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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 269 di lunedì 2 dicembre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 novembre 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Berlinghieri, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Corda, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, Sabrina De Carlo, De Maria, De Menech, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giglio Vigna, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Maraia, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Pedrazzini, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Cessazione dal mandato parlamentare di un deputato.

PRESIDENTE. Comunico che in data 29 novembre 2019 è pervenuta alla Presidenza la lettera con la quale Paolo Gentiloni Silveri ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare per la carica di Commissario europeo per gli affari economici e monetari, incompatibile con il mandato parlamentare.

Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Paolo Gentiloni Silveri dal mandato parlamentare.

Salutiamo i bambini e gli insegnanti della scuola elementare “Caterina di Santa Rosa” di Roma, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Grazie, bambini.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,07).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo perché questa mattina, a quest'ora più o meno, doveva essere intitolato un ponte a Genova a un ragazzo morto qualche anno fa, un eroe di questa nazione e, purtroppo, questa intitolazione non avrà luogo. Non avrà luogo su richiesta di sua sorella, Graziella Quattrocchi, sorella di Fabrizio Quattrocchi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché, in una commovente lettera, la stessa chiede al comune di Genova di rinviare questa intitolazione, in quanto non vuole che Fabrizio Quattrocchi e la sua memoria siano oggetto di divisione nella città di Genova e tra fazioni diverse del popolo italiano.

Ora che cosa accade? Che questo ponte non era intitolato a nessuno, ma era vicino alla piazza dedicata a un martire italiano, Attilio Firpo, morto durante la guerra civile, che si è consumata in Italia in uno dei momenti più gravi della storia della nostra nazione, morto per colpa dell'odio che, all'epoca, durante la guerra civile, si respirava in Italia per mano nazista. Ebbene, vicino a quella piazza c'era il ponte dedicato a nessuno e il comune di Genova ha chiesto a maggioranza di intitolare ad un altro martire italiano, Fabrizio Quattrocchi, un luogo. Era stato individuato quel ponte dalla Commissione toponomastica che, come sapete, ha una procedura lunga, con il parere favorevole del comune ed il parere favorevole del municipio, nel quale insiste il ponte che doveva essere dedicato a Fabrizio Quattrocchi. Purtroppo, questo non è avvenuto, perché il Partito Democratico e l'estrema sinistra hanno chiesto che non si procedesse a questa intitolazione, sostenendo che era umiliante che vicino - le dirò poi, in conclusione, qual è la ragione perché sottopongo alla Camera questa vicenda grave…

PRESIDENTE. Lo metta non proprio alla fine del suo intervento.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Gliela dico tra poco. Mi permetta di ricordare una figura così importante. Ebbene, la sinistra dice che Fabrizio Quattrocchi non merita l'intitolazione a Genova di nulla. Io voglio ricordare a quella sinistra che Fabrizio Quattrocchi è morto dicendo ai suoi aguzzini che dovevano guardare mentre moriva un italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo per l'Italia è un esempio. E non lo dice Francesco Lollobrigida, non lo dice Fratelli d'Italia, non lo dice un pezzo del popolo italiano. L'ha detto un Presidente della Repubblica, che si chiama Carlo Azeglio Ciampi, che la Resistenza l'ha fatta davvero, rispetto a quegli innominabili soggetti che a Genova si ammantano della possibilità di giudicare chi rappresenta il popolo italiano! E, allora, noi avremmo sperato che, accanto alla memoria di Attilio Firpo, un martire italiano, ci fosse l'intitolazione ad un altro martire del popolo italiano di un luogo, per ricordare che noi prima di ogni altra cosa siamo italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E la sinistra questo non lo riesce a capire.

Io ringrazio il sindaco di Genova, il nostro gruppo consiliare, che aveva presentato la mozione, e tutta la maggioranza, che l'aveva fatta approvare, e spero che nei prossimi giorni, con una rinnovata pacificazione in questa nazione, si possa procedere all'intitolazione dello stesso ponte ad Attilio Firpo, in maniera tale che si possa sanare una questione che non era stata sanata. Ricordo che la piazzetta Attilio Firpo - immaginate - qualche giorno fa è stata riasfaltata, è stata ristrutturata, su richiesta del capogruppo Campanella di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), proprio perché non si intitolasse e dimenticasse quel luogo. Noi speriamo che a Fabrizio Quattrocchi sia dedicato un posto importante nella sua città, nella città di Genova, a ricordare le tante vittime italiane, che hanno l'orgoglio di rappresentare questa nostra nazione in ogni luogo dove lavorano, perché quel ragazzo lavorava all'estero per difendere le aziende italiane. E io chiedo, Presidente, tramite lei, al Presidente Fico di provare, magari, ad aprire una riflessione in questa Camera, in cui altri soggetti di Genova, che hanno un valore infinitamente minore in termini storici per la nostra nazione, a trovare magari un luogo da intitolare a Fabrizio Quattrocchi, medaglia d'oro al valor civile, per volontà del Presidente Ciampi in rappresentanza del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida, credo che proprio le motivazioni che hanno addotto a conferire una medaglia al valor civile a Fabrizio Quattrocchi inducano a non polemizzare su nulla, né in quest'Aula, né in altri luoghi. Sono convinto che, su questo, si troverà anche un modo per trovare una soluzione anche nel comune di Genova. Comunque riferirò senz'altro al Presidente Fico la sua richiesta. Non ci sono altre richieste, quindi, sospendo la seduta fino alle ore 11,20.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,20.

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Le chiederemmo un rinvio dei lavori dell'Aula fino alle 12, perché stiamo raccogliendo il parere della Commissione bilancio, che è quasi pronto; quindi si tratta proprio di completare gli ultimissimi lavori.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, resta così stabilito.

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 12 con il provvedimento all'ordine del giorno.

Salutiamo, però, prima, gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Eduardo De Filippo” di Guidonia Montecelio, in provincia di Roma. Benvenuti bambini e i vostri insegnanti (Applausi).

Colleghi, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 12.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti (A.C. 2222-A) (ore 11,21).

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2222-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti.

Colleghi, non disturbate il Governo. Colleghi, possiamo liberare i banchi? Collega Olgiati? Grazie. Ricordo che, nella seduta del 25 novembre, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2222-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente, pregherei maggior silenzio, colleghi: 1.109 Fratoianni; 1-ter.200 Aprea; 2.2 Mollicone e l'analogo 2.202 Santelli; 2.3, 5.7, 5.6 e 5.1 Belotti; 2.5, 2.43, 5.03 e 5.01 Frassinetti; 2.9 D'Attis; 2.212 Castiello; 2.11 Frassinetti; 2.13 e 2.12 Varchi; 2.31 Bucalo; 2.200 Bucalo; 2.01 Mugnai; 5.3 Torto; identici emendamenti 6.200 Menga e 6.250 Tasso.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti ulteriori proposte emendative, non previamente presentate nelle Commissioni, in quanto non strettamente attinenti rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: 1.209 Vietina, relativo all'inserimento dei docenti di sostegno in possesso di laurea nel profilo stipendiale della sesta fascia delle tabelle retributive; 1.250 Bucalo, relativo alla determinazione da parte dell'ufficio scolastico regionale dei posti di insegnante di sostegno; 1.255 Belotti, limitatamente ai commi 18-novies e 18-decies, volti, rispettivamente, a prevedere un incremento del Fondo per il finanziamento ordinario delle università e l'assegnazione di un contributo per la Scuola di scienze Sissa di Trieste; su tale ultima materia interviene anche l'emendamento 1.259 Belotti, da ritenersi, quindi, parimenti inammissibile; 1.254 Fratoianni, relativo ai requisiti di ammissione all'esame di Stato nel secondo ciclo di istruzione; 6.0200 Patelli, relativo agli effetti del blocco del meccanismo di adeguamento retributivo per il personale non contrattualizzato, di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001; 6.0201 Patelli, volto a rimuovere i vincoli finanziari alle assunzioni da parte delle università; 6.0202 Patelli, in materia di progressione stipendiale biennale. Colleghi, per l'ultima volta, pregherei maggior silenzio. Colleghi! Ancora: 6.0203 Patelli, volto a prevedere un innalzamento a domanda dell'età pensionabile per i ricercatori a tempo indeterminato ed i professori associati delle università; 7.0202 Schullian, volto a disciplinare la composizione delle commissioni di esame degli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione nella provincia di Bolzano; 7.0203 Siragusa, relativo ai requisiti che deve possedere il personale italiano o straniero per l'affidamento degli insegnamenti obbligatori nell'ordinamento italiano nelle scuole statali all'estero; 7.0204 Patelli, volto ad introdurre l'obbligo di redazione di una relazione tecnica in materia di sicurezza degli edifici scolastici. Avverto che le Commissioni hanno ritirato l'emendamento 1-sexies.400.

Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II”, di Arce, in provincia di Frosinone, e l'Istituto secondario di primo grado “De Blasi e Taviano” di Taviano, in provincia di Lecce (Applausi).

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e in relazione all'iter abbastanza tortuoso di questo decreto. Qui, ci sono due questioni che interessano la Presidenza in maniera abbastanza rilevante. La prima riguarda le questioni di costituzionalità sollevate più e più volte. La Ragioneria, in una prima nota, rileva che le modifiche introdotte…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Garavaglia… io non riesco a sentire quello che… no, guardi, è anche il suo gruppo, è anche il suo gruppo che disturba chi sta parlando, tra l'altro, del suo gruppo… Chiederei ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e degli altri gruppi…

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente, perché il tema è particolarmente rilevante. Nell'iter abbastanza confuso che ha visto approvare gli emendamenti prima del passaggio in V Commissione è successo, come capita spesso, che si facciano dei pasticci; qui, i pasticci sono di due tipi. Il primo riguarda la costituzionalità di una serie di misure che sono state introdotte dagli emendamenti 1.49, 4.1, 6.5, 6.6, 6.9, 6.13, 6.10, 6.11 e 6.12 che non risultano essere in linea con l'articolo 97 della Costituzione, in maniera abbastanza palese, direi. La cosa è stata rilevata in una prima nota della Ragioneria, è stata rilevata dal nostro gruppo nella Commissione bilancio venerdì, è stata ribadita nell'ultima nota della Ragioneria, è ribadita nello speech del sottosegretario che è venuto oggi in Aula. Quindi, sarebbe interessante capire se l'intendimento di quest'Aula è procedere palesemente, approvando delle norme incostituzionali, oppure no, oppure se non si ritiene opportuno un passaggio in I Commissione per valutare con la giusta attenzione un rilievo che è stato posto più e più volte e confermato anche questa mattina da una nota ufficiale del Governo. Quindi, il Governo stesso ribadisce che quelle norme sono incostituzionali, ma intende procedere. La cosa ci pare abbastanza curiosa.

La seconda questione riguarda i tanti rilievi di carattere finanziario; a fronte di una lista infinita di rilievi di carattere finanziario fatta dal MEF e dalla Ragioneria, adesso qui la faccio breve, perché non abbiamo purtroppo il tempo di entrare nel merito, come abbiamo fatto in Commissione, di tutti i punti, però alla fine gli si è girato sostanzialmente intorno, prevedendo che tutti i rilievi più importanti e più rilevanti sono stati o oggetto di stralcio oppure oggetto di inserimento della classica clausola “si fa tutto a legislazione vigente e con le risorse umane e strumentali e finanziarie esistenti”, cioè, praticamente, non si fa niente.

Tuttavia, alla fine, l'esito di questo mitico decreto è il decremento di 60 milioni di euro del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, quindi, il fondo che il Ministro Fioramonti voleva incrementare di 3 miliardi si riduce di 60 miliardi. Ma, d'altronde, il Ministro è famoso per le sue uscite sulle merendine e su Ferrero che può pagare le tasse, perché tanto lui è ricco. Ecco, al di là di queste questioni, che sono però rilevanti e dicono quanto una cosa così importante sia stata trattata con leggerezza, vorremmo sapere dalla Presidenza e, a questo punto, anche dal Comitato dei nove, come si intende procedere.

Per la parte finanziaria, va bene, si è capito che, alla fine, questo decreto o è una roba da nulla, perché se non ci sono soldi non si fa nulla, o, ed è quello che temiamo, comporterà un buco nel bilancio successivamente. Tra l'altro, terremo buona nota di quello che è successo in Commissione bilancio, perché risulta un modo interessante per coprire futuri decreti, perché è stata fatta una forzatura, a nostro avviso, parecchio, parecchio interessante, che può fare da precedente; sarebbe importante che gli uffici ne tenessero conto, perché è un precedente non simpatico, passare sopra bellamente a rilievi puntuali della Ragioneria (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Garavaglia, le risponderò senz'altro.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Anche lei sullo stesso tema? Prego, ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sì, Presidente, solo perché credo che sia assolutamente importante che quest'Aula prenda atto e conoscenza di quello che abbiamo dovuto vivere in Commissione bilancio. È noto a tutti che siamo stati sostanzialmente sequestrati per tre ore, venerdì, e siamo stati sequestrati, perché il Governo era assolutamente incapace di portare in Commissione le coperture necessarie per questo provvedimento, che noi riteniamo un provvedimento assolutamente fondamentale, importante e che, invece, ci sembra - anzi, ne siamo certi - sia stato trattato dal Governo con pressapochezza, che è anche un termine abbastanza gentile. Vede, non è soltanto una questione di termini di copertura, per i quali probabilmente la Commissione avrebbe dovuto avere più tempo a disposizione – noi siamo stati, come dicevo, venerdì, 3 ore in attesa che ci fossero delle risposte rispetto ai pareri contrari rilasciati in maniera puntuale dalla Ragioneria su singoli articoli e commi di questo provvedimento –, ma arriviamo questa mattina in Commissione e ci ritroviamo una relazione completamente diversa che, ovviamente, non aveva preso in esame i punti fondamentali e i rilievi fatti dalla Ragioneria. Abbiamo chiesto di sospendere e di darci spiegazioni e maggiori delucidazioni su quello che le opposizioni avevano fatto rilevare e, anche in quel caso, ci è arrivato un documento assolutamente generico, in cui, invece di individuare numeri e coperture, si sono fatti generici riferimenti che, ovviamente, ci danno adito a ritenere e a pensare che le coperture di fatto non ci siano.

Tutto questo, ricollegandoci anche alla questione che mi pare quella più dirimente e più importante, già sollevata dal collega Garavaglia, ma che ritengo sia assolutamente fondamentale ribadire, che ci sono delle norme palesemente in violazione dell'articolo 97 della Costituzione. Credo che alcune norme debbano essere riviste; sicuramente questo provvedimento merita, a questo punto, un nuovo passaggio in Commissione, anche in virtù del fatto che la palese violazione dell'articolo 97 della Costituzione è stata sostanzialmente certificata da quanto dichiarato da parte del Governo che, poi, però, quando ci dà la relazione prima dell'approvazione del documento finale della Commissione bilancio, si limita a dire che verrà valutata l'opportunità di ripristinare i testi precedenti. Parliamo dell'articolo 4 e dell'articolo 6, io non entro nel merito, perché non voglio impegnare l'Aula troppo lungamente, ma credo che, a questo punto, sia davvero fondamentale riportare il provvedimento nelle sedi di valutazione, perché altrimenti costringeremmo quest'Aula, alle volte anche nella inconsapevolezza, all'approvazione di un provvedimento che è in palese contrasto con principi costituzionali.

PRESIDENTE. Onorevole Lucaselli, dopo, proviamo a dare una risposta complessiva.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare un po' quello che era stato l'intervento che ho fatto in chiusura, la settimana scorsa. Siamo entrati in Commissione di corsa, oggi, per valutare quella che è stata la risposta al documento della Ragioneria che, di fatto, stravolgeva il provvedimento così come era stato portato in Commissione, con una serie di rilievi che erano davvero preoccupanti e che, davvero, certificavano anche, veramente, la debolezza del provvedimento così come è stato scritto e pensato. È ovvio che c'è una bella differenza tra la Commissione di merito e poi fare i conti in Commissione bilancio, però, sotto il profilo finanziario, il provvedimento viene completamente smontato e anche la maniera con cui, in maniera certe volte evasiva, vengono date le risposte, dicendo che non ci sarebbe stato nessun problema delle coperture perché all'interno delle pieghe si potevano trovare le risorse e le risposte, per poter rendere invece cogente il provvedimento, così come è stato scritto, ci lascia ovviamente perplessi. Certo che i numeri, che evidenziava anche l'onorevole Garavaglia, sono sicuramente reali e sono per noi un momento di grande preoccupazione. Questo, quindi, come primo ragionamento.

Come secondo ragionamento, le ripeto, non ci sono i tempi per lavorare in maniera corretta. Venerdì una serie di schiaffi notevoli della Ragioneria. Oggi, con un parere abbastanza raffazzonato, ci viene detto che è tutto a posto. Quindi, nel weekend, il mare si è placato, le giornate sono belle, il sole splende e il cielo è azzurro. Questo, come secondo ragionamento.

Il terzo ragionamento, che volevo farle, è quello che mi preoccupa ancora di più, che sono i rilievi sulla costituzionalità, tant'è vero che l'osservazione che viene riportata nel documento che ci è stato distribuito in Commissione, è: si valuti l'opportunità di ripristinare il testo originario del provvedimento, in ordine all'articolo 4, comma 1, articolo 6, comma 1, capoverso 4-bis, 4-ter, 4-quater e 1-bis. Allora, il problema è ovviamente importante. Non possiamo pensare di alzare le spalle e proseguire nell'analisi di questo provvedimento, senza perlomeno - e chiedo a lei, se lo riterrà il caso o se il Presidente Fico lo riterrà il caso - di fare un passaggio in I Commissione, per capire se esattamente queste violazioni, su cui noi di fatto non facciamo una piega e continuiamo ad andare avanti come se non fossero state fatte, sono davvero una risposta reale, che non infrange l'articolo 97, tanto poi da dover costringere, nel parere, il Governo a fare una retromarcia, non dico frettolosa, perché ci vogliono tre giorni per fare questa retromarcia, ma sicuramente di mettere nelle osservazioni quello che ho testé letto.

Quindi, per significare la necessità di avere tutti i chiarimenti, rispetto a queste situazioni, che abbiamo voluto evidenziare a lei e, per tramite suo, a tutta l'Aula e, quindi, rimanere in attesa di una sua risposta, sulla necessità della convocazione della I Commissione e anche su questi aspetti di copertura finanziaria, che sostanzialmente inficiano davvero la possibilità di portare, con questo provvedimento, un risultato reale alla nostra scuola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, colleghi. Io credo che ci sono due tipi di obiezioni od osservazioni, che i colleghi Lucaselli, Mandelli e Garavaglia hanno fatto. Sul primo tema, quelli di carattere più politico, naturalmente non mi pronuncio. Su quelli di carattere più tecnico e procedurale, richiamo in primo luogo la possibilità, sempre, di ogni Commissione, in questo caso anche delle Commissioni chiamate a lavorare su questo provvedimento, di richiedere il parere di un'altra Commissione. È stato sottolineato il parere della I Commissione. Poteva essere richiesto, se fosse stato ritenuto utile, da parte della VII Commissione. Un parere poteva essere richiesto e, previo consenso del Presidente Fico, senz'altro ci poteva essere questa espressione.

Altresì, per i pareri della Commissione bilancio, ci atterremo naturalmente ai pareri della Commissione bilancio. Ove sono state richiamate delle note che il Governo ha prodotto, ove il Governo ritenesse di esprimere valutazioni diverse sul testo, ha sempre la possibilità di sottolinearle durante l'esame degli emendamenti. Io, quindi, procederei con l'esame degli emendamenti, che saranno oggetto evidentemente di una discussione, che farà tesoro anche delle osservazioni, che sono state fatte in questa tesi.

Avverto che le Commissioni hanno presentato la nuova formulazione del loro emendamento 1.401, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A), in relazione alla quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Melicchio.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Presidente, con questo decreto, dopo il lavoro svolto nelle Commissioni, interveniamo con forza non solo sulla scuola, ma anche sulla ricerca, e questo è un intervento atteso da fin troppo tempo.

Nelle Commissioni è stato fatto un lavoro aggiuntivo alle norme, già buone, arrivate dal Governo e, grazie agli emendamenti, andiamo ad ottenere risultati che non esito a definire come i migliori dell'ultimo decennio, in questo settore.

In particolare, diamo maggiori tutele ai ricercatori precari. Diamo loro la possibilità di stabilizzazione, trasformando i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, ed eliminiamo la discriminazione fra ricercatori con lo stesso percorso, ma appartenenti ad enti diversi, garantendo, quindi, pari opportunità per completare la stabilizzazione dei nostri ricercatori.

E, ancora, sburocratizziamo gli acquisti per le attrezzature necessarie alla ricerca, per le università e per gli enti pubblici, e proroghiamo l'abilitazione scientifica nazionale fino a nove anni, sopperendo così al blocco del turnover, derivante da scelte di Governi di centrodestra, e diamo la possibilità a tutti i docenti universitari di partecipare a concorsi pubblici, per entrare finalmente di ruolo. Stiamo facendo un grande lavoro, quindi, per migliorare, con opportuni emendamenti, un decreto già largamente apprezzabile. Supportare la ricerca vuol dire traghettare il nostro Paese verso il futuro.

Purtroppo, i nostri ricercatori, fondamentali per il progresso tecnologico, scientifico, economico e culturale dell'Italia, sono da sempre Cenerentole bistrattate e precarizzate, ed è successo con le menti migliori. Sono state costrette a mettere il loro talento al servizio di altri Paesi e di industrie straniere. Con questo decreto mettiamo un argine a questa pessima circostanza, per invertire finalmente questa tendenza.

All'articolo 6 affermiamo un principio nuovo, che incredibilmente finora non esisteva negli enti pubblici di ricerca italiana. Mi riferisco alla cosiddetta tenure track: chi ha un contratto come assegnista di ricerca a tempo determinato, chi lavora già stabilmente sulla ricerca in Italia, anche se non contrattualizzato come permanente, può accedere ad una procedura per trasformare le posizioni a tempo determinato in contratti finalmente stabili. In sostanza, introduciamo per la prima volta una procedura consolidata a livello internazionale, per assicurare un futuro ai nostri ricercatori. In passato ci si è limitati ad approvare norme una tantum, per correggere un sistema che restava comunque malato e che permetteva le stabilizzazioni solo di un piccolo numero di ricercatori in un tempo limitato; mentre oggi stabiliamo un meccanismo permanente e strutturale, con cui i ricercatori, se sono validi e se sono in grado di dimostrare un'adeguata attività di ricerca, potranno accedere a delle procedure concorsuali, che permetteranno un'assunzione a tempo indeterminato. Con questa norma daremo un colpo veramente forte al precariato.

C'è stato il massimo impegno per dare condizioni di lavoro dignitose e il giusto riconoscimento a chi ha il merito di saper proiettare nel futuro il nostro Paese, anche cercando di superare tutti quegli ostacoli che avevano finora lasciato fuori dal percorso di stabilizzazione alcune categorie di ricercatori. Mi riferisco agli assegni di ricerca, ai borsisti di ricerca, a tutta quella fascia di precariato che oggi ha le minori tutele dal punto di vista lavorativo, quelle più deboli sostanzialmente. Potranno essere stabilizzati, in modo da poter operare nella ricerca in maniera più serena e produttiva, che poi è la ragione principale che ci ha spinto a questo percorso.

Per chiarire questo principio, Presidente, ricordo il dato secondo cui le più grandi conquiste scientifiche sono state ottenute nella storia da ricercatori fra i 25 e i 30 anni di età. I nostri ricercatori in Italia, oggi, a quell'età, non fanno solo ricerca di nuove scoperte, ma fanno ricerca di un nuovo contratto di lavoro, e questo ovviamente peggiora la qualità della nostra ricerca.

Le stabilizzazioni già in atto hanno visto numerose resistenze, provenienti da alcune presidenze di alcuni enti, in disaccordo con quelle norme dello Stato, non permettendo la stabilizzazione dei ricercatori che ne avevano diritto. Questo testo, invece, tende ad uniformare l'interpretazione della norma per tutti gli enti pubblici di ricerca, così come per tutti i ricercatori di tutti gli oltre quaranta enti. Saranno uguali tra loro e potranno accedere allo stesso modo alle procedure di stabilizzazione, che hanno il diritto di intraprendere.

Gli interventi possono non fermarsi qui, però. Tra gli emendamenti che esamineremo, c'è l'1.253 Fusacchia, che ha il parere favorevole del Governo, per valorizzare i dottori di ricerca anche nelle nostre scuole, con evidente notevole beneficio per la qualità e l'innovazione della didattica. Passo dopo passo, stiamo affrontando i guasti di un settore fondamentale e stiamo invertendo la tendenza, che negli ultimi anni ha visto l'Italia occuparsi sempre meno della ricerca e dell'università, a forte discapito dello sviluppo e dell'innovazione dell'Italia, ma anche dei tanti ricercatori costretti a lavorare in condizioni non ottimali.

Concludo dicendo che premiamo il merito e favoriamo condizioni standard per tutti, per un lavoro che, sono sicuro, darà frutti preziosissimi a vantaggio dell'intero sistema Paese. Il segnale che abbiamo voluto dare a favore delle nostre migliori risorse è un segnale importante. Lo Stato deve tornare a offrire opportunità concrete per i nostri giovani ricercatori, risorse preziose a cui non dobbiamo mai più voltare le spalle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sempre sul complesso degli emendamenti per rendere noto ai colleghi, all'Aula e a lei, Presidente, di come questo sia, se lei vuole, l'ennesimo intervento sulla scuola a cui l'Aula è chiamata. Tutti sappiamo come ogni volta abbiamo l'ansia, la preoccupazione di mettere un punto fermo, di ricominciare senza portarci dietro problemi, senza avere un pregresso che limiti il mondo della scuola e il mondo degli insegnanti, la grande comunità scolastica. Ogni volta facciamo fatica e ogni volta ci arrabattiamo. Ebbene, questa volta abbiamo lavorato devo dire con grande compattezza sia con la maggioranza sia anche in un'interessante interlocuzione con l'opposizione. Pertanto il complesso degli emendamenti raccoglie una serie di suggestioni importanti che hanno cercato di venire incontro alle esigenze del gran numero di interlocutori che abbiamo sentito. È stata un'interlocuzione attenta, che ha cercato di tener conto delle osservazioni che ci venivano date. Come sapete, interveniamo con un numero importante di assunzioni, interveniamo con due tipi di prove concorsuali, con un concorso straordinario e con un concorso ordinario che escono però nello stesso momento, a dare il senso di come la scuola abbia bisogno, da un lato, di professionalità nuove, di competenze fresche e di coloro che vogliono mettersi in gioco nel mondo della scuola, dall'altra però, senza dimenticare la grande professionalità acquisita dentro le aule che ha consentito alle scuole di andare avanti, in questi anni. Per tale ragione i due elementi concorrono e per noi era estremamente importante dare il segnale a tutto il Paese che questi due elementi concorrono positivamente per assicurare tranquillità alle nostre scuole. Accanto a tali previsioni, è stabilita una serie di altri interventi che abbiamo ereditato, che ci portiamo dietro e che cerchiamo di affrontare al meglio. L'internalizzazione dei collaboratori scolastici per le scuole, naturalmente con tutte le difficoltà che ciò comporta, con gli aspetti positivi e con anche gli aspetti naturalmente difficili da affrontare e da risolvere, ma con la consapevolezza che vogliamo farlo al meglio.

Sono affrontati i problemi, inoltre, come voi sapete e come ha ricordato chi mi ha preceduto, relativi all'università, relativi al mondo del precariato e della ricerca, cercando anche qui di affrontare e di risolvere problemi annosi che si sono sedimentati e che, un pezzetto per volta, cerchiamo di affrontare e di risolvere.

Naturalmente, Presidente, il grande problema è, da un lato, assicurare alla comunità scolastica, agli 8 milioni di alunni che abbiamo e ai 9 milioni che rappresentano tutto il mondo della comunità scolastica, continuità, sicurezza, certezza nell'andare avanti, nel portare avanti norme che non siano contraddittorie, che riescano insieme a dare un senso al provvedimento; dall'altro lato, la necessaria discontinuità di un mondo che ha bisogno di confrontarsi con quanto sta avvenendo fuori dal mondo della scuola, ma che naturalmente deve essere affrontato con i mezzi migliori. Sappiamo tutti che la sfida vera è una sfida formativa, è l'unica sfida democratica a cui noi non possiamo sottrarci perché è, attraverso questa, che noi possiamo davvero dare un senso al Paese e proporre obiettivi che per noi sono forti, importanti, su cui siamo disposti a combattere.

Ecco, Presidente, perché chiediamo all'Aula di avere pazienza, di vedere con attenzione il provvedimento, di affrontare ancora una volta insieme a noi i temi della scuola nella consapevolezza dell'importanza che i temi della scuola hanno per noi e anche nella consapevolezza che un grande lavoro è stato fatto per cercare di risolvere al meglio i nodi problematici che ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

YLENJA LUCASELLI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Lucaselli, abbiamo concluso peraltro l'illustrazione degli emendamenti.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, grazie. Mi rendo conto e chiedo venia per la mia distrazione, che siamo già in una in un momento differente, però rileggendo a verbale - alla Presidenza non sarà sicuramente sfuggito - avevo richiesto che il provvedimento ritornasse in I Commissione. Se e ove la mia richiesta non fosse stata chiara, la ribadisco: io formalizzo la richiesta che il provvedimento torni in Commissione. Tra l'altro la questione sulla costituzionalità non mi pare una questione di poco conto; arriviamo in Aula semplicemente con una valutazione generica sulla possibilità che il provvedimento ritorni nella formulazione ordinaria e credo, dato anche i tempi dell'Aula che comunque chiuderà alle ore 13, che ci sia tutto il tempo per riportare il provvedimento in Commissione. Ribadisco tutto ciò è dato dalla importanza dei temi costituzionali che stiamo trattando.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lucaselli. Avevo ascoltato la sua richiesta che era stata discorsiva all'interno di un concetto a cui avevo risposto, dopodiché pensavo la risposta fosse stata sufficientemente chiara, ma è sua facoltà chiedere il rinvio in Commissione. Dopo il parere dei relatori, è ammissibile un intervento a favore e un intervento contro. Relatrice, prego.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ci sono due richieste: una a favore e una contro. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, a sostegno di quanto detto dalla collega Lucaselli, inviterei i colleghi anche di maggioranza a leggersi le condizioni del parere della Ragioneria riguardo al provvedimento, che infatti richiamano il rispetto all'articolo 81 della Costituzione. Sono pagine e pagine di condizioni per esprimere parere favorevole. Quindi di fatto il parere della Ragioneria decostruisce il provvedimento. Quindi credo che la richiesta che il provvedimento venga rinviato in Commissione sia non solo da attuarsi ma anche nei tempi più rapidi possibili perché è vero, come la collega Nardelli ha detto, che ci sono interessanti spunti positivi che anche Fratelli d'Italia condivide, ma sostanzialmente il provvedimento è un grande caos e purtroppo non vediamo stelle danzanti al riguardo. Pertanto chiediamo assolutamente che il provvedimento venga rimandato in Commissione e invito anche la Presidenza a prendere coscienza e consapevolezza del parere condizionato della Ragioneria perché sono condizioni assolutamente perentorie. Parere favorevole sui vari emendamenti con la condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Così per pagine e pagine e queste sono le condizioni. Ne posso citare qualcuna, se serve: “Sul testo del provvedimento in oggetto parere favorevole con le seguenti condizioni, volte a garantire rispetto dell'articolo 81 della Costituzione: all'articolo 1, comma 18-quater, apportare le seguenti modificazioni: sostituire il primo periodo con il seguente…” e via così di passo in passo su ogni articolo. All'articolo 1-bis aggiungere in fine il seguente comma; all'articolo 1-ter aggiungere in fine il seguente comma 2-bis; all'articolo 1-quinquies apportare le seguenti modificazioni; al comma 1, lettera a), capoverso alinea, sostituire le parole: “da in riferimento” fino a lettera b); all'articolo 1-sexies, comma 1, primo periodo, dopo le parole: “scuola d'infanzia paritaria” aggiungere la seguente: “comunali” e così via dicendo; all'articolo 2, comma 3, sostituire le parole: “19, 16 milioni” e, quindi, entrando anche proprio nella quantificazione economica; all'articolo 2, comma 5, lettera f), capoverso, aggiungere in fine le seguenti parole, e così per ancora pagine e pagine.

Quindi, colleghi della maggioranza, io capisco la fretta e capisco l'interesse generale di sostenere il mondo della scuola, e noi siamo in prima fila fin dall'apertura di questa legislatura, ma i provvedimenti vanno eseguiti in maniera normativamente corretta. Quindi, la proposta e la sollecitazione della collega Lucaselli è assolutamente pertinente. Io chiedo alla Presidenza di prendere consapevolezza delle condizioni del parere e che venga rimandato in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Piccoli Nardelli. Prego, onorevole Piccoli Nardelli; l'avevo chiesto prima ma non avevo avuto risposta.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, naturalmente devo fare riferimento a una situazione che tutti voi avete vissuto insieme a noi nella giornata di giovedì qui in Aula, quando una nota è stata distribuita e girava fra i banchi ed era una nota che non avrebbe dovuto avere una diffusione pubblica di questo genere, perché era, naturalmente, quella che chiedeva al MIUR una serie di precisazioni su tematiche in cui l'interlocuzione doveva essere del MIUR e del MEF. Ora, Presidente, da quella nota a oggi tutta una serie di contatti che dovevano essere presi sono stati presi, tutta una serie di nodi sono stati sciolti e l'interlocuzione fra il MIUR, il MEF e la Ragioneria ha portato a un esito che noi consideriamo un esito positivo. Dunque, il motivo per cui noi riteniamo che non si debba tornare in Commissione bilancio su questo provvedimento è proprio dovuto a questi continui contatti che ci sono stati, a questi chiarimenti successivi che in una dialettica corretta hanno portato a questo risultato. Quindi, noi siamo assolutamente contrari a far tornare questo provvedimento alla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Per chiarezza di votazione, la Presidenza ritiene che la sospensione, trattandosi anche di un decreto, viene richiesta per due ore (trattandosi, appunto, di un decreto). Quindi, porremo in votazione - e deciderà l'Aula naturalmente - un rinvio in Commissione per una durata di due ore.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 67 voti di differenza.

Invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Sull'articolo 1, emendamenti 1.1 e 1.2 Mollicone, 1.114 e 1.8 Bucalo, 1.7 Frassinetti e 1.6 Mollicone, parere contrario.

Emendamento 1.400 delle Commissioni, favorevole.

1.12 Belotti, 1.72 e 1.200 Aprea e 1.22 Frassinetti, contrario.

Emendamento 1.401 delle Commissioni, favorevole con riformulazione: si tratta di sostituire la parola: “concorsuale” con: “straordinaria”. Quindi, al comma 5, lettera a), dopo le parole: “3 maggio 1999, (…)”

PRESIDENTE. Alla Presidenza risulta già in distribuzione una nuova formulazione.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Perfetto. Quindi, favorevole con riformulazione.

Emendamenti 1.201 Frassinetti e 1.25 Bucalo, contrario; 1.26 Frassinetti, accantonato; 1.80 e 1.202 Aprea, 1.31 Frassinetti, 1.32 Bucalo, identici 1.33 Frassinetti e 1.81 Aprea, identici 1.34 Mollicone e 1.82 Aprea, 1.204 Montaruli e 1.205 Frassinetti, contrario.

Emendamento 1.402 delle Commissioni, favorevole.

Emendamento 1.206 Lattanzio, favorevole, con riformulazione: cassare “nel ruolo di appartenenza”.

Emendamenti 1.85 Latini, contrario; 1.43 Bucalo, favorevole; 1.45 Bucalo, 1.89 Aprea e 1.46 Bucalo, contrario; 1.403 delle Commissioni, favorevole; 1.47 Bucalo, contrario; identici 1.48 Bucalo e 1.52 Belotti, accantonati; 1.88 Toccafondi, favorevole; 1.94 e 1.93 Aprea, contrario…

PRESIDENTE. Un momento, collega. Allora, a seguito dell'accantonamento degli identici emendamenti 1.48 Bucalo e 1.52 Belotti, accantoniamo anche gli emendamenti 1.88 Toccafondi e 1.94 e 1.93 Aprea, che vertono sulla stessa materia.

Andiamo all'emendamento 1.95 Aprea.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Contrario. Emendamento 1.55 Bucalo, contrario; 1.404 delle Commissioni, 1.207 Fusacchia e 1.405 delle Commissioni, favorevole; 1.57 Frassinetti e 1.56 Mollicone, contrario; 1.208 Villani, favorevole; 1.210 Carbonaro, accantonato.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.209 Vietina è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Quindi, non leggo gli inammissibili.

Emendamento 1.210 Carbonaro, accantonato; 1.213 Bucalo, contrario.

L'emendamento 1.211 Mollicone è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. No, è ammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. È ammissibile?

PRESIDENTE. Sì. Lo accantoniamo: lo consideri accantonato.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Va bene, accantoniamo.

Emendamento 1.212 Bucalo, contrario; 1.406 delle Commissioni, favorevole; 1.105 Aprea e 1.62 Bucalo, contrario; 1.61 Bucalo, inammissibile.

PRESIDENTE. Questo emendamento non è inammissibile: è ammissibile. Sull'emendamento 1.61 Bucalo mi deve dare il parere. Lo accantoniamo?

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Parere contrario.

Emendamento 1.214 Montaruli, contrario; 1.215 Lattanzio, favorevole con riformulazione: dobbiamo aggiungere, nel penultimo rigo di pagina 14, “nelle predette graduatorie ed elenchi aggiuntivi”.

PRESIDENTE. Sta bene.

Poi, c'è il subemendamento 0.1.407.1 Bucalo.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Contrario. Emendamento delle Commissioni 1.407, favorevole; 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 1.408 delle Commissioni, favorevole.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.250 è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamento 1.409 delle Commissioni, favorevole; 1.255 Belotti, per la parte ammissibile, contrario; 1.157 Aprea, contrario; 1.253 Fusacchia, favorevole.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.109 e 1.254 Fratoianni inammissibili.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Identici 1.104 Aprea e 1. 258 Frassinetti, 1.106 Aprea, 1.155 Aprea contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.259 Belotti è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamenti 1.039, 1.041, 1.0200, 1.0201 Belotti, 1-bis.2 Mollicone, 1-bis.1 e 1-bis.201 Mollicone, contrario; 1-bis.202 Toccafondi, favorevole; 1-bis.203 Frassinetti, contrario; 1-bis.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 1-bis.046 Belotti, contrario;

PRESIDENTE. L'emendamento 1-bis.200 è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamento 1-ter.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 1-quinquies.1 Mollicone, contrario; 1-quinquies.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 1-quinquies.200 Bucalo, contrario; 1-quinquies.013 Belotti, contrario; 1-sexies.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole;

PRESIDENTE. L'emendamento 1-sexies.400 delle Commissioni è stato ritirato.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. 1-sexies.043 Belotti, contrario; 1-sexies.0100 Vietina; 2.201 Vietina, contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 2.200 Bucalo è inammissibile, come il 2.5 Frassinetti, il 2.9 D'Attis, il 2.212 Castiello, il 2.11 Frassinetti, il 2.12 e il 2.13 Varchi, per cui andiamo a pagina 30 del fascicolo.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; identici 2.15 Aprea e 2.16 Frassinetti, 2.203 Casciello, identici 2.17 Frassinetti e 2.18 Aprea, 2.204 Rizzetto, 2.205 Sisto, 2.22 Mollicone, 2. 23 Frassinetti, 2. 28 Murelli, 2. 27 Zangrillo, contrario;

PRESIDENTE. L'emendamento 2.31 Bucalo è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamento 2.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 2.502, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 2.34 Belotti, contrario; 2.503, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 2.211 Mollicone, 2. 210 Bucalo, contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 2.200 Bucalo è inammissibile, così come gli emendamenti 2.43 Frassinetti e 2.01 Mugnai.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamenti 3.4 Frassinetti, 3.8 Colmellere, 3.7 Frassinetti, 5.2 Ferraioli, contrario. Emendamento 5.02 Frassinetti, contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 5.03 Frassinetti è inammissibile.

VITTORIA CASA, Relatrice per la VII Commissione. Emendamento 6.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 6.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole; 6.400 delle Commissioni, favorevole; emendamento 8.400 delle Commissioni, favorevole; 9.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, favorevole;

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Andiamo all'emendamento 1.1 Mollicone, su cui c'è un parere contrario. Poi, lo dico per i colleghi, riprenderò i pareri su ogni emendamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Il rosario delle inammissibilità e degli interventi della Commissione bilancio dimostrano quanto questo provvedimento sia stato caotico e disorganico. Comunque Fratelli d'Italia ha più volte, come abbiamo detto anche nella discussione sulle linee generali, affrontato il tema, per la sua delicatezza e per la sua sensibilità sociale, cercando di apportare delle modifiche e delle migliorie, alcune delle quali sono state riconosciute. Il complesso generale per noi comunque rimane caotico, disordinato, e anche ora sospeso, sub iudice, per l'effettiva realizzazione e applicazione al parere della Ragioneria, come abbiamo visto condizionato a una sfilza di condizioni. Questo era un emendamento che andava a riscrivere completamente l'articolo 1 nel tentativo di semplificare le procedure di reclutamento attraverso l'utilizzo delle attuali graduatorie ad esaurimento e di quelle di istituto utilizzate per l'attribuzione delle 200 mila supplenze a causa della reiterazione dei contratti a termine e dell'aumento delle domande di messa a disposizione delle supplenze stesse fuori graduatoria.

Il testo, così come noi lo abbiamo immaginato, va a disporre la riapertura delle ex graduatorie permanenti in luogo delle nuove da realizzarsi, previste dal decreto, e comunque l'utilizzo della percentuale dei posti esauriti agli attuali precari, anche senza abilitazione, inseriti nelle vigenti graduatorie di istituto, che si prevede siano provinciali per dare la possibilità di aggiornarle periodicamente e lasciarle aperte. Per quanto riguarda l'impatto finanziario, abbiamo valutato che questo non causi maggiori oneri per la finanza pubblica in quanto le assunzioni devono essere autorizzate con apposito decreto ai sensi della normativa vigente. In sostanza, è un po' il cuore del tema, nel senso che questo decreto si prefigge di combattere il precariato e il contrattificio a tempo determinato, che crea discontinuità didattica, e noi con questo emendamento - è un po' un emendamento bandiera - cerchiamo invece di ribaltare il principio e il senso. È una delle tante iniziative migliorative che avevamo proposto; dispiace che, in un'ottica di forzature e sintesi che ha caratterizzato i lavori della Commissione, non ci sia stata la freddezza, la lucidità e anche l'apertura per poter andare incontro a quello che è un po' il male storico della scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Con riguardo all'emendamento, che sottoscrivo, e con riferimento all'inquadramento di questa norma fin dall'articolo 1 e a tutte le altre che riguardano una questione di fondo che la relatrice ha prima risolto con un semplice “vedremo”. La questione è che molte di queste norme inserite in questa legge, che ha natura ormai provvedimentale, perché è un provvedimento amministrativo di fatto più che una legge, ha un elemento da valutare, che è fondamentale ai fini di quella che è la giurisprudenza già in materia tutte le volte che si è intervenuto con sanatorie o semi-sanatorie, che è la funzione della norma di natura provvedimentale con riguardo all'interpretazione autentica di queste norme. Anche la Commissione affari costituzionali in più punti ha detto, per esempio sui tre anni di servizio, qual è la natura della norma. Almeno nel provvedimento cominciate a valutare - qui non c'è il Ministro, che è stato presente un attimo e se ne è andato, abbiamo i sottosegretari -, valutiamo questo aspetto, perché se la norma è di carattere interpretativo autentico ha un effetto retroattivo e cambia il livello di copertura, come è stato oggi più volte ricordato dalla Commissione bilancio. Quindi, è una questione di inquadramento che non riguarda le parti politiche, ma che riguarda l'efficacia del provvedimento, perché ha natura provvedimentale questa legge, nel momento in cui sarà varata. Non ha significato alcuno proporre norme delle quali non si capisce se esse abbiano o meno efficacia retroattiva, e qual è la loro coesistenza con principi e valori costituzionali sui quali già la giurisprudenza amministrativa da tempo in materia di sanatoria ha detto che se non c'è chiarezza non si applicano. È questo il tema! È una questione tecnica, sì, ma ha una funzione politica: diamo delle risposte finte, perché questo provvedimento sarà demolito nel momento in cui non ci saranno questi chiarimenti. E allora, siccome ho sentito prima la relatrice, “vedremo”: ma vedremo cosa? Se non lo fa il Parlamento, se il Parlamento non garantisce questa chiarezza interpretativa e la funzionalità nel quadro costituzionale delle norme, che senso ha stare qui a discutere? Allora il Parlamento a che serve? Noi abbiamo questo compito! Lo ricordo al PD, che nel precedente vicinissimo Governo tutte le volte ci ricordava la Costituzione, come se fosse violata anche quando qualcuno si assentava per andare a fare qualche suo bisogno.

È allora evidente che in questo momento il tema è cruciale. Non posso credere che non ci sia un'attenzione su tale questione. Anche questa norma che è emendativa, ha almeno la funzione di chiarire il testo, di dire in che senso va. Quando il testo ha natura provvedimentale, e non dovrebbe averla, quando diventa un provvedimento di fatto amministrativo che passa tramite la mano del legislatore, questo dev'essere chiarito, perché chi lo applica deve sapere se le norme hanno o meno un'interpretazione autentica: se voi date loro questo valore, dando loro questo valore esse hanno effetto retroattivo. È un tema da sempre riconosciuto nel dibattito dei provvedimenti di natura provvedimentale, e quindi non capisco il perché non si possa compiere una valutazione: almeno alcune norme dichiarate nell'interpretazione autentica, per risolvere la questione del conflitto che poi ci sarà.

Non vado nel merito: sollevo solo una questione tecnica, per evitare che poi questo provvedimento non trovi alcuna applicazione. Lo sanno benissimo i sottosegretari, che è un tema; ed è una vicenda che è stata segnalata sia dalla Commissione affari costituzionali sia dalla Commissione bilancio: non per interrompere i lavori o per ritardare, ma semplicemente per consentire al Parlamento di compiere un lavoro efficace, coerente al sistema nel quale questo provvedimento, che è di natura - dico una fesseria, ma la devo dire - praticamente amministrativa, rispetto alla mano del legislatore, non abbia poi un'efficacia applicativa di fronte a una questione che è già dibattuta da tutta la giurisprudenza in materia. Si chiede quindi semplicemente una valutazione da parte del relatore in merito, molto semplice: noi vogliamo che questo provvedimento vada fino in fondo, seppur in parte sbagliando, ma facciamolo in maniera efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Presidente, poi non torniamo sul punto, però il collega D'Ettore ha rilevato la questione fondamentale: se noi procediamo, che succede? L'articolo 1 è uno degli articoli che prevede queste incostituzionalità ai sensi dell'articolo 97. Ora, a questo punto servirebbe un minimo di buonsenso: approviamo consapevolmente una norma, pur sapendo che è incostituzionale, solo perché il decreto-legge è in scadenza, o ci mettiamo una pezza? Cosa che è possibilissimo fare, perché basterebbe molto banalmente pulire il testo di ciò che è incostituzionale, far decadere il decreto-legge e mettere in legge di bilancio la parte rimanente: non è così complicato! Anche perché nel successivo passaggio al Senato è evidente che queste cose verranno rilevate, ed è evidente che poi si metterà in imbarazzo il Presidente che sarà di fronte al bivio “firmo, non firmo”. Quindi, onde evitare questo pasticcio in via preventiva, consiglieremmo un po' più di prudenza. Anche perché adesso abbiamo il tempo delle dichiarazioni del Presidente Conte per fare un ragionamento nella Commissione di merito, proprio per evitare questo pasticcio, che poi diventa irrisolvibile e sarà fonte inenarrabile di contenziosi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Avverto che a seguito dell'accantonamento dell'emendamento Frassinetti 1.26, che nella parte consequenziale incide sulla lettera b) del comma 13, deve intendersi accantonato… Pregherei le relatrici… Anche l'emendamento 1.405 delle Commissioni, alle pagine 10 e 11 del fascicolo, che incide sulla medesima parte del testo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

Avverto che dopo la votazione dei questo emendamento, passeremo all'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Concordando con quanto detto dai deputati Garavaglia e D'Ettore sul provvedimento, andiamo anche qui a proporre come Fratelli d'Italia un intervento a favore del personale dell'infanzia della primaria, con l'apertura alla partecipazione concorsuale nel limite del 50 per cento dei posti come per la scuola secondaria. Andiamo quindi ad apportare all'articolo 1 una modificazione alla rubrica, “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e abitazione del personale docente nella scuola dell'infanzia, primaria e secondaria”, e andiamo ad aumentare appunto i posti da 24 a 32 mila.

Questo perché ovviamente consideriamo che ciò non abbia oneri per la pubblica finanza, perché compenserebbe i risarcimenti dovuti per la reiterazione di migliaia di contratti di lavoro, anche a tempo determinato, come già denunciato prima, come denunciato storicamente da Fratelli d'Italia, per la violazione della direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP. Sarebbe stata quindi un'apertura necessaria verso il mondo della scuola primaria e dell'infanzia, che invece non c'è stata.

Di questo ci rammarichiamo. Condividiamo quanto detto dai colleghi e quanto denunciato anche dal sottoscritto, dalla collega Lucaselli rispetto a un'assoluta fragilità di questo provvedimento, che noi oggi stiamo votando, ma che domani può franare o si può infrangere sulle coperture o sulla costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Cogliamo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti del Secondo Circolo didattico San Giuseppe Vesuviano, appunto di San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli, che sono venuti stamattina ad assistere ai nostri lavori. Benvenuti, ragazzi (Applausi)!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (ore 13,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, il Presidente Conte, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica come da prassi, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Presidente Giuseppe Conte. Colleghi, pregherei il silenzio.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Presidente, gentili deputate e deputati, sono qui per rendere una tempestiva informativa sulle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, non solo perché la ritengo doverosa, dopo la richiesta che è pervenuta, ma anche perché ho sempre - e dico sempre - cercato di assicurare per parte mia un'interlocuzione chiara, trasparente con il Parlamento, nel rispetto delle prerogative sovrane che spettano a questo consesso a tutela dei diritti di tutti i cittadini.

Non posso nascondere, tuttavia, che questa mia informativa non può essere degradata a ordinario momento della fisiologica interlocuzione che intercorre tra il Governo - segnatamente il Presidente del Consiglio - e il Parlamento. Questo mio passaggio assume un rilievo particolare. Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di aver adottato, nel corso di questo negoziato con le istituzioni europee, condotte talmente improprie e illegittime da essermi reso responsabile di alto tradimento. Sarei quindi uno spergiuro. Questo perché sarei venuto meno al vincolo, assunto al momento in cui mi è stato conferito l'incarico di Presidente del Consiglio, di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la Costituzione, di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 13,10)

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali anteposti al dovere di tutelare l'interesse nazionale. Questa accusa - possiamo, dobbiamo convenirne tutti - non rientra nell'ambito dell'ordinaria polemica politica. Quando sono venuto dinanzi a voi per chiedervi la fiducia, ho invocato per questa nuova stagione politica un linguaggio mite, ho auspicato che la politica con la “p” maiuscola potesse riporre una particolare attenzione alla cura delle parole. Le accuse che mi sono state rivolte, tuttavia, trascendono ampiamente i più accesi toni, le più aspre contestazioni che caratterizzano l'odierna dialettica politica, già di per sé ben poco incline alla cura delle parole. Siamo al cospetto di un'accusa gravissima: se si arriva ad accusare apertamente, ripetutamente, in tutte le trasmissioni televisive, in tutti i canali social, il Presidente del Consiglio di avere tradito il mandato di difendere l'interesse nazionale e di avere agito per tutelare non si sa quale interesse personale, allora il piano delle valutazioni che siamo sollecitati a compiere è completamente diverso. Se queste accuse avessero un fondamento, saremmo di fronte alla massima ferita, al più grave vulnus inferto alla credibilità dell'autorità di Governo, con la conseguenza che chi vi parla non potrebbe esitare un attimo a trarne tutte le conseguenze: senza neppure attendere che mi venisse chiesto da chicchessia, sarei costretto a rassegnare all'istante le dimissioni da Presidente del Consiglio (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Esatto!

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Se però queste accuse non avessero fondamento, e anzi fosse dimostrato che chi le ha mosse era ben consapevole della loro falsità, avremmo la prova che chi ora è all'opposizione e si è candidato a governare il Paese con pieni poteri sta dando prova - e purtroppo non sarebbe la prima volta - di scarsa cultura delle regole, della più assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Se questo fosse il caso, infatti, saremmo di fronte a un comportamento fortemente irresponsabile, perché una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall'accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme. È un'accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini che ci seguono, è indice della forma più grave di spregiudicatezza, perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse. Pur di attaccare la mia persona e il Governo, non ci si è fatti scrupolo. E mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui disinvoltura a restituire la verità e la cui resistenza a studiare i dossier mi sono ben note (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati del gruppo Liberi e Uguali)

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Ma piantala!

PRESIDENTE. Deputato Borghi!

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. …quanto del comportamento della deputata Meloni (Commenti della deputata Meloni)… Mi sono sorpreso del suo comportamento perché non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e in particolare nei risparmiatori. È stato detto che sarebbe prevista la confisca dei conti correnti dei risparmiatori…..

GIORGIA MELONI (FDI). Mai detto! Studi lei! Abbia rispetto delle istituzioni.

PRESIDENTE. Deputata Meloni! Deputata Meloni! Deputata Meloni, dopo avrà il suo intervento…

GIORGIA MELONI (FDI). Non consento che si dicano falsità!

PRESIDENTE. Deputata Meloni, dopo avrà il suo intervento… dopo avrà il suo intervento… (Proteste dei deputati Osnato e Trancassini - Commenti). Colleghi! Colleghi! Colleghi! Trancassini! Facciamo continuare il Presidente del Consiglio, dopo i gruppi avranno la possibilità di intervenire. Andiamo avanti. Presidente, colleghi.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. È stato detto, più generale, che tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio. È stato detto che il MES servirebbe solo a beneficiare banche altrui e non le nostre. È stato anche detto che il MES sarebbe stato già firmato, per giunta nottetempo. Anche chi è all'opposizione ha compiti di responsabilità.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). L'ha detto il tuo Ministro!

PRESIDENTE. Deputato Borghi! Deputato Borghi! Deputato Borghi, la richiamo all'ordine!

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Questa informativa è divisa in due parti. La prima parte è volta a ricostruire nel dettaglio i vari passaggi del negoziato sul MES e, in particolare, i vari momenti dell'interlocuzione sin qui avvenuta tra Governo e Parlamento. Sarà questa la parte determinante per valutare la fondatezza delle accuse che mi sono state mosse. Anticipo che, per consentire a voi membri del Parlamento di avere una più puntuale cognizione di tutti questi passaggi, lascerò un testo scritto del mio intervento, corredato anche da numerosi allegati - sono qui - che offrono un inoppugnabile sostegno documentale alla mia ricostruzione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

La seconda parte, invece, quella finale, è rivolta ad anticipare lo scenario futuro in ordine al completamento di queste modifiche al MES e in ordine alle restanti riforme che compongono il complesso tema dell'Unione economica e monetaria.

Veniamo alla ricostruzione dei vari passaggi e dell'interlocuzione col Parlamento. Ricordo che la Commissione europea ha presentato, nell'ormai lontano dicembre 2017, un pacchetto di proposte per il completamento dell'Unione economica e monetaria - è lì che inizia il negoziato -, tra queste figurava la proposta di formare il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, un Accordo intergovernativo firmato il 2 febbraio 2012 ed entrato in vigore a ottobre dello stesso anno a seguito della ratifica dei diciassette Stati dell'Eurozona a cui poi si sono aggiunti Lettonia e Lituania.

La creazione del MES è avvenuta a seguito di un'apposita modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e ha dapprima affiancato, poi sostituito il Fondo europeo di stabilità finanziaria e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria nel compito di fornire, laddove necessario, assistenza finanziaria agli Stati membri della zona euro.

Sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, sulle altre proposte della Commissione europea in merito al completamento dell'Unione economica e monetaria, fin dall'avvio della mia prima esperienza di Governo, il Parlamento italiano è sempre stato puntualmente e costantemente aggiornato, come di seguito dimostrerò.

Innanzitutto, sono intervenuto, sia alla Camera, sia al Senato, il 27 giugno e l'11 dicembre 2018 per le comunicazioni in vista degli Euro summit, nei quali si è discusso delle proposte formulate dalla Commissione sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità.

Nelle comunicazioni rese il 27 giugno 2018, benché il tema centrale fosse quello dell'immigrazione, ho voluto esplicitamente affrontare anche la questione relativa alla riforma del MES. Al riguardo, ho affermato: “Non vogliamo un Fondo monetario europeo che, lungi dall'operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci”. Ancora, nell'occasione chiarivo: “È per questo che siamo contrari a ogni rigidità nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire, proprio essi, all'instabilità finanziaria, anziché prevenirla”. E concludevo: “Non vogliamo neppure pericolose duplicazioni con i compiti della Commissione europea per la sorveglianza fiscale, che rischierebbero, peraltro, di delegittimare la base democratica di queste funzioni essenziali per la stabilità finanziaria”.

Nel corso del conseguente dibattito alla Camera, la maggior parte dei deputati intervenuti non ha affrontato l'argomento, ad eccezione dell'onorevole Gelmini per Forza Italia, dell'onorevole Molinari per la Lega; entrambi si sono limitati ad esprimere valutazioni di principio, peraltro coerenti con l'indirizzo espresso sul punto nel mio intervento. Al Senato, gli unici ad intervenire sul tema sono stati la senatrice Bottici, la senatrice Bonfrisco e il senatore Marino. La senatrice Bonfrisco, in particolare, condividendo la posizione che avevo espresso nelle comunicazioni, affermava: “Lei ha già detto benissimo, Presidente Conte, che è forte la nostra contrarietà a un Fondo monetario europeo che somigli, magari, ad altri fondi monetari che hanno accompagnato le sventure di tanti Paesi del mondo, che esautori gli Stati membri nel perseguimento di politiche economiche efficaci”. C'è stato anche l'intervento del senatore Marino, concentrato sul tema, che ha messo in guardia dal rischio che il Meccanismo europeo di stabilità potesse essere trasformato in un Fondo monetario europeo. In quell'occasione, nessuno degli altri senatori intervenuti, compreso il senatore Bagnai, ha toccato l'argomento.

Anche alla luce del dibattito in Parlamento e delle risoluzioni approvate, nel vertice europeo del 29 giugno 2018, mi sono speso perché fosse adottata dai leader europei una dichiarazione che, nel dare avvio al MES - alla riforma, ovviamente, del MES -, orientasse il percorso nella direzione di un suo rafforzamento e nell'introduzione, tra le sue funzioni, di un sostegno comune - il cosiddetto backstop, common backstop - al Fondo di risoluzione unico (Single resolution fund). Quello stesso vertice ha dato mandato all'Eurogruppo di preparare i necessari termini di riferimento e di concordare la lista delle condizioni per l'ulteriore sviluppo del MES.

In quel primo Euro summit al quale ho partecipato, è stato inoltre deciso, con il sostanziale contributo dell'Italia, di continuare a lavorare alla riforma dell'unione economica e monetaria, purché ciò riguardasse un intero pacchetto di riforme, includendo, quindi, l'avvio di negoziati sul Sistema europeo di assicurazione dei depositi - il cosiddetto EDIS - e approfondendo la riflessione sullo strumento di bilancio dell'Eurozona, al fine di verificare la possibilità di svilupparne la funzione di stabilizzazione.

L'11 dicembre 2018 ci sono state comunicazioni alle Camere, nel corso delle quali ho riferito sugli sviluppi del negoziato in materia di rafforzamento dell'unione economica e monetaria. Vi risparmio, poi è nella relazione completa, quello che ho sintetizzato in quell'occasione.

Nel dibattito in Senato nessun parlamentare, tanto meno il senatore Bagnai, che pure era intervenuto in discussione generale, ha fatto riferimento alla materia. L'unica eccezione è stata quella del senatore Fantetti di Forza Italia, che ha semplicemente rivendicato la paternità del meccanismo di backstop, attribuendola al Ministro dell'economia del Governo Berlusconi, Giulio Tremonti. Nel dibattito alla Camera, invece, nessuno ha affrontato la questione.

Conseguentemente, agli indirizzi espressi dal Parlamento e sulla base dei lavori condotti dai Ministri delle finanze partecipanti all'Eurogruppo in formato inclusivo, il 14 dicembre 2018, l'Euro summit ha proseguito la discussione sul pacchetto globale di misure necessarie al rafforzamento dell'unione economica e monetaria. Posso dunque affermare che, poco meno di un anno fa, l'Italia da me rappresentata si è espressa in sede europea in maniera perfettamente coerente con il mandato ricevuto da questo Parlamento; su tali basi è stato dato l'incarico all'Eurogruppo di procedere alla predisposizione di una bozza di revisione del Trattato MES.

Ancora, il 19 marzo 2019, nel corso delle comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo, benché quel Consiglio, a differenza di quello di dicembre, non avrebbe avuto un corrispettivo in forma di un Euro summit, mi sono egualmente soffermato diffusamente sul tema, in ragione dell'assoluto rilievo della questione e per il futuro assetto economico-finanziario dell'Unione europea, mosso dalla consapevolezza di quanto fosse decisiva un'interlocuzione costante con il Parlamento. Neanche in quell'occasione, né al Senato, né alla Camera dei deputati risultano richieste di ulteriori approfondimenti da parte dei parlamentari intervenuti in discussione generale o in dichiarazione di voto.

Nelle comunicazioni del 19 giugno, in vista, questa volta, dell'Euro summit che si è tenuto - lo ricordo - a Bruxelles il 21 giugno, ho nuovamente affrontato il tema, anche perché un generale consenso sulla bozza di revisione dell'Accordo MES era stato raggiunto il 13 giugno dai Ministri dell'economia dell'area euro.

In particolare, alla Camera ho descritto nel dettaglio i contenuti della riforma. All'esito di quella discussione è stata approvata dalla maggioranza parlamentare di allora una risoluzione che, in ordine alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, impegnava il Governo a non approvare modifiche che prevedano condizionalità che finiscano per penalizzare quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di investimenti, e che minino le prerogative della Commissione europea in materia di sorveglianza fiscale, e a promuovere in sede europea una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell'Unione economica e monetaria, il cosiddetto package approach, in modo da poter consentire una condivisione politica di tutte le misure interessate; e, poi, l'impegno a trasmettere alle Camere le proposte di modifica al Trattato sul MES elaborate in sede europea al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato.

Nelle comunicazioni rese in Senato ho espresso il mio favor per questo approccio relativo all'intero pacchetto di riforme. In particolare, ho affermato: “Mi sento di sposare questo approccio, come Governo, perché effettivamente ritengo che proseguire soltanto in una singola direzione, posticipando le valutazioni complessive, non sia affatto un modo di procedere avveduto, accorto, raccomandabile. Dobbiamo avere una visione complessiva di questo percorso” - sostenevo in quell'occasione - “perché solo questa ci potrà, poi, portare ad esprimere una valutazione politica che sia rispondente ai bisogni dei nostri cittadini e agli interessi nazionali”.

In altre parole, ritenevo non appropriato che i Capi di Stato e di Governo decidessero senza un approccio consensuale sul quadro complessivo delle misure di approfondimento dell'unione economica e dell'unione bancaria e, quindi, non solo sulla riforma del Trattato sul MES ma anche sullo schema europeo di garanzia sui depositi e sul budget dell'Eurozona; ho anche sostenuto che fossero, comunque, necessari ulteriori approfondimenti tecnici.

Durante il dibattito, nel quale, comunque, pochissimi sono stati gli interventi sul tema, il senatore Bagnai, in particolare, affermava: “Mi permetta, quindi, signor Presidente del Consiglio, di ringraziarla per il fatto che lei, in applicazione di questa norma e in completa coerenza con quel principio di centralità del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva), che fin dal primo giorno affermò in questa sede di voler rispettare, sia venuto ad annunciarci che questo approfondimento tecnico ci sarà”. In coerenza con le risoluzioni parlamentari approvate il 19 giugno, facendo valere l'impegno del Governo a rispettare la posizione espressa dal Parlamento sovrano (Commenti del deputato Claudio Borghi), ho chiesto, ho bloccato la nostra discussione durante l'Euro summit per circa un'ora - ricordo a memoria - e ottenuto (sto parlando dell'Euro summit del 21 giugno) l'inserimento nella dichiarazione del vertice del riferimento proprio all'approccio di pacchetto sui tre pilastri che tutti ormai ben conosciamo. Cito il punto specifico della dichiarazione dei leader: “Invitiamo l'Eurogruppo in formato inclusivo a proseguire i lavori su tutti gli elementi di questo pacchetto globale”. Inoltre, sulla riforma del Trattato MES, ancora una volta su richiesta specifica dell'Italia, si è deciso che le procedure per le ratifiche nazionali sarebbero state avviate solo quando tutta la documentazione fosse stata concordata e finalizzata.

Mi sembra quasi superfluo confermare a quest'Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia, né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto. Nessun trattato è stato, infatti, sottoposto alla firma dei Paesi europei, ed è altrettanto evidente che, in quel caso, avrei personalmente preventivamente informato il Parlamento, non solo perché tenuto a farlo ai sensi della legge n. 234 del 2012, ma anche per l'assoluto rispetto che ho sempre dimostrato di tributare a queste istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Ma non è solo questo. Vedete, l'interlocuzione con il Parlamento non si è limitata alle sole occasioni nelle quali io personalmente ho reso comunicazioni alle Camere, in vista dei vertici europei; oltre alle attività svolte personalmente, sulle quali mi sono già soffermato, altri membri del Governo da me precedentemente guidato hanno contribuito ad alimentare il doveroso dialogo con il Parlamento. Più volte, vari Ministri, recandosi nelle Commissioni permanenti di Camera e Senato, hanno affrontato direttamente gli argomenti connessi alle prospettive di riforma dell'Unione economica e monetaria, agli intendimenti del Governo in quest'ambito e, nello specifico, alla riforma del MES (Commenti del deputato Claudio Borghi).

PRESIDENTE. Deputato Claudio Borghi…

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. L'allora Ministro dell'economia e delle finanze Giovanni Tria, nelle comunicazioni sulle linee programmatiche del suo dicastero rese davanti alla VI Commissione del Senato, nella seduta del 17 luglio 2018, ha affrontato, tra l'altro, il tema della revisione del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità. Invitato in audizione dinanzi alle Commissioni riunite XIV della Camera e XIV del Senato, nella seduta del 24 luglio 2018, anche il Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, ambasciatore Massari, ha riferito sul MES. Inoltre, invitato in audizione dalle Commissioni congiunte V del Senato e V della Camera, nella seduta del 17 aprile 2019, a richiesta dell'onorevole Fassina, sempre il Ministro Tria riferiva nuovamente sul Trattato MES e il successivo 31 luglio rispondeva sullo stesso tema a un'interrogazione a risposta immediata presentata dall'onorevole Borghi, ribadendo - sono parole dell'allora ministro Tria - che “…nei prossimi mesi si dovrà seguire un approccio complessivo in una logica di pacchetto, con riferimento ai tre ambiti delineati a dicembre scorso: revisione del trattato MES, introduzione dello strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e unione bancaria, incluso l'EDIS”. Lo stesso Ministro Tria ha adempiuto all'obbligo imposto dalla normativa italiana, inviando la bozza di testo di revisione del Trattato istitutivo del MES ai Presidenti delle Camere, con lettera del 9 agosto scorso. Anche l'allora Ministro per gli affari europei, Paolo Savona, invitato in audizione dalle Commissioni riunite e congiunte III e XIV del Senato, e III e XIV della Camera, nella seduta del 30 gennaio 2019, ha affrontato il tema. Inoltre, negli atti del Parlamento troverete traccia anche del puntuale aggiornamento sugli esiti dell'ultimo Euro summit, svolto dall'allora Ministro degli esteri Moavero Milanesi, presso le Commissioni riunite e congiunte III e XIV del Senato, e III e XIV della Camera, nella seduta del 27 giugno 2019. In ognuna di queste occasioni i parlamentari hanno potuto interloquire e sottoporre ai Ministri di volta in volta presenti ulteriori questioni e richieste di approfondimento.

In conclusione, considerando i numerosi interventi svolti in Assemblea e nelle Commissioni parlamentari, sia alla Camera sia al Senato, possiamo convenire che le accuse mosse in questi giorni da diversi esponenti politici di opposizione, circa una carenza di informazione e di consultazione su una materia così rilevante, così sensibile per gli interessi nazionali, siano completamente false (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali), fermo restando che il Presidente Centeno redige un resoconto dei lavori dell'Eurogruppo che è disponibile sul sito ufficiale dell'Unione europea.

Desidero, inoltre, precisare che tutto quanto avveniva sui tavoli europei, a livello tecnico, politico, era pienamente conosciuto dai membri del primo Governo da me guidato, i quali prendevano parte ai vari Consigli dei ministri, contribuendo a definire la corale e collettiva posizione dell'Esecutivo italiano sul tema.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). E qual era?

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. In particolare - un attimo di pazienza - nel Consiglio dei ministri del 21 dicembre 2018, il Ministro per gli Affari europei Paolo Savona ha presentato la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2019, allegata al verbale del Consiglio dei ministri. Nella Relazione programmatica si legge, tra le altre cose, quanto al MES: «L'Italia sarà favorevole a iniziative volte a migliorare l'efficacia degli strumenti esistenti, rendendone possibile l'utilizzo ed evitando l'attuale effetto “stigma” - tra virgolette -, si opporrà tuttavia all'affidamento al MES di compiti di sorveglianza macroeconomica degli Stati membri che rappresenterebbero una duplicazione delle competenze già in capo alla Commissione europea». Nel successivo Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2019 è stata presentata e illustrata, nel dettaglio, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2018. Nella Relazione consuntiva si legge, tra le altre cose, con specifico riferimento alla riforma del MES: “Il compromesso raggiunto ha riguardato, innanzitutto, la revisione dei suoi strumenti finanziari di supporto precauzionale. Rispetto ai rapporti di collaborazione tra MES e la Commissione, all'interno e fuori dei programmi di assistenza finanziaria, un accordo comune tra le due istituzioni ne ha sancito la collaborazione nel disegno della condizionalità connessa ai programmi e ne ha prefigurato la complementarità dei ruoli nell'analisi sulla sostenibilità del debito”. “Inoltre” - leggo sempre dalla relazione allegata al verbale del Consiglio dei ministri – “è stato previsto un possibile ruolo di facilitatore da parte del MES del dialogo tra creditori e Stati membri nel caso di operazioni di ristrutturazione del debito (con un coinvolgimento da parte del MES di tipo informale, non vincolante, su basi confidenziali e, soprattutto, attivabile solo su richiesta dello Stato membro)”. “Relativamente alla revisione delle cosiddette CACs presenti nella documentazione legale sottostante i titoli di Stato emessi dai Paesi dell'area euro, infine, l'accordo raggiunto - veniva chiarito - prevede che siano introdotte CACs di tipo “single-limb” entro il 2022, includendo questo impegno nel Trattato MES”.

Ora, è importante sottolineare, fin da ora, come anche l'accordo raggiunto in sede di negoziato su queste cosiddette clausole di tipo “single-limb” fosse specificamente affrontato nella relazione.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Vi sta dicendo che Di Maio lo sapeva!

PRESIDENTE. Collega, collega… deputato Claudio Borghi… deputato, per favore…

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Voglio anche richiamare l'attenzione sul passaggio della relazione che, lo ricordo, è stata condivisa dal Consiglio dei ministri e poi approvata dal Parlamento, in cui si dà atto che grazie anche all'iniziativa italiana è stato evitato che nell'accordo finale fossero contemplate misure, chieste da diversi altri Stati membri, relative a meccanismi di ristrutturazione automatica del debito sovrano e al ruolo del MES nella sorveglianza fiscale o nell'analisi di sostenibilità del debito e che il Governo ha dato seguito agli atti di indirizzo formulati dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati in relazione al pacchetto di proposte legislative e di comunicazioni presentate alla Commissione europea il 6 dicembre 2017 su vari aspetti del completamento e rafforzamento dell'Unione economica e monetaria. Nel corso di questa seduta, parliamo della seduta del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2019, il Consiglio dei ministri ha preso atto, all'unanimità, di questo passaggio; nessuno dei Ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e in particolare sulla relazione da presentare alle Camere. Entrambe…

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Di Maio alzati! Vattene!

PRESIDENTE. Deputato Claudio Borghi! Colleghi… colleghi… colleghi…

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Ma perché farsi umiliare? (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Deputato Borghi… deputato Borghi… Andiamo avanti… andiamo avanti…

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Entrambe le Relazioni sono state presentate alle Camere, come previsto all'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, e approvate definitivamente dal Parlamento dopo un'ampia discussione sviluppatasi nel corso di diverse sedute delle Commissioni. Alla Camera dei deputati, a seguito degli ulteriori pareri favorevoli sulla relazione delle Commissioni, dalla I Commissione sino alla XIV Commissione, politiche dell'Unione europea, la XIV Commissione alla Camera approvò la Relazione programmatica il 21 marzo 2019. In particolare, la V Commissione, bilancio, della Camera, presieduta dall'onorevole Borghi, che vedo molto attivo (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nella seduta del 6 marzo 2019…

PRESIDENTE. Presidente del Consiglio, andiamo avanti senza riferirsi ai parlamentari.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. …espresse parere favorevole sulla Relazione programmatica con la seguente condizione: “siano adottate in tutte le sedi istituzionali dell'Unione europea iniziative volte a sospendere, ove possibile, ogni determinazione conclusiva in merito agli atti di cui in premessa, nell'attesa degli esiti delle prossime consultazioni elettorali per le elezioni del Parlamento europeo”. Le elezioni si sono completate da tempo. Il parere favorevole viene condiviso dall'onorevole Claudio Borghi, presidente della Commissione, e, in rappresentanza del Governo, il sottosegretario Massimo Garavaglia, nel prendere le distanze da un precedente intervento critico del deputato Bellachioma, ritiene equilibrata la proposta di parere favorevole poi approvata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e UgualiCommenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, andiamo avanti. Prego. Colleghi, per favore… Colleghi… colleghi. per favore. andiamo avanti. Prego.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Al Senato, la XIV Commissione Politiche dell'Unione europea, in sede referente, nella seduta del 24 luglio 2019, approva entrambe le Relazioni, programmatica e consuntiva, con il voto favorevole dei gruppi del MoVimento 5 Stelle e della Lega e previ i pareri favorevoli della I Commissione permanente in data 10 aprile, III, IV, VII, VIII, X, XI e XII Commissione (Commenti del deputato Claudio Borghi).

Evidenzio che i passaggi parlamentari sulle due Relazioni, in cui era già presente il contenuto della riforma del Meccanismo europeo di stabilità, sono stati molteplici e tutti conclusi con voto favorevole alla linea tenuta dal Governo durante i negoziati. Ricordo anche che i Ministri erano, inoltre, membri del Comitato interministeriale per gli affari europei, anch'esso disciplinato, come sapete, dalle leggi n. 234 del 2012, presieduto dall'allora Ministro Savona, nel quale avrebbero potuto legittimamente sollevare il tema e manifestare eventuali perplessità.

In aggiunta, rilevo che, dopo attenta verifica dell'agenda della segreteria della Presidenza del Consiglio, della mia segreteria, è stato possibile accertare che numerose sono state le riunioni alle quali hanno preso parte, come risulta dalle convocazioni formali, Ministri, Vice Ministri, sottosegretari e comunque vari esponenti politici delegati dalle forze di maggioranza a confrontarsi sulla materia. In particolare, tra il giugno 2018 e il giugno 2019, io ho convocato, per discutere dell'argomento nel dettaglio, dei vertici governativi e ben quattro riunioni proprio in materia di unione bancaria e monetaria, in cui si è approfonditamente discusso anche del MES. Sempre nello stesso periodo, si sono poi svolte sette riunioni in materia di governance economica dell'Unione europea. Più di recente, nel corso di questo mio secondo mandato di Governo, l'interlocuzione con il Parlamento è continuata costantemente, come dimostrano la risposta della sottosegretaria Agea all'interrogazione presentata nella XIV Commissione della Camera, nella seduta del 21 novembre 2019, e l'informativa resa dal Ministro Gualtieri alle Commissioni riunite VI e XIV del Senato nella seduta del 27 novembre 2019, qualche giorno fa.

Alla luce della ricostruzione appena sopra riassunta, corroborata da precisi riscontri documentali - ricordo qui numerosi allegati -, nessuno può oggi permettersi non dico di sostenere apertamente, ma anche solo di insinuare velatamente l'idea che il processo di riforma nel Meccanismo europeo di stabilità sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali Commenti del deputato Claudio Borghi). In realtà, non solo c'è stata piena condivisione all'interno del Governo, ma su questa materia vi è stato, con il Parlamento italiano, un dialogo costante, un aggiornamento approfondito.

Qualche considerazione finale. La discussione che si sta portando avanti in Europa sul tema del MES e sulle altre riforme connesse è fondamentale per l'Italia e per il futuro stesso dell'Unione. Il Parlamento italiano ha riconosciuto l'importanza di questo passaggio, sottolineando nei suoi pronunciamenti, nella Risoluzione votata lo scorso giugno, che è necessaria “una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell'Unione economica e monetaria”. Ho citato tra virgolette. Questo dibattito, tuttavia, non andrebbe strumentalizzato con notizie distorte, alimentato da accuse, come abbiamo visto, prive di fondamento, che rischiano di danneggiare il nostro Paese (Commenti del deputato Durigon) e di compromettere – esse sì – l'interesse nazionale.

Innanzitutto, va preliminarmente chiarito, forte, in maniera decisa e convinta, che il nostro Paese ha un debito pubblico pienamente sostenibile, come pure riconoscono i mercati, la Commissione europea, il Fondo monetario internazionale; per cui non si intravede all'orizzonte nessuna necessità di attivare il Meccanismo europeo di stabilità, primo punto. Questo dibattito, al contrario, potrebbe essere l'occasione per ribadire e rilanciare il ruolo del nostro Paese nel contribuire a disegnare la nuova architettura dell'Unione economica e monetaria europea in senso coerente con l'interesse della nazione. Le attuali polemiche rischiano di distrarre, di distogliere dalla necessità di esprimere una strategia complessiva di riforma dell'architettura europea della quale l'Italia deve essere attiva protagonista. Fermiamoci a considerare le parti della riforma che, anche nel dibattito pubblico, hanno attirato le critiche maggiori. In merito al pericolo di un automatismo nella ristrutturazione del debito che verrà introdotto dal Trattato riformato, è opportuno ribadire - ma il Ministro Gualtieri ufficialmente lo ha chiarito - che il nuovo Trattato non modifica affatto la disciplina relativa al coinvolgimento del settore privato nell'eventuale ristrutturazione del debito pubblico del Paese che beneficia dell'assistenza finanziaria del MES. Al punto 12B del preambolo del nuovo Trattato si legge infatti - lo rileggiamo insieme -: “In casi eccezionali, una forma adeguata e proporzionata di partecipazione del settore privato, in linea con le prassi del Fondo monetario internazionale, è presa in considerazione nei casi in cui il sostegno alla stabilità sia fornito in base a condizioni che assumono la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico”. Il testo del precedente Trattato, allo stesso punto, recita: “In linea con la prassi del Fondo monetario internazionale, in casi eccezionali si prende in considerazione una forma adeguata e proporzionata di partecipazione del settore privato nei casi in cui il sostegno alla stabilità sia fornito in base a condizioni che assumono la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico”. Non può dirsi che vi siano cambiamenti sostanziali (Commenti del deputato Claudio Borghi). Allo stesso modo, il nuovo Trattato lascia a una valutazione tutt'altro che automatica la verifica della sostenibilità del debito e delle condizioni macroeconomiche dei Paesi beneficiari dell'intervento del MES, coerentemente con quanto preteso all'Italia, che si è opposta ad altri Paesi che avrebbero, invece, voluto maggiori automatismi. Infatti, l'articolo 13 del nuovo Trattato, che disciplina la procedura di concessione del sostegno alla stabilità, recita che al recepimento della domanda di aiuto finanziario da parte di un Paese membro del MES - e cito - “il Presidente del Consiglio dei governatori in carica, il direttore generale e la Commissione europea, di concerto con la BCE, di assolvere insieme i seguenti compiti” e alla lettera b) indica tra questi compiti proprio quello di “valutare la sostenibilità del debito pubblico e la capacità di rimborso del sostegno alla stabilità. La valutazione è effettuata all'insegna della trasparenza e della prevedibilità, al contempo consentendo una sufficiente discrezionalità”; è scritto proprio così. Quindi, quest'ultima previsione vale ad attenuare fortemente qualsiasi forma di automatismo che poteva essere, invece, nelle precedenti versioni.

Senza che mi soffermo ulteriormente su questo punto, in più parti il Trattato ritorna sul ruolo centrale della Commissione europea rispetto alla coerenza di indirizzi e valutazioni che deve esistere tra questa e il MES, né potrebbe essere altrimenti, come ribadisce l'articolo 12, comma 5, del nuovo Trattato, secondo cui “nell'esercizio dei compiti attribuitile dal presente del Trattato la Commissione europea assicurerà che le operazioni di assistenza finanziaria effettuate dal MES ai sensi del presente Trattato siano, ove pertinente, coerenti con il diritto dell'Unione europea, in particolare con le misure di coordinamento delle politiche economiche previste dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”. Il nuovo Trattato, vedete, non solo evita pericolosi automatismi ma introduce anche il common backstop, che garantisce risorse addizionali per gli interventi del Fondo di risoluzione unico previsto dal Meccanismo di risoluzione unico, rendendo più robusto il supporto in caso di crisi bancarie.

Il negoziato ha conosciuto, a ripercorrerlo, molti passaggi critici, dove alcune proposte di modifica in senso peggiorativo per i nostri interessi nazionali sono state respinte dietro alla forte indicazione politica dell'Esecutivo e grazie anche al contributo decisivo del Parlamento. Ad esempio, è stata contrastata la convinta pretesa di alcuni Paesi che sino all'ultimo hanno insistito per attribuire al MES un ruolo guida o, comunque, equiordinato alla Commissione quanto all'analisi della sostenibilità del debito, un'insidia terribile. Se alcuni profili possono essere oggetto di una valutazione differente ci sta, c'è un margine di opinabilità. Possiamo affermare che il negoziato sin qui condotto ha raggiunto un punto di equilibrio in linea con gli interessi nazionali e, soprattutto, ha portato alla introduzione del cosiddetto backstop.

Da non trascurare, in ogni caso, il restante negoziato, che riguarda documenti, testi che non possiamo trascurare perché parimenti importanti in quanto suscettibili di definire la concreta fisionomia operativa dello strumento. Non ci lasciamo distrarre: l'Italia, proprio con riguardo al controverso tema delle cosiddette CACs single-limb dovrà battersi per ottenere che venga mantenuta la possibilità di effettuare subaggregazioni tramite cui il voto può essere reso per gruppi che vengono aggregati appositamente, al fine di differenziare le posizioni dei diversi obbligazionisti. Questo risultato della sua subggregazione, infatti, va giudicato - e gli analisti lo sanno - come particolarmente adatto alla specificità del debito pubblico italiano, composto da una molteplicità di strumenti diversi sia per caratteristiche finanziarie sia per termini di scadenza, per indicizzazione, per tipologia di investitori, tale da richiedere necessariamente una diversificazione della proposta per poter assicurare un equo trattamento.

L'Italia è, quindi, tuttora impegnata - non lo dimentichiamo - in una negoziazione volta alla definizione del quadro comune di regole che mantenga l'elasticità del modello dual-limb e in alcuni casi addirittura l'aumenti, pur limitando il rischio di hold out tipicamente esercitato da investitori altamente speculativi. Questo aspetto, se mi permettete, si collega anche al tema del mantenimento o meno delle soglie minime che individuano i quorum deliberativi vincolanti erga omnes in caso di voto degli obbligazionisti, dei creditori obbligazionisti.

Per quest'ultimo aspetto alcuni Paesi chiedono insistentemente l'abbassamento di queste soglie. Ecco, qui invece l'Italia considera imprescindibile il mantenimento delle attuali soglie dei due terzi.

Vorrei, però, estendere la riflessione oltre la mera ricognizione delle modifiche del Trattato e la vorrei estendere al contributo che il nostro Paese può fornire al rafforzamento dell'Unione economica e monetaria in vista della costruzione di un'Europa più rispondente agli interessi e ai bisogni dei nostri cittadini. Il Meccanismo europeo di stabilità è solo una parte di una nuova architettura europea che deve essere credibile rispetto alle circostanze attuali e alle circostanze future e, vorrei dire, anche futuribili. Il MES rappresenta una forma di assicurazione collettiva contro il rischio di contagio, fornendo secondo procedure chiare e certe aiuto finanziario ai Paesi membri in momentanea difficoltà secondo una logica di sano ma responsabile mutuo soccorso e limitando così anche i pericoli di contagio. Non a caso, lo ricorderete, nasce dall'esperienza tragica degli anni 2011 e 2012, quando il panico si diffuse sul mercato europeo dei titoli sovrani con conseguenze che ricordiamo tutti davvero perniciose.

Il MES non è indirizzato contro un particolare Paese o costruito a vantaggio di qualche Paese a scapito di altri: è, come ho ricordato, un'assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario e va a vantaggio di tutti. Come ogni strumento di stabilità, anche questo necessita di un quadro chiaro e trasparente, in modo che vi siano garanzie di rimborso secondo un piano predefinito di caso in caso. L'elemento di mutuo soccorso sta nel fatto di garantire agli altri Stati membri la disponibilità di fondi a costi ragionevoli quando non si riesce ad avere accesso ai mercati finanziari se non a costi elevatissimi e insostenibili che di per sé minano, questi costi, la stabilità finanziaria.

Nel negoziato abbiamo cercato e ottenuto regole che fossero vantaggiose per l'Italia sia nel remotissimo - remotissimo sottolineo - caso in cui dovessimo arrivare a chiedere anche noi fondi al MES, sia in quelli, molto più frequenti, in cui l'Italia si ritrovasse dal lato di coloro che erogano il prestito e il modo migliore per affrontare questa complessa e articolata riforma non è affidarsi a sterili polemiche che vorrebbero alimentare una rappresentazione manichea tra i presunti gelosi custodi dell'interesse patrio e i succubi proni, pronti a raccogliere i diktat europei. Il modo più efficace - è studiare, innanzitutto, per poi elaborare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali) - è portare ai tavoli negoziali proposte serie, concrete e attuabili, in modo da poter incidere quanto più possibile sul processo di riforma in atto nel senso più conforme agli interessi dell'Italia.

Nel dibattito in corso si è levata qualche opinione - non mi è sfuggita - di chi ritiene negativo l'aver inserito nel Trattato il concetto di sostenibilità dei debiti di chi riceve il prestito e parimenti negativo l'avere definito regole chiare per la restituzione dello stesso. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che se il meccanismo di stabilità non fosse affidato a regole chiare e certe quanto all'accesso ai fondi e alla loro restituzione staremo ora a discutere - ecco, vedetela diversamente dal lato opposto - dell'avventatezza di avere consentito che il risparmio dei nostri concittadini possa essere impiegato a favore di Paesi che non appaiono in grado di restituire i prestiti.

È un bene, è un bene - e lo dico sentitamente - che il Parlamento sia protagonista, è un bene che vi sia un confronto su temi così rilevanti per il nostro futuro e per il futuro dei nostri figli. Sono certo che da questo confronto possa nascere un impulso positivo per il nostro contributo nel negoziato europeo. Perché questo accada, tuttavia, bisogna mantenere l'approccio che il Parlamento aveva giustamente sollecitato lo scorso giugno e che il Governo ha seguito nelle sue negoziazioni, e cioè il fatto che si guardi all'architettura che veniamo definendo in Europa nel suo complesso secondo una logica di pacchetto. L'Italia deve continuare a lavorare perché l'architettura che stiamo costruendo sia nel complesso solida, sia nel complesso efficace; dobbiamo lavorare in Europa affinché il processo di completamento dell'unione economica e monetaria porti a una piena integrazione dei mercati finanziari ed elimini le debolezze ancora presenti nella sua costituzione. Questa è la via maestra per la difesa dei nostri interessi, per un'Europa più forte, più inclusiva, più solidale, più sostenibile.

In luogo di proclami privi di ogni contenuto propositivo, ritengo che dobbiamo concentrare i nostri sforzi affinché la nuova architettura non si regga su un'unica gamba rappresentata dalla riforma del MES. Se l'ambizione prospettata dai Paesi che adottano la moneta unica si traducesse esclusivamente in questo, ciò significherebbe che i Governi non hanno appreso a sufficienza dalla storia dell'ultimo decennio. Ecco perché, in ottemperanza alla logica di pacchetto che il Governo ritiene essere elemento imprescindibile del negoziato, accanto al MES devono coesistere strumenti di bilancio comuni con fondi superiori e scopo più ampio. Il BICC è un passo nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più e di meglio, a partire dall'assicurazione europea contro la disoccupazione. Inoltre è essenziale che si definisca compiutamente un sistema di assicurazione comune dei depositi, l'EDIS, che possa portare a una vera mutualizzazione dei rischi.

La valutazione del Governo con riguardo alle riforme in discussione al prossimo Eurogruppo fissato per il 4 dicembre non può prescindere dalla consapevolezza che ci sia ancora molta strada da percorrere in questa direzione e che la logica del pacchetto sia la modalità migliore per procedere oltre con riguardo al completamento del MES, allo strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e alla definizione della roadmap sull'unione bancaria. Per quanto mi riguarda, tornerò presto a ragguagliarvi sullo stato del negoziato, tra qualche giorno, il prossimo 11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che renderò in vista del prossimo Consiglio europeo di dicembre. In prospettiva appare necessario pervenire a una più piena integrazione dei mercati finanziari europei, che a tutt'oggi presentano una frammentazione che incide negativamente sull'allocazione efficiente delle risorse, sulla crescita, sullo sviluppo sociale e frenando la riduzione degli squilibri fra Paesi. Elemento chiave per completare questa integrazione è la creazione di un safe asset per i Paesi dell'unione monetaria, essenziale come tasso di riferimento per la conduzione della politica monetaria, come strumento finanziario per favorire la diversificazione dei portafogli bancari, nonché quale elemento di stabilità complessiva dell'unione monetaria europea di fronte a rischi di shock.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). C'è già, si chiama titoli di Stato!

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Questi sono i paletti su cui l'Italia può, deve trattare; questo è l'orizzonte anche di lungo periodo che deve guidare i nostri passi. Il Governo italiano ha rispettato alla lettera la sostanza della risoluzione votata dal Parlamento lo scorso giugno e, come in passato, agirà sempre nel rispetto del mandato conferito. Auspico che il Parlamento, con la sua autorevolezza, in virtù della sua legittimazione democratica, contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte, di un Paese coeso, che si impegna a rafforzare le istituzioni europee secondo un piano che, nel rispetto, ovviamente, del nostro interesse nazionale, conduca a un'architettura più robusta, a un'equilibrata condivisione dei rischi, che avrebbe quale effetto finale quello di ridurli per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto-+Europa-Centro Democratico).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Velocissimo. Visto che la relazione del Presidente, interessante e lunga, prevede una risposta, che credo debba essere articolata almeno da parte delle minoranze, chiedo se c'è la possibilità di ampliare i cinque minuti come tempi ragionevoli per permettere un dibattito costruttivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.

Stavo calcolando i tempi, perché poi dobbiamo riprendere l'Aula, quindi, per rimanere nel programma, posso ampliare i tempi fino a un massimo di sette minuti.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Presidente del Consiglio, anche per la sua continua disponibilità. La storia parlamentare del MoVimento 5 Stelle non ha mai nascosto le perplessità rispetto al MES. Il motivo è semplice: noi abbiamo sempre sostenuto politiche espansive e da sempre siamo convinti che chiedere agli Stati politiche di austerità in cambio di sostegno finanziario non porti ad alcun risultato, al contrario. Questa riforma ha subito un po' un dibattito che ha deviato dal suo vero centro: non stiamo discutendo se deve esserci o non esserci il MES, ma stiamo discutendo di quello che deve essere il suo cambiamento, la sua riforma; in merito a questo, questa riforma va valutata nel merito e negoziata con tutte le forze che abbiamo per ottenere i miglioramenti che riteniamo necessari. Solo al termine del negoziato, il cui esito dovrà necessariamente avere un risvolto positivo nel benessere del nostro Paese e degli italiani, dobbiamo tirare un bilancio, partendo da un presupposto però fondamentale, ovvero che il Parlamento nella sua centralità non solo dovrà avere l'ultima parola sulla modifica del nuovo Trattato, ma dovrà anche esprimersi fra dieci giorni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando, in vista dell'Euro summit, dovrà approvare le risoluzioni di indirizzo a lei, signor Presidente.

Infatti, è il Parlamento ad essere sovrano ed è il Parlamento, sopra ogni cosa, a rappresentare la volontà dei cittadini. Non voglio perdermi o voglio spendere veramente pochi secondi per la propaganda che è stata usata nei suoi confronti, probabilmente per qualche like; una propaganda che ha portato addirittura ad accuse di tradimento e che si è scagliata contro la sua persona. Tutte accuse ingiuste e pretestuose. Noi siamo qui a fare il meglio per questo Paese e a farlo con autenticità, con unità e con compattezza. Nel quadro, nello scenario europeo sappiamo che non siamo l'unico Paese ad avere espresso riserve sul testo di riforma. Per questa ragione chiediamo che l'Italia sia ascoltata e siamo sicuri del fatto che lei per primo, Presidente, lavori affinché l'Europa possa accogliere le nostre richieste di modifica, come ha sempre fatto: siamo la seconda potenza manifatturiera dell'Europa, siamo uno dei sei Paesi fondatori, siamo il terzo contributore del Meccanismo europeo di stabilità e dobbiamo - e vogliamo - essere ascoltati. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anche perché, Presidente, le modifiche del Trattato, come è noto, vanno a incidere proprio sul debito pubblico, prevedendo in casi eccezionali anche il coinvolgimento del settore privato e istituendo in parallelo nuove clausole di azione collettiva che rendono più concreta l'ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico stesso. Ecco perché, per questi motivi che ho elencato, consideriamo prioritario che sia il Parlamento, come ho già detto, a pronunciarsi sui criteri di modifica e di revisione del Trattato. Vanno inoltre considerati altri aspetti, uno dei quali, per esempio, è il fatto che la nuova Commissione europea si è insediata appena pochi giorni fa.

Infine, vorrei richiamare in questa sede la cosiddetta logica del pacchetto. Come tutti sappiamo, in discussione non c'è solo la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, ma c'è anche la creazione di un bilancio della zona Euro per la competitività e la crescita, e soprattutto il completamento dell'Unione bancaria. Ecco, su questo aspetto, anche su questo aspetto, in questo caso, non tutte le proposte che sono sul tavolo ci convincono appieno, a partire da quella che vorrebbe considerare come rischiosi i titoli di Stato posseduti dalle banche, con una serie di ripercussioni sulla stabilità del sistema finanziario italiano e non solo. Quindi, se Unione bancaria dev'essere, che almeno sia equa.

Ecco perché, Presidente, alla luce di questa logica del pacchetto, che lei, come è noto, condivide, il prosieguo dei lavori di questa riforma del MES deve senza alcun dubbio vedere il protagonismo di ogni singolo parlamentare di quest'Aula, nel pieno delle prerogative che vengono costituzionalmente attribuite alle due Aule, culla del sano dibattito politico e democratico. Salutiamo, quindi, la decisione presa nel vertice di ieri sera, per cui nessuna luce verde sarà data all'Eurogruppo del 4 dicembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) fino a che il Parlamento non si sarà espresso con le sue risoluzioni che precederanno l'Euro summit del 12 dicembre. Grazie e buon lavoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

Colleghi!

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Presidente, sul dibattito riguardo al nuovo Fondo salva-Stati, alla riforma del Fondo salva-Stati, ci sono due ordini di problematiche: c'è una problematica che attiene alle ragioni politiche, per cui il nostro movimento è fortemente contrario a questa riforma, e ci sono ragioni formali, procedurali, che spiegano il perché la Lega abbia lanciato l'allarme su come si è arrivati all'informativa di oggi.

Per quanto riguarda le ragioni sostanziali, direi che c'è poco da aggiungere; si sono espresse fonti ben più autorevoli di me, dal Governatore Visco a tutta una serie di commentatori sulla carta stampata, che hanno denunciato i pericoli per il sistema bancario e per la tenuta economica del nostro Paese di questa riforma. Soprattutto, poi, ne abbiamo anche parlato in quest'Aula il 19 giugno: io parlavo da questo scranno, il collega D'Uva parlava dal suo e anche alcuni esponenti del PD sono intervenuti a denunciare il pericolo del Fondo salva-Stati, e, Presidente, il Presidente Conte era seduto sempre dove è seduto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché lui è sempre lì, quindi immagino che abbia potuto capire quali erano le nostre preoccupazioni.

Io vorrei concentrarmi, invece, sulla seconda parte, cioè il metodo: come siamo arrivati a questo dibattito, a questa informativa? Vede, Presidente, qui bisogna chiarirsi le idee, perché da quello che ha detto oggi il Presidente Conte sembra che il Governo abbia fatto tutto quello che poteva fare in sede europea per difendere l'interesse nazionale, che abbia pienamente esercitato quello che era il mandato parlamentare, che il Trattato non sia ancora chiuso, che si possa ancora discutere e che, soprattutto, sia in forse la firma definitiva del Trattato. Questo mi rincuora molto, credo che però il Presidente Conte dovrebbe chiarirsi con chi è seduto alla sua destra, cioè con il Ministro Gualtieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché se oggi noi siamo qui è perché la settimana scorsa il Ministro Gualtieri, al Senato, alla precisa domanda ha risposto che il pacchetto era chiuso e che non si poteva più intervenire sulla riforma del Fondo salva-Stati, lasciando intendere che l'unica soluzione era quella di un voto finale contrario a questo Fondo salva Stati. Oggi apprendiamo che le cose non stanno così, come oggi abbiamo appreso dal Premier Conte che anche in Consiglio dei ministri, nelle componenti della maggioranza si è dibattuto molto del Fondo Salva-Stati. Peccato che ieri il Ministro Tria sulla TV nazionale abbia detto esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), cioè che abbia detto che nel Consiglio dei ministri non se n'è mai parlato, che non era compito suo informare i partiti e che era compito del Premier Conte, visto che Di Maio e Salvini erano i suoi Vicepremier.

Anche qui noi vorremmo sapere dove sta la verità: non mi permetto di accusare nessuno, ma quantomeno mi pare ci sia una certa confusione.

E soprattutto, c'è un'altra cosa che vorrei dire. Le preoccupazioni sollevate da Visco e dai commentatori, caro Premier Conte, non si riferiscono alla bozza del Fondo salva-Stati di dicembre dell'anno scorso: si riferiscono alla bozza del salva-Stati che c'è oggi, quella che Gualtieri ha spiegato essere stata affrontata con la massima trasparenza perché la Commissione europea ha pubblicato il testo sul sito Internet della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, vuol dire che qui evidentemente o la trasparenza non c'è stata, perché io non ricordo il dibattito, oppure il lavoro che lei dice di aver fatto non è stato sufficiente, visto che Visco e altri commentatori dicono che c'è un problema. E questa è un'altra questione.

Ma io vorrei parlare di quella che è, dal nostro punto di vista, la trasparenza che ci vorrebbe: che non è il nostro punto di vista, è la legge dello Stato, è la “legge Moavero”. Vede, Presidente, io voglio citare gli articoli, perché, quando si parla di questo tipo di trattati internazionali, la nostra legge prevede che il Governo debba informare tempestivamente le Camere di ogni iniziativa volta alla conclusione di questo tipo di accordi. Beh, Presidente, il fatto è che in questa Camera si è parlato di Fondo salva-Stati sempre e solo su iniziativa della Lega, perché lei non è mai venuto qui ad affrontare un dibattito su cosa stava facendo sul Fondo salva-Stati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e lei è troppo intelligente per insultare la nostra intelligenza dicendo che bastava parlarne marginalmente nelle informative precedenti al Consiglio europeo. Un tema come questo meritava un dibattito ad hoc per una presa di posizione ad hoc solo sul Fondo salva-Stati: non anche sul resto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come si fa ogni volta che si parla prima di un Consiglio europeo. E quindi qui abbiamo una prima violazione di quello che prevede la legge.

Ma ce ne è una seconda. “Il Governo assicura che la posizione rappresentata dall'Italia nella fase di negoziazione degli accordi di cui al comma 1 tenga conto degli atti di indirizzo adottati dalle Camere”: il 19 giugno qui noi abbiamo votato una risoluzione, Molinari e D'Uva, che stabiliva di mettere il veto sul Fondo salva-Stati; il veto non è stato messo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quindi qui c'è una seconda violazione di quello che prevede la “legge Moavero”, non c'è stato alcun veto!

E c'è un terzo tema. “Nel caso in cui il Governo non abbia potuto conformarsi agli atti di indirizzo” – è legittimo, può succedere – “il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato riferisce tempestivamente alle Camere, fornendo le appropriate motivazioni della posizione assunta”. Noi che non è stato esercitato il diritto di veto lo abbiamo saputo da Tria perché abbiamo fatto un question time come Lega, e quindi nuovamente si è parlato di Fondo salva-Stati solo su nostra iniziativa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il Governo non sarebbe venuto qui a dirci niente, neanche dopo il 19 giugno! E anche oggi, Presidente del Consiglio, lei viene qui a rendere l'informativa perché l'ha chiesta la Lega l'informativa al Presidente Fico, la settimana scorsa, non per gentile concessione fatta da lei; e quindi per un'altra volta si parla di Fondo salva-Stati solo grazie ad una nostra iniziativa!

E oltre alla violazione di queste regole sulla “legge Moavero”, Presidente, io ritengo ci siano due violazioni ben più gravi in questa situazione. Come lei sa, per l'articolo 11 della Costituzione noi possiamo cedere sovranità soltanto a parità di condizioni. Bene, il nuovo Fondo salva-Stati prevede ab origine una distinzione tra Paesi di “serie A” e Paesi di “serie B”: perché nel momento in cui si prevede che i Paesi che stanno nei parametri di Maastricht possono accedere a linee di credito direttamente, e chi non ci sta debba seguire il percorso cosiddetto sporco (Commenti dei deputati del gruppo Italia Viva), che prevede la ristrutturazione del debito, di fatto ab origine noi abbiamo Paesi di “serie A” e di “serie B”; e guarda caso, l'identikit del Paese di “serie A” è sempre la Germania e i Paesi del Nord, l'identikit del Paese di “serie B” è l'Italia e i Paesi del Sud Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, quindi, qualche riflessione la dovremmo anche fare!

E per quanto diceva lei sul tema del risparmio bancario, anche qui, Presidente Conte, è troppo intelligente per farci questa osservazione. È chiaro che se il nuovo Fondo salva-Stati prevede una clausola di intervento sui titoli di Stato per ridimensionare il debito pubblico e ristrutturare il debito, non si accede direttamente ai conti correnti degli italiani, ma chi è che detiene i titoli di Stato dell'Italia? Sono le banche. E se si svalutano i titoli di Stato dove si prendono i soldi, visto che c'è il bail-in? Dai conti correnti degli italiani (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E allora non venga qui a prenderci in giro, fingendo di non capire, signor Presidente.

Bene, noi riteniamo che lei, Presidente Conte, sia il primo responsabile di questa situazione, perché era il Presidente del Consiglio, quindi era il Capo del Governo, e perché ricordo che lei ha mantenuto ad interim la delega agli Affari europei quando c'erano quelle trattative, quindi la sua responsabilità è doppia. Ora, si esce da questa situazione solo in un modo: o lei porta qui un documento, e la maggioranza parlamentare smentisce la risoluzione del 19 giugno… È possibile: il MoVimento 5 Stelle aveva un programma in cui si parlava di liquidare il MES, la Lega è l'unico partito che il primo Fondo salva-Stati non l'ha votato, quindi era chiara la nostra posizione. Se il MoVimento 5 Stelle, invece che liquidare il MES, è disponibile a liquidare i conti correnti degli italiani, venga qui e si prenda la responsabilità votando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e cambiamo l'atto di indirizzo; diversamente, se così non sarà… E io penso e spero che così non sarà, perché conosco la determinazione su questo tema del MoVimento 5 Stelle. Allora, qui rimane una cosa sola da fare, signor Presidente del Consiglio: lei ha fatto nascere questo Governo, mettendo al centro la funzione del Parlamento, gli equilibri costituzionali, le garanzie della Costituzione e l'ha fatto, questa estate, per giustificare la nascita di una maggioranza che non si poteva spiegare politicamente, ma si poteva spiegare soltanto con quelle che sono le regole costituzionali. Giusto. Dimostri, allora, di avere a cuore la Costituzione e gli equilibri di potere, come ha detto quando è nato il suo Governo, e se lei ha intenzione di votare questo nuovo Fondo salva-Stati senza un nuovo atto di indirizzo del Parlamento, vada da chi è veramente garante della Costituzione, cioè del Presidente Mattarella, e faccia l'unica cosa che si deve fare in questi casi: rassegnare immediatamente le dimissioni perché il Governo non ha rispettato il mandato parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Dimostri che la Costituzione le sta veramente a cuore, la centralità del Parlamento le sta a cuore quando si parla di sovranità economica dell'Italia, e non solo per mantenere la sua poltrona da Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Grazie, signor Presidente e signor Presidente del Consiglio. Ricordo a me stesso che noi Forza Italia eravamo all'opposizione del Governo Lega-5 Stelle e continuiamo ad essere all'opposizione di questo Governo 5 Stelle-Partito Democratico-LeU-Renzi e che quindi noi abbiamo tutto il titolo per riflettere, in maniera equilibrata e pacata, su un tema che non dovrebbe riguardare questa o quella maggioranza, ma che dovrebbe riguardare il bene del Paese. Alexander Hamilton, il primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti, è raffigurato nel biglietto da 10 dollari, l'unico personaggio non Presidente degli Stati Uniti raffigurato sulle banconote. Perché? Perché un tale onore a uno che non è stato Presidente degli Stati Uniti? Semplicemente perché Alexander Hamilton ha costruito l'America moderna, da primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti, mutualizzando il debito degli Stati americani alla loro nascita, evitando i conflitti interni, evitando i conflitti tra gli Stati e lo Stato federale. Questo è stato all'origine, ed è ancora, il collante della più grande nazione democratica che si conosca (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Vede, signor Presidente, gli Stati che appartengono a un'unione monetaria, come l'Euro hanno bisogno di un meccanismo assicurativo qualora un Paese sia colpito da condizioni economiche negative, i cosiddetti shock asimmetrici, oppure i suoi conti pubblici prendano direzioni irresponsabili. L'abbiamo visto anche in termini recenti: troppo deficit prolungato, troppo debito considerato non sostenibile dai mercati e, guardando a ritroso, abbiamo ciascuno di noi i nomi e i cognomi, anche recenti, di questi pezzi di storia. Un meccanismo base di tipo assicurativo sarebbe proprio come quello degli Stati Uniti: quello di avere un bilancio federale come quello che esiste negli Stati Uniti, vedi Hamilton: gli Stati degli Stati Uniti la cui economia va male ricevono maggiori trasferimenti dal livello federale, ad esempio sussidi di disoccupazione, e pagano meno imposte a livello federale, più risorse nette. Questo meccanismo federale nell'Eurozona ancora non c'è, noi non ce l'abbiamo. Il Fondo salva-Stati, Presidente Conte, detto in maniera semplice, come lo potrei dire ai miei studenti, interviene rispetto a questa mancanza.

Noi non abbiamo Hamilton, ma cerchiamo in tutti i modi, con la costruzione di questo pacchetto, di costruire un sistema di assicurazione reciproca, in maniera tale da non mandare in frantumi questa nostra Unione. Questo, vede, è il tono che noi di Forza Italia teniamo in questo dibattito, anche perché guardavo pochi minuti: fa lo spread è finito a 187, è finito a 187 quando i mercati erano relativamente tranquilli ed è finito a 187, evidentemente, anche per le turbolenze, all'interno del nostro Paese, su una decisione - l'ha detto il Presidente Conte – straordinaria, fondamentale, come quella dell'intero pacchetto economico e monetario.

Ma fatemi dire un'altra cosa, a lato: si sta parlando, in questi giorni, della Conferenza sul futuro dell'Europa, una Conferenza che si è chiamata franco-tedesca, cioè perché proposta dalla Germania e dalla Francia, ma che dovrebbe riguardare, nella logica olistica del tenere tutto insieme, il futuro dell'Europa e che dovrebbe partire l'anno prossimo e avere un orizzonte temporale di due anni. Bene, un Paese come l'Italia, Paese fondatore come l'Italia, cosa ne pensa di questa Conferenza sul futuro dell'Europa, signor Presidente, signor Presidente del Consiglio? Perché, vede, se la smettessimo di farci del male, come stiamo facendo purtroppo in questi giorni e se mettessimo tutte queste necessarie richieste di chiarimento e di assicurazione, in termini positivi, come proposte alla nuova Europa, beh, allora avremmo il ruolo che ci spetta in questa fase e avremmo anche la risposta migliore per le nostre turbolenze interne.

Io so della dinamica democratica all'interno della maggioranza, e la rispetto, però questa dinamica interna della maggioranza deve trasformarsi in un consenso all'interno di tutto il Parlamento, perché vede, faremo il nostro dovere, alla Hamilton, solo se questo Parlamento riuscirà ad esprimersi in maniera unitaria, anche risolvendo, Presidente del Consiglio, i tanti dubbi che ci sono e che sono legittimi. Fondo salva-Stati ente privato o istituzione: a chi riferisce il Fondo salva-Stati? Al Parlamento di Strasburgo o ai burocrati? Il pacchetto Schäuble -Scholz: è ancora in vigore la clausola Schäuble-Scholz sulla ponderazione oppure il nostro Presidente del Consiglio e il nostro Ministro Gualtieri metteranno la questione in maniera chiara e netta e dirimente in termini - questo sì - di veto, mettendola in positivo? Per questo io dico, signor Presidente, noi un Fondo salva-Stati, noi di un'Unione bancaria, noi di un bilancio comune abbiamo bisogno, perché il pericolo più grande che noi abbiamo è che si diffonda la credenza, la percezione che questo Paese, per propria ignavia, incapacità, per i propri vizi, voglia uscire dall'Euro e rendere il proprio debito non sostenibile. Questa è la responsabilità più grave che potremmo avere tutti noi, in questo momento; per cui trasformiamo, Presidente della Camera, Presidente del Consiglio, questo dibattito – per tanti versi ingiusto, glielo riconosco, Presidente Conte – in positivo. Io ho preso atto di tutta la sua specificazione del processo, delle procedure. Mi piacerebbe che vi fosse altrettanta forza e altrettanta determinazione nel porre in positivo i dubbi che, da tante parti, vengono rispetto a questa fase della costruzione europea, e che tutto questo, come fece Savona un anno fa, si trasformasse in una proposta dell'Italia alla Conferenza sul futuro dell'Europa, mettendo dentro, come componente fondamentale, la componente economica, di mutua assistenza, di mutua assicurazione, alla Hamilton, perché solo così l'Italia darebbe un contributo determinante alla costruzione dell'Europa.

PRESIDENTE. Deve concludere.

RENATO BRUNETTA (FI). Per cui… finisco…

PRESIDENTE. Deve proprio concludere.

RENATO BRUNETTA (FI). Per cui, prendiamo tempo. Prendiamo tempo, signor Presidente, signor Presidente del Consiglio. Prendiamo tempo all'Eurogruppo, Ministro Gualtieri, spiegando questi termini e i dubbi che ci sono dentro questo Parlamento. Prendiamo tempo, in relazione alla risoluzione del 10 dicembre, che rinnoverà quella del 19 giugno. Prendiamo tempo, per far sì che l'Italia svolga fino in fondo, come tutt'uno, il proprio ruolo nella costruzione dell'Europa. Noi non dobbiamo essere il Paese sotto accusa o sotto tutela…

PRESIDENTE. Concluda.

RENATO BRUNETTA (FI). …noi dobbiamo essere il Paese che costruisce l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Grazie, signor Presidente del Consiglio, per la sua relazione approfondita, la ricostruzione dei fatti puntuale, perché lei oggi ha dimostrato, in quest'Aula, che esistono delle verità, dei fatti, ed esiste una propaganda becera di un sovranismo parolaio, che non difende l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lei ha ricostruito bene il percorso, ha ricostruito bene anche il ruolo del Parlamento. Anche noi abbiamo diverse questioni che crediamo vadano ancora approfondite in maniera più seria. Penso appunto a far comprendere fino in fondo la logica di pacchetto agli altri Paesi, come sia necessaria la riforma. Il professor Brunetta ha detto parole che io condivido molto: la riforma è necessaria, è necessaria per salvaguardare proprio quell'Europa dei popoli che noi vogliamo costruire, però la logica di pacchetto ancora non è completamente assorbita. Abbiamo ancora un problema, perché non vogliamo ponderazione sul rischio dei titoli di Stato, per quanto riguarda l'Unione bancaria. Abbiamo un problema per quanto riguarda l'assicurazione sulla disoccupazione, proposta che fecero i nostri Governi. Ci sono ancora dei problemi aperti. In un Paese normale – in un Paese normale – questi problemi si discutono tutti insieme, perché qui non si tratta di vivere tra i patrioti buoni e coloro che vogliono svendere il Paese, qui si tratta di difendere l'interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), avendo a mente quello che politici forse di rango inferiore a quelli che si sono cimentati in questi giorni, come Alcide De Gasperi. Alcide De Gasperi, in un famoso discorso del 1951, quando si parlava della Comunità europea di difesa, diceva appunto questo concetto: qual è il luogo dove possiamo al meglio difendere i nostri interessi? Qual è il luogo in cui le pulsioni vitali di una nazione, i suoi istinti più coraggiosi, più sani, possono essere portati a maturazione e difesi fino in fondo, se non lo scenario europeo? Noi non vogliamo firmare questo Trattato per ridurre la sovranità, lo vogliamo firmare per rafforzare la nostra sovranità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché vogliamo difendere di più i nostri risparmiatori, perché vogliamo difendere di più il nostro Stato, perché vogliamo difenderci dai rischi globali. Questa è la scelta che bisogna fare. Lo dico perché anche dagli amici dei 5 Stelle ho sentito alcune parole in questi giorni che non ho - lo dico sinceramente - capito. Questa nuova coalizione ha fatto una scelta europeista seria, definitiva, completa. Dobbiamo avere il coraggio di difendere l'Europa come la casa in cui le nostre aspirazioni e anche l'identità nazionale devono trovare pieno compimento. E per essere e per contare in Europa, e per non fare discorsi vani, è necessario che noi diamo l'idea, al nostro Paese e ai Paesi fuori dal nostro, che siamo fortemente convinti di sederci ai tavoli e che siamo fortemente convinti degli strumenti cooperativi di quei tavoli, cosa che non è in dubbio, tant'è vero che all'opposizione noi abbiamo salutato con piacere le vostre scelte di modifica e di introduzione di modifica sul MES, quando lei, Presidente, era in un ruolo che non mi vedeva concorde nelle sue politiche.

Ma noi abbiamo apprezzato dall'opposizione il fatto che abbiate chiesto e ottenuto - ottenuto! - le modifiche che lei oggi ha illustrato, perché non è vero che il MES rappresenta una minaccia, rappresenta una garanzia. Non è vero che il Fondo salva-Stati è gestito dai burocrati di Bruxelles, ma è gestito dai Governi, è gestito dai Ministri. Non è vero che vi è necessità di ristrutturare il debito, se si ha bisogno di aiuto, e l'Italia peraltro non ne avrà bisogno, come è stato efficacemente ricordato anche oggi. Non è vero che non ci sia bisogno di prestiti a lungo e lunghissima scadenza, non è vero che non ve ne sia bisogno, ce n'è un bisogno vitale di prestiti a lunga e lunghissima scadenza con interessi controllati. E non è vero che questo pacchetto comprenda aiuto alle banche tedesche. Ma che bugie raccontiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Comprende aiuto a tutte le banche, non alle banche tedesche, e comprende protezione ai risparmiatori.

Allora c'è modo certamente di continuare a discutere, il 4, poi ci sarà modo di discutere il 10, poi ci sarà modo di discutere quando dovremo ratificarlo questo benedetto Trattato, ma la direzione è quella giusta, è quella di credere nell'Europa, di cooperare con lei, di rafforzare l'Europa per rafforzare la nostra vera sovranità nazionale. E tutto il percorso che lei ha illustrato, signor Presidente, è un percorso trasparente, serio, documentato.

A me è venuto in mente in questi giorni il dramma di Shakespeare Romeo e Giulietta. Lì c'è un protagonista, Mercuzio, che era abituato a fare lunghissimi discorsi inutili, molto suggestivi, ma totalmente inutili e fantasiosi, basati sul nulla; noi abbiamo avuto il Vicepremier Salvini che, invece che leggersi i documenti che lei ha lì sul tavolo, invece che ricordare, il Vicepremier, quello che appunto veniva deciso nei Consigli dei ministri, si è prolungato in discorsi inutili di attentato alla sovranità nazionale. Davvero ricordava Mercuzio, quando accusava Romeo di avere una calma vile, disonorevole, e una disonorevole sottomissione; gli stessi discorsi. Allora io le chiedo, signor Presidente del Consiglio, e chiedo a tutta questa maggioranza, ma chiederei a tutto il Parlamento, di rispondere a Mercuzio come ha risposto Romeo: Mercuzio, tu parli di nulla! Ha parlato di nulla in tutti questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! L'unico effetto che abbiamo visto è quello di terrorizzare i nostri prestatori, di terrorizzare coloro che finanziano il debito, di dare l'idea di un Paese incerto, indeciso, incapace a mantenere i suoi patti. Ciò perché io credo, signor Presidente, che dentro ai compiti che hanno le istituzioni repubblicane ci sia anche quello di mantenere i patti, anche se questi patti sono stati presi da un Governo precedente. Anche se hai cambiato la maglietta, però le regole della partita non si cambiano. Anche se hai cambiato la maglietta e dalla maggioranza sei passato all'opposizione, il dovere di difendere le istituzioni, il dovere di difendere il tuo Paese, di non creare falsi allarmismi c'è anche per il Vicepremier Salvini. Allora noi vi incoraggiamo e abbiamo fiducia nel lavoro che lei, e il Ministro Gualtieri in particolare farà tra pochi giorni, perché siamo convinti che i trattati non si modificano negli ultimi quattro giorni di discussione. Siamo convinti che i trattati si modifichino, come lei ha illustrato, in un anno, un anno e mezzo di lavoro serio, silenzioso, competente, che studia le carte e che sa distinguere tra l'interesse nazionale e un interesse sovranazionale, sapendo che entrambe le cose possono e devono essere conciliate nel mondo moderno. Non esiste un'identità nazionale - e ancora cito De Gasperi - se non è sublimata in un'identità sovranazionale, solo così abbiamo conosciuto pace e prosperità. I nazionalismi sono la fine del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva), sono pericolo per i nostri figli. Il nazionalismo è la guerra, ricordatevelo! Abbiamo cominciato a parlare di Comunità europea, abbiamo parlato di Comunità europea della difesa, abbiamo parlato di Comunità dell'economia del carbone e dell'acciaio, e lì è cambiato il destino dei nostri popoli, prima abbiamo conosciuto il nazionalismo, abbiamo conosciuto la guerra e la fame. La guerra e la fame. Seguiamo la strada che hanno tracciato i nostri padri costituenti e non lasciamoci suggestionare dall'ultimo Mercuzio che delira nelle piazze (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà. Colleghi…colleghi… Ministro Gualtieri…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ministro Gualtieri, non vada via! Resti qui!

PRESIDENTE. Colleghi, questa è un'informativa urgente, scusate. Prego.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente Conte, se non ci fossero di mezzo i soldi degli italiani, stamattina io mi sarei quasi divertita ad ascoltare la sua informativa. Avrei trovato divertente ascoltarla mentre dice che si meraviglia di me. Non mi stupisce che lei possa essere meravigliato da qualcuno che difende l'interesse nazionale e che rimane coerente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non mi stupisce. E non mi stupisce neanche la disonestà intellettuale di non rivolgersi alla persona seduta alla sua sinistra, Luigi Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), suo Ministro degli esteri, che su questo tema ha detto, più o meno, le cose che stiamo dicendo noi.

Mi sarei divertita ad ascoltarla mentre ci legge 44 minuti di resoconti parlamentari, sostanzialmente, per smentire il suo Governo. Perché questo è quello che lei ha fatto stamattina, Presidente Conte. A parte che, visto che ci ha letto 44 minuti di resoconti parlamentari, mi sarei aspettata che dicesse anche che c'è un partito che, al Senato, ha votato contro la legge di delegazione europea, che prevedeva al suo interno il Meccanismo europeo di stabilità, e che quel partito era Fratelli d'Italia, unico partito del Parlamento che ha votato contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Visto che mi ha citato, mi sarei aspettata che almeno raccontasse tutta la storia, con un po' di onestà intellettuale che le gioverebbe.

Come dicevo, alla fine, per smentire se stesso, il suo Governo, il suo Ministro dell'economia, perché, vede, lei viene qui e, sostanzialmente, dice che l'unica volta che il Parlamento ha votato e ha prodotto un atto ufficiale sul tema del Meccanismo europeo di stabilità, di fatto, lei ha detto che lei non doveva sottoscriverlo o che non doveva andare avanti sulle trattative e sugli accordi fino a quando non ci fosse stato un pronunciamento ufficiale e un dibattito dedicato a questo tema. Perfetto. Lei viene in quest'Aula e ci dice: io sono stato fedele a quel compito. Bellissimo, ma, allora, scusi, perché il suo Ministro dell'economia, la settimana scorsa, ci ha detto che il Trattato non è emendabile? Perché delle due, l'una: o il Trattato è emendabile, perché siamo ancora di fronte a un dibattito in itinere e, quindi, vedremo, se nei prossimi giorni, riusciremo, anche sulla base delle indicazioni che arrivano dal suo partito di maggioranza, a modificare il Trattato sul quale state lavorando oppure ha ragione il Ministro Gualtieri e il Trattato non è modificabile, che vuol dire che lo avete sottoscritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e avete dato un accordo che non eravate autorizzati a dare, su questo Trattato, dal Parlamento italiano. Delle due, l'una, Presidente Conte: le due cose non stanno insieme.

Perché la cosa veramente intollerabile è che lei viene in quest'Aula e ci fa sempre tutte queste lezioni sul rispetto delle istituzioni, sulla serietà di stare nelle istituzioni, sulla coerenza, sulla difesa degli interessi nazionali, ma, poi, lei è un Presidente del Consiglio che ci riempie di menzogne, insieme a tutto il suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E le persone che mentono sono, purtroppo, diciamo distanti dai precetti della nostra Costituzione, che, le ricordo, ci richiama, all'articolo 54, allo svolgimento della funzione pubblica con onore. L'onore è decisamente qualcosa di cui difettate.

Allora, sulle tante menzogne che avete detto riguardo a questa vicenda, non c'è solamente il tema del metodo, c'è anche il merito, perché, poi, in tutto questo ci è stato detto “ma sono delle modifiche minime”. Certo, perché siamo tutti cretini: un Trattato che richiede l'ok di tutti i Paesi membri ha delle modifiche minime, e noi siamo imbecilli. Le modifiche non sono minime e il Presidente Conte viene qui oggi e conferma tutto quello che noi abbiamo sostenuto in questi giorni: conferma che, con queste modifiche, il Fondo salva-Stati diventerà sempre più un fondo salva-banche; lo abbiamo detto e lui ce lo ha confermato.

E, di grazia, siccome tutti sanno - perché non serve un genio neanche su questo -, che oggi le banche europee più esposte e più in difficoltà sono le banche tedesche, che erano fortemente esposte sul piano dei derivati, e noi abbiamo avuto un'Unione europea che ha fatto una politica molto rigida con le banche esposte sul piano degli NPL, dei non performing loans, dei crediti deteriorati e molto più lasca con le banche che, invece, avevano molti derivati, oggi noi abbiamo dovuto salvare le nostre banche e lo abbiamo fatto con i soldi degli italiani, anche sulla base delle norme europee molto rigide nei nostri confronti; ebbene, oggi ci sono le banche tedesche che hanno un problema di esposizione eccessiva ai derivati - e la Brexit potrebbe essere il detonatore che fa saltare queste banche, la prima delle quali, la Deutsche Bank -, allora arriva la Germania, che non è stata molto disponibile con le nostre banche quando erano in difficoltà, a dirci: signori, ci servono i vostri soldi per consentire al Fondo salva-Stati di coprire al cento per cento il Fondo salva-banche dell'Europa, e noi siamo tutti scemi che non abbiamo capito che mentre gli italiani le loro banche le dovevano salvare con i soldi propri, i tedeschi le loro banche le vogliono salvare con i soldi nostri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Siamo tutti cretini e non l'abbiamo capito! E nessuno mi risponde nel merito di questa vicenda. Tutti a dire il nazionalismo, la paura, la guerra, le mozioni degli affetti: Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Parliamo nel merito, signori! Mi rispondete su questa questione o no (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Ed è vero, perché ce lo conferma il Presidente del Consiglio, che con la modifica su questo Trattato si apre alla possibilità che gli Stati che dovessero accedere al Fondo salva-Stati potrebbero essere costretti a vedere ristrutturato il loro debito. Ma l'Italia non andrà in default, l'Italia non dovrà accedere al Fondo salva-Stati, per carità. Certo, speriamo di no - oddio, con questi non la vediamo bene, però, diciamo, speriamo di no -, ma è evidente che se noi oggi diciamo a chi deve comprare titoli di Stato italiani che domani potremmo essere costretti a ristrutturare il nostro debito, sono io l'unica imbecille che pensa che questa roba qui possa avere delle conseguenze imprevedibili per la nostra economia? Perché oggi quando tu compri un titolo di Stato italiano, i casi sono due: o l'Italia paga, o l'Italia va in default. Nessuno prende in considerazione l'ipotesi che l'Italia vada in default e, quindi, tu i titoli di Stato li piazzi; ma quando domani dici a uno che si sta comprando i tuoi titoli di Stato: guarda che quei soldi che oggi sono 100, domani potrebbero essere 70, può creare un problema? Io dico di sì. E se l'Italia un giorno dovesse avere bisogno del Fondo salva-Stati e dovesse accedere al Fondo salva-Stati, e (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Collega!

GIORGIA MELONI (FDI). …atteso che il debito italiano è detenuto per il 70 per cento dalle banche italiane, è ragionevole ritenere che quelle banche potrebbero andare in default? E che non lo sappiamo che i meccanismi europei prevedono che se le banche vanno in default pagano tutti i correntisti? Allora non è legittimo dire che i risparmi degli italiani sono a rischio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? No, non lo dobbiamo dire? Ce lo dobbiamo tenere per noi per fare contenti questi signori, perché altrimenti siamo nazionalisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Io voglio dire la verità, io pretendo la verità dalla politica e queste persone la verità non la stanno dicendo su questa materia.

Allora, vedete, la verità è che la verità non la possono dire. La verità è che l'Italia non ha alcuna ragione al mondo per sottoscrivere questo Trattato così come ci viene proposto, e la verità è che io temo che il Presidente del Consiglio Conte abbia dato l'ok di fatto - ma lo vedremo - a una riforma sulla quale l'Italia ha tutto da perdere, in cambio della benedizione delle consorterie europee. Presidente Conte, a me non sfugge che il giorno prima lei era l'oscuro prestanome di un Governo impresentabile e il giorno dopo è diventato uno statista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): non mi sfugge.

Se non è così, se invece io mi sbaglio e non avete svenduto gli interessi italiani per la poltrona, lo vediamo quando il dibattito arriva in Aula il prossimo 11 di questo mese, e qui vediamo che cosa fa Luigi Di Maio, vediamo cosa fa il MoVimento 5 Stelle, vediamo cosa fa il partito di maggioranza relativa all'interno del Governo. Perché basta con i proclami, no? Abbaiate alla luna sui giornali e vi nascondete con la coda tra le gambe dentro il Palazzo: non si può fare. Se ritenete davvero, come io ritengo, che questo Trattato così non si possa sottoscrivere, dimostratelo quando arrivano in Aula gli atti parlamentari che possono chiedere al Governo di non sottoscrivere il Trattato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il trattato è perfettamente emendabile e l'Italia lo può ancora fermare dicendo “no”, ed è lei che lo decide, Luigi Di Maio, è lei che lo decide! Basta con i proclami: una volta tanto, alzate la testa, riscattatevi! Dimostrate che la vostra poltrona vale meno dai risparmi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): provateci una volta!

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIORGIA MELONI (FDI). Concludo. Noi dal canto nostro, Presidente, come Fratelli d'Italia - si sa - l'Italia non la svendiamo e faremo quello che possiamo per impedire questo scempio; il 9 saremo a Bruxelles per ribadire che gli italiani non sono il bancomat d'Europa, l'11 saremo qui in Aula con le nostre proposte, con una risoluzione che chiederà a questo Governo di non sottoscrivere il Trattato così come ci viene proposto.

Presidente Conte, lei si è presentato come avvocato del popolo, ebbene, non le consentiremo di diventare il curatore fallimentare degli italiani: la manderemo a casa prima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi… collega Trancassini… Prego.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Più grossa è una bugia e più il popolo la crederà, diceva qualcuno. Io sono d'accordo con chi ha detto che in questa discussione noi ravvisiamo un pericolo per la nostra democrazia, non sono d'accordo, però, per le ragioni che probabilmente pensate voi. Io ero preparato, quando è iniziata questa discussione, a vedere qualche forza politica che si opponesse a questo accordo per alcune ragioni di merito. Una poteva essere: guardate, alla fine il meccanismo è troppo simile allo status quo, è troppo timido. Noi non saremmo stati d'accordo con questa interpretazione, perché il paracadute finanziario invece che togliere i soldi alle banche, li dà in caso di necessità; cioè quello che succede in questo Trattato è che si evita quello che stava rischiando di minare a fondo il funzionamento dell'Unione monetaria. Quando una banca ti va nei guai, se viene aiutata solo dalle finanze pubbliche di quello Stato, c'è un circolo vizioso che ti manda a carte quarantotto il Paese: o c'è un intervento europeo di ultima istanza, oppure quel meccanismo ti rende inefficace anche la politica monetaria della BCE, e questo c'è nel Trattato. Però, si poteva dire: non basta, è troppo timido. Si poteva persino dire: guardate, io sono contrario al Fondo salva-Stati, perché per me i soldi non vanno prestati; vanno stampati e vanno regalati. Non è mica una novità: il presidente della Commissione bilancio della Camera lo ripete da diversi anni. Sarebbe stata una follia, ma sarebbe stata un'opinione basata sul merito. Oppure, si poteva dire: guardate siamo contrari perché in questa confusa fase di avanzamento dell'integrazione europea non c'è solo il MES; vogliamo negoziare - ma questo ovviamente andava fatto l'anno scorso - con altri tre fronti, cioè il BICC, l'embrione di budget comunitario, l'EDIS, l'assicurazione sui depositi, e, soprattutto, l'abbandono della ponderazione “0” sui titoli di Stato, perché lì stanno i veri problemi, e chi avesse posto questo tema avrebbe trovato la nostra piena condivisione, perché un Paese maturo, che si sa guardare in faccia, adesso, insieme, farebbe la battaglia contro i veri rischi che sono nascosti da questa confusa fase di avanzamento dell'integrazione europea, e non sulle bugie che sono state raccontate. Non si è fatto niente di tutto questo. Si è preferito, da due o tre settimane a questa parte, impostare il discorso sulla più grande serie di bugie e di mistificazioni che questa Repubblica abbia mai visto in un dibattito pubblico, e oggi parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ed è da qui che arriva il pericolo per la democrazia: più grossa è una bugia, più il popolo la crederà. Al senatore Matteo Salvini è stato consentito di andare sulla tv pubblica nazionale, di fronte a milioni di telespettatori, e sul terzo o quarto quotidiano nazionale, a dire che il MES è un organismo privato che taglia i soldi alle banche, senza che nessuno dei giornalisti presenti gli osasse ricordare che il primo dovere di un politico è di non raccontare bugie ai cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). Ecco perché qui, in quest'Aula, non ci siamo solo noi, ma c'è idealmente anche il mondo dell'informazione; ciò che è stato detto in quest'Aula pochi minuti fa e che lo rende tecnicamente un bugiardo - mi dispiace, non c'è, glielo riferite, per cortesia - dall'onorevole Molinari, quando ripete senza vergogna, che la seconda linea di accesso, l'Enhanced credit line, quella rafforzata, prevede la ristrutturazione del debito, questa è una bugia e chi ripete questa cosa in quest'Aula, sede della sovranità popolare, non sta facendo un servizio al mandato che ha ricevuto (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico)! Forse avrete qualche “like” in più ripetendo balle in quest'Aula, ma non state onorando la Costituzione sulla quale giuriamo.

È stato detto che è un organismo che dà potere ai tecnici, quando l'articolo 5 di questo Trattato scrive che nell'organismo direttivo di questo board ci sono i Ministri degli Stati membri; è stato pure detto che non ci sono italiani nel management e il Segretario generale è un italiano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Perché, poi, alla fine, che cosa devi fare? Se non fosse un argomento serio ti verrebbe quasi da… È stato detto, è stato ripetuto, in quest'Aula, che si espropria il Parlamento delle proprie prerogative. La risoluzione dell'allora maggioranza, la n. 6-00076, diceva che si obbligava, si vincolava il Governo a rifiutare accordi che finissero per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti e automatici. Ed è esattamente quello che è stato fatto, perché in una vittoria contro la linea di alcuni Paesi del nord Europa che, invece, chiedevano questo inserimento, il Trattato non prevede niente del genere ed è la ragione per cui altri Stati del sud Europa, vicini a noi come situazione di finanza pubblica, stanno festeggiando questo Trattato, perché ha rappresentato una vittoria contro un'impostazione più iper-rigorista. Più grossa è una bugia, più il popolo la crederà.

Poi, ci sono le motivazioni meno comiche, se posso permettermi, ma non meno false. Si dice: guarda, è vero che magari non c'è l'automatismo della ristrutturazione del debito, ma tanto è lì che si va a finire. È come se dicessi che se io sto predisponendo un servizio di pronto intervento in caso di infarto, mi aumenta la possibilità di avere l'infarto. L'infarto non mi aumenta se c'è un pronto intervento, l'infarto mi aumenta se continuo ad avere uno stile di vita dissoluto, se continuo a ingozzarmi di colesterolo; il debito è insostenibile non se c'è un organismo che in caso mi aiuta, ma se questo Paese continua a considerare la spesa pubblica come mezzo per acquistare e retribuire il consenso politico (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), se questo Paese continua a non riconoscere l'esistenza di vincoli di bilancio in virtù di un non meglio precisato primato della politica. È per quello che si va nei guai.

Vedete, se fossimo dalla parte dei creditori, si dice: ma, se avessimo bisogno del Fondo… Io penso che, finché certe forze politiche staranno ben lontane dal Governo di questo Paese, dalla parte di coloro che devono avere accesso al Fondo non ci saremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), ma potremmo essere dalla parte dei creditori e, allora, che cosa stiamo dicendo, in realtà? Che quando si tratta di dare noi i nostri soldi ad altri Paesi vogliamo vigilare perché li spendano bene, ma se dovessimo essere noi ad andare nei guai pretendiamo che ce li prestino, anzi, che ce li regalino, senza alcun tipo di riguardo a come è messo il nostro debito?

Si dice: direbbero che il nostro debito è insostenibile. Quando il Fondo salva-Stati ha prestato alla Grecia, con un debito significativamente più alto del nostro, ha giudicato quel debito sostenibile, perché la sostenibilità intertemporale del debito non è un numerino, ma è un'analisi molto più complessa che la maggioranza di coloro che sono intervenuti in questo dibattito, in queste settimane, non ha neanche idea di che cosa sia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Mi avvio a concludere; lo sapete qual è il mio problema? Il mio problema è che se continuiamo così, se continuiamo a dare l'impressione che ogni volta che si arriva alla politica la si butta in caciara, ho l'impressione che alla politica arriveranno sempre meno temi, perché, laddove le decisioni veramente vengono istruite, se noi diamo l'impressione che, ogni volta che si arriva in un consesso politico, che sia un consiglio comunale, che sia un dibattito, che sia un Parlamento, il merito viene completamente accantonato a vantaggio di qualche ipotesi di lucrare qualche punto percentuale, alla fine, la politica perderà credibilità e le decisioni veramente importanti non passeranno mai più per la politica. E quello è il momento in cui le democrazie cominciano a perdere qualità e a perdere quantità e noi vi possiamo solo dire che MES o non MES non vi permetteremo mai di far perdere qualità e quantità alla democrazia di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

Colleghi, colleghi, per favore…

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, prima di venire al merito, al testo e al contesto, due brevi premesse; la prima: in questi giorni, tanti commentatori hanno attaccato con la solita litania sul fatto che il Parlamento si sarebbe svegliato tardi. La ricostruzione del Presidente del Consiglio ha supportato una verità completamente diversa, il Parlamento c'è stato. Forse il problema, per tanti commentatori in questi giorni, è che il Parlamento c'è stato troppo, il Parlamento a differenza di altri passaggi nella storia recente di questo Paese ha evitato che fatti di primaria portata politica venissero derubricati a passaggi tecnici sostanzialmente irrilevanti. Il Parlamento c'è stato e vuole continuare ad esserci. La seconda premessa riguarda, invece, più il nostro dibattito, anche in quest'Aula. Dovremmo evitare le caricature: qui la discussione e il confronto non è tra responsabili europeisti, da una parte, e irresponsabili sovranisti o inaffidabili populisti, dall'altra. Qui si cerca di declinare, con una qualche autonomia, l'interesse dell'Italia dentro il quadro dell'Unione europea e dell'Eurozona. Non è una partita tra chi vuole la continuità e chi vuole uscire. Il merito è fatto da due parti: testo e contesto, perché c'è anche un contesto. Voi tutti potete insegnare che le norme hanno un valore in sé ma hanno anche un contesto nel quale le norme poi intervengono e allora, in estrema sintesi, per i Paesi in condizioni di finanza pubblica come l'Italia, la revisione del MES aggrava enormemente i rischi di default e di ristrutturazione del debito. Non li determina ovviamente: c'erano anche prima, c'erano a MES vigente ma, guardate, mentre prima il default e la ristrutturazione erano un evento eccezionale, un evento rispetto al quale mobilitare tutte le risorse possibili, dal whatever it takes di Draghi all'OMT, ai programmi con le condizionalità macroeconomiche e strutturali, adesso invece il default e la ristrutturazione del debito diventano un fenomeno ordinario. Questo cambia radicalmente la prospettiva: non è più un evento eventuale ed eccezionale ma è un evento ordinario. Le CACs, non sono un male in sé, anzi se tu sei in una condizione di fallimento le CACs ti aiutano: il problema è che averle introdotte dà ordinarietà a un evento che prima era eccezionale. Gli articoli 13 e 14 - non c'è tempo di entrare nel merito - e l'Annex 3 distinguono: è evidente che anche a MES vigente e anche senza MES i debitori non sono tutti uguali ma la prima linea di credito oggi, a MES revisionato, esclude Paesi come l'Italia.

La seconda linea di credito, Enhanced Conditions Credit Line, presuppone per essere utilizzata una stabilità finanziaria che è un paradosso rispetto alla condizione nella quale ti trovi perché tu accedi a quella linea, vuoi accedere a quella linea proprio perché se sei in condizioni di difficoltà finanziaria. Allora, l'amarissima verità è che un Paese come l'Italia, di fronte a problemi di stabilità finanziaria, avrebbe inevitabilmente o con elevatissime probabilità, non oggi ma in condizioni di finanza pubblica e in condizioni di finanza in generale in difficoltà, avrebbe, come unica condizione per poter accedere al sostegno, la ristrutturazione del debito. E questo è un problema in generale ma è un problema ancora di più rilevante nel contesto. Com'è il contesto? Il contesto è fatto da uno scenario di economia reale piatto ma non perché vogliamo essere pessimisti: perché quel modello sul quale è stata fondata la crescita dell'Unione europea e dell'Eurozona negli ultimi trent'anni non può tirare più come tirava prima, perché è un modello fondato sulle esportazioni, è un estremismo mercantilista che inevitabilmente va a sbattere con i dazi. Guardate, ora ci stupiamo di Trump ma quelle proposte erano nel Beige Book del Dipartimento di Stato anche quando c'era Obama. Infatti, se tu vuoi andare avanti con attivi di bilancia commerciale del 6, 7, 8 per cento, trovi uno che poi ti metti i dazi. Questa amarissima verità non è elemento di consapevolezza. Anzi ieri, come sapete, o l'altro ieri - non mi ricordo - di fronte alle richieste pressanti di escludere gli investimenti green dal calcolo del deficit, la neopresidente della Commissione europea, dopo aver ottenuto la fiducia, ha detto: scordatevelo.

Secondo elemento di contesto. Qualche giorno fa, l'agenzia di rating Moody's ha rivisto le prospettive delle banche tedesche in negativo, perché i tassi di interesse sono negativi: c'è una pressione enorme sulla BCE per cambiare la linea della politica monetaria.

Terzo elemento di contesto – e vado a chiudere - è il negoziato sulla banking union. Ma perché noi dobbiamo discutere sempre in difesa, perché ora dobbiamo discutere di eliminare dalla proposta tedesca l'inclusione del rating sui titoli di Stato nel bilancio delle banche? Perché non diciamo alla Germania di includere invece la ponderazione dei titoli di livello 2 e di livello 3 che sono concentrati nelle banche tedesche e non ci sono le banche italiane e che se fossero ponderati per il rischio darebbero risultati completamente diversi? E allora - chiudo, Presidente –, il problema qual è? Il fatto che noi avremmo dovuto in questa fase, per le ragioni di contesto che ho richiamato prima, avere un radicale cambiamento di rotta. Con il Trattato revisionato noi aggraviamo tutti i difetti che rendono insostenibile l'Eurozona; e allora concludo su un punto: la logica del pacchetto va bene, è la logica giusta e ha fatto bene a richiamarla ma il pacchetto, il trittico non si completa con le roadmap. Il trittico si completa quando tutti i capitoli sono definiti nei loro dettagli, perché, guardate, con i titoli non ce la facciamo. I punti problematici del MES revisionato stanno addirittura nell'Annex: quindi i dettagli rilevano. Credo - questo è il punto fondamentale - che non si possa fare alcuna valutazione compiuta sulle roadmap. Va completato il testo; va proposto un rinvio sia per quanto riguarda l'Eurogruppo del 4 sia per quanto riguarda il Vertice del 12 e 13, fintanto che Governo e Parlamento non siano in grado di valutare il merito e la scrittura precisa e definitiva dei testi. Solo così possiamo recuperare quella sovranità democratica a questo luogo che è decisiva perché attenzione, attenzione, pensare di andare avanti senza popolo poi porta l'Unione europea e l'Eurozona a sbattere. Assumiamo una posizione seria, che chiede un rinvio perché è necessario correggere, è necessario discutere, è necessario capire, è necessario fare una valutazione che tenga fino in fondo attenzione all'interesse nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, nei due minuti che ho vorrei farle due ringraziamenti…

PRESIDENTE. Tre minuti.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente Due ringraziamenti e porle una domanda. Il primo, vorrei ringraziarla per la chiarezza con cui nella prima parte del suo intervento ci ha posto di fronte al nostro ruolo e responsabilità come parlamentari, rilanciando così la centralità del Parlamento. Poi, la vorrei ringraziare per come interpreta e rappresenta il nostro Paese non in una chiave difensiva a livello europeo, ma propositiva: è molto importante per contrastare una narrazione autolesionista a cui stiamo assistendo, anche in questi giorni, sui media che fa male al nostro Paese, crea un danno ma non solo per chi guarda la TV, ma per i nostri ragazzi, perché i nostri giovani hanno il futuro negli occhi, guardano al futuro con gli occhi di una tigre, sono già là, loro. Quindi, lei porti la fiducia del nostro Paese nel nostro Paese, che noi come maggioranza le daremo ma pensando ai ragazzi perché, se non abbiamo noi fiducia nel nostro Paese non c'è mercato che ce la dia.

La domanda che vorrei farle è questa: lei ci ha parlato di obiettivi e priorità molto importanti su cui si sta lavorando, parlando della costruzione di una nuova architettura dell'Europa. È chiaro che un'Unione economica e finanziaria debba andare a essere accompagnata da un'Europa politica e sociale. Pertanto, le chiedo se i rischi di coesione sociale-territoriale nei nostri Stati membri siano considerati, se vi siano clausole e condizioni sociali previste e se si stia ampliando il discorso proprio pensando a come riformare l'Europa, contenendo anche e riflettendo su rischi comuni verso i quali possiamo andare incontro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Vede, la fortuna di intervenire per ultimo o tra gli ultimi - poi c'è il collega Tabacci - sta anche nel fatto di aver potuto ascoltare la relazione del Presidente del Consiglio e gli interventi sia di maggioranza sia di opposizione e, avendo la fortuna anche di essere stato all'opposizione rispetto al precedente Governo e all'opposizione a questo Governo, di poter fare delle considerazioni che, speriamo, siano utili a individuare la strada.

Sottoscrivo, nei toni e nel contenuto, l'intervento fatto dal collega Brunetta ed è per questo che, avendo il Presidente del Consiglio dedicato l'80 per cento – legittimamente; era stato sottoposto a un attacco molto duro da parte di una parte dell'opposizione - a rispondere a quegli attacchi e solo il 20 per cento al merito della questione, indico tre piccoli suggerimenti, nel minuto che ho, riguardo alla prima parte dell'intervento.

Il primo - e lo dico anche al collega Marattin - è che noi abbiamo assistito alla forza della democrazia parlamentare, e non rinunciamo a questa forza. Anche contenuti duri, che io personalmente non uso e non condivido, rimettono in discussione chi governa, da parte dell'opposizione, a verificare se sta facendo bene o male, se ha percorso una strada corretta o non l'ha percorsa, se si può correggere nell'interesse di tutti. Mai demonizzare - criticare sì - il ruolo di un'opposizione, perché l'opposizione è fondamentale.

In secondo luogo, faccio presente che non è una cortesia - e lo dico anche a chi sta criticando o a chi dice che la soluzione è far approvare, colleghi del MoVimento 5 Stelle, dal Parlamento un indirizzo - ma è la legge che lo prevede e lo prevede una legge semplicemente perché il Governo, che rappresenta tutti, deve andare al Consiglio europeo con la forza del voto e dell'indirizzo del Parlamento, ed è questa forza che dà consenso e autorevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Terzo elemento: sa che cosa manca a tutta la sua ricostruzione? Un dato politico, così come lei l'ha messa. Io ho visto non il Ministro degli Affari esteri, ma il leader del MoVimento 5 Stelle in tutto questo nuovo passaggio politico di Governo scagliarsi pesantemente contro il suo ex collega Vicepresidente del Consiglio Salvini. Qual è la ragione per cui di fronte alla sua ricostruzione - Presidente del Consiglio e due Vicepresidenti del Consiglio - il leader del MoVimento 5 Stelle, Di Maio, non ha mai una volta contestato le osservazioni che il Vicepresidente del Consiglio della Lega Salvini faceva? Non lo so ma è una domanda che rimane e mi auguro che non sia legata alla citazione non di Shakespeare ma, ovviamente, dell'autorevole direttore Mentana, che ha citato Celentano e la canzone Storia d'amore: “L'hai sposata sapendo che lei moriva per me”. Cioè, è evidente ed è chiaro a tutti.

Nel merito, invece, io credo - e concludo - che abbia ragione lei, Presidente del Consiglio. Ha un merito quello che è accaduto in tutti questi giorni: riportare al centro del dibattito i contenuti, il ruolo che l'Italia può svolgere nella costruzione - e su questo ha ragione - della nuova architettura europea, ma per fare questo, siccome è oggettivo che il dibattito che è nato ha visto delle osservazioni anche critiche, non da parte solo degli estremisti, dei nazionalisti e dei populisti, ma anche da parte di osservatori e le ha poste bene, il collega Brunetta, alcune delle domande, allora è importante che questi giorni si usino, per arrivare alla risoluzione parlamentare, a rispondere anche a queste critiche. Il MES è un ente privato o non è un ente privato? Risponde al Parlamento europeo o non risponde al Parlamento europeo? Chi decide, perché questa è la questione anche citata dall'articolo della Costituzione sulla salvaguardia dei risparmi degli italiani, chi decide se un Paese che è in crisi va in default e diventa insolvente? Chi lo decide? Un meccanismo tecnico, un organismo tecnico privato, cioè il MES, o è l'Unione europea, cioè la politica? Perché è evidente che nel momento in cui va in crisi e va in default, è evidente che il rischio paventato da tanti ci può essere.

Un'ultima osservazione per correttezza e lo dico anche agli amici dell'opposizione…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). …e concludo e la ringrazio della cortesia.

I risparmi degli italiani non vanno in crisi perché andiamo o aderiamo al MES; i risparmi degli italiani vanno in crisi se il nostro debito pubblico diventa insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il punto, perché le banche vanno in crisi se il debito pubblico lo abbiamo tutto in pancia e, allora, questo debito pubblico diventa non credibile e non accettabile. Quando lo spread va a 700 o a 800 è lì che si mettono a rischio i risparmi degli italiani.

Dunque, la critica che facciamo è questa: 2.439 miliardi è il nostro debito pubblico; se noi usiamo 40 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza e per “quota 100” e non li utilizziamo per lo sviluppo e la crescita ma per l'assistenzialismo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), se noi decidiamo che la strada devono essere le nazionalizzazioni, il ritorno allo Stato etico e padrone e non, invece, liberare risorse, è chiaro che in quel momento noi mettiamo in discussione i risparmi degli italiani, e un'opposizione deve andare su questo, incalzare su questo, giustamente tirando fuori anche questioni come quelle che abbiamo tirato fuori.

Buon lavoro e ci vediamo fra due settimane, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, io credo che il Parlamento faccia qualcosa di utile svolgendo un dibattito approfondito. Non bisogna aver paura dei dibattiti parlamentari e, in particolare, sul fatto che per tenere sotto controllo il debito pubblico occorre ridurlo, e non fare demagogia sul taglio delle tasse e sulla crescita della spesa corrente, perché diversamente aumenta. Ecco dove sta la chiave di volta.

Abbiamo assistito, in questi giorni, a una polemica sovraesposta assai superficiale e strumentale e di questo le diamo atto, signor Presidente. Ad esempio, per Salvini - e lo ha ricordato prima Marattin - la riforma del MES metterebbe in mano a un organismo privato la possibilità di decidere a chi dare e a chi togliere i soldi. Ma, scusate, il MES è un'organizzazione intergovernativa nel quadro del diritto pubblico internazionale, ai sensi del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, più pubblico di così!

Dopodiché, si pone il problema di qual è il riferimento, se il riferimento è la Commissione europea, che è l'ultima istanza, e tutto però torna. Ma a fare demagogia su questo si crea solo confusione e Brunetta ha spiegato bene cos'è accaduto stamane sullo spread: siamo sulle montagne russe. Se voi guardate dalle 9 di stamattina a ora, è salito fino al massimo delle ore 13 e adesso è in discesa. Ma non si può vivere così. Infatti, lo spread è spinto da un dibattito strumentale ed è privo di una logica che alimenta la nostra inaffidabilità a proposito del nostro debito. Più che i fondamentali dell'economia, sono gli atteggiamenti irresponsabili che esprimono i mercati finanziari a ritenere che il nostro debito non sia sostenibile e questo è il punto.

Di fronte alla sua informativa, ricca di dati circa il continuo coinvolgimento parlamentare e avendo presente le accuse fuori misura di questi giorni mi sarei aspettato che l'intervento di contestazione al Presidente Conte per conto della Lega fosse svolto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, perché se era così si capiva allora che c'era una questione anche istituzionale, ma non è stato così. Invece, no. Le polemiche dei giorni scorsi non sono corredate da fatti parlamentari, contengono solo richieste di dimissioni del suo Governo e di elezioni anticipate. Ho l'impressione che, malgrado la debolezza di questa fase politica, il suo Governo sia costretto ad andare avanti, forse non per la sua forza, ma per la evidente ambiguità e superficialità dell'alternativa di Salvini che, nel frattempo, vede il suo protagonismo oscurato dalle “sardine” (attenti a quello che può accadere).

Concludo. Mi sembrano logiche le conclusioni sul MES, il cui aggiornamento appare necessario. L'occasione del backstop previsto per forzare le capacità del MES di intervenire sulle crisi bancarie con risorse aggiuntive è l'unico elemento di novità rispetto alla struttura attuale. Allora, si colga l'occasione per affermare un pacchetto di strumenti che rafforzi l'Unione bancaria e la gestione dei debiti sovrani, compresi i meccanismi di ponderazione, in un clima di efficace solidarietà europea. Tra l'altro, questa solidarietà viene contestata, ad esempio, dalla destra tedesca e anche da altri tipi di nuovi sovranismi che vediamo nei Paesi cosiddetti forti in Europa. Quindi, lo spazio c'è e lei, signor Presidente del Consiglio, ha, secondo me, la possibilità di ottenere un ottimo risultato per l'Italia, avendo cura degli interessi generali, come è stato ricordato, perché questa è la funzione del suo Governo ed è la funzione anche di un'Aula parlamentare (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Avverto che la documentazione depositata dal Presidente del Consiglio rimarrà a disposizione dei deputati presso gli uffici della Camera.

È così esaurita l'informativa urgente.

Sospendo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,40. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 15,45.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Battelli, Brescia, D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Mauri e Saltamartini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2222-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2222-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2222-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.2 Mollicone.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Chiedo alla relatrice di esprimere i pareri sugli emendamenti accantonati nella parte antimeridiana della seduta.

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento 1.26 Frassinetti, sugli identici 1.48 Bucalo e 1.52 Belotti, favorevole su 1.88 Toccafondi, contrario su 1.94 e 1.93 Aprea, favorevole su 1.405 delle Commissioni e 1.210 Carbonaro, contrario su 1.211 Mollicone.

Presidente, scusi, solo una precisazione, perché ci sarebbe anche il cambio di parere rispetto ad un emendamento su cui avevamo espresso parere contrario. Cambiamo il nostro parere in favorevole con una riformulazione che le leggerei.

PRESIDENTE. Quale emendamento?

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Emendamento 1.45 Bucalo.

PRESIDENTE. Quindi un parere favorevole con una riformulazione?

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Favorevole con questa riformulazione. Si modificano sia la lettera a) che la lettera d) allo stesso modo, e cioè: conseguentemente ai commi a) e d), dopo le parole: “a risposta multipla” si aggiunge: “su argomenti afferenti le classi di concorso e sulle metodologie didattiche”. Quindi, favorevole sia sulla lettera a) che sulla lettera d) del medesimo comma.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo scusa: se fosse così cortese da chiedere alla relatrice di ripetere i pareri relativamente a un pacchetto di emendamenti che avevamo accantonato: l'1.48 Bucalo uguale all'1.52 Belotti, e conseguentemente l'1.88 Toccafondi e l'1.94 Aprea, che risultavano essere connessi.

PRESIDENTE. Prego.

DEBORA SERRACCHIANI, Relatrice per la XI Commissione. Allora, Presidente, l'1.48 Bucalo, identico all'1.52 Belotti, era stato accantonato e il parere è contrario. Sull'1.88 Toccafondi, il parere è favorevole, sull'1.94 Aprea è contrario, così come sull'1.93 Aprea, contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.114 Bucalo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.114 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione. No, revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, questo decreto-legge tanto atteso adesso arriva in Aula. Aveva un fine importante: quello di eliminare finalmente il precariato nel mondo della scuola; mentre ci ritroviamo con un decreto-legge monco, un decreto-legge che lascia fuori tantissime categorie di docenti; parlo del personale dell'infanzia, della primaria, del personale educativo e del docenti di religione.

Con questo emendamento - e anche con l'emendamento susseguente, l'1.8 Bucalo - noi vogliamo prevedere un concorso straordinario proprio per queste categorie di docenti, visto che dagli ultimi dati che sono emersi dall'organico 2019-2020 risultano 16 mila cattedre vacanti per quanto riguarda la scuola dell'infanzia e della primaria, e almeno 24 mila ulteriori per quanto riguarda il sostegno, circa 24 mila. L'approvazione di questo emendamento chiude finalmente quello che è il solito balletto puntualmente presente ad ogni inizio di anno scolastico. Puntualmente le scuole sono nel caos alla ricerca dei docenti, non hanno la possibilità di coprire queste cattedre vacanti e gli unici a pagarne il prezzo sono proprio gli alunni e le famiglie: gli alunni - pensiamoci - e le famiglie, che hanno diritto ad avere un'istruzione di qualità; quindi, non un balletto continuo di docenti che cambiano ogni anno, senza una continuità didattica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.114 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, con questo emendamento chiediamo l'aumento della platea di concorrenti che dovrebbero poter partecipare a questi concorsi. Noi sappiamo che questo decreto-legge riguarda 24 mila posti, ma sappiamo anche che il precariato in Italia è una piaga davvero emergenziale. Sappiamo che la stabilizzazione è ancora un obiettivo molto lontano e i dati che giungono dall'Invalsi sull'impreparazione, purtroppo di molti studenti, fanno pensare che sia veramente importante assicurare questa stabilizzazione, perché la qualità dell'insegnamento incide, così come anche la continuità didattica, per quanto riguarda questo argomento.

Quindi, affinché i nostri ragazzi nelle scuole all'inizio dell'anno scolastico possano avere continuità didattica e una preparazione omogenea e di qualità, ovviamente se la stabilizzazione dei precari riesce a essere ancor più diminuita, questo va nel bene della nostra scuola.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Mollicone. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Questo è un altro dei punti storici delle rivendicazioni portate avanti da Fratelli d'Italia a favore dei docenti: queste abilitazioni in genere ricadono e hanno un costo per i docenti stessi, e quindi per le famiglie; noi con questo emendamento andiamo a chiedere che tale costo per l'abilitazione, la preparazione venga sostenuto dallo Stato e non dai singoli docenti, e quindi non venga a ricadere sulle famiglie. Noi non capiamo e non comprendiamo perché, pure se a parole i colleghi di maggioranza sono favorevoli a questa richiesta, poi materialmente ogni volta che la proponiamo diventa contraria in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Avverto che l'emendamento 1.12 Belotti risulta precluso a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.400 delle Commissioni. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.72 Aprea. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Presidente, intervengo anche per illustrare una serie di emendamenti che seguiranno, sui quali non chiederò la parola. Mi rivolgo all'Aula e al Governo, perché qui si tratta dell'esclusione degli insegnanti dell'istruzione e formazione professionale regionale e dei docenti delle paritarie, che vengono penalizzati puntualmente quando si tratta di politiche di assunzione nella scuola italiana. Come è noto, la legge n. 62, che questo Parlamento ha votato ancora nel 2000, e la legge di riforma del 2003, la cosiddetta riforma Moratti, hanno chiarito molto bene che il sistema scolastico pubblico di istruzione comprende e ricomprende sia le scuole paritarie sia gli insegnanti curricolari che insegnano nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionale, ovviamente se per le materie curricolari e in rispetto all'obbligo di istruzione. Bene, son passati tanti anni e puntualmente, quando si devono bandire concorsi o favorire, prevedere concorsi straordinari, procedure straordinarie eccezionali, come in questo caso, si escludono a priori gli uni e gli altri. Poi, anche per intervento del Presidente della Repubblica, come è noto, gli insegnanti delle scuole paritarie sono stati ammessi almeno per il conseguimento dell'abilitazione e stesso discorso è stato fatto per gli insegnanti dell'istruzione e formazione professionale, ma la cosa inaccettabile è che questi docenti non potranno accedere alle procedure straordinarie, pur essendo precari come tutti gli altri, anzi più degli altri, perché non sono stati mai chiamati a lavorare nelle scuole statali, hanno trovato però una possibilità di lavoro, di insegnamento nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionali su materie curricolari, dentro l'obbligo di istruzione, o nelle scuole paritarie, dove come è noto sono previsti gli stessi insegnamenti della scuola statale. Quindi, dopo vent'anni io chiedo a quest'Aula: ma siamo ancora qui a chiederci e ad alzare questi steccati tra scuole paritarie e formazioni professionali, chi insegna nello Stato, figli e figliastri? Ma ve la sentite voi di dividere le categorie degli insegnanti ancora in questo modo? Per cui questo decreto dà alcune risposte, consente di conseguire l'abilitazione, perché quindi li riconosce come docenti aventi diritto, ma non per le procedure straordinarie e non, in molti casi, per conseguire il titolo di accesso, cioè dei tre anni. Io trovo davvero tutto questo ingiusto e anche poco economico ai fini della risorsa umana che noi impegniamo nella scuola, perché se adesso, nelle selezioni di abilitazione, scopriamo che questi insegnanti che hanno maturato una certa esperienza nelle scuole paritarie o nella formazione professionale sono più bravi degli altri, che diciamo? Va bene, siete bravi, ritornate da dove siete venuti e se volete partecipate al concorso ordinario, dove c'è un'altra lunga fila di docenti o di laureati che neanche sono entrati mai in classe. Insomma, io credo che se facciamo le leggi e le facciamo, in questo Parlamento - io ho avuto la fortuna di approvare sia la 62, di essere presente quando il Parlamento ha approvato sia la 62 che la legge di riforma Moratti - poi dobbiamo avere il coraggio di essere coerenti, non possiamo sempre far finta che il mondo non sia in evoluzione o men che mai che il sistema scolastico non sia in evoluzione. Quindi, vi chiedo di sostenere questo emendamento e di riconoscere la pari dignità dei docenti dell'istruzione e formazione professionale e la pari dignità dei docenti delle scuole paritarie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie Presidente, questo e altri emendamenti sul tema sono molto rilevanti. Ha perfettamente ragione la collega Aprea: noi qui abbiamo un problema di fondo, anzi due. Il primo tema: le scuole paritarie sono paritarie o non sono paritarie?

Perché se quello è il tema, se sono paritarie e sono finanziate in quanto paritarie, questa discriminazione pone due problemi in capo al Parlamento: il primo è l'ovvio scatenarsi di contenziosi il giorno dopo che tu fai una norma che esclude personale che ha le stesse identiche qualifiche e, quindi, è evidente che si scatena un contenzioso e torniamo al tema sollevato in precedenza; il secondo è un tema di copertura, è un tema di risorse: potrebbe il nostro sistema scolastico fare a meno delle scuole paritarie, in particolare per quanto riguarda i primi anni scolastici? Evidentemente no: il costo esploderebbe in una maniera pazzesca. E poi c'è il tema della formazione professionale, che viene spesso banalizzato. Allora, c'è formazione professionale e formazione professionale, c'è formazione professionale di altissima qualità (ho in mente alcuni esempi in regione Lombardia di formazione professionale dove tu il primo giorno di scuola hai già il contratto di lavoro tre anni dopo) e uno si domanda come mai questi docenti, che hanno le stesse identiche caratteristiche dei docenti della scuola pubblica, non possono essere considerati allo stesso modo, quindi c'è un tema di costituzionalità e ancora di risorse, ma poi c'è anche il tema di capire dove vogliamo andare. Il nostro paese ha il 26 per cento di laureati, la California ha oltre il 60 per cento, non mi ricordo, o 65, una cosa pazzesca. Allora uno dice: va bene, 26 per cento di laureati, avremo l'84 per cento di personale tecnico preparatissimo per le nostre aziende e per i nostri artigiani, che hanno bisogno di personale tecnico qualificato. No, né uno né l'altro, noi non abbiamo né laureati né personale tecnico. Allora, un Parlamento serio dovrebbe investire sulla formazione professionale, che è la gamba che manca proprio in quel settore dove siamo particolarmente messi male. Ebbene, iniziamo a farlo con una cosa di normale buon senso, mettendo sullo stesso piano le paritarie, formazione professionale e la scuola pubblica. Perché sullo stesso piano? Perché il finanziamento è identico, non esiste alcuna giustificazione per un trattamento differente, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie Presidente, brevemente, perché l'onorevole Aprea è stata chiarissima, ma a me piace ricordare a quest'Aula che poi, quando andrete a spiegare, nelle nostre regioni, a tutte le famiglie che hanno i figli iscritti nelle scuole paritarie, che ancora una volta questo Governo decide di penalizzare gli insegnanti delle scuole paritarie. Senza le scuole paritarie non vi sarebbe neanche il sistema scolastico in questo Paese, perché avremmo classi piene di alunni; fanno un lavoro fondamentale, i genitori possono decidere dove iscrivere i loro figli e l'educazione che devono ricevere, perché la scuola è un elemento fondamentale. Allora, escludere dal concorso straordinario insegnanti, che hanno maturato le stesse competenze e gli stessi anni di quelli delle scuole statali, oggettivamente è fuori dal mondo e fuori luogo e mi chiedo, a chi si vanta magari di difendere certi valori, come facciamo noi, quelli cattolici, come sia possibile che votino “no” a questo emendamento, che sancisce un principio di eguaglianza, di uguaglianza tra gli insegnanti e anche tra le famiglie, tra noi genitori che possiamo scegliere dove mandare i nostri figli. Quindi, ancora una volta, sottolineo che chi voterà questo emendamento poi non torni nelle nostre città, nelle amministrazioni comunali, nelle scuole cattoliche e paritarie a dire: “Noi siamo dalla vostra parte”. Qui penalizzate chi decide di insegnare e quindi anche le famiglie che mettono i figli in quelle scuole, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Sì, solo per aggiungere un termine alla esposizione del collega Garavaglia, che è stata chiarissima: è un termine che sarà purtroppo ahinoi ricorrente in questo “decreto scuola”, ossia discriminazione. Con questo emendamento noi vogliamo eliminare la discriminazione nei confronti di alcuni insegnanti che vengono considerati di serie B: i docenti delle scuole paritarie, che hanno diritto, dopo tante pressioni, che hanno coinvolto anche il Quirinale, a poter accedere al concorso straordinario, ma, se ben meritevoli e se ben capaci, magari anche con il massimo del punteggio, devono limitarsi soltanto ad avere l'abilitazione e non il ruolo, cioè il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Questa è la prima volta che io uso questo termine. Signor Presidente, se li conti, perché la discriminazione sarà il motivo portante di tutto questo “decreto scuola”, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie Presidente, Furgiuele con la “u”, soltanto per aggiungere a chi mi ha preceduto che giustamente a concorrere alla formazione, quindi alla struttura della scuola nazionale, sono sia le scuole paritarie sia le scuole pubbliche. E la bocciatura di questo emendamento boccia anche un percorso virtuoso che noi avevamo intrapreso in Commissione, anche durante le audizioni con il Ministro. Questa cosa mi sorprende negativamente, ed oggettivamente è di una discriminazione che, come ha detto l'onorevole Garavaglia, sicuramente aprirà fronti a contenziosi. Dico e chiedo al Governo di ripensarci, di accantonare l'emendamento, che io voglio sottoscrivere e che sicuramente potrà dare una svolta a questo decreto che già è iniquo e che, con questa discriminazione, prenderà dei connotati veramente gravi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.72 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione all'emendamento 1.22 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, il senso, la ratio di questo emendamento è proprio quella di sanare un'incongruenza, per il fatto che anche chi effettua i concorsi nel mondo della scuola dovrebbe avere i 24 mesi di servizio e non i 36, così è per le altre categorie. Quindi, torniamo, come dicevo nel mio precedente intervento, al fatto di cercare di facilitare l'accesso a questi concorsi, proprio per sanare il problema del precariato. Questo emendamento, seppur tecnico, va in quella direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.401 delle Commissioni (Nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Gli emendamenti 1.201 Frassinetti e 1.25 Bucalo sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.401 (Nuova formulazione) delle Commissioni.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.26 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, mi spiace che questo emendamento sia stato accantonato e poi gli sia stato dato parere contrario, perché qui siamo nel campo del sostegno. Noi sappiamo che c'è una grande carenza di insegnanti di sostegno e sappiamo come sia importante, invece, questa funzione, una funzione dove l'esperienza è sicuramente prioritaria; anche qui, la continuità didattica, forse ancor più che nelle situazioni ordinarie, è veramente una discriminante tra il poter insegnare nel sostegno e invece fare una supplenza soltanto formale; quindi, si chiede che anche i docenti di sostegno possano partecipare al concorso straordinario e poi, successivamente, ottenere le specializzazioni. Noi sappiamo che ci sono tanti giovanissimi che senza esperienza devono sostenere quest'onere, quest'impegno, quindi inserire nella scuola professori con un'esperienza anche di trentasei mesi potrebbe essere veramente importante per tutto l'insegnamento di sostegno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Presidente, il tema posto dalla collega Frassinetti è di particolare rilevanza. Sugli insegnanti di sostegno ci sono davvero dei problemi in relazione alla continuità, sia di rapporto con l'alunno, sia di esperienza. Il rapporto con l'alunno è fondamentale. Pensare che ci sia la possibilità per un insegnante che banalmente possa vincere il concorso di insegnante di sostegno solo perché quello è un posto fisso, quando non ha mai fatto quello ma ha fatto altro - e, tra virgolette, prende il posto di chi nel frattempo ha seguito dei ragazzi per uno o due anni - non è il massimo dell'attività e il massimo della qualità del servizio che si va a dare, sia per chi lo fa solo perché in quel modo ha un posto fisso, sia per i ragazzi e le famiglie, che in questo modo si vedono private di una continuità. Dall'altro punto di vista, la continuità è anche continuità di esperienza. Pensiamo al tema dell'autismo. Il tema dell'autismo va considerato con la massima attenzione. La preparazione degli insegnanti di sostegno che seguono questi ragazzi è molto particolare e se uno non sa esattamente come bisogna trattare questi ragazzi, si fanno dei danni enormi. In questo senso, quindi, pensare che ci sia la necessità di garantire una continuità e di garantire sia la continuità dell'insegnamento sia la continuità di chi ha un'esperienza in campo - e quindi possa diventare a pieno titolo insegnante di sostegno - è fondamentale. Probabilmente un tema del genere andrebbe accantonato e visto nella sua complessità. Mi rivolgo ai relatori, se possono avere un'attenzione su questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Presidente, è un tema importantissimo, soprattutto se torniamo indietro e pensiamo al mese di settembre, quando i genitori dei nostri alunni si sono ritrovati in classe con i propri figli senza insegnanti di sostegno. È un problema annoso, neanche risolto con le messe a disposizione: un tappo ad una falla veramente importante. Credo che i ragazzi con disabilità siano i primi che debbano avere risposte, ma debbono avere risposte adeguate; non possiamo pensare che i nostri ragazzi vengano seguiti da personale non specializzato.

È successo magari che vengano seguiti da periti piuttosto che, comunque, da personale non qualificato. Ci deve essere uno sforzo enorme per dare risposte prima a questi ragazzi, alle famiglie che faticano tantissimo, coscienti che l'inizio dell'anno scolastico e, comunque, l'età dell'infanzia è quella che permette ai nostri ragazzi di acquisire e di crescere con maggiori competenze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.80 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 1.31 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che tratta il problema della discriminazione degli insegnanti delle scuole paritarie; già prima, i colleghi dell'opposizione ne hanno parlato. Fratelli d'Italia vuole sottolineare l'importanza delle scuole paritarie, soprattutto, nella fascia delle primarie, della scuola dell'infanzia e vuole anche ribadire che non devono esistere insegnanti di serie “A” e insegnanti di serie “B” e che la legge n. 62 del 2000 rimane una pietra miliare nel percorso dell'istruzione. Quindi, noi pensiamo che non sia sufficiente solo un corso abilitante, ma che debbano essere trattati i docenti delle paritarie in maniera equipollente a quelli delle scuole statali. È una battaglia sacrosanta che Fratelli d'Italia ribadisce di intraprendere in questa e in altre sedi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.32 Bucalo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo di poter avere finalmente un concorso straordinario per tutti gli insegnanti di religione cattolica.

L'aver previsto solo un concorso ordinario con una riserva credo che sia una forte discriminazione nei confronti di questi docenti, che attendono da ben quindici anni di avere un concorso straordinario, ma, soprattutto, la stabilizzazione. Faccio una precisazione: non parliamo di coperture finanziarie, perché non ce n'è bisogno per questi docenti, perché sappiamo tutti che essi godono di una deroga da parte dell'ordinamento generale, quindi la loro ricostruzione di carriera è come quella di ruolo. Pertanto, la loro stabilizzazione non modifica assolutamente e non chiede un impegno di spesa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Preferisco intervenire adesso, anche se, in effetti, degli insegnanti di religione cattolica si parla in altri emendamenti miei che seguiranno, ma preferisco tenere il filone, perché qui stiamo di nuovo affrontando, diceva il collega Sasso, una discriminazione, io voglio dire un pregiudizio, ancora una volta, nei confronti degli insegnanti di religione cattolica. Abbiamo parlato degli insegnanti delle scuole paritarie, degli insegnanti della formazione professionale, si aggiungono gli insegnanti di religione cattolica, esclusi dalla procedura straordinaria, anche se in possesso di abilitazione. Qui veramente c'è il triplo salto mortale: questi sono insegnanti che insegnano nelle scuole statali, ma insegnano una materia, come si sa, molto particolare, che è sottoposta, ovviamente, a tutto un discorso che vede coinvolta la CEI, la Curia per l'indicazione. Quindi, certamente è complesso questo tipo di insegnamento, ma anche in questo caso, molte volte, la Curia, il vescovo chiama ad insegnare religione cattolica docenti laureati e abilitati che, quindi, cominciano a fare la loro esperienza nella scuola. Bene, questi docenti, che, da anni, insegnano religione cattolica nella scuola statale, quindi pari dignità con tutti gli altri docenti, che sono entrati con laurea e abilitazione, non possono partecipare al concorso straordinario, oppure laurea senza abilitazione, non possono, insomma, accedere al concorso straordinario. Perché? Perché? Un'altra discriminazione.

Per non parlare, poi, dell'ulteriore discriminazione che si fa quando si parla di concorsi: cioè, gli insegnanti di religione cattolica, dal 2004, non hanno un concorso dedicato, per cui insegnano proprio perché intervengono accordi tra lo Stato e la Chiesa, tra la Curia e l'USR, l'Ufficio scolastico provinciale o regionale, però, di fatto, non hanno l'abilitazione né il ruolo. Chiedevano un concorso, anche qui, straordinario per l'abilitazione e per l'immissione in ruolo. Poi, vedremo più avanti, ma non intervengo dopo, è stata riconosciuta solo l'indizione di un bando di concorso ordinario, quindi non si riconosce il precariato di questi insegnanti.

Queste cose fanno molto male, Presidente, perché nella scuola noi insegniamo la pari dignità di tutti quelli che insegnano: gli alunni non sono abituati a distinguere tra l'insegnante di filosofia e l'insegnante di religione, non sono abituati a distinguere tra l'insegnante, l'esperto della formazione professionale e l'insegnante che, invece, fa italiano, matematica, eccetera. Dobbiamo farle noi queste discriminazioni? E lo Stato dà questo esempio? Io sono veramente molto, molto risentita e trovo che, in particolare, nei confronti degli insegnanti della religione cattolica nella nostra scuola si stia facendo veramente una sorta di cattiveria, procedendo per steccati, ancora una volta, incomprensibili nel 2019, quando questi sono entrati dalla porta principale della scuola italiana con la legge 2003 o con una legge 2003-2004. Insomma, è passato il tempo, ma i pregiudizi restano: è triste verificarlo, soprattutto, quando si chiede un parere al Parlamento con una legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, anche la Lega ha presentato degli emendamenti che riguardano la categoria degli insegnanti di religione cattolica. Visto che ci siamo, voglio ricordare a tutti i colleghi d'Aula che gli insegnanti di religione esistono, non ce li siamo inventati noi, esistono da sempre e, quindi, visto che ci sono, dobbiamo fare i conti con loro. C'è un Concordato che li prevede, non è che sono la Lega o il Centrodestra che li vogliono, esistono, insegnano nelle nostre classi, soprattutto nella scuola primaria, come giustamente osservava la collega Aprea, anche da un punto di vista pedagogico, perché vedevo qualche sorrisetto malizioso dei colleghi della maggioranza: e va be', sono insegnanti di religione... Gli insegnanti di religione meritano il rispetto e lo stesso trattamento degli insegnanti delle altre materie (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E, soprattutto, per il principio di non discriminazione - è la seconda volta Presidente -, tra lavoratori dello stesso comparto, dopo tre anni di servizio, c'è una direttiva europea, la direttiva 1999/70/CE, recepita dal legislatore nazionale nel 2001 con il decreto n. 368, vanno stabilizzati e vanno stabilizzati perché, dopo 36 mesi di servizio, non possono più lavorare a tempo determinato, ma, soprattutto, perché non hanno un concorso dal 2004. E vi è di più, un lavoratore precario che insegna la religione cattolica costa allo Stato quanto un lavoratore di ruolo, perché ha gli scatti di anzianità legati al servizio come quando c'è il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per cui non c'è una ragione logica per cui, in questo decreto “scuola”, si intendano discriminare gli insegnanti di religione cattolica, c'è solo una ragione ed è ideologica: questa maggioranza discrimina gli insegnanti di religione cattolica (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.33 Frassinetti e 1.81 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.34 Mollicone e 1.82 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.204 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.205 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.402 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.206 Lattanzio, con il parere favorevole, come riformulato, delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.85 Latini, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, si è parlato di discriminazione, ne hanno parlato prima il mio collega Sasso e la collega Aprea. Ecco, anche in questo caso, purtroppo, si fa una discriminazione nei confronti dei dottori di ricerca che hanno uno dei titoli di studio di massimo livello rilasciati dalle università. E, quindi, noi della Lega, come gli altri dell'opposizione, non capiamo il perché di questa esclusione, anche perché, Presidente, quello che voglio sottolineare in quest'Aula è che un emendamento a loro favore era stato presentato in Commissione proprio dalla maggioranza, precisamente da Fratoianni; poi, dopo, in corso d'opera, è stato ritirato e l'abbiamo fatto nostro, come Lega. Ecco, noi lo ripresentiamo, qui, in Aula, perché, poi, su questo emendamento erano d'accordo i nostri colleghi dei 5 Stelle quando ne parlavamo precedentemente, ma era d'accordo anche il Ministro Fioramonti che adesso non c'è e, quindi, vorremmo magari che il Governo ripensasse a questa cosa, perché i dottori di ricerca devono essere presi assolutamente in considerazione, perché hanno un'alta formazione e, ad oggi, non c'è una norma, una legge che valorizzi le loro competenze all'interno delle istituzioni scolastiche e che regolamenti il loro accesso nell'ambito della scuola. Noi chiediamo che vengano presi in considerazione, poi, i dottori di ricerca che abbiano acquisito i 24 crediti di formazione universitaria, perché hanno una preparazione psicopedagogica, metodologica e tecnico-didattica proprio in questo settore.

Poi voglio anche sottolineare che questa cosa era stata vista anche insieme al Presidente Conte che era d'accordo perché si è fatto un tavolo insieme al MIUR, insieme ai sindacati presenti con i dottori di ricerca proprio l'11 giugno 2019 e si era deciso proprio l'accesso nell'ambito di questo concorso che stiamo trattando nel decreto-legge in esame. Quindi, chiedo ancora una volta che non venga fatta questa ulteriore discriminazione ma più che altro che vi sia un segnale di coerenza, visto che, purtroppo, la coerenza, questa parola, a voi è sconosciuta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Intervengo intanto per sottoscrivere l'emendamento 1.85 Latini perché, come diceva prima la collega Latini, esso ripropone una questione di parità di trattamento: fattispecie identiche trattate diversamente. Ciò valeva per l'insegnamento della religione cattolica incredibilmente obliterato rispetto alla volontà del Governo e della maggioranza e incredibilmente anche non tenuto presente rispetto alla realtà dell'insegnamento, tenuto conto che anche la Corte costituzionale ha detto che l'intesa fra Chiesa e Stato per l'insegnamento della religione cattolica non è in conflitto con la laicità dello Stato.

Con l'emendamento in esame addirittura parliamo di dottorato di ricerca, in questo caso ai fini di ammettere delle persone a una procedura ai soli fini dell'abilitazione per l'insegnamento. Faccio presente che, senza il dottorato di ricerca, non si accede all'università, è presupposto necessario. Faccio presente che i dottorati di ricerca hanno valore di dottorato europeo, che sono un titolo non solo di ammissione ma di prevalenza nella valutazione di un soggetto, soprattutto nelle valutazioni comparative. Come vi è venuto in mente di non tenerlo presente? Qual è il problema di accettarlo? Dal momento che abbiamo qui il rappresentante del Governo, ci dicano qual è la ragione tecnica, giuridica, la necessità di impedire la valutazione del dottorato di ricerca, che è un elemento ormai totalmente diffuso, addirittura nella valutazione si tiene conto degli assegni di ricerca. Qui non è un fatto meramente valutativo perché, comunque, in tutti i concorsi, il dottorato di ricerca fa titolo, nell'università addirittura è presupposto necessario, soprattutto per alcune tipologie di ricercatori, per l'accesso all'università ma, sulla base del percorso anche di interlocuzione che la collega prima firmataria dell'emendamento ha rappresentato prima, non capisco perché tutto il percorso che è stato fatto insieme alla maggioranza e al Governo non sia poi giunto ad una formulazione normativa.

L'emendamento semplicemente evita una disparità e soprattutto riconduce a sistema, ai fini unicamente dell'abilitazione all'insegnamento, l'utilizzo del dottorato di ricerca in queste specifiche materie che sono elencate nell'emendamento per l'ammissione alla procedura. La ratio è comprensibilissima. C'è stata addirittura un'interlocuzione positiva con la maggioranza; era stato presentato dal Ministro - forse lui ormai è in Sudafrica e quindi non gli importa del dottorato in Italia, però qui siamo in Europa e non in Sudafrica dove lui insegnava - e probabilmente lui, che forse non può fare i concorsi in Italia, non lo so, perché non ha il dottorato allora non lo vuole da nessuna parte, presumo. Non capisco qual è la ragione tecnica, giuridica per la quale è irragionevole questa proposta emendativa. Io l'ho letta ora: è di piena ragionevolezza. Non capisco perché il Governo non lo spieghi: dal momento che siete qui tutto il giorno – dico la stessa cosa che il PD diceva al rappresentante del Governo precedente - state qui e non dite niente. Insomma sottosegretario, uno dei due, ci dica qualcosa: come mai anche solo per giustificare (non c'è bisogno, lo faremo, ci sarà un altro provvedimento, qual è il problema), vi chiedo di dirci qual è l'impossibilità di accettare l'emendamento che, tra parentesi, è una semplice formulazione procedimentale in modo da ammettere questi soggetti con dottorato di ricerca alle procedure. Non si capisce qual è la ragione per dire di no, tant'è che, se va bene al Ministro, andava bene alla maggioranza, andava bene a tutti, non si comprende perché ora non va più bene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, siamo andati veloci sugli emendamenti, anche a nostra firma e anche a firma della collega Aprea e sull'emendamento 1.34, che è simile a questo nell'obiettivo, sul riconoscimento del dottorato di ricerca, riguardo al quale vi sono anche sentenze amministrative. Non si capisce la ragione di tale mancato riconoscimento e, quindi, come Fratelli d'Italia sosteniamo la categoria e crediamo nello sforzo generale che poteva essere fatto per rendere migliore il provvedimento; in realtà su questo aspetto in particolare non è stato fatto. Quindi, avete già bocciato l'altro emendamento ma noi sosterremo anche questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.85 Latini, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.43 Bucalo con parere favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Accolgo il parere favorevole veramente ringraziando soprattutto da parte dei docenti che possono avere adesso la possibilità non di scegliere in maniera alternativa ma di scegliere entrambe le possibilità cioè di poter partecipare al sostegno, quindi alla possibilità di partecipare al concorso sul sostegno ma anche poter partecipare ad una classe di concorso e, quindi, non limitarsi invece in una scelta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Bucalo, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Saluto i ragazzi dell'Istituto comprensivo “Nino Rota” di Roma, del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Aversa (Caserta) e dell'Istituto alberghiero “Rainulfo Drengot” di Aversa (Caserta). Benvenuti (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.45 Bucalo con parere favorevole, nel testo riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà. Colleghi… colleghi… colleghi…

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è molto importante perché si parla molto di merito e quindi, attraverso questo emendamento, andiamo a valutare i docenti non attraverso testi generici basati solo sul caso ma andiamo veramente a valutare le competenze specifiche del candidato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Bucalo, nel testo riformulato, con parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

L'emendamento 1.89 Aprea è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.45 Bucalo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.46 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.403 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.47 Bucalo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento importantissimo perché questo concorso straordinario va a stabilizzare solo pochissimi precari storici della scuola ed è un concorso straordinario che in effetti di straordinario non ha nulla, perché prima ci sono i quiz e poi la prova selettiva ed è una prova selettiva che ha un punteggio altissimo di sette su dieci. Quindi, tutti i docenti, che poi non riescono a entrare in questo numero esiguo dei 24 mila posti, possono ritornare a casa solo ad attendere un nuovo concorso ordinario. Allora, questo emendamento vuole dare una speranza, una speranza a tanti precari, cioè l'apertura di una possibilità di PAS, un percorso di specializzazione per avere l'abilitazione.

Io dico che è il minimo che i precari si attendevano dopo tantissimi anni da questo concorso, che aveva l'obiettivo - dico l'obiettivo - di eliminare il precariato nella scuola. Non lasciamo che tanti docenti continuino a essere precari a vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.48 Bucalo e 1.52 Belotti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento ha l'obiettivo di eliminare una grande ingiustizia veramente elaborata non so da quale mente. Perché? Abbiamo detto già che nel concorso straordinario ci sono i quiz, primo step, poi una prova selettiva. Ebbene, se tutti i docenti non riescono ad avere la possibilità di entrare nei 24 mila posti - un numero così esiguo, si parla di 150 mila posti vacanti – allora, questo numero esiguo cosa fa? Copre solo una parte e gli altri, gli altri che hanno superato il concorso, non hanno la possibilità - e lo dovete dire chiaramente con la bocciatura di questo emendamento -, non hanno la possibilità di conseguire l'abilitazione e solo - solo - se il caso è un caso fortunato, cioè se hanno un contratto di lavoro fino al 30 giugno o al 31 agosto. Quindi, tutti i docenti che, pur avendo fatto un concorso straordinario lo superano, non hanno l'abilitazione se non hanno questo tipo di contratto. Io dico che respingere questo emendamento è veramente dimostrare che si chiudono le porte al precariato della scuola. Questo non è un decreto che tutela i precari della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.48 Bucalo e 1.52 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.88 Toccafondi, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.94 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.93 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.95 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.55 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.404 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.207 Fusacchia, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.405 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.57 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.208 Villani, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.210 Carbonaro, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.213 Bucalo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, con questo emendamento si vuole dire finalmente basta alla lunga odissea di 7 mila docenti, insegnanti magistrali ante 2001 e 2002, che sono stati assunti con un contratto a tempo indeterminato con riserva. Chiedo la conferma nel ruolo dopo che hanno anche superato l'anno di prova; per cui accettiamo questo emendamento, chiudiamo finalmente questa lunga odissea vissuta da 7 mila docenti che per anni sono andati nelle nostre classi a servire con onestà e con pazienza i nostri figli. Quindi, diamo la possibilità finalmente adesso di sanare e di avere il ruolo e non buttiamo, invece, in mezzo alla strada 7 mila docenti con relative famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.213 Bucalo, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.211 Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). L'emendamento, sempre sulla scorta anche di quello precedente, va anche qui a riconoscere categorie che appunto vengono discriminate, per cui chiediamo che venga riformulato e che venga integrato, riconoscendo le prove suppletive del concorso a cattedra bandito con i decreti del direttore generale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca 105, 106 e 107 del 23 febbraio 2016 e inserito a pieno titolo nelle vigenti graduatorie di merito e quindi, in questo modo, così modificata, la norma confermerebbe l'inserimento nelle graduatorie di merito appunto dei candidati che superarono le prove suppletive dell'ultimo concorso a cattedre, proprio per sanare un'altra situazione storica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.211 Mollicone, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.212 Bucalo, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.406 delle Commissioni, con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 Aprea, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.62 Bucalo, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Bucalo, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.214 Montaruli, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.215 Lattanzio, nel testo riformulato, con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.407.1 Bucalo, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.407 delle Commissioni, con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

L'emendamento 1.408 delle Commissioni è precluso dall'approvazione del precedente emendamento.

Passiamo a pagina 16 del fascicolo, all'emendamento 1.409 delle Commissioni. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.409 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.255 Belotti, per la parte ammissibile, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.157 Aprea. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Presidente, questo emendamento riguarda una delle tante criticità della scuola italiana, ma certamente una delle più importanti perché riguarda gli insegnamenti delle materie scientifiche. Come è noto, annualmente la stampa e i media nazionali fanno riferimento alla carenza di docenti delle STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e questo significa che noi non siamo in grado di garantire, soprattutto nelle scuole superiori, quegli insegnamenti che proprio oggi sono più importanti in un curricolo delle superiori. Allora, qual è la proposta di Forza Italia? Quella di dire: nel momento in cui si stabiliscono le procedure di immissione in ruolo annualmente autorizzate, andrebbe garantita, anche in via straordinaria, l'assegnazione dei posti sulle cattedre delle materie scientifiche, cioè la precedenza.

Perché? Cosa succede? Il Ministero ora mette a concorso tutte le cattedre, quindi i posti disponibili e vacanti, ma quando poi si sono svolte le prove e c'è da assegnare i docenti sulle cattedre, intervengono accordi sindacali presso il Ministero, e non è detto che si arrivi a coprire tutte le cattedre scientifiche. Quindi, anche dopo l'espletamento dei concorsi, noi potremmo verificare questo tipo di assenza. Capite bene che in alcune regioni non è possibile, davvero, garantire la qualità della proposta educativa in assenza di docenti di ruolo delle materie scientifiche. Ripeto, le STEM rappresentano un'emergenza ormai accertata, la conoscenza di queste competenze, lo studio di queste materie, quindi chiediamo un di più di attenzione al Governo perché una volta espletati i concorsi si vadano a ricoprire prima di tutto le cattedre scientifiche e poi tutte le altre. In genere, si coprono tutte le cattedre di lingua italiana, tutte le cattedre di altre materie, eccetera eccetera, e si lasciano indietro quelle scientifiche. Quindi, vi prego di seguire molto questo. So che l'emendamento verrà respinto, non so se andremo a fare un ordine del giorno, ma, a futura memoria, lascio al Governo e all'Aula questa attenzione, perché non vorremmo trovarci l'anno venturo di nuovo con una carenza di titolarità nelle materie scientifiche, che, ripeto, Presidente, comincia a diventare veramente un fatto emergenziale, soprattutto in alcune regioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.157 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.253 Fusacchia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Intervengo solo per attirare l'attenzione di tutti i colleghi, a partire dai colleghi di opposizione che prima sono intervenuti su questo tema, che con questo emendamento noi stiamo riconoscendo in maniera strutturale ai dottorati di ricerca un punteggio minimo non inferiore al 20 per cento nella valutazione dei titoli, quindi tutti i concorsi ordinari per diventare insegnante nella scuola che saranno banditi dovranno dare questo riconoscimento.

Ci tengo a precisare che questo tipo di intervento è già stato fatto senza norma in alcuni casi in passato, la novità di questo emendamento è di renderlo permanente e strutturale e non dipendente dal Ministro di turno, dal Governo di turno, e soprattutto nello stabilire una percentuale. Credo sia un segnale importante che diamo a tutti i dottorati di ricerca, che già hanno il dottorato o che lo stanno conseguendo, e credo sia un bel segnale che dà questa maggioranza su questo tema in maniera compatta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.253 Fusacchia, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Passiamo agli identici emendamenti 1.104 Aprea e 1.258 Frassinetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo sempre nel campo del sostegno. È importante questo emendamento, perché parla proprio della possibilità di inserire nei contratti collettivi nazionali dei rapporti di lavoro a tempo determinato, con una deroga proprio per i docenti delle secondarie paritarie, anche se non ancora abilitati all'insegnamento o anche se non ancora specializzati al sostegno. Quindi, è un emendamento di buon senso, che inciderebbe molto nella categoria degli insegnanti di sostegno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.104 Aprea e 1.258 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.155 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.039 Belotti, sul quale c'è il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo risolvere una disfunzione organizzativa che impedisce ai precari di essere chiamati in ruolo. Nello specifico, la procedura di pensionamento con “quota 100” è più complessa di quella ordinaria per il raggiungimento del limite di età, poiché ogni caso deve essere verificato dall'INPS, che ha il compito di accertare la sussistenza del diritto alla pensione e, poi, darne comunicazione all'amministrazione di appartenenza. Nel 2019, primo anno di applicazione, troppe volte è accaduto che la comunicazione dell'esito positivo da parte dell'INPS agli uffici periferici del MIUR sia pervenuta successivamente alla data di chiusura del sistema informativo per la gestione dell'organico e della mobilità, che non era stata opportunamente raccordata.

In tali casi, il diritto del dipendente è stato fatto salvo - è stato collocato regolarmente a riposo - ma il posto da lui occupato è divenuto una disponibilità sopravvenuta, non utilizzabile per le operazioni di mobilità e, conseguentemente, per le nomine in ruolo, che vengono programmate sul 50 per cento dei posti disponibili per la mobilità. Un gran numero di posti vacanti disponibili in organico non si è così potuto attribuire a chi legittimamente attendeva la nomina in ruolo, in quanto utilmente collocato nella relativa graduatoria, sia di concorso che ad esaurimento.

Per far fronte alla giusta protesta dei precari che, da anni, attendono la nomina in ruolo e che quest'anno non l'hanno ottenuta per una chiara disfunzione organizzativa, chiediamo di prevedere l'accantonamento, in termini numerici, dei posti vacanti disponibili quest'anno, in modo da assicurare a coloro che avevano diritto alla nomina in ruolo nel 2019 l'attribuzione dello stesso numero di posti. Questo è un emendamento di assoluto buon senso e chiederei, pertanto, un'ulteriore riflessione da parte del Governo e della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Soltanto per ribadire e per rafforzare quello che ha detto la collega che mi ha preceduto. Un emendamento che vuole sanare una disfunzione che si è verificata e che ha pregiudicato il percorso di messa in ruolo di questi precari, che grazie a “quota 100” avrebbero potuto semplicemente ricoprire dei posti vacanti. Tutto si è verificato per colpa di una lentezza nell'adeguamento tra il sistema pensionistico e le norme che sono derivate da “quota 100”, un rallentamento che, chiaramente, ha creato non pochi problemi. In tali casi, il diritto - dobbiamo saperlo - del dipendente è stato salvaguardato - è stato fatto salvo - perché lo stesso è stato posto regolarmente in riposo, però il ruolo che lui stava rivestendo è diventato una disponibilità, per così dire, sopravvenuta che non è stata utile, ovviamente, per la mobilità interna e, di conseguenza, per la copertura di quel 50 per cento di posti che erano disponibili. Non capiamo perché questo emendamento non debba essere approvato: si tratta semplicemente di armonizzare la messa e l'entrata in ruolo dei precari con le norme che sono contemplate in “quota 100” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Durigon. Ne ha facoltà.

CLAUDIO DURIGON (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per dire al Governo, siccome questo emendamento non ha davvero costi e va in funzione di dare stabilità ai lavoratori anche se sono in mobilità, di avere una mano sulla coscienza e prevedere di votare a favore di questo emendamento perché può dare delle risposte, quelle risposte che, in qualche modo, a volte, non sono state viste da alcuni in questo Parlamento. È giusto darle a dei lavoratori che grazie anche alla famosa “quota 100” e, quindi, al prepensionamento possono avere finalmente il posto definitivo e di ruolo che gli compete. Spero che il Governo, invece di chiacchierare, dia questa risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti del deputato Fiano).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, deputato Fiano, andiamo avanti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.039 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.041 Belotti, sul quale c'è il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo andare a sanare un'altra situazione, in particolare, principalmente connessa alla difficoltà estrema di reperire direttamente presidenti e membri delle Commissioni nel momento in cui si va a bandire un concorso, situazione che si è sempre trovata in questi anni e che ha provocato un notevole rallentamento dei tempi nello svolgimento dei concorsi. Questo perché ci sono tanti precari che si sono ritrovati nella difficoltà di poter usufruire della percentuale più favorevole per il primo anno di applicazione della norma; in questo caso, quindi, vogliamo andare, con questo emendamento...

PRESIDENTE. Mi scusi… colleghi, colleghi, un po' di silenzio… colleghi, facciamo continuare la collega della Lega? Prego, deputata Murelli.

ELENA MURELLI (LEGA). Con questo emendamento noi vogliamo andare direttamente a proporre uno slittamento di un anno nell'applicazione delle aliquote previste, con lo scopo di evitare, quindi, il probabilissimo insorgere di tensioni e di contenziosi anche all'interno di questo concorso straordinario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.041 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0200 Belotti, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Racchella. Ne ha facoltà.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento parliamo di percorsi di specializzazione al sostegno. Mi chiedo perché bocciare un emendamento che porterebbe un aiuto concreto ai molti studenti con difficoltà e, per riflesso, alle loro famiglie, che devono sempre accontentarsi, in spregio al dettato costituzionale e alla legge n. 104 del 1992, che dovrebbe garantire l'integrazione e l'inclusione dello studente diversamente abile, a causa della carenza oramai endemica di docenti specializzati.

Questo emendamento viene incontro alle specifiche esigenze professionali dei docenti precari di prima, seconda e terza fascia delle graduatorie d'istituto, non in possesso del titolo di specializzazione, che vengono chiamati annualmente a coprire posti di sostegno per mancanza di specializzati. Tali docenti hanno acquisito sul campo la pratica operativa, ma mancano della necessaria preparazione tecnico-scientifica. La norma consente, inoltre, di innalzare la qualità dell'insegnamento su posti di sostegno dei docenti di ruolo, appartenenti a classi di concorso in esubero o in assegnazione provvisoria sul sostegno, per carenza di posti di insegnamento comune, problema diffuso in alcune realtà, che da anni esplicano la medesima funzione dei loro colleghi di ruoli e di sostegno senza specifica preparazione. In Italia, un insegnante su tre non ha la specializzazione sul sostegno, il 3,1 per cento degli alunni è iscritto con disabilità e il 41 per cento ha cambiato l'insegnante di sostegno da un anno all'altro.

Cari colleghi, è nostro dovere garantire l'integrazione e l'inclusione dello studente diversamente abile; non mettiamo barriere dove non servono, ma pensiamo a dare a questi ragazzi un aiuto concreto, con insegnanti di sostegno che abbiano specifiche abilitazioni e dimostrata formazione. Anche in questo caso, per non discriminare nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.0200 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Passiamo all'emendamento 1.0201 Belotti, con parere contrario di Commissioni, Governo e V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, questo è l'emendamento che più di ogni altro, all'interno di questo “decreto scuola”, dovrebbe avere l'approvazione di tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, perché, con questo emendamento, che va a riprendere un'esperienza positiva, quella dei percorsi abilitanti speciali, noi riusciremmo a sanare gran parte del precariato che anni, anzi, decenni di legislazione scolastica, sia di centrosinistra che di centrodestra, hanno prodotto con decine di migliaia di insegnanti precari.

Questo “decreto scuola”, lo voglio ricordare, è il frutto di un accordo che fu sottoscritto la notte del 24 aprile, quando al Governo c'era anche la Lega, poi, ci sono state le elezioni europee, c'è stato un atteggiamento da parte degli ex alleati a noi ostile e, poi, arriviamo al 6 agosto di quest'anno, quando il decreto stava per essere approvato, “salvo intese”. Questa formula magica, gli oltre 55 mila insegnanti precari di terza fascia della scuola pubblica italiana se la ricordano bene, “salvo intese”. Purtroppo, però, il Presidente del Consiglio Conte si è mangiato, per l'ennesima volta, la sua parola e ha decretato che, al di là dei 24 mila posti messi a bando nel concorso straordinario, che, voglio ricordarlo, non saranno dedicati esclusivamente agli insegnanti precari, perché avremo anche altre categorie, a fronte di un numero mai precisato dall'amministrazione, perché l'amministrazione ancora oggi non è in grado di dirci quanti sono gli insegnanti precari privi di abilitazione… e allora la Lega da sempre, storicamente, si è battuta per poter dare la possibilità, non all'ultimo degli insegnanti, che ha lavorato appena una settimana, ma alle professoresse e ai professori che da cinque, sei, a volte anche dieci anni, tengono aperte le scuole dove noi mandiamo i nostri figli. Allora, lì vanno bene, possono essere sfruttati come insegnanti precari, da uno Stato patrigno che, però, non ne vuole sapere di abilitarli. Allora, voi pensate che un insegnante sia in grado di tenere una classe, perché per insegnare bisogna sapere, ma per educare bisogna essere, cari colleghi, o pensate che sia più giusto che attraverso una prova computer based, con una prova a risposta multipla, ci si possa abilitare e prendere il ruolo e, invece, che insegnanti precari, che da nord a sud fanno funzionare le nostre scuole e hanno già le esperienze acquisite sul campo, non siano degni di fare un percorso formativo, tra l'altro, richiesto dall'Europa, perché noi non è che vogliamo regalarla l'abilitazione; semplicemente prevediamo un percorso abilitante che preveda una prova selettiva, non all'inizio, ma alla fine di un percorso formativo. Così facendo, invece, voi, volete dare l'abilitazione a chi non ha la formazione, magari a chi non ha messo mai piede in una classe.

Guardate, a me sarebbe piaciuto avere il Ministro Fioramonti di fronte a me in questo istante; non capisco dove sia, con il decreto più importante del suo dicastero, lui non c'è in Aula, salvo averlo visto stamattina per dieci minuti. È una cosa incredibile; Presidente, per suo tramite, ci piacerebbe avere il Ministro qui presente, perché, in questi due mesi, ha parlato di tutto e di più, ma quando c'è da parlare di “decreto scuola” e del destino di 55 mila insegnanti precari, io non capisco perché non sia qui; che venga ad ascoltare perché, magari, lui non sa neanche di che stiamo parlando, perché lo sanno tutti che, sulla scuola, non è lui a decidere direttamente. Allora che venga almeno ad ascoltare, come abbiamo ascoltato noi in audizione decine e decine di insegnanti, che sono stati tacciati di essere incompetenti; qualcuno ha parlato di sanatoria. Io li ho ascoltati gli insegnanti che chiedono il PAS: c'è chi ha due lauree, c'è chi ha tre master. Guardate che non sto esagerando: si possono avere fino a tre master perché ogni master vale tre punti e c'è il titolo massimo, il ponte massimo di dieci punti (vi do anche questa informazione). È una grande occasione perduta, è davvero una grande occasione perduta. Non mi meraviglia l'atteggiamento del PD, della sinistra estrema che ha preso una batosta dalla scuola e l'ha presa il 4 marzo e poi l'ha presa in Umbria e fra un po' la prenderà anche in Emilia-Romagna, perché è dalla scuola che è partita la batosta al Governo Renzi e poi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROSSANO SASSO (LEGA). Concludo dicendo che, come la sinistra ha avuto questa batosta, mi dispiace, colleghi ed ex alleati del MoVimento 5 Stelle, voi che avete ereditato parte di quell'elettorato, i docenti hanno una buona memoria non dimenticheranno questa avversione ideologica nei confronti dei precari di terza fascia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, intervengo brevemente soltanto per ribadire quanto ha detto il mio collega, cioè lo spirito di questo intervento normativo, dell'emendamento in esame che raccoglie le istanze dei precari di terza fascia ma anche degli insegnanti in ruolo che, avendone titolo, desidererebbero sviluppare la propria carriera. La maggioranza non può continuare a sottovalutare la richiesta di un percorso abilitante speciale, che interessa non soltanto quelli di terza fascia; è un percorso formativo e selettivo e soprattutto non costerebbe nulla allo Stato. Noi non comprendiamo la logica del fuoco di fila, del fuoco di sbarramento del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Quello del PAS è un percorso richiesto a gran voce direttamente dai precari di terza fascia ma anche da coloro che fanno i dottorati, da coloro che partecipano e dai cosiddetti ingabbiati.

PRESIDENTE. Concluda.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Ci va di mezzo una platea di professionisti che si sono formati sul campo, di professionisti che hanno investito su se stessi ai quali noi sicuramente dobbiamo tanto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.0201 Belotti, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.2 Mollicone, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.201 Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento tratta di un tema che è già riecheggiato in Aula e che riguarda la singolare situazione dei docenti di religione cattolica, di chi insegna religione cattolica nelle scuole. Ebbene, bisogna fare la ricostruzione della vicenda per cui noi chiediamo il concorso ordinario e straordinario e lo scorrimento della graduatoria di merito del 2004, una vicenda che vede queste persone, questi docenti, molti di questi molto formati, essere soggetti a quella malattia che prevede la supplenza continua, la “supplentite”, senza avere mai una certezza, mai un contratto sicuro. Ebbene, ci sono anche dei contenziosi, il più significativo dei quali presso la Corte di Giustizia Europea, sollevato dal tribunale di Napoli nella causa civile n. 17878 del 2015. Tutto nasce a seguito dell'approvazione della legge n. 286 del 2003, con cui fu indetto un concorso per assumere 15.507 insegnanti di religione. Da allora non furono più fatti concorsi e il 1° settembre 2005 furono assunti in 9.222 e l'anno successivo in 3.077, facendo rimanere quindi fuori una quota di 3.000 persone ossia 3.000 uomini e donne che rimasero senza cattedra. Per il MIUR soltanto 4.000 posti sarebbero in organico di diritto per via del 79 per cento di questi posti non più coperti per sopraggiunti pensionamenti ma neanche questi sono assegnati in ruolo; a cui vanno aggiunti con quota 100 altri 3.000 mila posti. Lo scorrimento, quindi, delle graduatorie di merito sarebbe pertanto fondamentale nelle more dell'espletamento dei nuovi concorsi anche per quello che hanno detto i colleghi precedentemente, per il ruolo etico che ha l'insegnamento anche alla luce delle polemiche di questi tempi sul relativismo che c'è rispetto alla nostra identità e alla nostra cultura. Ebbene, la scuola nazionale ha una sua identità unica e nazionale e di cui fa parte anche l'insegnamento religione cattolica e già c'è moltissimo relativismo nelle scuole, nell'insegnamento di quest'ora, che viene sostituita spesso dall'insegnamento di tutte le religioni e, per carità, tutte le religioni vanno conosciute ma la nostra ovviamente, quella identitaria e identificante la nazione italiana, è quella cattolica. Quindi, ha anche il significato non solo di attenzione a una categoria ma ha anche un significato per noi identitario e identificante rispetto alle radici profonde. Pertanto, noi chiediamo all'Aula di approvare l'emendamento - sappiamo bene ovviamente della provocazione che esso rappresenta - ma vi assicuro che la vita di quelle persone non rappresenta una provocazione ma la sua approvazione è un dovere civile da parte nostra, da parte del Parlamento al fine di trovare al più presto una soluzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.201 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.202 Toccafondi, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.203 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende estendere la possibilità di essere assunti in altre regioni anche per i professori di religione cattolica, come è previsto dai commi 17 e seguenti dell'articolo 1. Qui troviamo, sempre nel campo della discriminazione di cui abbiamo parlato però fino ad ora, questa incongruenza, cioè che gli insegnanti di religione non possono, diciamo, essere assunti in una regione diversa. Quindi, chiediamo che venga accolto questo emendamento, che elimina una discriminazione e che è di buon senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.203 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.046 Belotti, su cui c'è il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Racchella. Ne ha facoltà.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Al fine di risolvere gli annosi problemi evidenziati più volte dai rappresentanti della categoria nonché dai sindacati del settore scuola, questo emendamento si prefigge di garantire la stabilizzazione completa di coloro che insegnano religione cattolica da oltre un quinquennio e che sono in possesso di tutti i requisiti previsti, i quali potrebbero non conseguire il ruolo, partecipando al concorso ordinario. Sembra opportuno, pertanto, prevedere per i prossimi concorsi a posti di insegnante di religione cattolica una quota di riserva di posti in misura variabile dal 30 al 50 per cento da destinare a un concorso riservato strutturato sulla falsariga del FIT transitorio per la scuola secondaria e del concorso straordinario di cui al recente “decreto-legge dignità” per coloro che si trovino nella situazione sopra descritta e sopperire a quanto emerge sui social e nell'opinione pubblica dove si è fatto spazio e risuona la disparità di trattamento operata sui docenti di religione cattolica rispetto ai precari storici delle altre discipline, per i quali è stato indetto un concorso straordinario con la prova orale non selettiva.

Pure il nuovo emendamento del collega Toccafondi sul concorso per gli insegnanti di religione presenta gravi lacune.

Infatti, disconosce il valore abilitante dell'idoneità diocesana e, quindi, va contro il Concordato, poiché prevede per il concorso straordinario due prove, scritta e orale, come per il concorso straordinario destinato ai non abilitati della secondaria, mentre sia per il FIT transitorio per gli abilitanti della secondaria sia per il concorso straordinario per gli abilitanti della primaria infanzia c'è la sola prova orale. Conseguentemente, viola anche il principio costituzionale di uguaglianza e, fatto ancora più grave, modifica unilateralmente la quota di organico di diritto di competenza statale senza il necessario accordo con la CEI, violando sostanzialmente e formalmente il contenuto dell'intesa Stato-CEI.

In sostanza, questo emendamento è approssimativo e non risponde ai reali bisogni degli insegnanti di religione incaricati, anzi è un manifesto trattamento che discrimina una categoria di docenti che nella scuola pubblica opera un forte insegnamento culturale. Tutti sanno o dovrebbero sapere che si tratta di insegnanti già abilitati, come segnatamente afferma la sentenza del Consiglio di Stato del 1958, e, quindi, è logico pensare a un trattamento secondo il modello già predisposto per i precari abilitati - 36 mesi - e predisporre anche lo scorrimento della graduatoria del 2004 di docenti e vincitori di concorso che ancora non sono ammessi in ruolo.

Fuori di quest'Aula non c'è persona responsabile che non veda la necessità di un trattamento equo per i docenti di religione precari da 10, 15 e più anni secondo le linee di democrazia e civiltà che hanno ispirato le precedenti scelte di questo Parlamento. Alle legittime istanze di questi docenti siamo chiamati a rispondere con la stessa professionalità e coscienza con cui i docenti lavorano nella scuola e nell'educazione culturale inclusiva dei futuri cittadini, i quali con le loro famiglie chiedono rispetto per questi docenti apprezzati. Il Governo vuole approvare un “decreto salva precari bis” o creare altri precari perenni? Ce lo chiedono i docenti precari, ce lo chiede il senso di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-bis.046 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-ter.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. In realtà questo emendamento verrà respinto mentre nel testo rimane l'articolo 1-ter, rubricato come: “Disposizioni in materia di didattica digitale e programmazione informatica”. Colleghi, io voglio ringraziare la maggioranza e il Governo per l'accoglimento della proposta di Forza Italia…

PRESIDENTE. Mi scusi, deputata Aprea: di quale emendamento sta parlando?

VALENTINA APREA (FI). Sto parlando del mio emendamento 1-ter.200, che verrà respinto ma che ha come oggetto…

PRESIDENTE. L'emendamento 1-ter.200 Aprea è inammissibile e, quindi, non lo votiamo proprio.

VALENTINA APREA (FI). E invece l'1-ter quando lo votiamo?

PRESIDENTE. Emendamento 1-ter.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che è favorevole.

VALENTINA APREA (FI). Quello della maggioranza. E, allora, posso parlare su questo emendamento? Lo deve mettere in votazione? Cosa devo fare? Mi fermo.

PRESIDENTE. Sì, l'emendamento 1-ter.500 è quella che reca la condizione della Commissione bilancio…

VALENTINA APREA (FI). Quindi, mi fermo?

PRESIDENTE. …cioè è l'emendamento da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che è, appunto, la condizione della Commissione bilancio.

VALENTINA APREA (FI). Devo aspettare? Posso parlare?

PRESIDENTE. Prego.

VALENTINA APREA (FI). Magnifico…

PRESIDENTE. Però, parla su questo…

VALENTINA APREA (FI). …perché quando pensavo di essere arrivata all'obiettivo lei mi dice…

PRESIDENTE. …e non sull'emendamento inammissibile, che non verrà posto in votazione. Prego.

VALENTINA APREA (FI). Quindi, stiamo parlando dell'articolo 1-ter che introduce la rubrica “Disposizioni in materia di didattica digitale e programmazione informatica”, giusto? È quello, se mi conferma il Presidente vado avanti.

PRESIDENTE. Sì, è quello.

VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente Fico. Ringrazio la maggioranza e il Governo per l'accoglimento di questa proposta di Forza Italia che introduce l'acquisizione generalizzata delle competenze digitali e del coding da parte dei docenti della scuola italiana. Si tratta, colleghi, di una svolta epocale nel momento in cui deliberiamo l'assunzione di 48 mila docenti. Come è noto, questo decreto prevede l'assunzione di 24 mila docenti attraverso il concorso straordinario, e altri 24 mila con concorso ordinario. Epocale nel senso letterale del termine, poiché rimanda alla caratteristica della nostra epoca che è digitale, diversamente dal secolo scorso; ed è una norma che per la prima volta nella legislazione scolastica italiana non rimanda alla didattica digitale né con caratteristiche sperimentali né con riferimento solo ad alcuni docenti specialisti con competenze di tipo tecnologico, ma è finalizzata ad assicurare a tutti i docenti della scuola italiana, proprio tutti, le competenze dei docenti del terzo millennio. Ed è infine più che opportuno che sia inserita in un decreto-legge, poiché tali competenze sono divenute ormai necessarie ed urgenti.

Ricordo all'Aula che il nostro Paese, per ritardi di diversa natura, assenza di visione, non riuscirà a rispettare gli impegni presi in sede europea rispetto alla strategia Europa 2020, che include, come è noto, l'Agenda digitale europea 2020, una strategia per una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva che prevede al punto 6 il miglioramento dell'alfabetizzazione, delle competenze e dell'inclusione appunto nel mondo digitale. A fronte di questi obiettivi, che altri Paesi raggiungeranno nell'ormai prossimo anno 2020, l'OCSE nel rapporto Outlook 2019 ha evidenziato che ben il 75,2 per cento dei docenti italiani necessitano di una maggiore formazione in materia di ICT, risultando per questo la peggior performance dell'OCSE. Sempre l'OCSE ha per questo fissato in 15 anni il digital divide che separa l'Italia dagli standard della scuola europea.

Insomma, in Italia per lasciare in una zona comfort i docenti della scuola italiana, che trascinano i modelli di insegnamento e apprendimento del Novecento nell'era digitale, stiamo rubando il futuro ai nostri giovani. Recuperare il tempo perduto, come direbbe Marcel Proust, non è più possibile, ma non possiamo più permetterci altrettanto di rinviare oltre il cambiamento necessario per aprire un nuovo corso nelle competenze richieste ai docenti: a tutti i docenti, insisto. Una scuola che alleni al futuro, che formi le life skills della nuova era del lavoro, dev'essere incentrata molto più sull'apprendimento che sull'insegnamento, per creare più opportunità di imparare in modo creativo e personalizzato con, e non dalle tecnologie.

Non siamo all'anno zero: dal 2014 molte scuole italiane, anche per iniziativa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, va riconosciuto, sono realmente innovative. In queste scuole gli studenti apprendono con i libri, ma anche con le app, con la realtà aumentata, con la realtà virtuale, con i droni, con la robotica, con la stampa 3D e con il coding, dalla scuola dell'infanzia alla primaria e alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Dal 2020 dobbiamo essere in grado per questo di determinare una grande accelerazione in tutta la scuola italiana, poiché l'assenza di didattica digitale potrebbe far crescere un'ulteriore divario tra scuole di serie A e di serie B sul territorio nazionale, in aggiunta a quelli che storicamente già affliggono la nostra scuola: differenze tra Nord e Sud, elevate percentuali di dispersione scolastica esplicita ed implicita.

Insomma, occorre allora aggredire senza più esitazioni il fenomeno del digital divide presente nella scuola italiana proprio con riferimento agli insegnanti. Ecco perché è stato importante prevedere, così come abbiamo richiesto noi di Forza Italia, l'acquisizione delle competenze digitali e del coding a partire dai docenti che saranno assunti a seguito dei bandi di concorso previsti dal decreto-legge in esame; e proseguire senza soluzioni di continuità nella formazione digitale di tutti i docenti, che d'ora in avanti si formeranno nelle università italiane attraverso i 24 crediti formativi universitari richiesti.

Infine, Presidente, un approfondimento sul coding. Il coding sta diventando una materia fondamentale per le nuove generazioni di studenti, per alfabetizzare i linguaggi delle tecnologie e dominarli, e rappresenta la quarta abilità di base della scuola del terzo millennio, in continuità con leggere, scrivere e far di conto. Quindi il coding aiuta a sviluppare competenze che sono alla base delle nuove tecnologie, che necessitano - mi avvio a concludere - di essere affrontate, insegnate e soprattutto allenate nei percorsi di istruzione scolastica e accademica,…

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA APREA (FI). …per non avere nell'era dell'intelligenza artificiale degli analfabeti di ritorno al termine degli studi superiori, e per non farne dei disoccupati da formare nuovamente con nuovi costi per la collettività. Ringrazio ancora una volta la maggioranza e il Governo per aver condiviso la sensibilità per questo aspetto, e soprattutto l'urgenza. Chiedo quindi il voto favorevole, come peraltro è stato riconosciuto, maggioranza, Governo e V Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Presidente, il mio intervento è per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Presidente, vorrei anch'io sottoscrivere l'emendamento, ma vorrei aggiungere due parole.

Questo emendamento è assolutamente importante, perché è un primo passo verso la scuola del futuro. Nel lontano 1999 io presentavo una tesi di laurea sul digital divide nei Paesi in via di sviluppo; tuttavia oggi il Paese in via di sviluppo è l'Italia, dal punto di vista delle tecnologie e anche della formazione dei docenti. Questo sicuramente è un primo passo che va verso quella che è la scuola del futuro; sicuramente, come ha sottolineato la collega Aprea, ci sono delle direttive europee che noi non riusciremo direttamente a rispettare, però è sicuramente importante dare un segnale. Già lo avevamo fatto come Governo, stanziando direttamente milioni di euro per l'alta formazione degli insegnanti. Per noi è quindi importante e fondamentale dare via a questo tipo di formazione.

PRESIDENTE. Deputata Latini, noi stiamo parlando sempre dell'emendamento 1-ter.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, quindi non può essere sottoscritto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Velocemente, non potendo appunto essere sottoscritto, per lasciare a verbale il sostegno a questa battaglia, che ha capeggiato la collega Aprea con Forza Italia, ma che come Fratelli d'Italia sosteniamo e abbiamo sostenuto, in questo provvedimento e anche in altri. Il problema dell'innovazione nella scuola, della digitalizzazione dell'istruzione è un problema che dev'essere affrontato dal Governo, dal MIUR, e non si possono scaricare responsabilità né sui docenti né tanto meno sugli editori. Gli editori, alcuni editori scolastici hanno sicuramente vantaggio a non accelerare il processo di digitalizzazione, ma hanno bisogno anche di strumenti finanziari perché possa essere fatta la conversione completa dall'industria analogica, editoriale analogica a quella digitale.

Su questo ci siamo confrontati a Torino, con la collega Aprea, con Fusacchia, con gli editori, ma quello che è emerso è inquietante. Il provvedimento con questo segnale almeno stabilisce e sancisce la necessità per la scuola pubblica di formare i docenti a un nuovo approccio al digitale, e su questo siamo veramente, come diceva la collega Latini, all'ABC, all'alfabetizzazione digitale; ma bisogna riuscire anche a innovare le scuole, non basta qualche LIM, qualche lavagna elettronica per parlare di scuole digitalizzate. È un sistema complesso, è un'economia diversa dell'istruzione digitale, che va ovviamente a beneficio degli studenti, che va a beneficio delle famiglie, per il risparmio netto mensile all'inizio dell'anno di 500-700 euro per ogni bambino che va a scuola.

Su questo noi siamo quindi a sostegno di questa battaglia, e auspichiamo che il Governo, per suo tramite, possa al più presto occuparsi del Piano nazionale scuola digitale, che in teoria doveva essere completato nel 2020, ma che in realtà è fermo per mancanza di fondi; e in questo blocco ovviamente poi gli editori scolastici certo non fanno a gara per abbandonare i libri cartacei o integrarli con il digitale. Noi siamo quindi a favore di questo provvedimento, anche se la forma che ha preso è una forma ovviamente più istituzionale all'interno della narrativa normativa, ma ovviamente lo sosteniamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-quinquies.1 Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie. Questa proposta emendativa ovviamente affronta un tema storico per quest'Aula e per la categoria, che è quella dei diplomati magistrali. In considerazione dell'ormai consolidata esperienza di insegnamento del personale in possesso di questo titolo, oltre che per ragioni di continuità didattica, come evidenziato anche più volte dalla collega Bucalo, mira a consentire la partecipazione al nuovo concorso ordinario del personale in possesso del diploma magistrale, confermando i contratti a tempo indeterminato stipulati con la famosa, famigerata clausola rescissoria per i docenti che abbiano superato l'anno di prova, per acquiescenza della pubblica amministrazione e per la valutazione positiva espressa dagli organi collegiali.

Per garantire ovviamente - questo è l'obiettivo - la continuità didattica anche già prevista per il solo anno scolastico 2018-2019, noi inseriamo la formula del 30 giugno, al termine, ovviamente, dell'anno della sentenza definitiva, proprio per dare un minimo di garanzia a delle vite che sono sospese in una provvisorietà che merita tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.1 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.200 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.013 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.043 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.0100 Vietina, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.201 Vietina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.15 Aprea e 2.16 Frassinetti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.203 Casciello, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.17 Frassinetti e 2.18 Aprea, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.204 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.205 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2. 28 Murelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Allora, con questo emendamento, che è stato rigettato in Commissione, noi l'abbiamo ripresentato in Aula perché vogliamo direttamente porre all'attenzione dell'Assemblea un punto fondamentale e importante, perché all'interno del decreto si va, dal 1° gennaio 2020, a stabilizzare, quindi a internalizzare tutto il personale addetto ai servizi di pulizia e ausiliari, impiegato dagli appaltatori nei servizi presso le scuole statali e quindi viene direttamente reso alle dipendenze del Ministero dell'Istruzione e della ricerca. Non si è tenuto conto, però, di importanti dati: allora, nel 2017 il numero degli addetti ai lavori di questi reparti è di 17.818. Tenendo conto direttamente del pensionamento e di chi ha lasciato questo lavoro nei primi mesi del 2018 e del 2019, si arriva a 16.818 lavoratori. In poche parole, si parla di numeri come quelli dell'Ilva. Nel momento in cui andiamo direttamente a internalizzare questi lavoratori, in tutti i casi di licenziamento, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere all'INPS un contributo straordinario denominato appunto ticket NASpI. È evidente che questa operazione di internalizzazione di funzioni da tempo appaltate a società esterne è un atto straordinario, forse addirittura unico, e coinvolge appunto, come dicevo, questi quasi 17 mila lavoratori, che verranno licenziati. In virtù di tale straordinarietà, sarebbe auspicabile la previsione normativa di una specifica esenzione dal citato contributo della NASpI, anche perché, se noi andiamo direttamente a vedere i dati, la mancata internalizzazione, si parla anche di 5 mila-7 mila addetti, perché bisogna considerare direttamente i posti accantonati, che equivalgono a 11.858, quindi la differenza tra 16.800 e 11.858 vi dà direttamente 5.470 persone che rimarrebbero senza lavoro. C'è da considerare poi direttamente il carico delle aziende, che se parliamo da 5 a 7 mila persone va dai 24 ai 33 milioni di euro, che le aziende, soprattutto cooperative, dovrebbero versare appunto per la NASpI. L'ipotesi peggiore, però, è invece che il contributo sia dovuto per tutti gli attori coinvolti, e quindi 16.808 che verrebbero licenziati dall'oggi al domani per questa operazione di internalizzazione, per un totale di 80 milioni di euro. Superfluo precisare, naturalmente, che entrambe le stime presentano degli aggravi che possono compromettere la tenuta finanziaria nelle aziende coinvolte.

Chiediamo quindi al Governo direttamente di ritenere che sia necessaria e importante l'esenzione della Naspi per queste aziende cooperative, che vedono un licenziamento collettivo straordinario appunto di un numero elevatissimo di persone, di addetti, che corrispondono - lo ripeto - a tante persone quanto quelle dell'Ilva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Murelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Zangrillo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.502, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 91).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.34 Belotti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, questo è l'emendamento che riguarda una figura professionale che magari non sta in prima linea come ogni docente sulla sua cattedra; questa è una figura, però, senza la quale le nostre scuole, da circa vent'anni, non potrebbero funzionare. Sto parlando dei direttori dei servizi generali amministrativi - meglio conosciuti con l'acronimo di DSGA - facenti funzione.

Cercherò brevemente di spiegare chi ha portato avanti le nostre scuole, considerando anche le lacune dell'amministrazione periferica del MIUR. Gli ex provveditorati, gli ex uffici scolastici provinciali sono sempre più carenti di personale, e a queste lacune tentano di sopperire le scuole. Bene. In ogni scuola dovrebbe esserci un DSGA, invece così non è: circa un terzo dei nostri istituti scolastici ed educativi negli ultimi vent'anni non ha avuto la figura del DSGA, ma, al suo posto, c'erano degli assistenti amministrativi, coloro i quali appartengono al personale ATA. Sono degli impiegati amministrativi che hanno svolto le funzioni di DSGA. Anche in questo caso, Presidente, parliamo di una figura professionale discriminata, ed è la terza categoria, numericamente parlando maggiore rispetto ad altre, che viene discriminata. Perché? Eppure su questo mi era sembrato che in Commissione eravamo riusciti a trovare una quadra, perché comunque non parliamo di un numero esorbitante, siamo intorno a un migliaio di unità, che evidentemente però non valgono la considerazione e l'attenzione di questa maggioranza. Vengo al dunque. Questa maggioranza - MoVimento 5 Stelle, PD, Italia Viva e Liberi e Uguali - vuole escludere questa figura professionale, nonostante abbia svolto questo incarico per tanti anni, semplicemente perché non è provvista del titolo di studio specifico. Attenzione, non della laurea, ma del titolo di studio specifico. Quindi, secondo la maggioranza, secondo questa parte di legislatori, un lavoratore può svolgere delle mansioni da precario sprovvisto di un titolo, ma non può più svolgere le stesse mansioni che ha fatto per almeno dieci anni, se non ha quel titolo, per passare a tempo indeterminato, quindi ditemi voi se anche qui non violiamo il principio di non discriminazione tra lavoratori dello stesso comparto. Ed è brutto, perché noi affossiamo una categoria che si è sacrificata sulla fiducia, che ha svolto delle mansioni che non gli competeva, con tutti gli oneri e non con gli onori, perché chi è stato amministratore qui dentro sa cosa vuol dire mettere una firma su un documento e sbagliare. I servizi generali e amministrativi di una scuola guardate che sono un lavoro molto duro e difficile, si va anche dalle graduatorie, dove se sbagli a chiamare qualcuno il diretto interessato ti fa causa e ce li rimetti tu di tasca tua, non lo Stato, perché lo Stato, poi, attraverso la Corte dei conti, si avvale su queste categorie di professionisti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18,50)

ROSSANO SASSO (LEGA). Ebbene, oggi potevamo mettere fine al loro precariato, potevamo mettere fine alla parola “facente funzione”, potevamo accogliere queste figure che hanno dimostrato di avere delle competenze, ma come al solito, per un'ideologia farlocca del merito… Perché, torno a ripeterlo, meglio un assistente amministrativo facente funzione che per dieci anni ha fatto funzionare una scuola piuttosto che un laureato con 110 e lode che, però, di scuola non ne capisce più di tanto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, io non volevo intervenire su questa questione dei DSGA, però non posso non farlo dopo l'intervento del collega Sasso, perché c'è un punto di verità da ripristinare. Il collega Sasso sta facendo passare in quest'Aula il messaggio che noi stiamo discriminando rispetto al titolo di studio, e correttamente dice: se queste persone hanno sorretto - e io credo che tutta quest'Aula glielo riconosca, a prescindere dalle forze politiche - la scuola italiana per tanti anni proprio in mancanza di una procedura concorsuale, quindi sono diventati facenti funzioni, come li chiamiamo, adesso ovviamente non possiamo penalizzarli perché non hanno quel titolo di studio in base al quale hanno retto la scuola fino a ieri e oggi non possono fare il concorso. Ma qui stiamo discutendo di una questione un po' più ampia.

Cioè, l'organizzazione complessiva della norma, su cui è intervenuta anche la Commissione bilancio con un punto dirimente proprio su questa questione del titolo, in realtà sta dicendo al Paese una cosa più articolata, collega Sasso e, cioè, sta dicendo che noi abbiamo già fatto e già bandito un concorso per DSGA, a cui è stato concesso, a chi faceva funzioni, di partecipare. Le prove preselettive si sono tenute all'inizio di giugno - ricordo al collega Sasso -, gli scritti si sono fatti venti giorni fa e qui stiamo, invece, valutando l'opportunità - mi fermo qui con le parole - di consentire a delle persone che non hanno superato quel concorso, mentre quel concorso è aperto e prosegue, di partecipare ad una procedura straordinaria che, di fatto, bypassa. Quindi, attenzione a rimettere come dire le cose in fila, perché possiamo avere posizioni diverse sulle varie questioni, ma almeno gli elementi fattuali che siano gli stessi, altrimenti qui diventa un dibattito che non trova risposta nella realtà, là fuori, nelle scuole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Mi permetto di intervenire perché io la figura di DSGA la conosco bene, la conosco da ben trent'anni e conosco anche questi assistenti amministrativi, che si chiamano facenti funzione di DSGA, che da vent'anni sostituiscono e vengono incaricati dagli ex provveditorati, adesso chiamati uffici scolastici provinciali, a quelli che sono tutti i posti vacanti che abbiamo nelle scuole - e ce ne sono tantissimi, 2 mila circa posti banditi sono una goccia - e l'hanno fatto per vent'anni. Io riprendo l'intervento del collega Sasso: il facente funzioni non fa solo una nomina, il facente funzioni fa un bilancio, il facente funzioni fa una ricostruzione di carriera, il facente funzioni ha fatto una gara, con centinaia e centinaia di euro, anzi, molto di più; il facente funzioni va a rendicontare dei progetti della Comunità europea da dieci anni. Adesso, quello che mi fa più rabbia è una frase che ho letto, che può portare nocumento all'amministrazione scolastica. Evitiamo un'ulteriore umiliazione per chi, da dieci anni, ha portato avanti le amministrazioni scolastiche. Dove era il nocumento dieci anni fa? Dove era questa lesione delle scuole dieci anni fa? È questa l'umiliazione che non bisogna far subire a queste persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.34 Belotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sono costretto a comunicare a quest'Aula che il Senato, in chiusura dei lavori, in sospensione, ha annunciato che sono state sconvocate le Commissioni convocate per domattina. Io sono sconvolto del fatto che, per la terza volta, la Commissione Forteto, dopo che è stata convocata, viene sconvocata.

È una cosa insostenibile, inaccettabile. C'è una persona condannata a quattordici anni per abusi e maltrattamenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in via definitiva, ci sono decine di vite distrutte, bambini abusati, donne costrette a lavorare in gravidanza; tra l'altro, tra pochi giorni, a fine mese, scade il commissariamento e non si è potuta svolgere la Commissione d'inchiesta a commissariamento aperto per capire le responsabilità, inchiodare i responsabili, anche di chi ha coperto questa vergogna e trovare soluzioni, e ancora la Commissione, tutte le volte, viene convocata e sconvocata. Non so se c'è qualcosa ancora peggiore, ma, nel migliore dei casi, perché PD e 5 Stelle non trovano il loro accordo di potere delle loro poltrone alle spalle delle vittime de il Forteto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è indecente, inaccettabile e insostenibile! Se invece non fosse per questo, ma ci fosse ancora qualcosa di peggiore, se ci fosse ancora la volontà di coprire i pedofili, gli abusatori, o chi della politica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli, c'è un merito, che è la sconvocazione di una Commissione, e c'è un intervento di altro tipo che non ha nulla a che fare con la sconvocazione di una Commissione.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, se io dico che non voglio che ci sia la volontà di coprire è perché nelle Aule istituzionali, Fiesoli ha presentato i libri al Senato, la politica ha coperto più e più volte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il Partito Democratico ci apriva le campagne elettorali a il Forteto, non è che mi invento una cosa che qualcuno vuole nascondere e coprire…

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli, se lei vuole richiamare…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …quindi ci sono delle responsabilità che devono essere inchiodate. Non potete più rimandare, siete contro legge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). È legge dello Stato la Commissione Forteto: basta prendere in giro le vittime!

PRESIDENTE. Nessuno deve dire basta e lei deve completare il suo intervento.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, completo. Comprendo i mugugni del Partito Democratico…

PRESIDENTE. Colleghi…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …comprendo ancora di più il silenzio dei 5 Stelle, che hanno preso voti su questa vicenda e sono spariti, con il silenzio e la coda tra le gambe per salvare le poltrone. È vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie. Comunque, il suo richiamo rispetto alla convocazione verrà riportato al Presidente della Camera per sollecitare la definizione di una nuova data.

Passiamo all'emendamento 2.503, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.503, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.211 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.210 Bucalo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Passiamo all'emendamento 3.8 Colmellere.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colmellere. Ne ha facoltà.

ANGELA COLMELLERE (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su questo emendamento, che è stato rigettato in Commissione e abbiamo riproposto per l'Aula, in quanto, questo emendamento, è volto a consentire ai comuni di finanziare le attività di trasporto scolastico a supporto delle famiglie, secondo i principi di economia del procedimento, a vantaggio di tutte le classi sociali, a sostegno dell'interesse pubblico e al mantenimento sul territorio di adeguati servizi scolastici. Come ben sapete, il trasporto scolastico è un servizio pubblico riconosciuto nell'ambito del diritto allo studio, costituzionalmente garantito, rivolto alle famiglie, a sostegno della fruizione dell'istruzione di base, il cui esercizio, da parte dei comuni, dovrebbe essere subordinato ad una normativa più elastica.

La proposta emendativa che qui presentiamo mira, quindi, ad individuare una idonea soluzione, attraverso un intervento normativo che definisca, nell'ambito dell'autonomia dell'amministrazione e nel rispetto degli equilibri di bilancio, le modalità per assicurare alle famiglie un servizio così fondamentale. In particolare, come tutti noi sappiamo, i servizi a domanda individuale sono quelli che i comuni possono coprire in parte, lasciando percentuali fisse minime di copertura a carico degli utenti. Il trasporto scolastico non è un servizio rivolto alla comunità indifferenziata, bensì a utenti perfettamente individuati e limitati, anno scolastico per anno scolastico, e, come tale, potrebbe essere inquadrato tra questo tipo di servizi.

La norma contenuta nel decreto-legge “scuola”, approvato nei Consigli dei ministri, l'11 ottobre scorso, costituisce solo parzialmente una soluzione, a nostro avviso. Infatti la Sezione autonomie della Corte dei conti, pronunciandosi sulla questione di massima sollevata dall'associazione nazionale comuni italiani, ANCI, è intervenuta, evidenziando che gli enti locali nell'ambito della propria autonomia finanziaria, nel rispetto degli equilibri di bilancio e della clausola dell'invarianza finanziaria, possono dare copertura finanziaria al servizio di trasporto scolastico, anche con risorse proprie, con corrispondente minor aggravio a carico dell'utenza. E, ancora, si legge: “Fermo restando i principi di cui sopra, laddove l'ente ne ravvisi la necessità, nel caso di categorie di utenti particolarmente deboli e/o disagiati, la quota di partecipazione diretta dovuta dai soggetti beneficiari per la fruizione del servizio può anche essere inferiore ai costi sostenuti dall'ente per l'erogazione del servizio stesso o nulla o di modica entità, purché individuata attraverso meccanismi previamente definiti di gradazione della contribuzione degli utenti, in conseguenza delle diverse situazioni economiche in cui gli stessi versano. Quest'ultima previsione può generare, in caso di solo parziale copertura da parte dell'ente, un aggravio di procedura non indifferente per i nostri comuni che ha effetti negativi anche per tutte le famiglie”.

Concludo, sottolineando l'importanza di inquadrare il trasporto scolastico tra i servizi a domanda individuale per le conseguenze di legge a cui ho fatto cenno e chiedo, pertanto, una riflessione sulla modifica normativa ed una auspicabile convergenza sul parere positivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Colmellere, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Ferraioli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.02 Frassinetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.500 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento; ricordo il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.501 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento; ricordo il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2222-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento i seguenti ordini del giorno: Sensi n. 9/2222-A/1, Vizzini n. 9/2222-A/10, Garavaglia n. 9/2222-A/13, Ciaburro n. 9/2222-A/17, Lattanzio n. 9/2222-A/23, Nitti n. 9/2222-A/25, Cimino n. 9/2222-A/27, Tucci n. 9/2222-A/28, Scagliusi n. 9/2222-A/29, Torto n. 9/2222-A/30, Masi n. 9/2222-A/31, Bellucci n. 9/2222-A/37, Montaruli n. 9/2222-A/38, Gebhard n. 9/2222-A/39, Schullian n. 9/2222-A/40, Vietina n. 9/2222-A/48, Rossi n. 9/2222-A/53, Bruno Bossio n. 9/2222-A/54, Mura n. 9/2222-A/55, Cavandoli n. 9/2222-A/56, Sasso n. 9/2222-A/57 e Belotti n. 9/2222-A/58.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Glieli chiamo io, così facciamo più rapidamente.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Presidente, chiediamo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Dieci minuti di sospensione: dieci minuti vi bastano, colleghe? Sì. Quindi riprendiamo alle ore 19,20. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 19,10, è ripresa alle 19,20.

PRESIDENTE. Signora sottosegretaria, le chiamerei gli ordini del giorno, n. 9/2222-A/2 Fregolent.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a proseguire nel processo di internalizzazione e a garantire servizi di pulizia delle scuole nonché a farsi carico attivando gli strumenti disponibili di eventuali situazioni di difficoltà”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/3 Toccafondi.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/4 Magi.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/5 Bucalo.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/6 Frassinetti.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità in sede di esame del disegno di legge collegato alla legge di bilancio in materia di percorsi abilitanti di valorizzare adeguatamente l'esperienza maturata dai soggetti di cui in premessa anche in considerazione delle gravi carenze di organico a cui abbiamo assistito in questi anni”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/7 Rizzetto.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/8 Ferro.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a dare piena attuazione al decreto-legge e quindi a porre in essere iniziative normative volte ad individuare un sistema di formazione e reclutamento dei docenti pianificando procedure concorsuali formative che concorrano contestualmente a contrastare il precariato e ad eliminare i posti vacanti sia dei docenti che dei dirigenti scolastici”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/9 Mollicone.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Lei sta leggendo solo la parte riformulata, vero?

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Sì.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. “A promuovere gli opportuni interventi per favorire la continuità didattica per gli studenti con disabilità”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/11 De Filippo.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/12 Pagano.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/14 Capitanio.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/15 Mantovani.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/16 Caretta.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/18 Lucaselli.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/19 Varchi.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/20 Rospi.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/21 Gallo.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/22 Villani.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/24 Barbuto.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/26 Ianaro.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/32 Deidda.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a dare attuazione ai decreti legislativi n. 66 del 2017 e n. 96 del 2019 e ad implementare il nuovo modello di certificazione della disabilità e di determinazione delle ore di sostegno spettanti ivi previste”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/33 Butti.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/34 Silvestroni.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/35 Rotelli.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/36 Lollobrigida.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/41 Aprea.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/42 Casciello.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare misure volte a rivedere la previsione della decadenza degli incarichi temporanei di cui al comma 4, fissata alla data certa del 31 dicembre 2020 al fine di non determinare vuoti negli organici durante lo svolgimento delle procedure concorsuali, e di legare la scadenza dei contratti temporanei all'immissione in ruolo dei vincitori di concorso di cui al comma 3, a garanzia del buon funzionamento della pubblica amministrazione”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/43 D'Attis.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/44 Savino Elvira.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/45 Labriola.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: ci fermiamo al “confronto con le organizzazioni sindacali”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/46 Palmieri.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/47 Saccani.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/49 De Maria.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di salvaguardare, nei requisiti di partecipazione che saranno definiti con decreto interministeriale, l'esperienza delle cooperative sociali che impegnano persone disabili”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/50 Serracchiani.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/51 Prestipino.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/52 Ciampi.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole con riformulazione: ci fermiamo a “di ruolo che valorizzi il servizio già svolto”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/59 Morelli.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/60 Latini.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2222-A/61 Tombolato.

LUCIA AZZOLINA, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/2 Fregolent, favorevole con riformulazione, OK; 9/2222-A/3 Toccafondi, favorevole; 9/2222-A/4 Magi, favorevole; 9/2222-A/5 Bucalo, invito al ritiro: votiamo?

CARMELA BUCALO (FDI). Chiedo di votare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/5 Bucalo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Ordine del giorno n. 9/2222-A/6 Frassinetti, favorevole con riformulazione; va bene.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/7 Rizzetto, invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/7 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Ordine del giorno n. 9/2222-A/8 Ferro, favorevole con riformulazione. Va bene, onorevole Ferro? Va bene, favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/9 Mollicone, favorevole con riformulazione; va bene.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/11 De Filippo, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/12 Alessandro Pagano, contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/12 Alessandro Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Chiedo scusa: revoco l'indizione della votazione, non cambia nulla. L'ordine del giorno viene ritirato? È ritirato. Chiedo scusa, avevamo un appunto sbagliato. Comunque, l'ordine del giorno è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/14 Capitanio.

Dichiaro aperta la votazione.

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo capire la ratio dell'invito al ritiro, dal momento che l'ordine del giorno era allineato con alcune risposte date al question time da parte del Governo sul tema dell'educazione civica, quindi, chiede di andare nella stessa direzione e di accelerare il procedimento. Quindi, chiedo una rivalutazione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Se il Governo ritiene di intervenire me lo chiede; non ritiene di intervenire.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/14 Capitanio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/15 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/16 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/18 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/19 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Ordini del giorno n. 9/2222-A/20 Rospi, n. 9/2222-A/21 Gallo, n. 9/2222-A/22 Villani, n. 9/2222-A/24 Barbuto e n. 9/2222-A/26 Ianaro, favorevoli.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/32 Deidda, favorevole con riformulazione; va bene, onorevole Deidda.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/33 Butti, contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/33 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

Ordine del giorno n. 9/2222-A/34 Silvestroni, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2222-A/35 Rotelli, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/35 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/36 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2222-A/41 Aprea, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Ordine del giorno Casciello n. 9/2222-A/42, parere favorevole con riformulazione. Va bene la riformulazione? Sì,

Ordine del giorno D'Attis n. 9/2222-A/43, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, io vorrei chiedere al governo se si può pensare una mediazione su questo, cancellando il primo impegno e riducendo il secondo impegno, individuando semplicemente un titolo preferenziale nell'aver superato il concorso del 2004; poi, anche cancellando tutto il resto.

Ne approfitto, Presidente, così evito di fare un intervento successivo, per esprimere la soddisfazione per il parere favorevole dato all'ordine del giorno Labriola n. 9/2222-A/45, seppur comunque modificato nella parte finale, che prevede l'impegno da parte del Governo di aprire un tavolo con le organizzazioni sindacali prima di procedere alla selezione del personale scolastico adibito ai servizi di pulizia.

PRESIDENTE. Il Governo non mi chiede di intervenire.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Attis n. 9/2222-A/43, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elvira Savino n. 9/2222-A/44, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Passiamo all'ordine del giorno Labriola n. 9/2222-A/45, parere favorevole con riformulazione. Sta bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/2222-A/46, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Ordine del giorno Saccani Jotti n. 9/2222-A/47, parere favorevole. Non occorre votarlo, perché è favorevole, quindi…

Ordine del giorno De Maria n. 9/2222-A/49, parere favorevole con riformulazione. Va bene onorevole De Maria? Bene.

Ordine del giorno Serracchiani n. 9/2222-A/50, parere favorevole.

Ordine del giorno Prestipino n. 9/2222-A/51, parere favorevole.

Ordine del giorno Ciampi n. 9/2222-A/52, parere favorevole con riformulazione. Va bene, collega Ciampi.

C'è poi l'ordine del giorno Murelli n. 9/222-A/59, parere favorevole.

Ordine del giorno Latini n. 9/2222-A/60, parere contrario.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Latini n. 9/2222-A/60, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

È l'ultima votazione, colleghi. Colgo anche l'occasione per ringraziare i colleghi della Commissione finanze, che stanotte hanno fatto la notte e sono venuti direttamente in Aula (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Ordine del giorno Tombolato n. 9/2222-A/61, parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 11.

Sempre secondo le intese intercorse, nella seduta di domani, a partire dalle 15, sarà iscritta all'ordine del giorno la discussione sulle linee generali del decreto-legge in materia fiscale. Gli ulteriori due argomenti previsti dal calendario dei lavori, la proposta di legge in materia di personale delle rappresentanze diplomatiche e le mozioni relative all'emergenza climatica, saranno rinviati alle sedute successive.

Preannunzio di elezioni suppletive.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha verificato che il seggio di deputato nel collegio uninominale 01-Roma della XV Circoscrizione Lazio 1 deve essere coperto mediante elezioni suppletive ai sensi dell'articolo 86, comma 3, del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

Tale seggio - attribuito con il sistema maggioritario ai sensi dell'articolo 77, comma 1, lettera b), del medesimo Testo unico - si è reso vacante a seguito della cessazione dal mandato parlamentare del deputato Paolo Gentiloni Silveri, in ragione dell'opzione espressa dal medesimo deputato per la carica incompatibile di Commissario europeo per gli affari economici e monetari, di cui la Camera ha preso atto nella seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo silenzio, cortesemente.

Ha chiesto di parlare la collega Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, quella di Michela Brotzu è la storia di una donna che lotta per la vita: commessa in un supermercato di Nuoro, nel 1999 scopre di avere un tumore alla tiroide; si opera a Cagliari e si sottopone a sei mesi di radioterapia. Dal 2001 fino al 2004 deve ripetere la radioterapia, ma non rinuncia al proprio lavoro. La sua vita viene scandita da analisi, cure e controlli, ed è proprio durante uno di questi, nel maggio 2017, che scopre di avere una metastasi al torace. Così è costretta a volare a Milano, dove si sottopone a un delicatissimo intervento chirurgico. Supera l'intervento, ma riporta una grave lesione oculare: deve smettere di lavorare, nonostante non abbia mai smesso durante i 18 anni di malattia. Chiede l'aggravamento per malattia, ed ottiene l'accompagnamento, l'inabilità al lavoro e la pensione anticipata. La situazione precipita nuovamente, e nel 2018 è costretta ad iniziare cicli di chemioterapia a Cagliari, dove deve recarsi periodicamente accompagnata dal marito, operaio, costretto a rinunciare allo stipendio di una giornata lavorativa perché la moglie ha bisogno di essere assistita e accompagnata.

Signor Presidente, Michela Brotzu è una donna che spesso non riesce nemmeno a stare in piedi, dal dolore; ma nel giugno 2019, durante un esame di controllo presso la commissione medica, le vengono revocati l'inabilità al lavoro e l'accompagnamento. Michela è colpevole forse di essere una donna di bell'aspetto, curata, di cercare disperatamente di non perdere la propria identità e di non permettere alla malattia di deturparla mentre lotta per la sopravvivenza. Una paziente oncologica, signor Presidente, non deve esternare il male che la divora per dimostrare la sua malattia: non è annientando la propria femminilità che deve sperare di ottenere i propri diritti. Denuncio in quest'Aula il caso della signora Brotzu per denunciare i tanti casi di malati oncologici che, già gravati da un male devastante e messi all'angolo dalla vita, vedono i propri diritti irrimediabilmente calpestati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Grazie, Presidente. Ieri è stata la Giornata mondiale contro l'AIDS, e noi abbiamo il dovere di far risuonare ancora in quest'Aula e nel lavoro che dobbiamo fare in questo Parlamento questo grande e grave problema della sanità pubblica mondiale. Oggi la lotta all'HIV è ancora una sfida da vincere: infatti tuttora questo virus è indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità tra le dieci più grandi minacce per la salute; 36,9 milioni di persone nel mondo vivono con infezione da HIV, 1,8 milioni sono state le nuove diagnosi nel 2017, gli ultimi dati che abbiamo a disposizione, 940 mila casi di morte ancora per AIDS nel 2017. L'HIV è un'emergenza anche nel nostro Paese. I dati che abbiamo, del 2018, manifestano ancora elementi molto drammatici: 2.847 le nuove diagnosi di infezione, pari a 4,7 nuovi casi per ogni 100 mila abitanti. Presidente, emerge ancora una volta la necessità di costituire un fronte comune per raggiungere gli obiettivi che le Nazioni Unite indicano con tre numeri, 90, 90, 90, per accelerare, intensificare e coordinare l'azione globale contro l'AIDS, che auspica esattamente il raggiungimento entro il 2020 di questi risultati: il 90 per cento di diagnosi per infezione da HIV, il 90 per cento delle persone con diagnosi da HIV che devono andare in terapia, il 90 per cento di abbattimento della carica virale nelle persone in trattamento con i vaccini. Bisogna costruire questo fronte comune in termini di informazione perché questo stigma ancora permane in maniera profonda e inquietante nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Masi. Ne ha facoltà.

ANGELA MASI (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento riguarda l'interpellanza depositata alla Camera il 22 novembre, a cui è seguito, il 30 novembre, l'intervento dei Carabinieri del NOE che auspicavo per accertare lo stato della discarica Le Lamie di Altamura, già gestita da Tradeco Srl. Chiedevo in quell'atto se vi fossero danno ambientale e rischi di compromissione delle falde acquifere dei terreni e delle coltivazioni, nonché potenziali impatti sanitari sia per l'ambiente sia per la salute dei cittadini. Per vent'anni l'impianto ha raccolto i rifiuti solidi urbani di Altamura e dei comuni limitrofi.

Nel 2007 la provincia di Bari aveva ordinato la chiusura ed era stata avviata la procedura successiva, che prevedeva una serie di azioni e strumenti per la messa in sicurezza del sito e per evitare conseguenze in danno dell'ambiente e della salute pubblica; procedure non adempiute completamente nei tempi e nei modi previsti.

Presidente, interpretando le legittime preoccupazioni della comunità altamurana, anche in seguito ai contenuti della relazione del liquidatore della Tradeco Srl, ho informato più volte il Ministro Costa sulla situazione e sull'operazione avvenuta qualche giorno fa da parte dei Carabinieri, che ringrazio per l'intervento.

Colgo l'occasione anche per ricordare l'impegno del nostro portavoce in consiglio comunale, Raffaele Difonzo, che ha scritto al comune di Altamura e alla città metropolitana di Bari. Resto tuttavia vigile su quello che potrà emergere dagli accertamenti sul reale stato dei luoghi, ferma restando la mia preoccupazione per lo stato in cui versa la discarica, abbandonata da anni. Per questo, Presidente, auspico un impegno congiunto di tutte le istituzioni, comune, città metropolitana, regione Puglia e Ministero dell'Ambiente, per risolvere definitivamente questa situazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Rossini. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSINI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi mi rivolgo a quest'Aula per porre l'attenzione su quello che sta accadendo ai dipendenti dello storico gruppo Berloni di Montelabbate, in provincia di Pesaro. Il gruppo produttore di cucine è in liquidazione; la decisione improvvisa è stata presa giovedì, dopo che, nel 2014, il 99 per cento delle quote sono passate a tre soci taiwanesi. Sebbene l'impresa non sembri soffrire di una crisi, visto che i fatturati degli ultimi due anni hanno segnato tra il 20 e il 25 per cento in più rispetto al 2017, vale a dire circa 15 milioni di euro di fatturato, due dei tre soci hanno deciso di procedere con la liquidazione, facendo rischiare così la mobilità a ottantacinque dipendenti.

Nonostante, quindi, la crescita dell'azienda e le recenti assunzioni, la proprietà ha deciso di dare questa notizia, con gravi rischi occupazionali. I lavoratori si sono organizzati in uno sciopero già da venerdì scorso e stanno vivendo un grave disagio; non sentendosi tutelati dallo Stato, temono per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. È importante far sentire la vicinanza delle istituzioni a tutte le persone coinvolte in questa vicenda. Il MiSE già si è attivato, avviando l'apertura dei canali diplomatici con Taiwan per cercare di trovare una soluzione alla vertenza della Berloni.

La situazione, però, appare davvero drammatica; non si conoscono ancora con chiarezza quali siano le intenzioni della proprietà e la soluzione non è ovviamente semplice, trattandosi di soci privati e non di un'azienda statale. So che il Mise è al lavoro per cercare una soluzione che sostenga e mantenga la dignità dei dipendenti nel modo migliore. Continuerò a seguire da vicino la vicenda insieme ai colleghi marchigiani. Per il momento voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai dipendenti che si sono mobilitati perché la decisione presa mette a rischio uno storico marchio del made in Italy, situato a Pesaro fin dal 1960, e rischia di causare l'impoverimento di tutto il distretto del mobile pesarese, con ricadute per tutto il territorio che bisogna evitare assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Un docente dell'ateneo di Siena, il professor Emanuele Castrucci, ha pubblicato su Twitter una foto di Adolf Hitler, accompagnandola con questo commento: vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano, dominando il mondo.

Parole di gravità inaudita ed assolutamente da condannare. Non si tratta di esprimere le proprie idee o di divulgare opinioni personali; si tratta di tutelare i valori fondanti della nostra Costituzione. Chiedo dunque con forza seri provvedimenti da parte del rettore Francesco Frati, unendomi alle richieste del Ministro Fioramonti.

Non si possono calpestare anni ed anni di lotte contro il nazifascismo e migliaia di vite spezzate per ritrovarsi oggi a dover leggere dichiarazioni di un insegnante italiano che difende ed inneggia a Hitler e al nazismo. Vorrei che anche qui, in quest'Aula, ci fosse una voce univoca per contestare e condannare questo atto increscioso. Da italotedesca posso infine assicurarvi che, se fosse successo in Germania, un atto del genere non verrebbe perdonato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Intervengo sulla scia della collega, Presidente, però in effetti è abbastanza raccapricciante quello che abbiamo sentito oggi dal quotidiano la Repubblica. Questo professor Castrucci è un docente di filosofia del diritto presso l'Università di Siena e attraverso il proprio account Twitter ha apertamente inneggiato a Hitler, come bene veniva detto anche dalla collega, definito difensore della civiltà europea. Ha inneggiato al nazismo, ha pubblicato contenuti chiaramente antisemiti. Estremamente grave appare anche la prima reazione del rettore dell'ateneo senese, il professor Francesco Frati, che, sollecitato a prendere una posizione su quanto accaduto, ha incredibilmente teso a minimizzare, non condannando il docente, anzi derubricando i suoi post a livello di opinioni personali, quasi che l'esaltazione dell'orrore nazista e la professione di antisemitismo non fossero dei crimini puniti dalle leggi della nostra Repubblica, ma innocui pensierini della sera, così, da scambiare con gli amici.

Come parlamentare toscana considero tutto ciò gravissimo e inaccettabile. Credo pertanto che sia necessario da parte del Ministro Fioramonti intervenire fermamente nei confronti del docente e nei confronti del rettore, che con le sue parole dimostra purtroppo - so che è ritornato sul tema in giornata, ma comunque la sua prima reazione è stata questa - di non avere compreso appieno la gravità di quanto accaduto.

Un'altra questione, signor Presidente: colpisce che questi fatti si verifichino alla luce del sole in una terra, la provincia di Siena, fatta oggetto nelle scorse settimane di una larga inchiesta sui movimenti neonazisti che ha portato a diversi arresti e al sequestro di molte armi, dimostrando il livello di pericolosità eversiva che la minaccia dell'estrema destra ha ormai raggiunto anche in Italia.

Quanto accaduto all'ateneo di Siena, quindi, una delle nostre migliori università, non può assolutamente passare sotto silenzio e dunque sollecito il Ministro a una ferma presa di posizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Di Giorgi; naturalmente la Presidenza si associa ai richiami fatti da lei e dalla collega Ehm.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Presidente ed onorevoli colleghi, il 2 dicembre del 1888 Giovanni Bagaini fondò il quotidiano che oggi è chiamato La Prealpina. Al tempo ci fu la volontà di dotare il territorio di un foglio indipendente che potesse raccontare le dinamiche locali del Varesotto. Gli strilloni varesini iniziarono a distribuire la Cronaca Prealpina, sottotitolata Gazzetta dei Tre Laghi. Nel primo numero l'articolo di apertura riportava: l'unico programma di un giornale purchessia è quello di dire la verità, sempre e a chiunque, di usare giustizia a tutti e, per necessaria conseguenza, di non essere l'emanazione assoluta di un partito o di una casta. Giovanni Bagaini pose la sua prima firma sull'ultima pagina. Cronaca Prealpina divenne il primo giornale italiano a tiratura quotidiana con sede al di fuori di un capoluogo di provincia, in quanto Varese era all'epoca in provincia di Como. Inoltre, fu il primo quotidiano d'Italia ad adottare macchine da stampa a composizione meccanica ed il giornale venne integrato con vari supplementi illustrati. Il quotidiano superò i due conflitti mondiali, non senza travagli dovuti al contesto turbolento dell'epoca. Ancora oggi La Prealpina viene venduta nelle edicole di tutto il Varesotto ed è l'unico giornale del territorio su carta stampata. La sua presenza risulta ancora essere fondamentale per la dinamicità del dibattito e delle opinioni di un territorio. Se è vero che nell'informazione il web è diventato un canale fondamentale, veloce ed accessibile, è vero anche che il piacere di sfogliare un quotidiano stampato che racconta la cronaca di un territorio è un bene che le istituzioni devono sempre tentare di preservare come patrimonio di tutti, anche nei nostri tempi moderni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Rinvio della data di convocazione di Commissioni parlamentari di inchiesta per la loro costituzione.

PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con la Presidente del Senato, le sedute costitutive della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la Comunità “Il Forteto” e della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, già convocate per martedì 3 dicembre 2019, alle 10, sono rinviate ad altra data.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Vergogna!

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie Presidente, intervengo solo per far constare a verbale che oggi il Presidente Fico ha diverse volte richiamato il deputato Borghi, senza precisare che non era riferito al sottoscritto; lo dico giusto perché rimanga a verbale, grazie.

PRESIDENTE. Certamente sarà così, la ringrazio.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 3 dicembre 2019 - Ore 11:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti. (C. 2222-A)

Relatrici: CASA, per la VII Commissione; SERRACCHIANI, per la XI Commissione.

2. Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 2059 .

(a partire dalle ore 15)

3. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili. (C. 2220-A)

Relatori: RUOCCO e FRAGOMELI.

La seduta termina alle 20.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 27 Novembre 2019:

  - a pagina II della sezione Votazioni, Elenco n. 3, alla votazione n. 33, le parole “art. agg. 9.057” si intendono sostituite con le parole “em. 9.550”.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Andrea Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 5, 8, 16, 38 e 110 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 7 e 91 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 20 alla n. 29 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 20 e 119 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Trizzino ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 24 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 37 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 38 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 39 la deputata Bruno Bossio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 39 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 la deputata Nesci ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 48 e 70 la deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 56 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 56 il deputato Viviani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 57, 105 e 106 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 58 i deputati Giordano e Sensi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 58 alla n. 60 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 la deputata Serracchiani ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 61 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 65 il deputato Lattanzio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69 i deputati Barzotti e De Lorenzis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 70, 106, 109, 117 e 118 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 i deputati Barzotti, Bonomo e Serracchiani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 74 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 78 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 90 la deputata Terzoni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 90 la deputata Ferro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 96 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 99 la deputata Incerti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 109 il deputato Provenza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 100 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 120 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2222-A - em. 1.1 402 402 0 202 171 231 76 Resp.
2 Nominale em. 1.2 404 404 0 203 171 233 76 Resp.
3 Nominale em. 1.114 401 400 1 201 172 228 78 Resp.
4 Nominale em. 1.8 405 404 1 203 173 231 77 Resp.
5 Nominale em. 1.7 417 416 1 209 173 243 77 Resp.
6 Nominale em. 1.6 422 421 1 211 177 244 77 Resp.
7 Nominale em. 1.400 426 426 0 214 426 0 77 Appr.
8 Nominale em. 1.72 426 425 1 213 181 244 77 Resp.
9 Nominale em. 1.200 430 429 1 215 181 248 77 Resp.
10 Nominale em. 1.22 430 430 0 216 181 249 77 Resp.
11 Nominale em. 1.401 n.f. 432 432 0 217 432 0 77 Appr.
12 Nominale em. 1.26 436 435 1 218 184 251 76 Resp.
13 Nominale em. 1.80 433 432 1 217 181 251 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.202 431 430 1 216 180 250 76 Resp.
15 Nominale em. 1.31 432 431 1 216 181 250 76 Resp.
16 Nominale em. 1.32 432 432 0 217 179 253 76 Resp.
17 Nominale em. 1.33, 1.81 431 431 0 216 179 252 76 Resp.
18 Nominale em. 1.34, 1.82 432 432 0 217 181 251 75 Resp.
19 Nominale em. 1.204 435 435 0 218 181 254 75 Resp.
20 Nominale em. 1.205 435 435 0 218 182 253 75 Resp.
21 Nominale em. 1.402 438 438 0 220 437 1 75 Appr.
22 Nominale em. 1.206 rif. 437 437 0 219 437 0 75 Appr.
23 Nominale em. 1.85 437 425 12 213 183 242 75 Resp.
24 Nominale em. 1.43 438 437 1 219 437 0 74 Appr.
25 Nominale em. 1.45 rif. 440 440 0 221 440 0 74 Appr.
26 Nominale em. 1.46 443 442 1 222 184 258 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.403 438 438 0 220 438 0 74 Appr.
28 Nominale em. 1.47 434 434 0 218 184 250 74 Resp.
29 Nominale em. 1.48, 1.52 429 429 0 215 181 248 74 Resp.
30 Nominale em. 1.88 434 434 0 218 257 177 74 Appr.
31 Nominale em. 1.94 439 439 0 220 181 258 74 Resp.
32 Nominale em. 1.93 432 432 0 217 179 253 74 Resp.
33 Nominale em. 1.95 439 439 0 220 181 258 74 Resp.
34 Nominale em. 1.55 440 440 0 221 182 258 74 Resp.
35 Nominale em. 1.404 440 440 0 221 437 3 74 Appr.
36 Nominale em. 1.207 437 437 0 219 437 0 74 Appr.
37 Nominale em. 1.405 434 434 0 218 434 0 74 Appr.
38 Nominale em. 1.57 433 433 0 217 180 253 74 Resp.
39 Nominale em. 1.56 427 426 1 214 177 249 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 1.208 444 444 0 223 265 179 74 Appr.
41 Nominale em. 1.210 440 429 11 215 253 176 74 Appr.
42 Nominale em. 1.213 433 433 0 217 178 255 74 Resp.
43 Nominale em. 1.211 437 436 1 219 177 259 74 Resp.
44 Nominale em. 1.212 439 439 0 220 180 259 74 Resp.
45 Nominale em. 1.406 438 438 0 220 437 1 74 Appr.
46 Nominale em. 1.105 436 436 0 219 179 257 74 Resp.
47 Nominale em. 1.62 438 438 0 220 179 259 74 Resp.
48 Nominale em. 1.61 428 428 0 215 178 250 74 Resp.
49 Nominale em. 1.214 435 435 0 218 180 255 74 Resp.
50 Nominale em. 1.215 rif. 443 443 0 222 264 179 74 Appr.
51 Nominale subem. 0.1.407.1 442 442 0 222 182 260 73 Resp.
52 Nominale em. 1.407 442 442 0 222 441 1 73 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 1.500 442 263 179 132 263 0 73 Appr.
54 Nominale em. 1.409 445 265 180 133 265 0 72 Appr.
55 Nominale em. 1.255 443 443 0 222 183 260 72 Resp.
56 Nominale em. 1.157 420 420 0 211 175 245 72 Resp.
57 Nominale em. 1.253 428 427 1 214 255 172 72 Appr.
58 Nominale em. 1.104, 1.258 419 418 1 210 175 243 72 Resp.
59 Nominale em. 1.106 421 421 0 211 175 246 72 Resp.
60 Nominale em. 1.155 421 421 0 211 175 246 72 Resp.
61 Nominale art. agg. 1.039 420 420 0 211 177 243 72 Resp.
62 Nominale art. agg. 1.041 422 422 0 212 180 242 72 Resp.
63 Nominale art. agg. 1.0200 423 423 0 212 180 243 72 Resp.
64 Nominale art. agg. 1.0201 420 420 0 211 177 243 72 Resp.
65 Nominale em. 1-bis.2 420 420 0 211 178 242 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 1-bis.201 412 412 0 207 168 244 72 Resp.
67 Nominale em. 1-bis.202 421 421 0 211 251 170 72 Appr.
68 Nominale em. 1-bis.203 421 421 0 211 173 248 72 Resp.
69 Nominale em. 1-bis.500 420 420 0 211 247 173 72 Appr.
70 Nominale art. agg- 1-bis.046 417 417 0 209 173 244 72 Resp.
71 Nominale em. 1-ter.500 422 422 0 212 422 0 72 Appr.
72 Nominale em. 1-quinquies.1 410 410 0 206 171 239 72 Resp.
73 Nominale em. 1-quinquies.500 415 415 0 208 415 0 72 Appr.
74 Nominale em. 1-quinquies.200 419 419 0 210 168 251 72 Resp.
75 Nominale art. agg. 1-quinquies.013 416 416 0 209 169 247 72 Resp.
76 Nominale em. 1-sexies.500 422 422 0 212 422 0 72 Appr.
77 Nominale art. agg. 1-sexies.043 421 421 0 211 169 252 72 Resp.
78 Nominale art. agg. 1-sexies.0100 419 419 0 210 44 375 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 2.201 423 423 0 212 46 377 72 Resp.
80 Nominale em. 2.500 428 259 169 130 259 0 72 Appr.
81 Nominale em. 2.15, 2.16 429 429 0 215 170 259 72 Resp.
82 Nominale em. 2.203 426 426 0 214 168 258 72 Resp.
83 Nominale em. 2.17, 2.18 426 426 0 214 168 258 72 Resp.
84 Nominale em. 2.204 423 423 0 212 167 256 72 Resp.
85 Nominale em. 2.205 426 426 0 214 169 257 72 Resp.
86 Nominale em. 2.22 422 422 0 212 166 256 72 Resp.
87 Nominale em. 2.23 425 425 0 213 169 256 72 Resp.
88 Nominale em. 2.28 410 410 0 206 167 243 72 Resp.
89 Nominale em. 2.27 409 409 0 205 166 243 72 Resp.
90 Nominale em. 2.501 416 416 0 209 415 1 72 Appr.
91 Nominale em. 2.502 418 418 0 210 418 0 72 Appr.


INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 2.34 409 409 0 205 164 245 71 Resp.
93 Nominale em. 2.503 415 255 160 128 254 1 71 Appr.
94 Nominale em. 2.211 417 417 0 209 164 253 71 Resp.
95 Nominale em. 2.210 413 413 0 207 164 249 71 Resp.
96 Nominale em. 3.4 414 414 0 208 165 249 71 Resp.
97 Nominale em. 3.8 415 415 0 208 167 248 71 Resp.
98 Nominale em. 3.7 419 419 0 210 169 250 71 Resp.
99 Nominale em. 5.2 421 420 1 211 168 252 71 Resp.
100 Nominale art. agg. 5.02 418 418 0 210 168 250 71 Resp.
101 Nominale em. 6.500 425 259 166 130 258 1 71 Appr.
102 Nominale em. 6.501 417 260 157 131 257 3 71 Appr.
103 Nominale em. 6.400 424 257 167 129 256 1 71 Appr.
104 Nominale em. 8.400 421 258 163 130 258 0 71 Appr.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale em. 9.500 424 256 168 129 256 0 71 Appr.
106 Nominale odg 9/2222-A/5 394 394 0 198 154 240 71 Resp.
107 Nominale odg 9/2222-A/7 397 397 0 199 155 242 71 Resp.
108 Nominale odg 9/2222-A/14 409 409 0 205 158 251 71 Resp.
109 Nominale odg 9/2222-A/15 402 402 0 202 159 243 71 Resp.
110 Nominale odg 9/2222-A/16 398 397 1 199 157 240 71 Resp.
111 Nominale odg 9/2222-A/18 404 402 2 202 156 246 71 Resp.
112 Nominale odg 9/2222-A/19 406 406 0 204 159 247 71 Resp.
113 Nominale odg 9/2222-A/33 412 412 0 207 164 248 71 Resp.
114 Nominale odg 9/2222-A/35 409 409 0 205 161 248 71 Resp.
115 Nominale odg 9/2222-A/36 407 407 0 204 159 248 71 Resp.
116 Nominale odg 9/2222-A/41 400 400 0 201 155 245 71 Resp.
117 Nominale odg 9/2222-A/43 406 406 0 204 161 245 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 120)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale odg 9/2222-A/44 409 409 0 205 160 249 71 Resp.
119 Nominale odg 9/2222-A/46 405 405 0 203 160 245 71 Resp.
120 Nominale odg 9/2222-A/60 401 401 0 201 158 243 71 Resp.