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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 297 di venerdì 31 gennaio 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Grimoldi è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Chiarimenti e iniziative di competenza in merito all'incremento del costo dei noli marittimi, con particolare riferimento agli effetti sui costi a carico degli autotrasportatori e ai prevedibili aggravi per i consumatori finali - n. 2-00621)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno, Marino ed altri n. 2-00621 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Bernardo Marino se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

BERNARDO MARINO (M5S). La illustro, grazie, Presidente. Signor Vice Ministro, dal 1° gennaio scorso è entrata in vigore la Convenzione internazionale IMO 2020, che obbliga gli armatori a utilizzare combustibile a basso tenore di zolfo. È un provvedimento che non può che essere salutato con favore, perché va concretamente verso la strada della sostenibilità e lo fa concretamente. Vorrei ricordare che la soglia di zolfo oggi tollerata nell'olio combustibile navale è dello 0,5 per cento m/m (massa per massa), contro il 3,5 per cento che rappresentava la soglia precedente; è, dunque, di un taglio importante che ci porta non troppo distanti dai limiti che sono ancora più stringenti e che sono già in vigore nelle cosiddette zone ECAs, il Baltico, il Mare del Nord, parte delle coste nordamericane e canadesi e anche di quelle caraibiche, Portorico, Isole Vergini; per poter solcare quelle acque è obbligatorio, infatti, utilizzare un carburante con tenore di zolfo dello 0,1 m/m. Ed è questo, tra l'altro, l'obiettivo che ci si pone; come ha sottolineato anche recentemente il ministro Costa, è proprio verso lo 0,1 per cento che dovremmo andare anche nelle nostre acque.

Perché è importante questa direttiva? Perché gli ossidi di zolfo che finiscono in atmosfera a causa della combustione sono dannosi per la salute umana. Le popolazioni che vivono a ridosso delle aree portuali possono infatti essere soggette a gravi patologie polmonari e a difficoltà respiratorie. Ma questi elementi chimici rilasciati in atmosfera in grandi quantità, sono anche tra i responsabili principali del fenomeno delle piogge acide, che causano danni ai raccolti, alla vegetazione in genere, alle foreste e contribuiscono, inoltre, all'acidificazione degli oceani e attentano alla salute delle specie acquatiche. La portata di questo fenomeno delle emissioni di ossidi di zolfo è salita vertiginosamente con l'aumento esponenziale del traffico navale. Era, quindi, importante correre ai ripari.

Come per tutti i cambiamenti, però, siamo, oggi, nella fase più difficile, quella in cui tutti gli operatori del mare devono adeguarsi a questa novità e che noi, come Governo e Parlamento, dobbiamo essere capaci di fronteggiare per evitare che una svolta benefica per la collettività, per la salute pubblica e per la salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo si trasformi in un'emergenza economica e sociale per chi è costretto a utilizzare le navi per svolgere la propria attività, il proprio lavoro; mi riferisco in particolare all'anello debole della catena: le aziende di autotrasporto e le imprese che hanno sede nelle isole del nostro Paese. Con l'entrata in vigore della nuova normativa, infatti, le compagnie di navigazione sono state costrette a installare motori adatti per l'utilizzo di GPL oppure a installare meccanismi che processano i gas di scarico, oppure, ancora, ad acquistare carburante navale con un tenore di zolfo adeguato alla nuova normativa, correttivi i cui costi vengono fatti ricadere sugli utenti, in particolare sul trasporto delle merci. Gli aumenti tra il 20 e il 30 per cento dei noli marittimi rischiano di incidere pesantemente, dunque, sul sistema di import-export delle isole e si ripercuoteranno inevitabilmente sul consumatore finale.

In quale modo, Vice Ministro, il Governo procede per aiutare questa difficile, ma necessaria transizione? Ciò che si chiede primariamente è se gli aumenti prodotti dalle compagnie siano o meno congrui rispetto ai costi sopportati, perché io credo sia necessaria un'attività di vigilanza su una materia così delicata. Poi, chiedo se sia stata valutata la possibilità di far valere i nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi emanati dalla Commissione europea nel 2004, perché quelle disposizioni, a nostro avviso, rendono possibile l'utilizzo di incentivi finalizzati alla sostenibilità ambientale, senza che vengano considerati, appunto, aiuti di Stato.

Ricordo che discutiamo, oggi, di un tema particolarmente sentito, specialmente in Sardegna e in Sicilia, dove si sono registrate forti proteste e anche un blocco dei porti, il 7 gennaio scorso. Chiedo, anche alla luce delle interlocuzioni in corso, se ci siano delle fondate speranze di giungere a una soluzione della problematica, in maniera tale da evitare che una disposizione giusta, necessaria per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia dell'ambiente, si riveli una iattura per la parte più debole di un sistema economico importante e strategico per il nostro Paese e in particolare per le nostre isole, come il trasporto delle merci via mare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti Giancarlo Cancelleri, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Marino per avere posto un tema di assoluta attualità; la problematica dell'incremento del costo dei noli marittimi a partire dal 1° gennaio 2020, con le conseguenti ricadute sul settore del trasporto di merci da e verso le isole, è stata recentemente segnalato dalle associazioni di categoria dell'autotrasporto che hanno richiesto un incontro urgente con l'amministrazione. Il 7 gennaio ultimo scorso, si è tenuta una prima riunione congiunta con le associazioni armatoriali e quelle dell'autotrasporto, nell'ambito della quale entrambe hanno esposto le proprie posizioni. In particolare, le associazioni armatoriali hanno evidenziato come l'aumento sia conseguente all'entrata in vigore delle norme internazionali IMO 2020, che impongono l'abbattimento del tenore di zolfo dei combustibili utilizzati dalle navi, e per i conseguenti notevoli investimenti che gli armatori debbono affrontare per l'installazione di scrubber a bordo, peraltro possibile solo per alcune tipologie di navi (navi di costruzione più recente).

Gli armatori hanno rappresentato come, nel corso degli ultimi anni, attraverso l'utilizzo delle “autostrade del mare”, i costi di trasporto da e per le isole siano notevolmente diminuiti. Il Ministero sta valutando tutte le possibili iniziative da adottare e, nell'ambito delle interlocuzioni avviate, volte ad affrontare con il massimo impegno le problematiche anzidette, segnalo infatti che tra poche ore si terrà un ulteriore incontro congiunto fra le parti presso il Ministero, con l'obiettivo di individuare soluzioni che siano condivise con le associazioni dei settori economici interessati. Il Ministero provvederà a comunicare al più presto gli esiti delle interlocuzioni.

PRESIDENTE. Il deputato Bernardo Marino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente. Sì, accolgo con soddisfazione e anche fiducia il fatto che il Governo si stia impegnando con i vari tavoli tecnici e che anche oggi sia prevista una nuova riunione in merito; è il segno evidente che la situazione non viene sottovalutata e viene, appunto, valutata con attenzione. Non le sarà sfuggito, Vice Ministro, che questa interpellanza urgente vede anche la firma di un altro partito di maggioranza, i colleghi sardi del Partito Democratico l'hanno infatti sottoscritta, insieme ad altri colleghi sardi del MoVimento 5 Stelle, questo fa capire qual è il rilievo del tema, in particolare in Sardegna.

D'altro canto, parliamo anche di sostenibilità e questo è uno dei temi chiave del MoVimento 5 Stelle, come dimostrano le diverse iniziative in atto durante questa esperienza di Governo. Ricordo anche che, a breve, la questione ambientale che riguarda i nostri mari tornerà al centro dell'attenzione, nel momento in cui quest'Aula discuterà la risoluzione firmata dalla collega Deiana che riguarda la sicurezza in uno dei tratti di mare più belli, ma anche delicati e pericolosi al mondo, che sono le Bocche di Bonifacio, solcate purtroppo ancora da navigli con carichi pericolosi che, spesso, non si avvalgono di piloti professionisti per poter transitare in sicurezza.

Sempre ritornando al tema della Convenzione IMO 2020, ricordo che questa disposizione è importante anche dal punto di vista economico, se vogliamo, perché potrebbe favorire, crediamo che sia così, il ricambio della flotta, dal momento che probabilmente i costi necessari che gli armatori dovranno sopportare per l'adeguamento delle navi più vecchie indurranno le compagnie ad avvalersi di unità di nuova generazione, quindi, con un ricambio delle flotte.Vorrei anche sottolineare come questo è un altro passo avanti sul fronte ambientale che l'organismo marittimo internazionale sta facendo, perché questa convenzione segue la Ballast water management, che riguarda la gestione delle acque di zavorra e dei sedimenti e che è stata adottata nel 2004 ed è in vigore dal 2017. Una convenzione, un accordo che serve a prevenire gli effetti della diffusione di organismi acquatici nocivi che, attraverso proprio le acque di zavorra, possono essere trasportati da un'area all'altra, creando ovvie problematiche di carattere ambientale. Quindi, chiudo con un attestato di fiducia rispetto al lavoro che il Governo sta svolgendo, ricordando che i riflettori su questa vicenda sono accesi da tempo in Sardegna e anche in Sicilia, e che ci si attende, dunque, che da queste interlocuzioni arrivino al più presto risultati utili per tutta la comunità e soprattutto, ripeto, per le imprese sarde e siciliane e per le aziende di autotrasporto.

(Chiarimenti in merito allo stato di avanzamento dei lavori sul tratto autostradale A16 Napoli-Canosa e iniziative di competenza volte alla sospensione o alla riduzione delle tariffe del relativo pedaggio autostradale - n. 2-00622)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Maraia ed altri n. 2-00622 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Maraia se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie, Presidente, procedo all'illustrazione. La gestione della rete autostradale è disciplinata da un corpo normativo costituito da norme di legge, decreti, delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), oltre che, ovviamente, dalle clausole convenzionali relative ai singoli rapporti concessori. In via preliminare, si segnalano le principali normative: la legge 21 maggio 1955, n. 463, che stabilisce la disciplina generale delle concessioni per la costruzione e gestione di tratte autostradali; l'articolo 11 della legge 23 febbraio 1992, n. 498, che, tra l'altro, assegna al CIPE la competenza ad emanare direttive sulla revisione delle concessioni autostradali e in materia tariffaria; la legge 24 dicembre 1993, n. 537, che ha avviato il processo di privatizzazione del settore e ha introdotto l'obbligo per i concessionari di pagare un canone annuo sui proventi netti da pedaggio; il decreto legislativo 26 febbraio 1994, n. 143, che, inoltre, ha stabilito compiti e poteri spettanti alle società concedenti e la delibera CIPE n. 319 del 20 dicembre 1996, che ha fatto del piano finanziario l'elemento di verifica del servizio e ha aggiornato le modalità di adeguamento tariffario.

In particolare, l'articolo 2, comma 83, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e successivamente modificato dall'articolo 1, comma 1030, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, alla lettera “a” statuisce: «la determinazione del saggio di adeguamento annuo delle tariffe e il riallineamento in sede di revisione periodica delle stesse in ragione dell'evoluzione del traffico, della dinamica dei costi nonché del tasso di efficienza e qualità conseguibile dai concessionari».

Ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 72 del 2014, le strutture del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti svolgono le seguenti funzioni, che ora elenco: selezione dei concessionari autostradali e relativa aggiudicazione; vigilanza e controllo sui concessionari autostradali, inclusa la vigilanza sull'esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e il controllo della gestione delle autostrade il cui esercizio è dato in concessione; approvazione dei progetti relativi ai lavori inerenti alla rete stradale e autostradale di interesse nazionale, che equivale a dichiarazione di pubblica utilità e urgenza ai fini dell'applicazione delle leggi in materia di espropriazione per pubblica utilità.

Inoltre sono competenti anche su: la proposta di programmazione del progressivo miglioramento e adeguamento delle autostrade in concessione; la proposta in ordine alla regolazione e variazioni tariffarie per le concessioni autostradali; la predisposizione degli atti necessari per la trattazione del contenzioso relativo alle materie di competenza; la vigilanza sull'attuazione, da parte dei concessionari, delle leggi e dei regolamenti concernenti la tutela del patrimonio delle autostrade in concessione, nonché la tutela del traffico e della segnaletica. Inoltre, tra i vari compiti c'è anche la vigilanza sull'adozione, da parte dei concessionari, dei provvedimenti ritenuti necessari ai fini della sicurezza del traffico sulle autostrade medesime. Tramite i competenti uffici, il Ministero svolge, pertanto, le funzioni di concedente, compresa la vigilanza sull'intero settore autostradale, e si evidenzia che è deputato prioritariamente ad individuare e contrattualizzare, tramite le nuove convenzioni o tramite il riaffidamento di concessioni già scadute, la gestione delle nuove tratte autostradali mediante procedure di gara o affidamento tramite l'istituto del project financing, nonché all'aggiornamento dei nuovi piani economico-finanziari. Gli ambiti operativi maggiormente significativi afferiscono ai seguenti aspetti, che qui elenco: espletamento delle procedure concorsuali per l'individuazione dei nuovi concessionari; aggiornamento e revisione convenzioni vigenti e piani economico-finanziari; verifica del rispetto degli obblighi concessori sotto l'aspetto gestionale, amministrativo, tecnico e finanziario; verifica tecnica dello stato dell'infrastruttura concessa; verifica del mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse, attraverso la manutenzione e la rapida e tempestiva riparazione delle stesse; controllo amministrativo e tecnico sui lavori, nonché monitoraggio sull'attuazione dei programmi d'investimento e delle manutenzioni; controllo tecnico sulla progettazione dei lavori autostradali; sistema di erogazione di sanzioni e penali; sistema di contabilità regolatoria; individuazione di un benchmark ai fini dell'ammissibilità dei costi operativi; valutazioni e analisi delle stime di traffico.

Negli ultimi tempi, il tratto autostradale A16 Napoli-Canosa, detto anche «Autostrada dei due mari», gestito da Autostrade per l'Italia Spa, è stato interessato da continue interruzioni e restringimenti della carreggiata, che hanno fortemente rallentato la circolazione degli automezzi, arrecato disagi agli utenti e favorito situazioni di pericolo. Ciò è avvenuto anche a causa di lavori in corso da molto tempo, ed è il caso, ad esempio, delle opere effettuate sul ponte all'altezza dello snodo di Castel del Lago, cioè la rampa di accesso al casello di Benevento. Si evidenzia, inoltre, il ripetersi di episodi particolarmente gravi, come l'incidente stradale sul viadotto di Acqualonga avvenuto il 28 luglio 2013, nel quale perirono quaranta persone.

Chiedo se, alla luce di quanto esposto, il Ministro interpellato intenda valutare la possibilità di effettuare, attraverso gli organismi competenti, un monitoraggio sul tratto autostradale A16 Napoli-Canosa, al fine di chiarire lo stato di avanzamento dei cantieri e individuare i punti maggiormente critici, causa di rallentamenti e restringimenti di carreggiata. Inoltre, chiedo se intenda valutare la possibilità di adottare le iniziative di competenza per disporre, in forza delle succitate normative ed attraverso le competenti strutture ministeriali, la sospensione o, in alternativa, la riduzione delle tariffe del pedaggio sulla stessa autostrada A16 Napoli-Canosa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Giancarlo Cancelleri, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente, e grazie all'onorevole Maraia per l'interpellanza. In aggiunta a quanto evidenziato dagli onorevoli interpellanti in merito alla disciplina dei rapporti concessori autostradali, ricordo che il decreto-legge n. 109 del 2018 ha attribuito all'Autorità di regolazione dei trasporti, ART, la competenza per la revisione dei sistemi tariffari dei pedaggi che si basano sul metodo del price cap e che recepiscono i livelli di efficientamento corrispondenti alle tratte maggiormente virtuose. Attualmente i rapporti concessori sono oggetto di procedure di aggiornamento che, oltre a recepire i nuovi sistemi tariffari, prevedono significativi programmi di riqualificazione e potenziamento rispondenti ad una maggiore esigenza di sicurezza.

I programmi già imposti dal concedente prevedono, tra l'altro, la sostituzione delle barriere laterali di vecchio impianto e l'adeguamento dei viadotti alla nuova normativa tecnica. L'effettuazione di tali interventi comporta l'apertura di cantieri, con l'inevitabile restringimento delle corsie.

In ogni caso, si evidenzia che in sede di programmazione vengono individuate le modalità di esecuzione che assicurino il minimo disagio all'utenza. Analogo criterio è stato adottato anche con riguardo alle limitazioni sulla tratta autostradale A16 conseguenti ai provvedimenti di sequestro delle barriere adottati dall'autorità giudiziaria. Per tale specifica infrastruttura il concessionario sta predisponendo i progetti di sostituzione che, a seguito dei relativi lavori, consentiranno il transito sull'intera sezione autostradale. Assicuro che il MIT, in qualità di concedente, è costantemente impegnato per garantire una significativa riduzione della tempistica nelle fasi approvative dei progetti e di affidamento dei lavori. Da ultimo, con specifico riguardo alla sospensione temporanea o alla riduzione dei pedaggi, si evidenzia che gli uffici del Ministero stanno verificando la fattibilità di tale ipotesi, oltre ad altre eventuali misure compensative.

PRESIDENTE. Il deputato Generoso Maraia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GENEROSO MARAIA (M5S). Presidente, sono parzialmente soddisfatto e riconosco, comunque, l'impegno del Ministero in questa fase molto delicata. Infatti, riconosco l'impegno a garantire una significativa riduzione della tempistica nelle fasi di approvazione dei progetti e di affidamento dei lavori nonché a verificare la fattibilità della soluzione di sospendere temporaneamente o di ridurre i pedaggi sull'autostrada A16, oltre ad altre eventuali misure compensative. Infatti, quello che io chiedo, in particolare, è una compensazione rispetto ai disagi che stanno vivendo attualmente ogni giorno i pendolari, i lavoratori e gli automobilisti che, appunto, percorrono tale arteria e credo che sia ingiusto nei loro confronti chiedere un pedaggio anche elevato, una tariffa anche elevata, a fronte di un servizio che manca, a fronte di un'autostrada che è diventata, né più né meno, che una strada comunale o interpoderale e che crea numerosi pericoli, in quanto i numerosi restringimenti stanno causando numerosi e altrettanti incidenti. Opportunamente il Ministero ha tenuto a precisare che all'autorità di regolazione dei trasporti, l'ART, è attribuita la competenza per la revisione dei sistemi tariffari dei pedaggi. Però, ci tengo a precisare che questo compito, insomma, inizia dal 1° gennaio 2020 e, quindi, non c'è nessuna retroattività. Tuttavia, intendiamo rimarcare che le strutture del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti svolgono, appunto, funzioni di vigilanza sull'operato dei concessionari anche per quanto concerne l'esecuzione di opere nonché di proposte in merito alle regolazioni e alle variazioni tariffarie, in conformità al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 72 del 2014.

Io ringrazio il Ministero per il riscontro fornito, rinnovando, al tempo stesso, l'invito a continuare e a potenziare un monitoraggio attento sullo stato di avanzamento di opere e cantieri oltre che sulle condizioni di sicurezza, soprattutto sulle condizioni di sicurezza della A16, in linea con quanto richiesto e atteso soprattutto dai cittadini, auspicando una celere definizione da parte del Ministero delle procedure volte a verificare la riduzione e la sospensione delle tariffe del pedaggio sulla stessa autostrada A16 Napoli-Canosa.

Non entro nei dettagli, però ci tengo a fare un esempio: il sequestro delle barriere laterali da parte della procura della Repubblica di Avellino, che sta compiendo un'indagine molto importante ed estesa anche a tutto il territorio nazionale, impedisce la possibilità dell'accesso alle piazzole di sosta o di emergenza. Quindi, eventuali avarie dei mezzi o malori dei conducenti mettono in serio pericolo l'intero traffico e l'intera circolazione. Mi sembra assurdo che bisogna pagare per non avere nessun vantaggio rispetto alle strade comunali ma, soprattutto, è assurdo pagare un pedaggio per mettere in pericolo la propria vita. Ha fatto bene il Ministro a specificare che la necessità di sostituire le barriere laterali non nasce dall'attività di controllo dello stesso Ministero bensì dai provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria, nello specifico dalla procura di Avellino. A tal proposito ringrazio il procuratore Rosario Cantelmo e il PM Fabrizio Ciccone di Ariano Irpino per il lavoro di indagine che stanno svolgendo dal 28 luglio 2013, quando, all'altezza del viadotto di Acquaviva, un autobus è precipitato causando 40 morti. Un evento, questo, che ha anticipato ciò che è successo a Genova e che spero non si ripeta più.

(Iniziative volte al contrasto dell'immigrazione illegale, con particolare riferimento agli sbarchi nel sud della Sardegna - n. 2-00616)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Deidda ed altri n. 2-00616 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Salvatore Deidda se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario e componenti del Governo, ringrazio perché questa, devo dire, personalmente è la prima risposta che arriva dal Ministero dell'Interno a delle mie interrogazioni e questo anche a partire al primo Governo Conte; non ho mai ricevuto risposta alle interrogazioni scritte e, quindi, apprezzo lo sforzo, ma è una tematica che in Sardegna dura da anni, ha visto vari Esecutivi affrontarla ma senza risultati, considerato che sono centinaia gli arrivi nelle coste del Sulcis da inizio anno, sono migliaia negli scorsi anni e si tratta a volte di soggetti che più volte sono stati espulsi e ritornano sempre nelle coste della Sardegna, nel tentativo poi magari di scomparire nel territorio italiano.

L'immigrazione algerina non è mai stata come gli altri tipi di immigrazione, per esempio come quella dall'Africa subsahariana o dall'Africa centrale. Gli algerini non richiedono a volte il permesso di soggiorno ma vogliono solamente un decreto di espulsione che gli permetta di lasciare la Sardegna e di andare nel resto d'Italia. Questo è stato provato e anche denunciato dai sindacati di polizia, che denunciano, peraltro, che è difficile poi identificarli perché poi forniscono generalità false e bisogna sempre attendere tempo ma, soprattutto, poi vengono portati in un centro dove hanno libero accesso e anche libera uscita e infatti poi diventano senza fissa dimora. In più, devo dire che purtroppo arrivano nelle nostre spiagge, in una spiaggia, quella di Porto Pino, che è, dal punto di vista turistico, di pregio, arrivano al bar, c'è un'organizzazione dietro, vanno a fare colazione e aspettano l'arrivo dei carabinieri per andare poi nel centro di Cagliari o vicino ai dintorni di Cagliari. Questo è l'aspetto un po' preoccupante, cioè che possono arrivare nelle spiagge e sbarcare. I giornalisti hanno testimoniato come hanno delle vedette, che poi segnalano le coste con delle torce, e c'è soprattutto un sito, che si “Haraga”, dove ci sono le spiegazioni di come partire, descrivono il viaggio e, quindi, c'è dietro un'organizzazione che purtroppo dal porto di Annaba li porta nelle coste della Sardegna. Addirittura, nel 2018, alla fine al 2018, il Ministro algerino ha denunciato che dovrebbero essere circa 200 o 250 i morti tra le persone che hanno provato a partire dal porto di Annaba verso la Spagna o la Sardegna, ma qui non ci sono dati certi. C'è chi dice che ci sia una nave madre che porta questi barchini vicino alle coste o vicino alle acque territoriali. Per questo noi abbiamo sempre chiesto una maggiore sorveglianza e l'utilizzo della marina non per un blocco navale ma per un controllo di quelle che sono le acque territoriali italiane e, nel caso, per aiutare gli algerini a controllare questo fenomeno, che purtroppo non si arresta. Ci sono stati tutti i tentativi diplomatici fatti anche dall'ex Ministro Minniti, che aveva dichiarato: “Stiamo risolvendo”, e poi anche quest'ultimo, durante l'approvazione di un ordine del giorno dei 5 Stelle in uno degli ultimi “decreti sicurezza”, aveva promesso maggiori controlli, però, purtroppo, gli algerini continuano ad arrivare e, purtroppo, continuano a delinquere, alcuni continuano a delinquere con rapine e altri tipi di atti che, ripeto, gli permettono di avere un decreto di espulsione che poi permette loro di lasciare l'isola.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Deputati, gli sbarchi di migranti sulle coste meridionali della Sardegna avvengono con fasi alterne da circa 15 anni e generalmente hanno luogo con arrivi frazionati, spesso imprevedibili in qualsiasi ora del giorno e della notte. Si tratta quasi esclusivamente di migranti di nazionalità algerina che, in condizioni di mare calmo e con piccole imbarcazioni di ridotte capacità di trasporto, riescono a raggiungere direttamente la costa meridionale della provincia di Cagliari ricompresa tra i comuni di Teulada e Sant'Antioco.

Gli stranieri, generalmente di sesso maschile, sono organizzati in piccoli gruppi a bordo di due o tre imbarcazioni per ogni singolo evento. Le informazioni acquisite nell'immediatezza degli eventi confermano come possa ritenersi costituita una stabile rotta dall'Algeria verso la Sardegna, prevalentemente percorsa da giovani algerini spinti alla traversata da situazioni di precarietà in cui versano nel loro Paese, e probabilmente anche incentivati dallo scambio di informazioni tramite Facebook che si è avuto modo di documentare. Le destinazioni finali dichiarate sono la Francia e la Germania, ove gli stessi riferiscono di avere parenti o conoscenti. Gli sbarchi, agevolati come è noto da condizioni meteo marine favorevoli, negli ultimi anni hanno avuto un andamento decrescente: da 1.989 migranti giunti nel 2017 si è passati ai 1.012 del 2018 (meno 49 per cento rispetto al 2017), mentre nel 2019 ne sono sbarcati 894 (meno 11 per cento rispetto al 2018). Devo anche evidenziare che, ove i migranti riescano a raggiungere autonomamente la costa, sono prontamente rintracciati dalle forze di polizia, e che i cittadini algerini non propongono, se non in casi sporadici, alcuna domanda di protezione internazionale.

In tale contesto, si è reso necessario approntare quindi un particolare dispositivo di accoglienza, soprattutto in considerazione delle operazioni sanitarie e di polizia che conseguono al loro rintraccio. In particolare, i migranti sono condotti nel centro di primo soccorso e accoglienza allestito nel comune di Monastir; qui ricevono le visite mediche da parte di personale della ASL e sono avviati alle procedure di identificazione svolte dalle forze di polizia. Dal 20 gennaio scorso è operativo in Sardegna, nel comune di Macomer, anche un centro per i rimpatri con capacità di 50 posti. Per quanto attiene ai possibili naufragi avvenuti durante le traversate verso la Sardegna, risulta documentato un unico episodio risalente al 16 novembre 2018, allorquando la capitaneria di porto di Cagliari intervenne per soccorrere tre cittadini stranieri a bordo di un barchino con il motore in avaria. Al momento del soccorso si apprese che altri dieci stranieri, loro compagni di viaggio, giunti in vista della costa si erano tuffati in mare per raggiungere a nuoto la terraferma. Le ulteriori ricerche avviate nell'immediatezza dell'informazione consentirono di recuperare le salme di due uomini, mentre non fu possibile rintracciare gli altri superstiti od altri corpi, pur a fronte delle capillari operazioni di ricerca effettuate anche con l'ausilio di mezzi aerei e di sommozzatori. Gli onorevoli interpellanti prospettano anche che i migranti algerini si sarebbero resi colpevoli di diversi reati contro le persone e/o contro il patrimonio, causa questo di un maggior senso di insicurezza che sarebbe avvertito dalla popolazione. Dalle notizie acquisite emerge tuttavia che non si siano verificati particolari episodi delittuosi, così come non si siano registrate da parte della popolazione locale denunce e richieste di intervento delle forze di polizia per la commissione di reati.

Sotto il profilo preventivo e per il contrasto al fenomeno del traffico di migranti via mare verso le coste della Sardegna, desidero precisare che viene in ogni caso regolarmente effettuata una mirata attività di vigilanza, con l'impiego sia di mezzi aerei che di unità navali: proprio questa attività ha permesso di individuare all'interno delle acque territoriali parte dei natanti impiegati per l'immigrazione clandestina, di scortarli nei luoghi di approdo e di garantire nel contempo salvaguardia della vita umana e sicurezza pubblica. Aggiungo che lo specchio di Mar Mediterraneo teatro degli arrivi dalle coste algerine è da tempo all'attenzione delle istituzioni europee, ed in particolare all'agenzia Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che coordina infatti già da alcuni anni l'operazione Themis. Su richiesta del nostro Paese, ed al fine di un più incisivo monitoraggio e controllo dei flussi migratori che transitano via mare dal Nord Africa al Sud della Sardegna, Themis è stata anche potenziata con l'impiego nella regione di un ulteriore assetto aeronavale, cui conferiscono mezzi e personale anche di altri Stati. Aggiungo che, al fine di implementare la sorveglianza delle coste meridionali sarde e dello stesso canale di Sardegna, grazie all'impiego di fondi europei, è in corso la realizzazione di una stazione radar nell'area di Capo Carbonara, in provincia di Cagliari. Con la stessa finalità operano la guardia costiera di Cagliari e la Guardia di finanza, che nell'ultimo anno ha incrementato le ore di pattugliamento con conseguente incremento della capacità di sorveglianza. Ancora, il Ministro della Difesa ha comunicato come la Marina militare italiana sia impegnata nel Mediterraneo centrale con il dispositivo Mare Sicuro, che, pur con funzioni di sorveglianza e di sicurezza marittima, contribuisce all'azione di deterrenza e contrasto ai traffici illeciti e all'immigrazione illegale. Il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha altresì rappresentato come l'Algeria stia efficacemente lavorando al contrasto delle reti di trafficanti di esseri umani e dell'immigrazione irregolare, intensificando i controlli della frontiera marittima e di quella terrestre. Le autorità algerine hanno riferito al nostro Dicastero degli Esteri di aver contrastato nel 2019 3.053 tentativi di immigrazione irregolare via mare e di aver salvato 331 persone nel Mediterraneo. Informo, infine, che nel corso degli ultimi due anni l'attività di contrasto al traffico di migranti provenienti dall'Algeria ha portato all'arresto di 17 cittadini algerini, mentre, per quanto concerne le procedure di rimpatrio, nel 2019 sono stati 200 i cittadini algerini allontanati dal territorio nazionale, dei quali 83 respinti alla frontiera, 72 riammessi nei paesi di provenienza e 45 rimpatriati a seguito di decreto di espulsione o respingimento.

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sì, sono soddisfatto. Ringrazio il sottosegretario per aver elencato con chiarezza le misure che il Governo sta portando avanti: le riporterò in Sardegna con soddisfazione, sperando appunto di vedere celerità e più controlli. Perché è vero che non ci sono troppi fenomeni delittuosi, però quelli che ci sono ci hanno creato effettivamente insicurezza. Quello che ci desta preoccupazione è che fino adesso sono stati quasi tutti algerini; hanno incominciato ad arrivare anche i libici e altre nazionalità, poche persone; il problema è che, se ci si accorge che quella è una rotta abbastanza sicura, e anche comoda, perché come ha detto, tra la Sardegna e l'Algeria a volte si vede quasi la terra in lontananza, abbiamo paura che ci siano altre questioni legate alla sicurezza. Anche perché fino adesso, come ha detto, sono giovani che sono molto occidentali, hanno le caratteristiche occidentali, vogliono vivere in Occidente e sperano di vivere in Occidente; il problema è che se arriva qualcuno malintenzionato nelle spiagge senza controllo, come è successo in altre parti del mondo, con intenzioni terroristiche o di altro tipo, la questione si pone. Bene quindi queste misure, e speriamo che ci siano adeguati controlli e speriamo bene.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 3 febbraio 2020 - Ore 14:

1. Discussione sulle linee generali della mozione Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi ed altri n. 1-00193 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari .

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

S. 1149 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BOTTICI ed altri: Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia (Approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato). (C. 2152-A)

e dell'abbinata proposta di legge: FOGLIANI ed altri. (C. 2041)

Relatore: MANIERO.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Zoffili ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero .

4. Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016. (C. 1941-A)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019. (C. 1962-A)

Relatore: CAPPELLANI.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018. (C. 1769)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019. (C. 1999-A)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003. (C. 1862)

Relatrice: SCHIRÒ.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009. (C. 1956)

Relatrice: DI STASIO.

La seduta termina alle 10,10.