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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 308 di giovedì 20 febbraio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Azzolina, Battelli, Boccia, Brescia, Cancelleri, Colucci, Davide Crippa, Delrio, Fraccaro, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Iovino, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maniero, Molinari, Parolo, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Schullian, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica (A.C. 2325-A/R).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2325-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa l'illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso i pareri.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2325-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Ha chiesto di intervenire la sottosegretaria Laura Castelli per alcune precisazioni sui pareri espressi nella giornata di ieri.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, mi scuso per queste correzioni. Nell'ordine, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/9 Baldini il parere è favorevole aggiungendo nella riformulazione “nei limiti di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/9 Baldini da raccomandazione diventa parere favorevole con riformulazione?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esatto. A seguire, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/22 Ferro il parere cambia e diventa favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/22 Ferro è confermata la riformulazione con questa precisazione…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esattamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Essendo due i punti, bisognerebbe capire su quale dei due punti, perché sul primo, se non mi sbaglio, il parere era già favorevole ieri.

PRESIDENTE. Sottosegretaria?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sul secondo punto, che infatti era contrario, riteniamo che sia opportuno cambiare il parere in questo modo. Andando avanti, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/35 Rizzetto il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, quindi non come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi, si passa da raccomandazione a parere favorevole con riformulazione secondo il testo che lei ha appena letto…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esattamente. Poi, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/38 Trancassini, il parere è favorevole con la riformulazione che espunge le parole: “i dieci anni”. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/42 Fassina il parere diventa favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/82 Ianaro il parere diventa favorevole nel testo integrale.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole senza riformulazione?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/95 Lacarra c'è un parere contrario, quindi cambia il parere…

PRESIDENTE. A noi risulta, dalle nostre carte, che anche sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/88 Trizzino c'è una modifica…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, mi perdoni, grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/88 Trizzino c'è una riformulazione, che vado a leggere: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche legislative, volte a impegnare le organizzazioni ed i soggetti che operano nel campo delle cure domiciliari ai sensi dell'articolo 22 del DPCM 12 gennaio 2017, a possedere l'autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie relativamente alle organizzazioni che erogano i percorsi di cure domiciliari e, successivamente, qualora intendano operare in nome e per conto del Servizio sanitario nazionale, anche l'accreditamento istituzionale e il relativo convenzionamento.”

PRESIDENTE. Perfetto, l'unica precisazione: così come lei ce lo ha letto nella riformulazione, il parere si intende favorevole o sempre raccomandazione?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole. Poi andiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/95 Lacarra, dove il parere cambia e diventa contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/96 Pini il parere è favorevole se riformulato nello stesso testo dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/82 Ianaro. Dopodiché, Presidente, abbiamo l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli, su cui devo precisare la riformulazione: espungiamo tutte le premesse e l'impegno si modifica così: “a valutare l'opportunità di adoperarsi affinché sia revocata ogni forma di finanziamento pubblico concesso alle iniziative che, anche in contrasto con il contenuto delle norme istitutive del Giorno del Ricordo, negano il dramma delle Foibe.”

PRESIDENTE. Quindi, in buona sostanza, resta il parere favorevole con riformulazione, ma cambia la riformulazione secondo quanto da lei precisato e letto.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esattamente.

PRESIDENTE. Prego, andiamo avanti.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Poi, abbiamo l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/113 Mulè, dove il parere è favorevole con riformulazione, ma non è più “a valutare l'opportunità di”, è favorevole con la riformulazione che include i residenti di Campione d'Italia. Quindi, al secondo periodo: “e dei residenti di Campione d'Italia”.

PRESIDENTE. Quindi, resta parere favorevole con riformulazione, ma con la modifica della riformulazione secondo quanto da lei letto.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esatto.

PRESIDENTE. Prego, andiamo avanti.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/139 Marco Di Maio, espungiamo le premesse e diamo parere favorevole solo al primo impegno.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con riformulazione.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ultimo, Presidente, è l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/187 Benamati, con riferimento al quale il parere, per noi, resta favorevole al primo impegno.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/187 Benamati, resta il parere favorevole con riformulazione relativamente al primo impegno. Le chiedo scusa, sottosegretaria, sempre relativamente alle informazioni in nostro possesso, c'era l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/100 Bruno Bossio.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/100 Bruno Bossio, c'è un cambio di parere: è un parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, eravamo ben informati. Possiamo procedere. Passiamo, dunque, alla votazione degli ordini del giorno. Abbiamo i primi due inammissibili, quindi il primo ordine del giorno è l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/3 Frate, accolto come raccomandazione. La deputata Pini chiede di parlare, su cosa? Prego.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori: non ho capito la riformazione al mio ordine del giorno n. 9/2325-AR/96 perché la sottosegretaria ha detto che era parere favorevole se veniva riformulato come l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/82 Ianaro. L'unica cosa che chiedo è se stiamo parlando solo dell'impegno oppure di tutto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. A lei la parola, sottosegretaria Castelli.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Interamente l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Torniamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/3 Frate, accolto come raccomandazione: è d'accordo? Va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/4 Giannone, parere contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Per questo ordine del giorno che, tra l'altro, io ho riportato già in altre occasioni qui, parliamo degli aspiranti allievi di Polizia che, nel 2017, hanno partecipato ad un concorso che li ha reputati idonei, ma, in seguito, nel 2019, a febbraio nello specifico, sono stati cambiati i requisiti all'interno dello stesso concorso, quindi in corso d'opera. Questi ragazzi e queste ragazze oggi si ritrovano a non avere lavoro, ad aver fatto diversi sacrifici per poter arrivare a fare quel concorso, ad essere, comunque, risultati idonei e non poter partire e fare quello che è il lavoro che desideravano fare, seppure avrebbero potuto farlo, perché li abbiamo sospesi per aver cambiato i requisiti all'interno. Questa è una violazione dei diritti: queste persone hanno diritto di partire, così come è stato detto anche dal TAR e così come è stato detto dal Consiglio di Stato. Pregherei cortesemente di rivedere il parere, anche perché questo è semplicemente un ordine del giorno, quindi è un impegno che, quanto meno, dovrebbe prendere il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscriviamo l'ordine del giorno della collega, perché ricordo che questo era un impegno trasversale preso con questi cittadini che avevano partecipato a un concorso della Polizia.

Come sapete tutti, oramai, perché da sempre noi, come Fratelli d'Italia, siamo stati in piazza con loro, ma con altre forze politiche, si era preso un impegno ben preciso, cioè di rimettere a posto quello che la politica, in maniera vergognosa, aveva tolto, cambiando i requisiti di una graduatoria quando la graduatoria era già chiusa e stava andando avanti.

Non solo: il TAR e il tribunale gli hanno dato ragione. Non solo: tutti hanno garantito che dovevano cominciare un corso allievi di Polizia, ma, nonostante questo, nonostante le promesse del Governo, si continua ad aspettare delle sentenze. Grazie al cavolo, si aspettano le sentenze del tribunale mentre i corsi sono già partiti e loro sono ancora a casa, mentre dovrebbero essere a un corso di Polizia, come il TAR ha deciso, come anche il Consiglio di Stato ha deciso, come giustizia vuole che questi ragazzi non si possano vedere cambiare i requisiti di una graduatoria già chiusa, in corso, soprattutto perché a 26 anni non si è più vecchi per essere poliziotti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo una precisazione, perché qui su, purtroppo, l'acustica non è buona. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110, se la sottosegretaria, Viceministro, mi può riformulare, per cortesia, l'impegno.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Novelli, arriveremo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110. Adesso stiamo per votare l'ordine del giorno Giannone.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/4 Giannone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre i colleghi prendono posto per la prima votazione, ricordo che abbiamo di fronte a noi 192 ordini del giorno, quindi vi prego di stare il più possibile in Aula, così cerchiamo di accelerare un po' i tempi.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/5 Emanuela Rossini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/6

Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Solamente per chiedere, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/5 Emanuela Rossini, se posso essere autorizzato a sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Penso che non ci sia problema, ancorché la deputata Rossini debba confermare: non la vedo, però. Conveniamo che è firmatario dell'ordine del giorno, salvo diverse indicazioni.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/6 Plangger, parere favorevole da parte del Governo. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/7

Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, anche su questo, chiedo di essere autorizzato a sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Plangger, va bene, quindi è cofirmatario.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/7 Lupi, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Io chiedo un attimo di attenzione all'Aula e anche al sottosegretario una possibilità di rileggere il testo di questo ordine del giorno e mi permetto, nella dichiarazione di voto, di sottolineare un passaggio. Vedo anche il collega Delrio in Aula e credo che, non solo per l'amicizia, ma per il lavoro che lui ha fatto, possa comprendere l'oggetto di questo ordine del giorno. Si tratta dell'articolo 35: la revoca delle concessioni. È evidente che su questo tema vi sono pareri diversi in Aula e, quindi, non entro nel merito di questo, ma io credo sia interesse del Governo, della maggioranza, ma di tutto il Parlamento, dare la possibilità di individuare una via d'uscita su un tema che interessa il sistema economico ed infrastrutturale di questo Paese e la certezza del diritto.

Mi spiego, sono tre questioni molto semplici che non entrano nel merito della polemica. La prima: sul tema della revoca noi abbiamo già il codice dei contratti pubblici che prevede dei casi di revoca in recessione e il Governo dice: ho bisogno di un'arma più forte nella trattativa col concessionario e lascia l'articolo 35. Secondo: attenzione - lo dico al Governo -, dietro ASPI e dietro qualsiasi revoca non ci sono solo - tra virgolette - i proprietari e i soggetti privati, perché ASPI - faccio un esempio, perché non si sa - ha appena emesso un debito andando sul mercato a chiedere ai risparmiatori di finanziare questo debito, che è stato sottoscritto da 17 mila risparmiatori privati. Il Governo è più volte intervenuto sul caso delle banche perché i risparmiatori privati, che hanno sottoscritto, per esempio, obbligazioni o altro, fossero tutelati; in caso di revoca, questi 17 mila risparmiatori privati, che hanno sottoscritto quel debito, chi li tutela? Quali danni, oltre al tema della revoca, cioè del rapporto tra società e Stato, provocherebbe al Governo, se non si individua una strada corretta, e quali danni dovremmo andare a pagare ai risparmiatori privati, 17 mila risparmiatori? Terzo elemento: la Corte europea e il Consiglio di Stato si sono già più volte espressi, dicendo che, in caso di revoca, ci deve essere assolutamente un indennizzo. Quindi, il dispositivo che io propongo al Parlamento non è di dire “non revocare”, ma di dire - e lo leggo -: invita il Governo a riesaminare l'intero dossier sul sistema concessorio e a misurare quali potrebbero essere le ricadute, a scala nazionale e internazionale, relative alle partecipazioni di capitali privati in attività finanziarie promosse dallo Stato; ad analizzare quali possono essere, in termini di sicurezza della rete, i danni generati dalla temporanea assenza di un soggetto interlocutore responsabile della gestione. In sintesi: proprio mentre approvate l'articolo 35, da me non condiviso, credo che il Parlamento possa, attraverso un ordine del giorno, dare un indirizzo al Governo e dire: attenzione, è un tema delicato, prima di prendere qualsiasi decisione, verifica i danni, le opportunità, quali sono i soggetti in causa, e prendi poi le decisioni. Suggerisco al Governo, per esempio, che si può votare per parti separate. Cioè, credo che la premessa non lo possa condividere il Governo o la maggioranza, ma il dispositivo secondo me è un interesse di tutti. In ogni caso, qui non c'è in gioco - e concludo, signor Presidente - il parere contrario, stiamo parlando di interessi dell'Italia, stiamo parlando di infrastrutture, stiamo parlando di certezza del diritto, di investimenti. Quando è possibile revocare? Non c'è in gioco la responsabilità del tal concessionario e dell'altro concessionario, c'è in gioco il fatto che qualsiasi Governo, di qualsiasi parte politica, in un Paese che è l'Italia, che ancora deve essere in Occidente, deve garantire la certezza del diritto, deve garantire la certezza di quei 17 mila risparmiatori che, avendo ASPI un rating AAA+, hanno sottoscritto quel debito concessorio. Ecco, io credo che - me lo auguro, ma lo dico con passione - che l'intero Parlamento comprenda in questo passaggio, che è quello degli ordini del giorno, e che sia utile dare questo spiraglio. Avrebbe interesse - lo dico anche alla maggioranza e al Governo - avere questo spiraglio, poi ovviamente discuteremo nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, mi sembra che le argomentazioni portate dal collega Lupi siano molto pertinenti.

Ovviamente, l'articolo 35 può essere interpretato come un rafforzamento delle ragioni nel confronto con il concessionario, però questo non è in contrasto con l'approvazione di un ordine del giorno - almeno per la parte del dispositivo, dell'impegno al Governo - per collocare anche la questione della revoca dentro una revisione complessiva dell'intero sistema concessorio; tra l'altro, ricordo che i precedenti delle revoche non sono stati positivi nella storia di questo Paese e vorrei citare, per tutti, il caso di Longarini. Questa mi sembra una cosa banalmente di buonsenso, che sarebbe bene accogliere, che dà più forza al Governo nella trattativa che comunque si aprirà, piuttosto che scegliere la strada di un brutale confronto di natura giudiziaria il cui esito è tutto da verificare. Quindi suggerisco un voto per parti separate e, per quel che mi riguarda, per la parte riferita all'impegno del Governo, il mio voto favorevole c'è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, innanzitutto intervengo per sottoscrivere, come anche il collega Pettarin, l'ordine del giorno. L'onorevole Lupi ha in maniera sintetica centrato alcune questioni, una molto rilevante, che è affrontata in modo ragionevole dall'ordine del giorno. Si tratta di un impegno che porta ad analizzare anche tutti gli effetti di carattere negativo che possono rivelarsi e riverberarsi sia sugli investitori sia, dall'altro lato, sui costi che potrebbe affrontare lo Stato in una trattativa che dovesse poi concludersi con un atto di revoca, cioè con uno scioglimento unilaterale, non concordato del rapporto convenzionale. La Corte di giustizia europea e il Consiglio di Stato - nell'ordine del giorno è citato - hanno sempre ribadito che qualsiasi revoca, ma anche le assegnazioni temporanee - per esempio i passaggi ad ANAS di una gestione - devono essere tutti assistiti da meccanismi compensativi adeguati, e che ogni atto che può avere natura espropriativa o carattere espropriativo - come in questo caso, perché si potrebbe giungere a questo - non può realizzarsi senza una precisa valutazione e un'adeguata determinazione delle compensazioni e degli indennizzi. Allora, l'ordine del giorno non sposta nulla rispetto al portato normativo dell'articolo 35, ancorché quella norma io sono certo che sarà di carattere costituzionale, quantomeno nella parte in cui non determina meccanismi automatici di subentro, di assegnazione, indipendentemente dall'adeguato indennizzo, che è previsto dalla Carta costituzionale, in particolare anche sulla funzionalizzazione della proprietà privata, della gestione privata e del rapporto impresa-Stato, che è tipico della Costituzione economica e del nostro modo di intendere la esternalizzazioni nell'attuale regime ordinario e costituzionale. Questa è una tipicità italiana. Quindi, io ritengo che non toccando direttamente la norma, semplicemente, l'impegno è volto anche a dare ai mercati, alle imprese e ai lavoratori una tranquillità che lo Stato affronterà questa tematica in maniera ragionevole, valutando ogni aspetto relativo anche all'analisi degli effetti e delle ricadute di carattere negativo, dei costi che può subire lo Stato e di quello che è poi l'approccio con i lavoratori e, dall'altro lato, come hanno ben sottolineato gli onorevoli Lupi e Tabacci, il tema fondamentale dei risparmiatori, che comunque sono stati chiamati a partecipare, a investire, come anche investitori non professionali. Allora, tutto questo, se uno legge il dispositivo dell'impegno, è ragionevole, di buonsenso e, semplicemente, va nell'ottica di molte dichiarazioni del Governo, anche dello stesso Premier Conte, che ha più volte detto che non è che si può fare un atto unilaterale di scioglimento del rapporto indipendentemente da una valutazione preliminare, che poi, del resto, è obbligatoria per legge. Qui, semplicemente, l'ordine del giorno caratterizza e determina un comportamento e una condotta della mano pubblica ragionevole, che può trovare soluzioni rispetto anche all'esito finale dello scioglimento unilaterale. È in linea con molti degli ordini del giorno e degli emendamenti che avevamo presentato noi al “Milleproroghe” su questo tema. Mi rivolgo, quindi, al Governo, ma anche, a questo punto, al PD, a Italia Viva, perché si tratta di questioni che sono affrontate con quell'equilibrio e con quella razionalità che nulla spostano rispetto all'intento e alla ratio principale della norma dell'articolo 35, per cui valutatelo nel merito e nella possibilità; quantomeno, mi rivolgo anche al sottosegretario, io penso che possa essere affrontato favorevolmente, perché non sposta nulla rispetto a quello che è l'intento del Governo, o meglio, lo rende più ragionevole nelle soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà, per un minuto.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, naturalmente per chiedere, come già preannunciato dal collega D'Ettore, di essere autorizzato a sottoscrivere l'ordine del giorno e per ricordare che le osservazioni fatte sono ancor più significative quando pensiamo che qui siamo sul filo del rasoio del diritto comunitario. Ricordo che uno dei princìpi determinanti del diritto comunitario è il “pacta sunt servanda” e questa normativa tutto fa, meno che conservare i patti pregressi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Il parere del Governo è assolutamente condivisibile su questo ordine del giorno per diverse ragioni; poi, quando faremo gli interventi in dichiarazione di voto cercherò di essere più analitico. Ora, quello che mi preme sottolineare è che le valutazioni che si richiedono nel dispositivo dell'ordine del giorno del collega Lupi mi pare siano state molto presenti nel comportamento del Governo. Credo che sia anche infondato sottolineare una temporanea assenza di un soggetto interlocutore responsabile della gestione, perché, come indicato nell'articolo 35, è previsto il subentro di un gestore, che, in particolare, è l'ANAS.

Dopodiché vorrei, con grande attenzione alle posizioni di tutti, ricordare che questa logica dei pacta sunt servanda e dei diritti acquisiti dovrebbe essere considerata alla luce di convenzioni che sono totalmente sbilanciate e assolutamente favorevoli al concessionario. Non è l'opinione del sottoscritto e vi invito a leggere tra i vari documenti che sono stati prodotti in merito al dossier “autostrade”, non uno dei tanti paper di ricerca ma una delibera della Corte dei conti, nelle conclusioni della quale è indicato che siamo di fronte a una normativa - perché, come sapete, poi, le concessioni sono state anche tradotte in normative - assolutamente sfavorevole all'interesse pubblico. Se andate a vedere i dati riportati dalla Corte dei conti - lo ripeto, dalla Corte dei conti - i signori delle autostrade, nel periodo 2012-2017, hanno aumentato le tariffe del 14 per cento a fronte di un'inflazione che è rimasta piatta. Si potrebbe dire: questi signori, con le maggiori entrate dell'aumento delle tariffe hanno fatto tanti investimenti. Ebbene, sempre dalle tabelle della Corte dei conti viene fuori che gli investimenti di questi signori della rendita - perché di tale questione stiamo parlando - nello stesso periodo in cui le tariffe aumentavano del 14 per cento, a fronte di un'inflazione nulla, sono passati da 2 miliardi e 63 milioni a 959 milioni: più che dimezzati. Che cosa è successo con queste maggiori entrate dall'aumento delle tariffe? L'utile netto è aumentato del 50 per cento, da un miliardo a oltre un miliardo e mezzo all'anno; quindi, signori, la revoca è un atto dovuto a difesa dell'interesse generale, perché con quel diritto acquisito a cui fate riferimento si sta alimentando una rendita spropositata.

Dopodiché, sarà la magistratura ad andare fino in fondo sulle responsabilità specifiche di ponte Morandi, ma la norma è generale, è una norma che vuole avere un impatto sistemico e va salvaguardata, perché il sistema che si vuole difendere è un sistema inaccettabile, non solo inefficiente, ma inaccettabile sul piano della giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Signor Presidente, solo per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, ancor più convintamente dopo l'intervento dell'onorevole Fassina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Presidente, devo dire che sono rimasto molto sorpreso dall'andamento dei lavori sull'articolo 35 in discussione… scusi, Presidente, c'è un rumore che non si riesce a parlare in quest'Aula…

PRESIDENTE. Colleghi…

EDOARDO RIXI (LEGA). Soprattutto, quello che abbiamo notato in queste settimane, è il fatto degli incontri che dovevano essere fatti con tavoli con tutti i concessionari autostradali, per, come diceva l'onorevole Fassina, riscrivere le regole di un settore che abbiamo visto che non funziona, mentre invece il Governo ha deciso di incontrare singolarmente ogni singolo concessionario, con un principio che manca assolutamente di trasparenza e di condivisione. Quindi, non sappiamo dove stiamo andando, non sappiamo come verrà applicato questo articolo 35, a chi verrà applicato, se verrà applicato, per cui, credo che da questo punto di vista il commento che ha fatto, invece, il deputato Lupi sia assolutamente condivisibile, perché, o si decide di rivedere il sistema concessionario in maniera trasparente, portando all'esame delle Camere le intenzioni che ha il Governo, oppure continuare a rinviare, facendo promesse ai vari concessionari di utilizzare o meno l'articolo 35 come una minaccia, una pistola scarica, come qualcuno l'ha definito, sinceramente non tutela né lo Stato né la sicurezza stradale.

Vorrei ricordare che l'articolo 13 rinvia l'approvazione dei piani economici finanziari dei concessionari fino a luglio, il che vuol dire che non avremo manutenzioni autostradali fino a luglio e abbiamo quasi tutte le autostrade ormai a corsia unica. Credo che sia un senso di irresponsabilità che sta dimostrando questo Governo che preferisce discutere singolarmente col concessionario, magari, anche per vicinanze politiche di qualche concessionario, che affrontare in maniera trasparente questo argomento. Quindi, credo che a questo Paese la tragedia del ponte Morandi non abbia insegnato nulla e mi dispiace che anche chi era membro del nostro Governo e oggi si trova nel Governo Conte-bis una volta invocava la trasparenza, oggi, invoca l'opacità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste d'intervento, voglio chiedere al deputato Lupi che nel suo intervento aveva messo il condizionale rispetto alla possibilità di procedere alla votazione per parti separate, anche in forza del suggerimento dato dal collega Tabacci, se intende formalizzare la richiesta di votazione per parti separate oppure no. Mi dica; a lei la parola, deputato Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Ovviamente, se questo può facilitare l'approvazione, almeno, del dispositivo, credo che sia utile votare per parti separate. Rimane, ovviamente, la richiesta di parere favorevole sia sulla premessa che sul dispositivo, da parte mia.

PRESIDENTE. Avverto che voteremo prima il dispositivo e poi la premessa, nel caso in cui il dispositivo fosse approvato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli impegni relativi all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/7 Lupi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Come già preannunciato non poniamo dunque in votazione la premessa dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/7 Lupi.

Passiamo all'ordine giorno n. 9/2325-AR/8 Acquaroli: il Governo si è espresso favorevolmente. Ordine del giorno n. n. 9/2325-AR/9 Baldini: c'è una proposta di riformulazione con parere conseguente positivo. Collega Baldini?

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Non ho capito la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Castelli, ce la può ribadire cortesemente.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione prevede di aggiungere al dispositivo “nei limiti della finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Accolto. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/10 Bellucci con parere contrario da parte del Governo. Prego a lei la parola, deputata Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, il parere contrario sul mio ordine del giorno dimostra la totale cecità e sordità da parte delle sinistre di Governo. Ancor più grave questa cecità e sordità perché è a danno di chi ha il compito di difendere i più fragili, cioè parliamo di oltre 300.000 organizzazioni del Terzo settore, parliamo di 5 milioni di volontari, parliamo di 1 milione di operatori sociali che si occupano di tenere in piedi e insieme l'assistenza sociale e sanitaria della nostra Italia. Il vostro parere è del tutto assurdo perché il nostro è un ordine del giorno di buonsenso. Abbiamo cercato in tutti i modi di aiutarvi rispetto ad una assurda mancanza in termini di adeguati decreti attuativi del codice del Terzo Settore. I ritardi sono cronici e, da una parte, il Governo è inerme e ritarda ma, dall'altra, chiede alle organizzazioni del Terzo settore di essere puntuali e di rispettare a giugno un adeguamento degli statuti che non si può fare, perché non avete ancora emanato il decreto attuativo e non avete ancora emanato la regolamentazione del registro unico del Terzo settore. E allora come potete chiedere a quelle organizzazioni di adeguare gli statuti, di andare dal notaio, di evidentemente destinare delle economie ad un adeguamento che non può avere ad oggi, a causa della colpa del Governo, tutti gli elementi per provvedere ad un intervento emendativo corretto del proprio statuto. La vostra cecità e sordità è legata anche al fatto che abbiamo provato a consigliarvi durante i lavori in Commissione con un emendamento; abbiamo provato con questo ordine del giorno a convincervi; ancora oggi ci troviamo in Aula a dirvi che la vostra iniziativa è del tutto assurda. E allora, di grazia, da una parte il Ministro Gualtieri si preoccupa così tanto di proporre emendamenti per dare 900 mila euro alla casa internazionale delle donne e su questo poi evidentemente c'è anche un interesse, dato che ci troviamo in campagna elettorale; dall'altra il Governo propone anche emendamenti per proporre la commercializzazione della cannabis e anche su questo dimostrando vergognosamente di non conoscere come si governa il “Milleproroghe” perché il proprio emendamento viene dichiarato inammissibile.

Ma, per contro, quando c'è da fare un'iniziativa che veramente va a tutelare coloro i quali si occupano di assistenza dei più fragili e, quindi, parliamo di assistenza a bambini abbandonati, a donne vittime di violenza, alla protezione degli anziani, alla protezione dei disabili, a chi versa in una condizione di difficoltà, quando si tratta di intervenire velocemente in maniera urgente a quel punto sì con un “Milleproroghe” che serve, voi siete assolutamente sordi ad ogni aiuto da parte dell'opposizione. Questo è incomprensibile. Le sinistre di Governo si battono quando si tratta di difendere un'organizzazione del Terzo settore che si trova in mezzo al Mediterraneo, ma quando si tratta di pensare a tutte le organizzazioni, a quelle che silenziosamente ogni giorno difendono i più fragili e intervengono in situazioni di emergenza, allora invece chiudete gli occhi ma soprattutto chiudete il cuore e lasciate sole e abbandonate quelle realtà. Ma che senso ha? Ma voi del sociale che cosa fate, materia e tema di campagna elettorale? E poi quando siete in Parlamento e dovete fare misure giuste, invece ve ne dimenticate? Allora, sono veramente basita, indignata, preoccupata e vi ho portato in tutti i modi il grido di aiuto e la richiesta che veniva da parte di quelle 300.000 organizzazioni, la parte sana della nostra società, l'unico settore che in Italia è in crescita, che dà posti di lavoro e opportunità, che accompagna i nostri ragazzi nel poter vivere la propria vita in maniera piena all'insegna della solidarietà e dell'amore verso l'altro.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Questa maggioranza di Governo, queste sinistre dimostrano continuamente invece anche attraverso questa contrarietà di essere cieche, sorde, e, permettetemi, in questo caso anche senza cuore. Questa è la sinistra, quella che non dà attenzione e importanza al sociale; questa è invece la destra quella che del sociale…

PRESIDENTE. Concluda, per favore, ha esaurito il suo tempo.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …ne fa attenzione e poi amore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Per dire che voto convintamente contro l'ordine del giorno in esame perché, prima di fare interventi come questo, bisognerebbe conoscere e bisognerebbe sapere. Peraltro poche settimane fa, tre settimane fa, è uscito ad esempio un decreto collegato alla riforma del Terzo settore sulle erogazioni liberali e sulle donazioni e le norme fiscali legate alle associazioni e agli enti del Terzo settore sono già in vigore dal 1° gennaio 2018 e questi passaggi sono tutti funzionali all'entrata in vigore del registro unico nazionale e anche propedeutici all'approvazione da parte dell'Unione europea di tutto il pacchetto soprattutto delle misure fiscali che vanno proprio nella direzione, finalmente dopo tanti anni, di mettere il Terzo settore nelle condizioni di crescere, di strutturarsi e di dare senso a tutte le attività di interesse generale che sono inserite all'interno della riforma del Terzo settore a cui finalmente si dà dignità anche giuridica e anche fiscale, perché la riforma del Terzo settore ha fatto questo e dare informazioni sbagliate e fuorvianti, come è stato fatto questa mattina, non è un buon servizio al Terzo settore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/10 Bellucci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/11 Bignami, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo doveroso in premessa ricordare all'Aula e anche a tutta la nostra nazione come oggi pendono dinanzi ai nostri organi di giustizia oltre 5 milioni e mezzo di cause di cui 1 milione e 300 mila circa…

PRESIDENTE. Colleghi deputati, chiedo scusa, deputato Bignami: aspettiamo un attimo che si faccia silenzio, altrimenti non è possibile ascoltarla. Prego, prosegua.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo doveroso in premessa ricordare come oggi, dinanzi ai tribunali italiani, pendano oltre 5 milioni e mezzo di cause, di cui circa 1 milione e 300 mila incardinate davanti agli uffici dei giudici di pace, i quali, nel nostro sistema giustizia, recitano un ruolo assolutamente fondamentale per la tenuta complessiva del sistema giudiziario. Nonostante ciò e nonostante la disponibilità spesso anche, direi, quasi eccessiva che i giudici di pace mostrano nello svolgimento delle proprie funzioni, registriamo ormai da tempo, dai Governi di marca rosso-gialla, rossa, tecnici, quello che voi volete, un'ostilità nei confronti di questa categoria, a cui tuttavia sono affidate anche funzioni ben importanti, probabilmente anche quelle più sentite dai cittadini presi da vicende di rilevanza giudiziaria comune, sia in materia penale che in materia civile. Oggi i giudici di pace sono, direi, l'unica categoria di lavoratori sprovvista di assistenza sanitaria, di strumenti minimi di supporto sociale come l'istituto della maternità; sono una delle ultime categorie che lavora addirittura a cottimo, vedendosi retribuita in base alla sentenza. E nonostante questo ruolo fondamentale, oggi il Governo esprime un parere contrario sulla possibilità, raccogliendo le istanze che tanti giudici di pace hanno, in un senso di onore e dovere nei confronti della nostra patria, messo a disposizione, che i giudici di pace rimangano in servizio, laddove essi vogliano, fino ai 73 anni: cosa che, a nostro modo di vedere, non solo costituisce un vulnus rispetto alla disponibilità di questi servitori dello Stato, ma anche rispetto a quello che è il futuro del sistema ordinamentale giudiziario. Allora il motivo per il quale noi chiediamo che l'ordine del giorno venga messo ai voti, pur apprendendo della contrarietà del Governo, è per fissare le responsabilità in quest'Aula di chi è a favore di una categoria verso cui crediamo come cittadini si debba dire grazie, e chi invece continua nella sua battaglia di ostilità nei confronti dei giudici di pace (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/11 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/12 Bucalo.

Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, con questo ordine del giorno avevo chiesto la possibilità di prevedere la riapertura della moratoria sanzionatoria per la tardiva emissione della fattura elettronica, che sta ancora oggi provocando tanta preoccupazione soprattutto tra le aziende, i professionisti e soprattutto i piccoli esercenti. E soprattutto sapete perché? Perché ci sono sanzioni elevatissime anche per piccoli ritardi. Bocciando, quindi, questo ordine del giorno, il Governo continua ancora ad accanirsi in modo ingiustificato contro i contribuenti. L'invio tardivo della fattura elettronica è solo una mera formalità e quindi dovuta non al contribuente, che non vuole evadere, ma soprattutto alla poca dimestichezza che ha con il mondo digitale. Si continua così, ancora di più, ad ammazzare un Paese intero!

Io chiedo al Governo di poter rivedere questo parere, per il bene soprattutto dell'intero Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/12 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/13 Butti. C'è un parere favorevole condizionato all'accettazione della riformulazione, che viene accolta dal collega Butti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/15 Caretta con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Presidente, con la legge di bilancio per il 2020 è stata istituita una tassa sulle bevande zuccherate, la cosiddetta sugar tax, che è stata introdotta nella misura di 10 euro ogni 100 litri di bevanda. L'idea che sottende questa tassa è chiaramente quella dell'imposta pigouviana, quindi l'idea di disciplinare il comportamento dei consumatori tramite maggiori imposte per disincentivare l'acquisto di bevande zuccherate.

Tuttavia, sono numerosi gli studi scientifici comportamentali che attestano che un consumatore difficilmente ridurrà il consumo di bevande zuccherate in seguito all'introduzione dell'imposta in oggetto, ma preferirà acquistare prodotti surrogati non tassati. Va ricordato che questa imposta, combinata con la cosiddetta plastic tax, ha già sortito degli effetti negativi ancor prima di entrare in vigore: voglio ricordare l'esempio della Sibeg, azienda che imbottiglia bevande a marchio Coca Cola, che ha annunciato che, senza una rimodulazione dell'imposta, dovrà delocalizzare tutte le sue attività produttive in Albania.

Escludendo multinazionali di questo tipo, numerosi dubbi sono stati espressi anche da produttori locali di zucchero italiano, il nostro zucchero made in Italy. Ricordo che in Italia sono 7 mila le aziende agricole che forniscono barbabietole agli zuccherifici, con 30 mila ettari coltivati, garantendo una corretta rotazione agronomica e contribuendo alla sostenibilità dei territori. Tali aziende, che rappresentano circa 25 mila persone concentrate in Emilia-Romagna e in Veneto, con una produzione pari a circa il 15 per cento della domanda di zucchero italiano, verrebbero penalizzate ulteriormente da questa imposta, che non tiene conto delle difficoltà a cui vanno incontro tutti i giorni i nostri produttori nazionali. Ecco, Presidente, con questo ordine del giorno noi volevamo chiedere al Governo di rinviare l'entrata in vigore della sugar tax almeno fino al 2022, per dare modo di predisporre un confronto più approfondito con le realtà produttive italiane e salvare dall'ennesima mazzata erariale le nostre aziende; salvare anche un settore importante, che è quello degli zuccherifici, che è quello del nostro zucchero made in Italy. Chiedo al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Approfittiamo intanto per salutare studenti e gli insegnanti della Scuola secondaria “Falconetto” di Padova (a proposito di Veneto), che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Li ringraziamo per questo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/15 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine il giorno n. 9/2325-AR/16 Cirielli parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine il giorno n. 9/2325-AR/17 Ciaburro parere contrario del Governo: lo pongo in votazione?

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/17 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno 9/2325-AR/19 Luca De Carlo è accolto dal Governo. Ordine il giorno n. 9/2325-AR/20 Delmastro Delle Vedove parere contrario del Governo: lo pongo in votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/20 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine il giorno n. 9/2325-AR/21 Donzelli parere contrario del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/21 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine il giorno n. 9/2325-AR/22 Ferro c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, come convenuto, noi chiediamo, accogliendo la riformulazione, solo su questo ordine del giorno, che sia posto in votazione perché riteniamo che possa essere utilmente rafforzato dal voto dell'Aula, anche in ragione delle considerazioni e del dibattito che c'è stato in Commissione, e prendiamo atto che il Governo ha condiviso una posizione che in Commissione aveva trovato anche qualche contrarietà.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/22 Ferro, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/23 Foti il parere del Governo è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/24 Frassinetti il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Molto brevemente, signor Presidente, approfittando anche della presenza del Ministro dell'Istruzione Azzolina. Questo ordine del giorno riguarda la riapertura delle graduatorie per fare in modo che gli insegnanti esclusi possano essere inseriti e partecipare. Abbiamo, e non è una novità, un grandissimo precariato nel campo dei docenti. La stabilizzazione, che è l'obiettivo da raggiungere, si può fare, riaprendo le gare e dando l'opportunità anche ai diplomati magistrali che sono stati coinvolti in quella questione, che è nota a tutti, di esclusione, di potere essere riammessi. È un modo di reclutamento degli insegnanti, il Governo ci ripensi e adotti delle iniziative normative entro il 30 giugno 2020. Questa è la nostra richiesta, è la richiesta di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/24 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/25 Galantino c'è una riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/26 Gemmato parere contrario da parte del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/26 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/28 Lucaselli c'è una riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/29 Mantovani parere contrario del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/29 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 10,35)

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/30 Meloni, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/31 Mollicone parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/32 Montaruli parere contrario: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/32 Montaruli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/33 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2325/34 Prisco, favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/2325/35 Rizzetto, favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2325/36 Rotelli, inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2325/37 Silvestroni, raccomandazione. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare al Governo, che ha dato questo parere come raccomandazione, che a gennaio approvammo una mozione unitaria sui segretari comunali e il Governo prese l'impegno, per quanto riguarda la parte del trattamento economico soprattutto per i comuni montani e i piccoli comuni, che il trattamento economico, appunto, fosse messo a carico del Ministero dell'Interno. Questo era l'impegno del Governo e ora nel “Milleproroghe” il Governo non l'ha reinserito. Uno, significa che quella mozione unitaria allora è stata una presa in giro nei confronti dei piccoli comuni e dei comuni montani. Quindi, o viene riformulato con un parere favorevole oppure chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Governo?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Possiamo anche trasformarlo in parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Perfetto, parere favorevole. Andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/38 Trancassini, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/39 Zucconi, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/39 Zucconi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/40 Dall'Osso, con parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, suppongo che il Governo non abbia capito il mio ordine del giorno - era a loro tutela - e quindi, coinvolgendo i parlamentari del MoVimento a controfirmarlo, io ritiro anche la mia firma. Potete controfirmarlo.

PRESIDENTE. Quindi, lo vuole ritirare? È ritirato. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/41 Rostan, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/42 Fassina, favorevole con riformulazione: accetta. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/43 Gagliardi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/44 Macina, inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/46 Barbuto, favorevole con riformulazione: accetta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/47 Siragusa, favorevole con riformulazione: accetta. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/48 Sabrina De Carlo, favorevole. Il deputato Pettarin chiede di parlare, sull'ordine dei lavori?

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). No, voglio chiedere l'autorizzazione per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/48 Sabrina De Carlo di apporre la mia sottoscrizione e, non essendo riuscito prima per tempo a farlo presente, chiedo se sia possibile apporre la sottoscrizione anche all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/31 Mollicone.

PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/2325-AR/49 Misiti, n. 9/2325-AR/50 Roberto Rossini e n. 9/2325-AR/51 Rizzo. Andiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/62 Deiana, favorevole con riformulazione: accetta. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/67 Marino, favorevole con riformulazione: accetta. Il deputato Andrea Romano chiede di intervenire, prego.

ANDREA ROMANO (PD). Mi scusi, Presidente. Voglio chiedere, visto che ha saltato il numero, di poter apporre la mia firma all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/64 Berti.

PRESIDENTE. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/78 Sarli, raccomandazione: accetta?

Chiede di intervenire la sottosegretaria Castelli. Prego.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Se posso intervenire, Presidente, faccio presente che il Governo ritiene che, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/78 Sarli, per come è scritto l'impegno, ci possa essere un favorevole pieno.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/79 Bologna, favorevole con riformulazione: va bene. Ordini del giorno n. 9/2325-AR/81 Lapia e n. 9/2325-AR/82 Ianaro. Chiede di intervenire il deputato Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Immagino che non l'abbia chiamato perché il parere è favorevole. Comunque, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/80 Sportiello.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/80 Sportiello è inammissibile.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Non dubitavo…

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/82 Ianaro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/84 Menga, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/85 Mammì, raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/88 Trizzino, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/94 Pezzopane, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/95 Lacarra, favorevole con riformulazione? È ritirato. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/96 Pini, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo, visto che accetto la proposta di riformulazione sull'impegno ma visto che la premessa era la lettera fatta dai rettori sempre sullo stesso tema e chiedeva, appunto, che la ricerca potesse continuare, quella per cui noi ci vantiamo sempre e facciamo le foto insieme ai ricercatori dello Spallanzani e, però, poi dopo non gli diamo la possibilità di continuare il loro lavoro, chiedo, quindi, se il Governo possa, insomma, rivalutare la proposta di riformulazione almeno per la premessa, tenendo la richiesta dei rettori.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente, lo accogliamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/97 Gribaudo, favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/99 Carnevali, favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/100 Bruno Bossio, parere contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Io sono veramente stranita dal fatto che ieri sera c'è stato un parere favorevole con riformulazione su questo ordine del giorno e oggi, inopinatamente, c'è un parere negativo. Voglio ricordare che l'argomento riguarda il decreto-legge n. 135 del 2018, dove, ricordo, il mio partito, il Partito Democratico, ha votato contro. Oggi si dovrebbe riaprire una discussione su questo decreto estemporaneo, che ha creato grossi problemi alle imprese del trasporto privato non in linea. In particolare, quello che si chiedeva, attraverso la riformulazione che era stata accolta, era semplicemente di riaprire le interlocuzioni bruscamente interrotte dal precedente Governo, questo è stato tolto, nella sede del tavolo di confronto istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, cioè si chiede solo di riaprire un tavolo. Voi mi dovete spiegare perché c'è in questo momento una persecuzione nei confronti di una parte di imprese che lavorano coerentemente e onestamente su questo territorio.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente, il Governo ritiene di poter accogliere il primo impegno del deputato e riformulare nello stralcio del secondo e del terzo con la frase: “a valutare l'adozione di eventuali iniziative, se ricorrono le condizioni, in materia di trasporti non di linea e NCC”, se la collega la accetta.

PRESIDENTE. Prendo atto che lo accetta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/101 Ripani, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Ripani. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RIPANI (FI). Grazie, Presidente. Io mi rivolgo al Governo per avere un cambio di parere su questo ordine del giorno, anche perché - mi riferisco all'ordine del giorno n. 101 - non può essere liquidato con una banale riformulazione “a valutare l'opportunità di”. L'ordine del giorno chiede il completamento del famoso corridoio tirrenico, la A12 Livorno-Grosseto-Civitavecchia, mediante la messa in sicurezza e l'adeguamento della statale Aurelia. Questo ordine del giorno ricalca precisamente quello che è il contenuto di un emendamento, se non erro il 34.016 Ceccanti, che è stato poi sottoscritto da tutte le forze politiche e approvato con consenso unanime in sede di Commissione bilancio. In questo emendamento si procede con l'abrogazione dell'articolo 9 della legge del 12 agosto 1982, che è quella che ha autorizzato la SAT a realizzare l'autostrada A12 Livorno-Grosseto-Civitavecchia, si procede con l'affidamento al 31 ottobre 2028 alla SAT della gestione della sola tratta autostradale aperta al traffico alla data di entrata in vigore della vigente disposizione e si dispone che MIT e SAT procedano alla revisione della convenzione unica vigente. Quindi, coerenza e logica vorrebbero che se è stato approvato l'ordine del giorno, quello che risulta scritto attualmente all'interno dell'articolo 35 veda anche una logica e conseguente approvazione di questo ordine del giorno.

Anche perché, la vicenda del corridoio tirrenico merita una particolare attenzione: si parla di una grande opera incompiuta, di cui si parla per la bellezza di oltre mezzo secolo; si sono realizzati molti più tracciati che chilometri, la statale Aurelia, secondo fonti Istat, risulta essere la strada statale più pericolosa d'Italia, noi abbiamo ormai quotidiani incidenti, purtroppo anche moltissimi incidenti mortali, soltanto 38 nelle statistiche dell'anno 2018, per cui abbiamo una situazione che non è più accettabile, sia per quanto riguarda le criticità in ordine alla sicurezza stradale, ma soprattutto anche in ordine al rilancio economico di una meravigliosa terra, che è quella di Maremma, che vede un pesante gap infrastrutturale che la mortifica e che, sicuramente, non sfrutta quelle che sono le grandissime potenzialità del territorio.

Quella del corridoio tirrenico è una vicenda assolutamente travagliata, chi è del territorio conosce bene tutto l'iter del progetto autostradale, ricorda bene la project review con il Governo Gentiloni, con cui si è passati al reperimento di una soluzione alternativa a quella del progetto autostradale e, quindi, quella dell'ammodernamento e della messa in sicurezza della statale Aurelia, quindi una moderna superstrada. Ci ricordiamo bene la procedura di infrazione della Commissione europea a carico dell'Italia per quanto riguarda la proroga della concessione a SAT, il pronunciamento della Corte di giustizia dell'Unione europea sempre sulla proroga, sull'illegittimità della proroga della concessione di 18 anni a SAT. Si è arrivati, praticamente, ad un certo punto in cui, in Maremma, si è avuta veramente la paura di rimanere, come si dice da noi, con il lumicino in mano, e quindi non avere né la realizzazione del progetto autostradale, tanto meno la messa in sicurezza di una strada che è estremamente pericolosa, per cui si è arrivati ad una soluzione unanime che ha visto finalmente concorde tutta la politica in maniera trasversale, tutte le istituzioni, da quelle locali a quelle regionali, nel procedere con la messa in sicurezza della statale Aurelia.

Quindi, a questo punto, coerentemente con quanto è stato detto anche recentemente dal Ministro De Micheli, che si è assunta un impegno ben preciso nei confronti di queste infrastrutture, e coerentemente con quanto scritto all'articolo 35 del seguente provvedimento, noi chiediamo che ci sia un cambio di parere, anche perché non siamo più arrivati, a questo punto, nella condizione di poter dire “valuteremo l'opportunità di” terminare il corridoio tirrenico. Bisogna che ci sia una presa di posizione netta, decisa, responsabile e seria, anche da parte del Governo e dell'Aula parlamentare, nel dire che il corridoio tirrenico si farà, si completerà con tempi certi e con il recepimento anche delle risorse necessarie, altrimenti siamo portati a pensare che tutto questo sia soltanto l'ennesima “marchetta” elettorale, l'ennesima presa in giro in previsione delle ormai prossime elezioni regionali che si terranno in Toscana nella prossima primavera.

Quindi io chiedo una revisione del parere, altrimenti procediamo e lo mettiamo in votazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Castelli?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Per noi rimane il parere come espresso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Volevo anch'io sottoscrivere questo ordine del giorno perché, ha ragione la collega, abbiamo inserito nel “Milleproroghe” un provvedimento che riguarda il corridoio tirrenico. È un provvedimento importante, è un impegno che aveva preso la Ministra De Micheli e che voglio ringraziare perché ha mantenuto l'impegno, e quindi è un primo passo importante. È una questione di cui si parla da anni e c'è un tema sicurezza, un tema viabilità da non sottovalutare, e oggi per coerenza non costa niente, secondo me, al Governo dare un parere favorevole, riformulare l'ordine del giorno, però dare continuità.

Tra l'altro nella conferenza stampa di pochi minuti fa del senatore Matteo Renzi si parla di piano shock, di sblocca cantieri, e noi vorremmo andare oltre, come gruppo parlamentare Italia Viva, a questo ordine del giorno, che è giusto ma che può andare anche oltre, perché noi vogliamo davvero che si sblocchino i cantieri e anche per il corridoio tirrenico parlare di una legge obiettivo, di una legge specifica che possa derogare a tutte le regole anche del contratto e degli appalti pubblici e possa semplificare. Quindi, ora quello che serve è un impegno forte del Governo per realizzare questa opera.

L'emendamento del “Milleproroghe” è giusto, occorre ora fare di più, approvare una legge obiettivo per tutta una serie di opere pubbliche che sblocchino veramente i cantieri. Quindi, non conferenze di servizio, ma deroghe col controllo di tutte le autorità, ma deroghe veloce e responsabilità nell'arrivare all'esecuzione dell'opera. Quindi, dobbiamo, con coraggio, eseguire le opere, sbloccare i cantieri, approvare per ogni opera una legge obiettivo e anche per il corridoio tirrenico noi chiediamo, come Italia Viva, una legge obiettivo che consenta di realizzare l'opera, soldi, meno burocrazia e semplificazione.

Invito il Governo davvero a rivedere il parere, perché, tra l'altro, è in contrasto con l'emendamento firmato da tutta la maggioranza e che è entrato nel provvedimento e indebolisce la Ministra De Micheli, che comunque ci ha messo la faccia e sta avviando la risoluzione di questo problema, che, devo ammettere, e guardo a tutti gli anni però, anche ai nostri Governi, ma anche a quelli che vengono, se ne parla da trent'anni. Quindi, ora che stiamo cambiando insieme e ci stiamo mettendo tutti la faccia per risolverla, mi sembra davvero, questa presa di posizione del Governo di dare un parere contrario, incoerente, in contrasto e dalla quale, comunque, mi dissocio con forza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Velocemente, anche per sottoscrivere l'ordine del giorno. Le opere pubbliche sono le opere pubbliche: su qualsiasi libro di politica economica c'è scritto che, sbloccando le opere pubbliche e riaprendo i cantieri, l'economia riparte. Da toscano, non posso che essere d'accordo con la collega Ripani e con il collega Ferri. Ricordo a quest'Aula che il l'ex Ministro Matteoli è morto su una strada per la quale ha combattuto per tutta la vita. Io, francamente, non capisco questo incaponirsi da parte del Governo a non aprire neppure uno spiraglio per risolvere un problema che è annoso e che isola completamente intere città del sud della Toscana che non riescono a decollare proprio per colpa di questa opera, che non vedrà mai, almeno con questo Governo, la fine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno dei colleghi Ripani e Battilocchio. Si tratta di una questione - come ha notato anche il collega Ferri - di coerenza applicativa di una norma che è stata già modificata in sede emendativa. Allora, non si capisce per quale ragione non si possa prendere un impegno. Mi rivolgo al Vice Ministro, che è stata attenta anche su questa parte in sede di lavori delle Commissioni: più che valutare l'opportunità, è oramai un impegno che il Governo può prendere, così come aveva preso il Governo precedente lo stesso impegno. È semplicemente la volontà di esprimere questa direzione in ordine a un'opera fondamentale, perché la tratta Grosseto-Capalbio-Civitavecchia riguarda poi anche…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …gli interessi di due regioni. Ho concluso, semplicemente dicendo, grazie, Presidente, che mi fa concludere sempre all'orario perfetto, preciso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Per suo tramite, vorrei invitare la collega Ripani, firmataria di questo ordine del giorno, ad accettare la riformulazione proposta dal Governo. Mi permetta un minuto: io sono autore dell'emendamento che lei ha citato, che, poi, è stato firmato da tutti i capigruppo nelle Commissioni, che è stato accolto nel testo che oggi voteremo e che va proprio nella direzione da lei auspicata e, cioè, sbloccare la convenzione SAT e, quindi, rimettere nelle mani di ANAS, auspicabilmente, il completamento di quella tratta superstradale, così lo sappiamo tutti che è stata definita. È questa una misura che abbiamo approvato e che oggi approveremo nel testo finale che, finalmente, sbloccherà quella tratta - dobbiamo ricordarlo - ed è anche un auspicio di tutto il territorio, di tutte le forze politiche del territorio, compreso, mi permetto di citarlo, il sindaco di Grosseto, presidente della provincia di Grosseto, che certamente non appartiene al Partito Democratico. È un lavoro che stiamo facendo tutti sul territorio, che, finalmente, permetterà di completare quella tratta, al di là delle contrapposizioni politiche. Quindi, questo ordine del giorno, così come viene riformulato dal Governo, va nella direzione giusta. Se vogliamo per un attimo uscire dalle nostre contrapposizioni e fare, tutti insieme, un passo nella direzione giusta, oggi è l'occasione per farlo. Quindi, davvero, lo sottolineo ancora una volta, l'invito alla collega è ad accettare la riformulazione proposta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Per sottoscrivere, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere e per dire che il Governo precedente, tra l'altro, aveva inserito quest'opera tra le opere dello “Sblocca cantieri” che dovevano essere messe con il commissario dopo varie riunioni a Palazzo Chigi. Ora, siccome a Palazzo Chigi è rimasto lo stesso Presidente del Consiglio del Governo precedente, mi sembra surreale che ci si domandi ancora se quest'opera deve essere fatta, non deve essere fatta e ci debba essere addirittura ammorbidito un ordine del giorno. Mi sembra che prima di pensare a leggi nuove, mi piacerebbe che l'attuale Governo, per lo meno, iniziasse a sbloccare gli 11 miliardi di euro privati sulle concessioni autostradali e iniziasse a dar vita a quelle opere, come la Gronda di Genova, che già nel vecchio Governo erano state sbloccate e l'attuale Governo, nonostante il Ministro De Micheli abbia più volte dichiarato ai giornali che avrebbe concluso l'iter entro dicembre, continua a non firmare i piani economici-finanziari per le nuove opere.

Quindi, ritengo che l'ordine del giorno sia importante e come questo ordine del giorno se ne potrebbero fare almeno altri trentasei che erano le opere individuate dal vecchio Governo e dalla vecchia maggioranza, con il Presidente del Consiglio che torna a dire lo stesso di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma si è dimenticato quello che aveva detto di fare a maggio dell'anno scorso e non ha mai fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Grazie, Presidente. Io ieri ho sentito il Presidente del Consiglio fare appello a tutte le forze di maggioranza e minoranza rispetto alla necessità di una leale collaborazione per dare una prospettiva a questo Paese, citando anche la necessità di fare opere pubbliche importanti. Questa è un'opera pubblica importante che la Toscana e un pezzo d'Italia stanno attendendo da anni. Allora, se si richiede, come Governo, la collaborazione al Parlamento, io credo che, su un tema come questo, il Governo debba dimostrare di credere in ciò che dice il Presidente del Consiglio. Allora, un po' di sensibilità, sottosegretario: rimettetevi all'Aula. Il tema dell'ordine del giorno Ripani è un tema condiviso, perché, di fatto, ricalca, in maniera pressoché letterale, un emendamento portato avanti da un collega del Partito Democratico e, quindi, della vostra maggioranza. Abbiate il buonsenso di rimettervi all'Aula, si mette in votazione e vediamo che esito questa votazione porterà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo di controfirmare l'ordine del giorno e rammento anche la situazione, che sopportiamo da più di cinquant'anni, di promesse sulla tratta Livorno-Roma. Chiediamo veramente che il Governo si metta una mano sulla coscienza per far sì che quest'opera effettivamente venga alla luce. Mi fa piacere che anche il collega Ferri sia della nostra opinione e, quanto meno, mi auguro che tutta la maggioranza riveda la propria posizione e che questa opera veda una buona luce e una nuova luce, effettivamente, dopo il buio di cinquant'anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Presidente, per sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Perfetto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/101 Ripani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/102 Germanà, accolto come raccomandazione: Germanà? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/103 Mandelli, ordine del giorno n. 9/2325-AR/104 Cassinelli… Ordine del giorno n. 9/2325-AR/105 Pittalis, raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signor Presidente, non vorrei che l'ordine del giorno da me proposto e retrocesso a raccomandazione dalla rappresentante del Governo sia un tentativo di annacquare il problema posto, che è il diritto dei sardi alla mobilità.

Signora sottosegretario, forse il problema non l'avete colto nella sua gravità. C'è una compagnia aerea che ha chiesto la messa in liquidazione, c'è un problema della continuità territoriale, anche con riferimento ad inefficienze, anche del Governo italiano, oltre che della scarsa voce che questo Governo ha nei tavoli a Bruxelles: non avete ancora saputo rappresentare quello che in altri Paesi, dalla Francia alla Spagna al Portogallo, si sta facendo.

Non assuma il tono infastidito, signora sottosegretaria, e abbia la pazienza e anche il garbo di seguire quello che le sto rappresentando.

PRESIDENTE. Collega Pittalis, con calma.

PIETRO PITTALIS (FI). Sì, signor Presidente. Fuori di questo palazzo c'è l'intera giunta regionale sarda, ci sono i rappresentanti del Movimento per l'insularità, c'è una parte della Sardegna, c'è tutta la Sardegna, se è vero come è vero che i rappresentanti di questo Parlamento, di tutte le forze politiche, sono usciti fuori per manifestare la solidarietà. E notiamo un'attenzione non all'altezza da parte di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la ragione per la quale io vorrei che il Governo prendesse a cuore il problema vero e che la vertenza dei lavoratori di Air Italy sia, signora sottosegretaria, non una vertenza confinata solo nell'ambito della regione Lombardia e della regione sarda, dove i 1.450 dipendenti svolgono il loro servizio, ma sia una vertenza nazionale, al pari di altre vertenze che questo Governo ha affrontato. Allora, Presidente, su questa raccomandazione chiedo, proprio per rappresentare che la politica non lascia irrisolti i problemi posti da una regione come la Sardegna, che vi sia il voto di questo Parlamento, perché ritengo che ci debba essere una forte spinta perché questo problema sia un problema avvertito da tutte le forze politiche e non un problema che, dopo questa seduta, venga lasciato nel dimenticatoio. Mi auguro che vi sia un voto corale e unanime a sostegno di un'azione forte che il popolo sardo in questo momento sta facendo su questo fronte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Signor Presidente, intervengo per ricordare al collega Pittalis, ma a tutta l'Aula, che, rispetto al tema continuità territoriale aerea e rispetto alla crisi Air Italy, che ci sta impegnando in questi giorni tutti quanti, ci sono due importanti provvedimenti che verranno assunti, uno, che verrà assunto immediatamente, nelle prossime ore, dalla Ministra De Micheli, è quello della proroga del regime di continuità territoriale aerea, in modo tale da consentire alla regione Sardegna, alla giunta regionale - che sino ad ora non lo ha fatto - di predisporre un adeguato bando di continuità territoriale aerea che possa essere accettato dall'Unione europea. Ma aggiungo di più, perché, lo ha detto stamattina anche il nostro capogruppo, Graziano Delrio, come gruppo del Partito Democratico, e credo anche come Governo - anzi, rispetto a questo pongo nuovamente la questione -, noi dobbiamo aprire un tavolo con l'Unione europea affinché si rivedano le regole degli aiuti di Stato e della concorrenza rispetto al tema dell'insularità. Terza cosa fondamentale: al MIT, al Ministero per le Infrastrutture e per i trasporti, è in corso un tavolo con le regioni Sardegna e Lombardia, con tutte le rappresentazioni sindacali, proprio su Air Italy. Noi, come Governo, attraverso la Ministra De Micheli, abbiamo chiesto alla società di ritirare la procedura di liquidazione in bonis e di sostituirla con un'altra che consenta di aprire una trattativa, di salvaguardare i lavoratori e soprattutto di provare a trovare un altro vettore che possa sostituire quello che ha lasciato la compagine Air Italy, per far sì che la stessa compagnia possa tornare operativa per assicurare appunto il servizio di trasporto aereo da e per la Sardegna. Dico questo per dire che siamo in campo, che stiamo lavorando tutti quanti e che il Governo è impegnato su questa vertenza, ahimè compensando anche a molti degli errori fatti dall'attuale giunta regionale della Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Credo sia necessario fare alcune puntualizzazioni, perché qui si continua a parlare di problema risolto. In Sardegna ci sono tre aeroporti: Cagliari, Alghero e Olbia; su Cagliari e Alghero è in vigore la continuità territoriale, che scadrà il 16 aprile, operata da Alitalia; su Olbia c'è quella operata da Air Italy. Si comprende quindi che la proroga non potrà riguardare Olbia, perché Air Italy ha dato l'impossibilità a continuare dopo il 16 aprile. Si deve attivare una procedura diversa, che è quella di fare un bando urgente per trovare un soggetto che sostituisca, nelle more della soluzione di Air Italy, Air Italy. Allora, forse è il caso di fare chiarezza e di smetterla di parlare di proroga che arriverà oggi per tutti gli aeroporti.

Quanto ad Air Italy, il problema non è solo quello di individuare la procedura giusta, il problema è quello di attivare un tavolo serio, da parte del Governo, dove ci sia una vera attività di scouting che miri a individuare un nuovo imprenditore che sostituisca quello che vuole uscire dalla compagine. Senza questi presupposti non si va da nessuna parte.

Infine, ho sentito, soprattutto ieri, su questo tema, qui in quest'Aula, parlare del malgoverno degli anni precedenti e dell'inattività della giunta: ci tengo a dire che la giunta ha comunicato al Ministero sin dall'anno scorso le condizioni e lo stato dell'arte. Se il Ministero avesse adottato prima di oggi il decreto, non ci sarebbe stato il danno per l'economia turistica per la Sardegna, che ormai è irreparabile; numero uno. Numero due: c'è qualcuno che parla di tentativo del sottoscritto di mascherare gli anni del suo governo e, nello stesso tempo, plaude al Ministro perché sta prorogando una continuità territoriale che è targata giunta Cappellacci. Faccia pace con se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marino. Ne ha facoltà.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente. Non trovo grande senso nelle proteste da parte dei colleghi di Forza Italia, visto che c'è già un ordine del giorno, il n. 67, che riguarda la continuità territoriale, che è stato approvato proprio poco fa; forse se lo sono perso.

Quanto alla questione riguardante il bando, sì, è vero, lei dice, collega Cappellacci, che è stato presentato lo scorso anno, ma le vorrei ricordare che è stato presentato a novembre, quindi lei dovrebbe dire qualche mese fa, non l'anno scorso, perché in tutto il tempo che ha avuto la giunta guidata dal presidente Solinas per presentare un bando, buona parte di quel periodo lo ha sprecato inutilmente. Quindi, credo che il Governo stia facendo tutto il possibile per risolvere la drammatica situazione di Air Italy, lo dimostra il fatto che anche oggi c'è un tavolo, importantissimo, convocato al Ministero dei Trasporti. I riflettori su questa vicenda sono accesi da tempo, quindi direi che forse è il caso di smetterla con speculazioni politiche e lavorare insieme, perché qui ne va del futuro di 1.450 persone, e questo non ce lo dobbiamo dimenticare mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Buongiorno. Allora, adesso tutti parlano di Sardegna, della continuità territoriale e di Air Italy, come se questo problema fosse spuntato oggi dal nulla. Sono mesi che in Sardegna l'assessorato sta lavorando per riuscire a portare avanti questo risultato, ma la verità è stata che il Ministro non riceveva il nostro assessore ai trasporti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), e in Europa, in Europa la Commissione europea non riceveva il presidente della regione Sardegna. Questa è la realtà! Adesso, quando siamo arrivati a ridosso della stagione turistica, è scoppiata questa cosa.

Noi faremo di tutto per portare avanti questa situazione, bisogna trovare una soluzione per Air Italy. Questa cosa il Ministero la sapeva da mesi, perché non ha aperto prima un tavolo di crisi? Perché dobbiamo arrivare a questo punto? Adesso si fa lo scaricabarile, ma la Lega c'è e sosterrà in tutte le maniere la continuità per la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Frailis. Ne ha facoltà.

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie, Presidente. Visto che c'è un invito alla chiarezza da parte delle forze di opposizione, dobbiamo anche dire che se l'attuale giunta regionale guidata da Solinas avesse avuto un atteggiamento di guida verso il precedente bando che era stato varato dal presidente Pigliaru e da Careddu, oggi, la Sardegna una continuità territoriale l'avrebbe, e l'avrebbe nelle migliori delle condizioni. Questo dobbiamo ricordarcelo, perché il bando di Pigliaru e Careddu aveva avuto un parere favorevole da parte dell'Unione europea, addirittura era stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e si era anche cominciato a vendere i biglietti, quindi, di che cosa stiamo parlando? La Sardegna una continuità aerea ce l'aveva ed è stata la giunta di Solinas che non ha voluto accompagnare quel progetto, ritirandolo, revocandolo e, quindi, privando di una continuità territoriale aerea vera la Sardegna (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi… Pittalis, lei accetta la raccomandazione?

PIETRO PITTALIS (FI). No, ho accettato la raccomandazione…

PRESIDENTE. Va bene, ha accettato la raccomandazione… quindi, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/107 Baratto…

Scusate, ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, ho chiesto un gesto politico da parte di questo Parlamento, proprio perché si desse forza anche al Governo, che deve poi portare all'attenzione della Commissione europea la questione della continuità territoriale…

PRESIDENTE. No, il punto, il punto. Mi venga un attimo dietro. Il punto è: se lei ha accettato comunque la raccomandazione, andiamo avanti.

PIETRO PITTALIS (FI). Chiedo un voto del Parlamento, sulla raccomandazione, è possibile?

PRESIDENTE. Chiede il voto, quindi? Però, col voto il parere è contrario. Se chiede il voto, il parere del Governo si trasforma in contrario.

PIETRO PITTALIS (FI). Allora, Presidente, io voglio vedere se qualcuno vota contro il diritto dei sardi alla mobilità. Chiedo il voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, le chiedo scusa. L'onorevole Pittalis aveva presentato un ordine del giorno, la Vice Ministra gli ha detto che lo avrebbe accettato come raccomandazione, l'onorevole Pittalis chiede che sia votata la raccomandazione su cui c'è il parere favorevole della Vice Ministra, perché non può essere votato l'ordine del giorno? Lui chiede che sia votata la raccomandazione.

PRESIDENTE. Il parere del Governo non è favorevole…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Ma ha detto che come raccomandazione, sì.

PRESIDENTE. Come raccomandazione, quindi non è favorevole.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Ma lui ha chiesto di votare la raccomandazione.

PRESIDENTE. Nel momento in cui si vota l'ordine del giorno, il parere del Governo diventa contrario, perché è come se non accettasse la raccomandazione.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Ma lui la accetta la raccomandazione, Presidente.

PRESIDENTE. Se l'accetta come raccomandazione, non si vota. Se, invece, non accetta la raccomandazione e, quindi, andiamo al voto, il parere del Governo diventa contrario. Non è interpretabile, funziona così.

Onorevole Pittalis, prego.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, penso che veramente ci perdiamo nei bizantinismi… raccomandazione o ordine del giorno, poi, alla fine è la stessa cosa. Voglio vedere se, come ordine del giorno, questo Parlamento non riconosce il diritto alla mobilità dei sardi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Allora, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/105 Pittalis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione) ( D eputati de l grupp o parlamentare Lega- Salvini Premier gridano: Vergogna!)

Colleghi!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18) (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/107 Baratto.

Ha chiesto di parlare il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, chiedo al Governo di rivedere il parere sul mio ordine del giorno, anche perché si continuano a creare delle problematiche…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore…

Prego, Baratto.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Ciò, anche perché continuiamo a pressare continuamente i piccoli imprenditori, i piccoli esercenti, invece di dargli una mano, anche perché sono il tessuto del nostro territorio e danno forza al nostro territorio. Con le parole siamo sempre favorevoli, diciamo sempre che bisogna aiutarli e, invece, dopo, quando si arriva a dover dare una mano vera, vedo che assolutamente si fa l'incontrario. L'ultimo esempio è lo scontrino elettronico sotto i 400 mila euro; credo che, assolutamente, sarebbe importante rivederlo, anche perché si tratta di quelle piccole aziende, quei piccoli artigiani che tengono vivi i nostri centri storici; noi ci lamentiamo continuamente che questi centri storici vengono desertificati, ma se non diamo una mano a queste piccole attività, come possiamo pretendere che possano davvero restare? Così, davvero, creiamo dei vuoti, così diamo forza solo alle grosse catene e non diamo forza a chi davvero tiene vivo il nostro territorio.

Ieri, ho sentito il nostro Presidente del Governo, Viceministro, che ha detto che darà una scossa di cavallo alla nostra economia, ma io credo che andiamo incontro al rischio di cadere sul detto del cavallo… sa Viceministro qual è il detto del cavallo? Che il cavallo mangia il fieno e il fieno mangia cavallo e anche padrone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la fine che noi rischiamo di fare come Paese, perché continuiamo a tartassare i piccoli, quelli che hanno sempre pagato, quelli che hanno tenuto in piedi il nostro Paese e diamo forza a quelle multinazionali che a questo Paese non hanno mai dato niente.

Scusi, Viceministro, ma se invece di mangiare chewing gum e di ridere, guardasse chi parla, avrebbe l'educazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)… mi scusi, Presidente, ma è la verità.

Allora, io chiedo di nuovo di rivedere questo ordine del giorno, perché è un vero orgoglio per le nostre imprese, per tutta la nostra cittadinanza e paga anche chi viene qui a lavorare per un Paese che sicuramente non merita un Governo di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, solo per sottoscrivere, se è possibile, questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Deputato Trancassini. Lo vuole sottoscrivere? Bene.

Se non ci sono altri interventi (Commenti del deputato Baratto)… Baratto! Deputato Baratto!

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/107 Baratto (Commenti del deputato Baratto)… Baratto! Deputato Baratto!

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/107 Baratto con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/108 Spena: favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Presidente, è bloccata la postazione. Ho bisogno di una sostituzione.

PRESIDENTE. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/108 Spena favorevole con riformulazione: accetta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/109 D'Ettore favorevole: accetta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli favorevole con riformulazione: accetta. Prego. (Proteste del deputato Baratto all'indirizzo dei banchi del Governo - Commenti dai banchi del Governo)…

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Baratto (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)! Governo, deputato… deputato Baratto! Deputato Baratto! Deputato Baratto (Il deputato Baratto si avvicina ai banchi del Governo)! Gli assistenti parlamentari intervengano. Deputato Baratto, la richiamo all'ordine! Deputato Baratto, la richiamo all'ordine (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Proteste del deputato Baratto)! Deputato Baratto… deputato Baratto… le faccio… deputato Baratto… deputato Baratto. Andiamo avanti. Deputato Baratto, non mi costringa (Commenti del deputato Baratto)… le faccio un primo richiamo formale (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Proteste del deputato Baratto)! Deputato Baratto… andiamo avanti.

Colleghi, colleghi! Colleghi…

Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà. Su cosa, Ziello?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Se mi accende il microfono. Glielo dico, Presidente. Sul Regolamento, articolo 8.

PRESIDENTE. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Lei dovrebbe richiamare i rappresentanti del Governo per le molteplici provocazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) che hanno fatto nei confronti dell'onorevole Baratto, perché vede, signor Presidente, all'articolo 37 del Regolamento c'è scritto che il Governo è ospite in quest'Aula e i rappresentanti devono garantire il rispetto nei confronti di noi deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché, a differenza di molti di loro, noi abbiamo preso tanti voti e non tanti clic con il mouse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà. Colleghi…

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, scusi un po' di calma. Intervengo sull'ordine dei lavori e per chiarezza perché purtroppo dispiace quando in quest'Aula…

PRESIDENTE. Deputato Fiano… deputato Fiano, per favore… prego, Ferri.

COSIMO MARIA FERRI (IV). No, scusa, siccome tutti lavoriamo con serietà e impegno in quest'Aula e dispiace quando si alzano i toni e ci siano comportamenti non decorosi.

Allora a chi come me ha assistito e ha stima per l'onorevole Baratto, questa reazione - sinceramente glielo dico tramite lei con affetto e stima - appare scomposta e lei l'ha richiamato. Questa reazione è scomposta e secondo me non si giustifica nei confronti di una collega ed esponenente del Governo, però vorrei capire anche l'antefatto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) poiché da qui si segue poco. Quindi vorrei che lei, con la sua imparzialità, che riconosco, facesse capire all'Aula.

Siccome io ora riesco a valutare e mi dissocio - mi dispiace dirlo - dal comportamento dell'onorevole Baratto, ma vorrei capire però anche il comportamento dei banchi del Governo e non potrei ammettere - ma penso che così non sia stato - che ci sia stata una provocazione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) e in che termini. Quindi voglio chiarezza su questo episodio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Sempre un richiamo al Regolamento, all'articolo 8 e seguenti, perché mi associo a quello che ha detto anche il collega…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… per favore… per favore… per favore…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Mi associo a quanto detto dal collega Ferri. Mi discosto esclusivamente per il fatto che non condanno il comportamento del collega Baratto perché noi assistiamo sistematicamente ad atteggiamenti provocatori da parte del sottosegretario Castelli sia in Commissione sia in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). E gradiremmo, Presidente, se lei anche adesso…

PRESIDENTE. Deputato Castelli…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). …richiamasse l'onorevole Castelli…

PRESIDENTE. Deputato Castelli…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). …perché ha un comportamento…

PRESIDENTE. Non si preoccupi..

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). No, Presidente, perché se lei non fa il suo lavoro, bisogna che qualcuno insegni…

PRESIDENTE. Andiamo avanti… Andiamo avanti…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). …no, insegni al Governo che qua è ospite. Noi accettiamo il confronto democratico ma non accettiamo lezioni da parte di gente incompetente, incapace e che si trova lì per caso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Bisogna avere rispetto nei confronti dei parlamentari di maggioranza e opposizione e lei, Presidente, dovrebbe ricordarlo a quella persona. Dovrebbe ricordarglielo!

PRESIDENTE. Sulla stessa questione ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi…

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, lei presiede l'Aula anche piuttosto spesso, quindi ha conoscenza anche dal punto di vista personale di molti deputati e delle condotte che i deputati hanno normalmente in quest'Aula. Credo abbia conoscenza anche della condotta che ordinariamente ha in quest'Aula l'onorevole Baratto che, in questi anni, ha sempre svolto con abnegazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier) la sua funzione senza mai stare sopra le righe. Ora, Presidente, io non contesto ciò che lei ha fatto pochi minuti fa, però lei ha richiamato all'ordine l'onorevole Baratto senza verificare prima quale sia stato, per l'appunto, l'antefatto che ha condotto l'onorevole Baratto a reagire. Glielo dico io allora: mentre l'onorevole Baratto stava concludendo il suo intervento, dai banchi del Governo…

PRESIDENTE. Deputato D'Uva, deputato D'Uva!

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente… Presidente… dai banchi del Governo qualche sottosegretario si è rivolto all'onorevole Baratto dicendo: hai finito? Hai finito? Finisci. In quest'Aula la parola la dà e la toglie il Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e il Governo è ospite, il Governo è ospite! È legittimo che l'onorevole Baratto si sia risentito, è legittimo che i gruppi presenti in quest'Aula si siano risentiti. Dovrebbe essere legittimo, signor Presidente, che si risentisse anche lei (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) perché è lei a dare e a togliere la parola, non il Governo che, per l'appunto, è ospite.

PRESIDENTE. Basini, però il gruppo Lega è già intervenuto, mi spiace ma il gruppo Lega è già intervenuto (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier ). Colleghi, colleghi… Colleghi…

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole, Presidente, onorevoli colleghi, una rapidissima puntualizzazione. Era già tutto finito, quando la sottosegretaria ha ritenuto bene di dire: hai finito? Riaccendendo la cosa. Temo che, per il principio di Peter, la sottosegretaria sia arrivata al suo livello di incompetenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Deputato, questo è offensivo e quindi, da questo punto di vista, non va bene. Colleghi, colleghi… Vi dico, colleghi… colleghi… è chiaro che io davanti a me ho il deputato Baratto che sta intervenendo e, quindi, lo richiamo e lo richiamo più volte e conosco bene generalmente il comportamento del deputato Baratto. Però, in questo caso va richiamato. È chiaro che le parole che voi avete sentito e che il collega Occhiuto mi ha riferito, io da qui non ho potuto mai sentirle e ho visto solo un'azione di questo tipo. Quindi, da ogni punto di vista, come sempre è stato fatto sotto la mia Presidenza in questi due anni, ci saranno anche gli approfondimenti del caso, come abbiamo sempre fatto. Quindi, andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/108 Spena: favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli: favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Ieri sera il Vice Ministro Castelli, a nome dell'Esecutivo, ha dato un parere favorevole con riformulazione formale al nostro ordine del giorno che riguarda i finanziamenti alle società, alle associazioni e alle case editrici negazioniste. Durante la notte però probabilmente qualcosa è intervenuto, ed è stata riproposta una riformulazione che io non ritengo di poter accettare.

Innanzitutto, noi ci troviamo in un periodo storico dove, fortunatamente, ciò che fu la brutalità delle foibe viene messa in evidenza sotto una luce diversa, più giusta, più equa, se ne parla liberamente; ma se ne parla liberamente, purtroppo, con troppe associazioni, troppe case editrici, troppe persone che ancora, nonostante ci sia una legge dello Stato, vogliono negare gli accadimenti di quel tragico periodo storico. Ora, è brutto (uso questo termine), è deprimente pensare che in un ordine del giorno, che semplicemente veniva riformulato e poteva essere accettato con la valutazione dell'opportunità della revoca di ogni forma di finanziamento pubblico concesso alle case editrici e associazioni che, anche in contrasto con il contenuto delle norme istitutive del Giorno del ricordo, negano o minimizzano il dramma delle foibe, la riformulazione diventi “a valutare l'opportunità che sia revocato ogni forma di finanziamento pubblico concesso alle iniziative”, solo alle iniziative. Perciò, se una casa editrice pubblica un libro che è negazionista e riceve contributi pubblici, per questo Governo le cose possono continuare ad andare bene, solo alle iniziative. Ma non solo. “Anche in contrasto con il contenuto delle norme istitutive del Giorno del ricordo, negano o minimizzano”: avete tolto, nella riformulazione, le parole “minimizzano”. “Minimizzare”: minimizzare le migliaia di morti che ci sono stati nelle foibe (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), brutalizzati prima di essere uccisi e vandalizzati nel loro corpo e anche nel loro spirito, non è un problema. Questa è una cosa che io non posso accettare, e quindi chiedo il voto.

Vi voglio ricordare in ultimo, e lo dico ai colleghi – lo dico ai colleghi – che quello di cui stiamo parlando è qualcosa che è entrato nella memoria di questo Paese, dopo essere stato nascosto per oltre sessant'anni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia); e da Cossiga a Mattarella sono state spese parole importanti per quegli accadimenti, ma sembra che questo ordine del giorno spaventi qualcuno che in questo momento governa il Paese, e di conseguenza spaventi anche il Governo. È una cosa vergognosa: ripensateci, non possiamo accettare che la foiba di Basovizza venga, in molti casi, declassata a una semplice discarica, come è accaduto; non possiamo accettare che Norma Cossetto, medaglia al valore civile, diventi una persona che forse, forse – forse – ha subito la violenza titina. Non possiamo accettarlo, e per questo che chiedo che venga votato l'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Dunque, sulla scorta di quanto, Presidente, appena ascoltato dal collega Novelli, ritengo innanzitutto che il Governo su questi temi dovrebbe, sulla scorta di quanto anche visto prima, stare un po' più attento e non restare al telefono, ascoltando e rispettando la memoria di migliaia di infoibati, di 350 mila esuli dalle terre istriano-dalmate (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E le ricordo, e ricordo al sottosegretario e, quindi, al Governo, che questo ordine del giorno non può essere modificato, non può essere riformulato: semplicemente, Presidente, perché la memoria di quella tragedia che furono le foibe non può essere riscritta, non può essere riformulata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dopo, tra l'altro, la legge 10 febbraio che è stata istituita.

Io ho già sottoscritto questa proposta di ordine del giorno. Rinnovo il consiglio al Governo di non riformulare questa proposta, ma di prenderla esattamente così come sta e giace. Chiaramente, sottoscriviamo a nome del gruppo questa proposta del collega Novelli. E ricordo, Presidente, in quest'Aula che già il gruppo Fratelli d'Italia, già mi pare il gruppo della Lega e già mi pare il gruppo di Forza Italia, quindi il centrodestra in questo caso unito, hanno presentato delle proposte di legge, e non degli ordini del giorno, per celebrare anche il giorno del 10 febbraio e per trasformare fondamentalmente le vittime in martiri rispetto a quanto successo, per punire anche a livello penale il negazionismo ed il giustificazionismo di alcune associazioni, e per revocare una volta per tutte ogni onorificenza a quel boia che fu Josip Broz, Tito, che infoibò migliaia di persone (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), attraverso una pulizia etnica nei confronti non di una categoria, ma nei confronti dei cittadini italiani, in termini di mire espansionistiche nei confronti dell'Italia e della vicina Austria.

Tra l'altro, la differenza che ci distingue da alcuna parte della politica ad oggi in Italia, è che oggi la destra, oggi il centrodestra va ad onorare e a commemorare tutte le vittime, cosa che qualcun altro evidentemente non fa, porgendo il fianco a congressi e convegni negazionisti, addirittura istituiti e celebrati in un'aula del Senato della Repubblica. Queste cose, Presidente, non devono più accadere (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché le vittime sono tutte uguali, non esistono vittime “di serie A” e non esistono vittime “di serie B”. Andiamo a punire sistematicamente, come, tra l'altro – e lo ringraziamo ancora – il Presidente Mattarella ha sottolineato qualche giorno fa, qualsiasi forma di negazionismo; e per questo invito il Governo ad alzarsi, in quest'Aula, e a dichiarare l'assoluta integrità e non modificabilità di questo ordine del giorno, che tutto il gruppo di Fratelli d'Italia approva, condivide e sottoscrive (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bubisutti. Ne ha facoltà.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, noi onoriamo con rispetto il giorno del 10 febbraio, che comunemente abbiamo scelto per onorare il ricordo delle vittime innocenti delle foibe, crimine contro l'umanità che si è compiuto in quel tempo. E dunque sono certamente d'accordo che questo crimine non possa essere né minimizzato né negato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva), perché penso che la storia vada raccontata tutta; anche se ricordo che in questo Paese vi sono stati esponenti e forze del centrodestra italiano che non volevano approvare, in questo Paese, il reato di negazionismo, per i crimini contro l'umanità, della Shoah. Ma questo non importa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): io penso che si debba dire sempre la verità, e condivido completamente il messaggio che il Presidente Mattarella ha inviato anche quest'anno. Per questo chiedo al Governo se può momentaneamente accantonare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non capisco però perché da parte dei sottoscrittori si voglia negare l'opportunità di meglio formulare il dispositivo che è scritto, giacché voi qui citate due esempi di due sezioni dell'ANPI (mi pare Rovigo e Lecce, se non vado errato), che se le cose che sono qui scritte - non ho motivo di ritenere il contrario - sono vere, hanno detto e pronunciato parole che non sono in alcun modo condivisibili; ma nel dispositivo sembrerebbe che il Governo dovrebbe, con questo, impegnarsi a negare ogni forma di finanziamento all'associazione madre, cioè l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, perché in qualche sezione di questo Paese, cioè due, si sono pronunciate parole che non sono condivisibili. Allora, se lo scopo di questo ordine del giorno è far sì che tutti noi si accetti il dettato della storia, tutta la storia, allora potrebbe forse essere condivisibile una riformulazione; se invece si vuole fare di questo un manifesto contro l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, noi saremo sicuramente contrari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il Governo? È accantonato.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/111 Fitzgerald Nissoli, parere favorevole con riformulazione. Accetta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/112 Bartolozzi, parere favorevole. Prego, deputata Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, riporto all'Aula una questione che credo sia a conoscenza di tutti. Parliamo degli 837 idonei assistenti giudiziari, area 2, fascia 2, cioè sono coloro che, muniti di laurea, possono assistere anche il giudice durante le udienze; 837 ragazzi, Presidente, idonei, quindi hanno superato il concorso del 2016, ma che ancora aspettano l'assunzione. Ora, perché io, pur apprezzando lo sforzo rispetto all'emendamento che avevo fatto al “Milleproroghe”, quindi pur apprezzando lo sforzo del Governo, non posso accettare la riformulazione? Una premessa è d'obbligo: non è una battaglia che conduce solo Forza Italia; era un emendamento portato avanti anche dalla Lega, anche da Fratelli d'Italia, ma dal collega Miceli, del Partito Democratico, dal collega Ferri, di Italia Viva e anche dalla collega D'Orso, che, nel chiedere la proroga per lo scorrimento della graduatoria, aveva dato atto nell'emendamento che c'erano due presupposti per lo scorrimento: l'impegno di spesa, quindi la copertura finanziaria, e la scopertura di organico.

Allora, se così è, Presidente, se era all'epoca un emendamento, oggi un ordine del giorno, che è ampiamente condiviso da tutti, da tutti i gruppi presenti in Aula, e se non vi sono ragioni ostative all'immediata assunzione, perché vi è l'indiscussa copertura finanziaria, tanto che la Ragioneria o la Commissione bilancio non hanno formulato, durante l'esame del “Milleproroghe”, pareri contrari, se vi è un'attestata carenza di organico, e su questo basterebbe prendere le relazioni illustrative che fanno i presidenti di Corte d'appello all'apertura dell'anno giudiziario; allora, se vi sono i presupposti, non comprendevo allora la bocciatura dell'emendamento, ma non comprendo perché oggi sia perpetrata un'ulteriore beffa a danno di questi ragazzi che si concreta in cosa? Non nell'impegno del Governo, come lo avevamo formulato noi, all'assunzione immediata, salvo poi valutarne le modalità, quindi assumerne 600 adesso piuttosto che a dicembre. Vice Ministro Castelli, l'emendamento era formulato proprio in questo senso, l'impegno del Governo all'assunzione, salvo valutare l'opportunità, poi, di vedere in quali modalità assumerli. Allora, lei me lo riformula mettendo: “valutare l'opportunità di valutare l'opportunità”. Beh, così non sono io, in realtà sono i ragazzi - ragazzi, quei giovani laureati che attendono da quattro anni l'assunzione - che non possono accettarlo. E, allora, il mio appello, Presidente, è evidentemente al Governo perché lo lasci nella formulazione originaria, ma, laddove così non fosse – laddove così non fosse – chiedo ad ogni parlamentare di Aula: ho nominato semplicemente coloro che hanno condiviso con me la battaglia, il Partito Democratico, con il collega Miceli, Italia Viva, con il collega Ferri, la collega D'Orso per il MoVimento 5 Stelle, ma lo stesso Ministro che ha parlato del piano assunzionale per gli assistenti giudiziari e il blog del MoVimento 5 Stelle, che ieri postava nel suo blog, perché vi seguo anch'io, vi leggo, diceva: l'assunzione - non la proroga, colleghi della graduatoria - ma avete proceduto all'assunzione degli assistenti giudiziari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, se così è, Presidente, se è volontà comune di tutti, chiedo perché non lasciare un impegno. Un impegno non è “domani li assumiamo”, ma è un'assunzione di responsabilità forte da parte del Governo, che prende a cuore la vicenda non solo di questi ragazzi, ma anche quella che è una volontà fattiva di porre freno alle scoperture, e di coprire, quindi, quelle che sono le carenze di organico. Allora, ripeto, ognuno di voi, quando voterà, se il Governo non cambierà, metta un po' di attenzione a quello che avete detto di voler fare e che oggi non si fa. Siamo tutti d'accordo sull'impegno a volerli assumere. L'ordine del giorno, per così com'è formulato, lascia ampio margine al Governo per modulare l'assunzione nel tempo. Quindi, Vice Ministro Castelli, le chiederei di lasciarlo così per com'è; diversamente, lo metterò al voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega. Mi sono interessato anch'io, insieme alla mia componente, a questo percorso, diciamo a questo calvario di coloro che la collega Bartolozzi ha definito ragazzi. La situazione dei tribunali della giustizia in Italia è veramente una situazione paragonabile a quella della giustizia di Paesi quasi del Terzo mondo. È impensabile che questi ragazzi siano stati traditi in questa maniera in un passaggio di Commissione. Hanno creato un dialogo con rappresentanti di vari partiti, salvo poi vedersi bocciare quello che avevano sperato fino in fondo venisse approvato. Quindi anch'io, insieme alla collega, mi unisco nel chiedere veramente un impegno concreto e un'assunzione di responsabilità a questo Governo, sia per onorare quella che è una legittima richiesta e una promessa, e, dall'altra parte, per iniziare a dare dei segnali concreti di quello che è lo sblocco della giustizia nel nostro Paese, che, anziché migliorare, in questi giorni, negli ultimi mesi, si sta avviando verso un peggioramento a livello esponenziale giorno dopo giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, era solo per raccogliere un po' l'appello che la deputata Bartolozzi ha rivolto al Governo, nel senso che si tratta di un tema condivisibile; so anche che il tema è condiviso dal Ministro, è condiviso dal Governo, perché si tratta di rendere il più possibile funzionanti gli uffici giudiziari. Quindi, nelle modalità che il Governo deciderà, e noi ci atterremo alle modalità che il Governo deciderà, consiglierei, però, di raccogliere quell'appello e, magari, provare a cambiare la formulazione o cambiare il parere, ripeto, rispettando le decisioni del Governo, ma il tema meriterebbe un'attenzione e una condivisione più larga possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Siccome era in corso…

PRESIDENTE. Deputato D'Ettore, mi scusi, ha fatto due interventi, quindi non può più intervenire.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Stavo dicendo solo che…

PRESIDENTE. No. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Per sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Governo?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, possiamo accogliere questo impegno in questa formulazione: “a procedere all'assunzione degli 837 idonei al concorso per assistenti giudiziari, valutando l'opportunità di assumerli entro dicembre 2020”.

PRESIDENTE. Perfetto. Deputata Bartolozzi, accetta quindi la riformulazione?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Sì. Spero che rispetto al piano del capo dipartimento…

PRESIDENTE. Grazie, deve solo accettare. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/113 Mulè parere favorevole con riformulazione. Prego, deputato Mulè.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Siccome nottetempo è cambiata la riformulazione, prima c'era un impegno generico “a valutare l'opportunità di” che mi sembra non ci sia più, altrimenti non lo avrei accettato. Adesso quindi l'impegno rimane inalterato. C'è un'aggiunta su Campione d'Italia, che però prima non avevo sentito, quindi se si può ripeterla, per cortesia, e poi comunque lo sottoporrei al voto dell'Aula perché questo impegno, che riguarda i frontalieri, necessita del supporto politico dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Con il consenso del collega Mulé desidererei apporre la mia firma e sottolineare l'esigenza, condividendo la proposta che l'Aula si esprima, in considerazione del fatto che su questo tema vi sono già state una serie di iniziative a livello parlamentare sia sotto il profilo del sindacato ispettivo sia sotto il profilo di una richiesta di modificazione normativa, in quanto tutto ciò discende da un'impropria norma introdotta nel primo “decreto sicurezza” dal precedente Governo che sta creando una serie di problemi non indifferenti ad una categoria di lavoratori, cosiddetti lavoratori frontalieri, che non possono utilizzare auto aziendali proprio a seguito di questo tipo di previsione. Noi abbiamo più volte sensibilizzato il Governo: il Governo, per le vie brevi, ci ha detto che è in corso una predisposizione di una modifica della norma. Ritengo anch'io che un'espressione dell'Aula sia il modo migliore con il quale dare un chiaro indirizzo per venire incontro ad un'esigenza legittima di molti nostri concittadini che sono costretti a recarsi all'estero per poter lavorare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, anch'io per sottoscriverlo e per annunciare il voto favorevole, visto che si voterà l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno riguarda anche molti connazionali italiani residenti all'estero e, quindi, proprietari di auto che hanno una targa del loro Paese di residenza. Quindi, sottoscrivo con convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). È per sottoscrivere, grazie.

PRESIDENTE. Anche il deputato De Lorenzis. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, per sottoscrivere.

PRESIDENTE. Anche i deputati Fragomeli, Bagnasco, Baratto e Bond. Se ci sono colleghi che vogliono sottoscrivere l'ordine del giorno facciamo per alzata di mano e segniamo. Sì, sono tanti. Quindi, è meglio venire al banco della Presidenza e così sottoscriviamo. Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie. Oltre, ovviamente, a sottoscrivere questo ordine del giorno, non posso che apprezzare che finalmente il Parlamento si occupa dei lavoratori frontalieri. Io più volte ho parlato non solo del problema delle targhe, con emendamenti e ordini del giorno dichiarati inammissibili o respinti. Però, questo stesso Governo, che oggi si impegna ad adottare tempestivamente gli opportuni interventi normativi, ha bocciato un precedente ordine del giorno che puntava a rivedere i problemi fiscali dei lavoratori ma, soprattutto, a riformare il sistema pensionistico, che esclude oggi dal bonus i lavoratori frontalieri. Ci sono, poi, delle interrogazioni e delle questioni che ha posto anche la Regione Liguria relativamente al trasporto pubblico locale transfrontaliero, al quale non vengono date risposte. Io auspico che questo non sia un ulteriore pezzo di carta che non viene rispettato dal Governo nazionale ma che ci sia un impegno concreto. C'è anche la modifica del codice della strada ed è qui riportata nelle premesse. Non è vero - voglio sfatare un mito - che è un emendamento dei relatori che risolve i problemi delle targhe estere. Ritengo, invece, che ci siano altri interventi parlamentari che vanno a risolvere meglio quelli che sono i problemi dei nostri lavoratori frontalieri, in particolare di quelli che hanno a che fare con il Principato di Monaco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. Anch'io desidero sottoscrivere questo ordine del giorno e, visto che è stata citata la situazione di Campione d'Italia, ne approfitto per ricordare al Governo che Campione d'Italia attende da oltre due anni la soluzione di un problema che ha visto prima il fallimento della casa da gioco e poi il default anche dell'amministrazione comunale. Come se non bastasse, c'è anche la questione doganale che sta letteralmente mettendo in ginocchio la comunità campionese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Io voglio intervenire su questo argomento perché vorrei che fosse chiaro a tutti i colleghi - e soprattutto a chi ci segue fuori da queste Aule - che l'impegno di questo Governo, ma anche del precedente e di tutte le forze politiche, su un tema del genere è assolutamente trasversale e condivisibile. Faccio riferimento al fatto che alcuni parlamentari hanno voluto strumentalizzare una norma, che in qualche modo evidentemente va corretta, per dire che questo tema non è all'attenzione del Parlamento e del Governo. Ora credo sia utile per i cittadini che sono in condizioni di disagio, diciamo proprio a causa di questa norma, che ci sia un po' di chiarezza. Il provvedimento che viene auspicato per risolvere questa situazione è stato già inserito in diversi altri provvedimenti discussi in questi mesi, al di là delle maggioranze che si sono avvicendate, e quindi non si vede il motivo per cui si dice che non c'è l'attenzione di tutte le forze politiche e di questo Governo su un tema del genere.

Faccio notare, Presidente, che l'emendamento proposto dal collega Mulè al provvedimento in discussione è stato dichiarato non ammissibile al pari di quelli già dichiarati non ammissibili e discussi in altri decreti e in altri provvedimenti.

A tal proposito, Presidente, ricordo che la Commissione trasporti ha discusso le modifiche al codice della strada e tutte le forze politiche hanno proposto e inserito un emendamento su questo tema, proprio perché il frutto di questo lavoro, in realtà, è assolutamente trasversale. Ricordo, sempre a beneficio di chi ci segue fuori da queste Aule, che la formulazione riportata all'interno delle modifiche del codice della strada è una formulazione che viene direttamente da un tavolo interministeriale del Governo giallo-verde dell'epoca, quando, appunto, Ministero dell'Interno, Ministero degli Esteri, Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell'Economia e delle finanze, insieme ai tecnici, hanno lavorato insieme per pervenire, appunto, a una soluzione di questo problema. Quindi, vorrei rassicurare tutti i colleghi che su questo tema non ci si divide (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, diciamo a metà tra l'ordine dei lavori, perché sia messa in condiziona l'Aula di dire e di votare bene. Non è vero ed è falso che quell'emendamento è stato dichiarato inammissibile, l'emendamento 13.48, collega De Lorenzis e collega…

PRESIDENTE. Collega Mulè, però…

GIORGIO MULE' (FI). No, perché altrimenti l'Aula vota senza sapere, avendo un'informazione falsa, Presidente…

PRESIDENTE. Ma noi votiamo, noi votiamo…

GIORGIO MULE' (FI). No, votiamo le cose anche scritte bene.

PRESIDENTE. Deputato Mulè, deputato Mulè!

GIORGIO MULE' (FI). L'emendamento è stato ammesso e votato con il parere contrario del Governo.

PRESIDENTE. Deputato Mulè…

GIORGIO MULE' (FI). Quindi, non diciamo fandonie in quest'Aula, perché gli italiani guardano e hanno diritto di sapere la verità! Gli avete voltato le spalle e ora votate questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Deputato Mulè, lei è già intervenuto su questo. Grazie, grazie!

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/113 Mulè, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/114 Costa, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Ci risiamo sul tema, che è un tema, devo dire, piuttosto dibattuto ed è quello della prescrizione. Ma io colgo l'occasione di questi pochi minuti a disposizione per toccare quello che è accaduto ieri, e già ne abbiamo riferito al presidente in Commissione giustizia. Ieri in Commissione giustizia io posso affermare senza poter essere smentito che il Governo, di fatto e sostanzialmente, è stato battuto. È stato battuto perché il voto è finito a favore dell'emendamento soppressivo, 24 a 23. Ma perché? Perché è stato estratto dalla presidente della Commissione il “cartellino rosso” verso un deputato di centrodestra iscritto al gruppo Misto, che è stato escluso dalla votazione.

Allora, Presidente, noi abbiamo fatto degli approfondimenti giuridici sul tema della rappresentanza, sul tema della procura, sul tema del mandato generale e del mandato speciale - su questi aspetti - e tutti gli approfondimenti ci hanno confermato l'abuso che si è perpetrato ai danni del deputato Colucci; e, se mi permette Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Costa, però si attenga all'emendamento perché sennò diventa…

ENRICO COSTA (FI). Abbia pazienza. Scusi, non è un emendamento, Presidente.

PRESIDENTE. All'ordine del giorno, mi scusi.

ENRICO COSTA (FI). Questo ordine del giorno prevede la proroga, la sospensione, la chiami come vuole, della riforma Bonafede. Il discorso che le stavo facendo era sulla cancellazione della riforma Bonafede in Commissione. Io capisco che il tema della connessione - e parlo in materia di intercettazioni - a questa maggioranza sfugga un po', perché ha cancellato dalla sentenza della Cassazione il concetto di connessione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però sono argomenti connessi, Presidente, a meno che lei non ritenga che il tema della prescrizione trattato in Commissione sia diverso dal tema della prescrizione trattato in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sa bene che stavamo parlando di una questione procedurale, un altro discorso sul tema… va bene come dice lei…

ENRICO COSTA (FI). Io le spiego una cosa, Presidente: questo ordine del giorno, se la votazione fosse andata come oggettivamente doveva andare, non sarebbe stato presentato. Lo vuole il nesso? È questo! Perché ieri il Governo sarebbe andato sotto e oggi non ci sarebbe probabilmente più un Governo e non ci sarebbe più neanche un “Milleproroghe” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): questo è il nesso, Presidente! Quindi questo ordine del giorno che noi andiamo a trattare, forse non avremmo dovuto trattarlo, se non ci fosse stato un abuso. E noi le chiediamo, Presidente, che venga annullata quella votazione, che venga ripetuta quella votazione, perché quando c'è un atto nullo lei deve prenderne atto e fare in modo che venga ripristinata la legalità. Lei è il garante della legalità in quest'Aula, avrebbe dovuto esserlo anche la presidente della Commissione.

Vede, noi abbiamo affrontato questo argomento a viso aperto e lo abbiamo affrontato dalle file dell'opposizione, sapendo che i nostri numeri sono molto inferiori rispetto a quelli della maggioranza. E se ieri siamo finiti 24 pari nella sostanza, è un problema politico, non è un problema nostro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Dovrebbe porsi, Presidente, questo tema: se di fronte ad una maggioranza, devo dire bulgara, in questo ramo del Parlamento siamo arrivati in pareggio, se oggi di nuovo c'è una fibrillazione sul voto, e il voto è chiaro, noi sappiamo far prevalere la logica dei numeri e sappiamo - come abbiamo sempre fatto - sottostare alla logica dei numeri quando abbiamo perso, ma ieri non abbiamo perso, Presidente. Questo va ribadito. E oggi, guardi, la gravità di quello che è successo ieri, commesso dalla presidente della Commissione, è sotto gli occhi di tutti e anche sui giornali di oggi forse è stata piuttosto sottovalutata, perché capisco che la maggioranza si è spaccata, ma c'è qualcosa di più grave, che è stata la crepa, la lesione istituzionale che si è verificata.

Noi invitiamo tutti a votare questo ordine del giorno, perché riteniamo che sia un ordine del giorno sacrosanto; dice semplicemente: facciamo prima la riforma del processo, che, peraltro, non è ancora arrivata in Parlamento. Il Ministro Bonafede, ogni volta che viene qui, ce la annuncia, ce la anticipa, fanno accordi, fanno Consigli dei ministri, ma in Parlamento non abbiamo niente. Facciamo prima la riforma del processo e poi facciamo scattare quella della prescrizione: semplicemente quello che nello scorso Governo si era concordato a livello di maggioranza, e noi non avevamo potuto che prenderne atto, e oggi si è ribaltato.

Mi dispiace per il Partito Democratico, che è costretto a ingoiare questo boccone amaro. Mi pare che oggi al Partito Democratico non interessi più per nulla la prescrizione, la mette sotto i piedi e l'ha messa, infilata, nel cosiddetto lodo Conte-bis, in un provvedimento che chissà quando vedrà la luce. Al Partito Democratico interessano più le beghe di maggioranza tra fuoriusciti e scissioni. La prescrizione, abbiamo capito, era semplicemente un pretesto per combattere il Governo di prima, ma oggi c'è una convenienza per garantire il Governo di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/114 Costa, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21 - Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/115 Gelmini, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione; accetta deputata Gelmini? Bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/116 Ruffino. Deputato Gallinella, per favore si allontani dai banchi del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, Presidente. Io provo a spiegare perché, respingendo questo ordine del giorno, si sono respinte le richieste di sindaci che attraverso ANCI hanno richiesto una cosa molto semplice: una proroga sino al 2021 in merito al nuovo sistema tariffario della raccolta dei rifiuti. Si sappia, allora, poiché anche in quest'Aula ci sono molti amministratori locali e sindaci, che le modalità dei costi di riferimento non sono in possesso di molti gestori, che tutto questo rende difficilissima l'approvazione dei bilanci dei comuni e poi ancora che, a carico degli enti locali, ci saranno nuovi adempimenti improvvisi e direi anche sconosciuti, a fronte di una assenza di comunicazioni da parte di ARERA. Che cosa ha fatto ARERA? Ha reso note le regole di costruzione dei piani finanziari solo a fine novembre 2019. Quindi, penso di poter dire che avete sottovalutato l'impatto della nuova disciplina. Ci sono però delle certezze e le elenco: la prima, per cui il non riscosso aumenterà e spero che di questo ci si renda conto; la seconda, per cui si mette in crisi la liquidità di cassa degli enti locali; la terza, per cui si sostengono dei maggiori costi con il poco personale dei comuni che sarà costretto a lasciare da parte le funzioni essenziali; la quarta - e questo è molto importante - per cui ci sono delle società di consulenza che stanno in questi giorni festeggiando (era forse questo l'obiettivo?); la quinta, aumenteranno i costi per gli utenti, i famosi cittadini tanto spesso citati a sproposito; la sesta, si sono creati dei sovracosti; la settima, si nega un misero anno di passerella che conduca dal vecchio sistema al nuovo sistema senza disastrosi contraccolpi; e poi l'ottava, importantissima, per cui i comuni che non seguiranno questi adempimenti verranno sanzionati perché non sono in grado di adempiere a questo nuovo sistema.

Allora, io credo di poter dire, da deputata ma anche da consigliere comunale, che i comuni e i cittadini ringraziano per un parere negativo, che è uno schiaffo agli enti locali ma anche ai famosi “cittadini bancomat”. Vorrei invitare a cambiare il parere. Se non cambierà, sicuramente in quest'Aula rivedremo questi aspetti ma li rivedrà il Governo anche in altri contesti, perché questa presa di posizione è un atto fortissimo nei confronti dei comuni che non sono, nella maniera più assoluta, messi in condizione di adempiere a quanto verrà richiesto. Certamente, le sanzioni che potranno arrivare sono l'atto più ingiusto che questo Governo possa fare nei confronti di sindaci che non vengono minimamente valutati: prova ne è il 50 per cento degli emendamenti che ho presentato in merito ai segretari comunali; prova ne è che i segretari comunali, che seguono quindici comuni, quindici sedi, non potranno mai seguire questi percorsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, il Governo ha molto a cuore questa faccenda e non l'ha per nulla sottovalutata. Il dialogo con il Parlamento in sede di decreto è stato anche molto franco. Io proporrei alla proponente di poter accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno perché, in questo momento, è complesso intervenire, in quanto ci sono difficoltà anche sui dati. Quindi, siccome a noi sta a cuore intervenire sugli effetti dell'oggetto dell'ordine del giorno, le chiedo se lei è d'accordo ad accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Ruffino?

DANIELA RUFFINO (FI). La ringrazio e chiedo che, comunque, in ogni caso, nell'ordine del giorno venga ricompreso il fatto che i comuni non verranno sanzionati.

PRESIDENTE. È accolto come raccomandazione. Ruffino, il testo rimane questo, però c'è la raccomandazione.

Caita vuole sottoscrivere l'ordine del giorno? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/117 Baldelli, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la Viceministro Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo propone un parere favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà, solo se lo vuole votare, sennò non posso darle la parola.

SIMONE BALDELLI (FI). Sì, Presidente, io lo voglio mettere in votazione perché, siccome non è stata mai messa in votazione in Commissione questa questione - 90 mila case inagibili - e grossa parte dei colleghi, anche della maggioranza, credeva che fosse stato inserito nel “Milleproroghe”, mentre non è stato inserito, io lo faccio mettere in votazione e chiedo anche ai colleghi delle zone colpite dal terremoto di sottoscriverlo, perché, se il problema era la copertura, come lei ben sa, Presidente, i risparmi della Camera - 100 milioni - sono andati alle zone colpite dal terremoto. Quindi, prendeteli da lì, ma prendeteli, perché calcolare nell'ISEE le case inagibili terremotate è indecente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/117 Baldelli, con parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/118 Bagnasco.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente. Per una questione meramente regolamentare. È stato accolto come raccomandazione, con riformulazione, l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/116. Noi chiederemmo che la stessa riformulazione venisse applicata ad un ordine del giorno per il quale non vi è stata proposta di riformulazione, a prima firma della collega Ciaburro, nella stessa parte dispositiva.

PRESIDENTE. Foti, sta parlando dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/118?

TOMMASO FOTI (FDI). No, scusi, io ho fatto un richiamo di tipo regolamentare, non sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/118. Ho fatto notare che sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/116 il Governo ha legittimamente proposto una riformulazione, con l'ordine del giorno che è stato accolto come raccomandazione. Ebbene, noi abbiamo chiesto che all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/17, a prima firma della collega Ciaburro…

PRESIDENTE. Ma l'ordine del giorno 9/2325-AR/17 è andato.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi lasci argomentare. Presidente, gli ordini del giorno andrebbero discussi anche per connessione per materia: non è che, nella successione dei fatti, mi scusi, il Governo cambia posizione rispetto al parere contrario e non va a rivedere gli stessi ordini del giorno aventi il medesimo contenuto su cui aveva espresso parere contrario. La riformulazione deve essere applicata allo stesso modo o, quantomeno, proposta allo stesso modo.

PRESIDENTE. Giusto per chiarire, non sono in ordine per materia, ma sono in ordine di presentazione gli ordini del giorno.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/118 Bagnasco, sul quale c'è parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/118 Bagnasco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,25)

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/120 Marrocco, che ha parere favorevole da parte del Governo.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/121 D'Attis, parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/122 Cappellacci, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Io vorrei invitare il Governo a un ripensamento, perché un accoglimento come raccomandazione non è assolutamente accettabile. Parliamo, ancora una volta, di continuità territoriale per la Sardegna, parliamo della crisi di Air Italy. In quest'Aula, anche questa mattina, ci sono stati dei buoni esempi di buona politica e sono stati quelli in cui l'Aula si è unita e ha votato in modo unanime ordini del giorno che sono stati condivisi nel merito, a prescindere dal colore politico, dall'appartenenza del proponente. Anche sulla questione della continuità territoriale per la Sardegna si sono spese tante parole, invocando l'unità, invocando la coesione, ma resto allibito quando vedo quello che è successo, per esempio, nel precedente ordine del giorno, quando, invece, la maggioranza ha bocciato un ordine del giorno simile.

In questo ordine del giorno n. 9/2325-AR/122, si chiede di impegnare il Governo ad intervenire con urgenza sulle procedure, a porre in essere tutte le azioni necessarie per attivare la proroga, e qui continuano a dirci che la proroga dovrebbe essere firmata in questi minuti; ad assicurare alla regione una leale collaborazione davanti alla Commissione europea, e anche questo credo che sia banale sostenerlo; a garantire uno stabile ed adeguato sostegno finanziario alla continuità territoriale aerea per le regioni insulari, Sardegna e Sicilia; a porre in essere tutte le iniziative politiche di competenza per affrontare la crisi generata dalla messa in liquidazione della compagnia Air Italy.

Non credo che si debba derubricare tutto ciò ad una semplice raccomandazione: qui si dovrebbe parlare invece, correttamente, di un imperativo categorico, cioè un'assunzione di un impegno da parte del Governo cogente, chiaro e inequivocabile. Voglio dare un piccolo contributo di conoscenza, perché credo che ci sia stato un malinteso, perché voglio sperare che le parole del collega Frailis del PD, che ha parlato prima dell'atteggiamento della giunta di centrodestra, nascano non da una volontà mistificatrice, perché non gli attribuisco atteggiamenti di questo tipo, bensì da una semplice ignoranza, cioè ignoranza dei fatti, delle circostanze e dei documenti. Si è detto che la giunta di centrodestra ha ritirato i bandi approvati dalla giunta precedente di centrosinistra, Pigliaru. Allora, leggo il passaggio del “decreto Toninelli” che ha revocato quei bandi, che dice esattamente questo: “Vista la nota, protocollo del 1° aprile 2019 con la quale la Commissione europea ha comunicato la propria posizione sul regime di imposizione, di cui al DM n. 367, non ha formulato obiezioni riguardo agli oneri di servizio pubblico accettati dal vettore Air Italy e ha invitato invece le autorità italiane al ritiro dei bandi di gara relativamente ai collegamenti aerei onerati da e per gli scali di Cagliari e Alghero con gli scali di Roma Fiumicino e Milano Linate (…)”.

Allora, lo dice il “decreto Toninelli” che quei bandi erano sbagliati e andavano ritirati. Allora, bisogna dire la verità, bisogna proclamare l'unità, invocarla, praticarla insieme alla verità.

PRESIDENTE. Concluda, per favore, ha esaurito il suo tempo.

UGO CAPPELLACCI (FI). Per questo motivo chiedo al Governo di rivedere la posizione, in alternativa di mettere al voto quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/122 Cappellacci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/123 Polidori il parere del Governo è favorevole. Sull'ordine del giorno Zanella n. 9/2325-AR/124 c'è parere contrario: passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/124 Zanella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/125 Nevi il parere del Governo è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/126 Giacomoni c'è una riformulazione ed è accolto comunque come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/127 Battilocchio c'è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/128 Versace c'è parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/129 Paolo Russo è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/130 Bond c'è parere favorevole.

RAFFAELE BARATTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Vorrei sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Allora l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/130 Bond è sottoscritto anche da lei, così come dal deputato Baldini. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/131 Madia c'è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/132 Pagano Ubaldo c'è un parere favorevole subordinato all'accettazione della proposta di riformulazione da parte del Governo: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/133 Ferri c'è parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/134 Librandi è accolto come raccomandazione: va bene.

L'ordine del giorno Fregolent n. 9/2325-AR/135 è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/136 Colaninno è riformulato dal Governo con parere favorevole: va bene. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/137 Occhionero è inammissibile, anzi è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/138 Moretto è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/139 Marco Di Maio c'è un parere favorevole subordinato alla riformulazione: è accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/140 Migliore il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/141 è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/142 Toccafondi c'è una riformulazione con parere favorevole: è accolta.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, intervengo sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/142 Toccafondi solo per sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Pettarin sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/142 Toccafondi. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/144 Marattin c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: il deputato Marattin chiede di parlare. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Presidente, solo qualche considerazione per motivare quest'ordine del giorno e ovviamente il nostro voto favorevole e l'accettazione della riformulazione. Il tema è ben conosciuto, è stato oggetto di discussioni, anche di tensioni in maggioranza nella predisposizione della legge di bilancio. Le nostre idee sono sempre state molto chiare, così come il patto di maggioranza che poi ha portato all'approvazione della legge di bilancio, però io vorrei davvero, se fosse possibile…

PRESIDENTE. Collega Marattin, chiedo scusa, sono costretto a interromperla: se lei accetta la riformulazione, può effettuare la sua dichiarazione di voto soltanto se intende mettere in votazione il suo ordine del giorno, altrimenti può soltanto dire se accetta o non accetta la riformulazione. Prego, a lei la parola.

LUIGI MARATTIN (IV). Accetto.

PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/144 Marattin è approvato così come riformulato. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/145 D'Alessandro c'è anche qui un parere favorevole subordinato alla riformulazione: il collega D'Alessandro è d'accordo? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/146 Mor il parere del Governo è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/147 Carè c'è una riformulazione con parere favorevole: viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/148 Paita è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/149 Noja era inammissibile. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/150 Nobili il parere è favorevole da parte del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/151 Annibali invece il parere è contrario e chiede il voto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/151 Annibali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione….Chiedo scusa, sospendiamo la votazione. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone.

JACOPO MORRONE (LEGA). Presidente, volevo sottoscrivere quest'ordine del giorno, che è della maggioranza ma che in questo caso, probabilmente, sarà minoranza, è un po' uno strano caso. Volevo innanzitutto sottolineare quello che è accaduto ieri in Commissione, che è un qualcosa di scandaloso, perché si è vietato a un commissario di votare, e penso che quest'Aula dovrebbe trovare la soluzione fra i capigruppo per far tornare al voto anche quello che è il progetto di legge Costa. Noi, Presidente, per quanto riguarda la prescrizione, ci siamo impegnati per dire che va bloccata assolutamente questa riforma. Quando eravamo al Governo, il Ministro della Giustizia aveva indicato che non era necessario alcun tipo di tavolo tecnico, oggi, anzi ieri, le notizie, le ultime notizie sono che il Ministro della Giustizia ha chiesto un tavolo tecnico per una riforma della giustizia, perché la riforma della giustizia, come noi abbiamo ripetuto più volte, non esiste. Pertanto, io chiedo anche a tutti quanti quelli che sono gli operatori del diritto, che credono sia un'aberrazione giuridica la riforma Bonafede della giustizia, di sottoscrivere quest'ordine del giorno e di votarlo per far sì che il Governo faccia ordine al suo interno, perché vedo che sono troppe le contraddizioni, e hanno la responsabilità di un sistema giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ovviamente le argomentazioni che ha utilizzato sono da intendersi per dichiarazione di voto, perché, per la mera sottoscrizione, al contrario, non avrebbe potuto argomentare. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno a prima firma della collega Annibali. Questo ordine del giorno in realtà non fa altro che ripercorrere le tappe di quell'iter molto confuso, molto travagliato che portò all'approvazione della cosiddetta “Spazzacorrotti” e, infatti, in quel frangente, quando quella maggioranza entrò in crisi per l'emendamento sulla prescrizione introdotto nottetempo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. La deputata Varchi come ha detto al principio, prendendo la parola, sta svolgendo la sua dichiarazione di voto. Quindi, è perfettamente legittimata a completarla.

Prego, deputata Varchi, prosegua.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Mi riferivo all'emendamento sulla prescrizione che fu introdotto nottetempo; all'epoca, il Ministro Bonafede trovò come sintesi - è fatto ormai noto - il differimento dell'entrata in vigore di quella norma, specificando che sarebbe stato opportuno avere una riforma del processo penale, prima che quella della prescrizione entrasse in vigore. È passato un anno e per responsabilità evidentemente non attribuibili a Fratelli d'Italia quella riforma del processo penale ancora non può dirsi nemmeno in fase embrionale.

Quindi, l'ordine del giorno della collega Annibali, in realtà, in maniera molto obiettiva, ripercorre quel percorso scelto dal Ministro Bonafede, quindi, scelto dal MoVimento 5 Stelle, e chiede un ulteriore differimento dell'efficacia di quella norma, sullo stesso presupposto che portò il Ministro Bonafede a differirne di un anno circa l'entrata in vigore.

Evidentemente, il corto circuito normativo, legislativo e politico è tutto interno al MoVimento 5 Stelle e, conseguentemente, alla maggioranza di oggi. Quindi, questo ordine del giorno, che è di assoluto buon senso e che non ha valore cogente rispetto alla norma che noi ci accingiamo ad approvare, costituirebbe un impegno politico di coerenza per il Ministro Bonafede e per il suo partito. Ovviamente, immagino di essere comoda “Cassandra” nel dire che il MoVimento 5 Stelle non intenderà dimostrare alcuna coerenza rispetto a quanto detto appena un anno fa dal suo Ministro, visto che già sconfessano quello che dicono una settimana fa, due settimane fa, tre settimane fa o un mese fa.

Quindi, il voto di Fratelli d'Italia è favorevole con coerenza; chi non dimostra coerenza sul terreno del processo penale, quindi su un terreno molto delicato nell'ambito del sistema giustizia, evidentemente, ha più di qualche problema, non solo al suo interno, ma anche nei confronti di un elettorato, di un corpo sociale ormai sempre più assottigliato, come dimostrano giorno dopo giorno non solo i sondaggi, ma le elezioni che si vanno svolgendo. Quindi, ribadisco il voto favorevole di Fratelli d'Italia all'ordine del giorno della collega (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. È iniziata la grande stagione delle lotte alla Costituzione. Il Governo con una serie di interventi che hanno un'unica matrice, quella di apporsi delle coccarde che in qualche modo costituiscono un mero tributo al consenso delle piazze, secondo alcuni, ma non certamente al consenso della Costituzione e delle regole, insiste addirittura con toni, ho visto, anche irridenti. Quando si parla della Costituzione e di principi così fondamentali bisognerebbe avere, come posso dire, maggiore pudore anche all'interno dell'Aula. Questo ordine del giorno, in realtà, ripropone culturalmente una questione che certamente avrà altre sedi per essere proposta, ma la sensibilizzazione dell'Aula e delle nostre coscienze non deve conoscere limiti.

Presidente, la collega Annibali - a cui noi diamo il benvenuto nell'ambito dei garantisti “doc”, perché è noto che questi sono temi che Forza Italia ha sempre coltivato fin dall'inizio e chiunque voglia coltivarli insieme a noi è sempre il benvenuto, ma, sia chiaro, arriva secondo - scrive in questo ordine del giorno che la prescrizione uccisa dal Ministro Bonafede cozza contro precise norme della Costituzione.

Ora, basta leggerlo; è come vedere le figure senza leggere il testo; basta leggere le norme della Costituzione per capire che cosa si cela dietro quella truffa normativa della soppressione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Significa non avere nessuna sensibilità, significa non essere capaci di percepire che cos'è il girone infernale di un processo penale; è, come qualcuno ha detto, costringere un malato che non si sa, o un cittadino che non si sa sia malato o meno, ad una lungodegenza eterna, salvo poi stabilire dopo questa eternità se è responsabile o meno di quello di cui viene accusato.

Allora, non comprendere tutto questo significa sacrificare alla propria bandiera, ammesso che sia una bandiera - visto che qui la bandiera assume colori cangianti ogni giorno - dei principi fondamentali, quali quelli della ragionevole durata del processo e della presunzione di non colpevolezza, dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 27; tutto questo significa sacrificare alla propria cangiante bandiera, questi fondamentali principi.

Un ordine del giorno non è probabilmente - l'ho detto - il luogo migliore, ma può essere un segnale perché, illustre Presidente, su questo tema della prescrizione vi è una sinergia, un consenso, una unanimità di dottrina e anche dell'Associazione nazionale magistrati (salvo qualche scambio fra il mancato sorteggio nell'elezione del CSM e qualche appoggio virtuale e occasionale a questo titolo), vi è una coralità di consensi, e quando vi è coralità - rectius, totalità - qualcuno dovrebbe riflettere sui dati e dire che se vi è totalità, se noi riusciamo persino ad andare d'accordo con quello che dice Italia Viva, questo avrà pure una ragione; ci sarà pure un motivo per cui vi è una convergenza nella diversità assoluta di posizioni e la convergenza è proprio quella della reductio ad unum nei principi costituzionali. Allora, che l'Aula dia una prova con un ordine del giorno, un insignificante - ne siamo convinti - ordine del giorno, in questo caso, significa risvegliare la sensibilità costituzionale di quest'Aula; un voto favorevole che noi caldeggiamo e in questo confidiamo. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, solo per dire che questo ordine del giorno è scritto da una giurista; ci sono tutti gli elementi che spiegano esattamente, anche a chi non ha queste competenze, che cosa è la prescrizione e perché questa norma deve essere motivata. Quindi io invito i presenti che non hanno competenze giuridiche e che non hanno competenze scientifiche di rileggerlo e di valutarne attentamente il contenuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio, Presidente. Nel dichiarare, per un fatto di coerenza e di convinzione, il mio voto favorevole a questo ordine del giorno, vorrei però esprimere a tutti i colleghi il mio disagio per un dibattito che nelle scorse settimane ha visto il Parlamento e anche il Paese, come dire, posseduto da un clima un po' asfittico e molto strumentale, rispetto alle ipotesi e alle idee di una riforma della giustizia, del processo, che vada in direzione deflattiva rispetto ai procedimenti penali che ci sono e che intasano i nostri tribunali. Si è parlato unicamente di prescrizione e non si è parlato di quello che è il principale motivo che, in questo Paese, determina il tenersi dei processi, che è la principale causa per cui i cittadini nel nostro Paese vanno in carcere. Un terzo dei detenuti nel nostro Paese e nelle nostre carceri che scoppiano è detenuto per violazione del testo unico sugli stupefacenti. Oggi noi leggiamo che sarebbe nelle intenzioni di questo Governo proporre delle riforme che vanno ad aumentare le pene anche per fatti di lieve entità, in modo da consentire la custodia cautelare in carcere anche per fatti di lieve entità.

Colleghi, lo dico anche al gruppo che ha proposto questo ordine del giorno: la riforma deflattiva rispetto ai procedimenti penali non è solo prescrizione; è ad esempio depenalizzazione di una serie di condotte, è ad esempio diritto penale minimo rispetto a una serie di condotte e non il panpenalismo che è la direzione nella quale - ed è un allarme che lancio - sta andando una maggioranza spaventosa di questo Parlamento.

Ecco, questo è il contributo che vorrei dare a un dibattito. Spero, ad esempio, che il Governo voglia quanto prima convocare la Conferenza nazionale sulle droghe che ogni tre anni dovrebbe tenersi in base alla legge e che non si tiene da più di dieci anni. Spero, ad esempio, che il Governo voglia affidare la delega per le politiche sulle droghe, che è ancora una delega vagante, che non si è data a nessuno, a nessun membro del Governo, a nessun sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ecco, spero ci sia un dibattito su questo tema che - concludo, ripeto - è il principale motivo per cui nel nostro Paese si tengono i processi e per cui si va in carcere, un dibattito che tenga conto della realtà e non solo della strumentalità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Costa, non posso darle la parola: può solo sottoscrivere l'ordine del giorno, se desidera, perché lei ha esaurito il tempo a sua disposizione sugli ordini del giorno.

ENRICO COSTA (FI). Era semplicemente… Guardi, se non ho il tempo… Semplicemente, con riferimento alle considerazioni del deputato Magi…

PRESIDENTE. Sottoscrive o non sottoscrive?

ENRICO COSTA (FI). …per esprimere un plauso al Ministro Lamorgese, che ha assunto sul tema della droga…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/151 Annibali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/152 Belotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/153 Garavaglia, il parere del Governo è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/154 Paternoster, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Io capisco che questo Governo abbia qualche problema con i giornalisti e con l'editoria in generale: l'abbiamo visto con Radio Radicale, l'abbiamo visto con gli emendamenti per sbloccare i contratti dei giornalisti nella pubblica amministrazione, l'abbiamo visto con le battaglie fatte per salvare l'Istituto dei giornalisti; ma qui si chiede un impegno abbastanza leggero. Ci sono, come sapete, delle crisi editoriali in corso, che mettono a rischio centinaia di posti di lavoratori; predisponiamo poche risorse ma creiamo delle commissioni per imbavagliare la stampa, come stiamo facendo con la Commissione d'inchiesta sulle fake news; qui almeno pensavo che il Governo fosse allineato con noi nel dare la possibilità di mettere a disposizione gli ammortizzatori sociali per le aziende tipografiche e le aziende del mondo dell'editoria. Quindi, chiediamo semplicemente di prorogare la possibilità della cassa integrazione per molte imprese editoriali. “Valutare l'opportunità di prevedere con un successivo provvedimento”: sinceramente, trovare un parere contrario a questo ordine del giorno è sconcertante, ed è anche un brutto messaggio nei confronti dell'editoria e della stampa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/154 Paternoster, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/155 Bitonci, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/156 Furgiuele, c'è un parere favorevole subordinato all'accettazione della riformulazione. Viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/157 Ribolla, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/158 Lorenzoni, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/159 Tiramani, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Francamente non capisco il parere contrario a questo ordine del giorno: all'interno del “Milleproroghe” ci sono già delle misure atte a colmare il gap del personale medico, prolungando fino a 70 anni l'impiego appunto dei dirigenti medici. Attraverso questo ordine del giorno si chiedeva semplicemente che delle figure non specializzate, come avviene già in diverse regioni d'Italia e per certi servizi, come il 118, potessero essere usate anche per svolgere mansioni di guardia medica nel pronto soccorso ed in medicina generale. Alcune regioni in deroga lo fanno già. Alle casse dello Stato non costa nulla. Andrebbe a colmare, come ho già detto prima, un gap che vede ogni anno il pensionamento di circa 10 mila persone, e solo 8 mila specializzandi. Si sta facendo una riforma a tutto campo per riuscire a colmare quella che è una drammatica misura che sta devastando la sanità pubblica. Ci sono 10 mila persone che non hanno la specialità, ma che già lavorano. E, quindi, poter prevedere di accogliere, anche come raccomandazione, questo ordine del giorno, secondo me e secondo il gruppo della Lega, poteva essere una misura di buon senso. Quindi, invito il Governo a ripensarci, e a dare parere favorevole con raccomandazione a questo ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Va bene come raccomandazione.

PRESIDENTE. La sua richiesta è accolta, dunque l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/159 Tiramani viene accolto come raccomandazione. Lo aveva richiesto, e quindi ha avuto risposta affermativa.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/160 Capitanio.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo intende cambiare il parere in favorevole, se si sostituisce la parola: “modificando” con la parola: “applicando”.

PRESIDENTE. Deputato Capitanio, accoglie la riformulazione?

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Va bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, solo per chiedere all'onorevole Capitanio di poter sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. A posto, penso che non ci siano obiezioni.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/161 Prestigiacomo, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. È accolta? È accolta.

Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia, ma il parere favorevole, accolto sulla riformulazione, le impedisce di prendere la parola, me ne dispiaccio.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/162 Turri, c'è sempre una proposta di riformulazione. A lei la parola, deputato Turri.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere una precisazione al sottosegretario, perché mi è parso di capire, ieri sera, quando ha espresso i pareri su questo, che la riformulazione veniva ricondotta alla stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2325-AR/112 Bartolozzi. Siccome mi sembra che prima è stata cambiata la riformulazione sull'ordine del giorno Bartolozzi, chiedevo se anche questa poteva essere modificata come il n. 9/2325-AR/112.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Castelli, a lei la parola.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, esattamente.

PRESIDENTE. Quindi, va bene riformulato come il precedente a prima firma Bartolozzi. Ordine del giorno n. 9/2325-AR/163

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, chiedo scusa?

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Sull'ordine del giorno del mio collega, a titolo personale. Posso?

PRESIDENTE. Essendo stata accolta la riformulazione, lei può soltanto sottoscrivere.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). È già sottoscritto.

PRESIDENTE. Allora, non può parlare, mi dispiace.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/163 Binelli c'è la riformulazione da parte del Governo. È accolta? Affermativo.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/164 Galli, la riformulazione è accolta.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/165 Raffaelli, parere contrario da parte del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/165 Raffaelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/166 Cestari, parere contrario da parte del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/166 Cestari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/167 Morrone parere favorevole con proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? A lei la parola, deputato Morrone.

JACOPO MORRONE (LEGA). Volevo richiedere la riformulazione, che non si è compresa.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretaria Castelli.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione sarebbe: “a valutare l'opportunità di” e poi si dovrebbero espungere le parole: “operato dalla legge cosiddetta Madia”.

PRESIDENTE. La accetta?

JACOPO MORRONE (LEGA). Accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Il deputato Bignami vuole sottoscrivere, perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/168 Fogliani parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Fogliani. Ne ha facoltà.

KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di rivalutare questo ordine del giorno, che è conseguenza di un emendamento che è stato bocciato in Commissione, ma che parla delle società a partecipazione pubblica con utile, quindi società che non hanno nessun aggravio per gli enti pubblici, ma che, anzi, sostengono nelle attività di servizio dei territori. Questa è una richiesta che arriva dai territori, quindi spero che il Governo voglia rivalutare questo parere che ha dato e che possa almeno ammetterlo come valutazione.

PRESIDENTE. La parola alla sottosegretaria Castelli.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Va bene come raccomandazione, visto che si tratta del 2021.

PRESIDENTE. Va bene, è accolta?

KETTY FOGLIANI (LEGA). Scusi, un secondo solo. L'obiettivo era quello di rendere la possibilità a queste società di fare dei piani industriali molto lunghi, perché sono società importanti.

PRESIDENTE. Il Governo l'ha accolta come raccomandazione, va bene così.

Baratto lo vuole sottoscrivere, Bond pure.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/169 Cavandoli parere contrario da parte del Governo: lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/169 Cavandoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/170 Comaroli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/171 Morelli, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Presidente, sono sorpreso del parere negativo. Leggiamo in queste ore che uno dei motivi del travaglio del Governo sta nel blocco delle tante opere. Questo ordine del giorno mette sul tavolo una grande opera bloccata e dimenticata, la realizzazione della banda ultra larga nel nostro Paese. Cinque anni fa, quando venne stilata la strategia per la banda ultra larga, vennero individuati i 7.600 comuni dove realizzare l'opera; sono stati investiti miliardi, c'è il mondo della nostra economia e della nostra cultura che attende quest'opera e a oggi, su questi 7.600 comuni, solo un centinaio sono stati completati. Proprio ieri il Ministro per l'Innovazione Pisano è venuta in IX Commissione a raccontarci del ruolo fondamentale delle regioni per cercare di superare questa impasse.

L'ordine del giorno, che colgo l'occasione per sottoscrivere, chiede semplicemente di coinvolgere le regioni nel sostenere lo Stato nella realizzazione di quest'opera.

Le regioni hanno anche un ruolo fondamentale nell'utilizzare 1,3 miliardi di euro per i voucher destinati alle famiglie, alle scuole e alle imprese e sempre ieri il Ministro ha detto che rischiamo di perderlo se non troviamo un coinvolgimento attivo anche delle regioni. Quindi, io chiedo al Governo di cambiare il parere su questo ordine del giorno o, per lo meno, che venga proposto al proponente un accoglimento come raccomandazione.

PRESIDENTE. La sottosegretaria Castelli tiene la posizione. Intanto, ha chiesto di parlare il deputato Musella: per sottoscrivere?

GRAZIANO MUSELLA (FI). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere ma sottolineo altresì che sono le stesse società che stanno realizzando queste opere a chiedere l'intervento delle regioni per coordinare e velocizzare i lavori. Quindi, vi riempite la bocca di accessibilità universale e quando vi diamo l'opportunità di realizzarla, anche attraverso veicoli che possano velocizzare il tutto, non ce ne date la possibilità.

Chiedo di sottoscrivere e prego la sottosegretaria Castelli di ripensarci, anche perché avete appena accolto l'ordine del giorno del deputato Capitanio precedentemente che conteneva nel testo il riferimento alla possibilità di commissari regionali e non vedo perché non dovreste accogliere almeno una parte di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che noi abbiamo sottoscritto dall'inizio quest'ordine del giorno e che ieri in Commissione TLC con i colleghi Rotelli e Silvestroni abbiamo incalzato il Ministro Pisano, che ha riconosciuto ritardi cronici e il rischio che si vadano a perdere i finanziamenti europei. Oltretutto, nel piano previsto sono stati raggiunti soltanto 122 centri urbani e secondo l'ultimo cronoprogramma risultano in sospeso 141 cantieri e secondo questo programma 667 cantieri verrebbero fatti in un anno. Quindi, siamo assolutamente fuori controllo. Ci sono casi virtuosi come il Piemonte, dove, invece, l'intervento della regione ha permesso una connettività a un giga, e riteniamo corretto, appunto, il sostegno a questo ordine del giorno e al fatto che siano le regioni attraverso i presidenti, come avviene in altri campi, a rendersi garanti di tempi e accelerazioni di questo piano che è strutturale e strategico per l'innovazione italiana e dovrebbe essere il Governo che su questi temi si dovrebbe contraddistinguere ma in realtà non sta facendo altro che parole.

Ricordo, infine, che il Ministro per l'Innovazione non ha fondi, non ha un coordinamento su tutti i temi correlati con gli altri Ministeri e, quindi, sinceramente ci chiediamo quale sia la strategia operativa reale per affrontare questo tema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/171 Morelli, con il parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/172 Gava, parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Vi rubiamo ancora un minuto sul tema della plastic tax per dare una notizia che non sappiamo fino a che punto sia nota ai membri del Parlamento. In questi giorni a Bruxelles si sta discutendo della tassa sulla plastica, una tassa i cui introiti vanno all'Unione europea e non ai nostri Paesi.

Quindi, essendo noi contributori netti non vedremo un centesimo di questo introito. Dove va la tassa che mette l'Europa? Va sulla plastica, ma non come ha fatto l'Italia sulle materie prime, nella fase iniziale, bensì sullo smaltimento: un euro per ogni chilo non smaltito. Quindi noi saremo l'unico Paese europeo ad avere la doppia tassazione sulla stessa roba: la tassa sulle materie prime e la tassa sullo smaltimento.

Ora, il Governo era evidentemente a conoscenza di questa cosa e ha scientemente messo la tassa sulle materie prime, perché l'avesse messa sullo smaltimento a questo punto doveva trattare con l'Unione europea; non si poteva fare la doppia tassazione e, delle due l'una, qualcuno avrebbe dovuto rinunciare. In questo modo noi danneggiamo le aziende che producono (meno 7,5 per cento nel mese di dicembre: una catastrofe): chi paga? Pagano i cittadini, perché una tassa sulle materie prime si trasferisce sul prodotto - latte, acqua, cose che ormai tutti conoscono - e, in più, come cittadini, con la fiscalità generale pagheremo anche sullo smaltimento. Quindi, chapeau al Ministro Gualtieri e al Governo, che sono riusciti a fare dell'Italia l'unico Paese con la doppia tassazione sulla plastica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/172 Gava, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/173 Lucchini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/174 Valbusa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/175 Gusmeroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/176 Lolini, con il parere contrario da parte del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/177 Tarantino, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta? La riteniamo accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/178 De Angelis c'è il parere favorevole da parte del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/179 Latini c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo; bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/180 Sasso, sempre riformulato dal Governo con parere favorevole. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, chiedo scusa, chiedo al Governo la cortesia di ricordarmi la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Castelli?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. “A valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che il deputato Sasso non sia in sintonia. Prego, a lei la parola.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Non posso accettare tale riformulazione e vorrei cercare di spiegare al Governo e all'Aula il perché. Porto all'attenzione di quest'Aula che il 12 marzo il Consiglio di Stato sarà chiamato ad esprimersi su una vicenda che riguarda alcune migliaia di insegnanti che hanno l'aspirazione a diventare dirigenti scolastici. Sto parlando del concorso da dirigente scolastico bandito nel 2017 e bloccato dal TAR per gravi irregolarità. Tra queste irregolarità possiamo evidenziare l'ubiquità di alcuni commissari, possiamo notare la totale discrepanza nelle valutazioni tra le varie sottocommissioni giudicatrici. Vede, signor Presidente, per suo tramite, riferisco al Governo che in qualche modo io sto facendo un assist al Governo, perché se il 12 marzo il Consiglio di Stato dovesse confermare quanto emerso dal TAR del Lazio, noi ci troveremmo di fronte ad un problema politico: ci troveremmo di fronte ad una mancanza di terzietà da parte del Governo, che dovrebbe, evidentemente, poi trovare una soluzione legislativa. Mi spiego meglio. C'è un Ministro della Repubblica, che era presente fino a qualche minuto fa - l'attuale Ministro dell'istruzione - che ha sostenuto questo concorso da dirigente scolastico, non valutando poi l'opportunità di presentarsi all'ultima prova, quella orale, da parlamentare della Commissione scuola, istruzione e cultura della Camera. Per cui noi ci troveremmo un Ministro a valutare quale soluzione legislativa trovare per dei suoi concorrenti: cioè, rendetevi conto del corto circuito di fronte al quale potremmo trovarci anche noi come legislatori. Per cui, questo ordine del giorno, sic et simpliciter, chiede semplicemente di impegnare il Governo quasi ad andare in autotutela, come farebbe qualsiasi pubblica amministrazione quando si accorge che qualcosa è andato storto. Questo concorso è andato storto: lo chiedono gli aspiranti dirigenti scolastici che hanno soltanto il torto di avere una legittima aspirazione professionale ad elevare la propria carriera, un po' come ha fatto l'attuale Ministro Azzolina. Per cui noi chiediamo: cosa dovete valutare l'opportunità? Dovreste semplicemente porre rimedio a quanto successo e iniziare un percorso che, tra l'altro, avete pensato bene di osservare, sempre per lo stesso concorso.

Perché, signor Presidente, nel “Milleproroghe” la maggioranza ha inserito un emendamento con cui non andava a sanare le gravi irregolarità e le ingiustizie che migliaia di aspiranti dirigenti hanno subito, ma ha pensato bene di far scorrere la graduatoria, aumentando la possibilità, da un punto di vista numerico, di lavorare agli idonei non vincitori. Quindi, oltre al danno, anche la beffa a queste persone che, da nord a sud, chiedono a noi e chiedono al Governo semplicemente di poter coronare il sogno di una carriera professionale, un po' come ha fatto il Ministro dell'Istruzione Azzolina, che, da parlamentare della Commissione istruzione, ha pensato bene di presentarsi ad un concorso. Quindi io chiedo, se possibile, di evitare questa riformulazione e di assumersi un impegno con un minimo di correttezza e di coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Brevissimamente, solo per annunciare la sottoscrizione e l'assoluta condivisione sul tema trattato all'ordine del giorno del collega Sasso, con cui, insieme alla collega Bucalo e Frassinetti e tutti i componenti della Commissione istruzione, stiamo condividendo questa battaglia a difesa degli aspiranti dirigenti scolastici di un concorso veramente indecente; come inopportuno è anche il fatto che a parteciparvi sia stato anche un Ministro e componente della Commissione istruzione.

PRESIDENTE. La ringrazio, intanto si sono aggiunte le firme della deputato Bucalo e della deputata Frassinetti. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attis. Ne ha facoltà. Per sottoscrivere?

MAURO D'ATTIS (FI). Per sottoscrivere, anche a nome del collega Paolo Russo, così evitiamo un doppio intervento sulla vicenda di cui anche noi ci siamo interessati…

PRESIDENTE. Che conferma…

MAURO D'ATTIS (FI). Sì, sì, è qui… e con la collega, onorevole Valentina Aprea, abbiamo anche noi incontrato, e quindi ci sembra veramente paradossale e assurdo, addirittura, che neanche l'ordine del giorno venga considerato, in questo caso a merito del collega Sasso. Quindi, oltre alla partecipazione attiva che abbiamo avuto con la presentazione di emendamenti nelle varie occasioni che ci sono state, vogliamo incidere ancora di più con la nostra firma a sostegno di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà. Per sottoscrivere?

MANUELA GAGLIARDI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Sì, per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, aggiungendo che questa situazione crea non pochi imbarazzi. Non si comprende come il Governo non riesca a cogliere la gravità della situazione che si è andata a creare. Purtroppo ci sono tante persone che stanno attendendo una risposta da parte del Governo ed è veramente poco corretto da parte vostra attendere che si pronunci il TAR, piuttosto che, invece, prendere una decisione. I dirigenti hanno fatto il concorso, sul concorso ci sono dei dubbi e, quindi, correttamente potreste intervenire: accogliendo quest'ordine del giorno potreste dare almeno un primo segnale.

PRESIDENTE. Mi pare che il Governo rimanga sulle sue posizioni, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/180 Sasso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/181 Colmellere, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/182 Racchella c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/183 Bubisutti, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Manzato. Ne ha facoltà.

FRANCO MANZATO (LEGA). Grazie Presidente, ma questo, per chi non conosce il tema, è il solito tema, annoso ormai, che si ripresenta quasi in ogni legislatura, che è legato alle multe rispetto alle quote latte. L'onorevole Castelli ieri ha dato un parere contrario a questo ordine del giorno. Io sono convinto che non completamente conosce questo tipo di ordine del giorno, perché sono convinto che la richiesta di proroga del termine di sospensione relativo alle procedure di riscossione coattiva delle multe non è nato semplicemente perché se lo sogna il movimento della Lega, storicamente presente su questo tipo di argomento, piuttosto che la volontà di alcuni allevatori che si trovano oggi nella disperazione per la chiusura delle loro aziende e per trovarsi in mezzo a una strada, senza nessun tipo di speranza per quanto riguarda i loro allevamenti, ma perché i dubbi nascono soprattutto - e leggo - da delle ordinanze del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma, che mette in dubbio la correttezza dei criteri utilizzati per l'individuazione dei destinatari. Questo cosa significa? Significa non solamente puntare il dito su chi oggi è in contenzioso con lo Stato, ma anche chi, nel tempo, ha rateizzato e chi anche ha pagato tutta la multa. Significa mettere in discussione l'intero impianto e questo non lo dice un militante della Lega, ma lo dice il GIP di Roma. In aggiunta c'è stata, proprio l'anno scorso, una pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea che solleva, anche lei, dubbi sul metodo di compensazione, metodo contrario al dettato normativo dell'Unione Europea. Allora l'onorevole Bubisutti presenta questo ordine del giorno, negli anni passati in questo Parlamento anche il senatore Agoni ha lavorato su questo tema in maniera molto forte. I dubbi vengono dalle autorità giudiziarie. In questi periodi avete visto non solo la parte giudiziaria che interviene, ma interviene anche il giornalismo di inchiesta: avete visto la trasmissione le Iene come interviene nel merito di questo tema, avete visto Report come è intervenuta e interverrà ancora su questo tema e invece questo Governo dubbi assolutamente non ne ha. Annuncio subito che ovviamente il nostro gruppo ha già depositato oggi un'interrogazione, un'interrogazione che va ancora nel merito, ma sono convinto che l'ignavia di questo Governo, l'ignavia politica di questo Governo, nell'incapacità di affrontare temi di questo tipo, cozza con una questione un po' più grave credo, che sia un contrasto interno fortissimo tra il MoVimento 5 Stelle e Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); perché mi risulta che la Ministra Bellanova non sia totalmente contraria a questo ordine del giorno, non sia contraria a veder luce un po' su questa materia e invece questo tipo di indicazione sulle spalle degli allevatori, sulle spalle delle aziende matura un contrasto fortissimo, che consolida la volontà non solo di questa minoranza, questa posizione, ma dell'intera popolazione italiana, che non vede l'ora nella speranza che questo Governo si tolga dalle scatole prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché ci vuole un Governo autorevole, capace di affrontare i temi, non abbia paura di prendersi le responsabilità e non faccia semplicemente guerre interne, che portano solamente alla disperazione di aziende che oggi si trovano in mezzo a una strada. Complimenti a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Manzato. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/183 Bubisutti, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/184 Covolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/185 Viviani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/186 Pedrazzini, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Per chiedere al Governo di accogliere l'ordine del giorno così com'è, senza trasformarlo in raccomandazione, perché qui parliamo di imprese televisive locali, che sono naturalmente una grande risorsa per il nostro territorio e per il nostro Paese, perché oltre a garantire chiaramente il pluralismo dell'informazione, però, al tempo stesso, consentono anche di mantenere quegli archivi storici che altrimenti andrebbero perduti, perché le TV nazionali ben sappiamo che non hanno tutta quella documentazione che le TV locali hanno raccolto negli anni e che continuano a raccogliere. Purtroppo, il non accoglimento di un emendamento da noi presentato nelle Commissioni sostanzialmente impedisce di far sì che le provvidenze dell'editoria proseguano e quindi vengano prorogate almeno per i prossimi dodici mesi, questo proprio per far sì che in qualche modo si possa accompagnare eventualmente ad una modifica, ad un passaggio, anche le imprese televisive locali e quindi non soltanto la carta stampata, non soltanto le imprese radiofoniche, per cui queste proroghe sono state accolte, perché eventualmente, se proprio non si potesse prorogare la sospensione dell'eliminazione delle provvidenze dell'editoria, si potrebbe comunque individuare dei contributi, una contribuzione diretta. Quindi appunto insisto affinché venga accolto come ordine del giorno e affinché il Governo si impegni comunque a trovare una formula corretta per evitare che chiudano, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Chiede di parlare la sottosegretaria Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, accolto, visto che la formulazione è già “a valutare l'opportunità di”, favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto. Deputata Zanella, non c'è dichiarazione di voto, lei ha già esaurito il suo tempo. Per sottoscrivere? Perfetto, abbiamo registrato. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Sì, ma solamente perché rimanga agli atti, io colgo l'invito del parere del Governo, ma faccio presente solamente una coincidenza: che le TV locali, spirito di pluralismo, nel caso della regione Liguria sono anche finanziatori sostanziali della campagna elettorale dell'attuale presidente Toti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2325-AR/186 Pedrazzini, ripeto, si intende approvato, con la precisazione della sottosegretaria Castelli.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2325-AR/187 Benamati, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta? Sottosegretaria Castelli a lei la parola.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, chiedo scusa, dopo una serie di interlocuzioni, il Governo ritiene di proporre ai presentatori che il secondo impegno che era stato espunto possa diventare, nella formulazione che leggo, uno dei punti delle premesse. Quindi, mettere nelle premesse: “secondo quanto previsto dalla normativa, in caso di mancato rispetto del termine perentorio per la realizzazione del PiTESAI, i permessi di prospezione e ricerca sospesi riacquistano automaticamente efficacia”. Questo nelle premesse, lasciando il parere favorevole al primo impegno e espungendo il secondo.

PRESIDENTE. Con questa correzione sulla già avanzata proposta di riformulazione, Benamati va bene? È d'accordo? Prego, a lei la parola, deputato Benamati.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Sì, Presidente. Accettiamo la riformulazione, perché salva lo spirito dell'ordine del giorno, che invita il Governo a fare presto in questa scrittura del PiTESAI, e la legge è chiara.

PRESIDENTE. Va bene, può solo dichiararsi d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/188 Pellicani, su cui, anche qui, c'è un parere favorevole subordinato all'accettazione della proposta di riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/189 Fragomeli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/190 Giovanni Russo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/191 Orfini, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2325-AR/192 Pella, parere contrario da parte del Governo.

Sottosegretario Castelli, vedo che fanno dei cenni e, quindi, le lascio la parola.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Proponiamo che venga accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Va bene? Ok. Quindi, è accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/192 Pella. Abbiamo ancora un accantonato, l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli: la parola alla sottosegretaria Castelli per gli aggiornamenti su questo ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli, il Governo propone di espungere le premesse e propone questo impegno: “ad adoperarsi affinché sia contrastata ogni forma di negazionismo o giustificazionismo della tragedia delle foibe, che la Repubblica italiana onora nel Giorno del ricordo”.

PRESIDENTE. Va bene questa riformulazione? Perfetto. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/2325-AR/110 Novelli è approvato (Applausi). È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2325-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO). Signor Presidente, facciamo uscire i colleghi.

PRESIDENTE. Direi di sì. Prendiamoci una manciata di secondi; intanto chiedo cortesemente ai colleghi deputati di defluire dall'Aula in buon ordine e, soprattutto, in silenzio per consentire ai colleghi che devono svolgere la dichiarazione di voto di poterlo fare nel miglior modo possibile.

Bene, direi che possiamo provarci, fermo restando che anche il Governo dovrebbe fare la sua parte. Sottosegretaria Castelli, non è possibile interloquire con i parlamentari. A lei la parola, deputato Rospi.

GIANLUCA ROSPI (MISTO). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare oggi il “decreto Milleproroghe”, provvedimento che, mio malgrado, anche quest'anno, come ormai ogni anno, si rende necessario al fine di risolvere le tante urgenze ed emergenze presenti nel Paese. L'approvazione di questo provvedimento, diventato, con il passaggio nelle Commissioni, un “decreto omnibus”, non ha nulla a che vedere con la logica della pianificazione e programmazione di cui ha bisogno questo Paese. Stiamo vivendo, signor Presidente, in questi ultimi anni, una crisi multisettoriale prodotta dall'incapacità della classe politica che governa questo Paese di progettare soluzioni, non utilizzando le migliori energie e potenzialità presenti all'interno della società italiana.

L'elevato e insostenibile livello di litigiosità raggiunto, l'assenza di un dialogo serio e costruttivo non permettono di risolvere, in maniera concreta ed efficace, le enormi problematiche che attanagliano l'Italia. Bisogna cambiare questo paradigma culturale della politica, bisogna uscire dalla logica della gestione dell'emergenza e passare alla logica della programmazione e pianificazione.

Nonostante questo, nonostante non reputi il “Milleproroghe” lo strumento idoneo a programmare e pianificare, devo constatare che al suo interno vi sono alcune misure che cercano di risolvere criticità ed urgenze importanti per il Paese. Penso, ad esempio, alle assunzioni straordinarie per le forze dell'ordine, che ricoprono un ruolo fondamentale per la sicurezza del nostro Paese; penso alla proroga per l'approvazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee che, di fatto, blocca le nuove trivellazioni; penso alle misure adottate per il nostro patrimonio storico e artistico, come il rifinanziamento della legge speciale sul recupero del rione Sassi di Matera. L'Italia, signor Presidente, è un museo a cielo aperto: possediamo circa il 50 per cento del patrimonio culturale e artistico del mondo e siamo il Paese con il maggior numero di siti UNESCO del Pianeta. Dalla cultura può e deve ripartire il rilancio non solo del Mezzogiorno d'Italia, ma dell'intero Paese.

Il decreto prevede, inoltre, anche nuove assunzioni di ricercatori, con circa 1.600 nuovi ricercatori assunti e altri circa mille ricercatori che avranno la possibilità di essere stabilizzati. Spero, signor Presidente, che queste misure siano solo l'inizio di un percorso che porti ad investire sempre più risorse in ricerca e innovazione. Le scuole e le università devono produrre professionalità e talenti ed essere generatrici di percorsi utili per le carriere, non solo nell'interesse esclusivo del lavoratore, ma nell'interesse dell'intera società, di cui le generazioni future faranno parte e che saranno chiamate a guidare.

Poche, invece, signor Presidente, sono le misure per il lavoro e la crescita. In Italia bisogna rilanciare l'occupazione: solo così si può ridare dignità al lavoro e, quindi, alle persone. Nessun incentivo da solo potrà far ripartire l'occupazione. Solo se si avrà il coraggio di restituire alle parti sociali il loro ruolo chiave di soggetti attivi nella definizione delle regole e delle politiche del lavoro, si potrà rilanciare veramente l'occupazione in questo Paese. Signor Presidente, oggi non servono più forme di assistenzialismo; lo stesso reddito di cittadinanza, che io ho votato, non si è rivelato, dobbiamo dire, una misura idonea. Oggi, uno Stato serio, signor Presidente, è quello che punta non all'assistenzialismo, ma a ridare dignità alle persone, alle famiglie e agli imprenditori.

Signor Presidente, nel decreto riscontriamo anche, come è solito fare in questo periodo, misure di impatto solo mediatico: penso all'articolo 35, che prevede la revoca delle concessioni autostradali in essere senza un adeguato piano alternativo. Abbiamo in Italia, colleghi, ponti e gallerie che cadono a pezzi, diversi viadotti chiusi al traffico e milioni di lavoratori che, giornalmente, percorrono le nostre strade mettendo a rischio la loro vita. La politica, invece di gridare, ha il dovere morale di intervenire. Allora finiamola con questi slogan: avviamo un serio piano di manutenzione straordinaria delle nostre infrastrutture e facciamo ripartire l'Ansfisa, di cui sono stato promotore nel “decreto Genova” e che, da diciotto mesi, attende l'avvio.

Signor Presidente, mi avvio alla conclusione, sollecitando l'Esecutivo - che prego di darmi retta, visto che continua a parlare - di avviare quanto prima la nuova agenda di Governo, perché questo Paese non può più attendere: bisogna rilanciare la crescita, sbloccare i tanti cantieri fermi da anni; rilanciare una riforma del fisco più equo e soprattutto dare un futuro alle nuove generazioni. Ieri, signor Presidente, ho votato la fiducia ma la mia fiducia, signor Presidente, non è una fiducia a scatola chiusa. Nel momento in cui il Presidente Conte presenterà la nuova agenda di Governo valuterò se condividerla e concedere ancora la fiducia all'Esecutivo perché, a mio avviso, c'è bisogno di un'inversione di tendenza che porti a una maggiore crescita dell'economia e a una concreta visione del futuro. Per quest'ultima ragione annuncio, signor Presidente, il mio voto favorevole al provvedimento (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. In verità, molto brevemente, il Milleproroghe è da considerarsi un atto finale consequenziale alla legge di bilancio che, ricordiamolo, fu la sublimazione della normalità, il massimo risultato conseguibile date le modalità e la ristrettezza temporale con cui fu redatta. Come è stato più volte ricordato, questo provvedimento è diventato un testo omnibus con i temi più disparati al punto che alcuni costituzionalisti lo chiamano la “seconda possibilità”, riferendosi al fatto che si configura come una seconda chance per la legge di bilancio, ereditandone spesso le misure stralciate. Ma questa non è una caratteristica di quest'anno: era la stessa cosa l'anno scorso, quello precedente e così via andando indietro negli anni e probabilmente - non sono felice nell'affermarlo - sarà così anche il prossimo anno e con qualsiasi Governo, perché abbiamo una macchina amministrativa così complessa che ci saranno sempre provvedimenti tesi a prorogare i termini per andare incontro ad amministrazioni che fanno fatica a seguire la mole dei provvedimenti emanati dallo Stato centrale. Il voto della componente MAIE del gruppo Misto sarà favorevole perché, nonostante le perplessità illustrate da varie parti in questi giorni, rimane pur sempre un contenitore dove si sono date risposte a diverse emergenze e meglio indirizzato il percorso di vari atti. Quindi il MAIE voterà favorevolmente al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Ormai è una prassi consolidata: si arriva a un certo punto per cui una norma non si nega a nessuno. Anche per questo Governo una proroga non si nega a nessun altro, per cui anche in questa occasione il Governo presenta, come dicevano i colleghi che hanno proceduto, una proposta omnibus contenente norme disomogenee, diversificate, spesso microsettoriali alla faccia dei proclami, che un po' tutti facciamo - non faccio un'accusa solo a questo Governo - di semplificazione e coerenza dell'impianto legislativo. Certo per fare coerentemente delle leggi quadro ci vogliono Governi che abbiano autorevolezza: una illusione di questi momenti. E così, facendo leggi omnibus, andiamo ad aggiungere ulteriori complicazioni ad un quadro normativo che diventa sempre più farraginoso, sempre più ingarbugliato. Il cittadino si perde all'interno del groviglio di leggi: non ci sono leggi quadro, non ci sono leggi di competenza esclusiva. Infatti in questo omnibus ci troviamo la moratoria sulle trivelle; ci troviamo la riforma della class action; ci troviamo le multe per i monopattini; ci trovammo gli aiuti per le aziende in crisi; ci troviamo la proroga a 70 anni per i medici che sono andati in pensione e ci troviamo anche - ne ha parlato il collega Lupi - la revoca in materia di concessioni autostradali e poi altre cose gradevoli ancora. Non lo dico io, lo dice Il Sole 24 Ore di oggi che definisce questo omnibus - leggo testualmente - “un mostro giuridico che ora approderà al Senato per incassare l'ennesima ratifica senza alcun esame nel merito”. E nel merito, oltre che per l'estrema eterogeneità, l'omnibus va ricordato sostanzialmente per due problemi politici tutti interni alla maggioranza. I due problemi sono, come è apparso evidente, le concessioni autostradali e le prescrizioni. Voglio ricordare rispetto a questo che poche ore fa, un paio d'ore fa, abbiamo bocciato l'ordine del giorno di Lupi, del nostro gruppo, un ordine del giorno che prevedeva almeno di prendere in considerazione il dispositivo. Neanche questo, con una chiusura da parte della maggioranza e ho notato - l'abbiamo notato tutti - un forte imbarazzo all'interno dei banchi del PD che hanno dovuto piegarsi ancora una volta a questa situazione.

Ma, al di là di questo, signor Presidente, c'è una situazione che, in termini psichiatrici, si direbbe bipolare all'interno della maggioranza di Governo e dei partiti che la compongono. In queste ultime settimane il confronto all'interno delle forze politiche che sostengono il Governo è stato paradossale: tutto o quasi tutto incentrato sulla prescrizione. La prescrizione ha occupato le prime pagine dei giornali, i dibattiti, le interviste, le dichiarazioni, i talk show, i social, interventi, minacce di crisi di Governo, se ne parlava di continuo: il risultato finale è che la prescrizione oggi non è presente all'interno dell'omnibus che ci presentate.

Ma c'è una cosa e su questo vorrei intervenire di passaggio. Io chiederei al Governo, al Ministro dell'Economia e un po' a tutti di fare una verifica: otto anni fa, quindi mi riferisco ad un fatto che non riguarda il Governo, l'allora Governo Monti-San Severino propose una nuova riforma della geografia giudiziaria. Furono cancellati trentatré tribunali, in questo nostro Paese. Vorrei che qualcuno, dopo otto anni, mi dicesse: primo, se abbiamo risparmiato dei quattrini, perché non mi risulta che sia così; secondo, se abbiamo accelerato i processi di giustizia soprattutto quelli penali. Siccome mi risulta che non abbiamo né risparmiato né accelerato i processi, sarebbe forse il caso che riprendiamo in mano la questione. So che il Ministro Bonafede ha ricevuto la presidente del comitato interparlamentare, onorevole Scutellà, sul tema e chiedo al Parlamento di attivarsi su perché francamente, riguardo a quella riforma, io sono stato sindaco di una città che si è visto chiuso il tribunale e ciò ha prodotto solo danni dal punto di vista del percorso giudiziario, senza contare il fatto che abbiamo decine e decine di edifici nuovi completamente chiusi e non utilizzati.

Dopo la prescrizione, siamo entrati in una fase di fibrillazione – dire fibrillazione è un eufemismo – all'interno dei partiti della maggioranza. Pare che l'attività sia bloccata: non c'è attività amministrativa. Ricordo al Parlamento che da due mesi votiamo mozioni e ratifiche di trattati internazionali. Insomma, non abbiamo prodotto granché di cui vantarci, di questo passo. Ecco ritengo che in questo momento siamo nelle mani di una situazione che, ripeto, è bipolare, in cui c'è un partito che di fatto non è mai stato legittimato dell'elettorato, che è Italia Viva, che dice di avere il 4, 5, 6, 7 per cento, non lo so, e c'è un partito che è stato ampiamente legittimato dall'elettorato che però non esiste praticamente, se non in parte minore. Come facciamo: si può continuare così? Credo che non sia molto produttivo andare avanti così, anche perché abbiamo una situazione assolutamente kafkiana. E tutto questo avviene mentre il Consiglio europeo prende decisioni importanti sul MES; avviene mentre il PIL del nostro Paese segna il passo; avviene mentre le prospettive economiche sono in difficoltà, tant'è che proprio ieri il Presidente del Consiglio Conte ci dice che siamo in emergenza e che sta pensando ad un piano nazionale di emergenza.

Allora, Presidente, mi avvio alla conclusione, se siamo in emergenza, si risponde con l'emergenza. Prendiamo atto che questo Governo, per ragioni endogene, non è in grado di continuare; promuoviamo un patto tra le forze politiche che affidi la guida del Paese ad una personalità che unisca le forze migliori e le energie necessarie con un programma e un orizzonte temporale limitato nel tempo, che dichiari che si deve andare subito o quanto prima, comunque appena possibile, al rinnovo delle Camere del Parlamento. Non ci sono le condizioni minime, secondo la nostra considerazione, per continuare così.

Per queste ragioni, per tutte le ragioni che anche il collega Lupi ha esposto ieri nella sua dichiarazione, va da sé che non ci sono le condizioni ovviamente né ieri per aver concesso la fiducia né in questo momento per avere il voto del nostro gruppo a questo provvedimento che, al di là del merito, è un provvedimento che viene gestito da un Governo che non ha un orizzonte di fronte a sé (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto, senza formalità, ringraziare i relatori e ringraziare il Governo, i colleghi della maggioranza, ma anche i colleghi dell'opposizione che per quattro settimane hanno fatto un faticoso lavoro di merito sul provvedimento, con una discussione nelle Commissioni bilancio e affari Costituzionali, una discussione che non è stata mai strumentale, ma ci ha consentito di esprimere e di approfondire questioni estremamente rilevanti, come è stato ricordato, anche un po' eccentriche rispetto al “Milleproroghe”, come è stato appunto il caso degli emendamenti sulla prescrizione o l'articolo 35 per quanto riguarda le autostrade.

Ritengo che dobbiamo distinguere, nella nostra valutazione, le difficoltà evidenti del quadro politico nel quale ci troviamo, l'anomalia dello strumento, perché il decreto “Milleproroghe”, come è stato ricordato anche da chi mi ha preceduto, è certamente un'anomalia. Qualche giorno fa, il Presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, ha ricordato in un commento, la inevitabile forzatura del procedimento legislativo, la asistematicità degli interventi, la disomogeneità delle norme contenute nel “Milleproroghe”; tutti aspetti veri, che ovviamente dobbiamo provare a limitare e, in prospettiva, eliminare, che tuttavia si scontrano con una realtà che impone interventi necessari e urgenti. Certo, tra i problemi di fondo c'è l'efficienza della macchina amministrativa, c'è, a volte, un eccesso di ottimismo da parte del legislatore, un eccesso di forzature da parte del legislatore, che poi si trova a fare i conti con una realtà che non rientra nello schema che è stato immaginato, ma c'è un tema che riguarda anche le procedure parlamentari, perché, vedete, è inevitabile la necessità di intervenire anche con norme microsettoriali, che, date le nostre procedure legislative, non sono necessariamente negative, e poi dirò, nel merito, quante norme microsettoriali abbiamo approvato che affrontano problemi veri e che consentono di migliorare le condizioni di uomini e donne in carne ed ossa, di territori in difficoltà. Ebbene, nel nostro procedimento legislativo avremmo bisogno di Commissioni di merito con una rapida capacità legislativa, cosa che, come sapete, non è, e siamo poi costretti appunto ad inventare uno strumento per intervenire laddove i canali ordinari non ci consentono di arrivare.

Ma, d'istinto, oltre al giudizio sulle difficoltà del quadro politico, che, ripeto, si sono scaricate nelle Commissioni, ma c'è stato senso di responsabilità da parte di tutti per riuscire a portare a termine l'analisi di oltre un migliaio di emendamenti presentati e dichiarati ammissibili, oltre alle anomalie dello strumento, noi dobbiamo poi entrare nel merito dei provvedimenti che sono in esso contenuti, e vi sono provvedimenti importanti. Ora, ovviamente non voglio assolutamente fare l'elenco di quello che c'è, ma vi sono provvedimenti importanti su capitoli che stanno a cuore a tutto l'emiciclo, non solo a una parte di esso: ci sono i provvedimenti che riguardano la drammatica vicenda del ponte di Genova; ci sono importanti provvedimenti che consentono di anticipare o di incrementare assunzioni di personale nelle forze di polizia, nei vigili del fuoco. C'è un capitolo fondamentale in questo “Milleproroghe”, che appunto viene così denigrato anche nella discussione pubblica – prima, un collega ha riportato un passaggio di un giornale importante -: c'è una serie di interventi che riguardano il sostegno al reddito di decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, dal gruppo Ilva a tutta l'enorme platea dei call center, la cassa integrazione in deroga per le aree di crisi complessa.

Vi è una serie di interventi importanti sulla previdenza; vi è una serie di interventi che riguardano le zone colpite dal terremoto, che ovviamente non risolvono i problemi, ma alleviano le sofferenze di quella popolazione che è ancora così coinvolta nelle conseguenze di quella tragedia. Ci sono assenze, anche perché appunto il provvedimento è anomalo e ha avuto a disposizione una cifra molto contenuta di risorse per poter fare gli interventi.

Alcuni emendamenti importanti che riguardavano le aree del terremoto non sono potuti entrare in questo provvedimento per ragioni di copertura, e credo debbano essere la priorità per i provvedimenti successivi che affronteremo in quest'Aula.

C'è tutto il capitolo che riguarda gli esodati, gli esodati storici della legge “Fornero”, un impegno finanziario importante che avevamo proposto e che, date le disponibilità assolutamente circoscritte per coprire gli interventi, non abbiamo potuto raccogliere.

Sono rimasti fuori altri provvedimenti importanti di lavoratori e lavoratrici, in particolare nell'ambito dell'editoria, che sono senza pensione e senza stipendio e che non abbiamo potuto affrontare. Alcuni capitoli importanti invece li abbiamo affrontati, pur – lo ripeto - nell'anomalia del testo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 14,05)

STEFANO FASSINA (LEU). Uno di questi, di cui abbiamo discusso anche stamattina durante il voto sugli ordini del giorno, riguarda le concessioni autostradali. Io non voglio ritornare su quel punto, ma meriterebbe un'analisi approfondita, sganciata dalla vicenda del ponte Morandi, una vicenda gravissima che ha un percorso giudiziario che speriamo possa essere il più rapido possibile e che porti all'individuazione di tutte le responsabilità e di tutte le sanzioni conseguenti alle responsabilità di chi ha causato, direttamente o indirettamente, il crollo di quel ponte e le vittime che vi sono state.

Ma c'è una questione generale che riguarda la normativa sulle concessioni autostradali, un monopolio naturale che inevitabilmente genera rendita, che è stato alimentato da una normativa assolutamente asimmetrica tra l'interesse pubblico e il legittimo interesse privato, e ha portato, come ho ricordato stamattina, a rendite miliardarie.

Il collega Lupi ricordava stamattina i 17 mila azionisti, ma dobbiamo ricordare le decine di milioni di italiani che, negli anni che abbiamo alle spalle, sono stati spremuti da aumenti di tariffe esorbitanti, con crollo degli investimenti e impennata degli utili di chi ha gestito quelle concessioni. È evidente che su questo è necessario un intervento sistematico, di cui l'articolo 35 è soltanto un primo passaggio.

Concludo. Liberi e Uguali voterà a favore del provvedimento, lo fa con la convinzione di aver contribuito a far fare qualche passo avanti a tante realtà in enorme sofferenza economica e sociale, che certamente non possono aspettare i tempi anche di una macchina legislativa che ha le difficoltà che ho ricordato, e che hanno bisogno oggi di avere delle risposte, che certamente non saranno tutte quelle necessarie, certamente non saranno decisive, ma sicuramente sono utili (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Presidente, la legge di conversione del decreto che stiamo esaminando non rientra probabilmente fra gli atti che rimarranno nella storia della nostra Repubblica. Abbiamo, tuttavia, interpretato il nostro impegno parlamentare su questo decreto con lo spirito di chi ritiene che ogni occasione possa essere utile per dare risposte positive e concrete a persone e imprese.

Pur con rammarico, per la mancata volontà di affrontare nel modo che noi ritenevamo più giusto temi che riguardano tutti gli italiani, riteniamo, però, che nel suo complesso questo decreto fornisca delle risposte, alcune delle quali abbiamo contribuito a raggiungere, a cominciare dalla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione che, grazie ad un emendamento che accoglie una proposta di cui il collega Di Maio era primo firmatario e che tanto si è speso in Commissione per questo decreto “Milleproroghe”, porta al 31 dicembre 2020 il termine per maturare i requisiti necessari per la stabilizzazione.

Grazie a questa norma, i precari di tutta la pubblica amministrazione avranno tempo fino a dicembre 2020 per maturare i requisiti. Inizialmente, questo termine era al 31 dicembre 2017, lasciando fuori migliaia di persone che contribuiscono quotidianamente e da anni al funzionamento del nostro Paese. Proprio per queste migliaia di persone si tratta di una risposta concreta, attesa da tempo e, soprattutto, meritata.

Accanto a questo, c'è un intervento importante per la stabilizzazione dei precari di ANPAL, con un nostro emendamento che, stanziando 3 milioni in due anni, mette a disposizione risorse per poter dare stabilità e continuità a uno strumento fondamentale come lo è l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.

Sempre in termini di personale, grazie a un nostro emendamento, si rende possibile assumere oltre mille persone come funzionari di giustizia, con contratti a tempo determinato di massimo un anno, per dare una mano ai tribunali a smaltire il lavoro arretrato. Per il futuro occorre dare una risposta concreta, comunque, ai tirocinanti che hanno competenza e forza per contribuire in maniera altrettanto efficace allo svolgimento del lavoro dei tribunali. Comunque, abbiamo potuto prendere atto, oggi, con l'ordine del giorno, che l'intendimento del Governo c'è.

Si tratta di un decreto nel quale si riesce a intervenire anche su molti altri ambiti che riguardano il lavoro; citiamo, ad esempio, l'intervento che prevede la possibilità di prorogare per ulteriori dodici mesi il trattamento straordinario di cassa integrazione salariale, riconosciuto ai giornalisti delle agenzie di stampa a diffusione nazionale e che autorizza la Presidenza del Consiglio dei ministri a prorogare fino al 31 dicembre 2020 la durata dei contratti per l'acquisto di servizi giornalistici e informativi stipulati con le agenzie di stampa, che svolgono, peraltro, un'attività fondamentale, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per rendere facilmente fruibili le informazioni su ciò che avviene dentro le istituzioni.

Ci sembra particolarmente rilevante, poi, che si sia riusciti a intervenire per prorogare le diverse misure di sostegno al reddito, tra cui quelle previste per le aree di crisi industriale complessa, per i dipendenti del gruppo Ilva e per i lavoratori dei call center.

A sostegno del sistema economico vi è anche l'emendamento che dà più tempo ai piccoli comuni al di sotto dei 20 mila abitanti per accedere ai fondi a sostegno del piccolo commercio. Il periodo per fare richiesta di contributo era stato stabilito fra il 1° gennaio e fine febbraio: troppo poco tempo, comunque, soprattutto per chi ha consapevolezza di come funziona il meccanismo all'interno dei piccoli comuni. L'agevolazione è rivolta agli esercenti che riaprono esercizi chiusi da almeno sei mesi e che procedono ad ampliamenti.

Sempre a proposito di comuni, un altro nostro emendamento riapre i termini previsti per la presentazione da parte degli enti locali della richiesta di contributo per interventi di messa in sicurezza del territorio.

Degni di nota sono i risultati ottenuti nell'ambito dell'agricoltura, come, ad esempio, il rifinanziamento, per ciascuno degli anni 2020 e 2021, delle attività del tavolo di contrasto agli sprechi alimentari, sulla falsariga di quanto è stato fatto già negli anni precedenti dalla nostra collega Maria Chiara Gadda, che tanto si è spesa su quest'ambito. In questo modo, si danno stabilità e continuità ai progetti innovativi delle imprese della filiera agroalimentare e degli enti del terzo settore impegnati sul fronte della povertà alimentare, una delle forme di povertà silenziose ma presenti che abbiamo il dovere di affrontare.

Altri emendamenti proposti hanno introdotto alcune semplificazioni, tra cui quelle per le imprese che operano nel settore lattiero-caseario, per le quali scatterà l'onere di comunicare i propri dati produttivi, incluse le giacenze, non più con cadenza mensile, come inizialmente previsto.

Grazie ad un altro nostro emendamento, poi, è stata introdotta la proroga al 2020 degli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, impiegati nel settore agricolo, nel limite di 25 milioni di euro.

Infine, fra le molte norme di buon senso introdotte ci piace ricordare, soprattutto per il lavoro che ha svolto la nostra collega Elisa Noja, quella che stabilisce un termine certo per l'aggiornamento degli screening neonatali, un passo indispensabile per includere nel panel anche malattie neuromuscolari, immunodeficienze congenite severe e malattie da accumulo lisosomiale. Finalmente si darà seguito in tempi brevi all'obbligo previsto dalla legge di bilancio fermo da oltre due anni; non c'è solo un miglioramento dei tempi, ma anche sul fronte dei finanziamenti siamo riusciti ad aumentare ulteriormente i fondi per gli screening con 2 milioni in più per il 2020 e 4 a decorrere dal 2021.

Sarà così possibile avviare tempestivamente i trattamenti oggi disponibili per patologie molto gravi come la SMA, l'atrofia muscolare spinale, e migliorare la qualità di vita dei nostri bambini. Corre l'obbligo, infine, di fare giusto un accenno a quello che è successo in tema di prescrizione. Noi, naturalmente, abbiamo votato la fiducia e voteremo questo decreto nella votazione finale, però, abbiamo il rammarico di quello che si poteva fare, anche naturalmente seguendo quello che era già stato l'intendimento del MoVimento 5 Stelle l'anno scorso che ha ritenuto di aspettare per un anno la riforma del processo penale. Noi con questo “decreto Milleproroghe” contavamo di aspettare la riforma del processo penale e, invece, così non è stato, però questo non significa che non si va avanti. Il nostro voto sarà comunque a favore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, come avevamo detto l'altra volta, “mille”, Presidente Carfagna, è un numero esagerato, è un numero che viene spesso utilizzato per indicare qualcosa di abnorme: millefiori, millefoglie, millerighe, in questo caso, invece, indica, in realtà, mille favori, mille appetiti. Mille, rappresentante del Governo, è anche l'anno che viene indicato nella storia come, forse, l'anno più buio, l'anno dello spartiacque, l'anno del Medioevo. Noi potremmo definire questo “Milleproroghe”, appunto i mille favori, i mille appetiti, il Medioevo della politica. Medioevo della politica che avete scritto voi, perché noi dell'opposizione abbiamo soltanto assistito ai vostri litigi, abbiamo assistito alle vostre divisioni, vi abbiamo visto dividervi - e poi ci arriveremo - su tutta una serie di piccoli, ma significativi versamenti e pagamenti agli amici e agli amici degli amici, noi, invece, abbiamo soltanto cercato di fare il nostro, di migliorarlo.

L'onorevole Fassina, nella sua onestà intellettuale, che gli riconosco, non solo ha dato atto della correttezza di questa opposizione, ma ha anche sottolineato che il “Milleproroghe”, e questo “Milleproroghe”, rappresenta certamente un'anomalia. Lo è ancora di più, Presidente, perché è un'anomalia che si intesta il MoVimento 5 Stelle, che è l'azionista di maggioranza di questo folle Governo; quel MoVimento 5 Stelle che assaltava i banchi quando veniva posta la fiducia e pone la fiducia sul “Milleproroghe”, quel MoVimento 5 Stelle che condannava - e oggi l'ha ricordato l'onorevole Rospi, passato al gruppo Misto - il “Milleproroghe” come la certificazione dell'incapacità di avere una strategia, una visione; la certificazione, in realtà, del tirare a campare.

Noi votiamo contro principalmente per due motivi. Votiamo contro perché ci sono tutti questi finanziamenti agli amici e agli amici degli amici. Su questo, Presidente, mi permetta di rivolgermi, per suo tramite, all'assente onorevole Fiano, perché l'onorevole Fiano, l'altro giorno, proprio su questo tema, ci ha richiamato, per un vizio antico, al dettato del codice penale, ricordando a noi - che lo teniamo bene a mente - che bisogna fare attenzione a quello che diciamo perché potremmo sconfinare in alcuni reati. Ebbene, allora, l'onorevole Fiano, che quando stava all'opposizione era molto, molto attento alle libertà della democrazia, alle libertà che devono essere concesse alle opposizioni, non si deve più permettere di fare questi richiami alle opposizioni e certamente al gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché l'onorevole Fiano deve sapere che noi abbiamo una storia, tutto il gruppo di Fratelli d'Italia ha una storia, noi abbiamo amministrato, noi siamo preparati, noi sappiamo esattamente quello che diciamo e la prossima volta se diciamo qualcosa che non gli garba delle due l'una o ci risponde sul tema o scende nella stazione della Polizia qui sotto e ci va a denunciare, così saremo liberi di denunciarlo per calunnia. Lo ribadiamo con forza, in questa “legge Milleproroghe”, che in realtà è una seconda finanziaria, c'è tutta una serie di finanziamenti agli amici e agli amici degli amici.

Vede, Presidente, noi siamo abituati per la nostra storia che per accedere a un finanziamento bisogna rispondere a un bando, tutti cioè vengono messi in condizione di partecipare; qui invece ci sono state associazioni che si sono trovate beneficiate di contributi rispetto ad altre che nemmeno lo sapevano. E allora la domanda è: ma come è possibile? Come sono state individuate quelle associazioni? Per fare un esempio: come mai in tutta Roma è stata individuata l'associazione della Casa delle donne? Non ci sono soltanto le donne della Casa delle donne a Roma ad avere difficoltà a pagare, a far fronte alla morosità, a mandare avanti la propria attività; invece, si sceglie quella e soltanto quella.

Andiamo a vederle, un po' di queste associazioni, per metterci la faccia nella mia affermazione che abbiamo dato i soldi agli amici e agli amici degli amici. Abbiamo tentato di darli alla Casa delle donne, li abbiamo dati a qualche complesso conventuale, li abbiamo dati a qualche festival, ai cori, alla diffusione della lingua italiana all'estero, all'Accademia Vivarium Novum, alla Fondazione “I Lincei per la scuola”, all'Istituto italiano per gli studi filosofici, solo per dirne alcuni; e due che mi interessano in maniera particolare, e cioè i soldi per il personale del MiBACT e i soldi per il Parco archeologico di Pompei.

E qui veniamo a un tema politico vero, serio, di umiliazione di una tematica, che è quella della ricostruzione del Centro Italia. Io mi sono anche stancato di parlare di questo tema, mi sono veramente stancato di richiamare la vostra attenzione su un tema così delicato. Ma come si fa a spiegarlo ai sindaci dei paesi colpiti dal sisma che sono venuti decine di volte ad incontrare soprattutto voi, esponenti di Governo, sono venuti a chiedervi soldi per il personale, e voi avete sempre rinviato, e all'ultimo incontro, che c'è stato un mese fa, avete detto al sindaco di Amatrice che questa era l'occasione grazie alla quale lui avrebbe avuto la possibilità di ottenere più personale, ma il personale, poi, l'avete dato al MiBACT, perché conta più il Ministro Franceschini del sindaco di Amatrice, senza pensare che lì è in ballo la vita di una comunità, anzi di 138 comunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E mi dispiace che i rappresentanti del Partito Democratico ridano su questo: non c'è nulla da ridere. Serve, invece, forse, il coraggio di dire a quei territori che non c'è spazio, che è molto, molto più importante il personale del MiBACT, che non quello, fondamentale per noi, che cura tutte le pratiche della ricostruzione. Ed è sintomatico anche il fatto che mettiamo dei soldi per il Parco archeologico di Pompei. Per carità, una cosa importante; ma se io penso alla devastazione del comune di Amatrice e la paragono alla situazione di Pompei, io penso che Pompei, che ha aspettato secoli, può aspettare, perché lì non c'è una comunità. E il fatto che voi vi divertiate a ricevere continuamente i sindaci e le comunità e continuiate a promettere e poi riusciate a dare i soldi a tutti meno che alla ricostruzione, è davvero imbarazzante. Noi abbiamo tentato di migliorarlo, vi abbiamo portato su questi temi, anche su altri temi: siamo riusciti a far abbassare la cedolare secca per quei comuni, siamo riusciti a far prorogare la rimozione delle macerie. È imbarazzante che, a distanza di quattro anni, si possa considerare un successo il fatto che sia stata prorogata la normativa speciale per la rimozione delle macerie, perché ci sono comuni, soprattutto nelle Marche, dove ancora non si è visto nessuno nei vicoli, ormai spettrali, di comuni un tempo bellissimi e pieni di gente. Ma questo non è soltanto l'unico motivo. Noi votiamo contro, Presidente, perché questa è una grande occasione mancata, perché abbiamo provato a portarvi sui temi centrali, sui temi delle aziende, sui temi della difficoltà di fare economia. Abbiamo cercato di farvi ragionare sulla difficoltà, per le piccole e medie aziende, di mettersi al pari con questa burocrazia sulla quale voi accelerate, anziché togliere, anziché semplificare, ogni giorno. Adesso il revisore dei conti. L'altro giorno, quando abbiamo provato a spiegarlo a uno dei 5 Stelle, ci ha detto che anche la piccola azienda deve avere il suo revisore; basta, i conti devono stare in ordine e chi se ne importa se migliaia e migliaia di imprese chiudono, abbiamo il reddito di cittadinanza!

Oggi l'onorevole Rospi, a distanza di un anno, ha riconosciuto il fallimento di questa folle scelta.

E allora potevamo perdere quattro settimane a parlare di Italia, a parlare di economia, a parlare di made in Italy, a parlare di quelle che sono ancora quelle aziende agricole, commerciali, artigianali che reggono sulle spalle questo peso enorme, che non è soltanto il peso della casta: è il peso di una macchina burocratica, è il peso di un Paese fermo, è il peso di un Paese che non ha minimamente una prospettiva. Perché il tema vero è che noi non sappiamo dove va questo Paese, e non c'è un rappresentante di Governo che dica che la strada è questa, che dia comunque una soluzione.

Ecco, Presidente (e concludo), noi più che mille appetiti, più che mille favori ci saremmo aspettati qualche strategia: magari una, una sola strategia per uscire dall'anno Mille…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Concludo, Presidente, da questo Medioevo di questo Paese decadente, che ha sempre più bisogno di risposte. Forse, anzi sicuramente, la via d'uscita per questo Medioevo, il Rinascimento del nostro Paese, la potremo solo e soltanto trovare se verrà finalmente data la parola agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, la legge di bilancio ci ha messo al riparo da tempeste finanziarie, frenando la deriva demagogica di chi aveva pensato che i provvedimenti economici si potessero prendere, sondaggi alla mano, alla faccia degli interessi, quelli reali, degli italiani. Io non voglio cadere qui nell'argomento, devo dire a volte anche stucchevole, del rischio spread; ma c'è un dato oggettivo: mesi di impazzimento dello spread durante il Governo a guida Matteo Salvini hanno prodotto più spesa dello Stato per interessi sul debito, e di conseguenza meno risorse per scuole, ospedali, tribunali, strade, sicurezza, lavoro.

Diciamola semplice, insomma: la Lega urla, urla “meno tasse”, urla “meno immigrati”, ma di quanto le nostre industrie producano, di cosa producano, della qualità del lavoro, dei servizi resi alle persone non ha la benché minima idea. La Lega ha governato questo Paese per anni, la destra ha governato questo Paese per anni e lo ha lasciato a pezzi. Matteo Salvini in questo Parlamento è un parlamentare di lungo corso, che si mette in questo periodo una felpa per sembrare più giovane, ma che è già stato protagonista di una stagione, la ricordiamo tutti, quella del 2008-2011: la ricordiamo e sappiamo anche tutti come è andata a finire.

Bene. Il decreto-legge che discutiamo oggi, il decreto-legge “Milleproroghe”, rappresenta una semplice coda della sessione di bilancio: taglio alle tasse sul lavoro, interventi contro l'evasione fiscale, attenzione per gli investimenti del Sud, proroga per la maturazione dei requisiti che i precari della pubblica amministrazione devono avere per essere assunti; su questo specifico punto insisto, perché questa proroga è la proroga di una norma che è stata parte della riforma della pubblica amministrazione dei Governi Renzi e Gentiloni, è una norma che sta funzionando, che sta funzionando molto bene, e per questo l'abbiamo prorogata, che sta riportando un po' di giustizia nella vita di molti servitori dello Stato. E lo voglio ribadire, perché siamo tutti molto contenti che sia stata assunta la dottoressa Colavita, la ricercatrice che all'Istituto Spallanzani ha isolato il Coronavirus (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle), ma quello che sta avvenendo alla dottoressa Colavita giustamente sta avvenendo anche per tutti gli altri precari della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Chiusa però la discussione sul “Milleproroghe” si apre una fase nuova; o meglio si deve, si dovrebbe aprire una fase nuova. Credo che finora abbiamo limitato i danni, ma che adesso debba arrivare il momento delle scelte: perché i problemi e i bisogni strutturali del Paese devono essere affrontati, perché la prima questione di fondo è la crescita e perché, da questo momento in poi, o mettiamo in campo un'agenda economica e sociale che aggredisca con coraggio, con radicalità, con nettezza i veri mali del Paese, o non potremo più dirci soddisfatti. O saremo in grado, da adesso in poi, di comunicare al Paese il senso di una missione collettiva, a cominciare da noi - ovviamente, però, in questa missione collettiva ognuno deve fare la sua parte, anche lasciando di lato questa rincorsa miope al consenso immediato, e questo lo vorrei dire ai nostri alleati - oppure prevarrà il populismo della Lega, una visione scioccamente nazionalista dei problemi e i danni saranno molti. Un'Italia ferma su un sentiero di crescita che oscilla intorno allo zero virgola e su un tasso di partecipazione al lavoro molto inferiore a quello dei Paesi sviluppati non può competere nel mondo di oggi e non può dare prospettiva alle generazioni future. Scarsa crescita, lavoro di bassa qualità, disuguaglianze: credo che questo sia il trinomio, strettamente connesso, che deve rappresentare l'agenda politica di cui occuparci.

Francamente - lo dico ai colleghi di maggioranza, anche nel mio partito - la contrapposizione tra crescita e redistribuzione mi pare una discussione del secolo scorso. Se torniamo a infilarci nel dibattito fra socialdemocrazia e terza via, facciamo una discussione in bianco e nero che non coglie il tempo presente; e questo lo sta dicendo persino Tony Blair, che la terza via se l'è inventata, leggete il suo discorso per i 120 anni del Labour. Quindi direi che la nuova fase del Governo deve essere una quarta via, servono coraggio e fantasia per mettere in campo politiche innovative che sostengano la crescita, riconfigurando le tutele sociali. Il futuro della competizione tra Paesi si gioca sui dati, sull'intelligenza artificiale, sulla transizione ecologica. A oggi il controllo e l'utilizzo dei dati, o meglio, i soggetti che detengono il controllo dei nostri dati non sono europei. Servono per questo investimenti pubblici di dimensione nazionale ed europea che facciano da apripista e da volano all'azione dei privati.

Questo lo ribadisco perché aleggia sempre, anche nella discussione su questo “Milleproroghe”, una discussione sul ruolo pubblico nell'economia come fattore di stimolo e di immissione di capitali. Ecco, questa discussione facciamola, ma facciamola fino in fondo, facciamola con scelte conseguenti, perché non si tratta di spendere denaro pubblico in imprese private in perdita. Si tratta di capire - questo è il punto - se riteniamo indispensabile avere un polo pubblico che immetta risorse in settori strategici. Arrivo, poi, al fronte del mercato del lavoro, perché anche qui credo sia il momento di un'azione seria a tutela dei salari, perché i bassi salari sono diventati una piaga che impoverisce i lavoratori e il sistema produttivo. Oltre ai disoccupati ricordiamoci sempre del numero crescente di lavoratori poveri. Il lavoro povero deve essere per noi un'ossessione; non solo, quindi, il numero di occupati, ma la qualità del lavoro.

Concretizziamo una proposta seria per l'estensione erga omnes dei contratti collettivi, variamo finalmente una legge sulla rappresentanza, discipliniamo anche un salario minimo legale per le aree che restano scoperte dalla contrattazione. Sono in stato avanzato alcuni disegni di legge. La proposta che sembrerebbe dai giornali avanzare il Ministro Catalfo penso che abbia ancora dei problemi, ma credo davvero che questo sia il momento di chiudere su questi punti e di dare risposte concrete ai lavoratori, perché, al di là dei costanti balletti di numeri e dell'impatto che possono avere i diversi provvedimenti, è innegabile che il nostro mercato del lavoro rimane ancora fragile e frammentato, con troppi contratti a termine, troppo part time involontario, troppe poche donne che partecipano al mercato del lavoro e ancora un problema strutturale di gender pay gap. Su questo c'è una proposta della collega Gribaudo e penso, anche qui, che sarebbe ora di discuterla e approvarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Rispetto al welfare si sta discutendo ancora in queste ore di reddito di cittadinanza: credo che qui l'impegno dell'Italia non deve essere tornare indietro, ma deve essere quello di andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), investendo il commissario Gentiloni, che ha una parte di delega importantissima, per uno schema universale di assicurazione contro la povertà. Andiamo avanti, non facciamo passi indietro; questa è una battaglia da fare trovando alleanze con altri Governi, con altri Paesi, penso alla Francia, alla Spagna, al Portogallo. È una battaglia da fare, andando anche allo scontro e al conflitto in Europa con i Paesi e i Governi rigoristi.

Nel frattempo, poi, in Italia abbiamo un problema serio di sostenibilità del nostro welfare interno, e anche qui spero che in questo rilancio dell'azione di Governo si possa scegliere sulle pensioni di non fare una discussione tutta sul presente per aggiustare un po' l'esistente, ma di aprire finalmente un confronto non ideologico sul futuro pensionistico di chi oggi, ha trenta o quarant'anni, ha o avrà percorsi lavorativi non sempre continuativi, ma dovrebbe, per la sostenibilità di tutti, avere una pensione.

Infine, Presidente, e concludo, da qui ai prossimi mesi la maggioranza di cui faccio parte si deve impegnare a un piano strutturale di investimenti massicci sulla formazione. Save the children ci ha fornito anche quest'anno un quadro chiaro: la povertà educativa è un fattore prioritario di disuguaglianza. Ecco perché investire nel sistema scolastico e investire nel sistema formativo è una leva strategica per ricondurre il Paese su un percorso di crescita ed è, al contempo, la migliore assicurazione contro le povertà, contro le disuguaglianze e che possa garantire alle nuove generazioni un futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione le alate parole della collega Madia, che parla di giovani, di futuro, di generazioni, che veste con termini accurati una sostanziale riproposizione di schemi che troppe volte abbiamo ascoltato e che devono fare i conti con una realtà durissima. Non si può certamente dai banchi della maggioranza pretendere di abbindolare il Parlamento con una serie di prospettive assolutamente inaccettabili e che, se spostano l'occhio verso il futuro, ahimè, non riescono a rimuoverlo dall'osservazione del presente. Il già Ministro Madia ci propone una lettura della realtà assolutamente, direi, onirica, virtuale, in qualche modo lontana dalla drammatica realtà in cui questo provvedimento si è maturato.

Chi è stato nelle Commissioni si è reso conto di quello che è accaduto e credo che oggi, in questo Paese, se c'è una cosa che non si può fare, è sognare; il sogno è bandito dalla politica ed è bandito da questo Paese. Bisogna affrontare i duri problemi della realtà e avere la capacità di tenere i piedi per terra e affrontare i problemi nel presente. Nel Sun Tzu, che è un notissimo e antichissimo manuale di tattica bellica, ma direi attuale, il diversivo è uno dei principali oggetti di attenzione. Ecco, questo Governo del diversivo non lo tollero più, cioè non posso ascoltare che il digitale è il futuro del nostro Paese, che c'è un controllo del digitale, quando noi abbiamo dei problemi enormi che non riusciamo a superare, quando abbiamo un Sud completamente paralizzato, quando abbiamo una giustizia nelle mani di quattro facinorosi che scambiano il processo come uno strumento per ghigliottinare l'imputato, in eterno, magari, e ci preoccupiamo bellamente di fornire al Parlamento una serie di immagini, di ologrammi, che non hanno altro scopo che quello di distrarci dai veri problemi.

Questo “Milleproroghe” è stato uno scandalo, uno scandalo! Mi hanno insegnato che il rigore formale, il rispetto delle forme, è il principale presupposto perché la sostanza possa, vincendo o perdendo - è irrilevante nella politica parlamentare - avere una sua dignità. Chiunque abbia assistito a quei lavori di questi giorni, di queste ore, a che cosa ha assistito? Ha assistito a Commissioni molto simili al bazar di Istanbul, in cui non si riusciva a capire quale fosse la differenza fra venditori e acquirenti; una sorta di mercato generalizzato in cui anche i banchi della Presidenza erano di difficile lettura rispetto a quello che accadeva. Emendamenti chiamati, richiamati, dimenticati, alcuni dimenticati; tant'è che si è stati costretti, poi, a tornare in Commissione per recuperare un emendamento di interesse del Governo, di una parte del Governo, che era stato dimenticato. Una cosa mai vista, mai vista! Siamo alla frutta? No, sono convinto che non siamo ancora arrivati alla frutta, perché non c'è veramente limite al peggio.

Presidente, questo è stato un provvedimento che - se noi potessimo utilizzare questo termine - è una cartina di tornasole di quello che è il momento che il Paese vive, in cui c'è un articolo 77 - ricordate la parola Costituzione? Forse bisognerebbe ricordarla - che obbliga, quando c'è un decreto-legge, a un'omogeneità, ai requisiti dell'urgenza, dell'indifferibilità. Ma quale indifferibilità? Ma quale omogeneità? Ma quale mille - pausa - proroghe. Qui la parola “proroga” è stata soltanto un'occasione e soltanto qualche emendamento richiamava la proroga. Invece, una serie di scambi, una serie di interventi sui settori più disparati e basterà leggere, vi prego, questo bellissimo lavoro, come sempre, dell'ufficio studi per averne contezza, in cui si ha l'idea di affari esteri, agricoltura, ambiente, cultura e spettacolo - guardate, leggo proprio così - difesa, fisco, patrimonio pubblico, finanza e assicurazioni, finanza locale e, ancora, giustizia. Giustizia: purtroppo quando io sento “giustizia” non è che posso rimanere fermo, Presidente. Giustizia significa che noi abbiamo avuto l'occasione - l'occasione! - di fermare - di fermare! - la corsa verso il precipizio di un processo inquisitorio e giustizialista in cui il pubblico ministero diventa il padrone delle vite e nelle prossime ore avremo in Aula quell'obbrobrioso provvedimento sulle intercettazioni in cui il Grande Fratello diventa legge, diventa realtà, in cui intercettare a strascico diventa quasi doveroso, in cui addirittura se non sei intercettato non puoi neanche entrare nel processo, cioè l'intercettazione diventa un must, come posso dire, un optional che non diventa più optional, una sorta di accessorio indispensabile del veicolo del processo penale e noi tutto questo abbiamo avuto l'occasione di fermarlo, anche oggi con l'ordine del giorno della collega Annibali, di provare a fermarlo.

Ma qual è la caratteristica anche di questo provvedimento? Noi siamo stati abituati a scrivere le norme e a pensare quale effetto la norma possa avere sul sistema e sui cittadini. Invece, grazie al MoVimento 5 Stelle e grazie al Partito Democratico, che è il vero responsabile di tutto questo perché i 5 Stelle giocano una loro partita, una loro partita cieca - come se giocassero a mosca cieca quotidianamente: non sanno dove vanno ma giocano -, noi assistiamo a norme che hanno un solo scopo: tenere con la Coccoina, quella colla bianca che si muove semplicemente con un dito, la maggioranza di Governo. Le norme oggi si scrivono per tenere insieme la maggioranza di Governo, anche quelle penali. Una pazzia, una pazzia! Una situazione che io non esito a definire inaccettabile prima sul piano culturale, poi costituzionale, poi logico e poi politico, e senza che nessuno percepisca il fenomeno, anzi percependolo lo bypassa rafforzando quelli che sono i legami fra un Partito Democratico e un MoVimento 5 Stelle che sono due cose completamente diverse ma unite da una sola voglia: tenersi uniti per poter continuare a governare.

Il provvedimento “Milleproroghe”, quindi, non è soltanto disomogeneo, non è soltanto privo dei requisiti di necessità e di urgenza. Ma quante volte abbiamo rinviato i lavori in Commissione perché la maggioranza non trovava un'intesa? Ma come: la maggioranza non trova un'intesa? Ma qui c'è un fenomeno perché poi, Presidente, il “Milleproroghe” è stato soltanto un ulteriore motivo di disdoro parlamentare. Ma si può mai pensare a una maggioranza che si presenta con un gruppo che fa opposizione all'interno della maggioranza? È opposizione di seconda fila, perché la vera opposizione siamo noi. Forza Italia è sempre stata un partito coerente e la parola “coerenza” noi la rivendichiamo con tutta la nostra forza. È la capacità di stare in Parlamento con la testa alta e quando entriamo in una stanza guardiamo sempre il soffitto e siamo in condizioni di farlo, a differenza di altri che, invece, devono guardare per terra e non staccare l'occhio dal pavimento.

LUIGI MARATTIN (IV). Vai a sbattere, però…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). E certo: voi andate a sbattere se guardate il pavimento.

PRESIDENTE. Onorevole Marattin! Prego, continui. Non risponda all'onorevole Marattin, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, posso dire una cosa?

PRESIDENTE. Non è un dialogo fra voi. Prosegua.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Allora, un piccolo saggio di tecnica forense. Quando il pubblico ministero ti interrompe vuol dire che gli dai fastidio. Io sono contento di questa interruzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, le interruzioni sono molto gradite.

Quindi, siamo di fronte a uno scenario che è inaccettabile, con un'opposizione interna al Governo, di seconda fila rispetto a quello che noi facciamo al Governo, che ci costringe ad assistere a questi provvedimenti che io trovo anche contenutisticamente inaccettabili.

Ma, Presidente, vogliamo tracciare qualche passaggio? Io devo dire grazie a due organismi, a due istituzioni: innanzitutto, ai funzionari delle Commissioni, che sono stati pazienti, implacabili nella loro capacità di recepire tutto quello che è successo e di mettere in ordine un disordine direi inaccettabile; e, poi, alla Ragioneria generale dello Stato, che è stata capace di porre un argine alla frenetica voglia di appropriarsi di risorse pubbliche per finalità che non sempre sono state perfettamente assonometriche con quelli che sono i nostri scopi.

Allora, credo che Forza Italia, ovviamente rivendicando quei valori a cui noi sempre abbiamo prestato ossequio, voterà fortemente contro su questo provvedimento. È un voto inevitabilmente contrario ma non è un voto contrario al provvedimento; è contrario allo stato in cui avete ridotto Parlamento e Paese e, Presidente, da questo punto di vista è sotto gli occhi di tutti. Non sono soltanto il diversivo della giustizia e il diversivo delle concessioni autostradali ma è il diversivo dell'economia di un Paese che non solo non si risolleva ma precipita.

Il “Milleproroghe” poteva essere una grande occasione per selezionare i beni giuridici rilevanti e gli interventi importanti, ma è stato soltanto un'occasione per avere una conferma: questo Governo prima se ne va e meglio è, ma non per Forza Italia: nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellachioma. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Grazie, Presidente. Membri del Governo, colleghi deputati e deputate, c'era una volta il “Milleproroghe”, un provvedimento che risulta alla fine essere imbarazzante sia nel merito sia nel metodo. Oggi votate un provvedimento, un decreto, che alla fine è una manovra bis. È una “legge mancia” e nel fare il percorso indietro di ciò che è stato e che porta oggi a questo voto non possiamo non essere critici. Non la intendiamo come una critica distruttiva ma intendiamo richiamarvi alla vostra responsabilità, al vostro buonsenso, perché se trattate tutte le questioni come avete trattato il “Milleproroghe” non c'è veramente speranza.

Siete stati a tratti commoventi. Vi abbiamo visto, abbiamo notato il vostro imbarazzo quando, per non far innescare una crisi di Governo, avete cercato di evitarla in tutti modi, facendo otto vertici. Nel contempo, noi aspettavamo nelle Commissioni che vi mettevate d'accordo su quei punti critici su cui ci avete tenuto anche ostaggi per tre settimane.

Vedete, non è accettabile, non è assolutamente accettabile che un decreto di questo tipo, che deve essere circoscritto a materie specifiche che abbiano un carattere di urgenza e che ne legittimi l'azione, venga considerato come un treno a cui agganciare tutti i vagoni possibili e immaginabili.

Avete fatto un minestrone, solo che vi siete dimenticati di metterci il sale. Ovviamente, avete percorso i vostri interessi, settoriali e microsettoriali. Il problema è che i vostri interessi non coincidono con gli interessi degli italiani. Ma il vostro imperativo è “resistere, resistere e resistere a ogni costo”, a costo di far schiantare un intero Paese e ci stiamo andando vicini.

Vedete, dicono che il potere non ha cuore e che a volte annebbia la ragione. Io aggiungo che per questo potere state vendendo anche l'anima. Avete svilito questo Parlamento e l'abbiamo visto con la legge di bilancio, esautorandola dalla sua funzione legislativa-emendativa e, al tempo stesso, tenete in ostaggio il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E ci dovreste anche ringraziare perché quando eravamo nelle Commissioni era come sparare sulla Croce Rossa. Per la nostra responsabilità e per il nostro buonsenso abbiamo evitato di mettere il coltello nelle vostre ferite. Peccato! Un'occasione mancata perché con il decreto “Milleproroghe” avevate la possibilità di rimediare a tutte le castronerie che avete fatto nella legge di bilancio.

Nella legge di bilancio avete fatto gli illusionisti, avete fatto apparire e poi scomparire, alla fine rimodulandoli, dopo una quantità infinita di vertici, tutta una serie di tasse e di balzelli, che non soltanto sono pericolosi per determinati settori delle attività, ma sono anche dannosi per questo Paese. Ovviamente, voi li avete rinviati. Li avete rinviati perché non era il caso di urtare la suscettibilità dei popoli dell'Emilia-Romagna, della Calabria e tra un po' quelli delle Marche, delle Puglie, della Liguria, del Veneto, della Toscana e della Campania.

Così come avete fatto rinviare il MES, e su questa roba del MES io un anno e mezzo fa ho alzato le antenne, ho detto: attenzione che questi ci stanno raccontando una favola, vogliono innescare una crisi economico-finanziaria nel nostro Paese per poi commissariarci. E la storia sta andando verso quella direzione.

E così, dopo questa manovra di bilancio creativa, ci avete raccontato la favoletta del “Milleproroghe” iniziata male e finita peggio, dove avete fatto tutto da soli: ve la siete suonata e ve la siete cantata, vi siete emendati, subemendati, vi siete dimenticati di votare anche un paio di marchette per le quali avete fatto riaprire il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e vi siete beccati anche una moltitudine di rimproveri da parte della Ragioneria generale dello Stato, che vi diceva: ma dove li coprite, questi emendamenti?

Io posso capire che la paura che voi avete, cioè che si inneschi una crisi di Governo, insieme a inesperienza e improvvisazione, vi abbiano portato a commettere errori. Quello che non capisco è perché state fermi e perché riponete le vostre speranze in quelle flebili misure che avete messo nella legge di bilancio, che voi pensate potranno rilanciare l'economia di questo Paese; non potranno fare nulla perché nel frattempo - e lo sapete bene, cari colleghi - siamo entrati in una fase di pre-recessione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e ancora non arrivano gli impatti di quella che è l'emergenza sanitaria mondiale.

Avete messo nella vostra azione di Governo, per carità, temi sensibili, importanti, quali la prescrizione, le intercettazioni, le autostrade, ma non avete messo al centro quella che è l'ossatura principale di un bilancio dello Stato e di un buon Governo e, soprattutto, del benessere di un popolo: l'economia!

E sull'economia questo Governo cadrà, perché voi non ve ne rendete conto e non ne siete consapevoli: siamo ultimi dappertutto, per il PIL, per la produzione industriale, per il tasso di disoccupazione! Su queste cose bisogna lavorare con senso di responsabilità e per fare queste cose occorre che ci sia una leva economica, bisogna rimboccarsi le maniche e, soprattutto, chiedere all'Europa la deroga a quei principi che queste azioni, visto che non siamo più un popolo sovrano, le limitano o addirittura le impediscono.

Il problema è che voi non siete affidabili e non siete credibili. Un Governo serio, che si rispetti e che rispetti un popolo, dovrebbe andare con il cappello in mano dagli imprenditori e dire: cosa diavolo vi serve per far ripartire questo Paese? Di che cosa avete bisogno? No, non soltanto non li ascoltate, non soltanto non li considerate, ma li massacrate pure (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Avete messo la plastic tax, avete messo la sugar tax, come avete tolto l'iper e super ammortamento, così come massacrate anche artigiani, commercianti e state mettendo in difficoltà lavoratori e pensionati.

Mi viene da sorridere su una questione semplice semplice: il differimento dei rimborsi 730 dei lavoratori e pensionati dalla busta paga di luglio fino a settembre. Ma non ci vuole uno scienziato, lo sa anche un bambino che quei soldini, tornando a luglio nelle tasche degli italiani, potevano permettere a questa nostra gente di andare una settimana in vacanza e magari rimpolpare un settore del turismo che già sta sotto un treno. E invece no!

Ma è il bello di questa cosa, ed è una mia precisa domanda al Viceministro Misiani: ma mi spiegate la ragione per cui avete differito questo termine? Mi spiegate qual è il motivo? Sapete cosa mi ha risposto? “Non lo so, devo guardare le carte”. Ancora la sto aspettando questa risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

E, non contenti - e questo per quella deriva giustizialista dei colleghi 5 Stelle -, ci avete aggiunto anche l'inasprimento delle pene fiscali per i reati tributari! Ma signori, cari colleghi, ma lo volete capire che in questo momento gli italiani vanno aiutati, non vanno arrestati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Per le ragioni che ho esposto, sia nel metodo sia nel merito, annuncio il voto contrario della Lega al “decreto Milleproroghe”, ma badate bene che questo voto non è solo un voto che parte da questi banchi dell'opposizione, è un voto che esce da queste mura e da questo palazzo, e che vi torna indietro come la bocciatura e il dissenso di un intero popolo di milioni di italiani per quello che non state facendo e per quelle poche cose che fate, ma le fate anche male, litigando tutti i giorni, dando un'immagine veramente svilente di questo Parlamento. Io mi vergogno e non so voi, quando uscite di casa, se qualcuno vi dice qualcosa, perché a noi ce lo dicono (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

E, oltre a questo, oltre a non ascoltare, siete anche indifferenti, miopi e sordi, perché sottovalutate quello che è fuori da questo palazzo, sottovalutate l'emigrazione giovanile, sottovalutate la disoccupazione persistente, sottovalutate i disagi e i terremotati, che stanno ancora rinchiusi nei bungalow o negli alberghi; e sottovalutate il calvario quotidiano di quei lavoratori che un lavoro ce l'avevano, ma lo hanno perso e lo stanno per perdere, e lo dimostrano i 150 tavoli di crisi al MiSE, con 250 mila lavoratori, che stanno tutti i giorni a pregare che ciò non accada.

E voi ci accusate di essere estremisti, ma sono le condizioni del popolo italiano in questo momento ad essere estreme, non i pensieri, non le idee della Lega ad essere estremiste! Alla fine, qual è il risultato? Che passano i giorni, vivete questi giorni nella speranza che non accada nulla…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Concludo, signor Presidente. Ma sappiate che il popolo che oggi vi subisce, nelle vostre decisioni, prima o poi vi giudicherà. E prima o poi a questo popolo verrà riconsegnata una matita in mano e con quella matita non potrà fare altro che dare la fiducia all'unica persona che fino adesso ha dimostrato di tenere ai nostri confini, alla nostra sovranità e al bene di questo Paese, una persona che vi terrorizza, che non potete battere alle urne…

PRESIDENTE. Deve concludere, però, onorevole Bellachioma.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). …ma che avete mandato davanti a un plotone di esecuzione. E questa persona ha un nome e un cognome, e si chiama Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini PremierCongratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo intanto esprimere la mia solidarietà e anche quella del gruppo del MoVimento 5 Stelle nei confronti del Vice Ministro Castelli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per gli episodi accaduti durante la discussione sugli ordini del giorno, perché vorrei stigmatizzare: episodi di violenza e, comunque, di aggressione fisica o verbale non dovrebbero mai accadere all'interno di quest'Aula (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Quindi, ci tenevo a fare questa precisazione prima della dichiarazione di voto.

Il “decreto Milleproroghe” contiene decine di misure utili a cittadini ed imprese. Parliamo, ad esempio, delle bollette della luce e del gas: siamo riusciti a rinviare la fine del mercato tutelato per milioni di famiglie ed imprese, diamo più tempo ai cittadini per adeguarsi al mercato libero, che, se scattasse oggi, si tradurrebbe inevitabilmente in un aumento generalizzato delle bollette, e noi non lo potevamo permettere.

Ricordiamo altre norme utili al Paese all'interno del “Milleproroghe”: la proroga del bonus verde, i 6,5 milioni di euro in più per il made in Italy, il contrasto alle “classi pollaio”, il sostegno alle aziende e ai lavoratori in crisi, le norme per facilitare la vita ai comuni, la proroga dello scorrimento della graduatoria degli assistenti giudiziari. E, ancora, ci sono fondi aggiuntivi per i malati da amianto, 40 milioni in due anni per il rinnovo del trasporto pubblico locale e la proroga di esenzioni e incentivi per i territori colpiti dal terremoto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo, inoltre, previsto 6 milioni di euro in tre anni per la ricerca alternativa e sostitutiva al modello animale nella sperimentazione. Tra le tante misure, però, ce ne sono alcune sulle quali preferirei soffermarmi un po' di più, perché le ritengo particolarmente importanti e significative: penso, per esempio, alla lotta al precariato nella pubblica amministrazione, che è un nostro punto fermo, da sempre. Siamo già intervenuti nel 2018…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi tutti… consentiamo all'onorevole Donno di svolgere il suo intervento. Prego.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie Presidente. Siamo intervenuti già nel 2018 sui lavoratori privati e, grazie al “decreto dignità”, abbiamo oggi risultati che smentiscono tutti quelli che seminavano il panico solo qualche mese fa. Ora abbiamo voluto incoraggiare la stabilità del posto di lavoro anche nel settore pubblico, allungando al 31 dicembre 2021 i termini entro i quali le amministrazioni possono stabilizzare personale, anche per i Vigili del fuoco abbiamo esteso al 31 dicembre 2020 la possibilità di assumere a tempo indeterminato e abbiamo già programmato oltre duemila assunzioni tra le Forze dell'ordine tra l'anno 2021 e il 2025. Penso poi all'autoconsumo energetico, una norma che abbiamo considerato storica, perché consentirà a gruppi di cittadini, a piccoli imprenditori e a amministrazioni pubbliche di unirsi per consumare l'energia elettrica da fonti rinnovabili, appunto consumandola, immettendola nella rete oppure immagazzinandola per usarla poi la notte. Questo è un passo decisivo e fondamentale, in linea con la visione di Paese e di futuro che ha il MoVimento 5 Stelle. Con un emendamento poi, ritenuto da Greenpeace e dal WWF necessario, abbiamo esteso la moratoria per le trivelle di altri sei mesi, un emendamento che segue proprio il punto 9) dell'accordo di Governo siglato a settembre, che sul tema trivelle parla chiaro: bisogna introdurre una normativa che non consenta, per il futuro, il rilascio di nuove concessioni di trivellazioni per estrazione di idrocarburi. Il punto è chiaro, quindi avanti con piani pluriennali per riconvertire il nostro sistema produttivo ed energetico, superando l'era del petrolio e delle fonti fossili. Poi penso alla riforma della prescrizione, che è già in vigore dal 1° gennaio e che siamo riusciti a mantenere, sventando ripetuti attacchi di alcune forze politiche, che volevano boicottarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A noi, Presidente, interessa eliminare impunità e velocizzare i tempi dei processi. Ci siamo messi a lavorare con tutte le forze politiche per garantire giustizia alle vittime e ai loro familiari in tempi certi. In questo provvedimento, poi, è contenuta una norma che ci riporta indietro di un anno e mezzo: erano le 11,36 del 14 agosto 2018 e, sotto una pioggia incessante, un boato assordante squarciò la città di Genova, cancellando per sempre un tratto autostradale importantissimo per la città ligure, aprendo una ferita impossibile da rimarginare. Quel giorno quarantatré vite spezzate all'improvviso, intere famiglie, ragazzi, ragazze, donne, uomini, bambini, che erano in viaggio per andare in vacanza, verso il luogo di lavoro o semplicemente stavano raggiungendo la famiglia e da quest'Aula oggi voglio rivolgere il mio pensiero a quei quarantatré angeli volati in cielo e alle loro famiglie, che chiedono solo una cosa: giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nessuno, nessuno potrà restituire loro i propri cari, questo lo sappiamo, ma in queste occasioni lo Stato deve fare lo Stato, perché deve tutelare i cittadini, agendo con forza e determinazione, senza fare sconti a nessuno, ed è in quest'ottica, proprio in quest'ottica che nasce la norma sulle concessioni autostradali nel “Milleproroghe”: eliminiamo l'indennizzo per i mancati guadagni dovuto dallo Stato ai concessionari inadempienti, prevediamo che, in caso di decadenza, revoca o risoluzione della concessione, la rete stradale e autostradale venga gestita dallo Stato tramite ANAS (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), fino ovviamente ad un nuovo bando di gara. Insomma, iniziamo ad intervenire su un settore che, negli anni, è diventato la mangiatoia dei privati, privati ai quali la politica, colpevolmente devo dire, ha permesso di accumulare miliardi di utili, non pensando minimamente a quanti di quei miliardi finivano poi in manutenzione di strade, di ponti, di viadotti, finivano quindi per garantire la sicurezza dei cittadini italiani! Una politica, anzi direi politici accecati dal fatto che quegli stessi gestori privati finanziassero il loro partito o le loro campagne elettorali! E voglio ribadire un messaggio, affinché arrivi forte e chiaro a tutti quanti: il MoVimento 5 Stelle non ha mai avuto soldi da questi signori, non guarda in faccia a nessuno, deve rispondere solo ai cittadini italiani.

Sono morte 43 persone, il MoVimento 5 Stelle vuole la revoca delle concessioni autostradali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MoVimento è al Governo per fare le cose, per restituire diritti, per porre fine a ingiustizie e abolire privilegi. Qualcuno ci ha dato per finiti, per morti. Come vedete, non è così. Qualcuno pensa di potersi riprendere tutto quello che noi abbiamo tolto, ma non hanno fatto i conti con i cittadini, non hanno fatto i conti con migliaia di cittadini che, proprio qualche giorno fa, sono scesi in piazza, e noi al loro fianco, perché nessuno si deve permettere di toccare quei risultati che, con fatica, il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto al Governo, nessuno deve toccare il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti Lega-Salvini Premier), nessuno deve toccare il taglio dei vitalizi, nessuno deve toccare la “legge Spazzacorrotti”, nessuno deve toccare il “decreto dignità”, nessuno può toccare i provvedimenti approvati dal MoVimento 5 Stelle al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Avete avuto la possibilità di intervenire anche voi, rispettate adesso… Onorevole Iezzi, il suo gruppo è già intervenuto, la prego di lasciare intervenire il suo collega Donno. Ma non è che urlando si risolvono le situazioni. Prego.

LEONARDO DONNO (M5S). Ogni giorno siamo al lavoro per abbassare le tasse e lo stiamo dimostrando con il taglio del cuneo fiscale. Adesso è il momento delle imprese e delle partite IVA, che per troppo tempo sono state solo citate dalle altre forze politiche, ma nessuno ha mai fatto nulla: adesso è il loro momento. E poi lavoriamo anche per introdurre un salario minimo, che garantisca dignità soprattutto ai nostri giovani, che hanno diritto ad avere certezze, che vogliono mettere su famiglia, costruirsi un futuro, e lo Stato deve essere dalla loro parte. L'Agenda 2023 del Governo è un progetto condiviso, sono azioni concrete per il Paese, per dare continuità ai buoni, buonissimi risultati che abbiamo raggiunto fino ad oggi. I cittadini italiani sono stanchi dei continui litigi dei politici, delle polemiche, delle minacce giornaliere, ci chiedono responsabilità e ci chiedono fatti concreti per migliorare la qualità della loro vita e, quindi, questo deve essere l'obiettivo, colleghi: responsabilità per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani.

Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. A.C. 2325-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

VITTORIA BALDINO, Relatrice per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO, Relatrice per la I Commissione. Sì, grazie, Presidente. Vi rubo soltanto qualche secondo, perché ritengo doveroso e credo condiviso da parte di tutti un ringraziamento particolare agli uffici della I e della V Commissione, al dottor Profili, al dottor Somma, a tutti i funzionari che hanno condotto un lavoro veramente instancabile in queste settimane, lavorando la mattina molto presto fino a tarda sera, per fare arrivare noi deputati pronti nelle Commissioni ed in Aula e che già stanno lavorando per i prossimi provvedimenti. Ringrazio anche il Ministro D'Incà, il Ministero per i Rapporti col Parlamento e tutti i commissari della I e della V Commissione, sia di maggioranza che d'opposizione, grazie (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2325-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2325-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43) (Applausi).

Per fatto personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per fatto personale l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Rubo solo un secondo. Solo per chiarire una cosa, perché il collega Donno avrebbe detto, all'inizio, che qualcuno ha offeso. Io non ho mai offeso nessuno; per carattere, mai lo farei, perché rispetto il prossimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io ho solo parlato del mio ordine del giorno, per rispetto del mio territorio, dei territori e delle varie categorie, e non ho mai offeso nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,20.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è stabilito di anticipare alla seduta di lunedì 24 febbraio (a partire dalle ore 10, con votazioni non prima delle ore 14 e con eventuale prosecuzione notturna), l'esame del disegno di legge S. 1659 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni (Approvato dal Senato – scadenza: 29 febbraio 2020), che proseguirà nelle giornate successive (a.m. e p.m., con prosecuzione notturna) fino alla sua conclusione.

Il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea è fissato alle ore 9.30 di lunedì 24 febbraio.

Il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali è fissato alle ore 14 di lunedì 24 febbraio.

L'esame delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1366, 1368 e abbinate - Modifiche al Codice della strada e n. 2059-A/R e abbinata - Modifiche alla legge 9 gennaio 2019, n. 3, in materia di prescrizione del reato non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana e si intende rinviato al successivo calendario dei lavori.

La votazione per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni potrà avere luogo dopo la conclusione dell'esame del decreto-legge in materia di intercettazioni, previa intesa con il Senato.

Nel corso della prossima settimana lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e delle interpellanze urgenti non avrà luogo.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il deputato Guido Pettarin, in sostituzione della deputata Sandra Savino, dimissionaria.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia denuncia ancora una volta la drammatica situazione che stanno subendo gli insegnanti diplomati magistrali. In Veneto, già sono diventati operativi i primi licenziamenti; i docenti interessati dalla sentenza del Consiglio di Stato hanno dovuto rinunciare al tempo indeterminato. Ripeto: rinunciare al ruolo, rinunciare ad un progetto di vita.

Signor Presidente, stiamo parlando di tanti insegnanti, tutti con alle spalle l'anno di prova superato e ora messi fuori dalla porta della scuola. Il Governo non ha voluto risolvere questa paradossale situazione, anche con il “Milleproroghe” hanno chiuso le porte, dimenticando l'esistenza di questi insegnanti. Tutto ciò è vergognoso, così si sta rovinando l'esistenza di tante persone e delle loro famiglie. Fratelli d'Italia denuncia tutto ciò e sarà sempre al fianco di questi docenti che, professionalmente, sono stati e continuano ad essere umiliati e traditi da false promesse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

PAOLA DEIANA (M5S). Grazie, Presidente. Sono qui per denunciare un fatto che ha dell'inverosimile, Presidente. Apprendo dai giornali locali che il gruppo di Fratelli d'Italia della mia città, per l'appunto Alghero, ha fatto richiesta al sindaco circa la possibilità di intitolare una piazza o una via a Giorgio Almirante. Come sappiamo, Almirante è stato un personaggio controverso e discusso per la sua carriera politica, che nasce con l'appoggio al fascismo, a Mussolini, che mai rinnegò; fu lui stesso collaboratore per la scrittura delle leggi razziali (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La città di Alghero, da poche settimane, ha dato riconoscimento a Liliana Segre come cittadina onoraria. Credo che le due cose siano in profonda contrapposizione: come si può stigmatizzare il fascismo e, poi, celebrare un personaggio come Almirante (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Auspico nel buon senso del primo cittadino affinché non dia seguito a questa folle richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà. Colleghi…Prego, onorevole Lovecchio.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, l'ex dirigente regionale dell'Ufficio Tratturi regionale della Puglia, con sede a Foggia, il dottore Michele Pesante, sta lanciando l'allarme della possibile chiusura dell'ufficio, che raccoglie oltre 550 anni di storia della transumanza e delle aree tratturali non solo della Puglia, ma dell'intero Mezzogiorno.

La scelta della soppressione e del trasferimento dell'ufficio a Bari viene da lontano e risponde ad una logica di razionalizzazione degli uffici iniziata con il Governo Monti, che mira ad un accentramento della macchina amministrativa e tecnica nel capoluogo regionale. Negli ultimi mesi, la Capitanata e la città di Foggia hanno visto compiersi dinanzi agli occhi numerosi sgambetti, dei veri e propri furti istituzionali. La via Francigena, ad esempio, secondo un percorso storico prescelto, dentro a mille altri altrettanto validi, non passa per Foggia. La transumanza, riconosciuta come patrimonio immateriale dell'UNESCO, non vede in Foggia, città della Regia Dogana della mena delle pecore, il punto centrale della sua trattazione e valorizzazione. Adesso si assiste alla paventata chiusura dell'ufficio Tratturi, dove sono custoditi gli archivi storici delle locazioni e altro materiale e tutti gli atti di alienazione dal 1908 ad oggi. Si tratta di un patrimonio inestimabile che non può essere svenduto sull'altare della spending review. Oggi quell'ufficio conta solo cinque funzionari. L'ufficio Tratturi, attraverso le locazioni dei terreni demaniali, assicura alla regione Puglia 600 mila euro all'anno, 6 milioni di euro in dieci anni, che avrebbero potuto essere utilizzati per valorizzare i percorsi e i cammini che intanto impreziosiscono il turismo slow. Ma negli ultimi anni si assiste ad uno smantellamento e ad una alienazione sistematica del patrimonio demaniale. L'ufficio Tratturi di Foggia merita di essere trattenuto nel capoluogo dauno. È un patrimonio della Capitanata che deve essere utilizzato per valorizzare le aree tratturali, per strutturare dei percorsi ambientali, per cambiare il volto della città con percorsi fruibili. Foggia non può essere consegnata nell'immaginario collettivo solo ai tentacoli della quarta mafia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). “Vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità”. Fu Marinetti nel suo Manifesto di centoundici anni fa a lanciare la sfida alle stelle quel 20 febbraio 1909 su Le Figaro. Il Manifesto ottenne notorietà internazionale ma rimarchiamo come fosse prima apparso sui giornali italiani. I futuristi scrivevano libri che facevano discutere e fondavano riviste che usavano come martelli per scuotere coscienze e formare una classe di innovatori, degli allegri incendiari. Al centro del futurismo è l'uomo nuovo, il mondo nuovo che per i futuristi è, in realtà, un disordine nuovo ma creativo. Il futurismo è senza confini, fenomeno mondiale ma al tempo stesso è pervaso da amor di Italia e nazionalismo. La concezione del mondo marinettiana si trova nei nomi dati alle sue tre figlie: Ala, Luce e Vittoria, spentasi recentemente. Memoria della famiglia Marinetti tenuta viva da Francesca Barbi Marinetti e dagli altri discendenti. Vittoria, insieme alla madre Benedetta e alle sorelle Ala e Luce, è stata un riferimento per gli artisti futuristi viventi: Peruzzi, Crali, Dottori, Sanzin, Benedetto, Delle Site e altri ancora e per gli studiosi del movimento di avanguardia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), testimoniando tuttora l'attualità del suo messaggio artistico così come è attuale il messaggio del Manifesto: e ancora una volta, ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo la nostra sfida alle stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire l'onorevole Tondo: non è in Aula, quindi, s'intende che vi abbia rinunciato, così come l'onorevole Di San Martino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei non aver dovuto chiedere la parola oggi, invece un attentato come quello di Hanau, in Germania, dove sono state uccise nove persone perché straniere non può passare sotto silenzio. Il gesto di un folle nutrito di pregiudizio, di odio e di paura, che ha ucciso per motivazioni razziste, deve essere condannato in quest'Aula con determinazione. Ho, purtroppo, già preso molte volte la parola in quest'Aula in questi anni per condannare tanti altri attentati: alcuni di matrice islamista, altri di matrice antisemita, altri ancora, come in questo caso, compiuti da militanti della destra xenofoba. Sono tutti attentati accomunati dal disprezzo per chi è diverso per religione o per provenienza; tutti animati dallo stesso odio e dallo stesso fondamentalismo cieco che cancella il volto umano dell'altro e lo sostituisce con una maschera da annientare. Come ha detto la cancelliera Merkel, l'odio e il razzismo sono il veleno della nostra società, nessuno ne è immune, neanche la Germania, il Paese europeo che ha riflettuto più di tutti su come l'odio possa generare dei mostri orrendi; il Paese che ha fatto della propria storia una colpa che ogni tedesco deve accettare per non doverla più ripetere. E, invece, ancora una volta in Germania la violenza razzista. Dopo l'uccisione di Walter Lübcke, dopo l'attentato fuori dalla sinagoga di Halle, dopo Berlino. Voglio esprimere con questo intervento vicinanza alla Germania, alla minoranza turca-tedesca, alle istituzioni tedesche composte e ferme nel dolore. La mia vicinanza non è una vicinanza formale, è una vicinanza europea ed è la vicinanza di chi vede che quanto è successo ad Hanau è una lezione per tutti noi. Non banalizziamo i simboli e gli slogan di odio, non manipoliamo la storia. Conserviamo il dovere della memoria, il dovere di continuare ad essere una società migliore di quella che siamo stati nel passato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 21 febbraio 2020 - Ore 10:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 16,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Mandelli e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti a votare;

nella votazione n. 1 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato De Martini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 22 e 23 il deputato Raffa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 33 alla n. 36 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 i deputati Rossini e Micillo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 43 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2325-A/R - odg 9/4 424 424 0 213 202 222 73 Resp.
2 Nominale odg 9/2325-A/R/7 - I p. 477 454 23 228 207 247 67 Resp.
3 Nominale odg 9/2325-A/R/10 472 471 1 236 206 265 63 Resp.
4 Nominale odg 9/2325-A/R/11 481 481 0 241 211 270 62 Resp.
5 Nominale odg 9/2325-A/R/12 487 487 0 244 216 271 62 Resp.
6 Nominale odg 9/2325-A/R/15 478 460 18 231 213 247 62 Resp.
7 Nominale odg 9/2325-A/R/17 483 483 0 242 215 268 62 Resp.
8 Nominale odg 9/2325-A/R/20 486 486 0 244 214 272 62 Resp.
9 Nominale odg 9/2325-A/R/21 482 482 0 242 213 269 62 Resp.
10 Nominale odg 9/2325-A/R/22 rif. 490 469 21 235 469 0 61 Appr.
11 Nominale odg 9/2325-A/R/24 486 486 0 244 214 272 59 Resp.
12 Nominale odg 9/2325-A/R/26 485 485 0 243 213 272 59 Resp.
13 Nominale odg 9/2325-A/R/29 483 482 1 242 211 271 59 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2325-A/R/32 482 482 0 242 208 274 59 Resp.
15 Nominale odg 9/2325-A/R/33 482 480 2 241 208 272 59 Resp.
16 Nominale odg 9/2325-A/R/39 487 487 0 244 213 274 59 Resp.
17 Nominale odg 9/2325-A/R/101 494 493 1 247 233 260 53 Resp.
18 Nominale odg 9/2325-A/R/105 495 490 5 246 228 262 49 Resp.
19 Nominale odg 9/2325-A/R/107 503 503 0 252 221 282 49 Resp.
20 Nominale odg 9/2325-A/R/113 rif. 495 494 1 248 494 0 47 Appr.
21 Nominale odg 9/2325-A/R/114 502 500 2 251 235 265 45 Resp.
22 Nominale odg 9/2325-A/R/117 478 478 0 240 478 0 44 Appr.
23 Nominale odg 9/2325-A/R/118 476 476 0 239 204 272 44 Resp.
24 Nominale odg 9/2325-A/R/122 461 461 0 231 201 260 43 Resp.
25 Nominale odg 9/2325-A/R/124 479 450 29 226 67 383 43 Resp.
26 Nominale odg 9/2325-A/R/151 504 502 2 252 238 264 42 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2325-A/R/152 497 497 0 249 216 281 42 Resp.
28 Nominale odg 9/2325-A/R/154 488 488 0 245 207 281 42 Resp.
29 Nominale odg 9/2325-A/R/165 467 466 1 234 199 267 42 Resp.
30 Nominale odg 9/2325-A/R/166 465 446 19 224 200 246 42 Resp.
31 Nominale odg 9/2325-A/R/169 471 471 0 236 201 270 41 Resp.
32 Nominale odg 9/2325-A/R/171 469 447 22 224 200 247 41 Resp.
33 Nominale odg 9/2325-A/R/172 459 436 23 219 195 241 41 Resp.
34 Nominale odg 9/2325-A/R/173 454 431 23 216 195 236 41 Resp.
35 Nominale odg 9/2325-A/R/174 459 435 24 218 171 264 41 Resp.
36 Nominale odg 9/2325-A/R/175 463 463 0 232 197 266 41 Resp.
37 Nominale odg 9/2325-A/R/176 462 461 1 231 194 267 41 Resp.
38 Nominale odg 9/2325-A/R/180 442 441 1 221 196 245 42 Resp.
39 Nominale odg 9/2325-A/R/181 432 431 1 216 189 242 42 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2325-A/R/183 434 434 0 218 183 251 42 Resp.
41 Nominale odg 9/2325-A/R/184 429 429 0 215 183 246 42 Resp.
42 Nominale odg 9/2325-A/R/185 433 433 0 217 183 250 42 Resp.
43 Nominale Ddl 2325-A/R - voto finale 425 425 0 213 256 169 41 Appr.