Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 311 di martedì 25 febbraio 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUIGI IOVINO , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 febbraio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Castelli, Colucci, Corda, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Luca, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Galizia, Gallinella, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Guidesi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Mauri, Molinari, Rizzo, Emanuela Rossini, Ruocco, Schullian, Carlo Sibilia, Spadafora, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1659 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni (Approvato dal Senato) (A.C. 2394).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2394: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signora Presidente. Signor membro del Governo, confesso che provo un grandissimo imbarazzo quest'oggi a prendere la parola sull'odierno voto di fiducia; imbarazzo in quanto mi viene difficile pensare che ciò che il Governo e la maggioranza stanno per approvare possa corrispondere al vero. Un Paese e una civiltà giuridica basati su una Carta costituzionale che prevede come suo pilastro la presunzione di innocenza sta per cambiare e viene trasformato in un sistema che fonda, invece, il proprio pilastro sulla presunzione di colpevolezza. Il “grande fratello” di Stato entrerà nella vita quotidiana di ciascuno di noi con una violenza inaudita, che cambierà il rapporto tra le persone e gli atteggiamenti quotidiani. State facendo questo contro tutti e contro tutto, in spregio ad ogni buon senso e calpestando i diritti fondamentali del cittadino. Strumentalizzate il Coronavirus per porre la fiducia, contingentare i tempi, violentare il Parlamento e approvare un provvedimento che fa il paio con lo scandaloso e vergognoso cosiddetto “Spazzacorrotti”, già oggetto di censura da parte della Corte costituzionale. E pazienza che in questo campo ci troviamo i “manettari” dei Cinquestelle, che, come diceva al Senato il collega parlamentare Franco Dal Mas, hanno con ciò realizzato la summa teologica del giustizialismo, ma è politicamente orribile - non mi vengono altre parole - che su questo percorso piantino le proprie tende anche i parlamentari del PD e di Italia Viva. Mi chiedo dove siano finiti i girotondini, i popoli viola, il guru televisivi, i santoni e le vestali della Costituzione più bella del mondo, sono spariti, muti, scomparsi, usciti dal radar, come tanti parlamentari, tante donne e uomini di cultura, intellettuali, che hanno dedicato dichiarazioni, interviste, spettacoli e polemiche alla difesa della Costituzione, solo che all'epoca il bersaglio era un altro.

Ma, detto questo, voglio che si sappia chiaramente, i cittadini devono sapere di cosa stiamo parlando, è bene che i cittadini conoscano la realtà, è bene che l'informazione giunga corretta e non sia offuscata oppure ottenebrata dalla pur importante e preoccupante situazione derivata dal Coronavirus. Cos'è il trojan? Cavallo di Troia: nasconde il suo funzionamento all'interno di un programma apparentemente sicuro e si nasconde a sua volta in un file apparentemente utile, in un programma gratuito, in un allegato ad una mail, in un videogioco, in un'applicazione, in un film. Un trojan è in grado di monitorare qualsiasi attività possiamo svolgere sul nostro dispositivo utilizzato, sia esso un cellulare, un i-Pad, un computer o quant'altro. Saranno in grado di leggere i nostri messaggi, di sapere dove ci troviamo attraverso la geolocalizzazione, di attivare una funzione di telecamera, di attivare l'audio attraverso un microfono: praticamente ogni nostro telefonino potrà diventare una ricetrasmittente. In più, il compito di controllo verrà affidato non direttamente alla procura o alla polizia giudiziaria o al pubblico ministero, ma potrà essere affidato ad un soggetto terzo incaricato di pubblico servizio. Ma chi, chi potrà essere e che potrà mai sanzionare questo incaricato di pubblico servizio di cui stiamo parlando? State creando un “grande fratello” globale. La Securitate romena di Ceausescu non avrebbe potuto arrivare a tanto: si creeranno prove false come nei peggiori regimi comunisti, si colpiranno le libertà, la riservatezza e i sentimenti, si colpiranno le emozioni delle persone. Si introdurrà - e ne sarete responsabili - la cultura del sospetto e della delazione.

Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi della maggioranza molto assenti, so che il mio appello cadrà nel vuoto, ma voglio lasciarlo agli atti: non mi rivolgo al MoVimento 5 Stelle, né tanto meno al Ministro Bonafede, che ascolta con cortesia ma è fermo come un paracarro, nella mia casa si direbbe un “roc” di Intissans; mi rivolgo al PD e a Italia Viva: occhio a ciò che state per votare, ve ne pentirete.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). La libertà - come ha detto Bettino Craxi, che nella sua tomba ha voluto quell'epigrafe: “la mia libertà equivale alla mia vita” - non può essere oggetto di scambio, ma questa è un'altra storia, difficile che riguardi voi purtroppo.

Ovviamente, signor Presidente, per queste ragioni il nostro voto sarà assolutamente e fermamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Sì, Presidente, prendo la parola per annunciare il voto di fiducia del gruppo Liberi e Uguali al Governo, non solo con riferimento al provvedimento che stiamo discutendo, ma più in generale all'azione che in questi giorni e in queste ore il Governo sta mettendo in essere per fronteggiare questo grande problema sanitario che affligge il nostro Paese, che va sotto il nome del virus Coronavirus.

Per quanto riguarda questo provvedimento, credo non ci sia bisogno di ritornare sui temi e di ripetere le argomentazioni già svolte in occasione della discussione generale. Il tentativo posto in essere è quello di una sistematizzazione e di un riallineamento dell'impianto normativo che riguarda il tema delle intercettazioni. Questo provvedimento lo fa mettendo in linea le previsioni che vengono dal decreto Orlando e poi dalla “Spazzacorrotti”, impattando però sul meccanismo delle intercettazioni con alcune novità, alcuni interventi che sono stati posti in essere nel percorso legislativo davanti al Senato, che hanno corrisposto, secondo me in maniera equilibrata, alle preoccupazioni e alle sollecitazioni che da più parti sono venute rispetto ad alcuni temi in particolare. Tra questi, sicuramente il più discusso è quello dell'uso del trojan horse, del dispositivo tecnologico che consente le infiltrazioni all'interno dei nostri smartphone, dei nostri dispositivi portatili, per finalità di intercettazioni delle conversazioni, e solo delle conversazioni: questa è una prima affermazione, un primo rilievo che possiamo fare con grande tranquillità, perché il testo della norma su questo è molto chiaro. L'idea e la preoccupazione, pure ventilata da parte dell'opposizione, che questo strumento possa servire a captare immagini, filmati o messaggistica di vario tipo esistente sui nostri telefonini non corrisponde alla norma della legge, che si riferisce solo ed esclusivamente alle conversazioni.

Si è intervenuti anche per limitare l'uso del trojan horse rispetto alle intercettazioni ambientali in senso tradizionale e per limitarne il campo dal punto di vista della materia, soltanto per semplificare e schematizzare, alla mafia, al terrorismo e ai reati contro la pubblica amministrazione, per i quali era già previsto, vale ribadirlo, non è stato previsto con questa norma, era già stato previsto per le intercettazioni ambientali dalla Orlando, per il trojan horse della “Spazzacorrotti”: questa norma è in perfetta continuità con quelle precedenti previsioni normative. Solo per questi tre ambiti di materia dunque - mafia, terrorismo e pubblica amministrazione - è possibile utilizzare il trojan horse e solo per reati che, nel massimo della pena edittale, non siano inferiori a cinque anni, cioè con una pena uguale o superiore nel massimo a cinque anni. Restano al di fuori di questi parametri molte previsioni, una su tutte esemplificativamente il traffico di influenze illecite, questa nuova figura di reato che tante preoccupazioni sta destando illegittimamente per la indeterminatezza della sua funzione, della sua strutturazione, della sua formulazione e per la potenziale strumentalità in chiave politica del suo utilizzo. L'altro elemento di limitazione dell'utilizzo del trojan horse è la necessità di un corredo motivazionale adeguato che ne giustifichi l'utilizzo.

Si è poi intervenuto sul versante del procedimento autorizzatorio per ridare funzione centrale al giudice e sottrarla al pubblico ministero. Per far sì inoltre che vengano messe in chiaro, nella maniera più pulita e lineare possibile, le attività di intercettazione, che vi sia un ruolo delle parti processuali e quindi del PM, ma anche del difensore delle parti per selezionare quelle che, ritenute non irrilevanti, debbano far parte del fascicolo e che possono essere conosciute dalle parti, anche con una legittima estrazione della copia integrale delle stesse, oltre che della precedente previsione del solo ascolto; la conservazione di quelle non ritenute rilevanti o comunque che possono essere lesive della dignità personale, che contengono dati sensibili, presso archivi telematici, informatici, custoditi e sorvegliati dalla procura, per i quali è assolutamente garantita la riservatezza fino a quando il procedimento al quale si riferiscono non verrà concluso con una sentenza passata in giudicato, momento in cui, appunto, queste potranno essere distrutte. Due interventi, quindi, che mettono un po' di ordine e assolvono all'esigenza, segnalata all'interno della maggioranza, che su questo provvedimento al Senato ha proceduto in maniera compatta, con il contributo virtuoso anche di Italia Viva, che sul tema della giustizia pure aveva posto, negli stessi tempi, problemi di altra natura, ha prodotto una norma equilibrata. Quindi, massima fiducia per questo provvedimento e, in generale, come dicevo all'inizio - vengo al secondo punto - per l'azione del Governo, con riguardo al problema del Coronavirus, cioè all'azione posta in essere per fronteggiare la potenziale diffusione di questa epidemia, che ad oggi, per quanto in maniera molto allarmata e allarmante venga individuata e discussa dai mass media e nella nostra conversazione quotidiana, rimane, ad oggi, assolutamente sotto controllo, anche grazie a una serie di provvedimenti assunti tempestivamente dal Governo e dal Ministero della salute, provvedimenti che si stanno arricchendo via via e di giorno in giorno di altre e nuove disposizioni, prese a seguito delle emergenze che si stanno manifestando. C'è bisogno, rispetto a questa azione - voglio dirlo con chiarezza - di un momento di grande unità e solidarietà nazionale: nei momenti di difficoltà, l'opposizione consente alla maggioranza e al Governo di lavorare in maniera più adeguata e serena. Questi sono momenti in cui la polemica deve essere tenuta fuori dalla porta del palazzo della politica: la polemica diretta, la polemica in diretta e quella strumentale. Il Paese ha bisogno di continuare a vivere e a lavorare, gli uffici pubblici e privati devono continuare a svolgere la propria funzione, i singoli dicasteri si devono occupare delle proprie competenze, questa Camera - il Parlamento in generale - deve continuare a legiferare; questa è la ragione per cui ci siamo dedicati così intensamente e così in tempi stretti a questo provvedimento, che è a rischio, come sappiamo, di decadenza in tempi molto rapidi. Sarebbe secondo me un grave errore immaginare di svolgere, rispetto a questo provvedimento, un'attività ostruzionistica che realizzerebbe gli obiettivi che si denunciano e cioè sottrarre le energie dei parlamentari ad altre attività, come quelle territoriali; ognuno di noi può tornare nel proprio collegio, dare il contributo che può agli amministratori del proprio collegio e ai cittadini del proprio collegio, anche in semplice funzione rassicurante, anziché sprecare - perché di spreco si tratterebbe - energie utili qui, a votare ordini del giorno che non aggiungono, non arricchiscono in nulla il provvedimento che la maggioranza di Governo e il Governo ha ritenuto di adottare su questo provvedimento, e del cui merito, evidentemente, questa attività parlamentare non si avvantaggerebbe per nulla. Mi pare assurdo sostenere in prima battuta che il Coronavirus e la lotta al Coronavirus sono una priorità, così com'è (non vi è dubbio che le migliori energie vadano spese in quella direzione e che tutto il resto deve essere subordinata a questa priorità) e poi concentrare le proprie energie sulla subordinata, come se questa debba prevalere sulla principale. Io spero e credo che in queste ore, in questo momento, nella conferenza dei capigruppo che è ancora in corso, in Parlamento ci sia una riflessione, un momento di considerazione dell'adeguatezza della funzione parlamentare, del rilievo che essa deve avere, del messaggio che si trasferisce all'esterno e si capisca che provocare, con un'attività parlamentare che finirà inevitabilmente per suscitare animosità, contrasti, polemiche, contraddizioni, magari avvantaggia nel dibattito politico del domani una forza anziché l'altra, quella che può denunciare qualche presunta inefficienza o qualche presunto ritardo, ma complessivamente fa danno al Paese e noi non possiamo correre questo rischio e assumerci questa responsabilità, soprattutto in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello Catello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie Presidente, se si potesse dare un titolo all'intervento che testé sto formulando, potremmo certamente utilizzare il sostantivo di “responsabilità”, perché naturalmente condivido le ultime considerazioni che ha fatto il collega Conte. In un momento delicato per il Paese, certamente tutto quello che coinvolge e involge la problematica delle intercettazioni passa in secondo piano, perché Italia Viva è consapevole dell'ordine di priorità da dare alle problematiche del Paese, contestualizzando, naturalmente, l'intervento e dando in questa sede fiducia al Governo, un Governo che ha grosse difficoltà, in un momento storico difficile per il Paese, noi certamente non possiamo che stare dalla parte dello stesso. Tuttavia non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti, ed ecco perché ritengo condivisibili soltanto le ultime considerazioni che ha fatto il collega Conte, poiché, naturalmente, l'accordo, il vertice, il confronto di maggioranza, non ha portato all'unanimità di pensiero su questo provvedimento, così come è accaduto in altre situazioni, in altre circostanze. Ormai il processo penale ci ha dato la possibilità di comprendere che all'interno della maggioranza c'è chi ha delle sensibilità e chi no. È una materia, questa, molto delicata, perché, come tutto il processo penale, va a regolarsi su una serie di pesi e contrappesi, un equilibrio difficilissimo, complicatissimo: da un lato la libertà di espressione, la libertà di parola, la libertà di conversare; dall'altro la necessità di fare indagini, di investigare; l'articolo 15 della Costituzione da un lato e tutto quello che noi conosciamo all'interno del processo penale, che naturalmente coinvolge la vita delle persone. Certo, un passo in avanti si è fatto già con la riforma Orlando, quando è stata stabilita una norma, una nuova fattispecie - io sono sempre contrario alle nuove fattispecie, ma in questo caso secondo me è stato un punto a favore di questo equilibrio, di questa tutela - quando si è individuato l'articolo 617-septies, con il provvedimento del 2017, perché si è inserita una forma di tutela aggiuntiva alla libertà di espressione del privato cittadino. Però, naturalmente, è un primo passo e possiamo e dobbiamo considerarlo soltanto un primo passo, e secondo me in questo caso ci sarebbe stata - e questa era l'opportunità - la necessità di intervenire anche per dare un equilibrio rispetto alla rivelazione del segreto d'ufficio di cui al 326, cosa che purtroppo non è stata fatta nel 2017 e non è stata fatta neanche adesso. Il pregiudizio alla privacy, alla riservatezza, deve essere certamente al primo posto nelle priorità di chi governa e di chi intende modificare il processo penale. Ci sono dei punti che non condividiamo, a parte quelli che naturalmente in maniera tecnica emergeranno da qui in avanti, ma ce ne sono tre in particolare, che già nel confronto di maggioranza abbiamo cercato di evidenziare. Il primo: il nuovo comma 2 dell'articolo 266, cioè il trojan nelle private dimore, anche per processi che non riguardano, non hanno ad oggetto mafia, terrorismo e derivati, perché inevitabilmente in questo caso si interviene all'interno di privati cittadini, che comunque, se hanno commesso - attenzione sempre alla presunzione di innocenza - un fatto penalmente rilevante, certamente sono oltre quella soglia di allarme sociale previsto inizialmente con le fattispecie relative alla mafia e al terrorismo; in questo caso si dice “previa indicazione delle ragioni” e noi abbiamo sottolineato più volte a proposito di chi fa la verifica, quali sono le sanzioni rispetto alla mancanza delle ragioni per intervenire con un trojan all'interno delle private dimore, ma non abbiamo avuto risposta. Ancora: il nuovo comma 1 dell'articolo 269 fa riferimento agli atti che non sarebbero coperti da segreto e si riferisce naturalmente a tutto il materiale che viene depositato nelle segreterie dei pubblici ministeri, con la difficoltà, in questa sede, di comprendere quale sia il raccordo con il 329, che impone invece un segreto delle indagini, di tutte le indagini.

In questo caso sembra dare quasi una deroga al segreto presupposto dell'articolo 329, ma così non può essere, perché intanto ci sarà il segreto fino a quando non ci sarà la chiusura delle indagini e questo secondo me andava indicato e specificato all'interno della nuova normativa.

E ancora, infine, un terzo punto, che ci ha visti coinvolti in una serrata discussione fino all'esito dell'esame del provvedimento al Senato: il 270, cioè la possibilità di utilizzare le intercettazioni recuperate all'interno di un procedimento anche in diversi procedimenti. Presidente, ebbene, in questo caso il tentativo è quello di sovvertire una pronuncia che si è avuta con il deposito delle motivazioni, soltanto nel gennaio di quest'anno, del 2020, quindi poco meno di un mese fa, di una sentenza che ha stabilito un principio di diritto già nel novembre scorso; attenzione, stiamo parlando della “sentenza Cavallo”, una sentenza a Sezioni unite, lì si è verificata effettivamente l'opportunità di una riequilibratura delle esigenze contrapposte e si è compreso, in quella fattispecie, che non poteva essere certamente destinata alla discrezionalità la possibilità di utilizzare le intercettazioni in un altro procedimento. E, invece, cosa si fa con questo provvedimento? Si dice che le intercettazioni, quelle tout court, naturalmente, non faccio riferimento al trojan, si possono utilizzare in altro procedimento qualora rilevanti e indispensabili, così mutuando un concetto di rilevanza che appartiene a un'altra fase del processo, quello probatorio, la fase dibattimentale; in questo caso, dobbiamo andare a scomodare un principio che fa parte di un'altra fase del processo, applicarlo all'interno della fase delle indagini preliminari, anticipando quella che dovrebbe essere poi una dichiarazione di richiesta istruttoria in un momento successivo, perché rilevante può essere soltanto quello, il concetto di rilevanza può essere ricavato soltanto da lì e il problema anche in questo caso è chi verifica e quali sanzioni ci sono. Anche questo non è dato sapere. E per il trojan che cosa si fa? Ancora peggio, si toglie la rilevanza, soltanto se indispensabile, e anche in questo caso non si comprende chi dovrebbe controllarlo. Ebbene, viene ad essere sovvertito l'ennesimo principio di diritto e questo provvedimento manifesta l'incapacità di una parte della maggioranza di comprendere che il processo penale è questione delicata, è questione complessa che va trattata con cura e che certamente un giustizialismo così come oggi si vuole in qualche misura inserire all'interno del connotato sociale, quasi a cavalcare un'onda populista, è sbagliato e soprattutto rischia di compromettere anni e anni di studi e di regole applicate, parlo di regole della Carta costituzionale. Ebbene, noi ci siamo fatti portatori di questi interessi, l'abbiamo fatto con il provvedimento relativo alla prescrizione, più volte abbiamo cercato di far capire qual era la posizione giusta, non una posizione antagonista rispetto al Governo, ma una posizione che doveva essere longa manus della Carta costituzionale e, anche in questo caso, ci abbiamo provato. Adesso siamo costretti, perché di questo si parla, perché l'ennesima fiducia ci mette all'angolo e in questo momento storico non si può certamente non votare la fiducia, però occorre manifestare appieno il nostro disappunto, perché Italia Viva non si presterà mai a mortificare i princìpi cardine del nostro sistema giudiziario e continuerà a battersi per l'affermazione di una giustizia giusta e adeguata ai principi che la nostra Carta costituzionale prevede, al costo di rappresentare, Presidente, l'ultimo baluardo a difesa delle garanzie processuali di una lettura costituzionalistica del nostro processo penale. Si può modificare ogni norma del processo, ma per azzerare le garanzie, ricordiamocelo tutti quanti qui dentro, occorre modificare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, con questo, tra Camera e Senato, il Governo Conte ha fatto tredici, perché tanti sono i voti di fiducia che sono stati chiesti nel corso della sua seconda edizione di Governo; tredici voti di fiducia richiesti con un atto di forza e di arroganza, ma che, al tempo stesso, è un atto di debolezza, perché in realtà questa maggioranza si dimostra ogni volta forte qui dentro e inesistente fuori. Qui, avete i numeri, al di fuori di qui, avete soltanto le contestazioni. Allora, signora Presidente, io penso che già un personaggio storico che è finito a Sant'Elena da giovane, si era posto il quesito: che cos'è un Governo? E si era dato una risposta: nulla, se non è sostenuto dall'opinione. E questo Governo è nulla, perché non è sostenuto dall'opinione pubblica, ma si limita soltanto a dimostrare la sua arroganza, cercando di espropriare di volta in volta il Parlamento, ora sulla legge di bilancio, ora sul “decreto Milleproroghe”, ora su un decreto che, tra le tante cose, è tra i più delicati, perché attiene alla libertà delle persone, alla possibilità delle intercettazioni estese in modo smisurato, a una serie, cioè, di provvedimenti che, quantomeno, anche se adottati per decreto, richiedevano un necessario confronto parlamentare, un confronto parlamentare che non c'è stato, perché, come tutti sanno, la Commissione giustizia ha avuto poche ore di tempo per discutere gli emendamenti, ieri, in quest'Aula, in due ore si è liquidata la discussione generale, poi vi è stata la chiusura della discussione, la votazione delle pregiudiziali di costituzionalità e la richiesta del voto di fiducia. Insomma, è un Parlamento, oggi, del tutto esautorato dalle proprie funzioni e che anche al Senato aveva vissuto, sempre su questo provvedimento, la posizione del voto di fiducia su un maxiemendamento che anche la tecnica legislativa tradizionalmente boccia; è un Parlamento, quindi, e una Camera, nella fattispecie, ridotta a poco più di un votificio, un votificio di ordini del giorno quando gli stessi non siano accolti, magari anche solo come raccomandazione, perché a tanto è stata ridotta la Camera dal Governo Conte II. Allora, a volte vale la pena di ricordare cosa si diceva o cosa certi personaggi dicevano; non interrogherò la signora Presidente, qui, in veste di garante, ma sicuramente forse qualcosa alle sue orecchie queste parole diranno. Citiamo tra virgolette: “Da quando governa, il Partito sedicente Democratico non fa altro che tenere il Parlamento fuori dalla formazione delle leggi attraverso l'apposizione del voto di fiducia”, Luigi Di Maio, 17 maggio 2014 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, vedete, colleghi 5 Stelle, ci viene un dubbio che ci porta ad una canzone della Mannoia: “Come si cambia per non morire” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Come siete cambiati per tenervi attaccati a quella poltrona da cui, in altri tempi, dicevate di rifuggire; i 5 Stelle, quindi, come i piselli che, stando chiusi nel barattolo del potere, ne hanno assimilato l'odore fino in fondo. Vede, signora Presidente, questa fiducia, tra le fiducie richieste, è ancora la più vergognosa per tre ragioni: in primo luogo, perché dopo un decreto-legge, non si chiede la fiducia quando c'è in ballo la libertà delle persone. In secondo luogo, perché quando già si ricorre al decreto-legge non si ricorre anche alla fiducia, quando si va a colpire la dignità dell'avvocatura. In terzo luogo, ma non ultimo, quando un decreto-legge già c'è, non si ricorre alla fiducia ben consci che i magistrati hanno già detto che le procure non hanno le specializzazioni pretese da questo decreto-legge. Allora, questa non è una fiducia che viene richiesta perché chissà quale ostruzionismo fosse in piedi, questa è una fiducia che viene richiesta solo perché avete deciso di sovvertire i principi dell'ordinamento: si passa dal cittadino innocente fino a prova contraria, al cittadino sempre colpevole fino a prova contraria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è il significato di questa fiducia, oggi, su un provvedimento così delicato, su un provvedimento che già di per sé violenta e non poco lo Stato di diritto, uno Stato di diritto che, vorrei ricordare, quando anche violentato, reagisce.

Eravamo in questa sede quando dicevamo che lo “Spazzacorrotti” scritto in quel modo sarebbe stato oggetto di censura della Corte Costituzionale. Avete voluto fare la prova di forza, l'unica che vi riesce qui dentro cioè quella dei numeri, e la Corte costituzionale vi ha dato uno schiaffone dicendo che vi sono dei limiti oltre i quali anche il Parlamento non può andare perché non può violentare a suo uso e costume la Carta costituzionale. Ma non vi è evidentemente bastato e allora, con questo decreto-legge, passiamo dallo Stato di diritto allo stato guardone che però delega a terzi privati questa nuova funzione che si è dato. Infatti, sappiamo bene che le intercettazioni con il trojan non verranno effettuate se non attraverso società private che, audite avanti il Senato della Repubblica, hanno già detto di non essere in grado di poter garantire la garanzia prima che andrebbe data, cioè la possibilità di segretezza dei dati trasmessi. Affidiamo a terzi le intercettazioni di cittadini che, fino a prova contraria, sono e restano al di sopra di ogni sospetto. Ma, in omaggio alla virulenza della politica del MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico pedissequamente acconsente. Siamo all'Orecchio di Dionisio in versione ancora meno dignitosa: è sì, perché nessuno lo dice ma siamo uno dei Paesi più spiati al mondo con 76 intercettazioni ogni 100 mila abitanti a fronte dello 0,5 intercettazioni ogni 100 mila abitanti degli Stati Uniti d'America. E, vedete, capisco perfettamente che chi è stato sorteggiato dalla fortuna non riesca a comprendere i doveri che ha una classe politica: ad esempio, dare una risposta ad un perché. Perché ogni anno mille persone ingiustamente vanno in carcere e non vi fanno alcun effetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Siamo passati dalla coscienza di Zeno all'incoscienza di Bonafede. E allora, vedete, in una situazione di questo tipo la destra politica italiana che è destra di legalità, che è destra di ordine, che è destra che non ha tenerezza alcuna verso coloro i quali si sono macchiati di reati anche e soprattutto dei più aberranti, vi dice che, per la salute dei popoli, il morbo più temibile è l'arroganza dei governanti; per la salute degli italiani continua la nostra battaglia per mandarvi a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, il Partito Democratico esprime la fiducia sul provvedimento e lo fa convintamente dopo un esame e una discussione lunga ma positiva all'interno della maggioranza, che ha avuto la capacità di trovare una sintesi coerente e migliorativa del decreto. Già nella passata legislatura noi avevamo affrontato il tema della pubblicazione delle intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l'oggetto delle indagini, azione che colpisce non solo la privacy delle persone coinvolte ma anche quella della sfera dei loro affetti, dei loro familiari e dei loro amici. Una barbarie, un malcostume che già l'ex-Ministro Orlando aveva cominciato ad affrontare e che non può e non deve mai essere accettato in uno Stato democratico che, nella propria Costituzione, tutela la dignità della persona e sancisce il principio di personalità della responsabilità penale e garantisce lo svolgimento di un giusto processo. In quest'Aula oggi istituiamo i presupposti per eliminare il vizio della pubblicazione di questi contenuti a cui troppo spesso in questi anni abbiamo assistito, in primis spostando il giudizio sulla rilevanza delle conversazioni intercettate dalla polizia giudiziaria al pubblico ministero, il quale dovrà stabilire se il contenuto sia o meno funzionale all'indagine per cui quelle intercettazioni sono state autorizzate e quindi iscritte nel fascicolo.

Altresì abbiamo reso possibile per i difensori accedere a queste conversazioni certificando la possibilità di richiedere l'inserimento in archivio di altro materiale ovvero garantendo pienamente il diritto alla difesa.

Quello che oggi ci apprestiamo ad approvare, Presidente, è un testo equilibrato che, da un lato, tutela i diritti dei cittadini e, dall'altro, garantisce a chi svolge le indagini l'utilizzo di strumenti necessari e fondamentali: le intercettazioni per perseguire reati gravi. Evitare quindi la pubblicazione di intercettazioni diverse da quelle che servono alle indagini è un primo obiettivo raggiunto con il disegno di legge che oggi approveremo. È necessario peraltro in questa sede denunciare la disinformazione fatta circa l'utilizzo dei cosiddetti trojan e fare giusta chiarezza. Ho sentito dei colleghi dire delle imperfezioni, per usare un eufemismo. Primo, per usarlo bisognerà motivare la sua indispensabilità e, se ci sarà un difetto di motivazione, come per tutti i provvedimenti, si potrà impugnare la questione.

Secondo, le intercettazioni a mezzo di trojan, a differenza delle normali indagini telefoniche e ambientali, potranno essere utilizzate solo per i reati connessi che riguardino reati di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione. Dunque, chi in queste settimane ha attaccato il provvedimento e ha attaccato il Partito Democratico, definendolo soggiogato ad una cultura giustizialista, dimostra di non conoscere il testo in questione ma soprattutto anche dimostra di non avere una grande cultura democratica. Per noi è giusta l'attenzione ad evitare le cosiddette intercettazioni a strascico. Meno comprensibile è l'idea che, nel momento in cui un'intercettazione autorizzata prefiguri l'esistenza di un reato diverso, si possa far finta di niente. Ecco credo che il punto di equilibrio trovato sia giusto. Posso capire che l'idea di utilizzare gli stessi strumenti di indagine che si usano contro le mafie anche contro la corruzione non sia condivisa da tutti, posso capirlo. Posso persino comprendere i rilievi di Forza Italia che devo dire è sempre stata coerente nel cercare di spiegare che bisognava tenere separate le due questioni. Capisco però molto meno, colleghi, la Lega che ha votato - ricordo: ha votato - lo “Spazzacorrotti” nel quale questo principio è sancito ed è sancito il fatto che gli strumenti alla lotta alla mafia sono estesi anche alla lotta ai reati contro la pubblica amministrazione e contro la corruzione. Avete cambiato idea? Mi rivolgo a nessuno perché non c'è nessun collega della Lega e dunque l'interlocuzione mi sembra un po' fantozziana. Per questo ritengo che l'atteggiamento della Lega sul provvedimento sia solamente propagandistico e speculatorio. Solo pochi giorni fa alcuni senatori leghisti hanno occupato, lo ricordo, le aule della Commissione giustizia. Ora la Lega, qui alla Camera, ha presentato circa duecento ordini del giorno per fare ostruzionismo anziché, come avrebbe dovuto fare un'opposizione responsabile, favorire la chiusura rapida del provvedimento e poi approvare in fretta la conversione in legge del decreto-legge sulle misure che contrastano il Coronavirus. Però c'è modo e modo di essere all'opposizione, colleghi. Questo è il modus operandi a cui da tempo ci ha abituato la Lega, il cui leader non risponde al Presidente del Consiglio dei ministri in un momento drammatico per il Paese. Il senatore Salvini anche questa volta è scappato dalla responsabilità di abbassare i toni della sua campagna elettorale permanente per il bene della salute dei cittadini italiani. L'ex-Ministro dell'Interno ha tentato di dare un colore politico persino al Coronavirus, credendo che gli italiani non percepiscano lo squallore e lo sciacallaggio dell'operazione. Dunque, nel confermare la fiducia del Partito Democratico, che voterà convintamente a favore del provvedimento, dobbiamo sottolineare - lasciatemelo fare - l'altissimo ruolo della collaborazione che, in queste ore, intercorre tra tutte le istituzioni regionali, nazionali e locali indipendentemente dall'appartenenza politica nell'affrontare l'emergenza del contagio di questo virus.

Dobbiamo, inoltre, ringraziare le migliaia di persone, tra personale medico e sanitario, forze dell'ordine e volontari, che lavorano senza sosta per la tutela della collettività. A questi un grazie di cuore e grazie a voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Fiducia: noi interveniamo sul voto di fiducia e questo è un punto di partenza difficile, perché ci si chiede la fiducia, si chiede la fiducia al Parlamento sulle costanti violazioni della norma costituzionale. Chi oggi vota la fiducia vota la violazione alle norme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): ancora una volta, ancora una volta! Dopo il 111, l'articolo 15, insieme al 24, al 25 e al 27: numeri! Ma chi siede ai banchi del Governo - almeno una parte di chi è seduto ai banchi del Governo - sa che non sono numeri, sa che la Costituzione non è un'opinione, sa che la Costituzione è storia, è sangue, è scritta con la vita; è stata scritta con la vita la Costituzione, e noi ci permettiamo di baloccarci con le norme costituzionali semplicemente per una logica di sopravvivenza vergognosa per la storia di questo Parlamento.

Questo è un provvedimento che capita in un brutto momento, è vero. Le contingenze ci inducono a valutarlo in modo diverso, ma questo non attenua la gravità del gesto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non attenua la gravità del gesto, e chi cerca - come chi mi ha preceduto - di giustificare quello che sta accadendo nell'Aula approfittando di un momento difficile del Paese, è meno meritevole di chi, in qualche modo, tante volte ha speculato sulle contingenze. Infatti, parliamoci chiaro: esiste la malattia, esiste l'epidemia, esiste il dramma non meno grave di persone che, soggette alla voragine del processo penale, ne escono indenni dopo tanti anni ed essere state distrutte: è un modo di distruggere le vite non diverso! Noi di questo siamo perfettamente consapevoli e non ci basta l'attestato di coerenza: quella ce la prendiamo da soli, la coerenza, non c'è bisogno che ce la riconoscete voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La nostra coerenza la difendiamo da soli e da anni, dal 1994.

Il 1994 mi richiama “1984”, uno straordinario romanzo di George Orwell che afferma un solo principio, parliamoci chiaro: il controllo. Oggi voi introducete nel nostro pianeta giudiziario un sistema che ha due effetti: il primo, consegnare l'Italia ai pubblici ministeri; questo voi state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è un'espressione ad effetto, illustre Viceministro, perché il 1° maggio, una data che voi avete scelto per il vigore di questa legge, da oggi non sarà più soltanto la festa del lavoro: sarà la festa delle procure. Mi aspetto il 1° maggio di vedere i cortei delle procure che osannano a questo scellerato Governo che ci regala questo scellerato provvedimento, perché il primo effetto è quello dello sbilanciamento verso le procure. Il secondo effetto è quello che le intercettazioni, in tutte le forme possibili e immaginabili, diventeranno, come nel mondo delle automobili, da un optional assolutamente straordinario e riservato a delle deroghe, di serie nei processi. I processi avranno di serie le intercettazioni, perché sarà evidente: se posso andare a strascico - uso un termine di cui questa volta non si abusa - perché non dovrei attivare, nell'ambito di un processo, delle intercettazioni che mi consentono di prendere un po' qui e un po' là? Un cherry picking sconsiderato nella parificazione tutta pentastellata - e voi del Partito Democratico dovreste avere vergogna di questo appoggio - della pubblica amministrazione con i delitti di mafia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma, scusate, mi spiegate la logica della parificazione dei delitti della pubblica amministrazione alla mafia? Me lo dovete spiegare, con un doppio binario che ha avuto invece una storia chiarissima e netta. In questo Parlamento, pur di tenersi ancorati saldamente a quelle poltrone, voi votate questa scelleratezza ulteriore! Credo, Presidente, che il provvedimento violi il diritto alla riservatezza e al segreto, perché ciascuno di noi ha diritto a dei segreti: non è vero che un segreto è una bugia, come dice Tom Hanks in un famoso film, The Circle. Un segreto non è una bugia, è un diritto sancito dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Le indagini a strascico: una barbarie. Ma, da ultimo e non ultimo, la demolizione, pezzo per pezzo, cosciente, deliberata, senza pietà, della presunzione di non colpevolezza. Voi state favorendo un processo mediatico che già oggi è clamorosamente inarrestabile. Con questa riforma, con questo intervento, voi condannerete ciascun cittadino, ineluttabilmente, molto prima che intervenga il giudice. Voi del giudice ne fate a meno, voi volete semplicemente un'inquisizione che porta il cittadino sulla stampa ad essere giustiziato prima di una sentenza, priva di un contraddittorio. Basterà una notitia quasi criminis, ben pompata, ben spinta, per raggiungere l'obiettivo di distruggere le vite. È cosa che già accade, ma con questo provvedimento incontra un alleato inaspettato: è questo che noi vogliamo in questo Paese? Ciascuno di noi questo vuole, che basti una notizia dal sen fuggita, ben spinta? E mi riferisco a chi le ha difese queste cose in passato e oggi ne diventa correo, se non istigatore e addirittura promotore, perché chi più sa, chi più sa, più è responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non me la prendo con chi non sa, me la prendo con chi sa e queste cose le insegna anche all'università, diventando, in qualche modo, responsabile - gravissimamente responsabile - di quello che sta accadendo. Presidente, che dire, le negatività nascono tutte insieme. Noi, in I Commissione, abbiamo subito l'insulto che il provvedimento non passasse dal necessario vaglio degli affari costituzionali senza neanche una telefonata del presidente Brescia che ci dicesse “scusate, non passa il provvedimento”. Ma dove siamo arrivati? L'articolo 75 del Regolamento! Ma questo è un segnale di disinteresse: avanti come i rulli compressori contro tutti e tutto, le regole, la sostanza, la Costituzione, il Regolamento! È un Governo che si avvia a suicidarsi senza bisogno di aiuti. È una sorta di suicidio auto assistito, perché ravviso in tutte queste patologie chiari segnali di sclerosi, di difficoltà, di un disfacimento non soltanto giuridico, non soltanto costituzionale, ma anche etico, perché travolgere consapevolmente le regole va proprio contro l'etica del Parlamento. Allora, Presidente, quando si va addirittura oltre le Sezioni Unite, cercando di andare in peius rispetto ad un autorevolissimo insegnamento che viene dalla sentenza Cavallo, credo che il troian meriti almeno un commento, o trojan, come lo chiamano coloro che vogliono dare a questo termine un suono esotico, ma c'è molto poco di esotico, veramente molto poco. Siamo, infatti, di fronte ad uno strumento invasivo senza pietà. Questo strumento ha una caratteristica inaccettabile: non individua il luogo dove si deve intercettare. Il luogo rimane del tutto indefinito, è al di là delle forme e delle pseudo motivazioni. Se innesco un meccanismo che mi consente di intercettare in ogni dove, violo o non violo l'articolo 15 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma rispondere a questa domanda! In ogni dove! Hai voglia a dire motiva di più, motiva di meno, dammi un'indicazione: io sono soggetto ad un controllo! Ma voi questo volete, che l'italiano, il cittadino, sia soggetto al controllo delle procure? Io non lo voglio e mi batterò con tutto me stesso, insieme ai miei compagni di strada, che sono quelli del gruppo di Forza Italia: ci batteremo fortissimamente e chi vuol stare con noi è il benvenuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); ma non stare con noi per occasione, per convenienza, i cosiddetti garantisti d'occasione che votano ora sì, ora no, ora contro, ora per il Governo. Abbiate il coraggio, signori di Italia Viva, di votare la sfiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Votatela, se avete il coraggio! Ma no, perché voi dovete, come si dice dalle mie parti, la mongia e la pongia, prendere qui e prendere là, ora sì e ora no. Questo non va bene. Sui principi garantisti, sui principi fondamentali, abbiate il coraggio di andare fino in fondo, combattete con noi queste grandi battaglie istituzionali! Presidente, a proposito di esotismi, credo che il mio sforzo si debba avviare rapidamente a conclusione.

Certo non voglio citare “Di Mio”, Di Maio e il virus che diventa “vairus”, perché questo è un esotismo che certamente non mi posso permettere, non ho la capacità, però voglio citare, per chiudere, una frase di Solženicyn, scusate se mi permetto un richiamo letterario…

PRESIDENTE. Concludendo, collega, grazie.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Solženicyn, Arcipelago Gulag: “Oracevskij aveva fatto cinque anni soltanto, era stato condannato per delitto facciale (esattamente secondo Orwell), per un sorriso”. Ecco, io voglio chiudere il mio intervento con un sorriso, ma sia ben chiaro, è un sorriso che prelude ad un pianto profondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Flavio Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, ieri, quando il mio gruppo mi ha chiesto di intervenire in Aula non pensavo fosse vero. Cioè, chiunque di noi ha un rapporto nella vita reale fuori da questo palazzo parla di tutto, ma sicuramente c'è un tema che è prioritario in questo Paese, che è il Coronavirus, e gli effetti che sta portando anche di ansia e di tensione tra i nostri concittadini. Io capisco i tecnicismi parlamentari, le esigenze politiche del Ministro Bonafede, della maggioranza, di voler chiudere in fretta questo provvedimento, però, per come abbiamo affrontato l'iter in questa Camera, secondo me non facciamo tutti una bella figura. Io avrei preferito dare priorità a quelle che sono le reali priorità di questo Paese. Si poteva rimandare la discussione, anche questa, ridiscuterla, rivedere il provvedimento, discuterlo con più calma, visto che parliamo anche di un argomento molto tecnico, molto complesso e con aspetti molto sensibili, invece niente: siete andati avanti a testa dura fino ad oggi, oggi che finalmente, grazie alla Lega, grazie all'azione politica del gruppo parlamentare della Lega, siamo riusciti a farvi invertire l'ordine del giorno dei lavori parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Cioè, c'è voluta un'azione da parte nostra per convincere il Ministro, il Governo e la maggioranza parlamentare, in sede di Conferenza dei capigruppo, a invertire quelle che sono le priorità di discussione in quest'Aula. Mi sembra una cosa paradossale. Comunque, siamo qui, e mi trovo mio malgrado - dico mio malgrado perché anche nella mia regione, la Liguria, abbiamo appena saputo che c'è il primo test positivo al Coronavirus - a intervenire non sul Coronavirus ma su questo decreto “intercettazioni”. Cercherò di essere molto breve.

Ascoltando anche gli interventi precedenti, è chiaro che si parte da un quadro costituzionale, l'articolo 15 è già stato citato, c'è una sentenza della Cassazione a sezioni unite penali, la n. 51 del 2020, che richiama una sentenza della Corte costituzionale, la quale ci spiega che vi sono due distinti interessi che vengono in rilievo in materia di intercettazioni: vi è quello inerente la libertà e la segretezza delle comunicazioni, riconosciuto come connaturale ai diritti della personalità definiti inviolabili, e quello connesso all'esigenza di prevenire e reprimere i reati, anch'esso un interesse di rilievo costituzionale. Per questo, come dicevo prima, questa materia è molto delicata e complessa: per un verso, c'è l'interesse a reprimere il crimine; per un altro, c'è l'interesse al rispetto della sfera umana e della riservatezza. Una materia così difficile deve essere affrontata con equilibrio e ponderazione, non di certo come ha fatto, abusando delle sue prerogative questo Governo, tramite un decreto-legge. Il fatto stesso che sia previsto nello stesso provvedimento il rinvio dell'entrata in vigore della norma - quindi non entra in vigore al momento della sua pubblicazione, ma mesi dopo - fa venire meno i requisiti per emanare un decreto-legge; come dimostra la discussione che stiamo facendo sul Coronavirus, su quando deve approdare qui alla Camera piuttosto che quando il Presidente del Consiglio deve venire a fare l'informativa: questo conferma che avete le idee molto confuse sul principio d'urgenza da portare avanti in questo Paese. Poi attenti all'incostituzionalità: applicare norme incostituzionali in base a strumenti incostituzionali, in materia di giustizia più che su tutte le altre materie, provoca effetti gravissimi.

Il tema era già stato sollevato sul provvedimento noto come “Spazzacorrotti”. Abbiamo visto cosa significa una pronuncia di incostituzionalità: può produrre una illegittima detenzione per tante persone. Questo dobbiamo sempre evitarlo, noi che siamo legislatori. Ma non vi siete fermati solo all'incostituzionalità, siete riusciti a ledere le prerogative dei parlamentari nella loro attività legislativa, comprimendo i tempi di discussione ed esame degli emendamenti. Avete convocato, sempre in piena crisi Coronavirus, la Commissione giustizia di domenica pomeriggio, perché volevate fare in fretta, e per fare in fretta avete bocciato tutti gli emendamenti proposti dalla Lega e dalle opposizioni. Poi, non contenti, avete anche compresso i tempi di discussione generale, non consentendo a tutti i colleghi iscritti a parlare di poterlo fare. E infine, con questa fiducia, evitate che l'Aula possa discutere 200, non 2 mila o 20 mila emendamenti, ma 200 emendamenti di buon senso che si possono ritenere un numero accettabile e sicuramente di non volontà ostruzionistica. Insomma, non c'è stato uno spirito collaborativo dal Ministro Bonafede e dalla maggioranza su un tema tecnico e complesso come questo, c'è invece la volontà di correre a piazzare una bandierina politica su questo provvedimento. Ora non entro nel dettaglio del contenuto, perché avremo sicuramente modo di parlarne poi, successivamente, però è chiaro che anche la gestione delle società, che loro stesse hanno denunciato l'incapacità di capire i loro confini operativi. Stiamo parlando anche dei trojan, questo famigerato trojan che indica un tipo di malware o software dannoso che può diventare alla fine una perquisizione da remoto non autorizzata. Cioè, con queste strumentazioni è possibile inserire dati, immagini e file di qualunque tipo nei dispositivi elettronici, in particolare sui cellulari, su quelli portatili, dei quali poi è impossibile provare la provenienza esterna. Cioè, questi dati o flussi di dati informatici non sono controllati dalla magistratura, ma dalle società private. Ci rendiamo conto? Questa non è giustizia, questo è il Grande Fratello Vip.

Prevedete una proroga per l'adeguamento strutturale e organizzativo degli uffici delle procure della Repubblica, tuttavia il differimento dell'efficacia delle nuove norme di soli due mesi risulta, non secondo noi, ma secondo un po' tutti gli auditi, assolutamente insufficiente, perché è necessario un tempo più ampio per permettere l'adeguamento al nuovo regime. Un così esiguo differimento rischia anche di vanificare la ratio stessa del provvedimento di proroga. Ci sono poi delle criticità relative alla parte finanziaria, su questo le opposizioni hanno fatto ricorso al Presidente Fico, ma adesso che ci approcciamo a votare la fiducia di questo ricorso non sappiamo ancora l'esito, quindi non sappiamo se è un provvedimento realmente a invarianza finanziaria o se dobbiamo pagare le attività di custodia e vigilanza delle registrazioni relative ad intercettazioni, l'organizzazione in tal senso degli uffici e delle sezioni di polizia giudiziaria dislocate presso le procure, la dotazione delle unità di personale dell'amministrazione giudiziaria e degli appartenenti alle forze di polizia che ad esse risulta adibito. Ecco, queste sono, un po' brevemente, le criticità che insieme ai colleghi della Commissione giustizia della Lega abbiamo affrontato in Commissione, dove abbiamo presentato anche molti emendamenti che sono stati tutti assolutamente bocciati. In conclusione, Presidente, vi avevamo chiesto di mettere almeno in sicurezza le intercettazioni telefoniche e telematiche, vietandone ogni diffusione prima della sentenza di condanna definitiva, come dovrebbe accadere in un Paese civile, i cui processi si fanno in tribunale e non sui giornali o in tv, ma non ci avete ascoltato: permettete la diffusione di qualsiasi intercettazione, anche la più intima e personale, anche quella che non è relativa ai fatti di imputazione prima del processo e prima della sentenza definitiva passata in giudicato. Questo aggraverà quello che sta già accadendo, cioè persone rovinate per sempre da processi fatti sui giornali e sui social.

Abbiamo capito che la foga giustizialista di questo Governo, ispirata da una parte della maggioranza che la impone all'altra, vi porta a tenere questa linea; allora ci siamo adeguati, come Lega, abbiamo cercato di cogliere la palla al balzo e di garantire che le intercettazioni, almeno per alcuni reati sessuali contro i minorenni, fossero riconosciute. Già al Senato la Lega ha presentato un emendamento che avrebbe allargato l'uso del trojan anche ai reati contro la detenzione di materiale pedopornografico, ma avete dato incredibilmente parere contrario. Più intercettazioni per tutti, ma non per chi si procura o detiene immagini realizzate sfruttando i minori: è una vera e propria vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, concludo perché mi sta richiamando e ho terminato il mio tempo; però è chiaro che dal discorso iniziale il contemperamento di interessi, cioè da una parte quello di reprimere i reati e dall'altra di tutelare la sfera umana, non è adeguatamente rispettato da questo provvedimento. Avete voluto estendere l'uso di uno strumento molto invasivo, ma forse lo Stato di polizia e lo Stato di diritto per voi esistono a singhiozzo…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

FLAVIO DI MURO (LEGA). …a seconda dell'interesse che volete tutelare. Per queste ragioni, la Lega voterà in maniera contraria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, oggi ci accingiamo a votare le modifiche al testo relativo alle intercettazioni; uno strumento importante e indispensabile per l'autorità giudiziaria per scovare e individuare gravi reati sociali. Il testo è frutto di un intenso lavoro di confronto nelle sedi istituzionali e, grazie anche alle audizioni che si sono tenute nella Commissione giustizia, è stato possibile raccogliere le istanze degli operatori del diritto, in particolare di magistrati e procuratori che hanno espresso un parere positivo riguardo alle modifiche realizzate in materia. Le modifiche normative introdotte garantiscono un'importante tutela delle garanzie costituzionali in tema di privacy, libera informazione e diritto di difesa; ma allo stesso tempo, signor Presidente, noi oggi consegniamo all'autorità giudiziaria uno strumento investigativo molto più efficace per l'individuazione di reati di grande allarme sociale, come ad esempio la corruzione, l'usura, lo stalking o il traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico, induzione e reclutamento di minori a questo scopo, perché la pena prevista è superiore a 6 anni.

Altro punto discusso concerne la riservatezza delle persone intercettate ed estranee ai fatti per i quali si procede, le quali saranno ampiamente tutelate. Infatti, si stabilisce il divieto di pubblicazione, anche solo parziale, di tutte le intercettazioni non rilevanti ed afferenti alla sfera privata dei soggetti. Dunque, i cittadini da ora in poi non saranno più esposti alla gogna mediatica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con questo provvedimento si amplia il ventaglio di ipotesi in cui è possibile far uso del cosiddetto trojan, o captatore informatico, per intercettare il flusso di comunicazioni che potrà essere impiegato per reati associativi, di terrorismo, nonché per reati puniti con pene sopra i 5 anni commessi da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Da questo punto di vista, l'obiettivo della riforma è senz'altro quello di garantire la raccolta di tutte le informazioni indispensabili ad assicurare alla giustizia gli autori di fatti gravi, soprattutto quelli commessi contro la pubblica amministrazione, che causano danni enormi alle risorse economiche e finanziarie destinate alla comunità collettiva. L'attenzione del Governo verso i temi della salvaguardia della segretezza degli atti di indagine e delle persone coinvolte nelle intercettazioni passa anche attraverso la selezione del materiale da utilizzare, che, con queste modifiche, viene operata dal pubblico ministero, vero dominus dell'attività investigativa. Invero, a differenza del regime precedente, in cui tali operazioni erano demandate alla Polizia giudiziaria, ora è il magistrato a dover vigilare affinché nei verbali non siano riportate espressioni lesive della reputazione delle persone o quelle che riguardano dati personali sensibili, salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini. Ma vi è di più, perché, a tutela della riservatezza, la documentazione relativa a intercettazioni non rilevanti ai fini del processo sarà distrutta con un'apposita disposizione del giudice. Il provvedimento in esame si inserisce a pieno titolo tra le prerogative del diritto di difesa, laddove si prevede la facoltà per gli avvocati di avere accesso al materiale di intercettazione depositato in via telematica e di ottenere la trasposizione della registrazione su apposito supporto informatico. In tal modo, con l'istituzione di un apposito archivio digitale, si realizza quel processo di digitalizzazione del sistema giudiziario da tempo invocato dagli operatori del settore, in grado di ridurre sensibilmente i tempi della giustizia. La normativa così come costruita rappresenta una risposta efficace ad un tema complesso e delicato e tiene in debito conto dei valori fondamentali della Carta costituzionale, posti a baluardo e a difesa del principio di legalità della regolazione del processo penale. Ebbene, Presidente, alla luce degli argomenti esposti io dichiaro il voto di fiducia del gruppo parlamentare 5 Stelle al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 16,35, sospendo la seduta fino a tale ora. Procediamo sin d'ora all'estrazione a sorte dal nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla collega Covolo.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,35.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2394)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando, quindi, di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

La chiama avrà inizio dalla deputata Silvia Covolo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione identico a quello approvato dal Senato:

Presenti: ……………531

Votanti: ……….……530

Astenuti: ………………1

Maggioranza: ………266

Hanno risposto : ….304

Hanno risposto no: …226.

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bilotti Anna

Boccia Francesco

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghese Mario

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Campana Micaela

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Colletti Andrea

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Ermellino Alessandra

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fioramonti Lorenzo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Maniero Alvise

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Masi Angela

Mauri Matteo

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Mor Mattia

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mura Romina

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nobili Luciano

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Romano Paolo Nicolò

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Soverini Serse

Spessotto Arianna

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Topo Raffaele

Torto Daniela

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Acquaroli Francesco

Andreuzza Giorgia

Aprea Valentina

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bellachioma Giuseppe Ercole

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Brunetta Renato

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caffaratto Gualtiero

Cannatelli Pasquale

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Carfagna Maria Rosaria

Carrara Maurizio

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Cristina Mirella

Cunial Sara

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Luca

De Martini Guido

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Muro Flavio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Durigon Claudio

Fasano Vincenzo

Ferrari Roberto Paolo

Ferro Wanda

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Galantino Davide

Galli Dario

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Grimoldi Paolo

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Invernizzi Cristian

Labriola Vincenza

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Liuni Marzio

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marchetti Riccardo Augusto

Marin Marco

Martino Antonio

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Milanato Lorena

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Napoli Osvaldo

Nevi Raffaele

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Palmieri Antonio

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pentangelo Antonio

Perego Di Cremnago Matteo

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccolo Tiziana

Pittalis Pietro

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Racchella Germano

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ribolla Alberto

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rossello Cristina

Rotelli Mauro

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sarro Carlo

Sasso Rossano

Savino Elvira

Savino Sandra

Scoma Francesco

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Sozzani Diego

Spena Maria

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Trancassini Paolo

Tripodi Maria

Turri Roberto

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Versace Giuseppina

Vinci Gianluca

Vito Elio

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Battelli Sergio

Bianchi Matteo Luigi

Businarolo Francesca

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Castelli Laura

Cattaneo Alessandro

Dadone Fabiana

De Luca Piero

Del Re Emanuela Claudia

Delrio Graziano

Di Stefano Manlio

Fraccaro Riccardo

Fusacchia Alessandro

Galizia Francesca

Guerini Lorenzo

Guidesi Guido

Lotti Luca

Marrocco Patrizia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Padoan Pietro Carlo

Palazzotto Erasmo

Rossini Emanuela

Scalfarotto Ivan

Spadafora Vincenzo

Speranza Roberto

Tofalo Angelo

Ungaro Massimo

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Come convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di giovedì 27 febbraio, alle ore 9,30, a partire dall'esame degli ordini del giorno. Le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto avranno luogo nella stessa seduta di giovedì 27 febbraio a partire dalle ore 19, con ripresa televisiva diretta. Seguirà la votazione finale entro le ore 20,30.

A seguito della medesima riunione è stato, altresì, convenuto che il disegno di legge di conversione n. 2402 del decreto-legge in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 sarà esaminato nella seduta di domani, mercoledì 26 febbraio, a partire dalle ore 11. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella seduta di domani le votazioni non avranno luogo prima delle ore 15. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 9,30 di domani, mercoledì 26 febbraio.

È stato, infine, convenuto che, nella stessa seduta di domani, alle ore 21 e con ripresa televisiva diretta, avrà luogo un'informativa urgente del Governo con la partecipazione del Ministro della Salute sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Antonella Papiro. Ne ha facoltà.

Chiedo ai colleghi di uscire dall'Aula, se non interessati agli interventi. Prego, collega.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, ieri ricorreva l'anniversario di morte di uno dei rappresentanti politici più amati della nostra Repubblica. Impossibile da parte di tutti dimenticare quella notte di trent'anni fa: ero appena una ragazzina, troppo piccola per capire l'importanza di quel triste evento; lo compresi solo in seguito. Ma, nonostante ciò, non fu difficile rendersi conto che quel giorno sarebbe rimasto indelebile per il nostro Paese in lacrime: all'età di 93 anni, nel silenzio della notte, si spegneva la vita di Sandro Pertini, il partigiano Presidente, accolto nel cuore di tutti gli italiani e mai dimenticato. Il difensore dei diritti universali e della libertà, proprio nella stagione di un secolo in cui la libertà veniva minacciata, prima da un regime di dittatura e di repressione, e successivamente dal periodo sanguinoso del terrorismo. Ci abbandonava colui che ha creduto davvero nel coraggio del popolo italiano e nella forza dei giovani come tramite di un futuro libero e democratico, colui che in quel futuro di speranza ha riposto la sua fiducia, così come nella bellezza della nostra Costituzione. Pertini non fu solo un grande uomo delle istituzioni: Pertini fu un patrimonio di principi e valori immortali, che ancora oggi si fanno sentire in maniera prepotente; valori senza tempo, che racchiudono tutto il potere del nostro passato e del nostro futuro. Oggi in quest'Aula siamo qui a ricordare ciò che è sempre rimasto immortale nei nostri cuori; e mi è inevitabile concludere con una delle frasi che raccontano la bellezza della sua nobiltà d'animo: “Io combatto la tua idea, che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi sino al prezzo della vita perché tu, la tua idea, la possa esprimere sempre liberamente” (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). (Indossa una mascherina protettiva sulla bocca) Presidente, come lei sa, come lei sa bene, io sono un soggetto immuno-defedato, cioè vuol dire immuno-compromesso. Presidente, mi vede parlare con la mascherina per le ovvie ragioni. Come sa, anche lei appartiene alla mia stessa regione, la regione che è stata fortemente limitata: asili nido chiusi, scuole chiuse. Presidente, vede io, con questa mascherina…La mascherina, chi la indossa non fa male a nessuno. Però, che cosa succede? Che questa mascherina, visto che ero nei limitrofi di Lodi, nel Lodigiano, dove c'è un fulcro, io la sto portando a tutela vostra, non mia: vostra, perché questa mascherina permette a voi di convivere con me che ero là. Solo che frasi, che adesso le dirò, io non le accetto, perché sono date da ignoranza, e mi dispiace: persone che non sanno. Del tipo: “Ma non stai bene?”, “È Carnevale”, “Sei mascherato pure tu?”, “Guarda che non è ancora Carnevale”. Il Carnevale è il 5. No, lo dico per i colleghi. “Vedo il reparto di malattie infettive”, perché mi hanno visto con una collega, dottore, dottoressa, super-specializzata, che queste cose le sa bene. Oppure: “Guarda che ti fa male, la mascherina ti fa male, toglila”, Presidente. E poi ancora altre: “Vedo che vi state rincoglionendo tutti”, rivolta a me.

PRESIDENTE. Collega!

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, non è colpa mia: io le riporto ciò che mi hanno detto. Io, facendo del bene a loro…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Facendo del bene a loro… Cioè, sono passati 2.000 anni di storia e chi fa del bene viene preso in giro. Io vorrei rispedire a loro il messaggio: io questa mascherina la tengo per fare a voi un favore, non a me. Se io mi tolgo la mascherina siete voi ad essere in torto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Ruggiero. Ne ha facoltà.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). Presidente, nella mattinata di ieri, lungo l'autostrada A16, nel tratto tra Cerignola e Candela, in provincia di Foggia, si sono verificati dei gravi scontri tra le tifoserie calcistiche del Bari e del Lecce. I due gruppi di tifosi si sono incrociati mentre erano diretti fuori regione, per seguire le proprie squadre, il Bari a Castellammare di Stabia e il Lecce a Roma. Alcuni tifosi identificati presentavano ferite al capo, due furgoncini dei supporter giallorossi sono stati dati alle fiamme, a tre auto sono stati infranti i parabrezza, mentre la circolazione autostradale è stata bloccata per due ore.

In totale, si parla di più di 300 persone coinvolte negli scontri. Fra gli oggetti sequestrati due mazze da baseball, due manganelli e un taglierino. Gli episodi di ieri nulla hanno a che vedere con il tifo calcistico e la competizione sportiva e rappresentano quanto di più lontano debba essere associato allo sport. I valori della sana competizione, della solidarietà e del fair play, intesi come valori educativi per i milioni di tifosi che seguono il mondo del calcio, non possono essere offuscati da esibizioni violente da parte di un manipolo di delinquenti. In questo senso è apprezzabile il gesto delle rispettive società calcistiche che hanno condannato l'accaduto. Il calcio deve estromettere e isolare tutti quei tifosi che esprimono un'idea del tifo improntata alla violenza e all'aggressività. Gli autori di queste azioni sconsiderate, che hanno messo a repentaglio anche l'incolumità di alcuni bambini presenti sui due pulmini, devono pagare per il gesto inaccettabile di ieri. Mi auguro che le indagini delle autorità competenti possano individuare i responsabili perché circostanze simili non si ripetano più in futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi, che però non vedo in Aula; s'intende che vi abbia rinunciato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 26 febbraio 2020 - Ore 11:

(ore 11, con votazioni non prima delle ore 15)

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. (C. 2402)

(ore 21)

2. Informativa urgente del Governo sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.

La seduta termina alle 18,05.