Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 271 di mercoledì 4 dicembre 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 13,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Carfagna, Covolo, De Maria, Fassino, Migliore e Ribolla sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 3 dicembre 2019, il deputato Antonino Minardo, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Intervengo perché, ieri sera, ho appreso dalla stampa, con molto stupore, sorpresa, direi quasi sconcerto, che il Governo ha stanziato per la Basilicata, per i danni subiti dal maltempo nelle scorse settimane, la generosissima cifra di euro 49 mila, a fronte di una stima della Protezione civile di circa 46 milioni di danni. Per cui chiederei che il Governo, possibilmente nelle persone dei Ministri Speranza o Lamorgese o dei sottosegretari Margiotta e Liuzzi, che sono della Basilicata, venga in Aula a riferire perché, evidentemente, ci deve essere stato un errore di calcolo o un semplice fraintendimento. Non possiamo pensare che siano stati così generosi con la loro terra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caiata, sono certo che il Governo verrà in Aula a riferire anche su quanto ha previsto per i fondi per il maltempo, anche nella regione Basilicata.

Nel ventesimo anniversario della scomparsa di Nilde Iotti.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, ricorre oggi il ventesimo anniversario della morte di Nilde Iotti, la cui lunga esperienza istituzionale e politica ha lasciato un'impronta indelebile nella vita della nostra Repubblica.

Laureata in lettere e filosofia all'università Cattolica di Milano, entrò ben presto nelle fila della Resistenza. Il 2 giugno 1946 fu eletta all'Assemblea Costituente entrando a far parte della "Commissione dei 75", con il compito di contribuire alla redazione del progetto di Costituzione repubblicana. In quella sede si impegnò, quale correlatrice sul tema della famiglia, con determinazione per l'emancipazione e la piena affermazione dei diritti delle donne. Seguì una intensa, ininterrotta attività politica, mossa costantemente da una vocazione civile coerente e rigorosa e da un disegno ideale volto a dare concreta e piena attuazione ai valori ed ai principi costituzionali. Fu eletta deputata ininterrottamente dalla I alla XIII legislatura. Il 20 giugno 1979 fu eletta Presidente della Camera dei deputati: prima donna a presiedere questa Assemblea. Venne confermata in questo incarico nel 1983 e nel 1987, per un mandato di tredici anni, il più longevo nella storia del Parlamento italiano.

Come Presidente della Camera, fu un esempio di autorevolezza, intelligenza, equilibrio, ma anche di innovazione coraggiosa, in anni travagliati dalla grave minaccia del terrorismo e della criminalità organizzata. Durante la sua Presidenza si impegnò con determinazione per una concreta modernizzazione della struttura e dell'organizzazione della Camera. Si distinse per una salda e convinta difesa della centralità del Parlamento come luogo di confronto, anche acceso, ma sempre rispettoso delle regole e delle procedure, e, al tempo stesso, istituzione in grado di compiere le sue scelte in tempi adeguati alle sfide poste da una società in rapida evoluzione.

Nilde Iotti rimase sempre al di sopra delle ragioni di parte, rimanendo fedele ad una profonda cultura democratica e ad un rispetto senza confini delle istituzioni democratiche del Paese. Il suo senso delle istituzioni fu così alto e radicato da spingerla, poche settimane prima di morire, a dare le sue dimissioni da deputata, per la dignitosa e coerente consapevolezza di non essere più in grado - a causa delle condizioni di salute - di partecipare ai lavori parlamentari. Un gesto che continua ad essere, anche a distanza di tanti anni, una lezione che va sempre custodita con senso di responsabilità e gratitudine da parte di tutti noi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Grazie, Presidente. Vent'anni fa ci lasciava Nilde Iotti, mia conterranea, una donna che ha dato un contributo fondamentale alle istituzioni democratiche del nostro Paese. Nilde è stata prima di tutto una staffetta partigiana. Dopo il 1943 correva proprio sulle mie colline, le colline di Reggio Emilia. Lottava insieme alle donne partigiane, per combattere il nazifascismo e per riportare la libertà e la democrazia nel nostro Paese. Dopo la guerra è stata madre costituente, ha scritto la nostra Costituzione, fondamento della società. Costituzione che, ricordo, va tutelata e protetta tutti i giorni, soprattutto in questo periodo. Aveva una concezione altissima delle istituzioni. Fu una donna che si distinse per la sua imparzialità e per le sue battaglie in nome della giustizia sociale, dell'emancipazione femminile, per il divorzio e per il diritto all'aborto, in un periodo storico in cui vigeva ancora il delitto d'onore. Promosse la riforma del diritto di famiglia, per il riconoscimento ai figli naturali della stessa tutela prevista per i figli legittimi. Pensi, Presidente, che, se non ci fosse stata Nilde Iotti, anche io, nata da un padre ed una madre che si sentivano famiglia indipendentemente dall'atto giuridico del matrimonio, sarei stata considerata una figlia illegittima. Veniva dipinta come una donna fredda, un po' rigida. Credo che sia stata una necessità, in un periodo in cui la sua vita sentimentale era fortemente criticata, non solo dall'esterno, ma anche dai dettami puritani del suo stesso partito, il Partito Comunista. È stata una donna che ha saputo essere se stessa, nonostante tutto e tutti. Concludo, con una parte bellissima del suo discorso di insediamento come Presidente della Camera del 1979, intitolato con emozione profonda: guai a noi, onorevoli colleghi, se non avvertissimo con tutta la nostra forza, con tutto il nostro senso di responsabilità, che le Assemblee parlamentari esprimono al più alto grado la sovranità popolare e devono continuare a essere Assemblea aperta al nostro popolo, alla grande forza di democrazia e di unità che lo anima. Ecco, la sovranità popolare sia il faro del nostro impegno quotidiano in quest'Aula. Ciao Nilde, ciao resistente, ciao guerriera (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Io, devo dire, sono commossa nel ricordare Nilde Iotti, proprio per la stima che ho nei suoi confronti. Una persona veramente di grande merito, di grande intelligenza e, pur non avendo le medesime idee politiche, la stima è immensa, perché Nilde Iotti, pur avendo fatto molteplici battaglie sulla questione delle donne, avanzava sempre la richiesta che le donne dovevano accedere alle cariche pubbliche per merito, non per sesso, proprio ad evidenziare questo aspetto fondamentale, quando una persona va a ricoprire una carica pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo stesso quando si ricopre una carica, come in questo caso nella Camera dei deputati o nel Senato della Repubblica, quel senso veramente di partecipazione a quello che si è chiamati nello svolgere questo ruolo, e quella ideologia di definire che i partiti politici devono essere lo strumento per perseguire il bene del nostro Paese e non devono essere invece momenti di scontro, ma, insieme, si deve avere il fine veramente di portare un bene a quello che sono tutti i nostri cittadini. Infatti, Nilde Iotti era una persona che, oltre ad avere l'importanza che aveva, era comunque una persona umile e, soprattutto, ascoltava la gente. Questo fattore le ha permesso di diventare quello che è stata e, soprattutto, di essere un esempio per tutti noi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Presidente, colleghi, due minuti sono davvero poca cosa, per commemorare una donna come Nilde Iotti, che ho avuto il piacere di conoscere, anche per l'amore di questa donna per la terra di Siena. Una signora della Repubblica, una madre costituente, una dirigente politica del Partito Comunista, una partigiana, parlamentare ininterrottamente per tantissimi anni. Non c'è tempo per soffermarsi sulle tantissime cose e sul grande lavoro parlamentare di Nilde Iotti. Allora, io scelgo di concentrarmi su due dimensioni del suo impegno, due dimensioni che io ritengo tuttora strategiche per la democrazia, che guarda al Paese, che guarda al mondo, per la democrazia del nostro tempo.

La prima è legata al suo impegno per le donne italiane, la sua modernità, il suo profondo convincimento. C'è un passaggio del suo bellissimo discorso di insediamento: “Vivo in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne, che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e avere speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”. Essere una di loro.

L'altra dimensione, che voglio riprendere, è la sua profonda convinzione che i valori costituzionali si fanno vivere, non solo difendendo la Costituzione, ma con la capacità di rinnovare quei valori, anche attraverso una grande azione riformatrice. Anche qui c'è un passaggio importante, che non riprendo, nel suo intervento del 2 luglio 1987. Era al suo terzo mandato.

Nilde Iotti era profondamente convinta che la democrazia avesse in sé gli strumenti per rinnovare se stessa. E io credo che oggi, da un lato, la dimensione della libertà femminile e quella della qualità delle nostre istituzioni e del loro funzionamento facciano assieme importante cifra della qualità della nostra democrazia in questo tempo. Ecco, io credo che queste qualità non siano mai scontate. Sono spesso sotto attacco, con linguaggio ed azioni, che vanno condannate. Credo che questa signora della Repubblica, della sinistra, della nazione, ci abbia lasciato un'eredità, che abbiamo il compito di custodire e rinnovare, nella nostra funzione parlamentare, nel merito e anche nello stile da adottare dentro a questa Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia vuole ricordare solo due parole di questa donna: la forza e il senso istituzionale. Sono due elementi che conducono l'esempio di tutte le generazioni successive a quella che è una guida del lavoro istituzionale, che proprio noi, del nostro genere in particolare, dobbiamo prendere ad esempio per un dialogo trasversale, per una comunione di valori e proprio per il rispetto di quei principi costituzionali, di cui Nilde Iotti ha vergato i principi nella famosa Commissione dei 75, che tutti ricordiamo con stima, con ammirazione, con determinazione e con rispetto esemplare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Noi di Fratelli d'Italia non possiamo che unirci, insieme a tutta l'Assemblea, al ricordo del Presidente Nilde Iotti, come amava farsi chiamare, alla quale riconosciamo, pur nella diversità delle idee e della provenienza culturale, un'eccezionale levatura politica e un rispetto sacrale per le istituzioni. Ricordiamo soprattutto che Nilde Iotti fu una protagonista della battaglia culturale e politica per l'emancipazione delle donne. E ne fu essa stessa simbolo, ricoprendo per la prima volta, da donna, l'incarico di Presidente della Camera dei deputati. E già nell'Assemblea costituente si batté per l'affermazione dei principi di uguaglianza tra i cittadini e di giustizia sociale. Ella rappresenta senza dubbio un pezzo importante della storia italiana e, certamente, molta storia di quel Partito Comunista, al quale riconosciamo, senza negare le tante pagine oscure, di aver voluto rappresentare i bisogni dei lavoratori, degli italiani e delle classi più deboli. Quanto è lontana quella storia da quella di oggi, con una sinistra che è diventata sistema e che guarda con distacco e con vera e propria indifferenza ai ceti popolari. Quanto è lontana una politica che ha sempre reso onore e rispetto ad una donna, che ha superato le difficoltà, anche economiche, della sua giovinezza, e che ha costruito la sua carriera politica con grande fatica e tenacia. Rispetto riconosciuto dai suoi compagni di partito, da tutti i suoi avversari, rispetto che ha sempre contraddistinto il suo comportamento in Aula e fuori. Oggi c'è bisogno di donne protagoniste nella vita politica, e lo dico da rappresentante dell'unico partito in Parlamento che ha una leader donna. Donne che non siano semplici comparse, ma che abbiano costruito il loro percorso con competenza, capacità e caparbietà, nell'esempio proprio della Presidente Iotti. Ma, soprattutto, c'è bisogno di una politica che abbia rispetto di queste donne, che abbia rispetto della loro storia e delle loro idee. Oggi il linguaggio della politica, soprattutto nei confronti delle donne, è spesso contraddistinto da insulti, da offese, da volgarità, da allusioni sessiste, da violenza verbale verso chi manifesta opinioni diverse dalle proprie, a volte da autentiche aggressioni, ma anche per la scelta di vita e spesso per le scelte familiari e sentimentali.

Il ricordo di Nilde Iotti e del suo decoro, della sua eleganza istituzionale, della sua capacità di tenere sempre alto il tono del dibattito politico oggi ha un'attualità straordinaria in quello che deve rappresentare un messaggio per tutte le forze politiche, affinché i modi, le espressioni e il linguaggio del confronto politico siano sempre e comunque rispettosi delle donne che hanno scelto di dedicare la loro vita all'impegno politico nelle istituzioni e siano soprattutto degni dei grandi uomini e delle grandi donne che hanno frequentato quest'Aula, a partire dal suo primo Presidente donna (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Eravamo avversari, ma mai nemici, ripeteva Tina Anselmi nel descrivere il suo rapporto con Nilde Iotti. Mi piace ricordarle insieme queste due protagoniste della vita istituzionale italiana: Nilde Iotti, comunista e prima Presidente della Camera, e Tina Anselmi, democristiana e prima donna a capo di un ministero e presidente della Commissione d'inchiesta sulla Loggia P2, proprio su indicazione di Nilde Iotti. Ad unirle un grande amore per la democrazia, dalla dura scuola della Resistenza, che ha formato entrambe, alla loro lunga carriera politica. Erano le prime donne che riuscivano a creare una breccia nell'impenetrabile muro maschilista della politica, con una tenacia senza pari, una forza di volontà, una preparazione e una capacità a dir poco notevoli.

A differenza dei colleghi parlamentari maschi, che sembravano compiacersi dell'aura irraggiungibile, loro non negavano mai un sorriso; erano davvero così, concrete e coerenti. Lottavano per la parità, anche da avversarie politiche trovavano un comun denominatore nello spirito di servizio delle istituzioni. Distanti su questioni fondamentali di principio, si ritrovavano insieme per fare da apripista dentro un mondo che ancora escludeva il cosiddetto gentil sesso.

Penso che ancora oggi, a vent'anni dalla morte, la figura politica di Nilde Iotti venga ricordata per il suo rigore e per la sua eleganza istituzionale; e mi piace ricordarla da quest'Aula, dove il rigore e l'eleganza istituzionale ogni tanto pare aver perso il proprio smarrimento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. È un onore per me ricordare in quest'Aula Nilde Iotti, che è stata un punto di riferimento per un pezzo importante della mia generazione, appassionata di politica. A volte, Presidente, rimpiango l'Aula che Nilde Iotti presiedeva, la sua indiscussa capacità di non essere di parte, di rappresentare sempre tutte le elette e gli eletti in quest'Aula. Credo che dovremmo ricordare il suo profondo rispetto per le istituzioni della nostra Repubblica. Nilde Iotti non era e non fu mai una femminista, ma lottò sempre con un coraggio da tigre per la parità, per l'emancipazione della donna, non per la liberazione, termine che non amava; per la costruzione, però, di una nuova, più moderna immagine del ruolo delle donne nel rapporto con la politica.

Ecco, fu anche una madre costituente, come è stato ricordato; e allora vale la pena, per capire qual era il clima, il contesto in cui si muovevano le donne in quell'epoca della Repubblica, ricordare un passaggio in cui Giovanni Leone, in particolare, mise in discussione, nel corso dei lavori, il diritto delle donne di accedere alla magistratura. Leone diceva: già l'allargamento del suffragio elettorale alle donne costituisce un primo passo, ma la loro partecipazione illimitata alla funzione giudiziaria non è per ora da ammettersi; magari sia ammessa al tribunale dei minorenni, sarebbe per esse un'ottima collocazione, ma negli alti gradi della magistratura, dove bisogna arrivare alla rarefazione del tecnicismo, è da ritenere che solo gli uomini possano mantenere quell'equilibrio di preparazione che più corrisponde per tradizione a queste funzioni. E allora Nilde Iotti reagì e disse: questi sono motivi stupefacenti. Se una donna ha la capacità di arrivarci, e sono convinta che ce l'abbia, essa deve poter conquistare, al pari dell'uomo, i più alti gradi della magistratura, senza alcun discrimine. E avvertì: attenzione, abbiamo appena approvato nella prima parte della Costituzione una norma chiave, che tutti i cittadini non solo sono uguali, ma che tutti, donne e uomini, possono accedere a tutte le cariche pubbliche. Questo è il contesto e i pregiudizi che doveva contrastare Nilde Iotti. Noi donne dobbiamo essere consapevoli di quanto è stata dura e di quanta strada è stata fatta, ma anche, purtroppo, signor Presidente, di quanto è necessario continuare a lottare e a difendere i diritti delle donne (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). All'indomani della sua nomina a Presidente della Camera, Nilde Iotti si definì così: una donna che lavora. In due parole diede un messaggio politico fortissimo, e, se leggiamo oggi la sua biografia, lì troviamo i semi di tutte le battaglie e il terreno su cui poi si è costruita la sua politica; ma anche ha dimostrato un grande senso sempre di coerenza con la realtà vera del Paese. È diventata indubbiamente un modello di donna nelle istituzioni per tutte le donne in Italia, e questo aiutando enormemente il percorso di altre donne che facevano altri scalini nella società, e questo fino ad oggi. Fece molte battaglie nel merito, come quelle di far accedere le donne alla magistratura, ma anche battaglie rispetto alle riforme del Regolamento qui in Parlamento.

Ricordo solo quella che portò all'abolizione del voto segreto, se non per casi personali, e questo perché Nilde Iotti, è una tra le 21 donne che fece parte dell'Assemblea Costituente, sapeva molto bene che i cambiamenti passano se i sistemi evolvono e se si cambiano anche le regole del gioco. Ora dobbiamo molto a Nilde Iotti perché molte misure di cui ci stiamo occupando lei le aveva iniziate; è necessario, diceva, assicurare il diritto al lavoro per tutte e per tutti. È stata molto amata anche per una coerenza tra parole e agire sia nel pubblico, ma anche proprio come donna libera di esprimere tutta una realtà femminile che rischiava di rimanere ingabbiata in schemi che, se non evolvevano, avrebbero bloccato proprio l'accedere delle donne alle istituzioni. Ha mostrato che si può essere persone di potere senza rinunciare all'empatia con gli altri, anzi, portandola dentro la politica e nei partiti come strumento per esserci pienamente in politica come donna e per le proprie qualità umane. È una bella testimonianza a cui ancora guardare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, ha molto ricordato lei e molto hanno ricordato le colleghe. Noi ci teniamo e ci tengo personalmente a unirmi in questa commemorazione non fosse altro che intervengo dopo sette donne, unico uomo, e lo faccio anche per attrarre un po' l'attenzione dei colleghi uomini in questa sala (Applausi), perché non vorrei che alcuni di noi si convincessero che questo è un altro momento che tocca solo le donne. La seconda cosa che vorrei dire è che le battaglie che ha fatto Nilde Iotti, che ha incarnato la Costituzione, è stato ricordato, ha incarnato la democrazia parlamentare, ha incarnato quel senso delle istituzioni che troppo spesso perdiamo, in realtà diventi un modello e di esempio per le nuove generazioni. Credo che ci sia un lavoro da fare perché tante delle battaglie che sono state di Nilde Iotti sui diritti, sui diritti civili, sulla giustizia sociale, sono delle battaglie, ahimè, ancora molto attuali. Credo che questo lavoro debba continuare, debba essere portato avanti dalle colleghe sulla parità, dai colleghi insieme e da tutta la classe politica, ma raccomanderei alle colleghe e ai colleghi di portarci avanti con il lavoro, e quindi di cominciare a lavorare perché nuove generazioni di donne decidano di fare politica e questo è un lavoro sulla formazione delle nuove generazioni che dobbiamo fare tutti insieme e che dobbiamo fare adesso, mentre continuiamo a fare battaglie per migliorare questo Paese e raggiungere il progresso civile, economico e sociale che chiede la nostra Costituzione, grazie (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (A.C. 2220-A) (ore 14,26).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2220-A: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.

Ricordo che nella seduta del 3 dicembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2220-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La presidente Ruocco ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Grazie, per consentire al Comitato dei nove di riunirsi chiederei un rinvio alle 16, se è possibile, grazie.

PRESIDENTE. Bene, se non ci sono obiezioni, così viene disposto.

Ricordo che alle 15 c'è il question time. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra delle Infrastrutture e trasporti e il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a definire, d'intesa con le regioni e gli enti territoriali competenti, un piano straordinario per la messa in sicurezza del sistema di collegamento viario e ferroviario di Piemonte e Liguria - n. 3-01167)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fornaro e Pastorino n. 3-01167 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie signor Presidente. Signora Ministra, come lei ben sa e come sa anche chi ci ascolta, dopo gli eventi alluvionali del 20 e 21 ottobre ci sono state forti precipitazioni nelle giornate del 23 e del 24 novembre scorso, che hanno provocato molti disagi e danni sull'intera rete stradale e sulle infrastrutture di Piemonte, del basso Piemonte e della Liguria. Noi siamo quindi a chiedere quali sono gli intendimenti del Governo in ordine, per esempio, a cominciare dalla richiesta della provincia di Alessandria di accelerare il subentro ANAS sull'ex statale di collegamento tra Liguria e Piemonte e riteniamo sia improrogabile un piano straordinario finalizzato alla messa in sicurezza del reticolo idrico minore e in ultimo ovviamente un tema di Piano straordinario - che lei ha già annunciato - per la messa in sicurezza del sistema di collegamento viario e ferroviario tra le due regioni, tenuto conto anche del grave dissesto idrogeologico e dei disagi nei confronti dei cittadini.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, rispondo all'interrogazione anche sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Dipartimento di Protezione civile. Le intense precipitazioni che nelle ultime settimane hanno interessato vaste zone dell'Italia settentrionale hanno causato dissesti e frane, particolarmente numerose nel territorio del basso Piemonte e della Liguria. L'evento più eclatante è costituito dalla colata di terra che ha determinato il crollo del viadotto dell'autostrada A6, interrompendo la circolazione stradale. A seguito di detto evento, è stato installato un sistema di allertamento multiparametrico, che ha consentito la riapertura al traffico dell'autostrada, mitigando i disagi alla viabilità. Per quanto attiene agli eventi che hanno colpito la provincia di Alessandra, il Consiglio dei ministri ha deliberato in data 14 novembre 2019 lo stato di emergenza, prevedendo un primo stanziamento di 17 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. A seguito della predetta deliberazione, con l'ordinanza 615 del 16 novembre della Protezione civile, il presidente della regione Piemonte è stato nominato commissario delegato per i primi interventi urgenti finalizzati a fronteggiare l'emergenza, tra cui il ripristino, anche con le procedure di somma urgenza, della funzionalità di tutte le infrastrutture, per procedere alla ricognizione dei fabbisogni nonché per valutare le prime misure di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive. In conseguenza degli ulteriori avversi eventi meteorologici, il Consiglio dei ministri, nella seduta del 2 dicembre, ha deliberato l'estensione dello stato di emergenza ai territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, con un ulteriore stanziamento pari a 100 milioni di euro, ripartito secondo le indicazioni provenienti dalle singole regioni. Per quanto riguarda le attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ho provveduto a trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei ministri lo schema di decreto a firma del Presidente del Consiglio, che prevede il passaggio ad ANAS di circa 1.000 chilometri di strade di strade esistenti nella regione Piemonte. Quanto alla rete ferroviaria, il contratto di programma 17-21 prevede uno specifico piano di investimenti pari a 2 miliardi di euro per la realizzazione di interventi finalizzati a garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria, a fronte di fenomeni di dissesto idrogeologico. Da ultimo informo gli onorevoli interroganti che lunedì prossimo mi recherò in Piemonte, nei luoghi colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici, unitamente al Presidente della regione.

PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie signora Ministra, ci associamo anche noi al ringraziamento all'attività del Dipartimento di Protezione civile e credo che in questo ringraziamento vadano associati tutti i volontari e chi ha lavorato in condizioni molto difficili per salvaguardare l'incolumità dei cittadini. Noi crediamo che, accanto al tema dell'emergenza, degli interventi di somma urgenza, la necessità - lo ricordo - di coprire l'intera richiesta da parte delle regioni Liguria e Piemonte, c'è un tema più di prospettiva, ovvero, a nostro giudizio, occorre lavorare - e speriamo che ci possa essere il suo consenso e quello del Ministro dell'Ambiente - ad un accordo di programma che veda insieme Stato, regioni, province e comuni con l'obiettivo della messa in sicurezza di un territorio che, lo ricordo, è stato particolarmente colpito da eventi alluvionali in ragione delle nuove mutazioni climatiche, con particolare riguardo all'Appennino ligure e piemontese. Noi abbiamo ancora situazioni molto difficili: l'ex statale del Turchino tra Rossiglione e Ovada è ancora intransitabile, salvo un intervento di riapertura proprio nella giornata di ieri a una sola corsia. C'è la necessità quindi di dare un segnale molto forte. Concludo su questo: gli eventi sono catalogati come eventi alluvionali, in realtà sulle nostre colline le fortissime precipitazioni durate a lungo, in maniera persistente e violenta nelle due occasioni di ottobre e novembre, hanno provocato effetti del tutto simili a quelli del terremoto, quindi crediamo che, da questo punto di vista, occorra intervenire in maniera straordinaria, con un piano organico, che prenda quindi il tema delle infrastrutture e dei collegamenti ferroviari in assoluta priorità. Su quest'ultimo tema, signor Ministro, quando troverà tempo, legga una lettera che le è arrivata da uno studente ovadese, Manuele Marchelli, che racconta le disavventure di quest'ultimo mese di collegamento tra queste due regioni, che ci riportano a tanti anni indietro.

(Iniziative volte ad un'efficace programmazione e allo “sblocco” delle opere infrastrutturali attualmente sospese – n. 3-01168)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Paita ed altri n. 3-01168 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Signora Ministro, conosce bene, conosce benissimo i danni pesanti che l'allarme maltempo e il dissesto idrogeologico hanno causato in queste settimane al nostro Paese; danni incalcolabili dal punto di vista artistico, economico, infrastrutturale e umano. Il nostro è un Paese fragile, e nonostante ciò siamo tornati all'andazzo di spendere più per riparare i danni che non per prevenirli. Come sa bene, in controtendenza rispetto a ciò, durante gli anni del Governo Renzi, il dipartimento “Italiasicura” ha rappresentato un faro in questo senso, e la situazione che oggi tocca la Liguria e tante altre regioni del nostro Paese meritano una svolta non più rinviabile. Inoltre, come sa, il nostro Paese soffre di un profondo gap infrastrutturale, che ne limita le capacità strategiche e le possibilità di sviluppo. A questo fine, Italia Viva ha presentato e presenterà alla maggioranza e al Governo, nelle prossime settimane, un piano, “Italia shock!”, con 120 miliardi di opere pubbliche e private già finanziate e già stanziate che serviranno molto a questo Paese; 26 di questi miliardi sono solo per opere appunto di contrasto al dissesto idrogeologico. Vogliamo sapere dal Governo quali misure intende prendere, sia in questo senso sia per il ripristino dell'unità di missione “Italiasicura”.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Rispondo anche sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministero dell'Ambiente, perché con il disegno di legge n. 86 del 2018 il Ministero dell'ambiente è subentrato nei compiti e nelle funzioni della struttura di missione di “Italiasicura”, varando un piano contro il dissesto di oltre 6,5 miliardi. Inoltre, in sede di approvazione del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, è stato previsto un piano stralcio relativo ad interventi immediatamente eseguibili nell'anno 2019 ed aventi carattere di urgenza e indifferibilità. Tale piano è stato approvato dal CIPE il 24 luglio del 2019, e prevede l'erogazione di un finanziamento di oltre 315 milioni di euro per la realizzazione di 263 interventi. Il 60 per cento delle risorse stanziate con il primo piano stralcio sono già state assegnate alle regioni, a cui compete l'onere delle progettazioni e della richiesta. Per quanto riguarda le attività di competenza invece del Ministero delle infrastrutture, ho più volte evidenziato quanto abbiamo bisogno di infrastrutture utili, moderne, efficienti e soprattutto sicure, non solo stanziando nuove risorse ma anche eliminando quegli ostacoli che hanno fino ad oggi rallentato l'efficace impiego delle risorse già disponibili. A tal fine ho provveduto ad adottare in questi primi giorni di Governo i provvedimenti necessari a sbloccare opere già finanziate per un valore di oltre 3,5 miliardi di euro, che riguardano soprattutto infrastrutture stradali, ponti e i grandi invasi.

Inoltre ho espressamente richiesto alla commissione ministeriale appositamente istituita per l'elaborazione del regolamento unico di attuazione del codice dei contratti di prevedere specifiche misure di semplificazione e di riduzione degli oneri amministrativi, sia per le stazioni appaltanti che per gli operatori economici. Da ultimo, rappresento che al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sono assegnate attualmente, a legislazione vigente, risorse per poco meno di 50 miliardi, utilizzabili però nei prossimi 15 anni, per la realizzazione di interventi relativi alle opere pubbliche, alla messa in sicurezza viaria, dei ponti e dei viadotti, nonché alla realizzazione dei programmi innovativi sulla mobilità e sull'abitare.

PRESIDENTE. La deputata Paita ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (IV). Presidente, signora Ministro, spero che lei abbia apprezzato lo spirito con il quale questa nostra proposta, oggi evidenziata con un'interrogazione, è stata avviata. Noi abbiamo fatto un lavoro, molto prezioso, che mette insieme risorse pubbliche e private, e abbiamo messo in fila numeri che potrebbero davvero far crescere questo Paese e metterlo in sicurezza dal punto di vista infrastrutturale e dal punto di vista idraulico. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che sia importante lavorare in un rapporto costante, critico, ma anche propositivo, all'interno della maggioranza. Il 15 gennaio presenteremo questo piano complessivo, e ci auguriamo che il Governo e che il Parlamento sappiano trarne spunto, oppure costruire insieme una strategia comune di rilancio del Paese e delle nostre infrastrutture. Ciò che continuiamo a sottolineare è l'esigenza di mettere in campo il progetto del dissesto idrogeologico con il riavvio della struttura tecnica di “Italiasicura”, perché dentro quel progetto c'erano interventi importantissimi per 26 miliardi, ed erano strutturati sulla base di un criterio fondamentale, che è quello del rischio idraulico. Vede, lei ha citato 300 milioni - mi pare di ricordare - per 26 progetti; solo per Genova, durante il Governo Renzi, sono stati stanziati 300 milioni per la città, perché talvolta ci sono investimenti che hanno bisogno di una forte strutturazione, lo stesso vale per quanto riguarda le infrastrutture. Noi abbiamo bisogno di velocizzare le opere, di farlo attraverso una strategia di commissari e di semplificazione normativa che abbia la possibilità di mettere in campo queste energie, queste risorse, e provare a rilanciare il Paese. Ci sono tante opere da realizzare – e concludo –, tra queste, le ricordo, Ministro, la Gronda di Genova, fondamentale per cercare di dare sicurezza ai collegamenti, e poi, insieme alla Gronda, tanti interventi in campo ferroviario, autostradale e di ANAS. Questo è il nostro spirito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Elementi e iniziative in relazione allo stato di manutenzione delle infrastrutture, con particolare riferimento alla sicurezza di ponti, viadotti e gallerie – n. 3-01169)

PRESIDENTE. Il deputato Cattaneo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01169 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro De Micheli, le drammatiche notizie di queste settimane ci impongono davvero parole di chiarezza sullo stato di sicurezza delle nostre infrastrutture. Gli italiani oggi non si sentono neanche più sicuri di percorrere un'autostrada, un viadotto o una strada provinciale, e questo è per noi francamente inaccettabile. Alcuni numeri tratteggiano veramente l'emergenza che abbiamo davanti. Gran parte dei viadotti, per esempio, è stata realizzata nel nostro Paese tra il 1955 e il 1980, e oggi, sostanzialmente, da un punto di vista ingegneristico, è a fine vita. Come ce ne occupiamo? Ci preoccupano soprattutto, oltre a ciò che attiene ai concessionari, lo stato sulle nostre strade provinciali: le province hanno detto che, da un primo censimento, ci sono 30 mila, tra ponti, viadotti e gallerie, che avrebbero bisogno subito di interventi urgenti, che hanno quantificato in circa 6 miliardi di euro. Non c'è bisogno che le ricordi, per esempio, nel suo, nel mio territorio il ponte di Cortemaggiore, o il ponte della Becca, su cui da tempo vogliamo chiedere l'attenzione del Governo. Chiediamo quali iniziative si intendano adottare da parte del Governo per queste e per tutte le infrastrutture del Paese perché i cittadini si sentano sicuri.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. In base alla legge e secondo il codice della strada, i concessionari della rete stradale e autostradale sono tenuti ad assicurare la funzionalità delle infrastrutture per garantire la regolarità del servizio in condizioni di sicurezza per l'utenza. Gli obblighi dei soggetti gestori sono definiti attraverso atti convenzionali, nei quali è anche definito, in via previsionale, il programma degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il contratto è sottoposto ad aggiornamento quinquennale per adeguare i programmi di investimento alle esigenze di intervento che emergono nel corso della gestione.

In data 13 febbraio 2019, si è tenuto presso il Ministero un incontro tecnico nel corso del quale ANAS ha aggiornato lo stato delle azioni intraprese al fine di garantire la sicurezza di tutti i ponti e i viadotti che sovrappassano la rete stradale e autostradale della medesima società e per i quali non si dispone della documentazione ufficiale sulla proprietà.

In relazione a dette infrastrutture, ANAS sta provvedendo a reperire tutta la documentazione necessaria e ad effettuare le apposite visite ispettive, all'esito delle quali verrà richiesto agli enti gestori di procedere agli eventuali interventi manutentivi. Laddove non fosse possibile procedere all'individuazione del soggetto proprietario o in caso di inerzia dello stesso, ANAS provvederà ad effettuare direttamente gli interventi necessari.

Relativamente, poi, ai programmi di manutenzione nel settore autostradale, attraverso l'implementazione dell'archivio nazionale delle opere pubbliche, l'AINOP, che abbiamo rifinanziato in legge di bilancio, e l'attività di ANSFISA, il cui nuovo direttore è stato nominato dal Consiglio dei ministri lo scorso 2 dicembre, sarà possibile rendere più efficiente l'attività di monitoraggio funzionale alla mappatura delle infrastrutture e alla verifica del loro stato.

Da ultimo, sempre con riguardo alla manutenzione autostradale, evidenzio che la competente direzione generale, su mia indicazione, ha provveduto ad adottare apposite linee guida per l'attuazione del programma di manutenzione ordinaria da parte dei concessionari e ha costituito un apposito gruppo di lavoro per il monitoraggio sulle attività degli stessi, poste in essere.

PRESIDENTE. Il deputato Cattaneo ha facoltà di replicare. Prego, onorevole Cattaneo.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, da un lato, le riconosco di essere un Ministro, rispetto a chi l'ha preceduta, interlocutore – le piace vincere facile rispetto a chi l'ha preceduta – e, quindi, le riconosco di poter attivare un dialogo costante, dall'altro, non mi sento del tutto soddisfatto dalle risposte che ci ha dato, perché, insomma, riscontriamo questo caso paradossale per cui ci sono 1.425 viadotti in Italia su cui, a oggi, non si sa chi siano i proprietari e, quindi, di fatto, nessuno si sta occupando della loro messa in sicurezza.

Poi, lei lo sa bene, c'è un problema, quindi, oltre a quello dello stato dall'arte, addirittura, di un censimento che ancora oggi è in corso e c'è un problema di denari, di risorse pubbliche; poi, ancora, paradossalmente, anche quando abbiamo le risorse economiche, spesso non riusciamo a trasformare questi denari in cantieri, perché siamo soffocati dalla burocrazia. Quando una stazione appaltante è un ente locale siamo tutti soffocati da ricorsi, da lungaggini burocratiche; da tempo, noi chiediamo la revisione del codice degli appalti, da tempo noi chiediamo più facilità per gli appalti che avvengono da parte degli enti locali e su questo serve davvero uno scatto diverso rispetto a quello che stiamo vedendo, perché la sicurezza nazionale nel percorrere strade, viadotti e gallerie è un tema su cui ci giochiamo tutti la faccia, l'intero Paese e la credibilità stessa dello Stato. Quindi, facciamo presto, non ci sono scuse, mettiamo in sicurezza le nostre infrastrutture (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative urgenti, d'intesa con la regione Sardegna, in merito al bando di gara per il servizio pubblico di trasporto marittimo in regime di continuità territoriale – n. 3-01170)

PRESIDENTE. La deputata Manuela Gagliardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01170 (Vedi l'allegato A).

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. In mezzo a queste interrogazioni e a questi question time, oggi, tutti in materia di emergenze legate al maltempo, noi, invece poniamo all'attenzione del Ministro una questione relativa, invece, a quanto pare, a una emergenza data dall'inerzia del Ministero.

Faccio, infatti, riferimento all'imminente scadenza del servizio pubblico di trasporto marittimo in regime di continuità territoriale della Sardegna; la convenzione oggi in vigore con Tirrenia Navigazione scadrà, infatti, nel luglio del 2020 e da quel momento la Sardegna rischia di rimanere isolata, con gravissimi danni ovviamente sia per i cittadini, per i residenti, che per il turismo, signor Presidente. Nell'incertezza del futuro Tirrenia ha, infatti, già bloccato l'emissione dei biglietti a partire dal giorno successivo alla scadenza della convenzione, ossia il 20 luglio del 2020, ossia, lo vorrei ribadire, nel pieno della stagione estiva. Ora, è evidente l'urgenza di questa situazione che è stata procrastinata inspiegabilmente fino ad oggi dal Ministero, nonostante le molte sollecitazioni provenienti dalla regione Sardegna.

Quindi, la domanda è se il Ministro abbia predisposto già il nuovo bando di gara e, eventualmente, quali siano i tempi, perché la regione Sardegna non può più attendere.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, onorevole Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. In relazione ai servizi di collegamento marittimo da e verso la Sardegna rappresento che il Ministero ha già comunicato alla società concessionaria l'avvio della procedura di riaffidamento del servizio. È in corso di svolgimento una specifica attività istruttoria, relativa alla predisposizione e successiva pubblicazione del bando di gara, elaborato alla luce della delibera dell'Autorità di regolazione dei trasporti n. 22/2019. Ricordo che tale delibera prevede quattro macro-fasi: la verifica del mercato, l'imposizione degli obblighi di servizio pubblico, la gara per l'assegnazione in esclusiva e la stipula della convenzione e gestione della medesima. Il MIT ha già concluso l'analisi dei dati di mercato relativi al traffico delle merci e delle persone nei porti di origine e destinazione delle linee attualmente in esercizio, da più di un anno è in corso un costante confronto con gli uffici della regione Sardegna, e ho recentemente, la scorsa settimana, incontrato il presidente personalmente, anche a seguito di consultazione pubblica, sui dati relativi alle esigenze di servizio pubblico, alla distribuzione temporale e spaziale nonché alle caratteristiche socio-economiche e demografiche della potenziale domanda.

Una volta terminata tale fase di verifica, si procederà ad acquisire le manifestazioni di interesse da parte delle imprese che posseggano i necessari requisiti. In caso di esito negativo della fase di verifica delle manifestazioni di interesse, il MIT procederà all'imposizione degli obblighi di servizio o all'assegnazione del servizio attraverso l'espletamento della gara pubblica.

PRESIDENTE. Il deputato Giorgio Silli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Grazie, per la parola, Presidente; grazie, signor Ministro per la risposta. Devo però dire che, effettivamente, apprendo dalla sua risposta di un sensibile ritardo, per non dire di una inadempienza del Ministero. Siamo alle manifestazioni di interesse, siamo a una sorta di, come dire, istruttoria o pre-istruttoria su ricerche di mercato che poi porteranno ad avere i dati sensibili per costruire il bando. Credo, per rimanere in tema, che si sia abbastanza in alto mare. Ora, signor Ministro, al di là delle fisiologiche e legittime polemiche politiche che in quest'Aula sono assolutamente permesse, io le dico veramente col cuore in mano, da italiano, che la continuità territoriale è importantissima; noi non stiamo parlando dell'isola di Montecristo o di Giannutri, noi stiamo parlando della Sardegna, stiamo parlando di una delle regioni più importanti del nostro territorio e del nostro Paese. Quindi, veramente, io vi esorto a colmare queste lacune, perché effettivamente il tempo inizia a stringere.

(Intendimenti in merito alla messa in sicurezza dei ponti esistenti e alla realizzazione di nuovi ponti sul bacino del Po, con particolare riferimento all'adozione del decreto di ripartizione del relativo fondo di 250 milioni di euro – n. 3-01171)

PRESIDENTE. La deputata Laura Cavandoli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01171 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. La richiesta riguarda un fondo istituito con la legge di bilancio 2019 che stanziava 50 milioni all'anno, per cinque anni, e serviva proprio per la messa in sicurezza dei ponti esistenti e la realizzazione di nuove strutture, in sostituzione di quelle ormai con problemi strutturali, nel bacino del Po.

Era stata prevista, dal precedente Governo, una bozza di schema di decreto con 258 interventi; fra questi interventi c'erano dei ponti nuovi da realizzare e cito quello fra Colorno e Casalmaggiore e quello della Becca in provincia di Pavia ed era stata data priorità alla progettazione di questi. In altre interrogazioni in Commissione il Ministro non ha dato risposte certe circa la pubblicazione del decreto e recentemente, durante il maltempo, molti ponti del bacino del Po sono stati chiusi temporaneamente e quindi si è riportata l'attenzione sul loro stato di manutenzione e la necessità di interventi urgenti. I 50 milioni del 2019 non sono stati utilizzati. Chiediamo al Ministro che fine ha fatto il decreto di ripartizione e quando sarà approvato e se è ancora importante la realizzazione di nuovi ponti e la messa in sicurezza, magari provvedendo ad individuare nuove risorse.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, con riferimento alla messa in sicurezza dei ponti del bacino del Po e quindi al richiamato fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2023, informo che ho predisposto da qualche settimana ed inviato alla Conferenza unificata ai fini dell'intesa lo schema del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze per l'assegnazione delle risorse. La Conferenza unificata ha convocato per domani un'apposita riunione in merito. Il decreto prevede l'erogazione di finanziamenti per la messa in sicurezza dei ponti classificati come prioritari sulla base dei criteri di miglioramento della sicurezza e dell'entità del traffico interessato e anche della popolazione servita.

Con specifico riguardo alle nuove infrastrutture, dei ponti della Becca e quello di Colorno attualmente di competenza delle province, evidenzio che il decreto prevede il finanziamento del progetto di fattibilità tecnico-economica ma, con l'imminente passaggio della gestione di questi ponti ad ANAS, le successive fasi progettuali verranno finanziate con l'aggiornamento del contratto di programma 2016-2020 di ANAS che già contiene una specifica previsione al riguardo.

Da ultimo, rappresento che il ponte di Dosolo-Guastalla rientra tra quelli inseriti nel decreto all'esame della Conferenza unificata e che per quanto riguarda il ponte di Pievetta di Castel San Giovanni sono già state assegnate le risorse per oltre 5 milioni e mezzo di euro.

PRESIDENTE. La deputata Cavandoli ha facoltà di replicare.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sono parzialmente soddisfatta per la sua risposta, un po' meno i cittadini che abitano in queste zone. Ben venga la notizia che domani la Conferenza unificata finalmente vedrà questa graduatoria: ci prendiamo un po' di meriti. Per quello che riguarda il ponte di Pievetta sappiamo tutti, anche lei che è della zona, che il finanziamento erogato non basta ad assicurare una infrastruttura utile e che possa essere facilmente utilizzata da tutti. Per la Lega al Governo la priorità per tutti i ponti è la sicurezza perché i collegamenti stradali devono essere sicuri, funzionali e moderni. Ovviamente la nostra priorità dava a questi ponti e alla realizzazione dei nuovi ponti - mi riferisco a Colorno e al Ponte della Becca - una funzione prioritaria perché i collegamenti fra Lombardia ed Emilia hanno impatto su tutta l'economia nazionale non solo sulla vita dei residenti. Quindi la maggioranza che sostiene questo Governo ha regalato la scorsa settimana 110 milioni al concessionario dell'Autostrada dei Parchi: questi 110 milioni sono stati tolti ad ANAS che forse li vedrà nel 2030; molti di questi ponti non arriveranno al 2030. Ribadiamo: c'è bisogno di risorse per la manutenzione di queste infrastrutture; c'è bisogno di prestare attenzione, monitoraggio a queste infrastrutture; la Lega ha sempre lavorato in questo senso e possiamo dire che, per la modernità, la funzionalità e la sicurezza dei commerci e del trasferimento delle persone e delle merci, è solo grazie alla Lega che almeno il Paese vedrà il completamento della linea TAV (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in ordine al procedimento di revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia – n. 3-01172)

PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01172 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie Ministro, la domanda che le faccio meriterebbe una risposta secca, non le serve il minuto che ha a disposizione, basta un sì o un no: volete o non volete, questo Governo vuole o non vuole revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia? Ci dica sì o no.

Ce lo dica, perché noi siamo stati abituati, negli ultimi mesi, con un'accelerazione nelle ultime settimane, a proclami, a interventi spot su un'eventuale revoca ed è ora di fare chiarezza; in Italia stiamo vedendo viadotti sbriciolarsi come se fossero biscotti nel nord Italia, mentre nel sud tutto ciò non succede semplicemente perché le infrastrutture non ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora la nostra rete infrastrutturale merita interventi seri e tutto ciò parte dalla manutenzione. Quindi ci chiarisca questo aspetto, signor Ministro.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e i trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. All'indomani del crollo del ponte Morandi, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha avviato un procedimento volto ad accertare eventuali inadempimenti del concessionario Autostrade per l'Italia agli obblighi scaturenti dal rapporto concessorio. Con decreto ministeriale 29 marzo 2019 n. 119 è stato istituito, nell'ambito dell'ufficio di gabinetto del Ministero, un gruppo di lavoro interistituzionale. A conclusione delle proprie attività, il gruppo di lavoro ha elaborato un parere interlocutorio che, in data 1° luglio 2019, è stato pubblicato sul sito del Ministero. A seguito del mio insediamento, d'intesa con tutto l'Esecutivo, ho provveduto a disporre ulteriori approfondimenti istruttori ancora in corso che si rendono indispensabili alla luce delle risultanze e delle indagini già avviate dall'autorità giudiziaria. Si tratta, con ogni evidenza, di un procedimento amministrativo particolarmente complesso, il cui provvedimento finale, elaborato alla luce di ciò che emergerà dall'istruttoria, verrà sottoposto alla preventiva valutazione del Consiglio dei ministri e sarà ispirato esclusivamente ai principi di legalità e di piena realizzazione dell'interesse pubblico senza sconto alcuno.

PRESIDENTE. L'onorevole Montaruli, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, signor Ministro. Non sono assolutamente soddisfatta e, francamente, non dovrebbe esserlo neanche lei. Oggi il suo sottosegretario – Traversi, del MoVimento 5 Stelle - ha detto una cosa ben diversa cioè che ci sarà un Consiglio dei ministri ma per effettuare la revoca di Autostrade, in linea con il suo capo politico Luigi Di Maio. Allora, questo mi fa rendere conto innanzitutto che c'è una spaccatura profonda all'interno della maggioranza e voi non sapete ancora oggi che cosa volete fare sulla manutenzione dei nostri viadotti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sulla sicurezza delle nostre persone che tutti i giorni li percorrono! Allora, signor Ministro, questo indecisionismo sta portando al continuo crollo dei viadotti, sta portando al blocco della Gronda di Genova, sta portando a compromettere l'import-export nei nostri porti, sta portando addirittura al ricatto che la famiglia Benetton sta facendo nei vostri confronti rispetto alla nostra compagnia di bandiera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e voi, ancora, ad oggi, dopo tutto quello che è successo non sapete rispondere e vi rimpallate la palla: mettetevi d'accordo! L'Italia non può aspettare che voi facciate all'interno della maggioranza il vostro braccio di ferro sulla nostra pelle. Se lo ascolti molto bene questo intervento: bastava un sì o un no. Lei non sa rispondere e, anzi, viene smentita dalla sua struttura, dal suo sottosegretario e dalla sua maggioranza. Faccia una seria riflessione sul suo ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative a tutela degli interessi nazionali in relazione agli intendimenti manifestati dall'Austria di introdurre divieti di circolazione che interessano il corridoio del Brennero – n. 3-01173)

PRESIDENTE. L'onorevole Gariglio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01173 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Il 20 dicembre 2018 il Governo austriaco ha notificato alla Commissione europea la volontà di istituire divieti settoriali, ossia divieti di circolazione nel Land del Tirolo che interessano l'itinerario stradale del Brennero, che è un elemento fondamentale per il nostro traffico merci in direzione Nord Europa. Ora, nonostante avessimo un Governo sovranista all'epoca, non c'è stata nessuna azione di contrapposizione a questo. Sappiamo che il Ministro che interroghiamo oggi, il 2 dicembre - cioè l'altro giorno - ha incontrato la neocommissaria europea ai trasporti, esprimendogli la netta contrarietà rispetto alla posizione di questi divieti settoriali e chiedendo che la Commissione si pronunci immediatamente per evitare che ci sia un blocco delle nostre merci unilateralmente decretato dal Governo austriaco.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Con riferimento ai divieti previsti per il traffico pesante nel territorio del Tirolo austriaco, il Ministero sta seguendo da tempo questa problematica e, proprio in considerazione dell'importanza che l'infrastruttura stradale del Brennero e della Valle dell'Inn riveste per l'economia italiana, ho avviato specifiche interlocuzioni con la Commissione europea per contrastare e prevenire il progetto dell'Austria di inasprire, a partire dal prossimo mese di gennaio, i divieti settoriali. Il rischio è molto elevato per l'economia italiana e per tutto il comparto. In particolar modo, questi divieti settoriali aggredirebbero l'80 per cento dei transiti italiani verso l'Austria e verso la Germania.

In data 2 dicembre ho incontrato a Bruxelles il nuovo commissario europeo ai trasporti, a cui ho consegnato una nota formale con la quale ho rappresentato la difficile situazione in cui versano gli operatori economici italiani e le conseguenze disastrose che le decisioni del Governo austriaco potrebbero prevedere. Ho chiesto che la Commissione europea, nel suo ruolo di custode dei trattati, si pronunci formalmente con il richiesto parere sulla legittimità delle misure restrittive notificate dall'Austria nel 2018, evidenziando che, a nostro avviso, tale parere non può che essere negativo, dal momento che queste misure confliggono chiaramente con i princìpi cardine dell'Unione relativi alla libertà di circolazione delle merci e in considerazione del fatto che esse introducono elementi distorsivi della concorrenza. Al contempo, per le stesse ragioni ho chiesto che la Commissione europea intervenga con la massima sollecitudine presso le autorità austriache, affinché vengano prontamente ritirate le ulteriori misure adottate in questi mesi e non venga dato seguito all'annunciata intenzione di ulteriori interventi di divieti settoriali. Inoltre, ho chiesto che si valuti ogni possibile ulteriore azione qualora le stesse autorità comunque intendessero proseguire. Ho informato il Consiglio dei ministri nella seduta del 2 dicembre, comunque annunciando ogni iniziativa possibile di contrasto all'eventuale entrata in vigore delle misure da parte dell'Austria.

PRESIDENTE. Il deputato Gariglio ha facoltà di replicare.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringraziamo come gruppo del Partito Democratico per le iniziative che ella ha voluto intraprendere. La situazione è drammatica, come lei ha ricordato oggi. Ricordo che le merci trasportate via terra attraverso l'Austria - verso l'Austria, verso il Nord Europa - ogni anno sono pari a 80 milioni di tonnellate: 80 milioni di tonnellate! Questo dovrebbe preoccupare le forze sovraniste in questo Paese.

Delle 80 milioni di tonnellate che vanno a nord, su treno ne passa il 42 per cento e il 58 per cento passa su camion. Questo 58 per cento significa 57 milioni di tonnellate e possiamo ringraziare che qui abbiamo i trasporti ferroviari che funzionano, perché assorbono il 42 per cento della quota di traffico. Se, invece, fosse verso ovest, solo una percentuale infinitesima - il 7 per cento delle merci - viaggia in treno e tutto viaggia su gomma. Ecco perché questo testimonia, da un lato, la necessità di andare avanti in fretta nelle infrastrutture ferroviarie anche verso ovest e, dall'altro canto, che è indispensabile per l'economia italiana evitare che l'Austria, con una decisione unilaterale, provveda a un'azione che determinerà un vero e proprio soffocamento delle nostre esportazioni, che sono state, in questi anni di crisi, il traino dell'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a evitare conflitti di interessi in capo agli organi di vertice della Lega calcio, nonché in materia di diritti televisivi – n. 3-01174)

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Provenza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01174 (Vedi l'allegato A).

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Spadafora, il quesito che le sottoponiamo oggi si riferisce a una serie di eventi che prendono le mosse nel 2018 e poi trovano una concretizzazione da ultimo nell'indagine della procura federale sull'elezione di Gaetano Miccichè alla presidenza della Lega Calcio di serie A. Modifica dello statuto, approvazione della stessa nell'assemblea elettiva nonché un'elezione avvenuta non a scrutinio segreto, come previsto dal regolamento, e con il presidente Miccichè che contemporaneamente ricopriva il ruolo di presidente della Banca IMI e altri ruoli che potevano configurare un conflitto di interessi. Le chiediamo, pertanto, quali iniziative intenda adottare al fine di evitare conflitti di interesse ai vertici della Lega Calcio e anche per l'assegnazione dei diritti televisivi per le partite di serie A.

PRESIDENTE. Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. La Lega Serie A stabilisce autonomamente, nel rispetto dello statuto, dei principi fondamentali e degli indirizzi del CONI e della FIGC nonché dei principi di democrazia interna, la propria articolazione organizzativa e gode altresì di ampia autonomia amministrativa e gestionale. La carica di presidente della Lega Serie A è incompatibile con quella di amministratore, dirigente o socio di società appartenenti alla Lega interessata. L'assemblea, con voto unanime, può tuttavia eleggere un presidente che abbia avuto rapporti con le società associate e/o con gli azionisti di riferimento, rimanendo valida la regola dell'indipendenza. Peraltro, la segnalazione trasmessa lo scorso 20 novembre alla procura federale non verte sull'esistenza tanto di un conflitto di interessi in capo al presidente bensì su una serie di aspetti del procedimento elettorale seguiti il 19 marzo 2018, come si ricordava.

Infatti, secondo la procura federale il procedimento di elezione del presidente Miccichè deve considerarsi viziato da plurime illegittimità almeno per due aspetti rilevanti: per il primo, le modifiche dello statuto sulla deroga per il presidente della Lega, in special modo sulle condizioni di eleggibilità, non potevano ritenersi applicabili, in quanto non ancora approvate dalla Federazione giuoco calcio; il secondo aspetto importante è che la decisione di non scrutinare le schede inserite nell'urna, contravvenendo all'obbligo del voto segreto, rappresenta evidentemente una palese violazione dello statuto della Lega stessa. In virtù della situazione verificatasi a seguito delle dimissioni del presidente Miccichè, il presidente della Federazione giuoco calcio ha quindi proposto la nomina di un commissario ad acta nella persona del professor Cicala, proposta approvata all'unanimità dal consiglio.

Per quanto concerne, invece, il tema dei diritti televisivi, la Lega Serie A in base al proprio statuto è titolare esclusiva, ai sensi della disciplina prevista dal decreto legislativo n. 9 del 2008 e in forza di mandato, della commercializzazione dei diritti audiovisivi collettivi relativi alle competizioni da essa organizzate e i poteri di vigilanza e di controllo della corretta applicazione di quanto previsto dal citato decreto legislativo sono demandati per legge all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e all'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni per quanto di rispettiva competenza. Ciononostante - e concludo - intendo assicurare che il Ministero da me presieduto eserciterà ogni legittima azione di monitoraggio nel rispetto dei ruoli per garantire la piena trasparenza e il rispetto delle regole nel mondo dello sport. È mia ferma intenzione seguire con interesse gli sviluppi delle vicende messe in luce al fine non solo di evitare qualsivoglia conflitto di interessi, anche soltanto potenziale, ma di vigilare soprattutto che i diritti televisivi vengano ceduti secondo le regole del mercato e della libera concorrenza, anche per salvaguardare la cosiddetta “contribuzione mutualistica”.

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Provenza ha facoltà di replicare.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Siamo soddisfatti della sua risposta che, pur nella lucidità dell'analisi e, direi, anche della necessaria precisazione delle specifiche competenze, ci pone di fronte a un quadro di plurime illegittimità, come lei le ha definite. L'attualità poi ci ha consegnato le dimissioni del presidente Miccichè, forse anche per evitare ulteriori imbarazzi in una situazione che era quanto meno opaca, considerando anche il doppio ruolo del presidente Malagò in veste di commissario della Lega Calcio di serie A e di presidente del CONI.

Nei giorni successivi, come lei sa e come tutti i cittadini italiani hanno potuto vedere, c'è stata anche una ridda di interpretazioni rispetto a registrazioni audio che fanno male al calcio, fanno male al mondo del calcio soprattutto perché non sono in difesa del prodotto calcio e piuttosto determinano un'alterazione di questo prodotto ma, soprattutto, un'alterazione della realtà.

Io consegno allora a quest'Aula e a lei, grazie anche all'impegno che ha assunto nella sua risposta, l'auspicio che la Lega Calcio di serie A possa dotarsi di un presidente all'altezza del compito, soprattutto riguardo alla partita dei diritti televisivi: un presidente che sappia restituire credibilità al mondo del calcio, non solo per la valenza che questo mondo ha per la cultura sportiva e sociale, ma anche per il contributo di valori positivi che il calcio ha il dovere di trasmettere nella nostra società. Come MoVimento 5 Stelle noi siamo sempre vigili su questi temi, soprattutto quando si tratta di temi dello sport, in quanto pensiamo, riteniamo e crediamo che veicolino valori essenziali per la crescita civile del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2220-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2220-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2220-A. Chiede di parlare la presidente Ruocco.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione, preso atto dei contenuti del parere espresso dalla Commissione bilancio sul decreto-legge…

PRESIDENTE. Aspetti, aspetti, aspetti… Ho capito che lei è pronta, ma aspetti un momento. La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A). In particolare, tale parere reca alcune condizioni formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 53.800, che è in distribuzione, e il 55-bis.800, che è anche quello in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Rinvio in Commissione – A.C. 2220-A)

PRESIDENTE. Onorevole Ruocco, ha facoltà di intervenire sull'ordine dei lavori.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione, preso atto dei contenuti del parere espresso dalla Commissione bilancio sul “decreto fiscale”, chiede all'Assemblea di deliberare un breve rinvio in Commissione del provvedimento, al fine di recepire le condizioni formulate sul testo. Il rinvio in Commissione avrà inoltre ad oggetto l'emendamento Squeri 55-ter.500, gli identici emendamenti Silvestri 58-sexies.500 e Del Barba 58-sexies.501, nonché gli emendamenti della Commissione 53.800 e 55-bis.800.

In sede di Commissione con l'occasione si prenderà atto dell'intervenuta abrogazione da parte dell'articolo 1, comma 6, del decreto-legge 2 dicembre 2019, n. 137, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia, dell'articolo 54 del decreto-legge n. 124.

Chiedo pertanto che i lavori dell'Assemblea possano riprendere alle ore 19, in modo da consentire alla Commissione di concludere i propri lavori, anche tenendo conto dell'esigenza dei tempi necessari per la stampa dei relativi testi, che sono pari a circa un'ora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, le chiederei di verificare e di chiedere la sconvocazione di alcune Commissioni, i cui lavori risultano ancora in corso, prima di addivenire al prosieguo.

PRESIDENTE. Certo, onorevole Borghi, ha ragione. È stata disposta, mi dicono i solerti uffici, la sconvocazione. Prima di procedere a qualsiasi votazione verificheremo che non solo ci siano state le sconvocazioni, ma che ci sia anche il tempo materiale per arrivare in quest'Aula.

Sulla proposta di rinvio in Commissione, nei termini precisati dalla relatrice, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e uno a favore, per non più di cinque minuti. Onorevole Ziello, lei parla a favore o contro?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente, faccio un intervento sull'ordine dei lavori per dire che noi siamo contrari ad un rinvio soltanto di un'ora: vista l'importanza di questo decreto-legge e della sua contenutistica, che ci sia quantomeno il tempo necessario per dare la possibilità a tutti i nostri deputati di muovere tutte le osservazioni del caso. Visto che la maggioranza ne ha fatte tante, si è impantanata molte volte, come ha testimoniato anche la conduzione dei lavori nella stessa Commissione, riteniamo di dover avere lo stesso tempo per muovere le altrettante osservazioni necessarie a migliorare questo decreto-legge, perché attualmente si parla soltanto di manette e di aumento di tasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, il suo intervento era contro ed è assolutamente legittimo, però volevo precisare che la collega Ruocco ha proposto tre ore di sospensione, dalle ore 16 alle ore 19. Ci sono interventi a favore?

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per rappresentare anche a quest'Aula la necessità del ritorno in Commissione, come anche rappresentato poc'anzi. Si tratta di ulteriormente specificare alcune disposizioni, in particolare alcune che stanno veramente a cuore ai cittadini - si parla delle assicurazioni auto - e, quindi, migliorare una disposizione che…

PRESIDENTE. Onorevole Zanichelli, mi scusi se la interrompo. Volevo chiedere cortesemente ai colleghi di fare maggior silenzio, altrimenti sarà difficile ascoltare il suo intervento che motiva le ragioni del rinvio. Prego, onorevole Zanichelli.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Probabilmente può essere utile anche ai colleghi e ed è utile anche per i cittadini andare a migliorare un testo che può venire incontro a numerose esigenze proprio di chi ha diverse assicurazioni e, quindi, può beneficiare di una misura presente nel decreto-legge fiscale. Per questo riteniamo utile e necessario un breve approfondimento in Commissione finanze, proprio per migliorare il testo. Non ci dovrebbe volere molto, però è utile proprio per migliorare quello che è previsto nel decreto.

PRESIDENTE. Prima di procedere al voto, il rinvio si intende esteso anche agli eventuali subemendamenti riferiti agli emendamenti presentati dalla Commissione, entro il termine già fissato delle ore 16,45. C'è una richiesta di intervento contro anche da Forza Italia. Credo che in queste situazioni sia legittimo che i gruppi si esprimano. Prego, onorevole Cattaneo.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Io voglio stigmatizzare una situazione spiacevole. Dopo, tutto sommato, un positivo clima in Commissione finanze con cui abbiamo lavorato su centinaia di emendamenti, adesso, negli ultimi minuti, stiamo assistendo a diversi emendamenti che ci vengono presentati dai relatori, ma serve almeno un tempo congruo alle opposizioni per visionarli; poi, francamente, mi sembra anche che, complessivamente, come metodo, quello di inserire all'ultimo secondo non delle precisazioni, dei piccoli chiarimenti, ma ci sono anche due o tre emendamenti sostanziali, sia francamente inaccettabile e rischia di guastare un metodo e un clima di lavoro che è stato, invece, positivo fino a questo momento. Quindi, davvero io auspico che ciò che è stato presentato sia anche ritirato, perché no.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. L'opposizione può mettere tutta la disponibilità e la buona volontà possibile e lo ha fatto - lo ha fatto e credo che ci sia riconosciuto - nella lunga nottata in cui abbiamo voluto analizzare e abbiamo collaborato. Riconosco anche alla presidenza di essersi fatta parte diligente, con grandissima disponibilità, a gestire dei lavori oggettivamente difficili, non difficili per parte dell'opposizione, difficili per un lavoro - scusate - un po' disordinato (uso un eufemismo) da parte del Governo e la conferma ce l'abbiamo oggi. Quando nel Comitato dei nove, in due riunioni successive, arrivano nuovi emendamenti su un provvedimento che sembra essere il centro della vita politica e economica del nostro Paese, evidentemente qualcuno qualcosa l'ha un po' trascurata: il lavoro non è stato proprio preciso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), l'attenzione non è stata delle migliori; non voglio arrivare a dire che, probabilmente, le contrattazioni non sono finite all'interno della maggioranza nemmeno dopo che il provvedimento è stato approvato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, con tanta serenità, ripeto, con la buona volontà che credo tutte le opposizioni vogliono continuare a porre nell'analizzare questo provvedimento, io credo che, siccome non sono emendamenti secondari ma incidono sulle entrate delle regioni, incidono sulle spese delle famiglie, incidono pesantemente, credo che forse un po' più di tempo rasserenerebbe molto gli animi di tutti noi e ci permetterebbe di lavorare con più tranquillità, al fine di migliorare ulteriormente un provvedimento che, secondo noi, ha ancora molto bisogno di essere migliorato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, lei ha un intervento che mi richiama al Regolamento sulla votazione. Lo ascolto volentieri.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). No, sì, guardi…

PRESIDENTE. O sì o no. Se è sì, parli pure.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Articolo 8, le voglio…

PRESIDENTE. No, l'articolo 8, in fase di votazione, non c'entra.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Mi perdoni, le voglio esprimere semplicemente una cosa, forse, se vogliamo uscire dall'articolato, di buonsenso. Le Commissioni riunite...

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, il buonsenso lo esercito io. Mi scusi, adesso non è il suo turno. La ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo in fase di votazione, colleghi: ha parlato un collega per gruppo. Comunque, proporrei all'Aula di effettuare il rinvio fino alle ore 19,30 (Proteste del deputato Claudio Borghi). Onorevole Borghi, prego.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Mi perdoni, scusi, voglio solo far rilevare che siamo dovuti scappare qua mentre su, in Sala del Mappamondo, adesso, da solo con un caffè, c'è il Governatore della Banca d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi sembra che se si fosse aspettato…

PRESIDENTE. Lo stiamo facendo attendere, onorevole Borghi.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Ho capito, ma, invece di fare questa scena assurda, non era meglio aspettare mezz'ora? Si stava finendo un'audizione importantissima!

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, facevo meglio a non farla parlare. La ringrazio. Votiamo una sospensione, che propongo in accordo con la presidente, fino alle 19,30. Quindi, la Commissione ha mezz'ora in più.

Dichiaro aperta la votazione senza registrazione di nomi.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 110 voti di differenza.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 19,30.

La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 19,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2220-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili. Avverto che, a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, la Commissione ha predisposto un nuovo testo, che è pubblicato on line sul sito Internet della Camera. Resta inteso che, come da prassi, si intendono ripresentati gli emendamenti già presentati in Aula ove ancora riferibili al nuovo testo approvato dalle Commissioni. La Commissione bilancio espresso il prescritto parere sul testo A/R, che è in distribuzione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro D'Incà per i Rapporti con il Parlamento. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi! Colleghi! Colleghi! È un rituale noto, quindi penso che… ecco, prego Ministro.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente e onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2220-A/R di conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

PRESIDENTE. La ringrazio signor Ministro. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti sarà immediatamente convocata, quando è finita questa seduta, nella biblioteca del Presidente, ma prima ascolteremo il collega Garavaglia, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie Presidente, va be', innanzitutto per suggerire al Ministro D'Incà di imparare a memoria la formuletta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), visto che la dovrà fare anche per andare alla buvette, penso sia il minimo. No adesso, al di là delle battute che “ridendo Bertoldo si confessa”, quindi era serissima questa cosa, veniamo alla sostanza: qui ci sono una serie di problemi che interessano molto la Presidenza, caro Presidente nonché amico Rosato. Qui abbiamo un problema: non solo in Commissione finanze c'è stato un particolare trattamento dell'opposizione, con una restrizione dei tempi in discussione e anche un'applicazione a nostro avviso discutibile del Regolamento sui tempi di intervento dei commissari. Sì, si può fare, eccetera, ma non si fa, non si fa quando si trattano le due cose più importanti, che sono il decreto fiscale e la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, parliamone. Secondo: abbiamo più volte lamentato il fatto che molto probabilmente quest'anno il decreto fiscale verrà discusso solo di qua e la legge di bilancio solo al Senato. Continuano a esserci rassicurazioni: “No, non è vero”, eccetera, eccetera, però ci risulta che ad oggi sia stato presentato un emendamento del Governo, altri ne arriveranno, eccetera, eccetera, quindi presumibilmente i lavori del Senato andranno molto a rilento, per cui calendario alla mano è pacifico che qui si va verso quello che da tempo stiamo dicendo, quindi non ci sarà da parte della Camera la possibilità di discutere la legge di bilancio, cosa particolarmente grave perché non ci sono scuse. Il Governo ha avuto tutto il tempo, ha presentato in estremo ritardo la nota d'aggiornamento, in estremo ritardo tutto quanto e quindi si è preso il tempo per questioni politiche. Sappiamo le enormi difficoltà che ci sono all'interno della maggioranza e quindi per questioni politiche si prende il tempo e si toglie il tempo al Parlamento, che è sovrano, rappresenta il popolo che è sovrano e ha diritto, anche in questo ramo del Parlamento, di discutere la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Veniamo poi al dunque per quanto riguarda il percorso di questo decreto fiscale nella Commissione bilancio: anche qui c'è stata un'enorme forzatura. Ora, oggi ci siamo trovati a dover discutere, in Commissione bilancio, sui profili finanziari degli emendamenti approvati dalla Commissione finanze come se niente fosse, dimenticandosi che prima dovevamo discutere nel merito il testo. La Commissione bilancio non ha avuto il tempo e le modalità corrette di discutere i profili finanziari del testo base. Questo è particolarmente grave e quindi mi appello alla Presidenza e agli uffici perché questa cosa non diventi anche qui un precedente grave. Faccio un esempio per capirci (vedo l'amico D'Ettore che potrà essere testimone dell'argomento e idem la collega Bartolozzi): noi abbiamo approfonditamente discusso dell'articolo 39, che risulta da relazione tecnica privo di oneri, quando ictu oculi, come dicevano quelli che capivano qualcosa una volta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente), si vede che ha enormi profili finanziari, perché noi in Italia spendiamo per la gestione delle confische, dei beni confiscati, eccetera, più di 800 milioni di euro. Ora, che ci si venga a dire che, ampliando enormemente la platea di questa fattispecie con quel demenziale articolo 39, che prevede che si possa arrivare a confiscare per questioni fiscali chissà quante migliaia di persone e non si mette un centesimo di copertura, ora è pacifico che questa cosa non sta né in cielo né in terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa cosa è stata rilevata alla fine, perché non abbiamo avuto tempo di discutere nel merito il testo in Commissione bilancio, però è evidente che questa cosa sarà un macigno che si trascina sui conti pubblici a venire. Lo rileviamo, lo rileviamo in questa sede ufficialmente e preghiamo la Presidenza di trasmettere questa osservazione a chi di dovere, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie a lei onorevole Garavaglia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Sì grazie Presidente, è la quinta fiducia del Governo Conte 2: ho come la sensazione che di qui alla fine dell'anno il rischio del raddoppio sia dietro l'angolo e oltre a questo rischio c'è il rischio che si sovrappongano, si accavallino tutta una quantità di provvedimenti e di decreti che in questo momento sono in agenda e mi pare di capire che la vera motivazione per cui il Governo mette la fiducia è per l'ostruzionismo del Governo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati di Lega-Salvini Premier), perché questo provvedimento doveva arrivare in aula in discussione generale venerdì della settimana scorsa. Abbiamo finito di lavorarlo in Commissione, a causa dei ritardi che il Governo ha messo in campo e degli ulteriori emendamenti che ha fatto proporre o proposto, in maniera diciamo surrettizia, fino a poche ore fa. Allora Presidente, abbiamo - ripeto - un enorme problema di calendario parlamentare. Io non voglio mettermi qui a fare né le dichiarazioni di voto sulla fiducia né la discussione nel merito, che attraverso la fiducia non si farà, forse e come al solito si discuteranno ordini del giorno dalla dubbia rilevanza e faremo le dichiarazioni di voto finale. Certo che l'Aula di questo ramo del Parlamento non dibatte un tema importante e guardate i Parlamenti nascono proprio per discutere rappresentanza e tasse, cioè non c'è rappresentanza senza la possibilità di discutere le tasse e non si mettono le tasse senza che i rappresentanti le possano discutere. Ed è singolare, è davvero singolare, specie in una giornata come oggi, in cui abbiamo celebrato una figura come Nilde Iotti, che proprio i grandi rappresentanti della battaglia di questo Paese contro il parlamentarismo si mettano a fare retorica su una figura come Nilde Iotti, vendendola quasi come una specie di grillina ante litteram: Nilde Iotti era cosa molto diversa da quello che avete rappresentato e rappresentate voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente). Nilde Iotti era una che le difendeva le prerogative del Parlamento, non le vendeva per propaganda elettorale come fossero privilegi, attenzione. E in tutto questo, la cosa importante è che si aveva il rispetto e la dignità del Parlamento anche di fronte a momenti di confronto che riguardavano temi importanti come le leggi finanziarie, oggi leggi di bilancio, e le materie fiscali, che sono quelli che per eccellenza disciplinano e nobilitano la rappresentanza politica e democratica. Ma d'altra parte, visto che siamo troppi in questo Parlamento, probabilmente siamo troppi anche per discutere queste materie.

Io credo, Presidente, che con questa fiducia si inizia, per il mese di dicembre, un circolo vizioso che porterà a molte fiducie, a una compressione del dibattito parlamentare. Malgrado i brutti precedenti dell'anno scorso sulla legge di bilancio, credo che questo Governo non farà di meglio, perché questo è quello che piano, piano ci avviamo a vedere. E ci sembra un film, ahimè, già visto, forse addirittura rivisto e scorretto, nel metodo e nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Nella anche un po' imbarazzata recita del Ministro D'Incà della formula della richiesta di fiducia, si dice: “senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi”. Verrebbe da dire “ci mancherebbe altro!”. Perché deve sapere che, in questo quasi mese in cui abbiamo affrontato il decreto fiscale, questa maggioranza ci ha fatto di tutto: Commissioni durate qualche secondo, Commissioni riaggiornate, emendamenti riformulati, emendamenti presentati e ritirati, emendamenti annunciati e poi spariti nella notte. Abbiamo visto veramente di tutto, nottate, mattinate; oggi abbiamo visto contingentamenti. Io non so cosa ancora di più ci si poteva presentare, pur di limitare un dibattito.

Certo, poi, più volte, ci è stato presentato il fatto - anzi, forse più che presentato, sbattuto in faccia, - che hanno approvato anche emendamenti dell'opposizione. Pensa un po': anche emendamenti dell'opposizione! Addirittura, siamo arrivati a evidenziare l'emendamento dell'opposizione come una concessione quasi divina, che viene fatta a dei poveretti, che sono qui e dovrebbero ubbidire supinamente al volere del potere. Perché questo è l'atteggiamento di questa maggioranza: il potere nei confronti di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Io serenamente rispondo che non credo che noi abbiamo fatto degli emendamenti soltanto per noi. Noi abbiamo fatto degli emendamenti, che miglioravano un testo, che ritenevamo e riteniamo ancora di più oggi sbagliato. Abbiamo fatto emendamenti per cercare di attenuare gli effetti negativi di un decreto di per sé pessimo. Abbiamo fatto emendamenti che cercano di riportare, come nel nostro caso, per esempio, investimenti nel nostro Paese. Altri amici hanno fatto emendamenti per migliorare il rapporto tra fisco e cittadino, altri emendamenti per semplificare.

Non abbiamo fatto emendamenti, perché così ce ne andiamo in vacanza io e gli amici, come l'onorevole Caiata, l'onorevole Bignami, l'onorevole Sasso e altri che siamo intervenuti su questo tema. Abbiamo fatto degli emendamenti, perché riteniamo che, se siamo qui seduti in questo emiciclo, è perché qualcuno ci ha dato il compito di portare delle istanze; istanze che non riusciamo più a portare, perché avete ingolfato le Commissioni di decreti, avete ingolfato la chiusura dell'anno, che notoriamente deve essere dedicata alle sessioni di bilancio. Anzi, ricordo che questo Governo è nato sull'urgenza di fare la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché sembrava che sennò chissà cosa succedesse. Per come è andata, un esercizio provvisorio, forse, sarebbe stato migliore, a questo punto.

Allora, io credo che sia abbastanza umiliante, non tanto per noi, ma per chi si presentava come l'avvocato del popolo, chi si presentava come una forza antisistema, chi si si presentava come la forza di Governo di garanzia per gli italiani, che oggi siete qui a imporre delle scelte, che gli italiani pagheranno duramente sulla loro pelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto hanno posto questioni di grande rilevanza, che non vanno sottovalutate, e sono sicuro che lei riferirà al Presidente Fico e verrà fatta un'adeguata valutazione.

Però, vorrei anche ricordare, per correttezza e per amore della verità, che la situazione dello scorso anno, quando l'onorevole Garavaglia sedeva dove ora siede il sottosegretario Baretta, è stata tragicamente peggiore. Si è intrattenuto un ramo del Parlamento - la Camera - prima in Commissione bilancio e poi nell'Aula, su un testo che è stato poi radicalmente modificato, dopo il negoziato con la Commissione europea.

Anzi, l'anno scorso, come vi ricordate, abbiamo dovuto addirittura correggere la Nota di aggiornamento, perché è cambiato l'obiettivo di deficit. E poi il Senato ha dovuto, in fretta e furia, senza alcuna discussione seria, approvare la legge di bilancio, che, quando è tornata alla Camera, come ricordate, tra Natale e Capodanno, è stata approvata con la fiducia, un testo che neanche in Commissione abbiamo potuto vedere.

Quest'anno il decreto fiscale, in Commissione finanze, è stato discusso a lungo e, al Senato, il disegno di legge di bilancio viene discusso.

Ora, è evidente che quanto successo l'anno scorso non giustifica e non legittima quello che è avvenuto e le strozzature che vi sono state della discussione. Credo che nessuno in quest'Aula può dare lezioni di correttezza nell'applicazione delle procedure parlamentari. Sarebbe utile, invece, che tutti, ma proprio tutti, prendessimo l'impegno, al di là delle collocazioni temporanee in maggioranza e opposizione, affinché il corretto svolgimento dei lavori parlamentari possa tornare ad essere la normalità, in particolare per quanto riguarda le leggi di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Grazie, Presidente. Il collega Fassina già ha detto alcune cose. Io vorrei dirle, signor Presidente - e lo dico ai colleghi che sono intervenuti – che, se determinati interventi li avessero fatti dei colleghi di prima legislatura, probabilmente si potrebbe in qualche modo anche accettare di sentire determinate cose. Ma i colleghi che sono intervenuti, e adesso mi dispiace che non c'è il collega Garavaglia e che non c'è neanche il collega (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) … ah, perfetto! Onorevole Garavaglia, lei non solo ha fatto parte del precedente Governo - e Fassina ha ricordato come sono andate le cose - ma lei ha avuto responsabilità e, comunque, qui dentro ci sta come me, non forse dagli anni che ci sto io, ma qualche esperienza l'ha avuta.

Vorrei dire anche, sull'intervento col piglio da statista dell'onorevole Baldelli, che, se noi torniamo indietro e vediamo quando c'era il Governo Berlusconi, l'intervento che ha svolto Baldelli, l'ho fatto io ed è agli atti degli stenografici. Il tema c'è e lo sappiamo. E non è un tema legato alla volontà politica di questo o di quell'altro Governo, di questo o di quell'altro partito. È che il processo legislativo - lo sappiamo perfettamente - per come è concepito, crea dei problemi.

Alcuni di noi, onorevole Garavaglia, avevano cercato di risolverli questi problemi, perché nella riforma costituzionale che è stata bocciata, grazie anche alla vostra campagna elettorale e di tanti altri, c'erano degli accorgimenti, che, per esempio, prevedevano di diminuire la possibilità di fare decreti, consentendo al Governo di mettere in campo dei provvedimenti, sui quali però c'era l'agibilità parlamentare, che avessero una data fissa per la loro approvazione.

C'erano degli accorgimenti, perché questo problema, onorevole Garavaglia e onorevole Baldelli, non nasce oggi. È un problema che va avanti da anni e che umilia sicuramente il lavoro che si dovrebbe fare in Parlamento. Però, se poi non troviamo una soluzione o, quando la troviamo, soltanto per ragioni elettoralistiche spariamo contro quella soluzione, è difficile poi lamentarsi, quando siamo all'opposizione, che si fa quello che è stato fatto quando eravamo alla maggioranza. C'è un problema. Il problema va risolto, ma non a chiacchiere: con delle scelte concrete che, purtroppo, non abbiamo voluto fare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Credo possa essere utile, questo spazio di confronto, poterlo sottrarre alla consuetudine e al gioco degli specchi, per cercare di dare qualche contributo in positivo, innanzitutto dando atto di un lavoro importante e impegnativo, che ha visto la VI Commissione impegnata.

Vorremmo, sin da ora, ringraziare tutti i componenti di maggioranza e di opposizione, che hanno dato il loro significativo apporto, in particolare il relatore Fragomeli e la presidente Ruocco (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle), che hanno consentito di potere portare qui un pregevole, dal nostro punto di vista, lavoro e anche un metodo di confronto e di ascolto, non banale e non occasionale.

Noi riteniamo che sia giusto che il Governo metta in condizione il Parlamento di poter dare risposte al Paese, contenute all'interno di questo strumento legislativo. Vorrei solo citare le importanti misure, legate alla lotta all'evasione, a tutto il pacchetto enti locali e sanità, che consente di venire incontro ad un comparto importante, e al non aumento della pressione fiscale.

Ma questo sarà poi oggetto delle dichiarazioni di voto di domani.

Noi non ci vogliamo sottrarre, però, rispetto allo stimolo che è giunto da altre forze politiche. Ed è vero quello che è stato ricordato in precedenza, cioè il fatto che se volessimo buttarla in polemica politica potremmo limitarci a dire che lezioni da chi ci ha presentato una legge di bilancio preconfezionata e impossibile da leggere, non solo da emendare, non ne prenderemmo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Però c'è un punto, e prendo l'abbrivio, per concludere, dalle osservazioni del collega Giachetti: oggi è il 4 dicembre, sono esattamente tre anni dalla celebrazione di un referendum che, indipendentemente dalle valutazioni di carattere oggettivo, avrebbe consentito di evitare scene come queste. Allora le forze politiche hanno davanti due strade: o continuano in questo gioco degli specchi, che di volta in volta, come se fosse un mutuo, aumenta gli interessi passivi e scarica a chi viene dopo le responsabilità, oppure si assumono il compito, sin da ora, nei percorsi che questo Parlamento ha di fronte, di lavorare per evitare questo schema. E guardi, signor Presidente, che noi ci dobbiamo mettere al lavoro perché la riforma che abbiamo fatto del numero dei parlamentari ci impone l'adeguamento degli strumenti di lavoro con i quali noi proseguiamo la nostra attività. Allora, se vogliamo dare un senso positivo e uscire da questa dimensione un po' teatrale, sulla base della quale a seconda del gioco delle parti ognuno mette in campo una serie di misure piuttosto scontate, beh, lo strumento ce l'abbiamo: mettiamoci al lavoro, modifichiamo il Regolamento della Camera e mettiamo in condizione questo ramo del Parlamento di avere una democrazia decidente ed un'opposizione che non si limita alla sterile declamazione. Si può fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Signor Presidente, anch'io, dopo aver ascoltato con attenzione l'opinione di tutti i colleghi che mi hanno preceduto, volevo sottolineare qualcosa. Nello specifico volevo, per il suo tramite, dire innanzitutto a Forza Italia e al collega che è intervenuto per conto del suo gruppo che noi non possiamo ovviamente accettare lezioni sulle procedure parlamentari, che ovviamente sono perfettamente in regola e rispecchiano quello che prevede il nostro Regolamento, da un una forza politica che solo ieri ha insistito più volte per chiedere un voto segreto su una procedura di dichiarazione d'urgenza che, esplicitamente, da Regolamento, prevede che il voto segreto non possa essere richiesto. Ed è altrettanto paradossale ascoltare i colleghi della Lega, che sono i colleghi che fanno parte di quel gruppo che ha causato all'improvviso, in pieno agosto, una caduta di un Governo e quindi, di conseguenza, creato un ritardo sui lavori di tutto il Parlamento. Quindi noi, così come abbiamo promesso agli italiani, ci stiamo impegnando a chiudere una manovra che innanzitutto vada a sterilizzare quelle clausole dell'IVA che avrebbero comportato degli aumenti enormi per tutte le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non solo ci limiteremo a quello, perché stiamo mettendo in campo tante altre misure - e nuove ne arriveranno da qui a fine anno - che faranno sì che la vita degli italiani sarà migliorata e non sarà messa a repentaglio, come hanno fatto loro, per beceri interessi politici di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega, era un intervento per gruppo. C'era un intervento per gruppo, il suo gruppo ha già parlato.

Colleghi, io ho raccolto naturalmente tutte le osservazioni che sono pervenute dai gruppi, molte di carattere politico. Per quelle procedurali, mi sento di garantire che sono certo che i presidenti di Commissione, quali essi siano, abbiano seguito tutte le procedure corrette. Peraltro, i tempi stretti - me ne assumo la responsabilità - glieli abbiamo dati in quest'Aula; c'era quindi anche questo vincolo temporale per cui il lavoro in Commissione, in quest'ultima fase, è stato un vincolo che l'Aula ha imposto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, mi lamento perché, quando è stata posta la questione di fiducia, la I Commissione e la IV avevano in audizione il Ministro Bonafede.

Già lì ho fatto notare che, teoricamente, audire un Ministro cinque minuti prima della posizione della fiducia e non sospendere, come tecnicamente bisognava fare… Ciò perché è anche diritto di un deputato essere qui presente; quindi, dovrebbe esserci comunque una sospensione e non, come mi è stato detto, che questa è una facoltà e si deve richiedere. Io vorrei chiedere semplicemente che le prossime volte non ci siano più questi episodi, laddove un Ministro è in audizione in una Commissione e noi dobbiamo scegliere se stare in audizione con questo Ministro o essere qui con il mio gruppo a vedere cosa succede o a dire anche la propria opinione.

PRESIDENTE. Onorevole Deidda, il suo richiamo è corretto, in quanto i presidenti di Commissione, alle 19,30, nel momento della convocazione dell'Aula, dovevano necessariamente sconvocare le Commissioni. Poi ci può essere una flessibilità di qualche attimo per concludere un'audizione, però c'è naturalmente l'obbligo, quando c'è seduta, di privilegiare i lavori d'Aula.

LUCIANO NOBILI (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. È convocata immediatamente la capigruppo, quindi gli interventi di fine seduta si fanno dopo.

La seduta è sospesa, riprenderà al termie della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,30.

Sull'ordine dei lavori e sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 2220 - Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (da inviare al Senato – scadenza: 25 dicembre 2019), nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, è stata convenuta la seguente organizzazione dei lavori.

La votazione per appello nominale avrà inizio domani, giovedì 5 dicembre, alle ore 19,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 18.

Dopo l'appello nominale si passerà all'esame degli ordini del giorno, fino alle ore 24, con prosecuzione nella giornata di venerdì 6 dicembre, a partire dalle ore 9.30. Alle ore 17 avranno inizio le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con diretta televisiva.

A seguire, con prosecuzione notturna, avrà luogo lo svolgimento della discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2267 - Conversione in legge del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (approvato dal Senato – scadenza: 13 dicembre 2019).

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 11 di domani giovedì 5 dicembre.

Comunico inoltre che, nella seduta di mercoledì 11 dicembre, alle ore 17,30, avrà luogo l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione della Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, concernente iniziative in relazione al crollo del viadotto sull'autostrada A6 Torino-Savona, in località Madonna del Monte, e alla messa in sicurezza della complessiva rete autostradale.

Comunico altresì che, d'intesa con la Presidente del Senato, le Commissioni di inchiesta sul sistema bancario e finanziario e sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto” sono convocate giovedì 19 dicembre alle ore 9, per procedere alla loro costituzione.

Nella medesima giornata di giovedì 19, alle ore 10.30, si terranno le votazioni a scrutinio segreto mediante schede per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono ancora, per i fortunati che sono restati, alcuni interventi di fine seduta. Il primo è del collega Nobili che, giustamente, ha voluto fare un intervento di fine seduta e non un intervento sull'ordine dei lavori e io lo ringrazio. Prego, onorevole Nobili.

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, lei conosce il mio rispetto per le regole e per le prerogative dell'Aula, quindi, mai mi sarei permesso di trasformare un intervento di fine seduta in un intervento sull'ordine dei lavori.

Presidente, nonostante il silenziamento del Campidoglio, l'11 novembre del 2018, 400 mila romani hanno partecipato a un referendum per la liberalizzazione del trasporto pubblico locale, promosso allo scopo di dare una svolta alla disastrosa situazione di ATAC, promosso dai Radicali Italiani, tra gli altri dal sottoscritto, dall'onorevole Magi e dall'onorevole Giachetti. In quella consultazione, la larga maggioranza dei romani che vi prese parte si schierò per il “sì”, scegliendo di cambiare radicalmente una situazione portata dall'amministrazione del MoVimento 5 Stelle davanti al giudice fallimentare e dopo aver battuto ogni record: record di corse saltate, record di incendi sugli autobus, record di incidenti, record di chilometri persi, report di contratti di servizio non rispettati.

La sindaca Raggi, dopo essere arrivata in Campidoglio, sull'onda della democrazia diretta e del coinvolgimento dei cittadini, non solo ha sabotato quella consultazione non dandone alcuna informazione ma, poi, l'ha persa, schierandosi nel merito per il “no” e infine l'ha boicottata, opponendo un quorum inesistente che non la rendeva valida. Ebbene, il TAR del Lazio, ieri, con una sentenza molto importante ha smentito la sindaca di Roma, ha detto che non c'era nessun quorum da rispettare e che quel referendum è valido, è pienamente valido.

Quindi, io, con questo intervento voglio invitare il Governo a dare tutto il supporto possibile al Campidoglio e anche a intervenire per imporre, attraverso il prefetto, alla sindaca di Roma di dare attuazione piena a quella consultazione, innanzitutto subito, con una convocazione urgente dell'assemblea capitolina (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M5S). Presidente, voglio portare all'attenzione di questa Assemblea un fatto gravissimo verificatosi presso la commissione regionale antimafia siciliana: sette consiglieri regionali hanno redatto, sottoscritto e protocollato un documento da inviare a tre procure differenti, dove chiedono degli accertamenti in ordine ai presupposti di mantenimento della scorta per il giornalista Paolo Borrometi, giornalista da anni impegnato in una sincera lotta antimafia e che da anni vive sotto protezione. Successivamente, alcuni consiglieri hanno ritirato le firme, ma rimane il gesto veramente inqualificabile.

Presidente, siamo di fronte a un'operazione che in Sicilia noi chiamiamo di mascariamento; cosa significa? Mascariare in siciliano significa imbrattare, sporcare; ha un significato più profondo però questo termine, ovvero sporcare l'immagine di una persona attribuendogli dei fatti infamanti e non veritieri. Allora, come istituzione, noi abbiamo il dovere di far emergere queste condotte veramente spiacevoli, perché questa operazione di mascariamento in passato l'hanno subita uomini che ogni anno noi ricordiamo e piangiamo come eroi dell'antimafia, primo fra tutti Falcone, ma poi Peppino Impastato e tanti altri. Allora, da parte mia, da parte di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, esprimo piena solidarietà a Paolo Borrometi: forza, Paolo, noi siamo con te, buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galizia. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Presidente, è stata diffusa ieri la notizia di un'operazione inerente la mafia nigeriana; in Puglia, nella mia regione e a Bari in particolare, ci sono stati ben 30 arresti su ordine della direzione distrettuale antimafia della procura di Bari. Quest'ultima operazione riaccende l'attenzione mediatica sulla mafia nigeriana, su cui da tempo stiamo lavorando come Comitato di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, di cui sono capogruppo. Stiamo portando avanti studi e indagini che ci consentiranno di migliorare la gestione e di monitorare la problematica legata alla mafia nigeriana, in particolare alle vittime, perché la mafia nigeriana è un fenomeno ancora troppo poco conosciuto e non può essere utilizzato come uno strumento di contrapposizione tra bianchi e neri o come strumento di propaganda politica.

La mafia nigeriana risponde a un mercato fatto di domanda e di offerta, perché i neri offrono dei servizi, che sono prostituzione, droga, carte di credito, e i bianchi semplicemente acquistano. La mafia nigeriana si contraddistingue per la brutalità e la violenza con cui intimidisce i suoi affiliati e le sue vittime ed ha una struttura organizzata molto complessa che si avvicina molto a quella che è la mafia italiana.

Dinanzi a un fenomeno criminale così grande e così importante non possiamo rimanere indifferenti, occorre lavorare in due diverse direzioni: dobbiamo difendere i nostri confini ma allo stesso tempo dobbiamo garantire i diritti dei migranti più deboli, come le donne e i bambini, che sono appunto le vittime di chi gestisce la mafia nigeriana. Non sembra un caso che questi arresti si siano fatti proprio nella notte del 2 dicembre, della Giornata internazionale per l'abolizione della schiavitù, perché le vittime della mafia nigeriana non sono altro che degli schiavi, perché sono brutalmente ridotti in schiavitù con minacce e con violenze inaudite.

Oggi, si stima che ci siano ben 40 milioni di schiavi in questo mondo, è la schiavitù moderna, fatta di lavoro forzato, servitù dei più deboli, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale e la mafia nigeriana fa questo, fa solo schiavi. Per sconfiggerla occorre un lavoro di intelligence come quello che hanno fatto la direzione distrettuale antimafia della procura di Bari e la polizia della squadra mobile di Bari, con il supporto della divisione Interpol, il servizio di cooperazione internazionale di polizia, ai quali faccio i miei più grandi complimenti per l'eccezionale lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Presidente, intervengo per porre all'attenzione del Parlamento le problematiche del comparto dei lavoratori marittimi, parliamo di circa 50 mila operatori. Negli ultimi trent'anni, questi lavoratori si sono visti lentamente defraudare di ogni tipo di diritto. Sono molteplici le problematiche alle quali fa fronte giornalmente un lavoratore marittimo, basti pensare che il loro lavoro non è riconosciuto nella categoria dei lavori usuranti.

Tutto questo è davvero scandaloso, soprattutto perché le condizioni nelle quali si trovano a dover espletare il loro dovere, nelle migliori delle ipotesi, sono critiche, criticità che si amplificano quando si naviga in presenza di condizioni meteorologiche avverse o quando le navi presentano gravi problemi strutturali. Quando un lavoratore marittimo si imbarca resta in mare in media per circa tre mesi, ma esistono anche viaggi di cinque, sei, sette mesi; in quel contesto è costretto ad affrontare turni di lavoro spossanti che possono arrivare fino a 12 ore. Spesso per poter ottemperare ai vari deficit strutturali e alla carenza di personale, i lavoratori si trovano costretti a fare turni infiniti, uno straordinario continuo, con tantissime ore lavorate, molto più del previsto. È un lavoro usurante e stressante, che mette ad alto rischio non solo l'incolumità del lavoratore ma anche quella dei passeggeri che usufruiscono del trasporto. Un altro diritto negato è quello del diritto al voto.

Ebbene sì, Presidente: il lavoratore marittimo durante i mesi in cui si trova a bordo viene defraudato del proprio diritto di voto, un diritto fondamentale sancito dalla nostra Carta costituzionale. Tutto questo, mi permetta di dire, è assurdo ed è inconcepibile.

I problemi che interessano questo comparto lavorativo sono molteplici, come le dicevo, e stiamo cercando di affrontarli anche grazie alla loro preziosa collaborazione per poter trovare soluzioni concrete. Lo Stato ha il dovere di non abbandonare questi lavoratori e noi non li abbandoneremo mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (M5S). Signor Presidente, voglio segnalare un fatto molto grave che riguarda la mia regione, la Basilicata, e che mi rattrista molto. Sono ben sette mesi che una ragazzina di 10 anni di Bernalda, in provincia di Matera, è costretta a passare le proprie giornate ricurva su una sedia a rotelle del tutto inadeguata per la sua età, perché fornita a essa quando aveva l'età di 5 anni. Dopo svariati solleciti della famiglia alla direzione sanitaria regionale, ancora oggi la ragazzina è in attesa della nuova sedia a rotelle: un'assurdità, signor Presidente!

Ieri era anche la Giornata internazionale dei diritti delle persone disabili, ricorrenza importante per ricordarci l'impegno alla cultura dell'inclusione e dell'integrazione. L'impossibilità ad accedere ad ausili fondamentali per chi ha una disabilità crea situazioni di discriminazione e lede i diritti fondamentali dell'uomo. Le chiedo, Presidente, di sollecitare il Ministro della Salute, l'onorevole Speranza, lucano come me, affinché intervenga in modo da ristabilire pari dignità alla povera ragazzina e a tutti i cittadini, lucani e non, che si trovano nella stessa condizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Approfitto di questi pochi secondi concessi per ricordare in quest'Aula Domenico Lenarduzzi, scomparso in questi giorni. Il padre dell'Erasmus, come viene appellato, e immagino che ne sorridesse con pudore, questo impasto di Friuli e Piemonte, infanzia asperrima in Belgio, studi e orgoglio e orgoglio e studio che gli aprirono le porte della Comunità europea che servì per quarant'anni, contribuendo a far nascere, con visione e tigna tutte italiane, questo progetto di libera circolazione dei giovani, delle intelligenze e delle loro speranze, che ha fatto e continua a fare più Europa di 100 trattati (e ringrazio Federico Taddia per la segnalazione).

Non vorrei inquinare tanta chiarezza e rimpianto ma la metterò come un segnavia: essere all'altezza di questi uomini, di questi italiani che non si spaventano dell'Europa di cartapesta, dei suoi nemici e dei tiepidi. Studiare, fatica, pedalare, repeat: è tutto qui il segreto dei migliori come Lenarduzzi. Brilli la sua di stella lassù (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 5 dicembre 2019 - Ore 18:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.

(C. 2220-A/R)

Relatori: RUOCCO e FRAGOMELI.

La seduta termina alle 20,45.