Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 298 di lunedì 3 febbraio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 14,10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 gennaio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, De Micheli, Del Re, Delrio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione della mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

Avverto che è stata presentata la mozione Bagnasco ed altri n. 1-00321, che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto, altresì, che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

È iscritta a parlare la deputata Angela Ianaro, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00193 (Nuova formulazione). Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. La buona politica è la politica della prevenzione, è la capacità di intercettare e comprendere i bisogni emergenti, anche i più dinamici, e quindi di intervenire, sapendo apporre ed organizzare gli strumenti e le risorse necessarie per fornire risposte tempestive e scongiurare così l'insorgenza di problemi, crisi od emergenze. Nel campo della salute, il valore di interventi preventivi assume maggiore portata e gli scenari attuali lo testimoniano, così come è dimostrato che il nostro sia un Paese in grado di saper cogliere i segnali di allarme e dare risposte organizzate, mirate e bilanciate. Quando il bisogno di intervento riguarda azioni di prevenzione e tutela della salute, l'attenzione deve essere particolarmente concentrata ed è per tale ragione che con la mozione odierna chiediamo al Governo di intervenire per una politica preventiva che possa contenere quanto più possibile l'espandersi anche in Italia di un fenomeno già ampiamente diffuso in altri Paesi, come ad esempio negli Stati Uniti e nel Canada, dove si parla di una vera e propria epidemia da oppiacei.

In particolare, l'intervento chiesto è finalizzato alla lotta alle cosiddette nuove droghe, che, come la più cupa delle mode, nasce e si alimenta all'estero per poi approdare nel nostro Paese diffondendosi nella società e minandone la salute.

In particolare quello delle nuove droghe è un universo in espansione, è il mondo delle droghe sintetiche, le nuove sostanze psicoattive o NPS, come vengono abbreviate. Alcune di queste vengono combinate con l'eroina per tagliarla, come si usa dire in gergo, producendo così nuove combinazioni più economiche ma molto più pericolose. Tra queste, un posto di rilievo è sicuramente occupato dal fentanyl e dai suoi derivati, i fentanili, sostanze estremamente potenti che comportano una seria minaccia per la salute pubblica a causa dell'estrema facilità con cui i cosiddetti drag designers, apportando semplici e poco costose modifiche chimiche alla molecola di base, appunto il fentanyl, creano nuovi derivati, difficilmente identificabili e rintracciabili, e quindi non controllati dalle convenzioni delle Nazioni Unite sulle sostanze stupefacenti e psicotrope illegali.

Oltre all'uso illecito appena descritto, però, dobbiamo ricordare che il fentanyl è un farmaco oppiaceo importantissimo, usato principalmente per il trattamento del dolore episodico intenso in pazienti affetti da patologie neoplastiche che sono già in terapia con altri oppioidi per il trattamento del dolore cronico oncologico. Infatti, il fentanyl è un farmaco di seconda linea proprio per la sua elevata potenza. Il suo effetto, infatti, viene percepito dall'assuntore in circa soli trenta secondi e gli effetti narcotici compaiono in pochissimi minuti. Il fentanyl può essere assunto tramite cerotti, pastiglie e più raramente tramite iniezioni e sotto forma di farmaco è adatto alla somministrazione per via orale o per via inalatoria e transdermica. A livello del sistema nervoso centrale, esso si lega ai recettori per gli oppioidi endogeni localizzati lungo le vie del dolore del nostro organismo, producendo così un'importante azione analgesica. Quando questi recettori sono stimolati dagli oppioidi si ottiene uno stato di benessere.

Purtroppo, negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni Novanta, ne è iniziato un consumo anche come droga. Come agonista puro, infatti, il fentanyl ha un effetto simile a quello degli altri oppioidi ed in particolare a quello dell'eroina, data la velocità con cui l'effetto viene percepito, simulando molto bene il flash. Ciò si deve al fatto che il fentanyl ha un'elevata liposolubilità e supera molto velocemente la barriera ematoencefalica, raggiungendo immediatamente il cervello.

Per queste sue caratteristiche, il farmaco si presta molto bene ad essere imprudentemente abusato dagli eroinomani. Per le stesse ragioni, il fentanyl è aggiunto all'eroina per aumentarne la potenza. Produce effetti simili a quelli della morfina, ma è molto più potente, provocando allucinazioni accompagnate da uno stato di benessere che porta il consumatore alla dipendenza dalla sostanza, dando assuefazione, e può causare facilmente, molto più dell'eroina stessa, un'overdose. Una pasticca di fentanyl è in grado di uccidere un uomo adulto: la dose minima letale, infatti, è di soli 250 microgrammi. Di conseguenza, è molto difficile per un tossicodipendente dosare la quantità giusta da utilizzare senza rischiare la vita. Come diciamo noi farmacologi, ogni farmaco è un veleno e ogni veleno è un farmaco, il tutto dipende dalla dose.

Il fentanyl è divenuto, purtroppo, una sostanza ambita sui mercati neri ormai di tutto il mondo, perché il prezzo medio di un grammo è pari a 40 euro: un giro di affari enorme, quindi, alimentato dagli appetiti voraci del mercato del riciclaggio di denaro sporco. Un chilogrammo di fentanyl comprato, ad esempio, in Cina costa 3.800 dollari, ma rende circa 30 milioni di dollari, contro i soli 200 mila dollari resi dall'acquisto di un chilo di eroina, che costa 50 mila dollari. È una sostanza facilmente producibile in laboratorio ed i trafficanti, infatti, la sintetizzano in piccoli laboratori chimici clandestini, mentre i consumatori possono acquistarla online direttamente dalla Cina, che da sola produce il 90 per cento della sostanza base, da cui i chimici producono poi le nuove sostanze psicoattive, come ad esempio i fentanili. I fentanili si acquistano per lo più sul dark web, basta un click, come titolava oggi un importante quotidiano, senza nemmeno più dover uscire di casa, per procurarsi questi terribili strumenti di morte, magari pagando con cripto valute o vengono utilizzati per potenziare altre droghe, come ad esempio lo “speedball”, composto da un oppioide in associazione con anfetamina, o tagliarle, come si fa con l'eroina, con la conseguenza che il consumatore a volte non sa nemmeno di assumerlo.

Il dark web è stato cruciale per la diffusione e il successo dei fentanili negli Stati Uniti. A livello mondiale, la sempre più diffusa vendita illegale di farmaci oppioidi sta causando un trend in crescita delle morti per overdose, pari al 79 per cento del totale degli utilizzatori di età media di 38 anni. Secondo quanto riportato dalla Drug Enforcement Administration, al 2016 si sono registrati 8 mila casi di morti per overdose in Europa ed oltre 42 mila casi di overdose negli Stati Uniti. L'International journal of drug policy da diversi anni registra sia una diminuzione della disponibilità, sia una riduzione della purezza dell'eroina, ora mescolata ad oppiacei sintetici.

Rivolgendoci al contesto europeo, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nella sua recente relazione illustrativa del 2019, riferita ai dati del 2018, riferisce appunto che quello degli oppiacei è il mercato delle droghe con maggiore incremento: l'84 per cento dei casi di overdose mortali sono dovuti al loro uso e varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici, in particolare il fentanyl - cito - e che i decessi e i casi di overdose non mortali associati al fentanyl e ai derivati del fentanyl non controllati evidenziano la necessità di una vigilanza continua. La relazione europea sulla droga del 2019 riferisce che l'eroina è l'oppiaceo più diffuso sul mercato della droga dell'Unione europea, mercato che include l'oppio e i medicinali morfina, metadone, buprenorfina, tramadolo e vari derivati del fentanyl. Al 2019 sul mercato europeo delle droghe sono state individuati 49 nuovi oppiacei sintetici, di cui 11 segnalati per la prima volta nel 2018. Il numero complessivo comprende 34 derivati del fentanyl, sei dei quali segnalati per la prima volta nel 2018; prodotti questi provenienti dalla Cina ed immessi attraverso i servizi postali nei mercati utilizzati per la produzione di medicinali contraffatti o mescolati all'eroina all'insaputa del consumatore. Come già detto, quindi, la sostanza base arriva in Europa dalla Cina, ma anche dal Messico ed in Europa arriva particolarmente nei Paesi baltici, soprattutto in Estonia, dove è stata segnalata la produzione di fentanyl e derivati in laboratori illeciti. In Estonia, infatti, l'uso di fentanyl e dei suoi micidiali derivati è del 70 per cento: ha praticamente sostituito l'eroina. In Europa, nel solo 2017, e per il secondo anno consecutivo, sono stati segnalati aumenti dei quantitativi di tramadolo e derivati del fentanyl sequestrati, circa 1.300 nuovi oppiacei, 940 derivati di fentanyl, 2.291 cerotti e 10.551 compresse. Il 70 per cento dei sequestri ha riguardato derivati del fentanyl, e particolare allarme hanno destato in Europa i sequestri di carfentanil, uno dei più potenti oppiacei noti, cento volte più potente del fentanyl e 10 mila volte più potente della morfina stessa. Per tale sostanza è stato richiesto inserimento nella tabella 1 della convenzione sugli stupefacenti delle Nazioni Unite; l'Unione europea, riunita in sessione straordinaria il 21 marzo 2018 ha, con la decisione (UE) 2018/1463, inserito le nuove sostanze psicoattive individuate nel sistema di allerta precoce delle droghe e delle tossicodipendenze. Con riferimento ai diversi Paesi europei, la relazione annuale al Parlamento riporta che le comunicazioni pervenute allo European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction hanno riguardato nove Paesi europei, ed evidenziano una prevalenza delle segnalazioni da parte della Svezia, con diciotto sostanze, seguita dalla Germania, con nove, Slovenia con otto, Francia con cinque, Polonia quattro, Olanda e Ungheria due, e le restanti nazioni con una sola segnalazione. Come ho già ricordato in precedenza, l'Estonia è stato il primo mercato europeo aggredito dal fentanyl, ove ormai ha sostituito l'eroina, con 170 morti registrate nel solo 2012. In Estonia è stato segnalato il sequestro di un quantitativo significativo di N-Phenethyl-4-piperidinone, un precursore impiegato per la preparazione di derivati del fentanyl. Nel Regno Unito, secondo l'ufficio per le statistiche nazionali, vi sono stati nel 2017 ben 3.756 morti per intossicazioni da droghe, provocate principalmente dall'eroina e dagli oppioidi sintetici, con un incremento nei soli 2016 e 2017 del 29 per cento dei casi di morte per overdose da fentanyl.

La Germania, stante l'organo internazionale per il controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, è il terzo maggiore produttore, dopo Stati Uniti e Belgio, con 160 casi di decessi provocati dal fentanyl dal 2007 al 2011, ed è al 2016 considerato il primo Paese importatore in assoluto. E nel nostro Paese? L'ultima relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, del 2019, segnala che nel corso del 2018 è stato osservato in termini assoluti un incremento del 60 per cento di sostanza sequestrata nel nostro Paese, sfiorando per poco la tonnellata di eroina intercettata dalle Forze dell'ordine, con un principio attivo mediamente superiore del 18 per cento rispetto al 2017; indicatori confermati anche dal 28 per cento in più di ricoveri e di circa il 6 per cento in più di decessi correlati all'uso di oppiacei. A confermare quindi importanti modifiche nel mercato, oltre all'aumento della purezza della sostanza, si evidenzia sia un aumento del prezzo medio di spaccio sia delle denunce per associazione finalizzata al traffico, raddoppiate in un anno. L'aumento della disponibilità di eroina nel nostro Paese è accompagnato anche dall'aumento di giovanissimi che hanno provato ad utilizzarla: gli studenti quindici-diciannovenni che hanno utilizzato eroina almeno una volta nella vita sono passati dall'1,1 per cento del 2017 all'1,5 per cento del 2018; dati allarmanti. A settembre 2018, precedentemente alla scoperta del primo caso di overdose avvenuta nel precedente anno 2017, la direzione centrale antidroga, pubblicando la relazione annuale sulla repressione dei traffici di stupefacenti riguardo al fentanyl, ha specificato che non si erano verificate evidenze della loro presenza nelle piazze italiane. In Italia, a causa della comunicazione non tempestiva dell'arrivo del fentanyl, ancora oggi non si conosce esattamente quanto il fenomeno sia diffuso: è certa una seconda morte, avvenuta il 10 giugno dello scorso anno; e successivamente, ancora a ottobre 2018, in provincia di Cosenza, sono state arrestate sei persone accusate di traffico di cerotti al fentanyl; nel gennaio 2019 a Melzo c'è stato un furto in ospedale di fentanyl; nel febbraio 2019 vi sono stati sequestri di fentanyl proveniente dal Canada a Roma e a Milano. Ma senza dubbio uno dei casi più eclatanti, almeno mediaticamente, è stato quello dello chef Andrea Zamperoni, del famoso ristorante Cipriani Dolci di New York, morto lo scorso agosto per overdose da fentanyl.

Nella relazione annuale al Parlamento si legge che il consumo riflette un fenomeno in evoluzione, dove sembra essere in atto una trasformazione verso mercati molto più compositi, complessi e mutevoli, e che una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell'individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico come quello delle nuove sostanze psicoattive che imitano gli effetti di sostanze illegali già note. Dal 2017, in controtendenza rispetto ai 17 anni precedenti, che avevano visto la riduzione di oltre il 48 per cento, si è registrato un aumento del 9,7 per cento dei morti per overdose in Italia, e molte volte, innanzi alla voce “sostanza responsabile del decesso”, si riscontra “non identificata”. Una delle ipotesi è che le morti siano causate non dall'eroina ma dalla eroina tagliata con altre sostanze. Sui tagli e le sperimentazioni criminali si hanno poche certezze anche perché, lo si ribadisce, una delle principali carenze attuali è data dalla mancanza di adeguate conoscenze preventive delle sostanze, conoscenze assolutamente necessarie per adeguare le risposte sociali e sanitarie. Il nuovo quadro del consumo di droghe sembra caratterizzato non solo dal maggiore consumo di eroina ma anche da un mercato criminale che sperimenta nuove strategie, come l'abbassamento dei prezzi mediante la miscela di sostanze, e il risultato è l'impennata dei decessi per overdose.

Uno dei principali problemi, dunque, appare essere la difficoltà nell'identificare, nel rintracciare le nuove sostanze psicoattive tramite i normali esami di routine dei laboratori e, quindi, farle rientrare nelle tabelle ufficiali, perché – è bene ricordarlo – se non sono elencate in tabella, anche se la struttura chimica è analoga o quasi sovrapponibile a quella del precursore che è presente in tabella, non sono considerate illegali, e gli effetti sono devastanti.

Colleghi, colleghe, le relazioni internazionali, europee e nazionali non possono essere una mera collezione di dati, ma devono essere fonte di riflessione attenta per l'adozione tempestiva, sinergica e concertata di azioni preventive, coordinate, organizzate, quindi, da tutti gli attori che possono intervenire nel processo di contenimento e lotta alla droga ed, in particolare, alle nuove droghe. La buona politica deve manifestarsi attivandosi per il governo di un fenomeno che deve essere represso sul nascere per non andare incontro ad ulteriori morti. Per tali ragioni è necessaria l'emersione, la comprensione, la valutazione dei dati scientifici e delle informazioni utili ottenibili anche attivando lo scambio e l'incrocio sinergico dei dati disponibili dal monitoraggio svolto a diversi livelli di intervento. È ineludibile un'azione organica, strutturata, pianificata, efficace per fronteggiare al meglio ciò che appare chiaro: l'insorgere incontrollato di un potenziale allarme sociale, anche se non è ancora percepito come tale poiché l'argomento non è ancora entrato nel dibattito politico fino ad oggi, né in quello pubblico.

Con la mozione presentata si intende, quindi, impegnare il Governo a porre al centro della sua azione la lotta alle nuove droghe, potenziando gli strumenti a disposizione e le iniziative, assumendo quindi non solo iniziative nazionali, ma anche internazionali: sul piano dell'Unione europea, al fine di proporre l'adozione di ulteriori e più efficaci politiche di contrasto alla diffusione del fentanyl e similari nel territorio dei Paesi membri; l'adozione di ulteriori specifiche ed opportune iniziative atte a prevenire morti accidentali di persone non tossicodipendenti e delle Forze dell'ordine, in particolare, esposte al rischio di assorbimento involontario per via transdermica, data l'elevatissima biodisponibilità del fentanyl e dei derivati; la predisposizione, a cura del Ministro dell'Interno, di un'attenta vigilanza per contrastare la diffusione illegale di fentanyl e derivati, fatti salvi ovviamente gli usi terapeutici, attivando in particolare la Polizia postale; la predisposizione, a cura del Ministro della Salute, di un'indagine ministeriale per accertare eventuali ulteriori casi di morte imputabili a tale sostanza non ancora individuati; la predisposizione, a cura del Ministro della Salute, delle raccomandazioni per garantire una più sicura detenzione del fentanyl nelle strutture del Servizio sanitario nazionale; consentire da parte dei Ministri competenti la divulgazione e la pubblicazione tempestiva dei dati relativi ai casi di morte a causa del fentanyl e derivati; la predisposizione, da parte del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dei necessari contatti diplomatici con il Governo cinese, avviando forme di collaborazione necessaria per garantire un efficace contrasto al narcotraffico; la predisposizione, da parte del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, in ottemperanza alle competenze attribuite dalla legge, di azioni mirate per prevenire e contrastare il diffondersi di queste specifiche sostanze e della relativa tossicodipendenza, e l'attivazione di azioni informative precoci sull'alta pericolosità di tale sostanza, anche per le persone in carico ai servizi pubblici per le tossicodipendenze, alle comunità o in contatto con le unità di prevenzione per strada (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Roberto Bagnasco, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00321. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Intanto è doveroso un apprezzamento per la relazione della collega Ianaro, e soprattutto per l'attenzione con la quale ha saputo porre questa mozione, per gli approfondimenti che ha saputo dare e – non ultimo, ma credo abbastanza importante, anzi particolarmente importante – aver focalizzato su questa sostanza l'interesse della Camera dei deputati e, quindi, mi auguro anche dei media, che in questo campo possono fare cose positive e negative a seconda evidentemente dei toni e degli atteggiamenti che possono prendere.

Il fentanyl è un farmaco antidolorifico, molto potente, che viene usato per gestire il dolore, soprattutto quello oncologico; mentre, combinato con altre sostanze, viene impiegato per l'anestesia. L'uso medicale del fentanyl, potente oppioide sintetico, come ha detto molto bene la nostra collega, è approvato sotto prescrizione medica e un rigido controllo sanitario. Il suo impiego è giustificato dalla gravità della patologia, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento dei tumori in stadio avanzato. Nel tempo, però, questo potente oppiaceo è entrato, purtroppo, a far parte del mercato illegale e clandestino, per essere utilizzato come sostituto – molto più economico – di altre droghe, eroina in primis. Più recentemente, ha fatto il suo ingresso anche nel giro della cocaina, a cui è anche molto simile dal punto di vista fisico. L'uso non medico del fentanyl avviene attraverso diverse modalità non attinenti alla formulazione farmaceutica: per via iniettiva, per ingestione di caramelle, assunzione transmucosa, attraverso l'uso di cerotti che sono particolarmente usati in questi ultimi anni. Viene anche fumato o assunto per via intranasale: il famoso “sniffo”. Se è considerato un farmaco essenziale nelle terapie del dolore, purtroppo è anche diventato uno degli oppioidi sintetici più comuni nelle morti per overdose. Oggi viene sempre più utilizzato per tagliare l'eroina. Sempre più spesso, infatti, gli spacciatori tagliano la cocaina e l'eroina con questo farmaco, a volte spesso, molto spesso all'insaputa evidentemente degli acquirenti. Viene, infatti, usato per tagliare le partite di altri stupefacenti, aumentandone notevolmente la pericolosità. Siccome il fentanyl è una polvere fine, è facile da mescolare con le altre droghe; ha un aspetto identico all'eroina, così gli utilizzatori, iniettandosi l'eroina tagliata con il fentanyl, non sanno che si stanno iniettando una dose letale finché non è troppo tardi.

Il mercato della droga è ormai un mercato globale: mescolare il fentanyl con l'eroina è una pratica criminale che viene probabilmente, come ha detto la mia collega, dagli Stati Uniti, non dall'Europa. Peraltro, il fentanyl è una sostanza conveniente, da cui si possono ottenere grandi ricavi anche con investimenti minimali. I rischi per i consumatori, però, sono altissimi: è stimato che la dose letale per l'uomo è di 2-3 milligrammi. Basta toccarlo o inalarlo. Se una dose letale di eroina è di circa 30 milligrammi, la dose letale di fentanyl è almeno dieci volte inferiore. Peraltro, i soccorritori che rispondono alle chiamate per overdose devono stare molto attenti: il semplice contatto o inalazione può essere mortale.

Del fentanyl, però, nell'ultima relazione del Dipartimento per le politiche antidroga italiano non c'è quasi traccia. Sul sito del Dipartimento si descrive il farmaco e si legge: un analogo strutturale, il 3-Methylfentanyl, risulterebbe venire sintetizzato illegalmente e venduto come eroina sintetica o miscelato all'eroina stessa. Stupisce non poco l'uso del condizionale “risulterebbe”: quindi, è molto approssimativa questa situazione. È molto facile superare la soglia del sovradosaggio e subire i suoi effetti più gravi e rischiosi: allucinazioni, depressione respiratoria. L'overdose può condurre anche all'arresto cardiaco, allo shock anafilattico, al coma e alla morte. Addirittura possono capitare decessi per errori nella gestione della terapia, quindi questo indica quanto è delicato l'uso di questa sostanza.

Più in generale, le morti per overdose da uso di oppiacei sintetici diversi dal metadone, quindi, anche fentanyl, sono allarmanti, come lo sono i dati sui suoi derivati illegali. Dal 2016 al 2017, i centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno registrato un aumento dei decessi del 47 per cento e nel 2017 le morti sono state circa 28.400; sempre secondo il CDC, nel 2018 il fentanyl è stato l'oppioide più comune nelle morti per overdose. A conferma dell'estrema nocività del farmaco, ad altissimo rischio di overdose, ricordiamo che i citati centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani lo definiscono da 50 a 100 volte più potente della morfina, mentre l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze gli attribuisce una potenza almeno 80 volte superiore alla morfina.

Negli Stati Uniti l'emergenza overdose da fentanyl è considerata una vera e propria epidemia. Negli ultimi due anni ci sono state più di 60 mila vittime e l'uso di questo farmaco sta generando quella che il Presidente Donald Trump ha definito “un'emergenza sanitaria nazionale”. Da allora, poliziotti, pompieri e paramedici americani girano con il naloxone, farmaco di primo intervento.

Proprio riguardo alla tutela delle forze dell'ordine, nel 2017, la Drug Enforcement Agency ha emanato, proprio per le medesime forze dell'ordine, delle linee guida sulla gestione del fentanyl; dette linee guida riguardano la sicurezza personale di chi si trova a dover maneggiare la sostanza, in quanto, come ho detto prima, anche solo il contatto della pelle con il fentanyl puro o una breve inalazione casuale può provocare un'overdose e mettere a rischio la vita.

Il principale produttore illegale, secondo le autorità internazionali, è la Cina; il principale mercato di riferimento, gli Stati Uniti (ciò non è solo per questa sostanza ma è evidentemente una situazione abbastanza comune, quella di Cina e Stati Uniti, legati come sono da interessi straordinari anche di tipo economico). Questa è la realtà delle cose.

Secondo un'inchiesta di The New York Times, pubblicata il 16 ottobre 2019, in Cina operano tra le 160 mila e le 400 mila aziende chimiche, in modo legale, illegale o ambiguo, una stima così ampia che oltre alle dimensioni enormi dell'industria riflette la carenza di informazioni. Nell'aprile scorso, il vicepresidente cinese della Commissione nazionale per il controllo degli stupefacenti in Cina confermava l'intenzione della Cina di rafforzare la cooperazione e il coordinamento con altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, unendo gli sforzi per “affrontare la sfida globale posta dalle sostanze legate al fentanyl”. Purtroppo, i fatti tragici di questi giorni focalizzano l'attenzione su quanto sia importante, su tutti questi temi, una cooperazione internazionale realmente sincera e profonda, cosa che purtroppo, ad oggi, molto spesso rimane solamente nelle intenzioni.

In Italia, il pericoloso fentanyl è già una realtà. Per inciso, particolare soddisfazione è l'atteggiamento dell'Italia e del nostro Paese, che ha appena isolato il virus e ha manifestato ufficialmente e di fatto la disponibilità degli studi portati avanti per renderli di comune interesse per tutto il mondo. Questa penso che sia una cosa che ci deve far pensare molto positivamente, cioè che qualche volta il nostro Paese sa lavorare bene e di ciò siamo assolutamente orgogliosi. Come dicevo, in Italia il pericoloso fentanyl è già una realtà che fa sempre più vittime. Tra il 2016 e il 2017, infatti, le morti per overdose sono aumentate per la prima volta del 9,7 per cento, dopo 15 anni di calo. Il Ministero dell'interno comunica che dall'anno scorso le forze dell'ordine hanno iniziato a sequestrare dosi di questo oppioide: 20 nel 2018 e 6 nel 2019.

Seppur nel nostro Paese la presenza del fentanyl e dei suoi derivati sul mercato illegale è cosa certa, la sua produzione e diffusione clandestina è difficilmente quantificabile, e questo anche perché molti laboratori di analisi difficilmente sono attrezzati per andare oltre la ricerca delle droghe classiche. Tutto questo porta a una sottovalutazione del fenomeno.

L'acquisto di oppioidi si insinua, purtroppo, sempre più tra gli adolescenti, che li reperiscono online o nel mercato dello spaccio. Il fenomeno è stato parecchio sottovalutato, tanto che la prima morte per overdose da fentanyl, avvenuta nel 2017 a Milano, venne erroneamente attribuita ad una generica overdose da eroina, salvo poi, un anno e mezzo dopo, assistere alla ritrattazione dell'Istituto superiore di sanità che dichiarava che il decesso era stato causato da un derivato del fentanyl. L'eroina, che ha causato e sta causando sempre più decessi nel nostro Paese, potrebbe benissimo essere eroina mischiata a fentanyl. Peraltro, i problemi legati alle tossicodipendenze, se per un periodo si sono ridotti, ora stanno tornando ad aumentare decisamente. Come riportato nel sito del Dipartimento per le politiche antidroga, il 27 marzo del 2019 si era tenuta la prima riunione del tavolo tecnico inter-istituzionale, convocata allo scopo di affrontare le problematiche connesse all'uso di sostanze oppioidi e di derivati del fentanyl, e a definire un piano integrato e condiviso di misure che potrebbero essere adottate per fronteggiare questa nuova emergenza. Tale tavolo verrà convocato periodicamente allo scopo di ricevere un costante aggiornamento sull'andamento del fenomeno, nonché per elaborare azioni condivise che si rendessero necessarie. Non si sa se sono seguite altre riunioni.

Peraltro, il mercato criminale offre altri prodotti di sintesi derivati dal fentanyl, alcuni dei quali molto più potenti e pericolosi, come il carfentanyl, che si stima 100 volte più potente del fentanyl stesso, quindi 10 mila volte più potente della morfina; sono dati che fanno paura. Ad aggravare il tutto, studi recenti confermano che il commercio di questo genere di farmaci avviene spesso via Internet. Quindi, qui, l'attenzione della polizia postale deve essere sempre maggiore, evidentemente.

Le cronache di questi giorni segnalano quattro casi rilevati negli ultimi tre mesi in Emilia-Romagna: due a Bologna, uno a Modena e uno a Parma. Questo oppioide sintetico è stato rinvenuto grazie a nuovi kit di autoanalisi che sono stati messi a punto dalla regione Emilia-Romagna e distribuiti ai consumatori nei SerDP (gli ex SerT) e in tutte le unità di strada della regione. Questo credo che vada ad onore, sicuramente, di questa regione italiana e questo mi fa pensare, ancora una volta, che la sanità, però, deve essere un qualcosa di nazionale e che non ci devono essere regioni di serie A e di serie B; comunque, l'apprezzamento per la regione è sicuramente sincero. Il test consiste in una striscetta diagnostica che in pochi secondi permette di rilevare in modo rapido 12 varianti della sostanza. In caso di esito positivo il consumatore o l'operatore possono scattare una foto o inserire una segnalazione su una piattaforma online; la piattaforma ha l'obiettivo di creare una rete di segnalazione per proteggere i consumatori, avvisandoli che in quell'area è stata rilevata la presenza di fentanyl e che, dunque, il consumo potrebbe essere potenzialmente molto pericoloso.

Quindi, quello che chiediamo e su cui vorremmo che ci fosse un impegno del Governo è di avviare capillari ed efficaci campagne di informazione e sensibilizzazione mirate principalmente alle giovani generazioni, con riferimento agli effetti devastanti del fentanyl e di farmaci similari, e alla diffusione esponenziale nel mercato illegale di tali sostanze, che aumentano di molto il rischio di overdose. Io, poi, aggiungerei che se è fondamentale l'attenzione per le droghe più pericolose, è anche molto importante per quelle che si definiscono, secondo me a torto, meno pericolose.

Mettere in atto i necessari interventi di prevenzione, volti a superare l'ancora troppo sottovalutato fenomeno legato alla diffusione in forte crescita dell'utilizzo illegale del fentanyl e dei suoi derivati, anche attraverso un efficace programma di contrasto e di costante monitoraggio del fenomeno e che deve vedere coinvolti in sinergia diversi soggetti istituzionali, tra cui il Ministero della Salute e il Ministero dell'Interno; dare seguito e implementare il tavolo tecnico di cui in premessa, che si era riunito presso la Presidenza del Consiglio, finalizzato ad elaborare un piano ed azioni condivise volte ad affrontare le problematiche legate all'uso di sostanze oppioidi e derivati del fentanyl; attivarsi affinché i SerT presenti nel nostro Paese sensibilizzino ed informino i potenziali consumatori di droghe sul forte pericolo legato al fentanyl e ai suoi derivati e alla conseguente aumentata possibilità di overdose; valutare la possibilità di estendere a tutto il territorio nazionale il kit sperimentale di autoanalisi e la piattaforma online di cui in premessa, al fine di creare una rete di segnalazione e monitorare la diffusione territoriale del fentanyl (mi permetto di sottolineare questo quinto punto, che credo sia particolarmente importante, perché ha dato dei buoni risultati in Emilia-Romagna); emanare quanto prima, così come è stato fatto negli Stati Uniti, per le forze dell'ordine e a loro tutela, delle linee guida sulla gestione del fentanyl, al fine di garantire la sicurezza personale di chi si trova a dover maneggiare la sostanza, in quanto anche il solo contatto della pelle o una inalazione casuale può provocare un'overdose e mettere a rischio la vita; rafforzare le iniziative di repressione e contrasto alla diffusione in preoccupante crescita del fentanyl, tenuto conto, tra l'altro, dei gravissimi effetti derivanti dalla pratica di mescolare il fentanyl stesso con altre sostanze stupefacenti, anche attraverso il potenziamento decisivo dell'attività della Polizia postale.

Quindi, chiedo naturalmente al rappresentante del Governo di farsi carico chiaramente di tutte le problematiche che riguardano il Ministero della Salute, e di questo ne sono assolutamente convinto, e di allargare evidentemente questo interesse al Ministero dell'Interno, che su questo tema può dare un contributo decisivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento si concentrerà particolarmente, proprio per non ripetermi rispetto a quanto detto dai miei colleghi, la mia brava collega dottoressa Angela Ianaro, che è farmacologa e che ha già illustrato moltissime delle questioni relative agli aspetti chimici e agli aspetti dell'interazione fisiologica di questo oppioide di origine sintetica, così come molte questioni che sono state illustrate dal collega Bagnasco. La parte che ritengo debba essere attenzionata, e su cui mi duole la mancata presenza, in realtà, di un rappresentante del Ministero dell'Interno, è tutta la questione relativa al contrabbando internazionale del fentanyl e in generale delle droghe sia di origine sintetiche e che utilizzano gli strumenti Internet anche al fine di riciclare denaro sporco.

Rispetto a questi aspetti, che proprio voglio mettere in luce, vorrei partire da alcune dichiarazioni fatte proprio dalla Direzione centrale dei servizi antidroga che entrano subito nel merito di una delle questioni italiane, ma ovviamente che hanno dei riflessi estremamente importanti a livello globale, in quanto l'Italia subisce il mercato di questi laboratori, che sono di tipo clandestino, il cui 90 per cento è assolutamente adducibile alla presenza in Cina. Quindi, la Direzione centrale dei servizi antidroga, l'acronimo è DCSA, proprio in un articolo del 12 settembre del 2019, in merito a queste nuove sostanze psicoattive, affermava che i dati relativi ai decessi disponibili presso gli organismi di Polizia non possono essere considerati attendibili, in quanto rientrano nella sfera di competenza di diverse autorità che non sempre hanno l'obbligo di coordinarsi con quelle di Polizia, in primis quelle sanitarie, viene affermato dal report.

Inoltre, la sostanza non è sempre rintracciabile nelle analisi tossicologiche condotte sulle vittime. L'azione di contrasto alla diffusione del mercato illegale di fentanyl presenta molteplici difficoltà proprio perché è particolarmente diffusa la produzione clandestina; in particolare sul deep web è addirittura possibile trovare delle linee guida sull'utilizzo di laboratori, anche di tipo improvvisato. Questo richiama un po' alla nostra memoria un film che molti di noi avranno visto, spero anche con i propri familiari, che è Smetto quando voglio. È esattamente un tipo di configurazione sociale che utilizza gli strumenti informatici moderni, in cui i protagonisti, in realtà, utilizzano il fatto che la politica non riesce a stare al passo con la moderna farmacologia, con la moderna farmacologia in realtà di tipo illegale, di tipo illecito, che riesce continuamente a trovare nuove sostanze e nuove molecole che non sono presenti all'interno delle tabelle delle sostanze vietate.

Addirittura, questa discrasia è presente tra le tabelle delle sostanze illegali cinesi e quelle statunitensi. Nel film si fa presente che tale discrasia, per esempio, è presente tra diversi Paesi dell'Europa o degli Stati Uniti e questo è un punto su cui bisognerebbe riflettere a livello di politiche internazionali. Un secondo articolo, che ritengo estremamente importante, parla in realtà dell'utilizzo dei sistemi di anonimizzazione nel commercio internazionale illegale e criminale di questo tipo di sostanze. In particolare, viene citato addirittura un sito commerciale, MH For Life, presente proprio sul dark web e in cui questo tipo di sostanza ha portato all'arresto negli Stati Uniti di una coppia che, nonostante comunque l'utilizzo delle criptovalute, che sono queste nuove valute, queste nuove monete che hanno un valore solo ed esclusivamente online, molti di voi conosceranno la più famosa bitcoin, che permette attraverso il sistema blockchain anche l'anonimizzazione delle transazioni.

Parliamo di transazioni anche di milioni di dollari, questo è un dato estremamente importante. Per cui abbiamo un sistema di interazione che sfrutta la dark web, e tra i vari articoli che sono riuscito a visionare uno di questi, per esempio, è l'utilizzo dei canali telegram, che molti di voi conoscono, che vengono attivati proprio attraverso il dark web per essere utilizzati in due o tre giorni e poi velocemente richiusi. Questi sono alcuni aspetti estremamente importanti. Ricordiamoci che ovviamente nel sistema del dark web c'è un commercio illecito, florido, non solo di sostanze illegali come le droghe, ma parliamo anche di pistole, oro, contanti. Più di trentacinque persone a New York e in California sono state arrestate da una task force di agenzie miste per quanto riguarda il contrabbando sul dark web.

Allora parliamo a livello globale, e qui speriamo che vi sia un'interazione significativa con i nostri addetti al Ministero dell'Interno, perché la lista delle indagini da parte delle polizie di mezzo mondo si sta concentrando, con alterne fortune, proprio sui negozi specializzati in droghe. Abbiamo detto prima che il sistema gode di un altro sistema, che è un sistema di anonimizzazione Tor, si chiama proprio così, Tor, per accedere nei negozi illegali. Questo sistema, questo tipo di Internet, la dark web in realtà è un sistema estremamente diffuso anche per contrastare - e questo è un aspetto estremamente importante per non criminalizzare il dark web - l'utilizzo illecito di tracciamento dei dati personali dei naviganti su Internet.

Perché, come è ben noto, dal 2013 proprio al whistleblower Edward Snowden, in realtà il sistema di tracciamento globale dei dati di tutti gli utenti di Internet del mondo occidentale sta portando a una situazione di crisi in materia di privacy rispetto alle prerogative che la community intelligence occidentale ha su tutti i comuni cittadini, al punto da far affermare a un senatore americano, che si stava occupando di questa cosa nel 2014, che lui non poteva escludere in maniera assoluta che i propri dati, i dati sul suo telefonino, i dati sul proprio computer, in realtà non venissero tracciati dalla community intelligence occidentale che comprende, quindi, il Regno Unito, la Germania e gli Stati Uniti, che hanno messo a disposizione proprio i loro servizi - parliamo, ovviamente, dei servizi segreti, della CIA, dell'NSA - e che hanno messo a disposizione delle loro infrastrutture informatiche per implementare questo sistema di tracciamento e di raccolta dei dati. È estremamente interessante perché, in realtà, dal punto di vista informatico, la guerra fredda non si è mai fermata. Noi abbiamo due blocchi, il sistema cinese-russo, che, in realtà, sta attuando lo stesso tipo di politiche, e dall'altra parte, proprio il blocco occidentale e questo è estremamente chiaro agli addetti ai lavori, per chi è un appassionato delle leggi sulla privacy perché è un appassionato su chi è in grado di poter tracciare, in realtà, una comunicazione all'interno di una rete.

È estremamente importante, per ritornare al discorso della diffusione illegale, del mercato illegale del fentanyl, come in realtà questi mercati sulla darknet, che appunto garantiscono l'anonimato di chi vi accede e di chi offre, in realtà, appunto, utilizzino queste criptovalute. È un ambiente redditizio, è un ambiente attraente per chi ha quel tipo di competenze e soprattutto è un ambiente - e qui mi fa piacere la presenza della presidente della Commissione finanze - che permette un ampio riciclaggio di denaro sporco attraverso il commuting, proprio la trasformazione di valuta locale, di valuta ordinaria, in Bitcoin e poi successivamente ulteriore trasformazione ovviamente in valuta locale di un altro Paese, possiamo immaginare. “Le criptovalute hanno radicalmente trasformato il modo in cui le droghe illegali vengono acquistate e vendute, spostando gran parte dell'attività da un mercato fisico su strada, basato su contante, a un mercato on line”. Questa è la dichiarazione del professore Putnins, coautore di un influente relazione su criptovalute e droghe illegali redatta dalla University of Technology di Sydney.

Per quanto riguarda, invece, gli Stati Uniti, abbiamo alcuni dati che dovrebbero farci saltare sulla sedia. Infatti, un articolo di un anno fa affermava che la National Crime Agency riportava una media di 45 morti al giorno negli Stati Uniti, mentre nel Regno Unito, negli ultimi 18 mesi, il fentanyl ha portato 160 morti, in aumento del 30 per cento rispetto all'anno prima (questo è l'ufficio delle statistiche nazionali). Quindi, stiamo parlando di una fase altamente letale dell'epidemia di oppioidi. Il numero di decessi per overdose associato al fentanyl e a farmaci simili è cresciuto negli Stati Uniti a più di 29 mila l'anno, rispetto ai 3 mila di cinque anni fa e i decessi sono aumentati di oltre il 45 per cento nel 2017.

Concludiamo ovviamente ripetendo alcuni aspetti che la mia collega Ianaro ha già messo in luce, però questi aspetti, diciamo, sono suggestivi anche per sollevare, in realtà, l'attenzione dell'opinione pubblica, cosa che è estremamente importante in questa fase. Il fentanyl ha un'efficacia - un oppiaceo sintetico - che è cento volte più potente della morfina e cinquanta volte più dell'eroina, come affermato anche dal collega Bagnasco. Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho segnala che il mercato delle nuove sostanze psicoattive, anche per la capacità che i nostri giovani hanno con le piattaforme informatiche, ovviamente si rivolge soprattutto ai giovani. Ed è anche molto sintomatico rispetto al fatto che in Italia abbiamo solo alcuni dati ufficiali che, però, probabilmente hanno un grosso problema di distorsione, perché Elisabetta Simeoni, del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, afferma che dal 1° agosto al 20 novembre si sono registrati in Italia 55 casi di overdose e 76 di decesso. Però, se facciamo la somma con quanto abbiamo affermato prima in realtà non abbiamo un sistema, a regime, che possa monitorare la morte in modo che a livello sistematico la polizia possa interagire con le istituzioni sanitarie per poter avere un censimento fatto a modino rispetto a questi aspetti.

Voglio concludere segnalando un libro estremamente interessante di un giornalista d'inchiesta giovane (di quarant'anni), Ben Westhoff. Il Daily Telegraph ha affermato che è uno dei cinquanta libri più belli del 2019 e così anche Yahoo Finance ha dichiarato che questo è uno dei migliori libri in una classifica di 50 libri. Questo libro si intitola Fentanyl, Inc., è stato edito proprio nel 2019 e ricostruisce un'inchiesta di un nostro giornalista - mai fatto prima - che è andato proprio in Cina millantando di essere, in realtà, un potenziale acquirente nel mercato illegale cinese e lui ha proprio comunicato - la coincidenza è strana, a volte - con uno dei venditori della città di Wuhan, ovvero proprio quella città da 11 milioni di abitanti dove in questo momento c'è un'epidemia di Coronavirus. All'epoca, un rivenditore dell'azienda Health222chem gli disse che per 100 grammi di BUC-3 voleva semplicemente 900 dollari e accettavano Bitcoin già nel 2017 e questo proprio da parte di un venditore di questa azienda, perché in realtà questa sostanza è una sostanza che in Cina all'epoca era considerata legale rispetto agli Stati Uniti.

È estremamente interessante perché, nella sua inchiesta giornalistica, lui afferma che il giornalista non doveva avere molti timori a fine 2018 perché la polizia cinese è occupata alla ricerca di metanfetamine. Quindi, era completamente fuori fuoco rispetto alle indagini locali della stessa polizia cinese che immaginiamo essere estremamente dura, per cui questi contrabbandieri del fentanyl, in realtà, rischiano moltissimo rispetto alla legislazione cinese ma da questi pochi dati, signor sottosegretario, capiamo molto bene come noi siamo molto spesso in ritardo rispetto alle infrastrutture tecnologiche che permettono delle fughe in avanti sia rispetto al mercato illegale sia rispetto alla farmacopea a disposizione di ricercatori, chiamiamoli underground, ma sono dei veri e propri contrabbandieri, sono dei veri e propri pirati e spacciatori di morte.

Quindi, è estremamente interessante che questo percorso investigativo, da lui stesso definito spericolato, ha messo al centro il ruolo della Cina sia come grande diffusore del fentanyl e di tutti i suoi derivati sia attraverso un modus operandi che sarebbe estremamente interessante cercare di capire per adattare anche i nostri servizi internazionali e la nostra community intelligence che, se non appoggerà la nostra Polizia postale, in realtà non ci darà degli effetti significativi per quanto riguarda il contrasto all'azione illegale della diffusione di questa sostanza mortale e delle droghe illegali (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, che il fentanyl sia una sostanza pericolosa è cosa nota, purtroppo. Il fentanyl, nato come un oppiaceo sintetico, come un analgesico nel trattamento dei pazienti oncologici, aveva assolutamente il suo senso; purtroppo quello che è successo negli Stati Uniti, e successivamente anche quello che sta accadendo in Europa e anche nella nostra Italia, è qualcosa di ben diverso: l'utilizzo del fentanyl al posto dell'eroina, una sostanza sicuramente a basso costo, a effetto molto, molto, molto più potente. Prima i colleghi che mi precedevano avevano sottolineato, hanno sottolineato come la potenza sia maggiore di 50 o 100 volte: questo porta a delle derive orribili, terribili. Soltanto in America c'è un aumento del 47 per cento di overdose derivate da fentanyl!

Che noi si debba trattare questa materia, e lo si debba fare con puntualità, serietà, fermezza e determinazione, questo è certo. Che questa problematica riguardi non soltanto l'Italia, i rapporti bilaterali con ogni nazione europea, e anche con altre nazioni come gli Stati Uniti, il Canada, la Cina, questo è certo. Che noi si sia in un ritardo cronico e in una mancanza di interventi e di tecniche efficaci per andare a monitorare, osservare, individuare il fentanyl nella nostra Italia, questo è certo. Ma ciò che - devo dire - mi fa rimanere basita è che in queste trattazioni che ho ascoltato e nelle mozioni che ho letto, poco ho sentito parlare di dipendenza da droghe nella nostra Italia, di cui il fentanyl fa parte rispetto ad una problematica molto più ampia.

Sembra quasi, devo dire, che il fentanyl venga trattato come fosse un virus: parliamo del Ministero della Salute, di quali direttive dovrebbe proporre, ed è giusto; parliamo di come dovrebbe intervenire il Ministero dell'Interno, ed è giusto; parliamo di quale rapporto debba essere fatto dai servizi, dalle forze dell'ordine, ed è giusto.

Ma il fentanyl non è un virus: non è che ad un certo punto in Italia inizia a propagarsi, a trasferirsi un virus che contagia così, inspiegabilmente, e quindi noi ci dobbiamo preoccupare di come affrontarlo. Quasi quasi, dato che noi abbiamo dei medici, dei ricercatori così bravi come quelli dell'Istituto nazionale, dello Spallanzani, quasi quasi sarebbe più facile: l'hanno dimostrato i nostri medici e i nostri ricercatori, che in meno di 48 ore hanno definito la sequenza del Coronavirus. Quasi quasi sarebbe più facile, perché se fosse una questione da scienziati chiusi in un laboratorio, noi abbiamo dimostrato di avere le migliori menti, capaci di confrontarsi e di collaborare con i più alti e sapienti scienziati in giro per il mondo.

Ma purtroppo la questione non è così semplice: il fentanyl dilaga nella misura in cui la nostra Italia è ai vertici delle classifiche per diffusione di droghe, perché nella nostra Italia la cultura dello sballo è stata assolutamente sdoganata nell'ultimo decennio. Il fentanyl dilaga e dilagherà sempre più se noi non fermiamo questa classifica che ci dovrebbe far inorridire: l'Italia, sottosegretario Zampa, è al terzo posto per l'utilizzo di cannabinoidi, al quarto posto per utilizzo di cocaina, la nostra Italia!

E rispetto a questo, che cosa è stato fatto dal 2011 ad oggi? Nulla! Nei Governi che si sono succeduti, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II: nulla! Se l'Italia si distingue rispetto alle altre nazioni, in Europa e nel mondo, per diffusione di droga e di dipendenze, ebbene, sommessamente vi dico che non è un caso, perché negli ultimi nove anni non si è fatto nulla, e Fratelli d'Italia sono mesi, anni, che vi sottolinea questo dramma, questa ignavia, questa indifferenza delle sinistre e del PD, che si è occupato di governare questa nostra nazione negli ultimi anni.

Non è quindi un caso, non è un caso se il fentanyl c'è, se ci sarà, se il fentanyl purtroppo non viene neanche osservato, monitorato e poi individuato nel giusto modo. Perché? Perché il Fondo nazionale di lotta alla droga è stato azzerato, incluso nel Fondo indistinto delle politiche sociali, che poi fa sì che ci siano spiccioli per la lotta alla droga. Perché qui noi abbiamo il sottosegretario Zampa, ma io non ho il piacere di avere il sottosegretario alle politiche antidroga. E perché? Perché è dal 2011 che i Governi che si succedono non individuano un sottosegretario alle politiche antidroga, tranne una brevissima parentesi che è stata operata nel Conte I, anche del tutto inefficace.

Certo che se non c'è un sottosegretario alle politiche antidroga, io vorrei comprendere quale struttura di missione ci dovrebbe essere, ad affrontare la problematica droga, dipendenza, e quindi anche fentanyl, che è la nuova situazione che dovremmo fronteggiare, se non abbiamo immaginato una delega ad hoc.

Certo, mi chiedo come potrebbe l'Italia contrastare tutto questo, dal momento che dal 2009 ad oggi (sono passati undici anni) non si celebra la Conferenza nazionale di lotta alla droga, che per legge (il DPR n. 309 del 1990, il Testo unico che norma le droghe e gli stupefacenti in Italia) dovrebbe essere celebrata; e anche questo ve lo chiediamo da mesi, da anni.

Mi chiedo come l'Italia dovrebbe affrontare il problema dipendenza e fentanyl, se sono ugualmente anni che non viene convocata la Consulta degli esperti, gli operatori del servizio pubblico, dei SerD e anche delle comunità terapeutiche, del mondo del volontariato, che sono stati abbandonati, lasciati in solitudine oggi ad occuparsi del problema dipendenze e droghe in Italia, e anche quindi del fentanyl! Ma, è ovvio, neanche questo è stato fatto.

Mi chiedo come l'Italia possa affrontare questa problematica, quando affronta la questione delle dipendenze e delle droghe come una questione di caccia al gettito. Perché va bene aumentare la tassazione sul gioco d'azzardo, ma quando Fratelli d'Italia chiede di destinare almeno il 5 per cento degli introiti dello Stato per la cura e il trattamento delle dipendenze, ebbene, riceve un bel secco “no”.

Mi chiedo come questo Parlamento e le forze di Governo possano affrontare il fentanyl e il problema dipendenze droga, quando passano moltissimo tempo a capire come liberalizzare e legalizzare la cannabis, e tentano in ogni momento, prima con la legge di bilancio con la commercializzazione della cannabis e oggi hanno tentato con il “Milleproroghe” (ovviamente l'emendamento è stato dichiarato inammissibile), sempre di commercializzare la cannabis: perché quando la collega prima diceva “il farmaco è un veleno, e un veleno è il farmaco”, io le do ragione, ma lo sa cosa aggiungo? La droga è un veleno, e quindi la droga, in quanto veleno, uccide e fa male; e io questa cosa la sento veramente poco!

Passiamo minuti, ore a dibattere e a convincervi di quanto la cannabis faccia male, e voi, MoVimento 5 Stelle e anche il PD, passate ore invece a spiegare quanto potrebbe essere utile per le casse dello Stato liberalizzare e commercializzare la cannabis.

Vi abbiamo chiesto di modificare quella legge, la n. 242 del 2016, per riempire quella vacatio normativa che ha fatto aprire centinaia di cannabis shop, cioè luoghi di spaccio a cielo aperto. Ma non lo avete fatto! Voi continuate a pensare come in realtà perfezionare le leggi per far sì che in ogni angolo, in ogni farmacia venga venduta la cannabis.

Ebbene, la cannabis è una droga, perché se noi diciamo “leggera” o “pesante”, prima dobbiamo ricordarci il sostantivo che c'è, “droga”; e in quanto veleno, fa male! E oltre che dal punto di vista fisico-organico, insinua e fa entrare nelle case degli italiani quell'aspetto culturale educativo per cui il benessere lo devi cercare attraverso una molecola chimica, una sostanza che ti metti dentro e ti fa sballare. E allora quando i nostri ragazzi utilizzano di più in questi anni l'eroina, ci dovremmo interrogare, e poi, a fronte di queste evidenze, dare una risposta su come mai accade. Perché questa Italia sta insegnando loro che divertirsi va bene, bevendo, fumando, prendendo pasticche, perché questa è la via per stare bene con se stessi e con gli altri. E quello che facciamo per contrastare la cultura dello sballo, oggi - responsabilità delle sinistre - è del tutto inesistente, d'altronde ha smantellato tutti gli organismi che erano deputati a fare questo. D'altronde, non immagina neanche una revisione del Testo unico, la n. 309 del 1990, che passati così tanti decenni ovviamente è inefficace, perché è immaginata su un altro tipo di dipendenza, sugli eroinomani, sui cocainomani, su altro tipo di mercato. E oggi, a così tanta distanza, non si occupa di revisionarla. E allora a me fa piacere parlare, in questo pomeriggio, del fentanyl, perché dà a Fratelli d'Italia, la destra italiana, una grande occasione, un'ennesima occasione: quella di obbligarvi ad ascoltare e ad aprire le vostre orecchie e magari poi a fare qualcosa di sensato, che vada, sì, verso il contrasto alla diffusione del fentanyl e delle droghe, e a poter assumervi la responsabilità di comprendere che occuparsi del contrasto alle dipendenze e alle droghe non è compito di qualcun altro, ma è compito di questo Parlamento e, in particolare, di questo Governo, che, se continuerà a fare quello che ha fatto negli anni dal 2011 al 2020, decreterà, ma con decisione, con cinica decisione, la morte effettivamente in Italia delle politiche antidroga e il continuo aumento dei decessi degli italiani. E allora, Fratelli d'Italia, già mesi fa, ha lanciato una campagna: “Liberi dalla droga. Mai schiavi”.

Bene, invece di spiegarci in ogni momento perché dovremmo liberalizzare la cannabis, iniziate a spiegarci perché e come avete intenzione di combattere la dipendenza e la droga in Italia: con maggiori fondi? Con l'individuazione di un sottosegretario? Con la celebrazione della Conferenza nazionale delle politiche antidroga? Con la revisione del Testo unico n. 309 del 1990? Noi, sottosegretario Zampa, che ha pensato di allontanarsi, bene che è ritornata perché credo davvero che possa esserle utile, saremo qui con le decine di proposte di legge che abbiamo presentato, le mozioni, le risoluzioni e le interrogazioni, ad aiutarvi, perché finora avete dimostrato di essere poco competenti, poco capaci e poco interventisti. Noi vi aiuteremo, ma ovviamente non vi perdoneremo e non saremo in alcun modo clementi se a queste mozioni, che avete presentato, non unirete i fatti e la voglia di contrastare il fentanyl e le droghe oggi in Italia, per un'Italia libera dalle dipendenze e dalle droghe. Dimostratecelo!

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Il Governo intende intervenire o si riserva di farlo successivamente?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Il Governo interverrà in altra occasione. Volevo solo precisare che non mi sono allontanata, ho girato l'angolo per mettere in carica un telefonino.

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretaria Zampa. Quindi, il Governo interverrà nella prossima seduta. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Rampelli. Nella scorsa settimana, durante l'intervento sul provvedimento in tema di bullismo, il collega Filippo Sensi ha svolto un intervento molto apprezzato e molto applaudito dall'Assemblea, portando in quest'Aula una testimonianza del tutto personale, che ha avuto una importante eco mediatica in relazione a quello che l'onorevole Sensi ha raccontato aver subito da bambino, crescendo, e che riguardava proprio esattamente quel provvedimento. Quell'intervento, ripeto, ha avuto grande spazio sui giornali e oggi è stato commentato con un titolo, a mio avviso, davvero di dubbio gusto, cioè “Grasso che cola” da un quotidiano nazionale. Mi domando, se ci fosse stata una seduta come si facevano una volta, quelle dei bambini in Parlamento, e non fosse stato un deputato, come il collega Sensi, ma un bambino a raccontare la propria storia di bullismo subito, di insulti subiti, per essere stato magari in sovrappeso, qualcuno si sarebbe mai sognato di fare un titolo come quello - “Grasso che cola” - e aver magari fatto una chiosa del tipo - lo dico edulcorando quello che è stato scritto – “chi se ne importa?” Probabilmente, no.

Tutto questo - di qui la mia solidarietà personale, non solo al collega Sensi, ma a tutti quelli che in quella storia si immedesimano - è l'emblema classico, Presidente Rampelli, di un antiparlamentarismo che pone chiunque sieda in questo Parlamento dalla parte del torto purché sia, dalla parte del torto a prescindere.

Allora approfitto anche per un appello all'intelligenza del collega Sensi, perché anche oggi, come ogni lunedì e ogni venerdì che Dio manda in terra, il collega Sensi ha postato una foto di quest'Aula non propriamente gremita: foto in quest'Aula, Presidente Rampelli, come lei sa bene, non se ne possono fare, di recente c'è una circolare del Presidente Fico a tutti i gruppi che raccomanda di non fare né foto, né filmati in quest'Aula, perché questo non fa altro che alimentare, in una prospettiva vetero-grillina che perfino i colleghi del MoVimento 5 Stelle dopo pochi mesi nella scorsa legislatura superarono, un antiparlamentarismo diffuso, che magari viene ripreso dai media e che non fa altro che far scaricare sui social insulti sulle nostre istituzioni, quando tutti sanno da tempo immemorabile che, nelle sedute in cui non sono previste votazioni, sono normalmente presenti chi? I colleghi che devono intervenire e pochi altri che hanno la facoltà o l'occasione di essere a Roma. Ad altri non è richiesto, perché non ci sono sanzioni in caso contrario, di essere presenti, di prendere i voli e di lasciare il loro territorio e di essere a Roma quando non ci sono votazioni. Lo dico perché, siccome il parlamentare è sempre dalla parte del torto, collega Sensi, lei è un uomo intelligente e conosce bene il meccanismo della comunicazione, così come lei oggi è presente qui, chi volesse schiacciarla ancora una volta dalla parte del torto dovrebbe andare nel suo collegio, andare nella sezione del PD, fare una foto e scriverci sotto: dov'è l'onorevole Sensi? Non si fa, non è giusto, non fa parte di quel meccanismo che punta non allo sfascio, ma alla tenuta delle nostre istituzioni. Non si fa perché bisognerebbe fare, per esempio, la foto di questo Parlamento quando rimaniamo chiusi grossa parte dei giorni della settimana perché il Governo, sostenuto dalla maggioranza di cui lei collega Sensi fa parte, non è pronto a dare i pareri o a fare…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

SIMONE BALDELLI (FI). Sì, sì, Presidente, io con rispetto parlando - citando un vecchio intervento del collega Casini - mi rivolgo a chi mi pare, io non sto provocando nessuno, però mi rivolgo al collega Sensi perché è una vecchia diatriba e perché al collega Sensi io ho deciso di rivolgere questo intervento già in apertura, esprimendogli la mia solidarietà. Concludo, Presidente. L'antiparlamentarismo non giova a nessuno, a maggior ragione quando viene alimentato qui dentro, perché poi le conseguenze sono quelle che si ripercuotono oggi sul collega Sensi con questi brutti sottotitoli e articoli, e su tutti noi quando una foto del Parlamento di lunedì o di venerdì vede presenti soltanto i colleghi che fanno gli interventi o che svolgono le interpellanze. Non si fa torto a nessuno, è semplicemente una prassi consolidata nel tempo e io credo che alimentare l'odio o l'antipatia nei confronti delle istituzioni non faccia bene a nessuno, perché queste istituzioni devono continuare a poter lavorare a testa alta, cercando di fare il meglio che possono, con gli strumenti che hanno (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, collega Baldelli, anche se il richiamo all'ordine dei lavori è parzialmente proprio. La Presidenza ha sempre sottolineato l'importanza anche di queste sedute, che sono comunque un'occasione, quelle che vengono svolte prevalentemente il lunedì, per dare la possibilità a chi non fa parte delle Commissioni competenti - se vuole, se ritiene - di venire a dare il proprio contributo e di ascoltare quello che è stato elaborato nella sede della Commissione competente; anche questa è la ragione per la quale appunto ci troviamo spesso numericamente ben al di sotto delle presenze più consolidate degli altri giorni della settimana, ma comunque è necessario farlo. Ogni deputato si può prendere la libertà di esercitare la propria responsabilità come meglio crede, perché nessuno può vietare…Certo, la convenzione del non scattare foto esiste e chi le scatta e le pubblica si autodenuncia, di fatto. È un tema che è sul tavolo del Presidente Fico e dell'Ufficio di Presidenza, che presto o tardi verrà comunque esaminato; fino a quel momento ognuno ha comunque la piena libertà di utilizzare la propria responsabilità come crede.

Discussione della proposta di legge: S. 1149 - D'iniziativa dei senatori: Bottici ed altri: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia (Approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato) (A.C. 2152-A); e dell'abbinata proposta di legge: Fogliani ed altri (A.C. 2041) (ore 15,33).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato, n. 2152-A: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia; e dell'abbinata proposta di legge n. 2041.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La VI Commissione (Finanze) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire, in sostituzione del relatore, la deputata Carla Ruocco, presidente della VI Commissione.

CARLA RUOCCO, Presidente della VI Commissione. Presidente, il provvedimento all'esame dell'Assemblea, già approvato dalla Commissione finanze del Senato in sede deliberante nell'ottobre dello scorso anno, rappresenta l'insieme di due proposte di legge d'iniziativa delle colleghe, la deputata Fogliani e la senatrice Bottici, e prevede il trasferimento al patrimonio disponibile del comune di Chioggia dell'area del comprensorio denominato ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina, per permettere la successiva alienazione ai privati possessori. Nel corso dell'esame in Commissione finanze della Camera si è convenuto di adottare come testo base la proposta di legge n. 2152 della collega Bottici, già approvata, come detto, in prima lettura dalla 6a Commissione in Senato. Come ricordato nelle relazioni che accompagnano i due testi, la problematica a cui si intende porre rimedio attraverso questo provvedimento trae origine negli anni Venti del secolo scorso, allorché per esigenze di igiene pubblica e di riassetto idrogeologico del territorio fu necessario costruire il muro di sponda del canale Lusenzo, nel comune di Chioggia. A causa della difficile situazione economica dell'immediato dopoguerra del primo conflitto mondiale, il magistrato delle acque di Venezia propose ai cittadini di effettuare a proprie spese la bonifica e la costruzione dell'argine, con l'intesa di ricevere in cambio dei lavori eseguiti l'appezzamento di terreno sottratto al mare. Le aree provenienti dall'imbonimento dello specchio acqueo lagunare, ai sensi di legge, entrarono a far parte del demanio marittimo e, in quanto tali, divennero inalienabili, finché il 10 febbraio 1965, con decreto del Ministro per la Marina mercantile, di concerto con il Ministro delle finanze, le aree in questione furono trasferite dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato. Da allora ad oggi, tuttavia, non vi è stato alcun atto formale a sancire il passaggio di proprietà delle aree medesime dallo Stato ai cittadini, nonostante su di esse negli anni siano stati edificati immobili regolarmente registrati in catasto e nel piano regolatore generale, immobili sui quali i cittadini hanno pagato le imposte che sono anche stati ceduti con atti notarili correttamente rogitati. Il trascorrere degli anni ha fatto cadere in oblio tutta la vicenda, finché, a seguito del federalismo demaniale, previsto dal decreto legislativo n. 85 del 2010, l'Agenzia del demanio di Venezia, resasi conto dell'esistenza di costruzioni su aree di proprietà dello Stato, ha inoltrato ai residenti le richieste di pagamento per l'utilizzo delle stesse. La questione riguarda ad oggi circa duecento nuclei familiari, a ciascuno dei quali l'Agenzia del demanio ha intimato il versamento di decine di migliaia di euro. La soluzione pertanto proposta, e contenuta all'interno del provvedimento in esame, composto da un solo articolo, ricalca quella adottata in una situazione analoga, sempre nel comune di Chioggia, per le aree definite ex forte di Brondolo, alle quali con l'articolo 5, comma 2-quater, del decreto-legge n. 96 del 1995, è stata applicata la normativa prevista dalla legge n. 177 del 1992.

La citata normativa consente infatti, il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del comune e, successivamente, l'alienazione ai privati possessori delle aree stesse. In particolare, l'articolo l, comma l, di ambedue le proposte, prevede il trasferimento al patrimonio disponibile del comune di Chioggia dell'area del comprensorio denominato “Ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina” Il successivo comma 2 dispone l'applicazione per l'area in questione delle norme della legge n. 177 del 1992 (ad eccezione dell'articolo 6), che consentono il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del comune e ne permettono successivamente l'alienazione ai privati possessori. Si stabilisce, inoltre, che l'acquisto delle aree fa venire meno le pretese dello Stato per canoni pregressi ed in genere per compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dell'occupazione delle aree. Si precisa inoltre che, dalla data di presentazione della domanda dei privati possessori sono inoltre sospesi i procedimenti di ingiunzione o di rilascio delle aree comunque motivati. Infine, con il comma 3, approvato nel corso dell'esame in Commissione finanze, che sostituisce la disposizione prevista nel testo originario, si stimano gli oneri derivanti dalla disposizione dell'articolo unico e si reca la copertura finanziaria del provvedimento.

In definitiva, così come avvenuto al Senato, per la conclusione dell'iter del disegno di legge, avvenuta con estrema celerità, desidero ringraziare, anche a nome dei colleghi della Commissione finanze della Camera, da me presieduta, per aver consentito una rapida e condivisa approvazione della proposta di legge a prima firma della senatrice Bottici, giunta oggi all'esame dell'Assemblea per la discussione generale. Si tratta infatti di risolvere in maniera definitiva, una situazione di particolare disagio per i cittadini di Chioggia, che si è potuta affrontare anche per la particolare omogeneità delle condizioni giuridiche di tutti i titolari di diritti interessati al compendio immobiliare. Concludo, infine, esprimendo il mio apprezzamento per la sollecita attenzione del Governo e per la collaborazione espressa dall'Agenzia del demanio, il cui intervento ha consentito di risolvere in tempi celeri l'annosa questione che ho appena esposto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, se lo ritiene. Prendo atto che si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

È iscritto a parlare il deputato Nicola Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, la presente proposta di legge intende porre fine alla situazione paradossale venutasi a creare agli inizi del Novecento e che riguarda 200 famiglie di Chioggia. La vicenda rappresenta un caso emblematico, che dimostra come la pubblica amministrazione, quando si avvita su se stessa, può diventare fonte di gravi soprusi per i cittadini. La legge che andiamo ad approvare rende finalmente giustizia, dopo un secolo, a 200 famiglie chioggiotte, che hanno temuto di perdere la casa costruita con tanti sacrifici. Stiamo parlando di case popolari di pescatori, ortolani, agricoltori, costruite quindi dai ceti popolari della città di Chioggia; abitazioni che sono trasmesse nel corso dei decenni di padre in figlio fino ai nipoti. Questa legge pone fine a un vero e proprio calvario e rappresenta un esempio di buona politica, a dimostrazione che quando i parlamentari, le forze politiche e le istituzioni sanno mettersi in ascolto dei cittadini sono in grado di offrire soluzioni concrete ai problemi delle persone e lo possono fare in modo trasversale, al di là delle appartenenze politiche.

La vicenda, signor Presidente, ebbe origine nel 1920, cent'anni fa, quando si rese necessario imbonire gli specchi d'acqua lagunari e costruire urgentemente il muro di sponda del canale Lusenzo per esigenze di igiene pubblica e riassetto idrogeologico del territorio. A causa della difficile situazione economica dopo la fine della prima guerra mondiale, né il Magistrato alle acque di Venezia, né il comune di Chioggia furono in grado di intervenire per la mancanza di risorse; pertanto venne proposto ai cittadini di costruire a proprie spese il muro di sponda, con l'intesa che in cambio dei lavori avrebbero ricevuto gli appezzamenti di terreni bonificati, dove avrebbero potuto costruire le proprie abitazioni. I terreni, per legge, divennero automaticamente demanio marittimo e perciò inalienabili, e negli anni Sessanta passarono al patrimonio dello Stato, senza però che vi fosse un atto formale che sancisse che la proprietà sarebbe passata ai cittadini, come da accordi degli anni Venti.

Negli anni su quei terreni sono stati costruiti immobili regolarmente registrati al catasto e inseriti nel piano regolatore della città di Chioggia, su cui vengono regolarmente pagate tasse e imposte.

Il trascorrere del tempo ha fatto cadere in oblio la vicenda finché, a seguito del federalismo demaniale previsto dal decreto legislativo 28 maggio 2010, l'Agenzia del demanio di Venezia ha predisposto delle verifiche e, resasi conto della presenza di costruzioni su aree di proprietà dello Stato, ha inoltrato ai residenti le richieste di pagamento dei canoni di locazione, compresi gli arretrati, per decine di migliaia di euro. Purtroppo, la burocrazia ha continuato a mostrare la sua totale indifferenza anche quando l'iter del provvedimento che stiamo discutendo aveva già avviato il suo corso, tant'è che alcune famiglie si sono viste recapitare pochi mesi fa cartelle esattoriali tra i 70 mila e i 250 mila euro e, in alcuni casi, provvedimenti di ipoteca delle abitazioni e pignoramento dei conti correnti, azioni vessatorie che hanno generato negli abitanti un clima di insicurezza e in molti casi di vera e propria disperazione. Come se non bastasse, signor Presidente, in un quadro di così grande incertezza molte delle famiglie di Riva Lusenzo sono state colpite anche dall'acqua alta eccezionale dello scorso novembre che a Chioggia ha raggiunto quota 170 centimetri. A causa degli allagamenti le abitazioni hanno subito diversi danni a impianti elettrici, idraulici, alle murature, agli elettrodomestici e al mobilio per svariate centinaia di migliaia di euro. Ora finalmente, grazie alla proposta di legge che andiamo ad approvare, i terreni passeranno al comune di Chioggia. Il provvedimento in esame va quindi a risolvere la vicenda delle case di Riva Lusenzo e rappresenta un bel segnale di attenzione verso una città troppo spesso trascurata.

Sono molteplici le questioni aperte ma deve essere affrontata con tempestività anzitutto la vicenda di Chioggia che riguarda il deposito GPL. Mi riferisco a un deposito di 9.000 metri cubi di GPL in zona Val da Rio della laguna sud: un intervento considerato a rischio di incidente rilevante poiché realizzato vicino a una zona densamente abitata, che pone diverse criticità in particolare per la sicurezza e la salute dei cittadini e rischi per il fragile ecosistema lagunare. Chioggia non vuole il deposito: l'ha già detto in tutte le lingue. Contro l'apertura dell'impianto sono state raccolte oltre 15.000 firme. Il consiglio comunale ha già deliberato all'unanimità con tre atti successivi la contrarietà all'impianto. Personalmente ho presentato un'interrogazione al Governo per chiedere che intervenga per bloccare il deposito GPL. Ci sono stati diversi incontri al MISE e da ultimo, nei giorni scorsi, si è svolto un sopralluogo nell'area dove sorge il deposito da parte della Commissione UNESCO, in quanto la laguna di Venezia, com'è noto, è un sito patrimonio dell'umanità. Ma tutto è ancora sospeso e il Governo credo debba intervenire al più presto per chiudere anche la vicenda che riguarda la città di Chioggia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signora rappresentante del Governo, con riferimento alla proposta di legge di cui stiamo discutendo oggi, volta a trasferire al patrimonio disponibile del comune di Chioggia l'area del comprensorio denominato “Ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina”, per permetterne la successiva alienazione ai privati possessori, il gruppo Forza Italia intende esprimere tutta la sua soddisfazione con l'augurio che al più presto venga resa giustizia ai cittadini di Chioggia che attendono da anni che la loro incresciosa situazione venga sanata. Come è noto, il problema sotteso alla proposta di legge risale agli anni Venti del secolo scorso. Nel dopoguerra del primo conflitto mondiale il magistrato alle acque di Venezia propose ai cittadini di effettuare a proprie spese la bonifica e la costruzione dell'argine del Canal Lusenzo, con l'intesa di ricevere, in cambio dei lavori eseguiti, l'appezzamento di terreno imbonito. Purtroppo questo passaggio non è mai stato sancito negli anni da nessun atto formale, nonostante sulle aree siano poi stati costruiti immobili sui quali i cittadini hanno regolarmente pagato le imposte. Con la proposta di legge in esame, onorevoli colleghi, facciamo un grande passo in avanti verso la risoluzione di un problema cronico che coinvolge - è stato ricordato - centinaia di famiglie del territorio di Chioggia. Durante il dibattito in Parlamento, che ha visto l'approvazione della proposta di legge già in sede deliberante al Senato, sono stati approvati emendamenti che riguardano le somme sui terreni e non più sugli immobili che i residenti dovranno versare al comune e che il comune trasferirà poi al demanio con un costo certamente più modico di quello che stava già cominciando a chiedere l'Agenzia delle entrate ai cittadini.

Con la proposta di legge, quindi, finalmente lo Stato sta cercando di dare una risposta che i cittadini attendono ormai da troppi anni, garantendo il rispetto degli impegni che nel secolo scorso sono stati disattesi. Segnalo, inoltre, che il comune di Chioggia, in un comunicato del 22 febbraio 2019, ha sollecitato una soluzione normativa per restituire ai cittadini la proprietà degli immobili, ricordando che, per una situazione analoga, sempre nel comune di Chioggia, per le aree definite ex Forte di Brondolo, è intervenuto l'articolo 5 del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, che dispone l'applicazione della normativa prevista dalla legge 5 febbraio 1992, n. 177, che consente il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del comune e successivamente l'alienazione ai privati possessori delle aree stesse. Durante lo svolgimento dell'esame della proposta di legge presso la Commissione VI della Camera dei Deputati, tutti i gruppi parlamentari hanno espresso il loro plauso all'iniziativa e nessun gruppo parlamentare ha presentato emendamenti. Nello specifico il provvedimento, oltre al trasferimento al patrimonio disponibile del comune di Chioggia dell'area, dispone l'applicazione per l'area in questione delle norme della legge n. 177 del 1992, che consente il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del comune e ne permette successivamente l'alienazione ai privati possessori. Si stabilisce, inoltre, che l'acquisto delle aree fa venir meno le pretese dello Stato per canoni pregressi e, in genere, per compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dell'occupazione delle aree. Dalla data di presentazione della domanda dei privati possessori sono inoltre sospesi i procedimenti di ingiunzione o di rilascio delle aree comunque motivati. Durante l'esame in sede referente è stata modificata la sola disposizione relativa alla copertura finanziaria per recepire una condizione della Commissione bilancio che giustamente ha rilevato la necessità, in considerazione dell'avvenuta conclusione dell'esercizio finanziario 2019, di posticipare la decorrenza degli oneri derivanti dall'attuazione della proposta di legge a far data dall'anno 2020 e di adeguare conseguentemente la clausola di copertura finanziaria, facendo riferimento al nuovo triennio 2020-2022. Ci auguriamo che con questa modifica di carattere meramente tecnico l'intera proposta venga approvata velocemente anche al Senato, al più tardi entro questo stesso mese di febbraio, per garantire tutti i cittadini interessati del comune di Chioggia che hanno acquistato immobili su quel territorio. Con l'approvazione della proposta di legge finisce la sofferenza di numerose famiglie raggiunte dalle cartelle del fisco da pagare ad agosto scorso con importi di oltre 200 mila euro per il canone arretrato sui terreni sopra i quali nel frattempo i privati hanno costruito le loro case negli anni. Quindi sbrighiamoci a far decollare gli effetti applicativi di questa iniziativa che fortunatamente ha visto la sinergia di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. In realtà io mi riallaccio agli interventi che hanno fatto i miei colleghi e la presidente Ruocco perché sono stati più che esaustivi. Cento anni per poter risolvere la situazione di 200 famiglie e 132 immobili. La situazione attualmente era diventata insostenibile, come i colleghi hanno ricordato giustamente, per l'arrivo dall'Agenzia delle entrate di ingiunzioni di pagamento e addirittura pignoramento dei conti correnti. Ciò che fa piacere è che tutte le forze politiche trasversalmente hanno saputo reagire e trovare una soluzione comune.

Il provvedimento quindi vede Italia Viva favorevole come tutte le forze politiche: si dà giustizia a famiglie che, dopo cent'anni, rischiavano di perdere la propria abitazione e finalmente si dà una risposta concreta, visto che tutte le possibilità di transazione con l'Agenzia delle entrate non erano andate a buon fine.

Sembra una proposta di legge, quindi, di buonsenso; la modifica chiesta dalla Commissione bilancio, ovviamente, non poteva che arrivare, visto che, ormai, è una questione tecnica, ormai, la legge di bilancio era stata approvata e, quindi, il nostro auspicio, visto che con la buona volontà di tutte le forze politiche si è arrivati ad una discussione rapida del provvedimento, è che ritorni altrettanto urgentemente al Senato e che entro la fine del mese possa vedere la luce, in modo tale da dare una certezza a tutte le famiglie che ce l'hanno chiesto. Io penso che quando la politica, in maniera così trasversale e rapida, dà delle risposte ai cittadini, fa un buon servizio, non soltanto per se stessa, ma dimostra l'utilità di quest'Aula, di questo Parlamento e di questi luoghi che spesso, come ricordava prima l'onorevole Baldelli, vengono dileggiati nei social e nei giornali, ma, poi, quando in realtà poi bisogna risolvere i problemi, grazie alla buona volontà delle forze politiche si riescono a trovare delle ottime soluzioni. Quindi, Italia Viva non può che dichiarare il proprio voto favorevole e il proprio plauso per un'iniziativa di tutte le forze politiche avvenuta in tempi brevi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Graziano Da Chiusi, di Chiusi, appunto, in provincia di Siena, che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Ricordo a loro, come ho fatto poco fa, che siamo in presenza di una seduta che vede la partecipazione dei parlamentari interessati a portare il proprio contributo e, quindi, a intervenire sulle materie all'ordine del giorno.

Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2152-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare, in sostituzione del relatore, la deputata Carla Ruocco, presidente della VI Commissione. Prendo atto che non intende replicare.

Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo. A lei la parola.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, solo per confermare la disponibilità del Governo a collaborare, affinché l'iter di questo provvedimento sia, come auspicato anche negli interventi, veloce, e per sottolineare la soddisfazione per un provvedimento che ha visto una collaborazione così stretta tra il Parlamento e il Governo stesso.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione della mozione Zoffili ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero (ore 15,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Zoffili ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali Internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.

È iscritto a parlare il deputato Eugenio Zoffili, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00239. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Presidente, vado a illustrare questa mozione che ha una finalità e uno scopo, ovvero, una maggiore e una migliore promozione dei sistemi informatici dell'unità di crisi della Farnesina che sono dedicati agli italiani che si recano o che si trovano all'estero, una maggiore promozione tra la cittadinanza della app, dell'applicazione e dei portali Internet: Dovesiamonelmondo.it e ViaggiareSicuri.it.

Presidente, colleghi, la sicurezza esterna, ci tengo a fare questa premessa, è uno dei primi doveri dello Stato, infatti, se esso non garantisse i suoi cittadini contro le violenze esterne, se ognuno non si sentisse protetto dal proprio Stato, sarebbe inutile la consociazione e si cadrebbe nell'anarchia. In relazione a questo, è di grande insegnamento il filosofo inglese John Locke che voglio ricordare, oggi, anche per la situazione attuale della Brexit - infatti penso che dovremmo capire meglio il motivo per cui il Regno Unito non si riconosce più in questa Unione europea e convincerci finalmente ad incrementare la protezione verso i nostri concittadini -: affinché la libertà possa esistere è necessario che il Governo sia organizzato in modo da garantirne il godimento ed in tal senso la libertà di movimento deve essere accompagnata dalla sicurezza pubblica. A tale riguardo, l'unità di crisi della Farnesina rappresenta un'eccellenza ed è costantemente impegnata per proteggere i nostri concittadini all'estero, ma il passo successivo da compiere spetta a noi, che abbiamo il dovere di permettere la continua divulgazione di queste iniziative. Infatti, la nostra mozione vuole far sì che tutti possano essere a conoscenza degli strumenti a loro disposizione; non possiamo consentire che la sicurezza sia un privilegio di pochi, ma, al contrario, vogliamo permettere a tutti di avere gli strumenti per chiedere assistenza e consentire così allo Stato di compiere la sua funzione protettiva. Non vogliamo lasciare nessuno indietro, ma, per farlo, dobbiamo impegnarci per divulgare ulteriormente questi strumenti, affinché venga pienamente rispettato il diritto all'informazione.

Questa mozione, Presidente, ha una lunga storia; l'ho scritta per conto del gruppo della Lega e l'abbiamo depositata il 21 agosto scorso e ringrazio per la calendarizzazione; è mossa innanzitutto dalla necessità di garantire ai nostri cittadini all'estero un livello di assistenza sempre maggiore. Il mondo cambia velocemente e trovarsi in una situazione di emergenza seria è sempre, purtroppo, più probabile, testimone ne sia l'epidemia di Coronavirus di questi giorni. La rete diplomatica è spesso obiettivo di richieste risolvibili ad altri livelli e a volte tali uffici vengono intasati da istanze che possono essere facilmente risolte con i mezzi che l'elettronica mette a disposizione o da altri soggetti. Il Ministero degli affari esteri, la Farnesina, è dotato di un'unità di crisi dedicata in modo specifico all'assistenza degli italiani che si trovano all'estero, in situazioni di grave emergenza, quali attentati terroristici, calamità naturali, gravi tensioni sociopolitiche e pandemie. Quindi, quando parliamo dei piccoli inconvenienti della vita in viaggio che possono capitare ad ognuno di noi non stiamo parlando delle importanti questioni che coinvolgono la nostra unità di crisi.

La tecnologia ha permesso a ciascuno di noi di risolvere tutte quelle incomprensioni derivanti, ad esempio, dal non parlare una lingua comune, oppure dal non capire quali siano i comportamenti più appropriati da tenere in alcuni Paesi; ormai abbiamo tutti un vademecum portatile con il quale riusciamo ad orientarci persino nel deserto, quindi, forse, è il caso di utilizzare il telefonino, lo smartphone, almeno nei casi come questo, visto che potrebbe salvarci la vita ed è nostro dovere, anche da parlamentari, promuovere questi sistemi salvavita.

L'unità di crisi utilizza tali efficaci tecnologie per raggiungere le regioni più remote del mondo e per prevenire situazioni di crisi o pianificare interventi di soccorso, al fine di tutelare, non solo gli interessi degli italiani all'estero, ma anche quelli del nostro Paese. Da 34 anni l'unità di crisi della Farnesina è attiva e operativa; il suo lavoro si articola su cinque settori: analisi dei rischi, monitoraggio della presenza italiana nel mondo, prevenzione e informazione, predisposizione e verifica dei piani di emergenza, gestione delle crisi e interventi operativi. I componenti della squadra di tale unità sono 30 e l'unità è attiva sette giorni su sette, tutta la settimana, 24 ore su 24 e in tal modo riesce a gestire circa 500 casi all'anno, casi che vanno dagli atti di terrorismo alle gravi tensioni sociopolitiche, alle calamità naturali e alle pandemie, come abbiamo detto anche in precedenza. Ma i contatti che tiene l'unità di crisi e che gestisce ogni anno dalla sala operativa arrivano a ben 100 mila. Il portale ViaggiareSicuri.it riporta profili continuamente aggiornati di 220 Paesi; per profili si intendono informazioni generali, sicurezza, situazione sanitaria, cautele da adottare, mobilità, avvertenze e normative rilevanti per chi viaggia, ed una mappa sul sito Internet rende visibili circa 800 alert, al fine di identificare immediatamente aree di particolare cautela, allerte sanitarie e avvisi in evidenza. Tali dati vengono continuamente revisionati e aggiornati, circa 2 mila volte all'anno, e vengono visualizzati in media da circa 13 milioni di persone nello stesso periodo di tempo.

L'altro grande contributo dell'unità di crisi consiste nel sito dovesiamonelmondo.it, che consente a chi viaggia di segnalare il proprio itinerario e i propri riferimenti, in modo da permettere all'unità di crisi di pianificare in modo efficace e accurato eventuali interventi. Tale portale, da segnalare, è molto utilizzato dalle aziende italiane e circa 100 mila sono le registrazioni effettuate ogni anno da aziende italiane per il proprio personale in trasferta all'estero. Da fine giugno 2019 è disponibile la versione aggiornata dell'applicazione informatica che è scaricabile e consultabile su smartphone e tablet; è l'app della Farnesina per la quale è richiesta una semplice registrazione. Tale strumento, agile e di facile consultazione, integra tutti i servizi dei due portali e, tra l'altro, consente ai viaggiatori di geolocalizzarsi e ricevere le notifiche durante i transiti nelle aree più a rischio, permettendo, contestualmente, di comunicare in tempo reale la propria condizione durante una fase di crisi. La sala operativa dell'unità è aperta 24 ore al giorno e fornisce anche una crisis room virtuale per il coordinamento in tempo reale con l'ambasciata coinvolta nel caso di una situazione di emergenza. La Farnesina è impegnata a far conoscere a quanti più cittadini possibili l'attivazione di questa applicazione e le sue potenzialità, che, in un mondo di crisi non prevedibili e di sconvolgimenti climatici, permette agli italiani che viaggiano per qualsiasi motivo, ad esempio per studio, per lavoro, per vacanze e per salute, di essere sempre informati e prontamente soccorsi e assistiti attraverso strumenti di uso comune come il telefonino, lo smartphone e il tablet. Un esempio dell'utilità di tale app è particolarmente evidente in questi giorni di crisi mondiale per il diffondersi del nuovo Coronavirus, isolato tra gli altri - e qua va il nostro plauso - anche dall'Istituto nazionale malattie infettive “Spallanzani” di Roma proprio nella giornata di ieri. E proprio a proposito, al di là del consiglio di posticipare i viaggi non necessari in Cina, ed in particolare di evitare tutti i viaggi nella provincia dell'Hubei, si trovano sull'applicazione, sui siti, dati aggiornati sulla diffusione del virus e consigli pratici su come rimanere informati, su quali siano le linee aeree che non voleranno in Cina, Macao, Hong Kong e Taiwan, vista la decisione presa dal Governo di sospendere i voli con tali Paesi, anche se, come Lega, non capiamo esattamente perché Taiwan sia incluso in questa lista.

Per tutti questi motivi, noi vorremmo che il Governo si impegnasse maggiormente nella sua interezza a promuovere e incentivare ulteriormente la campagna istituzionale di sensibilizzazione con tutti i mezzi utili e necessari, anche attraverso spot dedicati sui principali organi di stampa, sulle TV, sui canali social, sui canali web e sempre del mondo dei social del Governo e di tutte le istituzioni di riferimento, per esempio la Polizia di Stato, in particolare la sezione dedicata ai passaporti, si impegnasse a promuovere maggiormente questi strumenti, che sono degli strumenti salvavita, utili e di fondamentale importanza, un'eccellenza tutta made in Italy, italiana, a livello internazionale. A tal proposito, abbiamo dato anche degli esempi chiari, concreti: si potrebbe pensare di avviare anche le procedure per apporre uno specifico riferimento scritto sui nuovi passaporti ed indicare una semplice frase: Registra qui il tuo viaggio sul sito dovesiamonelmondo.it - la dicitura esatta è indicata nel testo della mozione -, ovviamente coordinandosi a livello internazionale per quanto concerne gli standard da rispettare per una procedura del genere.

Chiediamo di avviare, in questa mozione, nel dispositivo, in particolare una mirata campagna informativa mediante apposito materiale elaborato dall'unità di crisi, quali poster, volantini, video istituzionali, altro materiale pubblicitario, e di predisporre delle iniziative nelle scuole superiori e nelle università, in tutte le sedi diplomatiche italiane, ci aggiungo anche i desk negli aeroporti delle compagnie aeree, le agenzie di viaggi. Vorremmo poi che il Governo si impegnasse, eventualmente anche ricorrendo ad accordi specifici con i gestori telefonici e le piattaforme online, a sottolineare l'importanza e l'utilità di registrarsi sul sito web della Farnesina attraverso l'apposita applicazione di cui in premessa, prevedendo, altresì, un'apposita sezione nella quale i concittadini possano indicare gli estremi delle polizze assicurative stipulate in previsione del viaggio.

Quest'ultimo aspetto - vado anche a spiegare perché abbiamo inserito le polizze assicurative e l'indicazione degli estremi nella mozione - è molto importante per noi, e per suo tramite mi rivolgo anche al Governo, da cui stiamo acquisendo delle integrazioni e delle modifiche a questa mozione. È importante per i nostri connazionali perché molti concittadini stipulano polizze assicurative, in particolare quando si recano in zone sensibili o in Paesi dove è obbligatoria tale copertura, e purtroppo il tempismo in caso di emergenza è tutto, ed è necessario che questi estremi delle polizze siano prontamente fruibili. Quindi, noi chiediamo di impegnare il Governo ad avviare le procedure per inserire in questa applicazione la possibilità di indicazione, per chi sottoscrive le polizze, di inserire gli estremi, in modo tale da poter consentire a chi poi presta soccorso dall'Italia, o, penso ai nostri diplomatici all'estero, una pronta assistenza ai connazionali che, purtroppo, si trovano in difficoltà.

Quella in esame è una mozione molto tecnica, però ci tengo a dire che l'abbiamo scritta con il cuore. Sono stato personalmente, anche con colleghi della Lega, non solo, penso anche ai colleghi della Commissione esteri, alla Farnesina e per ben due volte ho avuto modo di visitare e di apprezzare il lavoro dei trenta operatori che sette giorni su sette, h24, lavorano con grande professionalità nell'unità di crisi. Sono rimasto, Presidente, anche affascinato dalla loro dedizione e dall'impegno che ci mettono. Si interfacciano al computer o per telefono con persone che, magari, si trovano dall'altra parte del mondo, che si trovano realmente in difficoltà; hanno elaborato questi strumenti, qui sul telefonino c'è l'applicazione, sul sito Internet, e siamo all'avanguardia a livello di Paese Italia rispetto agli altri Paesi in questi sistemi di gestione. Il senso di questa mozione è portare l'applicazione, portare le diciture di questi siti Internet, il lavoro che fanno, in questo Parlamento e usare anche, nel senso buono del termine, i colleghi parlamentari e l'Aula per amplificarli e per promuoverli ulteriormente, perché sono strumenti utili e che servono veramente. Quindi, con tutto il mio cuore abbraccio uno ad uno i nostri funzionari dell'unità di crisi, ringraziandoli, e mi rivolgo, per suo tramite, alle altre forze politiche: spero che questa mozione possa essere votata e sottoscritta anche dagli altri colleghi deputati, pensando di far qualcosa di veramente utile per l'Italia e per la sicurezza dei nostri concittadini nel nostro Paese e all'esterno.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, signora rappresentante del Governo, il gruppo di Forza Italia condivide pienamente questa mozione e, in generale, tutte le iniziative volte ad implementare l'efficacia dei servizi e delle piattaforme istituiti presso il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per un sostegno sempre più tempestivo e costante ai nostri connazionali che si trovino all'estero in situazioni emergenziali. Iniziative certamente importantissime anche alla luce della recente emergenza sanitaria partita dalla Cina per divenire emergenza globale, ma che a volte non tengono in debito conto tutta quella parte di cittadini italiani che risiedono all'estero: infatti, per ogni cento italiani che risiedono nel nostro Paese ce ne sono quasi nove che invece vivono stabilmente all'estero. Secondo i numeri dell'ultimo rapporto della Fondazione Migrantes sono, infatti, poco meno di 5,3 milioni gli iscritti all'AIRE, italiani che hanno segnalato allo Stato di essere emigrati nel mondo. Anche a questi nostri connazionali dev'essere rivolta la nostra attenzione, consentendo loro, al pari di quanti viaggiano o si trovano occasionalmente all'estero, di fruire in situazioni di gravi emergenze delle informazioni e del supporto dello Stato italiano, supporto che, per chi non può fare rientro nella propria nazione, diviene ancora più significativo e necessario.

In tal senso, sarebbe auspicabile un potenziamento del personale degli uffici consolari. Infatti, a seguito della chiusura di numerosi consolati, avvenuta negli ultimi anni e causata dai tagli della spesa pubblica, che dal 2007 a oggi hanno coinvolto tutta la rete estera del Ministero, vi è stato un sostanziale blocco del turnover che andrebbe gradualmente superato. Io mi auguro che su questo aspetto si riesca a incidere già a partire dai prossimi mesi e, su questi aspetti, vista anche la sostanziale convergenza di tutte le forze politiche, richiediamo l'attenzione particolare dell'attuale Governo affinché si proceda celermente nella direzione indicata.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il collega Zoffili ha già in un lungo intervento enunciato le ragioni alla base di questa mozione, che non vuole essere una mozione meramente tecnica ma, come si è sentito, è fatta con il cuore per riconoscere quella che è una vera eccellenza italiana. In queste ore è sotto gli occhi di tutti l'esempio delle tre ricercatrici dello “Spallanzani” che hanno isolato il Coronavirus, ma è giusto sottolineare anche l'eccellenza dell'unità di crisi dove 30 persone lavorano giorno e notte, tutto l'anno, ogni giorno della settimana per 24 ore al giorno, assistendo i nostri connazionali all'estero in difficoltà.

Ma la Farnesina non assiste solo nel momento della difficoltà. Infatti, ci sono gli strumenti messi a disposizione dovesiamonelmondo.it e viaggiaresicuri.it. Inoltre, “mAPPamondo consolare” è l'app che riunisce in modo sinergico le risorse dei siti dovesiamonelmondo.it e viaggiaresicuri.it e si hanno a disposizione veramente degli strumenti eccezionali, strumenti eccezionali che, ad esempio, ci dicono in questo momento nel mondo cosa sta succedendo e quali sono le criticità Stato per Stato, con delle schede Paese dettagliate, accurate e aggiornate quotidianamente. C'è in corso l'eruzione del vulcano Taal nelle Filippine ma nello stesso Paese, come ben sappiamo, ci sono anche dei casi di Coronavirus così come ci sono in tanti altri Paesi del mondo, ad esempio in Canada. Qui si trovano anche informazioni sulle operazioni militari attuate dalla Turchia in Siria e viene sconsigliato assolutamente di viaggiare in quell'area. Si ricorda anche che, ad esempio, nella Repubblica Centrafricana c'è un alto rischio di contrarre la malaria e si ricorda peraltro che in alcuni Paesi dell'Europa come il Belgio c'è una forte presenza di foreign fighter di ritorno e un alto rischio, purtroppo, di attentati che già si sono verificati più volte negli ultimi anni.

Però, questa eccellenza va difesa e va promossa e questo era proprio l'intento della Lega, era l'intento della Lega che non può non stigmatizzare in quest'Aula, grazie anche alla presenza del Governo e rivolgendomi, per suo tramite, alla sottosegretaria Del Re, quanto accennato prima dal collega Zoffili, ossia che, come Lega, non capiamo perché sia stato incluso nel blocco dei voli anche Taiwan, se non, forse, perché lo si considera già o comunque una provincia cinese, cosa che non è e noi della Lega ci batteremo sempre perché questo non accada. Diverso - diverso! - sarebbe se ci fossero dei motivi di ordine sanitario per questa inclusione. Cina, che, peraltro, pur amica del Governo - si è visto nelle fasi iniziali di diffusione del Coronavirus - non ha gestito con trasparenza questa epidemia, che oggi è una pandemia.

I rischi durante i viaggi e le attività all'estero lavorative sono tanti e vanno dalle calamità naturali alla segnalazione, sempre tramite app e portali, delle zone con elevata radioattività, delle zone con alto inquinamento causato da incidenti industriali, aree, anche di singole città, con alta criminalità, terrorismo. Quindi, è essenziale registrarsi sul sito dovesiamonelmondo.it e dare alla Farnesina gli strumenti per aiutarci quando siamo all'estero, soprattutto in un mondo come il nostro ove la crisi del multilateralismo ormai evidente fa sì che il panorama globale sia sempre più incerto.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale.

EMANUELA CLAUDIA DEL RE, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Io, a nome della Farnesina e anche a nome del Governo chiaramente, sono felice che ci sia data l'opportunità di parlare, appunto, di un centro di eccellenza come l'unità di crisi della Farnesina e, quindi, ringrazio anche per le parole di apprezzamento. L'unità di crisi promuove da tempo una campagna di sensibilizzazione sulla consultazione del sito viaggiaresicuri.it che raccoglie informazioni su tutti i Paesi circa l'ordine pubblico, la criminalità, il rischio di terrorismo, rischi ambientali, aree di particolare cautela, situazione sanitaria, condizioni di viabilità, documentazione necessaria per l'ingresso, visti, formalità doganali e valutarie, normative locali rilevanti e altro. Questa campagna ricomprende anche l'importanza di registrarsi su dovesiamonelmondo.it prima della partenza.

L'unità di crisi ha sviluppato una nuova app gratuita per smartphone e tablet che integra tutti i servizi offerti dai siti viaggiaresicuri.it e dovesiamonelmondo.it. La nuova app si avvale di avanzate risorse di mappatura globale e offre agli utenti in viaggio all'estero la possibilità di geolocalizzarsi per ricevere notifiche durante i transiti nelle aree più a rischio e aggiornamenti in tempo reale su situazioni di pericolo. Inoltre, in caso di eventi critici, l'unità di crisi può inviare un safety check, un messaggio specifico destinato a uno o più utenti che si trovano in zona ai quali si chiede di confermare la propria incolumità. Questo non esaurisce, naturalmente, i contatti con l'unità di crisi ma consente a quest'ultima di meglio orientare le priorità nel rintraccio dei connazionali.

L'attività di prevenzione dei rischi promossa dall'unità di crisi si sviluppa in buona parte attraverso una capillare opera di informazione e di sensibilizzazione dei singoli connazionali che intendano recarsi all'estero. Al riguardo, la struttura si avvale della collaborazione di una serie di attori esterni, sia a livello istituzionale sia della società civile. Oltre a consolidati rapporti con ACI, per quanto riguarda le informazioni sulla mobilità, e con l'Istituto nazionale per le malattie infettive “Spallanzani”, per gli approfondimenti sanitari, l'unità di crisi ha da tempo avviato un'attività di sensibilizzazione del mondo del lavoro attraverso convenzioni ad hoc e servizi dedicati alle aziende, con il mondo della solidarietà internazionale e con le università. Come dimostra anche l'attuale situazione relativa al Coronavirus, l'iscrizione del proprio viaggio sul portale dovesiamonelmondo, accessibile sia da computer sia attraverso la app, è di fondamentale importanza per poter diffondere capillarmente e in tempo reale informazioni puntuali su una situazione di crisi, favorendo, quindi, scelte di viaggio informate e responsabili, e per poter stabilire rapidamente un contatto con chi si trovi in un'area colpita.

Il costante aggiornamento dei dati sulla presenza italiana all'estero è, inoltre, di fondamentale importanza per l'unità di crisi. Esso consente una corretta valutazione dell'esposizione dei connazionali ai diversi fattori di rischio in ciascun Paese e nelle singole aree e località e aiuta a pianificare in maniera più rapida e precisa l'attività di assistenza in situazioni di emergenza.

Proprio perché l'unità di crisi costituisce una vera eccellenza italiana e, naturalmente, proprio per tutte le motivazioni che abbiamo appena elencato, il Governo accoglie con favore le raccomandazioni contenute nella mozione oggi in discussione, volta ad intensificare ulteriormente la sensibilizzazione sull'utilizzo dei siti e delle applicazioni gestite dall'unità di crisi della Farnesina.

PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 16,22).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 1941-A, 1962-A, 1769, 1999-A, 1862 e 1956.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016 (A.C. 1941-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1941-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1941-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Iolanda Di Stasio.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Presidente, i tre accordi in esame tra l'Italia e la Repubblica di Colombia si inseriscono nell'ambito degli strumenti finalizzati a promuovere la cooperazione giudiziaria in materia penale con Paesi extraeuropei e a rendere più efficace il contrasto alla criminalità transnazionale. Nelle specifiche relazioni con la Colombia è centrale in tal senso la lotta al narcotraffico, che si alimenta degli intrecci anche tra i cartelli della droga colombiani e le organizzazioni criminali attive in Italia. Con riferimento al trattato di estradizione, Italia e Colombia si impegnano ad estradare le persone ricercate che si trovino nel proprio territorio, sia al fine di eseguire una misura privativa della libertà disposta nell'ambito di un procedimento penale, sia al fine di consentire l'esecuzione di una condanna definitiva. L'estradizione sarà concessa quando il fatto per cui si procede o si è proceduto nello Stato richiedente è previsto come reato anche dalla legislazione dello Stato richiesto, secondo il principio della doppia incriminazione. Per l'estradizione processuale è previsto un limite di pena edittale non inferiore a tre anni nel minimo, mentre per l'estradizione esecutiva è previsto un limite di pena pari ad un anno di pena residua da scontare. Le ipotesi di rifiuto obbligatorio dell'estradizione sono definite secondo quanto previsto dalle Convenzioni multilaterali in materia.

Per quanto attiene al Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale, l'ampiezza degli intenti perseguiti con esso è esplicitata nelle norme generali, laddove è previsto che le parti si impegnino a prestarsi reciprocamente la più ampia assistenza giudiziaria in molteplici settori, quali tra l'altro la ricerca e l'identificazione di persone, la notificazione di atti e documenti, la citazione dei soggetti coinvolti a vario titolo nei procedimenti penali, l'acquisizione e la trasmissione di atti ed elementi di prova, l'assunzione di testimonianze, compresi gli interrogatori di indagati e imputati, lo svolgimento e la trasmissione di perizie, le esecuzioni di attività di indagine, perquisizioni e sequestri, la confisca dei proventi del reato, l'intercettazione di comunicazioni e, in generale, qualsiasi altra forma di assistenza che non sia in contrasto con la legislazione della parte richiesta.

Coerentemente con i più moderni strumenti di cooperazione internazionale, il Trattato circoscrive l'ambito di operatività del cosiddetto principio della doppia incriminazione ai soli casi in cui la richiesta di assistenza giudiziaria abbia ad oggetto le esecuzioni di perquisizioni, sequestri e confische, o di altri atti che per loro natura incidano sui diritti fondamentali delle persone. Al di fuori di tali ipotesi, l'assistenza potrà essere prestata anche quando il fatto per cui procede lo Stato richiedente non sia previsto come reato nello Stato richiesto.

Da ultimo, il Trattato sul trasferimento delle persone condannate consente di trasferire i cittadini dei due Paesi contraenti, condannati e detenuti nell'altro Stato, nel Paese di origine per ivi scontare la pena residua. La finalità dell'Accordo è essenzialmente quella di favorire il reinserimento sociale della persona condannata, facendole scontare la pena nel luogo in cui ha saldi legami sociali e familiari. Il trasferimento potrà avvenire soltanto se la parte della condanna ancora da espiare sia pari almeno ad un anno e con il previo consenso del detenuto, che dev'essere informato delle conseguenze giuridiche che ne derivano.

A tal proposito, la relazione tecnica evidenzia che al momento risultano ristretti presso le strutture penitenziarie italiane per scontare la condanna definitiva 66 cittadini colombiani, a fronte di 36 nostri connazionali detenuti per giudizio irrevocabile in Colombia.

Tutto ciò premesso, segnalando che nel corso dell'esame in sede referente si è reso necessario aggiornare la norma sulla copertura finanziaria in considerazione dell'avvenuta conclusione dell'esercizio finanziario 2019 e della necessità di posticipare la decorrenza degli oneri attuativi a far data dall'anno 2020, facendo riferimento al nuovo triennio 2020-2022, ferma restando l'esigenza di precisare il carattere annuo degli oneri previsti a regime, auspico il più ampio consenso possibile sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel seguito dell'esame.

Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019 (A.C. 1962-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1962-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1962-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Santi Cappellani.

SANTI CAPPELLANI, Relatore. Presidente, io depositerei la relazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel seguito della discussione.

Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018 (A.C. 1769).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1769: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1769)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Iolanda Di Stasio.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Presidente, chiederei di depositare la relazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, sottosegretaria Del Re, si riserva di intervenire nel seguito della discussione.

Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019 (A.C. 1999-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1999-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Mirella Emiliozzi.

MIRELLA EMILIOZZI, Relatrice. Presidente, colleghi deputati e rappresentante del Governo, l'Accordo al nostro esame intende fornire una cornice giuridica idonea all'avvio di forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate italiane ed etiopi, al fine sia di consolidare le rispettive capacità difensive, sia di indurre indiretti effetti positivi in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi.

Come ha opportunamente ricordato la Commissione difesa nel suo parere alla III Commissione, un'intesa tra Italia ed Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa era stata firmata a Roma il 12 marzo 1998 senza essere mai entrata in vigore, anche in ragione del sopraggiunto conflitto tra Etiopia ed Eritrea, e del conseguente embargo disposto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla vendita e sulla fornitura di armi e di materiale militare di qualsiasi tipo ai due Paesi belligeranti. La situazione di tensione tra Etiopia ed Eritrea è finalmente cessata con la firma, nel settembre 2019, dell'accordo di pace promosso dalle Nazioni Unite e fortemente sostenuto dall'attuale Primo ministro dell'Etiopia, Abiy Ahmed, che ha inaugurato una nuova fase politica di riforme e di riconciliazione nazionale.

Quanto ai contenuti dell'Accordo, più diffusamente illustrati nel corso dell'esame in Commissione, in questa sede mi limito a ricordare, in particolare, l'articolo 2, che ne enuncia gli obiettivi di promozione della cooperazione nel settore della difesa sulla base di princìpi di reciprocità, uguaglianza e mutuo interesse, in conformità agli ordinamenti giuridici e agli impegni internazionali assunti dai due Paesi. L'articolo 3 enumera le materie della cooperazione, che sono: difesa e sicurezza, formazione e addestramento militare e assistenza tecnica, ricerca in ambito militare e supporto logistico, altri settori militari di reciproco interesse delle parti. L'articolo 4 è dedicato alla modalità della cooperazione, che avverrà attraverso scambi di visite e di esperienze, partecipazione a corsi, conferenze e fasi di apprendistato, promozione dei servizi militari di sanità, compresa la ricerca medica, supporto ad iniziative commerciali relative ai prodotti per la difesa, operazioni di sostegno alla pace. Al riguardo ricordo che attualmente l'Etiopia contribuisce prevalentemente con personale militare a quattro missioni di peacekeeping sotto egida ONU, tra cui quella dispiegata al confine tra il Sudan e il Sud Sudan. È previsto altresì l'impegno delle parti a garantire la tutela dei prodotti intellettuali derivanti dalle attività intraprese sulla base dell'Accordo secondo le leggi dei rispettivi ordinamenti e degli accordi internazionali in materia. Merita segnalare che l'entrata in vigore dell'Accordo consentirà al Ministero della Difesa, d'intesa con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, di svolgere attività di supporto in favore del Governo etiope in relazione all'eventuale acquisizione da parte dello stesso di materiali per la difesa prodotti dall'industria nazionale, nel rigoroso rispetto dei principi, delle norme e delle procedure in materia di esportazione di materiali d'armamento di cui alla legge n. 185 del 1990. Particolare rilievo assume anche l'articolo 10, relativo alla sicurezza delle informazioni classificate, in base al quale il loro trasferimento potrà avvenire solo attraverso canali intergovernativi diretti e approvati dalle rispettive autorità nazionali per la sicurezza. La durata dell'Accordo è stabilita in cinque anni, automaticamente rinnovabili per ulteriori periodi di pari durata, sino a quando una delle parti non decida, in qualunque momento, di denunciarlo, con effetto a 90 giorni. Per quanto attiene al disegno di legge di ratifica, mi preme segnalare che, nel corso dell'esame in sede referente, nell'esigenza di recepire il parere espresso dalla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, è stata aggiornata la norma di copertura finanziaria, al fine di fare decorrere gli esigui oneri attuativi riferibili a spese di missione a partire dall'anno 2020, fermo restando che il primo invio in Etiopia di rappresentanti italiani nell'ambito dell'attività di cooperazione militare, da svolgersi alternativamente nei due Paesi contraenti ai sensi dell'articolo 4 paragrafo 4.1 dell'Accordo medesimo, avrà luogo nel 2020. Tutto ciò premesso, auspico una rapida approvazione del disegno di legge di ratifica, dal momento che l'Etiopia è un partner prioritario dell'Italia nel Corno d'Africa, un punto di riferimento essenziale per la stabilità di una regione che ha rapporti di lungo corso col nostro Paese, e che riveste un ruolo strategico oggi per la sicurezza internazionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, sottosegretaria Del Re.

EMANUELA CLAUDIA DEL RE, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Presidente, ringrazio l'onorevole Emiliozzi, per averci dato l'opportunità di parlare di Etiopia, considerando che l'Etiopia è uno dei principali partner dell'Italia in Africa subsahariana. Ci legano il comune impegno a beneficio della stabilità e della sicurezza del Corno d'Africa, le intense relazioni economico-commerciali ed un articolato numero di iniziative nei settori della cooperazione allo sviluppo e della collaborazione culturale. L'Italia, peraltro, gode di una posizione di primissimo piano in Corno d'Africa: siamo considerati un interlocutore credibile, affidabile e senza agende nascoste. Sosteniamo quindi con convinzione l'agenda riformista del Primo Ministro etiopico Abiy, che potrebbe determinare positive ricadute regionali in termini strategici, in primo luogo per quanto riguarda la diminuzione dei flussi migratori, il contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti e l'avvio di dinamiche di sviluppo condivise, inclusive e realmente sostenibili. L'Accordo di difesa in esame, firmato lo scorso aprile, fornisce per la prima volta un quadro giuridico complessivo sul quale innestare future iniziative in tale settore, con importanti ricadute sul piano della stabilità.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003 (A.C. 1862).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1862: Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1862)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Avverto, inoltre, che con lettera in data odierna la presidente della Commissione affari esteri ha comunicato che la relatrice Angela Schirò ha rinunciato al suo mandato, e che le funzioni di relatore saranno svolte dalla deputata Iolanda Di Stasio. Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Iolanda Di Stasio.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Presidente, il disegno di legge in esame reca la ratifica del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, noto con l'acronimo di PRTR, fatto a Kiev nel maggio del 2003. Il testo, adottato dalla riunione straordinaria sulla Convenzione di Aarhus, relativa all'accesso all'informazione in materia ambientale, è stato finora ratificato da 32 Paesi e dall'Unione europea, ed è entrato in vigore nell'ottobre del 2009. Si tratta del primo strumento internazionale legalmente vincolante che obblighi le parti ad istituire inventari o registri nazionali sulle emissioni e dei trasferimenti in aria e acqua di specifiche sostanze inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e dagli stabilimenti industriali. Lo scopo principale del Protocollo è agevolare la partecipazione del pubblico ai processi decisionali in campo ambientale e di contribuire a prevenire e ridurre l'inquinamento dell'ambiente. Composto da 30 articoli e da quattro allegati, il Protocollo, adottato nel quadro dell'UNECE, cioè la Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, ricomprende ed ampia gli strumenti normativi già esistenti a livello di Unione europea e nazionale, ovvero l'inventario europeo denominato EPER, finalizzato a raccogliere le informazioni sulle emissioni in aria e in acqua di specifiche sostanze inquinanti, e la dichiarazione Ines, che in ambito nazionale ha assicurato, per il tramite dell'ISPRA, tale raccolta informativa. Il contenuto dell'atto internazionale risulta peraltro in concreto già attuato in Italia e nel territorio dell'Unione europea. Con il regolamento europeo n. 166 del 2006, infatti, relativo all'istituzione di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, è stata data attuazione a livello europeo del Protocollo, in particolare disponendo l'aggiornamento del precedente registro EPER e l'ampliamento del campo di indagine da 50 a 91 sostanze inquinanti, da 12 mila ad oltre 24 mila stabilimenti industriali, da 56 a 65 settori di attività. In Italia, nel dare attuazione alle disposizioni europee, sono state individuate le autorità competenti per la valutazione delle dichiarazioni PRTR: il Ministero dell'Ambiente e l'ISPRA; e sono state stabilite tempistica e modalità di presentazione della dichiarazione da parte degli interessati, vale a dire i gestori dei complessi industriali. Quanto ai contenuti, il Protocollo, dopo aver precisato scopo e definizioni, individua gli elementi fondamentali di un sistema di registri di emissione e trasferimenti di sostanze inquinanti, nonché i contenuti del registro, fissa quindi gli obblighi di comunicazione che ciascun Paese parte è tenuto a far rispettare ai gestori o ai proprietari degli impianti, nonché il periodo di notificazione, gli elementi necessari per la raccolta e registrazione dei dati, la valutazione qualitativa delle informazioni comunicate e la garanzia di accesso del pubblico alle informazioni.

Altre misure riguardano l'accesso alla giustizia per quanti si ritengano lesi nei proprio diritti informativi, la cooperazione internazionale e le riunioni fra le parti e gli strumenti di modifica del Protocollo. Il Protocollo è inoltre dotato di propri organi interni: la riunione delle parti, l'organo decisionale preposto all'implementazione del documento internazionale, e il segretariato. Infine il protocollo detta norme per la risoluzione delle controverse, esclude che possano essere ammesse delle riserve al testo e stabilisce le modalità per la sua denuncia. Gli allegati al testo individuano le attività, le sostanze inquinanti, le operazioni di smaltimento e recupero e la procedura di arbitrato in caso di controversie. Nell'auspicare ampio consenso sul provvedimento da parte di quest'Aula, segnalo che dall'attuazione del provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dal momento che le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente risultano congrue ai fini dello svolgimento delle attività previste già dal Protocollo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, sottosegretaria Del Re, che però si riserva di farlo. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009 (A.C. 1956).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1956: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1956)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Iolanda Di Stasio.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Grazie, Presidente. L'adozione di questo Accordo, oltre ad essere raccomandata da organismi finanziari internazionali, quali la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, si inserisce nel contesto generale di ampliamento della rete di accordi sulla promozione e protezione degli investimenti stipulati dall'Italia con particolare riferimento ai Paesi dell'Asia centrale. L'intesa si compone di un breve preambolo e da quindici articoli dei quali mi accingo ad illustrare i più significativi.

L'articolo 2, in materia di promozione e protezione degli investimenti, prevede che ciascuna parte incoraggi gli investitori dall'altra parte ad investire nel proprio territorio, assicurando l'assenza di misure discriminatorie e la continuità del trattamento giuridico.

L'articolo 3 riguarda il trattamento nazionale e la clausola della nazione più favorita, per la quale le parti si impegnano a garantire agli investimenti - comprese le attività connesse - e ai redditi ricavati dagli investitori nel proprio territorio, un trattamento non meno favorevole di quello concesso agli investimenti effettuati e ai redditi ricavati dai propri cittadini o da investitori di Stati terzi.

L'articolo 4 prevede l'indennizzo anche in caso di risarcimento di danni derivati da guerre, rivoluzioni, rivolte, stati di emergenza o avvenimenti similari.

L'articolo 5 riguarda gli interventi di nazionalizzazione o esproprio e stabilisce che gli investimenti effettuati da soggetti appartenenti ad uno degli Stati contraenti non potranno costituire oggetto di nazionalizzazioni, espropriazioni, requisizioni o altre misure con analogo effetto se non per fini pubblici o per motivi di interesse nazionale e dietro corresponsione di un adeguato risarcimento.

L'articolo 6, in materia di rimpatrio di capitale, utili e reddito, stabilisce che ognuna delle parti contraenti si impegni a garantire il diritto per l'investitore dall'altra parte a stabilire nel proprio territorio, dopo aver assolto gli obblighi fiscali, tutti i capitali investiti e guadagnati.

Vengono stabilite, inoltre, procedure arbitrali affidate ad organi imparziali per la composizione delle controversie che dovessero insorgere tra le parti stesse in relazione a questioni di interpretazione o applicazione dell'Accordo o tra investitori e parti contraenti.

L'articolo 13 consente alle parti contraenti e ai loro investitori di avvalersi di disposizioni più favorevoli di quelle dell'Accordo in esame, qualora siano previste dal diritto internazionale generale o pattizio oppure da leggi e regolamenti interni delle parti contraenti.

In materia fiscale viene, altresì, previsto che le norme dell'Accordo non limitano l'applicazione delle disposizioni nazionali volte a prevenire l'evasione o l'elusione fiscale.

La durata dell'Accordo è prevista in dieci anni con rinnovo automatico per cinque anni, salvo denuncia di una delle due parti da inoltrare almeno un anno prima della scadenza.

Nel far presente che il disegno di legge reca una clausola di invarianza finanziaria, ricordo che Italia e Turkmenistan presentano punti di vista convergenti su molti dossier di politica estera e si sostengono reciprocamente in occasione di rispettive candidature presso organismi internazionali. Il nostro Paese apprezza, in particolare, lo status di neutralità permanente del Turkmenistan riconosciuto a livello internazionale con risoluzioni delle Nazioni Unite; così come è positivamente considerata dal Governo turcmeno la politica estera imperniata sul dialogo e sulla soluzione diplomatica delle controversie adottata dal nostro Paese.

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, sottosegretaria Del Re, si riserva di intervenire successivamente.

Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 4 febbraio 2020 - Ore 11:

1. Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni .

(ore 16)

2. Seguito della discussione delle mozioni Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 e Bagnasco ed altri n. 1-00321 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari .

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 1149 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BOTTICI ed altri: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia (Approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato). (C. 2152-A)

e dell'abbinata proposta di legge: FOGLIANI ed altri. (C. 2041)

Relatore: MANIERO.

4. Seguito della discussione della mozione Zoffili ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero .

5. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016. (C. 1941-A)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019. (C. 1962-A)

Relatore: CAPPELLANI.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018. (C. 1769)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019. (C. 1999-A)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003. (C. 1862)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009. (C. 1956)

Relatrice: DI STASIO.

La seduta termina alle 16,50.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SANTI CAPPELLANI (A.C. 1962-A)

SANTI CAPPELLANI, Relatore. (Relazione – A.C. 1962-A). Illustre Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, la recente Convenzione italo-uruguayana al nostro esame disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie fra Roma e Montevideo.

Essa introduce i presupposti giuridici per l'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi e per un'equilibrata ripartizione della materia imponibile tra i due Stati.

Analogamente ad un altro provvedimento previsto all'ordine del giorno concernente la Colombia, la Convenzione in oggetto pone anche le basi per una cooperazione tra le Amministrazioni fiscali, conformemente ai più recenti parametri internazionali, e incorpora i requisiti obbligatori derivanti dalle raccomandazioni del progetto dell'OCSE e dell'organizzazione del G20 denominata BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) in materia di contrasto all'elusione e allo spostamento artificioso delle basi imponibili. La relazione illustrativa specifica, infatti, che tra gli scopi della Convenzione vi è anche quello di prevenire fenomeni elusivi o di abuso, in conformità alla disciplina italiana sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuenti, di cui al decreto legislativo n. 128 del 2015.

Nel suo complesso, la Convenzione costituirà il quadro giuridico di riferimento nel cui contesto le imprese italiane operanti in Uruguay - tra le quali importanti aziende nel settore dell'energia, come Terna, e delle infrastrutture, come Ferrovie dello Stato - potranno operare in condizioni concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata.

Venendo sinteticamente ai contenuti dell'accordo, l'ambito oggettivo di applicazione della Convenzione, di cui all'articolo 2, è circoscritto, per l'Italia, all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle società (IRES) e all'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

Tra le disposizioni più significative segnalo l'articolo 5, che definisce i presupposti della “stabile organizzazione” in presenza dei quali un soggetto non residente rientra sotto la potestà impositiva dello Stato contraente sul cui territorio viene svolta l'attività di impresa (cosiddetto «Stato della fonte»).

Particolare rilievo assume infine l'articolo 25 in materia di scambio di informazioni fiscali. Tale disposizione è conforme al più recente parametro internazionale, di cui all'articolo 26 del modello di Convenzione contro le doppie imposizioni predisposto dall'OCSE, prevedendo anche il superamento del criterio dell'interesse delle informazioni per l'amministrazione finanziaria dello Stato richiesto, nonché del segreto bancario.

Segnalo che nel corso dell'esame in sede referente si è reso necessario aggiornare la norma relativa alla copertura finanziaria per corrispondere al parere espresso dalla Commissione Bilancio con riferimento alla avvenuta conclusione dell'esercizio finanziario 2019, alla necessità di posticipare al 2020 la decorrenza degli oneri derivanti dall'attuazione della Convenzione, facendo riferimento al nuovo triennio 2020-2022, ferma restando l'esigenza di precisare che i medesimi oneri sono costituiti da minori entrate.

Conclusivamente, nell'auspicare una rapida approvazione del provvedimento, mi preme segnalare che esso s'inserisce in un quadro di relazioni bilaterali da sempre eccellenti anche grazie ai fortissimi vincoli storici, culturali e alla presenza di una vasta collettività italiana e di origine italiana, particolarmente numerosa e influente.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: IOLANDA DI STASIO (A.C. 1769)

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. (Relazione – A.C. 1769). Illustre Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, come già il provvedimento precedente, la Convenzione in esame disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie fra l'Italia e la Colombia e prevede, pertanto, i presupposti giuridici utili all'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi, nonché alla realizzazione di un'equilibrata ripartizione della materia imponibile tra i due Stati.

Lo strumento normativo bilaterale costituirà un quadro giuridico stabile, nel cui contesto le imprese italiane potranno operare in Colombia e avere rapporti economici e finanziari con soggetti di tale Paese in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata, tutelando altresì gli interessi generali dell'amministrazione finanziaria italiana.

La Convenzione, infatti, stabilisce gli istituti della cooperazione amministrativa previsti nelle più recenti evoluzioni del modello di convenzione dell'OCSE contro le doppie imposizioni, nonché quelli derivanti dalle raccomandazioni del progetto dell'OCSE-G20 in materia di contrasto dei fenomeni di elusione e spostamento artificioso delle basi imponibili, comunemente detto «BEPS» (Base Erosion and Profit Shifting).

La Convenzione tratta i principali aspetti inerenti alla tassazione dei redditi da capitale, di impresa e da lavoro. In particolare, relativamente alle imposte considerate, figurano per l'Italia l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), l'imposta sul reddito delle società (IRES) e l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

Segnalo, come specificità di questo Accordo, che l'articolo 26 prevede, sempre conformemente al modello di convenzione dell'OCSE, un istituto di cooperazione amministrativa che si sostanzia nell'assistenza alla riscossione delle imposte che uno Stato vanta nei confronti di residenti dell'altro. In proposito, ricordo che la Colombia risulta firmataria della Convenzione dell'OCSE e del Consiglio d'Europa in tale materia, ma con la riserva di definire tale particolare aspetto di cooperazione a livello bilaterale.

Mi preme sottolineare che il disegno di legge è corredato da una relazione tecnica nella quale, in merito ai profili di quantificazione, si precisa che la Convenzione produce conseguenze sul gettito con riferimento sia alla tassazione sui canoni sia ai crediti d'imposta per imposte assolte all'estero: tali effetti, tuttavia, risultano compensativi e pertanto, complessivamente, non si registrano variazioni di gettito.

Colgo l'occasione per esprimere al rappresentante del Governo l'auspicio, emerso nel corso dell'esame in sede referente, affinché il Governo trasmetta sollecitamente al Parlamento tutti i trattati siglati in materia di doppie imposizioni, trattandosi di materia essenziale per la promozione degli scambi commerciali e il sostegno alle esportazioni del nostro Paese.