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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 227 di mercoledì 25 settembre 2019

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Luigi Di Maio, Gebhard, Gribaudo, Lupi, Muroni, Occhionero, Pastorino, Patassini, Polverini, Schullian, Scoma, Tasso e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,25.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.

Seguito della discussione dei disegni di legge: S. 1387 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 2017); S. 1388 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (Approvato dal Senato) (A.C. 2018).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge, già approvati dal Senato, nn. 2017 e 2018: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione generale congiunta e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 2017)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge n. 2017, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018.

Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2017)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Il gruppo Liberi e Uguali esprime voto favorevole al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Al netto della ancora provvisoria disposizione dei banchi, è la prima dichiarazione di voto del gruppo Italia Viva. Lo facciamo per esprimere un voto favorevole sul Rendiconto 2018 solo con qualche breve considerazione, che riteniamo possa essere interessante in vista dell'apertura della sessione di bilancio prossima.

Venerdì al Consiglio dei ministri o, comunque, entro breve dovrebbe essere pronta la Nota di aggiornamento al DEF, e quindi riteniamo opportuno segnalare due cose in relazione a questo Rendiconto, che, come sappiamo, è relativo all'esercizio finanziario in cui c'è stata l'alternanza di Governi fra l'ultimo della scorsa legislatura e il primo di questa legislatura. Quindi, questo ci consente di affrontare il quadro macroeconomico che ne risulta con una relativa serenità, senza cadere nelle polemiche politiche.

Il primo elemento dei due che brevemente ricordo è che il quadro macroeconomico del 2018 è in peggioramento rispetto a quello del 2017 per quanto riguarda la crescita. La crescita del PIL nel 2017, l'anno precedente, era all'1,7 per cento.

Nel 2018, qui, nei nostri documenti, abbiamo 0,9; poi, come sappiamo, qualche ora fa, qualche giorno fa, Istat ha proceduto a una revisione statistica dei nostri aggregati di finanza pubblica sulla base dell'aggiornamento dei criteri contabili europei. Abbiamo una crescita allo 0,8 per cento, se non ricordo male, e quindi vediamo i primi segnali di quel decremento della crescita che poi porterà con ogni probabilità il 2019 ad avere una crescita sostanzialmente pari a zero, e quindi questo deterioramento progressivo del quadro macroeconomico ci accende una luce di attenzione sulla preparazione della legge di bilancio, che dovrà affrontare un quadro di attività economica sostanzialmente più stagnante rispetto a quello che ha contraddistinto il nostro Paese negli anni precedenti.

Il secondo e ultimo accenno, che è ben contenuto nei documenti di contorno al rendiconto, è che l'esercizio finanziario 2018 è stato il primo e l'ultimo, finora, nel quale si è svolto quel ciclo di revisione della spesa che è stata una delle principali novità della scorsa legislatura. Nella scorsa legislatura, applicando l'articolo 22-bis della legge di contabilità nazionale, la n. 196 del 2009, l'allora Governo ha deciso di applicare per la prima e unica volta un ciclo di spending review che non fosse esterno all'attività della pubblica amministrazione, ma fosse immanente all'attività di programmazione e di Governo, da maggio di un anno a luglio dell'anno successivo, vale a dire fissazione degli obiettivi Ministero per Ministero, quantificazione dei risparmi da ottenere sulla base dei processi di ogni singolo Ministero, fissazione delle relative cifre in legge di bilancio, verifica dell'obiettivo, verifica dell'impatto sulla qualità dei servizi. Tutta questa spending review seria - permettetemi la precisazione: non che quelle di prima non fossero serie, ma per la prima volta stanno dentro al funzionamento amministrativo e non solo legislativo dell'attività di Governo - ha prodotto risparmi, non ce lo dimentichiamo, per circa 1,3 miliardi, senza che siano né comunicati né intesi come tagli sostanziali, macelleria sociale o tutto quello che normalmente viene associato al termine spending review.

Semplicemente perché la spending review, quando si affronta in questo modo, cioè come processo con i tempi giusti di efficientamento della pubblica amministrazione, ottiene risultati che da nessuno vengono interpretati come tagli di macelleria sociale o di devastazione alla spesa pubblica. Concludo dicendo che purtroppo nella scorsa legge di bilancio, nello scorso ciclo di programmazione economica e finanziaria, questa attività di spending review non c'è stata nel 2019. Al momento non c'è stata neanche per il 2020, ma è evidente che il nuovo Governo, essendosi appena insediato, aveva già perso la scadenza del 31 maggio, quindi era ovviamente molto più complicato. Volevo solo segnalare ai colleghi che nei documenti allegati a questo rendiconto c'è una relazione molto dettagliata di come questo primo ciclo di spending review seria - laddove per seria intendo quello che ho detto prima, non è certamente per sminuire quelle precedenti - abbia funzionato, dove possa essere migliorata, perché non è stata la spending review più bella del mondo, ha delle criticità che però sono individuate, sono chiare, sono precise. Questo per dire che d'ora in poi - perché sono sicuro che da qualche giorno in poi tutti quanti ci riempiremo la bocca di spending review - andiamo a vedere come è andata esattamente e come ha funzionato l'unica volta che la spending review è stata applicata secondo i crismi che tutti quanti qui diciamo da una ventina d'anni: dentro la pubblica amministrazione, con obiettivi qualificanti, eccetera, eccetera. La presenza di questa attività nel rendiconto 2018 è uno dei fattori principali che induce il gruppo di Italia Viva a dichiarare, per la prima volta in quest'Aula, a nome di questo gruppo, il voto favorevole al rendiconto 2018 (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ma è davvero bella questa giornata, perché noi parliamo del rendiconto e viviamo questa fase di decantazione in cui vecchi nemici, in questo momento, oggi, in quest'Aula, invece sono tornati in pace ed amici, perché probabilmente fino a qualche settimana fa avremmo sentito il collega del PD, oggi del nuovo gruppo, raccontarci invece l'esistenza all'interno del rendiconto di dati e di fattori diversi. Perché questo? Perché in realtà noi viviamo una fase assolutamente assurda, in cui il nuovo Governo è sostanzialmente costretto a raccontarci una continuità rispetto a quello che è stato fatto dal precedente Governo. Però, in questo rendiconto - e lo vedremo quando faremo la dichiarazione di voto anche sull'assestamento - quello che manca è la rotta: manca la visione politica e la visione di politica economica, che, se possibile, è ancora più importante. Siamo ancora una volta guidati semplicemente dall'ideologia politica, non siamo guidati da un'idea di Italia. Quindi, mentre le nostre imprese si arrovellano per cercare di arrivare a non dover chiudere, noi, invece, continuiamo con una pressione fiscale che ha davvero raggiunto il limite della sopportabilità da parte di chi poi deve subire quelle operazioni. Questo lo rivedremo anche proprio all'interno dei numeri, perché obiettivamente non c'è stata quella crescita che ci era stata raccontata. Il problema non è soltanto del Governo PD, il vecchio Governo PD, quello della scorsa legislatura, perché gli effetti di quello che è stato fatto all'epoca ancora li paghiamo oggi, ma devo dire, mio malgrado, che questo problema è assolutamente imputabile anche a quattordici mesi di assoluta inerzia sulle politiche economiche, e di questo obiettivamente credo che anche la Lega debba fare ammenda, considerato che in quattordici mesi ha completamente abdicato le politiche economiche all'ideologia dei 5 Stelle. Questo ovviamente verrà affrontato ancora meglio quando parleremo dei numeri dell'assestamento, quando parleremo delle risorse che, per esempio, vengono tolte al Ministero dell'agricoltura. E mi chiedo, vi chiedo, se qualcuno si è preoccupato di capire quelli che possono essere gli effetti, invece, della PAC, che probabilmente arriverà a toglierci 3 miliardi sul nostro comparto agricolo. Allora mi chiedo se qualcuno si è preoccupato, nella visione di politica economica, di capire che cosa succederà a quelle aziende e quali saranno gli effetti. Il gruppo di Fratelli d'Italia vota convintamente “no” a questo rendiconto: non ci piacciono i numeri, non ci piace questa similitudine fra il vecchio e il nuovo. Noi vorremmo veramente, finalmente, tornare a parlare di Italia e di futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Presidente, nella fase attuale della legislatura, caratterizzata da un cambio di maggioranza parlamentare a sostegno del nuovo Governo appena insediatosi, l'iter parlamentare dei provvedimenti oggi all'esame dell'Aula assume connotati del tutto particolari. I due disegni di legge, in tema di rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e in tema di assestamento di bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019, sono stati predisposti infatti dal precedente Governo e approvati in prima lettura al Senato con i voti favorevoli della precedente maggioranza, ma la natura dei due provvedimenti e la loro importanza nell'ambito del ciclo del bilancio ci obbliga ad assumere atteggiamenti responsabili e indipendenti dalle valutazioni più specificatamente di merito sulle scelte di politica economica e finanziaria formulate dal precedente Governo; scelte che abbiamo sempre contrastato con chiara fermezza qui in Aula. Il rendiconto generale dello Stato, infatti, è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, rende conto al Parlamento, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dei risultati della gestione finanziaria. Viene in tal modo consentito il passaggio dalla precedente legge di bilancio al futuro bilancio previsionale. Il rendiconto, pertanto, nel certificare la gestione dell'anno precedente, costituisce la necessaria base contabile sulla quale si adeguano le autorizzazioni di cassa dell'anno in corso, l'assestamento, e si costituiscono le previsioni per l'anno successivo: la legge di bilancio. L'assestamento di bilancio dello Stato, invece, consente l'aggiornamento a metà esercizio degli stanziamenti di bilancio, anche in base alla consistenza dei residui attivi e passivi accertati in sede di rendiconto dell'anno precedente.

Conseguentemente, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il Rendiconto del bilancio relativo all'anno precedente. L'entità dei residui attivi e passivi sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene infatti definita in assestamento sulla base delle risultanze del Rendiconto.

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2020, che il Governo presenterà nel prossimo mese di ottobre, assumerà quindi come base di riferimento per la valutazione dei residui passivi i risultati definitivi contenuti nel Rendiconto 2018, come iscritti nel disegno di legge di assestamento del bilancio 2019.

È del tutto evidente, quindi, come il Rendiconto 2018, l'assestamento 2019 e la prossima legge di bilancio 2020 siano strettamente connessi, collegati gli uni con gli altri.

Pertanto, la valutazione della gestione finanziaria per l'anno 2018 e delle scelte di politica economica e finanziaria per l'anno 2019 non può che riprodurre nel merito tutte le considerazioni negative già espresse dal Partito Democratico durante la prima parte della legislatura sulle decisioni che hanno guidato l'azione del precedente Governo; decisioni che abbiamo contrastato con convinzione, ponendo in evidenza, da un lato, il trascurabile impatto che esse avrebbero esercitato sulle prospettive di crescita del Paese e, dall'altro, sottolineando i seri rischi di tenuta del bilancio dello Stato e, conseguentemente, le concrete possibilità di ricorrere all'inasprimento della pressione fiscale per far fronte agli inevitabili squilibri tra entrate e spese pubbliche.

Tuttavia, l'insediamento del nuovo Governo, sostenuto da una nuova maggioranza, che vede il Partito Democratico uno dei principali alleati, impone un atteggiamento diverso ed esclusivamente tecnico nei confronti dei due disegni di legge in discussione.

Infatti, pur non condividendone i contenuti, la loro approvazione è necessaria proprio per dare una svolta alla politica economica e finanziaria del Governo, da realizzare a partire dalla prossima legge di bilancio. Una svolta che vedrà il Governo e il Parlamento, nel prossimo triennio, impegnati in un ampio progetto riformatore, che sarà possibile solo se il Paese potrà riguadagnare centralità nella politica europea dopo un periodo di forte e improduttivo isolamento.

Con la formazione della nuova Commissione e il recupero di autorevolezza dell'Italia in Europa, infatti, si può aprire una nuova fase di programmazione, nella quale ci auspichiamo possano essere introdotte nuove regole di bilancio con maggiore efficacia anticiclica per rilanciare i piani di investimento e aumentare i margini di flessibilità allo scopo di rafforzare la crescita e la coesione sociale.

Con l'approvazione del Rendiconto per l'esercizio finanziario 2018 e l'assestamento per l'anno finanziario 2019, quindi, non aderiamo a scelte di governo che non abbiamo condiviso e che ci consegnano un Paese in grave affanno, ma ci apprestiamo a formulare una scelta di carattere meramente tecnico, che ci permette di avere quegli strumenti necessari per promuovere, a partire dalla prossima legge di bilancio, un'azione di Governo per dare risposta ai problemi strutturali del Paese.

Abbiamo un grande lavoro nei prossimi anni da svolgere, e cominciamo a farlo consapevoli della grande responsabilità che l'azione di Governo porta con sé: può aiutare le persone ad essere più libere, ad avere coscienza di sé, dei propri doveri e dei propri diritti, può riconoscere e valorizzare le donne e gli uomini di talento e proteggere chi, per qualche imprevisto nella vita, è rimasto indietro. Ma soprattutto, l'azione di Governo può immaginare il mondo di domani e preparare i cittadini del nostro Paese a essere attori protagonisti e non semplici comparse.

È con questi auspici che esprimo, a nome del gruppo del Partito Democratico, il voto favorevole al Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e all'assestamento di bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, Forza Italia voterà convintamente contro il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2018, riservandosi un'unica dichiarazione di voto nell'intervento che farò successivamente, anche perché il Rendiconto è ovviamente la fotografia di quanto è stato fatto e di quanto non è stato fatto dagli altri Governi.

Quello che voglio solo sottolineare, che mi pare curioso, è che ovviamente vedremo, nel cambio della maggioranza, la concretezza di chi è stato protagonista di queste giornate con un cambio di parere rispetto a quanto era stato votato solamente qualche settimana fa in Senato. Quindi, annuncio convintamente il voto contrario di Forza Italia al Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Ovviamente, stiamo parlando di un fatto contabile, non vogliamo ammantare di responsabilità o di questioni programmatiche una cosa che riguarda il passato.

Come è già stato ricordato dai colleghi, stiamo parlando dell'esercizio 2018 - quindi, l'esercizio che ha visto l'avvicendamento fra il Governo Gentiloni e quello Conte 1 -, in buona sostanza, governato da una legge di bilancio approvata nella legislatura precedente, in cui non ci sono stati cambiamenti sostanziali, quantomeno per i saldi economici, indipendentemente da proclami - di cui possiamo trovare tranquillamente traccia nella stampa dell'epoca - di sfascio dei conti, disastro e cose di questo tipo. Quindi, in realtà, noi stiamo considerando una struttura di conti che dipende, in gran parte, dalla legislatura precedente, che non è stata sistematicamente… Presidente, scusi.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie… che non è stata sensibilmente modificata.

Faccio notare una cosa in merito ai risultati di questo Rendiconto: stiamo in ogni caso parlando di dati macroeconomici che sono sideralmente distanti rispetto a quanto presentato nei DEF precedenti da parte della vecchia maggioranza. Per cui già adesso, che siamo nell'imminenza della presentazione della Nota di aggiornamento al DEF, è sempre opportuno ricordare quali e quanti siano stati gli scostamenti dei risultati a rendiconto e a consuntivo rispetto a quelli che erano stati preventivati negli anni precedenti.

Per cui, stiamo sempre all'interno di una finzione, vale a dire: tutti questi appuntamenti che ci aspettano, cioè quelli del semestre europeo, con presentazione di note di aggiornamento, bilanci, budget, DEF, e così via, hanno, poi, come risultato dei numeri che - non ve li ripeterò, perché l'ho già fatto in altri interventi in quest'Aula - sono diversi per decine di miliardi rispetto a quanto preventivato e, ovviamente, quasi sempre nella direzione di quel deficit in ordine al quale quando, non si sa per quale motivo, è al Governo la sinistra, si tratta di questioni assolutamente necessarie per far progredire il Paese, quando è al Governo chi non è il Partito Democratico, si tratta di sfascio dei conti. Il deficit è sempre quello, i conti e i numeri differiscono minimamente rispetto a quanto fatto da uno e dall'altro, e di questo me ne dispiaccio, perché io, ovviamente, avrei voluto dei deficit più alti come tutti sanno, ma, in ogni caso, non si capisce perché c'è una diversa denominazione.

E come mi pare di leggere dalle anticipazioni di stampa - poi, vedremo, ovviamente, quando arriveranno i dati concreti -, già si sta apprestando per la finanziaria e per la Nota di aggiornamento al DEF, quindi in previsione della legge di bilancio, un deficit più alto rispetto a quello preventivato per gli anni precedenti, che era quello che avrebbe previsto uno sfascio dei conti. Sono molto curioso, poi, di vedere come, invece, questo aumento del deficit sarà ridefinito come un interessante sviluppo, una spinta per la crescita, e così via, mentre, invece, dall'altra parte, di solito la locuzione è “irresponsabile sistema di porre fardelli sulle spalle delle nuove generazioni, perché il deficit di adesso è il debito del futuro che verrà ripagato dai nostri giovani”. Questo è quello che veniva detto quando eravamo al Governo noi: adesso vedremo l'interessante cambio di paradigma.

Comunque, per quanto riguarda il Rendiconto 2018, essendo, come abbiamo detto, in buona parte, responsabilità della legislatura precedente, su cui è intervenuta, in ogni caso, per alcuni mesi la nuova legislatura e, quindi, il Governo che ci ha visto come parte integrante, noi esprimiamo un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2017)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2017: S. 1387 - "Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame degli articoli - A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019.

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con le annesse tabelle, e dei relativi emendamenti (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

ANTONIO ZENNARO, Relatore. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il complesso degli emendamenti presentati, c'è una proposta…

PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, per favore, un po' di silenzio, non riesco ad ascoltare.

ANTONIO ZENNARO, Relatore. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il complesso degli emendamenti presentati c'è una proposta di invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, su tutti. Va bene.

Il Governo?

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Tab. 2. 1 Gelmini, sul quale c'è un invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.1. Gelmini, con parere contrario del Governo e della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento Tab. 2.2 Gelmini sul quale c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Lo votiamo, bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.2 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento Tab. 2.3 Gelmini sul quale c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Lo votiamo, bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.3 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.4 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.5 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.6 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 3.1 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 4.1 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 4.2 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 4.3 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 4.4 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 5.1 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo soltanto per far rilevare che anche questo emendamento presentato da Fratelli d'Italia…

PRESIDENTE. Riprovi con il microfono perché mi sembra che non funzioni bene. Riprovi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì, sì, solo per far notare che anche questo emendamento, come già altri che sono stati…

PRESIDENTE. No, deve cambiare microfono, mi scusi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …come altri che sono stati già bocciati dall'Aula, propone, in questa misura di assestamento, di spostare da un comparto, da una missione all'altra e di destinare maggiori fondi a settori come la giustizia, la sicurezza, le imprese e i trasporti. Prendiamo atto della volontà dell'Aula, invece, di mantenere all'interno della missione 5, più precisamente del programma 5.1, tutti questi fondi, che cominciano a diventare rilevanti, destinati a immigrazione, accoglienza, flussi migratori, intervento per lo sviluppo della coesione, garanzie dei diritti e confessioni religiose. Per me è un segnale politico che questo nuovo Governo vuole intraprendere: la direzione è quella. Si tratta di un assestamento ma si continuano a riservare ingenti risorse all'assistenza dei flussi migratori e all'accoglienza: è un segnale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 5.1 Montaruli, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Deputato Gemmato… deputato Gemmato… deputato Gemmato…

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 8.1 Prisco, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 8.2 Gelmini, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 8.3 Lucaselli, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo adesso alla votazione dell'articolo 1.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Belotti. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Grazie. Intervengo brevemente solo per rimarcare, nel disegno di legge di assestamento, lo stanziamento di ben 60 milioni destinati a finanziare le attività sportive promosse dalle varie federazioni. È un segnale importante, voluto dall'ex sottosegretario Giorgetti nell'ambito della legge delega che abbiamo approvato in quest'Aula e poi al Senato, che speriamo metta fine alle polemiche pretestuose portate avanti da un'alta figura dello sport italiano con il solo scopo di mantenere il potere da monarca assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che ha caratterizzato, o meglio condizionato, da diversi anni la gestione degli oltre 400 milioni - a cui adesso se ne aggiungeranno altri 60 - a disposizione del mondo dello sport. Con la legge delega, che abbiamo votato nei mesi scorsi in quest'Aula e poi approvata al Senato, ora la gestione dei fondi. grazie alla società Sport e Salute, sarà più oggettiva, lineare e meno condizionata dagli umori e ancor più dalle simpatie politico-elettorali del monarca assoluto di turno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono 60 milioni che vanno per lo sport vero e non per i capricci di chi si atteggia da imperatore: sono 60 milioni per lo sport sui campi e le piste e non 60 milioni per lo sport e le partite che si tengono nei palazzi del potere. Infatti - diciamolo in modo molto chiaro - lo sport vero è quello fatto dagli atleti, dai dirigenti, dai volontari, dai tifosi e non da chi ha trasformato il CONI nel castello di un feudatario da cui elargire prebende e biglietti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io non so in che parte del mondo ci sia una sola persona - forse neanche Gheddafi - che ha il potere di gestire 17 mila biglietti - ripeto: 17 mila biglietti - della tribuna di un solo stadio, per un valore di oltre due milioni e mezzo di euro, da distribuire a politici amici, sindacalisti, magistrati, tra cui il noto Palamara, ex prefetti, imprenditori e professionisti della Roma bene; tutta gente che il biglietto se lo può tranquillamente pagare ma, chissà per quale status symbol, lo deve avere gratis. Vuoi fare il figo e farti vedere in tribuna con i vip? Paghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Sei tifoso della tua squadra e vuoi andare allo stadio? A maggior ragione paghi. È come se un fervente cattolico - io sono un integralista tifoso dell'Atalanta, come è noto, e da quest'Aula mi permetto di fare un augurio per stasera visto che giochiamo…

PRESIDENTE. Rimaniamo nel merito dell'intervento. Prego.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Resto nel merito ma, Presidente, al cuore non si comanda, me lo lasci dire. Dunque, è come se un fervente cattolico va messa e, invece di devolvere il suo obolo, l'offerta alla parrocchia, infila la mano nel cestino e toglie i soldi. Questo è il principio del tifoso che va allo stadio gratis. Però, attenzione: una società di calcio è privata e può fare quello che vuole, ma se la proprietà dello stadio è pubblica - e l'Olimpico è del CONI - e una parte dell'affitto che pagano Roma e Lazio viene corrisposto come cambio merce sotto forma di biglietti, allora di fatto questi biglietti sono soldi pubblici e non privati. Stiamo parlando di posti da 200, 300, 400 euro a partita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e c'è chi se ne prendeva anche quattro o cinque! Invece di distribuire biglietti gratis di tribuna a presunti VIP o ad amici dei tali, il CONI e la FIGC dovrebbero intervenire per fermare il caro prezzi nei settori popolari, dove ci sono i tifosi…

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELE BELOTTI (LEGA). …che fanno i sacrifici per la propria squadra, dove ci sono i tifosi che vanno allo stadio per sostenere i propri giocatori e non certo per mangiare a sbafo o per fare salotto. Solo per dare un esempio: nell'ultima giornata il derby Milan-Inter vedeva il prezzo del terzo anello a 75 euro o in Lecce-Napoli la curva e il settore ospiti erano a 50 euro.

Quindi, concludo chiedendo e rimarcando anche che in nessuna parte del mondo c'è un alto dirigente dello sport che va a tramare contro il proprio Paese che ha appena vinto le Olimpiadi del 2026 Milano-Cortina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mandando ignobili e vergognose lettere per boicottare le Olimpiadi con il solo scopo di mantenere il proprio potere e la propria poltrona. Quindi, siamo curiosi di vedere adesso, col nuovo Governo, se ci sarà da parte di qualche forza di maggioranza il sostegno a chi vuole distribuire migliaia di biglietti e a chi voleva boicottare le Olimpiadi italiane…

PRESIDENTE. Concluda!

DANIELE BELOTTI (LEGA). …o se i 5 Stelle avranno l'orgoglio e la dignità di difendere la legge che abbiamo votato quasi all'unanimità in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, l'onorevole Belotti mi ha anticipato su quello che anche il gruppo di Forza Italia voleva dire in merito a questa norma, che prevede che il 32 per cento del gettito fiscale, poi calcolato in assestamento in 60 milioni, proveniente da attività connesse allo sport sia riallocato nelle attività sportive.

È evidente che si tratta di un'iniziativa meritevole di plauso sulla cui noi, anche insieme a un dialogo che abbiamo avuto con le federazioni sportive e con le associazioni, grazie anche al collega Barelli che, insieme a noi, nella sessione di bilancio ha sostenuto questo provvedimento e anche successivamente, dobbiamo dire che, nonostante il voto contrario, si tratta però di uno di quegli aspetti su cui concordiamo. Vogliamo dire ciò anche per comunicarlo a tutto il mondo dello sport, per un lavoro che è stato fatto dal gruppo di Forza Italia su questi temi e che continua a essere fatto grazie, soprattutto, ai suggerimenti e alle indicazioni di Paolo Barelli. Una cosa voglio dire, però, a Belotti, ormai commissario della Lega in Toscana, quindi ha pareggiato fortunatamente l'Atalanta con la Fiorentina nell'ultima giornata: sia un po' più fiorentino e un po' più toscano, visto che in questo momento diventa commissario della Lega e si dimentichi un po' dell'Atalanta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Grazie, Presidente. Io prendo la parola per fare alcune riflessioni anche rispetto a quello che ha detto il collega Belotti parlando di dignità, di orgoglio e del MoVimento 5 Stelle. La riforma che questo Parlamento e che il Governo precedente hanno proposto e portato avanti è nata da una piena convinzione del MoVimento 5 Stelle di migliorare il sistema dello sport e di portare un miglioramento anche in quelle dinamiche magari giuste di cui parlava il collega Belotti.

Però, adesso siamo in una fase diversa. Adesso quest'Aula si deve concentrare su un grande risultato che oggi andiamo a votare: 60 milioni di euro in più vengono dati allo sport e allo sport di base. Questo è il dato di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dobbiamo essere orgogliosi del fatto che per la prima volta il prima citato presidente del CONI non dovrà andare ogni anno a chiedere i soldi al Governo per capire quanti ce ne sono. Il presidente di Sport e Salute, la società del Governo, non dovrà chiedere quanti soldi ci sono ma lo sport avrà certezza, ogni anno, che una cifra precisa è a lui destinata e questa è un'altra certezza. Allora, da queste certezze partiamo e diciamo che tutti questi soldi che diamo al CONI o a Sport e Salute sono soldi pubblici e, quindi, chi è a capo di un ente pubblico deve anche rispettare le istituzioni giustamente, deve farlo sapendo gestire quei soldi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è qui che la vigilanza – anche del Governo - deve esserci, la gestione di Sport e Salute per far sì che quei soldi in più che diamo allo sport non devono rimanere nella macchina, non devono rimanere in sprechi inutili, ma devono andare esclusivamente per l'accessibilità alle famiglie più bisognose, alle associazioni sportive e allo sport di base.

Inoltre, concentriamoci non tanto sulle figure che contrastano queste riforme che si portano avanti e che mi auguro che il nuovo Governo continuerà a portare avanti, perché il CONI è una cosa e il presidente Malagò, in questo caso, è un'altra, quando prende delle posizioni completamente distanti da ogni rispetto istituzionale. Il CONI è una grandissima istituzione che va rispettata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come vanno rispettati gli atleti, come vanno rispettati i dirigenti e i preparatori fisici. Allora, il MoVimento 5 Stelle si porrà sempre in quest'ottica costruttiva. Chiunque vorrà costruire e migliorare il sistema sportivo sarà benvenuto e, quindi, qui faccio anche un augurio al nuovo Governo affinché possa sempre di più portare avanti i principi e i valori che da anni come MoVimento 5 Stelle portiamo avanti e in cui crediamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Non entro nel merito di quello che ha dichiarato l'onorevole Belotti sui biglietti né tanto meno sulla bella iniziativa di Sport e Salute fatta dall'ex sottosegretario Giorgetti e da tutto il Governo. Non entro in questo frangente, però voglio solo difendere la figura di Giovanni Malagò per quanto riguarda le Olimpiadi aggiudicate per il 2026, perché se c'è stato uno che ci ha creduto, in momenti in cui il Governo non credeva a questa iniziativa, è stato proprio il presidente del CONI Giovanni Malagò (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e bisogna ricordare, a questa persona e a tutti quelli che ci ascoltano, che nei momenti di difficoltà l'unico che ha tenuto i rapporti internazionali per difendere l'Italia è stato Giovanni Malagò (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Molto brevemente una piccola riflessione, per suo tramite, al collega dei 5 Stelle che ha appena parlato. È veramente imbarazzante vedere come a seconda della poltrona che si occupa cambi la prospettiva. Ho fatto una guerra a nome delle piccole società sportive per chiedere un piccolo contributo di 15 milioni di euro per i giovani atleti che non mi è stato accordato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) da chi, invece, quando sedeva nelle poltrone del Governo sosteneva le grandi società professionistiche di serie A e dava loro grandissimi sgravi fiscali. Oggi, che si siede dall'altro lato, invece è strano come cambi la prospettiva e si cominci a dire: “Diamo attenzione allo sport, ai giovani, agli aiuti”.

Noi siamo favorevoli perché arrivino risorse al mondo dello sport, ma queste risorse devono andare nella direzione di chi fa volontariato sociale nelle periferie facendo sport e non a favore delle grandi società professionistiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, per spiegare che restituire 60 milioni allo sport di base sicuramente è una buona notizia, ma noi manterremo l'astensione che abbiamo tenuto anche nei confronti di questa riforma, perché, come è stato detto, non è un problema del presidente del CONI o meno, è un problema della tutela del CONI come istituzione. E la nostra astensione - che abbiamo fatto e manifestato nei confronti della riforma - era proprio nel senso di dire: non si può andare a mettere in discussione l'autonomia del CONI rispetto alla politica, quindi adesso in un certo senso c'è la restituzione di una parte dei soldi allo sport. È giusto difendere la dignità nazionale nei confronti anche dello sport mondiale, e sicuramente Fratelli d'Italia è in prima fila per farlo, però vediamo un atteggiamento incongruente da parte dell'ex sottosegretario Valente, che, peraltro, evidentemente, da ex sottosegretario non è stato premiato dal suo partito. Evidentemente questa riforma…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …non è stata considerata eccelsa e non è stata considerata neanche dal CIO a livello internazionale. Quindi, riteniamo che sia sicuramente una buona notizia, ma rimangono le perplessità e l'astensione critica che abbiamo avuto già nei confronti della riforma, perché riteniamo che il CONI, che nasce a fine Ottocento, debba essere indipendente dalla politica.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Prima di passare agli ordini del giorno, desidero informare l'Assemblea che nei giorni scorsi i nostri colleghi Luciano Cadeddu, Francesca Businarolo, Federica Dieni, Leda Volpi e Maria Marzana sono divenuti genitori, rispettivamente, dei piccoli Lucia, Nicola, Ludovica, Leonardo e Nicolò. Esprimo ai colleghi e agli altri rispettivi genitori e ai neonati gli auguri più sinceri da parte di tutta l'Assemblea (Applausi).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2018/1 Mandelli, il parere è favorevole a condizione di modificare il dispositivo scrivendo, al posto della parola: “garantendo”, le parole: “valutando l'opportunità di garantire”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2018/2 Comaroli, il parere è favorevole a condizione di modificare il dispositivo nel modo seguente: “a valutare l'opportunità di implementare”. Sull'ordine del giorno n. 9/2018/3 Melilli il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2018/1 Mandelli. Accetta la riformulazione? Accettata, perfetto. Ordine del giorno n. 9/2018/2 Comaroli: prendo atto che la riformulazione è accettata. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2018/3 Melilli, su cui il parere è favorevole. Onorevole Melilli, chiede di parlare? Prego, ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Sì, Presidente, grazie. Soltanto per ringraziare il Governo per l'attenzione. La vicenda delle fusioni, come ho visto anche da un ordine del giorno presentato dai colleghi di Forza Italia, è tema delicato. Volevo soltanto rammentare al Governo che già nel passato sono accadute cose, mi riferisco naturalmente alla vicenda delle unioni, dove, dopo un periodo di certezze, è stato dato ai comuni un abbassamento di risorse…

PRESIDENTE. Le volevo dire però che, siccome l'ordine del giorno è stato accettato, l'intervento sull'ordine del giorno che è stato accettato non…

FABIO MELILLI (PD). Va bene.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Anche a nome dei colleghi Magi e Fusacchia, esprimo una dichiarazione di voto favorevole all'assestamento per l'anno 2019, analogamente a quanto abbiamo fatto sul Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato 2018, con alcune brevissime osservazioni. Intanto osservo, facendo gli auguri…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… per favore… mi scusi, deputato… colleghi.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Intanto osservo, facendo gli auguri di buon lavoro al Viceministro Antonio Misiani, che la riclassificazione del debito pubblico formulata dalla Banca d'Italia ha raggiunto il numero di 134,8: questo non è un argomento da lasciar cadere, perché è uno dei punti delicati della situazione economica del Paese a cui, forse, il nuovo Governo è bene che si dedichi adesso con una visione di natura strategica.

L'altro elemento riguarda l'andamento della spesa in conto capitale, che dà conto di un preoccupante rallentamento del ciclo degli investimenti, anche a causa di una ridotta capacità di spesa della pubblica amministrazione, finanche delle risorse già stanziate. È un fatto, anche questo, di un rilievo strategico rilevantissimo.

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… colleghi, per favore… per favore. Prego, prosegua.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Da ultimo, il tema della spending review: un argomento da approfondire, perché dalla qualità della spesa pubblica dipende una possibilità concreta di ripresa dello sviluppo.

Ora, il disegno di legge di assestamento incorpora la manovra correttiva. Voi ricorderete che su questa manovra correttiva si è fatto finta a lungo che non esistesse, si diceva: non c'è bisogno di una manovra correttiva; invece la manovra correttiva per fortuna è stata assunta. E quel giorno il Vice Premier Salvini si era dimenticato di andare al Consiglio dei ministri, perché era uno di quelli che disconosceva la necessità di quella manovra, che ha evitato la procedura di infrazione per debito pendente sul nostro Paese. Ora possiamo affrontare la manovra di bilancio per il 2020. Non sarà facile, ma è alla portata di un Governo che sa di essere in Europa.

Una sola indicazione, Viceministro Misiani: sterilizzata l'IVA, avviato un intervento sul cuneo fiscale, è bene che la flessibilità consentita sia utilizzata pienamente per un formidabile piano di investimenti, che può essere ragionevolmente posto al di fuori della rigidità del Patto di stabilità e crescita, oppure potrebbe essere la base per una sua più profonda rinegoziazione. Questo è un elemento che ha pure un alto valore strategico, che mi permetto di lasciare all'attenzione del nuovo Governo, al quale faccio l'augurio di buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. L'assestamento che discutiamo quest'anno non è un assestamento ordinario. Come ha appena finito di sottolineare il collega Tabacci, è un assestamento che include sostanzialmente una manovra correttiva, anche se non è stata prodotta da interventi legislativi, ma dalla rivisitazione di previsioni di spesa, in particolare per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e “quota 100”. È stato poi un assestamento segnato da una revisione delle stime per quanto riguarda i dividendi della Banca d'Italia ed altre voci, che hanno comportato un effetto molto significativo che ha inciso in modo rilevante sulla previsione del deficit dell'anno in corso, e che ha poi portato appunto ad evitare la procedura di infrazione.

Come è noto, anche da questo assestamento viene fuori il problema della spesa per investimenti: un punto che ci portiamo dietro da troppo tempo, e cioè il fatto che poi in termini di cassa quegli investimenti pubblici non riescono a raggiungere gli obiettivi che vengono dichiarati. Come ho detto altre volte, il sospetto che non ci sia poi alla fine tutta questa volontà politica di fare in modo che quelle risorse vengano spese è forte, perché poi è una variabile che contribuisce o meglio il sottoutilizzo di quelle quote allocate è una variabile che contribuisce a raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica.

Spero che questo assestamento sia utile al Governo che prepara la nota d'aggiornamento e poi la legge di bilancio. Sarebbe necessario tornare sugli strumenti che sono stati anche approvati lo scorso anno con la legge di bilancio per mettere in moto la macchina, perché invece che dare un contributo all'efficienza e all'efficacia si è fatta un'operazione di grande confusione, costruendo altre entità responsabili degli investimenti; e sarebbe utile che su questo capitolo si potesse trovare una razionalizzazione, cosicché l'anno prossimo, in discussione dell'assestamento 2020, potremo trovare un “più” invece che un “meno” di fronte alla variazione della previsione di spesa per quanto riguarda questa voce.

Il secondo punto che vorrei sottolineare - è stato richiamato anche nell'intervento sul rendiconto da parte del collega Marattin - riguarda la cosiddetta spending review. Puntuale ogni anno, a settembre parte l'offensiva verso la spesa corrente, che viene considerata in blocco e per definizione un aggregato nocivo; anche oggi su qualche giornale si sottolinea questa esigenza. La spending review in realtà viene proposta come taglio di spesa, sebbene come sapete il termine in inglese non vuol dire “taglio”: review vuol dire “revisione”, vuol dire riallocare, vuol dire eventualmente anche tagliare, ma non necessariamente tagliare. Credo che sarebbe utile anche qui, vista l'offensiva, e magari qualche tentazione che può venire rispetto a queste leggende metropolitane, guardare a qualche dato. I dati ci dicono che anche l'aggregato che viene giudicato il peggiore di tutti, cioè la spesa per acquisti di beni e servizi e la spesa per il personale, in realtà ha una dinamica estremamente contenuta. Cito dati del MEF: la variazione negli ultimi anni in Italia di questo aggregato è stata dello 0,2 per cento, in Germania è stata del 13,6 per cento (cito solo questo dato). Dietro lo 0,2, però, c'è l'esternalizzazione di tanti servizi che hanno determinato risparmi, che si sono scaricati sapete dove? Non sui profitti delle aziende che vendono alla pubblica amministrazione, ma sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono quei servizi, che tramite cooperative più o meno lecite hanno dei contratti capestro e guadagnano 3-4 euro l'ora, lavorano 3-4 ore al giorno.

Là si sono fatti risparmi da spending review, sulla pelle di persone che lavorano in condizioni di semi schiavitù. Vorrei che questi dati, quando con grande disinvoltura, come si fa oggi su qualche grande giornale, si interviene per la crociata contro la spesa corrente improduttiva brutta, sporca e cattiva, fossero tenuti presenti.

Ecco, noi come gruppo di Liberi e Uguali esprimiamo parere favorevole all'assestamento, e speriamo che i numeri lì contenuti siano utili ad evitare almeno qualcuno degli errori compiuti in passato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, dagli assestamenti al Rendiconto 2018 è chiaro che c'è un quadro assolutamente sconfortante. Vedete, i provvedimenti che avrebbero dovuto ridurre la pressione fiscale, com'era prevedibile e come Fratelli d'Italia aveva già avuto modo di evidenziare, non hanno prodotto assolutamente alcun effetto: tant'è che, nel 2018, la pressione fiscale è rimasta assolutamente invariata rispetto al 2017, ed è oggi pari al 42,1 per cento del PIL. Il debito pubblico è ulteriormente cresciuto, di circa 53 miliardi rispetto al 2017, e ovviamente anche in questo caso si è provocato un incremento del rapporto debito-PIL dello 0,8 per cento.

C'è stato poi un fallimento totale e assoluto sulle politiche del lavoro, e questo è certificato proprio nei numeri dell'assestamento, poiché vi è un evidente e chiaro mancato utilizzo per queste misure di oltre 2 miliardi sugli impegni di spesa.

Mi pare assolutamente evidente che, sotto la guida di Tria, nell'ultimo anno, gli obiettivi di finanza pubblica siano stati modificati ben quattro volte, e lo ricordiamo tutti. Abbiamo avuto un deficit programmatico che è stato alzato a settembre al 2,4 del PIL, poi a dicembre è stato riportato allo 2,04 a conclusione della trattativa con la Commissione europea, poi è stato nuovamente assestato con il DEF di aprile al 2,4, ed infine almeno per il momento abbassato nuovamente al 2 per cento.

È chiaro che, in un momento in cui indubbiamente il mercato è fermo, e ovviamente ci sono dei problemi che vanno oltre i problemi italiani, noi però dobbiamo preoccuparci di quello che accade a casa nostra.

Mi pare che, leggendo questi numeri e quindi leggendo tutto ciò che è allegato al documento di assestamento, non ci sia assolutamente alcuna novità, non ci sia assolutamente una vera visione. Come abbiamo già avuto modo di dire quando abbiamo parlato del Rendiconto, è chiaro che queste politiche economiche sono l'effetto di quello che è stato fatto nella scorsa legislatura dal Governo PD; e, però, dobbiamo dire che è continuato con questi 14 mesi di nulla in politica economica, perché ancora una volta, piuttosto che avere idee e di imparare dagli errori precedenti, si è semplicemente andato avanti con un'ideologia, senza avere una vera idea di Italia.

Mi sembra assolutamente chiaro che sia necessario un aggiustamento. Aspetteremo ovviamente la NADEF e aspetteremo di capire qual è la nuova linea politica economica di questo nuovo Governo, ma non possiamo comunque non rappresentare alcune anomalie dell'assestamento.

Abbiamo una diminuzione delle risorse destinate all'agricoltura, comparto assolutamente fondamentale per l'Italia, e siamo in una fase molto delicata, perché esiste l'eventualità, di cui nessuno si preoccupa, che attraverso la PAC ci vengano tolti 3 miliardi. Dovremmo, quindi, chiederci che fine faranno le nostre aziende e come poter far fronte a problemi come questi.

Ancora una volta non ci poniamo problemi fondamentali, ancora una volta siamo di fronte a documenti che accertano la politica assistenzialista, lì dove invece vorremmo vedere altro. Basti pensare che, anche in ordine all'innovazione tecnologica, anche in ordine all'innovazione delle imprese non c'è nulla che abbia dato veramente quella spinta necessaria alle nostre imprese perché possano competere sui mercati mondiali.

Noi dovremmo immaginare - e con questo concludo - l'Italia come una donna bella, affascinante, intelligente, che ha la sfortuna di innamorarsi di un uomo bugiardo, pavido e inaffidabile. Ecco, questo Governo per noi rappresenta quell'uomo, perché in realtà avremmo necessità di essere all'altezza, dobbiamo essere all'altezza di quella donna.

Dovremmo essere orgogliosi della nostra terra e fare di tutto perché torni ad essere leader mondiale, come è giusto che sia; e questo, ovviamente, passa anche attraverso la politica economica, passa attraverso le scelte di politica economica che devono essere incentrate sullo sviluppo, devono essere incentrate indubbiamente sull'innovazione, ma non possono mai dimenticare che per tutto questo ci vuole un'adeguata politica fiscale.

E, quindi, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente contro questo documento di assestamento, perché per noi, ancora una volta, non si sta facendo il bene della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Grazie, Presidente. Dichiaro, a nome del Partito Democratico, il voto favorevole all'assestamento di bilancio per l'esercizio finanziario 2019. Le ragioni sono già state esposte durante il mio precedente intervento, in quanto sono analoghe al voto favorevole sul Rendiconto 2018. Non ne condividiamo i contenuti, avendo contrastato le scelte di politica economica e finanziaria del precedente Governo, ma lo votiamo per ragioni meramente tecniche, essendo il Rendiconto 2018 e l'assestamento 2019 strettamente legati alla formulazione della legge di bilancio che ci apprestiamo a varare nei prossimi mesi, la legge di bilancio 2020.

Quindi, ribadisco il voto favorevole all'assestamento di bilancio 2019, non perché ne condividiamo i contenuti, ma perché tecnicamente è uno strumento utile e necessario per la formulazione della legge di bilancio 2020.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Forza Italia ha votato contro il Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e voterà anche contro l'assestamento del bilancio 2019.

Il Rendiconto del 2018 - l'ho detto nel mio breve intervento di prima - è la fotografia della situazione dei conti di due Governi che si sono avvicendati lo scorso anno, il Gentiloni e il Conte uno. Un provvedimento, dunque, che, alla luce di quanto accaduto quest'estate, è stato incredibilmente votato da un'altra maggioranza di Governo, e osservo che ora ben tre gruppi andranno invece a votare favorevolmente, differentemente da quanto è successo nell'Aula del Senato.

Ovviamente, sarebbe troppo facile e scontato in questo momento tirare fuori le dichiarazioni di voto che abbiamo sentito al Senato qualche mese fa, e quindi evito di farlo, però lo volevo stigmatizzare come particolarità di questo passaggio parlamentare.

Mi limito, dunque, a osservare che i dati risultanti dall'esame del Rendiconto, nella loro ordinarietà spaventosa, certificano in modo inequivocabile il fallimento del precedente Governo, che ha continuato ad aumentare la spesa corrente e ha ridotto gli investimenti, dimostrando, però, di non essere stato capace di spendere, di avere una programmazione, perché non sapeva decidere, perché, se anche decideva, viveva in un conflitto perenne, nelle contraddizioni che sono state evidenziate in questi mesi di Governo.

E, quindi, il Paese ora dovrà affrontare nei prossimi mesi l'esame di una legge di bilancio che sarà sicuramente difficile per il Paese.

Il 65 per cento delle risorse pubbliche saranno impiegate per impedire l'aumento di oltre 50 miliardi di euro di nuove tasse per i prossimi due anni. Che dire, poi, di questo disegno di assestamento 2019: qui, a dir la verità, qualcosa di buono c'è, perché contiene quei numeri che hanno contribuito ad allontanare una procedura di infrazione nei confronti del Paese e che sarebbe stata davvero disastrosa per tutti noi. I saldi delle nuove cifre appostate in entrata e in uscita hanno infatti delineato un quadro di miglioramento dei conti pubblici che ha ridotto il deficit del 2019 a poco più del 2 per cento, dal 2,4 che era stato proposto dalla legge di bilancio 2019, all'inizio della discussione. La riduzione dell'indebitamento netto ha consentito anche di migliorare il valore del rapporto debito/PIL. Il miglioramento dell'indebitamento netto deriva da proposte del disegno di legge di assestamento, quindi con un risparmio complessivo di 6,1 miliardi.

A questa cifra vanno aggiunti 1,5 miliardi del decreto-legge n. 61 del 2 luglio, che ha registrato minori spese per reddito di cittadinanza e per quota 100, che portano il complesso delle somme portate a riduzione del deficit a 7,6 miliardi circa. Potremmo dire che tutto va bene? No, così non è. Come molti di voi ricorderanno, durante l'esame della legge di bilancio 2019 Forza Italia ha sempre denunciato i limiti di un eccesso di spesa corrente, soprattutto per quanto riguarda la destinazione delle risorse per l'avvio di una misura inutile come il reddito di cittadinanza, evidenziando, allo stesso tempo, l'adozione di interventi troppo fragili e deboli sul piano degli investimenti, lo sblocco dei cantieri, il sostegno della ricerca e dell'innovazione.

Interventi che, di fatto, sono stati migliorati solo lievemente con il cosiddetto “decreto crescita” e lievemente con il cosiddetto “sblocca cantieri”, portandoci, però, a una crescita pari a zero, come è stato recentemente cristallizzato dai dati dell'Istat, nella considerazione che con il “decreto crescita” sono stati destinati solo 400 milioni dell'anno in corso per lo sviluppo e dopo il decreto “sblocca cantieri” rimangono ancora bloccati - e non è un'ironia - 16 miliardi utili per opere cantierabili.

Sicuramente, con il disegno di legge di assestamento, il Governo Conte 1, preso atto della gravità della situazione in cui eravamo arrivati, è andato ai ripari, scongiurando l'avvio della procedura di infrazione, ma ciò non toglie che rimangono le critiche di Forza Italia a una manovra economica che ha concentrato il grosso delle risorse disponibili su misure bandiera del precedente Governo, come abbiamo visto in questi mesi, e che ha dimenticato completamente la famiglia, il lavoro, lo sviluppo economico, le forze dell'ordine e gli enti locali; insomma, tutti quei momenti che per noi erano invece determinanti. Per questa ragione, Forza Italia responsabilmente ha proposto un nutrito pacchetto di emendamenti in Commissione e anche in Aula, come abbiamo visto qualche minuto fa, per incrementare le risorse su quattro linee di intervento che riteniamo prioritarie. La prima: stimolare la competitività e lo sviluppo delle imprese con interventi di sostegno attraverso il sistema della fiscalità e le agevolazioni fiscali per le aziende. Secondo: sostenere le politiche sociali per gli interventi a favore della famiglia. Terzo: rafforzare il comparto della sicurezza, l'Arma dei carabinieri, la Polizia di Stato, di cui tutti conosciamo il sacrificio profuso per assicurare la tutela dell'ordine pubblico. Infine, per intervenire in modo concreto sul fronte dei trasferimenti atti a favorire la fusione dei comuni, una questione di rilevanza fondamentale, di cui si è molto discusso in queste giornate, anche in quest'Aula, e rispetto alla quale Forza Italia è stata in prima linea attraverso la presentazione di numerosi atti di sindacato ispettivo a firma dei colleghi Cattaneo e Mugnai, e a cui oggi il Governo ha parzialmente risposto favorevolmente, approvando, con qualche piccola modifica, il nostro ordine del giorno (anche se “valutare la possibilità di” - Governo - sapete bene che vi lascia le mani libere per tutto e per niente).

Vado a concludere: siamo in attesa della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che dovrebbe essere presentata entro il 27 settembre, un documento che è prodromico alla trasmissione in Europa della legge di bilancio, che poi sarà al Senato entro il 20 ottobre. Vedremo quali interventi proporrete, intanto, per scongiurare l'aumento dell'IVA, motivo per cui avete fatto il Governo, per far ripartire il Paese, ridurre la tassazione per le imprese, il cuneo fiscale per i lavoratori, per aiutare le famiglie, per garantire la sicurezza al Paese, per investire sulla formazione, tutelare l'ambiente e le tantissime altre cose che abbiamo sentito promettere in questi giorni.

Però, se mi permette, la domanda, Presidente, sorge spontanea: dove troveranno le risorse necessarie? Una cosa, guardate, per il gruppo di Forza Italia è certa: se pensate di mettere le mani nelle tasche degli italiani, riproponendo la politica “tassa e spendi”, tanto cara ai Governi di sinistra, troverete una decisa opposizione da parte nostra e, sono sicuro, di tutto il centrodestra unito. Noi pensiamo che il Governo debba intervenire con interventi efficaci, non interventi fasulli; interventi mirati, perché le famiglie in stato di povertà sono ancora troppe e il carico fiscale enorme. Fino a oggi non è stato fatto praticamente nulla per affrontare questi problemi. Potremmo continuare all'infinito a elencare i motivi dei nostri “no”, ma bastano quelli che abbiamo già detto adesso. Il Paese, Presidente, ha bisogno di una scossa, ha bisogno di meno tasse, ha bisogno di meno Stato, ha bisogno di meno burocrazia, ha bisogno di più investimenti, di più meritocrazia, di più sicurezza, di più difesa, di più difesa dei diritti fondamentali. Ecco, occorre pensare al lavoro dei giovani. Per questo, Presidente, c'è bisogno di un nuovo Governo, un Governo forte, un Governo autorevole, un Governo di centrodestra e gli elettori sono pronti a fare questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, anche in questo caso ci stiamo riferendo a un fatto contabile. Quindi, è sempre non corretto mettersi a pensare che gli assestamenti, piuttosto che i rendiconti, siano dei “vice bilancio”. Quindi, bisogna in pratica prendere atto di una situazione. Questa situazione, di cui si prende atto in questo caso, è totalmente ascrivibile al Governo che vedeva la Lega parte della maggioranza, quindi anticipo il voto a favore del nostro gruppo. Però, vale la pena di soffermarsi, utilizzando questo spazio, per vedere come ci si è arrivati e, soprattutto, per vedere dove si andrà. Infatti, se noi non prendiamo piena consapevolezza della clamorosa presa in giro di tutta questa ritualità legata agli assestamenti, forse non facciamo progressi nella consapevolezza del perché.

Io ho sentito tanti colleghi intervenire dicendo: “questo assestamento ci ha consentito di evitare la procedura di infrazione”. Bene, possiamo anche presentarlo come un vanto, come un risultato: siamo riusciti a evitare la procedura di infrazione, ma dobbiamo anche essere consapevoli che quella procedura di infrazione che era stata minacciata in modo assolutamente irrituale era una procedura per il debito. Almeno capiamo di che si tratta, perché una cosa è il deficit, vale a dire chiarire che non ci sono spese addizionali rispetto a quelle già previste e, quindi, c'è un assestamento di bilancio con un deficit contenuto; altra cosa è il debito e il debito era totalmente a carico delle precedenti amministrazioni (in particolar modo i documenti si soffermavano sul debito del 2017, tanto per dire). Quindi, noi abbiamo una procedura di debito, che è stata scongiurata, registrando semplicemente una serie di risparmi e misure, che erano già state previste e già state dichiarate - perché non ci sono particolari novità rispetto a quanto era già stato detto in merito ai risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza - e una promessa per il futuro, che inficiava già le capacità di spesa della manovra precedente.

Arriviamo a questi punti per capire perché stiamo veramente parlando di questioni che sono una presa in giro. Iniziamo con il deficit. Beh, il deficit era già stato delineato; quel famoso - su cui qualcuno aveva anche ironizzato – 2,04 per cento. Ebbene, sulla base di quel 2,04 per cento, c'è una rassegna stampa sterminata da parte degli esponenti dell'attuale maggioranza - e in particolar modo, ovviamente, mi riferisco a quelli del Partito Democratico e anche di Italia Viva, che erano parte dello stesso gruppo - dove, ne cito uno per gli altri, l'attuale sottosegretario o Viceministro Misiani, che definiva quel tipo di manovra e quel deficit - quello che in questo momento adesso vedrà lui dare parere favorevole alla votazione - lo stesso film che ci ha portato vicini alla bancarotta nel 1992. Allora, se veramente era lo stesso film che ci stava portando vicini alla bancarotta del 1992, mi aspetto una marea di luci rosse da parte del Partito Democratico. Mi aspetto che gli esponenti del Governo propongano parere contrario a questo assestamento, che ci portava vicini alla bancarotta del 1992.

E, invece, forse erano delle bugie, quelle che ci dicevano. Forse era propaganda, era la solita sequela di balle economiche, che fluisce su tutti i giornali, che adesso, invece, faranno i trombettieri di questo Governo, per mostrare che quello che doveva essere il disastro, la bancarotta e cose di questo tipo, adesso, improvvisamente, diventa latte e miele che fluiscono e spinte alla crescita del Paese.

Bene. E arriviamo, però, anche al futuro. È una cosa, che è stata forse una delle cose più gravi all'origine anche del cambiamento di maggioranza, vale a dire gli impegni futuri, perché da questo assestamento poi si dedurrà che cosa succederà per il futuro, perché i numeri si susseguono uno sull'altro. Il Ministro Tria e il Presidente Conte, nella lettera di luglio, avevano già messo un impegno preciso a nome di tutti noi, senza che tutti noi fossimo interpellati, dove si diceva che l'Italia avrebbe rispettato assolutamente tutti gli impegni del Fiscal Compact per la legge di bilancio ventura, quella del 2020.

Aggiungo cosa sono gli impegni europei, perché ieri sono stato insieme con il collega Pesco, Presidente della Commissione bilancio del Senato, a Bruxelles dove, in Commissione affari economici, ci hanno comunicato quali sono gli impegni che dobbiamo - e che adesso, a questo punto - dovete prendere. Sono qua, in questo bellissimo documento, che è stato presentato ieri, dove si dice molto banalmente che nella legge di bilancio del 2020, se noi vogliamo seguire quello che l'Europa ci impone di fare, dobbiamo tagliare le spese e, quindi, scordarsi il deficit al 2,1 e farlo all'1,6, perché bisogna avere un aggiustamento strutturale dello 0,6 per cento; bisogna alzare l'IVA, perché ci si dice di spostare la tassazione via dai redditi e portarla sulle imposte indirette; tasse patrimoniali, perché qui ci si sta dicendo che bisogna riformare il catasto - e sapete benissimo che cosa altro significa riformare il catasto, se non nuove tasse sulla casa - e bisogna passare totalmente al pagamento elettronico per sistemare l'evasione - e da parte mia, io dico, anche per controllare meglio che cosa fa il cittadino, in modo tale, nel caso, da poterlo tosare con un click, se per caso servisse fare cassa - e dall'altra parte bisogna tagliare la spesa pensionistica. Eccolo qua il menu dell'Europa, quello che ci chiedono, il futuro assestamento cosa dovrà essere. È qui. Se voi lo seguite e, quindi, se avete applaudito e se votate a favore dell'evitare il contrasto con l'Europa e, quindi, vogliamo assolutamente metterci in linea con quello che fa l'Europa, questo è quanto: più tasse, meno pensioni, più IVA, più tasse patrimoniali, più tasse sulla casa. “Madamina, il catalogo è questo”. Lo volete fare voi, e mi rivolgo in particolar modo agli amici del MoVimento 5 Stelle? Oppure dovrete trovare qualche sistema fantasioso, per dire che in realtà è cambiato tutto e stiamo sistemando tutto? O si diventa, o si fa la svolta europeista, quella che con orrore io ho sentito dire da voi che avevate avuto il coraggio di prendere e presentarvi in maniera forse un po' aggressiva sul balcone, ma contro quell'Europa che ci imponeva dei limiti che non sono adatti alla nostra economia; ma se volete fare la svolta europeista, la svolta europeista significa seguirle queste cose e, quindi, io mi aspetto che coerentemente chi vuol fare la svolta europeista questo faccia. Altrimenti, se questo non viene fatto e dall'Europa invece non arriverà la procedura di infrazione, che ha portato questo assestamento, allora significa una semplice cosa, che le regole contabili e le regole dipendono esclusivamente dal colore dei governi e, se c'è dentro il Partito Democratico, si possono fare un po' di cose; se il Partito Democratico non c'è, le cose non si possono fare. Ma vi rendete conto cosa sarebbe questa cosa anche solo portata all'interno del nostro Stato italiano? Per esempio, sulla spesa sanitaria di una regione, se è in accordo con il Governo nazionale, per esempio, se governiamo noi e dall'altra parte governa il PD, allora si taglia la spesa sanitaria, perché non ci piace quel Governo, mentre invece se il Governo è amico si può consentirgli di raddoppiarla la spesa sanitaria. Bene, se solo fosse fatta, in Italia, una cosa del genere, ci sarebbe un giusto scandalo. Invece, guarda caso, si comincia a percepire che questi assestamenti, questi sacrifici, questi soldi in meno rispetto a quelli che io avrei voluto, che invece il Ministro dell'economia e il Presidente del Consiglio hanno spinto per riuscire a tagliare in modo tale da presentare dei conti ottimi, dal vostro punto di vista, ma meno favorevoli ai cittadini, dal mio, ma questo è, con questo assestamento di bilancio, beh, allora il risultato sarebbe che c'è un totale arbitrio, e il totale arbitrio è il contrario della purezza delle regole che ci viene sempre dipinta e disegnata. Quindi, noi votiamo a favore, perché ci prendiamo la responsabilità di quello che abbiamo fatto quando eravamo al Governo. Per il futuro sono proprio contento e proprio curioso di poter avere la possibilità di vedere cosa verrà fatto, perché chi nasce rivoluzionario e finisce invece asservito all'Europa mi sa che dovrà renderne conto ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gubitosa. Ne ha facoltà.

MICHELE GUBITOSA (M5S). Presidente, il rendiconto 2018 e soprattutto l'assestamento 2019 dimostrano che il MoVimento 5 Stelle mantiene le promesse di finanza pubblica. Abbiamo ricevuto critiche anche dure sul tema del deficit, ma al di là della propaganda i numeri parlano chiaro: 2,2 di deficit del 2018 e, secondo le ultime stime, 2,04 nel 2019, esattamente come stabilito al termine della trattativa tra il Governo Conte e la Commissione europea a dicembre 2018; e aggiungo, nonostante una crescita notevolmente inferiore alle attese, non certo per responsabilità del Governo ma di una congiuntura economica internazionale negativa che si sta trascinando dietro anche economie ritenute a torto molto solide, come quella tedesca. D'altra parte, in un contesto di finanza pubblica complicato dal rallentamento economico e da vincoli europei inutilmente rigidi, il MoVimento 5 Stelle ha saputo ottenere investimenti e misure sociali a lungo attese. Abbiamo portato a casa il reddito di cittadinanza per un milione di famiglie italiane. C'era in tutti i Paesi europei, tranne in Italia ed in Grecia. “Nessuno doveva rimanere indietro” non era solo uno slogan: siamo riusciti a realizzare questa misura sociale che permette a milioni di cittadini abbandonati a se stessi di guardare con speranza al futuro. Abbiamo fatto “quota 100”, che era nel programma elettorale in 20 punti del MoVimento 5 Stelle prima del 4 marzo 2018, per centinaia di migliaia di lavoratori che hanno lavorato tutta la vita e che meritano di accedere alla pensione. Abbiamo risarcito i risparmiatori truffati con il Fondo che si è moltiplicato per 15, a quota 1,5 miliardi di euro. Abbiamo riconfermato e ampliato delle misure per Impresa 4.0, a partire dall'iperammortamento. Abbiamo incentivato le assunzioni nel Sud Italia. Abbiamo creato due fondi d'investimento, uno dedicato agli enti locali, che hanno risposto aprendo finalmente i cordoni della borsa. Ci siamo battuti per una riduzione della pressione fiscale sui professionisti fino a 65 mila euro di fatturato. Abbiamo stanziato alle piccole e medie imprese un fondo nazionale di circa un miliardo di euro con l'obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell'innovazione. Sono risultati concreti, che insieme alla stabilità delle finanze pubbliche ci rendono orgogliosi, ma di certo non bastano. Non siamo rimasti al Governo del Paese per vivacchiare sulla procedura di infrazione che abbiamo evitato o sulle misure per le imprese, siamo rimasti non solo per continuare il cambiamento ma soprattutto per disinnescare le clausole dell'IVA, e vogliamo raccogliere, attraverso il bilancio 2020, le sfide del nostro tempo, a partire dall'innovazione. Per cui, un miliardo deve essere solo la base di partenza, senza dimenticare naturalmente il clima, la disoccupazione e gli investimenti privati alle imprese. È il tempo del coraggio. I rigidi vincoli europei di cui parlavo devono cambiare ora o non cambieranno mai più; e l'Italia sia in prima fila nello stimolare il cambiamento, altrimenti l'ambientalismo diventa una parola vuota, utile solo a farsi belli davanti agli elettori. E come pensiamo di poter assorbire oltre 3 milioni di disoccupati, continuando a rispettare le “regolette” del fiscal compact? Noi votiamo convintamente a favore di questo assestamento, consapevoli però che deve essere solo il primo passo di un percorso espansivo per l'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente Fico, su questo assestamento di bilancio io parlerò di come vedo, con i miei occhi e con la mia lente, il miliardo e mezzo di euro che sono rimasti in cassa inattesi, in più, non spesi. Per quale motivo? Perché si è promesso di dare molto, si è promesso senza avere la minima idea delle leggi pensionistiche, inventandosi, per esempio, una pensione di cittadinanza, che non esiste, perché era indirizzata a pensionati che già avevano la somma del reddito di cittadinanza, soprattutto per i numerosi cosiddetti paletti che impediscono di beneficiarne, infatti non ne hanno beneficiato neppure gli inabili al 100 per cento, con 289 euro al mese.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FATUZZO (FI). Concludo dicendo al Governo di svegliarsi. Spero che sia finalmente il Governo che ascolta i pensionati, o i pensionati devono attendere una Greta dei pensionati? Viva i pensionati. Pensionati all'attacco.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2018)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2018: S. 1388 - "Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della difesa, la Ministra delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro per gli affari europei.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti del Governo in ordine all'impegno dell'Italia relativo alla missione di supporto alla Guardia costiera libica nell'ambito delle attività di controllo dei flussi migratori – n. 3-00972)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Palazzotto e Fornaro n. 3-00972 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Palazzotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00972 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, alla luce del drammatico quadro che sta emergendo sulla gestione del fenomeno migratorio da parte dell'autorità libica nei rapporti delle Nazioni Unite, che descrivono la Guardia costiera libica come un corpo colluso con i trafficanti responsabili di crimini disumani nei confronti delle persone detenute in centri che ricordano sempre di più veri e propri campi di concentramento; alla luce delle recenti inchieste della magistratura italiana sul centro governativo di Zawiya o di denunce di organizzazioni non governative, come Amnesty International, MSF, Mediterranea saving humans; alla luce della recente notizia dell'apertura di un'indagine presso la Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità nei confronti dei Paesi europei che hanno partecipato alla gestione dei flussi migratori in Libia; alla luce di tutto questo, sono qui a chiederle, se il Governo non intenda rivedere il nostro sostegno alla guardia costiera libica, anche rimodulando o sospendendo la missione di supporto alla Guardia costiera libica, ma, soprattutto, se non intenda fare questo per evitare alle nostre Forze armate e al nostro Paese il rischio di rispondere in sede giudiziaria e penale di questi reati così infamanti.

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti. Prego, Ministro.

LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. La mia risposta verterà essenzialmente sui profili di pertinenza della Difesa e sulla base delle informazioni al momento disponibili.

Il tema dell'assistenza della Guardia costiera della Marina militare libica riguarda una pluralità di contributi provenienti anche da altri Dicasteri e vede impegnati personale e mezzi in attività formative, addestrative, tecnico-logistiche in risposta alle specifiche richieste avanzate dal Governo di accordo nazionale libico riconosciuto dalle Nazioni Unite, in esecuzione di diversi accordi in essere tra l'Italia e la Libia e nel quadro delle vigenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Il nostro impegno, infatti, si inserisce in una più ampia dimensione europea, di cui l'Italia è il primo sostenitore, come dimostra la partecipazione alle missioni EUNAVFORMED, “Sophia” ed EUBAM Libya. Nello specifico, le attività svolte dai nostri assetti si concentrano esclusivamente sulle funzioni di collegamento e supporto a favore della Marina e della Guardia costiera libica in termini di sorveglianza, cooperazione marittima e coordinamento delle operazioni finalizzate alla salvaguardia delle vite umane in mare, anche fornendo un aggiornamento della situazione marittima di riferimento e per il contrasto all'immigrazione illegale.

Tali attività di supporto - mi preme ribadirlo - vengono costantemente svolte nell'integrale rispetto della vigente normativa nazionale ed internazionale ed avendo quali interlocutori esclusivamente soggetti istituzionalmente riconosciuti. La Libia, infatti, è parte della Convenzione SAR di Amburgo del 1979 e delle altre pertinenti convenzioni in materia di sicurezza della navigazione. Nel dicembre 2017, le competenti autorità libiche hanno dichiarato all'Organizzazione marittima internazionale la propria area di ricerca e soccorso in conformità con la già citata Convenzione SAR.

L'Italia ha avviato una serie di iniziative, in stretto coordinamento con le autorità libiche e nel pieno rispetto della sovranità nazionale della Libia, volte a rafforzare la capacità del Governo di accordo nazionale nel contrasto ai traffici illegali di esseri umani. In tale quadro, il 2 febbraio 2017, il Governo italiano ed il Consiglio presidenziale libico hanno firmato, a Roma, un memorandum d'intesa volto a rilanciare la cooperazione italo-libica nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale e nel contrasto al traffico di esseri umani.

In merito, quindi, al quesito posto dagli onorevoli interroganti, il Governo, con un approccio collegiale e di concerto con tutte le articolazioni dell'Esecutivo interessate, mantiene già e costantemente in assoluta considerazione tutti gli elementi, anche quelli con particolare attenzione evidenziati dagli onorevoli interroganti, che possono influire sul quadro generale della situazione in Libia, assicurando piena e doverosa considerazione verso ogni possibile riflesso attuale e futuro sul nostro personale impegnato in questo delicatissimo contesto in attività di assoluta valenza strategica ed umanitaria.

PRESIDENTE. Il deputato Palazzotto ha facoltà di replicare, per due minuti.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie. Signor Ministro, io la ringrazio per questa risposta e capisco che la questione libica è una questione che investe, nella sua complessità, il Governo e che deve essere affrontata con la delicatezza che richiede l'instabilità politica di quel Paese e il conflitto, la vera e propria guerra civile che in questo momento si sta combattendo, e quindi il ruolo dell'Italia è sicuramente molto delicato. Però la vicenda che riguarda la stabilità della Libia si interseca in maniera drammatica, direi, con quella che riguarda la gestione e la governance dei flussi migratori.

Noi abbiamo salutato con favore il vertice di Malta, che ha segnato sicuramente un primo passo verso il ripristino della normalità e di una legalità internazionale relativamente al soccorso in mare, che non c'entra solo e soltanto con il fenomeno migratorio, che era purtroppo stata sospesa. Quindi, auspichiamo che quello sia il primo passo di una gestione ordinaria e razionale di quello che è il fenomeno migratorio, che è un fenomeno complesso e va affrontato con soluzioni complesse, ma che devono essere improntate alla razionalità, al buon senso e, soprattutto, al rispetto e alla tutela dei diritti umani.

Proprio su questo, noi non possiamo continuare a far finta di non vedere quello che sta accadendo dall'altra parte del Mediterraneo. La Libia non è un Paese stabile, è un Paese dove c'è una guerra: qualunque tipo di coinvolgimento del nostro Paese nel respingimento di persone verso un Paese in guerra è un atto illegale dal punto di vista del diritto internazionale e noi abbiamo il dovere, in questo momento, di attenerci alla direttrice dei diritti umani e anche del buonsenso, ripeto. Oggi, se si vuole affrontare la questione in Libia, che è anche il tema della tratta degli esseri umani, in cui spesso sono coinvolte anche le autorità libiche, il tema è l'apertura di corridoi umanitari, l'evacuazione di 6 mila persone che sono detenute dentro quei campi di concentramento. 6 mila persone non sono niente per l'Europa, ma sarebbero un colpo drammatico per i trafficanti di esseri umani: svuotare ed evacuare che quei centri, con il supporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è un dovere per l'Italia.

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Noi dobbiamo batterci in sede internazionale per questo e tornare a ripristinare la nostra legalità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Intendimenti del Governo in merito alla revoca delle concessioni autostradali – n. 3-00973)

PRESIDENTE. Il deputato Rixi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00973 (Vedi l'allegato A).

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie. Signor Ministro, noi siamo a chiederle una parola di chiarezza, visto quello che è uscito sulla stampa dal primo giorno del nuovo Governo, su quello che si intende fare sulle concessioni autostradali. Abbiamo avuto le due forze di maggioranza, anzi, due delle forze di maggioranza dividersi tra revoca, revisione, revoca parziale, con un intervento anche del Presidente del Consiglio. Chiaramente, questo sta creando grossi problemi anche sulle manutenzioni ordinarie da parte dei concessionari. Vorremmo capire l'intendimento di come procedere da parte del Governo e qual è l'intenzione del Ministro nei confronti del tema delle concessioni, che abbiamo già anche avuto nel passato Governo.

PRESIDENTE. La Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti. Prego, Ministra.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Rispetto a quanto già espresso dal Presidente Conte nel suo discorso programmatico in quest'Aula, non posso che confermare l'attenzione del Governo per garantire al Paese un'adeguata rete di infrastrutture, indispensabile per avviare una nuova strategia di crescita della città di Genova, della Liguria e dell'intero sistema Paese. Abbiamo bisogno di infrastrutture utili, moderne ed efficienti, ma, soprattutto, sicure.

Stiamo lavorando alla revisione complessiva del sistema delle concessioni autostradali, con l'obbligo di garantire una maggiore trasparenza, una reale competitività tra gli operatori, il corretto equilibrio tra l'interesse pubblico e l'interesse imprenditoriale, nonché il costante miglioramento del servizio per gli utenti, alla luce anche delle delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti.

In relazione al tragico crollo del ponte Morandi di Genova, il Governo intende proseguire, con la necessaria celerità, la procedura amministrativa avviata dal precedente Esecutivo, in coerenza con quanto affermato dal Presidente del Consiglio dei ministri.

In detta procedura confluiranno anche le risultanze dell'indagine conoscitiva sulle concessioni autostradali avviata dalla Corte dei conti, dinnanzi alla quale, proprio nella giornata di ieri, si è svolta un'audizione cui hanno partecipato i vertici amministrativi del Ministero e i rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri e dell'Autorità di regolazione dei trasporti.

Posso confermare che solo le emergenze istruttorie determineranno l'esito del procedimento così come il contenuto del provvedimento conclusivo, che ovviamente sarà oggetto di valutazione e condivisione da parte di tutto l'Esecutivo.

PRESIDENTE. Il deputato Edoardo Rixi ha facoltà di replicare per due minuti.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, ma il mio timore deriva solo dal fatto che noi abbiamo oggi circa 73 viadotti in manutenzione sulla rete ASPI e arriviamo quasi a 100 su tutti i concessionari.

Il tema vero è che se non si ha una parola di chiarezza e non si capisce quale sarà la direzione del Governo, tutti questi lavori rischiano di essere ritardati.

La Sfisa doveva partire un anno fa, non è ancora partita, quindi abbiamo una situazione di monitoraggio che è ancora quella precedente al crollo del ponte Morandi e siamo in una situazione in cui il rischio vero, anche di revoche parziali, sia quello che lo Stato debba pagare al concessionario molto di più di quanto invece gli va a sottrarre.

In particolare per quanto riguarda il nodo di Genova, i 4 miliardi e 300 milioni della Gronda di Genova tutta a carico di ASPI fanno parte integrale della attuale concessione e una revoca parziale non vorrei che vedesse questo investimento annullato e quindi di fatto fare un regalo al concessionario di 4 miliardi e 300 milioni.

Quello che bisogna valutare è chiaramente rivedere le concessioni, pretendere più investimenti sulle manutenzioni, aggiungere opere e non sottrarre opere, ma avere anche tempi brevi per dare dei chiarimenti su quello che è un settore che ha una grande attenzione dell'opinione pubblica, ma in cui - lo vediamo anche negli ultimi giorni - ci sono state delle nuove situazioni di cedimento di alcuni viadotti e quindi siamo assolutamente preoccupati che una situazione che vada ancora, diciamo così, in prorogatio, non faccia che aggravare sia la situazione dei concessionari ma soprattutto l'incolumità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte alla realizzazione del progetto infrastrutturale “Gronda di Genova” – n. 3-00974)

PRESIDENTE. La deputata Manuela Gagliardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00974, per un minuto (Vedi l'allegato A).

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Grazie Presidente, dunque la Gronda di Genova è una grande opera infrastrutturale di cui si parla da circa trent'anni. Infatti, alla fine degli anni Ottanta c'è una città in grande espansione, che appunto è Genova, e che ha necessità di decongestionare il traffico passante e ipotizza di poterlo fare proprio attraverso la realizzazione di una nuova infrastruttura da affiancare a quelle esistenti. Tuttavia, tra false partenze, retromarce, politiche del “vivi e lascia vivere e sopravvivere”, questa opera è finalmente pronta progettualmente soltanto nel 2016. Nel 2017 il MIT la dichiara di pubblica utilità, quindi ne dichiara l'importanza e pochi mesi dopo il primo lotto sarebbe già cantierabile. Poi però accade che arriva al Ministero delle infrastrutture il Ministro del “no” alle infrastrutture e che quindi inizia a parlare di necessità di analisi costi-benefici. Oggi, quindi, la domanda che poniamo al Ministro è: signor Ministro, intende autorizzare la realizzazione della Gronda? Perché si tratta di un'opera importante per Genova, per la Liguria, ma anche e soprattutto per l'intero sistema Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. È notorio che il progetto per la realizzazione della Gronda di Genova è stato sottoposto dal precedente Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ad un'analisi costi-benefici dell'opera nel suo complesso.

Successivamente sono stati richiesti ed effettuati approfondimenti specifici, per cui l'analisi non ha riguardato solo il progetto originario, ma anche le soluzioni alternative, finalizzate al potenziamento del nodo stradale di Genova.

Le risultanze documentali della predetta attività sono state pubblicate sul sito istituzionale del Ministero nel mese di agosto e sono liberamente consultabili.

Nei giorni scorsi ho incontrato sia il sindaco di Genova che il presidente della regione Liguria per costituire un gruppo di lavoro con gli enti locali coinvolti nell'intervento, per l'ascolto di tutti gli interessati, per raccogliere suggerimenti utili a migliorare il progetto e le ulteriori opere collegate, nonché per consentire una compiuta verifica e valutazione dell'opera da parte di tutte le forze politiche. In attesa delle risultanze della procedura in corso, il tempo verrà utilizzato per questo serrato confronto al fine di arrivare in tempi molto rapidi all'individuazione di soluzioni condivise. Infatti, non è intenzione del Ministero determinare conseguenze negative in termini temporali e realizzativi non compatibili con le aspettative del territorio, che ha sicuramente bisogno di supporto infrastrutturale per rilanciare il proprio sistema produttivo e quello portuale, in particolare secondo modalità eco- sostenibili. Serve un modo diverso di pensare alle infrastrutture, alle opere utili in tempi ragionevoli realizzate all'esito di percorsi il più possibile condivisi in tempi serrati.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Manuela Gagliardi.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C10VM). Grazie, naturalmente ringrazio il Ministro per la risposta. Però, ora, è indubbiamente complicato dirsi soddisfatti di questa risposta, signor Ministro. Io l'ho ascoltata con attenzione e sono contenta che si aprirà un tavolo di lavoro serrato con tutte le istituzioni, però, indubbiamente, le parole che oggi ci saremmo voluti sentir dire erano: la Gronda si farà. E si farà perché dei possibili percorsi, dei possibili tracciati della Gronda si è discusso già a lungo negli anni e la dichiarazione di pubblica utilità, che citavo prima, del 2017 del MIT non può essere rimessa in discussione signor Ministro: quello è un punto fermo e tale deve rimanere, perché ogni ragionamento che riporti la discussione ad un piano precedente rispetto a quella dichiarazione è totalmente inutile e anche un po' ideologico, me lo consenta. Dico ciò perché la Gronda, come lei già sicuramente avrà avuto modo di approfondire, è un'opera già finanziata attraverso l'aumento dei pedaggi che noi liguri e tutti gli italiani che transitano per quel tratto autostradale stanno pagando già da mesi ed è finanziata col prolungamento delle concessioni; è un'opera che serve a Genova per togliere il traffico passante della città, serve al porto per potenziare le proprie capacità, serve alla Liguria, serve a tutto il Nord, serve per migliorare l'offerta turistica e serve anche un po', signor Ministro, per dare un segnale forte di attenzione a Genova che già tanto ha sofferto a causa del crollo del suo ponte. Che questa infrastruttura serva lo dicono anche gli esponenti del suo partito, lo dicono da sempre in Liguria, e, se non ho capito male, l'ha già detto anche lei. Ora, però, non facciamoci prendere ostaggio dall'ideologia, non torniamo indietro, ascoltiamo il grido di allarme del governatore, del sindaco, dei cittadini, delle associazioni perché, sennò, signor Ministro, noi siamo pronti a scendere in piazza e lo faremo senza bandiere, senza ideologie, lo faremo per Genova, per la Liguria e per l'intero sistema Paese: le chiedo di sbloccare immediatamente quest'opera (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Intendimenti del Governo in merito all'ipotesi di un aumento dei costi del trasporto aereo e iniziative volte a rilanciare gli investimenti in infrastrutture e a garantire il diritto alla mobilità – n. 3-00975)

PRESIDENTE. La deputata Vincenza Labriola ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Attis ed altri n. 3-00975 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, Ministra De Micheli il Governo di cui fa parte ancora deve muovere i primi passi ma ha già indicato la via maestra per reperire le risorse, ovvero nuove tasse. Avete parlato di tassare le merendine, gas, luce, biglietti aerei e contante: tasse per 5 miliardi nel 2020 e 19 miliardi entro il 2040. Per Forza Italia è inaccettabile che il Governo per far cassa metta le mani nelle tasche degli italiani. L'aumento del costo dei biglietti aerei, di cui è oggetto il question time della giornata odierna, parla di un euro per i voli nazionali e di un euro e cinquanta di aumento per i voli internazionali. Questo è preoccupante per l'impatto che ha sul turismo ma, ahimè, è uno schiaffo per il Mezzogiorno. Per i cittadini del Sud utilizzare l'aereo non è un lusso, ma è una necessità a fronte di un sistema infrastrutturale carente e la continuità territoriale ancora colabrodo. I cittadini del Sud viaggiano per studio, lavoro e salute, altri diritti negati al Mezzogiorno. Ministra De Micheli, conferma questa ennesima tassa sui voli e come intende rilanciare gli investimenti in infrastrutture e ammodernamento della rete dei trasporti specialmente nel Mezzogiorno?

PRESIDENTE. La Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Nel 2018 si è registrato in Italia un traffico di circa 185 milioni di passeggeri. Si tratta di un dato importante, in costante crescita rispetto al passato e che dimostra l'attrattività del sistema Italia. In questo contesto, risulta prioritario disporre di infrastrutture adeguate e moderne, capaci di assicurare l'esercizio del diritto alla mobilità in tutte le aree del Paese, con particolare attenzione, ovviamente, al Mezzogiorno. Pertanto, è intenzione del Governo procedere all'aggiornamento del piano nazionale degli aeroporti, anche con riferimento alle azioni per il rilancio e l'implementazione del cargo aereo, tenendo in ogni caso conto della sostenibilità ambientale e dei vincoli internazionali.

In questi giorni, a margine dell'Assemblea generale dell'ONU, il Premier Conte ha dichiarato che l'Italia vuole una posizione di leadership in Europa e nel mondo verso una svolta verde; occorre, quindi, individuare le risorse finanziarie per orientare il sistema produttivo verso un Green New Deal, promuovendo la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili. Sono in corso di approfondimento le diverse modalità attraverso cui realizzare questo obiettivo, nella consapevolezza che esso non dovrà produrre effetti ed aumenti di costi per i passeggeri e che, pertanto, il suo raggiungimento richiede un intervento coordinato dei diversi attori istituzionali, sia in ambito europeo che fuori dall'Unione europea. Certamente, non mancheranno le occasioni per un confronto aperto e costruttivo con il Parlamento, al fine di individuare la soluzione maggiormente condivisa, nella consapevolezza che la transizione all'energia ecosostenibile non è solo una questione ambientale, ma anche una grande opportunità di sviluppo e di competitività per l'Italia e per il Mezzogiorno.

PRESIDENTE. La deputata Elvira Savino, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ELVIRA SAVINO (FI). Grazie, signor Presidente. Ministro, il question time era sulle tasse e non sull'ecologia e lei non ci ha detto nulla circa l'eventualità che escludiate di aumentare queste tasse, quindi, la sua risposta evanescente non tranquillizza noi e non tranquillizza nemmeno i cittadini a casa. Non ci avete detto nulla, tra l'altro, su dove reperirete le risorse per una manovra di bilancio che si preannuncia molto pesante. Quindi, le possibilità sono soltanto due: o riducete le promesse o aumentate le tasse, la terza via non c'è. Lei sa che, tra poco, ci sono le elezioni regionali, dove il PD e i 5 Stelle saranno alleati - più che di alleanza, parlerei di un inciucio trasformista – e, siccome noi temiamo che non abbiate intenzione di rinunciare alle vostre promesse, sicuramente aumenterete le tasse; le voglio dire che ad aumentare le tasse sono bravi tutti, anzi, siete bravi soltanto voi, perché durante i Governi Berlusconi la pressione fiscale diminuiva e il PIL aumentava; invece, con voi succede il contrario, aumentano le tasse e il debito pubblico e si riduce il PIL.

Vi informiamo che, per far ripartire l'economia, le tasse vanno abbassate e non aumentate e la nostra soluzione continuiamo a ripeterlo è la flat tax, una tassa piatta, vantaggiosa per tutti, uguale per famiglie e imprese che non distingue in base al reddito, ma che prevede un'ampia no tax area per i redditi meno abbienti. Quindi, per far ripartire l'Italia, le ripeto, bisogna abbassare le tasse, tagliarle; invece voi state tagliando la speranza, soprattutto al Sud, dove i giovani già devono emigrare per lavorare e magari gli aumenterete anche il costo dei biglietti aerei.

Noi non vi lasceremo saccheggiare pensioni, risparmi e stipendi, difenderemo l'Italia che lavora e che produce, l'Italia di chi vuole pagare le tasse, ma non essere rapinato, di chi vuole essere cittadino, ma non suddito. Lotteremo e saremo sempre vicini alle famiglie e alle imprese per un fisco più umano, perché come sappiamo, in Italia, di fisco si può anche morire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a garantire la rapida attuazione della legge n. 117 del 2018, che ha introdotto l'obbligo di installazione di appositi dispositivi per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli – n. 3-00976)

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Meloni ed altri n. 3-00976 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor Ministro, dobbiamo registrare l'ennesimo doloroso episodio che si è verificato pochi giorni fa nella città di Catania, e si è verificato perché quella legge, a cui lei, Presidente, faceva riferimento nella lettura dell'oggetto dell'interrogazione, non ha mai trovato applicazione. Non ha trovato applicazione, perché sciatteria politica e logomachie burocratiche hanno impedito che venisse adottato il decreto che consentiva a quella legge di poter operare.

Allora, signora Ministro, io le chiedo soltanto di sapere cosa vuol fare con urgenza il Governo per evitare che si debbano nuovamente piangere delle vittime innocenti.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Come è noto, l'obbligo di trasportare i bambini di età inferiore a quattro anni mediante seggiolini auto dotati anche di un apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l'abbandono del bambino è stato introdotto dalla legge n. 117 del 2018. Si tratta di una legge approvata dal Parlamento con il voto favorevole di tutti i gruppi parlamentari, data la rilevanza sociale della problematica. La disposizione di legge rimette ad un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti l'individuazione delle specifiche tecnico-costruttive e funzionali. Lo schema di decreto è stato predisposto dalla competente direzione generale del Ministero e inoltrato alla Commissione europea per l'acquisizione del necessario parere. A seguito delle interlocuzioni con la Commissione sono state apportate alcune modifiche allo schema di provvedimento, sul quale è stato acquisito il parere favorevole definitivo in data 22 luglio 2019.

Come ricordato dagli onorevoli interroganti, lo schema di decreto è attualmente all'esame del Consiglio di Stato, che si pronuncerà il 26 settembre, domani. Una volta acquisito il parere del Consiglio di Stato, procederò immediatamente alla firma del provvedimento e ai conseguenti adempimenti.

In considerazione dell'importanza di questi dispositivi, che consentono di impedire eventi tragici, come quelli accaduti negli ultimi anni, stiamo individuando le modalità attraverso cui incrementare le risorse destinate a favorirne l'acquisto, anche prolungando l'efficacia temporale della misura agevolativa prevista dalla legge istitutiva e dalla legge di bilancio del 2019.

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di replicare, per due minuti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, la legge la conosciamo bene, si chiama legge Meloni; quella proposta di legge aveva come prima firmatari, appunto, il presidente del nostro partito ed è stato uno dei primi atti che il Parlamento ha approvato nel 2018. Tuttavia, ciò non toglie che la ricostruzione che ha fatto il Ministro conferma tutte le nostre accuse. In primo luogo, il Ministro Toninelli, anche se, per carità, di maggioranza, il Ministro non l'ha detto, ha inviato quella bozza di decreto all'Unione europea con sessanta giorni di ritardo rispetto ai termini di legge, l'Unione europea, nella cosiddetta interlocuzione, si è fatta dare una proroga di altri 60 giorni, perché non riusciva ad accordarsi con il Governo italiano sulla formulazione del decreto; il risultato è che il 1° luglio la legge non è entrata in vigore; non solo, ma a tutt'oggi non è in vigore e aggiungo che anche quando andrà in vigore, Ministro De Micheli, non è stato chiarito cosa sarà dei 120 giorni che erano stati inseriti nella legge per consentire ai produttori di quei prodotti di potersi adeguare alle caratteristiche tecniche previste dal decreto. Il risultato è che tra ritardi della politica e ritardi della burocrazia europea dobbiamo piangere una vittima che avremmo potuto salvare solo con la normale diligenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a tutelare i cittadini italiani residenti nel Regno Unito in vista della cosiddetta Brexit – n. 3-00977)

PRESIDENTE. Il deputato Massimo Ungaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00977 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Ministro, onorevoli colleghi, a nome del gruppo Italia Viva salutiamo con favore le ultime azioni nel Governo succedute nel Regno Unito dove abbiamo visto una risposta delle istituzioni democratiche al nazional-populismo di Governo. Ricordiamoci però che c'è un Governo nazional-populista, quello di Boris Johnson, pronto a portare il Regno Unito fuori dall'Unione europea senza un accordo, il che avrebbe un'enorme ricaduta negativa sulla comunità dei 3 milioni di europei residenti in quel Paese e dei 700 mila cittadini italiani che vivono in quel Paese.

Ora, vorrei sollevare il caso di decine di migliaia di nostri connazionali che sono arrivati in quel Paese negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta e che allora ottennero un permesso di soggiorno; lo scandalo Windrush degli ultimi anni ha dimostrato che il Governo britannico potrebbe non aver registrato questi permessi di soggiorno e, infatti, emergono casi dei nostri concittadini che non riescono a ottenere il nuovo permesso di soggiorno o il nuovo permesso di residenza.

Volevo quindi chiedere al Ministro quali sono le azioni che il suo Governo intende intraprendere, uno, per scongiurare casi Windrush italiani e soprattutto altre misure a tutela dei diritti acquisiti dai nostri concittadini in quel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio il deputato Ungaro e gli altri interroganti perché intervengono su una preoccupazione che credo debba essere di tutto questo Parlamento e ovviamente del Governo. I Paesi dell'Unione europea e il Regno Unito hanno avviato da tempo un dialogo strutturato sulla necessità di garantire i diritti ai cittadini anche in caso di recesso senza accordo. Nel frattempo, come tutti voi sapete, come Paesi dell'Unione europea stiamo cercando di trovare un'intesa con i nostri amici britannici per un'uscita ordinata con la ratifica di un accordo di recesso, seguendo ovviamente il lavoro della Commissione e del suo capo negoziatore. Non è un'impresa facile perché la questione del confine irlandese è molto complessa e perché le proposte britanniche della scorsa settimana non prevedono adeguate garanzie giuridiche. Inoltre la situazione, come leggiamo anche in queste ore, è ulteriormente complicata dal clima di incertezza politica nel Regno Unito, il cui ultimo sviluppo proprio di ieri è con la sentenza della Corte suprema. Allora è evidente che, in questo quadro, i due principali temi all'attenzione del Consiglio europeo del 17 e del 18 ottobre saranno la possibilità di un accordo sulla questione irlandese e l'eventualità di un'ulteriore proroga per la Brexit del 31 ottobre.

Detto questo, chiariamo subito che da parte britannica sono stati fatti sforzi importanti per creare un sistema di registrazione e di riconoscimento dei diritti dei cittadini rapido ed efficace. Ma un processo di tale portata, che comporta la registrazione in un periodo relativamente breve degli oltre 3 milioni di cittadini europei, tra cui i nostri 600 mila, residenti nel Regno Unito, presenta inevitabili complicazioni che ci hanno spinto a intervenire con maggiore vigore. I contatti con le autorità britanniche si sono intensificati a partire dall'aprile 2018, proprio quando è scoppiato il caso nel Regno Unito del cosiddetto Windrush, che presentava potenziali e preoccupanti analogie con la situazione dei cittadini europei. Il decreto-legge Brexit, oltre ad assicurare la tutela dei diritti dei cittadini britannici residenti in Italia con un periodo transitorio al 31 dicembre 2020, prevede anche il rafforzamento della rete consolare nel Regno Unito e l'assistenza ai connazionali. Il lavoro portato avanti dal nostro Ministero, dalla Farnesina, con la nostra ambasciata a Londra, va in due direzioni. Da un lato quella di un dialogo costante con le comunità italiane residenti nel Regno Unito. che ha consentito di identificare meglio i problemi che possono sorgere dalla Brexit e, secondo, di un rapporto strutturato e costante con le autorità britanniche. Su questo dossier, insieme al Ministero degli Affari esteri e a Palazzo Chigi, il nostro impegno è totale a partire proprio dal prossimo 7 ottobre quando avremo una missione: mi recherò a Londra per incontrare tutti i rappresentanti delle comunità. L'Italia ha adottato con il decreto-legge Brexit misure legislative per garantire che i cittadini britannici residenti in Italia abbiano garanzie; ma la via maestra per garantire i diritti acquisiti dei cittadini in caso di Brexit resta l'accordo di recesso, che prevede adeguate garanzie giuridiche. Stiamo lavorando, in conclusione, per salvare l'accordo stesso in spirito di unità con gli altri Stati membri per una Brexit ordinata. Ma alla luce della persistente incertezza in Regno Unito e anche viste le nostre preoccupazioni, che si legano alle sue, dobbiamo prepararci ovviamente a qualsiasi scenario.

PRESIDENTE. Il deputato Colaninno, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

MATTEO COLANINNO (IV). Onorevole Presidente, Ministro Amendola, il gruppo parlamentare Italia Viva è soddisfatto delle sue parole. Ci troviamo di fronte, guardando il Regno Unito, ad una crisi politica, ad una crisi della democrazia parlamentare che si sta avvitando ogni giorno di più fino ad arrivare allo shock della sospensione delle attività del Parlamento, ieri bocciata dalla Corte suprema. Ci devono quindi far riflettere, onorevoli colleghi, i populismi, i sovranismi, i nazionalismi. Abbiamo visto quale caos, quali danni, quali preoccupazioni stanno creando a una grande democrazia come quella del Regno Unito.

Signor Ministro, ovviamente noi siamo preoccupati e ci preoccupiamo dei nostri connazionali e vogliamo chiederle di proseguire il suo impegno per minimizzare l'impatto negativo sulla nostra comunità italiana nel Regno Unito, sulle persone e sull'economia. Ricordo che parliamo del nostro quarto mercato dell'export. Ricordo che parliamo di oltre 22 miliardi di surplus commerciale bilaterale. Bene, quindi, il nuovo corso della nuova maggioranza lontano da logiche di scontro e di isolamento che ci stavano portando danni economici e soprattutto una totale marginalizzazione a livello europeo e internazionale. Buon lavoro, signor Ministro. Nel chiudere e salutarla, vorrei ricordare che il nostro gruppo e il suo fondatore, Matteo Renzi, ad agosto proprio nella democrazia parlamentare, proprio in questo Parlamento, ha impedito che chi si è svegliato una mattina abbattendo il proprio Governo, chiedendo elezioni a pieni poteri e un plebiscito alle piazze prendesse il sopravvento. Oggi ci rallegriamo che l'Italia con la democrazia e il Parlamento abbia imboccato una strada diversa dal populismo e dal sovranismo, una strada che ci auguriamo molto più sicura e migliore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Stato di avanzamento dei negoziati relativi al Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell'Unione europea – n. 3-00978)

PRESIDENTE. Il deputato Battelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00978 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

SERGIO BATTELLI (M5S). Grazie, Presidente. È un piacere vedere finalmente in Aula un Ministro per gli Affari europei pienamente operativo. La Presidente si ricorderà che abbiamo avuto un po' di problemi con il passato Governo nei lavori della nostra Commissione, la XIV Commissione, quindi ci fa piacere che ci sia questa nuova svolta. Quindi sono molto contento e questo ci permetterà di iniziare al meglio una nuova stagione europea che vede finalmente l'Italia giocare un ruolo da protagonista e non da semplice comparsa. Deve però trattarsi di una rinnovata centralità volta al cambiamento vero e non di facciata. È il momento di una svolta, di superare le resistenze di chi vorrebbe continuare a imporre una miope austerità. Abbiamo bisogno di risorse sufficienti per continuare a finanziare le politiche tradizionali ma al contempo concentrarci sulle nuove priorità dell'Unione. Signor Ministro, vorrei allora chiederle se può aggiornarci sullo stato di avanzamento dei negoziati sul QFP, considerata l'importanza da riservare agli investimenti per la crescita, competitività, welfare, occupazione, European green deal, sia con riferimento ai finanziamenti a favore delle cosiddette politiche tradizionali come la PAC e i fondi di coesione.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio il deputato Scerra, il deputato Battelli e gli altri interroganti per questo quesito e garantisco, in risposta alle sue parole, anche un'assidua presenza insieme alla sottosegretaria al Ministero degli Affari europei, l'onorevole Agea. Il negoziato sul bilancio europeo, sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027, è in una fase cruciale. Nonostante l'intenzione di alcuni partner, a iniziare dalla Presidenza finlandese, di concludere entro l'anno, da parte italiana riteniamo prioritario garantire un risultato finale di qualità piuttosto che una tempistica serrata. Da parte italiana, anche in vista del Consiglio affari generali e del successivo Consiglio europeo di ottobre abbiamo ripetutamente ribadito le nostre linee: evitare ulteriori tagli al budget, in particolare per quanto riguarda la politica agricola e di coesione; opposizione al principio di convergenza esterna delle allocazioni per la PAC; revisione dell'indice di prosperità relativa proposto nella coesione; mantenimento delle risorse IVA; sostegno alle proposte di integrare il nuovo quadro finanziario con nuove risorse proprie e anche contrarietà alla prosecuzione delle correzioni legate al cosiddetto sconto britannico.

Come ricordato proprio dagli interroganti, la Presidenza finlandese ha nel frattempo annunciato l'intenzione di preparare e far circolare un documento per la discussione tra i leader. L'Italia concorda con la posizione espressa dal Parlamento europeo favorevole a un aumento ambizioso del nuovo bilancio dell'Unione e la proposta della Commissione al momento, che è pari all'1,11 per cento del reddito nazionale lordo; mentre ci sono altri Stati che chiedono un ridimensionamento del bilancio da contenere entro l'1 per cento del reddito nazionale lordo europeo. L'originaria proposta della Commissione prevedeva un taglio al bilancio della politica di coesione e di quella agricola e l'incremento di fondi a favore di ricerca, innovazione, giovani, sicurezza e gestione delle frontiere. Veniva anche proposta l'istituzione di alcuni voci fuori bilancio per un totale di 29,4 miliardi di euro. Per quanto riguarda il finanziamento del bilancio dell'Unione, la proposta della Commissione prevede nuove risorse proprie pari al 12 per cento delle entrate.

Questo è il quadro negoziale al momento, su cui il Parlamento italiano, la Commissione, la XIV, e anche la cabina di regia dei gruppi parlamentari che siedono nel Parlamento di Bruxelles sono chiamati, insieme al Governo, a seguire tutti i successivi passaggi.

Per quanto attiene al momento al negoziato sul nuovo bilancio, le priorità ovviamente sono la politica di coesione, evitare i tagli e l'adozione di criteri svantaggiosi, evitare i tagli sulla politica agricola comune e l'adozione di nuovi criteri della convergenza esterna in tema anche di finanziamento con risorse proprie e favorire l'aumento di risorse, anche introducendo nuovi strumenti: la web tax, la border carbon adjustment, il financial transaction tax, che sono tutte proposte sul tavolo negoziale dei Paesi.

Circa gli elementi di flessibilità, occorre mantenere ampi margini di flessibilità e disponibilità fuori bilancio, in modo da poter reagire alle numerose occasioni di emergenze naturali e sociali e anche circa gli elementi di condizionalità bisogna legare il principio della solidarietà economica tra gli Stati membri a quello della concreta risposta comune di fronte a emergenze comuni. Circa i nuovi investimenti per la crescita, come è stato già annunciato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Ambiente, occorre anche prevedere piani di investimenti sostenibili, il cosiddetto European new deal che già nella prolusione al Parlamento della Presidente della Commissione è stato dato come indicazione.

In conclusione, su questo tema il Governo informerà continuamente il Parlamento, le Commissioni e la cabina di regia in maniera costante, in modo da avere un negoziato che vada nell'interesse del nostro Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Filippo Scerra, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua puntuale risposta ed esprimo, anche a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, soddisfazione per gli elementi di chiarezza che ci ha illustrato in merito ai negoziati sul prossimo bilancio a lungo termine dell'Unione europea.

La definizione del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 rappresenta una partita decisiva, che il nostro Paese deve giocare al meglio nei tavoli negoziali in Europa. Con il quadro finanziario pluriennale si deciderà, infatti, non solo il contributo dei vari Stati membri al bilancio europeo ma, soprattutto, come saranno spese queste somme nei prossimi sette anni. Non solo cifre, quindi, ma priorità politiche che riflettono quella che sarà la nuova Europa.

Per questo motivo è fondamentale porre, nelle trattative, la massima attenzione per tutelare quelli che sono gli interessi del nostro Paese. Infatti, sappiamo che i negoziati, che coincidono con l'avvio del nuovo ciclo istituzionale dell'Unione europea, non sono semplici, ma siamo convinti che l'Italia abbia tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista, contribuendo a definire un bilancio pluriennale che converga su un corretto equilibrio tra politiche tradizionali e nuove priorità e che sia quanto più possibile rispondente agli interessi nazionali.

Per affrontare con successo le nuove sfide che l'Unione europea si propone nell'attuale contesto globale riteniamo, infatti, necessario rinnovare anche le politiche europee, garantendo una distribuzione di risorse orientata a sostenere e a finanziare quei programmi di spesa settoriale che riteniamo prioritari per la crescita e la competitività dell'Italia e dell'Europa, in primis lo European green deal, come ha detto il Ministro, e gli investimenti orientati alla crescita, ma anche quei settori fondamentali per la competitività dell'Unione europea come la ricerca, l'innovazione, le infrastrutture, il digitale e i nuovi meccanismi per l'occupazione. Ovviamente, non ci devono essere ridimensionamenti delle politiche tradizionali come la PAC e i Fondi di coesione.

Signor Ministro, la definizione del prossimo quadro finanziario pluriennale rappresenta un'occasione unica per restituire ai cittadini l'immagine di una rinnovata Europa, ma per far questo il nuovo bilancio dell'Unione europea dovrà essere ambizioso e all'altezza delle sfide europee. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a prevedere nuovi meccanismi di accoglienza e di gestione dei migranti nell'ambito della “Agenda strategica” recentemente approvata dal Consiglio europeo – n. 3-00979)

PRESIDENTE. Il deputato Piero De Luca ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00979 (Vedi l'allegato A).

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signora Presidente. La presenza del Ministro Amendola in Aula assume un significato politico estremamente rilevante. La prima notizia, come è stato detto, è proprio questa: finalmente, dopo quattordici mesi di assenza e di vuoto assoluto, l'Italia torna ad avere un Ministro delle politiche europee a pieno titolo. L'Italia, uno dei sei Paesi fondatori dell'Unione europea, non aveva un Ministro delle politiche europee (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); torna ad averlo. Un Ministro che possa seguire con attenzione e competenza l'agenda strategica dell'Unione e possa lavorare per orientarla in modo utile al nostro Paese. Si è aperta una fase nuova, caratterizzata dall'idea che gli interessi dell'Italia si difendono anzitutto col dialogo piuttosto che con lo scontro sterile con i partner europei. E si difendono, soprattutto, con la presenza dei Ministri ai vertici e ai tavoli di lavoro a Bruxelles.

I primi risultati si vedono già qui. Gli esiti del vertice a La Valletta sono straordinari: in un solo incontro si è fatto più di quanto sia stato ottenuto in oltre un anno dal precedente Governo con Salvini al Viminale. Questa è la verità!

Ovviamente, siamo a un primo passo verso la modifica al regolamento di Dublino. Le chiediamo, allora, in quale direzione sta lavorando il Governo e quali ulteriori strumenti intenda promuovere in sede europea per predisporre nuove misure nell'agenda strategica europea in tale settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio il deputato De Luca e gli altri firmatari, in una risposta che va anche nel senso di una proposta di legge da lei avanzata sul tema, perché io credo che in questo frangente l'agenda strategica e il quadro finanziario pluriennale servano a noi, come Italia, anche per delineare una proposta complessiva su come l'Unione europea affronta, in maniera strutturale, sicura e solidale, il tema delle migrazioni. L'agenda strategica, approvata dalla Commissione per il periodo 2019-2024, infatti ribadisce questi valori comuni e noi dobbiamo lavorare su una concreta solidarietà nei confronti degli Stati membri, e degli Stati membri, qual è il nostro, maggiormente esposti alla pressione migratoria, da cui possa derivare anche, come ha detto il Presidente del Consiglio, una condizionalità nella gestione delle risorse finanziarie in caso di mancata solidarietà.

Un controllo efficace delle frontiere esterne costituisce un prerequisito assoluto per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento delle politiche dell'Unione e in tale direzione, con il quadro finanziario pluriennale, l'Unione europea ha riconosciuto la necessità di dotarsi di una politica migratoria più strutturata e risorse sufficienti a finanziarla. In questo senso - e qui sarà il lavoro del Parlamento e del Governo - l'obiettivo è quello di ricondurre a unità le linee di finanziamento precedenti attraverso un nuovo strumento chiamato, in un acronimo inglese, NDICI, che è uno strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale, previsto dalla proposta di regolamento presentata alla Commissione nel maggio 2018 nell'ambito del pacchetto per il quadro finanziario pluriennale.

Siamo, quindi, impegnati per definire innanzitutto un obiettivo di spesa per questo nuovo strumento che sia almeno del 10 per cento della previsione di spesa per il totale. Quindi, parliamo di quasi circa 9 miliardi annui e, comunque, adeguato alla definizione di una gestione efficace multilivello del fenomeno migratorio. Lo strumento, cioè, andrà a integrare, in un'ottica di razionalizzazione e maggiore efficienza delle risorse, gran parte degli strumenti dell'Unione per l'azione esterna attualmente separati, tra i quali il Fondo europeo di sviluppo, lo Strumento europeo di vicinato e lo Strumento per la cooperazione allo sviluppo. Una volta in vigore - quindi dopo il negoziato - questo dovrebbe costituire il settore principale dell'Unione europea per promuovere la cooperazione con i Paesi extra UE del vicinato e non, e inoltre comprenderà un quadro di investimenti per l'azione esterna.

Centrale anche, come lei ha ricordato, nell'approccio multilivello, anche la necessità di fare passi avanti concreti sul superamento dei criteri di Dublino, come chiesto dall'Europarlamento e dal Parlamento italiano, e attualmente la creazione di un sistema di ricollocazione, come abbiamo visto nello scorso Vertice di Malta, dà il primo segnale che ovviamente verrà discusso nel Consiglio Giustizia e Affari interni che si terrà a Lussemburgo nei prossimi 7 e 8 ottobre con altri 24 Paesi dell'Unione europea.

Questo è un primo passo, perché la riforma del sistema europeo significa nuovi strumenti nel quadro finanziario e nell'agenda strategica ma anche una riforma del sistema europeo di asilo e, in particolare, del regolamento di Dublino. Molti Stati membri sostengono un legame diretto tra approvazione della riforma del sistema di asilo che preveda chiare garanzie contro i movimenti secondari e futuro dell'area Schengen, il cui normale funzionamento è sospeso dal 2015 da parte di sei Stati.

Quindi, in conclusione e anche con l'ottimismo che con le proposte riusciremo a determinare nuovi elementi di solidarietà, con l'agenda strategica e col quadro finanziario e la riforma dei regolamenti l'Unione europea e l'Italia hanno l'occasione di dar vita a scelte strutturali per gestire il fenomeno delle migrazioni in maniera sicura e solidale. Su questo punto le proposte presentate al Parlamento e il lavoro dei nostri europarlamentari, insieme a quello del Governo, saranno fondamentali.

PRESIDENTE. Il deputato Piero De Luca ha facoltà di replicare per due minuti.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie. La risposta del Ministro conferma che il nostro Paese è tornato ad essere protagonista dell'agenda politica strategica europea. Vedete, cari colleghi, è così che si ottengono risultati e si difendono davvero gli interessi degli italiani: lavorando sulle carte e sui dossier, meno propaganda social, meno offesa ai nostri partner rappresentanti le istituzioni europee, maggiore serietà e, invece, dialogo e presenza ai vertici che hanno visto in troppe occasioni sedie italiane vuote. Così si fanno valere le prerogative del nostro Paese.

Gli esiti del vertice de La Valletta sul tema del fenomeno migratorio lasciano ben sperare al riguardo e rappresentano un primo risultato significativo verso una riforma del Regolamento di Dublino, che istituisca un meccanismo di ripartizione automatica dei migranti che giungono sulle coste europee, un meccanismo di solidarietà vincolante che preveda l'introduzione, come lei ha ricordato, anche di strumenti economici premiali per chi accoglie e sanzionatori per chi non rispetta i propri obblighi. Certo, partivamo da 14 mesi di risultati assolutamente insoddisfacenti: nonostante la propaganda dei porti chiusi, le riduzioni degli sbarchi non erano minimamente superiori a quelle, pur significative, già registrate grazie al lavoro del Ministro Minniti. I rimpatri erano, invece, estremamente inferiori a quelli operati dai Governi Renzi e Gentiloni. Nessun nuovo accordo di riammissione è stato stipulato da Salvini, nessuna misura contro i trafficanti di uomini è stata adottata negli scorsi 14 mesi, solo atteggiamenti disumani sulla pelle di poche centinaia di naufraghi salvati in mare.

Lei, signor Ministro, ha una grande responsabilità: recuperare il tempo perso al nostro Paese. La sua azione toccherà, come è stato ricordato, tanti settori importanti, dal quadro finanziario pluriennale, alla Brexit, a un'interpretazione elastica del Patto di stabilità per evitare tagli ai fondi di coesione e politiche agricole. Io trovo prioritario, però, ed è bene ricordarlo anche oggi, iniziare a dare un segnale chiaro su un punto simbolico che so essere a lei molto caro: porre rimedio all'escalation - che pure abbiamo registrato negli scorsi mesi - di procedure di infrazione aperte nel nostro Paese. In questi 14 mesi siamo passati da 59 a 81 procedure di infrazione, numeri che spaventano. Insomma, avrà un compito arduo ma entusiasmante e siamo sicuri che saprà essere all'altezza delle sfide, recuperando soprattutto la consapevolezza che distruggere l'Europa o ridimensionare la presenza italiana nell'Unione vuol dire negare il futuro e la speranza alle nostre giovani generazioni. Buon lavoro, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Boccia, Boschi, Brescia, Colletti, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Molinari, Morani, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scoma, Sisto e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012 (A.C. 1640-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1640-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative.

Li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, è noto che il Qatar è una delle realtà più dinamiche e innovative dell'area mediorientale. Dapprima satellite dell'Arabia Saudita, ma poi, grazie all'azione dell'ex emiro Hamad bin Khalifa Al Thani, è diventato il più grande esportatore mondiale di gas liquido, grazie all'enorme giacimento situato al largo delle sue coste, portando il PIL da 8 a ben 192 miliardi di dollari. Con queste ingenti risorse finanziarie si è potuto avviare quindi un processo di trasformazione di immagine all'estero, quindi, al momento, il Qatar è sinonimo di lusso, innovazione a vari livelli e sport, che, come sostengo sempre, è un veicolo primario per la presentazione della buona immagine di un Paese: non per nulla il Qatar ha ottenuto l'assegnazione dell'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022, che è notoriamente un'importante vetrina internazionale.

L'immagine è…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Colleghi! Prego.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Immagine e dinamismo sono rafforzati con l'apertura del canale satellitare pan-arabo Al Jazeera, simbolo proprio del Qatar nel mondo, grazie alla diffusione informativa mondiale sulle problematiche del mondo arabo. Inoltre c'è una grande attenzione in questo Paese allo sviluppo del sistema educativo ed al benessere sociale, anche se risultano ancora deficitari, per gli standard a cui siamo abituati, sul fronte delle libertà civili e politiche.

L'attivismo a 360 gradi del Qatar incoraggia un rapporto di cooperazione, e pertanto il MAIE si pone positivamente alla ratifica dell'Accordo in esame,…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). …che interessa l'ambito dell'istruzione, università e ricerca scientifica, esprimendo conseguentemente il proprio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali a questo disegno di ratifica, volevo semplicemente richiamare l'attenzione sulla condizione dei diritti umani e delle libertà civili in un Paese come il Qatar. Trattati d'intesa come questo, che sono di cooperazione sul terreno della ricerca scientifica, come quelli sulla cooperazione culturale, sono vettori importanti se però il nostro Paese - questo è l'invito che rivolgo al Governo - utilizza la costruzione di queste relazioni bilaterali, il rafforzamento delle relazioni bilaterali attraverso canali e strumenti come sono l'istruzione e la ricerca o la cultura, per aprire un dialogo sul terreno del rafforzamento dei diritti umani; altrimenti rischiamo di mettere da parte le questioni che riguardano i diritti umani e ragionare anche su istruzione e ricerca o cultura soltanto in termini economicistici, non utilizzando la potenza che invece accordi di questo tipo hanno. Per cui il voto è favorevole ad un accordo di cooperazione di questo tipo, ma l'invito al Governo è di farsi carico di rafforzare le relazioni bilaterali nel solco della riaffermazione dei diritti umani e delle libertà civili in Paesi come il Qatar, che sono partner strategici da un lato, ma a cui dobbiamo chiedere passi in avanti concreti ogni volta che raggiungiamo accordi e intese di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Egregio Presidente, onorevoli colleghi, come avrete visto Fratelli d'Italia non ha votato la ratifica dell'Accordo di cooperazione fra Italia e Qatar. Vogliamo oggi, per la prima volta ma per sempre, dismettere quell'ipocrisia di palazzo con cui si ratificano stancamente accordi internazionali interpretandoli al più come occasioni per una unanimità di facciata di quest'Aula: o gli accordi sono il nulla conditi dall'ipocrisia di palazzo - e non lo crediamo - oppure sono strumenti per intessere relazioni privilegiate con alcuni Stati ed in alcuni settori; sono, cioè, il modo con cui sta al mondo l'Italia; sono l'affermazione dell'identità italiana sulla scena internazionale. Se è così, noi oggi diciamo che vogliamo stringere rapporti privilegiati nel campo dell'istruzione, della formazione e della cultura con il Qatar, cioè vogliamo stringere rapporti privilegiati, come dicevano i colleghi di LeU, che hanno balbettato timidamente il grande tema sottostante a questi accordi (ma hanno avuto il coraggio, a metà, perché poi nel voto si sono rimangiati tutto ciò che hanno detto nella dichiarazione di voto): noi vogliamo stringere accordi con un Paese dove vige il reato di apostasia, punito con la pena di morte.

Noi vogliamo stringere rapporti privilegiati con un Paese che, come ha detto l'altro collega del gruppo Misto prima, ha un dinamismo imprenditoriale straordinario, che, in verità, altro non è che l'acquisizione predatoria di marchi straordinari italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per esercitare quel soft power che porterà a un'islamizzazione dolce della nostra società. Infatti lo so anch'io che il Qatar compra l'Excelsior di Roma, ma ricordo che l'Excelsior di Roma per me e per Fratelli d'Italia ricorda la Dolce Vita felliniana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non l'amara realtà qatarina: questo io mi ricordo!

E ancora, noi vorremmo stringere rapporti privilegiati con un Paese dove esiste il reato di blasfemia; e lo ricordo anche, come dire, alle vergini vestali tardo sessantottine del femminismo nostrano, che pullulano anche in quest'Aula, che vogliamo stringere rapporti nel settore dell'educazione con un Paese dove vi è discriminazione di genere, la più odiosa, perché parte proprio dalle scuole dell'infanzia, salvo venire qua, ogni qualvolta ci sia una battuta vagamente sessista al bar di uno scaricatore di porto, a fare un'interrogazione parlamentare e a parlare per delle ore del problema del sessismo in Italia, ma poi stringiamo rapporti con il Qatar (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

E ancora, vorrei ricordare che stringiamo rapporti e non balbettiamo nulla in questo Accordo con un Paese ove il proselitismo religioso, se non islamico, è punito ai sensi dell'articolo 257 del loro codice penale: andateglielo a dire alla comunità di cristiani o alla nostra comunità di 300 mila cattolici che sono in Qatar, perché, quando qualcuno si converte al cristianesimo o al cattolicesimo, dal Qatar prende e se ne deve andare, da quel Qatar illuminato di cui ci parlavano prima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, stringiamo rapporti con uno dei Paesi che più pervicacemente, assieme all'Arabia Saudita, ha messo in campo una strategia di soft power per l'islamizzazione dolce dell'Occidente, dell'Europa e dell'Italia. Cultura, istruzione, formazione, ricerca scientifica sono proprio i tasselli fondamentali della strategia dell'islamizzazione dolce della nostra società, che transita sì dagli investimenti nel mondo della sanità, nel mondo del lusso, nel mondo della moda, che sono stati elogiati - a me piange il cuore immaginare che le porte nuove della skyline di Milano siano nelle mani qatarine -, ma che poi giunge e si conclude con 72 milioni di euro investiti dal Qatar in Europa per realizzare moschee, di cui 22 milioni solo in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Oppure tramite la Charity Qatar Foundation, che finanzia in Italia 45 progetti di moschee per 50 milioni di euro, e, a parte questo Governo, tutti sanno che esiste una regola non scritta, che come tutte le regole non scritte vale più di quelle scritte, cioè che chi finanzia influenza, chi finanzia comanda. E allora mi dico che è giusta la libertà religiosa nel nostro Paese - sarebbe giusta anche a casa loro -, è giusta nel nostro Paese, ma mi chiedo quale Islam si predicherà in quelle mosche, se non quello più tradizionale, retrivo e conservatore di chi comanda in Qatar e finanzia quelle moschee.

Ecco, noi non vogliamo fingere di non sapere, noi vogliamo smetterla di fingere di non sapere tutto ciò. Oppure, a differenza di altri deputati, vogliamo, sapendo tutto ciò, non balbettare, però poi promuoviamo qualcosa. Noi vogliamo dirvi che non c'è traccia, non c'è vergognosamente una sola riga in questo Accordo destinata alla promozione del pluralismo religioso in Qatar, destinata alla promozione del diritto fondamentale della tutela della libertà religiosa in Qatar. Vogliamo dirvi che non vi crediamo quando ci venite a dire che questi sono strumenti di pressione per la crescita culturale del Qatar, perché fatico a credere ciò in quella nazione che ha un Presidente del Consiglio che recentemente ha fondato un partito per tornare ad essere il padrone dell'Italia, pur non avendo un solo voto in tasca; che, quando viene il Presidente iraniano in Italia, oscura i nudi capitolini perché confonde l'ospitalità con la sottomissione o il rispetto dell'ospite con la prostituzione culturale. Oppure viviamo, per fare un altro esempio, in quel Paese dove un ex Presidente della Camera trova normale, per rispetto, andare in moschea a Roma con il velo, ma, quando va dal Santo Padre, mette ai piedi qualcosa che è poco di più di una sciatta ciabatta. Questa è la nostra nazione e questa nazione non influenza il Qatar, ma ne viene (Commenti del deputato Sensi)…lasciami parlare, mi riferisco proprio alla Boldrini, che va in ciabatte dal Santo Padre (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, per cortesia!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …e si mette il velo quando va in moschea (Proteste del deputato Sensi). Vergognati, vergognati!

PRESIDENTE. Collega, moderi i toni (Proteste del deputato Sensi)!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sei già un sottomesso! Non alzare la voce con me, sottomesso!

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di moderare i termini.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sottomesso, sei un sottomesso (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Non siamo dei sottomessi. Accucciati, sottomesso (Proteste del deputato Sensi)!

PRESIDENTE. Collega Sensi!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Accucciati! Tranquillo, sottomesso.

PRESIDENTE. Collega Sensi! Collega Sensi! Collega, le chiedo di moderare i termini.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sì, ma c'è quel soggetto che mi insolentisce!

PRESIDENTE. Collega, per cortesia.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Lei deve impedire che mi insolentisca. Aquila non captat muscas, ma se la mosca insolentisce: insolentisce! Me lo faccia accucciare, da buon sottomesso.

PRESIDENTE. Collega, vada avanti.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). E allora noi riteniamo che, al di là delle migliori intenzioni, Presidente (Proteste del deputato Sensi)…e continua, però!

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Facciamo concludere il collega. Collega, l'ho vista, facciamo concludere il collega. Collega, vada avanti.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). La verità, per chi sottoscrive dolci atti di sottomissione, fa male, ma io avrei il diritto di proseguire, Presidente (Proteste del deputato Fiano).

PRESIDENTE. Collega, ha chiesto di intervenire. La farò intervenire una volta che conclude il collega (Proteste del deputato Sensi - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “Fuori, fuori!”). Collega, prosegua il suo intervento, ha un minuto e mezzo.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, chiederei di poter terminare il mio intervento. So che sono solo un deputato della Repubblica Italiana e non qatarina…

PRESIDENTE. Collega, può terminare, vada avanti.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …ma chiederei lo stesso rispetto che loro darebbero ai membri del Qatar (Proteste del deputato Sensi).

PRESIDENTE. Collega Sensi!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Noi riteniamo, Presidente (Proteste del deputato Sensi)….ancora!

PRESIDENTE. Collega Sensi, la richiamo all'ordine. Collega Sensi, la richiamo all'ordine (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Colleghi, il collega Sensi è stato appena richiamato; sono io che sto presiedendo, vi chiedo di far terminare il collega. Collega, può concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Non ci tapperete mai la bocca quando noi saremo a difendere la nostra civiltà e a difendere i diritti della cristianità nelle varie zone del mondo: mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E allora noi la riteniamo un po', come dire, per usare un termine soft e per non indisporre i campioni del laicismo e della sottomissione, una sorta di “scorciatoia di Efialte” per accelerare l'islamizzazione dolce della nostra società e Fratelli d'Italia non solo non la voterà, ma ancora una volta ne approfittiamo per anticipare che il nostro capogruppo Lollobrigida chiederà uno screening su tutti i finanziamenti che provengono dall'Arabia Saudita e dal Qatar sulle moschee italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non solo su quelli, ma su tutti i finanziamenti che hanno condotto all'acquisizione, anche predatoria, dei marchi che rappresentano l'identità italiana. E allora vi diciamo che così sarà da ora in avanti su questi accordi bilaterali, perché abbiamo rotto finalmente il muro dell'ipocrisia e perché quando si tratta di difendere la nostra civiltà, è dalle Termopili che ci sono due strade: una è prendere e andare con Efialte nella scorciatoia; l'altra è stare nella piana a combattere per la tua identità.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Noi di Fratelli d'Italia, da sempre, scegliamo la seconda via (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega Fiano, sull'ordine dei lavori? Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, scusi, io vorrei chiedere un chiarimento. Premetto che non credo di poter essere attaccato per una mia debolezza nei confronti della battaglia contro il jihadismo islamico o contro il pericolo di fare relativismo culturale nei confronti di chi nel mondo discrimina le culture o le religioni altrui o l'apostasia, perché credo di aver combattuto in quest'Aula, per esempio, con una firma contro la radicalizzazione islamica insieme anche alla collega Pollastrini nelle nostre carceri, nei nostri luoghi di accoglienza, nelle nostre scuole. Qui dentro noi dibattiamo di idee, Presidente, e mi consenta di dirle che, quando si va oltre il dibattito delle idee, ma si attacca una collega per come si è vestita, si offende la dignità di quella persona e di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi…

EMANUELE FIANO (PD). Il collega può avere tutte le idee del mondo che noi rispettiamo. Peraltro io - ripeto - sulla questione dell'Islam non credo di poter essere attaccato, ma - lo dico a lei e per questo le chiedevo di interromperlo - credo che sia un suo dovere censurare nel momento, non alla fine, chi trascende dal normale dibattito delle idee nel suo intervento e critica una persona per come si è vestita, perché bisogna farlo subito, altrimenti qui il dibattito trascende. Rimaniamo alle idee, non alle ciabatte, per favore. Ne va della dignità del nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Infatti, il collega Del Mastro delle Vedove è stato richiamato e gli ho chiesto di moderare i toni nel momento in cui ha parlato della collega e di come appunto si veste. Ovviamente c'era un po' di brusio, quindi probabilmente non l'ha sentito. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie Presidente. Prima di motivare il voto favorevole del Partito Democratico, voglio manifestare la mia solidarietà e quella del nostro gruppo all'onorevole Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che fra l'altro abbiamo l'onore di avere nelle nostre file, come compagna e collega del Partito Democratico. A chi è intervenuto prima di me voglio dire che nel suo intervento ha voluto condannare una forma di autoritarismo, di intolleranza, di scarso rispetto delle opinioni. Può anche aver avuto ragione, ma voglio dire che nelle sue parole rappresenta la stessa intolleranza, lo stesso autoritarismo e lo stesso scarso rispetto delle opinioni degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un'intolleranza e un autoritarismo, nel suo caso, con cui gli italiani hanno fatto i conti, non alle Termopili, ma il 25 aprile del 1945 (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E infatti siamo…

PRESIDENTE. Colleghi…

ANDREA DE MARIA (PD). …un'Aula libera e democratica.

PRESIDENTE. Colleghi...Collega Foti…

ANDREA DE MARIA (PD). Per quanto riguarda il provvedimento di cui stiamo discutendo, si tratta di un provvedimento che appunto promuove la collaborazione (Commenti del gruppo Fratelli d'Italia)...

PRESIDENTE. Collega Osnato!

ANDREA DE MARIA (PD). Sono onorato di essere antifascista (Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali) e potete parlare liberamente in quest'Aula perché ci sono stati gli antifascisti!

PRESIDENTE. Colleghi…

ANDREA DE MARIA (PD). Però, se fosse per voi, quest'Aula non ci sarebbe libera e democratica. Questa è la verità. Ringraziate chi vi consente di parlare liberamente! Ringraziatelo e siate tolleranti e democratici per una volta nella vostra vita e nella vostra storia. Bene, proseguirei sul provvedimento.

Come dicevo, questo provvedimento promuove la collaborazione sul piano culturale dell'istruzione e scientifico fra l'Italia e il Qatar. È un provvedimento, quindi, che consente lo scambio di docenti e di professionisti, che regola lo scambio culturale, che regola l'insegnamento delle rispettive lingue. In questo credo sia un provvedimento importante per il nostro Paese, come per il nostro partner.

Penso anch'io, come veniva detto da chi è intervenuto per LEU, che noi dobbiamo lavorare perché questo tipo di accordi siano anche uno strumento di azione diplomatica, di azione diplomatica per promuovere pace e stabilità in quell'area del mondo.

Infatti, il Qatar è dentro un contesto di conflitti e di tensioni che attraversano un'area molto delicata del pianeta per tante ragioni. Quindi, un dialogo diplomatico è anche un modo per promuovere una condizione di pace, di dialogo e di stabilità dell'Italia e dell'Italia nell'ambito della Unione europea e, poi, per promuovere i diritti umani fondamentali, il rispetto delle libertà religiose e il rispetto dei diritti delle donne e, quindi, per promuovere, attraverso il dialogo e attraverso il confronto fra Stati, anche quelle idealità e quei valori che sono scritti nella nostra Costituzione. E mi dispiace ricordarlo ai colleghi che sono intervenuti prima, ma anche quella è sempre nata dalla Resistenza antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega Silli, lei non era iscritto a parlare. Vuole intervenire? Su che cosa?

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Sull'ordine dei lavori, a titolo personale, giusto un minuto.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine dei lavori.

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Sì, certamente. Io intervengo semplicemente per, come dire, esprimere solidarietà per l'intervento del collega Delmastro Delle Vedove. È sempre molto antipatico quando si tira in ballo una persona o un collega in un dibattito politico, ma in questo caso, colleghi delle sinistre, non si tratta di vestirsi come si vuole (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non siamo in piazza o per la strada.

PRESIDENTE. Collega, collega, si rivolga alla Presidenza. E questo intervento non è sull'ordine dei lavori.

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Quando, signor Presidente, si parla con un leader religioso, come ci si veste è sostanza ed è una posizione politica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico -Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, non è un attacco da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia alla collega Boldrini: è politica!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Normalmente, si esprimono sempre pareri positivi e buone parole a favore di ratifiche e di accordi internazionali, perché, quando si parla di un accordo, si parla della possibilità di dialogo, si parla della possibilità di crescita, in qualunque campo esso sia sviluppato. Ci sono, però, delle volte in cui questi accordi possono essere votati con maggiore o minore convinzione.

Vado controcorrente rispetto a chi mi ha preceduto, e devo dire, per quanto riguarda il mio gruppo che voterà favorevolmente a questo accordo, che lo faremo con grande convinzione, convinzione che nasce da un'esperienza concreta e, in particolare, un'esperienza che riguarda la mia terra.

Con il Qatar la Sardegna da tempo intrattiene rapporti di collaborazione e di scambio, che vedono il Qatar investire non solo in campi classici, che riguardano la mia terra, quali quelli turistici, ma anche in campo sanitario.

Noi siamo stati abituati negli anni a vedere investitori che, più che investitori, hanno svolto la funzione di prenditori, perché sono arrivati, hanno goduto di opportunità, spesso anche di agevolazioni, e poi sono scappati via, hanno lasciato il nulla o, comunque, situazioni ben poco piacevoli.

Nel caso specifico, con gli amici qatarini si è sviluppata una collaborazione che ha dato buoni frutti, che ha visto una leale e reciproca collaborazione, che ha visto investimenti, non solo nel campo turistico, ma anche nel campo della sanità, grazie all'apertura della Mater Olbia, il nuovo ospedale di assoluta eccellenza, che consentirà di alzare il livello di standard della qualità della sanità in Sardegna, ma anche di combattere quei drammatici viaggi della speranza, di cui l'isola è vittima.

Ebbene, per queste ragioni e perché siamo convinti che dal dialogo con tutti, con chiunque e con qualunque realtà, possano nascere opportunità di confronto e di reciproca comprensione e anche di miglioramento dei rapporti, noi voteremo a favore di questo Accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Centemero. Ne ha facoltà.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, l'Accordo che ci accingiamo a ratificare mira a definire un quadro di riferimento per programmi di cooperazione diretta tra istituzioni scolastiche e universitarie, dalla partecipazione a corsi di formazione congiunti nel settore dell'istruzione, allo scambio di esperienze e informazioni relativamente alla scuola dell'infanzia, all'istruzione tecnica e professionale, all'amministrazione scolastica, alle risorse per l'apprendimento, alle misure per gli studenti con bisogni educativi speciali, alla valutazione e alla valorizzazione delle eccellenze e alle tecnologie applicate alla didattica delle lingue.

L'accordo favorisce la cooperazione accademica e gli accordi tra le facoltà, gli scambi di visite tra docenti, lettori e ricercatori, lo sviluppo della ricerca scientifica applicata e la produzione di studi, documenti e pubblicazioni tra l'Italia e il Qatar, e prevede l'assegnazione di borse di studio a studenti e laureati che intendano proseguire all'estero gli studi per conseguire un titolo universitario o un dottorato.

Peraltro, nell'ambito della cooperazione interuniversitaria, sono stati stipulati vari accordi bilaterali con università del Qatar da parte degli atenei italiani quali quello di Siena, Università per Stranieri, Sassari, Milano Statale, Milano Politecnico, Venezia, Università di Roma Tor Vergata.

Il tasso di alfabetizzazione in Qatar raggiunge il 96,7 per cento, ed è il più alto della media regionale. Una percentuale molto alta della popolazione in Qatar è straniera, e le singole comunità, sempre più spesso, decidono di aprire scuole legate o gemellate a scuole del Paese di origine. Il fatto che molte università italiane abbiano sviluppato progetti di ricerca in comune indica la necessità di procedere sulla strada di una diplomazia culturale, alla quale si affiancano, per quanto concerne l'Italia, anche gli accordi bilaterali nel commercio e nella sicurezza.

La diplomazia culturale significa esprimere appieno il potenziale dell'Italia come hub europeo per il Golfo e per il Mediterraneo, perché come si direbbe dalle parti di Doha, ma anche di Riad, ma anche di Algeri, ma anche di Beirut, e in tutto il mondo arabo (Prosegue il suo intervento in lingua araba)

PRESIDENTE. Collega, come ben sa, dovrebbe parlare in italiano. Siamo il Parlamento italiano, le chiedo di parlare italiano.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Le traduco. Significa che siamo al centro del Mediterraneo e quindi al centro del mondo, soprattutto perché, come Italia, non ci legano scomodi retaggi coloniali con i Paesi dell'area del Golfo del Mediterraneo, e la cultura e i nostri valori sono i primi ambasciatori dell'Italia nel mondo.

E mette molta tristezza pensare al fatto che il primo provvedimento del Governo Conte bis in ambito culturale sia stato quello di tagliare più di mezzo milione di euro al sistema museale per assumere nuovi burocrati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E mette tristezza pensare che il Ministro della pubblica istruzione, con una giustificazione erga omnes, una giustificazione urbi et orbi, di fatto vìola il diritto di sciopero degli studenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È come se l'opposizione chiedesse a lei, signor Presidente, il permesso di manifestare in piazza.

Ma che ci si può aspettare dal Governo di un Primo Ministro che nemmeno viene a riferire in Parlamento rispetto al suo terzo cambio di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Un Primo Ministro che rinnega di fatto i valori alla base della nostra democrazia, proprio quei valori che con questi provvedimenti vogliamo esportare anche all'estero per costruire una base culturale più simile alla nostra, una base culturale basata sui valori del nostro Paese.

Quindi, contro la barbarie culturale del Conte bis ci può salvare solo la nostra cultura e la diffusione dei nostri veri valori, perché un “bis-Conte” passa, ma l'Italia resta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per questo, per il futuro dell'Italia e il senso di resistenza culturale al Conte bis il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Yana Chiara Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, ci troviamo finalmente a ratificare un Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università, ricerca scientifica, tra il nostro Governo e quello dello Stato del Qatar.

Il Qatar è una delle realtà più dinamiche e innovative del Medio Oriente, questo va ricordato. Rappresenta oggi il più grande esportatore di gas al mondo e il suo PIL è cresciuto nello scorso decennio del 70 per cento, passando da 8 a 192 miliardi di dollari.

Il Qatar è diventato anche uno dei più grandi investitori al mondo, e, a testimonianza della propria internazionalizzazione, è anche assegnatario dei Mondiali di calcio 2022, prestigiosa vetrina internazionale. Ospita e finanzia, inoltre, l'emittente satellitare Al Jazeera, nota anche in tutto il mondo. È vero che c'è ancora molto da fare sulla tutela dei diritti umani e quella dei diritti dei lavoratori, soprattutto quelli immigrati, che rappresentano la maggioranza della popolazione residente, nel frattempo, però, sempre più questo Paese è riuscito ad affermarsi per il suo attivismo diplomatico e a ritagliarsi un proprio ruolo nella fitta rete di alleanze internazionali, spesso anche in apparente contraddizione tra di loro. I partner occidentali sono ovviamente quelli con legami preferenziali da salvaguardare, ed i rapporti si sono rinsaldati anche con diversi partner europei, Italia compresa, anche attraverso iniziative di collaborazione in svariati settori.

Per quanto riguarda la cooperazione culturale, è in atto il primo programma esecutivo di scambi bilaterali, che prevede azioni di cooperazione nel campo di arti visive, musica, teatro, editoria, tutela del patrimonio culturale, mezzi di comunicazione e sport. Inoltre, nell'ambito della cooperazione interuniversitaria sono stati stipulati sei accordi bilaterali con un'università del Qatar da parte degli atenei di Siena, Sassari, Milano Statale, Milano Politecnico, Venezia e l'Università di Tor Vergata a Roma.

L'Accordo che andiamo oggi a votare si articola principalmente in partecipazione a corsi di formazione congiunti e scambi di esperienze e informazioni relative alla scuola dell'infanzia, all'istruzione tecnica e professionale, all'amministrazione scolastica, alle tecnologie applicate e alla didattica delle lingue. Saranno favorite, oltre alla cooperazione accademica, anche lo scambio di visite a docenti, lettori, ricercatori, sviluppo della ricerca scientifica, documenti e pubblicazioni tra i due Paesi. Sono previste, infine, borse di studio per studenti e laureati che intendano proseguire all'estero gli studi per conseguire un titolo universitario o un dottorato.

Insomma, i vantaggi per entrambi i Paesi sono evidenti.

Inoltre, Presidente, in merito alla discussione alla quale abbiamo assistito poc'anzi, vorrei invitare tutti i colleghi ad iniziare a guardare al futuro, alle nuove generazioni, e sicuramente l'istruzione e la cultura sono un fulcro di esso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1640-A:

"Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e il Governo di Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Roma il 23 maggio 2016 (A.C. 1641-A) (ore 16,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1641-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e il Governo di Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Roma il 23 maggio 2016.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1641-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1641-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Scalfarotto, colleghi, un accordo di cooperazione che abbia come obiettivo lo sviluppo dei rapporti di amicizia e l'approfondimento e l'ulteriore strutturazione di una collaborazione scientifico-tecnologica con lo Stato di Singapore, un rapporto che con l'Italia è man mano cresciuto nel tempo, non può che trovare il MAIE, che in questo momento rappresento, assolutamente favorevole, soprattutto se, poi, vi è la possibilità, peraltro prevista dall'articolato in esame, di finanziare progetti di attività congiunte.

Lo Stato di Singapore è, sostanzialmente, una città-Stato, si è affermato come uno dei principali centri finanziari ed economici globali e, quindi, anche in considerazione dell'alto livello di sviluppo tecnologico, ben si comprende il nostro apprezzamento per questa ratifica ed il nostro voto conseguentemente favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, anche Fratelli d'Italia voterà convintamente la ratifica dell'Accordo con il Governo di Singapore. È fatto notorio che Singapore sia universalmente riconosciuta come un'autorità proprio nell'ambito scientifico e tecnologico di cui oggi discutiamo.

Fratelli d'Italia, in particolar modo, vuole sottolineare che ad un attento esame dell'Accordo non è sfuggito uno degli aspetti fondamentali, laddove si parla di cooperazione internazionale in materia di scienza e sviluppo tecnologico, che è quello della tutela della proprietà intellettuale a livello internazionale. Noi riteniamo questo Accordo di poterlo sottoscrivere e votare con grande convinzione, perché, da una parte, vi è una competizione, instaura un meccanismo virtuoso di competizione al rialzo con un'autorità internazionalmente riconosciuta come Singapore nel campo tecnologico e scientifico, ma, dall'altra parte, vi è straordinaria garanzia per uno dei temi scottanti dell'innovazione tecnologica, della ricerca scientifica, che è quello della proprietà intellettuale.

Allora, quando scopriamo che vi è una sorta di doppia proprietà, una che nasce sui progetti realizzati comunemente, ma vi è, dall'altra parte, una robusta, rotonda, ferrea difesa della proprietà intellettuale e degli altri diritti di natura proprietaria, pur derivanti dalle attività di cooperazione, ma che si radicano nel genio italiano, noi, evidentemente, possiamo votare a cuor sereno questa ratifica di questo Accordo di cooperazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Anch'io per annunciare il voto favorevole del mio gruppo, il gruppo del Partito Democratico. La collaborazione fra Italia e Singapore è una collaborazione che dura da tempo, in particolare in materia di scambio scientifico, tecnologico, culturale; il primo accordo è del 1990.

Questo Accordo che votiamo oggi, come è stato ricordato, consente di costruire un percorso virtuoso di scambio nel campo della ricerca scientifica, delle nuove tecnologie, delle tecnologie, un campo molto importante, molto prezioso, in cui Singapore sicuramente è un interlocutore di grande rilievo. Ebbene, attraverso un Accordo come questo, credo si possano complessivamente rafforzare i rapporti fra l'Italia e un interlocutore sicuramente molto interessante, un interlocutore molto importante sul piano anche degli scambi economici e degli scambi finanziari. Credo che in questa maniera mettiamo in campo un ulteriore strumento di azione diplomatica per il nostro Paese di grande valore e, quindi, voteremo questo Accordo con grande convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Nell'esprimere il voto favorevole a nome del gruppo di Forza Italia, ritengo opportuno sottolineare che questa ratifica arriva in un momento particolarmente significativo. Infatti, nel mese di marzo di quest'anno, il Parlamento europeo ha approvato un accordo commerciale con Singapore, che ha come obiettivo l'abbattimento delle tariffe doganali entro cinque anni, la protezione dei prodotti europei e l'apertura del mercato degli appalti di Singapore alle imprese europee. È un percorso che rilancia le relazioni con quello che è il principale partner commerciale dell'Unione europea nel Sud-Est asiatico: gli scambi di merci oggi arrivano a oltre 53 miliardi di euro e a 51 miliardi arrivano, invece, quelli relativi ai servizi. È chiaro che, in questo quadro, l'Italia, con le sue imprese, le sue intelligenze e con una politica che sia capace di interpretare una visione che guarda anche lontano e oltre i confini di casa nostra, può recitare un ruolo da protagonista. Per questa ragione, con l'auspicio che questo avvenga nei fatti, il gruppo di Forza Italia esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Accordo che stiamo per ratificare si inserisce nel contesto dell'alto livello di tecnologia raggiunto e applicato da Singapore, Paese fra i leader indiscussi se parliamo di smart city, in particolare in riferimento alla mobilità, alla sicurezza, alla sanità e ai servizi amministrativi. Negli ultimi anni, è cresciuta anche la cooperazione interuniversitaria tra Italia e Singapore che vede coinvolte, da una parte, atenei italiani, come quelli di Milano, di Torino, di Genova, la LUISS, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e l'Università la Sapienza di Roma e, dall'altra, le più importanti università di Singapore. La possibilità di finanziare progetti e attività congiunte pone il nostro Paese in una posizione privilegiata e ci inserisce in una rete di sviluppo e ricerca molto stimolante, che comprende le università di tutto il mondo, compreso il MIT di Boston.

Lo Stato di Singapore è uno dei principali centri finanziari ed economici globali e vanta il quinto reddito pro capite più elevato al mondo; costituisce il primo acquirente destinatario delle esportazioni italiane nella regione, con particolare riferimento ai settori di più alto valore aggiunto. Anche gli investimenti sono in crescita, tant'è vero che a Singapore sono attive e con sede stabile oltre 300 nostre aziende. L'Italia ha già concluso in passato accordi con Singapore in materia di cooperazione culturale e il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore della ratifica dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica, anche e soprattutto in ragione delle centinaia di italiani che a Singapore vivono e dimorano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, colleghi deputati, Governo, l'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo italiano e il Governo di Singapore ha il duplice e nobile obiettivo di consolidare il rapporto d'amicizia tra i due Paesi e rafforzare la già fertile collaborazione in campo scientifico e tecnologico, sancita da un precedente accordo entrato in vigore nel 1996. Il legame tra Italia e Singapore, uno dei principali centri economico finanziari globali, fa sì che nello Stato asiatico siano presenti oltre 300 aziende italiane e gli investimenti continuino ad essere in costante crescita; inoltre, aggiungo che Singapore è un Paese all'avanguardia nel campo dello sviluppo tecnologico applicato ad ogni settore. È, quindi, necessario far sì che questa ratifica abbia esecuzione quanto prima e, pertanto, dichiaro il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1641-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1641-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1641-A:

“Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e il Governo di Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Roma il 23 maggio 2016”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocolli, fatto a Kingston il 19 gennaio 2018 (A.C. 1767) (ore 17,01).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1767: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocolli, fatto a Kingston il 19 gennaio 2018.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 1767)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1767)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. L'Accordo in esame si inserisce nel contesto generale di ampliamento della rete di convenzioni per evitare le doppie imposizioni stipulate dall'Italia volte a realizzare un'equilibrata ripartizione delle materie imponibili tra i due Stati contraenti e a costituire un quadro giuridico di riferimento che consente alle imprese italiane in Giamaica, in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli altri investitori stranieri, di intrattenere rapporti economici e finanziari con soggetti di tale Paese, garantendo contestualmente gli interessi generali tutelati dall'amministrazione finanziaria italiana.

La struttura dell'Accordo si conforma agli standard più recenti del modello elaborato dall'OCSE, pur accettando l'inserimento di alcune disposizioni ispirate al modello di conservazione predisposto dall'ONU nel quadro di un necessario compromesso con le richieste della controparte, caratterizzata da un diverso grado di sviluppo. Il testo dell'Accordo accoglie inoltre gli elementi costituenti il livello minimo del progetto OCSE-G20 BEPS, inseriti nella Convenzione multilaterale per l'attuazione di misure relative alle convenzioni fiscali finalizzate a prevenire l'erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti, firmata dall'Italia il 9 giugno 2017, ed inoltre sono state raccolte altre raccomandazioni e le migliori prassi mutuate dallo stesso progetto. Il Protocollo è stato firmato dall'ambasciatore italiano negli Stati Uniti Armando Varricchio, che rappresenta il nostro Paese anche in Giamaica, il 19 gennaio 2019 con il Ministro delle finanze giamaicane Audley Shaw. L'Accordo si pone l'obiettivo, grazie ad un chiaro quadro fiscale di riferimento, di incentivare gli investimenti nelle due direzioni. Per le nostre imprese si tratta di un importante strumento di penetrazione sul mercato locale, che è anche un naturale punto d'ingresso per il più vasto mercato caraibico. La conclusione dell'Accordo corrisponde anche ad un momento di particolare sviluppo dell'economia giamaicana che, grazie al vasto programma di riforme economiche avviato dal Governo, registra una performance positiva. In un contesto di crescita positiva, le nostre esportazioni verso l'isola caraibica sono cresciute in modo esponenziale. Nel 2017 erano aumentate di più del 120 per cento rispetto al 2016 con importanti investimenti di grandi aziende. Vale qui la pena sottolineare l'investimento importante fatto dal gruppo Campari per la produzione esclusiva di una storica marca di rhum e, sulla scia della Campari, altre grandi aziende stanno scoprendo l'isola caraibica anche in relazione al fatto che la Giamaica ha portato avanti il processo di riforma del sistema fiscale avviato nel 2014; ha razionalizzato a seguito di suggerimenti ricevuti dal Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale il sistema degli incentivi fiscali, privilegiando gli interventi finalizzati allo sviluppo economico di determinate aree geografiche a sostegno di politiche di welfare.

L'Accordo che ci accingiamo ad approvare si compone di 32 articoli, di due Protocolli che ne formano parte integrante, uno avente funzione interpretativa-integrativa e uno aggiuntivo che prevede appropriate procedure di materia di arbitrato obbligatorio e vincolante in caso di mancata risoluzione delle controversie. L'Accordo resterà in vigore fino alla rinuncia di una delle due parti che avverrà per via diplomatica sei mesi prima ad ogni anno solare. Per le considerazioni brevemente esposte e per l'opportunità economica che tale Accordo fornisce alle nostre aziende e ai nostri investitori il parere del gruppo Italia Viva è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del Partito Democratico peraltro anticipato dall'unanime voto favorevole espresso dalla Commissione Esteri. Il provvedimento in esame si colloca lungo un cammino ormai già abbastanza avanzato di sviluppo di una rete di convenzioni bilaterali volte ad evitare ai produttori di reddito le doppie imposizioni fiscali e a prevenire, o almeno contenere, quanto più è possibile i fenomeni di evasione ed elusione fiscale. A questo proposito nei programmi del nuovo Governo e nel dibattito politico di questi giorni si è rimesso a fuoco l'eterno tema della lotta all'evasione fiscale, i cui confini continuano ad allargarsi e la cui entità ha raggiunto dimensioni tali da confermarsi come un vincolo pesantissimo per le nostre finanze pubbliche. Ebbene, qualsiasi passo reale che si fa per dotarsi di strumenti concreti che consentano di contrastare tale situazione, per quanto limitato possa apparire, è un passo in avanti che si compie in una giusta direzione.

Questo Accordo tra l'Italia e la Repubblica di Giamaica è certamente uno strumento concreto, un passo utile lungo un cammino da perseguire con efficacia e determinazione.

Sotto il profilo della regolazione della tutela degli interessi degli operatori che operano nell'area di riferimento dell'Accordo poi, l'Accordo, appena entrato in funzione, consentirà di avere un quadro definito delle regole da rispettare e delle possibilità che si possono cogliere. Questo consentirà ai nostri operatori commerciali e finanziari di muoversi su un piede di parità rispetto ad altri operatori che fanno riferimento a Paesi che hanno già stipulato simili convenzioni con la Repubblica giamaicana. Si alzerà, dunque, il livello concorrenziale delle nostre imprese e, allo stesso tempo, le nostre finanze potranno avere un apporto più regolare e positivo. Per queste ragioni, ribadisco il voto favorevole dei colleghi del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge di ratifica al nostro esame è composto da quattro articoli concernenti l'Accordo tra l'Italia e la Giamaica per eliminare le doppie imposizioni, fatto l'anno scorso a Kingston.

Tale Accordo si inserisce nel quadro della politica italiana per evitare le doppie imposizioni e favorire un quadro fiscale internazionale certo per l'operatività delle nostre imprese all'estero e nella prospettiva della lotta all'evasione e all'elusione fiscale anche in ambito internazionale.

Questo Accordo, pertanto, risponde ai criteri stabiliti dall'OCSE, rispettando il modello proposto ai Paesi membri, anche se sono stati inseriti punti che tengono conto delle necessità dei Paesi svantaggiati e del diverso livello di sviluppo della controparte secondo il modello elaborato dalle Nazioni Unite.

Quindi, chiarito il quadro in cui si colloca tale Accordo, non entro nel merito dell'articolato ma mi preme ricordare che l'articolo 30, introdotto su richiesta del nostro Paese, stabilisce che i benefici del presente Accordo non sono fruibili se le operazioni dei presunti beneficiari sono tese proprio ad ottenere i benefici di tale Accordo.

Ritengo che l'Accordo contenga elementi rilevanti per evitare l'elusione fiscale e che siano ben chiari i criteri tesi a identificare la stabile organizzazione. Esso definisce un quadro giuridico stabile che permetterà una più tranquilla operatività delle nostre imprese in Giamaica e, quindi, una maggiore capacità concorrenziale rispetto ad altri operatori esteri, che riteniamo positiva per lo sviluppo del nostro sistema Italia in quest'area dei Caraibi. Per tali ragioni, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il disegno di legge riguarda la ratifica ed esecuzione di un Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali.

L'obiettivo dell'Accordo è eliminare i fenomeni di doppie imposizioni ed equilibrare la ripartizione della materia imponibile tra i due Stati, disciplinando in questo modo gli aspetti fiscali riguardanti le relazioni economiche e finanziarie tra i residenti italiani e i giamaicani.

Figurano per l'Italia l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), le imposte sul reddito delle società (IRES), l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) e sul reddito d'impresa (IRI).

Crediamo che la struttura dell'Accordo, la quale si conforma agli standard più recenti del modello elaborato dall'OCSE, sia volta a costituire un quadro giuridico di riferimento che permetta alle imprese italiane presenti in Giamaica di operare in condizioni realmente concorrenziali rispetto agli altri investitori esteri.

Le riforme economiche intraprese dallo Stato della Giamaica hanno permesso di tenere sotto controllo inflazione e deficit grazie ai prestiti concessi dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale e dalla Banca interamericana di sviluppo. Sono state possibili riforme del fisco e strutturali a sostegno della crescita, comportando una progressiva riduzione del debito dal 2013 in costante calo.

Crediamo inoltre che, dato l'alto tasso di disoccupazione e l'estesa forza lavoro della Giamaica, questo sia un Paese dove gli imprenditori italiani possano attuare proficui investimenti. Nel settore primario, che possiede un valore pari al 7,6 per cento del PIL, la forza lavoro è del 18,6 per cento; il settore secondario, con un valore stimato del 21,9 per cento del PIL, ha una forza lavoro pari al 15,4 per cento.

Crediamo che questo Accordo con il Governo della Giamaica sia necessario perché è un Paese con buone potenzialità di sviluppo.

Attualmente, la principale produzione agricola è la canna da zucchero, ma la Giamaica è anche uno dei maggiori produttori mondiali di bauxite e possiede diversi impianti per la produzione di allumina. Vi sono anche importanti industrie tessili, del tabacco, della carta, del cemento e alimentari, oltre, ovviamente, all'industria turistica, che resta importante fonte di valuta estera. Pertanto, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore sulla ratifica di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Governo, considerando che è fondamentale che gli Stati mettano le proprie aziende nelle condizioni di essere presenti sul mercato internazionale in un'ottica paritaria e concorrenziale rispetto agli altri attori operanti nel campo, l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali rientra nel contesto generale di ampliamento della rete di convenzioni stipulate dall'Italia per evitare le doppie imposizioni, volto a realizzare un'equilibrata ripartizione della materia imponibile fra gli Stati contraenti.

Il trattato, che nella sua composizione tiene conto del diverso grado di sviluppo che caratterizza i due Paesi, delinea un quadro giuridico stabile indispensabile affinché le imprese italiane possano, appunto, operare in Giamaica in condizioni paritarie o concorrenziali rispetto agli altri investitori esteri, garantendo altresì gli interessi generali tutelati dall'amministrazione finanziaria italiana.

Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla ratifica ed esecuzione di tale Accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1767)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1767: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocolli, fatto a Kingston il 19 gennaio 2018".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica ed audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Bulgaria, con Allegato, fatto a Roma il 25 maggio 2015 (A.C. 1770-A) (ore 17,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1770-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica ed audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Bulgaria, con Allegato, fatto a Roma il 25 maggio 2015.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1770-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1770-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Scalfarotto e colleghi, quando illustrai la dichiarazione di voto sulla conversione del “decreto-legge cultura” sostenni la strategicità del settore cinematografico italiano. È emersa poi con forza, grazie ai numeri favorevoli, con il primo rapporto ANICA di qualche mese fa, da cui si evince come il cinema, l'audiovisivo e la televisione siano un comparto integrato e una risorsa indispensabile per il Paese.

Con queste riflessioni va da sé che la ratifica dell'Accordo di coproduzione con il Governo bulgaro in quest'ambito è benvenuta anche perché, a dispetto delle difficoltà a ritagliarsi uno spazio nel panorama cinematografico occidentale, le coproduzioni italo-bulgare e anche le produzioni bulgare, a dire la verità, stanno affermando via via un proprio perché in sede di festival e di manifestazioni.

I motivi per cui questa ratifica presenta notevoli peculiarità sono stati esaustivamente illustrati dai colleghi relatori in sede di presentazione e di discussione sulle linee generali e, quindi, in conclusione voglio fare soltanto un rapido passaggio sui benefici e sui vantaggi che l'industria cinematografica porta con sé in termini di indotto e, quindi, grazie al turismo, alla circolazione delle idee e delle immagini in virtù del peso del soft power, cioè della capacità, attraverso il racconto per immagini, di costruire una positiva percezione nel mondo del Paese che lo attua e di qualificare la sua offerta culturale, artistica e industriale e di attrarre, infine, visitatori e operatori, con ricadute economiche positive sui territori e sulle economie locali.

Per tutto questo il voto del MAIE su questo provvedimento è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Dichiaro il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Schirò. Ne ha facoltà. Colleghi, vi chiedo di abbassare, però, il tono della voce. Colleghi! Prego.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, signora Presidente e colleghi, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla ratifica dell'Accordo di coproduzione con la Bulgaria, che si configura come uno strumento normativo di incentivo alla realizzazione di opere cinematografiche ed audiovisive in regime di coproduzione estera.

Io sento un po' troppo rumore per poter continuare…

PRESIDENTE. Collega, ha ragione. Colleghi!

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie mille, signora Presidente. È stato già ricordato che questo provvedimento rinnova e rafforza i rapporti bilaterali previsti dal precedente Accordo del 1967, allargandoli all'audiovisivo, facendo proprie le disposizioni di una normativa di settore che negli anni è fortemente mutata, e tenendo conto delle più evolute esigenze tecniche dell'intera filiera cinematografica. Per l'Italia, Paese storicamente molto attivo nel campo delle coproduzioni cinematografiche, l'Accordo si colloca nell'ambito dello sviluppo di una rete di intese che vedono nella collaborazione e nella sinergia gli elementi fondamentali per promuovere il cinema di qualità e per favorire l'industria di settore.

Favorire lo sviluppo delle coproduzioni, del resto, è il modo migliore per internazionalizzare il prodotto cinematografico nazionale ed europeo, soprattutto in considerazione delle continue e profonde trasformazioni culturali ed economiche che caratterizzano questo settore. Le coproduzioni generano scambi di idee, allargano le conoscenze, fanno circolare maestranze e competenze, favoriscono rapidità di recupero in termini economici, ampliamento del mercato e condivisione dei rischi. Dunque, attraverso questi strumenti, si forniscono efficaci modalità di intervento e di operatività all'intera filiera cinematografica.

Più in generale, l'Accordo con la Bulgaria si inquadra nell'ambito degli accordi bilaterali di coproduzione cinematografica in vigore fra altri Stati membri dell'Unione europea e fra l'Italia e altri Stati membri dell'Unione europea: accordi che trovano riscontro anche nella Convenzione europea sulla coproduzione cinematografica firmata a Strasburgo il 2 ottobre 1992, ed entrata in vigore il 1° aprile 1994.

Concludendo, vorrei ricordare che tra gli obiettivi di questi strumenti normativi vi è anche quello di rafforzare e promuovere le diverse cinematografie nazionali, favorendo la creazione di un'Europa anche del cinema, con l'auspicio che attraverso la cultura, e la cultura del cinema in particolare, si fortifichi il dialogo interculturale e parallelamente la stessa sostenibilità culturale del nostro continente.

Per queste ragioni, e per richiami di ordine più strettamente normativo esposti dal relatore, confermo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, la ratifica che siamo chiamati ad approvare concerne un accordo di coproduzione cinematografica ed audiovisiva con la Bulgaria, ed ha un costo veramente esiguo, di poco più di 3 mila euro ogni quattro anni. Si tratta di un Accordo che va nella direzione di una maggiore integrazione europea attraverso la cultura, ed è volto a rinnovare e rafforzare l'Accordo precedente del 1967 allargandolo al settore audiovisivo.

Alla luce di “Europa creativa” e dell'evoluzione tecnologica che ha portato notevoli cambiamenti nel settore cinematografico, ritengo che tale Accordo incoraggi la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo sia della nostra industria cinematografica, sia di un'industria cinematografica europea, riconoscendo all'articolo 7 l'equiparazione dei cittadini dell'Unione europea per quanto concerne le figure tecnico-artistiche che prendono parte alle coproduzioni. L'Europa della cultura può aiutare una migliore ed effettiva integrazione politica ed istituzionale europea.

Quindi, convinta degli aspetti positivi di tale Accordo, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo Accordo è volto non soltanto a rinnovare e consolidare i rapporti cinematografici già previsti dal precedente Accordo del 1967, ma anche ad estenderli al settore audiovisivo.

L'obiettivo di questo Accordo è, pertanto, di promuovere lo sviluppo dei rapporti culturali tra i due Paesi e contribuire alla crescita economica dei settori della produzione e della distribuzione cinematografica.

Con questo Accordo, pertanto, signor Presidente, si intende porre in essere un sostegno normativo che sia in accordo con le moderne esigenze di natura tecnica e tecnologica dell'intera filiera cinematografica. L'Accordo riguarda due Paesi con culture assai diverse, che vanno incontro l'un l'altra per il raggiungimento di un fine comune. Crediamo infatti che l'Accordo, il quale consente di avvantaggiarsi pienamente di diversi benefici nella realizzazione di opere in coproduzione, aiuterà l'interscambio delle relazioni culturali e darà un valido impulso a tutto l'apparato industriale della cinematografia. Riteniamo pertanto utile questo Accordo perché definisce le condizioni e i requisiti necessari per l'ammissione ai benefici della coproduzione e stabilisce che le riprese, compresa la loro elaborazione e tutti i servizi legati al doppiaggio e alla sottotitolatura, debbano essere realizzati all'interno dei Paesi coproduttori, ad eccezione dei casi in cui la sceneggiatura lo richieda. L'Accordo, pertanto, sarà di beneficio all'industria del cinema italiano, perché prevede agevolazioni all'importazione temporanea e alla susseguente riesportazione dell'attrezzatura cinematografica. Pertanto il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Unicamente per confermare la nostra intenzione di votare in favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1770-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1770-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1770-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica ed audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Bulgaria, con Allegato, fatto a Roma il 25 maggio 2015”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 961 - D'iniziativa dei senatori: Pacifico ed altri: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017 (Approvata dal Senato) (A.C. 1814) (ore 17,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1814: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 1814)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1814)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Dichiaro il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove, che rinuncia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Anch'io dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Annunzio il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame riguarda gli emendamenti in base ai quali la Multinational Force and Observers ha sede a Roma. L'intesa che viene modificata risale in effetti all'ormai lontano 1982, quando la MFO venne posta in essere nel quadro delle misure assunte internazionalmente per assicurare il mantenimento della pace faticosamente raggiunta tra Egitto e Israele a Camp David nel 1978. La MFO svolge da allora preziose funzioni di monitoraggio e garanzia, con unità militari schierate nella penisola del Sinai e nelle acque adiacenti fornite attualmente da dodici Stati, tra i quali l'Italia. Ha inoltre uffici di rappresentanza in Egitto ed Israele, e, soprattutto, la propria direzione generale qui a Roma. Si tratta evidentemente di un riconoscimento importante, al quale corrisponde anche una rilevante esposizione diretta del nostro Paese nella forma della partecipazione della Marina militare al Coastal Patrol Unit, incaricata di vigilare sulla libertà di navigazione nello stretto di Tiran, che unisce il Golfo di Aqaba al Mar Rosso ed è di grande rilevanza strategica. La necessità di un aggiornamento dell'Accordo del 1982 è stata imposta dal deteriorarsi delle condizioni di sicurezza dell'area, che hanno consigliato di incrementare anche le risorse organiche di cui la sede direzionale della MFO a Roma è dotata. Pertanto, signor Presidente, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà convintamente a favore di questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1814)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1814:

S. 961 - "Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 962 - D'iniziativa dei senatori: Vanin ed altri: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017 (Approvata dal Senato) (A.C. 1815) (ore 17,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1815: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 1815)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1815)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, sottosegretario Scalfarotto e colleghi, con la ratifica di questo accordo, a cui il MAIE dichiara il suo voto favorevole, a mio modesto parere si contribuisce ad affermare ancora una volta il ruolo internazionale dell'Italia ed anche a rafforzare ed arricchire l'immagine della città di Venezia, che, oltre ad essere sede di prestigiosi organismi internazionali, diventa giuridicamente Ufficio del Consiglio d'Europa, passando da una identità informale ad una ufficiale internazionale. Tale passaggio pertanto consentirà al locale capo della struttura di rappresentare il segretario generale di fronte alle autorità nazionali, con riferimento a tutti gli scopi istituzionali assegnati all'ufficio stesso, oltre che facilitarne le incombenze gestionali. La possibilità poi di condurre politiche di comunicazione attiva porterebbe ad aumentare e ancor più qualificare la visibilità dell'organizzazione stessa, dei suoi valori e delle sue attività tra l'opinione pubblica. Concludendo, ribadisco il voto favorevole del MAIE al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Dichiaro il voto favorevole di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Signor Presidente, il Memorandum, la cui esecuzione stiamo per ratificare, attribuisce status giuridico internazionale all'Ufficio del Consiglio d'Europa situato a Venezia.

Questo Ufficio è dedicato, in particolare, a promuovere la cooperazione euromediterranea sul fronte dei diritti civili e umani, sul fronte della democrazia e dello Stato di diritto, secondo le finalità proprie del Consiglio d'Europa. Avere un Ufficio dedicato a questi temi, in particolare con proiezione sull'area euromediterranea, come chiunque comprende, è particolarmente importante, se solo abbiamo presente quante crisi, instabilità e ragioni di insicurezza scuotono il bacino mediterraneo e come quel bacino, in particolare, sia esposto ogni giorno a eventi e fatti, che mettono in causa il rispetto e la tutela dei diritti umani e civili.

Per questo io credo che la ratifica di questo Accordo, di questo Memorandum, sia importante e rafforzi, com'è già stato detto da un collega, il ruolo importante di proiezione internazionale di una città come Venezia, che non solo per quello che rappresenta dal punto di vista culturale, ma per avere nella propria città altre istituzioni internazionali importanti, come l'Ufficio regionale dell'UNESCO e la Commissione di Venezia giuridica sui diritti umani, rafforza ulteriormente, con lo stabilimento di questo Ufficio, la propria proiezione del proprio ruolo sulla scena internazionale.

Per queste ragioni il gruppo del Partito Democratico voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame, già approvato dal Senato, è ereditato dalla scorsa legislatura, in quanto il suo iter è stato interrotto alla fine della legislatura stessa. Esso ha per oggetto la ratifica del Memorandum di intesa per l'istituzione di un Ufficio periferico del Consiglio d'Europa a Venezia, in considerazione della presenza di un'unità informale nella città lagunare, dedicata alla gestione delle attività di cooperazione euromediterranea.

Ritengo che la presenza di tale Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia sia motivo di orgoglio per l'Italia e di interesse della nostra politica estera, visto il ruolo che l'Italia riveste nel Mediterraneo e i problemi che ad esso sono connessi e che toccano i temi specifici, di cui si occupa il Consiglio d'Europa.

Con la ratifica di questo Accordo si contribuisce a rafforzare l'immagine della città di Venezia, quale luogo di incontro e di scambio di culture, popoli e civiltà, di integrazione interculturale e rispetto dei diritti umani, attestato dalla presenza di prestigiosi organismi internazionali. Si tratta di un provvedimento che riconosce un ruolo importante all'Italia nel Mediterraneo, a fronte di un costo esiguo, pari a 40 mila euro, per cui annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, il Memorandum in esame attribuisce all'Ufficio, già informalmente operante a Venezia dal 2011, lo status giuridico internazionale di Ufficio del Consiglio d'Europa, esentandolo così da ogni imposta diretta, nonché dai dazi doganali, e concedendo immunità e privilegi ai funzionari dell'Ufficio stesso.

Uffici periferici del Consiglio d'Europa sono già presenti in diversi Stati membri dell'organizzazione e hanno il compito di agevolare l'attuazione delle proprie attività e programmi.

L'Ufficio di Venezia si occuperà della gestione della cooperazione euro-mediterranea nell'ambito della promozione dei diritti. Il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore della ratifica di questo Memorandum. Colgo, però, l'occasione in questa sede, in qualità di membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, per stigmatizzare ciò che è accaduto negli ultimi mesi proprio in seno al Consiglio d'Europa, del quale peraltro l'Italia è fra i primi cinque finanziatori. Infatti, non solo il Consiglio d'Europa ha più volte censurato le parole del leader del più grande partito in Italia, Matteo Salvini, non solo ha fatto un indegno dossieraggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… non solo, dicevo, ha fatto un indegno dossieraggio nei confronti di noi parlamentari della Lega, ma il Consiglio d'Europa ha cercato anche di far passare l'idea che l'Italia e i cittadini italiani siano mafiosi e razzisti. E questo, Presidente, è assolutamente vergognoso ed inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Devo dire, Presidente, che tutti i partiti politici italiani hanno respinto con sdegno queste accuse infami per l'Italia.

Ma c'è di più: il Consiglio d'Europa, quel Consiglio d'Europa che dovrebbe occuparsi dei diritti dei cittadini europei, quel Consiglio d'Europa che dovrebbe occuparsi del cosiddetto State of law, sta tentando da mesi di ostacolare la formazione del gruppo parlamentare costituito, in seno appunto al Consiglio, anche dei membri della Lega, cambiando le regole in gioco, cambiando le norme, cambiando il numero dei membri e i Paesi aderenti. È questa la democrazia delle istituzioni europee, Presidente?

Io voglio dire con forza che la Lega non si fa intimidire. La Lega non starà zitta. La Lega in Consiglio d'Europa andrà a testa alta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) a far valere le idee e i principi per i quali un terzo degli italiani ci ha dato fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Simona Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1815)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1815: S. 962 - "Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016 (A.C. 1850-A) (ore 18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1850-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016.

Ricordo che nella seduta del 24 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1850-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1850-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, sottosegretario Scalfarotto, colleghi, lo sport è un importante, fondamentale veicolo di promozione, aggregazione, socializzazione, educazione, ed anche risorsa economica, per quanto, specie nel calcio, riesce a movimentare. Proprio perché esso rappresenta un fenomeno di tale portata, è necessario garantire la sicurezza di chi lo pratica, di chi ci lavora e di chi, come spettatore, usufruisce dei vari eventi. In tanti ricordiamo, purtroppo con raccapriccio, i tragici accadimenti del 29 maggio 1985 avvenuti allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui nella finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, sugli spalti, per una serie di cause che vanno dall'imbecillità alle carenze strutturali e organizzative, morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e si registrarono oltre 600 feriti.

L'indignazione dell'epoca naturalmente fu elevata e portò all'adozione della Convenzione n. 120 appunto del 1985, la quale, pur avendo svolto il proprio compito nei primi anni egregiamente, da circa un decennio ha evidenziato la scarsa rispondenza all'esigenza della violenza sportiva e necessitava perciò di un aggiornamento. Il testo della Convenzione aggiornata, che fu aperta alla firma il 3 luglio 2017, rappresenta un articolato che va incontro alle avvenute esigenze in tema di sicurezza fisica, pubblica ed assistenza agli eventi sportivi e, a nostro avviso, merita la ratifica del Parlamento italiano. Pertanto, il MAIE voterà favorevolmente a tale provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, signor Presidente. Tutti abbiamo presente come, negli ultimi anni, il fenomeno della violenza sportiva, della violenza negli stadi, e non solo negli stadi, abbia conosciuto un incremento e sia uno dei fenomeni più preoccupanti che turbano l'opinione pubblica e anche la serenità che deve accompagnare eventi di carattere sportivo. Oggi noi siamo qui chiamati a ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato al tema della sicurezza fisica, della sicurezza pubblica, dell'assistenza alle partite di calcio e ad altri eventi sportivi. È già stato richiamato da un collega che mi ha preceduto come tutti abbiamo nella memoria la tragica vicenda dello stadio Heysel di Bruxelles, così come i tanti eventi luttuosi che hanno spesso accompagnato altri eventi sportivi, sia in Italia che in altri Paesi europei. Proprio dalla consapevolezza di intervenire su una situazione che, via via, diventava più grave e più pericolosa, è nata, appunto, l'elaborazione di questa Convenzione, che si preoccupa, con il proprio assetto normativo, di affrontare i temi della sicurezza fisica, della sicurezza pubblica, dell'assistenza e della promozione di uno spirito di collaborazione tra tutti gli enti che, in qualche modo, vengono chiamati alla realizzazione di eventi sportivi. La Convenzione, quindi, prevede una serie di misure sia volte a prevenire, sia a volte a reprimere e a punire atti violenti che turbino eventi sportivi.

La Convenzione e gli Stati che la firmano - e in questo momento, quindi, noi che stiamo per ratificare questa Convenzione - si impegnano a incoraggiare gli enti pubblici e privati che organizzano eventi sportivi a mettere in campo tutte le misure, sia di prevenzione, sia di sicurezza, per il normale e sereno svolgimento di questi eventi. C'è una richiesta e una sollecitazione, ovviamente, agli Stati membri di conformare la propria legislazione e la propria strumentazione normativa alle prescrizioni della Convenzione, di predisporre piani, in particolare, di emergenza laddove si producano eventi luttuosi o, comunque, che turbino la serenità di un evento sportivo e, da questo punto di vista, anche di predisporre tutte le misure per rendere i luoghi, a partire dagli stadi che ospitano eventi sportivi, luoghi sicuri e accessibili, soprattutto, per le persone che possono essere più esposte e più vulnerabili. Infine, una prescrizione, un'indicazione è quella di rafforzare tutti gli elementi di cooperazione tra i servizi di intelligence e di polizia al fine di prevenire e reprimere atti che turbino gli eventi sportivi. Segnalo, infine, che la Commissione cultura del nostro Parlamento ha espresso sul provvedimento che stiamo per approvare un parere favorevole, con una serie di indicazioni aggiuntive, volte a favorire, appunto, una cooperazione tra tutti i soggetti e gli enti che concorrono all'organizzazione e alla realizzazione di un evento sportivo, ivi comprese le associazioni delle tifoserie e dei supporter, e una serie di indicazioni volte a rafforzare i meccanismi di prevenzione, gli atti criminosi connessi a eventi sportivi, compreso il rafforzamento di tutta la cooperazione di intelligence e di polizia. Per tutte queste ragioni, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo

Partito Democratico ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie. Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, il provvedimento di ratifica al nostro esame è di particolare importanza in considerazione del ruolo rilevante che lo sport riveste nella nostra società. Infatti, la Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza nello sport, formata da un breve preambolo e da 22 articoli, mira a promuovere l'accoglienza e la sicurezza degli spettatori dentro e fuori gli stadi, favorendo il dialogo tra soggetti pubblici e privati preposti al buon andamento delle manifestazioni sportive. Inoltre, si prevede di rafforzare la cooperazione internazionale tra forze di polizia e di prevenire e punire quei gesti che tutti abbiamo deplorato e che poco hanno a che fare con lo sport, come il teppismo e la violenza.

La Convenzione, tra i vari aspetti dell'organizzazione sportiva, volta a garantire sicurezza fisica e pubblica creando un ambiente accogliente dentro e fuori gli stadi, prevede l'impegno che le autorità preposte si accertino che gli spettatori siano trattati in maniera appropriata durante le manifestazioni sportive, favorendo una maggiore accessibilità ai bambini, alle persone anziane e ai disabili: un aspetto importante che contribuisce a rendere lo sport luogo di socializzazione per tutti.

Signor Presidente, non entro nel merito dell'articolato, ma vorrei sottolineare che tale Convenzione punta fortemente sulla collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella vicenda sportiva sulla strada della responsabilizzazione, garantendo la messa in pratica di tre pilastri: la safety, la security e l'assistenza. Le immagini dei disordini e delle tragedie che hanno sconvolto l'Europa dello sport sono ancora vivi per non sollecitare una rapida ratifica di tale strumento, che vuole essere uno strumento per lo sport e per la crescita della società europea. Lo sport esalta le dimensioni proprie dell'essere umano, favorisce l'incontro tra le persone e le culture e nessuna violenza deve aleggiare su coloro che vogliono sperimentare la partecipazione sportiva, luogo di educazione civica, di competizione e rispetto. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega annuncia voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentante del Governo, ricordando che nell'ultimo decennio è divenuto evidente come la Convenzione n. 120 non risponda più alle esigenze di contrasto del fenomeno della violenza negli stadi e necessiti di un aggiornamento poiché confligge con le più recenti raccomandazioni e prassi instauratesi nel settore; ribadendo la natura della Convenzione del Consiglio d'Europa oggetto della presente ratifica, la quale mira ad un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi; dando rilievo anche a tutta una serie di misure volte a prevenire e punire atti violenti e intemperanze degli spettatori mediante divieti di accesso e sanzioni da applicare nel Paese dove il reato è stato commesso o nel Paese di residenza o di cittadinanza del trasgressore; ringraziando i colleghi che mi hanno preceduto per il loro prezioso contributo, avendo aggiunto elementi importanti nel dibattito in Aula, dichiaro, a nome del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1850-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1850-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1850-A: "Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla II Commissione (Giustizia):

S. 1460 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64” (Approvato dal Senato) (2107) - Parere delle Commissioni I, V e VI.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre 2019 e programma dei lavori dell'Assemblea per i mesi di novembre e dicembre 2019.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di ottobre:

Lunedì 30 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1201-B - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Discussione sulle linee generali della mozione Lattanzio, Casciello, Sasso, Piccoli Nardelli, Fusacchia ed altri n. 1-00146 concernente iniziative di competenza volte a onorare la memoria di Antonio Megalizzi, tragicamente scomparso a seguito dell'attentato terroristico dell'11 dicembre 2018 a Strasburgo

Martedì 1° ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 1° ottobre (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1201-B - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Seguito dell'esame della mozione Lattanzio, Casciello, Sasso, Piccoli Nardelli, Fusacchia ed altri n. 1-00146 concernente iniziative di competenza volte a onorare la memoria di Antonio Megalizzi, tragicamente scomparso a seguito dell'attentato terroristico dell'11 dicembre 2018 a Strasburgo

Nella seduta di martedì 1° ottobre, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2107 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64 (approvato dal Senato – scadenza: 6 ottobre 2019)

Mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 4 ottobre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2107 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64 (approvato dal Senato – scadenza: 6 ottobre 2019)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 1201-B - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Eventuale seguito dell'esame della mozione Lattanzio, Casciello, Sasso, Piccoli Nardelli, Fusacchia ed altri n. 1-00146 concernente iniziative di competenza volte a onorare la memoria di Antonio Megalizzi, tragicamente scomparso a seguito dell'attentato terroristico dell'11 dicembre 2018 a Strasburgo

Nella seduta di mercoledì 2 ottobre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di giovedì 3 ottobre, alle ore 9,30, avranno luogo le votazioni per schede per l'elezione di un Questore e di un Segretario di Presidenza, a norma dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento

Venerdì 4 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 7 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 1585-B - Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera)

Discussione sulle linee generali della mozione Cunial ed altri n. 1-183 concernente iniziative volte alla tutela della salute in relazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, con particolare riferimento alla tecnologia di quinta generazione, nota come 5G

Discussione sulle linee generali delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00241 e Mulè ed altri n. 1-00242 concernenti iniziative volte alla realizzazione dell'opera «Gronda di Genova», nel quadro dello sviluppo infrastrutturale del Paese

Martedì 8 ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 8 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 9 e giovedì 10 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 11 ottobre)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1585-B - Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera)

Seguito dell'esame della mozione Cunial ed altri n. 1-183 concernente iniziative volte alla tutela della salute in relazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, con particolare riferimento alla tecnologia di quinta generazione, nota come 5G

Seguito dell'esame delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00241 e Mulè ed altri n. 1-00242 concernenti iniziative volte alla realizzazione dell'opera «Gronda di Genova», nel quadro dello sviluppo infrastrutturale del Paese

Nella seduta di mercoledì 9 ottobre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di giovedì 10 ottobre, alle ore 9.30, avrà luogo l'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza

Venerdì 11 ottobre ( ore 9.30 )

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 14 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1939, della proposta di legge n. 907 e abbinata - Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare ("Legge SalvaMare")

Discussione sulle linee generali della mozione Noja ed altri n. 1-00243 concernente iniziative per la lotta alle discriminazioni nei confronti delle donne con disabilità

Martedì 15 ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 15 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 16 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 17 ottobre (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 18 ottobre)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1939, della proposta di legge n. 907 e abbinata - Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare ("Legge SalvaMare")

Seguito dell'esame della mozione Noja ed altri n. 1-00243 concernente iniziative per la lotta alle discriminazioni nei confronti delle donne con disabilità

Nella seduta di mercoledì 16, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di mercoledì 16 ottobre, alle ore 16, avranno luogo le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019

Venerdì 18 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 21 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2100 - Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (da inviare al Senato – scadenza: 20 novembre 2019)

Discussione sulle linee generali della mozione in materia di libere professioni e iniziative a sostegno delle imprese (in corso di presentazione)

Martedì 22 ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 22 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 25 ottobre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2100 - Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (da inviare al Senato – scadenza: 20 novembre 2019)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione in materia di libere professioni e iniziative a sostegno delle imprese (in corso di presentazione)

Nella seduta di mercoledì 23 ottobre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 25 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 28 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1476 - Conversione in legge del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 novembre 2019)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1524 - Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro (in corso di presentazione)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 687 - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Discussione generale della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Martedì 29 ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 29 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 30 e giovedì 31 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1476 - Conversione in legge del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 novembre 2019)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1524 - Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 687 - Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Nella seduta di mercoledì 30 ottobre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 1585-B, nn. 1939, 907 e abb., n. 1524, n. 687, n. 52 e abb. e della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi della mozione in materia di libere professioni e iniziative a sostegno delle imprese e della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro sarà definita dopo la loro pubblicazione.

Comunico che è stato altresì convenuto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di novembre e di dicembre:

Mese di NOVEMBRE

Disegno di legge S. 1493 - Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 104, recante disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché per la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di polizia e delle Forze armate e per la continuità delle funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 20 novembre 2019)

Mozione sui fatti di Bibbiano (in corso di presentazione)

Proposte di legge nn. 702, 1461 e abbinata - Disposizioni in materia di conflitti di interessi

Proposta di legge n. 788 - Norme sull'accertamento della rappresentatività delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro privati

Proposta di legge n. 1266 - Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e altre disposizioni concernenti la vigilanza e la sicurezza sul lavoro nonché prevenzione e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

Proposta di legge n. 1682 - Disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica italiana

Disegno di legge n. 1812 - Deleghe al Governo in materia di semplificazione e codificazione

Proposta di legge n. 2103 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione seriale e massiva dei contenuti illeciti e di informazioni false attraverso la rete internet, le reti sociali telematiche e le altre piattaforme digitali

Proposta di legge n. 1295 e abbinata - Disposizioni in materia di impiego delle guardie giurate all'estero

Proposta di legge n. 855 e abbinata - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali

Proposta di legge n. 474 e abbinata - Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli degli enti locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 24, 1051,1368, 1366 e abb. – Modifiche al codice della strada

Mozione Pella ed altri n. 1-00082 concernente iniziative per la prevenzione e la cura dell'obesità

Mozione Zoffili ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all' assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero

Mese di DICEMBRE

Disegno di legge di bilancio (ove trasmesso dal Senato)

Proposta di legge n. 2070 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia (approvata dal Senato)

Proposte di legge nn. 1, 457, 470, 526 e abbinate - Modifiche all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali

Disegno di legge n. 1881 - Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115

Proposta di legge n. 1317 - Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare

Proposte di legge nn. 1008, 1636 e abbinata - Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre 2019

Proposta di legge costituzionale n. 716 - Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica

Proposta di legge costituzionale S. 1440 - Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvato dalla Camera - ove trasmesso dal Senato)

Proposta di legge n. 1057 - Ricostituzione del Corpo forestale dello Stato

Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare n. 14 - Norme per l'attuazione della separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura

Mozione Conte ed altri n. 1-222 concernente le modalità di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di autonomia differenziata, con particolare riferimento alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni

Proposta di legge nn. 630 - Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, e delega al Governo per la revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento e l'adozione di minori

Disegno di legge n. 1661 - Delega al Governo per la modifica del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285

Disegno di legge n. 2090 - Disposizioni per garantire sostegno al servizio civile universale

Proposta di legge n. 671 - Disposizioni per il contrasto della povertà e per la riforma delle prestazioni sociali

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Interventi di fine seduta.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Parliamo di TAV. Lunedì 23 settembre 2019 si è svolta nei pressi di Modane, ai cantieri TAV lato Francia, la cerimonia per la conclusione del primo tratto del tunnel di base della Torino-Lione: il tunnel di base, signor Presidente, che il MoVimento 5 Stelle dice non esistere. Presenti i sindaci, i parlamentari francesi e i parlamentari italiani. Ho avuto l'onore anch'io di assistere a quel momento storico: presente il Governo francese, grande assente il Governo italiano.

Ieri, signor Presidente, in audizione, il Ministro Amendola non ha risposto alla nostra domanda sulla posizione di questo novello Esecutivo sulla questione TAV e non ha risposto sui motivi della grave assenza del nuovo Esecutivo a Modane presso i cantieri TAV lato francese.

Signor Presidente, da deputato piemontese eletto in provincia di Torino, esprimo tutta la mia preoccupazione ed esprimo anche la preoccupazione dei piemontesi. TAV vuol dire lavoro e ambiente: perché l'assenza del Governo italiano a Modane? Come si giustifica il Governo italiano per questa assenza? Quale linea prevarrà sulla TAV nella composita maggioranza? Prevarrà la linea Partito Socialista Italiano-Renzi-Partito Democratico o prevarrà la linea LEU- MoVimento 5 Stelle? Il mio Piemonte, torno a ripeterlo, è molto preoccupato, Presidente. Vigileremo perché sulle grandi opere, sul futuro del Paese e del Piemonte non si scherza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

JESSICA COSTANZO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Venerdì scorso sono stata in visita al CPR di Torino, il centro di permanenza e rimpatri. Devo dire che sono rimasta molto stupita dalle condizioni in cui versa questa struttura, come altre strutture a livello nazionale. In particolare ho avuto modo di conoscere uno tra gli ospiti, un giornalista, un dissidente turco, Deniz Pinaroglu, che ha deciso di non prendere parte alle rivolte quotidiane anche molto violente che avvengono all'interno del centro, ma di esprimere la sua protesta in maniera pacifica con uno sciopero della fame che ormai va avanti da ventitré giorni, proprio per protestare anche contro le condizioni in cui ci si trova in questa struttura. Quello di Deniz è un caso emblematico in quanto ci sono inceppamenti burocratici tra Italia e, in questo caso, la Grecia e quindi approfitto di questo momento per chiedere al Ministero dell'Interno di velocizzare l'iter burocratico delle domande di questi ospiti per ridurre il tempo di permanenza all'interno di queste strutture, migliorare la loro condizione all'interno e ridurre anche il costo di gestione.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Siamo qui oggi per ricordare Paolo Colli perché domani, a Roma, sarà inaugurato Viale Paolo Colli, ambientalista. Paolo fu fondatore di Fare Verde, associazione nata a destra ma da sempre aperta a tutte le esperienze e protagonista in questi decenni di battaglie storiche. Paolo fece mille imprese: fondò una rivista straordinaria, inventò memorabili campi antincendio estivi, inventò la campagna “Mare d'inverno” per la pulizia delle spiagge, iniziò la crociata contro i cotton fioc ed elaborò le prime teorie virtuose sui rifiuti, precorrendo la cosiddetta economia circolare. Guidò il blocco della centrale nucleare di Montalto di Castro. Paolo fu protagonista del volontariato ambientale e di quello internazionale. Andò nelle zone terremotate. Seguì i progetti in Kosovo e in Nigeria dove era molto amato. Proprio in Kosovo le bombe americane all'uranio impoverito avvelenarono i corsi d'acqua. Probabilmente fu questa la causa della folgorante leucemia che lo stroncò in pochi mesi, lui come molti militari italiani. Paolo Colli, detto Poldo, era soprattutto generoso fino al martirio, testardo nelle sue teorie, coraggioso fino all'imprudenza, infaticabile lavoratore e persona di rara umanità e autoironia. L'intitolazione della strada che ci sarà domani a Roma proprio in quel parco che, con noi, Colli salvò dalla cementificazione è il giusto tributo a una persona esemplare che ha vissuto intensamente la sua vita donandosi agli altri con grande generosità. Nella sua ultima intervista dichiarò: “Non voglio più sentire la parola nemico. Nemmeno al mio peggior nemico direi: sei il mio nemico”. Addio, Paolo. Sei e sarai sempre un fratello ma soprattutto un imprescindibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente Maria Edera Spadoni, ho presentato un'interrogazione, tempo addietro, sulla situazione relativa alla mancata spedizione alle pensionate e ai pensionati del loro stato paga, del loro listino di stipendio o di pensione (chiamatelo come volete). In termine tecnico si chiama “modello Obis”, il quale da parecchi anni non viene più spedito ai pensionati dicendo: “Per risparmiare ve lo mandiamo col computer. Quindi, compratevi il computer, imparate a usarlo, pagate l'abbonamento e così saprete quant'è la misura della vostra pensione”. Il Governo mi rispose che aveva già provveduto continuando a inviare per via telematica i modelli Obis e altrimenti che i pensionati andassero ai patronati che trattano quella domanda e, cioè, ha fatto orecchie da mercante, non ci ha sentito. Poiché è cambiato il Governo mi auguro che questa volta il nuovo Governo capisca che è a costo zero, perché non gli costa niente mandare a tutti i pensionati ogni anno il modello Obis. Se qualcuno non lo vuole per posta normale, in formato normale, lo dica e consenta l'opt-out dal diritto di tutti i pensionati di essere considerati meritevoli di conoscere la misura della pensione che andranno a riscuotere il mese dopo e così via (sono passati oramai già 6-7 anni). È un'umiliazione che si infligge ai pensionati e non capisco per quale motivo. Dimostri il nuovo Governo - e lo si riferisca alla nuova Ministra del lavoro - di cambiare, che poi non costa nulla fare questo.

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

CARLO FATUZZO (FI). Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi è giunta anche alle cronache nazionali la notizia di un fatto molto grave avvenuto nel carcere di San Gimignano. Si tratta del presunto violento pestaggio di un detenuto di origine tunisina da parte di alcuni agenti di custodia. Ad oggi è in corso un'indagine della magistratura e sono stati sospesi quattro dei 15 agenti indagati.

L'auspicio del Partito Democratico è che si faccia chiarezza e che la si faccia presto, molto presto per il bene di tutti e per il rispetto dei sacrosanti diritti umani dentro al carcere e per la dignità di chi in quella casa di reclusione da anni fa bene il proprio mestiere e lo fa con grande fatica, e mi riferisco agli agenti di polizia penitenziaria.

Presidente, io mi occupo da anni della situazione di questo carcere e ho molte volte evidenziato all'attenzione del Governo, di tutti i Governi indipendentemente dal loro colore, e del DAP le forti criticità di questa struttura, criticità sulle condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, pesantemente sotto organico, per il sovraffollamento, per i problemi strutturali e per un continuo cambio delle figure di direttore. Ecco, io oggi sono a chiedere anche a lei e tramite lei che il Governo intervenga davvero per superare queste criticità e che lo faccia anche alla luce di questo evento.

Però, mi permetta anche di dire che trovo sconcertante che chi sino a qualche mese fa aveva ruoli di primo piano nel Governo e che non mi risulta abbia mai alzato un dito o pronunciato una parola sulle condizioni di questo carcere oggi annunci una sua visita sotto i riflettori mediatici. Ecco, io credo che vada ricordato a queste persone e che vada ricordato a tutti noi che in una fase così delicata il peggio che si possa fare è utilizzare una vicenda così delicata a fini propagandistici e credo che questo - e chiedo anche a lei di farsi promotrice - vada ricordato a tutti noi, che siamo stati eletti con il compito di svolgere il nostro ruolo con disciplina e onore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mara Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, le gravi carenze di personale presso l'ospedale San Francesco di Nuoro continuano, in queste ore, a minare l'attività del presidio ospedaliero. Proprio in uno dei miei ultimi interventi in quest'Aula chiedevo, ancora una volta, alla regione Sardegna e ai vertici dell'ASL di Nuoro immediate soluzioni al problema. Tuttavia, i miei numerosi appelli rimangono a oggi inascoltati e talvolta liquidati con una serie di promesse lanciate a mezzo stampa e mai finora realizzate. Una di esse è quella relativa alle nuove assunzioni di personale medico, tecnico e infermieristico. Al momento niente di tutto ciò è avvenuto. È una continua speculazione mediatica ai danni di tutti i pazienti sardi. Gli annunci restano solamente parole scritte: di fatti in Sardegna neppure l'ombra.

A soffrire di questa drammatica situazione, che avevo preannunciato ai vertici ASL di Nuoro già lo scorso luglio 2018, vi è anche il laboratorio di analisi della struttura. Non ho mai dimenticato, Presidente, le puntuali e puntigliose repliche di quegli stessi dirigenti, i quali mi assicuravano, anche a mezzo stampa, che - cito testualmente - “L'azienda ha sempre lavorato al fine di garantire e assicurare un'adeguata organizzazione del lavoro” e che il laboratorio non si trovava in stato di emergenza. Oggi i fatti smentiscono ancora quelle parole, dando ragione a quello che anzitempo avevo previsto. Appare evidente come la mancanza di personale possa portare alla paralisi operativa anche per il succitato laboratorio. Quattro pensionamenti, infatti, hanno ulteriormente ridotto il personale di servizio, altri tre sono previsti nel mese di dicembre. Una riduzione drastica, che rischia di portare al definitivo blocco delle attività. Nonostante fosse stata assicurata l'integrazione del personale con nuove assunzioni, le unità attive scarseggiano e, come se non bastasse, i luoghi di ubicazione del laboratorio risultano inadeguati e insalubri per tutto il personale. Non c'è più tempo per soluzioni provvisorie. L'azienda sanitaria regionale sarda metta in campo immediate e non più differibili soluzioni.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

MARA LAPIA (M5S). Annuncio che qualora i problemi del laboratorio non saranno risolti nell'immediato sarà mia premura richiedere l'intervento del Ministro della Salute.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manuel Tuzi. Ne ha facoltà.

MANUEL TUZI (M5S). Presidente, colleghi, oggi sono felice di poter informare quest'Aula e tutti i cittadini del fatto che un'importante area archeologica e di verde pubblico della capitale e della provincia di Roma è stata salvata dalla speculazione edilizia. Mi riferisco alle aree dei Castelli Romani: Marino, Castel Gandolfo, Albano e il Divino Amore, sulle quali il “sistema Parnasi”, quello del costruttore arrestato con l'accusa di corruzione e finanziamento illecito, aveva messo gli occhi e stava per mettere le mani.

Abbiamo impedito che queste zone di interesse culturale venissero sacrificate in nome della cementificazione selvaggia. È un risultato per il quale va un grazie sincero al Ministro Bonisoli, con cui ho collaborato per mesi affinché il cosiddetto vincolo Bondi del 2010 potesse estendersi a queste zone di interesse storico e culturale, salvandole. Prezioso è stato il lavoro dell'amministrazione 5 Stelle di Marino, guidata da Carlo Colizza e della sua maggioranza e, in regione Lazio, del consigliere Marco Cacciatore, con l'ampliamento del parco. Ma preziosa è stata anche la determinazione dei cittadini, singoli o in associazioni, che hanno dato un grande esempio di cittadinanza attiva e di partecipazione responsabile.

Per il MoVimento la cultura ha da sempre un ruolo primario, che non può essere sacrificato in nome di interessi privati. Insieme alla cultura tuteliamo ovviamente anche l'ambiente, considerando che parliamo di polmoni verdi indispensabili per la qualità dell'aria della capitale e della provincia di Roma. Con l'estensione del vincolo Bondi, che abbiamo ottenuto dunque, finalmente vengono rimesse in discussione queste grosse lottizzazioni edilizie. Questa è la pietra tombale su una speculazione edilizia del valore di un miliardo di euro, minacciata da tempo, che chiude anche le assurde richieste di risarcimento del costruttore per 300 milioni di euro. Esultiamo per questa vittoria, ma teniamo gli occhi aperti perché la battaglia per la difesa del territorio, come sappiamo, è senza fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Presidente, intervengo oggi per rendere noto all'Assemblea un evento grave a cui dobbiamo porre estrema attenzione: il ghiacciaio del Monte Bianco scivola a valle, testimonianza, questa, di come i cambiamenti climatici stiano minacciando anche le nostre montagne. I silenziosi giganti, custodi delle nostre valli, hanno parlato e lo hanno fatto per mezzo della risorsa più importante che abbiamo ora e che nel tempo potremmo non avere più. È di oggi la notizia che il sindaco del comune di Courmayeur è stato costretto a firmare un'ordinanza di divieto di transito per la Val Ferret e stabilito lo sgombero delle case più vicine alle zone di rischio. I territori montani sono aree fragili, che devono essere protette e devono essere tutelate.

Chiedo al Governo, al mio Governo, di ascoltare le centinaia di piazze che richiedono attenzioni sul cambiamento climatico, sul disastro naturale che ormai quotidianamente mette a rischio il nostro ambiente e la nostra salute. Occorre intervenire immediatamente, altrimenti tutti i ghiacciai delle nostre montagne non saranno più patrimonio delle future generazioni. O ci muoviamo adesso o sarà troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 27 settembre 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 7 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 14, 20 e 22 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nelle votazioni dalla n. 9 alla n. 19 la deputata Colmellere ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 22 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 il deputato Provenza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 il deputato Mor ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 27 e 28 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 27, 48 e 59 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 35 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 38 i deputati Marco Di Maio e Varrica hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 il deputato Carè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 48 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 50 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 53 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 59 la deputata Tateo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 64 i deputati Davide Aiello e Quartapelle Procopio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2017 - articolo 1 453 360 93 181 258 102 72 Appr.
2 Nominale articolo 2 460 366 94 184 260 106 70 Appr.
3 Nominale articolo 3 464 368 96 185 264 104 69 Appr.
4 Nominale articolo 4 463 367 96 184 262 105 69 Appr.
5 Nominale articolo 5 467 371 96 186 265 106 68 Appr.
6 Nominale articolo 6 472 374 98 188 267 107 68 Appr.
7 Nominale articolo 7 467 369 98 185 271 98 68 Appr.
8 Nominale Ddl 2017 - voto finale 477 377 100 189 271 106 67 Appr.
9 Nominale Ddl 2018 - Tab. 2.1 485 380 105 191 100 280 67 Resp.
10 Nominale Tab. 2.2 490 384 106 193 105 279 67 Resp.
11 Nominale Tab. 2.3 482 376 106 189 104 272 67 Resp.
12 Nominale Tab. 2.4 489 383 106 192 105 278 67 Resp.
13 Nominale Tab. 2.5 493 387 106 194 109 278 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Tab. 2.6 489 385 104 193 106 279 66 Resp.
15 Nominale Tab. 3.1 487 384 103 193 104 280 66 Resp.
16 Nominale Tab. 4.1 488 384 104 193 106 278 66 Resp.
17 Nominale Tab. 4.2 493 388 105 195 108 280 66 Resp.
18 Nominale Tab. 4.3 491 386 105 194 107 279 66 Resp.
19 Nominale Tab. 4.4 490 384 106 193 105 279 67 Resp.
20 Nominale Tab. 5.1 491 385 106 193 108 277 67 Resp.
21 Nominale Tab. 8.1 492 387 105 194 107 280 67 Resp.
22 Nominale Tab. 8.2 484 377 107 189 103 274 67 Resp.
23 Nominale Tab. 8.3 492 386 106 194 108 278 67 Resp.
24 Nominale articolo 1 491 490 1 246 382 108 67 Appr.
25 Nominale articolo 2 484 449 35 225 385 64 66 Appr.
26 Nominale Ddl 2018 - voto finale 449 449 0 225 369 80 63 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 1640-A - articolo 1 431 430 1 216 404 26 75 Appr.
28 Nominale articolo 2 432 432 0 217 406 26 75 Appr.
29 Nominale articolo 3 433 433 0 217 407 26 75 Appr.
30 Nominale articolo 4 449 449 0 225 423 26 75 Appr.
31 Nominale articolo 5 445 445 0 223 419 26 75 Appr.
32 Nominale Ddl 1640-A - voto finale 472 468 4 235 439 29 75 Appr.
33 Nominale Ddl 1641-A - articolo 1 477 477 0 239 477 0 74 Appr.
34 Nominale articolo 2 474 474 0 238 474 0 74 Appr.
35 Nominale articolo 3 473 473 0 237 473 0 74 Appr.
36 Nominale articolo 4 479 479 0 240 479 0 73 Appr.
37 Nominale articolo 5 473 473 0 237 473 0 73 Appr.
38 Nominale Ddl 1641-A - voto finale 453 453 0 227 453 0 73 Appr.
39 Nominale Ddl 1767 - articolo 1 472 471 1 236 471 0 73 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 2 470 470 0 236 470 0 73 Appr.
41 Nominale articolo 3 473 473 0 237 473 0 72 Appr.
42 Nominale articolo 4 469 469 0 235 469 0 72 Appr.
43 Nominale Ddl 1767 - voto finale 479 479 0 240 479 0 72 Appr.
44 Nominale Ddl 1770-A - articolo 1 469 469 0 235 469 0 72 Appr.
45 Nominale articolo 2 470 470 0 236 470 0 72 Appr.
46 Nominale articolo 3 466 466 0 234 466 0 72 Appr.
47 Nominale articolo 4 474 474 0 238 474 0 72 Appr.
48 Nominale Ddl 1770-A - voto finale 461 460 1 231 460 0 72 Appr.
49 Nominale Pdl 1814 - articolo 1 463 463 0 232 463 0 72 Appr.
50 Nominale articolo 2 457 457 0 229 457 0 72 Appr.
51 Nominale articolo 3 467 467 0 234 467 0 72 Appr.
52 Nominale articolo 4 460 460 0 231 460 0 72 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 64)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Pdl 1814 - voto finale 463 463 0 232 463 0 72 Appr.
54 Nominale Pdl 1815 - articolo 1 459 459 0 230 459 0 72 Appr.
55 Nominale articolo 2 466 466 0 234 466 0 72 Appr.
56 Nominale articolo 3 468 468 0 235 467 1 72 Appr.
57 Nominale articolo 4 465 465 0 233 465 0 72 Appr.
58 Nominale Pdl 1815 - voto finale 458 458 0 230 458 0 71 Appr.
59 Nominale Ddl 1850-A - articolo 1 450 450 0 226 450 0 70 Appr.
60 Nominale articolo 2 454 454 0 228 454 0 70 Appr.
61 Nominale articolo 3 451 451 0 226 451 0 70 Appr.
62 Nominale articolo 4 449 449 0 225 449 0 70 Appr.
63 Nominale articolo 5 451 451 0 226 451 0 70 Appr.
64 Nominale Ddl 1850-A - voto finale 435 435 0 218 435 0 70 Appr.