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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 273 di venerdì 6 dicembre 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 dicembre 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Battelli, Benvenuto, Boccia, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Cancelleri, Castelli, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Ferri, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Guerini, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Molinari, Morani, Morelli, Orrico, Palazzotto, Parolo, Rosato, Ruocco, Scalfarotto, Scoma, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Spadafora, Speranza, Stumpo, Tasso, Traversi, Vignaroli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (A.C. 2220-A/R).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2220-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.

Ricordo che nella seduta di ieri il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno presentati.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/1 Rizzetto, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Viene accettata la riformulazione? Colleghi, colleghi di Fratelli d'Italia, viene accettata la riformulazione? Collega Rizzetto, vuole intervenire? Prego, mi deve dire se accetta la riformulazione.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie. Non accetto la riformulazione, Presidente. Quindi, se lo pone in votazione vorrei fare una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Scusi un attimo, collega. Colleghi! Prego, deputato Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Guardi, Presidente, è molto probabile che per l'ennesima volta il Governo non abbia capito il senso di questo ordine del giorno che, come tutti sappiamo, ha una valenza di mero aspetto indicativo nei confronti dell'Esecutivo stesso. Perché il sottosegretario Villarosa ieri, di fatto e secondo me, non ha capito la ratio di questo ordine del giorno? Perché è lo stesso Governo che in molte occasioni in questi mesi, dopo il “decreto crescita”, si era espresso in modo favorevole rispetto al fatto di abrogare una norma, secondo noi, alquanto ingiusta. Se posso chiedere, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo silenzio e, per cortesia, di liberare i banchi del Governo.

WALTER RIZZETTO (FDI). A parte il silenzio, però almeno i banchi del Governo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Villarosa, le chiedo di liberare i banchi del Governo. Colleghi, vi chiedo di fare silenzio. Prego, collega Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, io non intendo intervenire o, perlomeno, se terminano i colloqui ai banchi del Governo, perché ritengo sia un aspetto abbastanza importante da dover sottolineare.

Posso? State parlando, quindi, voglio dire, sì, ho capito, però un minimo di rispetto. Le ricordiamo per l'ennesima volta, sottosegretario Villarosa, che il Governo è ospite qui dentro. Quindi, voi dovete applicare, voglio dire, una cortesia istituzionale in Parlamento!

PRESIDENTE. Collega Rizzetto, collega Baretta, colleghi. Chiedo…

WALTER RIZZETTO (FDI). Va bene. Comunque, Presidente, io continuo. Non c'è nessun problema, anche perché mi pare che per l'ennesima volta - lo ripeto - il Governo sia completamente sordo di fronte a questo tema. Va be', ride, e solitamente il riso abbonda… comunque sia, questo è un ordine del giorno su cui non accetto la riformulazione. A parte, voglio dire, l'etimologia e l'italiano un po' stentato, a cui si dovrebbe applicare: “a valutare l'opportunità di” che non si lega, evidentemente, al periodo, ma su questo, voglio dire, passiamo sopra vista la situazione. Io feci, Presidente, all'epoca del “decreto crescita” un intervento, chiedendo al Presidente Fico se aveva mai cambiato una caldaia, perché, per spiegarlo anche ai colleghi che magari non hanno seguito nello specifico il provvedimento stesso, questa norma, contenuta nel “decreto crescita”, ci dice una cosa pericolosissima per i nostri artigiani e per le nostre piccole e medie imprese. Ci dice che la cosiddetta “detrazione fiscale” sulla riqualificazione energetica dal 55 al 65 per cento viene scontata direttamente in fattura al cliente stesso. L'uovo di Colombo, penserà qualcuno, per rilanciare un settore evidentemente in decadenza come quello delle riqualificazioni e delle ristrutturazioni. Il problema è che nessuno trova in Italia un idraulico, un elettricista o un artigiano che può permettersi di farsi pagare meno della metà la fattura che lui richiede. Se io vengo da artigiano, Presidente, a casa sua a cambiare qualcosa, proprio in termini e in pancia alla cosiddetta “riqualificazione energetica”, lei può chiedermi lo sconto in fattura, cioè fatto mille di una fattura ecco che io, cliente finale, posso pagare 450 euro o 550 euro e non l'intera fattura. Questo è un passaggio pericolosissimo, perché va a far beneficiare di quanto ho detto soltanto grandi multinazionali anche partecipate dallo Stato, tanto per essere chiari, nei confronti di piccoli artigiani che non possono evidentemente sostenere quello che non possono neanche fare, che è la cessione del credito, perché se io arrivassi a casa di un cliente e dicessi “guarda, ti faccio la metà della fattura, però vado a recuperare il credito direttamente in banca senza alcun sovrappeso della stessa”, allora potremmo essere tutti d'accordo. Così non è. Chiuderanno, se questa norma resterà in vigore, centinaia, se non migliaia, di piccole e medie imprese e di piccole società artigiane. Allora, Presidente, ho partecipato, ad esempio con Confartigianato, tanto per essere chiari, a degli incontri, laddove c'erano anche esponenti della maggioranza, laddove gli stessi esponenti della maggioranza avevano dichiarato “andremo a abrogare questa norma o andremo a modificarla”. Abbiamo presentato due emendamenti, uno abrogativo dell'articolo 10 del “decreto crescita”, l'altro evidentemente migliorativo, perché avremmo potuto fare accedere a tutta questa platea la cessione del credito, e non ce li avete neanche dichiarati ammissibili. Quindi, chiaramente lo metto ai voti, se non c'è una rivalutazione da parte dell'Esecutivo, però queste luci verdi e rosse che andremo a vedere le andremo a portare in tutte le associazioni che si fidavano di un Governo che dovrebbe essere al loro fianco al posto di mettere per l'ennesima volta loro il bastone fra le ruote. Quindi, se non c'è, e chiudo, alcun tipo di rivalutazione da parte del Governo, lo metto in votazione.

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/1 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/2 Pastorino, viene accettata la riformulazione; ordine del giorno n. 9/2220-AR/3 Magi, viene accettata la riformulazione; ordine del giorno n. 9/2220-AR/4 Gastaldi, viene accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/5 Andrea Romano c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al sottosegretario Villarosa, che ora si è assentato, ma, insomma, al sottosegretario Baretta, di riconsiderare il parere negativo che ieri il sottosegretario Villarosa ha comunicato.

Lo chiedo in merito sia alla sostanza dell'ordine del giorno sia agli impegni già presi da Governi precedenti. L'ordine del giorno - lo dico sinteticamente - richiama l'opportunità di estendere lo status di zone economiche speciali anche a zone diverse da quelle del Meridione d'Italia, richiamando lo spirito del decreto-legge n. 91 del 2017 che ha istituito le ZES. Nello specifico, questo ordine del giorno chiede l'estensione dello status di zone economiche speciali alla provincia di Livorno, ovvero al principale snodo logistico della regione Toscana, che ha l'infelicissimo privilegio di essere la provincia dentro la quale esistono due aree di crisi industriale complessa, quella di Piombino e quella, per l'appunto, di Livorno. L'ordine del giorno - voglio ricordarlo al Governo - non pone naturalmente nessuna pressione di ordine temporale, ma si limita ad auspicare l'avvio di un percorso normativo che naturalmente sia svolto in piena collaborazione con tutti gli enti territoriali coinvolti e nel pieno rispetto delle compatibilità finanziarie. Questa richiesta di riconsiderare il parere del Governo la muovo anche tenendo conto dell'importanza degli impegni già presi da Governi precedenti rispetto alla zona di cui parliamo; Governi precedenti, lo ricordo, di colore politico del tutto diverso. Il primo impegno fu preso nel 2015 dal Governo Renzi, durante il quale la regione Toscana, il Governo e tutti gli enti locali dell'area stipularono un accordo di programma per il rilancio competitivo dell'area costiera livornese, al cui articolo 4 di questo accordo di programma si faceva riferimento, per l'appunto, al riconoscimento di una zona franca doganale. Il secondo impegno è invece più recente, risale al primo Governo Conte, in particolare al giugno scorso, al 21 giugno scorso. Nel corso della seduta della Camera dei deputati di quel giorno venne approvato dall'Aula, con parere positivo del Governo, un ordine del giorno che impegnava il Governo ad adottare - voglio leggerlo - ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo, volta a riconoscere le aree di crisi complessa di Piombino e Livorno, con le importanti infrastrutture dei porti e degli interporti, tra le zone economiche speciali, per l'appunto ZES. Ricordo che, dopo l'approvazione di questo ordine del giorno, si mosse subito la regione Toscana con un'iniziativa della presidenza della regione rivolta ai Ministeri del Lavoro e del Sud nella quale si avviava un percorso volto a implementare la volontà politica espressa dal Governo e dal Parlamento. Allora, detto tutto questo, Presidente, e, per tramite suo, sottosegretario Baretta, non posso nascondere una fortissima preoccupazione che rivolgo al Governo, che noi naturalmente sosteniamo con il massimo impegno e con la massima responsabilità, ovvero la preoccupazione che, ove il parere del Governo rimanesse negativo su questo ordine del giorno, saremmo davanti al rischio di un grave passo indietro; un grave passo indietro rispetto agli impegni già assunti da Governi precedenti e anche un passo indietro, che naturalmente vogliamo evitare e lavoriamo per evitare, rispetto alla necessità di sostenere in ogni modo la ripresa economica e produttiva dell'area costiera livornese, e dunque di tutta la regione Toscana. Per questi motivi, chiedo al Governo di riconsiderare il parere e, in subordine, di accantonare l'ordine del giorno, affinché il sottosegretario Baretta e il sottosegretario Villarosa facciano le opportune verifiche e, tenendo anche conto del fatto che abbiamo più di 200 ordini del giorno, valutino l'opportunità di riformulare l'ordine del giorno secondo quanto opportuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Come lei sa, l'introduzione delle ZES nelle zone diverse dalle aree meridionali è un problema molto discusso, tant'è che anche nell'ultima situazione nella quale il Ministro del Mezzogiorno ha prospettato una possibilità per la zona di Chioggia non si tratta di una ZES, ma di una zona particolare. Ora, la proposta che le posso fare è questa, tenendo conto del problema: mettere “valutare l'opportunità” e togliere il riferimento specifico al territorio. Nella parte iniziale c'è, nel senso che adottare un ordine del giorno su un singolo territorio, mentre, invece, si potrebbe dire “valutare l'opportunità di adottare ogni opportuna iniziativa volta a includere tra le zone economiche speciali quelle che ricadono all'interno delle aree complesse”. Peraltro, nella parte precedente, quella nella quale ci sono le motivazioni, è esplicitato l'aspetto del territorio.

PRESIDENTE. Il collega Romano accetta la riformulazione? L'accetta, d'accordo.

PRESIDENTE. Collega Potenti, chiede comunque di parlare?

MANFREDI POTENTI (LEGA). Sì, Presidente, chiedo di parlare sull'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno?

MANFREDI POTENTI (LEGA). Mi scusi, sull'ordine dei lavori, ordine d'ordine del giorno, mi scusi, abbia pazienza, avevo detto bene. Mi scusi, il mio intervento è volto a rappresentare…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, c'è stata una riformulazione: è stato accettato, quindi non ci sarà un voto sull'ordine del giorno Romano, perché adesso, con la riformulazione, ovviamente, non ci sarà un voto, perché il parere è favorevole, quindi non c'è dichiarazione di voto.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente, mi scusi, perché c'è stata un'accettazione di riformulazione. Io vorrei rappresentare la gravità di questa situazione, perché….

PRESIDENTE. Collega, questo non è sull'ordine dei lavori, lo sa bene.

MANFREDI POTENTI (LEGA). ….sulla modalità di svolgimento di questa accettazione da parte del collega, deputato Andrea Romano, di una riformulazione su un ordine del giorno sul quale il Governo, secco, ha espresso un parere contrario (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, è facoltà del presentatore… colleghi, un attimo…. è facoltà del presentatore decidere se accettare o meno una riformulazione. Il presentatore ha fatto richiesta di riformulazione, il sottosegretario Baretta l'ha riproposta e, quindi, il parere è favorevole.

MANFREDI POTENTI (LEGA). …certamente, è anche volontà di rappresentare una curiosa circostanza che coinvolge un deputato della maggioranza a cui viene espressa su una materia di fondamentale importanza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, questo non è un intervento sull'ordine dei lavori. L'ordine del giorno è stato approvato, così come riformulato. Grazie.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno appena accolto.

PRESIDENTE. D'accordo.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, anche a nome del collega Zucconi.

PRESIDENTE. D'accordo. Ci sono altri colleghi che vogliono sottoscrivere?

SIMONA VIETINA (FI). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno appena accolto.

PRESIDENTE. D'accordo. Colleghi, vi anticipo che lo potete, comunque, comunicare anche agli uffici della Presidenza. Collega Baldini? Prego. Altri? D'accordo. Andiamo avanti. I successivi ordini del giorno n. 9/2220-AR/6 Lorenzin, n. 9/2220-AR/7 Rizzo Nervo, n. 9/2220-AR/8 Carnevali sono inammissibili.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/9 Gebhard, favorevole con riformulazione: viene accettata? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/10 Plangger, favorevole con riformulazione: sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/11 Lupi, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/11 Lupi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/12 Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/13 Sangregorio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/14 Tondo, favorevole con riformulazione: viene accettata? Collega, Sangregorio, viene accettata la riformulazione? D'accordo. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/15 Cirielli è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/16 Trancassini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/17 Montaruli, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà. Mi deve anche dire, collega, se l'accetta.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Volevo chiedere la cortesia al sottosegretario, e glielo avevo chiesto prima per non interrompere i lavori, di sapere esattamente com'è la riformulazione, perché c'è qualcosa che non sono riuscita a comprendere.

PRESIDENTE. Sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/17 Montaruli. Prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. “valutare l'opportunità di”, e togliere dopo: “un'imposta sostituiva”, le parole: “in misura fissa da calcolarsi sull'importo della transazione e una modifica della disciplina delle obbligazioni”. Quindi, verrebbe: “valutare l'opportunità di adottare uno o più decreti che prevedano, per le aziende che vendono servizi online e individuate attraverso uno o più determinati codici ATECO, un'imposta sostitutiva, al fine di limitare gli effetti dell'elusione di imposta ottenuta attraverso operazioni infragruppo”. Cioè, tolgo la specificità delle modalità, ma lo schema resta.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione? No, lo mettiamo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/17 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/18 Caiata, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine del giorno in esame e confesso che non ero neanche preparato a intervenire perché ero così tranquillo che sarebbe stato accolto che non immaginavo di dover intervenire. Quindi, mi lasci esprimere veramente lo stupore per il modo in cui il Governo dimostra subito una grande incoerenza perché, rispetto al tema, sono già intervenuto in passato e avevo già presentato un altro ordine del giorno che era stato accolto esattamente nella stessa direzione. Questo ci fa capire come forse non vengano valutate con attenzione le cose che diciamo. Vede, Presidente, il mondo del calcio si divide sostanzialmente nel…

PRESIDENTE. Colleghi… mi scusi, collega. Colleghi, però questo brusio non è ammissibile. Colleghi, prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Dicevo, si divide sostanzialmente nel professionismo e nel dilettantismo. Il professionismo nel calcio lo esprimono la Lega di serie A, la Lega di serie B e la Lega di serie C. Le fonti di sostentamento del mondo del calcio arrivano dalla legge Melandri che così ripartisce l'ammontare dei diritti televisivi negoziati: 90 per cento alla serie A; 6 per cento alla serie B; solamente il 2 per cento alla Serie C e il 2 per cento alla Lega nazionale dilettanti, anzi, in realtà, l'1 per cento alla Lega nazionale dilettanti e l'1 per cento alla federazione. Questo le dà l'idea di come non sia equa la divisione delle risorse, soprattutto se lei pensa che la Lega di serie A, la Lega di serie B e la Lega di serie C sono sottoposte agli stessi adempimenti e agli stessi obblighi ma hanno rispettivamente il 90 per cento, il 6 per cento e il 2 per cento dei ricavi. Noi avevamo chiesto che venisse riconosciuto in minima parte - ripeto: in minima parte - e si desse ascolto in minima parte al grido di aiuto che arriva da questi volontari della periferia che si assumono una funzione sociale nel tenere i ragazzi lontani dalle tentazioni dei bar, della droga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e invece li indirizzano sui campi sportivi per sviluppare sani principi con cui crescere. Sarebbe bene che tale funzione sociale ci fosse riconosciuta ma, invece, ancora una volta ce la vediamo negata e vediamo invece come si ponga esclusivamente attenzione nei confronti dei grandi club professionistici. Presidente, devo veramente con rammarico capire che rispetto a queste tematiche non c'è nessuna attenzione da parte del Governo e nessuna attenzione da parte del sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Sono totalmente d'accordo con quanto il collega Caiata ha affermato poc'anzi, essendo comunque impegnato nel mondo sportivo, nel mondo del calcio. Quindi ritengo che siano molto giuste le sue argomentazioni e perciò chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo a lei se, in merito alla legge che regola nel nostro Paese il conflitto di interessi, non bisognerebbe chiedere al collega Caiata di astenersi dal voto sull'ordine del giorno in esame. Chiedo a lei di risolvere la questione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, ovviamente, attiene alle facoltà di ogni singolo deputato di poter esprimere, di poter valutare o presentare atti di indirizzo. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini, vuole sottoscriverlo?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Vorrei intervenire…

PRESIDENTE. Prego. Colleghi, vi chiedo di nuovo, mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo la cortesia di abbassare il tono della voce, a tutti i gruppi. Lo chiedo a tutti i gruppi. Prego, collega.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Volevo innanzitutto sottoscrivere l'ordine del giorno. Poi, considerato che in apertura di seduta ho visto che il sottosegretario è stato molto disponibile a rivedere, come normalmente non ci capita, cioè non assistiamo spesso a ripensamenti da parte del Governo, mentre abbiamo visto che, rispetto alla sollecitazione del collega Romano avete rivisto il vostro parere, volevo chiederle se, considerata l'importanza dell'argomento che sostanzialmente riguarda lo sport in generale ma soprattutto, come il collega Caiata ha detto giustamente, sport dilettantistici che tolgono molto spesso i ragazzi dalla strada e da altre tentazioni, fosse gentile e cortese anche nei confronti del gruppo di Fratelli d'Italia rivedendo il suo parere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Non solo nei confronti dell'onorevole Romano, ma anche nei confronti dell'onorevole Montaruli, indipendentemente dal fatto se poi si è accettata o meno la riformulazione, confermo purtroppo il parere contrario, ma vi leggo il testo dell'impegno così almeno sappiamo le ragioni: “prevedere un credito di imposta in favore delle società iscritte alla Federazione italiana Gioco Calcio-Lega Pro volto alla integrale deduzione delle spese sostenute per gli oneri contributivi dei contratti di lavoro dei propri giocatori”. È chiaro che viene chiesto un credito di imposta, ovvero un cuneo fiscale specifico non per una singola situazione ma per tutti i contratti di lavoro dei propri giocatori. Francamente non siamo in grado di accoglierlo: non è una richiesta parziale, come veniva proposto prima, ma è una richiesta di totale deduzione degli oneri. Credo di aver spiegato le ragioni evidenti per le quali non è possibile accedere nemmeno a una riformulazione.

PRESIDENTE. Collega Caiata, prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Solo per tranquillizzare il collega Fiano che, rispetto a questo mondo, nessuno trae benefici perché questo mondo esprime una perdita complessiva di 120 milioni di euro che sono quelli che i presidenti mettono nelle loro società per mantenere questa funzione sociale e, oltretutto, per tranquillizzarlo ulteriormente che ha solo anticipato una cosa che comunque avrei fatto, vale a dire la mia astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Grazie, Presidente. Premesso che quanto affermato dal collega Fiano può essere sempre valido in quest'Aula anche su questi temi, però il tema in oggetto è stato spesso affrontato anche negli ultimi mesi e negli ultimi anni. Quello che dico e concordo soprattutto con il Governo e con l'intervento che è stato fatto è che non si è contrari a un'agevolazione fiscale allo sport o al mondo del calcio ma è evidente che, se si vogliono dare delle agevolazioni fiscali, bisogna farlo con equità e quindi non solo a una Lega ma a tutto il mondo dello sport, rivolgendosi a tutto il mondo dello sport. Quindi, forse questo tipo di agevolazione bisognerebbe pensarlo in un'altra ottica anche rispetto alla formazione degli atleti ed è l'ottica sulla quale immagino il Governo sta lavorando al decreto legislativo derivante dal collegato sport che proprio in quest'Aula ha approvato ad agosto di quest'anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, solamente per capire e perché lei possa decidere in assoluta autonomia e correttezza. Rispetto all'osservazione che ha fatto l'onorevole Fiano, cioè di un conflitto di interesse potenziale o esistente, nel momento in cui il collega Caiata riconosce questo conflitto e dichiara di astenersi, non credo che ciò sia sufficiente, perché il voto di astensione tende a garantire comunque il numero legale in questa Assemblea e, quindi, lui non dovrebbe partecipare al voto, non astenersi, se ha un conflitto di interesse e un interesse diretto nell'accoglimento di questo ordine del giorno. Poco importa se fa bene al calcio: il punto è se egli abbia un interesse all'accoglimento di questo ordine del giorno; e mi pare dalle parole del sottosegretario Baretta che questo interesse sia assolutamente diretto e manifesto. E proprio perché nel momento in cui il collega Caiata riconosce questo conflitto, io credo che sia ragionevole che esca dall'Aula e non partecipi in alcuna maniera alla votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, come può immaginare la Presidenza non può impedire a un collega di votare: se il collega Caiata deciderà di uscire dall'Aula sarà sua facoltà, ovviamente. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, il caso rappresentato è sufficientemente curioso. Non ricorderò a lei, che lo sa sicuramente, che costante giurisprudenza fa prevalere il conflitto di interessi quando vi è una determinatezza dell'interessato alla realizzazione dell'interesse; e in questo caso non vi è, perché pare evidente che il numero legale ci sia, pare evidente che non sia determinante, attesa la posizione del Governo. Ma a prescindere da questo, vorrei ricordare che si tratta di impegni, non si tratta di una norma nella quale vi potrebbe essere un potere cogente. Siamo alle scuole elementari del diritto amministrativo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Signor Presidente, in primo luogo chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno. Rappresento che non si tratta di un impegno legislativo, e conseguentemente è del tutto privo di una carica attuativa diretta, tale per cui il conflitto d'interesse prospettato neppure decade, non vi è mai stato. Richiamo però l'attenzione sul fatto che se questo è il parametro che la maggioranza usa per valutare su un ordine del giorno la sussistenza o meno di un conflitto di interesse, poi quando andiamo a votare delle leggi ci divertiamo, con avvocati, commercialisti, ingegneri, professionisti e altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché se nei confronti dell'onorevole Caiata si valuta addirittura la partecipazione all'Aula, con una compressione del diritto democratico di rappresentare i suoi elettori qui dentro, quando poi andiamo a votare le leggi, ebbene, diventa un cinema. Comunque, onde evitare che anche l'ordine giorno possa subire decadenze, chiedo di sottoscriverlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno. Per quanto riguarda le infondate osservazioni in merito al conflitto di interesse, io auspico che i colleghi Fiano e Vazio siano altrettanto solerti quando ci sarà da votare in Aula su piattaforme digitali e informatiche e chiedano a tutti i deputati del MoVimento 5 Stelle di uscire dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che dovremmo intervenire sull'ordine del giorno, ovviamente. Ha chiesto di parlare il collega Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, se lei mi fa parlare io magari le confermo il riferimento all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Collega, le ho dato la parola. Le sto dando la parola. Prego.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Detto che non ho la supponenza etica, morale e professionale di giudicare il conflitto di interessi dei miei colleghi, rispetto all'ordine del giorno noi auspichiamo (e seguo le parole del collega Valente) che vengano al più presto in Aula i decreti attuativi rispetto al collegato allo sport, che vanno un po' nella direzione di questo ordine del giorno, dell'obiettivo di questo ordine del giorno: nel senso di sistemare la grave disparità che c'è all'interno del mondo del calcio tra le società professionistiche. L'auspicio è quello di non dimenticarsi mai del calcio dilettanti, cui partecipano migliaia e migliaia di volontari, e senza di loro i bambini farebbero qualcos'altro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Ma in questa disparità, dal punto di vista tecnico, dal punto di vista contabile, dal punto di vista fiscale, dal punto di vista dei finanziamenti e delle sponsorizzazioni, l'auspicio è che si completi anche il percorso di regolamentazione della trasparenza delle proprietà delle società di calcio, perché credo che il mondo del calcio abbia soprattutto bisogno di trasparenza e tracciabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caiata n. 9/2220-AR/18, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno Rotelli n. 9/2220-AR/19, parere favorevole…

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Presidente, apprendo da un'agenzia ANSA di questo momento che al Senato per la centesima volta è stata sconvocata la Commissione bilancio, e invece del previsto orario alle 11 è spostata alle 14, ma tanto sappiamo che alle 14 non succederà niente.

PRESIDENTE. Collega, questo è sull'ordine dei lavori del Senato, però, non della Camera.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, però purtroppo investe l'ordine dei lavori della Camera, perché vorrei ricordare…

PRESIDENTE. Prego.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). …con una qualche preoccupazione che la legge di bilancio dovrebbe essere esaminata anche alla Camera: perché magari possiamo non contare niente, ma secondo me qualcosa dovremmo contare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. D'accordo.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Dato che io ricordo a tutti i colleghi, per evitare di andare a riguardarsi gli orari e le date, che l'anno scorso il 5 dicembre, quindi l'anno scorso come ieri, l'esame era stato completato in prima lettura alla Commissione bilancio della Camera, ed invece in questo momento al Senato siamo ancora al carissimo amico. Significa che è molto probabile che questo ramo del Parlamento, se le cose vanno avanti così, non avrà la possibilità di intervenire in alcun modo sulla legge di bilancio, che - ricordiamo - è la legge fondamentale dell'anno. Per cui io mi attiverei per suo tramite (ed avvertiamo anche il Presidente) di insistere con viva forza perché le prerogative di questa Camera siano rispettate: perché non vorrei mai che ci possa essere l'intento da parte del Governo di procedere a un maxiemendamento al Senato, in modo tale da impedire che del bilancio si parli al Senato, di chiuderla lì e di farlo arrivare qui soltanto per la fiducia. Se succedesse una cosa del genere sarebbe una cosa senza precedenti, e altro che Corte Costituzionale invocata l'anno scorso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier -Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Altro che Corte costituzionale! Perché l'anno scorso qui - e tutti i colleghi commissari della Commissione bilancio, il primo che vedo girandomi è D'Attis, ma potrebbero essere tanti a testimoniarlo - abbiamo fatto notti e giorni a sgrossare il testo per la prima lettura. E dato che in una maniera o nell'altra le prerogative…nonostante l'opposizione abbia detto che sì, ci sono state delle accelerazioni l'anno scorso, e si era andati persino in Corte costituzionale, dove peraltro avevano detto che una cosa del genere non doveva ripetersi, ecco, non vorrei che molto peggio venga fatto quest'anno, perché neanche la prima lettura c'è, e se non c'è neanche la prima lettura evidentemente non può esserci neanche la seconda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, è solo perché purtroppo l'età avanza e io perdo un po' la memoria: non ricordo un siffatto accorato intervento a difesa della prerogativa del Parlamento da parte del presidente Borghi quando in quest'Aula, sotto il Governo di cui lui faceva parte come presidente della Commissione bilancio, per la prima volta nella storia nei due rami del Parlamento neanche un inizio di discussione c'è stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! La prima lettura è stata fatta al Senato ed è in corso al Senato (Commenti del deputato Claudio Borghi)… Così lei lo fa a qualcun altro, presidente Borghi, non al collega Fiano. La Corte costituzionale, che lei ha ricordato, ha ricordato che ciò che avete fatto voi non deve mai più ripetersi, non quello che sta succedendo al Senato, dove stanno discutendo la legge di bilancio come voi non ci avete fatto fare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Allora, colleghi… Colleghi… C'è stato il collega Borghi che ha avanzato una richiesta… Un attimo! C'è stato il collega Borghi che ha avanzato una richiesta sull'ordine dei lavori. Io ovviamente trasmetterò le sue preoccupazioni alla Presidenza della Camera, così come lei mi ha chiesto nel suo intervento sull'ordine dei lavori.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Ziello, il collega Borghi ha già parlato su questo argomento, per quanto riguarda l'ordine dei lavori, se lei ha un altro argomento, io farei parlare prima il collega Baldelli, che suppongo voglia intervenire sull'ordine dei lavori, su questo tema, e poi eventualmente parlerà lei. Però, per il suo gruppo, ha già parlato Borghi su questo tema. Collega Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, anch'io forse ho qualche problema di memoria, ma mi pare di ricordare che quello che è successo l'anno scorso certamente è un fatto di cui almeno il mio gruppo si è lamentato molto, e si è lamentato anche molto il gruppo del PD, ma stranamente il Presidente del Consiglio dell'anno scorso è lo stesso Presidente del Consiglio che presiede il Governo di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), in una situazione in cui rischiamo lo stesso passaggio e con una maggioranza composta da quel MoVimento 5 Stelle con cui oggi il PD è al Governo. Per cui, se in questo Parlamento ogni volta ci cominciamo ad alzare e a ricordare quello che è successo prima, non la finiamo più; consiglio a tutti maggior buonsenso e maggior prudenza. Premesso questo fatto, certamente la questione che viene sollevata dal collega Borghi in ordine all'andamento della legge il bilancio è una questione che abbiamo già fatto presente, insieme all'accavallarsi di una quantità di decreti, perché noi difficilmente riusciremo a programmare l'esito del nostro calendario, al netto dell'ostruzionismo del Governo e della maggioranza su questo decreto, sui decreti precedenti e su quelli prossimi venturi. Presidente, diamoci una regolata, perché se oggi noi possiamo stare qui a concludere questo decreto con la votazione in diretta televisiva, è per la responsabilità dell'opposizione e per l'irresponsabilità del Governo, che la settimana scorsa avrebbe dovuto far fare la discussione generale e che, invece, ha costretto la maggioranza al rinvio in Commissione e a un esame lungo, saltellante e a singhiozzo di questo testo. Allora, ricordiamoci che, così come per il “decreto sul terremoto”, è grazie all'opposizione che ritira gli emendamenti, che il Governo non è costretto a mettere la fiducia su tutti i decreti che arrivano in quest'Aula. Quindi, maggior rispetto delle opposizioni, perché se questo Parlamento riesce a funzionare un minimo, non è grazie né al Governo né alla maggioranza, che combinano quasi solo pasticci, è grazie alla responsabilità e al buonsenso che l'opposizione, spesso silenziosamente, mette in campo in quest'Aula. Dovreste ringraziare, anziché rinfacciare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega Ziello, vuole intervenire su un altro tema? Sull'ordine dei lavori?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). No, per un richiamo al Regolamento, signora Presidente.

PRESIDENTE. Che articolo?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Articoli 8 e 59.

PRESIDENTE. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Per ricordarle, Presidente, che non è il collega Fiano che può valutare la condotta di un deputato, nel caso specifico quella dell'onorevole Borghi, ma è lei, ai sensi del secondo comma dell'articolo 8, che dirige la discussione e modera il dibattito. E non si può permettere nessun deputato di dire cosa può fare o cosa non può fare un suo collega, come ha fatto in modo sbagliato l'onorevole Fiano, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tra l'altro, le ricordo sommessamente che, quando un deputato si comporta male - articolo 59 -, lei deve richiamare l'onorevole che si atteggia in modo sbagliato. Soprattutto, signora Presidente, noi non accettiamo lezioni di democrazia da un parlamentare che si è permesso di lanciare un plico di carta addosso al Presidente… (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega! Collega!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Faccia eseguire il Regolamento e lo applichi con rigore…

PRESIDENTE. Ci penserà l'Ufficio di Presidenza a valutare la gravità di certe situazioni, per tutti i gruppi indistintamente.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/19 Rotelli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/20 Bignami, parere contrario: ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, sorprende il parere contrario del Governo, perché vorremmo sommessamente far notare - ed è l'incipit del ragionamento - che molte delle realtà operanti nei comuni montani, in Appennino e nelle Alpi, nelle zone anche poste a diverse centinaia, in alcuni casi anche migliaia di metri, sono quantomeno in difficoltà ad eseguire la fatturazione elettronica per il fatto che non hanno neanche la connessione Internet.

Allora sorprende che lo Stato pretenda l'esecuzione di prestazioni scaricando i costi di quei servizi minimi che lo Stato stesso dovrebbe garantire dotando quelle realtà di quelle connessioni che ormai dappertutto si ritrovano. Continua, questo Stato, questo Governo, ad essere forte con i deboli e deboli con i forti, perché impone adempimenti senza porre i cittadini stessi nelle condizioni di poterli eseguire. E questo purtroppo caratterizza tutte le politiche sulle montagne, che si stanno non a caso spopolando a causa della privazione dei servizi che sistematicamente si allontanano da quelle realtà proprio a causa di fenomeni di mancata attuazione e aggiornamento di infrastrutture basilari come appunto la connessione Internet. Non ci attendevamo che il Governo esprimesse un parere differente, ma proprio per questo, per non essere in alcuna maniera complici di questo tipo di atteggiamento, chiediamo che venga posto ai voti.

PRESIDENTE. Il collega Zucconi chiede di sottoscriverlo: d'accordo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/20 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/21 Rampelli ed altri: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/22 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Colleghi? Colleghi di Fratelli d'Italia, qualcuno mi riesce a comunicare se viene accettata la riformulazione? Collega Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, volevo, se era possibile, per cortesia, ascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario Baretta sulla riformulazione dell'giorno n. 9/2220-AR/22 Lollobrigida?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. D'accordo. Colleghi, ricordo anche che le riformulazioni sono nel resoconto stenografico della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Collega Foti, chiede di parlare? Prego, io ho bisogno di sapere se viene accettata o meno la riformulazione.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, se la riformulazione deve essere accettata, dovrebbe essere anche corretta: a me pare di ricordare che le premesse erano espunte e che - se non ricordo male - veniva accettato uno dei due punti. Quindi, non mi pare che sia come è stata rappresentata in questo momento.

PRESIDENTE. Allora, nel resoconto di ieri, l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/22 Lollobrigida, sottosegretario Baretta, risulta con parere favorevole solo sulla parte dell'impegno. Conferma questa riformulazione?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Confermo quello che ha detto lei, Presidente. Quella che ho proposto io era meglio, ma…

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Lollobrigida, viene accettata la riformulazione? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/23 Silvestroni, c'è un parere favorevole con riformulazione: ha chiesto di intervenire il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, mi rivolgo anch'io sommessamente al Sottosegretario Baretta, e chiedo la possibilità di rivalutare il parere. Vede, sottosegretario, forse non ha capito bene il senso dell'ordine del giorno; le do dei dati e sono dati INAIL: in Italia, gli incidenti sul lavoro sono all'incirca 800 mila l'anno, con un costo di 24 miliardi e il 60 per cento di questo costo è a carico dello Stato e incide del 3 per cento del PIL nazionale. Allora, io chiedevo, con questo ordine del giorno, semplicemente di fare un'aliquota agevolata sugli impianti manutentori, sugli impianti mobili, abbiamo anche, tra l'altro, esempi ultimi proprio sulla metropolitana di Roma, su quello che è successo pochi mesi fa, ci sono incidenti all'interno degli ascensori privati, ma, soprattutto, questi impianti mobili servono per anziani e disabili.

Allora, io credo che il Governo, questo Governo, non possa esimersi da pensare e da voler tutelare sicuramente gli anziani e i disabili. Quindi, le chiedo la possibilità di rivedere la rivalutazione e, magari, di impegnarsi; tra l'altro è un ordine del giorno, non è un decreto legislativo, è un ordine del giorno che, però, può essere sicuramente di buon auspicio per il Governo a poter valutare, evidentemente, un impegno maggiore per anziani e disabili.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/2220-AR/23 Silvestroni, ma a me risulta: “a valutare l'opportunità”, quindi, di fatto, il tipo di contenuto non viene rifiutato, si impegna il Governo a valutare la possibilità di farlo, più di così…

PRESIDENTE. Collega Silvestroni, la accetta?

MARCO SILVESTRONI (FDI). Va bene, la accetto.

PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/24 Prisco, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/25 Luca De Carlo, favorevole con riformulazione. Viene accettata? Bene, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/26 Ferro, favorevole con riformulazione. Prendo atto che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/27 Donzelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/28 Meloni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/29 Foti, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, a me pare difficile comprendere una sola delle ragioni per le quali questo ordine del giorno viene ad avere un parere contrario del Governo e neppure si è ricorsi alla raccomandazione.

Ma, signor sottosegretario, vorrei farle presente qual è il contenuto di questo ordine del giorno, perché, vede, finita la votazione di questo decreto-legge, inizierà la discussione su un altro decreto-legge, quello relativo alle cosiddette mutazioni climatiche. Uno degli argomenti che si è sviluppato molto nelle varie Commissioni, a partire dalla Commissione ambiente, è stato quello di dire che dobbiamo potenziare l'economia circolare. Se vi è un ordine del giorno che va nella direzione di favorire l'economia circolare è questo ordine del giorno che riguarda gli pneumatici ricostruibili. Voglio dire, tra parentesi, che con il decreto legislativo sull'ambiente venne addirittura introdotta un'opportuna distinzione tra gli pneumatici usati ricostruibili e gli pneumatici fuori uso, proprio perché si intendeva e si intende tuttora privilegiare la ricostruzione degli pneumatici in relazione ai benefici di tipo ambientale che questa operazione consente. Allora, vede, signor sottosegretario, io penso che quando si parla di economia green, dovremmo preoccuparci, più che altro, di potenziare quell'economia che va già in una direzione di tutela dell'ambiente.

La ricostruzione degli pneumatici consente di risparmiare il 70 per cento delle materie prime, rispetto alla realizzazione di nuovi pneumatici, consente di risparmiare il 65 per cento dell'energia impiegata nel processo produttivo, consente, infine, una minor immissione di CO2 nell'atmosfera durante il processo produttivo pari al 37 per cento. Mi pare che vi siano dei benefici, signor rappresentante del Governo, che possiamo anche quantificare; e allora iniziamo a dire che dalla ricostruzione degli pneumatici si hanno benefici pari a 30 milioni di litri di petrolio, 20 mila tonnellate di materie prime e si hanno ben 10.200 tonnellate di CO2 che non vengono emesse nell'atmosfera. Ora, non so se il sottosegretario sia a conoscenza dei pareri espressi dal senatore Ferrazzi, capogruppo del Partito Democratico in Commissione ambiente, e dalla senatrice Labate, capogruppo dei 5 Stelle al Senato in Commissione ambiente; partecipando con me a un convegno hanno detto esattamente ciò che sto sostenendo io, cioè che si deve valutare l'opportunità di introdurre dei meccanismi, anche attraverso il credito di imposta, che consentano l'utilizzo e la maggior diffusione dello pneumatico ricostruito. A fronte di un parere contrario, io mi permetto di farle presente, signor rappresentante del Governo, l'opportunità di cambiare idea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'obiezione è anche legata al livello di dettaglio in cui è entrato questo ordine del giorno. Comunque, è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. D'accordo? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato e Bignami, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io chiederei al sottosegretario Baretta di valutare una riconsiderazione. Noi in tutto il decreto fiscale abbiamo lavorato per cercare di attenuare - e, a mio modo di vedere, non ci siamo riusciti - tutta una serie di adempimenti e di incombenze penalizzanti per i cittadini e per le imprese. Lei sa bene che gli enti locali, quando si tratta di permessi a costruire, per esempio come si tratta in questo ordine del giorno, prevedono delle maggiorazioni per ritardati o omessi versamenti. Allora, credo che però se noi chiediamo serietà e precisione ai nostri cittadini, alle nostre imprese, dobbiamo essere in grado di sapere che la pubblica amministrazione deve tenere, come minimo - lo ripeto, come minimo - un atteggiamento almeno uguale. Quindi, io le chiedo di valutare se è possibile che le tempistiche non rispettate dalla pubblica amministrazione prevedano un simmetrico trattamento in favore del cittadino o dell'impresa che chiede questa autorizzazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, le chiedo di accantonarlo per qualche minuto.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/31 Baldini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/32 Ciaburro, favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/33 Galantino e Deidda, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/34 Deidda, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/35 Zucconi, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/36 Mantovani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/37 Bellucci, parere favorevole con riformulazione: viene accettata, collega Bellucci?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, le chiedo la possibilità di risentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che c'è un fascicolo pubblicato dove trovate tutte le riformulazioni. Giusto per accelerare l'iter.

Sottosegretario Baretta, le chiedo se, cortesemente, riesce a riproporre la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2220-AR/37 Bellucci. La ringrazio.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Collega Bellucci, mi deve dire se accetta la riformulazione.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Accetto.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/38 Gemmato, favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/39 Lucaselli, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/40 Varchi, parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, nel fascicolo distribuito io trovo un'annotazione a mano negli impegni e, quindi, non comprendo se sia una proposta di riformulazione: “a valutare gli effetti (…)”.

PRESIDENTE. No, collega, dal resoconto stenografico risulta contrario. Lo mettiamo in votazione?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Questo ordine del giorno rappresentava un invito al Governo, attesa la natura di non cogenza degli ordini del giorno, che sono quindi degli impegni morali che i Governi che li accettano si impegnano a rispettare. Con riguardo all'articolo 39 di questo decreto, infatti, noi assistiamo, in particolar modo in questa legislatura, a quello che molti studiosi chiamano “diritto penale totale”, cioè un legislatore incapace di prevenire e incapace di affrontare i problemi che la società, l'economia e il tessuto produttivo italiano rappresentano scarica sulla mera repressione tutto quello che non riesce a prevenire.

E, allora, sulla questione dell'articolo 39 io ho chiesto al Governo semplicemente di valutare a posteriori, con un tavolo tecnico, una norma che lui stesso oggi introduce. Infatti, io credo che se una maggioranza è consapevole della bontà della propria previsione normativa, non dovrebbe avere nessuna difficoltà a informare il Parlamento ciclicamente dell'applicazione concreta di quella norma; ma se, viceversa, la maggioranza è convinta - e lo dimostra per fatti concludenti dando parere contrario su questo ordine del giorno - che con questo provvedimento farà solo repressione nei confronti delle piccole imprese, equiparando - equiparando! - l'imprenditore in difficoltà al peggiore mafioso in circolazione (questo è bene dirlo, perché è questo ciò che fa questa maggioranza), scaricando in un meccanismo trituratore tutte le difficoltà delle piccole e medie imprese, allora questa maggioranza, non accettando di confrontarsi con il Parlamento sull'applicazione della sua norma, ne dimostra già all'origine l'assoluta fallacia, ma soprattutto l'assoluta inadeguatezza a prevenire quei fenomeni che, in realtà, dice di voler prevenire con questa norma. Ecco, perché io ritengo quella della confisca allargata, così come è prevista, un'assurdità che finirà per mettere in ginocchio moltissime piccole e medie imprese.

È un po' come dire che - e voglio usare un'allegoria - la grattugia sicuramente ferma il formaggio, ma sfuggiranno le rocce, sfuggiranno i grandi evasori, sfuggiranno quelli che voi dite di volere colpire, e resteranno triturate le piccole e medie imprese, che sono il motore della nostra Italia. Francamente, questa è una maggioranza che ha paura di confrontarsi su un suo provvedimento, perché questo il Governo dice dando parere contrario su questo ordine del giorno: la maggioranza ha paura di confrontarsi sui risultati di questo articolo 39 e i risultati li pagheranno tutti gli italiani. Ecco perché credo che, per la salvaguardia di quel residuo di dignità che questo Governo dovrebbe avere, il parere dovrebbe essere modificato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/40 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/41 Maschio, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, visto che si tratta di un ordine del giorno e non di una norma e con l'annotazione apposta sull'ordine del giorno di valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui all'articolo 4 e, quindi, di apertura alla possibilità di attivare un tavolo tecnico con i rappresentanti delle categorie con una logica di buon senso, auspicavo che esso potesse essere accolto.

Quindi, mi risulta incomprensibile perché non sia stato fatto e rivolgo un ultimo appello al Governo, tramite il sottosegretario, ad accoglierlo con questa riformulazione.

Diversamente, sarebbe tracciato - ed è agli atti - che, escludendo la possibilità di consentire che il committente possa versare le ritenute fiscali anche al di sotto della soglia dei 200 mila euro, si vuole scaricare sulle imprese e sugli appaltatori un onere che si stima in 250 milioni per quest'anno in un settore che è estremamente in crisi; e, quindi, si caricano di ulteriori oneri e appesantimenti burocratici le imprese che stanno sostenendo sulle proprie spalle un carico che non è accettabile e che non consente lo sviluppo e la ripresa dell'economia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/41 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/42 Frassinetti, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/43 Acquaroli, parere contrario. Lo mettiamo in votazione? Sì.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/43 Acquaroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/44 Butti, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretario, io chiedo che il Governo modifichi il parere contrario e spiego anche il perché. Vede, Presidente, generalmente quando si parla di Campione d'Italia, forse per dei retaggi storici, qualche collega si vergogna a perorarne la causa. Io, invece, non mi vergogno e le spiego anche il perché: perché a Campione d'Italia sono centinaia le persone rimaste senza lavoro negli ultimi 18 mesi. A Campione d'Italia chiudono sistematicamente - e molte hanno già chiuso - iniziative commerciali, esercizi commerciali, c'è gente che ha seria difficoltà a raggiungere la fine del mese, come si suole dire, e soprattutto siamo anche sotto la provocazione di colleghi svizzeri che sistematicamente invocano l'annessione di Campione d'Italia - che ricordo essere territorio italiano in Confederazione elvetica - alla Svizzera.

Il fatto che oggi sia in Aula il sottosegretario Baretta, che per esperienza, per competenza e per qualità, anche politica, conosce il problema di Campione, un po' mi conforta, per il semplice fatto che, ad altra latitudine, quella che è stata una reazione moderata, direi quasi forse rassegnata, da parte dei cittadini campionesi avrebbe assunto altri toni.

Credo che non sia necessario abusare eccessivamente della fiducia e della pazienza dei cittadini campionesi, che sono italiani, e un parere negativo a questo mio testo, a questo mio ordine del giorno, suonerebbe come un ulteriore schiaffo ai cittadini campionesi, già particolarmente vessati.

Quindi sono anche disponibile, proprio per dissolvere qualsiasi equivoco, a rivedere formalmente quello che è l'impegno del Governo e su questo chiedo la disponibilità del sottosegretario.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Le propongo di fermarci a “comune di Campione d'Italia” ed espungere “i cui redditi siano prodotti in Svizzera”. Con questa riformulazione, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Collega Butti, accetta la riformulazione?

ALESSIO BUTTI (FDI). Sì, Presidente, era l'auspicio e ringrazio il Governo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/45 Bucalo parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/46 Caretta parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/47 Delmastro Delle Vedove è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/48 Loss parere favorevole con riformulazione. Viene accettata?

MARTINA LOSS (LEGA). Sì, accetto la riformulazione, Presidente. Volevo solo esprimere l'auspicio per il settore dell'apicoltura, che è interessato da questo ordine del giorno, che sia quanto prima reso concreto da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/49 Bubisutti parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/50 Golinelli c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Golinelli. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno mira a limitare una disposizione che è dannosa per il settore agricolo; è dannosa dal punto di vista della burocrazia, è dannosa dal punto di vista dell'impatto ambientale ed è dannosa a livello operativo per le nostre aziende agricole.

Il dispositivo va a ridurre la dimensione delle cisterne per la detenzione del gasolio agricolo da 25 a 10 litri e le cisterne per la distribuzione da 10 a 5 litri, obbligando i nostri agricoltori e i nostri contoterzisti a comunicare, entro ventiquattro ore, l'avvenuta ricezione del gasolio stesso.

Chi conosce il settore agricolo sa che non ci sono operazioni fraudolente sull'evasione delle accise a livello agricolo perché il gasolio è perfettamente tracciato; è tracciato a livello di bolle, è tracciato a livello di fatturazione ed è tracciato a livello di libretto, dove vengono apposte le firme in entrata e in uscita dei mezzi che vengono a scaricare il gasolio ai nostri agricoltori.

Per cui chi va a fare una disposizione del genere dimostra di non avere nessuna cognizione di quanto sia grande la tracciabilità a livello di gasolio agricolo agevolato per i nostri agricoltori e i nostri contoterzisti.

Qui si va ad aggiungere un ulteriore balzello burocratico, perché si aggiunge un'ulteriore comunicazione, e non si va a risolvere quello che è il problema magari della vendita sottobanco del gasolio agricolo, che quello sì è un problema di evasione delle accise.

Inoltre, andando a ridurre la dimensione delle cisterne, portiamo i camion per il trasporto del gasolio ad effettuare più giri, quindi alla faccia del Green New Deal che tanto decantate. Probabilmente, chi ha scritto questa disposizione non ha neanche mai visto un tabellario dei consumi di gasolio a livello di azienda agricola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Probabilmente chi l'ha scritta non sa che in aratura si usano 70 litri/ora di gasolio o in essiccazione se ne usano oltre 200. Per cui chiediamo di mettere al voto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/50 Golinelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/51 Maggioni, parere contrario: lo mettiamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/51 Maggioni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/52 Lucchini, parere favorevole con riformulazione. Collega Lucchini, accetta la riformulazione?

ELENA LUCCHINI (LEGA). Presidente, sì, accetto la riformulazione, però chiedo al Governo concretamente di attuarlo, di concretizzarlo, perché con questo ordine del giorno noi vogliamo…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, la interrompo. Se lei accetta la riformulazione, non c'è una votazione, e quindi non c'è discussione; se lei non accetta la riformulazione, diventa parere contrario e può fare la dichiarazione di voto.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Chiedo comunque che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/52 Lucchini, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ricordo che la riformulazione è stata accettata, quindi la collega Lucchini ha chiesto, comunque, di porlo in votazione. Il parere è favorevole.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, onde evitare di complicarci la vita, che è già abbastanza complicata di suo, ieri - e lo diciamo tranquillamente -, è stato fatto un accordo: l'accordo prevede che, nel caso vi sia un parere favorevole da parte del Governo o i deputati dell'opposizione accettino la riformulazione del Governo, chiedono la votazione per poter parlare e si procede alla votazione; quando il parere è contrario, ovviamente, l'Aula si esprimerà in modo contrario. Questo per consentire molto semplicemente che chi non ha potuto illustrare gli ordini del giorno possa parlare sugli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega, chiaramente, se ci sono accordi tra i gruppi, la Presidenza non può che prenderne atto, ma se c'è una collega che chiede, comunque, di porlo in votazione, la Presidenza deve chiaramente porlo in votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi…colleghi, un momento. Colleghi, chiaramente, quello che ha detto il collega Giachetti, ripeto, è condivisibile; chi vuole comunque che venga, in qualche modo, messo in votazione un ordine del giorno, è sua facoltà richiederlo ed eventualmente anche illustrarlo in caso di parere contrario, come da Regolamento

PRESIDENTE. H chiesto di parlare il collega Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, mi scusi, sull'ordine dei lavori. L'intervento del collega Giachetti, assolutamente condivisibile, che rispecchia l'accordo che avevamo fatto tra i gruppi ieri, è derivato in funzione del fatto che noi abbiamo, sostanzialmente, dovuto mettere un ordine del giorno in votazione nonostante non volessimo, sostanzialmente, farlo, ma volessimo spiegare l'ordine del giorno rispetto all'accordo che è stato fatto ieri. Se questo lei ci dice che è possibile farlo, allora rispettiamo l'accordo tra gruppi che abbiamo fatto ieri.

PRESIDENTE. Sì.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Se lei, come ha appena fatto adesso, ci dice un'altra cosa e si appella, virgola per virgola, al Regolamento, logica vuole che l'accordo che abbiamo fatto ieri non vale più, e allora, Presidente, è un po' un problema, glielo assicuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Andiamo avanti, direi che è la cosa migliore da fare.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/53 Viviani, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/54 Racchella, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/55 Manzato, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/56 Caffaratto, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caffaratto. Ne ha facoltà.

GUALTIERO CAFFARATTO (LEGA). Grazie, solo per sottolineare che il Ministro Bellanova, in varie occasioni, ha dichiarato la propria posizione favorevole alla proroga del “bonus verde”, per cui, pur non comprendendo fino in fondo quello che avete deciso di riformulare, ritengo e mi auguro che il Governo sia in coerenza con quanto più volte dichiarato dal Ministro e che, quindi, il “bonus verde” venga prorogato anche per l'anno 2020 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/53 Viviani, accolta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/54 Racchella, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/55 Manzato, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/56 Caffaratto, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/57 Andreuzza, favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/58 Bazzaro, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/59 Di Muro, parere contrario: lo mettiamo in votazione? Sì.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/59 Di Muro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/60 Saltamartini è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/61 Patassini, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei porre all'attenzione del sottosegretario l'aspetto della sospensione dei tributi e dell'attività di accertamento degli enti impositori nei comuni interessati dal terremoto del 2016. Negli anni 2016 e 2017 non sono state svolte attività per precisa disposizione di legge. Questa disposizione è stata prorogata per il 2018 e il 2019. Quindi, si crea, ad oggi, una differenza di trattamento tra i cittadini che hanno subìto il terremoto e tutti gli altri cittadini d'Italia, perché non avendo ricevuto le cartelle esattoriali non possono aderire ai benefici della “rottamazione-ter” e del “saldo e stralcio”. Quindi, non è “qualora se ne ravvisi la necessità”: è una necessità! Io le chiedo sinceramente di prendere nella dovuta attenzione questo ordine del giorno e rivedere il parere, perché, a questo punto, il Governo ha due possibilità: o proroga di un altro anno, come abbiamo noi chiesto durante la legge sul terremoto, la sospensione degli enti impositori e la decadenza dei termini, oppure accetta l'ordine del giorno e provvede in tal senso. Quindi, ci dica lei qual è la strada che intende percorrere il Governo.

PRESIDENTE. Collega, non mi sembra che il Governo chieda di parlare, quindi, a questo punto, lei mi dovrebbe dire se accetta questa riformulazione e se vuole, eventualmente, metterlo…

TULLIO PATASSINI (LEGA). Siccome questa riformulazione non ha senso, anche per quanto scritto nell'ordine del giorno e anche per quanto già, in passato, è stato fatto dal Ministero, chiediamo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Con il parere contrario, quindi: non accetta la riformulazione.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Assolutamente sì.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/61 Patassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/62 Di San Martino Lorenzato di Ivrea è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/63 Binelli favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/64 Boniardi favorevole con riformulazione viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/65 Ferrari favorevole con riformulazione che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/66 Petazzi favorevole con riformulazione che viene accettata. Ordine giorno n. 9/2220-AR/67 Fantuz favorevole con riformulazione che viene accettata. Ordine giorno n. 9/2220-AR/68 Pretto favorevole con riformulazione accettata.

Ordine giorno n. 9/2220-AR/69 Toccalini favorevole con riformulazione accettato.

Ordine giorno n. 9/2220-AR/70 Raffaele Volpi favorevole con riformulazione che viene accettata.

Ordine giorno n. 9/2220-AR/71 Bianchi parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno in esame, come si evince dal testo, tratta le questioni legate al comparto della difesa su argomenti in cui si cerca di favorire la competitività delle imprese italiane, che spesso non riescono a competere sul mercato globale, perché manca un'attenzione adeguata dell'autorità politica e delle istituzioni italiane rispetto alle nostre imprese. Abbiamo visto che il Governo sta cercando di porre rimedio ed è assolutamente lodevole, ma con alcuni ordini del giorno abbiamo chiesto di fare di più affinché l'autorità politica riesca ad essere maggiormente coinvolta a sostegno delle nostre imprese. Non capiamo tuttavia come l'ordine del giorno in esame possa avere parere contrario, perché il testo che è inserito nell'ordine del giorno riprende una condizione che è stata votata all'unanimità in Commissione Difesa, quindi non capiamo come mai e chiediamo al Governo come mai ha espresso parere contrario sull'ordine del giorno che credevamo potesse essere accettato e in linea con il pensiero di tutto l'emiciclo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/71 Bianchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/72 Picchi favorevole con riformulazione che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/73 Giglio Vigna è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/74 Formentini favorevole con riformulazione viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/75 Coin parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno in questione fa riferimento all'articolo 4, che introduce, in materia di contrasto all'omesso versamento delle ritenute, l'obbligo da parte dei committenti di verificare se le ditte appaltatrici siano in regola con il versamento delle stesse. Oltre ad essere l'ennesima resa, l'ennesima manifestazione di inefficienza totale dell'amministrazione pubblica, che demanda ancora una volta alle imprese private le verifiche che dovrebbe invece fare l'amministrazione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), di grave c'è il fatto che l'obbligo viene fatto valere, con l'indicazione da parte del committente di sospendere i pagamenti alla ditta appaltatrice, anche per i contratti in essere e è fatto valere a decorrere dal 1° gennaio 2020.

Quello che chiediamo noi è semplicemente di farlo valere almeno sui nuovi contratti, cioè quelli che verranno stipulati dal 1° gennaio 2020 con decorrenza giugno 2020, in modo almeno di dare la possibilità alle imprese, nelle nuove contrattazioni, di quantificare anche i costi che esse sosterranno per fare questo ulteriore accertamento che, ripeto, dovrebbe essere in carico all'amministrazione dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/75 Coin, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/76 Cavandoli favorevole con riformulazione. Collega Cavandoli, prego.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per spiegare il mio ordine del giorno e apprezzo quanto dice il Governo che “rivaluterà l'opportunità di”. Però è un'opportunità che noi in Commissione abbiamo più volte spiegato e illustrato. La norma dell'articolo 4, che il collega Coin ha anche brevemente illustrato prima, chiaramente andava verso tutti gli appalti quindi un'ampia platea di destinatari. Siamo riusciti in Commissione a far elevare l'appalto alla soglia di 200 mila euro. Noi volevamo l'abrogazione della norma e tuttora la vorremmo. Abbiamo chiesto di alzare la soglia. Ora con l'ordine del giorno in esame chiediamo al Governo di esentare i condomini, perché la soglia dei 200 mila euro degli appalti è su base annua, quindi chiaramente può anche succedere che un condominio vada oltre questa somma. Almeno si liberano certe categorie da tale onere burocratico che mi permetto di ricordare: la trasmissione cioè delle ritenute d'acconto dei moduli F24, che devono obbligatoriamente essere trasmesse da parte dell'impresa appaltatrice verso il committente, deve avvenire entro solo cinque giorni dal termine di scadenza del versamento. Ma, oltre a questo, secondo me c'è anche qualche profilo con il Garante della privacy, perché deve essere trasmesso l'elenco nominativo di tutti i lavoratori con il dettaglio delle ore prestate; l'ammontare della retribuzione corrisposta al dipendente collegata alle prestazioni effettuate; il dettaglio di tutte le ritenute fiscali eseguite nei mesi precedenti nei confronti di ogni lavoratore con separata indicazione di quelle relative alla prestazione affidata dal committente. Ecco solo per dire che non c'è un obbligo di trasmissione cartacea né telematica ma, se qualcuno nei grandi appalti volesse fare una trasmissione cartacea mensile di tutte le documentazioni, probabilmente vedremmo scomparire un parco cittadino nel giro di un mese e ci giochiamo anche l'Amazzonia. Quindi, mi auguro che la nostra idea di sburocratizzazione e di semplificazione fiscale che abbiamo portato avanti quando eravamo al Governo torni ad essere un'idea di buon senso, apprezzata e portata avanti anche da questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di parlare.

La collega Cavandoli non ha accettato la riformulazione...Ha accettato la riformulazione? D'accordo, allora andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/77 Frassini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 8/2220-AR/78 Molteni, parere contrario. Lo mettiamo in votazione?

Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Presidente, torniamo su questo famigerato articolo 4. Anche perché conosciamo il buonsenso del sottosegretario Baretta, che è attento e segue i lavori giustamente con la massima attenzione; auspichiamo quindi che venga accolto questo ordine del giorno, proprio per dare un minimo, un minimo di segnale di attenzione su un tema che è stato posto più volte in Commissione finanze. Questo articolo 4 provocherà una cosa molto semplice l'anno venturo: il blocco totale degli investimenti nel nostro Paese. È stato rilevato da tutte le associazioni di categoria, anche dagli enti territoriali: questa mole di burocrazia avrà l'unico simpatico effetto di come minimo ritardare i lavori, molto più probabilmente di bloccare gli investimenti nel nostro Paese. Ora, siccome sappiamo qual è il livello di crescita che ci attende l'anno venturo, cioè, se va bene, zero, dopo questo decreto fiscale e la legge di bilancio purtroppo sotto zero, ecco, questa sarà una delle clausole peggiori per il fatto che il nostro Paese l'anno venturo vada in recessione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/78 Molteni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Comunico intanto che, come da intese tra i gruppi, la sospensione dell'Aula verrà fatta dalle 13,30 alle 14.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 8/2220-AR/79 Vinci, parere favorevole con riformulazione. Sta bene.

Ordine del giorno n. 8/2220-AR/80 Belotti parere favorevole con riformulazione. Sì.

Ordine del giorno n. 8/2220-AR/81 Giorgetti, parere favorevole con riformulazione. Sì.

Ordine del giorno n. 8/2220-AR/82 Marchetti, parere contrario. Lo mettiamo in votazione?

Ha chiesto di parlare il collega Marchetti. Ne ha facoltà.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI (LEGA). Presidente, siamo di fronte ad un'altra azione anti-italiana di questo Governo. La crisi, che ormai da anni ha messo in ginocchio la nostra nazione, ha fatto soccombere migliaia di aziende italiane. Dall'inizio dell'ultima crisi nota, ovvero dal gennaio 2008 ad oggi, sono passate nelle mani degli investitori stranieri ulteriori 830 imprese italiane, per un valore totale di 115 miliardi. Un Paese che non conta più nulla dal punto di vista produttivo (e qui non parliamo di banche), non può certo permettersi non solo una politica estera autonoma, ma nemmeno una strategia di investimenti interni; per non parlare del fisco, che dovrà adattarsi alle operazioni “mordi e fuggi” dei contribuenti dell'Unione europea o esteri rispetto all'Italia. È questo il punto!

E come è fatta allora la residua impresa fiscale italiana? Nel solo 2018 sono cessate ben 133 mila attività, ovvero 364 imprese al giorno. Un momento davvero nero è stato nel 2018, quello tra aprile e giugno, con il 29 per cento di tutte le cessazioni. Sul piano geografico cade soprattutto il Nord-ovest, con il 27,7 per cento del totale delle chiusure, con il Sud che segue, 22 per cento, e il Centro appena sotto il 21 per cento, fino al Nord-est e alle isole, 8,6 per cento.

Per la Lega, Presidente, i deboli sono gli imprenditori italiani. All'ozio e alla delinquenza preferiamo chi con sacrifici quotidiani ha speso un'intera esistenza per creare posti di lavoro che potessero garantire a tante famiglie un presente e un domani dignitosi.

Abbiamo visto lavoratori perdere tutto e imprenditori togliersi la vita, incapaci di pagare gli stipendi agli operai, di saldare i debiti con i fornitori, di supportare il peso del fallimento della propria azienda. E il Governo, che dovrebbe sostenere il settore dell'impresa, che dovrebbe supportare il coraggio e l'ottimismo di quegli imprenditori che, nonostante una depressione economica che non molla la presa, scelgono ancora di investire nel nostro territorio, che provano a dare nuova linfa vitale all'economia della nostra nazione, cosa fa? Non solo li lascia da soli a combattere contro una burocrazia pachidermica e l'elevata pressione fiscale, ma addirittura sembra quasi che per questo Governo gli imprenditori siano il nuovo nemico da osteggiare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, del quale stiamo discutendo oggi in quest'Aula, ne è l'ennesima prova: un decreto-legge che apporta nuove modifiche in materia fiscale, prevedendo aumenti di pena per reati tributari, e che introduce la cosiddetta confisca allargata anche per gli imprenditori colpevoli di evasione. Una misura, questa, introdotta dal nostro ordinamento per contrastare la mafia e la criminalità organizzata, per aggredire le ricchezze illecitamente accumulate, non di certo per spezzare le gambe a chi fa impresa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

L'Italia si merita un Governo che sappia attuare misure capaci di creare e promuovere lavoro; su tutte, due: dimezzare la pressione fiscale e sburocratizzare. Questo straordinario Paese si merita un Governo vicino agli imprenditori, non un Governo che li tratta alla stregua dei mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Che Paese è un Paese in cui lo Stato si accanisce contro chi tenta di risollevarne le sorti? Quello che vogliamo attuare, attraverso questo ordine del giorno del quale sono primo firmatario, è quantomeno la possibilità di interlocuzione tra il mondo dell'impresa e quello delle istituzioni. Chiediamo, pertanto, che venga istituito un tavolo di confronto permanente, che possa garantire agli imprenditori un dialogo costante con rappresentanti delle istituzioni per analizzare la normativa in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, anche prive di personalità giuridica, di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, con la finalità di proporre interventi di riforma e riordino della disciplina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per chiedere di cambiare il parere non sono stati usati argomenti - come dire? - probanti; però, in ogni caso, mi riserverei un attimo una possibile riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi accantoniamo, sottosegretario? È corretto? D'accordo.

Ordine del giorno Potenti n. 9/2220-AR/83, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, con questo ordine del giorno tentiamo di salvare la faccia al Governo. Questo ordine del giorno si pone perfettamente in scia con quello precedente: stiamo cercando di far notare che l'articolo 39 di cui al provvedimento in esame sta generando un aggravamento e genererà un aggravamento; seppur emendato dalla stessa maggioranza, provocherà che l'Italia diventerà uno dei Paesi in cui il regime repressivo si caratterizzerà per la sua virulenza.

Noi stiamo chiedendo, con questo ordine del giorno, semplicemente una cosa che apparirebbe scontata per qualsiasi mente pensante: introdurre un momento di confronto, incrementare i momenti di contatto tra lo Stato e i suoi organismi deputati al controllo, alla verifica e anche all'attività repressiva con il contribuente; che non è solo una vacca da mungere: è spesso una persona che si alza la mattina, dedica ore con rischio proprio all'attività di lavoro, sia esso professionista, sia esso imprenditore, e a volte anche quando questa attività viene promossa con delle entità di natura giuridica come le persone giuridiche.

L'aggravarsi, quindi, di pene nei confronti degli evasori non può che trovarci d'accordo, ma siamo ben consci di quale sia l'atteggiamento culturale che prevale in questo Paese allorché le maggioranze siano sostenute dalla sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): è un generale andamento in senso repressivo di ogni modifica normativa, è un generale pregiudizio nei confronti prevalentemente delle partite IVA. Anche in audizione del signor Ministro abbiamo sentito quale sia l'atteggiamento che il Governo ha verso le partite IVA: le ritiene le maggiori responsabili dell'evasione fiscale di questo Paese. Ebbene, la risposta qual è? È un continuo mutamento dell'ambito normativo di tutti i regimi fiscali. E chi è che ne paga di più le spese? Guarda caso, sono sempre i piccoli contribuenti, quelli che di anno in anno… E meno male, ce l'abbiamo fatta a fermare le modifiche che avevate in mente di fare nei confronti del regime cosiddetto forfettario, che grazie alla Lega ha aumentato fino a 65 mila euro la possibilità di individuare in quella somma l'imponibile su cui far pagare una tassa piatta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Meno male che non l'avete cambiato, perché sarebbe stato l'ennesimo schiaffo a milioni di partite IVA.

Ebbene, assistiamo a continue ed irrazionali modifiche dell'inquadramento fiscale, che richiederebbero null'altro che anche il corrispettivo aumento dei momenti di confronto tra il Governo e, quindi, le sue articolazioni territoriali e tutte le strutture pubbliche che si occupano di fisco e di tributi con il contribuente. Ci sono delle piattaforme online, abbiamo la sovrabbondanza di mezzi nell'incertezza dei fini, come diceva Einstein, abbiamo centinaia di strumenti telematici e non sappiamo utilizzarne uno già esistente per garantire al contribuente un'interfaccia diretta con chi lo rappresenta a livello centrale e le istituzioni sostenute con le sue tasse.

Quindi, che cosa chiediamo a questo Governo? Chiederemo al sottosegretario il semplice intervento che poc'anzi ha fatto, e dirci: prendiamo atto di questa vostra volontà, riformuliamo quest'ordine del giorno, veniamo incontro e cerchiamo di cambiare un atteggiamento mentale e culturale finalizzato esclusivamente ad andare contro chi produce valore aggiunto.

Basta, non ne possiamo più, ci siamo rotti le scatole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Cambiamo il verso dell'atteggiamento culturale dello Stato nei confronti di chi lavora e sostiene tutti gli stipendi di quelli che sono qui seduti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/83 Potenti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/84 Cantalamessa ed altri, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Cantalamessa. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Presidente, il Governo, con il decreto fiscale, con l'atto Camera n. 2220, interviene anche in merito alla confisca dei beni per reati fiscali, ampliandone i margini di manovra. Il problema che noi abbiamo notato e che abbiamo inteso correggere con quest'ordine del giorno è che interviene anche sui beni che rientrano nell'attivo delle procedure tipo amministrazione straordinaria e altre procedure concorsuali creando un problema giuridico, perché, per effettuare una confisca di un bene, quel bene deve essere nella disponibilità del soggetto.

Orbene, se quel bene è sottoposto a procedure concorsuali, non può essere nella disponibilità del soggetto. Noi abbiamo presentato quest'ordine del giorno che impegnava il Governo a valutare l'opportunità di un intervento normativo teso a superare uno stallo che ovviamente si verrà a creare, e già ci sono delle sentenze della Cassazione in tal senso. Noi capiamo che questo sia un Governo di tasse e manette (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ed è scandaloso il fatto che con questo decreto si prevedano le manette non per chi evade ma per chi presenta una dichiarazione e non riesce a pagarla perché è in difficoltà economica.

Noi con questo decreto prevediamo le manette per chi presenta una dichiarazione: credo che sia scandaloso. Oltre questo, non voler intervenire per cercare un intervento normativo che almeno vada a regolamentare la confisca che presuppone la disponibilità del bene laddove la disponibilità del bene non c'è, credo sia un atto dovuto. Per questo chiediamo al Governo di voler rivedere il parere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/84 Cantalamessa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/85 Turri ed altri c'è un parere contrario: ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, il provvedimento che stiamo esaminando e che la maggioranza si assumerà la responsabilità di approvare - noi no di certo -, e quello che in questi giorni è all'esame al Senato, possono essere sintetizzati in tre parole: tasse, burocrazia e manette (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Nell'analizzare l'ordine del giorno a mia prima firma mi soffermerò sull'ultimo aspetto, ossia sulle manette agli evasori. Voglio prima di tutto sgomberare il campo da ogni equivoco, voglio partire con l'enunciazione di un principio che non può che trovarci tutti d'accordo, cioè pagare tutti per pagare meno. Come dicevo, chi può non essere d'accordo su questo principio? Questo principio, però, non può essere preso in astratto, ma deve necessariamente essere calato nella realtà. Questo, a dire il vero, è quello che obbligatoriamente dovrebbe fare il legislatore ogni volta che si accinge ad esaminare provvedimenti normativi. Ecco che allora, se caliamo questo principio sacrosanto nella nostra realtà, vi sareste dovuti porre alcune domande prima di scrivere questa norma. La prima: la nostra pressione fiscale è giusta? È congrua? O semplicemente, è ragionevole? Sappiamo tutti che non è così. Quindi, prima di prevedere manette per tutti, avreste dovuto diminuire la pressione fiscale sui cittadini e in particolare sulle imprese. Voi, invece, a quanto pare, state facendo l'esatto contrario: le state alzando, le tasse. Questa norma, poi, colpisce soprattutto le piccole e medie imprese, non i grandi evasori, chi sposta capitali all'estero nei cosiddetti paradisi fiscali sfuggendo al nostro fisco. Su questo punto, da parlamentare Veneto sono particolarmente preoccupato, essendo l'economia della mia regione fondata principalmente su realtà medio-piccole. In ultimo - ma ritengo che sia l'aspetto più grave -, si vogliono mettere le manette e, tra l'altro, con la confisca dei conti correnti, decretare la chiusura di queste aziende non solo a chi cerca furbescamente di evadere le tasse, chi lo fa in maniera fraudolenta e preordinata, ma a chi le tasse non le può pagare, perché è in difficoltà, perché la propria azienda è in crisi, cosa purtroppo frequente in questi ultimi anni di crisi economica, non solo nazionale.

È proprio su quest'ultimo aspetto che il mio ordine del giorno vorrebbe incidere, ed è per questo che chiedo al Governo di rivedere la propria posizione e di correggere il tiro e prevedere che, chi certifica, attraverso un revisore dei conti, un commercialista o un esperto contabile iscritti ai rispettivi ordini, che l'imprenditore professionista che ha dichiarato le imposte dirette e indirette, che non ha pagato a causa di difficoltà economiche e che ha richiesto e ottenuto la dilazione dell'Agenzia delle entrate, non debba rientrare in quanto disposto da questa norma, tanto per la responsabilità penale quanto per quella amministrativa.

Nel corso dell'esame in Commissione ci abbiamo provato in tutti i modi a convincere la maggioranza sulla bontà di questo aspetto che, a dire il vero, mi pare ovvio; non abbiamo potuto fare altrettanto in Aula, perché la richiesta di fiducia ci ha impedito di discutere ulteriormente il testo.

Auspico che, il prima possibile, il Governo decida di intervenire. Mi auguro che lo faccia prima che gli effetti di questa norma colpiscano medi e piccoli imprenditori in difficoltà, che con la fatica e il sudore della fronte stanno dando molto al nostro Paese. Negli ultimi anni abbiamo pianto troppi imprenditori che si sono tolti la vita a causa della crisi; negli ultimi sei anni sono stati circa mille i suicidi a causa della crisi economica e il 30 per cento di questi solo nel Veneto. Il compito del Governo, a mio avviso, dovrebbe essere quello di sostenere cittadini e imprese, non di creare loro intralci e maggiori difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ho aspettato un po' ad intervenire sugli ordini del giorno che riguardano l'articolo 39, per vedere e per constatare, Presidente, quanto la confusione della maggioranza e del Governo regnasse sovrana su questo articolo. Allora, forse il mio è un intervento sull'ordine dei lavori, ma, sottosegretario, avete dato parere contrario - e poi arriverò a questo del collega - all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/11 Lupi, che prevedeva di escludere la confisca allargata e, quindi, di limitarla ai soli reati caratterizzati da condotta fraudolenta; avete dato parere contrario e avete costretto l'Aula, il PD, il MoVimento 5 Stelle che, evidentemente, non sa neanche qual è il testo che ha licenziato, a votare contro; avete bocciato quell'emendamento che guarda caso riproduce il testo e la riscrittura dell'articolo 39, cioè siete stati proprio voi, su indicazione mia, a ridurre le ipotesi di confisca allargata, solo all'ipotesi di condotta fraudolenta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che cosa fate? Bocciate l'ordine del giorno del collega Lupi.

Poi, Presidente, arriverò a questo, ma con la stessa approssimazione, superficialità e confusione, date pareri negativi all'emendamento Varchi che prevede l'istituzione di un tavolo di confronto sull'articolo 39, sulle pene, e poi accantonate quello del collega Potenti sempre sul tavolo sulla confisca. Adesso, con l'emendamento 85 cosa fate? Scusi, ha ragione, collega, con l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/85 Turri, in sede di esame con la riscrittura dell'articolo 39, avete accolto sempre un suggerimento che vi veniva da Forza Italia, cioè prevedere la non punibilità o comunque la non sottoposizione a pena, nei casi in cui il contribuente abbia un atteggiamento collaborativo con l'Agenzia delle entrate e, adesso, date parere contrario su una cosa che dovrebbe essere ovvia. Quando il contribuente va dall'amministrazione - per i casi di mancato pagamento, quindi, fa la dichiarazione corretta ,- ma si trova evidentemente in crisi di liquidità, quindi, non paga, però, fa l'accordo con l'Agenzia delle entrate, fa l'accordo, voi, che fate, gli fate il processo penale? Allora, evidentemente, Presidente, per il suo tramite mi rivolgo al sottosegretario Baretta, dobbiamo avere il sottosegretario alla giustizia, su questi ordini del giorno pretendiamo che il sottosegretario alla giustizia sia presente in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché siete in confusione, sottosegretario Baretta, state facendo confusione e io non posso consentire che su questo emendamento che è corretto… ordine del giorno, ce l'ho con l'emendamento… io non posso consentire che su questo ordine del giorno si dia un parere contrario, perché ne abbiamo discusso in Commissione e il relatore di maggioranza quando io l'ho sollecitato - io non l'ho presentato, ahimè - quando ne ho sollecitato la discussione, aveva detto che era sacrosanto e lei cosa fa, oggi, dà parere contrario? Ma come si fa! Quindi, Presidente, io pregherei il sottosegretario Baretta, intanto, di accantonare questo corretto ordine del giorno del collega, dopodiché di pretendere, per rispetto ai componenti di questa Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che i sottosegretari Ferraresi o Giorgis vengano in Aula a discutere gli ordini del giorno sull'articolo 39, perché, sennò, il sottosegretario Baretta non potrà fare altro che attenersi a quello che in maniera confusionaria hanno fatto i suoi colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, nell'associarmi alle osservazioni della collega Bartolozzi, aggiungo che c'è un altro problema rispetto all'affrontare l'approccio dei problemi.

Qui, si agisce sugli effetti e non sulle cause, cioè voi inasprite le pene per i reati tributari, senza semplificare il sistema tributario che produce l'aumento dei reati di evasione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) ed è lo stesso identico modus operandi che avete adottato per la prescrizione: abolite la prescrizione senza ridurre i tempi dei processi, per causa dei quali si fa ricorso all'istituto della prescrizione; quindi avete un approccio totalmente sbagliato. In questo modo il sistema rischia di implodere, riflettete deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ci sono altri interventi? Sottosegretario Baretta, lo accantoniamo o proseguiamo?

Proseguiamo, bene, a questo punto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/85 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/86 Ribolla, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22)

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/87 Dara, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/88 Murelli, parere favorevole.

Ha chiesto di parlare la collega Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Presidente, voglio intervenire per illustrare e sottolineare l'importanza di questo ordine del giorno, in quanto sono stata relatrice del provvedimento e prima firmataria per il gruppo Lega per la legge sui dispositivi anti-abbandono. Volevo sottolineare che è vero che questo Governo ha attuato il decreto attuativo, ma, tuttavia, all'interno dello stesso, non sono stati inseriti i famosi 120 giorni per l'adozione dello stesso, in modo tale che le famiglie si potessero dotare dei dispositivi, ma soprattutto i produttori potessero far fronte a quelle che sono le continue richieste. All'interno del decreto “fiscale” non è stato accolto il mio emendamento, sono stati inseriti più milioni di euro per - naturalmente - far fronte al bonus fiscale che è inserito all'interno dello stesso provvedimento, è stato prorogato l'inserimento delle norme per quanto riguarda il codice della strada dal 6 di marzo, tuttavia non sono state considerate le famiglie, quelle naturalmente che hanno già comprato, a partire dal 7 di novembre, il dispositivo anti-abbandono.

Ebbene, signori, con questo ordine del giorno, finalmente il Governo si è accorto di queste famiglie e ha considerato di poter permettere a queste famiglie, in modo retroattivo, di essere favorite da questo bonus fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/89 Maccanti, parere favorevole.

Ha chiesto di parlare la collega Maccanti. Ne ha facoltà.

ELENA MACCANTI (LEGA). Presidente, accogliamo…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Chiedo al collega di fronte a lei di sedersi…

ELENA MACCANTI (LEGA). Presidente, noi accogliamo la riformulazione con l'impegno del Governo “a valutare l'opportunità di”, ma chiediamo la votazione proprio per dare più forza a questo impegno e a questo ordine del giorno che mira a risolvere il caos - lo ricordava la collega Murelli - che si è creato intorno all'applicazione di una legge di buon senso, una legge di assoluta civiltà, quella che, appunto, dispone l'obbligo di installare i dispositivi antiabbandono sui seggiolini dei bimbi in auto per prevenire le tragedie che purtroppo si sono verificate, ma che purtroppo si è trasformata in una vera e propria odissea per le famiglie con bimbi piccoli.

Lo ha ricordato l'onorevole Murelli: la legge, infatti, è stata approvata un anno e mezzo fa ma necessitava di un regolamento attuativo che è stato emanato soltanto nello scorso ottobre. Peccato che invece di concedere alle famiglie i 120 giorni di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni, così come prevedeva la legge della Lega, cioè il tempo necessario per avviare una campagna informativa rivolta alle famiglie e anche per consentire ai fornitori di approvvigionarsi dei dispositivi, ne è stata disposta l'entrata in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovverosia lo scorso 7 novembre, e lo scorso 7 novembre sono ovviamente anche entrate in vigore le sanzioni per chi non si era adeguato.

Com'era prevedibile - e lo ricorderanno anche molti parlamentari in quest'Aula - il 7 novembre tra le famiglie si è scatenato il panico, anche perché non tutti i negozi avevano i dispositivi e i rivenditori non avevano informazioni neanche sugli incentivi che la legge prevedeva accompagnassero l'obbligo. Nell'impossibilità, dunque, di adeguarsi, molti genitori sono stati multati perché, appunto, non avevano potuto acquistare il dispositivo.

Nell'articolo 52 del provvedimento che stiamo discutendo, un emendamento di maggioranza ha prorogato l'entrata in vigore delle sanzioni al 6 marzo 2020 ma non ha risolto il problema, perché la sospensione delle sanzioni decorrerà, non da oggi, ovvio, ma dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione. Come opereranno, quindi, le forze dell'ordine in questi giorni? Si troveranno nella paradossale situazione di dover comunque sanzionare chi non è dotato di questo dispositivo, a meno di non dover fare il proprio dovere. E che cosa succede ai tanti genitori che dal 7 novembre a oggi sono stati sanzionati per non aver installato il dispositivo? Perché devono pagare una multa per non aver ottemperato a un obbligo che poi, di fatto, è stato prorogato? Ebbene, con l'ordine del giorno di cui chiediamo in questo momento la votazione noi chiediamo di annullare tutte le sanzioni comminate sino a oggi e di emanare un provvedimento che dispensi le forze dell'ordine dall'elevare le multe nelle more dell'entrata in vigore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno, con il permesso della collega che ha esemplificativamente esposto le ragioni che condivido appieno.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/89 Maccanti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/90 Boldi è favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/91 De Martini è favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/92 Foscolo, inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/93 Lazzarini, favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lazzarini. Ne ha facoltà.

ARIANNA LAZZARINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio ovviamente il Governo per aver accolto favorevolmente il mio ordine del giorno inerente a un tema molto importante che riguarda un numero elevato di persone affette da celiachia. In Italia, tra diagnosticate e non, la celiachia colpisce circa 600 mila persone. Le persone diagnosticate accertate sono 220 mila e anche in questo caso, come per la cefalea, se vi ricordate, la maggior parte sono donne, circa 146 mila.

L'unica terapia oggi disponibile è rappresentata da un corretto e rigoroso regime alimentare, poiché i soggetti celiaci devono escludere dalla dieta tutti gli alimenti a base di cereali e contenenti glutine come la pasta, la pizza, il pane, i biscotti eccetera e sappiamo altresì che i prodotti non contenenti glutine hanno, purtroppo, un costo più elevato rispetto a quelli con glutine. Ad oggi non esistono agevolazioni fiscali e, quindi, ci aspettiamo veramente che l'Esecutivo mantenga la parola e che preveda misure concrete e adeguate per i tanti soggetti affetti da celiachia, una malattia che, tra l'altro, può svilupparsi a qualsiasi età (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio sottoscrivere questo ordine del giorno e voglio anche sottolineare l'importanza di questo tema. Ricordo che è depositata una proposta di legge proprio per andare a sistemare sia il problema dei buoni che ci sono per i celiaci, sia quelli cartacei sia quelli elettronici, visto che ci sono delle disparità da regione a regione nell'utilizzo di questi buoni ma, soprattutto, quello che sottolinea questo ordine del giorno è il problema che i prodotti per celiaci sono molto più cari rispetto ai prodotti tradizionali.

PRESIDENTE. Collega Lazzarini, quindi poniamo in votazione il suo ordine del giorno n. 9/2220-AR/93? Sì.

Ha chiesto di parlare la collega Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Presidente, voglio semplicemente sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/93 Lazzarini, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/94 Locatelli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/95 Valbusa, parere favorevole; l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/96 Panizzut è stato ritirato; ordine del giorno n. 9/2220-AR/97 Sutto, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/98 Tiramani, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Io non accetto la riformulazione e il motivo è abbastanza chiaro e lo andrò a spiegare. Noi abbiamo una popolazione che invecchia ogni anno e abbiamo sempre più bisogno di strutture socio-sanitarie, anche perché queste stanno diventando sempre più un supporto della sanità pubblica perché, come tutti noi sappiamo, un posto letto all'interno di un ospedale costa circa 800 euro al giorno mentre all'interno di una RSA appena 80 e, quindi, da anni a livello di continuità assistenziale sono un vero e proprio supporto di quella che è la sanità pubblica.

All'interno dell'ordine del giorno noi chiedevamo che cosa? Maggiori fondi e un'attenzione per tutte le strutture pubbliche, quindi le ex IPAB e da amministratori locali molti di voi conoscono i problemi che hanno - strutture obsolete - e, quindi, hanno bisogno di maggiori risorse per adeguare i piani regionali e chiedevamo, visto che il 70 per cento delle attuali case di riposo sono strutture private, semplicemente un bonus fiscale anche per quei privati che, a supporto senza convenzioni della sanità pubblica, riescono a fornire un servizio essenziale.

A me sfugge perché il Governo accetti solo la parte relativa alle IPAB e non quella relativa alle strutture private. Evidentemente, questo Governo ha una visione poco liberista, molto statalista, forse anche un po' filocomunista. Quindi quello che voglio chiedere è una votazione per parti separate, perché, visto che trancia in due gli impegni del mio ordine del giorno, una parte li accoglie in pieno, vorremmo votare la parte almeno positiva relativa alle strutture pubbliche e per quella delle RSA chiedo al Governo di rivalutare quello che era l'ordine del giorno, che era una piccola cosa solo relativa ai bonus fiscali; se evidentemente non può essere così, chiediamo la votazione separata.

PRESIDENTE. Collega, per capire, quindi lei vuole una votazione per parti separate, quindi gli impegni, il dispositivo…? Perché nel dispositivo ci sono le strutture pubbliche di cui parlava, però ovviamente il dispositivo è il testo del dispositivo.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Sì, però gli impegni, per come avete proposto voi la riformulazione, sono divisi in due parti. Quindi, se non c'è attenzione da parte del Governo a rivedere tutto l'impianto dell'ordine del giorno, chiedo negli impegni la votazione separata fino a “Paese”, come avete indicato voi, che mi pare di capire che è favorevole; evidentemente la seconda parte, che riguarda le strutture private, la voteremo, dando, come voi indicherete, parere negativo, ma voglio che venga messa ai voti.

PRESIDENTE. Collega, quindi votiamo la premessa e la parte dell'impegno in cui il Governo ha dato parere favorevole e successivamente la parte in cui ha dato parere contrario, dato che aveva chiesto di espungere. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/98 Tiramani, limitatamente alla premessa e alla prima parte degli impegni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/98 Tiramani, per quanto riguarda la parte rimanente del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/99 Ziello parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/100 De Angelis parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/101 Legnaioli parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/102 Gobbato parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/103 Galli c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI (LEGA). Grazie, Presidente. Molto velocemente, perché facciamo veramente fatica a capire il parere contrario. L'articolo 5 tratta una serie di cose, tra cui l'efficientamento del sistema di controllo di entrata e uscita delle merci e delle persone in generale nel Paese, con particolare riferimento alle strutture portuali; oltretutto, sono previsti una serie di miglioramenti proprio dell'attrezzatura relativa a questi centri di controllo, dalla quale si ritiene oltretutto di ottenere dei miglioramenti nelle entrate proprio dovuti al miglior controllo, quindi a una minore evasione e a minori costi dei controlli stessi, da reinvestire a loro volta in miglioramenti ulteriori.

Quello che chiedevamo è semplicemente di fare una cosa che momentaneamente ci mette fuori dal consesso dei Paesi normali, dove i controlli, ovviamente, stante la globalizzazione e tutte le cose a cui voi siete particolarmente affezionati, funzionano ovviamente tutti i giorni, spesso H24, ma, soprattutto, sette giorni alla settimana.

Nei nostri porti, invece, l'Agenzia delle dogane chiude alle 13 del venerdì; quindi, per due giorni e mezzo chi ha delle merci le deve tenere in deposito, che già di per sé è un minor sfruttamento delle nostre strutture, è un peggioramento dei costi delle aziende, ma soprattutto in alcuni settori, come l'agroalimentare, ovviamente pone dei problemi anche particolari, talché molti operatori del settore preferiscono servirsi di strutture al di fuori dell'Italia, quindi altri porti, dove questo problema non c'è.

Quindi, quello che si chiedeva semplicemente, senza aggravio per le casse dello Stato e come indicazione, è di pensare di cominciare a destinare una parte di questi fondi recuperati dalla migliore efficienza del sistema per poter semplicemente pagare in più gli straordinari, o meglio, riorganizzare le strutture del personale dell'Agenzia delle dogane in maniera da allineare i nostri porti allo standard degli altri porti, soprattutto europei, e quindi poter tenere aperti sette giorni alla settimana quantomeno i porti più importanti, dai quali passano la maggior parte delle nostre merci verso le esportazioni e, ripeto, in particolare tutto il settore legato all'agroalimentare. Quindi, mi piacerebbe capire qual è la motivazione del parere contrario a questo ordine del giorno, però, pazienza, chiederei almeno di fare qualche riflessione, vista la scarsa entità economica della richiesta a fronte del grande beneficio che il Paese nel suo complesso potrebbe avere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Manzato. Ne ha facoltà.

FRANCO MANZATO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo direttamente al rappresentante del Governo perché so che è del Nord-est e, quindi, dovrebbe conoscere molto bene la situazione. L'onorevole Galli ha spiegato benissimo qual è il problema, ma tendo a sottolineare il fatto che molte produzioni dell'agroalimentare e molti imprenditori che devono importare preferiscono sdoganare a Rotterdam piuttosto che a Capodistria, perché le nostre dogane sono chiuse il fine settimana, esattamente quello che diceva l'onorevole Galli.

Credo che qui ci siano costi per le imprese, mancate entrate per lo Stato, mancate entrate per il territorio. Un ordine del giorno, quello dell'onorevole Galli, che, secondo me, dovrebbe essere preso in considerazione seriamente proprio per la competitività del sistema; non prenderlo in considerazione, in questo caso, e bocciarlo significa veramente essere miopi rispetto allo sviluppo futuro di una parte dell'Italia, ma poi, ovviamente, di conseguenza, per tutto il resto del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ho letto, è un po' complicato, però magari lo accantoniamo un attimo, Presidente, così proviamo a vedere. Non è facile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. D'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/104 Comaroli c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi faccio portavoce della collega prima firmataria, onorevole Comaroli, per chiedere al sottosegretario Baretta di cambiare il parere su questo ordine del giorno; un ordine del giorno che richiede, con una forma di buon senso, l'abolizione di quello che è lo split payment, l'abolizione di uno strumento, di un meccanismo che - vorrei ricordarlo al sottosegretario Baretta, come a tutti i colleghi, per suo tramite, Presidente - è stato introdotto nella legge di stabilità del 2015 e che prevede il versamento diretto all'erario, da parte della pubblica amministrazione, dell'IVA degli acquisti di beni e di servizi. Un meccanismo - vorrei ricordare, colleghi - che deroga all'ordinaria modalità di riscossione dell'IVA e che deroga a una direttiva europea del 2006, la n. 112.

Questo meccanismo, per ben due volte, da parte del Consiglio dell'Unione europea, è stato avallato come una misura provvisoria e temporanea, che doveva essere finalizzata all'evasione fiscale, nelle more, ovviamente, della completa attuazione del sistema di fatturazione elettronica.

Vede, sottosegretario, ci troviamo oggi ad una fase in cui si è completata l'attuazione della fatturazione elettronica e, proprio per aiutare il Governo a rivedere la posizione andando a favorire quel processo in deroga che ci era stato concesso e, quindi, provvisorio, togliere uno strumento che grava, purtroppo, su tutte le imprese italiane, che purtroppo si vedono obbligate ad operare, attraverso questo regime, con tre meccanismi differenti di fatturazione elettronica, reverse charge e, appunto, lo split payment.

Oltremodo, poi, vorrei ricordare come, nel quinquennio di vigilanza di questo meccanismo, lo split payment, le imprese hanno visto un progressivo aumento di circa il 40 per cento delle perdite di cassa derivanti proprio dalla mancata entrata dell'IVA, e le perdite ammontano a più di 10 miliardi di euro all'anno, in media. Lo schema dello split payment pone, dunque, dei seri problemi alla gestione finanziaria a breve termine delle imprese.

Vorrei ricordare altresì come un po' di numeri riguardo il peso del fisco sulle imprese italiane andrebbero maggiormente approfonditi, e ve li riporto qui. Ci dicono questi numeri - che vengono esplicati all'interno del rapporto “Paying taxes 2020” di Banca mondiale e PwC - come i costi di imposte e tasse in capo alle imprese e il conseguente carico amministrativo per i diversi adempimenti fiscali sia veramente oneroso.

Abbiamo un carico fiscale complessivo sulle imprese italiane che è diventato pari al 59,1 per cento dei profitti, in aumento rispetto alla precedente rilevazione, di 20 punti percentuali più alto rispetto alla media europea, che vorrei ricordare è del 38,9 per cento; abbiamo ben 238 ore impiegate dalle imprese italiane per assolvere agli adempimenti fiscali, contro le 161 ore della media europea; quattordici pagamenti annuali diversi in Italia, contro i 10,9 della media europea.

Con specifico riferimento, poi, agli adempimenti IVA, si ha che in Italia sono necessarie ben 42 ore per richiedere il rimborso IVA, a fronte di 7 ore della media europea e 62,6 sono le settimane e il tempo di attesa che hanno le imprese italiane per il rimborso di IVA: si parla di 16 mesi, quindi più di un anno, colleghi, a fronte delle 16,4 settimane della media europea.

Grazie a questi numeri, purtroppo, l'Italia si attesta al centoventottesimo posto su centonovanta nazioni rilevate dal rapporto, tra il Mozambico e la Libia, vorrei dire. Quindi, non si tratta solo di un problema di perdita di competitività delle imprese italiane nei confronti dei competitor internazionali, ma, soprattutto, con riferimento alla piccola e media impresa, di una vera e propria sopravvivenza.

Quindi, con specifico riferimento all'ordine del giorno, chiediamo veramente, sottosegretario, di rivedere il parere e di fare in modo che questo strumento, lo split payment, venga completamente abolito, in favore di quelle imprese che, purtroppo, in Italia, operano, come dicevo prima, con tre meccanismi differenti: la fatturazione elettronica, il reverse charge, lo split payment.

Oltre a questo, vorrei ricordare come, nel quinquennio di vigenza dello split payment, le imprese hanno visto un progressivo aumento, come ho detto prima, di circa il 40 per cento delle perdite di cassa derivanti proprio dalla mancanza dell'entrata dell'IVA, quindi, perdite che ammontano a 10 miliardi di euro l'anno.

Lo schema dello split payment pone dei seri problemi sulla gestione finanziaria a breve termine delle nostre imprese italiane.

In conclusione - e chiudo subito, Presidente -, vorrei chiedere al Governo che si dimostri di avere veramente a cuore il destino della piccola e media impresa italiana, che è l'asse portante del tessuto imprenditoriale del nostro Paese, lodato ovunque e invidiatoci soprattutto all'estero, eppure fiaccato da un sistema fiscale che pare voler punire, anziché premiare, l'iniziativa imprenditoriale individuale, e questo provvedimento non fa certo eccezione. È necessario liberare le imprese italiane dalle zavorre burocratiche fiscali e l'abolizione dello split payment ne è solo un piccolo passo, ma è determinante nella strada verso una vera e propria semplificazione amministrativa e fiscale. Chiedo, pertanto, nuovamente al sottosegretario Baretta, gentilmente, di rivedere il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/104 Comaroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/105 Fogliani, della Lega, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/106 Patelli, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Patelli. Ne ha facoltà.

CRISTINA PATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo ad arginare i problemi legati all'elusione fiscale generata dalle lezioni private in nero, a beneficio di tutte le famiglie costrette a ricorrere a queste forme di sostegno per i propri figli. Immagino che anche a moltissimi colleghi presenti qui oggi il fenomeno sia notissimo, ma per comprenderne ancor meglio l'entità, dal momento che il Governo ha espresso parere contrario a questo ordine del giorno, ricordo che, secondo due studi elaborati da Codacons e, prima ancora, dalla Fondazione Einaudi, le lezioni private, le cosiddette ripetizioni, gravano sul bilancio familiare degli studenti che ne fanno uso e delle loro famiglie per circa 650 euro l'anno e questo mercato delle ripetizioni ha un volume d'affari di circa 950 milioni di euro. Lo studio della Fondazione Einaudi stima, sempre sulle lezioni private, che solo il 10 per cento è emerso, mentre il resto viene svolto in nero. Faccio presente che le cifre spese dalle famiglie possono aumentare sensibilmente quando le lezioni private vengono fatte per porre rimedio a debiti formativi e, quindi, durante l'estate, stagione nella quale è anche più semplice per i docenti di ruolo offrire tale servizio.

Lo scorso anno, nella legge di bilancio 2019, è stata prevista, a partire dal 1° gennaio 2019, ai compensi derivanti dall'attività di lezioni private e ripetizioni svolta da docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, l'applicazione di un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle addizionali regionali e comunali, con l'aliquota del 15 per cento. Abbiamo, quindi, messo a disposizione uno strumento fiscale che prima non era espressamente previsto per riportare nell'ambito della legalità queste prestazioni lavorative, prevedendo una tassazione agevolata per gli insegnanti titolari di una cattedra che impartiscono lezioni private a domicilio: una flat tax del 15 per cento sulle lezioni private.

Se fosse consentita la detrazione, almeno in parte, delle spese per le lezioni private, ci sarebbe l'incentivo alle famiglie a richiedere una ricevuta e l'erario beneficerebbe di entrate pari alla differenza tra l'imposta fiscale pagata dai docenti e la somma posta a detrazione dalle famiglie che usufruiscono delle lezioni. Purtroppo, a fronte di ciò, appare evidente dai primi dati in possesso che chi impartisce lezioni private ha preferito continuare ad utilizzare metodologie di pagamento che non prevedono di dichiarare redditi supplementari a quello del lavoro dipendente. Tale pratica, in fondo, è incentivata dalla natura del lavoro: quello delle ripetizioni private, infatti, è un business che viene erogato per lo più al di fuori di un esercizio fisico e commerciale, in case private e attraverso il passa parola. Per porre rimedio, pertanto, è necessario agire anche nel verso opposto, ovvero facendo leva sulle famiglie e in questo ambito sono, tra l'altro, in una posizione di debolezza. Noi pertanto vogliamo impegnare il Governo ad introdurre misure che rendano conveniente alle famiglie la richiesta della ricevuta per il pagamento delle ripetizioni. Vi sono legislazioni che da anni pongono in atto queste strategie, con ottimi risultati. A titolo di esempio, cito la legislazione francese.

Per tutto quanto premesso, appare evidente come si renda necessario che in Italia venga prevista una detraibilità fiscale, parziale o totale, per i soldi pagati dalle famiglie per la formazione complementare degli studenti, in modo che le cifre spese per migliorare le prestazioni scolastiche dei propri figli o per colmarne le lacune emerse durante l'anno scolastico possano essere rese detraibili. Quindi, la ratio della proposta è molto semplice: mi pare di estremo buon senso. Tale regolamentazione metterebbe fine alla giungla dell'elusione fiscale legata alle lezioni private, quindi le lezioni in nero, che eticamente e socialmente non rappresentano un messaggio educativo corretto, e voglio anche ricordare che il volume di entrate per l'erario, regolamentando questo fenomeno, potrebbe quantificarsi in circa 100 milioni di euro. Quindi, con la nostra proposta voglio anche ricordare che non tocchiamo i giovani studenti universitari e tutti coloro che ricadono nella no tax area, quindi quella per i redditi provenienti dal lavoro autonomo fino a 5 mila euro, e pertanto per loro non vi sarebbero contraccolpi, così come verrebbero salvaguardati coloro che non beneficiano di alti stipendi e che offrono le ripetizioni al fine esclusivo di pagarsi gli studi o di arrotondare le entrate del bilancio familiare. Quindi chiedo, pertanto, al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/106 Patelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/107 Raffaelli, parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Raffaelli. Ne ha facoltà.

ELENA RAFFAELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo con grande piacere per illustrare l'ordine del giorno, ma ancor più per sottoporre all'attenzione dell'Aula un tema di grande rilevanza economica e sociale che interessa il comparto estrattivo italiano, ma con particolare riferimento al ravennate. A nome dei parlamentari della Romagna, abbiamo già presentato un altro ordine del giorno, che è stato dichiarato inammissibile, per chiedere al Governo di prevedere una deroga al cosiddetto blocco delle trivelle per il distretto off shore di Ravenna, proprio al fine di supportare le nostre aziende che operano nel settore degli idrocarburi, considerato che il persistere in questa politica suicida di divieto di attività estrattive finirà poi con il favorire gli altri Paesi europei, a discapito di quelle che sono oggi le nostre realtà produttive.

Ma mi permetta, Presidente, vorrei fare un passo indietro negli anni, per ripercorrere un po' la storia del settore estrattivo, che negli anni Novanta occupava solo a Ravenna oltre 10 mila persone. Oggi ne impiega a malapena 3 mila, cui ne vanno aggiunte altrettante nell'indotto, con una previsione di riduzione di oltre 2 mila unità, qualora il Governo non cambiasse la sua politica - torno a ripetere, suicida – in materia estrattiva. Giusto per rappresentare un quadro d'insieme, ricordo che diverse società italiane come ENI e altre società internazionali hanno stanziato ingenti somme per l'estrazione di gas nel mare Adriatico, ma il blocco delle concessioni estrattive ha fatto sì che buona parte di questi investimenti sia congelato o addirittura dirottato nelle aree estrattive di altri Paesi europei.

Si assiste, dunque, al paradosso per cui tale divieto ha costretto le grandi aziende che operano nel settore dell'energia ad avviare opere di prospezione, ricerca e coltivazione in altri Paesi quali la Grecia, ad esempio, e la Croazia, sfruttando il giacimento di metano che si estende anche al di sotto delle nostre acque territoriali. Lentamente purtroppo, ahinoi, dopo la perdita del know-how e delle professionalità nel settore della ricerca nucleare, della chimica di base, delle biotecnologie in cui l'Italia era leader negli anni passati, anche per l'attività estrattiva, si cederanno le nostre maestranze e le competenze tecnologiche all'estero, dove le imprese italiane potranno ancora lavorare. Presidente, è uno smacco inaccettabile e il Governo dovrebbe preoccuparsi di far rientrare le aziende in Italia e non di spingerle ad andarsene da questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). State regalando le nostre professionalità, le nostre competenze ed eccellenze, frutto di anni di studi, di ricerca, di investimenti con una leggerezza disarmante. Rispetto alla passerella del Presidente, Conte, di qualche settimana fa a Ravenna, balza all'occhio o, meglio, all'orecchio il silenzio assoluto sulle piattaforme: non una parola. Ci chiediamo dunque, Presidente, se il Premier abbia una vera consapevolezza della situazione economica e se conosca davvero le esigenze e le peculiarità dei territori. E non sono interrogativi oziosi perché lo stesso Conte ha di fatto confermato lo stop al rilascio di nuove concessioni di trivellazioni per le estrazioni di idrocarburi, deludendo le legittime aspettative di aziende e lavoratori, ma esplicitando anche un chiaro segnale di orientamento del nuovo Governo giallo-fucsia, confermandosi l'Esecutivo che è contro le imprese e che è contro una ripresa del Paese per ragioni ancor tutte da capire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non si comprende, infatti, a chi giovi mettere in ginocchio un settore trainante per Ravenna, per l'intera regione Emilia-Romagna e per l'economia italiana quale quello della produzione del gas.

Come se non bastasse, Presidente, nel provvedimento andate a rincarare la dose accanendovi oltremodo contro il comparto estrattivo con l'istituzione dell'imposta municipale propria sulle piattaforme marine definite come strutture emerse destinate alla coltivazione di idrocarburi e site entro i limiti delle acque territoriali. In questo provvedimento, infatti, Presidente, è prevista l'applicazione di un'aliquota fissa al 10,6 per mille ripartita tra lo Stato, cui è riservato il gettito relativo alla quota ad aliquota di base del 7,6 per mille e i comuni interessati, cui viene attribuita la differenza tra il gettito complessivo e quello ad aliquota di base. Con questo ordine del giorno, Presidente, siamo a chiedere di riconsiderare il regime di tassazione delle piattaforme marine, prevedendo una diminuzione delle imposte dirette a carico delle società estrattive a fronte dell'istituzione dell'IMU. Ora, Presidente, sarebbe interessante anche conoscere e comprendere la posizione del Partito Democratico che sarebbe forse bene, io dico, andasse ben oltre la fase degli inutili appelli usati come foglia di fico per coprire le vergogne e che dunque spiegasse ai romagnoli e non solo con chi sta: se sta con Conte o se sta con il comparto estrattivo. Ci faccia capire il Partito Democratico se, pur di andare al Governo, ha svenduto la battaglia a favore delle trivelle portata avanti dai Dem romagnoli piegandosi alla pura demagogia populista e scegliendo di stare contro l'economia di un territorio, contro tutto il suo indotto e contro i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dica chiaramente il Partito Democratico e lo dica il presidente Bonaccini. Per carità, Presidente, è tutto lecito e legittimo ma abbiate almeno il coraggio delle vostre azioni e l'onestà intellettuale di non giocare sulla pelle dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/107 Raffaelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/108 Caparvi, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il collega Caparvi. Ne ha facoltà.

VIRGINIO CAPARVI (LEGA). Presidente, con questo ordine del giorno si affronta la questione dell'anticipazione di liquidità per gli enti locali: una questione urgente che abbiamo già trattato nella scorsa legge di bilancio, nei commi da 849 fino a 857, grazie ai quali si è concessa la possibilità agli enti locali di accedere all'anticipazione di liquidità per rispondere a due problemi urgenti su tutti: da un lato permettere alla pubblica amministrazione di pagare le imprese e i privati che hanno lavorato per essa. Si contano 50 miliardi di euro di debiti che la pubblica amministrazione deve dare alle imprese, sottoponendo le stesse alle volte ad esposizioni bancarie che sono talmente estese nel tempo da divenire letali per la sopravvivenza delle imprese stesse. E poi per rispondere anche alla difficoltà degli enti locali rispetto alla liquidità, dovuta al fatto del mancato pagamento dei tributi da parte dei contribuenti: perché c'è la stagnazione economica e si guadagna di meno, perché c'è un Governo che aumenta le tasse e non le diminuisce e i cittadini devono scegliere se pagare l'IMU, se pagare la Tari o se fare la spesa nell'ultima settimana del mese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con in più la particolarità, il corto circuito tutto italiano che alle volte un contribuente è debitore per il fatto stesso di essere creditore dello Stato, cioè non viene pagato dallo Stato e per questo fatica a pagare lo Stato. Allora, in tutto questo noi troviamo dei sindaci costretti a fare miracoli, con dei bilanci che si sorreggono sulla carta, ma che di fatto vengono smentiti dall'estratto conto della tesoreria. Quindi in legge di bilancio lo scorso anno abbiamo provveduto a dare questa possibilità di anticipazione di liquidità, e con questo ordine del giorno si chiede un impegno al Governo per valutare la possibilità di un intervento normativo per derogare la scadenza fissata nel dicembre 2019 per la restituzione di questa anticipazione. Noi crediamo che questa possa essere una buona risposta ai sindaci, a quei politici di prossimità, a quei politici in trincea, una buona risposta ai cittadini, entrambi vessati da un lato dalle tasse, e spaventati dall'altro dal tintinnio delle manette che predilige questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparvi n. 9/2220-AR/108, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/109 Colla, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/110 Maturi, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/111 Stefani è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/112 Invernizzi, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/113 Vanessa Cattoi, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/114 Tonelli, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, voglio mostrare il mio apprezzamento del Governo, visto che ha accolto con parere favorevole questo ordine del giorno, anche se con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. L'apparato della sicurezza ha patito negli ultimi dieci anni una grandissima menomazione dovuta a un'infinità di tagli, agli organici, alle risorse; e lo strumento di cui stiamo parlando in questo momento è un riordino proprio degli assetti organizzativi e di carriera, per potenziare e migliorare l'efficienza di questo apparato che, ricordiamoci, assicura il primo dovere dello Stato moderno, garantire la vita e la sicurezza a tutti i cittadini.

L'intendimento quindi, che era partito dal Governo, ossia quello di garantire questo strumento di maggiore efficienza, tagliando risorse dall'interno dello stesso apparato, era e andava in una direzione e in una linearità di irresponsabilità assolutamente inopportuna e inaccettabile. Io voglio quindi ringraziare, tuttavia vorrei mettere in votazione questo ordine del giorno, perché è assolutamente indispensabile corroborare l'intendimento: l'apparato della sicurezza non può patire ulteriori menomazioni, debilitazioni dovute ai tagli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Tonelli, lei accetta la riformulazione, è corretto? L'accetta, d'accordo, e lo mettiamo in votazione. D'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, bene il parere favorevole con riformulazione del Governo. Vorrei però dire che non vi è alcun taglio in corso alle forze dell'ordine. Quindi, mi va molto bene che il Governo lo accetti come raccomandazione futura, ma non è in corso alcun taglio sul bilancio delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/114 Tonelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/115 Covolo, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevole sottosegretario, io mi auguro che venga riconsiderata questa problematica che sta affliggendo molti comuni. Infatti mi ero anzi fatta portavoce di due emendamenti all'articolo 12, e poi ho proposto questo ordine del giorno che riguarda la determinazione dei valori delle reti gas di proprietà dei comuni. Si tratta di patrimonio indisponibile, che può costituire oggetto di atti e di negozi giuridici, ma sappiamo che ad oggi molti comuni stanno bloccando le gare d'ambito perché la cessione delle reti dovrebbe avvenire al valore industriale residuo anziché a quello che era stato previamente determinato, ovvero al RAB, regulatory asset base, valore dei cespiti ai fini regolatori; e questa differenza di valori determina incertezza negli importi di cessione, che danno luogo al riconoscimento tariffario di ARERA. Per cui questa problematica, che riguarda la determinazione del valore delle reti di proprietà comunale, sta bloccando le gare d'ambito, sta mettendo in difficoltà molti enti, anche per la differenza degli stanziamenti di somme che hanno disposto a bilancio. Io auspico che almeno in legge di bilancio venga considerata la questione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/115 Covolo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/116 Moschioni, c'è il parere contrario del Governo: lo mettiamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/116 Moschioni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/117 Tombolato c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io mi sto ritrovando a guardare gli ordini del giorno dei colleghi e ritorno a quello che dicevo prima: non comprendo i pareri che dà il sottosegretario. Presidente, io non capisco nulla… Non so come fa a comprendere lei, perché sono talmente tante voci… Se non interessa la discussione, facciamo forse prima a stoppare.

PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, vi chiedo silenzio. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Allora, io mi rivolgo ai colleghi del Partito Democratico, che verosimilmente voteranno contro dopo il parere contrario del Governo. Cosa fa, con quest'ordine del giorno il collega Tombolato? Chiede che, nel caso in cui l'imprenditore, la persona fisica, abbia chiesto una dilazione dei pagamenti all'Agenzia delle entrate e non riesce a pagare perché non ha i soldi per pagare, lo Stato, che lo mette sotto processo, non gli applichi una pena. Uno sforzo, è pur vero, Presidente, durante i lavori in Commissione, è stato fatto dalla maggioranza, perché, sempre recependo un suggerimento di Forza Italia, hanno previsto - però fanno le cose a metà, perché non se le studiano – che, nel caso di alcuni reati, per esempio la dichiarazione fraudolenta o altri, il contribuente paga nel corso del procedimento, lo fa prima dell'apertura del dibattimento, e non gli viene applicata la pena. Ma Presidente, io chiedo al sottosegretario Baretta, che ha la mano sulla testa…La capisco, sottosegretario, perché, il problema qual è? Ciò veramente nell'ottica di contribuire a licenziare un testo che sia migliore. Se il contribuente paga una parte, ha un procedimento penale e non ha i soldi per finire di pagare, voi gli dite, con l'articolo 39 che avete riscritto: se lo fai in tre mesi, io non ti do pena, quindi non ti applico una pena. Ma se alla pubblica amministrazione diamo un termine dilatorio di 120 giorni…

PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il tempo.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, chiudo. Se alla pubblica amministrazione diamo un termine dilatorio di 120 giorni, perché non date almeno 120 giorni al contribuente? C'è un adempimento incolpevole, perché magari non ha i soldi perché la pubblica amministrazione non lo paga, e date un termine minore a quello che concedete alla pubblica amministrazione. Uno sforzo, sottosegretario: li accantoni gli ordini del giorno sulla giustizia, perché sono tutti sbagliati i pareri. La prego, li accantoni e li riguardi dopo, perché forse qualcosa riusciamo a fare. Questo è sbagliato, tecnicamente sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Guardi, onorevole, io lo accantono per un approfondimento, però lei non può dire che tutti i pareri sono sbagliati, perché tutte le richieste di modificare l'articolo 39, appena votato, francamente non può chiedere che le approviamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi l'accantoniamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/118 D'Eramo, su cui vi è il parere favorevole del Governo.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Collega Bartolozzi, lei ha finito il tempo. Lei ha fatto due interventi su due ordini del giorno, quindi il suo tempo è stato esaurito. Io le posso dare un altro minuto. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sarò velocissima. Anche questo è sbagliato, sottosegretario, perché l'Anac, tra le linee programmatiche…

PRESIDENTE. Collega, lei non potrebbe intervenire in questo momento, in questo iter, mi dispiace. Ha già fatto due interventi. Passiamo all'ordine del girono n. 9/2220-AR/118 D'Eramo: c'è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/119 Comencini c'è il parere contrario del Governo: chiede di parlare il collega Comencini.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, io credo che questo sia un ordine del giorno di buonsenso, perché guarda a quei cittadini che sono stati sottoposti ad un processo per reati tributari e poi sono stati assolti perché il fatto non sussiste. È evidente che si tratta non solo di persone innocenti, quindi di rivendicare il principio di presunzione di non colpevolezza di persone che poi hanno dimostrato la loro innocenza perché appunto il fatto non sussiste, ma addirittura sono persone vittime della giustizia, vittime dello Stato. Quindi chiediamo, con quest'ordine del giorno, che questi cittadini che hanno subito questa ingiustizia possano detrarre le spese legali del processo che hanno subìto dalle imposte sui redditi. È una questione di buonsenso, che andrebbe un po' a compensare quello che l'articolo 39 va a fare dall'altra parte, cioè inasprire le pene. Ma è evidente che abbiamo un Governo e una maggioranza che, se da una parte vuole perseguire e perseguitare ancora di più i cittadini, perché i cittadini per forza devono essere degli evasori, devono essere dei ladri, dall'altra parte non prevede delle forme di aiuto e sostentamento a quei cittadini che hanno dimostrato la loro innocenza: se ne frega completamente degli innocenti, delle vittime della giustizia, purtroppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Credo che questo sia la dimostrazione della volontà di portare avanti uno Stato che oserei quasi definire giacobino, quasi strozzino, che vuole per forza perseguire appunto il piccolo imprenditore, il piccolo lavoratore, spesso imprenditori, o comunque anche il cittadino che si trova ingiustamente a finire all'interno di un processo ma poi, appunto, riceve un'assoluzione praticamente totale, definitiva, assoluta. Credo che sia di buonsenso e chiedo appunto, anche da questo punto di vista, al Governo, di ripensare il proprio parere ed eventualmente di accantonare quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, lo accantoniamo? D'accordo. Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/120 Badole c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il collega Badole. Ne ha facoltà.

MIRCO BADOLE (LEGA). Presidente, faccio questo mio intervento per fare alcune considerazioni su quest'ordine del giorno e per esprimere il mio disappunto sul suo mancato accoglimento. A seguito delle modifiche che si intendono introdurre sui reati tributari con questo decreto, l'Italia salirà alle prime posizioni nella classifica dei Paesi nei quali le conseguenze repressive di condotte delittuose in materia tributaria diventerà più rigoroso. Imprenditori, professionisti, artigiani, commercianti, già sommersi da continui balzelli burocratici talvolta contrastanti tra loro, per la gioia dei commercialisti, dovrebbero avere invece una legislazione tributaria più chiara, con più informazioni, con più collaborazione, e la possibilità di maggior dialogo con Agenzia delle entrate, Guardia di Finanza e Agenzie di riscossione. Invece no, la parola d'ordine di questo Governo è solo repressione. Con quest'ordine del giorno si chiedeva al Governo l'impegno di valutare l'opportunità di adottare provvedimenti che evitassero l'aumento della pena nel caso vi fosse stato il pagamento del doppio del debito tributario dovuto. Il mancato accoglimento di quest'ordine del giorno è l'ennesimo segnale che questo Governo non è amico dei cittadini, ma li sfrutta, li tassa e li punisce. È un Governo tassa e manette, una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/120 Badole, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/121 Basini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/122 Morrone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo, con il parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Tateo. Ne ha facoltà.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Presidente, sull'articolo 39, realmente, a me dispiace che non siano presenti i sottosegretari per la giustizia, perché questi sono realmente problemi per tutti gli imprenditori italiani. Oltretutto, chiedo al sottosegretario di accantonare questi ordini del giorno, in modo tale da discuterne per bene, perché, guardi, sottosegretario, se realmente come dice lei vogliono cambiare l'articolo 39, questi ordini del giorno sarebbero stati dichiarati inammissibili, invece, così non è. Avete dato, semplicemente, un parere contrario, senza indicare il motivo dei pareri contrari agli ordini del giorno relativi all'articolo 39. Comunque, vengo ad illustrare il mio ordine del giorno. Come già molti miei colleghi hanno illustrato, per mezzo di questo decreto, la maggioranza decide di inasprire le pene per i reati tributari e abbassare la soglia di punibilità delle violazioni fiscali. Questo significa che in questo periodo di recessione economica per l'Italia, invece di tendere la mano verso quei professionisti, piccoli imprenditori, agricoltori e artigiani, che con orgoglio e fatica tengono viva la propria attività e che sono la risorsa della nostra economia reale, preferite, invece, voltare loro le spalle e trattarli alla stregua di criminali. Questo è inaccettabile, Presidente! Presidente, io sto parlando di quelle realtà che puntano ad arrivare alla fine del mese e che lo Stato dovrebbe sostenere, abbassando la pressione fiscale e che, di certo, non dovrebbe vessare.

Ma vi è di più, Presidente; il Governo e questa maggioranza vogliono introdurre per i reati tributari anche la confisca allargata, cioè la confisca per sproporzione; non basta solo la confisca, ma dobbiamo andare oltre. Ricordo a tutti gli onorevoli colleghi che questa misura di prevenzione patrimoniale è stata disciplinata dal nostro ordinamento per contrastare la criminalità organizzata e aggredire le ricchezze illecitamente accumulate attraverso reati quali l'associazione per delinquere di stampo mafioso, la riduzione in schiavitù, la tratta degli schiavi, l'estorsione e il sequestro di persona, l'usura, la ricettazione, il riciclaggio, il traffico di stupefacenti! Onorevoli colleghi e colleghe, è questo l'intento della maggioranza e del Governo? Equiparare gli imprenditori, gli artigiani e i professionisti ai mafiosi? (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Volete davvero assimilare a un crimine di stampo mafioso la scelta che un imprenditore molto spesso è costretto a fare, a causa di questa crisi economica, ossia pagare le tasse o garantire lo stipendio ad un proprio dipendente che altrimenti non riuscirebbe a mantenere la sua famiglia? Interrompete un ciclo in questo modo; quindi, per evitare che si giunga a questa assurda incongruenza, riteniamo opportuno introdurre una causa di esclusione della responsabilità penale nei casi in cui, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, il debito tributario sia in una fase di rateizzazione. Non stiamo chiedendo tantissimo, cerchiamo almeno, in questo modo, di tendere la mano per aiutare chi, in questo Paese, cerca di portare avanti la propria attività e non per rifilargli l'ennesimo schiaffo da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, chiedo al sottosegretario di accantonare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, ovviamente, poi, decide il sottosegretario, volevo aggiungere una piccola riflessione. È chiaro che questi ordini del giorno sono diversi dal n. 9/2220-AR/119 Comencini che abbiamo accantonato; nell'ordine del giorno n. 9/2220-AR/119 Comencini si fa riferimento a una persona che è stata assolta, perché il fatto non sussiste, con sentenza definitiva, e, quindi, si giustifica un certo tipo di intervento. Credo, però, che sia l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo che l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/124 Paolini abbiano sicuramente una struttura diversa, perché riguardano persone che sono state riconosciute colpevoli, ma che in qualche modo si sono adoperate, almeno dal punto di vista fiscale e tributario, per sanare l'inadempienza. Forse, ma lo valuti lei, signor sottosegretario, anche per questi due - la decisione può comunque essere confermata magari dopo la pausa -, però, varrebbe la pena di fare una riflessione aggiuntiva per capire se c'è un modo attraverso il quale venire incontro a questa questione. Certamente, ci sono molti che compiono dei reati e sbagliano per volontà, magari, però, in tante situazioni, come è stato ricordato, può accadere che questo avvenga non per volontà tra virgolette di delinquere e, forse, se c'è un modo per cercare di venire incontro a costoro, in questo caso potrebbe essere utile, quindi, valuti lei, ma forse gli ordini del giorno nn. 9/2220-AR/123 Tateo e 9/2220-AR/124 Paolini potrebbero essere accantonati e visti insieme agli altri (Applausi dei deputati dei gruppi, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Intanto, saluto i docenti e i ragazzi del 1° Circolo Didattico di Nocera Superiore, in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

Sottosegretario Baretta, a lei la parola.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo l'abbiamo già votato o no? No, bene; allora accantoniamo questi due ordini del giorno che, però, come ha ricordato l'onorevole Giachetti, sono comunque diversi da quello precedente. Valuteremo dopo la pausa.

PRESIDENTE. Quindi, sottosegretario, accantoniamo gli ordini del giorno nn. 9/2220-AR/123 Tateo e 9/2220-AR/124 Paolini, conferma? Bene.

Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/125 Bisa.

Ha chiesto di parlare la deputata Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Vede, io sinceramente non riesco a comprendere il parere contrario a questo ordine del giorno. Questo ordine del giorno è un ordine del giorno di buonsenso, ma non solo. L'ordine del giorno chiede al Governo di valutare l'opportunità che venga inserito in maniera specifica all'interno dell'articolo 39 che l'onere della prova spetti all'accusa, perché voi cosa fate all'interno di questo articolo 39 (ma forse non ve ne siete accorti)? Praticamente, disponete l'inversione dell'onere della prova per questa tipologia di reati. Ma partiamo da un presupposto: nel processo penale l'accusa ha l'onere di provare il capo di imputazione per cui, appunto, dispone il rinvio a giudizio e invece voi, con l'inserimento di questo articolo 12-ter, cosa dite? Chiamate in giudizio l'imprenditore, la persona fisica che secondo la procura avrebbe commesso il reato fiscale, poi vi mettete nel corso del processo a braccia conserte - la procura - e aspettate che l'imprenditore, quindi l'imputato, sostanzialmente debba difendere la propria posizione sostituendosi a quella che sarebbe la posizione da parte della procura. Quindi, praticamente snaturate tutto quello che è il fondamento che fino ad ora è all'interno del nostro processo penale.

Quindi, quello che io chiedo al Governo è, appunto, di fare un'ulteriore riflessione su questo punto, perché è veramente un qualcosa di inaccettabile che venga introdotto nel nostro ordinamento e chiedo, appunto, l'ulteriore riflessione, perché in Commissione giustizia, a fronte di un primo “no” in un intervento fatto dalla sottoscritta in cui chiedevo: “Mi raccomando, nel momento in cui introducete la confisca allargata attenzione, perché introducendola andiamo a intervenire in tutti quei reati, in tutte quelle condotte con effetto retroattivo, quindi anche per tutte quelle condotte che si sono verificate prima dell'entrata in vigore di questo decreto”. Il sottosegretario Giorgis, che era presente in Commissione, continuava a dire: “No, onorevole, lei sta sbagliando, non è assolutamente così”. Poi, cosa fanno il Governo e questa maggioranza? Scippando un intervento che ha fatto la sottoscritta, per conto della Lega, in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mi ritrovo l'intervento fatto in Commissione nel testo che esce dalla Commissione finanze, dove il Governo cosa dice? E lo leggo. Dice: “Il presente articolo si applica esclusivamente alle condotte poste in essere successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”.

Quindi, a fronte, appunto, di quella che è una approssimazione con cui questo Governo e questa maggioranza stanno portando avanti questo decreto e visto già il passo indietro che ha fatto il Governo su quel mio intervento che ho fatto in Commissione, chiedo un'ulteriore riflessione su questo ordine del giorno e, quindi, chiedo l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Non credo che ci sia questa intenzione da parte del Governo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/125 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Scusi, Presidente, ma semplicemente perché penso che questo sia uno dei temi più rilevanti che abbiamo affrontato in Commissione, il tema della confisca allargata. Io vorrei che ogni deputato si rendesse conto di cosa è stato introdotto e poi ognuno voterà come ritiene. In seguito alla condanna per la dichiarazione fraudolenta - c'era anche quella infedele, fortunatamente è stata espunta - c'è un passaggio significativo; non c'è solo la confisca dei beni che sono stati evasi, del frutto dell'evasione, ma si apre un procedimento diverso.

Infatti, viene analizzato e scrutinato tutto il patrimonio della persona, dei genitori, dei figli, degli amici che magari l'abbiano lasciato in disponibilità a quella persona, tutto il patrimonio accumulato nel corso degli anni, e si confronta questo patrimonio con i redditi dichiarati e con l'attività economica svolta da quella persona che è stata condannata. Se c'è una sproporzione giudicata da un magistrato, e la persona non è in grado di documentare pezzo per pezzo come ha accumulato questo patrimonio, tutto il patrimonio viene confiscato. Attenzione: questo è un passaggio fisiologico in seguito alla sentenza di condanna. Ma cosa succede normalmente? Succede che c'è un'indagine e succederà questo: indagine per dichiarazione fraudolenta, avviso di garanzia, la persona è indagata. Cosa fa il magistrato? Pensando che in seguito alla condanna si potrebbe arrivare alla confisca allargata, quell'azione che dovrebbe essere fatta dopo la condanna viene effettuata subito con un sequestro preventivo, senza sentire neanche la persona, perché si passa dalla richiesta del pubblico ministero alla richiesta del giudice. Allora, questo ordine del giorno dice una cosa molto seria e molto chiara, cioè che la prova che quei beni sono stati sproporzionati rispetto al reddito e all'attività venga data dalla procura (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier) e non l'inversione a carico della persona che deve giustificare. Guardate, noi in Commissione abbiamo presentato degli emendamenti dicendo: “Va bene la confisca allargata, ma andiamo a scrutinare il patrimonio accumulato negli ultimi dieci anni”, che è il tempo nel quale uno deve tenere le scritture contabili, perché se io devo andare a giustificare beni che sono entrati nel patrimonio dei miei genitori 20, 30 o 40 anni fa è ovvio che non ho la possibilità di farlo ed è ovvio che verranno confiscati. Allora, qui si tratta semplicemente di civiltà giuridica e di buonsenso e il sottosegretario Baretta è persona di buonsenso. Qui si tratta semplicemente di un impegno politico e, dunque, chiedo di procedere all'accantonamento di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sottosegretario, accantoniamo? D'accordo. Sospendo a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 14,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli Benvenuto, Brescia, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Molinari, Pedrazzini, Ruocco, Tasso e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2220-A/R. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/122 Morrone.

Ricordo, inoltre, che sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato, n. 9/2220-AR/82 Marchetti, n. 9/2220-AR/103 Galli, n. 9/2220-AR/117 Tombolato, n. 9/2220-AR/119 Comencini, n. 9/2220-AR/123 Tateo, n. 9/2220-AR/124 Paolini e n. 9/2220-AR/125 Bisa.

Sottosegretario, vuole intanto esprimere il parere sugli ordini del giorno accantonati o proseguiamo con l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/126 Alessandro Pagano? Bene, andiamo avanti.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, anche in considerazione dell'esigenza di rispettare l'accordo che è stato raggiunto in sede di Conferenza dei capigruppo, che - ricordo - contempla l'obbligatorietà di concludere i lavori, per quanto riguarda l'esame degli ordini del giorno, entro le ore 17, essendo prevista la diretta televisiva delle dichiarazioni di voto. Naturalmente, non era preventivabile - è una cosa assolutamente non solo legittima, ma ovvia nel quadro di un dibattito di questa natura - che vi potessero essere una serie di ordini del giorno sui quali vi è una richiesta di accantonamento; tra l'altro, signora Presidente, se al termine del mio intervento avesse la cortesia di farci un riepilogo, perché, nella concitazione, abbiamo anche probabilmente evitato di segnarli tutti; tuttavia, la proposta che volevo fare, in particolare ai colleghi delegati d'Aula, è quella di impiegare il tempo della discussione degli ordini del giorno e della votazione su cui non vi sono particolari problemi per raggiungere, nel frattempo, una formulazione condivisa con il Governo, al fine di evitare di procrastinare la decisione al termine delle votazioni, con il rischio, poi, di sovrapporci alla scadenza delle ore 17, e quindi con il risultato poi di far venire meno il percorso che avevamo fatto. Quindi, in questo senso, sull'ordine dei lavori, è una richiesta-perorazione e chiedere anche la Presidenza se ci può riepilogare sugli accantonati.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Sull'ordine dei lavori, signora Presidente. Ricordo, per il suo tramite, all'onorevole Borghi che il riepilogo lo ha già fatto lei prima di dare la parola allo stesso onorevole Borghi; probabilmente è stato particolarmente disattento per permettere ai suoi colleghi di riappropriarsi dei propri posti a sedere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, io le chiedo: continuiamo, signora Presidente, con l'esame degli ordini del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo. Il collega Borghi, comunque, ha fatto una richiesta, quindi mi sembra giusto ripeterli. Sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato, n. 9/2220-AR/82 Marchetti, n. 9/2220-AR/103 Galli, n. 9/2220-AR/117 Tombolato, n. 9/2220-AR/119 Comencini, n. 9/2220-AR/123 Tateo, n. 9/2220-AR/124 Paolini e n. 9/2220-AR/125 Bisa.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/126 Alessandro Pagano, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Mi aggiungo a questo clima positivo che sta realizzando un buon dibattito d'Aula e, soprattutto, un'ottima capacità di ascolto da parte del Governo, quando bisogna darne atto, bisogna farlo assolutamente…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo intervenire il collega Pagano. Prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Quindi, inserendomi in questo clima positivo, devo dire che, con questo ordine giorno n. 9/2220-AR/126, il Governo ha valutato positivamente, nel senso che ha dato l'opportunità a iniziative concrete, però io vorrei che il Governo rafforzasse questo parere - naturalmente questo è il mio auspicio - perché ritengo che l'argomento che stiamo trattando sia sintomatico di un malessere complessivo, quindi approfondire la tematica in pochissimi minuti risulta particolarmente utile.

Qual è l'oggetto dell'argomento? È l'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602, che sostanzialmente dice che quando il contribuente si rende conto di avere versato indebitamente delle somme e viene riconosciuto in questo diritto da parte dell'Agenzia, ha diritto a chiedere il rimborso. Si specifica che il termine è di 48 mesi, quindi, facendo un esempio: oggi siamo al 6 dicembre 2019, entro il 6 dicembre 2023 ha diritto a chiedere il rimborso. Facilissima l'interpretazione della norma, è così ovvia.

I problemi vengono fuori quando c'è un pagamento rateale da parte del contribuente, che ovviamente nel corso degli anni ha pagato, perché magari ne ha avuto diritto da alcune normative. Ebbene, l'Agenzia delle entrate, che in questo momento è in pieno caos – parleremo, poi, alla fine, proprio dell'Agenzia delle entrate -, sostiene che il diritto ad avere il rimborso, praticamente, non si realizza alla compiutezza dell'obbligazione (perché l'obbligazione si compie, si completa praticamente solo quando si paga il saldo). Dice l'Agenzia che bisogna far valere questo diritto ogni volta, quindi dando autonomia ad ogni singola rata. Quindi, ciò significa che se io chiedo il rimborso oggi su rate pagate anni fa, non mi riconoscerebbe tale diritto.

Questo è un problema serio che attiene a centinaia di contribuenti che, in questo momento, sono bloccati. Ci sono pareri dell'Assonime, ci sono pareri anche di autorevoli fonti legislative, c'è anche il parere favorevole, naturalmente in camera caritatis, da parte dei vertici dell'Agenzia delle entrate. Allora, il problema dove sta? Che l'Agenzia oggi è nel pieno caos; sappiamo bene che la Corte costituzionale ha annullato le dirigenze di qualche anno fa; sono saltati qualcosa come 800 dirigenti e anche il concorso successivo è saltato (altre 200 persone che non si sono potute insediare), insomma, morale della favola, oggi sono le terze e le quarte linee che vanno lì, e che decidono anche in una logica, probabilmente, di non piena comprensione del fenomeno. Spesso ciò avviene all'interno di una logica giacobina, per cui si dice: “ma chi me lo fa fare a prendere delle responsabilità”. Ecco perché bisogna creare le condizioni per riconoscere un diritto sacrosanto che qualsiasi studente, anche al primo anno di giurisprudenza, comprende perfettamente e cioè che l'obbligazione si compie quando avviene il pagamento dell'ultima rata. Questo è diritto!

Allora, il legislatore del 1973, quando praticamente era lineare il percorso, quando non c'era il caos che stiamo vedendo adesso, non aveva bisogno di realizzare le singole fattispecie, perché questo fa parte dell'ABC del diritto. Allora, il ragionamento che oggi dobbiamo fare è che il Governo deve dare un impulso forte in questo senso, perché questa è una norma sintomatica: come avviene su questo, avviene su tutto. Naturalmente, l'auspicio più ampio - ma non è il tema di oggi - è che, prima o dopo, il Governo ci metta la testa anche perché, compiutamente, l'Agenzia delle entrate esca fuori da questo caos complessivo, che sta producendo danni enormi che si sommano a quelli legislativi a carico del contribuente. Nel caso specifico, ci aspettiamo che il Governo - quindi, onore anche al sottosegretario Baretta per la puntualità con cui ha seguito questo dibattito - rafforzi il parere anche attraverso una moral suasion nei confronti dell'Agenzia delle entrate. Grazie.

PRESIDENTE. Collega Pagano, accetta la riformulazione, è corretto?

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, ho detto in premessa che io condivido pienamente, ma il mio auspicio è che il sottosegretario tolga la parola “opportunità” e dia il suo pieno assenso.

PRESIDENTE. D'accordo. Mi pare che l'ordine del giorno rimanga così riformulato.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/126 Alessandro Pagano, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/127 Piccolo: parere favorevole con riformulazione. Collega Piccolo, chiede di intervenire, prego.

TIZIANA PICCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione. Volevo illustrare ai colleghi l'impegno che ho chiesto al Governo che prevede, al fine di favorire la diffusione di modelli e strumenti di pagamento elettronico finalizzati anche per il contrasto all'evasione fiscale, una riduzione pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per gli esercenti attività di impresa, arte o professioni con ricavi inferiori a 400 mila euro nell'anno precedente l'attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali, verso consumatori finali che accettano pagamenti effettuati attraverso carte di debito, carte di credito o prepagate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/127 Piccolo con parere favorevole del Governo così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/128 Piastra con parere favorevole così come riformulato: viene accettata la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/129 Tomasi parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/130 Benvenuto: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/131 Billi è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/132 Crippa Andrea è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/133 Zoffili: il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/133 Zoffili.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/134 Garavaglia con il parere favorevole del Governo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/135 Tarantino con il parere contrario.

Il collega Tarantino chiede la parola. Ne ha facoltà.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Signor Presidente, sono stupito dal parere negativo a questo ordine del giorno perché proponeva delle azioni per il contrasto all'evasione e perché una proposta di questo tipo non può essere contenuta nel decreto fiscale con il quale, a detta della maggioranza, è stata dichiarata guerra all'evasione, quindi sono state messe in campo azioni di contrasto proprio all'evasione e all'elusione fiscale? Ora la proposta intendeva contrastare il fenomeno delle imprese cosiddette “mordi e fuggi”, cioè le partite IVA aperte e chiuse in breve tempo e quindi senza versare l'IVA e le ritenute dovute dalle aziende, che non sono versate senza che l'Agenzia delle entrate o lo Stato abbiano il tempo di accorgersi e di rivalersi. Il fenomeno è diffuso soprattutto con le partite IVA aperte da persone che non hanno la cittadinanza italiana e spesso anche con cittadinanza extra UE. Quindi l'ordine del giorno proponeva di contrastare tale cattiva abitudine attraverso il deposito di una fideiussione che sarebbe stata restituita solo alla verifica che tutto il dovuto fosse stato versato. Credo che con il parere negativo avete messo al riparo da queste azioni di contrasto all'evasione i cittadini non residenti in Italia e, quindi, gli stranieri; mentre avete messo in prima linea gli italiani con le azioni che avete proposto nei vari articoli del decreto-legge. Quindi, per una volta avete utilizzato uno slogan caro alla Lega, “prima gli italiani”, ma in questo caso con le vessazioni del contrasto all'evasione e la burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/135 Tarantino con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno Capitanio n. 9/2220-AR/136, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno Giacometti n. 9/2220-AR/137, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno Vallotto n. 9/2220-AR/138, parere favorevole. Ordine del giorno Cestari n. 9/2220-AR/139, parere favorevole. Ordine del giorno Bellachioma n. 9/2220-AR/140, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno Castiello n. 9/2220-AR/141, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno Giaccone n. 9/2220-AR/142, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Pettazzi. Ne ha facoltà.

LINO PETTAZZI (LEGA). Presidente, nella regione Piemonte nei mesi di ottobre e novembre 2019 si sono verificati eccezionali eventi meteorologici, che hanno causato danni alle infrastrutture per 80 milioni di euro. Abbiamo avuto oltre 500 frane, 130 strade chiuse, 570 sfollati, oltre 395 persone isolate; e purtroppo, ahimè, abbiamo avuto anche delle vittime. Considerate le esigue risorse stanziate a fronte di necessità urgenti, con questo ordine del giorno, oltre a tenere alta l'attenzione per un territorio ancora in emergenza, si impegna il Governo a valutare la possibilità, nei prossimi provvedimenti di carattere legislativo, di incrementare il Fondo per le emergenze nazionali. Ricordo, ancora una volta, che dall'alluvione del 1994 decine di imprese, a distanza di 25 anni, sono ancora in attesa dei rimborsi fiscali. Quindi, nonostante il parere favorevole, per rafforzare ulteriormente questo ordine del giorno, chiedo che venga votato dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo. La riformulazione viene accolta, è corretto? D'accordo. Lo mettiamo anche in votazione? D'accordo. Ha chiesto di parlare il collega Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, intervengo per chiedere di sottoscriverlo, anche a nome della collega Gribaudo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giaccone n. 9/2220-AR/142, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno Lolini n. 9/2220-AR/143, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Presidente, mi rivolgo direttamente al Governo, perché il nostro ordine del giorno non è stato accolto, ma accolto parzialmente. Certamente questo non appare giusto, dopo i danni subiti dalla regione Toscana, stimati in circa 20 milioni di euro per le alluvioni dell'ottobre e del novembre di quest'anno; soprattutto per la mia zona, la zona del Grossetano, dove una tromba d'aria ha causato danni quantificabili intorno ai 3 milioni di euro. Quindi, il non accogliere questo ordine del giorno ci trova parzialmente soddisfatti ma parzialmente anche insoddisfatti, perché certamente non accoglierlo significa per noi arrivare a una difficoltà sostanziale nel rimettere in uso tutte le attrezzature e i vari terreni agricoli che sono stati danneggiati. Chiedo quindi il voto, signor Presidente.

PRESIDENTE. E non accetta la riformulazione, collega Lolini, non l'accetta.

MARIO LOLINI (LEGA). No. No (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sta bene.

Se nessun altro chiede di parlare, Donzelli: per sottoscriverlo, d'accordo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lolini n. 9/2220-AR/143, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno Minardo n. 9/2220-AR/144, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno Liuni n. 9/2220-AR/145, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno Parolo n. 9/2220-AR/146, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno Paternoster n. 9/2220-AR/147, parere favorevole. Ha chiesto di parlare il collega Paternoster. Ne ha facoltà.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Presidente, ringrazio intanto il sottosegretario per l'accoglimento di questo ordine del giorno: perché tra l'altro quando eravamo in Commissione finanze, la meraviglia era quella di vederci bocciato un emendamento che porta gettito. Infatti, questo ordine del giorno, che appunto segue l'emendamento, è in tema di accise sul gasolio a favore del settore dell'autotrasporto, che sapete essere da tantissimi anni un settore in grande difficoltà, e quindi le aziende rendono le accise probabilmente una delle uniche voci a fare bilancio positivo. Allora il Governo giustamente, per evitare le frodi sull'accisa, sul contributo del gasolio, stabiliva una percorrenza minima per i mezzi di un litro per ogni chilometro percorso: secondo noi questo era un consumo assolutamente eccessivo; e comunque con questo paletto il Governo mirava a far risparmiare l'erario, con un gettito complessivo fino al 2024 di 290 milioni di euro.

Noi, per cercare di fare più gettito, abbiamo tentato di alzare l'asticella: ogni mezzo non doveva consumare più di un litro per ogni chilometro e mezzo percorso. In questo modo si aiutava chiaramente il ricambio dei mezzi vetusti, a favore appunto del sistema dei climalteranti, e poi naturalmente si dava una un aiuto al comparto dell'autotrasporto.

Ebbene, con questa nostra asticella sicuramente prevedevamo un maggiore gettito a favore dell'erario, e quindi per noi l'emendamento era assolutamente accoglibile. Chiaro quindi e positivo il confronto con il Governo. Ringrazio il sottosegretario per la comprensione, e il maggiore gettito derivante dall'accoglimento di questo ordine del giorno dovrebbe andare secondo noi a favore dell'incremento del Fondo per gli interventi a favore del settore dell'autotrasporto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paternoster n. 9/2220-AR/147, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Sull' ordine del girono n. 9/2220-AR/148 Zordan, c'è il parere contrario del Governo: lo mettiamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/148 Zordan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/149 Donina c'è parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Donina. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Presidente, intervengo su quest'ordine del giorno per spiegare perché non accetterò la riformulazione. È un tema questo molto importante, in particolare vorrei l'attenzione davvero di tutti i gruppi di maggioranza, perché è da mesi che sentiamo parlare dell'IVA sulle lezioni per il conseguimento delle patenti B e C1. Tra l'altro, al banco del Comitato dei nove vedo illustri colleghi che in Commissione finanze si erano strappati le vesti su questo tema, avevano garantito per mari e per monti che l'IVA non sarebbe stata messa, semplicemente per un motivo, perché quest'IVA va a caricare le famiglie, va a caricare i giovani e va a discapito della sicurezza stradale. Noi abbiamo sentito, come sempre, nelle varie Commissioni, belle parole, e poi qua in Aula succede un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il Governo, in questo caso, mi preme sottolineare, continua nella direzione ostinata e contraria. È da mesi che continuate nella direzione ostinata e contraria: ostinata e contraria verso il popolo, ostinata e contraria verso i cittadini, ostinata e contraria verso l'intelligenza di chi siede in questi banchi. Tra l'altro, la cosa che da sempre possiamo notare, ci tengo a sottolinearla qua: spesso la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra. Spesso accade che i colleghi parlamentari Cinquestelle, del PD, di Italia Viva, la pensano esattamente come noi e il Governo va in un'altra direzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è successo anche l'altro giorno proprio in Commissione trasporti. Nella IX Commissione, l'altro giorno, abbiamo audito il direttore generale della Motorizzazione civile, il dottor Dondolini, e noi avevamo preso un impegno, con un ordine del giorno che verrà anche discusso dopo, dove chiedevamo che quanto meno… Noi eravamo contrari all'imposizione dell'IVA, ma almeno, quelle imposte dell'IVA, che fossero una tassa di scopo. Abbiamo una situazione nelle motorizzazioni che è scandalosa, signori, ci vogliono anni per le revisioni. Avevamo chiesto che quelle entrate fossero date direttamente alle motorizzazioni per assumere ingegneri, e da parte di tutte le forze politiche c'è stata data l'autorizzazione a procedere verso quest'ordine del giorno, ma succede che quest'ordine del giorno da parte del Governo non viene accolto. Questo è il vero scandalo. Davvero auspico che, un giorno, in quest'Aula, un sussulto d'orgoglio faccia sì che i colleghi parlamentari dimostrano finalmente al Governo qual è la direzione da prendere. Concludo - ovviamente non accettando la riformulazione e chiedendo la votazione -, con un pensiero. Il Governo, secondo me, rappresenta benissimo qual era l'idea di Oscar Wilde, il quale diceva: amo molto parlare di niente, è l'unico argomento di cui so tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Lorenzis. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS (M5S). Presidente, prendo parola perché è necessario smentire alcune cose che sono state dette in quest'Aula poco fa da chi mi ha preceduto. Ogni forza politica ha legittimamente la facoltà di proporre al Governo e al voto di quest'Aula gli ordini del giorno che reputa validi, ma voglio smentire il collega Donina quando dice che in Commissione trasporti tutte le forze politiche hanno autorizzato la Lega a procedere a un ordine del giorno di questo tipo. Non c'è necessità, evidentemente, che le altre forze politiche autorizzino alcunché, è una legittima scelta di ogni forza politica. Conosciamo bene i problemi delle motorizzazioni, ed è per questo che è venuto anche in audizione appunto il direttore generale, ingegner Dondolini. Detto questo, la Commissione trasporti e tutte le forze politiche, ovviamente incluso il Governo, hanno volontà di risolvere il problema con gli strumenti più adeguati possibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, anch'io vorrei intervenire per attestare che sia in Commissione finanze che in Commissione trasporti, anche nell'ambito delle audizioni a cui sono stata presente, eravamo tutti concordi nel riconoscere la vessatorietà dei comportamenti perpetrati dall'Agenzia delle entrate a carico delle autoscuole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ricordo che, con la risoluzione n. 79 del 2 settembre 2019, l'Agenzia delle entrate ha dato applicazione retroattiva ad una sentenza comunitaria senza considerare che dovrebbero prevalere le norme più favorevoli per il contribuente che sono nel diritto interno. E l'articolo 10 del DPR in materia di IVA espressamente esonerava dall'applicazione dell'IVA le prestazioni erogate dalle scuole guida. Questi accertamenti hanno costretto le autoscuole a difendersi, a remunerare consulenti, professionisti, a vivere situazioni di ansia. L'Agenzia delle entrate ha promesso che arresterà l'attività di accertamento e che eventuali provvedimenti rimarranno privi di effetti, ma questo non basta. La previsione dell'applicazione dell'IVA dal 1° gennaio del 2020 avrà effetti devastanti anche sulla sicurezza stradale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché, andando ad aumentare i costi, le famiglie tenderanno a far fare meno guide ai figli per risparmiare.

Io vorrei stigmatizzare anche un'altra cosa. Soltanto su sollecito di noi opposizioni è stato esplicitato che non verranno assoggettate ad IVA alle altre prestazioni non didattiche, quindi quelle sportive, musicali e quant'altro, per l'infanzia e per la gioventù, tant'è che un parere della Commissione bilancio su questo decreto fiscale ha documentato che saranno minori entrate per lo Stato di 7 milioni euro l'anno a partire dal 2020. Questo dimostra che l'intento del Governo era quello di applicare l'imposta anche su queste prestazioni, quindi sempre a danno dei contribuenti. Avete detto che avreste sterilizzato l'aumento dell'IVA, invece avete trovato un modo surrettizio per introdurlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/149 Donina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/150 Iezzi. Ha chiesto di parlare il collega Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Presidente, quest'ordine del giorno riprende lo stesso tema dell'ordine del giorno precedente, e devo dire con un certo rammarico che ogni giorno, sempre di più, ci viene la conferma di quanto vale la parola del MoVimento 5 Stelle, cioè pressoché nulla, pressoché zero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Di questo ce ne rammarichiamo. L'ordine del giorno nasce da una presa d'atto, cioè dalla presa d'atto della volontà quasi morbosa di questa maggioranza di mettere le mani nelle tasche dei cittadini italiani. Questo desiderio, che noi cerchiamo di contrastare, poi si concretizza in questa accettazione supina degli ordini che arrivano dall'Europa, quindi con la conseguenza, nonostante quello che è stato detto nei mesi scorsi, di aumentare l'IVA a un settore importante. Allora noi cosa cerchiamo di fare?

Beh, vista la vostra volontà di tassare e di spolpare lavoratori, imprese e famiglie, cerchiamo quantomeno di finalizzare questo maggior gettito che ne arriverà e, allora, vi proponiamo di impegnare il Governo, in futuro, a finalizzare queste somme ai lavoratori delle motorizzazioni civili, proprio per quanto detto prima: le motorizzazioni civili vivono una situazione da anni oramai drammatica, con un calo impressionante di lavoratori e con una difficoltà sempre più marcata nel saper rispondere alle domande e alle esigenze che le vengono poste.

Nel nostro ordine del giorno, noi facciamo due esempi: c'è la situazione drammatica di Brescia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dove la motorizzazione civile ha trentacinque dipendenti che sono costretti a fare ore e ore di straordinario, arrivando a essere pagati anche con ritardi di sei mesi e, poi, c'è l'altra situazione altrettanto drammatica della Toscana, dove le motorizzazioni civili non riescono a fare gli esami e a consegnare le patenti. I dati che noi riportiamo dovrebbero, quantomeno, farvi riflettere. A novembre, in Toscana, solo il 40 per cento dei richiedenti, di coloro che hanno chiesto di poter prendere la patente, hanno potuto fare l'esame e hanno potuto vedere soddisfatta la propria richiesta e, a dicembre, addirittura, il dato cala, arrivando alla percentuale del 28 per cento. Ebbene, io credo che una maggioranza che ha davvero il desiderio e la volontà di venire incontro alle esigenze dei cittadini qualche domanda dovrebbe porsela. Noi abbiamo cercato, come dicevo all'inizio, di fare una cosa semplice; avete deciso, rispondendo supinamente agli ordini europei, di aumentare l'IVA sulle scuole guida, allora, prendiamo una parte di questo gettito in più che sarà creato e destiniamolo proprio nello stesso settore, un po' come si fa con la tassa di soggiorno, anche se l'argomento è diverso: lì, il maggior gettito dovrebbe essere finalizzato al turismo, in questo caso, il maggior gettito che ne deriva, che deriva dall'IVA, potrebbe essere finalizzato alle motorizzazioni civili. Certo, questa è una proposta di buonsenso che, quindi, molto probabilmente, come, mi pare, è stato detto dal Governo, da voi, non può essere accolta, perché a voi dei cittadini tutto sommato interessa zero, quello che vi interessa è nei prossimi mesi, comunque, mantenervi saldi, seduti sul vostro cadreghino, in modo tale da continuare a prendere un lauto stipendio e, nel frattempo, aumentare le tasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In tal modo, aumentando le tasse, le famiglie verranno spolpate e, come sta succedendo, non potranno più arrivare alla fine del mese, ma questo per voi è un problema del tutto secondario, perché, comunque, con lo stipendio che voi avete, di patenti ve ne potete prendere due (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, noi chiediamo ancora al Governo di ripensarci, su questo tema, perché è un tema serissimo, che tra l'altro mette alla berlina proprio un ufficio dello Stato, la motorizzazione civile, che dovrebbe dare delle risposte, dimostrando ancora una volta l'inefficienza dello Stato. Noi cerchiamo di venire incontro a questa situazione, a dare delle risposte ai cittadini, ma, purtroppo, ci scontriamo con un muro di gomma e contro la vostra volontà di mettere le mani nelle tasche dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/150 Iezzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/151 Bordonali, con parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, molto brevemente, abbiamo passato tutto agosto a sentire questa maggioranza dire: faremo un sacrificio, ci uniremo, porteremo avanti questo Paese, perché non possiamo permettere che l'IVA aumenti. Ecco, vi siete smascherati da soli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), l'IVA aumentata, per alcuni provvedimenti, c'è e, quindi, tutto quello che avete detto ad agosto erano solo balle per poter restare ancorati e incollati alle vostre seggioline (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega…

SIMONA BORDONALI (LEGA). Ma perché viene aumentata l'IVA? Mi conceda, signora Presidente, perché viene aumentata l'IVA? Perché, qua, vengono dei dubbi; vediamo l'articolo 40: aumentiamo l'IVA e introduciamo balzelli, ma dove andiamo a dare queste risorse? Queste risorse dove le impieghiamo? Se non accettate il nostro ordine del giorno, mi viene veramente il dubbio, anzi il dubbio ce l'avevo, però, me ne date la conferma definitiva, che ormai i 5 Stelle abbiano cambiato totalmente la loro mission rispetto alle spese, ai contributi agli amici degli amici, dopo quello che avete fatto sulla società delle autostrade, mancava solo questo. Ecco, per la rete ferroviaria, con questo articolo, al comma 1, eliminate le misure di contenimento della spesa e, fin qua possiamo essere tutti d'accordo, se c'è una possibilità perché RFI migliori la qualità dei propri servizi e, quindi, venga precluso in questo modo il contenimento per quanto riguarda i consumi intermedi, le spese per gli immobili, i costi del personale, insomma, se riusciamo ad avere un servizio migliore, siamo tutti d'accordo. Allora, votate però questo ordine del giorno dove diciamo che il contenimento della spesa rimane per le spese degli organi collegiali, ovvero le indennità dei nominati. Volete tagliare i costi della politica che alla fine ricadono anche in questo caso? Date una bella dimostrazione e votate a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/151 Bordonali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/152 Morelli è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/153 Grimoldi, con parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/153 Grimoldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/154 Molinari, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/155 Gerardi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/156 Cecchetti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/157 Eva Lorenzoni, parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Eva Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei intervenire, affinché il Governo valuti l'opportunità di riconsiderare questo punto, perché durante la discussione di questo documento abbiamo ascoltato gli interventi di molti colleghi circa le problematiche emerse su un decreto fiscale che proprio non ci piace.

Fa specie sapere e vedere come quella parte della maggioranza che ci aiutò ad introdurre la prima parte della flat tax, una riforma vera a favore dell'economia, sia oggi la stessa che liscia il pelo e asseconda le peggiori pulsioni vessatorie, mai sopite, di una sinistra che storicamente si è sempre dimostrata profondamente ostile nei riguardi di chi ha attività commerciali, di coloro che fanno impresa, della parte migliore di questo Paese, quelli che con il loro lavoro lo hanno reso grande, ovvero la piccola e media imprenditoria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ed è proprio in questo solco che va a inserirsi una delle peggiori novità, e priva di senso logico, contenuta in questo “decreto fiscale”, un'operazione che, se portata a termine, rischia davvero di creare danni pesanti al nostro tessuto produttivo. Con le disposizioni contenute nel testo, infatti, le imprese non potranno più utilizzare crediti d'imposta superiori ai 5 mila euro con le medesime modalità precedenti. Non da maggio quindi, come era per l'anno in corso, ma solo unicamente dopo avere presentato la dichiarazione dei redditi, quindi fino al 10 dicembre. E cosa comporta questo? Questo comporta uno svantaggio enorme in termini di liquidità, tenuto conto di come le suddette dichiarazioni vengono presentate dalle imprese verso la fine di novembre.

Se le imprese, dunque, fino a quest'anno potevano utilizzare senza alcun limite le compensazioni di crediti dell'anno precedente, dall'anno prossimo, se non si farà qualcosa per cambiare, si potrà fare solo e soltanto alla fine dell'anno, a novembre per l'appunto. Questo significa che per ben otto mesi le attività produttive non potranno utilizzare il credito loro spettante, il che rappresenta una vera e propria assurdità, cosa che appare come doppiamente folle se si tiene in considerazione un altro elemento: per le compensazioni vige l'obbligo di utilizzare solo strumentazioni telematiche. Ciò significa che lo Stato e l'Agenzia delle entrate sanno perfettamente e immediatamente quali sono le cifre in questione. In altri termini, non ci sono alibi burocratici di alcun genere per portare a compimento una simile operazione.

L'ordine del giorno di cui sono prima firmataria vi chiede, quindi, di tornare a più miti consigli, di fare un passo indietro su questo fronte. Consentite alle aziende di svincolare i propri crediti, riportate le cose come stavano prima, non aggiungete danno al danno. Ve lo chiediamo, per favore, nell'interesse di chi fa impresa. Date, almeno una volta, prova di avere a cuore il tessuto produttivo di questo Paese trattandolo, una volta tanto, non come una mucca da mungere, ma come una risorsa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/157 Eva Lorenzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/158 Bitonci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI (LEGA). Grazie, Presidente, e grazie, sottosegretario. Sinceramente mi dispiace che intanto in Commissione non si siano minimamente valutati i nostri emendamenti, che chiedevano la riapertura dei termini della rottamazione-ter e della pace fiscale, e neppure, sottosegretario, questo subemendamento. Penso che noi capiamo anche il perché: perché rispetto allo scorso anno, dove, come ho detto, all'interno del decreto c'erano moltissime misure a favore delle imprese, quali le semplificazioni, la rottamazione - anche quella sulle liti pendenti - e la pace fiscale, il senso di questo provvedimento, invece, è l'odio fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): è l'odio nei confronti delle nostre imprese, dei nostri artigiani e dei nostri commercianti. È come se tutti gli imprenditori fossero degli evasori, senza pensare che molte volte i nostri imprenditori non versano le imposte e non versano le tasse perché sono in crisi, e questo era il senso della pace fiscale che abbiamo approvato lo scorso anno. E oltre a questo vi abbiamo dato anche degli altri suggerimenti, insieme ai colleghi della Commissione. Pensiamo agli ex studi di settore e a quanto male hanno fatto gli ISA quest'anno: vi abbiamo chiesto la proroga, ma anche qui parere assolutamente negativo. Ve l'abbiamo chiesto anche con l'esterometro - anche qui un'ulteriore vessazione per le nostre imprese - e abbiamo chiesto, insieme al collega Gusmeroli, di almeno riallineare quelle che erano le scadenze, ma parere negativo anche su questo. “No” su tutto.

Avete vietato tutte le compensazioni - questo è estremamente grave - espropriando le aziende e la quantificazione è di quasi un miliardo di liquidità che serve soprattutto in un momento così difficile di crisi aziendale. O, come avete fatto con l'articolo 4, con cui, per colpire pochi, pochi, disonesti, avete obbligato i committenti e gli appaltatori a delle compensazioni vietandole e al versamento di tutte le ritenute. Quindi, direi un provvedimento assolutamente incredibile contro le aziende.

Poi, direi che l'avete fatta grossa con il 730, perché con il 730 spostate i rimborsi di milioni di contribuenti, e sono 10 miliardi di rimborsi che i nostri pensionati e lavoratori aspettano a luglio, e li avranno probabilmente a ottobre (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, quindi, avete messo le mani – le mani – in tasca ai pensionati e ai lavoratori.

Poi, il massimo del vostro odio nei confronti dei nostri imprenditori e delle partite IVA l'avete raggiunto con l'aumento delle pene per gli evasori, che tra l'altro, come sappiamo tutti, esistono già con il decreto legislativo n. 74 del 2000 e con la confisca allargata, introdotta nei primi anni Novanta per combattere la mafia e il terrorismo. Ma guardate che i nostri artigiani e i nostri imprenditori non sono mafiosi e terroristi. Quindi, non abbiamo capito, ma abbiamo capito il vostro odio fiscale nei loro confronti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il sequestro preventivo dei loro beni e patrimoni, come è stato detto anche dagli altri colleghi, costringerà le nostre imprese a chiudere, con effetti estremamente negativi per l'economia e per il lavoro del nostro Paese.

Il vostro odio - concludo - è diventato sottomissione, invece, nei confronti delle banche - e non ci stupiamo, visti i precedenti - regalando il credito d'imposta per incentivare i pagamenti elettronici che pagheremo noi, aumentando i loro profitti sulle commissioni bancarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e limitando l'utilizzo del contante, che esiste solamente in Italia: un regalo al sistema bancario che non avrà alcun effetto sull'evasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/158 Bitonci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/159 Guidesi è inammissibile; l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/160 Claudio Borghi è inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/161 Gusmeroli ha parere contrario. Lo mettiamo in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/161 Gusmeroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/162 Durigon: parere favorevole con riformulazione. Accettata.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/163 Zicchieri: parere favorevole con riformulazione. Accettata.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/164 Rixi: parere favorevole con riformulazione. La collega Foscolo chiede di parlare. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie Presidente, intervengo perché voglio dichiarare che noi non accettiamo la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, perché l'ondata di maltempo che ha colpito tutta l'Italia, in particolar modo la Liguria, che è la terra che io conosco meglio, penso sia a conoscenza di tutti, anche dalle cronache nazionali. Le risorse che sono state stanziate dal Governo non sono sufficienti per coprire tutti i danni, infatti il Consiglio dei ministri ha deliberato l'estensione di uno stato di emergenza per il maltempo in Liguria, stanziando 39,95 milioni di euro a fronte degli 85, che aveva richiesto la regione Liguria, e da una conta dei danni (che si possono anche leggere sulle cronache nazionali), risulta che gli stessi ammontano a più di 400 milioni, contando anche i disagi che hanno avuto le imprese e chi lavora in questa terra, che è già stata martoriata abbastanza. Quindi, che il Governo “valuti l'opportunità di” ci sembra abbastanza riduttivo; la Liguria ha bisogno di risposte immediate, di risposte veloci e, quindi, io chiedo di mettere in votazione così com'è il nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sottosegretario, Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Vorrei precisare che proprio nel decreto fiscale, appena approvato, è stata finanziata una spesa per circa 140 milioni proprio per l'emergenza dei fatti accaduti nei mesi di ottobre e novembre, distribuiti in tutte le regioni italiane e, quindi, l'espressione “valutare l'opportunità” non è riferita all'opportunità di fare interventi, perché sono già stati fatti, ma è su una incrementazione successiva su cui c'è una valutazione più ampia. Quello che voglio dire è che, poiché questo è uno degli ordini del giorno, poi vi sono altri successivi che riguardano altre regioni, come ho potuto riscontare, in questo senso, attenzione a bocciare il primo, perché si rischia di compromettere un po' un approccio generale. Quindi, se non vi fosse stato questo decreto, che sta procedendo verso il voto finale, francamente avrei dato un parere pieno, ma, in quest'ottica, è stato previsto il “valutare l'opportunità”; poi se vogliamo trovare una formula, non abbiamo obiezioni, perché abbiamo già stanziate queste risorse e sappiamo anche che, nella legge di bilancio, vi saranno ulteriori risorse per gli avvenimenti che sono accaduti anche nel 2017/2018, quindi il mio invito è di tener conto di questa osservazione in maniera tale da non arrivare a formulare un voto contrario su una cosa su cui francamente siamo tutti d'accordo e sulla quale è già stato fatto un primo intervento.

PRESIDENTE. Collega Pastorino? Rinuncia. Collega Vazio, prego.

FRANCO VAZIO (PD). Io ringrazio il Governo di questa precisazione perché in questi momenti bisognerebbe avere la saggezza e la calma di valutare qual è la cosa più utile per i propri territori evitando di fare strumentalmente delle richieste fuori da ogni logica. Il Governo ha stanziato, su 100 milioni, 40 milioni per la Liguria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ha già annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fraccaro, che farà analogamente con altri 140 milioni. Ricordo a questa Assemblea che, nel 2018, a fronte di danni anche maggiori di quelli subiti nelle scorse settimane, il Governo stanziò solo 8 milioni, più qualcosa per le accise (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quindi scandalizzarsi ora che il Governo ne ha stanziati 40 e ne stanzierà probabilmente altrettanti, se non di più, mi pare una forzatura che dovrebbe sconsigliare chi ha proposto questo ordine del giorno di metterlo in votazione, perché danneggerebbe certamente la regione Liguria, ma danneggerebbe anche tutti quegli altri territori che hanno subito gravi danni da questo maltempo e che richiederebbero e che richiedono un sostegno, forte, da parte del Governo, sostegno che è già stato detto c'è stato e ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Pastorino.

LUCA PASTORINO (LEU). Sì, velocemente, nel senso che il collega Vazio ha già reso bene il mio pensiero. Aggiungo soltanto che mercoledì scorso, nel corso di un question time qui alla Camera a nostra precisa domanda, la Ministra De Micheli ha esattamente confermato quelle che sono le intenzioni del Governo, quindi 40 milioni nel decreto fiscale e un provvedimento ulteriore per altri 100 milioni. Quindi, anch'io sconsiglio alla collega di proseguire questo tipo di iniziativa, che potrebbe danneggiare non solo la Liguria, ma tutti gli altri territori (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il sottosegretario voleva intervenire?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. No, volevo sapere se accoglieva questo punto. Allora, prima faccio una ulteriore riformulazione: “impegna il Governo ad adottare ulteriori provvedimenti per fronteggiare l'emergenza maltempo verificatasi in molte regioni italiane”.

PRESIDENTE. Quindi, questa riformulazione viene accettata. Collega, lo vuole comunque porre in votazione o andiamo avanti? Andiamo avanti. Prego, sull'ordine dei lavori? Prego, collega Bordonali.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Come è già stato detto, ci sono parecchi ordini del giorno che vanno in questa direzione. Quindi, volevo chiedere al sottosegretario se questa riformulazione può essere adottata anche per tutti gli altri ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sottosegretario?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, è esattamente quello che volevo proporre, che questa riformulazione diventasse la riformulazione per tutti (Applausi).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/165 Gava, favorevole con riformulazione? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/166 Lorenzo Fontana, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/167 Furgiuele, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Per ringraziare anche il sottosegretario, perché quella riformulazione che poc'anzi ci ha preceduto va sicuramente a toccare anche il mio ordine del giorno. Chiedo di votare il mio ordine del giorno, che è in discussione e che impegna sostanzialmente il Governo, come chi mi ha preceduto, per mettersi una mano sulla coscienza e approntare delle iniziative più concrete che vadano nella direzione di portare degli sgravi e delle agevolazioni soprattutto al comparto dell'agricoltura in tutte quelle regioni che, da Nord a Sud hanno subito, nelle recenti settimane, delle problematiche di carattere naturale, come è accaduto in Calabria, dove sostanzialmente le ultime perturbazioni hanno particolarmente colpito in modo violento quella regione, anche con la complicità, purtroppo, di governi territoriali che forse non hanno potuto, non hanno voluto, non sono riusciti a porre degli argini a quello che è un dissesto idrogeologico che miete danni, che miete anche vittime umane e che, nostro malgrado – ed è questa una delle gravità più importanti –, si ripete con cadenza costante. Una cosa che è indegna di una società civile. Signor Presidente, ci vogliono risarcimenti, ci vogliono interventi immediati nel comparto dell'agricoltura, ma soprattutto nel comparto dell'olivicoltura; la Calabria produce il 12 per cento – ribadisco, da sola, produce il 12 per cento – dell'olio nazionale, e questo è un comparto che è stato messo in ginocchio prima dalle perturbazioni, ma ancora prima dal fatto che deve rispondere necessariamente a dei regolamenti europei folli, che non garantiscono il prezzo dell'olio nella commercializzazione. Vede, signor Presidente, questo non è un convincimento o un'idea di Furgiuele, questo è il convincimento che hanno tutti gli agricoltori e i rappresentanti di quella categoria che qualche giorno fa hanno invaso pacificamente il cuore della Calabria con delle colonne di trattori proprio per manifestare il malessere verso una classe dirigente, verso una politica che non riesce a tutelarli.

Bene, in questo senso, l'istituzione di un tavolo dell'olio da parte del Ministro Bellanova, ma non basta: bisogna fare di più, bisogna intervenire urgentemente, altrimenti quelle colonne, pacifiche, di trattori presto potrebbero arrivare anche a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/167 Furgiuele, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega Furgiuele, le ricordo che le foto non si possono fare.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/168 Sasso, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Solo per ringraziare il Governo, anche se in maniera tardiva. La riformulazione è più congrua a quello che è successo in Puglia, dove, a fronte dei 40 milioni di cui si parla come incremento, che sono assolutamente insufficienti perché spalmati su quindici regioni, nella sola località turistica di Porto Cesareo, la perla del Salento, i danni ammontano a oltre 7 milioni di euro; anche a Gallipoli, anche a Manduria, in tutto il grande Salento.

Questo ordine del giorno non deve restare lettera morta, signor sottosegretario, questo ordine del giorno deve essere da stimolo, per cui io dico subito che non chiedo la votazione e ringrazio per aver accettato questo ordine del giorno, ma qualcuno dica ai pugliesi, Ministro Boccia, Ministro Bellanova, nonché al pugliese Presidente del Consiglio, che 40 milioni di euro non bastano nemmeno per mezzo Salento, viste le trombe d'aria e tutti i danni causati dal maltempo alle attività commerciali della Puglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Sasso, quindi lei non chiede di metterlo in votazione, accetta la riformulazione.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Solo per precisare, perché vedo che si ripete una cifra: i 40 milioni, se ci riferiamo a quanto abbiamo approvato l'altro giorno, sono esclusivamente una parte di incremento; ce ne sono altri 90 messi a disposizione dai fondi del Ministero, quindi siamo a 140, come primo stanziamento.

PRESIDENTE. Collega Lacarra vuole sottoscriverlo? D'accordo. Collega Giannone, vuole sottoscriverlo? D'accordo.

Passiamo all'ordine n. 9/2220-AR/169 Latini, favorevole con riformulazione: d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/170 Centemero, parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Centemero. Ne ha facoltà.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Credo di vedere un po' di nebbia all'orizzonte, cioè un po' di confusione perché, con questo ordine del giorno - in realtà, come consuetudine, è un emendamento che non è passato nel dl “fiscale” -, sostanzialmente che cosa si dice? Uno, che si vuole rendere sistemica la detassazione dei capital gain relativamente agli investimenti in ELTIF; e due, che si vuole introdurre l'IME, l'Investment manager exemption, cioè un'altra norma che va a chiudere tutto il pacchetto di rientro del capitale umano per quanto riguarda la categoria degli asset manager.

Quindi, tornando al primo punto, che cosa sono gli ELTIF? Gli ELTIF sono un fondo chiuso di lunga durata, quindi di oltre cinque anni, che investe almeno il 70 per cento in PMI quotate con capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di euro e PMI non quotate, in strumenti di equity, quasi equity, debito e altre quote di ELTIF. In sostanza, sull'economia reale, Equita, una società di intermediazione di Milano, una dei leader del settore, ha stimato in 7-8 miliardi l'indotto in cinque, sette anni: quindi, grosse risorse che andrebbero sull'economia reale e che verrebbero investite, vista anche la natura illiquida del Fondo, sulle PMI, sulle start up e farebbero crescere il settore.

Perché dico che vedo della nebbia all'orizzonte? Lo dico perché nel “decreto crescita” abbiamo introdotto in via sperimentale, solo ai fini IRPEF e solo per il 2020, la detassazione del capital gain. L'emendamento, nel “decreto crescita”, era stato firmato non solo dal gruppo della Lega, ma anche dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, tuttora maggioranza, e aveva raccolto il placet, a mio modo di vedere, della gran parte del mondo finanziario e imprenditoriale italiano. Quindi, mi sembra strano che ora questo ordine del giorno ottenga parere contrario. Gli IME vanno a chiudere tutto quello che è considerato il brain drain, cioè il rientro dei cervelli, la norma sui rimpatriati, ampliata su un emendamento di Italia Viva proprio durante il “decreto fiscale”, oltre che, in gran misura, ampliata sempre nel “decreto crescita”. La misura, sperimentale sul 2020, di detassazione del capital gain sull'ELTIF non ha ancora ottenuto l'autorizzazione comunitaria per diventare operativa. Io spero che la ottenga al più presto e, viste anche le azioni in senso opposto portate avanti dall'attuale maggioranza, anche durante il passato Governo e nelle passate legislature, mi stupisco di questo parere contrario. Domani è Sant'Ambrogio, dopodomani è l'Immacolata, le famiglie italiane faranno l'albero di Natale: facciamo trovare 10 miliardi in più di euro di indotto sotto l'albero di Natale per tutti gli italiani per sviluppare l'economia reale. Grazie, signor Presidente, chiedo al Governo un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/170 Centemero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/171 Colmellere, parere favorevole con riformulazione: è accettata.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/172 Mollicone, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto, brevemente, per confermare che accetto la riformulazione, ma per lasciare velocissimamente agli atti il fatto che questo ordine del giorno è strategicamente importante per le politiche culturali della nazione. Infatti, introduce un tema che Fratelli d'Italia ha presentato anche al Senato, in legge di bilancio, che è quello della detrazione personale, individuale del consumo culturale, alla stregua delle medicine e dell'aspetto sanitario; in più, l'estensione delle detrazioni culturali in maniera orizzontale su quello che, in maniera, secondo noi, erronea, viene definito art bonus, ma che oggi, di fatto, è un provvedimento per il club dei ricchi che investono in cultura e che serve soltanto alle grandi fondazioni bancarie per scaricare dei costi e trasformarli in comunicazione culturale positiva. Noi riteniamo che la detrazione culturale a livello individuale sarebbe una rivoluzione, perché permetterebbe a ciascuno di noi, secondo e proporzionalmente al reddito, di investire il proprio tempo libero andando al cinema, al teatro, a sentire un concerto, che sappiamo essere la medicina dell'anima, e potersi, poi, detrarre il biglietto in quota proporzionale con il proprio reddito.

È un'iniziativa sostenuta da Federculture, da molte altre associazioni di categoria e da tutto l'indotto e auspichiamo che questo accoglimento possa portare già nel disegno di legge di bilancio all'accettazione dell'emendamento che Fratelli d'Italia presenterà anche qui alla Camera e che ha già presentato al Senato perché riteniamo che sia la strategia giusta per fare dell'indotto culturale un volano, un rilancio e anche il simbolo della rinascita della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/173 Currò parere favorevole; n. 9/2220-AR/174 Amitrano parere favorevole; n. 9/2220-AR/175 Gabriele Lorenzoni parere favorevole; n. 9/2220-AR/176 Sarli parere favorevole; n. 9/2220-AR/177 Roberto Rossini parere favorevole; n. 9/2220-AR/178 Corda parere favorevole; n. 9/2220-AR/179 Alaimo parere favorevole; n. 9/2220-AR/180 Caso parere favorevole; n. 9/2220-AR/181 Ficara è inammissibile; n. 9/2220-AR/182 Scagliusi parere favorevole; n. 9/2220-AR/183 Grippa risulta inammissibile; n. 9/2220-AR/184 Serritella parere favorevole; n. 9/2220-AR/185 Raffa parere favorevole; n. 9/2220-AR/186 Martinciglio inammissibile; n. 9/2220-AR/187 D'Orso parere favorevole; n. 9/2220-AR/188 Cassese parere favorevole; n. 9/2220-AR/189 Gallinella parere favorevole; n. 9/2220-AR/190 Lombardo inammissibile; n. 9/2220-AR/191 Ianaro parere favorevole; n. 9/2220-AR/192 Ruggiero è stato ritirato; n. 9/2220-AR/193 Masi parere favorevole; n. 9/2220-AR/194 Daga è inammissibile; n. 9/2220-AR/195 Davide Aiello parere favorevole; n. 9/2220-AR/196 Trano favorevole con riformulazione: viene accettata? Collega Trano, prego.

RAFFAELE TRANO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei soltanto illustrare l'ordine del giorno che si fonda su un presupposto molto semplice ossia che la lotta all'evasione si fa grazie soprattutto al potenziamento degli strumenti telematici che sono già disponibili presso gli enti accertatori e gli enti impositori. Quindi, fare questo tipo di implementazione è possibile essenzialmente se c'è un coordinamento tra loro e attualmente un esempio, una best practice di questo sistema è grazie alle lettere di compliance che in questi giorni stanno arrivando ai contribuenti per avvertire, quindi comunicare loro, che ci sono delle incongruenze di carattere fiscale e che quindi, senza che gli siano comminate o irrogate sanzioni o multe di vario genere, possono recarsi presso l'Agenzia delle entrate e quindi chiarire questi dubbi. Un altro piccolo esempio è stato fatto sull'articolo 4 tanto vituperato dalle opposizioni che anche in quest'Aula stanno continuando a insinuare che i cittadini sono tutti evasori, cosa che non è assolutamente vera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cosa che non è assolutamente vera. Quindi chiedo per il suo tramite, Presidente, al Governo se vuole evitare di inserire la locuzione “si valuti l'opportunità di” e di lasciarlo così come (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega Trano, quindi non accetta la riformulazione? Non l'accetta, d'accordo. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà. Siamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/196 Trano.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Accantonato.

PRESIDENTE. Accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/196 Trano, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/197 Invidia parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/198 Rospi parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/199 Angiola parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/200 Lattanzio è inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/201 Chiazzese parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/202 Alemanno parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/203 Buratti parere favorevole con riformulazione: viene accettata? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/204 Boldrini: accetta la riformulazione, collega? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/205 Viscomi è inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/206 Serracchiani favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/207 Rotta favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/208 Vazio favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/209 De Menech è stato ritirato. Ordine del giorno Ferri parere contrario: lo metto in votazione? Colleghi, siamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/210 Ferri. Se intanto qualcuno vuole intervenire, se no qualcuno mi deve dire se vuole metterlo in votazione. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ho una riformulazione ma me la faccia sistemare: mettiamolo da parte.

PRESIDENTE. Lo accantoniamo, sottosegretario? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/211 Ungaro parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/212 Carè parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/213 Paita favorevole con riformulazione: collega Paita, l'accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/214 Noja favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/215 Gadda parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/216 Librandi parere favorevole con riformulazione che viene accettata; ordine del giorno n. 9/2220-AR/217 Fregolent parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/218 Mor parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/219 Del Barba parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/220 Vitiello parere contrario: c'è una riformulazione o lo accantoniamo? È accantonato, sottosegretario?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/221 Schirò parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/222 Fragomeli parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/223 Costa: parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà per due minuti.

ENRICO COSTA (FI). Riteniamo inaccettabile l'entrata in vigore…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Chiedo ai colleghi dietro al collega Costa eventualmente di…

ENRICO COSTA (FI). Posso recuperare?

PRESIDENTE. Abbiamo azzerato il tempo. Prego, collega.

ENRICO COSTA (FI). “Riteniamo inaccettabile l'entrata in vigore della norma sulla prescrizione senza garanzie sulla durata dei processi”, Nicola Zingaretti 3 dicembre 2019; “diciamo al Ministro Bonafede che per noi è inaccettabile l'entrata in vigore della riforma della prescrizione senza garanzie certe”, Walter Verini 3 dicembre 2019; “riteniamo utile rinviare l'entrata in vigore della prescrizione riformata dal precedente Governo”, Michele Bordo 13 ottobre 2019; “chiediamo di rinviare l'entrata in vigore in attesa di una riforma organica del processo”, Alfredo Bazoli, 21 novembre 2019. Colleghi del PD, la pensiamo come voi e vi mettiamo il rinvio su un piatto d'argento. Questo ordine del giorno è molto semplice: impegna il Governo a rinviare di un anno l'entrata in vigore della riforma Bonafede in attesa che venga approvata la famosa riforma della giustizia che rende i processi più rapidi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Colleghi del PD, se direte sì a questo ordine del giorno il Ministro Bonafede sarà costretto a prendere atto della volontà del Parlamento ed a stoppare lo stop alla prescrizione. È l'occasione perché questa Camera abbia un sussulto d'orgoglio e sulla giustizia prenda le distanze dalla foga forcaiola dei Cinque Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Votando sì, colleghi del PD, sarete coerenti con quanto avete dichiarato ai giornali ed alle televisioni. Se voterete no, lascerete le impronte digitali sul “fine processo mai” e smentirete tutte le vostre osservazioni degli ultimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Soltanto per dichiarare il voto di astensione d'Italia Viva in continuità con quanto è stato già affermato in quest'Aula quando si è votata l'urgenza per la proposta di legge Costa (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mulé. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, il collega Costa ha sgranato il rosario della verità, che è quanto pensano i colleghi del PD e che hanno detto e ripetuto in tutte le salse. Però, vedete, voi, colleghi del PD, avete l'occhio lungo. Se voi non voterete questo ordine del giorno o quanto meno non vi asterrete, vi farete accecare dalla furia dei Cinque Stelle e il fatto che abbiate l'occhio lungo è testimoniato anche dalle notizie di oggi. Vedete, oggi il TAR della Liguria ha rinviato alla Corte costituzionale il decreto-legge Genova per un motivo che voi, insieme a noi, avete combattuto prima nelle Commissioni e poi in Aula, laddove dicevamo insieme che è una follia…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega Serritella, dovrebbe alzarsi. Prego.

GIORGIO MULE' (FI). Per rispetto a me, Presidente? No, per rispetto all'Aula.

Dicevo, il TAR della Liguria oggi ha rinviato alla Corte costituzionale il “decreto Genova”, dando ragione a quello che Forza Italia e voi sostenevate, che nella furia giustizialista improvvisata da parte dei 5 Stelle in quel caso si erano immesse in quel decreto delle norme palesemente incostituzionali. La legge sulla prescrizione altro non è che una nuova trave nell'occhio della Costituzione. Se voi, oggi, con il vostro voto permetterete questo, sarete complici di un delitto non ai danni della classe politica, ma ai danni di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. L'articolo 39, come ci è stato detto più volte, inasprisce tra l'altro le pene per i reati tributari: ciò comporta, di fatto, la modifica in aumento anche dei termini di prescrizione. A questo si deve aggiungere l'aumento dei termini prescrizionali introdotti con la “riforma Orlando”, la recentissima “riforma Orlando” del giugno 2017, in particolare per i reati tributari: tanto recente che ancora non se ne sono potuti valutare gli effetti. Nel mezzo abbiamo il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, introdotto con la legge numero n. 3 del 2019, che entrerà in vigore tra pochi giorni. Trovo quindi assolutamente condivisibile l'ordine del giorno del collega Costa, che chiede al Governo di valutare l'opportunità di far slittare questo termine di un anno, quindi al 1° gennaio 2021, per poter verificare l'impatto che queste modifiche determineranno sui termini di prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia all'ordine del giorno a firma del collega Costa (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). È un voto di coerenza con quanto abbiamo dichiarato nel corso del dibattito che si è sviluppato all'interno e all'esterno delle Aule parlamentari; ed è un voto anche di apprezzamento per gli impegni, ad oggi del tutto disattesi, assunti dal Ministro Bonafede all'inizio di quest'anno, quando aveva promesso che alla riforma della prescrizione avrebbe affiancato, entro questo mese di dicembre, la riforma del processo penale, che è molto lontana dai radar, per non dire che è del tutto scomparsa dai radar, sostituita oggi da una presunta riforma del processo civile. Quindi, riteniamo che questo ordine del giorno sia soltanto una ratifica del mancato rispetto degli impegni assunti dal Ministro Bonafede, qualche mese, fa in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo intanto per ringraziare della citazione il collega Costa. Ovviamente, non è questa la sede e l'occasione per discutere del tema della prescrizione, che sappiamo tutti, è oggetto oggi di un confronto all'interno della maggioranza. Non è certamente un ordine del giorno che può obbligare o comunque indurre il Governo a cambiare atteggiamento: noi siamo impegnati in un confronto, quindi certamente non è questa la sede e l'occasione.

Noi voteremo contro, perché questa chiaramente è una richiesta strumentale a cercare di dividere la maggioranza. Il nostro impegno sul tema della prescrizione è ben noto; non c'è bisogno di utilizzare questi mezzucci strumentali per cercare di dividere la maggioranza, che sta facendo un lavoro serio, e penso che riuscirà a trovare un modo ragionevole per garantire, insieme alla riforma della prescrizione, anche la ragionevole durata del processo. Quindi, voteremo quindi contro, perché siamo persone serie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Tateo. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Tutto il gruppo Lega chiede di sottoscrivere questo ordine del giorno. È un ordine del giorno di buonsenso, visto che il Ministro Bonafede non ha mantenuto gli impegni presi. Il Ministro Bonafede, l'anno scorso, disse a tutti noi, e a tutti i cittadini italiani che la prescrizione sarebbe entrata in vigore solo ed esclusivamente se ci fosse stata la riforma del processo penale: ad oggi, la riforma del processo penale non c'è stata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per cui chiedo a tutta l'Aula di votare questo ordine del giorno, affinché possano slittare i termini per l'entrata in vigore della prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. Mi sarei voluto attenere strettamente al contenuto dell'ordine del giorno, ma viste le affermazioni che provengono da una parte importante di questo Parlamento, non posso non far rilevare che il Ministro Bonafede e il MoVimento 5 Stelle non sono stati messi in condizione di portare avanti la riforma del processo, alla quale stiamo lavorando già da mesi, esclusivamente per il fatto che la Lega e Salvini hanno cagionato una crisi di Governo in pieno agosto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Deputati del gruppo Lega-Salvini Premier scandiscono “Mai col PD! Mai col PD!”), impedendoci di portare a termine il nostro lavoro.

Detto questo, non posso fare altro che…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi!

MARIO PERANTONI (M5S). Ho il diritto di esprimere la mia opinione liberamente e il mio pensiero liberamente (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi!

MARIO PERANTONI (M5S). …a fronte di fatti oggettivi accaduti nel mese di agosto!

PRESIDENTE. Collega Patassini! Collega Colla! Colleghi, vi chiedo di far terminare il collega. Collega Perantoni, prego.

MARIO PERANTONI (M5S). Detto questo, l'ordine del giorno del collega Costa è un ordine del giorno evidentemente strumentale, perché come giustamente ha rilevato il collega Bazoli, non è con un ordine del giorno che si può affrontare un tema così delicato, e sul quale credo e ho il sentore si ritornerà. Il Ministro Bonafede ha già detto chiaramente che ci sono praterie da percorrere assieme a questa maggioranza per trovare delle soluzioni condivise, che possano soddisfare (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: “Chiudi!”)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Mi scusi, collega, mi scusi. Colleghi, il collega Perantoni ha ancora del tempo, e il tempo lo vedo io qui, dalla Presidenza. Vi chiedo di farlo concludere.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. Soluzioni che possano soddisfare le esigenze di giustizia che avverte questo Paese.

Il collega Costa presenta un ordine del giorno chiedendo il rinvio dell'entrata in vigore dell'efficacia della riforma della prescrizione il giorno stesso che il presidente dell'Associazione nazionale magistrati afferma che l'entrata in vigore della prescrizione il 1° gennaio 2020 non provocherà alcun turbamento nell'ordinato svolgimento dei processi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ed inoltre il collega Costa sa benissimo che, per poter monitorare la riforma cosiddetta Orlando, bisogna aspettare almeno 10 anni…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, è una vergogna!

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Bartolozzi!

MARIO PERANTONI (M5S). …perché la “riforma Orlando” prevede una sospensione dei termini di decorrenza della prescrizione…

PRESIDENTE. Collega Bartolozzi!

MARIO PERANTONI (M5S). Collega Bartolozzi…

PRESIDENTE. No, collega: lei si rivolge alla Presidenza e conclude il suo intervento.

MARIO PERANTONI (M5S). Scusi, Presidente. Mi scusi, Presidente. Scusi, collega. Scusi, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Collega, concluda. Cioè concluda: prosegua.

MARIO PERANTONI (M5S). Diciamo quindi che ci vorrebbero almeno 10 anni, perché come sappiamo la riforma cosiddetta Orlando prevede la sospensione del termine prescrizionale tra la sentenza di primo e di secondo grado di legittimità per complessivi 3 anni. È quindi assolutamente strumentale l'ordine del giorno del collega Costa.

Noi sicuramente come maggioranza e con il Partito Democratico, con LeU e gli altri alleati di Governo, riusciremo a trovare una soluzione soddisfacente per tutti, e per i cittadini in primo luogo. E quindi voteremo assolutamente contro questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Congratulazioni - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Siete garantisti, bravi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ziello. Ne ha facoltà. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, signora Presidente. Faccio un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 39, comma 3: perché le voglio ricordare che, durante l'esercizio della sua funzione, quando un parlamentare si discosta dal tema su cui chiede di intervenire, lei lo deve richiamare una volta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e al secondo richiamo gli toglie la parola, signora Presidente, perché altrimenti lei non rappresenta il garante di tutta l'Assemblea, ma il garante della maggioranza di cui il suo partito fa parte, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Lei, in cinque minuti…

PRESIDENTE. Collega Ziello… Collega Ziello!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …praticamente ha disapplicato totalmente il Regolamento della Camera dei deputati!

PRESIDENTE. Collega Ziello!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Lei, se continua così, dimostra di essere inadatta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) al ruolo che esercita in questa discussione!

PRESIDENTE. Collega Ziello,

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Perché non si può citare il leader di un partito…

PRESIDENTE. Collega Ziello, il collega Perantoni…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …su un ordine del giorno che non c'entra assolutamente nulla, signora Presidente!

PRESIDENTE. Collega Ziello!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). La riporto veramente all'applicazione ferrea di questo Regolamento, senza contare il fatto che il parlamentare del MoVimento 5 Stelle che è intervenuto si è permesso di insultare una parlamentare di Forza Italia, signora Presidente, e lei non ha mosso un dito (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Offese sessiste del tutto inaccettabili! Veramente, stia più attenta durante la conduzione dei lavori, perché è improponibile la sua…

PRESIDENTE. Collega Ziello, il collega Perantoni ha parlato di prescrizione e l'ordine del giorno di Costa, il numero n. 9/2220-AR/223, è sulla prescrizione, quindi non era assolutamente il caso di interrompere il collega Perantoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ha chiesto di parlare la collega Bisa. Ne ha facoltà. Ha meno di un minuto.

INGRID BISA (LEGA). Presidente, io sinceramente sono sconcertata e per prima cosa vorrei chiedere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi, lasciate parlare la collega. Prego, collega.

INGRID BISA (LEGA). Vorrei chiedere al collega Bazoli: se non è questa la sede opportuna per parlare di temi così importanti, qual è la sede (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? La sede è nelle vostre cabine nascoste, dove voi della maggioranza, collega dei Cinquestelle, non riuscite a trovare l'accordo sulla questione della prescrizione nella forma del processo penale, questo è il motivo per cui ad oggi la riforma del processo penale non è ancora stata effettuata, non per altre questioni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, io volevo sottoscrivere quest'ordine del giorno e anch'io ho questo stesso dubbio, perché ho sentito dire dall'onorevole Bazoli che questa non è la sede. Se lui si ritiene più confortato nel farlo tramite le agenzie di stampa o i salotti televisivi compiacenti, perché io non so quale Aula sia più indicata che quella parlamentare nel discutere di un problema così essenziale per la garanzia dei diritti dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Poi, nell'intervento che ci ha preceduto qualche minuto fa, ho sentito dire che i Cinquestelle faranno i conti con il PD e LeU, quindi credo che dobbiamo prendere atto che Italia Viva è già fuori dalla maggioranza adesso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), visto che non ha citato questo partito che ha un leader di riferimento della coalizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gerardi. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori. Vorrei riportare un po' di calma e mi rivolgo a lei, Presidente, che - spero - sia garante di tutti noi qui dentro, al di là del colore politico. Vorrei un attimino riportare l'accento su quello che ha detto il collega, consigliandogli sinceramente che, se ancora oggi non hanno trovato un accordo e, soprattutto, ancora non sono riusciti a far pace con i loro colleghi di maggioranza, le loro purtroppo difficoltà le vadano a ricercare all'interno del loro Movimento, soprattutto all'interno della loro incapacità. Quindi, non scarichino sempre la colpa addosso alla Lega, perché dalla Lega avrebbero solamente da imparare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, volevo dire, per suo tramite, al collega Bazoli che è intervenuto prima dicendo che questo è un mezzuccio strumentale - io ovviamente chiedo di sottoscrivere quest'ordine del giorno -, nonché porre l'accento e sottolineare che, in realtà, il collega Costa ha fatto un'opera di bene, ha fatto un favore ai partiti di maggioranza. Il collega Bazoli ha certificato una divisione interna, lo ha appena detto; allora il collega Costa dovrebbe essere applaudito, per darvi la possibilità, attraverso quest'ordine del giorno, di fare un rinvio e avere più tempo di discutere e trovare la quadra su un tema che è assolutamente fondamentale per la giustizia in Italia. Ciò perché noi non siamo in uno Stato di manettari: siamo in uno Stato di diritto e il diritto va rispettato. Allora, il collega Costa dovrebbe essere applaudito per la gentilezza e l'accortezza di aver portato in quest'Aula e alla nostra attenzione un tema fondamentale, che andrebbe dibattuto e non nascosto ai nostri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Donina. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Presidente, anch'io, rispetto a quello che è stato detto volevo innanzitutto complimentarmi con il collega Bazoli, perché adesso, quando magari facciamo la revisione delle carriere, potrebbe essere un buon comandante dei vigili del fuoco, visto che è accorso subito a buttare l'acqua sul fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma purtroppo per lui, dopo di lui intervengono quelli dei Cinquestelle, che girano con la tanica di benzina sottobraccio e ogni volta che aprono bocca si incendia questo Parlamento. Questo è davvero sintomatico, però volevo ricordare ai colleghi dei Cinquestelle, sommessamente, che forse la loro sta diventando davvero un'ossessione, perché se vanno a rivangare ancora il discorso di Matteo Salvini, la Lega: guardate che siete al Governo da marzo 2018, voi! Loro no, ma voi siete al Governo da marzo 2018, tra l'altro con lo stesso Ministro e la colpa non può essere sempre di Salvini, non può essere sempre della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Adesso siete al Governo e dovete dimostrare la direzione che volete prendere. Siete bravissimi, siete e i numeri uno, ma dovete dimostrarlo con i fatti però, perché, lo ricordavo prima, con i tweet e con i post siete spettacolari, dovete dimostrare però all'interno di quest'Aula che fate le cose, e non dire che la colpa è che c'era la Lega, altrimenti fra qualche anno, quando probabilmente non siederete più tra questi banchi, quando sarete in giro per i vari paeselli, direte che la colpa è di Salvini. Sì, probabilmente la colpa è della Lega, perché noi ritorneremo al Governo di questo Paese: quello potete dirlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Quest'ordine del giorno, Presidente, pone l'Assemblea e segnatamente la maggioranza nelle condizioni di poter operare una scelta molto chiara. Il centrodestra, su quest'ordine del giorno, è compatto e le ragioni le ha spiegate chiaramente il collega Costa. Teniamo presente che se si fosse voluto veramente affrontare questo tema, qualche giorno fa c'è stata l'occasione per poter votare l'urgenza della proposta di legge Costa, che riguardava proprio questo argomento. La maggioranza ha scelto scientificamente di bocciare questa richiesta d'urgenza per fare in modo che questo tema non potesse essere calendarizzato ragionevolmente prima della fine dell'anno. Allora, mentre il centrodestra è compatto, la maggioranza ha al proprio interno la posizione dei colleghi di Italia Viva, che si astengono su questo provvedimento, e la posizione del PD, che subisce passivamente la linea Bonafede e Cinquestelle su questo provvedimento. Allora, guardate, non capiteranno altre occasioni. Non è vero, collega Bazoli, che non è questa la sede, perché non era neanche quella dell'urgenza la sede e non la saranno altre, perché questa sarà l'ultima cosa che credibilmente, di qui alla fine dell'anno, prima dell'entrata in vigore di questa scellerata follia dell'abolizione della prescrizione sine die, noi potremmo votare. Questa è l'ultima occasione. Potete scegliere tra rinviare l'abolizione della prescrizione e rinviare la decisione: voi state rinviando la decisione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno del collega, complimentandomi sia in ragione del ruolo che ha svolto il collega che per il breve tempo nel quale ha saputo spiegare l'essenzialità dell'ordine del giorno stesso. Grazie, Costa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Andrea Romano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA ROMANO (PD). Brevemente, Presidente. Vorrei che fosse lasciata agli atti di questa seduta una verità che forse appare confusa a noi ma che fuori da qui non lo sembra. Grande rispetto per i colleghi di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, che erano all'opposizione prima e sono all'opposizione ora, ma quando sentiamo i colleghi della Lega che se la prendono con una riforma che hanno votato loro in Consiglio dei ministri e in questo Parlamento, davvero viene da dire: ma con quale faccia fate questa battaglia politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Ciò perché, colleghi - e mi rivolgo attraverso la Presidenza a voi -, diciamoci la verità: quest'ordine del giorno non risolverà il vulnus contenuto in quella riforma. Noi stiamo lavorando seriamente per superare quel vulnus, però dobbiamo dire la verità a noi stessi e poi, fuori da qui, agli italiani: quella riforma l'avete voluta voi. Lavoreremo per superare i limiti di quella riforma, ma non potete fare due parti in commedia, avendola approvata in Consiglio dei ministri e alla Camera, e oggi facendo finta di non avere governato l'Italia per quindici mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, il tema è all'ordine del giorno prima e per motivi ben diversi dall'iniziativa del deputato Costa di proporre questo ordine del giorno, che, come la proposta di calendarizzazione urgente della sua PdL, ha evidentemente una finalità principalmente politica che, oggi, si manifesta chiaramente, quella di introdurre un elemento di contraddizione nello svolgimento parlamentare dei lavori. Viene evidenziata la scelta di Italia Viva di astenersi su questo ordine del giorno e viene valorizzata, dall'onorevole Baldelli, acutamente, l'unità politica del centrodestra che, però, mi permetto di dire al bravissimo collega, è evidentemente una forzatura immaginifica, perché è un'unità che si forma su un corto circuito che dal centrodestra è partito, perché, è vero, è inutile nasconderselo, c'è una difficoltà e c'è una faticosa discussione interna alla maggioranza per provare a porre in equilibrio una norma che, anche a giudizio di chi parla, crea uno squilibrio nel nostro sistema processuale. C'è fatica, dico alla collega Bisa, a trovare un accordo per rimuovere dal sistema un baco che il vostro accordo ha inserito, perché questa norma è stata votata, quella sì, in Parlamento, con la “spazza corrotti”, con il vostro voto favorevole e con il nostro voto contrario.

E non risolve questa contraddizione politica, dalla quale non potete sottrarvi con nessun tipo di urla, il fatto che sia stata collegata, al tempo, alla riforma del processo, perché nella maggioranza l'accordo sulla riforma del processo è pressoché raggiunto; il tema che rimane sul campo è soltanto quello di come accompagnare questa riforma con una norma di sistema della prescrizione e per responsabilità e logica di tenuta della coalizione stiamo faticando per arrivare a questo risultato.

Allora, se si immagina che con un ordine del giorno si risolva il problema, ci si illude, se si immagina che con un ordine del giorno si possa creare, alla maggioranza che sorregge il Governo, un problema tale da divaricarla, alla vigilia della legge di stabilità, alla vigilia del MES, alla vigilia di una stagione, che speriamo si apra con l'anno nuovo, in cui questo Governo, spero, si occuperà davvero dei tanti problemi che affliggono il Paese, che riguardano gli investimenti, che riguardano l'occupazione, che riguardano la disoccupazione, che riguardano il Sud, se questa, deputato Costa, è l'idea, è una illusione (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Durigon. Ne ha facoltà.

CLAUDIO DURIGON (LEGA). Grazie, Presidente. Ho appreso dai colleghi che, in qualche modo, sono d'accordo con noi. Noi, quando abbiamo approvato quella legge famosa, l'abbiamo approvata con il rinvio di quella che era la norma sulla prescrizione; oggi, mi accorgo che voi non l'avevate proprio votata e, quindi, sareste disposti a non votare più questa legge insieme a noi e sarete con noi parte attiva a fermare questa demagogia vigente. Dopodiché, parlo al collega Andrea Romano, la faccia noi ce la mettiamo, l'abbiamo sempre messa, lei si è dovuto rasare (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ci ha messo la faccia in maniera diversa…

ENRICO BORGHI (PD). Come ti permetti!

PRESIDENTE. Collega Durigon, le chiedo si rivolgersi alla Presidenza e di non fare commenti su altri colleghi.

CLAUDIO DURIGON (LEGA). Quindi, credo che non si possa permettere di parlare a noi; noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, anzi, siamo andati a casa anche per questa legge infame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del Partito Democratico ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Porchietto. Rinuncia.

Ha chiesto di parlare la collega Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, per sottoscrivere l'ordine del giorno e, poi, volevo chiedervi: se davvero avete volontà e difficoltà nel trovare la soluzione, perché allora non prendere spunto da questo ordine del giorno che vi ha proposto l'onorevole Costa e date un segnale concreto di questa volontà, perché, sennò, davvero, non si capisce perché a parole dite che volete fare e, poi, di fronte a un ordine del giorno che vuole mettervi davanti qualcosa per potervi dare del tempo, non lo volete accettare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Io, in verità, non sono stupito dall'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle su questo ordine del giorno che riguarda la prescrizione, perché non mi stupisce riscontrare, ancora una volta, la loro furia giustizialista, riscontrare che loro considerano il processo quasi come una festa, per cui se non finisce mai è meglio…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega.

Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce?

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Mi stupisce, invece, l'atteggiamento del Partito Democratico. Ho grande rispetto del collega Bazoli, ma lui dice: noi siamo persone serie e per questo non voteremo questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sommessamente, ricordo che ciascuno di noi dimostra in quest'Aula la sua serietà da quello che dice e la dimostra, ancor di più, da quello che vota e, ancora di più, dalla coerenza tra ciò che dice e ciò che vota (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il PD, su questa materia, mi dispiace, non sta dimostrando né serietà né coerenza; non mi stupisce che lo facciano quelli del MoVimento 5 Stelle. Per dirlo evocando il Vangelo, direi, però, che loro non sanno quello che fanno, voi, sì, voi del PD sapete quello che state facendo ed è più grave che lo facciate. Con quale faccia lo fate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/223 Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/224 Bartolozzi è stato ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/225 Bergamini, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata, colleghi? Collega Bergamini, prego.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Grazie, Presidente. Io, per suo tramite, volevo rivolgermi al rappresentante del Governo. Accoglierò la riformulazione, però, volevo cogliere l'occasione, chiedo un po' di attenzione al sottosegretario Baretta, perché in questo ordine del giorno parliamo dei dispositivi anti-abbandono e che cosa chiediamo? Ed ecco perché non capisco la riformulazione: chiediamo una cosa logica e di buonsenso, ovvero che le risorse stanziate per l'anno 2019, circa 20 milioni di euro, vengano riportate sul 2020, perché la vicenda dell'entrata in vigore dei dispositivi anti-abbandono è stata un pasticciaccio, ci sono stati molti ritardi, molte inefficienze… Presidente, è difficilissimo…

PRESIDENTE. Colleghi…

DEBORAH BERGAMINI (FI). Ci sono stati molti ritardi, molte inefficienze anche comunicative e, quindi, il principio positivo di una legge valida, quella appunto che introduce i dispositivi anti-abbandono, ha gettato nella confusione centinaia di migliaia di famiglie che non sapevano più cosa dovevano fare; si sono precipitate a comprare questi dispositivi, ma i dispositivi non erano ancora omologati e sono quindi incorse in sanzioni, sanzioni che successivamente sono state poi protratte all'anno prossimo, insomma una grande confusione.

Questa è l'occasione per avere un sussulto, forse non di orgoglio, come chiedeva il collega Costa, poco fa, ma un sussulto di serietà, un sussulto di autorevolezza e anche di affidabilità nei confronti delle famiglie italiane, ovvero quello di dire: vi abbiamo messo in una grande confusione, siamo a metà dicembre, praticamente vi diamo dei contributi che dovreste utilizzare entro un mese, tempo scarsissimo, semplicemente questi contributi li riportiamo all'anno prossimo, perché abbiamo dilazionato tutto e quindi dilazioniamo anche la possibilità di utilizzarli, questi contributi.

Ecco, l'ordine del giorno andava perfettamente in questa direzione. È chiaro che se aggiungiamo: “a valutare l'opportunità di”, questo ordine del giorno finirà nel grande stanzone delle opportunità mai valutate. Non dico che un ordine del giorno sia un mezzuccio, però è un modo per fare qualcosa di buono; la mia preghiera va in questa direzione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il problema del trasferimento di risorse da un anno all'altro implica delle procedure contabili. Allora, siccome non è in discussione la bontà della finalità, io proporrei una riformulazione diversa, cioè “a valutare le modalità”.

PRESIDENTE. Collega Bergamini, accetta la riformulazione? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/226 Giacometto, favorevole con riformulazione: viene accettata; n. 9/2220-AR/227 Gelmini, favorevole con riformulazione: viene accettata; ordine del giorno n. 9/2220-AR/228 Pella, favorevole; n. 9/2220-AR/229 Della Frera, favorevole; n. 9/2220-AR/230 Ripani, favorevole; n. 9/2220-AR/231 Prestigiacomo, favorevole; n. 9/2220-AR/232 D'Ettore, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì; ordine del giorno n. 9/2220-AR/233 Cattaneo, favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/234 Cappellacci, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/235 D'Attis, parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Io vorrei attirare l'attenzione del sottosegretario rispetto a questo ordine del giorno. Cosa dice quest'ordine del giorno? Si occupa di estendere il preventivo controllo da parte della questura sull'affidabilità della condotta dei soggetti che possono essere assunti dalle imprese del settore del gioco, degli apparecchi con vincite in denaro e, quindi, praticamente delle attività che gestiscono questi apparecchi ex articolo 110, comma 6, del TULPS (le slot machine).

Così come già previsto per i preposti delle sale scommesse o i Bingo, chiedo, con questo ordine del giorno, che il Governo approfondisca la questione e valuti l'opportunità di adottare apposite iniziative per permettere il controllo preventivo in questura di coloro che devono essere assunti dalle sale in cui ci sono le slot machine e questo per due ragioni, sottosegretario: in primo luogo, per combattere l'infiltrazione del crimine nelle sale dove ci sono le slot anche attraverso eventuali dipendenti che vengono assunti; in secondo luogo, per aiutare anche i gestori - dato che spesso queste cose non si sanno magari perché vengono denunciate dopo e vengono scoperte dopo - che vengono minacciati e obbligati spesso dalle organizzazioni criminali ad assumere personale nelle sale dove ci sono, appunto, le slot. Questo impegno - e tra l'altro il provvedimento che ne potrebbe scaturire - è a costo zero per l'amministrazione dello Stato ed estende un obbligo già previsto per le ex articolo 88, cioè le sale scommesse, i Bingo eccetera. Quindi, le chiedo, magari avendo analizzato 250 ordini del giorno - e mi rendo conto lei aveva già dato la disponibilità ad approfondire il tema -, se fosse possibile di valutare il cambio della posizione del Governo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Su questo punto c'era stata una discussione approfondita in Commissione finanze e le ragioni del “no” all'emendamento erano legate al fatto che solo per chi ambisce a diventare poliziotto ci sono le restrizioni previste. Detto questo, siccome qui si chiede di approfondire e di studiare l'argomento, penso che si possa accogliere.

PRESIDENTE. D'accordo. Quindi, è accolto. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/236 Baratto, parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente solo per chiedere al Governo di rivedere il parere, perché l'articolo in oggetto dell'ordine del giorno è l'articolo 57-bis che ha inteso derogare all'attuale disciplina di determinazione della tariffa della tassa sui rifiuti, la Tari, ed estendere la competenza ai consigli comunali a discapito delle autorità o, in ogni caso, degli enti di governo dei servizi rifiuti, oggi deputati a tali competenze. L'ordine del giorno è diretto a conservare in capo agli enti di gestione il governo del servizio rifiuti tra le loro competenze, in modo particolare per quanto riguarda gli enti che abbiano implementato sistemi di misurazione puntuali del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Questo è per non creare ulteriori problemi, anche perché ci sono dei servizi che vanno assolutamente bene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Valutare l'opportunità.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, collega Baratto?

RAFFAELE BARATTO (FI). Sì, e ringrazio il sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/237 Bond, favorevole; n. 9/2220-AR/238 Pittalis, favorevole; n. 9/2220-AR/239 Porchietto, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Guardi, mi rivolgo tramite lei al Governo. Fino a ieri sera, Governo, mi sarei accontentata della riformulazione ma mi permetto oggi di dire “no”. Io chiedo un impegno specifico del Governo, in particolare sul terzo impegno che le abbiamo richiesto e mi permetto anche di motivarlo. Sono ormai quasi ventiquattr'ore che all'interno della maggioranza a colpi di comunicati stampa c'è una battaglia aperta sul tema delle cosiddette micro-tasse: plastic tax, sugar tax, eccetera. Io non entro nel merito delle logiche della maggioranza e ci mancherebbe altro, entro, però, nel merito delle competenze che non sta esprimendo la maggioranza e mi spiego, sottosegretario. C'è un tema dirimente: noi stiamo chiedendo, all'interno di questo ordine del giorno, di impegnarsi per quanto riguarda il contributo unificato sui container imbarcati o sbarcati, perché servirà per fare ulteriori controlli che a oggi non vengono fatti. Allora, vorrei soltanto sottolineare alla maggioranza, che probabilmente non ha tecnicamente capito alcuni passaggi, che nel momento in cui verrà mai approvata la manovra finanziaria con delle scellerate tasse al proprio interno - e si pensa di rimodulare queste tasse in funzione di una plastica riciclata o meno - la plastica riciclata non esiste perché in realtà è un processo meccanico e il grosso problema è che quella che non è plastica riciclata ma che è plastica cosiddetta “vergine” proviene, quasi tutta indubbiamente, da Paesi stranieri, che sono molto amici, tra l'altro, di una parte del Governo a quanto noi apprendiamo, che introducono nel nostro Paese plastica che porta il timbro riciclata ma che riciclata non è. Quindi, non solo noi andremo a imporre fiscalmente l'ennesima tassa a un settore che fa circa 150 mila posti di lavoro, ma aggiungiamo anche una concorrenza sleale, perché senza questo impegno significativo di spesa per fare ulteriori controlli le tonnellate di plastica che entreranno in Italia senza controllo e in concorrenza con quella italiana con un costo completamente diverso saranno tantissime. Allora, noi stiamo assistendo, attraverso le agenzie di stampa, a una botta e risposta all'interno del Governo, un Governo che però non sta approfondendo tecnicamente su cosa sta andando a mettere le nuove tasse. Allora, sottosegretario, mi permetto: quantomeno un impegno per far sì che i controlli siano significativi e, allorquando in manovra finanziaria non ci troveremo la cancellazione delle tasse, io credo che alle imprese italiane almeno questo sia dovuto.

PRESIDENTE. Collega, accetta la riformulazione? Non l'accetta. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Mi permetto di dire che gli argomenti del suo intervento di adesso non riguardano il percorso fatto. Noi non stiamo dicendo “no” all'ordine del giorno; abbiamo chiesto di inserire una formula cautelativa, diciamo, ma di fatto viene approvato con la formula “a valutare l'opportunità” sui tre capoversi. Quindi, vorrei che fosse chiara questa dinamica, perché non è che quando si dice “a valutare l'opportunità” è come se fosse respinto. Invece, è il rifiuto di una formula di questo tipo che comporta il parere contrario. Io consiglio caldamente di riflettere perché “valutare l'opportunità” significa che questo tema diventa incardinato nella discussione politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega Porchietto, prego.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Ringrazio il sottosegretario rispetto alla spiegazione; la ringrazio. Avevo ben chiara quale fosse la valutazione che veniva fatta dal Governo. Mi permetto di dire che “a valutare l'opportunità” non lo si nega mai a nessuno. Noi non abbiamo bisogno di negazione, abbiamo bisogno di impegni specifici su questo tema qui: già non avremo impegni, da parte del Governo, su altre partite di politica industriale; io credo che almeno questo – lo ribadisco – sia dovuto rispetto ad un sistema che rischia di andare al collasso.

PRESIDENTE. Quindi, collega, non accetta la riformulazione. Quindi, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/239 Porchietto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/240 Novelli, con il parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Pettarin.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie. Vista l'importanza della tematica che si propone con l'ordine del giorno, che fa riferimento alla necessità di evitare una ulteriore discriminazione tra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario, in maniera particolare per quanto riguarda il blocco del turnover per quanto riguarda gli aumenti dei tetti di spesa per il personale degli enti del servizio sanitario, chiedevo il sottosegretario Baretta se mi poteva confermare che la riformulazione proposta è: “valutata l'opportunità”. Se questa è la conferma della riformulazione, noi accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Baretta.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Confermo, risulta anche dal verbale…

PRESIDENTE. Quindi, la riformulazione viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/241 Mandelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/242 Dall'Osso, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/243 Giacomoni, favorevole con riformulazione: viene accettata? Il collega Giacomoni chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per aver accettato con la riformulazione, però lo inviterei a valutare la necessità di bloccare subito l'aumento delle tasse locali. Visto che al Senato state approvando l'accorpamento tra l'IMU e la Tasi, ho il terrore che, aumentando le tasse locali, quella diventi una vera e propria patrimoniale. Quindi, accetto la riformulazione purché il sottosegretario si impegni, nel momento in cui la manovra verrà in quest'Aula, a bloccare l'aumento delle tasse locali e a escludere qualunque patrimoniale sugli immobili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega, accetta la riformulazione proposta dal Governo, mi conferma? Sì. D'accordo.

Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/244 Silli, con parere contrario.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/244 Silli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/245 Pedrazzini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/246 Benigni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/247 Gagliardi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/248 Ubaldo Pagano, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Viene accettata, d'accordo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/249 Quartapelle Procopio, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/250 Sorte parere favorevole.

Dobbiamo ora passare agli ordini del giorno precedentemente accantonati. Invito quindi il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato, dopo le parole: “enti amministrativi”, aggiungere le seguenti “nel rispetto degli equilibri di bilancio dell'ente interessato”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/82 Marchetti togliere: “permanente” nella prima riga e fermarsi a “n. 231”, ovvero espungere “al fine di proporre interventi di riforma e riordino della disciplina”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/103 Galli: “valutare l'opportunità finalizzata alla riorganizzazione degli uffici doganali portuali per adeguare i relativi orari di apertura a quelli rispettati negli altri porti europei”. Mi sembra che ci sia tutto in questo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/117 Tombolato, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/119 Comencini accolto come raccomandazione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 16,20)

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/124 Paolini parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/125 Bisa parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/196 Trano parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/210 Ferri “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni citate in premessa al fine di non aggravare eccessivamente le piccole imprese”, eccetera, eccetera, ovvero aggiungere: “gli effetti applicativi delle disposizioni citate in premessa” e espungere: “innalzare la soglia prevista per l'applicazione della normativa recata dal decreto-legge da 200.000 a 500.000”. Con questa riformulazione, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/220 Vitiello, parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato c'è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/82 Marchetti c'è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/103 Galli c'è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/117 Tombolato c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/117 Tombolato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/119 Comencini accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo c'è il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/123 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2220-AR/124 Paolini, su cui c'è il parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Quest'Aula è fatta di persone onorevoli e ragionevoli: la ragionevolezza che non manifesta il Governo spero che l'abbia l'Aula. Questa norma, di cui si chiede la modifica che leggete, prevede come pena minima 4 anni per chi, anche dopo aver dichiarato al fisco quello che deve, per qualche ragione non può pagare. Pensiamo al commerciante che, a seguito di un'alluvione, si vede distrutto il magazzino e non può, quindi, pagare le tasse. Ebbene, la pena minima passa, con questo ottima riforma, da 1,6 a 4 anni. Sapete a cosa è equivalente? Alla rapina: quattro anni, pena minima. Si arriverebbe al paradosso che il povero cittadino che ha dichiarato al fisco che vuole pagare, ma non può pagare, avrebbe più convenienza a fare una rapina per pagare le tasse, piuttosto che non pagarle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché, se gli va male la rapina, non rischia la confisca per equivalente; e, quindi, preferisce pagare le tasse.

Quindi, io credo che un atto di resipiscenza su questo punto, un impegno semplicemente a non applicare queste sanzioni draconiane, già di per sé esagerate, verso chi ha dichiarato al fisco sarebbe un atto di civiltà giuridica. Quindi, invito l'Aula a votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/124 Paolini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2220-AR/125 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Ordine del giorno passiamo n. 9/2220-AR/196 Trano, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/210 Ferri: ricordo al sottosegretario che l'inciso riguardante gli effetti applicativi era già contenuto nella versione originale dell'ordine del giorno. C'è un parere favorevole, quindi, lo accettiamo.

Ordine del giorno passiamo n. 9/2220-AR/220 Vitiello, parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Salutiamo, nel frattempo, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Calcedonia” di Salerno (Applausi).

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto che la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale abbia inizio alle ore 17, sospendiamo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 17.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. C'è il voto favorevole della nostra componente al decreto fiscale. Ciò non ci impedisce di svolgere alcune considerazioni critiche che sono peraltro doverose. È arrivato il momento di pensare ad una riforma complessiva del nostro sistema fiscale dentro la cornice costituzionale. Le iniziative parziali, specie se ripetute senza un disegno coerente, perdono di vista l'insieme e rendono sempre più precario il rapporto tra cittadino e fisco. Anche il contrasto all'evasione fiscale viene richiamato sempre più stancamente, ma non appare centrale nell'azione del Governo. Centonove miliardi di evasione fiscale e contributiva: forse è un dato sottostimato se guardiamo al peso complessivo dell'economia sommersa e a quello inquietante dell'economia malavitosa. L'evasione è un monumento alla ingiustizia sociale più clamorosa: rende più precaria e meno civile la nostra convivenza. Giusto il richiamo al successo della fatturazione elettronica: è un passo in avanti e dimostra che le nuove tecnologie a supporto delle banche dati del fisco consentono di ottenere risultati convincenti. Purtroppo la fatturazione elettronica non tocca chi non è abituato a emettere fatture o, peggio, si rifiuta. Infatti quante volte il cittadino medio viene posto davanti al solito dilemma: con la fattura o senza? La domanda è capziosa, ma è così incidente che rischia di cambiare i rapporti. In realtà, c'è un doppio prezzo…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). …ho concluso, che viene frequentemente prospettato in molti settori ed è facile immaginare, come è probabile, che il cittadino che ha comprato un bene o un servizio si accordi con chi glielo ha fornito in danno allo Stato. Bisogna spezzare la spirale del doppio prezzo. Solo introducendo un efficace contrasto di interessi tra contribuenti è possibile ottenere qualche risultato. Le forzature demagogiche dell'articolo 39 non aiutano certo. Chiedo alla Presidenza che il testo integrale del mio intervento sia pubblicato come allegato al resoconto stenografico della seduta (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Senz'altro, sarà fatto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Il provvedimento che è in votazione è uno dei più importanti di quelli che annualmente vengono discussi e che afferisce alla manovra di bilancio e, tra i tanti, ha il serio compito di evitare l'aumento dell'IVA. Si tratta di interventi di oltre 5 miliardi di euro, una bella cifra, che i due minuti concessi alla nostra componente non mi permettono di approfondire nello specifico. Diciamo che mi limiterò ad indicare alcuni elementi che mi convincono, come l'attenzione all'evasione fiscale, che ammonta a circa 109 miliardi di euro secondo dati Istat, come è già stato ricordato, e quindi dati ufficiali del Ministero. Sono cifre che ci lasciano sbigottiti se si prova a pensare a che cosa si potrebbe fare in vari ambiti se si riuscisse a diminuire, quindi, recuperandone una parte, questa enorme mole di denaro. E non parlo di evasione accertata di piccole dimensioni, che rappresenta il 5 per cento solamente ma di quella di grandi dimensioni, che invece rappresenta più dell'82 per cento del totale delle somme evase accertate. E, con uno slancio di amor patrio, vorrei dire che mi rode - sì, mi rode - che altri Paesi europei possano vantare di avere un'evasione fiscale nettamente più bassa della nostra, che possano insinuare, anzi affermarlo apertamente, che siamo i soliti italiani. Certo, siamo italiani, ma della fattispecie fantasiosa, ingegnosa, operosa, non truffaldina. E quindi bene questa attenzione verso il contrasto all'evasione. Non vi è tempo, peraltro, se non al volo, di indicare altre due iniziative che ho apprezzato particolarmente: la nuova norma sulla RC auto equa, grazie alla quale si potrà estendere la classe di merito più bassa a tutti i veicoli di proprietà del nucleo familiare con un grande risparmio, e la nuova disciplina dei piani individuali di risparmio…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). È uno strumento - concludo, Presidente - che consentirà alle piccolissime, piccole e medie imprese di reperire liquidità per fare investimenti e parliamo di 600 milioni di euro. È evidente che il voto della componente MAIE sarà favorevole al provvedimento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Gentile Presidente, annuncio il voto favorevole alla luce di alcune considerazioni. Innanzitutto il decreto fiscale insieme alla legge di bilancio, all'esame del Senato, vanno valutati in base alle priorità che si è dato il Governo e ciò va ricordato: disinnescare le clausole di salvaguardia. È una condizione che ha pesato molto. Ora, nell'ambito di ciò che è sostenibile e possibile della finanza pubblica, sono apprezzabili alcuni approcci adottati: proseguire per rafforzare la legalità; ridurre l'elusione e l'evasione fiscale, pur evitando una logica punitiva e penalizzante. Penso, ad esempio, al percorso di gradualità dato all'utilizzo della moneta elettronica.

Bene, inoltre, alcuni investimenti destinati alle ferrovie, alle rete ferroviaria, alla edilizia scolastica, al fondo destinato al controesodo rimpatriati e agli straordinari dei vigili del fuoco. È molto apprezzabile, inoltre, l'accoglimento di misure che vanno a portare sempre più equità di genere nel nostro Paese: la proroga della legge Golfo-Mosca, che per altri tre mandati favorirà le quote rosa all'interno delle società quotate nel nostro Paese, e che, ricordo, nei dieci anni nei quali è stata applicata ha portato a un aumento del 20 per cento di presenza femminile a livello manageriale e del 10 per cento nelle posizioni apicali. Quindi, bene continuare per questa strada. Concludo dicendo che le misure fiscali presuppongono scelte politiche sempre rilevanti e, con il voto di fiducia, ritengo che il Governo se ne sia assunto la responsabilità piena (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Diciamo subito con molta chiarezza che voteremo no al decreto fiscale e voteremo no ad esso per l'idea di fondo che il decreto contiene. Lo Stato e i cittadini, il fisco e i cittadini, non devono essere retti dalla cultura del sospetto e del pregiudizio ma da una fiducia reciproca: i redditi, il lavoro di ogni cittadino, sono la ricchezza per l'Italia; sono una risorsa, non un limone da spremere, non un pozzo da cui attingere, non un barile da cui raschiare il fondo. I cittadini e imprese sono alleati dello Stato, non nemici a cui lo Stato dichiara guerra. Il clima anti-imprese che sottende il decreto fiscale non va alimentato: la lotta all'evasione si fa con tasse più basse, non con pene più severe; si fa con l'efficienza della pubblica amministrazione non con grida manzoniane; si fa con meno manette e più tecnologie e più computer. Colui che vuole la giustizia assoluta è preda della sete di vendetta, diceva Joseph Roth. Ebbene, il decreto fiscale è la sete di vendetta. Non è un caso la demonizzazione del contante; non è un caso considerare un reato amministrativo, anche se grave, la condotta fraudolenta, ancora più grave dell'omicidio colposo: otto anni per chi ha condotta fraudolenta; sette anni per chi, anche se in maniera colposa, uccide una vita umana.

La giustizia ha sempre - concludo - un senso della misura e il senso della misura nell'azione fiscale è molto semplice: ha un'azione diretta, si fa con la costruzione, con le riforme, con il contrasto di interesse, con gli incentivi; si fa considerando l'impresa e il cittadino - concludo veramente - una risorsa per lo Stato e per l'Italia. Il decreto va esattamente nella direzione opposta: c'è sempre da dare in pasto all'opinione pubblica un nemico, una persona da impiccare. Il MoVimento Cinque Stelle ancora una volta fa questo: ci dispiace e voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io, invece, intervengo per annunciare il voto favorevole del mio gruppo, il gruppo di Liberi e Uguali. Quindi, intanto inizio dai ringraziamenti per il lavoro fatto dai commissari in Commissione e ringrazio il relatore e il presidente di Commissione, tutti gli uffici che hanno lavorato, anche di notte, questo bisogna dirlo, perché è un decreto che abbiamo approntato anche durante la notte e quindi grazie a loro e a tutti gli uffici della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Quindi questo era un percorso comunque complicato.

La legge di bilancio, che affianca questo decreto-legge, si preannunciava come una legge difficile. Poi si può dire qualsiasi cosa, ma di fatto, al di là di disavventure ferragostane, il Governo precedente è caduto su quello, perché c'era la difficoltà anche di affrontare un percorso che si preannunciava molto, molto difficile.

Così come molto difficile era anche il percorso del decreto-legge fiscale. Tutto sommato siamo riusciti comunque a creare un provvedimento con la legge di bilancio che sterilizza 23 miliardi di clausole di salvaguardia dell'IVA, 3 miliardi dedicati al cuneo fiscale, e tanti altri buoni provvedimenti, che adesso magari andrò a elencare, presenti all'interno del decreto-legge fiscale.

Oggi approviamo quindi un testo che, è vero, è molto diverso dal testo pubblicato in Gazzetta il 26 ottobre scorso, ed è molto migliorato grazie appunto a un lavoro parlamentare della maggioranza, ma anche della minoranza, molto intenso, che ha trovato all'interno dalla maggioranza gli equilibri, quegli equilibri che io spero possano essere trovati (vediamo la discussione di queste ore) anche all'interno della discussione del bilancio.

Perché poi il testo di oggi, che andiamo a votare, spazza via anche tante parole che ho sentito, anche oggi stesso, oggi pomeriggio, in quest'Aula: le parole ricorrenti sono “tasse” e “manette”. Intanto agli amici, ai colleghi della Lega dico - e quindi dico a tutti - che in questo decreto-legge fiscale non ci sono nuove tasse: è inutile che parliamo di tasse, eccetera eccetera; molto spesso la discussione è orientata ad una polemica che è tutta sterile.

Invece quello che è vero - e qui non si tratta, onorevole Lupi, di cultura del sospetto – è che 107 miliardi di evasione fiscale in Italia non sono vessazioni, come dicono nella minoranza, sono la realtà. Questo provvedimento va quindi ad incidere su ciò, con l'articolo 39, l'abbiamo detto, relativo a modifiche della disciplina penale in materia tributaria e della responsabilità amministrativa dell'ente. C'è l'articolo 3, che è finalizzato al contrasto delle indebite compensazioni. E c'è l'articolo 4, di cui si è parlato molto in questi giorni, che ha anche subito una metamorfosi nella sua formulazione, ed è limitato nella sua operatività a contesti, i cosiddetti labour intensive, presso le sedi di attività del committente con l'utilizzo di beni strumentali di sua proprietà o comunque a lui riconducibili, e per un importo complessivo che superi la soglia dei 200 mila euro l'anno. Nel corso del dibattito abbiamo, quindi, trovato una soluzione di questo tipo, che va ad aggredire un problema che c'è.

Ecco, a me dispiace molto un fatto. Intanto, partendo dal presupposto che questa maggioranza, di cui io faccio parte, non viene da Marte, e quindi conosce bene i temi dell'impresa, li conosce per relazioni umane, personali e per esperienze dirette; ma nessuno, nessun esponente della minoranza, in particolar modo della Lega o anche di Forza Italia, ha speso una parola a favore dei lavoratori. Perché qui parliamo di contributi, di ritenute non versate, parliamo del problema delle false cooperative, che è un problema che esiste.

Le difficoltà nei nuovi adempimenti sono problemi che ad oggi non esistono, e l'articolo 4, comma 7, certifica il fatto che l'Agenzia delle entrate metterà nelle condizioni tutti quanti di lavorare meglio e con più opportunità dal punto di vista tecnologico. Quindi una cosa incerta, inadempimenti maggiori e difficoltà da parte dell'impresa; una cosa certa sono le false cooperative e i lavoratori sfruttati. Ecco, questa maggioranza ha l'obiettivo di aggredire questo, che è un problema vero, e non soltanto immaginato.

Poi, come dicevo, ci sono tanti provvedimenti molto buoni. L'articolo 50-bis, che stanzia per i vigili del fuoco 100 milioni di euro per gli straordinari maturati ante l'anno 2019, e poi l'impegno del Governo a far sì che nella legge di bilancio ci siano i danari necessari per la valorizzazione del Corpo dei vigili del fuoco.

Poi c'è l'articolo 22, io credo sia una cosa buona: credito d'imposta pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per transazioni effettuate con carte di pagamento. Ecco, questo è tra quei provvedimenti di compliance che favoriscono l'introduzione di un sistema che noi riteniamo fondamentale, anche dal punto di vista dell'approccio culturale, che in Italia manca verso la moneta elettronica. E anche l'introduzione della stessa lotteria degli scontrini, a partire da luglio dell'anno prossimo, secondo me, secondo noi, avrà un effetto molto favorevole all'interno della nostra società e per i nostri cittadini.

C'è poi, tra le altre cose, l'articolo 52: 5 milioni di euro in più l'anno di contributo per l'installazione di dispositivi per prevenire l'abbandono dei bambini nei veicoli chiusi. E poi c'è una misura che secondo me è fondamentale, che dà veramente grandi spazi alle famiglie, grandi boccate d'ossigeno alle famiglie: tutta la famiglia, grazie all'articolo 55-bis, pagherà un premio assicurativo nella classe migliore di rischio, anche per veicoli di diversa tipologia.

Questo secondo me, secondo noi, secondo la maggioranza è un provvedimento che è stato voluto con grande determinazione, e che andrà a far risparmiare alle famiglie centinaia e centinaia di euro all'anno.

C'è poi il finanziamento del Fondo per le vittime dell'amianto. C'è anche un'altra grande iniziativa, che è stata quella della riduzione degli interessi sulle cartelle esattoriali e sulle rateizzazioni. C'è la compensazione per carichi fiscali affidati al 31 ottobre 2019 per chi detiene crediti certi nei confronti della pubblica amministrazione stessa. E poi ci sono, tra le altre, tante buone iniziative a favore dei sindaci, e quindi dei cittadini delle nostre comunità.

Ecco, questo è un tema a cui, come sapete, come sapranno i colleghi, tengo molto: c'è un articolo, in modo particolare, che recepisce un emendamento a prima firma del nostro presidente di gruppo Fornaro, che ridetermina la dotazione annuale del Fondo di solidarietà comunale, con l'incremento di 5,5 milioni di euro finalizzato a introdurre un meccanismo correttivo del riparto del Fondo in favore dei piccoli comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti, che danno risorse al Fondo e non ricevono nulla; si tratta di un'agevolazione nei loro confronti. Ci sono esoneri dall'obbligo di contabilità economico-patrimoniale per i piccoli comuni. C'è anche un'importante modifica della disciplina della Tari, che tra le altre cose prevede l'accesso a condizioni tariffarie agevolate, quindi tariffe più basse, alla fornitura del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati agli utenti domestici che si trovino in condizioni economico-sociali disagiate; e dal 1° gennaio 2021 a questo meccanismo si avrà accesso in modo automatico attraverso l'ISEE.

E poi tanti altri strumenti, elementi che vanno in qualche modo ad eliminare norme anche antistoriche introdotte nel 2010, legate a vincoli di spesa che i comuni subivano relativi alle spese più varie. Quello è un provvedimento del 2010 che era nato nell'ottica di una spending review, che però aveva anche per certi versi degli aspetti di comicità: se due comuni, uno vicino all'altro, avevano speso nell'anno 2009 100 lire uno e 0 l'altro per incarichi professionali, quello che aveva speso 0 non poteva più utilizzare questo tipo di spesa, perché la regola del 2009 era che, di lì in avanti, si poteva utilizzare soltanto il 20 per cento di quanto speso per determinate tipologie di costo. Lo 0 per cento di 0 fa 0. Questa finalmente è una norma che è stata stralciata: ringrazio anche il Governo di questo.

Ce ne sono tante altre di cui potremmo parlare, e che hanno arricchito il dibattito all'interno del lavoro della Commissione. Che ripeto, è stato un lavoro sicuramente impegnativo, mediato anche con tanti temi proposti dall'opposizione, che ha visto raccolte molte sue istanze: nello spirito di andare a definire un decreto-legge che avesse dei profili di forte utilità e forte impatto nei confronti dei cittadini. Un provvedimento che - ricordo a tutti, nonostante quanto si dica in quest'Aula - non prevede alcuna nuova tassa. Qualcuno parlava della tassa sull'IVA delle autovetture, ma di fatto quella è una norma introdotta da una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del marzo di quest'anno, quindi ce l'hanno detto di fare così; ma sancisce un perimetro di esenzioni che è molto chiaro.

Quindi, nel ribadire queste osservazioni, ringrazio ancora i relatori, in particolar modo il relatore Fragomeli, che ha fatto il sindaco con me: lui lo ha fatto a Cassago Brianza, io a Bogliasco, abbiamo insomma condiviso tanti percorsi; sono contento perché ho condiviso anche questo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, missione compiuta: abbiamo neutralizzato l'aumento dell'IVA, neutralizzata quella che molti chiamano oggi la “tassa Salvini”, complessivamente 23 miliardi.

  Ebbene, oggi dovremmo riempire i titoli dei giornali di queste due semplici parole: “missione compiuta”. La “Salvini tax”, la tassa sulle bugie, sulle illusioni, addirittura sull'odio: ciò che rimane dopo 15 mesi di ubriacatura mediatica, 23 miliardi che sarebbero caduti come macigni sulla testa degli italiani sono stati cancellati, aboliti.

E dovremmo parlare tutti insieme del costo del mancato intervento, spiegarlo agli italiani che hanno a cuore il loro futuro e il futuro dei loro figli. E quale sarebbe stato questo costo del mancato intervento? Quale sarebbe stato il prezzo da pagare? Spread alle stelle, perdita del potere di acquisto delle fasce più deboli, aumento della povertà, calo dei consumi, crisi occupazionale; un innesco micidiale, che in questa fase avrebbe messo in ginocchio il Paese, oltretutto in una fase in cui si trovava politicamente isolato. Abbiamo stretto un patto con gli italiani quest'estate, non dimentichiamocelo. Gli abbiamo detto: ci mettiamo insieme al lavoro per evitare questo disastro; sterilizziamo l'aumento dell'IVA, impediamo l'aumento delle tasse. È il nostro compito, e non potrebbe che essere così. Non ci sono tasse più dolci di altre, quando un Governo nasce con la promessa di evitare l'aumento delle tasse (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Sono tutte amare, perché amaro sarebbe il sapore della politica che viene meno ai propri impegni. Oggi dovremmo spiegare questo, tutti insieme: missione compiuta, disastro evitato. Invece leggiamo, anche poco fa, che evitare di chiudere delle imprese oggi sarebbe divenuto un intervento a favore delle proprietà e non più a favore dei lavoratori che vi sono impiegati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questo è un salto culturale davvero singolare e pericoloso, amici. Da quando in qua, la difesa del lavoro e dei lavoratori viene subordinata a logiche di questo tipo? Invece noi vogliamo parlare del successo ottenuto come maggioranza, e come ci siamo riusciti, visto che molti lo ritenevano impossibile. Ci siamo riusciti lavorando principalmente sulla lotta all'evasione, la via giusta, visto che già in passato era stato mostrato che fosse la via giusta con le misure introdotte dal Governo Renzi. Proprio su quelle misure, sulla fatturazione elettronica, sono stati realizzati i maggiori risparmi, che servono anche oggi per combattere la lotta all'evasione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). La via giusta è quella di semplificare, innovare, digitalizzare; una visione che ci ricorda un periodo d'oro per le finanze italiane, quella in cui il Ministro Vanoni teorizzava e realizzava l'idea di un fisco amico, che operi per comprendere il reale contributo che ciascun cittadino può portare alla crescita sociale e morale del Paese. Sono particolarmente odiosi i comportamenti illeciti di poche imprese, senza scrupoli - veniva ricordato -, le false cooperative, su cui ci siamo giustamente concentrati, e vanno combattuti, nell'interesse dei lavoratori e dell'intera comunità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Confidiamo che il grande lavoro fatto sull'articolo 4 trovi pieno compimento anche con il recepimento del nostro ordine del giorno poco fa approvato, e con l'intervento dell'Agenzia delle entrate, che, a questo punto, attendiamo incisivo e tempestivo entro fine anno. Sulle pene non siamo riusciti a colmare le nostre distanze di partenza, troppo elevate anche per il tanto lavoro svolto. Su confisca allargata - diciamocelo -, in particolare, abbiamo avuto l'unica differenza profonda che ha portato il nostro voto contrario in Commissione. Abbiamo però apprezzato e apprezziamo la volontà di tenere aperto il dialogo della mediazione fino all'ultimo minuto utile. Anche qua, confidiamo che l'approvazione del nostro ordine del giorno che istituisce un monitoraggio profondo del fenomeno possa dimostrare magari eccessive le nostre preoccupazioni, o, al contrario, ci porti a rivedere con urgenza la posizione assunta, che ci preoccupa per gli effetti sulle persone fisiche e sulle persone giuridiche (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Torniamo a parlare dei nostri successi, ottenuti con grande volontà nel confronto di queste settimane, a tratti aspro ma vincente: i PIR, i piani individuali di risparmio, li rianimiamo, rianimiamo uno strumento importante per canalizzare il risparmio privato dell'economia reale, uno strumento che aveva dimostrato di funzionare e che andava perfezionato. Poi ci sono misure per smaterializzare l'uso del contante. Questo, di per sé, è un fatto che definirei di modernizzazione del Paese, che concorre alla digitalizzazione nel suo complesso e all'efficienza del sistema. Italia Viva ha fortemente voluto poche misure, ma significative, per noi, per il nostro programma, emblematiche della nostra azione; molte a costo zero, altre a costi veramente bassi, meno di 20 milioni complessivamente, un'opera pubblica di un comune.

La Golfo-Mosca: abbiamo voluto aggiungere altri tre mandati all'obbligo di avere un terzo di rappresentanza di genere nei CdA, perché crediamo nel ruolo delle donne per la rinascita di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), per questo abbiamo nei nostri ruoli apicali la diarchia uomo-donna. Le auto elettriche per persone con disabilità: avevamo dei vantaggi fiscali sui diesel e sulle benzine, era veramente un assurdo marcare questo divario sulle auto elettriche. Abbiamo rifinanziato il fondo per le vittime dell'amianto: non ci dimentichiamo di chi soffre nemmeno nei momenti di crisi. Il rimpatrio dei lavoratori esteri: cervelli in fuga che riportano competenze e reddito, che vogliamo trattenere nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), invertire una tendenza a recuperare le nostre imprese. Premialità per le imprese sostenibili: i veri protagonisti di qualsiasi piano verde che potremo immaginarci saranno le imprese, e solo loro ci potranno guidare a un modello sostenibile. Abbiamo mantenuto una promessa fatta al Paese, messo alla prova la nostra capacità di andare oltre e pensare ai prossimi anni. Qualcuno è stanco, sentiamo. È vero, è stato un lavoro faticoso, non solo per noi, ma anche per gli uffici, che anch'io voglio ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); quattro settimane di lavoro giorno e notte. Ma non ci stancheremo mai, non stanchiamoci mai di lavorare per tenere alte le sorti del nostro bellissimo Paese, di questa Italia viva che, tra mille difficoltà, vuole tornare a crescere, dare un futuro ai suoi giovani, concorrere all'impegno mondiale di pervenire a un modello di sviluppo sostenibile. Con questa determinazione, annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Onorevole Presidente, signori del Governo, noi ritenevamo - e lo riteniamo ancora - che il decreto fiscale dovesse essere una presa d'atto, direi di più, una presa di coscienza che questo Parlamento, il Governo prima di noi, doveva avere rispetto alla situazione economica e sociale della nostra nazione. Credevamo quindi che da questa presa d'atto dovesse derivare un intervento organico, un intervento complessivo, un intervento che appunto desse recepimento di istanze, di problematiche, di situazioni anche gravi che in questo momento intervengono nel nostro territorio, che potesse incominciare a dare qualche risposta. E le risposte, molte, le abbiamo anche percepite, o almeno la direzione in cui esse dovevano andare, quando - e di questo ringrazio la presidente della Commissione - abbiamo fatto numerose audizioni, che è stata forse la parte migliore e più interessante del lavoro preparatorio a questa giornata. Nelle audizioni non c'è stato nessun corpo sociale, che fosse datoriale, che fosse di sindacato, che fosse di associazioni di categoria, che si dichiarava soddisfatto di questo documento, che dava delle idee simili o comunque congruenti con quanto noi stavamo affrontando rispetto al decreto fiscale. Allora bisogna partire anche appunto da questa genesi: istanze inascoltate, Commissioni - ripeto, non sicuramente per colpa dei commissari e neanche della presidente - balbettanti per gravissime distanze che c'erano tra Governo e maggioranza e all'interno della stessa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); continue riformulazioni con continui ritiri; continui annunci con conseguenti annunci di mancate coperture; una fiducia richiesta improvvidamente - a mio modo di vedere - in quest'Aula, che sicuramente in quest'Aula avete ottenuto - poi vedremo come - ma sicuramente che non è quella che anche i recenti dati elettorali ci dicono essere nel Paese. Sicuramente è una fiducia che verso gli italiani voi avete tradito. Tutto questo documento è un monumento al tradimento della fiducia che gli italiani hanno verso le istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Qualcuno prima diceva: in questo documento non c'è nemmeno una nuova tassa. Io ho qualche dubbio, anzi ho delle certezze che non sia così. Sicuramente sono certo che ci sono tantissimi nuovi costi sui cittadini e sulle imprese. È un continuo ribaltamento che questo decreto fa su adempimenti che toccano lo Stato che vanno sui cittadini e le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non c'è nessuna semplificazione, né sulle compensazioni.

Ricordiamo l'articolo 3, l'articolo 4 sugli appalti e i subappalti, che ammazzerà tante nuove nostre imprese che saranno costrette a fare sacrifici immensi per rispettare questa vostra prescrizione. Non ci avete ascoltato sull'esterometro, sul 730: non ci avete ascoltato su niente che semplificasse la vita delle imprese. Le imprese sono un'altra cosa rispetto a quanto è dipinto in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Avete voluto mettere il tetto al contante, credendo che possa essere una grande battaglia per l'evasione. Citate sempre l'Europa, ebbene: in Europa ci sono nazioni come la Francia, che hanno il tetto al contante e nazioni come la Germania che non ce l'hanno, ma entrambe hanno la stessa identica evasione. Avete voluto fare un articolo che è una presunzione di evasione continua e che attacca categorie produttive del nostro Paese. Leggo testualmente cosa avete scritto voi in questo documento: l'aumento di pena funge da monito e deterrente a un comportamento illecito, diffuso in alcune categorie del settore del commercio. I commercianti non si aiutano facendo sventolare manette o gogne giudiziarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), si aiutano semplificando, abbattendo i costi, abbattendo la fatturazione elettronica in comuni dove fai fatica ad alzare la serranda del negozio, dove non arriva la linea del wi-fi, dove non arriva una linea Internet (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e voi agitate il monito dell'aumento delle pene: vergogna! Neanche nel peggior Stato sovietico c'è un atteggiamento simile. Poi andate nei salotti buoni delle televisioni amiche a parlare di liberalismo: bella, bella lezione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, noi non abbiamo solo contestato, abbiamo provato a darvi una mano e l'abbiamo fatto con i nostri cavalli di battaglia, con la Flat tax, con la Flat tax incrementale, con tutto quello che poteva aiutare le piccole e medie imprese, come l'abolizione per esse dello split payment; abbiamo provato a dirvi che se un cittadino che ha avuto delle difficoltà, ha saltato qualche adempimento fiscale, ha aderito alla rottamazione e sta pagando la rottamazione, se ha i conti pignorati, questi vanno sbloccati sennò come fa ad andare incontro a questa esigenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Niente, anche su questo, “no”.

Abbiamo cercato di farvi capire che la sentenza della Corte europea sulle scuole guida era sbagliata e abbiamo cercato di farvi capire che l'IVA ricadrà sulle famiglie, inevitabilmente; abbiamo cercato di farvi capire che le società sportive suppliscono a carenze dello Stato, che molto spesso sono attività di volontariato e, quindi, anche su queste l‘IVA non può e non deve cadere; abbiamo cercato di aumentare la possibilità, appunto, rispetto alla rottamazione.

Vi abbiamo detto che se volete, per esempio, fare la lotta all'evasione, allora possiamo introdurre una cosa semplice: sappiamo che in molte città d'Italia purtroppo c'è un'abitudine ad aprire negozi molto spesso - spesso, anzi - gestiti da cittadini extracomunitari, dove lo scontrino è un sogno, un'illusione, perché non c'è mai. Vi abbiamo detto: facciamogli versare una cauzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in modo che dopo due anni magari non chiudano e dopo riaprano sotto altro nome. Niente: forti, forti e cattivi solo con gli italiani; il cittadino straniero quando delinque non va disturbato, per questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Ammetto che qualcosina siamo riusciti anche a ottenere, ammetto la cortesia, più personale che politica, del relatore e dei membri del Governo; certo, noi abbiamo chiesto e ottenuto, sebbene in un emendamento raccolto in seno alla maggioranza - chissà perché - che, per esempio, la “salva bebè”, la famosa legge Meloni, potesse avere qualche finanziamento in più; speriamo che ci sia, speriamo che vengano poi i decreti attuativi, i finanziamenti e tutte le cose consequenziali. Abbiamo ottenuto che, per esempio, i fondi di previdenza integrativa italiani, di cui gli italiani sono contributori, potessero spendere in Italia per investimenti quanto raccolto: lo sapete che adesso per problemi burocratici investivano per il 67 per cento all'estero? Questo è avere in mente l'interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non sappiamo, per esempio, cosa succederà con la legge di bilancio. In Senato, ancora oggi ci è stato spiegato che non si sa. Si annuncia una fitta rete di confusionarie tasse: plastic tax, sugar tax, la tassa sulle auto aziendali, quasi come se l'auto aziendale fosse il benefit di un grande manager e non uno strumento di lavoro. Sono tasse demagogiche, sono tasse fintamente didascaliche che, sotto una parvenza di moralità, nascondono soltanto la necessità di prelevare soldi dalle tasche degli italiani.

E sul cuneo fiscale, niente: 3 milioni di euro scarsi. Non avete idea di come costruire occupazione e sviluppo in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo poi il quadro politico in cui si agita tutta questa situazione. Abbiamo un quadro politico che vede un Ministro che, ogni giorno, da Bruxelles - dove va a ritirare i dispacci e gli ordini, lui è abituato, d'altronde -, ci spiega quanto cattivi siano i sovranisti, salvo non ascoltarli, come nel caso del nostro presidente Meloni, che quando è intervenuta sul MES ha visto il Ministro alzarsi e andarsene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a proposito di rispetto e di genere femminile da tutelare, ma non si sarà sicuramente spaventata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo una dialettica continua tra le forze di maggioranza, abbiamo Renzi e Di Maio che litigano sempre, credendo che per essere autorevoli bisogna insultare l'altro leader, alzando sempre l'asticella di una competizione che non c'è, perché tanto decidono in Europa, non decidono niente loro due: è inutile che continuino a darsi un ruolo da leader che non sono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo Renzi contro il PD, un PD sempre più balbettante all'interno delle sue contraddizioni, che sembra essere continuamente nel suo congresso di partito. Poi abbiamo gli amici del MoVimento 5 Stelle, un partito che è passato dalle favolose teorie del terrapiattismo al piattismo più totale politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), rinunciando a ogni iniziativa politica, salvo quella di cospargere ogni possibile poltrona di una colla fatta di umiliazione politica e di protervia di potere, atta - questa colla - a far risiedere duramente le proprie, prima rivoluzionarie e ora assolutamente governative, terga sulle poltrone stesse.

Ci avete detto che era importantissimo fare questo Governo; non si poteva andare alle elezioni, perché bisognava fare la legge di bilancio. Ebbene, oggi rimpiangiamo ulteriormente il fatto che qualcuno in Europa non ci abbia permesso di andare a votare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi, Presidente, e concludo, votiamo ovviamente “no”. Un “no” tanto convinto quanto deciso, perché riteniamo che ancora una volta un Governo che politicamente, sottolineo “politicamente”, non è legittimato, si conforma…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Osnato.

MARCO OSNATO (FDI). Si conforma ai voleri di una Commissione europea e alle sue imposizioni antinazionali e antipopolari, fatte di parametri che dipingono sempre più un'Europa sull'asse franco-tedesca e mortificano la tradizione economica e sociale della nostra nazione. Onorevole Presidente, in questa dicotomia, noi siamo sicuri da che parte stare: quella dell'Italia, sempre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, dopo settimane di lavoro in Commissione, devo dire grazie al contributo anche delle opposizioni che ci hanno permesso di confezionare un decreto importante per questo Paese. Voglio partire proprio dai numeri per far capire a tutti voi il lavoro che abbiamo compiuto in queste settimane: 3 miliardi di euro, oltre 3 miliardi di euro, questo è l'obiettivo che si e dato il decreto “fiscale” e che ha raggiunto il decreto “fiscale”. Con questo decreto noi abbiamo previsto il maggior modo per finanziare la legge di bilancio 2020, come hanno già detto altri colleghi, per permettere che non ci sia l'aumento di 23 miliardi dell'IVA, una tassa che sarebbe insostenibile per il Paese: 538 euro in più a famiglia.

Questo abbiamo fatto con il decreto “fiscale”, ma è importante ribadirlo: qualcuno - è già stato detto - è scappato di fronte a questa enorme responsabilità. Il Partito Democratico ha detto “no” e ha costruito una coalizione di Governo, insieme agli alleati, per rispondere e per evitare, appunto, questo aumento dell'IVA. Crediamo sia fondamentale averlo fatto, ma non solo per l'aumento dell'IVA, non solo per la sterilizzazione dell'IVA era importante fare questa manovra ed era importante fare il decreto “fiscale”; lo è stato anche per ridare soldi agli italiani, per fare in modo che ci sia l'aumento in busta paga dei lavoratori e delle lavoratrici italiane. Lo abbiamo già fatto, noi, nel 2007, lo abbiamo rifatto nel 2014 e lo rifaremo nel 2020 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): questo è il nostro impegno. Attenzione, però, la nostra azione non si limita a un esborso finanziario, a dare dei soldi in più; lo dico con estrema consapevolezza, da figlio di operai, da fratello gemello di un metalmeccanico; qui si tratta di dare maggiore dignità al lavoro, alle persone, a chi magari d'estate è obbligato a lavorare e a sopportare dieci gradi in più o d'inverno a lavorare sotto zero; significa impegnarsi per evitare a una madre o a un padre che sono costretti a nascondere l'impossibilità di acquistare beni necessari alla formazione e alla crescita dei propri figli dietro quell'eterna scusa: no, ora non ti serve. Significa cercare di dare un grado di serenità in più a chi nella vita, magari, ha affrontato anche maggiori difficoltà, evitando, come sosteneva il poeta latino Ovidio, che chi è già naufragato trema anche di fronte ad acque tranquille.

Per noi del Partito Democratico, quindi, parlare di riduzione del cuneo fiscale non significherà mai nascondersi dietro parole difficili o da addetti ai lavori. Ridurre il cuneo fiscale per noi è un'operazione popolare e significa riconoscere il diritto a chi è più in difficoltà di essere ascoltato dalla politica, significa lavorare affinché tutti siano in grado di avere le medesime opportunità e, si badi bene, quest'ultimo è considerato una priorità anche da parte delle associazioni datoriali e imprenditoriali, le quali ben comprendono l'importanza di restituire rispetto, coraggio e potere d'acquisto agli italiani.

Partendo da questa convinzione, inoltre, è possibile capire cosa significhi oggi il tema della lotta all'evasione fiscale e contributiva. È socialmente intollerabile costringere chi paga le tasse e finanzia il benessere di tutti noi a stare fianco a fianco con chi vive letteralmente sulle spalle dei primi e utilizza le proprie risorse interamente per interesse privato. Oggi, con circa 110 miliardi di euro di evasione fiscale e contributiva, la rivoluzione degli onesti non può più attendere: basta a cittadini che pagano troppe tasse perché costretti a pagare anche quelle degli evasori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), a fronte anche di cittadini che chiedono legittimamente una riduzione della pressione fiscale che non sarebbe tuttavia sostenibile; basta a imprenditori onesti obbligati, loro malgrado, a competere con imprenditori che frodano abitualmente il fisco non pagando contributi e tasse dei propri lavoratori e vincendo, magari, gare solo con la concorrenza sleale.

Con il decreto fiscale abbiamo fissato tante altre questioni e parto dall'articolo 3 molto discusso, quello che limita le compensazioni sulle imposte tra debiti e crediti con il fisco allo scopo di bloccare chi sconta falsi crediti in cambio di debiti reali con lo Stato, quelli che sono i cosiddetti “furbetti dell'F24”, o ancora all'articolo 4, dove affrontiamo un tema vero che non è solo il pagamento di un committente e di una sanzione perché stiamo parlando di una piaga fortissima, quella dei lavoratori in grigio perché, badate, non ci sono solo i lavoratori in nero, quelli che sono completamente assenti e nascosti al fisco e alla previdenza sociale, ma ci sono anche quelli parzialmente visibili, quelli che esistono momentaneamente quando ricevono la busta paga, una busta paga spesso sottopagata di 4 o 5 euro, ma che poi riscompaiono perché il loro datore di lavoro non versa loro le ritenute fiscali e previdenziali. Questo è quello che accade e per superare questa ingiustizia chiediamo a chi appalta lavori sotto i 200 mila euro e a società con meno di 3 anni di vita di fare una verifica telematica che i versamenti dei lavoratori siano effettuati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per noi del Partito Democratico un controllo dell'F24 viene sempre dopo il diritto dei lavoratori al versamento dei propri contributi.

Inoltre, con questo decreto abbiamo pensato di definire anche altre cose. Abbiamo pensato alle famiglie povere, a circa 2 milioni di famiglie di cui oggi solo un terzo riceve il bonus in bolletta luce e gas perché non va e non fa code davanti a uno sportello. Abbiamo creato un sistema automatizzato e riceveranno già la bolletta con meno 30 per cento di sconto sulla fornitura dell'energia elettrica.

Altro che “partito delle banche”! Io rifuggo da questa definizione che ancora in questi giorni abbiamo sentito rivolta al Partito Democratico. Con questo decreto noi abbiamo dato la possibilità a chi ha perso la casa nel momento di maggiore crisi economica di questo Paese di ricomprarsela e di fare un mutuo e riacquistarla al prezzo base d'asta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Altro che partito dalle grandi assicurazioni! Con questo provvedimento introduciamo il meccanismo dell'assicurazione familiare che garantirà risparmi a tutti coloro che potranno rifare un'assicurazione e premierà, quindi, automobilisti e motociclisti virtuosi che stipuleranno nuovi contratti con la classe di merito più bassa di un loro familiare.

Abbiamo mantenuto l'esenzione IVA per i nostri figli che fanno i corsi sportivi. Questa paura che giustamente molti di noi sentivano dell'aumento dell'IVA anche per i corsi sportivi non ci sarà, l'abbiamo bloccata. E con questo provvedimento, permettetemelo, abbandoniamo anche una triste stagione che è quella dei condoni ad personam (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), introducendo, invece, una riduzione generalizzata e rivolta a tutti gli italiani di fronte allo Stato italiano sul pagamento rateizzato dei tributi. Ciò significa che gli italiani pagheranno il 50 per cento in meno di interesse di fronte al fisco.

Non poteva poi mancare una serie di incentivi per l'impiego di nuove tecnologie. È stato ricostruito uno scenario che in qualche modo vuole tenere ferma la modernità in questo Paese. Noi pensiamo che l'utilizzo del bancomat sia uno strumento anche legato alla sicurezza. Vuol dire che con una sola carta in tasca, che posso bloccare in qualsiasi momento e coperto da un'assicurazione, posso pagare tranquillo e non pensando che qualcuno mi possa rubare e mi possa aggredire. Quindi, allo stesso tempo rendiamo possibile che queste persone facciano una vita più comoda. Quindi, la modernità e l'innovazione servono anche per rendere più comoda e più semplice la vita e non solo un contrasto all'uso del contante.

All'interno del decreto poi abbiamo previsto la cosiddetta “lotteria degli scontrini”, che è un'opportunità non solo di vincita per gli acquirenti ma permetterà, anche qui, una semplificazione per gli esercenti che potranno sostituire il POS ai registratori di cassa telematici. Questo è il futuro, questo è quello che vuole il Partito Democratico per questo Paese: avere un'unica ricevuta fiscale. Così potremo utilizzare una semplice app con il nostro cellulare per mandare gli scontrini. Questo è ciò che vuole questo decreto: vuole innovazione, vuole che giustamente le persone vivano una vita più semplice.

Non abbiamo poi mancato di occuparci del rilancio degli strumenti finanziari e ne ho sentito parlare da parte di colleghi. Abbiamo rilanciato i PIR, i piani individuali di risparmio; inoltre, abbiamo rilanciato i fondi pensioni e le casse previdenziali rivolte al finanziamento e alla capitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. Di questo ci stiamo occupando: ci stiamo occupando dell'Italia con questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Cosa dire, poi, del mancato pagamento per tutto l'anno, per tutto il 2018, degli straordinari dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine? Dopo le innumerevoli pacche sulle spalle, le troppe felpe indossata dall'ex Ministro dell'Interno è toccato all'attuale Governo giallorosso risolvere la questione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e recuperare i 180 milioni di euro necessari a pagare chi ci difende tutti i giorni sulle strade.

E mi preme evidenziare, poi, che con questo decreto abbiamo affrontato la cronica e annosa problematica del personale nelle strutture sanitarie e negli ospedali, perché abbiamo sbloccato finalmente le risorse necessarie all'assunzione di nuovi medici, infermieri e operatori sanitari. Questo è ciò che fa il Partito Democratico insieme agli alleati.

Con l'attuale decreto - e mi avvio alla conclusione - abbiamo ridato dignità anche ai sindaci, a quelli dei piccoli comuni sotto i 3 mila abitanti, che venivano confusi con la casta. Invece no: sono gente che si alza la mattina, che sostituisce gli impiegati, che fa tutto il lavoro che deve fare per la sua comunità e tutti unanimemente abbiamo scelto di ridare dignità aumentando e adeguando gli stipendi dei sindaci. E abbiamo introdotto la possibilità - che molti in questi giorni hanno terrorizzato, ma voglio tranquillizzare i pensionati, voglio tranquillizzare i lavoratori dipendenti - di una proroga del 730, perché è importante dire che con quella proroga noi permettiamo che chi farà la dichiarazione dei redditi a maggio potrà avere il rimborso fin da giugno e chi il 24 luglio farà la dichiarazione dei redditi non dovrà aspettare l'anno prossimo ma potrà ricevere i soldi ad agosto, a settembre o a ottobre. Questo abbiamo fatto: semplificato la vita delle persone. Io mi rendo conto che l'attacco delle opposizioni e la strumentalizzazione delle opposizioni su questo tema è veramente becero, permettetemelo di dire, perché dobbiamo dare tranquillità e serenità ai lavoratori e ai pensionati italiani.

Concludo con Platone, che mi piace richiamare, perché lui giustamente diceva che ogni problema ha tre soluzioni: la nostra soluzione, la soluzione degli altri o la migliore soluzione. Ecco, io voglio ringraziare pubblicamente tutti i nostri alleati di Governo perché con questo provvedimento siamo riusciti a trovare una sintesi, ad offrire con il decreto fiscale soluzioni reali ai problemi reali degli italiani. A chi, invece, si ostina a dipingere il PD come un partito lontano dai problemi reali, rispondo che il testo di questo decreto è esattamente il contrario. Il Partito Democratico fa una scelta di campo chiara e definita: difende e tutela il lavoro, dà garanzia alle imprese che producono ricchezza nel rispetto della legalità e della competitività, contrasta gli evasori e non aumenta alcuna tassa. Per queste ragioni annuncio, a nome del gruppo del Partito Democratico, il voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giacomoni. Ne ha facoltà.

SESTINO GIACOMONI (FI). Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo intervenire l'onorevole Giacomoni. Colleghi! Prego.

SESTINO GIACOMONI (FI). Onorevoli colleghi, per il vostro Ministro dell'Economia questo decreto fiscale porterebbe l'Italia sul sentiero della sostenibilità della finanza pubblica. Vedete, questo è un sentiero che per noi sembra essere quello di Willy il Coyote. Io non so se vi ricordate il personaggio del famoso cartone che facendo beep beep correva inconsapevole verso il precipizio ogni volta e si schiantava a terra. Il coyote ovviamente non è il Ministro dell'Economia: il coyote siamo tutti noi, è l'Italia, siamo noi che rischiamo di schiantarci definitivamente a causa di questo Governo, sinistro e maldestro.

Vedete, se il personaggio di un cartone ha infinite possibilità di rialzarsi, il nostro Paese, purtroppo, non ne ha. Il decreto fiscale e la manovra di bilancio che state approvando rischiano di essere il colpo mortale per la nostra economia. Con questo decreto non state soltanto tartassando le nostre imprese; voi state anche spingendo fuori dall'Italia gli investitori internazionali. Vi siete anche chiesti mai perché di fatto non si fa avanti nessuno per acquistare i nostri marchi in crisi? Vi siete mai chiesti perché le aziende fuggono dall'Italia? Vedete, la risposta è semplice e anche disarmante: mentre in tutto il mondo - in tutto il mondo! - i Governi si affannano per ridurre la pressione fiscale, per semplificare le regole e per rilanciare lo sviluppo, la vostra pseudo-maggioranza, invece, ha imboccato una strada sbagliata, fatta di tasse, di manette e di burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il decreto fiscale che voi state approvando è un testo scritto male; è scritto male perché è frutto di pulsioni diverse e spesso contrapposte, al punto che la stessa maggioranza ha presentato centinaia di modifiche al suo stesso testo. In questo decreto non c'è una visione condivisa di sviluppo del Paese; c'è, al contrario, una visione folle di polizia fiscale, di polizia giudiziaria, di decrescita infelice. Forza Italia, il movimento che rappresento qui con orgoglio, ha lavorato in Commissione, e voi lo sapete, con serietà, con generosità, in modo costruttivo. Abbiamo cercato di correggere gli errori macroscopici contenuti nel decreto, abbiamo cercato di mettere una pezza ai disastri che state provocando su interi comparti del nostro sistema produttivo.

Voglio ricordare solo alcuni dei nostri interventi: vi avevamo proposto di inserire subito lo scudo penale per l'Ilva di Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma voi, senza neanche pensarci un attimo, lo avete respinto, lo avete dichiarato inammissibile. In questa vicenda ci vanno di mezzo non soltanto gli operai, che purtroppo perderanno il lavoro, ma ci vanno di mezzo anche la credibilità del nostro Paese, la credibilità dell'Italia agli occhi degli investitori esteri, a causa di un Governo che cambia continuamente le regole del gioco. Dovreste fare di tutto per attrarre gli investitori ed invece sembra che facciate di tutto per farli scappare. Ha ragione il presidente Berlusconi quando dice che siete buoni a nulla, ma capaci di tutto, e infatti lo state dimostrando anche in questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il grido di allarme lanciato da tutte le associazioni, tutte, in Commissione finanze e anche sui media purtroppo è rimasto inascoltato. Vi ricordo che le imprese, verso le quali mostrate tanto disprezzo, sono quelle che creano milioni di posti di lavoro e senza le quali l'Italia non sarebbe una potenza economica europea. L'unico articolo sul quale la maggioranza ha recepito realmente i suggerimenti dell'opposizione è l'articolo 13, nel quale siamo riusciti a far inserire il rilancio dei piani individuali e dei piani istituzionali di risparmio; per questo ringrazio i due relatori del provvedimento, la presidente Ruocco e l'onorevole Fragomeli. Voglio anche ringraziare tutti i funzionari che sono stati costretti a fare una Commissione notturna durata ben 14 ore. Però, vedete, questo è l'unico emendamento, l'unico punto in cui, anziché tassare le famiglie e le imprese, si detassa il risparmio che viene indirizzato a finanziare l'economia reale.

C'è un altro punto, devo dire, un altro emendamento che riprende sempre una proposta di Forza Italia, una proposta di legge dell'onorevole Rossello, e grazie a questo emendamento abbiamo evitato che si tornasse indietro rispetto alla legge varata dal Governo Berlusconi che ha aiutato concretamente le donne meritevoli ad affermarsi nelle aziende (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Purtroppo, però, nella restante parte di questo decreto il fisco viene usato come una clava per colpire i contribuenti, minacciando, tra l'altro, le manette qualora dovessero ribellarsi ad un'imposizione fiscale che è ai limiti dell'usura. Vedete, di questo si tratta: quando città come Roma, Bologna e Reggio Calabria prevedono una pressione fiscale che oscilla tra il 67 e il 70 per cento per le piccole e medie imprese, in questo caso si tratta di tasse da usura; anziché ridurre le tasse, anche nel 2019 le avete aumentate. Avete addirittura introdotto le manette, con l'articolo 39 di questo decreto avete di fatto voluto rivendicare in modo demagogico il fatto che per la vostra maggioranza la madre di tutte le battaglie è la lotta all'evasione; lotta fatta minacciando manette, la confisca dei beni per sproporzione ed estendendo la responsabilità di impresa, senza tenere minimamente conto delle conseguenze di queste misure demagogiche sullo sviluppo e sull'occupazione.

Anche noi vogliamo colpire gli evasori, perché chi non paga le tasse in primo luogo fa una concorrenza sleale a chi le paga, ma, per poterlo fare senza causare danni irreparabili all'economia, prima di minacciare il ricorso alle manette occorre ridurre la pressione fiscale, perché altrimenti si rischia soltanto di far pagare più tasse a chi già le paga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Uno Stato serio prima riduce le tasse, poi arresta gli evasori. Siamo convinti che tasse giuste producano cittadini onesti; per questo per noi di Forza Italia la madre di tutte le battaglie è quella contro l'oppressione fiscale, ed è per questo motivo che stiamo da mesi raccogliendo le firme per introdurre un tetto alla pressione fiscale in Costituzione. È intollerabile che un contribuente debba pagare due terzi del suo reddito per essere in regola con il fisco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché questo vuol dire strozzinaggio di Stato. Noi siamo convinti che nel nostro Paese o si fa una seria riforma fiscale, mettendo un tetto alle tasse in Costituzione, introducendo la flat tax e la no-tax area, oppure ci sarà prima o poi una rivolta fiscale.

Molto presto gli italiani si ribelleranno alle vostre vessazioni, e allora altro che sardine. Se non si torna subito al voto, nel nostro Paese scenderanno in piazza quelli che voi chiamate gli squali, quelli che voi definite prenditori, ed invece per noi sono eroi veri e propri.

Sono gli imprenditori che vanno avanti nonostante tutto e tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sono loro che rappresentano l'Italia migliore, l'Italia che lavora, l'Italia che produce, l'Italia che crea posti di lavoro anche per le famose “sardine”. Oltre alle tasse, alle manette, agli ulteriori adempimenti burocratici, avete pensato bene di ridurre la libertà degli italiani, limitando l'uso del contante e rendendo tracciabili tutti i loro movimenti. Volete controllare tutto e tutti perché per voi i cittadini sono sudditi e lo Stato viene prima di loro; per noi, invece, l'individuo viene sempre prima dello Stato. Noi di Forza Italia crediamo nella libertà come diritto naturale di ogni persona che viene prima dello Stato e sulla quale si fonda la società.

Non è lo Stato a conferirci i diritti, non è lo Stato che di fatto dice cosa possiamo e non possiamo fare, e quindi non può diminuirli o revocarli; lo Stato ha solo il dovere di garantirli e di tutelarli in tutte le loro forme, le libertà civili, le libertà politiche e anche le libertà economiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questi sono i nostri principi, questi sono i valori in cui crediamo, questa è l'Italia che noi vogliamo. L'unica cosa positiva del decreto fiscale e della manovra di bilancio è che ormai è evidente a tutti, anche a voi, che c'è una stretta correlazione tra le misure che state approvando e l'impopolarità della quale questo Governo gode nel Paese. A soli due mesi dal giuramento siete usurati, siete già a fine corsa. La luna di miele è diventata una luna di fiele per gli italiani, sui quali avete infierito con una raffica di tasse senza precedenti, dalla tassa sulla plastica a quella sullo zucchero, a quella sulle auto aziendali.

Saranno sempre le famiglie e le imprese a pagare. In realtà, per risolvere i problemi delle casse dello Stato, basterebbe una sola tassa: la tassa sulla vostra perversione sessuale, o meglio, perversione fiscale. Se vi facessimo pagare un euro per ogni tassa che avete annunciato e poi ritirato o ridotto, avremmo risolto tutti i problemi del bilancio pubblico. Voi tassate e spendete non perché siete dei pazzi, ma, in realtà, lo fate nel tentativo di restare al Governo. Anche voi sapete che sarà impossibile, però, perché vi siete resi conto, anche durante i lavori della Commissione, che non c'è nulla che vi unisca, se non la paura di perdere le elezioni; ma non si può governare a lungo con la paura di, non si può governare senza un progetto, senza una visione di sviluppo del Paese, senza dei valori condivisi a cui tendere, e voi non avete nulla di tutto questo. Alle prossime elezioni, ormai imminenti, gli italiani si ricorderanno di come avete provato a rendere loro la vita ancora più difficile. Cari colleghi dei Cinque Stelle, come diceva una persona a voi molto cara, quando c'è un dubbio non c'è nessun dubbio; e visto che c'è più di un dubbio sulla vostra capacità di andare avanti, allora vuol dire che non c'è alcun dubbio: presto, molto presto, andrete a casa perché non siete adatti a governare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Prima andate a casa e meno tasse gli italiani pagheranno, meno ragazzi dovranno espatriare, meno aziende saranno costrette a chiudere. Per tutto questo, Forza Italia voterà contro questo decreto e, soprattutto, contro questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, un decreto che è tasse e complicazioni fiscali e burocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siete riusciti nella difficile impresa di scontentare tutti: piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, ma anche dipendenti e pensionati, tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È indubbio che in Italia esista un'enorme evasione fiscale, ma l'evasione fiscale si combatte, riducendo le imposte, si combatte semplificando il sistema fiscale, che è tra i più complicati al mondo e tra i più soggettivi al mondo, si combatte facendo dedurre le spese al cittadino dalla dichiarazione dei redditi. E noi l'anno scorso, con la mini flat tax, abbiamo permesso a tanti giovani e a tante persone di iniziare un'attività, pagando solo il 5 per cento per cinque anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), senza la tenuta di nessuna contabilità.

Tasse basse e semplificazione: questa è la via giusta per combattere l'evasione.

Invece questo Governo aumenta le tasse: la tassa sulla plastica, la sugar tax, le tasse sulle auto e, addirittura, la tassa sulla casa. Sta passando quasi inosservato, ma ci sarà un aumento di oltre un miliardo delle tasse sulla casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Complicazioni per tutti e per molte categorie, incredibilmente, alcune spese non saranno più deducibili nella dichiarazione dei redditi. Con la questione di andare a colpire l'evasione, voi non colpite i grandi evasori: voi ve la prendete con chi dichiara le imposte, ma non riesce a pagarle; voi colpevolizzate chi fa fatica a pagare queste tasse altissime (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voi siete stati presi dal furore della tassazione e della complicazione.

Ebbene, noi abbiamo cercato, in queste lunghe settimane, di migliorare questo decreto: siamo riusciti a intervenire sullo sblocco delle assunzioni di medici e infermieri, siamo riusciti a intervenire per gli arretrati del Corpo dei vigili del fuoco, della polizia; siamo riusciti a intervenire sui piani di risparmio, ma voi, sulla maggior parte delle nostre proposte di buonsenso, non ci avete ascoltato, perché voi non ascoltate noi, come non ascoltate il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Avete rinviato per 4 miliardi le compensazioni fiscali a piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti: una vera carognata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È come se per prendere un delinquente in una città di 3 mila abitanti, gli scaricaste addosso una bomba atomica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voi state distruggendo questo Paese: 4 miliardi in meno di liquidità alle imprese e ai professionisti, che si dovranno rivolgere alle banche e, con le banche, pagheranno degli interessi passivi. Un enorme favore alle banche: prima era il PD il Partito delle banche, adesso siete anche voi dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Questo decreto è anche la vittoria del proverbio “due pesi e due misure”: le imposte il cittadino le deve pagare in anticipo, ma quando ha dei crediti li riceve con un anno di ritardo e con questo decreto ancora di più (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Solo grazie alla Lega - solo grazie alla Lega - vi abbiamo impedito di colpire con una tassa occulta tutti i condomini d'Italia. Voi volevate far pagare ai condomini le ritenute dei dipendenti delle imprese di pulizie che puliscono i condomini: un'assurdità totale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E questa norma, tolti i condomini, rimane per gli appalti e i subappalti, una norma che bloccherà il lavoro, bloccherà l'economia e creerà ancora di più disoccupazione, ed è stata pensata da qualcuno sicuramente che non ha presente che cos'è la vita vera, non ha presente cosa vuol dire lavorare. Sarà qualche teorico, come qualcuno di nostra conoscenza, che abbiamo avuto modo in questi settimane di conoscere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ebbene, da una ricerca della Banca Mondiale e di Pricewaterhouse, l'Italia è uno dei peggiori Paesi in quanto a livello di tassazione e complicazione fiscale: con questo decreto voi peggiorerete ancora di più la situazione dell'Italia.

Ma voi avete dato una serie di schiaffi, perché voi non credete nelle ricchezze di questo Paese. La prima ricchezza sono le piccole e medie imprese, i tanti artigiani e commercianti: quell'ossatura dell'economia che ci divide da tutto il resto d'Europa. Voi non credete nel sistema dei comuni: gli 8 mila comuni, le cento province, le venti regioni; voi non ci credete, non gli avete dato un euro; noi l'anno scorso gli abbiamo dato 4 miliardi per opere pubbliche e per investimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Però, quando succederà qualcosa nelle scuole secondarie superiori delle province, non venite a piangere: non gli avete dato niente; noi, l'anno scorso, 250 milioni per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma voi avete dato uno schiaffo anche a lavoratori dipendenti e pensionati. Avete rinviato il conguaglio del 730, che molti dipendenti e pensionati percepivano a luglio e che adesso attenderanno a ottobre, novembre, dicembre, gennaio dell'anno successivo: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E avete dato uno schiaffo ai territori, ai territori alluvionati. Noi l'anno scorso gli abbiamo dato 500 milioni. Il mio Piemonte ha avuto 80 milioni di danni e voi avete dato, in questo decreto, 40 milioni per dieci regioni: neanche una mancia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Perché? Perché voi non ascoltate, non ascoltate noi, come non ascoltate il Paese.

Cari amici dei 5 Stelle, noi abbiamo governato con voi quattordici mesi e, per dieci mesi, abbiamo fatto delle cose di cui, tutto sommato, siamo assolutamente orgogliosi, ma perché ci avete ascoltato. La Lega ha migliaia di assessori, di sindaci, di consiglieri provinciali e consiglieri regionali; i parlamentari, qui, sono tutte persone che hanno esperienza nell'amministrazione locale. Dovete ascoltare di più, perché - attenzione - l'inesperienza non è una colpa, ma lo diventa se non si ha l'umiltà di ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Ebbene, questo è un grande Paese, è un Paese di cui noi siamo orgogliosi, è un Paese che non è secondo a nessuno, è un Paese delle grandi eccellenze: voi non potete pensare di governare questo Paese facendovi l'esperienza che non avete sulla pelle dell'Italia, perché la distruggete (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Fatevi da parte, andiamo ad elezioni e diamo a questo Paese un Governo che merita, con meno tasse, meno complicazioni e un futuro migliore ai nostri figli. Grazie, noi voteremo contro questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO (M5S). Grazie, Presidente. È difficile sintetizzare in dieci minuti il contenuto e il lavoro svolto in Commissione sul decreto fiscale, che - ricordiamolo - trova le coperture per una legge di bilancio che ha scongiurato, con 23 miliardi di euro, l'aumento dell'IVA al 25 per cento, evento che avrebbe messo in ginocchio l'economia di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Si è trattato di settimane con giornate lunghissime e notti insonni, per le quali ringrazio di cuore tutti i commissari della Commissione finanze.

La ratio che ha seguito il decreto è quella della prevenzione e contrasto alla grande evasione fiscale. L'evasione fiscale in Italia, a causa di una scellerata politica fiscale, ha caricato tutto il peso sulle spalle di pochi, portando la pressione fiscale per chi paga le imposte e le tasse fino a sfiorare quasi il 70 per cento dei fatturati ed essa ammonta a 110 miliardi di euro. Chi è contrario ad essere severi contro la grande evasione deve avere l'onestà di raccontare alla gente che è favorevole a questo livello di pressione fiscale, tutto caricato sulle spalle dei soliti noti. Infatti, il decreto contiene il contrasto alle false cooperative, alle indebite compensazioni, nonché alle frodi sulle accise. Queste frodi alterano la libera concorrenza nel settore dei carburanti e sottraggono allo Stato italiano circa 5 miliardi di euro.

Organizzare una frode basata su importazione abusiva di carburante non è esattamente assimilabile all'atteggiamento di un contribuente in difficoltà o che ha dimenticato di pagare l'ultima rata del fisco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): si tratta di violazioni gravi nei confronti delle quali bisogna essere severi e rigorosi proprio al fine di tutelare i deboli e le imprese, che nel decreto abbiamo ampiamente aiutato attraverso una serie di misure a favore dell'economia sana. Si prosegue, infatti, la strada delle semplificazioni fiscali attraverso la compensazione dei crediti e dei debiti verso la PA e la si estende al 2019 e al 2020. Non deve più esistere che un'impresa possa andare in crisi di liquidità perché adempie correttamente al pagamento delle imposte ma non riceve con la stessa rapidità i soldi che gli spettano dalla pubblica amministrazione.

Trasmissione trimestrale, non più un mensile dell'esterometro: ciò significa sgravare concretamente le nostre imprese da adempimenti pressanti che rubano tempo, risorse ed energie produttive.

Eliminazione delle sanzioni per i commercianti sprovvisti di POS: anche questa è una misura che va incontro alla nostra economia al dettaglio.

Mai più interessi di mora sulle cartelle esattoriali da strozzini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): tra le norme più di impatto per i cittadini e le imprese c'è senz'altro la nuova disciplina sugli interessi di mora e sulle altre tipologie di interessi applicate ai tributi non pagati entro i termini di legge. Abbiamo fissato una forbice minima e massima per questi interessi che potranno andare da un minimo di 0,1 ad un massimo del 3 per cento: mai più ad uno Stato strozzino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma non ci siamo fermati qui. Abbiamo deciso di uniformare i tassi di interesse sui debiti con quelli sui rimborsi. Fino ad oggi, cioè, se lo Stato ritardava nel rimborsare al cittadino una somma dovuta pagava interessi decisamente più bassi di quelli che erano dovuti dal cittadino debitore verso la pubblica amministrazione. Grazie al decreto fiscale da quest'anno non sarà più così: Stato e privato sono uguali davanti alla legge anche in tema di tributi e tassi d'interesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Via libera al rilancio dei piani individuali di risparmio, eliminando alcuni paletti previsti dall'attuale normativa. Anche in questo caso si favoriscono le piccole imprese prevedendo che almeno una quota del 5 per cento del 30 per cento destinato agli investimenti in economia reale dovrà essere obbligatoriamente indirizzata verso le piccole e medie imprese. Si prevede, inoltre, che non si applica il vincolo dell'unicità degli investimenti, per cui le casse previdenziali e i fondi pensione potranno investire in più piani di risparmio nel limite del 10 per cento del loro patrimonio.

Gli interventi sull'edilizia scolastica costituiscono ben due provvedimenti: 8 per mille all'edilizia scolastica e Fondo speciale per gli interventi in sicurezza delle nostre scuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questi sono interventi su cui mi sono spesa moltissimo perché, da genitore, è angosciante l'idea di lasciare i propri figli in edifici poco sicuri.

Ristrutturazione degli ex-ospedali psichiatrici: un fondo da 20 milioni di euro per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli ex-ospedali psichiatrici che in molti casi sono siti bellissimi con un'importanza storica e culturale rilevante ma spesso si trovano in condizioni fatiscenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

RC auto più equa: una misura di grande peso per le tasche dei cittadini. Abbiamo introdotto la possibilità, dal prossimo rinnovo della polizza assicurativa o al momento della stipula di un nuovo contratto, di utilizzare la classe di merito del veicolo più favorevole per tutti i veicoli posseduti all'interno del nucleo familiare. È un modo per far risparmiare alle famiglie somme notevoli. Stando ad una simulazione, le famiglie potrebbero risparmiare fino a 1.000 euro l'anno sull'assicurazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si stima un risparmio tra il 30 e il 40 per cento sulle polizze RC auto. Vorremmo che diceste anche questo. Importante novità rispetto alla norma precedente: non sarà applicabile solo alle nuove polizze ma anche a quelle in fase di rinnovo. Abbiamo visto una simulazione realizzata su alcune città: a Milano, per esempio, il risparmio stimato per famiglia sarà di circa 690 euro, vale a dire il 48 per cento in meno rispetto a quanto si pagherebbe oggi; per Firenze il risparmio arriva al 53 per cento vale a dire oltre 1.000 euro in meno; per Bologna il costo complessivo calerebbe del 48 per cento con un risparmio di circa 810 euro.

Dunque non solo si riducono i premi assicurativi al sud Italia, avvicinando così i cittadini onesti del sud con i cittadini onesti del nord Italia e avendo così una RC auto sempre più equa ma, grazie alla ricerca che ho appena esposto, pare chiarissimo che il risparmio si avrà anche per i cittadini del centro e del nord Italia: alla faccia dei leghisti che si sono opposti a questa norma sacrosanta attesa da anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse gli amici di Salvini sono passati da “prima gli italiani” a “prima le lobby” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Aliquota agevolata sui prodotti per igiene femminile compostabile.

Straordinari dei vigili del fuoco e polizia: 180 milioni alle forze dell'ordine per pagare gli straordinari sacrosanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forze dell'ordine e vigili del fuoco garantiscono la sicurezza dei cittadini e devono essere adeguatamente compensati. Mi fa piacere che la misura sia stata votata all'unanimità.

Integrazione e banche dati per contrastare l'omesso pagamento del bollo auto.

Estensione del ravvedimento operoso ai tributi locali: questo sì per i contribuenti in difficoltà. IVA al 4 per cento per auto ecologiche per persone con disabilità. Bonus TARI per cittadini in difficoltà. Queste sono solo alcune delle misure contenute nel decreto-legge: potrei continuare e smentire le chiacchiere di chi si ostina a dire che noi siamo contro le imprese e le famiglie oneste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi spiego io ciò che non tolleriamo e lo spiego una volta per tutte. Ciò che non tolleriamo sono coloro che vivono da parassiti sulle spalle di chi vuole stare sul mercato e sviluppare una propria idea in modo semplice e trasparente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e siamo con coloro che contribuiscono con noi a costruire uno Stato migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2220-A/R: "Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61) (Appalusi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Sospendo brevemente la seduta che riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,20 è ripresa alle 18,30.

Discussione del disegno di legge: S. 1547 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (Approvato dal Senato) (A.C. 2267)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2267: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2267)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Micillo.

SALVATORE MICILLO, Relatore. Grazie, Presidente. Onorevole Presidente, colleghi, il provvedimento che la Commissione ambiente porta all'attenzione dell'Aula nasce dall'esigenza, ormai ineludibile, di dare una svolta decisiva agli interventi di miglioramento della qualità dell'aria, iniziando a concentrare gli sforzi in quelle aree del Paese in cui si sono registrati valori di inquinamento decisamente elevati negli scorsi anni. Alcune aree del Paese, densamente popolate, registrano sistematicamente valori ben superiori ai limiti indicati dall'Unione europea, sia per il PM10, il particolato, le polveri sottili, sia per il biossido di azoto. Le cause antropiche sono note: il traffico, il riscaldamento domestico, le emissioni industriali, e purtroppo sono noti anche gli effetti letali. Per questo l'Unione europea ha aperto nei confronti dell'Italia due procedure di infrazione, la n. 2147 del 2014 e la n. 2043 del 2015, per mancata ottemperanza del nostro Paese agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50 della Comunità europea, relativa appunto alla qualità dell'ambiente e per un'aria più pulita in Europa. Numerose misure del presente decreto sono infatti dirette a quelle aree del Paese in cui sono registrati valori superiori alle soglie stabilite a livello europeo.

Il provvedimento non ha certo l'ambizione di portare a soluzione il problema, ma certamente avvia un percorso virtuoso e decisivo in tal senso. Si può evidenziare come questo atto testimoni la volontà del Governo di avviare il Green New Deal, a partire dalle misure volte a ridurre l'inquinamento atmosferico. Il decreto in esame si pone l'obiettivo di tutelare la salute dei cittadini italiani e dell'ambiente, agendo sia a livello locale sia con misure di contrasto al riscaldamento globale.

Mi preme sottolineare in particolare due aspetti del provvedimento in esame, che ritengo di assoluto valore: il primo di carattere metodologico e il secondo di merito. Sul piano metodologico il provvedimento in esame ha un testo molto più ricco e articolato di quello adottato dal Consiglio dei ministri, in virtù dei numerosi contenuti inseriti durante l'esame da parte del Senato. Anche se la Commissione ambiente non ha voluto modificarne i contenuti - valutando i tempi ristretti per la conversione - si afferma con forza il principio secondo cui tematiche siffatte richiedono un contributo, con una dotazione di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. Ma il circuito istituzionale che si mette in moto con questo decreto è molto più ampio, coinvolgendo regioni, autonomie locali, enti di tutela dell'ambiente e del paesaggio, e finanche le istituzioni scolastiche.

Sul piano del contenuto, l'approccio adottato al tema ambientale non si è limitato alle azioni positive per ridurre l'inquinamento atmosferico, ma si è orientato in un'ottica di multilivello. Per fare esempi concreti, le misure per il ridimensionamento del traffico automobilistico si accompagnano a interventi per la riforestazione delle aree urbane. Ancora, il contrasto al dissesto idrogeologico si affianca alle politiche di promozione di buone pratiche ambientali, volte alla riduzione degli imballaggi – si pensi agli incentivi per i cosiddetti green corner – e alle misure come il programma “mangia plastica” per il corretto conferimento dei rifiuti in plastica.

Sempre in premessa, evidenzio come l'istruttoria della Commissione sia stata comunque approfondita. Il confronto politico, che si è svolto in modo molto costruttivo, ha evidenziato la condivisione di fornire un segnale concreto, senza precostituite logiche di schieramento.

Andando agli articoli, l'articolo 1 disciplina l'approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio da adottare entro 90 giorni, del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria.

L'articolo 1-bis modifica la denominazione del CIPE in Comitato interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile, a decorrere dal 1° gennaio 2021.

Andando all'articolo 2, esso istituisce un fondo denominato “Programma sperimentale buono mobilità”, con finalità di riduzione delle emissioni climalteranti. Il Fondo ha una dotazione finanziaria complessiva di circa 250 milioni di euro dal 2019 al 2024: 5 milioni per il 2019, 70 per il 2020, 70 per il 2021, 55 per il 2022, 45 milioni per il 2023 e 10 milioni per l'anno 2024. Le risorse per il nuovo Fondo sono una parte di quelle attribuite, per gli anni dal 2019 al 2024, al Ministero dell'Ambiente, quale quota dei proventi delle aste delle quote di emissioni di gas serra. In particolare, ai sensi del comma 1, i residenti nei comuni italiani interessati alle procedure di infrazione comunitaria potranno godere, fino ad esaurimento delle risorse, di un buono mobilità pari a 1.500 euro per le autovetture fino alla classe Euro 3 e a 500 euro per i motocicli fino alla classa Euro 2 ed Euro 3 a due tempi, rottamati entro il 31 dicembre 2021.

Si demanda a un apposito decreto del Ministro dell'Ambiente, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dello Sviluppo economico, sentita la Conferenza unificata, la definizione delle condizioni e delle modalità per l'ottenimento dell'erogazione del bonus mobilità.

Per quanto riguarda, invece, l'articolo 3, esso autorizza la spesa di circa 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, per il finanziamento di progetti sperimentali per la realizzazione e l'implementazione del servizio di trasporto scolastico con mezzi di trasporto ibridi o elettrici. I progetti in questione possono essere presentati dai comuni con più di 50 mila abitanti interessati dalle procedure d'infrazione comunitaria sulla qualità dell'aria, e sono selezionati dal Ministero dell'Ambiente in base all'entità del numero di studenti coinvolti e alla stima di riduzione dell'inquinamento atmosferico.

L'articolo 4 prevede il finanziamento di un programma sperimentale per la riforestazione delle città metropolitane, per un importo di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021. Anche tale onere è coperto a valere su quota parte dei proventi delle aste delle quote di emissioni di CO2 destinata al Ministero dell'Ambiente.

L'articolo 4-bis, introdotto dal Senato, istituisce, al comma 1, un Fondo volto ad incentivare interventi di messa in sicurezza, manutenzione del suolo e rimboschimento attuati dalle imprese agricole e forestali, con una dotazione pari a 1 milione di euro per il 2020 e a 2 milioni di euro per il 2021. Il fine è quello di favorire la tutela ambientale e paesaggistica per contrastare il dissesto idrogeologico nelle aree interne e marginali del Paese. Il comma 2 demanda la definizione delle condizioni, dei criteri e delle modalità di ripartizione delle risorse del Fondo a un decreto ministeriale.

L'articolo 5 disciplina la nomina e l'attività dei commissari unici per la realizzazione degli interventi in materia di discariche abusive e di acque reflue, attuativi di determinate procedure d'infrazione europea. Il comma 1 consente al Commissario unico per le discariche abusive la possibilità di avvalersi, sulla base di apposite convenzioni, nei limiti delle normative europee vigenti, dei seguenti enti: società in house delle amministrazioni centrali dello Stato; sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente; amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici. Il comma 1 prevede, inoltre, la possibilità di riconoscere al personale di cui si avvale il commissario, inclusi i membri della struttura di supporto di cui al successivo comma 3, la corresponsione di compensi per prestazioni di lavoro straordinario, nei limiti delle risorse disponibili e per un massimo di 70 ore mensili pro capite.

Il comma 2 prevede che il Commissario unico sia scelto nei ruoli dirigenziali della pubblica amministrazione, resti in carica per un triennio e sia collocato in posizione di comando, in aspettativa o fuori ruolo, secondo i rispettivi ordinamenti. Al commissario è corrisposto un compenso accessorio in ragione dei risultati conseguiti.

Il comma 3 assegna al commissario unico una struttura di supporto, composta da un massimo di dodici membri appartenenti alle amministrazioni pubbliche. Il comma 4 prevede che il Commissario di cui al comma 1 operi, sulla base di una specifica convenzione, in una sede presso il Ministero dell'Ambiente. Il comma 5 stabilisce che le risorse finanziarie necessarie per le esigenze operative e per il funzionamento della struttura, compresi gli oneri dovuti alla stipula delle convenzioni previste, siano poste a valere di una quota non superiore allo 0,5 per cento annuo delle risorse assegnate per la realizzazione degli interventi.

L'articolo 5-bis posticipa di tre anni il termine, che diversamente scadrebbe il 31 dicembre 2019, per lo svolgimento della attività dell'unità tecnico-amministrativa operante presso la Presidenza del Consiglio dei ministri al fine di consentire il completamento delle attività amministrative, contabili e legali conseguenti alle progressive gestioni commissariali e di amministrazione straordinaria nella gestione dei rifiuti della regione Campania.

L'articolo 5-ter prevede il programma sperimentale “Caschi verdi per l'ambiente”, finalizzato a promuovere iniziative di carattere internazionale di tutela e salvaguardia ambientale, per i quali è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro dal 2020 al 2022.

L'articolo 6 reca disposizioni in materia di pubblicità dei dati ambientali. Il comma l stabilisce che debbano essere pubblicati anche i dati ambientali risultanti da rilevazioni effettuate dai soggetti di cui all'articolo 2-bis del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, e dai concessionari di servizi pubblici nonché dai fornitori che svolgono servizi di pubblica utilità. La norma richiama l'attuazione delle previsioni della Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni ambientali, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, specificando che resta fermo il diritto di accesso diffuso dei cittadini singoli nonché delle associazioni di protezione ambientale riconosciute dal Ministero dell'Ambiente.

L'articolo 7 riconosce, in via sperimentale, un contributo a fondo perduto a favore di esercenti commerciali di vicinato o di media e grande struttura per incentivare la vendita di detergenti o prodotti alimentari, sfusi o alla spina.

Il contributo economico è pari alla spesa sostenuta per attrezzare gli spazi dedicati a tale tipo di vendita al consumatore finale oppure per l'apertura di nuovi negozi che prevedano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi. Esso è attribuito, nell'ordine di presentazione delle domande, a copertura della spesa sostenuta e comunque nella misura massima di 5 mila euro. Il contenitore offerto dall'esercente non dovrà essere un contenitore monouso ma può essere di proprietà del cliente purché, in entrambi i casi, siano idonei dal punto di vista igienico.

L'articolo 8 prevede il differimento, dal 15 ottobre 2019 al 15 gennaio 2020, della sospensione del termine per il pagamento dei tributi non versati e altri adempimenti contributivi, previdenziali e assicurativi disposta in seguito agli eventi sismici a far data dal 24 agosto 2016. Si specifica la facoltà del pagamento in massimo 120 rate mensili di pari importo da versare a partire dal 15 gennaio 2020. La disposizione, che si applica alle popolazioni dei comuni colpiti dal sisma in Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, è adesso integrata dall'articolo 8, comma 2, del decreto-legge “eventi sismici”, al fine di ridurre i pagamenti sospesi al versamento del 40 per cento dell'importo complessivo, la cosiddetta “busta paga pesante”.

L'articolo 8-bis reca la clausola di salvaguardia, secondo cui le disposizioni in esame si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e le relative disposizioni di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Prendo atto che si riserva di farlo successivamente.

È iscritto a parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, colleghi deputati, sottosegretario Morassut, certo è che, di fronte all'emergenza ambientale e all'emergenza climatica, si sarebbe potuto fare un lavoro migliore, magari anche cercando di incrociare le comuni sensibilità e recependo delle indicazioni che sono comunque state fatte pervenire diligentemente e che sono contenute anche nella mozione presentata da Fratelli d'Italia e da altre forze politiche.

Per affrontare un'emergenza, solitamente, quando si ha il desiderio di concretizzare, non ci si trincera dietro le proprie labili certezze, si accetta il confronto e lo si fa anche in ragione degli strumenti che in maniera conclusiva vengono comunque portati sul tavolo di lavoro, il tavolo delle Commissioni.

Quindi, cominciamo col dire che esiste l'emergenza climatica, perché c'è anche qualcuno che la nega. Noi non siamo iscritti al partito dei negazionisti dell'emergenza climatica, questa spero che possa essere valutata come una buona notizia.

Siamo perfettamente consapevoli del fatto che l'emergenza climatica avviene e ci piomba sulle spalle in ragione di molteplici elementi, alcuni dei quali non dipendenti dalle responsabilità umane; e siamo comunque consapevoli del fatto che quella quota parte di responsabilità umana nelle alterazioni climatiche va dall'uomo affrontata, quindi siamo d'accordo sul fatto che l'umanità debba mettersi all'opera, in modo particolare per ridurre il più possibile le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera.

Ci piacerebbe che gli esiti dei consessi internazionali potessero essere più incisivi. Sappiamo penso tutti che i maggiori inquinatori del pianeta sono gli Stati Uniti d'America e la Cina. E la capacità di indurre questi due soggetti - che sommati insieme cubano oltre il 60 per cento di emissione di anidride carbonica in atmosfera -, questa capacità di coinvolgimento e di responsabilizzazione da parte della comunità internazionale non è fin qui stata foriera di risultati soddisfacenti.

Questo significa anche rischiare che la parte del pianeta più sensibile all'ambiente rischi una crisi di produzione, si incarti letteralmente: io, che sono più sensibile all'ambiente, mi pongo il problema di intervenire in quota parte sui mutamenti climatici, sull'effetto serra, sulle emissioni di CO2, aumento a dismisura i paletti, i vincoli, fino al punto da dover ricorrere alla produzione extra continente fatta nei Paesi che hanno dei vincoli più bassi, costi di produzione più bassi, e quindi, oltre a non risolvere interamente il problema delle alterazioni climatiche, mi porto dentro casa anche il problema della crisi industriale e occupazionale. Perché la gran parte delle aziende che se lo possono permettere prendono armi e bagagli e vanno a produrre dove non ci sono i vincoli di cui magari stiamo parlando anche oggi. È qui la grande ipocrisia del Vecchio continente.

Non ci interessa che appunto alcuni noti prodotti industriali, creando appunto crisi occupazionale in terra nostra, vengano trasferiti, per esempio - appunto abbiamo citato la Cina - nel continente asiatico. Non ci interessa perché occhio non vede, cuore non duole: si mette sotto al tappeto l'inquinamento che produrrà e che continua a produrre in quantità insostenibile, per esempio la Cina, ma anche l'India, e qui, invece, noi ci troviamo a discutere bellamente, per fare bella figura e far scrivere dai giornali, per far registrare dal circuito mediatico la grande sensibilità che i Governi pro tempore e le loro maggioranze hanno rispetto a queste sventure.

Ma al di là del contesto geopolitico, che pure ha un'incidenza che è impossibile negare, non possiamo fare a meno anche di valutare alcuni problemi. Oggi è giusto? Ci metto anche un punto di domanda; così come abbiamo praticamente subìto in certe fasi storiche l'inflazione della produzione alternativa di energia - erano gli anni del nucleare da fissione - facendo rimanere sul collo del pianeta le barre di uranio. La Francia produce oltre il 90 per cento di energia attraverso il nucleare da fissione, e nessuno ancora si è posto il problema di che fine faranno queste barre di uranio, di quanto costerà stoccarle, decontaminarle, visto che i numeri non ci sono.

Non ci sono neanche sul bilancio dello Stato francese, il quale omette di dirci a quanto ammonta il debito atomico, perché non troviamo, tra le carte della sua legge di bilancio, la voce decontaminazione delle centrali nucleari di prima e seconda generazione. Anche la Germania ha qualcosa, persino l'Italia non ha ancora finito di decontaminare le proprie ex centrali nucleari.

Noi siamo d'accordo che si debba andare verso l'elettrico, ma non vorremmo che questa spinta verso le energie rinnovabili producesse altre forme di inquinamento, che il Governo e, soprattutto, chi, all'interno dell'Esecutivo, si occupa di politiche ambientali dovrebbe approfondire, dovrebbe venire qui e anche dare delle risposte. Dove le metteremo mai le milioni di batterie che verranno industrialmente prodotte per cercare di far girare le autovetture senza immissione di anidride carbonica nell'aria? Come verranno stoccate, come vorranno decontaminate, che fine faranno? E il fotovoltaico, i pannelli di silicio, le pale dell'energia eolica? Più che le pale, forse sarebbe più esatto cercare di capire chi mai andrà a smontare le fondazioni in cemento armato che, ormai, costeggiano tutti i principali crinali appenninici, non è un belvedere.

Quindi, io penso che occorra, come al solito, cercare di uscire fuori dagli approcci dogmatici, ideologici ed essere concreti, pragmatici. Tutti vogliamo combattere le alterazioni climatiche, tutti dobbiamo porci queste domande, per evitare poi di scaricare, sport particolarmente in voga nei Governi delle repubbliche contemporanee, questo peso sulle generazioni che verranno, che si troveranno, magari, qualcosa in meno di inquinamento atmosferico di CO2 sopra i nostri cieli, qualcosa in più di CO2 sopra i cieli del pianeta. L'anidride carbonica non conosce barriere, non c'è muro che possa garantire l'aria pulita sopra l'Italia o sopra l'Europa e sporca soltanto in Cina e sopra i cieli degli Stati Uniti d'America, non è così.

Quindi, queste valutazioni vanno fatte, perché altrimenti noi potremo lasciare alle generazioni che verranno, da un lato, comunque un effetto molto relativo sulle alterazioni climatiche e, dall'altro, il peso delle decontaminazioni degli stoccaggi e dello smaltimento di quelli che saranno rifiuti speciali. E non lo dico da negazionista, lo dico da coscienza critica di un'ambientalista vero che, però, vuole fare le cose sul serio. Se l'effetto serra produce lo scioglimento dei ghiacciai, qualcuno, anche quando compone le manovre finanziarie, dovrebbe fare buon viso a cattivo gioco, accettare il fatto che la morfologia della nostra Penisola è tale da rappresentare, nel continente europeo, nella metafora, un po' quello che sono le Maldive, rispetto all'Oceano Indiano e, comunque, nell'economia generale dell'intero mondo: noi siamo soggetti a rischio; non domani, non varrà forse per i nostri figli e per i nostri nipoti, ma se l'Italia non mette la testa sugli effetti devastanti che le alterazioni climatiche possono avere sulle proprie coste, sugli arenili, sulle aree più depresse, sulle pianure, sulle grandi pianure, noi avremo dei problemi, dei problemi seri e portare in pancia questa sensibilità significa modificare integralmente il proprio approccio con le modalità di governo e di gestione delle risorse pubbliche. Noi dovremmo avere una cabina di regia tale da mobilitare il mondo della ricerca e della scienza, per trovare forme di protezione delle nostre coste e sappiamo, contestualmente, che questa morfologia, già citata, produce una fragilità endemica, con effetti di dissesto idrogeologico e di frane. Anche questi sono elementi che andrebbero attenzionati; fino adesso il Presidente del Consiglio dell'epoca, Matteo Renzi, l'unica cosa che è riuscito a fare, siccome doveva dare un segnale mediatico di semplificazione di alcuni comparti dello Stato e della pubblica amministrazione nel campo delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, è stata quella di prendere e abolire il Corpo forestale dello Stato. Una cosa… Non mi pare che fosse all'epoca molto chiaro il fatto che questa nostra criticità dovesse semmai essere foriera di maggiore attenzione e maggiore concentrazione, che ci si dovesse riversare sopra un maggior numero non solo di risorse economiche, ma anche di energie intellettuali, che si dovessero mettere all'opera le nostre facoltà universitarie e rilanciare gli istituti geologici, molti dei quali cascano a pezzi. La conseguenza dovrebbe essere questa per le persone che hanno un minimo di capacità pragmatica.

Quando si parla di trasporto elettrico, perché non si tiene in considerazione il fatto che gli agenti che inquinano nel settore della mobilità hanno una percentuale di incidenza, rispetto al riscaldamento domestico, quasi irrilevante? Fa più rumore dedicarsi a questo, produce più risorse per alcuni settori, alcuni comparti, alcune lobby? Non so dire la ragione per la quale non ci sia attenzione sulla riconversione degli impianti di riscaldamento, molti dei quali sono ancora a carbone – ancora a carbone – e, invece, ci si accanisce sull'automobilista, con l'Euro 1, l'Euro 2, l'Euro 3, l'Euro 4, l'Euro 5, che deve sempre rinnovare il proprio parco macchine, non potendoselo magari permettere, semplicemente, perché uno più uno fa due e non si può andare in giro a raccontare a ogni latitudine geografica che stiamo vivendo una fase economica difficile, che il nostro prodotto interno lordo è inchiodato allo 0 o allo 0,1 per cento, quindi, non si produce ricchezza, se non c'è questa ricchezza, questa ricchezza non si può ridistribuire e, quindi, non ce l'avrà neanche il proprietario di un'automobile che, non avendo questa ricchezza, non può andare a rinnovare la sua macchina. Però, voi lo costringete a farlo, mentre, bellamente, in tutta Italia, dai comignoli, escono i fumi – quelli molto più impattanti, molto più invasivi, molto più inquinanti – che certamente incidono maggiormente rispetto alla produzione di gas e di smog, rispetto appunto alle autovetture private.

Perché scegliete sempre la via più breve, più facile, più veicolabile dal punto di vista mediatico e non mettete mai la testa nei processi e non date mai risposte di sistema? Perché, parlando appunto del dissesto idrogeologico e sapendo che nel 2016 l'Italia, anche per le sue questioni, per la sua fragilità sismica, ha perimetrato le zone rosse per il rischio sismico, appunto, ci sono dentro migliaia di comuni dentro queste zone, che sono a rischio sismico, perché in corrispondenza della catena appenninica c'è lo scontro tra la falda africana e la falda euroasiatica, purtroppo questo scontro accade proprio qui, a casa nostra, è un destino ineludibile che ci dovrebbe mettere nelle condizioni, parlando di dissesto idrogeologico, anche di dare chiare indicazioni, non soltanto a valle, quando un terremoto si è consumato e una tragedia ha fatto soffrire migliaia di persone, ma a monte.

E, visto che siamo in Europa, visto che parliamo anche di meccanismi salva-Stati, forse qualcuno dovrebbe andare in Europa, a maggior ragione perché c'è appesa per aria la riforma del MES, a dire che vanno modificati i trattati, non il MES, i trattati, che bisogna considerare non soltanto il debito pubblico, che fa comodo a qualcuno sopravvalutare, ma anche il debito privato, visto che dobbiamo soccorrere le banche tedesche.

E, su richiesta dell'Italia, che comunque ne subisce gli effetti negativi, si dovrebbe chiedere l'inserimento anche del debito privato, perché, se vale per le banche tedesche, vuol dire che è un parametro da affiancare al debito pubblico.

Nella riforma dei trattati europei noi dovremmo entrare anche con le nostre peculiarità e le nostre caratteristiche: la fragilità idrogeologica, il dissesto, il rischio degli effetti dello scioglimento dei ghiacciai e l'effetto serra, l'aumento delle alluvioni, la modifica sostanziale del clima ma anche del microclima, l'acqua alta a Venezia e la messa in discussione, la messa a rischio, di un patrimonio storico-monumentale eccezionale e noto, appunto, a ogni latitudine geografica del pianeta. Dovremmo dire della particolarità dell'Italia e lo dovremmo fare non come si fa quando si comizia: lo dovremmo fare pretendendo che ci sia il riconoscimento di questa nostra particolarità, perché il fatto di vivere in un tempo in cui l'Italia non è destinata a scomparire non ci libera dalla responsabilità di non farla scomparire neanche tra mille anni. Questo dovrebbe sapere l'Europa da noi e questo dovremmo porre sul tavolo, chiedendo la riforma dei trattati e non soltanto del MES.

Questo significa essere seri anche quando si tratta della nota questione della tassazione. Voi sapete meglio di noi - e concludo - che queste microtasse apparentemente vengono chiamate “microtasse” esattamente con la stessa ipocrisia e inefficacia con cui si chiama “microcriminalità” quella cosa che ti entra dentro casa e i cittadini normali soffrono più quella che qualcuno definisce “microcriminalità” rispetto alla grande criminalità, perché i cittadini comuni hanno a che fare con quella che qualcuno, sbagliando appunto, definisce “microcriminalità”. Allora, io penso sia importante stabilire il principio che, ahimè, voi avete scelto la strada della tassazione, delle cosiddette “microtasse”, delle tasse che colpiscono il cittadino, a fronte di questioni che potrebbero essere risolte senza far tirare fuori un solo centesimo ai cittadini. Ne abbiamo già parlato un'altra volta e io lo ribadisco: la politica del vuoto a rendere elimina in maniera sostanziale - molto più incisiva di una vaga e generica tassa - l'uso e l'abuso della plastica. Invece, voi scegliete la strada della tassazione perché volete fare cassa e, quindi, volete garantire una linea di reddito per il bilancio dello Stato che prescinde dalla sensibilità ambientale e dal contrasto alle alterazioni climatiche. Se c'è e ci fosse questa sensibilità si dovrebbe manifestare in maniera diversa. Questo è il nostro parere, questa è la nostra opinione.

Noi di qui alle prossime ore stabiliremo la linea di demarcazione. Probabilmente il nostro sarà un voto negativo, confermato in quanto tale o, al massimo, sarà un voto di astensione, solo per dire che sulle emergenze ambientali e climatiche la destra c'è ma non accetta comportamenti ipocriti e il ricorso a un sistema di tassazione che, in assenza di una linea strategica di obiettivi chiari e di tendenze accessibili, rischia di essere solo l'ennesimo orpello per togliere qualche quattrino a un popolo esangue.

Questo è quello che avevo da dirvi, sottosegretario Morassut. Difficilmente riusciremo a modificare quello che non abbiamo potuto - grazie alla vostra insensibilità - cambiare in Commissione, ma riteniamo che questa sia l'unica cosa seria da fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Due giorni fa è uscito un rapporto dell'istituto Germanwatch che ha stabilito un indice di rischio per i Paesi a livello internazionale.

È uno studio compiuto su 200 Paesi, uno studio presentato all'apertura della COP25 in corso a Madrid. Ecco, questo studio è molto interessante perché innanzitutto riguarda naturalmente anche il nostro Paese e dice che l'Italia è sesta al mondo dal 1999 per quanto riguarda il numero delle vittime legate ai mutamenti climatici e nel 2018 il nostro Paese è stato ottavo per le perdite economiche pro-capite legate, appunto, ai fenomeni del mutamento climatico. Nel 2018 si sono contati nel mondo 850 disastri naturali e in Italia tra il 1998 e il 2018 secondo i dati ISPRA abbiamo speso in progettazione e realizzazione di opere di prevenzione solo 5,6 miliardi di euro, mentre ne abbiamo spesi circa venti per riparare i danni del dissesto idrogeologico legato, appunto, a eventi meteorologici estremi.

Allora, cosa ci raccontano questi dati? Che innanzitutto l'Italia, il nostro Paese, è un vero e proprio hotspot dei mutamenti climatici nel Mediterraneo e qui dico che, di fronte a questi dati e a questa affermazione, ci dovrebbero essere due meccanismi: uno è un meccanismo assolutamente di presa di coscienza a livello nazionale e soprattutto da parte della politica quando si parla di Green New Deal - ormai tutti ne parlano e, peraltro, forse sarebbe il caso di parlare ormai di green deal perché di new c'è veramente troppo poco, nel senso che ormai queste cose si chiedono da anni e sappiamo da anni ormai quali dovrebbero essere le risposte necessarie - e, quindi, una presa di coscienza dell'urgenza di intervenire su questi temi; dall'altra, il fatto che, essendo noi un Paese orgogliosamente europeo, dovremmo stare in Europa chiedendo che l'Europa riconosca questa nostra fragilità precipua. Lo dico perché, ad esempio, escludere gli investimenti necessari per realizzare il green deal evitando che si possano togliere dal Patto di stabilità credo che sia un grande limite per un Paese come il nostro, che ha una situazione economica che ben conosciamo e che, invece, ha urgentemente bisogno di credere e investire su questi temi.

E, allora, il decreto che stiamo convertendo in legge ha un'ambizione innanzitutto, che è quella di iniziare a parlare di clima. Guardate, non è solo un tema nominalistico: è la prima volta che nel nostro Paese accade che venga varato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri un decreto che ha il tema del clima al centro e poi naturalmente nella conversione in legge naturalmente la centralità della qualità dell'aria e questo è un dato culturale e politico molto importante. È un segnale fondamentale, è un passo importante. Certo, lo dico molto sinceramente (e l'ho detto anche in Commissione): io avrei voluto più tempo e un metodo diverso, ma non perché credo che bisogna sempre giocare al più uno e, quindi, chiedere sempre di più - sì, un po' anche questo, naturalmente - ma perché penso che il tema dei mutamenti climatici e soprattutto la responsabilità che noi dobbiamo avere nell'affrontare questo tema debba essere trasversalmente condivisa. Lo dico perché questo Paese ha bisogno di un grande patto da parte della politica, un grande patto in cui trasversalmente ognuno di noi, naturalmente a partire dalla propria cultura e dai propri convincimenti, dica al Paese che, chiunque di noi nei prossimi vent'anni governerà l'Italia avrà al centro della propria azione questo tipo di consapevolezza e, quindi, di fronte al Paese anche assumersi una responsabilità delle scelte che vengono fatte.

Penso che in questo provvedimento potessero essere messe molte altre cose. Io lo dico perché da un po' di settimane si discute sulla famosa plastic tax, su cui io assolutamente sono d'accordo (anche se poi penso che avrebbe dovuto essere modulata in maniera diversa), e penso che la politica ambientale abbia bisogno di coraggio e di coerenza e, quindi, non si può annunciare e sottoscrivere un Green New Deal e poi fare polemiche e mettere in discussione ogni singolo provvedimento. Dunque, c'è bisogno di coraggio ma anche di una completezza delle norme che vengono messe in campo.

E, ad esempio, sarebbe stato il caso e sarebbe il caso forse nella legge di bilancio di cancellare la grave limitazione che impone nel nostro Paese il fatto che le bottiglie di plastica e le vaschette per gli alimenti debbano contenere obbligatoriamente almeno il 50 per cento di plastica vergine, e questo per una norma sanitaria relativa a un decreto ministeriale del 1973 che non tiene conto assolutamente dell'evoluzione anche tecnologica che è stata fatta, del know-how presente nel nostro Paese e soprattutto che i nostri imprenditori, le nostre imprese producono contenitori in plastica 100 per cento riciclata da molti anni e li vendono in tutto il mondo tranne che nel loro Paese. Così come si poteva introdurre l'esclusione da qualsiasi tipo di incentivo o contributo statale e regionale a biocarburanti derivanti da olio di palma e olio di soia, che sono una delle cause primarie di deforestazione, perdita di biodiversità e cambiamento climatico; oppure si sarebbe dovuto istituire un fondo rivolto a incentivare gli interventi di messa in sicurezza e manutenzione del suolo e rimboschimento, nonché l'introduzione di un contributo per la tutela del suolo e per la rigenerazione urbana legata alla perdita di valore ecologico, ambientale e paesaggistico che esso determina, finanziando con proventi relativi agli oneri di urbanizzazione.

Lo dico perché ieri è stata la Giornata mondiale del suolo, noi dobbiamo avere davvero l'ambizione di tenere uniti i temi.

Combattere i mutamenti climatici vuol dire combattere il rischio idrogeologico, il consumo del suolo e, soprattutto, naturalmente avviare questa famosa riconversione dell'economia verso una sostenibilità reale. Credo che avremo tempo, lo spero, tempo e modo di affrontare e risolvere anche queste problematiche, ma intanto questo decreto, di cui ho detto il valore simbolico, ha l'indubbio valore di introdurre delle norme assolutamente importanti e attese; ed è per questo che il gruppo di Liberi e Uguali ha lavorato al Senato per migliorarlo e naturalmente annuncio sin da subito il voto favorevole del mio gruppo. Innanzitutto in questo decreto si pone una questione fondamentale, che noi riteniamo un passaggio cruciale: nel decreto viene approvato un Piano strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici, proprio invece in osservanza, contrariamente a quanto si diceva poc'anzi, a un approccio sistemico. Finalmente viene riconosciuto a questo approccio il valore di guida sistemica.

Ci sono norme importanti sul miglioramento della qualità dell'aria. Ricordo che su questa questione, come su altre, il nostro Paese è in procedura di infrazione; quindi risolviamo un po' un problema annoso, che ci costa moltissimo in termini economici, ma, soprattutto, ci costa moltissimo in termini di vite umane. C'è un programma sperimentale per la mobilità sostenibile, finalmente in questo Paese un programma che, grazie all'approvazione di una serie di emendamenti, riguarda non solo le aree urbane, ma anche le aree interne, che sono la parte più fragile nel nostro Paese.

E poi c'è il tema dei commissari unici per quanto riguarda una questione per noi mai affrontata fino in fondo, ovvero la realizzazione degli interventi sulle discariche abusive, sulle acque reflue, su una serie di questioni in cui, anche qui, noi siamo in procedura di infrazione in Europa. Quindi posso serenamente affermare che questo decreto è un primo passo fondamentale, tutti i lunghi cammini sono fatti da un primo passo; peraltro il Ministro Costa ha naturalmente dichiarato egli stesso che non si ferma qui l'azione riformatrice del Governo su questo fronte. Vorrei sottolineare il fatto che l'istituzione di un tavolo permanente interministeriale per gli interventi sull'emergenza climatica finalmente riconosce anche al Ministero dell'ambiente, che è sempre stato un Ministero considerato di serie B, un ruolo centrale di coordinamento.

Quindi non solo un tema culturale, ma proprio un tema politico. Credo fermamente che questa debba essere la missione di questa maggioranza, dare finalmente un segno forte, una svolta per accelerare il passaggio e la transizione, che non credo possiamo più aspettare. Non possiamo rimanere preda delle polemiche e delle mosse comunicative tattiche. Lo dico con chiarezza: penso che il tema dei sussidi ambientalmente dannosi vada aggredito con coraggio; poi, certo, credo che nei sussidi ambientalmente dannosi, che cubano 19 miliardi l'anno, siano contenute diverse cose. C'è tutta una parte di rendite, per esempio, che è la cessione in concessione dei beni comuni, ma penso anche all'estrazione dell'acqua, alle cave, agli idrocarburi. In questo Paese il tema delle concessioni è un tema di ricchezza per i privati che vi accedono e non per i cittadini; e quindi naturalmente aggredire la parte dei sussidi ambientalmente dannosi, a partire dalle rendite, e poi finire progressivamente anche nei consumi.

La transizione poi deve essere affrontata con un approccio di coinvolgimento, e questo forse segna il limite maggiore non di questo Governo, assolutamente, ma della politica tutta. C'è bisogno di un approccio di coinvolgimento delle imprese, dei cittadini, perché questa è una grande sfida comune. In fondo, nell'epoca dell'economia circolare, noi abbiamo bisogno di una società circolare, in cui noi riconosciamo il fatto che i cittadini non sono più semplici consumatori finali, ma sono produttori, sono fornitori di materia prima e sono necessari per scegliere nuovi consumi, e su questo vanno accompagnati, così come le imprese.

Si tratta di conoscerlo a fondo questo Paese, perché nel nostro Paese le energie, le ricerche, il know-how, le soluzioni tecnologiche green portate avanti dalle imprese private sono numerosissime, sono di grande qualità, sono un vero fattore competitivo a livello internazionale per il nostro Paese, e quindi ci sono tutte le potenzialità. Rifiuto totalmente il pensiero per cui la politica ambientale sia depressiva dell'economia; credo, invece, che con un approccio sistemico e coraggioso si possa dimostrare fino in fondo quanto questa sia anche una grande occasione economica, e non solo un'urgenza ed un'emergenza. Non ci possiamo naturalmente permettere, di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, di rallentare, e credo che in questo provvedimento noi iniziamo a dare dei segnali importanti, una rotta fondamentale a una serie di questioni, quel famoso approccio sistemico di cui dicevo all'inizio.

In particolare, l'articolo 1, e voglio qui rapidamente elencare le cose assolutamente positive e attese di questo provvedimento, disciplina l'approvazione del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, che dovrà essere coordinato con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico, cioè tre strumenti vengono messi in asse e in coordinamento. Sembra cosa da poco, ma invece non lo è: chi conosce la questione sa bene quanto sia importante l'architettura della risposta al mutamento climatico. Viene esplicitato l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di conformarsi agli obiettivi fissati in tale programma, perché la sfida è collettiva e a ogni livello dell'amministrazione dello Stato, così come al Senato, grazie all'intervento al Senato, è stato istituito il tavolo, di cui parlavo, permanente interministeriale per l'emergenza climatica. E poi il CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica diventa, anche per lo sviluppo sostenibile.

Non è questione nominalistica, è assolutamente una piccola rivoluzione copernicana, perché finalmente vengono messi insieme programmazione economica, sviluppo sostenibile e misura urgente per il contrasto al mutamento climatico, e il ruolo del Ministero dell'ambiente viene finalmente pensato in funzione sistemica rispetto a tutta l'azione di Governo. C'è poi il fondo denominato Programma “Io sono ambiente”, con una dotazione di 2 milioni di euro per campagne di educazione e di volontariato attivo per le giovani generazioni.

In fondo, le piazze dei Fridays for future ci insegnano che i giovani vogliono essere protagonisti. Allora il sistema scolastico deve poter rispondere in maniera organica a questa volontà di protagonismo e deve dare possibilità di agire e di essere formati in maniera coerente; così come molto positiva è l'introduzione del programma sperimentale “buono mobilità, con la finalità di riduzione delle emissioni climalteranti. Ci sono anche delle norme, con relativi finanziamenti, per la creazione e il prolungamento, l'ammodernamento e la messa a norma di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale, con una somma pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.

Così come, sul fronte del patrimonio boschivo, si giunge a una definizione di bosco vetusto e, contemporaneamente, si mettono in campo dei programmi contro l'impermeabilizzazione del suolo. Sono tutte misure assolutamente necessarie, se vogliamo pensare alla messa in sicurezza del nostro territorio e anche al riconoscimento di una nostra grande caratteristica, che è la biodiversità che è presente nel nostro Paese e troppo poco è stata valorizzata, anche in termini di capitale disponibile per il Paese. L'approvazione e la creazione di una zona economica ambientale, di agevolazioni di varia natura per le attività economiche virtuose sul PAN ambientale presenti nelle zone interessate dalle aree protette va proprio in questa direzione.

C'è poi il programma “Italia verde”, con il conferimento del titolo “capitale verde d'Italia”; il programma sperimentale “mangia-plastica”, che ancora non è vuoto a rendere, però è l'idea che tu riporti indietro la plastica e, quindi, sei responsabile del rifiuto finale causato dal tuo comportamento di consumo; c'è la nomina alle attività dei commissari unici per le discariche e le acque reflue di cui ho detto. Quindi, una serie di misure assolutamente fondamentali, importanti che il nostro Paese aspettava.

Credo che il cappello necessario a tutta questa serie di misure che noi introduciamo sia anche riconosciuto nella mozione sull'emergenza climatica che abbiamo discusso in quest'Aula nei giorni scorsi e che spero che, prima o poi, arriverà all'approvazione di questa Assemblea, che, innanzitutto, dichiara lo stato di emergenza ambientale e climatica, chiede al Governo di realizzare interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico; di introdurre lo sviluppo sostenibile nella Costituzione; di accompagnare le imprese e i cittadini verso un modello di economia circolare e per la transizione ecologica dell'economia; di pervenire alla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi e, poi, soprattutto di realizzare un grande programma di investimenti pubblici. Ecco, queste richieste sono, in parte, già contenute in questo primo provvedimento e, quindi, sono assolutamente una buona notizia, vuol dire che il Governo vuole farle, può farle, e su questo punteremo. Per questo motivo, Liberi e Uguali voterà convintamente a favore di questo provvedimento, sperando che questo sia il primo di molti altri incentrati, soprattutto, su coerenza e coraggio (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gobbato. Ne ha facoltà.

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi siamo in quest'Aula a parlare di cambiamenti climatici, un argomento che è sicuramente caro a tutti, perché è innegabile che esista effettivamente un'emergenza climatica che richiama, chiaramente, la necessità dell'intervento dell'uomo, della tecnologia e anche della ricerca scientifica. Quindi, è utile, anzi è indispensabile una particolare attenzione del Governo sul tema clima, peraltro più volte chiesta dal Parlamento con atti di sindacato ispettivo. Quindi, è giusto che anche il nostro Paese affronti questa tematica in maniera seria. Però, purtroppo, noi siamo molto dispiaciuti, perché questo testo di questo decreto-legge, nonostante gli ambiziosi obiettivi presenti nella relazione illustrativa, manca di una strategia di medio-lungo periodo: mancano del tutto delle misure incisive e quelle poche sono demandate a specifici provvedimenti ministeriali che, ad oggi, non ci è dato sapere se ci saranno, quando ci saranno e come saranno.

Quindi, secondo il nostro gruppo, la sostenibilità, per dirsi completamente compiuta, non può focalizzarsi solo sugli aspetti ambientali, ma deve valutare con attenzione le esternalità sociali, occupazionali ed economiche che certe misure possono generare. Una valutazione che deve tenere conto anche della necessità del confronto con gli operatori del settore, che conoscono compiutamente le singole realtà, per evitare alterazione della concorrenza, con gravi danni economici e sociali per il nostro tessuto produttivo nazionale. Il decreto non contiene, pertanto, delle misure strutturali a lungo termine, ma nemmeno delle misure concrete per fronteggiare la prospettata emergenza, in quanto fa riferimento a una direttiva di undici anni fa relativa alla qualità dell'aria ambiente per un'aria più pulita in Europa e non contiene delle soluzioni credibili di pronto intervento per salvaguardare la qualità dell'aria in Italia.

Nello specifico, poi, l'articolo 1 introduce, pertanto, una norma vuota, che rimanda, come dicevo prima, a futuri provvedimenti, richiamando le note direttive comunitarie, senza dei criteri specifici, senza la definizione dei tempi di attuazione e, soprattutto, senza la definizione di risorse finanziarie. Eppure le imprese europee ed in particolare le imprese italiane sono sottoposte a degli importanti sforzi economici, maggiore costo del lavoro ed esposizione a distorsioni della concorrenza a livello internazionale, proprio per rispettare gli accordi sul clima, ultimo quello di Parigi, peraltro, com'è noto, non sottoscritto da tutti i Paesi del contesto mondiale.

Riteniamo, quindi, che le risorse finanziarie sono indispensabili per l'attivazione di un programma Green New Deal, perché potrebbero attivare consistenti investimenti privati in alcuni settori prioritari, come l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, l'economia circolare, la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica degli edifici, la mobilità sostenibile riferita anche ad un trasporto merci. Al contrario, le misure di copertura ipotizzate dal Governo per il finanziamento del nuovo patto ambientale, di fatto, penalizzano interi settori produttivi del nostro Paese: ne sono un esempio sia la tassa sulla plastica sia il ricorso al catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e la conseguente riduzione delle agevolazioni sull'accisa per l'autotrasporto o per il gasolio utilizzato dagli agricoltori. Quest'ultima misura, infatti, estremamente penalizzante per le nostre imprese, fa capolino ogni tanto nei provvedimenti governativi e, poi, viene ritirata o rimandata, speriamo definitivamente, chi lo sa? Infatti, anche su questo provvedimento, con l'approvazione di un emendamento della maggioranza in Commissione, al Senato, si era tentato di istituire un programma per i sussidi ambientalmente dannosi, in cui erano individuate delle misure di azione per una progressiva eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi, in particolare nel settore dell'energia. La notizia, chiaramente, ha riacceso l'allarme tra le categorie interessate, come gli autotrasportatori, gli agricoltori e i pescatori. Fortunatamente, tale articolo aggiuntivo è stato bocciato dall'Assemblea, in Senato.

L'articolo 2, invece, reca delle misure sperimentali per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane, intervenendo sul fronte della domanda di servizi di trasporto pubblico urbano eco-compatibili in grado di garantire il diritto di muoversi dei cittadini limitando la necessità e, quindi, l'impiego dei più inquinanti veicoli privati, senza imporre vincoli e divieti. Quindi, il comma 1 prevede di incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane soggette alle procedure di infrazione comunitaria del 2014 e del 2015, istituendo presso il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare un Fondo denominato “Programma sperimentale buono mobilità”, con una dotazione pari a 5 milioni per l'anno 2019, 70 milioni per l'anno 2020, 70 milioni per il 2021, 55 milioni per l'anno 2022, 45 milioni per l'anno 2023 e 10 milioni per l'anno 2024. Il Fondo è alimentato tramite una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 per la collocazione sul mercato degli operatori dei diritti di emissione di competenza del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Con le risorse di tale Fondo “Programma sperimentale buono mobilità” si provvede ad attribuire un buono mobilità ai cittadini che risiedono nei comuni interessati dalle procedure di infrazione europea in materia di qualità dell'aria che rottamano, entro il 31 dicembre 2021, autovetture omologate fino a classe “euro 3” o motocicli omologati fino alla classe “euro 2” ed “euro 3” a due tempi.

Tale buono mobilità è assegnato nel limite di spesa indicato al comma 1 e fino a esaurimento delle risorse; ha durata di tre anni e ha un valore di 1.500 euro per le vetture e 500 euro per i motocicli rottamati che l'interessato può utilizzare per l'acquisto, anche a favore di conviventi, di abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale e di altri servizi ad esso integrativi, nonché per l'acquisto di biciclette. Con l'emendamento Lega al Senato è stata inserita anche la possibilità dell'utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale. Anche qui si rimanda a un decreto del MATTM, di concerto con il MEF, MIT e MiSE, la definizione delle modalità per l'ottenimento del beneficio.

Sempre su questo articolo è utile sottolineare che si prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2020, nelle aree interessate da elevata criticità idraulica, come definite dalle norme tecniche di attuazione dei relativi Piani di bacino, non sono consentiti incrementi delle attuali quote di impermeabilizzazione del suolo. Noi chiaramente su questo non siamo d'accordo in quanto non la riteniamo una soluzione adeguata.

Passiamo ora all'articolo 4-quater che prevede l'istituzione del programma “Italia verde”, in base al quale, ai fini dell'adesione ai programmi europei “Capitale verde europea” e “Foglia verde”, viene assegnato annualmente il titolo di “Capitale verde d'Italia” ad una città italiana, capoluogo di provincia, sulla base di un'apposita procedura di selezione. Si demanda la definizione di tale procedura di selezione ad un decreto anche in questo caso del Ministro dell'Ambiente, sentito il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, previa intesa in sede di Conferenza unificata. La definizione della procedura di selezione è demandata ad un decreto del Ministro dell'Ambiente, sentito il Comitato dello sviluppo del verde pubblico, previa intesa con la Conferenza unificata. Si prevede che il titolo di “Capitale verde d'Italia” sia conferito, in via sperimentale, a tre diverse città italiane, una per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. I progetti contenuti nel dossier di candidatura del capoluogo chiamato “Capitale verde d'Italia” sono finanziati dal Ministero dell'Ambiente nell'anno del conferimento del titolo nel limite di 3 milioni di euro. Noi non condividiamo assolutamente la copertura dei 3 milioni di euro, perché vengono tolti soldi ai programmi urgenti di messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati per garantire maggior tutela dell'ambiente e della salute pubblica. E vogliamo anche sottolineare che questo fondo era stato incrementato con l'ultima legge di bilancio proprio per finanziare interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati.

L'articolo 4-quinquies, invece, prevede incentivi per i comuni che installano eco-compattatori per la riduzione dei rifiuti in plastica attraverso l'istituzione di uno specifico fondo denominato “Programma sperimentale mangiaplastica” nello stato di previsione del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare con una dotazione complessiva di 27 milioni di euro per il periodo 2019-2024.

I comuni presentano, a valere sulla dotazione del “Programma sperimentale mangiaplastica”, i progetti al Ministero dell'Ambiente finalizzati all'acquisto di eco-compattatori per l'ottenimento di un contributo corrisposto fino ad esaurimento delle predette risorse nel limite di uno per comune ovvero di uno ogni 100 mila abitanti. Noi non condividiamo lo scopo dell'articolo e tanto meno condividiamo la copertura dei 27 milioni tolti sempre al programma per la messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati.

Quindi, in riferimento al comma 1 dell'articolo 4-quinquies esso si rivela incoerente, incompleto e superficiale. L'obiettivo dichiarato dovrebbe essere di contenere la produzione di rifiuti in plastica attraverso eco-compattatori. In merito a questo, però, ci sorgono alcune perplessità. Il termine corretto da utilizzare sarebbe stato “dispersione” anziché “produzione” di rifiuti. Portando l'esempio di una bottiglietta di plastica, essa diventa rifiuto nel momento in cui l'utilizzatore decide di disfarsene e la conferisce presso l'eco-compattatore. Pertanto, dal punto di vista normativo si può intendere come produzione di rifiuto.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 19,33)

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Il comma non specifica quali siano questi rifiuti in plastica né come sia previsto il loro fine vita e chi si occuperà di questi rifiuti. Non si fa alcun riferimento al riciclo né tanto meno ad obiettivi di riciclo o riduzione. Mancano le relazioni ai benefici economici, ambientali, sociali e culturali portati da questo progetto anche in relazione alla questione dei cambiamenti climatici e all'educazione civica e ambientale nelle scuole.

Non vi è alcun riferimento al monitoraggio del progetto, non essendoci nemmeno dei chiari obiettivi, e nemmeno allo stato dei lavori. Quindi, secondo il nostro gruppo, si tratta di misure non condivisibili, senza una previsione strategica dei bisogni del Paese e sarebbe piuttosto utile un programma che tenga in considerazione, oltre alla dimensione ambientale, anche quella economica e sociale strutturandosi in un programma pluriennale con misure almeno al 2030 o 2050 in coerenza con le linee dettate dall'Europa che individua anche le adeguate risorse finanziarie definite sulla base di proposte concrete e di scelte ed obiettivi chiari.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Signora, Presidente. Onorevoli colleghi, “vogliamo veramente passare alla storia come la generazione che si è comportata come lo struzzo mentre il mondo bruciava? Il mondo deve scegliere tra speranza e capitolazione”. Con queste parole il Segretario generale delle Nazioni Unite ha aperto il 2 dicembre la Conferenza sul clima, la Cop25, che si sta svolgendo proprio in questi giorni a Madrid.

Si tratta come sappiamo dell'ultima Conferenza delle parti prima dell'attuazione dell'Accordo di Parigi. All'appuntamento del prossimo anno i Paesi dovranno, infatti, aggiornare i loro contributi nazionali in chiave più ambiziosa dal momento che gli sforzi messi in campo finora per fermare i cambiamenti climatici appaiono del tutto inadeguati.

La stima è che gli obiettivi nazionali dovranno aumentare di almeno cinque volte per raggiungere gli obiettivi di contenimento dell'aumento della temperatura globale entro il grado e mezzo alla fine del secolo.

Secondo l'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, si hanno soltanto undici anni a disposizione per evitare la catastrofe ambientale. L'organismo scientifico dell'ONU ha invitato, quindi, tutti i legislatori e i Governi ad assumere misure senza precedenti nella storia recente.

Sappiamo, tuttavia, che le condizioni del negoziato in corso non sono di particolare ottimismo: dal ritiro degli Stati Uniti dagli impegni di Parigi alle posizioni assunte dai grandi Paesi emettitori, come India e Brasile, non traspare una consapevolezza adeguata della rilevanza e dell'urgenza del tema.

Certo, ci sono anche segnali in controtendenza incoraggianti: ad esempio i milioni di giovani e studenti che riempiono le piazze di tutto il mondo, comprese quelle italiane, e, con la forza delle ragioni della scienza, chiedono più coraggio e un impegno concreto dei Governi sul contrasto ai cambiamenti climatici per non pregiudicare la sicurezza delle generazioni attuali e il diritto di quelle future a vivere in un mondo sicuro e accogliente.

L'Europa ha assunto con forza e convinzione la centralità della questione climatica: la Presidente della Commissione ha collocato le politiche per il clima al primo posto dei propri intendimenti politici. L'impegno di fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 comporta scelte conseguenti e impegnative: ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 50 per cento entro il 2030; una legge europea sul clima per tradurre in disposizioni giuridicamente vincolanti gli obiettivi della neutralità climatica; un piano di investimenti nel settore ambientale e la parziale trasformazione della BEI in una banca per il clima; la revisione del sistema di scambio delle quote di emissioni e l'introduzione di un'imposta sul carbonio alle frontiere. Sì, l'introduzione di un'imposta, una tassa, come vogliamo chiamarla, perché la leva fiscale è uno strumento fondamentale per cambiare un modello di sviluppo nel senso della sostenibilità ambientale. Inoltre, la creazione di un fondo di transizione, da affiancare ai fondi di coesione per garantire l'equità della transizione verso la neutralità climatica.

Il quadro europeo che si sta delineando, quindi, apre prospettive di grande interesse anche per l'Italia e la rinnovata centralità del nostro Paese unita alla presenza di Paolo Gentiloni nel ruolo di commissario europeo delegato proprio all'attuazione degli obiettivi dell'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile sono una opportunità straordinaria per tornare ad essere protagonisti in questa fase.

Ho richiamato, ad esempio, anche l'impegno assunto dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030 per gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In questo contesto, che è fatto di emergenze e insieme di opportunità, l'Italia ha la possibilità di giocare un ruolo chiave sui temi del cambiamento climatico e della transizione ecologica, l'opportunità e anche il dovere. Ed insieme una necessità da cui è impossibile sfuggire: ce lo ricordano le immagini drammatiche di queste settimane di un Paese fragile e piegato dal dissesto idrogeologico, da Nord a Sud. Una grande opportunità anche di giocare al meglio le carte dell'innovazione tecnologica e della capacità del nostro sistema produttivo di essere già oggi all'avanguardia su molti fronti, per costruire una pagina di sviluppo nuova che sia davvero sostenibile.

Quindi lotta al cambiamento climatico, transizione ecologica della nostra economia, realizzazione di investimenti verdi sono i capisaldi dell'azione di questa maggioranza e di questo Governo. E pur sapendo con grande onestà che il cammino è appena iniziato, e che la strada da percorrere è ancora lunga, credo si possa affermare che proprio su questi fronti la discontinuità con il Governo che ci ha preceduto è particolarmente evidente. Il Green New Deal è il perno della strategia di sviluppo del Governo, e si inserisce in una legge di bilancio che ha la finalità di promuovere il benessere equo e sostenibile. Non a caso appunto la manovra di bilancio oggi in discussione - pur in un quadro di finanza pubblica non semplice e riducendo di quasi 26 miliardi la pressione fiscale, che invece sarebbe aumentata per effetto dell'eredità lasciata dal Governo precedente - introduce misure importanti proprio sul fronte della transizione ambientale: 22 miliardi di investimenti programmati per le amministrazioni centrali e gli enti locali e finalizzati al rilancio degli investimenti su economia circolare, decarbonizzazione dell'economia, misure a sostegno per l'innovazione del comparto agricolo, che è uno di quelli maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, riduzione delle emissioni, risparmio energetico, estensione degli incentivi di Industria 4.0 per le imprese che realizzano progetti ambientali nell'ambito dell'economia circolare; e ad esempio anche il Piano di rinascita urbana, finalizzato a migliorare la qualità dell'abitare e a migliorare non solo gli edifici, il tessuto edilizio, ma anche la qualità della vita delle periferie di questo Paese.

Il provvedimento quindi che oggi noi discutiamo, questo decreto-legge, rappresenta un tassello di una strategia più ampia del Governo finalizzata al Green New Deal, e che mette al centro in modo particolare l'obiettivo di ridurre l'inquinamento atmosferico. Sono molte le misure del decreto-legge dirette a quelle aree del Paese in cui sono registrati da tempo valori superiori alle soglie stabilite a livello europeo, sia per il particolato e le polveri sottili che per il biossido di azoto: per questo, sappiamo, l'Unione europea ha aperto nei confronti dell'Italia due procedure di infrazione, nel 2014 e nel 2015, relative alla qualità dell'ambiente e per un'aria più pulita in Europa. Il provvedimento ha allora in via prioritaria l'obiettivo di tutelare la salute dei cittadini e dell'ambiente, agendo sia a livello globale che locale attraverso un insieme di misure che agiscono appunto a livello di politiche centrali, ma che investono attenzione sul ruolo e responsabilità, e anche delle relative risorse, gli enti locali.

Questo è un punto qualificante del provvedimento in esame: nel campo ambientale occorre certamente agire per riformare e migliorare le politiche centrali di competenza dei Ministeri, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ma non solo; ma nello stesso tempo occorre fornire strumenti a chi quotidianamente presidia e governa i tanti e diversi territori italiani, per produrre azioni concrete di trasformazione e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Non solo perché c'è l'esigenza di agire subito, in tempi rapidi, vista l'urgenza di alcune questioni: penso al tema della messa in sicurezza del territorio, alla limitazione del consumo di suolo e al contrasto dell'inquinamento; ma anche perché è fondamentale produrre nei cittadini la consapevolezza che l'azione locale concorre in maniera decisiva a determinare la qualità dell'ambiente in cui vivono. “Pensare globalmente, agire localmente”, diceva qualcuno: questo è uno dei baluardi dell'azione ambientale, e occorre rafforzare tutto ciò: cosa che questo decreto-legge prova a fare, mettendo a disposizione delle città metropolitane e dei comuni diverse centinaia di migliaia di euro per politiche di adattamento ai cambiamenti climatici e per ridurre l'inquinamento ambientale.

Il relatore e molti colleghi hanno già illustrato ampiamente i contenuti di questo decreto-legge: io mi limiterò davvero a sottolinearne solo alcuni punti qualificanti, a partire dall'istituzione di un Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, che dovrà essere coordinato con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.

Il cambio di denominazione del CIPE in Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, a partire dal 1° gennaio 2021. È già stato detto, non è una scelta solo nominalistica, di sigla: è una scelta profonda, perché scegliere di trasformare il CIPE in un Comitato che ha tra le sue funzioni fondamentali la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile è una chiara scelta di campo. È la volontà di decidere e imporre e portare le amministrazioni centrali a programmare tutti gli investimenti pubblici in una logica di sostenibilità, è un cambio di paradigma sostanziale, impegnativo (questa è anche la ragione per cui l'entrata operativa in vigore di questo nuovo assetto sarà nel 2021, per consentire anche alle strutture di adeguarsi), ma è coerente con gli impegni che l'Italia si è assunta a livello internazionale, sottoscrivendo l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, dotandosi di una Strategia nazionale per la sua attuazione.

Oggi facciamo un altro passo importante: cambiamo il modello di determinazione e di indirizzo delle politiche di investimento pubbliche; e questa è una scelta di cui siamo consapevoli, di cui siamo orgogliosi, e che crediamo raccolga anche il contributo prezioso che in questi anni è venuto da molti mondi raccolti nell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che sollecitano da anni il Parlamento e il Governo di turno a compiere questa decisione. Ce l'abbiamo fatta, l'abbiamo inserito nel decreto-legge; ora la sfida è fare in modo che questo cambio di nome si traduca al più presto in un cambio di politiche.

E poi ci sono altre risorse: 2 milioni di euro per il programma “Io sono ambiente” per tre anni, campagne di informazione, formazione e sensibilizzazione sulle questioni ambientali e i cambiamenti climatici. Un programma sperimentale chiamato “buono mobilità”, che mette a disposizione 255 milioni di euro per i prossimi 7 anni per finanziare interventi di sostituzione e rottamazione degli automezzi, degli autoveicoli più inquinanti: non per immettere in circolazione nuovi mezzi privati, ma per sostenere l'acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico, l'utilizzo di mezzi e di servizi di mobilità condivisa ad uso individuale. Quindi una direzione precisa nel sostenere, ed anche accompagnare il passaggio a forme più intelligenti di mobilità. I 20 milioni dedicati al prolungamento, l'ammodernamento e la messa in sicurezza di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale, i 10 milioni destinati ai progetti per la realizzazione e l'implementazione del servizio di trasporto scolastico in comuni sopra i 50 mila abitanti; sono tutte misure che agiscono proprio nella direzione di contenere e ridurre l'impatto dell'inquinamento atmosferico prodotto dalla mobilità in ambito urbano.

Poi c'è un'innovazione significativa, che raccoglie anche una sfida e una politica più globale che si sta sviluppando: il tema della riforestazione delle città metropolitane. 15 milioni di euro per i prossimi due anni destinati a progetti di riforestazione e di miglioramento e adattamento ai cambiamenti climatici. Non è una misura spot: è una misura che risponde a degli obiettivi riconosciuti di miglioramento della qualità dell'aria, anche attraverso politiche di adattamento attraverso azioni di riforestazione, e che va nella direzione di realizzare quelle misure che già oggi si pongono il problema di fronteggiare, soprattutto in ambito urbano, l'impatto che i cambiamenti climatici producono sui nostri territori.

L'istituzione di una zona economica speciale, con agevolazioni di varia natura per le attività economiche insediate o che si andranno ad insediare nelle aree protette nazionali e nei centri urbani. E poi un articolo di cui forse ancora non si è parlato, ma che per chi si occupa di ambiente, anche per i legislatori come noi, ha una rilevanza particolare: l'articolo 6 di questo decreto-legge disciplina in maniera più precisa il tema della pubblicità dei dati ambientali, e istituisce un obbligo, anche per i concessionari dei servizi pubblici e i fornitori che forniscono servizi di pubblica utilità, di rendere pubblici e noti ai cittadini i dati. È una norma che richiama l'attuazione di alcune convenzioni internazionali, in particolare la Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni ambientali, la partecipazione al pubblico dei processi decisionali, l'accesso alla giustizia in materia ambientale.

Questo è un tema importante: sappiamo come la corretta informazione ambientale non solo è alla base di corrette scelte di Governo e legislative, ma anche è un prerequisito per i cittadini che vivono in territori gravati, a volte, come accade nel nostro Paese, da eredità che hanno un peso ambientale notevole, da situazioni di emergenza ambientale legate magari a presenza di siti industriali dismessi. L'accesso a una corretta e certificata informazione ambientale, che è garantita attraverso la pubblicazione di questi dati sui siti ufficiali del Ministero dell'Ambiente e attraverso l'attività appunto svolta da Ispra, è un passaggio di trasparenza e anche di responsabilizzazione, non solo nei confronti dei cittadini ma anche delle stesse istituzioni pubbliche, che sono chiamate a rendere conto del loro operato.

Di questo provvedimento, signora Presidente, mi sono limitata a sottolineare, come dicevo in premessa, i punti più significativi. Questo provvedimento avrebbe potuto essere più ambizioso? Forse sì. L'organizzazione dei lavori parlamentari ci ha di fatto impedito un elemento sufficientemente approfondito, ma sappiamo - ed è giusto renderne atto anche alla disponibilità del Governo - che nel corso dell'esame al Senato è stato significativamente rafforzato grazie al lavoro parlamentare che hanno svolto i gruppi di maggioranza e di opposizione nell'altra Camera del Parlamento. Sappiamo anche che questa non è l'ultima chiamata, non sarà l'ultima occasione in cui il Parlamento avrà la possibilità di intervenire e di dare un contributo in termini legislativi sull'attuazione di un green deal. Non a caso, nella manovra di bilancio uno dei collegati che il Governo si è impegnato a varare riguarda proprio l'attuazione del green deal, quindi noi attendiamo e siamo pronti a lavorare in un rapporto il più possibile franco e di confronto con il Governo, e anche di coinvolgimento delle opposizioni, per far diventare il collegato ambientale un altro pezzo del green deal che vogliamo realizzare. Ma sappiamo anche che questo decreto ci consente di compiere un primo, rilevante passo verso una progressiva transizione ecologica reale del nostro Paese, una prospettiva che riconosce nell'ambiente un valore permanente e condiviso che contrasta in qualche modo la tendenza, ancora troppo radicata, anche dentro queste Aule parlamentari, di contrapporre il diritto a vivere in un ambiente sano e sicuro con l'idea di uno sviluppo che sia veramente capace di produrre benessere e ricchezza per i territori.

Noi oggi abbiamo una grande opportunità, che è quella di utilizzare la scienza e l'innovazione tecnologica, la capacità delle nostre imprese, che in molti casi sono all'avanguardia su tanti fronti - penso al tema dell'economia circolare, penso alla riconversione, già in atto, di intere filiere produttive nel nostro Paese -, abbiamo la possibilità di utilizzare queste risorse, che sono una parte fondamentale del nostro essere un paese industrialmente avanzato, capace di innovare, di interpretare e a volte anche anticipare le tendenze globali, per affrontare l'emergenza climatica e per creare reali, concrete opportunità di lavoro e di benessere. Con questo provvedimento, varato dal Governo e migliorato al Parlamento, iniziamo a farlo, e ci impegniamo a proseguire su questa strada, consapevoli del fatto che questa è l'unica strada che abbiamo, l'unica in grado di consentire a noi e alle generazioni future una prospettiva di sopravvivenza - è un termine forte, ma se guardiamo alla gravità dei dati ambientali e climatici, di sopravvivenza siamo tenuti a parlare - e anche di sviluppo, fondato sulla sostenibilità e su una maggiore equità che si faccia carico delle esigenze dell'oggi e anche del domani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, per fare delle politiche ambientali serie bisognerebbe quantomeno iniziare a chiamare le cose col loro nome, e noi di Forza Italia affermiamo con chiarezza che questo provvedimento è, in tutta onestà, lontano anni luce da essere il primo passo del Green New Deal italiano. In effetti, che non si tratti di un decreto sul cambiamento climatico lo si capisce già dal titolo: misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva n. 2008/50/CE, della Comunità europea, per la qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229.

Il “decreto clima” è semplicemente un decreto per migliorare la qualità dell'aria in Italia, ancora meglio, una legge con la quale l'Italia prova a correggere i livelli di inquinamento nelle città, così rischiosi per la salute tanto che l'Unione europea ha segnalato il problema con delle procedure di infrazione per gli sforamenti del PM10 e per il biossido d'azoto, chiedendoci di porvi rimedio. Non a caso i fondi saranno disponibili solo nei comuni interessati dalla procedura di infrazione comunitaria sulla qualità dell'aria; un dettaglio non trascurabile, visto che inquinamento dell'aria e cambiamento climatico non sono la stessa cosa.

Ma cosa prevede questo decreto? Il Governo ha messo in campo delle misure per migliorare la qualità dell'aria, per sanare un'infrazione europea, poi aggiunto un paio di provvedimenti ambientali che non c'entrano molto e lo ha chiamato “decreto clima”. Un decreto, insomma, che odora più di propaganda che di strategia politica per affrontare seriamente i cambiamenti climatici. Deve essere chiaro, però, che se queste misure saranno efficaci nel migliorare l'aria che respiriamo - e noi di questo dubitiamo fortemente -, ne saremo ben lieti. Resta il dato di fatto che non bisogna mistificare la realtà: queste misure non hanno nulla a che vedere con il contrasto dei cambiamenti climatici. Da un “decreto clima” pubblicizzato dal Governo e dal Ministro dell'Ambiente come uno dei provvedimenti centrali previsti dall'Esecutivo per la lotta ai cambiamenti climatici ci si aspettava davvero di più. Per il Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, questo è il primo atto normativo del Governo che inaugura il Green New Deal italiano; per il Ministro Di Maio questo è il primo decreto della storia del Paese in materia di clima. Ministro Di Maio, le diamo una notizia: la storia del nostro Paese dovrà aspettare ancora un po' per vedere un decreto sul clima.

In realtà, siamo di fronte a un decreto sponsorizzato dal Governo più che per ragioni di comunicazione politica che per i contenuti. Questo provvedimento è solo un collage di misure messe lì senza alcuna ambizione di porre un provvedimento organico, serio ed efficace. In effetti, siamo di fronte alla somma di una serie di piccole misure e di mille norme spot di dubbia efficacia concreta. Accanto a questa, ancora una volta, non ci sono risorse importanti in grado di supportare efficientemente le misure proposte. Lo abbiamo purtroppo già visto nelle scorse settimane con la legge “Salva-mare”, per rimanere a un provvedimento di valenza ambientale: un insieme di previsioni più o meno condivisibili per la lotta all'inquinamento da rifiuti in mare nelle acque interne, ma rigorosamente a costo zero, senza alcuna risorsa stanziata, tanto da tradurre quella legge in poco più di una legge manifesto. Ora ci risiamo. Certo, un po' di risorse questa volta vengono stanziate, ma son ben lontane da quelle che servirebbero per provare a raggiungere gli obiettivi che questo provvedimento si prefigge. Le risorse stanziate nei cinque anni dal 2020 al 2024 sono circa 390 milioni di euro. Parliamo, in media, di meno di 80 milioni l'anno: decisamente pochi, e imbarazzante diventa il confronto con la Germania. Infatti, il 20 settembre scorso, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha comunicato un piano da 54 miliardi da qui al 2023, ossia per i prossimi quattro anni, che salgono a 100 miliardi da qui al 2030 per il contrasto ai cambiamenti climatici. Questo confronto dovrebbe fare ridimensionare di molto le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza. Peraltro, è significativo che il Governo abbia presentato questo provvedimento sull'orlo della recessione tecnica, con lo scopo di conciliare tutela dell'ambiente e sviluppo economico. L'esame di questo decreto in Aula, casualmente, coincide con l'importante conferenza mondiale sul clima la COP25, in corso a Madrid, alla quale partecipano i rappresentanti di circa duecento Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi del 2015, tra cui quaranta Capi di Stato e di Governo. Uno dei passaggi del messaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti della COP25 di Madrid dovrebbe essere un monito per chi si avventura in dichiarazioni roboanti: “La crescente consapevolezza di un intervento sul cambiamento climatico è ancora troppo debole, incapace” - si legge – “di rispondere adeguatamente al forte senso di urgenza di mettere in campo rapide azioni richieste dai dati scientifici a nostra disposizione”. Ecco alcuni di questi dati, allora. L'Italia è purtroppo all'undicesimo posto al mondo e primo in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM 2,5. Il rapporto Germanwatch, diffuso in occasione della COP25, ci dice che negli ultimi due decenni, dal 1999 al 2018, l'Italia ha registrato poco meno di 20 mila morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, e diciottesimo per numero di perdite economiche pro capite.

È, inoltre, di questi giorni, il comunicato dell'Organizzazione meteorologica mondiale che ha reso noto che le temperature globali quest'anno sono state di 1,1 grado sopra la media del periodo preindustriale, proiettando il 2019 verso il podio dei tre anni più caldi mai registrati. Il rapporto annuale delle Nazioni Unite riporta che il decennio 2010-2020 è destinato a essere il più caldo della storia. Se questa è la situazione, la portata di questo provvedimento emerge in tutta la sua pochezza; si toccano, ma rimanendo in superficie, temi importanti ma limitati, come il trasporto scolastico sostenibile, le attività di rimboschimento, l'informazione e la formazione ambientale, la piantumazione urbana, la vendita di prodotti sfusi e alla spina; a questi si aggiunge il cosiddetto buono mobilità, riservato ai rottamatori di auto fino a Euro 3 e di motorini a due tempi residenti nelle città e nelle aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell'aria; anche questa norma è limitata solo a quelle zone che sono in infrazione nei confronti della Comunità europea, quindi, è un provvedimento che non ha un ampio respiro. C'è da capire quanti saranno davvero, poi, interessati a rinunciare all'impiego di un'auto più o meno vecchia, in cambio di un abbonamento annuale di bus, tram o treno o dell'acquisto di una e-bike, se poi nella realtà, nella maggior parte del Paese, gli autobus, vetusti, spesso sono un miraggio o mancano le piste ciclabili, così come gli stalli per le biciclette o le e-bike che siano.

Se a questo aggiungiamo altre misure di contorno quali caschi verdi per l'ambiente o la fantasiosa gara per l'assegnazione annuale del titolo di “Capitale verde Italia” ad una città capoluogo di provincia sulla base di un'apposita procedura di selezione, in pratica una sorta di “Miss Italia” tra le città capoluogo, ci verrebbe da pensare che il Papa abbia letto questo provvedimento prima di scrivere il suo messaggio: detto con le sue parole, questo provvedimento è troppo debole e incapace di dare risposte adeguate. Vi sono molte norme senza sostanza e che rimandano all'emanazione di decreti successivi, io li ho contati, dovrebbero essere più o meno una quindicina, questo vuol dire che nell'immediato questo decreto rimarrà su carta, in attesa dei decreti attuativi. Per non parlare, poi, di come è stato scritto questo provvedimento. Non si può scrivere un provvedimento in questa maniera; è un provvedimento scritto sostanzialmente male.

Se questi sono rilievi di sostanza, poi, ci sono i rilievi di forma. Il provvedimento è arrivato alla Camera praticamente blindato, non abbiamo potuto modificare il testo arrivato dal Senato, abbiamo esposto i nostri emendamenti migliorativi al testo nell'indifferenza della maggioranza; anche la proposta dell'opposizione di ridurre l'esame a pochi e qualificanti emendamenti è stata respinta dal Governo e dalla sua maggioranza e auspichiamo che almeno per il voto finale il Ministro Costa possa essere in Aula, per ascoltare le critiche che muoveremo su questo provvedimento. Forse l'Esecutivo pensa che le questioni legate al clima e ai cambiamenti climatici siamo solo affari loro?

I nostri emendamenti affrontavano con senso di responsabilità e serietà alcuni nodi che il Governo ignora, come il programmare insieme ai comparti produttivi la riconversione economica, accompagnando il percorso senza che questi cambiamenti, che dovranno avvenire necessariamente nel breve periodo, finiscano per ricadere solo ed esclusivamente sui lavoratori. Abbiamo posto l'accento sui siti dannosi, sulle potenzialità represse dell'eolico che rischia, per la miopia del Governo, di non centrare gli obiettivi degli accordi sottoscritti; abbiamo proposto emendamenti sui rifiuti, sulla mobilità, sull'educazione ambientale, sulla formazione degli insegnanti e il coinvolgimento delle famiglie; sugli sgravi fiscali e sull'agricoltura, tutte proposte che vanno nella direzione di mettere le radici solide per il Green New Deal italiano. Si è persa un'occasione anche questa volta, anche con questo provvedimento, sia in termini di qualità della legge, sia in termini di scrivere una bella pagina politica tutti insieme, perché su certi temi, come quelli ambientali, non possono esserci divisioni, perché siamo tutti sulla stessa barca chiamata Terra. Speriamo che quello che è avvenuto in questo provvedimento non avvenga nei provvedimenti che riguardano le materie ambientali e soprattutto i cambiamenti climatici.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, non è più tempo di Cassandra, giovane profetessa a cui nessuno credeva, purtroppo, non c'è più bisogno di profetizzare sciagure legate alla crisi climatica in atto.

È ormai all'ordine del giorno e neanche più cronaca da luoghi esotici e lontani; le pesanti conseguenze dell'innalzamento dei mari non riguardano solo qualche isola lontana, così come gli eventi meteorologici estremi non coinvolgono soltanto le coste del Sud-Est asiatico o degli Stati Uniti; l'emergenza climatica è qui e ora, da Matera a Venezia e lungo tutto lo Stivale, abbiamo visto cosa sono in grado di fare bombe d'acqua, cicloni e venti fortissimi. L'esperienza che tanti italiani stanno vivendo sulla propria pelle non rappresenta, purtroppo, un episodio eccezionale dopo il quale tutto tornerà come prima. Ce lo dicono i numeri, da un anno all'altro, nel 2019, rispetto al 2018, i fenomeni meteo in grado di produrre danni sono raddoppiati. Negli ultimi vent'anni, dal 1999 al 2018, in Italia, hanno perso la vita quasi 20 mila persone a causa di questi eventi. Siamo sesti al mondo per numero di vittime e al diciottesimo posto per i danni economici subiti, quasi 33 miliardi di dollari, di cui 4 soltanto lo scorso anno. Potremmo proseguire ancora a lungo con i numeri, i dati, i tanti studi che confermano la gravità dell'allarme e che, ormai, hanno raggiunto un livello di approfondimento e consenso nella comunità scientifica tale da non lasciare alcun dubbio sul livello di rischio a cui siamo esposti. Tipping point, punto di non ritorno, è una delle espressioni a cui si ricorre più spesso, quando si sviscerano questi dati e nell'ultimo anno c'è stato un aumento del ricorso dell'espressione “emergenza climatica”, segno che al crescere dell'allarme cresce la consapevolezza dell'opinione pubblica. I tanti giovani che scendono in piazza, le centinaia di imprese che hanno deciso di puntare sull'economia pulita ci danno speranza.

Questa è la buona notizia da cui siamo partiti per mettere a punto, come maggioranza di Governo, la nostra strategia per invertire la rotta. L'emergenza climatica la stiamo già vivendo sulla nostra pelle e reagire è un obbligo morale. Lo stiamo facendo con diversi strumenti e battendoci contro chi resiste al cambiamento, senza considerare che anche la vita e l'attività economica di chi inquina sono messe in pericolo dalla crisi climatica. Stiamo mettendo in campo, come Governo e come Parlamento, riforme in materia ambientale, con convinzione, contro i tanti dubbi sollevati da quanti, pur di rallentare lo sviluppo sostenibile, ci accusano di allarmismo e di eccesso di paure, senza proporre mai alcuna riforma nelle tutele ambientali, facendo intendere, come se nulla fosse ancora accaduto, che si possa continuare a far proliferare le attività di speculazione che devastano con l'inquinamento i nostri territori.

Stiamo facendo la nostra parte quotidianamente e con il decreto “clima”, che ci apprestiamo a convertire in legge, diamo un primo importante segnale al Paese; è un primo importante passo. Le nostre aree metropolitane avranno a disposizione 255 milioni di euro per favorire la rottamazione delle vecchie auto o delle moto a due tempi; chi aderisce riceverà fino a 1.500 euro che potrà utilizzare per abbonarsi al trasporto pubblico, per acquistare una bici o usare la mobilità condivisa, meno auto, dunque, ma anche più corsie preferenziali e più alberi, quindi, meno traffico e aria più respirabile, con altri 70 milioni a disposizione.

Tra le tante misure, il decreto interviene sulla modifica del CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, in CIPESS, Comitato interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile; ritengo, infatti, che in ogni sede e, dunque, anche in ogni organismo, le politiche di programmazione economica non possano più prescindere dagli obiettivi legati alla tutela dell'ambiente e alla sostenibilità ambientale. Inoltre, sottolineo, in perfetta armonia con i criteri comunitari della gestione dei rifiuti, che i piccoli negozi potranno ricevere un bonus di 5 mila euro per i cosiddetti green corner, angoli della sostenibilità, dove saranno in vendita prodotti sfusi e alla spina. Ovviamente, dobbiamo agire anche attraverso il contributo diversificato affinché gli imballaggi siano realizzati per essere facilmente riciclati, ma senza dimenticarci che dobbiamo in primis ridurre la quantità dei rifiuti e segnatamente degli imballaggi. Comuni e grande distribuzione, invece, avranno uno strumento in più per il riciclo: le macchinette mangia plastica che premiano chi conferisce correttamente bottiglie di plastica.

Si tratta di tanti piccoli accorgimenti, dunque, che intendono accompagnare un cambio di mentalità indispensabile nei consumi e nelle abitudini quotidiane degli italiani. La sensibilità ambientale degli italiani cresce costantemente e la nostra speranza più grande arriva dal fatto che i più piccoli e i più giovani ci fanno da battistrada nella direzione della riconversione ecologica. “Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo”, che grande lezione ci ha regalato Gandhi. Ecco, faremo sempre di più e lo faremo sempre meglio, come portavoce dei cittadini e come Governo, avendo come obiettivo quotidiano la tutela e la salvaguardia della nostra casa comune. Ci stiamo prendendo cura di te, Terra nostra, ce la stiamo mettendo tutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Presidente, Governo, colleghe e colleghi, il provvedimento di cui stiamo discutendo oggi reca una serie di norme che in realtà segnano il passo rispetto a quello che è stato fatto o, meglio, che non è stato fatto negli ultimi tempi e arriva, non a caso, in un momento in cui sono ancora forti, nitide le drammatiche immagini dei fatti che sono avvenuti a Venezia, a Genova - che ancora ricordiamo tutti quanti noi - in Liguria, in Emilia, in Campania. Ecco, questo provvedimento arriva in un momento in cui dobbiamo prendere coscienza che è in atto il cambiamento climatico e, in realtà, si comincia a formare una coscienza collettiva intorno all'importanza di definire politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e di mitigazione delle cadute negative che questi cambiamenti climatici hanno sul benessere delle persone e sulla nostra sicurezza. E, allora, non possiamo non raccogliere le sollecitazioni che scuotono il panorama istituzionale non solo nazionale, ma anche mondiale e che arrivano dai giovani, migliaia di ragazze e di ragazzi che scendono nelle piazze colorandole e urlando a gran voce che non vogliono più parole, ma fatti, fatti che consentano loro di vivere il futuro senza avere paura degli effetti dannosi del cambiamento climatico, e l'esempio per tutti noi adulti è la piccola e giovane Greta.

Ed ecco che allora, con coraggio e orgoglio, dico che soprattutto grazie all'impegno di Italia Viva abbiamo messo in campo, attraverso questo provvedimento, un piano di sensibilizzazione e di formazione per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado e questo programma già ricordato, “Io sono ambiente”, che consentirà, appunto, di utilizzare i fondi stanziati proprio per sensibilizzare e formare i giovani. Sì, perché educare i cittadini significa renderli più consapevoli, e questo è il primo passo necessario per far sì che nasca una società che prenda su di sé e sulle proprie spalle la responsabilità di quanto sia importante preservare il luogo in cui viviamo e, soprattutto, diffondere i valori di tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile.

Ecco, è chiaro che è solo una goccia nel mare, ma è un primo passo e ciò che mi preme sottolineare è anche il valore se vogliamo simbolico di questo insieme di norme di cui oggi discutiamo. Infatti, si tratta del primo provvedimento che affronta in maniera frontale e in un'ottica di integrazione le misure di contrasto ai cambiamenti climatici e reca misure a favore di contenimento dell'inquinamento e del clima. Ecco, seppure in forma embrionale questa è un'azione concreta che tiene a mente il principio di sviluppo sostenibile e di tutela intergenerazionale, un principio che dev'essere il faro guida della nostra azione di Governo e dell'azione politica e che trova riparo sotto l'articolo 117 della Costituzione, che rinvia al rispetto delle norme europee e internazionali, e che richiama l'articolo 2, da cui discende il principio di solidarietà ahimè troppo spesso trascurato da noi, ma pure cardine dell'attività politica del nostro Governo.

Ecco, il tema dell'ambiente è il tema principale, il tema fondamentale a cui dobbiamo guardare e con il Green New Deal questo Governo ha sicuramente considerato la lotta ai cambiamenti climatici come l'azione principale e la guida ispiratrice dell'azione del Governo e soprattutto se la leggiamo in combinato disposto con la legge di bilancio e, quindi, penso che questa sia la prima grande mossa che facciamo verso il riconoscimento anche culturale dell'importanza del tema dell'ambiente. Si tratta di un primo tassello, l'abbiamo detto, però è un primo tassello che ci aiuta a ragionare e a pensare all'ambiente in maniera integrata e a pensare in maniera integrata la programmazione delle opere pubbliche strategiche, l'innovazione industriale, gli investimenti pubblici, la sostenibilità dell'azione antropica, cioè l'impatto in termini di costi ambientali e costi sociali.

Sempre in questa integrazione politica, è stato previsto, appunto nell'articolo 1, rivisto a seguito del lavoro fatto al Senato, il Programma strategico nazionale che deve coordinarsi con il Piano per l'energia e per l'ambiente, con i piani di bacino e la pianificazione contro il dissesto idrogeologico. Ecco, io credo che considerare in maniera globale tutte le istanze che interagiscono con l'ecosistema sia la giusta direzione, perché così capiamo che l'ambiente non è qualcosa di altro dall'uomo, ma passa dalla sinergia della progettualità. Sì, perché progettualità, programmazione, pianificazione devono diventare le parole mantra di questo Paese, se vogliamo davvero affrontare e vincere le sfide che il futuro ci pone davanti ed è necessaria, quindi, una collaborazione tra i vari livelli di governo, una collaborazione che sia effettiva e, quindi, un coordinamento. Dobbiamo evitare che, appunto, l'accavallarsi di competenze in materia ambientale possa rallentare la pratica quotidiana, che noi auspichiamo, di iniziative green. Questo lo voglio dire e mi consente di fare una riflessione sul dissesto idrogeologico e sulla prevenzione e, quindi, mi impone ovviamente di richiamare l'unità di missione istituita nel 2014 dal Governo Renzi. Sì, perché quella era un'iniziativa valida, efficace che consentiva il coordinamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico per la messa in sicurezza del suolo e delle infrastrutture idriche e che fungeva in fondo da interfaccia tra i vari livelli di governo, tra gli altri soggetti pubblici e privati. In fondo, “Italia Sicura” aveva fatto una grande operazione: aveva aperto la strada della prevenzione, superando la logica delle emergenze soprattutto in quei settori chiave per l'attività sociale, culturale ed economica e, quindi, non solo il dissesto idrogeologico, ma anche attenzione alle infrastrutture idriche e all'edilizia scolastica. Quindi, all'epoca furono mossi oltre 2 miliardi di euro per oltre mille opere.

Riteniamo necessario, quindi, questo monitoraggio per garantire l'effettività delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico e alle conseguenze del cambiamento climatico. Sì, perché, Presidente, il nostro è un Paese bellissimo, ma è anche un Paese molto fragile e il prezzo di questa fragilità in termini di vite umane e di costi economici è troppo alto perché noi non pensiamo, in maniera profonda, seria, netta e concreta, ad azioni chiare che vogliano contrastare il dissesto idrogeologico e che mettano in campo azioni di messa in sicurezza.

Un'altra riflessione. È necessario, secondo noi, collegare il concetto di sostenibilità ambientale a quella di sostenibilità sociale, perché in fondo la questione ambientale è anche una questione di equità sociale. Ben vengano, dunque, gli incentivi, già ricordati, alla vendita di prodotti sfusi, le piantumazioni, la silvicoltura, il rinverdimento delle aree urbane. Però, attenzione a non perdere di vista sempre l'importanza delle periferie, perché è necessario seguire un percorso chiaro, quello di una visione più moderna del nostro Paese, se vogliamo, appunto, renderlo più forte e dobbiamo puntare su quella che è la mobilità elettrica, anche ibrida, sulla cultura dello sharing e anche e soprattutto garantire l'accessibilità a tutti. A questo proposito, ricordo la buona misura del buono mobilità.

Ecco, in conclusione, signora Presidente, colleghe e colleghi, questa proposta di legge si pone nella giusta direzione verso un processo di responsabilizzazione nei confronti della sostenibilità ambientale e della prevenzione dei rischi e soprattutto, secondo noi, è un grande segno di cambiamento culturale. A questo punto, è necessaria la nostra volontà forte di accompagnare la transizione verso un modello economico circolare basato sul nuovo orientamento della produzione e dei consumi, capace sicuramente di creare nuove opportunità di crescita per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2267)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Salvatore Micillo, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, signora Presidente. In questa Aula, vuota ormai di deputate e di deputati, ho sentito il dovere di stigmatizzare quello che oggi abbiamo letto su un giornale italiano, il giornale Libero, a proposito di Nilde Iotti. Noi, pochi giorni fa, l'abbiamo celebrata in quest'Aula, che l'ha vista essere la prima donna - prima donna! - terza carica delle istituzioni italiane e per tanti anni e con quale stile questa grande donna è riuscita a portare avanti questo ruolo. Invece, è stata offesa in maniera così bassa da un articolo volgare, sessista, omofobo, degno veramente di essere indicato come qualcosa che non corrisponde a una cultura necessaria di rispetto per le istituzioni, e non solo, di rispetto per tutte le donne.

Tutte le donne devono sentirsi offese. Ho sentito il dovere di stare qui a testimoniarlo in questo giorno e, signora Presidente, ero qui anche a chiederle di rivolgersi come Vicepresidente della Camera, per conto mio e per conto suo, al Presidente della Camera, all'ordine dei giornalisti, perché sia veramente messo in discussione questo modo di fare giornalismo, che non è giornalismo. Comunque, pochi minuti fa ho letto che l'ordine dei giornalisti si è mosso, dichiarando che Libero viola le principali regole deontologiche del giornalismo, perché sessismo e omofobia non sono giornalismo, il giornalismo è un'altra cosa. Credo che sia necessario rimettere nel giusto rilievo questa grande donna che noi abbiamo onorato, che rispettiamo e che è stata una grande protagonista della nostra politica e della storia della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello, che non vedo presente in Aula; quindi si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento è per focalizzare l'attenzione dell'Aula sul profondo senso di orgoglio espresso da una comunità, oggi, da un'intera comunità della provincia di Salerno, della Piana del Sele, che è giunto fino a noi, è giunto fino a quest'Aula. Sono orgoglioso di questo perché la città di Battipaglia, che ormai da decenni è vessata da una mala politica, una scellerata politica, che l'ha vista negli anni dover far fronte alla problematica dello smaltimento dei rifiuti, ad una cattiva gestione di tutto questo, oggi ha espresso un profondo senso di orgoglio e di appartenenza attraverso una manifestazione che, devo dire, è stata molto pacifica, dignitosa e in qualche modo ha dato un segnale a quest'Aula. Forse ha dato un segnale alla politica, perché ha raccontato che, attraverso l'unione, a prescindere dalle estrazioni sociali, a prescindere dalla differenza di età, ci ha regalato un momento di coesione e ci ha lanciato un messaggio, e cioè attraverso l'unione, attraverso la coesione, si possono raggiungere dei grossi risultati. Risultati che, grazie al Ministero dell'Ambiente del Ministro Costa, che è stato presente in questa città e ha attivato il dossier Battipaglia-Piana del Sele, che dona coesione dei vari enti preposti, cioè il comune, la provincia e la regione, stanno donando a questo territorio una possibilità e una chance di vera e concreta soluzione della problematica. Spero che, nel tempo, questa coesione e questo messaggio d'amore per il territorio, che ha donato a questa città, possa coinvolgere ancor di più l'Aula e tutti quanti noi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 9 dicembre 2019 - Ore 12:

(ore 12-14 e ore 21)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1547 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (Approvato dal Senato). (C. 2267)

Relatore: MICILLO.

La seduta termina alle 20,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: TABACCI (A.C. 2220-A/R)

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2220-A/R). Signor Presidente, il voto favorevole del nostro gruppo (Centro Democratico: Radicali Italiani) a questo decreto legge non ci impedisce di svolgere alcune considerazioni critiche nella convinzione che esse sono doverose.

Forse è arrivato il momento di cominciare a pensare ad una riforma complessiva del nostro sistema fiscale, perché iniziative parziali purtroppo perdono di vista la dimensione d'insieme che sarebbe necessaria per riportare su un piano accettabile il difficile e controverso rapporto tra cittadino e Fisco.

Anche il contrasto all'evasione fiscale viene richiamato sempre più stancamente, ma non appare certo al centro dell'azione anche di questo governo. Le si evoca, non le si pratica. 109 miliardi di evasione fiscale e contributiva.

Se guardiamo al peso dell'economia sommersa nel nostro paese, viene da pensare che il peso di questa piaga sia anche di più!

Non parliamo poi dell'economia malavitosa (4% di PIL). È il monumento alla ingiustizia sociale più clamorosa che accompagna la nostra convivenza, rendendola sempre più precaria e purtroppo meno civile. Giusto il richiamo al successo della fatturazione elettronica. Meglio se questo successo diviene un patrimonio condiviso da tutti. È un passo in avanti e dimostra che le nuove tecnologie che arricchiscono le banche dati del fisco possono consentire di ottenere risultati sempre più ampi e convincenti.

Ma la fatturazione elettronica si riferisce in larga misura a soggetti abituati a fare e a emettere fatture. E gl'altri? Quasi tutti i giorni il cittadino rischia di trovarsi davanti al solito dilemma: ma questo bene o questo servizio lo vuoi con la fattura o senza? Perché cambia il costo.

C'è dunque un doppio prezzo che viene frequentemente prospettato in molti settori e in molte attività ed è facile immaginare che sia altamente probabile che il cittadino che ha comprato un bene o utilizzato un servizio si metta d'accordo con chi glielo ha fornito ovviamente in danno allo Stato. Se non si spezza la spirale della scontata intesa tra i due, non si riduce l'ampia area di mercato del doppio prezzo.

Non è un giudizio morale, piuttosto una lettura fattuale! Solo introducendo un efficace contrasto di interessi tra i contribuenti è possibile far prevalere nel costume del nostro paese la propensione a pretendere la documentazione relativa perché quell'importo può essere portato integralmente o parzialmente in detrazione.

Questa è la strada maestra! Nei settori dove è stata praticata ha ottenuto successo. Va dunque allargata con coerenza e determinazione. Va nella direzione corretta aver previsto in questo decreto importanti risorse sulla cosiddetta lotteria degli scontrini, anche se la questione del costo delle commissioni bancarie che va affrontata con efficacia, non può inibire ai cittadini italiani l'utilizzo della moneta elettronica per acquistare beni e servizi.

Capisco che ci possa essere gradualismo senza giustificare alcune grossolane furbizie, perché è da tempo che chi esercita una attività di servizio commerciale dovrebbe sapere che l'uso della moneta elettronica non è la sorpresa dell'oggi.

Anzi, può essere sicuro che sarà la modalità prevalente di fare pagamenti nell'immediato futuro. Perché lo è già in misura massiccia nei paesi più sviluppati. Vogliamo essere da meno? E comunque avrei immaginato che gli esercenti di fruizioni di servizio ai cittadini in virtù di una concessione dello Stato, della Regione o del Comune (parcheggi, spiagge, piscine e molte altre attività) avessero il dovere di dotarsi del POS per completare il servizio ai cittadini come condizione per poter svolgere la concessione. Qui non c'era bisogno di sanzione, c'è la concessione che può esercitare una persuasione morale.

Sono certo che la sfida tecnologica richiamata dal relatore Fragomeli possa fornire all'Agenzia delle entrate tutti gli strumenti, come il registratore di cassa telematico, per una grande battaglia civile.

Questo è il modo giusto per affrontare la questione. Non l'atteggiamento previsto dall'art. 39, che esprime la faccia feroce dello Stato e che dimostrerà una scarsa efficacia. Quando si sceglie di andare demagogicamente sulla strada dell'aumento delle pene e della contemporanea diminuzione delle soglie della punibilità si imbocca un vicolo cieco. Sono state esaltate in queste settimane le manette ai grandi evasori. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta?

Se l'evasione è un fenomeno quotidiano di massa bisogna mettere in campo strumenti efficaci e convincenti in grado di rompere la solidarietà tra contribuenti che trovano facile raggirare lo Stato. Le grida spagnolesche di manzoniana memoria non hanno mai avuto fortuna. La cultura fiscale deve fare un salto di qualità tenendo insieme nuove tecnologie, utilizzo pieno delle banche dati, lotta all'evasione e all'elusione e semplificazione dei carichi burocratici. La semplificazione non può essere però richiamata come un invito a non prendere sul serio lo Stato. Vorrei richiamare un ultimo punto: lo Stato biscazziere e il gioco d'azzardo.

Vorrei richiamare i numeri del gioco d'azzardo legale; secondo i dati ufficiali che si riferiscono al solo gioco legale la spesa complessiva per il gioco è stata di 107 miliardi di euro; si pensi che la spesa alimentare della famiglia italiana ne assorbe 142. E quello illegale? Non è inferiore ai 50 miliardi. Il totale è comparabile con il complesso della spesa sanitaria pubblica e privata (117+40). Una realtà sconvolgente!

È giunto il tempo di tornare all'art. 53 della Costituzione "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato ai criteri di progressività". I padri costituenti erano molto più avanti di noi e avevano compreso i rischi che avremmo potuto correre perseguendo un esasperato individualismo in contrasto con i doveri inderogabili di solidarietà. La politica fiscale non pone solo questioni giuridiche ma anche morali ed etiche, intrinseche al concetto di cittadinanza.

Parlare del rapporto con il fisco per un paese è un po' come fare una riflessione su noi stessi. Una società che spende più nel gioco d'azzardo che nella sanità evidenzia che qualcosa non va nel profondo. Prendere atto di quello che siamo diventati è un passaggio necessario per evitare di precipitare irrimediabilmente nel modello argentino. Ma forse la politica di questi nostri giorni è troppo lontana dalla qualità della missione che dovrebbe svolgere.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni da n. 1 a n. 5 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 la deputata Berlinghieri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 i deputati De Filippo e Ilaria Fontana hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 13 la deputata Gava ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 il deputato Golinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 i deputati De Luca, Serracchiani, Madia e Giordano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 23 e 24 i deputati De Luca e De Lorenzis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 la deputata Pini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 31 i deputati De Filippo e Serracchiani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni da n. 31 a n. 33 il deputato Davide Aiello ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 33 il deputato Di Muro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 i deputati Pastorino e Toccafondi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 38 il deputato Toccafondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 54 la deputata Patelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 57 e 58 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 61 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2220-AR - odg 9/1 372 372 0 187 155 217 90 Resp.
2 Nominale odg 9/2220-AR/11 404 403 1 202 168 235 88 Resp.
3 Nominale odg 9/2220-AR/12 405 405 0 203 173 232 88 Resp.
4 Nominale odg 9/2220-AR/13 411 410 1 206 172 238 88 Resp.
5 Nominale odg 9/2220-AR/17 416 416 0 209 173 243 88 Resp.
6 Nominale odg 9/2220-AR/18 411 411 0 206 173 238 88 Resp.
7 Nominale odg 9/2220-AR/20 419 419 0 210 176 243 88 Resp.
8 Nominale odg 9/2220-AR/40 418 418 0 210 175 243 88 Resp.
9 Nominale odg 9/2220-AR/41 419 419 0 210 173 246 88 Resp.
10 Nominale odg 9/2220-AR/43 423 423 0 212 173 250 88 Resp.
11 Nominale odg 9/2220-AR/50 424 424 0 213 174 250 88 Resp.
12 Nominale odg 9/2220-AR/51 423 423 0 212 177 246 88 Resp.
13 Nominale odg 9/2220-AR/52 rif. 425 424 1 213 424 0 88 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2220-AR/59 425 425 0 213 180 245 88 Resp.
15 Nominale odg 9/2220-AR/61 418 418 0 210 177 241 88 Resp.
16 Nominale odg 9/2220-AR/71 416 416 0 209 176 240 88 Resp.
17 Nominale odg 9/2220-AR/75 417 417 0 209 174 243 88 Resp.
18 Nominale odg 9/2220-AR/78 414 414 0 208 175 239 88 Resp.
19 Nominale odg 9/2220-AR/83 426 426 0 214 175 251 88 Resp.
20 Nominale odg 9/2220-AR/84 420 419 1 210 172 247 88 Resp.
21 Nominale odg 9/2220-AR/85 417 417 0 209 177 240 87 Resp.
22 Nominale odg 9/2220-AR/86 418 418 0 210 174 244 87 Resp.
23 Nominale odg 9/2220-AR/89 rif. 420 420 0 211 420 0 87 Appr.
24 Nominale odg 9/2220-AR/93 419 419 0 210 419 0 87 Appr.
25 Nominale odg 9/2220-AR/98 p. I 423 423 0 212 423 0 87 Appr.
26 Nominale odg 9/2220-AR/98 p. II 429 428 1 215 175 253 87 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2220-AR/104 425 425 0 213 176 249 85 Resp.
28 Nominale odg 9/2220-AR/106 430 430 0 216 175 255 85 Resp.
29 Nominale odg 9/2220-AR/107 418 418 0 210 169 249 85 Resp.
30 Nominale odg 9/2220-AR/108 421 421 0 211 171 250 85 Resp.
31 Nominale odg 9/2220-AR/114 rif. 420 420 0 211 420 0 85 Appr.
32 Nominale odg 9/2220-AR/115 418 418 0 210 171 247 85 Resp.
33 Nominale odg 9/2220-AR/116 419 419 0 210 171 248 85 Resp.
34 Nominale odg 9/2220-AR/120 418 418 0 210 168 250 85 Resp.
35 Nominale odg 9/2220-AR/121 415 415 0 208 164 251 85 Resp.
36 Nominale odg 9/2220-AR/122 421 421 0 211 171 250 85 Resp.
37 Nominale odg 9/2220-AR/126 rif. 366 366 0 184 366 0 90 Appr.
38 Nominale odg 9/2220-AR/127 rif. 371 371 0 186 371 0 90 Appr.
39 Nominale odg 9/2220-AR/133 374 373 1 187 144 229 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2220-AR/135 387 387 0 194 149 238 90 Resp.
41 Nominale odg 9/2220-AR/142 rif. 389 389 0 195 389 0 89 Appr.
42 Nominale odg 9/2220-AR/143 389 389 0 195 152 237 89 Resp.
43 Nominale odg 9/2220-AR/147 399 399 0 200 398 1 88 Appr.
44 Nominale odg 9/2220-AR/148 395 395 0 198 154 241 88 Resp.
45 Nominale odg 9/2220-AR/149 407 407 0 204 156 251 88 Resp.
46 Nominale odg 9/2220-AR/150 412 412 0 207 158 254 88 Resp.
47 Nominale odg 9/2220-AR/151 401 401 0 201 156 245 88 Resp.
48 Nominale odg 9/2220-AR/153 398 398 0 200 155 243 88 Resp.
49 Nominale odg 9/2220-AR/157 402 402 0 202 159 243 88 Resp.
50 Nominale odg 9/2220-AR/158 402 402 0 202 155 247 88 Resp.
51 Nominale odg 9/2220-AR/161 400 400 0 201 155 245 88 Resp.
52 Nominale odg 9/2220-AR/167 rif. 403 403 0 202 403 0 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 61)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale odg 9/2220-AR/170 398 398 0 200 151 247 88 Resp.
54 Nominale odg 9/2220-AR/223 394 373 21 187 139 234 87 Resp.
55 Nominale odg 9/2220-AR/239 378 378 0 190 127 251 87 Resp.
56 Nominale odg 9/2220-AR/244 381 381 0 191 130 251 87 Resp.
57 Nominale odg 9/2220-AR/117 374 373 1 187 124 249 87 Resp.
58 Nominale odg 9/2220-AR/123 373 373 0 187 126 247 87 Resp.
59 Nominale odg 9/2220-AR/124 375 375 0 188 126 249 87 Resp.
60 Nominale odg 9/2220-AR/125 376 356 20 179 125 231 87 Resp.
61 Nominale Ddl 2220-AR - voto finale 335 335 0 168 248 87 84 Appr.