bocciatura di questo ordine del giorno va contro la Costituzione - all'articolo 49 in cui si prevede che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

E noi, con questo ordine del giorno, vogliamo tutelare questi cittadini, vogliamo tutelare - guardo la sinistra, guardo il PD - anche i sindacati che sono compresi in questo articolo di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È una bocciatura, il parere del Governo, che va contro le autonomie, perché il trojan oltre ad entrare nelle sedi e nelle riunioni sindacali, entrerà anche nelle assemblee e nei consigli regionali. Mi consenta, Presidente, di abbracciare, dai banchi di questo Parlamento, il nostro governatore Fontana per quello che sta vivendo in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per il lavoro che sta portando avanti con gli operatori, i suoi, della Protezione civile, con tutti i medici e i sanitari per combattere il Coronavirus e di farle rilevare, Presidente, quello che scrivono alcuni parlamentari del Partito Democratico sulla pagina ufficiale del profilo Twitter, deputati PD, che scrivono contro un governatore di una delle regioni più produttive di questo Paese, e sto sul tema…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe ritornare sull'ordine del giorno. Siamo al n. 9/2394/153.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …in questo momento, scrivono i deputati del PD: “I cittadini devono avere istituzioni impegnate, responsabili, serie ed equilibrate. Il presidente della Lombardia Fontana non usi il Coronavirus per fare propaganda…

PRESIDENTE. Collega le chiedo di attenersi all'ordine del giorno.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …propaganda ridicola, peraltro”, scrivono queste persone. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Collega non le voglio togliere la parola, però le devo chiedere… grazie, collega.

Ha chiesto di parlare il collega Iezzi (Commenti del deputato Zoffili) ?. Collega, aveva concluso o no? Perché io le stavo chiedendo di ritornare sul tema.

Collega Iezzi, prego (Commenti del deputato Zoffili). Collega Zoffili… collega Iezzi, un momento… io le ridò la parola, basta che si attenga all'ordine del giorno. Non mi imponga di toglierle la parola. Prego.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Presidente, mi scusi, mi permetto un rilievo nei suoi confronti: io ero assolutamente sul tema (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), stavo commentando…

PRESIDENTE. Colleghi…

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …e illustrando, anche in termini politici, perché, forse, qui dentro facciamo anche politica, il mio ordine del giorno, con un richiamo di legge, che è la legge del 3 agosto 2007, n. 124, che parla di consigli regionali, di assemblee regionali e di regione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E credo che sia consentito, perché siamo in democrazia, fare un richiamo in questo particolare momento anche al nostro governatore Attilio Fontana, vergognosamente attaccato da colleghi del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Grazie, collega.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Ho ancora un minuto!

PRESIDENTE. Le ho tolto la parola.

Collega Iezzi, ha un minuto e quaranta. Prego (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, non ha concluso Zoffili!

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Ma è possibile che il mio collega concluda un discorso senza essere interrotto?

PRESIDENTE. Collega Iezzi, intanto le ho dato la parola. Prego.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Ve bene, io ho pochi secondi, volevo solo sottolineare i rischi non solo di ciò che si può intercettare, ma anche di ciò che non si può intercettare. Allora, siccome il mio collega faceva riferimento agli organismi politici, voi pensate se dovessero intercettare Palazzo Chigi: se dovessero intercettare Palazzo Chigi, ci accorgeremmo che discutono di tutto, tranne dell'emergenza sanitaria e dell'emergenza economica nel nostro Paese legata al Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E allora, forse, il problema delle intercettazioni è molto più serio di quello appare…

PRESIDENTE. Colleghi…collega…

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). …perché in quest'Aula si è discusso di Coronavirus solo ed esclusivamente grazie alla determinazione della Lega e degli altri partiti dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, chiedo anche a lei di attenersi al tema dell'ordine del giorno, grazie.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). E faccio presente che noi anche in Aula abbiamo due sottosegretari del Ministero della giustizia e, nei giorni scorsi, né loro, né il Ministro della giustizia si sono preoccupati di dare le mascherine agli agenti della polizia penitenziaria. Svegliatevi! Cosa state facendo? Svegliatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Colla. Ne ha facoltà.

JARI COLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno e volevo sapere dove fosse il Ministro, visto che stavamo parlando di un provvedimento che riguardava anche lui e non lo vedo da tempo in Aula.

PRESIDENTE. Il Governo è rappresentato, collega.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/153 Zoffili, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Ordine del giorno n. 9/2394/154 Pettazzi: viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/155 Saltamartini.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/155 Saltamartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

L'ordine del giorno n. 9/2394/156 Durigon è stato dichiarato inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2394/157 Ascari, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2394/158 Brunetta, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/159 Napoli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/160 Gregorio Fontana, parere favorevole con riformulazione… Colleghi, specifico che gli ordini del giorno n. 9/2394/159 Napoli e n. 9/2394/160 Gregorio Fontana hanno parere favorevole con riformulazione, come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2394/161 Ruggieri.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/161 Ruggieri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/162 Valentini c'era un parere favorevole con riformulazione, come raccomandazione; va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/163 Palmieri c'era un parere favorevole con riformulazione, come raccomandazione; va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/164 Bergamini, su cui c'era un parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale… no, ritiro la votazione. Ha chiesto di parlare la collega Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Sì, grazie, Presidente. Io sono francamente sorpresa e anche dispiaciuta per questo parere che il Governo ha voluto dare all'ordine del giorno che porta la mia firma. Vedete, qui stiamo semplicemente cercando di presentare qualche impronta di decenza rispetto ad un provvedimento che veramente grida vergogna. Io non lo so se la passività totale dei rappresentanti del Governo o se l'assenza del Ministro della giustizia siano semplicemente il riflesso di una totale inconsapevolezza o di un totale distacco dalla realtà di quello che sta avvenendo. Purtroppo, mi viene da pensar male; non penso nemmeno che riusciate a raggiungere questi livelli di inconsapevolezza, di ignoranza, di non rapporto con la realtà. Qui si sta facendo strame di una garanzia costituzionale sancita all'articolo 15; qui si sta trasformando questo Paese in un Paese di controllati a vista e tutto questo nel silenzio più assoluto. Sono state già date abbastanza informazioni su quale sia l'abuso dell'uso delle intercettazioni - e non voglio parlare della loro pubblicazione - in questo Paese e voi pervicacemente continuate ad andare avanti in questa direzione. Non contenti di aver abolito la prescrizione, continuate nel vostro disegno e spero che sia il vostro disegno perché, secondo me, dalle vostre assenze, dalla vostra passività, dalla totale incapacità di svolgere un ruolo critico, dalla totale assenza di interlocuzione con le forze di opposizione - e quando all'opposizione c'eravate voi, eccome se l'interlocuzione la pretendevate! -, tutto questo mi fa pensare che voi siate semplicemente eterodiretti, strumenti spero inconsapevoli - perché se foste consapevoli sarebbe gravissimo -, becchini della Costituzione, veramente esecutori testamentari delle garanzie costituzionali. State trasformando questo Paese in un Paese di spiati! Dai telefoni - non parlerà più nessuno al telefono, state tranquilli; già ora parliamo molto meno, ma non si useranno più i telefoni - ai computer, alle stanze da letto, sarà possibile inserire il trojan in qualsiasi device e 104 milioni di sim in questo Paese saranno potenziali microfoni spia; sarà possibile spiare non solo le parole e i comportamenti del misero proprietario, ma anche di tutti quelli intorno, e tutto questo non per il piacere e basta di controllare la vita degli altri - incubo! -, ma perché considerate per principio e per ideologia, ogni italiano, ogni contribuente, ogni persona perbene, un possibile sospettato di chissà quale reato. Non c'è più la presunzione di innocenza, non c'è più neanche la presunzione di libertà! Tutti da spiare perché sicuramente faranno qualcosa di male. L'abisso in cui ci state portando è che consentirete ai pubblici ministeri non più di perseguire un reato - no - ma di perseguire la persona in quanto tale: qualcosa si troverà che avrà fatto di male: siamo alla pesca a strascico! È vietata pure quella, ma nelle intercettazioni no, si può fare, si può andare a cercare quello che non c'è; così si incastra la gente e intanto, mentre si attende di trovare, si mette sotto spia una popolazione intera. Se poi è un politico ha la sfortuna di avere un cognome illustre, c'è ancora più gusto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché poi, magari, così, col solito circuito mediatico-giudiziario, si pubblica qualcosa in qua e in là e si distrugge per sempre la reputazione e il vivere sociale di una persona.

In questi tempi in cui, con tutte le tecnologie digitali, tutto si riverbera a livelli incontrollabili e restituire la dignità alle persone, la corretta rappresentazione di quella persona nel mondo sociale, diventa di fatto impossibile; è un danno permanente che voi state provocando - e un giorno vi pentirete perché lo state provocando anche a voi stessi - che lede per sempre un principio fondamentale sancito dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). State facendo un errore drammatico: il problema è che probabilmente non avete neanche l'autonomia di dire “ci stiamo sbagliando”; eseguite questo bel disegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/164 Bergamini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/165 Battilocchio, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, siamo francamente sorpresi da questo parere contrario, perché ci sembra un ordine del giorno di buonsenso. In sostanza, viene richiesto che il decreto del Ministro della giustizia, previsto dall'articolo 2, comma 3, del provvedimento, in merito ai requisiti tecnici dei programmi informatici funzionali nell'esecuzione delle intercettazioni, sia emanato al più tardi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento. Quindi, un'azione che punta a prevenire ed evitare, attraverso regole certe, possibili, probabili abusi e falle, in particolare legati all'utilizzazione del trojan. Attenzione, non stiamo parlando di potenziali periodi ipotetici del secondo tipo, ma di una minaccia, un rischio concreto, incombente, attuale. Il caso recente più noto di installazione all'insaputa di privati cittadini di un trojan sui loro dispositivi è stato lo scandalo Exodus, risalente allo scorso marzo 2019. In Italia è stato diffuso su ampia scala un trojan che si installava sui cellulari attraverso gli store di applicazioni. Il virus ha raccolto per oltre due anni i dati personali di circa un migliaio di persone. Emerge, quindi, in tutta la sua complessità, la questione del diritto alla privacy e della sicurezza informatica; materie - è stato ricordato - di rango sicuramente costituzionale. Vi invito a riflettere su quanto ha affermato, rispetto allo scandalo Exodus, Antonello Soro: “Emerge con evidenza inequivocabile la notevole pericolosità di strumenti quali i captatori informatici, che, per quanto utili a fini investigativi, rischiano, se utilizzati in assenza delle necessarie garanzie anche soltanto sul piano tecnico, di determinare inaccettabili violazioni della libertà dei cittadini”; sono parole virgolettate di Antonello Soro, non certo un facinoroso bastian contrario o un oppositore con i paraocchi in cerca di facile consenso, ma presidente dell'Autorità garante della privacy dal 19 giugno 2012, e chissà ancora fino a quando. Mi auguro che il Governo possa rivedere il suo parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/165 Battilocchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/166 Rosso: viene accolta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2394/167 Mulé: viene accolta la riformulazione? Non viene accolta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Invoco l'attenzione, se è possibile, da parte dei rappresentanti del Governo perché ci troviamo davanti a un parere che mi ha sorpreso. In questo Vietnam di pareri contrari spunta un parere positivo, un parere favorevole all'ordine del giorno però soggetto a riformulazione e questo non mi torna, per cui invoco attenzione per questo motivo. L'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare con urgenza ogni iniziativa affinché nelle trascrizioni delle intercettazioni non siano riportate espressioni lesive riferite a dati sensibili e super sensibili, in violazione della normativa sulla privacy, non rilevanti ai fini delle indagini: è l'ordine del giorno n. 9/2394/167 da me presentato. Allora, a fronte di questo, davvero è inaccettabile la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Non c'è da valutare: si tratta di una fattispecie che va esclusa. Ora, per spiegare all'Aula, i dati sensibili li conosciamo tutti: sono quelli che riguardano l'origine etnica, eccetera. Quelli super sensibili sono ancora maggiorati. Ora immaginate il caso di specie: poiché il decreto-legge interviene anche per indagini legate agli incaricati di pubblico servizio, immaginate un portalettere, che è un incaricato di pubblico servizio, che usa il mezzo che gli viene dato in dotazione dall'azienda e secondo la procura lo usa per un fatto di peculato. Il portalettere ospita su questo mezzo dell'azienda una persona di altro sesso o dello stesso sesso (non ha importanza); durante il tragitto parlano di varie cose, durante il tragitto il trojan capta notizie che riguardano il passeggero o la stessa persona, che riguardano la sfera privata della persona e che nulla c'entrano con le indagini, però all'interno di un discorso che, secondo la procura, magari può interessare. Allora che facciamo? Depositiamo quanto il portalettere dice al passeggero e che riguarda fattispecie di natura sessuale, genetica, legata alle malattie? Allora su questo - non la faccio lunga, signor sottosegretario presente - vogliamo rivedere il parere e quindi non valutiamo l'opportunità di ma andiamo diretti verso una fattispecie che va nella direzione della civiltà minima. Qui non parliamo di legulei: c'è anche - lo dico a chi è presente e che ne sa molto più di me ai banchi del Governo - c'è giurisprudenza di Cassazione: la sentenza n. 14390 del 2015, che, proprio sui dati sensibili, invoca una tutela rafforzata da parte di chi agisce. Allora la richiesta è di rivedere il parere e quindi evitare, ripeto, questo scivolone ulteriore sul piano della civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, già la legge prevede questo. Quindi semplicemente noi diciamo “a valutare l'opportunità di” perché l'impegno è di attivarsi urgentemente con provvedimenti normativi ma, poiché già la legge lo prevede, ponevo il parere favorevole semplicemente con questa riformulazione perché già il testo ha inserito la dizione sul controllo dei possibili dati sensibili, che ovviamente devono essere individuati e non trascritti se non appunto rilevanti per l'indagine.

PRESIDENTE. Collega Mulè?

Prendo atto che il collega Mulè accoglie la riformulazione proposta dal Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa con il parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Brevemente oggi il dibattito è molto acceso da parte di chi ritiene che ci sia una violazione pesante del principio di riservatezza e che ci sia un'attribuzione alle procure di uno strumento, di un'arma letale quasi che entra nelle case dei cittadini e che quindi creerebbe effetti dirompenti. L'ordine del giorno è molto chiaro perché prevede che il Ministro della Giustizia, entro il 31 gennaio di ogni anno, faccia un quadro della situazione e un monitoraggio; ci spieghi come è avvenuto il rispetto del divieto di pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti coperti dal segreto; ci spieghi i casi in cui vengono trascritte, all'interno dell'ordinanza di custodia cautelare, le intercettazioni; ci spieghi e ci dia i numeri dell'utilizzo del trojan, i casi, i criteri, le ragioni che ne giustificano l'utilizzo. Ci spieghi l'utilizzo dei risultati delle intercettazioni in procedimenti penali rispetto a quello nel quale l'intercettazione è stato autorizzata - ricorderete che al Senato c'è stato un acceso dibattito su questo punto - e i casi in cui i risultati delle intercettazioni vengono dichiarati inutilizzabili in quanto non autorizzate correttamente. Ho scritto la data del 31 gennaio di ogni anno perché è la stessa data in cui il Ministro della Giustizia deve comunque fare una relazione sulle misure cautelari. Ecco si può fare un bilancio di tutta una serie di atti e di effetti che incidono pesantemente sui diritti costituzionali. Quindi ci terrei che il Governo accantonasse l'ordine del giorno e si potesse accoglierlo, eventualmente anche riformulandolo, ma in termini comunque accettabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Viene accantonato, sottosegretario? Prendo atto che l'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa viene accantonato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/169 Ravetto con il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/169 Ravetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/170 Ruffino, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, signor Presidente. Desidero leggere la richiesta di impegno fatta al Governo nell'ordine del giorno n. 9/2394/170 da me presentato perché è davvero particolare, nel senso che nell'ordine del giorno si richiede al Governo di presentare alle Camere, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, e comunque entro il 31 gennaio di ogni anno, una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relative all'applicazione, nell'anno precedente, delle disposizioni in materia di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, con specifico riferimento ai casi in cui le intercettazioni vengono trascritte all'interno di ordinanze di custodia cautelare. Ora parrebbe banale richiedere questo ed è grave la risposta ossia il mancato accoglimento del mio ordine del giorno. Prego, signor Presidente e per suo tramite il Governo, di rivedere il parere sull'ordine del giorno perché mi pare veramente grave e forse anche lesivo delle prerogative del Parlamento ossia di essere informato dell'attività che ho citato prima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Chiedo l'accantonamento di questo ordine del giorno, perché è in linea con il contenuto del dell'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, che è stato già accantonato: e poi lo sottoscrivo e ribadisco, come hanno fatto dei miei colleghi in precedenza, che sono sinceramente stupita dell'assenza del Ministro Bonafede oggi, visto che questo decreto per lui era di così grande importanza, tanto da averlo portato qui alla Camera senza darci il tempo di poterlo modificare. Questo “decreto intercettazioni” non aveva alcuna caratteristica di necessità e di urgenza e visto che per il Ministro Bonafede era così urgente, non capiamo il motivo per cui oggi è assente, nel momento in cui avrebbe avuto un confronto costruttivo, almeno sugli ordini del giorno, con le opposizioni. Sottosegretario, chiedo l'accantonamento proprio perché il contenuto è equivalente a quello dell'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, che ha poc'anzi accantonato, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vedo cenni del Governo, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/170 Ruffino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/171 D'Attis.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Sì, Presidente, rivolgendomi ovviamente ai rappresentanti del Governo direttamente, perché abbiamo capito, abbiamo compreso, insomma - non sono né il primo e non sarò l'ultimo a mettere in evidenza - quanto sia insidioso questo provvedimento, che arriva ad estendere in maniera spropositata la possibilità di spiare sostanzialmente chiunque; viene data l'arma, sostanzialmente, affinché si possa intervenire con lo strumento del trojan anche in procedimenti diversi da quelli per cui nasce magari una inchiesta e questa potrebbe essere una palese violazione - lo hanno detto i colleghi - dell'articolo 15 della Costituzione. Ebbene, questo ordine del giorno, come gli altri ordini del giorno esposti dai colleghi che mi hanno preceduto nel loro intervento, mette - come posso dire? - in equilibrio anche un po' i poteri che sono previsti nel nostro ordinamento. Che problema c'è - ci chiediamo e chiediamo al Governo - che un potere come quello rappresentato da questa Camera, cioè il potere legislativo, abbia almeno il riconoscimento di una rendicontazione da parte di un altro potere, che è quello che utilizzerà poi questo strumento che mettiamo nelle mani di quel potere stesso? Qual è il problema che porta il Governo a dare un parere contrario ad un impegno, all'impegno che venga presentata alle Camere, entro una certa data - qui viene detto entro tre mesi e comunque entro il 31 gennaio di ogni anno - una relazione che contiene i dati e le rilevazioni dell'attività posta in essere da questo da questo strumento del trojan, esteso con questo decreto. Allora, la proposta del collega Costa è stata accantonata. Io chiedo al Governo di accantonare o di tenere presente, nell'eventuale riformulazione dell'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, le due paroline che sono scritte qui dentro, perché poi non è che li possiamo - io sono d'accordo - accantonare tutti, ma almeno chiedo se c'è questa possibilità; se c'è questa possibilità io l'ordine del giorno lo ritiro, confidando nell'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa. Dal cenno che mi fa il sottosegretario mi sembra di capire che va bene, quindi lo ritiro a favore della riformulazione che poi ci aspettiamo dell'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. D'accordo, quindi l'ordine del giorno n. 9/2394/171 D'Attis è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno 9/2394/172 Occhiuto, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Sì Presidente, perché questo ordine del giorno, come i precedenti, ha nella parte dispositiva un contenuto molto analogo all'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, lo diceva bene prima la mia collega Siracusano. Se si accantona l'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, andrebbero accantonati anche questi altri ordini del giorno. Però io voglio intervenire, seppur brevemente, per segnalare al Governo e alla maggioranza che noi deputati di opposizione - lo stanno facendo molto bene i miei colleghi di Forza Italia, ma anche i colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia - da stamattina vi stiamo dicendo che siamo preoccupati per l'abuso che si possa fare dei trojan in ragione di questo decreto. Siamo preoccupati del fatto che ci possano essere captazione a strascico, del fatto che queste captazioni siano effettuate da aziende private e che il contenuto di queste captazioni, anche quando interviene nella sfera privata dei cittadini, non può essere distrutto. Tante volte in questo Paese abbiamo sentito che le intercettazioni rilevanti devono essere distrutte: no, ora mettiamo il trojan e il contenuto di queste captazioni non può essere distrutto; rimane, seppure in forma digitale, sui server, secondo il decreto, delle imprese private, che sarebbero di fatto sottoposti soltanto ad una custodia garantita, ma non sappiamo nemmeno in che modo garantita perché poi nel testo di legge…

PRESIDENTE. Mi scusi collega, mi scusi: colleghi, vi chiedo però di abbassare il tono della voce.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). …non son disposte nemmeno delle risorse a copertura di questa garanzia di sicurezza. Vi stiamo rappresentando tutte queste preoccupazioni e voi ci dite che invece questo decreto non condurrà a questi abusi. Poi noi facciamo degli ordini del giorno nei quali chiediamo che il Parlamento riceva ogni anno, una volta all'anno, una relazione, da parte del Ministro della giustizia, affinché il Parlamento possa essere reso edotto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) in ordine a come sono avvenute queste captazioni, a quanti, in quante occasioni siano avvenute a strascico; affinché ci renda edotti sul fatto che non c'è stato abuso e voi dite che siete contrari a che questa informazione venga data al Parlamento. Allora, delle due l'una: o non siete davvero convinti che questo decreto non produca abusi, oppure non vi dovreste opporre ad un'operazione di trasparenza all'interno del Parlamento. La verità è che soprattutto al MoVimento 5 Stelle non interessa nulla degli effetti, anzi, degli abusi che potrebbero determinarsi per questo decreto; a loro interessa che possano dire che hanno potenziato gli strumenti che hanno a disposizione gli inquirenti, anche per intervenire attraverso trojan nella sfera privata dei cittadini, perché loro credono nella infallibilità degli inquirenti e credono anche nel fatto che i cittadini che avessero la sventura di incappare in un'indagine giudiziaria, siano colpevoli a prescindere e quindi meritino di essere violentati nella loro privacy (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), spiati in ogni modo, di giorno e di notte, attraverso i loro telefoni, anche quando sono spenti. Ecco, per questo a voi non interessa quello che produrrà questo decreto: ritenete tutti colpevoli a prescindere; poi i processi a volte, anche quei processi che vi piacciono tanto e che vorreste non finissero mai, dimostrano che ci sono tanti indagati che invece erano innocenti. Ecco perché noi protestiamo e vorremmo che il Parlamento potesse avere notizia degli abusi eventualmente perpetrati a causa di questo decreto. Non ci stupisce che questa concezione illiberale e giustizialista del MoVimento 5 Stelle sia così pregnante anche in questo testo di legge. Ci stupisce - ci stupisce ancora - che questo contagio di illiberalità e di giustizialismo abbia coinvolto anche il Partito Democratico: di questo siamo stupiti, ma oggi un po' meno di ieri, perché siamo abituati, purtroppo, nelle ultime settimane, ad un Partito Democratico che abiura tutto quello che ha affermato nelle settimane e nei mesi passati, solo per stare al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/172 Occhiuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/173 Orsini.

Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, a me piacerebbe pensare che il vostro “no” a questo ordine del giorno fosse una sorta di omaggio che il vizio rende alla virtù. Siete così imbarazzati da questo provvedimento e dalle sue conseguenze che rifiutate l'idea di riferire alle Camere sui suoi effetti e sulle sue conseguenze, come chiede il nostro ordine del giorno. Quindi io, a differenza di qualche collega che mi ha preceduto, non sono per nulla stupito del vostro “no”. Il fatto è, però, che temo che la mia interpretazione sull'imbarazzo sia un po' troppo benevola, perché questa legge è la prova provata di come questo Governo, questa maggioranza o, almeno, una parte consistente di essa, intenda il rapporto fra lo Stato e i cittadini in termini non solo diversi, ma opposti a quelli della democrazia liberale. Nella democrazia liberale il primo compito dello Stato è quello di difendere i cittadini, le loro libertà, la loro privacy, la loro vita privata dalle ingerenze del potere, di qualsiasi tipo. Lo Stato liberale difende i cittadini, non li espone allo spionaggio, non li espone alle intercettazioni, non li espone a ogni forma di intrusione, lecita o illecita, alla propria privacy se non in alcuni casi estremamente limitati a fronte della necessità di tutelare principi costituzionali prevalenti, come la vita o l'incolumità fisica delle persone (ma non è certo questo il caso). Lo Stato liberale è questo, ma voi con lo Stato liberale temo che abbiate veramente poco a che fare.

E, allora, forse la ragione del “no” è un'altra, ed è l'ennesima prova del disprezzo, della scarsa considerazione che una parte della maggioranza, il MoVimento 5 Stelle, ha per l'istituzione parlamentare. In fondo, in questo siete perfettamente coerenti: sono mesi che lo dite, sono mesi che lo fate con una lunga serie di provvedimenti, ognuno dei quali porta a svilire, a sminuire, a mettere in discussione il ruolo di questo Parlamento. Il fatto che vi rifiutiate di riferire al Parlamento in fondo è perfettamente coerente con questo. È un po' meno coerente il fatto che il Partito Democratico si accodi a tutto questo senza neppure vergognarsene troppo. Ecco, vi lascio alla vostra triste coerenza, senza alcuna illusione che possiate cambiare questo parere, senza chiedere accantonamenti o ripensamenti. È una triste coerenza, che non fa bene a questa democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/173 Orsini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/174 Polverini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

L'ordine del giorno n. 9/2394/175 Porchietto è accolto come raccomandazione così come riformulato; d'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/176 Baldelli.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/176 Baldelli propongo una riformulazione che possa portare al parere favorevole. Sono espunte le premesse come tutti gli altri, come ho già detto, e l'ordine del giorno, nell'impegno diventa non più raccomandazione, ma parere favorevole, con questo testo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare, per quanto di competenza, ogni misura, anche di carattere normativo, utile ad introdurre più rigorose garanzie procedurali nella difesa del segreto investigativo per evitare la pubblicazione di intercettazioni di persone non coinvolte nelle indagini”.

PRESIDENTE. Collega Baldelli? Prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Siccome è un tema molto importante e delicato, Presidente, va benissimo la riformulazione. Chiedo che l'Assemblea lo voti, c'è il parere favorevole del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/176 Baldelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 79).

L'ordine del giorno n. 9/2394/177 Giacometto è accolto come raccomandazione, così come riformulato: d'accordo. L'ordine del giorno n. 9/2394/178 Mandelli è accolto come raccomandazione, così come riformulato: ok.

L'ordine del giorno n. 9/2394/179 Pettarin è accolto come raccomandazione così come riformulato: va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/180 Polidori, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia ha presentato diversi ordini del giorno, e anche questo vuole rappresentare la nostra profonda contrarietà, direi la nostra indignazione per la superficialità con cui il Governo sta affrontando questo tema. E vogliamo ribadire, al tempo stesso, che noi saremmo stati disponibili ad affrontare una vera riforma delle intercettazioni, una riforma organica, ma soprattutto rispettosa della libertà dei cittadini. Perché, vede, Presidente, pensavamo, dopo l'abolizione della prescrizione, di avere visto tutto, e che il Governo danni più grandi di quello non fosse possibile che li facesse; invece, evidentemente, ancora una volta, il Governo è riuscito a sorprenderci, perché dopo l'abolizione della prescrizione siamo ad una riforma scellerata delle intercettazioni, che mette profondamente a repentaglio la libertà e la reputazione delle persone e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E devo dire che quello che ci sorprende di più non è solo l'assenza del Ministro Bonafede in quest'Aula, come ha sottolineato prima una collega, ma ci sorprende la sua impermeabilità alle critiche, l'impermeabilità al buonsenso, alle proposte che vengono da tutto il mondo del diritto. Bonafede propone un tavolo, un tavolo di confronto, ma a quel tavolo nessuno è disposto a sedersi, perché dagli avvocati ai magistrati, agli operatori del diritto, alla Corte costituzionale, che ha spazzato via lo “Spazzacorrotti”, di cui il MoVimento 5 Stelle si è riempito la bocca. Quel provvedimento, completamente sbagliato, è stato dichiarato incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,45)

MARIASTELLA GELMINI (FI). Allora, a fronte di tutto questo, oggi inaugurare la stagione nella quale i trojan diventano uno strumento ordinario di indagine, inaugurare la stagione della pesca a strascico, io credo che sia un danno enorme per questo Paese, perché come ha sottolineato prima la collega Bergamini, persino di fronte ad un avviso di garanzia ci sono effetti immediati e danni permanenti, ma qui si vuole prendere a sberle la privacy, la reputazione delle persone, il loro privato. E tutto questo, in un'epoca di social e di media, è un qualcosa che ha estremamente valore per ogni individuo, anche perché, come hanno sottolineato altri ordini del giorno, non c'è certezza che attraverso i trojan non vengano inseriti, all'interno dei telefoni e degli strumenti, delle prove contro le persone che vengono intercettate a loro insaputa. Non c'è chiarezza nell'utilizzo dei trojan. E allora, se io non mi sorprendo del MoVimento 5 Stelle, che è quanto di più giustizialista esiste in questo Paese, riesco invece a sorprendermi del perché il Partito Democratico sia di fronte ad una “grillinizzazione” insopportabile, perché già la riforma precedente era una riforma sbagliata, ma per mantenere questa maggioranza, giocare con la libertà degli italiani è un qualcosa di veramente, veramente grave. E quindi, quello che noi ci auguriamo è che il tempo di questo Governo sia un tempo breve, perché o viene spazzato via il Governo o vengono spazzate via le garanzie costituzionali, una per una; e, fra le due cose, noi francamente ci auguriamo che questo Governo abbia le ore contate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/180 Polidori, con il parere contrario del Governo.

Colleghi, colgo l'occasione per ricordare, in particolare ai delegati d'Aula, che abbiamo oltre cinquanta voti da fare e, se vogliamo essere puntuali per la diretta televisiva…

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/181 Germanà, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Gli ordini del giorno n. 9/2394/182 Giacomoni, n. 9/2394/183 Ferraioli, n. 9/2394/184 Dall'Osso, n. 9/2394/185 Cattaneo, n. 9/2394/186 Bond, n. 9/2394/187 Barelli, n. 9/2394/188 Baratto e n. 9/2394/189 Pella si intendono accolti così come riformulati.

Sull'ordine del girono n. 9/2394/190 Anna Lisa Baroni vi è parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/190 Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

L'ordine del giorno n. 9/2394/191 Aprea è accolto con la riformulazione proposta dal Governo. Sull'ordine del girono n. 9/2394/192 Angelucci vi è parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/192 Angelucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Sugli ordini del giorno nn. 9/2394/193 Fiorini, 9/2394/194 Prestigiacomo e 9/2394/195 Casciello sono accolte le riformulazioni come indicate dal Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2394/196 Gelmini c'è parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/196 Gelmini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/197 Bagnasco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/198 Pentangelo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/199 Mazzetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/200 Nevi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/201 Ripani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/202 Calabria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/203 Carrara, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/204 Sozzani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/205 Cannatelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/206 Cappellacci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/207 Cannizzaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/208 Fascina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/209 Fitzgerald Nissoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/210 Sisto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/211 Cosimo Sibilia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/212 Scoma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/213 Zanettin, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/214 Cassinelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/215 Zangrillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/216 Zanella. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Presidente, cari colleghi, oggi siamo di fronte all'ennesimo tassello di un mosaico che purtroppo si va a completare sempre di più, e che rivela la vera missione e intenzione di questo Governo: picconare lo Stato di diritto, inesorabilmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo tassello peraltro, insieme all'abolizione della prescrizione, è il più odioso, perché lede fortemente la libertà personale, in totale spregio dell'articolo 15 della Costituzione che tutela la riservatezza. Mi riferisco ovviamente all'invasione dei trojan, che possono essere utilizzati non soltanto a strascico, ma anche senza regole, senza limiti di luogo, tempo e quantità dei dati, preziosissimi dati la tutela della cui segretezza e riservatezza sembra del tutto non interessanti questo Governo. Attendiamo di sapere che sarà dell'ordine del giorno accantonato dal Governo di Fratelli d'Italia che ne chiedeva appunto la tutela: io spero che lo accogliate, perché sarebbe aberrante il fatto che non ve ne occupiate in assoluto. Perché vedete, l'uso dei trojan quale strumento pressoché ordinario di indagine espone tutti i cittadini al controllo dei pubblici poteri, in una visione quasi orwelliana. Credo che purtroppo parte dell'emiciclo non comprenda il riferimento, ma significa che apre telefonini, computer, uffici, e finanche le camere da letto, non solo alla curiosità e allo zelo di inquirenti talvolta capaci e responsabili, talvolta molto meno capaci e responsabili, ma anche ad una vastissima schiera di operatori del diritto, della sicurezza, dell'informazione affamati di carriera e di notorietà. La riservatezza e la reputazione personali, tanto più nell'epoca digitale in cui la reputazione web diventa la propaggine sempre più significativa della nostra reputazione tout court, possono essere lese per sempre, ed è difficilissimo ripristinare la dignità della persona lesa tramite appunto strumenti invasivi come il trojan. Con l'aggravante che non soltanto ogni telefonino verrà trasformato in una ricetrasmittente, non soltanto sarà possibile attraverso questo sistema informatico accedere a file, informazioni, videocamere, filmati e quant'altro, ledendo totalmente la nostra privacy, ma addirittura attraverso questo strumento sarà possibile inoculare in ogni dispositivo del destinatario nuovi file. Abbiamo sentito prima l'esempio che faceva il collega Garavaglia: ecco, pensate che ciascuno di noi potrà essere sottoposto al rischio di prove false create ad hoc contro di lui. A fronte di tanti pericoli e di tanti vulnera che in tanti interventi abbiamo sottolineato, il buonsenso dovrebbe indurre ciascuno di noi a non ampliare in modo eccessivo l'utilizzo di tale sistema. Voglio peraltro ricordare che non soltanto con l'ultima sentenza di qualche settimana fa, ma già da alcuni anni la Suprema Corte ha giustificato l'utilizzo del trojan soltanto in casi straordinari - lo leggo - “legati alla lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo”, e ha dettato le linee guida per limitarne l'invasività. Ebbene, la maggioranza e il Governo fanno esattamente il contrario, estendendone a dismisura l'utilizzabilità, come i luoghi che potranno essere accessibili attraverso la captazione di dati e di conversazioni: dati e conversazioni che, grazie ovviamente all'estensione dell'utilizzo, potranno diventare prova di reati diversi da quelli per i quali è stato approvato il decreto di autorizzazione.

Per sanare tutti questi vulnera, almeno tentare, noi abbiamo presentato l'ennesimo ordine del giorno, e lo sottolineiamo, non per capriccio, ma per la tutela dei diritti inviolabili dei cittadini che state picconando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Giorgis, prego.

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, colgo l'occasione per svolgere alcune considerazioni di merito. Io ho sentito nel corso del dibattito avanzare da parte dei gruppi di opposizione molte preoccupazioni in ordine alla lesione del diritto alla riservatezza; o peggio, preoccupazioni in ordine al rischio che i cittadini italiani vedano messa a repentaglio la loro reputazione attraverso un controllo sistematico e diffuso. Ho anche sentito preoccupazioni in ordine al rischio che vengano inserite nei cellulari o nei computer delle prove inesistenti, al fine di determinare una possibile responsabilità penale del tutto ingiustificata. Ecco, io vorrei dire che queste preoccupazioni sono ovviamente preoccupazioni che sono proprie anche del Governo, e il testo - vorrei rassicurare gli onorevoli colleghi - è stato predisposto in modo tale da fugare queste preoccupazioni. Io vorrei che noi considerassimo l'innovazione che viene prevista in questo testo di legge in ordine, ad esempio, alla segretezza delle intercettazioni considerate dal giudice nel contraddittorio con le parti come irrilevanti: le intercettazioni considerate irrilevanti, viene espressamente detto, non potranno essere trascritte, saranno conservate in un apposito archivio telematico, non potranno essere inserite nel fascicolo e saranno coperte da segreto e, di conseguenza, non saranno pubblicabili. La ragione di questa previsione sta proprio nell'esigenza di tutelare la riservatezza, escludendo che le intercettazioni irrilevanti possano diventare oggetto di pubblicazione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,10)

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per quanto riguarda poi il tema più volte sollevato dell'utilizzo e dei rischi del cosiddetto captatore informatico, ecco, anche qui io vorrei che fosse chiaro a tutti loro che l'uso del captatore informatico regolato da questa legge consente soltanto la captazione di conversazioni: l'oggetto di questa legge, com'è chiarito fin dal titolo, sono le conversazioni, intercettazione di conversazioni.

L'acquisizione di altri dati, foto, video, documenti diversi dalle conversazioni, è esclusa dalla disciplina in oggetto ed è regolata dalle disposizioni del codice di procedura penale relative a perquisizioni e sequestri. Il cosiddetto captatore informatico è in sostanza equiparato da questa disciplina ad una intercettazione ambientale, ma con limiti maggiori, perché, a differenza delle intercettazioni ambientali, l'utilizzo del captatore informatico è soggetto a un onere di motivazione aggravata e, a differenza delle intercettazioni ambientali, le prove raccolte in relazione a reati diversi non potranno essere utilizzate, se non in quanto indispensabili e per reati che sono anch'essi sottoponibili a intercettazione. Quindi, per quanto riguarda il cosiddetto utilizzo delle prove, c'è una diversa disciplina tra ambientale e captatore e il captatore informatico è accompagnato da una maggiore precauzione e, quindi, da limitazioni ulteriori, perché, in quel caso, è circoscritto ai soli reati terrorismo, mafia e reati più gravi contro la pubblica amministrazione, e lo stesso vale per quanto attiene alla attivazione.

Vorrei, infine, ricordare che un'ulteriore differenza, che è ben esplicitata nella legge, tra l'utilizzo del captatore informatico e le intercettazioni ambientali ha a che vedere con la cosiddetta possibilità che il pubblico ministero disponga in via d'urgenza l'intercettazione. Il pubblico ministero potrà disporre in via d'urgenza una intercettazione ambientale, non potrà, invece, disporre, il pubblico ministero in via d'urgenza, una intercettazione mediante uso del captatore informatico.

Ora, se noi mettiamo insieme tutte le previsioni che sono contenute in questo testo, così come modificato anche nel corso della discussione che si è svolta al Senato, io penso che si possa dire, con ragionevole onestà, che sono state introdotte una serie di misure volte a meglio garantire, rispetto alla disciplina oggi vigente, la tutela della riservatezza, pur senza compromettere le altrettanto fondamentali esigenze investigative.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno che sono stati accantonati, io credo che, attraverso un'interlocuzione con i presentatori, sarà possibile dare ulteriore conferma di come l'intendimento del Governo sia quello di perseguire con efficacia l'illegalità e i reati più gravi e, al tempo stesso, però, tutelare il diritto alla riservatezza e il diritto di difesa dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

ROBERTO TURRI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Sì, grazie, Presidente. Volevo solo far presente al sottosegretario che in questo testo non c'è nessuna regolamentazione di quelli che sono i captatori, non si regolamentano questi strumenti; e non è assolutamente vero che ci si limita soltanto a quelle che sono le conversazioni, altrimenti non c'era motivo, nel testo, di aggiungere “conversazioni o comunicazioni” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Le comunicazioni, evidentemente, aprono in maniera subdola, a mio avviso, a qualsiasi altra cosa, quindi a immagini, a sms, a messaggi, a video, a quello che dicevo prima. Quindi, è assolutamente falso quello che il sottosegretario ha appena detto su questi due punti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/216 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/217 Pittalis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/218 Sarro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/219 D'Ettore, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/220 Milanato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/221 Martino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/222 Siracusano.

Ha chiesto di parlare la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno propone il contenuto che è già disposto da una proposta di legge che ho presentato allo scopo di evitare l'abuso di una fattispecie di intercettazioni, cioè quelle indirette, che sono tra le conversazioni tra soggetti diversi dall'indagato o dall'imputato, che, però, vengono utilizzate come prova, senza ulteriori elementi che ne confermino l'attendibilità.

Per esempio, sottosegretario, le faccio un esempio: se io parlassi al telefono essendo al corrente di essere intercettata e - per ragioni di animosità nei confronti, che so, per esempio del ministro Bonafede, o in malafede stessa - al telefono dicessi che mi risulta che il Ministro Bonafede è corrotto, o che ha preso una mazzetta in un appalto, o è un ladro, potrei incontrare un giudice che ritenga che queste dichiarazioni rese durante la mia conversazione telefonica siano vere, e quindi non avrebbe bisogno di ulteriori elementi per utilizzarle come prova. È così, sottosegretario. Quindi, queste intercettazioni “indirette” cosa fanno? Sono, innanzitutto, gli elementi che determinano la maggior parte degli errori giudiziari, che poi vengono riscontrati a posteriori in fase dibattimentale. Quindi, noi cosa chiediamo, sottosegretario? Non chiediamo di non considerare le intercettazioni indirette, ma di considerarle alle stessa stregua di come vengono considerate le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia per esempio, quindi di fare una modifica all'articolo 192 del codice di procedura penale, che disciplina la valutazione della prova e dice, in riferimento alle dichiarazioni rese dai coimputati nel medesimo reato o da imputati in reati connessi o collegati, che devono essere valutati unitamente ad altri elementi di prova che ne confermino l'attendibilità. E questo noi chiediamo per le intercettazioni indirette. Questo ordine del giorno è di buonsenso, sottosegretario, ed è un ordine del giorno che può tutelare ciascuno di noi, perché può capitare a ciascuno di noi che una persona al telefono, che non conosciamo, dica una menzogna per moltissime ragioni e coinvolga una persona in un processo o in un'indagine da innocente. Quindi, chiedo di riflettere, un supplemento di riflessione su questo ordine del giorno, sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/222 Siracusano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/223 Cristina.

Ha chiesto di parlare la deputata Mirella Cristina. Ne ha facoltà.

MIRELLA CRISTINA (FI). Grazie, Presidente. Il non accoglimento del presente ordine del giorno è un incomprensibile rifiuto da parte del Governo di adottare, come richiesto, ogni iniziativa legislativa volta ad escludere, dagli atti che possono essere oggetto di pubblicazione ai sensi dell'articolo 114 del codice di procedura penale, l'ordinanza che dispone la misura cautelare ex articolo 292 del codice di procedura penale; ordinanza che - dobbiamo ricordare, suo tramite, Presidente, al sottosegretario presente in Aula - molte volte è basata su giudizi pronostici e che non tiene conto delle specificità individuali dell'imputato, ma più frequentemente dell'indagato cui si riferisce, essendo molte volte ordinanza unica per plurimi indagati in concorso tra loro.

L'ordinanza che dispone la custodia cautelare, tesa appunto all'applicazione della misura, contiene - e lo sanno quasi tutti e credo, anzi, tutti i colleghi avvocati in Aula - elementi esasperati di colpevolezza, che, se pubblicati e diffusi anche in stralcio, formano sull'opinione pubblica un giudizio di colpevolezza dell'indagato, come può accadere per molti reati, molto più grave magari dello stesso capo di imputazione che verrà elevato.

Ma non solo: il non accogliere questo ordine del giorno va anche in conflitto con il disposto della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, ed in particolare con l'articolo 4 della menzionata direttiva, che prevede, al punto 1, che: “Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza non presentino la persona come colpevole (…)”. Quindi, questa è la richiesta affinché il Governo possa rivedere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/223 Cristina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/224 Fatuzzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/225 Della Frera, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

L'ordine del giorno n. 9/2394/226 Biancofiore risulta ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/227 Brambilla.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/227 Brambilla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/228 Vietina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/229 Saccani Jotti con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/230 Sandra Savino con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/231 Elvira Savino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/232 Squeri, accolto come raccomandazione così come riformulato: viene accettata? Sì.

L'ordine del giorno n. 9/2394/233 Santelli è stato ritirato. L'ordine del giorno n. 9/2394/234 Rotondi è stato ritirato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/235 Tartaglione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

L'ordine del giorno n. 9/2394/236 Rossello risulta ritirato. L'ordine del giorno n. 9/2394/237 Perego di Cremnago, accolto come raccomandazione così come riformulato. L'ordine del giorno n. 9/2394/238 Fasano, accolto come raccomandazione così come riformulato. L'ordine del giorno n. 9/2394/239 Cortelazzo risulta ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/240 Musella c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/240 Musella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

L'ordine del giorno n. 9/2394/241 Caon risulta ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/242 Casino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).

L'ordine del giorno n. 9/2394/243 Labriòla, accolto come raccomandazione così come riformulato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2394/244 Versace c'è il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2394/244 Versace, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).

L'ordine del giorno n. 9/2394/245 Novelli è accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/246 Vito accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/247 Maria Tripodi accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/248 Paolo Russo accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/249 Spena accolto con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/250 Marrocco accolto con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2394/251 Mugnai accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno 252 Carfagna accolto come raccomandazione così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/253 Marin accolto come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/254 Bartolozzi accolto così come riformulato. Ordine del giorno n. 9/2394/255 Ferri e Bendinelli accolto come raccomandazione così come riformulato.

Ha chiesto di parlare il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, chiedo scusa, per un chiarimento tecnico perché forse c'è un errore. Io ogni tanto ho il brutto vizio di leggere le cose che votiamo. Su questo ordine del giorno, siccome due negazioni affermano, il dispositivo dice: “impegna il Governo a garantire l'impossibilità tecnica, non solo giuridica, che i programmi utilizzati per i trojan non consentano l'inserimento di contenuti nel cellulare della persona intercettata”. Delle due l'una: o c'è un errore di stampa o la volontà del Governo è quella di permettere alla magistratura di infilare materiale nei telefonini degli intercettati. Allora, probabilmente bisognerebbe capire se c'è un errore di natura tecnica, nel senso che a questo punto la riformulazione non è tanto quella di impedire che non vengano inseriti, ma di impedire di inserire, e in questo caso che ci sia un impedimento tecnico, e allora a questo punto – continuo nella richiesta di chiarimento, non solo alla Presidenza, ma a questo punto anche al Governo - se l'obiettivo è – è uno dei miei timori ad esempio, che quando mettiamo questa roba qua dentro, oltre a prendere dati li inserisca pure, perché una volta, quando ti volevano incastrare, ti sistemavano qualche cosa di compromettente nel bagagliaio della macchina, oggi lo strumento cambia, ma magari i meccanismi sono gli stessi –, allora, se vogliamo cautelarci, perché accoglierlo come raccomandazione? È scritto da un magistrato, è un ordine del giorno di maggioranza: consiglio al Governo di ragionarci un attimo.

PRESIDENTE. Il Governo conferma la riformulazione?

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. D'accordo, lo accantoniamo. L'ordine del giorno n. 9/2394/256 Bendinelli e Ferri è accolto come raccomandazione, così come riformulato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/257 Angiola.

Ha chiesto di parlare il collega Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Grazie, Presidente. Anche io vorrei chiedere qualche chiarimento in merito a questo ordine del giorno. Sicuramente il provvedimento in generale, ecco, presenta varie problematicità e non lo dico solamente io, ma lo dice il Consiglio Superiore della Magistratura, l'organo di autogoverno dei giudici, in una lettera, in un parere di diciassette pagine. Arriva ad essere anche piuttosto incisivo il Consiglio Superiore della Magistratura quando, con riferimento a certe problematiche, sostiene che la soluzione dei problemi tecnici che sono destinati ad emergere sarà rimessa all'elaborazione giurisprudenziale. Ecco, soprattutto in questa prima fase applicativa, ci sarà una prevedibile oscillazione nelle decisioni da parte dei giudici, proprio perché ci sono margini interpretativi piuttosto ampi e quindi per i giudici ci sarà un bel da fare. Ma veniamo al mio ordine del giorno, che mi pareva proprio utile e opportuno poterlo considerare da parte del Governo. Il provvedimento si applica a tutti i procedimenti penali iscritti successivamente al 29 febbraio, ma al Senato questa scadenza è stata anche procrastinata fino al 30 aprile, quindi tutti i procedimenti penali che saranno iscritti dal primo maggio. Lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura, da questo punto di vista, aveva reputato questa scadenza e quindi questo differimento dell'efficacia delle norme al 29 febbraio un differimento assolutamente inadeguato, perché svariate saranno le problematiche tecniche ed organizzative che i tribunali soprattutto e le procure, soprattutto le più piccole, incontreranno nella fase applicativa.

Per questo motivo mi ero permesso di proporre, nell'interesse del Governo, un ordine del giorno che entrava nel merito della verifica della fattibilità sia tecnica sia organizzativa di questo particolare decreto-legge e quindi chiedevo di poter verificare nei prossimi giorni la avvenuta predisposizione degli apparati elettronici e digitali, le attività di collaudo dei sistemi e così via dicendo. Ma soprattutto una cosa mi preoccupava, per la delicatezza dei temi che avrebbe affrontato il decreto e su cui avrebbe inciso lo stesso decreto, cioè la verifica dell'adeguatezza delle risorse umane, anche dal punto di vista formativo, la verifica dell'adeguatezza delle risorse umane che dovevano essere poi messe in campo per la gestione di problemi complessi, soprattutto per la tutela della riservatezza dei soggetti sottoposti ad intercettazione, in particolare quelli estranei alle indagini e fortuitamente intercettati, in occasione dei contatti avuti con i destinatari dell'operazione (sto leggendo le perplessità del Consiglio Superiore della Magistratura). Per questo motivo, essendo l'ultimo, non potendo più chiedere l'accantonamento, inviterei il Governo a rivedere il proprio giudizio e a dare il parere favorevole, in quanto è una verifica di fattibilità che è da valutare nella prospettiva dell'ordinato svolgimento delle attività della giustizia sul territorio nazionale.

PRESIDENTE. Sottosegretario Ferraresi, prego.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente, sì, in realtà c'è stato un errore, perché l'ordine del giorno n. 9/2394/257 Vitiello è stato ritirato e quindi l'ordine del giorno n. 9/2394/258 è accolto come raccomandazione, senza le premesse.

PRESIDENTE. Sottosegretario, l'ordine del giorno è stato pubblicato come n. 9/2394/257 Angiola, quindi il parere che mi ha appena dato è…

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, favorevole come raccomandazione senza le premesse.

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Angiola, l'accetta?

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Sì, ringrazio il Governo.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo agli ordini del giorno accantonati. Colleghi! Colleghi! Chiedo al Governo di esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Allora, sull'ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino, in realtà nell'impegno è scritta una cosa diversa, nel senso che si prevede l'applicabilità al coordinamento di una disciplina che prevede qualcosa di diverso, perché è un procedimento nell'ambito dei rapporti tra autorità giudiziarie straniere e ovviamente non viene coperto ogni aspetto del procedimento penale, quindi va in direzione praticamente opposta a quella che era la richiesta dei proponenti e anche dell'onorevole Giachetti, che invece tutela maggiormente il segreto investigativo. Per questo, andando incontro diciamo a quella che credo sia l'intenzione del proponente, viene proposta una riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2394/16 Galantino, impegnando il Governo “a garantire che il decreto ministeriale da adottare ai sensi dell'articolo 2, comma 5, al fine di tutelare la sicurezza e la riservatezza dei dati personali presenti nell'archivio, sia conforme ai princìpi ispiratori della direttiva UE 2016/680 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, recepita con decreto legislativo n. 51 del 2018”. In questo modo si recepiscono ovviamente i principi di sicurezza e di segretezza, cosa che già noi faremo col decreto, però non si fa riferimento a tutto l'ambito applicativo dell'intera normativa, che ovviamente non può essere applicata in quanto parla d'altro. Ecco, tutto qui.

PRESIDENTE. Collega Galantino, accetta la riformulazione? Sì, grazie. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. L'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa “impegna il Governo a valutare la presentazione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione al Parlamento, contenente dati e rilevazioni statistiche relative all'applicazione della presente legge”. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Così come riformulato, collega, corretto? Collega Costa accetta?

ENRICO COSTA (FI). No grazie, è diciamo assolutamente stravolto il senso dell'ordine del giorno: “valutare l'opportunità” e poi c'erano tanti singoli punti specifici. È chiaro che “dati statistici” vuol dire tutto e vuol dire niente, mi spiace.

PRESIDENTE. D'accordo, a questo punto lo poniamo in votazione con il parere contrario del Governo. Dichiaro aperta la votazione… Ritiro la votazione. Il Governo chiede di intervenire.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Va bene. Facciamo “impegna il Governo a presentare entro il 31 dicembre di ogni anno una relazione al Parlamento contenente dati e rilevazioni statistiche relative all'applicazione della presente legge” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Costa accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2394/255 Ferri.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Collega D'Attis, l'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa l'abbiamo già superato.

MAURO D'ATTIS (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, siccome avevo ritirato il mio ordine del giorno in funzione delle determinazioni che venivano assunte dal Governo e siccome è stato accolto l'ordine del giorno n. 9/2394/168 Costa, aggiungo la mia firma all'ordine del giorno del collega Costa.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2394/255 Ferri?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Viene trasformato da parere favorevole con raccomandazione a parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire l'impossibilità tecnica non solo giuridica che i programmi utilizzati per i trojan non consentano l'inserimento di contenuti nel cellulare della persona intercettata”. Quindi, non come raccomandazione, ma come impegno.

PRESIDENTE. Viene accolto, d'accordo.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto abbiano luogo a partire dalle ore 19, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Questo provvedimento ci arriva confezionato dal Senato e, come è noto, è stata posta la fiducia per i tempi stretti utili alla sua approvazione definitiva. Il tema delle intercettazioni, da che ne ho memoria, è stato sempre un tema controverso e comunque appassionante per gli opposti ambiti argomentanti. È un irrinunciabile strumento investigativo oppure una pericolosa intrusione nel privato degli individui? Da una parte, c'è la libertà di espressione, la libertà di parola, la libertà di conversazione, e dall'altra, invece, la necessità di fare indagini e di investigare.

L'idea che ne ho ricavato, guardando gli atti prodotti in questo iter parlamentare, è che questo provvedimento, diciamo così, si pone in un solco e in un percorso di equilibrio, una giusta misura né garantista né giustizialista che ha trovato, però, un elemento di forte controversia nell'utilizzo del trojan horse, un dispositivo tecnologico, come dire un virus spia, che utilizza gli smartphone e i portatili per captarne, previa naturalmente indicazione che ne giustifichi l'utilizzo, le conversazioni - e, sottolineo, solo quelle - da utilizzarsi per l'individuazione di gravi reati in tema di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione puniti con la reclusione oltre i cinque anni. Ebbene, Presidente, il nostro convincimento, come componente MAIE, è che questo è uno strumento importante e indispensabile per l'autorità giudiziaria per l'individuazione di gravi reati sociali e che ben si inserisce nel quadro più ampio di questo provvedimento. Pertanto, il nostro voto, Presidente, sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Voteremo “no” su questo provvedimento, come già sostenuto dall'onorevole Colucci e come argomenterà più avanti anche l'onorevole Sgarbi. Innanzitutto, permettetemi due citazioni: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dall'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”. La seconda: “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Sono, come tutti ben sapete, due articoli della nostra Costituzione, il 15 e il 27. Ora, a fronte di questi due principi, noi autorizziamo, con questo decreto, praticamente la totale e assoluta libertà di utilizzo di una tecnologia, il trojan, che, oltre all'attivazione del microfono sui cellulari, permette, per essere molto chiari, di captare tutto il traffico dati in arrivo; mettere in funzione la web camera, permettendo di carpire immagini; perquisire l'hard disk; decifrare tutto ciò che viene digitato sulla tastiera collegata al sistema; sfuggire agli antivirus in commercio.

Per essere molto chiari, vorrei fare un esempio dell'applicazione della nuova norma, tenendo conto che tutto questo sarà effettuato da 148 aziende private di cui non sappiamo neanche la proprietà e che cosa faranno di questi dati.

Allora, il report è quello ipotetico in cui un pubblico ufficiale, un professore, viene sottoposto a indagini. Come? Indaghiamo un professore? Di che cosa ci stupiamo? In piena emergenza sanitaria stanno indagando i medici che stanno combattendo giorno dopo giorno contro il Coronavirus nell'ospedale di Codogno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, cosa ha commesso questo professore? Niente, viene sospettato di regalare voti e diplomi. Gli mettono il trojan e veniamo a sapere tutto: cosa mangia a colazione, se, appena alzato, ha litigato o meno con la moglie, dei rapporti con la quale abbiamo saputo tutto quanto successo nelle ore precedenti. Se attiviamo addirittura la telecamera mentre è in classe, potremmo anche vedere in diretta le facce di tutti i suoi studenti, sapremmo dei litigi con i colleghi durante gli scrutini, se e come fa attività sindacale, politica, quali libri compra, e tutto questo potremmo tranquillamente leggerlo sui giornali. Non ditemi che sto esagerando, è già successo. Tutto questo si chiama intercettazione, si chiama spionaggio. Andate a rivedere il film Le vite degli altri, e vi apparirà evidente quello sto che sto dicendo, anzi, gli spioni della Repubblica Democratica Tedesca, al confronto, vi sembreranno dei dilettanti. Io so benissimo che, di fronte a certi pericoli, penso alla malavita organizzata e a tutte le conseguenze della sua rete criminale (droga, riciclaggio, invasioni del mondo economico e finanziario) e anche al terrorismo, so che, per combattere questi gravi fenomeni, ognuno di noi deve accettare di rinunciare ad una parte della propria libertà, ma davvero pensiamo, pensate, ascoltando il professore, che possiamo rinunciare alla libertà di fronte a un'indagine, per esempio, che ha, come ipotesi di reato, l'abuso d'ufficio? I garantisti del Partito Democratico, di Italia Viva, di Liberi e Uguali pensano veramente che il Governo di cui fanno parte meriti la loro fiducia per coartare la libertà degli italiani? Noi no. Noi continueremo ad opporci, perché questa è una battaglia di civiltà. Non è una battaglia di una parte politica contro l'altra, è la battaglia di chi vuole difendere i diritti costituzionali garantiti alla libertà della persona, e perché noi non vogliamo che si arrivi a realizzare quello che denunciava Thomas Eliot nei Cori da “La Rocca”: sognano sistemi talmente perfetti in cui nessuno avrebbe più bisogno di essere buono.

Quello che abbiamo davanti con questo provvedimento è esattamente questo: non stiamo parlando dell'utilizzo - e concludo, signor Presidente - di strumenti moderni per combattere criminalità, mafia, terrorismo organizzato; abbiamo allargato questo strumento, mettendo tutto nelle mani dei giudici, a reati contro la pubblica amministrazione, che vanno dall'abuso d'ufficio appunto agli esempi detti prima. Si può rinunciare alla libertà, ma solo a fronte di reati gravi; non si può accettare di rinunciare alla difesa della dignità della persona, per questo votiamo no (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, proverò a fare chiarezza su alcuni dei punti più significativi del dibattito parlamentare sin qui svoltosi, cercando di farmi guidare il più possibile dalla lettura delle norme e il meno possibile da tentazioni demagogiche. Procediamo molto schematicamente. Questo decreto ha allargato la base dei reati per cui è possibile fare le intercettazioni? La risposta è sì. Vediamo come e in che direzione. Sicuramente con questo decreto sarà possibile fare intercettazioni sui reati posti in essere, avvalendosi del vincolo associativo, cioè avvalendosi delle condizioni dei reati di mafia o per favorire le associazioni mafiose; non credo sia un allargamento di cui nessuno in quest'Aula possa dolersi. Non è invece considerabile un allargamento della base di applicazione delle intercettazioni il riferimento a coloro che esercitano un servizio di pubblica necessità, che è stato necessitato in questo testo per riallineare una previsione normativa pacifica, fatta al Capo II del Titolo II del codice penale per i delitti contro la pubblica amministrazione, che era sfuggita al legislatore della “Spazzacorrotti”; si tratta di un adeguamento testuale. Secondo quesito: è questo decreto che introduce nel nostro ordinamento la possibilità di utilizzare il trojan horse? La risposta è no. Il trojan horse è già da molto tempo in uso ed è stato fino ad oggi disciplinato per analogia con le norme sulle intercettazioni ambientali. Che cosa fa allora questo decreto? Pone un primo perimetro di disciplina specifico, e lo fa, in particolare, con riferimento all'utilizzo del captatore informatico nella privata dimora. Come lo fa? Sappiamo che la regola generale è che nella privata dimora sia possibile svolgere un'intercettazione ambientale solo se vi è il fondato motivo di ritenere che in quel momento ivi si svolga un'attività delittuosa; questa è la regola generale.

Una prima deroga è stata introdotta dal “decreto Orlando”, che ha fatto eccezione per i reati di mafia e di terrorismo; una seconda deroga è stata introdotta dalla legge “Spazzacorrotti”, che ha equiparato i reati contro la pubblica amministrazione - da questo punto di vista e sotto altri ben più significativi profili - ai reati di mafia e di terrorismo. È un'equiparazione che io non ho condiviso e non condivido sul piano culturale e sul piano politico, ma che è stata voluta proprio dai deputati della Lega, che oggi ci hanno sottoposto a una maratona polemica di senso contrario. Io, col mio gruppo, votammo contro, ma tant'è dal punto di vista legislativo; è un arresto legislativo, sul quale, come intervengono le modificazioni approvate al Senato a questo decreto? Cercando di stabilire un perimetro, con due paletti in particolare: uno di tipo quantitativo e uno di tipo funzionale. Di tipo quantitativo, perché sarà possibile solo per i delitti contro la pubblica amministrazione puniti nel massimo con una pena non inferiore a cinque anni (significa pena uguale o superiore a 5 anni). Non rientra in questo novero, tanto per fare un esempio eccellente, il famigerato delitto di traffico di influenze illecite, che tanta preoccupazione desta, e fondatamente. Il secondo tipo è di tipo funzionale: la motivazione. Il giudice deve indicare gli specifici motivi per cui è necessario accendere il captatore nella privata dimora. Si è obiettato, si obietta, che una motivazione si può sempre dare. Si tratta di un rilievo di sistema: la motivazione di stile o apparente è già sanzionata nel nostro ordinamento processuale, è un vizio endemico, è un rischio endemico e ha dei rimedi endemici; è all'interno del nostro ordinamento.

Andiamo avanti con ordine. Si è detto del rischio orwelliano che il captatore informatico trasferisca nel fascicolo e renda potenzialmente divulgabili immagini, filmati, notizie che riguardino la vita privata o la vita di relazione dell'intercettato. La norma, dal punto di vista testuale - lo ha detto bene già il sottosegretario Giorgis -, smentisce questa preoccupazione, perché il 266, comma 2-bis, si riferisce esplicitamente alle comunicazioni tra presenti, cioè le comunicazioni che si svolgono dal vivo tra i soggetti che sono attenzionati dal captatore, sono quindi fuori le foto, i video e finanche i testi, cioè tutta la messaggistica. Con questo intendo dire che noi debelliamo ogni rischio potenziale sulla pervasività e l'invasività delle nuove tecnologie, Presidente? Evidentemente no, ma quello è un rischio che appartiene alla nostra società, alla società della globalizzazione e delle nuove tecnologie, e che non scomparirà sol perché noi non ce ne occupiamo con riguardo ai mezzi di ricerca della prova. Anzi, è opportuno e necessario che ce ne occupiamo, è necessario che la politica si occupi delle tecnologie, prima che le tecnologie nuovamente si occupino della politica. È questo un primo passo in quella direzione. Si è fatta molta polemica delle cosiddette intercettazioni a strascico, che è diventata poi pesca a strascico, in questo dibattito a tratti un po' surreale per superficialità e approssimazione. Vediamo di capire a che cosa ci riferiamo. Ci sono due livelli di previsione. È possibile utilizzare le intercettazioni acquisite in un procedimento in un altro procedimento? Sì, ma a quali condizioni? Si deve trattare di procedimenti comunque riguardanti i reati per cui le intercettazioni si possono fare o per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza, quindi reati di allarme sociale e il giudice deve spiegare che quell'utilizzo sia rilevante e indispensabile. Indispensabile vuol dire che senza quelle intercettazioni non si può proseguire nell'accertamento del reato. Non è una valutazione relativa, è una valutazione di carattere assoluto. Veniamo alle intercettazioni da captatore automatico, tecnologico, da trojan, che sono una specie di quel genere per le quali c'è una previsione ancora più restringente, perché quelle intercettazioni, quelle conversazioni captate potranno essere utilizzate solo per l'accertamento di reati dello stesso tipo - torno a dirlo: mafia, terrorismo e pubblica amministrazione -, sempre che quelle intercettazioni siano indispensabili a provare quei reati. È così fatto salvo evidentemente il principio di necessaria connessione statuito dalla recente sentenza a Sezioni Unite della Corte di cassazione, la cosiddetta “sentenza Cavallo”. Siamo perfettamente in linea con l'ultimo e più autorevole arresto giurisprudenziale sul punto.

Si è discusso sulla esecuzione delle operazioni, cioè sul come e sul chi debba guidare l'esecuzione delle operazioni; si tratta di un procedimento delicato. Ho sentito dire più volte, anche polemicamente, che noi non ci possiamo affidare al pubblico ministero; che il pubblico ministero, che è una parte processuale, non può svolgere questo delicato compito. Ebbene, la parte più caratterizzante di questa norma è che questo potere viene sottratto al pubblico ministero, al quale lo attribuiva la precedente normativa, che gli consentiva, nel segreto della stanza, con la Polizia giudiziaria, di discernere a sua discrezione il materiale secondo il criterio della rilevanza. Questa potestà da questa norma viene ora attribuita al giudice, terzo e imparziale per assunto costituzionale, nel contraddittorio delle parti; con la possibilità, cioè, del difensore, che prima era estromesso da questo procedimento, di partecipare e chiedere che conversazioni non rilevanti siano espunte dal fascicolo processuale e che conversazioni ritenute irrilevanti, e che invece, a suo modo di vedere, lo sono, vengano inserite nel fascicolo del dibattimento. Si è fatta qui polemica sul fatto che nella prima parte il difensore può solo audire le intercettazioni e solo dopo estrarne copia. Questa norma è un presidio a tutela della riservatezza, della privacy dei dati rilevanti sotto il profilo personale. L'ascolto è propedeutico alla copia, che è possibile solo per quelle conversazioni che, ritenute rilevanti e non lesive dei singoli soggetti, poi sono predisposte alla divulgazione. Che fine fanno quelle ritenute non rilevanti e lesive di dati personali meritevoli di tutela? Vanno - e questo è il secondo elemento - in un archivio telematico gestito e custodito dalla procura della Repubblica, per il quale vi è certezza della tracciabilità degli accessi. Quel materiale è considerato sottoposto a segreto istruttorio, che è una forma di segreto d'ufficio, e non è divulgabile, se non quando il processo finisce. A presidio del diritto alla riservatezza e alla privacy vi sono tre reati che sono in maniera crescente elencati: il 684, pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, 326, rivelazione del segreto d'ufficio, 379-bis, rivelazione di segreti inerenti ad un procedimento penale. Questo per quanto riguarda la tutela della privacy.

Concludendo questa schematica rassegna, illustrissimo Presidente, il racconto dell'opposizione è un racconto per lo più improprio, anche impertinente per molti versi, in larga parte non vero. Al netto di questo racconto, le norme che sono state approvate al Senato in modifica del testo originario del decreto hanno tutelato il sistema e bilanciato le istanze giustizialistiche - chiamiamole come dobbiamo - che sono presenti, sì, nella maggioranza, ma anche in una larga e significativa fetta della nostra società, di guisa che il Parlamento in questo caso - lo voglio dire ai corifei del giustizialismo e del garantismo - ha svolto in concreto e in maniera utile, non in maniera manichea e urlata, una funzione di garanzia, se volete una funzione garantista (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Sentiamo forte la responsabilità del momento. In un frangente come questo, in cui il sistema Paese è messo alla prova, abbiamo con chiarezza detto che prima avremmo messo gli interessi generali, mettendo anche da parte polemiche, per dedicarci all'interesse supremo e comune di quelli che devono dare risposte da queste Aule parlamentari ai cittadini, che abbiano una coerenza e una forza sia per quanto attiene ad aspetti sanitari, di sicurezza sanitaria, sia, da qui in avanti, per dare delle risposte adeguate sul piano economico, per superare anche la crisi che si sta diffondendo non solamente sul piano sanitario, ma anche di quegli interessi che sono stati colpiti all'interno del nostro Paese.

Quindi niente polemiche, ma neanche niente scuse. Ed è per questo che siamo qui a fare il nostro lavoro, a esercitare la nostra azione di parlamentari, di rappresentanti del popolo; ed è questo il motivo per il quale siamo impegnati a costruire una risposta, anche in questo caso legislativa, che dia qualche soluzione a problemi che si sono posti in questo Paese. Siamo qui a testimoniarlo anche con un senso di responsabilità, che, lo vorrei chiarire subito, non è una mera responsabilità di tenuta della maggioranza. Se così fosse e se fosse solo così, sarebbe una gabbia, e noi riteniamo che questo non sarebbe sufficiente a motivare il nostro voto favorevole. C'è anche la responsabilità di essere riformisti, e cioè di fare la fatica di intraprendere dei confronti che possano poi portare dei miglioramenti all'interno anche delle norme. Molti si sono anche divertiti, nel corso di questi giorni, di queste settimane, a dire che noi non avevamo la grazia della mediazione. Questo provvedimento testimonia il contrario, perché questo provvedimento era nato male. Prima di entrare all'interno del Consiglio dei ministri aveva un afflato giustizialista, che noi, con la fatica dei riformisti, abbiamo provato a contenere, ed è questo il motivo per il quale siamo qui a indicare un voto positivo, perché si può raggiungere una mediazione se c'è una disponibilità; e nonostante ci siano ancora, soprattutto sul versante applicativo, molti elementi che destano dubbi, e consiglierei a tutti i colleghi della maggioranza di non eccedere in ottimismo nella giustificazione di questo provvedimento come la risoluzione di tutti i problemi, penso che sia stato giusto fare un passo in avanti, provando e riprovando, così come devono fare coloro i quali hanno a cuore il bene del Paese.

Direi che abbiamo evitato una naturale tendenza che in molti provvedimenti che vengono dal Ministero della Giustizia ha una tensione che non tiene in dovuto conto quella cultura delle garanzie che noi riteniamo fondamentale e che esibisce una disinvoltura che, dal nostro punto di vista, non fa bene al Paese. La nostra posizione, peraltro, era nota, lo voglio dire a chi ci ascolta anche fuori di qui: solo tre anni fa era stata approvata una riforma che interveniva proprio su questi temi e disciplinava, non secondo un gusto particolare del Ministro dell'epoca, il Ministro Orlando, e del nostro Governo, ma secondo quelle che erano le indicazioni dei maggiori procuratori della Repubblica più impegnati nella repressione dei crimini, quello di Roma, quello di Torino, quello di Milano, quello di Napoli, e indicava quali fossero gli elementi che servivano anche per garantire l'utilizzo di mezzi adeguati per reprimere la criminalità, di garantire l'effettivo diritto alla difesa e di porre un argine all'abuso della circolazione di trascrizioni di intercettazioni spesso irrilevanti sul piano processuale, fino ad arrivare alla pubblicazione sulla stampa.

Insomma, una preoccupazione solerte in riferimento a quello che era il presidio di legalità che dovevamo garantire. Quindi tutto bene. Ma, a un certo punto, c'è stato un aggiornamento normativo, ci sono state delle norme che hanno introdotto nuove fattispecie di reato e si è deciso di estendere lo strumento anche per quanto riguarda il captatore informatico, ovvero il trojan, che avrebbe dovuto interessare determinate caratteristiche anche nel suo utilizzo da parte della magistratura. Noi abbiamo fin da subito individuato quali potessero essere i rischi e i limiti, e abbiamo lavorato perché fossero quantomeno contenuti. Allora abbiamo un elemento di confronto, che è quello che viene dalla normativa precedente, e abbiamo anche da difendere alcuni elementi che caratterizzano la nostra Costituzione, per esempio il diritto alla difesa, in particolare con l'assoluta tutela del divieto di intercettazione dei colloqui con i difensori, e il diritto alla riservatezza, che è un diritto costituzionalmente garantito e che può riguardare qualsiasi cittadino.

Anche perché il motivo della preoccupazione, e quindi della disciplina che era venuta già nel 2017, era perché c'erano stati degli abusi, signor Presidente, lo sanno tutti! Anche nella pubblicazione di testi di intercettazioni completamente irrilevanti. E questo non è giusto, non è giusto per i cittadini, per ciascuno che può essere in qualche modo intercettato in questo modo, ed è giusto invece disciplinare lo strumento per garantire la repressione dei reati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

A me farebbe piacere che una volta, almeno una volta ogni tanto, il Ministro Bonafede si schierasse con apertura e con determinazione su una questione che dovrebbe essere fondamentale: che non esiste un equilibrio tra garantisti e giustizialisti, perché il garantismo è un dato della Costituzione, e come tale ciascuno di noi, in particolare chi vi giura, ha il dovere di osservarlo.

Così come vorrei che una volta si riflettesse, all'interno anche del sistema dei media, su quella separazione di poteri che deve esistere tra alcuni PM e alcuni giornalisti, quelli che fanno l'inchiesta con le intercettazioni magari irrilevanti, il dibattimento con le interviste e la sentenza con gli editoriali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). A noi la giustizia spettacolo non è mai piaciuta, ed è per questo motivo che vogliamo difendere questo presidio. Noi dovremo essere duri, inflessibili, capaci di colpire il crimine, ed è per questo motivo che i reati già previsti di mafia e terrorismo, e anche quelli più gravi di corruzione, debbono essere repressi; ma noi dobbiamo anche avere sempre uno sguardo rivolto alle vittime: alle vittime che possono essere anche vittime di procedimenti giudiziari che hanno ecceduto eventualmente nella “mostrificazione”, e che hanno portato in un Paese come il nostro ad avere figure come Enzo Tortora, rispetto alle quali uno Stato serio prima si interroga e poi si inchina (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), perché con lui e con tutte le vittime degli errori giudiziari bisogna fare i conti.

Allora, vedete, noi dobbiamo presidiare. E io preferisco citare le parole del Presidente della Repubblica che, giusto ieri, ricordando a giovani magistrati quale fosse la grande responsabilità sociale - sono parole sue - connessa alla loro funzione, diceva anche che l'eticità dei comportamenti deve essere garantita in tutte le forme di comunicazione. Se la giustizia e la sua amministrazione sono malate, signor Presidente, per l'eccessiva lunghezza dei processi, per le ingiuste detenzioni, per gli errori giudiziari, per la mancanza di efficienza, per la spettacolarizzazione, c'è bisogno di una cura; e questa cura non dev'essere ispirata da cattivi maestri, ma dev'essere guidata dalla Costituzione. Del resto il Ministero della giustizia - se posso dirlo avendo anche avuto l'onore di lavorarci dentro - è il Ministero più indispensabile, perché è a presidio di una qualità che viene prima della democrazia: la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E la libertà va tutelata sia quando - concludo, signor Presidente - va limitata, sia quando deve essere preservata, sia dalle aggressioni del privato, sia dalle indebite intromissioni dello Stato.

Noi sentiamo forte l'esigenza di parlare di una riforma generale del sistema giustizia, anche a partire dal sistema penitenziario, che in questo momento ha una fortissima sofferenza e una mobilitazione anche di chi ci lavora all'interno. Noi - e lo dico al Governo - saremo sempre qui: ci ritroverete a trovare soluzioni anche quando i provvedimenti partono con l'ispirazione sbagliata. Ci troverete qui a chiedere misure urgenti per risolvere le sofferenze della giurisdizione. Ci troverete qui anche per impedire violazioni costituzionali, come abbiamo fatto e come faremo anche sul tema della prescrizione. Ci troverete però qui con un sorriso, con la calma intransigente dei sinceri garantisti e con la forza tranquilla dei veri riformisti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, noi siamo qui questa sera a discutere di un decreto-legge che, sebbene costituzionalmente dovrebbe avere i requisiti di necessità ed urgenza, in realtà ripesca una materia riformata nel 2017 a fronte di una reale emergenza, reale e conclamata emergenza nel Paese.

Noi siamo qui a far finta di occuparci di intercettazioni. Dico far finta perché quest'Aula è stata per l'ennesima volta privata della sua potestà legislativa, quando per l'ennesima volta è stata chiesta la fiducia: soprattutto strano suona che a farlo sia un partito di maggioranza relativa che ha chiesto il voto degli italiani anche promettendo che mai avrebbe fatto ricorso alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ci sarebbero stati degli obiettivi che noi avremmo giustificato, qualora fossero stati la direzione verso cui avesse marciato questo provvedimento: la semplificazione della normativa in materia di intercettazioni, maggiori garanzie per i diritti di difesa degli indagati, una tutela autentica della riservatezza delle persone estranee alle indagini, e troppo spesso coinvolte e distrutte insieme alle loro vite da una morbosità che spiattella su tutti i giornali intercettazioni che poi finiscono per essere giudicate irrilevanti. Avremmo compreso la necessità di adottare strumenti autenticamente repressivi verso due grandi obiettivi della nostra giustizia, ossia il terrorismo e la criminalità organizzata. Questi obiettivi noi li avremmo compresi, condivisi e sostenuti.

Ma invece ci troviamo davanti un testo che presenta diversi aspetti negativi. Il primo fra tutti è contenuto nelle poche righe con cui si conclude questo testo: quella clausola di invarianza finanziaria che smaschera l'ennesimo provvedimento vetrina, con cui questa maggioranza vuole guadagnare qualche titolo di giornale nascondendo al Paese le vere emergenze senza però metterci la faccia; metterci la faccia significa stanziare i fondi. Le intercettazioni sono uno dei capitoli più onerosi del comparto giustizia: pretendere di riformare questo meccanismo senza prevedere uno stanziamento sufficiente di risorse, anzi prevedendo un'operazione a costo zero, è un atto di ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questa clausola di invarianza finanziaria comporta come automatismo che una quantità infinita di dati, metadati che racchiudono le nostre vite, le vite degli italiani finirà esternalizzata: non saranno, come si è detto, le nostre procure a gestire questi dati, e questo ci avrebbe fatto stare molto tranquilli. No: saranno società, non sappiamo neanche se fisicamente situate all'interno dei confini nazionali, sotto la giurisdizione italiana. Il Garante della privacy, ascoltato nel corso delle audizioni per questo provvedimento, ha spiegato i grandi rischi a cui stiamo andando incontro: una sorveglianza massiva sugli italiani. e io non credo che sia questa la direzione che questo provvedimento avrebbe dovuto prendere.

Manca, con la consueta approssimazione con cui vengono scritte le leggi, un adeguamento anche semantico agli ultimi arresti giurisprudenziali da un lato, e al regolamento che in sede europea è stato varato ad esempio in materia di dati sensibili. Manca una corretta definizione di questo tema: cosa sono i dati sensibili? Quali dati sensibili verranno trattati? Come verranno trattati? Da chi verranno trattati? A tutte queste domande io credo che gli italiani avrebbero meritato qualche risposta.

Un altro aspetto negativo è quello per il quale non si prevede l'abrogazione di una norma che contempla la possibilità di chiedere la distruzione del materiale così faticosamente acquisito. Lo hanno spiegato ancora una volta magistrati che della lotta alla criminalità organizzata hanno fatto la propria ragione di vita, e questa maggioranza non li ha ascoltati: distruggere le intercettazioni perché la sentenza non è più soggetta ad impugnazione, ossia definitiva, significa ignorare che in Italia oltre i tre gradi di giudizio esiste la revisione, esiste la possibilità che dopo anni arrivi un collaboratore di giustizia a dare il volto a una voce che gli investigatori non hanno potuto riconoscere, esiste la possibilità che dopo decenni si scopra il colpevole di un omicidio. Distruggere quel materiale significa negare a innocenti la possibilità di essere definitivamente scagionati e a colpevoli la possibilità di essere puniti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

A fronte della glorificazione di questi privati a cui affidiamo le chiavi dell'Italia, senza alcuna garanzia, senza prevedere sanzioni specifiche per le violazioni che eventualmente potranno commettere, noi assistiamo all'ennesima mortificazione dell'avvocatura italiana, costretta a correre da un ufficio all'altro delle procure con le cuffiette, in una corsa contro il tempo, per ascoltare - ed esercitare o tentare di esercitare il diritto di difesa - una mole di intercettazioni che, spesso, è matematicamente impossibile ascoltare nel tempo che il codice consente; sarebbe stato opportuno prevedere la possibilità di estrarre copia per gli avvocati. A meno che non vi sia un retropensiero, ossia ritenere che dei privati sconosciuti siano più affidabili della classe forense italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Un altro aspetto negativo è quello di un sistema, il nostro, che non è ancora pronto. Questo decreto, a fronte della presunta necessità ed urgenza, si presenta con un rinvio, da marzo a maggio 2020, un rinvio sicuramente necessario, ma, a nostro avviso, non sufficiente. Ci hanno spiegato ancora una volta i procuratori che gli uffici delle nostre procure non sono nelle condizioni di affrontare un cambiamento del genere: manca la formazione del personale, mancano gli strumenti, a partire dai computer su cui effettuare la consultazione del cosiddetto sistema TIAP, che dovrebbe consentire lo smaltimento dell'enorme mole di carta, ma, nelle more, non esiste nemmeno la possibilità di accogliere quell'archivio che dovrebbe contenere tutto questo. È stato denunciato in sede di audizione che ci sono procure in cui gli uffici, anche dei sostituti, sono in vani scantinati. Allora, io mi domando: basta questo rinvio al maggio 2020 o, forse, era il caso di prevedere prima le risorse per formare il personale, migliorare gli uffici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e consentire ai nostri magistrati e alle nostre forze dell'ordine di condurre un'autentica, efficace, penetrante lotta al malaffare? Noi crediamo di sì.

A fronte di tutto questo, vi sono delle norme non chiare, vi sono delle norme che, incidendo sul nostro codice di procedura penale, avrebbero meritato un supplemento di riflessione. Certamente un supplemento di riflessione non si può fare se un provvedimento del genere, dai risvolti così penetranti nella vita di tutti, viene affrontato in qualche ora di discussione in Commissione la domenica pomeriggio, un paio d'ore di discussione generale e, poi, di corsa, l'ennesima fiducia. Perché questo Governo, questa maggioranza è accomunata solo dalla necessità di non andare al voto, quindi, su ogni provvedimento c'è il terrore che andare oltre di un giorno metta a repentaglio l'accordo che faticosamente si è raggiunto.

Gli italiani sono il popolo più intercettato al mondo: in questo Paese, negli ultimi cinque anni, è stato speso oltre un miliardo di euro per colpire 600 mila bersagli l'anno. Nessun Paese in Europa ha questi standard, soltanto la Germania dell'Est prima della caduta del Muro di Berlino faceva tanto. Francamente, è pur vero che questo Governo ha il baricentro spostato a sinistra, ma mai avremmo immaginato una cosa del genere. Ecco perché votiamo contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, abbiamo apprezzato l'accordo dei capigruppo che ha consentito la riorganizzazione dei nostri lavori per questa settimana. Per carità, sarebbe stato legittimo l'ostruzionismo dell'opposizione su questo decreto, con decine di iscritti a parlare, ma incomprensibile per i cittadini. Sarebbe stata surreale una seduta fiume per permettere l'approvazione di questo provvedimento, che scade il 29 febbraio. Grazie, allora, al Presidente Fico per lo sforzo di mediazione e a tutti i gruppi parlamentari per la responsabilità dimostrata.

Vedete, ci sono fasi straordinarie nella vita di un Paese - e questa, purtroppo, è una di quelle -, nelle quali servono solo risposte immediate e, soprattutto, grande unità delle forze politiche e di tutto il Parlamento. Non è questo il momento delle polemiche e della caccia a chi ha più responsabilità, ci sarà tempo per farlo; questo è solo il momento di agire tutti assieme, con l'obiettivo primario di tutelare i nostri cittadini. Il Governo, per assicurarlo, sta facendo tutto ciò che è necessario e possibile e sono certo - come ha detto ieri sera il Ministro Speranza - che l'Italia, che è un grande Paese, saprà uscire a testa alta da questa emergenza. E mi consenta, signor Presidente, di approfittare di questa occasione per ringraziare, ancora una volta, i medici e tutti gli operatori impegnati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che, notte e giorno, lavorano con passione per garantire il diritto alla salute di tutti noi.

Nel merito, questo decreto costituisce un buon punto di equilibrio tra l'esigenza, fondamentale, di accertare i reati, anche attraverso l'utilizzo delle intercettazioni come strumento di ricerca delle prove, e quella altrettanto importante, tutelata anche dalla nostra Costituzione, di garantire la privacy delle persone sottoposte ad indagini, che hanno il diritto a non vedere sbattuta in prima pagina tutta la loro vita privata e anche vicende personali, che nulla hanno a che fare con le inchieste. Guardate - è stato anche detto -, sono molte le intercettazioni uscite in questi anni senza che avessero un legame con le vicende giudiziarie; spesso, sono state pubblicate persino conversazioni private di soggetti estranei ai procedimenti in corso. È sbagliato e, infatti, proprio per questa ragione, siamo intervenuti già con la “riforma Orlando” nel 2017.

La nostra posizione sul punto è semplice: i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità sui fatti di un procedimento giudiziario, ma non il diritto di guardare dal buco della serratura alla vita privata delle persone su questioni che non c'entrano niente con le inchieste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Grazie a questa legge, da oggi non sarà più possibile violare la privacy dei cittadini. Finalmente, viene introdotta la distinzione tra intercettazioni rilevanti e, quindi, pubblicabili e intercettazioni irrilevanti e, di conseguenza, coperte da segreto, e si stabilisce anche che la segretezza di quelle irrilevanti è tutelata al punto che sono previste sanzioni per chi concorre nella violazione del divieto di pubblicarle.

Questo decreto introduce, poi, una novità importante a tutela dell'imputato e del suo diritto alla difesa: non sarà più la polizia giudiziaria a valutare la rilevanza, ai fini dell'inchiesta, del contenuto delle intercettazioni, ma un magistrato; e se il difensore, che avrà accesso a tutte le intercettazioni, non fosse d'accordo con le valutazioni del pubblico ministero, sarà, come è giusto, un giudice terzo a decidere.

Alcuni colleghi delle opposizioni hanno, inoltre, affermato che con questo decreto sarebbero cambiati i reati per i quali possono essere autorizzate le intercettazioni e l'uso del trojan, che, come sappiamo, è uno strumento di captazione delle conversazioni molto più invasivo, e questo perché è stata introdotta al Senato una norma che prevede che le intercettazioni possano essere usate anche per colpire reati diversi da quelli per i quali erano state autorizzate. Bene, è comprensibile che si presti maggiore attenzione per evitare le cosiddette intercettazioni a strascico, che tengono dentro tutto senza distinzione, ma sarebbe assurdo che si facesse finta di niente qualora, grazie alle intercettazioni, fosse individuato un reato diverso da quello per il quale erano state autorizzate. Davvero non capisco, ma secondo voi, cosa dovremmo fare in questi casi? Buttare le intercettazioni? Far finta di non aver visto o sentito? Io penso che sarebbe una follia.

E comunque, anche su questo, siamo riusciti a trovare un giusto punto di equilibrio, perché, come si diceva, le intercettazioni sono utilizzabili per reati diversi da quelli per i quali erano state autorizzate solo se costituiscono elemento rilevante ed indispensabile per un procedimento e se riguardano i reati per i quali è già possibile utilizzarle. Deve trattarsi, cioè, di reati che prevedono una pena superiore a cinque anni, reati che dunque non si possono ignorare.

E poi, lo voglio sottolineare, questa novità normativa non consente, come alcuni invece vogliono far credere, l'estensione dell'uso dello strumento del trojan, che quindi resta utilizzabile solo per i reati più gravi di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione. Certo, alcuni pensano che non sia giusto usare uno strumento che serve per le indagini di mafia anche contro la corruzione, ma capirei se questa posizione arrivasse da Forza Italia, che sul tema ha sempre avuto una linea coerente. Non capisco per niente, invece, l'atteggiamento della Lega: ma non siete stati voi a votare lo “Spazzacorrotti” (Applausi dei deputati del gruppo Partito DemocraticoCommenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che prevedeva proprio che l'utilizzo del trojan fosse esteso anche ai reati contro la pubblica amministrazione? E allora smettetela di fare propaganda su tutto, sperando che la gente dimentichi tutto quello che avete approvato quando eravate al Governo. Capisco che siete in confusione, ma ogni tanto sarebbe giusto mantenere un po' di coerenza per rispetto degli italiani.

Cari colleghi dell'opposizione, la verità (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… dopo ci sarà il vostro intervento, dopo.

MICHELE BORDO (PD). …la verità è che voi siete garantisti a giorni alterni e quando vi conviene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 StelleCommenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), pronti a stracciarsi le vesti per gli aumenti di pena ai corrotti, ma forcaioli per quanto riguarda i reati di strada, garantisti con i potenti e giustizialisti con i più deboli. Mi dispiace, ma sul garantismo da voi non accettiamo lezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

C'è poi un'altra questione, che è stata sollevata in modo strumentale, senza che ci fosse una ragione, per pura propaganda. Qualcuno ha addirittura provato a dividere chi vuole combattere i reati pedopornografici da chi non vorrebbe farlo. Sappiamo bene che non è così e che insistere su questa falsità significa offendere l'intelligenza di tutti noi e, soprattutto, degli italiani. Già oggi è possibile utilizzare tutti gli strumenti di captazione e intercettazione per perseguire chi produce e diffonde materiale pedopornografico, mentre per la sola detenzione sono previsti il sequestro e le perquisizioni. E questo non perché l'abbiamo deciso oggi, ma per il motivo che le intercettazioni sono utilizzabili per i reati che prevedono una pena superiore a cinque anni, mentre invece per la detenzione di materiale pedopornografico la pena è di tre anni. State, dunque, strumentalizzando una questione che non c'entra niente con questo decreto. Se si vuole alzare la pena anche per il reato di detenzione di materiale pedopornografico, noi siamo pronti a farlo immediatamente, ma basta strumentalizzare queste tragedie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! I bambini vittime di questi reati vanno rispettati e tutelati, non usati per fare della becera propaganda politica! Lo avete fatto già su Bibbiano, ma non mi sembra che sia andata bene a chi quella vicenda l'ha strumentalizzata politicamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE BORDO (PD). Questa che ci apprestiamo a votare - e concludo, Presidente - è una buona legge, perché delimita il campo dell'uso delle intercettazioni, consente di separare quelle rilevanti da quelle irrilevanti, permette alla difesa di essere protagonista in tutte le fasi delle indagini. Noi siamo soddisfatti (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) di aver contribuito a rendere questo testo molto equilibrato. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni- Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi, per favore. prego, Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Noto con molto dispiacere gli entusiasmi nel Partito Democratico, con molto dispiacere perché sa, noi che crediamo, pensiamo che il pentimento sia sempre possibile in qualsiasi momento della propria vita. Non è così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Voi non vi pentite di nulla! Avete lo spudorato coraggio di venire in quest'Aula a dire che questo è un provvedimento che favorisce la difesa. Capisco, Michele Bordo è un politico di grande esperienza, non è un giurista, e avete fatto bene a scegliere un non giurista, avete fatto benissimo, perché un giurista non avrebbe potuto dire una cretinata del genere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier), che questo è un provvedimento che favorisce la difesa!

PRESIDENTE. Deputato Sisto… deputato Sisto…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, chiedo scusa. Presidente, io sono molto attento alle parole, era riferito al contenuto (Commenti del deputato Sgarbi)

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, non è stato interpellato… non è stato interpellato… non è stato interpellato. Prego, continui.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). …era riferito al contenuto dell'intervento, giammai alla persona, quindi mi consentirà che un po' di colore, almeno per cercare di eliminare quel grigiore che promana da questo modo di ragionare, è indispensabile.

Io ho sentito dire che questo è un provvedimento che favorisce la difesa. Bene, partirò da un dettaglio, perché come sapete il diavolo è nei dettagli: ma voi sapete che secondo l'articolo 415-bis le intercettazioni - scusate se uso dei numeri, ma non li do in genere - le intercettazioni saranno depositate al 99 per cento a chiusura delle indagini e la difesa avrà soltanto venti giorni per poterle esaminare, con una compressione assoluta dei diritti della difesa! Altro che provvedimento a favore della difesa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)! Ma voi lo sapete che è un termine improrogabile e che il giudice può soltanto intervenire per favorire l'acquisizione e non per prorogare i termini? Ma di che parlate, di che parlate, di che parlate? Avete dato la sponda ai Cinquestelle per introdurre nel nostro processo uno strumento di percussione costante, indomito, senza limiti.

Presidente, non parlo soltanto per esperienza di Aula parlamentare, ma, ahimè, il marciapiede giudiziario ha le sue regole, e il processo va conosciuto. Non si può parlare né dall'alto dello scranno di una scienza infusa dal punto di vista del diritto, laddove le regole sembrano volare nell'aria, sembrano librarsi sul suolo, bisogna parlare conoscendo come funziona il processo. E qualcuno mi deve dire se può non pensare che sia possibile costantemente un abuso dello strumento delle intercettazioni del processo penale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), un abuso, laddove le intercettazioni - l'esperienza ce lo insegna - non vanno a colpire un reato già formato, ma sono uno strumento esplorativo delle vite altrui per raggranellare delle ipotesi di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E allora ve lo chiedo, algebricamente, pesate questa normativa: aumenta o diminuisce il carico della rischiosità dell'uso delle intercettazioni? Allorquando voi estendete agli incaricati di pubblico servizio la possibilità di intercettare per delitti dei pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione, che cosa avrete? Che gli uffici pubblici saranno dei nidi di trojan. Noi avremo in tutti gli uffici dove si ipotizza la commissione di un reato una serie di trojan e diventeranno una sorta di inveterato grandissimo orecchio della pubblica amministrazione: voi questo state portando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Voi portate una pubblica amministrazione spiata, spiata! E se lo aggiungete ai cosiddetti “soffiatori”, cioè a coloro che andranno a denunciare i propri compagni di sedia, che pubblica amministrazione voi ci proponete? Una pubblica amministrazione ingessata, bloccata, incapace di ragionare con il terrore di essere immediatamente intercettata anche quando si va in bagno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputai del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo non si può escludere.

E qui vengo a un altro dei punti, Presidente. So che a lei stanno a cuore questi concetti, perché lei è il Presidente della Camera e deve difendere la Costituzione insieme a noi. Ma la riservatezza che cos'è? È il diritto al segreto; il segreto non è una bugia, è un diritto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputai del gruppo Lega-Salvini Premier). Io ho diritto al mio segreto e nessuno lo deve violare se non per una ragione che sia chiara. Il collega Bordo diceva con una semplicità disarmante, quasi tenera: ma c'è rilevante e irrilevante. Caro Michele - me lo consentirà, Presidente, siamo quasi conterranei - ma nei concetti di rilevante e irrilevante c'è di tutto. Che cosa è rilevante? Che cosa è irrilevante? Che cosa è poco rilevante? Che cosa è più rilevante: meno, un quarto, tre quarti? Siamo cioè a delle tonalità di grigio in cui non c'è certezza e noi vogliamo certezze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); noi vogliamo essere sicuri che, quando tu entri a casa mia, nella mia stanza, nella mia vita, nella mia intimità lo possa fare, perché io sono un criminale, perché c'è qualche cosa che mi deve essere rimproverato, non perché devi andare a capire se lo sono o non lo sono. Questo è un dato, Presidente, fondamentale non per Forza Italia che almeno su questo, ribadisco, non abbiamo bisogno che la coerenza ci venga riconosciuta perché ce la teniamo e la portiamo con noi come un valore importantissimo. Con l'aria che tira la coerenza è un grande valore, enorme valore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): non si capisce chi sta da una parte e chi sta dall'altra, chi vuole appoggiare e chi non vuole appoggiare, dove ci sono i garantisti per caso, come noi li definiamo, coloro che sulla prescrizione - anche lo stesso deputato Bordo - proponevano un rinvio, è importantissimo rinviarlo, non si può, eccetera, eccetera; chi sta da una parte, sta dall'altra, chi si batte per la prescrizione e poi vota questa fiducia e sostiene questa barbarie quale il provvedimento di cui ci stiamo occupando.

Ma, Presidente, voglio essere chiaro: noi stiamo innestando un altro meccanismo molto particolare. Il disegno di legge entrerà in vigore il 1° maggio 2020, cioè per tutti i processi iscritti successivamente al 1° maggio 2020: ma questo cosa significa? Che i fatti potranno anche essere stati commessi prima del 1° maggio 2020, cioè in altri termini noi stiamo provando e stiamo ipotizzando anche una sorta di retroattività di tale meccanismo inquisitorio che trovo sia assurda. Era necessario sancire - e noi potevamo farlo - che il disegno di legge entrasse in vigore per i fatti commessi dal 1° maggio in poi, cioè noi stiamo consegnando nelle mani delle procure la possibilità di prendere questo meccanismo e applicarlo a fatti commessi addirittura prima di questa discussione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): ma a voi sembra questo un metodo corretto di ragionare? Questo è il processo penale: il mio maestro Renato Dell'Andro diceva che il processo penale è lo specchio della civiltà di un Paese. In un Paese civile si ha un processo penale civile. Allora se andiamo a pesare l'innesto di questa normativa… perché poi Nuvolone diceva che il diritto penale è un sistema. Prescrizione eterna, processo eterno, pene accessorie eterne, intercettazioni a sbafo, perché qui - parliamoci chiaro - l'estensione indiscriminata del trojan come viene introdotto in questo provvedimento significa incontrollabilità dei controllori. Noi avremo dei controllori incontrollabili che potranno fare esattamente quello che desiderano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) sulla scorta di un altro principio, illustri colleghi, le motivazioni cosiddette standardizzate, cioè le motivazioni uguali per tutti ma che non tutelano nessuno. Quello che è rilevante, quello che non è rilevante, come giustifichiamo l'invasione del domicilio privato, l'articolo 614? Il professor Giorgis diceva oggi: c'è una motivazione specifica. Bene, io invado il tuo domicilio per le specifiche modalità concrete di commissione del reato che viene realizzato con particolare capacità criminale: che cosa ho detto con questa definizione? Niente, non ho detto niente: ho usato delle parole quasi casuali, ben messe una dietro l'altra, che costituiscono le motivazioni standard per raggiungere un solo obiettivo, poter fare quello che si vuole utilizzando e manipolando, come dice Gianrico Carofiglio, le parole. Le parole si manipolano. Le leggi sono fatte per evitare la manipolazione delle parole. Voi avete creato una legge manipolativa che in qualche modo consente indagini a tutto tondo, indagini che non hanno limite, indagini per reati anche non gravi perché hai voglia di dire ma un solo reato rimane fuori dal range di quelli per cui è possibile fare di tutto e di più. Allora che cosa abbiamo creato?

Credo, Presidente, che l'altro passaggio ineliminabile e che dà l'idea di un processo penale che ormai scalfisce la presunzione di non colpevolezza in modo evidente, cioè è un processo penale che parte da un presupposto l'indagato è già colpevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il processo mediatico fa sì che basta essere indagati per essere colpevoli; non c'è neanche bisogno dell'esercizio dell'azione penale, basta essere indagati. Allora, questo capovolgimento della presunzione di non colpevolezza costituisce il leitmotiv su cui si innestano tutti questi provvedimenti, dove il processo penale è una sorta di ghigliottina obbligatoria da cui non te la scampi, non te la scampi anche se sei assolto! Diventa un marchio rosso indelebile prima del giudice.

Allora, io chiudo - dico, Presidente - che voglio il mio giudice; io voglio che il giudice intervenga: non voglio l'Inquisizione, voglio il giudizio, voglio la giurisdizione, voglio l'articolo 111, voglio il contraddittorio, la parità tra accusa e difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), la possibilità di difendersi compiutamente, senza questi mezzi assurdi da KGB, da Paese non democratico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e noi su questo dobbiamo difendere questi principi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Presidente, vedo con piacere l'arrivo del Ministro Bonafede e devo dire che mi dispiace se troppo spesso noi non siamo teneri nei suoi confronti, ma anche lui però non fa niente per essere perdonato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini PremierCongratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molinari. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Proprio ieri abbiamo voluto dare, in quest'Aula, un segnale di unità. Abbiamo voluto discutere e approvare tutti insieme il decreto sul Coronavirus per cercare di affrontare l'emergenza sanitaria che spaventa i nostri cittadini in queste ore difficili e per questo, come gruppo Lega, voglio ringraziare lei, Presidente, per la sensibilità che ha avuto e per la terzietà che ha dimostrato nella gestione dell'Aula accogliendo la proposta della Lega di invertire l'ordine dei lavori, perché se fosse stato per il Governo e la maggioranza ieri noi avremmo discusso di intercettazioni, e non di Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E voglio anche esprimere un ringraziamento sincero al Ministro Speranza, che ha accolto la nostra richiesta di venire in Aula a rendere un'informativa e l'ha fatto con un tono pacato, con un tono competente, evitando polemiche e con un alto profilo istituzionale. Credo sia stata una bella pagina della politica italiana, in cui abbiamo dimostrato che su temi rilevanti dell'interesse nazionale ci siamo tutti. Peccato che qualcuno nel Governo non abbia avuto la stessa creanza e lo stesso stile del Ministro Speranza, e mi rivolgo a chi avrebbe l'onere di rappresentare tutto il Governo e tutto il Paese, cioè il Premier Giuseppe Conte, che, in un momento drammatico come quello, ha pensato di strumentalizzare la vicenda del Coronavirus per attuare un attacco politico ai “governatori” del Nord e in particolare al “governatore” Fontana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), lasciando intendere che il focolaio di Codogno sia figlio di una falla nel sistema sanitario e figlio di una cattiva gestione della politica regionale da parte del presidente Fontana. Presidente Fico, mi rivolgo a lei, dato che il Premier Conte non c'è: il Premier Conte deve sciacquarsi la bocca quando parla del presidente Fontana; il Presidente Conte deve sciacquarsi la bocca quando parla degli operatori sanitari della Lombardia e di tutta Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Ma soprattutto, cosa ben più grave signor Presidente, il Presidente Conte deve tenere bene a mente che non si può utilizzare questa tragedia per rimettere sul tavolo pericolosi rigurgiti neocentralisti. Quando il Presidente Conte parla di avocare a Roma le competenze regionali, sappia che troverà la strenua opposizione della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e se anche qualcuno, in quest'Aula, ritiene che i voti – veri! – di milioni di lombardi, veneti e le espressioni democratiche di piemontesi, emiliano-romagnoli e tutte le regioni che hanno chiesto l'autonomia non contino niente perché conta più qualche centinaio di voto su Rousseau, diversamente Conte non sarebbe qui, noi diciamo che invece i voti della gente contano davvero e che nessuno al Governo pensi di bloccare il percorso di autonomia iniziato grazie a quei voti, in quelle regioni che voi avete denigrato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Venendo, Presidente, al tema di oggi dicevo che quella di oggi invece è una brutta pagina perché oggi torniamo a parlare delle cose che ci dividono, questo “decreto intercettazioni”. È un decreto che è già sbagliato nella forma perché, quando si parla di diritti delle persone, di diritto di difesa, di giusto processo bisogna operare con altri strumenti, con delle leggi, si dovrebbe avere il tempo di dibattere. Qui, invece, abbiamo voluto fare un decreto in fretta e furia, che non abbiamo potuto discutere in questo ramo del Parlamento e su cui è stata posta per ben due volte la fiducia, un decreto su cui non c'era alcuna urgenza, perché questa normativa viene rinviata dal 2017, perché la stessa normativa prevede che entri in vigore tra due mesi, ma c'era questa foga di approvare a tutti i costi questa settimana questo provvedimento, perché così questa sera il Ministro Bonafede potrà fare un bel post su Facebook e dire che ha dato l'ennesimo colpo ai corrotti d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Qualche like vale più dei diritti dei cittadini e, ancor peggio, domani aspettiamo il roboante titolo di qualche testata molto vicino a questa maggioranza, che già immagino, posso provare a pensarci: “Approvato il nuovo decreto Bonafede sulle intercettazioni: anche i postini adesso tremano” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). ”Approvata la nuova legge sulle intercettazioni: anche le guardie giurate adesso devono avere paura”, perché di questo stiamo parlando, signor Presidente. Lo dico per chi ci ascolta da casa: il nocciolo di questa normativa è l'estensione dell'utilizzo del trojan, quindi di uno strumento, un software che entra nei telefoni, nei computer, nelle apparecchiature elettroniche dei cittadini, uno strumento molto invasivo di captazione delle informazioni, per contrastare non solo i reati che erano previsti da legge fino a poco tempo fa, cioè quelli più gravi, i reati legati alla malavita organizzata e i reati di terrorismo, cioè quei reati talmente gravi tali per cui, in un sistema di diritto, lo Stato può accettare di comprimere le libertà personali e la sfera personale delle persone, perché si tutela un interesse molto superiore da un pericolo molto più grave. Noi oggi utilizziamo lo stesso strumento che si utilizza per chi mette una bomba nella metropolitana nel nome di Allah, per il postino o per l'infermiere che magari porta a casa due garze o due medicine, facendo pensare che l'allarme sociale sia il medesimo. Noi pensiamo che questa scelta sia completamente sproporzionata, che un sindaco che firma una delibera sbagliata desti molto meno allarme sociale di un terrorista, ma evidentemente al Governo l'idea è tutta un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); e questo è il primo punto che noi contestiamo. E il tutto viene allargato, ripetevo, non solo ai pubblici ufficiali, ma anche agli incaricati di pubblico servizio, che vuol dire potenzialmente a migliaia di persone di questo Paese, lo dicevo prima: infermieri, netturbini, autisti di autobus, guardie giurate e chi più ne ha più ne metta. Fondamentalmente noi stiamo facendo passare una legge che prevede che tutti siano intercettabili. Io vi voglio fare un esempio, visto che molto spesso citate la Germania come esempio e anzi è diventato quasi un partner privilegiato per le politiche europee di questo Governo: in Germania il trojan si utilizza soltanto per i reati che mettono in pericolo la sicurezza nazionale. Voi avete in mente probabilmente un altro modello, che non è la Germania di oggi, è la DDR di ieri, quando la Stasi invece poteva intercettare tutti e utilizzare tutte le informazioni per mettere in galera chiunque (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), questioni di differenze culturali. Non vi siete fermati neanche nonostante in Commissione, al Senato, le stesse software house che producono questi trojan ci abbiano detto che ci sono dei pericoli, ci abbiano detto che non si può garantire l'integrità dei file che vengono raccolti nel trasferimento tra il server della società privata e i server delle procure. Non vi siete fermati nonostante le Procure ci abbiano detto che non sono ancora pronte con i server per gestire questa mole di dati. Non vi siete fermati nonostante ci abbiano detto che nessuno può garantire che attraverso il trojan non ci siano parti terze che infilano nel tuo telefono documenti, conversazioni, geolocalizzazioni, fatti. Tradotto: non vi siete fermati nonostante a in Commissione giustizia, chi realizza questi software ci abbia detto che attraverso il trojan si possono inserire nel telefono di una persona delle prove di un reato che non ha commesso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! Quanti altri Enzo Tortora vogliamo avere, visto che lo citavano i colleghi d'Italia Viva (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)? Noi veramente possiamo accettare di assumerci un rischio di questo tipo, per perseguire che cosa? Per dimostrare che cosa? Ve lo dico io: perché voi avete un'idea di giustizia che è l'opposto di quella che dovrebbe esserci in uno Stato liberale. Voi pensate che un innocente che va in carcere sia un errore di sistema rispetto all'obbligo di punire tutti i colpevoli. Ebbene, noi siamo la patria di Beccaria: tre secoli fa, dal punto di vista giuridico, eravamo molto più avanti di oggi, eravamo il faro della civiltà occidentale, perché il sistema penale giusto, caro Ministro Bonafede, non è quello che mette in galera anche gli innocenti per punire i colpevoli, è quello che crea una serie di garanzie tali per cui un innocente in galera non ci vada mai (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! È quello che crea un sistema tale per cui un innocente, l'ingiustizia di un processo, non la subisca mai (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Non è quello dove l'innocente in galera è un danno collaterale. Ma penso che ci sia ancora molto da studiare. Prevedete anche che questi trojan possano essere utilizzati per le intercettazioni a strascico.

Cosa vuol dire, rapidamente? Che non devono essere utilizzati solo per cogliere prove del reato che si intende perseguire, ma che attraverso tutto quello che viene captato - e ripeto: pensiamo ai postini, agli infermieri, agli autisti di autobus, alle guardie giurate, eccetera, eccetera, eccetera, che girano per il Paese, quante conversazioni si possono intercettare - tutto quello che viene intercettato può essere notizia di reato per l'apertura di un nuovo fascicolo o per l'inserimento di un nuovo trojan nel telefono di qualcuno. Tradotto: questo è il Grande Fratello, signor Presidente, di orwelliana memoria e so che, dicendo “orwelliana memoria”, non tocco le corde della maggioranza, perché la verità è che la subcultura che porta questa scelta è di livello un po' più basso, un po' più terra terra. Davanti al Governo Casalino 1 era normale che volessero tramutare l'Italia nella casa del Grande Fratello (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Non so quanto siano d'accordo gli italiani, però. Ebbene, voi volete uno Stato forte coi deboli, ma che è molto debole coi forti. Noi non pensiamo che lo Stato non debba manifestare tutta la sua forza per perseguire l'interesse pubblico, abbiamo però un'altra idea di quale sia l'interesse pubblico: noi vorremmo uno Stato forte quando si va in Europa a dire che non sottoscriviamo il fondo salva-Stati. Noi vorremmo uno Stato forte quando si va in Europa a dire che siamo contro il taglio di 3 miliardi alla PAC per i nostri agricoltori. Noi vorremmo uno Stato forte quando le multinazionali licenziano migliaia di lavoratori in Italia, vanno all'estero a produrre in quei Paesi dove non sono garantiti i diritti e poi ci rivendono i prodotti in Italia e lo Stato allarga le braccia, dicendo che, davanti al mercato, non si può fare niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi vorremmo uno Stato forte di fronte ai colossi della digitalizzazione, che non pagano un euro di tasse qui, ma che stanno distruggendo il tessuto commerciale e i centri delle nostre città. Lì lo Stato invece è debole, nel nome del mercato. Siete forti con lo spazzino, con l'autista dell'autobus, con l'infermiere e col consigliere comunale: dovete vergognarvi per quello che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vado a chiudere, Presidente: noi ritenevamo che ci fosse un caso e abbiamo presentato un emendamento al Senato che giustificasse l'estensione di un mezzo così invasivo, perché riteniamo vi sia un tipo di reati che può essere paragonabile, per gravità, ai reati di terrorismo e ai reati di criminalità organizzata, che sono i reati contro i minori, gli abusi sui minori, la pedopornografia, la diffusione di immagini pedopornografiche. Abbiamo presentato un emendamento perché riteniamo che chi viola un bambino, un minore, commetta un'azione, dal nostro punto di vista, ancora più grave, ma quanto meno grave quanto chi mette una bomba o chi è associato alle mafie. Ebbene, io continuo a non capire perché il trojan per quel tipo di reati - che molto spesso vengono commessi proprio con apparati elettronici, perché, per caricare del materiale su Internet serve il computer o il telefonino e quindi quello strumento sarebbe molto utile in quel caso per perseguire quel reato e una limitazione della privacy e della libertà personale di un presunto pedofilo penso sia qualcosa di cui ci possiamo fare carico - io continuo a non darmi una spiegazione sul perché la maggioranza di questo non abbia voluto parlare. Si vuole essere implacabili col Sindaco, ma si vuole essere di manica larga con il pedofilo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva). Io questo non lo capisco, Presidente, continuo a pensarci, ma non lo capisco, non lo capisco.

PRESIDENTE. Concluda Molinari, deve concludere.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Concludo: voi oggi vincete una battaglia e calano le tenebre sui diritti delle persone, sui diritti garantiti dalla nostra Costituzione, sulle libertà personali, sulla centralità dell'individuo, che la politica e la società dovrebbero tutelare. Voi questa battaglia oggi la vincete coi numeri, ma basta aprire un sussidiario di terza media e leggere qual è la storia di questo Paese, di questo continente e della civiltà occidentale, per capire che ogni qualvolta qualcuno cerca di tenere sotto il tacco i diritti delle persone, alla fine il buio viene dipanato dalla luce della ragione. Voi vincete la battaglia coi numeri, noi vinceremo la battaglia - anzi, la guerra - coi nostri valori e le nostre idee, grazie Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie Presidente, siamo arrivati alla votazione finale del decreto intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ma permettetemi una doverosa premessa: io ho sentito parecchie critiche inutili e infondate da parte di alcuni colleghi. Capisco che ci siano altre motivazioni che preoccupano l'approvazione di questo decreto ma perché i cittadini dovrebbero essere contenti dell'approvazione del “decreto intercettazioni”? Perché i cittadini dovrebbero essere soddisfatti del “decreto intercettazioni”? Senza intercettazioni, non avremmo mai saputo di fatti che hanno condizionato la vita politica, sociale ed economica della nostra nazione. Senza intercettazioni non avremmo mai saputo di vicende politiche e giudiziarie che si sono verificate nella nostra Nazione. Vi ricordo che, poco più di un mese fa, c'è stato l'arresto di 94 persone, un grosso blitz messo a segno contro la criminalità messinese della famiglia Nebrodi. Vi ricordo che senza intercettazioni non avremmo mai letto quegli squallidi messaggi che arrivavano da Salvatore Buzzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), uomo principale, uomo protagonista di “mafia capitale”. Ve li voglio leggere questi messaggi, è la notte di Capodanno 2013: “Speriamo sia un anno pieno di monnezza, profughi, sfollati e bufere. Tu c'hai idea di quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Senza intercettazioni (Commenti di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Prego.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Senza intercettazioni non avremmo letto e saputo di chi si sfregava le mani sulle vittime del post-Abruzzo. La notte del terremoto dell'Aquila, il 6 aprile 2009, viene intercettato, poche ore dopo il sisma, l'imprenditore Piscicelli che parla col cognato Gagliardi e gli dice: “Occupati di ‘sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito. Non è che c'è un terremoto al giorno”, e lui risponde: “No, lo so”, ridendosela. “Certo, io ridevo stamattina alle tre e mezzo dentro il letto”. Devo aggiungere qualcos'altro?

E, allora, che cosa abbiamo fatto noi all'interno di questo “decreto intercettazioni”? Innanzitutto, abbiamo esteso la competenza del pubblico ministero che seleziona quello che sarà il materiale utile per le intercettazioni per evitare che venga intaccata la dignità e la reputazione dei cittadini.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi! Prego.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Abbiamo reso il procedimento più veloce, abbiamo coinvolto il difensore dell'indagato e, quindi, abbiamo coinvolto le parti, le diverse parti del processo penale.

E poi, Presidente, mi consenta una riflessione da calabrese e, prima ancora, da cittadina onesta. Io ho sentito, nelle Commissioni e in quest'Aula, più volte menzionare il procuratore Gratteri. Per carità, sono contenta quando in quest'Aula vengono menzionate persone del calibro del procuratore Gratteri, ma il procuratore Gratteri, se si sceglie come mentore e come persona da seguire, lo dev'essere sempre. Non si possono candidare nel proprio partito persone che vengono arrestate il mese dopo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); non si può scomodare il dottor Gratteri e poi avere mezzo partito arrestato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). E se poi…io vorrei dire un'altra cosa se i colleghi me lo consentono, perché io…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, facciamo continuare. Prego.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Se si menziona il dottor Gratteri bisogna essere anche favorevoli alla prescrizione, visto che il dottor Gratteri ha espresso un parere positivo sulla “riforma Bonafede” della prescrizione. Non si possono fare le barricate contro la prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E poi il trojan, il captatore informatico. Vedete, noi abbiamo aggiunto nel “decreto intercettazioni” l'estensione dell'uso del trojan per gli incaricati di pubblico servizio in quei reati contro la pubblica amministrazione e vi ricordo che il trojan è stato già qualcosa di cui ci siamo occupati nella “legge Spazzacorrotti”, una legge fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, una legge che ci hanno chiesto i cittadini, perché io mi ricordo che noi siamo stati mandati qui dai cittadini e dobbiamo dar loro conto di quello che facciamo e se i cittadini vogliono lo “Spazzacorrotti”, perché sanno che la corruzione è il cancro del nostro Paese, noi dobbiamo portarlo avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Grazie al trojan sono venute a galla intercettazioni importanti nel “processo Emilia”. Ricordo, il più grande processo contro la 'ndrangheta del Nord Italia: 1.200 condanne. Questo grazie al trojan.

Quando parliamo di corruzione noi stiamo parlando di un tetto che può cadere sulla testa dei nostri figli se la ditta a cui sono stati assegnati i lavori è una ditta disonesta; quando parliamo di corruzione stiamo parlando di soldi dei cittadini - spesi in tasse - che vengono buttati grazie alla corruzione.

E allora, signor Presidente, io mi avvio alla conclusione dicendo che in questo decreto fondamentale e importante sono stati toccati diritti costituzionalmente garantiti come il diritto alla difesa, il diritto alla privacy, il diritto sacrosanto di ogni cittadino di sentirsi difeso da uno Stato che sia di pari passo con il sistema informatico e il lavoro straordinario che abbiamo fatto è stato un bilanciamento di questi interessi. Altro che compressione: un bilanciamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Abbiamo garantito che non venissero intaccati i diritti dei cittadini.

E, allora, per questo motivo e per tutto quello che ho detto finora, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sgarbi (Commenti). Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, senza brusio. Colleghi! Prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, in ordine alla corrispondenza tra le parole e le cose mi chiedo perché non abbia interrotto la collega precedente che ha parlato di una cosa che la Cassazione ha dichiarato inesistente che è “mafia capitale”: “mafia capitale” non è Roma, come qualche magistrato aveva inteso, corretto poi dalla Cassazione. È un insulto alla città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che lei ha consentito! Non si può dire “cretinata”, ma “mafia capitale” una irresponsabile può dirlo e può dirlo accusando di essere mafiosi quelli che non lo sono e dimenticando che è stato eletto nel gruppo dei 5 Stelle tale Marcello De Vito, arrestato per corruzione ed eletto con i voti del partito che si dichiara degli onesti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Allora, sia chiaro che occorre essere garantisti per tutti, per tutti, per tutti, per tutti, per tutti (I deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia scandiscono le parole: Onestà, Onesta!)!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi andiamo avanti! Deputato Sgarbi, prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). E non capisco perché non abbia agito quando il deputato Federico Conte ha inventato una parola che non esiste e ha detto “còrifei”. Non so cosa sia il “còrifeo”. So che esiste il “corifèo”. Forse non sa bene l'italiano. Quindi, “cretinata” non passa ma “còrifeo” sì (Commenti del deputato Conte)? E' “corifèo”! Sentiti quello che hai detto e impara l'italiano…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, si rivolga a me (Commenti del deputato Conte).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). No, no, tu hai detto “còrifei ”…

PRESIDENTE. Per favore, possiamo andare avanti? Facciamo una lezione un'altra volta.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Io voglio anche ricordare in modo molto semplice che le intercettazioni, che sono talmente lodate qui, ci hanno rivelato essenzialmente due cose: che la deputata Occhionero è stata l'amante del suo assistente (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Italia Viva - Una voce dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle: Vergognati!). Sappiamo questo: è una cosa impressionante, una notizia…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, deputato Sgarbi, deputato Sgarbi!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). È la verità delle intercettazioni e sono quelle che fate passare voi, con i vostri trojan! Sono i vostri trojan, sono i vostri trojan, sono i vostri trojan! E che l'avvocato Pittelli, calabrese, grazie a Gratteri, innocente, è in carcere perché dà del “voi” ai suoi clienti. Io ho un mio assistente che mi dà del “voi”…

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). … e non per questo lui è mafioso. “Voi” si può usare quanto si vuole!

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Voglio chiudere dicendo che dal 1992 sono 27 mila le persone riconosciute innocenti rinchiuse in carcere e che hanno ottenuto un risarcimento dallo Stato. Volete pagarne altre 27 mila buttando i soldi come avete fatto per il decreto di ieri? Insensati, folli (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva - Il deputato Sgarbi si rivolge animosamente verso i banchi dei deputati dei gruppi Movimento 5 Stelle e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi! La richiamo all'ordine (Commenti del deputato Trancassini)! Deputato Trancassini, Trancassini…!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente, chiedo il voto segreto, ai sensi degli articoli 49 e 51.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, soltanto per ribadire, come ha già detto nella dichiarazione di voto finale Michele Bordo, che come Partito Democratico noi siamo convinti della utilità di questo provvedimento (Commenti). Aggiungo…

PRESIDENTE. Deputato Verini, su che cos'è l'intervento?

WALTER VERINI (PD). Dichiarazione di voto personale.

PRESIDENTE. Cosa?

WALTER VERINI (PD). Vabbè, su quello che vi pare (Proteste dei deputati dei gruppi Lega – Salvini Premier, Forza Italia – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)).

PRESIDENTE. No, no, deputato Verini! Mi dispiace, deputato Verini.

NICOLA PROVENZA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

NICOLA PROVENZA (M5S). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Prendo la parola per un motivo semplice, perché non è possibile, in quest'Aula, attraverso dichiarazioni da TV e non da Aula di Parlamento, non da Aula della Camera, tirare in ballo una deputata in maniera incongrua e, secondo me, non degna di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier).

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sono le intercettazioni!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, per un breve ringraziamento la relatrice Sarti (Scambio di apostrofi tra il deputato Sgarbi e il deputato Ungaro, tra i quali si frappongono gli assistenti parlamentari). Deputato Sgarbi, la richiamo all'ordine! Deputato Ungaro! Deputato Ungaro! Prego, prego, siamo in conclusione.

GIULIA SARTI, Relatrice. Grazie, Presidente, rubo solo un minuto…

PRESIDENTE. Anche di meno. Prego.

GIULIA SARTI, Relatrice. Penso che l'atteggiamento migliore da parte di tutti sia anche, a volte, di ignorare e di essere invece felici, perché questo è un momento difficile e particolare per il nostro Paese. Abbiamo lavorato a questo provvedimento in un clima sempre rispettoso di tutti e rispettoso degli equilibri di quest'Aula (Proteste dei deputati dei gruppi Lega – Salvini Premier, Forza Italia – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Mi spiace per quest'ultimo momento, in cui non sembra che l'Aula poi possa essere disposta, invece, almeno a ringraziare, doverosamente, gli uffici della Camera, che sono stati sempre a servizio della Commissione giustizia; tutti i funzionari e i segretari della Commissione, che anche nelle giornate festive, come la domenica pomeriggio, sono stati impegnati a lavorare con tutte le forze. Grazie, Presidente, e grazie a tutti per il lavoro che avete svolto, anche alle opposizioni che legittimamente hanno criticato questo testo e a tutte le forze di maggioranza che non hanno mai smesso di (Proteste dei deputati dei gruppi Lega – Salvini Premier, Forza Italia – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie. C'è il Ministro che voleva fare un ringraziamento veloce (Proteste dei deputati dei gruppi Lega – Salvini Premier, Forza Italia – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)? No.

Avverto che è stato chiesto, ai sensi dell'articolo 51, comma 2… (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Colleghi, colleghi, è normale poter parlare se viene qui un delegato d'Aula, come quando vengono qui i delegati e parliamo. Con calma, è una procedura normale (Proteste del deputato Ziello). Ziello, lo sa, se lei viene qui, abbiamo parlato sempre, anche in questo caso.

Avverto che è stato chiesto, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, dal rappresentante del gruppo Lega-Salvini Premier, lo scrutino segreto sulla votazione finale del decreto-legge in esame. Tale richiesta è accolta, in quanto il provvedimento incide nel suo complesso, sulla base di un giudizio di prevalenza, sugli articoli 15 e 24 della Costituzione, richiamati dall'articolo 49 del Regolamento tra quelli in relazione ai quali è ammesso il voto segreto.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione finale segreta, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2394:

S. 1659 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 123) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di Marzo 2020 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di marzo:

Martedì 3 marzo (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2407 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca (Approvato dal Senato - scadenza: 9 marzo 2020)

Discussione sulle linee generali della mozione Boldrini, Ascari, Boschi, Muroni, Giannone ed altri n. 1-00334 concernente iniziative volte a promuovere la parità di genere e a prevenire e contrastare la violenza contro le donne

Mercoledì 4 marzo (ore 10,30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2407 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca (Approvato dal Senato - scadenza: 9 marzo 2020)

Seguito dell'esame della mozione Boldrini, Ascari, Boschi, Muroni, Giannone ed altri n. 1-00334 concernente iniziative volte a promuovere la parità di genere e a prevenire e contrastare la violenza contro le donne

Nella seduta di mercoledì 4 marzo, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 5 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 9 marzo (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2070 ed abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia (Approvata dal Senato)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2117 (Approvato dal Senato), delle proposte di legge nn. 909, 1067, 1226 e abbinate - Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni

Discussione sulle linee generali della mozione Caon ed altri n. 1-00270 concernente iniziative volte al completamento dell'idrovia Padova-Venezia

Discussione sulle linee generali della mozione Meloni ed altri n. 1-00274 concernente iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica

Martedì 10 marzo (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 10 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 11 (ore 11-14 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 12 marzo (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 13 marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2070 ed abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia (Approvata dal Senato)

Seguito dell'esame proposte di legge nn. 24, 1051, 1366, 1368 e abbinate - Modifiche al Codice della strada

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2117 (Approvato dal Senato), delle proposte di legge nn. 909, 1067, 1226 e abb. - Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni

Seguito dell'esame della mozione Caon ed altri n. 1-00270 concernente iniziative volte al completamento dell'idrovia Padova-Venezia

Seguito dell'esame della mozione Meloni ed altri n. 1-00274 concernente iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica

Nella seduta di mercoledì 11 marzo, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 13 marzo (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 16 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 164, 1317 e abbinate - Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1682 - Disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica italiana

Discussione sulle linee generali del disegno di legge nn. 1056, 2103 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all'informazione e alla libera formazione dell'opinione pubblica

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 1677 - Accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013;

n. 1676 - Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017;

n. 2120 - Accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 24 novembre 2017 (Approvato dal Senato)

Martedì 17 marzo (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 17 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 18 (ore 11-14 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 19 marzo (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 20 marzo)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito esame delle proposte di legge nn. 164, 1317 e abbinate - Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1682 - Disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica italiana

Seguito dell'esame del disegno di legge nn. 1056, 2103 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all'informazione e alla libera formazione dell'opinione pubblica

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 1677 - Accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013;

n. 1676 - Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell'Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017;

n. 2120 - Accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 24 novembre 2017 (Approvato dal Senato)

Nella seduta di mercoledì 18 marzo, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Nella seduta di mercoledì 18 marzo, alle ore 16, avrà luogo la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11-A)

Venerdì 20 marzo (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 23 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1698 - Conversione in legge del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, recante misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 5 aprile 2020)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 687 e abbinata - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Martedì 24 marzo (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 24 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 25 e giovedì 26 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 27 marzo)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1698 - Conversione in legge del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, recante misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 5 aprile 2020)

Eventuale seguito dell'esame dei provvedimenti previsti per le settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 687 e abbinata - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Nella seduta di mercoledì 25 marzo, alle ore 9.30, avranno luogo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e del 27 marzo

Nella seduta di mercoledì 25 marzo, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 27 marzo (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 30 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge nn. 107, 569, 868 e 2171 - Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere

Discussione sulle linee generali della mozione Conte ed altri n. 1-00222 concernente le modalità di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di autonomia differenziata, con particolare riferimento alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni

Martedì 31 marzo (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 31 marzo (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 1° aprile (ore 11-14 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 2 aprile (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 3 aprile)

Eventuale seguito dell'esame dei provvedimenti previsti per le settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 2059 e 2357-A/R - Modifiche alla legge 9 gennaio 2019, n. 3, in materia di prescrizione del reato

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 875-A/R e abbinate - Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo

Seguito dell'esame della proposta di legge nn. 107, 569, 868 e 2171 - Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere

Seguito dell'esame della mozione Conte ed altri n. 1-00222 concernente le modalità di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di autonomia differenziata, con particolare riferimento alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni

Nella seduta di mercoledì 1° aprile, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 3 aprile (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge nn. 2117, 1067, 1226 e abb., nn. 164, 1317 e abb., n. 1682, nn. 1056, 2103 e abb., n. 687 e abb., nn. 107, 569, 868 e 2171 e n. 875-A/R e abb. sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

La Commissione Finanze è convocata mercoledì 4 marzo, alle ore 15, per procedere all'elezione del suo Presidente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). (Indossa una mascherina protettiva). Presidente, ora vorrei che ci fossimo solo io e lei, le chiedo di guardarmi negli occhi. Presidente, per favore, mi guardi negli occhi. Glielo chiedo perché ora… non sono qui. Assistente, guardo lei negli occhi, facendo finta che lei sia il Presidente.

PRESIDENTE. Sono qui, prego, ci sono molte cose da fare insieme.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Lo so, Presidente. Le dicevo che ci siamo solo io e lei in Aula. Sa, io le ho consegnato questa lettera, questa lettera è del San Raffaele di Milano, ospedale di eccellenza, a riguardo dei casi di malattia, di pazienti malati di sclerosi multipla. Gliel'ho già detto a voce, ma vorrei ripeterlo all'Italia: “In considerazione dell'attuale emergenza sanitaria, siamo ad inviarvi le direttive igienico-comportamentali fornite dalla regione Lombardia. Vi consigliamo l'utilizzo precauzionale di una mascherina”.

Quindi, Presidente, ci tengo veramente a non ringraziare gli ex ministri, che poi sono ritornati ministri, che poi sono tornati ex ministri, viceministri, deputati e giornalisti che vorrebbero insegnare a me come comportarmi. Vi dico che c'è una totale mancanza di rispetto per i malati, la malafede, la mancanza di cultura umana e scientifica. Da ingegnere, io continuo a lottare affinché il pensiero scientifico possa vincere sull'arroganza e sulla prepotenza di chi giudica senza conoscere. E pensare, Presidente, che simpaticamente, quando vidi l'intervista che fecero a Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, dove lui ammise che gli avevano diagnosticato una possibile placca neurologica, che era compatibile con i sintomi della malattia sclerosi multipla, incominciò a piangere come un bambino e io lo presi in giro e dissi: ma com'è possibile che pianga? Presidente io… E lui non faceva altro che pulirsi gli occhi con le dita. Voi state parlando da due ore e sono qui che sto rileggendo questo intervento, ho finito tutti i fazzoletti, non ho più parole. Presidente, vede, a me dispiace se vi incuto timore, ma non posso fare altro; lo so che sono diverso da voi, lo so… lo so che sono diverso da voi… Per dire, Presidente, però sono a sua disposizione. Sa, Presidente, cosa ho sognato da bambino, da adolescente? Quando c'era la pubblicità di preservativi, “Di chi è questo? È mio, è mio”, a me piacerebbe che voi, domani, qui, tutti, aveste la mascherina, ma lo so che non è possibile. Già ho fatto fatica io a trovare questa, che non so neanche se sia utile o no. Le dico che rimango a sua disposizione: se vuole sarò presente, se vuole no. Per dire anche che mi scuso se l'Italia ha avuto qualche ammanco per il fatto che io indosso la mascherina. Grazie, Presidente, un giorno, spero, siate fieri di me.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tuzi. Ne ha facoltà.

MANUEL TUZI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, la legge sull'aborto, la famosa legge n. 194, sta subendo un grave attentato. L'Associazione medici italiani contraccezione e aborto riporta un fatto gravissimo: la Scuola di specializzazione in ostetricia e ginecologia dell'Università Campus Biomedico di Roma impone l'obiezione di coscienza in merito all'interruzione volontaria di gravidanza ai suoi studenti e ai suoi frequentatori. Una linea che qui tutti dovremmo condannare perché, ricordiamo, l'articolo 9 della legge n. 194 del 1978 riconosce il diritto del personale sanitario a sollevare obiezione di coscienza esclusivamente in base a una scelta personale, personale, non imposta come linea da un'università o da un ospedale. Questo crea i presupposti per una carenza di medici disposti a praticare un'interruzione volontaria di gravidanza, con un danno per le pazienti, che si vedono così di fatto un diritto negato. Non possiamo permettercelo perché gli ultimi dati diffusi proprio in questi giorni dall'Istituto superiore di sanità dicono che, ad oggi, sette medici su dieci sono obiettori di coscienza.

Oltre al danno che si fa alle pazienti, c'è un danno anche per gli studenti di medicina, di cui mi preoccupo essendo io stato un ex studente, oggi medico, ed essendo il relatore della nuova legge per l'accesso universitario e firmatario della legge sulle specializzazioni mediche. Questa imposizione rischia di danneggiare gli specializzandi di questo corso, e il Ministero dell'Istruzione, con il decreto 13 giugno del 2017, ha definito i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale necessari per l'accreditamento delle varie scuole di specializzazione. E nel 2017 la Scuola di specializzazione in ostetricia e ginecologia del Campus Biomedico è stata accreditata solo con riserva dall'Osservatorio nazionale per la formazione medica specialistica.

Insomma, con questa censura sul tema dell'aborto non si formano in modo completo i futuri medici. Chiediamo, dunque, la cessazione immediata di questa imposizione, che deriva da un retaggio ideologico e forse religioso, che non deve trovare spazio nei luoghi di formazione nazionale. Non possiamo permettere che una battaglia storica, sostenuta da centinaia di migliaia di cittadini, come quella che portò alla legge n. 194 del 1978, venga resa inapplicabile, violando un diritto attraverso un abuso del proprio ruolo di formazione a danno di giovani medici e dei loro pazienti. Non è una battaglia a favore o contro l'aborto: è una battaglia per la tutela di un nostro diritto, conquistato duramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Nessuno avrebbe mai potuto aspettarsi che il nostro Paese si sarebbe ritrovato a vivere un momento come questo. Lascio ai medici il compito di parlare di prevenzione e salute: non mi addentrerò in temi che richiedono la certezza del dato scientifico; piuttosto vorrei porre l'attenzione di questa Assemblea su un tema di eguale gravità, scaturito dall'emergenza Coronavirus. L'industria del turismo italiano è già in ginocchio, e il crollo è stato così repentino che non si è avuto il tempo per accorgersene. Se fino a qualche giorno fa l'Italia risultava coinvolta marginalmente, da una settimana ormai i primi decessi e il moltiplicarsi dei pazienti risultati positivi al test hanno generato panico e allarmismo, sufficienti a cancellare viaggi di lavoro, soggiorni e gite scolastiche.

È il momento di stare vicini concretamente a tutti gli operatori del settore turistico. L'Italia, con le sue infinite bellezze storiche, artistiche, architettoniche non può restare senza turismo. Le cancellazioni continuano ad arrivare di ora in ora, e sempre più Paesi esteri sconsigliano ai propri cittadini di viaggiare da noi. I numeri sono drammatici: le percentuali oscillano tra il 70 e il 90 per cento di disdette: in pratica, la cattiva informazione sull'epidemia da Coronavirus sta falciando un settore che dà lavoro a circa 2 milioni di persone, per un giro d'affari totale di 146 miliardi di euro. Se non si arresta questa emorragia, rischiamo miliardi di euro di fatturato in meno, vedremo sempre più agenzie di viaggio, strutture alberghiere e ricettive abbassare letteralmente la saracinesca. Nessuno vuol questo, ne siamo sicuri.

E, allora, il mio appello è affinché la solidarietà e il senso del bene e della comunità prevalgano su qualsiasi altro interesse: non possiamo lasciare migliaia di donne, di uomini, di lavoratrici e lavoratori con l'interrogativo peggiore, quello di non sapere se domani avranno ancora un lavoro oppure no. Ognuna di queste persone, ognuna di queste famiglie merita tutto il sostegno possibile affinché si riesca ad uscire da questa crisi nella maniera meno dolorosa possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Fico. Per lasciare agli atti di questa Assemblea, approfittando anche della lodevole presenza del Ministro D'Incà, per i rapporti con il Parlamento, un alert, una segnalazione proprio in relazione alla questione del Coronavirus per un aspetto, e del decreto su cui il Governo sta, credo, già lavorando, comunque lavorerà e credo che produrrà nell'arco della giornata di domani in relazione alla parte economica di questa vicenda. Il 2 marzo ci sono delle scadenze fiscali importanti: così come ho fatto in passato su altre questioni, mi permetto di segnalare al Governo che forse sarebbe necessario ragionare di una proroga di queste scadenze, che non ha costi, ma che agevolerebbe molto la vita di tutti coloro che si sono trovati, per un verso o per un altro, a disagio in relazione alla chiusura di uffici dell'INPS, tribunali, eccetera, non soltanto nelle zone rosse, ma in genere in tutta Italia. Prima questione; e se magari ci si aggiungono, approfittando del decreto, anche delle cose che sono rimaste fuori dal “decreto sisma”, meglio ancora.

Seconda questione, Presidente, che è relativa invece a quanto lei ha letto al termine dell'ordine del giorno della nostra seduta, e in relazione al calendario: prendo atto, Presidente, che dal calendario è scomparsa dai lavori della prossima settimana la mozione Baldino ed altri n. 1-00332 per la realizzazione di una campagna informativa in vista del referendum del 29 marzo 2020 in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Tema che è stato anche oggetto, non la campagna informativa e la mozione Baldino, ma la data del referendum, di un dibattito nel corso della Conferenza dei presidenti di gruppo, durante il quale lo stesso Ministro D'Incà ha detto che il Governo non è interessato, almeno al momento, ad un rinvio di questa consultazione.

Ecco, trovo singolare, Presidente, che il MoVimento 5 Stelle abbia ritirato questa mozione dal dibattito, perché io credo che tutti quanti possano convenire sull'importanza che si informino i cittadini, visto che questo referendum, al momento, ha una data fissata per il 29 marzo, non se ne parla incredibilmente in nessuna, o quasi, trasmissione televisiva, partiranno non so quando le tribune, ma c'è una disinformazione totale. Ovviamente la notizia principale probabilmente non è questa, ma certamente noi siamo chiamati a pronunciarci su una cosa che modifica la nostra Costituzione.

Chi più di lei, Presidente, che presiede questo ramo del Parlamento, sa quanto possa essere importante che vi siano un dibattito, un'informazione e un voto consapevole su un tema come questo? Trovo veramente singolare…Sono stati avvertiti i gruppi, per carità, io non ne sto facendo una questione formale; ma trovo singolare che fino ad oggi alla Conferenza dei presidenti di gruppo c'era una mozione del MoVimento 5 Stelle su questo, e che questa mozione ora sia sparita. È sparita perché non si vuole che se ne parli? È sparita perché non si vuole più un'informazione fatta in un certo modo? O è sparita perché è un argomento scomodo? Lasciamo agli atti il nostro punto interrogativo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 3 marzo 2020 - Ore 14:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 1664 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca (Approvato dal Senato). (C. 2407)

2. Discussione sulle linee generali della mozione Boldrini, Ascari, Boschi, Muroni, Giannone ed altri n. 1-00334 concernente iniziative volte a promuovere la parità di genere e a prevenire e contrastare la violenza contro le donne .

La seduta termina alle 20,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 2 e 46 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 3 e 4 e dalla n. 6 alla n. 29 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 5, 6 e 84 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Costa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 11 il deputato Francesco Silvestri ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 14 il deputato Golinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni dalla n. 17 alla n. 20 e n. 74 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 27 e 74 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 il deputato Bendinelli ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 29 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 31 il deputato Gastaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 38 alla n. 40 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 43 e 46 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 44 e 104 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 il deputato Magi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 50 la deputata Ferro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 52, 53, 112 e 113 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni n. 54 e dalla n. 77 alla n. 79 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 55, 56, 111 e 112 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 59 i deputati Madia e Di Maio Marco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69 la deputata Fregolent ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69 il deputato Toccafondi ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 69 e 95 il deputato Golinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 71 i deputati Emiliozzi e Gariglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 76 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 78 la deputata De Angelis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 105 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2394 - odg 9/3 438 438 0 220 183 255 62 Resp.
2 Nominale odg 9/2394/7 439 439 0 220 183 256 60 Resp.
3 Nominale odg 9/2394/8 446 446 0 224 190 256 59 Resp.
4 Nominale odg 9/2394/9 447 447 0 224 190 257 59 Resp.
5 Nominale odg 9/2394/25 456 456 0 229 197 259 58 Resp.
6 Nominale odg 9/2394/28 452 452 0 227 193 259 58 Resp.
7 Nominale odg 9/2394/31 457 457 0 229 196 261 58 Resp.
8 Nominale odg 9/2394/32 455 455 0 228 196 259 58 Resp.
9 Nominale odg 9/2394/33 455 455 0 228 196 259 58 Resp.
10 Nominale odg 9/2394/37 458 457 1 229 196 261 58 Resp.
11 Nominale odg 9/2394/40 454 454 0 228 195 259 58 Resp.
12 Nominale odg 9/2394/47 456 456 0 229 195 261 58 Resp.
13 Nominale odg 9/2394/48 456 455 1 228 198 257 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2394/59 459 459 0 230 195 264 57 Resp.
15 Nominale odg 9/2394/63 463 463 0 232 199 264 56 Resp.
16 Nominale odg 9/2394/69 454 454 0 228 197 257 56 Resp.
17 Nominale odg 9/2394/70 453 453 0 227 195 258 57 Resp.
18 Nominale odg 9/2394/71 451 451 0 226 192 259 57 Resp.
19 Nominale odg 9/2394/72 455 455 0 228 194 261 57 Resp.
20 Nominale odg 9/2394/73 460 460 0 231 196 264 57 Resp.
21 Nominale odg 9/2394/74 460 460 0 231 199 261 57 Resp.
22 Nominale odg 9/2394/75 454 454 0 228 198 256 57 Resp.
23 Nominale odg 9/2394/76 448 448 0 225 191 257 57 Resp.
24 Nominale odg 9/2394/77 456 455 1 228 196 259 57 Resp.
25 Nominale odg 9/2394/80 458 458 0 230 199 259 56 Resp.
26 Nominale odg 9/2394/81 460 460 0 231 200 260 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2394/84 458 458 0 230 200 258 56 Resp.
28 Nominale odg 9/2394/85 439 439 0 220 196 243 55 Resp.
29 Nominale odg 9/2394/87 392 392 0 197 165 227 70 Resp.
30 Nominale odg 9/2394/88 410 410 0 206 175 235 65 Resp.
31 Nominale odg 9/2394/90 418 418 0 210 178 240 63 Resp.
32 Nominale odg 9/2394/91 416 416 0 209 177 239 63 Resp.
33 Nominale odg 9/2394/93 434 434 0 218 186 248 62 Resp.
34 Nominale odg 9/2394/97 439 439 0 220 189 250 61 Resp.
35 Nominale odg 9/2394/99 438 438 0 220 186 252 61 Resp.
36 Nominale odg 9/2394/100 431 430 1 216 185 245 61 Resp.
37 Nominale odg 9/2394/101 442 442 0 222 187 255 61 Resp.
38 Nominale odg 9/2394/102 441 440 1 221 189 251 61 Resp.
39 Nominale odg 9/2394/103 438 438 0 220 186 252 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2394/104 440 440 0 221 186 254 61 Resp.
41 Nominale odg 9/2394/105 441 441 0 221 189 252 61 Resp.
42 Nominale odg 9/2394/106 446 446 0 224 193 253 61 Resp.
43 Nominale odg 9/2394/107 445 445 0 223 191 254 61 Resp.
44 Nominale odg 9/2394/108 445 445 0 223 192 253 58 Resp.
45 Nominale odg 9/2394/111 446 446 0 224 194 252 58 Resp.
46 Nominale odg 9/2394/112 448 448 0 225 192 256 58 Resp.
47 Nominale odg 9/2394/114 453 452 1 227 196 256 58 Resp.
48 Nominale odg 9/2394/118 451 451 0 226 194 257 57 Resp.
49 Nominale odg 9/2394/119 446 446 0 224 193 253 57 Resp.
50 Nominale odg 9/2394/122 439 439 0 220 190 249 57 Resp.
51 Nominale odg 9/2394/124 435 435 0 218 188 247 55 Resp.
52 Nominale odg 9/2394/125 436 434 2 218 188 246 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale odg 9/2394/126 435 435 0 218 189 246 55 Resp.
54 Nominale odg 9/2394/127 441 439 2 220 192 247 54 Resp.
55 Nominale odg 9/2394/128 438 438 0 220 186 252 54 Resp.
56 Nominale odg 9/2394/129 428 428 0 215 180 248 54 Resp.
57 Nominale odg 9/2394/130 438 436 2 219 186 250 53 Resp.
58 Nominale odg 9/2394/131 445 443 2 222 194 249 53 Resp.
59 Nominale odg 9/2394/132 443 442 1 222 194 248 53 Resp.
60 Nominale odg 9/2394/134 444 443 1 222 193 250 53 Resp.
61 Nominale odg 9/2394/135 445 443 2 222 191 252 53 Resp.
62 Nominale odg 9/2394/136 437 435 2 218 185 250 53 Resp.
63 Nominale odg 9/2394/138 442 440 2 221 189 251 53 Resp.
64 Nominale odg 9/2394/142 437 433 4 217 189 244 53 Resp.
65 Nominale odg 9/2394/148 438 434 4 218 187 247 53 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale odg 9/2394/149 439 435 4 218 190 245 53 Resp.
67 Nominale odg 9/2394/150 443 439 4 220 193 246 53 Resp.
68 Nominale odg 9/2394/152 450 450 0 226 194 256 52 Resp.
69 Nominale odg 9/2394/153 438 438 0 220 189 249 49 Resp.
70 Nominale odg 9/2394/155 435 435 0 218 187 248 49 Resp.
71 Nominale odg 9/2394/161 448 448 0 225 194 254 48 Resp.
72 Nominale odg 9/2394/164 431 430 1 216 184 246 48 Resp.
73 Nominale odg 9/2394/165 427 427 0 214 184 243 48 Resp.
74 Nominale odg 9/2394/169 429 429 0 215 183 246 48 Resp.
75 Nominale odg 9/2394/170 425 421 4 211 182 239 48 Resp.
76 Nominale odg 9/2394/172 431 431 0 216 183 248 48 Resp.
77 Nominale odg 9/2394/173 420 420 0 211 177 243 48 Resp.
78 Nominale odg 9/2394/174 411 411 0 206 172 239 48 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale odg 9/2394/176 rif. 423 423 0 212 422 1 48 Appr.
80 Nominale odg 9/2394/180 417 417 0 209 178 239 48 Resp.
81 Nominale odg 9/2394/181 403 403 0 202 172 231 48 Resp.
82 Nominale odg 9/2394/190 416 416 0 209 179 237 48 Resp.
83 Nominale odg 9/2394/192 413 413 0 207 176 237 48 Resp.
84 Nominale odg 9/2394/196 413 413 0 207 174 239 48 Resp.
85 Nominale odg 9/2394/197 417 417 0 209 176 241 48 Resp.
86 Nominale odg 9/2394/198 410 410 0 206 170 240 48 Resp.
87 Nominale odg 9/2394/199 410 410 0 206 172 238 48 Resp.
88 Nominale odg 9/2394/200 416 416 0 209 173 243 48 Resp.
89 Nominale odg 9/2394/201 422 422 0 212 176 246 48 Resp.
90 Nominale odg 9/2394/202 414 413 1 207 177 236 48 Resp.
91 Nominale odg 9/2394/203 425 424 1 213 177 247 48 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale odg 9/2394/204 424 423 1 212 178 245 48 Resp.
93 Nominale odg 9/2394/205 433 432 1 217 183 249 48 Resp.
94 Nominale odg 9/2394/206 435 434 1 218 183 251 48 Resp.
95 Nominale odg 9/2394/207 431 430 1 216 181 249 49 Resp.
96 Nominale odg 9/2394/208 434 432 2 217 178 254 49 Resp.
97 Nominale odg 9/2394/209 422 420 2 211 182 238 49 Resp.
98 Nominale odg 9/2394/210 428 426 2 214 179 247 49 Resp.
99 Nominale odg 9/2394/211 434 431 3 216 181 250 48 Resp.
100 Nominale odg 9/2394/212 433 432 1 217 180 252 48 Resp.
101 Nominale odg 9/2394/213 437 436 1 219 182 254 48 Resp.
102 Nominale odg 9/2394/214 436 434 2 218 180 254 48 Resp.
103 Nominale odg 9/2394/215 431 429 2 215 178 251 48 Resp.
104 Nominale odg 9/2394/216 416 414 2 208 174 240 48 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale odg 9/2394/217 415 414 1 208 172 242 48 Resp.
106 Nominale odg 9/2394/218 412 412 0 207 172 240 48 Resp.
107 Nominale odg 9/2394/219 424 423 1 212 176 247 48 Resp.
108 Nominale odg 9/2394/220 421 420 1 211 174 246 48 Resp.
109 Nominale odg 9/2394/221 426 425 1 213 174 251 48 Resp.
110 Nominale odg 9/2394/222 414 412 2 207 178 234 48 Resp.
111 Nominale odg 9/2394/223 409 408 1 205 171 237 48 Resp.
112 Nominale odg 9/2394/224 410 409 1 205 167 242 48 Resp.
113 Nominale odg 9/2394/225 411 410 1 206 168 242 48 Resp.
114 Nominale odg 9/2394/227 424 423 1 212 174 249 48 Resp.
115 Nominale odg 9/2394/228 426 424 2 213 174 250 48 Resp.
116 Nominale odg 9/2394/229 414 413 1 207 172 241 48 Resp.
117 Nominale odg 9/2394/230 428 427 1 214 177 250 48 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 123)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale odg 9/2394/231 428 427 1 214 175 252 48 Resp.
119 Nominale odg 9/2394/235 429 428 1 215 178 250 48 Resp.
120 Nominale odg 9/2394/240 429 428 1 215 174 254 48 Resp.
121 Nominale odg 9/2394/242 427 426 1 214 174 252 48 Resp.
122 Nominale odg 9/2394/244 428 427 1 214 176 251 47 Resp.
123 Segreta Ddl 2394 - voto finale 415 415 0 208 246 169 34 Appr.