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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 292 di martedì 21 gennaio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 gennaio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Daga, De Menech, Luigi Di Maio, Gallinella, Gebhard, Giorgis, Lupi, Rosato, Schullian e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento (A.C. 2302-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2302-A: Conversione in legge del decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento.

Ricordo che nella seduta del 20 gennaio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2302-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, tale ultimo parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che, fuori della seduta, le proposte emendative 1.8 Martino, 1.03 Buratti e 1.070 Fragomeli sono state ritirate dai presentatori.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, gli articoli aggiuntivi 1.031, 2.017 e 2.018 Centemero, già dichiarati inammissibili in sede referente, in quanto non strettamente attinenti alla materia oggetto del provvedimento.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'emendamento 1.51 D'Attis, volto a estendere l'ambito di applicazione temporale e soggettivo della misura dell'assegno straordinario per il sostegno al reddito in favore dei lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia, nel quadro dei processi di agevolazione all'esodo.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

Prego, deputato Mancini.

CLAUDIO MANCINI, Relatore. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione del 2.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che è l'emendamento conseguente all'osservazione della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Quindi, il relatore ci comunica che il parere è contrario su tutti gli emendamenti, eccezion fatta per il 2.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Chiedo, a questo punto, al Governo di esprimere il proprio parere.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Tateo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.53 Gemmato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, noi abbiamo presentato pochissimi emendamenti, e lo abbiamo fatto nella convinzione che, attraverso il dibattito d'Aula, avremmo potuto migliorare il provvedimento, un'aspirazione che da parlamentari ci sembra assolutamente scontata.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputata Lucaselli, un attimo soltanto di pausa. Cerchiamo di dare l'opportunità ai colleghi deputati di fare silenzio, di prendere il loro posto in Aula. Attenda ancora un attimo. Colleghi, per cortesia, in alto sulla mia destra… Comencini…

Prego, a lei la parola.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Dicevamo che abbiamo tentato di apportare quello che, secondo noi, è un principio fondamentale, di cui probabilmente, anzi sicuramente questo decreto-legge non si occupa: accanto alla questione finanziaria, e quindi ovviamente alla tutela e al salvataggio di un sistema bancario che oggi rappresenta l'unica possibilità per territori molto piccoli di avere aria ed ossigeno rispetto al tessuto economico… Presidente, posso…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Non è possibile! Chi ha bisogno di parlare può farlo, ovviamente, ma non in Aula mentre un collega sta svolgendo il proprio intervento! Flati, può prendere posizione, per cortesia, ed evitare di conversare in Aula?

Prego, riproviamo, deputata Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, chiedo ovviamente scusa ai colleghi se sto interrompendo le loro discussioni e il loro dibattito, ma ci pare che la questione relativa a Banca Popolare di Bari sia una questione, soprattutto per il Mezzogiorno, davvero rilevante. Soprattutto perché questo emendamento – se i colleghi avessero l'accortezza di ascoltare – si occupa della tutela dei risparmiatori: perché in questo decreto-legge si parla di tutto, tranne che delle vere vittime di questa vicenda, che, come tutti sappiamo, ha anche dei risvolti giudiziari, e ciò pone l'accento e l'attenzione su quello che sta accadendo in maniera ancora più forte.

Attraverso questo emendamento del collega Gemmato - io gli chiederei il permesso di sottoscriverlo insieme a lui - si richiede una maggiore attenzione rispetto proprio alle categorie più deboli, che sono i risparmiatori, perché il decreto è stato impostato esclusivamente sulle necessità finanziarie e di ricapitalizzazione degli istituti di credito. Questo, secondo noi, può essere sicuramente un inizio, ma vorremmo che proprio attraverso il dibattito d'Aula si potesse ampliare anche alla tutela dei più piccoli, che restano poi, alla fine, sostanzialmente gli indifesi.

Sappiamo, siamo assolutamente consapevoli che quello che richiediamo ha la necessità di una copertura finanziaria, e sappiamo anche che i 900 milioni sono stati, per la loro complessità, destinati alla questione finanziaria. Ed è proprio questo il punto che noi vogliamo porre in evidenza: avremmo voluto, all'interno di quelle somme stanziate per la ricapitalizzazione e quindi per la questione finanziaria, una parte che venisse invece destinata per quei risparmiatori e a tutela dei risparmiatori che oggi aspettano una copertura e un ristoro delle loro posizioni. Chiedo dunque al Governo che l'emendamento venga accantonato, affinché possa essere rivalutato nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non so se il suo appello all'accantonamento possa essere recepito: vedo la contrarietà del relatore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, intervengo ringraziando la collega Lucaselli, perché ero stato chiamato al Comitato dei nove e quindi non ho potuto prontamente prendere la parola.

In estrema sintesi, questo emendamento mira ad introdurre un principio: il principio sacrosanto per cui, nel salvataggio della Banca Popolare di Bari, diventino centrali i risparmiatori, diventino centrali gli azionisti. Perché, leggendo il testo dell'articolo 1, i 900 milioni dovrebbero essere finalizzati al rafforzamento patrimoniale mediante i versamenti in conto capitale in favore di Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale Spa, affinché questa promuova, secondo logiche di mercato, condizioni per lo sviluppo di attività finanziarie. Non si parla dei risparmiatori. Io chiedo allora all'Aula che venga introdotto come principio base; e mi permetto di correggere la collega Lucaselli, in questo caso non c'è bisogno di copertura finanziaria. Noi introduciamo semplicemente, sottosegretario, un principio:…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …che nel compendio generale dell'articolo venga inserita la parola “risparmiatori” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente, così come richiedono nell'emendamento, come ricordano nell'emendamento, si parla di violazioni massive: vorrei ricordare all'Aula che lo abbiamo creato noi, il Fondo, il FIR per risarcire i risparmiatori e le violazioni massive, è una creazione di questo Governo, perché questo Governo mette…

PRESIDENTE. Un attimo soltanto, sottosegretario, scusi. Colleghi! Grazie, deputato Romano. Prego, sottosegretario, a lei la parola.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare all'Aula che in questo emendamento si parla di violazioni massive e si parla del famoso FIR, del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori, che abbiamo creato noi. Questo Governo ha fatto sì che le violazioni massive potessero essere prese in considerazione per risarcire, appunto, i risparmiatori; quindi, per noi, il tema dei risparmiatori e del risarcimento rimane centrale - lo ribadisco in Aula -, ma questo provvedimento è un passo precedente ad un'eventuale liquidazione della banca. Non parliamo di una banca in liquidazione, ma parliamo di una banca che questo Governo vuole far ripartire e far sviluppare in tutto il Sud, in tutto il Sud d'Italia: quindi, l'intervento per i risparmiatori non può che essere, eventualmente, successivo alla proposta che gli operatori messi in campo da questo Governo faranno agli azionisti, che dovranno loro - loro -, decidere se continuare con l'operazione messa in campo o, eventualmente, votare anche contrario all'assemblea degli azionisti. Allora, in quel caso, come già detto non solo da noi, ma anche dal Ministro Gualtieri in Commissione, ci sarà la massima tutela dei risparmiatori, così come c'è stata in passato. Per questo, in questo emendamento, in questo momento, non è il caso di farlo entrare, semplicemente per questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Nessuno toglie il merito al MoVimento 5 Stelle o, comunque, al Parlamento tutto di aver introdotto il FIR e, quindi, di essere in favore dei risparmiatori, ma proprio per questo, sottosegretario, non capiamo perché non inserire, in questo momento, la dicitura - attenzione -, che serve a chi ascolta il Palazzo a capire che la politica è vicina ai risparmiatori. È un atto di indirizzo di intenti, che non vincola sicuramente l'azione politica che lei opportunamente sottolineava: non vedo le due cose in contrasto, possiamo benissimo compendiarle con questo.

Anticipo: probabilmente, l'emendamento successivo introduce i profili che lei in questo momento evocava, ma questa è una enunciazione di principio che, a mio avviso, ribadisco, può andare incontro alle esigenze dei tanti risparmiatori anziani, truffati dalla Banca Popolare di Bari che, oggi, vedrebbero in noi un appiglio al quale aggrapparsi e guardare con maggiore trasparenza e serenità al futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 D'Attis, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

L'emendamento 1.8 Martino è stato ritirato prima della seduta; passiamo quindi all'emendamento 1.10 Nevi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Nevi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.54 Gemmato, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è relativo ai 900 milioni di euro che ci apprestiamo a dare ad Invitalia ed è relativo, soprattutto, al fatto che i risparmiatori, i 70 mila azionisti, obbligazionisti della Banca Popolare di Bari, possano avere una luce di speranza, possano avere un emolumento che faccia ben sperare per il futuro. Noi, sostanzialmente, chiediamo che, dei 900 milioni di euro destinati ad Invitalia, 300 milioni vengano destinati ai risparmiatori truffati dalla Banca Popolare di Bari, ai sensi delle disposizioni previste dal FIR. Ritengo questo un emendamento di buonsenso, che, ripeto, serve a ridare fiducia al sistema bancario italiano in generale e al tessuto economico e sociale barese che, in questo momento, vede una profonda offesa sulla sua pelle. Non parliamo soltanto di aziende, di piccole e medie aziende in difficoltà, ma parliamo, soprattutto, di tanti piccoli risparmiatori, di anziani, di giovani, di donne, che si erano affidati, per quel meccanismo di prossimità e di fiducia che contraddistingue le banche popolari, alle stesse e che, oggi, si ritrovano ad essere truffati. Il valore delle azioni è passato da più di 9 euro a 2,36 euro e le stesse, nel mercato secondario, non hanno valore perché non vengono scambiate. Sostanzialmente, oggi, si trovano anziani, ottantenni, novantenni, che, in barba a qualsiasi protocollo MiFID, hanno acquistato, impiegando gli interi proventi del proprio lavoro di una vita, le liquidazioni, centinaia di migliaia di euro unicamente vincolate a questi prodotti finanziari, ad un unico prodotto finanziario, che sono, appunto, le azioni della Banca Popolare di Bari, e oggi stanno subendo non solo un danno di carattere economico - e lo dico da farmacista -, ma anche danni di carattere fisico e mentale, perché oggi si sentono truffati dalle persone che, per anni, avevano frequentato con fiducia. Per questo chiedo al Governo uno sforzo, semplicemente per rappresentare che esiste una politica che sta a fianco dei truffati della Banca Popolare di Bari, che lo possono immediatamente leggere. Come? Dicendo, in questo emendamento, che noi destiniamo 300 milioni di euro per i truffati della Banca Popolare di Bari. Ritengo sia una misura accoglibile, perché voglio ricordare all'Aula che i 900 milioni di euro sono una prima tranche soltanto per il 2020, poi, ci saranno delle tranche, evidentemente, a venire. Nelle audizioni che vi sono state in Commissione finanze, tutti, partendo dalla Banca d'Italia, non sanno a quanto ammonta il buco provocato dalla Banca Popolare di Bari, quindi è di tutta evidenza che questo è un primo intervento. Quindi, nel primo intervento, si può pensare, come atto simbolico, ai truffati della Banca Popolare di Bari, agli azionisti ed obbligazionisti che, in questo momento, guardano a noi con fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento in esame nel solco di quello che il collega Gemmato ha già sostanzialmente spiegato in maniera molto chiara. Il punto è inserire un principio non soltanto una copertura e, attraverso l'emendamento e attraverso la richiesta di destinazione di questi 300 milioni, noi chiediamo che all'interno del decreto-legge venga inserito il principio attraverso il quale si può riconoscere ai risparmiatori il diritto a vedersi risarciti per un danno incolpevole che hanno subito. Ovviamente, questo è semplicemente un inizio: nessuno può sapere oggi la quantificazione generale e totale di quanto verrà ritrovato poi all'interno della questione debitoria di Banca Popolare, chiediamo, però, che venga inserito il principio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario. Ne ha facoltà. Prego, silenzio per favore, colleghi.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Riprendo l'argomento che ha illustrato prima il collega Villarosa. Non c'è nessuna obiezione sull'idea di fondo che i risparmiatori vanno tutelati. Come sapete negli ultimi anni, con accentuazioni diverse legate alle diverse sensibilità, i vari Governi hanno affrontato il tema: dalla istituzione del FIR nella legge di bilancio del 2017 all'ampliamento delle risorse fatte nel 2018, e così via. I problemi sono due: uno è la copertura, l'altro, più di fondo, è che noi non possiamo dare per scontato in questo decreto-legge che la Banca Popolare di Bari è già fallita. Questo significherebbe introdurre il tema del rimborso ai risparmiatori che noi presumiamo, in termini di decreto, di dover affrontare qualora si realizzassero le condizioni. Peraltro, voglio dire che il FIR è già istituito e, quindi, non ci sarebbe problema di accesso nel momento in cui alcuni risparmiatori si ritrovassero nelle condizioni di coloro che già ne possono usufruire. Quindi, la nostra obiezione e la raccomandazione è di evitare di introdurre un tema che è ovvio nella percezione generale, ma che assumerebbe il significato di affermare in principio nel decreto attuale che presumiamo che la Banca Popolare di Bari si avvii al fallimento. Tutto il decreto è impostato per il contrario, ossia per evitare che si avvii al fallimento e per lavorare sul rilancio. Come sapete, il tema è aperto ad una evoluzione: noi abbiamo inserito nel decreto una rigorosa forma di monitoraggio progressivo sia da parte dei responsabili della banca di Bari sia da parte del MEF e, proprio nel momento in cui avverrà, se avvenisse la scissione, è chiaro che tutti gli strumenti al Parlamento sono disponibili e, nella ovvia speranza e nella presunzione che la banca non fallisca, ci muoviamo. Se ci trovassimo in una condizione difficile è già scontato che affronteremo il problema perché il FIR c'è già, ma anche con provvedimenti ad hoc. Per questo adesso è inopportuno inserire il tema della tutela del risparmiatore, che non ha il significato comprensibile che è stato detto di dare un segnale positivo a loro favore, ma rischia di dare un segnale contrario, cioè di dire: guardate che la banca sta fallendo, quindi ci preoccupiamo di coprirvi. Quando e, qualora ciò avvenisse, la copertura ci sarà.

PRESIDENTE. Con le precisazioni del sottosegretario Baretta, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Gemmato, con parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione V (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 1.55 Gemmato, con il parere contrario della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è in linea con gli altri. Sostanzialmente, noi diciamo: sganciamo 300 milioni di euro e li facciamo regolamentare non dal FIR, dal Fondo indennizzo risparmiatori, ma chiaramente da un apposito fondo nel quale si va a regolamentare l'accesso a questi quattrini.

Approfitto della dichiarazione di voto - non l'ho fatto prima per non dilungarmi - ringraziando il sottosegretario Baretta per la risposta. Però, sottosegretario, mi permetto di farle notare e lo dico anche al sottosegretario Villarosa: è questo atteggiamento che ha portato alla sfiducia nei risparmiatori e sarà oggetto della mia dichiarazione di voto, cioè il fatto che dal 2010, cioè dieci anni fa, la Banca d'Italia ha fatto dei primi rilievi e poi puntualmente si è detto ai risparmiatori baresi: ma non vi preoccupate, va tutto bene. Non si è commissariata la banca perché non si voleva generare scompiglio nei risparmiatori; non si sono intraprese attività perché il famoso mercato non avrebbe potuto capire cosa stesse succedendo. Questo atteggiamento da struzzo, cioè di mettere la testa sotto la sabbia, ha provocato ciò che oggi sta avvenendo.

Allora, se noi continuiamo a dire ai risparmiatori baresi, in occasione della conversione di un decreto-legge, “non vi preoccupate, tanto va tutto bene, stiamo salvando la banca”, immagino che non facciamo un'operazione verità; continuiamo a prendere in giro i risparmiatori baresi.

Per questo ritengo di inserire questo punto in linea di principio; ripeto e ci tengo a lasciare agli atti dell'Aula queste mie parole: il buco non si fermerà a 900 milioni; il buco, purtroppo, non si fermerà a 900 milioni. Questo Stato dovrà investire ben altro se vuole salvare questa banca: quindi, nell'alveo dei 900 milioni, nell'alveo di quanto noi andremo a investire, oggi dire che si possono vincolare 300 milioni di euro per i risparmiatori e non dire che va tutto bene, non continuare a dire che va tutto bene ai risparmiatori che ci osservano da casa e hanno paura perché i risparmi di una vita sono andati in fumo.

Allora, rispetto a questo noi dovremmo parlare, sottosegretario, e la ringrazio - lo dicevo al collega Deidda - nelle vostre puntuali risposte che sono sintomo che credete nel problema e che siete sul pezzo e date risposte, cosa che in realtà non avviene sempre da parte dei vostri colleghi e non lo dico in tono di polemica.

Ma proprio per questo, visto che avete a cuore i problemi dei risparmiatori baresi, pugliesi, meridionali, diamo un senso di discontinuità, diamo il senso della vicinanza dello Stato a chi per dieci anni ha ascoltato con le proprie orecchie che tutto andava bene: glielo ha detto Bankitalia; l'ha detto il FIR; lo hanno detto tutti, salvo poi verificare che un giorno sono andati in banca e gli hanno detto: guarda, che i tuoi 10 mila, 100 mila euro, frutto dei sacrifici di una vita, non sono carta straccia, perché la carta straccia almeno è tangibile, non sono nulla perché non sono vendibili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.55 Gemmato, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). Siamo tutti in attesa del Governo… il Governo c'è.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Tateo con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

L'emendamento 1.51 D'Attis è inammissibile. Gli emendamenti 1.03 Buratti, 1.070 Fragomeli e 1.012 Gebhard sono stati ritirati.

Passiamo direttamente all'emendamento 1.014 Centemero.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.014 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sugli identici emendamenti 1.019 Giacomoni e 1.021 Centemero con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… no, chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione perché aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giacomoni. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Grazie, Presidente. Io volevo soltanto invitare il Governo a riflettere su questo emendamento, perché a me risulta che fosse già stato dato un parere favorevole in sede di approvazione della manovra al Senato. Quindi, a me sembra strano che adesso il Governo, su questo provvedimento, visto che sta dicendo di voler fare un provvedimento più ampio per tutte le banche, in realtà non presti attenzione con sufficienza a questo testo. Quindi, a me risulta che ci sia già stato un parere favorevole al Senato e vorrei un'ulteriore riflessione da parte del Governo.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sì, collega Giacomoni, abbiamo deciso di mantenere il decreto così com'è per concentrarci su Popolare di Bari e sulla Banca pubblica di investimento. Come vede, anche i nostri emendamenti, emendamenti del gruppo di maggioranza, sono stati ritirati. Quindi, la reale motivazione è semplicemente questa.

SESTINO GIACOMONI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Presidente, la ringrazio. Viste le parole del sottosegretario, se c'è un impegno da parte del Governo ad inserire questo emendamento in un altro provvedimento, allora sono pronto a ritirarlo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Villarosa? Per confermare immagino…

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, per confermare che c'è l'impegno nel prossimo provvedimento, che arriverà a breve sicuramente, perché abbiamo intenzione proprio di intervenire sul sistema bancario, ma non in questo provvedimento e, quindi, in quel provvedimento ci sarà spazio per questo emendamento.

PRESIDENTE. A questo punto, ritirato l'emendamento Giacomoni 1.019, rimane in vita l'emendamento 1.021 Centemero. Lo ritira anche il deputato Centemero, o chi per lui? No. L'identico 1.065 Gebhard, lo ricordo, è stato ritirato, pertanto votiamo solo l'emendamento 1.021 Centemero.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.021 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.024 Tateo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo agli identici emendamenti 1.027 Gebhard e 1.026 Centemero. Poiché l'emendamento 1.027 Gebhard è stato ritirato, vive soltanto l'1.026 Centemero.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.026 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

L'emendamento 1.031 Centemero è inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 2.04 Giacomoni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giacomoni. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Sì Presidente, anche qui inviterei il Governo: qui stiamo semplicemente dicendo che i contratti bancari andrebbero scritti in maniera semplice e chiara. Io penso che un emendamento di questo tipo viene veramente incontro alle esigenze che stiamo dicendo di tutela dei risparmiatori, ovviamente senza costi. Non capisco come faccia il Governo a non votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato, ma non interviene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.04 Giacomoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.09 D'Ettore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Intervengo su questa proposta emendativa portata avanti dal gruppo di Forza Italia. Sottolineo - e l'hanno già fatto i colleghi del mio gruppo in precedenza - che rimane misterioso il motivo per cui ci sentiamo dire di “no” sia da parte della Commissione sia da parte del Governo su proposte emendative di questo tipo. Ricordo, per chi non ha avuto l'occasione di leggere la nostra proposta emendativa, che, con essa, si propone la costituzione di una cabina di regia per gli interventi nel settore delle crisi bancarie. Se fossimo stati nel 1990, quando intervenne, per chi se la ricorda, la “normativa Amato”, quando si parlava delle Casse di risparmio, quando si parlava delle banche come giganti dai piedi d'argilla, quando si parlava della foresta pietrificata, avrei capito che non c'era la possibilità di pensare a una cabina di regia, ma oggi, dopo le crisi bancarie ripetute che vi sono state, a fronte di questa crisi bancaria, rifiutarsi di prendere in considerazione l'idea della costituzione di una cabina di regia vuol dire essere ciechi, vuol dire non pensare che le autorità di controllo evidentemente non sono state sufficienti. È chiaro che la Banca d'Italia non ha avuto la sufficiente capacità di controllare perché delle due l'una: o la crisi non ci sarebbe stata o non c'è stato sufficiente controllo. È evidente che le alte autorità non sono state nemmeno in grado di potere in maniera chiara prevenire come dovrebbero fare questi fenomeni. Quindi, rifiutare apoditticamente la costituzione di una cabina di regia è veramente sbagliato e, dal nostro punto di vista, è gravemente sbagliato perché vuol dire non avere rispetto per il futuro, non avere rispetto per i risparmiatori, che, a tutt'oggi, abbiamo visto con quanta facilità possono cadere nelle trappole dei comportamenti non coerenti delle banche e del sistema bancario, non avere rispetto per i cittadini ma, soprattutto, non avere rispetto per la collettività, che nelle banche vede sempre uno dei pilastri della propria capacità economico-finanziaria. Ricordo - e lo leggiamo tutti sui giornali - che si continua in maniera apodittica a parlare di fallimenti delle banche. Le banche, colleghi, non possono fallire, perché nel nostro ordinamento il fallimento delle banche non è previsto. Sono liquidazioni, liquidazioni specifiche di carattere amministrativo, ma, ciò nonostante, la vulgata parla di fallimenti. E come è possibile che un reato come quello che era l'aggiotaggio bancario e che faceva direttamente riferimento a queste fattispecie venga assolutamente trascurato, talmente tanto da non accettare nemmeno la costituzione di una cabina di regia? Mi permetto, quindi, di sottolineare questa assoluta contraddizione e di chiedere al Governo di ripensare a quello che è il proprio atteggiamento rispetto a questi che sono strumenti di prevenzione sacrosanti che devono avere la capacità di coordinare ulteriormente il controllo e di rapportarsi anche alla normativa comunitaria, sulla quale o, meglio, sul coordinamento con la quale stendo un velo pietoso perché questo provvedimento di coordinamento con la comunità e con la normativa comunitaria non ha nulla e, di conseguenza, anche da questo punto di vista, cerchiamo, con la cabina di regia, almeno di mettere, per quanto possibile, le mani avanti e può darsi che, una volta tanto, si possa evitare una procedura di infrazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, deputato Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI, Relatore. Grazie, Presidente. Solo per argomentare all'Aula le ragioni per le quali è prevalso in Commissione l'orientamento a non trasformare questo provvedimento in un omnibus sul sistema bancario. Quindi, anche su emendamenti che possono apparire ragionevoli nella loro singola presentazione si è dato un parere contrario, proprio perché vanno a toccare una materia che è così delicata che richiede, come è stato annunciato, un provvedimento ad hoc dentro al quale ci sarà modo anche di discutere delle modalità con cui il Ministero dell'Economia e delle finanze gestisce e affronta le eventuali crisi bancarie. La cabina di regia potrà essere uno degli strumenti ma ce ne possono essere anche altri, fermo restando che in questo provvedimento, come nel provvedimento relativo a Carige, gli interventi sia dell'autorità di vigilanza, sia degli organi di Governo, sia del Parlamento sono stati assolutamente tempestivi e hanno evitato la messa in liquidazione delle banche.

Quindi, questa contrarietà su questo emendamento e sugli altri nulla toglie al contributo sereno e al dibattito sereno che si è svolto in Commissione e che si sta svolgendo in Aula, che io spero non modifichi il giudizio sul provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.09 D'Ettore, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Intanto saluto studenti e insegnanti dell'istituto professionale “Carlo Urbani” di Acilia, a Roma, insieme agli studenti e agli insegnanti dell'istituto comprensivo di Monte Urano, in provincia di Ascoli Piceno, che sono qui ad assistere ai nostri lavori e li ringraziamo per questo (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.010 D'Ettore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Sullo stesso canone dell'intervento precedente ma comprendendo che non si voglia da parte della Commissione far sì che questo strumento normativo che stiamo esaminando diventi un nuovo testo unico bancario e finanziario. Questo è evidente, ma è altrettanto evidente che in questo ragionamento, assolutamente comprensibile, di carattere sistematico, non si può non cogliere l'occasione di andare a sottolineare alcune storture che, per l'ennesima volta, a fronte della situazione che stiamo affrontando, si sono evidenziate. Con il nostro emendamento, sul quale adesso mi permetto di intrattenere i colleghi, si va a prevedere la possibilità di essere in qualche modo certi di assicurare che vi sia il controllo dell'effettiva adeguatezza delle operazioni da parte dell'intermediario bancario e creditizio. Tutti coloro che hanno avuto modo di avere un rapporto bancario sanno che da alcuni anni a questa parte l'attenzione delle banche, che nacque con le normative antiriciclaggio prima fase, per verificare se vi sia adeguatezza o meno nel comportamento del risparmiatore cliente della banca, rispetto all'operazione che compie o che chiede di compiere o che gli viene proposta, è un qualche cosa di assolutamente presente ma presente non vuol dire comprensibile. Colleghi, quanti chili di carte avete sottoscritto quando le banche vi hanno proposto di verificare il vostro profilo economico-finanziario per poter controllare l'adeguatezza? Quanti di voi hanno letto il contenuto dei modelli che le banche stanno proponendo? Quanti avevano con sé gli occhiali, se hanno la mia età, per riuscire a leggere le diciture in piccolo, piccolo, piccolo che in quelle normative ci sono?

E quanti sono strutturati, come i giovani d'oggi, per poterli leggere dagli strumenti informatici? Risposta: pochissimi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non mi sento di dire nessuno, ma pochissimi. A fronte di questo io ricordo solamente una piccola parte del nostro emendamento, ve lo riporto: quanto viene proposto, viene proposto anche ai fini dell'imposizione all'intermediario del divieto di far compiere al proprio cliente operazioni finanziarie oggettivamente inadeguate per il suo profilo di rischio. Obbligo: oggi l'obbligo non c'è! Oggi c'è l'obbligo di verificare l'adeguatezza o meno, ma se il cliente, nonostante l'inadeguatezza giudicata o affermata compie l'operazione, non vi è nessun vincolo in capo all'intermediario creditizio e finanziario. E i risultati di questa mancanza di obbligatorietà li vediamo, li abbiamo visti per le banche venete, li vediamo per la Banca Popolare di Bari e in moltissimi altri casi, perché, alla faccia del fatto che le banche da noi non falliscono, siamo sempre noi - pantaloni - a rimettere quanto serve per cercare di tutelare i nostri concittadini che sono stati presi in giro, truffati, malmenati da comportamenti sbagliati da parte di delinquenti bancari: le banche non sono un'accozzaglia di delinquenti, ma all'interno di quelle strutture vi sono anche i delinquenti ((Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il motivo per cui noi proponiamo questo emendamento, ma non comprendiamo come mai nemmeno questo emendamento venga preso in considerazione. E non ci si venga a dire che non lo si può fare perché si metterebbe in dubbio la portata del testo unico bancario e finanziario, perché, come ogni norma, anche il testo unico bancario e finanziario è perfettibile, e riuscire a perfezionarlo nel momento in cui si evidenziano le difficoltà credo che sia uno dei compiti del legislatore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.010 D'Ettore, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.011 D'Ettore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, con questo emendamento si voleva introdurre un punto di svolta importante: l'inversione dell'onere della prova a carico dell'intermediario finanziario, facilitando davvero la posizione dei risparmiatori. Credo che sarebbe stato davvero molto importante tener conto di questo emendamento, anche perché si sarebbe dimostrato ai risparmiatori una volta tanto che davvero sarebbero stati in una posizione molto importante. Io, d'altronde, arrivo da un territorio che ha avuto davvero una cosa importante per quanto riguarda le banche: il Veneto. Credo che sarebbe stato un esempio anche per il mio territorio questo emendamento. È chiaro che non è retroattivo, però sarebbe stato, per il futuro, una protezione assolutamente importante che avremmo dimostrato ai nostri cittadini di tener conto davvero una volta tanto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). A titolo personale, Presidente. Sottolineo - il collega Baratto lo ha già evidenziato, ma permettetemi, perché ci tengo moltissimo - che questo emendamento non fa nient'altro che introdurre un'inversione dell'onere della prova. Come è possibile che, nel 2020, laddove si considerino dei rapporti tra due parti che sono totalmente sbilanciate - il privato e la banca -, l'onere della prova spetti in capo al risparmiatore spesso truffato?

Invertire l'ordine prova è una rispondenza a giustizia, è una norma chiara e logica, e di conseguenza non prevedere la possibilità di questo emendamento è veramente incomprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Villarosa. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, come ribadito più volte, c'è l'interesse da parte di questo Governo di intervenire sul sistema bancario con un futuro provvedimento, che ci permetterà anche di fare delle audizioni proprio su questi temi, perché le audizioni fatte durante l'esame di questo provvedimento riguardavano principalmente Bari e l'eventuale banca pubblica d'investimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, allora lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Allora l'emendamento 2.011 D'Ettore, a questo punto, e con questa risposta del Governo, viene ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.012 Giacomoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giacomoni. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Presidente, io sinceramente apprezzo lo sforzo dell'onorevole Villarosa nel darci delle risposte, però giustamente lei continua a rinviare ad un provvedimento sulle banche che farete. Io le dico che, in questo caso, questo emendamento vi sta chiedendo di rivedere la classificazione dei crediti deteriorati. Da cosa nasce? Nasce durante il salvataggio, che voi avete fatto, della Banca Carige, ve lo ricordo, abbiamo fatto un ciclo di audizioni, e c'è stato il professor Dolmetta che ci invitava proprio a rivedere i criteri. Oggi siamo all'ennesimo “salva banche” - anche se voi non lo volete dire -, però state respingendo tutti gli emendamenti frutto di un lavoro fatto in Commissione nei mesi passati. Se voi leggeste questo emendamento, scoprireste che noi stiamo dando al Presidente del Consiglio, cioè al vostro Presidente del Consiglio, l'onere di far rivedere in 60 giorni la classificazione dei crediti deteriorati. Questo servirebbe ai nostri istituti, sia perché avrebbero meno capitale assorbito e anche perché potrebbero erogare maggiori crediti alle famiglie e alle imprese. Purtroppo prendo atto del fatto che Villarosa prova a rispondere - Baretta neanche ci prova -, ma noi siamo qui a fare l'ennesimo salvataggio di una banca senza però togliere le distorsioni del sistema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Solo a titolo personale, Presidente, per poter evidenziare quanto già il collega Giacomoni ha sottolineato in questa prospettiva: quelli che si occupano di questa materia sanno che è da poco entrata in vigore la nuova definizione di default, che la nuova definizione di default è da brevissimo entrata in applicazione e che ha superato d'emblée tutte quelle che erano le classificazioni legate ai crediti incagliati, deteriorati, in difficoltà. E chi ha avuto l'occasione di verificare quale sia la definizione comunitaria di default e quale ne è la possibilità, credo sia rimasto particolarmente colpito. Un meccanismo rapidissimo: l'automatica classificazione a default sarà applicata ai clienti imprese che presentino arretrati superiori ai 500 euro da oltre 90 giorni consecutivi; per le persone fisiche e le aziende che presentano un indicatore dimensionale di piccole dimensioni l'importo sarà invece ridotto a 100 euro. Signori, in default, oggi, 100 euro e 500 euro! Ma di cosa stiamo parlando? È al più presto che è necessario questo intervento, e chiaramente indicazioni come quelle portate al nostro emendamento si collegano alla prospettiva, che però non può essere una prospettiva a lungo termine ma deve essere a termine brevissimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.012 Giacomoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.013 Giacomoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ricordo che gli emendamenti 2.017 e 2.018 Centemero sono inammissibili.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del nostro Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2302-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/1 Verini, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/2 Nevi, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/3 Spena, il parere è favorevole. sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/4 D'Attis, il parere è favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi riformulato.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, riformulato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/5 Elvira Savino, il parere è favorevole se riformulato, anche questo, con l'inserimento inizialmente di: “valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/6 Del Barba, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/7 Giuliodori, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/8 Gemmato, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/9 Ruggiero, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/10 Maniero, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/11 Martinciglio, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/12 Migliorino, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/13 Caso, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/14 Zanichelli, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/15 Lattanzio, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/16 Raduzzi, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/17 Trano, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/18 Fragomeli, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/19 Buratti, il parere è favorevole¸ sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/20 Mollicone, il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/21 Mulè, il parere è favorevole, con una riformulazione che impegni il Governo: “a valutare l'opportunità, al fine di rafforzare la tutela dei risparmiatori, di disciplinare la disciplina dei reati bancari e finanziari”, quindi, dall'inizio dell'impegno fino a: “reati bancari e finanziari” il parere è favorevole, se viene espunto tutto il resto.

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Villarosa. Allora, se non ci sono richieste di intervento e di votazione, più che di intervento, sugli ordini del giorno su cui il Governo ha dato parere favorevole, io li darei per approvati e passerei a quelli con riformulazione.

Il deputato Mulè ha chiesto di parlare. Lei ha l'ultimo ordine del giorno, deputato Mulè.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, solo per evitare, poi, di perder tempo, siccome non si sente assolutamente nulla, lo ripeto, non si sente nulla, se lei cortesemente potesse far ripetere la riformulazione, perché non si è sentito nulla.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2302-A/21 Mulè, la riformulazione da parte del sottosegretario è la seguente.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Le chiedo semplicemente scusa, perché l'inizio è scritto a penna… l'emendamento sarebbe: impegna il Governo…

PRESIDENTE. Ordine del giorno.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno sarebbe: “impegna il Governo, al fine di rafforzare la tutela dei risparmiatori che potrebbero essere danneggiati da operazioni finanziarie, a valutare l'opportunità di adottare impegni normativi in materia di disciplina dei reati bancari e finanziari”. Fino a questo punto, per noi va bene.

PRESIDENTE. Quindi, è accolta la riformulazione, ma, in realtà, questo era l'ultimo degli ordini del giorno in elenco.

Intanto ha chiesto di parlare, non so su cosa, se ce lo dice cortesemente, il deputato Rizzetto. Su cosa?

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, se posso, se me lo concede, vorrei intervenire pochi secondi sull'inammissibilità rispetto al mio ordine del giorno. Avrei forse dovuto fare un intervento prima, però le chiedo veramente qualche secondo, non polemico, chiaramente, sulla stessa inammissibilità.

PRESIDENTE. Guardi, a noi non risulta.

WALTER RIZZETTO (FDI). Inammissibilità nel senso, le spiego, che sono venuti prima gli uffici, giustamente, a ricordarmi che il mio ordine del giorno non poteva essere ammissibile…

PRESIDENTE. Ed è stato ritirato, la notizia è che è stato ritirato.

Quindi, di cosa parliamo?

WALTER RIZZETTO (FDI). È stato ritirato. Solo per ricordare a quest'Aula, nella tranquillità più assoluta, Presidente, che il mio ordine del giorno verteva, rispetto ad un'indicazione all'Esecutivo, il sottosegretario Villarosa lo sa, sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi, proposta di Commissione d'inchiesta che è stata depositata dal nostro gruppo, a mia prima firma, e che tutti i gruppi di quest'Aula, forse in modo abbastanza innovativo e piacevole, devo dire, profondamente piacevole, hanno sottoscritto…

PRESIDENTE. Concluda, per cortesia, perché è proprio una procedura del tutto anomala…

WALTER RIZZETTO (FDI). È semplicemente un'indicazione all'Esecutivo affinché chiaramente, insomma, ci aiuti nell'istituzione di questa Commissione d'inchiesta su una morte sulla quale ci sono molti, molti dubbi…

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Rizzetto…

Allora, secondo la proposta che ho avanzato poco fa, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2302-A/4 D'Attis e chiedo al deputato D'Attis se accetti la riformulazione proposta dal Governo. Sì, bene, accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2302-A/5 Elvira Savino, c'è sempre una proposta di riformulazione che viene accolta; bene, abbiamo concluso, perché il deputato Mulé aveva anticipato tutti, aveva bruciato tutti sui tempi.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2302-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

Deputato Colucci, dovrebbe svolgere la sua dichiarazione di voto per la quale si era prenotato, se vuole, non è obbligatorio. Prego, a lei la parola.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, colleghi deputati, membri del Governo, il decreto all'attenzione della Camera ha come obiettivo il rafforzamento patrimoniale della Banca del Mezzogiorno Mediocredito Centrale e il rilancio della Banca Popolare di Bari.

Per quanto riguarda il Mediocredito Centrale noi siamo a favore del rilancio economico del sud e crediamo che questo possa avvenire attraverso diverse modalità: innanzitutto, attivando e favorendo gli investimenti nell'economia reale; noi tutti sappiamo che ci sono zone svantaggiate nel nostro Sud, dove esistono certamente delle eccellenze che vanno sostenute e incoraggiate e sappiamo che la crescita del PIL in quelle zone vorrebbe dire la crescita del PIL nel Sud Italia e, quindi, un importante contributo al prodotto interno lordo di tutto il Paese.

Queste zone sono abbandonate e dimenticate, probabilmente, vittime di una politica che è stata troppo orientata all'assistenzialismo e ai finanziamenti a pioggia. Noi vigileremo con attenzione, perché gli effetti di questo decreto non vadano in questa direzione, anche perché abbiamo degli esempi, da parte anche di questo Governo a guida 5 Stelle, che hanno voluto riconfermare, ad esempio attraverso il reddito di cittadinanza, politiche assistenziali che noi siamo sempre stati convinti, come siamo ancora oggi, che non siano delle politiche utili e d'incoraggiamento al lavoro per il nostro Sud; però crediamo, entrando nel merito di questo decreto-legge, che ci possano essere le condizioni, perché vengano incoraggiati gli investimenti, attraverso gli strumenti che sono stati previsti.

Altro aspetto importante, rispetto al metodo per riuscire a intervenire a sostegno del nostro Sud, è sicuramente l'eliminazione del divario tra il nord e il sud del Paese, partendo innanzitutto dal tema infrastrutturale. È sicuramente un tema di competitività incentivare e sostenere le infrastrutture sia per il trasporto delle persone che per il trasporto delle merci. Migliorare la qualità della vita, che vuol dire intervenire in particolar modo sul servizio sanitario nel Mezzogiorno: non si possono più avere due Italie, ma è necessario che ci sia una maggiore omogeneità. Il tema della formazione, della scuola, che passa anche dalla riqualificazione dell'edilizia scolastica. Ed infine la questione occupazionale: sostenere le imprese vuol dire consentire ai nostri giovani di impegnarsi al Sud lavorativamente e non essere più costretti a fuggire dal Mezzogiorno.

Siamo quindi favorevoli a questo intervento di sostegno al Sud Italia, anche perché abbiamo la sensazione che sia un decreto-legge che opera attraverso un intervento integrato con il tessuto economico-produttivo del Sud; ovviamente, lo ribadisco, a condizione che il decreto-legge poi non abbia una deriva verso sprechi o l'assistenzialismo a cui abbiamo assistito per decenni nel nostro Paese.

In riferimento invece al secondo obiettivo, quello del rilancio della Banca Popolare di Bari, al netto delle responsabilità dei vertici su cui farà luce la magistratura, il decreto-legge interviene su due problemi che preoccupano anche noi, e che accomunano tutti i decreti-legge sulle banche. Uno è il rilancio della Banca Popolare di Bari: noi siamo convinti che sia necessario perché un istituto di credito come la Banca Popolare di Bari nel Sud, se svolge adeguatamente la sua funzione, può essere un importante sostegno alle imprese. E l'altro aspetto è il salvaguardare i risparmiatori. Questo aspetto è quello che ci ha sempre convinti dell'utilità di votare i decreti-legge cosiddetti salva banche: l'importante è che questa attività sia assicurata e sia garantita.

Non posso non sottolineare che il decreto-legge di oggi, che è simile ai decreti-legge già approvati in passato sul tema delle banche, è un decreto-legge che vede una contraddizione da parte del MoVimento 5 Stelle rispetto alle sue storiche battaglie. Erano stati combattuti e avversati, i decreti-legge cosiddetti salva banche; invece in questa situazione ci rendiamo conto che ancora una volta il MoVimento 5 Stelle si contraddice, fa della coerenza in questa legislatura l'incoerenza. La linea principale del MoVimento è stata quella di smentire tutto ciò che ha fatto parte del loro programma: è sotto gli occhi di tutti il cambiamento di atteggiamento sulla TAV, sul TAP, sulle trivelle, sull'Ilva, e lo vediamo anche sui decreti-legge “salva banche”.

In conclusione, quindi, per tutte le ragioni che ho descritto la nostra componente voterà a favore del decreto-legge all'attenzione dell'Aula. Vogliamo però sottolineare che il MoVimento 5 Stelle, da quando ha assunto la responsabilità di Governo, ha cambiato atteggiamento e ha cambiato idea, praticamente su tutti i temi. E questo dimostra, come abbiamo sempre affermato, che la realtà supera la fantasia e ti costringe a superare le posizioni ideologiche e a fare, quando è necessario, quello che serve ed è utile per il Paese, come è stato fatto su questo decreto-legge. È per questo che confermiamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Approfittiamo intanto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore Vincenzo Cardarelli di Tarquinia, in provincia di Viterbo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Signor Presidente, io intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi…

PRESIDENTE. Colleghi! Prego.

LUCA PASTORINO (LEU). Stavo dicendo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali: un voto convinto, un voto che viene fuori dopo una discussione molto proficua che abbiamo avuto all'interno della Commissione Finanze; e quindi dopo una serie di audizioni che hanno chiarito anche gli aspetti di questo percorso, di per sé stesso innovativo agli occhi dei più, che magari, negli ultimi tempi, erano abituati, come me, a conoscere interventi “salva banche” di un certo tipo, con interventi diversi, quali l'intervento di una banca ponte piuttosto che la ricapitalizzazione precauzionale, piuttosto che gli interventi di vario genere a favore di Banca Carige che abbiamo licenziato lo scorso anno.

Qui la situazione è profondamente diversa, nel senso che si è detto nel corso della discussione, ma anche nel corso del dibattito oggi in Aula, che la Banca Popolare di Bari, a cui il decreto-legge non fa riferimento, è una banca che non è in liquidazione; quindi la scelta da parte di Banca d'Italia di provvedere al commissariamento nel mese di dicembre scorso va proprio in questa direzione, cioè di evitare conseguenze molto più gravi e importanti evitando la liquidazione e introducendo questo strumento, che ha dei risvolti molto, molto ampi dal punto di vista della prospettiva. È chiaro che nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente e in Commissione è stato opportuno introdurre nel testo un riferimento anche all'attività che i rami del Parlamento dovranno svolgere, nel verificare, attraverso le relazioni quadrimestrali, gli esiti dell'intervento che è stato proposto in questo provvedimento; questo perché, al di là degli effetti immediati - e quindi dell'accordo che è già stato sottoscritto per il salvataggio della Banca Popolare di Bari - è chiaro che dovrà essere un intervento che nel tempo potrà essere monitorato per la bontà degli interventi successivi che si vorranno produrre a favore del Sud. A favore del Sud, quindi, sarà necessario anche che la politica provveda a un coordinamento di questo nuovo strumento, di questa nuova impostazione, con politiche industriali e di sviluppo del Mezzogiorno. Abbiamo detto in tanti modi, sottolineato in più sedi - quali che siano, ma lo sappiamo tutti - tutte le difficoltà del Mezzogiorno dal punto di vista della prospettiva. È chiaro che questo può essere uno strumento in più, che però va coordinato con delle politiche industriali efficaci. Nello specifico, poi, bene ha fatto la Commissione, bene hanno fatto il relatore e il Governo, a far sì che questo non fosse un provvedimento omnibus perché, in effetti, gli argomenti a corollario di un provvedimento relativo ad un intervento in tema bancario sono molti. Plaudo, quindi, anche all'iniziativa del Governo di provvedere all'emanazione di un nuovo decreto-legge che affronti le tante questioni che sono rimaste in campo, quali gli interventi relativi alle banche di credito cooperative, a interventi relativi al misselling, ovvero quel perfezionamento di un percorso che già con la direttiva MiFID era stato introdotto, ma che evidentemente necessita di ulteriori iniziative. Questi, come altri interventi, saremo pronti, come gruppo, a sostenere nella salvaguardia del risparmiatore e del sistema bancario in generale, per cercare di fare un buon lavoro ed evitare che episodi come questi e come altri si verifichino, anche dal punto di vista del sistema in se stesso. Un piccolo inciso: durante il corso dell'audizione abbiamo sentito anche Banca d'Italia, che è stata accusata di una certa mancata solerzia, diciamo così, nel prevedere il commissariamento. Insomma, la situazione di Banca Popolare di Bari si trascina in un certo modo dal 2013 in avanti ed è dovuta, evidentemente, a fattori di mercato ma anche a fattori interni; è dovuta alla contestazione anche da parte dell'Unione europea dell'intervento del Fondo interbancario sulla tutela dei depositi, che poi è stata sanata soltanto nel marzo dell'anno scorso. Sono tutti elementi di un quadro che non possiamo più permetterci, a tutela, appunto, del sistema dei risparmiatori, e, mi permetto di dire, dei lavoratori, perché poi il punto vero è che alla fine della favola non possono pagare i lavoratori.

Nella Banca Popolare di Bari sono tanti i lavoratori e così i posti a rischio; se non vado errato si aggirano intorno a un migliaio. Io credo che da parte di questo gruppo, e ovviamente con l'accettazione del Governo, inserire un riferimento all'occupazione all'interno del decreto-legge con l'accettazione di un emendamento sia quanto mai doveroso, perché questo è un po' il punto centrale delle cose. Al di là delle azioni di responsabilità che verranno effettuate, è chiaro che comunque a pagare non possono essere sempre gli stessi, ovvero i lavoratori.

Ci siamo quindi permessi e abbiamo ottenuto, d'accordo con il Governo, con tutta la maggioranza e anche con esponenti della minoranza, di poter inserire la parola “occupazione” all'interno di un decreto, così come siamo stati lieti di avere contribuito ad inserire, insieme ad altri, le rendicontazioni quadrimestrali che devono essere fatte alle commissioni competenti; inoltre, vi è l'inciso per cui, al momento dell'eventuale costituzione della società nuova, potenziale, il Ministero dell'economia e delle finanze riferirà al Parlamento sulle scelte operate e le azioni conseguenti ai programmi previsti. Insomma, questo non deve essere uno strumento utile a fare qualsiasi cosa, ma deve essere uno strumento, come dicevo prima, dove la programmazione da parte della politica ci deve essere, nel senso dello sviluppo del Sud, del Mezzogiorno e delle buone pratiche.

Sarà importante - e torno alla Popolare di Bari - l'adozione di un piano industriale che abbia queste caratteristiche. Anche Banca d'Italia stessa dice che l'azionista pubblico deve avere un ruolo di direzione e impulso attivo. Noi votiamo convintamente questo tipo di intervento anche nella consapevolezza che l'intervento pubblico debba essere di questo tipo: avere un ruolo, un impulso attivo, in grado di accompagnare il percorso della Popolare di Bari verso un orizzonte diverso, verso la costituzione di una società per azioni, verso l'inclusione di altri soggetti, ma che tenga ben presente, da una parte, gli obiettivi occupazionali, e dall'altra anche il rispetto della presenza territoriale, perché sappiamo quanto sia importante, soprattutto nel Mezzogiorno, nel Sud Italia, la presenza capillare sul territorio di istituti bancari, di erogazione del credito. La Popolare di Bari oggi ha delle linee di credito che si aggirano intorno a 6 miliardi di euro. Io, personalmente, ai commissari che sono venuti in audizione ho chiesto di fare in modo che, comunque, questo tipo di apertura di credito potesse rimanere tale, a beneficio delle piccole e medie imprese che si servono del sistema bancario della Popolare di Bari in modo particolare. Quindi, con tutte queste osservazioni e nella fiducia che abbiamo riposto in questo nuovo strumento - lo ripeto, in termini di prospettiva, di lungimiranza e di programmazione - confermo il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, il provvedimento che ci accingiamo a votare per la conversione contiene due paradossi sui quali ci sembra utile soffermarci. Il primo sta nel titolo, nella forma e nella sostanza: si iscrive “banca d'investimento per il Sud”, ma si legge “salva Bari”. È stato chiaro dalle audizioni, è chiaro dal dibattito che si è svolto in Aula; non è forse così chiaro perché ci sia questa ambiguità o, comunque, questo doppio significato nel provvedimento e credo valga la pena di indagarne le cause. Il secondo paradosso è questo clima di sostanziale assenso, questo silenzio e condivisione, che viene abbastanza naturale contrapporre al vero e proprio clamore della scorsa legislatura, allorquando ci si trovava di fronte a dei provvedimenti salva banche. Anche in questo caso - e partirei proprio da qui - credo sia utile, colleghi, soffermarci, riflettere su queste differenze, non tanto per questioni di principio, che sarebbe anche inutile risollevare ogni volta ma proprio nell'interesse del merito del provvedimento. Ci domandiamo: cosa c'è dentro e dietro questa unanime e frettolosa condivisione dell'idea di salvare le banche? Senso di responsabilità? Penso di sì. Voglia di passare inosservati o di evitare che qualche cittadino si faccia delle domande? Probabilmente sì e vediamo quali domande potrebbe farsi. Un po' di vergogna? Forse anche questo, probabilmente tutto questo. Allora, parliamone: siamo il Parlamento, ci stiamo assumendo delle responsabilità, parliamone.

Senso di responsabilità: partiamo da questo punto virtuoso. Oggi tutto il Parlamento dice e ha appena affermato che salvare le banche è giusto, la politica salva le banche, la magistratura verifica eventuali responsabilità. Perché abbiamo detto tutto questo insieme, unanimemente? Semplice: per prevenire guai peggiori ai risparmiatori, alle imprese, ai lavoratori e ai territori.

E diciamo che salvare le banche è giusto, oggi, farlo, addirittura, con soldi pubblici; e lo diciamo dopo che, in questa legislatura, il Governo precedente Lega-5 Stelle aveva confermato, fotocopiandoli, gli strumenti della scorsa legislatura. Quindi, abbiamo finalmente acquisito un unanime senso di responsabilità: lo facciamo perché occorre fare bene e in fretta, perché non bisogna dare informazioni discordanti al mercato, perché i risparmiatori devono essere informati affinché siano i primi protagonisti delle loro scelte, perché il settore finanziario è strettamente connesso con l'economia reale sui territori, che non va ulteriormente depressa, perché l'economia si nutre di fiducia e il credito ancora di più. Pensate che danno faremmo all'economia se ora non fossimo responsabili, se ci comportassimo, che so, come le opposizioni nella scorsa legislatura. Vogliamo passare inosservati di fronte ai cittadini, perché certi temi vanno rimessi nelle mani dei tecnici e sottratti al dibattito politico? Lo vogliamo fare ora che mettiamo dei soldi pubblici? Non mi sembra il caso. Allora resta anche la terza categoria, quella della vergogna. Forse, qualcuno prova un po' di vergogna ripensando alla scorsa legislatura, alle tante bugie raccontate ai risparmiatori. Del resto, diciamocelo: chi da giovane non si è arrampicato sui banchi del Governo o non ha manifestato, con i propri deputati e senatori, con le foto di Ministri e Presidenti del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), insultando le istituzioni perché aveva bevuto troppo? Peccati di gioventù, anzi su questi peccati di gioventù, oggi, chiediamo il diritto all'oblio, il diritto di poter cancellare da certi blog in cui è ancora presente questa condanna, in cui si dice che venivano fatti regali alle banche o di poter cancellare dal web le foto di Salvini con i suoi deputati, in cui i cartelli recano scritto: “Risparmiatori truffati, banchieri graziati”. Chiediamo il diritto all'oblio, nel nome di questa ritrovata responsabilità, però, magari, chiediamo anche scusa: non a noi, non stiamo chiedendo che le scuse vengono rivolte a noi che siamo stati insultati, acqua passata non macina più, oggi abbiamo tante cose da fare, chiediamo scusa ai risparmiatori, ai lavoratori delle banche e alle imprese per aver alimentato e coperto un problema reale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), speculato su sofferenze reali, impedendo che la verità venisse a galla e impedendo che una gravissima crisi economica e finanziaria fosse affrontata con la responsabilità che, oggi, tutti quanti ritroviamo. Noi siamo la politica: quando la politica ha progetti grandi e ambiziosi, trascina l'opinione pubblica, la coinvolge, si adopera affinché i progetti vengano realizzati e vince. Il Paese, quindi, oggi ha bisogno non solo del Sud Italia, che venga salvata una banca; oppure, se non ci sarà questo spirito, questa unione, questa responsabilità, che non c'è stata in passato, non ci saranno 900 milioni che tengano. Abbiamo, allora, oggi, unanimemente, avuto questo grido un po' strozzato, anzi sussurrato da molti: abbiamo detto con forza che, nella scorsa legislatura, chi è intervenuto ha fatto bene a salvare le banche; abbiamo detto con forza che, nella scorsa legislatura, chi ha voluto la Commissione d'inchiesta per le banche ha fatto bene nella misura in cui voleva individuare i punti critici del sistema, delle norme e i punti deboli della vigilanza per evitare che questi fenomeni si ripetessero. A proposito, stiamo per incardinare una nuova Commissione d'inchiesta: vogliamo mantenere questo senso di responsabilità o tornare ad usare anche la Commissione d'inchiesta per speculare vantaggi politici (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Abbiamo detto che, nella scorsa legislatura, infine, chi ha voluto la legge per le popolari ha fatto bene. Nelle audizioni è stato detto con chiarezza, tutti gli intervenuti l'hanno detto con chiarezza: condizione necessaria per salvare la Popolare di Bari è la sua trasformazione in Spa, per ovvie ragioni tutti quanti ci hanno detto. Queste ragioni non erano così ovvie nella scorsa legislatura, quando, addirittura, capitali privati potevano intervenire per salvare queste banche? Sentite cosa hanno detto gli auditi che rappresentavano i truffati delle banche sul caso Banca Popolare di Bari: la mancata trasformazione in Spa è stata un'autentica iattura, avrebbe rotto questo equilibrio negativo e, purtroppo, c'è stata una certa accondiscendenza del Governo, gialloverde, rispetto a questa volontà di non trasformarsi. È l'opinione dei truffati, a cui tutti abbiamo dichiarato di essere stati vicini, di chi li rappresenta. Abbiamo parlato fin qua del salvataggio della Banca Popolare e di salvare le banche in crisi ma dicevo in apertura che il decreto porta un altro nome, parla di un'altra storia: parla di voler creare una banca d'investimento per stimolare il Sud. È un tema interessante, però è un tema sul quale noi abbiamo insistito perché ci fosse l'emendamento che abbiamo approvato in cui si passi più volte dal Parlamento per chiarire questo percorso, che chiaramente può anche essere auspicabile nella misura in cui intende dare uno stimolo all'economia, ma non va assolutamente bene nella misura in cui rimane opaco. Sarebbe veramente imperdonabile se, nel momento in cui ci unissimo per un intervento che inietta liquidità e salva un'istituzione, consentissimo per sciatteria o connivenza o addirittura per ricercata e voluta opacità che le cose procedano come ormai siamo rassegnati a vedere. Non è più possibile giocare solo in difesa, guardate: facciamo bene intervenire a salvare una banca, ma non è più possibile giocare solo in difesa. Occorre stimolare l'economia privata, occorre sbloccare gli investimenti privati e pubblici; occorre ridare fiducia alle imprese e ai cittadini. Solo in questo modo non tradiremo le promesse di questo decreto, solo se lo sapremo accompagnare da misure reali che sbloccano gli investimenti, da quello shock che Italia Viva chiede e invoca e che deve necessariamente accompagnare provvedimenti utili perché salvano una banca, perché salvano la finanza e l'economia di un territorio, proprio perché si possa intervenire con gli investimenti pubblici e con gli investitori investimenti privati per ricercare una crescita che non sia solo assistenzialismo. Ecco ci pare allora questa la cifra vera del provvedimento…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO DEL BARBA (IV). …non un semplice “salva-banche” o “salva Bari”, ma la volontà unanime di superare una stagione di polemiche per entrare in una stagione in cui si affronti seriamente la crisi economica e della finanza, in cui si sblocchi gli investimenti, in cui si voglia dare un contributo responsabile e uno shock all'economia e alla crescita. Per tutte queste ragioni Italia Viva voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva -Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in fase di dichiarazione di voto per il gruppo di Fratelli d'Italia non posso non sottolineare la coerenza del nostro partito anche in tema di banche. Noi non voteremo a favore del decreto-legge e lo facciamo in coerenza rispetto alla nostra attività parlamentare negli ultimi anni. Non abbiamo mai votato un “decreto salva-banche”. Lo facciamo per un motivo ben preciso non perché noi non siamo vicini al territorio, non perché noi non siamo vicini ai rischi ai risparmiatori e l'abbiamo dimostrato anche in fase di dibattito d'Aula cercando di migliorare la conversione del decreto-legge in legge. Lo facciamo per un motivo di metodo. Se siamo all'ennesimo provvedimento d'Aula per salvare una banca, significa che c'è un problema sistemico nel nostro sistema bancario. Cito velocemente: decreto-legge n. 183 del 2015 Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio della provincia di Chieti; due decreti del MEF del 27 luglio 2017 per il Monte dei Paschi di Siena; decreto n. 99 del 2017 per la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; legge n. 1 del 2019 Banca Carige e Cassa di Risparmio di Genova e di Imperia. Cito questi atti di Governo proprio per sottolineare che non esiste latitudine in tema di difficoltà bancarie. Hanno sofferenze le banche del Nord, hanno sofferenze le banche del centro, hanno sofferenze le banche del Sud. Quindi, noi rifuggiamo dalla rappresentazione che si fa molte volte della struttura della nostra economia e della nostra società che magari vede nel Meridione dei punti di difficoltà e di criticità che non esistono al Settentrione, anzi temporalmente ci siamo arrivati per ultimi.

Proprio per questo sottosegretario, Governo, colleghi, secondo noi il provvedimento non deve essere un cosiddetto e classico pannicello caldo che si dispensa quando si ha una malattia ben seria. Noi dovremmo affrontare strutturalmente il problema bancario in Italia e declinarlo in positivo per fare in modo che non ci ritroviamo routinariamente qui a discutere di salvataggi di banche ma soprattutto perché ad ogni salvataggio corrisponde spreco di denaro pubblico ma soprattutto corrisponde il dramma di intere famiglie che perdono i risparmi di una vita. Rispetto a questo chi fa politica non può essere indifferente. Noi parliamo di destini di famiglie; parlo del sud e con difficoltà parlo della conversione del decreto perché per chi come me viene dalla Puglia, da Bari, dal Meridione sa che cos'era la Banca popolare di Bari, sa che cosa sono le banche popolari: sono quegli istituti di prossimità ai quali il cittadino si affidava, affidava i propri destini, affidava i propri sogni, affidava la propria azienda, affidava il matrimonio di un figlio, di una figlia, affidava il proprio futuro, la sua linea di orizzonte. E, allora, oggi rispetto a questo noi, in maniera abbastanza fredda e di questo me ne dolgo, sottosegretario, nonostante appunto riconosca lo sforzo che il Governo sta facendo in questo momento, non si è voluto dare un tratto di linearità alla nostra azione politica, dando un segnale ai risparmiatori. Guardate, ci sono delle colpe strutturali, colpe nella vigilanza - a questo arriverò fra qualche secondo - ma, rispetto a questo, noi vi diamo un segnale di discontinuità e destiniamo, come noi avevamo chiesto nei nostri emendamenti, 300 milioni di euro, una parte dei 900 milioni, per ristorare nell'immediato quanto i risparmiatori baresi, pugliesi e meridionali hanno perso, anche abruzzesi, perché dall'acquisizione di Tercas anche risparmiatori abruzzesi, quanto avete perso per colpa dello Stato e perché dico per colpa dello Stato? Perché, colleghi, qui insieme a un problema di carattere sistemico esiste anche un problema di controllo. La Banca d'Italia nel 2010 ha fatto il primo accesso alla Banca popolare di Bari, registrando delle incongruenze sull'erogazione del credito nei due anni precedenti e questo non ha determinato alcuna presa di posizione da parte di chi doveva controllare lo stato di salute della stessa banca. Sottosegretario, da barese, pur non essendo persona che evidentemente faceva parte della Commissione finanze, ho seguito con grande interesse tutti gli interventi in audizione in Commissione. In particolare mi ha meravigliato proprio l'intervento della Banca d'Italia perché ritengo, sottosegretario, che il tema sia questo: il ruolo della Banca d'Italia sul sistema creditizio e bancario nel sistema Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, leggendo - l'ho fatto con estrema attenzione - l'estratto che ci è stato depositato dopo essere stato evidentemente argomentato da parte della vicedirettrice della Banca d'Italia, io come dire leggo un capoverso che vi devo riportare testualmente per evitare fraintendimenti ed errori ma che mi fa rabbrividire. Nell'enunciare le criticità che hanno portato alla crisi della Banca popolare d'Italia, quest'ultima dice: infine, l'operazione di dismissione degli NPL, i cosiddetti non performing loans (come dice la nostra leader, Giorgia Meloni, quando si parla in inglese la fregatura c'è sotto), ovvero dei crediti deteriorati realizzata da Banca popolare di Bari nel 2016, la prima operazione di cartolarizzazione effettuata con ricorso al meccanismo delle GACS, richiede alla banca di contabilizzare nel bilancio 2015 consistenti rettifiche. L'operazione viene realizzata in una fase in cui il mercato delle PLs in Italia era ancora nelle prime fasi di sviluppo e si inquadra nel contesto delle pressioni per la riduzione dei crediti deteriorati esercitati nel neocostituito meccanismo di vigilanza unico. I prezzi di cessione delle sofferenze cartolarizzate furono pertanto bassi nonostante le posizioni fossero ampiamente assistite da garanzie reali. Ripeto l'ultima frase: i prezzi di cessione delle sofferenze cartolarizzate furono pertanto bassi nonostante le posizioni fossero ampiamente assistite da garanzie reali.

La Banca d'Italia ci dice: abbiamo stralciato una parte del credito positivo della banca e l'abbiamo dato, evidentemente, ad altri soggetti, che hanno lucrato sui fondi e sugli investimenti dei pugliesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo la Banca d'Italia non lo dovrebbe dire in un semplice report, ancorché autorevole, riportato alla Commissione finanze, lo dovrebbe affidare alla magistratura ordinaria, nella quale il gruppo di Fratelli d'Italia ha assoluta fiducia e ritiene che farà luce su questi avvenimenti, perché la politica - e lo dico all'Aula e lo dico anche al Governo - si dovrebbe riappropriare della propria funzione, che ha anche una funzione di moralità quando si scopre che interi risparmi di intere famiglie vengono svenduti. E questa operazione, sottosegretario, mi ricorda molto l'operazione fatta da Renzi nel 2016, quando 700 milioni di crediti del Banco di Napoli furono recuperati da SGA ed erano altresì crediti cartolarizzati, che erano ritenuti inesigibili e che pare, invece, siano stati esatti al 90 per cento, e sono serviti a salvare altre banche.

Allora, anche rispetto a questo, a me vengono i brividi, perché, se si sta profilando un'operazione di svuotamento della Banca Popolare di Bari, un'operazione di svuotamento dei destini e dei quattrini di un intero territorio del sud importante, se si sta rompendo l'ultimo asset economico-bancario esistente al meridione, sottosegretario, Governo, Fratelli d'Italia alzerà le barricate e vigilerà in maniera forte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi non possiamo, in questo momento, assistere a tutto questo.

Come dicevo, sulle responsabilità sarà, evidentemente, la magistratura a dover operare. E noi chiediamo, la politica deve chiedere in maniera forte, dobbiamo fare in modo che la magistratura, nella separazione dei poteri dello Stato, declini fino in fondo la filiera delle responsabilità, perché noi vogliamo capire dove sono andati a finire i quattrini dei pugliesi, dei baresi e dei meridionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e non può, un atto parlamentare, in maniera forte, il dibattito, sottolineare questo. Io ho seguito con attenzione il dibattito d'Aula di ieri e anche gli interventi di oggi. La filiera delle responsabilità: non possiamo, all'ennesimo default, spero di no, comunque all'ennesima crisi di una banca importante italiana, segnatamente meridionale, con tutti i problemi che esistono nel Meridione, dire o non dire nulla, che è andata così, doveva succedere…mi sento di citare Dante: “Vuolsi così colà dove si puote/ciò che si vuole, e più non dimandare”. Non dobbiamo chiedere perché è avvenuto questo…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Concludo. Evidentemente non sono andato al cuore dei problemi, preso dall'emozione che questo provvedimento genera in me.

Governo, sottosegretario, parliamo del destino dei pugliesi, parliamo del destino degli italiani che ci hanno rimesso e ci stanno rimettendo la vita, insieme ai propri sogni. Facciamo qualcosa di concreto per loro. Fin quando si farà qualcosa di concreto per loro, il gruppo di Fratelli d'Italia ci sarà. Per questo provvedimento noi voteremo un'astensione, che è un'astensione costruttiva, ma proprio perché vogliamo dare un segnale di speranza, questo provvedimento non lo possiamo votare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Claudio Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, il Partito Democratico voterà a favore del decreto sulla ricapitalizzazione della Banca del Mezzogiorno. Non potrebbe essere altrimenti, porta la firma di un nostro Ministro, abbiamo dato un contributo nel lavoro del Governo, con il sottosegretario Baretta, e nel lavoro di Commissione. Siamo convinti che questo provvedimento è coerente con il lavoro fatto dal Partito Democratico in questi anni a difesa del sistema del risparmio in Italia, a difesa al sistema delle imprese e della capacità di erogare credito.

Questo provvedimento, però, non è la conclusione, né del salvataggio della Banca Popolare di Bari, né della costituzione della Banca del Mezzogiorno. Questo provvedimento va inteso, dal nostro Parlamento, dalle forze politiche, come l'inizio di un lavoro che richiederà grande applicazione per avere successo, perché il rilancio della Banca Popolare di Bari passa innanzitutto per la capacità, dopo la conversione del decreto, di dare fiducia ai risparmiatori che mantengono i loro conti correnti attivi, di dare fiducia ai lavoratori che con professionalità portano avanti il lavoro della banca, di costruire nel territorio le condizioni del rilancio. Questo vale per la Puglia, ma vale per Teramo e l'Abruzzo, vale per Orvieto, vale per quella che è la più grande e più importante banca locale del Mezzogiorno.

Quindi, il rilancio della Banca Popolare di Bari non si fa solo con la conversione del decreto, con i 900 milioni, con l'autorizzazione della BCE, con le tecnicalità necessarie perché si operi in termini di mercato nell'intervento nel capitale; si fa anche se la politica dà un messaggio positivo, attraverso un confronto utile in Parlamento, come è stato in Commissione in questi giorni, attraverso un messaggio non demagogico da parte delle forze politiche, che dimostrano oggi anche una capacità di dialogo e di confronto. Questo messaggio va dato alla società civile, va dato all'opinione pubblica, va trasferito nei territori, va dato attraverso i sindaci che sono venuti nelle audizioni, il presidente dell'ANCI, il sindaco Decaro, il sindaco del comune di Teramo; va dato perché il successo del rilancio della Banca Popolare di Bari passa anche attraverso decisioni impegnative: quando i soci dovranno decidere la trasformazione in società per azioni, quando i soci dovranno decidere l'aumento di capitale. Quindi bisogna creare questo messaggio di fiducia, questo messaggio di consenso.

E lo stesso progetto di dar vita alla Banca del Mezzogiorno - come istituto di credito a guida pubblica che possa contribuire in Italia a riequilibrare il deficit di costo del denaro tra nord e sud del Paese e, quindi, contribuire a ridurre uno degli elementi strutturali del gap economico del Sud, cioè il costo dell'accesso al credito - che non sia un carrozzone, ma che sia in grado di operare in termini di mercato a favore delle imprese e dei territori del sud d'Italia, richiede che questo Parlamento, che la politica non si scordi del tema, una volta convertito il decreto. Infatti, per fare la Banca del Mezzogiorno serve che la Popolare di Bari diventi l'attrattore di altri soggetti bancari, che diano la giusta dimensione, sia di raccolta, che di impieghi, che di erogazione di prestiti a questa banca; serve che le politiche pubbliche diano, al ruolo della banca d'investimenti, un messaggio, un contenuto, che non sia solo quello della rete degli sportelli, ma che sia quello di essere protagonista e attore in una nuova stagione di investimenti nel sud d'Italia. Questo passa attraverso la mobilitazione di risorse pubbliche, ma anche attraverso la mobilitazione e il concorso di risorse private. Quindi noi votiamo a favore di questo provvedimento, nella consapevolezza che oggi inizia un lavoro per salvare la Popolare di Bari e realizzare la Banca del Mezzogiorno, non si conclude, inizia un lavoro che richiede la partecipazione e la passione della politica per fare una buona politica al servizio dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento. Votiamo a favore perché, anche se non è scritto, risulta che la ricapitalizzazione fino a 900 milioni di euro della Banca del Mezzogiorno avrà lo scopo, prima ancora della costituzione dell'autonoma banca pubblica di investimento, di consentire alla stessa Banca del Mezzogiorno l'intervento diretto nel rilancio della Banca Popolare di Bari. E ho detto “risulta”, sì, ho detto “risulta” perché si tratta di un vero e proprio espediente utile a salvare una banca, evitando di usare il termine “salva banca”, tant'è che neanche l'avete nominata, la Banca Popolare di Bari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma noi, vedete, questo lo capiamo e avete - come posso dire - la nostra comprensione, soprattutto voi del MoVimento 5 Stelle. D'altronde, con quale faccia, ci siamo chiesti, vi potreste presentare dopo che in tutti gli anni trascorsi in cui non siete stati al Governo avete sostenuto il contrario di quello che invece oggi fate se non foste stati così bravi a rigirare la frittata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Chi glielo dice al vostro Di Battista che quando era seduto qui nel 2017 diceva, virgolettato: “I quattrini per le banche d'affari e per le banche private questi ipocriti di sinistra - che poi ce l'ha con voi, Partito Democratico - che danno dei fascisti al MoVimento 5 Stelle li trovano in 18 minuti”? Chi glielo dice al vostro Di Battista, che accusava il PD dicendo che salva le banche in 18 minuti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che proprio ora voi state salvando una banca e indovinate con chi? Col PD, insieme al PD (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E a quegli elettori ai quali avete girato il video degli interventi di Di Battista, chi glielo dice che appena siete arrivati al Governo vi siete accorti del cumulo di idiozie che avevate detto e propagandato negli anni precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Idiozie! Chi glielo dice che per non far vedere che siete incoerenti oggi state salvando la Banca Popolare di Bari senza dire che la state salvando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Sia chiaro, signor Presidente, che noi eravamo e siamo d'accordo su questo intervento, ma la verità non può e non deve passare inosservata. Lo dico anche a onore e a difesa dei colleghi del mio gruppo, che nella precedente legislatura con la stessa coerenza hanno avuto lo stesso atteggiamento di oggi. La verità non può e non deve passare inosservata, perché voi - e mi riferisco sempre agli stessi di prima - in tutti questi anni avete ballato con le vostre posizioni demagogiche e populiste e poi vi siete scontrati con la prova del Governo facendo sostanzialmente quello che altri prima di voi avevano fatto. Ebbene, Forza Italia ha sempre mantenuto la sua posizione coerente, che poi era ed è quella più responsabile: interveniamo nel sistema bancario, oggi sulla Banca Popolare di Bari, a tutela dei correntisti, degli obbligazionisti, degli azionisti, dei dipendenti e dell'equilibrio dell'economia del Paese e di alcuni territori in particolare dove la crisi bancaria si manifesta, al netto delle responsabilità civili e penali che poi tocca ad altri organi determinare e non certo al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente sostiene con il proprio voto responsabile gli interventi a tutela dei risparmiatori guardando alla fase di cessione di assetti strategici come nel caso della banca di Orvieto - e il collega Nevi su questo si è speso molto nella Commissione finanze, insieme al nostro capogruppo Antonio Martino e agli altri colleghi - e al rilancio della Banca Popolare di Bari come attore importante e imprescindibile del territorio della regione Puglia e di altre regioni del Sud, perché, per esempio, una di queste regioni molto interessata a questa vicenda è la regione Abruzzo, considerando prioritaria la massima salvaguardia dell'occupazione per i 3.200 lavoratori interessati e il presidio anche territoriale degli sportelli - e su questo saremo molto vigili - con il mantenimento della natura commerciale della banca.

A proposito di questo, ci avete fatto ritirare un emendamento, sostenuto in Commissione dal nostro capogruppo in Commissione finanze Antonio Martino. Volevamo provocare anche una reazione del Governo e della maggioranza su questo, perché con questo contributo che viene dato oggi, anche se sono state date le spiegazioni anche dello stesso Ministro, noi intendevamo portare direttamente a un aumento del capitale della Banca Popolare di Bari. Dunque, la domanda sul rifiuto di questa operazione è la seguente: ma nel rilancio della Banca Popolare di Bari a questo punto ci credete veramente, sì o no? Saranno i fatti e saranno i prossimi mesi, fino a giugno, a farcelo capire veramente.

Ma Forza Italia - questo lo dico perché Forza Italia lo fa avendo presentato proposte di emendamenti, ordini del giorno e proposte di legge - in questo caso specifico è convinta dell'assoluta necessità di dovere però fare una differenza importante di ragionamento tra l'operazione di salvataggio della Banca Popolare di Bari e quella più impegnativa di istituire e rafforzare la Banca del Mezzogiorno. Oltre al salvataggio della Banca Popolare di Bari ci interessa il piano industriale della Banca del Mezzogiorno: che tipo di missione vera avrà quella banca? Ad esempio, avere un accesso al credito ridotto o averlo a tassi di interesse più alti che altrove indebolisce l'economia meridionale, così come avere il supporto del settore assicurativo o non averlo è importante per il Sud. Allora, per il comparto del credito si rendono necessari interventi per aumentare la disponibilità di risorse verso iniziative di sviluppo economico del Mezzogiorno. Dunque, ben venga l'intervento di Invitalia, che può essere un tassello importante per salvare la Banca Popolare di Bari, ma prima bisogna aver dato a tutti quanti noi - e soprattutto a garanzia degli azionisti - un piano industriale degno di tale nome (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Nella discussione sulle linee generali se ne sono dette tante di cose e non il caso di ripeterle. È opportuno rimarcare che noi di Forza Italia, tenendo a cuore le oltre 350 filiali, i 9 miliardi di raccolta, i 3.300 dipendenti e i 70 mila soci della Banca Popolare di Bari, abbiamo partecipato attivamente a questo decreto e l'abbiamo fatto proponendo ulteriori norme di salvaguardia della trasparenza bancaria, con l'onorevole Giacomoni. Abbiamo proposto di agevolare ulteriormente il ricambio generazionale e abbiamo addirittura proposto di far accedere alle prestazioni straordinarie dei fondi di solidarietà anche i lavoratori che accederanno negli anni 2020 e 2021, e sono evidentemente gli esuberi anche della Banca Popolare di Bari. Inoltre, abbiamo proposto che il Governo intervenga per dare puntuali disposizioni a Invitalia affinché i termini delle modalità degli eventuali aumenti di capitale che verranno sottoscritti dalla Banca del Mezzogiorno non pregiudichino in maniera definitiva gli attuali azionisti. Abbiamo proposto anche che la Banca del Mezzogiorno possa intervenire sul ruolo dei confidi, che al Nord funzionano e al Sud invece sono fortemente penalizzati (questo per sostenere le start-up, soprattutto quelle giovanili). Insomma, abbiamo proposto tutto ciò e, inspiegabilmente, abbiamo ricevuto da voi stamattina il rifiuto su tutto: un rifiuto trasversale su tutto - un niet! - carico di pregiudizio. Questa cosa non va bene, ma nonostante questo stiamo mantenendo il nostro voto favorevole. Insomma, anche in questo decreto per il bene della Banca Popolare di Bari, dei suoi risparmiatori, degli obbligazionisti, dei dipendenti e dei soci non siamo rimasti a guardare. A proposito, cari colleghi che siete soprattutto alla mia destra, non avete perso tempo intanto a organizzare le prime riunioni pubbliche vendendo già lo spot: “Abbiamo salvato i risparmiatori della Banca Popolare di Bari”. A parte che non avete ancora salvato nulla finché tutti i passaggi successivi a questo decreto non saranno esauriti, ma poi una considerazione consentitecela: prima di andare in giro, in Puglia, in Campania o in Abruzzo, a garantire ai risparmiatori della Banca Popolare di Bari - anche in Umbria - di averli salvati, dite al vostro capo politico che le associazioni venete dei risparmiatori truffati, alle quali ad aprile 2019 avevate detto che la soluzione all'indennizzo c'era, stanno ancora aspettando l'indennizzo e ancora non hanno materialmente visto un euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Peraltro, i risparmiatori interessati dal crac delle popolari venete otterranno solo un piatto di lenticchie. Infatti, fino a oggi non hanno ricevuto niente…

PRESIDENTE. Concluda, per favore. Ha esaurito il suo tempo.

MAURO D'ATTIS (FI). …e nei prossimi mesi otterranno il 30 per cento di prezzo di carico delle loro azioni. Forza Italia voterà “sì” su questo decreto e sul salvataggio della Banca Popolare di Bari, dei suoi risparmiatori, dei suoi dipendenti e dei suoi soci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, con la nostra questione pregiudiziale avevamo sollevato numerose perplessità circa la conversione in legge di questo decreto, in primis perché temevamo che il ricorso alla decretazione d'urgenza potesse sottrarre una materia tanto importante al doveroso dibattito parlamentare. Nell'ambito dei lavori della Commissione finanze abbiamo però avuto la possibilità di audire alcuni dei soggetti coinvolti nella crisi della Banca Popolare di Bari e di confrontarci sulle proposte emendative. Superati gli ostacoli di tipo formale, il gruppo Lega oggi si trova ad esprimere la propria posizione nel merito del decreto-legge n. 142 del 2019, come riesaminato in Commissione. Il nostro voto sarà favorevole, perché lo scopo dell'operazione è quello di consentire il rafforzamento patrimoniale della Banca del Mezzogiorno Mediocredito Centrale, per permetterle, insieme al Fondo interbancario di tutela dei depositi, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari, attraverso un contributo in conto capitale di 900 milioni di euro nel 2020. Quella di intervenire con misure d'urgenza per consentire il salvataggio del sistema bancario nazionale, dopo la crisi economica e finanziaria degli anni Duemila, è ormai una prassi reiterata del legislatore dal 2015 in poi. Ricordo, ad esempio, che con il decreto-legge n. 99 del 2017 è stata facilitata la messa in liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, per garantire continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio, concedendo garanzie statali sulla vendita di attività ad Intesa Sanpaolo. Ancora, con il decreto-legge n. 1 del 2019, il Governo giallo-verde ha concesso garanzia statale sulle passività di nuova emissione e sui finanziamenti erogati dalla Banca Popolare d'Italia per far fronte alla grave crisi di liquidità di Banca Carige Spa, già posta in amministrazione straordinaria proprio come la Banca Popolare di Bari. Lo stesso Governo a guida Lega e MoVimento 5 Stelle, con la legge di bilancio 2019, ha cercato di introdurre forme di indennizzo per i risparmiatori degli istituti in crisi, progressivamente ampliando gli strumenti già a disposizione. In particolare, è stata prevista una dotazione finanziaria di 525 milioni di euro per tre anni ed è stato disciplinato il fondo indennizzo risparmiatori per tutti coloro che abbiano subito un pregiudizio ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa nell'ultimo biennio, dopo il 16 novembre 2015 e prima del primo gennaio 2018. Si tratta di Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Risparmio della provincia di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto banca. L'indennizzo per gli azionisti è commisurato al 30 per cento del costo di acquisto, mentre per gli obbligazionisti è del 95 per cento del costo stesso, entro il limite massimo di 100 mila euro per ogni risparmiatore. Con decreto ministeriale del 10 maggio 2019 sono state disposte modalità operative per accedere al fondo e dall'8 agosto scorso è attivo il portale per la presentazione delle istanze. Hanno accesso a tale fondo i risparmiatori, ovvero persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, organizzazioni di volontariato, di promozione sociale, microimprese con meno di dieci persone e un bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. Quando eravamo in maggioranza, avevamo previsto di incrementare la dotazione di questo Fondo e di favorire ulteriori e più ampie forme di ristoro per i risparmiatori danneggiati dalla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, trasparenza, correttezza e buona fede oggettiva da parte degli istituti. Auspichiamo che questo Esecutivo intenda proseguire il percorso da noi intrapreso e che continui a tutelare indistintamente tutti i risparmiatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) anche quelli pregiudicati dalle condotte delle banche messe in liquidazione coatta amministrativa. Ci auguriamo altresì che la Commissione parlamentare di inchiesta banche possa iniziare a lavorare al più presto, per fare luce su un capitolo bruttissimo della nostra storia economica. Nel caso della Banca Popolare di Bari, posta in amministrazione straordinaria lo scorso 13 dicembre, siamo concordi sulla necessità di prevenire i danni e di tutelare imprese e risparmiatori.

Si tratta di una realtà con una quota di mercato significativa in Puglia, Basilicata e Abruzzo, con un numero di 70 mila soci. I suoi clienti sono poco meno di 600 mila, dei quali un sesto sono imprese, che rappresentano il 60 per cento degli impieghi. La crisi dell'istituto è strettamente legata alle fusioni ed aggregazioni che hanno contraddistinto i suoi sessant'anni di storia, nonché alla scarsa capacità di reperire capitale di rischio sul mercato e alla scarsa redditività. In particolare, nel 2014 la Banca d'Italia ha autorizzato l'acquisto del controllo di Banca Tercas, con un salvataggio accompagnato da un contributo di 330 milioni di euro da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi, oggetto di contestazione da parte della Commissione europea per la presunta configurabilità come aiuto di Stato e ancora all'esame delle autorità giudiziarie europee. Tra il 2014 e il 2015, la banca ha realizzato un'operazione di rafforzamento patrimoniale di 550 milioni tra emissione di nuove azioni e obbligazioni subordinate, caratterizzate, secondo Consob, dalla violazione delle regole di trasparenza, per cui è stata erogata una sanzione di due milioni di euro. L'interruzione del processo di trasformazione in Spa, per effetto di ordinanza del Consiglio di Stato del dicembre 2016, ha fatto venir meno un'altra condizione importante per la raccolta del capitale di rischio, ostacolata dallo status di società cooperativa e dal principio del voto capitario. Tra il 2016 e il 2018 la banca non è riuscita a concretizzare l'ingresso nella compagine sociale di investitori in grado di incrementare i mezzi propri. L'esercizio 2018 si è chiuso con una perdita di oltre 430 milioni di euro. Il 18 giugno 2019, la Banca d'Italia ha avviato un nuovo accertamento ispettivo dopo quello del 2010, rilevando gravi perdite patrimoniali e requisiti di vigilanza sotto i limiti regolamentari. All'inizio del 2019 sono emerse pure conflittualità tra il presidente dell'organo amministrativo, i componenti del comitato di controllo interno e rischi e il presidente del collegio sindacale. I tentativi di aggregazione posti in essere nel secondo trimestre 2019 non si sono concretizzati, sebbene il “decreto crescita” del Governo gialloverde abbia introdotto agevolazioni per operazioni di aggregazione aziendale compiute da società del Mezzogiorno, in particolare la possibilità di trasferire le attività fiscali differite, cosiddette di DTA, alle singole imprese, trasformandole in credito di imposta. L'amministrazione straordinaria disposta il 13 dicembre 2019 per le gravi perdite patrimoniali dovrebbe essere volta a riportare la banca alla normale gestione e la ricapitalizzazione, attraverso la Banca del Mezzogiorno, dovrebbe contribuire a favorire una serena prosecuzione delle attività. Invitiamo il Governo ad avviare le opportune interlocuzioni con la Commissione europea, come previsto dalla comunicazione del 10 luglio 2013 in tema di aiuti di Stato. Vi sono dei precedenti che riguardano proprio la Banca Popolare di Bari per l'acquisto di Banca Tercas e riteniamo che sia prudente prevenire siffatte situazioni. In sintesi, quindi, ribadiamo che il nostro voto favorevole a sostegno del tessuto economico produttivo del Sud è condizionato all'osservanza delle dovute cautele da parte del Governo, degli organi di amministrazione straordinaria e degli organi di controllo, perché il futuro della Banca Popolare di Bari sia improntato ad una maggiore capacità di attrazione del capitale di rischio e ad una maggiore redditività, oltre che ad una sana e prudente gestione, al contrario di quello che è avvenuto finora. Confidiamo che eventuali omissioni e responsabilità dei vertici dell'istituto vengano adeguatamente accertate e sanzionate dalla magistratura. In ultimissima istanza, rappresento che il gruppo Lega ha sottoscritto l'ordine del giorno n. 19 di Buratti e Mancini, perché siamo concordi sulla necessità di adeguate modifiche normative riguardanti le banche di credito cooperativo per evitare il reiterarsi di casi come questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruggiero. Ne ha facoltà.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). Presidente, il provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi rappresenta un passo in avanti molto importante per il Mezzogiorno, un Mezzogiorno che da tempo ha una debolezza strutturale rispetto al resto d'Italia, che si manifesta anche a livello bancario e creditizio, acuito molto dalla crisi della Banca Popolare di Bari, legata a tanti cittadini imprese e risparmiatori. Quello che facciamo con il nostro intervento è mettere in sicurezza i correntisti. Abbiamo evitato che la banca fosse posta in liquidazione, perché ci sarebbero stati dei danni gravissimi su tutto il Mezzogiorno. Abbiamo consolidato il tessuto economico e sociale di quel territorio, perché altrimenti ci sarebbero state enormi ripercussioni. E non parliamo del solito salvataggio di una banca, non parliamo dei numeri, dei bilanci, delle cifre fredde, ma parliamo del significato che quell'istituto bancario ha avuto per migliaia di persone per tanti anni sul territorio. Parliamo, invece, delle speranze perdute, dei sogni traditi, dei progetti infranti di tantissimi risparmiatori, che hanno lavorato una vita intera e che in quella banca avevano riposto i risparmi di una vita, perché quegli azionisti, quei soci, quei risparmiatori, quei cittadini e quelle imprese hanno creduto per anni in quell'istituto bancario e non avrebbero mai immaginato di trovarsi in un incubo senza fine, perché c'è chi ha perso il marito, perché c'è chi si è ammalato, chi addirittura è arrivato a dormire in auto. Ci sono anche risparmiatori che hanno dovuto annullare tutti i progetti per un futuro migliore per i loro figli. Non possiamo rimanere sordi al dolore di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e non dobbiamo confondere degli azionisti che investono dei soldi per avere un massimo profitto con dei piccoli risparmiatori che hanno lavorato una vita intera per mettere i loro guadagni da parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con il nostro intervento, quindi, iniziamo un percorso grazie al quale lo Stato si fa carico di questa problematica, ed è accanto ai cittadini e risparmiatori, non solo per la Banca Popolare di Bari ma per tutto il Mezzogiorno d'Italia, perché ad essere salvata non è solo la banca ma sono tutti i risparmiatori coinvolti. In tutto ciò non posso risparmiare giudizi sull'operato della dirigenza dell'istituto. Non è certo questa la sede per accertare eventuali responsabilità penali, su cui la magistratura, peraltro, ha già aperto diversi filoni di inchiesta, ma tutte le storie e le testimonianze che abbiamo ascoltato sulla vicenda Popolare di Bari sollevano enormi dubbi e ombre. Molti risparmiatori addirittura parlano dell'insistenza di molti dipendenti delle filiali, che, quasi al limite dell'atto persecutorio, li hanno portati a sottoscrivere delle azioni che poi si sono rivelate illiquide; addirittura risparmiatori che non avevano alcuna competenza economica per capire il rischio che si stavano accollando, e dipendenti delle filiali che venivano puntualmente spostati per non poter essere avvicinati dai risparmiatori che venivano truffati puntualmente. Fa rabbia leggere queste storie, perché questo è il simbolo del capitalismo sfrenato, di coloro che hanno omesso dinanzi ai risparmiatori e ai cittadini del Mezzogiorno l'avidità, la massimizzazione dei profitti. Un altro filone d'inchiesta che si è aperto, perché questo capitalismo sfrenato e questo modo di essere inumano con i cittadini era solo per i risparmiatori semplici, perché poi, invece, per le grandi società, le grandi aziende che chiedevano crediti, il sentimento era umanissimo, tanto da concedere crediti certificati come sicuri senza le coperture adeguate, che poi si sarebbero rivelati inesigibili. Per non parlare poi dell'acquisizione della Tercas, della Banca d'Italia, di una vigilanza che non c'è stata, ci sono altri dubbi anche su questo, ma la procura farà il suo corso. L'azione di Banca d'Italia non ha evitato assolutamente che si arrivasse a queste criticità. Alle sofferenze e alle difficoltà dei risparmiatori lo Stato deve dare una risposta forte, soprattutto alla luce della cattiva gestione della banca. La famiglia Jacobini, che ha diretto per molto, troppo tempo l'istituto bancario, deve assumersi le proprie responsabilità, perché chiudere un bilancio in rosso e nel frattempo aumentarsi i compensi è un atto ignobile, disumano, è una mancanza di rispetto nei confronti dei tanti risparmiatori che avevano creduto in quell'istituto e non riuscivano a smobilizzare le azioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per questo, oltre che per le condizioni in cui gli Jacobini hanno lasciato la banca e i risparmiatori, chiedo al Presidente della Repubblica l'opportunità di valutare la possibilità di rimuovere l'onorificenza di Cavaliere del Lavoro a Marco Jacobini, perché quel titolo oggi è uno schiaffo in faccia a tanti cittadini che hanno lavorato una vita intera per mettere da parte i guadagni e che adesso si ritrovano in queste condizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Magari un'opportunità per evitare che in futuro ci siano episodi del genere sarebbe quella di emanare finalmente quel decreto del Ministero dell'economia e finanze che fissa i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza per i dirigenti di una banca in ottemperanza all'articolo 26 del testo unico bancario; questa sì che potrebbe essere una soluzione per mettere le banche in mani sicure. Il caso della Popolare di Bari dimostra ancora una volta come la questione dell'onestà e della trasparenza, quella per cui molto spesso noi del MoVimento 5 Stelle veniamo dileggiati, dovrebbe essere invece una prerogativa in ogni settore della vita pubblica di questo Paese. Senza la stella polare dell'onestà e della correttezza ci sarà sempre qualcuno che finirà vittima incolpevole di azioni ingiuste da qualcun altro portato a massimizzare i profitti e avido. Grazie a questo decreto che convertiamo in legge compiamo un passo avanti verso la tutela dei risparmiatori della Popolare di Bari, nonché rafforziamo e sviluppiamo il tessuto socio-economico del Mezzogiorno. Con il MoVimento 5 Stelle cambia radicalmente l'approccio alle crisi bancarie: d'ora in avanti nessun risparmiatore sarà lasciato solo, perché le banche sono fatte di persone, non di cifre, numeri e bilanci, non solo quello. L'abbiamo già dimostrato: abbiamo istituito il fondo indennizzo risparmiatori, ci abbiamo messo un miliardo e mezzo, ed è stata la prima volta nella storia di questo Paese in cui un risparmiatore ha avuto un indennizzo. Così come allo stesso modo ci impegniamo a garantire i livelli occupazionali della banca, perché nessuno deve essere lasciato solo. Con il MoVimento 5 Stelle la risoluzione delle crisi bancarie è mettere al centro dell'azione dello Stato il cittadino, che va protetto in tutto e per tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordo sempre lo stesso motto che ha ispirato la nostra filosofia politica: nessuno deve rimanere indietro. E anche in questo caso nessuno rimarrà indietro. Per queste ragioni e per i risparmiatori truffati dalla Banca Popolare di Bari in tutti questi ultimi anni, annuncio il voto favorevole a nome del MoVimento 5 Stelle al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Desidero informare l'Assemblea, prima di passare al voto finale, che il nostro collega Giuseppe Chiazzese è diventato padre della piccola Anna, e che il nostro collega Ubaldo Pagano è diventato anch'egli padre delle gemelle Sara e Janua (Applausi). Esprimo ai colleghi, alle mamme e alle neonate gli auguri più sinceri da parte di tutta l'Assemblea.

Ha chiesto di parlare la presidente della VI Commissione, deputata Ruocco, per brevi ringraziamenti. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Presidente della VI Commissione. Presidente, ringrazio tutta la Commissione per la collaborazione per questo importante provvedimento. Durante tutto lo svolgimento dei lavori si è pensato e ci si è focalizzati sull'obiettivo, che è un obiettivo a favore del Paese. Ringrazio il Governo, gli uffici e tutti quelli che hanno collaborato a questo importante risultato. Grazie ancora.

(Coordinamento formale - A.C. 2302-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2302-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2302-A: “Conversione in legge del decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

Nel frattempo, prima che la collega prenda la parola, chiedo ai colleghi deputati che volessero allontanarsi dall'Aula di farlo in silenzio e senza creare eccessivo disordine, per consentire alla deputata Occhionero di svolgere appieno il suo intervento. Prego, a lei la parola.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Presidente, parliamo spesso di Green New Deal, è bene, però, non perdersi tra l'entusiasmo del domani e non disperdere la concreta possibilità di realizzare davvero un'economia verde tra i principi ovattati dell'iperuranio e lo dico perché, poi, ci sono i problemi, quelli reali e concreti, ed è per questo motivo che, oggi, vorrei che l'attenzione dell'Aula si concentrasse su una piccola area della mia regione, il Molise. Parlo di Venafro, in provincia di Isernia, una piccola area in cui c'è un'elevata concentrazione di strutture ad elevatissimo impatto inquinante. Mi riferisco al cementificio di Sesto Campano, agli inceneritori di Pozzilli e di San Vittore del Lazio e, da ultimo, è incombente lo spettro della centrale turbogas di Presenzano in Campania. Oltre a tutto ciò, c'è l'indotto dei mezzi pesanti che servono, appunto, a servire queste strutture.

C'è una forte mobilitazione in quella zona, da parte dei cittadini e delle associazioni, ed è necessario, quindi, che sia le istituzioni locali sia noi e il nostro Governo, prestiamo una maggiore attenzione a queste piccole aree, perché io credo, Presidente, che sia necessario e importante parlare di economia sostenibile, però, il vero cuore di questo Green New Deal di cui tutti noi parliamo con convinzione è dato da una sinergia imprescindibile tra salubrità del territorio, sostenibilità, produttività e, chiaramente, promozione degli stessi territori.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Ecco, io sono convinta che il Governo si muoverà in questa direzione e voglio rappresentare la mia massima vicinanza a Venafro e a tutte le piccole “Venafro” che ci sono in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà, per due minuti.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, ieri, il 20 gennaio di cento anni fa, nasceva Federico Fellini e dispiace che la Camera non lo abbia ricordato in maniera ufficiale, quindi, pensiamo di ottemperare a questa mancanza, facendolo noi a nome di tutto il Parlamento.

Fellini è una grande eccellenza italiana, è riuscito con la sua cinepresa a descrivere sicuramente la sua Rimini, l'intera Italia e a consacrare Roma come capitale indiscussa del cinema e della “dolce vita”. Una delle scene iconiche dell'immaginario felliniano - Marcello, come here - in cui Anita Ekberg si immerge nella Fontana di Trevi, come se fosse una vasca da bagno ne La dolce vita ne è il simbolo. Fellini amava dei romani la protervia e il cinismo, dice un testimone della “dolce vita”. È stata una carriera, quella di Fellini, che l'ha visto dirigere grandi attori, Marcello Mastroianni, appunto, Alberto Sordi e tanti altri; un percorso artistico che ha portato il maestro a ottenere ben 5 premi Oscar, per La strada, Le notti di Cabiria, 8 1/2, Amarcord e, nel 1993, anche uno alla carriera. Quest'ultimo premio verrà ritirato a Los Angeles con un sentito discorso di ringraziamento davanti all'Academy, mostrando tutto l'amore e la devozione nei confronti della moglie Giulietta Masina.

Come magistralmente scrive Marcello Veneziani: “Del mondo colse l'evanescenza, fra figure che scolorano in un fumoso interregno tra vivi e morti, tra veglia e sogno”.

E, ancora: “Fellini fu metafisico d'infanzia e favoloso puericultore”; “L'avanspettacolo come il circo attirò e stimolò l'estro immaginario di Fellini”; “L'arte circense affonda in una cultura millenaria, il circo ci insegna una cosa di più, la gente che fa lo spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza e questo fa bene all'anima”.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). “Fellini non rendeva verosimile una storia immaginaria, ma rendeva inverosimile la realtà”. Siamo qui a raccogliere questa testimonianza e a celebrarlo e lo abbiamo fatto anche ieri in una splendida mostra all'Angelica del MiBACT, inaugurata dal Governo e dal sottoscritto, a nome dell'intergruppo della cultura e dello spettacolo popolare, che invito tutti i colleghi a vedere e a sostenere altresì tutti gli eventi per ricordare il nostro maestro dell'immaginario (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessia Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, intervengo per rendere tutti noi edotti del fatto che in Veneto sta succedendo qualcosa di straordinario, vorrei dire di inedito, di controcorrente o, meglio, di straordinariamente devastante. Infatti, Luca Zaia passerà alla storia per essere stato il primo presidente a tagliarsi da solo un parco regionale; lo sta facendo la sua maggioranza con una legge che sta facendo in fretta e furia. Eppure, ricordiamo che è lo stesso presidente che, un anno fa, si è visto devastato il territorio a causa della tempesta Vaia, con 29 mila ettari martoriati. Avrebbe dovuto imparare qualcosa, evidentemente, ma non è così.

È lo stesso presidente che, con una mano, forse per facciata o forse perché si tratta di casa sua, la sua Treviso, chiede la tutela del Prosecco all'UNESCO e, con l'altra, toglie protezione ad un ambiente, il Parco della Lessinia, con lungimiranza creato 30 anni fa, che ha tutelato la biodiversità animale e vegetale e gli eccezionali gioielli speleologici che ci sono.

Zaia lo fa in una regione, d'altra parte, già abbastanza “maglia nera” per quanto riguarda la tutela ambientale; voglio ricordare che in Europa la media di superficie a parco è del 20 per cento, in Italia del 10 e in Veneto appena del 5. Dopodomani, la prossima settimana, con l'approvazione di questa legge, cosa che noi speriamo che non accada, sarà ancora inferiore. È maglia nera per l'inquinamento delle polveri sottili, ha il doppio della cementificazione di tutto il resto d'Italia, è già inquinata dai PFAS; eppure, Zaia e la sua maggioranza proseguono in quella che è un'indicazione controcorrente sul tema della devastazione ambientale. Dovremmo esserne tutti edotti; eppure, qualcuno non lo è, perché, per Zaia e la sua maggioranza, vengono prima i cacciatori rispetto all'ambiente e rispetto alla tutela dei veneti.

Per noi quelli del Parco non sono dei vincoli, ma delle risorse per la protezione di un ambiente e di un territorio unici. Perciò, presenteremo, come Partito Democratico, naturalmente, un'interrogazione e faremo in modo che questo non accada e che questo precedente, appunto, infausto non possa avvenire ai danni dei veneti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Gentile Presidente, ancora una volta questo Governo del Partito Democratico, di Italia Viva e del MoVimento 5 Stelle va contro gli interessi degli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La loro doppia faccia, come al solito, viene messa in evidenza, perché promettevano l'abolizione dell'IMU per tutti noi, italiani all'estero e, invece, oggi che sono al Governo insieme, hanno abolito l'esenzione IMU per i pensionati esteri. Ma se volevate veramente abolire l'IMU per tutti noi italiani all'estero, perché l'avete introdotta per i pensionati esteri? State prendendo in giro tutti i vostri elettori e noi italiani residenti all'estero.

Spero che si vada presto al Governo, che ci sia presto il voto politico e che gli elettori possano prendere atto della vostra assoluta malafede (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mario Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Presidente, intervengo brevemente per portare all'attenzione dell'Aula un aspetto della politica regionale sarda che certamente non è sfuggito al Governo. Come è noto, la Sardegna è governata da una maggioranza di centrodestra a trazione leghista che, finora, ha dimostrato di essere assolutamente inadeguata a governare e priva di qualsiasi visione innovativa e di sviluppo. Si consideri che la giunta si appresta a proporre al consiglio regionale una modifica della legge urbanistica che prevede la possibilità di edificare persino all'interno della fascia dei 300 metri dalla battigia, in totale spregio dei vincoli di inedificabilità della fascia costiera, tutelata dagli articoli 19 e 20 e dalle norme di attuazione del PPR, che da decenni difendono le coste della Sardegna in misura molto più ampia rispetto al vincolo dei 300 metri. Si tratta certamente di scelte politiche scellerate, in totale contrasto rispetto all'attuale indirizzo dell'azione di Governo, sempre più orientata ad un uso sostenibile del territorio e delle sue risorse, a un'attenzione sempre maggiore alla tutela dell'ambiente.

Il nuovo Piano casa, annunciato dalla giunta regionale Solinas, rappresenta l'ennesimo sfregio e l'ennesimo tentativo di cementificazione della Sardegna e delle sue coste: con l'alibi del sostegno alle famiglie e travisando l'effettivo contenuto della normativa con la denominazione fuorviante di “Piano casa” si umiliano l'ambiente e il paesaggio, consumando irrimediabilmente risorse e bellezze non più rinnovabili; con l'alibi di politiche per lo sviluppo turistico si mira esclusivamente alla realizzazione di profitti per pochi, in quanto quelle risorse, che viceversa dovrebbero essere tutelate e valorizzate proprio in funzioni dello sviluppo turistico, andrebbero irrimediabilmente compromesse. Concludo, Presidente, facendo mie le parole dell'appello che numerosi intellettuali, professionisti e associazioni hanno rivolto alle istituzioni.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIO PERANTONI (M5S). Mentre il mondo si infiamma per il rischio sempre più imminente di un disastro ambientale e per il dissennato sfruttamento delle risorse comuni, e la politica ufficiale si erge a paladina delle disperate richieste dei giovani che guardano con angoscia al proprio futuro, nelle pubbliche amministrazioni si continua a perseguire una visione miope e particolaristica. Mi batterò quindi con tutte le mie energie per contrastare le politiche scellerate che la giunta regionale sarda vuole porre in essere a discapito di ambiente, natura e paesaggio.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.

MARIO PERANTONI (M5S). Presidente, ho concluso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Perfetto.

Ha chiesto di parlare il deputato Pasquale Maglione. Ne ha facoltà, per due minuti.

PASQUALE MAGLIONE (M5S). Presidente, intervengo in Aula per portare a conoscenza della Presidenza un fatto estremamente grave che sta succedendo nel comune di Benevento. Nel 2016 vi è una notizia giornalistica in cui si dice che la procura di Benevento sta indagando su un'ipotesi di associazione a delinquere finalizzata allo scambio politico-elettorale, che coinvolge la famiglia del clan Sparandeo e l'allora candidato Nanni Russo, attualmente consigliere comunale di maggioranza. È invece di questi giorni un'ulteriore notizia giornalistica in cui viene riportato uno stralcio delle intercettazioni allegate all'ordinanza di arresto emessa dal GIP. All'interno di queste intercettazioni, riporto alcuni passaggi di quelli che erano i colloqui tra l'allora candidato Nanni Russo, attuale consigliere, e Stanislao Sparandeo, che era il figlio di Corrado Sparandeo, nel quale Nanni Russo avrebbe detto: “E basta, io non ho fatto niente a nessuno, sono stato a disposizione per 30 anni della mia vita e per culo non mi dovete prendere”, rivolto sempre a Stanislao Sparandeo. Inoltre, sempre Nanni Russo avrebbe detto: “40 anni di amicizia buttati nel cesso”. Durante queste intercettazioni Nanni Russo contesterebbe alla famiglia Sparandeo di non aver avuto quel supporto che gli era stato promesso.

Premesso questo, e premesso anche il fatto che quello che è l'attuale sistema elettorale delle province prevede un'elezione di secondo livello, se eventualmente la magistratura dovesse accertare che vi sia stato un reato di scambio politico-mafioso, è chiaro che ciò andrebbe anche ad influire sull'elezione del consiglio provinciale, perché sappiamo benissimo che, in questo momento, concorrono all'elezione del consiglio provinciale i consiglieri comunali; e in particolar modo, potrebbe in qualche modo aver inficiato anche questa elezione, perché è da considerare che l'attuale consigliere di maggioranza Nanni Russo è un consigliere di maggioranza all'interno del comune capoluogo, e quindi ha un peso ponderato molto elevato.

Detto questo, io ritengo sia necessario che la Presidenza venga informata, ma soprattutto ritengo sia necessario che il Ministero dell'Interno avvii i necessari approfondimenti affinché si valuti anche la possibilità di avviare un'inchiesta, una commissione di accesso per verificare che non vi siano state in alcun modo interferenze tra la malavita beneventana e l'operato dell'amministrazione beneventana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alemanno. Ne ha facoltà, per due minuti.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Presidente, l'inquinamento da plastica rappresenta oggi una delle emergenze ambientali più gravi per il nostro pianeta e per le specie marine che abitano nei nostri mari. Nel Mar Mediterraneo sono 570 mila le tonnellate di plastica che finiscono ogni anno in acqua, l'equivalente di 33 mila bottigliette al minuto. Non solo: a rendere più grave la situazione, ci sono da tempo previsioni che vedrebbero nel 2050 il Mediterraneo composto al 50 per cento di plastica. I dati sul monitoraggio dei mari del Salento sono preoccupanti per il sempre crescente inquinamento che si rileva: si registra una presenza record di microparticelle, sia nell'Adriatico che nello Ionio.

Eppure la rotta si può invertire: basta avere una buona dose di senso civico e mettere in campo ogni strumento, sia comunicativo che sociale, affinché questa missione diventi un impegno preciso per ciascuno nella nostra comunità.

La condizione ancora più grave dei nostri mari è rappresentata alla perfezione dalla moria di tartarughe marine che si sta consumando sulle coste adriatiche del Salento: uno stillicidio senza precedenti, che rattrista e non ci può lasciare indifferenti, e che ha fatto innalzare l'allarme su questa inaccettabile invasione di plastiche.

Per contrastare il fenomeno serve un mix di tecnologia, buone pratiche e buon senso. Serve una campagna di sensibilizzazione, serve un segnale forte: un appello doveroso va rivolto a tutti i cittadini, alle istituzioni, che si adoperino per collaborare e individuare interventi per disincentivare il consumo di plastiche, nocive per l'ambiente e per il mare. Serve uno sforzo comune per un obiettivo che migliori la salute e la vita di tutti noi. Salvare i nostri mari è la sfida più importante di questi nostri tempi: nessuno può restare indifferente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Angela Masi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANGELA MASI (M5S). Presidente, la cronaca registra l'ennesima aggressione ad Altamura. Alcuni mesi fa era toccato ad un'operatrice della Croce Azzurra, aggredita e rapinata all'interno dei locali gestiti dalla sua cooperativa sociale; pochi giorni fa è capitato a un tabaccaio, aggredito e rapinato da tre malviventi. Per fortuna, stavolta le ferite riportate dalla vittima non sono gravi, e confido che le forze dell'ordine riescano a risalire ai malfattori e a consegnarli alla giustizia.

Certo, non sono episodi inquietanti come quelli che stanno accadendo a Foggia, ma sono segnali di un atteggiamento spavaldo di chi crede di essere impunito.

Il mio vuole essere un monito allo Stato, affinché ci sia sempre attenzione su questi fenomeni criminali, che vanno combattuti prima di trasformarsi in vere e proprie piaghe, ragionando anche su un possibile aumento delle forze dell'ordine sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Mulè. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, intervengo per sollecitare la risposta del Governo a un atto di sindacato ispettivo, presentato da me oramai a ottobre scorso: è l'interrogazione n. 5-03017, annunciata in quest'Aula il 29 ottobre.

Io comprendo che il Governo è oberato da una grande mole di atti di sindacato ispettivo, ma alla luce di quanto riferito oggi da un articolo di stampa, la materia trattata dall'interrogazione è di sicuro, certo rilievo, perché sicuramente investe anche profili di sicurezza nazionale.

Un articolo de Il Messaggero riferisce oggi che i componenti del Copasir appartenenti alla maggioranza hanno inviato una richiesta al presidente Volpi per ottenere informazioni sull'eventuale uso che fa il Governo cinese dei dati dell'applicazione TikTok.

Si tratta di un'applicazione che spopola tra i nostri giovani, ma che essendo cinese è tenuta a riferire al suo Governo i dati che ottiene dai propri utenti. Su questa applicazione e sui possibili usi impropri di dati nel resto del mondo già da tempo si sono accesi i fari degli organi di sicurezza, e in alcuni casi dei servizi segreti. È per questo che, in tempi non sospetti, ho chiesto al Governo, al Presidente del Consiglio, di sapere se questa applicazione rispettasse la normativa vigente in materia di privacy e di dati personali, e se si potesse profilare un eventuale pericolo per la sicurezza nazionale.

Ora che, per fortuna, anche la maggioranza sembra essersi accorta di questo potenziale pericolo, mi auguro che ci possa essere in tempi brevi una risposta alla mia interrogazione.

Concludo dicendo che mi permetto di aggiungere che è inutile che, come prevede il “milleproroghe”, secretiamo i soggetti che saranno inseriti nel perimetro di sicurezza cibernetica, se poi ci può essere qualcuno che accede liberamente ai dati di almeno qualche milione di utenti italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Signor Presidente, il mio intervento è affinché rimanga agli atti, affinché l'Aula sia informata di quanto avvenuto sabato scorso nella mia città, la città di Prato: ha avuto luogo una manifestazione di una sinistra anarcoide, diciamo di una componente sindacale molto violenta, la SI Cobas, che anche questa volta si è contraddistinta per aver disatteso gli accordi con le forze dell'ordine per quanto riguardava il perimetro della stessa manifestazione.

Alcuni facinorosi hanno pensato bene di aggirare quello che era stato definito come il limite massimo al quale la manifestazione avrebbe potuto arrivare, fino a riversarsi nella piazza più importante, piazza del Comune. Lì, le forze dell'ordine, con un comportamento che io posso definire solamente encomiabile - in quel caso la polizia in tenuta antisommossa - anziché caricare violentemente, ha pensato di respingere con gli scudi fuori dalla piazza e fuori dal perimetro del centro storico questi manifestanti che stavano calpestando del suolo pubblico non autorizzato per la manifestazione.

Semplicemente, signor Presidente, questo intervento affinché l'Aula e la nazione ne siano informate, trattandosi di una manifestazione nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 27 gennaio 2020 - Ore 14:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Enrico Borghi, Marco Di Maio, Fornaro ed altri n. 1-00312 e Parolo ed altri n. 1-00316 concernenti iniziative per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne, rurali e montane .

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

COSTA ed altri: Modifiche alla legge 9 gennaio 2019, n. 3, in materia di prescrizione del reato. (C. 2059-A)

Relatrice: BUSINAROLO.

La seduta termina alle 13,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 la deputata Gava ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 11 e dalla n. 13 alla n. 17 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 il deputato Villarosa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 10 e 11 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 i deputati D'Uva, Fregolent e Magi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2302-A - em. 1.2 382 382 0 192 161 221 73 Resp.
2 Nominale em. 1.53 404 318 86 160 87 231 73 Resp.
3 Nominale em. 1.50 406 320 86 161 88 232 73 Resp.
4 Nominale em. 1.10 409 320 89 161 84 236 72 Resp.
5 Nominale em. 1.54 425 330 95 166 87 243 72 Resp.
6 Nominale em. 1.55 433 344 89 173 93 251 72 Resp.
7 Nominale em. 1.15 433 344 89 173 92 252 72 Resp.
8 Nominale art. agg. 1.014 432 432 0 217 181 251 72 Resp.
9 Nominale art. agg. 1.021 436 410 26 206 157 253 72 Resp.
10 Nominale art. agg. 1.024 429 403 26 202 153 250 72 Resp.
11 Nominale art. agg. 1.026 434 407 27 204 156 251 71 Resp.
12 Nominale em. 2.100 439 283 156 142 256 27 71 Appr.
13 Nominale art. agg. 2.04 432 345 87 173 97 248 71 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. agg. 2.09 437 339 98 170 88 251 71 Resp.
15 Nominale art. agg. 2.010 438 344 94 173 96 248 71 Resp.
16 Nominale art. agg. 2.012 446 351 95 176 98 253 71 Resp.
17 Nominale art. agg. 2.013 444 325 119 163 69 256 71 Resp.
18 Nominale Ddl 2302-A - voto finale 440 412 28 207 412 0 69 Appr.