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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 299 di martedì 4 febbraio 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 31 gennaio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Luigi Di Maio, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Gebhard, Lupi, Rampelli, Rizzo, Schullian e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Orientamenti in merito alla riapertura di un consolato generale con sede a Bastia, in Corsica - n. 3-00705)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Mollicone n. 3-00705 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo, ha facoltà di rispondere.

RICARDO ANTONIO MERLO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Presidente, innanzitutto vorrei confermare l'estrema attenzione che il Governo presta all'erogazione dei servizi consolari e alle eventuali criticità presenti sulla rete diplomatico-consolare.

In tal senso, come noto, per il 2020 sono state già decise la riapertura del consolato a Manchester, anche per meglio assistere i nostri connazionali in seguito alla Brexit, e l'istituzione di due agenzie consolari, nelle Isole Canarie e a Vittoria, in Brasile, nelle cui circoscrizioni risultano rispettivamente circa 32 mila e 30 mila connazionali, numeri che sappiamo sono tanti. Vorrei anche dire che, dal 2009 al 2017, hanno chiuso 54 consolati, cioè centrodestra, centrosinistra, tutti. Per esempio, consolati come Montevideo: dove vivono 130 mila italiani, il consolato è stato chiuso, quindi stiamo cercando di riaprire.

Una revisione del provvedimento, che nel 2007 determinò la soppressione del consolato di Bastia, in Corsica, e la sua parziale sostituzione con lo sportello consolare, potrà pertanto essere oggetto di riesame, così come qualsiasi altra nuova ipotesi di istituzione di sedi diplomatiche o consolari.

Il Governo continua in ogni caso a prestare priorità all'erogazione dei servizi consolari. In tal senso, anche attraverso processi di digitalizzazione, sono state adottate numerose iniziative per semplificare l'accesso ai servizi da parte dei connazionali. Ad esempio, attraverso il portale “Fast It”, il cui utilizzo è stato esteso a tutta la rete diplomatico-consolare, gli utenti possono inoltrare online la richiesta di iscrizione all'AIRE e di aggiornamento dei dati personali, comprese le variazioni di residenza. Nel 2019, il 55 per cento delle richieste di iscrizione all'AIRE è stato gestito attraverso il portale.

La Farnesina ha inoltre lanciato a settembre 2019 il progetto pilota per il rilascio della carta d'identità elettronica in Europa. Le carte di identità elettroniche sono ora emesse dalle sedi di Vienna, Nizza e Atene e il loro rilascio sarà esteso prima a tutto il territorio francese, per poi proseguire con i restanti Paesi europei.

Inoltre, è stata ampliata la diffusione, presso la rete consolare onoraria, delle postazioni mobili per l'acquisizione dei dati biometrici per il rilascio dei passaporti. Ciò ha consentito, nel corso del 2019, di acquisire 19.211 istanze di rilascio passaporto tramite rilevazione decentrata. Nel corso del 2020 il progetto verrà ulteriormente esteso e potrà includere anche lo sportello di Bastia.

Per quanto riguarda, infine, l'organizzazione di attività sociali e culturali a Bastia, nel 2019 e nel 2020 l'Istituto italiano di cultura a Marsiglia ha partecipato e sostenuto il Festival del cinema italiano di Bastia con la realizzazione di alcune mostre. Per il 2020 lo stesso Festival, inaugurato sabato 1° febbraio e tuttora in corso, vede l'esposizione della mostra “Ciao Italia”, iniziativa itinerante sulla storia dell'emigrazione italiana in Francia dal 1860 al 1960.

Poi io vorrei dire che, nelle ultime due leggi di stabilità, abbiamo stanziato i fondi per assumere 477 unità nel Ministero degli Affari esteri, che sono molto necessarie.

Purtroppo, l'agenzia Formez, che deve fare gli esami, cioè deve fare la selezione di questo personale, ancora non ha fatto nessuna selezione. Da due anni e mezzo che la politica ha fatto il suo lavoro e, purtroppo, c'è una parte della burocrazia che non lo fa.

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario, anche con una certa ironia rispettosa. Nel senso che l'ironia sta nel fatto che la sua risposta innanzitutto ci dà ragione e dice che comunque la riapertura del consolato in Corsica dovrebbe essere posta sotto il riesame, come tanti altri consolati. E su questo siamo d'accordo. Quindi, era più che altro un'interpellanza a noi, anche per denunciare il ritardo nella formazione del personale da parte di una società che dovrebbe formarli, quindi, diciamo, una sorta di contro-interpellanza. Lo apprezziamo, fermo restando che, però, rappresenta il Governo e quindi è il Governo che poi deve risolvere le criticità.

Nel merito io ricordo - questo è il motivo per cui ho presentato questa interrogazione - il rapporto storico che c'è tra la comunità corsa e l'Italia e, quindi, il rapporto di amicizia, ma anche storico. Vicolo dei Soldati qui dietro si chiama così, perché lì c'era una guarnigione corsa. In una chiesa a Trastevere, bellissima chiesa a Trastevere, ci sono corpi di esponenti illustri della comunità della Guardia papale corsa, che venne istituita nel 1603, con Alessandro VIII. Quindi c'è un rapporto di Storia, con la S maiuscola, di amicizia e di rispetto per i corsi e gli italiani che vivono in Corsica. È diverso il rapporto della comunità italiana che vive in Corsica, rispetto ad altre realtà internazionali. Quindi, noi crediamo sia importante, proprio per questo legame di amicizia e di fratellanza, anche rispetto alla comunità corsa che è qui a Roma, fin dal Rinascimento, che ci sia maggiore rispetto e attenzione per le attività culturali. Il sottosegretario ha citato alcune attività culturali. Sa bene che i consolati, insieme agli istituti di cultura, sono il punto di riferimento delle comunità italiane all'estero - io ne ho visitate diverse - e dove c'è una presenza istituzionale poi si crea anche un palinsesto culturale, che non è il singolo festival del cinema, per carità, pregevole (in Commissione abbiamo anche votato i fondi per il cinema italiano all'estero e proprio nella rete con istituti di cultura), però occorre sicuramente intensificare questo rapporto e consolidare anche la presenza dell'Italia in Corsica, che è un concetto diverso e che, come Fratelli d'Italia, noi ovviamente rivendichiamo. Quindi, siamo parzialmente soddisfatti della risposta di riesame e auspichiamo, anche con riferimento a tanti altri consolati, laddove dove vi è una comunità italiana che ne ha necessità, che vengano riaperti. Quindi su questi temi sosterremo anche il Governo.

(Interrogazione Zoffili n. 3-00931)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Zoffili n. 3-00931.

Avverto che, su richiesta del presentatore, l'interrogazione è stata trasformata in interrogazione a risposta scritta.

(Iniziative normative per evitare la partecipazione di cittadini stranieri non comunitari, titolari di permesso di soggiorno o beneficiari di protezione internazionale, ai concorsi pubblici per ruoli sensibili, con particolare riferimento agli agenti di pubblica sicurezza – n. 3-01276)

PRESIDENTE. La Ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cattoi ed altri n. 3-01276 (Vedi l'allegato A).

FABIANA DADONE, Ministra per la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Rispondo all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede di sapere quali misure si intendano assumere, in ordine alla decisione dell'Unione Valli del Reno di consentire ai cittadini stranieri non comunitari, titolari di permessi di soggiorno di lunga durata, rifugiati o titolari di protezione internazionale sussidiaria, di partecipare al concorso pubblico per l'assunzione di agenti di polizia locale.

Evidenzio che non rientra nelle competenze del Ministero della Pubblica amministrazione la verifica circa la legittimità degli atti di gestione posti in essere dalle singole amministrazioni. Cionondimeno e sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministero dell'Interno, rappresento quanto segue. L'Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia, con bando datato 15 giugno 2008, pubblicato sul sito Internet istituzionale mediante avviso in Gazzetta Ufficiale - 4a Serie speciale - n. 47, del 15 giugno 2018, ha indetto una “Selezione pubblica per la copertura, a tempo indeterminato, di un posto di agente di polizia municipale, categoria C, per il Comune di Valsamoggia”.

L'articolo 1 del bando di selezione, con specifico riguardo alle mansioni previste per la figura professionale ricercata, prevedeva, a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, le seguenti attività: “vigilanza e presidio del territorio, in applicazione di leggi, regolamenti, ordinanze e programmi del comune in tema di controllo della mobilità e sicurezza stradale, compresa attività di polizia stradale e rilevazione di incidenti stradali, interventi di emergenza e di protezione civile; vigilanza e controllo nell'ambito di tutte le di materia di competenza, esercitando funzioni di polizia di prossimità e di comunità, nonché di prevenzione e repressione della violazione di norme di legge e regolamentari, al fine di tutelare i diritti dei cittadini, la sicurezza urbana, e di favorire la corretta e regolare esecuzione delle attività produttive e sociali; rapporti con i cittadini fornendo supporto e informazione; collaborazione con attività istruttoria, atti e provvedimenti di competenza”.

Quanto ai requisiti, l'articolo 2 del bando prevedeva che la candidatura poteva essere formalizzata da cittadini italiani, nonché da “cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea; familiari di cittadini comunitari non aventi cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione europea che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria; ai familiari non comunitari di titolare dello status di protezione sussidiaria presenti sul territorio nazionale che individualmente non hanno diritto a tale status (…); cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”.

In relazione ai cittadini stranieri il bando di selezione prevedeva che essi dovessero godere dei diritti civili e politici anche negli Stati di appartenenza o provenienza, nonché possedere tutti i requisiti previsti per i cittadini italiani e quindi anche un'adeguata conoscenza della lingua italiana scritta, parlata e letta.

Alla procedura selettiva in parola non hanno partecipato cittadini stranieri, ma esclusivamente candidati in possesso della cittadinanza italiana. Quanto alla possibilità, però, di inserire in un bando di selezione finalizzato al reclutamento di agenti di polizia di una previsione diretta a consentire la partecipazione anche a candidati non in possesso di cittadinanza italiana, evidenzio che l'articolo 38 del decreto legislativo del 30 marzo 2001 prevede, ai commi 1 e 2, quanto segue:”I cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea e i loro familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto del 1988 n. 400 e successive modificazioni e integrazioni, sono individuati i posti e le funzioni per i quali non si può prescindere dal possesso della cittadinanza italiana, nonché i requisiti indispensabili all'accesso dei cittadini di cui al comma 1”.

È noto che l'obbligatorietà della cittadinanza italiana quale requisito per l'accesso ai pubblici impieghi è stata oggetto di una recente pronuncia dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che, con sentenza n. 9 del 2018, ha affermato che “l'articolo 1 del DPCM n. 174 del 1994 e l'articolo 2, comma 1, del DPR n. 478 del 1994, laddove impediscono in assoluto ai cittadini di altri Stati membri dell'UE di assumere i posti dei livelli dirigenziali delle amministrazioni dello Stato e laddove non consentono una verifica in concreto della sussistenza o meno del prevalente esercizio di funzioni autoritative in relazione alla singola posizione dirigenziale, risultano in contrasto con il paragrafo 2, l'articolo 45del TFUE, e quindi non possono trovare applicazione”.

Orbene, pur dovendosi prendere atto che la pronuncia riguarda un caso specifico diverso da quello concreto, si evidenzia che l'articolo 2, comma 1, lettera a), del DPCM n. 174 del 1994 prevede che la cittadinanza italiana sia requisito necessario per l'esercizio di “funzioni che comportino l'elaborazione, la decisione, l'esecuzione di provvedimenti autorizzativi e coercitivi”.

Nel caso di specie, il bando prevede che tra le mansioni previste per la figura professionale messa a concorso vi fossero funzioni di “prevenzione e repressione della violazione di norme di legge e regolamentari”. Trattasi, quindi, di attività e di funzioni che sembrano far riferimento all'esecuzione di provvedimenti autorizzativi e coercitivi, che, anche alla luce dell'ordinamento eurounitario, legittimano l'applicazione della cosiddetta eccezione di nazionalità di cui all'articolo 45, paragrafo 4, del TFUE.

I requisiti da utilizzare per individuare gli impieghi in questione, per i quali è necessario il riconoscimento della cittadinanza, sono stati anche specificati dalla Commissione europea con una comunicazione interpretativa dal titolo “Libera circolazione dei lavoratori”. Con questo documento l'Esecutivo comunitario ha ricordato che gli Stati membri sono autorizzati sì a riservare gli impieghi nella pubblica amministrazione ai loro cittadini solo se questi impieghi sono direttamente collegati ad attività specifiche della pubblica amministrazione, vale a dire quando questa sia investita dell'esercizio dell'autorità pubblica e della responsabilità di salvaguardare gli interessi generali dello Stato.

Infine la stessa Commissione europea, con la comunicazione di cui poc'anzi abbiamo parlato, sottolinea l'azione della Commissione in materia di applicazione dell'articolo 48, paragrafo 4, del Trattato della Comunità europea e dichiara come la riserva di nazionalità riguardi gli impieghi dipendenti dai ministeri statali, dai governi regionali, dalle collettività territoriali e da altri enti assimilati, ed infine dalle banche centrali, quando si tratti di personale che esercita attività coordinate intorno ad un potere giuridico dello Stato o di un'altra persona morale di diritto pubblico, come l'elaborazione di atti giuridici, la loro esecuzione, il controllo della loro applicazione e la tutela degli organi indipendenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Cattoi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, mi ritrovo parzialmente soddisfatta della risposta, anche se, a dire il vero, quando mi si dice da parte del Ministro che non si può comunque rientrare nel merito della legittimità o meno dei bandi che sono stati comunque esposti dai vari comuni citati all'interno della mia interrogazione, non mi trova particolarmente concorde, perché è vero, sì, che andiamo a verificare poi chi ha partecipato a questi bandi ex post, ma ritengo doveroso da parte della pubblica amministrazione, nel momento in cui viene formalizzato un bando, di cercare di appurare e di essere molto meticolosi per evitare che delle possibili persone possano accedere al bando perché comunque ritengono di averne i requisiti. Ritengo che la pubblica amministrazione, sia essa a livello di ente territoriale comunale sia essa a livello statale, debba comunque portare chiarezza all'interno di questi bandi.

Infatti trovo innanzitutto importante ricordare alcuni passaggi dell'interrogazione, perché avevamo fatto riferimento all'interno dell'interrogazione, sia io che gli altri colleghi proponenti, come i cittadini dell'Unione europea possano sì accedere a quei rapporti di lavoro pubblico che non comportino un esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri oppure che non risultino delicati in relazione alla tutela dell'interesse nazionale. Riteniamo che la figura di agente di pubblica sicurezza rientri comunque nei casi in cui vi sia un esercizio diretto o indiretto di un pubblico potere e che ci sia anche una tutela dell'interesse nazionale, perché la pubblica sicurezza riguarda un interesse nazionale.

È pur vero, poi, che si va ad analizzare la situazione ex post, ma ritengo doveroso che ex ante i vari bandi rientrino comunque, anche attraverso una circolare del Ministero che potrebbe chiarire come i vari segretari degli enti comunali prestino maggiore attenzione in fase di redazione di questi bandi che riguardano un bando di concorso pubblico per una tipologia di agenti che devono poi presidiare i nostri territori e che devono garantire la tutela e la sicurezza dei piccoli comuni.

Ritengo che la Costituzione italiana, come ha detto lei, è vero, garantisca il diritto al lavoro, ammettendo, però, che per alcune attività sia legittimo fissare, come da lei detto, alcune condizioni e requisiti di accesso restrittivi, perché sono presenti all'interno dei nostri bandi pubblici, ad esempio, degli accessi restrittivi come l'età, il titolo di studio oppure le esperienze, come stabilisce anche il riferimento al pubblico impiego, dove, da un lato, ne prescrive espressamente l'accesso mediante concorso, salvo alcune eccezioni previste dalla legge, ed impone, altresì, agli impiegati di prestare il loro servizio in misura esclusiva alla nostra nazione, e, dall'altro, riconosce implicitamente che negli impieghi pubblici ci siano interessi dello Stato e della collettività tali da giustificare la preferenza per i cittadini italiani rispetto ai comunitari e agli extracomunitari.

Ciò in base, ovviamente, come diceva lei, a dei prerequisiti di particolarità e di delicatezza del lavoro che dovranno poi compiere.

Riteniamo quindi, come gruppo Lega, di poterci definire parzialmente soddisfatti della sua risposta proprio per quanto sopraesposto.

(Iniziative volte a promuovere le verifiche di competenza in relazione al conferimento dell'incarico di comandante della polizia locale del comune di Milano - n. 3-01277)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Iezzi n. 3-01277 (Vedi l'allegato A).

La Ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Rispondo all'interrogazione con la quale si chiede di valutare l'opportunità di avviare verifiche in ordine a un'asserita elusione, in occasione del conferimento, nel 2017, da parte del comune di Milano dell'incarico di comandante della polizia locale, delle norme che regolano le assunzioni a tempo determinato delle figure dirigenziali.

Anche qui, preliminarmente, evidenzio che non rientra tra le competenze strette del Ministero della funzione pubblica ma in quelle dell'autorità giudiziaria la verifica circa la legittimità degli atti di gestione posti in essere dalle singole amministrazioni. Ciononostante, per riuscire a fornire una risposta, ho provveduto ad attivare l'Ispettorato per la funzione pubblica e a richiedere al Ministero dell'Interno i dati necessari.

A seguito della vacanza della posizione del comandante di polizia locale, verificatasi in modo improvviso nell'estate 2017 in ragione delle dimissioni rassegnate dal suo titolare, il comune di Milano decideva di procedere alla sua copertura anziché mediante procedure selettive, di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001 o nei modi previsti dall'articolo 110 del TUEL, ricorrendo all'istituto del comando.

In particolare, il comune procedeva all'individuazione delle persone cui conferire l'incarico in parola ritenendo applicabili le previsioni di cui al combinato disposto degli articoli 56 del DPR 10 gennaio 1957, n. 3, e 30, comma 2-sexies, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che consentono, per motivate esigenze organizzative, di disporre che un dipendente pubblico presti per un periodo non superiore a tre anni la propria attività lavorativa presso una pubblica amministrazione diversa da quella di appartenenza, senza che si abbia la costituzione di un nuovo rapporto di impiego con l'ente destinatario della posizione, il quale è tenuto solamente a rimborsare all'amministrazione di appartenenza il trattamento economico fondamentale (la cosiddetta “assegnazione temporanea”).

Conseguentemente, il comune di Milano, avendo utilizzato un istituto, quello del comando, previsto dalle disposizioni vigenti, ha ritenuto di non dover applicare la procedura prevista dall'articolo 42 del regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del comune di Milano nonché dall'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dall'articolo 110 del decreto legislativo n. 267 del 2000.

Con specifico riguardo alla legittimità della procedura utilizzata anche alla luce degli orientamenti in materia dell'Autorità nazionale anticorruzione, evidenzio che si tratta di verifica che eccede l'ambito di competenza, che rientra tra quelle invece proprie dell'autorità giudiziaria.

A ogni buon conto, rappresento che è stata acquisita dall'Ispettorato della funzione pubblica una nota, a firma del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, protocollo n. 4468 del 16 gennaio 2018, che, per quanto di propria competenza, nel caso di specie non ha rilevato impedimenti all'applicazione dell'istituto del comando.

PRESIDENTE. L'onorevole Iezzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Innanzitutto, Ministro, mi permetta di ringraziarla, perché questa interrogazione è del maggio 2019 e quindi, insomma, il fatto che lei mi risponda mi fa piacere e dico davvero grazie, anche perché è importante per noi parlamentari ogni tanto ricevere anche qualche risposta. Quindi, il ringraziamento è doveroso.

Non sono soddisfatto della risposta. Perché? Perché stiamo parlando - e credo che lo comprendiamo tutti - di una figura abbastanza delicata, che è quella del comandante della polizia municipale, il capo dei vigili, il capo dei “ghisa”, come diciamo noi a Milano, che proprio per sua natura dovrebbe richiedere delle procedure che non si prestano a nessun tipo di incertezza e di problematicità.

Qui di problemi ce ne sono tanti: non è stato fatto un concorso, non è stato reso pubblico, non è stato previsto che la persona assunta per quel posto avesse un'esperienza da dirigente di cinque anni, come invece deve essere previsto per questo tipo di posti, e la Corte dei conti dice che comunque, anche in caso di urgenza, non si può procedere in maniera così veloce senza coinvolgere con una procedura selettiva pubblica tutti coloro che potrebbero aspirare a quel posto.

Ecco, diciamo che la procedura adottata per scegliere il comandante della polizia locale di Milano lascia parecchi dubbi, anche perché questa vicenda poi si collega ad altre vicende di particolare gravità che stanno succedendo nella città di Milano e che sono relative al capo dei vigili di Milano; capo dei vigili di Milano che lavorava precedentemente nella procura milanese e non è un caso se sui giornali sia finita la storia abbastanza triste di eventuali atteggiamenti di favore che sono stati usati per un parente di un procuratore della procura di Milano durante un incidente che ha visto l'intervento diretto del capo della polizia locale (ed è finito su tutti i giornali). Proprio nei giorni scorsi è arrivata la sentenza che ha, come dire, salvato il precedente capo dei vigili di Milano, che è stato, tra virgolette, indotto al licenziamento e che era stato oggetto di mobbing, ed è arrivata una sentenza che, diciamo, lo ha salvato e lo ha reintrodotto nel suo posto di lavoro.

Tra l'altro, il precedente capo della polizia locale di Milano ha fatto una segnalazione proprio all'Anticorruzione su un atteggiamento non propriamente consono dell'amministrazione comunale in merito alle case popolari del comune di Milano che riguardava anche la polizia locale del comune di Milano, e l'ANAC ha girato, diciamo, il fascicolo alla procura di Brescia, quindi ritenendolo evidentemente sensato e degno di nota.

Insomma, vi è una serie di situazioni che girano attorno alla polizia locale del comune di Milano che richiedono di essere attenzionate e non sto dicendo, ovviamente, che debba farlo lei nella sua qualità di Ministro, però ovviamente tutto parte da questa nomina che noi riteniamo non fatta nei modi con cui dovrebbe essere realizzata e da lì sono discese poi altre situazioni.

Sta succedendo qualcosa di strano e io chiedo che il Governo comunque ponga la sua attenzione, anche perché qui ci sono delle situazioni che riguardano anche i diritti dei cittadini di Milano che non possono essere violati da atteggiamenti dell'amministrazione comunale che, ripeto, non vanno nella direzione giusta e legittima.

(Iniziative volte a favorire la ripresa produttiva nel sito di Portovesme e a ridurre il costo dell'energia in Sardegna, per il rilancio del settore industriale nella regione - n. 2-00531)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Cappellacci n. 2-00531 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Cappellacci se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Una breve illustrazione, perché rispetto al momento in cui l'interpellanza è stata presentata, lo scorso ottobre, si è mosso qualcosa, ci sono delle novità, anche se i nodi che erano stati evidenziati allora sono ancora da sciogliere.

Signor Vice Ministro, l'interpellanza nasce da un confronto continuo con gli operai e le rappresentanze sindacali della ex Alcoa. La vicenda ex Alcoa, che tutti conoscono come ex Alcoa, in realtà riguarda un intero territorio, riguarda il Sulcis ma non solo e riguarda la produzione dell'alluminio che io credo - ma credo che nessuno possa dissentire rispetto a questa affermazione - sia un settore che può e dev'essere strategico per la produzione industriale dell'intero Paese Italia.

Non voglio ripetere i dati sulla povertà sofferta dal territorio e dall'intera isola né voglio indugiare su quella che considero la solita retorica del rivendicazionismo querulo che non corrisponde affatto all'animo autentico della gente di Sardegna. I sardi e gli operai del Sulcis chiedono semplicemente, come usano scandire nelle loro manifestazioni, lavoro.

Chiedono di poter fare la loro parte, di poter avere una possibilità di lavoro al pari di altri cittadini e potersi considerare anch'essi cittadini “di serie A”, e non “di serie B”.

All'epoca della presentazione dell'interpellanza si chiedeva l'istituzione di un tavolo che mettesse insieme tutte le parti, e potesse affrontare il problema. Da allora ad oggi ci sono stati alcuni tavoli, però ci sono due questioni che restano ancora determinanti. Una è quella relativa al prezzo dell'energia: c'è stato un decreto sul prezzo che è stato emanato il 3 settembre 2019, però ancora non c'è il prezzo dell'energia, e soprattutto c'è un problema che è legato alle garanzie fideiussorie che l'ENEL chiede all'Alcoa, che corre il rischio di far scappare la SiderAlloys, che è la società che ha rilevato lo stabilimento; e questo è decisivo rispetto al riavvio dello stabilimento, ma è decisivo rispetto all'intero comparto del Sulcis.

L'altro problema è quello relativo agli ammortizzatori sociali: gli ammortizzatori sono ammortizzatori sociali in deroga, scadevano il 31 dicembre dello scorso anno; siamo arrivati al febbraio 2020, sono scaduti, allo stato attuale non c'è ancora stato alcun rinnovo.

Quindi io le chiedo, signor Vice Ministro, se può rassicurare non me, ma l'intero comparto del Sulcis su questi due temi, e poi naturalmente più in generale su quello che si intende fare per il rilancio dell'intero comparto, e quindi il rilancio della fabbrica ex Alcoa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, ha facoltà di rispondere.

STEFANO BUFFAGNI, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Rispondo all'atto in esame informando prioritariamente che il tavolo di crisi riguardante la situazione dello stabilimento SiderAlloys-Alcoa di Portovesme è attivo presso il Ministero dello Sviluppo economico già da maggio 2018, al fine di verificare lo stato di avanzamento del cronoprogramma che dovrebbe portare al riavvio delle attività dello stabilimento in parola attraverso il revamping degli impianti e la risoluzione delle criticità connesse. Lascerò agli atti l'aggiornamento di tutti gli step, in modo tale che l'interpellante possa nel caso anche vederlo per entrare nel vivo della risposta.

Ritornando quindi sulla specifica domanda dell'apertura di un tavolo, fermo restando quanto anticipato, riferisco che l'ultima riunione del tavolo tecnico si è tenuta l'8 novembre scorso, con l'obiettivo primario di sciogliere uno dei nodi dirimenti della vicenda: il costo dell'energia. Si mira, infatti, ad individuare una possibile convergenza verso un costo funzionale alla ripresa delle attività di SiderAlloys. Occorre rilevare, tuttavia, che il mercato nazionale ed europeo offrono oggi per un grande consumatore di energia, quale lo smelter di Portovesme, opportunità di approvvigionamento a condizioni competitive nel medio e lungo periodo. Tali opportunità, insieme alle agevolazioni già esistenti per le produzioni manufatturiere ed energivore, costituiscono un mix di strumenti che, ottimizzati, arrivano a raggiungere l'obiettivo.

Peraltro proprio qualche giorno fa il confronto con SiderAlloys è arrivato in un momento che ci auguriamo sia conclusivo: è stata infatti consegnata una nota alla SiderAlloys, con la quale viene confermato il quadro delle opportunità attivabili e le condizioni legate al prezzo dell'energia che consentono all'azienda la ripartenza della produzione. Inoltre, con tale lettera si intende dare risposta alla richiesta avanzata dall'azienda nello scorso agosto, con la quale si chiedeva di poter completare gli approfondimenti necessari considerando anche gli aspetti connessi alla disciplina ETS.

Con l'approvazione del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, convertito in legge 2 novembre 2019, n. 128, anche questa richiesta ha trovato una precisa risposta. Infatti tale legge prevede all'articolo 13 l'istituzione di un Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, la cui finalità è il sostegno dei settori esposti al rischio di delocalizzazione a causa dei costi indiretti connessi al sistema ETS che gravano sul prezzo dell'energia.

In conclusione, il Ministero dello Sviluppo economico sta lavorando in modo sinergico per individuare una soluzione sostenibile che possa garantire il rilancio dell'ex Alcoa e il conseguente riassorbimento dei lavoratori in cassa integrazione, nel rispetto degli impegni assunti dall'azienda relativamente al percorso di riavvio e rilancio dell'impianto e nel mantenimento della totalità della forza lavoro.

PRESIDENTE. L'onorevole Cappellacci ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. No, ahimè, non posso ritenermi soddisfatto, ma farei un torto a me stesso, alle ragioni che ho portato poc'anzi, e soprattutto a tutte le persone che sono impegnate su questa vertenza e che stanno ancora aspettando soluzioni. Il sottosegretario ha correttamente esposto quello che è un quadro di riferimento dell'intera vicenda; però non basta il tavolo, non basta il decreto che, ripeto, data dal settembre dello scorso anno, ma rispetto al quale poi non c'è ancora un prezzo dell'energia, non ci sono ancora i fatti concreti.

Quando parlo di garanzie richieste dall'ENEL, parlo di una somma di cifre che sono esattamente pari a una fideiussione di 27 milioni e garanzie per 67 milioni che sono state richieste dall'ENEL. L'imprenditore, la SiderAlloys, ha già dichiarato che a queste condizioni non è assolutamente in grado di adempiere, e quindi di essere conseguente e non c'è alcuna speranza di far ripartire quella fabbrica.

Il tema degli ammortizzatori sociali, che il sottosegretario non ha trattato, sul quale - almeno, salvo che non mi sia distratto - non ho sentito risposte: gli ammortizzatori in deroga sono scaduti nello scorso dicembre, ancora non c'è il rinnovo; ma non solo: ove arrivasse questo rinnovo, che, oltre ad esserci il decreto poi deve passare alla Corte dei conti, poi deve andare al MiSE… Ricordo che, in virtù delle diverse proroghe, l'ammontare del sostegno è pari a circa 470 euro mensili. Con 470 euro mensili siamo ben al di sotto della soglia della povertà: e, allora, che cosa si intende fare allora per risolvere questo problema, che tipo di prospettiva si intende dare a questi lavoratori? Si può ragionare con un meccanismo che dia delle integrazioni? Lo stesso reddito di cittadinanza è ben superiore ai 470 euro. Mi risulta che ci sia la volontà, da parte della regione Sardegna, di intervenire anche con propri strumenti; è necessario, però, agire, agire in tempi veramente rapidi, altrimenti si corre il rischio di vedere l'ennesima morte sul territorio, non solo dello stabilimento, ma delle speranze di un intero territorio, di un intero popolo, che è quello di Sardegna ma non solo: l'ennesimo fallimento sulla politica industriale italiana.

(Iniziative di competenza, anche normative, in relazione alla definizione del valore di cessione delle reti di distribuzione del gas di proprietà pubblica – n. 3-01001)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Covolo n. 3-01001 (Vedi l'allegato A).

STEFANO BUFFAGNI, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. L'argomento sollevato dall'onorevole interrogante si inserisce nella più generale tematica del riassetto del servizio di distribuzione del gas naturale, introdotto dal decreto legislativo n. 164 del 2000, di liberalizzazione del settore. Com'è noto, il decreto in questione, emanato in attuazione di una direttiva europea, ha previsto che il servizio di distribuzione fosse assegnato mediante gare pubbliche bandite dagli enti locali competenti, promuovendo al contempo l'aggregazione tra gli stessi enti locali in ambiti, e contemplando, in tale contesto, anche la cessazione anticipata delle concessioni esistenti, secondo i vari termini di scadenza. Al fine di dare compimento a tale previsione, negli anni scorsi sono state emanate varie norme secondarie che hanno disciplinato le concrete modalità di gara e definito in modo dettagliato alcuni parametri rilevanti, tra cui il valore di rimborso degli impianti e delle reti a favore del gestore uscente, secondo i criteri stabiliti dalla legge.

In tale ambito rientra il quesito specifico posto dall'interrogante, riguardo al criterio di valorizzazione delle reti nei casi di proprietà diretta di tali impianti da parte dell'ente locale che decidesse di venderlo. In primo luogo, occorre evidenziare che la risposta pubblicata sul sito del Ministero dello Sviluppo economico cui si fa riferimento fornisce un orientamento e un'interpretazione sistemica della normativa vigente. In particolare, ribadendo la possibilità che le reti pubbliche possano essere oggetto di negozi giuridici, purché vengano rispettate le loro destinazioni d'uso, si fa presente che il momento più opportuno per l'alienazione di tali asset pubblici sarebbe la circostanza della gara d'ambito, e che il passaggio della proprietà all'operatore aggiudicatario dovrebbe essere effettuato dietro corresponsione di un valore economico pari alla RAB.

Si osserva altresì che il VIR è un valore di norma più alto della RAB, che il legislatore aveva indicato come idoneo per la valutazione delle reti degli operatori della distribuzione gas che, a causa della cessazione anticipata non volontaria delle concessioni, avrebbero dovuto lasciare le proprie reti e il servizio ad un altro operatore, il quale si sarebbe aggiudicato la gara pubblica. Nel caso di reti pubbliche, invece, non essendovi alcun obbligo di vendere i propri asset e non essendovi alcuna indicazione normativa al riguardo, il Ministro dello Sviluppo economico ha ritenuto congrua una valutazione a RAB, anche nell'ottica di tutelare i clienti finali da rialzi della tariffa di distribuzione, atteso che il delta VIR su RAB derivante dall'acquisto VIR della rete viene successivamente riversato dal distributore in tariffa. Si segnala, al riguardo, che sono pervenuti molti casi all'attenzione del Mise in cui i comuni, per varie ragioni storiche di contabilità pubblica, si trovano ad avere una RAB piuttosto o anormalmente bassa. In tali situazioni è consigliabile per i comuni interessati avviare un confronto con Arera, l'Autorità competente, al fine di verificare la possibilità di normalizzare la RAB attraverso un meccanismo apposito di rivalutazione delle cosiddette RAB depresse.

Più in generale, giova osservare che, la differente valorizzazione degli asset tra gestori e soggetti pubblici, quindi secondo VIR e secondo RAB, al momento sembra essere meno attuale o meno giustificata, tenuto conto dei forti e generalizzati ritardi nell'indizione delle gare da parte degli enti locali, che di fatto hanno portato a varie proroghe e quindi allungato il periodo transitorio residuo riconosciuto dalla legge “gestori uscenti”. Nell'ottica di sbloccare tali gare, anche incentivando i comuni a promuoverle, il Ministero dello Sviluppo economico e Arera stanno studiando le eventuali ricadute legate al superamento dell'attuale regime sulle tariffe del gas e le possibili soluzioni, per giungere a una corretta valorizzazione delle reti pubbliche poste in vendita. Ciò al fine di evitare eventuali aumenti e, al contempo, garantire il miglioramento strutturale di efficienza nel servizio e una maggiore tutela degli utenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Covolo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, ringrazio il sottosegretario, perché stiamo affrontando una tematica che sta affliggendo molti comuni italiani, tanto che abbiamo presentato ordini del giorno ed emendamenti anche alla legge di bilancio facendo nostre delle proposte di ANCI. Sappiamo che il problema riguarda la valorizzazione delle reti di distribuzione del gas che sono di proprietà degli enti pubblici che si trovano ad indire le gare, anche le gare d'ambito, come lei ha ricordato, e si tratta di attribuire ad essi un congruo valore di cessione, similmente a quello che avviene per quel che riguarda le reti di proprietà privata, le reti di proprietà di gestori. Molte gare sono bloccate proprio perché i comuni hanno difficoltà di valutazione a causa dello scostamento tra il valore VIR (Valore Industriale Residuo) e RAB (Regulatory Asset Based), e a causa della copiosa documentazione che viene chiesta da Arera per giustificare queste scelte contabili; quindi, c'è il rischio che i comuni non si vedano riconosciuta la remunerazione di cui al decreto ministeriale n. 226 del 2011, e questo comporterebbe un danno economico all'ente locale che andrebbe a ricadere inevitabilmente sui cittadini. Chiediamo di prestare attenzione, anche perché questa difficoltà contabili dei comuni si riversano al momento della redazione dei bilanci. Sappiamo che a fine hanno tutti i comuni sono presi con questi adempimenti, e, non sapendo quali valori attribuire alle reti e agli impianti, si trovano in serie e gravi difficoltà. Considerando che molte gare e molti contratti sono a scadenza e che comuni appunto devono indire nuove gare anche d'ambito, sollecitiamo il Governo a prestare attenzione a questa tematica.

(Elementi e iniziative di competenza in merito alla proiezione del film “L'uomo che volle vivere 120 anni”, incentrato sul regime alimentare previsto dal cosiddetto metodo Life 120 – n. 3-00990)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Stefano Buffagni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Donzelli n. 3-00990 (Vedi l'allegato A).

STEFANO BUFFAGNI, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione parlamentare dell'onorevole Donzelli volta a conoscere quali iniziative il Ministero per i Beni culturali intenda assumere in merito ad un film il cui contenuto è già stato oggetto di critiche e provvedimenti da parte di altri organi e amministrazioni. Al riguardo, permettetemi di precisare che la Direzione generale cinema e audiovisivo è competente per il rilascio del nulla osta alla proiezione in pubblico di un film, ma previo parere autonomamente espresso dall'apposita commissione di revisione cinematografica, formata da professionalità esterne all'amministrazione, eccezion fatta per il funzionario verbalizzatore e segretario di ogni seduta. Il parere della Commissione, ai sensi articolo 6 della legge n. 161, è vincolante per l'amministrazione che lo recepisce, non potendo decidere od operare in difformità dallo stesso. In funzione del perseguendo e delicato fine prioritario della tutela dei minori, la normativa ha previsto quali componenti della predetta commissione qualificati rappresentanti della società civile in grado di valutare, sotto i più diversi profili, sia autonomamente sia nell'approfondito confronto con gli altri componenti che segue ad ogni proiezione, i contenuti filmici, i dialoghi, i messaggi veicolati, la possibile cattiva influenza o il pericolo di emulazione di azioni e comportamenti, tenendo conto ovviamente dell'evolversi della coscienza sociale, degli usi e dei costumi del progresso degli studi specialistici in materia psicologica e comportamentale e del modificarsi della sensibilità ed esperienza generazionale.

In particolare, vengono in evidenza l'articolo 5 della legge n. 161 del 1962, che prevede che, nell'emanazione del parere, la commissione indichi le fasce di età dei minori che possono assistere alla visione della pellicola in relazione alla particolare sensibilità dell'età evolutiva e alle esigenze sulla tutela morale; l'articolo 6 della stessa legge, che riconduce alla fattispecie dell'offesa al buon costume, riscontrata sia nel film nel suo complesso che in singole scene o sequenze, il rilascio da parte della commissione di parere contrario; l'articolo 9 del regolamento di esecuzione, che contempla tutte le altre ipotesi, all'infuori dell'offesa al buon costume, in cui la commissione è tenuta a vietare la visione ai minori, come, ad esempio, in caso di battute o gesti volgari, comportamenti amorali, eccetera.

Nel rispetto dei suddetti principi regolatori fissati dalla normativa, il film-documentario L'uomo che vuole vivere 120 anni è stato visionato in data 2 ottobre 2019 dalla sezione I della suddetta commissione, con parere reso all'unanimità dei presenti e senza apposizione di alcun divieto ai minori.

Da tutto quanto ho riferito, mi spiace riferire all'onorevole interrogante che la commissione per la revisione cinematografica non ha né le attribuzioni né le competenze per esprimere un giudizio valutativo di carattere tecnico-scientifico sulla potenziale pericolosità di un messaggio filmico connesso alla tutela della salute delle persone.

PRESIDENTE. L'onorevole Donzelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, non sono soddisfatto e reputo molto superficiale questa risposta del Governo. Provo a inquadrare la situazione di cui si sta parlando. Si parla di un personaggio, Panzironi, che racconta sulle televisioni private, nei libri e in varie circostanze - in questo caso anche in un film - che si può vivere 120 anni abbandonando e contrapponendosi alla medicina normale, alla medicina ufficiale, non facendo le diete che danno i nutrizionisti ma prendendo le pilloline che vende lui insieme al fratello e rinunciando a qualsiasi tipo di zucchero e carboidrato: una dieta che è pericolosa, i nutrizionisti si sono espressi in modo molto chiaro. L'Ordine dei medici ha fatto una denuncia, è stato sospeso dall'Ordine dei giornalisti, perché non è né un medico, né un nutrizionista, ma era un giornalista che parlava di medicina e forniva diete; è stato sanzionato dall'Antitrust e dall'Agcom in seguito anche alle nostre sollecitazioni, adesso è a processo per esercizio abusivo della professione medica. Di questo parliamo, e quindi di un film in cui racconta le testimonianze di chi viene guarito miracolosamente seguendo la sua dieta e comprando le sue pilloline, perché lui si arricchisce sulla disperazione e sulla speranza di vivere 120 anni, quindi sull'illusione di sconfiggere la morte delle persone anziane, che magari non hanno nemmeno la cultura, l'informazione, e prendono per oro colato quello che vedono in televisione, questo personaggio che si arricchisce così, ha fatto questo film. Non solo il MiBACT non ha fatto i controlli che doveva fare tramite ovviamente quella che è la commissione per la versione cinematografica - certo, c'è un pericolo di emulazione, c'è un pericolo gravissimo di emulazione, uno lo guarda, ascolta uno che dice che è guarito grazie alle pilloline di Panzironi, smette di andare dal medico, compra le pilloline e c'è il pericolo di emulazione, grave, su cui doveva intervenire il Ministero -, non solo, ma in questo film, nei titoli di coda, a un certo punto compare la scritta in cui si ringrazia per il sostegno il Ministero dei Beni culturali. Allora, chiedo: quale sostegno ha dato il Governo a questo film e a questo personaggio, che è a processo per esercizio abusivo della professione? Non ha dato nessun sostegno? Allora, se il Governo non ha dato alcun sostegno, perché non denuncia Panzironi per aver abusato del nome del Ministero per i Beni culturali? Da che parte sta il Governo, dalla parte di chi racconta le bufale contro i medici, contro i nutrizionisti, o dalla parte di chi guadagna illudendo le persone che si può vivere oltre 120 anni senza seguire la scienza e la medicina esatta? Da che parte sta il Governo? Da che parte sta il Ministero per i Beni culturali? Ha dato o no un sostegno a questo film, come vanta Panzironi? Se l'ha dato, perché? Quale motivo culturale c'è, quello di rovinare le persone che guardano la televisione? Tra l'altro, il 6 febbraio andrà in onda sul canale 61 del digitale terrestre, alle 9 e alle 24, una giornata di Panzironi, su un canale del digitale terrestre che in teoria è assegnato per promuovere attività sportive, invece andrà una giornata intera Panzironi a raccontare queste cose, pericolose per la salute pubblica. Cosa fa il Governo per fermare questo? Niente, anzi dà il via libera, da parte del Ministero, per il film, e in più dà anche il sostegno al film. Tante volte abbiamo visto il Ministro della Sanità, interrogato da noi, dire “no, stiamo intervenendo, è grave, è vergognoso, fermeremo…”, non l'avete fermato, sta continuando ad andare avanti. È preoccupante per la salute pubblica, rischia di far aggravare delle persone malate. Tra l'altro, lui dice che si può guarire dal tumore comprando le sue pilloline e smettendo di andare dai medici tradizionali, quindi è un problema per la salute pubblica e non ha nulla di culturale. Dispiace che il Ministero risponda che non era sua competenza: che ci state a fare, se non state a governare l'Italia?

(Iniziative di competenza volte a tutelare la pavimentazione in marmi policromi dell'area del Foro Italico di Roma – n. 3-01139)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Stefano Buffagni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mollicone ed altri n. 3-01139 (Vedi l'allegato A).

STEFANO BUFFAGNI, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione parlamentare dell'onorevole Mollicone, volta a conoscere quali iniziative il Ministero dei beni culturali intende porre in essere per la tutela dell'area dei mosaici del Foro Italico di Roma.

Come correttamente ricordato dall'onorevole interrogante, il complesso monumentale del Foro Italico è caratterizzato dalle emergenze monumentali e da un importante apparato decorativo sia scultoreo che musivo, che negli anni è stato oggetto di interventi puntuali ma non sistematici. Il complesso è stato sottoposto a tutela monumentale con il decreto ministeriale del 30 gennaio 1989, ai sensi della legge n. 1089 del 1939, ed è sottoposto a tutela paesaggistica dal PTPR Lazio adottato con un provvedimento della giunta regionale del 25 luglio 2007.

In particolare, è stato curato da Coni Servizi – poi, oggi, Sport e Salute – e approvato dalla competente soprintendenza, il progetto di restauro della Casa della Scherma, profondamente trasformata dalla destinazione d'uso, in passato, ad aula bunker.

È stato inoltre approvato dalla competente soprintendenza, nel maggio 2017, anche il progetto di restauro dei gruppi bronzei posti all'ingresso dello Stadio dei Marmi. La società Sport e Salute, come noto, proprietaria del complesso, a partire dal 2016 ha avviato le ricerche storiche e archivistiche sugli apparati decorativi del Viale dell'Impero, della Fontana della Sfera, del Piazzale della Fontana e sull'area dell'Obelisco per delineare il cantiere della conoscenza con l'affidamento del lavoro di rilievo dello stato dei luoghi e dello stato di conservazione, indispensabili per individuare le modalità del restauro stesso e le eventuali tecniche di integrazione delle lacune.

Mi permetto di dare un aggiornamento nello specifico perché, sulla base degli esiti delle indagini integrative che sono attualmente in corso, il progetto degli interventi di restauro conservativo sarà adeguato tenendo conto di quanto segue. Verrà elaborata una relazione tecnica descrittiva, illustrante la tecnica esecutiva delle opere, le problematiche conservative e gli interventi proposti per il restauro delle superfici lapidee e dei mosaici. La mappatura delle diverse tipologie di degrado da eseguirsi su rilievi e basi grafiche opportunamente predisposti dal progettista verrà prodotta attenendosi alla normativa di settore. Saranno graficizzati i segni di lavorazione originali riscontrabili sulla pietra (ad esempio, la bocciarda, lo scalpello, la raspa) e le testimonianze delle diverse fasi esecutive.

Verranno mappati gli interventi precedenti (vecchi restauri) riscontrabili sulle opere ad identificazione dei materiali che possono avere interferito con la conservazione nel tempo delle opere. Lo studio delle discontinuità strutturali delle lastre marmoree dei mosaici sarà eseguito attraverso apposite indagini acustiche. I prodotti chimici per il restauro e le tipologie di lavorazioni proposte saranno sottoposti ad approvazione da parte della soprintendenza.

La società Sport e Salute ha poi evidenziato che nei prossimi mesi sarà predisposta l'esecuzione delle prove integrative rimanenti, a valle dei cui esiti si potrà procedere al completamento del progetto di restauro conservativo della Fontana della Sfera e dell'area attigua del Piazzale della Fontana.

Per quanto riguarda la Fontana della Sfera il cantiere della conoscenza è stato già completato, tanto che è stato presentato il progetto di restauro, di cui sopra, delle pavimentazioni musive e lapidee che la circondano, progetto condiviso e approvato dalla soprintendenza con nota lo scorso 23 luglio. Questo monumento presenta le seguenti problematiche: le lastre marmoree della pavimentazione risultano deformate a causa di dissesti meccanici dovuti a stress termici, alla mancanza di giunti di dilatazione (non contemplati in fase di montaggio) ed alla tecnica di ottenimento delle lastre; gli elementi lapidei che compongono le gradinate circolari messe in opera senza fughe presentano gravi e diffuse fessurazioni, con scagliatura del marmo probabilmente determinate dalla mancanza di giunti di dilatazione in grado di assorbire le dilatazioni termiche; la sfera in marmo di Carrara, il suo basamento e le lastre attorno alla fontana sono state soggette, per anni, al ruscellamento dell'acqua di rete che, dagli ugelli dell'impianto, ricadeva direttamente sul marmo; i cicli di apertura e chiusura dell'impianto idraulico hanno così comportato la sedimentazione del calcare sulla pietra; i mosaici pavimentali attorno alla sfera sono stati realizzati fuori opera, per poi essere successivamente adesi sulla soletta in calcestruzzo con della malta idraulica senza cemento, che ha determinato dei vuoti sotto ai mosaici e che a sua volta ne ha causato il distacco.

Alla luce di quanto emerso sono state effettuate, sotto l'alta sorveglianza della soprintendenza, le prove di intervento a monte del progetto allo scopo di definire la metodologia di intervento. È probabile che una situazione analoga sia presente nell'apparato musivo pavimentale di viale dell'Impero, connettivo pienamente fruito dal pubblico che interviene alle manifestazioni sportive che si svolgono nel complesso, senza che vi sia possibilità alcuna di limitarne il calpestio; l'intenso uso antropico ed i fattori legati alle tecniche utilizzate per la realizzazione delle opere determinano lo stato di degrado riscontrabile. I competenti uffici statali preposti alla tutela hanno, come sempre, assicurato la continuità di ogni forma di utile collaborazione a riguardo.

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Saremo soddisfatti solo quando quella che è considerata una meraviglia architettonica e urbanistica, come il Parco del Foro Italico, potrà essere inaugurata e riqualificata definitivamente.

L'intervento del sottosegretario Buffagni, per quanto preciso e puntuale sui vari aspetti del degrado, non fa altro che confermare la colpevole carenza di interventi che ha avuto quell'area nel corso degli ultimi decenni, anche per un pregiudizio culturale rispetto all'architettura degli anni Trenta, fascista e razionalista.

Ritengo che gli impegni che sono stati presentati dal sottosegretario Buffagni siano ovviamente notizie anche talvolta positive. Non ho capito se faceva riferimento al concorso internazionale per la qualificazione, la cui prima fase è scaduta il 10 gennaio, oppure meno, perché nella risposta eccessivamente veloce non si capiva, però poi assumerò la copia della risposta. Sicuramente, l'aver fatto un concorso internazionale insieme agli architetti e non contro gli architetti, anche di Roma e provincia, è sicuramente una buona notizia. Ora aspetteremo vigilando, perché ricordo che in passato ci furono dei progetti sia di copertura dello Stadio dei Marmi, sia di riqualificazione che erano progetti assolutamente devastanti e intrusivi - cosiddetti modernisti - che andavano ad alterare l'armonia perfetta dell'area, che purtroppo è sotto gli occhi di tutti per quanto riguarda il degrado, in particolare dei mosaici di Severini. C'è quindi l'auspicio, la forte determinazione e la vigilanza affinché un capolavoro dell'urbanistica, che viene studiato in tutte le università del mondo, possa essere riqualificato e riusato per quello che era.

Un'ultima considerazione. Penso e credo che nell'ambito dell'esito di questo concorso, ferme restando e rispettando, ovviamente, le procedure concorsuali, ci debba essere una vigilanza non solo degli enti locali e delle soprintendenze proprio sull'esito, nel senso che non vorremmo trovarci di fronte a qualche cattedrale nel deserto come la Città dello Sport di Veltroni a Tor Vergata, che ancora modifica lo skyline di Roma ed è un monumento all'incapacità di Governo, al provincialismo di chi cita architetture internazionali, pensando che possano essere inserite in qualsiasi contesto urbano, come se Roma non avesse una sua specificità architettonica e urbanistica assolutamente unica al mondo; per cui, lo ripeto, saremo con Italia Nostra, con il Comitato Cederna, con tutte le associazioni di architetti sensibili al tema vigileremo attentamente perché questo concorso possa essere in armonia con l'area, possa essere una riqualificazione reale. Colpevole fu la scelta nel passato di trasformare la Casa della Scherma in un'aula bunker: solo una visione miope e ottusa, iconoclasta, poteva portare a una simile scelta per un capolavoro che viene studiato nelle università di tutto il mondo. Per cui, mentre noi parliamo qui, c'è il delegato allo sport, Spadafora, che è in audizione ai piani di sopra e proprio per questa nostra bizzarra organizzazione dei lavori adesso andrò a fare la stessa domanda anche al delegato allo sport, che con Sport e Salute sarà colui che materialmente poi dovrà intervenire e finanziare questa riqualificazione.

(Elementi e iniziative in relazione alle risorse destinate agli scavi archeologici di Castellammare di Stabia – n. 3-01176)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Stefano Buffagni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Di Lauro n. 3-01176 (Vedi l'allegato A).

STEFANO BUFFAGNI, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione parlamentare dell'onorevole Di Lauro volta a conoscere quali iniziative il Ministero dei beni culturali intenda assumere in merito alla valorizzazione del patrimonio archeologico di Castellammare.

Al riguardo, vi anticipo che prenderò alcuni minuti in più perché quando si tratta di lavori e dei relativi fondi, è bene essere precisi e quindi articolati in risposta. Il decreto ministeriale 9 aprile 2016, all'articolo 2, comma 1, lettera f), prevede tra l'altro che il parco archeologico di Pompei, che è all'interno del comune di Castellammare di Stabia Gragnano, la competenza sul territorio del comune di Castellammare di Stabia si intende sui Fogli 6 e 15 del catasto, corrispondente alla collina di Varano, includendo altresì l'adiacente porzione del comune di Gragnano e, alle pendici del Faito, la reggia del Quisisana,

Le funzioni affidate dal decreto ministeriale 9 aprile 2016 sono svolte dal Parco archeologico di Pompei attraverso l'ufficio scavi di Stabia, composto da un funzionario archeologo, responsabile dell'area archeologica un funzionario architetto un funzionario archeologo responsabile del territorio, un funzionario restauratore-conservatore, un funzionario per le tecnologie, due assistenti amministrativi, due assistenti tecnici, un operaio e 24 assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza, questi ultimi sottoposti da unità di personale Ales.

Il parco archeologico di Pompei assicura, attraverso le risorse del proprio bilancio, la manutenzione ordinaria e straordinaria di Villa San Marco e Villa Arianna, regolarmente aperte al pubblico tutto l'anno. Sempre con le risorse del proprio bilancio, il Parco archeologico di Pompei ha portato avanti nel corso degli anni interventi mirati alla tutela, fruizione e valorizzazione delle ville.

Permettetemi di segnalare di seguito i principali interventi già avviati: completamento dello scavo del tratto breve orientale del peristilio est di Villa Arianna, con rifacimento della copertura; completamento dello scavo di un ambiente del lato breve occidentale dello stesso peristilio; tali interventi, oltre che a una migliore conservazione dei resti, sono mirati anche all'apertura al pubblico dell'intero peristilio est.

La gara per l'affidamento dei lavori è stata avviata sul mercato elettronico della pubblica amministrazione con l'importo complessivo, a base della procedura, pari ad euro 28. 655,48 euro oltre IVA, a valere sul bilancio 2019. Scavo dell'angolo sud-ovest del peristilio superiore di Villa San Marco, con rifacimento della copertura. Tali interventi sono mirati a riportare in luce un tratto significativo, che si presume ben conservato, del peristilio superiore, la cui parte nord-est, riportata in luce in passato, è stata seriamente danneggiata dal terremoto dell'Irpinia e poi parzialmente ricostruita. Gli scavi che, sulla base dei risultati, potranno essere estesi anche a quanto resta del lato lungo del peristilio, permetteranno un significativo ampliamento del percorso di visita e un importante contributo scientifico alla conoscenza dell'antica Stabiae. La gara per l'affidamento dei lavori è stata avviata sul mercato elettronico della pubblica amministrazione, con importo complessivo, a base della procedura, pari ad euro 99. 435,01 oltre IVA, a valere sul bilancio 2019.

Per il triennio 2020-2022 sono stati programmati i seguenti interventi. Restauro degli apparati decorativi di Villa San Marco; il progetto prevede il restauro dei mosaici pavimentali e degli affreschi di tutto il complesso; sono stati stanziati euro 3.975.786,78, a valere sul bilancio 2020. Sostituzione della copertura dell'atrio e manutenzione diffusa della copertura di Villa Arianna; obiettivo primario dell'intervento è la realizzazione di una nuova copertura dell'atrio di Villa Arianna, già danneggiata da eventi meteorologici nell'ottobre 2018, ricollocata con un intervento di somma urgenza al fine di proteggere mosaici e affreschi, ma da sostituire con una copertura più consona e più rispondente all'aspetto dell'antica copertura di un atrio romano; sono stati stanziati 1.203.560,50 euro, a valere sul bilancio 2020.

Lavori di messa in sicurezza della struttura di Villa San Marco; il progetto prevede tra l'altro interventi diffusi di regimentazione delle acque meteoriche, lo scavo dietro le diatee, presso il peristilio inferiore, con regolarizzazione dei versanti, per allontanare il terreno dalle murature antiche ed eliminare i problemi di umidità alle murature; la demolizione di alcuni manufatti moderni dietro il peristilio superiore e presso il peristilio inferiore; la manutenzione delle architravi; la sostituzione della copertura del ninfeo e la manutenzione diffusa delle coperture esistenti; sono stati stanziati euro 482.888,20, a valere sul bilancio 2020.

Interventi per la fruizione ampliata e l'abbattimento di barriere architettoniche di Villa San Marco e Villa Arianna; il progetto prevede tra l'altro la realizzazione di percorsi privi di barriere verticali con la realizzazione di rampe, passerelle, dispositivi per il superamento dei dislivelli, l'inserimento di punti di riferimento, mappe segnaletiche per facilitare la leggibilità dell'impianto planimetrico e la riconoscibilità delle parti che lo compongono; interventi diffusi per assicurare la piena fruizione delle attrezzature di supporto alla fruizione, integrazione di apparati digitali e multimediali di supporto alla visita; sono stati stanziati 643.037,60 euro, a valere sul bilancio 2020.

Lavori di scavo e restauro del peristilio di Villa Arianna. Il progetto è finalizzato a riportare integralmente alla luce il peristilio, di cui attualmente sono parzialmente in luce i due lati brevi, mentre il lato lungo è interamente da riportare in luce con gli ambienti che vi si affacciavano; tale intervento permetterà un notevole ampliamento del percorso di visita e offrirà un importante contributo scientifico alla conoscenza dell'antica Stabiae, anche perché, per quanto noto, la parte ancora sepolta del peristilio sembra solo parzialmente interessata dagli scavi borbonici e, dunque, potrebbe restituire livelli stratigrafici intatti; sono stanziati euro 2 milioni 500 mila, a valere sul bilancio 2022. Eventuali altre risorse potranno essere stanziate nelle variazioni di bilancio sulla base delle sopravvenute necessità e progettualità, e, comunque, sulla base della disponibilità economica del Parco archeologico di Pompei.

Il Parco archeologico di Pompei ha poi avviato una mirata politica di espropri, riguardante soprattutto le particelle catastali più vicine alle aree demaniali, all'interno delle quali sorgono Villa Arianna e Villa San Marco, in maniera tale da creare intorno alle ville un'area demaniale sempre più ampia e più facilmente controllabile.

Nell'area di Villa San Marco sono in corso gli espropri di alcune particelle catastali per circa 300 mila euro; nell'area di Villa Arianna per 410 mila euro.

Concludo rammentando che il Parco archeologico di Pompei, il 15 ottobre scorso, ha firmato con il comune di Castellammare di Stabia un accordo finalizzato alla valorizzazione del complesso monumentale Reggia di Quisisiana, previa concessione dell'uso di una parte degli spazi. Secondo quanto previsto nell'accordo, le parti dell'immobile vengono concesse per lo svolgimento delle finalità istituzionali del Parco archeologico di Pompei, nonché per tutte le attività finalizzate all'avvio del cosiddetto Museo archeologico, volte all'allestimento, esposizione e valorizzazione dei reperti provenienti dal Parco archeologico di Pompei e dei circa 8 mila reperti archeologici provenienti dalle ville del pianoro di Varano, attualmente collocati presso l'Antiquarium stabiano.

Il parco archeologico di Pompei ha tempestivamente avviato le attività di adeguamento impiantistico, terminate le quali sarà allestito presso la Reggia un deposito visitabile, per ospitare e quindi valorizzare i reperti attualmente depositati presso l'Antiquarium stabiano, non più adeguato. Successivamente, si avvieranno le procedure per la realizzazione di un museo archeologico nel piano nobile della Reggia. Per questi lavori di allestimento museale sono stati stanziati 1 milione 500 mila euro, a valere sul bilancio 2021.

Siamo disponibili, ovviamente, a riferire su eventuali aggiornamenti anche all'onorevole interrogante, se riterrà di volerne acquisire ulteriori.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Lauro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Non posso che ringraziare anche il Governo per questa risposta e credo di parlare a nome di tutti i cittadini della mia zona e di coloro che, come me, hanno a cuore il nostro patrimonio archeologico.

Le città, che fanno parte della cosiddetta Buffer zone in Campania, costituiscono un patrimonio storico e culturale di grande importanza, a livello nazionale e internazionale. Se, però, all'interno di questa vasta area, ci soffermiamo sulla zona di Castellammare di Stabia e degli scavi archeologici, notiamo invece come quest'area sia sottoposta a un costante degradamento ambientale, dovuto soprattutto ad attività dell'uomo, nonché ad allarmanti valori di rischio di frane e rischi idraulici. Abbiamo un patrimonio prezioso, che però negli anni non è stato valorizzato e credo che nessuno possa contraddirmi, se dico che negli anni siamo risultati e risultiamo ancora oggi pressoché invisibili ai grossi circuiti turistici che interessano la Campania. Ci fa quindi piacere che anche le nostre zone rivestano per questo Governo un'importanza strategica, come dimostrano i fondi che sono stati e che verranno destinati alla valorizzazione dell'area, affinché vi sia finalmente un serio e concreto rilancio di tutto il territorio.

A mio avviso, come affermato più volte - ma anche in questo vedo che andiamo nella stessa direzione - è assolutamente necessaria la perimetrazione della collina di Varano, così come è avvenuto per la vicina Pompei, al fine di creare un vero e proprio Parco archeologico e poi dopo, magari, perché no, pianificare anche attività culturali, sociali ed economiche.

Accolgo inoltre positivamente anche le iniziative intraprese in merito alla Reggia di Quisisiana, consapevole dell'enorme potenziale ancora inespresso di quel sito. Colgo l'occasione, infine, per auspicare - anche per dissipare le recenti voci su interessi e pressioni da parte di soggetti non ben identificati sull'utilizzo e sulla gestione dei fondi pubblici - che vengano assicurate garanzie di massima trasparenza e controlli, per sgomberare il campo da ogni ombra.

Raccolgo volentieri la proposta del sottosegretario Buffagni di tornare a riferire su ogni eventuale aggiornamento. Sono quindi felice della risposta del Governo e delle informazioni ricevute e mi dichiaro pienamente soddisfatta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 16,03.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Daga e Scoma sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16,25.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,30.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie Presidente, a seguito di vicende che riguardano l'altro ramo del Parlamento, sta tornando di attualità il tema dei cosiddetti vitalizi. Io non tocco le vicende che riguardano l'altro ramo del Parlamento per una questione di eleganza istituzionale e - sono certo che la Presidenza converrà con me - è materia che spetta all'altro ramo, però questo tema ha come dire ringalluzzito la più becera propaganda del MoVimento 5 Stelle, che sui suoi social posta cose di questo tenore: “Vitalizio” secondo il vocabolario 5 Stelle “privilegio acquisito da ex politici che non lavorano più, ma che vogliono campare sulle spalle degli italiani”. Lo cito, Presidente, perché io, per aver criticato questo post, mi sono beccato del ladro da alcuni dei militanti di questo fior fior di movimento. Allora, Presidente, qual è l'attinenza ai lavori di quest'Aula? Negli ultimi anni, in quest'Aula, abbiamo celebrato diversi ex parlamentari, alcuni dei quali molto autorevoli e i colleghi del MoVimento 5 Stelle li hanno celebrati con parole di lode, che in alcuni casi io condivido, nella quasi totalità condivido: penso all'onorevole Willer Bordon, che l'onorevole Sibilia ha definito libero e onesto, all'onorevole Armando Cossutta, che la collega Marta Grande ha celebrato per l'attualità di alcune sue battaglie, anche se è molto distante da me; penso alle parole che ha speso Silvia Chimienti sull'onorevole Marco Pannella, dicendo che ci lasciava una valigia piena di libertà, penso alle parole del Presidente Brescia nei confronti dell'onorevole Reichlin, protagonista della parte importante della storia del comunismo italiano; penso alle parole del presidente Fico nei confronti dell'onorevole Rodotà, che addirittura il MoVimento 5 Stelle aveva proposto alla candidatura alla Presidenza della Repubblica; penso alle parole, in alcuni casi forse anche un po' infelici, della collega Spadoni relativamente alla Presidente Iotti (veniva definita “Ciao guerriera”, come se fossero quasi diciamo compagni di partito, amici intimi), ma in tutto questo forse i colleghi del MoVimento 5 Stelle non sanno che tutti questi ex parlamentari sono stati percettori di vitalizi e, secondo la definizione della loro più becera propaganda, sarebbero stati dei parassiti. Ecco, io mi permetto di dire in quest'Aula che, secondo me, parassita si addice di più a chi lucra in maniera spregiudicata e irresponsabile su questi temi, anziché alla memoria di queste persone e di quei tanti ex parlamentari che hanno servito questo Paese e che, in questo momento, vengono fatti oggetto di una campagna di speculazione politica becera e indegna (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Baldelli, non era propriamente un intervento sull'ordine dei lavori, lo sa anche lei, legittimo, ma un intervento politico: vi chiedo la cortesia magari di richiedere questo tipo di interventi per fine seduta.

Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, sì, sull'ordine dei lavori di quest'Aula perché vedete, colleghi, fra qualche giorno ricorre l'anniversario del 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, e vorremmo dismettere i panni e le bandiere che, anche orgogliosamente, talvolta anche in maniera sincera e appassionata, sventoliamo da questi banchi, quelle appunto della destra italiana, per lanciare un appello a tutto il Parlamento, a quest'Aula, perché il giorno del Ricordo, come prevede la legge, la narrativa della legge, sia un giorno dedicato alla commemorazione dell'esodo delle popolazioni istriane, giuliane e dalmate e della tragedia delle foibe, tragedia accertata storicamente, accertata con più di 10 mila morti solo perché italiani. Ebbene, per il suo tramite, Presidente, io credo sia arrivato il momento, nel 2020, in questo interminabile dopoguerra, perché il Parlamento italiano e tutto il Paese, tutta la nazione ricordi questa cerimonia, questa giornata cerimoniale in maniera unitaria. Penso non sia accettabile che anche in Aula, nell'altro ramo del Parlamento, ci siano convegni che vadano a sminuire; lo dico senza neanche citare chi li organizza, perché l'intento del mio intervento è sincero, parlo a nome di Fratelli d'Italia, e se ci chiamiamo così, ci sarà un motivo, perché pensiamo che giornate come quelle del 10 febbraio debbano essere giornate unificanti per tutta la nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo con le parole di un cantante di una bellissima canzone di cui non citerò neanche il nome, ma che penso tutti riconoscerete: “(…) eravamo solo italiani, italiani dimenticati in qualche angolo della memoria, come una pagina strappata dal grande libro della storia. Ah come si fa? A morire di malinconia per una vita che non è più mia, che male fa, se ancora cerco il mio cuore dall'altra parte del mare. Quando domani in viaggio arriverai sul mio paese, carezzami ti prego il campanile, la chiesa, la mia casetta. Fermati un momentino, soltanto un momento, sopra le tombe del vecchio cimitero, e digli ai morti, digli, ti prego, che no dimentighemo” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, le ricordo che, come è già avvenuto in altri casi, proprio in attuazione della legge sarà organizzato un evento al Senato da entrambe le Camere.

Seguito della discussione delle mozioni Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 e Bagnasco ed altri n. 1-00321 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 (Nuova formulazione) e Bagnasco ed altri n. 1-00321, concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 3 febbraio 2020 si è svolta la discussione sulle linee generali. Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Meloni ed altri n. 1-00322. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto, altresì, che è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dal deputato Bagnasco, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il sesto firmatario. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto, infine, che la mozione Bagnasco ed altri n. 1-00321 è stata ritirata dai presentatori.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sottosegretaria di Stato per la salute, onorevole Sandra Zampa, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Signora Presidente, la prima cosa che desidero sottolineare, anche rivolgendomi a quanti hanno redatto questa mozione, è la rassicurazione circa l'interesse e l'attenzione con cui il Ministero segue questa materia, una materia che, appunto, segue da tempo, attesa l'evidente delicatezza di questa questione e gli evidenti riflessi di natura sanitaria.

Con riferimento alle raccomandazioni, laddove si invita il Governo a garantire una più sicura detenzione del medicinale fentanyl nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, occorre sottolineare che tale questione è già disciplinata dalle normative vigenti in materia di custodia degli stupefacenti. L'Agenzia italiana del farmaco, l'AIFA, ha segnalato che tutte le specialità medicinali che contengono il principio attivo fentanyl autorizzate nel nostro Paese sono classificate quali medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta, oppure come medicinali somministrabili esclusivamente in ambiente ospedaliero e la terapia farmacologica, come è noto, può avvenire solo sotto la stretta supervisione medica.

In effetti, nonostante la rigorosa disciplina normativa che è in vigore nel nostro Paese, i gravi fatti che la mozione richiama sono da ricondurre ad usi non autorizzati e al reperimento dei prodotti tramite canali illegali. A tale riguardo, l'AIFA, l'Agenzia del farmaco, ha inteso precisare che il contrasto all'impiego non autorizzato del fentanyl così come di altri prodotti costituisce uno degli obiettivi dell' “operazione Pangea” che è condotta a livello transnazionale.

Il dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, tramite il Sistema nazionale di allerta, effettua costantemente il monitoraggio atto a prevenire la diffusione delle nuove sostanze psicoattive, i cosiddetti fentanili sintetici, nel territorio italiano ed europeo.

Desidero sottolinearlo, perché, ieri, durante la discussione generale, questo è stato uno dei punti più richiamati in quest'Aula.

Il dipartimento per le politiche antidroga, inoltre, in qualità di organo di coordinamento ha istituito, nel marzo 2019, un tavolo tecnico interistituzionale, finalizzato ad affrontare le problematiche connesse all'uso di sostanze oppioidi sintetiche e, in particolare, derivati del fentanyl. Al tavolo partecipano i rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero dell'Interno, dell'Istituto superiore di sanità, nonché il Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche.

Andrei, dunque, alla posizione del Governo in merito alla mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi, Bagnasco ed altri n. 1-00193 (Ulteriore nuova formulazione) e, quanto alle premesse della mozione, desidero riferire e, ovviamente, evidenziare che, per gli aspetti che sono di competenza del Ministero dell'Interno, al punto 26 si propone di eliminare il passaggio: “non si erano verificate evidenze della loro presenza nelle piazze italiane”, tenuto conto che la frase riportata nel virgolettato non è inserita nella relazione annuale 2017 citata, pubblicata lo scorso anno dalla direzione centrale per i servizi antidroga.

Al punto 33, parimenti, il Ministero dell'Interno propone di sostituire l'espressione “non identificata” con “non indicata”, con riguardo all'aspetto delle sostanze che hanno procurato l'overdose. Nel report della citata direzione centrale, infatti, si fa riferimento ai casi in cui la sostanza non è indicata, nel senso che si tratta di eventi per i quali il reparto segnalante ha comunicato il decesso per overdose, senza specificare la tipologia dello stupefacente che l'ha determinata. In tale evenienza, il dato non è sconosciuto, bensì mancante.

Il Governo esprime parere favorevole sui restanti punti delle premesse.

Quanto agli impegni elencati nel testo della mozione, si esprimono i seguenti pareri. All'impegno n. 1), questo Ministero condivide le azioni sinergiche dei vari Stati per contrastare la problematica, in modo da rendere più efficaci le misure adottate, come, ad esempio, un costante scambio delle informazioni e dei protocolli, ed esprime, dunque, parere favorevole a condizione che la formulazione contenga - e io immagino che, in realtà, sia solo rimasta nella penna dello scrivente - l'espressione “illegale”, dopo “diffusione”, cioè che si specifichi che noi stiamo contrastando la diffusione illegale di questo farmaco e ovviamente dei suoi derivati, mentre ne resta valido l'uso laddove prescritto correttamente.

All'impegno n. 2), il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il termine “predisporre” sia sostituito dal termine: “continuare”.

All'impegno n. 3), il parere è favorevole a condizione che sia inserita la formula “a valutare la possibilità di predisporre, a cura del Ministro della Salute, un'indagine ministeriale (…)” e così via.

All'impegno n. 4), il parere è favorevole. All'impegno n. 5), il parere è favorevole. All'impegno n. 6), il parere è favorevole.

All'impegno n. 7), il parere è favorevole, a condizione che il termine “attivare” sia sostituito con il termine: “proseguire”.

La posizione del Governo in ordine agli impegni della mozione…

PRESIDENTE. C'è un impegno ulteriore, il n. 8)…

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Parere favorevole. Mi scuso, ma sono appena arrivati... in un caso anche dovrò documentarmi per un attimo, perché l'ultima mozione è arrivata mentre il Governo entrava in Aula. Sull'impegno n. 8), parere favorevole. Quanto alla posizione del Governo in ordine agli impegni della mozione dell'onorevole Bagnasco, all'impegno n. 1) condivide le premesse e quindi…

PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario, la mozione Bagnasco - lo abbiamo detto - è stata ritirata dai presentatori e la mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri è stata sottoscritta anche dall'onorevole Bagnasco. Quindi, passiamo ai pareri sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00322.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Perfetto, è stata presentata poco fa, e quindi abbiamo dovuto documentarci molto rapidamente.

Allora, sull'impegno n. 1), condivise le premesse, il Governo esprime parere favorevole. All'impegno n. 2), il Governo esprime parere favorevole. All'impegno n. 3), il Governo esprime parere favorevole, a condizione che sia introdotta la formula: “a valutare la possibilità di”, compatibilmente con le risorse a legislazione vigente.

All'impegno n. 4) parere favorevole, a condizione che sia introdotta la premessa: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative”. All'impegno n. 5) parere favorevole. All'impegno n. 6) il parere è favorevole, a condizione che sia introdotta la premessa: “a valutare la possibilità di”. All'impegno n. 7) parere favorevole. All'impegno n. 8) parere favorevole. All'impegno n. 9) parere favorevole. All'impegno n. 10) parere favorevole. All'impegno n. 11) parere favorevole. All'impegno n. 12) parere favorevole, a condizione che sia introdotta la formula: “a valutare la possibilità di promuovere la sperimentazione di percorsi di cura innovativi ed efficaci”.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Le cure palliative sono una conquista di civiltà: non si cura solo il malato che ha una speranza di guarigione, si cura anche il malato che questa speranza non ce l'ha, ma che ha il diritto di vivere ogni giorno con dignità, senza dolore fisico, conservando fino all'ultimo, fino a che è possibile, una qualità vera dell'esistenza.

Tutte le misure utili per lenire le sofferenze di una persona affetta da una malattia cronico-evolutiva inguaribile si definiscono cure palliative, un mantello di protezione verso la persona, l'estrema, definitiva, irrinunciabile cura. Le cure palliative prevengono sofferenze e complicazioni; il dolore, laddove è possibile, viene preceduto da una forma protettiva che lo annulla all'insorgenza. Lenire, annullare il dolore, prevenire e sollevare dalla sofferenza fisica, psicologica e morale, questo è un dovere di civiltà.

Una volta il “non c'è più niente da fare” era una doppia condanna: la condanna alla fine di una persona, ma anche la condanna a un calvario più o meno lungo che riguardava il paziente e la sua famiglia, una lunga traversata nella sofferenza. Con le cure palliative il “non c'è più niente da fare” non muta nel suo segno finale il destino, ma almeno modifica il cammino. La cura spesa per non guarire, ma per lenire dal dolore, non è buttata via: è ancora più cura, ancora più vita. La terapia del dolore, in questo senso, va salvaguardata e garantita nel suo supremo senso di umanità, di rispetto della dignità, di tutela della persona fino all'ultimo istante.

Presidente, faccio questa premessa su cure palliative e terapia del dolore perché sono strettamente connesse al tema delle mozioni che oggi stiamo discutendo.

Il dolore si previene e si tratta non solo continuando a curare il paziente terminale come se potesse guarire, in modo da evitare, fino a che è possibile, degenerazioni e complicazioni, ma anche somministrando trattamenti farmacologici che, rispetto a quel dolore, garantiscono un effetto anestetico.

Conosciamo, in questo senso, l'uso diffuso che si fa in medicina della morfina, ad esempio, e conosciamo anche la necessità, che a volte si determina, di ricorrere ad oppioidi. Il fentanyl, in particolare, oggetto delle mozioni in discussione, è uno di questi farmaci, usato anche come anestetico sotto forma di cerotti, pastiglie, a volte iniezioni. Ha un rapido assorbimento e provoca effetti narcotici in pochissimi minuti; questo lo rende molto efficace in alcune circostanze. L'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito tra i farmaci fondamentali per il trattamento palliativo dei tumori avanzati ed appare oggi un farmaco irrinunciabile per la pratica della cura del dolore, che, come detto, è una conquista di civiltà. Naturalmente parliamo di un uso, come lei ben evidenziava, sotto stretto controllo medico, in determinate e specifiche circostanze, dentro tutte le cautele indispensabili per farmaci di questo tipo. Non si può prescindere dalle prescrizioni mediche, dalle rigorose regole di somministrazione e dosaggio. Una precisazione che, a questo punto, si rende necessaria, come anche per altri farmaci, dal momento che un uso improprio, fino all'abuso, di questo tipo di farmaco appare molto pericoloso. Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che si concentrano le mozioni di cui oggi noi stiamo discutendo. Il fentanyl, in quanto oppioide sintetico, è da 50 a 100 volte più potente della morfina e si sta diffondendo fra le droghe di strada, dove spesso è mischiato e spacciato con eroina o altre sostanze; oltretutto, un abuso stesso del farmaco può determinare con facilità lo scivolamento nell'overdose, fino a causare, anche solo per un dosaggio errato, la morte. Secondo quanto riportato dai centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, negli USA tra il 2014 e il 2015 le morti per overdose dovute agli oppioidi sintetici come il fentanyl sarebbero cresciute del 72 per cento. Soltanto nel 2014 più di 18 mila americani sono morti per overdose da oppioidi regolarmente prescritti; di questi, 700 decessi sono dovuti al fentanyl. Nel 2016 sono stati accertati oltre 42 mila casi di decessi da oppiacei negli Stati Uniti e circa 8 mila in Europa. Sono tanti gli usi e gli abusi che di questo farmaco si registrano, soprattutto sul mercato illegale. I cerotti sono venduti nel mercato nero come droga, hanno un effetto psicotropo maggiore dell'eroina e costano meno, conducendo più velocemente allo stato di alterazione, dal momento che il fentanyl, in virtù della sua elevata liposolubilità, raggiunge immediatamente il cervello. Viene quindi usato e abusato dagli eroinomani e viene aggiunto all'eroina per aumentarne la potenza; e, come per tutte le sostanze stupefacenti, il giro di affari illecito è molto florido ed essendo trattato da ambienti criminali senza scrupoli viene utilizzato anche con pesanti manipolazioni, arrivando fino alla costruzione sintetica di ben 28 tipologie diverse di fentanyl. Queste preoccupazioni sono state raccolte e indicate anche nella Relazione europea sulla droga 2018, stilata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Nell'84 per cento dei casi di overdose mortale c'erano tracce di oppiacei e, secondo la Relazione, varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici legali, tra i quali rientra proprio il fentanyl, che appare anche una sostanza relativamente semplice da produrre, dal momento che si può sintetizzare in piccoli laboratori clandestini senza grandi strumenti.

Appare evidente, quindi, che va governato un fenomeno, che per alcuni tratti appare del tutto nuovo e su cui si sconta soprattutto una scarsa conoscenza; vanno attuati meccanismi di monitoraggio e di raccolta dati, con politiche più efficaci di controllo. Ed è per questa ragione che abbiamo sottoscritto la mozione di maggioranza in discussione, sulla quale esprimiamo, come gruppo, il nostro voto favorevole, e soprattutto con la quale impegniamo innanzitutto il Governo ad adottare politiche di contrasto alla diffusione illegale del fentanyl. Sottolineo e rimarco la parola illegale, come va sottolineato l'elemento dell'abuso, e qui mi ricollego al discorso iniziale: gli usi terapeutici non sono in discussione, la necessità di usare tali farmaci nelle terapie del dolore e nelle cure palliative non può e non deve essere messa in dubbio. Sono trattamenti necessari, l'uso con prescrizione medica come medicinale e la conseguente assunzione con controllo medico va garantita, ma, al tempo stesso, va compiuta un'attenta vigilanza per contrastare la diffusione illegale e per informare sulla pericolosità, per contrastare il diffondersi della sostanza e per prevenirne gli abusi, perché la loro devastante potenza si sta facendo largo e rischia di trovarci tutti impreparati.

Va organizzata, in conclusione, Presidente, una strategia per differenziare l'uso legale e medico da quello illegale e per contrastare in modo efficace un nuovo traffico, che porta soltanto lucro agli ambienti criminali e devastazione e morte nella società (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di abbassare il tono della voce e di evitare capannelli in Aula. Prego.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie, Presidente. Presidente, signora sottosegretaria, a rileggere il resoconto della giornata di ieri nella discussione su questa mozione, senza fare inutili e vuoti panegirici ai colleghi, devo riconoscere che c'è stata una discussione molto competente, molto seria, molto approfondita, come succede, devo dire, spesso in quest'Aula. Non è una regola permanente, ma sono molto positivamente confortato da quella discussione e, come si deve fare in queste circostanze, bisogna dare anche i meriti alla qualità di quella discussione. Sicuramente un grande merito ce l'ha la collega Ianaro, che, anche nella sua professione di farmacologa, ha dato, come dire, l'abbrivio a questa mozione che era prima della maggioranza e sono molto contento di poter constatare che dopo la discussione sulle linee generali di ieri si è giunti addirittura a un'unica mozione che l'intero Parlamento assumerà. Infatti, come si può leggere dal resoconto, ma anche dall'intervento che mi ha preceduto, si sta discutendo di una questione molto delicata, molto importante nel sistema sanitario del nostro Paese, del nostro continente e anche, devo dire, a livello planetario. Infatti, nel confine, molto labile, tra trattamento farmacologico, tra uso di farmaci e abuso degli stessi, cure palliative e, quindi, in questa grande e positiva rivoluzione nei sistemi sanitari sull'affrontare in maniera nuova e più efficace il dolore, purtroppo, ci sono ombre straordinarie che noi dobbiamo saper dissolvere con un alert ancora più profondo del sistema sanitario italiano.

Questo potente farmaco analgesico, oppioide sintetico, come è noto, è cento volte più potente della morfina. Il suo impiego è stato giustificato anche dalla gravità di alcune patologie e l'Organizzazione mondiale della sanità ha ripetutamente, con linee guida, dato indicazioni molto efficaci e anche molto chiare e lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali soprattutto per il trattamento di alcuni tumori in stadio avanzato. Molto spesso questi farmaci sono però, come dicevo, utilizzati in maniera impropria, come conseguenza certe volte di comportamenti che sono deviati e compaiono a pieno titolo. questi comportamenti, nel più affollato mercato, il più inquietante, il più oscuro e anche il meno investigato ancora oggi, delle cosiddette droghe sintetiche. Inoltre, è un farmaco che sostituisce anche su quel versante e in maniera anche economica l'eroina, che è una nota droga che ha fatto, purtroppo, la storia tragica non solo nel nostro Paese, ma a livello mondiale.

Molto interessante - e lo vorrei segnalare anche nella dichiarazione di voto di Italia Viva - è anche il dibattito che si è sviluppato intorno al fentanyl, perché costituisce una delle droghe che sono più acquistate e meglio commercializzate nel cosiddetto mercato del dark web. Ho ascoltato e ho letto con molta attenzione le parole del collega Baroni e vi assicuro che le condivido pienamente in molte parti. Non è un film di Oliver Stone quello che ha raccontato il collega; è molto vero che ci sono percorsi e piste importanti sull'utilizzo e sul mercato del cosiddetto dark web di queste droghe che noi abbiamo la necessità di conoscere, per reagire come sistema Paese. L'utilizzo del farmaco da parte dei tossicodipendenti sta generando casi di cronaca molto gravi, e non è un caso che già dal maggio 2019 la Presidenza del Consiglio dei ministri italiano ha istituito un tavolo tecnico sul fentanyl e su altri oppioidi sintetici al fine di definire un piano integrato e condiviso per fronteggiare proprio questa emergenza.

La mozione, come avete potuto notare, si è arricchita nel corso della discussione anche di un altro impegno che io vorrei segnalarvi e che faceva parte anche delle indicazioni che volevamo dare come gruppo di Italia Viva.

La regione Emilia-Romagna ha messo a punto proprio negli ultimi mesi un kit di autoanalisi che è a disposizione anche degli abituali consumatori di droga attraverso i servizi pubblici per le dipendenze, i SerT, i cosiddetti SerT, e le unità mobile anche della polizia scientifica, in modo da poter accertare la presenza di tagli di fentanyl all'interno anche di altre sostanze stupefacenti e di dare, quindi, l'immediato alert per questo tipo di mescola e anche di procedura che, purtroppo, viene facilmente utilizzata.

La mozione si conclude, nella combinazione finale, con una serie di impegni e io ne vorrei segnalare soltanto alcuni. Uno importante è quello della comunicazione. Come sempre, il miglior modo per combattere una dipendenza è proprio la comunicazione e la sensibilizzazione delle persone che sfortunatamente in un momento buio della loro vita si imbattono nel mondo delle dipendenze. Per questo caso, in particolare, è necessario avviare una campagna ancora più efficace in termini di comunicazione sui rischi di questa sostanza, che è una sostanza subdola ove venga assunta in maniera errata. Ciò potrebbe essere integrato anche dal più alto impegno di comunicazione e di sensibilizzazione soprattutto tra i giovani per il contrasto del dilagante fenomeno delle cosiddette droghe sintetiche che ho già citato. D'altro canto, è necessario ribadire l'importanza, però, di questo farmaco se usato correttamente, dal momento che è uno dei principali strumenti della terapia del dolore soprattutto in ambito oncologico. Le cure palliative hanno fatto del nostro Paese un paradigma importante anche a livello europeo, perché siamo all'avanguardia proprio su questo fronte, anche a livello internazionale.

Per la sicurezza - penultimo impegno che vorrei segnalare -, dal momento che il commercio del farmaco si sviluppa prevalentemente sul web, emerge ancora una volta l'importanza del potenziamento anche della polizia postale. Abbiamo notato come il Ministero della Salute abbia potuto collaborare, sentendo le parole della sottosegretaria, anche col Ministero dell'Interno. È necessario fornire alle Forze di polizia e alla Guardia di finanzia le linee guida accurate per la gestione di questa sostanza, nonché istruzioni chiare di collegamento e anche di collaborazione con il sistema sanitario e rendere ancora una volta ancora più efficace e diffondere proprio quella iniziativa dei kit autodiagnostici che ha sperimentato virtuosamente l'Emilia-Romagna.

Un ultimo punto - e concludo - da affrontare e che è stato inserito nella mozione, punto che io vorrei segnalare, è proprio questa azione, anche diplomatica e internazionale. Molta parte di questo mercato arriva proprio dalla Cina. L'apertura di un dialogo bilaterale anche per questa questione, purtroppo, con questo Paese, che in questi giorni è noto anche per altre emergenze, è molto importante e siamo contenti che il Governo l'abbia assunto come impegno nella formulazione finale della mozione.

Vorrei, in conclusione, annunciare ovviamente il voto favorevole del gruppo di Italia Viva e segnalare la qualità e anche l'importanza di questa mozione nel prosieguo del lavoro che il Parlamento e il Governo dovranno fare su questa materia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per una precisazione, la sottosegretaria Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, signora Presidente. Intervengo per precisare che laddove si fa riferimento al Ministero dell'Interno, il punto n. 26 in realtà è il punto n. 27 e il punto n. 33, in realtà, è il punto n. 34.

PRESIDENTE. Ci riferiamo alla mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ci riferiamo alla mozione di maggioranza e in questi due casi la numerazione corretta è n. 27 nel primo caso e n. 34 nel secondo caso. Inoltre, c'è una correzione della formulazione di un punto. Infatti, laddove si cita la famosa relazione annuale al Parlamento, occorre modificare il testo con: “la Direzione centrale antidroga, pubblicando l'ultima relazione annuale sulla repressione dei traffici di stupefacenti, sottolinea che solo nel settembre 2018” – solo nel settembre 2018 – “si è compreso, con ritardo, che anche in Italia si era registrata la prima morte”. Quindi, di fatto… Se no non regge, dal punto di vista della formulazione italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sono mesi che Fratelli d'Italia cerca di scuotere il Governo da una pressoché totale indifferenza rispetto alle politiche antidroga. Sono mesi che cerca di denunciare la situazione drammatica che vede l'Italia al terzo posto in Europa per utilizzo di cannabis e al quarto posto per l'utilizzo di cocaina. Sono mesi che cerchiamo di sottolineare alle forze di maggioranza che la situazione della diffusione delle droghe sintetiche in Italia è diventata drammatica: novantadue tipi di droghe sintetiche diverse, di cui certamente il fentanyl fa parte, con danni incredibili, con rischi di overdose che aumentano in maniera eccezionale e drammatica. Sono mesi che cerchiamo di far capire al Governo che lo stato della diffusione delle droghe tra i più giovani non è frutto del caso: nella nostra Italia, i ragazzi tra i 15 e i 19 anni fanno utilizzo di sostanze stupefacenti con una percentuale maggiore del 25 per cento; tra i nostri ragazzi, proprio tra i più giovani sta aumentando l'utilizzo di eroina, nella nostra Italia: questo lo dice la Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze che è stata presentata proprio alla fine del 2019, Le relazioni al Parlamento italiane e quelle europee descrivono un dato drammatico. E, a fronte di tutto questo, però, io ringrazio la collega Ianaro che ha voluto portare in quest'Aula una mozione che tratta del fentanyl, cioè un analgesico di origine sintetica che oggi sta mietendo vittime. La ringrazio perché, in realtà, in questi mesi, quando abbiamo sentito parlare del problema droga nel nostro Parlamento, l'abbiamo visto con un'unica finalità: quella di fare caccia al gettito. L'abbiamo visto con i tentativi così determinanti e costanti di promuovere la legalizzazione e la liberalizzazione della cannabis; l'abbiamo visto in occasione della legge di bilancio, in un emendamento che poi è stato dichiarato inammissibile; l'abbiamo visto anche adesso, con il “Milleproroghe”, con un ennesimo emendamento per commercializzare la cannabis in ogni dove: anche questo dichiarato inammissibile, ma sembra che per il MoVimento 5 Stelle e il PD sia così importante far trovare cannabis nelle strade, nelle nostre strade, in ogni farmacia, in ogni piazza, in ogni negozio, sia così determinante che ogni occasione è buona. Perché la droga viene trattata con quest'unico obiettivo: quello di mettere più soldi nelle tasche dello Stato italiano.

Invece, quanto alla cannabis, abbiamo cercato di spiegarvelo mille volte, di sottolinearvi i dati scientifici, i danni che provoca al cervello, danni che poi cagionano deficit cognitivi, alla memoria, al coordinamento motorio, e anche alla possibilità di pensare con il proprio cervello. Vi abbiamo spiegato quanto, oltre ai danni organici, ci sia una problematica di carattere educativo: la cultura dello sballo, la cultura della normalizzazione dell'uso di sostanze stupefacenti non è frutto del caso, ma è frutto di una volontà scientifica che fa impiegare i parlamentari nella costituzione di un intergruppo per liberalizzare la cannabis, come se fosse una priorità di questa nazione! E allora il fentanyl c'entra in tutto questo, perché il fentanyl si diffonde nel solco della poliassunzione, delle polidipendenze: il fentanyl aumenta l'effetto di cocaina, eroina, metanfetamine, dell'alcol; aumenta l'effetto di tutto questo, e quindi non si può trattare il fentanyl in maniera isolata.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,15)

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Per questo abbiamo inteso presentare come Fratelli d'Italia e come forza di opposizione una mozione dedicata alla problematica delle dipendenze in Italia nella sua complessità, perché - sapete - il fentanyl non è un virus, non è qualcosa che si trasferisce attraverso il contagio di persona in persona per uno starnuto; perché dalla prima mozione, per quanto condivisibile, sembrerebbe quasi questo, cioè che si debba attuare una task force tra il Ministero dell'interno e il Ministero della salute per individuare un qualche vaccino, osservare e monitorare qualcosa di inspiegabile che si sta diffondendo. Il fentanyl si diffonde perché le dipendenze patologiche in Italia si diffondono perché la cultura dello sballo e della normalizzazione delle droghe si diffonde, perché c'è chi passa tempo e ore a spiegare che drogarsi non fa male, che esistono delle droghe leggere, innocue e che per questo non fanno male. Ebbene, le droghe fanno sempre male, senza se e senza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché come dicono alcuni medici e alcuni farmacologici, i farmaci sono veleni e i veleni uccidono: le droghe sono veleni e i veleni uccidono! Gli appellativi “leggero” e “pesante” devono essere sempre riconosciuti con un sostantivo iniziale che è “droga” e la droga fa male (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): su questo servono determinazione, coraggio, sincerità ed onestà, e non fare cassa sulla pelle degli italiani. Quello che invece abbiamo visto in questi anni, dal 2011 ad oggi, è una serie di Governi che si sono succeduti - Monti, Letta, Renzi, Conte I, Conte II - che hanno visto una totale inerzia rispetto alle politiche antidroga, e sono i fatti a dirlo: avete azzerato il Fondo nazionale di lotta alla droga. Mi preoccupa quando nella nostra mozione vi chiediamo di reinserire il Fondo e voi dite che “valuterete l'opportunità di” stanziare dei fondi ad hoc: ma che opportunità dovete valutare? Eppure avete presentato una mozione in cui dite che c'è un allarme sociale - dite “potenziale” e su questo vi mettete una bella benda davanti agli occhi - ma il problema fentanyl non è potenziale. Pensate che l'Ebola miete in Congo 1.700 morti, mentre il fentanyl negli Stati Uniti nel solo 2017 ne ha mietuti più di 28 mila!

E stiamo ancora a parlare di quanto potenzialmente, di quanto dovreste valutare l'opportunità di attribuire maggiori fondi al servizio pubblico, ai SerD, alle comunità terapeutiche, al mondo del volontariato, che in solitudine affronta oggi il problema delle dipendenze in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): milioni di volontari e operatori del settore che voi avete relegato all'ultimo fanalino di coda! Vi riempite la bocca di sociale e poi invece lasciate senza fondi, senza risorse economiche e senza personale i servizi deputati a prendersi cura delle dipendenze e della lotta alle droghe oggi in Italia.

Non è un caso se la droga è un problema in Italia: avete lasciato assolutamente scoperta la delega alle politiche antidroga. Io anche ieri ho avuto modo, sottosegretario Zampa, di dirle che vedo lei, in quanto sottosegretario al Ministero della salute, ma esiste in Italia una delega alle politiche antidroga che resta non assegnata dal 2011 ad oggi, tranne una brevissima parentesi nel primo Governo Conte che non ha fatto assolutamente nulla di efficace per affrontare la problematica in maniera sistemica e sistematica, anche grazie al poco tempo che c'è stato. Ebbene, io non immagino come si possa affrontare il problema fentanyl in modo sistemico senza una task force legata ad una delega precisa volta a contrastare il problema delle dipendenze oggi in Italia. Mi chiedo come voi possiate immaginare di monitorare la problematica del fentanyl e delle sostanze stupefacenti senza una conferenza nazionale, che i Governi di sinistra, del PD, non hanno, per undici anni, voluto celebrare. Certo che oggi ci troviamo in una condizione drammatica che sta sfuggendo di mano e anche questo non è frutto del caso: non è assolutamente frutto del caso. D'altronde, non avete convocato quello che era il luogo pensato per legge, attraverso la n. 309 del 1990, come contesto nel quale confrontarsi con gli operatori del settore del servizio pubblico e delle comunità terapeutiche, quindi che oggi si stia assistendo ad un allarme sociale, ad una problematica delle dipendenze, è del tutto naturale, dato che gli strumenti che sono stati immaginati non sono stati utilizzati. E a fronte di questo, anche la consulta degli esperti è morta. Infatti - sì - c'è stato un tavolo interistituzionale per quanto riguarda il fentanyl: un incontro a marzo e poi anche questo caduto nel nulla. Gli operatori in questo si sentono anche presi in giro, da un Governo che - sembra - soltanto quando si accende l'allarme per una notizia che arriva sui giornali convoca un tavolo, ma poi però non viene portato avanti null'altro in maniera seria e decorosa. Noi, rispetto a questo, rispetto alla totale assenza, alla totale indifferenza a una problematica droga che viene vissuta soltanto con un interesse economico, speculativo, sulla pelle degli italiani e di più fragili, abbiamo risposto con la nostra mozione, nell'augurarci che gli impegni che avete preso a favore possano effettivamente essere realizzati. Noi saremo lì a osservare, a monitorare e a controllare, e laddove avete sostenuto di voler “valutare l'opportunità di” vi invitiamo ad essere seri, a prendere un impegno con gli italiani, a porre il diritto della difesa della salute al primo posto; a non lasciare soli i più giovani e le famiglie ad affrontare un dramma che riguarda tutti oggi in Italia, nessuno escluso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signor Presidente. Permettetemi di iniziare ringraziando anche il Governo, perché il contributo che ha dato alla discussione ridimensiona e porta la mozione, di cui ringrazio la relatrice, al contesto italiano, che è ben lontano, per fortuna e grazie a Dio, dalle condizioni che invece avvengono in altri Paesi. Ringrazio per gli evidenti riflessi che ha di natura sanitaria - poi lo vedremo -, perché il fentanyl viene utilizzato nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore. Permettetemi di ringraziare in particolare gli esperti, le società scientifiche, le associazioni di cure palliative, che hanno collaborato a modificare e a integrare il testo originario della mozione. Credo che questo sia stato un contributo positivo per tutta l'Aula parlamentare. Noi tutti abbiamo la consapevolezza dell'impatto devastante della diffusione delle droghe e questo vale sia sulla singola persona affetta da dipendenza, sulla famiglia e sulla stessa società. Abbiamo visto troppe volte la disperazione di intere famiglie e la reazione di chi è stato vittima di reati connessi all'uso di droghe; abbiamo dovuto far fronte alle reazioni di rifiuto, persino di rabbia, da parte della società civile. Un fenomeno che non ci vede, dunque, fermi e indifferenti, che viene monitorato costantemente, anche con la relazione annuale del Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, che dimostrano che l'utilizzo delle droghe in Italia purtroppo ha visto un incremento di 38 decessi in più nell'anno precedente e una media di una persona in 26 ore. Nessuno di noi chiude gli occhi o si gira dall'altra parte e sappiamo che parliamo di un problema che ha origini antiche, nei secoli, non solo nei decenni, ma tutto ciò non va interpretato di certo con una qualche forma di tolleranza o comprensione rispetto al fenomeno, che consideriamo negativo sotto tutti i punti di vista. Noi stiamo facendo molto dal punto di vista repressivo e, certamente, le nostre forze dell'ordine sono impegnate a tutto campo. In questi anni sono stati raggiunti risultati ragguardevoli: nel 2019 sono aumentati del 37 per cento le operazioni antidroga rispetto all'anno precedente, che hanno portato al sequestro di 80 chilogrammi e 27 mila dosi di sostanze sintetiche. Il Parlamento non si è sottratto neanche dalla responsabilità di adeguare gli strumenti normativi per rendere più efficiente l'azione repressiva, ma sono gli interventi finalizzati alla prevenzione che devono vedere nel nostro Paese gli sforzi consistenti e gli strumenti innovativi che, proprio per la loro efficacia, dobbiamo continuare a valorizzare e a potenziare.

La rete nazionale dei servizi alle dipendenze è un nostro fiore all'occhiello, dove si sono formati negli anni professionisti con competenze specifiche sia in campo farmacologico che nella capacità di formulare progetti di intervento nell'area sociale e nell'area sanitaria. Ricordo, come giustamente l'ha ricordato anche prima il sottosegretario Zampa, che il Sistema nazionale di allerta precoce costituisce un importante strumento, che permette di identificare in tempi sempre più ridotti le nuove sostanze in circolazione sul nostro territorio. Nel corso del 2018 sono state individuate 39 nuove molecole NPS, per la maggior parte appartenenti alla classe dei catinoni sintetici (che non c'entrano nulla con la cannabis) e delle triptammine. Lo SNAP ha inoltre permesso di individuare in Italia 13 nuove molecole mai sequestrate prima in Europa. Direi che, anche da questo punto di vista, forse andrebbe in qualche modo più valorizzata, molto di più, la capacità di questo Paese.

Nella relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze e le nuove sostanze psicoattive, che comprendono i catinoni e gli oppioidi sintetici, questi sono considerati la sfida per la salute pubblica, una sfida che consiste nell'individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida in un mercato illegale - sì, vero questo -, dinamico, che è capace di fornire nuove sostanze psicoattive che imitano gli effetti delle sostanze illegali già note. È evidente che la velocità di comparsa di queste nuove molecole, la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili sugli effetti e sui danni derivanti dall'uso siano limitate, continueranno a costituire gli elementi chiave alla base di importanti allerte per la salute pubblica e per le politiche pubbliche nel settore nei prossimi anni.

Il fentanyl è una molecola sintetica già nota dagli anni Sessanta, con proprie capacità di imitare gli effetti degli oppioidi; ha una potenza maggiore, sicuramente più potente della morfina, e se viene usato senza controllo medico può causare quegli effetti collaterali che possono portare fino alla morte. Il suo utilizzo come nuova sostanza psicoattiva è iniziato in America nel 2013 e poi anche in Europa. Voglio qui ricordare che dal 2016 e fino all'anno scorso in Italia, per fortuna, sono stati accertati solo tre morti; poi, per noi, ogni morto è assolutamente una sfida, soprattutto serve per noi continuare ad essere all'allerta su questo tema. Ma questo, nel nostro Paese, quindi, da un lato ci dice che non siamo immuni, ma è un fenomeno che va ridimensionato rispetto a quello che avviene in America.

È giusto e ha fatto bene quindi la collega Ianaro a porre questa mozione, perché non va sottovalutata la minaccia di questo farmaco attraverso il web. Proprio su Internet queste nuove sostanze psicoattive possono essere ordinate e comodamente ricevute anche via posta. Nell'ultima relazione, sempre al Parlamento, è emerso che in Italia vi sono oltre 400 siti, forum e account social, molto usati soprattutto dai giovani, come quelle piattaforme di vendita online, per le quali sono state avanzate dal Ministero della Salute 17 proposte di oscuramento. Ma i social non si fermano, e nel nostro Paese, unico in Europa, è proibito dare informazioni sulla pericolosità di queste sostanze stupefacenti, se non agli operatori sanitari e alle forze dell'ordine, quindi diventa davvero difficile informare con campagne dedicate. Una delle richieste che sono poste nella mozione è quindi di informare della sua pericolosità persone e ragazzi, dicendo che cosa possono rischiare.

La mozione ha sicuramente questo pregio, ma dobbiamo anche, riportando la questione al tema del fentanyl, interpretarlo come un rafforzamento nei confronti del quadro della vigilanza e soprattutto del contrasto illegale, soprattutto nella ricerca di nuovi strumenti normativi che favoriscano una corretta divulgazione e una comunicazione verso l'opinione pubblica, con tutte le attenzioni del caso, perché il fentanyl è un potente analgesico che viene usato per la gestione del dolore, specialmente quello oncologico, mentre in combinazione con altre sostanze viene usato per le anestesie. L'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento dei tumori in stadio avanzato e il nostro Paese ha impiegato anni e anni di battaglie per promuovere il concetto e la pratica della cura senza dolore, oltre ad essere tra i Paesi ultimi per uso di oppiacei. Nel nostro Paese ci sono ancora troppe resistenze nell'utilizzo degli oppiacei sintetici o no per il controllo del dolore: siamo agli ultimi posti in Europa e tutti noi abbiamo la consapevolezza di come sia devastante per una persona il dolore non controllato. Anche qua troppe volte abbiamo visto lacrime e disperazione. Questo non solo possiamo evitarlo: noi abbiamo l'obbligo di evitarlo. Deve essere ricordato quanto lavoro è stato necessario per abbattere il tabù sul corretto uso degli oppiacei, partendo proprio dalla classe medica che per decenni ha esaltato e mistificato tutti gli effetti collaterali con il risultato di gravi sotto-trattamenti per un paziente in gravissime condizioni. Quindi va ricordato nella formazione del personale, alla rete di emergenza-urgenza, ai laboratori clinici per queste nuove sostanze.

Il Partito Democratico, che ha contribuito fortemente a questo nuovo testo, esprime un parere favorevole alla mozione che impegna, quindi, il Governo a trovare misure di contenimento all'uso e al mercato illegale del fentanyl come droga d'abuso, alla repressione delle forme illecite di offerta anche attraverso le forze dell'ordine, all'Agenzia delle dogane e dei NAS, al monitoraggio del web con il coinvolgimento della polizia postale. Nello stesso tempo, proprio perché parliamo di una molecola usata correttamente, è un presidio insostituibile per il controllo del dolore. Riteniamo che eventuali modifiche del quadro regolatorio non debbano costituire un disincentivo all'uso terapeutico. Faremmo un grave torto a tanti pazienti che convivono con dolori incontrollabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Oggi in Aula, con le mozioni in esame, ci confrontiamo sugli effetti di un farmaco, il fentanyl, che, come è già stato detto, è un'importante e potente antidolorifico che, quando viene utilizzato come droga, è giusto definire killer. È una sostanza assassina che troppo spesso uccide chi la utilizza per drogarsi. L'occasione della discussione delle mozioni deve essere sfruttata anche per un appello forte e univoco alla lotta contro l'utilizzo delle droghe, di tutte le sostanze, signor Presidente, che avvelenano il corpo e la mente di sempre più persone, in particolare dei più giovani. Le mozioni presentate sulle misure per contrastare la diffusione del fentanyl e la discussione generale che ieri ne è conseguita, hanno messo bene in luce e portato a conoscenza di molti l'estrema gravità e pericolosità della crescente diffusione nel mercato illegale clandestino del farmaco fentanyl o come sostituto più economico di altre droghe o sempre più utilizzato per tagliare l'eroina. Il mercato della droga è ormai da tempo mercato globale e mescolare il fentanyl con l'eroina è una pratica criminale che arriva probabilmente dagli Stati Uniti, dove le morti per questo farmaco sono ormai una vera e propria emergenza nazionale: negli ultimi due anni ci sono state più di 60 mila vittime. I rischi per i consumatori sono estremamente alti, visto che la dose letale per l'uomo è di 2 milligrammi ed è molto facile superare la soglia per sovradosaggio, anche con una semplice inalazione. Peraltro le forze dell'ordine, così come i soccorritori che rispondono alle chiamate per overdose, devono stare estremamente attenti in quanto il semplice contatto o inalazione - lo ripetiamo - può essere mortale. Anche per questo abbiamo chiesto un impegno al Governo a predisporre a tutela delle forze dell'ordine e dei soccorritori delle linee guida sulla gestione del fentanyl al fine di garantire la sicurezza personale di chi si trova a maneggiare la sostanza, in quanto anche solo il contatto della pelle o l'inalazione casuale può provocare un overdose e mettere a rischio la vita, in particolare anche di chi va a soccorrere le persone che hanno deciso di drogarsi e che sono andate in overdose.

Più in generale, quello che temo e che temiamo è il fatto che purtroppo continua a esserci una certa sottovalutazione di tale fenomeno criminale. Oggi ne parliamo, oggi voteremo mozioni che hanno contenuti importanti. Oggi il Governo è d'accordo sul contenuto delle mozioni ma sarà importante poi dare seguito con azioni concrete, con azioni vere, con azioni che non vengano dimenticate nei cassetti: questo non ce lo possiamo permettere.

Ricordo la dichiarazione che fu rilasciata in un'intervista dal medico tossicologico del SERT di Bologna che disse testuali parole: siamo ancora all'inizio ma quando il fentanyl arriverà davvero sul mercato illegale italiano sarà una strage. Una strage di giovani vite - non sempre giovani ma molto spesso giovani - che avendo scelto, probabilmente per una serie di concause, di utilizzare anche le cosiddette droghe pesanti, hanno una probabilità altissima di morire. Morire per l'utilizzo di droghe e di sostanze psicotrope è inconcepibile. Noi tutti dobbiamo fare il possibile per cercare non di eliminare il fenomeno, perché dobbiamo guardarci in faccia e pensare che probabilmente non sarà mai possibile eliminare l'uso delle droghe, ma per lo meno cercare di contenerlo.

Peraltro, le forze di polizia che lavorano da anni in contesti anche difficili hanno dichiarato di non avere mai sequestrato il fentanyl né di avere mai chiesto ai rispettivi laboratori di analisi di cercarlo tra le sostanze sequestrate. È una sostanza misteriosa. Sia chiaro che, quando viene utilizzata in farmacologia per curare le persone che soffrono, è essenziale ed importante, ma certamente dobbiamo cercare di arginare questo fenomeno che purtroppo è anche dovuto all'ignoranza delle persone che si drogano e non è conosciuto nei suoi effetti letali.

Il fentanyl insomma già circola abbondantemente ma nessuno lo cerca. Le procure, tra l'altro, dovrebbero richiedere più spesso esami dettagliati in laboratori attrezzati, che sono comunque pochi. È accaduto che persone morte per overdose siano state classificate come persone che sono morte per un'overdose di eroina: in realtà, poi si è scoperto che l'eroina era stata tagliata con il fentanyl.

Su queste criticità vorremmo ci fosse un salto di qualità da parte del Governo e dei Ministri che a vario titolo sono coinvolti. Le parole sono importanti ma in questo caso le azioni lo saranno ancora di più.

Nella nostra mozione abbiamo ricordato come il 27 marzo 2019 si fosse tenuta la prima riunione del tavolo tecnico interistituzionale convocato allo scopo di affrontare le problematiche connesse all'uso di sostanze oppioidi e derivati del fentanyl e ciò anche per individuare un piano condiviso di misure da adottare per fronteggiare questa nuova emergenza che, lo ripetiamo con forza, è un'emergenza presente, è un'emergenza vera, è un'emergenza reale ma è latente, è quasi misconosciuta ai più. Non sappiamo se, da allora, sono seguite altre riunioni e vorremmo saperlo dal rappresentante del Governo.

Accanto a questo, è necessario intensificare più in generale le misure per contrastare con durezza il mercato criminale della droga dove il fentanyl è solo uno degli ultimi ritrovati. È un mercato immenso, è un mercato che probabilmente non finirà mai di autoriprodursi ma noi dobbiamo fare il possibile per limitarlo. Lo dico ancora con forza: non diciamo parole vuote in quest'Aula ma cerchiamo di farle seguire dai fatti. È chiaro che, proprio per affrontare al meglio questa battaglia impari, è indispensabile rafforzare la cooperazione anche con altri Paesi e con altre nazioni come gli Stati Uniti e la Cina.

Concludo dicendo, signor Presidente, che la battaglia sul fentanyl deve diventare la guerra contro l'uso delle droghe, tutte le droghe, anche quelle che vengono definite impropriamente leggere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie. Le mozioni all'ordine del giorno sono finalizzate a prevenire e contrastare la diffusione dell'utilizzo illecito del fentanyl e farmaci similari. Come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, il fentanyl è un potente oppioide, legalmente impiegato in campo medico come analgesico nella terapia del dolore e come anestetico, in combinazione con altri principi attivi.

Concepito per uno scopo, esso ha iniziato, a partire dagli anni Novanta, ad entrare in maniera preponderante nel mercato degli stupefacenti, con rischi altissimi per i consumatori, soprattutto in considerazione del suo elevato grado di potenza, addirittura cento volte superiore a quello della morfina.

Si tende ancora oggi a pensare che quello in discussione sia un fenomeno poco diffuso nel nostro Paese. Nella relazione sulla diffusione dei traffici di stupefacenti riferita all'anno 2017 non si riportavano casi di overdose ricollegate all'assunzione degli omologhi di sintesi del fentanyl.

A partire dal 2018, tuttavia, il quadro è rapidamente cambiato: sono stati accertati anche nel nostro Paese i primi decessi legati all'assunzione di tale sostanza. La relazione della Direzione centrale antidroga, riferita all'anno 2018, ha conteggiato i casi in questione e ha dato atto dell'avvenuto sequestro di 20 dosi di fentanyl. Non solo: si ammette espressamente che i dati relativi alle morti non possono essere considerati attendibili, in quanto rientrano nella sfera di competenza di diverse autorità, che non sempre hanno l'obbligo di coordinarsi con quelle di polizia, e in quanto la sostanza non sempre è rintracciabile nelle analisi.

Inoltre, si segnalano le molteplici difficoltà che si riscontrano nell'azione di contrasto alla diffusione di tale farmaco nel mercato degli stupefacenti, poiché non sono ancora disponibili strumenti di rilevamento nelle ordinarie attività di controllo, anche per le quantità infinitesimali in cui la sostanza, molto potente, si presenta genericamente.

La registrazione dei primi decessi e la consapevolezza che il loro numero potrebbe essere ampiamente sottostimato sono quindi i campanelli di allarme che non possono e non devono rimanere inascoltati.

Il fenomeno ha fatto la sua comparsa in Italia e potrebbe essere in parte sommerso e ancora più diffuso di quello che pensiamo. Non possiamo, quindi, permetterci di sottovalutare il rischio e abbassare il livello di guardia. Sappiamo, del resto, che gli Stati Uniti mostrano in anticipo gli andamenti sull'uso delle droghe che poi approdano, dopo alcuni anni, nel nostro continente: ebbene, questo trend ci chiama a raccolta per effettuare un'attenta riflessione, perché proprio negli Stati Uniti, a detta degli esperti, è attualmente in corso un'epidemia, una vera tragedia, con alcune analisi che parlano addirittura di 200.000 morti, negli Stati Uniti, a partire dal 2014.

Impressionante è anche il giro d'affari che costituisce il vero motore che ha portato alla diffusione della sostanza: un chilo di fentanyl puro, comprato in Cina per 3.800 dollari, può arrivare a rendere oltre 30 milioni di dollari sul mercato nero, un margine elevatissimo, che ha fatto del fentanyl lo stupefacente a più alto ricavo per i narcos.

Il rischio è che i produttori, in gran parte cinesi, implementino ulteriormente i propri canali e aumentino nei prossimi anni i quantitativi destinati al mercato europeo.

Nella relazione stilata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, questa tendenza è stata già oggetto di rilevazione: si segnala un abuso crescente di oppiacei sintetici legali, evidenziandosi conseguentemente la necessità di una vigilanza continua da parte delle autorità preposte.

Si rileva, inoltre, che i sequestri del fentanyl e dei suoi derivati sono in continua crescita, così come sono in crescita le varietà di fentanyl individuate in Europa, circa 38, di cui 13 segnalate per la prima volta nel 2017.

Quanto poi all'Italia, c'è un dato che desta particolare preoccupazione: è il dato relativo ai decessi per droga, decessi che sono improvvisamente tornati ad aumentare dal 2017, dopo un calo costante durato più di 15 anni. Solamente nel 2018, le morti legate al consumo di stupefacenti registrate nel nostro Paese sono state 334, il 12,8 per cento in più rispetto all'anno precedente. Per molte di queste morti, inoltre, non si è riusciti o si attende ancora l'identificazione della sostanza responsabile. Non è da escludere, dunque, che l'aumento dei casi di overdose e l'inversione di tendenza di cui si è dato conto abbia a che fare con l'avvento del fentanyl e dei suoi derivati anche nei nostri confini.

Sono questi profili di massimo interesse, che ci hanno allora spinto a sottoscrivere la mozione a prima firma Ianaro, condividendone da subito l'impianto e gli impegni in essa contenuti.

Da valutare con favore è l'attenzione che viene dedicata ai temi fondamentali della vigilanza e della prevenzione: bisogna garantire una stretta sinergia tra il Ministero dell'Interno e il Ministero della Salute, per fronteggiare la diffusione illegale di questa sostanza e contrastarne l'uso improprio all'interno dei nostri confini, anche potenziando il servizio della Polizia postale. Bisogna tutelare le Forze dell'ordine e gli operatori coinvolti sul campo, adottando le misure necessarie affinché sia azzerato il rischio di morti accidentali, preparando adeguatamente il personale interessato a fronteggiare il rischio di assorbimento involontario della sostanza, che può avvenire anche per via transdermica. Ancora, bisogna agire nelle competenti sedi internazionali, proponendo politiche di contrasto in sede europea e in sede diplomatica, anche con il Governo cinese e con i rappresentanti degli altri Paesi in cui si riscontra la maggior produzione ed esportazione della sostanza nel mercato illegale.

Il contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti, tutte, senza distinzione, rappresenta una priorità per il nostro gruppo, che proprio al fine di rafforzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) ha contribuito all'attivazione di diversi tavoli tecnici sul tema; penso in particolare al tavolo convocato il 27 marzo del 2019, allo scopo di affrontare specificatamente le problematiche connesse all'uso di oppioidi e derivati del fentanyl e di definire un piano integrato di misure che potrebbero essere adottate per fronteggiare questa nuova emergenza. Anche in sede di legge di bilancio abbiamo presentato degli emendamenti per il finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto della vendita e cessione di sostanze stupefacenti, consapevoli dei dati preoccupanti che provengono dall'ultima Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Accogliamo dunque queste mozioni, entrambe, nonostante gli impegni siano stati resi meno stringenti dall'intervento del Governo e auspichiamo però che siano tradotti presto in misure ed azioni concrete, perché c'è ancora molto da fare per prevenire efficacemente la diffusione di tale sostanza nel mercato degli stupefacenti, tutelando la sicurezza e la salute dei nostri concittadini.

Per queste ragioni, signor Presidente e colleghi deputati, ribadisco, a nome del gruppo che rappresento, il voto favorevole alla mozione in esame, che non è di maggioranza, ricordo al sottosegretario distratto, ma condivisa anche da gruppi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Iezzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, non sempre la politica riesce ad intercettare rapidamente i bisogni emergenti della società. Quante volte infatti, come politici, siamo accusati di essere troppo distanti dalla realtà, di non riuscire a comprendere fino in fondo quei bisogni che sono alla base della vita quotidiana? Quante volte ci siamo chiesti quale sia la differenza tra il mondo reale e il mondo ideale, la cui visione ognuno di noi porta racchiusa dentro di sé? Con la mozione odierna cerchiamo di ridurre la distanza tra i bisogni concreti dei cittadini e l'azione politica, cerchiamo di far sì che la politica della prevenzione, che già ieri ho definito la buona politica, sappia intercettare quel desiderio di sicurezza che ogni madre, ogni fratello, sorella o amico o familiare nutre verso i propri cari, desiderio di protezione contro il dilagante fenomeno delle nuove droghe, quelle che nemmeno sai che le stai assumendo, quelle che ti ammazzano in un secondo o che ti fanno perdere la coscienza e la memoria e magari ti stuprano e non te ne accorgi nemmeno, ma soprattutto non lo ricordi e quindi non puoi accusare nessuno; quelle che non sono illegali, perché non sono nemmeno presenti nelle tabelle delle convenzioni delle Nazioni Unite sulle sostanze stupefacenti; quelle che oggi poi acquistare seduto come ovviamente davanti al tuo PC, con un semplice click, senza non dover nemmeno più uscire di casa. Le nuove droghe alcune delle quali prodotte con fentanyl e suoi derivati, sono molto più potenti dell'eroina ed in grado di produrre effetti letali al solo contatto cutaneo.

Più nello specifico, il fentanyl è una sostanza relativamente semplice da produrre ed i trafficanti possono sintetizzarla in piccoli laboratori clandestini, immettendola poi nel continente europeo attraverso i servizi postali, come prodotti sostituti legali, utilizzarli per la produzione di medicinali contraffatti o mescolarli all'eroina, anche all'insaputa del consumatore, che può acquistarla on line, direttamente dalla Cina, utilizzando il dark web, con i suoi criptomercati. Sono già state portate all'evidenza di quest'Aula le migliaia di decessi ad oggi certificate nel mondo e, ahimè, anche in Europa e in Italia, causate dall'uso improprio del fentanyl, oltre che l'incremento avvenuto dal 2017 di ben il 9,7 per cento dei morti per overdose in Italia. Quest'ultimo è un dato che segna una pericolosa inversione di tendenza rispetto alla riduzione del 48 per cento registrata negli anni 2000-2017; evidenze, queste, su cui nessuna coscienza può e deve rimanere sopita. Sempre più spesso alla voce “sostanza responsabile del decesso per overdose” si riscontra la dicitura: “non identificata”; ciò perché i voraci appetiti dei mercanti di morte e di denaro alimentano con risorse straordinarie i laboratori illeciti ove vengono prodotte droghe sempre più sofisticate, difficilmente riconoscibili o non immediatamente riconoscibili dagli strumenti di analisi di laboratorio disponibili, tanto che in Italia il primo decesso da eroina tagliata con fentanyl, avvenuto nel 2017, è stato riconosciuto come tale solo nel successivo 2018, un anno più tardi, troppo tempo per un fenomeno potenzialmente in grado di disseminarsi velocemente. Ma ora non c'è più tempo da perdere, ricordiamolo, infatti, che, ad oggi, sul mercato europeo delle droghe, sono stati individuati ben 49 nuovi oppiacei sintetici, di cui 11 segnalati per la prima volta nel solo 2018; tra questi, 38 risultano essere derivati del fentanyl e sei dei quali segnalati per la prima volta nel 2018.

Come riferiscono le recenti relazioni già ricordate durante la discussione generale, in primis, quella dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nonché la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, del 2019, si tratta di un fenomeno in evoluzione. Una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell'individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico, come quello delle nuove sostanze psicoattive.

È doveroso sottolineare che la pericolosità delle nuove droghe ha un potenziale lesivo, se non letale, anche per coloro che non sono consumatori, poiché assorbibili anche per semplice contatto cutaneo. È, quindi, nostro obbligo attivarci anche a protezione di tutti gli operatori di cura, salute ed emergenze che spesso, con spirito di abnegazione, dedicano la propria attività a sostegno dei bisogni della collettività, dotandoli di strumenti di protezione e controllo per scongiurare episodi a loro dannosi.

Ebbene, colleghi, la mozione oggi oggetto di discussione segna obiettivi ben precisi e strumenti delineati, a testimoniare dell'attenzione scrupolosa e dell'impegno che il MoVimento 5 Stelle dedica alla buona politica, quella che si dimostra capace di intercettare bisogni emergenti e di adoperarsi per portare al centro del dibattito politico pubblico, insieme alle criticità riscontrate, le possibili soluzioni e gli strumenti che queste necessitano. La mozione oggetto di discussione segna obiettivi certamente alti, articolati, ma raggiungibili, così come tuttavia è complesso, articolato ed in assai scaltra dinamicità il fenomeno descritto, che dobbiamo avversare.

La mozione impegna, quindi, il Governo innanzitutto ad un nuovo passo nell'approccio metodologico e negli strumenti di cui dotarsi e a chiedere all'Unione europea di dotarsi, come peraltro suggerito dalle stesse relazioni sopramenzionate, una migliore classificazione, adozione e scambio tempestivo di informazioni, dati ed evidenze scientifiche, ai fini di consentire il miglior coordinamento e la migliore sinergia tra tutti gli attori nazionali ed europei che possono intervenire nel processo di contenimento e lotta alle droghe, in particolare alle nuove droghe.

E consentitemi, ora, una riflessione personale sul tema della ricerca scientifica, tema che conosco bene e che spesso viene trattato come se fosse fine a se stesso, senza una reale, profonda consapevolezza dei suoi effetti sulla qualità della nostra vita.

Ebbene, colleghi, la ricerca scientifica, le evidenze scientifiche sono gli strumenti che consentono di riconoscere, classificare e combattere le nuove droghe, sono lo strumento trasversale, sine qua non, di ogni azione finalizzata al raggiungimento degli obiettivi posti; senza ricerca scientifica non potrebbe esservi, ad esempio, il riconoscimento tempestivo delle sostanze derivate da fentanyl, come avviene, ad esempio, grazie ai nuovi kit di autoanalisi già presenti e sperimentati con successo in Emilia-Romagna, ma che chiediamo in questa mozione di estendere a tutta la nazione.

Chiediamo stimolo e supporto alla ricerca, alle evidenze e alle applicazioni scientifiche come strumenti necessari per superare tempestivamente i problemi di identificazione e classificazione delle nuove droghe; definizione di processi di reperimento, monitoraggio, scambio e diffusione delle informazioni, ai fini della più diffusa emersione, comprensione e valutazione dei dati scientifici, anche attivando lo scambio e l'incrocio sinergico dei dati disponibili dal monitoraggio svolto ai diversi livelli di intervento. È una ineludibile azione organica, strutturata, pianificata ed efficace per fronteggiare al meglio ciò che appare chiaro, ovvero l'insorgere incontrollato di un potenziale allarme sociale, anche se ancora non percepito come tale, poiché l'argomento, sino ad ora, non era ancora entrato nel dibattito pubblico né in quello politico.

Desidero, infine, ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato al completamento e alla stesura di questa mozione ed è sulla base di tutte queste premesse che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi, Bagnasco ed altri n. 1-00193 (Ulteriore nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione della mozione Meloni ed altri n. 1-00322.

Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative ai capoversi terzo, quarto, sesto e dodicesimo del dispositivo e, pertanto, su tali capoversi il parere del Governo deve intendersi contrario.

Avverto, altresì, che i medesimi presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle su cui il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00322, limitatamente alla premessa e ai capoversi 1), 2), 5), 7), 8), 9), 10) e 11) del dispositivo, per quanto non assorbita dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00322, limitatamente ai capoversi 3), 4), 6) e 12) del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1149 - D'iniziativa dei senatori: Bottici ed altri: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia (Approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato) (A.C. 2152-A); e dell'abbinata proposta di legge: Fogliani ed altri (A.C. 2041) (ore 17,56).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato, n. 2152-A: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia; e dell'abbinata proposta di legge n. 2041.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico, nel testo della Commissione, al quale non sono stati presentati emendamenti né ordini del giorno, e che sottoporrò, pertanto, direttamente alla votazione finale, ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

La Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere sul provvedimento, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Brevemente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali. Avremmo voluto, come Commissione finanze, affrontare la questione in sede legislativa direttamente in Commissione; non è stato possibile, come sappiamo, per la condizione ostativa posta ex articolo 81 dalla Commissione bilancio, relativa quindi alla Commissione finanziaria, però, insomma, il nostro apporto alla conclusione di questa questione, per certi versi arcaica e strabiliante, c'è da sempre, e quindi confermo il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Anch'io spenderò poche parole, ma sento il dovere di farlo, trattandosi di un'annosa vicenda che oggi finalmente trova soluzione e che riguarda il territorio dal quale provengo.

Credo e sono convinta che il ruolo delle istituzioni, e quindi il ruolo di ciascuno di noi, sia quello non solo di indirizzare la crescita economica e sociale del Paese, ma anche di risolvere, con provvedimenti specifici, mirati ed efficaci, i problemi che affliggono le persone nella loro quotidianità; e di questo ci stiamo occupando oggi, di problemi che solitamente, quando arrivano all'attenzione del Parlamento, non hanno trovato soluzione in altra sede.

Oggi ci apprestiamo a votare, quindi, una proposta di legge che finalmente risolve una vicenda che nel tempo ha coinvolto tutti i livelli istituzionali, ma che, soprattutto, ha coinvolto, direi meglio preoccupato e addirittura angosciato, molte famiglie chioggiotte. La vicenda in parte la conosciamo, ha abbracciato tutte le istituzioni, il Parlamento, il Governo e il comune di Chioggia; interessa 132 immobili, ma circa 200 famiglie. La problematica cui si intende porre rimedio oggi, con questa proposta di legge, ha origine negli anni Venti del secolo scorso. Nell'immediato dopoguerra, infatti, del primo conflitto mondiale il magistrato delle acque di Venezia propose ai cittadini di effettuare a proprie spese la bonifica e la costruzione dell'argine del canale Lusenzo, con l'intesa di ricevere, in cambio dei lavori eseguiti, l'appezzamento del terreno imbonito. Purtroppo questo passaggio non è mai stato sancito, negli anni, da nessun atto formale, nonostante sulle aree si siano poi costruiti degli immobili sui quali i cittadini hanno regolarmente pagato le imposte. E stiamo parlando di Chioggia, una cittadina splendida, affascinante, permeata dalla storia e dalle tradizioni, ma che ha anche un'economia molto fragile, basata sul turismo, l'agricoltura e la pesca; e molte delle famiglie che vivono in queste case soffrono già la difficoltà di un lavoro faticoso e di una economia, come dicevo prima, appunto fragile, e hanno bisogno, quindi, di certezze.

È doveroso ricordare che il percorso di confronto che ha portato alla soluzione che oggi si prospetta davanti a questo Parlamento è partito anni fa e ha visto da subito la collaborazione di tutte le forze politiche; la stessa collaborazione che oggi, pur con un Governo diverso, è stata messa in campo per giungere finalmente alla soluzione di questa vicenda. Personalmente credo sia stato fatto un buon lavoro e sono orgogliosa di far parte di una squadra che, con buon senso e concretezza, finalmente è riuscita a portare a casa questo risultato. A volte le cose semplici trovano ostacoli incomprensibili e per fortuna in questo caso non è stato così. Ma lo è ancora, e colgo questa dichiarazione di voto per ricordarlo, per molte famiglie, molte meno, dell'area Falconera situata a Caorle, il comune di Caorle, sempre in provincia di Venezia, che stanno vivendo un'analoga situazione, e chiedo con forza che il Governo si impegni anche a risolvere le loro problematiche. Con questo provvedimento diamo serenità e futuro alle famiglie coinvolte, che sembravano costrette a subire sulla propria pelle un paradosso tutto italiano, con l'incognita di dover pagare cartelle da 150 fino a 200 mila euro.

Italia Viva non si sottrarrà mai alla sfida di capire i problemi, grandi o piccoli che siano, e di trovarne le soluzioni. Per questo dichiaro il convinto voto favorevole del gruppo di Italia Viva al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Signor Presidente. Colleghi, signor sottosegretario, la proposta di legge intende trasferire al patrimonio disponibile del comune di Chioggia l'area del comprensorio denominato “ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina”, per permetterne la successiva alienazione ai privati possessori. La vicenda è nota, e si tratta, quindi, di sanare una situazione penalizzante e ingiusta per alcuni privati possessori di immobili che si era creata ormai da anni. Le aree provenienti dalla bonifica della laguna, infatti, sono entrate a far parte del demanio marittimo e, in quanto tali, sono divenute inalienabili, finché nel febbraio del 1965, con un decreto del Ministro per la Marina mercantile, di concerto con il Ministro delle Finanze, pubblicato nella Gazzetta ufficiale nel 1965, appunto, sono state trasferite dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato, ma non sono tornate nella proprietà dei cittadini possessori.

A seguito delle verifiche svolte in occasione del processo del federalismo demaniale previsto dal decreto legislativo del 2010, l'Agenzia del demanio di Venezia, accertata l'esistenza di costruzioni su aree di proprietà dello Stato, ha inoltrato ai residenti richieste di pagamento per l'utilizzo delle stesse. Il comune di Chioggia, in un recente comunicato aveva sollecitato una soluzione normativa, disponendo quindi l'applicazione della normativa prevista dalla legge del 5 febbraio 1992 che consente il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del comune e successivamente l'alienazione ai privati possessori delle aree stesse. Il comma 2 dispone l'applicazione per l'area in questione, di cui parlavamo, delle norme della legge 5 febbraio del 1992 n. 177. Mi soffermo un attimo su questo, annunciando che il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore, naturalmente, su questa proposta di legge, perché vorrei richiamare una tematica che potrebbe essere legata - e mi rivolgo al sottosegretario Castaldi - per la risoluzione anche di altri problemi, come, per esempio, quello delle concessioni pertinenziali. Le pertinenze demaniali marittime sono quelle strutture di proprietà pubblica insistenti sul demanio e comprendono anche tutte quelle costruzioni di difficile rimozione o inamovibili edificate anche dai privati, come nel caso di Chioggia, ai quali, alla scadenza della concessione stessa, lo Stato non ne ha ordinato l'abbattimento con il ripristino dei luoghi, acquisendone automaticamente la proprietà anche in presenza di rinnovo della concessione in base all'articolo 49 del codice della navigazione. Ora, considerando che il comma 2 stabilisce che l'acquisto delle aree fa venire meno le pretese dello Stato per canoni pregressi e, in genere, per compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dell'occupazione delle aree e che dalla data di presentazione della domanda dei privati possessori sono, inoltre, sospesi i procedimenti di ingiunzione e di rilascio delle aree comunque motivati, segnaliamo che una normativa simile potrebbe recuperare all'uso tutta una serie di manufatti destinati altrimenti all'abbandono e che spesso erano destinati a usi ricreativi e culturali.

È chiaro che si tratta di fattispecie assolutamente diverse, ma cogliamo l'occasione per segnalare che quel percorso potrebbe portare ad affidare a privati attraverso i comuni, come viene fatto in questo caso, dei manufatti sulle concessioni pertinenziali che adesso sono assolutamente fatiscenti e di fatto irrecuperabili, perché il demanio non ha alcun interesse a recuperarli e sono immobili che a volte ospitano teatri, come è il caso del Teatro Politeama di Viareggio, che sta cadendo a pezzi, ma che né il comune né il demanio possono assolutamente sanare. Se venissero riassegnati a privati, attraverso un percorso di questo tipo, ebbene allora ci sarebbe l'interesse per recuperare questi immobili. Quindi, il gruppo di Fratelli d'Italia nel votare a favore su questo provvedimento si permette anche di segnalare l'opportunità di utilizzare analogo percorso per sanare anche problematiche che riguardano le concessioni pertinenziali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie. Finalmente, signor Presidente, dopo cent'anni, si chiude una questione inverosimile che ha rappresentato un vero e proprio calvario per oltre 200 famiglie di Chioggia che rischiavano di perdere la casa. Stiamo parlando di case popolari costruite da pescatori e agricoltori ortolani, con molti sacrifici e che oggi finalmente tornano ai legittimi proprietari. Una vicenda, va ricordato, che ha dimostrato tutti i limiti della pubblica amministrazione e della nostra burocrazia, che ha determinato una situazione profondamente ingiusta per questi cittadini.

La legge che andiamo ad approvare chiude un brutto capitolo, dopo oltre un secolo e rappresenta una soluzione concreta sulla quale vi è stata un'intesa che ha coinvolto tutte le forze politiche, tutti i parlamentari e le istituzioni che, in modo trasversale, si sono messi in ascolto dei cittadini offrendo soluzioni concrete per risolvere il problema. Un esempio di buona politica, signor Presidente, e perciò il Partito Democratico voterà favorevolmente su questa proposta di legge, che riconosce alle 200 famiglie la proprietà delle loro case che, nel corso del tempo, è passata di padre in figlio. Sono abitazioni regolarmente registrate al catasto e su cui i residenti pagano da sempre imposte e tasse. Finirà così questa situazione paradossale iniziata nel 1920 quando si rese necessario l'imbonimento dei terreni attorno al canale Lusenzo e gli abitanti si fecero carico dei costi per la costruzione del muro di sponda del canale, fondamentale per esigenze di igiene pubblica e di riassetto idrogeologico del territorio, con l'intesa che avrebbero ricevuto in cambio i terreni per la costruzione delle abitazioni, poiché né il magistrato alle acque di Venezia né il comune di Chioggia erano in grado di intervenire per la mancanza di risorse a seguito del primo conflitto mondiale.

Non vi fu mai, però, un atto formale dell'accordo del passaggio di proprietà dei terreni che per legge divennero demanio marittimo e quindi inalienabili e successivamente, negli anni Sessanta, passarono sotto il patrimonio dello Stato. La vicenda si complica con l'approvazione del decreto legislativo n. 85 del 28 maggio 2010, in seguito al quale il demanio, dopo alcune verifiche e accertata la presenza di abitazioni sulle proprie aree, ha iniziato a richiedere ai cittadini il pagamento di canoni di locazione compresi gli arretrati per diverse migliaia di euro, con la conseguenza di generare un clima di disperazione e di insicurezza tra gli abitanti che si sono visti recapitare cartelle esattoriali da 70 a 250 mila euro, provvedimenti di ipoteca della casa e pignoramento dei conti correnti.

Questa vicenda si conclude fortunatamente con l'approvazione di questa legge che prevede il passaggio dei terreni al comune di Chioggia che, dopo una verifica tecnico-urbanistica, inviterà gli interessati all'acquisto tramite atto notarile, fissando il prezzo in base al valore del terreno e al costo degli oneri dovuti all'amministrazione. Una legge che riporta serenità agli abitanti della riva Lusenzo a Chioggia che, come se non bastasse, sono stati colpiti negli ultimi tempi, nello scorso novembre, anche dal fenomeno dell'acqua alta eccezionale, subendo diversi danni agli impianti, agli immobili e alle abitazioni vere e proprie.

Quello che stiamo per approvare è un provvedimento, signor Presidente, che pone la giusta attenzione a una città troppo spesso trascurata, come dimostra il caso ancora aperto del deposito GPL su cui mi auguro che il Governo intervenga al più presto. I cittadini, le associazioni di Chioggia e il consiglio comunale si sono già espressi contro l'impianto. Vi sono stati diversi incontri al MISE ed è una vicenda su cui ho sollecitato il Governo, anche attraverso un'interrogazione, per bloccare tale progetto. Da ultimo, nei giorni scorsi si è svolto un sopralluogo da parte di una delegazione dell'UNESCO, in quanto la laguna, come è noto, è un sito patrimonio dell'umanità. Attualmente è tutto fermo ma è necessario tutelare la sicurezza, la salute dei cittadini e il fragile ecosistema lagunare, messi a rischio dalla realizzazione di un impianto di 9 mila metri cubi di GPL vicino a una zona densamente popolata. Servono decisioni rapide e concrete nell'interesse di Chioggia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo ormai giunti all'ultimo giro di boa di un provvedimento che voglio sperare coinvolga tutti coralmente in un'approvazione unanime e celere come già anticipato in Commissione, perché, colleghi e colleghe, il provvedimento di cui discutiamo oggi inciderà in maniera determinante sulla vita di oltre 200 famiglie venete che rischiavano di veder schiacciata la prospettiva di una vita sotto il peso elefantiaco della schizofrenica burocrazia di questo Paese. Oggi, infatti, andiamo a sanare una situazione paradossale, come purtroppo tante se ne verificano nel nostro Paese e molte - e questo dovrebbe preoccuparci - sfuggono all'attenzione mediatica o di quest'Aula.

Come è noto, il problema sotteso a questa proposta di legge risale nel tempo agli anni Venti del secolo scorso, quando il magistrato delle acque di Venezia sancì un patto con i cittadini che avrebbero effettuato a proprie spese la bonifica dei terreni in balia della laguna oltre alla costruzione dell'argine nel canal Lusenzo, con l'intesa di ricevere in cambio dei lavori eseguiti l'appezzamento di terreno bonificato. Un'intesa rimasta, però, priva di sostanza giuridica, una promessa disattesa, purtroppo, per i cittadini di Chioggia, che con il tempo ebbero a costruire lì le loro abitazioni, in un'area che credevano loro ma che rimase, a ogni effetto giuridico, demaniale, con una conseguenza dirompente: non essere proprietari del terreno su cui hanno edificato la loro abitazione e la conseguente maturazione di un canone di affitto mai escusso per anni.

E così purtroppo, con lentezza inossidabile, sono trascorsi decenni prima che la burocrazia italiana bussasse alle porte di centinaia di famiglie, presentando il conto della propria inefficienza: cartelle esattoriali da capogiro furono spedite dal 2015 a poche famiglie ignare della situazione incredibile in cui si sarebbero di lì a poco trovate: ricordo, come è stato ricordato da altri colleghi, cartelle di pagamento da oltre 200 mila euro, davvero una situazione che ha messo i cittadini in grossa, grossa preoccupazione.

Ed una situazione - lo ripeto ancora - paradossale, che tuttavia purtroppo non è nuova per questo Paese: la medesima questione si pose negli anni Novanta sempre a Chioggia per le aree dell'ex Forte di Brondolo. Anche in quel caso fu necessario l'intervento del Parlamento, con una norma la cui applicazione oggi appare provvidenziale anche nel nostro caso.

Il provvedimento in sostanza prevede il trasferimento al patrimonio disponibile del comune di Chioggia delle aree del comprensorio denominato “Ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina”, individuata dai decreti del Ministero (All'ingresso in Aula della deputata Santelli vivi applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Baratto, la presenza della presidente Santelli, che tutti noi salutiamo…

RAFFAELE BARATTO (FI). È giusto festeggiarla! È giusto festeggiarla! Grande!

PRESIDENTE. …ha interrotto il suo intervento. Penso che anche l'entusiasmo finirà e lei proseguirà. Comunque, auguri da parte di tutti noi, un augurio di buon lavoro alla presidente Santelli. Prego, onorevole Baratto.

RAFFAELE BARATTO (FI). Tanti, tanti auguri alla presidente Santelli! E infatti, mi era venuto il dubbio che l'applauso forse per Chioggia (Applausi).

PRESIDENTE. Non era per lei, non era per lei. Le arriverà alla fine del suo intervento.

RAFFAELE BARATTO (FI). Comunque, siamo contenti lo stesso. Non era per me; era per Chioggia.

Riprendiamo per Chioggia e per i suoi abitanti. Il provvedimento in sostanza prevede il trasferimento al patrimonio disponibile del comune di Chioggia delle aree del comprensorio denominato “Ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina”, individuata dai decreti del Ministero della marina mercantile del 19 luglio 1950 e del 10 febbraio 1965; terreni che poi, grazie alla su sancita applicazione a questo caso della legge 5 febbraio 1992, n. 177, potranno essere alienati ai legittimi privati possessori, sanando anche la situazione delle cartelle rimaste impagate.

Credo che al di là dei tecnicismi, colleghi, questa sia una proposta che sana un onere burocratico che come pochi, credo, abbia precedenti; e che sia soprattutto, a tutti gli effetti, una soluzione normativa, ma soprattutto un gesto di civiltà, un atto dovuto per ristabilire un orizzonte di fiducia verso i cittadini, non solo quelli coinvolti in questa vicenda. E pertanto voglio rinnovare la soddisfazione del gruppo che rappresento per avere portato a compimento l'iter di questa proposta in tempo celere e utile ai cittadini veneti coinvolti; ma vorrei cogliere questa occasione per invitare tutti noi ed i rappresentati di Governo oggi presenti a non scambiare questo provvedimento come un'eccezione, una soluzione ad un caso isolato: passerebbe nel dimenticatoio, come in molte occasioni è accaduto nel nostro Paese, purtroppo. E così voglio cogliere questa occasione una volta di più per ribadire che la vera riforma che questo Paese aspetta da decenni è una vigorosa e drastica riforma della nostra burocrazia: una riforma tentata dal nostro collega Brunetta, e che i Governi successivi hanno vergognosamente smontato; una riforma che auspico, e che sarebbe la migliore risposta ai cittadini di Chioggia oltre che ai milioni di italiani vittime di ingranaggi della burocrazia italiana. E per questo e per altri motivi, Forza Italia è a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Cogliamo l'occasione, dopo aver salutato la presidente Santelli, anche per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Giuseppe Luosi” di Mirandola, in provincia di Modena, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori. Benvenuti, ragazzi (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliani. Ne ha facoltà.

KETTY FOGLIANI (LEGA). Presidente, con l'approvazione di questo provvedimento da parte della Camera stiamo giungendo quasi alla fine di un percorso parlamentare per la risoluzione della questione di Riva Lusenzo in Sottomarina di Chioggia, che ha visto il favore e il sostegno di tutti i gruppi, sia alla Camera che al Senato. Dico quasi, perché c'è ancora un ultimo passaggio al Senato per la modifica obbligatoria del riferimento al bilancio dello Stato per l'anno 2020, inserita dalla Commissione finanze della Camera, che veramente dovrebbe rappresentare soltanto una formalità tecnica, visto l'iter del provvedimento e i pareri favorevoli ricevuti anche dalla Ragioneria dello Stato e dal Governo.

Personalmente mi sento orgogliosa di aver promosso e posto per prima la firma alla proposta di legge n. 2041 presentata dal mio gruppo, dal contenuto identico al testo presentato al Senato, che testimonia come la Lega abbia compreso la gravità del problema e ne abbia preso a cuore la risoluzione, tanto quanto la Lega locale di Chioggia che mi ha coinvolta. La mia proposta di legge è stata anche poi firmata da altri componenti degli altri gruppi: perché si tratta veramente di una situazione grave e paradossale, creata con l'intervento dello Stato agli inizi del Novecento, nell'immediato dopoguerra, laddove lo Stato ha chiesto ai cittadini di costruire con urgenza un muro per risolvere l'inaccettabile situazione igienico-sanitaria in cui versava allora la zona lagunare di Sottomarina, con la promessa di ricevere in cambio che venisse tolta la demanialità dell'appezzamento di terreno concordato in fase di accordo preliminare. Si trattava allora di un rapporto fiduciario tra Stato e cittadini.

Non si tratta pertanto di lavori abusivi: tutti i lavori sono stati chiesti dal magistrato alle acque di Venezia e dal comune di Chioggia, ed eseguiti sotto la costante vigilanza dell'ingegnere capo del genio civile opere marittime di Venezia. Purtroppo, gli impegni sono stati disattesi da parte dello Stato: nessun atto formale è intervenuto per sancire il passaggio di proprietà al patrimonio del comune di Chioggia, e da lì ai cittadini. Anzi, i cittadini, che nel frattempo hanno costruito le loro case, si trovano ora richieste di pagamento di centinaia di migliaia di euro da parte dell'Agenzia del demanio di Venezia: cartelle esorbitanti per canoni demaniali e interessi di mora per mancati pagamenti dell'occupazione demaniale. Molti hanno visto ipotecate le proprie case o pignorati i propri conti correnti.

Sono più di 200 le famiglie che hanno rischiato di perdere la propria abitazione, regolarmente accatastata, dove hanno abitato da una vita e pagato le tasse di proprietà: intere generazioni si sono alternate senza vedere risolta l'annosa situazione, sempre con la paura di trovarsi per strada da un momento all'altro. Perché non si tratta di gente ricca: le case sono state costruite da pescatori e ortolani agli inizi del secolo scorso, con veri sacrifici; si tratta di cittadini spesso anziani, ai quali sono giunti ad agosto scorso atti esecutivi di pignoramento dei conti correnti per non aver pagato cartelle esattoriali abnormi, impossibili da saldare, per proprietà che di fatto formalmente ancora neanche possiedono.

La situazione sta precipitando, sta diventando insostenibile, col grave pericolo che qualcuno dalla disperazione possa compiere gesti estremi. E vi assicuro che io li sento continuamente, e questa è la situazione.

Pertanto, l'approvazione del presente disegno di legge rappresenta un esempio ammirevole di un intervento concreto del Parlamento per la risoluzione di una questione annosa chiesta a gran voce dai cittadini: tutte le forze politiche si sono impegnate e hanno dato un ottimo esempio di buona politica; e anche l'Agenzia del demanio si è mostrata molto collaborativa per risolvere una questione con buonsenso, con risvolti economici, sociali e territoriali che purtroppo si verificano anche in altre zone del nostro Paese, e dello stesso territorio, come a Caorle, tema oggetto di un'altra mia proposta di legge che spero venga presto calendarizzata.

Mi auguro che il Senato possa approvare entro il corrente mese la modifica di carattere tecnico apportata dalla Camera sul testo, per rendere finalmente giustizia e certezza di diritto alle famiglie di Riva Lusenzo in Sottomarina di Chioggia, che in buona fede sono intervenute per realizzare il muro di sponda del Canal Lusenzo chiesto dallo Stato, e che ancora oggi sono in attesa del passaggio di proprietà come promesso 100 anni fa. Questi cittadini seguono con ansia e apprensione i lavori parlamentari, spaventati all'idea che anche questa volta, come già successo in passato, possa allontanarsi la possibilità di risolvere una volta per tutte la loro situazione. Occorre spingere l'acceleratore e restituire la serenità a queste famiglie, che peraltro, a seguito degli allagamenti eccezionali verificatesi a Venezia il 12 novembre scorso e nei giorni successivi, dove l'acqua alta ha raggiunto i 187 centimetri sul medio mare e sfiorato il massimo storico (194) registrato durante la disastrosa alluvione del 1966, sono state colpite dall'alluvione e l'acqua nei piani terra, con ingenti danni agli immobili, guasti elettrici e idraulici e perdita di mobili ed elettrodomestici, danni questi che hanno peggiorato la situazione sociale ed economica. Tante famiglie dovranno ora sostenere spese importanti per sistemare le loro case, purtroppo non ancora regolarizzate con provvedimento legislativo. La Lega voterà convintamente a favore del disegno di legge, mostrandosi sin da ora disponibile a completare in tempi brevi l'iter del provvedimento al Senato e riconoscendo finalmente alle duecento famiglie di Riva Lusenzo il diritto di diventare a pieno proprietarie della propria casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (M5S). Presidente, gentili colleghi, membri del Governo, cittadini, il MoVimento 5 Stelle nasce ed è qui rappresentato nelle istituzioni democratiche soprattutto per mettere al centro del dibattito dei grandi temi - penso al reddito di cittadinanza, che finalmente ha dato qualcosa agli ultimi di questo Paese; alla legge “Spazzacorrotti”, con la riforma della prescrizione, che andrà a dare giustizia a chi se lo merita; o al superamento della legge “Fornero”, con “quota 100” -, ma il MoVimento 5 Stelle nasce anche per dare risposte a quei piccoli ma grandi casi di ingiustizia, ed è questo proprio il caso delle oltre 250 famiglie a Chioggia. Con questa proposta di legge parliamo precisamente di questo, mettendo un tassello per la parola fine ad una storia assurda che, pensate, risale addirittura ad oltre cento anni fa. La questione ha infatti origine nei lontani anni Venti, gli anni dopo la fine della prima guerra mondiale. In quel periodo, nel comune di Chioggia, si rende necessario costruire urgentemente il muro di sponda del Canal Lusenzo per sanare l'inaccettabile situazione igienico-sanitaria che si era venuta a creare, ma né il comune di Chioggia, né il magistrato delle acque, né lo Stato, in sostanza, è in grado di intervenire, data la mancanza di risorse economiche del momento, quindi cosa si fa? Si chiede un aiuto ai cittadini, cioè dove non riesce lo Stato intervengono i cittadini, e i cittadini fanno la loro parte, bonificando l'area e costruendo il muro di sponda, con l'intesa di ricevere in cambio dei lavori eseguiti l'appezzamento di terreno concordato. Il quadro integrale è documentato da due verbali tra le parti, rispettivamente il verbale di accordo preliminare, del 1° luglio 1923, e il verbale di consegna agli acquirenti, del 15 febbraio 1924. Le aree provenienti dall'imbonimento per legge divennero automaticamente demanio marittimo, e in quanto tali inalienabili. Questo stato dei fatti perdurò fino all'entrata in vigore di un decreto ministeriale che trasferiva quelle aree dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato, nel 1975. Negli anni, e con i permessi dell'epoca, sono quindi stati costruiti immobili, registrati al catasto e inseriti pure nel piano regolatore generale della città di Chioggia.

I cittadini hanno regolarmente pagato le tasse, e quelle case sono state poi vendute e comprate sempre con atti notarili.

Passano gli anni e, nel 2010, lo Stato sembra finalmente ricordarsi dei cittadini di Riva Lusenzo. Infatti, a seguito dell'entrata in vigore del decreto sul federalismo demaniale, l'Agenzia del demanio di Venezia si rende conto dell'esistenza di costruzioni su aree di proprietà dello Stato e inizia ad inoltrare cartelle di pagamento ai residenti. E stiamo parlando di cartelle di importi enormi, fino a 250 mila euro a famiglia, comprensivi del pagamento dei canoni arretrati. Io vi lascio immaginare lo stato di esasperazione di questi cittadini, che da anni lottano contro questa vera e propria ingiustizia, contro questa burocrazia insensata, e con il rischio di vedersi pignorato il conto corrente e di perdere pure il posto di lavoro.

Con questa proposta di legge mettiamo, quindi, due punti fermi: il primo è che le case dei cittadini di Riva Lusenzo sono loro e di nessun altro; e che quelle cartelle possono tranquillamente stralciarle. Poi, ristabiliamo quello che dovrebbe essere un punto sacro, cioè quando lo Stato fa una promessa deve rispettarla, ed è indecente che lo faccia dopo cento - dico cento! - anni.

Quindi, ringrazio nuovamente tutti quanti: sicuramente i cittadini, in primis il sindaco, Alessandro Ferro, che molto si è speso su questa battaglia; ringrazio tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione, che hanno contribuito a rendere veloce l'iter di approvazione di questa proposta di legge; e anche il Governo, ovviamente, per la sensibilità che ha dimostrato. Con questo e per questi motivi con orgoglio dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata dalla 6ª Commissione permanente del Senato, n. 2152-A: "Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 2041.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 31 gennaio 2020, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto” la senatrice Elena Botto, in sostituzione della senatrice Daniela Donno, dimissionaria.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, purtroppo anche oggi siamo qui a commentare l'ennesima spiacevole notizia, l'ennesimo suicidio, un altro fratello della polizia che non rivedremo mai più. E non è facile parlare di una scelta di vita di tale portata, il rischio di risultare inopportuni è molto alto, ma sento di dover rivolgere in quest'Aula il cordoglio alla famiglia per l'ennesimo suicidio di un agente di polizia. Più volte ho portato all'attenzione delle istituzioni la necessità di un supporto psicologico…

PRESIDENTE. Onorevole Galantino, mi scusi. Lei sta facendo un ricordo molto serio, pregherei l'Aula di fare maggior silenzio. Colleghi! Colleghi! Prego.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Più volte ho portato all'attenzione delle istituzioni la necessità di un supporto psicologico nelle caserme non perché sia in dubbio la stabilità dei nostri agenti ma perché vivere lontano dalle famiglie, rispettare il rigore, la fatica delle azioni, dei propri muscoli, il dover tenere sempre alta l'attenzione spesso comporta l'annullamento delle necessarie fisiologiche emozioni. Ed è facile, quindi, che un carattere più fragile, senza un supporto, si trovi a dover compiere gesti inconsueti.

Nella Commissione difesa, di cui faccio orgogliosamente parte, abbiamo raggiunto un grande risultato per la tutela di chi indossa una divisa e, anche grazie al voto favorevole di Fratelli d'Italia, si è giunti all'approvazione unanime di una risoluzione con la quale abbiamo impegnato il Governo a mettere in campo iniziative concrete per il supporto psicologico al personale. Per questo rinnovo l'appello affinché venga potenziata la rete di monitoraggio del personale presso i reparti anche attraverso la ricerca di possibili collaborazioni con gli organi della sanità civile presenti sul territorio.

L'Italia non può permettersi di perdere altre donne e uomini che proprio sulla bandiera hanno giurato fedeltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), donne e uomini su cui gli italiani ripongono fiducia e che invece rischiano di perdere la fiducia in loro stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Nel 1993, nella grotta di Lamalunga ad Altamura, fu scoperto da alcuni speleologi uno scheletro di uomo di Neanderthal, meglio conosciuto come uomo di Altamura e dagli altamurani affettuosamente ribattezzato Ciccillo. È uno scheletro risalente ad oltre 130 mila anni fa: una straordinaria scoperta per tutti gli altamurani e i pugliesi, che, pur tra mille vicissitudini, oggi riesce ad attirare sul territorio un buon numero di turisti ed appassionati ed intorno al quale potrebbe svilupparsi una ricaduta economica sempre più positiva per il territorio.

Da qualche settimana, però, la cittadinanza è in allarme perché sta prendendo sempre più piede l'ipotesi di una estrazione dal suolo di Ciccillo, con la complicità dell'attuale amministrazione, per portarlo in superficie e trasferirlo chissà dove, magari in qualche museo tedesco, visto e considerato l'interesse mostrato da questi ultimi negli ultimi giorni.

Già in passato c'erano stati altri tentativi simili, sventati a furor di popolo e di manifestazioni. Ciccillo deve restare ad Altamura e non lo dico semplicemente da parlamentare della Commissione cultura ma da altamurano in rappresentanza di migliaia di concittadini, consapevole che con le moderne tecnologie si possono concentrare le ricerche in loco, senza estrarre e senza trasferire nulla altrove. Gli altamurani non consentiranno a nessuno di venire a depredare i territori della nostra storia, del nostro patrimonio, del nostro Ciccillo: un appello all'amministrazione comunale affinché nessuno porti via Ciccillo da Altamura perché Altamura merita rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. La scorsa settimana ho depositato un'altra interrogazione riguardante l'allontanamento di un minore dalla madre. Dopo aver denunciato il suo ex per violenza in ambito familiare e dopo essere stata resa disabile dopo tre procedimenti penali a carico dell'ex costantemente rinviati, la giustizia le ha portato via il figlio allontanandolo e portandolo in una comunità insieme al padre, seppur della stessa possono beneficiare donne e bambini in stato di disagio e con necessità di assistenza, tutela, sostegno psicosociale e lavorativo.

Il motivo scritto per questa sentenza è un rischio evolutivo futuro del minore dal punto di vista psicopatologico dovuto al rifiuto della madre di avere rapporti con il padre, mai negati però, come risulta scritto dalle relazioni depositate in tribunale, al bambino.

Si può allontanare una mamma dal proprio bambino per un rischio futuro ipotizzato da un estraneo? Si può portare via il bambino con la forza dalla stanza di un ospedale dove era ricoverato con una decina di carabinieri in divisa? Questa è la tutela che lo Stato mette in pratica nei riguardi dei minori.

Ho depositato diverse interrogazioni in questi mesi sull'argomento. Spero che finalmente il Ministro della Giustizia possa dare delle risposte (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gerardi. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula per denunciare delle voci che si rincorrono negli ultimi giorni ai danni di alcuni cittadini cinesi che frequentano l'Accademia delle Belle Arti di Frosinone, oggetto di una fake news su una fantasiosa sassaiola che per fortuna non c'è mai stata.

Ma la cosa più vergognosa è stata la reazione violenta da parte del presidente Zingaretti e da parte del presidente del consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini che hanno additato la nostra provincia come una provincia razzista. Chiedano scusa a tutti i cittadini della provincia di Frosinone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e chieda anche scusa il presidente della provincia di Frosinone, Antonio Pompeo, che negli scorsi giorni mi ha accusato sulla stampa locale con offese sessiste e maleducate nei miei confronti per aver portato all'attenzione di quest'Aula i fatti di cronaca che hanno purtroppo infierito sulla città di Ferentino. Avete perso, ancora una volta, l'occasione per rimanere zitti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, dalla Sardegna un altro triste primato: con 7 mila malati di sclerosi multipla, la mia terra, in Italia, è la regione con l'incidenza più alta di questa malattia, il doppio rispetto alla media nazionale. È necessario ribadire, ancora una volta, l'inadeguatezza della regione Sardegna nel garantire la tutela dei pazienti e delle loro famiglie e nel porsi all'altezza nella gestione di questa tristissima condizione che affligge migliaia di persone. Non è stato neppure convocato nella nuova legislatura un tavolo tecnico e la lista delle carenze è davvero lunga. Di fatto, vengono negati assistenza e supporto ai malati e a chi di loro si prende cura, riversando tutto il carico di cura necessario su familiari e persone care.

Dobbiamo intervenire di più e meglio, in maniera strutturale, sulle necessità dei malati che sono anche necessità delle loro famiglie che troppo spesso sono abbandonate nell'impossibilità di gestire la propria vita e con risposte del sistema socio-sanitario episodiche e frammentarie, che non incidono nella qualità della vita. E, ancora, tutti i nostri sforzi devono essere indirizzati alla ricerca e allo studio perché, investendo nelle nostre eccellenze universitarie e scientifiche, avremo la possibilità di limitare il danno e le devastazioni di queste malattie, che comportano nella vita di tante persone gravi sofferenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questa sera ha inizio il Festival di Sanremo, la manifestazione canora più famosa d'Italia, giunta quest'anno alla sua settantesima edizione, una edizione, come noto, che è stata accompagnata da molte polemiche, in particolare per quel che riguarda un artista che in passato ha prodotto una canzone con chiari rimandi alla violenza. Oggi, davvero non ci interessa fare un processo all'artista o agli artisti di quel genere o di questo genere musicale che sono giovanissimi e, come tutti i giovani, possono commettere degli errori. Resta però il fatto, gravissimo, che queste frasi terribili, orrende, irricevibili sono state scritte e questi testi sono stati diffusi e sono arrivati a centinaia di migliaia di ragazze e di ragazzi e questo è grave e su questo noi dobbiamo vigilare. E se le persone non ci interessa giudicarle, le parole, invece, sì. Le parole violente sono da condannare, sempre, perché le parole vestono il pensiero e chi parla male agisce anche male. L'abbiamo detto tante volte che la questione della violenza di genere è innanzitutto e soprattutto una questione culturale, ed è questo il primo, enorme, scoglio da superare, se vogliamo davvero costruire una società solida, che si basi sul rispetto delle differenze, sul rispetto delle persone e, soprattutto, sulla parità dei sessi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie, Presidente. La Basilicata perde un grande protagonista, un grande interprete della vita contemporanea: è morto Michele Delicio, presidente del consiglio federale della UIL, per cinquant'anni animatore della scena politica, culturale, sindacale e sociale della nostra regione. Fondatore di quel sindacato, è stato segretario generale dello stesso sindacato per dieci anni; di lui si ricordano le battaglie straordinarie sulla riforma agraria e sulla riforma fondiaria, quelle del post-terremoto, per la industrializzazione della Basilicata dopo quel tragico evento sismico. Figlio d'arte, figlio di Mimì Delicio, altro rappresentante del sindacato e della UIL, che nel dopoguerra ha animato ancora di più la discussione intorno allo sviluppo della Basilicata. Un ricordo di quest'uomo è doveroso in quest'Aula, per accudire in qualche modo, con la nostra memoria e con la nostra attività, il suo esempio. Le parole, in queste circostanze, come sempre, sono aride e non riescono a raccogliere la pienezza di un'azione e di un pensiero che è stato decisivo per lo sviluppo della mia regione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio Presidente. Pietro Cappellari, cultore del ventennio fascista, che non disdegna di farsi ritrarre in foto sotto il simbolo di CasaPound o davanti a un carrarmato nazista, il prossimo 10 febbraio presiederà a Ciampino la ricorrenza dedicata alle stragi della popolazione giuliano-dalmata, strage delle foibe, i cui morti innocenti, orrendamente straziati, noi tutti onoriamo nella data del 10 febbraio.

La mia opinione di deputato della Repubblica è che sia inaccettabile un uso politico e fazioso della storia, e chiediamo all'amministrazione di Ciampino di revocare questo invito, fatto in spregio alla Costituzione antifascista, ad un uomo che inneggia alla marcia su Roma e alla Repubblica di Salò. Pietro Cappellari è stato responsabile culturale del comitato pro novantesimo della marcia su Roma, storico della Fondazione Repubblica Sociale Italiana, candidato della Fiamma Tricolore, segretario del gruppo neofascista Patria e libertà, autore di diverse pubblicazioni chiaramente revisioniste e quella volta che pubblicò un post davanti ad un carrarmato nazista, la scritta era: “Finalmente i camerati germanici sono venuti a liberarci”. L'amministrazione comunale di Ciampino (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) ha pensato bene di invitarlo a parlare per il Giorno del Ricordo. Cappellari non ha mai nascosto, né ha mai rinnegato, le sue convinzioni vicine alle formazioni di ultradestra nostalgiche, neppure un anno fa, quando è stato invitato a Nettuno, per il ricordo dello sbarco di Anzio. Le foibe sono state una grande tragedia nazionale, che abbiamo l'obbligo di ricordare, sempre. Dovremmo sempre ricordare quegli eventi e tenere viva la memoria, ma il ricordo di quegli avvenimenti deve essere fatto con la chiarezza e la serietà storiografica. Per questo è inaccettabile che ci sia un uso politico e fazioso della storia e una strumentalizzazione della memoria come quella che si sta facendo con quella cerimonia presso il comune di Ciampino, affidando il racconto di quei tragici eventi ad un esponente neofascista, perché così non si riconoscono i valori scritti sulla nostra Carta costituzionale: sono le parole della locale sezione dell'ANPI, che facciamo nostre, perché questo invito è per noi un'offesa alla memoria delle vittime che si vogliono ricordare e alla nostra Carta costituzionale, antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, anch'io, da parlamentare eletto nel comune di Ciampino come il collega Fiano, ho appreso da alcuni organi di stampa che lo scrittore Pietro Cappellari sarà relatore, nella commemorazione del comune di Ciampino, nella giornata del Ricordo del 10 di febbraio e anch'io ho delle perplessità e vorrei far risuonare in quest'Aula le parole che di alcuni cittadini, che hanno scritto una lettera alla sindaca, Daniela Ballico. I cittadini scrivono: “Riteniamo quantomeno inopportuna tale scelta, che evidentemente punta a dividere più che a unire. Il male non può essere raccontato da chi si dichiara ammiratore di dittature, di qualsiasi ispirazione. Ciampino, ricordiamo, è una città votata alla pace dei popoli, alla democrazia, alla libertà, per i segni che ancora porta del conflitto mondiale, scolpiti nelle rovine dell'Istituto Gesù Divino Operaio”. Quindi, non posso che condividere l'appello di dare spazio, nel comune, a iniziative culturali che siano inclusive, rappacificanti, che generano dibattiti costruttivi. Lancio anch'io un appello all'amministrazione a ritirare l'invito al signor Pietro Cappellari. Facciamo in modo che la celebrazione della Giornata del Ricordo si mantenga nella memoria e nella sensibilità della comunità per il suo richiamo ai più alti valori dell'Italia, democratica e repubblicana (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente, molto brevemente volevo sollecitare una risposta a due interpellanze - la n. 2-00020 e la n. 2-00432 - che avevo presentato a suo tempo sul Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Si tratta di AFAM di grande prestigio, che in passato ha attratto talenti indiscutibili come Danilo Rea tra i docenti e migliaia di studenti dall'Italia e dal mondo. Il direttore si è guadagnato da qualche giorno le prime pagine dei giornali per aver messo in quarantena gli studenti cinesi, salvo poi cambiare decisione - perché evidentemente illegittima - visto che quegli studenti stavano in Italia da molti mesi, da prima che emergesse il problema del Coronavirus. Il conservatorio è ad oggi sotto ispezione. Le ispezioni hanno trovato diverse anomalie e si è dovuto richiedere al Ministro Manfredi la proroga del periodo ispettivo, quindi la prego di trasmettere questo mio sollecito al Ministero e auspico che il Conservatorio sia commissariato e riportato a una gestione sana e prudente:

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato l'espulsione dalla deputata Flora Frate, ai sensi dell'articolo 21 dello statuto del gruppo. Pertanto, a decorrere dalla medesima data, la deputata Flora Frate cessa di far parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle. La predetta deputata si intende conseguentemente iscritta al gruppo misto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 5 febbraio 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione della mozione Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Fitzgerald Nissoli, Cabras, Schirò, Lupi ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero .

2. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016. (C. 1941-A)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019. (C. 1962-A)

Relatore: CAPPELLANI.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018. (C. 1769)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019. (C. 1999-A)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003. (C. 1862)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009. (C. 1956)

Relatrice: DI STASIO.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 18,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Magi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 2 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Ianaro e a n 1-193 u.n.f. rif. 485 484 1 243 484 0 62 Appr.
2 Nominale Moz. Meloni e a. n. 1-322 p.I 484 482 2 242 482 0 62 Appr.
3 Nominale Moz. Meloni e a. n. 1-322 p.II 488 487 1 244 218 269 62 Resp.
4 Nominale Pdl 2152-A - voto finale 482 482 0 242 482 0 60 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.