Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 268 di giovedì 28 novembre 2019

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9.30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Claudio Borghi, Brescia, Cancelleri, Colletti, D'Uva, Daga, De Lorenzis, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gariglio, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Maccanti, Maggioni, Marino, Molinari, Morani, Morelli, Parolo, Pedrazzini, Rampelli, Rosso, Tasso, Zanella e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici (A.C. 2211-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la il seguito della discussione del disegno di legge n. 2211-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto il subemendamento 0.9-tricies semel.801.1 Giglio Vigna.

Avverto che per un mero errore tipografico è presente nel fascicolo numero 3 degli emendamenti l'emendamento 9.duodetricies.700 della Commissione bilancio, che non sarà posto in votazione in quanto risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento della Commissione 9.duodetricies.800.

Avverto inoltre che fuori dalla seduta gli articoli aggiuntivi 9.0510 Gallinella e 9-tricies semel.0.500 Buratti sono stati ritirati dai presentatori.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 9-tricies semel.801 della Commissione, a pag. 13 del fascicolo n. 3 degli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Prego.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo prima dell'inizio della seduta sull'ordine dei lavori e magari riesco anche, con questo mio intervento, ad aiutarla per rasserenare il clima nei prossimi minuti.

Vede, noi uomini, noi uomini istituzionali siamo sempre presi, tutti i giorni, dalla gestione delle emergenze e ne è una dimostrazione questo provvedimento, siamo quotidianamente impegnati in dibattiti politici e quando torniamo nel week-end sul territorio cerchiamo di raccogliere le istanze che la gente che ci ha votato ci permette di portare all'attenzione del Parlamento.

Vede, Presidente, in tutta questa attività che facciamo tutti i giorni, noi tralasciamo i veri valori, tralasciamo le persone che ci vogliono bene, tralasciamo le persone che amiamo. Mi spiace interrompere i lavori così importanti di questa seduta, però, abbiate rispetto per quello che sto per dire, per la mia persona e per la vita di un uomo, perché questo per me non è un giorno come tutti, per me è un giorno diverso, è un giorno speciale. Quindi, Presidente, con rispetto non mi rivolgo a lei, ma mi rivolgo in tribuna per dire: Elisa, mi vuoi sposare (Applausi - Commenti)?

PRESIDENTE. Deputato Di Muro, capisco tutto, però usare un intervento per questo non mi sembra assolutamente il caso. Non mi è sembrato in alcun modo il caso di utilizzare un intervento sull'ordine dei lavori per questa questione (Applausi - Commenti).

In ogni caso, se nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione…

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore… colleghi… andiamo avanti.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Grazie, Presidente. Volevo naturalmente mettermi in sintonia con questo esordio di apertura dei lavori all'insegna dell'amore e fare gli auguri ai futuri sposi. Quando è l'amore… l'amore unisce (Applausi - Commenti)!

PRESIDENTE. Capisco tutto, ma andiamo avanti.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Presidente, noi, come relatrici, vorremmo ribadire…

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio…. Colleghi, per favore…

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. …vorremmo ribadire il valore e l'importanza dell'emendamento proposto dalla Commissione, la bontà dello stesso, la qualità degli aspetti tecnici, il lavoro prezioso che c'è stato nel predisporlo, le correzioni del testo che hanno portato ad ottenere pareri di ogni tipo, il rafforzamento che ne ha fatto la Commissione Bilancio. Insomma, con questo emendamento, diamo una risposta veramente grande ed importante a un territorio in sofferenza, a un territorio che peraltro ha dei grandi limiti nei servizi di trasporto. È noto a tutti che l'Abruzzo ha un sistema ferroviario assai limitato, assai carente, con enormi problemi e l'autostrada diventa la rete del sistema prioritario di spostamento di migliaia e migliaia di persone ogni giorno. Studenti, lavoratori, pendolari, turisti, persone che si spostano dall'Abruzzo e per l'Abruzzo per importanti prestazioni sanitarie, madri che accompagnano i bambini in ospedali specializzati di cui l'Abruzzo è privo. Ci sono stati negli anni tentativi di correggere…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. …l'enorme aumento dei rincari. Con il decreto-legge noi riusciamo a farlo e non ci spieghiamo perché non possiamo farlo tutti insieme, perché i 104 sindaci di Abruzzo e del Lazio, che ci hanno chiesto di risolvere il problema, ce lo hanno chiesto tutti insieme, non si sono divisi. Il presidente della regione Abruzzo, il presidente della regione Lazio ce l'hanno chiesto tutti insieme a prescindere dalle appartenenze e, quindi, credo che dovremmo evitare di fare una battaglia politica e territoriale su un tema così delicato ed importante per gli abruzzesi. È noto a tutti che quelle autostrade sono diventate oggetto di attenzione da parte dei mezzi di informazione perché hanno subito, dal 2009 ad oggi, numerosi eventi sismici. Su quelle autostrade sono in corso lavori per la messa in sicurezza dei viadotti e ciò grazie a un lavoro proficuo e importante dei Governi che ci hanno preceduto e quei Governi hanno trovato come sistema di finanziamento di quei lavori un'analoga soluzione a quella che noi oggi vi proponiamo. E la soluzione che noi oggi vi proponiamo è la stessa che il Governo Conte precedente a questo aveva adottato e inviato a nome del Governo tutto insieme alla Commissione europea. Quindi credo che con serenità, con tranquillità possiamo dare questa risposta agli abruzzesi, una risposta seria, puntuale e rigorosa e mi auguro che ci sia un nuovo e diverso atteggiamento questa mattina, appunto all'insegna della solidarietà nei confronti degli abruzzesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parolo. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato di nuovo l'intervento della collega Pezzopane che ha sostanzialmente ripetuto in maniera più colorita quello che già è stato detto ieri sera.

Ci si ostina a raccontare delle mezze verità o, meglio, si raccontano delle mezze bugie. L'articolo che vi apprestate a votare, come anche la modifica introdotta dalla Commissione, contiene - lo ripetiamo per l'ennesima volta - una parte che è assolutamente nobile, cioè il comma 1 che prevede la possibilità di non applicare gli aumenti dei pedaggi sulle autostrade che attraversano i territori colpiti dal terremoto e su questo aspetto credo che nessuno in quest'Aula potrebbe non essere d'accordo. Noi siamo assolutamente d'accordo e quindi sgomberiamo il campo da ogni equivoco. Ciò che ci si ostina a nascondere, soprattutto ai cittadini dell'Abruzzo e a tutti i cittadini italiani, è il fatto che questo gesto nobile viene fatto nel peggiore dei modi, cioè regalando soldi a un gruppo privato senza alcun giustificazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): si abbia il coraggio di farlo alla luce del sole e soprattutto in un momento come questo, quando è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado del nostro sistema autostradale, quando un gruppo politico come il MoVimento 5 Stelle in quest'Aula e fuori da quest'Aula, anche leggendo i giornali con le dichiarazioni dei Ministri di questa mattina, si ostina a dire che bisogna intervenire per togliere le autostrade ai privati. Bene, anzi direi male, qui stiamo regalando i canoni concessori a un gruppo privato che, attenzione, già ha goduto del medesimo trattamento con i precedenti Governi, Renzi tanto per intenderci, che hanno fatto sostanzialmente la stessa cosa che vi apprestate a fare, ma almeno avevano avuto lo scrupolo di chiedere un piano di investimenti per le manutenzioni di quelle autostrade. Il piano d'investimenti, Presidente, è stato disatteso: basta guardare gli articoli dei giornali e le foto dei viadotti delle autostrade dell'Abruzzo pubblicate su tutti i giornali. Qualcuno si è posto la domanda di verificare se, a fronte di quei soldi, 111 milioni di euro, che sono stati spostati a fine concessione, cioè nel 2030, per i canoni 2015 e 2016, gli investimenti sulle manutenzioni sono stati realmente effettuati? Qualcuno ha verificato lo stato di solidità patrimoniale di questa società a cui stiamo spostando al 2030 un obbligo di pagamento che è già scaduto? Se fossero soldi nostri, del nostro portafoglio, noi daremmo questi soldi a un altro soggetto senza verificare se è in grado di restituirceli? Questa è la domanda. Sono soldi dei cittadini italiani che noi prestiamo a un soggetto privato per 12 anni, per 13 anni senza sapere se verranno restituiti. Queste sono le cose che voi volete fare e che volete nascondere parlando semplicemente del comma 1, sul quale, ripeto, siamo tutti d'accordo. E qualcuno ha verificato, poiché stiamo parlando di canoni di concessione non del 2019 ma dal 2017 e del 2018, se nel frattempo i legittimi percettori di quei canoni, cioè lo Stato attraverso le sue partecipate, hanno magari già avviato qualche causa e magari l'hanno anche vinta e magari hanno fatto anche un decreto ingiuntivo? Qualcuno ha verificato, in altre parole, se noi stiamo, attraverso una legge, cancellando un decreto ingiuntivo? Perché questo privato deve meritare questo trattamento così favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? È giustificabile questa cosa? Queste sono le risposte che dovete dare ai cittadini dell'Abruzzo, se non volete prenderli in giro, e a tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, grazie di avermi concesso la parola. Oggi trattiamo un emendamento che certamente non convince completamente, come non convince completamente l'intero provvedimento che stiamo discutendo. Ringrazio il collega Trancassini e tutti coloro che in questo dibattito a livello parlamentare sono voluti intervenire per poter approfondire quello che poteva essere migliorato all'interno di un provvedimento che interviene su una situazione di difficoltà. Questo emendamento specifico però interviene su una situazione di difficoltà che non riguarda solo la regione Abruzzo ma riguarda un modello, un modello dei sistemi di collegamento con alcune zone disagiate di questa nazione e disagiate anche a prescindere dall'evento sismico, perché i cittadini dell'Abruzzo, di parte delle Marche e di parte del Lazio, come la Valle dell'Aniene, Subiaco e i comuni di quell'area lì, che accedono ai loro luoghi di lavoro quotidianamente attraverso queste autostrade si vedono gravati da una tassa aggiuntiva, un'imposta pesante data da un balzello autostradale che negli anni si è andato a moltiplicare come credo in Italia non sia accaduto da nessuna parte.

Le comunità locali non sono tutte uguali: esistono, in questa nazione, delle aree depresse, delle aree che negli anni sono state lasciate isolate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sulle quali la politica deve avere un occhio di riguardo, anche se dovessero nascere delle passività. Non si può immaginare che si possano trattare in termini di liberalizzazioni tutti i modelli di collegamento. Certamente alcune aree isolate negli anni hanno visto un decremento della popolazione, hanno visto l'impossibilità di poter continuare a sopravvivere in alcune zone. E, allora, noi abbiamo sottoposto a quest'Aula in più occasioni la vicenda dei balzelli autostradali sull'Autostrada dei Parchi, abbiamo chiesto la riduzione, abbiamo chiesto di trattare con il concessionario un sistema di collegamento che fosse alla portata dei cittadini che viaggiano quotidianamente come pendolari dall'Abruzzo, dalle Marche e dalle zone del Lazio che afferiscono a Roma attraverso questa strada di collegamento. Io ringrazio l'onorevole Pezzopane che ha avuto ieri il coraggio, anche in quest'Aula, di riconoscere, oltre al suo lavoro personale, anche al presidente Marco Marsilio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) il ruolo cardine di portare in quest'Aula un argomento così forte e importante per la sua comunità locale. Ricordo bene le manifestazioni alle quali 104 sindaci - e anche il sindaco del mio paese - manifestavano per chiedere che quella strada di accesso avesse costi più contenuti.

Però, noi abbiamo oggi in discussione una scelta da fare: vogliamo evitare gli aumenti autostradali? Ebbene, bisogna votare a favore su questo emendamento e noi lo faremo. Voteremo a favore su questo emendamento, seppure dubbiosi sulle vicende legate al concessionario, fortemente dubbiosi. Lo abbiamo detto in ogni salsa: bisogna discutere della concessione a Toto per le vicende giudiziarie collegate a quel sistema autostradale che vedono il sequestro di interi tratti, per le vicende legate a delle concessioni equivoche che in questa nazione hanno messo in una condizione di forza e a volte anche di ricatto verso la politica e verso le istituzioni alcuni soggetti forti e io credo che questo possa essere uno dei casi. Però, dividiamo gli ambiti e vogliamo dividerli in questa maniera: oggi noi partecipiamo e sosteniamo lo stop agli aumenti attraverso questa modalità; da domani invitiamo il Governo davvero a dare dei segnali credibili sulla vicenda della concessione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con meno chiacchiere e più fatti concreti rispetto a questi atti.

Noi ieri ci siamo astenuti, e concludo, sull'emendamento proposto dalla Lega, perché evidentemente quell'emendamento toglieva la copertura e, quindi, rendeva impossibile riuscire ad arrivare poi al taglio immediato. Oggi diciamo che, con parecchi dubbi sulla copertura che è stata trovata, però, nel nome dei pendolari, delle persone colpite dall'evento sismico e di tutti quelli che abitano in comunità che vengono disurbanizzate negli anni e vedono un decremento delle popolazioni perché impossibilitate a subire costi eccessivi tra i quali ci sono anche questi, noi sosterremo questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Come diceva prima il collega Parolo, non è in discussione il comma 1 e, quindi, la sterilizzazione degli aumenti, però sul tema delle concessioni ci sono due punti che vanno chiariti e che dobbiamo chiarire. Il primo è di carattere politico: sulle concessioni c'è un orientamento generale di revisione - e mi rivolgo, in particolare, ai colleghi del 5 Stelle - e quindi c'è l'intendimento di rivedere le concessioni e qui, invece, si va nella direzione opposta, perché ex lege si fa un favore a un concessionario.

E questo è un grave intervento su un tema politico importante e di attualità. Il secondo è un tema di procedura: qui si interviene ex lege modificando il piano economico-finanziario della concessione e bypassando le normali procedure, che prevedono un'analisi presso il Ministero dell'Economia e delle finanze e un passaggio al CIPE. Siete così sicuri che sia il modo opportuno di intervenire? Ecco, queste due domande penso che meritino un approfondimento più importante di quello che è stato fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per ribadire un fatto e una differenza. La quantificazione che c'è in questo emendamento è sproporzionata rispetto a un eventuale aumento dei pedaggi. Mi spiego meglio: si potrebbe chiedere a questo punto al concessionario di non farla pagare proprio l'autostrada, così come l'abbiamo chiesto in Liguria sull'emergenza ligure, senza andare a prorogare le concessioni dei gestori.

Quindi, non si riesce a capire come mai in questo momento un Governo, che sta dibattendo, appunto, sulle concessioni e sull'iniquità e sulle condizioni delle strade, lascia a un gestore di un'autostrada, che è stata più volte segnalata per problemi anche ai viadotti, un vantaggio andando a modificare una sentenza passata in giudicato di un tribunale che costringeva questo gestore a dare 140 milioni di euro ad ANAS. Questo non lo riusciamo proprio a capire e riteniamo che almeno si modifichi nel senso che togliamo i pedaggi all'Abruzzo e non che gli lasciamo un ipotetico non aumento del pedaggio, che ha un valore di qualche decina di milioni di euro e non certo di 140 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. Nel mio intervento di ieri ho invitato il Governo a fare due verifiche: la prima era quella di verificare se, a fronte dello spostamento del versamento del canone del 2017 a data molto postuma di 111 milioni di euro, siano stati fatti gli investimenti previsti; la seconda è quella di un'analisi economica e finanziaria sul concessionario. Io questa notte ho tirato fuori alcuni dati su questa situazione economico-finanziaria ed emerge che, nel triennio 2016, 2017 e 2018, c'è stato un crollo del fatturato, un crollo dell'EBITDA, un crollo dell'utile finale, una PFN che si è ridotta a un terzo, una PFN non positiva e un patrimonio netto che si è più che dimezzato. Cito solo l'utile netto, che passa da 8.149.258 del 2016 a 1.817.386 del 2017 e a una perdita, quindi a meno 53.523.000 del 2011.

Ora, la mia riflessione è abbastanza semplice: concedere a un concessionario privato che versa in queste condizioni economiche apparentemente complicate una concessione di fiducia, postergando quelli che sono i versamenti dei canoni al 2030, è uno slancio in una direzione di fiducia che mi sembra un po' esagerato. Pensare che chi non riesce a pagare questi tre anni li possa pagare nel 2030 è un qualcosa che francamente un'azienda privata non farebbe mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9-tricies semel.801 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9-tricies semel.07 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9-tricies semel.0550 Patassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo agli emendamenti accantonati. Chiedo i pareri, partendo dagli identici emendamenti 1-ter.501 Gabriele Lorenzoni e 1-ter.551 Fregolent.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. La Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti 1-ter.501 Lorenzoni e 1-ter.551 Fregolent, in quanto assorbiti come 1-ter.500 e 1-ter.552, come modificati dal subemendamento 0.1-ter.500.800 della Commissione. La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento 0.1-ter.500.800 della Commissione. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 1-ter.500 Braga, 1-ter.15 Gagliardi e 1-ter.552 Trancassini, come modificati dal subemendamento precedente della Commissione.

PRESIDENTE. Quindi, vuole dire parere favorevole?

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Sì, favorevole, come modificato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.49 D'Eramo, con la seguente riformulazione: “Al comma 2, capoverso 3.1 - leggo tutto il nuovo emendamento - primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: "e universitari." E al secondo periodo, premettere le parole: "Fatti salvi gli interventi già programmati in base ai provvedimenti di cui all'art. 2, comma 2,". La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 3-bis.580 Mazzetti, 3-bis.500 Trancassini, 3-bis.550 Patassini, 3-bis.581 Mazzetti e 3-bis.551 Patassini, favorevole sull'emendamento 3-bis.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, contrario sugli emendamenti 3-bis.552 Patassini e 3-bis.582 Mazzetti, favorevole sul 3-bis.553 Patassini, contrario sugli emendamenti 3-bis.554 Patassini, 3-bis.584 Mazzetti, 3-bis.583 Mazzetti e 3-bis.501 Pentangelo, favorevole sull'emendamento 3-bis.800 della Commissione, mentre si formula un invito al ritiro dell'emendamento 3-ter.0500 Baldelli, in quanto assorbito dall'emendamento 3-ter.0800 della Commissione. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 3-ter.0800 della Commissione, con una correzione. Vengono aggiunte le parole: “per danni lievi”, dopo le parole: “dei lavori”. Nel corso dell'esecuzione dei lavori per danni lievi: è una correzione. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 4.550 Patassini, 4.551 Patassini, 4-bis.500 Patassini, favorevole sul subemendamneto 0.8.800.800 della Commissione, sull'emendamento 8.800 Commissione, contrario sugli emendamenti 8.18 Trancassini, 8.035 Acquaroli, 8.0556 Patassini, 8.044 Baldelli, 9.076 Pella, 9. 0580 Patassini e 9. 0420 Trancassini.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Cominciamo dagli identici emendamenti 1-ter.501 Lorenzoni e 1-ter.551 Fregolent.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Ritiriamo l'emendamento 1-ter.501 Gabriele Lorenzoni.

SILVIA FREGOLENT (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Anche Italia Viva ritira l'emendamento.

PRESIDENTE. Andiamo all'emendamento 0.1-ter.500.800 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 0.1-ter.500.800 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1-ter.500 Braga, 1-ter.15 Gagliardi e 1-ter.552 Trancassini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.49 D'Eramo, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.580 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.500 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3-bis.550 Patassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, io vorrei porre all'attenzione dell'Aula una nuova figura giuridica che è stata creata - i programmi straordinari di ricostruzione - in merito ad un aspetto: sui programmi straordinari di ricostruzione già sono state espresse perplessità da parte della rete professioni tecniche perché, a detta di chi opera sul territorio essi non potrebbero risultare, per come sono strutturati, un supporto reale per snellire le attività. Intervengo questa volta; il mio intervento, poi, vale anche per gli articoli successivi, perché tutti afferiscono alla stessa materia e allo stesso argomento. In realtà, in questo momento, dopo tre anni dal sisma, quando c'è una grande esigenza di ripartire in tutto il cratere, dobbiamo evitare che si facciano distinguo di alcun tipo e di alcuna natura: il cratere è unico, il cratere va visto in modo unitario. Dobbiamo evitare che esistano terremotati di serie A e terremotati di serie B, perché il dramma l'hanno vissuto tutti. Il territorio del Centro Italia è storicamente un territorio unico per cultura, tradizione, per storia, e la ripartenza del cantiere più grande d'Europa potrà avvenire solo attraverso dei programmi urbanistici ed economici che coinvolgano tutto il cratere nel suo complesso.

Durante l'attività di Commissione abbiamo tentato di specificare questo aspetto. Questo aspetto a nostro avviso, per come è formulato l'articolo di legge, l'ex emendamento, non riesce a soddisfare veramente le esigenze né della ricostruzione né dello sviluppo economico. In particolare, noi continuiamo a spostare - e questo è il primo aspetto - dalla periferia al centro la ricostruzione. Non è possibile che la regione si occupi di quello che potrebbe fare un comune: viene meno anche l'approccio sussidiario al tema. Ecco perché sui programmi straordinari di ricostruzione abbiamo cercato di intervenire migliorando il testo. La maggioranza è rimasta bloccata al testo originario. Per questo noi aspettiamo e verifichiamo, ma con una grande attenzione che rimanga agli atti da oggi e per i prossimi mesi. Continuiamo a concepire, a pensare, a programmare il cratere in maniera unitaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bubisutti. Ne ha facoltà.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Presidente, io avrei voluto intervenire più tardi, però colgo l'occasione offerta dal mio collega. Io arrivo da una zona terremotata, che è il Friuli. Qui non voglio fare né demagogia né altro, però io da ieri sto vivendo un momento surreale, quello che è accaduto in quest'Aula; e sono ritornata ai momenti in cui io sono stata una terremotata: avevo 24 anni quando è accaduto. Ma non è di questo che volevo parlare, e neanche dei problemi sociali, oltre che economici; ma volevo raccontarvi quello che è accaduto da noi. Noi non siamo più bravi, più laboriosi delle Marche, dell'Umbria, dell'Abruzzo: siamo uguali. Però, cosa è successo in Friuli? E vorrei portarlo come esempio; ne avevamo parlato tante volte anche qui. Abbiamo fatto una cosa importantissima: non abbiamo perso tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Sentivo parlare di interventi straordinari, ieri abbiamo parlato di commissari. Bene, noi abbiamo avuto un commissario straordinario che ha avuto pieni poteri dal Governo, abbiamo avuto tante risorse e abbiamo cercato di spenderle bene; ma soprattutto c'è un punto fondamentale, che ha sottolineato il mio collega: abbiamo dato potere ai sindaci (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). La figura del sindaco, che era commissario di Governo, è stato un aspetto cruciale perché i nostri paesi rinascessero. E che cos'hanno fatto? Hanno pensato a tre priorità; tra l'altro, il territorio toccato dal terremoto era un territorio montano, un territorio dove già si sentiva un problema economico. Che cosa si è pensato? Perché tutti chiedevano: le famiglie, e quindi i privati chiedevano, il pubblico, chiedevano le aziende. Bene, abbiamo avuto il coraggio, hanno avuto il coraggio di mettere tre priorità: prima il lavoro, e quindi interventi sulle industrie, sul sistema produttivo; due, sulle case, perché poi le persone ritornavano perché c'era il lavoro; tre, sulle chiese. Ecco, io chiedo non più quello che è accaduto ieri, che non è stata una bella immagine. Io credo che, riflettiamo su questo, e noi chiediamo al Governo di effettuare interventi semplici, leggi semplici, e quello lo dobbiamo fare noi, chiare, precise, e dare ai comuni la possibilità di dimostrare quello di cui sono capaci. È chiaro, il mondo è cambiato.

PRESIDENTE. Deve concludere.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). I sindaci di allora non avevano i lacci e i lacciuoli e questo problema grosso della legalità: perché anche da noi sono accadute delle cose poco chiare, ma poche rispetto al grande lavoro che è stato fatto. Quindi, io dico: diamo fiducia ai sindaci, facciamo in modo che questi sindaci possano dare risposte collegiali, ma precise ai loro territori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Signor Presidente, sicuramente bisogna che il Governo impari a dare forza e potere a ciò che c'è; e c'è una realtà che è quella dei sindaci, quella che abbiamo ricordato nei nostri emendamenti e che è stata ripresa questa mattina. E mi spiace quando vedo espressioni perplesse sui volti di qualche componente del Governo: sì, i sindaci! Certo, colleghi, sì, i sindaci, perché ci sono, perché lavorano, perché nonostante le difficoltà che oggi hanno sui nostri territori e anche i rischi che stanno correndo sono quelli che si prendono le responsabilità. Allora, a fronte di una realtà esistente, pare surreale che non ci si renda conto che, se vogliamo rispettare tempi e dare delle risposte, quelle sono le uniche figure, le fondamentali, le principali, a seguire con la regione, che debbono essere interlocutori privilegiati. Sino a che il Governo non si renderà conto dell'importanza dei nostri amministratori locali - e vi ricordo che avete bocciato gli emendamenti dell'ANCI -, molto probabilmente quest'Aula non darà soluzioni a questo grave problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patassini 3-bis.550, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzetti 3-bis.581, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patassini 3-bis.551, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patassini 3-bis.552, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzetti 3-bis.582. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Presidente, questo emendamento andava a risolvere in parte il problema del personale, soprattutto per gli uffici speciali per la ricostruzione, che tanto in questi giorni abbiamo dibattuto. Questo era un semplice emendamento per andare a migliorare la situazione degli uffici, facendo una collaborazione pubblico-privato; era soltanto una cosa esterna, per aiutare questi uffici; con i professionisti del territorio, si trattava di ampliare gli uffici. Non abbiamo bisogno di coperture, per cui non capiamo il motivo del parere. Andiamo a migliorare gli uffici, ma non si è accettato questo emendamento; era semplicemente una collaborazione pubblico-privato, che credo sia sempre fondamentale, soprattutto in questi momenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzetti 3-bis.582, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patassini 3-bis.553, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patassini 3-bis.554, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzetti 3-bis.584. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Presidente, intervengo su questo emendamento e sul successivo, che sono molto simili. Questi due emendamenti sono emendamenti che vogliono agevolare la ricostruzione, proprio come chiesto in tutte le innumerevoli audizioni sia dai sindaci che da tutti coloro che operano in queste zone. Questo emendamento, il primo, riguarda le deroghe agli standard urbanistici. Questo si chiede, in modo semplice, per poter agevolare quelle di costruzioni in territori dove i fabbricati sono completamente demoliti, dove non c'è più la struttura; si chiede che venga data la deroga agli standard urbanistici. Invece, il secondo emendamento, che vado a esporre, riguarda la ricostruzione anche qui di edifici completamente distrutti, che già hanno avuto l'inagibilità di queste aree e, grazie anche alle nostre sollecitazioni, abbiamo potuto dare un piccolo aumento planivolumetrico, per quanto riguarda le deroghe per l'adeguamento igienico-sanitario e sismico. Noi chiediamo, in questo emendamento, di dar ciò anche per il risparmio energetico. Infatti io credevo fosse una dimenticanza della maggioranza e della relatrice e per questo ho presentato l'emendamento. Non capisco per quale motivo non si possa ampliare, oltre all'igienico-sanitario e al sismico, anche per il risparmio energetico, che è un fattore fondamentale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.584 Mazzetti, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.583 Mazzetti, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.501 Pentangelo, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.800 della Commissione, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3-ter.0500 Baldelli. Qui c'è un invito al ritiro, altrimenti contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-ter.0500 Baldelli, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-ter.0800 della Commissione (Nuova formulazione), con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, la ringrazio. Prima di iniziare l'articolo 4, vorrei fare un intervento, per tornare su un tema che sta a cuore a tutti, che è il tema del personale, sul quale si è già votato, in particolare nell'articolo 1.

Intervengo per ribadire alcuni concetti. Quest'articolo 1 fa riferimento a una serie di emendamenti, tra cui anche emendamenti richiesti fortemente dall'ANCI con altri emendamenti. Il concetto è che, con il Ministero della Funzione pubblica, a brevissimo avvieremo un tavolo di lavoro, per risolvere in maniera definitiva tutte le questioni legate al personale e in particolare alla questione proroghe, ai vincoli che oggi ci sono nei limiti delle proroghe del personale a tempo determinato, con la possibilità di infrazioni. Quindi, significa trovare le soluzioni, perché si garantisca che le qualifiche del personale e la professionalità attualmente maturata non vadano perse. Quindi, questo è un impegno. Così come è avvenuto negli altri sismi più datati, cioè che nel tempo comunque è stata garantita la permanenza del personale per la continuità, legata alla professionalità acquisita, anche in questo caso questo sarà garantito. Con gli emendamenti approvati, noi abbiamo fatto già due passi avanti. Uno è sul limite di due anni, che era previsto nel decreto-legge n. 189 del 2016, articolo 3. Le assunzioni a tempo determinato non potevano superare i due anni; adesso prendono in considerazione le leggi sull'impiego pubblico, il decreto legislativo n. 165 del 2001 come limite, quindi 36 mesi. Per cui non ci saranno unità di personale in scadenza nei primi mesi del 2020, che non avranno rinnovato il contratto almeno fino al 31 dicembre 2020. Quindi, l'impegno è comunque per tutto il 2020, che il personale attualmente in servizio prosegua il suo lavoro, per avviare appunto i percorsi migliori. Non solo. A tutto questo abbiamo aggiunto ulteriori 2 milioni di euro di risorse, per assumere personale amministrativo contabile, che nella prima fase probabilmente non era necessario, ma oggi diventa indispensabile per il prosieguo dell'attività, sia nei comuni che negli uffici speciali per la ricostruzione. Sono 2 milioni di euro, che corrispondono probabilmente a una cinquantina di unità di personale o sessanta. Dipende poi dai tipi di contratto, dipende dalla modalità di assunzione. Sono comunque unità di personale in più che in questo decreto arrivano negli uffici speciali e nei comuni. Questo per dare atto dell'impegno di tutti, tutti indistintamente, opposizione e maggioranza, su un tema, quello del personale, che è essenziale, elemento essenziale per garantire una corretta e rapida valutazione delle domande di contributo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.550 Patassini, con parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). L'articolo 4 e, in questo caso specifico, i nostri emendamenti trattano la questione del trattamento delle macerie derivanti dai crolli una volta che siano state rimosse. Segnaliamo che, ancora, le regioni, in particolare la regione Marche, sono inadempienti da questo punto di vista, perché non sono state tolte le macerie in alcune zone, in alcuni territori, in alcune strade e questo crea ancora più crisi sociale tra le popolazioni che vedono, non solo la casa crollata, ma anche le macerie ancora lì ferme. Questi due emendamenti, questo e il successivo, invece, trattano una questione conseguente alla rimozione delle macerie, ovvero, ad oggi, per la normativa attuale, le macerie sono da considerarsi rifiuto, quindi, andrebbero tutte abbancate in discarica; parliamo, ad oggi, di 3 milioni di tonnellate, ma è un numero che dovrebbe crescere, che intaserebbero le discariche, non solo di tutto il centro Italia, ma, credo, probabilmente, oltre. Il Ministero dell'Ambiente, ancora, da tempo, non riesce, nonostante le nostre sollecitazioni e le nostre soluzioni, a emanare una normativa specifica per la soluzione di questo problema. O le macerie iniziamo a considerarle come una materia prima, per poter essere poi riutilizzate come inerti, come conglomerato cementizio per le strade, oppure le abbiamo come rifiuto. Non è un problema di sicurezza o di salute della popolazione e non è un problema di inquinamento, quindi, non riusciamo a capire, ancora oggi, arrivati a novembre 2019, a tre anni dal sisma, perché il Ministero dell'Ambiente che parla di green economy, economia circolare, riuso, recupero, beni usati, non riesca a normare su una cosa logica, normale e di buonsenso. Bisogna che questi steccati ideologici vengano superati, perché sennò i 3 milioni di tonnellate di metri cubi li portiamo tutti davanti al Ministero dell'Ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.550 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.551 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.500 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.800.800 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.800 della Commissione, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 8.18 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che ieri era stato accantonato, quello sui segretari comunali…

PRESIDENTE. Avvicini un po' il microfono, per favore.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). È l'emendamento sui segretari comunali che è stato accantonato e ha il parere contrario. Ce ne dispiace, lo abbiamo ampiamente spiegato ieri e non ritorno sull'argomento. Però, a testimonianza di tutto quello che ci siamo detti fino ad oggi, le battaglie che abbiamo intrapreso in Commissione, le cose che abbiamo raccontato, a testimonianza che tutto questo è estremamente vero, c'è qualcuno che ha scritto che sono due anni che proponiamo le stesse cose a costo zero, che c'è soltanto bisogno di semplificazione e che, se non cambierà questo decreto, non cambierà nulla.

Queste cose le ha scritte il presidente della regione Marche, che conclude il suo accorato appello, ieri, chiedendo a tutti i deputati provenienti dalle quattro regioni di mettersi una mano sulla coscienza e di ricordarsi il territorio.

Il presidente della regione Marche è un autorevole esponente del Partito Democratico, allora, io dico che, forse, ci sarà un motivo se tutti coloro che stanno sul territorio parlano la stessa lingua, peccato che poi, quelli che sul territorio, nelle passerelle, parlano la stessa lingua, quando prendono un treno o un aereo e vengono a Roma se ne dimenticano e rispondono a logiche di partito. Perché lo sapete perfettamente tutti che questo decreto, così com'è, non va. Lo sapete perfettamente tutti, lo sanno anche quelli che non vengono dalle Marche, dall'Umbria, dal Lazio e dall'Abruzzo.

Ci dispiace moltissimo tutto ciò e ci dispiace, anche, aver visto le facce incredule della sottosegretaria Morani quando la collega Bubisutti raccontava dell'ottima esperienza del Friuli. Guardate, la soluzione, anche lì, era a portata di mano, bastava guardarsi indietro e vedere l'unica ricostruzione che ha funzionato nel nostro Paese, che è quella appunto derivante dall'aver dato poteri speciali ai sindaci; sarebbero stati 138 commissari, sì, ma non bisognava nominarli, erano già sul campo, non ci dovevamo interrogare su chi potevamo mandare sul posto, già c'erano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non ci dovevamo domandare se gli dovevamo dare un supporto, bastava allargare quello che c'era. Noi questo lo abbiamo scritto nella nostra legge sulle emergenze, ferma e inchiodata in Commissione da febbraio, perché almeno ci aspettiamo che nel futuro venga adottato e venga ripreso il “modello L'Aquila” per l'emergenza e il “modello Friuli” per la ricostruzione.

Lo dico perché, al termine di questa lunghissima maratona, in realtà, rimane il dato peggiore che è quello che sulla ricostruzione; sulla semplificazione non è stato scritto niente, non c'è stata la capacità e non c'è stato coraggio e mi dispiace sottolineare, a margine dell'intervento del Viceministro Crimi, che ci mancherebbe pure che non prendeste l'impegno a risolvere i problemi del personale, ci mancherebbe pure che alla fine di questa latitanza, su questo argomento, il Governo non dicesse almeno “vedremo”. Peccato che “vedremo”, “faremo”, lo abbiamo ascoltato per otto volte e, per la verità, non ne possiamo più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Grazie, Presidente. Questo emendamento non è stato approvato e abbiamo espresso parere negativo, ma pone un problema serio a cui, comunque, abbiamo dato un'importante risposta, così come veniva richiesto dall'ANCI e da numerosi sindaci, che, grazie a questo decreto e grazie a un emendamento che abbiamo già approvato, possono utilizzare segretari della fascia superiore a quella del comune di cui sono sindaci, e questo prevedendo anche un convenzionamento tra comuni.

Quindi, diamo una risposta molto di qualità, seppur non totale, una risposta che mai si era data.

Così come, nel precedente emendamento, abbiamo - forse è sfuggito a molti - approvato il blocco dei mutui, per l'area del centro Italia, per il 2020 e per il 2021, cosa che facciamo anche per l'Emilia-Romagna, ovvero delle azioni molto forti che non hanno precedenti, perché, in altri strumenti, le deroghe, le proroghe e i blocchi di varia natura venivano fatti per periodi molto ristretti.

Per un territorio colpito sapere che i mutui dei comuni e degli enti locali sono fermi per due anni è un segnale molto forte, che non si era mai visto. Quindi, io ci tengo, perché abbiamo fatto un grande lavoro, non lo sminuiamo. Sui segretari comunali abbiamo dato una risposta che ci chiedevano da anni e che finalmente riusciamo a dare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.18 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.035 Acquaroli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0556 Patassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.044 Baldelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 9.076 Pella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.0580 Patassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.0420 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidente, siccome sono 115 ordini del giorno, se lei mi dà la possibilità, anche per cercare di velocizzare i lavori, io le elencherei…

PRESIDENTE. Metta più vicino il microfono così ascoltiamo; prego gli altri colleghi di rimanere in silenzio. Prego gli altri colleghi di rimanere in silenzio.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le elencherei i pochi contrari.

PRESIDENTE. Sì.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Invito al ritiro o parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2211-A/16 Baldini…

PRESIDENTE. Deve elencare anche gli ordini del giorno su cui il Governo esprime parere favorevole con riformulazione perché deve leggere la riformulazione.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche i favorevoli con riformulazione, intendendo che su tutti gli altri ordini del giorno il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quindi invito al ritiro o parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/2211-A/16 Baldini, n. 9/2211-A/22 Rotelli, n. 9/2211-A/76 Labriola, n. 9/2211-A/79 Polidori, n. 9/2211-A/80 Mazzetti, n. 9/2211-A/99 Benvenuto, n. 9/2211-A/107 Vallotto, n. 9/2211-A/108 Parolo, n. 9/2211-A/29 Ciaburro e n. 9/2211-A/41 Bignami.

Sugli ordini del giorno n. 9/2211-A/1 Muroni, n. 9/2211-A/2 Plangger, n. 9/2211-A/3 Aiello e n. 9/2211-A/4 Occhionero il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/2211-A/5 Epifani viene così riformulato: “a valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/5 Epifani parere favorevole con riformulazione. Ci può leggere la riformulazione?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “a valutare la possibilità di prevedere, nel primo provvedimento utile…”.

PRESIDENTE. Premettere, quindi. Ordine del giorno n. 9/2211-A/9 Acquaroli, parere favorevole con riformulazione?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Premettere “a valutare la possibilità di riconoscere alle aziende…”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/11 Frassinetti?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Premettere “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Avvicini un po' il microfono. Ordine del giorno n. 9/2211-A/18 Prisco?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “A valutare l'opportunità di” prima di “prevedere la possibilità di…”

PRESIDENTE. Premettere quindi. Ordine del giorno n. 9/2211-A/20 Osnato?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Impegna il Governo ad avviare ogni utile iniziativa legislativa volta a disciplinare la sospensione quinquennale”, questa parte è da sostituire alle prime parole, ossia “a prevedere la sospensione decennale”. Quindi lo ripeto: “impegna il Governo ad avviare ogni utile iniziativa legislativa volta a disciplinare la sospensione quinquennale nei comuni delle regioni Abruzzo…”, eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/26 Caiata?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Premettere: “impegna il Governo, effettuato un monitoraggio dell'utilizzo delle risorse, a valutare l'opportunità…”; espungere “sin dalla prossima manovra di bilancio”, e poi l'ordine del giorno continua “di prevedere ulteriori ed adeguate risorse…”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/34 Morgoni?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il primo impegno resta uguale, mentre al secondo impegno premettere: “a valutare l'opportunità per mezzo della Protezione civile per garantire la continuità anche delle attività pubbliche …”, e poi eccetera. Poi, sul secondo impegno, che ne prevede due, al quarto rigo, prima di “consentire” inserire la terminologia “a valutare l'opportunità”; al terzo impegno, premettere “a valutare l'opportunità di prorogare” e, all'ultimo impegno, solo una piccola correzione: “a prevedere che la riduzione al 40 per cento” e non “del 40 per cento”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/35 Di Muro?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Basta aggiungere alla fine dell'impegno dopo la parola “emergenza” le parole “causato dai terremoti”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/36 Latini?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/2211-A/36 Latini, al quinto rigo dell'impegno, dopo “riqualificazione urbana” sostituire da “ad adottare” fino alle parole “previsto dagli” con “a valutare l'opportunità di attivare, anche in sede europea, ogni opportunità e iniziativa volta a superare i vincoli previsti dagli articoli 165, comma 2 (…)” e via seguitando.

PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 9/2211-A/37 Pezzopane?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel primo impegno inserire “a valutare l'opportunità di prorogare” e successivamente, nel secondo impegno, modificare leggermente nel modo seguente: “ad attivare ogni iniziativa utile anche in sede europea affinché (…)” e via seguitando.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/39 Golinelli?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Qui basta espungere le ultime due righe; pertanto il testo termina con le parole: “fruite nel territorio emiliano.” Tutto il resto viene espunto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/43 Deidda?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“A valutare l'opportunità, attraverso ulteriori iniziative normative, di incrementare (…)” eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/50 Lorenzoni Gabriele?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. All'inizio dell'impegno “per garantire la continuità scolastica a valutare l'opportunità di predisporre tutti gli strumenti (…)”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/52 Galizia?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Possiamo dare parere favorevole solo al primo impegno quindi fino alla parola “programmata” al settimo rigo. Tutto il resto, quindi da: “A valutare” fino alla fine, viene espunto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/55 Gallinella?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche in questo caso bisogna espungere una parte; quindi dopo le parole: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere”, dobbiamo espungere le parole da “nell'ambito” fino a “definire” e quindi l'ordine del giorno diventa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere la definizione di una pianificazione strategica (…)” eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/70 Terzoni?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Qui basta inserire al quinto rigo, dopo le parole: “legislativo n. 1 del 2018”, le parole: “e a quelle del provvedimento in esame,” e poi continua “costituendo (…)” eccetera, eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/73 Migliore?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come in precedenza qui si dà parere favorevole solo al primo impegno, espungendo, al secondo impegno, le parole da “a valutare” fino a “Ischia”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/75 Pini?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una piccola riformulazione: “impegna il Governo nei prossimi provvedimenti utili ad adottare iniziative legislative finalizzate a sostenere (…)” eccetera, eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/78 Ruffino?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Qui bisogna premettere: “a valutare l'opportunità di” ed espungere la lettera a), tutto il capoverso della lettera a).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/81 Casino?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo le parole: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di estendere”, inserire le parole “attraverso l'adozione di ulteriori iniziative normative,” e poi continua “l'Art bonus (…)” eccetera.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/86 Binelli?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Chiedo scusa, Presidente, abbiamo riformulato l'ordine del giorno n. 9/2211-A/82 Baldelli ma solo inserendo, dopo le parole: “alla luce delle criticità esposte in premessa”, le parole “a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti legislativi volti”, e poi continua “a regolamentare i casi specifici in cui (…)” eccetera, eccetera.

PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 9/2211-A/86 Binelli?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quindi parere favorevole al primo impegno; quindi espungere da “a soddisfare” fino a “eventi sismici”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/87 Paolini?

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Idem, quindi, il primo impegno favorevole, il secondo impegno da “a soddisfare” fino ad “eventi sismici” viene espunto.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/98 Caparvi la riformulazione è: “impegna il Governo a valutare la possibilità, in prossimi provvedimenti legislativi, di prorogare al 31 dicembre (…)” eccetera.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/104 Vanessa Cattoi: sostituire, al penultimo rigo, le parole: “a prorogare” con le parole: “a valutare la possibilità di prorogare ulteriormente (…)” eccetera.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/106 Badole, premettere: “a valutare la possibilità di”.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/112 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, premettere: “a valutare la possibilità di” e concludere, dopo la parola “famiglie”, espungendo le parole: “con almeno due minori residenti” e lasciando le parole: “nei territori colpiti da eventi sismici”. Quindi lo ripeto: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere apposite misure di sostegno alla natalità ed alle famiglie nei territori colpiti da eventi sismici”.

PRESIDENTE. Abbiamo poi gli ordini del giorno n. 9/2211-A/113 Mandelli, n. 9/2211-A/114 Bucalo e n. 9/2211-A/115 Pella. Se esprime i pareri su questi tre…

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/2211-A/113 Mandelli, è favorevole, espungendo, al terzo rigo, dalla parola: “senza” fino alla parola: “pubblica”…

PRESIDENTE. È una riformulazione…

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. …ed espungere le ultime tre righe, concludendo quindi alla parola “articolo”; dove adesso troviamo una virgola mettiamo un punto; quindi, espungiamo dalla parola: “secondo” fino alla parola: “farmacie”.

PRESIDENTE. Il testo dell'ordine del giorno n. 9/2211-A/113 Mandelli era già così originario.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Allora è parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, il parere diventa favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/114 Bucalo.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Premettere “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, è favorevole con riformulazione.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, Presidente.

Anche l'ordine del giorno n. 9/2211-A/115 Pella, parere favorevole con riformulazione. Quindi, “impegna il Governo ad avviare ogni utile iniziativa anche legislativa volta a garantire la proroga (…)” eccetera eccetera. Spero di essere stato chiaro.

PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/2211-A/1 Muroni, n. 9/2211-A/2 Plangger, n. 9/2211-A/3 Davide Aiello e n. 9/2211-A/4 Occhionero, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/5 Epifani, favorevole con riformulazione. L'accetta, deputato Epifani? Ordini del giorno n. 9/2211-A/6 Colaninno, n. 9/2211-A/7 Annibali e n. 9/2211-A/8 Trancassini, favorevole.

Prego, onorevole Trancassini, sul suo ordine del giorno n. 9/2211-A/8.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Chiaramente il parere è favorevole e, quindi, velocemente. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, riesco a stare entro un minuto. Io voglio ringraziare tutte le forze politiche perché, all'interno della discussione sul terremoto, abbiamo riportato il tema della Salaria che è l'unica strada di accesso alla provincia di Rieti, la strada fondamentale per la ripresa, per la ricostruzione e, soprattutto, quel tratto di strada dove continuano a morire tante persone e soprattutto tanti giovani.

Abbiamo chiesto un impegno a tutte le forze politiche affinché i lavori di messa in sicurezza - almeno quelli di messa in sicurezza - avvengano nel più breve tempo possibile. Ho avuto la disponibilità di tutti i gruppi politici che hanno sottoscritto il nostro ordine del giorno e li voglio ringraziare perché questo ci fa veramente molto piacere e, quindi, da adesso tutti al lavoro nella speranza che non ci siano più nuovi fiori su quel tratto di strada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2211-A/9 Acquaroli, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/10 Ferro, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/11 Frassinetti, favorevole con riformulazione; l'accetta.

Ordini del giorno n. 9/2211-A/12 Caretta, n. 9/2211-A/13 Mantovani, n. 9/2211-A/14 Varchi e n. 9/2211-A/15 Silvestroni, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/16 Baldini, parere contrario. Lo vuole mettere in votazione?

TULLIO PATASSINI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, semplicemente per dichiarare di sottoscrivere tutti gli ordini del giorno del gruppo Lega.

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/17 Butti, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/18 Prisco, favorevole con riformulazione; a posto.

Ordine del giorno n. 9/2211/19 Zucconi, favorevole e n. 9/2211-A/20 Osnato, favorevole con riformulazione; perfetto, è accolta.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/21 Lollobrigida, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/22 Rotelli, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/22 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/2211-A/26 Caiata, accetta la riformulazione? Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/29 Ciaburro, invito al ritiro altrimenti parere contrario. Lo vuole porre in votazione?

MONICA CIABURRO (FDI). Lo poniamo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/29 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2211-A/34 Morgoni. Accetta la riformulazione? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/35 Di Muro: accetta la riformulazione? L'accetta.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/36 Latini: accetta la riformulazione? Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/37 Pezzopane: accetta la riformulazione? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/39 Golinelli: accetta la riformulazione? Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/41 Bignami, invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/41 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/2211-A43 Deidda, favorevole con riformulazione; accetta. Andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/2211-A/50 Lorenzoni Gabriele favorevole con riformulazione: accetta.

Ordine del giorno n. 9/2211-A/52 Galizia favorevole con riformulazione: accetta. Ordine del giorno n. 9/2211-A/55 Gallinella accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/70 Terzoni accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/73 Migliore accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/75 Pini accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/76 Labriola c'è parere contrario.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Questo, come qualche altro ordine del giorno, volevo chiedere alla collega di ritirarlo o di riformularlo in modo completamente diverso, nel senso che con questo ordine del giorno, le dico, collega, si tratta di istituire un tavolo istituzionale composto dal Presidente del Consiglio. In realtà la cabina di regia è già stata approvata all'interno del decreto. Quindi questo ordine del giorno si può considerare superato dall'approvazione dell'emendamento ed evitare, quindi, che venga bocciato.

PRESIDENTE. Perfetto, l'ordine del giorno n. 9/2211-A/76 Labriola è ritirato. Ordine del giorno n. 9/2211-A/78 Ruffino accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/79 Polidori c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/79 Polidori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/80 Mazzetti c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/80 Mazzetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno n. 9/2211-A/81 Casino accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/82 Baldelli accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/86 Binelli accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/87 Paolini accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/98 Caparvi accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/99 Benvenuto c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/99 Benvenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/2211-A/104 Vanessa Cattoi: accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/106 Badole: accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/107 Vallotto c'è parere contrario.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Invito il collega Vallotto a ritirare questo ordine del giorno, in quanto prevede che la misura “Io resto al Sud” sia estesa anche ai professionisti. In realtà, la misura “Io resto al Sud” è già estesa ai professionisti a partire dalla legge di bilancio 2019; per cui su questo ordine del giorno il parere è contrario semplicemente perché già è legge.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'ordine del giorno n. 9/2211-A/107 Vallotto è ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/108 Parolo c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/108 Parolo, con il parere contrario del Governo... No, ritiro l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Essendo gli ISA un argomento già lungamente dibattuto in Commissione, e già, di fatto, durante il dibattito di Aula, era emersa la possibilità di valutare di avviare un percorso proprio di esenzione dagli ISA, chiedo al Viceministro di rivedere il parere.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Allora, alla luce anche dell'altro ordine del giorno approvato, in cui ci si impegnava ad avviare i percorsi legislativi per mettere in maniera coordinata tutte le esenzioni e proroghe dei vincoli di finanza pubblica che sono oggi previsti per i comuni del cratere, propongo al presentatore un parere favorevole con una riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare ogni utile iniziativa legislativa al fine della non applicazione degli indici sintetici di affidabilità”.

PRESIDENTE. Parolo, accetta la riformulazione? Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2211-A/109 De Angelis parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2211-A/112 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea: accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/114 Bucalo: accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2211-A/115 Pella: accetta la riformulazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà. Colleghi, mi raccomando, silenzio durante gli interventi dei vostri colleghi.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, mi dice lei quando iniziare …

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi. Se uscite fuori dall'Aula, per favore, andate in silenzio e uscite in silenzio, perché deve intervenire un vostro collega, altrimenti non può parlare. Per favore, per favore, chi deve uscire esca in silenzio e velocemente. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi, per favore. Per favore… Prego, deputato Fusacchia.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, noi ci apprestiamo a votare in via definitiva un provvedimento che contiene delle misure importanti per tanti cittadini, per tante imprese e per delle comunità che sono state negli ultimi anni colpite da più terremoti.

Io, dichiarando il nostro voto favorevole, volevo fare un ragionamento su due punti: il primo ha a che fare con alcune cose specifiche che sono contenute in questo provvedimento, e il secondo su alcune cose che invece non ci sono e che hanno a che fare, a livello più generale, con il modo in cui funziona o non funziona il nostro Paese.

Tra le cose che ci sono, che considero di particolare valore all'interno di questo provvedimento, ne voglio citare tre. La prima attiene al mondo della scuola, perché ci sono delle misure che hanno a che fare con la ricostruzione pubblica, dove si stabilisce un principio di priorità per gli edifici scolastici; ci sono poi delle misure di proroga per quanto riguarda deroghe alla normativa nazionale sullo svolgimento dell'anno scolastico, per quello che riguarda, ad esempio, il dimensionamento delle classi, e quindi andiamo in deroga al numero degli alunni per classe, al fatto che ci sono posti in più per il personale scolastico.

Faccio notare, Presidente, che qui stiamo parlando di aree interne: su questo bisognerebbe svolgere un ragionamento più generale in questo Paese, perché ci occupiamo ovviamente di queste aree in questo momento perché colpite da terremoti, ma c'è un disagio complessivo crescente in tutte le aree interne del Paese. Io credo che, per quanto riguarda la scuola, ce ne dovremmo occupare in maniera strutturale, e non solo perché legate a eventi sismici. E lo dico perché questo ha a che fare con il dimensionamento delle classi, e c'è il famoso dibattito che, da un lato, porta ad evitare lo spopolamento, magari chiudendo delle classi e delle scuole, ma, dall'altro, porta anche dei bambini e dei ragazzi a ritrovarsi in delle classi molto limitate per numero di alunni, e quindi a crescere con un altro tipo di disagio, perché si riduce la socializzazione e così via; su questo forse, se ci ricordassimo anche dell'innovazione e dell'innovazione digitale, esse potrebbero aiutare. Ma è un altro capitolo, e lo toccheremo spero presto.

Per quanto riguarda il secondo punto di cose qualificanti, a mio avviso, ci sono delle misure importanti che attengono al mondo della cultura. Lo dico perché quando si parla di terremoto e si parla di ricostruzione, è inevitabile e anche corretto che il primo punto sia sulla ricostruzione fisica; ma c'è una ricostruzione, soprattutto dopo tanti anni dal sisma, di quella capacità non solo materiale, ma immateriale che attiene alla solidità delle persone, e non solo degli edifici, che va ricostruita. E, quindi, tutto quello che ha a che fare con la scuola - che citavo prima - e con la cultura diventa fondamentale. Bene, quindi, che ci siano risorse per le attività culturali, per queste aree colpite dal terremoto, per limitare i danni di una depressione regolare e complessiva che colpisce poi le popolazioni di queste terre; e anche per il restauro del patrimonio artistico: ovviamente, oltre ai danni ingenti alle persone c'è un danno all'eredità materiale di questi territori, che poi è collegato, come dicevo prima, alla capacità di questi territori e delle popolazioni di questi territori di rialzare la testa.

Faccio un cenno veloce, visto che ho toccato la cultura, all'Art bonus, perché trovo che sia stata azzeccata l'idea di estenderlo sia a Matera che a Venezia; e, ovviamente, a Venezia a maggior ragione, perché anche in quel caso abbiamo di recente approvato delle mozioni che si occupano di far fronte, che cercano di impegnare il Governo ad agire su alcune filiere molto specifiche per quello che riguarda tutte le alluvioni che hanno colpito Venezia e che stanno colpendo Venezia. Ma ancora una volta, oltre ad occuparci dell'acqua, ci dobbiamo occupare della cultura di Venezia, e fare in modo che la città in quel caso non diventi un enorme parco giochi o un museo a cielo aperto, bensì un luogo dove, a partire dalla cultura e dalla tradizione, si possa fare tanta innovazione e tanta nuova impresa e nuova produzione di cultura. Questa misura quindi sull'Art bonus credo sia molto utile.

L'ultima cosa che voglio citare parlando di questo decreto-legge in termini specifici: vi sono delle misure che hanno a che fare con incentivi per l'insediamento nei piccoli comuni e delle misure che hanno a che fare con la costruzione e la creazione di nuova impresa. Queste sono fondamentali, quando si parla di accesso al credito, quando si parla di agevolazioni, perché questi territori o riscoprono una dinamica imprenditoriale e di intraprendenza da parte anche e soprattutto alle nuove generazioni, oppure inevitabilmente, Presidente, sono destinati a morire.

Concludo però con un ragionamento generale: fatta tutta questa lunga premessa, è inutile, come dire, è difficile più che inutile, è difficile non vedere che sul terremoto e sulla risposta ai terremoti il bilancio non si fa con questo decreto-legge e in questi giorni, ma lo si fa leggendo quello che è successo negli ultimi anni, in alcuni casi negli ultimi dieci anni. E noi, Presidente, continuiamo a vedere che questo è il Paese dove il transitorio purtroppo diventa definitivo, dove la deroga diventa la regola, e io credo che noi abbiamo il dovere di lavorare perché tutto questo non sia più così. Lo dico perché c'è un enorme senso di precarietà collettiva e diffusa che questo Paese vive, purtroppo non solo nelle aree terremotate. Io venerdì scorso ero a L'Aquila, all'apertura del Festival della Partecipazione, che si tiene da un po' di anni e che cerca di stimolare sul territorio, portando anche persone da tutta Italia, la capacità delle popolazioni locali e dei più giovani di mobilitarsi, di attivarsi, di essere cittadini responsabili e attivi; e mi ha colpito molto il discorso che ha fatto un ragazzo, Tommaso Cotellessa, che aveva 8 anni, 9 anni quando c'è stato il terremoto de L'Aquila, che adesso sta finendo il liceo, e che raccontava come il danno vero - non solo la paura di quel momento del terremoto - nel corso degli anni è vedere la precarietà degli adulti crescendo da bambino e diventando un ragazzo; e quindi noi abbiamo credo la responsabilità come istituzioni, come Parlamento, come Governo, di smettere di crescere generazioni di terremotati, perché quello che sta succedendo è che i terremotati non sono solo quelli che hanno vissuto fisicamente o sono stati vittime del terremoto in un determinato momento, ma si instilla in quelle popolazioni questo senso di precarietà permanente, che si trasmette pure alle nuovissime generazioni. Perché un genitore che continua a sentirsi terremotato lo trasmetterà pure ad un bambino, e credo che questo sia il vero punto nodale che dobbiamo affrontare. Dentro questo decreto-legge - e concludo, Presidente - c'è una misura che va nella giusta direzione, che dice che abbiamo bisogno di una legge quadro sulla ricostruzione, che dobbiamo capire come gestire sempre meglio l'emergenza e quindi occuparci della risposta immediata, ma dobbiamo anche imparare a programmare la ricostruzione. E quindi le norme, i passaggi che in questa legge vanno in quella direzione sono meritori, ma dobbiamo fare in modo, ancora una volta, che, quando capiamo come programmare in termini di legge quadro, in termini di strutture poi ministeriali, da Palazzo Chigi in giù, che se ne devono occupare, venga fatto in una maniera al rialzo, e non come misure che poi devono col bilancino tenere conto di troppi interessi particolari, per cui viene minato il fine ultimo per cui eravamo partiti con quel tipo di iniziativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, questo provvedimento, oltre alla tragicità dell'argomento a cui si riferisce, appunto eventi sismici, che richiama situazioni drammatiche di sofferenza, di dolore, di impotente disperazione di fronte ad un fenomeno della natura incontenibile e che spesso non lascia scampo, presenta nella titolazione un sostantivo femminile plurale ed un aggettivo qualificativo plurale: “disposizioni urgenti”. Dalla loro combinazione viene fuori tutta la connotazione emergenziale di questo decreto-legge; e nella mia modesta opinione vorrei dire che non è rincorrendo le emergenze che si possono affrontare gli effetti non solo dei terremoti, ma anche delle inondazioni, esondazioni, smottamenti, crolli di strutture degradate e sottoposte a cattiva o, peggio ancora, nessuna manutenzione. Il tutto aggravato da una situazione di dissesto idrogeologico che ha raggiunto, anzi superato i limiti concepibili in un Paese che voglia ritenersi moderno, all'avanguardia e tecnologicamente avanzato. Va anche considerato che il determinarsi di una situazione di emergenza è il segnale tipico che la politica è incapace di organizzarsi e rispondere a tale esigenza. Di conseguenza, tale emergenza corre il rischio di diventare terreno di sfruttamento da parte della criminalità per quanto riguarda, ad esempio, gli appalti per i lavori di ricostruzione. Ciò perché, diciamolo pure, Presidente, tante ne abbiamo viste di queste situazioni, troppi ne abbiamo sentiti di delinquenti che gioivano al verificarsi di una tragedia pregustando quello che sarebbe stato il bottino di una ricostruzione conseguente. Va evidenziato anche che se gli effetti dei sismi, che si sono moltiplicati un po' - bisogna ricordarlo - da un po' di anni a questa parte, sono così catastrofici, forse la qualità delle costruzioni non rispetta caratteristiche e norme di sicurezza richieste. Pertanto l'azione di miglioramento, rafforzamento, adeguamento degli edifici esistenti e di prevenzione e accortezza in fase di nuove costruzioni deve diventare un'azione quasi maniacale, soprattutto da parte di chi, come il Parlamento, deve legiferare in questo senso, poiché quasi la metà del nostro territorio è ad elevata pericolosità sismica. Ciò significa che più di 6 milioni di edifici e strutture sono presenti in quest'area ed un terzo degli italiani ci vivono. Quindi, far tutto questo per salvare vite umane è un dovere, anzi è un imperativo. Probabilmente, Presidente, questo non sarà il provvedimento perfetto, non soddisferà le esigenze di tutti, prova ne sia la mole di emendamenti presentati, discussi e anche non approvati, ma diversi sono gli elementi positivi che emergono: oltre alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020, segnalo lo sconto del 60 per cento e la proroga per la restituzione della cosiddetta busta paga pesante, le misure anti-spopolamento, con l'estensione alle aree terremotate degli incentivi del bonus “Resto al Sud”, l'accelerazione per le pratiche di risarcimento, la semplificazione delle procedure per la ricostruzione degli immobili, l'accelerazione delle rimozioni delle macerie, l'adozione di nuovi incentivi per lo sviluppo delle imprese. Beh, in ossequio all'articolo 3 della Costituzione, che sottolinea il compito dello Stato a togliere gli ostacoli, quindi tutelare, lo sviluppo della persona e quindi la sua partecipazione alla vita economica e sociale del Paese, questi sono i motivi che ci convincono che questo provvedimento è una risposta, seppur, come ho detto, non definitiva, alla richiesta di ricostruzione del tessuto sociale ed economico dei territori la cui sofferenza è difficilmente immaginabile. Quindi, Presidente, il voto della componente MAIE sarà favorevole al provvedimento che abbiamo discusso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Noi con l'Italia-USEI voterà a favore del “decreto sisma”, perché crediamo che piuttosto che niente, è meglio piuttosto. Utilizzo questo proverbio popolare perché avremmo voluto di più da questo decreto. Avremmo voluto più risorse, avremmo voluto una maggiore velocità nella risposta e una più significativa autonomia ai sindaci, che molte volte si devono muovere all'interno di norme e di vincoli che poco hanno a che fare con la risposta a situazioni di emergenza, però riconosciamo e prendiamo atto che il MoVimento 5 Stelle, che ha sempre avuto una posizione molto ideologica sulla gestione del post-sisma, nel momento in cui governa, in cui si accorge delle reali problematiche, delle necessarie risposte che bisogna dare al territorio, ha anche la capacità di cambiare idea, e abbiamo visto dei passi in avanti rispetto alle posizioni di una volta. Ciò anche perché probabilmente, nel dibattito in Aula, è emerso con chiarezza la maggiore preoccupazione da parte di tutti sulle problematiche relative alla gestione del post-sisma.

Innanzitutto il tema dello spopolamento, perché, nel momento in cui c'è una mancanza di risposta o un ritardo nella risposta, la difficoltà è continuare ad avere la propria vita in quei luoghi e la permanenza anche delle attività economiche e di tutto quello che riguarda la quotidianità. Quindi, il pericolo principale è ritrovarsi poi in città che risultano assolutamente deserte, in parti del nostro Paese che non sono più popolate. Mancando le risposte o arrivando in ritardo, la conseguenza della gestione post-sisma è proprio quella di non ritrovarsi più dei territori abitati. Crediamo, quindi, che sia fondamentale sempre di più abbattere, in termini generali, la burocrazia, ma ancora di più nei momenti di emergenza; dare ai sindaci la possibilità di intervenire con autonomia, lo ricordava bene anche il collega Napoli nel confronto e nel dibattito in Aula. Chi ha avuto e ha responsabilità amministrative, come il presidente della regione Liguria, Toti, e il presidente della regione Piemonte, Cirio, hanno addirittura, probabilmente esasperando, ipotizzato uno scudo penale per chi interviene in situazioni di emergenza e di difficoltà, come i terremoti determinano o i grandi eventi naturali i quali creano conseguenze sul nostro territorio. È sicuramente una situazione estrema, ma rappresenta quanto gli amministratori locali sentano il peso della burocrazia, dei vincoli e della difficoltà che li porta quindi a dare delle risposte in quei momenti in cui è necessaria molta più velocità. Quindi crediamo che ci sia troppa burocrazia. Siamo in una situazione in cui un prato non può diventare un deposito di inerti, un albero non può essere rimosso, il più piccolo pezzo di marmo è considerato patrimonio dei beni culturali e un sindaco non può fare l'affidamento di un appalto senza rischiare di essere inquisito per qualche illecito. Abbiamo bisogno di semplificazione, quindi consideriamo il decreto un passo in avanti. Voteremo a favore perché vediamo questo cambiamento di atteggiamento, in particolar modo dal partito di maggioranza relativa all'interno del Governo, ma crediamo che si dovrà fare di più. Apprezziamo molto, ad esempio, il prolungamento dello stato di emergenza al 31 dicembre del 2020, è sicuramente una risposta che era molto richiesta dai territori. Concludo, signor Presidente, richiamando quest'Aula a legiferare con maggiore buonsenso. Spesso il mio collega della nostra componente, l'onorevole Renzo Tondo, mi ricorda il modello Friuli, la capacità con cui il Friuli è riuscito a dare risposte ai drammatici momenti del terremoto, ma quel momento storico non aveva visto norme che oggi ci sono nel nostro Paese. Quindi, prendiamo esempio da quel modello, coinvolgiamo i nostri sindaci, semplifichiamo la vita alle imprese e cerchiamo di ricordarci che davanti a dei fenomeni anche complessi, come ci sono stati nella gestione post-terremoto in alcune parti del Paese, dove si sono verificati anche degli illeciti inaccettabili, non si può però per quelle situazioni rischiare di imbrigliare un Paese che deve dare delle risposte e, sulle spalle degli amministratori, tanti cittadini si affidano perché tali risposte ci siano. Quindi, è importante dare come Paese una risposta efficace, e il decreto sisma è un passo in avanti. Andiamo oltre quanto è stato fatto, ma il segnale positivo che vogliamo dare è proprio il voto favorevole a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Presidente, il “decreto sisma” è la soluzione definitiva per le zone colpite dai terremoti, queste le parole con cui il Premier Conte rassicurava le popolazioni dei territori del Centro Italia qualche giorno fa. Purtroppo spiace smentire il Premier, ma il decreto, così come è arrivato all'esame della Commissione ambiente qualche giorno fa, purtroppo si è presentato come un provvedimento molto carente. Carente, signor Presidente, sia dal punto di vista delle risorse ma anche e soprattutto dalla mancata risposta alle tante esigenze che provenivano dai rappresentanti dei territori, che fossero i cittadini stessi o le associazioni o i sindaci, i rappresentanti delle regioni e tutti coloro che in qualche modo vivono quella realtà. Queste persone sono venute in Commissione, le abbiamo audite, sono state con noi per ore, per farci comprendere tutte le difficoltà, che si sono trovati a dover affrontare in questi tre anni, chiedendo proprio a noi di intervenire, rispetto a quel decreto, così come era arrivato, perché lo ritenevano profondamente carente.

Oggi, però, il provvedimento che siamo arrivati a votare, nonostante alcune modifiche siano state poi effettivamente apportate, anche con le battaglie portate avanti dalle opposizioni, qualche risorsa è stata aggiunta, è stata data la possibilità di assumere qualche dipendente in più all'interno degli enti territoriali, però, nonostante queste soluzioni parzialmente migliorative, non è certo stato raggiunto il risultato, che auspicavano sia le associazioni che i cittadini, che da più di quattro anni attendono queste stesse risposte da uno Stato, che, purtroppo, si è manifestato poco attento e anche questa volta, signor Presidente, purtroppo, rimarranno delusi. Infatti, rispetto ai proclami, agli spot elettorali che le attuali forze che compongono la maggioranza di Governo hanno annunciato nel corso delle scorse settimane, manca in questo decreto principalmente la spinta propulsiva, che era richiesta a gran voce dai cittadini.

Al di là, infatti, come dicevo, di qualche risorsa economica aggiuntiva, forse il segnale peggiore che uscirà da quest'Aula è che - e questo ho già avuto modo di rappresentarlo in un intervento in Aula negli scorsi giorni - questo Governo ha ritenuto che questa emergenza non fosse così tanto emergenza, da concedere al commissario straordinario per la ricostruzione quei poteri in deroga, che gli avrebbero consentito, così come hanno consentito al sindaco di Genova, di rimuovere le macerie e di far ripartire la ricostruzione in tempi brevi. Si è manifestata, quindi, secondo me, una maggioranza miope, una maggioranza che si è manifestata sorda, rispetto alle esigenze di questi territori, a cui, quindi, non arriveranno le risposte che attendevano. In ogni caso la componente di “Cambiamo!”, signor Presidente, voterà comunque a favore di questo provvedimento, perché, come diceva prima il collega che mi ha preceduto, c'è un vecchio detto che dice: piuttosto che niente, piuttosto. E allora noi, con senso di responsabilità e non certo perché siamo soddisfatti delle soluzioni trovate da questo decreto, che avrebbero potuto essere molto migliori e molto più definitive, rispetto a quelle che oggi invece andiamo ad assumere, decidiamo di dare il nostro sostegno al decreto - ripeto -, ma non per il Governo, non per questa maggioranza, ma per i cittadini e per tutti coloro che vivono questa grave emergenza da così tanto tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi, stiamo oggi discutendo ancora una volta il provvedimento che si occupa di problemi lasciati ai cittadini dal sisma. E ancora una volta lo facciamo occupandoci a più riprese di più situazioni diverse. Oggi in questo nostro decreto, che stiamo convertendo, parliamo di questioni lontane: l'Emilia- Romagna, Ischia, il Centro Italia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo. Grazie ai colleghi Epifani e Palazzotto, abbiamo chiesto al Governo di occuparsi anche di ulteriori situazioni di crisi, che erano state dimenticate, nella fattispecie la Sicilia, i comuni che hanno subito un evento sismico poco tempo fa, questioni aperte ancora nel Molise.

Insomma, sono tutte questioni che di volta in volta devono essere riviste, che però danno un senso di precarietà, di interventi spot, che non risolvono un tema che andrebbe affrontato in una visione più generale. Infatti, io penso, noi come gruppo pensiamo che, di fronte a casi come quelli di un terremoto e di eventi climatici, di cui dirò proprio più avanti, c'è un'emergenza che va affrontata. Ma un Paese che vuole affrontare queste questioni in modo più serio deve avere la capacità di avere una progettualità su temi come questi.

Voglio fare soltanto un esempio, che forse è quello che è stato discusso e che non ha trovato soluzione in questa vicenda. Sono passati ormai un certo numero di anni, purtroppo, da questi eventi. Eppure, sullo smaltimento delle macerie, c'è un grande punto interrogativo. È un grande punto interrogativo perché non si riesce a dare una certezza e una velocità di lavorazione su quello che bisognerebbe fare. È qui che bisognerebbe intervenire in un modo veloce, rapido, guardando al futuro, togliendo le macerie dalla normativa dei rifiuti e investendo sul futuro, sull'economia circolare, riutilizzando quelle materie, perché siano nuova materia e nuova vita di quei territori. Allora bisogna, forse, qui ragionare sulla progettualità, cosa significa provare a dare, fuori dagli eventi che diventano emergenza, una capacità progettuale di risposte, che vale per l'oggi e per il domani.

Naturalmente in questo nostro provvedimento ci sono fatti positivi ed è per questo che noi l'abbiamo sostenuto, prima in Commissione e poi in Aula, una serie di micro-interventi per le imprese e per i cittadini. Ce ne sono alcuni particolarmente importanti, come ha detto prima di me qualche collega. Per esempio, mi riferisco a tutto ciò che è stato fatto in deroga per le scuole, il numero minimo di alunni, oppure all'aumento del personale.

Ci sono anche situazioni che riguardano la vita dei cittadini. I mutui saranno sospesi fino al 2021, nei comuni colpiti dal sisma, e saranno esentati dall'IMU tutti gli immobili danneggiati. Ci sono maggiori finanziamenti per le imprese. Però, serve progettualità.

Ci sono ancora cose positive, come sono state ricordate. Vi è la cabina di regia per le aree terremotate, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che avrà la possibilità, con 50 milioni di euro, di fare attività e quindi di finanziare quei territori.

Vorrei però sottolineare anche altri aspetti, che vanno oltre il sisma. Per esempio l'Art bonus per Venezia e per Matera, perché in questi momenti di disastri ambientali ci siamo soffermati molto per le immagini emblematiche che abbiamo visto a Venezia, ma ce ne sono state altre e altrettanto importanti a Matera, e non solo, che vanno tenute in considerazione.

Insomma, vorrei in qualche modo, prima di entrare più nel merito, ringraziare tutta la Commissione e le relatrici, per il lavoro paziente che hanno svolto, per le decine, le centinaia, forse le migliaia di sollecitazioni ricevute, che danno però il senso di questo decreto. C'erano e ci sono troppi ritardi. Si è provato ad entrare su vicende, a volte troppo in profondità, troppo nello specifico. Forse bisogna avere il coraggio di affrontare questi temi, che riguardano tutto il Parlamento, non le maggioranze che si trovano ad affrontarli di volta in volta, in un modo diverso. Io mi auguro che si possa affrontare in modo generale questa vicenda, con modalità diverse anche da quelle con le quali le relatrici sono state costrette a lavorare. Una di queste è emblematica ed è successa ieri, ma, di questo, dirò dopo.

Affinché la ricostruzione non sia, però, l'ennesima occasione mancata, deve essere partecipata, sicura, rigorosa e di qualità; serve una ricostruzione di qualità, come dicevo, dell'ambiente, del territorio e del lavoro che coniughi un'idea di futuro fondata sulla costruzione di comunità; non basta ricostruire le case, le scuole, le chiese, bisogna dare vita a quelle comunità che, oggi, si sono spopolate. E per dare vita bisogna che, in qualche modo, si ritorni a investire sui territori; ciò significa tornare a dare a quelle persone che in quelle piccole realtà vivevano, investivano o avevano fondato la propria vita, la possibilità di ritornare, avendo uno Stato amico che gli faccia avere la possibilità di ricostruire le loro attività e, quindi, di investire nella cultura, investire nella nuova economia, investire in quelle che erano le capacità e quello che si faceva prima. Molti territori interni sono agricoli e hanno un'agricoltura di qualità, un'agricoltura capace, in qualche modo, di dare alle nuove generazioni, che altrimenti definitivamente scapperanno via da quei territori, la possibilità di ritornare e di far rivivere l'Italia, nei suoi borghi, nei suoi posti più belli, con la capacità di progettare il futuro.

Io penso che da queste modalità passi l'idea che si ha dello sviluppo del territorio, l'idea di sviluppo che si ha del proprio Paese e sono anche la modalità con le quali, io credo, bisogna, in qualche modo, riprendere alcuni dei punti di partenza di questa nuova maggioranza. Green New Deal non è soltanto un'espressione da citare e poi lasciare lì, al caso, ma è un modello di sviluppo che parte dai territori e che deve ripartire nei momenti di difficoltà, anche perché dalle difficoltà si può nascere e ricrescere con più forza e, magari, rigenerando un tessuto che era deteriorato e che, invece, oggi, noi possiamo provare a rilanciare in modo moderno, efficace ed efficiente. Green New Deal, per me, significa questo, significa avere cura del territorio…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

NICOLA STUMPO (LEU). Mi avvio a concludere, Presidente; significa avere la capacità di progettare un futuro attento alle nuove generazioni. Infine, lo voglio dire con franchezza, non è stato uno spettacolo edificante per il Parlamento quello che è successo ieri, in più momenti, e non mi riferisco alla prima fase, in cui si è dovuto sospendere, ma a quello che è successo in fondo alla serata e anche all'inizio di oggi. Si può essere tranquillamente contrari ad alcune modalità con le quali si pensa di risolvere alcuni temi e non importa neanche come la penso io personalmente su quella vicenda; però, c'è un modo, io credo, politicamente corretto, se così si vuole dire, di affrontare le questioni e anche il coraggio di assumersene le responsabilità. Se sul tema dell'aumento delle tariffe c'era una sensibilità così diversa, è molto strano vedere il risultato di quella votazione sull'emendamento. A me non piace, e lo dico soprattutto a chi ha posto un emendamento, lo ha ritenuto fondamentale e poi non l'ha votato, parlando di marchette ed essendo una parte importante della coalizione precedente che ha impedito di rivedere le concessioni autostradali. Se si vogliono rivedere le concessioni autostradali, allora, lo si faccia insieme, tutti, avendo però il coraggio delle proprie azioni e non nascondendosi ritirando via le tessere (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Colleghi, si conclude un iter complesso, lungo, che ha visto le Commissioni lavorare, confrontarsi; il clima che c'è stato in Commissione, che c'è stato nelle Commissioni non è sicuramente il clima che si è visto ieri in Aula, perché il teatro dell'Aula consente, a chi non vuole entrare nel merito delle questioni, di degenerare nello spettacolo, nel dare spettacolo e, a volte, anche, nel darlo nel peggiore dei modi. Io non so cosa si riporteranno a casa quegli studenti che stavano lì sopra, a vederci, ieri, dopo che hanno fatto un giro per le stanze più belle di questa Camera, dopo che gli hanno raccontato che cosa accadeva in queste Aule (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), dopo che gli hanno raccontato che cosa è accaduto nella Sala della Lupa, dopo che gli hanno raccontato quanto sono importanti lo Stato e la democrazia rappresentativa; poi, sono venuti qui e hanno visto le scene che hanno visto. E perché lo dico? Perché la gravità di quelle scene e sceneggiate non deriva solo dal che cosa è accaduto, ma del quando è accaduto. È accaduto mentre si discuteva di una legge, di un decreto, dove ognuno di noi può avere un'opinione differente, ma che tentava di dare le risposte alle emergenze per l'accelerazione della ricostruzione. Si è fatto tutto? Non si è fatto tutto? Ci sono ancora delle risposte da dare? È ovvio che ci sono ancora delle risposte da dare, però, le norme che abbiamo approvato e che andremo ad approvare definitivamente col voto finale rispondono a delle esigenze che non è che sono sorte oggi, non è che sono sorte ieri, non è che non c'erano ad agosto, quando c'era un altro Governo, e non è che l'altro Governo di prima non ha fatto un “decreto terremoto” sul quale quelle risposte che oggi noi diamo, alcune, tante, non tutte, comunque, erano rimaste inevase nella precedente legiferazione.

Noi ci troviamo di fronte ad un provvedimento che risponde ad alcune esigenze, ne cito alcune, parto anche io dalla scuola. La cosa peggiore che può accadere dopo i danni da terremoto è il terremoto sociale, ossia quello che rompe la comunità, dove a un certo punto le famiglie, i genitori, decidono per esempio di lasciare quel posto per andare altrove, perché non sono sicure le scuole o perché temono un nuovo terremoto e si rompe definitivamente la comunità. Conosco bene quello che è accaduto a L'Aquila, il dibattito che ci fu a L'Aquila, per esempio per la ricostruzione, per esempio per le new town: uno straordinario Stato efficiente, efficace, a partire dal capo della Protezione civile, Bertolaso, per quanto riguarda la fase dell'emergenza, un deficit di programmazione per quanto riguarda la fase successiva. E ci proponevamo allora, forti di quell'esperienza in Abruzzo, di evitare, per esempio, errori di valutazione negli altri terremoti, seppur non devastanti come quello de L'Aquila, ma che, comunque, incidono drammaticamente, sia per le vittime, sia per i danni alle cose, sia per i danni alle persone, sia per i danni alle comunità che sono vittime di un terremoto.

Siamo partiti dalla scuola perché la cosa peggiore che può accadere è che tu applichi una regola ordinaria in una situazione straordinaria, applicare la regola ordinaria, cioè sul numero minimo degli alunni, significa praticamente non consentire in quelle aree, in quelle zone terremotate, per esempio, la ricostituzione delle classi, che sarebbe la conseguenza peggiore per chi decide di rimanere a vivere su quei territori.

Poi, diamo risposte su alcune e su molte misure che noi proroghiamo, e che non era scontato, diamo risposte sul personale, diamo risposte sui centri storici, sui sotto-servizi, sulla proroga dell'IMU, sulla proroga delle sospensioni dei mutui dei privati sugli immobili inagibili, diamo risposte sui segretari comunali di fascia superiore nei comuni colpiti dagli eventi sismici, diamo risposte al restauro del patrimonio artistico, che è un'altra ferita nella ferita, laddove lo si sottovalutasse, perché le comunità sono tali se ci sono luoghi e aggregazioni anche culturali e sociali, e quelle bellezze sono in qualche maniera conservate. Diamo risposta - estendendo la durata temporale dell'intervento del Fondo di garanzia per le PMI - alle urgenze relative alla rimozione di materiali prodotti a seguito degli eventi sismici. Diamo risposte estendendo la misura del “Resto al Sud”, che funziona, alle comunità colpite dagli eventi sismici. Diamo risposte estendendo i contributi sempre a quei comuni colpiti. E poi ci sono altre risposte; certo ci sono anche alcune questioni non subito ed immediatamente affrontate, però la domanda è: se tutto questo è banale e scontato, perché non è stato fatto prima? Se tutto questo era a portata di mano del Governo, della potenza dello Stato, perché non è stato fatto prima? O, in parte, non è stato fatto prima?

Vedete, Presidente, per quanto riguarda L'Aquila, io sono di quella regione, non sono aquilano, ma ogni abruzzese si considera fratello di quella comunità per quello che è accaduto; ebbene, io l'ho conosciuta, quella stagione, e ho conosciuto, per esempio, che i cittadini terremotati, quando c'era un altro Governo, di altro segno politico, sono stati costretti addirittura a protestare, ad invadere le autostrade, ad essere anche picchiati e respinti per chiedere un minimo di considerazione. Io lo ricordo, quel periodo, ricordo il periodo di un Presidente del Consiglio che venne e disse che avrebbe acquistato la casa a L'Aquila, per poi chiaramente non farsi vedere più, e poi ricordo un Governo, due Governi - Renzi e Gentiloni - che, ad oggi, sono passati alla storia per la maggiore dotazione finanziaria garantita a quella comunità e a quella ricostruzione. Se non fosse vero, voi mi citate i numeri e vediamo chi ha garantito la maggiore dotazione finanziaria a quella realtà.

Ieri si è andati oltre, io ho sentito interventi imbarazzanti, ma non nel merito, ognuno la può pensare come vuole, sulla sospensione dei pedaggi e le tariffe dei pedaggi autostradali, ma addirittura, Presidente, ieri hanno confuso le autostrade. I colleghi della Lega e anche qualcuno di Fratelli d'Italia ha confuso le autostrade. Ha parlato di autostrade impedite, dove c'è una sola corsia di marcia, intendendo la A24, sulla quale si sta facendo il provvedimento, ma non si chiama A24, quella è la A14, è un'altra autostrada, è quella adriatica, dove c'è un altro concessionario, per esempio. È stato detto di tutto ieri, sono state confuse le autostrade, sono stati confusi i problemi che ci sono su quelle autostrade.

E non è stato ricordato il lavoro straordinario. In Aula è presente - e lo ringrazio ancora - il presidente, allora Ministro, Delrio. Guardate che quella storia delle autostrade è una storia lunga: intanto inizia con un rapporto concessorio fatto dal Governo Berlusconi, che prevedeva, di anno in anno, l'aumento automatico delle tariffe: automatico. Dopodiché, c'è stato un altro Governo, con un Ministero delle infrastrutture a guida Delrio, che bloccò l'aumento delle tariffe con più provvedimenti. Quel blocco delle tariffe ha determinato il contenzioso, che ha visto, tra l'altro, soccombere lo Stato. Non si danno soldi a nessuno, non un euro di più di quello che spetta a qualcuno, ma ieri, magicamente, dopo che si sono sfogati tutti, esce fuori che chi aveva presentato quell'emendamento - prima di Stefania Pezzopane, prima di noi, anzi io lo avevo presentato - era il presidente della regione Abruzzo, Marsilio, che non chiedeva la sospensione di due anni, ma chiedeva la sospensione di molti anni di più. E per fortuna che la collega Pezzopane l'ha detto, perché altrimenti avrebbe indotto Fratelli d'Italia ad un errore che stavano facendo, salvo poi ravvedersi – ravvedersi - di quello che stavano dichiarando e alla fine (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi… Colleghi… avrete poi il vostro intervento, dovete far terminare il discorso… dovete far terminare il discorso… Foti! Foti! Foti! Avrete poi il vostro discorso… prego, concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Ma vai a lavorare, vai!

PRESIDENTE. Deidda la richiamo formalmente! La richiamo all'ordine… non si azzardi! Sta facendo il proprio intervento, quindi dovete rispettare il discorso e farlo parlare, dopo farete il vostro. Prego.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Presidente, mi faccia recuperare questo minuto. Io ho detto solo la verità…

PRESIDENTE. Non giochiamo con le parole! Prego, vada avanti.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). …perché ho ascoltato con attenzione il relatore di Fratelli d'Italia, dicendo - ha detto proprio queste parole - che avremmo potuto discutere di una diversa copertura finanziaria all'emendamento che poi si è approvato. Può essere, è giusto, ma è esattamente la stessa copertura finanziaria individuata dal presidente della regione Marsilio. E poi si vota, si arriva a votare e, dopo tutto quello che è successo, fortunatamente, tutte le forze politiche, quasi tutte, votano a favore di quell'emendamento: di colpo scompare la mega marchetta e c'è il voto favorevole all'emendamento, che quindi non era né una mega, né una piccola marchetta…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). …tranne i nemici della regione Abruzzo, rappresentati dalla Lega, che prima hanno promesso e poi hanno abbandonato. Noi manteniamo la parola, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Con la “T”, Presidente, Trancassini.

PRESIDENTE. Trancassini, certo.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie. Io mi scuso con l'Aula se non toccherò le vette del mio precedente professorone e, quindi, mi limiterò semplicemente a parlare e starò soltanto al tema, perché io capisco la difficoltà dei partiti di maggioranza di trovare, comunque, un bandolo a questa matassa ingarbugliata, che è questa tristissima storia dell'ennesimo capitolo di incapacità di affrontare i temi del terremoto. Comincerò questo mio intervento con un sentito e personale grazie al mio presidente, Giorgia Meloni, per avermi dato questa opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per avermi dato lo spazio e per aver supportato le esigenze di 600 mila persone, dando spazio, strutture, mettendo a disposizione tutto il partito per questa che è principalmente una battaglia giusta, di dignità, di 138 comunità. E ringrazio anche tutto il gruppo parlamentare, principalmente Francesco Acquaroli e Prisco, che mi sono stati particolarmente vicini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e insieme ai quali abbiamo condiviso ogni momento. E mi dispiace per loro che non sono stati ripresi nella famosa fotografia perché stavano redigendo gli emendamenti e non potevano essere presenti insieme a me, come tutti gli altri che erano impegnati a presentare 150 emendamenti e fare, noi, il lavoro che la maggioranza non era in condizione di fare.

Dico subito che noi ci asterremo, ci asterremo per tutta una serie di motivazioni, ci asterremo anche principalmente perché l'unica misura buona ve l'abbiamo detta noi, peccato che ve la avevamo detta a giugno del 2018, cioè col primo “decreto terremoto”, perché era chiaro che, se tu ai cittadini dici “ti lascio la busta paga pesante, perché sei in difficoltà”, chiedergliela tutta quanta indietro a distanza di poco tempo era folle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo proposto di reincamerarne soltanto il 40 per cento, non perché siamo bravi, ma semplicemente perché l'avevamo visto fare altrove. Ci è stato detto di “no” una volta, la seconda, la terza, la quarta, ci avete detto “no” otto volte. Poi, folgorati sulla via di Damasco, la avete presentata in questo decreto e l'avete sbandierata come una grande vittoria del centrosinistra.

Grazie agli interventi di Fratelli d'Italia, abbiamo equiparato le ditte boschive alle imprese agricole ai fini di tutte quelle che sono le agevolazioni. Abbiamo finalmente messo in discussione e vi abbiamo convinto che la centrale unica appaltante è un'abnormità degli appalti e che non solo strozza interamente l'Italia, ma strozza soprattutto quei piccoli comuni che in questi momenti sono chiamati a gestire partite importanti come quelle della ricostruzione pubblica. Siamo riusciti ad aprire uno spiraglio sulla moratoria di 5 e 10 anni per i comuni colpiti dal sisma, perché non ha senso costruire la scuola e contemporaneamente chiudere le presidenze, non ha senso dare segnali di investimenti sui territori e poi chiudiamo ospedali, pronto soccorso e tribunali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Su questo c'è stato l'impegno di Governo e noi li aspettiamo: già dalla prossima finanziaria il nostro gruppo sarà impegnato a ricordare gli impegni presi, così come ho fatto prima, nel ringraziare tutti i gruppi parlamentari, per la condivisione del nostro ordine del giorno - il terzo, per la verità, Presidente - sull'urgenza di intervenire sulla Salaria, che non solo è l'unica strada che porta in provincia di Rieti verso la ricostruzione, ma è la strada con la più alta densità di morte in Italia. Ma che cosa ci hanno chiesto - lo ricordo al professorone che mi ha anticipato - che cosa ci hanno chiesto i presidenti di regione, i sindaci, l'ANCI, le associazioni di categoria in sedici ore di audizione, queste sì passate in solitaria ad ascoltarli? Ci hanno chiesto sostanzialmente tre cose: ci hanno chiesto la semplificazione; ci hanno chiesto una visione per quelle comunità e ci hanno chiesto una legge quadro per far sì che la prossima volta che c'è un'emergenza si sappia per davvero cosa fare subito e magari per avere una governance uguale per tutti i terribili terremoti e non una governance diversa a seconda di chi fa il Presidente del Consiglio.

Sulla semplificazione noi abbiamo scelto la strada di farci prendere per mano e seguire sui ragionamenti i sindaci, quelli che comunque stavano sul territorio. Vede, per noi che lo siamo stati è molto semplice perché i sindaci - ci faccia caso, Presidente - parlano tutti la stessa lingua. Il problema è che molti sindaci, quando poi vengono a Roma, si dimenticano l'appartenenza a un territorio e questo non è buono, non è un buon servizio che si fa alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, vede, la politica vera, Presidente, è sempre una politica del territorio e il politico bravo è quello che cala i valori del suo partito sul territorio, e non viceversa: perché i valori di un partito sul territorio ci possono andare, il territorio in un partito non ci può andare. Ecco perché oggi il presidente delle Marche fa un appello inascoltato a tutti coloro che nelle Marche dicono una cosa, predicano bene e poi vengono qui e razzolano malissimo, perché non accettano di vedere che il nodo della ricostruzione è appunto quello della conformità urbanistica. Abbiamo passato ore a spiegarlo e devo dire insomma che qualche volta siamo riusciti anche a infrangere questo muro di certezze in capo al MiBACT. Mi piacerebbe un giorno parlarne con il Ministro Franceschini perché devo dire che l'approccio talebano che ha avuto su questa materia non gli fa certamente onore: dovrebbe avere l'umiltà di farsi anche lui prendere per mano se non dai sindaci, magari direttamente dall'ANCI, visto che è molto più casa sua che casa mia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo proposto una cosa molto semplice, Presidente: vede noi pensiamo che la ricostruzione possa essere trattata al pari di una ristrutturazione perché in Italia, se lei demolisce e ricostruisce, al di là delle leggi per il terremoto, lei lo fa anche con procedure snelle; se, invece, lei deve soltanto ristrutturare magari per 10 mila euro, lei incappa in questa follia alla quale noi non solo non togliamo legacci ma ne aggiungiamo. Ci siamo sgolati su questa materia, non ci siamo riusciti e questo è un fallimento grave, non un fallimento di Fratelli d'Italia, non un fallimento del sottoscritto: è un fallimento della politica perché chiamare la gente qui, ascoltarli, farsi indicare la strada e poi girarsi dall'altra parte, chiusi nel palazzo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) non è certamente un servizio alla buona politica e credo che questi ragazzi che sono qui oggi, se magari sono indecisi se andare a votare o meno alle prossime elezioni, se sentono queste storie si convincono sempre di più che è inutile mandare i propri rappresentanti in posti come questo.

Poi ci siamo interrogati anche sul secondo aspetto della visione, Presidente, perché questi territori hanno bisogno anche di avere una prospettiva, non hanno bisogno soltanto di una velocizzazione della ricostruzione, ma una politica scellerata degli ultimi vent'anni ha spinto sempre di più la gente ad andar via da posti come Leonessa, come Amatrice, come Camerino affollando i raccordi e le strade che portano nelle grandi città, ecco, quella politica ha bisogno di essere riscritta e anche questo ce lo hanno spiegato bene, ce lo hanno spiegato i sindaci, ce lo hanno spiegato i presidenti di regione, perché si sente oggi l'esigenza non tanto come vogliamo noi di salvare quella comunità, ma quantomeno quella minima, che potrebbe interessare anche al Ministro Franceschini, perché, se da quei posti se ne va via la gente, un enorme patrimonio di opere d'arte non c'è più nessuno che controlla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Almeno su questo fatevi delle domande. E, allora, abbiamo introdotto decine e decine di emendamenti per la zona franca urbana, per le zone economiche speciali del mio amico Deidda, che ieri me lo ha ricordato in un bellissimo intervento, ma abbiamo anche presentato misure per far fronte al calo demografico; abbiamo anche fatto capire che se diamo una corsia preferenziale alle imprese locali che sono occupate nella ricostruzione facciamo una cosa buona e giusta e se magari leviamo ad esse lo stesso carico fiscale che leviamo agli altri, cioè che leviamo a chi ha una busta paga, cioè il 60 per cento, magari assumono, assumono di più e rilanciano l'economia anche da un punto di vista occupazionale.

Tutto questo, Presidente, non c'è; su tutto questo ci si è girati dall'altra parte e questo è un fatto gravissimo e inaccettabile. Ma c'è un altro fatto inaccettabile. Abbiamo chiesto sin dall'inizio del dibattito - e, per la verità, anche prima - chi fosse il sottosegretario che si occupa della ricostruzione perché - lo dico - c'è un convitato di pietra in questa discussione che dura da settimane, ossia il commissario Farabollini, che è stato probabilmente messo in una teca e da parte perché non se ne deve parlare, non dobbiamo avere l'umiltà di riconoscere l'errore, Presidente. Lo dico a lei che rappresenta una forza politica che noi ci aspettavamo che continuasse a non avere peli sulla lingua: io mi aspettavo dal MoVimento 5 Stelle anche la capacità di riconoscere degli errori. Non è così: siete disonesti intellettualmente, profondamente disonesti intellettualmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché la scelta di Farabollini è una scelta sbagliata, è una scelta che fa male principalmente a lui, una persona perbene messa al posto sbagliato, e fa malissimo ai territori. E non avete l'umiltà di riconoscere l'errore; non avete nemmeno l'umiltà di metterlo da parte. No, vi ostinate in questo e, quindi, gli create una sorta di badante di volta in volta, a seconda di chi tocca: precedentemente era Crimi, questa volta non trovavate la quadra insieme al Partito Democratico, allora vi siete inventati che la ricostruzione, con un emendamento a firma Braga, passa a Casa Italia. Cioè, noi non solo chiediamo la velocizzazione, non solo noi chiediamo una visione e nessuno ce la dà: voi vi inventate un altro tavolo, vi inventate un altro carrozzone che strozzerà nuovamente e ancora di più la ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, i temi sono tanti e purtroppo dieci minuti sono pochi, però, poiché ho la presunzione di pensare che le ho messo il dubbio che tutta questa è una bruttissima storia, per raccogliere e per ricollegarmi e per tentare di elevare il mio discorso al rango del professorone che mi ha anticipato, vede noi non ci rassegniamo, noi ci asteniamo e vi daremo battaglia al Senato con il nostro gruppo sugli stessi argomenti, perché presenteremo di nuovo gli stessi emendamenti, vi porteremo sulle stesse medesime discussioni.

Tuttavia, vorrei dire al professorone che parlava prima di Renzi, di Gentiloni, e io aggiungo anche Conte: guardate, io mi prendo questa grande presunzione oggi, lo dico a Renzi, lo dico a Gentiloni, che insomma ormai ha anche un ruolo importante, lo dico anche al Presidente Conte: non ci andate più su quei territori, non ci andate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché la gente è talmente stanca che probabilmente vi riserverà un'accoglienza che, a differenza dell'ultimo incontro di Conte che ha messo le transenne a cento metri, vi dovrete fermare a due chilometri dai centri abitati, a due chilometri dai centri abitati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sentitela la gente, alzatelo il telefono!

E con l'augurio, per davvero, che ci sia qualcuno che si ricorda da dove è venuto e, quindi, magari che con i gruppi al Senato si possa finalmente emendare il decreto-legge, a nome di Fratelli d'Italia, Presidente, do nuovamente tutta la nostra disponibilità.

Noi non abbiamo cercato di portare a casa battaglie di bandiera: lo sanno perfettamente i colleghi. Ho visto accantonati molti dei miei emendamenti poi usciti con nomi di altri: a noi questo non ci interessa. Noi i terremotati non li usiamo. Però, noi portiamo a casa, Presidente, una cosa che siamo forse l'unico gruppo parlamentare o uno dei pochi che può portarla a casa: noi portiamo a casa la nostra dignità su questo argomento e, mi creda, non è poca cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi dopo tre settimane di lavoro intenso in Commissione e questi giorni in Aula stiamo per votare il decreto-legge chiamato terremoto. Voglio ringraziare le relatrici, il Governo e i colleghi di tutte le forze politiche per il lavoro serio che abbiamo fatto.

Ottocento emendamenti esaminati in Commissione e cinquecento in Aula, tutti istruiti e approfonditi; quasi cento emendamenti approvati che ci restituiscono un testo molto rafforzato e migliorato rispetto a quello che inizialmente abbiamo analizzato. Un testo che comunque - è bene dirlo - per la prima volta a distanza di anni affronta in maniera specifica ed organica il tema del terremoto.

Ancora un decreto sisma si è detto: sì e, cari colleghi, non sarà l'ultimo. Se tutti noi avessimo, talvolta, la cortesia e l'intelligenza di ascoltarci un po' di più in quest'Aula, anziché mettere in scena l'indegno spettacolo che purtroppo anche ieri ha segnato la dignità dell'istituzione che rappresentiamo, non faremmo fatica a riconoscere che, su questo tema, non esistono ricette miracolose e che eventi come il terremoto del 2016 nel Centro Italia e anche tutti gli altri sismi di cui questo decreto in fase di conversione si è occupato grazie al lavoro fatto dal Parlamento - cioè L'Aquila nel 2009, l'Emilia-Romagna, Ischia e la Sicilia - ebbene quegli eventi lasciano ferite profonde nei territori e una complessità di problemi e di necessità che la politica a tutti i livelli ha il dovere di governare e non di cavalcare per qualche consenso in più.

Sarebbe facile per noi del Partito Democratico dire qualcosa soprattutto a chi, fuori dal lavoro delle Commissioni e di quest'Aula e che di questo lavoro non ne sa niente, ha gridato in questi giorni allo scandalo di una ricostruzione bloccata quando ha avuto un anno e mezzo di tempo per cambiare tutto e non l'ha fatto quando era al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva).

Sarebbe facile anche rispondere a chi, nei territori con alti ruoli istituzionali, critica con forza un provvedimento che evidentemente non conosce in tutti i suoi dettagli. A questi soggetti potremmo dire che serve la volontà di far funzionare le cose tutti insieme, con un chiaro indirizzo anche alle strutture amministrative di cui si ha la responsabilità.

Potremmo limitarci a fare questo, ma che senso avrebbe? Nessuno, soprattutto nei confronti di chi ogni giorno, con qualunque Governo e indipendentemente da qualunque campagna elettorale o sfilata di selfie, si occupa di questi temi, fa i conti con i disagi e le difficoltà che un terremoto lascia su quei territori. Ecco perché noi, invece, preferiamo rivendicare con forza il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane in Parlamento. Un decreto-legge che da nove articoli originali…

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida.

CHIARA BRAGA (PD). …passa a oltre 50 articoli, dando il senso della quantità e anche della qualità del lavoro svolto. Un lavoro svolto spesso in un confronto dialettico e, a volte, anche un confronto duro con il Governo, a cui abbiamo chiesto di essere più corrispondente alle aspettative di quei territori.

Allora, quali sono le misure principali che credo abbiamo il dovere di sottolineare tutti? Il primo tema è la proroga dello stato di emergenza per il sisma del Centro Italia ed è una misura che, colleghi, possiamo, come dire, mischiare le carte quanto vogliamo ma la restituzione…

PRESIDENTE. Deputato Donzelli! Deputato! Colleghi, per favore. C'è un intervento. Avete fatto il vostro e non c'è stato un disturbo. Per favore. Prego.

CHIARA BRAGA (PD). Dicevo, Presidente, la restituzione della cosiddetta “busta pesante”, le ritenute fiscali e i contributi previdenziali nella misura solo del 40 per cento è una norma che i Governi di centrosinistra hanno approvato per L'Aquila e che il Governo, approvando questo decreto-legge, ha esteso anche ai comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto.

E c'è anche l'impegno a restituire quanto dovuto - queste sospensioni di tributi e di contributi - in una dimensione temporale larga di dieci anni, per consentire a tutti di riprendere progressivamente la possibilità, con un impegno, già definito anche da parte dell'INPS, di dare una risposta equa anche a chi non ha chiesto la rateizzazione e, per questo motivo, avrà diritto al rimborso del 60 per cento già versato.

Poi, misure che riguardano la proroga di termini di sospensione. La più importante di tutte è frutto di un lavoro comune del Parlamento ed è la sospensione del pagamento delle rate dei mutui degli enti locali fino al 2021. Poi, ci sono le misure che riguardano l'accelerazione degli interventi di ricostruzione. Questo è un punto molto delicato su cui c'è una grande attenzione e su cui registriamo anche alcune perplessità da parte degli enti locali, ma avere definito delle discipline semplificate attraverso la misura dell'autocertificazione per la ricostruzione privata è un segnale di fiducia e non di sfiducia nei confronti degli operatori e degli amministratori locali.

Ci sono, poi, le migliorie che nell'esame in Parlamento sono state introdotte, laddove si prevede una procedura che permette di riconfigurare una conformità urbanistica soprattutto in quelle aree maggiormente colpite dove è difficile persino ricostruire qual era lo stato dell'arte prima del terremoto, perché magari non esistono più le strutture tecniche, gli uffici tecnici. È una misura che tutti ci dobbiamo impegnare a far funzionare per far ripartire in termini più veloci e più rapidi la ricostruzione privata.

Poi, ci sono misure che riguardano la proroga - anche qui - dei tributi, l'estensione delle misure sul tema del dimensionamento scolastico fino al 2022 con la possibilità di assumere personale adeguato e di derogare al dimensionamento delle classi.

Ci sono, poi, le risorse che vengono destinate al tema delle piccole, medie e micro imprese, con l'estensione per altri tre anni dell'accesso al Fondo di garanzia e la possibilità per i comuni di vedere confermate le indennità straordinarie per gli amministratori che si fanno carico di gestire la fase complessa della ricostruzione nonché la possibilità di accedere, per i comuni, alle figure dei segretari comunali anche di fascia superiore, sapendo che la qualità della struttura amministrativa è fondamentale per poter dare continuità all'attività di ricostruzione. E poi ci sono le misure economiche, misure economiche molto importanti dal punto di vista strutturale e anche delle risorse destinate. Voglio citare, in particolare, quanto era già previsto nel decreto: l'estensione della misura “Resto al Sud”, che è stata ampliata anche per la possibilità di accesso in termini di fasce di età nei comuni più colpiti, e le misure per la ricollocazione e il reinsediamento di attività agricole, proprio nell'ottica di contrastare una tendenza già esistente prima del sisma e aggravata dagli eventi che si sono verificati di spopolamento di queste aree. Proprio per questo noi abbiamo voluto insistere molto in fase di conversione - e ringraziamo l'attenzione che il Governo e tutte le forze hanno voluto dare su questo tema - nel rafforzare le misure di sostegno economico. Questi 50 milioni, che rappresentano anche una parte importante dei risparmi che la Camera, signor Presidente, restituisce a quei territori per il rilancio economico e produttivo, sono un segnale di grande rilevanza, insieme ai 27 milioni che andranno destinati a finanziare interventi specifici dei progetti nei comuni fino a 30 mila abitanti. Questo nella convinzione che non esistono, come dicevo prima, risposte straordinarie e risolutive ma che oggi più che mai è fondamentale che, a fianco della ricostruzione materiale di quei territori, noi ci occupiamo anche della ricostruzione economica e sociale e accompagniamo quelle comunità in un percorso complicato, difficile e progressivo di credere che lì si possa ricostruire una vita e una prospettiva di vita futura. E poi c'è il tema del personale, su cui molte parole sono state spese anche qui. Voglio ricordare che per alcuni casi abbiamo previsto la proroga al 2020 di tutto il personale assegnato ai comuni e agli uffici per la ricostruzione. E, poi, i 2 milioni che consentiranno di assumere nuovo personale, soprattutto di natura contabile-amministrativa, per l'espletamento delle pratiche amministrative della ricostruzione. Così come, ad esempio, su L'Aquila – il sisma del 2009 - dove la continuità dell'attenzione soprattutto - e voglio ringraziarla - della collega Pezzopane ha fatto sì che si desse risposta a un tema irrisolto da anni, cioè la realizzazione dei sottoservizi con norme finalmente adeguate per realizzare la ricostruzione e la valorizzazione urbanistica di oltre 56 comuni del cratere del sisma del 2009. Poi, il milione e mezzo per il personale del comune de L'Aquila e dei comuni fuori cratere e il milione e mezzo dei bilanci comunali.

E poi, signor Presidente, una parola mi sento di doverla spendere sul sisma dell'Emilia-Romagna, dove qualcuno, fuori da queste Aule, ha cercato di fare una squallida strumentalizzazione nei giorni scorsi. Voglio darvi una notizia: in Emilia-Romagna la ricostruzione è stata fatta grazie a chi ha governato bene quella regione in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'emergenza non c'è più e qui noi abbiamo dato alcune risposte urgenti per la prima volta in anticipo rispetto alla fase in cui normalmente si davano - nella legge di bilancio - prorogando i mutui degli enti locali e dei privati fino al 2021 e sospendendo l'applicazione dell'IMU per gli immobili inagibili. Sono tutte norme e tutte misure concrete che hanno rafforzato e migliorato un provvedimento che segna un passo in avanti fondamentale per la ripresa di quei territori.

Quindi, signor Presidente, io credo che dentro questo decreto ci siano alcuni elementi di novità che mi limito a sottolineare con particolare attenzione. Il primo: riconoscere che esiste una differenza di gravità e anche di necessità all'interno del cratere del sisma del Centro Italia. Ci sono nuclei storici e centri completamente distrutti, dove diventa persino impossibile accertare lo stato dell'arte preesistente. Dobbiamo interrogarci e affrontare seriamente questo tema e forse è arrivato il momento anche di valutare una differenziazione delle risposte, perché alcuni territori hanno bisogno di misure straordinarie su cui ancora dobbiamo lavorare con più convinzione. E poi quanto dicevo prima, cioè il rilancio economico e sociale accanto alla ricostruzione materiale e il dovere di riconoscere che non è più rinviabile una seria azione di riordino normativo delle regole necessarie a gestire la fase successiva all'emergenza per dare risposte eque ed omogenee alle istituzioni e ai cittadini che vengono colpiti dalle calamità. Questo è il senso, cari colleghi, della norma contenuta in questo decreto che affida alla Presidenza del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e di coordinamento svolte dai soggetti che operano la ricostruzione nel Dipartimento di Casa Italia. Nessuna spoliazione di ruoli e di poteri, ma la convinzione che occuparsi di come fronteggiare la ricostruzione delle aree distrutte sia un'esigenza non più rinviabile, soprattutto in un tempo di cambiamenti climatici dove ogni giorno facciamo il conto con le calamità. La ricostruzione non è solo il problema di quei territori, è una sfida che investe tutto il sistema istituzionale, politico, amministrativo, al di là dei cambi di maggioranza e di Governo. In questi giorni, signor Presidente, molte calamità hanno scosso il nostro Paese, dal Nord al Sud, la Liguria, Venezia, a cui, voglio ricordare, questo provvedimento ha esteso l'applicazione della misura dell'Art bonus specifico sui beni ecclesiastici, così come per la città di Matera. Noi abbiamo un dovere: quando si spengono i riflettori, è lì che si misura la serietà e la responsabilità della politica di occuparsene, prevenzione, gestione dell'emergenza, accompagnamento della fase della ricostruzione; questo deve essere lo spirito con cui noi lavoriamo a questi provvedimenti e lavoreremo anche ai prossimi provvedimenti. Abbandoniamo, se ne siamo capaci, una volta per tutte la logica dell'emergenza; credo che questo debba essere un pilastro e uno spirito che ci orienti nell'azione della politica e di tutte le forze politiche. Per questo, credo che sia positivo, per quanto mi pare di capire, che su questo provvedimento ci sia una convergenza ampia e ci sia l'impegno a proseguire in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Grazie a tutti i colleghi che sono qui presenti. In premessa voglio esprimere tutta la nostra solidarietà alle popolazioni dell'Albania colpite pochi giorni fa da un terribile sisma (Applausi), con morti, con oltre 600 feriti e una città metropolitana distrutta. Questo ci deve ancora più impegnare a risolvere tutti i problemi per la prevenzione di eventi catastrofici come quelli legati al rischio idrogeologico che in queste ultime settimane stanno colpendo l'intera Italia. Il decreto-legge che l'Aula si appresta a votare è il secondo decreto d'urgenza sul terremoto del 2016 di questa legislatura; è l'ennesimo dall'agosto 2016, senza contare le tante norme a favore di quei territori introdotte in molti altri provvedimenti, nella legge di bilancio, nel decreto del crollo del ponte Morandi, nel decreto sblocca cantieri. Sì, perché vi siete dimenticati che questo è il più grande cantiere della nazione da sbloccare, e come tale deve essere considerato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le norme approvate in questi tre anni non sono riuscite obiettivamente a dare una risposta soddisfacente alle necessità di una popolazione che da più di tre anni aspetta una risposta forte da parte del Governo centrale. Ora, dopo oltre tre anni, quello che serviva era un'assoluta consapevolezza e presa d'atto dello stato delle cose; quello che ci si aspettava da questo decreto-legge era uno scatto che non c'è stato. Il testo del decreto che ci avete presentato a fine ottobre era davvero stupefacente per la sua inconsistenza e superficialità: nove articoli, poche norme e praticamente nessuna risorsa finanziaria. Certo, sempre meglio di niente, ma davvero indigeribile per chi conosce le fatiche che stanno vivendo da tre anni quelle popolazioni. Insomma, un testo per nulla coerente con le tante legittime richieste che vengono dalle comunità, dagli amministratori locali, dalle categorie economiche e dalle reti professionali. Il provvedimento è decisamente migliorato, e, questo lo voglio dire, anche grazie al nostro contributo, ma devo dire che non ci voleva molto a cambiare questo testo. Grazie al lavoro della Commissione e, devo dire, anche grazie alla disponibilità e al confronto da parte del Governo, quel testo è fortemente cambiato: da nove articoli iniziali siamo passati a oltre 50. Sono state introdotte misure importanti in materia di semplificazione e di sostegno alla ripresa economica, così come sono state introdotte misure di favore anche per altri territori colpiti dai precedenti terremoti, quali L'Aquila, l'Emilia-Romagna, il Veneto, la Lombardia, Ischia, fino ai più recenti eventi sismici che hanno colpito nel 2018 la provincia di Campobasso e la città metropolitana di Catania. Mi fa piacere sottolineare alcuni dei nostri emendamenti che sono stati approvati in Commissione Ambiente: è stato approvato l'emendamento del collega Baldelli, sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, che destina i risparmi dell'ultimo anno di Montecitorio alla popolazione colpita dal terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sono 100 milioni che si sommano per le stesse finalità al risparmio della Camera degli anni scorsi, e, grazie sempre all'iniziativa del collega, è stata condivisa da tutte le forze politiche. Diamo la possibilità anche solo ad un comproprietario o ad uno solo dei soggetti titolari, nel caso in cui sul medesimo bene immobiliare insistano più proprietari, a presentare la domanda di contributo. Prevediamo che la destinazione urbanistica nell'area dei centri storici sulla quale c'era una scuola, ora distrutta, debba rimanere ad uso pubblico, e comunque di pubblica utilità e non vincolata. Riguardo alle norme sulla rimozione delle macerie e dei prodotti a seguito degli eventi sismici, abbiamo previsto che le varie porzioni di rifiuto siano private del materiale contenente amianto e di altre sostanze pericolose. Anche qui ci aspettavamo dal Governo che fosse fatto molto di più a distanza di oltre tre anni e mezzo da quell'accaduto.

Abbiamo ottenuto che nei contratti tra privati sia possibile subappaltare lavorazioni, previa autorizzazione del committente e nei limiti consentiti dalla vigente norma. Proroghiamo le agevolazioni, anche di natura tariffaria, previste per l'energia elettrica, acqua e gas a favore dei titolari delle utenze relative a immobili inagibili, estendendo anche ai comuni di Ischia colpiti dal sisma 2017. Abbiamo anche ottenuto una serie di misure a favore dei territori di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, e anche del comune de L'Aquila. Nonostante gli innegabili miglioramenti, rimane comunque la convinzione che vi sia ancora una sottovalutazione da parte del Governo e della maggioranza di quelle che sono le urgenze vere di quei territori.

I ritardi per la ricostruzione sono allarmanti e sotto gli occhi di tutti: a distanza di oltre tre anni dalla prima scossa che ha colpito un vasto territorio di quattro regioni dell'Italia centrale, la ricostruzione è ancora lontana, troppo lontana. Parliamo di un'area assai vasta, con 140 comuni che costituiscono il cratere sismico; nella maggior parte dei casi si tratta di comuni composti da numerose frazioni, che rischiano fortemente di svuotarsi definitivamente. Realtà difficili, dove è praticamente fermo il processo di ricostruzione e non c'è traccia di rilancio economico e di un futuro prosperoso. I numeri della ricostruzione privata sono ancora molto, troppo bassi, come in questi mesi abbiamo segnalato a diversi sindaci dei comuni colpiti. Tra le tante cose c'è bisogno di un maggiore processo di semplificazione delle istruttorie che conducono all'emissione delle determine per il contributo ai cittadini; di una sostanziale semplificazione delle proposte di appalto per i lavori pubblici; di incrementare la dotazione organica per gli uffici speciali per la ricostruzione e di una semplificazione vera per le legittimità urbanistiche ed edilizie degli immobili.

E, sempre in materia di personale per la ricostruzione, abbiamo fatto nostra una proposta che viene direttamente dalla stessa Protezione civile per favorire un maggiore coinvolgimento degli ordini professionali, necessari per il completamento delle verifiche di agibilità nel più breve tempo possibile e per consentire alle popolazioni colpite di rientrare velocemente nelle abitazioni agibili, ma anche questo emendamento che avevamo presentato è stato respinto dal Governo e dalla maggioranza. Mi fa piacere ricordare che nel novembre scorso ho fatto parte della delegazione della Commissione ambiente che si è recata in alcuni territori colpiti dal sisma al fine di acquisire elementi di informazione sulla gestione dell'emergenza e sullo stato e sulle prospettive della ricostruzione.

La prima cosa che è emersa nel confronto con i sindaci e i cittadini è il sentimento di abbandono, un sentimento veramente triste abbiamo visto negli occhi di queste persone, in conseguenza di un processo di ricostruzione sostanzialmente fermo e la consapevolezza della mancanza di misure specifiche e adeguate ad affrontare lo spopolamento dei territori e la crisi del tessuto sociale ed economico. Ancora, si è evidenziata la difficoltà per le strutture comunali di operare in un contesto di procedure burocratiche estremamente complesse e la necessità di potersi avvalere di procedure semplificate per accelerare il processo di ricostruzione. A ciò si aggiunga la fortissima carenza di personale e la necessità di disporre di personale per poter rinforzare le capacità operative dell'ufficio speciale per la ricostruzione e degli uffici comunali, che sta comportando tempi lunghissimi nella gestione delle istruttorie da parte degli uffici stessi. Per accelerare la ricostruzione e dare una risposta al sempre più diffuso sentimento di abbandono delle popolazioni colpite dal sisma di oltre tre anni fa sarebbero state necessarie misure straordinarie per la ripresa economica e la ricostruzione del tessuto sociale e produttivo di quelle aree.

Anche su questo abbiamo proposto le nostre idee. È ancora forte e prevalente una gestione dell'emergenza centralizzata, mentre dopo il sostanziale fallimento di questi tre anni sarebbe necessario dare maggiore voce alle popolazioni di quei territori, ai comuni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e spingere ad un'azione il più possibile coordinata per la ripresa del cratere sismico.

Caro Presidente e caro Governo, questa è la fotografia dell'enorme difficoltà di quelle aree, a distanza di oltre 40 mesi dal terremoto. E se questa è la situazione, è evidente che, pur con tutti i miglioramenti che si sono ottenuti in Commissione, questo decreto-legge non rappresenta di certo quel vero salto di qualità necessario per accelerare la ricostruzione e le risposte urgenti alle popolazioni delle quattro regioni dell'Italia centrale colpite dal sisma.

Forza Italia anche per questo provvedimento ha dimostrato di essere una forza politica concreta, responsabile e professionale. Questo ce l'ha insegnato il nostro Presidente Silvio Berlusconi, in tutte le occasioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma in particolare nel post sisma dell'Abruzzo; e non vogliamo qui lezioni certo dalle quattro sinistre che sono rimaste inerti di fronte a questo dramma. In caso di emergenza ha dato lezione a tutto il mondo, e per questo motivo, ma anche per tutti i motivi prima elencati, Forza Italia si asterrà dal voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, “con questo decreto abbiamo risolto i problemi della ricostruzione del Centro Italia. Questo è il decreto che mancava: finalmente diamo una svolta”: queste parole sono del Premier Conte, del “bis-Conte” dopo la sua ennesima venuta in Umbria; e il prodotto è stato un provvedimento di pochissimi articoli, realizzato meramente purtroppo, e ormai tutti lo dicono, per fini elettorali. Ma in Umbria il presidente non è un signor Bianconi, ma è Donatella Tesei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché gli umbri non si sono fatti abbindolare da quattro articoli di legge. Diamo un suggerimento come gruppo Lega al Premier Conte ancora una volta: il 15 gennaio perché non fa un altro bel decreto-legge per l'Emilia-Romagna, così avremo Bergonzoni presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Questo è un decreto-legge vuoto, che è stato riempito con un intenso lavoro di Commissione da parte di maggioranza e opposizione: un lavoro intenso, in cui sono stati presentati oltre 900 emendamenti; un volume sostanzioso, che poi è rimasto bloccato dai veti incrociati della maggioranza. Perché la Commissione è stata convocata e sconvocata più volte, sono stati fatti supplementi di istruttoria, ma questo lo comprendiamo: quando tra MoVimento 5 Stelle, PD, Italia Viva, LeU, gruppo Misto e chi più ne ha più ne metta, devono trovare la quadratura del cerchio, prima di trovare la quadratura del cerchio per i terremotati, questo è il risultato.

Le audizioni sono state tenute su richiesta delle relatrici, ma un po' in fretta e furia, quindi sono state quasi… Io mi sono vergognato sinceramente per aver chiamato sindaci e presidenti di regione, ascoltati in pochi minuti, in fretta e furia e mandati via così, come per dire: ormai l'abbiamo fatto, quello che dite voi non ci interessa. Perché il primo nodo è la questione urbanistica: con questo decreto-legge purtroppo, nonostante l'intensa attività d'Aula, non possiamo dire di aver semplificato la ricostruzione. Questa dichiarazione è stata fatta dagli ordini professionali, non dal sottoscritto. Perché? Perché in ogni emendamento in Commissione, quando si doveva scegliere tra la versione delle professioni tecniche e la versione della burocrazia, purtroppo ha vinto sempre la burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ecco perché in questo momento, nonostante l'autocertificazione sia stata introdotta, essa è stato un buon principio che avrà difficoltà di applicazione, perché sarà sempre una conferenza regionale, sarà sempre un ufficio speciale per la ricostruzione regionale, non sarà mai il comune ad occuparsi della ricostruzione. Quindi anziché delocalizzare, anziché decentrare, come positivamente stavamo facendo nell'ultimo anno, abbiamo deciso di riaccentrare tutte le competenze.

Su questo si inserisce anche la questione delle macerie: 3 milioni di tonnellate di macerie che, per l'inefficienza del Ministero dell'Ambiente, verranno deferite in discarica. Queste macerie sono scarti, sono case distrutte, che possono tranquillamente essere riutilizzate nel ciclo produttivo. Perché è tipico del new grill, new deal, new bill, new chill: tutto verde, basta utilizzare la parola green che si risolve tutto; ma poi i problemi concreti vanno risolti sul concreto, non sugli enunciati di principio. E questo delle macerie è uno dei problemi.

Da un punto di vista economico, dobbiamo constatare che purtroppo alcune misure economiche non hanno trovato luce. Stiamo insistendo su una zona economica speciale, perché questo territorio ha diritto di rinascere, questo territorio ha diritto di ripartire. Io faccio l'esempio delle Marche, che da regione di sviluppo è piano piano caduta tra le regioni di transizione; e questo non lo diciamo noi, lo dice l'Unione europea. È importante che il Governo intervenga, perché le Marche, come l'Umbria, come l'Abruzzo, come il Lazio hanno bisogno di piccoli sostegni per ripartire: sono già regioni industrialmente ed economicamente pronte, ma dopo le aree di crisi complessa, dopo la crisi della Whirlpool, dopo la crisi del “bianco” c'è stata la crisi del sisma, ed è normale che i marchigiani, gli umbri, gli abruzzesi e i laziali, nonostante il grande impegno profuso dai cittadini, abbiano bisogno di un sostegno particolare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Aspettiamo il Governo alla prova del bilancio e della legge di bilancio, per la proroga almeno della zona franca urbana. La zona franca urbana è uno strumento che ha funzionato e sta funzionando bene, ma scadrà tra meno di un mese. Abbiamo necessità - ma sono gli ordini professionali, le categorie che ce lo chiedono - di prorogarla per almeno due, tre, quattro anni; e questo perché dobbiamo favorire sia gli eroi, gli eroi imprenditori che sono rimasti sul territorio e hanno mantenuto lavoro e occupazione, sia favorire l'insediamento di nuove imprese. E su questo aspettiamo il Governo in legge di bilancio, come sulla proroga del personale che sta lavorando per la ricostruzione: c'è stato l'impegno unanime ad inserire queste proroghe in legge di bilancio, noi vigileremo attenti e fiduciosi affinché ciò avvenga.

Guardate, la ricostruzione economica, la ripartenza economica è fondamentale, perché senza economia non c'è lavoro e senza lavoro non c'è futuro. Cosa sta facendo, in questo decreto, il Governo? Sta, invece, lavorando in maniera diversa: sta cercando di accentrare e svuotare anche della ricchezza e del patrimonio culturale il nostro territorio. Secondo voi, è possibile che in un territorio ricco di cultura, di arte, di storia, ricco di università, ricco di accademie di belle arti, le opere d'arte vengano restaurate a Firenze o a Roma? Questo è uno scandalo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! I marchigiani sono capaci di ricostruire il loro territorio e di restaurare le opere d'arte, perché se non c'è lavoro non c'è sviluppo; come gli emiliani sono stati capaci di ricostruire l'Emilia-Romagna, grazie al lavoro e al sudore degli emiliani, non delle coop rosse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

E attenzione, perché fondamentalmente le proroghe dell'Emilia-Romagna, doverose, giuste, sono state fatte con i soldi dei marchigiani, degli umbri, dei laziali e degli abruzzesi, non con i soldi di Roma! Quindi, noi siamo solidali, manteniamo la solidarietà, siamo orgogliosi di aver sostenuto le proroghe degli emiliani, perché loro sono stati solidali con noi, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare, diciamo la verità. Certo che se la visione del Governo è delegare tutto a cabine di regia, delegare tutto ad un carrozzone, che ormai era morto e defunto nei bassifondi della Presidenza del Consiglio, come Casa Italia, come potremmo noi pensare che la ricostruzione possa partire e lo sviluppo economico ci possa essere?

Nella dura battaglia del Governo, nella dura battaglia che abbiamo fatto in Commissione, abbiamo comunque portato ai risultati: la possibilità di subappaltare a privati, gli incentivi per coloro che avviano attività nei comuni fino a 5 mila abitanti, gli incentivi per attività agricole, la proroga delle bollette di luce e acqua, la proroga del personale scolastico per due anni, la proroga dei mutui per gli enti locali per due anni, la misura “Resto al Sud”, che nella seconda versione del testo aveva cancellato tutta una parte del cratere, relegandola a pochi comuni, ma con un emendamento della Lega siamo riusciti a riportare la misura “Resto al Sud” per tutti i comuni del cratere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché per noi il cratere va visto in maniera unica, in una logica di sviluppo sociale, economico e produttivo. Non esistono più crateri, non esistono terremotati di “serie A” e “serie B”, non esistono zone di “serie A” e “serie B”, esiste un cratere unico. Presidente, vado verso la conclusione.

Su questo provvedimento non è stata contraria la Lega, ma sono stati contrari i sindaci, i professionisti, le associazioni di categoria, e addirittura il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, che ha colto l'occasione per dire che questo decreto non funziona. E ricordo che Luca Ceriscioli è del Partito Democratico, non è certamente della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Chiudo su un aspetto, un chiarimento a fine di questa importante galoppata a favore dei terremotati: per quanto riguarda le tariffe dell'A24 e A25, il gruppo Lega si è battuto non per la sospensione delle tariffe, non per il blocco degli aumenti, ma si è battuto perché non venissero scontati 110 milioni di euro, questo è il motivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Tutto quanto considerato, Presidente, ringrazio comunque tutti i colleghi della Commissione per il lavoro svolto, perché nonostante i blocchi e i veti di partito, da parte delle singole persone c'è stata condivisione e attenzione per questi territori. Ovviamente, qualcosa di buono è stato fatto, troppo poco, pertanto dichiariamo che il nostro voto su questo provvedimento è a favore dei terremotati, a favore della ricostruzione, a favore del Centro Italia, ma nel caso specifico siamo costretti ad astenerci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Vivere un terremoto di queste dimensioni significa che la tua vita, in pochi lunghissimi secondi, verrà stravolta completamente: perdere un affetto, una casa, perdere la propria comunità, quei luoghi in cui si è cresciuto e che non riconosci più. Poi però la comunità si ritrova in quel commovente senso di appartenenza e di solidarietà che spesso, purtroppo, si crea solamente nel momento delle tragedie. È da quelle tragedie, però, che scatta un'energia, una forza collettiva di voler alzare la testa, di volersi riappropriare della normalità. Le terre colpite richiedono semplicemente proprio la normalità, la quotidianità del proprio centro storico, del proprio bar, della propria scuola. Questa energia, però, si scontra con la realtà della politica e diventa frustrazione, perché sembra che sia impossibile tornare a quella normalità.

Oggi modifichiamo la rotta, oggi cerchiamo di fare un ulteriore passo verso questa normalità, ascoltando la voce di quei territori. E dopo un lavoro molto intenso, fatto in perfetta concertazione con enti, comitati, tutti i Ministeri, il Vice Ministro Crimi, che ringrazio in modo molto particolare, come anche tutti i funzionari della Commissione ambiente, i sottosegretari Castaldi e Morani e, cosa non da poco, le opposizioni, ora questo decreto è finalmente pronto e dà risposte ai cittadini terremotati, da nord a sud della nostra Penisola.

Abbiamo passato moltissime ore in audizione con soggetti qualificati, che hanno consentito di evidenziare criticità, problemi aperti e possibili soluzioni; vorremmo però poter dire che questo provvedimento sarà la soluzione definitiva dei problemi dei territori e dei cittadini colpiti dai terremoti, ma siamo purtroppo consapevoli che ci vorrà ancora molto lavoro per risollevare l'economia di quest'area e portare a termine la ricostruzione. Siamo però certi che finalmente, con questo decreto, stiamo avviando un percorso virtuoso e decisivo in tal senso.

Per quanto riguarda il sisma 2016 dell'Italia centrale, con questa norma favoriamo una conclusione più rapida dell'iter di concessione del contributo, riducendo i passaggi burocratici, semplificando le procedure, come ad esempio il programma straordinario di ricostruzione per i comuni più colpiti, aumentando il contributo per i muri a sacco ed esonerando i tecnici dalla certificazione della conformità urbanistica nella procedura accelerata dell'autocertificazione. Rafforziamo, sul piano qualitativo e quantitativo, le dotazioni di personale delle strutture coinvolte e delle stesse amministrazioni comunali. Mi riferisco ai 2 milioni di euro aggiuntivi per l'assunzione di personale amministrativo-contabile, all'utilizzo di società in house regionali a supporto degli uffici speciali per la ricostruzione, alla possibilità per i comuni sotto i 3 mila abitanti di avere un segretario comunale in fascia superiore.

Abbiamo prorogato lo stato di emergenza, snellito e semplificato le procedure per la ricostruzione, pubblica e privata, dato la possibilità al commissario di differire al 30 giugno 2020 il termine ultimo per la presentazione della documentazione della ricostruzione dei danni lievi. Abbiamo integrato anche le disposizioni in materia di trattamento e trasporto del materiale derivante dal crollo parziale o totale degli edifici, al fine di prevedere l'aggiornamento dei piani regionali per la gestione delle macerie.

Dobbiamo però anche ricostruire un tessuto sociale, e per questo estendiamo da tre a sei anni la durata dell'intervento del Fondo di garanzia in favore delle micro, piccole e medie imprese, anche quelle del settore agroalimentare che hanno subito danni. Estendiamo anche la misura a favore dei giovani imprenditori del Mezzogiorno denominata “Resto al Sud” anche ai territori dei comuni colpiti dal sisma delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, eliminando il limite d'età solo per i comuni maggiormente colpiti. Un occhio di riguardo anche per le imprese agricole e boschive che ricadono nei comuni interessati dai terremoti occorsi da dopo il 24 agosto 2016: potranno accedere a finanziamenti a fondo perduto e richiedere mutui agevolati per investimenti ad un tasso pari a zero, ed abbiamo introdotto una normativa per definire un elenco dei terreni incolti e immobili abbandonati da dare in cessione a queste imprese agricole. Diamo ossigeno anche ai bilanci comunali, prorogando la sospensione dei mutui verso Cassa depositi e prestiti per tutto il 2020 e il 2021. Abbiamo posto l'attenzione anche sulle scuole, estendendo agli anni scolastici 2020-2021 e 2021-2022 le misure urgenti per lo svolgimento degli anni scolastici nelle zone colpite dal sisma. Si tratta della possibilità di derogare al numero minimo di alunni per classe, nonché di attivare ulteriori posti di personale ATA, di personale amministrativo tecnico o ausiliario, di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali e amministrativi, in deroga a quanto previsto dalla legislazione vigente.

Questo decreto non si ferma però al sisma del Centro Italia del 2016, ma interessa tutti i territori colpiti nell'ultimo decennio, perché non esistono terremotati di “serie A” e terremotati di “serie B”. Per quanto riguarda il sisma 2009, riconosciamo anche per il 2020 al comune de L'Aquila la facoltà di avvalersi di personale a tempo determinato in deroga a quanto disposto in materia dalla normativa vigente; interveniamo in merito ai lavori di riparazione e ricostruzione degli edifici privati colpiti dal sisma del 2009, al fine di precisare i soggetti deputati alla certificazione prevista nel caso di migliorie o interventi difformi. Nel 2020, poi, è previsto uno stanziamento di 1,5 milioni di euro a favore dei comuni colpiti diversi dal comune de L'Aquila, nonché un contributo di 500 mila euro destinato all'ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere.

Abbiamo preso provvedimenti anche per il sisma che ha colpito l'isola di Ischia il 21 agosto 2017, prevedendo che tra le funzioni del commissario straordinario per la ricostruzione rientrino anche quelle di prevedere la cessazione dell'assistenza alberghiera e la concomitante concessione del contributo di autonoma sistemazione, e di disporre la riduzione al 50 per cento dei contributi di autonoma sistemazione precedentemente concessi in favore dei nuclei familiari residenti in abitazioni non di proprietà.

Misure anche per il sisma del 2012 che ha colpito l'Emilia Romagna e la Lombardia, fra cui la proroga dei mutui comunali fino al 2021 e la sospensione dell'IMU per gli immobili inagibili. Per il terremoto del 2018 in Sicilia, una serie di proroghe, di agevolazioni e misure per il personale tecnico, così da affrontare nel migliore dei modi la ricostruzione.

Una postilla la voglio anche dedicare ai territori del Molise, della Puglia e ad alcuni comuni dell'Irpinia, che non hanno trovato spazio in questo decreto, non per problemi politici, ma per questioni tecniche, e che spero che siano oggetto di discussione nella prossima legge di bilancio.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Prego, deputata Terzoni.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Insomma, abbiamo fatto un lavoro che poteva comprendere il più possibile tutte le problematiche che derivano da tutti i territori, in un periodo legislativo non facile, a causa della concomitanza della legge di bilancio.

Prima di avviarmi alla conclusione, voglio rivolgere, però, un ringraziamento a tutta la Camera, un ringraziamento a tutte le forze politiche, a tutto l'Ufficio di Presidenza, a tutti i funzionari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali), perché, grazie ai risparmi della Camera, grazie ai risparmi della politica sono stati destinati 100 milioni di euro ai terremotati dell'Italia centrale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali). Circa 27 milioni saranno destinati ai comuni del cratere sotto i 30 mila abitanti, per progetti fino a 200 mila euro; altri 50 milioni, per un programma di sviluppo economico, industriale, culturale e turistico per ridare vita e speranza a questi territori e ai loro cittadini, mentre i restanti milioni saranno destinati alla contabilità speciale del commissario.

Mi preme però sottolineare con forza e decisione l'assoluta importanza di fare al più presto e senza indugiare oltre una legge quadro ed una struttura dello Stato in supporto alla sua attuazione che in un Paese come il nostro si mostrano sempre più necessarie, vista la fragilità del nostro territorio. Dobbiamo uscire da una logica che ci costringe, ogni volta, a gestire emergenze come se fossero le prime, a riformulare ogni volta, con decine e decine di decreti, la soluzione ad ogni catastrofe. Dobbiamo essere pronti, sempre, e una legge quadro ci aiuterebbe a farlo.

Pertanto, alla luce di tutto il lavoro svolto, anche insieme a tutte le forze politiche, ai Ministeri, agli enti e alle parti coinvolte che abbiamo ascoltato negli ultimi mesi, il MoVimento 5 Stelle dichiara il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Presidente, mi voglio limitare ai ringraziamenti e a un auspicio; ringrazio, innanzitutto, chi mi ha dato l'opportunità, assieme alla collega Terzoni, di svolgere questo ruolo delicato, ma importante, di relatrice, mi auguro di aver assolto a questo compito adeguatamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ringrazio, poi, il presidente della Commissione, tutta l'équipe che ci ha sostenuto in maniera serrata e ringrazio - mi auguro che il collega Trancassini non si abbia a male della parola che uso - le compagne e i compagni di strada. Perché dico questo? Perché abbiamo ascoltato per sedici ore, abbiamo incardinato il decreto il 5 novembre, abbiamo lavorato per ventitré giorni incessantemente e abbiamo risolto un sacco di problemi.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, non abbiamo ancora concluso.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Ringrazio, quindi, il Ministro D'Incà che ci è stato a fianco e che in alcuni momenti molto delicati ha trovato la via d'uscita. Ringrazio il Vice Ministro Vito Crimi, che ha dato tutto quello che poteva e molto di più per risolvere i problemi, Gianluca Castaldi e Alessia Morani.

Ringrazio, inoltre, mi permetta, tutto il Parlamento e tutti i colleghi dei territori colpiti dal sisma che, come me, colpita due volte da due terremoti, torneranno orgogliosamente a casa, e non si dovranno tenere a distanza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente, sarò veramente rapido. Mi unisco a tutti i ringraziamenti fatti fino adesso, senza stare ad elencarli, a tutti quelli che sono stati citati adesso.

Un ringraziamento in più lo aggiungo e va al Presidente Conte per avermi dato la possibilità, oggi, nuovamente, di occuparmi di questo tema, per averlo messo al centro dell'agenda, fin dall'inizio, fin dalle sue prime attività, per avere compulsato, per avere spinto anche gli organi delle varie amministrazioni dello Stato a dare delle risposte, a cercare di superare alcuni ostacoli, a superare alcune restrizioni, a superare alcune limitazioni che nel tempo erano state introdotte e che, oggi, finalmente, con questo decreto, hanno la possibilità di andare avanti. Penso ad alcune cose banali che ogni volta tornavano ma che non riuscivamo mai a mettere a segno; penso ai segretari comunali, penso al finanziamento dei muri a sacco, delle cose che, a chi ci sente, da lontano, possono sembrare incredibili, però sono veramente quello che i cittadini cercavano e di cui avevano bisogno per accedere a questa ricostruzione. Ringrazio gli uffici e la Presidenza per la collaborazione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Sarò telegrafica. Solo per ringraziare le relatrici e tutti i gruppi parlamentari, perché abbiamo trattato un argomento che sta a cuore a tutti. Ogni gruppo parlamentare ha fatto delle proposte che avevano la finalità di migliorare le condizioni di vita dei cittadini che, purtroppo, nei vari sismi sono stati colpiti in questi anni. Le soluzioni sono diverse, però ritengo che ciascuno le abbia fatte in buona fede, con la finalità di aiutare i nostri cittadini. Per questo voglio ringraziare, davvero di cuore, le relatrici e tutti i gruppi parlamentari per il grande lavoro che abbiamo fatto in queste settimane, che è stato un lavoro duro e, devo dire la verità, alla fine, proficuo, perché credo che questo decreto abbia risolto finalmente alcune questioni che ci portavamo da tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Un ultimo ringraziamento, scusate, lo faccio io, al Collegio dei questori della Camera dei deputati, all'Ufficio di Presidenza e a tutti voi deputati che avete destinato i 100 milioni di euro che la Camera ha risparmiato, grazie al lavoro di tutti, per i terremotati, per le popolazioni colpite dal sisma, quindi grazie (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2211-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre 2019 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che nella seduta odierna, dalle ore 17 alle ore 20, avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 2222 - Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti (da inviare al Senato – scadenza: 29 dicembre 2019), che proseguirà nella prossima settimana.

Comunico inoltre che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di dicembre:

Lunedì 2 dicembre (con votazioni dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 20)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2222 - Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti (da inviare al Senato – scadenza: 29 dicembre 2019) (fino alla votazione finale).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2220 - Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (da inviare al Senato – scadenza: 25 dicembre 2019) (al termine delle votazioni, con prosecuzione notturna).

Lunedì 2 dicembre, alle ore 13, avrà luogo l'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità.

M artedì 3 dicembre (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 4, giovedì 5 e venerdì 6 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Dichiarazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, della proposta di legge n. 2059 - Modifiche alla legge 9 gennaio 2019, n. 3, in materia di prescrizione del reato.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2220 - Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (da inviare al Senato – scadenza: 25 dicembre 2019).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1027-A/R - Modifiche al titolo VI del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, in materia di personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura.

Seguito dell'esame delle mozioni Muroni, Orlando, Ilaria Fontana, Fregolent ed altri n. 1-00181, Molinari ed altri n. 1-00298, Meloni ed altri n. 1-00299 e Labriola ed altri n. 1-00300 concernenti iniziative in relazione all'emergenza climatica e ambientale.

Nella seduta di mercoledì 4 dicembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 6 dicembre (al termine delle votazioni, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2267 - Conversione in legge del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (approvato dal Senato – scadenza: 13 dicembre 2019).

Lunedì 9 (ore 12-14 e dalle ore 21, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 13 dicembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2267 - Conversione in legge del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (approvato dal Senato – scadenza: 13 dicembre 2019).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1027-A/R (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari) e delle mozioni n. 1-00181 e abbinate, ove non concluso nella settimana precedente.

Nella seduta di mercoledì 11 dicembre, alle ore 9,30, avranno luogo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 12 e del 13 dicembre 2019.

Nella seduta di mercoledì 11 dicembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 13 dicembre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Lunedì 16 dicembre ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione Formentini ed altri n.1-00248 concernente iniziative in sede internazionale volte al rispetto dell'autonomia riconosciuta ad Hong Kong, alla luce delle manifestazioni in corso negli ultimi mesi.

Discussione sulle linee generali della mozione Lupi ed altri n. 1-00190 concernente iniziative volte a promuovere le maratone e ad incentivare la partecipazione di atleti stranieri a tali eventi, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria.

Discussione sulle linee generali della mozione D'Alessandro ed altri concernente la situazione dei segretari comunali (in corso di presentazione).

Martedì 17 dicembre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Mercoledì 18 dicembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 20 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame delle mozioni Muroni, Orlando, Ilaria Fontana, Fregolent ed altri n. 1-00181, Molinari ed altri n. 1-00298, Meloni ed altri n. 1-00299 e Labriola ed altri n. 1-00300 concernenti iniziative in relazione all'emergenza climatica e ambientale (ove non concluso nelle settimane precedenti).

Seguito dell'esame della mozione Formentini ed altri n.1-00248 concernente iniziative in sede internazionale volte al rispetto dell'autonomia riconosciuta ad Hong Kong, alla luce delle manifestazioni in corso negli ultimi mesi.

Seguito dell'esame della mozione Lupi ed altri n. 1-00190 concernente iniziative volte a promuovere le maratone e ad incentivare la partecipazione di atleti stranieri a tali eventi, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria.

Seguito dell'esame della mozione D'Alessandro ed altri concernente la situazione dei segretari comunali (in corso di presentazione).

Sabato 21 (ore 9.30 e pomeridiana, con votazioni non prima delle ore 16 e con eventuale prosecuzione notturna) e domenica 22 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di lunedì 23 dicembre)

Esame del disegno di legge S. 1586 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (ove trasmesso dal Senato) ed eventuale Nota di variazioni.

Lunedì 9 dicembre avrà luogo, alle ore 18, nell'Aula della Camera, il concerto di Natale.

Durante la sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del Regolamento.

Il calendario sarà integrato con le votazioni per l'elezione di due componenti del Garante della protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Ove l'Assemblea ne deliberi l'urgenza, il calendario sarà integrato con l'esame della proposta di legge n. 2059 - Modifiche alla legge 9 gennaio 2019, n. 3, in materia di prescrizione del reato.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio e dell'eventuale Nota di variazioni sarà pubblicata dopo la trasmissione da parte del Senato.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente la situazione dei segretari comunali sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio Presidente, sull'ordine dei lavori: scusi, ho motivo di credere - fatto salvo che lei ha giustamente letto il programma di questa giornata come risultante dalla Conferenza dei capigruppo - che la Commissione bilancio non sarà pronta prima delle ore 18 ed in tal senso considero più corretto per i colleghi non convocare alle 17, ma aggiornare immediatamente, se le fosse possibile, l'ora di inizio della seduta alle ore 18.

ROSSANO SASSO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie Presidente, mi pare di capire dal collega Fiano che quindi oggi non potrà avere inizio la discussione sul “decreto scuola”, mi pare di aver capito a causa della mancanza di coperture?

PRESIDENTE. No guardi, il collega Fiano ha parlato un italiano abbastanza scorrevole…

ROSSANO SASSO (LEGA). No ero distratto.

PRESIDENTE. …sottolineando, secondo le notizie che sono arrivate anche alla Presidenza e che arrivavano dal presidente della Commissione bilancio, che i lavori della Commissione non si riusciranno a completare prima delle ore 18 e quindi chiedeva di posticipare l'inizio della seduta direttamente alle 18 per evitare ai colleghi di venire alle 17 e dopo di essere aggiornati alle 18. Visto che le cose stanno in questa maniera, sembra una buona gestione dell'Aula posticipare direttamente alle ore 18, ma questo naturalmente se non vi sono obiezioni da parte dei colleghi.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io mi permetto di farle notare, come ho fatto notare ieri al Presidente Fico, che, soprattutto con i decreti-legge che vengono affrontati in quest'Aula, sistematicamente ci troviamo nelle condizioni di oggi. Ieri abbiamo rinviato per più ore fino ad iniziare i nostri lavori dopo quasi tre ore di sospensione e oggi si profila una situazione analoga, sol che si pensi che i lavori si erano conclusi alle 14. Preme però rilevare una cosa: dato che la capigruppo ha fissato il termine alle ore 20 dell'Assemblea di oggi e il posticipo poi della discussione a lunedì, possibilmente evitiamo di tenere aperta l'Aula per dieci minuti: se è alle 18, che alle 18 effettivamente la Commissione bilancio abbia concluso il suo lavoro e si possano iniziare i lavori d'Aula, eventualmente anche soltanto affrontando gli emendamenti che possono essere affrontati ed accantonando gli emendamenti che dovessero necessitare di un supplemento del parere della Commissione bilancio, perché, diversamente, diventa molto difficile anche organizzare l'attività dei gruppi, grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti, la sua proposta mi sembra assolutamente ragionevole e pregherò quindi pertanto il Presidente della Commissione bilancio di essere comunque in Aula alle ore 18 per proporci i testi su cui c'è disponibilità.

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sì grazie Presidente, sull'ordine dei lavori semplicemente per agevolare: non so se è giunta soltanto a me questa comunicazione, chiaramente di rimbalzo, che la Commissione bilancio andrà a convocarsi alle 17,30, non più in questi minuti, quindi mi pare del tutto evidente che, se e qualora la Commissione bilancio andrà a convocarsi alle 17,30, ritengo così, a naso, che alle 18 non saremo pronti per convocare l'Aula. Le chiedo, Presidente, una cortesia: al netto, voglio dire, che noi sappiamo e ci accorgiamo… ecco vede, è appena arrivata la comunicazione: “La seduta odierna della Commissione bilancio, già fissata alle ore 16, è convocata alle 17,30”. Ora mi pare, Presidente, che vi sia un po' di confusione. Ora noi non vogliamo accusare nessuno, ci mancherebbe altro, i provvedimenti sia in Commissione e dopo evidentemente in Aula sono molti, ma mi pare che veramente dobbiate - parlo alla maggioranza - ahimè, schiarirvi le idee sul prosieguo dei lavori, perché per l'ennesima volta noi, Presidente, ci troviamo questo pomeriggio in Aula o fuori dall'Aula a non fare nulla e quindi, secondo me, se ci sono dei problemi fondanti, gravi, che addirittura vanno a posticipare l'inizio della Commissione bilancio di circa un'ora e mezza, è del tutto e altrettanto evidente che questo provvedimento non ha alcun tipo di copertura rispetto a quanto c'è scritto. E se non c'è alcun tipo di copertura rispetto a quanto c'è scritto, è inutile - e concludo ringraziandola - è un sillogismo abbastanza semplice che in mezz'ora, dalle 17,30 alle 18, non si riuscirà a convocare l'Aula. Quindi, pregherei semplicemente un minimo di chiarezza nel rispetto di tutte le posizioni. Noi rispettiamo le posizioni della maggioranza, cercate però di fare la stessa cosa, perché rischiamo che, in pancia a quanto ho appena ascoltato dal collega Fiano, facciamo la stessa cosa: arriviamo alle 18 per poi essere convocati alle 20, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, con un po' di esperienza di quest'Aula l'ipotesi che lei paventa non è impensabile, è già successo in altre occasioni; mi riferisco agli ultimi 15 anni, non agli ultimi quindici giorni.

Però, devo dire che, se il presidente della Commissione mi chiede di posticipare alle 18 tramite il collega Fiano, io penso che sia ragionevole posticipare alle 18. Stiamo trattando di provvedimenti importanti e lo dimostra l'attenzione di tutti i gruppi parlamentari e, quindi, alle 18 speriamo di non trovarci nella fattispecie che lei descriveva, ma di trovarci in una modalità tale da poter proseguire con i nostri lavori. Altrimenti, ne prenderemo atto e aggiusteremo il calendario secondo le esigenze anche dei lavori di Commissione.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Brescia, Colletti, Colucci, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro delle Vedove, Delrio, Ehm, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Invernizzi, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Migliore, Morani, Parolo, Pastorino, Pedrazzini, Schullian, Francesco Silvestri, Stumpo e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Paolo Gentiloni Silveri. Ne ha facoltà.

PAOLO GENTILONI SILVERI (PD). Grazie, Presidente. Qualche parola di commiato da quest'Aula – con poca voce, chiedo scusa – perché, come sapete, si è concluso l'iter di formazione della nuova Commissione europea o, meglio, si sta concludendo e, quindi, di conseguenza ci saranno le mie dimissioni. Ringrazio ovviamente innanzitutto il Governo e il Presidente del Consiglio, che mi ha indicato nella Commissione europea e il mio partito, che mi ha proposto. Entrare in quest'Aula è sempre stato per me un elemento di orgoglio, di fierezza, ormai da quasi vent'anni. Certamente abbiamo avuto limiti, errori, ma guai a trasferire questi limiti e questi errori negli istituti della democrazia rappresentativa. La Camera è cambiata in questi vent'anni, per certi versi anche positivamente. Non abbiamo mai avuto, per esempio, una presenza femminile come questa: vent'anni fa sarebbe stato incredibile. Ma, al di là dei cambiamenti, è sempre rimasta una scuola di politica e di libertà. Quindi, uscire da quella porta sapendo che non si rientrerà, perché non si può rientrare, sarà per me un motivo di grande emozione.

Da lunedì farò il responsabile economico della Commissione europea, una sfida per me, una stranezza per molti ambienti europei un italiano in quella posizione; mi auguro, un'opportunità per l'Italia di essere più vicina ai luoghi in cui si decidono alcune cose fondamentali. Avremo modo di parlare, nei prossimi mesi, degli obiettivi e dei programmi della nuova Commissione. Oggi vorrei prendere solo un impegno solenne di fronte a questa Camera, che è l'impegno a tenere insieme interesse nazionale e dimensione europea (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva, Liberi e Uguali, Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Misto). Io sono ovviamente un italiano innamorato dell'Italia, un patriota vorrei dire, e cercherò però di far capire che oggi il modo migliore per tutelare l'interesse nazionale è farlo nella dimensione europea, per noi e per i nostri figli. Noi abbiamo la fortuna di essere nati in Europa e, quindi, di far parte del campione mondiale, oggi, della protezione sociale, dell'apertura economica, della lotta al cambiamento climatico, dei diritti e della libertà. Quindi, difendiamo questa Europa, cambiandola se ci riusciamo, ma cambiandola per renderla più forte contro chi la vuole dividere e la vuole influenzare dall'esterno. Concluderei, visto che ieri noi, come nuova Commissione, abbiamo ricevuto la fiducia dal Parlamento nella città di Strasburgo, ricordando un giovane, grande italiano ed europeo, che proprio a Strasburgo, circa un anno fa, è stato ucciso nel mercatino di Natale: Antonio Megalizzi (Applausi – L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

Antonio Megalizzi scriveva: “Viene da sperare che sia possibile rapportarsi alle istituzioni dando davvero delle soluzioni e non semplicemente inveendo”. È il senso della politica, è la missione del Parlamento.

Nel congedarmi con l'Aula vorrei ringraziare gli elettori del mio collegio, Roma 1, che saranno chiamati, entro tre mesi, ad eleggere un nuovo rappresentante; vorrei ringraziare il mio gruppo che mi ha accolto e mi ha anche perdonato qualche assenza di troppo; vorrei ringraziare l'amministrazione della Camera di cui, in questi anni, ho apprezzato la grandissima professionalità (Applausi) e, soprattutto, vorrei ringraziare le colleghe e i colleghi tutti, perché sono convinto che, al di là delle opinioni politiche diverse, sarete in prima linea nei prossimi anni per difendere l'onore del Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva, Liberi e Uguali, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente della Commissione Bilancio, il deputato Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un rinvio dell'esame della conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, in quanto la Commissione bilancio ancora non è in grado di esprimere il parere di sua competenza. Avremmo potuto chiedere un breve rinvio, però per evitare stop and go e ulteriori convocazioni e sconvocazioni di Commissione ed Aula, anche per rispetto dell'Aula e della Commissione, rimettiamo al suo prudente apprezzamento un rinvio dell'esame a lunedì alle 11, come già da calendario (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà. Collega! Collega! Prego.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Come membro della Commissione cultura, come insegnante in aspettativa, chiedo però alla maggioranza di non abusare troppo della pazienza dei lavoratori precari della scuola perché in Commissione cultura, la settimana scorsa, noi avevamo raggiunto un accordo con la maggioranza, con il quale eravamo andati in qualche modo a porre un rimedio alle storture di un “decreto scuola” e oggi noi apprendiamo che il frutto di quella trattativa, un accordo fatto per tutelare gli interessi degli insegnanti precari di terza fascia che dovrebbero partecipare al concorso straordinario, è stato respinto dal MEF. Ma quando ce lo avete concesso, quando abbiamo raggiunto un accordo, sempre negli interessi della categoria dei lavoratori della scuola, vi siete ricordati di chiedere se c'erano queste famose coperture o no? Io non ho parole.

Lo ripeto: abbiamo un “decreto scuola” che rischia di lasciare in mezzo alla strada 55 mila lavoratori; avevamo ottenuto l'ampliamento della platea degli insegnanti perché c'era un vulnus dal punto di vista giuridico nel decreto che escludeva, per esempio, l'estensione temporale al 2008 per coloro i quali avessero tra i requisiti il terzo anno di servizio in corso e oggi, con il decreto in Aula, noi scopriamo che non c'è l'ok del MEF. Quanta approssimazione, Presidente, quanta superficialità, ma non sulla pelle dei lavoratori della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, sull'ordine dei lavori. Io ringrazio d'avermi concesso la parola. Io credo che sia squalificante e delegittimante, anche per il suo ruolo, quello che sta avvenendo alla Camera dei deputati almeno in questi ultimi giorni, perché c'è un processo di attacco al metodo che ci siamo dati in questa nostra Repubblica.

Si è discusso e deciso che i decreti sono diventati l'unico strumento per normare. Il Governo ci manda la decretazione che dovrebbe essere, come sa, d'urgenza e fortemente motivata e ci ritroviamo a parlare solo di decreti.

Non siete in grado di produrre, come maggioranza, atti concludenti facendoli nascere dal dibattito parlamentare. Oggi abbiamo avuto - l'abbiamo chiesto ieri in Commissione bilancio al presidente Borghi - una tempistica puntuale: ci diamo degli appuntamenti e li rispettiamo, come avviene in qualsiasi luogo di lavoro degno di questo nome. Invece, è un continuo rinvio; invece, troviamo una serie di parlamentari che si aggirano qui, sperando di capire a che ora potranno lavorare e non a che ora potranno andarsene, come qualcuno ogni tanto prova a far credere che facciano le forze di minoranza in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Noi siamo qui ed è la maggioranza che non è capace - non è capace! - di organizzare i lavori di quest'Aula, Presidente, e lei, purtroppo, sta diventando il responsabile perché non riesce a essere garante di questo percorso e di questo processo.

Ci siamo visti in una riunione dei capigruppo poche ore fa, abbiamo stabilito un calendario e questo calendario non solo è disatteso nei fatti ma, addirittura, una forza importante, come è il MoVimento 5 Stelle, oggi si alza e dice una cosa che non è concordata. Noi siamo qui per lavorare, siamo qui per discutere del decreto sulla scuola, volevamo aprirlo, volevamo ragionare ed entrare nel merito e, invece, si chiede il rinvio perché non si capisce quando la maggioranza riuscirà a tirar fuori un ragno dal buco. E, allora, è inquietante questo quadro, è inquietante, Presidente.

Allora, a lei questa volta che è in Aula - ormai non la vedo più così spesso come prima - ma adesso che è in Aula posso dirlo direttamente a lei e non per interposta persona: organizzi questa maggioranza e si renda garante, all'interno di quest'Aula, di un processo dialettico che ci permetta di andare avanti con i lavori, di rendere giustizia al popolo che ci ha mandato qui e di rendere giustizia al popolo che ci paga lo stipendio permettendoci di produrre qualcosa.

Fratelli d'Italia è qui, Fratelli Italia è qui e, quindi, fateci capire. Per quello che ci riguarda, io sono contrario ai rinvii; poi se si vuole procedere a quello che chiede il MoVimento 5 Stelle ne prenderemo atto, perché avete la maggioranza e la possibilità di decidere quello che potete fare con la forza della maggioranza numerica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori perché lei ha il grande onore di presiedere questo ramo del Parlamento, però ha anche il grande dovere di consentire ai parlamentari di svolgere il loro lavoro nella maniera più consona ed efficace. Questo, purtroppo, in Commissione bilancio non sta avvenendo. E voglio dire ai colleghi che con pazienza hanno aspettato l'esito della V Commissione oggi che non è certo colpa dei commissari e, va detto con grande chiarezza, non è certo colpa degli uffici, come purtroppo ho sentito in Commissione bilancio: la colpa è di una maggioranza che è farraginosa, impreparata e pasticciona (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, il problema è che il Governo deve risolvere i propri problemi interni e non può ribaltare sui parlamentari, che lavorano con grande volontà in Commissione bilancio, le colpe e le proprie incertezze.

Il problema qui è molto semplice e, a vedere i pareri che stanno arrivando dalla Ragioneria, ci sarà una seconda bocciatura di questo provvedimento. Dovete avere le idee chiare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però dovete anche consentirci di fare un lavoro poi non in tre minuti perché voi siete pronti e volete che noi facciamo le cose in un attimo. La Commissione bilancio ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi spazi e deve essere rispettata. Invece, voi ci portate in là, ci portate in là, ci portate in là e poi, quando siete pronti, pretendete che noi rifacciamo la corsa. Questo è impossibile e lo rifiutiamo completamente.

Agli amici dei 5 Stelle voglio solamente dire, con grande garbo, che voi state facendo le stesse cose per cui vi inchiodavate ai banchi tre anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, la differenza tra governare e fare demagogia oggi l'avete molto chiara. Voi siete solo dei demagoghi e non siete capaci di gestire questo Paese. Smettetela e non accanitevi su questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Allora, vorrei dare al massimo la parola a un deputato per gruppo sull'ordine dei lavori, così come sto facendo. Quindi, anche per il gruppo di Forza Italia aveva chiesto di intervenire la deputata Aprea, però ha appena parlato il deputato Mandelli. Chiedo se c'è qualche altro collega che vuole intervenire, di altri gruppi.

Ha chiesto di parlare il deputato Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente. Bisogna dire che è vero che in questo momento e in questi mesi si sta vivendo una fase particolare degli interventi legislativi. Siamo sotto la sessione di bilancio, ci sono dei decreti importanti che stiamo affrontando, importanti dal punto di vista anche delle risposte che daranno ai cittadini. È falso che, invece, queste Aule parlamentari e il lavoro delle Commissioni non siano proficui, capaci di elaborare delle proposte che vengono dal Parlamento e che modificano la linea dei decreti che noi stiamo ottenendo e il lavoro che è stato fatto in Commissione cultura, nel caso specifico del “decreto istruzione”, dimostra questo, cioè dimostra la grande capacità del Parlamento, delle Commissioni e di una maggioranza di modificare in meglio, di introdurre delle norme nuove all'interno del decreto e anche di ascoltare tante aspettative delle opposizioni che, all'interno di questo decreto, hanno trovato delle risposte.

Oggi, come giustamente, con responsabilità, ci dicono, c'è la necessità di approfondire i temi che sono nuovi nel decreto e che, quindi, dimostrano come questo Parlamento abbia potuto intervenire, dire la propria e migliorare la fase di ricostruzione di questo decreto. È un atteggiamento di responsabilità e un atteggiamento in cui si cerca di dare una risposta proprio alle richieste e alle modifiche che sono arrivate dal Parlamento.

Un'ultima cosa la vorrei dire: sentiamo continuamente dalle minoranze rinfacciare il nostro atteggiamento, quello del MoVimento 5 Stelle quando era all'opposizione. Vorrei dire: care minoranze, mettetevi l'anima in pace; oggi siamo al Governo, siamo maggioranza e lo saremo per i prossimi tre anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ci sono altri interventi?

Ha chiesto di parlare la deputata Aprea, sull'ordine dei lavori e su un'altra questione che non riguarda l'apertura, dell'ordine dei lavori. Prego, ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Sì, il mio intervento riguarda i lavori della Commissione cultura, Presidente, perché abbiamo appena ascoltato il presidente Gallo che giustamente ha ricordato con quanta attenzione, dedizione e anche, se vuole e fin dove è stato possibile, condivisione abbiamo affrontato i temi contenuti in questo decreto e mi rivolgo anche alle relatrici che hanno seriamente ascoltato le proposte anche delle forze di opposizione. Presidente, qui il problema è uno solo: questa materia arriva per decreto e se guardiamo quello che il MEF ha esaminato, cioè i pareri del MEF, vediamo che di fatto azzerano i lavori delle Commissioni Cultura e Lavoro. È un suo problema, Presidente Fico, è un suo problema questo, perché vuol dire che noi abbiamo perso tempo. Avremmo fatto bene a portarlo dal Consiglio dei Ministri in Aula con la fiducia e allora sarebbe andato tutto bene.

Quindi, io credo che lei debba garantire anche il lavoro delle Commissioni, nel senso che le relatrici hanno lavorato con il MIUR, con il Ministero - e certamente non potevano lavorare col MEF -, ma il fatto di aver lavorato per quindici giorni, di aver portato in Aula un decreto in parte modificato, neanche poi come avrebbero voluto le relatrici e come avremmo voluto noi dell'opposizione, quindi, nel rispetto, ovviamente, delle scelte del Governo e dei limiti imposti dal Governo, però se non si può cambiare neanche una virgola è un suo problema, Presidente, perché vuol dire che noi, nelle Commissioni, non possiamo più lavorare e dobbiamo far finta che. Io non sono abituata a far finta che, non l'ho mai fatto in nessuna legislatura e, quindi, io mi auguro che le relatrici possano lavorare con la Commissione bilancio e con i tecnici del MEF, e che il MIUR sappia dare spiegazioni e che lunedì - e mi rivolgo anche al Ministro per i Rapporti con il Parlamento - ci sia una relazione diversa rispetto a quella che è stata consegnata oggi, perché sa, Presidente, si fa presto a dare parere contrario a tutte le modifiche, guarda caso tutte le modifiche che le due Commissioni hanno fatto. Mi sembra davvero un po' troppo. Per questo dico non vorrei che diventasse un suo problema, perché, a quel punto, noi nelle Commissioni saremmo chiamati a ratificare qualcosa che decide il Governo, ma il Parlamento, di fatto, sarebbe non solo inutile, ma sarebbe anche per i deputati molto mortificante stare lì soltanto ad alzare la mano a favore o contro. Quindi, veramente auguro alle relatrici, quindi di maggioranza, e ai commissari della Commissione bilancio e ai tecnici del MEF di trovare un modo. Insomma, lunedì mi aspetto che questa relazione sia molto, ma molto diversa.

Certo, mi pare strano - come sa, ho tanta esperienza - che tecnici del MIUR si siano spostati così in avanti dal dare parere favorevole a tutto il lavoro che nelle Commissioni è stato fatto. E allora, se viene smentito il lavoro delle Commissioni, il lavoro dei tecnici del MIUR, il lavoro dei funzionari della Camera, degli uffici legislativi, allora c'è un problema istituzionale, non è solo un problema di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, davvero le chiedo di porre un'attenzione in più sulla procedura, e di questo mi auguro che lunedì la situazione sia diversa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GUIDO GUIDESI (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quale articolo?

GUIDO GUIDESI (LEGA). Articolo 8 e seguenti, Presidente, rispetto al suo ruolo, e occupo poco spazio di questo tempo vuoto di questa giornata, dicendole che noi crediamo che le giornate che stiamo vivendo siano già un suo problema; non lo possano diventare, ma siano un suo problema. Sommessamente, oggi, in Conferenza dei presidenti di gruppo, la Lega le aveva suggerito di posticipare i lavori della Commissione a lunedì, con la preoccupazione che i pareri nella Commissione bilancio non sarebbero arrivati. È stato assicurato dal Governo che questo non sarebbe successo. Nel suo ruolo, Presidente, lei è tutore e garante non solo della maggioranza e dell'opposizione, per cui, di tutti i parlamentari, ma anche degli accordi che vengono fatti in Capigruppo; e nel suo ruolo di garante, se quegli accordi non vengono rispettati, va fatta una verifica e una precisa valutazione, perché questo Parlamento è ostaggio, da settimane, dell'incapacità e dell'inadeguatezza nella programmazione di questa maggioranza ed è inaccettabile una situazione del genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Spetta a lei, Presidente, risolvere questa situazione, che da straordinaria è diventata ordinaria. Ci troveremo di fronte a settimane sicuramente molto particolari, sia dal punto di vista dell'impegno nei lavori sia dal punto di vista del confronto sui contenuti dei singoli provvedimenti. È inaccettabile che tutto il Parlamento sia ostaggio di questa incapacità. L'invito che le facciamo è ovviamente di assumersi la responsabilità, nel suo ruolo, di far ritornare quest'Aula alla dovuta programmazione, ad un lavoro serio e confacente al ruolo di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (IV). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io perché ho sentito in quest'Aula, intanto, addebitarle delle cose che non competono al Presidente, perché ci sono situazioni che compete gestire a un Presidente della Camera e altre che compete gestire alla maggioranza, al Governo, e sicuramente il percorso di un decreto-legge non può essere addebitato al Presidente della Camera. Quindi, se si vuole aprire una discussione, è giusto farla, ma è giusto prendersela o comunque discutere con chi ha le competenze.

La seconda questione è quella di ricordare - lo faccio per me, perché in quest'Aula ci sono da un po' di anni - ai colleghi che cosa succede abitualmente in quest'Aula e, soprattutto, cosa è successo abitualmente nei 17 mesi che hanno preceduto questo Governo, in cui non siamo nemmeno riusciti a discutere la legge di bilancio, perché la maggioranza dell'epoca non era in grado di portare neanche in discussione in Commissione gli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Dico questo con serenità, perché è chiaro che qui oggi avremmo preferito discutere gli emendamenti e procedere con l'approvazione di un decreto, ma bisogna riconoscere che gli sforzi per arrivare a discutere un decreto senza fiducia, cosa che il Governo precedente non faceva mai, in questi casi sono stati fatti.

È stato fatto con il “decreto terremoto”, si sta cercando di fare con questo decreto, dove oggettivamente c'è stata una disponibilità del Governo a interloquire con il Parlamento sulle questioni di merito e credo che, in questi casi, bisogna saper distinguere quello che è il ruolo dell'opposizione a prescindere - cosa che abbiamo visto utilizzare più volte in quest'Aula in queste settimane - da quella che è una discussione di merito, perché, se è vero che quel decreto, quello sulla scuola, è un luogo dove si sta cercando di affrontare e di risolvere, non so se tutti, non sicuramente tutti bene, ma una serie di problemi e di punti che sono stati posti anche dall'opposizione, è evidente che, su quel decreto, c'è una difficoltà oggettiva che anch'io prego il Governo di prendere in mano con rapidità e con efficacia per consentire che la prossima settimana qui in Aula non ci siano intoppi.

Ma da questo a farne un caso politico, senza ammettere le proprie responsabilità, dove per 17 mesi siamo stati qui, in quest'Aula, trascinati con fiducie continue (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico), senza mai possibilità di discutere i provvedimenti, mi sembra un po' azzardato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Desidero esprimere, a nome del gruppo del Partito Democratico, delle colleghe e dei colleghi, i nostri sentimenti, che sono certo saranno fatti propri da tutta l'Aula, di solidarietà, di vicinanza e di amicizia a due colleghi, l'onorevole Boldrini e l'onorevole Fiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che nel corso di questa giornata sono stati fatti oggetto di volgari, fasciste, autoritarie minacce, che sicuramente non oscureranno il loro impegno e l'impegno di ciascuno di noi per adempiere al mandato parlamentare, ma che ci rimandano ad alcune questioni, signor Presidente, estremamente preoccupanti. Da quello che apprendiamo dalle cronache, una parte di queste minacce, perché quelle nei confronti della collega Boldrini hanno purtroppo la costanza di attacchi sessisti, che hanno una chiarissima matrice di natura culturale, ma un'ulteriore parte di minacce rimandano all'attività di costituzione nel nostro Paese di un movimento xenofobo e antisemita dal nome inequivocabile, Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori, che avrebbe utilizzato addirittura una struttura russa per non essere intercettato sui social dagli inquirenti e che ha recapitato nei confronti del nostro collega delle evidentissime minacce.

Noi crediamo che di fronte a questi, che si possono a tutto tondo definire dei progetti eversivi, noi non possiamo, noi non vogliamo, noi non dobbiamo tacere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali), né dobbiamo limitarci alle frasi di circostanza, alla retorica che rischia di essere vuota o a una solidarietà soltanto superficiale. Noi crediamo, per riprendere delle parole molto appropriate che il nostro collega Alfredo Bazoli ha dato a nome e in dichiarazione del Partito Democratico, sulle quali concludo il mio intervento, che, su questi temi, nessuno di noi, e sono certo che tutta l'Aula saprà dare la sua solidarietà, ma su questi temi nessuno di noi deve avere timidezze, nessuno di noi si può permettere ambiguità, e soprattutto nessuno di noi deve compiere delle defezioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io francamente mi sento in dovere di dissociarmi dalle giustificazioni a tratti incomprensibili e a tratti veramente grottesche date dalla maggioranza, a fronte di questa gestione incomprensibile dei lavori d'Aula. È vero che probabilmente nella precedente legislatura avremmo già avuto esponenti del MoVimento 5 Stelle sdraiati sui banchi del Governo, ma è altrettanto vero che probabilmente ciò che dicevano di voler combattere li ha assorbiti ben prima che se ne rendessero conto. Noi siamo adesso qui oggi, per l'ennesima volta viene domandato un rinvio.

PRESIDENTE. Deputata Varchi… Deputata Varchi… Sì, perché…

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, sto concludendo. Guardi, Presidente, hanno parlato tutti…

PRESIDENTE. No no, deputata Varchi… Deputata Varchi… Deputata Varchi… Deputata Varchi…

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Ovviamente esprimo la solidarietà… Mi faccia finire, Presidente, scusi! Desidero esprimere la mia solidarietà alla collega Boldrini e al collega Fiano, vittime…

PRESIDENTE. Deputata Varchi, io pensavo, siccome ho detto…Siccome ho detto che attribuisco un intervento sull'ordine dei lavori a gruppo, e siccome lei sta parlando esattamente della stessa cosa di cui parlava il deputato Lollobrigida, abbiamo detto un deputato per gruppo.

WALTER RIZZETTO (FDI). Forza Italia ne ha avuti due!

PRESIDENTE. Cosa? No, Forza Italia uno ne ha avuto. No, era su un altro argomento, così come era… Era assolutamente su un altro argomento. Su un solo argomento abbiamo avuto un intervento sull'ordine dei lavori per gruppo, Forza Italia non ne ha avuti due.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Era per esprimere solidarietà…

PRESIDENTE. Allora, se deve esprimere solidarietà va bene sull'ordine dei lavori, però senza approfittare di tutto l'ordine dei lavori per poi dire altro, perché abbiamo un deputato per gruppo. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, come avevo già detto prima, desidero esprimere la più totale solidarietà a nome mio, e del gruppo ovviamente di Fratelli d'Italia, al collega Fiano e alla collega Boldrini, per gli attacchi vergognosi che sono stati loro rivolti, perché per noi questo genere di attacchi va condannato sempre e comunque: come li stigmatizziamo quando sono rivolti alla presidente Meloni, altrettanto facciamo quando sono rivolti ai colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il seguito della discussione del provvedimento è quindi rinviato a lunedì alle 11.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, il Governo giallo-rosso aveva preannunciato che non avrebbe aumentato l'IVA a carico dei consumatori. Invece, ha trovato un modo per introdurla surrettiziamente sulle lezioni impartite dalle autoscuole, con il pretesto di dare applicazione ad una sentenza comunitaria del 14 marzo scorso, nella causa C/449 del 2017 riferita ad un caso tedesco. Con il “decreto fiscale” 2020, ancora all'esame della Commissione finanze, è stato infatti circoscritto il perimetro delle prestazioni didattiche esenti da IVA, escludendo dal 1° gennaio 2020 l'insegnamento finalizzato a conseguire le patenti B e C1. La risoluzione n. 79/2019 dell'Agenzia delle entrate aveva già dato avvio ad accertamenti a carico delle autoscuole fin dal 2 settembre scorso, con la pretesa di recuperare retroattivamente l'IVA sulle prestazioni erogate dal 2014 in poi. Recentemente, l'Esecutivo ha chiarito che questa attività di accertamento non avrà seguito, ma ha costretto nelle more le autoscuole a pagare professionisti e consulenti per difendersi. Questo comportamento dell'amministrazione fiscale è assolutamente contrario a buona fede e correttezza e disattende tutti i principi enunciati dallo statuto del contribuente; l'applicazione futura dell'IVA potrebbe inoltre limitare la richiesta di lezioni di guida da parte degli utenti, a tutto discapito della sicurezza stradale.

Auspichiamo che l'interpretazione estensiva del campo di applicazione IVA non finisca con il ricomprendervi pure le lezioni relative ad una pratica sportiva o le lezioni di musica, o tutte le altre lezioni che non vengono impartite nelle scuole. Ci aspettiamo una presa di posizione chiara da parte dell'Esecutivo, a tutela delle famiglie e dei cittadini italiani. Ieri, in Commissione finanze, non abbiamo avuto rassicurazioni, ma soltanto un invito a presentare ordini del giorno: questo non basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, ieri su alcune testate giornalistiche venivano evidenziati questi titoli: “Sicilia, finalmente il taglio dei vitalizi è realtà. Via libera dall'ARS al taglio soft dei vitalizi”. E vediamo subito questo taglio: vediamo come è stata corretta la legge, a dir poco imbarazzante, proposta dal presidente Miccichè e dal deputato Cracolici, per la riduzione degli assegni per gli ex parlamentari regionali in pensione: 9 per cento entro i 7 mila euro annui, 14 per cento per quelli fino a circa 60 mila euro, e ben 19 per cento per i vitalizi sopra questa cifra. E che sia chiaro: un taglio della durata di soli cinque anni. Che non sia mai dare un minimo segnale di rispetto! Ma la casta, si sa, non finisce mai di sorprenderci. E in una norma ad hoc, di cui non mi sorprende la paternità di Cracolici, a quanto pare, estendendo la cifra su cui ricalcolare le contribuzioni all'intera indennità, sono riusciti persino ad aumentarsi le future pensioni. Sì, perché non bastava la prima beffa: all'indecenza non si poteva porre un limite. Dunque, è così che intendono allineare la Sicilia con il resto delle regioni italiane! Così intendono un'altra volta a prendersi gioco dei siciliani, con l'ennesimo scempio!

Ora, non è che mi aspettassi qualcosa di diverso da chi è abituato ad agire secondo il proprio esclusivo interesse, ma per un attimo, per un istante avevo quasi sperato che la dignità potesse prendere il sopravvento, che qualcuno dei responsabili di questo scellerato accordo potesse, alla fine, conservare un po' di dignità, di pudore, e ricordarsi vagamente cosa significa poter guardare negli occhi i cittadini che si rappresentano senza provare vergogna. La stessa che provo io nel dover dire che questi sono i rappresentanti della mia terra. E fino a quando il buon senso non prevarrà in quelle cabine elettorali, non mi resta che provare profonda indignazione per chi continua a calpestare la dignità della mia Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Presidente, nell'agosto 2018 uno sciame sismico ha coinvolto i territori del Basso Molise, causando danni al patrimonio pubblico, al patrimonio privato, molti sfollati che ancora oggi non possono rientrare in casa. Sono felice che l'occasione della discussione, prima in Commissione e poi in Assemblea, del “decreto sisma”, sia stato un momento per riportare all'attenzione di quest'Aula il problema che stiamo vivendo nella nostra regione. C'è un'urgenza, e anche il Governo si è impegnato durante il dibattito e la discussione a prorogare lo stato di emergenza alla fine dell'anno prossimo, proprio per poter dare un contributo a quei 450 cittadini del Basso Molise che vivono ancora fuori casa e hanno bisogno di un contributo per l'autonoma sistemazione. Ma c'è anche... E qui faccio un ulteriore auspicio, perché ci sono state delle interlocuzioni a cui ho assistito direttamente tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Governo quindi, e il presidente della regione Molise, affinché sia si arrivi a un accordo ai sensi dell'articolo 6 dello “sblocca cantieri” per la nomina di un commissario per la ricostruzione, e si faccia partire la ricostruzione con i 40 milioni che questo Parlamento ha messo a disposizione dei territori terremotati lo scorso giugno.

Aggiungo anche che, a valle della nomina di questo commissario, sarà necessario… solo allora poi si potrà realizzare, ma sarà necessario rafforzare gli uffici tecnici dei comuni piccoli e piccolissimi: in molti casi, sono 21 comuni del Basso Molise che non sono assolutamente nelle condizioni di poter dare risposte ai cittadini in merito a tutte le esigenze, sia quelle ordinarie che quelle straordinarie, che, ahimè, conseguono ad un evento drammatico come quello che abbiamo vissuto. Per fortuna non ci sono state vittime, ma i disagi sono importanti. Quindi, anche nell'ottica di non immaginare terremoti, sismi e vittime di terremoti di “serie A” e di “serie B”, l'auspicio è quello che questo Parlamento, già nella prossima legge di bilancio, riesca a dare delle risposte importanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Presidente, il ponte può essere una un'opera fisica, ma anche un'opera figurata: può essere il passaggio dal grembo materno alla vita. In Lombardia, che io definisco il quarto mondo padano, da due giorni sono chiusi buona parte dei ponti sul fiume Po. In Lombardia, l'assessore al welfare, Gallera, ha deciso, a fine 2018, di chiudere il punto nascite dell'ospedale Oglio Po, che consentiva di nascere ai bambini dell'area casalasco-viadanese, la zona fra le province di Mantova e Cremona. Era possibile chiedere deroghe, sulla base dei tempi di percorrenza per arrivare agli ospedali, valutando la situazione geografica, il Po, i fiumi ammalorati, o magari la piena, come in questi giorni, il cambiamento climatico, ma forse l'assessore Gallera non aveva tempo di valutare questi dati, e a fine 2018 ha chiuso il punto nascite. Ha chiuso il punto nascite forse perché frequenta spesso le riunioni di un gruppo definito neonazista e quindi non ha tempo. A lui forse interessa più la sanità privata e il consenso, così come a tutto il centrodestra in regione Lombardia: Grimoldi, senatore leghista, in un audio dice che i treni, tutti i treni vanno portati nelle città con più cittadini, perché bisogna metterli dove c'è più consenso. Questo è chiaro. Mantova e il viadanese sono spopolati per la mancanza di infrastrutture, quindi non ci saranno mai, perché non portano abbastanza voti. Guastalla è in Emilia, e chi doveva partorire in questi giorni ha messo al mondo un bellissimo bambino. È andato tutto bene grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine, ma invito i cittadini emiliani a evitare di sottosviluppare la propria regione, come è accaduto a causa del centrodestra e della Lega in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cattoi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CATTOI (M5S). Grazie, Presidente. Con una decisione presa il 3 luglio e resa pubblica ieri, il Comitato europeo dei diritti sociali ha giudicato che l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri vìola i diritti sociali dei dipendenti, che diventando personale militare hanno perso le libertà sindacali prima garantite, come la piena libertà associativa e la contrattazione collettiva attraverso i propri rappresentanti. Contro questi aspetti della riforma, non appena era entrata in vigore, i segretari dei due più rappresentativi sindacati dei forestali, Danilo Scipio e Marco Moroni, hanno avanzato reclamo al Comitato europeo, denunciando la violazione dei diritti riconosciuti, ed ora abbiamo la sentenza. Questa fondamentale decisione, di cui si terrà conto nello sviluppo imminente della discussione sul ripristino delle funzioni del Corpo forestale dello Stato, già previsto da alcuni progetti di legge in corso di calendarizzazione qui alla Camera, è soprattutto importante perché sancisce il diritto degli ex forestali a riavere la loro voce, di poter parlare di sé, delle condizioni del proprio lavoro, delle sindromi di non adattamento alla condizione militare, dei rapporti personali e professionali stravolti dal nuovo ordinamento militare, così diverso nell'approccio civile di una intera amministrazione dello Stato, anche nei confronti delle altre amministrazioni del Paese. Per cui, questa decisione è dedicata ai forestali, alle loro famiglie, ma non dimentichiamo lo straordinario significato che essa ha per il nostro Paese, anche per l'evoluzione della discussione in atto sulla rappresentanza sindacale militare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 2 dicembre 2019 - Ore 11:

(ore 11 e ore 15)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti. (C. 2222-A)

Relatrici: CASA, per la VII Commissione; SERRACCHIANI, per la XI Commissione.

(ore 13)

2. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità.

(al termine delle votazioni)

3. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili. (C. 2220)

La seduta termina alle 18,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Ferro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 il deputato Ziello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 16 alla n. 20 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 i deputati De Filippo, Zardini e Buratti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 28 alla n. 30 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 29 e 30 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 32 il deputato Giovanni Russo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 35 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 la deputata Piccoli Nardelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 39 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 39 e 40 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 il deputato Donzelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2211-A - em.9.tricies.semel.801 338 337 1 169 337 0 85 Appr.
2 Nominale art. agg. 9.tricies.semel.07 434 434 0 218 181 253 82 Resp.
3 Nominale art. agg. 9.tricies.semel.0550 437 437 0 219 186 251 82 Resp.
4 Nominale sub. 0.1-ter.500.800 448 448 0 225 448 0 82 Appr.
5 Nominale em. 1-ter.500, .15, .552 443 443 0 222 443 0 82 Appr.
6 Nominale em. 2.49 rif. 448 448 0 225 448 0 82 Appr.
7 Nominale em. 3-bis.580 448 448 0 225 187 261 82 Resp.
8 Nominale em. 3-bis.500 446 446 0 224 186 260 82 Resp.
9 Nominale em. 3-bis.550 450 450 0 226 185 265 82 Resp.
10 Nominale em. 3-bis.581 448 448 0 225 185 263 82 Resp.
11 Nominale em. 3-bis.551 443 443 0 222 185 258 82 Resp.
12 Nominale em. 3-bis.700 457 457 0 229 455 2 82 Appr.
13 Nominale em. 3-bis.552 454 454 0 228 190 264 82 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3-bis.582 455 455 0 228 188 267 82 Resp.
15 Nominale em. 3-bis.553 455 455 0 228 455 0 82 Appr.
16 Nominale em. 3-bis.554 448 448 0 225 185 263 82 Resp.
17 Nominale em. 3-bis.584 449 447 2 224 186 261 82 Resp.
18 Nominale em. 3-bis.583 446 446 0 224 186 260 82 Resp.
19 Nominale em. 3-bis.501 447 447 0 224 184 263 82 Resp.
20 Nominale em. 3-bis.800 445 444 1 223 443 1 82 Appr.
21 Nominale art. agg. 3-ter.0500 447 446 1 224 183 263 82 Resp.
22 Nominale art. agg. 3-ter.0800 n.f. 452 452 0 227 452 0 82 Appr.
23 Nominale em. 4.550 439 439 0 220 182 257 81 Resp.
24 Nominale em. 4.551 443 443 0 222 183 260 81 Resp.
25 Nominale em. 4-bis.500 445 445 0 223 184 261 81 Resp.
26 Nominale subem. 0.8.800.800 447 447 0 224 446 1 81 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 8.800 447 447 0 224 447 0 81 Appr.
28 Nominale em. 8.18 439 438 1 220 184 254 82 Resp.
29 Nominale art. agg. 8.035 444 444 0 223 185 259 82 Resp.
30 Nominale art. agg. 8.0556 449 449 0 225 189 260 81 Resp.
31 Nominale art. agg. 8.044 451 451 0 226 188 263 81 Resp.
32 Nominale art. agg. 9.076 448 448 0 225 186 262 81 Resp.
33 Nominale art. agg. 9.0580 453 453 0 227 189 264 81 Resp.
34 Nominale art. agg. 9.0420 457 457 0 229 190 267 80 Resp.
35 Nominale odg 9/2211-A/22 421 420 1 211 180 240 78 Resp.
36 Nominale odg 9/2211-A/29 441 441 0 221 188 253 78 Resp.
37 Nominale odg 9/2211-A/41 448 448 0 225 191 257 78 Resp.
38 Nominale odg 9/2211-A/79 458 458 0 230 191 267 78 Resp.
39 Nominale odg 9/2211-A/80 458 458 0 230 192 266 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2211-A/99 461 461 0 231 194 267 78 Resp.
41 Nominale Ddl 2211-A - voto finale 452 281 171 141 281 0 74 Appr.