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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 245 di giovedì 24 ottobre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Boccia, Brescia, Colletti, Colucci, Delmastro Delle Vedove, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Maggioni, Molinari, Parolo, Pedrazzini, Rizzo, Sisto, Tasso e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,06).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà. Pregherei i colleghi di consentirgli di intervenire. Prego, onorevole Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, colleghi, ieri è successo qualcosa di grave per quello che riguarda le procedure parlamentari. Come lei sa, perché è presente nelle riunioni dei capigruppo, le forze politiche di minoranza hanno la possibilità di chiedere la calendarizzazione di alcuni provvedimenti, che, per definizione, l'Aula tende a garantire, salvo delle ragioni particolarmente rilevanti che richiedono un rinvio del punto e che non possono, però, essere dovute alla incapacità della maggioranza di riuscire a rappresentare una qualche sua forma di presenza in termini politici. A che cosa faccio riferimento, Presidente? Alla mozione che noi abbiamo proposto e che abbiamo chiesto di calendarizzare ormai almeno un mese fa, la mozione sulle libere professioni: una mozione di indirizzo che serviva a far trattare un argomento rilevante per questa nostra nazione in quest'Aula.

Una mozione è un atto di indirizzo, non vincola economicamente il Governo, lo impegna su alcune vicende e vincola, dal nostro punto di vista, anche le forze politiche a una cosa: a prendere posizione, a dire da che parte stanno, a dire, sui punti contenuti tra gli impegni, che cosa pensano.

Noi abbiamo presentato la nostra mozione sulle libere professioni, abbiamo avuto altre forze politiche - i colleghi della Lega - che hanno presentato una loro mozione, non so chi altro l'ha fatto; sicuramente non l'ha fatto la maggioranza, una maggioranza che si dimostra incapace di trovare accordo anche su una mozione, anche su temi del vissuto quotidiano.

E che cosa fa una maggioranza incapace di prendere posizione? Non si scusa per questa incapacità, come avrebbe dovuto fare, non sceglie di votare le mozioni degli altri in senso positivo o negativo, cosa che il Regolamento permette e che è insita nel dibattito parlamentare; sceglie di prevaricare un diritto delle minoranze, impedendo loro di assumere posizione, impedendo al Parlamento di trattare questo argomento, e lo fa a maggioranza, ieri, impedendo a questo Parlamento di trattare, oggi, un argomento che noi riteniamo vitale per questa nazione, perché i professionisti sono un investimento per questa nazione, i lavoratori autonomi sono un investimento per questa nazione. Riuscire a trattare questo argomento significa rendere atto alle famiglie che hanno investito su di loro, che li hanno fatti studiare, a loro che si sono impegnati negli anni, a loro che continuano a dare lavoro nonostante gli stipendi da fame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a volte inferiori al reddito di cittadinanza, di poter trattare questo argomento in quest'Aula. Come? In maniera ideologica? No (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! A trattare questo argomento entrando nelle loro richieste, perché Fratelli d'Italia quella mozione non l'ha costruita dentro una stanza: l'ha costruita parlando con i rappresentanti degli ordini, parlando con i professionisti e le loro rappresentanze, con le loro associazioni, passando giorni interi insieme ai tanti colleghi, che ringrazio, di Fratelli d'Italia, che sono professionisti essi stessi, giornalisti, medici, architetti, ingegneri, che sentono questo problema sulla pelle e che hanno raccolto le istanze provenienti da un popolo in sofferenza, che dà 4 milioni di posti di lavoro, che rappresenta il 14 per cento del prodotto interno lordo in questa nazione.

Questo Parlamento doveva parlare oggi di questo argomento e non lo farà, perché la maggioranza non è in grado di dire la sua su questo argomento. Ed è, questo atteggiamento della maggioranza, anche particolarmente arrogante, perché di solito si usa la cortesia, tra colleghi, di chiedere un rinvio, e vado a concludere. Ci saremmo aspettati dai colleghi capogruppo della maggioranza una richiesta: non siamo pronti, non trattiamo questi temi perché dobbiamo capire quali tasse imporre al popolo, dobbiamo capire quali modalità ci possano tenere saldamente incollati alle nostre poltrone, non abbiamo tempo di parlare dei problemi reali della gente.

Non lo hanno fatto, non lo ha fatto il Partito Democratico, non l'ha fatto Italia Viva, non lo ha fatto LEU, non lo hanno fatto i 5 Stelle. Certo, il capogruppo dei 5 Stelle è difficile da rintracciare, non ce l'hanno! Una forza politica dilaniata dal correntismo ed incapace di eleggere in più di un mese il loro capogruppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) non è capace di rappresentarsi come un soggetto che possa chiederci il rinvio di un punto importante come questo.

Non sappiamo con chi parlare di questa maggioranza e credo che oggi passeremo la giornata qui, insieme, a parlare di tanti problemi, torneremo su questo argomento del rinvio e avremo modo di far capire alla maggioranza che noi ai problemi della gente ci teniamo, e quindi avremo l'occasione, oggi, in questo giovedì e magari in questa giornata di oggi o anche nella giornata di domani, di tornare sull'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei dire al presidente Lollobrigida che io ritengo che lui abbia ragione e che i diritti delle minoranze in quest'Aula di presentare documenti, mozioni, risoluzioni, progetti di legge, debbano essere salvaguardati. Dico adesso quello che pensavo quando ero in minoranza.

È stato chiesto una volta sulla vostra proposta di mozione - che è inerente ad argomenti molto importanti, che noi e gli altri partiti della maggioranza abbiamo trattato anche in altri momenti e che ci siamo impegnati a trattare in un testo che fosse parallelo a quello che il partito di Fratelli d'Italia ha presentato all'Aula - abbiamo chiesto una sola volta (non è un fatto che viene reiterato) un rinvio, perché sia le forze di maggioranza in Aula, sia il Governo, possano arrivare alla discussione e alla votazione della vostra mozione, che mi auguro avvenga il prima possibile, cioè la settimana prossima appena sarà possibile.

Personalmente e a nome del Partito Democratico, mi prendo l'impegno qui di non accettare nessun altro tipo di rinvio, che non dipende dalla volontà politica, ma dal fatto che un testo, che risponde ad alcune delle istanze che il vostro testo propone e che la maggioranza ha già elaborato, incontri tutti i dovuti pareri che sono necessari dei ministeri, a copertura di quanto lì espresso.

Noi, che oggi sediamo in maggioranza, non ci dimentichiamo di quando sedevamo in minoranza e, quindi, difenderemo sempre il diritto dei colleghi di minoranza a vedere preservati gli spazi delle minoranze in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Grazie, Presidente. Anch'io per associarmi alla protesta del gruppo di Fratelli d'Italia. Già in questa legislatura, ma per la verità anche nelle legislature passate, avevo chiamato il rispetto non della prassi, che per la verità è contraria, ma di quanto prevede l'articolo 24 del nostro Regolamento, ossia che gli argomenti inseriti in calendario all'ordine del giorno su richiesta dei gruppi di opposizione sono di norma inseriti al primo punto di quell'ordine del giorno. È una delle poche caratteristiche del nostro Regolamento di dare l'opportunità ai gruppi di opposizione di inserire delle norme nel calendario dei lavori; naturalmente la maggioranza poi ha il diritto di bocciare nel merito quelle proposte dell'opposizione, ma l'opposizione ha il diritto di vedere portate al voto quelle proposte.

Quindi, credo che questa prassi per la quale, all'interno della Conferenza dei capigruppo o in Aula con un voto sull'ordine dei lavori, le proposte dell'opposizione, già di per sé non inserite al primo punto dell'ordine del giorno… ma lo capisco, in questo caso c'è un decreto, c'è una ragione di urgenza, per cui il decreto può avere la priorità, credo però che questa sia una cattiva prassi. Quindi, Presidente, io propongo questo - non faccio parte della Conferenza dei capigruppo, non faccio parte della Giunta per il Regolamento, quindi sono libero anche rispetto a questi organismi ordinatori dei nostri lavori - di inserire per la prima seduta della prossima settimana, al primo punto all'ordine del giorno, la mozione richiesta dal gruppo di Fratelli d'Italia.

Mi dite c'è un decreto, il decreto scade; d'accordo, anticipiamo l'inizio della seduta di martedì di due-tre ore, in modo da poter, prima dell'orario che era stato preventivamente fissato per discutere il decreto-legge, discutere nel frattempo la mozione del gruppo di Fratelli d'Italia. Credo che sarebbe un modo per contemperare entrambe le esigenze: la esigenza, attualmente, di convertire in tempo il decreto, che è un'esigenza oggettiva, alla quale il Parlamento deve rispondere, ma anche di rispettare alla lettera - e non solo con prassi contrarie o un pochino contraddittorie - i diritti dei gruppi di opposizione, quanto previsto dall'articolo 24 e di assicurare il voto alla mozione presentata dai colleghi di Fratelli d'Italia, alla quale poi si sono associati anche altri gruppi.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vito.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, per un richiamo al regolamento…

PRESIDENTE. Sì, l'ho sentito il suo richiamo al Regolamento, ma penso di dover una risposta al suo capogruppo, prima del suo richiamo al Regolamento, e alle osservazioni che hanno fatto l'onorevole Fiano e l'onorevole Vito.

In punto di diritto, anzi, in punto di Regolamento, più di diritto, onorevole Lollobrigida, le obiezioni che lei ha sollevato hanno numerosi precedenti, che – la prego di credermi – non glieli leggo, ma il primo fa riferimento alla seduta del 29 settembre 1998, sulla richiesta di rinvio di un provvedimento messo in quota di opposizione. E le richieste, anche diciamo per memoria parlamentare del sottoscritto, sono state da entrambi i lati, maggioranza e opposizione, reiterate più volte. Qui non si mette in discussione l'articolo 24, che prevede l'inserimento all'ordine del giorno di un argomento proposto dall'opposizione, ma la possibilità di un suo rinvio. La fattispecie dell'articolo 24, come lei sa, è stata rispettata, considerando anche la presenza di un decreto. Mi sembra che, dal punto di vista regolamentare, le cose che ha fatto chi stava qui alla Presidenza sono state nel pieno rispetto delle regole.

Lei fa delle considerazioni anche di carattere politico, a cui il collega Fiano mi sembra abbia risposto, per quanto attiene insomma la posizione della maggioranza. Io invito i gruppi, se questo è possibile e se questo trova una strada percorribile, di verificare le intese per portare, come lei giustamente chiede, la sua mozione in discussione in tempi rapidi. La Presidenza si farà carico di recepire, naturalmente, le intese tra i gruppi. Ne parlerò immediatamente con il Presidente Fico, per consentire che la mozione venga discussa in tempi rapidi, come mi sembra di avere inteso per le vie formali, cioè dall'intervento dell'onorevole Fiano, e anche per via informale, dagli interventi degli altri rappresentanti dei gruppi di maggioranza. Quindi, se questo percorso è possibile, mi sembra che questo naturalmente va incontro alle richieste da lei presentate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, io la ringrazio per la risposta che lei ci ha voluto fornire, ma in termini di precedenti, visto che ne ha evocato uno del 1998, che ben ricordo, mi permetto anch'io fare un riferimento. È la motivazione soprattutto che qui stona, perché noi stiamo parlando di atti di indirizzo e la motivazione del rinvio, come lei potrà verificare dal verbale stenografico, non è stata neppure la mancanza del parere del Governo al riguardo, ma l'impossibilità da parte della maggioranza di presentare una propria mozione. Ora - me lo consenta - questa motivazione è una motivazione in sé inesistente. Inesistente perché la discussione generale è stata fatta lunedì, la mozione è stata presentata entro i termini di Regolamento, ed anzi in anticipo rispetto al termine ultimo del Regolamento, per favorire la possibilità ad altri gruppi di presentare mozioni concorrenti, tant'è vero che qualcuno ha inteso presentarla.

Allora, se passa il principio per cui il rinvio viene ancorato ad una mancanza di una presentazione di un documento non previsto dal Regolamento… perché il Regolamento non obbliga al fatto che vi siano mozioni concorrenti, il Regolamento disciplina la discussione delle mozioni. Ve ne può essere anche una e una sola.

Noi non avevamo la pretesa che la nostra mozione fosse approvata in toto o approvata in parte. Potevate anche respingerla in toto. Avreste avuto qualche difficoltà, poi, a giustificarla di fronte agli ordini professionali, che sono stati, come diceva prima il presidente Lollobrigida, adeguatamente ascoltati sul punto e che hanno fornito la loro opinione sulla nostra mozione.

Ma, lei vede, se la motivazione non è più di carattere tecnico, ma diventa di carattere politico, allora vi è una prevaricazione della maggioranza rispetto all'opposizione, su un documento che, tra l'altro, è un atto di indirizzo. Non è un emendamento, non è un atto conclusivo, è soltanto un atto di indirizzo. Quindi, io penso che la violazione del Regolamento, quanto alla lettera del Regolamento stesso, vi sia stata nella motivazione, non nel fatto di poter rinviare il punto in esame, perché quello ha, come lei detto, dei precedenti, ma diversamente giustificati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, ci sono almeno cinquanta precedenti di questi fatti e la Presidenza non ha mai sindacato le motivazioni. Sarebbe pericoloso che la Presidenza vada a sindacare le motivazioni e, soprattutto, l'Aula, nella sua legittimità - e su questo credo che condividiamo tutti che l'Aula è sovrana su questo – ha il diritto di votare e di esprimersi. Quindi, su questo io continuerei a invitare, soprattutto inviterei i colleghi della maggioranza, a verificare con il capogruppo Lollobrigida il percorso per la mozione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà. Su che argomento?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Stamattina noi eravamo convocati alle 8 e 30, le Commissioni difesa congiunte, per ascoltare il Cocer sul riordino delle carriere. Vorrei far notare che, con la calendarizzazione odierna, alle 10, di due argomenti importanti, non è stato possibile ascoltare tutte le risposte dei rappresentanti militari, a cui sono stati dati cinque minuti, per il rappresentante principale, e a tutti gli altri tre minuti. Tant'è che la vicepresidente che presiedeva, dei 5 Stelle, ha dovuto chiedere ai rappresentanti del Cocer di eliminare i preamboli dai loro discorsi.

Allora, io le chiederei, Presidente, di chiedere a tutti una calendarizzazione dei lavori, in Commissione e Aula, che permetta ai rappresentanti e ai deputati di potere partecipare serenamente ai lavori. Io stamattina sono dovuto andare via da quella riunione, perché al Senato, peraltro, in quella sala, non funzionava il wi-fi, dovevo presentare degli ordini del giorno e non c'era il tempo materiale per lavorare e ascoltare le risposte.

Secondo me, un argomento come quello del riordino delle carriere non può essere calendarizzato in questo modo, soprattutto dando tre minuti a ogni rappresentante del Cocer militare, che da tempo attendeva l'audizione.

Chiederei, quindi, Presidente, di chiedere alla maggioranza di coordinare i lavori in maniera corretta e, soprattutto, a non ci costringere a rinunciare o a scegliere provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, collega. Credo che questo sia un argomento che è legittimo nella sua osservazione politica, anche di carattere politico, che va discusso in sede di Commissione, dove naturalmente il calendario dei lavori della Commissione consente di riunirsi tutti i lunedì e tutti i venerdì per fare anche le audizioni, come lei ha richiesto.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (A.C. 2100-A) (ore 10,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2100-A: Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, respinto l'emendamento 5.1 Iezzi.

Ricordo, altresì, che sono stati accantonati gli emendamenti 1.56 Maurizio Cattoi, 1.102 Ceccanti, 1.85 Sisto e 4-bis.2 Zanella.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2100-A)

PRESIDENTE. Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 1.56 Maurizio Cattoi e 1.102 Ceccanti sono stati ritirati dai presentatori. Chiedo al relatore, deputato Fiano, di esprimere il parere sugli emendamenti 1.85 Sisto e 4-bis.2 Zanella.

EMANUELE FIANO, Relatore per la I Commissione. La ringrazio, Presidente. Do parere positivo, favorevole, all'emendamento 1.85 Sisto e invito al ritiro o parere contrario all'emendamento 4-bis.2 della collega Zanella.

PRESIDENTE. Il Governo? Lo deve dire al microfono. Uno sforzo…

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario.

Siamo, quindi, all'emendamento 1.85 Sisto, in relazione al quale, nella seduta di ieri, era stata avanzata, dal gruppo di Forza Italia, la richiesta di scrutinio segreto. Risulta alla Presidenza che tale richiesta sia stata ritirata. È stata ritirata? Mi viene confermato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, sono lieta che il Governo e il relatore abbiano deciso di accogliere questo emendamento - che chiedo, peraltro, di sottoscrivere - che si poneva necessario…

PRESIDENTE. Colleghi, chiederei maggior silenzio in Aula…chiedo scusa, onorevole Montaruli…colleghi, chiederei maggior silenzio in Aula, a cominciare dai banchi del Governo che non devono essere disturbati…

Prego, collega.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). È un emendamento che si rendeva assolutamente necessario, Presidente, però…diventa veramente difficile. Io la ringrazio perché ha richiamato l'Aula, però, con questo via vai e con questo vociferare mi risulta difficile poter continuare l'intervento in modo composto, quindi, attendo che l'Aula sia un po' più silenziosa.

PRESIDENTE. Collega, la richiamo io l'Aula…l'ho richiamata; lei ha una voce forte e squillante e la stiamo seguendo.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Però, oggi, ho mal di gola.

PRESIDENTE. Allora, in considerazione anche del mal di gola della collega, richiamerei di nuovo cortesemente i colleghi a fare maggior silenzio.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Come dicevo l'emendamento Sisto si rendeva assolutamente necessario, volto a correggere, solo sul piano della pena edittale, la norma prevista dal testo che noi oggi andiamo ad approvare e, tuttavia, la norma si presenta ancora con delle notevoli criticità, laddove equipara…

PRESIDENTE. Onorevole, fermiamo i lavori fin quando i colleghi non si accomodano. Non c'è problema. Colleghi, inviterei in particolare i colleghi responsabili d'Aula dei gruppi a chiedere maggior silenzio. Onorevole Del Grosso lei non mi ha ascoltato perché è impegnato in un'altra conversazione. Chiederei cortesemente ai colleghi di consentire il silenzio nell'Aula, perché altrimenti la collega, giustamente, ritiene difficile intervenire.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Come dicevo, nonostante la modifica che il Governo ha accolto del limite edittale, rimane la criticità comunque dell'articolato nel comma 11, laddove ancora una volta equipara l'omissione di comunicazione rispetto alla comunicazione di fatti non veritieri, dal punto di vista della costruzione della fattispecie di reato e, soprattutto, dell'elemento soggettivo, perché ci rimane assolutamente difficile comprendere in che modo si possa andare a verificare e ci si possa andare a difendere dall'accusa di avere omesso con dolo una comunicazione, un elemento essenziale, secondo quanto riportato dal legislatore; diventa veramente difficile, lo ripeto, per lo sfortunato indagato potersi difendere sotto questo profilo. Allora, noi certamente ci rallegriamo per il fatto che il Governo e la maggioranza abbiano accettato di modificare sotto il profilo della pena edittale, accogliendo l'emendamento Sisto, ma rimane comunque la criticità rispetto alla struttura e a come è scritta la norma per identificare tutti gli elementi essenziali del reato che si vanno qui a individuare.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, non riesco a sentire il mio collega, però! Se ci da una mano…..

PRESIDENTE. Onorevole Montaruli, vada avanti…Guardi, l'unico urlo che sento è il suo collega. Guardi, collega, l'unico urlo che sento è il suo, però.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, oggettivamente, io sono qui e sento un vociferare che è davvero fastidioso. Io ho provato più volte ad andare avanti e lo sto facendo esaurendo il mio tempo…

PRESIDENTE. Onorevole Montaruli, quest'Aula è nota a tutti i colleghi…

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Di conseguenza, accogliamo, quindi, con favore questo cambiamento di rotta, che però è un cambiamento di rotta devo dire assolutamente parziale che non va ….

PRESIDENTE. Collega Adelizzi… collega Adelizzi… stiamo cercando di ottenere il silenzio in Aula. Grazie.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Come dicevo, è una modifica assolutamente parziale che va nella forma ma non va nella sostanza. Mi preme, però, anche ricordare come, grazie alla modifica, l'indagato potrà cercare di accedere alla messa alla prova e, di conseguenza, restaurare lo stato dell'eventuale maltorto, accedendo a un rito certamente più snello rispetto a quello previsto inizialmente dai proponenti e, di conseguenza, andando anche a snellire quelle che sono le procedure nell'ottica di un ordinamento giudiziario che deve andare sempre più verso la carcerazione soltanto nei casi limite, come peraltro è previsto dai principi generali del nostro ordinamento e del nostro codice penale. Quindi, poi, peraltro, questo avrà delle ripercussioni sull'approvazione e sull'applicazione della legge 231 e quindi sulla legge della responsabilità degli enti, che, ricordiamo, hanno una figura giuridica un po' ibrida all'interno del processo penale e, anche sotto questo profilo, quindi, auspichiamo che attraverso questa modifica ci sia assolutamente uno snellimento anche sotto questo profilo nei confronti degli enti.

Quindi, lo ripeto, con molta positività accogliamo questa modifica proposta dal collega Sisto, che si dimostra sempre lungimirante nelle sue proposte che hanno a che fare con la giustizia, ma riteniamo ancora parziale l'accoglimento da parte della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). La collega Montaruli ha sicuramente spiegato in modo ineccepibile le ragioni per le quali apprezziamo il fatto che il Comitato dei nove, contrariamente alla decisione iniziale di ieri, abbia convenuto sulla necessità di approvare questo emendamento. Purtuttavia, noi riteniamo che questo emendamento non è risolutivo rispetto al complesso normativo del provvedimento in esame e, in ragione di ciò, io esprimo le mie riserve al riguardo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Nella confusione di quest'Aula che, come lei dice, conosciamo, però, di fatto, le parole importanti della collega Montaruli ci hanno posto alcuni dubbi su che cosa bisogna fare in merito a questo emendamento. Ragioneremo rispetto alle parole del collega Sisto ieri e anche di quelle dell'onorevole Fassino che ha fatto un'affermazione anche poco comprensibile. Lui dice: io ho sempre votato secondo quello che dice il partito, vi invito, però, a fare diversamente. Anche questo stiamo cercando di appurare e nei prossimi interventi vedremo di valutare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo a sottolineare quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto e dal capogruppo Lollobrigida rispetto alle perplessità che riguardano la parte in questione, anche rispetto a quanto il collega Sisto ha più volte sottolineato. Credo che il Comitato dei nove ancora una volta, benché abbia cercato in qualche modo di raddrizzare il tiro, lo abbia fatto in modo non esaustivo, ma direi alquanto maldestro. È proprio vero quello che si dice che non c'è vento a favore per nessun marinaio che non sa dove andare. Abbiamo perso tempo, potevamo realizzare qualcosa di più compiuto rispetto a quello che era nelle nostre intenzioni, ma credo anche nelle parole del collega Sisto. Quindi, decideremo come porci rispetto al nostro voto in tal senso e, ovviamente, auspichiamo che anche per i successivi provvedimenti ci sia maggiore ascolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, ho apprezzato l'intervento della collega Montaruli, ma non mi trova perfettamente d'accordo sul fatto che l'approvazione di questo emendamento sia un parziale successo della linea garantista e un parziale successo anche delle opposizioni. Io credo, invece, che sia un momento molto importante, perché è bastata la richiesta di scrutinio segreto a far impallidire la maggioranza.

Mi complimento inoltre con l'onorevole Fiano per la grandissima capacità strategica di aver messo la palla in calcio d'angolo, accantonando l'emendamento e probabilmente aver lavorato tutta questa notte per farlo approvare. È un segnale importante, è un segnale di debolezza e di fragilità della maggioranza, e quindi credo che vada giustamente sottolineato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà. Onorevole Sasso, prego. Onorevole Sasso (Commenti)…Guardi, l'onorevole Foti è venuto qui a indicare la sua iscrizione ad intervenire, quindi evidentemente il problema è della volontà del gruppo di Fratelli d'Italia, insomma, di farsene proprio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego, onorevole Sasso, prego.

Mi scuso, mi sono affidato all'onorevole Foti… Prego, onorevole Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA). Signor Presidente, una volta per tutte: l'unico vero originale onorevole Sasso in quest'Aula sono io (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Va bene. Ne prendiamo…

ROSSANO SASSO (LEGA). Il collega di Fratelli d'Italia, amico, fratello, si chiama Deidda: “Sasso” è un soprannome, non cada più in questo tranello, almeno lei Presidente Rosato. La ringrazio.

PRESIDENTE. La fiducia della Presidenza nei confronti dei gruppi deriva anche dalla possibilità che questi episodi non accadano, onorevole Foti. Mi sembra uno scherzo di cattivo gusto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, no, la rassicuro che non è uno scherzo, perché anche i miei colleghi non sanno come mi chiamo di cognome, ed è grave. Pensano ancora che sia Sasso.

Rimanendo sull'emendamento, concordo sui dubbi che questo emendamento sani del tutto il problema creato da questa legge. Se n'è parlato veramente poco di questa normativa, sebbene molto importante, anche se al centro del dibattito internazionale e delle varie nazioni. Forse dovremmo approfondire molto di più l'argomento, su quello che succede sui reati, su chi trasgredisce le norme; inviterei quindi ad un'ulteriore riflessione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, il collega Sisto sicuramente non è l'ultimo dei ciarlatani, anzi è un finissimo giurista, e quindi il suo emendamento sicuramente è stato concepito con l'occhio attento del giurista garantista. Ciò nonostante, non mi trovo del tutto d'accordo, e quindi intervengo in dissenso con la collega Montaruli, perché l'accoglimento di questo emendamento senza una più dettagliata ed approfondita riflessione sull'assetto complessivo nel quale va a collocarsi, rischia di non essere in sintonia con la ratio di fondo di questa proposta di legge; e di conseguenza anch'io mi associo a quanto detto da alcuni colleghi in dissenso e chiedo una maggiore riflessione sul tema (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Indubbiamente l'analisi di questo emendamento impone una riflessione, quindi anch'io mi esprimo in dissenso rispetto alla collega Montaruli, proprio perché la ratio di questo emendamento fonda le basi su degli aspetti giuridici. Sono state richiamate anche delle sentenze, quindi l'argomento e il contesto di questo articolato pare molto complesso. Invito anch'io a un'ulteriore riflessione, e mi riporto anche a quanto detto dai miei colleghi (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io credo che questo emendamento ponga due ordini di problemi. Il primo è nel merito, e l'onorevole Montaruli lo ha analizzato in maniera abbastanza dettagliata, sebbene permangano, almeno da parte mia, delle riserve in ordine alla quantificazione della dosimetria della pena, che appunto nasconde la volontà del legislatore di sanzionare più o meno gravemente una fattispecie.

E poi pone un problema di ordine politico: lo dimostrano i capannelli che continuano a svolgersi dentro l'Aula, anche mentre noi svolgiamo i nostri interventi, a dimostrazione che, nonostante il pregevole atto dell'onorevole Fiano, che ha rimandato ad oggi la discussione, la notte non ha portato consiglio e, probabilmente, non vi è ancora una piena convinzione su come esprimere il voto. Concludo, ribadendo, quindi, la mia riserva su quanto appena esposto (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, questa che stiamo approvando in questi minuti, in queste ore, è una norma assolutamente importante, strategica, che noi riteniamo debba essere approvata dopo un'ulteriore riflessione. Ieri, con i suoi interventi, l'onorevole Sisto ha sollevato la questione dell'impatto dei nuovi adempimenti che dovranno essere sottoposti a tutti gli operatori del settore e dei loro risvolti penali. Noi, al riguardo, consideriamo questi nuovi adempimenti e questo emendamento non sufficienti alla tutela rispetto all'applicazione che la norma avrà sul territorio. Per questo anch'io parlo in dissenso rispetto a quanto detto dall'onorevole Montaruli, in quanto noi riteniamo che debba essere effettuato un approfondimento ulteriore, che vada anche a tutelare gli operatori (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, io ritengo che il dibattito che si è svolto ieri, e che è stato innescato dalle considerazioni del collega Sisto, sia stato un dibattito che ha portato ad un risultato: ha portato il relatore Fiano a chiedere una pausa di riflessione, e ha portato oggi ad avere un parere favorevole. Devo dire su una cosa di non poco conto, perché non è che si tratta, con questo emendamento, di diminuire semplicemente la pena massima di un reato: la diminuzione della pena massima ha un effetto molto significativo, perché noi sappiamo che, se c'è la pena a 5 anni, è prevedibile la custodia cautelare, se la pena massima è a 3 anni, non c'è la custodia cautelare.

Noi riteniamo che questo sia un passo avanti molto significativo in questo provvedimento. Io ho ascoltato le considerazioni di coloro che ragionano in dissenso nell'ambito del gruppo di Fratelli d'Italia, e mi sono posto una domanda: quindi loro voteranno per mantenere la custodia cautelare rispetto a questo reato? Voteranno questo, Fratelli d'Italia? Io penso che invece ci debba essere una giusta proporzione nella graduazione delle pene, e il relatore ha accolto la tesi di Forza Italia su una proporzionalità tra pene e disvalore del fatto. Noi abbiamo quindi ritirato la richiesta di voto segreto, e riteniamo di votare a favore di questo emendamento (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIUSEPPE BRESCIA, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA, Presidente della I Commissione. Presidente, vorrei cercare di risolvere queste varie situazioni di tensione che si stanno creando nell'Aula, chiedendo 20 minuti di sospensione, in modo, magari, da parlare informalmente con i colleghi e trovare delle soluzioni, se fosse possibile.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, la seduta riprenderà alle ore 11,05.

La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 11,05.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Cortesemente invito i colleghi a prendere posto. Manca il Comitato dei nove, direi. Onorevole Brescia, onorevole Fiano, avete delle comunicazioni? Onorevole Brescia, prego. Colleghi, pregherei il silenzio in aula.

GIUSEPPE BRESCIA, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente. Noi abbiamo risolto quasi tutte le nostre questioni. Quindi, ci servono soltanto altri dieci minuti per concludere, dopodiché saremo pronti per ripartire (Commenti). Chiedo scusa all'Aula per questo disagio.

PRESIDENTE. Mi sembra che il presidente Brescia abbia chiesto dieci minuti con grande cortesia. Se non ci sono obiezioni, riprendiamo alle 11,15.

La seduta, sospesa alle 11,06, è ripresa alle 11,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Colleghi, prendiamo posto. Onorevole Brescia, possiamo andare avanti, bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Pur condividendo la ratio dell'emendamento appena illustrato dalla collega, teso naturalmente ad estendere l'efficacia della norma di cui all'articolo 1, non mi sento di condividere fino in fondo il testo perché resta, credo, una certa complessità nel processo ivi descritto. Per questa ragione, ripeto, pur condividendo quanto sostenuto, esprimo le mie perplessità (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie. Il mio intende essere una sorta di garbato dissenso rispetto alla posizione ufficiale del gruppo. Innanzitutto, però, riconosciamo sia un fatto estremamente positivo che il relatore Fiano e, quindi, anche il Governo abbiano sostanzialmente cambiato idea rispetto all'emendamento che è in discussione e del quale è primo firmatario il collega Sisto. Contrariamente a quanto qualche collega ha detto precedentemente, ritengo invece che la notte abbia portato consiglio: del resto, il tema è stato dibattuto…

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSIO BUTTI (FDI). Ho già finito il mio tempo? Allora, le dico che il mio è un garbato dissenso. L'emendamento affronta il problema ma non lo risolve ed è per questo che necessito di una pausa riflessiva (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, noi siamo felici che sia passata la linea Fassino ieri rispetto a quella più rigida e quasi stalinista dell'amico Fiano. Ma credo anche che l'emendamento non sia risolutivo rispetto al provvedimento in esame: per cui esprimo anch'io le mie grosse perplessità (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega Butti, debbo esprimere un pur garbato dissenso rispetto alla posizione ufficiale del gruppo manifestata dall'onorevole Montaruli. È certamente vero ciò che l'onorevole Sisto diceva l'altro giorno in ordine ad una figura giuridica di reato costruita in termini troppo elastici ed astratti ma, a differenza di ciò che sostiene l'onorevole Costa di Forza Italia, io di Fratelli d'Italia non temo la carcerazione preventiva se stiamo parlando di condotte che, in una maniera o nell'altra, contrastano con la sicurezza pubblica, con la difesa…

PRESIDENTE. Cortesemente, pregherei i colleghi qui sotto di spostarsi un po'… grazie.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Però, Presidente, parla con me? Non percepisco.

PRESIDENTE. Pregavo i colleghi qui sotto. Onorevole Delmastro, lei ha ancora venti secondi, prego concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Non so dove sono arrivato. Va be', comunque, in ogni caso, la ringrazio per avermi interrotto, però il tema è che, al di là di come venga delineata la figura giuridica in termini certamente meno elastici, non è possibile avere orrore per la carcerazione preventiva per ipotesi di condotte che, in una maniera o nell'altra, impattano sulla sicurezza pubblica, sulla difesa, sulla sicurezza militare dello Stato. Ci mancherebbe ancora che in quest'Aula si dicesse che chi commette certi reati non può avere la carcerazione preventiva.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Tanti dubbi e molta confusione quella che avevamo già questa mattina - guardo i colleghi di Commissione - in Commissione Trasporti quando non si è capito bene quello che stava accadendo in Commissione e che poi sarebbe accaduto in Aula. I capannelli e gli incontri che si stanno susseguendo ne sono testimonianza.

Devo dire che è un peccato che l'onorevole e collega Sisto non sia in Aula per poter insieme a noi commentare questo passaggio che, vi ricordo, senza lo spauracchio del voto segreto, molto probabilmente non sarebbe stato preso in considerazione. Pure io, garbatamente, mi esprimo con dei dubbi rispetto alla posizione dell'onorevole Montaruli, pur rispettandone tutti quelli che sono stati i principi ispirativi (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, siamo veramente per esprimere perplessità su questo emendamento poco attento e poco rispondente a quello che volevamo e vogliamo sottolineare.

Voglio anche sottolineare il fatto che in questo disegno di legge si parla del settore ma non si fa mai riferimento alla salute umana, non si fa mai e non c'è in tutto il disegno di legge qualche riferimento a come questo settore possa interferire sulla nostra salute. Credo che questa sia una mancanza molto importante, visto che è un settore così nuovo, un settore ancora in sperimentazione dove purtroppo le malattie rare e i tumori stanno aumentando e nessuno fa riferimento a questo (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io garbatamente in dissenso rispetto alla collega Montaruli. Apprezziamo il fatto che questo emendamento sia stato accettato ed è uno sforzo che, tuttavia, non è risolutivo neppure delle problematiche evidenziate ieri dal deputato Sisto. Abbiamo ancora delle perplessità sull'impostazione, che riteniamo più di forma che di sostanza. Ancora una volta la poca chiarezza, non soltanto nei tempi ma anche nelle correzioni, si conferma una costante di questo Parlamento (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Io mi unisco al ringraziamento in contumacia del collega Sisto per aver presentato questo emendamento, che evidentemente sta aprendo un dibattito in verità distratto in quest'Aula su una tematica molto importante. Mi permetto di sottolineare un aspetto: lo spauracchio - e lo sottolineava opportunamente il collega Trancassini - del voto segreto ha fatto ragionare la maggioranza.

Allora, io mi chiedo Presidente - e concludo - se questo sia un Parlamento libero che prende decisioni liberamente oppure se sia un Parlamento condizionato evidentemente da un voto e da un'espressione di voto (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gemmato. Il vostro gruppo ha già esaurito gli interventi consentiti ai sensi dell'articolo 85, comma 7, del Regolamento.

Ricordo che è stata chiesta la votazione segreta da parte del gruppo di Fratelli d'Italia e, come già annunciato per la precedente richiesta del gruppo di Forza Italia, la votazione è consentita.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, siccome stavamo concludendo con i colleghi un ragionamento che poteva risolvere alcune questioni di cui abbiamo parlato lungamente in quest'Aula a vantaggio dei lavori dell'Aula, chiedo e propongo un'ulteriore sospensione di qualche minuto, se lei pensa possa essere utile a concludere positivamente questa cosa.

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, se lei lo chiede sono certo che sarà utile. Quindi, riprenderemo la seduta alle ore 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa, colleghi.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Quanto all'interlocuzione che abbiamo appena fatto e che ha giustificato poi la richiesta di altri cinque minuti di tempo, voglio dire che chiederò ai capigruppo di mettere martedì, come primo punto all'ordine del giorno, con richiesta di diretta televisiva, la mozione di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Anche a seguito di quanto affermato in precedenza dal collega Fiano, a nome del gruppo del Partito Democratico dichiaro l'adesione alla proposta del collega Silvestri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Come gruppo di Italia Viva per aderire alla proposta del collega del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Fratelli d'Italia).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per associarmi, a nome del gruppo Liberi e Uguali, alla proposta del collega Silvestri (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Fratelli d'Italia).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, voglio ringraziare i colleghi che hanno capito l'importanza di discutere la mozione sui professionisti come primo punto e prima di ogni altra cosa. Ovviamente, accettiamo ben volentieri questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Presidenza si riserverà naturalmente - il Presidente Fico - di organizzare una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo dove verranno svolte le considerazioni dei gruppi, che sono state testé annunciate. Ho capito che c'è una richiesta di ritiro del voto segreto, onorevole Lollobrigida, e di questo ne prendiamo atto. Quindi, diamo tempo un attimo, senza panico e senza agitazione, ai tecnici di modificare l'assetto del voto. Siamo pronti.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.85 Sisto, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis.2 Zanella, su cui c'è un invito al ritiro da parte del relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Non ritiriamo l'emendamento. Le giustificazioni che ci sono state date, prima sbagliate e poi corrette da parte del Governo e che riguardano la riservatezza, non ci convincono. Parliamo di una procedura informativa al Parlamento che - ci permettiamo di ricordare - è l'organo costituzionale che rappresenta la sovranità. Ci permettiamo anche di ricordare che il potere di controllo è quello che le monarchie hanno assegnato in primis alle Assemblee parlamentari.

In questo caso, peraltro, l'emendamento, che riprende il decreto che era decaduto, parla di un cambiamento, una sostituzione di parole da: “contestualmente” a: “tempestivamente e per estratto” e la parola: “contestualmente” era già prevista nel decreto del 2012 sul golden power. Quindi, andare a sostituire con: “tempestivamente e per estratto”. Poi un'informativa, cosa vuol dire? Che il Presidente del Consiglio decide cosa dirci e cosa non dirci; è sicuramente assolutamente anomalo. Quindi, io chiedo di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per associarmi, ho anche sottoscritto l'emendamento dell'onorevole Zanella, perché, in effetti, andandosi a rileggere il testo originario, è già previsto il “contestualmente”, che, in questo caso, non è una questione di pura forma, ma è la sostanza, cioè la sostanza è il controllo del Parlamento sulle attività di sicurezza nazionale, implementate dai servizi, dalla Presidenza del Consiglio, per cui queste attività, nella forma dovuta, con la tutela e il rispetto dovuto a questo tipo di informative, deve essere però trasmessa contestualmente e per intero, non per estratto. Quindi, siamo assolutamente a sostegno, interveniamo a sostegno di questo emendamento. Tra l'altro, siamo stati favorevoli all'articolo 4-bis, che va a rivivificare il decreto cosiddetto sulla golden power, e, quindi, sulla tutela e il rafforzamento della tutela della sicurezza nazionale, ma con le dovute garanzie di trasparenza e di rispetto del Parlamento, perché non vorremmo che poi diventi il cavallo di Troia, da parte della Presidenza del Consiglio, per gestire attività, già molto tutelate dalla normativa nazionale, in maniera assolutamente autonoma, e questo è sempre un rischio. Per cui, in un Paese come l'Italia, è giusto e legittimo che venga tutelato il controllo e la vigilanza del Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.2 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2100-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'ordine del giorno n. 9/2100-A/8 Capitanio, riguardante l'adozione di interventi finalizzati a garantire la sicurezza del settore audiovisivo contro gli atti di pirateria.

Avverto, inoltre, che l'ordine del giorno n. 9/2100-A/34 deve intendersi a prima firma Galantino. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/1 Roberto Rossini, mentre accetta come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2100-A/2 Baldini.

PRESIDENTE. Colleghi! Il sottosegretario adesso facilita la sua lettura.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/2100-A/3 Bergamini, n. 9/2100-A/4 Zanella, n. 9/2100-A/5 Rosso e n. 9/2100-A/6 Maccanti, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/7 Cecchetti con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità”, e non “l'opportunità”. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2100-A/9 Donina, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/10 Corneli con la seguente riformulazione: “valutare la possibilità di rafforzare, all'interno del quadro normativo previsto, il raccordo con il Garante”. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/11 Frusone con una piccola riformulazione all'inizio: “valutare la possibilità di sollecitare”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/12 Aresta con una riformulazione. Al primo impegno del Governo, espungere le ultime tre righe, da: “dei soggetti appartenenti al Perimetro” fino ad: “inosservanza”, e, al secondo, riformulare in tal senso: “a valutare l'opportunità di prevedere (…)”. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/2100-A/13 Rizzo e n. 9/2100-A/14 Zanichelli, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/15 Chiazzese con una piccola riformulazione nel quarto impegno in tal senso: “a valutare la possibilità”, e non l'opportunità. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/16 Bruno Bossio, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/17 Mollicone con una riformulazione in tal senso: “impegna il Governo ad incentivare le iniziative volte alla formazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza cibernetica all'interno dello Stato, in assoluta sinergia con le amministrazioni competenti”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/18 Rampelli, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/2100-A/19 Butti e n. 9/2100-A/20 Acquaroli. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli ordini del giorno n. 9/2100-A/21 Delmastro Delle Vedove e n. 9/2100-A/22 Varchi, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/23 Maschio con riformulazione, nel senso di espungere praticamente il quinto capoverso. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2100-A/24 Lucaselli, formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno n. 9/2100-A/25 Ferro, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/26 Prisco, esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/27 Frassinetti e formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno n. 9/2100-A/28 Lollobrigida.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/29 Foti con riformulazione nel senso di espungere, dopo le parole: “ a elaborare di concerto”, le parole: “fra il ministero” fino a: “sviluppo economico” e sostituirle con: “con le amministrazioni competenti in materia di sicurezza cibernetica”. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno n. 9/2100-A/30 Rotelli, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/31 Caiata ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/32 Bignami con una piccola riformulazione: “impegna il Governo a confermare l'azione volta a sviluppare (…)”. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/33 Bellucci con una riformulazione in tal senso: “a rafforzare l'ecosistema Cyber nazionale”. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/2100-A/34 Galantino e n. 9/2100-A/35 Luca De Carlo, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2100-A/36 Donzelli ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/37 Silvestroni con riformulazione nel senso di sostituire le parole: “di contrasto all'immigrazione”, con le parole: “di contrasto all'emigrazione”. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/38 Gemmato, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2100-A/39 Deidda.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/40 Mantovani, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/2100-A/41 Trancassini e n. 9/2100-A/42 Osnato ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/43 Ciaburro con una piccola riformulazione nell'impegno: “anche al fine di tutelare la sicurezza cibernetica”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/1 Rossini Roberto ha parere favorevole, a posto. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/2 Baldini accolto come raccomandazione: va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/2100-A/3 Bergamini, n. 9/2100-A/4 Zanella, n. 9/2100-A/5 Rosso e n. 9/2100-A/6 Maccanti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/7 Cecchetti il parere è favorevole con una riformulazione: accolta. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/9 Donina è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/10 Corneli il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/11 Frusone il parere è favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/12 Aresta il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/2100-A/13 Rizzo e n. 9/2100-A/14 Zanichelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/15 Chiazzese il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/16 Bruno Bossio il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/17 Mollicone il parere è favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/18 Rampelli il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, colleghi, mi pare che la gran parte degli ordini del giorno abbiano comunque avuto un giudizio clemente da parte del Governo e un parere favorevole.

Quindi sono abbastanza rammaricato di questo parere contrario formulato su questo ordine del giorno e chiedo al Governo comunque un ripensamento, magari anche attraverso una tecnica parlamentare che potrebbe essere - mi permetto di suggerire - un parere contrario sulle premesse, quindi che vi svincola dalle considerazioni preliminari che vengono fatte sull'ordine del giorno, e una omissione, nell'impegno, delle due grandi realtà che vengono citate, che appartengono, comunque, al mercato e, quindi, posso comprendere l'esigenza da parte del MISE di non infilarsi in una dinamica che potrebbe avere, delle conseguenze direi proprio di no, perché stiamo parlando di un ordine del giorno, neanche di un emendamento e, anche fosse un emendamento, non sarebbe così puntuale, ma, comunque, che potrebbe determinare un'alterazione dei rapporti, anche delle relazioni di mercato.

Quindi, fatto salvo il principio che mi risulta che la stragrande maggioranza delle forze politiche sul contenuto convergano, fatto salvo il principio che mi risulta che il Conte 1, come il Conte 2, abbiano questo indirizzo, per i colleghi che non avessero letto l'ordine del giorno, parliamo della necessità di mantenere il controllo delle reti di infrastruttura digitale da parte dello Stato, direttamente o indirettamente, anche perché, come sappiamo, su queste reti viaggiano un volume, direi miliardi di dati sensibili che vanno protetti e che non possono essere consegnati alla spregiudicatezza del mercato né, paradossalmente - perché c'è anche questo rischio -, al controllo di multinazionali che rispondono ad interessi, viceversa, nazionali, che, quindi, minano o possono minare il concetto stesso di sovranità; possono intervenire negativamente, limitandola, sulla nostra libertà.

Quindi, non c'è un valore economico che possa essere affiancato alla salvaguardia della libertà: la libertà, per definizione, non è negoziabile e non può conoscere i criteri di valutazione materiali, anche perché la salvaguardia della libertà non è semplicemente la difesa di un diritto cogente, né individuale né collettivo, ma appartiene e coinvolge milioni di persone, generazioni e generazioni che l'hanno conquistata, anche in nome e per nostro conto, di cui oggi ne beneficiamo. E non mi riferisco soltanto a coloro i quali sono caduti in trincea per difendere l'indipendenza nazionale, dalle guerre di indipendenza in poi: mi riferisco anche a coloro i quali fanno e svolgono il loro dovere, cittadini, lavoratori, imprenditori, famiglie, giovani, anziani, nella quotidianità; mi riferisco anche a coloro i quali sono sparsi - le nostre Forze armate - nei vari quadranti critici del Pianeta; mi riferisco a coloro i quali hanno fatto il loro dovere anche in trincea, nelle trincee civili, nei tribunali piuttosto che nelle strade, agli uomini e alle donne in divisa. Non è un bene negoziabile la libertà, non è un bene negoziabile l'indipendenza, non è un bene negoziabile la sovranità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, visto che si parla non di un emendamento, che interferisce su un provvedimento legislativo, ma di una intenzione, di un indirizzo, dando, magari, il Governo parere contrario - sarebbe, ovviamente, preferibile che esprimesse parere positivo - sulle premesse, le rappresento, sottosegretario, la disponibilità da parte nostra ad omettere i nomi “TIM” e “Open Fiber” dagli impegni finali dell'ordine del giorno. In questo caso - e lo dico in questo momento preciso ai parlamentari, che hanno una funzione diversa rispetto al Governo, il Parlamento è indipendente dal Governo -, noi possiamo dare al Governo un indirizzo per riconquistare la proprietà e il controllo pubblico delle reti. È un indirizzo, non diciamo che debba accadere domani mattina, non ci stiamo mettendo una posta di bilancio sopra: facciamo una valutazione di carattere politico che mette in gioco le nostre responsabilità - e concludo - rispetto a noi stessi, rispetto a chi ci ha consegnato la libertà, la sovranità e l'indipendenza e rispetto alle generazioni che ne potranno, se avremo il coraggio, beneficiarne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/18 Rampelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,52)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2100-A/19 Butti, accolto come raccomandazione: va bene, collega Butti?

Ordine del giorno n. 9/2100-A/20 Acquaroli, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/2100-A/21 Delmastro Delle Vedove, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, si cerca di aiutare il Governo ad intraprendere un cammino che porti veramente a garantire il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.

All'interno del decreto in esame vengono evocate, correttamente, la sicurezza pubblica, la difesa e la sicurezza militare dello Stato: sappiamo quali valori ci sono in gioco, come prima diceva il collega Rampelli di Fratelli d'Italia, e sappiamo che quei valori per Fratelli d'Italia non sono, evidentemente, negoziabili. Sappiamo che quei valori incidono sulla nostra sovranità, sulla nostra indipendenza, sulla sicurezza nazionale dello Stato, poiché ciò che viaggia sulla rete è assolutamente sensibile; e sappiamo che fra i vari competitor vi può essere anche Huawei, una multinazionale controllata dal Governo cinese, i cui esponenti della dittatura comunista siedono nel CDA di Huawei.

Allora, Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, del quale significativamente il Governo ha chiesto il ritiro, chiede di esercitare tutti i poteri che un Governo sovrano può esercitare per difendersi dalla penetrazione cinese, anche rispetto al perimetro di sicurezza cibernetica. Mi immaginavo che il Governo, che eredita la Via della seta e in cui siedono esponenti della maggioranza che voleva la Via della seta, persone che, ad agosto del 2018, addirittura volevano vendere il debito pubblico ai cinesi, evidentemente non avrebbe colto l'importanza di questo ordine del giorno.

Allora, l'invito al ritiro non viene accolto, perché per Fratelli d'Italia è significativo votare anche, magari, solitariamente un ordine del giorno che è una pietra miliare nello scontro con una potenza economica che, in tutti i modi, tenta la penetrazione industriale, la penetrazione politica in Occidente, in Europa, e che ha ritenuto, a volte anche a ragione, l'Italia l'anello debole della difesa, il cavallo di Troia, per esempio, per le merci cinesi in Europa e in Occidente, ben riassunto nella vergognosa Via della seta che voi avete sottoscritto.

Almeno sulla sicurezza del perimetro nazionale, sulle infrastrutture strategiche, vi chiediamo ancora un ripensamento, perché, vedete, qualunque sia la migliore intenzione contenuta all'interno di un decreto-legge che parla di sicurezza cibernetica nazionale, viene immediatamente frustrata, se non riusciamo a contenere la penetrazione cinese e la penetrazione di multinazionali controllate dal Governo cinese, perché apriremo il varco a spionaggi sulla sicurezza militare, sulla sicurezza industriale, sui segreti industriali, sulla sicurezza del nostro Paese. E, come diceva prima il collega Rampelli, per noi questi non sono valori negoziabili.

Oggi, lo diciamo - e termino, Presidente - con quest'ordine del giorno, vi offriamo la possibilità, quantomeno, di intraprendere un percorso che non pregiudichi completamente la nostra sicurezza e che non svenda la nostra sicurezza a potenze straniere e anche ostili per mere questioni di vantaggio economico di Huawei, oltre alla simpatia che la quota pentastellata di questo Governo ha sempre manifestato nei confronti dei cinesi, ai quali addirittura volevate vendere il nostro debito pubblico per renderci sottomessi. Fortunatamente quell'operazione non vi è riuscita. Siete ancora in tempo a salvaguardare le telecomunicazioni, quest'ordine del giorno ve lo consente.

Viceversa, tutto l'impianto del decreto sul perimetro della sicurezza nazionale può essere buttato nel gabinetto, perché, al di là delle migliori intenzioni, se penetra la Cina, abbiamo perso ogni possibilità di garantire la nostra sicurezza delle telecomunicazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Delmastro Delle Vedove n. 9/2100-A/21, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno Varchi n. 9/2100-A/22, sul quale vi è un invito al ritiro da parte del Governo, altrimenti parere contrario. Prendo atto che si insiste per la votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Varchi n. 9/2100-A/22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno Maschio n. 9/2100-A/23, sul quale vi è un parere favorevole subordinato all'accettazione della riformulazione: va bene. Passiamo, quindi, all'ordine del Lucaselli ed altri n. 9/2100-A/24: è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Ferro ed altri n. 9/2100-A/25, vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo per dire che si tratta di un tema che doveva parlare di sicurezza cibernetica, ma in molti casi di sicurezza non ne parla. Quest'ordine del giorno parlava delle famose infrastrutture critiche, che spesso, se non monitorate - in caso ovviamente di interruzione dei servizi, di attacchi importanti dal punto di vista informatico riguardo alle strutture più importanti delle reti elettriche, degli oleodotti, dei gasdotti, dei trasporti ferroviari - creano ovviamente un disagio e dei disastri enormi non soltanto dal punto di vista dell'erogazione dei servizi ma dal punto di vista economico.

Avevamo voluto presentare quest'ordine del giorno sperando che venisse in qualche modo accolto dal Governo come raccomandazione, perché riteniamo che nei tanti Paesi del mondo che ovviamente hanno come sede la parte maggiore della distribuzione dell'energia piuttosto che del gas hanno dato dei riscontri importanti rispetto a ciò che non è nascosto dietro una nuvola, come qualcosa di immateriale, ma come un vero attacco che può creare dei disastri importanti. Prendiamo atto di questo, io chiedo che ovviamente l'ordine del giorno venga messo al voto, qualora il Governo non volesse ripensarci e accoglierlo come raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo ci abbia ripensato. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/25 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/26 Prisco vi è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/27 Frassinetti vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, mi appello al Governo perché cambi idea e accolga quest'ordine del giorno, che, in teoria, andrebbe nella direzione degli obiettivi di questo provvedimento che parla di sicurezza. Quest'ordine del giorno propone un monitoraggio delle attività delle imprese della Repubblica Popolare Cinese, quindi mi aggancio anche a quello che diceva poc'anzi il collega Delmastro Delle Vedove. Trovo veramente assurdo che non si accolga questo ordine del giorno, che dovrebbe ricalcare gli obiettivi di questo provvedimento, che dovrebbe e si occupa in primis della sicurezza pubblica e del monitoraggio di società di telecomunicazioni come Huawei e ZTE, la seconda, oltretutto, di proprietà statale. Mi stupisco anche che, nonostante i nostri servizi di sicurezza italiani evidenzino i rischi degli atteggiamenti predatori di potenze molte volte ostili, nonostante questo, si abbia addirittura difficoltà ad accettare che si metta in azione un sistema di semplice monitoraggio. Quindi, invito il Governo a modificare la sua posizione e ad accettare quest'ordine del giorno, che va proprio nel senso degli obiettivi di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo scuote la testa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, soltanto per rafforzare quanto detto dalla collega Frassinetti e sottoscrivere un appello al Governo, perché, esattamente, l'ordine del giorno ribadisce quello che voi avete scritto nel provvedimento, cioè che, per la sicurezza nazionale, lo Stato italiano possa intervenire a controllare e a vigilare quelle aziende il cui capitale societario sia posseduto in percentuale fino al 50 per cento da Paesi extra-europei, potenze straniere. Ebbene, non giochiamo a nascondino: qual è l'unica potenza straniera che è proprietaria, in Italia, di aziende strategiche della comunicazione? Sono Huawei e ZTE. ZTE è per il 51 per cento del Governo popolare cinese! E sapete come fanno innovazione? Andate a vedere - lo abbiamo ricordato ieri - nello Xinjiang, nell'Uguristan: su 25 milioni di esseri umani, i riconoscimenti facciali, l'innovazione che poi Huawei vende qui nei negozi in Occidente, li sperimentano tutti i giorni su degli esseri umani per il controllo totale, una sorta di panopticon digitale assoluto, contro ogni diritto umano. Noi siamo l'Italia, non vogliamo criminalizzare la cultura cinese, millenaria; vi invito ad andare a vedere i manufatti del neolitico cinese al British Museum, che sono una meraviglia, un capolavoro della creatività umana. Non è un attacco alla cultura millenaria cinese o al popolo cinese, ma è la difesa degli interessi nazionali ed europei nei confronti di una penetrazione aggressiva, economica e informativa da parte di una potenza straniera. Non ci vuole tanto a spiegarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/27 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/28 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/29 Foti vi era una riformulazione, che viene accolta dal firmatario. Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2100-A/30 Rotelli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/30 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

L'ordine del giorno n. 9/2100-A/31 Caiata viene accolto. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/32 Bignami vi era un parere favorevole con riformulazione, va bene così. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/33 Bellucci vi era un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno nn. 9/2100-A/34 Galantino e 9/2100-A/35 De Carlo vi era un parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/36 Donzelli era stato accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/37 Silvestroni vi era una riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2100-A/38 Gemmato vi era un parere favorevole del Governo. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/39 Deidda era stato accolto come raccomandazione e la risposta è positiva. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/40 Mantovani era stato accolto. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/41 Trancassini era stato accolto come raccomandazione, va bene. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/42 Osnato è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2100-A/43 Ciaburro era stato riformulato dal Governo e va bene così. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2100-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

Chiedo ai deputati che volessero allontanarsi dall'Aula di farlo in silenzio per consentire al deputato Fornaro di svolgere la sua dichiarazione di voto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Il decreto in esame istituisce il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica e, cioè, l'insieme di tutti gli operatori pubblici e privati, individuati da questo decreto e dai decreti attuativi successivi, le cui reti e sistemi informativi e informatici sono necessari per l'esercizio di una funzione essenziale dello Stato, sono necessari per l'assolvimento di un servizio essenziale per il mantenimento di attività civili, sociali, economiche fondamentali per gli interessi dello Stato stesso, il cui malfunzionamento e interruzione anche parziale o uso improprio possono pregiudicare la sicurezza nazionale.

Stiamo, cioè, parlando - e mi rivolgo soprattutto, ovviamente, a chi ci sta ascoltando - di un tema molto importante e di un tema che incrocia le questioni della contemporaneità e della modernità. Cioè, da un lato, noi stiamo individuando e stiamo entrando in mondi per alcuni versi sconosciuti, quelli proprio della sicurezza cibernetica, degli attacchi possibili, su temi e con contenuti tecnici molto elevati e, al tempo stesso, anche con una fascinazione…

PRESIDENTE. Deputato Fornaro, aspetti un secondo, che così è impossibile. Colleghi, colleghi, chi vuole conversare deve gentilmente accomodarsi fuori dall'Aula e non disturbare i nostri lavori. Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Riprendo per mettere in evidenza questo elemento: da un lato, ci avventuriamo in territori assolutamente nuovi ed inediti, che ricordano più i libri di fantascienza della nostra gioventù, che non cose più concrete, e in realtà questo fa emergere un elemento a nostro giudizio molto delicato, oggetto - credo - di una riflessione anche a livello di quest'Aula: cioè ci crediamo forti, ci crediamo moderni, ci crediamo invincibili, ma in realtà, proprio questo decreto, proprio la necessità di un intervento normativo in materia, dimostra che invece noi siamo fragili.

È una fragilità di sistema, è una fragilità che consente oggi ad operatori spregiudicati, ad interessi di tipo privato o di tipo anche statuale, di intervenire, di introdursi all'interno del perimetro di sicurezza nazionale. Questo è il problema che noi abbiamo di fronte e le possibilità, i buchi, i bachi del sistema possono essere innumerevoli. Di qui la necessità di un decreto in accoglimento di una direttiva comunitaria, che provi a dare delle risposte.

Siamo dentro una nuova frontiera: oggi gli esperti ci dicono che le guerre del futuro non saranno più combattute solo e soltanto su terra, con le armi tradizionali, ma saranno combattute soprattutto a livello cibernetico e, in particolare, la minaccia mai sopita del terrorismo potrebbe sempre più prendere queste vie, piuttosto che quelle degli attentati dinamitardi.

Quindi, questo è il tema, è un tema grande, è un tema importante, è un tema che necessitava di un intervento normativo e ovviamente pone delle questioni di sicurezza nazionale, su cui, come tutti noi sappiamo, ci sono i presìdi stabiliti dalle leggi all'interno del confine e del perimetro della Costituzione, ma quello che introduce questo decreto come novità è che il problema della sicurezza nazionale non ha più soltanto risvolti legati ai servizi, al Ministero dell'Interno, all'impianto statuale, ma coinvolge direttamente tutto il sistema delle imprese.

Quindi, la prima osservazione che noi facciamo è la necessità che ci sia uno sforzo aggiuntivo degli apparati dello Stato che si occupano di questi temi di accompagnare il sistema delle imprese.

Il sistema delle imprese va accompagnato da un punto di vista culturale, ma soprattutto da un punto di vista tecnico. E, quindi, ci permettiamo anche un suggerimento operativo. Spesso, attorno a questi temi e attorno a temi legati alla sicurezza anche in altri ambiti, si tende, come dire, spesso a lavarsi la coscienza, producendo grandiosi modelli di controllo cartaceo, mentre in questo caso, evidentemente, quello che noi suggeriamo è un investimento nelle risorse umane, nei tecnici, in chi deve operare quotidianamente, sia sul livello statuale - qui nel decreto è prevista una serie di assunzioni di figure professionali su questi temi - ma anche qua l'accompagnamento al sistema delle imprese passa, a nostro giudizio, anche attorno al tema delle risorse umane. È ovvio che queste sono questioni - va di per sé -, oltre che di carattere tecnico, quindi proprio a livello dei singoli dispositivi, anche di procedure. L'invito che noi rivolgiamo è che non ci sia, anche da questo punto di vista, un eccesso burocratico.

Altro elemento che mette in evidenza questo decreto è l'altra contraddizione. Da un lato, siamo chiamati a un tema di sicurezza nazionale, ma lo siamo chiamati, in fondo, dall'Unione Europea e in qualche modo viene definito come pericolo tutto quello che sta fuori dall'Europa, cioè l'extra-UE.

Da questo punto di vista, la riflessione è che troppe volte, anche in quest'Aula, si è attaccata l'Unione europea, si è attaccata la sua debolezza, ma dovremmo invece probabilmente pensare, in una prospettiva anche di breve termine, in una logica non di sommatoria di perimetri nazionali, ma di un vero e proprio perimetro europeo, perché altrimenti le falle e gli attacchi che possono penetrare in Paesi, magari di maggiore capacità di investimento in questo settore, poi diverrebbero un problema complessivo.

C'è poi - e chiudo su questo - l'aspetto della reintroduzione in qualche modo di un decreto, che era quello relativo alla golden power, cioè al diritto di veto sulle infrastrutture nuove, in particolare il 5G, che è contenuto ed è stato ripreso con un emendamento del Governo. Questa è un'altra grande frontiera. Abbiamo affrontato questo tema qualche settimana fa, sul lato e sul versante della sicurezza dei cittadini, intesa come sicurezza sanitaria alle problematiche di possibile e potenziale inquinamento. Qui ovviamente la vediamo dall'altra parte, però è attraverso il 5G - lo vorrei ricordare -, attraverso quelle che i tecnici volgarmente chiamano autostrade informatiche, che potranno penetrare e potranno avere accesso, molto ma molto più velocemente di quello che avviene oggi, proprio i tentativi di attacchi alla sicurezza cibernetica.

Quindi, in qualche modo ci ritroviamo sempre all'interno di questa eterna contraddizione, tra una dimensione nazionale, che oggi noi difendiamo con questo decreto, la dimensione europea, che è sempre più importante e, ovviamente, una dimensione di globalizzazione, che impone anche di essere da un lato attenti. Ho trovato una serie di accenti dei colleghi di Fratelli d'Italia, nei loro interventi precedenti, eccessivi. È evidente che siamo in una competizione internazionale e globale e non possiamo pensare che gli altri da questo punto di vista stiano a guardare. Ed è del tutto evidente che non possiamo neppure, come Occidente, pensare di avere il monopolio di una serie di tecnologie. Dobbiamo invece registrare che ci sono nazioni - penso alla Cina, penso alla Corea - che da questo punto di vista, da un punto di vista delle telecomunicazioni e delle tecnologie, non solo hanno fatto passi da gigante, ma ci hanno sostanzialmente per molti aspetti sorpassato.

Quindi, dobbiamo anche accettare questa competizione, ovviamente salvaguardando - e la norma della golden power consente al Governo questo diritto di veto - di garantire i livelli di sicurezza in una logica di prospettiva.

Quindi, in definitiva riteniamo che si sia fatto un buon lavoro in Commissione, in un clima - lo dico ringraziando in particolare ovviamente i colleghi delle opposizioni - di dialogo e di ascolto, che ha consentito anche l'approvazione di emendamenti che sono arrivati dall'opposizione. Mi sembra il modo giusto di lavorare, in Commissione e credo anche in Aula, nel rispetto e nella capacità di ascolto, nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione.

È con questo spirito che le deputate e i deputati di Liberi e Uguali voteranno a favore del decreto in esame (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Ci apprestiamo a votare un provvedimento in questo ramo del Parlamento, che ha chiaramente un valore strategico e, aggiungo, anche un reale elemento di necessità ed urgenza.

La definizione del perimetro della sicurezza cibernetica è certamente uno degli impegni che il nostro Governo avrebbe già dovuto affrontare da qualche tempo, essendo il nostro Paese un Paese interno all'Unione europea ed un Paese che accoglierà anche delle infrastrutture, oltre a quelle che ci sono già, dalla rilevante sensibilità ad eventuali attacchi di natura cibernetica.

In questo provvedimento si affronta un tema quindi centrale, quello della sicurezza. È stato definito della sicurezza nazionale, ma sappiamo perfettamente che vi sono degli intrecci e anche degli elementi, dovuti anche alla portata tecnologica delle innovazioni che sono state introdotte, che hanno interconnessione di carattere internazionale e globale.

Per questo motivo io penso che Italia Viva, nel dichiarare il voto favorevole, debba innanzitutto precisare quali sono i contorni di un tema come quello della sicurezza. È un tema generale che, ahimè, è stato immiserito, anche nel dibattito pubblico, dalle ossessioni dell'ex Ministro dell'interno Salvini, relegate a un tema tutto concentrato sul contrasto alla cosiddetta immigrazione irregolare. Ma la sicurezza, come tema che dobbiamo affrontare nel nostro Paese, non dovrebbe avere un colore politico specifico, ma dovrebbe avere delle soluzioni efficaci, per affrontare quelle che sono le vere politiche di sicurezza.

Abbiamo assistito, nel corso di questo ultimo scorcio del precedente Governo, piuttosto a dichiarazioni volte a proporre politiche di rassicurazione. E la differenza tra la rassicurazione e le politiche di sicurezza si vede anche dall'efficacia con la quale la sicurezza viene mantenuta. È questo lo spirito onestamente di questo provvedimento, che interviene su un complesso relativo ai sistemi informativi, i servizi informatici della pubblica amministrazione, gli enti e gli operatori nazionali, pubblici e privati, che sono connessi in rete, che è stato ben spiegato, peraltro, all'interno della discussione generale, dal mio collega Marco Di Maio; il quale ha sottolineato con forza quali debbano essere gli strumenti legislativi e operativi e anche di indirizzo, che consentono di bilanciare, in una maniera adeguata, le esigenze della sicurezza nazionale del nostro Paese e le esigenze anche di una risposta celere, da parte delle istituzioni statali, in modo che si possa favorire anche l'intrapresa privata, altrettanto strategica per il nostro Paese.

Quindi, quello che noi dobbiamo realizzare è una minimizzazione dei rischi, perché sappiamo che l'evoluzione tecnologica porta anche ad una apertura di una serie di rischi, che devono essere monitorati. Noi abbiamo la possibilità, attraverso questo strumento, di fruire dei più avanzati strumenti che la tecnologia ci offre. Individuiamo i soggetti, coinvolgiamo - e questo è molto importante - il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il CISR, e abbiamo anche la volontà di affrontare un tema, come quello del procurement relativo alle aziende nelle forniture di ICT, di Information and Communication Technologies, che possono realizzare un percorso più efficace per affrontare il tema della sicurezza in maniera adeguata.

C'è un tema importante, che peraltro tratterò di qui in avanti, che è quello dei poteri speciali attribuiti al controllo, in particolare per quanto riguarda l'introduzione delle nuove reti di 5G della cosiddetta golden power; ma io vorrei fare un accenno che, peraltro, è stato oggetto anche di una discussione tra esperti, si potrà dire, e comunque anche accennata all'interno della maggioranza, al fatto che il nostro Paese in prospettiva si debba dotare di una vera e propria Agenzia, non solo di un Comitato come il CVCN, in modo tale da poter riunire, come accade in Francia e in altri Paesi, tutte le competenze inerenti la sicurezza informatica e cibernetica sotto un'Agenzia che possa trattare in questo modo tanto la parte secretata, in realtà quella relativa ai dispositivi militari e di sicurezza in senso tecnico anche per garantirne la sicurezza, quanto quella legata anche alle esperienze industriali. Questo è il motivo per il quale noi abbiamo introdotto anche delle correzioni di coordinamento, rispetto alla raccomandazione del Consiglio Europeo del 26 marzo del 2019, nella quale si è preso atto delle varie relazioni degli Stati membri e dei suggerimenti della Commissione europea per i cosiddetti rischi della cyber sicurezza delle reti di quinta generazione; si tratta di una relazione che io invito a leggere, molto importante nella quale si introducono dei concetti fondamentali, visto che il 5G sarà la futura colonna portante di miliardi, lo ripeto, miliardi di oggetti informatici connessi, energia, trasporti, banche, salute e, è molto importante, da questo punto di vista, sottolinearlo, sistemi di controllo industriale.

Per individuare le minacce più rilevanti in questo senso, questa relazione ha elencato una serie di dispositivi che possono essere utili e che sono stati anche inseriti all'interno di questo provvedimento, sia sul tema dell'innovazione, sia sul tema e il ruolo dei fornitori. Io, qui, vorrei uscire da una vulgata che spesso dà un livello troppo basso alla nostra discussione, noi siamo favorevoli alle tecnologie 5G, anzi riteniamo che l'Unione europea debba lavorare già da oggi con le sue altissime competenze scientifiche allo sviluppo della 6G, che è già in itinere in alcuni Paesi, perché, se è vero che in questo momento la Cina ha un vantaggio tecnologico e c'è una competizione con gli Stati Uniti, è del tutto evidente che il nostro continente potrà avere un'azione competitiva adeguata solamente se proietterà in avanti la sua struttura di ricerca. E nello stesso tempo, occorre attenzione perché i poteri speciali non incidano su quelle che sono delle libertà fondamentali, perché per noi la sicurezza è un dovere, oltre che un principio irrinunciabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), ma nello stesso tempo sono altrettanto irrinunciabili, e lo ricordava anche il collega Di Maio, lo abbiamo addirittura inserito nella nostra carta dei valori come Italia Viva, il diritto alla sicurezza della identità sia digitale che personale e il diritto alla sicurezza e alla privacy che consentano in questo modo di avere una gestione democratica di qualsiasi infrastruttura, anche e soprattutto di quelle che riguardano la sicurezza. Occorre garantire la riservatezza, garantire la segretezza, garantire l'efficacia e la velocità, ma mai a danno di quelli che sono i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.

Noi abbiamo una moltiplicazione di elementi problematici, penso per esempio agli access point - e concludo -; se c'è un'omissione, ma anche una volontà di non dichiarare quali sono i rischi insiti nella costruzione di una rete così strutturata e così anche aggredibile, si mette a rischio tutto il Paese ed è questo il motivo per il quale noi riteniamo, nel votare a favore di questo provvedimento, che sia stato importante farlo, ma che sarà ancora più importante portarlo a termine con decreti attuativi all'altezza dei problemi che affronteremo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Beh, per Fratelli d'Italia, la sicurezza è un cavallo di battaglia da sempre; per noi la sicurezza nazionale è ancora più importante della sicurezza in generale; per noi la sicurezza cibernetica, in questa futura era del 5G, possiamo tutti capire che è importantissima; però, questo disegno di legge che in realtà stabilisce o, meglio, non stabilisce norme di sicurezza, ma stabilisce principi che demanda ad altri organi, organi tipo il CVCN, il CISR, Presidenza del Consiglio, ma laddove stabilisce principi di sicurezza li stabilisce in linea passiva e non attiva. E questo a noi, in realtà, ci preoccupa, ci preoccupa perché il cyberspazio è un luogo altamente complesso e questa complessità è generatrice di vulnerabilità, tipo gli errori del software, errate configurazioni e debolezze nei protocolli che vengono, e possono essere, sfruttati dai cyber criminali per sottrarre dati o arrecare danni. Blocco delle operatività di aziende, controllo surrettizio dei servizi di infrastrutture critiche, furto della proprietà intellettuale o di informazioni cruciali per la sopravvivenza di un'azienda, sono esempi delle nuove minacce economiche che un Paese deve affrontare in modo sempre più digitalizzato. Gli attacchi informatici colpiscono reti di distribuzione dei servizi essenziali, come la sanità, l'energia, i trasporti, vale a dire le infrastrutture critiche della futura società moderna del 5G.

Quindi, in Italia, la nostra preoccupazione è che interi settori di eccellenza, come ad esempio la meccanica, la cantieristica, il made in Italy, il turismo, l'agroalimentare e i trasporti, potrebbero subire pesanti ridimensionamenti di fatturato a causa di attacchi perpetrati nel cyberspazio da Stati sovrani oppure da Stati concorrenti. Un attacco informatico potrebbe rappresentare un momento di non ritorno per la credibilità di un'azienda, per la credibilità del nostro mondo industriale, per la crisi di credibilità dell'Industria 4.0, di cui parliamo tanto; tuttavia, non solo l'industria, ma anche la democrazia può essere oggetto di azioni di cybercrime; le fake news sono l'evoluzione delle azioni basate su ingegneria sociale, create e diffuse attraverso il cyberspazio. E le false informazioni tendono a confondere e a destabilizzare i cittadini, immergendoli in uno spazio informativo deformato e falsificato, con un insieme pressoché infinito di sorgenti di notizie non verificabili.

Quindi, un Paese che non mette la cybersecurity al centro delle proprie politiche di trasformazione digitale è un Paese che mette a serio rischio la propria prosperità economica e la propria indipendenza.

Per i cittadini, per le imprese e per le pubbliche amministrazioni dobbiamo dunque essere pronti a monitorare e proteggere il nostro mondo digitale. In questo contesto la cybersecurity è ovunque, nell'hardware, nei software, nei sistemi di interconnessione, nei processi aziendali e delle pubbliche amministrazioni, nei contratti della policy, nel fattore umano, nelle interazioni cybersociali. La cybersecurity diventa quindi l'elemento essenziale di questa nuova dimensione, per garantire nel tempo un adeguato livello di sicurezza alle nostre relazioni, ai nostri affari e alle nostre democrazie.

Quindi, occorrevano, in questo disegno di legge, delle azioni abilitanti, come ad esempio proteggerci o proteggere la rete del wireless e del 5G, come ad esempio fare la lotta al cybercrime, come individuare e proteggersi dalle fake news. Noi pensiamo alle fake news che sono quelle di Facebook, ma in realtà, nell'era del 5G, le fake news potranno essere fatte da Stati esteri, così come nella concorrenza industriale e aziendale. Come impedire la vulnerabilità dei sistemi crittografici, e quindi andiamo anche lì a parlare, ad esempio, delle criptovalute, legate al problema della blockchain. Verificare l'identità digitale: parliamo della biometria, andremo in un mondo dove - andiamo sempre avanti - per riconoscere l'identità basterà l'iride, ad esempio, e noi dobbiamo essere preparati anche da quel punto di vista. Poi c'è l'Internet delle cose, e cioè i dispositivi IOT, che accrescono la cosiddetta superficie di attacco.

Ecco, queste sono una parte delle preoccupazioni che noi di Fratelli d'Italia abbiamo, e che non abbiamo trovato risolte in modo soddisfacente, come ho detto all'inizio, all'interno di questo decreto-legge, che lavora - è stato detto - solo dal punto di vista passivo, ma non attivo: non dice come prevenirle, ma pensa solo a come in realtà poi risolvere il problema una volta accaduto, ed eventualmente, per come abbiamo visto che sono passate le giornate di ieri e oggi, a portare rimedi su questioni un po' giacobine, diciamocelo. Invece, bisognava lavorare su questo disegno di legge, ritengo, non più come maggioranza, ma coinvolgendo il Parlamento tutto in una discussione generale, perché tutti dovevano e potevano portare dei contributi, perché stiamo parlando della nazione, della patria e del nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo, Presidente. Credo che poi alla fine, di fatto, per questo disegno di legge, che era urgente, per questa disposizione urgentissima, a mio avviso in questo caso l'urgenza era solo di andare ad individuare all'incirca settantasette assunzioni da fare immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), assunzioni che nel provvedimento non dicono come dovranno essere fatte, cioè quali saranno i criteri; tra l'altro, assunzioni a tempo indeterminato. E, allora, sorge il dubbio, e la nostra preoccupazione potrà essere questa: visto che non sono individuati, non vorrei che dovrà pensarci la Casaleggio Associati a fare queste assunzioni. E, allora, se assunzioni devono essere, visto che non sono specializzate, perché non viene dichiarato nel provvedimento, almeno che siano a tempo determinato, per poi andare a costituire una scuola di formazione per questi nuovi dipendenti del Ministero che dovranno preoccuparsi di tutelare l'Italia tutta nell'era della cybersicurezza.

E ci spaventa anche, perché se pensiamo che il capo spirituale della Casaleggio Associati, del MoVimento 5 Stelle è quel Grillo che ormai è convinto di essere a Gotham City, che si mette la maschera di Joker, quindi un criminale (non chiaramente Grillo, ma un criminale del caos).

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Ho concluso, Presidente. E allora, se dev'essere la Casaleggio Associati, o chi per essa, a gestire queste settantasette assunzioni, e non si sa con quali criteri, è chiaro che noi siamo preoccupati.

In conclusione dico, Presidente, ringraziamo però il Governo per aver accolto i contributi degli ordini del giorno presentati da Fratelli d'Italia; e quindi per questo, a nome del gruppo, e soprattutto per senso di responsabilità, perché - ripeto - questo provvedimento è totalmente insufficiente…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO SILVESTRONI (FDI). …dichiaro il voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vincenza Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, con l'approvazione di questo decreto-legge, che riguarda il perimetro nazionale della sicurezza cibernetica, il Parlamento responsabilmente affronta un tema strategico e fondamentale, non solo, però, per la sicurezza, ma anche sotto il profilo dello sviluppo economico del Paese.

Oggi, oltre alle quattro dimensioni in cui l'umanità ha tradizionalmente condotto le sue battaglie, il dominio cyber rappresenta quella quinta dimensione che probabilmente costituisce anche la più straordinaria opportunità di sviluppo. In termini generali, possiamo affermare oggi l'esistenza di una dipendenza generale del sistema globale da questa nuova dimensione. Lo spazio cibernetico rappresenta un network di copertura globale, che è, però, prima di tutto fattore di crescita, di ricchezza, di informazioni. Pensiamo per un attimo alle innovazioni tecnologiche più importanti di questi ultimi anni: Internet delle cose, big data, elaborati con gli strumenti di supercalcolo, machine learning, intelligenza artificiale; e poi le reti, fattore abilitante, e, in particolare la nuova rete 5G, che rappresenta una tecnologia altamente innovativa, che ridisegnerà profondamente i servizi di connettività, sia di tipo fisso che di tipo mobile, abilitando la diffusione pervasiva di oggetti che avranno la capacità di interagire con l'uomo, ma anche tra di loro, condividendo le conoscenze acquisite: impensabile fino a meno di un lustro fa.

Intanto, per quanto riguarda l'Italia, tra l'altro, l'indice DESI 2019, che ci mette sempre agli ultimi posti, nel caso del 5G vede l'Italia al secondo posto, proprio grazie alla positiva collaborazione tra Stato e operatori. Quindi, dobbiamo realizzare questa compiuta ed efficace trasformazione digitale, sapendo che è un tema fondamentale per la sicurezza, senza perdere però la sfida della competitività internazionale. Le reti di telecomunicazioni sono appunto la piattaforma abilitante, e per questo la sicurezza di tale piattaforma, che affronta questo decreto, è di cruciale importanza: sia per lo Stato, nella declinazione dei pubblici poteri, che per il settore privato, ad iniziare dagli stessi operatori di servizi essenziali che usano le reti.

Ma vediamo, però, qual è il punto in cui siamo nella problematica e nella governance della cybersicurezza. Non siamo all'anno zero. Certo, non è lontanissimo il tempo in cui l'Italia ha incominciato ad adeguarsi: il 2012 e 2013, con i primi quadri strategici e piani operativi; ma poi la governance effettiva viene disegnata con il Governo Gentiloni, nel 2017, che definisce e ridefinisce la catena di comando e controllo, realizzando quell'assetto della cybersecurity nazionale. Su questa complessa macchina organizzativa, che abbiamo comunque già delineato, si sono innestate le diverse norme europee: da quella del 2016, nota come regolamento GDPR, a quella sostanzialmente sulla sicurezza proprio delle reti, la direttiva NIS, fino al Cybersecurity Act. In particolare, lo scopo della direttiva NIS è stato proprio quello di innalzare la sicurezza cibernetica di quegli operatori pubblici e privati, che non sono soltanto quelli classici di trasporti acqua ed energie, ma anche di sanità, servizi bancari, mercati finanziari, collegati alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In altre parole, quelle che un tempo si chiamavano infrastrutture critiche, oggi, nel linguaggio NIS, vengono definite come operatori di servizi essenziali. Abbiamo attuato quella direttiva con il decreto legislativo 18 maggio 2018 n. 65 e anche qui si è disegnato lo schema con le autorità nazionali competenti e soprattutto indicando il dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il DIS, come punto di contatto unico rispetto all'Europa e anche rispetto alla situazione globale e creando presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un unico computer security incident response team, cioè un centro di risposta all'incidente informatico che coordina sostanzialmente i CERT esistenti. Questo è lo scenario in cui si colloca il decreto sul perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, e approdiamo a questo voto dopo un buon lavoro svolto non solo dal Governo, ma anche nelle Commissioni di merito e in Aula. D'altra parte, in queste fibre ci sono le nostre vite, la stessa vita pubblica della nostra comunità. Dobbiamo incominciare a ragionare su queste cose. Il rischio vero, come abbiamo visto quando abbiamo affrontato il provvedimento in Aula e in Commissione, è che queste norme, poste per la sicurezza nazionale, potessero essere da blocco a quegli investimenti. Non è stato così, perché il legislatore ha saputo svolgere la sua funzione. Molto utili sono state le audizioni che abbiamo svolto in Commissione, e inviterei i colleghi e i cittadini a leggere questi documenti depositati.

D'altra parte, l'obiettivo del perimetro è quello di identificare e tutelare tutti quei servizi e relativi operatori, sia privati che pubblici, che svolgono un ruolo cruciale per gli interessi dello Stato e i cui malfunzionamenti potrebbero creare pregiudizi per la sicurezza nazionale. Così l'articolo 1 individua i soggetti inclusi nel perimetro di sicurezza nazionale attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che deve essere emanato entro quattro mesi e che - è la modifica importante approvata in Commissione - deve avere il parere anche delle competenti Commissioni parlamentari entro trenta giorni. Allo stesso modo, il parere deve essere espresso sull'altro regolamento, da emanarsi entro dieci mesi, che invece definisce procedure, modalità e termini a cui devono attenersi le amministrazioni pubbliche. E, ancora, un altro fatto importante di questo decreto è la creazione del CVCN, che sostanzialmente ha il compito di verificare le condizioni di sicurezza e l'assenza di vulnerabilità dei prodotti, degli apparati, dei sistemi. Anche in questo caso è stato raggiunto un buon compromesso tra le esigenze di sicurezza e di verifica da parte degli organi dello Stato e gli operatori che devono rispondere a queste richieste entro i termini di legge e sostanzialmente con il silenzio-assenso.

L'articolo 3 detta le disposizioni del raccordo con la normativa di esercizio dei poteri speciali sul 5G. L'articolo 4 estende l'ambito operativo della golden power e poi il famoso articolo 4-bis, introdotto con un emendamento del Governo, che disciplina questi poteri speciali inerenti le reti di telecomunicazioni con tecnologia 5G con norme analoghe a quelle previste del già decaduto decreto-legge n. 64 del 2019. Anche su questo articolo 4-bis si è ottenuto un primo positivo risultato nel confronto Governo-Commissioni in sede referente, con un accorciamento significativo delle tempistiche procedimentali, in linea con le esigenze istruttorie della PA, ma anche in linea con le esigenze delle aziende e con la promessa, contenuta nell'ordine del giorno approvato n. 9/2100-A/16 a mia prima firma, di istituire un vero e proprio tavolo tecnico-consultivo.

Da questa prima impostazione - e finisco - però emergono due elementi, su cui bisognerà riflettere anche successivamente. La previsione dei provvedimenti attuativi che definiscono gli elementi cruciali del sistema e che devono essere realizzati entro i mesi effettivamente previsti, quattro e dieci, e la necessaria collaborazione con i soggetti obbligati. Ecco, alla luce della vastità e della complessità delle reti 5G e della superficie d'attacco da parte di malintenzionati, credo che sarebbe riduttivo, però, limitare l'analisi dei rischi per la sicurezza nazionale, ad esempio, alla provenienza dei fornitori delle apparecchiature e delle reti di accesso, come è avvenuto nel dibattito recente.

Credo che con il decreto - che, ripeto, conclude un percorso - abbiamo un sistema chiaro dove la sicurezza deve valere per tutti a prescindere: deve funzionare il sistema così come è stato disegnato. D'altra parte, non mi pare che abbiamo guardato la provenienza del Paese d'origine del fornitore del motore di ricerca quando le nostre vite e la nostra reputazione sono state profilate e indicizzate o quando abbiamo affidato i nostri dati privati sulle piattaforme social.

E, ancora, ci sarà da fare sicuramente sulla formazione, soprattutto delle competenze digitali, per i giovani, però possiamo dire che con questo provvedimento il nostro Paese sicuramente vede rafforzarsi le difese immunitarie in un ambito molto delicato e giunge per una volta nei tempi opportuni e non in emergenza. Questo è un segno di maturità e, quindi, per queste ragioni come gruppo PD esprimiamo parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, signor Presidente, colleghi. Forza Italia, sin dall'esame in Commissione, ha assunto una linea di grande responsabilità nei confronti del decreto-legge che ci accingiamo a votare. È chiaro che l'istituzione di un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica non può che incontrare il nostro favore: rafforzare il sistema di sicurezza in campo cyber è un'esigenza concreta, una necessità dalla quale nessuno Stato oggi può prescindere.

Lo sviluppo della tecnologia offre nuove e smisurate opportunità in molteplici settori, ma al tempo stesso pone esigenze di sicurezza in ambiti prima difficilmente immaginabili. L'avvento del 5G aumenterà le straordinarie potenzialità ma anche le vulnerabilità.

Coniugare efficacemente le opportunità offerte dal mezzo informatico con le esigenze di protezione dalla minaccia cyber è sicuramente una delle sfide fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di un Paese e per la pacifica convivenza delle moderne società civili. Mentre classicamente, infatti, la sovranità si fondava esclusivamente sull'uso della forza, oggi il possesso e lo sfruttamento dei dati a livello globale sono la vera posta in palio in questa chiave, come è evidente anche dallo scontro in atto tra due superpotenze. Lo stesso antagonismo commerciale tra USA e Cina sottende una competizione per l'egemonia tecnologica che disegna la nuova geografia del potere planetario.

Alla luce di questo quadro generale è giusto e opportuno approntare una normativa che consenta di dotarsi di adeguati strumenti di difesa, di procedure e protocolli standardizzati che consentano di neutralizzare pericoli in relazione alla nostra cyber security e di agire in maniera tempestiva rispetto a un'eventuale situazione di crisi.

Ci sono diversi aspetti di questo decreto-legge che riteniamo condivisibili, come detto: in primis, la finalità del provvedimento, in particolare il contenuto dell'articolo 1; individuare un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica all'interno del quale vadano a confluire una serie di soggetti sia pubblici sia privati i quali saranno tenuti ad osservare una serie di obblighi di natura informativa nell'ambito della sicurezza delle infrastrutture tecnologiche e dei materiali utilizzati, nonché un regime particolare in caso di contratti di fornitura o cessioni di quote di capitale aziendale.

Riteniamo fondamentale e quindi condivisibile aver previsto specifiche disposizioni, con l'intero articolo 3, inerenti le reti di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G. Abbiamo, altresì, condiviso nella sostanza la decisione di modificare e coordinare la normativa già vigente in materia di golden power nei settori di rilevanza strategica contenuta nel decreto-legge n. 21 del 2012. Condiviso nella sostanza ma non certo nel metodo utilizzato ovvero inserendo, con un emendamento monstre, in questo decreto-legge il contenuto del decaduto decreto-legge n. 64 del 2019 con buona pace dei criteri di ammissibilità e del rispetto dei principi basilari di qualità normativa.

Tuttavia, abbiamo contribuito con senso di responsabilità a migliorarlo in Commissione e in Aula dove molti dei nostri emendamenti sono stati accolti: molto importanti per noi quelli che modificano le tempistiche del potere di intervento per l'esercizio del golden power. Originariamente si prevedeva un tempo troppo esteso per il 5G per il settore delle telecomunicazioni: grazie a noi è stata ridotta la tempistica che avrebbe fortemente penalizzato gli operatori.

Condividiamo anche l'estensione con l'articolo 4 dell'ambito operativo delle norme in tema di poteri speciali esercitabili dal Governo nei settori ad alta intensità tecnologica e la convinzione su questo è aumentata particolarmente per me anche a fronte di talune audizioni a cui abbiamo assistito. Senza scendere nei dettagli siamo arrivati addirittura alla minaccia da parte di un operatore extra UE di lasciare l'Italia e, quindi, a casa i suoi occupati nel caso in cui alcune disposizioni del decreto vengano confermate: cosa che, pur essendo noi sempre attenti a tutelare le imprese e i loro investimenti, ritengo personalmente francamente inaccettabile. Chi opera in Italia, come ovunque, è tenuto ad accettare le norme che uno Stato sovrano decide di attuare, soprattutto quando si tratta di sicurezza e di tutela dei suoi cittadini ( punto!).

Tornando a noi, tutto quanto detto in precedenza trova una ragione nel fatto che chi, come Forza Italia, ha governato e vuole tornare a farlo è consapevole che ci sono temi e settori sui quali non ci dev'essere contrapposizione politica ma collaborazione costruttiva. Uno di questi è certamente la difesa della sicurezza nazionale, la tutela degli interessi strategici del Paese e dei suoi cittadini. Essere responsabili e offrire contributi costruttivi, come abbiamo fatto in Commissione e in Aula, non significa, però, non vedere le criticità che nel provvedimento sono presenti e pure rilevanti e se il Governo e la maggioranza avessero prestato più attenzione ai nostri rilievi avrebbero potuto essere eliminate o limitate. Una è quella di trovare un giusto equilibrio tra la tutela doverosa della sicurezza nazionale e il rispetto dei diritti degli operatori, in particolare di quelli del settore del 5G. Mi riferisco al diritto allo svolgimento della libera attività di impresa e alla tutela degli investimenti già effettuati e autorizzati alla luce della normativa vigente ma anche alla necessità imprescindibile che le imprese e gli operatori possano continuare a investire in ricerca e sviluppo.

L'Italia è stato uno dei primi Paesi a puntare sul 5G e ora si trova in una posizione di oggettivo vantaggio rispetto ad altri, una posizione che, però, va difesa e, soprattutto, ulteriormente consolidata. Non possiamo rischiare di perdere importanti posizioni sia sul mercato sia nel settore sviluppo e ricerca e, in questo senso, rappresenta un forte rischio il periodo amplissimo di retroattività sui contratti già in essere posto nell'articolo 3.

Forza Italia, con un emendamento di buon senso, aveva proposto una mediazione, che era anche più corretta, diciamolo, dal punto di vista strettamente giuridico, prevedendo che potevano essere soggetti a modifica solo i contratti stipulati in data successiva all'entrata in vigore del presente decreto-legge. E invece no! La maggioranza - e questo purtroppo è un modus operandi comune ai Governi di sinistra - non dà valore al legittimo affidamento e fa uso a dir poco disinvolto della retroattività.

Allo stesso modo, invano abbiamo posto il tema della formazione del personale che sarà preposto alla difesa cibernetica, cosa che il decreto trascura completamente nonostante il fatto che molti soggetti, tra cui Carabinieri e Guardia di finanza, abbiano sottolineato questa necessità. Sia in Aula sia in Commissione l'emendamento che istituiva un Fondo da destinare alla formazione del personale è stato bocciato senza una spiegazione e questo ci lascia francamente perplessi.

Stesso discorso per quanto riguarda le dieci assunzioni previste presso la Presidenza del Consiglio. Nell'audizione il Governo ci ha detto che erano indispensabili come pure le 77 previste per il CVCN, e va bene, lo abbiamo preso per buono. Ma poiché la norma prevede in modo molto lato che i dieci assunti debbano svolgere funzioni in materia di digitalizzazione, abbiamo proposto che meglio si declinasse prevedendo il criterio che questo personale vantasse una comprovata esperienza in ambito informatico, il mimino sindacale, insomma, si direbbe. Anche qui bocciatura il cui motivo francamente ci sfugge e ci auguriamo che non sia rintracciabile nel fatto che ci sono già nomi e cognomi dei dieci assunti e che le competenze da noi previste non rientrino tra quelle da loro possedute.

Ci sono state - e lo abbiamo anticipato - proposte emendative di Forza Italia che sono state accolte e hanno migliorato il provvedimento. Siamo fieri, in particolare, di quelle che hanno evitato anche in questo campo derive giustizialiste e di quelle che avevano come comune denominatore il coinvolgimento di quest'Aula e di quella del Senato nell'attuazione concreta del perimetro di sicurezza cibernetica, perché in questo decreto c'era, appunto, un grande assente: il Parlamento che, nonostante tutte le profferte del suo Presidente in merito al suo valore, non era minimamente considerato.

Non era coinvolto neppure ex post in relazione ai poteri di intervento straordinari che l'articolo 5 riconosce al Presidente del Consiglio in caso di crisi cibernetica. Quest'articolo, seppure in condizioni particolari ed eccezionali, riconosce al Capo del Governo poteri straordinariamente estesi di intervento, che prevedono la possibilità da parte sua di disattivare uno o più apparati o prodotti impiegati nelle reti e nei sistemi per l'espletamento dei servizi interessati. Il testo originario del decreto prevedeva che, nel caso si fosse verificata una simile situazione, il Presidente del Consiglio nemmeno dovesse informare alcuno né della suddetta disattivazione né dei motivi che lo avevano portato ad adottare tale misura. Grazie al nostro emendamento questo coinvolgimento è stato opportunamente previsto tramite un'informativa del Capo del Governo al Copasir immediatamente dopo la cessazione della crisi cibernetica.

Pare, insomma, che il concetto dei pieni poteri, ampiamente stigmatizzato in bocca a taluni, non spiaccia affatto al nostro Premier, se consideriamo anche la bocciatura odierna dell'emendamento sul golden power relativo all'informativa sul DPCM dovuta al Parlamento e, soprattutto, quanto contenuto nell'articolo 1, che poi è il perno di tutto il provvedimento.

Dal punto di vista strettamente normativo oggi, infatti, si pongono soltanto dei princìpi che dovranno successivamente essere declinati e applicati da provvedimenti attuativi. Stiamo parlando di tre decreti del Presidente del Consiglio e di un regolamento. Spetterà a questi provvedimenti, che dovranno essere adottati tra i 4 e i 10 mesi successivi all'entrata in vigore della legge di conversione, stabilire in concreto chi sarà inserito all'interno del perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, quali procedure di sicurezza dovranno essere poste in essere, le caratteristiche delle reti, delle infrastrutture digitali e dei materiali che dovranno essere oggetto di comunicazione periodica ai fini della valutazione della loro vulnerabilità.

Da questi provvedimenti, sui quali il Parlamento potrà solo esprimere un parere non vincolante, dipenderà l'effettiva validità del sistema di difesa che si vuole costruire. Su questi noi, il Parlamento, brancoliamo nel buio. Un forte vulnus per noi, soprattutto considerando la persona a cui viene data questa delega in bianco, e vado a concludere. Ci permettiamo di lanciare, infatti, in tempi non sospetti, due warning, che sono anche due appelli al Governo: in primo luogo, si cerchi di coinvolgere il più possibile gli operatori del settore; in secondo luogo, sarà fondamentale che il Governo rispetti le tempistiche indicate per l'adozione dei provvedimenti attuativi. Più si sforeranno i termini e più si alimenterà incertezza nel settore, più ci sarà incertezza e più si rischia di perdere terreno fondamentale.

Signor rappresentante del Governo, questo provvedimento, come ho avuto modo di illustrare, poteva e doveva essere ulteriormente migliorato. Il Governo non ha voluto farlo e anche questo, oltre ai vulnera illustrati ampiamente da me e dai colleghi che sono intervenuti in discussione generale, ci impedisce di votare a favore. Tuttavia, nell'ottica costruttiva e responsabile che abbiamo tenuto per tutto l'esame del provvedimento e, soprattutto, nell'interesse del nostro Paese e dei suoi cittadini, che per noi vengono prima di ogni altra cosa, Forza Italia si asterrà nella votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, inizio premettendo che se c'è un movimento che più di altri ha lavorato per imporre nell'agenda del Governo i temi della sicurezza cibernetica e della sovranità nazionale questo è stato la Lega di Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ben venga, quindi, la conversione in legge del decreto sulle disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Ci saremmo aspettati, in questo processo, una mano anche dall'Europa, dove il nuovo Governo aveva millantato di essersi accreditato, ma, al di là di nuovi flussi migratori e l'ennesima lettera di richiamo sulle manovre economiche, Bruxelles non ha battuto un colpo, confermando che la tutela dei nostri confini non è una priorità e nemmeno la tutela dei confini digitali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Condividiamo lo spirito di questo provvedimento, ma non ci fidiamo affatto della persona a cui questo provvedimento delegherà poteri straordinari e un ruolo di coordinamento che questo Presidente del Consiglio non è certo in grado di garantire. La partita è delicata e proprio il Consiglio europeo - udite bene - ci chiede, in queste ore, di essere sovranisti almeno nella gestione delle nuove tecnologie. Le conclusioni della Presidenza finlandese hanno rilevato che Paesi terzi ostili potrebbero esercitare una pressione sui fornitori di 5G per facilitare attacchi cibernetici al servizio dei loro interessi nazionali e che è necessaria la massima cautela con aziende che presentano un forte legame con uno Stato dove non ci sono controlli legislativi o democratici né altri equilibri (ogni riferimento è puramente casuale). Del resto, pochi giorni fa questo Governo si era anche rimangiato, dopo averlo concesso, il parere favorevole su una mozione che avrebbe stoppato la sperimentazione sul 5G, dopo avere intascato 6,5 miliardi di euro.

Fa bene, quindi, il Governo a proseguire nel solco tracciato da noi, ma non possiamo non rilevare alcune criticità che abbiamo cercato di risolvere con una serie di emendamenti, in buona parte da voi respinti. Volevamo introdurre le soluzioni del cloud-driven per garantire il controllo continuo, costante e sicuro delle infrastrutture e ce lo avete impedito. Volevamo che ci fosse uno scambio di informazioni tra tutte le autorità al fine di contrastare il terrorismo e ce lo avete impedito. Vi siete persino dimenticati di coinvolgere il neonato Ministero per l'Innovazione tecnologica tra i soggetti attivi nel perimetro della sicurezza cibernetica: lo avete lasciato senza soldi e, tra l'altro, forse avete anche fatto bene, perché l'esperienza piemontese a Torino ci ha dimostrato che utilizza i droni solo per fare i fuochi d'artificio e non certo per garantire la sicurezza nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poco fa, pochi minuti fa, avete ritenuto inammissibile intervenire con azioni di antipirateria per contrastare organizzazioni criminali che depredano lo Stato ogni anno di almeno un miliardo di euro. Volevamo ridurre i tempi previsti dal decreto-legge per dotare quanto prima di un vero perimetro difensivo il nostro Paese e ce lo avete impedito. Volevamo ricomprendere nel perimetro di sicurezza persino il sistema radiotelevisivo, ma anche su questo provvedimento è arrivato il vostro parere contrario. Avete persino bocciato l'emendamento Formentini, mettendo a rischio le comunicazioni all'interno dell'Alleanza atlantica, quando proprio in queste ore il Segretario generale Stoltenberg ci chiede e ci richiama fortemente a un impegno al controllo sulla sicurezza e sul 5G.

Insomma, Presidente, noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo per migliorare il contenuto del provvedimento, nell'interesse del Paese, ma a quanto pare siamo su posizioni diametralmente opposte.

Vede, Presidente, con questa legge di conversione noi creiamo un perimetro di sicurezza cibernetica, ma la prima sciagura da cui dovrebbe essere messa al riparo l'Italia è proprio il Governo di Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dovremmo fidarci, per caso, di un Presidente del Consiglio che andava in ginocchio dalla Cancelliera Merkel a chiedere consigli su come limitare l'azione del suo alleato e Ministro dell'Interno Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? È questa la sicurezza che stiamo tracciando? Dovremmo affidare la nostra sicurezza a un Primo Ministro che proprio ieri è dovuto comparire davanti al Copasir per chiarire i poco trasparenti contorni della visita del Ministro statunitense Barr, lo scorso mese di agosto? Dovremmo affidare la nostra sicurezza a un Primo Ministro che ha tollerato, senza proferire parola, la violazione del nostro confine geografico a Bardonecchia da parte della polizia del vostro amico Macron, per farci scaricare addosso altri clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Dovremmo affidare la tutela della nostra sovranità a un Premier che caccia da Palazzo Chigi una giornalista che reclama la difesa del made in Italy, ma in compenso va negli USA a farsi i selfie con gli hamburger (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Finché, Presidente, in questo Governo c'erano la Lega e il Ministro Salvini, potevamo stare tranquilli anche sulle prospettive economiche della Via della Seta. Dopo che il Premier Conte si è venduto al PD e al Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, possiamo ancora stare tranquilli?

Noi ci fidiamo degli apparati delegati alla nostra sicurezza, ma non ci fidiamo certo del Premier Conte e di questo Governo. Il Primo Ministro, d'altra parte, più che di crisi cibernetica ci sembra impegnato ad affrontare la sua costante crisi di identità e di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per tutti questi motivi fin qui esposti e dopo avere - lo ricordiamo - contribuito in maniera determinante a sostenere lo sviluppo del 5G, a sostenere l'introduzione del golden power, ad alimentare le politiche di sicurezza cibernetica, il voto che esprimo, a nome della Lega, è di astensione, in attesa di un nuovo Governo di cui fidarci veramente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI (M5S). Grazie Presidente e colleghi. È innegabile che l'innovazione tecnologica stia acquistando sempre più importanza e spazio nella nostra società, e, al tempo stesso, lo spazio cibernetico diventa sempre più strategico per il nostro Paese. Ad oggi, non esiste settore, anche apparentemente molto lontano, che non poggi pesantemente sull'utilizzo della rete, dall'agricoltura alla finanza, fino ad arrivare alla pubblica amministrazione.

Il MoVimento 5 Stelle è stato il primo movimento politico, nel nostro Paese, ad utilizzare strumenti digitali al fine di permettere a tutti i cittadini di esercitare forme di democrazia diretta. Penso, ad esempio, alle parlamentarie sul blog e, successivamente, alla piattaforma Rousseau, che ha reso possibile scegliere i candidati alle elezioni, dibattere su proposte di legge ed elaborare un programma politico. Queste sono tutte forme iniziali di democrazia diretta che in futuro, attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia digitale, si diffonderanno sempre di più in tutto il mondo. Qui voglio citare le parole del fondatore del MoVimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, il quale sosteneva che la rete porterà, nel tempo, una rappresentanza reale delle persone nel mondo politico, e noi vogliamo incentivare questo processo.

È evidente che, per la nostra storia e per quanto fatto in questi anni, signor Presidente, siamo ben consci del potere della pervasività della rete, ma anche di quelli che sono i rischi e i pericoli che si annidano in essa. Le minacce informatiche rappresentano sicuramente uno degli elementi di maggior pericolo a cui far fronte nei prossimi anni. Sin da subito, dunque, appare necessario prendere delle contromisure adeguate, migliorando le difese informatiche del Paese davanti a minacce sempre più innovative e aggressive che comprendono fenomeni di cyber criminalità, cyber spionaggio, fino ad arrivare alla cyberwar. Si stima che la perdita economica imputabile al cybercrime nel 2020 raggiungerà i 3 mila miliardi di dollari e che gli attacchi informatici possano interessare il 74 per cento del volume degli affari mondiali. I soggetti pubblici sono tra le vittime preferite di questi attacchi con il 71 per cento; numeri preoccupanti che necessitano di risposte adeguate, che il MoVimento 5 Stelle e questo Governo sono intenzionati a fornire attraverso questo provvedimento.

Non possiamo perdere altro tempo, l'attacco hacker che il 12 novembre 2018 ha colpito 500 mila caselle di posta elettronica certificata e alcuni tribunali in Italia, costretti alla paralisi per un giorno, è stato solo un antipasto di ciò che potrebbe accadere, se il Paese non si facesse trovare pronto negli anni a venire. Per questi motivi, il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica rappresenta uno sforzo senza precedenti da parte del Governo italiano sulla strada della creazione di un ecosistema di governance e di responsabilità comune e condivisa nel settore della cyber security. Uno sforzo da accogliere con estrema positività, soprattutto alla luce dei veri e propri bollettini di guerra che ogni giorno vengono consegnati alle cronache e che parlano di continui attacchi informatici a tutte le nostre aziende e alla pubblica amministrazione per finalità criminali di intelligence e di sottrazione del know-how, fino alla preparazione di eventuali operazioni militari cibernetiche contro la nostra patria.

Il decreto contiene una serie di misure ad hoc in grado di rafforzare le nostre difese informatiche e prevenire attacchi ad infrastrutture di interesse nazionale. Importante è l'intenzione di elevare i livelli di sicurezza informatica anche a queste società private e agli enti pubblici e privati non ricompresi nell'applicazione della direttiva europea NIS, che stabilisce le misure per realizzare in Europa un ambiente digitale sicuro e affidabile, ma comunque strategici per la sicurezza nazionale del nostro Paese. Durante i lavori in Commissione, grazie anche a un emendamento governativo, è stato esteso l'ambito di questo provvedimento anche al golden power sulla tecnologia 5G, con il golden power 5G. Quindi, abbiamo maggiore controllo sulla stipula di contratti o accordi per l'acquisizione di beni e servizi relativi alla progettazione, realizzazione e manutenzione delle nuove reti infrastrutturali tecnologiche, quindi comprese, come dicevo prima, quelle della tecnologia 5G, che ci permette di aggiungere un pezzo al puzzle della sicurezza nazionale cibernetica, che da solo non sarebbe decisivo, ma che, inserito nel perimetro, risulta fondamentale e imprescindibile.

In Commissione, inoltre, abbiamo lavorato per garantire alle aziende del settore tempi di risposta certi nei casi in cui sia necessario per la Presidenza del Consiglio esercitare i poteri del presente atto. Si potrà così intervenire tempestivamente tutelando sia la sicurezza nazionale che gli operatori del settore. Ma abbiamo agito anche per garantire un maggior controllo da parte delle competenti Commissioni parlamentari sui decreti attuativi e sui regolamenti che stabiliranno l'attuazione di questo importante provvedimento. Non mancano, poi, le sanzioni in caso di violazione degli obblighi previsti: si va da 200 mila euro ad un milione e 800 mila euro per gli illeciti amministrativi in relazione alla gravità della condotta. A completamento di tutto, in caso di rischio grave e imminente per la sicurezza nazionale connesso alla vulnerabilità di reti, sistemi e servizi, l'articolo 5 concede al Presidente del Consiglio dei ministri il potere di disattivare, in modo parziale o totale, uno o più apparati o prodotti impiegati nelle reti e nei sistemi colpiti, al fine di ordinare una risposta e un contrattacco ad un attacco cibernetico subito, oltre che l'invio di commissari per ispezioni presso le aziende produttrici da parte anche del Ministero dello Sviluppo economico.

Inevitabilmente, però, il perimetro di sicurezza nazionale dovrà superare il banco di prova dell'implementazione. Il progetto, infatti, è tanto ambizioso quanto complesso. Non sarà facile, ad esempio, allineare esigenze di controllo delle condizioni di sicurezza e dell'assenza di vulnerabilità dei prodotti, apparati e sistemi da parte del Centro di valutazione e certificazione nazionale con i tempi pressanti del business delle nostre importanti realtà industriali. Tuttavia, ogni rivoluzione, soprattutto sul piano culturale, da parte delle aziende e della pubblica amministrazione, porta con sé elementi di criticità, così come costi e incertezze. È qualcosa di endemico, ma che non deve scoraggiare.

Questo provvedimento rappresenta finalmente l'approdo ad una risposta strutturale, che tiene conto di tutte le parti in gioco e definisce metodiche e standard condivisi per la risoluzione dei problemi. La tutela delle reti e dei dati che vi transitano deve essere un impegno costante e inderogabile per qualsiasi Paese e comporta un continuo ed efficace aggiornamento dell'impianto normativo. Soltanto così potremo immaginare un futuro in cui poter affermare con certezza che la sicurezza cibernetica è un valore, oltre che il miglior strumento di competizione e di reputazione per il business delle nostre aziende in Italia, ma, soprattutto, all'estero. Il decreto che abbiamo esaminato in quest'Aula mette l'Italia nella condizione di affrontare con gli strumenti giusti questa nuova e delicata sfida. Per questo motivo, per l'importanza che questo provvedimento assume per il presente e, ancor più, per il futuro del nostro Paese, dichiaro il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Le decisioni prese dalla maggioranza sul provvedimento in valutazione, che dovrebbero occuparsi di sicurezza e tutela dei cittadini, sono contrarie e contrastanti rispetto a quello che è, nella realtà, il significato di sicurezza e tutela dei cittadini. La maggioranza aveva la possibilità di trasformare un impegno preso con il Governo appena due settimane fa, con la mozione di maggioranza sul 5G approvata proprio in quest'Aula, in un'azione concreta che fa valere realmente il significato di sicurezza e di tutela della salute per i cittadini ed invece, come sempre più spesso accade, hanno dimostrato che gli impegni presi non hanno alcun valore, perché non vengono più rispettati. Per questi motivi, voterò contrario. Ricordiamoci tutti che ognuno di noi ha qualcuno da proteggere nella propria vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Signor Presidente, con il permesso del collega Pella che le volge le spalle, io annuncio il voto favorevole a questo provvedimento e lo annuncio, Presidente, credo, in piena coerenza con i valori, gli insegnamenti e le politiche a cui il presidente Berlusconi ha improntato Forza Italia e a cui si improntano, credo umilmente di poter interpretare, tutti i partiti del centrodestra.

Il presidente Berlusconi ci ha sempre improntato a guardare all'interesse generale, anche nel fare la nostra attività di opposizione, anzi, direi, per certi versi, soprattutto nel fare la nostra attività di opposizione. Ecco, signor Presidente Rampelli, io non riesco ad immaginare qualcosa che riguardi più l'interesse generale della sicurezza nazionale e, poiché questo provvedimento verte sulla sicurezza nazionale, cioè sulla possibilità, sul dovere che le nostre imprese pubbliche e private, che hanno a che fare con temi, funzioni, poteri riguardanti la sicurezza nazionale - ossia le reti energetiche, infrastrutturali, di telecomunicazione - entrino nel perimetro di sicurezza cibernetica, dotandosi cioè di strumenti tali e raccordandosi con i poteri che oggi tutelano la sicurezza cibernetica, credo sia un errore, per il nostro Parlamento, per il nostro Paese, dividersi per ragioni che, francamente, a me sono parsi minori aspetti particolari sui quali, tra l'altro, si potrà anche tornare, visto che sono previsti, come sempre, dei regolamenti attuativi per i quali è stato introdotto anche il parere parlamentare.

E mi spiace anche per i gruppi di opposizione del centrodestra - la Lega, addirittura, aveva votato queste stesse norme pochi mesi fa quando stava al Governo, un disegno di legge di un decreto -, che giustamente rivendicano la priorità delle politiche della sicurezza, la tutela e la difesa dei nostri confini, non cogliere l'occasione di votare a favore di un provvedimento perché ora c'è un altro Governo - mi pare questa sia la principale argomentazione -, quando qui si tratta di difendere i nostri principali confini, Presidente, cioè i confini digitali. I confini, al giorno d'oggi, non sono più solo le Alpi e il mare, che pure vanno difesi e tutelati, ma sono i confini digitali, che sono dei confini messi a rischio dalle tecnologie moderne, come molti interventi dei colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia hanno correttamente evidenziato.

Allora, se c'è questa consapevolezza, occorre avere anche la maturità di togliere le ragioni che ci dividono e andare alle ragioni che ci uniscono: un Paese diviso sulla sicurezza nazionale è un Paese più debole e più esposto a dei rischi (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non cogliere questo aspetto, a mio giudizio, è un grave errore politico che noi commettiamo. La maggioranza - qualcuno l'ha anche riconosciuto -, su questo tema e su questo confronto, è venuta aperta ai nostri emendamenti, che sono stati approvati, lo abbiamo visto anche oggi in Aula, oltre che durante l'esame delle Commissioni. È un errore a questo atteggiamento rispondere, invece, con una chiusura pregiudiziale in base a degli schieramenti che non dovrebbero appartenere, invece, al tema della sicurezza che, giustamente, è prioritario, è il tema al quale teniamo.

Certo, la sicurezza ha dei costi, la sicurezza ha dei tempi, ma io ritengo che il tema della sicurezza valga bene i costi che questo comporta per le imprese pubbliche e private, valga bene il trascorrere del tempo necessario all'esercizio dei poteri di sicurezza. Prima la sicurezza, poi i costi che questa comporta per le imprese e per lo Stato; prima la sicurezza, anche se significa rallentare, con delle procedure tecniche, lo sviluppo tecnologico e gli investimenti che sono stati già fatti.

Concludo, Presidente, però, con un'ulteriore considerazione. Io, in fin dei conti, non voto a favore delle ragioni politiche, anche se la politica prevale sempre, voto a favore per una semplice ragione: avverto, colleghi, una responsabilità fortissima, che tutti dovremmo avvertire oggi, in questi giorni, in questo momento storico, e che temo non si avverta a fondo. Oggi è il momento in cui il nostro Paese, la società occidentale, la società dei consumi sta compiendo delle scelte definitive e irreversibili per passare in un'altra società, in un altro mondo, con nuove tecnologie, che saranno potentissime, ma, proprio per questo, rischiosissime, perché si moltiplicheranno per milioni di utenti, di cittadini i mezzi che saranno connessi. Le scelte riguardanti la sicurezza di questa nuova società, di questo nuovo mondo o le compiamo oggi o non si compiranno mai più e le pagheranno le generazioni future. Se c'è un piccolo pezzetto, un piccolo dubbio, qualcosa che non va che viene introdotto, viene introdotto oggi e si rischia di scoprirlo fra trent'anni, fra quarant'anni. Speriamo di no.

Se noi oggi non mettiamo in sicurezza la rete, la tecnologia futura, il mondo digitale, non lo faremo mai più e non dobbiamo rifiutarci di assumere la responsabilità politica di farlo per particolarismi di partito, per collocazione, perché ora c'è Tizio, perché ora c'è Caio. Io avevo proposto di introdurre questo decreto come un decreto sicurezza, temendo che non venisse convertito. Io avevo chiesto - ci sono i verbali - a fine luglio, qui, in Aula, che il Parlamento tornasse prima per convertire quel decreto, e qualcuno lo sa, che sospendessimo per questo le vacanze. E quell'appello è caduto nel vuoto. E ora che facciamo? Dicono: noi ci asteniamo. E no, io non mi astengo, Presidente. Ci sono cose che non vanno, aspetti tecnici? Li rivedremo. Onorevole Zanella, è giusto che si applichi anche ai contratti già firmati, perché quei contratti sono in essere e producono effetti sulla sperimentazione che è in atto. Dispiace per le aziende, perderanno un po' di tempo e di soldi, ma noi, lo Stato, abbiamo il dovere di controllare quello che sta accadendo su una nuova tecnologia così importante, ma così invasiva. Per questo, Presidente, io avverto questa responsabilità nei confronti delle generazioni future. Non invito, per carità, nessuno del mio gruppo a seguirmi; non invito, per carità, nessuno del centrodestra, a seguirmi, per carità! Io voto a favore, lo faccio nella mia responsabilità, nella mia coscienza, e se permette, Presidente, anche con le mie competenze (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il relatore, deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la I Commissione. La ringrazio, Presidente. Intervengo solo per ringraziare i funzionari delle Commissioni preposte e i funzionari della Camera che hanno aiutato noi a svolgere un compito non semplicissimo su un tema così delicato e complesso, e per la collaborazione che abbiamo avuto anche ovviamente dal Governo, per un tema che è diventato parlamentare e che mi auguro possa incontrare nelle varie forme disponibili il favore comunque di tutte le forze parlamentari. Qui facciamo fare un passo avanti alla sicurezza di questo Paese.

(Coordinamento formale - A.C. 2100-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2100-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2100-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare") (A.C. 1939-A); e delle abbinate proposte di legge: Muroni e Fornaro; Rizzetto e Mantovani (A.C. 907-1276) (ore 13,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1939-A: Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare"); e delle abbinate proposte di legge nn. 907 e 1276.

(Ripresa esame delle proposte emendative accantonate - A.C. 1939-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta del 22 ottobre è stato da ultimo approvato il mantenimento dell'articolo 10 e che risultano ancora accantonati gli articoli aggiuntivi Andreuzza 4.0100 e Formentini 4.0101.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto, inoltre, che la Commissione ha ritirato l'articolo aggiuntivo n. 4.0203, e ha presentato, al fine di recepire la condizione formulata, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dalla Commissione bilancio, il subemendamento 0.4.0201.1.

Invito quindi le relatrici ad esprimere il parere su tale subemendamento e sulle restanti proposte emendative.

PAOLA DEIANA, Relatrice. Presidente, noi abbiamo un parere favorevole con riformulazione. Leggo la riformulazione…

PRESIDENTE. Prima il parere sul subemendamento 0.4.0201.1.

PAOLA DEIANA, Relatrice. Sì, parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Sul subemendamento 0.4.0201.1 il parere è favorevole.

PAOLA DEIANA, Relatrice. Sì. Poi, sull'articolo aggiuntivo 4.0201 (Nuova formulazione) della Commissione, parere favorevole. Sull'articolo aggiuntivo 4.0202 della Commissione, parere favorevole.

PRESIDENTE. Però deve darci anche il parere sull'articolo aggiuntivo 4.0100 Andreuzza e 4.0101 Formentini.

PAOLA DEIANA, Relatrice. Sì, Presidente, il parere è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme a quello delle relatrici.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento 0.4.0201.1 della Commissione.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Presidente, in merito all'articolo aggiuntivo 4.0100 Andreuzza, mi pareva di aver capito che fosse stato assorbito. Pertanto, se si esprime un parere contrario vuol dire che non è assorbito, e anche il successivo a firma Formentini.

PRESIDENTE. L'assorbimento scatta in caso di approvazione dell'emendamento precedente. Quindi, dobbiamo prima verificare che sia approvato, conseguentemente, se sarà approvato, verrà dichiarato assorbito.

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.0201.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0201 della Commissione (Nuova formulazione), nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

A questo punto, dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 4.0201 della Commissione (Nuova formulazione) risultano assorbiti gli articoli aggiuntivi 4.0100 Andreuzza e 4.0101 Formentini.

Passiamo quindi alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0202 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Presidente, molto brevemente, voglio ringraziare le relatrici, i membri della Commissione e il Governo per avere dato una risposta, attraverso questa proposta emendativa che abbiamo ripreso e riformulato, a un tema reale, quello della definizione dei requisiti di sicurezza per gli operatori nell'ambito delle attività di tutela dell'ambiente marino, delle attività tecniche e scientifiche di immersione subacquea, necessarie per l'adempimento degli obblighi di monitoraggio, di controllo ambientale della biodiversità. Sappiamo che questo è un tema molto sentito dagli operatori pubblici, di ricerca, e credo che l'impegno del Ministero dell'ambiente a redigere, entro tre mesi, delle linee guida che consentano la piena operatività e la sicurezza della loro attività sia un segnale importante che diamo con questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0202 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1939-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1939-A/30 Deiana è stato ritirato dalla presentatrice.

Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, i seguenti ordini del giorno: n. 9/1939-A/21 (Nuova formulazione) Morrone e n. 9/1939-A/34 Rizzetto.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del governo ad esprimere il parere.

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/1 Rostan è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/2 Labriola il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/3 Spena il parere è favorevole con la seguente riformulazione della parte dell'impegno: “a valutare gli effetti applicativi delle norme, anche prevedendo la possibilità di benefici fiscali e misure di favore in ragione dell'impegno dei pescatori per l'ambiente e la collettività”. Sugli ordini del giorno nn. 9/1939-A/4 Minardo, 9/1939-A/5 Alemanno, 9/1939-A/6 Lombardo, 9/1939-A/7 Amitrano, 9/1939-A/8 Rospi, 9/1939-A/9 Terzoni, 9/1939-A/10 Faro, 9/1939-A/11 Licatini, 9/1939-A/12 Gallinella, 9/1939-A/13 Zolezzi e 9/1939-A/14 Ilaria Fontana il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/15 Perantoni il parere è favorevole, ma con la riformulazione del terzo impegno, cioè vanno bene il primo e il secondo impegno, mentre sul terzo impegno si propone la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di perseguire una più mirata attività di controllo e un più efficace ed effettivo contrasto a tale fenomeno, adottando conseguentemente i relativi opportuni provvedimenti”. Sugli ordini del giorno nn. 9/1939-A/16 Scerra e 9/1939-A/17 Galizia, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/18 Ianaro il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere l'ambito delle finalità inerenti le campagne di sensibilizzazione di cui al presente provvedimento anche per disincentivare la produzione di rifiuti di materiale non ecosostenibile e non biodegradabile.” Sugli ordini del giorno nn. 9/1939-A/19 Masi e 9/1939-A/20 Plangger il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/21 Morrone (Nuova formulazione) il parere è contrario…

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/21 Morrone (Nuova formulazione) è inammissibile, sottosegretario.

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/22 Rixi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere tutte le iniziative necessarie a sollecitare le organizzazioni internazionali competenti, al fine di assicurare, attraverso idonee procedure da definirsi a livello tecnico con gli organismi competenti, misure atte a garantire la massima sicurezza della navigazione nelle Bocche di Bonifacio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/23 Deidda il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/24 Foti il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/25 Baldini e n. 9/1939-A/26 Butti il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/27 Fregolent è accolto come raccomandazione…

PRESIDENTE. Mi scusi, l'ordine del giorno n. 9/1939-A/27 è Terzoni…

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/27 a me risulta Fregolent…

PRESIDENTE. Un attimo di pazienza che verifichiamo, sottosegretario. C'è un errore, quindi è effettivamente come dice lei. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/27 è Fregolent, dunque è accolto come raccomandazione, giusto?

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì. Sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/28 Trancassini, n. 9/1939-A/29 Micillo e n. 9/1939-A/30 Deiana il parere è favorevole…

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/30 Deiana è stato ritirato.

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/31 De Carlo il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/32 Osnato è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/33 Rampelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/34 Rizzetto…

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/34 Rizzetto è inammissibile, sottosegretario.

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/35 Benedetti il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/36 Andreuzza è accolto con la seguente riformulazione: espungere l'ultima parte degli impegni, dalla parola “anche” in poi, quindi espungendo il periodo che recita “anche valutando l'opportunità di un ulteriore intervento normativo qualora l'applicazione delle nuove norme si dimostri incapace a produrre l'effetto voluto, nonché carente e inefficace rispetto alle prassi virtuose fino ad oggi adottate dalle regioni.” Sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/37 Formentini, n. 9/1939-A/38 Maraia, n. 9/1939-A/39 Ricciardi, n. 9/1939-A/40 Silli, n. 9/1939-A/41 Benigni e n. 9/1939-A/42 Gagliardi il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto, abbiamo tutti i pareri sugli ordini del giorno. Cominciamo con l'ordine del giorno n. 9/1939-A/1 Rostan, che è accolto come raccomandazione, va bene? Va bene, possiamo andare avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/2 Labriola il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1939-A/3 Spena è stato riformulato, collega Spena va bene? Va bene così. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/4 Minardo vi era un parere favorevole, esattamente come sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/5 Alemanno, n. 9/1939-A/6 Lombardo, n. 9/1939-A/7 Amitrano, n. 9/1939-A/8 Rospi, n. 9/1939-A/9 Terzoni, n. 9/1939-A/10 Faro, n. 9/1939-A/11 Licatini, n. 9/1939-A/12 Gallinella, n. 9/1939-A/13 Zolezzi e n. 9/1939-A/14 Ilaria Fontana. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/15 Perantoni vi è una riformulazione, in particolare sul terzo impegno, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/16 Scerra e n. 9/1939-A/17 Galizia vi è un parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/18 Ianaro vi è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/1939-A/19 Masi e n. 9/1939-A/20 Plangger vi è un parere favorevole del Governo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/22 Rixi vi è una proposta di riformulazione, collega Rixi chiede di parlare? Prego, ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Io sarei per la votazione dell'ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. D'accordo. Se non ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/22 Rixi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1939-A/23 Deidda, con parere favorevole del Governo, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/24 Foti il parere è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo ordine del giorno attiene al cuore politico del provvedimento, nel senso che, come abbiamo dimostrato in Commissione e come abbiamo dimostrato in Aula, è un provvedimento che in vari aspetti è condivisibile e anch'ella, signor Presidente, in alcuni interventi qui in Aula ha confermato la posizione favorevole di Fratelli d'Italia ad un'impostazione, ma è evidente che questa impostazione, nel merito, trova un suo limite nel momento in cui si addebitano alla comunità, in senso generale, i costi del provvedimento stesso. Tra l'altro, l'articolo 2 equipara tassa a tariffa anche rispetto all'addizionale, pur essendo nota la differenza giuridica che intercorre tra la tassa e la tariffa. Allora, sotto questo profilo, che neppure viene indagato, il risultato di fondo è che si pone a carico della fiscalità generale ciò che invece avrebbe dovuto seguire un procedimento diverso. Noi abbiamo chiesto, in più occasioni, che fosse indicato un fondo statale per poter poi attingere dallo stesso, nel momento in cui venivano effettuati gli interventi di recupero e si potesse dare ai singoli comuni il corrispettivo del costo dello smaltimento del recupero. Qui invece si preferisce generalizzare e porre a livello general generico tutto a carico della comunità nazionale, con un piccolo particolare: che lo facciamo per i pescatori, ma - lo dirà poi il collega De Carlo - magari dimentichiamo chi la stessa attività fa nei boschi, quindi discriminando di fatto addirittura tra chi recupera in mare e chi recupera la plastica in un altro ambito. Ecco, a me pare che l'ordine del giorno, signor sottosegretario, in realtà non dovesse essere respinto, perché si diceva di valutare non per l'oggi, ma per il futuro - cioè magari a partire dalla prossima legge di bilancio, nel caso il provvedimento sia già legge o comunque successivamente -, una copertura più idonea, che evitasse un rincaro della tassa o della tariffa dei rifiuti su tutto il territorio nazionale, con un provvedimento che tra l'altro voi sapete è affidato a un ente terzo, ma nel quale - voglio dire - non vi è sicuramente da parte del Parlamento più alcun potere né di controllo né di verifica. Io quindi le chiedo, signor rappresentante del Governo, se non valesse la pena quantomeno di accogliere questo ordine del giorno come raccomandazione, per evitare di dare l'impressione che le leggi, anche di sistema e anche di principio, trovano un'unica copertura: il portafoglio del cittadino italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/24 Foti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1939-A/25 Baldini ed altri, con parere favorevole del Governo; all'ordine del giorno n. 9/1939-A/26 Butti ed altri, con parere favorevole; all'ordine del giorno n. 9/1939-A/27 Fregolent, accolto come raccomandazione; all'ordine del giorno n. 9/1939-A/28 Trancassini, favorevole; all'ordine del giorno n. 9/1939-A/29 Micillo e Zolezzi, favorevole; all'ordine del giorno n. 9/1939-A/31 De Carlo, contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Carlo. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 13,50)

LUCA DE CARLO (FDI). Beh, sono un po' stupito del fatto che non si approvi un ordine del giorno che, di fatto, alleggerisce il peso della pressione fiscale ai cittadini italiani. Io sono assolutamente favorevole al principio per cui chi inquina paga e che i rifiuti li debbano pagare quelli che li producono e che sia difficile oggettivamente, in mare, imputare a determinati soggetti il pagamento dei rifiuti prodotti o raccolti. È evidente che però esistono delle fattispecie, come quella ad esempio dei bacini artificiali - io mi riferisco a quelli della mia provincia, che conosco di più, ma anche a quelli di altre province - dove qualcuno ha una concessione, in questo caso Enel. Guardate, non è assolutamente una critica nei confronti dell'ente gestore, anzi, con il quale sul territorio spesso abbiamo condiviso iniziative anche di pulizia appunto dei bacini, ma anche di ristoro nei confronti delle comunità locali di qualche disservizio che magari nasce dalla gestione di questi impianti; è più un discorso pratico e pragmatico. Se l'ente gestore, in questo caso Enel, ha in concessione un bacino nel quale produce reddito - turbina nel caso dell'acqua, ovviamente - già da cinquant'anni, quindi essendo avanguardista rispetto a quelle tematiche di energia pulita e di energia rinnovabile, posto che l'acqua da sempre e che le Comunità montane da sempre garantiscono energia alla pianura, è altrettanto evidente che se in quei bacini insistono dei rifiuti, non vedo perché il costo della raccolta e dello smaltimento di quei rifiuti debba essere pagato dall'intera collettività. È evidente che lì quello è un bacino privato - lo diventa privato, gli utili diventano privati -, non vedo perché invece si debbano socializzare le perdite o socializzare i costi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Mi sembra talmente un ordine del giorno di buonsenso che credo, anche solo il parere favorevole e non l'impegno magari a ragionarci, sia qualcosa di veramente e assolutamente distinto dalla realtà e soprattutto dal principio con cui abbiamo votato parte di questo provvedimento, qualche articolo e qualche emendamento. Ecco, quindi faccio appello al sottosegretario perché riveda una posizione che oggettivamente non trova nessun interesse nazionale e nessun interesse collettivo, ma che di fatto giustifica taluni atteggiamenti e comportamenti privati che qui dentro non dovrebbero essere tutelati, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei onorevole De Carlo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Posso capire che il parere del Governo sia negativo, capendo come è stato concepito il “salva mare” e capendo la provenienza dell'emendamento, che tratta bacini alpini, però voglio fare un appello al sottosegretario, che so che essere sensibile alla materia. Vorrei che nella prossima legge finanziaria, questo argomento che il collega De Carlo ha toccato, dei laghi imbriferi alpini oggetto di utilizzo idroelettrico, pieni di legname, in questo caso ancor di più per Vaia, ma pieni anche di immondizie, venga in qualche maniera toccato, così come il precedente Governo ho fatto con un articolo nella legge finanziaria. È giusto quello che dice l'onorevole De Carlo: non si possono scaricare sui cittadini tutte le immondizie di un bacino che poi, dal punto di vista idroelettrico, dell'utilizzo e anche della monetizzazione dell'energia, va a ENEL; bisogna capire chi fa cosa. Allora, sottosegretario, con molta umiltà, capendo il suo parere in questo momento, le chiedo anche un impegno per la prossima legge finanziaria. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei onorevole Bond. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del mio collega, perché è un problema che si riscontra in ogni ragione. Spesso le comunità locali trovano difficoltà anche a rapportarsi con l'ente gestore: è quasi impossibile a volte a rapportarsi con l'ENEL. Non è una battaglia contro l'Enel, ma è una battaglia di giustizia perché già l'ENEL guadagna abbastanza da questo, dallo sfruttamento delle acque di tutti; l'ordine del giorno chiede solamente di valutare gli effetti applicativi delle disposizioni, quindi, non sarebbe male che il Governo applicasse uno studio su quelli che sono i riflessi; lo sta chiedendo un amministratore locale, come De Carlo, che vive negli effetti quello che succede in un lago (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1939-A/31 Luca De Carlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/1939-A/32 Osnato, accolto come raccomandazione. Va bene? Grazie.

Ordine del giorno n. 9/1939-A/33 Rampelli, favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/35 Benedetti, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1939-A/36 Andreuzza, favorevole con riformulazione. Viene accolta la riformulazione?

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Presidente, questo ordine del giorno fa riferimento all'emendamento che abbiamo approvato oggi grazie alla Commissione, che voglio ringraziare perché è un ottimo risultato, cioè il fatto che tutti i materiali spiaggiati lignei vengano considerati biomassa e non rifiuto. È un emendamento che appunto aveva visto molto consenso da parte dell'Aula. Nella riformulazione viene tolta una parte che io ritengo di accogliere, in quanto la riformulazione è quasi un invito al Governo a far sì che una volta che sia attuata questa legge sia tutto semplificato, cioè la norma non deve andare a complicare ma deve essere di supporto ad un lavoro che alcune regioni e alcuni sindaci fanno già attraverso ordinanze. Il nostro ruolo, quindi, è quello di semplificare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1939-A/37 Formentini, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/38 Maraia, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/39 Ricciardi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/40 Silli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/41 Benigni, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1939-A/42 Gagliardi, parere favorevole.

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, se posso, per cortesia, vorrei capire il motivo della inammissibilità rispetto al mio ordine del giorno n. 9/1939-A/34.

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, doveva chiederlo al momento della dichiarazione di inammissibilità. Adesso il suo ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile senza obiezioni ed è anche passato rispetto…

WALTER RIZZETTO (FDI). Ho capito, Presidente, soltanto un secondo. Questa roba qui vuol dire che il Governo non ha capito o chi ha dichiarato inammissibile l'ordine del giorno non ha capito...

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, con l'inammissibilità non c'entra nulla il Governo, c'entra la Presidenza della Camera che lo ha ritenuto inammissibile. Come lei sa, c'era il momento in cui si poteva chiedere una valutazione diversa sull'inammissibilità; questo momento è stato superato da quando l'inammissibilità è stata decretata, ma il Governo non ha competenze sull'ammissibilità o meno degli ordini del giorno o degli emendamenti.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1939-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, quello che ci apprestiamo a votare è un provvedimento importante che riguarda il recupero e il conferimento a terra dei rifiuti recuperati in mare e che, attraverso poi il processo di definizione parlamentare, è stato esteso anche ai laghi e ai fiumi. Parla, quindi, di qualità delle acque, di salute, di sostenibilità, di economia circolare…

PRESIDENTE. Onorevole Fusacchia, mi scusi un momento. Colleghi, la seduta non è conclusa…semplicemente c'è un collega che sta cercando di fare la dichiarazione di voto. Mi sembra rispettoso nei suoi confronti, anche se magari forse qualcuno vuole uscire, consentire maggior silenzio.

Prego, onorevole Fusacchia.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Come dicevo, con il “SalvaMare”, in realtà, noi stiamo cominciando a dire una cosa molto importante, cioè che alcune cose considerate come il problema di nessuno, diventano la preoccupazione di tutti. Credo che questo sia un principio che attraversa questo provvedimento e che dovrebbe attraversare tanti provvedimenti che poi riguardano l'economia circolare e la transizione ecologica all'interno del quale questo provvedimento si inserisce.

Ci sono tre cose che ci stanno particolarmente a cuore e che vorrei riprendere: la prima riguarda i pescatori. Questo Paese si era ritrovato, in mancanza di questa legge, in una situazione assurda, per cui, anche contro il buon senso, il Paese diceva che coloro che accidentalmente recuperavano in mare dei rifiuti stavano dalla parte del torto. Noi con questo provvedimento ribaltiamo questa situazione e riconosciamo il ruolo non solo economico ma il ruolo sociale dei pescatori nella società di oggi, che è fatta, quando si parla di mare, purtroppo, non solo di pesci, non solo di attività economiche e produttive o di turismo, ma anche di rifiuti e della questione che stiamo affrontando.

Il secondo punto centrale, che è stato parte del dibattito che abbiamo fatto, riguarda chi paga, ovviamente, e qui si parla dei cittadini ma si parla anche dei consumatori. Io credo che sia positivo il fatto che ci sia molta trasparenza e che, quindi, si crei consapevolezza presso tutti i cittadini del fatto che il costo sociale debba essere affrontato da tutti; credo che sia un passaggio importante.

Certo non sfugge, Presidente, che in una città come Roma, andare a dire ai cittadini di Roma che devono anche contribuire a questo - prendo Roma per fare un esempio, quando vediamo la situazione per le strade di Roma rispetto all'immondizia - rischia di essere una provocazione, ma è pure vero che noi dobbiamo aggiustare mettendo delle cose a posto, in fila, non possiamo partire sempre a fare leggi che intervengono su un sistema patologico e malato.

Il terzo punto che mi sta particolarmente a cuore, ovviamente, ha a che fare con le scuole; c'è un articolo che riguarda la costruzione di consapevolezza delle prossime generazioni di cittadini e, quindi, il fatto che tutti dobbiamo diventare sempre più maturi e sempre più attenti a tutto il ciclo di produzione e di consumo che c'è dietro.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Concludo, Presidente. Chiaramente in questo provvedimento mancano tante cose, manca tutto quello che ha a che fare con la produzione - ma che inevitabilmente non poteva stare in questo provvedimento -, con tutto il ciclo di produzione e consumo di plastica e non solo.

Spero che questo sia il primo passo della costruzione di un nuovo patto sociale in questo Paese, un patto sociale che deve riguardare i cittadini e che deve riguardare le imprese. Noi dobbiamo costruire un ambientalismo che parli con le imprese e che costruisca una transizione ecologica con le imprese e non contro le imprese. Spero che questo sia il primo passo per poter dare a tutti, cittadini e imprese, un'occasione di riconversione. Annuncio per questo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, ci apprestiamo a votare un disegno di legge dal nome ambizioso: SalvaMare. Il che è anche giusto, perché quando si propone un provvedimento a favore della collettività è sacrosanto che abbia obiettivi ambiziosi e quello di questo disegno di legge è salvare il mare, cioè contribuire concretamente al risanamento dell'ecosistema marino e alla promozione dell'economia circolare.

In discussione generale sono stati offerti dati, report, risultanze scientifiche che certificano quella che sta per diventare una tragedia: siamo invasi dalla plastica, siamo sommersi dalla plastica, ci nutriamo di plastica.

Secondo uno studio dell'università australiana di Newcastle, implementato da un altro effettuato dall'università Heriot-Watt di Edimburgo, ogni essere umano ingerisce settimanalmente una quantità di micro plastica equivalente al peso di questa scheda, 5 grammi. E questa leccornia, mi si passi l'accezione ironica, la ingeriamo con l'acqua del rubinetto e delle bottiglie, con il pesce, i frutti di mare e altri alimenti.

Vivendo in un luogo di mare, Manfredonia, ai piedi del Gargano, che esprime una delle principali flottiglie pescherecce d'Italia, ho contezza di quanto il problema delle materie plastiche in mare, oltre che da una crescente opinione pubblica, sia grave e percepito come tale da chi con il mare ha un rapporto di vita, un rapporto di amore e cioè i pescatori che, con l'articolo 2 di questo provvedimento, vedono corretta una situazione paradossale che addebitava loro i costi del conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati.

Una cosa va oggettivamente riconosciuta: il mondo intero in generale e il nostro Paese in particolare, con le dovute eccezioni naturalmente, finora sono stati abbastanza, come dire, distratti, poco incisivi su questo grave problema. Adesso il tema, essendo di grande attualità, ma soprattutto di elevata visibilità mediatica, stimola il dibattito e la corsa ai ripari: mi vien da dire, meglio tardi che mai.

Il MAIE è favorevole a questo articolato, soprattutto per quanto riguarda i punti 8 e 9, che prevedono la promozione nelle scuole di ogni ordine e grado delle attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell'importanza della protezione degli ecosistemi del mare e delle acque interne. Conseguentemente a questa azione di rispetto e tutela dell'ambiente, si andrebbe ad incrementare una buona proposta turistica: settore che, come ho sottolineato più volte in passato, dovrebbe rappresentare la principale voce del bilancio del nostro Paese.

Qualche perplessità in questo provvedimento, oltre alla questione punti per le licenze dei pescatori, la suscita l'invarianza degli oneri finanziari; si è tentato di porvi rimedio con alcuni emendamenti, non recepiti però dall'Aula. A mio modesto parere, una materia del genere, data la poca attenzione pregressa, avrebbe meritato un seppur minimo stanziamento delle risorse; ma comprendiamo la contingenza del momento e, come suol dirsi, piuttosto che niente, meglio piuttosto.

Avviandomi, Presidente, alla conclusione, mi permetto una constatazione. La plastica in mare e i rifiuti in genere vi arrivano principalmente dalla terraferma: corsi d'acqua, scarichi, troppo spesso contaminati ed inquinati da soggetti aziendali e urbani che siano, che in questi sversano di tutto.

Quindi, certo, salviamo il mare, benissimo questo provvedimento, a cui il MAIE darà il suo voto favorevole; ma sottolineo - e concludo veramente, Presidente – che è estremamente importante monitorare i corsi d'acqua, controllare gli scarichi urbani e censire le aziende che immettono scarti e rifiuti di produzione nei fiumi e nei canali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Presidente, la legge “SalvaMare” nasce dalla necessità, più che condivisibile e che ciascuno di noi condivide, di risolvere un problema evidenziato dai pescatori, che accidentalmente recuperavano rifiuti in mare, e venivano poi multati se per caso, per senso civico o ambientalistico, li trasportavano a terra. Ora, però, per niente condivisibile invece riteniamo la scelta di aiutare i pescatori attraverso l'aumento delle tasse ai nostri cittadini, attraverso l'introduzione di una nuova tassa.

Per questo motivo la componente Cambiamo! ha deciso di astenersi su questo provvedimento: riteniamo che non sia per niente accettabile che il costo dello smaltimento di questi rifiuti pescati in mare venga addebitato integralmente ai cittadini, attraverso l'introduzione di una nuova componente della tariffa dei rifiuti, signor Presidente.

Un Paese che vuole tutelare il proprio territorio, che sia mare, che sia montagna, che sia collina o che sia pianura, lo deve fare recuperando le risorse nel proprio bilancio, o magari addirittura individuando finanziamenti alternativi, così come suggerisce la nuova direttiva comunitaria che questo decreto-legge ha l'ambizione di anticipare.

Non credo che questo possa invece avvenire attraverso la tassazione dei cittadini, attraverso quindi l'introduzione di un nuovo balzello, perché gli italiani di tasse purtroppo ne pagano già tante, diciamo che ne pagano già anche troppe. E, allora, che questa maggioranza abbia il coraggio di dirlo, quando dichiarerà che sta salvando il mare, che lo salva con i soldi dei propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, Governo, onorevoli colleghe e colleghi, molteplici sono gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere con l'approvazione di questo progetto di legge. Innanzitutto, vogliamo contribuire al risanamento delle acque superficiali; e poi sicuramente alla promozione dell'economia circolare, passando per la sensibilizzazione della collettività rispetto alla diffusione di modelli comportamentali virtuosi, indirizzati proprio alla pulizia del mare, e quindi alla raccolta dei rifiuti, alla prevenzione dell'abbandono dei rifiuti nell'ecosistema marino; e quindi anche alla corretta gestione degli stessi, ponendo particolare attenzione a quella che è l'educazione ambientale nelle scuole.

Mi piace sottolineare le iniziative nell'ambito della Giornata del mare - anche data la mia provenienza da una ridente cittadina che si affaccia sul mare, Campomarino - finalizzate proprio alla conoscenza del mare e alla cura del mare; e, quindi, tutte quelle attività che sono volte a prevenire il contrasto dell'abbandono dei rifiuti nei fondali marini.

Ecco che, per questi motivi, abbiamo cercato di disciplinare la gestione e il riciclo dei rifiuti accidentalmente raccolti dai pescatori durante le attività di pesca, o anche quelli volontariamente raccolti dagli stessi: proprio perché l'obiettivo è quello di favorire non solo la pulizia del mare, ma anche l'economia, la promozione dell'economia circolare.

È quindi importante, in questo contesto, agevolare anche il conferimento dei rifiuti da parte di coloro che sono addetti alla pesca, chiaramente nelle aree portuali. E, quindi, in questo modo vogliamo anche sottolineare l'importanza, e quindi focalizzare il ruolo chiave che hanno i pescatori nell'attività di raccolta dei rifiuti durante le loro operazioni di pesca. È, dunque, necessario muoversi lungo due direttrici, che consideriamo strategiche. La prima è quella di definire correttamente un percorso normativo, che voglia appunto evitare conseguenze sanzionatorie nei confronti di coloro che sono addetti all'attività di pesca, per evitare che si possano girare dall'altro lato rispetto alla vista dei rifiuti; e poi successivamente quella di incentivare gli stessi al conferimento dei rifiuti pescati, in modo tale da sollevarli anche da ulteriori oneri fiscali, incrementando così anche la consapevolezza dell'importanza della pulizia dei fondi marini.

Tutti i numerosi e virtuosi progetti che sono di pulizia del mare messi in atto anche da soggetti terzi o dalle associazioni, rappresentano quindi un esempio importante per noi, che vogliamo promuovere attraverso l'approvazione di questo provvedimento di legge. Perché, in realtà, poi, questo momento è anche un approfondimento culturale rispetto all'importanza del mare, alla conoscenza, alla cura, e quindi all'importanza della pulizia dei nostri fondali marini.

Questa riflessione è necessario che noi la facciamo, anche perché cresce sempre più, nella collettività, la consapevolezza del problema emergenziale dell'inquinamento dell'acqua, dell'aria, del surriscaldamento globale, dell'aumento della plastica: sono tutti problemi che la collettività ci fa sentire come urgenti, e rispetto ai quali noi, che rappresentiamo la forza politica del Paese, dobbiamo necessariamente agire con azioni concrete e dirette, e che soprattutto richiamano una necessaria trasversalità rispetto a un tema fondamentale. L'ambiente non è di destra, non è di sinistra, non è di centro: l'ambiente è di tutti; e ovviamente i dati preoccupanti che sono emersi durante il dibattito che si è svolto in queste giornate nella nostra Aula, ci fanno da stimolo rispetto ad un'attività di confronto e di scambio vivace di idee che hanno fatto emergere una serie di criticità, che però, attraverso il lavoro che è stato fatto da tutti noi, ha portato verso una giusta direzione.

Ecco perché approfitto di questo momento per esprimere la mia soddisfazione personale e quella del gruppo di Liberi e Uguali rispetto all'attività del Governo, e soprattutto delle relatrici, la collega Muroni e la collega Deiana, e a tutta la Commissione, che anche in maniera trasversale è arrivata all'approvazione di due emendamenti che ci consentono in un certo modo anche di naturalizzare quelli che finora sono stati considerati rifiuti: per esempio, mi riferisco alla poseidonia spiaggiata, oppure a tutta la raccolta dei legnami, che possono in questo modo rappresentare un incentivo, considerato che fino ad ora era necessario farli provenire da lontano. Ecco, ne approfitto quindi per ringraziare in questo momento il lavoro della Commissione.

Mi limito poi a qualche altra considerazione, prima di apprestarmi alle conclusioni. È vero, con i rifiuti abbiamo toccato il fondo; e abbiamo toccato il fondo perché più del 70 per cento dei rifiuti marini è depositato nei fondali, nei fondi, e il 70 per cento di questi rifiuti è plastica. Ecco, sono proprio questi dati che ci impongono un'attenzione particolare, e la necessità di non deludere le aspettative della società, che chiaramente evoca un contenitore nel quale viviamo, cioè il nostro ambiente, più pulito, più salubre, perché occuparci dell'ambiente significa occuparci della salute di tutti noi. Solo per questo motivo è necessario, quindi, non farci spaventare dai numeri, ma porre rimedio al disastro che finora abbiamo vissuto; e con questo lavoro che è stato fatto nelle ultime ore credo che ci siamo avviati verso un percorso sano.

Voglio anche ricordare che questa legge nasce, in realtà, da un disegno di legge del luglio 2018 che proprio il gruppo che rappresento, di Liberi e Uguali, a firma della collega Muroni e del collega Fornaro, aveva proprio questa ambizione forte, di incentivare e di contribuire, attraverso l'opera dei pescatori, al risanamento marino e, quindi, ancora una volta, lode al Governo, che ha provveduto in tal senso.

L'ultimo concetto che mi piace sottolineare è quello di un principio equo e giusto che condivido pienamente, che è venuto fuori durante questo lavoro, quello in base al quale chi inquina paga. Ecco, credo che oggi abbiamo dato un insegnamento valido e concreto anche ai nostri cittadini, rispetto ai quali dobbiamo sempre avere un'attenzione particolare soprattutto quando si tratta di temi come quello dell'ambiente, che necessariamente ci devono far concentrare sulle necessità e sulle preoccupazioni che i nostri giovani muovono, perché è proprio la mobilitazione dei giovani nelle piazze che ci deve far portare sempre la nostra attenzione alla necessità di tutelare l'ambiente in cui viviamo.

Per tutti questi motivi consegno all'Aula il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, Italia Viva voterà favorevolmente questo disegno di legge. Sappiamo che non è perfetto, che ha dei limiti, che ci sarebbero dovute essere risorse all'interno del provvedimento per aiutare ancora di più le persone a cui chiediamo di fare un lavoro importante, cioè i pescatori. Ma, come più volte è stato ricordato anche dalle colleghe, questo provvedimento arriva a conclusione prima dell'inizio della legge di bilancio, quindi era abbastanza complicato trovare risorse proprie e, infine, deriva da un precedente testo approvato nell'aprile 2019 proprio per cercare di allargare il più possibile il voto finale anche a quei partiti che facevano parte della precedente maggioranza, e così ci auguriamo che avvenga.

Ma se votiamo favorevolmente, nonostante questo limite importante, delle risorse, è perché crediamo che nei nostri mari c'è una vera emergenza: le plastiche. Il nostro Mediterraneo è la culla delle civiltà antiche, quelle che hanno conosciuto degli importanti fasti, e oggi rischia di morire soffocato. Per dirla come Carlos Ruiz Zafón, il mare ha questa capacità: restituisce tutto dopo un po' di tempo, specialmente i ricordi. Ora, non vorrei eliminare questa nota romantica, ma oggi, oltre ai ricordi, purtroppo il mare restituisce plastica. Ogni anno, 570 mila tonnellate di plastica finiscono nelle acque del Mediterraneo. L'inquinamento da plastica sta contaminando le nostre acque e continua a crescere, e si prevede che entro il 2050 l'inquinamento nell'area mediterranea quadruplichi.

I ventidue Paesi e territori che convergono in questa importante regione mediterranea producono il 10 per cento di tutti i beni plastica, rendendo il quarto produttore di plastica al mondo l'intera area. Le imprese del Mediterraneo mettono sul mercato 38 milioni di tonnellate di manufatti in plastica ogni anno, ma non coprono i costi di gestione di rifiuti, eccessivi, che contribuiscono a generare. Inoltre, dato il basso costo della plastica vergine, le aziende non stanno investendo nella progettazione di nuovi prodotti che riutilizzano, riducono e sostituiscono la plastica. Per questo ad un incontro con il Ministro Costa abbiamo chiesto di rivedere, non eliminare, ma di rivedere la plastic tax, perché la tassa sulla plastica presente nel disegno di legge di bilancio, secondo Italia Viva, invece, va proprio contro quelle aziende che in questi anni hanno fatto del riciclo e del riuso della plastica un loro elemento importante. La produzione di plastica provoca anche l'emissione di CO2: 194 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.

Solo il 72 per cento di rifiuti di plastica viene gestito attraverso un trattamento controllato, con alcuni Paesi che si comportano meglio di altri. I costi operativi per il riciclo rischiano di restare proibitivi, a causa dei costi delle materie riciclate e di separazione dei rifiuti, delle costose tecnologie e delle limitata fornitura di plastica riciclabile. Pochi Paesi nella regione hanno raggiunto tassi significativi di raccolta differenziata per la plastica che garantirebbe uno stabile approvvigionamento per il riciclaggio. L'Italia ha implementato la catena di raccolta differenziata, raccogliendo il 38 per cento dei suoi rifiuti.

In Grecia e in Turchia si stima che il 50 per cento dei rifiuti di plastica non viene raccolto e per il riciclaggio è certamente importante che ciò avvenga, perché la plastica altrimenti non è riciclabile in maniera naturale. I Paesi meridionali riciclano meno del 10 per cento dei loro rifiuti. Le attività costiere contribuiscono alla metà della plastica che entra nel mar Mediterraneo e il 30 per cento arriva dalla terra attraverso i fiumi. Per questo è stato molto importante nel presente disegno di legge aumentare ed estendere l'originaria previsione della raccolta della plastica soltanto nel mare, estendendola anche alle acque interne. Ogni giorno, su ogni chilometro di costa, si accumula in media oltre il 5 per cento di plastica che è dispersa sul mare e il turismo estivo incrementa del 30 per cento la produzione dei rifiuti di plastica ogni anno. L'80 per cento dell'inquinamento marino di plastica nel Mediterraneo ritorna a terra entro un decennio, inquinando le spiagge e le coste. Oltre la metà dei prodotti di plastica finisce nella spazzatura in meno di un anno dalla sua produzione. In Italia i rifiuti plastici marini impattano sul turismo, pesca e tutti i settori marini con un danno complessivo che si aggrava e si aggira a 641 milioni di euro ogni anno in tutto il bacino del Mediterraneo. L'effetto negativo della plastica in natura colpisce soprattutto la blue economy: quella italiana è la terza più grande d'Europa ma l'inquinamento le fa perdere circa 67 milioni di euro l'anno. I settori più colpiti sono il turismo (30,3 milioni di euro), la pesca (8,7 milioni di euro), il commercio marittimo (28,4 milioni di euro) e bonifica e pulizia (16,6 milioni di euro) che invece prevedono l'utilizzo di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate in maniera diversa, se questo problema non ci fosse. L'industria ogni anno riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici e produce 4 milioni di tonnellate di rifiuti di cui l'80 per cento viene dall'industria di imballaggi. Il turismo perde 288 milioni di euro l'anno per inquinamento plastico. Nella predisposizione del presente disegno di legge si è tenuto conto del quadro europeo e nazionale vigente nonché della direttiva (UE) 2019/883 del 17 aprile 2019 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, la quale introduce una disciplina espressamente dedicata ai rifiuti accidentalmente pescati. Si ritiene, quindi, particolarmente significativo che la disciplina consenta la possibilità per i pescatori di conferire i rifiuti accidentalmente pescati in mare nei porti di arrivo. Le norme che abbiamo previsto sono state frutto di un lavoro eccellente fatto in Commissione e in Aula tanto che ringrazio le relatrici per avere accolto gli emendamenti provenienti da più forze politiche, ad esempio, sulle biomasse legnose che finiscono in mare dai fiumi e non solo. In questi giorni di alluvione purtroppo - qui va l'abbraccio a tutti i territori e tutte le popolazioni che in questi giorni subiscono le alluvioni e i danni derivanti dalle alluvioni (Applausi) e purtroppo il mio Piemonte conta morti - quando succedono queste catastrofi, spesso da esse arriva molto materiale legnoso in mare: il materiale legnoso non deve essere considerato rifiuto ma deve essere considerato biomassa, perché abbiamo l'assurdo che le centrali a biomasse, a cui Italia Viva non è aprioristicamente contraria, funzionano spesso con legno che viene dall'Ucraina o dai Paesi del Sud America per cui, sì, l'inquinamento di transito di questo legno fa sì che la biomassa poi alla fine non sia a impatto zero. Mentre invece con l'emendamento che le relatrici hanno accettato - ringrazio la collega Sara Moretto per il gruppo di Italia Viva di averne presentato uno - è stato consentito di fare dell'economia circolare non solo un titolo ma un'esigenza. È una realtà vera, l'economia circolare è questo: buone pratiche che derivano purtroppo anche invece da conseguenze disastrose come le alluvioni. In pochi minuti spero di aver saputo - me ne scuso con i colleghi se non è avvenuto in questo modo - presentare e dichiarare il voto favorevole su un disegno di legge che deve essere la prima di tante leggi perché il green act di cui abbiamo discusso nel Documento di economia e finanza poco più di quindici giorni fa non deve essere solo un titolo molto accattivante soprattutto per strizzare un occhio a quelle giovani generazioni che ogni venerdì scendono in piazza per chiedere a noi adulti un mondo migliore ma deve essere, soprattutto, una cifra vera e concreta del cambiamento di questa nuova maggioranza rispetto a quella precedente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare la delegazione dei giovani partecipanti al progetto dell'Associazione Diplomatici, che organizza anche questa Camera, denominato “Democracy”.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente noi vogliamo dire che riconosciamo al Ministro Costa la capacità di suscitare una certa empatia ma ciò non ci esime dallo stigmatizzare che in questi giorni e in queste ore di lavoro sia in Commissione sia in Parlamento sul primo provvedimento che possiamo definire del Ministero dell'Ambiente, perché il testo base adottato è proprio quello del Ministro, il Ministro dell'Ambiente ha latitato e non siamo riusciti a incrociarlo nemmeno un minuto.

Generalmente a noi i progetti ambiziosi piacciono e piacciono anche molto, ci affascinano; un po' meno quando questi progetti ambiziosi diventano velleitari, particolarmente velleitari. Definire “SalvaMare” questo provvedimento rappresenta un discreto esercizio di comunicazione politica, sicuramente, ma non rappresenta la realtà, la verità. Sarebbe forse meglio definirlo “pulisci mare” e anche su questo noi saremmo indulgenti.

Del resto, dopo l'enfasi con cui ormai un anno e mezzo fa il Ministro Costa aveva presentato le sue linee programmatiche alla Commissione ambiente, noi ci saremmo aspettati un provvedimento assai diverso. Qualche difficoltà, a dire il vero, l'avevamo intuita perché siamo particolarmente perspicaci, soprattutto per il fatto che il disegno di legge in discussione è stato poi presentato alla Camera esattamente un anno dopo la partenza del primo Governo Conte.

E, allora, desidero ricordare due questioni. La prima è che Fratelli d'Italia - primo firmatario il collega Rizzetto - aveva depositato un testo che, senza presunzione e senza supponenza, vorremmo definire forse più efficace e forse più performante rispetto a quello del Governo e addirittura l'aveva presentato con otto mesi di anticipo. Poi, voglio anche parlarle brevemente di Atreju, che è stata la prima grande manifestazione politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la festa di un partito, che è stata totalmente - e si arrabbierà il Presidente Rampelli ma non trovo altri termini - plastic free. Questo per dirle e per ricordare, con due episodi ultimi in ordine cronologico evidentemente, che la destra politica in materia di politica ambientale ha una tradizione concreta e concretizzata dagli eventi ed è la stessa tradizione e questa nostra competenza che ci consentono di bocciare la produzione legislativa di questo Ministro, di questo Governo e del precedente in materia ambientale.

Questo è un testo che ha al suo interno anche delle contraddizioni che manifestano le contraddizioni a loro volta presenti nella maggioranza di Governo. Sulla plastica ad esempio, sottosegretario Morassut, siete confusi al punto da inserire nel primo testo, nella prima versione, le restrizioni all'immissione sul mercato di prodotti di plastica monouso, salvo poi far sparire la norma, ma non l'idea - non l'idea! - di penalizzare le aziende che producono plastica, anziché accompagnare con provvedimenti finanziari e anche legislativi una corretta riconversione produttiva. E, allora, avete partorito - abbiamo partorito - un testo fragile che, non è nemmeno il caso di dirlo, non è neanche la fatidica goccia nell'oceano.

La delusione più marcata sta proprio nella definizione di Greenpeace. Greenpeace con un comunicato ufficiale ha detto: “La montagna ha partorito il topolino”; e non è un caso che Greenpeace sia l'unica associazione non citata nella sua relazione dalla relatrice ambientalista Muroni.

Ha citato una serie di altre associazioni, ma non Greenpeace. È un provvedimento fragile perché inizialmente vi siete anche dimenticati dei laghi, dei fiumi e delle lagune, come se le acque dei laghi, dei fiumi e delle lagune finissero su un altro pianeta e non nel mare, e anche questo è stato assurdo perché avete dovuto accogliere delle proposte organiche della minoranza e dell'opposizione per poterle inserire in questo provvedimento. È fragile perché è un provvedimento che genera tasse, poche, tante; è fragile perché genera tasse e questo è un dato di fatto; è fragile perché complica ulteriormente la vita dei pescatori, come se ne avessero, diciamo, in un certo modo un'esigenza; è fragile perché non mette risorse ministeriali per l'attuazione di un programma fondamentale, visto che continuate a insegnarci come si promuove, come si difende e come si tutela l'ambiente. Il problema delle coperture è serio e difendere l'ambiente costa, nel senso di voce del verbo “costare” e non, ovviamente, nomen omen citando il Ministro, ma spalmare gli oneri sulla fiscalità generale, così come avete fatto voi, significa non colpire i colpevoli della condotta inquinante ma pesare su tutti i cittadini, anche quelli che l'ambiente lo rispettano, e questo non è corretto evidentemente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E non vi smentite mai perché nella legge di bilancio avete, sì, salvato le intese ma non avete salvato il mare e non avete salvato nemmeno l'ambiente. Ignorate i meccanismi premiali ma aumentate di 2 miliardi di euro le tasse per l'ambiente, perché tra tasse sul diesel, la carbon tax e la tassa sugli imballaggi di plastica, certamente aumenterà la pressione fiscale. Tuttavia, provocati da un intervento di un collega di LEU che ci diceva: “Trovatela voi la copertura”, noi abbiamo risposto: “Va bene, la troviamo noi la copertura”. Noi abbiamo una proposta di copertura che non prevede altre tasse ed è una proposta che coglie diversi obiettivi, multifunzionale. Abbiamo ridotto il numero dei parlamentari? Sì, e lo abbiamo fatto anche con il voto convinto di Fratelli d'Italia. Abbiamo realizzato un risparmio della spesa pubblica? Sì, certamente. Non sono, ovviamente, le cifre iperboliche rappresentate falsamente dal Ministro Di Maio e ci fidiamo di più dell'ufficio studi della Camera che quantifica in 37-50 milioni all'anno il risparmio. E, allora, perché aspettare il 2023, sottosegretario Morassut? Andiamo subito al voto e investiamo questo risparmio in ambiente così cogliamo tre obiettivi: con il primo finanziamo la lotta all'inquinamento e finalmente riusciremo magari a salvare anche il mare; eseguiamo lo sfratto di Governo che è stato annunciato qualche giorno fa a San Giovanni dal popolo del centrodestra; riduciamo il numero dei 5 Stelle perché molti di loro, ahimè, sono, a volte, più dannosi della plastica. E, allora, quando si dice che dobbiamo sensibilizzare, dobbiamo educare e dobbiamo informare facciamolo, ma facciamolo seriamente, perché laddove si parla di campagne, siano esse campagne di sensibilizzazione o campagne di pulizia, non ci sono mai termini cogenti in questo provvedimento ma semmai ci sono delle facoltà, perché si dice “possono essere effettuate campagne”, “possono essere effettuate campagne”. Allora, se si intende difendere effettivamente l'ambiente bisogna essere un po' più seri anche nei provvedimenti legislativi. E anche qui, a proposito di campagne, noi abbiamo una proposta alternativa e l'abbiamo concretizzata in un ordine del giorno che lei ha anche accolto. Noi vogliamo coinvolgere la RAI, il servizio pubblico, perché vorremmo che la RAI per una volta non si occupasse solo ed esclusivamente di lottizzazione selvaggia e di tutto ciò che può ricondurre al potere politico solo per compiacere il Governo. Noi riteniamo che qualche marchetta politica in meno, ad esempio, nell'infotainment, e qualche approfondimento in più sull'inquinamento e sulla prevenzione dell'inquinamento non guasterebbe ed è per questo motivo che abbiamo presentato un ordine del giorno.

Dicevo poco fa - e mi avvio alla conclusione - che vi eravate dimenticati di laghi, di fiumi e di lagune. Dopo le sollecitazioni dell'opposizione in modo inelegante - bisogna dire - l'avete inserito come se fosse materia vostra in questo provvedimento, ma va bene lo stesso. Speravamo che questa fosse l'occasione per risolvere il problema dei rifiuti, ad esempio quelli abbandonati sulle spiagge e sulle coste che poi vengono ovviamente risucchiati in mare, ma così non è. Il Premier ci parla sistematicamente - trenta secondi, Presidente - di Green New Deal, di patto verde con il mondo produttivo, di rilancio delle tematiche ambientali. E voi pensate di salvare il mondo, e quindi anche il mare, affidandovi alla disponibilità dei pescatori, che ingenerosamente avete definito nei comunicati stampa del Ministero e del Governo come gli “spazzini del mare”. I pescatori devono essere alleggeriti da incombenze e da procedure, poi vedremo i decreti attuativi. Ecco, poteva essere un buon “SalvaMare”: sarà solo un banale “pulisci mare”. Noi ci eravamo anche un po' illusi, ma, delusi, ci limiteremo a un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buratti. Ne ha facoltà.

UMBERTO BURATTI (PD). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, come Partito Democratico abbiamo da subito condiviso le finalità e gli obiettivi di questo provvedimento, che in sintesi consentirà ai pescatori di conferire nel porto di attracco i rifiuti accidentalmente pescati in mare, senza costi e oneri a carico di questi lavoratori del mare; e il successivo smaltimento non sarà a carico, a spese delle comunità dei porti di approdo. In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi con diverse persone, alle quali ho parlato di questa proposta di legge: non vi dico la loro meraviglia nell'apprendere che ci volesse una legge per consentire qualcosa che davano per scontato, aggiungendo “mi sembra una cosa di buonsenso”. Il buonsenso, la normalità. Dovrebbe essere normale poter raccogliere dei rifiuti e non essere accusati di trasportare i rifiuti senza le necessarie autorizzazioni di legge; quante volte in diverse circostanze ci raccontano di situazioni che con il buonsenso dovrebbero trovare una semplice, ovvia e scontata soluzione. E invece, o per eccessiva burocratizzazione o per eccesso di produzione normativa, creano ulteriori complicazioni al cittadino, sia esso consumatore o sia esso imprenditore. Questo è lo spirito che ci ha animato in questi mesi e che abbiamo condiviso con i diversi soggetti che hanno collaborato all'esame di questo provvedimento. Questa proposta di legge, come già ho avuto modo di illustrare durante la discussione sulle linee generali, mira alla sensibilizzazione e alla diffusione di modelli virtuosi per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti negli ecosistemi marini, lacuali e fluviali, e per la corretta gestione degli stessi. Sicuramente non è sufficiente una legge per raggiungere questo obiettivo, cioè quello di diffondere modelli virtuosi per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti. Dobbiamo forse dare vita a una rivoluzione culturale, ma, come sappiamo, anche per fare 100 miglia dobbiamo fare un primo piccolo passo e iniziare a camminare. Dicevo, è difficile con una legge raggiungere questi obiettivi; lo si comprende percorrendo le strade e le piazze delle nostre città. Infatti, basta uscire qui, da Montecitorio, e le centinaia e centinaia di mozziconi di sigarette gettati a terra, spesso incastrati tra i sampietrini, ci rappresentano come la disposizione contenuta nell'articolo 40 della legge n. 221 del 2015, finalizzata alla riduzione dei rifiuti di prodotti da fumo e rifiuti di piccolissime dimensioni, non venga rispettata né, purtroppo, a volte fatta rispettare. E pensare che proprio i mozziconi di sigarette costituiscono una percentuale rilevante dei rifiuti marini, perché poi sappiamo che dalle strade, dalle caditoie, arrivano poi anche, attraverso il sistema della fognatura bianca, al mare.

Un breve inciso che voglio fare è che con le sanzioni previste per chi getta a terra i mozziconi di sigarette forse in pochi giorni potremmo anche riequilibrare i bilanci dei comuni, dei nostri comuni e delle nostre città.

Ma, tornando al SalvaMare, fenomeni impattanti come lo sfruttamento delle risorse esauribili e le conseguenze del cambiamento climatico mostrano quanto gli attuali modelli di produzione e di consumo siano insostenibili e invitano a definire e applicare modelli alternativi.

La problematica relativa alla presenza ingente di rifiuti in ambiente marino, secondo quanto riportato nella relazione del Governo in merito alla proposta di direttiva sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, trasmessa al Parlamento nel giugno del 2018, negli ultimi tempi ha assunto una dimensione di una sfida complessa e globale, oggetto di attenzione e causa di diffuse preoccupazioni a tutti i livelli.

Si stima - credo che ormai sia noto - che vengano prodotte annualmente a livello mondiale 300 milioni di tonnellate di materiale plastico, di cui almeno 8 milioni di tonnellate si perdono in mare ogni anno.

Planet or plastic? La plastica o il nostro pianeta? Non si può restare indifferenti di fronte a questo interrogativo, che è innanzitutto un monito; monito che è stato elevato a titolo della mostra ospitata in questi giorni dalla Camera dei deputati con cui il National Geographic intende sensibilizzare verso l'uso consapevole e responsabile della plastica. La mostra è molto interessante, chi non ha ancora avuto modo di vederla la vada a visitare: si racconta la storia della plastica, una plastica che ebbe la sua storia iniziale nel 1861, quando il chimico inglese Alexander Parkes isola e brevetta la xylonite, materiale sintetico che verrà usato poi per la produzione di manici e scatole, e poi anche altri oggetti flessibili. Ma poi, pensate, nel 1870 l'inventore statunitense Hyatt brevetta la formula della celluloide, per sostituire - pensate - l'avorio nella produzione delle palle da biliardo, forse in quel caso con l'effetto positivo di salvare un po' di elefanti dalla ricerca dell'avorio, per poter prendere l'avorio. La plastica, infatti, è un materiale prezioso, è economica, leggera, resistente e isolante, ma la mala gestione della stessa, specie per lo smaltimento, la rende altamente pericolosa.

Tra l'altro, la fotografa che ha fatto tutto questo bel servizio fotografico, Mandy Barker, racconta che andava su questa spiaggia da bambina; è tornata da adulta e, mentre da bambina raccoglieva le conchiglie, da adulta ha visto questo mare di plastica. Così ha pensato di raccogliere i rifiuti di plastica e fotografarli su uno sfondo neutro, per creare qualcosa che facesse scalpore.

Questa proposta di legge si pone nell'ottica della promozione del principio dell'economia circolare, che si sta affermando in ogni ambito geografico come una soluzione realistica per coniugare, attraverso l'innovazione, la competitività e la sostenibilità ambientale. Ecco, rispetto al dibattito che abbiamo avuto in Aula credo sia opportuno elencare alcune di queste finalità.

Allora, abbiamo detto, innanzitutto, contribuire al risanamento dell'ecosistema marino; promuovere l'economia circolare mediante disposizioni volte a consentire la cessazione della qualifica di rifiuto con riferimento ai rifiuti accidentalmente pescati; sensibilizzare, inoltre, la collettività per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti in mare, ma, attenzione, non solo in mare, ma anche nei laghi, nei fiumi, e alla corretta gestione degli stessi, quindi siamo rivolti anche all'attenzione delle acque interne; favorire, poi, il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati; incentivare campagne volontarie di pulizia del mare senza aggravio di costi per i pescatori e per le comunità locali dove si trovano, come dicevo prima, i porti di approdo.

Altro tema importantissimo che viene finalmente affrontato in linea con i principi dell'economia circolare è quello del materiale, specie vegetale, come la posidonia o, come la chiamiamo noi in Versilia, il lavarone, materiale di legno che viene a riva, che viene quotidianamente spiaggiato dal naturale moto del mare, che, come ricordavo ieri nel mio intervento, anche ora, mentre noi siamo qui in quest'Aula, il mare deposita sulla riva.

Il provvedimento inoltre, all'articolo 8, riconosce agli imprenditori ittici che utilizzano materiale dal ridotto impatto ambientale e partecipano a campagne di pulizia del mare un riconoscimento ambientale. Noi, come Partito Democratico, abbiamo intenzione di fare delle proposte per arrivare anche a stanziare delle risorse, che possono essere, potrebbero essere anche un credito d'imposta, perché per noi del Partito Democratico, che abbiamo nel nostro programma la green economy, la chiave è la sostenibilità integrale; una sostenibilità che dopo gli eventi calamitosi di questi ultimi giorni che hanno colpito la Liguria e il Piemonte si impone sempre più come priorità nella nostra agenda politica. Il nostro pensiero in queste ore va a quelle popolazioni; esprimiamo anche la nostra vicinanza alle famiglie che in questo momento vivono la perdita dei loro cari (Applausi).

Termino, Presidente, tornando al provvedimento. Dalla plastica, ai pescatori: non è un lavoro semplice, è un mestiere antico - termino subito -, quello dei pescatori, sempre in agguato rispetto ai pericoli del mare, e, quindi, noi oggi chiediamo ai pescatori di combattere contro un nemico moderno, la plastica; e lo sanno bene quelle comunità e coloro i quali ogni mattina escono in mare, come il collega Viviani, che fa parte della nostra Assemblea, e di tutte quelle comunità che vivono sul mare. Noi, come Partito Democratico, esprimiamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, il provvedimento che ci accingiamo a votare, il cosiddetto SalvaMare, si pone come obiettivo quello di contribuire al risanamento dell'ecosistema marino, alla promozione dell'economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione dell'abbandono di rifiuti negli ecosistemi marini e alla corretta gestione degli stessi. Bene, diremmo, meglio tardi che mai, ma purtroppo, questo provvedimento ha altre finalità: un titolo roboante, ma è solo un palliativo di fronte ad una sfida globale e complessa.

Ci preme sottolineare e denunciare che il gruppo di Forza Italia non è riuscito in Commissione a fare inserire nel calendario dei lavori la nostra proposta di legge, a prima firma Prestigiacomo, presentata il 25 settembre 2018, ovvero un anno prima della presentazione di questo testo né, tanto meno, a farla abbinare al provvedimento oggi in esame. Quanto avvenuto in Commissione è inaccettabile: al nostro gruppo politico, a Forza Italia, è più di un anno che non viene consentito, in Commissione, di inserire nel calendario dei lavori i nostri provvedimenti. Questo è semplicemente incomprensibile. Ci rendiamo conto che con la mobilitazione dei giovani, con il fenomeno sempre crescente di Greta Thunberg, l'Esecutivo voglia mettere il cappello sulle problematiche ambientali, ma ciò non toglie che a noi di Forza Italia sono stati negati gli spazi garantiti all'opposizione.

Ritornando al SalvaMare, la nostra proposta di legge era qualificante sotto molti aspetti, aveva un respiro più ampio e si occupava anche di cercare di limitare l'utilizzo della plastica monouso dannoso all'ambiente. Sì, perché pulire senza eliminare o ridurre le fonti inquinanti - in questo caso, la plastica vergine - è pressoché inutile.

Il Mediterraneo, il Mare nostrum, è particolarmente esposto al problema della plastica, perché è un mare semichiuso e si calcola che siano presenti al suo interno almeno 250 miliardi di frammenti di plastica. Per far percepire l'enormità del problema, dovremmo immaginare che nel mar Mediterraneo, ogni minuto, vengano riversate in mare una quantità pari a 33.800 bottigliette di plastica. Inoltre, la plastica presente nel nostro mare proviene, oltre che dall'Italia, principalmente, da Turchia, Spagna, Egitto e Francia.

Va da sé, che l'ambizione del provvedimento in esame si infrange sulla triste realtà per cui, senza accordi e concertazioni con questi Paesi, la sfida che avranno davanti i nostri pescatori è pressoché poco impattante sulla realtà dell'enorme quantità di rifiuti marini.

Inoltre, se consideriamo che, nel complesso, l'Europa è il secondo produttore di plastica dopo la Cina e che riversa in mare, ogni anno, tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche, riusciamo bene a comprendere come la sfida di pulire il nostro mare senza limitazioni o trasformazioni della produzione di plastica vergine non porta a nulla.

È chiaro che di fronte ai dati davvero preoccupanti dei rifiuti, plastici e non solo, dispersi nel mare e nei fiumi, questa proposta di legge mostra tutti i suoi evidenti e forti limiti. Già in Commissione ambiente ci sono stati dei miglioramenti al testo, ma, purtroppo, non sono sufficienti.

Davanti ad una grande sfida ambientale come questa, non si risponde con un provvedimento così debole: è come avere un paziente con la polmonite e potergli somministrare solo bevande calde ed invitarlo a mettere la maglia di lana. Il paziente avrebbe bisogno di ben altro: non possiamo dargli l'antibiotico perché non ci vengono dati i soldi per comprarlo? Ecco, davanti a questo provvedimento ci sentiamo spiazzati per le stesse ragioni e con lo stesso stato d'animo. Ad un'emergenza ambientale serve a poco rispondere con campagne di sensibilizzazione, per carità importantissime, e chiedere la collaborazione dei pescatori, senza dare loro, praticamente, nulla in cambio, ma facendo, di fatto, affidamento quasi esclusivamente sulla loro sensibilità e buona volontà; in cambio, avranno solo un riconoscimento ambientale: forse, è davvero troppo poco.

Da troppo tempo, le reti dei nostri pescatori sono piene più di rifiuti che di pesci e la tendenza non si arresta, anzi, c'è il serio rischio che, se non si interviene con forza e in maniera organica, rischiamo di fare come il cane che si morde la coda. Bene le norme che regolamentano le campagne di pulizia per la raccolta dei rifiuti marini, bene l'educazione ambientale nelle scuole per salvaguardare il mare, ma, anche su questo punto, la norma è fumosa, lasciando tutto alla volontà dei cittadini, più o meno, organizzati.

Poco gradite sono state le dichiarazioni del Ministro Costa, che ha dichiarato, il 4 aprile scorso, che i pescatori diventeranno gli spazzini del mare e che potranno avere un riconoscimento ambientale gli imprenditori ittici che utilizzeranno materiali di ridotto impatto ambientale. Urrà, diremmo tutti in coro, ma, tramite lei, Presidente, tanto al sottosegretario Morassut, quanto a tutto il Governo, vorremmo ricordare che i pescatori sono pescatori, non spazzini e questo umilia una categoria già ampiamente vessata. Ai pescatori, quindi, si chiede di fare un servizio civile a nome di tutti noi; inoltre, un imprenditore decide di vestire sostenibilità, soprattutto, se ha agevolazioni ed incentivi, non meri riconoscimenti ambientali.

E, poi, perché, a fronte dei Paesi che inquinano nel Mare nostrum - lo dicevo prima -, Turchia, Spagna, Egitto e Francia, a pulire devono essere solo i nostri pescatori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ciò, va da sé che è una perdita di tempo e denaro per i pescatori, che dovrebbero far spazio ai rifiuti, piuttosto che occuparsi di pescare. Inoltre, si prevede l'obbligo per il comandante dell'imbarcazione di conferire a terra i rifiuti accidentalmente pescati, ma, anche qui, non sono previsti controlli né sanzioni in caso di mancato rispetto di questo obbligo né incentivi a portare i rifiuti a terra: una norma, insomma, che si basa sulla sensibilità e sul senso civico del comandante. Viene prevista anche una misura premiale, quale non è dato sapere, è ancora allo studio dei Ministeri. Ma se è obbligatorio, perché prevedere una misura premiale a questo punto?

Poi c'è il problema delle tasse: questo provvedimento è a costo zero, ovvero invarianza degli oneri. Tradotto: signori, non c'è un soldo. A ciò siamo, ormai, tristemente abituati, in quanto, da troppo tempo, i provvedimenti approvati sono a costo zero, riducendo fortemente l'efficacia delle norme. Con gli emendamenti approvati in Commissione e in Aula, di cui otto sono di Forza Italia, abbiamo contribuito a migliorare il testo. Per esempio, è nostro l'emendamento che prevede che la tassa che gli italiani si troveranno in bolletta abbia una voce separata, in modo che l'utente sappia quanto costa il “SalvaMare”. Certamente, questa è una norma di trasparenza.

Insomma, forse, il Ministro si è fatto prendere un po' la mano attribuendo a questo provvedimento un effetto salvifico: resta un piccolo passo che vedrà i nostri pescatori non commettere più un reato se conferiscono a terra i rifiuti accidentalmente salvati, ma per salvare i nostri mari, la nostra fauna e tutelare la catena alimentare che arriva fino all'uomo, ci vuole ben altro che questo provvedimento di corto respiro.

Ringrazio le relatrici, l'onorevole Muroni e l'onorevole Deiana, per l'ottimo lavoro svolto in Commissione, per il fair play e l'onestà intellettuale con cui abbiamo lavorato in Commissione. È stato, anche nella giornata di avantieri, dato a Cesare quel che è di Cesare, come si suol dire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Forza Italia si asterrà sul provvedimento per le motivazioni espresse in Commissione e in Aula, e lo fa con la consapevolezza che ciò che chiedono i giovani che protestano per l'ambiente sono soluzioni concrete che affrontano di petto i gravi problemi che abbiamo causato all'ambiente, ma che, inevitabilmente, ricadono su ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaelli. Ne ha facoltà.

ELENA RAFFAELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, membri del Governo, inizio così: la montagna ha partorito il topolino. Sì, proprio così, un'espressione colloquiale, mi perdoni, Presidente, ma particolarmente calzante. È la sintesi più perfetta e completa di un provvedimento assolutamente lodevole ma di grandi pretese solo annunciate, che in realtà nasce zoppo e confuso.

E ci spiace dover sottolineare l'assenza del Ministro Costa su un provvedimento così importante. Quello che doveva essere uno strumento atto a dare risposte e soprattutto certezze ai nostri pescatori, risposte peraltro attese da tempo, si configura ahinoi solo come un timido passo, anzi un passo incerto, che abbiamo cercato di rideterminare in Commissione, a più riprese, con una serie di emendamenti frutto di un lungo e corposo ciclo di audizioni. - e ringrazio tutti gli intervenuti -, emendamenti che sono stati per la maggior parte bocciati o peggio ancora scippati. Mi permetta, Presidente, ma non posso non stigmatizzare l'atteggiamento con cui alcune proposte emendative sono state fatte proprie dalla maggioranza, togliendo il merito ed il giusto e corretto riconoscimento al lavoro svolto dalle opposizioni. Nello specifico, le disposizioni della nuova legge - sottolineo grazie anche al nostro contributo - oggi sono estese anche ai rifiuti pescati accidentalmente o raccolti attraverso campagne di pulizia nei laghi, nei fiumi e nelle lagune, con un più ampio raggio d'azione rispetto al testo iniziale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Esprimiamo senza dubbio soddisfazione per avere classificato, grazie al nostro contributo, il materiale legnoso spiaggiato non più come rifiuto ma come biomassa, cioè risorsa dalla quale produrre energia. Quindi, noi alle chiacchiere sul tema dei rifiuti rispondiamo con risposte concrete. Questo permetterà di ridurre enormemente i costi di trasporto e smaltimento, producendo un sostanzioso risparmio economico e di materia a beneficio dell'ambiente. Auspichiamo naturalmente che le norme tecniche, ovvero le linee guida adottate dall'ISPRA, rispondano a principi di semplificazione e che, dunque, non appesantiscano o complichino le procedure, disincentivando in questo modo prassi virtuose già in essere, attuate mediante l'emissione di ordinanze regionali. Bene anche l'accoglimento di un nostro emendamento per coordinare le attività previste dall'articolo 6 sull'insegnamento dell'educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado, con le diverse misure normative e amministrative e le diverse azioni già previste nella legge n. 92 del 20 agosto 2019 - legge, sottolineo, fortemente voluta dalla Lega -, sull'introduzione nell'insegnamento scolastico dell'educazione civica, che contempla già al suo interno l'educazione ambientale, lo sviluppo sostenibile e la tutela del patrimonio ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Tuttavia, sono tante le criticità contenute nel testo, soprattutto in merito alla classificazione dei rifiuti pescati o raccolti accidentalmente attraverso campagne di pulizia, tanto che il testo approvato dalla Commissione risulta, Presidente, quasi paradossale: lo stesso rifiuto, se pescato da un peschereccio che ormeggia in un porto ricadente nella giurisdizione di un'autorità di sistema portuale, è rifiuto prodotto da nave, quindi speciale, con costi di smaltimento particolarmente onerosi; se raccolto nei laghi, nei fiumi, nelle lagune, oppure se raccolti in mare e conferiti presso un piccolo porto non commerciale o presso aree non ricadenti nella competenza territoriale di un'autorità portuale, è rifiuto urbano. Quindi, alla manifesta esigenza dei nostri pescatori di snellire, alleggerire, semplificare e sburocratizzare, questa maggioranza risponde con una distinzione che genera ulteriori criticità. Ma la vera opportunità, di grande buonsenso, contenuta nel testo base, è stata invece cancellata con un colpo di spugna dalla maggioranza giallo-fucsia: la premialità con punti aggiuntivi nel sistema a punti per le infrazioni gravi viene cancellata in nome di una poco chiara locuzione “misure premiali”, che vuol dire tutto e niente. Si tratta di una targhetta? Di una medaglia? Vorremmo meglio comprendere. Tornando al merito del provvedimento, crediamo che il peccato originale, soprattutto la scarsa consistenza e la fragilità di questo provvedimento stia nella cosiddetta clausola di invarianza finanziaria.

Tradotto: lo Stato non mette un euro a bilancio per questa - torno a ripetere - lodevole attività svolta dai nostri pescatori. Il Governo delle tasse, Presidente, non si smentisce neppure su un tema così delicato ed evidentemente sentito solo a colpi di slogan da questa maggioranza. Grazie a questa maggioranza gli italiani tutti troveranno una voce aggiuntiva nella bolletta della Tari, quella dei costi di gestione dei rifiuti pescati accidentalmente nei mari, nei fiumi e nei laghi dai nostri pescatori o raccolti durante le campagne di pulizia: un capolavoro sulla testa degli italiani, anzi nelle tasche degli italiani, e in questo siete maestri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anziché, dunque, promuovere e incentivare le buone pratiche, nell'ottica della sostenibilità ambientale, ancora una volta il Governo sceglie di far cassa, mentre voglio, in questa sede, precisare che noi abbiamo presentato un emendamento - naturalmente bocciato - che prevedeva una copertura interamente a carico dello Stato. E non ci accontentiamo di essere liquidati con un “saranno pochi centesimi o pochi euro”; è una questione di principio, che ci vedrà sempre al fianco dei cittadini. Pensate davvero che gli italiani siano un bancomat? Questa china, Presidente, ci preoccupa, e molto, ma non ci sorprende, ahimè; d'altra parte, questa è la maggioranza che ha pensato di tassare di tutto: merendine, sigarette elettroniche, bottiglie di plastica, bibite gassate; è la maggioranza che aumenterà la tassa sugli affitti concordati, le accise sui diesel Euro 3 ed Euro 4, come se chi va in giro con un Euro 3 o Euro 4 lo faccia solo perché sia un nostalgico. Siete quelli che vogliono penalizzare l'uso del contante, multare gli artigiani e i commercianti che non consentono pagamenti con il POS, e vi ricordo che Confesercenti ha stimato un costo di circa 2 milioni di euro per le piccole e medie imprese; quelli delle manette agli evasori e i nostalgici di un'immigrazione incontrollata schiava della finta accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sicuramente ho dimenticato qualcosa, visto che in questi giorni ne abbiamo sentite di ogni genere, e non sappiamo cos'altro possiate tassare dietro il “salvo intese”.

Siete quelli che vogliono anche cancellare la flat tax, non dimentichiamolo, quelli che nella Nota di aggiornamento al DEF hanno deciso di tagliare le agevolazioni fiscali e i sussidi ambientalmente dannosi, e si andrebbero addirittura a colpire le indennità per i pescatori durante il fermo biologico. Altro che Green new deal, Presidente. Grazie al Governo delle tasse - il vostro -, i nostri agricoltori, i pescatori, quindi la carne viva del nostro tessuto economico, gente che si alza alle 3 di notte, per capirci, rischiavano di non beneficiare più dei sussidi destinati anche a calmierare il prezzo del gasolio. Quindi, dopo aver fatto uscire i tagli dalla porta del “decreto clima” li avete fatti rientrare dalla finestra del DEF: una follia aver pensato ad una simile misura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Spiace, Presidente, constatare che questa politica suoni piuttosto come una dichiarazione di guerra nei confronti delle imprese, di chi produce, di chi si alza all'alba e crea posti di lavoro, con pesanti ricadute sugli utenti finali e quindi sulle famiglie. Questo significa soprattutto penalizzare quei settori maggiormente esposti alla concorrenza sleale estera, che, al contrario, avrebbero bisogno di maggior sostegno, a tutela di migliaia di posti di lavoro e delle nostre eccellenze. La Lega sta con chi produce, e continueremo a lavorare, in tutte le sedi e ad ogni livello istituzionale, affinché vengano ripristinate misure vitali a supporto di settori strategici della nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Bene, Presidente, mi avvio alle conclusioni. Ci spiace non poter esprimere un voto convintamente favorevole, data l'importanza dell'argomento e l'urgenza di dare risposte attese da tempo dai nostri pescatori, ma, per tutte le ragioni sopra esposte e per il corto respiro di questo provvedimento, annuncio il voto di astensione del gruppo Lega-Salvini Premier.

Ma vorrei concludere con una riflessione ben più ampia sulla manovra di cui tanto si parla, ma di cui poco o nulla conosciamo, se non una serie di fantasiosi e originali balzelli che vanno e vengono.

È chiaro ed evidente, Presidente: assistiamo ad un progressivo e costante piegarsi del MoVimento 5 Stelle alla filosofia politica di una sinistra che ama tassare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma ci auguriamo che il MoVimento 5 Stelle non ceda ai capricci e alla pressante richiesta di Italia Viva di cancellare “quota 100”. “Quota 100” non si tocca, non vi permetteremo di rubare agli italiani anni di vita e di speranza, e siamo pronti a chiuderci giorno e notte in quest'Aula per difendere una misura di civiltà, di buon senso e di dignità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Raffaelli. Diciamo che “quota 100” e il mare non hanno una connessione diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, membri del Governo, nel nostro Paese non è ancora sufficientemente chiaro che siamo ormai davanti ad un'autentica emergenza. Oltre tre quarti dei rifiuti presenti nel Mediterraneo è plastica. Tra Ionio e Adriatico, si trovano 300 chili di rifiuti in un chilometro quadrato e diventano 983 chili a sud del delta del Po; 570 mila tonnellate di plastica finiscono ogni anno nelle acque del Mar Mediterraneo, l'equivalente di 33 mila bottigliette di plastica al minuto. Tutto questo, molti di noi, la maggior parte di noi, non lo vede, però tutto questo arriva anche sulle nostre tavole, basti pensare che ogni settimana ingeriamo cinque grammi di microplastiche.

Fino a ieri accadeva una cosa paradossale: ogni barca di pescatori, ogni giorno, tira su in media fino a 6 chili di rifiuti, il 6 per cento del pescato. Poteva, dunque, un pescatore riportare a riva i rifiuti impigliati nelle sue reti? No, doveva rigettarli in mare perché rischiava una sanzione o di dover pagare come se quei rifiuti li avesse prodotti lui sulla sua imbarcazione. Quindi, coloro i quali provvedevano naturalmente a ripulire il nostro mare, non potevano farlo per colpa di una legge dello Stato. Da oggi non sarà più così. Nella nostra battaglia per liberare l'ambiente dai rifiuti, avremo uno strumento legislativo in più. I nostri pescatori finalmente potranno riportare a terra le enormi quantità di rifiuti raccolti con le loro reti durante la loro attività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si attribuirà loro un riconoscimento per la loro funzione di custodi dell'ecosistema marino, un riconoscimento che, però, non può essere una premialità tale da rendere più conveniente andare alla ricerca di rifiuti che di pesce. Si innescherebbe così un processo distorto e pericoloso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La premialità sarà assegnata soltanto ai soggetti che, nello svolgimento dell'attività di pesca, rispetteranno le leggi dello Stato e gli ecosistemi.

La recente direttiva europea che ha messo a bando alcune stoviglie monouso dovrà essere recepita dai Paesi membri entro il 3 luglio 2021 e il MoVimento 5 Stelle è orgogliosamente in prima fila, perché non è l'Europa che sta cambiando noi, ma siamo noi che stiamo cambiando l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, la vostra dichiarazione di voto è stata ascoltata con attenzione da tutti i gruppi. Consentite lo stesso rispetto, colleghi.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato e vorrei essere ascoltata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Il nostro Paese, infatti, ha accettato questa sfida da tempo e con questo provvedimento continua a fare da battistrada e da esempio per altre nazioni. La legge “SalvaMare” è il fondamentale tassello di una strategia più ampia, che valorizza il ruolo dei pescatori e di chiunque frequenti i nostri mari, come, ad esempio, le tante realtà che fanno immersioni e si ritrovano spesso a raccogliere rifiuti dai fondali. Grazie al lavoro fatto con le audizioni, recepiamo così gli stimoli giunti da tanti soggetti, come le associazioni di promozione sociale, quelle sportive di subacquei e i centri diving, che ringrazio per il loro quotidiano impegno in questa battaglia di civiltà.

La norma si chiama “SalvaMare”, ma, in realtà, si estende anche ai bacini idrografici interni: laghi, fiumi e lagune. Il mare è il punto di arrivo di un inquinamento che avviene a valle. Sensibilizzare e lavorare con chi abita vicino a un corso d'acqua, a centinaia di chilometri dal mare significa intervenire davvero sull'intero sistema, sulla vera tutela del nostro “oro blu”. Quest'ultimo elemento conferma ulteriormente la portata innovativa e il grande valore culturale della legge “SalvaMare”, perché, Presidente, sentiamo l'obbligo morale di garantire alle future generazioni lo stesso diritto di cui abbiamo potuto godere noi: quello a fruire della bellezza degli ambienti naturali e dei loro benefici effetti.

Dopo anni di sollecitazioni da territori, esprimiamo grande soddisfazione sulla soluzione alla gestione delle biomasse vegetali spiaggiate, soluzioni concordate all'unanimità.

Un altro tema importante della legge è il tema dei dissalatori, impianti che negli scarti in mare producono un concentrato di cloruro assolutamente dannoso per l'ambiente. Oggi introduciamo i controlli sulle nocività di tali impianti.

Finalmente riconosciamo l'importanza del rispetto dell'equilibrio di un ecosistema tanto prezioso quanto delicato e lo facciamo con lo stesso spirito con il quale lo faceva un grande italiano che in tanti hanno voluto ricordare: Angelo Vassallo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali), il sindaco pescatore di Pollica, nel Cilento, barbaramente ucciso il 5 settembre 2010. Vassallo sosteneva che la vera ricchezza è il luogo in cui si vive. Allora, per noi italiani la nostra ricchezza è il mare e per non dilapidarla dobbiamo agire con decisione e lungimiranza, proprio come faceva il sindaco pescatore, che ha dimostrato con la propria dedizione quanto possa fruttare, in termini di benessere e lavoro, un modello economico basato sulla preservazione e sulla valorizzazione delle risorse naturali. A lui va il nostro sincero ringraziamento per essere ancora oggi esempio e faro nella navigazione e a lui, signor Presidente, dedichiamo questa legge, consapevoli che è solo un primo importante passo, ma che la rotta è tracciata.

“SalvaMare” è il nome di questa legge e al tempo stesso un obiettivo di lungo termine che raggiungeremo soltanto se continueremo a perseguire con passione la nostra stella polare, la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Nel ringraziare il ministro Costa, il sottosegretario e tutti i deputati e le deputate che hanno reso possibile arrivare a votare questa legge, con emozione ed orgoglio sono fiera di dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà. Consentiamo anche all'onorevole Benedetti di fare la sua dichiarazione di voto.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-C10VM). Di inquinamento marino da rifiuti e di fishing for litter si parla da anni. La gestione dei rifiuti raccolti durante l'attività dei pescatori è operativa sin dal 2005 in Paesi come Belgio, Olanda, Scozia. Mentre il progetto DeFishGear…

PRESIDENTE. Collega Benedetti, mi scusi. Colleghi, il rispetto vale anche verso la collega Benedetti, naturalmente.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Dicevo appunto, il progetto DeFishGear ha visto coinvolti tutti i Paesi affacciati sull'Adriatico dal 2013 al 2016. La legge “SalvaMare” sui rifiuti accidentalmente pescati arriva oggi in Aula e, purtroppo, sono passati quattro anni per capire l'urgenza di un problema che è urgente già da un po'. E a proposito di inquinamento, un sondaggio dell'istituto di ricerca SWG riporta come il 55 per cento degli intervistati abbia individuato come responsabili le multinazionali. Purtroppo, in questa legge, di multinazionali e loro responsabilità non vi è neanche l'ombra. Manca il coraggio di dire che c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel modello di produzione “usa e getta”, dove la plastica la fa da padrone. È giusto chiamare alle proprie responsabilità i consumatori, ma non è giusto vessarli ulteriormente aggiungendo i costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati alle tasse sui rifiuti che le persone già pagano.

Si poteva chiedere, invece, un impegno ai produttori nel settore delle plastiche. Costoro possono vantare un fatturato di centinaia di miliardi, ricordo, e un'attività che è stata fiorente, perché ricordiamo che la plastica prodotta dal 1950 è ancora in circolazione nei nostri mari. Per questo motivo, ritengo che la legge “SalvaMare”, in realtà, abbia un nome altisonante, ma parta monca, perché ci vuole anche il coraggio e la responsabilità politica di dire che la direzione seguita fino adesso è sbagliata. E quindi il nostro voto sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

ROSSELLA MURONI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI, Relatrice. Grazie, Presidente. Solo per ringraziare i funzionari della Commissione, che ci hanno accompagnato nell'approvazione di questo provvedimento, nonché i colleghi di maggioranza ed opposizione. È stato detto, questo è un provvedimento che è stato migliorato sicuramente in Commissione. Io sono assolutamente consapevole che si tratta di un primo passo, ma è un passo necessario. Ogni lungo cammino inizia con un primo passo e questo lo abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1939-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1939-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1939-A:

"Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare").".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge 907 e 1276.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):

“Conversione in legge del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici” (2211) – Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, la discussione generale del disegno di legge n. 2203, di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione delle crisi aziendali prevista per la seduta di lunedì 28 ottobre non avrà luogo. L'esame del provvedimento sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno della seduta di martedì 29 ottobre, dopo il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative a sostegno delle libere professioni e delle imprese, che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, avrà luogo a partire dalle 10, con ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto. Conseguentemente, la seduta per lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni prevista per martedì 29 ottobre non avrà luogo.

Avverto inoltre che, con lettere del 10 e del 23 ottobre, i presidenti delle Commissioni giustizia, Affari sociali e Ambiente hanno comunicato che i rispettivi Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, hanno convenuto circa l'esigenza di chiedere il rinvio ad un successivo calendario dei lavori dell'esame dei seguenti provvedimenti, allo stato previsto in Assemblea a far data dal prossimo 28 ottobre: proposta di legge n. 1524, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori; proposta di legge n. 687, recante delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi; proposta di legge n. 52 e abbinata, recante disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque.

Tali provvedimenti, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, non saranno pertanto iscritti all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana e la loro eventuale futura calendarizzazione sarà disposta dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo.

Avverto, infine, che nella seduta di lunedì 28 ottobre, dopo la discussione generale sulla mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro e la revisione della spesa pubblica, sarà prevista la discussione generale dei seguenti progetti di legge di ratifica: proposta di legge n. 2118, recante lo scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali; disegno di legge n. 1909 sull'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kenya relativo al Centro spaziale Luigi Broglio – Malindi, Kenya.

Il seguito dell'esame di tali provvedimenti sarà iscritto all'ordine del giorno a partire dalla seduta di martedì 29 ottobre e sarà collocato dopo il seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro e la revisione della spesa pubblica.

Nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 2118 e del disegno di legge n. 1909 (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il collega Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, vorrei portare all'attenzione di quest'Aula un fatto di cronaca avvenuto in provincia di Reggio Emilia, che ha visto protagonista un bambino di 12 anni, che con un atto di coraggio ha denunciato la violenza del padre nei confronti della madre, chiamando il 112 dopo l'ennesimo attacco brutale del genitore. Un coraggio, questo, che si è rivelato risolutore nei confronti di una situazione di violenza fisica, psicologica e sessuale consumata per anni all'interno delle mura domestiche davanti agli occhi di due fratelli, testimoni innocenti e vittime inconsapevoli. Il muro delle violenze tra le mura domestiche è un fenomeno ancora troppo diffuso, mentre le denunce sono ancora poche, anche se negli ultimi anni sta aumentando la consapevolezza delle donne di uscire e prevenire le relazioni tossiche. Nella maggior parte dei casi, le forme più gravi di violenza fisica sono esercitate proprio da partner, ex partner, parenti, amici. Inoltre, gli ultimi dati danno in aumento la percentuale dei figli che hanno assistito e assistono a episodi di violenza sulla propria madre: oggi siamo intorno al 65 per cento e sono in aumento anche i casi in cui i figli vengono direttamente coinvolti nella violenza, dal 15,9 per cento al 23 per cento negli ultimi dieci anni. E ancora oggi in molti casi è scarsa la consapevolezza di quanto sia nocivo per i figli vivere in un ambiente dove si esercita violenza nei confronti della madre, soprattutto perché in questo modo non si interrompe la trasmissione intergenerazionale di violenza, continuando a mostrare un modello familiare distorto e pericoloso. Anche per questo è da sottolineare quanto sia stato importante il coraggio del dodicenne di Novellara, che ha difeso la propria madre e il fratello, denunciando il padre dopo anni di terrore. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Rossi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie Presidente, voglio portare all'attenzione di quest'aula i gravissimi episodi verificatesi nei giorni scorsi ai danni di due cantine del foggiano: domenica scorsa, infatti, in una cantina della mia città, San Severo, in provincia di Foggia, alcuni malviventi incappucciati hanno fatto irruzione e hanno manomesso i bocchettoni di 16 dei 19 silos presenti, provocando lo sversamento nelle campagne circostanti di oltre 25 mila ettolitri di vino, con un danno economico stimato di oltre un milione di euro. Quanto accaduto a San Severo segue ad un altro episodio analogo, verificatosi ai danni di una azienda vinicola di Torremaggiore, dove, nella notte tra il 19 e il 20 ottobre scorsi, alcuni ignoti si sono introdotti all'interno dei locali dell'azienda e hanno sabotato i silos, provocando lo sversamento di oltre 15 mila ettolitri di prodotto. La perdita complessiva di oltre 40 mila ettolitri di vino e di mosto non soltanto rappresenta un danno economico gravissimo per le aziende coinvolte e per i loro lavoratori, ma rappresenta un colpo durissimo per uno dei settori dell'economia più importanti del nostro territorio. Episodi simili sono soltanto gli ultimi in ordine di tempo di una serie di furti e di danneggiamenti nelle campagne del foggiano e dimostrano la necessità urgente di provvedere ad una implementazione dell'organico delle Forze dell'ordine, per porre in essere una sempre più incisiva attività di controllo del territorio. In questa sede, io esprimo la ferma condanna di questi vili atti criminosi e auspico che i responsabili di tali sabotaggi siano al più presto assicurati alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Giuliano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente, il fiume Sarno continua a collezionare i suoi tristi primati di inquinamento. Salerno maglia nera nei procedimenti penali per mala depurazione derivanti da istruttorie per danno ambientale: lo rivela il rapporto ISPRA “Il danno ambientale in Italia”, vedendo Salerno comparire cinque volte nel 2017 e una nel 2018 in procedimenti dove si contestano reati di danno, reati ambientali e per ecoreati. Raccolgo quindi per questo l'invito di tanti cittadini salernitani, che si stanno rivolgendo a tutte le istituzioni affinché vengano applicate anche nel nostro territorio le norme previste dalla legge n. 68 del 22 maggio 2015 in materia di reati ambientali. Mi preme segnalare, a tale riguardo, le iniziative intraprese dal Ministro Costa: il Ministro dell'Ambiente ha infatti istituito una commissione di esperti in materia ambientale per analizzare e proporre modifiche alla disciplina dei reati previsti dalla vigente normativa ambientale. Per quanto concerne nello specifico le problematiche connesse alla depurazione del fiume Sarno, occorre inoltre segnalare un importante e incisivo intervento normativo, che introduce fondamentali novità a livello ordinamentale: mi riferisco in particolare al nuovo decreto-legge clima, che ha dato una nuova veste giuridica alla figura del commissario per la depurazione. La provincia di Salerno non può quindi essere zona franca di chi inquina e vado alla conclusione, Presidente: la domanda e l'individuazione dei colpevoli che compiono reati come quelli dell'inquinamento ambientale, del disastro ambientale, di chi impedisce i controlli, di chi omette la bonifica rappresentano questioni non più rinviabili a Salerno così come in tutto il Paese per la tutela della salute dei cittadini, per la salvaguardia dell'acqua, dell'aria e dell'intero ambiente, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie Presidente, oggi grazie all'istituzione del registro tumori, fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle, ci arrivano alcuni dati allarmanti che riguardano la mia terra, la Campania, ma in particolare vorrei soffermarmi sulla mia città, Castellammare di Stabia, dove tra il 2008 e il 2016 sono stati registrati 3.501 casi di malattie oncologiche e la cosa più triste è che più della metà delle persone colpite purtroppo sono decedute, non ce l'hanno fatta. Questi dati ci parlano chiaro: ci parlano in primis di un'emergenza ambientale, perché non si può separare la salute dell'essere umano dall'ambiente che lo circonda; salute e ambiente sono un binomio inscindibile e questo dobbiamo mettercelo in testa. Parlando di emergenze ambientali e parlando del mio territorio, ovviamente non posso che fare riferimento al fiume Sarno, il fiume che sfocia tra i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata e che coinvolge anche tantissimi altri comuni campani. Il fiume Sarno è uno dei fiumi più inquinati d'Europa, una vera e propria bomba ecologica e ora finalmente ci stiamo lavorando, insieme al Ministro Costa, perché inspiegabilmente questo problema è stato trascurato per oltre quarant'anni. Un altro fattore di cui non posso non parlare è l'amianto: a Castellammare ancora oggi si muore per la presenza di amianto nei polmoni e infatti il tumore ai polmoni è proprio uno dei tumori più diagnosticati, insieme a quello alla vescica e alla tiroide. A tal proposito ho presentato un'interrogazione, proprio per chiedere risposte in merito alla presenza di amianto sui luoghi di lavoro e mi riferisco, in particolare, alla zona portuale stabiese.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CARMEN DI LAURO (M5S). Concludo, Presidente. Il lavoro non deve essere mai causa né motivo di malattia, nel modo più assoluto; la salute è il nostro bene più prezioso e mi batterò sempre per difendere la salute dei cittadini e insieme a me tutto il MoVimento 5 Stelle come abbiamo sempre, sempre fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corneli. Ne ha facoltà.

VALENTINA CORNELI (M5S). Presidente, intervengo per porre all'attenzione di quest'Aula la drammatica vicenda del piccolo Alvin, il bambino nato in Italia, di origini albanesi, che si trova ora in grave pericolo in un campo di prigionia in Siria. Il papà Berisha è disperato, ha bisogno di aiuto. Le autorità albanesi non stanno facendo abbastanza e noi come Governo italiano dobbiamo spingere affinché Alvin venga salvato e io chiederò anche al Ministro dell'Interno che valuti i presupposti per concedere la cittadinanza al piccolo Alvin, perché noi vogliamo Alvin sano e salvo, lo vorremmo in Italia e lo vorremmo cittadino italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, vorrei portare all'attenzione dei colleghi di quest'Aula una questione che è uscita oggi sui quotidiani di Taranto e sollecitata dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Sabato scorso, una detenuta ha tentato di togliersi la vita, impiccandosi in carcere; una buona dose di fortuna e l'attenzione e la professionalità degli agenti della polizia penitenziaria hanno consentito che l'intendimento della detenuta non arrivasse alla conclusione più infausta e sono riusciti a salvarle la vita.

Il problema nelle carceri, però, che viene mostrato dal Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, come ha sottolineato prima anche l'onorevole Giuliano della maggioranza, è quello della carenza degli operatori delle forze di polizia in senso generale. Due anni fa, alla questura di Bologna, un senegalese in cella di sicurezza si impiccò e non era stato possibile controllarlo, perché non vi erano le telecamere, perché non funzionavano e, a causa della carenza degli organici, invece di avere cinque persone per turno ce n'erano soltanto due e, alla fine, i colleghi finirono sotto processo per omicidio colposo, poi, alla fine, per fortuna, furono assolti.

Allora, qui, si tratta di dare realmente delle garanzie e, siccome ci avviciniamo ad una fase cruciale della vita dell'amministrazione del nostro Paese come la legge di bilancio, dovremmo cercare di mantenere quello che è un percorso intrapreso nella precedente legge di bilancio, reinvestendo, dopo dieci anni di tagli lineari, sulla sicurezza. Non è vero che tutti i settori sono uguali nella comunità del Paese e sicuramente la sicurezza è il primo dovere che lo Stato moderno deve garantire anche ai detenuti nelle carceri, questa è una cosa molto importante, anche per la loro sicurezza, anche per agevolare e favorire quello che è un percorso di riscatto e di riadattamento alla società civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, questa notte a Roma è stato ucciso Luca Sacchi, un ragazzo di 24 anni che passeggiava con la sua fidanzata; è stato freddato con un colpo di pistola alla testa da due rapinatori. Luca ha cercato di proteggere la sua Anastasia che veniva aggredita e così ha perso la vita, ha perso la vita perché ucciso e questo è accaduto a Roma, nella nostra capitale d'Italia dove non è più possibile passeggiare, perché si viene aggrediti, derubati, si viene uccisi. Purtroppo, Presidente, questo non è un fatto isolato, soltanto una settimana fa Il Sole 24 Ore dichiarava che Roma è al primo posto per denunce per spaccio e traffico di stupefacenti. Roma, in fatto di criminalità, sì, che è la capitale e questo a fronte della totale indifferenza delle istituzioni che si girano dall'altra parte. La nostra capitale è diventata la capitale dell'insicurezza, dell'abbandono, sociale e anche ambientale.

Allora, noi, su questo, chiediamo che il Governo venga immediatamente in Aula, insieme al suo Ministro dell'Interno, la Lamorgese, per spiegare puntualmente, pedissequamente, precisamente come intenda intervenire, perché deve proteggere la vita degli italiani e la vita dei romani! Perché non c'è priorità più grande di quella di difendere la vita dei propri figli, e allora noi ci aspettiamo che, qui, il Ministro dell'Interno arrivi il prima possibile, subito, e ci dia spiegazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente, poche ore fa, Luca Sacchi, un giovane romano di 24 anni, ha perso la vita, e la vita l'ha persa perché ha subito, questa notte, un'aggressione tremenda, con un colpo di pistola alla testa, in una zona praticamente ormai centrale della città, il quartiere Appio. Un episodio che ha suscitato grande allarme sociale, anche perché non è isolato; sempre poche ore fa, alla stazione Termini, un uomo è stato accoltellato e trovato in un lago di sangue. C'è una situazione molto critica in città; ovviamente gli inquirenti, nell'episodio che riguarda il giovane Sacchi, faranno il loro lavoro e speriamo, noi di Italia Viva, che sia possibile assicurare il prima possibile i responsabili alla giustizia, ma questi due episodi sono solo gli ultimi di una lunga catena di episodi simili, di una recrudescenza di violenza e di criminalità in città, di pistole libere in città, di gente armata, di sparatorie.

È un clima sempre più preoccupante e chiediamo, da questo punto di vista, ovviamente, la massima attenzione da parte del Governo, ma, allo stesso tempo, invitiamo la città di Roma e chi l'amministra, invece di concentrarsi, dopo i disastri di questi anni, su farneticazioni rispetto a ruoli che invece deve avere il Parlamento sui poteri della città, a preoccuparsi di affrontare, con gli strumenti che ha a disposizione e anche in coordinamento con la prefettura e le forze dell'ordine, un clima che sta diventando sempre più preoccupante.

Nel frattempo, da parte nostra, esprimo il cordoglio e la vicinanza a tutti i familiari e anche ai romani che abitano in quel quartiere e che hanno vissuto questa notte con grande sgomento e con grande dolore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo sui fatti di sangue di cui parliamo in questo momento in quest'Aula, pur senza la presenza del Governo, in una fase che è quella del fine seduta, in cui purtroppo il Governo non è chiamato ad essere presente; né si tratta di un tema di squisita rilevanza locale, ma che pure ha un peso sul piano nazionale, essendo Roma la capitale d'Italia e, dal punto di vista dell'interessamento dell'amministrazione e anche delle forze dell'ordine, del Ministero dell'Interno, noi crediamo, Presidente, che ci sia un problema non di percezione, di sicurezza vero, che riguarda la capitale d'Italia e che questo problema vada affrontato, se necessario, anche nelle sedi istituzionali come questa, perché crediamo che sia intollerabile continuare a far finta di nulla.

Come Forza Italia, abbiamo avanzato proposte concrete da discutere in tutte le sedi istituzionali opportune, anche in quelle locali, per restituire a Roma la sicurezza che merita, per dare ai cittadini un senso di protezione, per permettere che le nostre donne, i nostri anziani possano girare liberamente nella capitale d'Italia e che fatti come questi non vadano a ripetersi e non trasmettano all'esterno - anche per quella che è una voce importantissima come quella del turismo - la percezione che questa città non sia una città sicura.

Allora, ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità; chi governa a livello nazionale e ha la responsabilità della sicurezza; chi amministra questa città – secondo noi, molto, molto, molto male –; e noi, come opposizione, ci prendiamo la responsabilità di fare proposte concrete e costruttive per poter provare a risolvere un problema che c'è e rispetto al quale è inutile far finta di nulla.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 25 ottobre 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 15,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 11 e 12 la deputata Piera Aiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Tiramani ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 17 i deputati Piccoli Nardelli, Rizzone e Costanzo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Fiorini ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2100-A - em. 1.85 447 447 0 224 445 2 70 Appr.
2 Nominale em. 4-bis.2 465 465 0 233 190 275 67 Resp.
3 Nominale odg 9/2100-A/18 463 307 156 154 34 273 66 Resp.
4 Nominale odg 9/2100-A/21 462 459 3 230 190 269 66 Resp.
5 Nominale odg 9/2100-A/22 463 462 1 232 189 273 66 Resp.
6 Nominale odg 9/2100-A/25 466 466 0 234 193 273 66 Resp.
7 Nominale odg 9/2100-A/27 457 455 2 228 189 266 66 Resp.
8 Nominale odg 9/2100-A/28 460 456 4 229 187 269 66 Resp.
9 Nominale odg 9/2100-A/30 457 455 2 228 189 266 66 Resp.
10 Nominale Ddl 2100-A - voto finale 440 272 168 137 269 3 63 Appr.
11 Nominale Ddl 1939-A e ab. - subem. 0.4.0201.1 434 434 0 218 434 0 63 Appr.
12 Nominale art. agg. 4.0201 n.f. 432 432 0 217 432 0 63 Appr.
13 Nominale art. agg. 4.0202 431 431 0 216 431 0 63 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/1939-A e ab./22 421 421 0 211 164 257 63 Resp.
15 Nominale odg 9/1939-A e ab./24 417 415 2 208 167 248 63 Resp.
16 Nominale odg 9/1939-A e ab./31 414 321 93 161 78 243 63 Resp.
17 Nominale Ddl 1939-A e ab. - voto finale 381 242 139 122 242 0 62 Appr.