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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 266 di martedì 26 novembre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, De Maria, De Menech, Luigi Di Maio, Gebhard, Giorgis, Lupi, Pedrazzini, Rosato, Paolo Russo, Schullian, Scoma e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Ieri il procuratore capo del tribunale di Genova, Francesco Cozzi, ha così affermato: “Sono viadotti a rischio di rovina. Credo che il termine sia chiaro a tutti”. Leggo letteralmente le parole del procuratore capo; la società concessionaria Aspi - sempre ieri - ha rilasciato un laconico comunicato, con il quale, dando sostanzialmente seguito alle parole della procura della Repubblica, viene annunciata la chiusura dell'arteria di collegamento più importante al porto di Genova e alla Liguria.

La Liguria è già in ginocchio per il crollo del ponte Morandi e, in questi giorni, come è noto, anche del viadotto sulla A6. Ebbene, il nord-ovest, l'Italia e la Liguria ieri sera hanno dovuto patire un altro colpo durissimo. In questo quadro, Presidente, è doveroso domandarsi quali controlli e quali manutenzioni siano stati eseguiti in questi anni, prima e dopo il crollo del Morandi, e quale sia la reale capacità della società concessionaria di gestire una rete autostradale, fulcro dell'economia di un intero Paese, senza mettere a rischio la vita degli italiani. Bene ha fatto il Ministro Paola De Micheli a convocare immediatamente il concessionario Aspi, al fine di garantire la sicurezza e stabilire natura e tempi degli interventi strutturali da compiere. La Liguria, la sua economia, i suoi porti, però, in queste condizioni non possono reggere. I traffici commerciali, la libera mobilità dei cittadini, i flussi turistici, l'economia dell'intero nord-ovest dell'Italia sono a rischio di totale collasso. Chi non è in grado di garantire tutto ciò deve farsi da parte, chi ha creato irresponsabilmente condizioni drammatiche e terribilmente lesive per l'economia di un intero Paese dell'Italia deve farsi da parte. La misura, Presidente, è colma. Confidiamo nell'indipendenza, nella forza e nell'autonomia di giudizio del Governo e nelle capacità e nell'efficienza del Ministro Paola De Micheli, ma non abbiamo più tempo. Esiste solo la speranza e la determinazione di questo Paese e dei liguri. Ebbene, per queste ragioni, Presidente, il Partito Democratico avanza una formale richiesta di un'informativa urgente al Governo. Non abbiamo più tempo, Presidente. È un'informativa che noi chiediamo e che non chiediamo solamente a ragione e a titolo dei liguri, ma a ragione e a nome di tutta l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, immagino per il medesimo argomento, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia è lieto che chi ci ha preceduto aderisca alla nostra richiesta, già formalizzata alla Presidenza della Camera, per una audizione urgente da parte del Governo, in quest'Aula, in relazione a tutto ciò che sta accadendo ed è accaduto in Italia nelle ultime 48 ore, sia per quanto riguarda il collasso di numerose infrastrutture, sia anche per quanto riguarda la difesa del suolo, che apprendiamo ha a disposizione, ogni volta che capita qualche evento calamitoso, decine di miliardi di euro, ma che tradizionalmente non vengono spesi. È una situazione di un'Italia colabrodo, che penso abbiano potuto verificare tutti. Il nord-ovest in molte regioni trova ponti, strade e reti che sono ormai impraticabili e non sono più possibile neppure le alternative. Voglio ricordare, ad esempio, che nell'Emilia-Romagna ci sono delle intere zone delle montagne, dal piacentino al parmigiano, che è impossibile riuscire ad affrontare diversamente e che sono paesi isolati. Allora, signor Presidente, a noi pare doveroso che il Governo venga a riferire urgentemente e che soprattutto batta un colpo anche il Ministro dell'Ambiente, perché non abbiamo il piacere di avere più sentito la sua voce, salvo quando, questo sì, all'inizio del Governo Conte I, ebbe la capacità di voler sfilare dalla Presidenza del Consiglio dei ministri la cabina di regia e portarla all'interno del Ministero dell'Ambiente. E poi vediamo in quale condizioni oggi è l'Italia e alcune zone dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, arrivo da un territorio che in questi giorni è stato nuovamente, dopo l'alluvione del 21 ottobre, colpito da eventi straordinari. Soltanto nella giornata di domenica, tra le province di Alessandria e di Asti, comprendendo credo anche quelle della Liguria, contavamo centinaia di strade provinciali chiuse, strade comunali impercorribili, frazioni irraggiungibili. È un'immagine di un territorio devastato. Io credo che in quest'Aula sia giusto anche ricordare Rosanna Parodi, una operatrice sanitaria della casa di riposo di Sezzadio, in provincia di Alessandria, che rispondendo a un richiamo del dovere del lavoro, nonostante i colleghi le avessero detto di non andare, al cambio turno, ha cercato di attraversare il ponte sul Bormida, nelle vicinanze di Sezzadio, ed è stata poi travolta dalle onde, perdendo la vita a soli 51 anni. Io credo che sia giusto ricordarlo in quest'Aula (Applausi), per il suo senso del dovere e anche, credo, per significare cosa sia per milioni di italiane e di italiani il senso del dovere e il rispetto del lavoro. Credo sia anche giusto oggi, in questa sede, ringraziare tutte le strutture a tutti i livelli. Non faccio l'elenco, perché finirei per dimenticare qualcuno. Lasciatemi solo ricordare i volontari, persone che in questi giorni, 24 ore su 24, hanno presidiato a tutela dell'incolumità pubblica. C'è poi un tema di infrastrutture più grande. È stato ricordato dal collega Vazio e dal collega Foti il crollo del viadotto sulla A6. La decisione assunta ieri sera, ad ora tarda, da parte della società Autostrade, di chiudere in entrambi i sensi di marcia la A26 sono i segni di una situazione emergenziale, a cui bisogna rispondere, come istituzioni, come Stato, come regioni, come complesso della politica, allo stesso modo, cioè ragionando in situazione emergenziale. Non è una situazione ordinaria e, quindi, da questo punto di vista, credo che vadano assunte tutte le iniziative necessarie. Quindi, concordo anch'io con la richiesta di un'informativa urgente. Lasciatemi, però, solo dire una cosa in quest'Aula. La magistratura evidentemente farà il suo compito e credo che lo farà bene. La magistratura genovese è una magistratura sana.

Resta comunque dall'esterno una cosa inquietante - non riesco a trovare un termine diverso -, perché, se fosse confermato che i report sulla stabilità dei viadotti delle autostrade genovesi fossero report falsi, è del tutto evidente che qui non c'entra più la politica, non c'entrano più le concessioni, non c'entrano più le leggi e i regolamenti, ci troveremmo di fronte ad un'associazione per delinquere e come tale dovremmo comportarci. Io credo che adesso vadano trovate le soluzioni alternative, c'è il porto, c'è un'intera economia, quella ligure - ma, devo dire, anche quella del basso Piemonte -, messa in assoluta difficoltà da questa situazione. Quindi, credo che sia necessario uno sforzo emergenziale molto forte da parte di tutte le istituzioni, ricordando ancora chi ha perso la vita nelle modalità che ho prima descritto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto per ribadire quanto ha detto anche il deputato Vazio sulla situazione tragica che sta vivendo la mia regione. Ieri sera ho finito una riunione alle 11,30 in prefettura con il presidente della regione e il sindaco di Genova, in una situazione in cui, ancora pochi minuti prima della chiusura della A26, il Governo non era stato informato e lo abbiamo informato noi da regione Liguria, sia sulla chiusura dell'autostrada, sia sui problemi che aveva riscontrato la procura. Problemi, in realtà, che si sapevano da mesi: il 24 settembre l'assessore Giampedrone scrive al Ministero per chiedere le condizioni dei viadotti e il monitoraggio, che doveva iniziare già da mesi e che, ad oggi, secondo quanto ha detto la procura, sembra non essere iniziato. Allora, quello che a me piacerebbe in quest'Aula è che si aprisse un dibattito a 360 gradi, perché mi sembra che il ponte Morandi non abbia insegnato nulla, ahimè, a questo Paese. Per cui io chiedo che venga richiesta non un'informativa, ma delle comunicazioni urgenti al fine di consentire all'Aula di potersi esprimere e di poter presentare una risoluzione in merito ad una situazione che sta diventando ingestibile. Anche perché vorrei comunicare all'Aula che risulta, non solo dalla stampa, ma anche da quanto percepito già nei mesi addietro dal MIT, che non sono solo questi i viadotti ammalorati, che c'è un problema su un viadotto della A7 e che ci sono vari problemi di altri viadotti nel Paese. E, quindi, noi ci chiediamo quand'è che ci si doterà degli strumenti necessari per andare a fare le verifiche, perché è evidente che, come posso dire, non ci si può oggi fidare dei report delle società concessionarie, ma è altresì evidente che qualcuno deve andare a fare questi controlli, e non su carta, ma farli, come abbiamo fatto sul ponte Morandi, andando a fare gli esami statici sul posto e con una situazione che sia creata da delle squadre che abbiano competenze plurime, visti anche i problemi legati all'assetto idrogeologico del territorio. Ecco, tutto questo, a mio avviso, oggi non è ancora stato elaborato e ancora oggi siamo, nella situazione dei controlli, ad una situazione ante ponte Morandi. Io vorrei, sinceramente, che il Parlamento si interrogasse se non sia il caso di dare un'accelerazione e dotarsi di strutture che siano in grado di fare questo tipo di azioni di prevenzione e di controllo e monitoraggio. Sono oltre mille i viadotti che devono essere monitorati sul territorio nazionale e sulla rete autostradale. Mi piacerebbe che un soggetto terzo desse un suo giudizio e, magari, qualche società accreditata a livello internazionale che fa questo di mestiere. Lo dico perché oggi i controlli, caro Presidente, vengono fatti sulla carta da dei professori, dei tecnici bravissimi, ma non con prove statiche sul luogo e non analizzando i cambiamenti del luogo, che, con i cambiamenti climatici, spesso cambia di anno in anno, quindi avvengono in una maniera diversa da come avvengono in altri Paesi. Abbiamo sperimentato delle tecniche innovative sul ponte Morandi, non riesco a capire perché quello non può diventare un modello da portare avanti su tutti gli altri viadotti prima di aspettare le tragedie. Quindi, mi piacerebbe che venisse fatta una comunicazione urgente e che il Parlamento si esprimesse su questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Per aderire convintamente alla richiesta del collega Vazio e per aggiungere, anche sulla base dell'ultimo intervento, una riflessione e una richiesta ancora più significativa, nel richiedere al Governo di riferire in Aula in un'informativa urgente. Quello che sta accadendo in Liguria e nel basso Piemonte richiede assolutamente un intervento del Governo duplice. Da un lato, l'emergenza dell'oggi, dall'altro, la programmazione; la programmazione degli interventi necessari, affinché tutto ciò che si sta verificando in Italia, oggi, lì, sia oggetto di attenzione, lettura, finanziamenti certi. La vicenda della Liguria segue quella che ho denunciato la settimana scorsa per quanto riguarda il sequestro preventivo, operato dal GIP di Avellino, relativo ai viadotti che insistono tra Molise e Abruzzo, dove si circola ad una sola corsia, con ore di fila, con danni economici, sociali ed ambientali, perché le indagini stanno conducendo a ritenere che le barriere, definite new jersey, siano pericolose e non in grado di attutire eventuali sbandamenti. Ed è già accaduto, purtroppo, che un autobus, essendo uscito fuori di strada - da lì, l'inchiesta -, è precipitato perché le barriere non hanno resistito. Io vorrei che l'informativa del Governo riferisse su tutto questo, partendo dall'emergenza della Liguria e del Piemonte e che facesse in modo che possa essere un'occasione vera di confronto. Noi, come Italia Viva, ci siamo permessi di lanciare un piano - lo abbiamo definito shock, definitelo come ritenete opportuno - partendo dalle risorse che ci sono, non dagli stanziamenti da fare: risorse che ci sono e che, guarda caso, solo qualche ora dopo la stampa qualificata, per esempio il Sole 24 Ore, ha mostrato come quelle risorse siano disponibili nel bilancio dello Stato in termini di competenza, si tratta di anticiparle in termini di cassa. Ecco, l'informativa deve entrare nel merito su tre grandi questioni: uno, le emergenze denunciate; due, la programmazione futura; tre, chi fa i controlli. Non è possibile che deve sostituirsi all'attività dello Stato ogni volta il potere giudiziario…

PRESIDENTE. Collega D'Alessandro, le chiedo scusa, la interrompo soltanto un attimo. Colleghi deputati, chi vuole parlare può accomodarsi fuori, le votazioni iniziano tra dieci minuti. Deputato Costa, deputato Costa, la prego.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Dicevo, deve vertere su tre questioni: la prima, l'emergenza; la seconda, la programmazione; la terza, chi controlla. È un atto di verità al Parlamento e al Paese sulle risorse realmente disponibili. Noi vogliamo dare una mano, un contributo al Governo, al Parlamento, al Paese, perché quelle somme che sono iscritte nel bilancio dello Stato siano rese immediatamente disponibili. Non si tratta di aggiungere risorse, non si tratta di aggiungere debito, si tratta di assumere come priorità questi interventi. Rimane oggi una ferita gravissima che blocca il Paese, perché bloccare la Liguria, le pertinenze verso il porto, verso il Piemonte, significa bloccare un pezzo di economia del Paese. Ma non c'è solo quello, ci sono altri problemi sul territorio nazionale e noi chiediamo, anche noi con forza, che il Ministro venga a riferire in Aula e che in quell'occasione si affrontino tutti i problemi, a partire dalle risorse (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cassinelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Grazie, Presidente. La situazione della mia città e della mia regione, dopo il crollo del ponte Morandi, dopo il crollo del viadotto di domenica, il viadotto Madonna del Monte, e dopo la chiusura di questa notte di due viadotti sulla A26, è una situazione di totale isolamento. Siamo tornati agli anni Trenta, per cui, dopo la realizzazione della Genova-Serravalle, quella che noi liguri, noi genovesi, abbiamo sempre chiamato “la camionale”, non c'è altra alternativa per uscire dalla città e per uscire dalla Liguria. È un quadro insostenibile. Il sindaco di Genova ha già fatto un provvedimento straordinario per consentire l'utilizzo dei mezzi pubblici gratuitamente. Il presidente dell'Autorità portuale di Genova ha dichiarato che il porto di Genova può resistere al massimo sei-sette giorni in questa situazione, poi sarà il blocco; e non dimentichiamolo, che il porto di Genova costituisce una risorsa fondamentale non solo per Genova e per la Liguria, ma anche per l'erario e per le casse dello Stato, perché ogni anno versa miliardi allo Stato.

Ebbene, questa è una situazione insostenibile, non credo che Genova e la Liguria potranno andare avanti in questa situazione molti giorni. Chiedo che il Ministro venga in Aula, in tempi strettissimi a riferire, ma non a raccontarci la rava o la fava, ma a dirci in che tempi, con che modi, con che risorse, con che strumenti giuridici e amministrativi intenda affrontare questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Assolutamente questo è un disperato grido di dolore che proviene dalla terra della Liguria, che è non solo la terra da cui provengo, ma la terra che è lo sbocco naturale di tante attività del nostro Paese, della Lombardia, del Piemonte; ed è la terra che fa parte di quel comparto del nord-occidente del nostro Paese, che è una delle parti più ricche e produttive e che costituisce uno dei motori dell'economia del nostro Paese. Trascurare Genova, la Liguria, il porto di Genova, rischia di essere veramente un errore fatale per l'economia e per la ripresa di cui questo Paese ha certamente bisogno. Quindi, aspettiamo il Ministro, lo aspettiamo in Aula, ma lo aspettiamo con chiarezza, con decisioni precise, con un programma e, soprattutto, con dei mezzi stanziati per affrontare questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo davvero in giorni di difficoltà per il nostro Paese; in particolare, gli interventi si sono concentrati sul dissesto idrogeologico tra Liguria e Piemonte. Crea una sensazione davvero strana sentire il deputato Rixi, che era sottosegretario, parlare di Liguria quando lui sa benissimo che era in corso la revoca delle concessioni autostradali a chi è sotto processo per aver causato la tragedia del ponte Morandi e a chi sta gestendo anche un tratto autostradale che è stato chiuso dalla procura perché il gestore non è stato neanche in grado di chiuderlo sua sponte. Nel tradimento estivo c'è stata anche questa impossibilità di terminare quella pratica; adesso, chiaramente, chi è al Governo a questo deve pensarci, perché la revoca della concessione, quando si nota che ci sono queste cose così gravi che bloccano interi territori, che causano sofferenze, è un processo che deve andare avanti senza paura.

Quello che sta uscendo fuori dalle carte pubblicate sulla stampa, questi punteggi fatti più bassi per non definire l'ammaloramento dei ponti e dei viadotti, è qualcosa di una gravità non ben definibile; poi, è chiaro che ci sono altre autostrade coinvolte e la parte di viadotto crollata è un'altra autostrada, è l'Asse AE, dove, invece, il gestore è il gruppo Gavio, che risulta, sempre dalla carta stampata, che abbia finanziato anche le campagne elettorali dell'attuale “governatore” della Liguria, Toti. Per cui bisogna cercare di capire che siamo in un contesto piuttosto complesso, dove, però, le responsabilità vanno individuate e perseguite al più presto. Siamo in un contesto di cambiamento climatico: in questo momento anche altre province sono bloccate, buona parte dei ponti sul Po sono chiusi, le golene sono allagate, ci sono province dove non ci si può muovere anche in pianura padana, per cui è necessario intervenire sul dissesto idrogeologico, dove si è riusciti a tirare fuori dal Patto di stabilità tutte le spese, tutti gli interventi contro il dissesto. L'anno scorso dal piano Proteggi Italia molti soldi sono arrivati alle regioni, ma bisogna intervenire anche su altre spese; quelle per la difesa contro i sismi purtroppo sono ancora conteggiate nei parametri di Maastricht. In Italia, negli ultimi dieci anni, sono stati spesi 7 miliardi ogni anno in media per ricostruire dopo i sismi. Non è possibile che il sisma bonus venga conteggiato a deficit. Ma lo stesso sul clima: non è possibile che le spese per risparmiare energia, per riqualificare edifici e avere infrastrutture che facciano risparmiare energia, veicoli che facciano risparmiare energia, siano conteggiate a deficit, e quindi i crediti fiscali creino problemi alle imprese, cose su cui stiamo cercando di intervenire.

Siamo in una situazione davvero importante: l'Italia è bellissima, ma è precaria. Abbiamo bisogno davvero di spingere perché la nuova Commissione europea faccia il suo dovere, escludendo questi investimenti verdi e sempre più di emergenza dai conteggi dei parametri di deficit e abbiamo necessità che qui in Parlamento si agisca con serietà per perseguire le responsabilità, a partire dai gestori autostradali: se sono in grado di gestire, bene; se non sono in grado, bisogna rimettere a gara queste concessioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Presidente, la Liguria è l'Italia; purtroppo, è il triste esempio di quante criticità oggi il nostro Paese debba gestire tutte insieme, perché le infrastrutture, purtroppo, sono al collasso e i territori si sgretolano. Ci sono fantomatici controlli da parte di società concessionarie o da parte di strutture del Ministero che poi, in realtà, non vengono eseguiti. In Liguria abbiamo una situazione drammatica in questo momento: c'è un'autostrada completamente chiusa, ce n'è una che forse sta riaprendo tra pochi minuti; questo, però, non ci dà nessuna tranquillità, nessuna sicurezza.

È giunto il momento di prendere delle decisioni importanti, è giunto il momento di creare una struttura che possa effettuare i controlli in modo radicale e capillare. C'è il Nord-Ovest completamente bloccato, isolato, c'è il porto di Genova che rischia di avere una settimana di vita. Che il Governo venga, che il Ministro venga in Aula a fare comunicazioni attraverso un'informativa; l'importante è che ci venga a rappresentare qual è l'idea del Governo su queste emergenze, perché non si può continuare a passare da un'emergenza all'altra. Bisogna iniziare a gestire queste situazioni critiche con organizzazione, con capillarità; bisogna comprendere che il nostro Paese è giunto a un punto di non ritorno ed è necessario che, con consapevolezza e senso di responsabilità, si inizi un percorso che sarà lungo e sarà anche faticoso, ma non si può prescindere da questo percorso, perché la sicurezza dei cittadini va sopra a tutto il resto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

PRESIDENTE. Mi pare che non ci siano altri interventi sull'ordine dei lavori sulla materia trattata.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. In riferimento al decreto-legge eventi sismici, sono a chiederle un rinvio fino alle ore 15 del provvedimento, in quanto la Commissione bilancio si deve ancora trovare per rendere il parere e noi, intorno alle ore 14,30, come Commissione ambiente, convocheremo il Comitato dei nove. Quindi la mia richiesta è di rinviare il seguito dell'esame alle ore 15.

PRESIDENTE. Quindi c'è una richiesta avanzata dal deputato Benvenuto, presidente della Commissione ambiente, di rinviare, differire la trattazione dell'ordine del giorno alle ore 15.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per chiarire quello che è avvenuto, nel senso che stamattina è stata convocata la Commissione bilancio; stamattina, non ieri, è stata convocata la Commissione bilancio, che poteva ultimare i suoi lavori.

È quindi per responsabilità della maggioranza che si arriva a questo rinvio, non per responsabilità generale o per mancanza di volontà della Commissione bilancio, perché la Commissione bilancio questa mattina poteva continuare i suoi lavori e invece è stata aperta e chiusa rapidamente e si arriva a chiedere un rinvio alle 15, rispetto a un ordine del giorno previsto che oggi avrebbe permesso a quest'Aula di approfondire e trattare il tema del “decreto terremoto” come merita. Perché non è pensabile, non lo pensi la maggioranza, che noi apriamo il “decreto terremoto” in quest'Aula nella discussione sugli emendamenti e comprimiamo un dibattito perché la maggioranza sta dibattendo al proprio interno su una mancanza di coincidenza di opinioni, tante coincidenze di opinioni, che evidentemente fanno di questo Governo un Governo che ha vedute opposte su tutto, ma soprattutto sui problemi reali della gente, tra cui quello che riguarda gli interventi in sostegno e in favore delle popolazioni colpite dal sisma. I ritardi sono stati troppi.

Lo dico però, Presidente, anche per fare due considerazioni, una rispetto a una vergognosa azione compiuta da un deputato del Partito Democratico. Lo dico perché? Perché io vorrei proporre una modifica del Regolamento in quest'Aula, lo dico ai colleghi del Partito Democratico. Io credo sia giusto che l'Aula venga inquadrata, fotografata, che ogni deputato possa fotografare l'Aula in ogni suo angolo – in ogni suo angolo – perché si possa misurare la presenza dei deputati in quest'Aula. Abbiamo addirittura chiesto, come Fratelli d'Italia, inascoltati, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, presso i questori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e oggi lo rivendico in quest'Aula, la possibilità di avere all'interno degli accessi di Montecitorio i cartellini, per segnalare la presenza reale dei deputati in quest'Aula.

Ieri un deputato, spiritoso, ha fotografato - ma lo fa abitualmente, e credo che non sarà per lui un problema rivendicarlo, se ne ha coraggio in quest'Aula, per decidere poi come procedere - i nostri banchi durante la discussione generale. Bene: il nostro movimento è tra i più attivi in quest'Aula come produzione normativa, lo siamo in termini di media assoluta; sulla vicenda del “decreto terremoto” vedrete in quest'Aula, se questo è l'atteggiamento, avrete modo di testare quanto vogliamo discutere questi argomenti con la presenza massima in quest'Aula. Però, la proposta di modifica del Regolamento resta: vogliamo i cartellini per i deputati, vogliamo che ci sia la possibilità di fotografare in quest'Aula, in modo tale che tutti possano verificare le presenze di ognuno, e non solo i deputati del Partito Democratico facendo una cosa che attualmente – attualmente – è vietata dal regolamento. E quindi, Presidente, la rendo edotta di una notizia che è su tutta la stampa italiana, e che penso facilmente potrà riconoscere ed eventualmente perseguire.

Ultimo argomento: la vicenda delle alluvioni e del maltempo. Fratelli d'Italia, per primo, ha promosso un'azione di richiesta di informativa urgente in quest'Aula. Ebbene, Presidente, visto che stiamo perdendo tempo a causa della maggioranza questa mattina, il Governo venga adesso a rendicontarci su quello che sta accadendo in Italia in questa vicenda del maltempo e quali sono i provvedimenti che mette in pista, perché non c'è tempo da perdere. Siamo qui, Fratelli d'Italia è qui, vuole ascoltare il Governo, vuole sapere – anche dal sottosegretario presente, se ne è in condizione – quello che il Governo ha previsto per arginare una situazione catastrofica che sta colpendo questa nazione. Non si perda tempo, non si perdano altre ore su argomenti così rilevanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Lollobrigida: non c'è una indicazione. Lei chiede, in buona sostanza, che le richieste di informativa che sono state indirizzate al Governo fin qui, nel dibattito di oggi… Prego. Spieghi la proposta, perché la sua argomentazione è chiara, non è chiara la proposta finale. Siccome ha fatto un richiamo all'ordine dei lavori, dovrebbe formularla meglio.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). L'ho detto, noi abbiamo formalizzato al Presidente della Camera, Fico nelle giornate di ieri e dell'altro ieri alcune richieste urgenti di avere un'informativa in Aula. Quindi, questa mattina gli altri colleghi si sono aggiunti alla nostra richiesta come Fratelli d'Italia, una risposta dal Governo non è arrivata. Colgo l'occasione per dire che si possa ad oggi, in questo momento…

PRESIDENTE. Quindi, lo stavo dicendo: lei vuole che questa informativa avvenga oggi stesso, quindi questa mattina, approfittando dell'interruzione d'Aula.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, ma volevo precisare, adesso, subito, immediatamente. Perfetto. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Per quello che attiene, invece, alla proposta di riforma del Regolamento, ovviamente la si attende e gli organismi competenti la approfondiranno e valuteranno. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. È un richiamo che non è la prima volta che faccio, ma è sempre opportuno. Quando si dice che la Commissione bilancio non ha espresso il proprio parere, ricordo che, qualche volta magari può anche essere responsabilità della Commissione bilancio, ma nella maggior parte dei casi è perché non arrivano elementi essenziali: in questo caso per esempio non c'erano le carte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La Commissione quindi era lì, e tutto il lavoro è stato fatto anche dietro le quinte; però mancavano i pareri. Non è che la Commissione bilancio non l'ha fatto per una negligenza sua: non c'erano i pareri.

PRESIDENTE. La ringrazio per la precisazione. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io stendo un velo pietoso sulla cialtroneria di certe uscite con le fotografie dei banchi vuoti dell'Aula, e non credo che si debba giocare a brigante contro brigante e mezzo o a cialtrone e cialtrone e mezzo, mettendosi poi a fare la foto dei banchi vuoti quando magari, per mancanza del parere del Governo, si è costretti a rinviare provvedimenti o a far saltare di cinque, sei ore, per mezza giornata un provvedimento importante come quello sul sisma (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Stendo solo un velo pietoso su questo.

Mi permetto, Presidente, di dire che su questo provvedimento non si è lavorato bene neanche in Commissione, al netto del fatto che nessuno si è sognato di mettersi a fare fotografie in Commissione dei banchi vuoti. E credo, Presidente, che sarebbe opportuno, per l'economia generale dei nostri lavori, che tutti quanti, con grande senso di responsabilità, facessimo il nostro: a partire dal Governo, che per alcuni aspetti non ha le idee chiare. Poi c'è tutto un conflitto all'interno del Governo tra chi vuole seguire questo provvedimento con una certa coerenza, competenza, serietà e la solita questione del MEF che tende a chiudere i rubinetti della spesa su tutto; però nozze con i fichi secchi non si fanno: siamo di fronte al paradosso che in questo provvedimento i soldi li ha portati il Parlamento e non il Governo, il Parlamento al Governo e non il Governo al Parlamento.

Ieri, in discussione generale io ho espresso l'auspicio, Presidente, anche in termini numerici, che si possa giungere ad avere un numero di emendamenti tale da poter svolgere l'esame del provvedimento senza la posizione della questione di fiducia. Perché credo sia nell'interesse di tutti, di maggioranza e di opposizione, quello di confrontarsi nel merito e capire se e dove ci sono le disponibilità per accogliere emendamenti o di natura squisitamente ordinamentale, o anche magari che comprendano dei costi; visto che ultimamente, con il consenso di tutti, sono giunti nella contabilità, per esempio del commissario, 100 milioni, che sono quelli dei risparmi della Camera, per i quali vanno ringraziati la Presidenza, l'Ufficio di Presidenza, il collegio dei questori, eccetera. Allora, io a questo punto non ho proposte diverse da quella che il presidente Benvenuto ha fatto, e accedo a questa proposta, nel senso che inevitabilmente, non essendoci i pareri, non abbiamo modo di andare avanti. C'è la proposta del collega Lollobrigida di anticipo di un'informativa, vedremo se il Governo sarà disponibile; certamente ci rivedremo, a questo punto, alle ore 15 con l'esame del provvedimento. Speriamo che, a quel punto, si sia veramente nelle condizioni di cominciarlo, perché al momento, malgrado Forza Italia abbia già ridotto la propria quota di emendamenti, ci sono ancora 300 emendamenti che incidono sul provvedimento, per cui l'esame non sarà né breve né facile. Per cui io credo che perdere tempo, in questo quadro, non aiuti nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Vorrei segnalare per il suo tramite al collega Lollobrigida che l'altro giorno mi è capitato di vedere un filmato realizzato dalla collega presidente di Fratelli d'Italia, onorevole Giorgia Meloni, nel quale la stessa fa vedere il salone del Transatlantico completamente vuoto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva), non so che giorno fosse. Non vedo bene la differenza circa la foto che ha citato il collega Lollobrigida, però la particolarità di quel filmato - forse l'ha visto anche il collega Lollobrigida - è che la collega Meloni segnalava - non ricordo se fosse giovedì o venerdì - l'assenza di qualsiasi collega dal corridoio del Transatlantico, salvo il fatto che c'erano circa cento colleghi contemporaneamente impegnati in due o tre Commissioni - peraltro una anche riguardante il “decreto terremoto” - che lavoravano. Allora, se secondo me è giusto chiedere attenzione per non trasformare le immagini in informazioni non complete circa la quantità e la qualità del nostro lavoro in quest'Aula, penso che il messaggio al riguardo serva a tutti, anche all'onorevole Giorgia Meloni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Fassino, Grande, Lupi, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione ambiente, deputato Alessandro Manuel Benvenuto. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Io sono di nuovo a chiederle un rinvio di circa 30 minuti (Commenti). La Commissione bilancio non ha ancora reso il parere, poi dovremmo trovarci per il Comitato dei nove, quindi le chiedo un rinvio fino alle 15,30.

PRESIDENTE. D'accordo. Sospendo, quindi, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,40.

PRESIDENTE. Colleghi, ci è pervenuta la richiesta di un ritiro di 80 emendamenti da parte del gruppo della Lega, quindi, per permettere agli uffici di riuscire a rivedere i fascicoli, devo sospendere la seduta per altri dieci minuti (Commenti). Colleghi, è per permettere agli uffici di riuscire a rivedere i fascicoli; quindi, è una questione di rispetto anche del lavoro degli uffici.

La seduta è sospesa, e riprenderà alle ore 15,52.

La seduta, sospesa alle 15,42, è ripresa alle 15,52.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici (A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2211-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici.

Ricordo che nella seduta del 25 novembre si è conclusa la discussione generale e la relatrice deputata Terzoni è intervenuta in sede di replica, mentre la relatrice deputata Pezzopane ed il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2211-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori della seduta, sono state ritirate dai deputati del gruppo Lega tutte le proposte emendative a loro prima firma riferite agli articoli da 1 a 3-sexies, ad eccezione delle seguenti: 1-ter.031 D'Eramo, 1-ter.037 D'Eramo, 2.552 Latini, 2.49 D'Eramo, 3.52 D'Eramo, 3.10 D'Eramo, 3.14 D'Eramo, 3.550 D'Eramo, 3.553 Patassini, 3.551 Patassini, 3.554 Patassini, 3.27 Golinelli, 3.33 D'Eramo, 3-bis.550 Patassini, 3-bis.551 Patassini, 3-bis.552 Patassini, 3-bis.553 Patassini, 3-bis.554 Patassini e 3-sexsies.0550 D'Eramo.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio relativo a tutto il testo del provvedimento e alle proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 6 reca 12 condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 3-sexies.055 Trancassini; 9.0306 Fregolent e le analoghe 9-decies.0550 Patassini e 9-decies.0551 Cavandoli; 9.0500 Muroni e 9.0502 Muroni.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene altresì ammissibili, ai sensi degli articoli 96-bis, comma 7, e 86, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente, in quanto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: articolo aggiuntivo 3.0500 Muroni, volto ad incrementare il Fondo finalizzato all'erogazione di contributi ai comuni per gli interventi di demolizione delle opere abusive e a conferire ai prefetti il potere sostitutivo in materia di abusivismo edilizio; articolo aggiuntivo 4-bis.0500 Macina, volto a prevedere che in caso di vacanza dell'incarico di presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione le sue funzioni siano esercitate dal componente più anziano del consiglio; emendamento 6.500 Maraia, volto ad assegnare risorse per la ricostruzione ai comuni della Campania e della Basilicata colpiti dagli eventi sismici del 1980 e del 1981; articolo aggiuntivo 9-tricies semel.0503 Luciano Cantone, che prevede la proroga della sospensione dei versamenti tributari per i comuni della provincia di Catania, colpiti dal sisma del dicembre 2018; si fa presente, al riguardo, che la medesima materia è trattata all'articolo 33 del decreto-legge in materia fiscale, attualmente all'esame della VI Commissione, e che tale proposta emendativa andrebbe, quindi, più correttamente riferita a tale ultimo provvedimento.

Avverto, infine, che sono in distribuzione cinque proposte emendative a firma Mazzetti, riferite all'articolo 3-bis che per un disguido non sono presenti nel fascicolo n. 1 degli emendamenti.

Comunico che sono state, da ultimo, ritirate le seguenti ulteriori proposte emendative: 1-bis.10 Fregolent, 1-ter.553 Braga, 2.53 Fregolent, 2.54 Fregolent e 5.501 Morgoni.

Se nessuno chiede di intervenire…

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Trancassini, a che titolo vuole intervenire?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Ho provato a interromperla quando lei parlava per farle notare che noi non riuscivamo minimamente a sentire quello che lei diceva. Quindi, per cortesia, se può ripeterci quali sono le proposte emendative inammissibili facendo attenzione se riusciamo a sentirla, prima di andare avanti.

PRESIDENTE. Collega, ha ragione. Chiedo a tutti i colleghi di abbassare il tono della voce, per evitare di dover ripetere l'inammissibilità degli emendamenti.

Le proposte emendative già dichiarate inammissibili in sede referente - era questo che mi chiedeva, collega? Corretto – sono le seguenti: Trancassini 3-sexies.055; Fregolent 9.0306 e gli analoghi Patassini 9-decies.0550 e Cavandoli 9-decies.0551; Muroni 9.0500 e 9.0502. Siamo a posto o chiede anche l'inammissibilità dei nuovi? D'accordo. 3.0500 Muroni; 4-bis.0500 Macina; 6.500 Maraia; 9-tricies semel.0503 Luciano Cantone.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito le relatrici ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 6.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 1.10 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 1.11 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 1.23 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario…

PRESIDENTE. È ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 1.21 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 1.22 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 1-bis.3 Baldelli, invito al ritiro o parere contrario; 1-bis.7 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 1-bis.10 Fregolent…

PRESIDENTE. È ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. 1-bis.11 Mazzetti e 1-bis.44 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 1-ter.501…

PRESIDENTE. Ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. E l'emendamento 1-ter. 551 Fregolent?

PRESIDENTE. Collega, mi scusi: è stato ritirato l'1-ter.501 Gabriele Lorenzoni; però rimane in piedi l'1-ter.551 Fregolent…anche l'emendamento 1-ter.501 Gabriele Lorenzoni…

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Anche l'emendamento 1-ter. 501 Gabriele Lorenzoni a me risulta.

PRESIDENTE. Sì, prego. Dovrebbe dare il parere.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamenti 1-ter.501 Gabriele Lorenzoni e 1-ter.551 Fregolent, accantonati; 1-ter. 500 Braga, 1-ter.15 Gagliardi e 1-ter…(Commenti) cerco di andare un po' più piano.

PRESIDENTE. D'accordo.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Inizio di nuovo da capo. Sono a pagina 2 e vado in ordine di fascicolo, con tutti gli emendamenti uno di seguito all'altro. Emendamento 1.10 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 1.11 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 1.23 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; 1.21 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 1.22 Trancassini invito al ritiro, o parere contrario; 1-bis.3 Baldelli, invito al ritiro o parere contrario. Passo a pagina 4: 1-bis.7 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 1-bis.10…

PRESIDENTE. Collega, questo è ritirato.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 1-bis.11 Mazzetti e 1-bis.44 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 1-ter.501 Lorenzoni…(Commenti) più piano, cerco di andare un po' più piano. Emendamenti 1-ter 551 Fregolent, accantonato. A pagina 6, emendamento 1-ter.500 Braga, 1-ter.15 Gagliardi e 1-ter.552 Trancassini, accantonati.

Emendamento 1-ter.21 Baldelli, invito al ritiro o parere contrario; 1-ter.25 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario. A pagina 8, 1-ter.01 D'Eramo…

PRESIDENTE. 1-ter.031!

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Scusate, 1-ter.031 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; 1-ter.036 Pella, invito al ritiro o parere contrario; 1-ter.037 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; 2.510 Braga e 2.511 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole.

A pagina 10, 2.13 Acquaroli, invito al ritiro o parere contrario; 2.26 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Collega, c'è l'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 2.26 D'Eramo è stato ritirato. Siamo all'emendamento 2.30 Mazzetti.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 2.30 Mazzetti e 2.76 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 2.32 Ruffino e 2.33 Foti, invito al ritiro o parere contrario; 2.36 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario. Passo a pagina 12: 2.46 Acquaroli, invito al ritiro o parere contrario. Passo a pagina 14: 2.500 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 2.552 Latini, invito al ritiro o parere contrario; 2.512 Cataldi, invito al ritiro o parere contrario; 2.49 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario. Passo a pagina 16: 2.53 Fregolent…

PRESIDENTE. Collega, è ritirato, così come l'emendamento 2.54 Fregolent.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 2.55 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 2.57 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 2.64 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario; 2.67 Gagliardi, invito al ritiro o parere contrario. Passo a pagina 18: 2.61 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 2.04 Trancassini e 2.06 Nevi, invito al ritiro o parere contrario; 2-bis.13 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 2-bis.500 Braga e 2-bis.501 Zennaro, parere favorevole. Passo a pagina 21: 2-bis.019 Gagliardi e, a pagina 22, 2-bis.021 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 2-bis.022 Mazzetti e, a pagina 24, 2-bis.023 Patassini…

PRESIDENTE. L'emendamento 2-bis.023 Patassini è ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Quindi rimane il 2-bis.022 Mazzetti, a pagina 23, e il 2-bis.024 Foti, a pagina 25, per cui c'è un invito al ritiro o parere contrario; 2-bis.0551…

PRESIDENTE. L'emendamento 2-bis.0551 D'Eramo è ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Proposte emendative riferite all'articolo 3, emendamento 3.44 Mazzetti…

PRESIDENTE. Sono ritirati. C'è soltanto l'emendamento 3.44 Mazzetti, mentre è stato ritirato l'emendamento 3.45 D'Eramo.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3.44 Mazzetti, a pagina 26, invito al ritiro o parere contrario; 3.49 Acquaroli, invito al ritiro o parere contrario; 3.50 Trancassini, 3.51 Polidori e 3.52 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario. L'emendamento 3.10 D'Eramo è stato ritirato?

PRESIDENTE. No.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamenti 3.10 D'Eramo e 3.12 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 3.510 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole; 3.8 Foti, invito al ritiro o parere contrario; 3.13 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario. A pagina 30: 3.14 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; 3.15 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; identici 3.21 Prisco e 3.550 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 3.23 D'Eramo è ritirato.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3.553 Patassini, invito al ritiro o parere contrario; 3.532 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 3.501 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 3.534 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 3.551 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

A pagina 32 del fascicolo…

PRESIDENTE. Il prossimo emendamento è ritirato, collega.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3.554 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 3.26 D'Eramo è ritirato.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3.27 Golinelli, invito al ritiro o parere contrario; 3.33 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; per gli identici 3.500 Buratti, 3.600 Zennaro e 3.505 Braga, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'emendamento 3.34 D'Eramo è ritirato, così come l'emendamento 3.40 Marchetti. Sono ritirati.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Articolo aggiuntivo 3.051 Trancassini, a pagina 34, invito al ritiro o parere contrario; 3.056 Spena, a pagina 35, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 3.0500 Muroni è inammissibile.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3-bis.500 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Collega, scusi: abbiamo anche il 3-bis.580 Mazzetti prima dell'emendamento 3-bis.500 Trancassini

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. L'altro foglio. Allora, invito al ritiro o parere contrario. Devo riprendere…

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 3-bis.500 Trancassini.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3-bis.500 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.550 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Poi abbiamo l'emendamento 3-bis.581 Mazzetti.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 3-bis.551 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Adesso abbiamo l'emendamento 3-bis.700, la condizione della V Commissione (Bilancio), da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Non ho il numero dell'emendamento della Commissione bilancio, comunque il parere è favorevole.

Emendamento 3-bis.552 Patassini, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 3-bis.553 Patassini…

PRESIDENTE. Collega, prima abbiamo l'emendamento 3-bis.582 Mazzetti.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3-bis.582 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Se vuole le leggo gli emendamenti. Come vuole…

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Sì, perché sono su tre fascicoli diversi, quindi uno me ne manca…

PRESIDENTE. Sì, perché ci sono stati ritiri vari.

Quindi, siamo all'emendamento 3-bis.582 Mazzetti.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 3-bis.582 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.553 Patassini, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.554 Patassini, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.583 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.584 Mazzetti, invito al ritiro o parere contrario; 3-bis.501 Pentangelo, invito al ritiro o parere contrario.

Identici articoli aggiuntivi 3-ter.0501 Buratti e 3-ter.0600 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole; 3-ter.0500 Baldelli, accantonato.

PRESIDENTE. L'emendamento 3-quater.550 D'Eramo risulta ritirato.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Articolo aggiuntivo 3-quater.035 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario; identici 3-quater.036 Foti e 3-quater.037 Ruffino, invito al ritiro o parere contrario.

Emendamento 3-quinquies.500 Casino, invito al ritiro o parere contrario; 3-quinquies.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 3-quinquies.048 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 3-sexies.055 Trancassini risulta inammissibile.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Articolo aggiuntivo 3-sexies.060 Muroni, invito al ritiro o parere contrario; 3-sexies.0550 D'Eramo, invito al ritiro o parere contrario; 3-sexies.063 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario.

Emendamento 4.500 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

Gli emendamenti 4.550 e 4.551 Patassini sono accantonati.

Emendamento 4-bis.500 Patassini, invito al ritiro o parere contrario; 4-bis.501 Patassini, invito al ritiro o parere contrario; 4-bis.502 Patassini, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 4-bis.0500 Macina è inammissibile.

Passiamo agli identici 5.500 Braga e 5.510 Gabriele Lorenzoni.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Sono accantonati. Emendamento 5.550 Patassini, invito al ritiro o parere contrario. Credo che l'emendamento 5.501 Morgoni sia stato ritirato.

PRESIDENTE. Allora, collega, dato che abbiamo accantonato gli identici 5.500 Braga e 5.510 Gabriele Lorenzoni, riferiti al comma 1, dobbiamo ovviamente accantonare tutti gli emendamenti riferiti allo stesso comma. Quindi, passiamo a pagina 46…

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Quindi, accantono anche l'emendamento 5.550 Patassini?

PRESIDENTE. Sì, esatto.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Poi, l'emendamento 5.501 Morgoni è stato ritirato, vero?

PRESIDENTE. Sì, risulta ritirato. Passiamo direttamente all'emendamento 5.15 Golinelli, a pagina 46.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Emendamento 5.15 Golinelli, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 5.511 Giuliodori.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Allora, sono stati tutti accantonati gli emendamenti di pagina 45 e 46 e si inizia di nuovo a votare dall'emendamento 5.15 Golinelli.

PRESIDENTE. Allora, siamo all'emendamento 5.511 Giuliodori.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Invito al ritiro o parere contrario.

Emendamento 5-bis.500 Patassini, parere favorevole.

Emendamenti 6.4 Patassini e 6.5 Prisco, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 6.500 Maraia è inammissibile.

Emendamento 7.18 Baldelli.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. No, ci fermiamo all'articolo 6.

PRESIDENTE. Sì, ci fermiamo qui, esatto.

Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello dei relatori.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10 Trancassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo un po' in difficoltà a cominciare questa discussione perché, se ci guardiamo alle spalle, troviamo un lungo - e per la verità inutile - lavoro in Commissione. Ricordiamo sedici ore di audizione per rimanere sul tema fotografico di ieri da parte del Partito Democratico: 16 ore di audizione in totale assenza della vostra forza politica.

Noi abbiamo cercato in tutti i modi di ricordare alle forze di maggioranza un concetto elementare, cioè che su questo tema basterebbe farsi indicare la strada da chi sta sul pezzo, da chi tutti i giorni si misura con questa problematica - lo ricordo all'Aula - di tre anni e mezzo fa. Noi oggi tentiamo di dare ordine al disordine provocato in tre anni e mezzo di tentativi andati a vuoto da parte di quattro differenti Governi, se non vado errato. Allora, l'occasione era ghiotta perché, dopo che per cinque volte - con il “decreto terremoto” di Gentiloni, con il milleproroghe, con il decreto sul ponte di Genova, con la finanziaria e con lo “sblocca cantieri” - avevamo tentato di dare ordine e dare comunque speranza a quei territori, noi pensavamo che questo Governo avrebbe avuto la maturità di occuparsi seriamente di questa vicenda; invece, purtroppo, di mezzo c'erano le elezioni nella regione Umbria e c'era la difficoltà di una maggioranza in grandissima - grandissima! - difficoltà. Allora, a qualcuno è venuto in mente di fare un decreto, all'interno del quale mettere qualche nota e qualche speranza per quei territori; e poi ci siamo ingolfati in Commissione, perché c'era la legge di bilancio e poi il MEF ci ha sbattuto le porte in faccia; insomma, se ci guardiamo indietro troviamo la stessa inefficienza e troviamo le stesse istanze disattese. Io tutto questo lo trovo molto grave, se ci aggiungo tre passerelle del Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - due volte come Giuseppe uno e una volta come Giuseppi due - lo trovo molto grave anche a fronte dei roboanti comunicati stampa che hanno accompagnato prima e successivamente questo decreto. Per dare, poi, la dimensione di quanto tutto questo sia reale e non inventato dalla mia forza d'opposizione, faccio mie le parole del Ministro Fraccaro, che ha definito, quindici giorni fa, la situazione della ricostruzione uno stallo inaccettabile: peccato che lui è artefice e protagonista di questo stallo inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E guardate, la dimensione dell'abnormità di questa storia la danno gli emendamenti presentati da tutte le forze politiche: noi abbiamo avuto un fascicolo degli emendamenti di 850 proposte emendative; tutti abbiamo proposto più o meno le stesse cose, perché tutti sappiamo qual è il problema; c'è un problema di personale - per stare su questo mio emendamento - c'è una è un problema di risorse, c'è un problema di governance, c'è un problema che consiste nell'aiutare e velocizzare le procedure, c'è un problema di aiuti reali e non solo di assistenza a quelle terre. Allora, con questo emendamento noi proponiamo quello che hanno proposto tutte le forze politiche, per poi rimangiarselo nel momento in cui il MEF ha sbattuto la porta in faccia, cioè noi chiediamo la proroga di quei dipendenti che sono e si stanno misurando con questa problematica da due anni e mezzo, perché conoscono il territorio, perché ormai conoscono la materia, perché vanno dietro a tutti i decreti, perché riescono a stare sul pezzo; noi, invece, anziché dare un messaggio di speranza e dar loro la certezza che avranno comunque un futuro come dipendenti di questi uffici, noi, per la ottava volta, ci giriamo dall'altra parte e ce ne freghiamo altamente. Ecco, io credo che questo sia molto grave, cioè che il Governo su questo non dica nulla e non dia nemmeno una speranza, non dica nemmeno quale può essere il futuro di questa gente, perché - ripeto - non solo ci vanno di mezzo dei ragazzi che hanno deciso e fanno in questo momento la differenza rispetto alla ricostruzione, ma in questo momento tutti i sindaci del cratere, che sono stati auditi nelle sedici ore, hanno chiesto la stessa cosa, cioè la proroga di questo personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, probabilmente l'Aula si aspetta qualche informazione in più a fronte del lavoro portato avanti in Commissione, un costante lavoro a singhiozzo. Oggi ammara in quest'Aula un provvedimento - vien da dire - ulteriormente mutilato, sicuramente con delle aspettative che sono state disattese. Quello che ci preme dire è che pare che si vogliano produrre più passaggi dai comuni alle regioni e quindi si perderà più tempo. Gli emendamenti che abbiamo presentato, quelli che ha presentato il nostro gruppo, Forza Italia, sono conseguenze delle audizioni, in particolare cito quelle dell'ANCI: ebbene, i colleghi sappiano che sono state puntualmente disattese; eppure arrivano dai territori, dagli amministratori. Non si accelererà, non si avvieranno le ricostruzioni, la maggior parte delle pratiche è ferma; ci sono continue sospensioni in Commissione ed oggi vedrete per quello che riguarda l'Aula. Allora, è facile dire che non si intravede un futuro con questo testo: quindi, ricostruzione o un invito all'abbandono delle terre? È difficile dare una lettura, perché lo ribadiamo: quando non si ascoltano i territori, beh è probabile che non vengano neppure ascoltati i membri della Commissione.

Non vogliamo andare incontro ad un nuovo fallimento, le risorse sono poche, non ci sono segnali, seguendo quello che è stato detto dalle due relatrici è evidente la posizione presa nei confronti dei nostri emendamenti e poi la difficoltà a trovare le coperture. Eppure da quelle terre ci arrivano dei segnali importanti: c'è chi riapre le attività, chi riprende il lavoro. Molto probabilmente c'è una difficoltà - lo abbiamo anche detto al Governo presente in Aula - a recepire questi segnali, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Trancassini, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1. 11. Trancassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, anche questo emendamento propone all'Aula di emendare questo decreto nel senso di prorogare le persone che sono…

PRESIDENTE. Colleghi, però vi chiedo di abbassare il tono della voce.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). ..in regime di contratti determinati. Io volevo richiamare l'attenzione - veramente non mi distraggo per più di 40 secondi - per darvi un po' la dimensione anche dell'enorme sperpero di denaro pubblico. Lo dico per i colleghi dei Cinque Stelle, che una volta erano sensibili a questo argomento: allora, voi dovete pensare che le scellerate scelte degli ultimi quattro Governi fanno sì che, a distanza di tre anni e mezzo, noi abbiamo 37.000 - 37.000! - sfollati, esclusi quelli che sono nelle cosiddette casette. Questi sono dati del dottor Borrelli in audizione: noi abbiamo oltre 37.000 sfollati, ai quali si aggiungono i 1.300 che sono in albergo. Dato che i 37.000 sfollati costano 13 milioni e mezzo di euro al mese e i residenti in albergo un milione e mezzo, noi stiamo spendendo, in questo momento, 15 milioni di euro al mese, 180 milioni di euro l'anno e li spendiamo perché non abbiamo la capacità di dare quelle risposte immediate, non abbiamo la capacità di investire, la maturità di investire nel personale e quindi pensate che magari qualcuno di questi è fuori casa perché ha un danno di 20 mila euro a casa. Ma l'impianto normativo che abbiamo messo in campo - che avete messo in campo, più o meno tutti - e l'incapacità di dotare almeno il personale necessario per andare dietro a questa esagerazione di burocrazia, fa sì che con 20.000 euro tu riscuoti il CAS, perché la tua procedura, la tua pratica è ferma in questo o in quell'ufficio. Pensate che le procedure, le pratiche che sono state ad oggi presentate sono il 5 per cento. Per poter velocizzare, oltre a tutta una serie di norme che noi abbiamo presentato otto volte negli altri decreti e le abbiamo ripresentate anche oggi, ce n'è una, che è quella del buonsenso, che è questa, che è quella di prorogare chi di queste pratiche se ne occupa ormai da tre anni e mezzo. Su questo c'era stata l'apertura del Governo, su questo avete presentato gli emendamenti tutti quanti voi, anche voi avete presentato questi emendamenti, ma poi vi fate bastare la porta in faccia del MEF e girate le spalle a quello che avete scritto voi, ma soprattutto a quello che vi proviene dai territori. Io invito il Governo ad accantonare questo emendamento, è un emendamento di buon senso, se state ancora discutendo per gli articoli 7, 8 e 9, fate un ulteriore sforzo e cerchiamo di avere un po' di personale in più, prorogando questi ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Per aggiungere alla corretta riflessione fatta dal collega Trancassini una considerazione: il terremoto è un fatto straordinario e non può essere gestito con norme ordinarie. L'applicazione del “decreto dignità”, che limita la rinnovabilità dei contratti anche ai tecnici degli uffici speciali per la ricostruzione dei comuni, di fatto crea una situazione paradossale per cui i comuni e le regioni, negli uffici speciali per la ricostruzione, prendono delle persone, le formano per svolgere velocemente queste pratiche e dopo due anni le devono mandare via. Questo significa - e concludo, Presidente - che ogni volta si riinizia a capo e che i tempi della ricostruzione si allungano. Quindi, è opportuno con una norma a costo zero derogare all'applicabilità del “decreto dignità”, consentendo al personale degli uffici speciali per la ricostruzione dei comuni di continuare il proprio lavoro fino a quando non lo porteranno a termine. E se non si applicano le altre norme proposte da Fratelli d'Italia, purtroppo, credo che sarà tra tanto - troppo!- tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sollecitare, ovviamente, il Governo a cambiare idea rispetto a quanto già esposto dal collega Trancassini e ribadito dallo stesso collega Prisco, in un momento in cui troppo spesso vediamo dei fatti importanti di calamità naturali, ma eccezionali in questo caso come il terremoto, dove credo che la proroga di coloro che hanno già acquisito nel corso degli anni esperienza rispetto alle tante problematiche dovrebbe essere un fatto di buonsenso. Ma sembra che, oltre al danno, si voglia comunque rincorrere la beffa. Una norma a costo zero, più volte anche da voi sollecitata: oggi c'è la possibilità di metterla in campo. Aiutiamo questi comuni, aiutiamo gli amministratori e, soprattutto, cerchiamo di aiutare coloro che già di danni ne hanno avuti a sufficienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a voler sottoscrivere l'emendamento del collega Trancassini, ribadisco la necessità e l'appello a che sia accantonato questo emendamento per uno sforzo di riflessione, e a stare a sentire quelli che sono gli appelli degli amministratori locali e delle varie associazioni di categoria, affinché questi contratti a chi sta lavorando alla ricostruzione concretamente siano prorogati e che quindi vi sia una giusta e doverosa attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Mazzetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento specificamente tecnico e non politico, che va a fare una scelta precisa di semplificazione non solo per i professionisti, ma anche per la pubblica amministrazione. Ad oggi non abbiamo una modellistica univoca che tutti i comuni possono presentare in modo identico per poter fare le certificazioni e anche il modulo di contributo. Tutto questo andrebbe a semplificare, ma anche a dare meno responsabilità al libero professionista, che assume anche quelle penali e civili. Pertanto, chiediamo che venga fatta una piattaforma unica per quanto riguarda la presentazione della modellistica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Trancassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è molto, molto importante per far capire qual è stato l'approccio da parte del Governo e anche dà la dimensione di qual è il disinteresse nei confronti della ricostruzione. La ricostruzione riguarda 600 mila persone. Capisco che non è un grandissimo numero, però riguarda 138 comunità, interessa 4 regioni e devo dire che, politicamente e mediaticamente, per un grande periodo ha anche pagato farsi vedere e farsi fotografare; però poi è calato il sipario da un punto di vista proprio dell'interesse politico e questo tema lo focalizza perfettamente. Lo abbiamo detto a proposito del decreto legge sul ponte di Genova: in quel decreto, all'interno delle norme relativamente a quel decreto, si legge che il commissario per la ricostruzione del ponte di Genova opera in deroga a tutta la normativa vigente, tranne quella penale, mentre il povero Farabollini, commissario alla ricostruzione del terremoto del 2016, non ha i medesimi poteri. È scritto nel medesimo decreto.

Ora, io vorrei chiedere a qualunque rappresentante della maggioranza: come interpretare questa differenza? Perché, per ricostruire il ponte di Genova, noi diamo la possibilità al sindaco di Genova, giustamente, di operare - pieni poteri - in deroga a tutta la normativa vigente, e per la ricostruzione, a distanza di tre anni e mezzo, pensiamo ancora di limitare i poteri del commissario Farabollini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? A parte che il buon senso vi avrebbe consigliato di sostituirlo, invece magicamente il Partito Democratico, che è maestro in questo, fa una duplicazione, inventandosi una mossa da parte del Ministro Franceschini e spostando la ricostruzione in capo a “Casa Italia”, ma di questo ne parleremo dopo perché, che il Ministro Franceschini si interessi della velocizzazione delle procedure, bloccando tutti i nostri emendamenti e nel contempo mette le mani sulla ricostruzione, è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma, al di là di questo aspetto di cui parleremo negli emendamenti successivi, io vorrei una spiegazione del perché il commissario al sisma non deve operare in deroga alla normativa vigente. Con questo emendamento noi vorremmo dargli semplicemente gli stessi poteri di Genova. E guardate che è molto importante questo. Pensate che c'è un emendamento, che è stato bocciato, con il quale chiedevamo non tutti i poteri, non pieni poteri come Genova, ma almeno uno gliene volevamo dare: quello di operare, come il sindaco di Genova, in deroga alla normativa vigente per spostare le macerie dopo tre anni e mezzo. Credo che, dopo tre anni e mezzo, un Paese normale non parla ancora di come spostare le macerie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E noi oggi, invece, ci interroghiamo su come farlo; noi abbiamo chiesto che almeno nei paesi distrutti, quelli con una distruzione e con un indice superiore al 50 per cento, il povero Farabollini fosse messo in condizione di levare quelle macerie, per dare almeno il primo segnale di vitalità. Avete bocciato anche quello! Allora questa è la prova che la politica, che questo Governo, come il precedente e come il precedente ancora, non si occupa della ricostruzione in maniera seria, perché, se fosse serio, darebbe al commissario Farabollini gli stessi poteri che dà al sindaco di Genova.

Lì invece, dove ci sono interessi economici importanti e per i quali noi siamo stati d'accordo nel dare pieni poteri, il sindaco opera in deroga alla normativa vigente, e oggi su questo non sento dire niente al PD, che si stracciava le vesti su questo potere che veniva dato al sindaco di Genova. Noi chiediamo che, allo stesso modo, venga messo in condizione il commissario alla ricostruzione di operare in deroga. Ci è stato detto di “no”! Su questo non serve la copertura di spesa, non c'è il parere contrario del MEF, non c'è la volontà politica di andare incontro alle esigenze di quella popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, intervengo per aggiungere una considerazione alle corrette riflessioni fatte dal collega Trancassini, oltre che per sottoscrivere l'emendamento. Fratelli d'Italia aveva posto già in occasione del decreto Genova un caso: sembra che vi siano, sui tre grandi eventi, tre Italie diverse. Un'Italia in cui si opera in deroga per Genova, un'Italia in cui si opera in sanatoria per Ischia e un'Italia di mezzo, un'Italia ferma, in cui nel Centro Italia si trovano tutte le norme di burocrazia per bloccare la ricostruzione, per non dare una risposta alle popolazioni, alle aziende, alle imprese che lo chiedono ormai da tre anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La gente è stanca, è ora che ve lo mettiate in testa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento e per portare un'esperienza personale: 23 novembre 1980, terremoto dell'Irpinia vissuto in prima persona, con le macerie che mi sono venute addosso. Avete idea di come ci si sente se dopo tre anni siamo ancora circondati da queste macerie e, per puro perbenismo, non diamo i poteri a chi di dovere di portarle via? Avete idea di come ci si sente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Allora, vogliamo mettere da parte questi sentimenti e possiamo fare il bene delle persone che si aspettano risposte da quest'Aula o volete continuare a fare finta di niente? Grazie, Presidente. Mettetevi la mano sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Faccio una riflessione da sindaco, non da deputato, e cerco di capire come mai un commissario alla ricostruzione, dopo tre anni e mezzo, non possa avere gli stessi identici poteri che invece diamo, giustamente, al sindaco di Genova. Allora, mi chiedo se non sia forse un retaggio di quella cultura che vede, ogni volta che si lavora, ogni volta che c'è un appalto, il malaffare; un certo retrogusto grillino che scende ogni qualvolta si parli di Anac (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ogni qual volta si parli di corruzione, ogni qualvolta si parli di appalti, ogni qualvolta si parli di comuni, perché basterebbe copiare da quello che avete fatto su Genova.

Cari amici dei Cinque Stelle, lo avete fatto voi, assieme alla Lega; forse è vero che la Lega ci ha messo un po' più di pratica e un po' più di concretezza su quel “decreto Genova”, però è altrettanto vero che voi c'eravate. Quindi vi basterebbe solo copiare da voi stessi, non inventare nulla. Copiate da voi stessi e date la possibilità alle genti anche terremotate di quattro regioni, di 138 comunità, di vedersi finalmente riconosciuta la dignità di poter tornare alle proprie case e di vedere ricostruito il proprio paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei sottolineare questo emendamento e la sua importanza. Siamo davanti ad un sisma che da tre anni sconvolge la vita di territori che appartengono a quattro regioni differenti; territori che hanno visto perdere in tantissime parti, in tantissimi comuni, tutto: aziende, attività produttive, case, infrastrutture, scuole. La prospettiva di dare un futuro dipende anche dalla capacità del Governo di saper recepire le esigenze reali; e non si capisce per quale motivo, da anni, ormai due, noi chiediamo con insistenza di accogliere questa proposta. Una proposta che chiede semplicemente l'equiparazione tra il dramma subito dalle popolazioni del terremoto e il dramma di Genova. È inaccettabile che il Governo e il Parlamento si ostini a non equiparare questi due drammi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere l'emendamento, ribadisco la necessità di dare priorità a questa operazione, perché non si capisce se esistono drammi di serie A o drammi di serie B, e, soprattutto, se non ci si vergogna a guardare quelle immagini delle zone terremotate con ancora le macerie. Non è un emendamento oneroso, non è un emendamento polemico, non è un emendamento demagogico, ma è un appello che giunge, ripeto, dagli amministratori locali, dalle associazioni di categoria, ma, soprattutto, dalla gente. L'anno scorso c'era un Governo diverso, si criticava la ricostruzione targata PD; quest'anno una parte di quella maggioranza, che tanto l'ha criticata, ha ripreso la stessa inerzia di quei Governi che tanto avevano criticato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Preventivamente, chiedo anch'io di sottoscrivere l'emendamento del collega Trancassini, non prima di avere fatto notare come l'emendamento di Paolo non sia derivante dal suo status di parlamentare, ma di persona che ama la sua terra, di persona che ha amministrato la sua terra, di persona che ha toccato con mano la criticità del dover ricostruire e che, quindi, oggi chiede un passo di discontinuità rispetto a ciò che si è fatto ieri. Se con le misure tenute fino a ieri non siamo riusciti ad ottenere risultati, è evidente che bisogna cambiare, e bisogna cambiare l'indirizzo delle persone che prendono le decisioni. In questo non voglio essere ridondante o ripetere ciò che hanno detto i colleghi: a Genova ha funzionato, non vedo perché non debba funzionare qui. Basta volerlo e basta avere buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Le argomentazioni che ha prodotto il collega Trancassini nel suo intervento non ci possono non indurre a fare un ragionamento sull'utilità di una figura come quella commissariale in un evento tragico come questo. Allora, mi chiedo che senso ha creare una figura, se poi non gli si danno i poteri; evidentemente, ha un senso solo per dire “abbiamo creato una figura importante, risolveremo i vostri problemi”; e poi non gli si danno gli strumenti.

Allora, noi crediamo che o ci sia un problema soggettivo, ovvero che questa maggioranza, più che altro questo Governo, non ritiene il commissario in grado di svolgere le funzioni, e allora è piuttosto grave; o, ancora più grave, che ci sia un problema oggettivo. Si ritiene che questa emergenza non sia un'emergenza gravissima e con soluzioni improcrastinabili da considerare, e allora non si dà l'importanza che noi riteniamo, invece, abbia l'emergenza terremoto nel Centro Italia.

Credo che il Governo debba un po' riflettere sull'atteggiamento che ha nei confronti delle popolazioni che hanno subito questa tragedia e debba, secondo me, riformulare il parere su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per unirmi a quanto detto dai colleghi in precedenza. La deroga in questi casi è una questione di buon senso. Vado spesso a Genova, città dove sono nata, e mi accorgo di come con questa deroga il commissario, nella fattispecie il sindaco, possa effettuare degli interventi con maggiore immediatezza, senza dover effettuare degli iter burocratici che rallentano questi lavori. Quindi, veramente, non capisco come il Governo non ripensi a questa sua decisione e possa accogliere questo emendamento, che equipara le deroghe. Il terremoto che ha colpito queste regioni non è sicuramente secondario, anzi, direi che è una tragedia che andrebbe trattata con altro riguardo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Anche noi, come Forza Italia, crediamo fortemente e condividiamo il fatto che per tutti quei comuni che hanno subito oltre il 50 per cento della distruzione venga stabilito che il commissario straordinario, come è successo per Genova, possa operare con poteri straordinari, perché a oltre tre anni dal sisma nell'Italia centrale ad oggi ancora stiamo parlando di emergenza, e già questa è una cosa che fa molto pensare.

Crediamo fortemente a questo perché abbiamo visto che a Genova, nominando il commissario straordinario e attribuendogli poteri straordinari, come è giusto che sia, si è velocizzata molto tutta la prassi. Per cui chiediamo anche noi che venga approvato questo emendamento, che già avevamo condiviso e fatto anche noi durante l'esame in Commissione. Questo è fondamentale anche per sbloccare tutte le opere pubbliche che dovrebbero iniziare, ma da tre anni e mezzo ancora non iniziano. Per non parlare poi delle macerie, perché ancora oggi dover parlare di spostare e di gestire macerie, visto che ancora oggi il Governo e il commissario straordinario per la ricostruzione non hanno la capacità di gestire le macerie, è molto grave. Per cui ripensate a questo, attribuiamo poteri straordinari - perché tale è, una situazione straordinaria come a Genova - anche al commissario dell'Italia centrale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, io credo che questo sia un emendamento fondamentale per dare una svolta alla ricostruzione. E non lo diciamo noi di Fratelli d'Italia o il collega Trancassini, ma che ci sia la necessità di poteri extrapenali e che possano accelerare la ricostruzione lo dice lo stesso commissario, che non più tardi del 30 ottobre a Norcia, durante l'anniversario, ha dichiarato pubblicamente, colleghi, che la ricostruzione sta procedendo lentamente, e che tutte le norme che avete introdotto, che formalmente sono condivisibili - il codice degli appalti, la norma “anticorruzione” - in realtà non fanno altro che appesantire e rallentare i tempi. Quindi, se lo dice il commissario, colleghi della maggioranza, penso che l'emendamento 1.22 Trancassini possa essere sostenuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, in via preliminare chiedo di sottoscrivere il presente emendamento. In secondo luogo, io vorrei veramente invitare la maggioranza ad accantonare questo emendamento. Si tratta di pragmatismo: dal 2016 noi discutiamo e parliamo del sisma, e ancora non troviamo delle soluzioni adeguate. Attribuire poteri straordinari al commissario ed equiparare la situazione del sisma del 2016 rispetto a quella di Genova è un piccolo passo; un piccolo grande passo in avanti per cercare di portare concretezza alla risoluzione di un problema che coinvolge troppe famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Presidente, anch'io mi unisco alla richiesta dei colleghi degli altri gruppi, chiedendo appunto al Governo un'ulteriore riflessione su questo emendamento, che poi è la sintesi di un emendamento successivo a mia prima firma: perché effettivamente, se dopo tre anni siamo ancora qui a chiederci quali siano gli strumenti più idonei per far sì che perlomeno vengano rimosse le macerie, significa che qualcosa nel sistema sino ad oggi non ha funzionato.

Questo emendamento ce l'hanno chiesto i territori, naturalmente: è un emendamento che consentirebbe al commissario straordinario di operare in deroga rispetto alle normative oggi vigenti, ad esclusione naturalmente della normativa in ambito penale e di quella relativa alle leggi antimafia. Questo è un emendamento che in Commissione non è stato accolto dal Governo, con una motivazione secondo me alquanto particolare: in Commissione il Governo ha spiegato che non poteva accogliere questo emendamento perché i comuni del cratere sono molti rispetto a Genova, che invece era uno solo, e quindi da un certo punto di vista sono meno controllabili.

Io, però, azzardo un'osservazione in più, signor Presidente: questo atteggiamento assunto dal Governo non può essere ritenuto corretto, perché vero è che i comuni che hanno subito danni per più del 50 per cento degli edifici sono un numero sicuramente superiore ad uno rispetto a Genova, sono circa una ventina, ma il commissario è unico, il commissario è un commissario scelto dall'attuale Governo, il commissario dovrebbe avere la fiducia di questo Governo, signor Presidente.

Dovremmo forse, allora, provare ad uscire dal clima di sospetto che contraddistingue questa maggioranza, dal clima delle manette, dal clima del non avere la possibilità di operare in un rettangolo comunque di legalità da parte di un commissario che - lo ripeto - è stato da loro scelto e che dovrebbe avere la loro fiducia. Perché io - e questo lo dico da ligure, che ha vissuto direttamente l'emergenza del crollo del ponte Morandi e ancora oggi vive situazioni di emergenza - posso confermare che l'emergenza è emergenza, non esistono emergenze di serie A ed emergenze di serie B.

Credo che i comuni che sono stati colpiti dal terremoto in questi ultimi anni abbiano gli stessi diritti dei cittadini della Liguria, che hanno beneficiato di quei poteri in deroga e grazie a quei poteri in deroga vedono oggi la ricostruzione del ponte Morandi a buon punto, cosa che diversamente non sarebbe potuta accadere. Qui siamo ancora, signor Presidente, alla rimozione delle macerie: credo sia necessaria una riflessione seria e ulteriore da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento, sottolineare l'importanza di quanto sostenevano i colleghi Trancassini e Prisco, soprattutto sulla diversità di trattamento in deroga fra sanatorie, deroghe e non deroghe.

E poi, leggendo questo emendamento (non so se tutti l'hanno letto), in esso si parla del fatto che il commissario opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale, fatto salvo il rispetto dei vincoli inderogabili. Mi pare che sia l'articolo 47 del codice penale, quindi una fattispecie molto precisa. Io credo che questo sia soltanto un piccolo intervento rispetto a una deroga che dovrebbe essere ancora più pesante, e non capisco come mai il Governo non possa neppure accettare la violazione di norme che non si ritengono penalmente rilevanti da parte di un commissario, che certamente in questo modo vede ostacolata la propria opera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, sottosegretario Crimi, mi rivolgo a lei seppur ufficialmente noi non abbiamo ancora un sottosegretario al terremoto; anzi, su questo magari le chiederei di darci lumi e di rispondere al Parlamento rispetto alla mancanza di una delega ufficiale così importante, così fondamentale per dare rispetto a tutte le vittime del terremoto che ci sono in Italia.

E allora, sottosegretario, aggiungo: almeno, almeno accolga questo emendamento, che è un emendamento di buon senso, perché semplicemente vuole assicurare la riparazione, la ricostruzione e la ripresa economica. E allora sì, non c'è un sottosegretario? Almeno, anche se non c'è un sottosegretario, che lei possa abbracciare questo emendamento e farlo suo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo per sollecitare anch'io il sottosegretario Crimi ad accogliere questo emendamento, che significa in qualche modo mettere nelle condizioni gli amministratori locali di avere quei poteri che sono stati conferiti, nel caso di Genova, al sindaco: poteri speciali per accelerare, per rendere tutto più facile, più agile e snello.

E, sinceramente, qualora questo emendamento non venisse accolto, sembrerebbe quasi un atto di sfiducia per tutti gli amministratori locali, per i tanti sindaci che, devo dire, combattono ogni giorno rispetto alle preoccupazioni e ai disagi della gente colpita dal terremoto. Io parto dal presupposto che ci siano amministratori che non dovrebbero gestire neanche l'ordinario, vedi il sindaco di Roma, ma ci sono amministratori che possono avere poteri speciali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldelli 1-bis.3.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, questo è un emendamento che arriva dalla regione Marche, che, come è noto, è una regione guidata dal Partito Democratico, che nella sua audizione in Commissione ha rappresentato - la regione Marche, non il Partito Democratico - alcune esigenze, tra cui quella di introdurre il concetto “d'intesa” anziché “sentito”.

Io, da rappresentante e da eletto in una regione come quella, per una questione di cortesia istituzionale ho preso questa proposta e l'ho presentata come emendamento. Viene dall'ente regione Marche, che tra l'altro, dal punto di vista politico, è omologa e analoga alla maggioranza che sostiene il Governo, eccezion fatta per il MoVimento 5 Stelle. Così come l'ho presa, la lascio qui. La volete bocciare? Bocciatela.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.3 Baldelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.7 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1-bis.11 Mazzetti e 1-bis.44 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Gli identici emendamenti Gabriele Lorenzoni 1-ter.501, Fregolent 1-ter.551 e Braga 1-ter.553 risultano accantonati, così come gli identici emendamenti Braga 1-ter.500, Gagliardi 1-ter.15 e Trancassini 1-ter.552, passiamo quindi all'emendamento Baldelli 1-ter.21.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, anche questo è un emendamento che arriva dalla Regione Marche, che dice sostanzialmente che, a invarianza di risorse finanziarie, si chiede la possibilità di assumere per le unità speciali per la ricostruzione. Quello del personale è un problema che conosciamo tutti da molto tempo ed è un qualcosa su cui è necessario che il Governo metta la testa, nel senso che riguarda le competenze di diversi enti, di diversi organi (regioni, comuni, unità speciali per la ricostruzione), di diversi Ministeri (nel senso, Ministero della Funzione pubblica per un verso, Ministero del Lavoro per l'altro, Ministero dell'Economia ancora per quanto riguarda la copertura di alcune risorse). Per evitare che ogni decreto sul terremoto riapra, come sempre, la questione del personale e per permettere a chi evade le pratiche di poter avere una continuità di operato, queste questioni del personale andranno primo poi affrontate. Allora, lo dico rivolgendomi non solo al Viceministro Crimi, ma anche al Ministro D'Incà, che nella sua trasversalità di competenze, essendo il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, finisce per doversi occupare di tutto, anche di materie che magari personalmente non gli competono, è opportuno - e credo che sia anche nell'interesse del Governo - che i Ministri competenti su questo tema (quindi MEF, Funzione pubblica e Lavoro) si mettano intorno al tavolo e risolvano una volta per tutte questo tema del personale, perché altrimenti questa roba qui esplode.

Io ho presentato un emendamento su questo, il collega Trancassini lo stesso, credo anche il collega Patassini ed altri, abbiamo posto la questione e arriverà un momento in cui, per effetto del “decreto dignità”, tutto il personale arriverà al tetto di rinnovi consentiti e bisognerà prendere e mandare a casa una quantità importante di persone a cui non si potranno rinnovare i contratti. Allora, evitiamo di doverci mettere le mani alla vigilia della scadenza dei contratti e cominciamo a ragionare per garantire la continuità dell'operato di questi uffici, perché - è stato stimato - a questo ritmo, con questo personale, ci vorranno oltre vent'anni soltanto per evadere le domande dell'avvio delle ricostruzioni. Allora, il problema c'è, lo conosciamo da tempo e sono mesi - anni - che ci vengono respinti emendamenti su questo e su quello perché non ci sono le risorse, perché il Governo ancora non sa che posizione prendere. Non lo volete fare adesso? Ma cominciate da domani a farlo. Ministro D'Incà, metta intorno a un tavolo, o li faccia mettere al Presidente Conte, visto che noi abbiamo rappresentato questa priorità quando stavate formando il Governo, addirittura. Anziché andare a chiedere poltrone, Forza Italia è andata dal Presidente Conte incaricato, dicendogli: “occupatevi del terremoto”.

Questa è una roba che vi dicono tutti, non solo Forza Italia: ve lo dice Fratelli d'Italia, ve lo dice la Lega, ve lo dice Forza Italia, ve lo dice il PD, ve lo dicono tutti, lo dicono le regioni; allora metteteci la testa. Io non faccio altri interventi sulla stessa materia, in quanto ci saranno diversi emendamenti, ma sappiate che questa è una roba assolutamente necessaria; bisogna occuparsene e bisogna occuparsene da subito, perché altrimenti questa roba ci esplode in mano.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Presidente, a nessuno di noi, sicuramente, non alle relatrici e alle forze della maggioranza, sfugge la rilevanza che nella ricostruzione riveste il personale addetto, la sua qualità e i numeri; ne siamo talmente consapevoli che, in questo decreto, pur con la contemporaneità con la legge di bilancio, proroghiamo tutto il personale di tutti gli eventi sismici per tutto il 2020; si tratta di una copertura che in altri tempi non ricordo. Ricordo i tempi del 2009, quando le proroghe erano di tre mesi, poi, di quattro mesi, poi, di altri tre mesi. Oggi noi abbiamo preso una decisione politica importante, che vorremmo condividere con voi, perché siete protagonisti come noi di questa necessità, cioè quella di prorogare per tutto il 2020 con le deroghe anche alle normative in materia di mercato del lavoro; contemporaneamente, così come abbiamo detto in Commissione, il Ministro della funzione pubblica attiverà un tavolo per organizzare e determinare scelte importanti, sia in merito a ulteriori proroghe, sia in merito a un consolidamento e a un'eventuale stabilizzazione di quel personale che da più tempo opera nella ricostruzione. È un impegno politico rilevante, che noi vogliamo condividere con voi, perché nei territori siamo tutti presenti. Quindi, in questo decreto c'è una copertura per tutto l'anno in corso e nella contemporaneità della legge di bilancio e degli altri strumenti che accompagnano il decreto “sisma” sarà attivato questo tavolo.

Inoltre - e credo non sia di poco conto - negli articoli successivi, in particolare nell'articolo 9, ci sono articoli ed emendamenti che riguardano anche il rafforzamento dei contingenti di personale su cui dobbiamo ancora, insieme, prendere delle decisioni. Questo lo dico per rassicurare e per condividere obiettivi politici e di organizzazione del lavoro, e anche per non dare l'impressione sbagliata che ci sia un disinteresse. Per l'anno 2020 tutti gli operatori della ricostruzione sono prorogati, nei comuni, negli uffici speciali e nelle regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, pur apprezzando il tentativo di auspicio della collega Pezzopane, se il collega Baldelli lo consente, sottoscriverei anche il suo emendamento, che pone un tema in realtà di ordine generale e a costo zero. Al di là, correttamente, della necessità - l'abbiamo detto più volte e ribadito - di potenziare gli organici, perché abbiamo proposto anche all'attenzione di quest'Aula delle simulazioni molto pratiche su quelli che saranno gli effetti a contingente di personale invariato, qui si tratta di prevedere una deroga normativa al combinato disposto folle tra il decreto “dignità” del MoVimento 5 Stelle e quelli che erano gli effetti del Jobs Act sulle persone che lavorano negli uffici speciali della ricostruzione, per non perdere le professionalità acquisite e non dover riiniziare tutte le volte da zero.

È una norma di buon senso - è stata proposta da Trancassini prima, la ripropone ora il collega Baldelli - che risolve a costo zero un tema che rischia di far schiantare l'intera procedura della ricostruzione su un vincolo normativo che non ha senso, perché a un tema straordinario qual è l'evento sismico non si può rispondere con l'applicazione di norme ordinarie.

Chiediamo una norma straordinaria per un evento che è semplicemente straordinario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.21 Baldelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 17,15)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1-ter.25 Gagliardi. C'è un invito al ritiro, se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.25 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1-ter.031 D'Eramo sul quale c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, è sempre più importante lavorare in una logica di semplificazione, perché complicare la vita a coloro che vivono nei territori colpiti dal sisma, ai tecnici, agli impiegati comunali è sempre molto facile, semplificare è difficile. In questo caso noi chiediamo che il commissario alla ricostruzione possa gestire, all'interno chiaramente di un quadro normativo, le scadenze, anziché le stesse essere previste per norma di legge, altrimenti succede come è successo non più tardi di un mese fa che abbiamo dovuto rimediare a una norma, sanandola due giorni dopo. Quindi, chiedo al Governo e ai relatori di prendersi carico di ciò e di dare qualche spazio in più, almeno da un punto di vista operativo, al commissario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-ter.031 D'Eramo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1-ter.036 Pella; c'è un invito al ritiro, se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.036 Pella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-ter.037 D'Eramo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Durante l'inizio dell'attività di ricostruzione è emersa la necessità di considerare i condomini come un corpo unico anziché dover intervenire su ogni singola unità immobiliare. È evidente che in questo caso debba essere anche calcolato il contributo per la ricostruzione in maniera unitaria e non per singola unità immobiliare. Questa è un'altra norma di semplificazione e di buonsenso che aiuterebbe molto l'attività dei tecnici che spesso si trovano a intervenire su singole unità immobiliari senza poter intervenire sulla totalità del condominio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.037 D'Eramo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.510 Braga e 2.511 Gabriele Lorenzoni, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.13 Acquaroli, su cui vi è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, vorrei invitare il Governo e l'Aula a votare in maniera positiva l'emendamento in esame, perché, con esso, cerchiamo di specificare e di includere tutte le tipologie strutturali degli edifici e il suo accoglimento può facilitare il lavoro dei tecnici. Le zone colpite dal sisma hanno delle strutture che risalgono a tanti secoli, quindi varie tipologie di strutture insistono in queste zone. Riteniamo che, con l'accoglimento dell'emendamento, il lavoro dei tecnici possa essere più agevole, possa essere anche facilitata la ricostruzione e possa essere ancora più chiara la norma. Quindi, invito il Governo a ripensare all'invito al ritiro del mio emendamento e, invece, ad accogliere la proposta e invito l'Aula a votare in maniera favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, come altre questioni tecniche, capisco che il tema che viene proposto con l'emendamento sia veramente tecnico ma, in realtà, ha un effetto risolutivo in termini di certezza delle norme perché in fondo il decreto-legge sposta la responsabilità certificativa sui professionisti i quali non è che cercano di scansare le responsabilità: vorrebbero norme certe - concludo, Presidente - in modo da potersi assumere le responsabilità. Nell'incertezza normativa perché la norma, così come è scritta in assenza dell'accoglimento dell'emendamento del collega Acquaroli, di fatto crea una incertezza tecnica soprattutto sulle demolizioni e sulle ricostruzioni in area sismica, soprattutto nelle aree parco - penso a quelle della Valnerina su tutte - che determina di fatto un'incertezza nell'interpretazione della norma che non consente al professionista che dovrà richiedere il progetto e, quindi, certificare le conformità una certezza tale…

PRESIDENTE. La prego di concludere.

EMANUELE PRISCO….da potersi assumere una responsabilità visto che poi le responsabilità, anche penali, vengono trasferite in capo al professionista rispetto a quelle degli uffici della ricostruzione comunale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Acquaroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.30 Mazzetti e 2.76 Gagliardi, su cui vi è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Questo emendamento secondo me è di buon senso perché con esso si chiede, sostanzialmente, la possibilità per i territori colpiti, in una percentuale superiore al 50 per cento, nel crollo dei propri edifici, che ad essi sia consentito il cambio di destinazione d'uso di quegli edifici dichiarati inagibili, e ciò, naturalmente, per agevolare la ricostruzione il più possibile. Infatti, poter dare una destinazione d'uso diversa all'edificio crollato dà naturalmente una maggiore possibilità a coloro che lo vogliono ricostruire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. L'emendamento in esame va nella direzione della ricostruzione non solo strutturale ma anche economica e sociale di cui, nell'immediato, hanno bisogno questi territori perché dobbiamo, sì, pensare alla ricostruzione strutturale ma se poi non si pensa di riportare le attività produttive, il lavoro e l'impresa in queste aree è quasi inutile ricostruirle. Questo emendamento dà la libertà a tutti i comuni di poter dare l'agevolazione di fare il cambio della destinazione d'uso che può essere a uso ricettivo più facile per le imprese. Pertanto, non essendoci nemmeno bisogno di una copertura economica, vorremmo che il Governo ripensasse su questo, perché noi dobbiamo dare una speranza di futuro a quei territori e dobbiamo far credere che ci possa essere un futuro di lavoro per potere anche tornare a vivere queste aree.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento mi permette anche di fare una considerazione rispetto al modo con cui il nostro gruppo ha approcciato questa discussione. Lo dico perché, stando al primo banco, sento circolare ogni tanto qualche voce che dice: “Se intervenite, se continuate così, mettiamo la fiducia” e credo che questo non sia né carino, né corretto. Lo dico perché il mio gruppo politico per poter avere il tempo di parlare di cose serie e importanti ha rinunciato a più della metà degli emendamenti. Noi abbiamo rinunciato a oltre 70 emendamenti e abbiamo concentrato la discussione su una cinquantina, perché pensiamo che ne valga la pena e che sia importante. Pensiamo che sia giusto parlare di quegli argomenti che sindaci, consiglieri regionali, presidenti di regioni e associazioni di categoria ci hanno in massa riversato come argomenti importanti non solo da discutere ma anche da emendare, cosa che in realtà voi non siete disponibili a fare.

Questo emendamento - e lo dico sempre a beneficio di chi non ha seguito i lavori della Commissione - è un paradosso della politica, perché questo emendamento fa parte di un pacchetto di emendamenti che arriva dal consiglio regionale del Lazio, votato all'unanimità, e sapete chi è il presidente della regione Lazio? È il segretario del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, questo è un dato politico sul quale credo che valga la pena spendere un minuto, perché delle due l'una: o il segretario del Partito Democratico è così superficiale da far passare una mozione con una decina di articoli dettagliatamente indicati, e allora è bene che si dimetta da presidente della regione visto che non ha più tempo da dedicarle, oppure invece, dato che noi pensiamo che sia - tra virgolette - uno stimatissimo politico, evidentemente lui sa che cosa c'era in quella mozione e l'ha fatta votare ai suoi. Inoltre, vi do la notizia che l'avete votata anche voi del MoVimento 5 Stelle e che non c'è bisogno di copertura di spese, eppure questo emendamento non viene né accolto, né accantonato. Se entriamo nel merito dell'emendamento, scopriamo che per i paesi distrutti dal sisma - non sono 138 i paesi distrutti dal sisma, ma sono meno di dieci -, cioè che hanno un coefficiente di distruzione superiore al 50 per cento, con questo emendamento si mettono in condizione coloro che hanno un'unità abitativa di avere una procedura snella - pensate un po' - per un cambio di destinazione d'uso, cioè un fatto “incredibile”. Eppure i sindaci di quei comuni, l'ANCI, i presidenti di regione, il segretario del Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle della regione Lazio ci chiedono di approvare questo emendamento e voi non lo fate. Distrazione? Disinteresse? Sicuramente sì, ma la domanda è: sono disinteressati quelli della regione Lazio o siete disinteressati voi? La verità, amarissima, è che siete disinteressati entrambi, non avete minimamente approfondito questa materia e adesso che ve l'abbiamo spiegata io mi aspetto che almeno il Governo abbia la forza e l'umiltà di accantonare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.30 Mazzetti e 2.76 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.32 Ruffino e 2.33 Foti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, signora Presidente. Questo emendamento, come quelli precedenti, ha un'importanza enorme, forse perché, forti della nostra concretezza ma anche della nostra esperienza di amministratori locali, ci rendiamo conto di quanto sia importante riuscire a dare delle risposte ai territori. Pare quasi incredibile pensare che si facciano decine di audizioni, che sindaci e categorie ci chiedano quello che prevede il mio emendamento 2.32, ossia il cambio di destinazione per gli edifici dichiarati inagibili per fare che cosa? Per favorire la ricostruzione e la ripresa di un importante tessuto commerciale e artigianale che, ovviamente, crea posti di lavoro e - perché no? - per aziende agricole, ma nessuno di questi emendamenti viene accolto, eppure questi emendamenti non prevedono alcun tipo di copertura finanziaria.

Dunque, chiediamo ancora oggi e ancora in questo momento al Governo di rivedere il parere e di accantonare questo emendamento, perché certamente non potremo dire che vogliamo la ricostruzione e la rivitalizzazione di quei territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, in più occasioni, a proposito del terremoto, ci è stato detto che vi erano problemi di copertura finanziaria, che non vi erano le risorse sufficienti, che gli interventi prospettati avrebbero sicuramente aperto delle voragini nella finanza pubblica e spesso e volentieri abbiamo seguito i consigli dell'invito al ritiro. Ma nel caso di un emendamento come questo - e io mi rivolgo anche alla relatrice - penso che il fatto di un accantonamento sarebbe un atto di buon senso.

Qui non stiamo parlando, signora relatrice, onorevole relatrice, di dare risorse a destra o a manca: qui stiamo soltanto presentando un emendamento che ha una finalità ben precisa, cioè di evitare che rimangano inagibili degli immobili che non sono più utilizzabili ai fini per i quali erano stati utilizzati prima del terremoto e consentire che il cambio di destinazione d'uso di questi immobili sia finalizzato a un'attività di tipo produttivo. Lei sa meglio di me che, ad esempio, in Emilia-Romagna un emendamento di questo tipo avrebbe una funzione sicuramente molto importante in un territorio che è una rete di micro-imprese, in un territorio che ha tredici distretti industriali, in un territorio, cioè, dove l'insediamento delle attività produttive porterebbe certe zone a rivivere. Noi abbiamo ancora delle zone che, come voi sapete, sono inagibili e sono zone rosse nei centri storici. Ovviamente, sono zone rosse in quanto non agibili, perché, dopo le vicende del terremoto, quelle stesse zone stanno cambiando colore politico e io mi auguro che cambi colore politico tutta la regione Emilia-Romagna il 26 gennaio 2016 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma detto questo, penso anche sia giusto e doveroso dare un riconoscimento che non costa nulla alle popolazioni della zona ed evitare lacci, lacciuoli e laccini dei quali siete perfettamente esperti ma che bloccano la ricostruzione in quelle zone. Andate a vederle, venite a vederle e capirete che questo emendamento servirebbe oltretutto ai comuni - lo dico per la cronaca - per potere incassare dell'IMU, perché attualmente l'edificio inagibile è improduttivo e, quindi, per il comune non produce reddito, ma, se diventa un'attività produttiva e funziona, produce anche sotto il profilo IMU e, quindi, avrebbe anche una funzione positiva per gli enti locali, ma obbligatorio non è capire. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ruffino 2.32 e Foti 2.33, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Solo perché non abbiamo ricevuto risposta formale alla richiesta di accantonamento dell'emendamento precedente. Lei ha proceduto alla votazione, noi ci aspettavamo di sapere se c'era da parte della maggioranza, vista la richiesta di due colleghi, la disponibilità all'accantonamento o meno.

PRESIDENTE. Probabilmente non è stata fatta richiesta formale di accantonamento, non l'abbiamo colta così: era una richiesta formale? Probabilmente è sfuggita alla Presidenza, a tutta la Presidenza e poi non è stata formalizzata nel momento della richiesta del voto, quindi ci scusiamo per questo incidente di percorso.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.36 Trancassini, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, molto semplicemente con questo emendamento noi chiediamo di fare chiarezza, di interpretare una norma e cioè spiegare qual è il rapporto tra il finanziamento, l'immobile e il soggetto richiedente; se il finanziamento segue la proprietà, quindi è soggettivo, o ha un requisito di natura oggettiva. Le norme sulla ricostruzione dei passati terremoti erano molto chiare su questo e devo dire anche l'una differente dalle altre, ma in questo terremoto ciò crea dei problemi, perché c'è comunque un vuoto normativo; non è chiaro se segue la titolarità soggettiva, cioè se è soltanto in capo al proprietario al momento del sisma o se segue diciamo l'immobile. Ai più questo può sembrare un esercizio di stile, può sembrare un emendamento stupido, in realtà è uno dei tanti problemi che bloccano i tavoli per la ricostruzione e sui quali noi, con molta attenzione, ascoltando i territori, ascoltando i sindaci, anche per le esperienze che abbiamo fatto, abbiamo cercato di prendere la Commissione e portarla su questi temi, che - lo sottolineo e lo ripeto - non hanno bisogno di copertura di spesa; sono quegli interventi normativi che possono non solo velocizzare la ricostruzione, non solo facilitare il confronto fra cittadino e Ufficio centrale della ricostruzione o comune, ma possono anche scongiurare delle cause, perché - lo sappiamo e ne abbiamo parlato anche in Commissione - ad oggi non solo abbiamo una ricostruzione che è ferma, ma cominciamo ad assistere a una proliferazione di controversie giudiziarie. Per questo abbiamo audito anche il presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati, il quale ci ha rappresentato appunto l'esigenza che su norme come queste venga fatta chiarezza da parte del Parlamento. Così non è, perché anche su un emendamento così semplice non c'è stata alcuna disponibilità da parte della maggioranza, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì Presidente, intanto per sottoscrivere l'emendamento e poi per chiedere nuovamente ragione della contrarietà di relatrice e Governo su un emendamento che sembra conformarsi più che altro al buonsenso, perché indica soltanto il fatto che si trasferisca il diritto a ricevere un contributo in caso di atto fra vivi, per successione o per provvedimento dell'autorità giudiziaria. Io credo che il concetto sia stato già chiarito, però non vedo una ratio per la contrarietà a un emendamento che è semplicissimo e di buonsenso, ripeto, figuriamoci dei casi, delle fattispecie in cui la casa crollata sia stata o venduta o trasferita per atto dell'autorità giudiziaria o per successione, addirittura: perché si vuole ledere la possibilità del subentrante di richiedere un contributo per la sua ricostruzione? Mi pare veramente illogico, quindi l'invito è quello a votare questo emendamento, grazie.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, grazie. Come sanno i colleghi, io quando posso dare una motivazione cerco di farlo, ho evitato nei precedenti emendamenti perché sono intervenuti anche i relatori, ma io vorrei semplicemente rappresentare che questo emendamento non porta nulla di nuovo, nel senso che quello che dice questo emendamento e le corrette e giuste osservazioni che avete sollevato sono già previste nell'attuale normativa, in quanto l'immobile e non il titolare porta con sé il diritto al contributo. E vi vorrei ricordare che nell'ultimo decreto è stato abolito anche il divieto di vendita; poiché il titolare è legittimato, in quanto proprietario, a presentare la domanda di contributo, che sia a seguito di una vendita, perché ha acquistato un immobile, o era di sua proprietà prima del sisma, in ogni caso, nel momento in cui presenta la domanda, se è il proprietario legittimato, titolato, a qualunque titolo (atto di successione, vendita, che - ripeto - non ha limitazioni dal “decreto sblocca cantieri”), non vedo perché non possa richiedere il contributo.

Quindi, questo emendamento ha un parere contrario semplicemente perché è pleonastico, inutile e superfluo, in quanto è già così, così come altri emendamenti in tal senso. Lo dico adesso e in altre occasioni lo ribadirò: alcune norme che avete proposto servono a ribadire qualcosa che già è così e che già viene applicato normalmente, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Trancassini 2.36, su cui vi è parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.46 Acquaroli, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso si tratta di un tema molto sentito, perché si parla della ricostruzione degli edifici scolastici, soprattutto nelle località dei centri storici. Noi dobbiamo sapere che c'è una norma che praticamente costringe a ricostruire nei centri storici, nei luoghi dove erano le scuole, appunto i nuovi edifici; ma addirittura, laddove le scuole, per problemi oggettivi, devono essere ricostruite fuori e non possono essere ricostruite nella loro vecchia sede, praticamente la legge prevede che la vecchia scuola resti, come destinazione urbanistica, la stessa dove prima c'era la scuola.

Ecco, noi riteniamo che sia un grave errore non votare questo emendamento, perché noi innanzitutto andiamo a togliere il potere di pianificazione urbanistica ai consigli comunali, quindi qua andiamo a delegittimare tutte le elezioni comunali fatte nell'area del cratere e, soprattutto, il potere che viene conferito ai consigli comunali.

Io credo che, se questa Camera si ferma un attimo a pensare e fa mente locale rispetto a questa questione, non può che votare favorevolmente all'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Io mi permetto di suggerire al Governo l'accantonamento di questo emendamento, che, in realtà, è, anche questo, di grande buonsenso e a costo zero, ma conferisce la possibilità ai sindaci, ai consigli comunali, alle amministrazioni, di individuare il luogo più idoneo dove collocare i beni da ricostruire.

È evidente che non si può prestare ad alcuna speculazione perché stiamo parlando, nella fattispecie, esclusivamente di luoghi pubblici. È evidente che il sindaco, gli amministratori, il consiglio comunale, raccolgono le istanze di un territorio e di una comunità, che, se su un luogo determinato non ci vuole mandare i propri figli perché ritenuto estremamente insicuro e magari è favorevole a mandarli in un altro luogo diverso, più sicuro, non può il sindaco prescindere dalla raccolta di quelle che sono le istanze del territorio.

Io credo che questa sia una norma di estremo buonsenso, che dà ascolto ai territori e non burocratizza dei problemi. Io credo che a problemi concreti vadano date risposte celeri, non cercare superfetazioni burocratiche che hanno l'unico spauracchio di chissà quale azione criminale che si può aggirare dietro la scelta di un'amministrazione o di un'altra. Fidiamoci degli amministratori, fidiamoci degli italiani perché sono gente perbene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Prisco, il suggerimento vale come richiesta di accantonamento? Quindi, formalizza la richiesta di accantonamento. Ci sono altri colleghi iscritti a parlare, però darei priorità alla richiesta di accantonamento e, quindi, chiedo il parere della relatrice sull'accantonamento dell'emendamento 2.46 Acquaroli.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, la relatrice esprime parere contrario sulla richiesta di accantonamento. Chiedo se vi sia un oratore che intende parlare a favore e uno che intende parlare contro la richiesta di accantonamento.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente, a favore dell'accantonamento. Devo dire, rimango un po' spiazzata, considerato che l'onorevole Pezzopane, come me, è stata presidente della provincia, ci siamo incrociate e incontrate, e abbiamo collaborato anche in occasione del famoso e tragico terremoto de L'Aquila.

Gli ultimi interventi che sono arrivati dai miei colleghi sono interventi che provengono da chi ha amministrato gli enti locali e comprende le necessità, le competenze e, soprattutto, quello che un sindaco dovrebbe poter decidere, conoscendo meglio di chiunque altro le criticità del proprio territorio e il volere dei propri cittadini. Io credo che sia veramente sconfessare - mi dispiace, onorevole Pezzopane - chi come noi, sempre e comunque, avendo percorso le sedi istituzionali, credo con onore e facendo bene, oggi rinnega qualunque possibilità di qualunque amministratore di poter rappresentare le istanze dei cittadini che lo hanno eletto, ma soprattutto anche - una cosa molto grave - esautorare dalle competenze il consiglio comunale.

Credo che non sia una bella pagina di storia a prescindere, per tutti coloro che, in qualche modo, da questo emendamento verranno esclusi, e sono i primi cittadini, che, in qualche modo, non sono arrivati là per nomina o perché magari in un listino bloccato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è qualcuno che intende parlare contro la richiesta di accantonamento?

CHIARA BRAGA (PD). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Noi confermiamo un parere contrario all'accantonamento e anzi crediamo che questo comma 2 dell'articolo 2 debba essere mantenuto, sia per la finalità originaria della formulazione contenuta nel decreto, che dà priorità, tra gli interventi sul patrimonio pubblico di cui si deve occupare la ricostruzione da parte del commissario, agli edifici scolastici, per noi questa è una priorità da condividere e, anzi, da valorizzare, e anche per le ragioni che hanno visto, durante l'esame in Commissione, una modifica alla formulazione originaria, introducendo un elemento di flessibilità: nel caso in cui la scuola non può essere ricostruita in situ per ragioni oggettive, deve essere garantita comunque la destinazione ad uso pubblico o di pubblica utilità, ma consentendo che nell'ambito di queste funzioni possa anche essere cambiata la destinazione d'uso a edilizia scolastica. Quindi, un elemento di flessibilità con cui viene riconosciuta la possibilità di cambiare la destinazione d'uso, pur ribadendo con forza la priorità degli interventi di ricostruzione del patrimonio scolastico dei comuni danneggiati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 2.46 Acquaroli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 64 voti di differenza.

A questo punto torniamo all'emendamento 2.46 Acquaroli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Sì Presidente, volevo intervenire perché credo di buonsenso questo emendamento. Fra l'altro, ad uno molto simile, che avevamo proposto noi come Forza Italia, a prima firma mia, è stato dato parere favorevole in Commissione, per cui non capiamo il motivo visto che va nella stessa direzione. Per spiegare meglio che cos'è questo emendamento, io ringrazio perché il Governo ha dato parere favorevole in Commissione, levando un grande pregiudizio che si era andato a creare, cioè: in tutte quelle aree dove sorgevano, nei centri storici, delle scuole, che tramite il sisma sono state distrutte completamente, se a livello logistico non potevano essere fatte in loco, quell'area, secondo il provvedimento originario, doveva rimanere a uso esclusivo vincolato a scolastico. Grazie al nostro emendamento è stato modificato, è stato tolto il vincolo scolastico, perché ci sembrava una cosa improponibile e proprio per questo è stata data una finalità ad uso pubblico. Allora, chiedo che il Governo - visto che questo emendamento va nella stessa direzione, è molto simile ed ha la stessa priorità, come per tutto quello che riguarda le destinazioni urbanistiche che possono migliorare la vita di questi luoghi - ne prenda atto e decida di accantonare tutti questi e di dare parere favorevole, perché si va veramente nella direzione di migliorare la situazione per questa popolazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. Io desidero intervenire a titolo personale perché sollecitato in modo particolare dall'intervento anche della collega Braga. Noi siamo in presenza di una situazione - leggendo l'emendamento - veramente strana. La scuola non posso più realizzarla lì per mille motivi, però sono obbligato da una legge nazionale, da una legge statale, a mantenere una destinazione ad uso pubblico. Questo è un esempio lampante di dirigismo, di imposizione dirigista, perché le amministrazioni comunali, i sindaci, i consigli comunali - e vado alla conclusione - hanno, dal nostro punto di vista, il diritto di poter e di dover decidere rispetto alla programmazione urbanistica del proprio territorio. Questo è fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a chiedere di sottoscrivere l'emendamento, vorrei ribadire l'importanza di dare voce agli amministratori locali, soprattutto anche di quelle zone non tanto pubblicizzate, per esempio, parlando con il mio collega Acquaroli, le zone delle Marche, che non vengono mai citate, che vengano ignorate da tutti. Allora, non mi pare che questa chiusura verso qualunque argomentazione prodotta dall'opposizione sia giustificata da motivi validi, ma solamente da una cieca chiusura verso tutto quello che propone l'opposizione, che non fa onore al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Vi faccio una domanda: ma chi farà ancora il sindaco e l'amministratore locale a queste condizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)? Mi rivolgo al Partito Democratico in modo particolare: abbiamo paragonato il peculato al reato mafioso. I mafiosi sono fuori e gli amministratori sono dentro, ma guardate un pochino. Abbiamo un problema con la Corte dei conti, il terrore degli amministratori; non possiamo toccare un albero dentro un fiume che veniamo subito colpevolizzati. Vi chiedo scusa, ma, a questo punto, cosa ci stanno a fare i sindaci? Togliamoli via, risparmiamo dei soldi, e lo dico ai colleghi dei 5 Stelle, che sono così tassativi; forse sarebbe molto meglio.

Abbiate pazienza, cominciamo a mettere il buon senso: diamo atto agli amministratori di saper operare bene sul territorio e di conoscerlo, abbiate fiducia in loro. Voi, avendo pochi sindaci e pochi amministratori, questo concetto non lo avete adesso e non lo avrete nemmeno in futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.46 Acquaroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Gli emendamenti 2.552 Latini e 2.512 Cataldi sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.49 D'Eramo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, chi ha vissuto i luoghi terremotati del Centro Italia ha ben compreso come l'università, nei momenti più difficili, sia stato un punto di riferimento non solo culturale, non solo didattico, ma un punto di riferimento economico, perché in alcuni territori, faccio l'esempio dell'Università di Camerino, ma potrei fare l'esempio dell'Università de L'Aquila, vi sono dei veri e propri punti di riferimento economici, vi sono dipendenti, vi sono persone che lavorano, vi sono persone che vanno e vengono, vi sono studenti. Sono stati fatti, durante il sisma, degli studentati.

È evidente che, per far ripartire da un punto di vista non solo sociale, non solo culturale, ma anche economico, quei territori, è fondamentale dare la massima priorità alla piena messa in sicurezza e riattivazione degli edifici universitari. Quindi chiederei, per il suo tramite, signor Presidente, se è possibile accantonare il presente emendamento e, magari, avere un supplemento istruttorio, proprio vista l'importanza che le università hanno in questo momento. Quindi, la richiesta per la relatrice è di accantonarlo.

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta di accantonamento. Chiedo alla relatrice il parere sulla richiesta formulata dall'onorevole Patassini.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Relatrice. Parere positivo.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 2.49 D'Eramo è accantonato.

Passiamo all'emendamento 2.55 Mazzetti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.55 Mazzetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.57 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo tema è stato già in parte affrontato dai colleghi in precedenza, però richiamo l'attenzione dei colleghi della maggioranza, soprattutto se c'è qualche amministratore locale, sindaco o assessore, perché vorrei evitare che si commettesse un grossolano errore. Noi con questa storia della scuola, sulla quale possiamo essere d'accordo che uno spazio pubblico rimanga a destinazione d'uso pubblico, però deciderlo con una legge dello Stato significa che non c'è possibilità di variante. Mi spiego meglio: la pianificazione territoriale dei comuni d'Italia la svolgono i sindaci in consiglio comunale, quindi maggioranza e opposizione, inviando, poi, il piano regolatore, la variante al piano regolatore, alla regione, che a sua volta lo approva e lo adotta definitivamente. Noi in questo modo lasceremmo una destinazione d'uso sine die, che sfugge alla programmazione di sindaci e di consigli regionali. Per farvi capire l'assurdità di questa norma, se uno di questi sindaci, quindi diciamo il sindaco di Amatrice, di Accumoli, del 2150 dovesse decidere che quello spazio che è rimasto all'interno del centro storico vuoto debba essere utilizzato magari per una nuova attività commerciale, magari per qualcosa che porta occupazione, deve chiedere un decreto-legge, non può adottare una variante al piano regolatore.

Ecco perché noi abbiamo provato in tutti i modi a spiegare alla maggioranza che questo nostro emendamento dovrebbe essere accolto. Questo emendamento ci permette, però, anche di fare un'altra riflessione, che è quella sulla quale si è focalizzato nel suo purtroppo breve intervento il collega Butti, perché aveva soltanto pochi secondi. Questo approccio la dice lunga su quello che questa maggioranza pensa dei sindaci: perché pensare che anche la stessa delocalizzazione debba avvenire solo per gravi motivi? Ma vi domandate perché un sindaco può essere costretto a prendere una scuola e levarla dal centro storico? Ma magari perché c'è un comitato di cittadini che glielo chiede, perché magari c'è paura, perché magari non c'è nemmeno la serenità di dare un giudizio rispetto a quella situazione. Sono morte trecento persone ad Amatrice: è possibile che magari qualcuno nei comuni vicini non voglia che una scuola stia all'interno del centro storico; è possibile, anche se questo non può avere e non ha magari delle giustificazioni razionali, ma lasciatelo decidere al sindaco, al consiglio comunale, alla maggioranza di quella collettività. Ma chi siete voi per decidere questo? Ma come fate voi a pensare di pianificare le scuole di 138 comunità, non sapendo nemmeno dove stanno questi paesi? Ma non pensate che questo sia un atto di un'arroganza spropositata? Cioè, voi pensate che la destinazione d'uso debba rimanere tale e che se il sindaco decide di trasferire la scuola in altro luogo si debba giustificare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E chi decide la giustificazione? Questo è un approccio culturale sbagliato, e voi siete stati contagiati, perché su questi temi eravate i primi ad attaccare i 5 Stelle, eravate i primi a dire che bisognava dare spazio ai sindaci, eravate i primi ad ascoltare l'ANCI, che è stata sempre una vostra associazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Adesso vi girate dall'altra parte per un sodalizio di Governo scandaloso, che vi porta anche a scelte scandalose come queste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Signor Presidente, sicuramente proseguo l'intervento del collega: mi trovo assolutamente d'accordo. Possiamo dire che il partito del “no” fa dei proseliti: in questo caso i proseliti sono i colleghi del Partito Democratico, che hanno, credo, sicuramente, o forse se la sono dimenticata, un'esperienza come amministratori di un territorio. Ma quando mai possiamo impedire ad un sindaco di fare una scelta amministrativa sul proprio territorio? Pensiamo che questo sia assolutamente un abominio. Riteniamo che le scelte fino ad ora portate in discussione in Aula siano assolutamente negative nei confronti dei territori, e siamo anche certi che, nel momento in cui la maggioranza incontrerà gli amministratori locali, dovrà essere in grado di dire che cosa ha fatto a favore dei territori e che cosa non ha fatto, e non servirà tra qualche anno piangere e parlare di desertificazione di questi territori. Forse ci sarà un progetto segreto che impedisce la rivitalizzazione di queste aree, che sono già state, direi, così tanto penalizzate. Riflettiamo su questo argomento, e chiediamo anche al sindaco dell'ANCI Decaro, Partito Democratico, di prendere una posizione chiara su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Presidente, mi permetto di intervenire, oltre che come relatrice, supportata dal mio passato di amministratrice locale e di amministratrice locale terremotata. Pertanto, ogni amministratore locale che sta affrontando il terremoto, sa bene che il problema principale che si trova ad affrontare è che i centri storici colpiti dal terremoto rischiano un inesorabile spopolamento ed abbandono, e che la privazione dei luoghi della comunità, in particolare delle scuole, contribuisce allo spopolamento dei centri storici. Pertanto in questo testo del Governo, emendato dalla Commissione, non si mette in discussione il potere del sindaco di decidere di delocalizzare la scuola: è un potere sacrosanto che il sindaco esercita supportato da ragioni. Quello che viene messo in luce è che quell'area deve rimanere ad uso pubblico, al fine di evitare che i centri storici dei borghi possano essere manomessi, e quindi non ripopolarsi. Questo solo è lo scopo di questo emendamento: non certo quello di impedire la legittima scelta dell'amministrazione e del sindaco, ma quello di indirizzare - che è nostro compito, visto che la ricostruzione viene fatta e supportata da risorse dello Stato - una modalità di ricostruzione. Quelle aree vengono, quindi, indirizzate ad un riutilizzo pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, oltre a sottoscrivere l'emendamento, ne chiedo formalmente l'accantonamento.

PRESIDENTE. C'è quindi una proposta di accantonamento. Chiedo il parere della relatrice su questa proposta.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Presidente, esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. A questo punto porrei in votazione la proposta di accantonamento. Chiedo se vi sia un oratore contro e un oratore a favore.

Onorevole Trancassini, immagino sia a favore dell'accantonamento. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, ovviamente sono d'accordo, e ringrazio il collega Deidda per aver formulato questa richiesta. Ma volevo spiegare… Perché mi sfugge la ratio della legge in base a quanto è stato detto dalla collega Pezzopane, proprio perché amministratrice terremotata come me. Noi, per rilanciare e per dimostrare attenzione nei confronti dei centri storici, pensiamo che sia cosa buona e giusta costringere in tutti i modi a far rimanere le scuole all'interno del centro storico. Non è che noi diciamo che magari il comune, gli uffici pubblici, l'ufficio postale… No, cominciamo dalla fine, cominciamo dal tessuto più delicato, che è quello dei bambini.

Guardate che il problema che tutti i sindaci che hanno a che fare con il terremoto, anche quelli che sono appena appena lambiti da questo massacro e da questo flagello… Hanno immediatamente un problema enorme, che è quello di mettere in sicurezza i bambini e di interfacciarsi con una preoccupazione, molto spesso nemmeno molto lucida, da parte dei genitori. E allora noi che cosa facciamo? Per rilanciare il centro storico e per evitarne il depauperamento, noi diciamo che la scuola deve rimanere dove sta; semmai va portata fuori comunque ci deve motivare il perché, e poi comunque quello spazio deve rimanere ad uso pubblico.

Noi abbiamo il problema di riportare le persone all'interno a prescindere, noi abbiamo avuto e continuiamo ad avere problemi a far vivere i centri storici. Noi abbiamo realtà, come quelle di Camerino, che sono state completamente abbandonate all'interno del centro storico. Il tema non è la scuola: il tema è la sicurezza dei cittadini, e pensare di dare certezza e sicurezza ai cittadini partendo dai bambini è semplicemente folle.

Questo è quindi un emendamento che dev'essere accantonato e poi approvato, per questo motivo e soprattutto perché noi siamo convinti che ogni comunità sceglie il sindaco migliore (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E quindi se c'è un sindaco che rappresenta una comunità, sarà lui a decidere insieme al consiglio comunale se delocalizzare la scuola senza doverlo motivare, e soprattutto la destinazione d'uso di quello spazio. È l'unico caso in Italia in cui l'indirizzo urbanistico lo dà lo Stato: fate questa riflessione (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è qualcuno che intende intervenire contro la proposta di accantonamento? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta di accantonare l'emendamento 2.57 Trancassini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 62 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.57 Trancassini, con il voto contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.64 Gagliardi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Presidente, sì, in effetti è un dibattito, per quanto interessante, a tratti anche avvilente, dal quale si evince chiaramente che la metà dei colleghi probabilmente non hanno mai amministrato la cosa pubblica a livello locale, nessuno ha mai fatto l'assessore piuttosto che il sindaco. Quando i cittadini vogliono risposte e vengono a bussare alla porta del comune, sia esso un comune da mille anime o un comune da 500 mila anime, è l'amministrazione comunale locale che deve dare risposte, e io mi stupisco di chi si è sciacquato la bocca con la parola “Cittadini! Cittadini! Cittadini!” e che fanno di tutto per ingessare un sistema che non riesce a dare risposte assolutamente celeri. Questo emendamento, che io non vado a ripetere o a rileggere, ognuno di noi lo ha sullo scranno, non fa altro che cercare di semplificare una burocrazia esagerata che in momenti di grandissima emergenza andrebbe per certi versi semplificata, andrebbe resa più accessibile o più fruibile. Io mi domando, e lo domando a tutti quanti: di fronte ad un malato terminale su una barella, di fronte a una persona che deve essere operata d'urgenza, ci mettiamo forse a fare delle gare d'appalto, con tutte le virgole, tra i medici che devono operarlo? No, perché c'è il rischio che muoia. Allora, di fronte a dei problemi di questo tipo, città ancora sommerse dalle macerie, che hanno necessità di essere ricostruite, io francamente mi stupisco di fronte alla ricerca dell'impossibile e della virgola in queste gare assurde solamente per dire “Onestà! Onestà! Onestà!” quando ci sono delle città ancora sotto le macerie da tantissimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.64 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.67 Gagliardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.61 Trancassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, questo è uno dei tanti emendamenti che furono sottoscritti anche dal Partito Democratico, credo da tutte le forze politiche - ecco perché il primo libretto degli emendamenti sommava oltre 850 richieste emendative -, e fa parte di un pacchetto di emendamenti propostoci dall'ANCI. L'audizione dell'ANCI fu molto significativa, perché in realtà vennero direttamente i sindaci: noi in quell'occasione abbiamo ascoltato non solo chi aveva e portava emendamenti come questi - parlo di funzionari dell'ANCI -, ma anche direttamente i sindaci più colpiti del cratere, di tutte e quattro le regioni. Un tema che credo non necessiti di particolare spiegazione da parte mia è quello dell'economia, è quello della difficoltà di andare avanti in Paesi nei quali magari c'è stata quasi la distruzione totale, come Amatrice, Accumuli e Arquata, ma anche quelli un po' colpiti non totalmente ma che hanno visto compressa la vita del centro storico, magari hanno visto totalmente persa l'attività legata al mondo del turismo. Insomma, il tema dell'economia è un tema centrale e credo che su questo, seppur distrattamente, convengono tutti i colleghi. Allora, l'ANCI ci ha fatto una proposta molto interessante, che è nel rispetto della legalità, quindi anche nel rispetto della normativa antimafia: si potevano adottare degli accorgimenti piccoli, ma significativi, come questo riportato fedelmente dal mio emendamento rispetto alla proposta dell'ANCI, per favorire le imprese locali, cioè permettere comunque a chi vive, a chi ha un'attività all'interno del cratere, di avere una possibilità in più rispetto alla ricostruzione.

Su questo vi invito a fare una piccola ulteriore riflessione, nella speranza che ci sia qualcuno che ci ascolti, perché qui è sempre più probabile che ci sia qualcuno che ti fotografa rispetto a qualcuno che ti ascolta, però accettiamo di correre questo rischio. Guardate che la differenza, nei comuni colpiti dal sisma, molto spesso l'hanno fatta quelli che l'indomani mattina hanno acceso un furgone, hanno alzato una serranda, hanno aperto una stalla, cioè quelli che hanno dato comunque un segnale di vitalità, hanno dato un segnale contrario rispetto a quella che poteva essere la resa legata alla paura. Oggi quelle imprese hanno delle difficoltà, e noi non possiamo pensare che la forza e la vitalità di quelle imprese passi per una forma di assistenza, di contribuzione o decontribuzione soltanto. Noi dobbiamo dare segnali di vitalità, noi dobbiamo dire che esiste una corsia preferenziale per loro, che esiste la possibilità per loro magari di avere questa o quella realizzazione dell'opera pubblica. Fa la differenza tutto questo. Io, nel mio comune - e mi avvio a concludere -, l'indomani mattina ho pensato che uno dei mezzi che avevo a disposizione poteva essere quello del potere di ordinanza rispetto alla messa in sicurezza delle piazzole degli agricoltori. Credo che abbiamo fatto oltre cento ordinanze, tutte intorno ai 40 mila euro, e questo ha permesso alle aziende del mio comune di sopravvivere in un periodo in cui era tutto completamente fermo. Quelle ordinanze hanno fatto la differenza, rispetto a un paura che si stava sovrapponendo e poi stava sostituendo la paura di morire, cioè la paura del giorno dopo. Ecco, con questo emendamento noi riusciremmo a dare un segnale forte a quelle imprese che ancora non se ne sono andate. Sottolineo, Presidente, che questo è un emendamento che viene dall'ANCI, questo è un emendamento che viene da Decaro. A me dispiace sottolinearlo, questo aspetto politico. Ho apprezzato moltissimo il discorso di Decaro che ha fatto ai piccoli comuni riuniti in quella grande occasione che è stata quella che ogni anno fa Poste Italiane, però ai bei discorsi, Presidente, bisogna dare i contenuti, e mi sarei aspettato, dal presidente Decaro, non solo che mettesse i propri uffici a servizio dei comuni per redigere un emendamento come questo e tutti gli altri emendamenti, ma mi aspettavo dal Presidente Decaro che dicesse al Partito Democratico di sostenerli e di votarli per cambiare questo decreto in quella direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Vorrei rivolgermi in modo particolare al sottosegretario Crimi. Come ben sapete, domani una folta delegazione dell'ANCI, alle ore 10, incontrerà a Palazzo Chigi il Premier Conte e il Premier Conte, nell'incontro avuto la settimana scorsa ad Arezzo, durante l'assemblea annuale dell'ANCI, oltre a porre le basi su un proficuo rapporto di collaborazione in merito alla finanziaria, non ha dimenticato alcuni passaggi importanti riguardanti il terremoto. Allora, io domando, Ministro D'Incà e Viceministro Crimi, ma voi questa sera che cosa riferirete al Premier Conte in merito all'incontro che domani terrà con la delegazione ANCI? Che avete rifiutato totalmente gli emendamenti proposti da tutte le forze politiche, che sono arrivati nelle nostre segreterie, dalla nostra associazione? Terrete conto delle richieste e delle indicazioni del Premier Conte di sostegno a quelle che erano le richieste dei sindaci, a quelli che erano gli emendamenti proposti dall'associazione? Ma, probabilmente, siete interessati a parlare ancora una volta tra voi stessi, perché neanche ascoltate il richiamo che viene da quest'Aula. Sto domandando, e lo ripeto per la terza volta, che cosa indicherete voi, questa sera, al Premier Conte, in merito alla discussione che stiamo tenendo in quest'Aula, oggi, sulle richieste che sono state formulate dai colleghi onorevoli in merito alle richieste formulate che sono arrivate alle segreterie politiche dall'Associazione nazionale dei comuni italiani e a cui non state dando minimamente risposta, neanche a quelle più semplici, come sono quelle evidenziate in questo emendamento, che in qualche modo spinge su un'iniziativa del Premier Conte, sull'importanza di valorizzare le imprese locali, così come riporta l'emendamento stesso.

Vedete, è appena uscita, poche ore fa, un'agenzia di colui che credo sia un po' il sindaco più rappresentativo, per la città che rappresenta, Norcia, Nicola Alemanno; ebbene, Nicola Alemanno che cosa dice, dopo aver lavorato con tanti sindaci in decine di riunioni che si sono protratte fino alle ore più tarde per arrivare ad emendamenti di buon senso che non hanno nessun colore politico, ma che vanno solo nel merito della risoluzione dei problemi dei sindaci e che voi, ancora una volta, disattendete? Ebbene, loro dicono che non hanno avuto risposte su alcuni temi come quelli in riferimento alla sagoma, come a quello che sarà il problema del personale che andrà a scappare da questi comuni o in merito a quelle che sono le Zone speciali economiche e, soprattutto, nei riscontri e nei favori delle famiglie. È vero, su tutto questo non c'è risposta, lo ripeto, non c'è risposta; la sapete l'unica cosa che il sindaco di Norcia ha ricevuto, sottosegretario Crimi, mi rivolgo ancora una volta a lei, da parte non del Ministero dell'Interno, ma dalla Corte dei conti? Essendo un sindaco impegnato in quei giorni in quello che era il terremoto, si è dimenticato per una settimana di pubblicare nel sito del comune quello che era il mandato finale dei cinque anni della propria amministrazione e lo sa che ha ricevuto? Un'ammenda e lo riporto; il 16 di ottobre di quest'anno del 2019, quindi circa un mese fa, ha subito la decurtazione del 50 per cento dello stipendio, già minimo per quello che sta facendo e per i rischi in cui incorre ogni giorno, semplicemente perché era impegnato a fare il proprio lavoro di sindaco, a difendere i cittadini dalla gravità del sisma e ha avuto per merito la decurtazione del 50 per cento, perché non ha pubblicato sul sito del comune quello che era il mandato finale dei cinque anni.

Allora, io mi auguro, domani mattina, quando ci sarà l'incontro con il Premier Conte, di ricevere quelle risposte che oggi qui non si ricevono, perché, obiettivamente, o il Governo non parla con quest'Aula, da voi rappresentata, o, se no, io credo che domani ci saranno due problemi: il primo, che il Premier Conte dovrà smentire tutte le proposte e le indicazioni che ha dato ad Arezzo, cosa che non mi auguro, oppure, dovrà smentire il Ministro D'Incà e il Viceministro, in questo caso, Crimi, che non hanno saputo cogliere un'opportunità data in maniera costruttiva e non ideologica su un tema così importante come quello del terremoto, che riguarda tutti e che, purtroppo, è qualcosa che ci cade addosso, e nessuno di noi lo vuole.

Quindi, state attenti a quello che fate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ascoltate un pochettino di più quest'Aula, perché gli emendamenti che arrivano sono di persone di buonsenso, sono di persone che fanno - molti - o hanno fatto l'amministratore comunale e non me ne voglia lei, sottosegretario o Vice Ministro Crimi, che probabilmente dovrebbe imparare qualcosa, anche a fare l'amministratore comunale, prima di sedere nei banchi del Governo a rappresentare un Ministero importante qual è quello dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.61 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 2.04 Trancassini e 2.06 Nevi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, questo è l'ennesimo emendamento che ci proviene da quella mozione approvata all'unanimità dalla regione Lazio, mozione a prima firma del consigliere Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, emendamento che è stato ripreso da tutte le forze politiche. Però, poi, nel momento in cui è arrivato lo stop, inspiegabile, su emendamenti che, lo sottolineo, non prevedono un aumento di spesa, siamo rimasti in pochi a sostenerli e a sostenerne anche la logicità. Questi emendamenti, lo dico per spiegarlo a tutti i colleghi, non riguarderebbero tutti i comuni colpiti dal sisma, ma semplicemente quelli che hanno un indice di distruzione del 50 per cento più uno, e cioè Accumoli, Amatrice, Arquata, Castelsantangelo sul Nera e altri quattro o cinque comuni. Ecco, pensate che con questo emendamento si permette agli agricoltori che continueranno a svolgere e continuano a svolgere l'attività in questi comuni, e sono qualche decina di eroi, di aumentare la cubatura per migliorare la resistenza sismica dei propri manufatti. La domanda non è: perché “sì”, la domanda è: perché “no”? Noi parliamo di un ristrettissimo numero di comuni, non si arriva a dieci, credo che quello che ha il maggior numero di popolazione non superi i 3 mila abitanti, quindi, parliamo veramente di uno sparuto numero di persone; di questi abitanti ovviamente pochissimi ancora fanno l'attività agricola e, con questo emendamento, gli verrebbe permesso di ampliare la propria attività, comunque, di renderla migliore, magari di adattarla ad esigenze personali o, magari, un miglioramento da un punto di vista igienico-sanitario, ma anche questo potrebbe essere un segnale. Non gli diamo più soldi, gli permettiamo di ampliare l'azienda per renderla più fruibile e più competitiva. Perché emendamenti come questi non vengano presi in considerazione faccio veramente fatica a capirlo. La verità è che non si vuole perdere tempo nemmeno per approfondirli, perché questa è l'unica spiegazione possibile. Da una parte, facciamo molta fatica, molta fatica a pensare che tutti gli emendamenti che prevedono personale, segnali importanti da un punto di vista economico, la Zona franca urbana, le Zone economiche speciali, gli aiuti alle aziende, vengono compressi, tutto questo viene compresso perché il MEF non dà disponibilità. Facciamo molta fatica a capirlo perché ci ricordiamo quando soprattutto dal MoVimento 5 Stelle si scriveva ripetutamente sul blog: i soldi quando servono si trovano. Era molto semplice scrivere allora, no? Ci avete fatto la campagna elettorale nei comuni colpiti dal sisma. I soldi quando servono si trovano: avevate ragione, perché voi l'avete dimostrato quando servivano per il reddito di cittadinanza li avete trovati nello spazio di una notte pari, pari come per il salvataggio delle banche, pari, pari. Però se possiamo al limite capire il fatto che il MEF non dia una copertura, non riusciamo a trovare una logica razionale alla chiusura rispetto a questi emendamenti che cercano di favorire la vita di chi ancora investe su quei territori senza avere un minimo di impegno di spesa. È inspiegabile e può essere spiegato soltanto in un modo, che è quello che avete dimostrato anche in questo decreto, ma non solo, cioè il disinteresse per i problemi reali dei Paesi e delle comunità colpite dal sisma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Per sottoscrivere questa proposta emendativa e per segnalare ancora il parere espresso come contrario al buon senso e poi magari il sottosegretario Crimi mi dirà qualcosa come prima. Qui si parla di zone agricole, si parla di comuni che presentano una percentuale superiore al 50 per cento di edifici dichiarati inagibili con esito E, che significa che neppure una parte dell'edificio è recuperabile; si propone una deroga, quindi di andare semplicemente fuori sagoma per esigenze strutturali rispetto al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001 n. 380, che cita, in materia edilizia, gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino a un organismo edilizio in tutto o parte diverso dal precedente e che quindi recuperino l'esistente e preesistente soltanto con alcuni adattamenti. Quindi, ancora una volta questo emendamento, secondo noi, è assolutamente sensato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.04 Trancassini e 2.06 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2-bis.13 Mazzetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, signor Presidente. Con desolazione prendiamo atto che il partito del “no” colpisce anche il nostro emendamento 2-bis.13. In questo caso si colpiscono i proprietari che avrebbero la volontà di ricostruire di fronte a danni lievi. Sintetizzo velocemente l'emendamento che riteniamo molto importante: i beneficiari potrebbero accedere a una procedura semplificata con un contributo di 15 mila euro più ulteriori 5 mila euro per interventi su altre parti dell'edificio. La domanda viene presentata al comune con un preventivo di spesa dell'impresa incaricata per eseguire i lavori e dell'eventuale tecnico. La proposta stabilisce un termine di trenta giorni per l'erogazione del contributo, un percorso netto forse troppo semplice per essere attuato, un percorso che ovviamente darebbe grandi risposte sia in merito all'occupazione per le imprese locali, i professionisti e ovviamente la rivitalizzazione dei centri colpiti. Con grande rincrescimento, prendiamo atto del “no” che ci è stato evidenziato in Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2-bis.13 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2-bis.500 Braga e 2-bis.501 Zennaro, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2-bis.019 Gagliardi e 2-bis.021 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Si tratta anche in questo caso di una procedura semplificata per i danni lievi e anche in questo caso mi sentirei di chiedere al Governo, al Ministro e ai sottosegretari un'ulteriore valutazione perché non si riesce a comprendere quale sia l'ostacolo nell'accogliere una proposta emendativa di questo tipo: non sono previste risorse aggiuntive e non sono previste deroghe particolari alle leggi vigenti, se non una procedura più semplice e più agevolata per i danni di entità piccola e non così importante, che tuttavia può aiutare questi territori a rivivere. Infatti, facendo sì che le persone che vivono all'interno di quegli immobili possano ritornare sereni dentro agli stessi con le loro famiglie, ciò può portare ad una maggiore vita all'interno di quei centri abitati che magari oggi non c'è più, perché anche gli importi piccoli non sempre possono essere sostenuti dalle famiglie. A differenza naturalmente di edifici con danni molto più importanti, in questo caso parliamo di importi molto piccoli, dai 5.000 ai 10.000-15.000 euro, per cui riuscire ad ampliare un po' la visuale del decreto-legge anche attraverso una procedura più semplificata per questo tipo di danni credo che sarebbe un bel segnale. Pertanto insisto affinché il Governo possa fare una valutazione in più, anche in considerazione del fatto che sono, come già detto da altri colleghi, emendamenti che ci sono arrivati dalle associazioni dei territori che non possono continuare a rimanere inascoltati proprio per quello che rappresentano.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Intervengo solo per precisare all'onorevole Gagliardi, che ringrazio, che questa è una procedura sicuramente speditiva ma per importi molto molto bassi. Esiste già l'articolo 8 del decreto sisma n. 189 del 2016 che, senza alcuna limitazione di importo - non c'è 15 mila euro ma l'importo che serve per tutti i danni lievi - prevede la possibilità di iniziare con una semplice comunicazione di inizio dei lavori asseverata, una CILA, che è la procedura che più o meno è indicata qui. Oggi, a tre anni dal sisma, questa misura in particolare appare non sufficiente a dare alcun tipo di slancio perché è una misura che è legata a importi di 15.000 euro, che sono davvero irrisori per le tipologie di danno che hanno subito quei territori, in particolare le zone maggiormente colpite. Per questo motivo il parere è contrario. Non è una contrarietà, ma questa misura, per esempio su un terremoto come Catania, è stata adottata immediatamente dalla Protezione civile, analoga, per le esigenze immediate, per consentire l'immediato rientro in caso di quei danni lievi. Quindi, questa dev'essere una procedura che per il futuro in tutti i nuovi terremoti - e speriamo e ci auguriamo che non ci siano - dev'essere applicata direttamente con ordinanza di Protezione civile. Quindi, è una buona norma ma che oggi su questo terremoto è forse anacronistica e, comunque, superata dalla misura dell'articolo 8, che già consente una procedura speditiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, la domanda sorge spontanea: se questo problema è stato già affrontato in precedenza, se esiste già una norma che risolve questo problema in maniera più ampia rispetto a come abbiamo semplicemente e in maniera, insomma, anche quasi ridicola proposto sia io sia la collega, mi chiedo, allora, perché abbiamo presentato questo emendamento ma, soprattutto, perché sono venute le associazioni di categoria, i sindaci e i presidenti di regione a chiederci di fare procedure spedite per i danni da 15 mila euro. La risposta, sottosegretario Crimi, è perché di fronte alla burocrazia arriva anche la disperazione da parte dei sindaci e degli operatori del territorio e, cioè, visto che non si riesce a far partire la ricostruzione, nemmeno quella piccola, nemmeno quella legata a 15 mila euro di danni, che, comunque, comportano per i residenti l'iscrizione al CAS o il soggiorno in albergo, allora il povero amministratore, il responsabile dell'ANCI e il presidente della regione pensano che forse potremmo dare un segnale con una procedura semplificata.

Lo sa perché quello che dice lei è vero solo in parte? Perché lei ha omesso di dire un aspetto che non è secondario: è vero che esiste la procedura che dice lei, che è semplificata per far partire la procedura, ma la procedura poi ridiventa complicatissima per i danni lievi all'erogazione del contributo e questo ha creato - ha creato! - un tappo anche su quelli perché - le do questa notizia - le imprese che lavorano sul posto. le comunità che stanno sul posto non se la sentono di anticipare dei soldi rispetto a notizie non certe rispetto all'erogazione del contributo. Io non l'ho ripresentato, ma io e lei abbiamo parlato di un altro tipo di emendamento. Vi abbiamo chiesto di fare una pre-istruttoria e di dire, comunque, al povero cittadino e all'impresa che ha preso l'appalto della ricostruzione anche di 15 mila euro: “Tu ce l'avrà il contributo”, dato che - e ne discuteremo dopo - la governance messa in piedi con questa maledetta conformità urbanistica, che una volta era la doppia conformità urbanistica, crea un tappo ed è indifferente dove lei lo mette. Se lo mette all'inizio della procedura o lo mette a metà della procedura o lo mette all'ultimo capitolo della procedura è sempre un tappo!

Allora, noi con questo emendamento vogliamo chiedervi se almeno per i danni sotto i 15 mila euro noi possiamo avere una procedura snella, esattamente le procedure che c'erano nel 1997 e che c'erano nel 1979, le procedure - pensi un po'! - che ci sono oggi per le ristrutturazioni edilizie in tutti i comuni d'Italia, perché questo è un tema centrale della discussione che facciamo oggi e su un mio emendamento successivo vi richiamerò l'attenzione in maniera anche abbastanza decisa.

Questo è il tema della ricostruzione e io sfido chiunque a dirmi se non abbia sentito una persona che viene da quei territori che non si è lamentata del fatto che la ricostruzione è ferma. Ci sarà un motivo per cui è ferma? Io credo che la buona politica dovrebbe interrogarsi su questo e noi - lo sanno benissimo i colleghi del Partito Democratico e i colleghi del 5 Stelle - in sedici ore di audizione ci siamo sentiti dire da tutti che il tema centrale della ricostruzione è questo: è la procedura che noi abbiamo scelto per far partire le procedure e per erogare il contributo. Se non mettiamo mano a questo noi pagheremo CAS all'infinito e ci interrogheremo all'infinito su zone franche urbane e zone economiche speciali. Se, invece, facciamo partire la ricostruzione, come propone Fratelli d'Italia da giugno 2018, con emendamenti e procedure snelli, di cui parleremo appresso, noi riapriremo i cantieri nei comuni e daremo un segnale di vitalità, che è quello che serve a quei comuni. Per questo il nostro emendamento non è per nulla superato da quelle che sono le argomentazioni date dal sottosegretario Crimi e, anzi, vengono rilanciate, perché noi abbiamo bisogno, almeno per le procedure e per i danni fino a 15 mila euro, che sia messo in condizione, il privato, il cittadino, di poter accedere immediatamente non solo all'autorizzazione ma anche al contributo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2-bis.019 Gagliardi e 2-bis.021 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2-bis.022 Mazzetti e 2-bis.024 Foti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.44 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.49 Acquaroli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.50 Trancassini, 3.51 Polidori e 3.52 D'Eramo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Io continuo a rivolgermi al Governo e ai relatori perché dobbiamo proseguire decisamente nella logica della semplificazione utilizzando anche, laddove possibile, degli accorgimenti di carattere tecnico che la norma non prevede in modo chiaro, ovvero se io ho un'abitazione - per far capire anche gli altri colleghi dell'Aula - che sorge su un'area di sedime chiaramente individuata e io ricostruisco la stessa abitazione sullo stesso esatto luogo dove essa era, è importante che questa possa essere ricostruita. È chiaro che lì ci potrebbero essere difficoltà riguardo ai limiti stradali, ma siamo spesso in territori montani, in cui tantissimi centri sono nati sul limitare della strada. Quindi, questa è un'ennesima norma di buonsenso, che tende veramente a ricostruire i borghi e i centri urbani così come sono. Ecco perché chiedo veramente che su questo ci sia una rinnovata attenzione da parte del Governo e dei relatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.50 Trancassini, 3.51 Polidori e 3.52 D'Eramo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.10 D'Eramo e 3.12 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.510 Gabriele Lorenzoni, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.8 Foti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sono molto arrabbiato relativamente a una agenzia, che è appena uscita, che credo che sia irrispettosa e vergognosa rispetto al lavoro che abbiamo svolto e al lavoro che personalmente ho svolto da due settimane a questa parte.

Abbiamo sopportato tutti i silenzi del Governo, abbiamo sopportato il balbettio del Governo, che ci ha rimbalzato di ora in ora e di giorno in giorno perché non arrivavano le risposte, perché non riuscivano a darci una minima traccia rispetto a quello che potevamo fare. Abbiamo ascoltato sedici ore da soli - lo ripeto, sedici ore da soli! - le audizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché era nostro dovere, anche se gran parte di quello che ci veniva detto noi lo sapevamo, a differenza vostra. Abbiamo ascoltato tutti, comprese le rappresentanti di comitati che sono venuti a fare la pubblicità a uno studio privato. Pure quello ci siamo sentiti, da soli! E abbiamo aspettato notizie, abbiamo cercato di avere una sponda rispetto ai problemi e non ne abbiamo trovate mai. Eppure, abbiamo mantenuto la calma e abbiamo fatto il nostro lavoro, che è quello di portarvi sui problemi, è quello di confrontarci lealmente su un tema che non è colpa di Fratelli d'Italia se è vasto. Non è colpa nostra se, in tre anni, non siete riusciti a levare le macerie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); è un tema complicato, è difficile: le macerie, le risposte sulla velocizzazione delle pratiche edilizie, le risposte che bisogna dare ad agricoltori, commercianti, artigiani: è difficile, non è colpa nostra.

E adesso si scrive il decreto, non come qualche fotografo ha scritto ieri: ieri c'era la discussione generale, adesso si fa il decreto, qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E non c'è uno che interviene! Siete in silenzio, colpevolmente in silenzio e chattate alle agenzie che noi facciamo ostruzionismo: vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché se lo dobbiamo fare l'ostruzionismo lo sappiamo fare, ma non su questi temi! È un'umiliazione che Fratelli d'Italia non merita! Fate una nota di smentita e ditelo che vi stiamo portando a ragionare su questi temi, che sono importanti per 600 mila persone, che per voi possono essere niente, ma per noi sono 138 comunità: vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Foti, su cui vi è il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione) (Commenti d e i deputati de l gruppo Fratelli d'Italia ).

Colleghi, colleghi!

SALVATORE DEIDDA (FDI). Fai la foto! Vieni qui a fare la foto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi (Commenti del deputato Osnato)! Onorevole Osnato! Onorevole Osnato! Onorevole Osnato!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.13 Mazzetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Presidente, in effetti, dopo un lungo lavoro fatto da circa due settimane, che parte dalla Commissione fino ad arrivare ad oggi e proseguirà anche nei prossimi giorni, è imbarazzante sentire che una maggioranza, fatta da quattro sinistre che, in tre anni e mezzo, non è riuscita a sbloccare questo sistema, oggi venga a dire a noi che facciamo ostruzionismo.

Forza Italia è una forza politica concreta, che ha rispetto di coloro che hanno subito questo forte danneggiamento e siamo responsabili, tant'è che, per venire incontro anche ai lavori dell'Aula e del Governo, abbiamo deciso ieri di togliere oltre il 50 per cento degli emendamenti. Ma tutti gli emendamenti che avevamo fatto erano solo per migliorare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) un provvedimento fatto in modo superficiale dalla maggioranza, che non andava a rispondere a tutte quelle esigenze che i territori ci chiedevano. Ce lo chiedevano i territori, i liberi professionisti, le categorie economiche, le imprese: vuol dire che questo provvedimento non era sufficiente.

Allora noi, che siamo ancora molto responsabili, vogliamo andare sui temi fondamentali: in questi emendamenti che sono rimasti, ben pochi rispetto a ieri, abbiamo fatto una selezione di quelle cose che, secondo noi, potevano andare a migliorare questo decreto e a dare una risposta a coloro che sono venuti qui in audizione, li abbiamo ascoltati - in pochi perché eravamo veramente pochi, la maggioranza completamente assente - e ci hanno detto quali sono i problemi, benché lo sapessimo.

Allora, io in questo momento propongo un emendamento molto semplice, che va nel rispetto dei liberi professionisti, che già sono molto gravati in questi territori, perché, se lavorano, lavorano per la ricostruzione in questi territori, perché purtroppo da tre anni e mezzo non possono lavorare all'infuori della ricostruzione; non si vedono pagati gli anticipi, non si vedono portati avanti i lavori e, oltretutto, si vuole dare anche la responsabilità civile e penale, che è una cosa gravissima, sulle conformità edilizie e urbanistiche, nonché sul contributo.

Questo emendamento andava proprio in questa direzione: di sollevare i professionisti e di dare questa delega alle pubbliche amministrazioni, cioè devono essere loro a certificare, non i professionisti, soprattutto dal punto di vista delle certificazioni urbanistiche e edilizie.

Allora, io invito il Governo a ripensare e a ricredersi su quanto - se è vero - è uscito in queste agenzie, ossia che l'opposizione fa ostruzionismo; iniziate voi a collaborare per far sì che questo provvedimento abbia un senso e una definizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che ho letto anch'io adesso questa agenzia: mi sembra che sia un commento del giornalista che sta seguendo i lavori e non credo che sia stato generato da quest'Aula per come è scritto, però posso sbagliarmi.

Io, semplicemente, lo dico a nome del Governo per dare atto di un lavoro fatto in Commissione, con le grandi difficoltà che ci sono sempre quando si affronta un tema così delicato, perché è un tema che, comunque, non è facile da affrontare, perché bisogna contemperare esigenze diverse, arrivano istanze diverse, e non sempre nella stessa direzione. E non è stato un lavoro facile.

Devo dire che ci sono state delle grandi aperture e credo che le opposizioni ce ne debbano dare atto, come Governo, su alcuni temi. Ci sono state delle grandi aperture da parte delle opposizioni su altri temi. È stato fatto un buon lavoro in Commissione.

Io invito tutti, ma lo dico veramente nell'interesse esclusivo dei cittadini: proseguiamo in questa direzione, che comunque sta andando nella direzione giusta. Gli interventi che sono fatti, al di là di qualche caso particolare, mi sembrano tutti nel merito e, come vedete, in molti casi stiamo anche rispondendo come Governo, dando atto delle argomentazioni che state portando avanti, rispondendo in molti casi.

Quindi, io invito davvero, nell'interesse non nostro, della nostra Aula, ma nell'interesse dei cittadini, a proseguire i lavori nella massima serenità e collaborazione, come è stato finora in Commissione e finora qui in Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Mazzetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 D'Eramo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.15 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, volevo ringraziare il sottosegretario Crimi per il riconoscimento del lavoro svolto e per le parole che ha detto rispetto alla serietà del dibattito svolto, in Commissione prima, e in Aula adesso.

Questo è un emendamento veramente centrale, chiederei l'attenzione di tutti perché il tema della ricostruzione passa per questo ragionamento, che vi invito a fare con serietà, con serenità, tutti quanti insieme, così forse riuscite a capire l'abnormità dell'assurdo per il quale tutta questa vicenda comporta a noi articoli, emendamenti, decreti, eccetera eccetera. E cioè, la ricostruzione di questo benedetto, maledetto terremoto è stata fatta passare sin dall'inizio per un requisito che è la conformità. Per la verità, per la verità, inizialmente si era proprio esagerato, cioè si chiedeva la doppia conformità. Per capire bene, veniva chiesto al cittadino di allegare alla domanda gli stessi documenti che servono per un atto notarile. Io credo che tutti voi, ogni volta che avete avuto a che fare con un notaio, avete scoperto una cosa che non sapevate del vostro immobile, del terreno vicino casa, avete scoperto che magari la successione del bisnonno non era stata fatta bene, avete scoperto che un angolo della vostra abitazione in realtà aveva sconfinato su una parte di suolo pubblico, cioè avete avuto delle sorprese che non sono figlie di un abusivismo atavico e genetico della razza italica, in realtà avete scoperto, prendendo atto della storia del vostro immobile, che magari un passaggio era saltato; anche semplicemente di un cambio di destinazione d'uso, perché capite che, nell'Ottocento, se uno prendeva un piano terra che era un magazzino e ci faceva una camera da letto perché gli si sposava il figlio, non andava in comune con il cavallo per chiedere una cosa che non esisteva, che si chiama oggi cambio di destinazione d'uso. E allora i nostri centri storici sono andati avanti per secoli, sono andati avanti nella immutabilità delle loro strutture, perché, ringraziando Dio, Camerino è bello perché è ora come allora, Leonessa è bella perché è ora come allora, Monteleone di Spoleto è bello perché è ora come allora. Ma in tutto questo arriva la follia del legislatore, che, a chi deve ricostruire o deve riparare anche un danno da 20 mila euro, non chiede una cosa semplice, e cioè: giura che rifai quello che c'era, devi rifare l'immobile esattamente come era, una conformità edilizia, una dichiarazione nella quale il privato e il tecnico si impegnano a rifare esattamente quello che c'era. Perché questo non solo è importante e ci metterebbe al riparo da eventuali abusi edilizi, ma ne va della tenuta e della bellezza dei nostri centri storici. Noi abbiamo aggiunto: rifai quello che c'era prima anche con i prospetti, anche con le facciate, perché noi vogliamo bene ai nostri paesi e non vogliamo che, in nome di una ricostruzione selvaggia, si operino abusi edilizi anche relativi ai prospetti. E quindi abbiamo proposto che alla conformità urbanistica venisse sostituita la dichiarazione del tecnico che tutto viene rifatto come era prima. L'assurdità è che questo è quello che normalmente oggi avviene in una pratica di ristrutturazione edilizia: se voi andate in comune a chiedere una ristrutturazione della vostra abitazione, non vi viene chiesta la conformità urbanistica. E allora la domanda è: perché noi questa cosa la andiamo a chiedere per chi deve ricostruire? Perché una cosa che non chiediamo nell'ordinario, la chiediamo nello straordinario? Perché? Semplicemente perché è stata messa lì, sul binario morto, la ricostruzione, e non si ha il coraggio di guardare in faccia la realtà e spostarlo.

Questo è un emendamento che chiedono tutti, perché è il vero tappo della ricostruzione. Se noi accettassimo di far passare il principio della conformità edilizia, anziché quello della conformità urbanistica, velocizzeremmo la ricostruzione, faremo ripartire i cantieri e risolveremmo anche il problema del rilancio dell'economia. Devo dire che su questo tema - lo dico onestamente - lo sforzo del sottosegretario Crimi c'è stato, perché noi ci siamo confrontati per molte ore, abbiamo fatto il nostro confronto per cercare di convincere il Governo che questo è il tema, ma siamo arrivati a un passo dalla soluzione. Mi prendo trenta secondi, Presidente: siamo arrivati a un passo dalla soluzione.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). In realtà, il Governo ha redatto un primo comma interessante, con un secondo comma altrettanto interessante, che serve per la velocizzazione di quei comuni colpiti dalla distruzione, e quindi con un sistema legato alla regione; ma poi, in realtà, nel momento in cui lega questi due commi, fa sì che la conformità urbanistica, che noi vorremmo mettere via, viene rimandata a un tavolo regionale. Cioè, in realtà, per spiegarvelo bene, sono quattro decreti che prendiamo questa conformità urbanistica e le facciamo fare la conta, an ghin gò, a chi tocca, perché una volta diciamo…

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini, la invito a concludere.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …che lo deve fare l'ufficio centrale della ricostruzione, una volta diciamo che lo deve fare il comune, una volta diciamo che lo deve fare il tecnico, adesso diciamo che lo deve fare la regione. Il problema è che la conformità urbanistica è un tema che tiene ferme le ricostruzioni, perché andare a ricostruire la pratica di un'abitazione dell'Ottocento a volte è impossibile con gli uffici tecnici che sono stati demoliti. Quindi, leviamola da parte, mettiamola da parte; invito il Governo a fare l'ennesima – l'ennesima – riflessione su questo, perché noi in questo modo faremmo partire la ricostruzione per davvero.

PRESIDENTE. Ma ha formalizzato una proposta di accantonamento o ha invitato soltanto il Governo a fare una riflessione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). La formalizzo io la richiesta di accantonamento, perché questo mi pare uno dei temi centrali per sbloccare la ricostruzione. Quindi l'invito che faccio al Governo è di accantonarlo, di rifletterci fino in fondo, trovando una soluzione tecnica che possa dare la risposta. È inutile inseguire con i formalismi delle problematiche concrete; lo hanno spiegato in molti casi anche i professionisti auditi che la richiesta di conformità urbanistica spesso si scontra con la realtà fattuale, soprattutto degli immobili vecchi dei borghi. A questo aggiungo, se la Presidente mi consente dieci secondi di deroga, che il problema si aggrava nelle zone a Parco, in particolare quelle dei Monti Sibillini, laddove la norma nazionale riporta ancora maggiori gravami a carico dei professionisti e dei comuni. Il risultato: semplicemente non si può ricostruire. Se l'effetto è questo, continuiamo su questa strada; se vogliamo provare a dare una risposta alle popolazioni e alle imprese, proviamo a prenderci il tempo necessario per dare una risposta concreta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.15 Trancassini. Chiedo il parere della relatrice sulla proposta di accantonamento.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Chiedo se vi sia un oratore contro e uno a favore. A favore, immagino, l'onorevole Trancassini. Prego.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, grazie. Brevemente, per l'ultimo appello, sottosegretario Crimi, ad accantonare questo argomento, la disponibilità anche a metterlo da parte, magari una riflessione in questa notte, magari insieme al Ministro competente, perché noi siamo convinti che le nostre argomentazioni abbiano aperto il fronte della riflessione, abbiano scalfito il dogma su questa conformità urbanistica. Adesso, purtroppo, il MiBACT ha alzato un muro e invito i colleghi parlamentari del Partito Democratico se riescono a spiegare al Ministro Franceschini che non stiamo parlando di abusivismo edilizio, non viene sanato nulla; anzi, con la procedura che avete individuato voi vengono sanati gli abusi, e vi spiego perché, in trenta secondi. La procedura che diciamo noi mette da parte il tema degli eventuali abusi, che, se uno li ha realizzati nel tempo, verranno fuori in sede di successioni o di atti notarili; al contrario, se si rimanda a questa struttura farraginosa, complicata, complessa, che è il tavolo regionale competente, in quelle situazioni lì si possono dare delle maglie larghe, all'interno delle quali qualcuno, a distanza di un anno, magari sana il proprio abuso. È la norma che permetterebbe di rilanciare la ricostruzione. Sappiamo tutti, ognuno di voi è in condizione di sapere che il tema centrale di questa vergogna, che a distanza di tre anni e mezzo ci tiene ancora qui, è che la ricostruzione è ferma al palo del 5 per cento di domande. Non è possibile che sia colpa degli ingegneri, degli architetti, delle comunità, degli uffici tecnici e delle USR. È colpa di una normativa di riferimento illogica e folle. Per favore, accantoniamo questo argomento; la notte porta consiglio e magari domani lo affrontiamo, anche mattina presto, con una soluzione condivisa.

PRESIDENTE. C'è qualcuno che intende parlare contro la richiesta di accantonamento? No.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.15 Trancassini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 67 voti di differenza.

Colleghi, ricordo che la proposta di accantonamento è una proposta sull'ordine dei lavori, sulla quale, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, il Presidente ha la facoltà, non l'obbligo, di chiamare l'Aula a decidere. La Presidenza ha già posto in votazione nella giornata di oggi varie richieste di accantonamento con il parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo dei relatori su tali proposte, come già fatto in precedenti analoghe occasioni, a partire dalla prossima richiesta, in presenza di un avviso negativo dei relatori, non chiamerò più l'Assemblea a decidere con una votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Insisto sull'importanza di questo emendamento, perché noi abbiamo introdotto lo strumento dell'autocertificazione, che è uno strumento che può avere un senso se troviamo tecnici che siano in grado di fare un'autocertificazione che sia veloce; se noi non modifichiamo e non passiamo dalla conformità urbanistica a una dichiarazione di consistenza edilizia, praticamente lo strumento che abbiamo identificato come lo strumento che sarà nevralgico a far ripartire la ricostruzione sarà uno strumento assolutamente inutile. Quindi, vi chiedo, chiedo a quest'Aula di assumersi una responsabilità importante, perché la scelta di votare contro questo emendamento condanna tantissime abitazioni private a non essere ricostruite in tempi brevi, ma, addirittura, a dover sobbarcare sopra se stesse, insieme agli uffici pubblici, una procedura burocratica assolutamente insensata riguardo a queste abitazioni. Chi conosce questi territori sa che non andiamo incontro a un abusivismo esasperato o a un abusivismo in generale, ma si tratta di case che sono là da decenni, addirittura, in alcuni casi, secoli, e noi dobbiamo semplicemente, tramite l'approvazione di questo emendamento, consentire loro di poter ricostruire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. È sufficiente aver fatto parte di qualunque ente locale, di qualunque commissione urbanistica, di qualunque amministrazione d'Italia, per comprendere come già in condizioni normali il carico di burocrazia e di complicazione normativa nelle norme di edilizia urbanistica è tale da bloccare in gran parte la crescita e lo sviluppo del Paese. Ma se già è una situazione grave, questa burocrazia farraginosa, in condizioni normali, diventa inaccettabile quando si parla di ricostruzione. Quindi questo emendamento propone, con una ratio di assoluto buon senso, di semplificare una norma che consenta anche a questo Governo di salvare la faccia di fronte ai cittadini di quelle zone terremotate che rischieranno, in mancanza di semplificazioni burocratiche, di stare per anni senza la possibilità di ricostruire le proprie abitazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Per sottoscrivere l'emendamento e per far rilevare, ancora una volta, che questo è veramente un punto nodale; ne è stato parlato ampiamente, ma la soluzione non è stata trovata, al di là del fatto che l'articolo 12-bis parla di semplificazione e accelerazione e poi al comma 1-bis si rimanda alla conferenza regionale, che, oltre alle attività di cui al comma 1, accerta la conformità urbanistica. Per le ragioni dette anche dal collega Trancassini, è evidente che attraverso questo sistema non si semplifica e non si accelera nulla.

La proposta fatta era quella di verificare la consistenza precedente, e di darne certificazione per potere ristrutturare l'immobile. Credo che fosse una proposta di buon senso, e quindi vederla bocciare ci dispiace veramente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.21 Prisco e 3.550 D'Eramo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparvi. Ne ha facoltà.

VIRGINIO CAPARVI (LEGA). Presidente, ieri il Corriere dell'Umbria titolava in prima pagina: “I tecnici bocciano il decreto sisma”; e difatti i tecnici della rete delle professioni, nel dire le tante vulnerabilità di questo decreto, si soffermavano anche su una, che è quella della parola magica che utilizza il Governo quando parla di “autocertificazione della quantificazione del contributo”. Parola magica, ma anche ingannevole allo stesso tempo. Perché ingannevole? Perché di fatto, quando parliamo di autocertificazione, noi pensiamo alla semplificazione, alla sburocratizzazione. In questo caso non c'è nulla di tutto questo: c'è semplicemente uno spostamento delle responsabilità dall'USR ai tecnici privati, che si dovrebbero far carico delle mancanze dello Stato e della mancanza di tempi di risposta brevi dello Stato andando a quantificare, appunto, il contributo da dare per un danno subito da un cittadino, andando incontro potenzialmente ad un contenzioso, nel quale potrebbero essere poi soccombenti perché hanno elargito un contributo troppo maggiore di quello che in realtà spetterebbe. E questo può accadere anche quando interviene la Sovraintendenza, interviene l'Ente Parco, o semplicemente potrebbe accadere per un semplice errore, vista la vastità delle norme che si sovrappongono.

Noi chiediamo quindi, lo Stato chiede ai tecnici di farsi carico di una responsabilità per cui lo Stato non è in grado di dare risposte in tempi brevi, e noi li aiutiamo a non commettere errori in questo calcolo. L'emendamento in questione chiede, invece, di quantificare l'entità del danno e la superficie di intervento, per ridurre proprio il margine d'errore del tecnico privato, che in questo caso si farebbe carico di un compito di cui lo Stato, invece, non può farsi carico, o di cui fino ad oggi, a tre anni di distanza, non è riuscito a farsi carico.

Chiediamo quindi, in questo emendamento di buon senso, di dare quegli strumenti ai tecnici privati per dare una mano laddove lo Stato non arriva, ma senza esporli a dei contenziosi che dovrebbero invece pagare di tasca loro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Il tema in parte l'abbiamo già anticipato con la discussione su altri emendamenti, ed è questo che veniva, in qualche modo, ricordato. I tecnici ci hanno, alla Commissione, segnalato che la norma di fatto scarica la responsabilità, che prima era in capo agli uffici speciali per la ricostruzione, sul professionista; e questo andrebbe bene se avessimo a disposizione un pacchetto di norme chiare, che non lasciassero dubbi nell'interpretazione. Visto che questo non è, e forse l'indirizzo verso cui si dovrebbe andare l'abbiamo rappresentato in più di un emendamento, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: bisogna chiedere, ed è corretto per facilitare lo svolgimento delle pratiche, ai professionisti di assumersi delle responsabilità, a fronte di norme chiare ed intellegibili, che non consentano interpretazioni diverse e diversificate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è il senso di questo emendamento, che consente di avere una speditezza immediata sullo svolgimento delle pratiche. Come è altresì complessa la vicenda che richiede sostanzialmente la sospensione del contributo nel caso in cui la pratica venisse sorteggiata, vi è il 20 per cento di pratiche che vengono sorteggiate. Di fatto è un altro elemento burocratico volto a bloccare, allungare, burocratizzare con passaggi successivi, l'uno dopo l'altro, che hanno l'unico effetto, assieme alla mancanza di personale, assieme al non rinnovare i contratti del personale presente, di fatto hanno un unico e solo obiettivo, quello che si è realizzato: dopo tre anni di fatto non è partita la ricostruzione. Se vogliamo andare verso l'obiettivo opposto, cioè quello di sveltire e sburocratizzare le cose, è giusto spostare ai professionisti alcune responsabilità dichiarative, ma non queste, perché su queste non vi è la possibilità di avere una norma interpretativa chiara. Di fatto noi stiamo condannando preventivamente i professionisti che operano nelle zone del sisma a delle responsabilità, che non si debbono prendere e che è ingiusto che si prendano. Quindi, quello che chiediamo al Governo: di farsi carico, di accogliere questo emendamento o comunque di ragionarci per una diversa formulazione, magari provvedendo ad un accantonamento dello stesso, perché anche questo, insieme agli altri che abbiamo proposti, va nel senso di provare a dare norme certe. Norme certe uguale velocità nella risoluzione delle pratiche, e quindi nella ricostruzione; norme incerte uguale blocco, burocrazia. È sulle norme incerte che chi vuole fare il furbo fa il furbo; sulla certezza le persone perbene possono lavorare, ed anzi nella norma incerta rischiano di incappare proprio quelli che vogliono lavorare rispettando le regole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Prisco ha chiesto un accantonamento. Qual è il parere della relatrice, onorevole Pezzopane?

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Parere contrario. Mi sono già espressa prima riguardo all'orientamento dell'Aula, a seguito del parere contrario del relatore sulla proposta di accantonamento.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.21 Prisco e 3.550 D'Eramo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.553 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.532 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, è lo stesso tema affrontato in maniera differente rispetto a quelle che sono state le aperture del Governo a seguito della richiesta, da parte nostra, soprattutto da parte nostra, appunto di attenzionare questo tappo che è la richiesta della conformità urbanistica, che, ricordo, in una prima stesura del decreto era in capo al tecnico che doveva autocertificarla. Si è trovata questa soluzione che, secondo noi, non risolve, anzi peggiora. Lo dico - vorrei essere smentito da qualche amministratore, ma anche semplicemente da deputati, colleghi che hanno avuto problemi nell'espletamento di un'attività - perché credo che ognuno di noi, quando sente che la propria pratica, il futuro della propria azienda, l'apertura di una nuova attività deve passare al vaglio della regione, qualunque essa sia, indipendentemente dall'appartenenza politica, ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte a una montagna da scalare. Le nostre regioni sono queste, piaccia o meno. Sono forse l'ente più ricco di burocrazia, quello più lento, più complicato, quello nei quali troviamo lunghi corridoi vuoti, scrivanie abbandonate nei quali noi cerchiamo l'unico segno di vitalità in un giornale aperto, se controlliamo però la data e se è di quel giorno, altrimenti ci conviene andare via e passare il giorno dopo. Cioè, noi sappiamo perfettamente che le regioni sono pachidermiche nell'espletamento delle proprie funzioni. Ecco, abbiamo posto il problema della conformità urbanistica, che non può e non deve tenere bloccata la ricostruzione, che non possiamo chiederla all'ufficio centrale della ricostruzione, non possiamo chiederla al tecnico come autocertificazione, non possiamo nemmeno chiederla alla regione. Non possiamo pensare che sarà la regione a dare la conformità urbanistica, perché, se noi pensiamo che questo velocizzi la ricostruzione, siamo o totalmente lontani dalla verità o in malafede, e allora per davvero penso che ci sia un disegno oscuro per cancellare le nostre comunità, perché è un nodo intorno al quale giriamo da anni. Ripeto, voi, non noi, avete appioppato questo certificato ora a questo e ora a quello. Voi, non noi, avete prima pensato che questo certificato potesse essere messo in capo all'ufficio centrale della ricostruzione, ai comuni, ai singoli tecnici e oggi dal cilindro esce fuori la regione. Ecco, con questo e con i successivi emendamenti, sui quali comunque riprenderò la parola perché nulla rimanga intentato e perché rimanga agli atti una scelta scellerata da parte del Parlamento, noi chiediamo semplicemente che rimanga in capo al tecnico la possibilità di autocertificazione, con conseguenze penali, rispetto alla certificazione che quello che c'era deve essere uguale a quello che viene ricostruito, mettendo da parte la conformità urbanistica, che rimane un tema che, come succede nelle normali ristrutturazioni edilizie, attiene ai trasferimenti di proprietà e non alle ristrutturazioni. Al contrario, per la parte dell'articolo riscritto, ripresentato dalla maggioranza rispetto ai comuni che hanno avuto una distruzione superiore al 50 per cento, siamo perfettamente consapevoli che, in quel caso, bisogna dotarci di uno strumento - va bene anche regionale - che dia le linee guida per avere dei punti di riferimento dove purtroppo non abbiamo più, come nel caso di Amatrice e Castel Sant'Angelo sul Nera. Ma queste due problematiche devono essere completamente distinte, perché in questo modo noi permetteremo anche nelle frazioni di quei comuni i cui centri storici non esistono più la possibilità di ricostruire attraverso procedure snelle come quelle dell'autocertificazione della conformità edilizia e non urbanistica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo solo per perorare la causa di questo emendamento, che credo dovrebbe essere motivo di riflessione per tutti quanti. In molti casi le regioni sono enti elefantiaci, farraginosi, che, anche a seguito della riforma Delrio, avendo ripreso tante competenze delle province, non riescono a svolgere molti compiti, ancor di più se noi parliamo di conformità urbanistica che dovrebbero rilasciare.

Allora, partendo dal presupposto che già, come credo, molte regioni, a seguito del QTR, attraverso i piani territoriali provinciali, hanno poi ovviamente dato deleghe a molti comuni per quello che riguarda i piani comunali, oggi non farlo in questa materia, dove ci sarebbe la necessità di andare velocemente e ridare alle regioni ciò che in qualche modo non riescono a svolgere in termini già di agibilità quotidiana, credo che sia una reale cecità della politica; quindi, chiedo ovviamente di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.532 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.501 Trancassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, è sempre lo stesso argomento, e vorrei provare a convincere i colleghi con un esempio: magari con un esempio è più semplice far capire la mostruosità del tema intorno al quale stiamo ragionando. Provate a immaginare che un terremoto colpisca la città di Roma, non faccia danni enormi, ma danneggi la cupola di San Pietro. Per ristrutturare la cupola di San Pietro, se noi applicassimo questa normativa, non troveremmo uno, né privato né pubblico, che ti firma la conformità urbanistica, perché la cupola di San Pietro non è conforme allo strumento urbanistico.

Questo lo dico perché vorrei spiegarvi che non è un tema secondario o un tema dietro il quale si nascondono chissà quali abusi. Rispetto a determinate situazioni, come dicevo prima, come cambi di destinazione d'uso, anche semplicemente sconfinamenti sul suolo pubblico di un piccolo gradino dell'abitazione, noi ci troviamo di fronte all'impossibilità di rilasciare la conformità urbanistica, e se ci riusciamo ci riusciamo alla fine di un lunghissimo percorso, che trova l'ufficio tecnico comunale chiuso perché magari ha subìto danni irreparabili e magari molta della storia urbanistica di quel comune non c'è più e magari non riusciamo a venire a capo rispetto a quella che è la storia della nostra abitazione.

Ma adesso - e mi avvio a concludere, così non disturbo più le chat dei parlamentari che in questo momento sono più occupati su questo che non su un tema fondamentale come quello che stiamo cercando di affrontare - la domanda che io mi sono posto e che ho posto anche in Commissione è: di fronte alla riapertura del centro storico di Camerino, se la comunità di Camerino, per ripartire, ha bisogno di una norma snella e, all'interno di queste procedure così snelle, cinque persone sanano magari un abuso del 1970 per un cambio di destinazione d'uso, dov'è il problema? Dov'è il problema, rispetto a un fine pubblico? E, soprattutto, la madre di tutte le domande: perché questo è un modello che non è mai stato usato in passato? Perché quando si è ricostruito nei precedenti terremoti noi non abbiamo chiesto questa documentazione?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere l'emendamento del collega e per dire che il collega ha espresso solamente un passaggio di buon senso, il buon senso che in questo decreto purtroppo - vedo che il sottosegretario sta parlando al telefono - non viene usato su alcuni passaggi, per portare il cittadino solamente ad avere una vita dura nella ricostruzione, una difficoltà e una maggiore spesa. Bisogna capire che quando uno subisce un problema da un sisma ha bisogno non solo di ricostruire ma di avere una vita tranquilla. Ecco, con questo decreto, sicuramente ciò non lo ottenete (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.501 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.534 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.551 Patassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, la conformità urbanistica è, come riferiscono le reti delle professioni tecniche, uno dei reali blocchi, in qualche caso, della ricostruzione. Qualora questa conformità urbanistica non ci sia o non sia reperibile, è importante, come riferiscono gli stessi tecnici che oggi operano sul territorio, acquisire dei punti fermi per non incappare in errori futuri.

Innanzitutto, questa attività deve essere svolta al livello più basso del territorio, non può essere lo Stato, non può essere la regione. Deve essere realizzata all'interno dell'amministrazione comunale, perché sono il sindaco, il geometra del comune, l'assessore, chi ha memoria storica, il segretario comunale che conoscono quel territorio. Lo conoscono anche dal punto di vista visivo, non solo dal punto di vista meramente urbanistico; e, soprattutto, nei casi delle realtà più difficili, dal punto di vista della ricostruzione, l'aspetto visuale, il “com'era, dov'era”, diventa fondamentale.

Dall'altra parte, il tecnico non può avventurarsi in conformità urbanistiche laddove non ha una storia, laddove un'abitazione ha più di cento anni, laddove vi sono state delle sovrastrutture, delle sovra-progettualità.

Con questo emendamento si vuol dire: mettiamo dei punti fermi, l'amministrazione competente dichiara che non esiste un certificato urbanistico, perché, magari, non vorremmo che dopo qualche tempo, rimettendo a posto gli archivi, questo certificato venga fuori e vi siano dei potenziali falsi; che l'entità del contributo, come era stato più volte evidenziato negli emendamenti precedenti, deve essere definito in modo chiaro, tramite ordinanza o tramite gli stessi uffici speciali per la ricostruzione. Questo perché, se vogliamo che l'autocertificazione sia uno strumento che dia velocità e speditezza alla ricostruzione deve avere due o tre punti fermi, in cui proprietario, amministrazione comunale e tecnico devono avere delle certezze e poter operare con la massima tranquillità.

È chiaro che vi sono dei casi limite in cui la certificazione della conformità può esser fatta solo dal proprietario, soprattutto, da un proprietario più avanti negli anni, che si può ricordare qual era la conformazione urbanistica di quella casa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.551 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, mi permetterei, non di suggerirle, però, di auspicare… stiamo votando in 450; 420 o 425 persone stanno qui in Aula e votano diligentemente. Che noi dobbiamo perdere un minuto, un minuto e mezzo, ogni voto, perché ci sono dei colleghi che vogliono uscire, hanno da fare e via dicendo, e aspettare che rientrino non è molto corretto verso tutti quelli che stanno qui e stanno votando (Applausi). Quindi, la pregherei; è giustissimo che si tenga la votazione aperta per chi sta in Aula e non riesce a votare, mentre chi sta fuori a fare altre cose, legittimamente, perderà il voto e non muore nessuno (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, raccolgo la sua sollecitazione e, quindi, invito i colleghi a restare in Aula per le votazioni. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.554 Patassini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, è una questione di carattere ordinatorio, per l'attività degli uffici speciali per la ricostruzione sono previsti degli elenchi di attività. Noi chiediamo semplicemente che questo elenco… è successo qualcosa al Partito Democratico? No, scusi, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Patassini…

TULLIO PATASSINI (LEGA). Chiediamo che questi elenchi siano di carattere ordinatorio e non tassativo, quindi aggiungere un “può”, può aiutare l'attività organizzativa degli USR. Di questo emendamento chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto l'accantonamento dell'emendamento 3.554 Patassini. Chiedo il parere della relatrice.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Contrario.

PRESIDENTE. Non procederò a chiedere all'Assemblea di esprimersi, per le ragioni che già ho espresso prima. Quindi, se nessun altro chiede d'intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.554 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.27 Golinelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.33 D'Eramo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.500 Buratti, 3.600 Zennaro e 3.505 Braga, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3.051 Trancassini, a pagina 34 del fascicolo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Intervengo semplicemente per dire che l'articolo aggiuntivo in esame è uno dei tanti con i quali abbiamo proposto e abbiamo pensato che potesse essere l'occasione per dare aiuti veri e concreti; abbiamo provato a dare un sostegno maggiore alle imprese ma ci siamo anche cimentati, come devo dire anche altre forze politiche, con l'idea di dare una visione per quei territori perché i soggetti auditi hanno tutti lamentato non solo la necessità di velocizzare la ricostruzione ma anche la capacità di dare una visione e dare una prospettiva, disegnare un futuro diverso per queste comunità. Noi, come altri, abbiamo presentato proposte emendative che dessero segnali anche in questa direzione. Purtroppo l'articolo aggiuntivo in esame prevede un aumento della spesa, come tante altre proposte emendative anche della maggioranza che poi non abbiamo ritrovato in Aula, sono state cassate e non sono stati accolte. È un peccato - lo dico con forza - perché era veramente l'occasione per parlare a trecentosessanta gradi dei problemi delle nostre comunità ed è un peccato perché sappiamo tutti che difficilmente si ritornerà sull'argomento. Questo si chiama decreto terremoto, non è il decreto Genova, non è il decreto sblocca cantieri, non è il mille proroghe: questo è il decreto terremoto e doveva essere il decreto delle risposte. Purtroppo, da questo punto di vista cioè dell'aiuto alle imprese, l'aiuto alle attività, il supporto, la prospettiva a tutti coloro che non se ne sono andati, non c'è alcuna risposta e credo che politicamente sia molto grave per le passerelle che fatte da Conte, per le promesse che sono state fatte da tutte le forze politiche ma soprattutto perché significa che lasciamo le imprese che sono sul posto senza risposte di prospettiva e risposte di aiuto così come è stato promesso direttamente dal Presidente del Consiglio ma anche da tutte le forze politiche, voglio ribadirlo. Ci dispiace che tutte queste proposte emendative non saranno accolte perché non c'è la disponibilità economica.

Permettetemi di fare l'ultima considerazione di carattere politico, poi non ritornerò sull'argomento. Abbiamo una visione diversa dell'economia, abbiamo una visione diversa del rilancio delle imprese, per cui siamo convinti che bisognava trovare a tutti i costi i soldi per le imprese, soprattutto per quelle del sisma, magari facendo qualche sacrificio in più per il reddito di cittadinanza che va a spacciatori, a delinquenti di ogni tipo, come stiamo vedendo in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Con l'articolo aggiuntivo in esame che riteniamo veramente importante erano incrementati di 35 milioni di euro i fondi destinati al sostegno delle imprese danneggiate dagli eventi sismici del 2016, ricordando che il decreto del 2016, all'articolo 20, aveva stabilito fondi assolutamente insufficienti per il sostegno alle imprese danneggiate dagli eventi sismici del 2016 stesso. La norma, che affida a un decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze la rimodulazione eventualmente tra le varie regioni dei fondi residui e che destina 35 milioni di più per la ripresa di aziende, che sono anche piccole ma che rappresentano la vitalità dei centri storici distrutti, ritenevamo che fosse veramente importante e, come proposta emendativa, si aggiunge a tutti le altre di buonsenso che abbiamo presentato e che per ora purtroppo ci sono state bocciate. Quindi, invitiamo nuovamente a considerare la validità dell'articolo aggiuntivo 3.051 Trancassini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.051 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3.056 Spena. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Presidente, parliamo della nostra agricoltura, dell'eccellenza dei nostri prodotti agroalimentari e, soprattutto, del cuore dell'economia di quei tanti comuni colpiti dal terremoto. Noi, con l'articolo aggiuntivo in esame, chiediamo la proroga di tutte quante le misure a sostegno delle aziende agricole di quel comparto della zootecnia che è centrale per quei comuni, ma soprattutto noi chiediamo, oltre al sostegno delle aziende che si occupano del comparto lattiero-caseario - che, ripeto, sono al centro dell'economia agricola di quei tanti comuni -, un'agevolazione della distribuzione e della commercializzazione di quei prodotti agricoli di eccellenza attraverso accordi di filiera con le regioni verso le aree urbane in cui questi prodotti potranno essere trasferiti; chiediamo quindi anche una compensazione degli oneri e delle spese di trasporto che le tante aziende agricole di quei comuni dovranno sostenere per portare i loro prodotti nelle grandi città, nei grandi centri urbani. Sottosegretario, chiediamo la possibilità di accantonare l'articolo aggiuntivo 3.056 da me presentato perché credo che valga la pena approvare tutto ciò che riguarda il sostegno all'agricoltura, ai nostri prodotti di eccellenza e al nostro made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.056 Spena, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

L'articolo aggiuntivo 3.0500 Muroni è inammissibile.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI, Relatrice. Grazie, Presidente. Vorremmo accantonare tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3-bis, quindi gli emendamenti 3-bis.500 Trancassini, 3-bis.550 Patassini…

PRESIDENTE. Va bene, tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3-bis.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 3-ter.0501 Buratti e 3-ter.0600 Gabriele Lorenzoni, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

La successiva proposta emendativa è accantonata e quella ancora successiva è ritirata.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-quater.035 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 3-quater.036 Foti e 3-quater.037 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3-quinquies.500 Casino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casino. Ne ha facoltà.

MICHELE CASINO (FI). Egregio Presidente, componenti del Governo, signori colleghi, intervengo su un argomento tanto sentito al fine di richiamare l'Esecutivo, i suoi ministri e, in particolar modo, i rappresentanti istituzionali di maggioranza e soprattutto quelli della mia regione, la Basilicata, che in questo Governo sono in numero abbastanza folto. Le avversità climatiche delle scorse settimane hanno causato danni notevoli all'intero tessuto economico e imprenditoriale della provincia di Matera; particolarmente interessate sono state le zone della fascia ionica.

Numerosi indotti agricoli sono collassati, arrecando un grave danno all'economia reale dei nostri territori. Per queste ragioni avevo presentato con immediatezza un subemendamento che mirasse all'estensione dell'Art bonus anche per i luoghi sopra citati. La risposta di questa maggioranza, invece, è risultata semplicemente vergognosa, argomentando che la misura non sarebbe potuta essere introdotta in quanto l'Art bonus non poteva far rientrare i comuni esterni alle città di Matera. Mi chiedo: sulla scorta di quali valutazioni, Ministro, questo non era possibile?

Mi domando ancora se questo Governo, che è innaturale, nato in questo Palazzo e non tra la gente, conosca per davvero la storia del nostro Paese. Conoscete la Magna Grecia? Le Tavole Palatine? La terra della matematica e della filosofia? La città di Eraclea? Il contesto occidentale in cui la cultura dei popoli è nata e si è diffusa al resto del Mediterraneo? Luoghi preziosi, ammirati dal mondo e sconosciuti a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il dato!

Un monito ancora più severo giunga ai rappresentanti della mia regione tutti, compresi i colleghi parlamentari. Comunque, sappiate che di questo dovrete rispondere al popolo e dinanzi alle valutazioni del popolo non ci saranno “sardine” che basteranno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-quinquies.500 Casino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-quinquies.700 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-quinquies.048 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

La successiva proposta emendativa è inammissibile e quella successiva ancora è ritirata.

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3-sexies.0550 D'Eramo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, in questo momento siamo di fronte ad alcune regioni, in particolare l'Umbria e le Marche, che stanno vivendo una particolare difficoltà economica, perché fino agli anni 1990-2000 erano considerate regioni di sviluppo, regioni che potessero correre con la locomotiva del nord; alcune crisi industriali hanno segnato il passo e anche la Comunità europea le ha individuate come regioni di transizione. Dobbiamo in quest'Aula tutti avere consapevolezza che, soprattutto a seguito dell'aggravarsi della situazione economica derivante dal sisma, questi territori necessitano di interventi particolari; già la montagna soffre uno spopolamento endemico, già è più difficile fare impresa nei territori montani; se in alcune regioni anche la fascia costiera va in crisi, tutto un sistema regionale va in crisi. È un argomento che porteremo avanti tutti insieme - ci auguriamo - da qui ai prossimi mesi, dell'istituzione di una zona economica speciale a fiscalità privilegiata e con delle misure appropriate per il territorio unitario del cratere sismico. Quindi, come primo passo di questa ZES, ancorché in questo momento non siano definite né le risorse né il perimetro, chiedo la votazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-sexies 0.550 D'eramo, col parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-sexies 0.63 Tracassini, col parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 Patassini, col parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Gli emendamenti 4.550 Patassini e 4.551 Patassini sono accantonati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis 500 Patassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Presidente, apprezziamo con favore la possibilità che il Governo abbia previsto la possibilità di subappalto fra privati. Crediamo che quell'emendamento, quell'articolo, così com'è strutturato, necessiti di qualche piccolo aggiustamento, quindi io chiederei veramente la cortesia alle relatrici di accantonare l'emendamento 4-bis 500 Patassini.

PRESIDENTE. Quindi c'è una richiesta di accantonamento: chiedo il parere della relatrice.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Favorevole.

PRESIDENTE. Favorevole, quindi l'emendamento 4-bis 500 Patassini è accantonato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis 501 Patassini.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis 501 Patassini, col parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis 502 Patassini, col parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Superiamo adesso gli accantonati e ritirati e passiamo al 5.15 Golinelli, pagina 46 del fascicolo.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE, Relatrice. Per gli identici emendamenti 5.500 Braga e 5.510 Gabriele Lorenzoni ritiriamo la richiesta di accantonamento e esprimiamo parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.500 Braga e 5.510 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

A seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 5.500 Braga e 5.510 Gabriele Lorenzoni s'intendono preclusi tutti gli altri, fino al 5.4 Mazzetti compreso.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.15 Golinelli, pagina 46 del fascicolo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.15 Golinelli, con il parere contrario di Commissione e Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

L'emendamento 5.11 Giuliodori è ritirato.

Passiamo all'emendamento 5-bis.500 Patassini.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.500 Patassini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Patassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Passiamo all'emendamento 6.5 Prisco. Passiamo ai voti… onorevole Trancassini chiede di intervenire? Io non la capisco…

PAOLO TRANCASSINI (FDI). È accantonato questo.

PRESIDENTE. A noi non risulta accantonato…passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

L'emendamento 6.500 Maraia è inammissibile.

Si è così concluso l'esame degli emendamenti sui quali la Commissione bilancio ha espresso i prescritti pareri. Interrompiamo, pertanto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

Colleghi, consentiamo all'onorevole Furgiuele di svolgere il suo intervento, per favore. Colleghi alla mia sinistra… colleghi, vi chiedo di abbandonare l'Aula consentendo ai colleghi di svolgere gli interventi di fine seduta, la seduta non è terminata. Proviamo, onorevole Furgiuele.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per ricordare che la Calabria è in ginocchio. La richiesta di stato di calamità, d'altronde, ne è un'ulteriore testimonianza e spero possa essere approvata nel più breve tempo possibile.

Ingenti danni si sono registrati a Reggio Calabria, nella Locride, a Lamezia Terme, nel Lametino. Gravi sono le condizioni dei principali svincoli autostradali, viari, aeroportuali, ferroviari.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di lasciare libero l'emiciclo. Colleghi, per cortesia.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Quello che sconvolge, tuttavia, è l'immobilismo istituzionale, quel comportamento che si sta perpetrando nei confronti di una regione che sembra essere stata abbandonata dal Governo nazionale e dal governo regionale. Quello che terrifica è il fatto che gli insegnamenti del recente passato non abbiano insegnato nulla a chi doveva fare, non ha fatto e continua a non fare. Lo scorso anno, proprio in questa Assemblea, è toccato a me, da calabrese, ricordare un tragico evento che ha colpito una famiglia: è morta una mamma e con lei due bambini; voglio ricordare, Stefania, voglio ricordare Christian, voglio ricordare Nicolò, vittime della sottovalutazione del dissesto idrogeologico che vive oggi il nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In alcune zone del nostro territorio questo dissesto non è più un pericolo, ma è un evento che si perpetua costantemente.

Allora, Presidente, non da calabrese, ma da deputato della Repubblica italiana, mi vergogno, mi vergogno di come questa regione sia sottovalutata. Eppure questa regione fa parte della Repubblica italiana, ha dato il nome a questa nazione. E allora è venuto il momento di aprire una discussione operativa sulle misure che bisogna adottare concretamente per affrontare il dissesto idrogeologico. Oggi è stato colpito un comparto, quello agricolo, quello degli olivicoltori, già abbandonati a se stessi, già distrutti e messi in ginocchio da regole europee che preferiscono l'olio che viene dal resto del mondo e non l'olio calabrese e l'olio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Recuperare la Calabria significa, signor Presidente, recuperare il Paese. La Calabria non può essere un'emergenza senza soluzione, questo non lo possiamo più accettare. Viva la Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi chiedo di consentire all'onorevole Lapia di svolgere il suo intervento. Prego.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, mentre la Sardegna protesta e sollecita il proprio presidente regionale Solinas e l'assessore competente Nieddu a prendersi carico di una situazione sanitaria ormai degenerata, il nostro presidente Solinas, senza alcun pudore, anche riguardo alla politica che rappresenta e che trova la sua ragion d'essere nella sardità e nella tutela della nostra peculiare identità, passa il suo tempo in imbarazzanti passerelle al cospetto dell'emiro del Qatar e nel presidio ospedaliero del Mater Olbia, quasi a cercare nuove forme di svendita del nostro territorio. La visita che viene fatta al Mater Olbia, Presidente, la trovo una grande offesa per noi sardi e per tutti i malati della Sardegna: una visita fatta saltando tutti i presidi ospedalieri sardi, una visita che va da Cagliari fino ad Olbia, senza avere il minimo pensiero di fermarsi nei presidi ospedalieri di Muravera, Isili, Lanusei, Ghilarza, Nuoro, dove abbiamo persone che muoiono negli anditi, in barella, senza avere nessuna possibilità di ricovero, fino ad arrivare a Tempio, a La Maddalena, dove i piccoli ospedali, ma anche l'ospedale principale della Sardegna grida aiuto alla nostra regione per avere una sanità degna dei nostri malati. Invece no! In Sardegna si continua ancora a privilegiare una sanità privata, che viene chiamata “la buona sanità” e che oggi non è e non sarà mai la buona sanità, finché non si darà una buona vera sanità, che è la sanità pubblica e che ridarà dignità ai nostri medici e ai nostri malati, Presidente. Quindi, oggi, da quest'Aula chiedo e rinnovo il mio invito al presidente Solinas e all'assessore Nieddu a venire con me, come parlamentare, a visitare i nostri presidi sardi e a non svenderci nuovamente agli arabi, Presidente, a non cercare di svendere la nostra terra, cosa che è successa cinquant'anni fa e soprattutto a non vendere la nostra sanità…

PRESIDENTE. Concluda.

MARA LAPIA (M5S). Non siamo nuovamente in vendita, rivogliamo dignità per i nostri ospedali, per i nostri medici e per i nostri malati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Grazie, Presidente. Come è noto, il 22 novembre la Corte costituzionale ha reso pubblica la sentenza con la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 580 del codice penale, nella parte in cui esclude la punibilità di chi con le modalità previste agevola l'esecuzione del proposito di suicidio di una persona che è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale ed è affetta da una patologia irreversibile che causa forti sofferenze fisiche o psicologiche. Da quanto emerge dalla sentenza è perentoria l'indicazione ad implementare la rete delle cure palliative, che è gravemente deficitaria in molte regioni del Paese. Questo deve rappresentare una priorità assoluta per le politiche della nostra sanità.

Bisogna implementare la formazione universitaria pre e post laurea per chi opera nelle reti di cure palliative. Signor Presidente, questo intervento è volto a sollecitare la nostra Camera dei deputati a prendersi le proprie responsabilità, come fino ad oggi non ha fatto, nonostante la richiesta della Corte costituzionale, prevedendo una legge che venga approvata al più presto da questo Parlamento e che preveda, da un lato, l'obiezione di coscienza per il personale sanitario e, dall'altro, l'esercizio del malato di richiedere una morte volontaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Macina. Ne ha facoltà.

ANNA MACINA (M5S). Grazie, Presidente. Ho appreso oggi dalla stampa locale che il sindaco di Erchie, in provincia di Brindisi, non subirà alcun processo. Dopo essere stato per tre mesi agli arresti domiciliari e poi essere scarcerato per decorrenza dei termini, non subirà alcun processo. È innocente? È colpevole? E chi lo saprà mai! Nessuno. E perché? Perché è intervenuta la prescrizione. Il reato, quand'anche commesso, si è prescritto; nessuno saprà mai se il sindaco di Erchie è colpevole o innocente rispetto al reato che gli è stato contestato. Avrebbe, secondo l'accusa, intascato una tangente.

Ciò che, però, è ancora più grave è che si venderà come un'assoluzione il mancato processo. Lo Stato deve rinunciare ad accertare la commissione di un reato, Erchie deve rinunciare a sapere se il suo sindaco si è macchiato oppure no di un reato contro la pubblica amministrazione, contro gli stessi cittadini di Erchie.

E però si sappia e sia chiaro che un indagato o un imputato può anche rinunciare alla prescrizione; ma è molto più semplice fuggire dal processo, portarsi via la palla e non giocarla quella partita. E allora lascio agli atti di questo Parlamento quanto sia urgente una riforma della giustizia, quanto sia necessario dimezzare i tempi della giustizia e, al contempo, sospendere la prescrizione anche prima della sentenza di primo grado, perché non ci siano più ombre, non ci siano più dubbi e perché è importante ricordare che la giustizia si nega anche quando si impedisce allo Stato di accertare la commissione di un reato.

Anche quella è giustizia negata. L'indagato non dovrebbe pretendere il diritto all'oblio, dovrebbe pretendere un processo celere, un processo veloce, una giustizia efficiente; e, invece, si nasconde dietro la prescrizione. E allora anche basta: questo Parlamento abbia la forza e la voglia di impedire che si possa scappare dai processi. Il MoVimento su questo c'è e lo grida a gran voce. Occorre coraggio: noi ne abbiamo, chi ci sta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Fanno due anni esatti oggi che Alessandro Leogrande non c'è più, portato via a quarant'anni: che dolorosa ingiustizia! Uomo di scrittura, senza che mai quello scrivere, quell'osservare con pazienza, quel chiedersi si risolvesse in qualcosa di disincarnato, di distante. Leogrande aveva un dono che aveva coltivato con gentile determinazione, quello di rendere prossime le cose e le persone, i luoghi della sua attenzione, della sua curiosità tattile, della sua inquietudine; come Taranto, già, la sua città, che proprio oggi, grazie a un'iniziativa di cui ringrazio il sindaco Rinaldo Melucci, ha chiuso un cerchio che era rimasto aperto, riconoscenza e riconoscimento, l'intitolazione di un tratto di lungomare ad Alessandro.

Chi se ne importa di targhe e cippi, magari ci avrebbe ironizzato per primo lui. E però oggi, che sono passati due anni esatti, che un tratto di mare di quella città sofferente porti il suo nome, lo sussurri a chi passa, come le frontiere che Leogrande attraversava e interrogava, mi sembra degno e giusto. Un pensiero da quest'Aula a lui e al padre Stefano, che non resse a tanta sofferenza, che oggi non si placa, ma che torniamo a nominare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Presidente, colleghi, intervengo per esprimere la mia - e, credo, la nostra - solidarietà al popolo albanese, colpito in queste ore da un violento terremoto, avvertito anche in molte regioni del Sud Italia. Le notizie che si susseguono in queste ore ci informano di pesanti conseguenze in termini di perdite di vite umane, di feriti e di distruzioni, e ancora una volta ci mettono di fronte ad una realtà drammatica, fatta di perdite e di dolore che noi italiani conosciamo bene. La nostra sincera vicinanza va a quanti sono stati colpiti nelle loro vite e negli affetti, oltre la solidarietà agli amministratori e ai soccorritori. L'Albania è, come l'Italia, un Paese di emigrazione, e sono certa che gli albanesi in Italia, anche se lontani, sapranno fare la loro parte ed esprimere concretamente il loro sostegno, come pure la comunità Arbëreshë italiana, di cui anch'io faccio parte.

I nostri legami con l'Albania sono antichi, ma si sono rinnovati di recente, come dimostra la consistente e vivace comunità italiana che lì vive, lavora e studia. Per questa ragione viviamo con ancora più apprensione quanto è accaduto, soprattutto per i tanti che hanno parenti e conoscenti nelle zone del sisma. Ora è il momento dei soccorsi e della solidarietà, e l'Italia non farà mancare il proprio sostegno. Ringrazio il Governo per quanto fatto finora, le squadre di specialisti e di soccorritori che già si trovano sul posto, il Ministero degli esteri per aver attivato l'unità di crisi della Farnesina e la nostra rete consolare locale. Esorto il Governo a fare in modo che ai nostri connazionali che intendono rientrare in Italia in queste ore convulse vengano garantiti tutti i servizi e l'assistenza necessari per affrontare il viaggio di ritorno con serenità. Un grazie particolare alla nostra comunità italiana e al suo associazionismo, impegnato in queste ore a fornire informazioni e aggiornamenti in tempo reale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire, anche se già questa mattina altri colleghi, tra cui l'ex Viceministro Edoardo Rixi, hanno toccato questo argomento, perché è una questione a me molto cara, cioè quella dei danni causati dal maltempo in Liguria, nella mia Liguria, in particolare come ci hanno raccontato le cronache degli ultimi giorni, nella mia provincia, Savona. L'ondata di maltempo che si è scagliata lo scorso fine settimana ha colpito in maniera profonda una terra già in grande difficoltà sotto il profilo dei collegamenti e del dissesto idrogeologico. La conta dei danni, per fortuna senza vittime, traccia uno scenario molto preoccupante e parla di una regione nuovamente martoriata, nuovamente ferita, nuovamente in ginocchio.

Maltempo, piogge torrenziali, mareggiate, fiumi esondati, allagamenti, abitazioni sfollate, attività commerciali inondate, frane, smottamenti, strade distrutte, e come se il tragico crollo del ponte Morandi lo scorso anno non avesse rappresentato un colpo durissimo per tutta la Liguria e per tutto il Paese, lasciando un territorio isolato e in mancanza di collegamenti, domenica abbiamo assistito a un nuovo impressionante crollo, quello del viadotto autostradale tra Savona e Altare; un evento che isola nuovamente e ulteriormente il Ponente ligure e la Val Bormida. Un isolamento che colpisce le fabbriche, le aziende, il trasporto, il porto, i lavoratori, tutto il tessuto economico del territorio. I danni per le aziende in provincia di Savona potrebbero superare i 100 milioni di euro. Più volte la Liguria e i liguri hanno dimostrato al mondo la propria resilienza, rimboccandosi le maniche per rialzare la testa.

Lo faremo ancora, per l'ennesima volta, dopo l'ennesimo colpo subito, ma serve l'aiuto di tutti, a cominciare da quello delle istituzioni; serve un'azione comune, rapida, per porre rimedio all'emergenza, ripristinare i collegamenti venuti a mancare, ponendo fine all'isolamento, e, come la Lega ripete da tempo, investimenti per infrastrutture moderne, funzionanti, ad esempio lo sblocco del raddoppio ferroviario Genova-Ventimiglia o l'Albenga-Carcare-Predosa, solo per citarne alcune.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SARA FOSCOLO (LEGA). Nell'interesse dei cittadini la Liguria deve rialzarsi e tornare a recitare un ruolo da protagonista nell'economia di tutta l'Italia. Bisogna fare presto perché non c'è più tempo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Sono vergognose e intollerabili le parole del consigliere della Lega di Casalecchio di Reno, che ha pubblicato un post su Facebook in cui si legge: il 90 per cento delle denunce di violenza di uomini su donne sono false e vengono archiviate, intasando procure e tribunali, ma questo non fa notizia. Beh, quello che fa notizia sono le parole, sono queste parole gravi e irresponsabili. Soprattutto quando si ricoprono cariche politiche, è necessario comprendere che le proprie parole hanno un peso politico, oltre che pubblico, e servirebbe per questo motivo un senso alto della responsabilità rispetto a ciò che si dice: qualità che probabilmente non ha il consigliere La Morgia.

Detto questo, io vorrei dire invece alle donne: denunciate, fatevi coraggio e denunciate le violenze subite, perché lo Stato è con voi, è al vostro fianco, e ci stiamo sempre di più attrezzando per fare in modo che questo aiuto sia concreto, rapido ed efficace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, nel Nord del Paese, in particolare in Piemonte, ancora una volta abbiamo avuto giornate di intenso maltempo: grande timore per le incessanti piogge, fiumi straripanti, molti danni sia a proprietà pubbliche che private e, purtroppo, ancora una volta una famiglia piemontese sta piangendo una vittima.

Ma questo mio intervento è per ringraziare i moltissimi volontari della protezione civile, che durante l'allerta arancione e rossa hanno, ancora una volta, indossato divisa e scarponi e sono scesi in strada per garantire la nostra sicurezza. Sabato sera, come d'altra parte anche molti dei miei colleghi parlamentari, sono andato in visita a volontari della Protezione civile durante l'allerta rossa, e in particolare alla Protezione civile di Borgofranco d'Ivrea, uno dei tantissimi gruppi usciti sabato sera: 200 ore di servizio svolte dalla squadra durante i due giorni di allerta. Un grazie a loro per il loro volontariato, un vero e proprio atto di amore per il territorio, e, per estensione, naturalmente, un grazie a tutte le donne e gli uomini della Protezione civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Signora Presidente, lo scorso 1° marzo, circa nove mesi fa, insieme al collega Martina avevamo presentato un'interrogazione urgente all'allora Ministro dell'interno Matteo Salvini per i fatti che sono avvenuti a Firenze lo scorso 27 febbraio, in seguito alla partita di Coppa Italia tra Fiorentina e Atalanta. Abbiamo sollecitato più volte l'ex Ministro con reiterate richieste, sempre cadute nel vuoto e nel dimenticatoio.

È di ieri invece la notizia della notifica a 28 tifosi dell'avvio di un provvedimento amministrativo a loro carico; le contestazioni sono serie e gravi. Queste notizie non rallegrano di certo nessuno: oggi come sempre noi condanniamo convintamente qualsiasi disordine ed uso di violenza. Tuttavia, questi fatti si aggiungono e sono diversi da quanto è avvenuto prima nel casello di Firenze Sud, quando i pullman di tifosi bergamaschi sono stati fermati dalle forze dell'ordine: allo stop dei convogli che rientravano verso Bergamo sono seguiti incidenti con diversi feriti, per la maggior parte tifosi. Le ricostruzioni e le testimonianze dirette, anche da parte degli autisti, hanno lasciato davvero tutti attoniti.

È questa una vicenda su cui è necessario fare chiarezza totale per accertare l'esatta dinamica dell'accaduto e le responsabilità. Chiediamo quindi oggi al nuovo Ministro dell'interno di colmare le inadempienze del suo predecessore, rispondendo all'interrogazione e chiarendo quanto è avvenuto in quelle giornate, in quelle precise circostanze, in quella sera nei pressi del casello di Firenze Sud (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 27 novembre 2019 - Ore 10:

(ore 10 e ore 16,30)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. (C. 2211-A)

Relatrici: PEZZOPANE e TERZONI.

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti. (C. 2222-A)

Relatrici: CASA, per la VII Commissione; SERRACCHIANI, per la XI Commissione.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

DORI ed altri: Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori. (C. 1524-A)

e dell'abbinata proposta di legge: MELONI ed altri. (C. 1834)

Relatrice: D'ORSO.

4. Seguito della discussione delle mozioni Muroni, Orlando, Ilaria Fontana, Fregolent ed altri n. 1-00181, Molinari ed altri n. 1-00298, Meloni ed altri n. 1-00299 e Labriola ed altri n. 1-00300 concernenti iniziative in relazione all'emergenza climatica e ambientale .

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 7 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 18 il deputato Anzaldi ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 18 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 i deputati De Filippo e Rospi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Pella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 32 e 38 il deputato Di Muro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato D'Ippolito ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 39 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 42 alla 44 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 46 e 47 il deputato Andrea Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 49 la deputata Gobbato ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 50 e 51 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 51 e 52 il deputato Golinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 67 il deputato Federico Conte ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2211-A - em. 1.10 475 475 0 238 207 268 73 Resp.
2 Nominale em. 1.11 469 469 0 235 204 265 73 Resp.
3 Nominale em. 1.21 465 465 0 233 203 262 73 Resp.
4 Nominale em. 1.22 464 464 0 233 208 256 73 Resp.
5 Nominale em. 1-bis. 3 472 472 0 237 108 364 73 Resp.
6 Nominale em. 1-bis. 7 467 467 0 234 207 260 73 Resp.
7 Nominale em. 1-bis. 11, 1-bis. 44 474 474 0 238 209 265 73 Resp.
8 Nominale em. 1-ter. 21 464 464 0 233 206 258 73 Resp.
9 Nominale em. 1-ter. 25 466 364 102 183 106 258 73 Resp.
10 Nominale art. agg. 1-ter. 031 464 464 0 233 205 259 73 Resp.
11 Nominale art. agg. 1-ter. 036 466 466 0 234 208 258 73 Resp.
12 Nominale art. agg. 1-ter. 037 465 465 0 233 207 258 72 Resp.
13 Nominale em. 2.510, 2.511 466 466 0 234 466 0 72 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2. 700 471 270 201 136 270 0 72 Appr.
15 Nominale em. 2. 13 467 467 0 234 207 260 72 Resp.
16 Nominale em. 2. 30, 2.76 461 461 0 231 204 257 72 Resp.
17 Nominale em. 2. 32, 2.33 455 455 0 228 204 251 72 Resp.
18 Nominale em. 2. 36 459 459 0 230 202 257 72 Resp.
19 Nominale em. 2. 46 472 471 1 236 208 263 71 Resp.
20 Nominale em. 2. 500 472 471 1 236 207 264 70 Resp.
21 Nominale em. 2. 55 462 461 1 231 203 258 70 Resp.
22 Nominale em. 2. 57 470 470 0 236 207 263 70 Resp.
23 Nominale em. 2. 64 469 469 0 235 106 363 69 Resp.
24 Nominale em. 2. 67 452 452 0 227 199 253 69 Resp.
25 Nominale em. 2. 61 467 467 0 234 203 264 69 Resp.
26 Nominale art. agg. 2.04, 2.06 464 464 0 233 205 259 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2-bis.13 460 460 0 231 202 258 69 Resp.
28 Nominale em. 2-bis.500, 2-bis.501 463 463 0 232 462 1 69 Appr.
29 Nominale art. agg. 2-bis.019, 2-bis.021 467 467 0 234 200 267 68 Resp.
30 Nominale art. agg. 2-bis.022, 2-bis.024 469 469 0 235 202 267 68 Resp.
31 Nominale em. 3.44 470 470 0 236 205 265 68 Resp.
32 Nominale em. 3.49 465 465 0 233 200 265 68 Resp.
33 Nominale em. 3.50, 3.51, 3.52 471 471 0 236 204 267 68 Resp.
34 Nominale em. 3.10, 3.12 472 472 0 237 206 266 68 Resp.
35 Nominale em. 3.510 474 474 0 238 473 1 68 Appr.
36 Nominale em. 3.8 470 470 0 236 206 264 68 Resp.
37 Nominale em. 3.13 476 476 0 239 212 264 68 Resp.
38 Nominale em. 3.14 470 470 0 236 209 261 68 Resp.
39 Nominale em. 3.15 466 466 0 234 200 266 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 3.21, 3.550 456 456 0 229 198 258 68 Resp.
41 Nominale em. 3.553 461 461 0 231 198 263 68 Resp.
42 Nominale em. 3.532 458 458 0 230 207 251 68 Resp.
43 Nominale em. 3.501 460 459 1 230 198 261 68 Resp.
44 Nominale em. 3.534 452 452 0 227 196 256 68 Resp.
45 Nominale em. 3.551 450 450 0 226 195 255 68 Resp.
46 Nominale em. 3.554 452 452 0 227 195 257 68 Resp.
47 Nominale em. 3.27 450 450 0 226 192 258 68 Resp.
48 Nominale em. 3.33 454 454 0 228 194 260 68 Resp.
49 Nominale em. 3.500, 3.600, 3.505 459 277 182 139 276 1 68 Appr.
50 Nominale art. agg. 3.051 454 454 0 228 192 262 68 Resp.
51 Nominale art. agg. 3.056 457 457 0 229 194 263 68 Resp.
52 Nominale art. agg. 3-ter.0501, 3-ter.0600 461 461 0 231 459 2 68 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale art. agg. 3-quater.035 462 462 0 232 198 264 68 Resp.
54 Nominale art. agg. 3-quater.036,3-quater.037 462 462 0 232 199 263 68 Resp.
55 Nominale em. 3-quinquies.500 462 462 0 232 202 260 67 Resp.
56 Nominale em. 3-quinquies.700 462 462 0 232 462 0 67 Appr.
57 Nominale art. agg. 3-quinquies.048 458 458 0 230 199 259 67 Resp.
58 Nominale art. agg. 3-sexies.0550 467 467 0 234 207 260 67 Resp.
59 Nominale art. agg. 3-sexies.063 464 464 0 233 204 260 67 Resp.
60 Nominale em. 4.500 467 467 0 234 203 264 67 Resp.
61 Nominale em. 4-bis.501 463 463 0 232 202 261 67 Resp.
62 Nominale em. 4-bis.502 464 463 1 232 200 263 67 Resp.
63 Nominale em. 5.500, 5.510 467 466 1 234 466 0 67 Appr.
64 Nominale em. 5.15 465 464 1 233 202 262 67 Resp.
65 Nominale em. 5-bis.500 465 464 1 233 463 1 66 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 67)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 6.4 460 458 2 230 199 259 66 Resp.
67 Nominale em. 6.5 457 456 1 229 197 259 66 Resp.