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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 281 di domenica 22 dicembre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 17 dicembre 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bazzaro, Gallo, Grimoldi e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: S. 1586 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (Approvato dal Senato) (A.C. 2305); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (A.C. 2305/I).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2305: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 e relativa Nota di variazioni (A.C. 2305/I).

Avverto che il nuovo schema recante la ripartizione dei tempi, predisposto a seguito della cessazione della componente politica del gruppo Misto Cambiamo!-10 Volte Meglio, è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A). Avverto, inoltre, che a ciascuno dei tre relatori di minoranza è attribuito un tempo pari a dieci minuti.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2305 – A.C. 2305/I)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo perché sia noto a quest'Aula, benché sfornita in questo momento di colleghi, che in Commissione bilancio si è consumata un'ennesima disfatta di questo Governo perché - ed è importante che prima che inizi questa discussione i fatti siano noti a tutti - noi componenti della Commissione bilancio ci siamo trovati ieri pomeriggio convocati alle 18 sostanzialmente per renderci conto dell'impossibilità di discutere gli emendamenti presentati non solo dalle opposizioni ma, in realtà, anche da una piccola parte della maggioranza. Volevo che questo dato rimanesse a verbale prima dell'inizio della discussione, perché per noi è fondamentale che sia assolutamente chiaro che noi non siamo stati eletti contro qualcuno, noi siamo stati eletti per fare il nostro lavoro, per rappresentare la nostra nazione, i nostri elettori, e di fatto le prerogative del Parlamento sono state assolutamente inibite. Questo è accaduto anche senza che il Governo prendesse atto e avesse l'onestà intellettuale di venire in Commissione per dirci che il provvedimento, di cui oggi inizierà la discussione, era in realtà un provvedimento bloccato, quindi un provvedimento assolutamente chiuso, impossibile da modificare, perché l'incapacità di questo Governo ha portato a discutere la manovra, la legge delle leggi dello Stato italiano, il 22 dicembre, quindi ovviamente a ridosso della scadenza ultima. Riteniamo che questo sia un fatto assolutamente grave che debba essere sottolineato, perché è stata tolta alle opposizioni la possibilità di dare il proprio punto di vista, di discutere del proprio punto di vista. E noi non avevamo presentato emendamenti soltanto con lo scopo, con il fine di fare ostruzionismo, la volontà del gruppo di Fratelli d'Italia è sempre stata, mai mutata dall'inizio di questa legislatura, di fare un'opposizione concreta, seria, sui temi, e ovviamente ci ha portato a presentare un numero di emendamenti congruo con i temi che per noi sono fondamentali, dalla famiglia all'imprenditoria, dalle professioni alla tassazione, che avremmo voluto discutere nel merito. Questo fatto è stato impedito, la procedura ha consentito che ci fosse il parere negativo rispetto a tutto il gruppo degli emendamenti e quindi che venisse dato mandato al relatore, e noi, ovviamente, in sede di esame in Commissione - ma vogliamo che questo venga ribadito anche oggi in quest'Aula - ci siamo allontanati, perché riteniamo che l'impossibilità di discutere, anche di quello che pensano le opposizioni rispetto a una manovra che ci lascia molto perplessi, abbia di fatto eliminato il principio democratico del dibattito.

Allora ci siamo posti un'altra questione, perché una delle battaglie di Fratelli d'Italia è quella relativa alla modifica e, quindi, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, vorremmo un nuovo modo di interpretare la politica in questo Paese, quindi ci siamo assolutamente stupiti di come di fatto la nostra Costituzione venga calpestata lì dove non esiste più il bicameralismo ma di fatto è solo una delle due Camere, a seconda del provvedimento, a seconda di dove il provvedimento viene incardinato, che si occupa dei provvedimenti. Non è la prima volta che capita, lo abbiamo già visto con i provvedimenti precedenti, però è indubbiamente il momento più grave in cui è accaduto. Questa manovra è sentita dai nostri elettori, è sentita dagli italiani come un momento importante. Qualcuno ieri in Commissione ha detto: ma tanto gli italiani neanche sanno cosa stiamo facendo qui in Commissione. Beh, io non credo, invece, che l'elettorato sia così distratto e così disattento rispetto a quelli che sono temi fondamentali, rispetto a delle esigenze che i nostri cittadini in questo momento ritengono come essenziali. Volevo che questo venisse messo a verbale, volevo che fosse chiaro che noi abbiamo una posizione ovviamente assolutamente contraria a quello che è accaduto in Commissione, e che il gruppo di Fratelli d'Italia, quando capitano cose davvero gravi come quella di ieri, cercherà sempre di rappresentare i propri elettori al meglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Le ricordo - lo dico per lei e per il suo gruppo - che questo tempo rientra nell'ambito del tempo a vostra disposizione nella discussione generale. Prego, onorevole Donzelli.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Anche gli interventi sull'ordine dei lavori rientrano nei tempi del contingentamento?

PRESIDENTE. Sì, glielo dico per correttezza. Prego, onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, io sono preoccupato, e volevo da lei, in qualità in questo momento di rappresentante della Camera dei deputati, rassicurazioni sui concorsi all'interno della Camera dei deputati, perché scopro da alcuni colleghi del MoVimento 5 Stelle che si può essere iscritti al concorso a propria insaputa. Quindi, volevo capire se avete creato una metodologia di iscrizione al concorso tale che qualsiasi deputato può ritrovarsi iscritto, senza saperlo e senza rendersi conto, a un concorso interno; magari ritrovarsi poi candidato da un altro, magari da un avversario politico per fare un dispetto. Io temevo che si fossero iscritti al concorso per la paura di perdere la poltrona e quindi per garantirsi in qualche modo un futuro, però se sono stati iscritti a propria insaputa è molto grave, e quindi, in tal caso, vi chiedo spiegazioni e un intervento ben preciso in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli, riferirò le sue preoccupazioni all'Ufficio di Presidenza. Comunque, per partecipare a un concorso, in particolare alla Camera, ci vuole il cosiddetto SPID, che è personale, quindi la rassicuro su questo: nessuno può iscriversi a un concorso a sua insaputa. Questo glielo rassicuro per conoscenze personali. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Ubaldo Pagano.

UBALDO PAGANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei iniziare la mia relazione ringraziando per il contributo dato in questi giorni da tutti i colleghi che non hanno fatto mancare il loro apporto nonostante le difficoltà indubbie incontrate nel procedere a un esame più esaustivo del provvedimento in Commissione bilancio. Tornando al disegno di legge in esame, è necessario innanzitutto partire da un punto di chiarezza: non è stato né facile né tanto meno scontato portare a termine questo piccolo miracolo, come l'ha definito in audizione giustamente il Ministro Gualtieri. Non è stato facile perché questo Governo è nato solo qualche mese fa, in un contesto del tutto inaspettato ma per una ragione ben precisa: assumersi la responsabilità di governare il Paese. La responsabilità di governarlo in una situazione difficile in termini di conti pubblici, la responsabilità di disinnescare un pericolo da 27 miliardi - 23 miliardi per evitare gli aumenti IVA, 3 per le spese indifferibili e un miliardo per le spese obbligate sul fronte investimenti -, una minaccia per i risparmi di tutti i cittadini italiani. La responsabilità quindi di dare all'Italia una prospettiva, una visione, un futuro, quella stessa responsabilità che qualcun altro ha preferito non prendersi ma scaricare su altri dandosi alla fuga, per evitare che tutte le false promesse potessero trasformarsi nel conto salato che i cittadini italiani sarebbero stati chiamati a pagare.

Quando quest'estate abbiamo raccolto la sfida, ci siamo trovati davanti un quadro complesso, una manovra impossibile da scrivere, secondo molti - cito un titolo de Il Sole 24 Ore -: 23 miliardi di clausole da scongiurare, una credibilità internazionale tutta da ricostruire, tante risposte da dare al Paese, ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese, il tutto in un contesto di crescita prossimo allo zero, complicato dalle difficili partite in atto a livello globale, dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina alle continue tensioni nel Medio Oriente, alla imminente fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.

Oggi, raccogliamo i primi frutti di un programma ambizioso, messo in piedi in tempi strettissimi, un progetto che, prima di tutto, restituisce all'Italia e agli italiani il rispetto e la serietà che meritano e che era andata perduta a colpi di slogan e propaganda. Si tratta di un progetto che raggiunge immediatamente, contro le attese dei più pessimisti, l'obiettivo che per primo si era posto, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, una tassa, quella sì, piatta, che sarebbe costata 600 euro all'anno a famiglia e un buco enorme nei conti dello Stato. Parliamo di clausole che, è vero, non sono state introdotte lo scorso anno, ma che con la manovra 2019 sono state aumentate, come mai si era visto prima fare, nei precedenti Governi.

È una legge di bilancio, quindi, che non aumenta né l'IVA né le accise sui carburanti, come qualcuno, negli ultimi giorni, tenta di far credere agli italiani; quelle stesse accise, peraltro, che sempre il solito qualcuno aveva promesso di togliere nel primo Consiglio dei ministri, ora, conoscendo le sue abitudini, ne avrà di fatto frequentati pochissimi, ma anche uno solo, a suo dire, sarebbe bastato; non è successo in quindici mesi di Governo, ce ne rammarichiamo.

È una manovra, dicevamo, che non aumenta le tasse come sperava tanto qualcuno, ma, al contrario, le riduce e a dirlo non siamo noi, ma la Corte dei conti che certifica che, grazie a questa legge di bilancio, la pressione fiscale si riduce nel 2020 nel quadro tendenziale; ciò vuol dire che, a differenza dello scorso anno, quando le tasse, seppur di poco, sono aumentate, come certifica sempre un ufficio terzo e cioè l'Ufficio parlamentare di bilancio, gli italiani nel 2020 avranno meno imposte da pagare, senza dimenticare “quota 100” e reddito di cittadinanza, due provvedimenti della scorsa legge di bilancio che, secondo molti esponenti dell'opposizione, sarebbero stati aboliti. Oggi, possiamo dire con soddisfazione di aver confermato entrambi, senza, come già detto, aumentare le tasse e senza nemmeno tagliare la spesa pubblica per salute e istruzione. Insomma, chi tifava per il collasso dei conti pubblici, pur di vedere cadere questo Governo si è dovuto ricredere.

Tuttavia, questa finanziaria non si limita a salvaguardare il bilancio dello Stato, per quanto essenziale sia mantenere i conti in ordine, questa manovra è davvero un piccolo miracolo, perché alla propaganda e agli slogan riesce a contrapporre risposte concrete alle fasce più deboli della popolazione e a dare un sostegno reale alle fragilità, all'economia e alla crescita, a partire dal taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi da lavoro dipendente, una riduzione della tassazione di ben 3 miliardi di euro quest'anno e di 5 dal prossimo anno che si tradurrà, in media, in 500 euro in più nella busta paga dei lavoratori italiani e, quindi, l'estensione ai redditi fino a 35 mila euro del cosiddetto bonus di 80 euro che si tradurrà, quindi, in un aumento su base annua di circa 1.000 euro in busta paga, completando, quindi, per un'altra fascia di reddito di lavoratori, quella cosiddetta del ceto medio, un'estensione, una capacità di spesa maggiore che era stata già introdotta col bonus del precedente Governo.

Al pari è prevista la riduzione delle detrazioni Irpef al 19 per cento per i contribuenti con un reddito alto, sì, un reddito superiore ai 120 mila euro, nel segno di una redistribuzione necessaria, soprattutto in un momento in cui le disuguaglianze economiche si aggravano e continuano a costituire uno dei principali temi da affrontare. Eliminare qualche privilegio per chi è più ricco per rendere meno gravosa la tassazione sul ceto medio e medio basso: misure di giustizia sociale che sono solo il primo passo verso ciò che in realtà vogliamo realmente fare, già a cominciare dai primi mesi del prossimo anno, una riforma organica dell'Irpef, come ha dichiarato il Ministro Gualtieri nel corso dell'audizione avuta con le Commissioni bilancio, per ridurre in questo modo ancor più il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, cioè su quelle che in Italia producono, per rendere il fisco più semplice e trasparente e, soprattutto, per fare una grande operazione di equità.

Altre rilevanti novità riguardano l'ambito della tassazione immobiliare, sì, perché innanzitutto questo provvedimento salva la cosiddetta cedolare secca, rendendola permanente e strutturale al 10 per cento, mentre, come era previsto in precedenza, dal 2020 sarebbe aumentata al 15 per cento. Anche per il prossimo anno, poi, si prorogano le detrazioni per interventi di efficienza energetica, il cosiddetto ecobonus, nella misura del 65 per cento e del 50 per cento per gli interventi di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. In più, si introduce l'ormai cosiddetto bonus facciate per favorire il recupero e il restauro delle facciate degli edifici attraverso la detrazione dall'Irpef del 90 per cento delle spese sugli interventi. Si tratta di una misura, lo ricordo, che ribadisce quella che è l'importanza strategica della riqualificazione edile, soprattutto per i centri urbani di carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale, una particolarità diffusa nel nostro Paese che è nostro dovere tutelare e valorizzare e, troppo spesso, è invece dimenticata.

Proprio in tema di abitazioni, un altro intervento di grande interesse per i cittadini è l'unificazione di IMU e Tasi, una norma che non nasconde alcun aumento di prelievo fiscale, ma, al contrario, intende semplificare una disciplina molto complessa e dispersiva. È una semplificazione che certamente incontrerà l'entusiasmo di molti contribuenti, spesso sommersi da duplicazioni e burocrazia inutile; è soprattutto un intervento che non comporterà costi aggiuntivi nemmeno per i comuni e gli enti locali, infatti, grazie ai 110 milioni all'anno stanziati fino al 2022, questo viene a compensare il minor gettito che deriverà dalla riforma.

Ma la crescita deve sostanziarsi nell'anima viva e produttiva del nostro Paese, ossia le imprese e i professionisti, il vero cuore pulsante della nostra economia. Molti sono gli interventi previsti per favorire investimenti, occupazione e competitività, primo su tutti l'introduzione di un nuovo credito d'imposta per le spese di investimento in beni strumentali nuovi e una disciplina del credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica e in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative a supporto della crescita e della competitività delle imprese. Si tratta di un vero e proprio piano per proiettare l'economia del nostro Paese verso i nuovi metodi di produzione e lavoro, inevitabile per anticipare i tempi e poter far fronte alle sfide che il futuro ci pone dinanzi.

A questo intento risponde anche la modifica e la proroga al 2020 del credito d'imposta formazione 4.0, fondamentale per permettere ai lavoratori di acquisire e consolidare le conoscenze e le competenze tecnologiche, indispensabili per affermarsi nel mondo e nel lavoro del domani.

Anche in tema di sostegno alle aziende, questa legge di bilancio interviene in più punti, rafforzando la rete dei benefici in favore delle attività imprenditoriali, ampliando il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, rifinanziando la “nuova Sabatini” e potenziando il Piano straordinario per la promozione del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia.

Un'altra fondamentale linea direttrice di questa manovra consiste nelle azioni di contrasto all'evasione fiscale; sì, un ambito nel quale è impellente intervenire, perché in un momento in cui le finanze scarseggiano e la coperta si fa sempre più corta, bisogna andare a recuperare risorse lì dove vengono ingiustamente sottratte, non allo Stato, ma alla collettività. La lotta all'evasione fiscale non è persecuzione contro i contribuenti, come qualcuno vorrebbe fare intendere, non esiste un'evasione di necessità, è piuttosto un atto di difesa, di tutela, di rispetto verso chi le tasse le paga fino all'ultimo centesimo e verso chi vede portarsi via servizi e benefici vitali per la sussistenza, la cura, l'assistenza propria e della propria famiglia, ragion per cui questo disegno di legge investe grande importanza su alcune misure per far emergere la base imponibile e, più in generale, per potenziare l'attività di contrasto all'evasione fiscale. Per farlo, la manovra di questo Governo non demonizza il contante, come ci hanno fatto credere nelle scorse settimane, ma ribalta la prospettiva, incentivando l'uso dei pagamenti elettronici per innescare comportamenti virtuosi, vantaggiosi per i cittadini e, quindi, anche per lo Stato, affinché tutto quello che viene recuperato possa essere usato per ridurre la pressione fiscale perché, è vero, abbiamo un livello di tassazione eccessivamente elevato che va però progressivamente ridotto, attraverso una lotta efficace all'evasione e un efficientamento della spesa pubblica. Così, già a partire dal prossimo anno, si stanziano 3 miliardi di euro per il cosiddetto cashback, ossia i rimborsi fino a 2.000 euro per chi utilizza strumenti di pagamento elettronici per l'acquisto di beni e servizi.

Una novità che altrove è stata sperimentata e mantenuta a regime e che ha già ricevuto il plauso, ad esempio, dell'osservatorio sui conti pubblici italiani, che, peraltro, ha previsto la possibilità che questo possa ingenerare comportamenti virtuosi anche nel recupero di base imponibile. Inoltre, si anticipa al 2020, cioè al 1° gennaio 2020 - e direi finalmente -, l'entrata in vigore della cosiddetta “digital tax” o “web tax”, altro bacino da cui nei prossimi anni si dovranno attingere risorse per far sì che i giganti che operano sulle piattaforme telematiche possano pagare quanto pagano i produttori italiani. Infatti, è notizia di queste settimane un dato molto basso di tassazione sui giganti del web a fronte, invece, dei ricavi milionari che hanno realizzato.

Per quanto riguarda gli enti locali si interviene, invece, prima di tutto nell'intento di attenuare l'incidenza di alcuni vincoli e permettere maggiore capacità di spesa alle amministrazioni locali anche attraverso l'incremento di alcuni fondi e molti di questi serviranno a promuovere gli investimenti per l'efficientamento energetico, la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza di edifici e territorio, senza dimenticare gli interventi straordinari di manutenzione su strade e scuole. Insomma, uno sforzo economico non irrilevante, visto che porterà nelle casse degli enti locali - e, quindi, nell'economia reale - ben 2 miliardi e mezzo in cinque anni. Insomma, con questa manovra si restituiscono gradualmente a comuni, province e città metropolitane tutte le risorse che negli ultimi dieci anni, a causa delle politiche di contenimento della spesa, sono state loro sottratte. In questo modo gli enti locali potranno ripristinare servizi che, nel corso del tempo, hanno fatto fatica a finanziare, migliorando efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa e riavvicinando le istituzioni ai cittadini.

Con un'altra misura importante, inoltre, riduciamo la spesa per interessi dei mutui accesi dagli enti locali, introducendo la possibilità di un intervento di garanzia da parte dello Stato con relativo accollo e ristrutturazione dei mutui. Inoltre, per favorire il pagamento dei debiti commerciali degli enti locali - e questo entra nella carne viva del mondo produttivo che fornisce per gli enti locali dei servizi o delle attività - vengono ampliate le possibilità di richiedere anticipazioni di liquidità finalizzate al pagamento di debiti maturati alla data del 31 dicembre 2019 a banche, intermediari e Cassa depositi e prestiti. Inoltre, per i soli enti locali si dispone l'aumento del limite massimo di ricorso ad anticipazioni di tesoreria da tre a cinque dodicesimi delle entrate correnti per il triennio 2020-2022 e anche questa è una misura di equità nei confronti dei fornitori della pubblica amministrazione.

Questo disegno di legge contiene anche interventi particolari per il Mezzogiorno, anche per invertire i trend negativi delle dinamiche demografiche e, più in generale, per migliorare le condizioni socio-economiche di queste aree del Paese. Perciò, interveniamo prima di tutto rifinanziando il Fondo per lo sviluppo e coesione con 5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni e stanziando nel quadriennio 2020-2023 trecento milioni per gli investimenti in infrastrutture sociali nelle regioni del Sud per realizzare nuovi asili, scuole e presidi sanitari. A questi si aggiungono 200 milioni in tre anni per finanziare la strategia per lo sviluppo delle aree interne del Paese. Ma le misure forse più significative di tutto il pacchetto dedicato al Sud Italia sono quelle che sostengono gli investimenti pubblici e privati e incentivano la crescita delle realtà imprenditoriali del territorio. In questo senso, e nell'intento di rafforzare ed ampliare il sostegno al tessuto economico produttivo delle regioni del Mezzogiorno, il Fondo “Cresci al Sud” punta a sostenere la competitività delle piccole e medie imprese meridionali con una dotazione iniziale di 150 milioni per il 2020 e 100 milioni di euro per il 2021. Al fianco di queste novità si conferma la misura in favore dei giovani imprenditori che decidono di fare impresa nel territorio del Mezzogiorno, l'ormai nota “Resto al Sud”, e si rafforza, prorogandolo al 31 dicembre 2022, il credito d'imposta per gli investimenti nelle zone economiche speciali. Queste misure in breve vogliono essere la premessa per un più organico piano strutturale per il nostro Sud Italia, un piano che segni una svolta e crei i presupposti per un'Italia più coesa, più forte e più competitiva.

Anche in tema di infrastrutture questa legge di bilancio investe tanto, prevedendo una serie di norme per incrementare le risorse assegnate ai comuni, alle province e alle città metropolitane. Si tratta di opere pubbliche utili prima di tutto a mettere in sicurezza gli edifici pubblici e il territorio dal rischio sismico e idrogeologico, per realizzare programmi straordinari di manutenzione della rete viaria, per interventi di efficientamento energetico e rigenerazione urbana, riconversione energetica e infrastrutturazioni sociali.

A questo si aggiunge il Green New Deal, un grande piano di investimenti pubblici e privati di portata storica che rende il nostro Paese all'avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici e lo prepara all'economia e al lavoro del futuro. Importanti sono anche gli interventi a favore del mondo agricolo e della pesca, colonne portanti dell'economia di molte aree costiere e interne. Tra le tante, voglio sottolineare l'istituzione di un Fondo per gli investimenti innovativi alle imprese agricole, per finanziare quelle realtà che raccolgono la sfida di coniugare agricoltura e innovazione, e il Fondo per l'agricoltura biologica, che sostiene con forza le forme di produzione agricola a basso impatto ambientale e promuove le filiere e i distretti di chi ha creduto e investito nell'agricoltura biologica.

Su sanità e welfare questo disegno di legge di bilancio rispetta le promesse fatte in questi mesi restituendo a questi ambiti una posizione di assoluta centralità nel programma di governo, da una parte scongiurando qualsiasi tipo di taglio lineare e, anzi, investendo molte risorse per il personale, le strutture e l'accesso universale alla sanità pubblica e, dall'altra, intervenendo sulla disabilità e sulla non autosufficienza e rinforzando le politiche per la famiglia. Questa manovra mette sul piatto sette miliardi e mezzo di euro nel prossimo triennio sul comparto della salute e sulle politiche sociali e di questi tre miliardi e mezzo si aggiungeranno al Fondo sanitario nazionale. Con una parte di questi fondi abbiamo assicurato il rinnovo del contratto collettivo dei medici solo qualche giorno fa dopo dieci anni di stallo e grazie alle risorse messe in campo sulle borse di specializzazione in medicina saremo in grado di stanziare i fondi per finanziare 9.200 contratti di formazione specialistica. È un intervento essenziale ma non ancora sufficiente per fronteggiare la carenza di medici specialisti che minaccia il futuro e la sostenibilità del nostro servizio sanitario a carattere universalistico. Sempre in tema di personale, si estende al 2022 la possibilità di stabilizzare i dipendenti con contratto a tempo determinato e si prevede una nuova procedura speciale per il reclutamento dei ricercatori degli IRCCS pubblici e degli istituti zooprofilattici. La manovra prevede anche un importante incremento delle risorse pluriennali per gli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, che porterà due miliardi in più rispetto alla dotazione già prevista.

Un'altra misura che riteniamo molto importante riguarda il contributo che viene dato ai medici di base e ai pediatri di libera scelta per l'acquisto di strumentazioni e apparecchiature sanitarie, una novità che permetterà di alleggerire il carico delle strutture pubbliche e di ridurre le liste d'attesa. Per quanto riguarda le politiche di welfare, questo provvedimento torna a dare risposte concrete alle persone con disabilità, agli anziani e alle famiglie. Proprio ai disabili e ai non autosufficienti questo disegno di legge di bilancio dedica un piano triennale da oltre 1,3 miliardi di euro, risorse per garantire loro cura e assistenza migliori, supporto e maggiore attenzione per superare gli ostacoli e trovare uno Stato più vicino.

Storico in questo senso è anche l'impegno che abbiamo preso sugli asili nido: due miliardi e mezzo per i prossimi anni sia per realizzare nuove infrastrutture lì dove ancora oggi tristemente mancano sia per sostenere l'estensione del bonus asilo, che in molti casi raddoppia. Mettiamo nero su bianco l'aumento da 1.500 a 3.000 euro annui per tre anni per tutte le famiglie con un ISEE fino a 25 mila euro e fino a 2.500 euro di bonus per i nuclei con ISEE inferiore ai 40 mila euro. È un contributo mensile più corposo per i redditi bassi e medi, perché fare un figlio non deve essere motivo di preoccupazione ma un momento di gioia e di speranza per il futuro.

In conclusione, voglio ricordare uno degli interventi che questo disegno di legge prevede in favore delle donne, ossia l'esonero totale per le atlete delle società sportive femminili dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. È una norma di grande valore simbolico che si inserisce nel solco di tutto ciò che si è già fatto e che dobbiamo continuare a fare in tema di parità di genere…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ubaldo Pagano…

UBALDO PAGANO, Relatore per la maggioranza. Se mi fa concludere…

PRESIDENTE. Vuole consegnare?

UBALDO PAGANO, Relatore per la maggioranza. Mi fa concludere?

PRESIDENTE. Vuole consegnare la conclusione? Ha già superato il minuto. Erano venti minuti, onorevole Ubaldo Pagano. Se vuole consegnare la sua relazione, gliela lascio consegnare.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Michele Sodano.

MICHELE SODANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Mi permetta di cominciare questa discussione naturalmente ringraziando tutti gli onorevoli colleghi e i membri del Governo che in questi mesi hanno lavorato congiuntamente per realizzare una manovra che va nella direzione della riduzione delle disequità, nella ricerca dell'eguaglianza e nella ricerca di una crescita per il nostro Paese da nord e sud, sottolineando sempre il fatto che l'Italia è una e unica e non è divisa in due, come qualcuno ha sostenuto anche recentemente.

È una manovra che dà delle garanzie: la prima garanzia è quella, naturalmente, di non aver fatto alzare l'IVA al 25 per cento; sarebbe stata una stangata annuale di 600 euro a famiglia. Le garanzie sono quelle che le tasse e la pressione fiscale non aumentano, così come è stato detto recentemente; viceversa, si introduce un percorso armonico per la riduzione della pressione fiscale. Il primo esempio è quello dell'Irpef: i lavoratori dipendenti, a partire dal 2020, avranno degli sgravi e potranno ricevere fino ad uno stipendio in più all'anno. È una manovra importante per noi del MoVimento 5 Stelle perché molte cose importanti che abbiamo fatto l'anno scorso vengono riconfermate. Una di queste è il reddito di cittadinanza, che nel suo primo anno ha raggiunto importanti risultati. Noi quest'anno sappiamo che ben 2 milioni di famiglie, con 400 mila bambini potranno avere un Natale più sereno. Bene, sapere che anche l'anno prossimo sarà così credo che per noi del MoVimento 5 Stelle sia uno dei più grandi risultati che potessimo mai raggiungere, quindi grazie a tutto il lavoro congiunto di tutte le forze della maggioranza.

In materia di lavoro e occupazione, il disegno di legge di bilancio contiene disposizioni in materia di sgravi contributivi, di reddito di cittadinanza, di congedo obbligatorio di paternità, di riduzione dei premi e contributi INAIL, nonché di riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti. Con riferimento alla tassazione delle persone fisiche e del lavoro, si segnala la costituzione del Fondo per la riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente, come dicevo, il cuneo fiscale, con una dotazione di ben 3 miliardi di euro per l'anno 2020 e 5 miliardi a decorrere dal 2021.

Si segnala, infine, l'incremento del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili e del Fondo per le vittime di gravi infortuni. Il primo viene incrementato di 5 milioni di euro per il 2020, mentre il secondo di un milione di euro per il 2020, 2 milioni di euro per il 2021 e 3 milioni di euro per il 2022.

In materia previdenziale, voglio segnalare la proroga di due istituti che consentono un accesso anticipato al trattamento pensionistico - sto parlando di Opzione donna e della corresponsione di un'indennità fino al conseguimento dei requisiti pensionistici, cosiddetto Ape sociale -, nonché la modifica della disciplina transitoria in materia di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici per gli anni 2020 e 2021.

Viene prorogata per tutto il 2020 la sperimentazione dell'Ape sociale, consistente in un'indennità corrisposta fino al conseguimento dei requisiti pensionistici a favore di soggetti con un'età anagrafica minima di 63 anni che si trovino in particolari condizioni. Si prevede, inoltre, che le disposizioni che semplificano la procedura per l'accesso all'Ape sociale si applichino anche con riferimento ai soggetti che verranno a trovarsi nelle condizioni indicate anche nel corso del 2020.

In merito all'istituto sperimentale per il pensionamento anticipato delle donne, cioè Opzione donna, viene estesa la possibilità di fruizione alle lavoratrici che abbiano maturato determinati requisiti entro il 31 dicembre 2019, in luogo del 31 dicembre 2018, come attualmente previsto. Un capitolo molto importante è quello dedicato anche alla famiglia e alle politiche sociali. In tema di politiche sociali, le misure previste dal disegno di legge di bilancio sono riconducibili essenzialmente agli ambiti della disabilità e della famiglia.

In tema di disabilità, e questo credo che sia uno dei capitoli più importanti di questa legge di bilancio, va ricordata l'istituzione di un fondo a carattere strutturale denominato Fondo per la disabilità e la non autosufficienza, con una dotazione di 29 milioni di euro per il 2020, di 200 milioni di euro per il 2021 e di 300 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Viene anche incrementata di 2 milioni di euro per l'anno 2020 la dotazione del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, il cosiddetto Fondo “dopo di noi”, che rassicura migliaia di genitori, in questo Paese, che lasceranno dei figli disabili, che finalmente oggi hanno delle protezioni e delle sicurezze.

Per quanto riguarda le misure a favore della famiglia viene anche istituito il Fondo assegno universale e servizi alla famiglia.

Infine, viene istituito presso il Ministero della Salute un Fondo per l'erogazione di un contributo per l'acquisto di sostituti del latte materno alle donne affette da condizioni patologiche che impediscono la pratica naturale dell'allattamento, fino a un importo massimo annuo di 400 euro per neonato e in ogni caso fino al compimento del sesto mese di vita. Il Fondo ha una dotazione di 2 milioni di euro per il 2020 e di 5 milioni a decorrere dal 2021. Queste sono importantissime misure per combattere la crisi della natalità nel nostro Paese e incoraggiare le giovani coppie che si trovano in difficoltà economica, invece, a porre le basi per una famiglia.

Venendo agli interventi relativi a scuola, università e ricerca, con riferimento all'edilizia scolastica, si prevede innanzitutto la definizione di un piano nazionale di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico. Si istituisce, poi, nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, il Fondo asili nido e scuole d'infanzia, con una dotazione di 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 e di 200 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2034, per il finanziamento degli interventi relativi ad opere di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido e scuole dell'infanzia. Con riferimento al personale scolastico, a decorrere dal 2020 si stanziano ben 30 milioni annui da destinare al Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici, per aumentare la retribuzione di posizione di parte variabile e quella di risultato. Si incrementa di 390 posti la dotazione organica dei docenti nella scuola per l'infanzia per il potenziamento dell'offerta formativa e si aumentano a decorrere dal 2020 le risorse del fondo destinato all'incremento dell'organico dell'autonomia, finalizzandole ai posti di sostegno. Si incrementano le risorse destinate alla formazione dei docenti di ben 11 milioni per il 2020, al fine di potenziare la qualificazione in materia di inclusione scolastica e di un milione per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2023, al fine di potenziare la qualificazione in materia di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyber bullismo. Per quanto concerne gli studenti e la didattica nelle scuole, per il 2020 si incrementano di 2 milioni le risorse destinate all'innovazione digitale nella didattica e si prevede la concessione, a decorrere dal 2020, di contributi a favore delle scuole statali e paritarie di alcune categorie di studenti per l'acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche, nel limite di 20 milioni annui. Con riferimento agli studenti universitari - questa è una bellissima notizia che diamo a tutti i nostri studenti universitari d'Italia -, si incrementa di 31 milioni per il 2020 il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio; quindi, c'è stato un raddoppiamento di questa misura grazie a questa legge di bilancio.

Passiamo ad un argomento a noi caro e centrale in questa manovra, che è l'ambiente. In materia di ambiente, si segnalano le misure volte alla realizzazione di un grande piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green New Deal italiano, mediante l'istituzione di un fondo con una dotazione complessiva di 4,24 miliardi di euro per gli anni che vanno dal 2020 al 2023. Parte di tale dotazione, per una quota non inferiore a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022, sarà destinata agli interventi volti alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. È previsto, inoltre, a tal fine l'utilizzo del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti di ricerca istituito presso la Cassa depositi e prestiti. Viene poi estesa l'operatività di misure agevolative già previste a legislazione vigente al fine di realizzare progetti economicamente sostenibili e che abbiano come obiettivo la decarbonizzazione dell'economia, l'economia circolare, il supporto dell'imprenditoria giovanile e femminile, la riduzione dell'uso della plastica e la sua sostituzione con materiali alternativi, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l'adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico e, in generale, programmi di investimento a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità ambientale, che tengano conto degli impatti sociali.

Si prevede, altresì, la partecipazione dell'Italia alla ricostituzione del Green Climate Fund, autorizzando una spesa di 33 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023 e di 66 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028.

Sempre nel quadro delle iniziative volte a promuovere il Green New Deal, sono poi introdotte misure in materia di green mobility, con la prescrizione che il rinnovo delle dotazioni degli autoveicoli delle pubbliche amministrazioni avvenga per almeno la metà mediante acquisto o noleggio di veicoli ad energia elettrica o ibrida o addirittura alimentati a idrogeno. Sono inoltre prorogate per l'anno 2020 le detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici la cui disciplina è contenuta negli articoli 14 e 16 del decreto-legge n. 63 del 2013.

In materia di politiche per il territorio sono stanziate risorse per complessivi 9,1 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2034 per l'assegnazione di contributi ai comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Con riferimento alle misure volte a far fronte alle esigenze abitative, si prevede l'adozione di un programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare finalizzato alla riduzione del disagio abitativo, con particolare riferimento alle periferie in un'ottica di sostenibilità e densificazione e senza consumo di nuovo suolo, i cui interventi devono seguire il modello urbano della città intelligente, inclusiva e sostenibile, mediante l'istituzione di un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con una dotazione complessiva, in termini di competenza e cassa, pari a 853,81 milioni di euro per gli anni dal 2020 al 2023. In materia di sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili, si segnala una norma che consente agli enti pubblici, strumentali e non, delle regioni che si occupano di edilizia residenziale pubblica convenzionata agevolata e sovvenzionata di usufruire, a date condizioni, del meccanismo dello scambio sul posto dell'energia elettrica prodotta dagli impianti di cui sono proprietari, senza alcun limite di potenza, a copertura dei consumi di utenze proprie, degli enti strumentali e delle utenze degli inquilini dell'edilizia residenziale pubblica, fermo il pagamento, nella misura massima del 30 per cento dell'intero importo degli oneri generali del sistema elettrico. L'intervento è finalizzato anche a fornire un sostegno alle fasce sociali più disagiate. Viene poi introdotta una disciplina incentivante a favore degli esercenti di impianti di produzione di energia elettrica esistenti alimentati a biogas realizzati da imprenditori agricoli singoli o associati, anche in forma consortile, che non godano di altri incentivi pubblici sulla produzione di energia. Si segnala inoltre - un punto che voglio sottolineare con particolare importanza - che viene finalmente ridisegnato il meccanismo delle esenzioni dal pagamento delle royalties per i concessionari di coltivazioni di idrocarburi.

In termini invece di pubblica amministrazione e di pubblico impiego, il disegno di legge di bilancio contiene delle norme dirette ad incrementare le risorse per la contrattazione collettiva, nonché a garantire una maggiore trasparenza dei concorsi per il reclutamento di personale, ad assumere personale e a modificare gli organici delle amministrazioni. Varie disposizioni prevedono nuove assunzioni e un aumento delle dotazioni organiche di varie amministrazioni, come le capitanerie di porto, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli avvocati dello Stato e personale amministrativo, il personale della carriera prefettizia del Ministero dell'interno, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero della giustizia, l'amministrazione dei beni culturali e il Servizio sanitario nazionale. Per concludere, parlando di giustizia, nel settore della giustizia, oltre agli interventi volti al rafforzamento degli organici di varie categorie di personale, si segnalano le misure per la lotta alla violenza di genere e la tutela delle vittime di reati violenti. In particolare, il provvedimento prevede l'obbligo di esposizione di un cartello recante un numero verde di pubblica utilità per il sostegno alle vittime di violenza e di stalking nei locali delle amministrazioni pubbliche dove si erogano servizi diretti all'utenza, negli esercizi pubblici. Si incrementa di 4 milioni di euro per il triennio 2020-2022 il Fondo per le pari opportunità, al fine di finanziare il piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Ho concluso, grazie Presidente.

PRESIDENTE. La ringrazio molto onorevole Sodano.

Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, Rebecca Frassini.

REBECCA FRASSINI, Relatrice di minoranza. Grazie Presidente. Beh, oggi dovrebbe essere un giorno speciale, un giorno in cui finalmente in quest'Aula inizia l'iter per quello che concerne la legge di bilancio.

Purtroppo, come relatrice di minoranza, mi sarei aspettata di relazionare realmente nel merito delle problematiche, nel merito dei temi di questa legge di bilancio, che ricordo essere la legge più importante di tutto l'anno per tutti gli onorevoli deputati e anche per quanto riguarda i senatori, che però, a differenza nostra, sono riusciti quantomeno ad entrare nel merito di questo iter, quello che purtroppo non è successo alla Camera, perché alla Camera è arrivato un testo blindato e con rammarico noi oggi siamo qui a dire, a nome del gruppo Lega, per quanto mi riguarda, che esprimiamo veramente totale rammarico per quello che è successo, perché è stato messo un vero e proprio bavaglio a un ramo del Parlamento, a un intero ramo del Parlamento, mancando di rispetto a 630 deputati, ma nonostante tutto ciò la Lega, per quanto riguarda l'iter che c'è stato, con ovviamente i tempi compressi in Commissione bilancio, ha mantenuto costantemente un atteggiamento costruttivo, responsabile nei confronti di quella che è una legge che andrà ad impattare su tutti i cittadini italiani, che ovviamente sono ben consapevoli del fatto che oggi stiamo assistendo a quella che è una vera e propria brutta pagina della democrazia, Presidente. Io entrerò nel merito, per quello che posso, di questo provvedimento, perché come purtroppo ho appena detto, non c'è stato il tempo e l'opportunità da parte di nessuno di apportare modifiche al testo, quindi mi limiterò a osservare determinati provvedimenti che sono stati presi appunto nella camera alta di questo Parlamento e quindi mi limiterò a sottolineare quelli che per la Lega, per il mio gruppo, sono dei provvedimenti che assolutamente ci vedono contrari e fermamente contrari, aggiungerei.

Vede Presidente, questa manovra, che costa più o meno 31 miliardi, per una gran parte prevede appunto il disinnescare delle clausole IVA per 23 miliardi. Beh, ci hanno raccontato insomma i membri della maggioranza che questa era un'eredità lasciata dalla Lega e soprattutto un conto del Papeete, citazione del Ministro Gualtieri. Io ricordo che le clausole di salvaguardia non solo le abbiamo ereditate dai Governi precedenti, quindi non c'è nessun conto del Papeete da saldare, ma soprattutto io ho sentito, da parte di onorevoli colleghi di maggioranza spesso e volentieri, dire e andar dicendo che tagliano appunto queste tasse. Ecco, non è percepito, perché ricordiamo che alla gente a casa che magari ci sta seguendo anche adesso non cambia nulla, perché non è che c'è stato un taglio di tasse: si è scongiurato, come ogni anno, come abbiamo fatto anche noi l'anno scorso, questo problema delle clausole di salvaguardia. Ma c'è un “ma”, c'è un “ma” perché ricordiamo che il minimo comune denominatore di tutta questa manovra purtroppo sono le tasse, sono le tasse, checché se ne voglia dire. Io ho sentito anche prima dai relatori di maggioranza, che fanno passare questa legge di bilancio in modo veramente molto soft su questo tema, me ne rammarico, perché invece io affermo con forza che non solo la maggioranza ha messo una serie di micro tasse; vede, ne cito ne cito alcune, Presidente, così magari cominciamo ad entrare nel merito: la Plastic tax, visto che insomma, diciamo che è quella un po' più famosa purtroppo, no? Noi abbiamo fatto un ciclo di audizioni in Commissioni congiunte Camera e Senato proprio per la legge di bilancio, in cui non c'è stata un'associazione che non abbia detto e non abbia espresso grande preoccupazione riguardante la Plastic tax che, a seguito di modifiche apportate al Senato, ad oggi è stimata attorno a 0,45 euro per chilogrammo. Ovviamente il nostro gruppo ha portato avanti un'incessante lotta sull'introduzione di questa nuova imposta, cercando di aprire con la maggioranza un confronto costruttivo sull'inopportunità di inserire una tassa tout court senza invece lavorare prima o almeno parallelamente alla riconversione di un'industria che nel nostro Paese conta una produzione e un indotto molto importanti. La plastica innanzitutto si può diminuire partendo dal consumatore e dalla commercializzazione finale. Per incentivare il riciclo basterebbe introdurre il vuoto a rendere, con una cauzione da pagare sull'imballaggio da restituire quando si porta indietro, cosa che peraltro la Lega ha proposto nella serie di emendamenti che al Senato sono stati respinti e alla Camera, come ricordo, non c'è stata appunto possibilità di apportare modifica.

Poi non si deve dimenticare l'industria, perché significherebbe mettere per strada migliaia di lavoratori. Qua ricordo - è cronaca purtroppo di questi giorni - il caso della Coca Cola, caso della Coca Cola che dice a chiarissime lettere che non ha più intenzione di investire in Italia.

Coca Cola in Italia ha più di 65 mila dipendenti; io chiedo al Governo che intenzioni abbia su questo, perché purtroppo si aprirà tutta una serie di valutazioni da fare, perché non mi sembra che manchino sul tavolo crisi aziendali carne al fuoco, visto e considerato che purtroppo, in questo Paese, ci sono molti casi aperti e lo sappiamo bene.

Presidente, hanno messo la tassa anche sui tabacchi: al comma 660, infatti, si prevede l'imposta di consumo sui prodotti accessori al consumo dei tabacchi da fumo, che andrà a colpire, dal 1° gennaio 2020, i prodotti accessori ai consumi di tabacchi. Per citare due dati, la lista comprende le cartine, cartine arrotolate senza tabacco e i filtri funzionali ad arrotolare le sigarette. Inoltre, le aliquote di base passano, ad esempio, per le sigarette al 59,8 per cento, per il tabacco trinciato al 59 per cento e per i sigari al 23,5 per cento.

Passiamo alla seconda tassa che ha fatto tanto discutere e su cui tutte le associazioni di categoria che abbiamo ascoltato con molta attenzione durante le audizioni riguardanti la sugar tax, veramente hanno detto a chiare lettere la propria contrarietà anche a questa tassa che, Presidente, andrà a colpire, lo sappiamo, le bevande edulcorate: 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti ed euro 0,25 per chilogrammo per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluzione. La tassa colpirà sia il produttore nazionale sia l'importatore sia dai Paesi europei sia extraeuropei. La tassa entrerà in vigore da ottobre 2020, ed è spacciata da parte del Governo come una misura di prevenzione per la salute. A noi ovviamente sembra assurdo e siamo fermamente contrari che si dovesse agire per tassare, quando invece si poteva incentivare un'educazione alimentare, ma purtroppo, nonostante il nostro apporto che c'è stato ad esempio nella Camera alta, non sono stati accolti neanche in questo caso i nostri contributi.

Presidente, vede, ho citato la plastic tax e la sugar tax perché sono quelle più famose, mettiamola così. Peraltro, vorrei sottolineare il fatto che, dilazionando i tempi, perché inizialmente queste tasse dovevano partire da subito e, invece, adesso il Governo ha dilazionato i tempi sia per plastic che sugar e, per compensare il mancato gettito iniziale dovuto all'aver dilazionato i tempi per la sugar tax, cosa fa il Governo? Il Governo interviene sul prelievo sulle vincite, sulla tassa sulla fortuna, per non farci mancare niente: da marzo 2020, infatti, per ogni vincita superiore ai 500 euro verrà imposta una tassa che toccherà quota 20 per cento - vale anche per i gratta e vinci peraltro - mentre dal prossimo 15 gennaio la quota del 20 per cento riguarderà tutte le vincite superiori a 200 euro alle cosiddette new slot.

Un altro provvedimento messo in atto dal Governo riguarda l'unificazione di IMU e Tasi. Anche in questo caso siamo contrari al provvedimento: abbiamo proposto, anche in questo caso, una serie di emendamenti…

PRESIDENTE. La prego di concludere.

REBECCA FRASSINI, Relatrice di minoranza. …proprio perché si sa che, unificando, purtroppo ci saranno sicuramente aumenti. Mi avvio a concludere, Presidente…

PRESIDENTE. No, deve concludere proprio.

REBECCA FRASSINI, Relatrice di minoranza. Sì. Infatti l'elenco sarebbe lungo ovviamente, quindi non potrò andare troppo nel merito, quindi concludo dicendo che noi continueremo sicuramente con la nostra azione di critica riguardante questa manovra, che non condividiamo e lo abbiamo dimostrato in questi giorni con i nostri emendamenti e il nostro comportamento che ha permesso di intervenire, ricordo, in questa situazione di totale compressione delle nostre prerogative, che ha creato un vulnus alla democrazia. Sottolineo il grande impegno della Lega in Commissione bilancio alla Camera perché si è mantenuto un atteggiamento responsabile, a differenza di quanto fatto dal Governo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, onorevole Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi deputati di ciascun gruppo, di opposizione e di maggioranza, oggi ci troviamo a relazionare su quello che riteniamo sia il provvedimento più importante nella vita dello Stato, perché è quello che dà l'indicazione su come vengono spese le risorse dello Stato, le risorse che provengono dalle tasche dei nostri cittadini, che contribuiscono alla vita dello Stato attraverso le tasse. Il primo rammarico che dobbiamo esprimere - lo abbiamo già fatto in tutti i modi e ci teniamo a ribadirlo anche in questa sede - è l'iter assolutamente irrituale, se non illegittimo, che è stato seguito all'interno dei lavori della Commissione, ammesso che si possa parlare di lavori di Commissione.

Il gruppo di Fratelli d'Italia ha fortemente segnalato le ripetute e gravi violazioni delle prerogative del Parlamento a cui abbiamo assistito in queste ore, perché in realtà non possiamo parlare neanche di giorni, considerati i tempi che ci sono stati concessi per discutere la manovra. In primis vogliamo denunciare il mancato rispetto del ruolo riservato dalla Costituzione al Parlamento, la violazione dell'articolo 70, la violazione dell'articolo 72 e, ancora più grave, la violazione dell'articolo 119, secondo comma, del Regolamento della Camera, che riconosce espressamente che la sessione di bilancio “…ha la durata di trentacinque giorni a decorrere dall'effettiva distribuzione dei testi delle eventuali modifiche apportate dal Senato”. Quindi è assolutamente evidente a tutti coloro i quali hanno letto questa norma regolamentare ed è superfluo ricordare che il maxi-emendamento che è stato votato in Senato è arrivato alla Camera martedì e oggi, a distanza di pochi giorni, è stato assegnato all'esame dell'Assemblea e, quindi, ci pare questa un'assoluta e gravissima violazione.

Il ricorso da parte del Governo al maxi-emendamento, anche questo ci pare assolutamente irrituale. La presentazione di un maxiemendamento esteso per 307 pagine e composto da 884 commi racchiusi in un unico articolo, unico articolo che ovviamente non è stato possibile valutare in maniera compiuta e approfondita, e che ha tolto quindi la possibilità a ciascun deputato di conoscere il contenuto e di discuterlo in Commissione e in Aula, tradisce, complice ovviamente anche la questione di fiducia che verrà posta tra poche ore, la ratio dell'articolo 72, primo comma, della Costituzione.

Ora entrando, però, nel merito di quello che abbiamo potuto leggere nottetempo e passando, quindi, al merito della struttura di questa legge di bilancio, non sfuggirà che si tratta di una manovra pari - lo diceva prima la collega - a 31,7 miliardi per il 2020, con un deficit prodotto di 16,3 miliardi, cioè oltre la metà degli interventi previsti è coperta attraverso indebitamento, e questo ovviamente genererà nuovo deficit aggiuntivo che, per il 2020, è pari circa a 16,3 miliardi e porterà il deficit complessivo del prossimo anno a 40,9 miliardi di euro. L'indebitamento prodotto direttamente dalla manovra di bilancio, quindi, determinerà un aumento del rapporto deficit-PIL di 0,9 punti percentuali rispetto a quanto previsto a legislazione vigente e, dall'1,4 previsto pre-manovra, il rapporto deficit-PIL salirà al 2,3 di fatto.

Nel passaggio al Senato sono state quantificate attorno ai 2-3 miliardi di euro le modifiche apportate tra Commissione Bilancio e approvazione del maxi-emendamento finale, e il tutto è stato fatto a saldi invariati rispetto a quanto previsto dal disegno di legge di bilancio presentato dal Governo.

Quali sono quindi gli effetti di quanto abbiamo detto in numeri? I principali effetti delle modifiche approvate riguarderanno delle micro-tasse perché è bellissimo raccontare una storia, ma poi dobbiamo parlare anche di numeri e dobbiamo capire se quei numeri di fatto vengono rispettati nell'applicazione pratica di quella legge.

E, invece, noi ci ritroviamo e ci ritroveremo una serie di micro tasse, che ovviamente hanno causato - e mi pare che questo non sia un mistero - moltissime discussioni anche all'interno della maggioranza, tant'è che in alcuni casi si è previsto addirittura il differimento, per cui quello che si sarebbe potuto risolvere oggi, di fatto, viene slittato e viene scaricato sui prossimi anni. Basti pensare alla plastic tax - lo abbiamo detto in più modi - che, nella prima versione del DDL di bilancio, avrebbe dovuto portare, nel 2020, un gettito pari a 1,1 miliardi di euro, gettito che dopo le modifiche è sceso a 140 milioni di euro; e, quindi, anche in questo caso, il problema è stato affrontato soltanto come spot pubblicitario e non è stato affrontato nel concreto.

Ovviamente, per compensare l'alleggerimento delle micro tasse, il Governo ha portato una serie di correttivi alla manovra, che comportano maggiori entrate, basti pensare alla Robin tax sui concessionari pubblici aeroportuali e ferroviari. Ed è intervenuto pesantemente - credo che questo sia davvero un tema importantissimo - su tutte le accise dei carburanti, così come avviene sostanzialmente per l'IVA con le clausole di salvaguardia: per il 2021 il Governo ha più che triplicato le entrate previste, derivanti dalle accise sui carburanti, che passano da 400 milioni a 1 milione e 221; stessa cosa per gli anni successivi e per quelli ancora ancora dopo. Si tratta di una vera e propria stangata sui carburanti, con un enorme aumento delle clausole di salvaguardia sulle accise, che graveranno pesantemente sui prossimi anni.

Da interventi come questi, naturalmente fatti passare in sordina, emerge il paradosso e l'ipocrisia di un Governo che, dal giorno del suo insediamento, non ha fatto altro che rimarcare il proprio senso di responsabilità per essersi fatto carico del peso di disattivare le clausole di salvaguardia lasciate in eredità dai Governi precedenti, mentendo però di fatto due volte: in primo luogo, perché una componente politica di questo Governo faceva parte dei Governi degli anni precedenti e, soprattutto, perché di fatto, poi, le clausole gravanti sull'IVA ricadranno comunque sui prossimi anni e, ovviamente, causeranno non solo un problema successivo; se c'è un problema e quel problema non viene risolto è chiaro che ce lo ritroveremo nuovamente l'anno prossimo.

La manovra, come detto, è finanziata per oltre il 50 per cento attraverso un nuovo deficit, le restanti coperture derivano principalmente dalla lotta all'evasione per 3,2 miliardi, alla spending review per 3,3 miliardi e maggiori imposte per 6,1 miliardi, e questo va detto: noi avremo 6,1 miliardi di entrate in più che derivano da nuove imposte e i cittadini italiani lo devono sapere. Aumenterà la pressione fiscale rispetto al 2019 e raggiungerà il 42 per cento del PIL. E, ovviamente, avremo una serie di micro tasse, che è alle volte difficile anche andare a ripescare, ma che ci saranno: l'imposta sulla plastica, l'imposta sulle bevande zuccherate, auto aziendali, tassa sulla fortuna, i tabacchi, le accise sul gasolio, i buoni pasto aziendali. Ecco, troppo poco si è parlato poi della stretta sul regime forfettario, sul quale il Governo ha dovuto fare una retromarcia, ma ha comunque mantenuto dei paletti che ne limitano l'accesso.

Non c'è traccia nella legge di bilancio di impegni, anche solo possibili, volti ad affrontare i nostri problemi più urgenti e, soprattutto, problemi sistemici: dalle tante crisi aziendali, alle carenze delle infrastrutture materiali e immateriali, alla nostra presenza nel tormentato mercato internazionale, all'ambiguo rapporto fra pubblico e privato nella dinamica del sistema imprese. Ecco, tutto questo manca in questa legge di bilancio, che, invece, in compenso, è piena di piccoli interventi spot, molto spesso si chiamano bonus per i bebè, per le mamme e per i giardini. Anche in questo caso, crediamo che sia stata raccontata agli italiani una storia che non è assolutamente vera e che i problemi sistemici di questo Paese non siano stati affrontati.

Noi non abbiamo un pregiudizio aprioristico nei confronti del deficit, avremmo voluto però che quell'indebitamento venisse speso per rilanciare l'Italia verso il futuro, verso la modernità, e dare ai nostri italiani la speranza davvero di un futuro migliore. Questo Governo non l'ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, onorevole Mandelli.

ANDREA MANDELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, questa è la seconda lettura non fatta della legge di bilancio. Voi avete scelto di far morire una regola, voi del Governo, voi della maggioranza, avete sepolto e offeso il dettato dell'articolo 72 della Costituzione. Ma il danno, Presidente e signori del Governo, il vulnus, la ferita alla democrazia, che reca questo singolo fatto, non è rivolta ai singoli parlamentari che vi parlano e nemmeno a una norma astratta; il danno è per i cittadini, perché il nodo del rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo delle democrazie liberali è fatto perché il popolo possa avere la possibilità di farsi rappresentare e che i loro rappresentanti possano modificare le opinioni dei Governi, anche di quelli che sostengono. Perché qui è il problema: che il popolo non è stato rappresentato. Quando un deputato della Repubblica non può intervenire sulla legge di bilancio, è il popolo che non può intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Presidente, ho voluto iniziare prendendo in prestito le parole del collega Fiano, le parole che utilizzò l'anno scorso in dichiarazione di voto per il Partito Democratico, durante la seduta del 30 dicembre. Ho voluto prendere in prestito le sue parole per farvi comprendere che un componente della maggioranza di questo Governo, l'anno scorso, si trovava ad affrontare una situazione simile, ma, se mi è concesso, di gran lunga migliore rispetto a quella che ci troviamo ad affrontare oggi.

Se l'anno scorso il doppio passaggio della manovra tra le due Camere c'è stato, quest'anno la Commissione bilancio della Camera ha dovuto ratificare il lavoro svolto dai colleghi del Senato. Là le forze politiche di maggioranza hanno presentato una valanga di emendamenti, stravolgendo di fatto il testo governativo originale e lasciando alle opposizioni pochissime possibilità per svolgere il loro ruolo.

Ricordo che la stessa Corte costituzionale, decidendo sul conflitto di interessi tra poteri dello Stato, sollevato proprio da 37 senatori del PD e relativo all'iter di bilancio della legge del 2019, ha richiamato l'attenzione sulla necessità che il ruolo riservato dalla Costituzione al Parlamento nel procedimento di formazione delle leggi sia non solo osservato formalmente, a tutela proprio della democrazia a cui dobbiamo tutti ovviamente fare riferimento, ma perché i parlamentari eletti debbono avere l'effettiva possibilità di contribuire alla formazione della volontà legislativa.

Ciò vale, a maggior ragione, per la legge di bilancio, in cui si concentrano le fondamentali scelte di indirizzo politico; si decide della contribuzione dei cittadini, delle entrate dello Stato, della destinazione delle risorse pubbliche: decisioni che - cito la Corte - “esigono la più ampia partecipazione di tutti i soggetti politici alla loro elaborazione”.

Alla luce di queste considerazioni, proprio la Corte chiuse l'ordinanza avvertendo che, in altre situazioni, una simile compressione della funzione costituzionale dei parlamentari potrebbe portare esiti differenti. Ricordo a tutti, ma lo sapete meglio di me, che la relatrice allora fu Marta Cartabia, ora presidente della Consulta.

Ma analizziamo ora la legge di bilancio che ci accingiamo a votare. Come ricorderete, il Governo giallorosso è nato quest'estate con lo scopo di disinnescare le clausole di salvaguardia e, quindi, di scongiurare l'aumento dell'IVA. Quello che è certo è che è stato difficilissimo trovare l'accordo tra le forze di Governo, perché, vedete, i tempi lunghi di questa manovra non derivano, come l'anno scorso, da un braccio di ferro con la Commissione europea, ma sono figli dei continui litigi ai quali abbiamo assistito all'interno della maggioranza e che hanno ritardato a dismisura la redazione definitiva del testo della manovra. Avete, quindi, passato il tempo a litigare sulle poche risorse rimaste dopo la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, invece di mettere in cantiere una manovra coraggiosa, veramente coraggiosa, che possa affrontare e risolvere i grandi problemi del nostro Paese.

E quali sono le linee guida di una manovra coraggiosa che possa far risollevare la nostra economia dalla stagnazione nella quale, di fatto, è? Meno tasse sulle imprese, meno tasse sui cittadini, meno tasse sul lavoro, meno burocrazia, una giustizia più veloce ed efficiente. E invece siamo di fronte ad una legge di bilancio che colpisce gli italiani con una raffica di nuove tasse, una legge di bilancio che fa 16 miliardi di nuovo debito.

Vogliamo entrare nel dettaglio? Il tempo è breve, ma qualche esempio. Quali sono le nuove tasse con cui gli italiani dovranno confrontarsi, o per meglio dire, combattere l'anno prossimo? Tasse sulla plastica, sulla bevande zuccherate, sui giochi, sui tabacchi, sulle auto aziendali, Robin Tax, chi più ne ha più ne metta. A titolo esemplificativo due casi: tassa sulla plastica, grava 45 centesimi al chilo e impatta pesantemente su uno dei comparti più importanti e vitali del nostro Paese; con l'alibi degli scopi ambientalistici si fa cassa, mentre sarebbe meglio incentivare le imprese a convertirsi a produzioni ecocompatibili, e ancor più sarebbe meglio educare con campagne di sensibilizzazione i cittadini a comportamenti più virtuosi. La tassa sulle bevande zuccherate, che, secondo i dati riportati qualche giorno fa da Il Sole 24 Ore, inciderà per esempio sul costo di una bottiglia da un litro di succo di frutta, quelle che le mamme comprano per i bambini tutte le settimane, per il 35 per cento, che indurrà sicuramente gli zuccherifici a prendere in considerazione l'idea di delocalizzare la produzione, ma che già sta producendo effetti sulla filiera. Infatti, come è noto, una casa di bevande zuccherate ha già annunciato l'intenzione di tagliare i propri costi, diminuendo posti di lavoro e bloccando i piani di investimento in Italia; e in più la casa madre ha deciso di non comprare più le arance, che servivano per fare una famosissima bibita che credo più o meno tutti una volta abbiano assaggiato. Procurando quindi un grave danno al nostro comparto agroalimentare, che è una delle nostre eccellenze.

Ma anche altri errori secondo noi sono contenuti in questa legge di bilancio: l'abolizione della cedolare secca sugli affitti, che aveva contribuito sicuramente all'emersione del sommerso; e qual è il Governo che non parla come un mantra dell'emersione del sommerso? L'abolizione della flat tax per i redditi da 65 a 100 mila euro: e anche qui, pensate che chi ha aderito al regime dei minimi sotto i 65 mila euro, istituito quest'anno, sarà sotto il vaglio dell'Agenzia delle entrate per aver adottato un comportamento virtuoso, previsto dalla legge, che anche qui aiutava l'emersione. In ultimo - contrordine, compagni - abolizione della mini Ires per tornare all'ACE. Tre esempi, questi, per dimostrare l'imbarazzo che provano i cittadini italiani di fronte ad uno Stato che continua a cambiare idea e che vieta qualunque tipo di programmazione. Ma che fiducia si può avere in uno Stato che modifica le leggi qualche mese dopo averle approvate? Ma che cosa dobbiamo pensare di un Governo che, a fronte del continuo calo di fiducia dei consumatori, attestato ancora in questi giorni, decide un'ulteriore stretta sul contante?

Altro argomento importante, il taglio del cuneo fiscale. Sicuramente con la crisi economica mondiale e le politiche sui dazi, l'unica strada per aumentare il nostro PIL è mettere in tasca i soldi ai lavoratori per far ripartire il mercato interno, tagliando quindi il cuneo fiscale; ma il costo del lavoro si taglia riducendo l'Irpef e i contributi, non con un bonus di circa 40 euro in busta paga a partire dalla seconda metà dell'anno, che può forse rendere a livello propagandistico, anzi sicuramente renderà, ma che non risolve di certo un problema ben più grave e strutturale. Il fatto che il Governo abbia destinato a questo intervento solo 3 miliardi, che è lo stesso importo che ha destinato per la lotteria degli scontrini, la dice lunga sulla visione del Governo: una visione totalmente inesistente.

Positiva sicuramente l'abolizione dell'odioso super ticket, che entrerà in vigore a settembre come previsto; e anche positivo, seppur in extremis, che tutti gli italiani potranno ancora detrarre le spese sanitarie. Male invece la legge di bilancio che prevede per le famiglie con un reddito complessivo di 120 mila euro non si possa più accedere ai bonus fiscali, come per esempio per le attività sportive: quanto serve incentivare i nostri giovani all'attività sportiva e alle spese universitarie!

In ultimo, una considerazione amara. Tutta la fatica fatta per disinnescare le clausole di salvaguardia con questa legge di bilancio che stiamo approvando alla vigilia di Natale, sarà vanificata per il fatto che nella calza della Befana troveremo nuove clausole di salvaguardia da disinnescare pari a 50 miliardi. E come se questo non bastasse, non scordiamo la previsione dell'incremento delle accise sulla benzina, che in tre anni a regime sarà quasi 5 miliardi. Ma le tasse non sono l'unico problema per i cittadini e le imprese: è il sistema fiscale nel suo insieme che spaventa e si polverizza sempre di più, nel combinato disposto da quanto previsto dalla nuova legge di bilancio e dal decreto-legge “fiscale” approvato qui col monocameralismo alla Camera, perché il bicameralismo è stato oramai di fatto abolito surrettiziamente, e diventato appunto legge senza essere esaminato dal Senato; questo nuovo regime di polizia fiscale, di furia “manettara” che si abbatterà nei confronti del popolo italiano.

Concludo, Presidente. Se il Governo delle quattro sinistre è nato per scongiurare l'aumento dell'IVA e ridurre il numero dei parlamentari, la vostra mission si conclude qui. Potete tranquillamente smetterla di litigare su ogni singola misura, e fare un favore a tutti gli italiani: dare loro una possibilità di scelta e permettere loro di tornare a votare per eleggere un Governo che davvero rappresenti i loro interessi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, onorevole Castelli, si riserva di intervenire successivamente. È iscritta a parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito sulla legge di bilancio è un appuntamento importantissimo nell'agenda politica, economica e sociale del nostro Paese. Visto che siamo in quest'Aula, tra addetti ai lavori, sarebbe anche il caso di restituirlo un po' ad un'operazione verità, perché siamo talmente abituati ad avere una memoria corta e a fare in modo che la nostra memoria storica non funzioni, che non solo non riusciamo a ricordare quello che è successo 10-15 anni fa, ma non riusciamo neanche a ricordare quello che è accaduto soltanto nel mese di luglio, o di giugno di questo stesso anno: ci dimentichiamo da dove siamo venuti, ma non nel lungo termine, nel brevissimo. E devo dire che il dibattito a cui ho assistito in questi giorni, sia sui giornali che in Aula, e anche in questo momento, in alcuni interventi dei relatori di minoranza, è abbastanza surreale.

Lo dico subito partendo da una dichiarazione fatta dalla relatrice della Lega, e cioè che alla gente con questa legge di bilancio non cambia nulla. Bene: questo è un risultato straordinario. Guardate, è incredibile, non solo straordinario: perché noi, signori, rischiavamo seriamente, nel mese di settembre, prima della formazione di questo Governo, di andare in esercizio provvisorio. E quindi le cose ai cittadini sarebbero cambiate; e moltissimo sarebbero cambiate, non solo con l'aumento dell'IVA, per 23 miliardi, ma anche non permettendoci di fatto di operare tutti gli aggiustamenti previsti in questa legge di bilancio, che ci hanno portato ad una situazione di assoluta normalità.

La parola “normalità” nel nostro Paese, ormai da un po' di tempo, è - come dire? - più un miraggio che una realtà. Pensiamo a come stavamo in questa stessa Aula lo scorso anno. Lo scorso anno in questa stessa Aula, dopo tre mesi di schizofrenica attività economico-finanziaria di quel Governo - che uscì fuori con una legge di bilancio in deficit, con lo spread che aveva cominciato a salire, dando un calcio all'Europa e ponendo l'Italia in una situazione di assoluto isolamento nel contesto internazionale, non solo dai Paesi ma dai mercati, che ci punivano e non ci ritenevano più minimamente affidabili -, esso si è trovato a fare una legge di bilancio in correzione: in correzione, cioè diversa da quella che era uscita fuori dal Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva). E non con una semplice aggiustatina di qualche centinaio di milioni di euro! Questa è la storia, signori.

La storia è che dal mese di gennaio in poi il Ministro dell'economia e delle finanze di allora e i ministri del Governo precedente - quelli che andavano in Europa, alcuni non ci volevano andare - sono stati impegnati a raccontare che l'Italia non era un Paese che stava per uscire dall'euro, e accompagnarsi all'operazione, dopo Brexit, di Italexit, e quindi scassando il sistema europeo, a cui noi siamo su molto interconnessi essendo anche un Paese con un grande debito, ma invece a dire che noi eravamo affidabili. Tant'è vero che nel mese di giugno, cioè sei mesi fa, si è fatto un correttivo di bilancio per non andare in infrazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva): in infrazione, cioè una cosa in cui non ci è mai capitato prima di andare. Allora, volete sapere? Secondo me il Governo non è accaduto per il mojito in più bevuto dall'onorevole Salvini al Papeete; il Governo è caduto perché nel mese di luglio, in audizione congiunta alla Commissione bilancio al Senato, a nostra richiesta al Ministro Tria: ma le fate scattare o no queste clausole di salvaguardia? Scatteranno o no? Silenzio, la risposta non ci è mai stata data, perché il Ministro Tria, in quella Nota di finanza, ce l'aveva scritto ben bene che sarebbero scattate le clausole. Peccato che i Viceministri dell'epoca continuavano a dire che l'IVA sarebbe stata sterilizzata!

Un altro autorevole esponente del Governo, l'onorevole Durigon, in una dichiarazione pubblica - più volte, tra l'altro, ripetuta nei mass media - nel mese di luglio di questo stesso anno diceva: non solo noi sterilizzeremo l'IVA (23 miliardi), ma faremo una sana flat tax e la finanzieremo con un sano deficit. Con un sano deficit, cioè col debito! Tutti quelli che ora ci vengono a fare la predica, signori! Sono passati sei mesi e proponevate una manovra di bilancio da 50 miliardi, in debito! E oggi non saremmo qui a parlare del tendenziale, in una situazione di pace, di saldo delle finanze positivo, strutturale, di pressione fiscale che di fatto rimane sempre la stessa. No, staremmo a cercare di capire che cosa poteva accadere al nostro Paese.

Tutto ciò è molto difficile da spiegare in comunicazione, perché come fai a dire ai cittadini che non avranno 600 euro da pagare quest'anno in più per le clausole di IVA? Che si dovrebbero portare dietro altri 6-7 miliardi da pagare in più, perché lo spread nel frattempo avrebbe continuato ad aumentare? Che probabilmente rischiavamo di trovarci in una situazione tale, per cui si avverava la profezia di Savona, cioè il piano B per l'uscita dall'euro dell'Italia, e cioè arrivare a una crisi tale dovuta al deficit, per cui di fronte agli italiani si faceva un'operazione politica di assoluta speculazione?

Queste sono tutte cose che i cittadini non stanno vedendo. Non stanno vedendo, perché qualcuno si è preso la briga, nel mese di agosto (agosto, cioè quando in teoria bisognerebbe disegnare la NADEF e la legge di bilancio) di assumersi la responsabilità di questo Governo e, innanzitutto, fare una manovra da 31 miliardi, di cui 23 sono soltanto di sterilizzazione dell'IVA: 23, non una piccola percentuale! E con quello che rimane, se andiamo a vedere, le nuove coperture sono date, non da entrate, e sono a pari a 1 miliardo e 191 milioni. Signori, meno male! E infatti la gente non se ne accorgerà. Non se ne accorgerà: questo è stato il primo grande lavoro fatto da questo Governo, in corsa.

Per fare il contratto di Governo, nello scorso mandato, hanno impiegato un mese. Questo Governo è entrato in campo il 6 settembre e, pochi giorni dopo, ha dovuto presentare la NADEF e poi la legge di bilancio, quando ancora i ministri non hanno neanche gli staff. Abbiamo utilizzato ovviamente il tempo al Senato, signori, per permettere all'attività parlamentare di fare quel lavoro, che il Governo non ha potuto fare precedentemente, perché non c'era: ce n'era un altro.

Questi sono i fatti. Partendo da questo dato, che è l'oggettività di quello in cui noi ci ritroviamo, parliamo del futuro. Questa è una legge di bilancio straordinariamente rivoluzionaria? Assolutamente no. È una legge di bilancio che ci ha impedito di crollare. La rivoluzione - ma non mi piace usare queste parole enfatiche, perché in questi anni ne ho sentite tante - , invece, far ripartire una stagione di riforme, è da gennaio. Questo è un impegno che ci dobbiamo prendere e lo dico innanzitutto ai colleghi della maggioranza. È un impegno di serietà per dare ai cittadini italiani il senso della serietà e della responsabilità. Dobbiamo riformare il fisco, come ha detto il Ministro Gualtieri, eliminare le clausole d'IVA, che sono un macigno, e dare le grandi risposte alla domanda che ci viene fatta (salute, lavoro, occupazione, industria), che è quello che il Paese si aspetta da noi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Vanessa Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, gentili onorevoli colleghi, innanzitutto vorrei partire da una piccola considerazione, in risposta anche a quanto ho appena sentito da parte della collega, che è appena intervenuta. Infatti, forse dimentichiamo una cosa, forse dimentichiamo che questo Governo poteva benissimo evitare di affrontare una manovra di bilancio, se ci avesse mandato al voto, se avesse permesso ai cittadini italiani di esprimersi.

Perché questo Governo cosa fa in questa legge di bilancio, come già detto da alcuni miei colleghi? Una legge di bilancio di poco meno inferiore ai 32 miliardi, in deficit per 16 miliardi? Ma di cosa stiamo parlando, che il deficit non lo andiamo a creare? Ma di cosa state parlando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Il deficit lo state facendo, ma non per fare una manovra, per fare quel famoso shock finanziario, che noi avevamo previsto di fare, qualora fossimo rimasti al Governo di questo Paese.

L'unico shock, che voi andate a creare con questa manovra di bilancio, è quello che lascerete ai cittadini italiani il prossimo anno, quando, purtroppo, sulla loro pelle, pagheranno gli effetti di una manovra di bilancio scellerata, che andrà a togliere potere d'acquisto a tutti i cittadini italiani ed andrà ad ammazzare le poche imprese, che nel nostro territorio italiano hanno ancora il coraggio di continuare ad esercitare la loro attività di impresa.

E torniamo all'inizio, al principio. Vediamo innanzitutto che oggi ci troviamo, purtroppo, a discutere una manovra di bilancio, sulla quale, purtroppo, a noi deputati non è stata concessa l'opportunità di discutere. Questo sembra paradossale, ma questo paradosso è una realtà. Il Governo strozza il dibattito e non consente ai due rami del Parlamento di esprimersi, un ritardo a dir poco imbarazzante, anche per la stessa maggioranza, perché nella storia della Repubblica italiana, mai - ripeto mai - un solo ramo del Parlamento, in prima lettura, si è permesso di trattenere la legge più importante, non solo per il Parlamento e per noi parlamentari, ma soprattutto per tutti i cittadini, ovvero la legge di bilancio, fino a oltre la metà di dicembre.

Mai - e dico mai - la legge di bilancio è stata discussa da solo un terzo dei parlamentari, che compongono questo Parlamento. Infatti, Presidente, se è vero, sì, che verrà votata da Camera e da Senato, non è altrettanto vero che questa è stata discussa ampiamente, dando la possibilità a noi delle minoranze di apportare il nostro contributo, in quanto eletti e delegati da un popolo, che oggi viene nuovamente tradito.

Sì, perché, Presidente, tutti i cittadini si devono sentire traditi in questo gesto irrispettoso ed arrogante, perché non consentire alle opposizioni di dare il loro contributo, in quanto rappresentanti del popolo, vuol dire calpestare, non tanto le competenze di noi deputati e soprattutto di noi commissari della Commissione bilancio, ma soprattutto non permettere al mandato politico, che c'è stato dato dai cittadini italiani, di trovare finalmente un'espressione. Cittadini traditi nella mancata democrazia partecipativa, che dovrebbe trovare un'espressione attraverso un dialogo, un confronto, fra le parti, fra maggioranza e opposizione, e che, invece, in questa importantissima occasione, è venuto meno.

Ma cosa ci si può aspettare da un Governo che ha la consapevolezza di non rappresentare la maggioranza attuale della volontà del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Un Governo che, attraverso questa legge di bilancio, aumenterà le tasse alle imprese, graverà pesantemente su tutti i cittadini, per garantirsi un'unica sola certezza: la certezza di non vedersi sottratta la poltrona. E quale sarà il prezzo? Il prezzo sarà altissimo, sarà un conto che, purtroppo, verrà presentato a tutti i cittadini italiani, che vedranno ridursi drasticamente la loro capacità d'acquisto, in quanto tutte le tasse, dirette ed indirette, che sono state inserite in questa manovra, provocheranno questo. Provocheranno disoccupazione, obbligheranno ad un rafforzamento delle politiche del welfare, che graveranno sui conti pubblici dello Stato, ridurranno il PIL del nostro Paese e, quindi, ci sarà una riduzione del gettito fiscale, che mancherà alle casse dello Stato. La domanda interna, già fortemente stagnante, si ridurrà ulteriormente.

A tutto ciò, aggiungiamo anche che si aggraverà il quadro macroeconomico europeo, che prevede una fase di recesso per l'anno venturo, di cui pare questa legge di bilancio sul pluriennale non abbia assolutamente tenuto conto.

Ma l'aspetto più grave, che vorrei sottolineare, è che questa manovra è palesemente contro l'autonomia. Altro che tavoli per l'autonomia differenziata, dei quali al Governo ultimamente piace molto parlare. In questa manovra, purtroppo, nei fatti - e dico nei fatti - si colpiscono le province autonome di Trento e Bolzano, con i commi 269 e 548 dell'articolo 1. Ma dov'è l'accelerazione tanto decantata da Conte sul tema delle autonomie, se come Stato vado ad inserirmi nelle competenze delle regioni autonome e, soprattutto, delle due province di Trento e Bolzano, imponendo vincoli di spesa sanitaria, laddove la stessa Corte costituzionale si è espressa più volte ed in modo chiaro. Come nell'ultima sentenza, la n. 231 del 2017, con la quale la Corte costituzionale chiarisce come lo Stato non può - e ripeto: non può - imporre vincoli di spesa alle province autonome di Trento e Bolzano. Queste ultime provvedono al loro servizio sanitario provinciale senza alcun onere a carico del bilancio dello Stato. La formulazione attuale dell'articolo 1, al comma 269, contrasta non solo con le indicazioni dettate da una sentenza costituzionale, ma anche e soprattutto contrasta con l'articolo 79 del Testo unico delle leggi costituzionali, concernenti lo Statuto speciale per la regione Trentino Alto Adige.

Insomma, un affronto all'autonomia, che si ritrova anche nel comma 548 del medesimo articolo, comma che, oltretutto, è già stato impugnato dalla stessa giunta provinciale di Trento, con una delibera, la n. 2066 del 16 dicembre di quest'anno – ovvero di lunedì scorso -, una delibera che intende non approvare le modifiche dell'ordinamento finanziario, come da emendamento della maggioranza approvato al Senato, e di non esprimere il consenso, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 104 dello Statuto di autonomia e negando, di fatto, l'intesa sulla norma; l'attuale norma in questione, così come è scritta da una maggioranza che vede al suo interno membri di diritto che risiedono tra i banchi del Parlamento grazie anche ai voti dei cittadini trentini e bolzanini, che ora si vedono letteralmente traditi dal mandato elettorale, evidentemente mal riposto. Mi auguro che i colleghi dell'SVP prendano le distanze e non appoggino una manovra di cui oggi siamo chiamati a discutere, che è fortemente lesiva e pericolosa nei confronti delle nostre due province di Trento e Bolzano. Una manovra che, nei fatti, ci dimostra come questo Governo prenda le distanze dall'autonomia, nonostante, a parole, si voglia convincere il popolo italiano proprio del contrario. L'autonomia, gentili colleghi, è un valore aggiunto e deve essere un esempio di efficienza e responsabilità, che deve essere sostenuto e supportato sempre, laddove l'autonomia viene esercitata al meglio e, quindi, fornendo servizi efficienti ed eccellenti ai cittadini.

Vede, Presidente, il Governo sono convinta debba dare il buon esempio, ma, purtroppo, buonsenso e responsabilità non si ritrovano in questa legge di bilancio. Questa è una manovra contro l'autonomia, contro tutta la parte produttiva del nostro Paese e contro gli stessi cittadini italiani. Contro l'autonomia, per le ragioni che ho appena enunciato e contro la parte produttiva del Paese perché lo dicono tutti, non lo diciamo solo noi, lo dicono veramente tutti; lo hanno dichiarato, in una nota congiunta, i presidenti di Confindustria di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto e lo hanno detto molti altri, auditi durante il ciclo di audizioni a cui abbiamo partecipato: le misure previste nel decreto fiscale collegato alla manovra e nella manovra stessa rischiano di mettere fortemente a repentaglio l'esercizio dell'attività di impresa, generando una fortissima incertezza nell'attività dell'azienda sia sotto il profilo giuridico, sia allontanando qualsiasi nuovo investimento nel nostro Paese. E sapete perché? Questo perché si vuole applicare quella che è la confisca allargata anche al caso di ordinario controllo fiscale, senza nessuna sentenza di primo grado. Ma è devastante questo, è devastante per un intero sistema economico, è un danno enorme che verrà provocato dal Governo e dalle tasse e dalle manette con cui questo Governo colpisce la parte produttiva del nostro Paese, che continua a perpetrare e a perseguire questo pregiudizio ideologico, come già ribadito dai presidenti, appunto, di Confindustria, e da altri.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cattoi.

VANESSA CATTOI (LEGA). Mi avvio a concludere…

PRESIDENTE. Se vuole consegnare, può consegnare il resto del suo intervento.

VANESSA CATTOI (LEGA). Volevo concludere semplicemente con un ultimo pensiero…

PRESIDENTE. Appello.

VANESSA CATTOI (LEGA). …velocissimo. Serve il coraggio, purtroppo, il coraggio di tagliare le tasse e non il coraggio di massacrare i cittadini e gli imprenditori italiani con le tasse della maggioranza e la demagogia della stessa maggioranza che provoca danni irreparabili, perché, vede, Presidente - e concludo -, ci sono persone che, come noi, hanno ancora un sogno: il sogno di far rialzare la testa a questo Paese, non solo per il nostro futuro, ma, soprattutto, per il futuro dei nostri figli, che devono avere la reale possibilità di rimanere in Italia e non dover essere costretti a fuggire per ricorrere quel futuro che questo Governo, oggi, con questa manovra di bilancio, sta loro negando e scippando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Faccio mie le ultime parole che ho ascoltato dalla collega della Lega: ci vuole sì tanto coraggio, ma ci vuole soprattutto tanto pudore a dire queste cose in quest'Aula dopo che, dopo diversi mesi, qualcuno è scappato, quest'estate, e ha lasciato 23 miliardi di clausole di salvaguardia sull'IVA (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e MoVimento 5 Stelle), che queste sì avrebbero pesato sulle tasche dei cittadini e sulla competitività delle nostre imprese. E concordo con la relatrice di minoranza della Lega, quando diceva che non è una novità il tema delle clausole di salvaguardia sull'IVA; infatti, non è una novità, perché le introdusse il Governo di centrodestra, con il voto della Lega. Ma una novità sì, c'è, mai si raggiunse una cifra così alta: 23 miliardi sono un macigno che pesa tantissimo sulle spalle dei cittadini italiani.

Io, con la stessa concretezza e con la stessa serietà, dico che noi abbiamo affrontato una legge di bilancio molto complicata, molto difficile, con questi impegni, con questo macigno, ma nel nuovo anno dovremmo andare a ripensare, come Governo, ad alcune misure che hanno influito su questo macigno, misure che non vanno nella direzione giusta, non vanno nella direzione della crescita, della sostenibilità tra generazioni, tra aree territoriali del Paese e, soprattutto – e, soprattutto – rispetto alla competitività che il nostro Paese deve intercettare: mi riferisco a “quota 100”, mi riferisco al reddito di cittadinanza. Il nostro Paese deve andare nella direzione del sostegno a chi vuole investire nella fiducia, a chi vuole investire nella crescita del Paese. Questa è una legge di bilancio ambiziosa, che si vuole dare delle priorità, cosa che raramente viene fatta quando si investe, invece, sulla crescita del Paese. Ci sono fondi per i comuni, e lo dico davvero alla Lega, alla Lega che ha tagliato nei mesi scorsi le risorse, ad esempio, sui bandi periferie e, oggi, si torna ad investire in messa in sicurezza dei territori, riqualificazione degli edifici scolastici, in mobilità sostenibile. E ci sono, poi, le risorse per i Vigili del fuoco, le risorse per le nostre Forze dell'ordine e si torna ad investire nella pubblica amministrazione, nelle assunzioni dove serve, per esempio nella sanità, per esempio dove stanno i nostri malati, nell'edilizia ospedaliera. E questo è molto importante, perché a questo il Governo non interessano le chiacchiere, ma interessa il benessere dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), interessano quelle piccole cose che cambiano la vita delle persone e, finalmente, si torna a investire in politiche per la famiglia, perché, vedete, la famiglia viene spesso sbandierata, insieme al tema della sostenibilità, con grande veemenza, con grande forza. In questa legge di bilancio si investe sulla natalità, si investe sulle rette per gli asili, si investe per la costruzione e la riqualificazione degli edifici che ospitano i nostri bimbi. Perché quando si parla di spopolamento nei nostri territori, lo spopolamento non avviene per caso: avviene perché mancano le infrastrutture, avviene perché mancano i servizi, avviene perché mancano quelle misure che oggi, in questa legge di bilancio, finalmente ci sono, grazie anche all'impegno della Ministra Bonetti.

E, poi, il capitolo dell'innovazione, perché oggi tutti richiamano delle norme che non sono cadute dal cielo. Quando si pensa ad “Impresa 4.0”, che oggi, dopo anni, è stata estesa anche al mondo dell'agricoltura, che è il settore, il comparto produttivo che è più danneggiato dagli effetti dei cambiamenti climatici e che deve intercettare maggiormente la sfida dell'innovazione, o si pensa agli ecobonus o alla novità di questa legislatura del bonus facciate; quando si pensa a quello che è stato reintrodotto all'interno del “milleproroghe”, il bonus verde, che qualcuno, qualche anno fa, aveva definito addirittura come la misura per i giardini dei ricchi, ebbene, tutte queste misure vanno nella direzione giusta, nella direzione giusta della tracciabilità dei pagamenti, del sostegno alle nostre imprese, ma, soprattutto, nella direzione dell'innovazione e della crescita. E sono misure, guardate, che aveva introdotto il Governo Renzi per la prima volta, dopo decenni in cui l'innovazione era scomparsa dai capitoli della programmazione della politica.

Poi, un capitolo importante riguarda il nostro settore agroalimentare: finalmente si investe in misure vere, senza prendere in giro i nostri agricoltori, perché, vedete, nella scorsa legge di bilancio, l'unica misura che si poteva raccontare e che, per fortuna è rimasta inattuata, era quella per la terra al terzo figlio. Oggi, finalmente, si investe in agricoltura di precisione, si dà una risposta ai tantissimi comparti in difficoltà, si dà una risposta alle emergenze, ma, soprattutto, ci si rimette in cammino per dare al nostro comparto, al nostro made in Italy, un percorso più solido, che va nella direzione del ricambio generazionale o dell'imprenditoria femminile.

Mi avvio verso la conclusione, Presidente. Io credo che questa legge di bilancio sia un percorso importante avviato, ma noi nel nuovo anno dobbiamo rilanciare l'attività di Governo e non può che avvenire attraverso due strade. Innanzitutto, serve un piano shock, perché al nostro Paese servono infrastrutture e impianti, infrastrutture che riconnettano i territori e infrastrutture che guardino alla manutenzione dei nostri territori; infrastrutture che devono essere attuate e fatte in tempi certi. Italia Viva rilancerà, attraverso la sua azione, il piano shock, che confido che l'intero Parlamento vorrà approvare e condividere con noi.

Chiudo su un tema che mi sta particolarmente a cuore: la transizione ecologica. L'ambiente non è una bandiera che deve essere sventolata, l'ambiente va praticato; non si ottiene con misure demagogiche, come la tassa sulla plastica o la tassa sullo zucchero, che dovremmo rivedere insieme nei prossimi mesi, perché la transizione ecologica si ottiene dando fiducia alle imprese, si ottiene attraverso un fisco che valorizzi e premi questa scelta, che deve essere una scelta strutturale, perché la sfida dell'Agenda 2030, la sfida dei cambiamenti climatici deve essere un'opportunità, ma non un costo, perché, altrimenti, continueremo ad aggravare e ad ampliare il divario tra chi può permettersi di investire in sostenibilità - e mi riferisco ai cittadini e alle imprese - e chi non lo può fare.

Quindi, davvero questa legge di bilancio avvia un percorso, ma con l'anno nuovo dovremo rilanciare la nostra attività, e soprattutto andare nella direzione di priorità, concretezza e attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, “sarà un anno bellissimo”, diceva Giuseppe Conte sul 2019, ancora alla guida dell'altro Governo, quello giallo-verde. Forse per lui, che si è ritrovato per la seconda volta Premier, ma con un'altra maggioranza, certo non per la nostra nazione. C'è la necessità e urgenza di avere una politica industriale ed economica. I tavoli di crisi aziendali aperti sono centinaia, quello dell'acciaio di Taranto e di Alitalia chiamano a una soluzione imminente, bruciante; sono in ballo circa 20 mila posti di lavoro diretti, il doppio con l'indotto, circa 40 mila.

Vedete, colleghi, la manovra è approdata in Parlamento, ma siamo qui a vederla passare senza poterla minimamente modificare. Le bocciature sono numerosissime: avete massacrato tutti i nostri emendamenti in Commissione bilancio e abbiamo dovuto abbandonare l'aula per protesta. Proviamo a stilare un elenco delle categorie che hanno bocciato questa manovra. I banchieri, il direttore generale dell'ABI, Giovanni Sabatini: le disposizioni, come è avvenuto già in occasione della manovra di bilancio 2019, drenano liquidità in maniera consistente e rappresentano un ulteriore sacrificio, con impatti sul ruolo di sostegno delle banche all'economia, a famiglie e imprese. Gli industriali, la direttrice generale di Confindustria, Marcella Panucci: la plastic tax avrà un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui. Serve almeno a qualcosa? Dice Panucci: non comporta benefici ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente una leva per rastrellare risorse. Giudizio generale sulla manovra: non traccia un disegno di politica economica capace di invertire la tendenza negativa delle aspettative degli imprenditori e dei potenziali investitori nazionali ed esteri, anzi, in alcuni casi produce un effetto opposto. La magistratura contabile, la Corte dei conti fa il suo lavoro e snocciola il problema: va sottolineato come la mancanza di un quadro organico delle misure che si intende assumere, rinviate a specifici provvedimenti collegati, non consente di valutare pienamente come si intenda intervenire sulle principali criticità del nostro sistema economico e istituzionale. I sindacati, con una sintesi di poche parole: le risorse non sono sufficienti per tagliare il cuneo fiscale e rinnovare i contratti del pubblico impiego. I commercialisti: il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha spiegato che non c'è alcun intervento per il lavoro autonomo, quando sarebbe stato importante allargare la flat tax - che è la proposta storica e di bandiera di Fratelli d'Italia fin dalla fondazione - anche ai soggetti che operano in forma associata, perché l'attuale situazione è un disincentivo a lavorare insieme. I singoli ambiti di interesse, poi: con la manovra e con la riforma dello sport prima, il CONI viene ridotto a mero ente di rappresentanza, a fronte di una super struttura della Presidenza del Consiglio. E qui permettetemi una chiosa: alcuni colleghi oggi all'opposizione, ma per un quarto d'ora al Governo, pensavano che la riforma dello sport si potesse fare spostando tutte le risorse alla politica. Bene, colleghi, adesso sarete contenti: le risorse sono alla politica, il Governo è cambiato e lo sport non ha più la sua indipendenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Su Roma Capitale, poi, colleghi, avete rasentato proprio il ridicolo: 500 mila euro per l'anniversario di Roma Capitale, per i 150 anni di Roma Capitale. È un anniversario talmente importante che storicamente, nel passato, vennero fatti anche le leggi per Roma Capitale, per le grandi opere, ma poi questo lo illustrerà il Vicepresidente Rampelli. Noi abbiamo fondato, vedete, un osservatorio parlamentare per Roma Capitale che coinvolge tutti i partiti, perché crediamo che sia interesse nazionale dare poteri e fondi speciali a Roma Capitale, ma voi avete messo 500 mila euro, colleghi. È veramente questa la attenzione che avete alla Capitale d'Italia? È veramente questa la centralità che volete dare alla Capitale d'Italia? Io penso che su questo non ci possa essere sicuramente una condivisione: 500 mila euro sono una cifra ridicola, che abbiamo cercato anche di aumentare, con il collega Rampelli, con tanti altri colleghi, con emendamenti ovviamente politici, per dare appunto la giusta dignità alla capitale. Sull'innovazione ci avete fatto morire dal ridere: avete prima nominato un Ministro per l'Innovazione, la Pisano, senza portafoglio, a dimostrazione che poi, per voi, l'innovazione non è così importante, e voi stessi avete bocciato il Piano di innovazione perché avete scoperto che il Ministro dell'Innovazione, Pisano, ha fatto questo Piano nazionale sull'innovazione in maniera candida mettendoci la firma di Davide Casaleggio! È una vergogna! Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non avete nessuna idea del senso dell'istituzione: avete portato al Governo una società privata, che fa affari con Huawei, che l'interesse nazionale lo mette in gerarchia sotto quello della difesa dei confini nazionali. Andatevi a leggere la relazione del Copasir, che dice che avete svenduto gli interessi nazionali sulle telecomunicazioni alle grandi aziende cinesi Huawei e ZTE, che sviluppano quella tecnologia sulla pelle degli uomini, sulla pelle degli uiguri in Uiguristan, sviluppando innovazione per 7 miliardi di dollari controllando le persone, facendo riconoscimento facciale, verificando dove vanno a dormire la notte. È questa l'innovazione che avete portato in Italia, quella dei centri di detenzione illegali! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vi siete svenduti a potenze straniere, non avete il coraggio di affrontare il nodo della web tax, che abbiamo cercato di migliorare con i nostri emendamenti, ovviamente respinti. Non avete una strategia, se non quella della Casaleggio Associati, per l'innovazione, voluta da un Ministro che, ricordiamo, bloccò per sei mesi, grazie all'innovazione, la anagrafe digitale di Torino, perché questo avete messo al Governo di questa nazione. E la cultura, che ha visto respinti i nostri emendamenti per migliorare la quantità di finanza a disposizione del comparto: ci sono tante situazioni di emergenza che rischiano di divenire rischiose. Il sistema dei teatri, pubblici e privati, in Italia è nettamente sotto finanziato rispetto alla media europea. L'Italia, per fare un esempio, non supera lo 0,2 per cento del PIL, mentre la Francia supera l'1 per cento del PIL, per il teatro, che non finanziato adeguatamente rappresenta un taglio alla nostra capacità di attrazione culturale. Ma si sa, la sinistra non è nuova a questo genere di visioni, già Togliatti polemizzò con Visconti per aver finanziato un piccoletto con i baffi, che poi si scoprirà essere Salvador Dalí. Nietzsche diceva: tutto ciò che è profondo ama la maschera.

Concludo con un appello, un appello per il teatro italiano, che nasce dalla commedia dell'arte italiana, che nasce dai saltimbanco, perché c'erano degli attori che salivano sui banchi dei commercianti per farsi vedere e fare il teatro a cappello; ebbene, il nostro appello al Ministro Franceschini è a salvare il teatro italiano finanziando di più il FUS, a salvare l'Eliseo e a solidarizzare con i lavoratori dell'Eliseo, che saranno a casa dopo Natale grazie a voi e alla vostra incapacità di gestire le politiche culturali. Noi siamo i saltimbanco, e a da questo banco rilanciamo la politica culturale di questa nazione, perché presto saremo al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Questa manovra di bilancio ha cominciato il suo cammino con un'enorme zavorra al piede, che sembra però smarrita nel dibattito di queste settimane, quando si è parlato tantissimo di micro tasse del tutto marginali e non si è parlato quasi per nulla di un grande aumento fiscale che era già stato fissato dal precedente Governo e che questa manovra invece impedisce, realizzando di fatto un vantaggio per l'economia dell'Italia e per le tasche dei cittadini. Impedire un aumento di tasse, colleghi, equivale, in termini di sforzo finanziario, a togliere una tassa, quindi questa legge di bilancio tecnicamente alleggerisce il peso fiscale che sarebbe gravato sui cittadini se il Governo stesso non fosse nato e se questa manovra non fosse maturata nei termini in cui viene approvata.

Mi riferisco naturalmente all'aumento dell'IVA, di cui, ripeto, sembra curiosamente sparita ogni traccia dalla discussione in Parlamento, ma anche nel dibattito politico e giornalistico di queste settimane. L'aumento dell'IVA non era un'intenzione, era un fatto, una cosa decisa, tant'è vero che per impedirlo è stato necessario trovare risorse, molte risorse; 23 miliardi di euro di questa manovra sono stati utilizzati per impedirne l'aumento, l'aumento di una tassa che era già stata aumentata dal precedente Governo in cui la Lega aveva un ruolo di primissimo piano. E, quindi, noi oggi veniamo qui a togliere un incremento fiscale; mi sembra che basterebbe già solo questo argomento, per raccontare il voto positivo alla manovra e la necessità di sostenerla. Noi facciamo quello che altri non hanno voluto fare, cioè governare il Paese, affrontare una manovra difficile in un momento difficile e noi ci siamo riusciti, mentre altri ad agosto sono scappati, sono scappati dalle loro stesse tasse, dalle loro stesse cambiali o, meglio, loro le hanno firmate e noi, invece, le stiamo pagando.

Alla grande responsabilità che ci siamo assunti, alla maniera lucida ed efficace con cui questo Governo ha risposto innanzitutto al tema delle clausole IVA, aggiungiamo anche una capacità di nuova programmazione e nuovo impegno su temi cruciali che non era scontata vista la situazione, il tempo breve e, soprattutto, i vincoli esistenti.

La manovra qui in discussione riesce a garantire decisi passi avanti su molte questioni aperte che riguardano la salute e il sociale, due aree cruciali. Come ha evidenziato la XII Commissione, di cui sono componente, nell'esprimere il suo parere favorevole, la materia sociosanitaria e le misure a sostegno della famiglia e della natalità appaiono, in questa legge di bilancio, come netti indicatori dell'avvio di una tendenza positiva che segna un vero e proprio cambio di passo.

Sulla sanità, con il Ministro Roberto Speranza, arriva quello che è stato un impegno programmatico della nostra forza politica per tutta la campagna elettorale, vale a dire l'abolizione del cosiddetto super ticket, una vera e propria conquista di civiltà; questa quota di compartecipazione, questo balzello creava non pochi disagi soprattutto alle fasce più deboli, alle aree economicamente più svantaggiate, in alcune regioni, paradossalmente quelle più povere; oggi, senza super ticket, a partire dal 1° settembre 2020, garantiamo maggiore equità nell'accesso alle cure, maggiore uguaglianza territoriale, maggiore possibilità stessa di sostenere i costi per l'utenza. Ma non c'è soltanto il super ticket, c'è un intervento molto importante in maniera di edilizia sanitaria che il relatore di maggioranza opportunamente sottolineava, con un incremento pari, complessivamente, a 2 miliardi di euro sul fondo specifico. Questo significherà, dunque, più presenza territoriale, più efficienza, più sicurezza, ma anche più investimenti che in questo momento per la nostra economia sono una necessità assoluta.

In questa manovra che nasceva, come detto, con la zavorra si è riusciti anche ad affrontare il tema del personale. Sappiamo che “quota 100” ha svuotato gli ospedali, che l'imbuto formativo fra laurea e specializzazione sta tenendo fuori dal lavoro molte migliaia di figure che, invece, sarebbero necessarie; ma questa manovra attiva un meccanismo positivo, c'è una stabilizzazione dei precari con rapporti di lavoro a termine o flessibile con enti e aziende del Servizio sanitario nazionale, ci sono misure per il personale che svolge attività di ricerca sanitaria presso gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici e gli istituti zooprofilattici sperimentali e c'è anche un incremento dei contratti di formazione specialistica dei medici, in misura certamente non ancora sufficiente, ma comunque c'è ed è un segnale che abbiamo voluto dare e che va nella direzione giusta.

Il paziente, secondo i principi e i cardini dell'articolo 32 della nostra Costituzione, è messo al centro anche di un progetto per ridurre le liste d'attesa e per migliorare i meccanismi di presa in carico, con l'utilizzo incentivato di apparecchiature sanitarie da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, con un investimento di 235 milioni di euro; ci sono poi risorse per la rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza; ci sono misure per i medici INPS e per la Farmacia dei servizi che viene estesa all'intero territorio nazionale.

Anche sul fronte sociale si vede un chiaro cambio di passo; nasce il Fondo per la disabilità e la non autosufficienza, con una dotazione di 29 milioni di euro per il 2020; c'è l'incremento di 50 milioni del Fondo per le non autosufficienze, così come, ancora, l'incremento di 2 milioni di euro per il Fondo per l'assistenza ai disabili privi di sostegno familiare e di 5 milioni di euro del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili. Si è trovato, poi, lo spazio e il modo anche per un incremento di 4 milioni di euro del Fondo per le pari opportunità e per sostenere il Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.

In ultimo, meritano una segnalazione sul versante delle misure sociali anche quelle per la famiglia, con l'istituzione del Fondo assegno universale e servizi alla famiglia, con l'incremento del bonus “asilo nido”, con il congedo obbligatorio di paternità la cui durata viene elevata a sette giorni.

Si poteva fare di più, certamente, si può sempre fare di più, avremmo voluto fare di più e avremmo voluto anche, come Parlamento, come Camera dei deputati, avere uno spazio maggiore di discussione, ma è indubbio che in un momento così difficile questa manovra porta a casa una serie di piccoli successi insperati e forse anche non prevedibili.

C'è, ovviamente, ancora molto da fare, abbiamo temi cruciali su cui non siamo ancora riusciti a essere incisivi o su cui abbiamo investito troppo poco; ricordo, sul fronte sanitario, che più di un cittadino su due denuncia delle difficoltà di accesso alle prestazioni, a causa delle liste d'attesa; ricordo che secondo il rapporto ISTAT, presentato a novembre 2018, una percentuale rilevante di cittadini rinuncia alle cure per i lunghi tempi di attesa, soprattutto nel settore delle visite specialistiche, ma anche per le difficoltà economiche. E questa è una vulnerabilità che fa male, lo ripeto, fa male alle fasce più deboli; e la percentuale più alta di rinuncia – e non è un caso - è al Sud e nelle isole, mentre quella più bassa è nel Nord-Est. Così come non è un caso che nella classifica della speranza di vita alla nascita si legga 82,7 anni di media nazionale, ma con il Sud fermo a 81,9 e il Nord che sale a 83,2.

Queste diseguaglianze hanno cause precise: mancata prevenzione, mancato accesso in tempi utili alle cure mediche, carenza nei Livelli essenziali di assistenza, frequente ricorso alla migrazione sanitaria, il fenomeno della cosiddetta mobilità passiva e, quindi, l'allontanamento per curarsi dal proprio luogo di residenza.

C'è, inoltre, tutto il tema del riparto dei fondi nazionali: occorrerebbe un più equo meccanismo di attribuzione per recuperare il gap infrastrutturale e per migliorare la qualità dell'offerta, altro che calcolo sulla popolazione pesata in base all'età, per cui si verifica che alcune regioni giovani, ad esempio, come la Campania, ricevano meno risorse, senza tener conto dei malati cronici ed oncologici che hanno comunque un elevato impatto economico.

Sono, dunque, tutti temi che andranno messi all'ordine del giorno e che mi sembra siano ben presenti al Ministro della Salute, che ha già delineato nei suoi contorni anche il nuovo Patto per la salute, con un grande impegno economico sulla sanità annunciato di 10 miliardi da qui al 2023.

E, poi, c'è tutta una serie di nodi strutturali da affrontare, come la questione complessa e difficile delle aggressioni ai medici e al personale sanitario, che chiedono più tutela, direttamente, con misure di sicurezza e, indirettamente, aumentando personale e servizi e facendo crescere la qualità dell'erogazione che chiaramente abbassa la tensione. Occorrono più investimenti sul personale, sulle borse di specializzazione per superare l'imbuto formativo.

Non si poteva fare tutto - e mi avvio a concludere - in questa prima manovra, arrivata a pochi mesi dalla nascita del Governo, con una maggioranza tutta nuova che sta ancora imparando a lavorare insieme, ma su questo primo banco di prova, con lo sguardo sulla salute delle persone e sui destini degli svantaggiati, mi pare che sia davvero difficile negare il segno positivo.

C'è un segno positivo nelle misure e negli stanziamenti, c'è un segno positivo nei temi e nelle azioni e c'è un segno positivo nelle scelte e nelle intenzioni di fondo. Mi pare un'ottima partenza, meglio partire bene che male ovviamente; siamo per una volta fiduciosi e convinti che, da ora in poi, su questi temi in particolare si respirerà un'aria nuova, un'aria buona (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Viceministro Castelli, avendo poco tempo a disposizione e molto da dire, entro subito nel merito delle questioni che intendo portare all'attenzione dell'Aula. Parliamo innanzitutto del Fondo indennizzo risparmiatori, introdotto con la legge di bilancio dell'anno scorso, modificato con il “decreto crescita” ed ulteriormente modificato in prima lettura al Senato.

Voglio per prima cosa ricordare a quest'Aula che il 9 febbraio di quest'anno i due dioscuri del Governo gialloverde si erano presentati a Vicenza e, di fronte a migliaia di risparmiatori, avevano fatto solenni promesse. Taluno, forse travolto dall'entusiasmo del momento, si era addirittura sbilanciato invitando i presenti a fornire seduta stante il proprio IBAN, perché la settimana successiva avrebbero potuto ottenere direttamente sul proprio conto corrente l'accredito dell'indennizzo. Diversi mesi sono passati, molti risparmiatori sono ormai allo stremo delle forze, tutti sono delusi e nessuno finora ha visto il becco di un quattrino.

Il portale Consap per la presentazione delle domande di indennizzo ha iniziato a operare soltanto nel mese di agosto, ma ha immediatamente presentato enormi problemi di fruibilità. Le critiche unanimi dei risparmiatori hanno imposto al Governo un rinvio del termine finale, che è stato prorogato al prossimo 18 aprile proprio con un emendamento presentato al Senato in prima lettura di questo disegno di legge di bilancio. Dunque, permangono ancora severe criticità. La banca depositaria, Banca Intesa, continua ad avere difficoltà a consegnare la documentazione necessaria agli ex azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La stessa Banca Intesa, con propria mail del 26 novembre scorso inviata alle associazioni dei risparmiatori, ha informato che era stata ulteriormente modificata la modulistica per richiedere la documentazione necessaria a presentare la domanda di indennizzo. Ma, intanto, che fine faranno le domande presentate con la vecchia modulistica? Che fine ha fatto la richiesta all'Unione europea per l'elevazione a 200 mila euro del tetto del patrimonio per accedere alla procedura semplificata? Non sono ancora state tipizzate dalla commissione tecnica le violazioni massive che giustificano le domande di indennizzo cosiddetto “non forfettario” per chi avesse avuto al 31 dicembre dello scorso anno reddito superiore ai 35 mila euro e patrimonio immobiliare superiore ai 100 mila euro. Queste domande, Viceministro, sono tutte in standby.

Inoltre, avevo presentato degli emendamenti migliorativi che non si sono però potuti esaminare in questa sessione di bilancio perché il testo arrivato dal Senato è stato blindato dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La vostra scelta di impedire a questo ramo del Parlamento di esaminare nel merito la manovra di bilancio è antidemocratica e incostituzionale. Con emendamento abbiamo proposto la possibilità di erogare acconti per i risparmiatori più in difficoltà senza attendere la scadenza del 18 aprile. Con altro emendamento avevo proposto di elevare al 95 per cento l'indennizzo per quei risparmiatori titolari di obbligazioni subordinate che erano state convertite in azioni delle banche poste in risoluzione nell'imminenza del crack, ma non è stato potuto esaminare questi emendamenti per la scelta politica che avete fatto e, quindi, queste richieste non potranno essere accolte. Avevo proposto di eliminare l'assurdo divieto di erogare compensi ai consulenti. Se questa norma si poteva giustificare l'anno scorso, quando il Governo aveva garantito che le domande di indennizzo sarebbero state molto facili da presentare e alla portata di tutti, oggi non è più così. La presentazione della domanda, a detta di tutti i risparmiatori, è complicatissima e richiede competenze informatiche che possiede solo una ristrettissima fetta della popolazione. Tutti i risparmiatori interessati si stanno rivolgendo a dei consulenti. Quindi, perché obbligarli a versare i compensi in nero o attraverso pratiche elusive? Aboliamo, quindi, tale divieto e rendiamo legittimo e trasparente il pagamento del compenso, ma anche questo emendamento per la vostra scelta non si potrà esaminare.

Passiamo, quindi, ora a un esame del comparto giustizia, altro settore che per esperienze pregresse ritengo di conoscere con un adeguato grado di precisione. Vengo alle piante organiche. Il Ministro Bonafede, nei suoi interventi televisivi e nei convegni a cui partecipa, non perde occasione per esaltare quella che ama definire una svolta epocale in merito all'aumento della pianta organica dei magistrati e del personale amministrativo. Questo epocale aumento di magistrati, a suo dire, consentirà di sveltire i processi, cosicché sarà finalmente risolto anche l'annoso problema della loro ragionevole durata, con buona pace della prescrizione. Peccato, però, che di questa svolta epocale nessuno si accorga nel mondo reale degli uffici giudiziari.

Anche in questa legge di bilancio si annuncia con grande enfasi l'aumento di 600 unità della pianta organica dei magistrati. In realtà, questo aumento, come già avevamo detto lo scorso anno, ha esclusivamente carattere cosmetico e propagandistico. Dimentica o finge di dimenticare, il Ministro Bonafede, che l'organico della magistratura sconta da sempre una storica scopertura. Nell'intervento da me reso esattamente un anno fa, il 6 dicembre 2018 sulla legge di bilancio, ricordavo i numeri reali: i posti in organico erano un anno fa complessivamente 9.921; di questi 1.136 erano vacanti, perché il numero di magistrati in servizio era, com'è attualmente, inferiore alle necessità. A distanza di un anno non è cambiato praticamente nulla. Numeri alla mano, i dati aggiornati ci dicono che i posti in organico sono complessivamente 9.991 e le vacanze 1.012. Aumentare l'organico tabellare, quindi l'organico teorico, è un provvedimento agevole da attuare e non costa niente in termini di copertura, perché in effetti non comporta nessuna assunzione ed è facile da veicolare sui social come riforma epocale. È un classico provvedimento virtuale, buono solo per la campagna elettorale e i talk show televisivi privi di autentico contraddittorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). In prospettiva, avrà invece un effetto assai negativo sugli uffici giudiziari perché, nel momento in cui saranno aperti gli interpelli per le nuove sedi vacanti, si verificherà una migrazione di magistrati dalle sedi più disagiate verso gli uffici giudiziari di maggiori dimensioni o meglio organizzati.

La vera svolta epocale il Ministro dovrebbe attuarla, invece, sul fronte dei concorsi per l'accesso alla magistratura ma, ahimè, proprio da questo lato si percepisce semmai un sensibile regresso del Ministro Bonafede rispetto ai suoi predecessori. I numeri parlano chiaro: i posti messi a concorso dal Ministro Bonafede sono inferiori alla media degli ultimi anni. Con il concorso 2019 i posti banditi sono solo 310. L'anno scorso il concorso era stato bandito per 330 posti. Sono numeri sensibilmente in calo rispetto agli anni precedenti. Il concorso 2017 era stato bandito per 320 posti, ma nel 2016 i posti banditi erano stati, invece, 360 e altrettanti erano stati nel concorso 2015. Ai tempi del Governo Berlusconi i posti banditi con il concorso 2009 erano 350 e 360 con il concorso 2010. Se si voleva cercare di coprire almeno in parte i posti vacanti, già l'anno scorso avevo proposto di innalzare l'età pensionabile dei magistrati che, come è noto, in generale sono una categoria di pubblici impiegati che non ha certo fretta di andare in quiescenza. In questo modo si trattenevano in servizio magistrati esperti e dei neoassunti andavano a coprire i vuoti effettivi di organico, ma questo consiglio non è stato preso in considerazione dalla maggioranza. Per garantire maggiori risorse umane agli uffici giudiziari sarebbe opportuno anche mettere mano alla riforma sulla magistratura onoraria. I tre impegni giornalieri previsti dalla “riforma Orlando” sono effettivamente troppo limitati e possono essere ampliati.

Mi accingo alla conclusione, Presidente, e faccio un'ultima considerazione. Un'ultima raccomandazione la voglio fare al Viceministro Castelli, che è qui in Aula e che vedo che mi sta ascoltando. Verifichi, per cortesia, che siano inseriti in manovra gli stanziamenti per l'assunzione dei vincitori del concorso in magistratura bandito nel 2018. Le raccomanderei di non ripetere la gaffe del bilancio dello scorso anno, in cui il Ministro Bonafede si era dimenticato di inserire i fondi necessari per assumere i vincitori del concorso 2017 che dovranno attendere il 1° gennaio prossimo per entrare nel ruolo di magistrato. Almeno questo risparmiatecelo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, Viceministro Castelli, premetto che il contesto nel quale abbiamo lavorato per realizzare questa manovra economica 2020 non è stato uno dei più semplici. Tutti sappiamo che questo Governo nasce il 5 settembre 2019 - quindi, qualche mese fa - dopo che la Lega di Salvini ha deciso di non fare più parte di una maggioranza per tornare ad agitarsi nei banchi di opposizione.

Ebbene, la manovra è stata una corsa contro il tempo per evitare un aumento della pressione fiscale che sarebbe stato insostenibile tanto per le famiglie quanto per i nostri commercianti. E mi riferisco, in particolare, all'aumento dell'IVA: siamo riusciti a trovare 23 miliardi proprio per evitare che ciò accadesse. Un provvedimento potenzialmente esplosivo che non potevamo permettere, soprattutto in un contesto di debolezza dell'economia italiana come quello attuale. È da questo che prende avvio una manovra che si compone di diversi interventi in favore dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese. Per i lavoratori è previsto un intervento su un problema lamentato da tanti anni e che necessiterà naturalmente di ulteriori interventi in futuro: mi riferisco al cuneo fiscale, per il quale si è previsto un taglio netto di 3 miliardi nel 2020 e di 5 miliardi strutturali a partire dal 2021. La misura, che andrà a vantaggio dei lavoratori con redditi bassi e medio-bassi, inizia ad invertire una tendenza decennale di stagnazione dei salari.

In termini concreti ciò si traduce in aumenti di centinaia di euro all'anno in più in busta paga per milioni di lavoratori. Per le famiglie la manovra prevede una serie di interventi che si inseriscono nel solco di un piano sociale avviato già un anno fa e che oggi è stato integralmente confermato. Mi riferisco in modo particolare al reddito di cittadinanza, al decreto dignità, a quota 100, a opzione donna: tutte misure dirette alle categorie più deboli della nostra società, categorie alle quali uno Stato deve dare una risposta. Parlo di chi vive in povertà, di chi è disoccupato, di chi un lavoro ce l'ha, ma con condizioni contrattuali precarie, e parlo di chi dal mondo del lavoro vorrebbe uscirne per godersi una meritata pensione. A queste misure sociali la manovra aggiunge un deciso intervento in favore delle famiglie: nel 2020 ci saranno 600 milioni aggiuntivi per potenziare vari bonus, come il bonus bebè.

Un assegno mensile della durata di un anno che va dagli 80 ai 160 euro in base al reddito. Il bonus per gli asili nido che verrà raddoppiato per le famiglie che hanno ISEE fino a 25 mila e non solo, perché verrà potenziato a 2.500 euro anche per le famiglie che hanno un ISEE fino a 40 mila euro. Da rilevare, inoltre, che per la costruzione di nuovi asili nido da qui ai prossimi 15 anni sono stati stanziati 2,5 miliardi di euro e dal 2021 la grande novità di un assegno unico familiare con un fondo dedicato e aggiuntivo di oltre un miliardo. Non secondari sono gli interventi che la manovra rivolge al tema della disabilità, e mi riferisco alla creazione del Fondo per la disabilità e la non autosufficienza, con una dotazione di 29 milioni di euro per il 2020, 200 milioni di euro per il 2021 e 300 milioni di euro annui a decorrere dal 2022.

E ora passo al fisco e alle imprese, Presidente, perché credo sia doveroso, anche in merito ad interventi dell'opposizione precedenti, e importante a tal proposito fare chiarezza. In queste settimane ne abbiamo sentite di tutti i colori, abbiamo assistito a una campagna di propaganda da parte delle opposizioni fondata molto spesso su dati parziali, errati, se non addirittura completamente falsi. Abbiamo sentito parlare di aumenti di tasse, ma, se andiamo a guardare i dati, ci accorgiamo che la pressione fiscale rimane invariata al 41,9 per cento.

È vero che in questa manovra le tasse aumentano per qualcuno, ma ci si dimentica di dire che diminuiscono per qualcun altro. Il gioco d'azzardo, le banche, le piattaforme petrolifere, i prodotti inquinanti vedranno, è vero, un aumento di tasse, ma è altrettanto vero che altre tasse diminuiranno per le famiglie, per i lavoratori, i piccoli e medi imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quello che stiamo facendo è disincentivare settori e produzioni dannose per aiutare chi lavora giorno e notte per mandare avanti questo Paese nel migliore dei modi. Per le imprese vengono confermate tutte le misure previste dal piano Industria 4.0, il rifinanziamento della Nuova Sabatini, la reintroduzione dell'aiuto alla crescita economica. Sempre per le imprese è stata anticipata al 2022 la deduzione totale al 100 per cento dell'IMU sugli immobili produttivi.

Vorrei anche sottolineare in questa manovra il superamento del super ticket sanitario, una tassa sulla salute che colpiva anche i redditi più bassi e che poteva arrivare fino a 10 euro in più su una visita specialistica. Risparmi importanti per una persona che necessita di cure costanti, e si tratta, Presidente, di un intervento che garantisce a tutti, senza più disuguaglianze, una sanità più accessibile e anche meno onerosa.

Inoltre questa è poi la prima manovra che pone al centro dell'agenda politica il tema dell'ambiente. Con il cosiddetto Green New Deal vengono stanziati 10 miliardi nel triennio, di cui 4,2 miliardi di fondi aggiuntivi in favore dello sviluppo sostenibile, delle infrastrutture sociali e degli incentivi alle fonti rinnovabili. Tra questi fondi per una crescita sostenibile ci sono anche i 2,5 miliardi per quella che lo scorso anno abbiamo chiamato la norma Fraccaro: una misura del MoVimento 5 Stelle che siamo riusciti a stabilizzare per i prossimi cinque anni.

Da portavoce dei territori abruzzesi, come tutti i colleghi in tutte le regioni, conosciamo bene la realtà in cui si trovano i nostri comuni, e questi 500 milioni sono un aiuto importantissimo per realizzare investimenti che serviranno per l'efficientamento energetico degli edifici, per la messa in sicurezza degli stessi e per la manutenzione stradale. È prevista anche la conferma dei bonus sulle ristrutturazioni edilizie che prevedono una detrazione del 65 per cento delle spese sostenute e si dà il via ad una nuova detrazione fiscale al 90 per cento per gli interventi di restauro o rifacimento delle facciate esterne degli edifici.

Parlando di sviluppo, in particolare di Sud, ci tengo a citare il rafforzamento previsto di Quota 34, la conferma di “Resto al Sud”, il potenziamento delle cosiddette zone economiche speciali, ZES, e l'istituzione del Fondo “Cresci al Sud”, che sono solo alcune delle misure messe in campo per sostenere e rilanciare il Mezzogiorno.

E a questo punto, Presidente e onorevoli colleghi, mi appresto a concludere ricordando in questa sede quanto previsto dalla manovra in merito alla ricerca e all'università. Comprendo bene quanto sia necessario investire di più e meglio nel settore della formazione dei nostri giovani, ma mi preme smentire in questa sede che in questa manovra finanziaria ci siano misure volte ai tagli al mondo dell'università e della ricerca. È una falsità! Al contrario, non c'è nessun rischio per le borse di studio e risultano incrementati tanto il fondo finanziario per gli enti di ricerca quanto quello ordinario per le università. Anche se non è mai abbastanza, questo Governo si è mostrato attento e sensibile ad investire in questo importante settore e sono certa che si continuerà a lavorare in sinergia tra Parlamento, Ministero dell'istruzione, università e ricerca e Governo tutto per fare sempre di più e sempre meglio per il nostro Paese e per dare dimostrazione ai nostri giovani che ci sono sempre ragioni valide per lottare e per volare più in alto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, le chiedevo di far valutare dal Presidente della Camera o di valutarlo lei, ma penso che sia questione più delicata, la possibilità dell'ampliamento dei tempi rispetto a quelli del contingentamento anche per quanto riguarda la discussione sulle linee generali, atteso che sappiamo che il prosieguo sarà solo sugli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, senz'altro lo porrò all'attenzione del Presidente e le farò sapere.

È iscritto a parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Signor Presidente, cari colleghi, vorrei iniziare in controtendenza rispetto a ciò che ci siamo detti fino adesso. È una domanda che rivolgo non tanto al Governo, ma a tutti noi, a quest'Aula parlamentare e anche al Senato: quanto pensiamo di poter continuare a fare leggi di bilancio che continuano ad accrescere il debito pubblico di questo Paese? Anche in questa manovra di bilancio il tema non è toccato, e non faccio certo un'accusa a questo Governo, che si ritrova a gestire anni e anni di situazioni passate, ma certamente questo è un tema fondamentale perché, se noi non mettiamo mano al debito pubblico di questo Paese o almeno non cominciamo a farlo, credo che gli spazi di manovra si restringeranno sempre di più e potremo fare sempre di meno.

E lo dico a ragion veduta, sottosegretario, perché ho avuto la fortuna e l'onore di governare il Friuli-Venezia Giulia e di ridurre il debito di quella regione in cinque anni da 1,4 miliardi a 780 milioni. È stata un'operazione virtuosa, che ha consentito a quella regione poi di approdare sui mercati finanziari in maniera molto positiva. Nel nostro Paese lo stock di finanza pubblica passiva che lo Stato ha accumulato nei decenni per effetto del combinato disposto dell'accumulo del deficit di bilancio e dei volumi di interessi passivi ha una cifra ormai enorme.

Va detto che non è possibile risolverlo subito ma neanche iniziare a parlarne, anzi a crescere il debito, come si fa anche con questa manovra di bilancio, io credo che non sia la strada la strada giusta, anche perché questo pone una grossa ipoteca sul futuro del nostro Paese e cambia strutturalmente l'equilibrio del pubblico e privato certamente a sfavore del pubblico. E non c'è traccia nel bilancio approvato al Senato di una ancorché minima attenzione a questo tema, che condizioni, con la sua grossezza e con la sua magnitudine, tutte le nostre scelte. Vale la pena ricordare alcuni dati della spesa pubblica nel nostro Paese. Lo Stato spende 900 miliardi all'anno; le pensioni costano 345 miliardi; gli interessi del debito ammontano a 80 miliardi ogni anno: è impensabile che questo possa continuare così. E, di fronte a ciò, continua ad aumentare la spesa corrente e di conseguenza, perché non c'è altra alternativa, continuano a crescere e ad aumentare le tasse delle nostre imprese e delle nostre famiglie. E tutto questo, si badi bene, accade mentre i cittadini italiani hanno 1.500 miliardi di euro fermi sui propri conti correnti. È un chiaro segno di sfiducia nel nostro Paese, nella classe dirigente perché gli italiani non credono più, non investono, non consumano e soprattutto non siamo più attrattivi rispetto all'estero, agli investitori esteri. In questo contesto il Governo si presenta con una manovra di 30 miliardi che è vero, come i colleghi hanno detto, neutralizza l'IVA per il 2020 e certamente è un dato che va riconosciuto positivo ma ci lascia 19 miliardi di IVA nel 2021 e più di 20 miliardi nel 2022. E tutto questo si ottiene comunque, torno a capo, aumentando di 16 miliardi di euro il debito del nostro Paese e scaricando sulle giovani generazioni questa difficoltà: altro che Greta e il cambiamento climatico, questa è un'emergenza che i nostri figli si troveranno ad affrontare.

La manovra, inoltre, non tocca due temi che io considero straordinariamente importanti ma lo sono per tutti: uno il lavoro, per il quale non c'è sostanzialmente nulla di concreto, a meno che non consideriamo un aiuto al tema del lavoro l'assunzione dei navigator, e l'altro è il tema delle imprese e della burocrazia perché la burocrazia rimane aumentata e la tassazione quantomeno è la stessa, se non addirittura aumentata. Questa è la filosofia che determina il Governo. Vorrei fare anche alcuni esempi perché è bene parlare: tante volte il diavolo si trova nei dettagli. Cito alcune considerazioni. Articolo 1, comma 280, stabilizzazioni dei lavoratori che svolgono funzioni di collaboratore scolastico in provincia di Palermo, 45 assunzioni a Palermo e 119 in tutta la Sicilia. Mi pare difficile pensare che, con la pletora di dipendenti che ha il sistema pubblico in quella regione e nel nostro Paese, non ci fossero altre soluzioni.

Cito ancora articolo 1, commi 164 e 165, Assunzione di personale della carriera prefettizia del Ministero dell'Interno. Aboliamo le province; i prefetti sono sempre persone importanti ma sempre meno importanti nella struttura democratica del nostro Paese e rafforziamo ulteriormente le prefetture con 130 posti di unità di personale della carriera prefettizia, non di polizia o quant'altro.

Cito ancora l'articolo 1, commi 143 e 144, Disposizioni per l'armonizzazione dei trattamenti accessori del personale appartenente alle aree professionali e del personale dirigente dei ministeri: 80 milioni nel 2021 per aumentare ancora il personale dei ministeri del nostro Governo.

E ancora articolo 1, comma 160, Dipendenti degli uffici stampa presso pubbliche amministrazioni: si riconosce un assegno ad personam per armonizzare gli stipendi con quelli di altre situazioni ovviamente più favorevoli. Continuiamo ad ingigantire l'organico della pubblica amministrazione.

E ancora articolo 1, comma 128: 30 unità assunte per fare il tutoraggio nella Scuola nazionale dell'amministrazione. Questo è davvero il top perché facciamo la Scuola dell'amministrazione che dovrebbe essere quella che insegna quello che fare: no, noi facciamo il tutoraggio della Scuola dell'amministrazione e assumiamo 30 persone in più per fare anche questo. Immaginiamoci il privato facesse una cosa del genere.

E poi quella che io considero la chicca, la più bella di tutte: articolo 1, commi 119-122, chiaramente qui c'è la moda del momento e andiamo a istituire, a Venezia, il Centro studi sui cambiamenti climatici, perché ovviamente adesso va di moda parlare di questo e, come sempre si fa in Italia quando c'è un problema, si istituisce una nuova commissione, si fa una cosa nuova e noi cosa facciamo? Istituiamo il Centro studi sui cambiamenti climatici come risposta ovviamente al Greta Thunberg di turno.

Ovviamente con le imprese non c'è lo stesso atteggiamento: c'è un atteggiamento più complicato. Andiamo a vedere per esempio all'articolo 1, comma 176, che abroga lo sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica, cioè sopprimiamo lo sconto in fattura per chi fa la riqualificazione energetica dopo aver detto che dobbiamo qualificare l'ambiente. Oppure, rispetto ai proprietari e alle imprese, per cui anche il tema della ricchezza viene quasi considerato un peccato, è prevista la mancata proroga della cedolare secca che portava ovviamente risorse nuove e aggiuntive al sistema Paese. Inoltre ci sono alcune chicche che sono davvero simpatiche. Ne cito qualcuna. Articolo 1, comma 41 - anche per dimostrare come il disegno di legge sia personalizzato su alcuni temi che rasentano il ridicolo - 300 mila euro, cioè la legge dello Stato eroga 300 mila euro - si badi bene 300 mila euro e non 300 milioni - per il restauro di Villa Alari Visconti di Saliceto in Cernusco sul Naviglio: già il nome mi ha fatto venire in mente la contessa Mazzanti Serbelloni Vien dal Mare di fantozziana memoria. Oppure comma 68: altri 300 mila euro per il Museo della Diga del Gleno. Io non ho nulla in contrario a queste cose ma sono situazioni che devono trovare la propria determinazione all'interno di leggi regionali o leggi di settore, non in una finanziaria dello Stato.

E ancora articolo 1, comma 296: 250 mila euro per il 2020 e 250 mila euro per il 2021 sia per la Villa Candiani di Erba, in provincia di Como, sia per palazzo Piozzo di Rosignano, vicino a Rivoli, in provincia di Torino. Ecco noi continuiamo a fare spesa pubblica, continuano a fare operazioni di questo tipo e non c'è una strategia di fondo rispetto a questo. E il Governo che cosa fa? Anziché favorire il sistema produttivo, parla - abbiamo sentito anche i Ministri recentemente - di nazionalizzazioni: ex-Ilva, Banca Popolare di Bari, Alitalia. Nazionalizziamo tutto così torniamo a un bello Stato diretto dal centro che, ovviamente, abbiamo già visto, nelle altre situazioni, come ha funzionato. Vorrei avviarmi alla conclusione e vorrei citare un intervento che Tocqueville fece all'Assemblea costituente dopo la Rivoluzione francese, nel 1848: “Fuggite la mania di voler troppo governare; lasciate agli individui, lasciate alle famiglie il diritto di poter fare tutto ciò che non crea danno agli altri; lasciate ai comuni il diritto di regolare da soli i propri affari; lasciate alla libertà degli individui tutto ciò che non appartiene necessariamente alla pubblica utilità”.

Credo che sarebbe bene tornare a queste massime importanti che risalgono a più di 150 anni fa e che hanno costruito la nostra Europa basata sull'intrapresa, sulla voglia di fare, sul poco Governo del pubblico ma sulla grande capacità di settori ampi del privato di essere protagonisti del proprio futuro.

PRESIDENTE. L'onorevole Madia si intende abbia rinunciato.

È iscritto a parlare l'onorevole Bellachioma. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi. È Natale e avete fatto un bellissimo regalo agli italiani. In un colpo solo avete dato tre schiaffi con il disegno di legge di bilancio: avete schiaffeggiato il Parlamento con quello che è successo ieri sera in Commissione Bilancio, esautorandola dalla sua funzione legislativa ed emendativa; non avete dato la possibilità neanche di potervi aiutare per correggere le castronerie che sono presenti nella manovra di bilancio. Il problema del disegno di legge di bilancio è il fatto che è figlio di un Governo nel quale non soltanto non si parlano tra di loro, come è stato dimostrato ad ogni provvedimento importante (vedasi il MES e il decreto salvataggio dalla Banca Popolare di Bari), il problema è che neanche ascoltate. Ora posso capire che l'inesperienza e l'improvvisazione vi abbiano portato a commettere degli errori. Quello che non capisco è che se poi a questo si aggiunge anche l'arroganza e la presunzione, che in politica sono la migliore qualità dei falliti, poi succede quanto è successo. Mi rivolgo agli amici 5 Stelle a cui mi permetto con umiltà di dare un consiglio: due anni fa rappresentavate il 30 per cento degli italiani, oggi rappresentate sì e no la metà; se continuate su questa strada probabilmente vi ritroverete a rappresentare il nulla. Una manovra di bilancio che ho sentito dire coraggiosa, ho sentito dire propulsiva per gli investimenti, ho sentito dire che porta soldini nelle tasche degli italiani. In realtà, il Governo è nato sotto due scuse: la prima era quella di disinnescare le clausole di salvaguardia dell'IVA; la seconda di restituire centralità al Parlamento.

Nel primo e nel secondo caso la sensazione che noi abbiamo è che siano state dette due bugie, perché è vero che avete disinnescato le clausole di salvaguardia, ma è vero che di quei 23,4 miliardi, 14,4 li avete messi nel deficit e gli altri 9 miliardi con una lotta serrata e giustizialista all'evasione fiscale e con tutta una serie di balzelli per i quali avete litigato per un mese. E non è certo colpa dell'opposizione se ci siamo ritrovati in questa condizione. Quello stesso schiaffo che avete dato alle imprese e al ceto medio italiano ancora una volta; perché, vedete, se voi pensate di far ripartire questo Paese inasprendo le pene fiscali, beh, io vi dico una cosa molto semplice: non ci vuole uno scienziato per capire che l'inasprimento delle pene fiscali e questa lotta giustizialista all'evasione determinerà ancor più evasione fiscale. Questo è certo, così come non è certo che poi la colpevolezza di chi evade sarà provata in maniera assoluta, visti anche i tempi della giustizia italiana.

Quindi, cari colleghi, bisogna prendere un po' coscienza del fatto che gli italiani in questo momento vanno aiutati, non vanno arrestati. E questo è quello che pensiamo, e questo è quello che diciamo, e questo è quello che abbiamo cercato di far capire anche al Ministro dell'economia, Gualtieri, quando, l'altro giorno, è venuto in audizione. Io la definisco un'audizione imbarazzante, perché a domande puntuali si risponde con risposte puntuali, e non con tutta una serie di ragionamenti che poi non portano a nulla. Cavour ha detto “datemi un bilancio ben fatto e io vi dirò come è governato un Paese”: per ben fatto intendeva un bilancio chiaro, trasparente, dove si sappia quali sono le risorse di un Paese e quali sono i suoi debiti. Con questa manovra di bilancio, non soltanto non si sanno quali saranno le risorse e le entrate per il 2020, ma non si sa neanche quanto saranno i debiti, perché voi pensate – pensate – di coprire le spese di finanza pubblica con queste tasse e con questa lotta all'evasione fiscale, ma non è certo quello che entrerà nelle casse dello Stato. Avete messo la super tax, avete messo la plastic tax, avete messo la Robin tax, aumenteranno le accise sul gasolio commerciale, ma, vedete, il problema di questa legge di bilancio non è quello che c'è scritto, è quello che non c'è scritto, ed è quello che accadrà: l'impatto che avrà questa manovra di bilancio sul sistema produttivo commerciale e, soprattutto, sulle tasche degli italiani. Avete messo queste tasse, dove pensate che si riverseranno, queste tasse? Sicuramente ci sarà un aumento di quei prodotti e soprattutto di quelle imprese che volevano comunque continuare a investire in Italia e che si guarderanno bene dal poterlo fare; anzi, qualcuno ha già detto: fermo tutto, non faccio più alcun investimento. Questa è una cosa che si ripercuoterà sia a livello produttivo, sia a livello occupazionale, e vi tornerà indietro come una diminuzione del gettito fiscale: quindi, è il cane che si morde la coda.

E, poi, avete fatto una legge di bilancio creativa, da perfetti illusionisti: avete fatto ventiquattro vertici, non avevate neanche l'Europa che vi pressava, come è successo l'anno scorso, avete fatto tutto da soli, ve la siete suonata e ve la siete cantata, avete messo dentro delle tasse, poi le avete fatte scomparire per non far innescare crisi di Governo, poi le avete fatte riapparire in misura ridotta, qualcuna riapparirà dopo le elezioni regionali, perché, ovviamente, non era il caso di urtare la suscettibilità degli elettori dell'Emilia-Romagna, della Calabria, della Puglia, della Campania, e quindi avete rinviato a luglio, avete rinviato ad ottobre, così come siete andati con il cappello in mano a Bruxelles per fare rinviare anche la riforma del MES. Anche lì, avevate l'occasione, avevamo l'occasione di far figurare l'Italia come primo attore di una riforma importante e abbiamo fatto la figura dei peracottari, voi avete fatto la figura dei peracottari perché vi siete smentiti a vicenda.

Quello che di buono c'era, l'avete tolto; avete impedito l'aumento della flat tax fino a 100 mila euro, avete tolto la cedolare secca sugli affitti e quindi aumenteranno pure gli affitti, altro carico ai commercianti, avete fatto tutto quello che non si doveva fare e, ovviamente, a pagarne le spese sarà il popolo. Ma, badate bene che noi qui legiferiamo, amministriamo e condizioniamo anche la vita del popolo, ma il popolo prima o poi giudica e presto o tardi, più presto che tardi, vi giudicherà e si rivolgerà all'unica persona che fino adesso ha dimostrato di volere veramente il bene di questo popolo, di tenere alla sua sovranità, ai suoi confini e allo sviluppo economico finanziario di questo Paese, e questa persona ha un nome e cognome, e si chiama Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Castelli, Ministro D'Incà, colleghi, diciamo che, per utilizzare un eufemismo, questa manovra è completamente distonica rispetto alle necessità dell'Italia. Diciamo che, dopo avere a lungo invocato il funambolo, siete usciti dal guado delle vostre tentazioni di mettere in piedi un Governo credibile, con una proposta incredibile. Diciamo che questo esordio deludente, come proseguirò a dire di qui a breve, dal punto di vista del contenuto della legge di bilancio, si è accompagnato da una orribile e vergognosa pagina di democrazia parlamentare. Immagino che, di qui a breve, comparirà sulla scena anche il Presidente Fico e, quindi, per interposta persona, Presidente Rosato, io comunque parlerò per qualche minuto del suo atteggiamento irresponsabile, del di lui Fico, molto poco fico, visto che quasi risulta estraneo alla propria stessa maggioranza. Rammento a me stesso, in questa ricostruzione breve, spero efficace, che noi abbiamo un Esecutivo capitanato da Giuseppe Conte, Capo del Governo, voluto - di più, preteso - dal MoVimento 5 Stelle. Abbiamo al Governo, quindi in posizione doppiamente incisiva, il cosiddetto capo del MoVimento 5 Stelle, Gigino Di Maio. Poi abbiamo la terza carica dello Stato, il poco fico Roberto Fico (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Presidente Rampelli… Ministro… Ministro, la prego di fare il Ministro, io faccio il Presidente. Presidente Rampelli, non credo che sia necessario…

FABIO RAMPELLI (FDI). Non mi risulta che sia un insulto…

PRESIDENTE. Guardi, è peggio di un insulto.

FABIO RAMPELLI (FDI). …e penso che valga la pena anche di sdrammatizzare, dal momento che siamo in queste condizioni vergognose…

PRESIDENTE. Presidente Rampelli, non occorre sdrammatizzare…

FABIO RAMPELLI (FDI). …e in queste condizioni ci stiamo per responsabilità di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e anche del Presidente Fico, come sto, di qui a breve, a dimostrare.

PRESIDENTE. Però, sia rispettoso nei suoi confronti.

FABIO RAMPELLI (FDI). Guardi, Presidente Rosato, da nessuna parte c'è la possibilità, nel nostro vocabolario della lingua italiana, di tradurre la parola fico come un insulto, quindi lei mi deve lasciare parlare perché questo è un posto libero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dove liberamente si possono esprimere le proprie idee, anche con un barlume di ironia. Quindi, mi consenta di ironizzare, non so insultando nessuno, non l'ho mai fatto e non comincerò certo oggi.

PRESIDENTE. Guardi, Presidente Rampelli, l'ironia è un'altra cosa.

FABIO RAMPELLI (FDI). Il Presidente Roberto Fico, facendo parte di questa maggioranza, che esprime al Governo il Capo del Governo e il capo del suo partito politico, sicuramente avrà - mi auguro per lui - in qualche maniera partecipato alla stesura della legge di bilancio, direttamente o indirettamente avrà dato e offerto dei suggerimenti, me lo auguro per lui.

E, almeno partecipando da componente del suo partito, dando dei consigli, dei suggerimenti, degli indirizzi, avrà certamente potuto, e comunque avrebbe dovuto, gestire le dinamiche tra Governo e Parlamento, perché questo gli è proprio. Mentre sulla prima ipotesi possiamo offrire delle supposizioni, che comunque sono corroborate dai riscontri giornalistici, sul secondo di questi argomenti non ci sono dubbi: il Presidente Fico deve garantire le prerogative costituzionali del Parlamento italiano, e in modo particolare della Camera che lui dirige. Cosa che non ha fatto: non ha fatto, perché non ha avuto la capacità di prevedere che cosa sarebbe accaduto, e quindi non ha avuto la possibilità, come se appunto non appartenesse, anche da persona terza e quindi neutrale, come prevede il nostro dettato costituzionale, come se non appartenesse comunque a un partito. Lui comunque è espressione… Anche il Presidente della Repubblica Mattarella è una persona terza, ma comunque una persona che ha una sua provenienza, legittima, una sua appartenenza politica: non è un tecnico. Fico ha avuto un ruolo importante, perché io ricordo a me stesso che, mentre, nella dialettica del MoVimento 5 Stelle, Di Maio era persona… Che cosa accade, chiedo scusa?

PRESIDENTE. Vada avanti, presidente Rampelli, la stiamo ascoltando.

FABIO RAMPELLI (FDI). Non è abituale assistere a una conversazione tra il Presidente di turno e un Ministro mentre è in corso un intervento in Aula: quindi, o ci dite che cosa vi state dicendo, oppure comunque se io faccio le mie osservazioni ve le tenete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è un mistero, dicevo, che mentre Di Maio propendeva per un'alleanza con il leader della Lega Nord Matteo Salvini, e su questo fronte ha lavorato fino all'evidenza, dall'altro lato il Presidente Fico, all'interno del suo partito, propendeva fin dall'origine, cioè dal primo Governo Conte, a un accordo a sinistra col Partito Democratico.

PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, il tema è che noi stiamo discutendo della legge di bilancio, però. Fin quando lei parla della procedura sulla legge di bilancio…

FABIO RAMPELLI (FDI). Guardi, Presidente Rosato, lei mi deve lasciare parlare. Io sto…

PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, ci aiuti. Ci aiuti, onorevole Rampelli.

FABIO RAMPELLI (FDI). Lei deve lasciarmi sviluppare gli argomenti che liberamente pretendo di sviluppare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sto parlando della vostra forzatura delle procedure regolamentari, quindi lei mi deve lasciare parlare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma guarda un po'! E pretendo anche che vengano recuperati i tempi di queste interruzioni continue.

Allora, riprendendo allora il filo del discorso, nella speranza di non dover fare l'avvolgimento del nastro ogni volta, a seconda di quello che voi decidete, che cosa accade in buona sostanza? Accade che quando c'è stato il cambio di maggioranza ed è stato generato il Conte bis, non sfuggirà a nessuno - l'ho detto anche ieri in Commissione, più sommessamente e con gente più garbata, che evidentemente aveva desiderio di ascoltare le mie riflessioni -, noi di centrodestra si diceva: ma guardate che le elezioni europee hanno avuto un risultato intellegibile, c'è una maggioranza, che in altre epoche sarebbe stata definita bulgara, in favore del centrodestra, la gente vuole essere governata dal centrodestra. Voi non potete fare un Governo contro la volontà degli elettori, perché questo, in democrazia, ha un significato molto preciso; e voi ci avete risposto: no, perché noi non siamo una democrazia diretta, siamo una democrazia parlamentare, ed è il Parlamento sovrano che stabilisce gli equilibri e vara quindi anche, in piena autonomia, libertà e responsabilità i Governi. Voi avete quindi… Contro la nostra volontà: noi abbiamo contrapposto insigni giuristi e costituzionalisti a perorare la nostra visione delle cose, e quindi la nostra interpretazione della Costituzione; abbiamo comunque cercato di difendere le prerogative del popolo italiano, senza metterle in contrasto con la democrazia parlamentare. Voi, invece, avete detto che la democrazia parlamentare stava al di sopra della volontà dei cittadini. Bene, siamo alla prova del nove: voi avete fatto prevalere, contro la volontà del popolo, la cosiddetta democrazia parlamentare, insistendo per non sintonizzarvi sulla lunghezza d'onda del consenso diffuso dei cittadini verso il centrodestra, e oggi la democrazia parlamentare ve la mettete sotto le scarpe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).Voi non credete nella democrazia parlamentare: voi volete solo occupare delle poltrone! Voi volete rinviare a data da destinarsi il voto, perché dal voto sareste spazzati via (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché se questa vostra affezione fosse vera, e quindi credibile nei confronti della democrazia parlamentare, nessuno, men che meno il presidentissimo Roberto Fico, avrebbe accettato questa vergognosa mortificazione del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Voi sareste venuti qui, avreste magari proposto un accordo all'opposizione per andare in terza lettura al Senato, con un passaggio - diciamo così - di rito, visto che il Senato aveva già affrontato la discussione della legge di bilancio; l'avremmo potuto fare, e avreste trovato un'opposizione credibile, sensibile, disponibile, come i presidenti di gruppo dell'opposizione, in mia presenza, hanno proposto nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Non lo avete voluto fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): non mi scandalizzo per questo, ma non ci venite più a parlare, facendo le solite lezioncine con il dito in alto, di democrazia parlamentare, perché voi siete antidemocratici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), siete contro la volontà del popolo, e quindi contro la democrazia reale, e oggi siete contro la democrazia parlamentare, dietro la quale vi siete vergognosamente nascosti per varare il Conte bis!

Le emergenze: ne abbiamo a iosa. La prima emergenza, la madre di tutte le emergenze, è il debito pubblico straordinario che abbiamo sulle nostre spalle. È da quando portavamo i calzoni corti che ci viene rinfacciato il debito pubblico per ogni creatura che nasce. Siamo arrivati a 2.400 miliardi di euro, record mai toccato prima: responsabilità, per carità, diffuse fra tutti. Un debito che incide per il 137 per cento: un numero impressionante, con cui è difficile anche fare i conti. Un numero che viceversa però rappresenta non tanto e non soltanto una debolezza in quanto tale: non è una debolezza intrinseca avere un debito pubblico elevato, come dimostrano gli Stati Uniti d'America e il Giappone; lo è se si è associati a una struttura sovraordinata rispetto agli interessi nazionali, che valuta il debito pubblico come un Moloc inespugnabile: qualunque cosa tu fai, se non rientri nel parametro del debito pubblico sei in coda alla classifica. E abbiamo già detto, più e più volte, da qualche anno a questa parte e ancor di più negli ultimi due anni, al Governo italiano che è obbligatorio andare in Europa non per baccagliare e uscire dall'Europa: nessuno ci pensa, l'Europa è casa nostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È qualcun altro casomai che se ne deve andare dall'Europa: non noi, noi non vogliamo andar via dall'Europa! Ma se l'Europa dice che il debito/risparmio privato non è un elemento fondamentale e non costituisce un parametro di valutazione nella condizione dello stato di salute dell'economia e della finanza di una nazione, allora non fa neanche il MES, e allora non apre il MES alla possibilità da parte di chi ha un debito privato – le banche tedesche prevalentemente, insieme a qualche banca francese – di accedere a fondi straordinari: o il debito privato, e quindi il risparmio privato esiste, o non esiste. Se esiste, dev'essere contemplato a fianco del debito pubblico; e sarebbe uno dei parametri fondamentali capaci di far uscire l'Italia dal guado, perché il nostro risparmio privato primeggia in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), primeggia in Europa! Non porre con forza ed energia questa prerogativa italiana significa essere complici di chi vuole buttarci in fondo alla classifica, facendo solo pesare il numero, sicuramente consistente, del debito pubblico. Questo è il primo elemento: far pesare il risparmio privato.

Il secondo elemento è mettere in condizione l'Europa di calcolare nel debito privato il debito atomico: la Francia, la Germania devono mettere in sicurezza le proprie centrali nucleari da fissione, e questo costerebbe miliardi e miliardi di euro, che non compaiono nei bilanci di quegli Stati.

Eppure, quelle centrali, a cominciare da quelle di prima e seconda generazione, vanno decontaminate. I conti devono far apparire i costi della decontaminazione delle centrali nucleari! Non può diventare un problema italiano.

Poi, abbiamo il tema del PIL. Se noi avessimo un PIL al 2 per cento, potremmo almeno abbattere gli interessi passivi sul debito pubblico, 70 miliardi di euro che, se fossero confermati così, tra dieci anni cuberebbero altri 700 miliardi di euro e noi arriveremo a 3 mila 100 miliardi di debito pubblico, in assenza di un controbilanciamento tale, da far apprezzare il risparmio privato degli italiani.

Dunque, non so se c'è il ricalcolo dei tempi, se è arrivata la risposta da parte di sua eminenza Presidente Fico e, quindi, una redistribuzione dei tempi, come richiesto dal collega Foti poco fa. Le chiedo, cortesemente, mentre mi avvio a concludere, di verificarlo.

Come dicevo, questa manovra finanziaria doveva essere chiaramente la vera opportunità di far crescere la ricchezza, per prosciugare almeno, non il debito pubblico - quello ce l'avremo lì chissà per quanti secoli ancora - ma almeno gli interessi passivi. 70 miliardi l'anno di interessi passivi sono tre leggi di bilancio dello Stato! Non possiamo andare avanti così. Allora, o il debito lo prendi di petto, attraverso un'iniezione forte di investimenti pubblici (ma l'Europa non ce lo fa fare, a causa del debito stesso, in questo serpente che si morde la coda) oppure dici tu Stato ai privati: io non ce la faccio, perché queste sono le condizioni date e io orgogliosamente appartengo all'Unione europea, che mi mette questi vincoli; fai tu il tuo lavoro, crea tu la ricchezza di cui lo Stato ha bisogno, per almeno azzerare gli interessi passivi. E, allora, l'iniezione deve essere spostata dagli investimenti pubblici all'abbattimento delle tasse, la tassa piatta, per liberare energie e arrivare a una produzione pari al 2 per cento di PIL, cioè alla crescita, allo sviluppo, alla possibilità di creare quella ricchezza, che viene citata talvolta a sproposito dal Presidente del Consiglio, che dice di questa manovra cose inenarrabili. Sarebbe una manovra “redistributiva”. Ma cosa vuoi redistribuire con 70 miliardi di interessi passivi e con 2 mila 400 miliardi di debito pubblico? Non diciamo corbellerie!

Ultima questione, ultimo espediente, ultima possibilità, è quella della semplificazione. Quella non costa niente. Gli investimenti non ce li fa fare l'Europa; sulla tassa piatta, non vi regge, come si dice dalle mie parti, la pompa: non la volete fare perché avete paura che casomai abbassare le tasse possa significare avere meno introiti da parte dello Stato; ma la semplificazione amministrativa e normativa pesa per 150 miliardi di euro sulle imprese! E non avete alibi! Perché non sfrondate? Perché non entrate a gamba tesa su queste procedure? Perché non date impulso all'economia reale? Perché siete ostaggio dei banchieri e della finanza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché vi ostinate a essere servi di questo mostro, che sta trasformando l'economia reale, quella che anima lavoratori, imprese, famiglie, in economia finanziaria, in roba di titoli, di derivati, di monnezza! Perché?

PRESIDENTE. Grazie, Presidente Rampelli, ha concluso il suo tempo.

FABIO RAMPELLI (FDI). Queste sono - e concludo – le obiezioni principali che offriamo alla riflessione di quest'Aula e l'indignazione per le procedure che avete utilizzato, che sono una vergogna per questa democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, Presidente Rampelli. Devo dirle che la sua premessa, su cui l'ho interrotta, era coerente con il suo ragionamento. Me ne scuso. L'onorevole Pastorino mi sembra si ritenga abbia rinunciato.

È iscritto a parlare l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Questa manovra è deludente, è priva di visione, è abulica, è genuflessa e anche un po' triste e grigia. È una manovra tassa e spendi o, se preferite, tasse e manette. Non una misura per il Sud. Non una - dico una - misura attenta alle questioni del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Collega Paolo Russo, chiederei ai colleghi di consentire… grazie. Prego, collega Russo.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Dicevamo non una misura per il Sud. Eppure, abbiamo chiesto e abbiamo sollecitato, sia al Senato che alla Camera, una no tax area (zero Ires, zero IRAP per le imprese), peraltro con risorse europee. Quindi, sarebbe stato possibile, in ragione della pur scarsa disponibilità di risorse.

Vi siete arresi al reddito di cittadinanza. Si tratta di una resa per lo Stato, si tratta di un fallimento, si tratta cioè del riconoscimento di una incapacità nel dare prospettive e sviluppo, nel dare lavoro e, quindi, la resa funzionale ed utile soltanto a generare assistenza.

Ma io vorrei qui sollecitare la vostra riflessione su una questione, che ho sentito più volte evocata anche questa mattina: una grande operazione, risorse per le famiglie, gli asili, risorse per ristornare le famiglie delle rette per gli asili. È un'iniziativa importante, che anche noi abbiamo apprezzato, se non fosse per un piccolo aspetto marginale, che, su 840 milioni di euro investiti complessivamente sia sulle rette che sulla realizzazione di nuovi posti asilo, solo il 12 per cento è riservato al Mezzogiorno. Solo il 12 per cento riservato al Mezzogiorno! Era difficile fare peggio di come avevano fatto i Governi precedenti. Vi siete cimentati e ci siete riusciti. Siete riusciti cioè a determinare una condizione non facile da determinare, aumentare il gap dal punto di vista dell'offerta di posti asilo tra Mezzogiorno e nord del Paese. E siete riusciti con le misure che voi pensate siano misure di vantaggio!

E poi quelle che voi chiamate impudentemente micro-tasse. La tassa sulla plastica non è sostenibile dal punto di vista né ambientale, né sociale, né economico. È una tassa che serve solo ad aumentare le entrate pubbliche. Non è uno strumento di promozione e di sviluppo delle attività di riciclaggio e di recupero. Non orienta la transizione delle imprese verso tecnologie più efficienti sotto il profilo ambientale e non orienta nemmeno i consumi! Non è, quindi, uno strumento di prevenzione e non riduce la produzione di rifiuti. Insomma, non è a favore dei cittadini, perché aumenta i prezzi dei prodotti, non crea lavoro, anzi lo riduce e penalizza la competitività di importanti settori, su cui si fondano le fortune del made in Italy. Penso alla filiera agroalimentare, a quella cosmetica, a quella biomedica e a quella artigianale. Non tiene conto del potenziale di sostituibilità dei prodotti di packaging. Non riduce la plastica circolante. Non si capisce a che serve a questo punto questo contributo Conai. Se il Conai dovrebbe già svolgere questa funzione di smaltimento, che già pagano imprese e cittadini, ma, scusate, allora a che serve? È, insomma, una tassa che utilizza una ideologia sbagliata, per far cassa. Immagino che persino Greta Thunberg la riterrebbe una misura inutile, perché dannosa.

Non riduce l'altra micro-tassa. Sempre simpatico come le chiamate, “micro-tasse”, perché non sono sulla vostra tasca, ma sono sulla tasca dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non riduce l'obesità, quella sugli zuccheri, come dimostrano tutti i precedenti internazionali. Il nostro è tra i Paesi che hanno minore obesità. È l'anticamera dell'etichetta a semaforo, che ammazzerebbe tutto il made in Italy. Guardate, se accettiamo questo principio della tassa etica sullo zucchero, sarà difficile in Europa sostenere le nostre ragioni contro l'etichetta a semaforo. Insomma, è un nuovo balzello, non collegato all'educazione o alle innovazioni di prodotto.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Ore 12,30)

PAOLO RUSSO (FI). E, poi, se d'un colpo si riduce la dimensione di questa tassa e, addirittura, la si posticipa, e poi la si riduce per valore, evidentemente non è una tassa che serviva alla finalità presunta, ma serviva soltanto a fare un po' di cassa. Ci saremmo aspettati coraggio, coraggio nel sostenere l'intrapresa privata; magari una tassa unica, una tassa piatta, per sostenere ed alimentare gli investimenti e incrementare i consumi. Ci saremmo aspettati anche qualche risposta su questioni specifiche. Penso alle aspirazioni dei giovani medici nelle scuole di specialità: briciole soltanto! Avevamo atteso una misura che sostenesse la ricerca, rallentando così la fuga di giovani e di cervelli dal nostro Paese. Ci avete rimpinzato di tasse e di pene, provando a disegnare, a furor di manette, uno Stato etico, tipico dei regimi ideologici e comunistoidi. Per questo, il nostro giudizio è severo nel merito e nel metodo. Tante sciocchezze che sono scritte in questi tomi potevano essere corrette con la doppia lettura: nemmeno questo. Un solo aspetto - guardate - è positivo, c'è una cosa buona: la vostra incoerenza e la vostra litigiosità vi porteranno presto a lasciare la scena, con grande sollievo dell'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Daga. Ne ha facoltà.

FEDERICA DAGA (M5S). La ringrazio, Presidente. Io vorrei consegnare l'intervento per lasciare, poi, più spazio alle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei consegnare l'intervento e lasciare spazio alle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Sono felice di vedere tanti colleghi che oggi, purtroppo soltanto oggi, ci concedono tutto questo spazio. Mi sembra un pelino strumentale questa concessione, ma appena appena, Presidente; però è Natale e accettiamo tutto; come si diceva, a caval donato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi oggi, grazie anche a questa generosità diffusa, abbiamo qualche minuto forse in più o, meglio, qualche precedenza in più per discutere di questo provvedimento, ma tra qualche ora, immagino, qualcuno più esperto di me mi ha suggerito che forse, forse - dico “forse” -, ci sarà una richiesta di fiducia. Quindi, evidentemente, anche tutta questa disponibilità non è così concreta, ma è soltanto a parole. Questa fiducia probabilmente la otterrete anche in questa Camera, così come l'avete ottenuta al Senato sul decreto fiscale, però non è la fiducia che gli italiani vi stanno dando, non è la fiducia che le imprese italiane hanno in questo Governo, non è la fiducia che abbiamo potuto constatare nei lavori di Commissione - difficili lavori di Commissione - e che le organizzazioni sindacali e le associazioni di categorie avevano, o, meglio, avrebbero dovuto avere nei confronti di un Governo che veramente volesse il bene dei propri cittadini.

Allora, credo che questo tradimento della fiducia sia evidente e sia, come ci raccontava qualcuno poc'anzi, dovuto esclusivamente alla necessità di mantenere delle poltrone, perché sicuramente fanno comodo, perché si tratta di poltrone che, in caso di elezioni, perdereste - le perderete – velocemente; perché qualcuno dall'alto - e non mi riferisco, perché ho rispetto per le istituzioni, al Colle più alto di questa città, ma a un “alto” geografico, a un Nord geografico, a qualcuno a Bruxelles, a Francoforte, a Strasburgo, a qualcuno di questa eurocrazia - vi chiede, vi obbliga - e voi ubbidite pedissequamente - a mantenere Governi evidentemente, politicamente, illegittimi, che pongono poi all'attenzione del Parlamento leggi finanziarie di questo genere. È una legge finanziaria scritta male: lo possiamo dire? È scritta male e qualcuno più acculturato di me direbbe “un draft legislativo pessimo”. Io ho anche un timore, perché poi frequentando i corridoi qualcosa si sente, cioè che voi siate poi costretti a chiedere anche una revisione di questa predisposizione normativa. Dico ciò perché rimanga agli atti: non si creda che se le revisioni saranno sostanziali, basterà definirla “revisione tecnica”; noi chiederemo attentamente che, se modificato, poi, in sostanza, il provvedimento ritorni al Senato, perché non accetteremo un'ulteriore violazione democratica di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Voi sarete costretti a cambiare questo provvedimento e lo cambierete sostanzialmente, ma o lo fate con emendamenti o non lo accetteremo e useremo tutte le prerogative che spettano all'Aula - e non solo - per avere giustizia anche in questo.

Lo dico, perché tutta questa discussione è partita già male e chi come me ha vissuto l'esperienza della Commissione finanze ha potuto vedere, dal decreto fiscale in poi, questa impreparazione, questa improvvisazione, questa sete di quasi assalto alla diligenza, più della maggioranza. La maggioranza ha presentato più emendamenti dell'opposizione: è una cosa che in nessun consiglio comunale di periferia si vede. Questa volontà di assalto alla diligenza ha subito fatto percepire come era difficile questo percorso e in tutto questo percorso, però, abbiamo sempre ricevuto insegnamenti etici e morali da parte della maggioranza, talvolta anche del Governo.

Quindi, questo scenario etico è anche palpabile nelle definizioni che avete dato. Ci avete presentato la plastic tax, la sugar tax, la tassazione sulle auto aziendali, facendole apparire come se fossero il momento in cui, finalmente, ci si occupava di questioni che riguardavano proprio la moralità pubblica. Noi abbiamo serenamente ascoltato, per esempio sulla plastic tax, che anche se domani qualsiasi azienda che utilizza del materiale per imbottigliamento - o per packaging, per usare questo termine bruttissimo che ormai abbiamo imparato - volesse cambiare e non usare più la plastica, non troverebbe abbastanza materia prima nel mercato. Quindi è illusorio farci credere che lo fate per l'ambiente: lo fate per raschiare ulteriormente il fondo delle imprese italiane che già soffrono terribilmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lo fate anche mettendo in difficoltà un settore chiave della produzione nazionale: alla faccia dell'interesse nazionale!

Lo stesso si dica della sugar tax. Oggi, leggiamo sui giornali che, a Catania, la Coca Cola deciderà di delocalizzare, o meglio, di trasferire il suo reparto produttivo in Albania; 151 famiglie, probabilmente, perderanno il loro sostentamento; un'azienda importante lascerà la Sicilia e questo perché si parlava anche di investimenti per il Sud. Non c'è bisogno di fare - o non solo bisogno di fare - investimenti, c'è bisogno di tutelare le realtà positive che ci sono al sud(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); c'è bisogno di andare incontro a quella che può essere una ripresa, a quelle che sono delle ancore a cui attaccarsi affinché l'occupazione non se ne vada dal nostro Paese e dal nostro Meridione.

Vedete, l'etica può essere a parole, può essere sbandierata, poi, però, quando ci troviamo in queste condizioni, anche in quello che dovrebbe essere il più alto consesso di discussione democratica, ovvero il Parlamento, io credo che l'etica si nasconda dietro questo paravento di ipocrisia e diventi, purtroppo, strumentalizzazione politica grave, brutta, antidemocratica e direi anche - forse peggio - antipopolare. Questa è una manovra antipopolare, è una manovra che non interviene sulla spesa pubblica; chiunque guardi anche i dossier, che con molta completezza gli uffici ci hanno fornito, si accorge che ci sono pagine e pagine e capitoletti che riguardano nuove tasse, nuovi adempimenti, nuova burocrazia e c'è una mezza paginetta di revisione della spesa pubblica.

Alla faccia di chi ci dice che fa manovre finanziarie per migliorare i conti pubblici. Siamo evidentemente in una manovra finanziaria che è in deficit. Io non ho il totem del pareggio di bilancio, però credo che una volta che decidiamo, tutti insieme, come succede nelle famiglie di ognuno di noi, di fare dei debiti, lo facciamo per una prospettiva di sviluppo, lo facciamo per una prospettiva che renda il nostro Paese più forte, la nostra nazione più competitiva, che ci ponga al centro di una rivoluzione fiscale; invece no, siamo sempre qui a grattare quattro soldi di qua, ad avere qualche pioggerellina di assistenzialismo mascherata da reddito di cittadinanza, ad accontentare qualche potentato che speriamo poi un domani ci dia qualche “voticino”. E, vedete, io credo che non lo daranno a questa maggioranza il “voticino”, quando mai ci farete andare a votare, perché è anche poco credibile che continuiate a ritenere questa come una manovra positiva perché c'è la sterilizzazione dell'IVA. Per l'amor del cielo, nessuno di noi ha mai messo in dubbio che fosse il punto da cui partire, ma il problema è che voi siete partiti da qui, ma siete arrivati allo stesso punto, non avete fatto un percorso di crescita organica riguardo a questa manovra che potesse portare appunto dei benefici allo sviluppo della nostra nazione. Io credo che sia chiaro a tutti che 3 miliardi di stanziamento sul cuneo fiscale non significhino nuova occupazione; io credo che 12 miliardi di nuove tasse non significhino sviluppo e positività per la nostra nazione; io credo che terrorizzare intere categorie del nostro comparto produttivo mascherandolo con lotta all'evasione sia offensivo per chi ogni mattina si reca a lavorare, si reca a lavorare come commerciante, come artigiano, come partita IVA, come piccolo imprenditore, e si vede una relazione ufficiale del Governo e della maggioranza di questo Paese che li definisce evasori abituali. Voi avete scritto anche questo, siete riusciti a offendere milioni e milioni di lavoratori italiani che ogni giorno faticano per tenere aperte le loro attività: li avete chiamati evasori abituali, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non abbiamo visto lo stesso atteggiamento di durezza nei confronti delle grandi aziende informatiche, delle banche, alle qual avete concesso tutto - tutto - mascherando anche il tema della limitazione del contante, cosa assolutamente inutile dal punto di vista della lotta all'evasione, lo raccontano le diverse esperienze europee: laddove ci sono i limiti al contante o non ci sono, l'evasione fiscale è identica. Quindi, non è quello il problema, ma avete avuto questo atteggiamento di pressione nei confronti dei consumatori italiani quasi come se il contante fosse il male assoluto. Bene, io ho visto, però, che nel contempo non avete avuto lo stesso atteggiamento nei confronti delle banche, alle quali regalate miliardi di euro di commissioni senza che loro partecipino o compartecipino ai costi per le stesse transazioni. E, allora, noi le proposte le abbiamo fatte, l'ha già detto qualche altro collega, anche di altre forze politiche del centrodestra, questo per spiegare che da questa parte c'è anche un'idea di coalizione che non si basa su qualche poltrona da spartire, ma su un idem sentire su alcuni temi, quindi la flat tax.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO OSNATO (FDI). Concludo. Noi, fin dal 2013, quando Fratelli d'Italia nacque - e nacque proprio in questo giorno, quindi ci facciamo anche gli auguri tra di noi, perché qualcuno magari pensava di non vederci più qui, invece ci siamo, ci siamo in piena salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - proponemmo già da allora il limite di tassazione in Costituzione; proponemmo, per esempio, il contrasto di interessi proprio per andare incontro alla lotta all'evasione e alla positività per chi, consumatore, vuole poter dichiarare e magari scaricare le proprie spese al fine di diminuire la propria pressione fiscale.

E, allora, in tutto questo noi non ci perdiamo d'animo, non ci spaventa il compulsare i nostri diritti, non ci spaventa la riduzione dei tempi, non ci spaventano le fiducie, perché noi abbiamo la voglia di lavorare, abbiamo voglia di lavorare in quest'Aula e di esporre anche in quest'Aula tutta la vostra incongruenza rispetto a quanto dichiarate e a quello che fate. Abbiamo la capacità, caro Presidente, di farlo molto meglio nelle piazze, dove spiegheremo ai nostri cittadini e ai nostri concittadini il danno che voi state compiendo con questa finanziaria, il danno che fate alle nostre imprese, il danno che fate alle nostre famiglie, il danno che fate anche rispetto alla figura che noi, invece, come bene ha detto il presidente Rampelli, abbiamo di un'Europa, di un'Europa che sia sì libera, che sia composta sì dagli Stati sovrani e non vittima di qualche eurocrate e di una banca centrale che non ci vuole bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Avverto che la Presidenza ha accolto la richiesta formulata dal gruppo Fratelli d'Italia di ampliare i tempi previsti per lo svolgimento della discussione sulle linee generali. Tali tempi saranno pertanto ampliati di un terzo rispetto a quelli originariamente attribuiti a tale gruppo. È iscritto a parlare il deputato Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, la discussione di oggi sulla legge più importante per lo Stato, la legge di bilancio, in questo caso per il triennio 2020-2022, rappresenterebbe certamente un momento cruciale per il nostro Paese, perché in questa sede e, prima ancora, nelle commissioni di merito tutti i gruppi parlamentari - in particolar modo, mi vien da dire, quelli delle opposizioni - quanto meno avrebbero potuto esprimere le proprie posizioni e le proprie ricette di politica economica. Peccato però che nel cosiddetto anno bellissimo, quello cioè che sta per finire, la discussione in questo ramo del Parlamento sia stata totalmente negata, costringendoci ad annullare il nostro ruolo di rappresentanti dei cittadini e degradando la nostra funzione di legislatori - il mio collega Simone Baldelli la definirebbe la funzione onorevole - a quella del passacarte. Certo, dal mese di ottobre in avanti abbiamo però potuto osservare un balletto di dichiarazioni, di provvedimenti ipotizzati, altri spuntati all'ultimo, retromarce a seguito di legittime reazioni, specie del mondo produttivo; un balletto, dicevo, che si è svolto quasi esclusivamente sui mezzi di informazione, poi per pochi giorni al Senato e, infine, per nulla qui, nelle sedi opportune della Camera dei deputati. Un iter che noi consideriamo inaccettabile, mai visto prima se non in rarissime eccezioni, che ha costretto i gruppi di opposizione - che, lo ricordo a me stesso, rappresentano la maggioranza degli italiani, come tutte le elezioni dal marzo del 2018 ad oggi hanno certificato - a ricorrere alla Corte costituzionale rispetto all'iter prescelto.

Oltre a questo aspetto, però, mi interessa sottolineare come in questa legge di bilancio manchino del tutto interventi di natura strategica che cerchino in qualche modo di affrontare i problemi di sistema del nostro Paese. Penso all'inadeguatezza ormai conclamata, anche tragicamente, delle nostre infrastrutture materiali e immateriali; penso ad un sistema fiscale oppressivo, sia dal punto di vista degli adempimenti sia soprattutto in termini di entità del livello di tassazione a carico di cittadini e imprese; penso ad un mercato del lavoro che non consente una rapida formazione e ricollocazione di chi perde il proprio posto, anche a seguito della fin qui fallimentare esperienza e attività dei navigator cosiddetti; penso ad una stratificazione burocratica che continua a generare costi insostenibili, sia finanziari sia in termini di tempo sottratto al core business delle nostre aziende; penso, infine, ad una politica industriale totalmente assente e incapace di far fronte alle tante, troppe crisi aziendali – 160 si dice, e lo sono – che caratterizzano troppe aree del nostro Paese, specie, mi permetto di dire, dal territorio da cui provengo io, la provincia di Torino, che negli ultimi anni ha visto la chiusura di numerosi stabilimenti industriali - ancora in questi giorni stanno succedendo purtroppo questi accadimenti -, il ricorso sempre maggiore alla cassa integrazione, con tutto ciò che ne è conseguito in termini di crollo dei consumi e quindi decrescita economica, che, ve lo garantisco, è stata ed è decisamente infelice.

Al contrario, si tratta di una legge di bilancio con un orizzonte quotidiano - avrei voluto dire tattico, ma mi sembrava troppo -, con “provvedimenti spot” che trovano peraltro copertura economica, da un lato, con entrate straordinarie, quindi per natura non ricorrenti, come quelle previste dal cosiddetto collegato fiscale, il decreto che abbiamo votato un paio di settimane fa, e con il disinnesco delle clausole di salvaguardia sull'IVA in misura preponderante attraverso la tecnica del ricorso al maggior deficit per il primo anno, cioè il 2020, e con la scelta sempre di moda, anche con chi, come voi, avrebbe dovuto aprire il Parlamento con una scatoletta di tonno, di rinviare il problema agli anni successivi.

E anche quelle misure residuali in termini di risorse disponibili sul complesso della manovra, come il taglio del cuneo fiscale, oltre a vedere la luce a metà del 2020, promettono di essere poco incisive sia per chi vedrà aumentare la propria retribuzione sia, più in generale, per la crescita dei consumi interni, quindi della produzione nazionale e, in definitiva, degli indicatori economici dell'Italia nel contesto europeo e mondiale.

Non è un caso che continuiamo, da molti anni, come Paese, ad essere all'ultimo posto o al penultimo dei Paesi dell'Unione europea per crescita economica, che sfiora spesso lo zero per cento. Più tasse, più burocrazia, più assistenzialismo, più spesa corrente, da un lato, e meno investimenti, meno libertà, meno crescita economica, meno efficienza della pubblica amministrazione, dall'altro; questa, in un tweet, è la sintesi della legge di bilancio del Conte-bis; e se anche andassimo a riesumare l'accordo di Governo del settembre scorso, potremmo certificare come, salvo la neutralizzazione dell'aumento dell'IVA, ottenuta, come dicevo prima, per due terzi con il ricorso alla flessibilità concessa dall'Unione europea, cioè con debito scaricato alle generazioni future, scopriremmo che di tutte le altre misure che voi avevate definito “prioritarie” non vi è traccia se non con risorse modeste e parlo delle misure di sostegno alle famiglie e ai disabili - è stato citato il dato: 29 milioni per l'anno 2020 su un bilancio dello Stato che sfiora i 900 miliardi, oggettivamente dati risibili -, del proseguimento di politiche per l'emergenza abitativa, di misure di deburocratizzazione e di semplificazione amministrativa, del rafforzamento degli incentivi per gli investimenti privati, dell'incremento della dotazione delle risorse per la scuola, per l'università e per il welfare. A proposito di università, che fine ha fatto il Ministro Fioramonti, quello che avrebbe dovuto dimettersi qualora non fossero state allocate le risorse da lui richieste nel bilancio dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Non si sa; su questi punti, che pure avevate indicato come qualificanti della legge di bilancio 2020 e l'avete scritto nell'accordo di Governo, non possiamo esprimere giudizi, proprio per la loro totale assenza o per una presenza quanto mai marginale, mentre risulta assente del tutto, invece, la politica economica espansiva che, nelle vostre intenzioni, avrebbe dovuto indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, queste le vostre parole.

Gli stessi interventi che avete definito Green New Deal, e cioè le politiche orientate alla sostenibilità ambientale, sono in realtà misure finalizzate a trovare coperture finanziarie certe qui e ora, a fare cassa, insomma. Peccato, però, che si tratti di una previsione destinata a rimanere sulla carta, perché queste vere e proprie tasse sui consumi determineranno, a consuntivo, una contrazione degli investimenti, dei posti di lavoro, dei consumi stessi e, in definitiva, del gettito fiscale. Sarete costretti, quindi, ad inventarvi altre tasse, aggravando ulteriormente una pressione fiscale complessiva ormai insostenibile; i casi della Coca Cola, di Acqua Sant'Anna, per citare un caso piemontese, che dicono, in maniera netta, che non faranno investimenti nei prossimi anni sul nostro territorio per via delle vostre micro-tasse, cosiddette, sono lì a certificare questo fallimento.

Noi, al contrario, avremmo utilizzato tutta la flessibilità concessa, che per il 2020 è di circa 16 miliardi, e le risorse che avete confermato per il reddito di cittadinanza, 7,1 per il 2020, circa 25 nel triennio, miliardi, intendo, per alcuni interventi in grado di stimolare la crescita del PIL del nostro Paese, attraverso un taglio consistente del cuneo fiscale per aumentare di uno stipendio all'anno la retribuzione dei lavoratori, uno shock fiscale vero, con l'introduzione di una vera tassa piatta per tutti, mentre, invece, al contrario con questa legge andate a togliere alcuni provvedimenti che erano stati introdotti con la legge di bilancio dell'anno scorso sulle partite IVA, sul tema della Flat Tax, ad esempio, con la prospettiva, che è la nostra prospettiva, di un inserimento in Costituzione di un tetto alla pressione fiscale che arrivi ad un terzo del PIL o del reddito personale; ancora, avremmo proposto il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese che da troppo tempo aspettano di veder riconosciuto il loro diritto ad essere remunerate per il servizio e per i lavori svolti, il sostegno, infine, concreto alle politiche per la famiglia, con l'obiettivo di invertire radicalmente il trend negativo della natalità, attraverso il riconoscimento di un assegno mensile fino al compimento del ventunesimo anno. L'avrete letto sui giornali di oggi, tra vent'anni, dicevo, il PIL crollerà del 15 per cento nel nostro Paese, a causa dell'invecchiamento della popolazione, e, allora, questo fenomeno si combatte con politiche concrete, serie come quelle che noi avevamo previsto con i nostri emendamenti.

Questi sono in estrema sintesi gli assi portanti su cui avremmo concentrato il nostro lavoro parlamentare se ci fosse stato concesso e che abbiamo evidentemente trasformato in emendamenti che, però, come sappiamo, sono stati tutti respinti senza discussione, ma la precarietà della vostra maggioranza vi ha obbligato ad annullare ogni tipo di rischio in quest'Aula e, quindi, siamo qui, oggi, a discutere in merito alla legge più importante dello Stato, in attesa che fra qualche ora il Governo chieda l'ennesimo voto di fiducia, andando a puntellarne ulteriormente il record, perché ormai siamo a 5 o a 6 nel giro di pochi mesi.

E poco importa se lo stesso Presidente della Camera, che, sono contento, presiede in questo momento, nel suo discorso di insediamento avesse giustamente sottolineato la centralità del Parlamento nella rappresentazione degli interessi dei cittadini e nella formazione delle leggi e che lui oggi rinnovi il suo appello al Governo, affinché questa situazione non si ripeta più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sempre in tema di citazioni più o meno lungimiranti, mi avvio alla conclusione, ricordando le parole dell'attuale Presidente del Consiglio il quale, in occasione della sua prima legge di bilancio, aveva affermato: “Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire. L'Italia ha un programma di ripresa incredibile. C'è tanto entusiasmo e tanta fiducia da parte dei cittadini e c'è tanta determinazione da parte del Governo”. Queste sono le sue testuali parole che, poi, lui stesso aveva dovuto retrocedere al rango di battuta, arrendendosi all'evidenza dei dati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché i numeri sono freddi, come è noto.

Per quest'anno, quantomeno, ci siamo risparmiati le battute e le dichiarazioni roboanti, però, purtroppo per gli italiani, se l'anno che sta per finire è stato tutt'altro che bellissimo, anzi, il 2020 rischia di essere ancora peggio, con una legge di bilancio come quella che state per votare, esclusivamente orientata al “tassa” sempre di più e “spendi” sempre peggio, una legge di bilancio che sarà ancora ostaggio delle clausole IVA per i prossimi anni e dell'assistenzialismo, come per esempio sul reddito di cittadinanza, che aumenterà il grado di preoccupazione degli italiani per la crisi economica, preoccupazione che è già stabilmente al primo posto, come avrete letto dalle statistiche: il 56 per cento degli italiani ritiene che la crisi economica sia la prima preoccupazione per i prossimi anni.

L'auspicio da parte nostra è che questa spirale negativa termini al più presto e l'Italia abbia finalmente un Governo forte del consenso popolare, coeso nei valori e negli obiettivi e capace di lavorare ad una prospettiva di ripresa economica duratura, senza interventi spot e quotidiani, ma con una programmazione di medio e lungo periodo, insomma, con un Governo di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Presidente, con il suo permesso, vorrei rinunciare all'intervento e depositare il testo…

PRESIDENTE. Accenda il microfono…

MARCO BELLA (M5S). Presidente, vorrei rinunciare al mio intervento e, con il suo permesso, depositare il testo, grazie.

PRESIDENTE. Prego, grazie. È iscritta a parlare la deputata Gava. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto, vorrei fare un passaggio doveroso sulla modalità di discussione di questa manovra di bilancio, manovra di bilancio che è arrivata praticamente blindata dal Senato. Apro una parentesi anche sulla modalità al Senato, dove c'è stata la barzelletta del mini e maxi emendamento del relatore che il Governo ha inteso modificare, aprendo la pratica del subemendamento al subemendamento, perché nell'emendamento del relatore erano previsti non dei semplici aggiustamenti, ma delle modifiche sostanziali, tra cui le revisioni della plastic tax, tanto discussa, della Robin tax e delle clausole di salvaguardia. È arrivata incardinata in Commissione bilancio della Camera il 18 dicembre per arrivare oggi, 22 dicembre, in Aula. Come potete ovviamente immaginare non è stata aperta una vera discussione, anzi, non è stata proprio aperta una discussione, i nostri emendamenti, che potevano essere un valore aggiunto a quella manovra fatta di tasse e manette, sono stati bocciati o, meglio, non esaminati affatto e liquidati con parere contrario; non sono stati rispettati i metodi, non sono stati rispettati i tempi, non sono state rispettate le opposizioni. D'altronde, il Governo della trasparenza e della partecipazione democratica, che ha sbandierato di dover nascere per scongiurare l'aumento dell'IVA e scongiurare l'esercizio provvisorio, non poteva permettersi di rischiare la terza lettura in Senato e, pertanto, ha blindato tutto in regime semi-dittatoriale.

Ma veniamo, ora, ai contenuti di questa manovra; cosa troveremo sotto l'albero di Natale, misure per la crescita del Paese, a sostegno delle famiglie, per rilanciare l'economia?

Certo che no, troveremo un giro di vite per le attività produttive e le libere professioni, giustizialismo a buon mercato per gli imprenditori, lacrime e sangue per cittadini e famiglie. Per le nostre imprese - una tra tutti - balza agli occhi, Presidente, la tassa demenziale sulla plastica, una misura che non ha finalità ambientali, che penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente un'imposizione diretta a recuperare risorse, ponendo così costi a carico di lavoratori e imprese. Siamo fermamente convinti, noi della Lega, che uno dei principali driver su cui puntare per realizzare un vero sviluppo sostenibile sia il completamento della transizione verso il modello economico circolare e non i divieti o le tassazioni dei materiali. Il fatturato di queste aziende nel 2018 è stato prossimo ai 12 miliardi di euro e parliamo di migliaia di dipendenti e di famiglie. La misura, inoltre, rischia anche di mettere in ginocchio quello che è il sistema dei consorzi per il riciclo degli imballaggi, che da più di vent'anni ha consentito al nostro Paese di essere leader nell'economia circolare e di raggiungere tutti gli obiettivi europei di riciclo. Voglio ricordare ai colleghi che queste industrie già pagano la tassa ai consorzi di recupero e con questo vengono a pagare una seconda tassa, una tassa introdotta che, vale la pena di ricordare, vale 45 centesimi al chilo, quando un chilo di materia prima costa 80 centesimi. Quindi, siamo all'assurdo che la tassa sul prodotto costi il 50 per cento in più del costo del prodotto stesso. Ma il danno è già stato creato e da quando se ne sta parlando le banche hanno già chiuso i rubinetti a quelle imprese perché hanno capito che andranno in difficoltà. E non pensate che averla prorogata in luglio cambi qualcosa: serve solo a voi come spot elettorale per far credere alla maggior parte delle aziende, che si trovano in Emilia-Romagna, che la toglierete, ma non è vero perché non avete le coperture (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È stata ritardata solamente perché ci sono le elezioni in Emilia-Romagna.

Parliamo, poi, di un'altra tassa demenziale che si aggiunge alla plastic tax, che è quella sullo zucchero. Anche qui non parliamo in termini salutistici per cortesia, che probabilmente non avrete neanche preso in considerazione considerando che volete tassare lo zucchero e parlate di liberalizzare le droghe (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è una cosa pazzesca e inconcepibile. Invece, parliamo, per voi, solamente di una questione di cassa, perché ci sono 568 milioni di nuove entrate che i produttori dovranno pagare e non avete ascoltato il grido di allarme delle varie associazioni di categoria, dei sindacati, delle multinazionali che investono nel nostro Paese, ma ne avete fatto solo una questione di cassa. Coca Cola e il gruppo Sanpellegrino hanno già dichiarato che bloccheranno gli investimenti che erano pronti a fare nel nostro Paese e addirittura parlano di un blocco degli stabilimenti. Non è così che si rilancia l'economia del Paese, a colpi di tasse e di terrorismo contro le imprese. Senza parlare di quanto andranno a colpire queste misure sulla spesa dei beni di prima necessità. Ricordo che stiamo parlando del tetrapak e, quindi, degli involucri, ad esempio, del latte e delle bottiglie d'acqua. Non parliamo di aumentare prodotti di lusso ma parliamo di beni di prima necessità per le famiglie. La tassa, infatti, prevede un aumento medio pari al 10 per cento dei prodotti di larghissimo consumo e può arrivare fino al 35 per cento del prezzo al consumo per quanto riguarda le bottiglie d'acqua.

Ma veniamo alle tasse sulle auto aziendali e all'aumento dell'accisa sul gasolio. Anche qui non ci si azzardi a parlare di mobilità sostenibile o tassa per l'ambiente. Non è così che si crea cultura ambientale o sostenibilità o sensibilità ambientale: non è tassando le aziende o chi utilizza un'auto per lavoro - e, quindi, gravando sulle spalle dei lavoratori - che si risolvono i problemi, anzi, per chi ha un'auto euro 3 o euro 4 e limitate possibilità economiche un contributo limitato alle auto ibride o elettriche non rappresenta certo un incentivo a cambiare il mezzo, ma piuttosto un concreto problema per chi quella macchina la utilizza per lavoro o nella vita quotidiana. Altro balzello: contributi per l'acquisto di auto ibride o elettriche, quando questo Paese ancora non è dotato delle infrastrutture necessarie e quando ancora le aziende non sono pronte alle riconversioni. Vogliamo poi parlare della stangata per le famiglie con la nuova tassa unificata IMU-Tasi? Una stangata senza precedenti sulla casa! L'unificazione prevista in questa legge di bilancio conferma l'incremento del prelievo fiscale sugli immobili: la prima è una tassa applicata in base ai servizi comunali derivante da una precisa delibera comunale; la seconda, invece, è un'imposta e, quindi, non ha bisogno di giustificativi e, quindi, un comune che ha bisogno ovviamente di fare cassa, visti i tagli che ci sono, può partire da una base fissata allo 0,86 per cento.

Poi sparisce ufficialmente la flat tax, l'imposta del 20 per cento che sarebbe dovuta partire dal prossimo 1° gennaio per le partite IVA dai 65 mila fino ai 100 mila euro voluta dalla Lega nel precedente Governo e si ridimensiona la platea che può usufruire della flat al 15 per cento fino a 65 mila euro. Da gennaio a settembre - e qui lo vorrei ricordare perché sono numeri importanti - oltre 217 mila autonomi e mini-imprese hanno scelto il regime agevolato con imposta sostitutiva al 15 per cento o 5 per cento per le startup (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) su un totale di quasi 434 mila nuove aperture di attività, a dimostrazione del successo che la flat riscuote. Quindi, ribadisco questi sono numeri importanti. Inoltre, avete cancellato la cedolare secca al 21 per cento, sempre una proposta targata Lega nata per frenare il caro affitti che in molte città stava mettendo in difficoltà i commercianti e le piccole botteghe artigianali e che ora voi cancellate con un colpo di spugna contribuendo a dare un'ulteriore stangata ai piccoli negozi e soprattutto allo spopolamento nei centri storici, sempre più disseminati di serrande abbassate. Insomma, è una manovra infarcita di tasse, manette e “marchette”. È imbarazzante leggere che mentre gli italiani tirano a campare voi addirittura stanziate risorse per finanziare l'anniversario del Partito comunista senza neanche avere il coraggio di indicarne la cifra. Voglio ricordare che il primo emendamento prevedeva 400 mila euro per il biennio 2020-2021…

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

VANNIA GAVA (LEGA). …e dopo lo sdegno e la vergogna che ha gridato a gran voce la Lega non avete pensato di ritirare la proposta, ma addirittura di non indicarne i conti, così potrete spendere anche molto di più. In conclusione, è nostro dovere ricordarvi che avete umiliato il Parlamento, chiamato soltanto ad assistere a uno spettacolo circense il cui numero principale è quello dei clown. Avete provato a scrivere una legge di bilancio europeista, come amate dire voi, ma avete sbagliato pure a ricopiare dalla brutta. Vi riempite la bocca di ambientalismo prêt-à-porter ma non basta una cerata gialla e un ghigno arrabbiato per avviare un percorso serio di sviluppo sostenibile e non basta mettere lo sconto al detersivo sfuso perché, vedete, l'Italia è il Paese in cui gli imprenditori più lungimiranti hanno praticamente inventato l'economia circolare ma voi, con le vostre gabelle e con i vostri balzelli, avete deciso di uccidere quel sogno spingendo a realizzarlo in altri Stati. È il sogno di territori in cui la raccolta differenziata batte record mondiali, in cui la sindrome NIMBY non blocca la crescita economica, il sogno di territori come il Veneto, la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia dove nemmeno una tempesta furiosa ferma chi lavora, dove all'indomani di una gigantesca alluvione tutti si rimboccano le maniche per ripartire. Non siete riusciti a fare una vera legge di bilancio e, purtroppo, domani ci saranno altre Whirlpool e altre ex Ilva e vedremo i vostri maglioncini di cachemere e i vostri abiti di fine sartoria napoletana aggirarsi come fantasmi in quelle fabbriche chiuse, in quei capannoni abbandonati, tra le bonifiche mai fatte e le infrastrutture non realizzate.

Girerete come fantasmi in cerca di un consenso popolare che non avete e non avrete mai più: prendetene atto. Chiudiamo subito questa farsa, torniamo al voto, date la parola ai cittadini e vedrete dai banchi dell'opposizione come si fa una vera manovra economica di riduzione delle tasse e sostegno alle imprese e alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Parlando di questa manovra di bilancio, a nostro parere, abbiamo la conferma della dichiarazione di guerra al mondo produttivo e del lavoro da parte di questo Governo e soprattutto notiamo che non c'è alcuna visione per far ripartire la crescita economica italiana, concretizzandosi un sostanziale aumento della pressione fiscale senza alcuna progettualità. C'è soltanto un po' di spruzzata di ideologie vintage in questa manovra di bilancio, ma non c'è nessun progetto. Voi state interpretando l'articolo 2082 del codice civile nel senso più restrittivo possibile, escludendo, quindi, lo scopo di lucro di un'azienda, di un'impresa, di un imprenditore. Noi vogliamo sottolinearvi, invece, che le aziende e le imprese si costituiscono soprattutto per questo, per avere un profitto, un lucro, attraverso il quale muovere l'economia. Voi state portando le imprese a non avere più interesse ad esistere; questa è la realtà delle centinaia di migliaia di commercianti, artigiani e partite IVA che si trovano a vivere questa condizione in Italia.

Anche nel 2020 l'Italia sarà dunque condannata a essere agli ultimi posti in Europa come crescita economica. Basta consultare le ultime previsioni pubblicate dalla Commissione europea che vedono una crescita dell'1,4 per i Paesi dell'Unione europea, una crescita dell'1,2 per i Paesi dell'area euro, mentre per l'Italia la previsione è dello 0,4 per cento. Il Governo aveva parlato ottimisticamente dello 0,6: chi avrebbe potuto dire, soltanto qualche anno fa, che l'Italia sarebbe rimasta per anni stabilmente il fanalino di coda dell'Europa? Portogallo, Irlanda, Paesi dell'Est sono stati governati evidentemente da geni, visto che l'incapacità degli ultimi Governi italiani ha portato a questo tristissimo risultato.

Non potrebbe essere altrimenti, visto che si continua a procedere con bassi profili di mera sussistenza e in deficit. Su una manovra che è di circa 31 miliardi, oltre la metà sono coperti attraverso nuovo indebitamento, generando un deficit aggiuntivo per il 2020 pari a 16 miliardi, che porteranno il deficit complessivo a circa 41 miliardi. Il rapporto deficit/PIL salirà, dunque, al 2,3 dal 2,04 dell'anno precedente. Si tratta, sostanzialmente, di un'offensiva verso i commercianti, i professionisti, le imprese e le partite IVA, portata attraverso una serie di misure sulle quali il Governo è stato pure costretto a continue marce indietro; ad esempio, sul regime forfettario, aumentando comunque i paletti che ne limitano l'accesso. Avete sì sterilizzato l'IVA - lo avrebbe fatto chiunque, era indispensabile - ma sostituendone il gettito con una serie di piccole imposte che vanno ad incidere sul portafoglio delle imprese e delle famiglie, dalla tassa sulla plastica a quella sulle bibite, sui buoni pasto, sulle auto aziendali, e potremmo continuare. Il tutto sotto la veste ipocritamente moraleggiante di imposte educative o etiche finalizzate all'educazione dei cittadini attraverso l'imposizione di gabelle. Ne è la prova, ad esempio, la tassa sulla plastica, sulla quale Fratelli d'Italia già nel 2013 aveva fatto una proposta che sollecitava la progressiva eliminazione attraverso incentivi per l'uso di prodotti alternativi alla plastica e per la riconversione graduale dei processi produttivi. Se quella proposta fosse stata presa in considerazione oggi l'Italia sarebbe un Paese all'avanguardia sulla tematica ambientale legata ai prodotti della plastica. Che dire, poi, del triplicarsi e quadruplicarsi, poi, per l'anno successivo, delle clausole di salvaguardia sulle accise sul carburante arrivato con il maxiemendamento? Che dire della politica fiscale messa in atto nel combinato disposto fra legge di bilancio e decreto fiscale? Lo stesso abbassamento del cuneo fiscale si traduce solo in un limitato e inefficace aumento degli stipendi, ma niente rileva per le imprese. Voi non so se avete esattamente presente, anche per una piccolissima impresa, quale può essere il costo effettivo di un lavoratore, atteso invece che a quei lavoratori andrà uno stipendio che è comunque fra i più bassi in Europa. I costi diventano insostenibili e il cuneo fiscale doveva essere ridotto in generale anche per le imprese, se si voleva dare un impulso alla crescita. Altra vergogna, altra cosa un po' assurda, oggettivamente: che dire dell'eliminazione della cedolare secca per gli affitti? Vediamo il nostro settore commerciale sgretolarsi e rimuoviamo anche una misura che in qualche modo ne era di supporto. Sapete quante contrattazioni fra proprietari e gestori di esercizi commerciali avranno ulteriori difficoltà per questa eliminazione della cedolare secca sugli affitti?

Noi avevamo presentato molti emendamenti a questa manovra di bilancio ma, evidentemente, per la forma attraverso la quale noi siamo arrivati poi alla discussione non è stato possibile trattarli. Vorrei soltanto ricordare una frase, che è questa: “Esiste un problema che riguarda i tempi di esame della legge di bilancio ed è un problema molto serio. Per questo nelle prossime settimane parlerò con tutti i gruppi e farò una proposta su cui spero si aprano un dibattito e una riflessione. Solo così potremo essere sicuri di garantire…”. Presidente Fico, lei la conosce bene, perché l'ha scritta questa frase, però noi, oggettivamente, soprattutto come partiti di opposizione, ci siamo visti preclusa qualsiasi possibilità di parlare di questa manovra di bilancio, soprattutto alla Camera, riguardo agli emendamenti e all'impossibilità di averli potuti discutere e riguardo alla forma attraverso la quale questa Camera è stata costretta a discutere la legge di bilancio.

Alla fine siamo stati costretti ad abbandonare i lavori di varie Commissioni all'interno delle quali, di fatto, non si è riusciti a svolgere quel lavoro che è indicato a livello costituzionale dagli articoli 70 e 72, e ribadito dall'articolo 119, comma 2, del Regolamento della Camera. Tutte norme sostanzialmente disattese, come lei è stato costretto ad ammettere. Volevo ricordare l'intervento prima fatto dal presidente Rampelli, quando parlava del fatto che 70 miliardi di interessi non sono più sopportabili per l'economia di questo Paese.

Se l'economia di questo Paese non viene fatta ripartire, noi siamo entrati in un circolo vizioso dal quale non usciremo più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); state togliendo la voglia, la possibilità di fare impresa in Italia. Allora, è un fallimento sia nella forma che nella sostanza, un fallimento di un Governo dalle 50 sfumature di rosso che manca di qualsiasi visione, secondo noi, di qualsiasi prospettiva, soprattutto di qualsiasi progetto. Fratelli d'Italia indica da tempo tutta un'altra strada attraverso tre precise direttrici: innanzitutto, quella di ridare vita e supportare quei settori che rappresentano i punti di forza della nostra economia. Scusateci se ci abbassiamo a parlare di cose di questo tipo, ma volate già abbastanza alto voi, talmente alto da non vedere la vita della gente e delle imprese, secondo noi. Cosa stiamo facendo per il turismo? Cosa stiamo facendo per il settore del food, che esprime così tante eccellenze in Italia? Vogliamo parlare del Nutri-score applicato in Francia? Cosa stiamo facendo per rivitalizzare e per supportare il know-how di cui l'Italia è sempre stata sicuramente partecipe? La prima direttrice sarebbe questa, supportare i punti di forza della nostra economia nazionale; non ci vogliono dei geni, ma non lo stiamo facendo.

Seconda direttrice: far ripartire con convinzione un piano nazionale degli investimenti che liberi risorse per cantieri e infrastrutture. Le manovre…

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …adottate fino adesso non sono sufficienti. L'ultima cosa: mettere mano alla profonda ristrutturazione di due settori, come quello della giustizia e della macchina burocratica, che costituiscono due ostacoli al dispiegarsi di energie e che bloccano investimenti italiani ed esteri. Questa manovra di bilancio è un'occasione mancata di cui, purtroppo, le forze di maggioranza si devono prendere tutte le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee…no, colpa mia, colpa mia.

È iscritto a parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Si sarebbe inscenata un'ulteriore protesta per la compressione di una discussione che già…

PRESIDENTE. Avevamo stracciato un foglio.

SIMONE BALDELLI (FI). …è piuttosto ristretta. Siccome non appartengo alla maggioranza, non rinuncio all'intervento, ma trovo singolare che la maggioranza e i componenti della maggioranza lo facciano ormai in maniera sistematica. Il che significa che è ancora più vera la lamentela di chi, dall'opposizione, dice che la discussione è stata compressa ed è stata resa inutile da una scelta della maggioranza di non entrare nel merito e di non permettere neanche la modifica di mezza virgola di questa legge di bilancio.

Due ordini di considerazioni, Presidente, quelli nel merito e quelli nel metodo. Partiamo dal merito. È singolare e paradossale che in una legge di bilancio che ha l'obiettivo di recuperare risorse, noi si ascolti, da parte dei componenti del Governo e dei componenti della maggioranza, raccontare il disegno di legge di bilancio come la distribuzione di denari ai poveri e a chiunque ne abbia bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È incredibile con che faccia riuscite a stravolgere in maniera sistematica la verità. Questa è una legge fatto per recuperare risorse, per impedire, per sterilizzare, come si dice ormai in un gergo acquisito anche nel giornalismo e nell'opinione pubblica, l'aumento delle clausole di salvaguardia, che cosa vuol dire? Vuol dire che servono soldi. Questi soldi, siccome non crescono sugli alberi, da dove si prendono? Si prendono dai conti correnti dei cittadini, attraverso l'introduzione di nuove tasse oppure l'aumento di tasse indirette o di costi che gravano su cittadini, famiglie, imprese entro la fine di ogni mese. Alcuni di questi sono palesi, altri sono occulti. Alcuni di questi, i più eclatanti, sono stati furbescamente prima inventati e poi rinviati dalla maggioranza stessa: la sugar tax, la plastic tax, tutto ciò che poteva essere nell'immediato controproducente anche dal punto di vista elettorale, perché a un certo punto probabilmente qualcuno nella maggioranza si è reso conto che, visto che ci sono le elezioni in Emilia-Romagna, forse mettere la plastic tax dal 1° gennaio non era proprio un colpo di genio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, alcuni sono stati rinviati a data da destinarsi e segnatamente a luglio e a ottobre dell'anno prossimo, di altri non se ne è parlato, per altri è stata utilizzata la formula della rimodulazione. Allora, questo è un Paese a crescita zero che aveva bisogno di uno shock fiscale – vero! – per le attività produttive, per le imprese e per il commercio; aveva bisogno di cambiamenti seri per i diritti dei contribuenti come fissare una o due date fiscali complessivamente, rendere facile il pagamento delle tasse. Noi ne paghiamo tante, le paghiamo male e spesso non sappiamo a che cosa servono, ma vi sembra normale? Allora, ragionare dei diritti dei contribuenti a 360 gradi, semplificare il sistema fiscale e abbattere in maniera significativa le tasse sarebbe stata, ed è, secondo il centrodestra, la ricetta fondamentale per rilanciare in questo Paese non solo i consumi, ma l'economia. Allora, questa scelta non è stata fatta, è stata fatta un'altra scelta. Ci sono 15 miliardi di spesa che ci portiamo dietro dallo scorso Governo e sono stati messi lì per pagare una cosa, secondo noi, inutile dal punto di vista della creazione di posti di lavoro e dello sviluppo economico del Paese, che è il reddito di cittadinanza. Le iniziative di assistenza ai più deboli c'erano già: c'era il reddito di inclusione; poteva essere rivisto, incrementato, sistemato, esteso, ma andare a raccontare che il reddito di cittadinanza portava questo Paese al salvamento, addirittura alla crescita del PIL… ne abbiamo sentite di tutti i colori dagli esponenti del MoVimento 5 Stelle. Ecco, queste baggianate hanno fatto in modo che quei soldi, che potevano essere usati per una politica di abbattimento della pressione fiscale, anche sull'impresa, sul lavoro, eccetera, son rimasti lì inutilmente a stagnare, per mantenere le promesse elettorali del MoVimento 5 Stelle che, così come costituiva l'architrave del vecchio Governo, oggi costituisce l'architrave del nuovo. C'è solo, di cambiato, una maggior credibilità che l'Europa dà, paradossalmente, a questo Governo, composto da due forze che hanno passato un anno a insultarsi, dal partito di Bibbiano ai cialtroni, e che oggi fanno il Governo insieme: ecco, a questo Governo l'Europa dà più credibilità per fare debito, paradossalmente.

Quindi, questo è il quadro di insieme dal punto di vista del merito: non si istituiscono nuove tasse per cambiare il sistema, modificare il sistema, per fare la politica green. Allora, se tu hai l'obiettivo, tu Governo, tu gestione politica del Paese, se tu vertice politico, classe dirigente del Paese, vuoi portare il Paese in una direzione, tu stili giù un piano. Quando si vuole portare il Paese in una direzione, si fa un piano. Quando, anziché fare il piano, si fa una tassa, non c'è un progetto politico, c'è un'esigenza di cassa che si mette in campo, ed è puramente questo che è stato il motivo ispiratore del fatto che il Governo abbia partorito sugar tax, plastic tax (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ecotax e tutto il resto.

Di fronte a questo c'è poi un problema di metodo, problema di metodo che è di fronte a tutti noi. Lei, Presidente Fico, ha preparato un contingentamento dei tempi figlio della scelta, che la maggioranza ha fatto, di non rendere emendabile il testo in questo ramo del Parlamento e quindi trasformare questa discussione. Io sono un parlamentarista convinto: sono convinto che è anche nobile che siamo tutti qui a parlarci, ma l'efficacia di questa discussione, Presidente, dal punto di vista operativo sul testo della manovra, è zero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per cui questa discussione, se qualcuno la considera una pagliacciata, tutti i torti non ce l'ha: non a caso, vediamo rinunciare in maniera sistematica tutti i componenti della maggioranza perché, di fronte alla discussione nel merito, prevale l'esigenza dei tempi addirittura.

Noi, Presidente, come opposizione abbiamo fatto, prima, un conto: abbiamo poco più di un'ora per gruppo, 3 ore e 8 minuti per tutta l'opposizione su questa manovra. Ci sono 884 commi in questa manovra, senza le tabelle. Se noi avessimo voluto discutere almeno per un minuto ciascuno di questi commi, un minuto per l'opposizione, noi avremmo dovuto fare una discussione di almeno 14 ore. Noi abbiamo una discussione di 5 ore complessiva, cioè compresi anche i tempi della maggioranza che non verranno utilizzati. Se l'opposizione volesse discutere con i tempi dati ciascun comma avrebbe 0,2 minuti per ciascun comma. Presidente, c'è una questione molto grave perché abbiamo sommato il peggio delle tradizioni degli ultimi tempi: quella dell'anno scorso, del Governo giallo-verde e quella del 2016, del Governo Renzi, dopo che cadde la riforma con il referendum del dicembre del 2016, in cui uno dei due rami del Parlamento fu, come accade oggi, espropriato della possibilità non di discutere, perché la discussione per carità si può fare anche al bar - con questi requisiti, hanno lo stesso livello di incisività sul testo -, ma della possibilità di modificare un testo come quello presentato, che è quello più importante poi. Nella tradizione anglosassone si dice: no taxation without representation, cioè non si possono mettere le tasse o dire che le si mettono e poi le si spostano, però qualcosa comunque metti, senza che i rappresentanti le possano discutere. Ecco, l'avete già fatta la riduzione del numero dei parlamentari; avete già fatto il monocameralismo perfetto, trasformando un sistema di bicameralismo perfetto in un bicameralismo a corrente alternata. Questo è il punto che abbiamo di fronte oggi e su cui unicamente possiamo permetterci di fare una sottolineatura. Poi ci saranno colleghi che elencheranno tutte le tasse su cui vi siete esercitati con gioia, stuzzicando le perversioni tradizionali di una sinistra che su questo non ha rivali al mondo.

E, in ultimo, resta appunto la questione della credibilità, che è una questione politica su cui di qui ai prossimi tempi ci confronteremo.

Vedete, non si può piegare tutto alla convenienza del momento; non si può con arrogante fanatismo accusare tutti gli altri di essere il peggio, la vergogna, la feccia del Paese e sempre sostenere che solo noi siamo il partito che dice le cose, il MoVimento che dice le cose - mi riferisco ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - solo quelli che fanno le cose perbene, solo noi. Non è così. Guardate, la vicenda delle banche è singolare: come funziona questo sistema delle banche? Così come funziona per tutto: quando il MoVimento 5 Stelle è all'opposizione, chi salva le banche è un delinquente, è amico dei banchieri e nemico del popolo; quando il MoVimento 5 Stelle è al Governo e salva le banche, tutela i risparmiatori. Non funziona così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), guardate non funziona così! Non funziona che, quando voi siete all'opposizione, gli altri sono brutti e cattivi, non funziona così, lo sa bene il Ministro D'Incà. Neanche con la fiducia: quando un Governo mette la fiducia, è brutto, cattivo, nemico del popolo, e poi, quando siete voi al Governo e mettete la fiducia, va tutto bene. E non funziona così neanche con la manovra: quando - mi verrebbe da citarlo - c'era qui la Viceministra Castelli, tuonava in quest'Aula: “non vi azzardate a fare il maxiemendamento e a mettere la fiducia, noi ci opporremo strenuamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non vi sognate di fare questo”, e lo diceva puntando il dito al Ministro per i rapporti con il Parlamento di turno, ecco, lo avete fatto voi! Lo avete fatto l'anno scorso e continuate a farlo oggi. Il Partito Democratico, l'anno scorso, si alzava e urlava contro il Governo che era una vergogna che si comprimessero i tempi della discussione; lo sta facendo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Allora, io siccome sono di Forza Italia e non posso citare precedenti piuttosto recenti in cui noi eravamo al Governo - per fortuna, aggiungo, perché almeno ho più credibilità nel fare delle critiche rispetto a voi -, però posso dirvi due cose: quando ogni forza politica si trova nella condizione di smentire il proprio atteggiamento, la riflessione andrebbe alzata un pochino in termini di livello e anche di confronto, e bisognerebbe cercare di capire che cosa c'è nel nostro sistema che non funziona. E quando la legge di bilancio, inevitabilmente, per ragioni di economia dei lavori, di posizione della questione di fiducia, ogni anno, si presenta in un unico articolo, con 800, 900, 1000 commi, quando viene approvata a colpi di fiducia, quando il tempo che si passa nelle Commissioni lo si perde, per un verso, a scrivere e riscrivere, all'interno delle liti infinite nella maggioranza, o ce la si fa scrivere dall'Europa, il che oggettivamente non è proprio molto sovranista, diciamo così, ecco, quando c'è questo problema in relazione ai tempi della legge di bilancio, quando si arriva alla vigilia di Natale con la legge di bilancio che non è ancora terminata e nemmeno un ramo del Parlamento ha potuto lavorarla come Dio comanda, come prevedrebbero i Regolamenti, ma come prevedrebbe il buonsenso, c'è forse, Presidente Fico, un problema di sistema, che va al di là di noi, al di là delle balle del MoVimento 5 Stelle, al di là delle recriminazioni che il PD si è dovuto rimangiare perché oggi sta facendo come e peggio di quello che criticava l'anno scorso nel Governo precedente. E allora, Presidente, senza tanta demagogia, bisogna non solo rivedere le regole, bisognerebbe dare una grande sterzata a questo Paese, bisognerebbe fare tante cose.

Noi crediamo che, in fondo, una ricetta, quella vincente, quella che al Paese fa bene, sia la ricetta di politica economica del centrodestra. Crediamo che in questo momento noi siamo costretti - con tempi assolutamente indecenti rispetto alla qualità, alla quantità e al merito delle proposte che abbiamo fatto - ad esaminare una legge di bilancio in pochi minuti, facendola passare sotto il naso senza poter dire “a”. Crediamo che tutto questo sia mortificante, ma tutto questo non cambierà finché le forze politiche non affronteranno questi temi con la responsabilità necessaria. Diversamente, sarà solo uno scontro e un confronto all'arma bianca su piccoli dettagli, e allora la parola, probabilmente, è giusto che la abbiano gli elettori, per decidere da chi vogliono essere governati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, mi corre innanzitutto l'obbligo, in nome del popolo italiano, quel popolo che ognuno di noi rappresenta, di esprimere il mio rammarico per le modalità con le quali si è pervenuti a questa legge di bilancio. Legge di bilancio che non ha avuto discussione, questa manovra economica che, di fatto, in barba alle norme costituzionali, ha avuto una sola lettura.

Noi siamo qui, stiamo discutendo forse, però, di fatto, non abbiamo potuto neppure cercare di modificare, in meglio naturalmente, questa legge di bilancio. Una mancanza di rispetto, a mio avviso imperdonabile, per quest'Aula, per quello che rappresenta.

Ma, passando specificatamente alla legge di bilancio - che sarà approvata attraverso naturalmente quella che è la richiesta della fiducia, come ormai è solito fare questo Governo giallorosso - si osserva, innanzitutto, come dimostri chiaramente che questo Governo naviga a vista, non ha la benché minima idea del percorso che intende percorrere, seguire. È una manovra che non tiene in nessun conto la struttura economica del nostro Paese, che è costituita prevalentemente dalle piccole e medie imprese, che in questa manovra economica sono punite, come lo sono gli imprenditori per essere tali. L'idea che si fa qualcuno, leggendo questa legge di bilancio, è proprio questa: sei imprenditore, ti punisco, perché quello che vuoi fare è naturalmente realizzare un profitto, come è giusto che sia. Tasse, tasse, tasse, e manette: questo è il risultato di questa manovra.

E che questo Governo non abbia neppure il coraggio di assumere le proprie responsabilità lo si evince dal fatto che molte delle tassazioni che intende applicare, le applicherà in un periodo successivo, a decorrere da metà dell'anno prossimo. E questo perché? Questo perché, in vista delle elezioni regionali che ci saranno in Emilia-Romagna, in Campania, in Puglia e in Calabria, hanno capito bene che le tasse avrebbero potuto realizzare una perdita di consenso elettorale.

Vorrei ricordare al Governo che, se non ci sono gli imprenditori, se non ci sono le partite IVA, non ci possono essere i lavoratori dipendenti, e questa è una cosa molto importante; e se non c'è lavoro, non c'è libertà: un uomo è libero se è economicamente in grado di mantenere se stesso, la propria famiglia e i propri figli. Con una manovra di bilancio come questa, un uomo, l'uomo italiano, non sarà libero, perché perderà il lavoro, perché gli imprenditori saranno costretti a chiudere le loro serrande.

Del resto, riprendo quello che diceva prima l'onorevole Baldelli: in questa legge di bilancio non c'è un progetto politico, in questa legge di bilancio c'è semplicemente un'esigenza di far cassa e far cassa, ancora una volta, con quei piccoli imprenditori che fino ad ora hanno reso grande la nostra Italia. Un governo “manettaro”, un Governo che pensa di risolvere il problema dell'evasione fiscale con l'aumento delle pene, ma ancor più con l'aberrante misura della confisca dei beni agli imprenditori, che, quindi, si vedranno costretti, probabilmente, a chiudere e ad ingrassare le file dei disoccupati.

Una norma che configura il disvalore sociale dell'evasione più grave di una rapina in banca. E allora, signori miei, quasi quasi io preferisco rapinare una banca che evadere le tasse, fare l'imprenditore e aprire tutti i giorni la mia saracinesca. Questo Governo non ha capito che, se vuole eliminare l'evasione, deve diminuire le tasse.

Chiudo, ricordando al PD - che ha fatto qualche intervento, ben pochi - che la sterilizzazione dell'IVA, oggi effettuata e per la quale, non so per quale ragione, si attribuisce la responsabilità al Governo precedente, al Governo gialloverde, è null'altro che un'eredità del Governo Renzi, quindi eredità che ci stiamo portando appresso e che il prossimo anno creerà un ulteriore problema, gravissimo problema, perché ci saranno 27 miliardi da sterilizzare.

Insomma, questa manovra non consentirà sicuramente all'Italia di riprendersi, costringerà gli italiani ad altri sacrifici, che ormai sono divenuti insostenibili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo qui, di domenica mattina, il 22 dicembre, per parlare - parlare brevemente - della manovra di bilancio. Ma non per farlo in una maniera fattiva, costruttiva, ma esclusivamente per recitare un ruolo: di fatto avete fatto e deciso già tutto voi, e ci state relegando al ruolo di attori non protagonisti, qui solo per mettere agli atti del Parlamento che ci abbiamo provato, provato inutilmente.

Ma vede, Presidente, quello che il Governo e le forze di maggioranza stanno facendo in questo momento non è di relegare a comparse le forze dell'opposizione, ma stanno relegando ad un ruolo marginale le istituzioni, e nel caso di specie il Parlamento e le sue Commissioni, che non sono state messe in condizione di esercitare il proprio ruolo: vale a dire proprio quello di parlare e contribuire alla stesura di una manovra che aiutasse il nostro Paese.

Vede, Presidente, vorrei ricordare a quest'Aula e ai colleghi che l'anno scorso proprio i colleghi del Partito Democratico protestarono aspramente per i tempi ristretti che l'allora Governo volle concedere a questo ramo del Parlamento; e addirittura, sentendosi violati nel diritto di esercitare la loro funzione, ricorsero alla Corte costituzionale. E allora, almeno da questo punto di vista, il loro ingresso nel Governo ci aveva per certi versi tranquillizzati, aveva tranquillizzato le forze dell'opposizione: eravamo sicuri che chi aveva subito tale smacco non lo avrebbe fatto ad altri. Ed invece abbiamo scoperto che questo Governo ha adottato un detto popolare, che mi piace ricordare in questo momento: la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici. Gregoretti docet (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): in questo momento unisce le forze del nostro Governo. Ebbene, vede, Presidente, non c'è niente di più deludente in uno Stato democratico che cambiare le regole del gioco mentre si gioca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E a poco vale se lei, come ha fatto, richiama gli attori al rispetto delle regole: lei, Presidente, non doveva richiamare al rispetto delle regole, lei doveva far rispettare le regole, doveva far rispettare questa istituzione, doveva far rispettare la democrazia che vige in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E ora, dopo aver brevemente parlato dell'aspetto formale di questa manovra, che così bene il presidente Rampelli prima ha scandagliato, veniamo alle note veramente dolenti: l'aspetto sostanziale. Una manovra che ancora una volta, anziché strizzare l'occhio al mondo delle imprese, aiutarle, sostenerle, affinché crescessero, crescessero le imprese, crescesse l'economia, crescesse l'occupazione, crescessero i salari, che cosa fa? Ebbene, va direttamente nella direzione opposta. E come lo fa? Lo fa in due modi: demonizzando l'impresa, criminalizzando l'impresa e coloro che sono gli attori protagonisti dell'impresa, gli imprenditori, con la minaccia del carcere. Una cosa abominevole, una cosa abominevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che distrugge la nostra economia, disincentiva la volontà degli imprenditori italiani e degli imprenditori esteri a venire ad investire in Italia.

E poi lo fa in un altro modo: introducendo nuove tasse. Ma queste nuove tasse le introduce in una maniera subdola, non in maniera coraggiosa, con il coraggio di chi ha la forza di imporre una decisione. No: lo fa introducendole e nascondendole, queste nuove tasse. E come le nasconde? Le nasconde nel nome: sugar tax, plastic tax; si chiamano: tassa sulla plastica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tassa… Ho finito il tempo? No, è l'ultimo intervento.

PRESIDENTE. Un minuto. Prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Allora, bene… Ma non c'è l'estensione? Mi consenta, Presidente. È l'ultimo intervento.

PRESIDENTE. Sì. Prego, prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Bene, Grazie.

Si chiamano “tassa sullo zucchero” e “tassa sulla plastica”: è inutile chiamarle in altro modo. E come fa poi a nasconderle? Con alibi perbenisti tipici di una certa sinistra. “Tassiamo la plastica per sostenere l'economia green”: no, stiamo tassando la plastica per massacrare un settore, perché alla fine questa tassazione si riverserà sui prezzi finali di vendita, e quindi sui consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non state facendo nient'altro che camuffare l'aumento dell'IVA con una tassa che diventa un'IVA indiretta, sostanzialmente.

Oppure sulla sugar tax, tassa sullo zucchero: stiamo tassando lo zucchero per sostenere la politica alimentare e la salute dei nostri bambini, evitiamo che mangino le merendine, così diventano più magri. No: le merendine le mangiano lo stesso e diventano più poveri, perché questo non è un dimagrimento, è un impoverimento, caro Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E allora, se dobbiamo occuparci veramente della salute e dell'obesità dei nostri bambini, investiamo in politiche di informazione e di educazione alimentare all'interno delle scuole, investiamo nelle strutture sportive all'interno delle scuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché possano fare sport e possano crescere, come dicevano in tempi antichi, con mens sana in corpore sano.

E allora, mi avvio a concludere. Ecco, una cosa volevo dire: che questa manovra sostanzialmente un obiettivo lo raggiunge, un obiettivo di programma famoso, direi: la famosa decrescita felice. Ebbene, non lo raggiunge completamente, diciamo che lo raggiunge solamente per il 50 per cento, la parte della decrescita: perché invece di felice c'è veramente poco da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Oggi è domenica, signor Presidente: vede, la domenica per me, come per tanti altri italiani, è una giornata che ha un ritmo particolare, si muove su abitudini particolari. La domenica mattina gli italiani fanno colazione con calma, vanno a messa nella loro chiesa di quartiere, dove ritrovano i loro amici, condividono il pranzo con la loro famiglia, gli anziani, i nonni, gli zii; e poi vanno allo stadio il pomeriggio, a tifare per la loro squadra del cuore. Oggi questo Governo ha privato di questo piacere circa 10 milioni di italiani, che, per il fermo del campionato della serie C, il campionato di 60 squadre di provincia, oggi non andranno a tifare la propria squadra del cuore. Vede, Presidente, perché il campionato…

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

SALVATORE CAIATA (FDI). Perché il campionato si è fermato? Si è fermato in segno di protesta, perché aveva chiesto un aiuto a questo Governo, aveva chiesto a questo Governo di aiutare i presidenti a rendere più sostenibile questo campionato, e questo Governo invece si è reso sordo rispetto a questa richiesta legittima.

I calciatori sono esattamente lavoratori dipendenti come tutti gli altri; con una sola differenza: che, a dispetto di tutti gli altri settori, non hanno il privilegio di poter usufruire dell'apprendistato. Eppure formano giovani atleti, li formano in età giovanile, quando sono pulcini, quando sono bambini, quando con i pulmini li vanno a prendere a casa e li portano nei campi di periferia ad allenarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ad evitare che siano quanto meno soggetti ad altre tentazioni. E da questo punto di vista tutti ci riconoscono una funzione sociale: credo che tale funzione sociale il Governo avrebbe dovuto riconoscerla con questo aiuto.

Mi avvio alla conclusione, Presidente.

PRESIDENTE. No, deve concludere adesso.

SALVATORE CAIATA (FDI). Un istante solamente, per dire che…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). …poiché ci dicono che è un problema di coperture, scriverò e presenterò un ordine del giorno con cui chiedo al Governo, esclusivamente senza alcun impegno da parte del Governo di copertura, di redistribuire le quote della legge cosiddetta Melandri. La legge cosiddetta Melandri è la legge che distribuisce i diritti televisivi del calcio italiano, circa 1 miliardo di euro, e in questo momento attribuisce il 90 per cento alla serie A, il 6 per cento alla serie B, il 2 per cento alla serie C, il 2 per cento alla serie D. Chiederemo solamente di cambiare queste piccole percentuali: 85 per cento alla serie A, 7 per cento alla serie B, 4 per cento alla serie C, 4 per cento alla serie D. Parlo in nome e per conto di un movimento che esprime decine di milioni di utenti, e che chiede di essere aiutato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cestari. Ne ha facoltà.

EMANUELE CESTARI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, si sta chiudendo oggi una pagina tra le più buie della storia della Repubblica: è la prima volta che siedo in questi banchi del Parlamento, e quindi da deputato, e non si era mai assistito prima d'ora all'umiliazione del Parlamento a cui abbiamo assistito in questi giorni. Perché vede, Presidente, avete chiesto la fiducia su una manovra che il Parlamento non ha avuto modo di discutere, non ha avuto il modo di analizzare, come invece prevede l'articolo della Costituzione dedicato all'esame delle leggi del Parlamento.

Non è stata esaminata questa legge per vostra responsabilità, per responsabilità della maggioranza. Perché dico questo?

Perché il via libera dall'Unione europea l'avete ottenuto oltre due mesi fa, ma, vista l'ortodossia europeista critica su cui la maggioranza è appiattita, c'era un altro motivo per cui non abbiamo proceduto alla seconda lettura, perché, di fatto, la stiamo facendo, ma il dibattito è stato cassato, ed è evidente, perché il Governo traballa. Il Governo traballa e non si poteva permettere di dover discutere anche in Parlamento, quindi la Camera bassa, questa legge di bilancio. Oggi le minoranze non sono state messe in grado nemmeno di votare un articolo - uno -, un emendamento.

Arriviamo al contenuto della manovra, perché vi attendevamo su questa cosa e in questi tre mesi in cui avete governato, i primi tre mesi di cui abbiamo dimostrazione, purtroppo, non ci sbagliavamo. Se vi viene in mente una tassa, evidentemente, viene in mente il PD: storicamente, se pensi all'IRAP, pensi a Visco, se pensi all'Irpef, pensi a Prodi e a Visco. Oggi cosa troviamo in questa manovra? Diversi micro balzelli. E quanto mi sarebbe piaciuto essere in uno dei molteplici vertici, quando chi doveva decidere come e dove andare a colpire il tessuto produttivo italiano si accorse, o si accorsero, che la tassa sullo zucchero colpiva l'unico stabilimento rimasto dopo le folli politiche europee di spostare la produzione in Francia: era Minerbio, in provincia di Bologna. Oppure la tassa sulla plastica, quando si accorsero che l'Emilia-Romagna produce il 36 per cento della plastica flessibile a livello europeo, andando a colpire 227 aziende che insistono sul territorio emiliano. Quindi, sono dovuti correre non ad azzerare le tasse, ma a prorogarle per l'evidente scopo elettorale, che sono le regionali in Emilia-Romagna. È inaccettabile, Presidente, perché non si capisce l'odio viscerale di questa maggioranza verso chi fa impresa, verso gli artigiani, verso i commercianti. Voi pensate che sono riusciti, in un contesto come quello attuale, in cui abbiamo oltre 500 mila negozi sfitti, a colpire la categoria catastale C1, che sono i negozi, togliendo la cedolare secca. Facendo un breve ragionamento, mi sento di dire che, se va bene, le aziende che sono rimaste dimezzeranno i dipendenti, se va male, queste aziende chiuderanno. Un altro aspetto: non riesco a capire perché, ancora una volta, la maggioranza continui a pensare che le partite IVA siano tutti evasori. Non sono tutti delinquenti: gli oltre 20 milioni di lavoratori italiani meritano dignità, perché sono quelli che tengono in piedi il nostro grande Paese. Vedete, avete stabilito in questi poco più di tre mesi due record. Il primo, è la vergognosa retorica dell'IVA: il Governo si è costituito per eliminare l'IVA, per eliminare l'esercizio provvisorio. Ma esercizio provvisorio di cosa? Si poteva tranquillamente andare a votare in novembre e ci sarebbe stato tutto il tempo - visto anche quello che è stato fatto dalla maggioranza cassando il dibattito nella Camera bassa - per preparare la manovra. Peraltro, tutti i Governi, ormai, da anni, non fanno altro che sterilizzare l'IVA e posticiparla all'anno seguente, cosa che ovviamente ha fatto questo Governo.

Il secondo dei record è che, appena in tre mesi, avete perso la fiducia dei mercati, delle imprese, perché in questa manovra trovano solo l'aumento delle tasse, come già dicevo prima. E non si dica che il gruppo Lega, dove è stato consentito il dibattito - quindi, al Senato, nella Camera alta -, non vi ha dato le proposte, perché bastava cercare di rimodulare alcune voci di spesa, che qui non voglio ricordare - perché i cittadini è meglio che non sappiano che abbiamo finanziato il centenario del Partito comunista con 400 mila euro -, ma non ci avete ascoltato. Con la rimodulazione di alcune spese si potevano togliere tutti quei micro balzelli che avete messo. E parlate di crescita, parlate di crescita aumentando le tasse: credo che questo sia perfetto. Arrivo alle conclusioni finali. Ritengo anche che avete fatto questa manovra per un altro motivo: perché sapete benissimo che non farete la prossima. Diversamente, non avreste fatto una manovra del genere, non l'avreste fatta così, perché scaricate tutti i costi sul prossimo anno, scaricate tutti gli oneri sulle nuove generazioni. Ma voi non avete il problema delle nuove generazioni, di quello che succederà dopo, perché a voi interessa il momento presente, siete straordinariamente innamorati del potere della poltrona, ma, credetemi, questo i cittadini l'hanno capito e credo che quanto prima vi presenteranno il conto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Nevi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Siamo abbastanza demoralizzati dal parlare in un'Aula che, purtroppo, non ascolta, anche perché non ci sarà nulla da modificare e, quindi, evidentemente, c'è anche poco da ascoltare. Questa è una manovra che, di fatto, è già passata, come abbiamo visto anche dalla stampa. La Camera dei deputati è stata esautorata del suo ruolo e questo lo abbiamo detto e ripetuto molte volte nel corso del dibattito, sia questa mattina che nelle Commissioni di merito.

Io volevo sottolineare, da componente della Commissione agricoltura della Camera, cosa significa questa manovra per questo settore in particolare, che, poi, si ricongiunge ad un'idea forte che c'è nella manovra. Perché un'idea forte c'è è l'idea forte è, purtroppo, dal nostro punto di vista, drammatica: è un'idea in cui gli imprenditori sono, ancora una volta, considerati come degli evasori, come degli inquinatori, come degli sfruttatori dei lavoratori. Una concezione direi ottocentesca del modo di concepire l'impresa e anche nel settore agricolo c'è questa visione. Abbiamo visto con terrore un dibattito molto ideologico sui cosiddetti SAD, che non sono altro che nuove tasse che il Governo ha, per il momento, non proceduto ad applicare, ma che sono già contenuti nell'abbozzo di manovra che c'è qui in questo testo, che sono molto, molto preoccupanti e che hanno già fatto fermare alcuni investimenti da parte delle imprese agricole, perché tutti sanno che se quei SAD (Sussidi ambientalmente dannosi) verranno eliminati - a parte il fatto che è una bestialità anche solo chiamarli così -, le imprese e il mondo agricolo finiranno totalmente fuori mercato. Quindi, evidentemente, questo ha già prodotto un effetto devastante, anche se ancora non sono entrati in vigore. Ma c'è ben altro nella manovra, che, purtroppo, inciderà pesantemente su questo comparto. Poi, ci sono tante cose che ci saremmo aspettati di non trovare, che, invece, ritroviamo pesantemente.

Abbiamo parlato molto della sugar tax, ma della sugar tax ne abbiamo parlato soprattutto per la Coca Cola, soprattutto per la Fanta, ma non ne abbiamo parlato per tanti piccoli e medi imprenditori agricoli che forniscono, in tutta la nostra nazione, la frutta, per esempio, per fare bevande a base appunto di spremute di nostre arance - purtroppo - oppure mirtilli.

In tutta in tutta la nazione ci sono produzioni che chiaramente fanno magari un minimo uso di zucchero, che però verranno colpite da questa follia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Tutto ciò - è la cosa più devastante - mentre in Europa facciamo - o meglio, facciamo in modo molto timido, dal nostro punto di vista - una battaglia per evitare il Nutri-Score, cioè per fare in modo che non ci sia un giudizio troppo superficiale su quali sono i cibi che fanno male e quali sono i cibi che fanno bene, perché sappiamo perfettamente che tutto questo, come ci dicono gli scienziati, rientra in un discorso molto più ampio, che riguarda lo stile di vita, che riguarda la dieta, che riguarda, per esempio, l'attività motoria. Ecco, mentre noi facciamo una battaglia in quel senso, in Italia andiamo esattamente nella direzione opposta e introduciamo una tassa che, subliminalmente, dice al consumatore che le nostre arance siciliane fanno male, che i nostri mirtilli del Trentino fanno male, che le nostre produzioni di qualità sostanzialmente sono dannose per la salute (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io penso che siamo veramente arrivati alla follia e se questo non bastasse, poi c'è la plastic tax, che si riverbera totalmente, per esempio, sul comparto ortofrutticolo, perché sappiamo perfettamente che quel comparto è un comparto in grande difficoltà e che fa uso, per il packaging, di un consumo anche quotidiano di questa materia. Ma non finisce qui. Per il mondo agricolo c'è anche una tassa, di cui si parla poco, che è la tassa sul tabacco, cioè vengono aumentate ancora le accise sui nostri produttori di tabacco, come se questo andasse a combattere il tabagismo. La storia di questo settore ci dice che non è così, anzi è esattamente il contrario. Abbiamo, tra l'altro, fatto dei provvedimenti in questo senso, anche nell'ultima finanziaria, e abbiamo visto che addirittura c'è stato un aumento del consumo, però noi insistiamo perché l'unico obiettivo non è combattere il tabagismo ma è fare cassa, uccidendo anche quegli agricoltori e quella filiera che su questo ha una grande diffusione anche nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Potremmo andare avanti tranquillamente anche su altre questioni, che invece avremmo voluto vedere nella manovra perché Cinque Stelle, PD e tutte le forze di Governo da tempo parlano nei convegni, nelle iniziative pubbliche - abbiamo avuto una grande manifestazione di Coldiretti proprio qui fuori dal palazzo - del tema dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni nazionali. Pochi giorni fa avevate promesso di fare un intervento, avevate promesso di utilizzare il primo veicolo che fosse stato utile in termini normativi per introdurre delle norme - di cui si parla da molto tempo, peraltro - che avrebbero cercato di alleviare le sofferenze di interi settori produttivi che vengono decimati da una fauna selvatica che è ormai incontrollata. Cosa c'è in manovra? Zero! Totalmente zero! Su questo penso che abbiamo veramente delle situazioni drammatiche nel Paese. Noi abbiamo intere zone del territorio che non vengono più coltivate perché gli agricoltori sanno perfettamente che se cominciano a fare determinate produzioni, queste verranno devastate da animali di tutti i tipi, tra cui soprattutto i cinghiali che infestano il nostro territorio nazionale.

Altra cosa che è totalmente assente è la lotta ai cambiamenti climatici, ma non quella generale di cui ci riempiamo la bocca (Greta, eccetera). No, io mi riferisco alla la lotta ai cambiamenti climatici che riguarda soprattutto i nostri agricoltori, perché mentre noi parliamo, ieri ci sono state bombe d'acqua talmente forti che hanno devastato intere zone del territorio del Paese, soprattutto del Centro Italia. Ci sono continui smottamenti, frane, di tutto di più; lo leggiamo tutti i giorni sul giornale, quindi un Governo serio doveva cercare di costruire le condizioni affinché, per esempio, ci fossero degli stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli che ci sono per i consorzi di bonifica, oppure per le regioni al fine di intervenire su questo tema. Purtroppo, anche da questo punto di vista, nulla.

Penso, poi, che se a questo aggiungiamo tutte le altre tasse - che voi definite microtasse ma che sono odiose tasse per noi - che ci sono in questa manovra, a partire dalle auto aziendali, scendendo per le accise sui carburanti, che aumentano da questa finanziaria, da questa manovra, già da marzo 2020, nonché quella sui giochi, sul tema della cosiddetta Robin tax, tutte queste cose comunque incidono sempre sul comparto produttivo. Quindi, il tema è che, ancora una volta, si decide in questo Paese di continuare a tartassare chi invece andrebbe lasciato libero di produrre, di produrre occupazione, di pagare le tasse, contribuire a fare tasse giuste e a fare sviluppare questo Paese. Per questo siamo totalmente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Signor Presidente, mi consenta di iniziare esprimendo un profondo sentimento di rammarico per il fatto che questa legge di bilancio non possa essere affrontata da questo ramo del Parlamento come era necessario fare, come il dettato costituzionale tra l'altro stabilisce che debba essere. Mi dispiace perché avrei desiderato poter avere il tempo di analizzare tutta una serie di emendamenti che avevo predisposto sull'apparato della sicurezza, che sono stati presentati al Senato e bocciati pressoché tutti. Ciò perché era assolutamente indispensabile che su ogni punto di quelli presentati si potesse aprire un dibattito, o quantomeno avessimo la possibilità di stigmatizzare l'irresponsabilità di questa manovra nel settore della sicurezza. Presidente, usciamo da un decennio - diciamo fino alla precedente legislatura - in cui si è fatto un po' carne da macello dell'apparato. Le do qualche numero: basti pensare che, sotto il profilo logistico, nel 1992, solo la Polizia di Stato poteva godere dell'equivalente di 90 milioni di euro per le divise e, in pieno Governo Renzi, nel 2015, 15,8 milioni, quindi una totale decapitazione. Nel 2015, la “legge Madia” ha ratificato il taglio di circa 45 mila uomini all'interno delle forze dell'ordine. Bisogna pensare, ad esempio, che sul fronte banale, spicciolo, della cancelleria, una questura media come Ferrara si sostiene con 546 euro all'anno per la cancelleria, che possono essere forse neanche la metà delle spese che sostiene un bambino di scuola elementare per le spese di cancelleria.

Secondo lei è possibile che un commissariato di 700-800 metri quadrati possa essere pulito e sanificato con due ore alla settimana? Sarebbe il paradiso delle massaie. Quindi era chiaro che tutti questi gap che si sono prodotti nel tempo andavano analizzati.

Nella precedente legislatura, su spinta del precedente Ministro Salvini, è stato messo in sicurezza l'apparato; nell'interesse della comunità del Paese e dei cittadini, si sono spesi circa 3 miliardi, di cui 2 miliardi destinati a una assunzione straordinaria di 8.150 operatori nelle forze di polizia e dei vigili del fuoco perché per quattro anni sono stato obbligato a battagliare per evitare la chiusura solo nella Polizia di Stato di oltre 260 uffici di Polizia di specialità, non per razionalizzare, ma semplicemente per reclutare unità visto che, oramai, tutto l'apparato era sull'orlo del collasso operativo. Quindi, si chiudono due uffici, se ne chiude uno, per rinforzarne un altro, non per renderne più efficiente un altro e, quindi, lo sforzo fatto nella precedente legge di bilancio è stato quello di mettere in sicurezza ed evitare la chiusura degli uffici e ridare una boccata d'ossigeno agli organici, cosa che ha comportato, quindi, anche un aumento delle pattuglie sul territorio, del controllo del territorio, delle attività investigative, perché, visto che in questi giorni si è parlato anche di una maxi operazione anti 'ndrangheta in Calabria e si parla del settore antimafia, non è tagliando 4 mila uomini nell'esercito antimafia in Sicilia che si può combattere la mafia, non è tagliandone 800 in Calabria, oltre 2 mila in Campania oppure in Puglia che si possono raggiungere dei risultati positivi; non è tagliando il 40 per cento delle volanti che si può controllare il territorio. Quindi, questo sforzo fu fatto nella precedente.

Questa legge di bilancio, invece, sarebbe quella che avrebbe dovuto ridare ossigeno alla logistica, all'efficientamento del sistema, avrebbe dovuto investire su formazione e professionalità. Io avevo preparato tutta una serie di emendamenti proprio su ogni punto, affinché fosse chiara la responsabilità; non emendamenti generici o su voci di spesa generica o logistica, no, su tutto, sulle fondine, sui giubbetti antiproiettile che ancora non sono idonei all'arma lunga, e alle insidie del terrorismo, quello fondamentalista di matrice islamica, che purtroppo utilizza solo queste armi, come le utilizza la criminalità organizzata e la criminalità comune; è l'arma più usata, il famigerato AK-47 e i nostri giubbotti antiproiettili vengono trapassati come il burro, perché possono servire soltanto per armi corte, mentre quelle sono armi ad alto potenziale che quando attraversano non spostano neanche il giubbetto antiproiettile, per dire che non è in grado di opporre alcun tipo di resistenza. Erano importanti le fondine, perché mancano, la formazione, un corso antiterrorismo; mi impegnai per anni a spiegare, anche al precedente Governo, anzi, non al precedente, al Governo nella precedente legislatura, che era irrisoria la spesa, perché solo per la Polizia di Stato si parlava di 5 milioni all'anno - quando, come battuta, per far comprendere l'irrisorietà della spesa, Montecitorio ne spende 6 o 7 per le pulizie all'anno - e che, quindi, era indispensabile per avvicinare il personale al controllo del territorio, per chi deve confrontarsi con dei mascalzoni, con degli invasati che non cercano la via di fuga, ma cercano il martirio, volendoti uccidere, quindi, l'ingaggio è completamente differente. Servono nozioni NBC, serve tutta una serie di altre informazioni e di preparazione per le forze dell'ordine.

Questa doveva essere la legge di bilancio votata a questo, per tentare piano piano di recuperare, gradino per gradino, step su step, in un decennio, i disastri fatti nei precedenti Governi, nella precedente legislatura, lo ripeto, i disastri fatti, i disastri fatti. Però, non è stato possibile; io ho fatto questi esempi adesso, ne voglio fare qualchedun altro per dire anche che era veramente irrisorio il tipo di spesa, perché per dei guanti anti-taglio che sono in grado di sostenere l'attacco da parte di armi da taglio, come si dice, oppure anche addirittura di chiodi, di fendenti, di siringhe, bastava un milione per tutto l'apparato della sicurezza, quindi, parliamo proprio di briciole; oppure, le faccio un altro esempio: forse le madri e i padri delle forze dell'ordine non sono persone meritevoli della medesima dignità, rispetto ai loro figli, di tutte le altre categorie? Allora, perché loro non hanno titolo al congedo parentale, non gli viene concesso questo, per cui vengono mandati a 400, 500 o 600 chilometri di distanza e tornano a casa quando i figli sono ormai adulti o hanno il moroso o la morosa? Mi scusi la gergalità.

Non è accettabile questo. Erano tutti i piccoli interventi, che non comportavano neppure degli oneri di spesa notevoli, ma davano un segnale concreto: da che parte sta lo Stato, se sta con chi difende lo Stato o se sta con i mascalzoni, perché ci sembra che questo sia un mondo alla rovescia, che questo Paese vada alla rovescia e che questa legge di bilancio sottolinei proprio questa inversione di valori e di attenzioni. Questo era quello che ci premeva; mi dispiace che non sia andata in questa maniera, perché, quanto meno, anche se non sarebbe passato nulla, avrei voluto approfondire, punto su punto, per segnalare e stigmatizzare una responsabilità che è assolutamente inescusabile e inaffrancabile verso la comunità del Paese e verso la categoria da cui provengo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Intervengo ovviamente come tutto il gruppo di Forza Italia che utilizza tutto il tempo che voi, la maggioranza e lei, avete contingentato, perché noi crediamo ancora di poter dare un contributo agli italiani che ci hanno votato, e lo diamo in quest'Aula. Non è così, Presidente, evidentemente, per la maggioranza; non si sentono voci di maggioranza, avete contingentato i tempi, ma la cosa peggiore è che portate questa manovra come un pacco chiuso, l'avete fatto al Senato, il Governo lo fa adesso qui alla Camera, non si può aprire la discussione; non si può aprire la discussione non perché avete fretta, forse avete fastidio o paura di quello che possiamo dire noi, delle proposte che arrivano da Forza Italia, dall'opposizione, dal centrodestra, lo fate per ragioni interne, Presidente, lo dico al Ministro D'Incà; al Senato, la maggioranza ha presentato più di mille emendamenti alla manovra di bilancio, perché non andate d'accordo proprio su nulla, ogni cosa che fate, anche ieri sera, con il decreto “milleproroghe” approvato “salvo intese”, la fate con un solo obiettivo: rimanere attaccati alla poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); è un Governo che è nato sulle poltrone e che conferma ogni giorno che è diviso su tutto. D'altronde, come ricordavano i colleghi del gruppo che hanno parlato prima di me, non poteva essere diversamente fra Partito Democratico, inserisco anche la costola del Partito Democratico Italia Viva, e MoVimento 5 Stelle, sono anni che ve ne dite di tutti i colori e immagino anche, con rispetto, l'imbarazzo che possono avere i colleghi del Partito Democratico a votare le cose che impone il MoVimento 5 Stelle e viceversa, perché ricordiamo come è andata la manovra di bilancio scorsa e ricordiamo come il fatto che venisse posta la fiducia anche su quella manovra aveva fatto inveire chi, oggi, siede invece nei banchi della maggioranza. È un Governo così, che ci impedisce di discutere perché ha un solo obiettivo: manteniamo la poltrona e impediamo agli italiani di votare, perché il risultato delle elezioni sarebbe scontato. È nato in questo modo e procede così anche nel provvedimento più importante,che è questo.

Con questo provvedimento, Ministro D'Incà, con questa manovra da 31 miliardi e 500 milioni circa avete inventato nuove tasse, è una cosa kafkiana, avete inventato la plastic tax, la sugar tax, tutta una serie di tasse; poi, le avete ridotte e avete detto: che bravi che siamo che le riduciamo. No, avete inventato delle tasse nuove, l'avete fatto con una manovra in debito per 16 miliardi e almeno quei 16 miliardi bisognerà trovarli, dopo, non arriveranno dalle tasse; ma le dico di più, Ministro, avete un altro problema, avete concordato con l'Europa la quota del 2,20 e quel rapporto è un rapporto deficit-PIL. Questa manovra aumenterà il debito, aumenta il deficit e non fa crescere il PIL, perché penalizza con più tasse gli italiani e le imprese e, quindi, vi troverete a dover mettere delle toppe, com'è questa manovra, per poter mantenere quel rispetto e quei 16 miliardi da trovare, quindi, non avete aumentato l'IVA adesso, vi troverete probabilmente a doverla aumentare nel prosieguo dell'anno, perché queste risorse dovranno essere trovate.

Allora, come dicevo, Presidente, sulla sugar tax e la plastic tax hanno già detto tanto i miei colleghi, è inutile entrare nel merito, se nonché per ricordare che un litro di succo di frutta costerà il 35 per cento in più quando le mamme andranno a comprarlo per i propri figli, e questo dice tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sulla sugar tax non devo dire altro, Presidente, ma voglio dire, però, un'altra cosa: avete messo 7,1 miliardi, 7 miliardi circa ancora per il reddito di cittadinanza quest'anno; stanno chiudendo le aziende che si occupano di plastica, gli zuccherifici, ci sono difficoltà.

Le multinazionali straniere - è stato detto Coca Cola, Fanta - non compreranno più neanche le arance siciliane e ne avete avuto manifestazione. La parte che più produce nel Paese con il 50 per cento del PIL, cioè Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte, con i presidenti della Confindustria territoriale ha dichiarato che questa è una manovra di bilancio che li ammazza. L'Ascom nazionale, non più tardi di qualche giorno fa, ci ha detto che ci state riportando in recessione. Ma io mi chiedo: questa maggioranza non prova vergogna - uso una parola forte ma deve essere questa - nel pensare di tassare chi lavora, di far chiudere le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), di far diminuire i posti di lavoro e di dare ancora 7 miliardi a chi si siede sul divano e non cerca neanche più lavoro? Perché poi nella vita contano i numeri, che non hanno colore politico, che sono freddi e che ci dicono che il vostro reddito di cittadinanza, quel reddito di cittadinanza che targa il MoVimento 5 Stelle, che il Partito Democratico aveva fortemente contestato e che, invece, adesso vota e subisce, insieme a Renzi, a Italia Viva e a LEU naturalmente, ebbene, non ve ne è uno di quelli che trova un posto di lavoro dopo. Doveva essere: “Vi aiutiamo per un periodo”, e sarebbe piaciuto anche a noi il percorso dell'autonomia perché ti aiuto se sei in difficoltà ma ti voglio far correre veloce e ricominciare il tuo percorso nella vita. Quella è assistenza che dà autonomia, ma il vostro reddito di cittadinanza - 7 miliardi degli italiani - invece è assistenzialismo e non solo assistenzialismo: è assistenzialismo cronico, Viceministro Castelli, che ringrazio perché ci ascolta; è assistenzialismo cronico, sono soldi che vengono buttati e che faranno abbassare il PIL, che fanno perdere posti di lavoro e, quindi, quel rapporto di cui parlavo prima non potrà mai - non potrà mai! - essere rispettato.

Il problema di questa manovra ancora è che non c'è un progetto. Non c'è un progetto! Qui si vuole tappare un buco per mantenere questo Governo, si mette la toppa ai conti dello Stato ma sotto questo buco non si chiude e anzi continua ad aumentare. È quello che dicevo prima, Presidente, e purtroppo il Paese avrebbe bisogno d'altro: avrebbe bisogno di diminuire veramente il cuneo fiscale, ma voi, fra reddito di cittadinanza e abbassamento vero del cuneo fiscale, scegliete il reddito di cittadinanza, scegliete l'assistenzialismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lo fa una maggioranza composita e qualcuno della maggioranza pensa magari anche di invadere il nostro campo. No, noi non siamo assistenzialisti, non siamo centralisti, non siamo statalisti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): noi siamo per la persona al centro dello Stato e siamo per dare autonomia e merito a chi governa, ai territori e a chi crede veramente di investire su se stesso e, quindi, su questo Paese. Voi, purtroppo per gli italiani, siete proprio un'altra cosa.

Dicevo che non c'è il progetto. Le tasse non si abbassano, anzi avete detto che, come ricordava bene prima il relatore di minoranza l'onorevole Mandelli, chi ha deciso di aderire a quella flat tax fino a 65 mila euro - era previsto di portarla a 100 mila euro ma non se ne parla neanche naturalmente ed è evidente - ha deciso di far emergere il sommerso, perché quella flat tax faceva emergere il sommerso e diceva che si paga meno e si combatte il lavoro nero, cosa che non fa il reddito di cittadinanza ovviamente, come abbiamo visto e ricordato prima, e anzi si andrà sotto il mirino dell'agenzia delle entrate. Quindi, chi paga le tasse va sotto il mirino dell'agenzia delle entrate; invece, chi prende il reddito di cittadinanza non è che non va sotto il mirino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) ma dovrebbe essere controllato da quei navigator di cui non abbiamo visto traccia e che si vedono forse sulla piattaforma Rousseau, Presidente, forse sulla piattaforma Rousseau (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E a proposito di trasparenza, Presidente, io mi auguro che lei permetterà al Governo e al Ministro - che ieri ha avuto l'incauta idea che per fortuna è scivolata, facendo però sapere di quei rapporti che ci sono fra la Casaleggio e un Ministero - che presto anche in Aula lei ci darà modo di sapere la verità, perché la verità la devono sapere gli italiani perché pensare di essere controllati da una piattaforma con circa qualche migliaio di iscritti e di non poter votare in Italia, di non dire agli italiani da chi si vuole essere governati francamente mi terrorizza, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, Presidente, noi del gruppo di Forza Italia ci siamo iscritti perché noi crediamo ancora di poter discutere in quest'Aula e avevamo presentato una serie di emendamenti, noi e i nostri alleati di centrodestra, perché crediamo di avere delle proposte che sono antitetiche rispetto a queste. La situazione è kafkiana (non ho più molto tempo, Presidente): Renzi che dice “su!” a Zingaretti - la ringrazio e concludo -, Zingaretti che dice “su!” a Di Maio e Di Maio che dice “su!” a Speranza. Li ho messi a caso i nomi ma vale per tutti i Ministri, vale per lo spettacolo indecente che state dando al Paese.

Non è solo un problema di galli nel pollaio: il problema è che, con questa manovra, questo conto lo pagano gli italiani e quei miliardi di euro li prendete dalle tasche degli italiani. Arriva Natale e il regalo per gli italiani sono miliardi di nuove tasse. Fosse solo questo: porterete l'Italia nel baratro e noi speriamo che la vostra esperienza si chiuda il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Ammetto che è molto difficile discutere della legge più importante dell'anno in un'Aula dove è sostanzialmente impossibile avere un dibattito visto che la maggioranza non interviene, visto che ci sono i tempi contingentati e visto tutto quello che è successo. Ci è stata presentata da una conferenza stampa del Presidente del Consiglio una manovra espansiva - così l'ha chiamata - ed è probabilmente talmente espansiva che qui non abbiamo il tempo necessario di poterla discutere tanto è espansiva questa manovra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma io non sto sul metodo, Presidente, perché sul metodo starà a lei, in maniera obiettiva, giudicare quello che è successo, che mi pare evidente a tutti e che mi pare sia stato - e questo lo voglio dire, però - ancora più limitante rispetto allo scorso anno e rispetto anche alle tante e, a volte, anche giuste proteste che ci sono state sul metodo da parte del Partito Democratico, che lo scorso anno era all'opposizione ma quest'anno è successo addirittura di peggio. Non voglio fermarmi sul metodo ma con riferimento a questa continua retorica e a questa continua giustificazione rispetto alla manovra di bilancio, cioè “abbiamo cancellato le clausole di salvaguardia” e cioè “l'aumento dell'IVA, che sarebbe costato tot dal 1° gennaio 2020 agli italiani”, io faccio sommessamente presente - ma questo la gran parte dei parlamentari che sono in quest'Aula lo sa chiaramente - che le clausole di salvaguardia esistono da circa dieci anni e ogni Governo si è occupato di cancellarle. Voi quest'anno vi occupate di cancellare non solo la parte del Governo precedente, di cui noi facevamo parte, ma anche, rispetto alle clausole di salvaguardia dell'IVA di 23 miliardi, quella parte - 19 miliardi di euro - inserita nel piano triennale dal Governo Gentiloni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Stiamo attenti a questa retorica, perché non funziona: non funziona per voi, non funzionerebbe per noi, non funzionerà l'anno prossimo e non funzionerà probabilmente tra due anni, a meno che ci sia un Governo talmente forte da poter mettere in discussione le regole di bilancio imposte dalla Commissione europea. Non funziona questa retorica perché voi, nell'arco di 70 giorni, avete sostanzialmente presentato a livello comunicativo 15 manovre di bilancio con degli obiettivi estremamente diversi l'una dall'altra nell'arco di due giorni, presentando micro-tasse settoriali che arrivavano di giorno e scomparivano di notte e purtroppo, peggio ancora, sono arrivate di notte alla fine, in una situazione molto confusa e in un dibattito che non ha visto protagonista lo scontro politico tra opposizione e maggioranza ma che addirittura ha visto protagonista lo scontro politico all'interno della maggioranza. Dunque, lo dico ai deputati e colleghi d'Italia Viva: guardate che non funziona il fatto di dire che una tassa doveva essere 100 e oggi è 50. Però, quella tassa di 50 l'avete votata anche voi, l'avete approvata anche voi e siete corresponsabili di questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sono 31 miliardi di euro: 16 miliardi sono di deficit, tra l'altro con gli stessi obiettivi dell'anno scorso che sono gli stessi obiettivi di due anni fa per via del rischio inflazione, e con l'altra parte, cioè 15 miliardi che qualcuno qua dentro in maggioranza o per quanto riguarda il Governo dovrebbe spiegarci da dove arrivano. I 15 miliardi che mancano rispetto al deficit per una manovra di bilancio di 31 miliardi di euro da dove arrivano? Da tagli, avete tagliato i servizi, avete tagliato i ministeri, avete tagliato qualcosa, o derivano, come noi pensiamo e come viene certificato da tutte le tabelle, da nuove tasse, micro tasse come le avete chiamate voi? La manovra di bilancio è l'atto politico più importante e questa è la contestazione più grossa che noi vi facciamo. Mi rivolgo soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: guardate che questa manovra di bilancio è dal punto di vista del metodo e degli obiettivi la copia esatta delle manovre di bilancio dei Governi del Partito Democratico che nella scorsa legislatura si sono susseguiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ha due aspetti fondamentali: l'aumento della pressione fiscale settoriale, specifica, le giustificazioni dal punto di vista comunicativo per le quali si fanno queste cose, ma soprattutto la mancanza di un obiettivo specifico, cioè manca un'idea di politica economica di questo Paese. E perché dico questo? Dico questo perché, quando fate riferimento ai 3 miliardi di abbassamento del cuneo fiscale, sarebbe molto interessante se potessimo aprire una discussione rispetto agli effetti di quel taglio, perché in una misura di politica economica quel taglio dovrebbe avere come conseguenze l'aumento di potenziale di consumo tanto per cui rendere vigorosi i consumi interni, tanto per cui rendere vigoroso un aumento rispetto al circuito economico, tanto per cui aumentare il gettito fiscale sui consumi. E questa discussione non riusciamo a farla; ma non riusciamo a farla non solo perché manca il tempo di farla, perché siete anche voi consapevoli che quel piccolo taglio per ogni singolo - ben venga - non produrrà effetti positivi dal punto di vista economico. E allora mi chiedo: non sarebbe stato molto più intelligente, politicamente ovviamente, utilizzare la retorica delle clausole di salvaguardia dell'IVA per cancellarle e poi, visti i buoni rapporti che avete con la Commissione europea, poter ampliare lo spazio per dare un taglio netto al cuneo fiscale e magari, al posto di utilizzare tre miliardi, utilizzarne 10 per poter veramente dare impulso ai consumi e al potenziale di consumo dei singoli lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

E invece no, invece siete riusciti in una confusione totale che ha provocato sostanzialmente alcune conferme delle misure che abbiamo inserito l'anno scorso e che voi contestavate, che il Partito Democratico contestava; siete riusciti ad ammazzare alcuni settori produttivi - ammazzare alcuni settori produttivi - e siete riusciti a fare una grande confusione sugli investimenti, sugli investimenti pubblici, che era uno degli aspetti principali, anche secondo voi, che determinavano la possibile crescita di questo Paese.

Veniamo al tema delle attività produttive, perché è un tema surreale. Non so se voi siate consapevoli dei risultati di astio e di inimicizia nei confronti di tutto il settore produttivo di questo Paese, che già, come ben sapete, come ben sappiamo, perlomeno i dati ce lo dicono, vive un disagio dal punto di vista sociale non indifferente. Voi avete fatto misure settoriali senza prevedere alcun piano industriale di filiera.

Faccio un esempio su tutti: avete tassato chi produce plastica monouso senza incontrarli preventivamente, senza capire con loro che tipo di effetti avrebbe avuto questa misura e senza prevedere un piano di riconversione che consentisse a queste aziende di raggiungere l'obiettivo, senza soppesare dal punto di vista economico sulla loro produttività. E quando c'è un peso maggiore dal punto di vista economico sulla produttività di una singola azienda o di un singolo settore, guardate che le conseguenze le pagano i consumatori e i lavoratori, perché le crisi aziendali arrivano da misure sbagliate dal punto di vista settoriale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); e quando tassate un settore poi c'è il disagio sociale, perché ci sono i lavoratori che stanno a casa.

Poi facciamo una discussione sulla cedolare secca degli immobili commerciali, perché qualcuno ci deve spiegare, al di là delle coperture, che potremmo mettere in discussione pure quelle, perché per quanto ci riguarda minore è la tassazione sugli affitti e più possibilità ci sono che i contratti d'affitto vengano stipulati, per cui più gettito fiscale ci potrebbe essere, ma facciamo una discussione: l'agevolazione sulla cedolare secca ha funzionato o non ha funzionato?

Perché, se voi la togliete, ritenete che non abbia funzionato, ma dovete spiegarcelo; dovete spiegarci i motivi dal punto di vista contabile per cui questa misura non ha funzionato, perché altrimenti è inspiegabile quello che voi fate. Come è inspiegabile la storia della tassazione sulle bevande zuccherate. Ma nessuno di voi era consapevole al Governo che c'erano dei possibili investimenti da parte di aziende toccate da questa tassazione sui singoli territori? Nessuno di voi era preoccupato che multinazionali che lavorano in questo settore da un giorno all'altro potessero spostare la propria produzione e lasciare a casa i lavoratori? Nessuno di voi ha parlato con queste aziende? Nessuno di voi ha cercato di capire come poteva evitare questa situazione?

E il massimo - ve lo dico in tutta franchezza - lo avete raggiunto con la tassa sulle auto aziendali: prima o poi capiremo chi si è inventato questa roba, perché guardate che è una roba completamente fuori dalla realtà. Oltre ad essere un patto, un contratto sottoscritto tra l'azienda e il lavoratore, è surreale il fatto che voi pensiate che con questa roba qua potevate andare a colpire i manager con uno stipendio molto elevato, perché l'auto aziendale - ve lo dico per informazione - è un benefit all'interno del contratto che hanno lavoratori che prendono 1.600 euro al mese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Andate a colpire esattamente quelli che dite di voler difendere ed è tutto molto surreale.

Si è arrivati al punto, e fortunatamente qualcuno ha avuto l'etica, la dignità di ritirarlo, di fare una tassa sulla casa perché una famiglia ha magari due case o perché uno è residente da una parte e uno è residente da un'altra. Guardate che questa non è una roba nuova, è una roba che sappiamo tutti, ma, se vogliamo incentivare il settore, se vogliamo incentivare il settore immobiliare, probabilmente sarebbe utile fare chiarezza positiva da quel punto di vista e dire che, se un marito e una moglie sono proprietari di una casa che non è la stessa, probabilmente hanno gli stessi diritti di abitazione principale. Questo vuol dire cercare di incentivare i settori senza che cambi la contabilità dello Stato, ovviamente. Poi veniamo agli investimenti, e sugli investimenti noi abbiamo fatto una prova l'anno scorso.

Discuteremo prima o poi del bando periferie, perché il posticipo del bando periferie, che era una cosa molto confusa, ha permesso a comuni con fino a 20 mila abitanti e ha permesso a chi aveva l'avanzo di bilancio bloccato, inutilizzato, di poter fare strade, di poter manutenzionare le scuole, di poter sistemare i parchi, di poter mettere in sicurezza i propri edifici e la propria comunità, dando lavoro a tantissime aziende, e i dati ci dicono questo. Voi, quel contributo, lo avete sostanzialmente dimezzato; e le uniche assunzioni di cui c'era bisogno erano quelle delle province, non siete riusciti a farle. Avete assunto migliaia e migliaia di persone dappertutto, con un'ottica centralista e, quando si assumono così tante persone, anche quando non c'è bisogno, nella pubblica amministrazione, il risultato è di tutta evidenza: l'aumento della burocrazia, perché una carta deve giustificare una scrivania. Questa è la realtà, e poi parliamo di digitalizzazione. Questo è il disagio a cui siamo di fronte e si è arrivati al punto, e consentitemi e ho quasi finito, Presidente, che se uno per vari e vari motivi, che possono essere di crisi di mercato, di crisi aziendali, di difficoltà di credito, eccetera eccetera, non paga un tot di tasse, rischia di più che andare a fare una rapina in banca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo dice la nuova norma, dal punto di vista giuridico, che avete creato. Cioè stiamo dicendo a un imprenditore: guarda che vai a rubare in banca piuttosto che avere una difficoltà aziendale, piuttosto che non pagare le tasse perché devi pagare i tuoi dipendenti perché sennò non mangiano, è meglio che vai a rubare in banca: questa è l'ottica ed è il risultato che avete creato.

Finisco dicendo che non è una manovra espansiva: è una roba che tutti gli anni viene detta, ma tutte le volte che si va a toccare la questione della pressione fiscale non è un'ambasciata nostra a tutela delle partite IVA o, meglio, non è solo quello, ma la pressione fiscale è talmente elevata in questo Paese che tutte le volte che si aumenta dello 0,1 settorialmente, qualsivoglia settore, quel settore muore e l'unico modo per far sì che questi settori vivano è abbassargli la pressione fiscale, perché è totalmente insostenibile e non è una questione politica, è una questione contabile e fiscale ormai evidente a tutti. Tutte le volte che si toccano le imprese, tutte le volte che si tassano le imprese, tutte le volte che si mette in difficoltà l'impresa, si tocca il lavoro, si toccano i dipendenti di quelle imprese: stiamo attenti ai risultati di questa legge di bilancio, perché è una legge di bilancio che produrrà risultati assolutamente negativi. E prima o poi, Presidente, in quest'Aula riusciremo a fare un dibattito serio sui vincoli della Commissione europea, Guardate, ve lo dice un europeista convinto: ma se noi tutte le volte ci mettiamo a discutere di come far quadrare il conto con le clausole di salvaguardia - l'avete fatto voi quest'anno, l'abbiamo fatto noi l'anno scorso e lo avete fatto voi negli anni precedenti - una discussione, da quel punto di vista, va fatta, una squadra, da quel punto di vista, va fatta perché, se l'obiettivo è la diminuzione del debito pubblico, il Paese deve crescere del 3 per cento, e o liberiamo i vincoli per crescere del 3 per cento o questo Paese subirà manovre di bilancio come questa, difficili da capire, confuse negli obiettivi, che faranno tanto, tanto male a tutto il settore produttivo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, il Governo giallo-rosso è nato recentemente perché doveva portare in approvazione la legge di bilancio e perché doveva, tra l'altro, evitare l'aumento dell'IVA, sterilizzare le clausole di salvaguardia. La legge di bilancio allora – udite, udite - si fa in deficit, quindi senza alcuna novità di politica strategica, economica, da parte della nuova maggioranza che, tra l'altro, sostiene lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri che l'aveva preceduta, si fa in deficit e si fa con la costrizione del dibattito parlamentare come raramente nella storia della Repubblica è accaduto, a tal punto che, guardando da qui l'immagine del Ministro per i Rapporti con il Parlamento che più volte viene qui a recitare la fatidica frase di posizione della fiducia da parte del Governo, mi verrebbe quasi da proporgli di farsi modificare la delega che gli è stata assegnata, aggiungendoci la parola “cattivi”: il Ministro dei cattivi rapporti con il Parlamento. Perché questo è un modo di agire sbagliato e credo che l'unica cosa che avete sterilizzato, che siete riusciti a sterilizzare con la manovra, forse siete riusciti a sterilizzare, è il Partito Democratico, perché ricordo il Partito Democratico nella scorsa manovra, lo ricordo nella Commissione Bilancio - parliamo di pochissimi mesi fa e, quindi, diciamo anche i più corti di memoria non possono trovare giustificazione nel ricordare questo - come sbraitava per le posizioni rigide assunte nella proposizione della manovra per il 2019 che comunque in questa Camera ha assunto un valore, lo scorso anno, perché ne abbiamo discusso e ne abbiamo anche discusso tanto in Commissione, e lo dico con la fierezza di essere stato all'opposizione del Governo giallo-rosso e di essere stato all'opposizione del Governo giallo-verde.

Questo Governo nasce per la legge di bilancio e per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia: le clausole di salvaguardia vengono sterilizzate nel 2020, ma si prende la polvere e la si mette sotto il tappeto. Questa cosa va detta agli italiani: il vostro marketing politico, di propaganda politica, che adesso condirò anche con altri elementi, è una vera e propria presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché le clausole di salvaguardia vengono semplicemente spostate al 2021 e al 2022 e vengono aumentate le potenziali tasse per gli italiani. Si prevede, per coloro che saranno gli sventurati al Governo l'anno prossimo a dover gestire la manovra 2021, un grande lavoro perché sarà quasi impossibile, difficilissimo non consentire l'aumento delle tasse che prevedete, di circa 47 miliardi tra il 2021 e il 2022 – 47 miliardi di euro – e soprattutto l'aumento spropositato delle accise sui carburanti. Sarà una stangata di quelle che gli italiani ricorderanno per tutta la vita, e questo dovevate avere il coraggio di dirlo. Come dovevate avere il coraggio di dire anche che il vostro taglio del cuneo fiscale, battaglia storica del partito a cui appartengo che con il suo presidente, il Presidente Berlusconi, propone finalmente l'introduzione nella Costituzione di un limite alla tassazione per gli italiani al 30 per cento, bene, voi avete propagandato il taglio del cuneo fiscale. Udite, udite: questo taglio del cuneo fiscale - è bene che gli italiani questo lo sappiano anche quelli che sono a vederci, ad ascoltarci e a seguire i nostri lavori - proposto da questo Governo in manovra coincide con circa 40 euro in busta paga per i dipendenti, cioè praticamente non siete neanche riusciti a fare quello che era già abbastanza orrido, che aveva fatto il vostro compagno di merenda, Renzi; Renzi almeno la mancetta l'aveva portata a 80 euro.

Voi pensate con 40 euro di prendere in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), aumentando loro poi tutta una serie di altre tasse, che adesso vi elenco, perché è un diluvio di tasse, altro che non ci sono nuove tasse, è un diluvio: plastic tax, abbiamo detto, di circa 312 milioni di euro, di entrate, presi dagli italiani; la rivalutazione sulle partecipazioni mobiliari e immobiliari per 860 milioni di euro; non parliamo di quella sulla sui giochi, perché tassate non soltanto le aziende del gioco legale, praticamente un settore completamente distrutto, ma adesso andate a prelevare anche di più dalle vincite dei giochi, e in Italia neanche si può giocare perché voi riuscite a prelevare anche di più dalle vincite dei giochi; la sugar tax, 230 milioni; i tabacchi e gli accessori da tabacco, 119 milioni; l'imposta sui servizi digitali, 108 milioni; le accise sui prodotti energetici, 106 milioni; le accise sul gasolio, per adesso 80 milioni; i buoni pasto nelle mense aziendali, 51 milioni; insomma, un diluvio di tasse. Però, usando sempre la vostra grande competenza in marketing di propaganda territoriale, per prendere meglio ancora di più in giro gli italiani, soprattutto quelli delle regioni che vanno al voto, cosa avete fatto? Non avete introdotto subito la nuova tassa, per esempio, della plastic tax, no, perché se no in Emilia-Romagna le aziende e i dipendenti si sarebbero arrabbiati e non vi avrebbero magari - tanto non vi voteranno, non lo faranno lo stesso - votati per le elezioni regionali. Dunque, la plastic tax entrerà in vigore il 1° luglio, la sugar tax entrerà a ottobre, la tassa sui veicoli aziendali entrerà in vigore il 1° luglio, insomma tutto posticipato con la solita tecnica della polvere sotto il tappeto. Questo tappeto credo che abbia ormai una distanza dal suolo abbastanza evidente. Siccome perseverare è sbagliato, ma è diabolico continuare e ostinarsi a farlo in questa manovra avete voluto continuare a sostenere una misura, che è la dimostrazione, l'immagine plastica del fallimento del MoVimento 5 Stelle e del suo capo politico: il reddito di cittadinanza. Lo dicono ormai tutti, noi l'abbiamo detto molto prima e non ci avete voluto ascoltare, ma lo dicono ormai tutti che il reddito di cittadinanza ha prodotto risultati pari a zero - pari a zero! -, non ha prodotto nuova occupazione, ha scoraggiato addirittura la ricerca dell'occupazione. È una manovra, quella del reddito di cittadinanza, che ha sottratto fondi all'impresa, impresa che voi non soltanto non avete voluto sostenere, sostenendo appunto una politica così passiva di assistenzialismo senza alcun effetto positivo, ma addirittura avete voluto, per tutto l'elenco di tasse che riguardano prevalentemente le aziende, mortificare.

La parola “sud”, se l'anno scorso era ripetuta quattro, cinque volte nella manovra del 2019, per la manovra 2020 vi siete messi l'anima in pace e l'avete completamente eliminata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), avete soltanto confermato che il 34 per cento della spesa pubblica deve essere destinato al Sud, però non dite che sugli investimenti avete ormai messo la parola fine. Infatti, le spese per gli investimenti, caro Presidente e cari colleghi, si riducono in questa manovra di un miliardo di euro, a prova di smentita. Ci deve essere qualcuno che in quest'Aula si deve alzare e deve smentire quello che sto dicendo io. Avete tolto un miliardo di euro d'investimenti nel nostro Paese e avete, così, ridotto anche il Fondo di sviluppo e coesione. Insomma, signor Presidente, e concludo, una serie di misure che colpiscono l'impresa, colpiscono le famiglie, colpiscono i consumi, non danno un minimo di speranza di futuro negli investimenti e nell'economia prossima importante, quella che produce reddito, che produce occupazione nel nostro Paese. Questo è un buon motivo per rinnovarvi un invito: fatevi questa manovra, ve la siete fatta in casa, avete fatto tutto da soli, non avete voluto il contributo di nessuno. Facciamoci insieme, spero presto, queste elezioni regionali, che vedranno il centrodestra vincere e, poi, Presidente, Ministro, togliete il disturbo e date la parola agli italiani, che forse qualcosa ce l'hanno già detta: questo Governo nato così, in laboratorio, non va, lo avete dimostrato, non siete riusciti a dare nulla di nuovo, anzi, sarete ricordati per la vostra capacità di produrre tasse e di terrorizzare il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per favore. È iscritto a parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Sul metodo e su come siamo arrivati qua c'è poco da dire, su come si è arrivati a questa enorme forzatura, bastano le rinunce a parlare dei tanti iscritti della maggioranza, 5 Stelle e PD, che preferiscono consegnare il testo, piuttosto che parlare in Aula, e questa si chiama vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Del resto, che si arrivava qui, caro Presidente, lo abbiamo segnalato non qualche settimana fa, il 31 ottobre…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Mi scusi.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Il 31 ottobre avevamo capito che finiva così e avevamo chiesto alla Presidenza di attivarsi perché non finisse così, ma non è stato fatto. Perché si capiva già che finiva così? Perché c'erano troppe divisioni: già all'epoca il Governo era diviso su una cosa importante, perché il Ministro Gualtieri voleva aumentare un po' l'IVA, gli altri no, risultato: ritardo nella presentazione dei documenti, e le divisioni sono proseguite e sono tuttora in corso.

Semplicemente questa maggioranza ha una folle paura del voto: una folle paura del voto non solo nel Paese, nelle urne, ma anche del voto dei suoi rappresentanti in queste Aule, in Commissione. Figuriamoci cosa sarebbe successo, per esempio, un esempio banale, quando in Commissione avremmo dovuto votare lo scudo penale dell'Ilva. Secondo voi, cosa succedeva? Un'ovvia divisione di una maggioranza che non c'è. Peccato, è andata, così come è andato questo Governo, ormai vittima di accanimento terapeutico. Ma veniamo alla manovra. Qual è la filosofia, se c'è una filosofia, dietro questa manovra? Cosa c'è dietro questa legge di bilancio? Per noi, alla fine, è molto semplice - la politica è difficile perché è semplice -, è la miscela delle ideologie PD e 5 Stelle: il PD ama le tasse, i 5 Stelle amano l'oppressione fiscale, entrambi odiano le imprese, soprattutto le più piccole, soprattutto le partita IVA, i commercianti, gli artigiani, i professionisti.

PRESIDENTE. Colleghi!

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Il PD ama le tasse. Del resto, basta avere un minimo di memoria storica: se uno pensa a una tassa, gli sovviene il PD. Qualche esempio: l'IRAP, l'imposta rapina, chi l'ha fatta? Visco del PD, con i voti del PD. Chi è che ha aumentato la prima aliquota Irpef dal 21 al 23 per cento? Ma sempre Prodi, sempre con i voti del PD. Visto che si parla tanto di clausole IVA, chi è che ha aumentato l'IVA, non sterilizzando le clausole? Il Premier Letta del PD con i voti del PD (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Uno pensa a una tassa e gli sovviene il PD (Commenti del deputato Sensi)

PRESIDENTE. Deputato Sensi, la richiamo all'ordine!

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Non ci stupisce allora che il PD abbia messo tutte queste tasse. Vi faccio un esempio concreto, molto concreto. Anche gli amici dei 5 Stelle amano le tasse fantasiose e la plastic tax è un'idea grillina. Quando la Viceministro Castelli ce la propose, 0,25 al chilo, la proposta fu respinta con perdite, ma anche con argomentazioni molto semplici: ti pare che possiamo tassare beni di prima necessità come acqua, latte, insalata?

È evidente che è una tassa stupida, non può funzionare. Invece al PD è piaciuta, è piaciuta quattro volte tanto: invece di 25 centesimi al chilo, 1 euro al chilo. Poi, bontà loro, siccome stava venendo giù il mondo, e in particolare ovviamente in Emilia-Romagna, la portiamo a 0,45: così le ditte non falliscono dopo un giorno, falliscono dopo una settimana, ma sempre fallimento è. Pazienza. Ma così al 5 Stelle, oltre a piacere le tasse (dicevamo, plastic tax, sugar tax, tutta la stretta sulle auto sono genialate loro), piace tantissimo l'oppressione fiscale, hanno proprio una passione per l'oppressione fiscale. E in questo si trovano abbastanza d'accordo col PD. Gli ISA per esempio, i nuovi studi di settore, idea del PD, hanno portato i commercialisti per la prima volta nella storia della Repubblica a fare sciopero: mai visti i commercialisti fare sciopero, hanno fatto sciopero per gli ISA che non funzionano. Il PD e i 5 Stelle hanno fatto la ode degli ISA nei documenti di bilancio, e non pensano minimamente… Figuriamoci di toglierli: di modificarli, di renderli quantomeno funzionali: no, niente. Aggiungono burocrazia: pensiamo al super ammortamento. E anche qui, cari amici renziani, il super ammortamento, Industria 4.0, viene ridotto del 60 per cento; e in più si aggiunge burocrazia, gli imprenditori devono fare la relazione per come fanno gli investimenti; vabbè. Una citazione, perché è importante che certe cose restino in questo dibattito surreale: quando parliamo di amore per la repressione e l'oppressione fiscale, citiamo i vostri documenti. Voi riuscite a scrivere qui dentro che l'aumento di pena funge da monito e deterrente a un comportamento illecito diffuso in alcune categorie del settore commercio: questo è odio sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non è contrasto all'evasione fiscale, questo è odio sociale.

Ma non solo, vi facciamo un altro esempio. L'estensione del regime dei minimi per le partite IVA per le piccole realtà: era prevista l'estensione, è legge, quindi avete cancellato una legge vigente, tassando maggiormente per 1 miliardo e mezzo questa categoria; però, uno vuole capire qual è la ratio. C'è una motivazione economica per cui si fa questa stretta, si torna indietro rispetto a una legge esistente? No, non c'è una motivazione economica. Cosa ha prodotto questo regime? Seicentomila partite IVA nuove, che sono posti di lavoro, nuove partite IVA sono posti di lavoro. 1 miliardo e mezzo di tasse in più, l'abbiamo detto, incassate, emersione dal nero, tanti esercizi che non sono chiusi, sono rimasti aperti, tanti nostri giovani che non sono andati all'estero, sono rimasti in Italia. Ma poi la cancellate, cancellate una cosa che funziona: perché? Noi temiamo che dietro ci sia un'impostazione mentale, quella dell'odio sociale, dell'invidia sociale, che è tutt'altra cosa rispetto alla sana emulazione: vedo una cosa che va bene e voglio che vada bene anche per me (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). No, invece, qui c'è l'invidia sociale: è come due che fanno una gara, sei lì, agli ultimi dieci metri gli faccio lo sgambetto, basta che non vince lui, perdiamo tutti e due. Ma così non vince nessuno, così non si fa PIL, non si fa crescita, non si fa sviluppo. Questa è un'impostazione mentale che noi proprio non possiamo condividere.

Chiudo su una considerazione, su questo mantra del miracolo di aver evitato l'aumento dell'IVA. Questa cosa è molto interessante. Viene il Ministro Gualtieri in Commissione bilancio per l'audizione e gli facciamo una domanda semplice. La domanda semplice è: caro Ministro, ci spiega qual è la ratio di aumentare benzina e gasolio, l'anno venturo, di 1,2 miliardi, poi di 1,6 miliardi, poi salire fino a 2 miliardi? Perché aumentare gasolio e benzina per tutti, per poi dare solo ad alcuni, solo ai più ricchi, quelli che usano la carta di credito, il cosiddetto bonus della Befana? È una cosa che ovviamente non ha senso. Va bene, è ovvio che non ha senso: infatti, nessuna persona sensata farebbe una sciocchezza simile. La risposta del Ministro è stata: ma no, non è così. Non è aumento dell'IVA, quell'accisa che abbiamo messo nel 2021: è solo una clausola di salvaguardia, che verrà tolta, come vengono sempre tolte tutti gli anni. Allora, carissimi, ci avete preso per i fondelli fino adesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): tutto il miracolo dell'aver tolto l'aumento dell'IVA è, come ha detto il vostro Ministro Gualtieri, il minimo sindacale, quello che si fa ogni anno, tranne Letta nel PD, nel 2015. Quindi in questa manovra fantastica, che distrugge PIL, l'unica roba che c'è è quello che avrebbero fatto tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2305 – A.C. 2305/I)

PRESIDENTE. Avverto che il relatore per la maggioranza, deputato Ubaldo Pagano, e i relatori di minoranza, deputati Rebecca Frassini, Ylenja Lucaselli e Andrea Mandelli, hanno esaurito il tempo a loro disposizione. La deputata Frassini ha chiesto comunque di poter brevemente intervenire. La Presidenza accoglie tale richiesta, concedendo due minuti. Prego.

REBECCA FRASSINI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Sarò telegrafica, ma vorrei usare questa replica per tirare un po' le somme per quanto concerne il dibattito che c'è stato quest'oggi in quest'Aula. Vede, con rammarico prendiamo atto che purtroppo la maggioranza non è intervenuta, come pensavamo facesse, in modo da creare un dibattito e, insomma, rimediare quantomeno a quella che è una situazione veramente imbarazzante e gravissima per questo Paese. Perché, vorrei ricordarlo veramente a chiare lettere, a nome anche del gruppo della Lega: noi ci troviamo oggi di fronte a un gravissimo vulnus della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché purtroppo oggi constatiamo a chiarissime lettere che non c'è stata possibilità alcuna da parte di questo ramo del Parlamento, che ha subito una vera e propria censura riguardante la legge fondamentale di tutto l'anno… Beh, Presidente noi ci aspettavamo che come minimo il Ministro Gualtieri, in una situazione di extra-ordinarietà, fosse presente quest'oggi in Aula; invece, purtroppo, constatiamo che, nonostante l'importanza del dibattito odierno, non c'è traccia del Ministro Gualtieri alcuna. E soprattutto constatiamo anche, come ha giustamente ricordato, nella sua analisi puntuale, nel suo intervento, l'onorevole Garavaglia, che non solo non ci ha dato risposte anche in Commissione in merito alle domande puntuali che le opposizioni gli hanno rivolto, ma che purtroppo questo andazzo, che parte dalla maggioranza, si esaurisce oggi con questo incipit della discussione, partendo dalla discussione generale: purtroppo constatiamo che non ci sono stati attenzione e rispetto per le opposizioni come era giusto che fosse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Chiedo al deputato Michele Sodano, relatore per la maggioranza, se intenda replicare.

MICHELE SODANO, Relatore per la maggioranza. No, rinuncio, Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice di minoranza, deputata Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Vede, è davvero, davvero sconcertante quello che è successo in quest'Aula, sostanzialmente vuota; adesso la vediamo un po' più fornita di parlamentari, però obiettivamente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… obiettivamente… obiettivamente… obiettivamente (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi!

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Sì, adesso vi vedo: io ero qui da stamattina alle 9,30, quindi…

PRESIDENTE. Andiamo… Deputata Lucaselli, andiamo avanti sulla… Andiamo…

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. No, Presidente, rispondono…

PRESIDENTE. Li ho richiamati, andiamo avanti sull'intervento. Prego. Prego.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Ecco, allora li faccia… Li faccia accomodare serenamente. Detto questo, Presidente, io capisco qual è… Io la capisco l'agitazione dei colleghi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati Deidda e Trancassini)

PRESIDENTE. Trancassini! Trancassini! Trancassini! Colleghi! Deputato… Deputato… Deputato Sensi! Trancassini! Trancassini! Trancassini! Trancassini! Deputato Trancassini, può andarsi a sedere, per favore? Si vada a sedere. Si vada a sedere. Colleghi, possiamo far continuare la deputata Lucaselli? Andiamo… Andiamo avanti.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Sa, Presidente…

PRESIDENTE. Prego.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Presidente, io capisco l'agitazione anche rispetto all'affermazione che questa mattina l'Aula fosse vuota, ma lo era, e questo denota la gravità di quello che sta succedendo in questo momento, perché la legge di cui discutiamo oggi dovrebbe essere, anzi, sicuramente è, la legge delle leggi dello Stato italiano, perché noi o, meglio, il Governo - e adesso arriveremo anche a questo punto - decide attraverso la legge di bilancio come spendere i soldi degli italiani, perché non sono soldi del Governo, sono soldi e, in questo caso particolare, debiti che saranno sulla testa degli italiani e delle prossime generazioni. Io capisco l'agitazione da parte della maggioranza, perché non c'è nulla di cui essere fieri o nulla da voler raccontare ai propri elettori, venendo, prima, in Commissione e, poi, in Aula, sostanzialmente eliminando il principio democratico della dialettica e del confronto che dovrebbe animare quest'Aula. E invece quest'Aula è animata, sostanzialmente, dall'indifferenza rispetto ad un provvedimento fondamentale e dall'indifferenza rispetto a quello che, bene o male, nottetempo, abbiamo letto nel maxiemendamento. Anche questa, una follia alla quale abbiamo dovuto assistere in queste ore. Perché, vedete, qualcuno in Commissione, prima ancora, in discussione, ha detto che questa non è la prima volta, che questa è una prassi. Ecco, a noi questa prassi non piace, Presidente, e vorremmo e avremmo voluto un Governo con l'onestà intellettuale di venire in Aula a dirci che questo era un provvedimento bloccato, che sarebbe stato inemendabile dall'inizio, senza essere costretti a partecipare ad una farsa comica, che è stata quella delle Commissioni, all'interno delle quali non è stata data la possibilità a nessuna delle opposizioni di discutere nel merito gli emendamenti, che pure noi non avevamo presentato, come Fratelli d'Italia, in maniera ostruzionistica, ma solo perché crediamo davvero che la politica economica di questo Paese debba essere modificata, debba iniziare ad avere quella lungimiranza che, in questo momento, manca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è anche il deputato Mandelli..? Perfetto.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo: rinuncia.

Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A). Sulla base di una prassi consolidata, tale questione pregiudiziale è da considerarsi inammissibile, in quanto volta a pregiudicare la discussione della legge di bilancio, il cui esame, ai sensi degli articoli 119 e seguenti del Regolamento, deve essere portato a compimento entro il termine della sessione di bilancio. Tale questione incidentale non sarà, pertanto, sottoposta all'esame e al voto dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, lei ha ricordato giustamente che non esiste una norma regolamentare cui appellarsi per dichiarare inammissibile la questione pregiudiziale presentata a prima firma del capogruppo di Fratelli d'Italia, onorevole Lollobrigida. A me pare, tra l'altro, che l'invocare l'articolo 119 da parte sua sia fondamentalmente un autogol, perché l'articolo 119 non è costituito solo dai commi 7 e 8, ma, come le sarà noto, le norme si interpretano secondo il significato proprio delle stesse nella loro successione. Allora, non le sfuggirà che il comma 2 prevedeva esplicitamente che quest'Aula, questo ramo del Parlamento si dovesse occupare della legge di bilancio per 35 giorni, non per una settimana malcontata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è un'espropriazione del Parlamento vera e propria. E non a caso, lei cita due precedenti, perché i precedenti significativi sono poi due, uno…

PRESIDENTE. Non li ho citati ancora. Ho dei precedenti, poi, dopo li citerò.

TOMMASO FOTI (FDI). Li può citare anche tutti, Presidente. Io le faccio notare che alcuni fanno parte della Prima Repubblica, quella che era stata contestata dalla gran parte degli italiani che, non a caso, nel 1994, ebbero a scegliere una forma di Governo di centrodestra mai sperimentata prima in Italia. Poi, è stata contestata da altre forze politiche e, mi sia consentito di dirlo, la sua forza politica, la forza politica a cui lei apparteneva - oggi è Presidente della Camera e, quindi, sicuramente, è terza persona -, in analoghe situazioni, disse che era un colpo di Stato il fatto che il Parlamento non potesse discutere la legge di bilancio. Allora, vede, se lei preferisce il “lodo Iotti” o il “lodo Violante”, di nome e di fatto, è un problema suo, io le faccio presente, però, che, nel frattempo, la legge di bilancio ha cambiato struttura non solo sotto il profilo formale, persino sotto il profilo costituzionale: l'articolo 81 della Costituzione è cambiato rispetto al passato ed è cambiato a tal punto che è cambiata la natura della sessione di bilancio.

Ebbene, oggi noi siamo di fronte, signor Presidente, ad un maxiemendamento presentato e approvato al Senato che, in definitiva, non è stato possibile esaminare neppure nella sede delle Commissioni competenti, a cui, anziché i sette giorni, perché tali sarebbero stati secondo Regolamento, di tempo per l'esame, alla fine, sono stati dati, al più, due.

Quindi, signor Presidente, mi consenta di dirle che la pregiudiziale, a mio avviso, va votata e tutta, anche perché l'articolo 89, che disciplina in questo Regolamento le inammissibilità, propone le inammissibilità per emendamenti, subemendamenti, articoli aggiuntivi, ed altri articoli del Regolamento prevedono l'inammissibilità per interrogazioni, mozioni, ordini del giorno che impegnano il Governo e altri atti di sindacato ispettivo, ma non vi è - non vi è - nel Regolamento la possibilità di giudicare sic et simpliciter inammissibile una pregiudiziale di costituzionalità. Vi è un precedente: 1974, onorevole Gianni Roberti, allora capogruppo del Movimento sociale italiano-Destra Nazionale, che sollevò la questione delle più pregiudiziali sui singoli articoli e vi fu una decisione della Giunta per il Regolamento che disse: la pregiudiziale di costituzionalità deve essere unica, non è consentito presentare pregiudiziali di costituzionalità sui singoli articoli.

Salvo questo elemento, la Giunta per il Regolamento non si è mai pronunciata, quindi, prima di replicare decisioni, a mio avviso, inopinate e, comunque, assunte in tutt'altri ambiti dai suoi predecessori, io avrei auspicato che lei convocasse la Giunta per il Regolamento, atteso che la stessa è stata convocata di urgenza nel mese di settembre, una volta che, come lei sa, era stata approvata in via definitiva la riforma del taglio dei parlamentari, perché ci disse in quell'occasione che avremmo dovuto fare un grande lavoro per adeguare il Regolamento al taglio dei parlamentari; dopodiché non ci siamo più visti. Questa poteva essere l'occasione buona per ristabilire un principio di legalità per un Regolamento che oggi non vieta di poter mettere in votazione questa pregiudiziale e della cui decisione lei si assume tutte le responsabilità, anche di ordine politico, perché questi banchi non le faranno sconti al riguardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente della Camera Roberto Fico, grazie per avermi concesso la parola, faccio un richiamo al Regolamento ai sensi del secondo comma dell'articolo 119, del comma 5 dell'articolo 120, con un richiamo generale al quarto comma dell'articolo 81 della Costituzione.

Vede, Presidente, ogni qualvolta il Parlamento si accinge a discutere e poi a votare la legge di bilancio, esso necessita di un intervallo temporale ben quantificato, in questo caso dal secondo comma dell'articolo 119, che ci dice che quando il testo di bilancio viene trasmesso dal Senato alla Camera abbiamo diritto di vivere una sessione di bilancio quantificata in 35 giorni; e il quinto comma dell'articolo successivo, cioè del 120, ci dice addirittura un'altra cosa, cioè che prima ancora della votazione finale del Senato sul disegno di legge di bilancio, la Camera deve avviare l'esame dei singoli provvedimenti nelle relative Commissioni settoriali. Quindi, guardando a quello che è successo, lei ci ha trasmesso la legge di bilancio lo scorso martedì, quindi è facilmente desumibile che lei non ha rispettato neanche la metà dei giorni che il Regolamento prevedeva, signor Presidente. Lei, con questo atteggiamento…

PRESIDENTE. Il Senato l'ha trasmessa…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Sì, ora arrivo anche su questo, signor Presidente. Lei, durante la conduzione dei lavori delle scorse settimane, durante anche le Conferenze dei capigruppo, nelle quali ci sono state delle interlocuzioni, ha detto che aveva mandato una lettera alla Presidente del Senato, Casellati, nella quale sostanzialmente aveva indicato una serie di rimostranze circa la lentezza del Senato sulla conduzione dei lavori, ma non è colpa del Presidente del Senato se il Governo è lento a trasmettere il maxiemendamento, signor Presidente; quindi, quella lettera lei doveva mandarla non al Presidente del Senato, ma al Presidente del Consiglio, di cui il suo partito è socio forte della maggioranza. Lei, con questo atteggiamento, ha violato palesemente il nostro Regolamento e non è quella quantificazione temporale che io ho citato, dei 35 giorni, un vezzo per dei deputati azzeccagarbugli, ma sono le regole che ci hanno lasciato i nostri avi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ci hanno regalato la democrazia liberando l'Italia da una cruenta dittatura.

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Mi dispiace che il Partito Democratico non mi faccia terminare.

PRESIDENTE. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Quindi, signor Presidente, lei è il guardiano del Regolamento della Camera; lei deve farlo rispettare, deve impuntarsi nei confronti dei rappresentanti del Governo e deve assolutissimamente condizionare l'iter legislativo, perché lei, glielo ricordo, è la terza carica dello Stato, signor Presidente, e deve farsi rispettare, anche se fa parte del MoVimento 5 Stelle. Io sono sicuro che il prossimo anno non ci sarà più una violazione così palese del Regolamento, ma non tanto per il fatto che lei sarà così autorevole da farsi interlocutore con il Governo e per far tornare il Governo a miti consigli, ma per il semplice fatto che il prossimo anno ci sarà un nuovo Governo che sarà in grado di fare veramente l'interesse del Paese con a capo Matteo Salvini (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)

PRESIDENTE. Andiamo avanti senza fare il dibattito; è un intervento sul Regolamento.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …e non ci sarà nessun parlamentare che vedrà lesi i propri diritti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Foti, io sul punto rimango convinto - chiaramente, come tutte le decisioni che assumo, mi prendo la totale responsabilità - che la pregiudiziale sia inammissibile. Sappiamo bene che le prassi consolidate della Camera dei Deputati vanno viste, vanno guardate e prese chiaramente con serietà. Io le prendo con serietà, alcune prassi consolidate, e questa mi è chiara. Sono andato a rivedermi non solo lo speech preparato, chiaramente, ma sono andato anche a vedere proprio quella seduta del 7 dicembre del 1999, dove si fa questo riferimento: “….devo rilevare, a questo proposito, che per prassi consolidata, già ricordato in precedenti occasioni, si vedano, ad esempio le sedute del 9 dicembre 1997, 12 dicembre 1995 e 1991, nei confronti di disegni di legge finanziaria e del bilancio non sono ammissibili questioni pregiudiziali sospensive, così come qualsiasi strumento incidentale volto a pregiudicare la discussione del documento di bilancio, in quanto il loro esame, secondo quanto previsto dagli articoli 119 e seguenti del Regolamento, deve essere comunque portato a compimento entro il termine della sessione di bilancio”. Noi sappiamo che la legge di bilancio - altrimenti si va in esercizio provvisorio - deve essere approvata entro un termine e dobbiamo anche lasciare un termine per la firma al Capo dello Stato e un termine cuscinetto per il Senato, così come è stato anche discusso nella Conferenza dei capigruppo. Detto questo, questa rimane inammissibile. Ziello, rispetto al Regolamento, è chiaro - lo ripeto qui l'ultima volta e già l'ho detto pubblicamente - che anch'io non sono contento dei tempi; non potrei esserlo da Presidente della Camera e non potrei esserlo da deputato. Ho usato tutti gli strumenti possibili, quindi, a questo punto, non possiamo andare oltre, perché esiste un esercizio finanziario ed esiste anche il rispetto di mandare una legge al Capo dello Stato - da parte, poi, personalmente mia - che dovrà firmarla. Quindi capisco le rimostranze rispetto al tempo, però le dico che io non ho violato in alcun modo il Regolamento, perché in una sessione di bilancio c'è anche il presupposto che si deve mandare a compimento. Questo le volevo dire.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su quali articoli?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Articolo 40, Presidente. L'articolo 40, quello che prevede esattamente la questione pregiudiziale…

PRESIDENTE. Sulla pregiudiziale abbiamo già discusso, non posso ritornare su questo argomento.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Abbiamo già discusso, Presidente, ma mi deve dare la possibilità di spiegare (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)

PRESIDENTE. Sullo stesso argomento non posso darle la parola, mi dispiace.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su quali articoli?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Articolo 45, sui tempi della discussione, e sull'affermazione che il Presidente della Camera ha appena fatto, che ledono anche, a mio avviso, l'onorabilità di questa Camera, quando racconta una storia che non è corrispondente al vero. Allora, gli italiani devono sapere come sono andate le cose e perché il Presidente della Camera…

PRESIDENTE. Però deve andare sul Regolamento.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ho detto articolo 45, sui tempi di discussione…

PRESIDENTE. Che riguarda l'ampliamento dei tempi di discussione per uno per gruppo…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …per oggi e per domani, quindi mi permetta di finire la discussione, visto che abbiamo partecipato a una riunione dei capigruppo, che lei ha citato. Quindi, io intervengo anche per fatto personale alla chiusura di questa discussione. Prima dell'intervento del Governo chiedo di intervenire e siccome mi ritengo parte lesa…

PRESIDENTE. No, sul Regolamento, però…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …quando lei racconta una riunione dei capigruppo…

PRESIDENTE. Non ho raccontato…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lei ha svolto una riunione dei capigruppo nella quale aveva detto che questa discussione sarebbe finita il 29. Il Governo ha detto che avremmo tenuto il cuscinetto per la terza fase, quella del Senato, che palesemente non è consentita a quest'Aula, quindi sta prendendo in giro gli italiani: gli racconti la verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Il panettone è buono per tutti e le vacanze devono venire per tutti, ma quando si lavora si deve essere seri, e noi abbiamo chiesto di continuare la discussione nei giorni seguenti rispetto al Natale, perché siamo disposti a restare qui e anche oggi abbiamo tentato di discutere nella maniera più ampia.

PRESIDENTE. Però concluda, perché è un po' fuori dal Regolamento.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Le chiedo, Presidente, domani, di rivedere anche i tempi di discussione, per permettere all'Aula, rispetto a quello che il Ministro D'Incà sta per fare, quindi chiudere la discussione, di rivedere i tempi di discussione su questa manovra, e permettere all'Aula, che lei presiede e che lei dovrebbe garantire, di discutere fino in fondo questa manovra.

PRESIDENTE. Dopo avremo la Conferenza dei capigruppo.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 2305)

PRESIDENTE. Ha chiesto di interviene il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato D'Incà. Ne ha facoltà. Prego.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia (I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Vergogna! Vergogna!) sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 2305: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei Presidenti di gruppo sarà convocata al termine dei lavori dell'Aula. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. E noi che ci aspettavamo una sorpresa, ci aspettavamo che il Ministro D'Incà dicesse che la fiducia invece non la si metteva e che avremmo affrontato tutti gli emendamenti.

Questa mattina, Presidente, è andato in onda su Rai 3 il concerto dell'orchestra Scarlatti Junior che è stato celebrato qualche giorno fa qui nell'Aula di Montecitorio. Stamattina è stato mandato in onda dalla Rai, chi l'ha seguito da casa ha visto un'Aula piena, un'orchestra di ragazzi molto bravi. Ecco, va da sé la battuta, Presidente, noi siamo passati in poche ore dalla Nona di Beethoven alla nona di D'Incà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E' la nona fiducia che questo Governo sceglie di mettere. Il Ministro D'Incà sorride, ma non è la stessa musica, una è molto bella, l'altra non è bella per niente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'unica cosa che vi unisce è la sordità, ma quella di Beethoven era una sordità geniale, la vostra è la sordità a un Paese reale che vi chiede di fare altre cose rispetto a quelle che avete messo in campo con questa manovra.

Mi permetto in questa sede, Presidente: di leggere un passaggio testuale, a buona memoria di chi oggi è al Governo e di chi, in parte, siede nei banchi della maggioranza: “Il Governo non si azzardi a presentare al Senato un maxiemendamento sulla legge di stabilità, per farlo poi passare in fretta e furia, con l'ennesimo voto di fiducia, e, infine, farlo ratificare alla Camera senza dibattito e senza un esame approfondito delle norme. È inaccettabile che il Governo imponga al Parlamento e al Paese una legge di stabilità stravolta (…)” eccetera, eccetera. È Beppe Grillo, dicembre 2014 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Oggi, queste cose le state facendo voi, oggi, queste stesse cose le fate voi, non c'è nient'altro da aggiungere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, è l'ennesima fiducia, la “nona di D'Incà”, bellissima, collega Baldelli. Ma questa, Ministro D'Incà, tramite il Presidente, mi consenta, in questi quattro mesi, è una fiducia diversa dalle altre, la più antidemocratica, la più irrispettosa nei confronti del Parlamento, in una sola parola direi incostituzionale.

Ricordiamo tutti il discorso del vostro Presidente del Consiglio, il giorno della sua seconda fiducia, l'alternativa fiducia: “ci sarà la centralità del Parlamento” e tutti l'abbiamo auspicato, l'abbiamo sperato, ma con quello che è accaduto in questi ultimi giorni abbiamo visto che il Parlamento - e mi spiace che anche i colleghi della maggioranza non si rendano conto di essere stati totalmente delegittimati da questo Governo, abbiamo perso tutti insieme il nostro ruolo di deputati - non è più centrale, di fatto, è come se non esistesse il Parlamento. Oggi, addirittura, non c'è stata nemmeno una discussione, non c'è stata nemmeno la presenza del Ministro; almeno il rispetto con la presenza del Ministro, ma no, non c'è stato neanche questo.

Abbiamo visto al Senato la presentazione del maxiemendamento, alla fine, senza discussione, con un voto di fiducia; la manovra è arrivata alla Camera, quattro giorni in Commissione, una farsa di discussione, una presa in giro nei confronti dei colleghi deputati, per arrivare ad oggi, dove nemmeno i colleghi della maggioranza hanno avuto il coraggio di intervenire, ma non è una questione di coraggio, è un dovere intervenire per il rispetto del luogo in cui sedete.

Ma voi vi rendete conto di quello che è accaduto? Non abbiamo potuto intervenire, non c'è stato il tempo, ci è stato detto, anche poco fa, che era una questione di tempi, della necessità della firma del Presidente.

Io voglio ricordarle, Presidente Fico, che l'anno scorso la legge di bilancio, dopo aver fatto il terzo passaggio, quindi, con la possibilità di un'analisi e con la possibilità di interventi, sia al Senato che alla Camera, si concluse una settimana dopo rispetto a quando la concludiamo quest'anno. Quindi, il tempo c'era anche in questo caso, ma perché siamo arrivati a questo punto? Non per una questione di tempi; i tempi si sono allungati non perché le opposizioni hanno fatto ostruzionismo, anzi, abbiamo dimostrato senso pratico, abbiamo dimostrato la volontà di apportare le modifiche, ma nel rispetto dei tempi come ci sono stati chiesti; i tempi si sono dilungati solo perché, fin dall'inizio, dalle merendine per arrivare al disastro al quale abbiamo assistito oggi, avete continuato a litigare all'interno della maggioranza, fin dall'inizio, dalle prime proposte, per arrivare al maxiemendamento finale al Senato. Quindi, sono i problemi che avete voi in maggioranza che hanno fatto sì che non ci fosse la democrazia in quest'Aula, come nell'Aula del Senato.

Domani voteremo la fiducia, sicuramente passerà, sicuramente la voterete, perché avete paura di perdere il vostro posto, avete paura di perdere le vostre poltrone, però, siete solo voi che vi state dando la fiducia, perché chi ci segue da fuori la fiducia non ve la sta più dando e di questo vi accorgerete appena riusciremo finalmente ad andare a elezioni. Voi la fiducia non l'avete più dal popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, rispetto alla posizione di questa ennesima fiducia, il gruppo di Fratelli d'Italia, intanto, sottolinea che non ci siamo mai sottratti a una presenza in Aula, anche quando questa presenza in Aula non era certamente soddisfacente, pur sapendo che ormai non avremmo potuto incidere sui contenuti di questa legge di bilancio che, come sottolineavano i miei colleghi, è arrivata alla Camera con tempi francamente poco accettabili.

Noi siamo l'unico gruppo che ha chiesto un'estensione del tempo e della durata degli interventi, proprio per riuscire a mandare degli ulteriori segnali, se non al Governo, quanto meno al Paese, e abbiamo fatto rilevare il sostanziale mancato rispetto del ruolo riservato dalla Costituzione al Parlamento nel procedimento stesso di formazione delle leggi e quella del bilancio è sicuramente una legge fra le più importanti.

Sono stati richiamati l'articolo 70 della Costituzione che affida la funzione legislativa alle due Camere e l'articolo 72 che configura l'esame di un progetto di legge in una fase da svolgersi in Commissione e in una che coinvolge l'intera Aula; noi sappiamo che anche in fase di Commissione bilancio, che è la più importante nell'analisi di un testo come questo, i tempi sono stati estremamente ridotti e nelle altre Commissioni di settore addirittura si sono risolti in un paio d'ore, con relazioni da parte dei relatori di maggioranza veramente ridicole. Non c'è stato nemmeno il rispetto, da parte dei relatori di maggioranza nelle varie Commissioni, di spiegare gli articoli di pertinenza della Commissione, chiedendo poi ai commissari, tutti, di esprimersi su cosa non si sapeva bene, tenuto conto anche che questa legge ci arriva sotto la forma di un maxi emendamento, con 900 commi; andare a studiare in poche ore un maxiemendamento di 900 commi sicuramente non è agevole. È stato già richiamato il mancato rispetto dell'articolo 119, comma 2; insomma, è stata fatta presente tutta una serie di motivi ostativi per cui si possa continuare anche in futuro, del resto lei l'ha già riconosciuto, a operare in questo modo. La legge di bilancio è una cosa serissima, come tutte le cose che trattiamo in quest'Aula, credo, e dovrebbe essere affrontata in altro modo.

Questo Governo si è costituito da poco tempo e la manovra di bilancio che ha tirato fuori ne risente sicuramente, ma credo che ci sia stata una sorta di approfittamento di questo noviziato nel tirare fuori una manovra di bilancio che è assolutamente di bassissimo profilo, che aumenta leggermente la pressione fiscale, che è fatta di tante marce indietro.

E, allora, Fratelli d'Italia vi sollecita ulteriormente al rispetto delle Aule, ma vi sollecita soprattutto al rispetto di un Paese che è in ginocchio e che non verrà fuori da questa difficoltà economica, ma anche sociale, nella quale si trova attraverso manovre di bilancio che veramente non possono dirsi soddisfacenti per nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ci sono altri interventi?

Quindi, la Conferenza dei presidenti di gruppo sarà convocata fra dieci minuti.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 2305 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (approvato dal Senato), nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, è stata stabilita la seguente organizzazione dei lavori.

La votazione per appello nominale avrà inizio domani, lunedì 23 dicembre, a partire dalle ore 15,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 14.

Seguirà l'esame degli articoli da 2 a 19 e degli ordini del giorno. Si passerà infine, previe dichiarazioni di voto finale, alla votazione finale.

È stata, inoltre, convenuta la seguente articolazione dei lavori dall'8 al 10 gennaio 2019:

Mercoledì 8 gennaio

(ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione Formentini ed altri n.1-00248 concernente iniziative in sede internazionale volte al rispetto dell'autonomia riconosciuta ad Hong Kong, alla luce delle manifestazioni in corso negli ultimi mesi

Discussione sulle linee generali della mozione Lupi ed altri n. 1-00190 concernente iniziative volte a promuovere le maratone e ad incentivare la partecipazione di atleti stranieri a tali eventi, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria

Discussione sulle linee generali della mozione D'Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli ed altri n. 1-00302 concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali, anche tramite un'efficace semplificazione e accelerazione delle procedure selettive

Giovedì 9 gennaio (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame della mozione Formentini ed altri n.1-00248 concernente iniziative in sede internazionale volte al rispetto dell'autonomia riconosciuta ad Hong Kong, alla luce delle manifestazioni in corso negli ultimi mesi

Seguito dell'esame della mozione Lupi ed altri n. 1-00190 concernente iniziative volte a promuovere le maratone e ad incentivare la partecipazione di atleti stranieri a tali eventi, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria

Seguito dell'esame della mozione D'Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli ed altri n. 1-00302 concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali, anche tramite un'efficace semplificazione e accelerazione delle procedure selettive

Venerdì 10 gennaio

(ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Comunico, infine, che il disegno di legge n. 2284 - Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2019, n. 137, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.A. e Alitalia Cityliner S.p.A. in amministrazione straordinaria (da inviare al Senato - scadenza: 31 gennaio 2020) sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di lunedì 13 gennaio 2020, per lo svolgimento della discussione generale e a partire da martedì 14 gennaio per il seguito dell'esame.

La Conferenza dei Presidenti di gruppo tornerà a riunirsi martedì 14 gennaio, per procedere alla definizione del programma dei lavori per i mesi gennaio-marzo 2020 e del calendario della restante parte del mese di gennaio.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 20 dicembre 2019, il deputato Davide Bendinelli, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia - Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Italia Viva.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Mentre parliamo, ma anche nei giorni scorsi, il maltempo ha devastato la Costiera amalfitana e anche altre aree della provincia di Salerno, e in queste ore e in questi minuti mi arrivano ulteriori immagini da Montecorvino e dai Picentini. Ecco, la situazione è drammatica e ci sono a Ravello famiglie evacuate, paesi e centri che sono difficilmente raggiungibili, una frana che ha costretto 200 persone bloccate in un albergo a Cetara e, insomma, la situazione è oltre il limite di guardia.

Ecco perché io ritengo che sia indispensabile che a breve - immediatamente - venga dichiarato lo stato di calamità, ma soprattutto che si riporti al centro del dibattito e degli interventi la modalità di finanziamento e di erogazione dei fondi che in parte ci sono, ma che tra l'altro non vengono nemmeno spesi tutti, per il riassetto idrogeologico. Sul Fondo progettazione contro il dissesto idrogeologico appena alla fine di ottobre di quest'anno la Corte dei Conti ha ricordato e, direi, ha denunciato come solamente il 19 per cento dei 100 milioni stanziati siano stati spesi dal 2016 al 2018, praticamente nulla. Il problema vero è che i comuni, soprattutto nel sud e soprattutto anche i comuni della Costiera amalfitana, hanno un grande problema, quello di non poter accedere a questi fondi perché non hanno in premessa i fondi per presentare i progetti esecutivi. C'è un ginepraio, una burocratizzazione che va assolutamente superata, perché non possiamo permetterci né permettere che un'area così importante del nostro Paese, invidiata in tutto il mondo, che è meta di turisti da ogni parte del mondo, venga devastata da eventi naturali che sicuramente potrebbero e devono essere anticipati. La prevenzione va fatta con fondi adeguatamente spesi.

Concludo ricordando, ancora una volta, che è indispensabile superare i limiti della burocrazia e permettere che i comuni - e tra l'altro in queste ore proprio i sindaci, a cominciare dal sindaco di Ravello, hanno minacciato dimissioni di massa - possano realizzare i progetti esecutivi e accedere ai fondi per rimettere a posto la prevenzione del dissesto idrogeologico, non solo in Costiera amalfitana e in provincia di Salerno – ma anche ricordo la Liguria e le Cinque Terre –, servirebbero 2,4 miliardi di euro, ma se dovessero esserci e poi non si è in grado di spenderli i comuni non possono fare di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Sono qui per esprimere solidarietà e gratitudine al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che con la maxi operazione contro la 'ndrangheta, “Rinascita-Scott”, ha prodotto oltre 300 provvedimenti restrittivi. Sono finiti in carcere, agli arresti domiciliari e indagati alcuni politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, professionisti, esponenti della massoneria deviata, infedeli delle Forze dell'ordine e mafiosi. L'operazione, lo ricordo, ha coinvolto ben undici regioni d'Italia, oltre la Calabria. Sicuramente, Presidente, le persone coinvolte si difenderanno nelle aule giudiziarie, però la gravità del quadro di infiltrazione della 'ndrangheta nella vita sociale e di parte delle istituzioni italiane è evidente a tutti. Per questo l'operazione di Gratteri è stata accolta come un segnale incoraggiante e di liberazione dal giogo mafioso. Sì, Presidente, perché questa maxi operazione non è uno show, come qualcuno l'ha definita. La 'ndrangheta, la massoneria deviata, i colletti bianchi che deviano le istituzioni non sono una farsa, ma una triste e spietata realtà. Questi poteri criminali e la subcultura mafiosa stanno falsando l'economia pulita, con il riciclaggio e il sistema dei prestanomi, stanno impoverendo socialmente ed economicamente i nostri territori e sono la causa dell'emigrazione e del conseguente spopolamento del Sud.

Ora, Presidente, il lavoro della magistratura pulita e coraggiosa è prezioso, ma la lotta antimafia è anche compito nostro. Quindi, forniamo tutti i mezzi e le risorse necessarie ai tribunali, alle procure, alle Forze dell'ordine e ai militari, alle scuole, e soprattutto, Presidente, animiamo gioiosamente una rivoluzione culturale, perché solo così toglieremo leve alla 'ndrangheta ed insegneremo ai nostri giovani, con l'esempio, la strada della legalità e della giustizia sociale. E, quindi, si abbandonino politiche che richiamano ad un'autonomia secessionista e anticostituzionale, che forse qualcuno ancora sogna, e diamo diritti, risorse e opportunità di emancipazione soprattutto laddove la 'ndrangheta dilaga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliorino. Ne ha facoltà.

LUCA MIGLIORINO (M5S). Grazie, Presidente. Nella notte tra mercoledì 18 e giovedì 19 è successo un fatto storico nel nostro Paese, un lavoro che è iniziato dal primo giorno del suo insediamento. Di chi sto parlando? Anch'io sto parlando del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Ho avuto, facendo parte della Commissione antimafia per il MoVimento 5 Stelle, l'onore di conoscerlo nella nostra prima missione in Emilia-Romagna. Con grande onore, veramente con grande onore, gli dico grazie. Il suo lavoro ha portato a compimento un concetto fondamentale per questo Paese: ha liberato lo spazio che era occupato dall'illegalità e sta facendo spazio che deve essere occupato dalla legalità. Questo è un messaggio per i giovani calabresi e per tutti i giovani d'Italia. Quindi, rinnovo il mio ringraziamento a Nicola Gratteri e a tutti coloro che hanno lavorato con lui per far sì che venisse questa operazione storica, lo ripeto, operazione storica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. L'inchiesta contro le cosche che ha toccato metà delle regioni italiane ha trovato pochissimo spazio sui quotidiani; in alcuni la notizia è apparsa addirittura in seconda pagina, mentre giornali considerati garantisti si sono impegnati a ricordare altri processi finiti con assoluzioni. E ancora, totale silenzio sui giornali cosiddetti pro sicurezza e verità. In poche parole, pochissimi quotidiani hanno riportato la notizia in prima pagina, e stiamo parlando della più grande operazione dopo il maxiprocesso di Palermo. Parliamo di 334 arresti in 12 regioni, compresa la mia, l'Emilia-Romagna; operazione che conferma che ai massimi livelli sussiste un triangolo eversivo tra criminalità organizzata, politica e massoneria. Tutto questo è sconcertante, per non dire aberrante, e dovrebbe far riflettere sull'inspiegabile silenzio e trascuratezza degli organi di informazione.

Per questo oggi vogliamo portare questa importante notizia anche all'interno delle istituzioni, perché è da qui che deve partire il contrasto più forte alla criminalità. Per tali ragioni, da parlamentare in Commissione antimafia, ringrazio sentitamente il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, che anch'io ho avuto l'onore di conoscere durante la prima missione antimafia in Emilia-Romagna, tutti i magistrati e le Forze dell'ordine che, con determinazione, hanno contribuito a smantellare questo vero e proprio tumore chiamato mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 23 dicembre 2019 - Ore 14:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1586 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (Approvato dal Senato).

(C. 2305)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. (C. 2305/I)

Relatori: UBALDO PAGANO e SODANO, per la maggioranza; FRASSINI, LUCASELLI e MANDELLI, di minoranza.

La seduta termina alle 16,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: UBALDO PAGANO, FEDERICA DAGA, PIETRO NAVARRA E MARCO BELLA (A.C. 2305)

UBALDO PAGANO (PD). Relatore per la maggioranza. (Relazione – A.C. 2305). Signor Presidente, onorevoli colleghi. Vorrei iniziare la mia relazione ringraziando per il contributo dato in questi giorni da tutti i colleghi, che non hanno fatto mancare il loro apporto nonostante le difficoltà incontrate nel procedere a un esame più esaustivo del provvedimento in Commissione Bilancio.

Tornando al disegno di legge in esame, è necessario innanzitutto partire da un punto di chiarezza. Non è stato facile, né tantomeno scontato, portare a termine questo “piccolo miracolo”, come l'ha definito giustamente il Ministro Gualtieri.

Non è stato facile perché questo governo è nato qualche mese fa, in un contesto del tutto inaspettato, ma per una ragione ben precisa: assumersi la responsabilità di governare il Paese. La responsabilità di guidarlo, in una situazione difficile in termini di conti pubblici. La responsabilità di disinnescare un pericolo da 26 miliardi, 23 miliardi per gli aumenti IVA e i 3 le spese indifferibili e un miliardo per le spese obbligate sul fronte investimenti. Una minaccia per i risparmi di tutti i cittadini italiani. La responsabilità di dare all'Italia una prospettiva, una visione, un futuro.

Quella stessa responsabilità che qualcun altro ha preferito non prendersi, ma scaricare su altri, dandosi alla fuga per evitare che tutte le false promesse potessero trasformarsi nel conto salato che i cittadini italiani sarebbero stati chiamati a pagare.

Quando quest'estate abbiamo raccolto la sfida, ci siamo trovati davanti un quadro complesso, una manovra “impossibile” da scrivere secondo molti: 23 miliardi di clausole da scongiurare, una credibilità internazionale tutta da ricostruire, tante risposte da dare al Paese, ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese. Il tutto in un contesto di crescita prossima allo zero, complicata dalle difficili partite in atto a livello globale: dalla guerra commerciale tra USA e Cina, alle continue tensioni nel Medioriente, all'imminente fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

Oggi raccogliamo i primi frutti di un programma ambizioso, messo in piedi in tempi strettissimi. Un progetto che prima di tutto restituisce all'Italia e agli italiani il rispetto e la serietà che meritano e che era andata perduta a colpi di slogan e becera propaganda.

Un progetto che raggiunge immediatamente - contro le attese dei più pessimisti - l'obbiettivo che per primo si era posto: la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Una “tassa” che sarebbe costata 600 euro all'anno a famiglia e un buco enorme nei conti dello stato. Parliamo di clausole che - è vero - non sono state introdotte lo scorso anno ma che con la manovra 2019 sono state aumentate come mai si era visto fare nei precedenti anni.

Una legge di bilancio, quindi, che non aumenta né l'IVA, né le accise sui carburanti.

Quelle stesse accise, peraltro, che sempre il solito “qualcuno” aveva promesso di togliere al primo Consiglio dei Ministri. Ora, conoscendo le sue abitudini, ne avrà di fatto frequentati pochi. Ma anche uno solo, a suo dire, sarebbe bastato. Non è successo in 15 mesi di governo. Ce ne rammarichiamo.

Una manovra, dicevamo, che non aumenta le tasse - come sperava tanto qualcuno - ma, al contrario, le riduce. E a dirlo non siamo noi, ma la Corte dei Conti che certifica che, grazie a queste legge di bilancio, la pressione fiscale si riduce nel 2020 rispetto al quadro tendenziale. Ciò vuol dire che, a differenza dello scorso anno quando le tasse sono aumentate, come certifica l'Ufficio Parlamentare di Bilancio, gli italiani avranno meno imposte da pagare.

Senza dimenticare Quota Cento e Reddito di Cittadinanza, due provvedimenti che, secondo molti esponenti dell'opposizione, sarebbero stati aboliti.

Oggi, possiamo dire con soddisfazione di aver confermato entrambi, senza, come già detto, aumentare le tasse, e senza nemmeno tagliare la spesa pubblica per salute e istruzione. Insomma, chi tifava per il collasso dei conti pubblici pur di veder cadere questo governo, si è dovuto ricredere.

Ma questa finanziaria non si limita a salvaguardare il bilancio dello stato, per quanto essenziale sia mantenere i conti in ordine. Questa manovra è davvero un piccolo miracolo perché alla propaganda e agli slogan, riesce a contrapporre risposte concrete alle fasce più deboli della popolazione e a dare un sostegno reale all'economia e alla crescita.

A partire dal taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi da lavoro dipendente. Una riduzione della tassazione di ben 3 miliardi quest'anno e 5 dal prossimo che si tradurrà, in media, in 500 euro in più nella busta paga dei lavoratori. L'estensione ai redditi fino a 35 mila euro del cosiddetto bonus di 80 euro che si tradurrà in un aumento di quasi 1000 euro all'anno in busta paga per un'altra fascia di lavoratori del ceto medio.

Al pari, è prevista la riduzione delle detrazioni IRPEF al 19 per cento per i contribuenti con un reddito alto, superiore a 120.000 euro, nel segno di una redistribuzione necessaria, soprattutto in un contesto in cui le diseguaglianze economiche si aggravano e continuano a costituire uno dei principali temi da affrontare. Eliminare qualche privilegio per chi è più ricco per rendere meno gravosa la tassazione sul ceto medio e medio/basso.

Misure di giustizia sociale che sono solo il primo passo verso ciò che vogliamo fare già a cominciare dai primi mesi del prossimo anno: una riforma organica dell'IRPEF, per ridurre ancora di più il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, per rendere il fisco più semplice e trasparente, ma soprattutto più equo.

Altre rilevanti novità riguardano l'ambito della tassazione immobiliare. Innanzitutto, questo provvedimento salva la “cedolare secca”, rendendola permanente e strutturale al 10%, mentre dal 2020 era previsto un aumento al 15%.

Anche per il prossimo anno, poi, si prorogano le detrazioni per interventi di efficienza energetica, il cosiddetto “ecobonus”, nella misura del 65%, e del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. In più, si introduce l'ormai noto “Bonus Facciate” per favorire il recupero e il restauro delle facciate degli edifici, attraverso la detrazione dall'IRPEF del 90 per cento delle spese degli interventi. Una misura che ribadisce l'importanza strategica della riqualificazione edile, soprattutto per i centri urbani di carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale. Una particolarità diffusa nel nostro Paese che è nostro dovere tutelare e valorizzare.

Proprio in tema di abitazioni, un altro intervento di grande interesse per i cittadini è l'unificazione di IMU e TASI: una norma che non nasconde alcun aumento di prelievo fiscale ma, al contrario, intende semplificare una disciplina molto complessa e dispersiva. Una semplificazione che certamente incontrerà l'entusiasmo di tutti i contribuenti, spesso sommersi da duplicazioni e burocrazia inutile. E, soprattutto, un intervento che non comporterà costi aggiuntivi nemmeno per i comuni, grazie ai 110 milioni all'anno stanziati fino al 2022 per compensare il minor gettito derivante dalla riforma.

Ma la Crescita deve sostanziarsi nell'anima viva e produttiva del nostro Paese, ossia le imprese e i professionisti, il vero cuore pulsante della nostra economia. Molti sono gli interventi previsti per favorire investimenti, occupazione e competitività. Primo su tutti, l'introduzione di un nuovo credito d'imposta per le spese di investimento in beni strumentali nuovi e una disciplina del credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative a supporto della crescita e della competitività delle imprese. Un vero e proprio piano per proiettare l'economia del nostro Paese verso i nuovi metodi di produzione e lavoro, inevitabile per anticipare i tempi e poter far fronte alle sfide che il futuro ci pone davanti. A questo intento risponde anche la modifica e la proroga al 2020 del credito d'imposta formazione 4.0, fondamentale per permettere ai lavoratori di acquisire o consolidare le conoscenze e le competenze tecnologiche, indispensabili per affermarsi nel mondo del lavoro di domani.

Anche in tema di sostegno alle aziende questa legge di bilancio interviene in più punti, rafforzando la rete di benefici in favore delle attività imprenditoriali, ampliando il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), rifinanziando la Nuova Sabatini e potenziando il Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia.

Altra fondamentale linea direttrice di questa manovra consiste nelle azioni di contrasto all'evasione fiscale. Un ambito sul quale è impellente intervenire perché in un momento in cui le finanze scarseggiano e la coperta si fa sempre più corta, bisogna andare a recuperare risorse lì dove vengono ingiustamente sottratte, non allo stato, ma alla collettività. La lotta all'evasione fiscale non è persecuzione contro i contribuenti, come qualcuno vorrebbe fare intendere. È, piuttosto, un atto di difesa, di tutela, di rispetto verso chi le tasse le paga fino all'ultimo centesimo e verso chi vede portarsi via servizi e benefici vitali per la sussistenza, la cura, l'assistenza propria e della propria famiglia. Ragion per cui, questo disegno di legge investe grande importanza su alcune misure per far emergere base imponibile e, più in generale, per potenziare l'attività di contrasto all'evasione fiscale. Per farlo, la manovra di questo governo non demonizza il contante, ma ribalta la prospettiva: incentivando l'uso dei pagamenti elettronici per innescare comportamenti virtuosi, vantaggiosi per i cittadini e per lo stato. Affinché tutto quello che viene recuperato possa essere usato per ridurre la pressione fiscale. Perché, è vero, abbiamo un livello di tassazione elevato che va progressivamente ridotto proprio attraverso un'efficace lotta agli evasori e un efficientamento della spesa pubblica.

Così, già a partire dal prossimo anno, si stanziano 3 miliardi di euro per il cosiddetto cashback, ossia rimborsi fino a 2000 euro per chi utilizza strumenti di pagamento elettronici per l'acquisto di beni e servizi. Una novità che altrove è stata sperimentata e mantenuta a regime e che ha già ricevuto il plauso dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani. Inoltre, si anticipa l'entrata in vigore della “web tax” al 1° gennaio 2020, altro bacino da cui nei prossimi anni si dovranno attingere risorse dai giganti del web, che pagano troppo poco in Italia rispetto ai guadagni miliardari che fanno.

Per quanto riguarda gli enti locali, si interviene prima di tutto nell'intento di attenuare l'incidenza di alcuni vincoli e permettere maggiore capacità di spesa alle amministrazioni locali, anche attraverso l'incremento di alcuni fondi. Molti di questi serviranno a promuovere gli investimenti per l'efficientamento energetico, la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza di edifici e territorio, senza dimenticare gli interventi straordinari di manutenzione di strade e scuole. Uno sforzo economico non irrilevante, visto che porterà nelle casse degli enti locali, e quindi nell'economia reale, ben 2 miliardi e mezzo in 5 anni.

Insomma, con questa manovra si restituiscono gradualmente a comuni, province e città metropolitane tutte le risorse che negli ultimi dieci anni, a causa delle politiche di spending review, sono state loro sottratte. In questo modo gli enti locali potranno ripristinare servizi che nel corso del tempo hanno fatto fatica a finanziare, migliorando efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa e riavvicinando le istituzioni ai cittadini.

Con un'altra importante misura, inoltre, riduciamo la spesa per interessi dei mutui accesi dagli enti locali, introducendo la possibilità di un intervento di garanzia da parte dello Stato, con relativo accollo e ristrutturazione dei mutui. E, per favorire il pagamento dei debiti commerciali degli enti locali, vengono ampliate le possibilità di richiedere anticipazioni di liquidità finalizzate al pagamento di debiti, maturati alla data del 31 dicembre 2019, a banche, intermediari finanziari e CDP e, per i soli enti locali, si dispone l'aumento del limite massimo di ricorso ad anticipazioni di tesoreria, da tre a cinque dodicesimi delle entrate correnti per il triennio 2020-2022.

Questo disegno di legge contiene diversi interventi anche per il Mezzogiorno, in particolare per invertire i trend negativi delle dinamiche demografiche e, più in generale, per migliorare le condizioni socioeconomiche di queste aree del Paese.

Perciò interveniamo, prima di tutto, rifinanziando il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione con 5 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, e stanziando, nel quadriennio 2020-2023, 300 milioni per gli investimenti in infrastrutture sociali nelle regioni del Sud, per realizzare nuovi asili, scuole e presidi sanitari. A questi si aggiungono 200 milioni in tre anni per finanziare la “Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne del Paese”.

Ma le misure forse più significative di tutto il pacchetto dedicato al Sud Italia sono quelle che sostengono gli investimenti pubblici e privati e incentivano la crescita delle realtà imprenditoriali del territorio. In questo senso e nell'intento di rafforzare ed ampliare il sostegno al tessuto economico-produttivo delle regioni del Mezzogiorno, il «Fondo cresci al Sud», punta a sostenere la competitività delle piccole e medie imprese meridionali, con una dotazione iniziale di 150 milioni per il 2020 e di 100 milioni per il 2021.

A fianco a questa novità, si conferma la misura in favore dei giovani imprenditori che decidono di fare impresa nel territorio del Mezzogiorno, l'ormai nota “Resto al Sud” e si rafforza, prorogandolo al 31 dicembre 2022, il credito d'imposta per gli investimenti nelle Zone economiche speciali (ZES).

Queste misure, in breve, vogliono essere la premessa per un più organico piano strutturale per il nostro Sud Italia, un piano che segni una svolta e crei i presupposti per un'Italia più coesa, più forte e più competitiva.

Anche in tema di infrastrutture questa legge di bilancio investe tanto, prevedendo una serie di norme per incrementare le risorse assegnate a comuni, province, città metropolitane e regioni per la realizzazione di opere pubbliche. Opere pubbliche utili prima di tutto a mettere in sicurezza gli edifici pubblici e il territorio dal rischio sismico e idrogeologico, per realizzare programmi straordinari di manutenzione della rete viaria, per interventi di efficientamento energetico e rigenerazione urbana, riconversione energetica e infrastrutture sociali. A questo si aggiunge il Green New Deal, un grande piano di investimenti pubblici e privati di portata storica, che rende il nostro Paese all'avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici e lo prepara all'economia e al lavoro del futuro.

Importanti sono anche gli interventi a favore del mondo agricolo e della pesca, colonne portanti dell'economia di molte aree costiere e interne. Tra le tante, vorrei sottolineare l'istituzione di un Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole, per finanziare quelle realtà che raccolgono la sfida di coniugare agricoltura e innovazione, e il fondo per l'Agricoltura biologica, che sostiene con forza le forme di produzione agricola a basso impatto ambientale e promuove le filiere e i distretti di chi ha creduto e investito sull'agricoltura biologica.

Anche sui temi della sanità e del welfare, questa legge di bilancio rispetta le promesse fatte in questi mesi, restituendo a questi ambiti una posizione di assoluta centralità nel programma di governo. Da una parte, scongiurando qualsiasi tipo di taglio lineare e anzi investendo molte risorse per il personale, le strutture e l'accesso universale alla sanità pubblica; dall'altra, intervenendo sulla disabilità e la non autosufficienza e rinforzando le politiche per la famiglia.

Questa manovra mette sul piatto 7,5 miliardi nel prossimo triennio sul comparto della salute e sulle politiche sociali.

Di questi, 3 miliardi e mezzo si aggiungeranno al fondo sanitario nazionale.

Con una parte di questi fondi abbiamo assicurato il rinnovo del contratto collettivo dei medici, dopo 10 anni di stallo, e grazie alle risorse messe in campo sulle borse di specializzazione in medicina, saremo in grado di stanziare fondi per finanziare un totale di 9.200 contratti di formazione specialistica. Un intervento essenziale, ma non ancora sufficiente, per fronteggiare la carenza di medici specialisti che minaccia il futuro e la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario.

Sempre in tema di personale, si estende al 2022 la possibilità di stabilizzare i dipendenti con contratti a tempo determinato e si prevede una nuova procedura speciale per il reclutamento di ricercatori degli IRCCS pubblici e degli IZS.

La manovra prevede anche un importante incremento delle risorse pluriennali per gli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, che porterà 2 miliardi in più rispetto alla dotazione già prevista. Per ospedali e strutture sanitarie sempre più all'avanguardia, rapidi ed efficaci nel prestare soccorso, cura ed assistenza.

Un'altra misura riguarda il contributo ai medici di base e ai pediatri di libera scelta per l'acquisto di strumentazioni e apparecchiature sanitarie. Una novità che permetterà di alleggerire il carico delle strutture pubbliche e ridurre le liste d'attesa.

Per quanto riguarda le politiche di welfare, questo provvedimento torna a dare risposte concrete alle persone con disabilità, agli anziani e alle famiglie.

Proprio ai disabili e ai non autosufficienti questa legge di bilancio dedica un piano triennale da oltre 1,3 miliardi di euro. Risorse per garantire loro cura e assistenze migliori, supporto e maggiore attenzione. Per superare gli ostacoli e trovare uno Stato più vicino.

Importanti, poi, gli interventi per aiutare le nuove famiglie, tutte le mamme e i papà a pensare con più serenità alla nascita e alla crescita di un figlio.

Storico, in questo senso, è l'impegno che abbiamo preso sugli asili nido. Due miliardi e mezzo per i prossimi anni, sia per realizzare nuove strutture lì dove ancora oggi tristemente mancano, sia per sostenere l'estensione del Bonus Asilo, che in molti casi raddoppia. Mettiamo nero su bianco l'aumento da 1.500 a 3.000 euro annui per 3 anni per tutte le famiglie con un ISEE fino a 25.000 euro e fino a 2.500 euro di bonus per i nuclei con ISEE inferiore ai 40mila euro.

Un contributo mensile più corposo per i redditi bassi e medi, perché fare un figlio non dev'essere motivo di preoccupazione, ma un momento di gioia e di speranza per il futuro.

In conclusione, vorrei ricordare uno degli interventi che questa legge prevede in favore delle donne, ossia l'esonero totale per le atlete delle società sportive femminili dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Una norma di grande valore simbolico che si inserisce nel solco di tutto ciò che si è già fatto e che dobbiamo continuare a fare in tema di parità di genere.

Senza dimenticare, infine, quanto fatto per le forze dell'ordine e in materia di pubblico impiego.

Da un lato abbiamo stanziato nuove risorse per la valorizzazione del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il cui livello stipendiale è sensibilmente inferiore a quello degli altri corpi. Per questo, passiamo da una dotazione di 25 milioni a una di 65 milioni annui, per arrivare a 165 milioni all'anno a partire dal 2022;

dall'altro lato abbiamo previsto ulteriori fondi per finanziare nuove assunzioni nella pubblica amministrazione, in particolar modo nella sanità, nelle capitanerie di Porto, al MIT, al Ministero dell'Interno e al Ministero della Giustizia.

Per concludere - Signor Presidente - vorrei stigmatizzare le tante menzogne che hanno accompagnato l'iter di approvazione di questa legge. Tra le tante già ricordate, una su tutte mi sembra la più paradossale e quindi meritevole di risposta. Quella secondo cui questa manovra metterà in difficoltà l'economia italiana. Eppure basterebbe confrontare i dati riferiti allo scorso governo con quelli dell'attuale per capire quanto grande sia questa bugia. Dalla crescita del PIL, ai numeri sulla produzione industriale, a quelli su occupazione e spread. Proprio sullo spread ci sarebbe molto da dire. Le grida e le minacce sovraniste sono costati in poco più di un anno circa 11 miliardi di euro in termini di interessi sul debito. Il solo fatto di aver abbandonato il metodo degli affronti all'Unione Europea e all'Euro ci faranno risparmiare quasi 40 miliardi nel prossimo quadriennio. Una cifra spaventosa, che vale un'intera manovra finanziaria, con cui potremo realizzare nuove importanti misure per stimolare la nostra economia e sostenere le fasce più fragili della popolazione.

Una cifra che si avvicina molto al piano da 50 miliardi sbandierata da qualche leader dell'opposizione che però non abbiamo mai potuto leggere, né vedere da lontano. Noi, lo scorso anno, dai banchi dell'opposizione, proponemmo una manovra alternativa a saldi invariati, senza urla e propaganda. Alcuni partiti che oggi sono all'opposizione, invece, si nutrono solo di slogan, cartelli giganti, tanto grandi quanto basta a coprire il nulla cosmico sulla sostanza.

A prescindere da ciò, Signor Presidente, voglio esprimere in conclusione la mia sincera soddisfazione per quanto è stato fatto, per lo sforzo e il contributo di tutti e per le tante energie spese per affrontare e vincere le difficoltà che abbiamo incontrato durante l'iter del provvedimento.

Con questa legge di bilancio mettiamo le basi per un'Italia più giusta, più verde, più competitiva. Un'Italia che non si perde dietro alla propaganda disonesta, alla macchina dell'odio e della paura. Quella propaganda con cui qualcuno cerca incessantemente di dividere il nostro Paese, i cittadini, la società. Come ciò che abbiamo dovuto ascoltare solo ieri durante in una kermesse in cui si paventava il rischio di un'invasione dei meridionali del grande Nord. Per questo vi ringraziamo, perché è stata una efficace testimonianza di ciò che siete e di ciò a cui non vorremmo mai assomigliare. Ed un sommesso suggerimento: quando parlate del Mezzogiorno ricordatevi dei grandi italiani che hanno dato lustro al Paese come Gaetano Salvemini, Enrico De Nicola, Luigi Sturzo, Peppino Di Vittorio, Aldo Moro, e provate a sciacquarvi la bocca.

La nostra Italia non è quella che dipingete voi. Ma un'Italia che ha voglia di rialzarsi e rilanciarsi da protagonista nel mondo che sta arrivando, lontano dall'odio, dalle stupide divisioni, dalle discriminazioni e dall'intolleranza di cui siete orgogliosi portatori.

FEDERICA DAGA (M5S). (Intervento in discussione sulle linee generali - A.C. 2305). Grazie Presidente, il 22 dicembre del 2013 ero in quest'Aula su un'altra discussione generale e oggi ripetiamo questa esperienza domenicale!

Evidentemente ci sono state difficoltà legate alle modalità di esame della Legge di Bilancio per il 2020 che non ha potuto avere uno spazio adeguato presso questo ramo del Parlamento, a causa delle condizioni che si sono generate dopo la crisi di governo del mese di agosto.

Nonostante tutto, ci siamo impegnati e siamo riusciti a lavorare insieme ai nostri Senatori facendo sponda e abbiamo delle buone notizie da dare per i temi che trattiamo in commissione ambiente. Inizio con le buone notizie sul fronte dell'Acqua Pubblica, la nostra prima stella.

Grazie ad un emendamento della maggioranza abbiamo blindato ulteriormente la società che sostituirà la ex Eipli nella gestione degli investimenti per dighe e infrastrutture idriche di gran parte del Sud. Un risultato che rappresenta una tappa importante di avvicinamento alla gestione pubblica dell'acqua in tutto il Paese e alla sua governance.

Parliamo dell'ente che fornisce acqua all'ingrosso di acqua non trattata per vari usi, agricolo, industriale e in ultimo potabile in buona parte del Sud Italia. La gestione clientelare dell'ente, insieme al mancato pagamento della fornitura idrica da parte di molti fruitori del servizio, ha indebitato l'ente lasciando in abbandono le infrastrutture che avrebbe dovuto gestire.

Nel 2011 il governo Monti decise di mettere in liquidazione Eipli, ma in 8 anni questo processo non è mai stato completato. La legge di bilancio 2018 (governo Gentiloni) ha previsto che nascesse una società per azioni (e non un ente pubblico) per sostituirlo, con l'idea di dar vita alla più grande privatizzazione dell'acqua in Europa.

Con un lavoro durato molti mesi, dal decreto Crescita dello scorso giugno fino al testo di cui oggi discutiamo, andiamo a specificare che la nuova società che subentrerà all'Ente soppresso, sarà una società per azioni a totale capitale pubblico e soggetta all'indirizzo e controllo analogo degli enti pubblici soci, inizialmente troveremo il Ministero dell'Economia e a seguire le Regioni del Distretto di Bacino Meridionale che vorranno far parte del progetto. La forma di Società per Azioni non è per noi la massima soluzione ideale per proteggere le fonti idriche, ma dati i trascorsi dell'ente pubblico, e con quanto ci troviamo di fronte, intanto abbiamo blindato ciò che poteva diventare la più grande speculazione sull'acqua.

C'è stata fortissima pressione da parte di chi voleva andare nella direzione della privatizzazione anche nelle ultime settimane: alcune testate economiche sono riuscite a pubblicare come un mantra più volte lo stesso articolo che dava per scontata la partecipazione dei privati alla nuova società nei 10 giorni in cui si stavano votando gli emendamenti alla legge di Bilancio in Senato.

Siamo stati compatti nel difendere la proprietà e il controllo pubblico della nuova società: sarà vigilata dallo Stato che opererà per garantire la corretta manutenzione delle dighe e delle infrastrutture idriche a beneficio esclusivo dei cittadini.

Abbiamo messo in campo un soggetto industrialmente forte che dovrà essere sùbito operativo per recuperare il gap infrastrutturale degli ultimi anni.

Passo ad elencare i punti che riteniamo più importanti, inseriti in questo provvedimento, per quanto di competenza della commissione ambiente territorio e lavori pubblici.

Partiamo dal Green New Deal: nel settore privato sono stati stanziati più di 4 miliardi su base pluriennale per incentivare le imprese ad andare verso investimenti «verdi» e misure di

sostenibilità ambientale.

Nel settore pubblico abbiamo l'istituzione di un Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni Centrali, con uno stanziamento di quasi 21 miliardi sempre su base pluriennale, da utilizzare anche per finalità di efficientamento energetico e promozione dell'economia circolare, di decarbonizzazione dell'economia, di riduzione delle emissioni, sostenibilità ambientale e, in generale, ai programmi di investimento e ai progetti a carattere innovativo che tengano conto degli impatti sociali.

Quanto agli investimenti a favore degli enti locali, la misura è stata confermata e stabilizzata rispetto alla precedente legge di bilancio, dato il pieno utilizzo delle risorse stanziate.

Sottolineo l'assegnazione di quasi 3 miliardi dal 2020 al 2034, al Fondo per la progettazione dei Comuni, istituito per rispondere alle richieste degli enti locali rispetto alla difficoltà riscontrata nel fare progettazione, definitiva ed esecutiva, per interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di strade, ponti e viadotti e di messa in sicurezza ed efficientamento energetico di scuole e edifici pubblici.

Alle Città Metropolitane e Provincie sono destinati 6 miliardi per interventi di manutenzione, messa in sicurezza e rifacimento delle strade e per manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole viene costituita presso il Ministero dell'Ambiente, entro il 31 gennaio 2020, una Commissione per lo studio e l'elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi; viene istituito il Centro di Studio e di ricerca Internazionale sui Cambiamenti Climatici che lavorerà per mettere in connessione le conoscenze maturate dai soggetti pubblici e privati che si occupano di vulnerabilità e resilienza, tutti insieme quindi per definire strategie nazionali, mediante studi e ricerche sulla mitigazione, sulla resilienza e sull'adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare riferimento alla salvaguardia della città di Venezia. Per il funzionamento del Centro viene autorizzata la spesa di 500 mila euro a decorrere dall'anno 2020 e viene altresì autorizzata la spesa di 60 milioni di euro, per l'anno 2020, per la prosecuzione degli interventi per la salvaguardia di Venezia vengono finalmente rifinanziati il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione con 50milioni per ciascun anno dal 2020 al 2022 e il fondo di garanzia per la prima casa con 10 milioni per il 2020, oltre alle misure di riqualificazione delle città con 9 miliardi fino al 2034 per investimenti in progetti di rigenerazione urbana contro i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

Ritengo tutto questo un primo passo, ci sarà poi un seguito che vedrà protagonista la Commissione Ambiente, essendo in fase di definizione nei prossimi giorni da parte del Governo un disegno di legge collegato alla manovra di bilancio che verrà discusso in Parlamento spero con la massima apertura possibile, avendo noi un compito importante da portare avanti, dopo tutto il gran parlare di cambiamenti climatici, crisi idrica e la evidente necessità di voltare pagina mettendo al centro la salvaguardia dell'Ambiente e la salute delle persone che abitano il pianeta.

PIETRO NAVARRA (PD). (Intervento in discussione sulle linee generali - A.C. 2305). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, per discutere i contenuti della legge di bilancio per l'anno finanziario 2020 è necessario soffermarsi, seppure brevemente, a descrivere la pesante eredità che il nuovo governo ha dovuto fronteggiare sin dal primo giorno del suo insediamento. Una pesante eredità fatta di aumenti di imposte da neutralizzare e impegni di spesa da mantenere, tutto frutto di promesse assunte in un clima di perenne campagna elettorale che ha fortemente compromesso la credibilità del Governo sulla scena internazionale e ha consegnato alla nuova maggioranza un Paese indebolito senza prospettive per il suo futuro.

È in questo contesto, infatti, che si materializza la grande fuga dalle responsabilità di governo

dell'ex Ministro Salvini e della sua Lega, preoccupati della possibile erosione ei consensi raggiunti nelle recenti elezioni europee dovuta a una finanziari che difficilmente avrebbe potuto garantire una manovra da 50 miliardi di euro. Chiedendo pieni poteri, infatti, l'ex Ministro Salvini annunciava una manovra di bilancio di cotanta ampiezza stando, però, bene attento a non farsi sfuggire alcun dettaglio, salvo genericamente affermare, come è sua abitudine, lo slogan di ridurre le tasse agli imprenditori, alle famiglie e ai lavoratori italiani, sterilizzando l'aumento dell'Iva, introducendo un'improbabile flat tax al 15% e promuovendo una nuova pace fiscale infarcita di condoni.

In questo clima politico, il nuovo governo si è assunto la responsabilità di un compito molto difficile, reso ancora più complicato da un quadro macroeconomico internazionale caratterizzata da forte incertezza nel quale l'economia italiana stenta a crescere ad un ritmo appena positivo. Questo compito gravoso è consistito nel varare in tempi ristrettissimi, una legge di bilancio dove pagare il conto salato ereditato per le scelte fatte nella prima parte della legislatura e, al contempo, utilizzare il limitato spazio fiscale disponibile per promuovere una manovra che possa gettare le basi per una strategia di politica economica pluriennale in grado di favorire un sentiero di crescita stabile, salvaguardando gli equilibri di finanza pubblica e garantendo al Paese coesione territoriale e sociale.

Per quanto attiene agli aspetti macro del bilancio previsionale 2020, resta pienamente confermato l'obiettivo programmato di un disavanzo al 2,2%. Questo dato ci permette di configurare la manovra da un lato come moderatamente espansiva e dall'altro in grado di garantire la stabilità della finanza pubblica nel quadro delle regole del patto di stabilità utilizzando a pieno lo spazio fiscale connesso dagli elementi di flessibilità che esse consentono. Ciò permette di valutare ampiamente raggiungibile la previsione di crescita del Pil dello 0,6% per l'anno 2020, già contenuta nella Nota di aggiornamento del DEF e validata dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio. Per quanto attiene, infine, al rapporto tra il debito e il PIL, esso dovrebbe seguire, a partire dal 2020, un percorso di stabile e progressiva riduzione per raggiungere il 131,4% nel 2022, oltre 4punti percentuali di PIL in meno rispetto al picco previsto per il 2019.

Sono quattro i pilastri sui quali si basa il programma di governo che vede in questa manovra il suo passo iniziale: la riduzione del carico fiscale con particolare riguardo alle imposte sul lavoro, gli investimenti per la crescita e per la sostenibilità ambientale e sociale, le misure a sostegno della famiglia e del welfare e il contrasto all'evasione fiscale.

Il tempo a mia disposizione non mi consente di analizzare punto per punto le importati misure contenute nella legge di bilancio. Pertanto, mi soffermerò solo su due aspetti che la caratterizzano: la riduzione della pressione fiscale e la conseguente sostenibilità dei conti pubblici e il cambio di rotta negli interventi a favore del Mezzogiorno.

La pressione fiscale, che era cresciuta lo scorso anno rispetto al 2018, non solo diminuisce rispetto al tendenziale, ma si riduce anche sull'anno precedente. Nelle previsioni della

legge di bilanci si registra, infatti, una diminuzione della pressione fiscale di 7,1 miliardi di euro. Il taglio è dovuto in massima parte alla completa disattivazione delle clausole Iva nel 2020 per un valore complessivo di 23,1 miliardi di euro. A questa riduzione si aggiunge l'abbassamento del carico fiscale sui lavoratori dipendenti: viene, infatti, istituito un fondo per la riduzione del cuneo fiscale con una dotazione di 3 miliardi di euro per l'anno

2020 e di 5 miliardi a decorrere dal 2021. Il vantaggio andrà in primo luogo a favore di 4,5 milioni di lavoratori finora esclusi dal bonus degli 80 euro introdotto dal governo Renzi che vedranno aumentare il proprio salario netto, a parità di costo per i datori di lavoro, di 1000 euro annui a regime.

È paradossale sentire la cantilena che, a sproposito, definisce questa manovra come la ‘manovra delle tasse', puntando il dito alla supposta esplosione di micro-balzelli il cui peso sembrerebbe essere ampiamente superiore alle riduzioni fiscali. Le opposizioni hanno parlato con estrema libertà in commissione bilancio di un gettito complessivo derivante dall'introduzione di micro-tasse che si aggira tra un minimo di 7 e un massimo di 11 miliardi.

Basterebbe fare un semplice calcolo aritmetico, consultando le tabelle della scheda tecnica alla legge di bilancio, per scoprire che l'ammontare del gettito dovuto all'introduzione di queste tasse risulta essere pari a 1,2 miliardi su una manovra di 32 miliardi, tra l'altro ampiamente controbilanciato dalla riduzione delle tasse sul lavoro che da sole valgono 3 miliardi.

Un altro aspetto rilevante per il miglioramento delle prospettive di finanza pubblica è legato alla significativa riduzione della spesa per interessi. Essa è da attribuire in parte a una discesa generalizzata dei tassi d'interesse e in parte alla riduzione del rischio paese misurabile attraverso lo spread, cioè il differenziale di rendimento tra il titolo decennale italiano (il btp) e quello tedesco (il Bund). Mentre il primo effetto è legato alle scelte di politica monetaria e sfugge dal controllo del governo, il secondo è invece fortemente collegato alla stabilità dei conti pubblici e alla conseguente credibilità delle scelte di politica economica del Paese all'occhio dei mercati finanziari internazionali.

Il rapporto ambiguo e conflittuale della Lega con l'Unione Europea e le troppe dichiarazioni, spesso poco responsabili, che esprimevano l'intenzione non tropo velata di portare l'Italia fuori dall'Euro sono, costati carissimi: miliardi bruciati per il pagamento di interessi sul debito, minore fiducia dei mercati e minori investimenti. Lo spread è già sceso molto nello scorso autunno, ma l'obiettivo è quello di ridurlo ancora di più nei prossimi anni per eliminare la spesa più inefficiente del nostro bilancio pubblico e liberare risorse per la scuola,

l'università, la ricerca e le infrastrutture. Basti pensare che tra l'estate e l'autunno del 2019 lo spread è calato di circa 100 punti base in media con un risparmio stimato in circa 3 miliardi di euro.

Credibilità, coerenza e fiducia non solo possono darci un grande dividendo in termini di servizio del debito, ma sono anche decisive se si vogliono affermare gli interessi nazionali sul tavolo delle scelte europee.

Da qualche mese gli scontri continui con le istituzioni europee, i proclami sui social e le assenze continue ai tavoli negoziali sono finiti. Con la Legge di bilancio 2020 si apre una fase nuova in Italia e in Europa nella quale il nostro Paese vuole giocare con una rinnovata credibilità un ruolo da protagonista. Fino a qualche mese fa si discuteva di Flat tax, Minibot e procedure di infrazione. Oggi i temi sono finalmente diversi: investimenti verdi, scuola, lavoro, ricerca e innovazione, famiglia e asili nido.

Il secondo aspetto sul quale desidero soffermarmi è il cambio di rotta che il governo ha voluto imprimere sulle decisioni relative alla distribuzione della spesa ordinaria per investimenti pubblici nelle regioni meridionali.

Le risorse destinate alla spesa pubblica in conto capitale nel Mezzogiorno si distinguono in risorse ordinarie e risorse aggiuntive, di natura sia comunitaria che nazionale. Quelle ordinarie dovrebbero assicurare che i cittadini, quale che sia l'area del Paese in cui vivono, possano potenzialmente disporre di un ammontare di risorse equivalente. Diversamente, quelle aggiuntive, hanno la funzione di garantire la copertura dei divari di crescita ancora esistenti.

Tuttavia, secondo i Conti pubblici territoriali, nel 2017 (ultimo anno disponibile) la quota di risorse ordinarie in conto capitale della Pubblica Amministrazione destinata al Mezzogiorno è pari al 26,7% a fronte del 34,4% di popolazione; al Centro-Nord siamo al 73,3% contro il 65,6% di popolazione.

Secondo i medesimi Conti pubblici territoriali, fra il 2001 e il 2015 gli investimenti con risorse

ordinarie destinate al Sud sarebbero pari al 22,6% in media, con una punta minima del 19,2% nel 2007 e una massima del 24,3% nel 2014; nello stesso periodo, il Centro-Nord avrebbe così incassato la parte più consistente della spesa in conto capitale, passando dal 78,8% del 2001 al 78,6% del 2015, senza mai scendere al di sotto del 73,8%.

Appare evidente dalla lettura di questi dati come l'arretramento infrastrutturale del Mezzogiorno possa essere in larga parte l'effetto inevitabile del differenziale di investimenti ordinari rispetto al Centro-Nord.

Per porre rimedio all'iniqua distribuzione delle risorse pubbliche per investimenti, il decreto legge n. 243 del 2016 introduceva una norma sul principio del riequilibrio territoriale della spesa. L'articolo 7-bis, imponeva di verificare se e in quale misura, a decorrere dalla legge di bilancio per il 2018, le Amministrazioni centrali si fossero conformate all'obiettivo di destinare alle otto regioni meridionali un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale pari al 34% delle risorse complessive, essendo la popolazione del Mezzogiorno circa il 34% di quella nazionale.

La legge di bilancio per il 2020 ha la finalità di rafforzare il principio di riequilibrio territoriale,

con la riformulazione integrale della disposizione precedente introdotta nel 2016. In sostanza, con la norma in questione si passa da un sistema di monitoraggio, sostanzialmente ex post, a un richiamo cogente ex ante per le Amministrazioni centrali a rispettare la clausola del 34% in sede di riparto delle risorse per tutti i programmi di spesa ordinaria in conto capitale.

Questa previsione ha l'obiettivo di porre finalmente fine alla consueta abitudine di utilizzare le risorse aggiuntive destinate alla politica per la coesione nel Mezzogiorno in sostituzione di quelle ordinarie. Un'abitudine che ha di fatto neutralizzato l'impatto economico atteso delle risorse comunitarie.

Mi avvio alle conclusioni ribadendo che la legge di bilancio oggi in discussione, pure in un quadro di finanza pubblica estremamente complesso, pone le basi per una strategia di politica economica con un orizzonte pluriennale di interventi per fare ripartire l'Italia, indirizzando il Paese verso un sentiero di crescita duratura e sostenibile.

MARCO BELLA (M5S). (Intervento in discussione sulle linee generali - A.C. 2305). Grazie Presidente. Il mio intervento sarà focalizzato al tema dell'istruzione. Ad agosto, il nostro Paese era come un veliero nella tempesta. Dopo un mojito di troppo, qualcuno ha deciso di fuggire dalle difficoltà di trovare 23 miliardi di clausole IVA. Altro che capitano, Presidente! Un capitano degno di questo nome non abbandona mai la nave in pericolo. Questo governo è riuscito a riportare il vascello e il suo inestimabile carico in un porto sicuro. Il Presidente Mattarella, ha recentemente rivolto un appello a tutte le forze politiche per prestare attenzione alle problematiche del lavoro. Eppure, nella ricerca del lavoro il miglior investimento per lo stato ma soprattutto per le famiglie è l'istruzione. In base alle ricerche della banca dati Almalaurea, a una maggiore istruzione corrisponde un minor tasso di disoccupazione. E sempre secondo questa autorevole fonte, maggiore è il grado di istruzione raggiunto, maggiore è lo stipendio, e quindi, la capacità di contribuire al benessere di tutti i cittadini tramite la fiscalità generale. L'istruzione è anche il miglior investimento di denaro pubblico per lo stato, con un altissimo moltiplicatore, in quanto secondo l'OCSE, ogni euro investito per l'istruzione ne porta a 3.7. Quindi, Presidente, l'istruzione è il miglior centro per l'impego.

Qualcuno dice che in questa legge di bilancio abbiamo tagliato i fondi per l'istruzione. In realtà, l'FFO, il principale fondo di finanziamento per gli atenei italiani, quest'anno raggiunge il suo record storico, arrivando a 7.620 milioni, con un incremento di 170 milioni. L'analogo fondo di finanziamento per gli enti di ricerca, il FOE, raggiunge anche questo il livello più alto mai toccato, arrivando a 1.812 milioni. Il fondo per le borse di studio arriva a 267 milioni, con un aumento di 30 milioni, che se potranno sembrare pochi in termini assoluti ma rappresentano comunque un incremento superiore al 10%. Con questi soldi e l'aiuto delle regioni, presidente, sarà possibile ridurre in modo significativo se non addirittura eliminare quella vergogna del nostro paese che è la presenza di vincitori senza borsa, ovvero ragazze e ragazze che sono riconosciuti meritevoli di ricevere una borsa di studio, ma fino ad adesso non la hanno ottenuta a causa della scarsità di fondi.

Presidente, oggi è il 22 dicembre. Esattamente nove anni fa ero qui, vedendo il centro di Roma dal tetto della Facoltà di Architettura insieme ai miei colleghi ricercatori. Oggi sono onorato di poter rappresentare le istituzioni. Nove anni fa protestavamo per i tagli delle sciagurate politiche Gelmini-Tremonti. Oggi, c'è qualcuno che protesta perché i soldi sono ancora troppo pochi, ed è comprensibile, perché i soldi per l'istruzione non sono mai sufficienti. Ma guardi presidente, come abbiamo iniziato a cambiare questo paese rendendolo giustamente ambizioso: ieri si protestava per i tagli oggi si può protestare perché i fondi non sono ancora abbastanza.

Qualcuno dice che il ministro Fioramonti si dovrebbe dimettere. Come, noto, il nostro ministro ha annunciato le sue dimissioni se non fossero stati trovati 3 miliardi per l'istruzione, soldi che sono necessari per la competitività del nostro Paese. Un mio collega uomo di sport, il deputato Felice Mariani, mi ha insegnato che i complimenti migliori non sono quelli dei tifosi, ma piuttosto quelli degli avversari. È quanto l'avversario ti riconosce di aver fatto bene, il momento che davvero si è dato il massimo. Il quotidiano La Repubblica, tramite un articolo del 16 dicembre di Corrado Zunino, riconosce al ministro Fioramonti che la spesa per l'istruzione aumenterà il prossimo anno di circa 2 miliardi. Buona parte di questi soldi saranno destinati a un incremento di stipendio di 70 euro lordi in busta paga per i docenti italiani. Ora presidente, per il lavoro che svolgono i nostri inseganti e per il bene prezioso, i nostri figli, che a loro affidiamo 70 euro sono ancora troppo pochi. Ma rappresentano un segnale importante di un'inversione di tendenza. Dobbiamo adeguare gli stipendi dei nostri docenti a quelli di quelli degli altri paesi europei. Ricordo che nel decreto istruzione, appena approvato al senato in via definitiva, saranno banditi i concorsi per assumere a tempo indeterminato 48.000 docenti precari, che vedranno riconosciuta la loro professionalità.

Per quanto riguarda l'università, il CUN, consiglio universitario nazionale, ha riconosciuto per il nuovo anno un incremento di circa 250 milioni, compresi quelli di edilizia universitari. Soldi già indicati dal precedente governo, per carità, ma che questa maggioranza ha confermato. A questi interventi devono essere aggiunti i finanziamenti alla nuova ANR, Agenzia Nazionale della Ricerca, che ha destato alcune perplessità all'interno del mondo accademico, ma che attenderei di vedere come funziona prima di criticare. Inoltre, ci sono i finanziamenti per la ricerca aereospaziale, dell'ordine di 300 milioni. È bene rimarcare che tutti questi finanziamenti sono tutti aggiuntivi.

Quindi, il ministro Fioramonti ha ottenuto oltre 2.5 miliardi sui 3 che richiedeva. La nave Italia la abbiamo portata fuori dalla tempesta. Ora la dobbiamo far correre. C'è chi pensa che la nave possa andare più veloce se la alleggerissimo buttando a mare il motore. Questo è il perverso modo di pensare di chi giustifica i tagli, perché vede Presidente, è l'istruzione il motore del Paese.

Io non so se alla luce dei dati prima esposti il ministro Fioramonti si debba dimettere. Non so se uscirà da quella porta da vincitore o da perdente. Sono però sicuro che i perdenti sono solo coloro che rinunciano a lottare per i propri sogni. Il ministro Fioramonti, a differenza di tante persone che siedono su una comoda poltrona, non è stato colpito dalla sindrome di Procuste. (ricordo che Procuste era un mitologico brigante che catturava i viandanti e li metteva su un letto di marmo: se le loro gambe fossero state troppo corte, le slogava, e se troppo lunghe le tagliava). Il ministro Fioramonti non si è adattato a una realtà imposta da altri. Ha lottato per veder realizzato il suo sogno di un paese migliore e competitivo.

Il ministro Fioramonti ha visto aumentare la spesa per l'istruzione di ben 2.5 miliardi, e ne suo breve mandato ha approvato un decreto per stabilizzare 48.000 persone. Pensate che si dovrebbe dimettere per aver ottenuto questi risultati?

Se il ministro Fioramonti non avesse chiesto 3 miliardi, pensate che ne sarebbero arrivati 2.5? Presidente, do io la risposta. Assolutamente no. Senza il coraggio del ministro Fioramonti, non sarebbero stati trovati neppure questi soldi. Per quello che ha fatto per il nostro Paese, ringrazio a nome del mio gruppo il ministro Fioramonti, e ringrazio lei per la sua attenzione.